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Nieri Idelfonso
Cento racconti popolari lucchesi
26 1908 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 873 occorrenze

[...] campagnuoli, contadini; e contadini specialmente, che ormai sono tra; i pochi rimasti a parlare un briciolo d'italiano che garbo abbia. Dormi pure [...]

[...] dizioni, è un caso; oppure è naturale che non se viii. ne ricordi: non avendoci fatto attenzione, chè niente è più fuggevole d'una parola che ti [...]

[...] sonerà per caso all'orecchio traversando il mercato, o comprando, esempigrazia, un paio di guanti, e poi non la risentirai più forse in due anni [...]

[...] ellino tanto frequenti ho io a lasciarli indietro che non li noti? E perchè un dica: «io non l'ho più sentito» «io non lo so» resta per questo [...]

[...] senz'altro, sarebbe simile a chi versasse un suo beverone in boccie fatte appunto appunto come quelle dei Certosini e si desse a credere che il suo [...]

[...] cosi un numero sterminato di forme che non basterebbe un tino d'inchiostro a tutte riportarle, chi volesse esaminare tutte le categorie grammaticali [...]

[...] un suo proprio modo di essere, formato dal naturale, dall'educazione, dalle cognizioni e dalla maniera di sentire». Io dunque mi sono giovato di [...]

[...] plur. maschile e femminile; suo sua suoi e sue invece di loro; con seco invece di con lui o con lei; A me mi pare, a te ti ci vorrebbe un bel [...]

[...] parola già comparativa come: più meglio, più inferiore; la concordanza del verbo singolare con un soggetto plurale, sempre per altro quando esso [...]

[...] gli piacque» e l'«Io... mi pare» famigerato di G. Yillani; quell'altra bella figura, per cui si deve ricavare il soggetto da un verbo o altra cosa [...]

[...] precedente, com'è quel luogo di Dante Inf. XXV, 136: « Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto » ; l'oratio historica che tutto a un tratto [...]

[...] , alle quali pare abbia imposto silenzio Alessandro Manzoni. Gli sono avversari in modo speciale quelli che chiamano il Toscano un dialetto come [...]

[...] , se cerco di piacere a quegli altri. Gli sono avversi anche i grammatici puri, che spiritano ad un terminònno per terminarono, benchè dantesco; a [...]

[...] un fussin per fossero, benchè del Petrarca; a un arò per avrò, benchè del Machiavelli; a un volse per xiv. volle: benchè di tutti questi, non che [...]

[...] minuto e specialmente in mezzo ai contadini, che, come ho già detto, sono oramai fra i pochi rimasti a parlare un briciolo d'Italiano che sia [...]

[...] meglio della buona lingua». Ed in un altro punto: «La nostra lingua prima che fosse scritta era già lingua del popolo, e dal popolo gli scrittori [...]

[...] nel popolo venuta meno, anzi vive ancora, o tutta; o in grandissima parte, sebbene guasta e insozzata. Capitato qui (a Lucca) tempo fa un [...]

[...] valentuomo lombardo, mi diceva che in qualunque persona del volgo si avvenisse, alla favella parevagli un letterato. Che avrebbe egli detto, se aggirato [...]

[...] . VII ....... La ricetta del Redi VIII ..... Un furbacchione. . IX ........ La camicia della felicità. X .......... Hanno rispartito il mondo. XL [...]

[...] ...... Un fascio di legna a poco . XII ...... Ho detto: doman vedrem chi èglie XIII .. .. Le tre domande . XIV ..... Secondo in che dà... . . XV [...]

[...] ....... La mosca e il bove XVI.. ... Un vecchietto malizioso. XVII ... Bennardone XV III.. Una malìa . XIX ..... Una moglina sicura X [...]

[...] XXVI.....O un lupo, o un ciocco!...» 78 XXVIII.... Un ladro scoperto................80 XXLX....... Hai bene a dir così !..........82 XXX [...]

[...] ......... Menicotto..............81 XXXI....... Un miracolino.......86 XXXII.........Ignoranza vera.........89 XXXIII.... La fine delle volpi..........90 [...]

[...] XXXIV... Burla a un cacciatore....91 XXXV...... Tistino » 96 XXXVI. ... Com'erano avvezzate le vacche di Chiocchetta....» 98 XXXVII ... Noè. » 101 [...]

[...] XLV.......... Come Cristo t'adoro! 116 XLVI........ Ce ne vuol volere! 117 XLVll ...... Un giovanastro 119 XLVIII..... Perchè Biccio andò in [...]

[...] ! 130 LII ............. Moglie e Giudizio 132 LIII.. ......... Marito e moglie si fanno in una sera, Ma dura un pezzo la tiritera! 133 LIV [...]

[...] ............. Un avvezzo 139 LVIII.. ......... La voglia di ciccia 140 LIX .............. Il diavolo nel piatto 142 LX ................ Va là con un Dio solo [...]

[...] 155 LXIV ........... Drea che mena un cavallo 156 LXV ............. Basta una volta 157 LXVI.. ......... Beata innocenza! 159 LXVII ......... Alla [...]

[...] considerazione infantile 178 LXXIV ........ Ogni muta una caduta 179 LXXV .......... La famiglia consuma la donna 181 LXXVI..... ... Belle idee d'un [...]

[...] briacone 183 LXXVII ...... Il resto ve lo dirò dal manfano 184 LXXVIII.. .. Quanto costa la vita d'un uomo 186 LXXIX ........ Iacopino 188 LXXX [...]

[...] ......... Chi ce la vuole e chi 'un ce la vuole .. . io non ce la voglio!... 194 LXXXI.. ..... Il cuore è il primo a vivere e l'ultimo a morire .195 LXXXII [...]

[...] convertito. 207 LXXXVI. ... Un pappagallo che scappa. 208 LXXXVII .. Una povera donna fuori di sè 211 LXXXVIII. La prima educazione. 213 LXXXIX .... Un [...]

[...] XCV ...... Come il Bello s'appiccò 235 XCVI .... Una buona moglie e il suo contrario 240 XCVII .. Un perdono di nuovo genere 243 XCVIII. Ognun [...]

[...] ridete, ma io dico che ce n'è anco di più buffi. Menicone di Moriano, che era un genere particolare in verità, una volta andava in Corsica a passar [...]

[...] l'invernata: sopra un bastimento a vela; com'usava a que' tempi. Quando furono là in alto mare, si levò una tempesta, bimbi miei! che da un momento [...]

[...] , chi urlava, chi pregava, chi bestemmiava. Menicone, con un gran tòcco di pane in mano, se ne stava giù a 2 sedere attaccato a un albero colle [...]

[...] undici e mezzogiorno, e l'appetito non lo doveva stare neanche a aspettare, perchè l'aveva pronto sempre da un 3 anno all'altro. S'infilò dunque [...]

[...] nella bettola per dare un po' di biada alla bestia; ma si sa: miseria e poesia eran sorelle; non ne aveva uno che dicesse due. Allora che [...]

[...] t'inventa? Prima di sedere a tavola stillò tanto e girò e rigirò tanto e poi tanto il discorso, che fece un patto coll'oste che, se avesse cantato [...]

[...] dire: mi piace o non mi piace. E il poeta pianta le ginocchia sotto la tavola, e lì ordina che ti ordino! mangia e beve come un papa, si sciala a [...]

[...] sgrollatina di testa e un bellissimo noe. Allora il poeta vedendo che non ci era scampi, e che era rimasto alla sua stessa trappola, non sapendo a che [...]

[...] piace». - «Se vi piace, allora addio! vo' siete pagato, e noi siam belli e pari». L'oste rimase con un naso lungo un palmo, ma bisognò che ci [...]

[...] per le case e per le chiese. Dopo un giorno o due se ne rivenne per la stessa strada che aveva fatto. Ci doveva restare a morir di fame? Ritorna in [...]

[...] c'è più una rametta verde; tutte le case vuote, senza un pizzicotto di grano, senza una palettata di farina, senza nulla di nulla. Vanno là là a [...]

[...] piano c'era un uomo che aveva preso moglie di 7 fresco. Dir che fosse un cattiv'omo, non si potrebbe dire, ma delle volte era un po' bestialotto e [...]

[...] ' Vittorio! e m'hai a fare un Vittorino! » e non la finiva mai con questo re e con questo Vittorio. Ma venne l'ora del parto, e fu una donna. Come [...]

[...] ci restò brutto! Vi basti che seguitò a maltrattare e a rimbrontolar la moglie per un mese, povera donna! come se ci avesse colpa lei. « Be', per [...]

[...] maschiotti! La prima volta che lui uscì fuori, un amico gli domandò: « E be', che t'ha fatto poi la tu' moglie? » - « Povera donna! m'ha fatto Vittorio e [...]

[...] po' anco Garibaldi! » 8 V. Se queste en le parole, figuriamoci fatti! Un uomo andando a caccia col suo schioppo in sulle spalle [...]

[...] , s'incontrò con un lupo. In più che si furono sborniati, dissero ognuno fra sè: « Ora ci siamo! » e senza tante paure si fanno avanti. Comincia il lupo con [...]

[...] una cera da arrogante: «È un pezzo che fra i miei e i tuoi ci sono delle quistioni da partire; ora sarebbe venuto il momento». - Fa l'uomo: «Hai [...]

[...] proprio da vero, che ci dovessimo riscaldare un po' colle parole; allora il fatto riuscirebbe meglio». - «Il tuo discorso mi capacita; cominciamo [...]

[...] parole, figuriamoci i fatti! » VI. Marzo e il Pastore Una mattina, là sul cominciare della primavera, un pastore uscì colle pecore, e [...]

[...] pastore! fai bene. Buon viaggio! » E fra sè disse: « Lascia fare a me, chè oggi ti rosolo io! » E quel giorno al monte giù acqua a rovesci, un vero [...]

[...] tornare a casa rincontra Marzo: « E be', pastore, come è ita oggi?» « È ita benone. Sono stato al piano; una bellissima giornata, un sole che [...]

[...] scottava! » « Sì eh? Ci ho gusto (e intanto si morse un labbro) E domani dove vai?» 10 «Domani torno al piano. Con questo bel tempo, matto sarei a [...]

[...] ; un vero gastigo di Dio. La sera trova il pastore: «O pastore, buona sera; e oggi come t'è ita?» «Benone. Sai? sono andato al monte, e ci è stato [...]

[...] gli racconta la cosa, «e ora avrei bisogno che 11 tu mi prestassi almeno un giorno». Aprile senza farsi tanto pregare, gli presta un giorno [...]

[...] Aprile. VII. La ricetta del Redi Tempo fa ero là dalle parti di Firenze, e ragionavano di un pover'uomo che gli ottanta e ben sonati non [...]

[...] per quantum possum, si dicervella per inventar rimedì da tenerlo su, ma son pannicelli caldi. Va là là, un giorno peggio dell'altro, proprio come un [...]

[...] istava troppo bene di salute. Il Redi gli era un medico ... ma oo! di quei bravi. 13 Va dunque, monta su e s'accorge alla prima occhiata che l'aveva [...]

[...] fare tutte le domande necessarie. Poi, avendo discorso del più e del meno per un poco di tempo, quando gli parve ora, salutò tutti e si avviò per [...]

[...] andarsene. Tutto a un tratto alla signora e' gli venne in mente che il dottore non gli ha lasciato nessuna ricetta da pigliare; chiama gente: «Andate [...]

[...] se gli facesse grazia di mettere sopra un foglio di carta che cosa può prendere per il suo male». Il Redi, la lo sa meglio di me, gli era anche [...]

[...] ottanta carnevali, Si può metter gli stivali Per andare all'altra vita. VIII. Un furbacchione «Quelli lì non periran mai». - «Perchè [...]

[...] Pippo? Signora fattora, ben veduta! Arrivederla! Arrimirarla!»; e lì tutto salamelecchi e riverenze. Un giorno dissi al Custode vecchio di S. Ansano [...]

[...] : « Eh! sor Custode, avessi un po' una civetta ammaestrata così come il signor Bòbbola! quanti pittieri c'è nel vicinato? li vorrei chiappar tutti [...]

[...] del contorno mi verrebbero volando sulle panielle». Fece una risata con una scrollatina di testa, che voleva dire «precisamente! Quello è un baron [...]

[...] siete cresciuta da 16 un anno a questa parte! Ma che bella ragazza fresca e vegeta che vi siete fatta! Dio vi mantenga sana, che bella siete [...]

[...] ! onesta è la sposa? Oh! mi rallegro, mi rallegro colla sposa! Ma questo è un fiore di giardino, è un maggio di primavera! - Ma che be' bimbi, che bei [...]

[...] franchi di tabacco! E pretese che gli fossero rimborsati ballanti e sonanti un sopra l'altro, chè «meno male le fatiche e la bucchia dell'andare [...]

[...] a chiedere, ma di tasca sua non ci voleva rimetter nulla!» Più di quello che costava l'olio, figlio e po' d'un tètte! ... Il Custode fece presto a [...]

[...] quell'altra parte ci vo' un carabiniere. Mi fido e conto! Anni fa, quand'era più in gamba, comprava il giornale, anzi si teneva in tasca il giornale [...]

[...] Berta filava, e i micini hanno aperto gli occhi!». E così accendeva un moccolo al diavolo e uno alla Madonna, e ligiava tutti tenendo da Barga e da [...]

[...] parte. E cosi ogni due o tre giorni veniva a prendere il rumme e durò un bel pezzo. Un giorno invece di trovarci la padrona, ci trovò il marito [...]

[...] bene sincerarsi ». Pesa, e importava quarantadue centesimi! Aveva comprato otto o dieci boccette della stessa forma e dello stesso colore, una un po [...]

[...] miei, diceva allora Drea per consolarli, queste qui son tutte chiacchiere e tutti discorsi: chi 'l crocino, chi la croce e chi 'l crociane, un po [...]

[...] ' tempi di una volta, sarà mill'anni, altro che mill'anni! saranno anco dumila, c'era un re d'un gran reato, d'una gran potenza, ma grande [...]

[...] straordinario, dove si camminava a mesi a mesi senza arrivare al confine del suo tenitorio. Era un paese ricchissimo e strabondante d'ogni cosa, perchè li [...]

[...] mancava nulla! L'oro si può dire che ci era sparto colla pala. Che città! E il palazzo del re?!.. era un'occhiata; in una gran piazza, con un bel [...]

[...] per lui, tutti dal primo 23 fino all'ultimo, perchè era un re di quelli buoni, ma veramente buoni. Ora un re così doveva o non doveva essere [...]

[...] propriamente sua era solo, rimasto senza padre e senza madre fin da piccino; e poi figliuoli non ne aveva, e a un caso di lui, lo stato cascava in mani [...]

[...] forastiere. Figliuoli non ne aveva e non ne poteva avere, perchè state a sentire. Questo re aveva moglie, e che moglie! un occhio di sole: alta [...]

[...] che un pittore non arriverà mai e poi mai a farli così; ridevan prima della bocca, e si vedevan brillare anco di notte; la su' voce era una musica [...]

[...] figliuola e una moglie d'un re. E be', questa moglie, se il suo marito gli si accostava per dargli la mano, quando era lì vicino, lei all'improvviso [...]

[...] dell'altro, ma non si potevano accostare. Io per me dico che un martirio, uno strazio di cuore così non deve mai essere toccato a nessuno: avere una [...]

[...] dunque tentate tutte, senza che gli riuscisse guadagnar nulla. Una volta poi mandò un bando nel suo regno, e per tutti i regni vicinanti, e anche a [...]

[...] luna, ma fra tutti in quanti erano, non furon capaci di levare un ragnolo da un buco: 25 quando il re si accostava, e lei diventava marmo! Si [...]

[...] presentò anco all'ultimo un certo che doveva essere un mago, lungo lungo, magro stecchito, coi capelli scarmigliati giù per le spalle, e con un barbone [...]

[...] abbaruffato che pareva un fascio di pruni. Si fece avanti con un libraccio tutto pieno di pitture di teschi, e ossa di morto; e da tanto che [...]

[...] >>. Questo era un rimedio facile a dire, ma nelle spezierie non ce lo tengono. Pure il re, che ne aveva provate tante, e tante anche di veramente [...]

[...] calzoni dal gran sudiciume, e saltare da un travicello all'altro come i gatti; ma domanda di qua, interroga di là, cerca di sopra, fruga di sotto [...]

[...] , non trovava quello che gli ci voleva; perchè tutti, chi per un capo e chi per quell'altro, avevano il loro impiccato all'uscio. Uno sarebbe stato [...]

[...] sempre. - « Io, diceva questo, sarei felice, gua', non ho bisogno di nulla, non ci avrei nulla da desiderare; ma c'è quella nuora che è un aspido [...]

[...] ha quel male benedetto che ogni tanto gli piglia senza che se ne accorga, e se anche è in cima a un precipizio, casca giù tutto in un fascio, così [...]

[...] che bisogna star sempre col cuore agghiadito da un anno all'altro». - «O voi, donnina, non siete felice voi, così fresca e sana, con quelle [...]

[...] ' di roba che abbiamo e, senza una man di Dio, fra poco tempo non ci resta altro che andare per un tozzo di porta in porta». E intanto gli grondavano [...]

[...] succede, non direbbe così. Vede quella casa là dirimpetto? l'hanno con noi a morte, ci voglion morti, e senza un perchè al mondo; ma per puro astio e [...]

[...] , resta nudo; loro fan fiamme e fuoco per darcela tra capo e collo e spolverizzarci. Ci va un pozzo di quattrini; ma non vòl dire! s'ha a vedere chi [...]

[...] gli antenati che verranno 'un avran più da quistionare». - «Sentite quel giovanotto, là su quell'albero, che bruca la foglia e canta come una [...]

[...] iscacciar malinconia ! e così sono io. Se mi poteste essere qui dentro! ... ho un cuore come un fico secco. Avevo una dama che era tutta la mi [...]

[...] ' speranza al mondo; l'avevo sempre davanti agli occhi di giorno e di notte; l'amavo propio infino alla tombare ora ci si è affacciato un altro che aveva [...]

[...] un bottone più lustrente di me, e s'è messa con quello; m' ha piantato senza neanche dirmi: Cane, addio! e fa all'amore con quello. Non m'ha [...]

[...] chiappato un accidente perchè Dio non ha voluto, ma ce n'ho per un pezzo dell'aglio da mangiare». In somma, per indagare e rifrustare che facessero in [...]

[...] tutti i canti, non ne potevan trovare uno che fosse felice: questo 29 era malato o lui o uno della sua famiglia; quello aveva un fratello in [...]

[...] prigione; quell'altro il padre o la madre allo spedal dei matti ; chi non aveva un boccone da sfamarsi; questa era stata tradita e abbandonata [...]

[...] dall'amante; quella aveva un birbante per marito; quell'altro uomo aveva per moglie una birbona; chi era gobbo, chi zoppo, chi monco, chi stroppio, chi [...]

[...] guercio, chi cieco. Povero re! cominciò a perderci le speranze; ma tanto non si dava per vinto. Alla fine cammina, cammina, cammina, arrivano a un [...]

[...] « Si accomodi, Maestà, si accomodi; di certo non sarebbe stanza per un sovrano pari suo ma lei è tanto bono!. .. Non ci è nemmeno il pavimento! Che [...]

[...] ; fate conto che ci sia avvezzato. Ero venuto per sapere un a cosa .... Vi vedo molto allegra e contenta eh? » - « Che vuole, Altezza? Che ci abbia dei [...]

[...] disturbi non lo potrei dire: il lavoro è un passatempo che frastorna la cattiv'aria, e intanto canto. 30 Saranno strillacci, gua', ma mi fa pro [...]

[...] vociate!» - « Dunque voi siete contenta, eh sposa? » - « Contentissima; se mi lamentassi sarei ingrata inverso chi comanda. Che mi manca a me? Ho un [...]

[...] prun fa siepe, e tutto fa, disse quello che sputava in mare: fra tutti e due si spinge la barca avanti. Si mangia un po' maletto, ma lo sa pure come [...]

[...] di dormir sulle piume; 32 come ci addormentiamo ci facciamo tutto un sonno fino alla mattina». Il re stava a bocca aperta estatico e intenerito a [...]

[...] . E poi se si vuol sincerare .... E si sbottonò 33 un poco il vestito da collo, e non ci aveva nulla sotto ». Il re s'ebbe a svenire dal gran [...]

[...] che bisogna rifar le parti, e che ognuno abbia la sua. Un giorno dunque del Quarantotto, che a Lucca c'erano state di gran feste e allegrie e [...]

[...] » - «O' è che hanno riscompartito il mondo!» - «Ero un bilo io?! Te lo dicevo che non 35 poterne stare? Te lo dicevo che ci si doveva venire? E ci [...]

[...] toccata la punta delle Panie». - « E a te le saette che ci passan di sopra, perdondedio e non sagrato!». XI. Un fascio di legna a poco [...]

[...] Un'altra volta Drea era sceso al Ponte con un grosso carico di legna da forno, che saran valute quindici e anco diciotto soldi, più che meno. Eccoti che [...]

[...] detto: doman vedrem chi èglie Èglie, per chi non lo sapesse, vuol dire: è. E questo è un motto usato al mio paese, benchè a a poco poco [...]

[...] diritto per la sua strada a ogni costo, nè gli preme un corno dell'ultima riuscita, quand'anche ci avesse a rimettere il nodo del collo, ma la vuol di [...]

[...] lì; e nacque da questo fatto. Drea aveva un orto accanto casa, e lo custodiva da sè puntualmente e bene. Certi giovanastri, che è che non è, gli [...]

[...] d'un bel solco di sedani che dicevano mangiami mangiami. Diventò nero come il babao; soffiava come un toro! «Giurammio e non sagrato! di qui avanti [...]

[...] , quando ci ho qualcosa a tiro, ci faccio la pòsta collo stioppo, e se ce l'ausco, gli tiro come tirà 'n un ciocco, fosse anco Napoleone!» 37 Due [...]

[...] suoi nepoti con tre o quattro altri figli di bone mamme si messero d'accordo; fecero un uomo di paglia, e là fra le undici e la mezzanotte, due di [...]

[...] quelli che erano su in cucina, dice: «Mi pare, o sento rumore giù nell'orto?» Dice Drea : «Mi pare anco a me; lasciami un po' vedere; se c'è [...]

[...] , l'aggiusto io! » E piano piano a burlm.ne si fa alla finestra, e ti scorge quell'omo giù chinato. Non fa mica tanti discorsi; da un vetro rotto spiana lo [...]

[...] !» Così era Drea: cocciuto come un mulo, e bisognava pigliarlo così, perchè tanto non si piegava davanti a nessuno. Un giorno là di Marzo, che [...]

[...] quello che il predicatore diceva. Al predicatore invece gli parve che quell'uomo dormisse, e (poca prudenza!) tutto a un tratto lasciò in tronco il [...]

[...] resto, di Drea mi par bella una parola che disse una volta discorrendo col Rettore vecchio di San Gemignano, che da un ci presso a un pioppo era [...]

[...] bocca: chiedete, e tutto quello che vorrete vi sarà concesso!» Vorrei fare questa cosa per vedere un po' il mondo, dopo, come anderebbe; per vedere [...]

[...] del fuoco, uno di qua e uno di là. Il giorno la moglie era ita per legna, e ne aveva fatto un bel fascetta. Se ne stavano dunque lì a quel calduccio [...]

[...] vicini. E poi, sì! parenti, chi 'un ha di suo si può cavare i denti! L'altra gente, dai oggi, dai domani, alla fine si straccano. 41 Eccoci qui [...]

[...] senza mezzi, senza neanche un soldo; ci tocca a campare giorno per giorno, con quel po' che s'accatta, e bisogna rovinarsi e frustarsi la vita, ogni [...]

[...] mattina che Dio manda in terra, a anelare su per questi colletti per un tozzo di pane; e è grasso che cola quando se ne appiccia tanto che basti [...]

[...] di pane gli abbia a mandar la casa in perdizione. Una malattia che ci coglia, eccoci in un letto a patire di tutti gli stenti, o in un fondo di [...]

[...] siamo da vero!» E lì piangi, e lì laméntasi, non la finivano più. Quando tutto ad un tratto si sente una voce di su per la cappa del camino: - «O [...]

[...] d'accordo. Pensane una, non piaceva a lei; stillane un'altra, non garbava a lui. - « S'ha a chiedere tanti e poi tanti poderi da viaggiarci un giorno in [...]

[...] ? Bisognerebbe tenerci un fattore, e allora addio roba di dote!» - « S'ha a chiedere tante e poi tante pietre preziose, diamanti, perle ... ? » - « Ohe [...]

[...] : - « Ci fosse un po' una bella braciuola di maiale!». Non aveva anci finito di pronunziare l'ultima parola, e tùppete! lì subito una bellissima [...]

[...] fosse stata di pasta! E così eccoti quel povero vecchio monco da un braccio. All ora sì che fn una disperazione! « Ohimè! povero me, senza una mano [...]

[...] ! O meschino me! con un braccio monco! O Dio che abbiam mai fatto!? Ohimè la mia mano (e con quell'altra la pres e di terra e la guardava) ohimè [...]

[...] . Intanto la braciuola, mentre moglie e marito stavano al repentaglio del sì e del no, non era mica 45 bruciata solamente, era diventata un carbone [...]

[...] ... Una volta un contadino passò da un suo amico mentre rumava la polenta; era giusto l'ora della fame, là tra le undici e mezzogiorno. S'affaccia [...]

[...] dentro; restate a mangiare un boccone con esso noi» In questo mentre al contadino di sulla porta gli venne fatto di vedere che quell'altro aveva [...]

[...] , con rispetto, la goccia al naso, che nel rumare 46 dondolava, e pare,a che dovesse cascare da un momento all'altro; e si dava da fare a [...]

[...] ...» In quel momento la goccia si staccò, e andò per appunto nel paiuolo. «Dunque faccio mettere un piatto anco per voi?» «No, no, non vi state a [...]

[...] cinque parti del mondo. Proprio per questi pare inventata la novellina. Una volta una mosca si posò sopra un corno di un bove, mentre questo bove [...]

[...] tirava l'aratro. Passa intanto un moscone; la vede, e gli domanda: « Che fai, mosca?» E quella tutta rimpettita: «Ariamo!» Di questa mosca doveva [...]

[...] esser parente anche un cuculo che so io. Una bellissima serata di maggio questo cucco se ne stava sopra un muraccio vecchio, e cantava. Ogni poco [...]

[...] manda va fuori un grido dei suoi: cu cu! cu cu! Intanto più là, a poca distanza, eccoti un rusignolo che principia a cantare con quei be' trilli, con [...]

[...] griclaccio; e dopo un pezzetto, andò là, e gli disse: «Buonasera, rusignolo; ma come cantiamo bene, eh!?» XVI. Un vecchietto malizioso Io [...]

[...] per me quando veggo certiduni che l'altro giorno non eran nulla, e facevan pietà se aprivan bocca, e dopo essere stati via un po' di tempo, ritornan [...]

[...] Bennardone, e ora stronfìano su per le cime, mi vien sempre in mente la parola di quel vecchietto. In un certo paesello di campagna, siccome alla [...]

[...] gente non gli pareva che ci fossero assai feste, e che i santi soliti non facessero grazie abbastanza,, pensarono di metter su un'altra festa di un [...]

[...] santo nuovo, un certo nome strambo che non si trova neanche sui nostri lunari. Ebbero il loro bravo permesso puntualmente; ma perchè non doveva [...]

[...] essere una festa minchiona, vollero avere anche la statua del santo. Ci avevano lì in paese un bellissimo fusto di una bellissima pianta di fico, e loro [...]

[...] pensarono di farla fare in quello. Lo pigliano, 49 lo riquadrano, lo portano in città a un intagliatore, e neanche dopo un mese la statua era [...]

[...] già in canonica, bella e finita, con un viso dipinto con certi colori latte e sangue che era una bellezza a vederlo. Lo rivestono con un bel camice e [...]

[...] con un bel manto indorato, e una bella raggiera di raggi intorno alla testa; lo fanno benedire e l'accomodano in sull'altare. Quella era una gran [...]

[...] ; avevano sparato mortaletti mattina e sera, e ci avevan chiamato a fare il panegirico un frate predicatore il più famoso che si conoscesse. La [...]

[...] di mortella, l'altare era una selva di ceri, e un giardino di fiori; e il santo se ne stava lassù in cima, in mezzo a quei lumi, sotto un [...]

[...] , ci s'inginocchiavan tutti. Ma un certo vecchietto, quando gli fu di contro, gli dette una sbirciata in tralice e tirò a diritto dicendo: « T'ho [...]

[...] lo spiego. Bennardone era un ragazzo senza numeri, capiva poco, e non teneva a mente nulla; e tanto su' padre ne voleva fare un prete, o un dottore [...]

[...] . Sette anni lo mantenne agli studi, e all'ultimo tornò più rapa di quando era partito. Un giorno, mentre erano a desinare, venne in tavola un [...]

[...] piatto di fagiuoli. Dice suo padre: «Spiegati un po' in latino». E lui disse: «Fagiolus», e intanto se ne tirò giù nel suo piattello una buona [...]

[...] aperta a sentirne ragionare; e poi la sera sfilan dalla paura a uscir di qui lì, e a passar soli di notte da un camposanto, anche uomini con tanto di [...]

[...] quello stesso che la fece. In un paesetto di questi contorni c'era una bellissima ragazzina, proprio bella, un po' moretta, occhio castagno scuro [...]

[...] , capello nero, alta svettata e fatta bene, con un che di civile che non pareva neanche figliuola di contadini; era si può dire la più bella rosa di [...]

[...] quel giardino. I suoi se ne tenevano di una fanciulla così come d'un fiore all'occhiello, e sua madre non la vedeva mezza dal bene che gli voleva [...]

[...] un bonissimo ragazzo lì vicino, voleva bene a quello, pensava a quello e non dava retta a nessuno. Quante domande venivano d'amore, erano [...]

[...] , ma i capelli seguitavano a piovere senza che però lei stesse peggio di salute. Ora per caso avvenne che andò a lavorare in quel paese un muratore [...]

[...] , un capo sventato, un arnese d'omo strambo che spesso si divertiva a fare delle burle a questo e a quello; e delle volte ne faceva di quelle che [...]

[...] credere, che lei del resto sta bene come me e come te. Io ho un sospetto... l'astio e l'invidia non moriron mai!.... io batto sempre lì, e non mi [...]

[...] cava nessun dalla testa che non gli sia stata fatta una malìa». Allora il muratore disse serio serio: - «Ma dimmi un po' la verità; c'è qui una [...]

[...] ... (impromettimi di non dirlo a nessuno) perchè sono stato io quello che gli ho dato la malìa. Venne da me uno che non conoscevo; mi portò una ciocca, un [...]

[...] croci, e su ognuna di queste croci mi ci tocca sputare tre volte! E poi ci ho un libbrone che a mala pena si puol portare sotto il braccio, e a [...]

[...] tutte le facciate c'è un santo, e mi tocca leggerlo tutto di cima in fondo tre volte, e sopra il viso di ognuno di questi santi sputarci tre volte per [...]

[...] e per nulla. Dunque bisogna che ci rimediate, perchè se no, un po' un po' zitte ci possiamo stare, ma poi alla fine non siamo miga sole nel mondo [...]

[...] capelli tutta in un colpo?» - «Ragazza mia, quello poi è impossibile; come sono andati via a poco per volta, a poco per volta vi torneranno, quando avrò [...]

[...] non vo' nulla». Così si lasciano; ma passa un giorno, passa due, passa tre, passa un mese, e i capelli seguitavano a cascare, e il muratore non si [...]

[...] presentava più. Allora un giorno la madre della ragazza si parte risoluta, e va alla casa del muratore a discorrere con su' madre. - «Io sarei venuta [...]

[...] , la vendo apposta, e vado a Lucca, cerco d'un ebreo e gli faccio fare il giuoco dello staccio, e allora chi ha fatto la malìa deve camminare e [...]

[...] malìa?! Silvio una malìa?! Ma io ho paura che vi abbia dato volta il cervello. 58 Ma non lo sapete che è un mattaccio, e se può inventare delle [...]

[...] buffonate da ridere, non gli par vero. È un ragazzo che ha più minchionerie che Santi in camera, e voi gli date retta!?» - « Io non so tanto; lui [...]

[...] anni non si ferma più. Io ora vengo per le buone, anzi vi avevo portato un paio di polli, eccoli qui; ditegli che ve li ho portati io, e per che [...]

[...] che si metteva a fare. Ma lui cominciò a ridere. - «Lasciatemi fare a me; mi sono informato da un dottore; m'ha eletto che è una malatia che si [...]

[...] guarisce da sè; m'ha detto anche il nome, ma io non me ne ricordo; insomma i capelli devono ritornare anco meglio di prima, ma ci vuole un po' di [...]

[...] tempo. Io con un pretesto o con un altro la mando là là qualche mese; poi dico d'aver fatto la contromalìa; i capelli tornano, e io mi faccio onore [...]

[...] un foglio; quando per avere sputato o una volta di più o una volta di meno ; insomma a suon di bugie te le portò al punto giusto che credette lui [...]

[...] . Quando gli parve il tempo, una domenica sera che aveva alzato anche un po' po' il gomito, andò da loro, e raccontò che aveva fatto lo scongiuro, e [...]

[...] diavoli, uno più brutto e più arrabbiato dell'altro, nel tempo che io leggern il libro; chi gridan, chi urlava, chi si buttava via come un disperato e [...]

[...] si arrapinava strappandosi i capelli; uno con una forca mi voleva inforcare; uno con una sciabola mi voleva infilzare; uno con un tizzone acceso me [...]

[...] lo voleva ficcare negli occhi ; un altro voleva acciuffarmi per i ca pelli e scaraventarmi nell'inferno; ma io duro! a tutti rispondevo sillaba [...]

[...] dannato» A questo racconto le donne tremavano come foglie, bianche in viso come un cencio lavato e 61 senza voce; ma cominciarono a ripigliare [...]

[...] contromalìa; ma questa volta l'invidia e la gelosia l'avevano fatta corta la pettorina, chè se la ragazza prima era bella, dopo diventò un vero occhio di [...]

[...] sole con que' capelli folti e riccioluti. Empiron la casa del mago d'ogni ben di Dio: polli, uova, frutta, prosciutti, salami per un gran pezzo [...]

[...] durarono a portarne. E nessuno potrà mai levare da quelle teste che Silvio non sia un incantatore, e che colle parole, e colle croci, e cogli [...]

[...] gobba, gialla e brutta in viso che non ci sarebbe montata su neanco l'ellera, e era lì vicino per isposarla. Un giorno in una comitiva, dove c'era [...]

[...] sarti cinquinano della roba, pezzi e striscie della roba che gli portano a cucire, si dice che fan bandiera. C'era una volta un sarto in un paese, che [...]

[...] poi il bottegaio era ito via, andava di là e ce ne staccava un bel pezzo, e poi guardava se il resto era assai per le misure che aveva preso. Se [...]

[...] scorge là in un canto quella personaccia 64 che ghignava e gli mostrava una bandiera di tanti colori. Questa bandiera era fatta di quei pezzi [...]

[...] ricordarsene meglio disse a un ragazzetto, che teneva lì a imparare: «Senti, bimbo, se qualche volta tu mi vedessi lì lì per tagliare qualche striscia [...]

[...] alle pezzate, mi devi avvisar subito; devi dire solamente: - Padron, bandiera! - chè intendo io». Tre o quattro giorni dopo, eccoti un uomo con un [...]

[...] zìcchete! ne stacca un bellissimo pezzo e lo mette in cantera. «Tanto all'inferno ci ho a ir per altro!» avrà detto fra sè. Dice pur bene il [...]

[...] proverbio : Chi d'un vizio vuol guarire Preghi Dio di non l'avere. E poi le malatti e non fanno mica migliorare. Nè malattia nè prigion Fece mai l'uomo [...]

[...] ferma». Risponde Manfròllo: «Quand'anco avessi a frullà come un ritrécino!.... » e giù tutto in una gran gozzata. Quando la passione ha acciuffato, eh [...]

[...] ), allora sono quattrini storti, non ne fa fallita una. Una volta era nato il primo maschio a un suo fratello, e naturalmente fu invitato anco lui [...]

[...] : bimbo mio! quello fu un giudizio universale! In undici uomini (eh! ma anche le donne ci fecero la lor figura!) sgrondarono una soma, due barili! e [...]

[...] all'opera, entrò da un certo Trivellino a bere il bicchierin di rumme. È anco lui di quell'idea, sai? che il rumme sul vino lega bene e fa passare [...]

[...] tutto in un fascio. La fiasca andò in picìni; per miracolo lui non si fece nulla; restò lì smarmocch ito, e poi fece per rizzarsi e si mise colle mani [...]

[...] portava. Ci sarà stato di lì là una sassata, neanche, a mala pena, ma gli s'andava dietro dietro, per vedere un po' quello che sapeva fare. E lui là [...]

[...] là, un passo avanti e due addietro, ora sopra un ciglio e ora sopra quell'altro, era lì per isboccare nell'aia, quando tutto a un tratto traboccò da [...]

[...] un lato, ma non cascò, perchè rimase appoggiato a una pendana. Allora sì che si cominciò a tapinare!: « O Trivellino, me l'hai fatta bella! Mi [...]

[...] avevi detto che la via per andare a casa era bella pulita e invece ci è un muro, c'è un muraglione e non si passa! » e lì 69 dài con questo [...]

[...] s'appoggiò come un ciocco e seguitò a russare fino alle dieci della mattina dopo. Bellina fu anche una mossetta che gli sentii fare una volta [...]

[...] ! Entrai in un caffè e c'era Topo briaco come un otro che ciacciava a voce alta e smanaccava come uno spiritato e l'aveva contro certi carabinieri [...]

[...] prendere un omo per il petto e strapponarlo a quel modo kome se fosse un cane, si puol patire? Quella è una barbarìa! Che facciano il su' dover e di [...]

[...] un su' amico che aveva altro per la testa. - « O Nìccolo, lo vuoi un poncino?» - «No » - « Allora vuoi un bicchier di vino?» - «No». - «Lo vuoi un [...]

[...] , ma s'aggarzonava come omo di fatica o con un contadino o con qualche bottegaio o industriante, e qualche volta era ito anche per istalliere; ma [...]

[...] una sbornia che cantava, e le feste per lo più bisognava portarlo a letto in quattro a birabara. Mai da Dio che tornasse una sera a casa con un [...]

[...] rimaneva un solda addosso e moriva quella notte, quello era un soldo buttato via, perchè non se l'era goduto! Una volta aveva riscosso certi bricioli e [...]

[...] boccone, méttiti rivelto, era lo stesso: due occhi spalancati: così. - Un pezzo stette lì, poi non ne potè più: « Ho bello e visto, qui bisogna [...]

[...] meglio e s'accorge che era tra la fodera e la tasca: tira fuori, era un mezzo franco (allora usavano le monete da mezza lira). «Ecco perchè 'un [...]

[...] dormivo! Figlio e po' d'un cane! eri tu quello che mi levavi il sonno!» In tre salti riè all'osteria, si sgarganella due poncini da quindici, e uno [...]

[...] bello alto. XXIV O che bel canzonare il prossimo! C'era una volta un contadino povero scannato, ma miserabile al più non possum, parte [...]

[...] per una gran tavolata di fìgliucli che si raccapezzava, e parte per l'annatacce pessime; e se ne lamentava con un prete invidiando lo stato suo [...]

[...] : «Buon per loro! diceva; loro sì che son felici colle spalle appoggiate a un campanile! Chi vuol esser felice in questo mondo, S'appoggi a un campanile [...]

[...] o a un sasso tondo. Sulla loro giornata non ci piove e non ci grandina, nè c'è bisogno di sarchiarla nè di zolfanarla. Sbrigata quella po' di [...]

[...] , e frigni tanto! Vuoi vedere? Tu, là fra le undici e mezzo giorno, te ne vai a casa con un appetito signorile che roderesti anco i chiodi; trovi [...]

[...] preparato il tuo bravo desinare che me n'impipo, o un bel tombolo di polenta incaciata, o la zuppa coi suoi cavolini teneri teneri ch'è un desio a [...]

[...] vederla fumante a quel modo. Poi vengono que' be' fagiuoli rossi di Sant'Anna, che anche senza condire vanno giù da loro; oppure un bellissimo [...]

[...] baccalà, o fatto lesso, o fatto in gratella col tremarino, che manda un odorin soave da far risuscitare i morti di mille anni. Ci bevi su una bellissima [...]

[...] pretendi? le chiavi? Io invece, il più delle volte, ci avrò, a far ben bene, una minestraccia fatta in casa, una gallinaccia vecchia, cotta in un [...]

[...] po' d'acqua di pozzo; una striscia di vitellaccia, con due patatacce, o due fungacci secchi dell'altr'anno; un po' di cacettaccio nostrale, con [...]

[...] quattro noci e una pignettaccia d'uva, mezza appassita, e per bere ci avrò un fiasco, figùrati, tutto polveroso, d'un vinettaccio vecchio di due o tre [...]

[...] anni fa! Vedi che fra te e me non c'è neanche il confronto, e tu mi vorresti invidiare!! » E chi gli avesse un po' sfibbiato un bel paio 74 di [...]

[...] prezzo Una volta un muratore contava che astuzia avevano inventato per aver le galline a poco, quand'erano a lavorare in Sardegna. «Ci erano [...]

[...] lire per ritrovarmici un'altra volta. Entro in chiesa e ci era pieno, e ti vedo chi con un canestrino, chi con un fagotto, e stavan tutti buttati [...]

[...] un pianto generale: O core meo! o core meo! paiono spiritati! E vanno tutti là in un mucchio all'altare, e si cavano un puppattolino di sotto e [...]

[...] , pizzino! tene, pizzino! Manduca, core meo! tene! manduca, core meo! e lì gli vogliono dare di tutto. E poi tutto a un colpo cominciano a ridere e [...]

[...] a stare allegri, cantano, urlano, e sotto a mangiare! Lì in un momento ripuliscon tutto quello che avevan portato, e lì bevi che ti bevo e trinca [...]

[...] che ti trinco, s'imbriacan mezzi. E lì in quel frastuono e in quel baccano che pare un inferno, finisce la messa. E quella notte costuma là di stare [...]

[...] hanno imbottato». XXVI. Chi fa, fa a sè Questo era il proverbio dello zi' Paolo, e raccontava la storiellina. C'era una volta un romito [...]

[...] che stava in un romitorio sulla cima d'un monte, e quando scendeva al piano, per lo più recapitava da una famiglia, che gli davan sempre merenda, e [...]

[...] gli venne a fastidio d'avere ogni momento quel negozio a favola, perchè un po' un po' s'intende, ma il troppo stroppia. Gli tiravano dei bottoni [...]

[...] , ma era come se non dicessero a lui: da un orecchio non ci sento e da quell'altro mi ci tira vento. Ce lo volevano sdegnare, e fargli una [...]

[...] un po' di pasta con dimolto zucchero, ne fanno una bella schiacciatina, e quando quel povero cristiano fu per licenziarsi gliela dettero: «Prenda [...]

[...] mancava poco ad arrivarci, quando trovò lì a sedere sopra un ciglio, ad asciugarsi il sudore, il figliuolo più grande di quella famiglia che gli [...]

[...] dietro alle pernici, senza che in bocca mia ci sia entrato un soldo di roba; e però ero venuto qui per vedere se lei ci avesse avuto un boccone da [...]

[...] passo passo verso casa mangiando la schiacciata, e in un àmme te la dipanò. Altro che man di Dio, povero figliolo! Sarà valicata mezz'ora sì 78 e [...]

[...] in un basso, dove s'era rotolato dallo spasimo, morto diacciato, e in faccia nero come un carbone. Il romito non riseppe mai nulla; ma quelli [...]

[...] per ismorzare un poco la fame. XXVII. O un lupo, o un ciocco!... Quand'uno racconta qualche balla, qualche sfondone di quelli che non [...]

[...] possono stare, per dargli a divedere che non ci si crede, si dice: «O un lupo o un ciocco ...» e il dettaggio è nato così: Uno di quelli che quando apron [...]

[...] bocca lasciano parlare lo spirito e gonfiano ogni cosa, raccontava 79 qualmente una mattina di buon'ora, passando per un bosco, era avuto a [...]

[...] morir dallo spavento per avere incontrato un branco cli lupi che passavano la ventina. Allora tutti quelli che eran lì: «Bun! O grosse o nulla! Cala [...]

[...] voialtri .... Ho detto così due o tre; due o tre forse non saranno stati, ma quello che vidi era un lupo certamente». - «Ma va via, un lupo in quel [...]

[...] punto lì di passo, dove c'è sempre gente che va e viene?! A chi ti credi di venirle a raccontare? Sarà stato un ciocco». - «O un lupo o un ciocco era [...]

[...] di certo, perchè qualche cosa vidi». - «Sarai stato sempre brillo della sera avanti, ed ecco fatto che un ciocco ti parve una ventina di lupi [...]

[...] . Quello s'intende veder doppio!! Annacqualo un'altra volta! » XXVIII. Un ladro scoperto Questa qui di Luicchio è bellina. Luicchio a [...]

[...] casa, ha rubato lui anco l'osso del collo; manesco per il coltello che di niente infilzava un uomo; di donne non se ne ragiona; una bocca poi una [...]

[...] bocca per tirar giù resie ... e i giuramenti falsi li pigliava come bere un uovo. E ora che è vecchio, e casca a pezzi, brutto animale! sta per le [...]

[...] ha potuto ha rubato anco la pisside di sull'altare. Una volta era un inverno freddo che gelava l'acqua in camera, e la mattina presto a sputare [...]

[...] facesse; e l'olio spariva e l'olio spariva. I frati s'insospettirono, gli entrò una pulce in un orecchio, tanto più che le nomine di quest'uomo eran [...]

[...] que' più giovani gli parve d'averlo visto trafficare dintorno a una tinozza, o a un coppo che fosse, e gli parve di capire come stava l'alfabeto. La [...]

[...] caminetto, e butta su legna e fai gran fiamma. Luicchio era sulle punte d'ago. Dopo un momentino che era a quel vampone, gli cominciò a sudare la [...]

[...] Panattoni; a farla a un frate ehehéi ! ce ne vuole! Ho paura che lassù in convento ridan sempre. Lui dette in bestia, ma c'era poco da imbestiare con [...]

[...] scossarella di pattoni se la leccò. XXIX. Hai bene a dir così! ... Se tu vai a scuola di rubare, prima di tutto badati dal maestro. Un contadino [...]

[...] una volta ammazzò il porco. Quando è là da una cert'ora, va a trovare un suo amico che era un boia, ma oo! da farci proprio l'aceto dei sette [...]

[...] non fa un accidente; se ne sta a sedere bello e riposato in barba di gatto; mangia e ingrassa e canzona il prossimo; 83 io sempre pesto e macolo [...]

[...] , cogli ossi in un fascio, mangiar male, bever peggio, e poi mezza la roba è sua! Ma questa volta la vogliamo un po' vedere se la piglia. Questa [...]

[...] punte dei capelli, subito di prima sera s'era preparato al posto, e quando vide un momento che non ci era nessuno, lì tra gli occhi e la faccia gliela [...]

[...] lo trova più. Se non cascò morto fu un miracolo. Pareva che volesse dare in mattia dalla passione, per non darlo via mezzo averlo perso tutto [...]

[...] stesso di quello che successe anni sono a Menicotto. Questo Menicotto era un uomo che qualche volta lavorava di giorno e la notte dormiva; ma spesso [...]

[...] ' orto, e sapeva l'indole dell'orno, e subito disse fra sè: «Tu hai dell'idee stasera! Vo' un po' vedere che arzigogoli!» E gli si mise dietro dietro [...]

[...] in una vigna, e l'amico si rimpiattò dopo un buscione e guardava. Menicotto cominciò a svelger pali, e mano mano che li svelgeva, a due o tre per [...]

[...] , se lo butta sulle spalle e gambe mie venitemi dietro! Dopo un momentino eccoti Menicotto, grondon grondone, cogli ultimi pali, sicuro del fatto [...]

[...] suo; arriva al posto, e non 86 vede più nulla! Restò lì come un mammalucco e disse: «Accidenti a tanti ladri!» XXXI. Un miracolino Ohe s'ha [...]

[...] a morire è un fatto, e sarei un gran fagiano se venissi a darvi questa bella notizia: homo natus de muliere, l'omo nato de' morire, come traduceva [...]

[...] raccontò un cacciatore mio amico. Forse non ci crederete, ma non era solo; c'eran testimoni, 87 e sono sempre vivi e verdi, chi ci volesse parlare [...]

[...] chiaman Fégato, con due altri che non li conoscete. Si cacciò un pezzo un pezzo, chi di qua e chi di là, ma era mattinataccia; se ne trovò pochi, e [...]

[...] fare, ragazzi? Questo è un guastasangue; non c'è altro che ingollar bili. Il meglio è farla smessa per oggi, e tornarci un altro giorno. - Tutti [...]

[...] della fossa grande. Sarà stato là tra le dieci e le undici. Quando fummo a un certo punto, ci dette nell'orecchio un lamento che pareva lontano [...]

[...] lamentino, ma un lamento fino, sottile che strappava il cuore. Ora pareva che venisse di per aria, ora di sottoterra; e noi lì balocchi a stillare [...]

[...] che cosa potesse essere... ma un 88 pianto affogato che faceva male dentro! - Ma chi sarà? Eppure qui ci deve esser qualcheduno. - Quante me ne [...]

[...] passarono per la mente lì in quel poco di tempo! Guarda, occhia per avanti e per addietro, di sopra, di sotto, nella fossa... tutto a un tratto ti [...]

[...] scorgo da quell'altra parte della fossa, a piè d'un ontanello, mezzo avviticchiato al fusto, un serpente tanto fatto, più grosso del mio polso [...]

[...] ... M'aveva piantato in viso due lucerne fisse fisse, e non si moveva. - Che tu sii tu, figlio e po' d'un cane? - Spiano lo schioppo, e pun! Figuratevi [...]

[...] ! a quattro o cinque metri, lo spezzai per il mezzo, di netto, a taglio netto. Sto un po' a vedere che sapeva fare; e nel mentre che la parte di [...]

[...] sotto si dibisciava a quella maniera, eccoti che fa capino e sbuca fuori dalla pancia un ranocchietto. Stette lì un momentino con certi occhi [...]

[...] stralunati, tutto spaurito; ma a mala pena gli venne scòrta l'acqua lì accanto, spicca un saltino e, pùnfete! giù a forane. Come rimanemmo tutti i tre! Se [...]

[...] non l'avessi visto io con questi due occhi qui, e un altro me lo contasse, non ci crederei, neanche se sputasse Crocifissi a boccate. Povero [...]

[...] musina. O non è un miracolo? Prima ingollato vivo da un serpone di quella conformità, (e lo fanno ve', d'ingollare gli animaletti, nhfù ! li succhiano [...]

[...] così) e poi dopo, con quella po' po' di schioppettata 89 lì, non avere neanche un pallino addosso, e il serpente essere spezzato a fil di [...]

[...] rasoio da poter uscir fuori! Un dito più in qua, addio ranocchietto! In somma quel ranocchio lì può attaccare il voto, perchè un'altra così non la [...]

[...] letto è un grand'asino o un gran birbante; e il proverbio dice: finchè c'è fiato, c'è speranza». XXXII. Ignoranza vera Una domenica avanti [...]

[...] vespro il rettore di un paese, come usa, insegnava la dottrina ai ragazzetti. Ce n'era uno grande e grosso e tarullo, che non ne infila va una, che è [...]

[...] una? per il suo verso, e come apri va bocca erano spropositi che fioccavano. Dopo un po' di tempo il prete va là anco 90 a lui, e per fargli una [...]

[...] gli fece la stessa domandita, ma un po' arrabbiatello, alterato, via: «Quando morì Nostro Signor Gesù Cristo?» E il ragazzo allora si alzò tutto [...]

[...] raccontava che una volta s'andò a confessare da lui un ragazzetto di otto o nove anni. Si accusò di tre o quattro ineziole da bimbo e poi stava zitto [...]

[...] le spese da loro, si vollero spartire, e mettersi alla ventura per cercare di far roba. Allora la volpe li menò su 'n un crocial di strade, e disse [...]

[...] tutti i birbanti fanno e fanno, e poi all'ultimo finiscono in domo petl'i, o più alla lesta anche, con una schioppettata nella schiena o un occhiello [...]

[...] nella pancia. XXXIV. Burla a un cacciatore Una volta ero in un caffè, e lì a un tavolino dicontro al mio una brigata di giovanotti [...]

[...] ragionavano di caccia, e uno diceva: - «Io non dico, la gamba in un cacciatore è qualcosa, ma per isternacchiarli da vero ci vuole occhio, non avvinarsi e [...]

[...] , potendo, a voler fare da un fulmine. Han l'ali, ve', gli uccelli! Loro invece per apparir bellini e figurare van legati come salami. Scia bigotti! Ma [...]

[...] per loro è sempre vigilia; o se ne portano a casa, li chiappano co' pallini d'argento!» - «Già, dice un altro, li compran da questo o da quel [...]

[...] ... ! ne sfaloppan tante delle bugie, chi li credesse!» Allora cominciò un altro: - « .Mi torna a mente una bella burletta che inventarono certi fèuti [...]

[...] mala pena sapeva tirare a fermo ! a volo poi non coglieva in un pagliaio; anco lui come il potestà: mira qui e coglie là; eppure tutte le volte eran [...]

[...] quando andava in padule, spediva un bigliettino due o tre giorni prima a uno di quelle parti, cacciatore di mestiere, e lui zitto zitto gli preparava [...]

[...] la carniera all'ordine e ben fornita. Un giorno rinvennero che aveva fissato la gita per la mattina dopo, e loro la stessa sera montano in [...]

[...] scavata cotesta polvere? Morti stecchiti senza una goccia di sangue!» - E l'omo intanto se ne teneva, si ringogiava ... - «Lasciaci un po' vedere [...]

[...] » - e uno di loro sceglie un beccaccino 94 e un altro una pappardella, e gli soffiano nelle penne come per vedere l'effetto del piombo. - To'! dice [...]

[...] il primo, questo beccaccino qui ha roba giù per la gola!» - Dice quell'altro - « E questa pappardella l'ha di dietro nel deretano!» - «È un foglio [...]

[...] di carta arrotolato! C'è scritto, permio! gua', c'è scritto! È un beccaccino parlante! Con tante scuole hanno imparato anco loro! Senti, senti come [...]

[...] lì ci era arrivato a furia di moccoli, sciupar polvere e buttar via piombo. E poi volete sentire nei primi tempi, cacciatore che era? Un giorno era [...]

[...] a me, e mi potrò anco giurare che l'ho ammazzata io». - La lepre era legata per il collo con una funetta. Agguanta la funetta e va un pezzo in là [...]

[...] per il colle, e intanto pensava fra sè come inventare il modo d'averla chiappata: --«I cani hanno attaccato fiato giù in un forrone; era fiato buono [...]

[...] colgo un po' in fallo e scappa, e io dietro senza perderla d'occhio! Alla fine, quand'è a saltare una fossa, vedo che non aveva potuto. Corro là e [...]

[...] ». - Intanto arriva in un punto che gli parve adattato; lega la funetta colla lepre e tutto lì a piè d'un palo, si scosta pochi passi e gli mira nella [...]

[...] tante volte che era meglio buttar giù la selva e farci un oliveto, per essere terra buona ed esposta bene al sole, non ne volle mai saper nulla; era [...]

[...] a vedere un bel caso cli nostalgia!» Entrammo in quella cameruccia stretta stretta che a mala pena ci si poteva uno rimuginare, e bassa bassa che [...]

[...] cavare i nidii delle passere, e ora non ci enno più! Non so più in che mondo mi sono! 'un mi rinvengo più neanche da che parte si leva il sole [...]

[...] orecchi dei bimbi e dei giovinetti? Sèntilo ora, sèntilo or ora, sèntilo dalla mattina alla sera e da un anno all'altro, pare una cosa naturalissima [...]

[...] punto che tirano i sagrati anche quando avvisano che non si deve bestemmiare. Mi ricordo come se fosse ora d'un furioso scapaccione dato da un [...]

[...] padre a un figliuolo perchè aveva schiacciato un moccolo: « Non si dice così!. .. (e qui il ceffone) Dio! ... (e qui il moccolo). Se te lo sento dire [...]

[...] portare lassù, furono messe sopra un carro tirato da due vacche e ci fu aggiunta anche una terza per trapelo. Eccoti clnnque che arrivano alla [...]

[...] conduttore, che quando non era colle sue vacche, per quello che fa la piazza del mondo, era un uomo discreto, quand'era al suo posto dietro alle [...]

[...] vacche, bestemmiava come un turco, una bocca d'inferno, più sagrati che parole. 100 Le vacche non ce la sfangavano; ogni tre passi si puntavano [...]

[...] . «Là, mucca, va là! Su, bianchina! va su, bianchina!» Ma le vacche facevano un po' di sforzo e poi lì! Lui l'arrivava colla frusta: «Coraggio [...]

[...] , mancina! Su, forza, bianchina!» Così durò un pezzo, ma le campane non andavano. Tutto a un tratto l'omo si stacca dal carro e va risoluto davanti al [...]

[...] frate più anziano: «Senta, padre Callisto, qui se 'un s'attaccan du' moccoli, le campane in cima non ci pingono! Le mi' vacche enno avvezzate così [...]

[...] , arranca, pigia, a forza di Cristi e di Madonne le campane in un momento furono sul piazzale. Quando furono in cima, Chiocchetta va là ai frati [...]

[...] : «Abbia pazienza padre Callisto, ma enno avvezzate così! Un è miga per dir male di Dio ... e poi si figuri che domenica passa 'un c'era ragazzi e la [...]

[...] messa segonda la servitti io! Ma è che se no, le vacche 'un vanno. Gli fa più un sagrato che una frustata ». XXXVII. Noè Ma ci può essere [...]

[...] solamente all'oggi, e non vuol faticare nè spendere un soldo per risarcire o rifare quel che si consuma o va in rovina, col pretesto che, tanto, dei [...]

[...] qualcosa in casa o fuori. 102 Un giorno dopo desinare che era là in uno scasso nuovo a piantare delle viti, gli apparve il Signore e gli disse [...]

[...] ! (A un popol matto un prete spiritato). Questa qui è una veritella, e mi dispiace di non sapervela ricontare come la sentii raccontare io; proprio [...]

[...] brutta, bisogna che vi contentiate della mia. C'era dunque un paesucolo.... c'era?! c'era e ci è sempre, se non è scappato di lì così, lassù fra la [...]

[...] Garfagnana e il Modanese, un paesucolo di gente, si sa come usa delle volte, di gente un po' gentettaccia da vero, viziati, briaconi, ladri [...]

[...] , smoccolatori, maneschi, e d'altra roba poi non ne va trattato neanche. Ci avevano poi per curato un prete buono, nel fondo bonissimo, che aveva fatto sempre [...]

[...] di tutto per riaddirizzare i suoi parrocchiani; ma era un uomo fuori fuori, brusco, con pochi di spiccioli e meno da spicciolare, e quello che [...]

[...] sentire; in confessionale, a quei pochi che ci anelavano; per le case, dove s'era potuto introdurre: lo lascia van cantare e imbirbantivano un giorno [...]

[...] , zitto! - «Signor don 105 Tognon!» - E mi, zitto! Allora m'accennerà con un dito, e griderà più forte: - «Signor don Tognon! a te dico!» E mi [...]

[...] , trovano subito la maniera di consolarsene. Eccone qui un bell'esempio: Una volta un uomo andava per un viottolo in una macchia; intrampola, e giù [...]

[...] boccone, un picchio per le terre! C'era lì uno stecco, uno zingoncello ritto; gli entra in un occhio e glielo cava. Si rialza e comincia a gridare [...]

[...] «Che fortuna! Che fortuna!» La gente che era nel vicinato corre a vedere che era mai 106 stato, e ti trovano quest'uomo con un occhio pendoloni [...]

[...] fortuna a non esser forcelluto! (e accennava il broncone) se era forcelluto, me li cavava tutti e due!» XL. Tognino Un pastore tutti gli anni [...]

[...] svernare in sulla marina poco distante da Viareggio. Per quanto fosse un uomo assestato e faticasse come un buttero, ogni anno era sempre il solito [...]

[...] Tognino dell'anno avanti: senza debiti sì, ma anche senza un centesimo d'avanzo, tirando là là alla meglio co' suoi magri desinari e colle sue magre [...]

[...] quasi ogni anno che tornando alle bassure, sentiva dire quando di questo e quando di quello, che col portare mercanzie da un posto all'altro per mare [...]

[...] , avea raccapezzato fior di denari e se la passava da un principe. Sentilo ora sentilo or ora, il pastore cominciò a fissarci il chiodo, e a furia di [...]

[...] pareva già d'avere le tasche piene zeppe di maranghini. Arrivato a Napoli il suo noce gli andava via come il pepe; faceva un affarone d'oro, e lì [...]

[...] aumentavano; così in poco tempo il suo capitale era raddoppiato Dio lo sa quante volte. In quattro e quattr'otto doventava un signore; maranghini a [...]

[...] palate! Cavalli e carrozze! Palazzi in città e ville in campagna! La gente gli si scappellava distante un miglio! Non era più Tognin, ma il Signor [...]

[...] almeno sarò un galantuomo!» Intanto, senza che nemmeno se ne fosse accorto, eccoti che il cielo si rannuvola, il vento comincia a tirar forte, fa [...]

[...] maretta, poi mare grosso, poi una tempesta e un fortunale così spaventoso che da un momento all'altro sono lì per andare a fondo. Ohimè! non c'è [...]

[...] cercando un tozzo di porta in porta e dormendo per le capanne e per i metati. Lassù rimettendosi sotto a lavorar e come una bestia, aiutato da [...]

[...] qualche suo parente e pigliando anche un po' di moneta in prestito da un amico, adagio adagio riappicciò prima alcune pecore; queste crebbero di numero e [...]

[...] rifatto un brancarello discreto, due anni dopo nell'autunno tornò al solito luogo sulla marina. Un giorno, mentre se ne stava alle merigge e le [...]

[...] pecore se ne ruminavano tranquillamente, il cielo era limpido e sereno e non si scorgeva un nuvolino per quanto l'occhio poteva arrivare. Il mare [...]

[...] era un coppo d'olio e la sua superficie brillando così ai raggi del sole pareva che invitasse la gente; ma il pastore, scottato dall'acqua calda, lo [...]

[...] squadrò in cagnesco con un riso agro e disse: «Tu vorresti dell'altro noce, ma to'!» e gli fece le corna. XLI. O coscia o salame! C'era [...]

[...] una volta un uomo avaro tirchio che in casa, fra le altre cose, teneva tutto sotto chiave, anco la granata. Quando ammazzava il porco, faceva i su [...]

[...] ' insaccati, i presciutti e tutto il resto, e poi metteva tutto in cantina serrato a due mandate. Ci aveva un figliuolo che avrebbe dato sotto [...]

[...] volentieri alla roba, ma non poteva per via di quella maladetta chiave. Un giorno che concerti amiconi aveva ideato di stare un po' in baldoria, gli ci [...]

[...] voleva almeno un salametto. Pensa pensa per averlo, eccoti quello che stillò. Con un ferro allargò ben bene il retino della graticola di cantina [...]

[...] ; poi prese un gatto, gli legò una corda a una zampa di dietro e lo mandò dentro. Il gatto come sentì l'odorino, saltò sopra un salame e co' denti e [...]

[...] fede! Allora lui piantò un calcagno sulla corda e tira va il salame per il culaccino e diceva: «O coscia o salame!» Ecco perchè om si sente ripetere [...]

[...] così; ed è lo stesso che dire: «O dente o ganascia!» XLII. Perchè Rosina smise di dire il Rosario Una povera donna ragionava un pezzo fa con [...]

[...] un'altra donna molto più giovane, e raccontava quanto aveva dovuto patire un anno di gran carestia, non mi rammento più se nel 1847 o nel 1854 [...]

[...] . - «Il più che mi faceva dolore, era quando mi toccava mettere i figliuoli a letto senza cena, senza un boccon di cena; q nelle eran passioni!» - «Io [...]

[...] poi a quello non mi ci son mai ritrova». - «Va! allora 'un hai provato nulla!» - «A stentare di companatico, e 'un averne anco nulla, sì, ma il pane [...]

[...] per me e per la famiglia, prima Iddio, c'è sempre stato». - «Allora 'un hai provato nulla nel tu' mondo! Avessi auto del pane o della polenta [...]

[...] un dente: una bevuta d'acqua e felice notte! Quelli enno strappacuori, di dire ho cinque figlioletti e 'un ho neanche una boccata di pan nero da [...]

[...] deve patir la fame un giorno, o una notte e poi sapere che domani o doman l'altro ce ne sarà per tutti, non sarebbe nulla; ma pensare: stasera è nera [...]

[...] tutto zitto, vedeva tutto spento, picchiava, bussava alla porta: Ohe! Che c'è qui? Le Quarant'ore? o c'è morto uno? Dite un po', Rosa, sete senza [...]

[...] cena? E io che gli avevo a rispondere? - «Sì!» - E lui tornava via e dopo un popo' riveniva colla farina. Perchè, Mannarone sarà stato sversato e di [...]

[...] fare delle burle e degli scherzi e sì, ma poi era proprio di cuore, un cuore! di que' cuori 'un se ne dà! Mi vien da ridere, e sarebbe da piangere [...]

[...] , di quello che mi successe una volta. Una sera m'ero buttata 113 inginocchione là in un canto e avevo principiato un po' di Rosario; eccoti [...]

[...] Maggiano, poveraccio, cbè propio versava come un canestro e ne diceva di quelle che non istavano nè in ciel nè in terra. Ci era già stato delle altre [...]

[...] un centesimo l'uva sarebbe salva!» - E non faceva altro che sbraitare e berciare per i caffè e per le botteghe; e l'aveva col Governo e l'attaccava [...]

[...] savio ero io e i matti erate voi! » XLIV. L'anchianino che va all'inferno «C'era una volta un ometto anchianino di una quarantacinqnina [...]

[...] d'anni, che morì senza confessarsi e senz'olio santo lì per lì, tun tun, ite e venite, d'un accidente a campana. Figuratevi! andò all'inferno diritto [...]

[...] come un candela. Eccotelo dunque laggiù in quel gran fornacione tutto fuoco! fuoco di qua, fuoco di là, fuoco di sopra, fuoco di sotto, da tutte le [...]

[...] parti fuoco. Poverino! era sgomento; non si poteva salvar e dalle gran fiamme; aocchiava da per tutto, se c'era qualche cantuccio un po' riparato [...]

[...] , ma chè! ... Si messe giù accoccolato col sedere in terra, e colle braccia si teneva le gambe strette e stava lì in un chiocciolina più che poteva [...]

[...] mattie, e si davano addosso per ischerzo e facevano a buttarsi in terra, e ogni momentino agguantavano un tizzone e se lo tiravano. Uno una volta [...]

[...] qualcuno che le cose le sente dire la prima volta. Raccontano che una volta in una città c'era un Crocifisso prodigioso, che mandava lagrime dagli [...]

[...] occhi e acqua e sangue dalla piaga del costato. Era un Crocifisso grande più d'un omo; e c'era sempre la calca del popolo, e i voti e le limosine [...]

[...] guardava, e difatti cominciò a vedere che gli occhi s'inumidivano e la piaga gocciolava. Papa Sisto era un certo tòmo! ... Era stato porciaro e [...]

[...] dormiva con un occhio aperto e non voleva fuffigni. Sbilurciò un pezzo e gli parve una certa cosa.... Non la poteva digerire! Non sapendo come [...]

[...] fare per sincerarsi, tutto a un tratto gli viene un'idea: agguanta uno stocco (a que tempi portavano l'arme anco i Papi!) e con tutta la forza lo [...]

[...] pianta nel ventre alla statua dicendo: «Come Cristo t'adoro e come legno ti spezzo!» Allora dice che si sentì un urlo disperato, perchè dentro c'era [...]

[...] !» XLVI. Ce ne vuol volere! Un povero ragazzo d'un paesetto vicino al Borgo era anelato, o piuttosto l'avevano messo in un convento, credo [...]

[...] quello dell'Angelo, per farsi frate. Era un ragazzo di pochi numeri; le cose alla meglio e alla peggio le faceva, ma bisognava imboccarlo, 118 [...]

[...] metterlo in su gli avviamenti e guidarlo come un bimbo. Però la ragione all'ingrosso la capiva. Avanti di professare, si sa, c'è un anno di noviziato [...]

[...] prove. Dice dunque che una volta comandarono a questo novizio che piantasse un chiodo nel muro e per martello gli diedero un fiasco nudo. Al primo [...]

[...] colpo una svetrinata e giù per terra in picini! Allora gliene diedero un altro, e anca quello via in bricioli! Quando vide che seguitavano a dargli dei [...]

[...] hanno nel parlare quei paesi lassù. Una volta quand'era sempre in casa, seppe che su' padre gli aveva ordinato un paio di scarpe, e lui va dal [...]

[...] ci vuole un po' di polpa di tamarindo; se no, non cantano». - «Du' soldi bastano?» - «Direi di sì». E lui via correndo dallo speziale a comprare [...]

[...] due soldi di tamarindo per far cigolare le scarpe! XLVII. Un giovanastro La domenica mattina lo trovavi a servir la messa, e stava lì colle [...]

[...] mani accoppiate e cogli occhi bassi come un Sanluigi; la sera a cantare il Vespro e a dar le torcie per la Benedizione; più tardi per l'osterie a [...]

[...] settimane, al più un mese, e poi che è che non è, addio, morina! te la piantava e ne aveva già un'altra o due per le mani. Diceva lui: «Ma uno che [...]

[...] alla mattina!» E 120 così campava da un anno all'altro matto e spensierato e diceva che faceva così, perchè se mori,a. la su' morte doveva [...]

[...] dispiacere alla gente; e ragionava così: - «Se muore un ricco, son tutti contenti: chi è povero, ci ha gusto perchè dice: - Ci sei 'rivo al lumicino eh [...]

[...] !? Ti credevi di non averle a tirare le calze tu, perchè avevi il borsotto allegro?! ma Chiarina 'un guarda in bocca a nessuno! - Chi deve eredare [...]

[...] poi ci gode al doppio, perchè alla fine può ficcar le granfiacce in que' be' sacchetti di quattrini. Se invece muore un povero pien di debiti [...]

[...] moglie. Lui che mi vede un figliolo di giudizio, ora che è quasi si può dir solo, mi dice di sì certamente; allora io piglio moglie e la meno in [...]

[...] prese per i mezzi, ma un po' non sapeva gli stradelli, un po' non ne poteva più dalla sbornia, nel saltare una fossa cascò; non gli riuscì più [...]

[...] distanza d'un palmo. Era tutto una zuppa; fumava come un laveggio. Ci colse una marmocchiaia che non gli uscì più da dosso; gli si ammalò il [...]

[...] colmo: uno si fiacca il nodo del collo giù da un precipizio, uno affoga in un botro; un altro si busca un occhiello nella pancia e quell'altro [...]

[...] finisce in un fondo cli speclale marcio spappolato; ma tant'è, quancl'hanno davanti il fiascaccio del vino o la bottiglia della zozza, non conoscon più [...]

[...] trimpellina, alla spaccona, alla sbornia da muro a muro, se restan lì; e le famiglie piangan pure! Anco a Biccio, benchè fosse un briaco di que' pacifici [...]

[...] , 123 da pari suo, che era un signore; un signore un po' decaduto, per sentita dire, ma sempre un signore. L'omo del camposanto, Ceccarino, era lì [...]

[...] per cominciare la fossa, quando ti vede passar Biccio in bernecche ... altro che in bernecche! briaco come un cavallo, che mezza la strada era sua [...]

[...] un lampo». - «Lassa fare a me; te l'a ccomodo come nel letto, che non è stato mai così bene!» Ceccarino va via e Biccio mette il Fran cese duro [...]

[...] monsiù ! Dunqne me li 124 dài volentieri! Ma se lo dicevo io sempre, che tu eri un bravo franzoà!» Gli leva i calzoni, se li mette per sè, e al [...]

[...] . «Bravo monsiù! tu sei un omo, non miga la tu' mamma. Viva la Franse!» e gli cava le scarpe e le baratta colle sue. Poi l'adagiò per bene bello lungo e [...]

[...] passarono per briaco. XLIX. Pulizia per forza C'era una volta a Lucca un giovanotto che faceva all'amore con una ragazza. Questa ragazza nel [...]

[...] fondo non era cattiva figliuola e, dirò, era anche assai belloccia e vistosa; ma aveva un bruttissimo difetto, raro, se volete, nelle ragazze, ma [...]

[...] lei l'aveva: era sciattona e aveva a schifo l'acqua come il fumo negli occhi. Certe volte usciva fuori con un viso tanto sudicio e col taccolino alto [...]

[...] un mezzo dito sul collo, che avrebbe fatto vergogna 126 a un baroccione di strada. Taccolino, se mai, vuol dir sudiciume. A lui dunque gli [...]

[...] nocelle o nocciòle che vogliam dire. Quand'è l'ora, passa a prenderla e si avviano; mentre anelavano, la guarda: un viso che pareva un carbonaro! S'era [...]

[...] va via bestemmiando come un turco. E lei rossa dalla vergogna dovè tornare a casa sgomenta, perchè aveva paura che questa volta dicesse da vero. Il [...]

[...] giovanotto aveva un diavolo per capello, e quanto più la rimuginava e più gli pareva grossa che non si fosse lavata ammodo neanche in un'occasione [...]

[...] scorbacchiarla e dargli una lezione che non gli uscisse più di mente. E lì subito, senza lasciarla freddare, va da un suo amico e gli conta il fatto, e la [...]

[...] sua idea, e lo pregò che l'aiutasse. L'amico, figuratevi, era uno di quelli che a fare un bischinco ci mangiano maccheroni; non gli pareva vero [...]

[...] ! l'invitavano al su' giuoco. «Eccomi qua! Che s'ha a fare? Ordina! » Vanno e preparano una pertica bella lunga, e in cima ci legano bello sodo un [...]

[...] cerchio di ferro levato da un caratello. Presero poi una canna lunga altrettanto e ci accomodano in tutte le regole un bellissimo pennello da [...]

[...] imbianchino; e quando fu là fra le dieci e le undici di notte, vanno alla casa della ragazza dalla parte di un chiassetto, che ci era un finestrino, di [...]

[...] dove qualche volta lei veniva a discorrere col damo, quando sentiva un certo fischio. La ragazza, com'è facile immaginare, non aveva bene di sè per il [...]

[...] le nocelle! » Fu un po' barbina, ma gli stette come il basto all'asino! L. La buona fé mi caccia, Ma il legno è di barcaccia Volete sapere il [...]

[...] fatto perchè si dice così? Eccovelo. Una volta a quei tempi, sapete pure, a quei tempi di una volta, ci era in un paese lontan lontano una donna [...]

[...] che era indemoniata, che aveva un diavolo in corpo. L'avevano scongiurata tante volte, ci eran venuti tutti i preti e tutti i frati del vicinato [...]

[...] tempo, certi forestieri dissero a quelli di questa casa che in un monte lontano, c'era il corpo di un Santo così potente che a pigliare un pezzetto [...]

[...] tarlato di quella barca, gli cascò in mente: «E se pigliassi un pezzetto di questo legno qui?» E come se non fossero fatti suoi, ne taglia una [...]

[...] la fatica di scomodarsi non isbadigliava neanche. Così, con questa canzoncina, scorticava l' inverno, e non faceva mai un bel nulla. Venivano poi [...]

[...] accoccolata per terra, colla rocca al lato e il fuso vuoto, o appoggiata a un muricciolo, sornaca, a che era un desio; oppure se ne stava come una melensa a [...]

[...] minchiona; ma se invece di tante ciarle, andava là con un bel vettone di frassino, gli smettevan presto, sai, le dita di sudare, e lavorava! È che [...]

[...] . Marito e moglie si fanno in una sera, Ma dura un pezzo la tiritera! Diceva una volta una ragazza: «Se devo pigliar marito io, lo vo' bellino o [...]

[...] nulla. Sia pure povero senz' un centesimo, non vuol dire; basta che mi garbi e mi riquadri l'occhio; se no, vada pure in acqua! Resterò livello [...]

[...] la parola bellino e civilino, e poi va a finire a bastonate e a sgraffiotti. Vi sentissi un po' mai dir buono! Sei anco tu come quella sciapitina [...]

[...] lassù del Pero? Era una mattuccia che si era innamorata come una gatta soriana d'un giovanastro, che lo chiamavano Sigarino, perchè era bello. Bello [...]

[...] Cristo: Marito e moglie si fanno in una sera, Ma dura un pezzo la tiritera! Senti anco questa, senti, che ti può far comodo a saperla. Una volta [...]

[...] una ragazza s'andò a confessare. «Padre confessore, io ragiono con un uomo, perchè ci vogliam bene; i suoi di lui sarebbero contenti, ma i miei no [...]

[...] campa solamente per me. È tanto bellino!» In questo mentre sonò un campanello della messa, e lei fa: «Sente, padre, come dice quel campanello [...]

[...] bene, poverino ! È tanto bello!» Insomma anelò via, fece la pace sua, e se lo prese, e poveretta, anche lei se lo ritrovò! Era un omaccio cattivo [...]

[...] . Dopo un po' che l'ebbe preso, si tornò a confessare dallo stesso prete, e gli raccontò tutte le su' miserie, la vita che faceva col marito e [...]

[...] quante ce ne passava. «Povera a me meschina! mi picchia, mi bastona, mi tratta peggio d'un cane». Il prete cercava di consolarla e 136 di confortarla [...]

[...] a aver pazienza, che oramai non si poteva più tornare indietro. Tutto a un tratto sonò quel campanello dell'altra volta, e il prete: «Sentite come [...]

[...] mantenere te e i figliuoli. Un po' di pane e un po' di companatico al sic.uro, lo sai come si chiama ? Si chiama la pace di casa». LIV. Bella [...]

[...] consolazione! Brigliòlo era un genere ameno da vero, ve'! N'aveva di quelle da far crepare dalle risa e le diceva serio serio che non pareva neanco [...]

[...] lui. Quando qui c'era la fabbrica del ferro, dove anche lui ci lavorava, a uno di quegli uomini gli entrò una bolletta in un piede. Figuratevi che [...]

[...] dolore! Dette un muglio neanco un toro, e poi giù una filza di moccoli! Dice Brigliòlo: «Che t'è successo?» - «M'è nentra una bolletta in un [...]

[...] calcagno» -- «Ragazzo mio, chi le perde e chi le trova!» LV. Un'altra di Brigliòlo Questo Brigliòlo un anno, là fra Natale e Befanìa, s'andò a [...]

[...] che coscienza! Si mette lì e dà la stura al bottaccio: ce ne aveva di quelle che quattro pelano un bu: roba! ... roba!. .. Il prete gonfiava [...]

[...] ; sbuffava come un toro; un pezzo lo stette a sentire e lo sgridava, lo contendeva; e lui: «Sor curato, ha ragione pur troppo; ma che vole? la miseria [...]

[...] : «Ma voi siete nell'inferno con tutti e due i piedi!» E lui: «O se ci ho un freddo che muoio!» In fatti era gelata anco la piletta dell'acqua santa [...]

[...] ! Uuh ! quante vacche!» (Sapete pure, quelle macchie che vengono nelle gambe a tenerle troppo al fuoco). E tutti gli altri un dopo l'altro: « Uuh! che [...]

[...] vacche! Uuh ! quante vacche!» Lei stava zitta e gonfiava; e loro: «Uuh! quante vacche! Uuh! quante vacche!» E lei tutto a un colpo si rivolta, si [...]

[...] scopre fino al ginocchio e fa: «Guardate un po' se vostra ma' ce la scorgéssete!» LVII. Un avvezzo Un povero ometto una volta comprò un [...]

[...] miccettino, ma non aveva mezzi assai per mantenerlo. Allora pensò un pezzo e poi disse fra sè: «O catto ! un avvezzo e un disvezzo dura tre giorni, e la [...]

[...] ' 140 un po' vedere se mi riesce ». E cominciò a calare la biada: oggi un po' meno di ieri, domani un po' meno d'oggi, e così ogni giorno sempre [...]

[...] Lucca! Girò un pezzo di qua e di là, tanto che gli venne una fame che avrebbe mangiato un uomo per traverso. Guarda guarda per trovare un posticino [...]

[...] per la quale, alla fine vede un albergo assai pulito entra e sede. Subito viene un servitore e gli mette davanti la nota del contenente che ci era [...]

[...] ciccia. - «E ora?» dice il servitore. Posa il dito un po' più giù: - «Questa». Eran maccheroni alla napoletana! « O la ciccia non arriva più [...]

[...] che è nata questa frase. C'era una volta un di quei soliti falsi romiti tutti gola e tutti pancia, che spesso spesso andava a far visita a un suo [...]

[...] ora si tengono per le cantine, sempre la solita, una buona dose di vino, perchè un boccale lo teneva sì come di sì, e forse anche qualcosina [...]

[...] vantaggio. Questa lucia laggiù nel 143 fondo, dalla parte cli dentro, ci aveva un Gesuina dipinto; era fatto alla meglio e alla peggio, ma si [...]

[...] riconosceva subito per un Gesù. Il romito dunque s'attaccava alla bocca la lucia con certe succhiate da vero tedesco, e diceva tutto intenerito: « O bone [...]

[...] ci fece dipingere un diavolo, un bruttissimo diavolo con tanto di corna, e la prima volta che ritornò il frate, invece di mettergli davanti [...]

[...] te videbo! O bone Jesu, quando te videbo!» quando tutto a un tratto, invece di scoprire il Gesù, scoperse il diavolo! Dice: «Al buon Gesù un po [...]

[...] ' gliene lasciavo, ma a te nulla! neanche un goccio!» E l'asciugò come se uscisse allora di fornace. Ci fece un bel guadagno quell'altro a mutar lucia [...]

[...] ! LX. Va là con un Dio solo! ... Un prete di que' bestialotti che portano il berrettino sulle ventiquattro, un giorno, prima di vespro [...]

[...] aveva avuto. Intanto arriva un suo compagno, e nel vederlo gli domanda perchè è lì, e perchè piange. 145 « Ero in chiesa alla dottrina, il prete mi [...]

[...] rispondere « uno solo! » « Eh minchioncello, va là con un Dio solo ... ! Non glien'è bastati nove!!!» LXI. I discorsi son discorsi In un [...]

[...] paese del pian di Lucca c'era tempaccio fa per rettore un prete secco, allampanato e giallonaccio che pareva tutto il ritratto delle cattive annate [...]

[...] ; avaro cane, che per un centesimo porco si sarebbe fatto portar via dal diantine, sal' mi sia. Comprava, figuratevi, quattro palanche di sale e doveva [...]

[...] manigoldo, per risparmiare un giorno! 146 Era usuraro poi, che libbera nos mille volte domine! Arebbe messo il laccio al collo anche a su' padre [...]

[...] summum al summum, il cinque; ma più di così, non si può in coscienza, e si commette un grossissimo peccato». Finita la messa, un tale che aveva sentito [...]

[...] la predica, lo va a trovare e gli dice che ha un buon affare alle mani, ma era al corto di moneta per tirarlo in fondo; gli ci sarebbero voluti un [...]

[...] male! LXII. li padre e il figliuolo pizzicagnoli C'era in un paese lassù nei monti, nel paese di ... ora non mi viene in mente il nome (ma [...]

[...] quello non verte; e poi tanto forse è meglio non mentovarlo neanche), c'era un uomo comodo e benestante, che per famiglia di monte, se la passava [...]

[...] avviata che non se ne dà; era un viavai continuo di gente senza mai remorare. Vendeva di tutti i generi, sapete, com' usa in campagna, ma il più [...]

[...] , trionfa va, aveva trovato l'America senza passar la soglia di casa. Quest'uomo poi aveva moglie, delle figliuole e un maschio solo; un bravo [...]

[...] ragazzino, attento proprio e di cervello; a mettersi lì colla penna non si sarebbe potuto fare a parole un figliuolo meglio di quello lì per tutti i versi [...]

[...] . Non aveva finito anche dieci anni che scriveva corrente e leggeva come un prete all'altare, e faceva già i suoi bravi conti senz'abbaco, e [...]

[...] aiutava suo padre lì in bottega puntualmente e serio come un vecchina. Figuratevi a quell'uomo che cosa gli pareva d'avere avendo quel ragazzo lì [...]

[...] poi un altro maestro un po' più su; imparava di tutto e in un momento; detta una cosa era bella e presa, e non gli usciva più di mente. L'idea di [...]

[...] suo padre però non era di mandarlo agli studì; con un negozio così avviato (le ragazze, si sa, se ne vanno, lui invecchiava) era meglio tirarlo su [...]

[...] 150 ci aveva fabbricato dei castelli più grandi, d'imparentarsi chi lo sa in che famiglie; e un po' per quelle chiacchiere, un po' per quella [...]

[...] ruggine, un po' per queste immaginazioni, agguanta Pietro per un baffo, e si butta al no; il figliuolo si butta al sì, e seguita per la sua strada senza [...]

[...] Gigi ebbe l'età, e fu libero di sè, mette all'ordine ogni cosa, e ti sposa quella ragazza. Il padre non gli dette neanco l'ombra d'un quattrino; ma [...]

[...] ; insomma coi suoi, e con quelli di lei, e con qualche centinaio di lire trovate in prestito, prese una casa dall'altra parte del paese, in un punto [...]

[...] stintignare il centesimo, talmente che in un àmme quella nuova bottega prese una voga che non si può dire: Gigi qui, 151 Gigi là, non c'era altro [...]

[...] come ce l'ho tirato! Ecco la gratitudine verso un padre! Io l'ho struito, io gli ho insegnato, io l'ho spratichito negli affari, e perchè? per farmene [...]

[...] un nemico. Per lui non riposavo, per lui non dormivo, per lui ho fatto della mia vita torchio: ecco ora come mi paga! E pareva tanto buono! e [...]

[...] pareva tanto buono!.. . Sì! buono da vero! Se mi potesse vedere in un mezzo di strada con un tozzo 152 di pan nero, ci goderebbe!. .. E io che ci [...]

[...] dànno! C'è lo spedale per i vecchi; c'è lo speciale! Un figliuolo a suo padre! ... Un figliuolo a suo padre! » E lì con questi pensieri immalinconì va [...]

[...] mattina alla messa cantata. Il pranzo fu proprio da preti, un pranzo che aveva nome Signor pranzo. 153 La funzione era ita un po' per le lunghe, e [...]

[...] dopo vespro Gigi si trattenne dell'altro in canonica a ricintellare un bicchieretto, tanto che si fece buio. Quando vide che scuri va, si licenziò [...]

[...] , e venne via solo. Casa sua era piuttosto lontanetta dalla chiesa, e la strada più corta era una redola che passava dal camposanto, un camposanto [...]

[...] di contro al cimitero, vide qualcosa nereggiare là da una parte e muoversi; lui si sentì un ribrezzo correre per tutta la vita dai piedi alla [...]

[...] punta dei capelli, e la testa gli si empi di paure; però cercò di farsi animo: fa un passo o due e striscia il bastone in terra «Chi va là ?» Allora [...]

[...] schizza via un cagnaccio nero; nel salto gli urtò per le gambe e gli lasciò cadere ai piedi come chi dicesse una boccia. Lui tirò una scossa, si [...]

[...] . Alla bella meglio fanno una barella e lo portano a casa. Viene il dottore, e trova che non è morto. Gli fanno tutte le cure, e dopo un gran pezzo [...]

[...] calmarlo. Gli si piantò addosso un febbrone che faceva ballare il letto: insomma non valicò nemmeno una settimana che il povero Gigi morì, morì [...]

[...] più che da principio non credevano che dovesse essere una cosa tanto tremenda. Ma poi dopo, un po' un po' stettero, ma alla fine, adagio adagio e con [...]

[...] svelto, e tutto a un tratto ritorna quello che era un anno prima; va là, si lava, si pulisc e, si muta e scende giù tranquillo, e comincia a ridar [...]

[...] scappellata giusta C'era dalle mie parti un riccone, ricco sfondato; era un pidocchiaccio riunto, ma o di riffe o di raffe aveva fatto i [...]

[...] guardasse per compassione. Un giorno passava da una via in carrozza; era una carrozza di quelle alte e guidava lui una pariglia di cavalli storni [...]

[...] brinati, belli, proprio una bellezza. Drea era là da un lato, e subbito che l'ebbe scorto 156 a una distanza di qui là, fece una gran riverenza e [...]

[...] tirargli la carrozza a quel maialone! » LXIV. Drea che mena un cavallo Una volta Drea passava giù per il Ponte con un cavallo, non so se per [...]

[...] vendere o per altro. In somma era una carogna di cavallo, un santantonio che faceva pietà, magro, secco, tutt'ossi e per non poter mostrare il cuore [...]

[...] mostrava le costole e zoppo che pareva una seggiola senza un gambo. C'era uno alla finestra che, quando lo vide, per dargli la stecca disse: « O [...]

[...] stuzzicare un nidio di bofonchi ! LXV. Basta una volta C'era a quei tempi, è già tant'anni, un fratonzoletto che stava a una cappella sopra [...]

[...] un monte. Era un fratin preciso, assegnato e devoto proprio per da vero. Era già in sulla settantina, con dimolti incomodetti addosso, e gli era [...]

[...] , lo senti vano. Ora bisogna sapere che questo buon fraticello, un po' colla cerca alle case, un po' colle limosine in chiesa, facendo a bricino di [...]

[...] tutto, a be' soldarelli, aveva appicciato qualche quindici o venti scudi e li teneva rimbucati sotto un quadrone smosso in camera sua dentro un [...]

[...] ? Montarono sul tetto della chiesa 158 senza che nessuno se ne accorgesse; scoperchiarono embrici e tegoli in un punto e fecero un buco nel soffitto; e [...]

[...] poi, là sulla sera, quando il romito fu rimasto solo a pregare, secondo il solito, Gesù che lo chiamasse con sè in paradiso, spendolarono giù un [...]

[...] di quel pover'uomo! Ci credette come un bimbo; rimase estatico e poi quando si rinvenne, corse di gambe per il sacchetto, lo posò ammodo ammodo nel [...]

[...] paniere e poi si mise lì colle braccia in croce, buttato inginocchioni, ad aspettare, credendo da un momento all'altro di spiccare il volo verso il [...]

[...] , nè domani, nè fra un mese, nè fra due. Bisognò il pover'uomo che si rassegnasse a rimanere nel mondo, finchè fosse piaciuto al Signore. Colla su [...]

[...] ' santa pazienza ci si riaccomodò e ricominciò a fare come di prima, e così a poco a poco rimise anche insieme un bel mucchietto di scudi, e li [...]

[...] gli dia il sacchetto E poi verrai tu. Il romitino, che aveva mangiato la foglia, si voltò per assù con un certo ghignetto sardonico, s'appoggiò al [...]

[...] del morire e non morire, e Drea disse: «La vita è come montare su per un albero; ci attacchiamo su su, su su, dopo un ramo l'altro, 160 dopo un [...]

[...] ramo l'altro finchè ce n'è; quando non ce n'è più, allora si rimane lì!» Dice un giovanotto: - «Chi sa quanto ci avrò sempre da arrampicarmi io [...]

[...] ; piantare le spalle al muro e non volerne sapere!?...» - «Allora ti spicceresti più presto. Una mezz'opra si deve perder tutti; deve spuntare un [...]

[...] giorno che si deve dire: domattina io non ci sarò più!... È una zizzola di nulla!...» C'era là in disparte un bimbetto di cinque o sei anni che era [...]

[...] stato sempre attento a questi discorsi; tutto a un tratto fa: «Ma anch'io, mamma, bisognerà che moia?» - «Pur troppo, bimbo mio! Chi ha fratelli ha [...]

[...] da partire, E chi nasce ha da morire! Quando la tu' ora sarà sonata, morirai anco tu!» - «O Dio! se me lo credevo 'un nasciavo!» E infatti, se ci [...]

[...] domandassero il permesso! ... LXVII. Alla regola della bòtta... Questo è un modo proverbiale che significa: all'idea! secondo quello che [...]

[...] fior di pugni: colpi come venire dal mulino. Per un po' di tempo fu un dare e un avere; finalmente uno sfibbia a quell'altro un pappagnone tanto sodo [...]

[...] , venitemi dietro! Quante stelle ci è in cielo? tante ne vide quell'altro, e così rintronato e mezzo fuori di sè balenò un pezzo e fu lì lì per [...]

[...] a casa di certi contadini, quand'erano lì per andare a desinare, un amico che non avevan visto da un pezzo. - «Oh! ben venuto! Bene arrivato! Come [...]

[...] quello che passa il convento! Farete penitenza! » L'omo aveva una fame che s'affettava col filo; a sentirsi invitare gli si alzò il cuore un palmo [...]

[...] manca, e in tavola il fiasco c'è; non sarà vin santo, ma 'un è neanco acqua della secchia». In somma tanto dissero che l'amico restò e mise anche lui [...]

[...] le ginocchia sotto la tavola, che non gli parve vero! Eccoti la polenta: un bel tombolotto, per Dindo bacco! fumante che faceva voglia solamente a [...]

[...] conto, sparì in un àmme. Ce n'eran rimaste due fette, due di numero. Quelli di casa per prudenza non ne vollero più, e l'amico se ne asteneva per [...]

[...] non sapeva come fare a salvare la capra e i cavoli. Tutt'a un tratto gli spunta un'idea. Avevan discorso di tante cose e specialmente di quello che [...]

[...] tanto grossa che tutti fecero un urlo e una risata per mostrare che non ci credevano. E lui a star garoso e proffidiare, anzi a crescer la dose e a [...]

[...] cominciò a divorarla) se non è vero, mi sia arsenico!» LXIX. Troppa grazia Sant'Antonio! C'era una volta un ometto piuttosto attempatuccio che [...]

[...] fu tanto forte che traboccò da quell'altra parte; allora disse: «Troppa grazia, Sant'Antonio!» LXX. L'uomo che cerca il miccio Una volta un [...]

[...] attendeva a altro. Dopo un po' gli vien fatto di voltarsi e non vede più il su' miccio; guarda di qua, cerca di là, il miccio era sparito. Va un [...]

[...] una ragazza, e sbucare quatto quatto di dietro alla scepe un giovanotto e venire tutti i due verso la quercia. E lui, curioso, lascia stare il [...]

[...] , non gli parse vero e fu puntuale come un campanello. Si messero sotto la quercia dove si credevano di essere più addoppati, e cominciarono a [...]

[...] ragionare per la fine, e a scrutignare il perchè e il per come del malinteso, e in un àmme la pace fu fatta. Quel giovanotto era fuori di sè, era beato [...]

[...] ! e dalla gran contentezza gli volle schioccare un bacio; ma lei lo tenne ammodino indietro 167 e gli disse: «No, Cecchino, sii buono; piuttosto [...]

[...] bacia questo» e si levò di seno il suo ritratto. Era venuto un incanto! Così accomodata, con un bel vestito nuovo che gli andava come una pittura [...]

[...] , pareva la figliuola di un principe. Lui rimase stupito; l'agguantò e se lo strinse alle la bbra e cominciò a dir forte: - «Ho visto tutto il mondo [...]

[...] non è una fola nè una burletta; e pure, se non vi rincresce di leggere, mi pare che non v'abbia a dispiacere. È un racconto che sentii una volta da [...]

[...] una maestra, e io lo misi in carta, perchè mi parve meritevo le. «C'è laggiù al paese, dove sto io, una povera contadina che ha un figliuolo [...]

[...] sta tutti bene; e che la roba quest'anno promette bene e la stagione è buona; e che la su' sorella ha fatto un bimbo, e io ho voluto che gli [...]

[...] sarà Napoli, signora maestra? me lo figuro tanto lontano io! Chi lo sa com'è lontano il mi' figliolo! Lo potessi un po' vedere il mi' Checco [...]

[...] ! Avessi un po' l'ali ! Ma guardi le rondini ... fossi un po' una rondine anch'io per andare a rivedere il mi' Checco!» E lì si consuma e lì sta [...]

[...] appassionata. Ci ha poi un suo nipotino, un bimbo d'un altro suo figliuolo: se lo fa venire in grembio, o se lo mette a ca vallicchio sulle ginocchia e [...]

[...] gli fa vedere un chicco di zucchero: - «Nino, lo vuoi il pippo di zucchero?» - «Sì» ma lui dice: «Tì, nonna, tì». - «Se tu dici: Checco, vieni! te lo [...]

[...] è un discorso serio che fece una volta un mio conoscente. Era un uomo piuttosto grossolanotto; sapeva leggere per il su' sconsumo, e la sua firma [...]

[...] pensiero un po' eccessivo, ci troverà pur troppo anche molto di vero. Traversavamo dunque il nostro Ponte un giorno per la fiera di Sant'Ansano in tre o [...]

[...] quattro, e un povero ciechino, seduto lì sotto la statua della Madonna, chiedeva l'elemosina con quella vocina compassionevole che usano, e diceva [...]

[...] e ripeteva queste precise parole: «Fratelli e sorelle benedette, guardate 172 questo povero disgraziato poverino, e lasciatemi un solo [...]

[...] , non mi dibandonate, poverino! chè io non dibandonerò voialtri colle mie orazioni. Buttatemelo un piccolo sollievo di carità, chè io non mancherò di [...]

[...] salvi da tutte le cattive disgrazie, buttatemelo un piccolo sollievo di carità colle vostre propie mani in questa benedetta e santa giornata, che vi [...]

[...] . (Uno gli lascia un soldo.) Queste sono le vere carità fiorite! Vi dico subito la devota orazione a S. Ansano benedetto, e che il Signore ve ne [...]

[...] diede anche qualcosa, poi disse: «Lui lì è cieco e povero, e in un modo o in un altro deve campare anco lui, povero cristiano! e deve anco lui far [...]

[...] fanno paura e ribrezzo. Ma insomma, vada per questi disgraziati, che alla fin delle fini 'un son molti, e forse patirebbero di più a star [...]

[...] l'inzòzzano e se l'intabaccano, e ci mantengono i vizì alle spalle dei minchioni. Se tu fai tanto di dare la limosina a un accattone due settimane di [...]

[...] seguito lo stesso giorno, gli pare già di averci acquistato un diritto su, e la terza ti vien davanti a muso tosto a pretendere il suo avere! E se per [...]

[...] un caso qualunque salti una settimana, quell'altra vogliono anche gli addietrati. Se tu fai la limosina a tutti quelli che ti vengono alla porta [...]

[...] , allora te ne sono anco meno grati, perchè credono che gli si provenga d'obbligo e non tu possa dire di no. Pròvati a far la limosina a un accattone [...]

[...] di mestiere in un posto dove, senza che tu te ne sii accorto, si trovi là di lì un altro: eccotelo subbito a orecchi ritti, non miga a chiederti la [...]

[...] tutte è dare una somma di quattrini da scompartire fra i poveri cli un paese. Vi ci siete mai ritrovati? Quelli enno affari! Quelli enno scangèi! Io [...]

[...] tale ha il marito che è un mascalzone e un sùdicio e quanti ne nasce tanti ne muore» -- «La tal'altra ha la casa di suo e dà anche una stanza a [...]

[...] pigione» - «Tizio è stato sempre un giocatoraccio e in vita sua ne ha fatte più di Cacco, e ora gli dànno la limosina, e chi ha fatto sempre il [...]

[...] qui a dar noia ai paesani!» - «Dopo la vita che Euticchia ha sempre menato, ora che non gli abbaia più un cane alla gonnella, s'è data a Dio e ha [...]

[...] , chi è che è povero? che non ho mai avuto un soldo al mi' comando per pigliarmi un soldo di tabacco? che per isputar sul mio bisogna che mi sputi in [...]

[...] mano? Ho le dita cotte spellate dall'acqua bollente della filanda, che mi cascano a pezzi per poter buscare du' paoli, un porco franco e dodici [...]

[...] miseria; ma gatta ci cova; è un pezzo che m'ero ammoscata. Tanto 'un si sanno i giri mancini tra il lusco e il brusco dietro il poggio dalla parte del [...]

[...] quei poveracci che han diviso i quattrini. E è una donna che ha sempre guadagnato lei e il suo marito e non han mai speso un centesimo; a vari [...]

[...] ! Disse un altro: «Ho rinvenuto che a me mi dan du' lire! pfu! du' lire! pfu! Che son du' lire? Neanco una sbornia ci si piglia quest'anno con du [...]

[...] verità quando li portammo! Al primo gli veninno sette franchi. Quando glieli mettemmo in mano, la prima parola che disse non fu miga un «Dio vel [...]

[...] meriti!» o almeno un « Grazie!»; disse invece: «O Dio! me ne vien così poghi?! Per così poghi ! ...» come dire che così pochi non meritava neanche il [...]

[...] conto di pigliarli. Un'altra che gliene toccava sei, disse: «Almeno se eran dieci, mi ci compravo un saccone; così mi ce ne manca sempre quattro [...]

[...] ». Un altro, quando vide che gli clàvamo tre franchi, disse: «È tutto questo il gran regalo della Prin cipessa? se li poteva tener per sè». Che [...]

[...] , sempre!» e lì lagrimava certi luccioloni, che faceva tenerezza a vederla. Insino a cento franchi si può fare forse un lavoro così e pigliarsi una gatta [...]

[...] questa veritella, ridi un po' chè è giusta, e poi medita, chè la materia non ti manca. Bruscotto è un omaccio e attivo, pien di vizi, 179 giocatore [...]

[...] e briacone, e bestemmia poi, bestemmia peggio d'un turco rinnegato; e quando ha giocato, se ha vinto, viene a casa coi sacchini del panciotto pi [...]

[...] eni di lire e mezze lire e le scatena e le fa sonare per ispacconata. L'altro giorno arriva a casa nero come un tizzone, e per una parola della [...]

[...] ito via, si voleva su' madre, e fa: «O mamma, come bestemmia pappà! Sarà vero, ma lo porta via il diavolo ... ! Almeno lo porta s e via quando 'un ha [...]

[...] il panciotto!» LXXIV. Ogni muta una caduta C'era una volta un ortolano che teneva un miccetto per portare gli erbaggi nei paesi circonvicini [...]

[...] usci come un babbeo, e pregò il Signore che gli facesse mutare stato e fortuna, chè così non poteva più durare. E il Signore lo mise nelle mani d'un [...]

[...] brace, ricominciò a pregare il Signore perchè lo liberasse da quella vita e gli desse qualche altro padrone un po' più cristiano. Il Signore non [...]

[...] l'ascoltava, ma l'asino si raccomandò tanto e si raccomandò tanto, che alla fine per contentarlo lo fece prendere a un rivenditore di pelli. Quando [...]

[...] per me del gran male non ce ne so vedere nè in quanto alla casata nè in quanto alla ragazza, che è una buona figliola; ma è un ciottolo, e ora [...]

[...] come ora a pigliar marito non ci avrebbe dovuto pensare; ogni acqua la bagna, e quel che è peggio ha coraggio quanto n' ha un rnoscino. Affoga in uno [...]

[...] volta un asino si scontrò con un leone in mezzo a una foresta. Era un bel leone alto, grosso, forte; faceva maestà a vederlo. L'asino prima si fermò [...]

[...] monache! Ma non ci si crede e tutte vogliono andare da quella via. LXXVI. Belle idee d'un briacone La sera del Venerdì Santo ero lì in piè [...]

[...] a bocca aperta. Dice uno «Come vero dDiòsse! 'un ti pare un corridoino del Paradiso?» Lo contai il giorno dopo dove c'era anco Manfrollo e lui fa [...]

[...] : - «D'un paradiso che avesse cli que' corridori lì, mi contenterei anch'io; e poi anche che 'un mi facessero entrare per le sale e per i salotti [...]

[...] buoni, meno male! Oh! ma patti e condizioni! Lassù in cima una cantina co' vini di tutte le razze e due a servire chi ne volesse; quaggiù in fondo un [...]

[...] caffè, e tutto gratis et amate Dei. Quello sarebbe un paradisino! Farei una passeggiatina tralla tralla, colla mi' brava pippa in bocca, e quando [...]

[...] fossi lassù «Ehi, Morino, damm~ un bicchiere di moscatello!»; gusteggiarselo con tutta pausa, e poi una giratina sopra un calcagno e giù passo [...]

[...] passo, bello riposato, me ne verrei in fondo. «Ehi, ricciola, 184 portami un poncino, amabile! tanto da arrivare in sino alla festosina, più là no [...]

[...] ! le sbornie a comunione non mi garbano!» Fu bella anche quella che disse un anno, d'imbottatura; fu precisamente nel settantacinque. Ti ricordi [...]

[...] che annata d'uva! l'avevan fatta anco le guerce? Tutti non facevan altro che dire della gran raccolta di vino. Un giorno che ne parlavano lì in [...]

[...] bottega cli Pierangelo, scappa su Manfrollo e dice: «Quest'anno vorrebbi esse Roscille! Vorrei fare un tinaro d'una ventina di tini, e tutti belli pieni [...]

[...] uno accanto all 'altro, e il letto lassù in cima allo stanzone. La sera mi spoglierei lì sull'entrata e poi foroni dell'ottanta da un tino [...]

[...] all'altro come i ranocchi, arriverei fino al letto e lì ci schiaccerei una bella dormita! E la mattina, lo stesso, da un tino a quell'altro ritornerei a [...]

[...] dunque sappiate che in un paesetto delle nostre campagne, per una gran solennità d'una gran festa triennale, ci avevano chiamato un gran [...]

[...] predicatore di rinomo, vero predicatore da contadini: un filisteo tanto fatto, con una voce che quando la spiegava, tutta, pareva un tròno; e quando [...]

[...] appoggiare. Detto fatto: trovano la botte, la portano sul piazzale e in quattro e quattr'otto ti stampano un pulpito che badadavanti! Tutto era [...]

[...] all'ordine, e quand'è una cert'ora, tutta la gente era là pigiata che non ci sarebbe cascato un pippolo di panico. Ed eccoti il predicatore monta su [...]

[...] i sentimenti del corpo: urlava come un lupo mannaro. Tutto a un tratto, quand'era proprio sul momento più bello e sbraita va più forte e si [...]

[...] ! ma la predica non è finita: state attenti, che il resto ve lo dirò dal manfano!» LXXVIII. Quanto costa la vita d'un uomo Quello che parla ora [...]

[...] , è un muratore del mi' paese che è sempre sano e vivo: - «Quando ero a lassù io, venticinque o trenta anni fa, ci avevo fra gli altri un manovale [...]

[...] che lo chiama vano Rana; era un disperataccio, uno di quei mascalzoni di città che per un bicchierin d'assenzio stilettano un uomo, la vera schiuma [...]

[...] dei birbanti. 187 Una volta in quel paese c'era un certo lavoro da fare a cottimo, e lo volevo pigliare io, perchè ci vedevo dell'utile assai; ma [...]

[...] c'era uno che mi dava noia, perchè aveva più polvere di me e era anco più conosciuto, e non sapevo come levarmelo di tra i piedi. Un giorno, la [...]

[...] tranquillo che domattina di casa non ci esce; so le strade che fa quando torna dal teatro; m'apposto dopo un canto; lasciate fare a me!» - «E [...]

[...] mio, quando tutto a nn tratto si rivolta e mi fa: - «Sapete? ci ho pensato meglio; a bastonarlo non mi ci provo; 'un vo' rapini ! porta il rivolvere [...]

[...] diavolo! ammazzare no! Ti pare? ammazzare un uomo! ...» - «State a sentire, io a bastonarlo non mi ci metto, non me ne raffi.do; mi tocca avvicinarmi [...]

[...] mi fate torto!» E in questura e su per i tribunali tante volte arzigògolano e si vuotano il cervello a capire come mai uno abbia ammazzato un [...]

[...] ; galantuomo quanto ce n'entra con tutti in casa e fuori sino a un centesimo, quello sì, ma ne aveva di certe da dire: a Maggiano ce n'è di più savì. Una [...]

[...] tutto sotto le lenzuola, anco la testa, nero e imbuzzito come se avesse avuto un affronto! Ma ce n'è di buffi nel mondo?! O quest'altra non è da [...]

[...] contarsi a veglia? Una volta questo Iacopino aveva un credito con un legnaiolo. Gli aveva prestato su da venti lire, e non gli riusciva riaverle. Gli [...]

[...] , 190 non la mandiamo sull'aceto». Quell'altro, che non attecchiva il desinare colla cena e non aveva un soldo da far cantare un cieco, si [...]

[...] nego; ma non posso, ci credete? non posso. Mi hanno fatto fallita due o tre poste che mi tenevano a bocca dolce, e non ho un centesimo. Ma guardate un [...]

[...] sano e vegeto!...» - «Sì, ringraziando Dio; ma io 'un m'ho a ammalar mai? Sono eterno io?» - «Ma Iacopino! ... » - «O Iacopino o Iacopone il mio lo [...]

[...] puntuale». Intanto piglia un lume e la specola di cima in fondo. - «Bravo Domenico, avete fatto un lavorino pulito! Ora bisogna provarcisi». C'entra [...]

[...] un rotolo di palanche - «Sono sessanta soldi; li conterete a comodo». La moglie bianca come un cencio lavato si sarà fatta dugento segni di Croce [...]

[...] spesa e nn ammattimento di meno. Chi ha tempo 'un aspetti tempo. Ti credevi proprio che volessi andare in piena terra 193 come una bestia? Quel [...]

[...] un po' vedere se, a levarla di casa, fra cento anni saresti sempre qui a soffiare il naso ai pitori! Portatela in soffitta, Domenico; per ora ci [...]

[...] tranquillo e dice: - «Oo! ecco un altro credito riscosso, e un pensiero di meno a suo tempo». Domenico torna giù: - «Bravo Domenico, venite [...]

[...] , passate di qua. Beviamo un bicchiere; bisogna stare allegri in questo mondo. Gente allegra, Dio l'aiuta. Lo sapete pure? Ci siamo per le spese e per [...]

[...] poche altre bazzecole e cento scudi di malinconia non pagano un quattrin di debito!» LXXX. Chi ce la vuole e chi 'un ce la vuole ... io non ce [...]

[...] la voglio! ... Dice che una volta nel domo di Firenze c'era stata messa una lampada d'argento dinanzi all'immagine d'un santo. Ora venne [...]

[...] in mente a un ladracchiolo di rubarla, e che ti stilla? Nel tempo che c' era una gran piena di popolo a pregare, questo furbone si fa avanti e [...]

[...] comincia a traffichicchiare qualche cosa intorno all'altare come se lo rassettasse, per far credere di essere un sagrestano, e intanto via via da varì [...]

[...] piuttosto alta: « Ohi ce la 'ole e chi 'un ce la 'ole; io 'un ce la 'aglio! ... » e te la stacca quasi per finire i chiassi senza che nessuno gli dicesse [...]

[...] . Il prete gli s'è accostato e la chiamava per nome 196 e lei non rispondeva. Allora gli ha messo la bocca vicino a un orecchio e gli ha detto [...]

[...] : «Ghita!» e lei con un fil di vocino ha risposto: «Amore!» - Povera donna! chi lo sa dov'è rivolata lì per lì colla su' testa, anche così moribonda!? O [...]

[...] l'uomo; e per farlo a modo e verso con tutti i timpani e che fosse degno di lui, si mise lì con tutto il suo studio e ammannì un grandissimo caldaione [...]

[...] . L'uomo sfortunato C'era una volta un uomo il più disgraziato che si potesse dare nel mondo. Aveva tentato tutte le vie per uscir e dalla miseria [...]

[...] una Madonna, gli riusciva un soldato! Avrebbe dato l'animaccia al diavolo per due soldi. Una volta che era più scannato del solito e non sapeva [...]

[...] come riprillarsi dai debiti, girava da una stanza all'altra che pareva una tigre nella gabbia e sagrava come un dannato dalla gran rapina che lo [...]

[...] divorava dentro vivo; quando tutt'a un tratto gli apparse il diavolo. - «C'è da piangere? O 'un son qua io?! Mira, eccoti qui cinquecento scudi un [...]

[...] sopra l'altro belli pari; io te gl'impresto senz'un centesimo d'interesse, purchè fra un anno in punto in questo giorno e a quest'ora precisa tu me li [...]

[...] scudi li trovi nella spazzatura! E oh! eccoli qui spulati, ballanti e sonanti, nuovi di zecca». - «Basta, dice lui, sentiremo un po' la moglie come [...]

[...] . Risponde lei: - «Mi piace e ci sto; ma ci vo' mettere una condizione anch'io». -- «Che condizione?» dice Brucino. - «Se fra un anno preciso il mi' omo [...]

[...] , ricordiamoci bene i patti! Io la memoria l'ho buona; fra un anno preciso a quest'ora sono qui; occhio alla penna! » e sparisce. A quel [...]

[...] ; una parte gli ci vollero per comprarsi un po' di biada e rifornirsi di qualche attrezzo più necessario, chè la su' casa oramai pareva quella dei topi [...]

[...] ritrovi tutto fino a un pippolino». Vanno; l'uomo rovescia nella corrente il sacco e dice: «Ritrovami tutti i granellini fino a uno!» E il diavolo [...]

[...] si butta giù a forane e in un àmme lo ripesca tutto e lo riporta a quell'uomo. Torna dalla moglie: - «Ragazza mia, la vedo incornata male! Eccolo [...]

[...] il diavolo via a volo come un tappo 201 di saetta! corri di qua, scappa di là, vòltati da una parte, prìllati da quell'altra, torna indietro [...]

[...] , schizza in avanti, gira, frulla e rigira, in un lampo le ripiglia tutte e rimette il corbello pieno in mano a quel poveraccio. Torna dalla moglie co [...]

[...] sei citrullo! tu affoghi propio in un bicchier d'acqua! To', mangia questi fagiuoli qui anco che siano pogo cotti e rodili bene ! poi ... » e gli [...]

[...] soffiò una cosina in una ciocca, d'orecchio. Lui c'impiegò un po' di tempo a bella posta e quando gli parve d'essere al punto giusto, dice al [...]

[...] diavolo: «A noi». - «Che ho a fare?» - «Trovare la terza cosa». - «Lo sapevo; ma si deve camminar molto? È un pezzo che aspetto e io ho il tempo contato [...]

[...] questa!» e mandò un gran suono per via di que' fagiuoli mezzi crudi! E il diavolo restò lì propio come Berlicche, senza sapere nè che dire, nè che fare [...]

[...] qualche cosa? Tanto mancano le noie nella vita! Tanto delle prediche se ne sente poche da un anno all'altro! Ma poi quando fosse quel momentaccio [...]

[...] nè peccato, nè merito nè demerito. Se son bello o brutto, biondo o nero, figliuol d'un ricco o d'un povero, d'un galantuomo o d'un birbante; se son [...]

[...] nato con tutti e due i piedi o con uno solo, in città o in campagna, se .... Una volta in una strada c'era un carro fermato davanti a una porta [...]

[...] quella strada non c'era altro che un ometto che se ne veniva tranquillo pe' fatti suoi. Arrivato al carro passò dalla parte della porta, chè da [...]

[...] quell'altra a mala pena ci si capiva fra il mòzzo e il muro; quando fu precisamente contro la porta, pùnfete! un mattonaccio nella testa! e giù in terra [...]

[...] fuori fu una disgrazia che lì ci fossero degli scervellati. Anche il figliuolo d'un birbante è nello stesso caso: la colpa è del padre, ma il [...]

[...] disgraziato è lui, che non poteva scegliersi da chi nascere! Eccoti lì un ceppo di terra giglia o argilla, to'! è tutta terra a un modo, spolverizzata [...]

[...] storto e sformato; dieci o dodici di quella ceppata si romperanno e serviranno da pezzame per rincalzi, e quegli altri una parte gioveranno per un [...]

[...] altare, una parte per un salotto, una per un pavimento di stabbiolo e una anche per peggio. Ma giacchè tracchè, dicono a Camaiore, questa novella [...]

[...] della fortuna è cominciata alquanto sudicetta, non deve finire molto pulita. Caro lettore, ci vuole un poco di tutto, e sempre in sulle quintessenze [...]

[...] dei profumi non ci si può stare. O senti! C'era un uomo al mio paese che in verità era sfortunatissimo. Un giorno fra gli altri aveva giocato a [...]

[...] s'imposta empiendosi la pancia di fiato; ma nell'atto di sputare gli venne un colpo di tosse e si sputò sulla barba!!! Raccontava poi che una volta [...]

[...] aveva giocato al giuoco del pidocchio e aveva perso anche a quello. Era un divertimentino che aveva imparato in S. Giorgio una volta che ci era [...]

[...] nel fare tanti circoli uguali colle seste quanti sono i giocatori; ognuno 205 di questi poi chiappa un inquilino della sua testa, se ce gli ha, e [...]

[...] circonferenza come se avesse gli sbirri dietro! E poi non c'è la fortuna!! LXXXIV. Son cose tanto antiche! Tempo, ma tempo fa, un predicatore la [...]

[...] sera del venerdì Santo faceva la predica della Passione secondo il solito. Era un predicatore di spolvero, da dire: in fin qui ci si arriva, ma più [...]

[...] là no. Alle sue prediche ci era sempre pieno zeppo che non ci sarebbe capito più un pippolo di panico; scasava; correvano tutti da tutte le parti a [...]

[...] un certo punto dettero in uno scoppio cli pianto. Era un pianto generale per tutta la chiesa « Gesù mio, misericordia! Gesù mio, misericordia [...]

[...] ! » pareva che da un momento all'altro il mondo dovesse andare in subisso! Il predicatore stesso ci rimase così buffo, e gli parve una cosa tanto [...]

[...] libri vecchi, ma è tanto tempo che sono accadute, chi lo sa poi se sono neanche vere!» Ce n'è dei matti nel mondo! Vedete un po' che bella testa si [...]

[...] ritrovava qnel predi catore! LXXXV. L'ebreo convertito Una volta un ebreo si convertì e si fece cristiano, e al battesimo, di Mosè che era [...]

[...] avanti, lo chiamarono Giovanni. Era assai osservante, ma poi non miga bacchettone. Si sa, un uomo ... - Ora eccoti che venne una festa che ci erano [...]

[...] collo a una gallina, e mi farai un buon brodo». - «Ma, sor padrone, è vigilia anche domani». 208 - «Non vuol dire; a me con un po' d'acqua e un po [...]

[...] ' di sale, mi messero nome Giovanni, e tu con un po' d'acqua e un po' di sale, mettigli nome baccalà». Che conversioni, eh?! LXXXVI. Un [...]

[...] pigliare dei cappelli santissimi basta va dirgli che non poteva esser vera. - «Già! eppure anche che sia un fatto vero verissimo, quante volte l'ho [...]

[...] un signore, un gran riccone, che aveva una passione straordinaria per i pappagalli. Ne teneva sempre otto o dieci, e anche più, tutti ammaestrati [...]

[...] che pappagalli. Fra gli altri poi ce ne aveva uno che discorreva come un bimbo. Che bimbo? come un uomo; cantava qualunque canzoncina, fischiava [...]

[...] , posato sopra un ramo, in cima a un albero di quegli alberi altissimi che fanno là, ti cominciava a sfilzare le su' brave litani e per filo e per segno e [...]

[...] una compagnia, chi diceva di santi, e chi d'angeli addirittura, e cantavano le litanie della Madonna. Bimbi miei! non ci volle altro! Un via vai di [...]

[...] sulle punte degli alberi; e dicevano che le cimoline anco più tenere non si piegavan nemmeno. Ci andò per insino il Vescovo con dietro un traino di [...]

[...] a vederla, un po' per sapere meglio il fatto, un po' per portare qualcosa a quella povera donna di sua madre, che è veramente miserabile con que [...]

[...] , benchè fosse già quasi moribonda. Lei, là da una parte in un diecolino; due di que' bimbetti in terra mangiavano delle patate mezze crude colle [...]

[...] mani; un altro dintorno al diecolo che piangeva e strillava: «No! 'un ha a morire! No! 'un ha a morire!» E uno che s'avvoltolava per terra e strillava [...]

[...] anco quello. Mi facevan più compassione quegli altri di lei! Lei almeno fra un po' po' usciva da patire, poverina! e se ne andava in paradiso. Che [...]

[...] occhini! Piccini come capocchine di spilloni! Ogni tanto mugolava un 212 mugolin fino fino! «Hun! hun!», e su' madre stava lì come spersa non [...]

[...] sapeva neanco lei quello che faceva! Ogni po' poino gli bagnava le labbra secche con un cencetto, e lei succhiava, poverina! Sul far della sera [...]

[...] farla riavere. Dallo svenimento si riebbe, ma era fuori di sè dal gran dolore e vagellava nel letto con un febbrone che la tramutava, aver perduto [...]

[...] più. O 214 volete sentire? Una volta, ai tempi antichi, prima del mille, raccontano (fatto vero, ve'!) dicono che ci fu un ebreo, che dai suoi [...]

[...] puntualmente, col su' battesimo, colla su' cresima, insomma con tutti i sacramenti; anzi andò tanto in là che si fece anco prete. Era un uomo già strui to di [...]

[...] occhi mezzi serrati, e tutti aspettavano che da un momento all'altro dovesse spirare. Due o tre di quelli che eran lì ad assisterlo, cardinali e [...]

[...] dà ordine positivo che tutte le campane di tutte le chiese di Roma, a una certa ora fissata, ci diano dentro e facciano un grandissimo 215 [...]

[...] doppio. Quando fu il momento, eccoti per tutta Roma un grande scampanio; don don, don don, don don, che assordava gli orecchi. Il papa che era quasi [...]

[...] avvezzano nei primi anni. LXXXIX. Un tientiammente Sai tu come si chiama l'Agosto? Si chiama il mese dell'arrostito, dell'appestato e dello [...]

[...] . La sera questi giovanottelli vanno a qualche noce, ne sciancano un bel ramo, e là dalla mezza notte lo mettono alle porte delle loro patite [...]

[...] . Questo è un grande onore, e le ragazze se ne tengono, la mattina, quando vedono il ramo, e ce lo levan tardi, perchè si risappia e si ridica: «La tale [...]

[...] si mette altre piante, qualche mannello di canapa, una frasca d'ontano o un ramo di pino. La canapa vuol dire: «per me ti puoi appiccare», perchè [...]

[...] se non è noce, buttan via prestamente ogni cosa. E che bili ci pigliano queste ragazze! Per s. Lorenzo poi c'è anche un altr'uso; c'è l'uso di [...]

[...] o in un posto o in un altro, per burla, per ischerzare sulle qualità delle persone. Son celie fra giovinotti e ragazze, si sa. Quelli che son [...]

[...] domattina Per andare alla collina. Sopra un noce d'alto fusto Sei pregato di montare; Ah! dev'essere un bel gusto Nel vederti rampicare Colle gambe e [...]

[...] colle braccia, Sembri proprio un can da caccia. 218 E quei cari tuoi stinchetti Son per randoli adattati; Ah! mi paiono du'archetti, No, due [...]

[...] , Resto un po' dispettosetta. Mi son messa nella testa Di volerti canzonare, Ma se vieni a quella festa Ti farò ben disperare. Ma già vedo che [...]

[...] bel bello Tn ti prendi un gran cappello. Ora intanto ti saluto Con il fiasco e coll'imbuto; E all'uso dei Lucchesi Spero che ci siamo intesi; E [...]

[...] se vuoi saper chi è, Domandalo a tutti fuori che a me. E poi ce ne sono anche degli altri che se li copiano da uno a un altro, e li mutano, e li [...]

[...] rimpastano, e li rimpolpettano, adattandoli alle persone volta per volta. Il primo d'Agosto poi c'è un altr'uso che usa di certo anco in altri posti [...]

[...] : chiamato il Fieragosto, 219 che per i lavoranti di tutti i generi che stanno sotto un padrone, è giornata di cònia da mezzo giorno in là [...]

[...] ; perchè i padroni fanno ai sottoposti un desinare, o una merenda, per esempio una smaccheronata, o una mangiata di pollo fritto e vino a cascare. Il [...]

[...] più delle volte però il padrone dà un tanto, e ci pensino un po' loro a tutto il reto. Per avere quel quid la mattina vanno là (scelgono sempre il [...]

[...] polli e fra i bicchieri. 220 Ci volgiam dunque a Vostra Signoria Per far noi pure un poco d'allegria. All'osteria non ci vorremmo andare, Perchè di [...]

[...] nostro ci convien pagare. Ricchi siamo di voglie, e poverini Abbiamo di palanche i borsellini. Come faremo dunque il Fieragosto Con un po' di [...]

[...] ..... Ahaa! era per volervi dire una burla che fu fatta appunto per un Fieragosto tant'anni fa. E oramai, benchè sia più lunga la rincorsa del tiro, anzi [...]

[...] pappata in casa o fuori. Ogni giorno cascava un santo. Con loro ci si ficca va sempre o per amore o per forza o per diritto o per traverso questo [...]

[...] . Insomma era un di que' brutti ludri che dove son loro non e' è da passare più un'ora in pace e tran quillità. Gli avevan fatto capire che non ce ne [...]

[...] facevan caso; gli avevan tirato tanti motti che a uno meno testardo e meno ignorante e svergognato, la metà bastava per farlo rimpiattare in un [...]

[...] della lega, calzolaro, per Fieragosto gli furono regalati due capponi, un paio di capponi da levarcisi il cappello, grassi che colavano. Scappa subito [...]

[...] da Biroldo, che si poteva dire il ca po, e per di più era anco cuoco finito: «Biroldo, m'è stato regalato così e così un paio di capponi; si [...]

[...] , per zio! ben pensata! Sì sì, domani che è Fieragosto»• E lì cominciano a almanaccare che e come e dove; e in un àmme fissan tutto. «Facciamo [...]

[...] solamente». Così restano e in un lampo la notizia si sparge fra gli amiconi. Quel dai raspanti li porta al posto: «Più tardi passerà Biroldo per gli [...]

[...] si credeva di poterci entrare sempre a tutte l'oro, scende giù da casa sua a orecchi ritti come un leprone, e va difilato dal Cieco, e fa: « Dunque [...]

[...] stasera ci è una merenda eh?» - «Pare» - « Ci abbiamo un paio di capponi?» - 223 «Dice». - «E come li fai?» - «Uno lesso con un bel pezzo di [...]

[...] schiacciò un altro anco più granito) a mutar gli ordini e a volere i maccheroni?! Lasciami fare a me, e gli do i maccheroni io. Tu intanto fa come ti [...]

[...] accordellinato, si sa.) Allora Biroldo prestamente tira fuori una zuppierotta che avevano preparato lì in un armadio, e la mette al posto di Giovannino [...]

[...] ; e gli altri si scodellano la loro brava minestrina col brodo, e principiano a mangiare. Dopo un momento viene quell'altro correndo per la paura [...]

[...] d'autorità più 'n su. Beppe era un contadino di quelli di Botro, e era il capo di casa. Aveva in cantina una botte di vino che avrà tenuto da [...]

[...] cantina, e una volta andò che sentiron la sposa dir così e intanto beeva. Loro mangiarono un punto, e subito anco loro scappa a stuzzicare lo zipolo [...]

[...] che allora eran giovani, si capisce. Era un còso alto, tarchiato, grasso e grosso e ignorantotto pur assai, 227 e quando si pigliava cogli altri [...]

[...] tanto che si faceva voler bene), s'era messo in un prunaio per via di una ragazza, ma oo! proprio una faccenda seria. I paesani l'ingollavan male [...]

[...] aeternam e sarebbe corso di dietro a mnmen. Figuratevi che una volta che l'acqua l'aveva rinchiuso in un paesetto dove non c'era macello, si fece fare [...]

[...] . Venuta l'ora , messe le ginocchia sotto la tavola, merendò ogni cosa come un signore, e ci schiaffò su tre boccali del meglio che ci fosse, senza [...]

[...] dell'imbriacarsi; perciò un giorno lo richiamò. «N'è stato detto e provato con buoni testimonì, che voi bevete, 229 e bevete dimolto. Questo non istà [...]

[...] cose, tutte per le buone sì, una un esordio severo che un altro non avrebbe più trovato neanche la porta per tornar fuori. Don Cei lo stette a sentire [...]

[...] fine si spiombetta, è un proverbio come chi dicesse: alla fine si contano i gambi, alla fine si contano i noccioli; e è una specie di profezia di una [...]

[...] proverbio ci va il suo fattarello attaccato. C'era una volta un muratore che murava una casa, e tirava a far presto, mettendo sasso sopra sasso, a occhio e [...]

[...] croce, pur di arrivare in cima. Ma si sa: mastro occhio, mastro porco; e il muro veni,a su una vendetta. Passava di lì spesso un suo conoscente [...]

[...] canzone che in fine si spiombettava. Un giorno poi ripassò quel tale e vide il muro per le terre, e il muratore lì che si grattava la testa; e [...]

[...] capelli dopo. Spesso non basta misurar cento e tagliare uno, figuratevi un po' tagliare senza misurare affatto! XCIII. Un'anima levata dal [...]

[...] Purgatorio Ora, se non vi siete straccati o noiati a leggere e a starmi a sentire , vi conto quella che una povera donnetta fece a un bighellonaccio di [...]

[...] contadini che han sempre un branco di figliuoli e pochissimi assegnamenti; e questo che io dico, quando andava alle case, chiedeva la limosina con [...]

[...] bisognava rigarci. Lui, lì sull'uscio, comincia a fare un discorso lungo 1 ungo sulla religione, e sulla carità, e sulla sua gran miseria, e finiva [...]

[...] sempre col ritornello: «Ogni elemosina che si fa a un povero frate, si leva un' anima dal purgatorio». Per appunto pochi giorni avanti era morta una [...]

[...] elemosina a un povero frate, leva un'anima dal purgatorio». « Povera Menichina! se tant'è, per me non ci deve stare neanche un minuto a soffrire!» Va [...]

[...] fame, picchiate pure, chè un boccon da mangiare, grazie a Dio, non ci è mancato mai per nessuno, e ci sarà anco per voi; ma colla bisaccia e col [...]

[...] barilozzo non i ci affacciate più, perchè questo è un abusarsi troppo della gente!» Brava vecchietta, caspiterina! mi garba e gli vo' bene! Volete [...]

[...] vuole occhio, se no il bene doventa male, e si fa peggio». La risposta che dètte Bùrico a prete Nòccolo sarà un po' troppo ardita, ma se la meritò e [...]

[...] gli stette d'incanto come la collana alla sposa. Questo prete Nòccolo era un pretonzoletto buono assai, per dire la verità, ma curioso insino alla [...]

[...] sul pulpito o all'altare. O bè, un giorno si accompagnò con Bùrico giù per lo stradone. Bùrico è un ragazzo un po' scapestrato, un po' sventatotto [...]

[...] sei con un piede nell'inferno!» E Bùrico subito, tun tnn. «Basta che mi rimanga. fuori quell'altro per dar dei calci nel deretano a lei la prima [...]

[...] , scusatemi, volevo dire a quel bel calduccio del sole colle spalle appoggiate a un muro di mezzogiorno aspettando l'ora del votapentole. C'era [...]

[...] anche Luvigino, che aveva avuto l'erba cassia dalla dama pochi giorni avanti, e non aveva parole fatte, ma stava lì immusato e nero come un tizzone [...]

[...] è alla disperazione, quando ....» - «Sei disperato? Pogo male, c'è il rimedio pronto senza spendere un centesimo, gratis et amme Dei! Schiaffati [...]

[...] giù dal ponte!» - «Schiàffatici tu, schiaffatici, se ti pare d'esser campato assai, se ti ....» - «Di che hai paura? d' 'un restà sul colpo? Te [...]

[...] una pistolettata! Vai giulivo che i denti non ti senton più!» - «Leva l'unto, leva, moccolone, chè 'un c'è più polenta! Fammi la strada tu, per [...]

[...] vedere come si fa! Io son disperato, sono, ma la vo' vedere infino in fondo, e chi campa un anno vede tutte le feste, vede!» - «Ho capito, sei anco tu [...]

[...] quello mi svagò un forbicio il Bello di Brancoli, quando si volse ammazzare. Lo chiamavano il Bello da tanto che era brutto: un viso che faceva [...]

[...] imbrogliato tutti, e che faceva la pelle a qualcheduno, o se la faceva per sè. Infatti un giorno che il diavolo l'aveva acciuffato peggio del solito per [...]

[...] casa coll'idea positiva d'appiccarsi. Monta in camera; 'spetta che tutti siano fuori, pianta un bellissimo chiodo in un trave, e ci ferma un capo [...]

[...] . Scendeva adagio adagio, uno scalino dopo l'altro attaccato sodo al bracciale, chè non gli avesse a scrullare un piede, e quando arrivò al punto che [...]

[...] , ma quand'ebbi il laccio al collo, tutt'a un tratto mi parve 239 di vedermi lassù pendolane, con un palmo di lingua fuori, e cogli occhi sbuzzati [...]

[...] .... nero! ... E io volsi un po' provare come mi faceva a morire a pogo per volta!» Disse allora Giannotto: - «O dagli un po' del billo via! La [...]

[...] prudenza 'un è mai troppa disse quello che per montare in sul letto si sputava nelle mani e pigliava la rincorsa! Altro è parlar di morte, altro è [...]

[...] accostò una seggiola e gridò serio: «Largo, gente, di sotto, chè ecco Brogio!» lui gli disse: «Serra la finestra, scia bigotto! 'un lo senti come [...]

[...] mondo finisce colla tu' dama? Morto un papa, si fa un papa e un cardinale. Ti sgomenti a donne? Eppure lo sai che se si venisse a una spartizione [...]

[...] ronfa sempre come un ghiro; ci mette un'ora a vestirsi, istupidita così dal gran dormire, e poi si pianta lì accovacciata sopra una seggiola colle [...]

[...] dimenar e le ganasce è l'asso, sempre col ciàncico in bocca, sempre colle robbine buone in sacca; finirebbe una barcata di quattrini in un mese: di [...]

[...] quella casa; indovina un po'? S'era fatta una canna forata di cima in fondo, una tromba lunga, la piantava di sopra dal manfano della botte, e lì [...]

[...] votato dentro la cenere e non ci man cava altro che versarci su la lisciva bollente. Tutto a un tratto gli chiappa la voglia del vino, e non aveva [...]

[...] neanche un soldo 242 alla mano. E lei che ti fa? Ti rivuota il ceneraccio e va a vendere la cenere per cinque soldi e ci compra tanto vino e lì [...]

[...] metteva lì e si cominciava a attastare la gola, e poi tossicchiava e spurghicchia va adagio adagio e diceva: «Ho un gruppo di vermi qui alla gola [...]

[...] , ce n' ho un nodo grosso grosso e non mi vogliono andar giù; dammi un po' un bicchierino di rumme, gli fa buono!» e in una gozzata giù il [...]

[...] bicchierino! Dopo pochi momenti andava a un'altra bottega e faceva lo stesso discorso e bevi un altro zozzìno! e così le girava tutte, tutte le mattine [...]

[...] . Per tutto il tempo che campò ebbe sempre il gruppo dei vermi alla gola e morì bruciata come una stoppa dai bicchierini». XCVII. Un perdono di [...]

[...] quello si suol dire che la coscienza va e viene come la bazzerana. Eccovene un bell'esempietto. In un paese su della montagna c'era un uomo alto [...]

[...] , grosso, nerboruto e prepotente, che a forza di riffe s'era fatto nn mucchio di nemici; ma lui pareva che se la ridesse, perchè aveva un braccio che [...]

[...] . Infatti due di quelli che ce l'avevano di più, si messero d'accordo, s'appostarono dopo un prunaio accanto a un viottolo, di dove sapevano che quel [...]

[...] bravaccio doveva passare; e quando gli fu di contro, schizzan fuori come un lampo, lo buttano in terra, se lo caccian sotto che lui non fece neanche [...]

[...] a tempo a accorgersi dell'assalto e poi bòtte con un pilloro per uno in mano e lì botte dove còglie, còglie! Lo frollarono, lo macinarono come il [...]

[...] lì con mille rimedì lo fecero rin venire; ma pareva che spirasse da un momento all'altro. Subito venne il prete e gli si mise attorno per [...]

[...] se campo, ci rivedremo nella macchia. Un morto e nn galeotto!» - «Ma guardate, con queste disposizioni io non vi posso assolvere; pensate [...]

[...] all'anima; da un momento all'altro vi potreste trovare davanti al tribunale di Dio; bisogna che perdoniate». -- «Sì, se muoio gli perdono, perchè chi [...]

[...] esortare in tutte le maniere, e lo scongiura va a perdonare per amor dell'anima sua, chè il perdono è un obbligo espresso, chi non vuole andar [...]

[...] mercato coll'asino e col figliuolo. Un contadino andava alla fiera in un paese distante, e ci volle menare anco un su' figlioletto di sette o otto [...]

[...] di gente che trovano, principiano a sentir dire: - «Mi garba, per mio santo!, mi garba in verità! Chi è il primo prossimo? sè stesso. O dategli un [...]

[...] po' del minchione, via!» - «Almeno un po' di riguardo all'età, non foss'altro!» - «Lasciateli piuttosto a casa i ragazzi prima di trattarli così [...]

[...] sarebbe finita, e si potrebbe passare a quell'altra; ma io ci voglio appiccicare un po' di strascico, per provare sempre più che la novella è vera e [...]

[...] male, e là è peggio. Se per un esempio state a voi e non v'intruppate colle combriccole per le bettole e per l'osterie: - «Orso! Bufalo! Ha paura di [...]

[...] spendere, di rimetterci un tanto; l'avarone! Quanto si crede di campare? Per chi li serba? per i nipoti?» Se cercate di stare un po' allegri, e [...]

[...] levarvi ogni tanto due pensieri dal capo con un bicchiere di vino: - «Bella guida di casa! Bel padre di famiglia! I figliuoli e la moglie a casa a fare [...]

[...] Madonne; per un quattrino cià l'anima al diantiue. Guarda lì come si strapazza, come s'arrandella la su' vita! E quando si pensa di godere? quando è [...]

[...] vecchio o quando è morto sulla bara?» Se poi ogni tanto fai una gita, o festi qualche santo o fai un po' di luneddiana: - «Guardatelo il fannullone [...]

[...] , il bighellone. L'arte di Michelaccio sì che gli piace, mangiare e bere e anelare a spasso; ma Duralla era un gran santo. Ci ha la polla in casa [...]

[...] i gambi; ora li butta via, ma un giorno poi li cercherà col moccolino!» Si vede proprio che la gentaccia del mondo non può veder nulla senza [...]

[...] essere un po' ravviato e pettinato: - «Eccolo il damerino in tutta crusca! Eccolo il figurino di Parigi! Uhu ! ! quanta ne fa! Come si stima ! Povero [...]

[...] specchio, chi deve guardare in faccia! E dire che si pensa che tutte le donne gli muoiano dietro! Povero pane, a chi ti lasci mangiare!» Un altro [...]

[...] , puta il caso, studierà un po', anderà alla scuola per imparare qualche cosa; eccoti subito: - «Largo alla dottoressa! Largo alla professora! La [...]

[...] mai un libro: - «La micciona, ii oo, ii oo! non sa nemmeno l'abbiccì. Com'è fatto l'o? Non sa fare neanche l'o che si fa con un cannello! Per nulla [...]

[...] Ghita! Quella lì se ne va al macello addirittura. Gli mancavano corde in casa per appiccarla, che la danno nelle mani a quello lì? Quello lì è un boia [...]

[...] mio t'amo e ti vo' bene! e quando sarà finita, sentirai beghe, e che bòtte han da volare! Per quella ragazza lì il bene stare è finito. E poi è un [...]

[...] ; e quando poi l'hanno scolato, la su' anima la metterebbe di contro a un mezzo franco per poter rifar razza. In galera ce n'è di meglio mille volte [...]

[...] ; ogni strada ci ha un ripesco. Questo però ha di buono, che il vino non gli piace... quando è cattivo. Che è che non è, lo riportano a casa in due [...]

[...] arriva uno con un pugnotto, quello non ha più bisogno di dottori. E tanto moglie l'ha trovata anco lui. Bisognava essere più disperati di lui però, o [...]

[...] ! Pover'uomo! Non gli riman altro che attaccarsi un pietrone al collo, e buttarsi in un profondo. Ma è cieco, o fa vista? Piglia 253 quella lì [...]

[...] stoccafisso e baccalà». Io non la piglierei neanche per ispauracchio alle passere. Ma almeno avesse un po' di maniera! Brutta e dispettosa. Almeno [...]

[...] . Quelle son lingue! Taglia e cuce e spazza sette forni in nna volta sola. Non ci è pericolo che traligni, è su' madre nata e sputata e nqn ne perde un [...]

[...] il vento quando nascette. Sua madre si scordò di fargliele. Ma gua'! ... fosse di buona famiglia, transeat, chiuderei anche un occhio, e vada per [...]

[...] pigliare un po' di gallo, e vedrai a che usanza te l'accomoda. Colpa sua, mammalucco! l'ha voluta bella, e bella l'ha presa. Poi metterà in tavola le [...]

[...] d' inverno. Bella moglie mezzo paradiso ... e mezzo pane. Oo! per questo quella lì è una di quelle che a un bisogno lo guadagnano anco tutto il [...]

[...] quella brutta arpia lì. Se io l'avessi attaccata a una gamba, me la mozzerei. - Già se un mio figliuolo avesse voluto pigliare una donna come quella [...]

[...] quelli della culla e tutti i giorni che ha piovuto. Poera mimma!, mettetegli un ditino in bocca, per vedere se spunta anche i dentini !... La gallina [...]

[...] mugellese ha cent'anni e mostra un mese! Sarebbe stata di leva con Cecchino della Mea che ha già finito il soldato, figuratevi! Ne ha più di una [...]

[...] dozzina per gamba, più che meno. A me mi passano, poi! a lei non lo so; ma è un bel pezzo che la conosco Ghita, se un si sghita! ... E poi l'ho pur [...]

[...] regina. Ora accadde che s'ammalò e venne a un caso di morte, ma lei non ci aveva neanco un pelo che ci pensasse. Subito fu fatto venire il prete [...]

[...] che l'assistesse, l'avvisasse del pericolo e a poco per volta ce la preparasse. Una sera, fra gli altri discorsi, per tastarla un po' gli disse: - «E [...]

[...] infatti era un pover'uomo tribolato in canna e più in terra della porcacchia. Allora il prete la cominciò a prendere per le buone, la fece lunga, ma la [...]

[...] ' corbelli!!» C. Il Gomitolo della vita Questa novella qui non è di quelle nostrali, ma me la contò un lucchese che era stato non so mai quanti [...]

[...] anni in America, a Nuovajorche, e precisamente a Broccolino, diceva lui; e l'aveva imparata da un prete inglese d'Inghilterra, che spesso andava a [...]

[...] veglia in casa sua. Quel lucchese, più che altro, me l'abbozzò, e io alla meglio e alla, peggio l'ho rifatta così: C'era una volta un signore e una [...]

[...] signora molto ricchi, moglie e marito, che avevano un bambino, quello solo. Figuratevi se gli volevan bene e se 259 ci badavano! Non avevan [...]

[...] come un tallo di rosa. Ci avevano lì accanto alla casa, al palazzo, via, un bellissimo giardino, dove ci erano tutti i divertimenti; e il più stava [...]

[...] di quelli che lo chiamavano, o della mamma, o di chi altri si fosse, diceva: «Se sapessi un po' già fare a leggere e a scrivere! Ecco qui, ora [...]

[...] . Fossi un po' già come il tale, che legge e scrive ammodo, come mi vorrei divertire cli più!» Ora un giorno successe che l'avevano già chiamato due [...]

[...] volte, e lui non si sapeva risolvere a staccarsi da un bel cavallino di legno, e rimuginava fra sè e sè di quei pensieri lì: quando a un tratto gli [...]

[...] apparve un genio, un angelo, via, rilucente, bellissimo, con certe ali d'oro ... bello, bello, bello! Gli si presentò davanti 260 e gli disse [...]

[...] , stammi a sentire, e fai bene attenzione. Guarda (e intanto gli mostrò un gomitolo di filo) questo è il filo della tua vita. Se tu lo sdipani, se tu tiri [...]

[...] subito. Restò lì pensieroso un pezzo, poi andò a rimpiattare il gomitolo, e corse dove l'avevano chiamato. Il giorno dopo eccoci alle solite [...]

[...] : divertimento e poi studio: lui si annoia va, e disse fra sè: «Ohe sarebbe se sfacessi un po' poino di gomitolo?!» Va, tira un poco il filo, ecl eccotelo [...]

[...] su un giovanottino ammodo e verso; coi calzoncini sempre corti, ma leggeva e seri veva puntnalmente e bene. Com'era 261 contento! Almeno eran [...]

[...] finiti quei bastoni e quei ganci e quegli scarabocchi di prima! Gli pareva d'essere un principino; anco lui cominciava ad avere un po' di voce in [...]

[...] un'altra noia! Dopo un poco di tempo non ci si poteva più vedere nè patire. Diceva : «Fossi come il tale! Potessi andare anch'io all'Università! Che [...]

[...] corti! Buon per quelli che portano i calzoni lunghi! E questi benedetti principì della grammatica ... !» Va al gomitolo, tira, e si trova un [...]

[...] , e tutti lo ammiravano. Uh! che piacere potere andar solo fuori da tutte le parti, franco e spartito, senza tante guardie! gli pareva un incanto [...]

[...] , un paradiso! E che figura facevano ai suoi occhi quelle giovinette, quelle signorine di quattordici e quindici anni che gli 262 fiorivan [...]

[...] all'amore con una, gli sarebbe parso di toccare il cielo con un dito: «Quanti dei miei compagni hanno un'amante, e io no! Come sono felici, e io che [...]

[...] : «Avessimo 263 un po' anche noi un bel figliolino come tanti altri! Come mi parrebbe d'esser felice con una nostra creaturina fra le braccia! Che [...]

[...] gioia! vedere un nostro bimbino che ride nella culla!» Una tirata di filo, ed ecco si trova a essere padre del più bel bambolino che si potesse [...]

[...] non n'ha nessuno. Stavano sempre in paura che da un momento all'altro gli dovesse mancare. I bimbi sono come i fiori: ora sono belli freschi e fra [...]

[...] poco appassiscono e muoiono. Tira un altro poco di gomitolo, e si vedono tre o quattro folletti di figliuoli saltellare dintorno: chi strilla, chi [...]

[...] ride, chi fa le mattie; e poi la casa sempr e sottosopra, sempre tutta un laberinto. «Ah! se fossero un po' tutti sbozzolati, e tutti belli e [...]

[...] ». Va al gomitolo, e in un batter d'occhio sono tutti grandicelli tanti ometti e ragazzine per benino. Con che occhi li guardavano il padre e la [...]

[...] , la vita e la morte sono nelle mani di Dio. A un caso di noi, poveri i nostri figliuoli! Specialmente quelle ragazze. Le ragazze sole per il mondo è [...]

[...] condizione da pari loro. Quello fu un vero giubbilo per il padre e per la madre; ma nel vedersi rimasti lì soli si annoiavano. «Se ci fosse almeno [...]

[...] qualche nipotino! Ci servirebbe di spasso in questa solitudine. Così pare d'essere in un deserto». Tira il filo, e il nipotino desiderato non si [...]

[...] fece aspettare, anzi due o tre, e quello fu un grandissimo sollievo per il nonno. Ma intanto nel voltarsi gli venne fatto di guardarsi nello [...]

[...] , e anche lui terminò di vivere. Indovinate un po' quanto era campato? Neanche bene bene un mese, neanche trenta giorni!! E quel ministro che [...]

[...] mese e l'anno, per goder subito quel piacere che ci apparisce lontano. E poi ne ricavava anche un altro discorso, e era questo: che la vita [...]

[...] mezz'ora là, un giorno qui, e un altro mezzo giorno più giù, e se ne fa tutta una somma, si verrà giusto a formare una trentina di giorni, e neanche [...]

[...] tanti. Ecco quello che si gode! Da un desiderio passiamo a un altro, senz'essere mai contenti del tutto, e così da uno ad un altro, da uno a un altro [...]

[...] . Accademia Lucchese, Tipografia Giusti, Lucca, 1801. Abusione. Abuso. La parola è impropria, ma è un briaco che parla e crede di parlar bene [...]

[...] Alluciare. Guardare con premura intorno intorno. Ammicciarsi. Buttarsi giù svogliato come un miccio, cioè come un ciuco. Antenati che verranno. Errore [...]

[...] spesso è un nomignolo. Ciciorana. La Cretinopoli dei Lucchesi. Altrove direbbero: Cuneo. Cimìgliolo. Cimolino. Cinquinare. Rubare, Volare, Fumare [...]

[...] , Imbroglio, Intrigo. Nel proprio e nel metaforico. Gallicano. V. Barga. Gambo. Gambo d'una seggiola, d'un letto ecc. La rimanente Toscana: Gamba [...]

[...] . Parti estreme di un paese. Gronda gronda. Gronda, estremità non solo del tetto, ma di molte altre cose come: vigne, selve, paesi ecc. Gronda gronda (da [...]

[...] degli uccelli. Impagliata. Festa contadinesca, quand'è nato un bimbo. Impocciato. Su bello dritto sulla persona. Incapponita (Pelle ). Pelle d'oca [...]

[...] . In que' pressi; in quel vicinato; lì attorno. Lèmbe. Lembi. Parti estreme d'un vestito. Ligiare. Accarezzare, Adulare. Anche Fanf. Lillare. Ilare [...]

[...] . Lucia. Recipiente di terra cotta. Nelle campagne livornesi e pisane vaso di terra cotta, con un manico e un beccuccio, da tra vasare il vino. 275 [...]

[...] . Specie di gnocco di farina di granturco. Metato. Seccatoio delle castagne. Mezzi. Vie traverse per i campi, da un punto a un altro non andando per le [...]

[...] accanto al pallino è buona e il levarla è un rovinare il giuoco. 276 Pampino. Bandolo. Pappà. Babbo. La forma nostra conserva la doppia consonante [...]

[...] etimologica e non è un francesismo, credo. Pappagnone. Sgrugnone. Colpo nel viso. Pappazzucco. Mammalucco, Babbuino, Balordo. Parerebbe. Parrebbe [...]

[...] . Nel testo però è un nomignolo. Pendana. Trecciaia. Festone. Tralci di vite tirati da albero ad albero. Personaccia (Quella). Eufemismo. Il Diavolo [...]

[...] errori plebei si dice che parlaporcivile; è un bel giuoco di parola da porci e civile. Presciutto e Presutto. Prosciutto. Anche Fanf. Prima Dio [...]

[...] . Razzaio. Punto di un fiume dove l'acqua scende da una piana a un'altra piana. Ravvediamo (Ci). A rivederci, cioè: io dico: Ci ravvediamo a tutti . Reato [...]

[...] . Ricentellare. Ricisa o Recisa. Strame tritato per le vacche. Segato. Rimbozzolito. Tutto raccolto e raggomitolato come un bozzolo . Rimmattuccire. V [...]

[...] . Sciancare. Scoscendere, Staccare un ramo a forza. Scimmia. Sbornia. A Pist. Lùcia. Anche in Spagn. Pillar una mona. Sciograre o Sciovrare. Scegliere [...]

[...] . Sghescia, Lupa, Gran fame. Sìpia. Rabbia, Sdegno, Cruccio interno. Smanaccare. Gesticolare. Smarmocchito. Rintontito. Intronato e stupidito da un [...]

[...] . Ventipiovolo. Gran bussata d'acqua e vento. Verte (Quello 'un). Non modifica, non muta, non cambia il fatto. Via Via significa pure: Molto, Affatim [...]

Cattermole Evelina (Contessa Lara)
Storie d'amore e di dolore
29 1893 - Provenienza testo: Scansione Biblioteca Regionale Universitaria di Catania, txt Fondazione Verga 705 occorrenze

[...] . PROPRIETÀ LETTERARIA Stab. Tip. Ditta E. Trevisini, Via Larga, 13. ILEOTIFO I. Il giardino, un piccolo quadrato di pochi metri, era ingombro di [...]

[...] vegetazione dei nostri paesi. Sul muro dirimpetto abbarbicavasi un gran velo d'edera, pittoresca tappezzeria dal fondo oscuro, in mezzo a cui dei tralci [...]

[...] da un gran casamento, butterato di finestre e di terrazzini, fra' quali eran tése lunghe e multicolori ghirlande di panni lavati. Tale l'interna [...]

[...] affittacamere sogliono offrire ai loro inquilini; col letto di ferro a un posto senza baldacchino, un vecchio canapè dalla tinta incerta, l'armadio di noce [...]

[...] a specchio eguale al cassettone, un tavolino, delle sedie e un'unica poltrona: tutta roba senza carattere, senza valore, senza ricordi, dove la [...]

[...] dato l'indirizzo d'una strada e d'una casa, 4 senza nominar nessuno. C'era da far delle nottate a un infermo: ecco tutto quel che sapeva suor [...]

[...] superiora, suor Istituta aveva assentito con un semplice cenno, che fece inchinare l'ali bianche della sua cornetta, ed erasi recata al posto dove [...]

[...] la chiamava il dovere. A pena mise piede nell'ingresso della casa mobiliata, una zaffata d'acido fenico le riempì le nari e la gola; ma era un [...]

[...] odore che non le faceva nausea: lo respirava quasi sempre. 5 Un soldato di marina, alto e muscoloso, con le spalle quadrate d'un atleta, scalzo [...]

[...] fantastica: da che la lampada da notte, posata a terra in un angolo, concentrava tutta la sua luce in quell'unico punto, dove un fascio d'armi [...]

[...] intorno lo sguardo esperto, fissandolo un momento su 'l corpo lungo disteso che sollevava ritmicamente le coltri col respiro affannoso: il malato era [...]

[...] cosa un piccolo termometro clinico che segnava quaranta gradi e nove. Strinse le labbra ed inarcò le ciglia. Il marinaio le stava rispettosamente [...]

[...] l'ordinanza, raffrenando la propria voce, come chi osi toccare a pena uno strumento troppo sonoro. In quel punto l'infermo si mosse con un 7 mugolío [...]

[...] doloroso, quasi infantile; tentò invano di rivoltarsi, e con uno scoppio di voce soffocata, gridò: - Pronti a virare! - poi di lì a un poco [...]

[...] poteva, un diluvio di notizie confuse e non richieste addosso all'infermiera, che ascoltava, in piedi, contentando l'altra, ogni tanto, d'un cenno [...]

[...] o d'un monosillabo. - Io, vede, - dichiarò, - ho preso in casa questo signore perchè me l'ha mandato un signore ch'è stato due anni mio [...]

[...] .... Arrivò bianco come un cencio di bucato, con gli occhi 9 stralunati. Che cosa avesse, Dio lo sa. Basta; la disgrazia è toccata a me, e da una [...]

[...] mandata dal ministro, cioè dal capo sezione; e difatti era venuto un fratello del malato, un pezzo d'uomo biondo; ma anche lui pare che avesse molti [...]

[...] realtà sono assai delicata; guai, se mi strapazzo un po' più del solito! Mi pigliano certi dolori nervosi da non resistere; e nella mattinata [...]

[...] , se lo crede, m'è venuto perfino uno svenimento.... Con questo caldo, poi! Ecco perchè d'accordo col medico, un bravo professore se ce n'è [...]

[...] offesa. Suor Istituta scosse negativamente l'ali della cornetta inamidata. 11 - Grazie, grazie - mormorò. - Noi non accettiamo nè pure un [...]

[...] bicchier d'acqua. - - O perchè? - mormorò la schiattona. - La regola - disse, con un breve sorriso e senza altra spiegazione, la monaca. Poi con una [...]

[...] casa si ritirò finalmente. L'infermo, che in quel frattempo erasi assopito, tornò di nuovo a lamentarsi. Allora suor Istituta, guardato un oriolino [...]

[...] vaga e dilatata su quella ignota figura di donna, così prona sopra di lui da sfiorargli quasi il viso col petto. Tutti e due si fissarono per un [...]

[...] . Cominciava la veglia. 13 Seduta sur una poltroncina bassa, in disparte, d'onde alzavasi a quando a quando per apprestar qualche farmaco o dare un [...]

[...] finestra socchiusa s'udiva soltanto venire a tratti un lievissimo fruscio d'aria mossa o d'insetti tra le fronde inselvatichite 14 del piccolo [...]

[...] giardino; ma subito tornava a regnare più che mai grave il silenzio. — Il mare è d'argento! — balbettò l'infermo — Incantevole!... Un quarto [...]

[...] gli apparisse come un bene supremo, forse l'unico rimedio per non più pensare, per non più patire. La suora seguitava a sgranar lento il [...]

[...] , a momenti vaneggiava, ricordando con frasi incoerenti e tronche qualcuno de' paesi da lui visitati ne' lontani viaggi, e un suo amore, che [...]

[...] , forse, più della febbre gli bruciava il cuore e le carni, fatto com'era di delicata tenerezza e di desiderii brutali: un vero amore da uomo di [...]

[...] di dolore, passò molta parte della notte. A un tratto, l'infermo, allontanando con 16 violenza le coltri di su 'l petto, prese a dire [...]

[...] affannosamente: - Orribile!... orribile.... il riverbero su la sabbia!... Scotta gli occhi... il cervello, la gola! Ondeggia tutto.... Oh, un pozzo, Dio [...]

[...] mio!... Una goccia sola... Brucio!.. L'acqua limpida... fresca... Oh, Dio!... La monaca introdusse fra le labbra aride del malato l'orlo d'un [...]

[...] bicchiere colmo di limonata dove tintinnava un pezzetto di ghiaccio. Egli bevve avidamente, lungamente, tenendo fissa la pupilla sbarrata, piena [...]

[...] nuovo i loro sguardi s'incontrarono e rimasero immobili qualche momento. Albeggiava. Una luce d'un chiaro bigiognolo penetrava ormai nella camera [...]

[...] , dove le ombre erano scomparse, e la lampada s'affievoliva, 17 gettando a pena a canto a sè un riflesso giallastro su le lame delle lance e [...]

[...] femminile gli aveva procurato un rapidissimo sogno: un sogno seguito tosto da una disillusione. La febbre non cedeva: centigrado più, centigrado [...]

[...] che le forze e la vitalità dell'infermo 18 si consumavano, scemavano ogni ora, come divorate da un inesorabile fuoco interno. Durante lunghe [...]

[...] gonfie e scure, dentro cui appariva tutta nera la sega dei denti: un sudor gommoso gli attaccava a ciocche compatte i capelli scomposti su la [...]

[...] chiamato pian piano, dopo avergli posata una sua mano callosa su 'l cuore, spinto da un subitaneo terrore, avvicinava la sua larga bocca fresca e rossa [...]

[...] a quella povera bocca arsa di moribondo, per assicurarsi ch'ei respirava ancora... Con un muto segno di gioia, subito dopo, volgendosi verso [...]

[...] la suora, accennava di sì; ed ella rispondeva 19 a quel cenno con un pallido sorriso, come per dire: - Non morrà, non dubitare; lo salvo io. II [...]

[...] pendeva a un tempo estatica e sgomenta. Egli ricordava dèi d'oro e d'argento con lunghe corna e innumerevoli braccia; giardini 20 dove le piante [...]

[...] lunghi i capelli come code di cavalli, danzavan lenti, al ritmo di musiche vaghe, tristi, insistenti, un ballo grave e monotono.... Chi potevano [...]

[...] essere quegli dèi? Spiriti infernali, di sicuro; e suor Istituta, vie più stringeva fra le dita convulse gli acini della sua corona, con un senso [...]

[...] come in un guanto nel bruno abito d'amazzone, o s'avvolgeva tra stoffe vaporose, scintillanti di gioielli, in una regale acconciatura da festa [...]

[...] un malato grave, che in vece non c'è proprio più nè speranza, nè fiato. Il paziente giaceva supino, immobile, come nello stupore della morte. La [...]

[...] , gli colava da un angolo della bocca su la guancia, e andava giù a bagnar il cuscino. Ritta in mezzo alla camera, con le mani giunte e le dita [...]

[...] tratti un lieve rumore indistinto fra i rami: 24 una voce incolta, ma penetrante, di donna canticchiava in un casamento vicino una ninnananna [...]

[...] con note lente e tenute. Suor Istituta si scosse, come còlta da una ispirazione. - Facciamogli fare un bagno! - diss'ella al soldato. Il marinaro [...]

[...] la fissò con l'incertezza d'un fanciullo che non sa s'ei faccia bene o male a dir di sì. Ella riprese: - Forse si potrà. salvarlo. Allora tutti [...]

[...] e due corsero di là dalla signora Carmela, a prendere una grande tinozza di zinco, in disuso da un pezzo, e la trascinarono nella stanza del [...]

[...] malato, senza che questi mostrasse d'avvedersi di nulla; poi, mentre un immenso paiuolo d'acqua si scaldava al camino, que' due cominciarono un [...]

[...] fuori de' sensi, abbandonavasi, dinoccolato e plumbeo come un cadavere. 26 Era interamente nudo. Le linee di quel corpo, mirabili quando era sano e [...]

[...] , le tibie emergevano disegnando l'ossatura sotto l'epidermide d'un candor giallognolo di cera, picchiolata qua e là di chiazzette rosse; ma [...]

[...] tanto un ordine breve, un consiglio sottovoce, a deporre l'infermo nell'acqua; e soltanto quando gli ebbe adagiata la testa cadente sur un cuscino [...]

[...] appeso da capo alla tinozza, pensò a tirare a sè un asciugamano 27 buttato lì accosto sopra una sedia e, pudicamente, come una delle tre donne [...]

[...] calore. Egli, appena immerso lì dentro, si sentì correre un fremito dai capelli ai piedi; aprì gli occhi semispenti, già vischiosi, e guardò [...]

[...] attorno come trasognato. - Si sente meglio? - chiese la monaca, piegandosi verso di lui con pietosa sollecitudine. L'ombra d'un sorriso parve sfiorar [...]

[...] le labbra nere dell'infelice; un «sì» più debole d'un respiro gli alitò su la bocca.... In tanto, la febbre era scemata come per incantesimo, e [...]

[...] anche un po' di forza sembrava tornar nelle membra all'infermo, avvivato da sempre più frequenti sorsi di marsala. Quando di lì a due ore il [...]

[...] medico, tolto di 28 sotto l'ascella il termometro, constatò ch'esso segnava appena 38 gradi, stropicciò con un lembo del fazzoletto il vetro dello [...]

[...] , tranquilla e cadenzata, raccontò per filo e per segno l'operazione del bagno al professore, concludendo col dire: - È stato un miracolo. - L'uomo [...]

[...] della scienza tornò a esaminare l'epidermide dell'ufficiale; ascoltò la respirazione di lui, un po' grossa, ma regolare; e dopo ch'ebbe scritta [...]

[...] mettesse in bocca; in altre, invece, era lui che, con un fil di voce rauca e malinconica, chiedeva da mangiare, sempre da mangiare. - È allupato [...]

[...] l'appetito del suo convalescente, il quale stizzivasi come un bimbo delle privazioni che gli venivan consigliate; ma finiva quasi sempre col [...]

[...] sorridere, anche lui, d'un sorriso smorto. - Sono molto cattivo, eh, lo dica lei! - chiedeva egli alla monaca, qualche rara volta che aveva forza e [...]

[...] queste frasi d'umiltà e di rassegnazione un po' rapidamente, a mezza voce, come ripetendo a sé stessa una giaculatoria, che fosse il ritornello [...]

[...] dalla poesia del descrittore. Giammai, un accenno, nè meno il più vago, usciva dalle labbra di lui intorno alla donna così appassionatamente [...]

[...] descrivere un lume di luna sotto l'equatore, somigliante a un meriggio mitemente roseo, nella cui luce diafana disegnavasi qualche pagoda dalle [...]

[...] molteplici cupole che proiettavan lievi ombre azzurrognole, e da quella pagoda, vaporosa come un sogno, emanava un profumo soprannaturale; una [...]

[...] ', sotto quelle piante, come un crepuscolo verde: singolare contrasto, per chi guarda l'isola dal mare, con la luce d'oro che colora in alto [...]

[...] l'esterno del padiglione vegetale, e con la zona sterminata delle acque che la fasciano tutta d'un azzurro di turchese. Un sera, minacciava un [...]

[...] fatta ogni cosa preparata per lui; e finì col bestemmiare come un ossesso, perchè nel versarsi ei medesimo da bere, s'era rovesciato un po' di vino [...]

[...] uno sguardo o un cenno della monaca gl'indicavano. Gli animi, come l'aria, eran gonfi di qualcosa, che aveva bisogno di sfogo. Finalmente [...]

[...] ; da che il malato, per un suo capriccio fisico, aveva assolutamente voluto che la finestra restasse spalancata. - Respiro! Respiro! Adesso respiro [...]

[...] ! - esclamava mettendo un lungo respiro di suprema soddisfazione - Bisognava dunque che l'inferno si scatenasse così, perch'io stessi meglio [...]

[...] , e mugghiò un tuono che parve una cannonata sparata lì accosto... Con un piccolo grido e un involontario balzo a dietro, suor Istituta, colta di [...]

[...] rallegravano da un pezzo, e la sua mano cercò la manina gelata e tremula della monaca. - Che c'è? Ha paura? - esclamò egli in tono canzonatorio; e [...]

[...] soggiunse continuando a ridere: - Ha paura che il diavolo si presenti da vero? - Ella ebbe un brivido per tutto il corpo; un brivido che le [...]

[...] corse giù fino alla punta delle dita affusolate, che l'ufficiale teneva strette. - Paura... no; ma è un tempo... un tempo orribile! - - Un tempo [...]

[...] che mi fa tanto bene! - disse lui - Non è contenta lei ch'io mi senta meglio? - Al bagliore d'un lampo, egli vide un sorriso beato su le labbra [...]

[...] pallide della sua infermiera. Allora insistè: - Dica, non è contenta? - 38 - Non desidero altro... altro al mondo! - confessò ella con un fil [...]

[...] di voce dolcissima. Il malato la guardava fisso, come attratto verso di lei da un fascino nuovo e singolare. Perchè mai era così bianca, quasi [...]

[...] spettrale? Perchè tremava ella tanto, per modo che, appoggiata al letto, gl'imprimeva un lieve, rapidissimo moto? - Mi vuol dunque bene, lei [...]

[...] ?... - La suora mise un altro piccolo grido, come quando lo scoppio della tempesta l'aveva spaurita, ma più soffocato e come interno; si fece il tempo [...]

[...] stesso un segno di croce, svincolando la sua mano dalla mano virile che la premeva, corse a riaccender la candela e a chiudere le invetriate [...]

[...] sè il tenente, con un senso d'ironia dispettosa. Chiese da bere; poi serrò gli occhi, forse per dormire, forse per pensare. IV. Era il primo [...]

[...] giorno ch'egli s'alzava dal letto. Aveva fatto un grande sforzo di volontà, non ostante che la buona nutrizione e le cure costanti, infinite [...]

[...] in una cornice, un singolare 40 contrasto di toni verdi, e mandava un odor grato di terra umida e di piante rinfrescate. Di là dal muro del [...]

[...] desinare. Il malato fissava tutto con la meraviglia di chi tornasse alla nostra vita e riprendesse coscienza delle cose, dopo un soggiorno nell'aer [...]

[...] vano e buio d'un altro mondo, dove nulla avesse visto di preciso, ma di cui gli restasse una estrema, dolorosa spossatezza. Suor Istituta e [...]

[...] l'ordinanza lo guardavano senza osare infastidirlo e stancarlo con domande. Ogni tanto l'infermiera gli porgeva un cucchiaio di marsala, ch'egli [...]

[...] ch'erasi fatta trascinare lì accanto alla finestra. Ma il soldato tornò d'un balzo: era pallidissimo. - Signor tenente! - disse, come se le [...]

[...] la seconda interrogazione, che una figura femminile, alta e giovane, era comparsa su la porta di camera. Un lungo velo bigio, come un vapor di [...]

[...] piedi e correndo a buttarsi al collo della signora. - Come stai? Come ti senti? - chiese ella con un sorriso più leggiadro che commosso. 42 Ei la [...]

[...] rimaneva sempre aperto, lasciando intravedere un tavolinuccio dov'era posata una macchinetta da cucire, di quelle a mano, le meno costose, e [...]

[...] accanto al tavolino una seggiola di paglia. In un angolo, dove neppur giungeva quel po' di luce incerta e quel tanto d'aria proveniente dalla [...]

[...] porta, era un 46 camino dalla cappa nera, di rado acceso, con in giro su la cornice qualche stoviglia sbocconcellata ma lustra per la nettezza [...]

[...] . Dietro un paravento vecchio, ormai incolore, stava il letto matrimoniale a panchette, che aveva a capo un'immagine della Madonna Addolorata [...]

[...] crescere un po' meno rustici delle pecore. Il guaio più grosso della povera, donna era stato, si capisce, la morte del marito, avvenuta l'anno [...]

[...] il clarino in un teatro di quart'ordine, dove gli spettacoli si succedevano senza interruzione. Ma fu, a punto, nell'uscire accaldato dal teatro [...]

[...] l'interno. La moglie aveva un bel dirgli: - Abbiti riguardo; pensa che hai tre creature. L'uomo scrollava la testa, muto, sentendo che [...]

[...] quando gli portarono i sacramenti. Perchè bisogna sapere, che la sera, nel togliersi il camiciotto di tela turchiniccia, per indossare un vestito di [...]

[...] facchino, a lui sembrava di doventare a dirittura un altro. A pena entrato nell'atmosfera tepida del teatro, nella luce viva delle lampade a gaz [...]

[...] quelle ore egli era un artista. La prima sera che rimase a casa, in portineria, passeggiò su e giù, giù e su, un pezzo, dal paravento al camino [...]

[...] sostituito era, secondo lui, un buono a nulla, senza sentimento, senza passione... Bella figura ci avrebbe fatta! Maledetta la tosse! E la tosse [...]

[...] intanto lo straziava, inacerbita da un nodo alla gola, che il malato 51 manco a sè stesso confessava ch'era di lacrime. Così il disgraziato disse [...]

[...] dolori acuti alla spina dorsale, incurvata sotto gli involti che gli parevan di piombo; un sudor ghiaccio gl'inumidiva la fronte e la nuca [...]

[...] , mentre su gli occhi dalla cornea ingiallita stendevasi un velo che lo faceva traballare. Già più d'una volta il principale glielo avea detto: - Non [...]

[...] si grattava la testa, non osando rispondere, a fin di trattenere un colpo di tosse che avrebbe annientata ogni sua denegazione: e faceva uno 52 [...]

[...] meglio, ti potrò ripigliare; ma, ora com'ora, tu lo vedi da te, mio caro. O perchè non te ne stai un 53 po' nella tua portineria, tranquillo, a [...]

[...] riposarti vicino alla famiglia? Non ti mancheranno certo le cure... - Un sorriso d'indicibile tristezza del povero malato mozzò la frase su le [...]

[...] , sor Luigi, quindici franchi al mese per campare in cinque? - Chi sa quante mai volte quell'infelice, sicuro da un momento all'altro d'esser [...]

[...] leggera nuvola di rimorso. Ma quando il facchino, con un foglio rosso 55 da cento lire stretto nella mano madida e tremante, passò oltre la soglia [...]

[...] e quelle cose ei non le avrebbe rivedute più, il mercante tirò un fiato lungo, come chi si leva di dosso un gran peso. Peppe, strascicato che si [...]

[...] portineria, crebbero ogni giorno. 56 Peppe passava ore e ore immobile e muto sur una seggiola, con le spalle avvolte in un vecchio scialle della [...]

[...] , ridevano, si bisticciavano fra loro. Alla Marietta, che aveva sei anni, petulante e pronta a piagnucolare, come tutte le femmine, per un nonnulla [...]

[...] , bastava che Checco, l'ultimo di que' bambini, il quale contava poco più di quattro anni, s'ostinasse a ottener da lei un sasso, una scatola da [...]

[...] cheti perchè il babbo stava male, e la mamma aveva da fare, e c'era bisogno di 58 pace in casa: poi avrebbero mangiato tutti, più tardi, un po [...]

[...] ' più tardi. Fra l'altre disgrazie, Peppe era diventato d'una irrascibilità singolare. Una scodella fuori di posto, un bambino che facesse una [...]

[...] domanda inutile, come son soliti farne i piccini, la moglie che battesse un po' più forte i panni su 'l lavatoio, bastavano a mettergli un diavolo [...]

[...] la famiglia, bestemmiando Dio e la Madonna, come un dannato. Un sospiro lungo, represso, usciva dal petto affaticato della Lucia, povero petto su [...]

[...] 'l quale, non ostante i suoi robusti trentacinque anni, non c'era quasi più avanzo delle solide curve femminili d'un tempo; e la donna, pia [...]

[...] , guarirle da un giorno all'altro, non c'era da pensarci. Il povero Peppe era nè più nè meno d'una lucerna cui manchi l'olio. E pure, chi sa? Dio può [...]

[...] Lucia concludeva, con un altro sospirone, rassegnata, ma straziata, in fine di ogni soliloquio muto ed ingenuo: - Sia fatta la vostra volontà [...]

[...] lì - diceva egli alla moglie - tanto, devo avvezzarmi a non li veder più! Quanto a denari, il foglio delle cento lire era finito da un pezzo [...]

[...] . Allora la Lucia, facendo, come si suol dire, un passo avanti e due a dietro, fu costretta a ricorrere parecchie volte al droghiere, per [...]

[...] , a monosillabi più che altro, a grugniti, i quali avrebbero dovuto significare il rincrescimento del padrone, che riconosceva d'aver perduto un [...]

[...] volta, dopo aver aspettato un pezzo di parlare 63 al principale, che il ministro del negozio, i commessi e i facchini, con tono fra sguaiato e [...]

[...] fradicia di lacrime ghiacce. In questo tempo Peppe si voltava e rivoltava tra i ruvidi lenzuoli, smaniando. Ogni momento batteva un cucchiaino [...]

[...] contro un bicchiere, per chiamar Santino, che si gingillava davanti all'uscio, non andando più a scuola, a fine di assistere il padre quando la [...]

[...] , l'etico domandava ora una cosa, ora un'altra: un cucchiaio di calmante, un sorso di brodo o di limonata, o che gli venissero tirate su le coperte [...]

[...] suo que' piccoli, continui servigi, compensati, per la maggior parte, con un brontolío sordo, catarroso, iroso. Una volta accadde una scena [...]

[...] di sostenersi un po' lo stomaco. Ma quando ei gli portò al letto la chicchera, il malato ebbe uno scoppio di collera, che si tradusse in una [...]

[...] specie di rantoloso ruggito, e diede, più forte che potè, un pugno su le coltri. Il ragazzetto guardavasi qua e là da torno incerto, spaventato [...]

[...] ; non capiva che cosa si volesse da lui. Finalmente il tisico raccolse un po' di fiato e urlò selvaggiamente: - Il... clarino!... - guardando fisso [...]

[...] e per la commozione, lo contemplò un pezzo, rifacendo in cuor suo tutta la storia del suo umile ideale; con grande fatica, piano piano, lo [...]

[...] ebbe come un inconscio sollievo. Il padrone dello stabile aveva fatto ripulire la portineria, 67 e dare a dirittura tre mani di bianco alla [...]

[...] piede. Due o tre di loro facevano da cavalli, con una fune passata alla vita; mentre un altro, tenendo 68 nella mano sinistra l'estremità della [...]

[...] corda stessa e nella destra una canna a cui era annodato un nastro simulante la frusta, guidava; e lì, trottate, scalmanate a più non posso, fra [...]

[...] grida e incitamenti del cocchiere e urlacci de' cavalli scappanti. In tanto un gruppo di maschietti più piccoli giocava a palla, con la [...]

[...] smania di raggiungere i vetri del primo piano: per quel desiderio innato nei fanciulli d'esser nocivi a qualcuno, di distruggere qualcosa. In un [...]

[...] come un fulmine in portineria a cercarvi qualcosa, o pure Checco, andato a gambe all'aria a un urto de' più grandicelli, ricorreva alla mamma con [...]

[...] , stava in quella posizione un pezzo. Lucia gli passava lentamente le dita fra i ricci castagni, gli faceva, con un sorriso beato, il 72 solletico su [...]

[...] , mente era sano; e Santino, serio, prometteva a sua madre di lavorare anche più del babbo, quando sarebbe stato grande; voleva scegliere un [...]

[...] anch'essi a letto: lei dalla parte della Marietta, lui da quella del fratellino, quieti. Un giorno il bimbo tornò a casa sbiancato; intanto che faceva [...]

[...] via ogni cosa; sbuffava, ansimava: un febbrone asciutto e smanioso lo bruciava. - Madonna benedetta! eccoci daccapo! - sospirò la povera madre [...]

[...] immobile, come un masso, senza lamentarsi. Spesso però, chiedeva dell'acqua e, con le pupille chiuse, s'attaccava al bicchiere, avidamente. 75 La [...]

[...] , colpito da un malaccio improvviso, violento; e piangeva a cald'occhi, pronta, magari, a sorridere fra le lacrime, se qualcuno, per farle coraggio [...]

[...] : - Cose che passano. Domani 'un sarà artro, ve lo dico io, vedrete! - Ma la febbre del ragazzo, anzichè cessargli, come si voleva fare sperare [...]

[...] . Quanto alla Lucia, ella non sapeva più che si fare. Ora girava per la stanza, toccando senza ragione un oggetto o un altro, come inebetita [...]

[...] l'Adele cercando di persuaderla. - Cor i' ddestino glien'è un cattio combattere! - E anche le altre donne del vicinato badavano a ripeterglielo: ci [...]

[...] voleva pazienza, non c'era che fare. Pazienza! Bastasse almeno, Signore, la pazienza! 78 Chi n'aveva avuta quanto lei da un pezzo in qua, messa [...]

[...] dall'Adele, dopo aver lungamente osservato con un cerino acceso l'epidermide del fanciullo, lo dichiarò attaccato dal vaiuolo, e consigliò di [...]

[...] gli occhi bassi, dondolò un po' la persona elegante dinanzi a quella disperata; poi rispose in tono cortese: - Fate come vi pare; per me, però [...]

[...] esattezza non c'era da far troppo conto. Era un giovanotto laureato da poco, e più invaghito delle sue fortunate avventure nel mondo della [...]

[...] di preferenza, come ne avrebbe abbracciata qualunque altra, soltanto per non darla vinta al proprio padre, un rigido colonnello de' granatieri [...]

[...] ragazzi e per i vecchi. Un giorno, si raccontava, prima d'avvicinarsi al letto d'una moribonda, aveva gettato fuor dell'uscio la gardenia che portava [...]

[...] piegare il viso su 'l suo bambino e sentirne l'alito cocente, o per mettergli fra l'aride labbra un pezzettino di ghiaccio; quindi ripigliava [...]

[...] l'avemaria; ma un lamento del malato la faceva di nuovo correre a lui, pur troppo, a non far nulla per sollevarlo; e l'avemaria, sempre ricominciata [...]

[...] passato che un quarto d'ora? Quando vide il primo biancheggiar dell'alba, le parve di riaversi, come se anche nell'intimo suo si diradassero un po [...]

[...] ' le tenebre. Dopo le otto, principiò ad affacciarsi qualcuno a chieder notizie di Santino. Le notizie erano le solite: un febbrone da cavalli, e [...]

[...] Lucia, gli occhi sbarrati nel vuoto, accennava lentamente di no, di no, col capo; poi rispose con un fil di voce: - Si vedrà - e accompagnò, fino in [...]

[...] mezzo al cortile, il dottore che usciva. Subito dopo chiamò forte: - Adele! Adele! - Aveva in testa un progetto. Dal giorno che l'antico padrone [...]

[...] biancheria le restavano appena due paia di lenzuoli per cambiare 85 il letto: un paio a dosso, uno al fosso, come si suol dire; l'anello [...]

[...] matrimoniale impegnato ad un montino, Dio sa dov'era ito; ma almeno non aveva fatto delle faccette con nessuno. Quando, però, udì il dottore parlar di [...]

[...] dirne male... E ora.. 86 gli è certo che m'aiuterà; bisognerebbe avere un cuor di macigno per abbandonare una creaturina malata come questa [...]

[...] ... - Pensava anche che, alla peggio, avrebbe proposto al sor Luigi, di farle un prestito, un semplice prestito di cui lo avrebbe rimborsato un poco per [...]

[...] parso un cattivo augurio. - Adele! - chiamò ancora più forte. - Uh! Che c'egli? - gridò la serva, accorrendo alla finestra. - Nulla, nulla. Mi [...]

[...] fate il piacere di starmi un momento dal bambino? Vado e torno. - - Accidèmpoli! Vo' m'avete messa in corpo una paura birbona! Tremo tutta! — fece [...]

[...] d'un anno, ormai, ch'ella evitava anche di traversar quella via: e la grande insegna color di rame, a lettere cubitali gialle su l'alto della [...]

[...] i suoi era mutato tutto, parve mozzarle un istante il respiro. Ma Santino aspettava: ella si fece coraggio: entrò. Il principale scriveva al suo [...]

[...] pregarmi di che? - domandò con freddezza il grosso negoziante, come se non gli passasse per la mente ch'ella fosse lì aspettando un soccorso, una [...]

[...] da un pezzo, che il denaro io lo zappi. Venite sempre con queste storie di disgrazie, di malattie, di morti, che so io, come s'io fossi il [...]

[...] ... - - Non presto nulla - dichiarò l'uomo; e, dopo un istante, poi che Lucia s'era coperto il viso col fazzoletto, per nasconder le lacrime e [...]

[...] famiglie degli altri. Ho le mie faccende, io, e a quelle devo pensare. - Così dicendo, fece con la destra un gesto risoluto di congedo; e tornò [...]

[...] a piegar la fronte rannuvolata su' suoi libri. La vedova lo guardava trasognata: un torpore del sangue, come un formicolío, le invase il corpo [...]

[...] , stizzito da quella noiosa insistenza; e soggiunse, come parlando tra sè: - Maledetto il buon cuore! Se a questa gentaglia si fa tanto di dare un [...]

[...] capezzale del figliuolo, più bianca di un panno lavato, senza dir parola. - Icchè v'avete fatto? - cominciò l'Adele piantandosele davanti con le mani sui [...]

[...] c'è un malato, c'è sempre da fare - quindi salì dai propri padroni, e ridiscese quasi subito, seria, composta. Non pareva più lei, tanto la [...]

[...] due lire ricevute dal droghiere. Al portinaio del triste luogo, un pancione in livrea, dal naso violaceo, ella domandò, tenendo sempre Santino in [...]

[...] : 95 - Sedete lì. - Lucia sedette. Il fanciullo, che pareva un fagotto di panni, restava immobile, pesante, tutto abbandonato. Ella non osava [...]

[...] tirargli su neanche un lembo dello scialle per vederlo in faccia, temendo di fargli pigliar fresco; e ogni momento avvicinava la bocca verso il [...]

[...] capo di lui, e susurrava: - Santino! Cuore di mamma! - Ma la creatura non le rispondeva. Scese, dopo un po' di tempo il medico di guardia, e [...]

[...] via da un infermiere, sua madre gli scoccò due, tre, dieci baci su 'l viso rosso, tumefatto, su gli occhi chiusi, vischiosi. - Madonna santa [...]

[...] Francesco de' Poverelli sorgeva in un punto lontanissimo da quel palazzo de' quartieri nuovi, dove Lucia era portinaia. Ci volevan tre buoni quarti [...]

[...] unica, insistente, fissa simile a un chiodo piantatosegli nel cervello, che la madre si rivolgeva, certe volte persino a voce alta, mentre, pallida [...]

[...] come un cadavere, con un tremor nello stomaco, invecchiata, consumata, tornava a lavorar come prima per gl'inquilini del casamento, correva a [...]

[...] ferma, mettendole nei nervi un convulso insoffribile. E, con la visione netta delle corsie dai muri bianchi d'intonaco, lungo i quali si [...]

[...] potersi esprimere, stordito dall'intensità della febbre, e allungare il labbruccio inferiore nel desiderio d'un sorso fresco; ella sentiva come [...]

[...] scottar su la propria bocca quel labbruccio arido, enfiato; un suono indefinito le portava un lamento ch'ella avea sempre nell'orecchio... 99 [...]

[...] suolo, col capo che le andava per aria, ma più serena d'animo, un po' rassicurata. Di fatti, le notizie di Santino eran sempre 101 migliori. Una [...]

[...] volta, dissero a sua madre che il medico lo aveva messo a un quarto di vitto, poi a metà. Un'altra volta seppe che gli era stato permesso [...]

[...] Provvidenza. Un giorno, la superiora delle monache addette all'ospedale, le disse che il bambino, ormai perfettamente ristabilito, non avrebbe certo [...]

[...] tardato a uscire. Quel giorno, prima di tornare a casa, la Lucia non seppe resistere al desiderio di fermarsi da 102 un merciaio che conosceva, a [...]

[...] pigliarsi quattro metri di frustagno marrone, per farne un vestitino nuovo a Santino. Fissò di pagarlo un tanto il mese. Ora che non aveva più [...]

[...] da perder tempo in queste gite, poteva guadagnare qualche altra cosa; poi le si presentava un nuovo provento: era venuta ad abitare un [...]

[...] quartierino del palazzo una giovane sposa incinta, moglie d'un tenente, la quale voleva la Lucia a mezzo servizio, non facendo ella quasi niente da sè [...]

[...] in casa, un po' perchè non c'era avvezza, e un po' perchè soffriva di quella prima gravidanza. In questo modo le cose sarebbero andate meglio, si [...]

[...] capisce: una spinta di qua, una di là, e la barca va avanti. Tutto questo, la Lucia ripeteva nell'intimo suo, mentre, con un sorriso felice, si [...]

[...] a costole d'un color marrone scuro, compagne al vestito. A un tratto, fu bussato all'uscio: potevano esser le dodici. - Chi è? - fece la [...]

[...] Lucia, che non aspettava gente a quell'ora. - Son io, Trevisani: apri. - Era il tenente: l'inquilino nuovo. La portinaia gli aperse. Un bel giovane [...]

[...] cosa sotto un aspetto di pace. - Coraggio, signora, coraggio! - ripetè 106 più volte alla moglie del tenente, un'esile donnina di circa [...]

[...] vent'anni, meravigliata e sfinita di quel che aveva patito, con la testa d'un biondo cenere affondata fra' guanciali. La sofferente non rispondeva; ma [...]

[...] , affaccendata in torno a quella povera giovane; e mentre le porgeva una tazza di brodo, fatto li per lì con dell'estratto di carne d'un vasetto dal [...]

[...] , tutta rovinata dal vaiolo! Che importa? Per la mamma era sempre bello, bello come un sole! E mentre andava qua e là, dalla cucina alla camera [...]

[...] , figuratevi! ma, poveretta, è novellina, e sa ch'io me ne intendo. M'avreste dunque a fare un piacere, Adele. Andatemi a San Francesco de' Poverelli a [...]

[...] riprender Santino. Tanto, lui sta bene, grazie a Dio, e non ha bisogno di me. Anzi, me lo rivedo a casa tutt'a un tratto... - - Volentieri [...]

[...] d'assentarsi, ma aggiunsero al vestiario di frustagno, che l'Adele portava allo spedale in una pezzuola, un berretto alla marinara, nuovo fiammante [...]

[...] rimanerci più... O dunque? Ma quando, dopo parecchie ore, che le parvero un secolo, ella vide tornare l'Adele sola, sottosopra, tutta [...]

[...] . Aveva dovuto pazientare un secolo: non fa niente; il portiere, un buzzone schifoso che si dava Dio sa che importanza, le aveva significato che [...]

[...] lì era inutile aver fretta, angustiarsi, spazientirsi; facevano come gli pareva; ci voleva pazienza: c'era un buscherio di gente; chi andava [...]

[...] che cosa era accaduto? Questo le stava a cuore. Poi, poi era accaduto che all'Adele avevan 111 presentato un bambino di circa cinque anni, che [...]

[...] lei non aveva riconosciuto. Quello lì, Santino? Ma nè pure per sogno! Era venuto un inserviente, e dopo, una monaca, e dopo anche la superiora [...]

[...] che cosa la si facesse, accorata, con un diavolo per pelo. La madre ascoltò tutto il racconto per filo e per segno, senza batter palpebra; un [...]

[...] un ragazzino; e chiese di Lucia Naldi, quella che aveva un malato a San Francesco de' Poverelli. Il bimbo indossava il vestito color marrone [...]

[...] era larga e lungo: ci stava come in un sacco, goffo, impacciato, malinconico. - Vi riporto il vostro figliuolo, per ordine del direttore - disse la [...]

[...] femmina. - Ormai sta benone e allo spedale non possiamo più tenerlo. - Lucia s'era fermata di botto, come se in un attimo le avessero [...]

[...] bambino alzò lo sguardo un po' selvaggio; poi lo tornò subito a chinare, e rimase muto. Allora la Lucia lo respinse dolcemente: - Non è il mio [...]

[...] , questo? Ditelo voi! - I ragazzi smisero di ridere; squadrarono il nuovo arrivato con atto di diffidenza, poi se ne allontanarono un po' ammusoniti [...]

[...] , facendo segno di no, col capo. 116 - Vedete? Vedete bene che non è il mio! - tornò a protestare la Lucia. L'infermiera insistè un altro poco [...]

[...] faccenda nella quale è immischiato senza sua volontà; e, ripreso per mano il fanciullo da lei condotto, se ne andò con un indifferente [...]

[...] lustro, con sopra mucchi d'incartamenti giallognoli e un calamaio di porcellana bianca dal piattello attaccato, tutto sbocconcellature e [...]

[...] riscuotere, le rimescolava il sangue, le dava come un colpo nel petto e una stretta alla gola. Teneva fissi gli occhi su la porta: una porta mezzo [...]

[...] sgretolata, da cui sperava, a ogni istante, di veder comparire il suo bambino. Ma il tempo passava: nulla, nulla! Dopo un gran pezzo, che a lei [...]

[...] parve incalcolabile, l'uscio s'aperse a un signore di una cinquantina d'anni, alto, con in testa un cappello a cilindro, e tutt'insieme un [...]

[...] un gran numero degli scartafacci accatastati lì sopra. Un plico, un incartamento, chi sa che cosa fosse? lo tenne particolarmente attento [...]

[...] voleva passar dalla gola. - Proprio mi rincresce - continuò l'uomo - ma che volete? c'è stato un errore... Si son messe le corsíe sossopra, per [...]

[...] ripulirle, e questo ha cagionato l'equivoco. Han posta la tabella d'un ammalato a capo al letto d'un altro... e... - Ella lo fissava sempre [...]

[...] di marzo, cioè pochi giorni dopo che ce lo avete portato. - Morto? - chiese lei, calma, con lo stordimento incosciente d'un bue che riceve il [...]

[...] quarantott'ore per rimetter le cose a posto, e farvi avere un certificato di morte in regola. - 121 La donna pareva fulminata. Rimasta ritta [...]

[...] ragazzo hanno ordinato un mortorio decente al bambino vostro, credendolo il loro; questo deve consolarvi. E in ultima analisi, - concluse - con la [...]

[...] morte c'è poco da fare: pur troppo, lo sapete come me. Quanto ai panni, ve li restituiranno, non c'è dubbio: m'impegno io. - Lucia udiva un rumore [...]

[...] covo, che le pareva lontano, lontano, come se, per arrivarci, avesse dovuto far un viaggio interminabile, eterno.MATILDE. MATILDE - Dunque [...]

[...] , non volete esser de' nostri? - diss'ella, piegando sempre la testolina a mo' d'invito, con un bel sorriso che le scopriva una fila unita di denti [...]

[...] momento e che un boccone di più ci rovinerebbe? - - Malanno in forma di demonio tentatore! - le schiccherò Montazzi, lanciandole, con un bacio [...]

[...] pace, senza strilli, senza urtoni, questa povera tazza di caffè... - - C'è anche Mimì d'Oro? - chiese Bertino Fragni accendendo un avana. - E [...]

[...] accompagnatore, un ufficiale, ed aprì per andarsene, la porta del gabinetto riservato, in cui cenavano bonariamente que' tre amici maschi [...]

[...] , desiderosi di star tranquilli. Nel gabinetto a canto era già cominciato un baccano di voci e di risa da frastornare una caserma: baccano caratteristico [...]

[...] e di trine che spariva dietro l'uscio; ne ascoltò un istante il fruscio su 'l tappeto 127 del corridoio; poi, appoggiati i gomiti su la tavola [...]

[...] una cara e santa ragazza? - Bertino inarcò le ciglia ed allungò le labbra con una smorfia buffa imitata da un attore di operette, e Montazzi si [...]

[...] lasciò sfuggire un: - Ah, da vero? - pieno d'educata incredulità. Ma Giulio Sermanni, con la sua tradizionale poesia, quando aveva fatto tanto [...]

[...] d'entrar nel campo del sentimento, non lo abbandonava a quel modo senza un po' di sfogo, e specialmente dopo aver sorbito qualche bicchierino di [...]

[...] più. 128 - Sì, da vero. Matilde dieci anni fa era magra, bruna, palliduccia. Abitava in una stamberga attigua alla mia, nelle soffitte d'un [...]

[...] ragazza, ch'era giornante da una sarta, 129 s'alzava nel cuor dell'inverno verso le sei. Acceso un lumicino che spandeva su l'oscure pareti un [...]

[...] barlume fioco fioco da stanza mortuaria, indossava un vestito a quadrelli che nella notte le aveva servito da coperta, e, ancor tutt'assonnata [...]

[...] , si scioglieva le trecce guardandosi in un pezzo di specchio rotto che s'appoggiava su le ginocchia. Aveva de' capelloni lunghi, folti [...]

[...] , come stretti da una morsa, con un brutto pettihaccio sdentato. Terminata quest'acconciatura, ella si metteva a spazzar la camera, a spolverare i [...]

[...] specie di canile; poi, aperta la cassetta 130 del tavolino, prendeva da un foglio mezzo lacero un cucchiaio di caffè di ghiande, e lo metteva a [...]

[...] bollire sopra un veggio. Questa modo di riscaldarsi lo stomaco era l'unico lusso di Matilde, allora! - Montazzi inghiottì quattro o cinque sorsi [...]

[...] pomposo di cenacolo. C'era un po' di tutto: pittori, scultori, musicisti, uomini politici, e non mancava nè anche 131 qualche poeta di genere [...]

[...] pornografico; però una razzamaglia di buon umore e con un certo bagaglio di talentaccio, più che altro poi di sfacciataggine. On ne doutait de rien [...]

[...] piano intirizzita dal freddo, e ravvolta in uno scialletto a maglia che a pena le copriva le braccia; ma era un amore con quel visino livido sotto [...]

[...] la paglia d'un cappello scolorito e sbertucciato da chi sa quanti acquazzoni, con quelle dita che facevan capolino in cima ai guanti, tutte rosse [...]

[...] per le punture dell'ago e pe' geloni; era un amore tutta impacciata a dissimular sotto le gonnelle troppo corte i tronchi di certi stivaletti [...]

[...] un arpione lo scialletto a maglia e il cappello di paglia, e di mangiar finalmente quel po' di minestra su l'acqua che la mamma avea preparata [...]

[...] . Qualche sera, quando la porta di Matilde s'era già richiusa, io rientravo dietro a lei 133 zitto e cheto nella mia stanza, e mi godevo un [...]

[...] quadretto da innamorare un pennello fiammingo. Al lume d'un mozzicone di candela di sego infilato nel collo d'una bottiglia posta in mezzo alla [...]

[...] lentamente i bocconi; la giovanetta, con una cornice di capelli bruni su la fronte, due begli occhi d'un grigio d'acciaio brunito, allargati dalle [...]

[...] ciglia lunghe, col profilo regolare, si coloriva e pareva rianimarsi al caldo della zuppa fumante. In un angolo della stanza brillava la nota rossa [...]

[...] di qualche tizzo acceso dentro un fornello di terra; a una parete era un'asse con 134 sopra un boccale e de' piatti sbocconcellati ma lucidi [...]

[...] , puliti; più là il letto, con a capo un gran ramo d'ulivo ombreggiante una Madonna di carta colorata e un quadretto nero con una medaglia al valor [...]

[...] diventata più stucca, più rigorosa che mai. E certe volte si metteva a descriver minutamente un abito che avea finito in giornata; era d'una [...]

[...] signora forestiera, chi diceva una marchesa, chi una mantenuta, non si sapeva. - Eh!... Bisogna esser di quelle per aver fortuna! - filosofava tra un [...]

[...] forte, l'antitesi più potente che si potesse opporre a quell'interno miserabile. Un giorno, il proprietario del nostro palazzo fece sloggiar le [...]

[...] ragazza, quando caricavan la roba sur un carretto a mano, stava lì ferma al portone con gli occhi rossi, più muta e più sbiancata d'una statua [...]

[...] che cascasse mai un soldo; po' poi la Matilde doveva guadagnar 136 bene in quel gran magazzino... E la degna portinaia concludeva con una [...]

[...] strizzatina d'occhi: - Quando si è giovani si trova sempre da far bene. - - Dove mai sarà andata a finire la povera Matilde? - mi domandavo io con un [...]

[...] certo senso di tristezza. Passò più d'un anno senza che rivedessi la sartina. Non la cercai, è vero, perchè non c'era nulla di comune tra di noi [...]

[...] d'anni. Alto, con la barbetta ancora biondiccia tagliata corta e un po' calvo, con modi riservati, magari freddi, aveva in tutta la persona [...]

[...] un'eleganza esotica, da gentiluomo russo o svedese. M'era ignoto. La femmina, in vece, mi ricordava un viso da me conosciuto, ma non mi sovvenivo nè [...]

[...] dove nè quando. Bruna, snella, con due lunghe trecce penzoloni su le spalle, indossava un vestito d'ultima moda fatto di seta e di velluto color [...]

[...] lontra: un vestito da signora autentica. Ma in pari tempo erano in lei delle stonature da non isfuggir a un occhio pratico di donne: per [...]

[...] esempio, un cappello con delle penne rosee troppo vistose, e brillanti agli orecchi, al collo, ai polsi; sopra tutto poi una larga striscia nera giro [...]

[...] altri quattro anni e la rividi quando proprio non mi ricordavo più che fosse al mondo, un inverno, di carnovale, ai veglioni della Scala. Ella [...]

[...] ! - aveva filosofato sua madre. Un amico comune mi presentò alla nuova stella, una sera, al Manzoni. 131 Per me pure, in tanto, era girata la [...]

[...] d'una volta Matilde mi ha fatto volentieri da modella per raffigurare qualche baccante. Entrava da me con un incantevole sorriso com'è entrata [...]

[...] avventure amorose, con la franchezza, con l'abbandono d'una folle compagna d'infanzia. - Ma un amore non l'ho mai avuto, sai! - mi disse una [...]

[...] volta facendosi triste d'un tratto; poi scrollò le spalle e soggiunse: - Chi sa se l'amore esiste! - Cosa strana! Matilde non ha mai voluto convenire [...]

[...] genitori. Un giorno, mi ricordo che a questo proposito fui crudele con lei; guardandola fisso fisso le chiesi a bruciapelo: - O della medaglia al [...]

[...] più. Fu la sua sola vendetta, povera Matilde! - Il fragore delle voci e delle risa misto a un tintinnio di posate e di cristalli cresceva 141 [...]

[...] anni fa era un angiolo - pensava Giulio Sermanni. - Andiamo, andiamo! - ripetè Bertino - lo sapete che di là ci aspettano. Accesero degli altri [...]

[...] , Bertino spalancò l'uscio della stanza dove avea luogo la cena ed annunziò il tradimento meditato dal Sermanni. Allora sì che fu un vocio da stordire [...]

[...] al solito, gruppi di femmine ciarliere per cui l'aria rintronava d'un cicaleccio. di note alte e stonate. Erano per la maggior parte sensale o [...]

[...] faccende, per rivolgere ai passanti un'offerta di servizio: - Ci avete da fare un pegno? - - Vi servo io? - - Che cosa mi comanda? Venga, venga [...]

[...] qua! - Molte donnicciuole con fagotti sotto il braccio, avvolti dentro un panno in cui dovrà esser segnato il numero corrispondente alla [...]

[...] come un vecchio fazzoletto che il bucato abbia stinto a chiose, col naso violaceo per le frequenti libazioni, rotondo e lucido per il lieve [...]

[...] gonfiore ch'esse producono. Questi visi gialli come malati per febbre palustre o lividi d'un color di feccia di vino, 147 s'agitavan su certi corpi [...]

[...] di labbra; ma non appena spuntava oltre il cancello nello stanzone d'ingresso una figura un po' meno miserabile, ecco subito le profferte di far [...]

[...] qualche parola quasi sempre sottovoce: e in fretta sparivan poi insieme su per le scale. Passava ora un cameriere di buona famiglia 148 dal [...]

[...] caratteristico viso sbarbato, portando un lungo involto nelle mani, che si riconosceva a prima vista per un astuccio d'argenteria; forse depositato al [...]

[...] Monte per sicurezza in caso di partenza del proprietario, forse per urgenza improvvisa di danaro a causa d'un banco di zecchinette fatalmente [...]

[...] occhi di sotto in su, in 149 cerca di qualche custode da loro conosciuto che accettasse, quasi per carità, un ultimo paio di lenzuoli grossolani [...]

[...] e lisi mezzo nascosti in un giornale; passavan operai con la giacca buttata a traverso su la camicia a quadrelli, un tempo turchiniccia; e [...]

[...] , vistosa, con un cappello 150 dalla tesa ampia, guarnito di una ghirlanda di fiori. A un suo cenno, una sensala le corse incontro e n'ebbe in [...]

[...] consegna un grosso involto dal quale usciva fuori un lembo di sottana a falpalà di seta color di rosa, ornato con trine d'un bianco d'avorio così [...]

[...] doveva averne ventiquattro o venticinque. Un bambinello gracile dalle labbra smorte e dai larghi occhi tondi e spauriti d'un celeste dei più [...]

[...] pallidi, le piagnucolava in braccio, chetandosi ogni tanto per succhiarsi penosamente un ditino. La madre, lei, spaziava lo sguardo stanco per [...]

[...] l'ampia camera, dove era un odor vago di panni muffiti e di polvere, ascoltando macchinalmente gridare dei nomi ignoti in mezzo a quella folla [...]

[...] profondi occhi d'un azzurro più cupo di quelli del bimbo e i folti capelli castagni, divisi su l'alto del capo e recati dietro le orecchie in due [...]

[...] qualche sospiro represso, che usciva dalla metà in là come l'eco d'un singhiozzo, seguitava a stringere il bimbo al proprio seno, la cui curva nè [...]

[...] pure appariva sotto le pieghe della cotonetta nera. Su 'l sedile, accosto a sè, teneva un fagottino che ogni poco tornava a palpare con le dita [...]

[...] voi, vi do da prender un caffè - le offrì una femmina spazientita dalla troppo lunga aspettativa, che girava e rigirava su 'l sedile la larga [...]

[...] turno, la vedova si alzò di scatto, e afferrato l'involto fu a deporlo 154 a un finestrino dove facevan ressa drappelli luridi e petulanti [...]

[...] banco le povere camicie, le restituì alla donna. - Non può darmi nè anche qualcosetta? - domandò ella con un lieve tremor nella 155 voce [...]

[...] doveva fare, Dio mio? Per lei poco importava; quando è finita, è finita. Ma quella creatura innocente, digiuna dal giorno avanti!... Un [...]

[...] posto agli altri! - e già stendeva la mano per prendere il pacco che un braccio di vecchia gli allungava, quando la vedova, rialzata la testa, con [...]

[...] un gesto di improvvisa risoluzione, si levò l'anello, il quale stentava assai a uscire dal suo solco, e glielo porse dicendo: - Prenda questo [...]

[...] del pettuccio convulso, l'orribile parola: Fame! fa-a-me! Finalmente, dopo qualche minuto, che alla poveretta parve un secolo, l'impiegato [...]

[...] , dando alle impalcature biancastre, e segnatamente ai buchi neri delle finestre senza telai, un aspetto fantastico e sinistro. Tutto, in torno [...]

[...] , taceva. Si sarebbe detto che, immerso così nel silenzio, anche esso, l'enorme scheletro, dormisse, se un lumicino rosso al primo piano, non avesse [...]

[...] nitidezza i contorni di Castel Sant'Angelo là giù a manca, ecco, con branchi d'operai, un confuso brusío di voci a poco a poco crescente; chi [...]

[...] chiama, chi intona la prima frase d'una canzone popolare, per troncarla e far qualche domanda a un compagno; chi fischietta; ciascuno mugola [...]

[...] rumoroso lavoro edilizio va innanzi in un'onda sempre più vasta di suoni. Sur un ponte di legno posto al quarto piano, Nanni, il maestro muratore [...]

[...] tempo ch'egli lo andava facendo. A forza di maneggiar mattoni e calce, le mani gli eran diventate più dure e più ruvide d'un muraccio sgretolato [...]

[...] romani, con lembi di conversazioni e canti, con ogni tanto una rissa d'ubbriachi, l'accompagnamento d'un morto, le carrozze d'uno sposalizio o [...]

[...] d'un battesimo, con tutti i suoi drammi intimi e continui, era nata colà, naturalmente, quasi d'improvviso. E quella città nuova, quel mondo [...]

[...] galantuomo non aveva che una passione: la sua figliuola. Ormai era un pezzo che, fuggendo il villaggio nativo su la riva dell'Arno, perchè [...]

[...] insieme alla Rachele. A Roma, la Rachele, d'una bambinuccia tutta ossi e tutt'occhi, s'era fatta un tocco di ragazzona. Non era, è vero, una bellezza [...]

[...] , stremenziti in grossissime trecce i lunghi capelli d'un castagno caldo a ciocche chiare, quasi bionde, come se il sole, cui esponeva la [...]

[...] testolina, glie l'avesse segnata di raggi; il viso rotondo le fioriva di roseo; e gli occhi, alquanto sporgenti, d'un turchino verdognolo, le ridevan [...]

[...] poteva andar a 167 comprare un gingillo per il desinare, senza che garzoni e padroni, tutti i bottegai, non le dicessero qualche paroletta [...]

[...] salata che veniva loro con l'acquolina in bocca. Ella faceva una spallata e un sorriso, e minacciava: - Su, via, servitemi presto o non ci torno [...]

[...] Castello: una povera camera di subaffitto divisa in due da un paravento mezzo sfondato, e andava alla fabbrica dove lavorava Nanni. 168 Era là [...]

[...] dentro un rintronamento di voci, di colpi, d'arnesi in opera che stordiva fin di giù dalla strada. Per una scala esteriore di tavole appoggiate [...]

[...] in lungo, la ragazza saliva al quarto piano col paniere delle provviste infilato al braccio passava, salutando d'una parola o d'un cenno ora [...]

[...] della minestra, per lo più di cavolo, la grossa pagnotta scura, a volte un pezzetto di cacio pecorino, a volte qualche fetta di salame; posava [...]

[...] l'assito o sur un pezzo di muro, rideva e mangiava. - Volete favorire? - era uso a domandar Nanni a chi gli capitava vicino. I compagni lo [...]

[...] ringraziavano, correndo ciascun per conto proprio a buttar giù in fretta un boccone lì su 'l luogo, se c'era chi glie lo portasse; o pure scendevano [...]

[...] vetrata, un frastuono infernale di bicchieri cozzanti, di rauche bestemmie, di numeri vociati all'unisono nel gioco della mora. Finito sino [...]

[...] , interrotti e ripresi con note tremule fuor di tono, Peppe, detto da' muratori romani Scucchia, reggeva scimmiescamente con tutte e due le mani un [...]

[...] dell'epidermide, gli stavan bene e davano alla sua fisonomia un carattere tutto meridionale, che più d'un pittore di tipi popolani avrebbe scelto a modello [...]

[...] eran per lui un pensiero fisso. «Me canuscisti tu, tiranna 'ngrata, me vidi piersu e non me duni aiutu!» Da un anno, cioè da quando s'eran gettate [...]

[...] svegliava fino a quando addormentavasi nel rozzo letto non suo d'un dormitorio pubblico, al Campo dei Fiori, dove sogliono capitar parecchi [...]

[...] e, a momenti, buttava via le coperte e si trovava con la fronte abbronzata madida d'un sudor freddo più simile a quello della morte che a quello [...]

[...] suo grembiule di bordatino a quadrelli. - E chi dice niente? - fece, un po' superba. - Ma se con voi non mi ci voglio mettere? Gli è meglio che [...]

[...] più; e, con le mani sui fianchi, stette lì un po' pensierosa: poi andò a mangiare. Da quel giorno Peppe non aveva più detta una parola alla [...]

[...] ' di viso nero, sarebbe stato più che mai un calabrone! Peppe non rispondeva; ma, a volte, sotto la guancia arsa gli si stendeva un pallor livido [...]

[...] gialle. - Gli è un fetaccio! - aveva detto Nanni, posando, con una scrollata di testa, il bicchiere su la tavola d'un'osteria fuori porta, dove [...]

[...] , la domenica, andavano a far uno spuntino lui e la Rachele. E ripeteva: - Gli è un fetaccio! - tanto più che quel vederselo sempre dietro [...]

[...] un barlume di 178 speranza - io non credo al primo rifiuto d'una femmina. Voglio che lei, proprio lei mi dica un'altra volta, l'ultima volta, che [...]

[...] buon garbo: - A più tardi. - Il vecchio aveva quietamente terminato il suo pasto con la figliuola; Peppe non s'era visto; e più d'un sorriso [...]

[...] faceva tardi. Allora, di vicino a un ponte su cui la Rachele stava per passare tornandosene via col paniere vuoto, sorse d'improvviso il calabrese [...]

[...] , parandosele dinanzi. - Ho da parlarvi - cominciò egli con voce triste e sicura. - Parlate - fece lei senz'altro. - Ho da dirvi che quando un [...]

[...] uomo pari mio, voglio dire un uomo di cuore, ha messo gli occhi sopra una donna, quella donna è come se fosse sua. - Ella fece una risatina quasi [...]

[...] no, un galantuomo, ma... che v'ho da dire? Per me non fate. Gli è meglio che ognun di noi e' tiri per la su' strada... Se no... - Ho capito [...]

[...] , vide la tavola drizzarsele violentemente in contro nel rovesciarsi con lei; 182 e mise subito un altro grido più tenue, più soffocato, a [...]

[...] mezz'aria, precipitando giù con un tonfo sopra un mucchio di calce, di fondo a cui non estrassero che un cadavere sfracellato, bruciato [...]

[...] merlato dei Salviati; e a sinistra, in fondo, di là dal Mugnone incassato tra i macigni, che un ponte snello e arcuato attraversa, il Cupolino [...]

[...] qualche terrazzino dall'aerea ringhiera coperta di fiori, appiccicato da poco sotto una finestra a bassorilievi, come un primaverile nido di [...]

[...] nell'aria e nel sole. 187 I grandi cambiamenti si riscontravano all'interno. L'abbazia, morti o cacciati tutti i suoi monaci, divenuta un bene [...]

[...] si fosse sovrapposto un disegno a stampino a uso carta di Francia, serbavano sempre l'impronta claustrale; abbattuti i tramezzi delle antiche [...]

[...] , accompagnata da una specie 188 di mugghio sordo somigliante alla nota d'un organo; e il gran cortile con in giro la doppia fila di logge a [...]

[...] a dietro di parecchi secoli. Ma l'illusione durava poco. A un tratto una nidiata di bimbi irrompeva clamorosa dall'antico quartiere del Padre [...]

[...] finestre, rispondendo, poi ne venivano di su, di giù, da ogni parte; e fra risa, litigi e grida si stabilivano i giuochi: un gruppo di maschietti con [...]

[...] una processione di fantasmi salmeggianti. A canto al pozzo, in altri momenti, era un fitto cicaleccio di serve; e la carrucola affidata agli [...]

[...] alti ferri ricurvi congiungentisi sotto un gran giglio a trafori, strideva aspra al saliscendi delle mezzine, immerse nell'acqua con un tonfo cupo [...]

[...] e profondo, in quell'acqua usa 190 un tempo a riflettere là giù nel suo specchio verdognolo la figura ascetica di qualche antico servo di Cristo [...]

[...] . Ma dove la badia appariva più profanata che altrove era nel refettorio. Poi che l'immensa stanza non si prestava a pigione per un solo [...]

[...] inquilino e d'altra parte non si poteva dividere in più camere senza sciuparne gli affreschi d'un gran valore artistico, costì la piccola colonia di [...]

[...] que' villeggianti aveva stabilito una specie di Circolo, un luogo di ritrovo per il quale ogni capo di famiglia versava una tenue somma mensile [...]

[...] , consacrata al mantenimento de' lumi a petrolio e al nolo di qualche divano coperto di tela d'America, non che d'un pianoforte verticale. Questa [...]

[...] giornata, e animandosi poi in discussioni municipali e governative. A volte le loro signore ve li raggiungevano, provvedute d'un lavoro [...]

[...] all'uncinetto o d'un ricamo in lana, il quale però andava poco innanzi, lasciando libera l'attenzione a qualche pettegolezzo tutto locale e femminile [...]

[...] vedersi continuamente; le femmine, in vece, con più riserbo, quasi che si fossero sentite tutt'altre in que' vestiti festivi, un po' per la [...]

[...] vanità, un po' per l'impaccio. Allora gli uomini maturi sfoderavano vasti disegni politici; allora le signore passavano minutamente in rivista le [...]

[...] quatto quatto la scaletta interna del grazioso pulpito, e s'affacciava a un tratto di là su con una sonora risata da monello: allora la Madonna di [...]

[...] come per un senso interno di rimpianto irrimediabile. II. Un luogo dell'abbazia rimasto intatto era la chiesa, le cui maestose linee spiccavano [...]

[...] alla maniera del X secolo. Fuor che nell'ora vespertina del rosario, quando un nasale, confuso mormorio di preghiere si diffondeva in torno [...]

[...] santo d'antica terracotta tutto smagliante di turchino e di giallo. E un altro sito pure, non mai stato invaso da' villeggianti, era, dietro la [...]

[...] chiesa, un recinto interno con un portico rozzo e basso da un unico lato: l'antico camposanto dei frati. Qui, a punto come esige la regola [...]

[...] pur ti capacitavi che un tempo codesto luogo avesse potuto avere il suo tradizionale quadrato di bossolo, così ravviato, nitido e 195 regolare [...]

[...] da sembrar un verde rilievo architettonico. Ora mucchi di piante parassite lo ingombravano; la gramigna serpeggiante vi stendeva a fior di terra [...]

[...] , stecchita l'altra, costellati gli steli di fiori dalle miti sfumature, quelli d'un pallido violaceo, questi d'un pallido azzurro, e tutte e due le [...]

[...] , dove la natura sfogava con selvaggia fantasia l'esuberanza della propria fecondità, un punto un po' coltivato appariva in un angolo; chiuso da un [...]

[...] piccolo, 196 informe stecconato fatto di cannucce e di pruni, qualche cesto di cavolo arrotondava costì le sue palle sbiancate, un increspamento [...]

[...] di prezzemolo copriva due o tre zolle, e dentro una pentola rotta, i cui cocci eran tenuti insieme da un fil di ferro, venivan su belle quanto [...]

[...] dirimpetto sotto l'ultimo arco di quel porticato, in una stanza che guardata di fuori si sarebbe detta un covo anzi che un asilo umano. Quella [...]

[...] un forno. In tanto, le sue pareti, a forza di sovrapporvisi strati di sudicio, s'eran ridotte d'un nero giallognolo uniforme, levigandosi in [...]

[...] tavola lunga e stretta, zoppa da un piede, due seggiole dall'impagliatino sfondato, i cui fili spuntavano sotto, e quelle quattro o cinque [...]

[...] stoviglie sbocconcellate, schieranti i grossolani fiorami sur un'asse poco lontana da un fornello di mattoni imbrattato di cenere e di fuscelli [...]

[...] , la libertà d'un deserto e quel pezzetto di terra: non tanto per il bocconcino d'orto che ci avea rilevato, quanto per il comodo che faceva [...]

[...] alle sue galline: da che bisogna sapere che questa vecchia ruvida e solitaria viveva esclusivamente in compagnia d'un branco di galline. Oramai [...]

[...] queste bestiole eran tutta la sua famiglia, tanto più che de' suoi morti non si ricordava nè manco con un Deprofundis; le galline eran l'ultima [...]

[...] adoperati, la vecchia prendeva un bel pennecchio di canapa e s'inconocchiava la rocca; poi, staccato da un chiodo confitto nel muro un cappellone [...]

[...] senza calze dentro un antico paio di scarpe da uomo, andavano innanzi difficilmente e con lentezza. Ma a lei poco importava il passar del tempo [...]

[...] ; filava, inumidendo con un gesto d'automa la punta dell'indice e del medio nella bocca paonazza e cadente; e in tanto le galline, che movevano [...]

[...] in un gruppo compatto col gallo alla testa, beccavano quel che trovavano per terra, scansandosi del pari, tutte assieme, su o giù per un argine [...]

[...] , se s'imbatteva in esse un carro tirato da buoi. Non di meno, rasentando l'aia di qualche contadino, la Rosona si sforzava ad affrettare il [...]

[...] passo, animata da un odio feroce contro le belle sposotte fresche e rubiconde che venivano a strillar su l'uscio per richiamare a casa i bimbi [...]

[...] , cólte da paurosa superstizione alla vista di quel sudicio fagotto di cenci scolorati e rattoppati d'onde usciva un viso scimmiesco, nero e grinzo, i [...]

[...] anch'essi ripercussioni larghe e sonore. Fra gli alberi, qualche uccello cinguettava; saliva dalla terra e dalle piante un odor molle e indistinto [...]

[...] inaridito com'era dall'ignoranza e dagli anni. Posata sur un cespuglio la rocca, ella si metteva curva curva a far legna, mentre le galline, un po [...]

[...] ' più sparpagliate, frugavano sparnazzando tra la borraccina, golose d'un bruco o d'un granello. Così correvano le ore, che la vecchia numerava [...]

[...] passava una fune, ella trascinava il fastello fin su qualche masso sporgente: e piegata la schiena, con un altro sforzo finiva d'assicurarsi su le [...]

[...] riposo: la Rosona su quel canile di materassa, e le galline appollaiate un po' da per tutto, su le spalliere delle seggiole, su 'l fornello spento [...]

[...] galline avessero dovuto morir decrepite nella pace in cui vivevano. Ma no. Con la più giusta filosofia, che non le costava nè pur l'ombra d'un [...]

[...] frettolosa avidità le galline raccoglievano e inghiottivano il granturco, la donna, occhiata quella da sacrificare, a un tratto l'acchiappava d'un [...]

[...] gesto ratto e sicuro. Spaurite, emettendo un chioccío rauco e digradante, le altre in pari tempo si scostavano, guardando con diffidenza la scena [...]

[...] dello strangolamento. E la loro povera compagna, con in gola un lungo 205 e acuto singhiozzo, insistente, a tratti, sotto la mano feroce, un [...]

[...] singhiozzo che si sarebbe detto d'un lattante, si dibatteva, starnazzava fra le unghie della vecchia: la quale, senza punto crucciarsi di [...]

[...] . Poi quel singhiozzo si faceva più flebile, più raro, e finalmente cessava a fatto con un'ultima scossa del corpicciuolo convulso, con un ultimo [...]

[...] becco socchiuso stillava qualche goccia di sangue. Ma la Rosona, presa la gallina su la palma della mano, la soppesava calcolandone a un bel circa [...]

[...] volta, da che erano parecchi giorni che nessun più vedeva la strega con dietro le sue galline, a un abitante della badia venne in mente, passando [...]

[...] visitatori con grida affamate. Gli uomini, con un certo senso d'esitanza, chiamavano forte: - Rosona, Rosona! - Ma, come prima, non rispondeva [...]

[...] probabilmente da un malor subitaneo, 207 giaceva a terra supina, con le braccia aperte, come un gufo inchiodato. Nel cadere, la berretta erale [...]

[...] . L'asta pubblica seguiva in una di quelle sale senza un padrone fisso che si sogliono adoperare a un tal uso: luoghi, il cui addobbo muta d'aspetto [...]

[...] valore, epoca e 212 genere, raccolti costà sa Dio per quali capricci della sorte, se dopo un dramma o dopo una farsa. Non meno della roba in [...]

[...] qualcosa di genuino e d'artistico; assistono camorristi incaricati di rialzare le cifre; poi antiquari che con un sorriso o con un cenno [...]

[...] , invisibile a chi non è del mestiere, combinano e scambinano un affare; e pittori e scultori, i quali carezzano con gli occhi qualcosa di bello, che [...]

[...] trovan posto. In fine c'è la gente che va e viene, sfaccendata, senza interesse, incolore: un ondeggiamento di figure sempre nuove e sempre varie [...]

[...] stoffe, sta un perito, direttore della vendita, vestito con una certa eleganza, tarchiato, grassoccio, dalla fisonomia tra cortese e [...]

[...] canzonatoria, con la rada barbetta, che tende al bigio, tagliata a spazzola: un tipo affabile e insinuante di candidato dinanzi a un gruppo d'elettori, al [...]

[...] di usciere in soprabito liso, un vecchiotto curvo e muto; e' lo 214 prende; ne dichiara meccanicamente l'epoca, quasi sempre sbagliata; lo gira [...]

[...] . Allora l'oggetto circola per la sala, perchè lo si esamini, e il lotto comincia. A canto al perito sta ritto il banditore: un omino secco e [...]

[...] vibrante, come il martello ch'ei tiene in mano; non ostante l'apparenza immobile, è d'un attività febbrile. Con un solo sguardo di que' vispi [...]

[...] occhietti senza colore determinato, passa in rivista quanta gente è raccolta nella sala. Non gli sfugge il più piccolo segno. Un inclinazione del [...]

[...] collo, un battito di palpebra, basta a rivelargli anche l'ombra di un pensiero e designargli un compratore. Dietro al banco, appoggiato a un alto [...]

[...] leggio, un giovinotto biondiccio, slavato, con due balletti a pena fioriti e i capelli femminilmente 215 spartiti sulla fronte bassa, ogni volta [...]

[...] che un otto è venduto, si toglie la penna di su l'orecchio e scrive: scrive in un lungo e voluminoso registro. Il giorno volgeva al tramonto [...]

[...] Ercole bianco e rosso, il cui nome parve un trofeo di consonanti allo scritturale con la penna su l'orecchio. Era una scrivania Luigi XVI a [...]

[...] intarsi artistici, con borchiette d'argento cesellato a ogni rassettino, e un frontone d'argento massiccio, 216 assai originale, che rappresentava [...]

[...] un Amor trionfante, ad ali spiegate, con l'arco teso in una mano e una corona di rose nell'altra. L'Ercole s'era prefisso di farlo suo; e fin [...]

[...] , caldato, s'era messo a lottare su 'l serio; venne un momento che quella scherma di cifre tenne gli animi in sospeso; fin che, da tre mila lire [...]

[...] fiatò. E' diede forte del martello i sacramentali tre colpi. Allora l'Ercole, consegnato al banco un biglietto da visita col proprio indirizzo [...]

[...] , traversò la folla, che, quasi sollevata d'un peso, attaccava un vivo cicaleccio di commenti, e imperterrito infilò la porta. Una certa gara erasi [...]

[...] pure impegnata tra due signore: l'una tedesca, l'altra romana, quest'ultima una collezionista famosa, intorno a un immenso piatto moresco, a [...]

[...] , facendone sprizzar i colori, e lo contemplava con tenerezza, quasi rimpiangesse di vederselo portar via. - Questo numero 312 è un pezzo unico [...]

[...] voce d'uomo nella sala: Quattrocentosessanta! Qualcun altro fa un cenno. Il banditore: Novanta! Quattrocentonovanta!... cinquecento! Il piatto passa [...]

[...] come un museo, s'agita su la sedia, vuol rivedere il piatto per la decima volta e ne mostra gran desiderio. Una signora tedesca che le siede a canto [...]

[...] : Cinquecento cinquanta! Il banditore (a un batter di palpebre de' begli occhi romani): Seicento! Seicento! E si libera! Uno!... Il perito [...]

[...] : Adagio! Quella signora forestiera laggiù vorrebbe rivedere... (dopo un cenno della signora) Seicentocinquanta! 220 Il banditore: Seicentocinquanta [...]

[...] ! Seicentocinquanta si libe.... Il perito (interrompendolo): Ma è regalato, un oggetto come questo!... (alza ancora la ceramica che riflette [...]

[...] nella collezione di quel Rothschild morto da poco. Che arcobaleno!... La tedesca (seccamente): Mille! Il banditore (con un crescendo): Mille lire [...]

[...] romana (ridendo): Cinquecento! Il banditore (più forte che mai): Millecinquecento! Il perito (con un sorriso mondano rivolto alla bella bruna): La [...]

[...] . Andaron via subito parecchi paesaggi: gole alpestri, strade del Cairo, canali di Venezia e marine. Piacque un soggetto militare, La staffetta, per [...]

[...] l'originalità dell'intonazione; una spera di sole rossastra sur un terreno bigio, paludoso, sparso di giunchi, dove un soldato galoppa a [...]

[...] briglia sciolta, curvo su 'l collo dell'animale fremente. Da un bosco vicino devono partire de' colpi di fucile, perchè se ne scorge il fumo tra gli [...]

[...] , 223 un pittore più assai rinomato per l'originalità del suo carattere che per quella del suo ingegno. Ed ecco, entro una cornice d'oro offuscato [...]

[...] , un ritratto muliebre del cinquecento; mezza figura di grandezza naturale: un ritratto, che dopo aver fatto parte d'una galleria privata, cioè [...]

[...] biondi capelli, che dietro le pendevano sciolti, quali raggi aurei, lungo il collo, eran coperti su l'alto del capo da un velo verde [...]

[...] leggiadramente ravvolto a mo' di diadema e tempestato di gemme. Il viso, minuto e d'un ovale perfetto, doveva aver perso alquanto del suo diafano color di [...]

[...] luce de' larghi occhi bruni e in un sorriso civettuolo e sdegnoso d'un fascino strano. Tutta l'acconciatura rivelava il gusto più fino. La [...]

[...] , scoperto a metà, provocante e superbo; un filo di perle e di smeraldi circondava la gola pura ed ignuda. Al sorriso di quella tela rispose, con [...]

[...] del cinquecento! - prese a dire il perito. - Le tinte sono ben conservate. Non è d'autore illustre, capisco... ma c'è chi ne offre un centinaio di [...]

[...] molto ricco. Un antiquario: Dàgliene sessanta! Il banditore: Sessanta lire! Sessanta.... Un pittore a un altro (sottovoce): A me fa comodo per [...]

[...] il mio quadro della Cena dei Borgia... (forte). Settanta! 226 L'altro pittore (a mezza voce): Ma fammi il piacere! Non vale un soldo! Il [...]

[...] banditore: Settanta lire! Un compare camorrista (osservando che i Pittori contrastano): Ottanta! Il banditore: Ottanta lire!... Il perito (facendo lo [...]

[...] spiritoso): La duchessa Di Gragnano per ottanta lire! A' suoi tempi, Credo ch'ella valesse un po' di più! Il banditore (continuando): Ottanta lire [...]

[...] In quel frattempo il martello era caduto tre volte. La voce era d'un giovanetto su' diciotto anni, vestito modestamente d'una giacchetta color [...]

[...] nocciòla scuro. La faccia lunga e scarna d'un pallor olivastro appariva quasi infantile all'ombra del cappello di feltro molle che gli si posava su [...]

[...] parete, s'accostò al banco, e cavandosi di tasca un portafogli slabbrato, ne tirò fuori una carta rosea da cento franchi. Mentre la tendeva, le dita [...]

[...] rubato. Subito un altro lotto circolava.... II. E il quadro, da vero, poteva dirsi rubato. Quella carta da cento, nuova e rosea, che n'era stata [...]

[...] studio assiduo del decoro esteriore glielo permettesse. Questa donna, nata di modesti commercianti, s'era sposata per passione a un nobiluccio [...]

[...] società affarista e plebea, dove non è più rispetto, nè limite di casta; dove un gentiluomo che non intenda derogar dal cammino degli avi suoi è [...]

[...] , avessero filtrato nell'animo suo come uno di que' lenti stillicidi che per l'interno, inconscio, continuo lavorio, si risolvono un giorno in [...]

[...] un fenomeno inatteso e cambiano gli aspetti dei luoghi. Ricordava con tardo rammarico che, durante la loro vita comune, ella non s'era mai [...]

[...] decaduta, avrebbe potuto recarsi in una grande città, far valere i suoi titoli e procurarsi un posto ragguardevole, magari a Corte. In vece, il [...]

[...] affaticasse a muovere un dito, s'era 231 logorato corpo e anima tra recriminazioni impotenti e vaniloqui rabbiosi. Di tutto questo la vedova riteneva sè [...]

[...] , magro come uno scheletro, con le gote cave e gli occhi infossati in un cerchio livido?... Allora, baciando con disperata devozione, con umile [...]

[...] sentita sorgere vaga e timida l'idea che il figlio, un bambinello nato tardi, potesse un giorno ottenere dal mondo quel che spettava a suo padre [...]

[...] un posto a Corte, e che senza certi titoli intellettuali cammino non se ne fa) egli preferiva andarsene vagolando per la campagna. A' libri [...]

[...] seri ma aridi, preferiva i versi dolci e sonori; e quando era rimasto disteso per ore ed ore alla larga ombra d'un olivo, con le palpebre [...]

[...] , risollevava la testa, e tolto di tasca un quaderno sgualcito, scriveva, scriveva, scriveva con moto lento ed eguale, come sotto una pressione [...]

[...] un segreto. Dio liberi, pensava la poveretta, se in paese si fosse risaputo che la vedova d'un nobile si umiliava a servire il pubblico! Il [...]

[...] quel modo il suo casato! Così che, rinchiusa tra le pareti claustrali d'un ampio salotto gelido e nudo, con a' piedi un vecchio bracco bianco e [...]

[...] roseo, costretto in un paio d'occhiali; e sotto l'incrociarsi meccanicamente veloce de' ferri sottili, la calzetta s'allungava; sotto il taglio [...]

[...] delle voglie pazze di riabbracciar sua madre. La distanza, che suscita alla mente un mondo di bizzarre illusioni, lo faceva, in certi momenti [...]

[...] dall'impiallacciatura scortecciata, nella cameretta del quarto piano. Ma a mano a mano, la stessa indole sua gli aveva risollevato un po' l'animo. A [...]

[...] due o tre oggetti, curioso d'osservar un ambiente tutto nuovo per lui; e stava, a punto, per uscirne, quando la dama del cinquecento si mostrò [...]

[...] rosati che gli si offrivano tacitamente, ma insistentemente, come avessero avuto a sdegno qualunque altra persona, còlto da un irrefrenabile [...]

[...] mantenimento di tutto un mese. Di tutto un mese!... E che importava? Che importava?.... Ell'era così bionda, così divina!... Un po' di pazienza per [...]

[...] tra la nostalgia di quella camera squallida, dove aveva tante volte invocato un dolce viso di donna.... 241 Arrivato che fu al suo quarto piano [...]

[...] fatto d'un velo trasparente e fosforescente. Appoggiato con la schiena al tavolino, il giovane si mise a contemplar fisso il ritratto. 242 Chi [...]

[...] umili strofe di poeti?... Tutte queste domande ch'ei rivolgeva a sè stesso e alla donna, ora con un senso di compiacimento dolce e superbo, ora con [...]

[...] un impeto di geloso rancore, si tramutavano a mano a mano in un'intima, calda improvvisazione, in un'efflorescenza di rime appassionate dov'era [...]

[...] via faceva l'effetto d'un gran vaso di verzura sporgente sotto la tettoia; e una bianca striscia di luce si allungò nitida e tranquilla dentro [...]

[...] quell'argenteo raggio di luna che or l'avvolgeva tutti d'un nimbo vaporoso?... Egli non sapeva l'amore fuor che nel canto dell'usignuolo, negli [...]

[...] allacciamenti de' rami, nel sospiro voluttuoso del vento primaverile; non sapeva l'amore, benchè i suoi versi fossero un continuò inno d'amore [...]

[...] con voci tronche, rapide, singhiozzanti, quella misteriosa aerea creatura che non l'abbandonasse; inconscio pari a un sonnambulo, si protese [...]

[...] litanie della Vergine, pensava che, mercè tanti sacrifici, almeno lui, poverino, il suo bimbo, sarebbe, un giorno o l'altro, felice. UN [...]

[...] OMICIDA. UN OMICIDA Spesso, quasi ogni giorno, la moglie del generale comandante il Corpo d'esercito, una delicata signora del settentrione d'Italia [...]

[...] sembrava schiararsi nell'oro. Allora un senso di sollievo e di serenità allietava l'anima. Girando gli occhi a volte su Capri, che, di lontano [...]

[...] quell'ora; e un sogno d'oblio, fors'anche d'amore, le vagava nella mente quieta. L'uomo tarchiato che sedeva verso prua, remando con braccia poderose [...]

[...] o lasciando tuffar giù i remi, a seconda d'un cenno della signora, si sarebbe detto una macchina di bronzo, non 253 altro. Dimostrava dai trenta [...]

[...] ai trentacinque anni. Bruno per propria natura, e annerita anche dal sole, era presso a poco della tinta d'un beduino. Taceva, non osando [...]

[...] » - com'ella lo chiamava - era un ex-bersagliere mandato alle compagnie di disciplina per omicidio, la maraviglia della signora fu grande e 254 si [...]

[...] tradusse in parecchie esclamazioni di raccapriccio, mentre un piccolo brivido le correva giù dalla nuca. Dio buono! Trovarsi ogni giorno su [...]

[...] l'imbrunire così sola fra cielo e mare con un assassino! C'è da impaurir una leonessa! Non ci sarebbe più andata, non c'era verso! Chi glie ne dava il [...]

[...] , era un ottimo diavolaccio, Merulla, e d'una intelligenza! Adesso la signora sorprendevasi a fissar il suo barcaiolo come se per quegli occhi [...]

[...] 255 mano che aveva mandata un'anima all'altro mondo.... - Di che paese siete? - gli chiese ella un vespero in cui erasi fatta portare verso [...]

[...] Posillipo. Il giorno era stupendo: il mare liscio come un favoloso zaffiro. L'uomo, in segno di rispetto, quasi per ringraziar dell'onore che la [...]

[...] signora gli faceva col rivolgergli la parola, si toccò l'antico berretto rosso da cui penzolava ancora la nappa d'un turchino scolorito, e [...]

[...] rispose con apparente indifferenza: - Di Monreale: quattro miglia sopra Palermo. - È un pezzo che non siete stato a casa, eh? Egli sollevò la mano con [...]

[...] simpatica della giornata. Nell'occhio dell'uomo passò come un baglior giallo; la sua bocca ebbe un moto nervoso che si cambiò in un sorriso: ma fu un [...]

[...] incontro e rideva; rideva sempre, lei. Ogni tanto, quand'ero nella stalla a governare i muli, mi sentivo far il solletico dietro un orecchio, su 'l [...]

[...] collo; era lei, entrata senza far rumore, che mi stuzzicava con un suo ferro da calza. Un giorno, non ostante il rispetto che 358 m'ero giurato [...]

[...] di non le togliere, com'è, come non è, pur troppo, facemmo lo sbaglio.... Lei resisteva, mi diede un morso al labbro, che credevo me lo avesse [...]

[...] dopo un po' di tempo, quando Tinuzza cominciò a mostrarsi svogliata a lavorare, perchè si sentiva male, entrò in testa alla madre di lei un [...]

[...] soffocate, rotte, fra cui soltanto articolava chiaro qualche: no! no! reciso. Il sangue mi diede un tuffo. Lasciar maltrattare così quella creatura, che [...]

[...] di suo marito, il quale teneva ancora Tinuzza per un braccio tutto contorto e arrossato a chiazze. - Che c'è? - tonai, di su la porta [...]

[...] . - Lasciatela stare! Un grande stupore apparve su 'l viso del vecchio, che si sollevò per guardarmi. Poi, tenendo sempre stretto come in una morsa il [...]

[...] netta della verità, come in un lampo; e abbandonata la figliuola con una stratta che la fece traballare e cadere a terra, venne difilato 261 a me [...]

[...] il vecchio, - o in chiesa o... dove sai. - Così dicendo accennava al suo fucile appeso al muro. Io feci un gesto che significava: Non dubitate [...]

[...] , ma non c'entri più. Male femmine in casa mia non ci stanno! Di lì a meno d'un mese ci eravamo già sposati. Il male era ch'io non avevo ancora [...]

[...] vent'anni: e mi restava a passar la coscrizione. - Se tiri un numero basso, vengo con te, - mi dichiarava Tinuzza, che non voleva saperne di [...]

[...] miseria che ci avrebbe creati quell'esistenza in città sconosciute, senza speranza di guadagno nè dell'uno nè dell'altro, e per di più con un [...]

[...] bimbi, spersi nel mondo. Mi toccò proprio un numero basso, come m'aspettavo; sì che non c'era rimedio: marcia! Intanto che mia madre pigiava [...]

[...] dentro un sacco quel po' di biancheria che a mano a mano, di nascosto a tutti, m'era andata preparando: calzette a maglia, camicie e camiciole [...]

[...] ho gusto di non averti davanti 265 agli occhi. Voglio mangiare un boccone di più; voglio ingrassarmi; non muoio, sai; no, che non muoio [...]

[...] madre, come per dire: - La senti? Ma la senti? Difatti, quella povera vecchia, ch'era un angiolo con tutti, non poteva soffrir mia moglie [...]

[...] . Andava ripetendo che m'aveva stregato quella buon'a nulla; che m'aveva fatto bollir nel caffè 266 un ciuffo de' suoi capellacci gialli come le [...]

[...] sollievo. Su 'l medesimo piroscafo che mi trasportava da Palermo a Napoli insieme agli altri giovani del mio paese, destinati a un reggimento di [...]

[...] soldati, in un convoglio diretto a Roma: 267 era quella la nostra destinazione. Tinuzza viaggiò in un'altra terza classe, ma sempre nel treno che mi [...]

[...] trovar Tinuzza, all'ora dell'uscita. - Ma è proprio vostro marito questo ragazzo? - domandava la sora Rosa a Tinuzza mia con un certo sorriso e un [...]

[...] dondolar del 268 capo che dimostravano quanto poco ci credesse. - Sicuro ch'è mio marito; ci abbiamo anche un figlio: volete più bella prova [...]

[...] , quanto è vero che questo è un innocente - asserivo io prendendo in collo il mio bambino, che già aveva imparato a conoscermi e mi tendeva le braccia [...]

[...] . Allora la vedova pronunziava un: - Sarà vero, sarà... - così pieno di dubbi e così canzonatorio che mi veniva voglia di darle una manata in [...]

[...] lasciavo appena vedevo spuntar mia moglie che mi veniva incontro su 'l marciapiede dirimpetto. - Accidenti, che bella biondina! - esclamò una volta un [...]

[...] . Ci eravamo rintoppati per caso, e non ci pareva vero di chiacchierar un po' dei parenti e degli amici lasciati là giù. - È Tinuzza, - risposi [...]

[...] maravigliato. - Com'è cresciuta in un momento e come s'è fatta bella! 270 - In un momento, no, - osservai io - ne son passati degli anni! Tinuzza [...]

[...] s'era unita a noi, dietro un mio cenno, e rideva di Puddu Cassione, che la guardava mordendosi i baffi e mormorando: - Passa, passa il tempo [...]

[...] petto da colosso che gli sussultava. - Corpo! ci voleva un bel coraggio a chiamarsi vecchia a quindici o sedici anni: quanti ne poteva avere [...]

[...] trascinare a tanti guai. Passeggiammo per circa un paio d'ore tutti e tre in fila, un po' fuori d'una porta, un po' in città; e s'entrò in [...]

[...] un'osteria, dove mangiammo un piatto di fettuccine al sugo. Avvicinatasi l'ora della ritirata, si accompagnò Tinuzza a casa. Io stavo in pena per [...]

[...] che le feci un rimprovero, e ci lasciammo 272 piuttosto freddi su la soglia della portineria. - Vedi quanto sei stupido! - mi disse mia moglie [...]

[...] il giorno dipoi. - Ciccu sta più volentieri con la sora Rosa che con me. Iersera l'ho trovato che dormiva. Essa gli aveva dato da succhiar un [...]

[...] torrone. Così la vita andò avanti per noi un certo tempo. Tinuzza guadagnava qualcosa presso due o tre famiglie dove la portinaia le aveva [...]

[...] trovato da cucir da uomo; io, che non ispendevo un soldo quando non ero con lei, le mettevo in mano la mia misera paga della cinquina; e co' denari [...]

[...] eran coloriti; teneva la boccuccia aperta, serio, e metteva un suono inarticolato di maraviglia e di desiderio tendendo la mano grassa, tutta [...]

[...] sora Rosa, donna d'esperienza, dichiarò che aveva un febbrone. Dire come rimanessi io a queste notizie, non avrei saputo nè anche allora [...]

[...] ; figuriamoci adesso, che son passati tanti anni... e tante cose! Mi prese un tremito come a un ragazzino che ruba la prima volta, e dopo aver baciato e [...]

[...] stordito d'un ubbriaco. Anche 275 il giorno dopo, in piazza d'armi, barcollavo; toccai appena qualche boccone del rancio e, quando fui libero, corsi a [...]

[...] sangue tuo, che stai lì così come se morisse la gatta? Lei alzava le spalle, mostrando di compatir me come un esaltato e di non saper che fare alla [...]

[...] un alito infocato. Lo chiamavo: Ciccu, Ciccu! Non apriva nè pure gli occhi! Il catarro gli serrava la gola per modo che, respirando penosamente [...]

[...] ? Per un po' di mal di gola, una semplice frescata, far tutto quel diavoleto! E s'io insistetti dal canto mio, lei insistè più ancora. Diceva fra i [...]

[...] , neppure mi farebbero passare. In quel momento un urto convulso sollevò 277 il pettuccio del piccolo malato; la tosse che doveva uscire a colpi [...]

[...] cercavo di farlo star un po' meglio; ma inutilmente spalancava gli occhi, apriva la boccuccia: il catarro gli metteva in gola come un involto di [...]

[...] bambagia. A momenti la faccia gli diventava livida. Come un pazzo, per lo spavento che mi morisse lì per lì fra le mani, lo posai di nuovo su 'l [...]

[...] letto e corsi in cerca d'un medico. In due farmacie mi fu impossibile trovarlo. Nella terza, un grosso dottore stava seduto sur una poltrona e [...]

[...] preoccupata della punizione che doveva aspettarmi. Diedi un altro bacio, un altro sguardo in cui lasciavo l'anima mia a quel povero corpicino [...]

[...] lettera fu rimessa a mia moglie da un mio compagno informato della faccenda. Il caso volle - dico il caso, vede, signora, non dico la fortuna [...]

[...] - ch'essendo quella la mia prima punizione, mi venisse diminuita da cinque a tre giorni. Avevo un capitano ch'era un cuor d'oro, ecco come fu. Appena [...]

[...] Madre! Come l'avrei trovato, il bambino? Penetrai come un fulmine in portineria, e mentre cercavo d'aprir l'uscio di camera di mia moglie, la [...]

[...] ? - urlai io inferocito - voglio saperlo! La sora Rosa mi s'era avvicinata, più pallida d'un cadavere; mi prendeva per le braccia; mi faceva de [...]

[...] ' cenni senza significato, e tremava, tremava sempre più. Io la respinsi, buttandola da parte, e dati alla porta un paio di colpi di spalla con tutta [...]

[...] la mia forza, apersi. Volevo veder il mio Ciccu; non intendevo ragione. Ma il bambino non c'era; il letto era vuoto: soltanto un po [...]

[...] cercava nascondere la sua alta statura dietro certe gonnelle di lei attaccate a un chiodo su 'l muro. C'erano su la tavola due bicchieri di vino [...]

[...] quasi vuoti. Mi bastò un'occhiata per capir tutto. - È morto, è vero, è morto?...- mugghiai peggio d'un bufalo. Lei si coprì la faccia con tutte [...]

[...] fatto. Insomma ci sono, e pazienza - concluse filosoficamente. - E dovrete restarci ancora un pezzo? - chiese la signora. - Altri dieci mesi [...]

[...] stamattina alle undici! Ma sai che tu faresti scappare la pazienza a un santo? O che diamine hai, si può sapere? L'interrogato non rispose. Era un omino [...]

[...] piccolotto, con una pancia rotonda, i balletti d'un colore indeciso, (che dovevano essere stati fulvi, ma che adesso erano come gl'incerava [...]

[...] il parrucchiere), col naso lungo sormontato da un paio di lenti d'oro e la testa perfettamente calva, come d'avorio tornito. Non rispose, ma [...]

[...] capo a mo' de' pittori che vogliono giudicar l'effetto d'una brava pennellata, e mise un profondo sospiro. 287 - Dio benedetto! Ma sai che sei più [...]

[...] , stropicciando col fazzoletto le lenti che si era tolte di su 'l naso: e mise un altro sospiro ancor più profondo. - Che la ti piaccia, son [...]

[...] contento - ripigliava l'amico - tanto più che ti ci ho condotto io; ma che poi tu ti ci muri dentro è un altro par di maniche! Me lo dici, dunque [...]

[...] l'amico. - E bene?... 288 - Bencini! - egli ripetè con un sospirone più profondo di tutti i precedenti. - Su via, spiegati, o mi farai andare in [...]

[...] bestia! - Bencini - disse ancora Sampieri col tono di chi prende una risoluzione finale - fosti tu mai innamorato? Il Bencini ebbe un gesto [...]

[...] abbandonata per cinquant'anni di seguito, e mi par d'aver avuto un coraggio non comune! Ma ora che da un lustro quella posizione felice è soltanto [...]

[...] un ricordo, mi stimerei un vecchio matto da legare, se certe corbellerie mi saltassero in testa: certe corbellerie che del resto - soggiunse in [...]

[...] tono più grave - a te meno che mai possono venire, perchè, se non mi sbaglio, tu mi 289 sei d'un bel po' più maturo, mio povero Sampieri. Questi [...]

[...] tacque, e tirato fuori un fazzolettone di seta rossa a quadrelli, cancellò, a malincuore, si vedeva, la grossa E poc'anzi tracciata. Ma dopo un [...]

[...] silenzio di qualche minuto riprese: - Bencini, posso confidarti un segreto? - Di', di' pure, mio caro, foss'anche un segreto di Stato; pur che [...]

[...] l'amore non ci abbia.... - In questo caso posso risparmiarti la noia - interruppe il conte un po' stizzito. L'avvocato che in tanto s'era messo a [...]

[...] a dire - se tu avessi un briciolo di cuore, me lo dimostreresti in quest'occasione! - Si, carissimo, te lo dimostrerei se, Dio liberi, ti [...]

[...] vedessi affogare, bruciare, restar sotto un tranvai, e che so io? Vale a dire se ti vedessi correre un pericolo vero e proprio, ma ti confesso [...]

[...] sinceramente che non mi sento capace a stemperarmi in lacrime perchè un vecchio collezionista di flauti s'innamora alla fresca età di sessant'anni, e [...]

[...] causa? Io? - gridava l'avvocato cascando dalle nuvole, preso, questa volta, da un impeto d'ilarità romorosa. - Sì, tu, tu solo - insistè il [...]

[...] de' suoi sospiri. - L'indovino subito. La bella è certo Miss Gingerly, quell'inglese sui cinquanta, lunga, magra, angolosa come un angiolo del [...]

[...] sciolte a uso bambina, e incantato con le romanze slave che la ci bela tutte le sere in un trillo continuato quanto stonato. E lei, eh? Sampieri [...]

[...] olandesi de' quali ora non ricordo più il nome - un nome in ick o in ock - che mangiano silenziosamente 293 e formidabilmente accosto accosto come due [...]

[...] più, ma ho anche in compenso un bravo milioncino e mezzo che mi ringiovanisce non poco. Che te ne pare, eh, de' miei progettini? L'amico si fece [...]

[...] quasi serio. - Sampieri mio, sono i progetti d'un matto, null'altro; tanto più che ci deve esser di mezzo anche un amoretto, perchè parecchie [...]

[...] 295 volte ho intesa Miss Alford parlare con la madre di un certo Toto.... E lo nominava in un tono.... - Nominava me, povero angelo! - esclamò [...]

[...] combinar le cose da un giorno all'altro, sarebbe troppo pretendere; nè io sono uso a schiccherar dichiarazioni a bruciapelo, come uno studentino [...]

[...] conviene perfettamente. Io dunque non a pena questo volume è uscito l'ho comprato; ho posto un nodo di nastro celeste tessuto d'oro fra le pagine, alla [...]

[...] scena - un po' ardita, se vogliamo - in cui l'eroina si leva in presenza dell'amante, lì seduto su 'l tappeto, certe calzette a trafori [...]

[...] ... - stile moderno, ma che fa? - e l'ho mandato alla mia Emma. Non ti pare un pensiero delicato 297 farle pervenire in questo modo quel romanzo che [...]

[...] settentrionale, alta e sottile, con un visetto ovale dalla pelle diafana come una bimba. I suoi larghi occhi d'una tinta luminosa, tra [...]

[...] l'azzurro cupo e il grigio, si velavan sotto le ciglia nere che ne raddolcivano l'espressione un po' birichina. Ma la maggior bellezza di Emma erano i [...]

[...] capelli, rossicci. ondulati, e lucidi come 298 finissima seta; li portava rialzati su la nuca da un pettine di tartaruga bionda, senz'alcun [...]

[...] artifizio, ma in una foggia grecamente elegante, e dietro il collo gliene cadeva qualche ciocca giù per le spalle. La bocca era rosea, un po [...]

[...] fanciulla salutò con disinvoltura i due ospiti della pensione materna; poi si diresse verso la tavola di mezzo dove posò un libro, subito riconosciuto [...]

[...] , tutt'assieme non è poi un vecchio antipatico, soltanto... bisognerebbe consigliarlo a mettersi una parrucchina; con quella zucca pelata fa un certo [...]

[...] senso - (qui ebbe un gesto di ribrezzo, passandosi rapidamente il fazzolettino su la bocca). - De malo in peius... - badava a pensare il [...]

[...] Bencini; pure non volendo darsi subito per vinto, s'arrischiò a dire: - Cara signora Emma, lei è troppo severa. 300 Il mio amico Sampieri non è un [...]

[...] poi... è tanto ricco! - concluse enfaticamente l'avvocato. Queste parole erano destinate a produrre un grande effetto: e lo produssero. - Ah, è [...]

[...] molto ricco? - chiese con vivo interessamento Miss Alford. - Peccato che non sia mio nonno! Dev'essere un gran brav'uomo co' nipoti. Allora [...]

[...] dice? Per conto mio temo che lo avrei desiderato un anno, se non fosse per... una persona anonima... che conosce bene i miei gusti, che indovina [...]

[...] perfino un nodo di nastro celeste - il mio colore - alla scena... a una scena che fa venire i brividi.... Il visino roseo le si era fatto rosso come [...]

[...] . - Mio povero Sampieri, che posso dirti per farti persuaso che... che quel nodo celeste è proprio un nodo gordiano.... Ma nè anche a farlo a [...]

[...] di loro due, erano già occupati. A un capo stava l'opulenta signora Alford, dirigendo il servizio del pranzo con maestosa correttezza; al capo [...]

[...] fermò subito sur un tenentino de' bersaglieri, attillato nella caratteristica divisa. Era la prima volta che lo incontrava, e bisogna convenire [...]

[...] che gli dispiacque non poco con quella capigliatura bruna e folta dalla scriminatura quasi impercettibile al centro, con quel viso orientale d'un [...]

[...] questi onorevoli signori il tenente Antonio di San Teodoro - disse la padrona di casa accennando il nuovo ospite con un gesto largo e dignitoso [...]

[...] da un pezzetto la pensione, già conosceva l'ufficiale, gli sorrise; ma Sampieri, sempre in piedi, pareva cercare qualcosa, incerto, distratto [...]

[...] , confuso. - Là, là, signor conte, fra quelle due belle signore - disse ancora la padrona indicando fra Miss Gingerly e la contessa Bobriskoff un [...]

[...] esotiche, determinate l'una a salvarlo a forza di prediche glaciali, l'altra a perderlo a forza di poesie ardenti. - Ecco un piatto di maccheroni che si [...]

[...] tovagliolo, dopo aver dato fondo in un batter d'occhio alla seconda scodella de' vermicelli al sugo. - Fra tutti i miei viaggi, e ne ho fatti 307 [...]

[...] molti, signori miei, quando non mi riesciva d'aver a bordo un cuoco napoletano, sentivo che mi mancava l'anima.... Allora la signora Alford spiegò [...]

[...] che appunto la sua pensione era la migliore di Napoli per la cucina, perchè aveva un cuoco inglese e uno napoletano. Lei non amava far le cose a [...]

[...] , sempre ci tornava. I forestieri annuivano con cenni di soddisfazione, e da un capo all'altro della tavola si trattò ne' più minuti e delicati [...]

[...] dire ch'è innamorato! Sampieri già consacrava un'occhiata eloquente ad Emma, quando il capitano lasciò cader su la tavola un pugno che fece [...]

[...] ' commensali. Rosso fino al cranio nudo e lucido, il conte Sampieri assunse un tono di rabbia e insieme di confusione singolarmente sollazzevole [...]

[...] ... queste libertà.... Signor capitano.... Il Borise ch'era un uomo di buon cuore e non aveva altra menda tranne una volgarità troppo schietta [...]

[...] torto, lo confesso, di permettermi uno scherzo con un signore rispettabile come voi - (il conte, assentendo, s'inchinò di nuovo fino a toccar [...]

[...] conversazione intima, nella quale, riscaldandosi, alzavano un po' più la voce, a segno che qualche frase ne giungeva anche lontano al vecchio [...]

[...] innamorato. - Perchè negarlo? - chiedeva la fanciulla con un sorriso adorabile. - Su 'l mio onore non sono stato io! - rispondeva posandosi una mano [...]

[...] vi pare e piace... non saprei.... - Davvero inutile... vi conosco, Toto! basta... così commossa... un ricordo incancellabile. 311 Ora, qualunque [...]

[...] . - Anzi prova che Emma è sensibile alle attenzioni d'un uomo delicato; poi, ragione di più perchè si commuova quando saprà chi fu il vero donatore [...]

[...] Salerno e viene a Napoli a ogni morte di papa? - (E guardava il giovane San Teodoro con un risolino di sprezzo) - Cattivo sistema il farsi bello col [...]

[...] badava a sbirciare di sotto le lenti d'oro il suo rivale e a sorbirsi un dopo l'altro parecchi bicchieri di bordeaux: fin che l'avvocato Bencini [...]

[...] seguiva a Napoli il patrio sistema educativo per le giovanette, tale e quale come se si fosse trovata a Nuova- York. La fanciulla guardò con un [...]

[...] di superiorità. L'altro continuava: - È chiaro che la ragazza è cotta di quel bersagliere, che del resto è un bel giovanotto, bisogna convenirne [...]

[...] in onor di che santo dimmi un po'? - In onore del buon senso, perdio! - proclamò il Bencini. - No, carissimo, no; meno che mai ci rinunzio. Anzi [...]

[...] , e un uomo che le frequenti giudica dalla fanciulla quel che sarà la donna. L'altro scrollava il capo con riera incredula; il conte ripigliava [...]

[...] : - E vedi, se stasera quell'imbecille non fosse saltato su a strapparmela con quell'invito a bruciapelo: un invito che lei non ha potuto [...]

[...] arrivo a far di Emma la mia signora! III. Erano più delle undici quando i due toscani rientrarono alla pensione di Chiaia. In un angolo del salone [...]

[...] discutendo sottovoce di politica o di musei; seduta sur un canapè a canto al marito, che 318 taceva, la pacifica olandese infilava delle schegge [...]

[...] di corallo, roba comprata da' venditori ambulanti; in un altro angolo, Miss Gingerly inchinava con profonda devozione i riccioli trucioleschi [...]

[...] sur un opuscolo evangelico; e la contessa Bobrinskoff modulava al piano una delle sue arie slave dal sentimento strano e selvaggio, allungando [...]

[...] nel vuoto, con desiderio smanioso, la faccia inverniciata. Sampieri volse malinconicamente gli occhi in giro e mise un sospirone, senza osare di [...]

[...] chieder notizie della bella assente; e, preso in mano un giornale, s'adagiò in una poltrona. Bencini fumava una sigaretta su 'l terrazzo che [...]

[...] guardava il mare. Un grande orologio di bronzo, su 'l caminetto, sonò lentamente i tre quarti e poi le undici. Il capitano, alzato il capo dal [...]

[...] anche a me, corpo d'un cane! - pensò con dispetto il conte. Ma la madre si mostrava perfettamente tranquilla. - Non è ancora mezzanotte, e [...]

[...] e di felicità, con un incarnato più diffuso su le guance e leggermente scomposti i capelli rossicci che le mettevano, vista contro luce [...]

[...] , un'aureola d'oro su la testolina. 320 - Meno male che siete stati esatti! - borbottò Borise, salutando la bella coppia d'un gesto della mano. - Ora [...]

[...] . Allora, si formò un crocchio in torno a Miss Alford. Tutti volevano sapere s'ella si era divertita, quanti waltzer aveva ballati, s'era stanca [...]

[...] fatti di gardenie, per simulare il marmo; e in vece del getto d'acqua una cascata di rose trattenute, da fili d'argento. Un profumo! Una 321 [...]

[...] delizia! Un tesoro! Io ne avevo le vertigini! M'ha detto Carmenella di San Teodoro che quel mazzo valeva quattrocento franchi, perchè lo scheletro è [...]

[...] tatto supremo con cui Borise evitava una spesa un po' ingente al giovinotto, e qualcuno dichiarò che un ufficiale da poco promosso, per essere bene [...]

[...] in carattere, non deve aver un soldo in tasca, ma vice, versa spendere come se ci avesse un milione 322 Il conte Sampieri gongolava in silenzio [...]

[...] ... ho anche meno appetito del solito. - Ah, ma, Dio mio, caro conte, bisogna 323 assolutamente che lei consulti un medico. Così non può andar [...]

[...] fosse abilissima a conoscere la febbre, da quando lei, sua madre, aveva avuta la perniciosa a Roma; in tanto che la giovanetta, con un sorriso [...]

[...] qualcuna delle sue, e Sampieri pensava: - Dio ti mandi un acci... - ecco 324 un cameriere avvertir sottovoce la padrona che c'erano due uomini con un [...]

[...] gran pazzia! Dopo che ve l'avevo proibito, dopo che v'avevo fatto promettere, giurare che non l'avreste ordinata! Un oooh! d'ammirazione [...]

[...] stazione! Rapido come un lampo, balzò a riprendere la sciabola che aveva deposta in un canto, e affibbiandosi il cinturino, salutava in fretta e [...]

[...] fontana, senza udir un grido soffocato d'ira e di dolore del povero conte Sampieri - a cui nessuno, tranne il Bencini, badava - corse al balcone e [...]

[...] in cerca di lui per tutta la pensione; ma senza frutto. Allora, inquieto, insospettito, fantasticando che un originale di quella fatta era [...]

[...] finalmente, dopo più d'un'ora di palpiti, trovò il conte dentro la Villa, solitariamente accasciato sur una panchina, come un povero diavolo che [...]

[...] ! Io, lo sai come son fatto. Con le donne ho avuto un sistema tutto di discrezione; e 328 figúrati se questo sistema mi si è fatto più sacro da [...]

[...] ?... - Intendo di farla mia moglie, capisci? - dichiarò il conte risoluto. - La passione, eh? dà ogni scaltrezza, e io ho trovato un mezzo [...]

[...] , no, dica, dica! - insisteva la ragazza accostandosegli. - Ecco di che si tratta. Stamane, un signore, un certo signore che lei ben conosce [...]

[...] , trovandosi in un caffè, ha inteso nominar lei da de' giovanotti poco rispettosi. Questo signore, che per lei ha una stima... altro che stima! che [...]

[...] ci siamo! - pensava il Bencini. - È un uomo, vede, che s'interessa a lei più che alla propria vita, un uomo che l'ama, che l'adora.... 332 Emma [...]

[...] cadde come un cencio, svenuta. L'avvocato si precipitò a raccoglierla, commosso, impaurito; l'adagiò sopra un divano e corse ad attaccarsi al [...]

[...] campanello. In un minuto tutta la gente della pensione era riunita nel salone. La signora Alford sganciava la cintura alla figliuola; la contessa [...]

[...] ; il capitano sbraitava in dialetto; e quatto quatto il conte Sampieri, con un braccio al collo, umile in tanta gloria, si godeva in disparte [...]

[...] gli occhi, li fissò su 'l giovane, e buttandogli le braccia al collo, immemore perfino di dove ella si trovava, scoppiò in un pianto convulso [...]

[...] ; il treno partiva in quel momento, e sono rimasto in terra, ecco la cosa. Emma ripigliava con un fil di voce: 334 - Taci, taci, so tutto. Oh, non [...]

[...] Il barone si mise il cappello in testa, come se fosse stato solo; accese un sigaro d'avana, poi si voltò verso Leda Degli-Angeli, seduta sur [...]

[...] . Lui continuò: 340 - La vigilia, ci sono le visite ai parenti, si sa. Chi se ne libera? Ma... non dubitare, ti mando un regalo. Ella annuì con [...]

[...] un mezzo sorriso, indifferente. E poi che vide il barone togliersi di bocca il sigaro, rovesciò la bella testa su la spalliera della poltrona, e [...]

[...] dato intorno uno sguardo, naturale a chi vuol assicurarsi che nessuno lo spia, si sbottonò un po' la veste sul seno e si tolse di fra' merletti [...]

[...] padre si è fatto un paio di scarpe e una camiciola nova per me e per lui; anche c'è avanzato qualcosa, e ora tieni pure i soldi, che ti [...]

[...] . E io e tuo padre ti mandiamo un bacio. «Tua madre. «Buone feste. Addio, addio.» Dopo che Leda ebbe percorso con un'unica occhiata l'intera [...]

[...] d'un amante segreto; e per aprirli, aspettava d'essere libera della presenza di chiunque. Per la terza volta si rifece a scorrere la lettera [...]

[...] del Natale: e ancora gli occhi le s'inumidirono nel punto in cui la madre mandava la benedizione; e ancora un sorriso amaro le increspò le labbra [...]

[...] urlava peggio d'un cane a catena, inchiodato sul letto dai dolori nelle ossa, partitasi per cercar a Roma un servizio che procurasse il pane a lei [...]

[...] regali, forse anche, chi sa! con un po' d'amore, era diventata l'amante del proprio padrone, un giovane vedovo con due bambine. Dell'abituccio di [...]

[...] lana marrone, dello scialletto 346 nero per le spalle, della pezzuola fiorata per la testa, portati dal villaggio nativo, aveva fatto un involto [...]

[...] ; e si era vestita da cittadina, col cappello. Così passarono un paio d'anni di benessere relativo; fino al giorno in cui il vedovo significò [...]

[...] a cui le bambine volevano un bene dell'anima, perchè passando esse la maggior parte del giorno coi nonni, avean trovato in lei una seconda madre [...]

[...] fitto nella vita di avventure. E un altro paio d'anni erano scorsi tra una alternativa di bene e di male: materiali, s'intende; due anni in cui Leda [...]

[...] Degli-Angioli 347 (era il nome affibbiatole da un poeta tutto preziosità, che l'avea amata una settimana) avea vissuto, ora mostrandosi [...]

[...] resto un simile studio di miserie di ogni genere non entra in questo breve e buon racconto di Natale. Dopo molti cambiamenti di amici e di cose [...]

[...] , da circa un anno un signore assai ricco e serio si era messo a proteggere Leda. Le aveva preso in affitto un villino al Macao; e lì, quanto [...]

[...] profusione di fiori freschi, esalante un odor molle ed acuto, misto al profumo artificiale di certe assenze esotiche onde ella amava cospargersi [...]

[...] senza soldi per farti il necessario in queste feste...» Leda lesse ancora; e un sospiro le salì dal petto: un sospiro in cui qualcosa d'interno, di [...]

[...] cui si eran separate: faticava, soffriva per mandare a' suoi genitori qualche soccorso mensile di denaro: un soccorso venuto egualmente anche [...]

[...] passanti pietosi. Allora, la giovine donna ebbe un sussulto. Tese l'orecchio, e ricordò. Ricordò un camino che non era quello davanti a cui ora [...]

[...] trovavasi; un camino grande, di vecchia pietra, con la cappa ospitale piena di fuliggine e di novelle paurose e gentili, che avean dati tanti [...]

[...] portate dal vento, ora distinte, ora confuse, come un mormorio di voci infantili che pregassero. Da nove giorni, tutto il tempo della novena [...]

[...] tramontana soffia tanto forte che a momenti, in quelle notti, mozza il respiro. Intorno, un biancicore uniforme copriva ogni 353 cosa: campi, alberi [...]

[...] oscillanti sul cielo quasi tutto sgombro di nuvole, tranne in un lembo remoto, dove ancora vagava qualche fiocco sfilacciato di vapor candido. Il [...]

[...] mettevano un piede in fallo; ogni tanto rompendo il silenzio con un motto burlesco. Poi seguivan le donne: prima la madre, che pregava [...]

[...] strato diamantino. Un formicolio d'ombre nere, tutte sfigurate da' cappotti, brulicava già davanti alla spianata della chiesa: il popolo della [...]

[...] , scoprendo il viso giocondo di tutti que' montanari, che prima parevano mascherati. Un tepor dolce si spandeva di lì a poco tra le pareti [...]

[...] di lumi. Quel punto, dicevan le donne, era un paradiso. Costì, più che altrove, la gente si pigiava, tra spinte, gomitate, e invocazioni sacre [...]

[...] indifferenti, che non soltanto ella non amava, ma a cui nè anche voleva un po' bene?.., Con dolcezza insistente, la zampogna che avea cessato di sonare [...]

[...] spalancò, per udire ancora quel suono fuggevole. La zampogna era ormai troppo lontana o taceva; solo un brusio di voci, un frastuono di ruote in [...]

[...] movimento salì al salotto e parve riempirlo. 359 Allora, ella richiuse i vetri e si asciugò gli occhi, sorridendo. Aveva un progetto. Voleva [...]

[...] perdere un minuto, premette un campanello elettrico. Comparve un servo. - Chiamatemi l'Adele! - ordinò la giovane donna. Di lì a poco si [...]

[...] capito? - Sissignora - mormorò l'Adele con un impercettibile sorriso. 361 Quando Leda si fu assicurata d'esser ormai libera nell'appartamento, corse [...]

[...] nella sua camera da letto, e aperto un baule chiuso a chiave, che figurava un cofano da corredo del quattrocento, ne tolse un involto ripostovi [...]

[...] in fondo, che ogni tanto tirava fuori quando era triste. Da un pezzo, però, non lo aveva guardato. Erano i panni co' quali ella era venuta a [...]

[...] fazzoletto a rosoni sur un fondo giallo che, da fanciulla, ella soleva portare in testa; corse allo specchio, e lì se lo annodò sui capelli; poi [...]

[...] abituata adesso alle pellicce! Fortuna che c'era lo scialle! E se lo avvolse al busto. Non rideva più; s'era fatto d'un pallor di cera, come sul [...]

[...] faccia avanti a osservarsi dinanzi allo specchio, che la rifletteva tutta; sembrava cercar di riconoscere sè stessa. A un tratto mise un grido [...]

[...] soffocato, rauco, quasi bestiale, si coperse il viso con tutte e due le mani e scoppiò in un pianto dirotto... Nessuno la vide attraversare la casa [...]

[...] : dove per più di un'ora aspettò la partenza del treno. Come Dio volle potè finalmente entrare in un carrozzone di terza classe, tra villani, balie [...]

[...] procaccia; da Borgo in su avrebbe chiesto qualche calesse, o una bestia da cavalcare: un mezzo qualunque per andare a casa. Tutte quelle ore di [...]

[...] ! Leda si fece di bragia in viso. - Salite - la invitò l'uomo - piglierete meno freddo. Oggi c'è un ventaccio! Fatta accomodar la ragazza [...]

[...] accanto sè, Menico, lungo il cammino, le andava rivolgendo diverse domande: - Si sta bene, eh, a Roma? Ella fece con la testa un cenno che il bravo [...]

[...] ... - rispose lei. L'uomo badava a guardarla. - Ma, proprio, a Roma vi siete fatta un'altra! Più bianca, che so? meglio di prima, insomma. Ella ebbe un [...]

[...] mise a cercare per tutto il Borgo un veicolo qualsiasi che la portasse su dai suoi. Nulla. La vigilia del Natale ciascuno se ne stava a casa [...]

[...] propria e non se ne volea muovere per nessuna ragione. - Prestatemi un asino, un cavallo; vado io sola - pregava la ragazza. 366 Ma non potè [...]

[...] : le gambe non la reggevano più: un sudore freddo le inumidiva le tempie, ghiacciato vieppiù dalla tramontana. Quando aperse il vecchio [...]

[...] sfinita di forze. Un cane, fiutando qualche estraneo, le si precipitò incontro, abbaiando a squarciagola. Ella non poteva vederlo. - Fido! Fido [...]

[...] ! cominciò a chiamare con accento amico. 368 Non era Fido; ma un compagno di lui, che appena ebbe riconosciuta l'antica padrona, mutò tono e prese [...]

[...] a fare un baccano infernale per manifestare la sua contentezza. Venne gente su l'uscio. - Chi è? - chiesero diverse voci esili e robuste in [...]

[...] penosa ed eroica; poi dalla Giulietta l'idillio di un suo amore virginale per un garzone di fattoria al quale ella era fidanzata. Così si fece [...]

[...] presso un confessionale, nell'ombra, vergognosa di farsi fissare in viso dagli estranei curiosi di rivederla; e lì, mezzo seduta per terra [...]

[...] centro di purità e di pace, tra gente ignota, senza affetto, senza fede, senza stima. Era stato un sogno brutto e cattivo?... Forse. Ah [...]

Chelli Gaetano Carlo
L'eredità Ferramonti
2 1884 - Provenienza testo: Scansione da Liber Liber, txt Fondazione Verga 823 occorrenze

[...] la considerazione di un uomo, che si ritiene quasi milionario. Aveva costruito da sè la propria fortuna. Dei vecchi lo rammentavano ancora cascherino [...]

[...] di Toto Setoli, un fornaio al Pellegrino, che lo aveva raccolto per carità. Poi il cascherino era passato garzone di banco; poi era andato ad [...]

[...] aprire un buco di bottega, di faccia appunto all'antico padrone. Gli rubava la clientela, dopo avergli rubato i quattrini per fargli quella figuraccia [...]

[...] nell'arredamento di legno chiaro e nella scialbatura celeste nei muri; un lusso! Attirava maggior clientela mettendo al banco una moglie un po' più attempata [...]

[...] di lui; ma geniale, ridanciana, appetitosa e scaltra. Un altro pasticcio. La moglie, già vedova del cameriere di un monsignore, aveva portato a [...]

[...] Ferramonti dei capitali d'origine misteriosa, e gli aveva regalato un figlio, dopo sette mesi scarsi di matrimonio. Ma se i maldicenti s'erano [...]

[...] seminari, conventi, educandati e caserme. Per anni ed anni, il forno Ferramonti aveva avuto un lavoro da sbalordire, conservando le sue apparenze [...]

[...] modeste di bottega aperta nel cuore di un quartiere popolare. Con tutto ciò, poco dopo il Settanta, senza che nei moventi della sua risoluzione [...]

[...] entrassero i desideri di riposo di un trafficante arricchito, padron Gregorio si disfece del forno, concludendo bensì un affare vantaggioso. Vedovo e [...]

[...] minacciato da Toto Setoli colpiva appunto da questa parte Gregorio. In realtà egli era un padre disgraziatissimo. Mario, il suo primogenito, sciupato [...]

[...] dalla madre, aveva sortito tutte le disposizioni possibili alla vita dello scavezzacollo. Vestiva da elegante; nuotava nei debiti; era un donnaiolo [...]

[...] proprio nome un tal disonore. Gli altri due figli, Pippo e Teta, non l'avevano intesa mai così. Essi erano cresciuti cogli istinti dell'ambiente [...]

[...] fannulloni ben vestiti del Corso, lo avevano considerato come un ladro della fortuna comune, serbandogli un rancore profondo di avari minacciati [...]

[...] gettato in faccia le sue predilezioni per un birbaccione nato in casa per forza, chiedendole se non fosse per lui così tenera appunto perchè le [...]

[...] rammentava un passato non confessabile. E non era bastato loro che la povera donna ne morisse di vergogna: dopo aver spinto essi stessi il padre a [...]

[...] cacciar via Mario come un cane, il loro odio s'era inasprito alla scoperta che il vecchio continuava a pagare i debiti del reietto. L'onore della [...]

[...] era messo per scherzo! Si contavano a migliaia gli scudi carpiti da lui. E Pippo risparmiavasi il pudore delle perifrasi: c'era dunque un patto [...]

[...] andare in galera un maledetto figlio di prete? Infine, padron Gregorio si vide costretto a levarsi di fra i piedi anche il secondo rampollo. Gli [...]

[...] dette tremila scudi in contanti perchè andasse altrove ad aprirsi un forno per conto proprio. Ma ci guadagnò un nuovo dispiacere. Pippo, per fare [...]

[...] appunto dispetto al padre, ebbe la matta idea d'impiegare i tremila scudi nell'acquisto di un negozio di ferrarecce a S. Eustacchio. Il fornaio fu [...]

[...] proprio per impazzirne. A inventarlo apposta, non ne sarebbe venuto fuori un affare più sgangherato. Per compier l'opera, Pippo sposava anche la [...]

[...] , seguendo un gretto regime di vita, a malgrado delle sue ricchezze. I confidenti che si sceglieva pei suoi sfoghi di padre indignato, sogghignavano [...]

[...] , pensando che le due perle di figliuoli avrebbero un giorno o l'altro, per tutto castigo, messo le mani sopra un gruzzolo capace di stuzzicar [...]

[...] patrimonio convertito in capitali mobili, che si prestano a farne quello che si vuole con un semplice giuoco di mano, al momento opportuno. Ebbene, per [...]

[...] contegno, aveva raccattato le maldicenze della strada, per farne onta alla madre, per vessare il padre, per dare un pretesto all'odio suo contro Mario [...]

[...] . Leggeva dei romanzi; faceva la sentimentale; all'occasione faceva pure la civetta. Sul principio del Settantadue, Ferramonti si illuse per un momento [...]

[...] ch'ella, nel proprio interesse, gli avrebbe dato almeno una soddisfazione. Le si era offerto un partito d'oro: un droghiere al Tritone, pieno [...]

[...] d'intelligenza e di attività, ch'era sulla via di crearsi un grosso patrimonio. Lei stessa, del resto, aveva allettato il droghiere, incontrandolo ai [...]

[...] concerti di Piazza Colonna, e, qualche volta, a teatro, con mille smorfie, con mille incoraggiamenti. Ebbene, quantunque egli fosse pure un [...]

[...] bell'uomo, di appena quarant'anni, Teta aspettò che la chiedesse formalmente in moglie, per rispondergli un no tondo, ostinato. Non ci fu verso di [...]

[...] rimuoverla. Preparava al padre una bella sorpresa: due mesi dopo si fece rapire da un impiegato a duecento lire al mese. Ferramonti ebbe a morirne d'un [...]

[...] accidente. Consentì al matrimonio per riparare allo scandalo; ma giurò che non avrebbe fatto vedere alla figlia la croce d'un centesimo. Quando lo [...]

[...] , minacciandolo di pigliarlo a calci nel sedere se si tratteneva un minuto di più. Paolo Furlin, lo sposo, si ritirò per tentare delle vie più lunghe [...]

[...] s'inabissò più che mai nell'amarezza dei suoi rancori. Visse un anno così, come un superstite alla rovina della propria famiglia. II. Pippo non [...]

[...] di firmare il contratto, il giovine Ferramonti capì la gravità del suo colpo di testa. Mandando al diavolo l'Arte Bianca per fare un dispetto al [...]

[...] padre, s'era figurato che il traffico delle ferrarecce fosse preferibile a tutti: un pezzo di ferro è un pezzo di ferro, che ha il suo prezzo [...]

[...] . Invece trovava un mondo nuovo. La voce fessa di Padron Giovanni gli lasciava indovinare lenocinî, trappole giuochi di prestigio, raffinatezze del [...]

[...] voleva arrivare fino al punto di farsi derubare a man salva e burlare dai compratori. Più in confuso, almanaccava che un uomo accorto può trovare la [...]

[...] fortuna sotto l'affare apparentemente più sgangherato. In ogni modo, bisognava bene trovare un cane che lo agguerrisse. I Carelli non gli potevano [...]

[...] lasciare fra le mani la bottega, come si lascia un giocherello ad un bambino, perchè lo mandi in pezzi, se glie ne piglia il capriccio. Ne parlò ai [...]

[...] Carelli, moglie e marito, colla parola insinuante e col sorriso adulatore di chi domanda un favore grande. Essi lo capivano, non era vero? Lui si [...]

[...] trovava in bottega sperso, proprio come un uomo bendato. Certamente, per una ventina di giorni, lo avrebbero aiutato: non se ne sarebbero pentiti [...]

[...] indefinibile dei negozianti che burlano un compratore malaccorto. Ma, nel loro freddo egoismo, erano compitissimi: davvero non potevano. Padron [...]

[...] sedia. Dicevano, in fondo, la verità; offrivano a Pippo un bello spettacolo!... Padron Giovanni allampanato, afflitto da una tosse cavernosa [...]

[...] più piccolo sforzo di attività. Per un istante Pippo si lasciò vincere dallo scoraggiamento. Lasciò cascarsi le braccia; fece un viso angoscioso [...]

[...] d'uomo forte che si dichiara vinto. — Mi pare che ci sarebbe un mezzo per conciliare ogni cosa — balbettò una voce timida di ragazza. Si voltarono [...]

[...] un favore ad un amico. Allora Irene si spiegò brevemente: perchè non sarebbero scese in bottega, la madre e lei? Giacchè abitavano al secondo piano [...]

[...] , perplessi, con mille obbiezioni sulla punta della lingua. Non avevano preveduto affatto la proposta. Ma ad un tratto, dopo aver guardato anche la figlia [...]

[...] , la signora Rosa annuì risolutamente: sicuro, si poteva provare; Irene era abbastanza esperta. Lei, la signora Rosa, avrebbe trovato un posticino [...]

[...] circostanze, che non gli offrivano un mezzo migliore. Glie ne capitavano davvero d'ogni colore! Adesso doveva prender lezione da una povera creatura, che [...]

[...] dei suoi diciotto anni, era, per ciò che rifletteva la sua indole, un fiore delicato di modestia angelica, e per ciò che rifletteva la sua figura ed [...]

[...] il suo tratto, una bellezza affascinante di signorina. I Carelli la custodivano come si custodisce un tesoro, la mandavano vestita da principessa [...]

[...] solo risultato possibile di un passo decisivo verso di lei, vi rinunciavano, intimiditi da un'altra riflessione: una moglie così, sarebbe stata [...]

[...] ottima con duecentomila lire di dote, e lei, figlia di trafficanti poco fortunati, non aveva un centesimo. Da parte sua, lei agiva come poche altre [...]

[...] negare la giustizia divina il dubitare sull'avvenire suo. Era un tipo di bruna; ma di bruna calma, senza linee capricciose, senza bagliori [...]

[...] un essere ignoto sotto le calme apparenti della fanciulla Un uomo sul genere di Pippo Ferramonti doveva provare per lei una specie di disprezzo [...]

[...] quali conveniva stare in buone relazioni, e quelle di cui bisognava diffidare. C'erano delle camorre che un commerciante sagace e risoluto poteva [...]

[...] da rifondere: sarebbe stato un sogno pensare ad aver questi generi di prima mano. I fratelli Mazzei ne esercitavano il monopolio di grossisti, e di [...]

[...] , fino al punto d'esserne intimidito. Era una cosa incredibile: Irene non lasciava il suo fare modesto e semplice, non aveva un atto che tradisse [...]

[...] dovevano pur cessare prestissimo, faceva apposta l'idiota per prolungarli. Disgraziatamente, Irene sfatava un tal giuoco, colla sua pazienza [...]

[...] dalla bottega, mendicando argomenti estranei. Un giorno si accorse di aver trovato il fatto suo, senza averci pensato. Da un quarto d'ora la ragazza [...]

[...] del fratello Mario. Meritava ben peggio, il vecchio esoso: a girare il mondo non si sarebbe trovato un ugual mostro traditore del sangue suo. Faceva [...]

[...] l'elemosina di tremila scudi ad un figlio che lo aveva sempre aiutato, senza defraudarlo mai di un centesimo, lui che contava le centinaia di [...]

[...] solenne. Ma Pippo pagava salati simili eccessi. Gli troncava le parole in bocca uno sguardo supplichevole, un brivido d'orrore da parte d'Irene. Egli [...]

[...] certe esortazioni di buona creatura, che gli mettevano nel cuore tenerezze strane. Egli si abbandonava ad un infrollimento voluttuoso. Forse, ad [...]

[...] ; ma una specie di allettamento ignoto, acuto, magnetico, lo portava a bamboleggiare lui pure in cose tenere, come un effeminato od un imbecille [...]

[...] . Passò un mese; Pippo non ebbe più nulla da imparare; mancò alle Carelli ogni scopo di restare in bottega. Una mattina la signora Rosa annunciò al [...]

[...] sposato Irene Carelli?... Tutto gli consigliava un tal passo. A ventisette anni, padrone di negozio, egli non poteva restar celibe. Una moglie [...]

[...] renderle ripugnante l'idea di unirsi ad un uomo rozzo, ineducato, volgare. Pippo si creava un quadro orribile di se stesso; la disperazione lo [...]

[...] sentì di non poter più sopportare lo spasimo. Lo pigliava l'idea funebre di attaccare un nodo scorsoio ad un gancio della bottega, e di passarvi il [...]

[...] risolversi come il cuore e la ragione le avrebbero suggerito. Non era un linguaggio da buoni amici e da galantuomini?... Ebbene: domandavano il tempo [...]

[...] raddoppiassero; poi, raggiunto un tal limite, lo sviluppo si fece più lento ancora. Nelle sue illusioni di bottegaio innamorato, Pippo aveva sognato [...]

[...] campate in aria ed un lieve soffio le disperde. No, non avevano ragione di lamentarsi. Nei primi tempi Irene aveva trascorso le sue giornate in [...]

[...] soltanto in certe ore determinate, per esercitare una sorveglianza più sintetica. L'acquisto di un commesso, reso necessario dall'aumento di lavoro [...]

[...] si fece più vedere che un paio di volte per settimana, brevi momenti, all'impensata. Era come l'apparizione di un altro mondo, in mezzo ai metalli [...]

[...] nell'ambiente annerito da un polverìo di fucina, una nota di eleganza, un fascino di sorriso ed uno splendore di bellezza, onde pareano risentirsi e [...]

[...] lieve di verbena che profumava le sue vesti, un fremito, una gioia, una ebbrezza sottile che penetravano uomini e cose. Pippo aveva voluto lui stesso [...]

[...] importava rinunciare all'utile di un così prezioso aiuto. E d'altra parte, il rinunciarvi era forse un abile tratto di previdenza e di scaltrezza [...]

[...] giovine famiglia non metteva da parte un centesimo. Aveva montato un comodo quartiere in via di Torre Argentina; teneva due persone di servizio; si [...]

[...] trattava bene negli abiti, nel vitto, nei divertimenti. Irene trasformava il marito, facendone un uomo possibile; ma non si accorgeva che, sotto un [...]

[...] meno scorretto e sboccato, questa ripulitura esteriore lo educava alle livide dissimulazioni di un ipocrita. I suoi odî contro i propri parenti [...]

[...] fallo commesso da Teta, sorella di suo marito, non appena le nozze lo ebbero sbiancato agli occhi del mondo. Pippo ne aveva provato un piacere perfido [...]

[...] , pensando al dispiacere, alla vergogna, ed ai furori di suo padre; ma non aveva perciò affettato meno il contegno di un borghese onesto offeso [...]

[...] aver disprezzato un droghiere pieno di quattrini e di speranze!... Del resto, Pippo non dubitò un istante che lo scopo di Paolo Furlin, il rapitore [...]

[...] ferrarecce provava una sorda paura del nuovo avversario contro il quale avrebbe forse dovuto lottare un giorno o l'altro. Era la diffidente [...]

[...] lite mossa da Furlin al suocero per la dote di Teta non rassicurò certo Pippo. Dunque l'impiegato non voleva perdere un giorno di tempo? Ci teneva a [...]

[...] mostrar subito ai Ferramonti che sarebbe stato un osso duro da rodere? Corpo di Cristo! ci mancava anche quest'altra seccatura!... Ma mentre Pippo [...]

[...] che sotto la scorza di Furlin ci si trovava un impasto di minchione. Irene si prevalse di tale disposizione d'animo per cantare le lodi dei [...]

[...] . Bisognerebbe che tu ci riflettessi un pochino di più... Andò assai per le lunghe. In una espansione del cuore si tradì: ella non parlava a caso [...]

[...] un uomo di macigno? Il passato era il passato: ci si poteva mettere su un piastrone. Se i Furlin venivano, egli non avrebbe sbattuto loro la porta [...]

[...] sul viso. Due giorni dopo, la riconciliazione era un fatto compiuto. I Furlin si presentarono coll'aria di due sposi in visita, accolti da Irene [...]

[...] buoni amici, dovevano darsi del tu! — Per me... figurati! — sorrise Pippo, vinto dall'aria di tenerezza che spirava intorno. — Sei un bravo ragazzo [...]

[...] ! — proclamò Paolo Furlin. — Io amo e stimo gli uomini del tuo carattere: seri, avveduti, che sanno guadagnare del danaro, e farsi voler bene da un [...]

[...] non ebbi il coraggio di dare un dispiacere a mia madre. Che volete, la va sempre così: un niente decide del vostro avvenire. Cose del mondo [...]

[...] . Pippo lo ascoltava soltanto, un po' stordito, mentre Irene e Teta, sedute sullo stesso amorino, si facevano delle confidenze di donna. Pippo [...]

[...] , tutt'insieme, una figura buffa: alto, magro, cogli occhi bigi, i capelli di un rosso sbiadito, pieno di smorfie e di gesticolazioni curiose. Ma [...]

[...] Pippo sentiva rinascere le sue sorde diffidenze: vedeva in Paolo Furlin un uomo a lui superiore nella nascita, nell'educazione, in un cert'ordine di [...]

[...] non molto. Il ratto di Teta lo aveva danneggiato momentaneamente, fino ad esporlo al rischio di un trasferimento nelle amministrazioni [...]

[...] trovarci un sapore di romanticismo che rendeva Paolo Furlin interessante agli occhi di qualche alto funzionario dalle idee larghe ed ardite. Si era [...]

[...] dovunque festeggiatissimo. Se ne teneva un po'; parlava di commendatori, di duchi, di senatori, di deputati, di magistrati, colla noncuranza e la [...]

[...] familiarità d'un uomo avvezzo. Ed era un compagno prezioso nelle brigate; forse loquace più del bisogno, talvolta; ma inesauribile, pronto alla [...]

[...] fra parenti, Paolo cercò di porsi naturalmente sotto un punto di vista favorevole; fors'anche di colpire l'imaginazione dei cognati. In realtà, a poco [...]

[...] a poco, crebbe nel concetto di Pippo. Costui cominciava a sentire come un solletico dolce: il germogliare, nel proprio cervello di bottegaio, di [...]

[...] una vanità di villan rifatto. Infine, doveva confessare a se stesso che fa un certo effetto potersi dire parente di un personaggio di conto che [...]

[...] Ferramonti non andavano a mangiar quattro risi dai parenti? Non dovevano dir di no. Si sarebbero rivisti dunque domenica, a tavola. Un piatto di buon viso [...]

[...] oggetti: maniglie, arpioni, toppe, chiodi. Non erano affari molto grassi; ma assicuravano un guadagno positivo, e preparavano il terreno ad operazioni [...]

[...] signore, non volendo sfigurare fra le nuove conoscenze che incontrava. Un altro effetto dell'opera di Furlin. Questi introduceva la cognata in società, e [...]

[...] un solletico vago di amor proprio, nell'agguerrire, nello spingere, nel lanciare quella cara ritrosa. Il quartiere in via di Torre Argentina [...]

[...] cominciò ad esser utile a qualche cosa, empiendosi di un fruscìo di gonne, echeggiando di certe risa perlate, fremendo al mormorìo misterioso di [...]

[...] confidenze frivole, saturandosi di profumi sottili. Pippo non accorgevasi affatto che queste nuove abitudini gli assegnavano un posto molto secondario [...]

[...] tali circostanze noiose, lo trattavano come un rappresentante della grossa borghesia, parlandogli del grande commercio. Si fingeva d'ignorare [...]

[...] sangue nelle vene. Via! se Furlin si contentava soltanto di tenerla in conto di una scopa, era da fargliene un merito. Un altro al posto di lui, chi [...]

[...] sa come si sarebbe sbizzarrito! I Ferramonti presero a frequentare i martedì della signora Minelli, la moglie di un mediatore d'affari. Era [...]

[...] l'effetto di un fenomeno poco esattamente definibile; ma che moglie e marito avevano subìto in pari grado. Non si affiatavano nel ceto degl'impiegati, essi [...]

[...] bottegai, figli di bottegai. Loro, di un sangue in cui non si placa l'acre febbre della caccia al danaro, sentivano di non potersi mescolare, soli [...]

[...] coi godimenti, colle forme e colle eleganze mondane. Fu l'impresa di tre o quattro mesi, coronata da un successo completo. Una sera, tornando [...]

[...] tenerezze per tuo fratello... — Per Cristo! — esclamò Pippo con un salto sul letto; — ci mancava anche questa! — Come? — domandò Irene sorpresa; — che ce ne [...]

[...] donna con un accento intraducibile. — Dovevo dirle il contrario, quando me lo ha domandato? Pippo allibì. Moglie e marito tacquero. Egli era [...]

[...] sentiva ch'ella aveva ragione di ribellarsi alla menzogna. Temeva soprattutto che potesse serbargli rancore; cercava un mezzo per riabbonirla, rendendo [...]

[...] più imbarazzante quel silenzio. — Dormi? — bisbigliò Irene. — Buona notte. — Buona notte, — rispose lui, sgomento. Al domani mattina, dopo un [...]

[...] domande. Ora, se quella smorfiosa ti si stringe ai panni, siamo in un bell'impiccio. Vedrai, si rimescoleranno delle storie da doversi invece tener [...]

[...] seppellite come in fondo ad un sepolcro. Diranno che ci riaccostiamo a quella birba, che accarezziamo le amanti da cui si fa mantenere. Ma sì [...]

[...] ! vedrai, ti dico, come ci si guadagnerà di riputazione... — Non sai davvero quel che ti dici, — interruppe Irene stringendosi nelle spalle, con un [...]

[...] . Chi non lo sapeva un po' scapestrato? Ma l'essere un po' scapestrati, nei limiti giusti, nuoce forse? Certo, da per tutto, trovavano Mario [...]

[...] cento per cento. Ci vuol altro, caro mio! Del resto, sono pazzie di gioventù nelle quali cascano tutti quelli che fanno un po' di vita. Mario le ha [...]

[...] messe da parte... Si fermò un momento, come una donna che ricaccia in gola un'apologia. Tradivasi il suo desiderio di veder Pippo riconciliato anche [...]

[...] aver dato troppo la testa alla politica. Ora teneva Banco di cambio, prestiti, rappresentanze e collocamenti, al Corso. Era un galantuomo; ma un [...]

[...] marito come un padre, come un amico; lo consigliava, lo frenava senza averne l'aria; pregava Dio sinceramente che glie lo facesse ravvedere [...]

[...] fosse un don Giovanni irresistibile: — ha sempre tirato alle femmine, e non so che polvere ci abbia per addomesticarsele... Da quel momento il [...]

[...] negoziante di ferrarecce si trovò trascinato inevitabilmente alla riconciliazione. Pareva che Mario fosse diventato ad un tratto un personaggio alla [...]

[...] erasi mescolato. E mentre gli uomini d'affari, con gran sicurezza, gli profetavano un avvenire brillante, le signore lo discutevano, gli attribuivano [...]

[...] nell'incontrarlo. Buon Dio! era pur necessario vedere come fosse fatto un uomo di cui si parlava tanto! Flaviana sorrideva alle velate allusioni che volevano [...]

[...] lieve allusione. Rammentava com'ella era stata felice il giorno in cui s'era fatta la pace coi Furlin. Perchè non le procurava un altro momento [...]

[...] di aver torto. Ma adesso non v'era più un momento da perdere. Se ne sarebbe incaricato Paolo. — Paolo? — fece Pippo, fiutando un'altra novità. — Sì [...]

[...] , perchè tu ed io ci guadagneremo più degli altri. Fratello e sorella si guardarono con un lampo negli occhi. Si comprendevano; si confessavano [...]

[...] quattro sere addietro, ai martedì della Minelli, di una prossima emissione di azioni: la comparsa di un nuovo Istituto bancario. Qualcuno s'era [...]

[...] sulla fronte, coll'atto di un uomo che ha il cervello in ebullizione. — Non ci pensare. Aspetta stasera. — Debbo avvertire Irene? — Si capisce [...]

[...] , parlando di cose frivole, con una fatuità nervosa, che accusava una preoccupazione fissa. Per la prima volta Irene si mostrava diversa dal solito: un [...]

[...] trionfo la illuminava; un trionfo di donna forte, cosciente ed orgogliosa di esserlo. Una diffidente sorpresa annuvolava ad intervalli la fisonomia [...]

[...] di Teta, intenta a spiare la cognata; ma un sorriso d'indefinibile ironia vi succedeva; e le due cognate si colmavano di amabilità, con [...]

[...] inflessioni di voce tenere: come di donne vinte da un abbandono molle di sentimentalismo. Pippo non badava loro, affatto. Aspettava; cercava di studiare un [...]

[...] contegno pel momento in cui suo fratello sarebbe comparso. Era un po' pallido. Non sapeva neppure attendere alle ciarle colle quali le due donne [...]

[...] , — balbettò avvicinando il cognato al sofà; — siedi. — Sei molto gentile, — diss'egli, ricambiando cordialmente le gentilezze di lei. Per un breve [...]

[...] tempo rimase un po' perplesso; cercò istintivamente, colla coda dell'occhio, Furlin. Non andò incontro al fratello ed alla sorella ritti, immobili [...]

[...] parlare; aveva dei grossi sospiri, dei fremiti possenti nello sfogo brutale della sua commozione. — Infine! — proclamò Furlin, — siamo stati un mucchio [...]

[...] dalle braccia del fratello, con un lieve principio di fastidio. Forse coglieva il lato umoristico della scena; ma gli pareva che bastasse [...]

[...] . — Impariamo dunque a conoscerci, cognatina, — soggiunse, sedendosi accanto ad Irene. — Non sarai punto edificata sul conto mio. Lo sai già; passo per un [...]

[...] quello che si dice un uomo di cuore. — Sta bene, — disse lui; — ma non ricaschiamo nel sentimentale, per carità. Affogheremo nel mare delle [...]

[...] . Aveva lineamenti delicati; mani e piedi aristocratici; un insieme di figura, di espressione e di modi fatti apposta per accreditare le maldicenze corse [...]

[...] sulla sua nascita. Ostentava una leggerezza mordace di spirito, un abbandono d'uomo annoiato e sazio; ma non sapeva dissimulare, o forse non lo [...]

[...] conversazione comune, la voce di Pippo scoppiò ad un tratto: — Aspettate un poco! Mi dimenticavo il meglio... Si alzò superbo; sparì. Ma ricomparve poco [...]

[...] appresso, seguito dalle due donne di servizio cariche di sottocoppe, di bicchieri, di bottiglie, di dolciumi: un rinfresco in regola; una sorpresa [...]

[...] ch'egli faceva ai parenti, secondando un istinto di munificenza bottegaia. Mario sorrise. Ritrovava nel fratello il figlio di padron Gregorio; nel [...]

[...] salotto di Irene un riflesso delle abitudini e dei gusti di via del Pellegrino. Aveva una curiosa famiglia. Ed il viso di Teta si era contratto per [...]

[...] una emozione di golosa, mentre Furlin si slanciava sulle bottiglie ed applaudiva, colla giocosa e chiassosa impazienza di un uomo elettrizzato. Ad [...]

[...] un tratto Mario non badò più a questa scena. Lo colpiva l'espressione della cognata: un lampo di disprezzo e di collera negli occhi di lei anneriti [...]

[...] ; una ruga sulla sua fronte marmorea. Sentiva che non avrebbe dimenticato più quella rapida visione, che tradiva in un momento di oblìo le arcane [...]

[...] energie, la sapienza dissimulatrice di un carattere eccezionale di donna. Ebbe il presentimento confuso di un dramma futuro nel quale Irene [...]

[...] , dopo tutto! il suo fascino era pieno di mistero. Dove intendeva dunque di arrivare? A mezzanotte stavano ancora insieme, un po' in cimberli. Mario [...]

[...] stringere la mano ad Irene, si trattenne più a lungo con lei. — Vedrai, cognatina: c'intenderemo fra noi. Dobbiamo stringere un patto di alleanza. — Sei un [...]

[...] spirito. Vedrete quanto ci farà stare allegri. — Si riderà — soggiunse Pippo con un atto di chi scaccia una nube dal capo. — Coraggio, Paolo: un [...]

[...] merito, e gli avevano dato la croce, un segretario la cui specialità era quella di temperare i lapis. Non faceva altro; visitava uno per uno, tutti i [...]

[...] sua che lo aveva fatto promuovere. Oltre un assortimento completo di temperini, possedeva un amor di moglie, bionda, allegra, scaltra; una donnina [...]

[...] protezioni e d'intrighi. Lui se ne dichiarava stufo; era nella pelle di un impiegato per caso, e cercava tutte le strade per uscirne. Aspettava [...]

[...] Mario manteneva le sue promesse!... Fu la sua ultima frase. All'udirla, Pippo riacquistò per un istante la lucidezza dell'intelletto, smarrita [...]

[...] sarà di diecimila lire. Non ho potuto ottenere di più. Bisognava ben pensare anche alla cognatina. Con un gesto pronto, troncò i ringraziamenti del [...]

[...] funzionario, godendosi per un istante lo stupore muto del fratello. Si volse ad Irene ridendo: — Per te ho serbato la stessa porzione. È il mio [...]

[...] lire ad Irene e diecimila lire a Paolo. Serbava il resto per sè. Non era un bravo ragazzo? La sua figura giganteggiava in mezzo agli appetiti della [...]

[...] famiglia eccitati. Sarebbesi detto ch'egli si prestava colla maestà di un nume allo sfruttamento sperato dai suoi nel riavvicinarlo. Pippo e Teta [...]

[...] cupidigie erano appagati dall'esperimento di cui risentivano un beneficio indiretto; palpitavano di speranze per l'avvenire. Del resto, l'impiegato ed [...]

[...] momento giusto, per vendere col maggior profitto possibile. Si sarebbero riscaldati i ferri gradatamente, cominciando con un premio di quindici [...]

[...] lire, per arrivare almeno a cento. Ma una bella giornata, favorevole all'accorrenza dei compratori; una buona notizia; un nulla, potevano [...]

[...] determinare un successo assolutamente imprevedibile. In ogni modo, non si correva affatto il pericolo di vedersi restare in mano neppure uno dei titoli ad [...]

[...] averne per mezzo milione. — Come? — domandò Pippo: — darai aria a tutto? Mario lo guardò, stringendosi nelle spalle, con un sorriso inesprimibile [...]

[...] lavora sulla cupidigia e sulla credulità umana. Irene lo fissava muta, col viso pallido, con un fremito delle narici, con un'ardente intensità [...]

[...] dello sguardo. Lo aveva appena ringraziato; non faceva nulla perchè egli badasse a lei. Forse ne aveva paura. Al momento di salutarsi lo trattenne un [...]

[...] . Egli la guardò un istante negli occhi. — Ma sì... Appunto: debbo andare da lui anche stasera. — Allora, saluta Flaviana. Non la vedo più da cinque [...]

[...] rammenti? Nel nostro primo incontro ti dissi, che saremmo andati d'accordo. Dobbiamo fare un patto fra noi. — Sarebbe? — Associamoci. — Associamoci [...]

[...] giovine donna, quasi diffidente. Poi prese il suo partito. — Supponi ch'io voglia trovare un mezzo qualunque per dimostrarti la mia simpatia: ecco lo [...]

[...] un capitaletto, per le tue spese personali. — Insomma, vuoi ancora obbligarmi. Ma allora debbo domandartelo un'altra volta: a quale scopo [...]

[...] giovine donna un sorriso lievissimo. Nondimeno, la figura di lei accasciavasi in una grande mortificazione. Ella rappresentava certo una parte. — Vuol [...]

[...] gratitudine eterna, ed un affetto di buona cognata, ci è forse bisogno di patti? Voglio dirti tutto il mio pensiero: ho forse l'egoismo della paura. Mi [...]

[...] ? Tu non vuoi capirmi. — Senti, — diss'ella nervosamente: — mi giudichi forse a rovescio. Ti capirei se tu fossi un altro, oppure se tu fossi in [...]

[...] passione, che tradiva tutti i suoi orgogli, tutte le sue gelosie, tutte le sue esclusività di donna. Ma fu come un baleno. Ritornò subito in calma; un [...]

[...] freddo sorriso d'ironia rivelò un altro lato ignorato della sua indole. — Davvero mi fai perdere la testa. È che ti esalti sognando, o uomo positivo [...]

[...] ! e mi pigli per una donna da romanzo. Vedi: non sbagli forse nella massima. Ci sono in realtà delle donne capaci di spingere un uomo dovunque [...]

[...] bada alla scelta, perchè potresti andare a picco quando meno lo credi. Egli la lasciava parlare, ritrovando il proprio sorriso d'uomo sicuro, in un [...]

[...] desiderava che fosse. — Se vuoi proprio un consiglio, — proseguì Irene, — lascia andare le fantasie, e contentati di quello che hai. Flaviana ti [...]

[...] più brutale. — Non ho mai creduto alle tue arie di donna modesta e timida. Ho indovinato la tua forza e la tua abilità, quand'ho saputo che un uomo [...]

[...] gettò fremente sopra una sedia. Ebbe un singulto che parve un ruggito. — Se tu ci avessi messo un po' di buona volontà, il nostro colloquio non [...]

[...] nuovo, a sua volta, in faccia a lei. — Hai un progetto ed uno scopo. Ma se vuoi fare degli altri i tuoi strumenti, questa parte a me non conviene [...]

[...] tua condizione attuale: ti vedo salire dominatrice, farti ricca e potente. Io sono un affamato a caccia della fortuna, non è vero? Ebbene! son certo [...]

[...] che le mie brame diventano desiderî di bambini paragonati alle tue. Vorrei aiutarti, farti vedere un giorno, quando si fosse arrivati insieme, che [...]

[...] cuore di lei dall'ansia del seno ricco, fatto procace. Coglieva l'incanto di un turbamento profondo che illanguidiva gli occhi splendidi e faceva [...]

[...] schiacciarmi alla prima occasione. Un amico, un confidente bisognerà pure che tu te lo scelga. Perchè non sarò io quello? — Ebbene, sia come vuoi [...]

[...] , — diss'ella in un abbandono subitaneo e completo. — Sei contento? Bada di non pentirtene, troppo tardi. — È forse possibile? — Chi lo sa? sono tanti i casi [...]

[...] ... Egli fece un gesto di noncuranza suprema. — Mettimi alla prova. Comincia da questo momento ad impormi i tuoi patti. Lei sorrise. Non trovava [...]

[...] un primo esperimento sull'uomo che non aveva voluto esser da lei soggiogato alla guisa degli altri. Lo frenava; se lo teneva davanti calmo e docile [...]

[...] due persone serie ed avvedute, che trattano insieme un interesse materiale comune. Le loro mani non si toccavano più e non si cercavano neppure. Ma [...]

[...] appresso, invitarlo a tornare di là. Ah, egli cominciava col dare un saggio famoso di smemorataggine! ... — Che cosa è successo? — interrogò lui, non [...]

[...] comprendendo ancora. — E il capitale che volevi farmi crescere indefinitamente? Oh, la testa sventata!... Ella rideva; lo burlava, con un riso [...]

[...] , indovinandola; — basta così. La mia sventataggine di un momento non t'impedirà d'esser contenta di me. Del resto, ti ringrazio; mi fai andar via quasi [...]

[...] col suo alito ardente. — Tu invece hai pure capito, che, un momento fa, scappavo come un vigliacco — le disse a bassa voce; poi correggendosi [...]

[...] subito: — Cioè, no! È invece che tu mi mettevi la febbre nel sangue, e che, per oggi, non mi avresti concesso nulla, neppure un bacio... — Sta zitto [...]

[...] allontanò con un balzo agile; gli si volse da lontano spaventata: — Per carità, Mario, lasciami in pace. È una infamia, un sacrilegio; ho orrore di te [...]

[...] concessioni: non le domandava nulla di colpevole, nulla che una sorella non possa concedere al fratello: un bacio soltanto. — E poi te ne andrai [...]

[...] ? — diss'ella ad un tratto, pazza. — Me ne andrò. — Lo giuri? Giuralo! — Te lo giuro. Ti basta? Lei stessa gli porse le labbra frementi. Sospirarono [...]

[...] estivo rese più frequenti e più intimi i ritrovi nel salotto in casa d'Irene. Divenne un'abitudine di tre sere per settimana almeno: un piacere pel quale [...]

[...] dimenticarono un progetto di gita nel Veneto; Mario antepose quella specie di conversazione borghese ai suoi passatempi di scapolo. Si [...]

[...] sull'uscio del salotto, dove i sospiri e gli strepiti della città impigrita nella caldura penetravano cogli aliti snervanti di un venticello notturno. Solo [...]

[...] meglio le cose. Poi, quando non potè più illudersi, ebbe vergogna di confessare il proprio insuccesso. Assistè un lungo mese in disparte alle [...]

[...] col commendatore Aglianè, un alto funzionario provvisto di numerosa famiglia. Qualche volta gli ascoltatori di Furlin si guardavano fra loro [...]

[...] esagerazioni e le invenzioni ad un effetto dei suoi affanni e dei suoi rancori giustissimi. Del resto, tali spassionature restavano una parentesi negli [...]

[...] , anche le sue parole davano un pretesto per tuffarsi tutt'insieme nella corrente procellosa delle loro lotte di principio. Allora Furlin cessava [...]

[...] d'esser compatito: diventava un gladiatore contro due opposizioni che si alleavano per combatterlo, lui, l'uomo d'ordine, il difensore convinto del [...]

[...] andava al sodo: per lui l'importante era aver la pancia piena, e l'animo tranquillo. Considerava il resto, miserabili sciocchezze indegne di un uomo [...]

[...] dell'uomo sicuro del fatto suo. Il prossimo ristabilimento del potere temporale era per lui un articolo di fede inconcusso. Ascoltava con una suprema [...]

[...] frammassoni ed i rivoluzionari d'ogni gradazione e d'ogni paese. Anzi, per un momento, il successo della serata s'era dichiarato per lui, di fronte [...]

[...] secolari di delitti, di sangue e di lagrime? Chi lo credeva era un imbecille ed un cieco. Al doppio fuoco degli avversari, Furlin infuriò [...]

[...] . Dimenticava ad un tratto le perifrasi parlamentari, colle quali temperava abitualmente le asprezze dei suoi discorsi politici: — Non siete onesti! No, nel [...]

[...] , non è vero, Barbati? Ebbene, non riesco a capire neppure che cosa vogliano i vostri amici. Siete un mucchio di esaltati, e non ce n'è uno in buona [...]

[...] rispondere? Aspettò. Barbati, un po' sconcertato, cercava le parole. Un gran ridere a due, i timbri di voce incrociati di Flaviana e di Mario, riempì il [...]

[...] salotto. Teta, un po' scandalizzata, rimproverò il fratello: — Via, Mario: basta! ti spingi troppo. Mario narrava un'avventura scabrosa. Lo aveva [...]

[...] un nuovo splendore. Tutto garantiva un simile risultato: nessuno aveva mai rivolto le armi contro la fede dei propri padri. E Furlin affermava [...]

[...] rimaner prigioniero? Gli intransigenti che consigliavano un tale atteggiamento al vecchio augusto, assumevano una responsabilità tremenda in faccia alla [...]

[...] storia! Tacque, trionfò dinnanzi al silenzio degli altri due. Nella penombra dell'angolo vicino alla finestra, la voce di Flaviana aveva un tono [...]

[...] ? Parlava ad Irene. Questa restava un po' smemorata; non aveva, testè, risposto ad una domanda di Teta. — Davvero, t'inganni, — sorrise: — sono [...]

[...] proprio i nervi. Ti fa male il caldo? Bisogna che tu ti scuota. Vogliamo andate a prendere il gelato? Flaviana accettò la proposta con un grido di gioia [...]

[...] . Che idea felice! si sarebbero lasciati i tre chiacchieroni alla loro politica! si sarebbe andati a fare un giro pel Corso! Era stabilito. — Che [...]

[...] di non star bene? — domandò Teta, con un lungo sguardo scrutatore. Irene parve risolversi a non resister più. — Dio mio! è per tuo padre. Ho avuto [...]

[...] voluto crederci per un mese. Adesso non posso più dubitarne: papà vuol riprender moglie. Teta soffocò un grido. Ebbe una contrazione dura, feroce [...]

[...] che la cognata loro accennava. Ma, come s'ella stimasse inutile discendere a' particolari del fatto, li abbandonò. Un antico rammarico rivelavasi [...]

[...] una espressione di disinteresse. Per conto suo, non dava un pensiero alla fortuna del suocero. Ciò che le stringeva il cuore era l'odio del padre [...]

[...] testa di Padre Eterno. Attaccava direttamente la monarchia non accorgendosi di mescolare alla sua catilinaria tribunizia un rancore di borghese deluso [...]

[...] . No! il partito radicale non poteva più e non doveva più aspettare. Era colpa di un Governo che sconfessava le sue tradizioni. Perdio! non s'era [...]

[...] , insultando alla miseria del popolo... — Lasciate un po' queste sciocchezze — interruppe Mario, comparendo nell'orbita luminosa della lampada sospesa [...]

[...] riammogliarsi? Dove lo aveva saputo? quando? — Ne sono afflittissima, — bisbigliò lei, confermando le parole di Mario in genere; — non vedo un riparo [...]

[...] . Intravvedevano ad un tratto uno spiraglio di luce nelle tenebre. — M'occupo dei vostri affari. Scusatemi! — soggiunse Flaviana sorridendo. — Ma è che ne [...]

[...] sono persuasa davvero: Irene potrà impedire al signor Gregorio un passo così arrischiato. Irene protestò. Che cosa si metteva in testa Flaviana [...]

[...] . Nel salotto le curiosità si esasperavano in un'ansia di naufraghi che cercano intorno un mezzo di salvezza. Alla fine, Irene svelò un suo caro [...]

[...] ed antico disegno di riconciliazione col vecchio Ferramonti. Essi l'ascoltavano con un palpito di speranza, senza una obbiezione, dimenticando che [...]

[...] comprendevano perchè Mario, ad un tratto, si fosse chiuso in un riserbo d'uomo quasi indifferente. Non era però il momento di cercarne le cause. Tutti [...]

[...] il padre coi figli, e poi salvare padron Gregorio dai pericoli di un passo falso, indipendentemente da qualunque altra considerazione. Dovevasi [...]

[...] un accento intraducibile. Ormai, fra loro, non fingevano più. S'erano confidati reciprocamente i loro disegni; i bisogni implacabili delle loro [...]

[...] aperti, e di tradurre il sogno in un linguaggio ardente. Ella era infelice. Non rammentava un giorno della propria esistenza, che segnasse una [...]

[...] . Stava in agguato delle occasioni, pronta ad acciuffarle, ed a condursi a seconda di esse. Escludeva un mezzo soltanto: il mercimonio della propria [...]

[...] erano un miracolo inaudito di abilità. Del resto, i loro nervi, eccitati nel pensiero costante di altri interessi materiali, e nel vagheggiamento di [...]

[...] sensazioni mai provate presso nessun'altra. Era specialmente la coscienza netta di un giogo diventato infrangibile. In effetti, Mario non sapea [...]

[...] figurarsi nell'avvenire un giorno in cui la loro relazione sarebbe cessata. Irene gli empiva la testa di fantasie, parlandogli della vittoria a cui [...]

[...] del possesso di lei; il modo incompleto ond'ella gli si era data, dopo le prime volte. Pareva che tutto quel fuoco si fosse spento ad un tratto, ed [...]

[...] era una cosa da perderci la ragione com'ella continuava a condursi. Cadeva nelle braccia come un uccelletto cadrebbe nella bocca del serpente che [...]

[...] poco a poco, per un sordo ribrezzo di quelle scene impossibili, aveva cessato dal provocarne la ripetizione. I due cognati si acconciavano ad una [...]

[...] esistenza di compari che lavorano insieme per un comune interesse. Mario faceva fruttar bene le mille lire affidategli da Irene, attendendo ch'ella [...]

[...] era disposto a vedervi anche un lampo di genio femminile. Ma non gli conveniva affatto l'aver scoperto dal contegno d'Irene ch'ella doveva aver [...]

[...] vinta ad un tratto. Ebbene, sia pure: ella aveva fatto sorvegliare il suocero, senza avvertirne Mario. Ma, e per questo? Meritava forse di esserne [...]

[...] rimproverata? Aveva forse alzato un dito prima di mettere a parte della cosa il cognato? Ella aveva voluto risparmiargli le noie e le imprudenze [...]

[...] diverso avrebbe taciuto, avrebbe cercato un mezzo qualunque per agire nel mistero. Mario non poteva comprendere quanto le costasse rinunciare ad un suo [...]

[...] desidera più vivamente! — lamentò la giovine donna, in un abbandono di malinconia. — È il nostro destino, non è vero? Non ne parliamo più. D'ora in poi [...]

[...] Mario. — Non sono già molto innanzi? — fece lei, godendosi con un sorriso modesto la sorpresa del cognato. — Ma come hai fatto? — soggiunse Mario [...]

[...] , preso da un gran rispetto per lei. — Sei davvero una donna forte. Essa gli spiegò ogni cosa. In realtà aveva saputo soltanto prevalersi delle [...]

[...] interessarla a procurare un incontro fra padron Gregorio ed Irene. Per maggior fortuna, il marito della signora Lalla, un curiale molto stimato dalla [...]

[...] . Irene otteneva da Mario, come lo aveva ottenuto dagli altri, un mandato di fiducia, senza esporre neppure il suo piano. Non si comprometteva [...]

[...] ch'ella non frenava. Al contrario, cogli occhi scintillanti e con un sorriso pieno di fremiti, diceva a Mario la propria esaltazione. Gli faceva delle [...]

[...] sensazioni di vertigine, un vago sgomento d'uomo affascinato. Se avesse potuto rendersi conto esattamente del fenomeno psicologico che aveva fatto di suo [...]

[...] , senza dare al mondo un pretesto qualunque di accusarli. Dovevano farlo per se stessi, onde procedere più sicuri e più liberi. Dio buono! le forze [...]

[...] metteva nelle sue carni strani fremiti. Ma, finito il colloquio, allorchè Mario partì, domato e mistificato da lei, un sorriso intraducibile [...]

[...] increspò le sue labbra, mentre un vivo baleno passava sul suo sguardo. — Chi sa! — pensò dietro al cognato; — sarai forse tu quello che mi darà meno da [...]

[...] , solleticato vagamente dalle adulazioni grossolane ond'era circondato. Queste erano anche sincere: un omaggio istintivo di cervelli limitati e di animi [...]

[...] valersene per dargli delle seccature. Aveva delle massime sordide di egoista. È una bricconata prevalersi della buaggine di un amico per frecciargli la [...]

[...] commercia e pagando la dovuta provvigione. Questo se si ha credito. Se non si ha credito, segno che non si vale un baiocco, ed allora il miglior [...]

[...] consiglio è gettarsi a fiume con una pietra al collo. Per conto suo, egli non avrebbe prestato dieci lire all'amichevole ad un morente di fame. Prestava [...]

[...] bensì ad interesse, per un istinto d'uomo sempre vissuto negli affari. Ma quelle operazioni di poche centinaia di lire, le rendeva complicatissime [...]

[...] nessun motivo, di prorogare le scadenze. Senza accorgersi di cadere in contradizione, ripeteva fino alla sazietà, che non era un usuraio, e che [...]

[...] esisteva già più un centesimo dei tremila scudi strappati a padron Gregorio in un modo indegno. E Pippo, lui sì, doveva essere stato conciato per le [...]

[...] di Torre Argentina! Padron Gregorio torceva il naso tutte le volte che gli nominavano il genero e la nuora. L'idea di poterli un giorno o l'altro [...]

[...] combinazione avrebbe fatto passar loro un quarto d'ora da ricordarsene per tutta la vita. In ogni modo, restavano al largo, e tanto meglio così [...]

[...] ! Una sera, la buona armonia della brigata si annuvolò. Ferramonti, arrivato l'ultimo, rispose con dei grugniti ai saluti degli amici. Restò in un [...]

[...] cortigiani. Lo lasciava capire, lanciando delle frasi misteriose e terribili sulla sorte birbona che espone un galantuomo a non esser sicuro di nessuno. Gli [...]

[...] , incoraggiandosi l'un l'altro, tirarono l'antico fornaio a dare delle spiegazioni. Ma perchè restava così strano? Che cosa poteva essergli accaduto? Aveva forse [...]

[...] . Curiosa! un galantuomo non può vivere come gli pare! Ce ne sono dei cervelli balzani e dei rompiscatole, al mondo! Però, a poco a poco, attraverso [...]

[...] un viluppo di parole oziose, il suo pensiero veniva chiarendosi. Almeno si fosse trattato di qualcuno che non lo conosceva! Ma trovare una persona [...]

[...] padron Gregorio, interrompendo vivamente il curiale. — Capite? è lei, che vien fuori a parlarmi di mia nuora come di un angelo sceso dal cielo [...]

[...] , nientemeno! E bastasse! pare ch'io faccia la figura dell'orco, a trattare come tratto quell'anima santa. Un monte di minchionerie! — Mia moglie mi [...]

[...] sentirà! — mugolò Frati, schiacciato dalla rivelazione. — Ditele, del resto, che non me ne importa un accidente. Ma pretendo di non esser più seccato [...]

[...] Lalla, pure incontrando quasi ogni giorno Ferramonti, non gli parlò più della nuora. Pareva invece occupata di tutt'altro, curiosa di conoscere un [...]

[...] risoluto sul serio un passo così grave? Chi era la donna scelta da lui? Se ne citavano almeno dieci. Insomma, spargevasi la voce che l'antico fornaio era [...]

[...] sul punto di riammogliarsi. Un pettegolezzo infame che lo fece andar sulle furie, e che si era accreditato in un modo incredibile. Trattavasi [...]

[...] , per Cristo, di far passare da vecchio rimbambito un uomo che aveva sempre il cervello a posto, e che soprattutto teneva a mostrare di avercelo [...]

[...] di ridursi in casa come un orso selvaggio nella sua tana. Non si fece più vedere al caffè. Si persuase che non ne avrebbe evitata una malattia di [...]

[...] che avvelenavano il suo povero amico. Peraltro essa voleva farlo convenire di avercene un pochino di colpa: non s'era mai visto un uomo della sua [...]

[...] qualità e coi suoi mezzi, viver così, solo come un cane. Si capiva: il mondo, persuaso che le cose non potevano durar sempre in tal modo, doveva [...]

[...] credere facilmente a tutte le fole inventate per annunciare un cambiamento. A poco a poco, tali discorsi presero una piega particolare. Ferramonti [...]

[...] Scozzi. Era la figlia di un erborista a Borgo Pio. Il ridicolo cresceva. Mimma Scozzi, bellissima, non s'era maritata ancora, per certe storie [...]

[...] compromettenti. Non aveva un soldo, e suo padre, il semplicista, era gobbo. Si diceva fissato il matrimonio a settembre, aggiungendosi che padron [...]

[...] proprio abbandonato da tutti! E lei non si difendeva. Chiusa in un riserbo misterioso, lasciava comprendere di non trovare il coraggio per una [...]

[...] proposta. Nondimeno, egli vedeva bene che qualche cosa in corpo doveva avercela; anzi che gli faceva pure dei misteri. Un giorno ella non si fece [...]

[...] trovare; poi un altro; poi un altro ancora. Ebbene! quelle assenze erano un pretesto; non erano vere. Una quarta volta, Ferramonti, andando a casa [...]

[...] l'incontro colla domestica lo avrebbero mandato a spasso di nuovo. Lo fecero aspettare come un salame, nello stanzino d'ingresso, quasi tre minuti [...]

[...] . Poi, comparendo, ed introducendolo, la Frati si mostrò turbatissima. Di là, mentre egli sedeva, un rumore d'usci aperti e richiusi, di passi [...]

[...] abbozzare un sorriso... — Che idea! — balbettò la Frati turbata. Infilzò un mucchio di parole incoerenti; ma dinnanzi alla collera concentrata di [...]

[...] notizie del suocero, e di parlarne liberamente. Era un angelo di donna; un cuore pieno di sentimenti onesti; quello che si dice una buona creatura [...]

[...] scrupoli che l'arrestavano: l'idea, cioè, che si potesse trovare un secondo fine al suo sogno di presentarsi al suocero per supplicarlo a volerle un [...]

[...] presa! Un disgraziato senza un baiocco, scacciato dal padre! In piazza s'era creduto matto Pippo, matta lei; s'era aspettato di vederli ambedue [...]

[...] istradare il marito, facendone a un tratto un commerciante avveduto. Padron Gregorio poteva prendere delle informazioni: adesso, per lei, la firma di [...]

[...] Filippo Ferramonti valeva quattrini sonanti, e la bottega a Sant'Eustacchio era un capitale da levarcisi tanto di cappello. Ecco che cosa Irene era [...]

[...] visita clandestina d'Irene in casa Frati, lo aveva scosso, lo lasciava in un turbamento profondo. Una tenerezza di vecchione sedotto penetravagli [...]

[...] ghigno sardonico, che gli tornava amaro, con un sapore d'ingiustizia. I pettegolezzi calunniosi della strada lo avevano colpito troppo duramente [...]

[...] fatti irrefragabili. Poi, era proprio un inferno, viver solo come un cane. Questa idea si figgeva ostinata nel fantasticare vagabondo del suo [...]

[...] signora Lalla col fare distratto e preoccupato di un uomo che ha piena la testa di cose confuse. Allora la Frati non se lo lasciò più scappare. Lo [...]

[...] . Un angelo, che avrebbe consolato il suocero soltanto con una delle sue occhiate soavi, con uno dei suoi sorrisi pieni d'incanto, colla sua voce [...]

[...] che andava al cuore! Quando Ferramonti parlava della nuora, ridotto a riconoscerne i meriti, vibrava nella sua voce la tentazione di un vecchio che [...]

[...] pensa a giovani carezze. Fino allora egli aveva trattato le donne col disprezzo di un cacciatore arrabbiato della fortuna; le voluttà molli [...]

[...] intravvedute, erano l'ignoto, il mistero; un fascino al quale non aveva armi per resistere. — Ma insomma, questa ottava maraviglia non si fa più vedere [...]

[...] curiale. Finì, che si trovò dinnanzi Irene, quando meno se lo aspettava. Quel mattino addensavasi sulla città un uragano estivo: nuvole fitte, nere, da [...]

[...] fare accendere i lumi a mezzodì; sbavate di vento caldo, da togliere il respiro; un balenìo sinistro, un ruggire profondo di tuoni. La tempesta [...]

[...] saliva dai punti bassi dell'orizzonte; le bufere s'indovinavano scatenate in giro, incalzanti a stringere un cerchio, attratte a confondersi, a [...]

[...] diventare tutt'insieme un solo terribilio. Sotto le raffiche ardenti che spazzavano la strada e sbattevano porte e finestre, la gente s'affrettava a [...]

[...] ripararsi, fiutando la pioggia in un odore di terriccio, greve e diffuso. Ferramonti entrò nel portone di casa Frati ai primi goccioloni. Era più [...]

[...] presto del solito; ma egli non voleva arrivar fradicio. Mentre saliva le scale, un gran lampo lo abbarbagliò, e subito un tuono scrosciante come una [...]

[...] . Aveva paura della tempesta. Ma altri lampi ed altri tuoni seguivansi; pareva che si rincorressero. La pioggia s'era sentita avvicinare con un [...]

[...] , nella confusione, fino al salotto della signora Lalla. Aveva bisogno di trovarsi con persone amiche. Nondimeno, tentava di abbozzare un sorriso [...]

[...] : entrando volle scherzare: — Che razza di risciacquata! Roma fa il primo ba... Non finì. Nel bagliore di un altro lampo, scorse ritta dinnanzi a sè [...]

[...] . Lui restò mezzo ebete. Certo, in un altro momento, avrebbe fatto sentire alla Frati ed alla nuora che non si sorprende così un pari suo. Adesso [...]

[...] , n'era incapace; si sentiva tutto sconvolto. Ad un tratto Irene gli si avvicinò; s'impadronì delle sue mani. Lo aveva chiamato papà; si diceva [...]

[...] donna, che vanno dritte al cuore. Era soavemente bella; e fra lo strepito furibondo dell'uragano pareva un angelo sceso dal cielo apposta, per [...]

[...] calmare i nervi in rivoluzione di un povero uomo. Cose dell'altro mondo: una tenerezza inesprimibile! Poi padron Gregorio si accorse, che la nuora lo [...]

[...] aveva tratto dolcemente verso un canapè, lo aveva fatto sedere, e gli si era collocata vicino, guardandolo rapita. La tempesta avrebbe potuto [...]

[...] quali, nella sua gioventù, aveva allettato la clientela delle servotte. Irene ascoltava quelle volgarità, schermendosi un pochino; ma come [...]

[...] risolverci prima! — disse padron Gregorio. — Vedi: i miei figli m'hanno ridotto a viver solo come un lebbroso. Avevo bisogno... Scoppiò una saetta. Irene [...]

[...] , con uno strido, si avvinghiò al collo del suocero. E per un lungo istante l'uno e l'altra rimasero così, sbalorditi e tremanti, udendo il diluviare [...]

[...] . — Eh, no! — ghignò Ferramonti, nascondendo con una smorfia la sua paura. — Sei nervosa. Del resto, queste porcherie fanno sempre un certo effetto [...]

[...] complesso: un viluppo strano di sentimenti paterni, e di sorde sensualità di vecchio. Egli non si era trovato certamente a trattare con delle duchesse [...]

[...] ! Epperò, non rammentava di essersi trovato tuffato così, come adesso gli accadeva, in un delicato profumo di verbena esalante dalle vesti d'Irene [...]

[...] l'incarico di consolare un vecchiaccio brontolone? — Perchè non posso mostrarvi a nudo il mio cuore? — diss'ella ineffabilmente commossa. Ma, con uno [...]

[...] brontolone, peggio per voi! Allora, volete darmi un bacio, papà mio? Gli offrì la fronte. Baciò lui, dopo essere stata baciata. Cercava di divertire il [...]

[...] trattenere lagrime di tenerezza. — Sapete che c'è? — diss'ella, guardandolo con due occhi sfavillanti: — voglio fare di voi un altro uomo. Ci [...]

[...] incontrati. Ma se pensi di riavvicinarmi ai miei figli, perdi il tempo, capisci? Sono un mucchio di canaglie; non dimenticherò mai i dispiaceri che mi [...]

[...] hanno dato. E voglio che tu mi giuri di non rinominarmeli mai più. Irene, tremante, chinò la testa. Un singhiozzo le gonfiava il petto. Ferramonti la [...]

[...] minuta, lasciava una frescura vivificante. Irene aprì la finestra. Di fuori, a ponente, uno strappo di nubi mostrava un lembo di cielo [...]

[...] Irene, prima che il suocero potesse indicarle un altro appuntamento. Padron Gregorio parve colpito. Infine si risolse. — Sia pure: qui! A rivederci [...]

[...] , nuoruccia. — A rivederci, papà! Ebbene, il vedersi in casa d'estranei acquistava un sapore piccante; un'idea come di appuntamento amoroso e [...]

[...] gente che ha paura di compromettersi, non aveva senso comune. No, non era cosa degna d'un uomo serio. L'intero settembre passò senza cambiamenti [...]

[...] donna era diventata subito un bisogno della sua esistenza. Nella vecchiezza, egli subiva ciò che la gioventù, rosa dagli appetiti del danaro, gli [...]

[...] il disinteresse della nuora; ed al più leggero dubbio sulla sincerità dei suoi procedimenti, le avrebbe luminosamente provato che non era nè un [...]

[...] imbecille nè un rimbambito. Ma lei conducevasi ammirabilmente, senza offrire il menomo appiglio alla diffidenza. Non aveva le caute allusioni ed i [...]

[...] giri insidiosi di frase, che preparano un attacco, nè i silenzi ostentati ed ostinati della dissimulazione. Il tema degl'interessi materiali [...]

[...] figli; cascava lui stesso parlarne, quasi portatovi da un confronto spontaneo fra la scelleratezza del sangue suo e la bontà di quell'angel di donna [...]

[...] di Pippo e cognata di Teta e di Mario. Dio santo! non si poteva inventare un martirio più crudele! Poi, riuscendo inefficaci gli appelli alla [...]

[...] le quali non avrebbero cavato un ragno da un buco? Davvero, non c'era scusa possibile. Il passato è passato: quando non ci si può rimediare, è [...]

[...] privilegiata e depositi assortiti? E continuava a rispondere umoristicamente, aspettando da un giorno all'altro che Irene pure mettesse fuori [...]

[...] , senza perifrasi, l'idea di un matrimonio. Sicuro: era già più che sott'intesa in tutti quei giri di frase, che lasciavano il vecchio in prolungati [...]

[...] trovare quello che occorreva. Ferramonti ebbe un'idea luminosa. Lasciò che la giovine donna versasse un fiume di parole per dimostrare sott'ogni [...]

[...] punto di vista la convenienza di un secondo matrimonio, e che si montasse a dovere la testa nel credersi lei capace di pescare la donna per la quale [...]

[...] dell'incarico ricevuto. Non ammetteva l'ipotesi di un insuccesso, respingendo vivacemente i dubbi del suocero. Ma che! egli non la conosceva ancora [...]

[...] , rifiutandosi a dirgli di più. Un giorno comparve coll'aria trionfante di una donna che ha trovato. — Siete sempre risoluto, papà? — Si capisce [...]

[...] , — rispose lui, un po' sconcertato fin dal principio, tentando vanamente di far la burletta come al solito. — Allora mi permettete di stringere i conti [...]

[...] e d'impegnarmi a nome vostro? — Come? come? Tu corri un po' troppo, carina! Se mi cucini, fammi sapere almeno in che salsa. — Salsa matrimoniale [...]

[...] potè a fatica frenarsi. — Allora — disse infine, con un tremito della voce, — sono disposto a secondarti. Hai fatto le cose a dovere? Suvvia, dimmi [...]

[...] un uomo così rispettabile. Ella non diceva di no. Sarebbe stato un matrimonio di convenienza, naturalmente; ma c'era posto, più tardi, anche per [...]

[...] acconsentire, e purchè non gli salti in testa di venirmi fra i piedi, ci guadagnerà realmente un tanto. Ma guarda come sei rimasta! Non vedi, scioccona [...]

[...] ? vi ringraziamo. Adesso si cambiano le parti. Ci farete sempre un piacere, venendo qualche volta a trovarci. XI. A Torre Argentina si seguivano [...]

[...] le mosse d'Irene con attenzione ansiosa, pari ai grandi interessi in giuoco. Dominava una grande incertezza. La giovine donna aveva adottato un [...]

[...] di un nuovo progetto: avrebbe secondato il desiderio del suocero, gli avrebbe trovato lei stessa una moglie. Provocò una di quelle esplosioni in cui [...]

[...] testa. Pippo stesso scoteva il suo giogo di marito domato, ritrovando l'occasione di mostrarsi furioso. Nessuno di loro avrebbe sopportato in pace un [...]

[...] nel salotto ebbero un carattere artificioso: la banda indagava se la giovine donna si fosse per avventura permesso di darle a bere qualche fandonia [...]

[...] . Irene aspettò che questo momento critico passasse, con lo stoicismo di una donna forte; poi, ad un più fiero scatenarsi della tempesta, capì di [...]

[...] aver vinto la partita. Allora schiacciò i riottosi colle sue occhiate compassionevoli, coi suoi freddi sorrisi, dove un disprezzo appariva. Non la [...]

[...] di resistenza, tentando dimostrare che tal progetto era un sogno. Ma rimasero soli. Pippo, loro alleato degli ultimi giorni, disertava ad un tratto [...]

[...] la cognata. Ella era stata con lui più sincera: in un momento di espansione, lo aveva assicurato che il matrimonio del vecchio Ferramonti non [...]

[...] Gregorio libero nelle proprie risoluzioni. Un passo falso avrebbe potuto comprometter tutto. Frattanto la giovane donna impiegava le giornate intere in [...]

[...] un abboccamento colla cognata. Dalle prime parole, lasciò intendere che non voleva essere mistificato. — Mi congratulo con te. Papà è tuo e noi [...]

[...] tutti siamo a tua discrezione. Ho idea che, adesso, tu pensi a farne veder delle belle a qualcuno... — Sei un ingrato ed un infame! — esclamò lei [...]

[...] , rivoltandoglisi contro come una vipera. — Mah! sarà un difetto organico — fece Mario, con una spietata ironia. — In ogni caso, desidero rammentarti [...]

[...] le tue promesse! Via! non c'è davvero motivo di fare un viso da spiritata. Lo sai bene, che nessuno al mondo potrebbe augurarti di riuscire, come [...]

[...] anche adesso? — Io ti amo ed ho paura di te... — Quale motivo te ne ho dato? — Nessuno. È un istinto. Se tu sapessi di che sarei capace perdendoti! I [...]

[...] ringrazio della parola, e ti chiedo perdono. Dammi un bacio. Ella non voleva. Poi lo baciò: rifecero la pace. Poi venne la volta dei Furlin. Ad un [...]

[...] si parla di un padre il cui pensiero rinverdisce antiche affezioni e mette nel cuore una folla di pentimenti. Avevano avuto torto: erano pronti a [...]

[...] protezione. Aveva talvolta certi lievi sorrisi, certe lunghe e pallide occhiate, che mettevano i brividi nelle ossa di Teta. Insomma, un senso di disagio [...]

[...] piombava sui conciliaboli di via Torre Argentina: il sordo presentimento di una lotta preparatasi insidiosamente, dove alcuni sentivansi sopra un [...]

[...] sparirono. Rinaldo doveva attendere a troppi affari, e si tuffava in un mare di segrete macchinazioni politiche. Dal canto suo, Flaviana si vedeva [...]

[...] l'assiduità dei Barbati cessar bruscamente, dopo aver attraversato un breve periodo di rallentamento. Ebbene, s'ingannavano. Una sera mancò pure Mario [...]

[...] , e il domani Irene stimò necessario scrivergli un bigliettino per invitarlo a passare un momento da lei. Quando egli arrivò, trovò la cognata già [...]

[...] . Vorrei conoscere il tuo pensiero. Mario trasalì, come un cavallo di razza che morda il freno. Si sentiva lanciato sopra un terreno pericoloso [...]

[...] resiste alla prova di un maligno sospetto che un'altra donna ti soffia nell'anima. Del resto, lo so come tu mi hai sempre stimata!... Parve [...]

[...] uomini. Ed io rifletto se davvero tu abbia un interesse vero, positivo, a serbarmi una sorte diversa. Sono un Ferramonti, della famiglia la cui [...]

[...] di esistere realmente, tutte queste cose siano un mezzo nelle tue mani? — Flaviana dice ch'è un mezzo, non è così? — domandò Irene sordamente [...]

[...] . — Flaviana non ne sospetta l'esistenza. Sospetta invece il disegno di far nascere in me la passione, come un mezzo. La giovine donna si alzò. La sua [...]

[...] poter sfidarmi impunemente? Fu come la goccia che fa traboccare la tazza troppo piena. Irene ricadde sopra una sedia, con un singhiozzo da cui parve [...]

[...] resti? Che c'è più fra noi? Non vedi che mi metti tant'odio nel cuore da farmi impazzire? Va! sì, ti sfido! T'ho detto un'altra volta, che sei un [...]

[...] ingrato ed un infame! Ma va, dunque, dalla tua Flaviana! — Vuoi che ti sentano? vuoi comprometterti? — balbettò Mario, spaventato di vedersela [...]

[...] colpirmi a morte, togliendomi la mia fama di donna onesta. Tu ci guadagneresti un tanto: faresti la figura di un uomo caduto nelle reti di una sirena. Ti [...]

[...] cambiamento che avveniva in lui. Ma la giovine donna lo respinse con un atto selvaggio, con uno scoppio di risa rauco, somigliante ad un ruggito. — Ho da [...]

[...] credere che tu sia un imbecille al pari di tutti gli altri? — proseguì nello splendore affascinante della sua collera di creatura straordinaria [...]

[...] mi stimi da tanto? Guardami! Egli trasalì guardandola; sentì un freddo brivido penetrargli nelle ossa. Allora tutta la sua energia s'infranse [...]

[...] , dopo un grido d'angoscia di lei. Ella erasi scossa, balzando in piedi. Fuggì. Mario non la trattenne; la vide ridursi all'angolo più lontano, senza [...]

[...] . Quelle braccia contorcevansi con un atto di angoscia infinita. Passò un lungo istante così. Mario ebbe un pallido barlume di volontà; sentiva che [...]

[...] tale scena doveva cessare a qualunque costo; egli non poteva restare un minuto di più. — Rassicurati — diss'egli, con un filo di voce, — non hai [...]

[...] più nulla da temere da me. Addio. S'incamminò verso la porta, risoluto. Lo trattenne un grido angoscioso. Irene barcollava presso a cadere. Egli si [...]

[...] estranei che avrebbero sorpreso una parte almeno del loro segreto. Egli l'adagiò, disperato, sopra un sofà. Le bisbigliava parole affettuose [...]

[...] d'incoraggiamento, chiamandola coi più dolci nomi. Le domandava perdono, riconoscendo di avere agito contro di lei come uno sciocco e come un malvagio. Ma [...]

[...] frasi spezzate, con un fervido bisbigliare d'innamorati che si accapigliano nel cercare la via per intendersi. Mario insisteva perchè Irene lo [...]

[...] di un'idea subitanea. — No! È meglio restare così. Amici, se vuoi. Noi ci scaviamo un abisso sotto i piedi. — A che pensi, adesso? — domandò Mario [...]

[...] scelga tra Flaviana e me. Mario gettò un grido di gioia. — No, no! — aggiunse la giovine donna, arrestandolo; — Non già in questo modo [...]

[...] . Si allontanò, coll'ubbidienza passiva della quale, in un caso simile, avrebbe dato spettacolo suo fratello. XII. A casa Barbati finivano di [...]

[...] desinare. S'erano messi a tavola assai tardi, pei soliti impicci che non permettevano più a Rinaldo d'esser padrone del suo tempo. Era un dicembre [...]

[...] eccezionale, agitatissimo. Tre giorni innanzi, una domenica, Rinaldo aveva parlato ad un meeting al Politeama, ed era stato in procinto di farsi [...]

[...] suoi furori politici per sfogare guastasangui di tutt'altro genere. Aveva commesso un paio di quegli spropositi, che un uomo della sua qualità non [...]

[...] può perdonarsi. Era fallita la Banca dell'Agro romano all'impensata, un mese prima delle sue previsioni, sul più bello del giuoco al rialzo sulle [...]

[...] pappolata solenne! Che mondo birbone! Nondimeno, aveva delle consolazioni: un contratto di fornitura d'oggetti di vestiario ad un collegio comunale [...]

[...] , e l'arredamento completo di un monastero in formazione. I maligni potevano sogghignare a piacere: non era agente d'affari in genere, lui? Del [...]

[...] maravigliarsi che un galantuomo cerchi di guadagnar quattro soldi in un modo, piuttosto che in un altro. Quella sera i Barbati si affrettavano a finire [...]

[...] piccole scene lo eccitavano, lasciandogli come l'appagamento di un piacere prelibato. Ma quella sera Flaviana non gli dava retta, alzando le spalle [...]

[...] alle provocazioni di lui, continuando a preoccuparsi unicamente di mangiar molto e presto. Egli ne fu quasi indispettito; lanciò un altro epigramma [...]

[...] conducesse una donna. Che tipi, la gioventù benvista in Vaticano! Un mucchio d'animali, degni, per Cristo, d'essere fatti vedere a pagamento [...]

[...] Federico per socio? Vuol dire ch'ero sicuro anticipatamente del fatto mio. Il pensiero è libero, ed il valore d'un uomo non si misura niente [...]

[...] ditta commerciale “Barbati e Compagno”, il compagno si cambiava a periodi più o meno lunghi, secondo gli umori e l'influenza di Flaviana. Un [...]

[...] giorno la società scioglievasi naturalmente, senza che si stimasse, da nessuna parte, guastarsi il sangue con delle spiegazioni. Un mese dopo, il socio [...]

[...] disertato aveva un successore. Non lo cercava Rinaldo. Ci pensava sempre Flaviana, presentandogli talvolta persone che egli non aveva mai [...]

[...] l'apparenza di nascere a caso, fra un complimento ed una frase frivola. Poi si maturava rapidamente; l'affare concludevasi. Flaviana, continuando a [...]

[...] Flaviana aveva messo le mani addosso ad un giovanotto in ottimi rapporti col Vaticano, e coi caporioni dei partito nero. Ella era libera nelle sue scelte [...]

[...] rivolto le sue ricerche entro qualche chiesa, o nel parlatorio di qualche monastero. Federico Vettoni era un acquisto prezioso; attivissimo, sapeva [...]

[...] metter le mani in ogni genere d'affari, come un ebreo. Non badava, per ciò, a tenersi in relazione cogli usurpatori. D'altra parte, sicuri di lui [...]

[...] , glie lo permettevano. Nondimeno l'affermazione pubblica della società Barbati-Vettoni, avrebbe forse passato un po' i limiti della convenienza [...]

[...] cavaliere? C'era un'avventura recentissima: un vero romanzetto allegro, che aveva lasciato forse degli strascichi: insomma, una monachina francese che si [...]

[...] qui? — Contarli, non ci avrebbe fatto arrivare a teatro più tardi, — rispose Federico sorridendo. Portava dinnanzi alla bianchezza della mensa un po [...]

[...] ' in disordine, la sua figura di giovinotto trentenne, grassotto; un faccione sereno e scialbo, una testa ricciuta e castana; due occhi grigi [...]

[...] , sorridenti e scaltri. Aveva raccattato nelle sacristie un'untuosità pretina nei modi, un fraseggiar molle, che temperava le asprezze di certe consonanti [...]

[...] ancora a tavola, era colpa sua. La povera Flaviana aveva inghebbiato il cibo come un pollastro da ingrasso. Del resto, anche Federico era [...]

[...] arrivato con tutti i suoi comodi, come un vero canonico. Allora Vettoni scese a maggiori particolari. Sorseggiò, con un raccoglimento di ghiottone [...]

[...] religioso, un bicchiere di vino mesciutogli dal padrone di casa. Gli era passata l'ora senza che se ne avvedesse. S'era perduto ad ascoltare, al caffè, i [...]

[...] notizia più cara di un guadagno di mille lire! Ma che mille lire! Non gl'importava più delle diecimila perdute, a condizione di vedere in galera i [...]

[...] furfanti che glie le avevano fatte perdere. Non la finiva più; il suo risentimento esplodeva con un fraseggiare iroso di galantuomo indegnamente [...]

[...] ingannato. Ad un tratto si calmò; si rivolse alla moglie sorpreso: — Perchè non fai portare il caffè? Lei dette gli ordini indolentemente. Aveva [...]

[...] tradivano la rabbia di Barbati. Federico ebbe un ricordo subitaneo: — A proposito! Sai quanto ha guadagnato Ferramonti? — Quanto? — Trentacinquemila [...]

[...] parlare di simili birbaccioni! Poi, furiosa, invitò Federico a portarla via, senza perdere un minuto di più. Quell'incidente da nulla l'aveva [...]

[...] conclusioni avrebbero scosso un'indole di granito. Infatti ella vide che Mario pure era scosso, e, per un istante, il cuore di lei palpitò [...]

[...] cognata, fino ai primi giorni di dicembre. Non volevano accorgersi di esserci di più, importuni, non desiderati; spiegavano un coraggio perseverante [...]

[...] che ha un diavolo per capello. Li salutava appena, invitandoli a sedere, giacchè erano venuti, con quel fare brusco e sgarbato che accompagna le [...]

[...] segreto. In quanto a Pippo, si divertiva. Andava al caffè; aveva preso il gusto del teatro. Povero Pippo! era ben giusto che si divertisse un pochino [...]

[...] giogo, che la cognata teneva loro sul collo. Dire ch'essi dovevano vedere, tacere, soffrire, ingozzar tutto, senza avere un mezzo di schiacciar la [...]

[...] testa alla vipera! E tuttavia, una parola sola sarebbe bastata per perderla, se il loro interesse non avesse imposto un silenzio assoluto e [...]

[...] guardingo; un contegno di cani bastonati che leccano la mano a chi li percuote. Ne sapevano di belle! La decadenza ed il disonore piombavano sulla casa [...]

[...] l'acconciarsi di Pippo allo sfregio. I Furlin spiavano la cognata per mezzo delle sue donne di servizio; raccolsero così un monte d'infamie; impararono [...]

[...] diventava schifoso d'abbiezione; tremava dinnanzi alla moglie come un ragazzino scemo dinnanzi all'orco, ed avrebbe tenuto il candeliere a quella tal [...]

[...] assolutamente per abitudine il tornare a casa, ogni sera, briaco come un vero maiale. Frattanto Irene mostravasi interamente assorbita nelle cure del suocero [...]

[...] inevitabili. Una domenica, suocero e nuora pranzarono insieme. Padron Gregorio, abituato da lungo tempo a mangiar solo come un cane, non rammentava una [...]

[...] una stanza esclusivamente sua; un letto di ferro vuoto, pel caso che se ne dovesse servire; belle cortine a ricami, un tappeto, un comò di [...]

[...] palissandro, un grande specchio, dei fiori artificiali, un amorino colle poltroncine e le sedie di accompagno, un pouff, una teletta grandissima ed uno [...]

[...] scrittoio. Un lusso da camera mobiliata, che Ferramonti non sarebbe arrivato mai a mettere insieme da sè. Erasi affidato al tappezziere, ordinando che [...]

[...] una carta di Francia, dove strillava un luccichio di fiori d'oro sopra un fondo celeste pallido, divenne il sacrario di Irene, l'angolo che [...]

[...] di un vecchio brontolone, si era completamente esiliata dal mondo che pur confessava tuttavia di amar tanto!... Che destino imbecille, quello [...]

[...] labbra; cambiare un sorriso d'uomo soddisfatto ed allegro, in una espressione strana di spavento e di angoscia. Allora certe frasi, certe parole [...]

[...] passeggere nel sereno trascorrere di una esistenza accarezzata dal soddisfacimento d'ogni desiderio. Il vecchio diventava un vero sibarita. Irene lo [...]

[...] , ornata spesso da un mazzo di fiori freschi, e non aveva mai mangiato così bene. I brodi consumati e fragranti e le leccornìe delicate che la nuora [...]

[...] ritornare ogni sera. Allora suocero e nuora si sorprendevano a parlare di Pippo, di Mario, dei Furlin. Per un pezzo ella sostenne ammirabilmente la sua [...]

[...] assolutamente come si meritavano. Tutti i sogni di lei svanivano. Aveva voluto fare di suo marito un uomo ricco e stimato; per un istante aveva creduto [...]

[...] un giorno egli rimase colpito di certe parole dettegli appunto come per caso, e con perfetta bonomia, da un conoscente. Costui, la sera [...]

[...] riguardo. Nessun altro si sarebbe preso un incarico uguale, una vera seccatura, che lo esponeva, quando i loro incontri mancavano, a restare delle [...]

[...] una sola creatura, uomo o donna, che possa dirsi perfetta? Così un tacito consenso l'autorizzò a valersi apertamente della cortesia del cognato [...]

[...] sfaccendati un uomo giovane ed una donna giovane, stretti insieme a braccetto, come due sposi nella luna di miele, diventava un'ostentazione. Potevano [...]

[...] seguirli dal Pellegrino a Torre Argentina; vederli perdersi dentro un portone donde non uscivano più, nessuno dei due. C'era da farci dei giudizi [...]

[...] . L'apparizione di Mario era un avvenimento. I chiacchiericci tacevano, affogati nella curiosità universale che si concentrava sul giovanotto; dei gruppi [...]

[...] osceni; come un dilagamento di sogghigni equivoci e di occhiate impudenti. E quel grande strepito, quel fremente formicolìo di vita plebea, eruttato [...]

[...] aveva un occhio abbastanza esercitato, per sorprendere le improvvise astrazioni ed i lievi sospiri ch'ella non sapeva dissimulare, quando certi [...]

[...] . Allora prese un contegno risoluto: comandò, non fu pago se non quando la giovine donna gli ebbe dichiarato di assoggettarsi alla sua volontà, per fargli [...]

[...] nulla; ma non ne ebbe il coraggio. Parlò di un vestito che voleva regalarle per la prima festa alla quale sarebbe intervenuta. Ella accettò, con una [...]

[...] ch'egli dominava quell'indole forte di donna, alla quale nessun altro resisteva. Insomma, un sospetto confuso che Irene potesse sfuggirgli [...]

[...] , neppure per un minuto, la sazietà! sempre la febbre, sempre il delirio, sempre un fascino strano, indicibile! Era l'eterna passione dell'amore [...]

[...] lo stomaco pieno; di correre a notte alta, col freddo e colla pioggia, le strade della città, nel fondo protettore e discreto di un legno chiuso [...]

[...] commesso il più piccolo errore; aveva visto la fortuna sorridergli, amica costante. Con un po' più di ardire e di fiducia da parte d'Irene, egli avrebbe [...]

[...] multicolori, quando è rappresentato da un pezzo di carta. Era, per Mario, la suprema caratteristica di valore e di forza nel temperamento femminile: egli [...]

[...] magazzino e coi fondi dei cassetti, volgeva al disastro; poi Pippo era diventato un pozzo di San Patrizio, coll'eterno bisogno di rifornirsi la [...]

[...] commerciali della loro casa, dipendenti appunto da tale condotta, arrivassero fino agli estremi di una catastrofe. Da parte sua, Pippo, nonostante un [...]

[...] l'ammirazione di un fratello verso il fratello da cui la famiglia riceve lustro ed onore. Lo diceva un uomo destinato a far vedere di che cosa fossero capaci [...]

[...] i Ferramonti. Con un pallido sorriso d'ubriacone, concludeva che i Romani, pel momento, non se lo potevano neppur figurare. Qualche volta però [...]

[...] dominatrice d'Irene verso quello schiavo abbrutito incoraggiava anche Mario. Per tal modo i due amanti non si davano un pensiero dello sciagurato; non ne [...]

[...] ultimi giorni di carnevale, non si curarono affatto di renderlo avvertito. A quale scopo? La riapparizione d'Irene nel mondo, fu una sorpresa, un [...]

[...] stato anche solo per una notte, per un'ora, per un istante rubato alla vigilanza di un geloso. Essi, i due amanti, ne trassero come una specie di [...]

[...] provocante, più audace, più seducente, in un fascino di etèra, che non fossero tutte quelle altre ragazze dalla vita allegra, prese insieme. Allora [...]

[...] un folle progetto si maturò rapidamente nel suo spirito. Prima non ebbe il coraggio di esporlo; ma questa riluttanza momentanea lo esasperò [...]

[...] ; quand'egli parlò ad Irene di condurla al veglione mascherata con un costume procace, fu quasi per imporglielo. Si maravigliò di trovar resistenza; non [...]

[...] festa di un Circolo dov'erano invitati, fino alle undici; poi sarebbero tornati a casa perchè Irene potesse indossare il suo costume da maschera, e [...]

[...] sarebbero andati al Politeama. Naturalmente, non c'era un minuto da perdere. Quella mattina, padron Gregorio vide la nuora soltanto verso il [...]

[...] miracoli alla gente. Prodigava il danaro colla generosità di un principe; offriva il doppio di quello che gli domandavano, purchè non gli parlassero di [...]

[...] difficoltà. Scelsero un costume del Direttorio, di raso perla: le braccia nude, le spalle nude, il seno scoperto fino quasi ai capezzoli, la cintura [...]

[...] ; tutt'insieme un amore, una meraviglia costosissima. Il martedì sera, nel rientrare in casa, Irene trovò pronto ogni cosa. Ebbe sensazioni ineffabili [...]

[...] , come di una vergine che sta per vestire il suo abito da sposa. Era insieme la paura ed il fascino: un domandarsi confuso se avrebbe avuto mai il [...]

[...] padron Gregorio si poteva agevolmente mettere insieme un racconto di fantasia. Infine, non andarono. Aspettarono invece in casa le undici. E [...]

[...] mandolinate delle numerose comitive. La follìa grande della città confondeva in un solo fremito le sue varie espressioni, attenuandosi come un sospiro e [...]

[...] ringagliardendosi come un ruggito a brevi intervalli. Mario servì lui stesso da cameriera alla giovine donna, con un amore orgoglioso d'artista. Fu [...]

[...] un lavoro lungo e strano, interrotto sovente da chiassose ammirazioni e da pazzi trasporti. Poi, quando Irene, completamente abbigliata, prese a [...]

[...] camminare dinnanzi all'amante con certi atti birichini, con un molleggiar canagliesco dei fianchi, che lasciava apparire istantaneamente dall'apertura [...]

[...] scarpette di raso, allora fu un'esplosione: era un prodigio! non s'era visto mai nulla di simile! E dire ch'ella a principio aveva voluto rifiutarsi [...]

[...] intorno alla maschera che doveva mettere ed al mantello col quale si sarebbe coperta strada facendo. Le sorrise e ad un tratto mutò pensiero. Si [...]

[...] sorpresa: — perchè? — Adesso andrò, — diss'egli astratto; e dopo un istante di silenzio, replicò l'invito: — Senti... Irene lo guardò, lo comprese [...]

[...] . Rise, alzando le spalle con un moto vivace. Prese il mantello: aveva freddo. — Lascia stare un minuto soltanto! — pregò Mario con un'inflessione [...]

[...] maggiormente a sè. Ebbe un sorriso provocante. — Ebbene?... Mario alzò le braccia verso di lei. — Sei tanto bella... Soffocarono ambedue, nello stesso [...]

[...] tempo, un grido. Irene indietreggiò con uno slancio; Mario balzò in piedi: Pippo, entrato senza che essi ne avessero neppur sospettato l'avvicinarsi [...]

[...] , stava fra loro guardandoli. Egli rideva, con un ghigno indefinibile nel volto fattosi di un terreo pallore. Balbettava con la voce grossa di un [...]

[...] , pieni d'ironia. Alzava le mani agitate da una vaga convulsione, accennanti ad un pensiero intimo e cupo, che non trovava il modo di esprimersi. Essi [...]

[...] meraviglia sguaiata. Per Cristo! che invenzioni eran quelle? Ecco che cosa voleva dire aver un po' di talento, un po' di spirito, un poco di gusto ed [...]

[...] un corpo da dea Venere, che faceva venir voglia di morderla a baci. C'era forse in tutta Roma un'altra donnina così appetitosa? Avvertì senza [...]

[...] dubbio una muta collera sulla fronte di Mario; un disprezzo freddo nella contrazione del labbro d'Irene. Rise ancora bestialmente. Cambiò discorso: — Ma [...]

[...] si può sapere perchè avete avuto questa bella pensata! Uno scopo ci ha da essere stato, mi pare! Perchè? Suvvia! siete niente rimbecilliti? — Un [...]

[...] capriccio, — spiegò Mario, sorprendendo un'espressione feroce nell'impazienza del fratello, e durandogli come un sordo presentimento di qualche [...]

[...] energicamente. — S'è scelto un costume molto di moda... — Bene! — Faremo una corsa al Politeama... la cosa di un momento, per dire di esserci stati. — Perchè [...]

[...] venire a darvi un'occhiata... Si volse di nuovo alla moglie. Ma vedendo ch'ella s'era gettata sulle spalle il mantello, gettò quasi un grido. — Che [...]

[...] sguardo inesprimibile il soccorso di Mario. Questi fermò per un braccio il fratello. E per un lungo istante i tre si guardarono, pallidi e frementi [...]

[...] dirlo subito. Ma io vi secco, non è vero? Via, siate franchi; confessatelo. Ebbene! io sono un buon diavolaccio, io! me ne vado: divertitevi. Si [...]

[...] spalle; poi, rimasta sola, cadde sopra una sedia. Ella aveva paura; e per la prima volta comprendeva d'essersi impigliata volontariamente in un [...]

[...] sopprimere con tal mezzo un ostacolo dalla parte del cognato, senza pensare alle conseguenze peggiori cui era andata incontro. Avrebbe potuto farne a [...]

[...] meno: era stata una sciocca; l'opera sua mancava. Aveva, infatti, voluto impadronirsi delle sostanze del suocero, per essere un giorno ricca [...]

[...] tale sogno? Trasse un gemito soffocato. Si ribellava. Cercava angosciosamente un mezzo d'uscire dalla orribile posizione creatasi. Sentiva che in [...]

[...] pari... Udì un rumore di passi cauti, ed ebbe appena il tempo di rialzar la testa. Aveva Pippo nuovamente dinnanzi. Lo interrogò balbettando [...]

[...] ? — Mario. — Che t'importa? Pippo non rispose. Marito e moglie guardaronsi lungamente. Un fremito agitava le narici e le labbra livide dell'uomo. Irene lo [...]

[...] comprese; dissimulò il freddo raccapriccio ond'era invasa. — Impazzisci davvero? — diss'ella: — ti seduce, per caso, l'idea di un po' di galera [...]

[...] ? Ebbene! Mario torna a momenti. Coraggio! fagli trovare tua moglie sgozzata. Con un gesto teatrale, gettò lontano il mantello che la copriva. Rimase [...]

[...] col petto nudo, aspettando che il marito la colpisse. Egli invece piegò sotto un fascino doloroso; agitò le labbra convulse, e per un istante parve [...]

[...] strinse nelle spalle, mostrando il dispiacere di un uomo che vorrebbe sfuggire da una posizione scabrosa. — Vuoi dunque che ci guastiamo un'altra [...]

[...] dirò io. Ella dipinse quelle condizioni: una vergognosa rovina. Se non se ne fosse occupata lei, il fallimento sarebbe stato dichiarato da un paio di [...]

[...] mettergli sott'occhio i titoli saldati e strappati nel mezzo, che aveva tratti da un cassetto. Poi parlò d'altro. Erano anche in corrente gli affitti [...]

[...] della bottega e della casa e le spese della famiglia. Da questo lato non dovevano un centesimo a nessuno. — Ma come hai potuto fare di questi [...]

[...] miracoli? — esclamò ad un tratto Pippo, in uno scoppio di ammirazione sincera. — Io? — diss'ella. — Sarebbe appunto un miracolo, e non so far dei miracoli [...]

[...] succederà più. Siamo intesi, non è vero? Dicevi dunque che papà sta male? — Un momento! — fece Irene: — parleremo poi di papà. — Non è finito [...]

[...] sul serio! Ma credi proprio che ci sia del gusto a soccorrere un uomo che si conduce a tuo modo? Siamo già arrivati al punto, che i tuoi parenti [...]

[...] un istante, Cambiò tono proseguendo: — Io, per me, sono stanca. Non so perchè rimango sempre appresso a tuo padre. Non posso arrischiar più una [...]

[...] disperato. Ma la rialzò quasi subito, sorpreso, udendo la giovine donna parlargli con voce affatto mutata, e con parole che a lui sembravano un [...]

[...] , bisognava, una buona volta, aprir gli occhi ed essere uomo. Con un po' di buona volontà, il male fatto potevasi ancora riparare. Perchè dunque non lo [...]

[...] sempre suo marito. Si faceva affettuosa, trattando Pippo da vero bamboccione: chi avrebbe mai detto che un Ferramonti poteva perdere il giudizio al [...]

[...] parte i Furlin. Egli è che non sapeva bene quale azione svolgere a loro riguardo, mentre un istinto di donna scaltra l'avvertiva che le maggiori [...]

[...] servizievoli che si formavano una grossa partita di crediti verso i potenti dai quali potevano aspettare qualche utile, un giorno o l'altro. In [...]

[...] . Egli era stato inquieto soltanto nel principio, ed i fatti successivi non erano stati che un continuo alimento alla fiducia che aveva nel risultato [...]

[...] ; ed il suo odio per la cognata, condannato al silenzio ed all'immobilità, avvelenava tutto il suo sangue. Un mercoledì, tornando dal suo uffizio [...]

[...] . — Sai? ho incontrato la Barbati. Pare ch'ella si tenga informata un po' meglio di noi. Me ne ha dette delle belle. Il funzionario ci si arrabbiò sul [...]

[...] proibisco di parlarmene, e di tornare a ciarlare come una pescivendola. — La intendi così? — balbettò lei, colla voce rotta da un tremito convulso [...]

[...] . — Sta bene! Te ne pentirai quando non ne sarai più in tempo. Il marito la guardò; n'ebbe pietà. Sorrise. — Mi credi davvero un imbecille? — Ma che [...]

[...] accordargli un favore sempre negatogli in circostanze diverse. Sissignore: poichè lei non gli dormiva in casa se non quando era o si diceva ammalato [...]

[...] , bastava una leggera vertigine perchè egli ne facesse un caso d'accidente mortale, e si trascinasse dietro le gambe per tre o quattro giorni, con un [...]

[...] crogiolavano in una ineffabile beatitudine. Ed aveva delle vere debolezze per lui: non sapeva impedirgli di bere un bicchiere di vino di più; negargli [...]

[...] nessuna di quelle leccornìe di cui egli s'era abituato a inghebbiarsi; resistergli in certe tenerezze di vecchio riscaldato, forse un po' troppo [...]

[...] eccessive. Perdevano il tempo in ragazzate, dimenticando l'universo mondo. Dovevano certo finire, un qualche giorno, col non spiccicarsi più un minuto [...]

[...] l'uno dall'altro. Però, Irene lasciava indovinare un sottinteso nella propria docilità. Come rideva dentro di sè padron Gregorio, quando leggeva [...]

[...] grande consolazione. Ma dunque padron Gregorio non si sarebbe deciso mai a prender lui pure la risoluzione che le circostanze gl'indicavano quasi come un [...]

[...] gli uomini, ed egli, dal giorno della sua uscita dalla casa paterna, era diventato un altro uomo. Padron Gregorio non fu molto espansivo. Un lieve [...]

[...] vedere? Irene trasalì: gli sguardi e l'accento del vecchio avevano tradito un segreto sospetto, una gelosia sorda. Ella intuì che qualche frase [...]

[...] rinunciare a lei. In tal modo soltanto aveva potuto renderlo docile al punto di fare a meno, pel momento, del possesso di lei, serbando un compenso ad [...]

[...] usura del sacrificio, per un avvenire, non lontano, in cui sarebbero stati ambedue liberi. E Mario si era presentato al padre perchè la giovine [...]

[...] donna lo aveva voluto. Non le bastava di avergli fatto accettare un contegno che non offriva più esca alla maldicenza ed allo spionaggio; ella voleva [...]

[...] comprendeva di non poter andare innanzi così. Un bisogno pazzo di rivolta contro l'amante la spingeva a fantasie tragiche. Infatti, la sua schiavitù [...]

[...] quello del danaro. Dopo un interminabile aspettare, l'Irene era giunta appena a rendersi conto preciso della fortuna del suocero. Egli possedeva ancora [...]

[...] una vigna in Val d'Inferno, e la casa che abitava: sessantacinquemila lire in tutto: di più, un debitore, nel gennaio, gli aveva ceduto una casetta [...]

[...] fatto col resto. Un resto molto rispettabile! Cinquecentonovantatremila lire di capitale nominale in titoli al portatore dei prestiti pontifici e [...]

[...] della rendita italiana, depositati alla Banca Romana, e che si accrescevano ad ogni distacco semestrale del vaglia. Padron Gregorio aveva un risolino [...]

[...] ritenere certa del fatto suo, fin che il capitale restava alla Banca. Dibattevasi nella penosa ricerca di un mezzo per indurre il suocero a ritirarlo ed a [...]

[...] , dalla nuora, aveva cacciato un grido da sbalordirla. Parlava proprio sul serio? Le dava niente di volta il cervello? Poi Irene tremò, udendo delle [...]

[...] avanzava di un passo. Erano visite oziose, che si diradavano e che si accorciavano col ripetersi. Il vecchio Ferramonti, poco avezzo ai mezzi [...]

[...] termini ed alle perifrasi del vivere civile, lasciava chiaramente intendere al figlio, che gli avrebbe fatto un gran piacere a restarsene altrove. In [...]

[...] sentimenti, come li vedeva smascherati brutalmente. Un sarcasmo atroce dominava nelle quattro pagine fitte del foglio. Ferramonti vi era [...]

[...] sbeffeggiato come un vecchio imbecille messo nel sacco da una meretrice ipocrita, che non concede alla sua vittima neppure la punta di un dito. Del resto [...]

[...] potuto condurla in Corte d'assise. Ella aveva cominciato a leggere con un fremito di leonessa inferocita; poi uno sgomento strano la invase, la [...]

[...] galera, fu il suo colpo di grazia. Gittò un grido rauco, lasciandosi cadere di mano la lettera. — Dio mio! Dio mio! — balbettò. Volgeva intorno gli [...]

[...] occhi spaventati, nel raccapriccio, come a cercare un aiuto in quell'istante terribile. Poi, con un singhiozzo, si coprì il viso. — Dimmi che non è [...]

[...] ! Non sapeva più quello che si facesse. Sentivasi perduta. E con un atto improvviso ed energico, strappò i polsi dalla stretta del vecchio. Un [...]

[...] ! Non sapeva più dire altro. Aveva egli pure dei moti d'automa nei quali non entrava la sua volontà. Ed un disinganno immenso accasciava il [...]

[...] disgraziato, colpendolo negli affetti ultimi che gli rimanevano. Lo sguardo ebete d'Irene cadde sulla lettera rimasta in terra. Fu come un repentino [...]

[...] padron Gregorio. — Voi? — diss'ella. — Che ci entrate voi? S'era fermata, squadrando il vecchio. Ella commetteva un altro dei suoi errori: rinunciava [...]

[...] il vaneggiamento di un istante, dopo una notte intiera di martirio. Adesso padron Gregorio si rendeva conto delle gelosie, delle invidie e delle [...]

[...] impallidire. — Guarda un po' — riprese: — non riesco a capire perchè non ci ho pensato mai, nè iersera, nè stanotte, nè stamani. Eppure è semplice! a [...]

[...] , a Roma, i birbaccioni. Tirava innanzi eccitandosi, sorpreso che la nuora non interrompesse. Ella era ricaduta nei suoi cupi pensieri. Ad un tratto [...]

[...] scaltro, e dotato di tutte le qualità che ci vogliono per render capace un uomo di aspettare il momento giusto e l'occasione favorevole, per agire a [...]

[...] meno astuti; ma certamente più al riparo da certe conseguenze. Irene pensò un momento anche a Flaviana Barbati; ma non volle dare un soverchio peso [...]

[...] neppure a questa nuova impressione. Non c'era da escludere l'ipotesi che si trattasse pure di un semplice atto di vigliacca malvagità. Sono tanti i [...]

[...] era succeduta una crudele altalena di dubbi e di abbandoni, un oscillare continuo fra la voluttà voluta, acre, violenta del fascino esercitato [...]

[...] alla giovine donna parole infiammate di un amore furibondo; e voleva ch'ella lo empisse di cibo, preparato da lei, lo ubriacasse di vino, offertogli [...]

[...] eccitato in tal modo, perchè vinceva violentemente le ripulsioni e gli orrori ch'essa gli destava. Ella assisteva imperterrita ad un martirio, che [...]

[...] leggenda di cui la famiglia Ferramonti faceva le spese. Senza dubbio non era che un'infame calunnia l'attribuire un carattere osceno ai rapporti [...]

[...] calunnie dei nostri nemici? — propose egli, sul finire di un desinare, mentre pigliavano il caffè insieme. Un pomeriggio caldo di maggio mandava [...]

[...] adesso dobbiamo angustiarci? — diss'ella con un triste sorriso. — Non è per angustiarci. Al contrario! Ho trovato un mezzo certo per seccare le lingue [...]

[...] pareva circondata da un'aureola. Padron Gregorio non poteva perdere un solo de' suoi atti. Parve assorbirsi un istante nella sua contemplazione; poi [...]

[...] messo da parte un po' di danaro. Ebbene! togliamo di mezzo questo motivo di maldicenze e di perfidie. Si tratta di far toccar con mano che non hai [...]

[...] perdono un centesimo. Non parliamo affatto di loro. — In tal caso, mi pare che la vostra idea sia buonissima. Tanto più, se si tratta solamente dei [...]

[...] fortuna pei capelli. Ella fu immensa di finezza. Respirava sollevata: rideva lieta, come alleggerita da un gran peso. Il suo disinteresse splendeva [...]

[...] sua gioie ed ebbrezze di paradiso. Ma i risentimenti di lui s'invelenirono. Cadde nei furori di una cupa misantropia. Gli uomini! Un mucchio di [...]

[...] furfanti che si sbranano a vicenda e che si ravvoltano nella sozzura di tutte le infamie possibili! Perchè non veniva un altro diluvio universale? Che [...]

[...] vecchio. Invece Ferramonti si fermò sull'ingresso della camera. Additò, in un angolo accanto al letto, una specie di piccolo forziere murato [...]

[...] all'altezza di un tavolo: la custodia antica, onde erano passati lentamente i guadagni ed i capitali dell'antico fornaio. — Guarda: là dentro c'è una carta [...]

[...] suocero, anzi premendole che non ne sapesse nulla, ella aveva già trovato. Ci si era messo di mezzo il caso: un incontro fortuito con Flaviana [...]

[...] d'aspettare un pezzo? Ed eguali impazienze, per motivi diversi, facevano spasimare Mario. Egli non parlava; ma i suoi sguardi ed i suoi sorrisi mettevano i [...]

[...] brividi addosso. Il vecchio Ferramonti si vendicava di tali scelleratezze collo spettacolo insultante della sua prosperità. Avrebbe ucciso un toro [...]

[...] con un pugno; destava invidia agli uomini di quarant'anni. Nondimeno Irene giudicava assai diversamente quella floridezza d'apparenza. In realtà [...]

[...] . Diventava un ghiottone ed un beone incorreggibile. S'attaccava ad ogni pretesto per soddisfare le brame di questo vizio. Non si sarebbe trovato [...]

[...] un cattolico fervente ed epicureo, più scrupoloso di lui nell'osservare a tavola le infinite solennità religiose. Tali ricorrenze portavano nella [...]

[...] vecchia casa in via del Pellegrino un andirivieni di garzoni spediti dalle botteghe più accreditate di Roma con ogni sorta di ghiottonerie. Si [...]

[...] , consacrando l'estate ad un regime di dieta e di riposo. Ma, per compensarsi in anticipazione, volle che gli ultimi banchetti restassero memorabili [...]

[...] luce perlacea delle tende abbassate, e nel suo raccoglimento lindo e profumato, pareva trasformata in un tempio sacro alla ghiottoneria. La mensa [...]

[...] preparata pei due convitati rideva nel candore della tovaglia e nel vivo luccicare dei cristalli e del vasellame. L'adornava un bel mazzo di fiori in [...]

[...] mezzo ed una ricchezza di sopratavola. Da un lato, alla parete, ma a portata di mano, una credenza carica di bottiglie, di pietanze fredde e di [...]

[...] vermutte per prepararsi lo stomaco. Rientrò un poco stanco, sudato, sfibrato da un primo alito di estate precoce. Apparve in cucina, dove le [...]

[...] . Finalmente passarono insieme nella stanza da pranzo. All'entrare, padron Gregorio gettò un grido di soddisfazione. Per la madonna! non ci mancava nulla [...]

[...] davvero! C'era da far risuscitare un morto! Per conto suo, il vecchio goloso sentiva un solletico allo stomaco e l'acquolina in bocca. Una molle [...]

[...] passione gonfiava i suoi occhi ridenti, passava con un lieve fremito sulle sue narici dilatate a fiutare intorno. Nondimeno il pranzo non cominciò [...]

[...] stanza troppo vasta come un freddo di solitudine. I ferri si riscaldavano successivamente, a poco a poco, per la virtù elettrizzante del mangiare [...]

[...] e del bere. Infatti, appena arrivati all'umido, certe scaloppine di vitella col marsala, Ferramonti era già diventato un altro uomo. Parlava alto [...]

[...] . Lo sprazzo di sole che occupava nei pomeriggi un lembo della stanza, battè sulla tenda, filtrò attraverso il tessuto, con un barbaglio diffuso [...]

[...] domestica che cambiava i piatti: — qui si soffoca, per Dio! Respirava a fatica. Trovò che c'entrava a meraviglia un piccolissimo riposo. Ma poichè veniva [...]

[...] la volta di attaccare un pasticcio, egli, preparandosi a tagliarlo da sè, volle che la domestica lo levasse subito di sopra la credenziera e glie lo [...]

[...] collocasse davanti, bene, col garbo che ci vuole per far figurare le cose. — Volete farci sopra un meditazione? — scherzò Irene al vedere il [...]

[...] suocero come immerso in effetti a contemplare la crosta del pasticcio. Egli rise. Pensava che l'esterno prometteva bene, e che un po' d'appetito ci [...]

[...] tornare al pasto. Poi si rammentò che non avevano ancora stabilito come passare il resto della giornata. Egli non avrebbe sgradito di pigliare un [...]

[...] per islacciarlo. Non potè. Ferramonti, senza un grido, con un solo sospiro rantoloso, cadde disteso; rimase rigido al suolo. Irene gettò un grido [...]

[...] slanciarsi a soccorrere il caduto. Ma non perdeva la testa; doveva aver già compreso di che si trattasse. All'apparire delle due donne e di un [...]

[...] garzone che stavano in cucina, sedò con un gesto i loro gridi e le loro domande. Ebbe dei comandi rapidi e netti, mentre, china, cercava di sollevare [...]

[...] , coll'ultimo suo movimento, si era rigirato sopra un fianco. Si sarebbe detto già morto, senza un rantolo soffocato che gli sollevava il petto a [...]

[...] . — Non sarà nulla: uno dei disturbi soliti; un po' più forte. Avevano disposto il sofà secondo i desiderii di lei. Allora, sempre con cenni brevi e [...]

[...] di sangue; trasse un pesante sospiro. — Coraggio! — replicò la giovine donna; — mi pare che vada già meglio. Non è forse vero, che va già meglio [...]

[...] ; gli aveva tolto gli stivaletti ed avvolti nella lana i piedi. Soltanto il suo pallore estremo ed un lieve tremito delle sue mani accusavano la sua [...]

[...] , — osservò, indirizzandosi al garzone. — Bisogna che tu vada subito a comprarne. Il medico la udì nell'entrare. Fece un cenno vivace di assentimento. Egli [...]

[...] all'ammalato; lo esaminò, scosse il capo, aggrottò per un momento le sopracciglia. — Prima di tutto, — disse, — bisogna levarlo di qui, e porlo sul letto [...]

[...] semplice condiscendenza. Chiese distrattamente se padron Gregorio avesse un medico proprio; al sentirsi risponder di no, non aggiunse altro. Irene [...]

[...] non lo conosceva affatto. Era capitato, per caso, alla cuoca, nella farmacia vicina. Era un uomo di appena quarant'anni, piccolo, calvo, miope [...]

[...] cose più minute. Sull'imbrunire, un baleno di amor proprio soddisfatto gli spianò la fronte. E, per la prima volta, andò a sedere lontano dal letto [...]

[...] , aspettando. — Come va? — domandò Irene, raggiungendolo. Egli la guardò un istante negli occhi, producendole come un senso di confusione e di [...]

[...] ? — È un caso gravissimo. Credo che non ci sia più speranza. — Fra mezz'ora, mio marito ed i miei cognati saranno avvertiti. Ella si allontanò [...]

[...] aveva riaperto gli occhi, e li girava intorno come chi cerca. Nel chinarsi sopra di lui, la giovine donna si accorse che la chiamava, con un balbettare [...]

[...] , — consigliò il medico. — Non c'è niente di meglio a fare, per ora. Anche la mia presenza è inutile. Tornerò verso mezzanotte. Irene rimase un quarto [...]

[...] . Fu un'ardua impresa. Durante quasi un quarto d'ora, la giovine donna non seppe venirne a capo. Poi, quando meno se lo aspettava, lo sportello del [...]

[...] forziere cedette, si aprì. Era stata l'impulsione di un movimento di collera, ch'ella non aveva saputo frenare, sul punto di dichiararsi vinta [...]

[...] . Ma d'improvviso ebbe un moto felino: frugò il forziere; s'impadronì del foglio che cercava, piegato e deposto nel fondo; lo cacciò in tasca [...]

[...] forze che l'avevano sostenuta le mancarono ad un tratto. Si gettò sopra la sedia più vicina, respirò forte, comprimendosi colla mano il cuore [...]

[...] . Nella stanza, appena rischiarata da una candela sul comò, regnava un raccoglimento funebre, rotto da un alitar lieve e rantoloso dell'infermo, che [...]

[...] nota desolata sopra ogni oggetto, in ogni angolo, in quel silenzio dove un uomo moriva, ed una donna taceva, assorbita dai propri pensieri. Ma lei [...]

[...] pietà delle sue sofferenze. Un consulto di celebrità mediche, voluto anche questo da Furlin, il secondo giorno di malattia, aveva servito soltanto [...]

[...] ; mangiava a caso, quando un momento di tranquillità assoluta lo permetteva. E, gradatamente, spiegava un'intenzione soverchiatrice di fronte alla [...]

[...] cognata; una sorda gelosia dell'opera sua; un bisogno di sostituirsi alle attenzioni di lei verso l'infermo ed anche all'autorità sua verso le persone [...]

[...] raccoglievasi nella stanza da pranzo a mangiare un boccone in comune, forse per non mescolarsi ai discorsi, che, appunto in tali occasioni [...]

[...] bottegaio, che non adorava proprio più che il dio Quattrino. Del resto, egli si dava le arie di un buon diavolaccio: bisognava rammentarsi di [...]

[...] mortuaria. Avevano fatto del comò una specie di altare, stendendovi sopra una tovaglia e collocandovi un crocifisso fra due ceri, il vasetto [...]

[...] viso scialbo ed astuto conservava l'indifferenza di un uomo per cui nulla di quello che accade riesce nuovo, e che resta al suo posto per obbligo di [...]

[...] : parenti e conoscenti che s'inginocchiavano ai piedi del letto, pregavano un momento e sparivano. L'andirivieni nelle altre stanze rivelavasi con [...]

[...] un mormoreggiare profondo, soffocato dalle pareti: un'eco prolungata di discorsi e di passi, che aveva dei fiotti strepitanti e dei fremiti [...]

[...] trovava un fermento vivo; raggruppava di qua e di là le persone in piccoli assembramenti eccitati. In generale si credeva che la famiglia Ferramonti [...]

[...] avrebbe fatto le cose alla grande. Buon Dio! erano tanto ambiziosi! Poi, non c'era fra loro anche un impiegato cavaliere? E nel momento di mettere [...]

[...] . Un incontro fortuito con Irene lo aveva fatto scoppiare in singhiozzi, e gli aveva sciolto lo scilinguagnolo. Non la finì più: chi avrebbe mai [...]

[...] potuto prevedere una disgrazia simile! un uomo così robusto, così morigerato! una di quelle figure fatte apposta per campare dei secoli! E bisognava [...]

[...] il povero Ferramonti; era stato il suo ultimo, il suo più intimo amico! Fra un gemito e l'altro, costringendosi a calme subitanee, dopo essersi [...]

[...] sicurezza dell'uomo pratico, annunciò che padron Gregorio sarebbe spirato al tramonto. Allora i Furlin, Mario, Irene e Pippo, si trovarono per un momento [...]

[...] riuniti da un istinto comune, che nessuno di loro avrebbe saputo definire. Si ricambiavano occhiate cupe, piene del raccapriccio di trovarsi [...]

[...] del dolore. Dimenticavano tutti di aver desiderato la morte del vecchio, e sorgeva nel loro cuore un desiderio sincero che potesse essere [...]

[...] ritardata, fosse pure da un miracolo. — Animo! è necessario sostenere la prova coraggiosamente, — disse Furlin. — Non possiamo fare altro, e la [...]

[...] . Dopo un minuto secondo appena, però, un sorriso inesprimibile di sarcasmo passò sulle sue labbra. Mario dovette comprenderla, senza dubbio: sorrise [...]

[...] spogliazione. I Furlin si fecero un cenno d'intelligenza, ed il cavaliere Paolo riprese il suo aspetto desolato: — Ma è possibile occuparsi ora di simili cose [...]

[...] , non accordando all'amante un minuto secondo di colloquio particolare. Al contrario, vi si ricusava in qualunque modo, anche con una risoluzione [...]

[...] altera, fredda, già ostile. Egli cercava d'illudere se stesso, argomentando che certo Irene non poteva avere la testa a segno, dinnanzi ad un fatto [...]

[...] nelle occasioni funebri. Il suo dolore era certamente legittimo; era anzi un dovere, e dimostrava quanto egli fosse un buon figlio. Ma un uomo [...]

[...] comune. Col non rassegnarsi, sarebbe stato crescergli un dolore al di là della tomba. Ma gli stessi confortatori, di nascosto, trovavano curiosissimo [...]

[...] rimpianto!... Basta! bisogna proprio confessare che l'uomo è un bizzarro animale, qualche volta! Padron Gregorio morì sull'imbrunire, esattamente come il [...]

[...] rimase sparpagliata un po' dappertutto nell'appartamento, alla mercè degli amici e dei conoscenti. Alle nove ci fu una seconda riunione, in una [...]

[...] loro visi metteva pure nei loro temperamenti una docilità nuova, nei loro cuori un desiderio di restare pienamente d'accordo. Per tal modo non [...]

[...] cupo silenzio della famiglia intiera, si rivolse alle due donne: — Volete un consiglio da me? Cercate di riposarvi. Dovete essere affrante. Bisogna [...]

[...] io? — si offrì Mario. — No, no! — rispose subito la giovine donna senza guardarlo; — è inutile. — Ma...? — No! Fu un rifiuto imperioso, che non [...]

[...] andate a riposarti tu pure? — Non so, — rispose Mario coll'aria di chi si sveglia da un sogno. — Se fossi in te, andrei. Si vede che non ti senti [...]

[...] ? — Per un riguardo a Teta. Capisci bene: lei deve per forza pigliarci parte. Non si voleva... — Capisco! Allora andremo insieme? — Vieni anche tu [...]

[...] adesso, fammi il favore: lascia questi discorsi. Vuoi mangiar qualche cosa? E per levarsi di torno il marito, ella accusò un male di testa orribile [...]

[...] se questa circostanza poteva far credere agl'imbecilli ch'egli avrebbe goduto i frutti del ladrocinio? Prima di tutto era un uomo onesto e voleva [...]

[...] pazzie colle quali Pippo se ne usciva. Mario giunse colla puntualità di un orologio. Aveva riacquistato la sua presenza di spirito: una disinvoltura di [...]

[...] offerta, il coerede che avesse desiderato l'acquisto. E poichè l'adesione in massima fu unanime, quel diavolo di Furlin trasse fuori un mucchio di [...]

[...] Furlin, invanito di non trovare obbiezione di sorta. — Giusto! — fece Pippo. — Allora non resta che stipulare l'atto relativo. Sarà l'affare d'un paio [...]

[...] fra voi del ritiro. Basterà un semplice mandato di procura. — Mi pare che sarà anche di troppo, — osservò Mario colla sua ostinata ironia. — In [...]

[...] quel momento. Ella era già in lutto rigoroso: il suo viso mostravasi di un pallore marmoreo. Non andò a baciare la cognata; ma, con un saluto lieve [...]

[...] le offriva con un sorriso amico la propria alleanza. — Pippo sapeva che sarei venuta, — spiegò lei freddamente. Quindi si volse al marito [...]

[...] condotta a provocare un incidente di cui tutti sentivano l'importanza suprema. — Vediamo un po', — disse Furlin, frenando con un gesto Pippo e [...]

[...] funzionario titolato; calmava gli animi con un gesto solenne delle mani e della testa. Poi si volse ad Irene, come per invitarla a spiegar meglio il proprio [...]

[...] qualche tempo. È un dono di quel povero vecchio! Dio mio! — soggiunse guardandosi intorno, — m'accorgo sempre più, che accogliete molto male la notizia [...]

[...] l'aria di proteggermi in un modo particolare. Davvero, è ora d'intenderci francamente anche su questo punto. La tua eccessiva amicizia non può giovarmi [...]

[...] risponderle al vederla raccogliersi un istante. — In ogni caso, — aggiunse, — il mio difensore naturale dovrebb'essere mio marito. — Parli proprio [...]

[...] non poteva spingere l'eroismo fino a rinunciare ad una fortuna, che d'altra parte non aveva cercato. — Ti ringrazio davvero! — fece Pippo con un [...]

[...] , finchè ti farà comodo lasciarmene godere un briciolo. Non sarà per molto tempo, suppongo. — Ti pentirai forse di quello che dici! — minacciò Irene [...]

[...] bene che tu ti appoggi a qualche atto che non conosciamo ancora. A buon conto, un testamento non è. Ebbene, noi abbiamo il diritto d'esser molto [...]

[...] ch'egli decidesse se sarebbero usciti insieme. Egli rispose sgarbatamente. — Ragioneremo a casa. Io resto. La giovine donna non si trattenne un minuto [...]

[...] secondo di più; si ritirò muta, disdegnando di rivolgere un cenno di saluto alla famiglia, che lasciava da nemica. Gli altri si guardarono [...]

[...] aveva mirato a sopraffarli con un colpo di scena, il suo scopo era stato completamente raggiunto. Lasciava dietro di sè cresciuto il concetto della [...]

[...] , attraversava un momento critico, sotto lo sguardo muto, insistente e corrucciato della taciturna consorte; e l'accordo vantato da Pippo ad Irene [...]

[...] capitali di padron Gregorio non uscissero dalla Banca Romana. Trattavasi di un atto giudiziario da intimarsi prima di sera alla Banca, già [...]

[...] posizione delle più bizzarre e delle più delicate. In ogni modo, le sue collere svanivano, ed egli tornò, come per incanto, un marito compiacente e [...]

[...] cronaca forense. Irene aveva prodotto un atto col quale il defunto Gregorio Ferramonti la dichiarava proprietaria dei capitali deposti alla Banca, in [...]

[...] mezzo di un notaio, ed era stata registrata. I Furlin e Mario attaccarono l'atto come nullo ed illegale nella forma e come carpito artificiosamente [...]

[...] , vivendo in disparte, in un decoroso riserbo di borghesi che affidano alla giustizia legale la tutela dei propri diritti e l'affermazione trionfante [...]

[...] i quali, dopo essere stati cattivi figli e pessimi parenti, osteggiavano il compimento di un atto nobilissimo di gratitudine? D'altra parte [...]

[...] e che fa volare il danaro in un turbine di pazzi piaceri. Aveva delle amanti che gli costavano un occhio del capo; giuocava nelle case clandestine [...]

[...] dove una società equivoca di avventurieri e di parassiti spennacchia gl'ingenui. Appunto sulla fine di luglio egli si trovò mescolato in un affare [...]

[...] signore oneste, o quasi, intorno ad un tavolo di roulette; e fra gli altri, si susurrò che Mario dovesse render conto della sua qualità di associato [...]

[...] Barlei. Anche Mario sparì, dopo aver rubato la mantenuta ad un principe parecchie volte milionario, dell'aristocrazia nera intransigente. Aveva [...]

[...] quella lotta formidabile, destinata a rendere più chiassosa la catastrofe verso la quale camminava velocemente. Ma era un fenomeno che non riusciva [...]

[...] a turbargli il pensiero. Un dramma segreto, intimo, occupava tutto il suo essere, sfatando l'importanza di questa rovina fatale, ch'egli prevedeva [...]

[...] un uomo che brucia fino all'ultimo le sue polveri e non concede agli oziosi lo spettacolo di un solo minuto di debolezza. D'altra parte, la sua [...]

[...] un suo pari era ucciso da una donna che aveva posseduta, che poteva schiacciare ancora con una parola, e della quale subiva il disprezzo ed il [...]

[...] qualunque nel mondo. Ma egli era indicibilmente stanco. Aveva invano tentato, come un rimedio, tutte le tempeste dell'esistenza. La piaga del suo cuore [...]

[...] e la follia del suo cervello non ne avevano ricavato neppure un refrigerio momentaneo. Rubando l'amica ad un principe romano che gli aveva [...]

[...] accordato anche la propria confidenza e la propria amicizia, aveva sperato nelle commozioni di una impresa difficile e di un grosso scandalo; nelle [...]

[...] respirato più libero. L'idea di un suicidio, confusamente abbozzatasi nel suo spirito durante l'agonia del padre, si era maturata in quei giorni [...]

[...] , assumendo il carattere di un progetto definito. Ritornava a Roma perchè subiva l'attrazione misteriosa degli sciagurati che vanno a cadere sulla stessa [...]

[...] braccio alle quali le sue solitudini lo gettavano, immancabilmente. Allora l'uomo forte e scettico si sorprendeva a piangere come un bambino. Al ricordo [...]

[...] d'Irene egli associava imaginazioni strane, che facevano di lei un essere fantastico, bello e terribile. Delirava nella febbre, nello spasimo, nel [...]

[...] martirio ineffabile del suo amore disperato. Avrebbe voluto poter credere che sua cognata fosse un genio delle tenebre, una fata, un demonio, uno [...]

[...] aveva ricevuti già tanti; ma che importava? Uniti insieme tutti, non valevano quell'uno che intendeva lui: un bacio da restarne fulminati! Poi [...]

[...] fissazione erotica: la passione amorosa. Certo, uno spirito equilibrato non potevasi spingere fino alle sue frenesie. Chi sa! un sistema di cura [...]

[...] razionale, in un intervallo di tempo più o meno breve, poteva forse guarirlo. Forse, andando innanzi di quel passo, ed arrivando a non poter più dissimulare [...]

[...] forza nella cella di un manicomio, dove si sarebbe visto dinnanzi, nel delirio, bello, infernale, inesorabile, eterno, il fantasma d'Irene, per [...]

[...] il diritto di ridere alle sue spalle? Un mercoledì il cavaliere Paolo Furlin comparve improvvisamente da lui, per dargli una notizia spiacevole [...]

[...] Paolo e gli avvocati avrebbero fatto, e bastava! Gli rendevano un grosso favore se lo lasciavano in pace. — Allora — disse Furlin, — t'informerò [...]

[...] . — Rispàrmiati questa fatica, sino alla conclusione finale. Siamo intesi, non è vero? Come sta tua moglie? Vuoi un sigaro? Non parlarono più della [...]

[...] gli lasciò un viso brusco d'uomo preoccupato; ma si rasserenò appena in istrada. Andava da Morteo, al Corso, dove alcuni amici lo aspettavano per [...]

[...] combinare una cena da scapoli, una piccola orgia colle relative ragazze di attitudini provate a simili passatempi. Fu un progetto maturato [...]

[...] esigenze di un pugno di buontemponi conoscitori del genere ed inesorabili contro i pregiudizi di una graziosa donnina. Uscirono dalla birreria prima [...]

[...] sparpagliò. Mario andava ad invitar Fosca, una ragazza che abitava in via del Teatro Valle. S'incamminò coll'aria beata di un fannullone che gusta il [...]

[...] faccia a faccia col fratello. Ebbero ambedue un leggero sussulto, fissandosi come due persone che non si aspettavano l'incontro. Poi Pippo volse [...]

[...] con amichevole disinvoltura. — Tira via! — soggiunse Mario, sempre allegramente: — è un pezzo che non ci vediamo. Ma non c'è neppure da chiederti [...]

[...] , e giacchè l'occasione si offre, ti propongo di rifar pace. Attese un momento invano, che l'altro rispondesse. — Non parleremo d'interessi [...]

[...] fratello un aggrottamento di sopracciglia ed uno sguardo sempre più sospettoso. — Hai ragione! — esclamò riprendendosi: — dico delle cose stupide [...]

[...] . Che vuoi! mi affatico a persuaderti della mia sincerità. — Ma s'è inutile! — dichiarò Pippo, diventando ad un tratto cordiale. — Ho io qualche [...]

[...] cosa contro di te, forse? Non ci siamo visti da un pezzo, perchè il caso non l'ha voluto. Adesso ci vediamo. È semplice. Aveva preso il partito di [...]

[...] volontà, non continueremo gran tempo a vederci. — Cioè? — Medito un viaggio. — Come quello della scorsa estate? Ne ho sentito parlare, buonalana! — No [...]

[...] apparente. Si ricambiarono un cenno di saluto, come due persone che non hanno fra loro nulla di comune. Mario si tenne in disparte, mentre la giovine [...]

[...] minuti, colla sua espressione calma ed un po' grave. Pippo spiava la moglie ed il fratello, con un vago sogghigno d'uomo a cui non potrebbe [...]

[...] che sei un marito fortunato, — rispose Mario ridendo. — Ti puoi vantare di goderti una delle più belle donne di Roma. È miracoloso! ella, invece di [...]

[...] ambedue esperimentata. Mario parve assalito ad un tratto da una curiosità: — Lo sapeva che adesso vengo spesso da te? — Lo sapeva di certo. Ho avuto [...]

[...] occasione di dirglielo un paio di volte. Perchè? ti dispiace forse? — Punto. Come ha preso la cosa? — Non vi ha dato nessuna importanza [...]

[...] , di accertarsi se le dettava un pensiero segreto, che non stimava ancor giunto il momento opportuno per esprimersi senz'ambagi. Gli pareva [...]

[...] Mario. — Ma ti viene un'idea matta. Non ti pare che la mia ricomparsa in casa di tua moglie solleverebbe un vespaio di pettegolezzi? — Allora se ne [...]

[...] , comodamente seduti, magari con un buon bicchiere di vino dinnanzi. Insomma, egli aveva già avvisata Irene dell'invito; un rifiuto sarebbe stato [...]

[...] assurdo ed egli lo avrebbe preso per un affronto personale. — Verrò, — concluse Mario. La bonarietà ostentata e chiassosa del fratello non lo aveva tratto [...]

[...] in inganno. Pippo agiva senza dubbio per un secondo fine, abbastanza potente per fargli passar sopra alla stravaganza d'invitare in casa un uomo [...]

[...] , impegnato in un litigio giudiziario contro sua moglie, così grave come era quello promosso appunto da Mario. Ma quest'ultimo se n'era preoccupato [...]

[...] appena per un istinto di momentanea curiosità. Ciò che importava a lui, era che i disegni reconditi di suo fratello agevolassero quelli della sua [...]

[...] nervosi. Quel miserabile sapeva senza dubbio Mario sull'orlo di un precipizio; ebbene! per sfuggire il pericolo di porgergli il più piccolo aiuto, egli [...]

[...] , fingendo di crederlo sempre all'apice della fortuna e della ricchezza, gli aveva tenuto più volte discorsi brutalmente egoisti: un uomo deve [...]

[...] barcamenarsi e farsi strada da sè, non è vero? Sono degni del manicomio, quelli che si lasciano intenerire il cuore da un birbaccione in disdetta, ed [...]

[...] arrischiano il proprio perchè non affoghi. Lui, Pippo, non avrebbe dato un centesimo al suo parente più stretto, se lo avesse visto morire di fame [...]

[...] infliggere al suo cadavere l'ultimo sfregio di compassionarlo. Invece, egli vedeva ogni giorno il fratello, gli faceva un viso amico, ritornava in [...]

[...] dopo la proposta e l'invito, ad un'ora di notte. Mario anticipò. Saliva le scale lentamente, con un sudor freddo sulla fronte, chiedendosi s'era [...]

[...] salotto dove erano stati tante altre volte, in altri tempi. Irene sedette sul canapè, accennando al cognato una sedia vicina. Per un breve istante si [...]

[...] ironia. Ella mantenne la sua calma sicura ed un candore ostentato di donna che non indaga i sottintesi delle parole che ascolta. — Il difficile [...]

[...] . Intendi di partir presto? — Prestissimo. Me ne accadrebbero di belle, se non mi risolvessi! Ma non merita il conto parlarne. Ella fece un lieve [...]

[...] d'interessi si dibattono in tribunale, non ho più motivo alcuno di chiuderti la mia porta in faccia. Imitiamo un pochino i deputati che si [...]

[...] congratulo. — Ti prego, cerca d'essere meno mordace, — disse Irene, fissando Mario con un pallido sguardo. — Non voglio supporre che sei qui per [...]

[...] pare un sogno lontanissimo... — Vuoi ascoltare un mio consiglio? — diss'ella, pronta e gelida; — dimentica, allora, che il passato abbia [...]

[...] un istante solo. Aveva fatto un movimento come per alzarsi; ricadde a sedere soggiogata e fremente. — Abbi pazienza, — disse Mario: — non è [...]

[...] credi? Aveva sorpreso un lieve sorriso sulle labbra di lei; un atto appena percettibile di scetticismo sprezzante, che lo aveva fatto trasalire [...]

[...] della cognata. Nondimeno un intimo senso di angoscia si tradì nella sua espressione. Cercava le parole. — Vedi! — diss'egli alla fine; — io non [...]

[...] continuare! Non ne posso più, capisci? Pagherai salata la scena teatrale che hai avuto il capriccio di farmi. Sei un miserabile! Era livida [...]

[...] , convulsa. Perdeva la testa in un parossismo di furore, che la spingeva a slanciarsi sul cognato ed a strozzarlo colle sue proprie mani, se le fosse stato [...]

[...] possibile. Ad un tratto anche Mario, imitandola, si alzò. Rimase dinnanzi a lei, immobile, colle braccia incrociate sul petto, sogghignando. Ella [...]

[...] dètte un passo indietro. Quella figura livida ed inesorabile le faceva gelare il sangue nelle vene. Era per la giovine donna qualche cosa come [...]

[...] l'apparizione di un sogno spaventevole. Lei stava per gettare un grido. — Via! cesserò, — disse Mario, ridendo ancora. — Ti conviene? Non voglio che [...]

[...] Pippo ti sorprenda in cotesto stato. Irene respirò forte. Vinceva il terrore di un istante, e sentiva rinascere la propria audacia in faccia a [...]

[...] delle sue chiacchiere, creandosi un cruccio vano, un ostacolo tormentoso, scendendo inutilmente nell'adulterio. E riebbe il sorriso di disprezzo [...]

[...] persuasa. Sei un uomo ragionevole, e gli uomini ragionevoli non commettono mai delle bestialità irreparabili. — Dunque addio. Saluta Pippo da parte [...]

[...] mia. Digli che tu stessa mi hai costretto ad anticipare la partenza. Lei trasalì all'ultima frase, colpita da un confuso sospetto. Mario si [...]

[...] cognato sedere colla mano armata di un revolver. Fu un attimo: mentr'ella cacciava un grido, Mario introdusse la canna del revolver nell'orecchio [...]

[...] , ed un colpo smorzato nella cavità cranica del suicida rimbombò. Lei gridò ancora come una pazza. Invece di correre verso il cognato, indietreggiò [...]

[...] fino all'angolo più lontano da lui. Lo spavento le fiaccava le gambe, la strozzava. All'apparire della domestica non trovò che un gesto da forsennata [...]

[...] , dimenticando la padrona, spinta solo dall'idea di fare accorrer gente. Mario, sopra una poltroncina, era rimasto riverso sul dossale colla testa un po [...]

[...] che gl'invadeva la casa, come suo fratello si fosse ucciso. Restò un istante in mezzo al salotto, guardandosi intorno, ricostruendo per così dire [...]

[...] sbarrati e colla bocca riarsa e semiaperta, era in un parossismo convulso. Come costrettavi da un fascino soprannaturale, senza vedere e senza udire [...]

[...] una resistenza passiva a coloro che cercavano di trascinarla altrove. Un sorriso sinistro disegnavasi a poco a poco nella contrazione delle sue [...]

[...] potuto chiamare aiuto ed arrestare la mano del disgraziato. Dio santo! era un fatto incredibile! — Lasciatemi in pace! — gridò lei d'improvviso [...]

[...] , svincolandosi rabbiosamente da chi la teneva. — Vi dico che non ho bisogno d'alcuno! Non aveva cessato un momento di guardare il cadavere di Mario. Vi si [...]

[...] , troncando così un abboccamento senza testimoni. L'assaliva un desiderio selvaggio di gettarsi come una tigre sul corpo esanime che sorrideva nella [...]

[...] di una scena inaudita accaduta il giorno stesso dei funerali di Mario, un assalirsi furibondo fra marito e moglie dinnanzi alla gente, senza un'ombra [...]

[...] d'essere stata proprio lei la provocatrice. In un accesso d'ira, essa aveva trattato Pippo, Mario ed i Furlin come un branco di miserabili. Allora [...]

[...] Pippo si era rivoltato, rinfacciandole storie spaventose, che facevano di lei un mostro in gonnella. No, non si era mai visto nè sentito nulla di [...]

[...] simile. Irene annegava in un ambiente ostile. I più indulgenti non sapevano trovare una parola per difenderla, e quegli stessi che negli ultimi [...]

[...] suicidio? L'ultimo colloquio dei due cognati restava un mistero impenetrabile, e non si poteva ormai uscirsene fuori coll'ingenuità di credere che [...]

[...] visto uno scandalo come quello di starsene in panciolle e di non muovere un dito, mentre accadono fatti di simile natura? La lite civile che i [...]

[...] sarebbe stato possibile. Nel dividersi da Pippo, ella aveva preso un quartiere in via Gregoriana, ed aveva obbligato i genitori a seguirla lassù [...]

[...] colpita da un mandato di arresto. Non capiva perchè nè Pippo nè i Furlin non provocassero essi stessi quest'ultima catastrofe. Al loro posto, lei lo [...]

[...] finire di gennaio, mentre il marito, logorati i polmoni dall'etisia senile che ne faceva un fantasma, riducevasi in condizioni disperate. L'antico [...]

[...] cogli avversari, dimostrandole la certezza di un insuccesso completo con qualunque altro mezzo. Lei non voleva sentirne parlare. Le bastava [...]

[...] sapere che frattanto, per causa sua, i Ferramonti non potevano toccare un centesimo dell'eredità paterna. Ella poteva mantenerli in questa pena di [...]

[...] Tantali, per dei mesi, per degli anni forse, e non voleva far loro grazia di un minuto secondo. Che le importava il resto? L'influenza del tempo la [...]

[...] ! L'esistenza è una lotta dell'individuo con la società, piena di varie vicissitudini. Chi perde, è un imbecille se non si prepara a vincere in un assalto [...]

[...] non vi è argine possibile. Pippo aveva accettato l'abbandono della moglie con un senso di soddisfazione chiassosa: l'ebbrezza dello schiavo che si [...]

[...] trova libero, e che vorrebbe il mondo intero partecipe alla gioia della sua libertà. Durante un mese intero, la sua loquacità di bottegaio s'era [...]

[...] interessi commerciali, ma diventava inoltre un tipo d'uomo bizzarro, che si andava a sentire per farne una scorpacciata di risa. Pareva che [...]

[...] fatto allontanare i pericoli che li minacciavano. Si presentava però un buon espediente: la vendita della bottega avrebbe potuto eseguirsi a [...]

[...] di volere la sua rovina, fece un casa del diavolo. Appunto in quella occasione si affermò nettamente la mania di persecuzione che aveva [...]

[...] avesse divertito vaneggiando intorno ad Irene. Quelli erano due furbi! Tiravano a farlo passare per un imbecille, incapace di negoziare una libbra di [...]

[...] , indovinava a volo i loro pensieri. Non lo avrebbero turlupinato quand'anche si fossero fatti aiutare da una legione di diavoli! La sua ribellione durò un [...]

[...] mese e mezzo, ingrossando, infuriandosi. Ad un tratto cessò, quando il cavaliere Furlin prese il partito d'imporgli di prepotenza la vendita [...]

[...] , trattandolo come si tratterebbe un bambino riottoso. Voleva fare a modo suo? Padrone! Ma restava inteso, che lo avrebbero lasciato morire sulla paglia [...]

[...] , senza dargli un bicchier d'acqua. Non capiva, imbecille! che le sue condizioni di salute gli imponevano di rinunciare momentaneamente agli affari e [...]

[...] , obbedì, preso dal terrore dell'abbandono assoluto, piangendo proprio come un bambino. Era ben disgraziato! non c'era al mondo un altro che meritasse [...]

[...] pietà al pari di lui! Ed invocò spasimando l'aiuto dei Furlin, dei due soli esseri nei quali potesse ancora confidare. Conclusero un ottimo affare [...]

[...] , grazie a Paolo che aveva saputo a tempo pescare l'acquirente ben disposto. In un lucido intervallo d'intelligenza, Pippo riconobbe che il cognato [...]

[...] gli aveva reso un servizio da buon parente. Giurò che non lo avrebbe dimenticato mai. Avrebbero visto, Teta e Paolo, come si sarebbe ingegnato a [...]

[...] dimostrar loro la sua gratitudine! Bastava che avessero avuto un po' di pazienza, il tempo necessario a lui per rimettersi un po' in salute e per [...]

[...] , oziando, logorandosi in un marasmo incalzante, in una malinconia tetra, che aveva dei frequenti ricorsi di vera demenza. Spesso, esaltandosi per un [...]

[...] , come se non avesse riconosciuto il marito, senza che un solo tratto del suo viso si alterasse. Svoltò la cantonata, e sparì. Pippo non ne imitò [...]

[...] della sua esistenza. Nella magrezza cadaverica, che disegnava l'ossatura della sua costruzione grossolana, egli era diventato di un pallor terreo [...]

[...] . Fece quattro o cinque passi da ubbriaco, poi si appoggiò colle spalle al muro, restandovi un lungo istante, immobile, ebete. Lo assaliva un tremolìo [...]

[...] di tutte le membra, una vibrazione spasmodica dei nervi sconvolti, uno sbattimento delle mascelle producente un rumore sordo dei denti urtati fra [...]

[...] scuoterlo e di interrogarlo; ma non le udiva: continuava a tremare con un tremito orribile che faceva ballare i suoi muscoli tesi; a piangere, con un [...]

[...] pianto muto senza singhiozzi. Si assise quando lo piegarono a forza sopra un canapè; fissò un punto immaginario dinnanzi a sè, e proseguì a [...]

[...] ricevere impressioni di fatti e di oggetti che non avessero colpito materialmente i suoi sensi della vista e del tatto. Lo guidavano come un [...]

[...] , diventava un problema insolubile. Risolsero di collocarlo nella casa di salute a Sant'Onofrio. Ve lo condussero dieci giorni dopo. Fino alla vigilia [...]

[...] altre frasi di terrore e di orrore. Se ci fosse stato un solo barlume di speranza, quella crisi avrebbe potuto risolversi in un miglioramento [...]

[...] lamentosi balbettamenti di tenerezza. Lo svanire della sua intelligenza incalzava, prendendo, a poco a poco, le forme di una insensibilità assoluta. Un [...]

[...] notte, migliaia di volte, senza espressione, come un suono meccanico dei suoi organi vocali. Doveva spirare con quel nome sulle labbra, mentre Irene [...]

[...] tutte le più infami accuse? Quando riapparve in mezzo alla gente, lei non fu meno bella per questo. Un'altra volta la sua figura arieggiò quella di un [...]

[...] dolori! per qualche cosa il suo pallido viso recava le tracce indelebili di un affanno segreto! Insomma, il suo fascino ricominciava lento [...]

[...] s'imposero. Ecco in qual modo ella rispondeva alle accuse di aver portata in casa Ferramonti la vergogna e la morte, per succhiare, come un vampiro [...]

[...] salotto da pranzo e da ricevere tutt'insieme, nel quartierino occupato a un terzo piano in via Gregoriana. Oltre i tetti di via Due Macelli, la città si [...]

[...] offriva agli occhi della giovine donna, stendendosi a ventaglio, troncato dalle alture di Monte Mario. Dal Quirinale a San Pietro, un grigio mare [...]

[...] vermiglio ad un colore di porpora scintillante, indicando il lembo abbandonato dal sole. Pensieri tetri tenevano assorta la giovine donna. I mille [...]

[...] , che la gettavano in un accasciamento desolato. Un'ironia incosciente era nel suo sguardo fiso, nelle sue labbra agitate da un lieve fremito. Ella non [...]

[...] udì affatto che, nella stanza, un passo si avvicinava. — Che fai dunque? sogni forse ad occhi aperti? — domandò infine una voce maravigliata [...]

[...] . Ella si volse di repente; soffocò quasi un grido. — Sei tu? — balbettò. — Pare. Mi dispiace che tu ti guasti il sangue, almanaccando così. Per fortuna [...]

[...] Desiderio Pennucci, un uomo sui quarantacinque anni, una forte figura dagli occhi grigi accesi, dal viso bruno, dalla taglia robusta, un po [...]

[...] . Era rimasto un istante senza parlare. — Allora, — sorrise lei, — si può sapere qual è questa notizia? — È che Barbati si è scosso, alla fine! Perdio [...]

[...] . — Io pure ho una notizia da dirti: Pippo è morto stamani. Desiderio gettò un grido. Ella potè misurare fino a qual punto quell'uomo fosse [...]

[...] con un nuovo prodigio di scaltrezza, assicurandosi di aver trovato in lui un'altra individualità da soggiogare, una tempra vigorosa ch'ella avrebbe [...]

[...] romperla per sempre con un mondo scellerato. Bada a non farmene pentir mai. Sarei capace di tutto! per finirla presto, ti ucciderei! Nello [...]

[...] inceppata dalla malattia di Pippo, e li faceva quasi milionari. Vollero intera l'apoteosi di gente onesta e di cuore. Durante tutto un mese [...]

Zuccari Anna (Neera)
Lydia
17 1888 - Provenienza testo: scansione da Archive, txt Fondazione Verga 645 occorrenze

[...] curiosi, e principalmente di curiose, per le quali la prospettiva di vedere una sposa appartenente all'alta società era un grande stimolo. Chi [...]

[...] conosciuto Giovanni Colombo, commesso in un negozio di telerie; poi il figlio Giuseppe Colombo a capo d'una grande casa di commercio; finchè un [...]

[...] , furberia , fortunate combinazioni , un po' di tutto questo aveva concorso nella formazione della sua rapida fortuna, che da qualche anno era [...]

[...] diventata colossale al punto da attribuirle origini più misteriose. In queste difficili evoluzioni il signor Colombo, dotato di un senso pratico [...]

[...] quelle mosse rapide che sviavano le induzioni, il signor Colombo fu creato conte. Nei crocchi intimi, nei colloqui confidenti, si rise un poco del [...]

[...] - 4 - sui cuscini di un sontuoso landeau. Quando appariva in un salotto, le altre signore istintivamente se ne allontanavano, togliendo gli [...]

[...] occhi da quel volto ignobile, presso al quale i diamanti e le trine producevano un contrasto grottesco. Gli uomini la guardavano con una curiosità [...]

[...] contessa, che non - 5 - si vendicava. Accoglieva ognuno colla sua cordialità borghese, un po' rumorosa, ma accaparrante. Non era mai riescita [...]

[...] . Ella portava al tavolino del baccarat e del wist i medesimi ardori che avevano disseccata la sua bellezza di un giorno; e un certo non so che [...]

[...] del successo, giocando la partita sovra un punto, come già aveva giuocato la vita. — E il matrimonio religioso quando si fa? - 6 - — È già [...]

[...] tutte le bocche; ognuno voleva dire qualcosa. — E il marito? — Un forastiero. — Tedesco? — Americano. — No, inglese. — Russo. — Nobile? Questo [...]

[...] non si sapeva. L'arrivo delle carrozze troncò i discorsi. Ci fu un pigia pigia sulla porta del Municipio; quelli rimasti indietro si rizzavano [...]

[...] , entrò nel cortile; un servitore aperse lo sportello, e due o tre signori scesi rapidamente dalle altre carrozze formarono siepe. Per un [...]

[...] . - 8 - Che cosa si aspettava? Per un malinteso, a un'altra coppia di sposi si aveva fissata l'ora istessa, e la coppia era giunta, lagnandosi di [...]

[...] ardenti cinti di rughe. — Due mostri. Lui è gobbo, lei avrà quarant'anni, e puzzano. Gli occhi ardenti ebbero un lampo; le narici, dilatate [...]

[...] sempre uno appeso al braccialetto. Lo sposo, un tedesco, bel giovane biondo, tutto d'un pezzo, che si trovava un po' disorientato in mezzo a [...]

[...] quel chiacchierio, si chinò all'orecchio della sua fidanzata: — Che cosa tiene appeso al braccialetto quella piccola signora?... — Un gobbo. Vi [...]

[...] , corse come un elettrico nella nobile adunanza. — È la prima volta in vita mia che aspetto — mormorò ancora la duchessa. - 11 - In fondo alla [...]

[...] sala, la contessa Colombo discorreva animatamente con un vecchio signore ritinto. I suoi occhi gettavano fiamme. — È un gioco americano; si [...]

[...] di bianco, teneva il capo appoggiato alla parete, come per languore, per un molle abbandono che accresceva il fascino della persona scultoria [...]

[...] ; Costanza, un po' fredda, nella regolarità del volto aristocratico, nel severo abito grigio, le stava al fianco, preoccupata a guisa di persona che [...]

[...] sua voce vellutata — la felicità non deve esser facile. - 15 - — No. Ho un motto, lo sai? — Il motto degli Arimonti? — Quello di Costanza [...]

[...] Jeronima: O tutto o nulla. Disse ciò alteramente, eppur dolcemente, mentre un raggio di luce pura le passò dentro gli occhi. — Anch'io — continuò [...]

[...] Eva a voce bassa — ho un motto: Essere amata. Costanza riflettè un istante, scosse il capo, e disse rapidamente, con sicurezza: — Non basta. Eva [...]

[...] del muro, un quadro di Giorgione. Aveva i capelli di un biondo intenso, rutilanti di luce, e gli occhi grandissimi, neri, - 16 - pieni di [...]

[...] la testa al busto, con una continuità di morbidezza, che dava all'attacco delle spalle il rilievo di un disegno perfetto. Dalla fisionomia, da [...]

[...] coronamento della sua plastica bellezza. Il nome di miss Eva Soymour serpeggiò fra i due o tre uomini, ma venne subito soffocato da un sentimento di [...]

[...] convenienza per la solennità della cerimonia. Le due amiche non avevano detto più nulla, quando all'apparizione di un fantastico cappello color [...]

[...] di rosa, esclamarono insieme: Lydia! E di sotto la tesa, audacemente rialzata di quel cappello, rispose a loro un sorriso biricchino. - 17 [...]

[...] - — Arrivi tardi; è già finito tutto. — Lo zio non voleva... ho dovuto pregare tanto, tanto. — Ah! monelluccia — disse Costanza, alzando un dito [...]

[...] il nostro motto. — Avete un motto? — Fu Costanza. — E qual è il motto di Costanza? - 18 - — O tutto o nulla. Il mio è: Essere amata. Quale [...]

[...] ? — Bisognerebbe pensarci. — Un motto che sintetizzi le tue idee, le tue aspirazioni, capisci? — Ebbene, se non è altro che questo: Divertirsi! Che ne dite [...]

[...] ? Costanza, scandalizzata, ferita quasi, si ritrasse di un passo. Eva, maternamente, le picchiò un colpetto sulle dita: — Fortuna che nessuno ti [...]

[...] mossero, ma ricascarono nella folla che stava aspettandoli, schierata nel cortile. Costanza andò a raggiungere la madre, sedendole a fianco in un [...]

[...] . Il mare, questa tenace amante, questa Annida che non lascia più chi fu suo prigioniero, lo attirava costantemente. Sulla tolda di un bastimento [...]

[...] , nelle notti stellate del tropico, il baronetto non aveva mai sognata la donna. Fu un inverno, a Napoli, che si innamorò di una povera [...]

[...] istitutrice, ed essendo solo al mondo, senza pregiudizi di casta, la fece sua moglie. Un anno dopo dovette perderla. - 21 - Nei primi tempi aveva [...]

[...] , dovunque, il lutto della sua povera morta. Un angelo di bambina, sempre vestita di bianco, lo accompagnava; e quando sul volto della figlia egli [...]

[...] vide disegnarsi vieppiù spiccate le sembianze della adorata donna, un amore nuovo sorse nell'animo del baronetto — amore e dolore fusi insieme [...]

[...] par - 24 - vero di sollevarsi un poco anche lui della sua parte di mentore, e così Lydia in gonnellino corto e cappello di paglia, come una [...]

[...] pastorella arcadica, se ne va per monti e per valli. Nessuno le darebbe sedici anni a vederla, e fino ad un certo punto si capisce come l'anno [...]

[...] passato ancora la chiamassero bebè; ma via, è fidarsi un po' troppo dell'innocenza. Ella passeggiava dunque sola, in riva al lago, verso un [...]

[...] piccolo seno dove vanno le donne del paese a lavare. Una appunto di queste donne, una vecchietta, vi si trovava allora con un nipotino di tre anni [...]

[...] Lydia, spogliatasi in un batter d'occhi quasi tutta, si tuffa nell'acqua; ma son - 25 - io che dico quasi per rispetto, capisci! I pescatori si [...]

[...] Leopoldo è stato quello che ne ha sofferto di più. Egli è un gentiluomo di stampo antico, ligio alle consuetudini della buona aristocrazia [...]

[...] vede molte cose, ma il farle conoscere sarebbe un mancare di rispetto a sua cognata, che non si occupa affatto di sua figlia. Egli - 26 - fa [...]

[...] rappresentante di un gran nome che si spegne. Oh! come cadono tutte, intorno a noi, le stirpi gloriose che ci hanno fatto un privilegio della nobiltà [...]

[...] , della fierezza, della grandezza d'animo! Non so, non posso staccarmi da questi che ora si chiamano pregiudizi, perchè io li vedo sotto un [...]

[...] remoto canto di terra, e fors'arco vicino, l'uomo de' miei sogni, dei sogni di Yolanda... ma no, Yolanda, si è accontentata di un avventuriero. O [...]

[...] aperte, quando sopravvenne un forte temporale. Gli alberi del giardino si contorcevano, gemendo, sotto le raffiche impetuose; - 29 - il cielo [...]

[...] , tutto nero, era squarciato da striscie di fuoco; un soffio bruciante correva nell'aria, fatta densa dalla polvere. A un tratto larghe goccie [...]

[...] provavo un senso di purezza, di sollievo, come se quell'acqua dovesse lavare tutte le miserie della terra, tutte le colpe degli uomini. Come amo [...]

[...] porto così volentieri il nome, e il cui ritratto sta sopra al mio letto. Lo vedrai; è un permesso che mi diede la mamma, poichè voglio tanto bene [...]

[...] aristocrazia è affettazione. No. Ho un vero orrore per tutto ciò che luccica, che stride, che fa chiasso; per l'oro falso come per le false virtù [...]

[...] . La madre era stata una donna galante, l'avola anche; e la cronaca parla di una Arimonti maritata a un gentiluomo francese che tentò, sotto il [...]

[...] regno di Luigi il Grande, di contendere lo scettro alla Maintenon. Volgeva un periodo infausto per le donne della mia famiglia; ma Jeronima [...]

[...] , purissima, nulla sapeva di tutto ciò. Era cresciuta in un castello lontano dalla città, ignara delle insidie e delle tristizie del mondo. Lavorava [...]

[...] , suonava l'arpa, e andava a caccia con un vecchio scudiero; era benefica, era buona. Si innamorò di lei il figlio di una famiglia nobile e [...]

[...] influente, ed ella corrispose a un amore che sembrava dovesse avere il più lieto fine. Però, quando il giovane ebbe espresso il desiderio di tali [...]

[...] , profondendo ogni suo avere in opere di carità, e fondando nello stesso castello un monastero di clausura di cui fu badessa esemplare. Ci [...]

[...] Jeronima brilli ancora come l'astro della mia famiglia. Il quadro che ho al di sopra del mio letto rappresenta una giovinetta bionda, di un biondo [...]

[...] opaco, senza riflessi, un biondo tranquillo, ben differente dal tuo biondo luminoso, o Eva! Non è una bellezza assoluta, ma è certo che animando [...]

[...] che toccano il senso? L'anima nostra non è un focolare sempre acceso? Io sono fredda, dicono, eppure mi sento capace di tanto amore che ne soffro [...]

[...] cuore. Scivolare, sorvolare, la grande scienza mondana io non la conosco. Sono rigida, tutta d'un pezzo; non so scherzare nè prendere la vita [...]

[...] questi giorni un libro che analizza la vita di una fanciulla nella piccola borghesia. È un mondo piccino, dove la fantasia e tutte le altre [...]

[...] calma, non lasciava trapelare alcuna impazienza. Da molti anni avvezzo a vivere per gli altri, essendosi fatto un dovere di accompagnare [...]

[...] sfuggivano le pecche di un caratterino tutto - 38 - fuoco, che avrebbe avuto bisogno di grandi freni; ma la madre non vedeva, nè udiva. Grassa [...]

[...] perla, sulla quale spiccava il torso nudo e procace di una donna. Sorrise, rammentando ciò che gli aveva detto un giorno una sua parente educata [...]

[...] di fata. Un dolce tumulto di memorie, di sogni giovanili, un'eco di canti lontani, tutto un mondo sfumato, svanito, gli colorì lentamente le [...]

[...] guancie, come se gli fosse passato accanto un soffio dei suoi vent'anni. Scosse il capo, dubbioso , preso da un'improvvisa tristezza; e tornò [...]

[...] , nude, lisce come raso; le gambuccie aggraziate di donna fatta. Teneva in mano — almeno quand'era nuova — uno specchietto e un piumino di cipria [...]

[...] , con un cavicchio per ogni giuntura, i capelli formati con vecchie calze sfatte... - 41 - E ripensò alle donne che avevano giuocato con [...]

[...] quelle bambole, sorridendo ancora nella dolcezza delle memorie. La portiera, bruscamente sollevata, lasciò passare Lydia, che piombò come un razzo [...]

[...] pensava che la bambola chiusa nella scatola giapponese aveva fatto bene la sua lezione; Lydia le assomigliava un poco. Tuttavia ripetè, convinto [...]

[...] passettini, a salterelli; un incedere da bestiolina graziosa, senza dignità, ma con una certa eleganza. La testa, piuttosto stretta sui polsi e [...]

[...] , ondulati, riuniti all'estremità inferiore da un fiocco color di rosa; davanti le piovevano frangiati sulle sopracciglia arcuate e fine, e qualche [...]

[...] gradazione precisa dell'abito, si confondevano colla pelle, così che sembrava tutta un bocciuolo di rosa. — Epperò sta bene, — mormorò a parte don [...]

[...] bambinaia alla governante, dal maestro di piano al maestro di disegno, senza un filo di connessione, senza una misura, con molti insegnanti, ma [...]

[...] di spiegazioni, e ignorando in modo assoluto ù tutto ciò che non aveva un rapporto diretto coi sensi. Era figlia de' suoi tempi; aveva il [...]

[...] da ballo è un sacrificio. Ma le ipocrisie della gentilezza erano famigliari a don Leopoldo, che rispose: — Molto allegro. Per tal modo Lydia non [...]

[...] : — Sai come sarà vestita Costanza? - 47 - — No. — Di celeste. Sta bene in celeste; è un colore che si armonizza perfettamente col suo genere [...]

[...] di bellezza. Che genere pare a te? — La bellezza della signorina Arimonti? Ma... mi pare un genere serio, con una intonazione di dolcezza nello [...]

[...] pensiero era già altrove. — Quella è una buona amica — riprese don Leopoldo — una mente elevata, un cuore nobile... — Costanza è stata molte volte ai [...]

[...] balli, sai? Ha quattro anni più di me... Senza finire la frase, Lydia attraversò d'un balzo il salotto, dando l'idea di una foglia di rosa [...]

[...] portata dal vento. Ella aveva scorto, sopra un tavolino, un mazzetto di viole mammole. - 48 - — A momenti le dimenticavo. Si pose davanti allo [...]

[...] specchio, cercando un posticino, sulla sua persona, per le viole. Provò a metterlo nel mezzo del seno, poi da una parte, poi sulla spalla [...]

[...] guardava fisso, coi begli occhi ridenti, dove brillava una punta di malizia. Egli ne fu turbato, e per darsi un contegno incominciò a infilare i [...]

[...] distribuiva passando a braccio teso e scuotendo forte il pugno. Faceva un senso di meraviglia e di pena insieme a vederla con quel viso di bambina [...]

[...] era un giardino, una serra di questi graziosi fiori artificiali. - 51 - Uno sciame di amichetto la circondò subito. Erano ragazze belle [...]

[...] un riccio ribelle o di uno spillo cadente, quelle che potevano far pompa di ricchi contorni. Ognuna poi, forte o sottile, alta o piccina, aveva [...]

[...] un'occhiata pratica passò in rassegna le toelette femminili, mordendosi tratto tratto i labbruzzi, quando le pareva di trovare un abito meglio [...]

[...] riuscito del suo. Guardò gli uomini con diffidenza e con mediocre interesse; in fondo erano sempre - 52 - quelli: il marchese Gherardi, un colosso [...]

[...] , col collo taurino, le spalle larghe da fattore, un puzzo inveterato di sigaro e di stalla. Il letterato Benelli, duro e impettito, che salutava [...]

[...] che egli smettesse di sorridere. Il giovane duca di Castel Gabbiano, ultimo dei principi Scatti, un aborto miope, calvo e cretino. Giavazzi che [...]

[...] Saluzzi, sposati all'alpinismo, capaci di parlare del Monte Bianco durante un valzer di Metra. Chi ancora? Tre o quattro ufficiali di cavalleria [...]

[...] l'apparenza ragionevole che hanno tutte. — È un mio amico d'infanzia, — continuò Lydia, dimenticando di star ritta nel busto e piegandosi avanti per [...]

[...] vederlo meglio. — Oh! — foce una ragazza più vecchia delle altre, un po' sparuta, con due occhietti vivi di faina, — se si continuasse tutta la [...]

[...] Eva, per la sua splendida bellezza; Costanza, bella anch'essa, per un non so che di alteramente puro che dava al suo volto una luce straordinaria [...]

[...] . L'Inglese era, come al solito, vestita di bianco, col solo ornamento della sua aureola dorata. Costanza, nell'abito celeste, coi capelli di un [...]

[...] formava, in quel suo irradiamento tutto spirituale, un felice contrasto colla bellezza di Eva voluttuosamente terrena. — Torna ancora a Bombay? — Oh [...]

[...] ! no. — Come lo dice convinto! — Sono sempre convinto io di quello che dico. — Badi: un momento fa mi ha insinuato che sono bella. - 57 [...]

[...] forte era. La teneva per la vita sollevandola come una piuma. Un momento, nel ballare, la sua guancia abbrunita dal sole indiano aveva sfiorato la [...]

[...] la mia passione. Con uno slancio irriflessivo Lydia gliele porse. Egli accettò un po' sorpreso, e se le mise all'occhiello. In quel momento la [...]

[...] fanciulla, sollevando gli occhi, incontrò gli sguardi di Eva e di Costanza, fissati su di lei. Ma che male c'era? Non aveva già commesso un [...]

[...] delitto per dare alcuni fiori ad un amico d'infanzia. Fece — 59 — spalluccie, e continuò a parlare con Gigi il quale intanto sbirciava per la [...]

[...] sala, mordendosi i baffi. — Non vede, in fila, davanti a noi, la contessa Colombo? Chi mai la fa ballare? — Un mio compagno di collegio, il duca [...]

[...] signora esercitavano una strana potenza di curiosità. Ella pigliava diletto nell'osservarla - 60 - minutamente come un fenomeno; quella faccia [...]

[...] da morto, illuminata dagli occhi che sembravano torcie a vento; quei capelli nerissimi di un lucido di pece, tinti, senza dubbio; le orecchie [...]

[...] cartilaginose; la bocca secca, quasi bruciata da un soffio ardente; le narici mobili, aspiranti nell'aria; e per cornice un abito di broccato [...]

[...] diroccata a cui resta un merlo solo. - 61 - Ma che avrebbe detto Lydia, se avesse potuto seguire lo scettico avvocato alcuni passi più avanti [...]

[...] , allorchè, segnando lei stessa al compiacente Benelli, soggiunse: — Diventa economa, la signorina. Un po' di viole per Rambaldi, mentre è stata [...]

[...] , accanto a loro, prendeva un gelato, lo prendeva macchinalmente, senza gusto, assorbita com'era nella contemplazione di uno specchio. - 62 - Una [...]

[...] , anche non volendo. E Lydia guardava sempre, guardava al di là della sua figurina rosea, in un angolo della sala, mezzo nascosto da alti arbusti [...]

[...] , ma che lo specchio rifletteva fedelmente. Guardava un divano sul quale un giovane cadetto di marina, infiammato di zelo, come se fosse sul [...]

[...] che prende il volto di una donna, quando un uomo le fa la corte. L'attitudine aggressiva del cadetto diceva: — Vi trovo di mio gusto, siete bella [...]

[...] , e vi amo. Gli occhi della signora rispondevano: - 63 - — Vi devo credere? Sono parole che si spendono per tutte. Il cadetto fece un [...]

[...] di lui, appoggiata nervosamente alla spalliera del divano, gemeva: Abbiate pietà. Le spalle di lei, fremendo con un brivido impercettibile [...]

[...] , mormoravano: Forse. — Fa piacere a vedere come si divertono tutte queste ragazze. È la loro età! Questa riflessione di don Leopoldo cadde, come un [...]

[...] sassolino in uno stagno, producendo un rumore sordo. Donna Clara si accontentò di affermare con un moto della testa. Lydia continuava a guardare [...]

[...] sulla vita, con un risolino beffardo, allungò il ventaglio sul mazzetto che il giovine teneva all'occhiello. Egli non esitò. Strappò subito le [...]

[...] fanciulla, ma non vedendo niente nello specchio, perchè i due si erano allontanati. — Sì, la signora Capitelli; quella che ha un neo sul mento, che [...]

[...] passeggiava un momento fa con Gigi Rambaldi, che è moglie di un banchiere. - 65 - — La bella signora Capitelli? — La trovi bella? — esclamò [...]

[...] selvaggina. Molti tavolini erano sparsi dovunque, così ognuno si collocava a piacer suo. Una dolce ebbrezza, un abbandono di buon genere animò [...]

[...] presto uomini e donne; gli occhi lampeggiavano, i frizzi uscivano facili dalle labbra. Alcune signore si erano levato un guanto, - 66 - uno [...]

[...] dai loro fidi, dagli spasimanti, dagli amici, dai corteggiatori che formavano intorno ad ognuna una specie di piccola corte, come un crocchio [...]

[...] Rambaldi, si vide sola. Vide la sua faccina pallida e l'occhio cinto da un segno di stanchezza. Era brutta; stuonava in quell'ambiente. Non [...]

[...] così, come una mesta Cenerentola, ella voleva entrare nel mondo. Ella, il mondo, lo sfidava. Si tolse dallo specchio, disinvolta, con un sorriso [...]

[...] audace che le nascondeva l'abbattimento del volto, compresa dalla prima di tutta la necessità, la necessità di esser bella. Un gruppo di fanciulle [...]

[...] - — Date a me — disse Lydia, e ne vuotò un intero calice, delicatamente, con mossettine da uccello che si tuffa nel beverino. — Eccomi battezzata. Poi [...]

[...] un fascino particolare, segreto: si moveva a ondate; parlava senza emettere la voce; i suoi sguardi erano carezze; intorno a lei c'era un profumo [...]

[...] Rambaldi a un tavolino; e Lydia la vedeva mordere con grazia un'ala di pernice, - 69 - mostrando le gengive rosee, con qualche cosa in fondo [...]

[...] agli occhi che sembrava un uncino. Il giovane ufficiale di marina non le toglieva gli sguardi di dosso. In quell'ora sensuale della cena, le [...]

[...] fanciulle venivano un poco trascurate, specie quelle che non mangiavano; ma per questo appunto le astemie si trovavano in poche. — È la prima volta che [...]

[...] vedi un gran ballo, nevvero? — chiese la compagna di Lydia. — Sì. — Ti diverti? — Così, così: mi divertirei di più se fossi maritata. — Oh [...]

[...] ! sì, lo credo anch'io. Avevano parlato rapidamente senza guardarsi in faccia; si trovavano sole, un po' umiliate, discretamente annoiate. — Sono [...]

[...] queste signore — disse l'amica, facendo descrivere al suo ventaglio un piccolo - 70 - semicerchio — queste signore che ci rapiscono gli [...]

[...] uomini. Si fermò, mordendosi le labbra a guisa di persona che la sa lunga ma che vuol conservare un segreto; dopo pochi passi tuttavia scoppiò [...]

[...] : — E non sono nemmeno tutte queste! — No? — Altre, altre, altre. — Maritate anche quelle? — Che! Un silenzio le divise; ognuna rifletteva per [...]

[...] ? — Maritata, certamente. Le è morto un bambino il mese scorso. La visione di una piccola bara, di quattro ceri, di una croce piantata in camposanto [...]

[...] , attraversò come un lampo la mente di Lydia, turbandola. Intanto l'abito della bella bionda si ritirava sempre più dalle sue spalle. Le due [...]

[...] parole: — È divisa dal marito. - 72 - — Davvero?— — Ma ha un amante, un principe, che ha fatto pazzie per lei. — Ah! — C'è stato un duello [...]

[...] sciolte nella lotta radevano la superficie dell'acqua, mentre un bel corpo impavido filava dolcemente alla luce, supino, facendo il morto. A tratti [...]

[...] , dopo aver compito un salto magistrale, i giovinotti uscivano tutti stillanti verso la rotonda, quasi aspettando un premio. Dal parapetto della [...]

[...] scoppio di risa soffocato faceva ondeggiare le mussoline e, talvolta, un fiore o una pezzuola trinata cadevano dall'alto in mare. Un sole di fuoco [...]

[...] sono smaliziati; non si lasceranno prendere. Il dialogo seguiva a fior d'acqua fra un giovane Ercole in maglia color ferro e un altro giovane che [...]

[...] sporgeva il petto velloso sopra un paio di mutandine rigate. — Quel duca pare innamorato cotto. — È una disgrazia come un'altra; poteva rompersi [...]

[...] intorno acqua come un tritone. — Non c'è che dire, è alla moda. Veste deliziosamente, parla di tutto con disinvoltura ammirabile; fuma, va a [...]

[...] stanco? — No. — Andiamole incontro. — Tu le hai fatto un po' la corte? — Nemmen per sogno. Rido, come fanno gli altri. — Però non è neanche da [...]

[...] nuotatori, e un fazzolettino agitato con vivacità li incoraggiava a proseguire. Era il fazzolettino di Lydia, la quale, ritta sulla prua, posava [...]

[...] d'oro, appesa ad una catenella saldata, segnava il limite della clavicola, e metteva un punto luminoso sulla bianchezza opaca delle carni. In [...]

[...] testa, posto alla sgherra, un Cappello a tese dritte, decorato dell'àncora tradizionale, non nascondeva - 79 - la lussureggiante capigliatura [...]

[...] di salsedine la inebbriava, accendendole nel sangue un brulichio, un bisogno di moto, una vitalità espansiva e comunicativa. Ella fremeva [...]

[...] natura, nella ebbrezza della sua gioventù; posava con arte, ma anche con sincerità, come un mimo convinto della sua parte. Un'altra circostanza [...]

[...] , rachitico e vizioso, visto là nell'ampiezza del mare, formava un contrasto piccante, e Lydia, che non pretendeva a nessun sentimentalismo, nè di [...]

[...] principe, che da un mese le faceva una corte assidua. Trovava curioso di sentirsi ripetere tutto quello che egli doveva già aver detto alla [...]

[...] un arancio, come già fece un poeta, concludeva in sè stessa, e le accadeva allora di mormorare a fior di labbro, trattenendo le risa: — Elle [...]

[...] leggerezza; perché andava già formandosi del mondo un concetto pessimista. Scettica per posa e per imitazione, quest'abito le si stringeva sempre [...]

[...] braccio alto come per sfida. Tutta la giocondità del sole pioveva sul suo corpo pastoso e lucente a guisa di un bel bronzo antico. Lydia, senza [...]

[...] verso il mare e la testa rovesciata indietro, come in un profondo anelito d'ebbrezza. I due giovinotti si scambiarono uno sguardo malizioso e [...]

[...] sardonico; l'Ercole rispose con un sorriso pieno di sottintesi, ammiccando: — La barca è poetica; lor signorine vi trovano un pascolo ai rosei sogni [...]

[...] intelligenza svegliata. Ebbe - 84 - la sensazione di trovarsi sola e senza difesa in un campo nemico, fra due uomini che la desideravano [...]

[...] , ammiccò anche lei, sentendosi nel petto un'ira sorda e come un velo davanti agli occhi. Avrebbe voluto schiaffeggiare il duca; le faceva [...]

[...] , alto il petto, lo sguardo nuotante in un languore indefinito, e le labbra semichiuse, umide, quasi cercanti il bacio. Una rapida occhiata la [...]

[...] danari da spendere e il contegno di una parigina del quartiere Breda; ma non avendo, in quel momento, abito di sorta, se non un lungo [...]

[...] recente vittoria, si sentì mordere al cuore da un senso volgare di invidia. Poichè sono - 86 - quelle le donne che piacciono!... Tale convincimento [...]

[...] con un movimento vivace, la sua spalla nuda quasi urtava la spalla della fanciulla. — Perchè le giovani non sanno amare. Lydia non si mosse [...]

[...] coll'occhio l'avvicinarsi della barca. Donna Clara, stesa in poltrona, dava alcuni punti ad un ricamo. — Davvero — si decise a dire il vecchio gentiluomo [...]

[...] aver l'aria di fare una predica; ma donna Clara, che la vedeva già all'orizzonte, rispose un po' aspretta: — Basta non metterci malizia nelle [...]

[...] cose. — Mettiamo niente, mia cara; restano tuttavia - 89 - quei due giovinotti, a cui si dovrebbe pur mettere almeno un accappatoio... Donna [...]

[...] fossero permesso di scambiare la barca di mia nipote per un camerino da bagno o per un cerchio di salvataggio... Preferirei poi, infinitamente, che [...]

[...] un fondo di irritazione contro la nobiltà, che trovava piena di pregiudizi. VI. Sulla fine della stagione balnearia, Lydia, che era stata [...]

[...] la regina dello stabilimento alla moda, ricevette due domande di matrimonio; l'una da parte di un giovinotto spiantato, carico di debiti, che le [...]

[...] nello specchio i suoi grandi occhi ridenti che le rimandarono uno sguardo beffardo — la signorina è giovane, bellina, ha un piede da fata, è [...]

[...] intelligente, spiritosa, amabile; ella - 92 - potrebbe pensare che un giovane egualmente bello, spiritoso intelligente, degno di essere amato [...]

[...] , rachitico, cretino e donnaiolo... un vizio per fiore, è pagarli troppo cari. Decisamente rifiuto l'eredità della contessa Colombo. - 93 - E [...]

[...] cattivo umore; perché donna, Clara quantunque avesse un po' di lievito contro l'aristocrazia, si lasciava ancora abbagliare dai titoli. Don Leopoldo [...]

[...] , replicò: — Non parlar d'amore, che è una stupida cosa. Lasciami divertire. Finché ci sei tu non ho bisogno di un marito che mi conduca ai balli [...]

[...] macchinava nel suo cervellino un progetto per passare gli ultimi - 94 - giorni d'agosto. Fino a settembre, Belgirate non avrebbe accolto i [...]

[...] baule. — Forse — osservò don Leopoldo nel silenzio della sua mente — Lydia guadagnerebbe ad occuparsi un po' più di quel che faccia ora. Ha [...]

[...] scuola? O è una patente di maestra che vagheggi per me? un pane per i miei vecchi giorni allora? No? Ah! vuoi che diventi una letterata, una di [...]

[...] abitudini severe, un ampio parco pieno d'ombra e di tristezza, Lydia vide subito tutto ciò, e vide Costanza che le veniva incontro col suo passo leggero [...]

[...] di persona non attaccata alla terra. Aveva nelle mani un mazzo di violaciocche bianche. La famiglia Arimonti durante i mesi di campagna viveva [...]

[...] , provavano un pezzo di Beetoven; un bambino biondo giuocava, steso sopra una pelle d'orso, mentre un magnifico Terranuova, dagli occhi [...]

[...] dolcemente umani, lo stava guardando. — I miei figli sono a caccia, — disse la vecchia marchesa con un gesto vago, che sembrava scusare gli assenti e [...]

[...] , nelle pesanti cortine di damasco, nei ricami sbiaditi delle poltrone, negli specchi un po' ruggini fra lo cornici dorate, nelle vecchie lucerne di [...]

[...] ? — Sto molto con mia madre, alla quale faccio delle lunghe letture; passeggio nel parco; lavoro un po' colle mie cognate. Alla sera i miei [...]

[...] fratelli giuocano a scacchi, noi si fa musica fino alle dieci, e poi la giornata è finita. — Non esci mai? — chiese Lydia trattenendo un sospiro [...]

[...] violaciocche in un vaso di ceramica antica. — Come il solito, variando sempre e ricascando nelle stesse cose. Trascinai i miei due vecchi un po [...]

[...] ' qui, un po' là, finché trovammo una società discretamente piacevole a Livorno; quest'anno c'era la moda dell'Ardenza; li abbiamo incontrati [...]

[...] inamovibili che chiamavano i due ladroni senza croce. E poi un capitano De-Arcelli, carissimo, bellissimo. Peccato non m'abbia fatto la corte [...]

[...] tramonto. L'Angelus della sera suonava in lontananza. Lydia sbadigliò leggermente, scuotendo un brivido che le era corso per le spalle. - 102 [...]

[...] - — Ti senti male? — No. M'è passata la morte d'accanto, come dicono. Chi sa poi che cosa m'è passato accanto! — Forse un po' di noia.... Lydia [...]

[...] ebbe un sorriso forzato. — Confessa che questa vita, tu l'hai già compresa; non ti piacerebbe. — Lo confesso subito. — Eppure tutto sta nel [...]

[...] a un certo punto le capisco, quantunque non le invidii; ma tu, dimmi, che ci fai? Una nube lievissima attraversò la fronte di Costanza. — Vi [...]

[...] , mettendo colla sua testina una aureola sul vecchio cordovano della sedia a bracciuoli. — Come è bello! — esclamò Lydia. La marchesa si pose un [...]

[...] Costanza dolcemente, — la vista di un bambino ti commuove. — No, non è quello che tu credi. Mi commuove come oggetto d'arte, perchè è bello; metti [...]

[...] la tua menzogna è spontanea, affatto aliena da ipocrisia. — Come sarebbe a dire? — Ma sì. Tu hai la chimera di un mondo passato, credi che [...]

[...] l'egida di un gran nome protegga da qualsiasi debolezza. Per parte mia, il mio avo materno era negoziante di pellami, e ho il sangue ribelle [...]

[...] . Costanza la seguiva nel viale del parco, paziente, quantunque non priva di un certo, intimo disprezzo temperato dalla pietà. Tacque un poco, e poi [...]

[...] fermata, torcendosi le mani, come per disperazione, con un pallore sulle guancie che tradiva una profonda sofferenza. — Ma vedi! — esclamò Lydia [...]

[...] felicità nel tuo nobile ideale? Dimmi, che cosa ti manca? Le si era aggrappata alle braccia, esaltandosi nelle sue stesse parole, aspirando come un [...]

[...] . - 108 - Si coricò sul lotto, e nello scricchiolìo del vecchio legno le parve di udire un ferreo rumore di armature. Non dormì. Alla mattina [...]

[...] alla stazione. — Mio Dio, che vita! — mormorò ancora, quando potè gettarsi in un vagone di prima classe e ascoltare con indicibile voluttà gli [...]

[...] ondeggiamenti del treno che si metteva in moto. VII. Un quaderno colla copertina di velluto oltremare; in alto: Remembred; sotto: Lydia, in [...]

[...] argento, sormontato da una piccola corona. Nella prima pagina un mazzetto di erbe montanine tenuto insieme con un filo di seta rossa; più in giù [...]

[...] d'Espagne e mezza dozzina di sachets per cucire negli abiti. 3° Mandare Sapho al giovane Leonzio... — un Gaussin, quello! 4° Paris: Parfumiere Ninon [...]

[...] Colombin, sì. Diversamente, a quoi bon? 6° Ricordarmi di fare un complimento all'antipatica signora Moriani sui suoi ricevimenti del martedì. Une [...]

[...] . Sono le due di notte. Giustina (finalmente) si è ricordata di lasciare aperto il calorifero, così la mia camera è calda come un piccolo nido, e [...]

[...] che il naso non potrebbe suggerirci un pensiero, tuttavia mi pare che non avrei difficoltà a scrivere un bozzetto, una novellina, un romanzo [...]

[...] quella del pubblico; un palco sì e l'altro no chiudevano Riccardo Renato ed Amelia; ma a nessuna di quelle Amelie sarebbe venuta in mente la [...]

[...] funebre passeggiata e, per verità, a ben pochi Renati quel funesto ballo in maschera. Gli amanti poi! Chi mi dà un amante come Riccardo? Gherardi [...]

[...] quella carnagione a bitorzoletti, col nodo dell'ugola grosso come una noce, le unghie lunghe e un cerchietto d'oro ai polsi? Ah! nessuno mi farà [...]

[...] credere che possano in nessun momento della vita delirar d'amore. E nemmeno deve essere un appassionato amante Carlino Beolchi; tutto compreso [...]

[...] Gabbiano; 14 altro ballo dalla signora Mondragon. E poi alle viste un paio di bals masqués senza contare i thé dansants Tre toelette nuove ci [...]

[...] vogliono subito; ai costumi c'è tempo da pensarci. Per la festa dei Castel Gabbiano vorrei proprio essere splendida. Devo decidermi per un crêpe [...]

[...] vieux rose tutto sparso di perline iridate, o per un surah celeste fondant, a fascio color d'argento? 3 gennaio. Sono contenta di me stessa; è [...]

[...] male, mi rovesciai un'unghia nell'aprire un tiretto, lo zio mi fece delle osservazioni, ho perduto un zaffiro al mio anellino e nevicò tutto il [...]

[...] . Domani mattina alle ore dieci funerale del conte Colombo; che idea di seppellirlo così per tempo! Ma sarà un funerale interessante. 16 gennaio [...]

[...] di educare la donna, di istruire la donna, di elevare la donna. Trovo che questo è un disinteresse grandissimo da parte degli uomini. Chi oserà [...]

[...] patto di non aver figli. " 28 gennaio. Cinque giorni coll'infreddatura; se non sono morta di noia è un miracolo. L'infreddatura deve essere [...]

[...] festa per un cappello, ma se la mancavo era proprio il caso di disperarmi. 29 gennaio. N'è abito vieux-rose, nè abito celeste. Una nube, un vapore [...]

[...] , un sospiro, un fiocco di neve, un poema di tulle bianco infine; per ornamento cinquanta franchi di violette fresche.... una trovata! 30 [...]

[...] gennaio. Ancora due giorni. 31 gennaio. La duchessina di Castel Gabbiano avrà un abito preciso al mio, colle rose invece delle viole. Spero che starà [...]

[...] dire che gli uomini valgono uno zero, mi metterei in un grave imbarazzo, perchè dove trovare una cifra più in giù per le donne? 4 febbraio [...]

[...] . Ho ancora un avanzo di mal di testa. Stupida, stupida la vita. 15 febbraio. Che bel sole! Splendida giornata. Il mio cappellino bolero sul fondo [...]

[...] color avorio della calèche ha ottenuto un successo grandissimo. Quel petit crevè di Giulio Lauto mi ha rubato il mio guanto; sono contenta che [...]

[...] era profumato. 16 febbraio. Che cosa fa quel personaggio misterioso di Mario Avella? Lo vedo un po' qui, un po' là, sempre in mezzo alla gente e [...]

[...] sempre solo, coll'aria di guardare le nuvole. Ecco un giovane, - 121 - per esempio, che forma eccezione; è bello e non è sciocco, ha [...]

[...] febbraio (sera). Vorrei per ventiquattro ore essere un uomo. Solamente ventiquattro ore, per sapere; a patto di ritornare donna... Non potrei rinunciare [...]

[...] Beolchi, Giulio Lante, perfino quel grosso rusticone di un marchese Gherardi, mi avevano promesso dolci e fiori a valanghe. (Credo che Castel [...]

[...] pallida e sottile. I suoi occhi azzurri avevano la solita espressione serafica, gettata come un velo sul lampo di una volontà indomabile. Si fermò [...]

[...] poco; mi disse che era venuta in città per vedere un nipotino ammalato, ma che tornava subito alla sua valle, nella casa triste e severa, dove ha [...]

[...] camera un soffio gelato, più immaginario che reale, come si devono sentire nelle ampie chiese gotiche, all'alba... M'era quasi passata la voglia del [...]

[...] ? - 124 - 3.° Mandare a prendere Les Caresses di Jean Richepin; mi hanno assicurata che è molto interessante e un po' scabroso, ma non occorre [...]

[...] , quella pasta opaca che inviluppa una donna quando non è più giovane; si direbbe un velario che scende a commedia finita... 14 marzo. In un [...]

[...] e due le mani dal manicotto e levandole al cielo — gli uomini sono un po' come i coltelli usati; bisogna sempre rimetterci o la lama o [...]

[...] deciso. Gran festa in costume per la chiusura della quaresima. Quanto ridere ieri con Lante! Si sfogliava un album di fotografie artistiche per trovare [...]

[...] Livorno a prendere i bagni. Par exemple! I miei calzoni non erano così corti. VIII. A Napoli. Fumavano un manilla sul terrazzo, davanti al [...]

[...] — replicò ridendo l'avvocato, — ingombra troppo. Stettero un po' in silenzio. Lydia era in piedi, e sembrava più alta del solito, chiusa in una [...]

[...] , mentre colla sinistra avvicinava alle labbra la sigaretta. Un raggio di luna piombava sulla freecia dorata ch'ella aveva nei capelli, e la [...]

[...] per un momento una protesta che non venne). Si dice che sono vana, leggera , eccentrica, civetta... e chi sa ancora che cosa. — Calunnie [...]

[...] , naturalmente.... — No, non sono calunnie! — proruppe con impeto. — E allora? — Allora.... Capì di essersi cacciata in un ginepraio, e aspettava [...]

[...] tempo la loro politica, quella di presentarsi come un rebus indecifrabile; riproduttrici costanti delle Corti d'amore, dove il vincitore del [...]

[...] elementari li sciolgono senza difficoltà, in vista del premio, che non è più un cuore, ma un lunario americano. — Ah! — fece Lydia con amarezza [...]

[...] , sragionando un po' come succede alle donne almeno una volta nella vita. — Dimenticavo che per lei tutte le donne sono eguali. — Sotto un certo punto [...]

[...] seppi esser tutto quell'azzurro nient'altro che aria e tutto quell'oro materie incandescenti. È stato un dolore inutile. Non era meglio dirmi subito [...]

[...] l'avvocato accendendo un'altra sigaretta. — Del resto — esclamò Lydia a un tratto - 132 - col suo farino malizioso — so bene qual'è l'ideale [...]

[...] entrare nelle feste della vita, un vostro cenno ne la farà uscire. Il cattivo esempio ci viene nientemeno che da Salomone. Quel barbaro lasciò [...]

[...] , virtuoso; - 133 - sono tanto buone che lo pigliano qual'è! basta che abbia i baffi con una data curva o che rida in un certo modo. Conosco una [...]

[...] donna che si è innamorata di un giovinotto perchè aveva la cravatta mordoré. Salomone tace in proposito; ma molto tempo prima di lui, Eva [...]

[...] molte persone che chiamo amici, perchè l'uso porta così; ma non darei un dito per nessuno di loro; nè essi per me. — Io sento che sarei capace [...]

[...] di qualunque sacrificio. — Anche quello di tagliarsi un dito? Ci pensi; un dito non si rimette come un dente o come un parrucchino; e nemmeno un [...]

[...] dente, - 135 - e nemmeno una treccia, che si rimettono, ella rinunzierebbe a perdere per l'amica più cara. Dopo un istante di silenzio [...]

[...] dopo un momento, tendendogli una manina diafana che ella stessa ammirava — se le offrissi la mia amicizia, la ricuserebbe? — Non si ricusa un [...]

[...] di guardare la luna, molto indispettita contro Calmi, che ella avrebbe voluto ammansare come un agnello, e più che mai desiderosa di [...]

[...] conquistarlo. In quella notte di primavera, ella che era pure aliena da ogni sentimentalità, provava un vago desiderio di avventure romanzesche. Era la [...]

[...] sentiva donna. Il fiore sbocciato della sua giovinezza mandava acuti profumi; non amava, ma un uomo era vicino a lei; un uomo che il suo cuore e [...]

[...] a baciarle la mano? La teneva apposta appoggiata sulla balaustra, tutta bianca nel raggio lunare, col palmo disteso, i ditini affusolati, un po [...]

[...] meritava bene il piacere di vedere un uomo fuori di sè. — Se fossi maritata — pensò — egli si sarebbe già slanciato; è strano come i [...]

[...] giovanotti desiderano di leggere i libri già tagliati. Alzò le spalle con un movimento pieno di civetteria, gettò indietro il capo, offrendosi tutta [...]

[...] alla luce e respirò forte, con un visibile sollevamento del petto. — Fa bene. — L'aria? - 138 - — Sì, l'aria; quest'aria profumata di fiori e [...]

[...] grandi occhi aperti e scintillanti, colla bocca socchiusa nell'invito di un sorriso che era più dell'intenzione che delle labbra. Le sue narici [...]

[...] un passo verso di lei, attratto; le prese i due polsi, avvicinandosela sempre più. Ne' suoi occhi chiari s'era accesa una fiamma. Lydia provò [...]

[...] un istante di gioia indicibile; - 139 - una vera gioia aspra, profonda, che la scosse dalla testa ai piedi. Terminò il sorriso, prima [...]

[...] ginocchio, davanti a un'ottomana dell'albergo, dove donna Clara si era sentita male improvvisamente. Lydia non aveva mai visto un ammalato, ella [...]

[...] malattie più comuni. Il - 140 - suo sbigottimento al cospetto della mamma priva di sensi, era toccante e comico ad un punto. La chiamava [...]

[...] peggiorata la condizione dell'inferma. Lydia guardava questi preparativi, trasognata, persuasa ancora che si trattasse di un semplice [...]

[...] svenimento. Suggerì: — Se le bagnassimo le tempie con dell'acqua di Colonia? Calmi fece spalluccie. Quando venne il medico, non ebbe bisogno di un lungo [...]

[...] nascondevano il vero, come sempre. Verso lo sette donna Clara riacquistò un sembiante di vita: aperse gli occhi e guardò sua figlia. Lydia si [...]

[...] , gusti eleganti, abitudine di leggiadria e di sorrisi, tutto ciò ricevette un urto fortissimo da quel cadavere che le si era irrigidito nelle [...]

[...] nero, ed ella stessa chiusa da capo a piedi in un lungo velo funebre, sotto il quale traluceva appena l'oro, l'argento e il rame dei suoi capelli [...]

[...] . Qualcuno disse di aver veduto lo sue camicie da notte, ricamate in nero, con un nastrino nero infilato nei trafori. Un altro, per non stare [...]

[...] indietro, affermò che Lydia aveva ordinato delle giarrettiere di velluto con un teschio d'argento al posto della fibbia. Allora il presente non bastò [...]

[...] più; si ripescarono le vecchie storie; si disse che ai bagni Lydia andava, nuda, in un canotto insieme a due o tre giovinotti, e dopo avere [...]

[...] loro discorsi fluttuava, inconsapevole, un principio d'amarezza. Lydia affettava più che mai lo spirito forte. Diceva spesso che non voleva prendere [...]

[...] abbracciava un altro ideale: quello di soffrire e di piangere per tutta la vita una persona cara. Era convinta che tutte le sue lagrime sgorgassero [...]

[...] per la madre morta. E però trovava un grande vuoto intorno a sè. Nessuno più l'interessava; gli uomini che le avevano fatto la corte erano tutti [...]

[...] suo segreto; e se, ad onta de' suoi sforzi, un pallore più intenso, un rapido sollevamento del petto tradiva la violentata emozione, miss Seymour [...]

[...] , con tante virtù e tanti meriti, è impossibile che rinunci a formare la felicità di un uomo; sarebbe un delitto. A tali insinuazioni miss [...]

[...] Seymour chinava i bellissimi occhi e non rispondeva nulla. Per un istante Lydia aveva sospettato di - 151 - Mario Avella. Il giovane studioso, che [...]

[...] frequentava pochissimo la società, non si vedeva che a quelle riunioni dove c'era Eva. A un teatro, a un ballo, a un concerto, dovunque miss [...]

[...] quasi due anni erano trascorsi, nè egli usciva dalla sua taciturnità, nè Eva aveva mai fatto allusione a lui. Una volta, in occasione di un premio [...]

[...] siciliano. Lydia allora credette di scorgere un lampo di gioia sulla fronte della sua amica, e nella speranza di carpirle il segreto, se c'era, le [...]

[...] ? - 152 - Eva stava in quel momento osservando un ricamo e non si vedeva del suo volto che la linea purissima del profilo. Rispose, senza [...]

[...] . Da quel giorno, Lydia abbandonò l'idea che Mario Avella corteggiasse Eva; molto più che ad un tratto il giovane sparve, ritornato in Sicilia [...]

[...] corruzioni della fantasia; non avendo mai concesso un bacio, eppure vituperata dalla fama. Sentiva che tutto vacillava intorno a lei, che le mancava [...]

[...] il terreno sotto ai piedi, e faceva un po' come gli ubriachi, i quali per non confessare di esser brilli bevono ancora. Ella ormai non poteva [...]

[...] vivere senza un eccitamento qualsiasi. Aveva chieste le sue gioie ai trionfi mondani, al lusso, all'ebbrezza delle feste; le aveva chieste alle [...]

[...] satura di omaggi, non sapeva più che cosa chiedere a sè stessa ed agli altri. Il dolore della madre morta l'occupò per molto tempo; ma un giorno [...]

[...] le meraviglie dell'arte e dell'industria; da tanti anni strofinava la sua carne e la sua immaginazione a tutti gli eccitamenti di un godere [...]

[...] straziante. Aveva visto sfiorire la sua bionda bellezza nella solitudine, invocando un uomo meritevole di lei, del suo cuore, e quest'invocato non [...]

[...] giunse! Costanza Jeronima volle imitare allora la sua antenata; quella si era immolata ad un amante, ella si immolò al suo ideale. Non pose i [...]

[...] stessa alla carità, alla beneficenza, e poiché era stata tanto pudica da non accendere mai un desiderio, l'amore che un uomo non le aveva [...]

[...] l'elevatezza di un orgoglio trasformato in virtù. Volle imitarla. Con ardore febbrile si pose alla ricerca dei poveri, si informò delle diverse [...]

[...] società di beneficenza, e chiese di esserne patronessa. Chiusa in un semplice vestitino nero, i capelli lisci, accompagnata da un vecchio domestico [...]

[...] infantili. Vide un mondo nuovo. Conobbe le vere malattie, le vere miserie, le vere lagrime. Sentì i vagiti dei bambini anemici, dei fanciulli [...]

[...] dello scrofoloso e il delirio del beone le colpirono, ad un punto, gli occhi, l'odorato e l'udito. Al capezzale di una bambina, dibattentesi fra la [...]

[...] gemere o per prendere bestialmente un cibo che prolungava le sue sofferenze; quell'avvilimento della creatura pensante nel trionfo crudele della [...]

[...] dolori quotidianamente rinnovati. - 158 - Quando guarì, volle conoscere un altro genere di miserie. Coraggiosa e ardita, salì le scale [...]

[...] , essendo la negazione dell'egoismo — un palpito, un sospiro, una stretta di mano, una lagrima, tutto ciò che meglio dell'oro benefica e fa credere [...]

[...] solo dono caritatevole e santo che si possa fare a quelli che soffrono. Lydia si trovò più sola di prima, con un gran freddo nell'anima. Era [...]

[...] scoraggiata. Aveva speso mille lire, in quindici giorni, senza sanare una ferita, senza formare la felicità di nessuno, senza provare lei stessa un [...]

[...] lontani. Aveva un - 161 - abito di velluto nero, scollato fin sotto le braccia, trattenuto sulle spalle da un nastrino di velluto nero, tutto [...]

[...] sparso di brillanti; due altri brillanti grossissimi le scintillavano nei capelli, posati sul fondo di due rose nere. Un mazzo di piume nere [...]

[...] delicata forma greca, un po' gracile, di una attrattiva finamente aristocratica. Parve bella anche a coloro che ne avevano tante volte discussi [...]

[...] , delle villeggiature, per un intero decennio, e risero della sua scollatura audace, risero de' suoi capelli dipinti, risero di quel velluto [...]

[...] nero, strascico di un lutto che era parso ostentazione. Pure siccome Lydia era ricca, ed aveva spirito, e la franchezza de' suoi modi autorizzava [...]

[...] madrigali inediti, e il suo albo di ricordi di cotillons. Per un altro anno trascinò la vita brillante; ma si stancava. Le accadeva spesso di [...]

[...] loro compagnia, sul tappeto. Un tempo, ella trovava uno dei maggiori piaceri nell'acconciarsi. Lo studio minuto della sua persona le rivelava [...]

[...] ogni giorno grazie nuove, una rotondità nascente, un contorno soave, il contrasto di un velluto scuro sulla bianchezza delle carni e la aerea [...]

[...] ben modellate, quantunque esili per il gusto moderno; sapeva che il suo collo lungo e sottile sarebbe da un poeta paragonato a quello del cigno [...]

[...] grande malinconia la prendeva, quand'era sola. Apriva il piano, scorreva un libro, gettava giù uno schizzo, fumava una sigaretta: ma tutto senza [...]

[...] voglia, senza entusiasmo, senza convinzione. Che cosa mai le mancava? Avrebbe data tutta la sua vita per un giorno solo di felicità. Quale? La [...]

[...] felicità, nient'altro. - 165 - Una sera burrascosa di marzo, dopo un temporale che aveva inondata la città, atterrando alberi e facendo [...]

[...] la pena di rispondere; ond'egli aveva smesso anche il tentativo di sostenere la conversazione. Capiva che era diventato un essere affatto [...]

[...] inutile, un'ombra, un simulacro; e vi si rassegnava colla sua dolcezza mansueta, colla sua dignità silenziosa di gran signore. Si annoiavano entrambi [...]

[...] di lagrime, singhiozzante come un bambino, e quando le chiese che cosa avesse, stette molto tempo senza poterne cavare una parola. Il bellissimo [...]

[...] volto di miss Seymour spariva dietro un velo di lagrime, e il suo corpo di giovane dea sembrava accasciato e vinto sotto lo schianto del dolore [...]

[...] . La disgrazia che l'aveva colpita era delle più terribili; non un amore tradito che il tempo sana, non una morte della quale il tempo consola [...]

[...] ne provò - 167 - un vero dispiacere. Il suo istinto generoso le suggerì subito di venire in aiuto di quei due sventurati, e offerse [...]

[...] l'entusiasmo dovette cedere al freddo ragionamento. Eva, commossa e seria, le dimostrò l'impossibilità di accettare un simile sacrificio; suo padre [...]

[...] per cercare un posto d'istitutrice. Ma i progetti per l'avvenire esigevano un po' di tempo; intanto il mondo degli sfaccendati vedeva sempre [...]

[...] avessero portato via un gran bene, che l'avessero spogliata e lasciata nuda nel mezzo della strada. Pensando a Mario Avella sentiva una puntura nel [...]

[...] imbecca uno di essi. — Senti, Eva — disse un giorno con amarezza — non sei stata sincera con me, non mi hai detto che amavi. Perchè? — Si vede che [...]

[...] non hai mai amato — rispose sorridendo miss Seymour. Lydia, arrossì; ma un momento dopo tornava - 172 - a piangere, colla fronte sulla spalla [...]

[...] , un matrimonio col marchesino Strutti, il quale erasi molto compromesso con una ballerina. Premeva, ai genitori, che i tre fiori della loro [...]

[...] . — Sì. Un padre sciocco ed una madre civetta, accorgendosi che il loro rampollo, dotato delle medesime qualità, sta per cadere nelle reti di una [...]

[...] Lydia le qualità necessarie per accettare un uomo che si cura di lei come della cenere del suo sigaro. La posizione è questa; non importa affatto [...]

[...] impedirgli di fare una corbelleria. Capisci? Noi ci immaginiamo di essere sposate per amore, e invece ci si prende come un paracadute. — Hai un po' di [...]

[...] ragione — rispose Eva amorevolmente, nella sua dolcezza di donna amata — ma hai anche un po' di torto. Dici tu stessa che non comprendi l'amore [...]

[...] - 174 - a questo mondo bisogna essere o una bestia o un Dio. Non sono abbastanza bestia... Prendi nota che il mio dolore è questo. Miss Seymour [...]

[...] sulle due guancie e gli diede un buffetto; con tale straziante pietà di sè stessa, che avrebbe subito cambiata la propria vita coi pochi anni [...]

[...] , avendo smessa per la prima volta la rigida semplicità di fanciulla inglese. Vestiva un abito di tinta calda, quasi dorata, sul quale [...]

[...] ; finalmente, essendosene dato uno più forte degli altri, gettò un griduccio fra la rabbia e il dolore, e questo la sollevò. Rimasta sola, come aveva [...]

[...] detto, diede principio a un nuovo periodo di vita. S'era all'apertura dell'estate; chiusi i teatri, - 177 - finite le feste. Nelle piccole [...]

[...] contava più. Venivano in casa sua in qualità di amici Calmi, Lante, due o tre ufficiali superiori, un deputato povero a cui la dote di Lydia sarebbe [...]

[...] perspicacia, avvertito da lungo tempo un lato delle fanciulle che si presta quasi sempre al ridicolo; ed è la continua agitazione, lo stato [...]

[...] precario, l'attesa febbrile o malinconica dell'ignoto, l'ascoltare con un orecehio solo e lo starsene sopra un piede in attitudine di spiccare il volo [...]

[...] interessarla; e qualunque sia l'età o il grado delle persone che la circondano, essa vi sta come un segugio, col naso per aria fiutando il marito [...]

[...] ciò almeno la punzecchiava un poco nella sua grande apatia, nella sua stanchezza d'ogni cosa. Era diventata maestra in ogni arte della [...]

[...] civetteria femminile. Quando saliva in carrozza aveva un vezzo biricchino insieme e pudico, di raccogliere le gonne in un punto solo, sollevandole [...]

[...] anche a piedi, di buon mattino, seguita da un grosso cane danese che faceva voltare indietro i passanti. Questo cane fu, - 181 - per parecchi [...]

[...] parlava era solamente per distinguersi dalle altre bestie. Per tali escursioni mattutine aveva anche ideato un abbigliamento speciale; tocco di [...]

[...] ; ella aveva preso il dominio con mano d'acciaio, e quando non ordinava, baciava, il che era peggio. Il vecchio gentiluomo figurava in casa come un [...]

[...] vuole il cuore che ama, che geme e che crea. Lydia si trovò come il fanciullo che un'aquila aveva trasportato in alto. Per un istante dominò il [...]

[...] ad osservare la natura. Il silenzio dei boschi l'attirava specialmente. Quella calma piena di mistero, quelle ombre verdi, esercitavano un [...]

[...] , a guisa di vôlta frastagliata da fantastiche ogive. Le sembrava di essere la sacerdotessa di un tempio meraviglioso, esaltandosi al punto da [...]

[...] . Trovò per un momento gli entusiasmi giovanili, occupandosi della sua amazzone color verde fiorentino, attillatissima, sulla quale lasciò [...]

[...] ondeggiare, per bizzarria, la lunga - 186 - capigliatura. Il moto e le corse all'aria libera calmarono un poco i suoi nervi; si sentì più forte, più [...]

[...] dove prima si era soffermata pensando ai poemi di Coppée, di considerare la natura sotto il suo grande aspetto sintetico, un po' superficiale, ma [...]

[...] dolce; come deve succedere alla maggior parte dei villeggianti e dei così detti amici della campagna, per i quali il più bel punto di un [...]

[...] quei sportsmans arrabbiati, compresa la signora, ma si esercitava con un elegante fucile Flaubert, - 187 - ridendo della sua poca destrezza [...]

[...] e volendo ad ogni costo trovare un piacere nella nuova occupazione. La parte più gaia della partita restava però sempre l'asciolvere, fatto [...]

[...] continuamente - 188 - al mondo, il mondo la raccoglieva; ed era un combattimento accanito, senza tregua, fatto col sorriso sul volto e il miele nelle [...]

[...] dal lato peggiore. Un'altra colpa di Lydia era quella di non avere un amante, pur vivendo in mezzo agli uomini, sempre, troppo, con una [...]

[...] in confidenza con un giovane ufficiale. Scherzavano volontieri insieme, correndo pazzamente per i campi; ella lo burlava, lo punzecchiava con [...]

[...] un cuore femminile, avvezzo a tutt'altre donne, credette fosse il caso di arrischiare tutto per tutto, e la prese d'assalto violentemente, una [...]

[...] sera, che l'aveva trovata sola in giardino. Lydia, rivoltata, lo respinse con forza; poi strappando un ramo d'acacia lo frustò sul viso [...]

[...] , inseguendolo per il viale fino a che lo ebbe cacciato a guisa di un cane. Rientrò in casa eccitatissima, urlando per la rabbia, furiosa che un uomo [...]

[...] tutti insieme avessero una faccia sola, per frustarla di nuovo. Ma in mezzo a tanto furore non poteva stare senza uomini. Era per lei un [...]

[...] prati, i fiori allo stelo. La nudità sofferente della natura appariva dovunque; un velo grigio cadeva dal cielo e - 193 - dai monti, un vapore [...]

[...] , la vivificavano. — Se restassimo qui tutto l'inverno? — disse un giorno; ma all'indomani aveva cambiato parere. Una visita al suo appartamento di [...]

[...] , — - 194 - modesto — si affrettò a soggiungere la signora Avella, per definire subito la sua nuova posizione nel mondo. E Lydia sentì un [...]

[...] improvviso stringimento, come se quel modesto, pronunciato con una infinità di retropensieri, le avesse mostrato un bene che ella non poteva [...]

[...] acquistare. — Sei felice, nevvero? Eva non disse di sì. Sorrise e guardò Lydia con mal celata compassione. — Orbene — esclamò Lydia con un piccolo [...]

[...] riso maligno — so quel che mi resta a fare. Metterò in un cappello il nome de' miei spasimanti e sposerò il primo che esce, poichè è il [...]

[...] sua madre; una stanza d'angolo, ampia, quadrata, colle finestre che davano sopra un vecchio giardino, caro alle rondini, le quali vi nidificavano [...]

[...] del Murillo, che assomigliava un pochino a lei negli occhi. - 196 - Quando si trovò padrona dello spazio, padrona di plasmare a suo [...]

[...] da canne di bambù, riducendo il letto stesso a un mucchio di guanciali. La stranezza di questo - 197 - progetto la tentava assai, vedendo [...]

[...] uno stile puro, prendendo ispirazione da tutti i generi. Fece rizzare in un angolo della camera, fuori di squadra e d'ogni regola conosciuta, un [...]

[...] un letto largo e basso, di una morbidezza impudica. I tappezzieri erano persuasi che quello fosse il letto nuziale della signorina. - 198 [...]

[...] simpatiche. Stendendo un paravento presso una delle finestre, improvvisò una specie di studiolo, un gabinettino a parte; e quello divenne subito il [...]

[...] decimosettimo, lo copriva un ricamo imitante l'arazzo, con scene pastorali eccessivamente tenere, dove, frammezzo ai guardinfanti color di rosa e alle [...]

[...] testine incipriate, si sentivano volare i baci. Parve a Lydia che in quel cantuccio intimo dovesse pure trovar posto un panierino da lavoro; ne [...]

[...] ; vi pose un ditalino d'oro, grande come una capsula; un astuccio d'avorio con aghi inglesi, suggellati nelle loro cartine; un paio di forbici [...]

[...] fra le pieghe della tappezzeria, e un enorme ventaglio giapponese, sospeso a mezz'aria come un uccellaccio, terminava di mobiliare il cantuccio [...]

[...] preferito; eppure, dopo alcuni giorni, Lydia vi fece stare ancora un tavolino di peluche color muschio e una esile palma che dovette schiacciare [...]

[...] . Sulle prime la mostrò loro come una curiosità, fermandosi sulla soglia; poi venne un giorno di pigrizia, in cui trovandosi tanto bene dietro il [...]

[...] paravento, Lydia non volle moversi, e ricevette Calmi, — un vecchio conoscente, — sprofondata nella poltroncina. Ricevuto Calmi, non vi era ragione di [...]

[...] muoversi per gli altri. Il suo circolo d'uomini trovò posto accanto al paravento, o bene o male; o dentro o fuori. Si stava un po' pigiati, i [...]

[...] Leopoldo, quasi rimbambito, non contava più che per il nome. Delle sue coetane qualcuna, maritandosi, aveva preso un altro indirizzo; le nubili, o [...]

[...] nuove passati i trent'anni; e quand'anche, un uomo che cammini colla testa in giù e le gambe per aria trova dei curiosi, dei motteggiatori, forse [...]

[...] condizione di Lydia è un ermafrodita. Lydia comprendeva, qualche volta, la sua falsa posizione, ma non vedeva nessuna uscita; si trovava [...]

[...] beneficenza aveva vinto un grazioso revolver, un ninnolo elegante che ella pose subito sopra il suo tavolino, piacendole far pompa di originalità e [...]

[...] così i due sposi insieme, le sembrava sempre di veder sorgere sulle loro fronti un'ombra di contrarietà. Eva sorrideva, e Mario faceva un [...]

[...] il sangue. Entrò senza farsi annunziare, mormorando un — permesso? — intanto che sollevava la portiera. — Ah! — fece Eva balzando in piedi [...]

[...] braccio interamente nudo — un braccio tornito, di un candore di neve, - 207 - di una morbidezza di raso, sul quale Lydia scorse, e guardò [...]

[...] una sciocchezza, ma incapace di frenarla; le pareva che un filtro acuto le salisse al cervello, dandole dei leggeri fumi d'ebbrezza. Eva [...]

[...] , sorridendo, impacciata, si toccava colle mani le trine dell'abito, abbottonandolo al collo, avanzando un posapiedi, cercando coll'occhio inquieto [...]

[...] intorno a sè; come persona destata improvvisamente da un sogno. Mario Avella, serio, si ritirò dopo d'avere salutata Lydia e baciata la mano a sua [...]

[...] disordine della stanza; e quando Lydia si decise a risponderle, era Eva che non ascoltava più; distratta, preoccupata, tendendo l'orecchio a un rumore [...]

[...] l'avvocato Calmi, al pallido chiaror della lucerna posata sul tavolino e velata da un fazzoletto di trine. Ella aveva fatto in quel giorno molte corse [...]

[...] pelle nera ricamate con perline d'argento. Aveva un abito di velluto rosso antico, orlato colla pelliccia alla moda, chiamata volpe azzurra, in [...]

[...] realtà di un delicatissimo bigio sfumato. Sui polsi, lasciati scoperti dalla manica, molti giri di perle additavano, senza vincerlo, il candore [...]

[...] della manina aristocratica. — Sul serio? — fece; e la noia, l'implacabile compagna della sua vita, le schiuse le labbra a un leggero sbadiglio [...]

[...] nasceva piuttosto un urto che una simpatia. Per lunghissimo tempo erano rimasti l'uno di fronte all'altra in attitudine di sfida, guardandosi [...]

[...] . — ... che il lupo c'è! Tacquero un momento. Lydia riprese, gingillandosi con un tagliacarte: — È l'amore che l'ha fatta diventar scettico, lei [...]

[...] ? — No. — Come me. Non ho mai amato. — Io neppure. Il silenzio li riprese: un silenzio calmo, senza imbarazzo, di persone avvezze a star insieme [...]

[...] , sa? - 213 - — A veglione? — Egli fece un brusco movimento colle spalle. — Quando? — Mercoledì. — Ah! E s'è divertita? — Molto. Ella disse [...]

[...] simpatica. Lydia depose il tagliacarte e incrociando le mani sui ginocchi, riprese: — Dica il vero; lei è meravigliato e un tantino choqué per il fatto [...]

[...] nulla. - 214 - — Benissimo. Ritrovo il mio Calmi in questo accento ironico. Ella deve pensare che sono un mostro di pervertimento. Dopo tutto [...]

[...] in realtà è quello, quello e quello! — E s'è divertita a veglione? — Ma sì, gliel'ho già detto, moltissimo. Mi pareva di essere in un pandemonio [...]

[...] , persone serie che mi guardano per solito d'alto in basso, schiamazzare come pagliacci e... Si arrestò, volgendo la faccia da un lato per [...]

[...] suoi trent'anni si conservava abbastanza bene, e che avrebbe potuto sposare un qualche nobiluccio spiantato, tanto per non essere - 216 [...]

[...] - chiamata la regina vergine, come Elisabetta d'Inghilterra. A questo punto dei suoi pensieri un maligno sorriso gli increspò le labbra. Lydia se [...]

[...] reciproca posizione: una donna non ancora vecchia, un uomo giovane, dieci ore della sera, solitudine perfetta... che bel campo per la maldicenza [...]

[...] gesto, un lieve battito delle palpebre, fecero sorgere in Lydia la memoria esatta del colloquio ch'ella aveva avuto con Calmi, tanti anni prima [...]

[...] , sopra un terrazzo, nella stessa - 217 - notte in cui sua madre doveva morire, e si sentì invadere da un improvviso bisogno di tenerezza [...]

[...] grave, ma dolce. Si accarezzava la barba, in piedi, fissando nel vuoto que' suoi occhi acuti e freddi. A un tratto si avvicinò alla parete dove [...]

[...] bisogno di essere la prima di tutte le donne per poter fare, col mio amore, un dono completo e così grande, così meraviglioso che non potesse [...]

[...] questo non sia mai successo? L'avvocato rispose: — Son sicuro. Ricaddero nel silenzio. La lucerna, di sotto le trine, mandava un bagliore [...]

[...] , braccia nude, un corsaletto d'acciaio sui fìanchi, un alato - 220 - cimiero in testa sembrava la sfida vivente della bellezza femminile ai sensi [...]

[...] incipriate e rosee restavano immobili, nei loro atteggiamenti aggraziati, come se la bacchetta di un mago le avesse stregate sotto quegli alberi di un [...]

[...] . - 221 - Non è nulla — esclamò prontamente, impedendo all'avvocato di raccattarle. — C'è un pensiero filosofico nella caduta di queste perle, me [...]

[...] Calmi, sulla soglia dell'uscio. — Sempre felici le mie notti! Dormo come un ghiro. Lasciò ricadere la portiera, e tornò a passi lenti nel suo [...]

[...] sgualcita, un giornale spiegazzato, un pizzico di cenere in una conchiglia, ecco tutto ciò che le avanzava della sua giornata; — e le voci [...]

[...] nel suo letto tremava sempre un poco, rannicchiandosi coi ginocchi dentro la camicia e le mani incrociate sul seno, presa da un brivido. XIV [...]

[...] aspra, e dura — non esisteva più. Aveva vinto. Sopra il suo volto di santa, un colorito vivace indicava l'equilibrio del corpo collo spirito [...]

[...] chiusa in camera a ripassare i vecchi quaderni pieni di memorie e il giornaletto sul quale, per un intero inverno, aveva scritte le proprie [...]

[...] fecero abbracciare con gioia l'emozione di un affetto nuovo; perchè fu un vero affetto ardente, spontaneo, quello che Lydia risentì per [...]

[...] di un fiore esotico. I suoi profumi erano differenti da tutti quelli conosciuti; i suoi abiti uscivano dalla moda generale, imponendosi con una [...]

[...] : Thèa, per quanto avesse il piede piccolo, non potè entrare nelle scarpine di Lydia; Lydia, a sua volta, trovò che la cintura di Thèa misurava un [...]

[...] baronessa sembrava una donna pienamente - 230 - felice. Aveva un figlio nel collegio imperiale, un giovanetto di quattordici anni, del quale [...]

[...] avanzasse ancora per Dio. Buona razza non fallisce mai. Lydia si arrabbiava un pochino a sentir parlare così. Per Calmi non c'era nulla di sacro; e [...]

[...] gli chiudeva la bocca colla sua pezzuola profumata, proclamando la baronessa von Stern la più simpatica delle amiche. Un giorno, dopo parecchi [...]

[...] mesi che non si vedevano, Lydia incontrò in un negozio la - 231 - signora Avella, e le parve che Eva tentasse di evitarla. Però, non [...]

[...] ? Capisco, ma tuo marito non è in casa tutto il giorno. — Mi occupo... dell'avvenire. — Ah! Lydia sorrise, di un brutto sorriso che aveva imparato [...]

[...] dopo un minuto di esitazione — vai sempre con Thèa? — Sì, non ho ormai altra amica. Tutte mi hanno abbandonata. — E tu — riprese dolcemente la [...]

[...] . Credi che non mi fa nemmeno un briciolo di corte? — Che è dunque? — Un amico. — Platonico! — fece Thèa con un riso stridulo. — E gli altri [...]

[...] un ideale troppo vasto. — Ma io non ho ideali. Cerco solamente un uomo che mi piaccia. — È già troppo. — Devi considerare — disse Lydia con [...]

[...] , per avere una casa, un pane, che so io! La signorina Lydia non ha bisogno di un marito. - 235 - — Si ha sempre bisogno di un marito; è [...]

[...] una quantità di amici; conosciamo tutti i giovinotti dai venti ai quarant'anni. — Mi avevi parlato — esclamò Lydia rammentando un discorso del [...]

[...] giorno prima — di un cugino di tuo marito che viene sempre in casa vostra... — Keptsky? — Sì, Keptsky. Non sarà quello che destini alla mia [...]

[...] sentiva trascinata a parlare di quell'ignoto, trascinata in modo da non accorgersi - 236 - che la sua amica le rispondeva con un accento secco [...]

[...] . — Sua madre era viennese. Egli è figlio di un russo. Passarono alcuni giorni. Nel salotto della contessa Colombo, la vecchia signora [...]

[...] , aggrinzata come un papiro, secca e nera, con nastri rossi sull'abito, giocava una partita di poker insieme a' suoi fidi e gridava agitandosi sulla [...]

[...] sedia; sempre ardente, sempre febbrile, mandando lampi dal fondo delle occhiaie vizze. Lydia e Thèa in mi cantuccio, sedute sopra un divano [...]

[...] parte quattro o cinque colonnelli, un ministro e buon numero di baroni — il sesso forte, non avendo per appannaggio di - 237 - natura che questo [...]

[...] ... questa è la principessa di Metternich, questa la baronessa Rothschild... Ad ogni nome, Lydia approvava con un cenno del capo, seria e contegnosa [...]

[...] , sembrandole che un po' del cerimoniale di corte uscisse da tutte quelle fotografie auguste. — E questa? — esclamò, sollevandone una alla fiamma [...]

[...] , coprendosi la bocca col ventaglio. — Un principe sicuro. — Un po' meno. — Un duca. — Neppure. Un marchese? Non dirmi di no; m'affliggeresti troppo [...]

[...] annunciandomi che questo volto da semidio appartiene a un impiegato delle finanze o ad un banchiere. È conte, almeno? — È mio cugino Keptsky [...]

[...] . Thèa lasciò cadere queste parole lentamente mordendole quasi. Una lieve eccitazione, lievissima, come un velo roseo, salì alle guancie di Lydia [...]

[...] ancora — rispose Thèa. Con un movimento brusco portò la mano al petto, come se volesse aprire l'abito, ma si fermò. — Più bello ancora! — ripetè [...]

[...] città; un ampio e pomposo fabbricato, da gente rifatta; ammobigliato con lusso, con abbondanza eccessiva, ma comodo e perfettamente isolato nella [...]

[...] farsi, che provavano ad ogni istante il bisogno di stringersi la mano, di scambiare un bacio, di dichiararsi a vicenda che si volevano tanto [...]

[...] , tanto bene. Scelsero, per dormire, due camerette attigue; e sera e mattina era un andirivieni continuo dall'una all'altra, un cinguettare, un [...]

[...] ridere, un chiamarsi, da vere bimbe in vacanza. Thèa, ad onta de' suoi trentasei anni, era viva, svelta, sempre allegra; sarebbe parsa una ragazza [...]

[...] , se gli occhi profondi e il sorriso enigmatico non avessero indicato un doppio fondo di pensieri o di sensazioni affatto contrarie all'innocenza [...]

[...] sento — le diceva Lydia — che tu devi piacere immensamente agli uomini. — È vero — rispondeva la baronessa, cui - 242 - un fremito agitava [...]

[...] spogliavano, scherzando e ridendo finchè fossero in camicia tutte e due, Lydia osservò al collo di Thèa un medaglione appeso ad una catenella [...]

[...] quasi invisibile ed appoggiato fra le trine del busto. — È il ritratto di tuo figlio? — domandò, avanzando la mano con un movimento istintivo. — Sì [...]

[...] un lungo colloquio colla madre. Lydia immaginò che il barone le avesse - 243 - annunciata qualche cattiva notizia d'affari; ma non rieevendo [...]

[...] per tempo da un tramestìo nella casa; ed avendo cercato inutilmente di riaddormentarsi, si alzò e discese nel salotto terreno. Non c'era [...]

[...] persone di servizio erano entrate ancora nel salotto. Uscì nel cortile. Sulla porta delle stalle, un mozzo puliva i finimenti, e li metteva al sole [...]

[...] per farne meglio asciugare e luccicare gli - 244 - ottoni. Davanti alla cucina, un contadino con due corbe di frutta, aspettava. Dalle [...]

[...] stalle uscivano i nitriti dei cavalli; dalla cucina veniva un odore penetrante di caffè bruciato, e sopra ogni cosa dardeggiava il sole, splendido [...]

[...] , senza preoccupazione dell'effetto; e siccome la sensazione esterna dominava sovrana sul vuoto del suo cuore e del suo cervello, ella provava un [...]

[...] le sue impressioni con un raziocinio artistico; si accontentava di sentire. Così sentiva la freschezza dell'erba, dell'aria, - 245 [...]

[...] ; no, biancospino è aubépine. Indovinala grillo! Ogni albero ha un nome come i personaggi dei romanzi, che poi si confondono... Oddo, Max, Ralph [...]

[...] ... Mi piace Ralph; dovrebbe essere biondo nei baffi, coi capelli bruni e gli - 246 - occhi azzurri — nordico. Un viaggio sul Reno, quale [...]

[...] le tenevano rialzate per non imbrattarle, mostrando la sottana bianca coll'orlo alto, sormontato da un merletto che formava trasparente fra l'orlo [...]

[...] compunte e nello stesso tempo ilari. È forse domenica oggi? — tornò a pensare Lydia, — e fatta persuasa, da un breve calcolo, che non poteva [...]

[...] destra, non sedersi a mensa prima dei superiori, mandare un biglietto di congratulazione, fare una visita di condoglianza, assistere a una conferenza [...]

[...] della quale non si capisce nulla, e applaudirla. Il suo pensiero, spoglio di idealità, non aveva mai provato il bisogno di innalzarsi verso un [...]

[...] sentimento religioso, nè in famiglia era stato coltivato; poichè don Leopoldo apparteneva un pochino, moderatamente, alla schiera volterriana che [...]

[...] : quattro candelabri di rame, due di legno e un mazzo di fiori rusticani, dalie, garofani o rose della madonna. Il prete, con una stola verde e la [...]

[...] vanità trovò ancora una gioia. Sollevò la testina altera, e dal busto di raso, il petto, sotto un impeto d'orgoglio, balzò, procurandole una [...]

[...] rapida sensazione di ebbrezza. Intanto tutte le donne si erano messe in ginocchio, umiliate, sprofondate; e un canto lento, solenne, uscì dalle lor [...]

[...] litanie. Si festeggia - 251 - Sant'Anna, la protettrice di noi donne. Dicendo così, quella si serrava tra le braccia un figliuoletto, con una [...]

[...] espressione di giubilo intenso, con un sentimento di riconoscenza mite e profondo. Il canto saliva, intonato, tra i nuvoli d'incenso. Una [...]

[...] voce fresca di fanciulla passò su tutte le altre con un acuto prolungato: Stella mattutina, e quelle due parole che parevano di romanza, di canzone [...]

[...] ondeggiavano, velate dai vapori dell'incenso; al di sopra del tabernacolo, un piccolo quadro rappresentante Sant'Anna, sembrava sorridere alla schiera [...]

[...] devota, ammonendo e consigliando, mentre il mazzo di fiori un po' stridulo nella pompa delle dalie e dei garofani rossi, portava una nota [...]

[...] donne, strette, unite da un solo sentimento, assorbite tutte nella dolcezza mistica della preghiera. Lydia, ritta accanto al pilastro, era la [...]

[...] essere una emozione più intensa della gioia, un piacere più forte di quello che si chiama comunemente piacere, qualche cosa di profondo che doveva [...]

[...] quelle povere donne, apparse un momento prima poco più che animali domestici? Perchè questa sembrava tanto lieta accarezzando la testa del suo [...]

[...] bambino? Perchè l'altra si trasformava tutta in un atto di adorazione sublime, cogli occhi fissi sulle nuvole d'incenso? Si indovinavano i [...]

[...] , volavano, insieme al canto divino, su in alto, fuori del mondo, trasportate da un ideale che Lydia non aveva — ed esultavano, erano felici... Felici [...]

[...] ! Ecco dunque ciò che le sarebbe mancato sempre. Un affanno la prese, una tristezza senza nome e insieme una paura nel trovarsi così profondamente [...]

[...] sola. Un minuto ancora ch'ella restasse nella chiesuola, e piangeva; sì, avrebbe pianto in mezzo a quelle donne, invidiandole, morsa al cuore [...]

[...] scintillare gli occhi di Keptsky. — Ha lasciato il reggimento, — continuava Thèa, baloccandosi colle nappe della sua vestaglia, — mio marito è un po' in [...]

[...] delle due donne non si avvertiva. Dalle finestre aperte entrava un odor di fiori, una frescura - 258 - di rugiada cadente, un aliare di [...]

[...] nobile, il mento fermo e gentile, la bocca perfetta nell'immobilità, affascinante nel sorriso, e gli occhi colore di due cupi zaffiri. Per un [...]

[...] , come sotto l'impulso di un languore voluttuoso. Ma a furia di guardare, le palpebre di Lydia si abbassarono. Un torpore l'invadeva nel benessere [...]

[...] mondo dei sogni. Le sembrava di vivere due vite ben distinte, ben definite: la materia abbandonata a sè stessa, nell'oblio di un soffice guanciale [...]

[...] sognava invece? Od era forse morta, e assisteva in ispirito alla trasformazione di sè stessa? A un tratto l'oblio la invase tutta. L'ultima [...]

[...] perdette anche questa percezione. Passò un minuto o passò un'ora? Si destò al suono di una musica che pareva un sospiro, pareva il mormorío della [...]

[...] lembi di sogno, a battiti d'ali invisibili, a un vanire dolce di fantasmi sotto il primo agitarsi dei nervi che tornavano alla vita. Dal mondo delle [...]

[...] larve, dov'ella usciva, le restava ancora negli occhi un barbaglio stanco, un fluttuare di veli, un succedersi di forme, di colori, di profili [...]

[...] alcuni passi, brancicando; il divano era vuoto. Da una porticina in fondo che metteva all'altro salotto, un filo di luce rompeva le tenebre [...]

[...] guisa di chi, avendo fatto un lungo viaggio di mare, non riesce a star saldo alla terra. Seduto al piano, di cui una sola candela era accesa [...]

[...] sensualità delicata. Accanto a lui, dalla parte dove la candela era spenta, biancheggiava un mucchio di trine sul tappeto. Era la baronessa [...]

[...] accovacciata sopra un cuscino, colla fronte contro la tastiera, nell'abbandono confidenziale e stanco di una grande estasi. Lydia si fermò sulla [...]

[...] soglia, con uno scoramento nel cuore, una malinconia e una sensazione nuova, una avidità, un desiderio ignoto ma prepotente, che le metteva [...]

[...] avori del piano, mescendo agli accordi musicali un gemito lungo e straziante. Keptsky, colle dita leggiere, le premette alcune ciocche di capelli [...]

[...] , ed ella sollevò il capo, gettandogli un' occhiata lunga. Egli prese dalle sue mani il ventaglio chinese, a fiori rossi, e glie lo spiegò sopra [...]

[...] il volto, chinandosi lentamente, guardandola egli pure in fondo agli occhi. In quel momento Lydia si sentì dare un tuffo nel sangue, le pupille [...]

[...] , gentile, attento, infomandosi della sua salute, trovandola un po' pallida. Egli aveva un modo di parlare insinuante, una voce di cui era padrone [...]

[...] piccola di statura, egli stavasi un po' chino, in attitudine rispettosa; da' suoi occhi, cupamente azzurri, scendeva verso lei un raggio di [...]

[...] benevolenza intelligente, quasi carezzevole; un dolce calore usciva dai suoi sguardi come dalle sue parole e da ogni minimo gesto. La natura che gli [...]

[...] erano passate, quali sfumature fatte da un abile pittore a un ritratto un po' duro, le abitudini del lusso, dell'eleganza, e una certa mondanità [...]

[...] di buon genere piena di sapore e di grazia. — È vero ch'ella ci vuol lasciare? — disse a un tratto, scostando premuroso un ramo d'acacia che [...]

[...] trovato altro per rispondere a Keptsky! Egli la guardò con un sorriso indulgente, mormorando: — Quando l'ospitalità è amicizia schietta... Non rispose [...]

[...] ... Una puntura di invidia la morse, pensando che egli era cugino di Théa, e tornò a passarle davanti agli occhi la scena della sera prima, con un [...]

[...] entusiasmava; ma Lydia vedeva sempre un ventaglio chinese a fiori rossi, disteso sopra una testina bruna. Improvvisamente chiese: — Ci starebbe, in Italia [...]

[...] caldi, i freddi, i tiepidi, i morbidi, i pungenti — qualità queste che si fondevano e confondevano spesso, non tanto però da privarla di un [...]

[...] diede il primo rintocco. Lo sapevo — disse Lydia fra sè, senza affrettare il passo, fermandosi a cogliere un ramo di geranio. Keptsky pure si [...]

[...] color di rosa curate e coltivate come un fiore. — Vada, sa... non faccia complimenti. Era sicura che egli non si sarebbe mosso. Infatti rispose [...]

[...] , chinandosi sul ramoscello che ella aveva spiccato: — Adoro i gerani. — Rossi? — fece Lydia, mostrando i dentini con un sorriso un po' forzato [...]

[...] erano luminosi i suoi occhi! XVII. S'era stabilito alla Villa, un genero di vita assai regolare e metodico, come se dovesse durare per sempre [...]

[...] comune, sembrava - 272 - avere, come i pianeti, un giro di rotazione propria, un interesse particolare, enigmatico. A certe ore Théa [...]

[...] verde. L'ammirazione di Lydia per questo giovane - 273 - cresceva di giorno in giorno. Ella provava vicino a lui un sentimento tale [...]

[...] fisico, che è la più grande attrattiva fra i due sessi; egli alto, forte; lei delicata come una ?gurina di Sévre. L'ammirazione toccò il colmo un [...]

[...] mistero. Alcune sere, quando la contessa aveva potuto afferrare il parroco, accontentandosi di un tarocco o di un tresette; quando la baronessa era [...]

[...] chiamata altrove per dare o per sorvegliare un ordine, Keptsky si avvicinava a Lydia, misurando certi passi comicamente tragici che la mettevano [...]

[...] , nell'innocente sotterfugio, non vedeva che un modo lecito di soddisfare il suo gusto senza urtare quello dell'amica. Partivano dunque, al galoppo [...]

[...] sciupata, il riassunto di tante - 277 - forze sperperate, il tratto di genio di un autore incompreso. Finalmente ella amava. Mille rivelazioni le [...]

[...] fermava ad accarezzarli tutta intenerita, presa da una simpatia che rimoveva le sue viscere di donna. I poveri la commovevano; un vecchio cieco che [...]

[...] passava le giornate seduto sopra un muricoiolo, pregando per i suoi ?gli morti, le strappò lagrime di vera pietà. Perfino il cielo, gli alberi [...]

[...] restava appena il tempo di godere, e questo - 278 - godimento che non aveva ancora un nome, questo boccioio che non era ancora ?ore, come [...]

[...] ogni forza trattenuta e chiusa, le dava rapimenti intensi. — Keptsky, diceva, è impossibile ch'io non vi abbia conosciuto in un altro mondo [...]

[...] provare una ?tta al cuore, e che questo era certamente più che un presentimento, era un ?uido lontano, ma potente, che agiva a sua insaputa. — Siete [...]

[...] spiritista? — Sì. Gli spiriti governano il mondo; nulla noi facciamo per noi stessi. Non sempre un angelo ci guida, però credo che uno spirito ci [...]

[...] uomini sanno trovare a una indifferenza grossolana. Sotto questo rapporto somigliava un po' a Calmi; ma quanto, quanto più simpatico! Tutto in lui [...]

[...] in un castello della Podolia, senza vedere nessuno, colla compagnia triste di una vecchia governante sempre ubbriaca,; e poi il collegio freddo [...]

[...] meglio, le donne di cui si parlava in quelle pagine, mi schiusero la via a immaginare un essere fantastico, sovrumano, al quale io prestavo tutte le [...]

[...] silenziose proteggendo quel gande amore di un re. E Badura, la principessa dai larghi occhi di gazzella? E l'appassionata Tormenta? Tutte, tutte io le [...]

[...] avevo nessuna idea del corpo femminile; le mie donne, vere chimere, terminavano con un paio d'ali. Lydia avrebbe voluto sapere ancora di più, sapere [...]

[...] se egli aveva preso in pace la caduta di quelle ali. Ma come chiederlo? Ella taceva allora, spronando il cavallo, con un bisogno di moto, un [...]

[...] bisogno di respirare l'aria a pieni polmoni. Keptsky la lasciava correre per un po' di tempo. Quando si decideva a raggiungerla, nessuno dei due parlava [...]

[...] sguardi, fuggendo da un punto all'altro, riuscivano ad incontrarsi. In quel momento Lydia viveva, per intensità di giubilo, i trent'anni già passati [...]

[...] spinse il cavallo a galoppo, ?nchè giunse a un gruppo di salici, dove il giorno prima egli si era impigliato colla faccia; ne strappò due o tre [...]

[...] , vedendola tanto spiacente nel dover abbandonare la Villa. - 285 - — No, no — singhiozzava Lydia — ho un presentimento di sventura. — Forse, non [...]

[...] , occupandosi di lei sola. Una volta appena, avendogli Théa rivolta - 286 - la parola in un dialetto tedesco ignoto a Lydia, egli si alzò e andò a [...]

[...] vecchio, al pari dei bambini, amava le carezze, e Lydia sapeva accarezzare tanto bene, quando voleva. Si trovava appunto in un periodo di tenerezza [...]

[...] impediva a Lydia di continuare, poichè l'attenzione di don Leopoldo era un coefficiente di poca importanza, in confronto alla necessità che ella aveva [...]

[...] di parlarne. Provò, in quei giorni, la più grande intuizione di vita intima. Scoperse nella casa un orizzonte di felicità non mai avvertito prima [...]

[...] . Le cortine distese, le poltroncine avvicinate, un cuscino gettato per terra, le facevano nascere pensieri teneri e dolci. Le stesse per rifare [...]

[...] una sera, nella quale Calmi era alle prese con un sigaro nuovo, che non si poteva fumare; ella gli disse: provi dall'altra parte; egli rispose: per [...]

[...] giorno, di notte, sempre. Chiudeva gli — 290 — occhi e lo vedeva. Un suo groom aveva la stessa voce di Keptsky; quale profanazione!... ma era [...]

[...] strada fuori della porta che conduceva alla Villa: le sembrava così di avvicinarsi a lui, di respirare un po' dell'aria sua, e, senza saperlo, una [...]

[...] speranza le folleggiava nel cuore. Fu mediocremente sorpresa — forse la sorpresa era sorpassata dal piacere — un mattino, incontrando Keptsky a cento [...]

[...] volare. Dopo una cinquantina di passi dovette fermarsi: levò dal petto un fazzolettino di batista celeste, e si fece vento alle guancie. — E Théa [...]

[...] ? Questo nome cadde così improwisamente fra loro due, che il giovane, ad onta del suo - 292 - grande dominio su sè stesso, ebbe un istante di [...]

[...] pose a ridere, facendo risuonare i braccialetti, tirando i guanti che le scivolavano giù dalle braccia, e dopo un po' di tempo, disse: - Che caldo [...]

[...] di libri, di giornali, di musica. - 293 - — Vedrete il mio piano; è un capolavoro di eleganza e di sonorità. Io vi accompagnerò, e voi mi [...]

[...] c'era nessuno intorno a loro. Davanti la campagna, a tergo le mura della città; ed era come se fra essi e l'universo ci fosse di mezzo un abisso. ll [...]

[...] della mia infanzia, le pallide sultane - 294 - dai capelli lunghi, dagli occhi di gazzella. Non avete mai sentito voi il desiderio di un mondo [...]

[...] immateriale, di un amore fatto di sogni? — No, non lo aveva mai sentito, ma non' importa; capiva lo stesso, capiva tutto. Egli continuò: — Il [...]

[...] frescura era scesa su di loro, mite, leggera come un velo di piccole perle; vaporava nell'aria un odore sano di terra bagnata. — Piove — disse [...]

[...] Keptsky, togliendole l'ombrellino di mano, per reggerglielo. Lydia non rispose. Con un movimento grazioso, - 295 - pose la sua manina libera sul [...]

[...] francese? il viale di un parco in una giornata grigia di inverno, un uomo col costume del secolo passato, col tricorno e i calzoni corti? una donna al [...]

[...] suo braccio, delicata, coperta di pelliccia? L'uomo, con una mazzettina, tenta l'erba del sentiero; la donna a mezzo voltata verso un amorino di [...]

[...] sembrava un cencio lavato. L'abito di Lydia, di ?nissima tela, le — 296 — si incollava sulle braccia, sulla anche, attorcigliandosi intorno alle [...]

[...] gambe come un cavatappi. — Non posso più correre — disse Lydia a un tratto. — Perchè? — M'è entrata l'acqua nelle scarpe, sono fradicie [...]

[...] tutta, e per un momento chiuse gli occhi, lasciandosi trascinare. Erano alle porte dalla città. — Ora troveremo una carrozza. In?larono il [...]

[...] svolto, vedendo che si stendeva un'altra via lunga, deserta, allagata da sembrare un ?ume, Lydia fu presa da scoraggiamento. — Non ne posso più [...]

[...] bambino che si abbandona alla madre. — Povero piedino! - 298 - Aveva un paio di calze sottili come una ragnatela e delle scarpe scollate, con [...]

[...] ?bbie di lustrini neri. Keptsky lo asciugò bene, colla sua pezzuola, e poi lo tenne ancora fra le mani un pochino per riscaldarlo. — L'altro ora [...]

[...] . Nel cambiamento perdette l'equilibrio, e si appoggiò un istante sulla spalla di lui. Risero entrambi; Lydia rideva tuttavia col piede nelle mani di [...]

[...] gioia così strabocchevole, così acuta, che le metteva un velo davanti agli occhi. Egli la guardò con tenerezza. — State un po' meglio? Accennò di sì [...]

[...] due sotto il braccio di lui. Gli era cosi vicinissima. — Che cosa pensate? — disse Keptsky, dopo un po' di silenzio. — Non lo posso dire. Ella [...]

[...] avvinghiate. Un uomo usciva dalla casa; si fermò un istante accanto a loro, li guardò con indifferenza, aperse l'ombrello e si allontanò. — Non [...]

[...] , ch'ella si sentì svenire. — Keptsky — mormorò, sollevando gli occhi, dove era un in?nito desiderio d'amore. Non dissero altro, cogli sguardi [...]

[...] tutto un sogno. Lydía si trovò a casa, cambiata, asciugata, rivestita, coi piedi entro due pianelline di raso éliotrope e seduta accanto allo zio [...]

[...] nei dettagli, nella dolcezza di trovarsi tutta molle d'acqua sotto l'arco di una porta... - È un piacere da lavandaia — interruppe don Leopoldo, a [...]

[...] cui un barlume dello spirito antico fece schiudere le labbra sorridenti sulla dentiera. Quante principesse vorrebbero essere lavandaie! pensò [...]

[...] davanti agli - 303 - occhi il collo di Keptsky, un pezzettino di collo tra l'orecchio e il mento, bianco, muscoloso, che si perdeva in alto sotto [...]

[...] i capelli castagni tagliati corti, che aveva un profumo forte di giovinezza, il profumo di un prato di fresco. — La Morte — tornò a dire don [...]

[...] Leopoldo, segnando co1l'indice scarno il frontispizio del romanzo. — Che hai, zio? — Vuoi leggere? — Ora no, se non ti dispiace, più tardi; sono un [...]

[...] palpebre, - 304 - preso da un torpore senile; la testa, gli ciondolò sul petto, le mani gli si allentarono, lasciando sfuggire la Revue [...]

[...] quale pur essendo il più bel giovane dell'universo, mi fa l'onore di preferirmi. — Keptsky! — faceva intanto l'avvocato, almanaccando — Non mi è un [...]

[...] nome nuovo. - 306 - — È impossibile che lo conosca. Si trova da un mese appena in Italia. — E in un mese?... — Le pare strano, nevvero, ma [...]

[...] è così. In un mese ci siamo visti ed amati. Ecco una cosa che ho dovuto provare per credere. — Keptsky, Keptsky. — È inutile, non lo conosce [...]

[...] . - 307 - — Dica che sarà un equivoco. — Il conte Riccardo Keptsky, tenente negli usseri della Guardia, non può essere confuso con nessun altro [...]

[...] è quello che io farò, se me lo permette in nome della vecchia amicizia. Un tremito nervoso contraeva a Lydia gli angoli della bocca, mentre [...]

[...] le rammentavano i bei giorni passati, quel recente incanto di un amore che l'aveva dominata tutta. Rivedeva Keptsky, la sua nobile fronte, i suoi [...]

[...] occhi belli e luminosi, e il sorriso - 309 - e la voce. — Impossibile! — mormorava tra sè — impossibile! Eppure aveva un affanno nel petto [...]

[...] , gridando che c'era una luce da acciecare; poi abbracciò Lydia con grande espansione, con un entusiasmo esagerato; e incominciò a parlare a parlare [...]

[...] stessa lo aveva spronato a dichiararsi, e nulla la colmava di maggior gioia che un simile matrimonio. - 310 - Tornò ad abbracciarla [...]

[...] ciarlo di club, per un pettegolezzo volgare. Arrossiva, adesso. Per nulla al mondo avrebbe osato ripetere a Théa quelle calunnie. Le disse appena [...]

[...] , vergognandosi dell'insinuazione: — Tu lo conosci bene? — Riccardo?... come un fratello; l'onore e la lealtà personi?cati. Non è ricco... — Oh [...]

[...] ! — interruppe Lydia con un gesto vivace. Si intrattennero ancora, diffusamente, sul matrimonio. La baronessa aveva annunziato il suo ritorno de?nibivo [...]

[...] beata. Era come se avesse subita una operazione da cui dipendeva la sua vita. Il giorno dopo venne Keptsky tenero, amoroso, con un velo di malinconia [...]

[...] . — Mi sembrate triste? — Un po'. — Tristezza e amore possono dunque andare d'accordo? — Più spesso di quanto si creda. Ho ricevuto una brutta [...]

[...] mani della sua ?danzata, continuando a voce bassa e fervente, la voce di un fanciullo che si confessa per la prima volta. — Temo di non essere degno [...]

[...] . Avrebbe voluto esser regina, per innalzarlo ?uo a lei. Quelle con?denze accrescevano il suo amore, mettendogli accanto una compassione, un [...]

[...] - Egli le parlò a lungo dei suoi dissesti ?nanziari, dell'avere abbandonato il reggimento per un puntiglio d'onore; e de' suoi progetti per l'avvenire [...]

[...] mondo, ma solo un grande, un in?nito oblio... Non ricordava nè Calmi, nè le sue accuse, quando ricevette un laconico bigliettino dell'avvocato: " Vi [...]

[...] è un solo Riccardo Keptsky, il quale non è conte, non ò tenente degli usseri poichè ne venne cacciato, e non è nemmeno un uomo onesto avendo [...]

[...] truffato al giuoco. " Lydìa rispose: " Non riconosco nessuno, nemmeno ad un antico amico, il diritto di calunniare l'uomo che io stimo più di tutti [...]

[...] al mondo. " Calmi non replicò, nè per lettera nè a voce. Evidentemente la sua intenzione non era quella di ingolfarsi in un delicato affare di [...]

[...] famiglia. Intanto Lydia pensava: Come si fa presto ad esagerare! Una leggerezza, un'infrazione di disciplina, un momento esaltato, un colpo [...]

[...] - 315 - di avversa fortuna, ed eccoti un uomo a terra; gli si contesta perfino il titolo di nobiltà. Senza fatica, le tornavano alla mente le numerose [...]

[...] circostanze che l'avevano gettata anch'essa in balia dell'opinione pubblica, e rideva di un riso mordace, fatto di sprezzo. Non era conte. E [...]

[...] pensava ancore: Ha commesso degli sbagli? Non ha pagato forse un debito di giuoco? Oh! i grandi delitti del codice mondano. Ha... (cercava nella sua [...]

[...] vibrare nei nervi di Lydia, ad assolutoria terminata, e un sudor freddo le bagnava le tempie. Si ?gurava Keptsky avvilito, fatto segno ai sarcasmi [...]

[...] , ardente, innamorato, bello come un bel sogno. Egli aveva lasciato la Villa di sua cugina per stare in città, accanto alla fidanzata, dalla quale [...]

[...] impazienza quasi eguale a quella di Lydia. Siete un charmeur, diceva Lydia a Keptsky. Sui miei libri di bambina mi ricordo di aver visto un incantatore [...]

[...] - 318 - di serpenti; voi gli somigliate un poco. Egli sapeva accarezzare le piccole debolezze di don Leopoldo; aveva l'arte di interessarlo [...]

[...] e sua nipote ne parlavano, esaltandosi a vicenda, seoprendogli ogni giorno nuove attrattive. Dalla Villa poi giungevano un dì sì e l'altro no [...]

[...] era già scritto per le carte di regola; il matrimonio ?ssato ai primi di ottobre; tutto scorreva liscio, blando, senza intoppi, in un cielo sereno [...]

[...] . Lydia si occupava del corredo colla sua lunga esperienza di civettuola; avrebbe voluto poter riunire in un fascio tutte le armi de' suoi trion [...]

[...] acqua odorosa, sparse le guancie di polvere di riso, messa una leggera tinta di carminio sulle labbra, - 321 - una sfumatura sotto gli occhi, un [...]

[...] ombre, mettendo in rilievo le angolosità. Era un affanno panroso ad ogni velo che cadeva, una contemplazione insistente, minuta, e nello stesso [...]

[...] bruciano le carni nell'ora del delirio e sembrano lasciare il solco; non i desiderî che maturano le estasi degli amplessi, e dissolvono in un [...]

[...] pavoneggiando la sua importanza di madrina. Lydia aveva scritto un bigliettino affettuosissimo alla signora Avella, invitandola, ma Eva era in [...]

[...] puerperio; le rispose augurandole ogni possibile felicità. Quella pubblica presentazione di Keptsky fu per Lydia un vero trionfo. Tutti la complimentavano [...]

[...] , quasi una rivincita sul maritarsi così tardi. Si avvicinò a Calmi, sorridendo dall'alto della sua felicità, agitando un ventaglio di velo nero [...]

[...] queste cose; del resto, non mi ascolterebbe, non è vero? Quand'anche le dicessi che egli è... Si frenò a tempo. Un pallore livido invadeva le [...]

[...] un gesto grazioso la baronessa indicò Keptsky, che si avanzò sorridendo verso la sua fidanzata; ed egli pure disse, cambiando subito il sorriso in [...]

[...] un affanno ansioso: — Siete pallida, mia Lydia. Non ebbe bisogno di aggiungere altro. Guardandolo, Lydia dimentico le parole di Calmi. Ma [...]

[...] passò la notte, venne l'indomani, le parole gravi di Calmi le tornavano alla memoria. Avesse avuto una madre, un fratello a cui affidarsi... Ad ogni [...]

[...] di Keptsky. - 326 - L'avvocato vide che non era più il caso di indietreggiare nè di mascherarsi dietro mezze parole. Si trovava davanti a un [...]

[...] l'accetto. Se avessi una sorella, se questa sorella stesse per isposare Riccardo Keptsky, io le direi, come dico a lei, Lydia Valdera: Kepbsky è un [...]

[...] contratte, gli occhi dilatati — relativamente tranquilla. Con un ?lo di voce gli chiese: — Le prove? — Senza beni di fortuna, avvezzo ad una [...]

[...] . — Obbligato in?ne a dare le dimissioni di uf?ciale, disperato, senza un soldo, rovinato nella riputazione, venne in Italia, dalla sua amante [...]

[...] e fra loro, ingannata e tradita da entrambi... Ella fece un gesto supplichevole. Troppe volte aveva subita l'umiliazione di sapersi amata per i [...]

[...] suoi denari; questa volta non poteva sopportarla. Le sembrava di fare un cattivo sogno dal quale tentava invano destarsi; - 328 - starsi; le [...]

[...] così assorta, Calmi pensò che ella combatteva l'estrema battaglia, e volle venire in suo aiuto con un argomento decisivo. — Infine — le disse — una [...]

[...] nulla. Che abbia mancato alla parola, che abbia truffato, che sia fuggito come un ladro, che sia stato l'amante di Théa, tutto tutto gli perdono [...]

[...] ?ce; era anch'egli un po' turbato. Le prese le mani lentamente, con molta dolcezza, scegliendo le parole che potessero ferirla meno; la venne [...]

[...] medesima società di Keptsky, le dissi che egli era un cavaliere d'industria, o giù di lì. Da pochi giorni una circostanza, che a lei premerà poco di [...]

[...] sapere, mi pose tra le mani tutto il nodo dell'intrigo. Lydia, che aveva ripreso un apparente dominio di sè stessa, lo pregò a spiegarsi [...]

[...] un tratto. — Vedere che cosa? — Essi. — Sarebbe la prova più convincente — disse Caimi prontamente; — ma per vedere... Lydia, comprendendo la [...]

[...] reticenza, ebbe un sogghigno pieno di sarcasmo: - Oh! non ho falsi pudori. Dovrebbe conoscermi e sapere che non indietreggio davanti a nulla. Mi [...]

[...] di poterla trattenere: — Aspetti. Li vedrà uscire. Qui è sicura. Per un momento Lydia si chetò, poi l'eccitazione la riprese, violentissima [...]

[...] testa dall'altra parte; si fermò un secondo, gettando una lunga occhiata in giro, indi scomparve rapidamente nella poxta. — Egli non è venuto [...]

[...] — disse Lydia. Un triste sorriso increspò le labbra dell'avvocato, vedendo come la povera creatura si attaccava alla speranza. — Egli è già di sopra [...]

[...] . - 334 - — Scendiamo allora. — Aspetti un po'. — No, no, scendiamo. Aperse violentemente lo sportello, trascinando l'avvocato. Lydia non [...]

[...] l'aveva fatta sedere, e le stava accanto, tenendole le mani, come un operatore che conta le pulsazioni del paziente. Dal tramezzo sottilissimo [...]

[...] , a lei nota, disse a un tratto con accento spiccato: Patience ma cheríe. — Basta, nevvero? — mormorò Calmi, sentendo le unghie di Lydia che gli [...]

[...] realtà che si credeva al sicuro e che aveva gettato ogni velo. A un tratto Lydia si stacoò dalla parete girando su sè stessa, e cadde nella [...]

[...] braccia di Calmi, il quale la portò di peso in carrozza. Era già sera, ed egli non l'aveva ancora abbandonata un istante. — Grazie, Caimi: ella è [...]

[...] delle parole davanti a quella disperazione terribilmente muta. A intervalli, dopo un silenzio penoso, tentava le parole: rassegnazione, coraggio [...]

[...] ... Ma Lydia lo interrompeva con un gesto; ?nalmente, quasi rispondendo a tutto ciò che egli non aveva potuto dire, mormorò piano, interrompendosi [...]

[...] incominciano... Parve a lui un rimprovero l'amarezza di quella frase? O vide in essa la condanna di quello scetticismo che atterra, e non riedi?ca? Egli [...]

[...] . Lydia non rispose. Scese dal letto, barcollando un po'. Un lume era acceso dietro il paravento, - 333 - e nel cerchio della luce qualche cosa [...]

[...] . Calni stava per uscire. Lydia lo richiamò, gli pose le mani sulle spalle e, così, a un palmo dal suo viso, gli disse, tenendogli gli occhi negli [...]

[...] occhi: — Per un gran pezzo ella ebbe cattiva opinione di me, vero?... — Verissimo — rispose Caimi, quasi contento ch'ella potesse pensare ad altro [...]

[...] . — Ma ora no, ora... - Sì, ora mi vuole un po' di bene... Troppo tardi! tutto troppo tardi! - 339 - Sorrise amarissimamente. La mattina [...]

[...] marmorea che ne accentuava il tipo delicato. Da un nastrino nero che le cingeva il collo un dianmnte scintillava; era ancora vestita. La cameriera [...]

[...] sollevò un lembo della coperta, mostrando a Calmi una chiazza di sangue al posto del cuore e, sul tavolino, il piccolo revolver, che sembrava [...]

[...] un gioiello uscito dall'astuccio di velluto. FINE. [...]

Deledda Grazia
La via del male
21 1906 - Provenienza testo: Scansione da Archive, txt Fondazione Verga 834 occorrenze

[...] riservati per tutti i paesi compresi gli Stati di Svezia, Norvegia e Danimarca. I. Pietro Benu si fermò un momento davanti alla chiesetta del [...]

[...] . Dopo un momento d'esitazione riprese la strada, dirigendosi al vicinato di Sant’Ursula, che è all'estremità di Nuoro. Era ai primi di settembre: il [...]

[...] stendevano davanti alle casette di pietra. Il roteare d'un molino a vapore interrompeva, in lontananza, il silenzio meridiano; e quel rumore ansante e [...]

[...] mandorlo e da meschini pergolati; e finalmente si fermò ed entrò in una bettola sulla cui insegna stava issata una scopa. Il bettoliere, un toscano [...]

[...] . - Salute, Pietro - gli disse, con un bizzarro linguaggio, nel quale sul puro senese il dialetto sardo s'era impresso come la patina sull'oro; - che [...]

[...] cosa cerchi da queste parti? - Qualche cosa cerco! Dàmmi da bere, - rispose Pietro con un certo disprezzo. Il toscano gli diede da bere, guardandolo [...]

[...] a sinistra, con un gesto sprezzante che gli era abituale, e tornò sereno; una serenità incosciente che tuttavia aveva qualcosa di sarcastico [...]

[...] , con un ciuffo di capelli biondi sulla fronte pura. E si mostrava tenera con Pietro, e l'avrebbe amato volentieri; ma egli, svegliandosi dal suo [...]

[...] a te? - Ne sarei contento, ripeto. - E allora, dimmi, che razza di gente è la famiglia Noina? - Tu che sei nuorese lo devi saper meglio d'un [...]

[...] forestiere. - si schermì il bettoliere, che aveva preso 8 in mano una specie di piumino di ritagli di carta e scacciava le mosche da un cestino di [...]

[...] frutta messo in mostra vicino alla porta. - Un forestiere vicino ne sa più di un compaesano lontano. Senza smettere di scacciare le mosche, il [...]

[...] ! E tu non battezzi il tuo vino? - esclamò Pietro, versando al suolo le ultime goccie dal bicchiere. Sentiva già un istintivo bisogno di difendere [...]

[...] stesso zio Nicola che se ne intende... - Ah, è vero, egli è un ubbriacone? - domandò Pietro. - Dicono fosse ubbriaco quando, il mese scorso, cadde da [...]

[...] ) Le famiglie distinte del popolo. 9 vino. Fatto sta che s'è rotta la gamba, ed ora cerca un servo abile e fidato, perchè egli non può più [...]

[...] principalesse, che credono d'aver il mondo entro la loro cuffia perchè posseggono una vigna, un chiuso, una tanca, cavalli e buoi. - E ti par poco, piccolo [...]

[...] , specialmente le donne, fra la perpetua miseria della gente che le circonda, dà loro l'idea d'essere delle regine. Anzi in zia Maria la vanità ha un limite [...]

[...] , o almeno è un po' nascosta, ma zia Luisa ad ogni parola fa sentire di non aver bisogno di alcuno, di esser ricca, d'aver la casa piena di [...]

[...] sfondo ardente della straducola - lui, il padrone, non è superbo? - Oh, è un burlone ciarliero; niente altro. Si beffa un po' di tutti, e si mostra [...]

[...] bisognoso di denari. È un furbone, caro mio! - E in famiglia vanno d'accordo? - Si capiscono a vicenda come gli uccelli dello stesso nido - disse [...]

[...] una donnicciuola... - osservò Pietro, col suo gesto sprezzante. 11 - Cosa vuoi? Qui è un luogo di chiacchiere: tutti convengono qui, come le [...]

[...] api all'alveare - riprese il toscano, con un bel paragone che fece sorridere Pietro. - Io ascolto e ripeto... - Quando avrò bisogno di saper qualche [...]

[...] domandarsi! - gridò l'altro. - La figlia di zio Nicola Noina? Lo specchio dell'onestà. - E fa all'amore, almeno, questo specchio? - Niente. Vuole un [...]

[...] andasse poi a riferire le sue domande ai Noina, e si alzò. 12 - Spero rivederci, Pietro. Fa il contratto con zio Nicola, sai: è un buon uomo [...]

[...] ringhiera di ferro. Con ordine quasi simmetrico stavano qua e là disposti molti attrezzi contadineschi: un carro sardo, vecchie ruote, aratri, zappe [...]

[...] , gioghi, pungoli, bastoni. Sotto la scala s'apriva una porta; più in là un'altra porta di legno affumicato, con un finestrino sulla parte più alta [...]

[...] porta, Pietro osservò un canestro d'asfodelo col necessario per cucire e una camicia da donna con un ricamo sardo appena incominciato. Doveva essere [...]

[...] stette lì ella non si lasciò vedere. Solo, dopo un momento, rientrò zia Luisa, bianca, impassibile, con la bocca stretta e il corsetto allacciato [...]

[...] nonostante il caldo soffocante; e il passo d'un uomo zoppo risuonò nel cortile. Appena il giovane servo vide la figura bonaria, il viso colorito e gli [...]

[...] freddi, ella pareva un idolo egiziano, e incuteva una soggezione religiosa quanto il marito inspirava confidenza. - So che cercate un servo - disse [...]

[...] . - Son voci che corrono, e Nicola è un burlone. - Ma che voci, zia Luisa mia? Che possono dire di me? Non ho mai avuto che fare con la giustizia, io [...]

[...] . - Ecco - confessò - non nego che sono stato un ragazzo discolo: scavalcavo tutti i muri, salivo su tutti gli alberi, bastonavo i compagni e correvo [...]

[...] buona maestra! Mi misi a servire, imparai ad obbedire e a lavorare. E ora lavoro: e appena potrò rifare la mia casetta rovinata, e comprarmi un carro [...]

[...] , un paio di buoi, un cane, prenderò moglie... - Ah, diavolo, diavolo, per prender moglie ci vogliono delle vivande.... - disse zio Nicola [...]

[...] , serverdosi di un vecchio proverbio sardo. 16 Zia Luisa filava e ascoltava, e una piccola piega le increspava la guancia destra, intorno alla bocca [...]

[...] sera; una sera nuvolosa e tetra, il cui ricordo rimase impresso nella mente del giovine servo come il ricordo di un triste sogno. Le donne lo [...]

[...] una distanza enorme li divideva. Pietro era alto e scultorio; indossava un giubbotto di scarlatto scolorito dall'uso, foderato di 18 grosso [...]

[...] sedette in un angolo, dietro la porta, e cominciò a osservare le due donne con curiosità diffidente. - Domani tu andrai nel nostro chiuso della [...]

[...] per deporre una bottiglia vicino a Pietro. Poi gli mise davanti, su uno sgabello, un canestro col pane d'orzo, il formaggio, un piatto con carne e [...]

[...] . Zio Nicola sedette davanti a un piccolo tavolo senza tovaglia; le donne misero un canestro per terra, sedettero e cenarono. La conversazione [...]

[...] della vigna sorgevano le roccie chiare dell'Orthobene, battute dal sole, e al di sopra delle roccie, sul 21 cielo d'un azzurro abbagliante, gli [...]

[...] fichi d'India e degli olivi brillava il verde smeraldino della vite, e la vitalba s'intrecciava al lentischio lucente. Qualche roccia, forse un [...]

[...] , in semplice gonnella d'indiana grigiastra, col bustino di velluto verde che appariva come una macchia un po' più morbida e viva fra il verde della [...]

[...] vigna e dell'oliveto, vagava qua e là a passi svelti, agile e pieghevole; si curvava ad esaminare i grappoli, si allungava per toccare un frutto [...]

[...] un'emanazione della valle feconda: aveva la flessibilità della vite e la maturità carnosa e un po' voluttuosa del fico d'India. Ma, appunto come [...]

[...] , vegliava, non toccava un solo frutto. Un giorno, in ottobre, mentre egli tagliava i pampini perchè il sole penetrasse meglio fino ai grappoli [...]

[...] due viaggi. Siccome Pietro s’allontanava tra i filari con un fascio di pampini fra le braccia, ella gli andò dietro. - Che annata di pere! L'anno [...]

[...] giudicandola cattiva. Ma mentre egli gettava un altro fascio di pampini in fondo al filare, Maria gli disse: - Senti, Pietro. Meglio, dopodomani verrò [...]

[...] metta a parte un mucchio. Ah! avarona, sorniona indiavolata... Ma tutto ad un tratto ella pronunziò tre parole magiche, che lo rallegrarono tutto [...]

[...] nebbia al sorgere del sole. - Verrà Sabina. Fra le macchie giallognole indorate dall'ultimo riflesso del tramonto appariva e spariva un ciuffo di [...]

[...] scintilla brillò tra il pioppo ed il noce, nell'acqua corrente. Pietro risalì verso la capanna, e si stese su un muricciuolo, con gli occhi perduti verso [...]

[...] lo sfondo della montagna. La brezza spirava così leggera, che le foglie non avevano più un sussurro; solo un brivido silenzioso cangiava [...]

[...] soavemente la tinte dei pampini e 25 degli olivi, che il riflesso della luna spruzzava di perle. Un coro di grilli saliva dai cespugli: s'udiva il [...]

[...] rumore eguale del ruscello, e un carro, lontano, roteava nello stradale bianco alla luna, sospeso quasi fra la valle e la montagna: e quei rumori [...]

[...] grandi cerchi crepuscolari; il presente si confondeva con l'avvenire, il bisogno ardente di baci impetuosi con la speranza di mangiare un giorno [...]

[...] nello stesso canestro con la donnina bionda e buona massaia. - Ella verrà, - pensava il servo, con un brivido di voluttà. - Se quell'altra indiavolata [...]

[...] ci lascierà soli, io la prenderò e la bacerò così, come un pazzo. Ella ha la bocca fresca come una ciliegia... Il desiderio ardente si smorzava in [...]

[...] un sogno positivo: - Avremo una casetta, un carro, un paio di buoi: ella farà il pane, io andrò in qualche lavorazione per guadagnare di più [...]

[...] poco pietosa d'un accidente sopravvenuto alla giovine padrona: salì fino allo stradale e scrutò la lontananza. Passavano donne e fanciulli carichi [...]

[...] come due spiritate: fra un nembo di polvere grigia apparivano i loro visi rossi, illuminati 27 dal sole del pomeriggio, e i cavalli lucenti di [...]

[...] aveva cacciato il muso entro un cespuglio e si scuoteva tutto. Sabina era molto ben vestita, con un bustino di velluto rosso e la camicia bianchissima [...]

[...] velava la fronte e talvolta anche gli occhi le dava un'aria infantile. Come ella piaceva a Pietro! Gli occhi di lei, chiari e languidi, un po [...]

[...] accorgeva con piacere; ma ad un tratto Maria, rossa e sudata, si volse e gridò sdegnosamente: - Pietro, sei incantato! Potresti venire a legare [...]

[...] . Presto, che il diavolo ti comandi. Allora egli s'arrampicò su una pianta, con un cestino al braccio, e cominciò a staccare le pere. Le due cugine [...]

[...] raccogliere le pere cadute per terra. - Maria, non sgridarmi! Col viso tra il fogliame d'oro Pietro rideva come un bambino. Un momento si fermò e guardò [...]

[...] , scivolando agilmente dal pero. Giunto a terra salutò l'albero spoglio facendo un segno di addio. - All'anno venturo, se vivremo! Maria gli tolse il cestino [...]

[...] . - Ho da dirti due parole, - egli rispose, abbracciando il tronco d'un altro pero. Ella capì, ella sapeva già quali erano queste « due » grandi e [...]

[...] misteriose parole. Ella le attendeva, e avrebbe volato udirle subito. Ma la cugina 30 ritornava. Un fugace rossore colorì il viso pallido [...]

[...] della giovine serva; i suoi occhi languidi brillarono, e la sua voce tremò di desiderio: - Dimmele ora, Pietro... - Un altro giorno, - egli disse [...]

[...] cascata sotto il noce, si lavò il viso e lo asciugò col lembo della sottana. A un tratto ella guardò in alto, lontano, verso il punto ov'era Pietro, e [...]

[...] ingannato. Anch'ella doveva essere ambiziosa come la cugina ricca, ed egli era povero, non aveva casa, non possedeva neppur un carro, un paio di buoi [...]

[...] , un aratro. E Maria, ora che sapeva il segreto del suo cuore, lo avrebbe continuamente deriso. 32 Quasi certo che le due ragazze si beffavano [...]

[...] rimase solo nell'ombra della valle. Anche sull'anima sua era caduto un velo d'ombra. - Ho fatto male a indispettirmi, - pensava. - No, ella non [...]

[...] potrò anche baciarla... Sì, Maria è più bella, ma Sabina è più buona. - Ah, l'altra, - pensò dopo un momento, rivedendo con un impulso di desiderio [...]

[...] la figura voluttuosa della giovane padrona, - come è cattiva! Non ci ha lasciato soli un momento! Vorrei fosse qui, ora; la butterei per terra, la [...]

[...] lavoro, improvvisando una gara estemporanea sulla bellezza delle fanciulle presenti: ma più tardi la gara degenerò in un battibecco personale; dai versi [...]

[...] si venne alla prosa, e verso il tramonto i due poeti rivali si azzuffarono. Solo allora Pietro sorrise, ma d'un sorriso quasi feroce; poi aggiogò [...]

[...] i buoi ad un carro colmo d'uva, slegò il cane, prese il pungolo. Una colonna di nebbia bianca saliva dietro la montagna, sopra i boschi di Monte [...]

[...] Bidde, e un 36 vago umidore errava nell'aria profumata dall'aspro odore dei pampini. L'estremo autunno s’avanzava, annebbiando l’orizzonte e [...]

[...] tingendo di violetto il tramonto melanconico. Varcando il rozzo cancello di rami che dava sullo stradale, Pietro non degnò neppure d'un ultimo [...]

[...] trascinava dietro; ma ogni tanto guardava il giovane servo coi piccoli occhi rossi, dimenava la coda e sbadigliava con un piccolo guaito. - Che vuoi [...]

[...] ! Intanto, andiamo: sta buono. Il cane guaì più forte, sollevò le orecchie, un po' confortato. Non era la prima volta che servo e cane discorrevano [...]

[...] , ciascuno a modo suo, e si capivano. Spesso Pietro gli diceva: - Che differenza c'è tra me e te? Nessuna. Soltanto, io sono un cane che parla. Quella [...]

[...] altro da noi. Chi ci vuol bene? Nessuno. Se Malavide ha un'avventura amorosa, un momento dopo non se ne ricorda più; s'io vado dalla moglie del [...]

[...] bettoliere toscano, il giorno dopo incontrandola non la guardo neanche in faccia, ed ella fa altrettanto. Cane e servo, servo e cane: è lo stesso. A un [...]

[...] tratto, vicino alla fonte sotto lo stradale, Rosa spinosa prese un ciottolo e lo lanciò sulla schiena del cane. Malafede abbaiò dolorosamente, si [...]

[...] innamorata cotta d'un giovane meno miserabile e selvatico di te... Ella mi ha consigliato di dirtelo, e di molestarti e provocarti... - Chi, Sabina [...]

[...] avanzavano, prudenti e gravi nella loro stanchezza taciturna; un gruppo di monelli seminudi, degne figurine del viottolo triste ed immondo, si gettò sul [...]

[...] carro tremolante. - Dà qui un grappolo, dà, un piccolo grappolo! - Va via, va via, - urlò Pietro, destandosi dal suo sogno. I ragazzetti si [...]

[...] del suo cuore, quel segreto che egli non osava quasi neppure confidare a sè stesso. Sciocca, cento volle sciocca! Ah, ella aveva un altro amante [...]

[...] , passava sull'alto del viottolo. Era lei? Ah, vederla, gridarle un'insolenza, un vituperio; chiudere così il breve sogno nato nell'aja, morto nella vigna [...]

[...] ! Ma non era lei. Era la moglie del bettoliere toscano, che passava di lì per caso. - Oh, Pietro Benu, sei tu? Mi dài un grappolo d'uva? - Ma [...]

[...] maritata, ora. - disse la donna; e mentre riempiva il grembiule di grappoli guardava Pietro coi grandi occhi neri cerchiati, pieni di un misterioso [...]

[...] , col suo bastone, il suo berrettone, il barbone rossastro di fiera addomesticata. 42 - Salute, Pietro Benu; stanotte canteremo un po' di [...]

[...] ridi di me, giovanotto! Perchè sono un povero diavolo, mi deridi? Se fossi stato un ricco padrone... - Ma voi siete ricco, padrone mio! - Padrone [...]

[...] . Meno male che non abbiamo bisogno di questa miseria per vivere! * * * Svegliandosi, dopo un breve sonno pesante, sulla stuoia della cucina dei [...]

[...] Noina, Pietro provò una sensazione dolorosa, come se un masso gli premesse 43 il cuore. Era avvezzo a svegliarsi pensando a due occhi dolci velati [...]

[...] da un ciuffo di capelli biondi; ora la buona visione non tornava, non sarebbe tornata più. E invece della luminosità dell'aurora nella valle, lo [...]

[...] circondava l'oscurità silenziosa della cucina; appena un chiarore biancastro irradiava la tegola di vetro infissa nel letto ad uso di finestrino [...]

[...] . Ma ecco un rumore di passi nel cortile silenzioso. Chi è? Zia Luisa che s'alza all'alba, perchè a tal'ora si deve alzare la massaia benestante? La [...]

[...] ancora, ma ogni tanto apriva unun occhio e seguiva con curiosità i movimenti della giovane padrona. Ella aprì lo sportello della porta e la luce [...]

[...] Pietro. Egli intravide i begli occhi di lei, un po' socchiusi e ancora sonnolenti, fissarlo a lungo, e provò un indefinibile senso di benessere. A [...]

[...] rumore monotono della macinina del caffè, e gli parve un rombo risuonante entro il suo cervello. Maria gelosa della cugina povera? Ebbene, perchè no [...]

[...] ? Questo segreto, che la sera prima, nel crepuscolo, nella stanchezza, nel rancore, gli era parso assurdo, ora lo inebbriava come un liquore amaro [...]

[...] . Nel suo desiderio v'era qualcosa di odioso ancora: un impeto di ribellione, una segreta smania di vendetta: meno feroce del primo assalto di [...]

[...] desiderio provato il giorno della raccolta delle pere, ma sempre un po' crudele. - Ella è ricca, è ambiziosa, - pensava egli, ad occhi chiusi, - non [...]

[...] vorrebbe certo sposarmi, ma amarmi perchè no? Son bello, io; sono forte, io. Sì, mi ricordo, un giorno, laggiù nella vigna, la sorpresi a guardarmi le [...]

[...] caffè; la caffettiera brontolava, i carboni accesi scoppiettavano scherzosi. A un tratto ella si alzò e si avvicinò al finestruolo; Pietro aprì gli [...]

[...] sguardo, ma si vergognò ancora del suo desiderio e dei suoi pensieri. Ah, no: una distanza 45 immensa lo separava da lei; egli era un pezzente, un [...]

[...] immondo servo, uno che la notte strisciava lungo i muri per arrivare al convegno con la moglie impura di un bettoliere: Maria era bella e pura [...]

[...] , doveva essere anche buona, era il frutto squisito serbato per la bocca d'un uomo ricco e distinto. - Ti sei svegliato? Stavo per chiamarti. Alzati [...]

[...] diventarono scarlatte per la vergogna. Balzò in piedi, ripiegò la stuoia e fattone un grosso rotolo lo sollevò e lo appoggiò alla parete; poi uscì nel [...]

[...] davanti al tinaccio, e 46 vuotavano entro il pigiatoio i cestini dell'uva scelta. Le chiazze violacee del mosto macchiavano le vesti e il viso un [...]

[...] curvava per veder meglio nel cortile. Intorno al carro colmo d'uva due ragazze e un giovinetto, aiutati un po' da zio Nicola, pulivano i grappoli e li [...]

[...] ; lasciatemi tranquilla... - Ah, tu non avresti parlato così se invece di un vecchio fossi stato un giovane, anche vizioso: ma vedi, ecco un'ape che ti [...]

[...] veniva fuori Maria, con un fazzolettino giallo sul capo. La sua camicia e il suo corsetto verde smagliavano al sole e richiamavano lo sguardo di [...]

[...] , perchè al solo vederla egli si rallegrasse tutto come dopo aver bevuto un bicchiere di vino d'Oliena? * * * ln cucina zia Luisa, col corsetto [...]

[...] è così infelice. Gli piacciono le donne, beve un po' troppo, dopo la sua disgrazia, ma in fondo è un buon uomo. Bisogna compatirlo: anch'io sembro [...]

[...] ereditato un po' dal padre; 49 non sente tutto il decoro della sua posizione; ma è tanto giovane, eppoi è anche furba. Ah, ella farà certo un buon [...]

[...] matrimonio. Eppoi è così istruita! Ella tiene i conti e i registri come un notaio: ella ne sa quanto un avvocato. Senza di lei come avremmo fatto io e [...]

[...] suo padre, che non sappiamo leggere nè scrivere? Ah, sì, - concludeva sempre zia Luisa Noina, - alla sposerà un uomo ricco, magari un laureato, ma [...]

[...] un laureato ricco, non uno di quelli che cercano un appoggio nella famiglia della sposa. A mezzogiorno la pigiatura era finita; il desinare pronto [...]

[...] . Maria mise per terra, nel mezzo della cucina, un canestro colmo di pane e di frumento, e intorno al canestro depose dei piatti concavi, di creta [...]

[...] dàmmi da mangiare quello che mangiano gli altri: dàmmi un po' di quella carne di pecora. 50 Sì, sì: è di pecora, figliuoli miei; credevate fosse [...]

[...] riusciva a far credere a Maria di essersi innamorato stoltamente di lei? No, ella non lo avrebbe scacciato, era troppo furba per commettere un [...]

[...] simile errore: non si scaccia un servo innamorato che domanda solo d'essere compatito. Tutto al più la giovine padrona avrebbe profittato di lui e [...]

[...] avrebbe riso. Le donne si beffavano di lui; egli voleva ridersi delle donne. Ma ad un tratto diventò taciturno e cupo. Curvò la testa, poi la rialzò [...]

[...] sangue: ma non poteva staccare lo sguardo dalla persona di lei. Ebbe però l'accortezza di lasciare i compagni e sdraiarsi in un angolo del cortile [...]

[...] . IV. Per due settimane egli rimase in paese, aiutando zio Nicola a rimettere il vino nelle botti, o lavorando in un orto vicino; poi salì sulla [...]

[...] invitare gli uomini allo scherzo amoroso: Pietro arrossiva ricordando d'essersi per un attimo illuso sulle intenzioni di lei a suo riguardo, e divertito [...]

[...] allegro, però; Zente allegra il ziel l'aiuta, - diceva in italiano. - Una volta avevo le scarpe rotte; e pensai: appena incontro un proprietario, mi [...]

[...] volta lasciò capire di aver sposato zia Luisa senza amore, soltanto per fare un buon matrimonio. - Lei però era innamorata, oh, sì, come è vero Dio [...]

[...] . Io ero povero, sì, ma ero un bel giovine. Non faccio per vantarmi. - Eh, si vede ancora! - lo adulava Pietro. - Bellezza è metà dote, ragazzo mio [...]

[...] sposarsi bene, avere l'amore e la roba, questa è davvero la felicità! - Chi sposerà Maria? - egli pensava sovente. - Il tale, o il tale! Forse un signore [...]

[...] , un laureato, forse un paesano ricco. Non un povero, certo, e tanto meno un servo! Per ora ella non ama nessuno. Questo pensiero lo rallegrava [...]

[...] straniera, non girovaga come la razza di zio Nicola. - Se avessi un piccolo capitale! - desiderava. - Non so leggere nè scrivere, ma il senso [...]

[...] cane. Ma la solitudine non gli dispiaceva: egli vi era abituato, e d'altronde, in quei giorni, un oscuro 58 istinto lo spingeva a desiderare [...]

[...] Francesca da ritenerla degna di cercar moglie ad un giovane onesto. - Sì, lo so; tu vuoi sposare una donna ricca. L'ha detto zio Nicola, l'altra sera [...]

[...] mise sul carro, oltre le sementi, una buona provvista di pane d’orzo, formaggio, olio, patate; e Maria una grossa zucca piena di vino rosso e un [...]

[...] sacco perchè Pietro si coprisse bene nelle notti fredde dell'altipiano ventoso. - E un crocifisso non glielo date? E un rosario? - chiese zio Nicola [...]

[...] portone. - Bada, va a messa a Lollovi, ma non innamorarti di qualche bella lollovese... In altri tempi Pietro si sarebbe un po' piccato per questo [...]

[...] scherzo, perchè le donne di Lollovi sono le più misere del circondario; ora quasi si commosse e non osò guardare Maria. Il padrone lo accompagnò per un [...]

[...] . Addio. - Come è buono quell'uomo! - pensava Pietro. Gli pareva di voler bene a zio Nicola come ad un padre, e quasi quasi sentiva di voler bene [...]

[...] bianche, - segno evidente che la bestia era passata in luogo ove stava nascosto un tesoro, - e il bue rosso trottava pesantemente. Malafede abbaiava [...]

[...] cielo lattiginoso. Sulla punta dell'aratro, capovolto sul carro, il vomero brillava con un tenue splendore d'argento nuovo. Nella lontananza [...]

[...] vaporosa gli occhi lincei di Pietro scorgevano la chiesetta di Valverde, nera sull'orlo d'un dirupo, e più in là ancora la chiesa di San Francesco [...]

[...] all'eternità: in quei giorni, però, era un po' sentimentale, un po' mistico e più credente del solito. Una sera, infatti, quando fu lassù, nel suo [...]

[...] argenteo. Era un luogo desolato: prati melanconici sovrastavano alle chine coperte di folte macchie di lentischio, di ginepro, di cisto selvatico, il [...]

[...] paesaggio, del resto, pareva un deserto mai abitato dall'uomo e vigilato soltanto da una deità selvaggia o dallo spirito di un eremita [...]

[...] sull'orizzonte, ceri lontani accesi da spiriti invisibili: il ginepro esalava un odore d'incenso. Pietro aveva paura come se stesse per morire: una [...]

[...] abbandonato un solo istante. Lontano da Maria, egli aveva istintivamente sperato di dimenticarla; la lontananza, invece, e sopratutto la solitudine [...]

[...] gliela rimettevano dentro il cuore, gliela offrivano tutta, più seducente e bella che mai. Arrivò un momento in cui egli non ebbe più la forza di [...]

[...] combattere la sua passione, che cresceva e si sviluppava nel suo cuore come un innesto su un giovine tronco selvatico. I giorni passavano. Pietro [...]

[...] esalando un odore di erba in fermentazione, egli tirava la corda perchè i buoi non corressero; giunto al basso, ripeteva la giravolta e risaliva [...]

[...] di Lollovi con un canestro colmo di formaggio sul capo e una gallina in mano, attraversavano il sentiero a fianco del terreno lavorato da Pietro [...]

[...] . Un saluto semplice, rozzo, animava per un attimo la solitudine; poi il cavallo si perdeva fra i ginepri, la donnicciuola fra i radi olivastri del [...]

[...] gonfiassero d'umido, e le roccie bagnate diventavano più grigie e tristi. Per quasi un mese, egli non fece altro che smuovere e vincere la terra, e lasciarsi [...]

[...] smuovere e vincere dall'amore. Di sera si ritirava in una capanna; si sdraiava su un giaciglio di fronde o si copriva col sacco datogli da Maria [...]

[...] silenzio della notte, portati dal vento. E una figura di donna, un fantasma di bellezza e di piacere, illuminava e rallegrava i sogni di Pietro [...]

[...] per Sabina; ora volavano verso Maria. In quei giorni, in quelle ore di gioia quasi puerile, egli sperava ancora. Non era più la speranza di un [...]

[...] un giorno sollevare gli occhi fino agli occhi di lei, e spiegarsi con un solo sguardo. Allora cantava, a la sua voce volava lontano, al di là [...]

[...] della valle, perchè giusto in quei momenti di speranza, quando egli tornava puro come un fanciullo e il pensiero di Maria lo faceva arrossire [...]

[...] alla gamba. - E il medico cosa dice? Possibile che egli non trovi un rimedio? - Eh, altro che vorrebbe trovarlo: tanto più che, dicono, vuole [...]

[...] sposare Maria. - Che, il medico? Ah, ah, ah! - Perchè ridi? - Perchè la mia padrona non sposerà certo un medico. - Sposerà il figlio del re, allora [...]

[...] ! - Eh, sì; sposerà un pastore ricco, ecco tutto! Medico o pastore, certo però non avrebbe mai sposato un servo. E Pietro ritornava cupo, ricordando [...]

[...] il suo lungo lavoro. Intorno a lui anche la terra taceva, addormentata in un riposo fecondo. La sera cadeva; grandi nuvole bluastre macchiavano [...]

[...] montagne della costa, donde veniva un rombo di vento che sembrava l'urlo del male: e se un pezzetto di luna gialla appariva fra le nuvole correnti [...]

[...] , Malafede non mancava di abbaiargli contro, forse credendolo l'occhio maligno di un ladro. V. Maria, a quell'ora, dormiva il suo sonno pieno e [...]

[...] accadeva nell'anima di Pietro. Un giorno si parlò di lui anche in presenza di Sabina. Era la vigilia di Tutti i Santi, pochi giorni dopo la partenza di [...]

[...] indietro, con le cocche dei fazzoletti rigettate al sommo della testa. Un dolce tepore riscaldava l'ambiente, e dalla piccola finestra e da ogni [...]

[...] ripulito dalla pioggia e dal vento, si spandeva una frescura, un profumo campestre. Qua e là giacevano rami stroncati dal vento; i tetti coperti di [...]

[...] musco giallognolo fumavano. Verso la montagna gruppi di piccole nubi di un grigio- rosato si scioglievano sul cielo inondato di sole; i galli [...]

[...] : dalla sua bella gola dorata il riso sgorgava come il canto dalla gola d'un uccello. Anche Sabina scherzava e rideva: raccontava che il suo ex-padrone [...]

[...] le aveva fatto la corte e per sedurla le aveva promesso un paio di scarpe. - Molto splendido, davvero! - Aspetta, ora ti racconterò. Io gli dissi [...]

[...] : « Me le faccia dunque vedere queste scarpe ». Ed egli mi fece vedere un paio di scarpe di sua moglie! - diceva Sabina, sollevando ogni tanto la [...]

[...] , guardava se la pentola bolliva e riattizzava con un lungo bastone il fuoco del forno. Mentre le tre donne impastavano la farina con la sapa per [...]

[...] interessante: - Ho visto passare un prete che recava la santa Comunione ad un malato, laggiù, al Corso. Ho domandato chi era il malato grave e mi dissero [...]

[...] ! - Davvero? - chiese Maria. - Sciocchezze, - gridò zio Nicola. - Favole da donnicciuole. - Il marito di zia Tonia era un ladro famoso morì in reclusione [...]

[...] , - affermò zia Luisa. - Dicono che abbia lasciato alla moglie un recipiente pieno di monete d'oro. - Donnicciuole! - rispose zio Nicola, battendo [...]

[...] il bastone contro il forno. - Storielle! Intanto quella povera vecchia ha solo una catapecchia e un pezzetto di terreno con due macchie di [...]

[...] . Sabina, alquanto turbata, la urtò col gomito. - Tu sta' zitta! - Pietro! Pietro! Un corno! E gli altri nipoti, che son forse delle immondezze [...]

[...] ? - gridò zio Nicola, curvandosi per riattizzare il fuoco del forno. - E poi Pietro rifiuterebbe forse l'eredità: l'eredità di un ladrone! È onesto [...]

[...] piccola casa e di un pezzetto di terra, avrebbe ripensato ad ammogliarsi. Sabina sperava. Zio Nicola prese uno sgabello e sedette davanti al forno [...]

[...] , attizzando ogni tanto il fuoco, nonostante le proteste di Maria. Fra le altre cose egli raccontò la storia del marito di zia Tonia Benu, un [...]

[...] un famoso ladro; l'anima sua non fu accolta neppure nell'Inferno, ed ora vaga per il mondo, assieme con altri sette spiriti di preti malvagi, coi [...]

[...] quali talvolta penetra nel corpo di qualche creatura innocente. Una volta, parlando appunto per bocca di un fanciullo indemoniato, disse che per [...]

[...] redimere l'anima sua bisognava offrire mille messe e cento processioni. Basta, certo è stato un ladro astuto, spauracchio di proprietari e di pastori [...]

[...] . Tutto ciò che vedeva era suo. « Passava vicino ad un gregge, adocchiava la più grossa pecora e il giorno dopo questa spariva; pareva che egli [...]

[...] rubasse con gli occhi. Una volta passò vicino ad un ovile e adocchiò una grossa pecora nera di razza spagnuola: il pastore lo vide, e per sottrarre la [...]

[...] pecora nera agli artigli del ladro la uccise, la sventrò e l'appese ad un ramo della capanna. Ma il ladro trovò il modo di farla sparire egualmente [...]

[...] . - Pietro non gode buona fama appunto perchè parente d'un simile avoltoio - osservò zia Luisa, intenta a fare dolci di pasta e di uva passa, ai [...]

[...] aveva colmato di pane e dolci il grembiale. Nella casetta di Sabina la vecchia nonna filava, badando alla piccola mola tirata da un asinello [...]

[...] sempre tirato la mola; la mola ogni giorno sgretolava un quarto di frumento e rendeva così mezza lira: tanto bastava a zia Caderina. Sabina lavorava [...]

[...] e si sosteneva da sè. - Come va? - chiese Maria alla vecchia, mentre Sabina attortigliava uno straccio per farne un cercine. - Si cammina, si [...]

[...] . Sabina e Maria, giunte alla fonte, sedettero su un masso, aspettando che altre donne prima arrivate colmassero le loro anfore. La sera calava [...]

[...] povera? Intanto le donne chiacchieravano intorno alla fontana: una piccola bruna, con un occhio bendato, si lavava i piedi nel rigagnolo e imprecava [...]

[...] contro la padrona lontana; dall'alto del muraglione un monello, arrampicato sul paracarri dello stradale, sputava sulle donne che sollevavano la [...]

[...] testa e gli mandavano energiche maledizioni. Un uomo scendeva alla fonte per abbeverare tre porcelline di latte. Le tre graziose bestioline dal pelo [...]

[...] come un uccello e volare vicino a lui per scrutarne i pensieri! - Se la zia muore, egli tornerà, non è vero? - domandò ad un tratto. - Chi? - Ma [...]

[...] tanto in tanto si confessi e comunichi. - Andate d'accordo con Pietro? - Certo, - disse l'altra, sorridendo un po' sdegnosa. - Egli è un buon servo [...]

[...] ; io sono una buona padrona! - Ma non è bravo davvero? - Sicuro, un bravissimo giovine. Sabina si sentiva tanto felice quando qualcuno lodava Pietro [...]

[...] contentava di così poco, di nulla quasi, ma che poteva diventar felice così facilmente, le destò un senso d'invidia non scevro però di compassione [...]

[...] Maria, pensierosa. - Pietro è un bravo giovine. E poi è anche bello! E poi, se la zia gli lascia il suo avere... - Che mi importa? Io voglio lui [...]

[...] , non i beni della zia! - Ebbene, se lo vuoi prenditelo! Ma parla piano, bella mia! Dopo un breve silenzio Maria riprese: - Ma sei proprio sicura che [...]

[...] vedeva la vecchia nonna che filava ancora e il vecchio asinello che girava sempre intorno alla mola. Maria sentì un impeto di compassione, rivedendo [...]

[...] ; - Stanotte dormirò come un sacco. A domani. - Addio. Addio, zia Caderina. - Addio, - rispose la vecchia, mentre l'asinello si fermava ancora per [...]

[...] interminabile, un lontano sogno di gioia? VI. Pietro ritornò a Nuoro dopo circa cinque settimane d'assenza, e precisamente la vigilia di Natale [...]

[...] servo avrebbe voluto arrivare alla casa dei padroni a notte già fatta. Sentiva un vago timore del primo incontro con Maria; aveva paura che ella gli [...]

[...] cielo basso e plumbeo prediceva la neve; ma Pietro sentiva un calore interno ardergli il petto: le sue mani 82 nere scottavano, una vena gli [...]

[...] , un cerchio ardente gli stringeva la fronte, e la pulsazione continua alla tempia sinistra sembrava il picchiare di un martello che fermava quel [...]

[...] dei suoi padroni. Il roteare del suo carro riempì la straducola con un rumore da torrente. Malafede si slanciò in avanti, con la coda dritta, e [...]

[...] abbaiò. Passando davanti alla bettola illuminata, Pietro intravide, dietro il banco, il viso soave e ardente 83 della bella Francesca, e un [...]

[...] egli avrebbe voluto sacrificare ben altro che un desiderio impuro! Il portone era chiuso: egli picchiò col pungolo, e subito, nel silenzio improvviso [...]

[...] i buoi e rimesso a posto il carro, entrò in cucina, dove Malafede fiutava ogni angolo. - Macchè! macchè! Ho avuto un po' di febbre, queste ultime [...]

[...] ! - esclamò Maria, un po' benevola, un po' beffarda. - Star cinque settimane senza veder l'innamorata... ecco la febbre! Pietro la guardò, ma tosto [...]

[...] chinò gli occhi, tanto il sorriso di lei gli faceva male. Ah, quanto, quanto ella era lontana da lui! Lontana come una donna savia da un pazzo, al [...]

[...] vostro vino, e parlar male di voi domani. Il miglior amico è il servo fedele. Ed anche il cane, non dico: qua' Malavì! Diavolo, sei brutto come un [...]

[...] dunque « chi incontrare alla messa ». Ella dunque non aveva un amante, un fidanzato 86 più o meno segreto. Ah, come ella era buona! Egli la [...]

[...] se viene il diavolo. Accenderemo un gran fuoco, metteremo accanto a noi una bottiglia di vino, e canteremo... - Ma io non so cantare, - osservò [...]

[...] amici miei sono il servo, il cane, il bastone! Sì, anche il bastone! Ecco però un amico che l'anno scorso non avevo! - concluse, rattristandosi e [...]

[...] presenza di lei gli dava un dolce piacere. Non era l'ebbrezza ch'egli provava allorché, pur essendo lontano da lei, credeva di vedersela davanti viva e [...]

[...] occorrerà molto vino per riscaldarlo. Cosa ne dici, tu? » Pietro rispose: « Il mio cuore è già freddo, perchè io sono un povero servo e nessuna donna [...]

[...] mi guarda, e nessun piacere può sorridermi. Io bevo, ma neppure il vino può riscaldare il mio cuore ». « Tu sei un bugiardo e un vanitoso [...]

[...] due cantori. Talvolta zio Nicola, infervorato, si alzava a sedere, e con un cenno della mano indicava a Pietro di non interromperlo: e invece di [...]

[...] volermi bene; ma se sapeste che io penso a vostra figlia vi gettereste sopra di me come un cane arrabbiato. - Eh, anch'io... - disse a un tratto [...]

[...] a memoria; quindi cominciò a distrarsi, e in breve le parole del padrone gli arrivarono confuse alle orecchie, come un ronzìo di api. Tuttavia [...]

[...] . Nascose il viso fra le mani, pensò a lungo: ad un tratto staccò le mani dal volto ardente e fissò come un pazzo, attraverso le dita aperte, lo [...]

[...] che ha fatto testamento in mio favore... È poca cosa, lo so: una casetta in rovina e un pezzetto 90 di terra, ma io venderò subito ogni cosa e [...]

[...] col piccolo capitale metterò su un negozio di buoi. Me ne intendo io, di buoi, sapete. Chi lo sa? potrò fare fortuna. Anche voi, padrone mio, avete [...]

[...] di svagarsi... Ma tu, Pietro! Vergogna! Sembravi un cane, quando sono entrata qui, stamattina: un cane davvero, buttato di traverso sulla stuoia [...]

[...] tua superbia, di non prender per marito un ubbriacone, più ubbriacone di me... - Gesù! - ella esclamò, digrignando i denti. - - me lo mangio [...]

[...] ! Meglio un bandito che un ubbriacone! - Ebbene, - disse a un tratto il servo, guardandola, - io non mi ubbriacherò mai più, te lo prometto! Queste [...]

[...] bettoliere: stette lì a chiacchierare e a difendere i suoi padroni, dei quali il toscano parlava male. Nei giorni seguenti egli lavorò in un orto [...]

[...] ribellato, poichè un servo contadino lavora soltanto la terra, obbediva e si umiliava con gioia, pur di far piacere a Maria. Non sapeva perchè, da [...]

[...] qualche tempo si sentiva buono; talvolta triste, d'una tristezza dolce, ma più spesso allegro come un fanciullo. Certe volte si abbandonava tutto al [...]

[...] , e di giorno in giorno si mutava in progetto, in idea fissa. Egli s'era poi procurato un pettine e uno specchio tascabile, e appena si trovava solo [...]

[...] . VII. Di solito i padroni andavano a letto presto; qualche volta, però, se un bel fuoco ardeva nel focolare, zia Luisa e Maria s'indugiavano nella [...]

[...] cucina, e chiacchieravano con Pietro. Seduta su un'altra scranna, la vecchia padrona filava: la luce gialla azzurrognola del lume ad olio dava un [...]

[...] placido risalto, quasi una tinta di biacca, al suo largo viso bianco. Maria invece, un po' stanca dopo una lunga giornata d'attività, si [...]

[...] rannicchiava in un angolo del focolare, e parlava poco, invasa dal torpore del caldo e del riposo. Così seduta per terra, spesso coi piedi scalzi, ella pareva [...]

[...] . Maria glielo strappò di mano e si mise a ridere. A un tratto però vide che Pietro, improvvisamente ammutolito, le guardava il collo con uno sguardo [...]

[...] quanto una lenticchia, che ella aveva un po' sotto la fossetta della gola. Ella rimise entro l'occhiello il bottone d'oro della sua camicia, ma [...]

[...] nella bettola del toscano. Solo Maria Franzisca con la sua figura di madonna un po' sciupata animava la melanconica osteria: appena vide i due [...]

[...] Pietro. - È un bel giovine, certo! - E io non sono un bell'uomo? Dov'è tuo marito? - È andato ad Oliena per provvedersi di vino. Zio Nicola non [...]

[...] padrone fissava la donna con occhi lucenti, senza curarsi di lui. - Pietro Benu - disse ad un tratto zio Nicola - mi sono scordato di mandarti da [...]

[...] passione, quando l'istinto incosciente lo spingeva a desiderarla con un desiderio quasi crudele. Rientrò e trovò la giovane padrona sola in cucina [...]

[...] sentiva impallidire e tremare, quasi stesse per compiere un delitto: e la tranquillità di Maria, la cui mano si sollevava e si abbassava lentamente [...]

[...] : tutto era silenzio e gelo. Solo il cuore di Pietro ardeva e tumultuava. Egli afferrò un grosso tronco nero coperto di musco gelato, lo sollevò [...]

[...] come il febbricitante desidera un frutto fresco; ma non osava muoversi. Per un po' i due giovani tacquero; poi Maria, vedendo Pietro seduto quasi [...]

[...] bastone di ferro bucato, che serviva per soffiare e attizzare il fuoco. - È vero, si? Vedi dunque, Pietro... Egli fece un segno sulla cenere con la [...]

[...] chiederle un parere. - A chi? A Sabina? E perchè a lei? - domandò meravigliata Maria. Pietro fece un altro segno di croce sulla cenere: in quel [...]

[...] momento egli si sentiva astuto, eppure timido come un fanciullo. 100 - Perchè? Perchè Sabina è parente dell'altra. - Dell'altra? - Ripetè Maria [...]

[...] paura. Oramai erano di fronte: il segreto non li separava più, e un istinto selvaggio animava Pietro come doveva animare l'uomo primitivo davanti [...]

[...] , troppo seria. - tutto questo è pazzia! lo ho riso, così, non per offenderti, ma perchè... ti sei spiegato in un modo curioso! Se tu sei povero, che [...]

[...] volerti bene. - Vuoi bene ad un altro? - No, non voglio bene a nessuno; non penso di voler bene a nessuno. - Dici così perchè non sai cosa voglia dire [...]

[...] diversi... 102 Maria veramente lo guardò con la coda dell'occhio, presa da un vago terrore. Egli s'animava troppo. Era forse diventato pazzo [...]

[...] ? Che pretendeva da lei? Ella lo ascoltava benevolmente, un po' per paura, un po' anche perchè ci provava gusto, ma ora bastava. Egli parlava bene [...]

[...] . Un velo oscurò gli occhi di Pietro. Ella si ritirava; egli non l'avrebbe vista mai più così, sola davanti a lui, nel silenzio e nell'ombra della [...]

[...] , svincolandosi. Egli le recinse la vita con un braccio, avvicinò il viso di lei al suo e la baciò sulle labbra; poi la lasciò. Tremava tutto, e come [...]

[...] ... ti farò mandar via... Tutto era perduto. Era forse meglio andarsene prima di venir cacciato via come un cane. Che avrebbe fatto dopo? Dove [...]

[...] , scusatemi e perdonatemi se ho baciato vostra figlia...Baciata! L'ho baciata! - pensò all'improvviso; E un brivido di voluttà, come non l'aveva sentito [...]

[...] sprofondò in un sogno di amore: aveva qualche cosa da ricordare, e fra il ricordo e il desiderio, entrambi disperati, la sua passione diventava [...]

[...] quest'erbaccia? Vedi, bisogna curvarsi e cercar l'uva come si cerca un oggetto smarrito... ». Si curvava infatti, quando due forti braccia l'avvinsero [...]

[...] veramente baciata, ella confuse l'impressione della realtà con quella del sogno: un senso di dolcezza mai provato le invase il cuore. Ma subito dopo [...]

[...] sopraggiunse la reazione. Pietro Benu, il suo servo, l'aveva baciata! Ella era stata baciata da un servo! Vergogna suprema! Non esistono [...]

[...] guardarla con occhi da padrone e mancarle ogni momento di rispetto. Via, via, cacciamolo via, come un cane appestato... Egli però potrebbe vendicarsi [...]

[...] , incendiare le messi. Un uomo offeso è più temibile della tempesta e del fuoco. Eppoi, non si sa mai, gli uomini sono tanto imprudenti e focosi! Che [...]

[...] farebbe zio Nicola sapendo.... Dio ne liberi, potrebbe provocare uno scandalo, forse un fatto di sangue... Meglio tacere, essere prudenti, evitare i [...]

[...] ... Ora bisognava evitare le occasioni: intanto ella avrebbe trovato un mezzo per farlo congedare senza scandalo. Maria si alzò, aprì la finestra e [...]

[...] stette lungamente a guardare nel cortile silenzioso. Nuvole scure salivano sull'orizzonte e coprivano il cielo freddo e chiaro; un gallo cantava [...]

[...] il viso di un malato. - Egli non ha dormito, - pensò Maria; e suo malgrado, provò pietà di lui. Le parole di Pietro le tornavano in mente. « Non [...]

[...] sono un uomo come gli altri... Perchè son povero?... » - Ecco, egli mi ha baciato qui, proprio qui, - ella pensava. - Egli mi ha baciato perchè [...]

[...] disponevano ad uscire, Maria vestita a festa per andare alla predica.. egli bellissimo in un costume nuovo fiammante. - Dove vai? - ella domandò [...]

[...] considerar Pietro come un suo fervido ammiratore, e non avesse più timore di lui. Del resto, ella non aveva altri adoratori o almeno adoratori coi quali [...]

[...] potesse avere un contatto immediato e pericoloso. Era nota a tutti i ricchi paesani scapoli di Nuoro la superbia della bellissima Maria Noina; tutti [...]

[...] dicevano: - Ella pretende per marito un borghese, un avvocato, non un uomo vestito di pelli. I giovanotti poveri non osavano sollevar gli occhi [...]

[...] fino a lei, e per i borghesi, per gli avvocati, ella non era abbastanza ricca. Solo un proprietario di buona famiglia, Francesco Rosana, paesano [...]

[...] ricco e intelligente, ma assai brutto, guardava con insistenza la bella figliuola di Nicola Noina. Ella lo sapeva, ma per più d'un anno aveva atteso [...]

[...] piaceva di più un giovinotto alto e svelto, ricco pastore, che però doveva sposare una fanciulla orfana, meno bella, ma più ricca di lei. Un giorno [...]

[...] avviò versa la scaletta. Egli la seguì, ma timido e rispettoso. - No, fammi vedere almeno il tuo viso, Maria; vieni un momento in cucina, poi me [...]

[...] andrò... Ella non rispose; Pietro allora, vinto un'altra volta dalla sua passione, la prese per la vita e la trascinò, un po' riluttante, ma [...]

[...] dal lume egli la guardò come un pazzo, così vicina a sè, palpitante e quasi smarrita, ma non osò baciarla: anzi la lasciò e disse: - Ora sono [...]

[...] le dava più timore, ma le procurava un acuto piacere. Bastava mostrarglisi gentile per renderlo mansueto e tremante come un agnello; e perchè non [...]

[...] e di un desiderio che ella non voleva confessare a sè stessa. Pietro era già in piedi, pronto a partire, ma pareva l'aspettasse. - Vado, - disse [...]

[...] stringermi neppure la mano, 115 se vuoi. Ma la mia mano non è sporca, no, Maria! Solo è la mano di un povero, e tu perciò... - Taci, taci [...]

[...] questa la gioia che ella agognava; sentirsi adorata umilmente e supplicata d'un solo sguardo. Pietro le prese una mano, gliela strinse forte: un [...]

[...] rientrò nella casa dei padroni con l'ansia e la febbre di un affamato che cerca di rubare un pane. I padroni però vegliavano e si ritirarono tutti [...]

[...] assieme. Egli attese l'alba, attraverso un sonno pieno di inquietudine e di sussulti. No, non poteva più lottare; non poteva più vivere così. O [...]

[...] ; dimmelo... Ella scosse la testa un po' con sdegno, un po' con tristezza. - Anche se io ti volessi bene... - Ebbene, cosa? - Niente. Egli s'alzò [...]

[...] ; ella s'avvicinò alla porta e guardò fuori; il sole batteva già sul muro del cortile; zia Luisa poteva scendere da un momento all'altro [...]

[...] prometto; ma prima dimmi... - Sì, ti voglio bene. Ma egli non mantenne la promessa. IX. Per qualche mese Pietro Benu visse come in un sogno, al [...]

[...] fiduciosa. Oh, ella non dubitava di lui, ed anch'egli non era geloso, non diffidava, ma si sentiva sempre un po' timido, sempre un po' servo davanti a [...]

[...] lei. Del resto passavano intere settimane senza che essi potessero rivedersi: e rivedendosi davanti a persone estranee, assumevano un contegno [...]

[...] che li separava. Ah, egli lo sapeva bene d'essere un servo, ma sperava sempre! L'amore può far miracoli. - Mia zia ha finalmente fatto testamento [...]

[...] sono di malumore, stanotte. Non badarci. - Anch'io. Non osavano dire ciò che pensavano, ma si scambiavano baci che avevano un gusto di voluttà [...]

[...] parole. Ella era abbastanza intelligente per comprendere che Pietro non era un seduttore: vedeva benissimo ch'egli stesso era stato travolto dalla [...]

[...] passione, l'aveva trascinata con sè, in un vortice pericoloso, spintovi da una forza fatale; tuttavia qualche volta ella si ribellava a questa [...]

[...] potenza misteriosa e incolpava il giovine servo d'essersi fatto amare. - Che vuole da me? - si domandava. - Io non posso sposare un servo... Egli [...]

[...] giorno, mentre in lui la passione diventava calma e profonda, e la sua anima si rasserenava davanti alla luce di un avvenire 121 felice, il [...]

[...] passione. In fondo al suo cuore regnava una nebbia torbida; i sentimenti perfidi dei quali accusava Pietro vibravano invece in lei. Un giorno ella [...]

[...] . Il cielo era azzurro, la valle tutta verde e morbida come una immensa culla di velluto; tutto invitava all'amore, e per un momento Pietro si [...]

[...] pericolo scampato. - Egli crede sempre di potermi un giorno sposare; vuol essere ben voluto dai miei parenti: ed io... io non oso dirgli che è pazzo. Oh [...]

[...] si lava, come un panno alla fontana. Però bisognava prima troncare la relazione 123 disonesta e indegna di lei; ora, subito. Si alzò e uscì [...]

[...] nella loggia sopra la scaletta. Pietro attendeva in cucina, ansioso, fiducioso, buono e carezzevole... Povero Pietro! Per un momento Maria esitò [...]

[...] , s'appoggiò alla ringhiera, sotto il raggio pietoso della luna. Poi rientrò nella sua cameretta e pianse ancora. Perchè egli era un servo? E perchè [...]

[...] sopra di lui. È tempo di finirla. Riassalita da un impeto di collera, Maria ritornò fuori, scese, entrò nella cucina. Pietro aspettava, ancora tutto [...]

[...] dimenticò i suoi perfidi proponimenti: ma da quella sera più che mai, la lotta tra i suoi sensi e la sua ragione si fece aspra e felina. Giunse un [...]

[...] un giorno o l'altro l'avvenire si schiarisse. Di Pietro non aveva più timore: egli era un fanciullo, non un uomo; era anzi un servo, umile e [...]

[...] ! Pezzenti, imbroglioni: uomini di mala fede, che vendono l'anima loro per un pugno di soldi: chi di loro è degno di legar le scarpe di Francesco [...]

[...] precetto pasquale: non aveva la forza di confessarsi, temeva che il sacerdote non l'assolvesse dal peccato di amare e baciare un uomo che ella non [...]

[...] ergersi fra l'oro delle spighe come un papavero fiammante. La valle esultava di messi, all'ombra dei monti selvaggi; il cielo ardeva; i mietitori [...]

[...] del suo riso fondevasi col canto delle quaglie, col trillo delle cicale. Maria stette qualche giorno lassù, nella sua terra, della quale pareva un [...]

[...] dormivano all'ombra delle macchie, dispersi qua e là, stanchi, frustati dalla fatica e dal caldo. Un giorno Sabina, che s'era anch'essa addormentata [...]

[...] con le sue compagne, all'ombra di una macchia, si svegliò di soprassalto, e si guardò attorno. Maria non c'era. Un pensiero, prima vago e informe [...]

[...] settembre un gruppo di fanciulle nuoresi percorreva i sentieri mal tracciati che, attraverso tancas, pascoli aperti e boschi di quercie, conducono [...]

[...] ; alcune intendevano di sciogliere un voto, altre domandare una grazia, le più volevano semplicemente divertirsi. L'indomani si celebrava la festa: gente [...]

[...] di ogni paese del circondario sarebbe salita a Gonare; c'era da vedere, da ballare, da divertirsi. Ciascuna delle pellegrine portava seco un [...]

[...] della festa. Alcune camminavano scalze, per voto; una aveva i capelli sciolti sulle spalle e un cero dipinto in mano. Era Maria Noina, che scioglieva [...]

[...] un antico voto. 128 I lunghi capelli neri le ondeggiavano sulle spalle, inumiditi dalla rugiada: la brezza talvolta glieli scompigliava [...]

[...] annerite da recenti incendi. Qualche fuoco di pastore perduto in quelle solitudini melanconiche appariva misterioso come un fuoco fatuo, come una [...]

[...] pentiti del loro capriccio. A un tratto le ragazze si fermarono, ascoltando. Nel profondo silenzio che precedeva l'alba s'udiva il trotto di parecchi [...]

[...] cavalcioni di piccole achettas (1), apparvero e circondarono le ragazze ferme fra le stoppie. Nella carovana si distingueva fra tutti un giovane paesano [...]

[...] erranti, o i boriosi hidalghi spagnuoli. Era infatti un principale, cioè uno di quei ricchi paesani che formano tutta una razza caratteristica [...]

[...] , vantano una certa nobiltà di sangue, ed anche un po' di coltura. - Salute, le nuoresi, - cominciarono a gridare i sopraggiunti, fermando i cavalli [...]

[...] vicino alle fanciulle. - Salute, Nuoro! - Volete venire in groppa? Volete da bere? - chiese un vecchio galante, piegandosi su un fianco per estrarre [...]

[...] occhi avidi; ma incontrando lo sguardo un po' malevolo e beffardo di lei, si fece timido, si raddrizzò in sella e rallentò il freno alla cavalla [...]

[...] . 132 - È brutto, è brutto. Ha gli occhi belli, ma non guarda mai in viso: ha il naso che sembra il becco d'un avoltoio. - Chi disprezza [...]

[...] , la chiamava, l'aspettava 133 lassù sulla montagna, avido e avvincente come un avoltojo. Così ella seguiva sognando le sue compagne, senza [...]

[...] rosee di sole, sul cielo azzurro. Le ragazze s'inginocchiarono e fecero una breve preghiera. Maria trasse di tasca un pettine, e aiutata dalle [...]

[...] , formavano quasi una processione. Sotto le quercie nane, nel bosco un po' arido e selvatico, risuonavano mille voci; dall'alto arrivavano grida di [...]

[...] fra la calca, in mezzo a un gruppo d'uomini che ammirandola oltre il necessario le rivolgevano frasi galanti e scherzavano a proposito dei suoi [...]

[...] chiesa le fanciulle deposero i loro fardelli e sedettero a piedi d'un albero. Maria guardò se vedeva Francesco, ma fra i numerosi cavalli legati agli [...]

[...] alberi gettavano ombre rade sulla china sparsa di macchie aride di cespugli grigiastri; fra queste ombre e queste macchie tutto un popolo si agitava, e [...]

[...] lanciavano scherzi grossolani alle ragazze che passavano; donne di Tonara, strette fasciate in un ruvido costume, insensibili al sole e ai rumori [...]

[...] l'anima dei fieri paesani: e l'acquavite odorava con un profumo di fiore fatale. Maria e le compagne mangiarono, e poi indossarono la tunica e si [...]

[...] . Appena raggiunta la vetta, le ragazze nuoresi entrarono nella vecchia chiesa, già gremita di fedeli, e Maria potè appena aprirsi un varco tra la [...]

[...] ho portato un cero di tre libbre... Maria di Gonare, sii lodata... Non seppe dir altro, sebbene nel cuore le tremasse un'onda di preghiera. Ma non [...]

[...] amare colui che la fissava ardentemente, lì, pochi passi distante; ma non osava. Tre sacerdoti vestiti di bianco e d'oro intonarono la messa: un [...]

[...] variopinte, e attraverso la porta spalancata, in un quadro di luce vivissima, vedeva altra folla, altra folla ancora, stretta, pigiata sulla [...]

[...] spianata della chiesa e sui dirupi intorno. Ella non aveva mai veduto uno spettacolo più imponente, un quadro più luminoso e colorato, neppure nei giorni [...]

[...] , spingendosi verso il sacrista rosso, i suoi capelli sfiorarono il suolo. 140 Francesco non cessava un momento di guardarla, e talvolta i loro occhi [...]

[...] sacre in onore della Madonna, con un motivo melanconico che pareva il lamento di un popolo abbandonato. Sas roccas distillan perlas, Sas mattas [...]

[...] . XI. Appena uscita dalla chiesetta, Maria raccolse i capelli in due grosse treccie, che attorcigliò sulla nuca, e s'avvolse la testa con un [...]

[...] assieme fino alle roccie, un po' al di sotto della spianata, e trovarono un gruppo di Nuoresi intenti a guardare i cavalli che correvano nel [...]

[...] le spalle con un braccio e le disse: - Guarda: quel villaggio qui sotto è Sarule; vedi quel bosco più in là? Due anni fa, io ci stetti tre mesi, in [...]

[...] un po' di nebbia; la giornata si guasta. Ma un altro anno verremo assieme, non è vero? Ella non rispose. Le compagne di viaggio le si avvicinarono [...]

[...] presso un masso calcareo, sul quale si appoggiavano alcune donne di Alà; altre avvolgevano in pezzetti di carta e serbavano religiosamente alcuni [...]

[...] pizzichi di polvere che raschiavano dal masso. - Qui, - spiegò una vecchietta, cieca di un occhio, - qui s'è appoggiata Nostra Signora Santissima [...]

[...] . - disse ad un tratto; - meno male che tu mi sostieni... Rosa s'ispina, in groppa a un ronzino montato da un vecchio paesano, guardava ogni tanto [...]

[...] all'ombra di un boschetto di quercie. - Guarda, - disse Rosa a una compagna, additandole Maria e Francesco, - fanno all'amore in modo scandaloso [...]

[...] la cifra; era insomma un giovine distinto, un uomo ricco, e Rosa poteva ben schiantare d'invidia. Inoltre le tancas vastissime che circondano la [...]

[...] fanciulle. Queste, sedute in groppa ai cavalli un po' stanchi, si abbandonavano mollemente sulle spalle dei giovanotti, i quali stringevano loro la mano [...]

[...] , che finalmente ho il coraggio d'aprirti tutto il mio cuore. - Parla, - ella rispose semplicemente. La voce però le tremava alquanto, e un velo [...]

[...] scacciato, tornava sempre nell'anima sua. E un impeto di pietà e di umiliazione la assalì: pietà per lui, umiliazione per sè che si era abbassata [...]

[...] ad amare un servo. Che avrebbe detto Francesco Rosana se avesse saputo?... Siccome ella taceva, il giovine le strinse la mano, sollecitando la [...]

[...] risposta. Ella si morsicò il labbro inferiore, guardò lontano, e per un istante ebbe l'idea generosa di confessare la sua passione disgraziata; ma [...]

[...] , - ella disse con serietà, - io ti ringrazio molto dell'onore che mi fai, ma capirai che non posso subito darti una risposta. Lasciami un po [...]

[...] quel disgraziato servo... Ella chinò il viso, e due lagrime di dolore caddero sul suo seno commosso. Ma fu un istante. Già si scorgevano le prime [...]

[...] , con un bel mandorlo, un melograno, un pergolato. Ti piace? 148 - Non l'ho mai visitata, la tua casa. - ella rispose, guardando le finestre [...]

[...] annunziò che Maria ritornava, seduta in groppa alla cavalla di Francesco Rosana. Un lieve rossore colorì il viso scialbo di zia Luisa: poi ella si [...]

[...] sentì giustamente assalita da un impeto di gioia. 149 - Salude sos festaresos, - salutò, agitando il fuso. - Non smonti dunque, Francesco [...]

[...] Rosana? - No, è tardi, - egli rispose, aiutando Maria a smontare. - Verrò un altro giorno. - Ebbene, ti degnerai almeno di attendere un momento [...]

[...] ? Accetterai un bicchiere di vino? - Portate pure. Zia Luisa andò verso la cucina, e Maria rimase ancora un momento sola con Francesco. - Fra due [...]

[...] quindici giorni, Maria ne chiese altri sette per decidersi. - Ancora! - disse Francesco, quasi offeso. - Ma questo è un martirio. Egli credette [...]

[...] ogni giorno le vicine o il bettoliere curioso vedevano arrivare una donna di servizio, che teneva sul capo un canestro ben coperto da un [...]

[...] tovagliolo bianco. - Sarà un canestro di frutta, - diceva il bettoliere, scacciando le mosche dalla sua botteguccia. 151 - No, saranno dei biscotti [...]

[...] qualche cosa. Perchè poi, dopo tutto, non si sa nulla: non si sa se si sposano o no. - Maria ha domandato un mese di tempo per decidersi, - diceva il [...]

[...] bettoliere, che pareva molto ben informato. - Non si capisce perchè quella donna non si decida. Ma voglio dirglielo. Un giorno infatti egli entrò [...]

[...] . Francesco Rosana si consuma, aspettando la vostra risposta. - Come sapete ciò? - chiese l'altra, meravigliata. - Me lo ha dello un uccello! Anche gli [...]

[...] anch'egli la notizia? Un lieve, involontario spavento l'assalì. - No, no. - disse, versando il grano polveroso nella sacca del bettoliere. - Io non [...]

[...] ricco, così simpatico, così (1) Coperti dl zucchero. 152 gentile? Sembra un cavaliere vestito in costume, - cominciò ad adulare il toscano [...]

[...] Francesco, e consigliavano Maria d'accettarlo per sposo. Intanto Pietro aveva compiuto il suo anno di servizio e rinnovato il contratto per un [...]

[...] perchè Maria rivolgesse il suo rancore contro Francesco; quel ricordo destava in lei un tumulto di passione e di rimorso, la incatenava al passato, la [...]

[...] ricadeva nei suoi sogni ambiziosi. Vennero i giorni della vendemmia. Pietro ritornò in paese, e a mala pena ottenne da Maria un breve colloquio [...]

[...] fermò un momento, poi la pregò di ritirarsi, di mettersi a letto e di curarsi. Ella s'avviò barcollando: quando fu vicina alla porta si volse e disse [...]

[...] : - Pietro, bisogna esser prudenti, in questi giorni ho rifiutato un grosso partito, e mio padre 154 e mia madre sospettano che io abbia [...]

[...] vederla durante la notte, - pensava Pietro. - Ed ora passerà tanto tempo... No, egli non poteva proseguire la strada. Si fermò in un podere, raccomandò [...]

[...] ad un contadino il suo carro ed i buoi, legò il cane perchè non lo seguisse, e rifece la via... Camminava quasi incoscientemente, come un [...]

[...] ella fare? Per un attimo ebbe l'idea generosa di rivelare a Pietro tutta la verità: ma il coraggio le mancò. Mentì ancora, mentì sempre. - Ma non [...]

[...] l'avidità di un affamato. Ella non potè resistere; lo baciò e pianse disperatamente, e così il loro ultimo bacio fu macchiato dalle lagrime del [...]

[...] novembre, passò di là un giovane contadino nuorese che gli portò un cestino di provviste. 157 Pietro lo invitò ad entrare nella capanna ed a [...]

[...] del vento, o il latrare del cane? Pietro non seppe: udì un urlo, poi un rumore stridente, come d'una sega che gli aprisse il cranio, che gli [...]

[...] penetrasse fino alla gola, al collo, alle viscere... Le sue labbra si chiusero, fredde e pesanti come labbra di marmo; i suoi occhi videro l'ombra d'un [...]

[...] mostro che gli si avventava addosso per strozzarlo. Fu un attimo. Il viandante non finiva di pronunziare la sua frase « come, non lo sapevi? » che [...]

[...] . - Senti, tu! Mi dimenticavo. Io volevo stasera ritornare a Nuoro per un mio affare; se zia Luisa t'interrogherà, le dirai che io ero già partito [...]

[...] verminosa va a sbatterla contro una pietra, un tronco, un ostacolo qualunque. Bisognava camminare, vedere, cercare un sollievo peggiore del male [...]

[...] . Per un buon tratto di strada Pietro camminò così, spinto da un impulso cieco: le tempie gli battevano forte, gli pareva di udire un galoppo di [...]

[...] un sentimento di profonda tenerezza. In meno di due ore attraversò e risalì la valle: correva, ansava, smaniava: gli pareva di andare verso un [...]

[...] luogo pericoloso, per salvare Maria da un incendio, per strapparla ad un destino abbominevole. Stendeva le braccia in avanti, e stringeva i pugni [...]

[...] quasi per misurare la sua forza ed esercitarsi per la prossima lotta contro un nemico ignoto. Tutti gli istinti dell'uomo primitivo risorgevano in lui [...]

[...] . - Lo ucciderò... lo strozzerò, lo getterò a terra come un albero schiantato dall'uragano. Lo ucciderò, lo ucciderò!... Per lungo tratto di strada [...]

[...] del sonno e del riposo e dei delitti... - Dove, dove vado io? - si domandò Pietro. Un soffio di vento veniva giù dall'Orthobene nero; gli battè [...]

[...] alle spalle, gli gelò il sudore, lo avvolse tutto come in un lenzuolo funebre. Sì, dove andava? Fra pochi istanti sarebbe arrivato, sarebbe [...]

[...] » cercherò di rientrare e di riveder Maria. Bisogna prima intenderci con lei: poi vedrò che cosa conviene fare. Ma d'un tratto udì un respiro ansante, un [...]

[...] confondevano nella mente. - Se lo trovo là lo uccido; mi getto sopra di lui come un cane arrabbiato, - pensava. - È meglio che aspetti fuori; non [...]

[...] . All'improvviso un quadrato di luce rossastra tremolò sulla via, davanti al portone che si apriva: un uomo uscì, si fermò un momento, finì di dire qualche cosa [...]

[...] fermò anch'egli sul quadrato di luce, e vide come in un sogno la figura di Maria. Ella teneva la candela in mano; vedendo Pietro impallidì e lo [...]

[...] forse abbandonato del suo rivale... Sentiva un desiderio feroce di urlare, di rompere e devastare tutto intorno a sè; avrebbe voluto prendere un [...]

[...] una mano, non sollevò gli occhi. Il dolore lo paralizzava. 163 - Tu sembri un cadavere - disse zia Luisa, guardandolo con uno sguardo meno [...]

[...] stesse, zia Luisa filava, zio Nicola stringeva il bastone fra le gambe, Maria volgeva le spalle, riordinando alcuni bicchieri in un vassoio deposto sopra [...]

[...] il forno. Ma Pietro provava l'impressione di trovarsi in un mondo nuovo, in un luogo triste e quasi lugubre: gli pareva di esser morto; sì [...]

[...] , qualcuno lo aveva percosso con una pietra, sul cranio, e l'aveva ucciso; il Pietro che ora respirava in lui era un altro, e riviveva in un luogo di [...]

[...] morte e di dolore. - Sì, tu sembri un cadavere. - ripetè zia Luisa. - Prendi subito un po' di chinino. Avrai fame, anche. - Vi dico che ho la febbre [...]

[...] : non ho fame. - Febbre d'amore, - disse zio Nicola, battendo sul pomo del bastone una tabacchiera di corno turata con un pezzo di sughero [...]

[...] ! Se hai la febbre, coricati, - disse il padrone. - Ma almeno un bicchiere lo bevi, eh? Dà qui da bere, Maria. Voltati dunque; oh che vedi ancora la [...]

[...] tutto il resto della sua vita per trovarsi solo con Maria e domandarle la spiegazione di quello che a lui pareva un abbominevole mistero. Ma ella [...]

[...] stesso e se ella mi domandasse perdono... Non sapeva perchè, pensando a lei egli si sentiva debole come un bambino; ma d'improvviso udì nuovamente [...]

[...] come un lontano galoppo di cavalli, una fiamma gli bruciò il viso, una nube rossa gli passò davanti agli occhi. Uccidere, uccidere! Bisognava uccidere [...]

[...] qualcuno, bisognava bere un po' di sangue umano per estinguere la sete terribile che gli bruciava la gola. 165 - Stanotte strangolo zio [...]

[...] servo. Pietro trasalì: parve svegliarsi da un sogno. - Che c'è'? - Buone notizie, - disse zio Nicola, con voce ironica. - Ora te la racconto [...]

[...] . Spiegò un gran fazzoletto turchino, lo scosse sul fuoco, poi si soffiò rumorosamente il naso. - Sì, buone notizie, almeno si dice così. - Prendi [...]

[...] aveva sperato d'ingannarsi! - Come si fa? - proseguì zio Nicola. - Si poteva aspettare ancora, si poteva sposare un bel giovane; ma alle donne [...]

[...] , oramai, credi pure, piacciono gli uomini brutti. Tu sei un bel giovane, per esempio; ma credi tu che piacerai alle donne? Passati quei tempi, bello [...]

[...] nominato Francesco Rosana? Giovane ricco, spaccone, consigliere comunale. 166 È vero che Maria poteva sposare un borghese, un medico, un avvocato [...]

[...] ; ma gli avvocati, dice zia Luisa, sono spiantati. Dunque, sai tu chi ha fatto la domanda di matrimonio? Indovina un po'. Pietro sollevò il capo [...]

[...] riusciva a nascondere una certa soddisfazione vanitosa. - Benissimo, - proseguì, levandosi la berretta e rimettendosela un po' a sbieco sul testone [...]

[...] Pietro credeva di sentire ancora la voce sommessa di lei: la cara mano si posava ancora sulla sua... Tutto il resto era un sogno crudele. Ma d'un [...]

[...] tratto la voce mutava; diventava quella d'un uomo, una voce alquanto nasale che pronunziava parole ricercate; sì, il rivale stava lì, seduto [...]

[...] davanti al fuoco, un sogghigno di scherno gli sollevava il labbro superiore, l'ombra 168 del suo profilo acquilino vagava sulla parete come il [...]

[...] profilo d'un uccello di rapina. Maligne visioni apparivano: ecco, zia Luisa rideva di gioia; il suo insolito riso aveva qualcosa di lugubre, quasi [...]

[...] sparivano, il fuoco si spegneva a poco a poco. E nella penombra rossastra si delineava un gruppo: un uomo e una donna avvinti, con le labbra unite. Erano [...]

[...] galoppo lontano di molti cavalli, un rumore di pietre cadenti su pietre; e il sangue gli velò ancora gli occhi. Un lieve rumore nel cortile lo [...]

[...] richiamò in sè. - È lei? Oh, se venisse, se mi dicesse: è tutto un sogno, Pietro: eccomi, son tua ancora... Ella non venne, ma bastò questo momento di [...]

[...] , ed ella ha cominciato ad amarlo... Francesco è brutto, - pensò poi, - ma è istruito, è astuto, sa parlare come un avvocato. Chissà quali arti [...]

[...] e lagrime: di questo ho bisogno. Di nuovo un rombo di rovina gli risuonò entro le orecchie, e una nuvola di sangue gli passò davanti agli occhi [...]

[...] zia Luisa, gli diede un po' di chinino e lo incitò alla partenza. - Anche Maria ha avuto la febbre, stanotte. Non ha riposato per niente. - Febbre [...]

[...] sana. Per via Pietro fu ripreso dalle sue smanie. Dunque Maria si nascondeva: era decisa a non accordargli più un colloquio. Come fare? 172 [...]

[...] vecchia: « per le nozze di Maria faremo il pane col grano che tu semini » e un barlume di speranza gli rischiarava la mente. - C'è tempo, dunque [...]

[...] selvaggi sembrava la statua dell'odio. Egli odiava tutti: zia Luisa, la grassa adoratrice del denaro, per la quale un uomo povero era un essere [...]

[...] impeti d'odio, che gli ricordavano i suoi primi giorni d'amore quando aveva desiderato Maria con l'ardore selvaggio di un predone, la passione to [...]

[...] sognava un corteo di nozze che attraversava l'altipiano e calpestava il grano nascente: egli s'adirava, prendeva un fucile e colpiva lo sposo. Una notte [...]

[...] , poi, sognò una lunga strada grigia fra due siepi nere: una via senza fine, che attraversava tutto il mondo. Egli la percorreva, con un fascio di [...]

[...] egli non sapeva dove era diretto. Laggiù, in fondo, dove il cielo scuro confinava con le siepi nere, si nascondeva un fantasma terribile come i [...]

[...] ... Una notte egli ritornò in paese: questa volta però non lo spingeva un impulso cieco, ma un desiderio angoscioso di riveder Maria, di muoversi [...]

[...] speranza che aprisse Marla; un barlume 175 infatti illuminò la facciata della casa, al di sopra del muro del cortile, ma subito si spense: nessuno [...]

[...] venne ad aprire. Senza dubbio Maria, uscita nel cortile, indovinando chi era che picchiava, si era ritirata senza aprire. Un impeto di rabbia assalì [...]

[...] riconosciuto. Anche la casetta delle sue parenti era circondata da un cortile aperto: le due vecchie vegliavano ancora nella cucina appena [...]

[...] illuminata da un fuocherello di sarmenti. Pietro conosceva la casa a menadito: salì cautamente la scaletta esterna ed entrò nella cameretta da letto che [...]

[...] chiarore vago del sentiero silenzioso: egli sollevava l'arma e sparava. Un grido interrompeva il silenzio pauroso della valle; poi di nuovo tutto [...]

[...] come l'anima d'un delinquente; camminava su pei sentieri selvaggi, ora bui, ora illuminati da un chiarore azzurrognolo di luna fuggente. Anche [...]

[...] folta e inesplorata. E riprese il lavoro. Gli pareva di essere un altro, di essersi svegliato da un lungo sogno 177 - Come ero stupido! - pensava [...]

[...] parenti a lasciarci sposare, e invece... invece sono stato stupido come un fanciullo... Ma guai, guai! Io ero simile al cane che dorme: voi mi [...]

[...] sua gita a Nuoro, e si avviò verso una capanna di contadini nuoresi che lavoravano un terreno limitrofo al terreno seminato da lui. Voleva [...]

[...] domandare in prestito un acciarino e farsi dare un tizzone ardente. La notte era fredda e buia; già dai monti di Orune la tramontana gelata soffiava con [...]

[...] impeto pazzo. Pietro trovò i contadini riuniti intorno ad 178 una fiammata di ginepro, al cui profumo si fondeva un odore di grasso arrostito [...]

[...] . Il fumo riempiva la capanna, scossa da un vento furioso che pareva volesse portarla via: i contadini, seduti accanto al fuoco, facevano arrostire [...]

[...] . - Che odore di carne rubata, - disse Pietro, prendendo un tizzone. E stava per andarsene, ma i contadini dissero: - Se non accetti il nostro invito [...]

[...] ? Solo i padroni devono mangiar bene? Pietro rimase. I contadini dissero d'aver rubato la pecora da un ovile poco distante. Ma uno esclamò: - No, è [...]

[...] venuta fin qui; pareva dicesse: « prendetemi e mangiatemi ». Mangia, Pietro Benu; hai un viso d'affamato. Perchè diventi così magro? Non ti danno [...]

[...] da mangiare i tuoi padroni? Poi parlarono di Maria. - Ah, se l'avessi qui, - diceva uno dei contadini, che mangiava come un antropofago, strappando [...]

[...] carabinieri, urtandolo col calcio del fucile. - Se sei innocente si vedrà. Egli dovette avviarsi: gli pareva di fare un brutto sogno. Rifaceva la [...]

[...] strada tante volte percorsa così dolorosamente, e imprecava come un dannato. - Sono dunque maledetto? - si domandava. - Chi mi ha scomunicato? Che [...]

[...] diranno i miei padroni quando sapranno? E lei? Mi crederà davvero un ladro? Ad un tratto incontrarono il padrone della pecora, il quale aveva [...]

[...] offeso. Bobòre, te lo giuro, come è vero Dio. Lasciami libero: io sono un uomo perduto. - Pietro, - disse il pastore, - Io ti credo, ma non ho [...]

[...] colpa se ti hanno arrestato. Io sono un povero diavolo: è la terza pecora che questi demoni qui mi hanno rubato; ora non ne potevo più. I contadini [...]

[...] liberazione. Zio Nicola, avvertito, si mise in moto: andò dal giudice, consultò un avvocato. - Che volete, - rispose l'uomo della legge. - i cavilli [...]

[...] darsi attorno. Ma verso sera Pietro fu dalla camera di sicurezza condotto in carcere. Vi rimase tre mesi. * * * Pietro sapeva benissimo che un [...]

[...] enorme. Di giorno in giorno cresceva nel suo cuore un tumulto di ribellione e di cattivi istinti. V'erano giorni in cui egli credeva di impazzire [...]

[...] Noina gli mandavano qualche volta un po' di cibo e bottiglie di vino: zio Nicola spinse la sua benevolenza fino ad ottenere un colloquio col [...]

[...] casa Noina e assistere alla felicità degli sposi lo rendeva folle. Qualche giorno dopo fu introdotto nella camerata di Pietro un nuovo prigioniero [...]

[...] , non nuorese. Era un giovane svelto, sbarbato, con una fisionomia da ragazzo maligno e intelligente. Si chiamava Zuanne Antine. Appena entrato nella [...]

[...] volesse scegliersi un compagno, un amico, e Pietro fu quello. - Dimmi, - gli chiese l'Antine, - hai tu rubato davvero? - No. - rispose Pietro. - Hai [...]

[...] si raccolsero intorno, silenziosi e attenti, animati da una fiamma di curiosità morbosa. Anche Pietro sentiva il suo cuore palpitare, acceso da un [...]

[...] scarpa, una lettera del famoso bandito Corbeddu, che gli dava un appuntamento su una cima dei monti d'Oliena. Gli altri carcerati provarono un [...]

[...] . - Questo è un uomo! - disse, battendo due dita sul foglio. E parve volesse aggiungere qualche cosa, ma improvvisamente tacque e si fece cupo. - Ah [...]

[...] cui egli si dedicò con intensità profonda, gli rese meno lunghe le ore, lo assorbì, lo confortò. Un vecchio guardiano, al quale l'Antine dava qualche [...]

[...] bicchiere di vino, fornì ai carcerati l'occorrente per scrivere, e un sillabario e qualche numero di giornale. In pochi giorni Pietro fece [...]

[...] pensava a Francesco Rosana con un delirio d'odio: pronunziando il nome del rivale digrignava i denti. Accusava Francesco persino della sua presente [...]

[...] andato poi in cerca di fuoco dai contadini, coi quali l'avevano arrestato. Una rabbia cupa e concentrata, un rancore profondo, un istinto di [...]

[...] dice: - Arrangiatevi, figli miei; ognuno per sè e Dio per tutti! Peggio per chi non si arrangia! - Ma, - osservò un giorno Pietro, - non basta aver [...]

[...] più che quasi tutti mettevano in pratica la teoria dell'Antine; molti erano ladri, malfattori, delinquenti; parlavano un linguaggio impuro e ogni [...]

[...] loro parola esprimeva un sentimento immorale; di taluni il solo alito pareva avvelenasse l'aria fetida del carcere. E respirando quest'aria, Pietro [...]

[...] sentiva il suo cuore indurirsi, le sue idee corrompersi, quasi fermentate da un maligno lievito. Egli capiva istintivamente che un enorme [...]

[...] all'Antine la sua passione disperata; ma non osava. In fondo in fondo egli conservava un barlume di speranza. S'immaginava che un ostacolo qualunque [...]

[...] liberato! Avrebbe potuto fare, tentare qualche cosa: avrebbe pregato, minacciato, ucciso... L'ultima settimana che passò in carcere fu un continuo [...]

[...] qualche corvo dal grido rauco. - Non v'è Dio? Non v'è Dio! - pensava il carcerato. - Se ci fosse non farebbe soffrire così un innocente! Un giorno [...]

[...] disse l'Antine. - Ti proporrò un affare. Sta' allegro, divertiti e ricordati di me. Quando Pietro rivide le note strade gli parve destarsi da un [...]

[...] prigionia e dal dolore, egli s'avviò a casa Noina. Maria non c'era; zia Luisa lo accolse un po' freddamente, e gli annunziò che le nozze della figlia [...]

[...] erano vicine. - Rientrerai al nostro servizio? - ella chiese. Ho sentito dire da Francesco ch'egli ha bisogno di un servo. Pietro fremette. Servo di [...]

[...] Francesco Rosana? Mai! - Dov'è Maria? - egli domandò. - Non so: credo sia andata alla novena... Bevi Dunque, Pietro: sei bianco come un agnello [...]

[...] . Bevi; il vino ti ridonerà un po' di colore. Verrai alle nozze? Egli bevette, ma il vino gli parve veleno. Uscì e attese Maria girovagando attorno [...]

[...] giungere il fidanzato, felice e sicuro; bastava un po' di coraggio per gettarsi sopra Francesco e strangolarlo. E poi ancora il carcere, la reclusione [...]

[...] superiori della casa spandevasi un forte profumo di dolci e di liquori; sui tavolini, sui letti, sulle sedie, su tutti i mobili stavano 193 [...]

[...] era un continuo via vai di gente; ogni momento il portone s'apriva per lasciar entrare donne in costume, attillate, che recavano sul capo torte e [...]

[...] entrava nella dispensa e vuotava il grano, riponeva le torte, e nei recipienti da restituirsi ai donatori metteva un bel pezzo di carne bovina, un cuore [...]

[...] di pasta dolce e di mandorle ed altri pasticcini in forma di uccelli, di fiori, di triangoli. Una ragazza dal capelli rossi, seduta davanti ad un [...]

[...] il frumento ed il vino: - Zia Maria Rosana una torta di mandorle. - Il signor Antonio Maria Zoncheddu un presente di grano. 194 - Donna [...]

[...] Grazia Casula un presente di grano e un gallo... presto, scrivi svelta, Caderinè; sembri una gatta morta. Cederinedda scriveva con calma e non [...]

[...] in quei giorni aveva l'obbligo, per lei intollerabile, di non far niente: tutta vestita a nuovo, con una camicia bianca come la neve, un [...]

[...] fazzoletto a fiorami, e un cordoncino nero intorno al collo, ella se ne stava seduta accanto ad un braciere colmo di brage e chiacchierava con le parenti [...]

[...] questo « fare splendido » della madre: anzi a un certo momento attirò zia Luisa nella camera attigua e le disse: - Ma lasciate che prendano quel che [...]

[...] confessare a sè stessa che, dopo il fidanzamento di Maria, la speranza e la pietà avevano di nuovo acceso in lei la fiamma di un amore pronto al perdono [...]

[...] ed all'oblio. Per un tacito accordo il nome di Pietro non era più stato pronunziato fra lei e Maria; e Sabina 196 scusava la ricca cugina per [...]

[...] Maria aveva un giorno ricevuto, per mezzo del bettoliere toscano, una lettera, con la quale Pietro la supplicava di dargli un convegno. « Tutte le [...]

[...] sere, alle undici, io passerò davanti al tuo portone; aprimi, se hai ancora un cuore di donna ». 197 Ella non aveva risposto, non aveva aperto [...]

[...] . Forse domani neppure verrà: sarà stato uno scherzo di Tatana a Sabina. Ma intanto aveva paura e suo malgrado un pensiero poco pietoso le [...]

[...] attraversava la mente: - Ah, non potevano tenerlo dentro ancora un po'? Come c'è stato tre mesi poteva starci quattro. Non per desiderargli del male... ma [...]

[...] suo cuore, guarito dal terribile male dell'amore, sonnecchiava con dolcezza, come un convalescente. - No, - ella diceva a sè stessa, - non devo [...]

[...] rendere un centinaio di scudi, e Maria, 198 restando presso i parenti, avrebbe goduto meglio la sua felicità. C'era l'utile e il dolce [...]

[...] inghiottire qualche goccia d'acqua, poichè doveva comunicarsi durante la cerimonia nuziale; poi si vestì, e calzò un paio di stivaletti lucidi, che [...]

[...] le strinsero un po' i piedi, ma glieli resero piccoli ed eleganti. 199 Per qualche momento ella stette a guardarseli con compiacenza [...]

[...] infantile, poi chiamò Sabina e sollevò alquanto le sottane. - Guarda come sono bellini i miei piedi, - le disse, con la sua solita voce un po' ironica [...]

[...] incrostati di madreperla, dipinti sulla testiera del magnifico letto, si tinsero d'un riflesso d'aurora. Nel cortile garrivano le rondini, i galli [...]

[...] con stivalini lucidi! Che ne pensi? Sabina sorrise, un po' sdegnosa. Possibile che Maria non avesse altre preoccupazioni, quella mattina? Perchè [...]

[...] era così leggera? Beata lei che poteva dimenticare, e vivere di piccolezze! Ma no; ad un tratto il bel viso calmo e sorridente della sposa si [...]

[...] pensavi? Tira un po' la coperta, così: ecco il cuscino. Non s'è visto mai un più bel letto di sposi. - Pensavo... Francesco vuol condurmi al suo [...]

[...] . Ritornò nella sua camera e cominciò a preparare le vesti da sposa. Intanto zio Nicola e un fratello di zia Luisa erano andati a prendere lo sposo per [...]

[...] , sebbene d'una diversa bellezza: la notte di Gonare. E glielo disse, avvicinandosele, carezzevole, e aggiustandole con mani un po' tremanti il nastro [...]

[...] del ricco grembiale. - Che matto! - ella rispose, dandogli un colpettino sulla mano, con la medaglia d'oro del suo rosario di madreperla. - Andiamo [...]

[...] gli occhi. Il corteo nuziale fu ordinato da zia Luisa. 203 - Prima voi, - ella disse, consegnando ad un bambino e ad una bambina in costume [...]

[...] fanciulla, ma legata eternamente ad un uomo che non amava. Eppure non si sentiva infelice; ma un arcano sentimento di paura le faceva battere il [...]

[...] cuore. E inoltre temeva di veder da un momento all'altro ricomparire la figura minacciosa e dolente di Pietro Benu. Ma il corteo arrivò felicemente in [...]

[...] d'un Padre Eterno dipinto sulla volta: un Padre Eterno che pareva un vecchio pastore sardo, circondato di nuvole verdiccie. Maria si raccolse [...]

[...] qualche piatto che si frantumava con 205 fracasso. Quest'atto, che ha un significato, e non si compie davanti alle spose vedove o non vergini [...]

[...] , solo, schiavo tradito e dimenticato... Un sudore freddo gli bagnava la nuca; le tempie gli pulsavano; il desiderio di ritornare in paese e di recarsi [...]

[...] diresse al luogo fatale. Un impulso cieco lo spingeva: egli s'avviava verso la casa del Noina come l'assassino ritorna nel luogo ove ha commesso il [...]

[...] delitto. Arrivato davanti al portone esitò ancora un momento, poi scosse la testa col suo solito gesto sprezzante ed entrò; ma si fermò sotto la [...]

[...] tettoia. Era circa la una: il sole inondava il cortile; dalla cucina usciva un acuto odore di carni arrostite e di caffè tostato. S'udivano risate [...]

[...] cucina, sedersi al suo posto di servo? I ricordi gli affluivano al cuore, con impeto angoscioso; per un momento egli rivisse nel passato, ricordò [...]

[...] il primo convegno d'amore, e strinse i denti quasi per reprimere un grido di rabbia e di dolore. Una donna apparve sulla porta della cucina, con in [...]

[...] mano un gran piatto bianco che scintillò al sole. - Oh, Pietro, - ella salutò gaiamente. - buon giorno. Vieni avanti. Vieni su. - C'è molta gente [...]

[...] Nicola e gli mise una mano sulla spalla. Il padrone, già mezzo brillo, si scostò e fece sedere Pietro accanto a lui; poi gli pose un piatto davanti [...]

[...] e gli disse qualche parola. Pietro non capì: non vedeva, non udiva nulla; gli pareva d'esser penetrato in un luogo sconosciuto, tra una folla di [...]

[...] ricamata; un fazzoletto scuro, dipinto di rose e di giacinti, le avvolgeva la testa. Era bellissima, e Francesco, ebbro d'amore e anche un po' di vino [...]

[...] zio Nicola: - ora mi alzo e ti bastono. Maria volse rapidamente gli occhi in giro, guardò per un attimo il viso ridente di Pietro, poi abbassò le [...]

[...] che un giorno gli pareva impossibile persino in sogno, ora accadeva davanti ai suoi occhi. Dunque era vero! Tutte era finito per lui; tutto [...]

[...] . tutto era passato... Ed egli non reagiva! A momenti sentiva ancora entro le orecchie quel rombo 210 lontano che pareva un galoppo sfrenato di [...]

[...] cavalli, e un velo sanguigno gli cadeva sugli occhi. Ma solo Sabina badava a lui, e s'accorgeva dello sguardo selvaggio che egli rivolgeva agli sposi [...]

[...] guarda! I suoi occhi sembrano di vitriolo: mi fanno paura. - Che hai, cuore mio? - le chiese un giovinotto. - Perchè sei così pallida? Che hai [...]

[...] e parlavano, con le labbra lucenti di grasso, gli occhi lustri, le mani sollevate; barzellette amene, frasi equivoche guizzavano da un capo [...]

[...] all'altro della mensa; qualcuno imprecava. Ritto accanto alla sposa, col volto color rame a metà lumeggiato da un raggio di sole, un pastore alto, dai [...]

[...] capelli rossastri e la barba selvaggia, tagliava destramente a piccoli pezzi un bel porchetto arrostito. Il coltello a serramanico, che il pastore [...]

[...] decoro e Maria per dispetto; sì, ella cominciava a stizzirsi nel veder Francesco bere un po' troppo. Pietro ne avrebbe certamente riso. Il largo piatto [...]

[...] sposa respinse con grazia la forchetta che Francesco le porgeva. - Non ho voglia: basta. Ma egli le mise in bocca un pezzetto di rognone: ella [...]

[...] dovette mangiarlo, ma si stizzì alquanto. - Va, lasciami in pace! - Maria, ti ho offeso? - egli le chiese, fingendo un grave dispiacere. - Maria [...]

[...] , appannati dal vino e dal desiderio. A un tratto si sollevò e disse in italiano: - Evviva l'amore! - e baciò prima una vecchia parente sedutagli [...]

[...] accanto, poi Maria. Di nuovo tutti risero e applaudirono. - Com'è allegro quel Francesco; un mattacchione. - disse zia Luisa alla sua vicina di tavola [...]

[...] liquori; le donne che servivano a tavola si fermarono dietro le sedie degli invitati, e presero parte alla conversazione. Ed ecco, ad un tratto, un [...]

[...] giovane istranzu, cioè d'un paese vicino, si alzò, col bicchiere in mano. Tutti s'aspettarono un brindisi, ma il giovinotto sollevò il bicchiere, mosse [...]

[...] d'Arborea, di un poeta sardo: Cando s'amore cun sas frizzas d'oro Sa prima olta m'hat fertu su sinu... - Che matto, - disse Maria, nascondendo [...]

[...] il viso nel tovagliuolo, per non lasciarsi scorgere a ridere. - È ubbriaco. Zio Nicola s'alzò, fece un cenno al giovane istranzu, e questo tacque [...]

[...] presenti a rispondergli, poi fece un brindisi agli sposi e inneggiò al « santo matrimonio e alle sue gioie ». Rispose un giovine poeta estemporaneo [...]

[...] cantadores, 214 due vecchi contadini e un fanciullo, Pietro e un giovine proprietario. Questi due ultimi parlavano a voce bassa, senza por [...]

[...] mente ai poeti. - Sì, - diceva Pietro. - ho un piccolo capitale e fra poco comprerò dei buoi che rivenderò. Ho anche un socio, un proprietario assai [...]

[...] ricco; hai tu qualche coppia di buoi da vendere? Il possidente non si meravigliava che l'ex-servo possedesse un « piccolo capitale ». Pietro non [...]

[...] denaro necessario, ma combineremo lo stesso. Dove hai le vacche? - Nella Serra. Come si chiama il tuo socio? - Giovanni Antine: un giovane svelto [...]

[...] cosa: ecco tutto. Egli mentiva, e non sapeva perchè; ad un tratto s'alzò, rise, gli parve d'esser diventato allegro. - Andiamo giù anche noi [...]

[...] Pietro. - Un tempo tu sapevi suonare, - gli disse con serietà. - Suona, Pietro. Pareva gli domandasse un favore molto triste; ma egli neppure rispose [...]

[...] allora, infastidito. 216 - Ebbene, al diavolo la fisarmonica: cantiamo, - propose un ballerino anziano, un bell'uomo roseo dalla lunga barba nera [...]

[...] senza vita pareva a Sabina la mano di un morto. Tre giovanotti riuniti nel centro del cortile intonarono a voce il motivo del ballo sardo: la nota del [...]

[...] tenore, d'una sonorità selvaggia, pareva venir di lontano, da una foresta primordiale, ove un fauno s'era svegliato cantando. Intorno ai cantori [...]

[...] ; qualche giovinotto emetteva di tanto in tanto un grido selvaggio, di gioia un po' beffarda, e i cantori proseguivano il loro strano: Bimbaràmbàra [...]

[...] cessarono; molte persone partirono. Francesco attirò Maria in un cantuccio: sedettero ed egli le prese una mano. Il moto del ballo e la digestione [...]

[...] avevano fatto svanire la mezza sbornia dello sposo: ora egli tornava ad esser galante 217 e innamorato, ma coi suoi soliti modi insinuanti e un [...]

[...] ), annodando e snodando sette volte le cocche d'un fazzoletto e stringendosi poi la mano, dandosi del voi e chiamandosi compari e comari; nelle camere di [...]

[...] stendevano i primi veli rosei del crepuscolo: non un alito di vento, non un canto di uccello, non una nuvola, turbavano l'armonia melanconica e dolce [...]

[...] di quell'ora, e gli sposi si sentivano vagamente turbati. Maria era diventata un po' pallida; i suoi occhi sembravano più grandi del solito. - Ti [...]

[...] diverti? - domandò Francesco, palpando con un dito le pietre degli anelli che coprivano le mani di Maria. - Se non mi diverto oggi, quando potrei [...]

[...] così, un po' languida e stanca, con gli occhi smarriti, rivolti al cielo roseo! No, nessun re della terra poteva esser felice come in quel momento [...]

[...] vaga, che sembrava il riflesso del cielo e forse era il riflesso d'un sogno triste... Pietro intanto era risalito nella stanza ove zio Nicola [...]

[...] s'ostinava a tentare ancora qualche verso. - I tempi cambiano, - disse il contadino anziano dal viso roseo e la barba nera. - Un tempo si cantava fino [...]

[...] divertirsi. Le nozze sembrano funerali. - Ho anche osservato una cosa, - disse il pastore che aveva trinciato il porchetto arrostito. - Un tempo si usava [...]

[...] . - Voglio baciarla io. - esclamò il contadino, battendo le mani. - È vero che bisogna baciarla mentre le si fa un dono. Il dono io gliel'ho già fatto, ma [...]

[...] . - Un corno! E che non è usanza antica? Sua madre, quando si sposò, fu baciata da tutti gl'invitati. 219 - Vuoi farmi un piacere? - disse [...]

[...] , - disse poi al giovine proprietario. - Addio, zio Nicola. - Come, te ne vai, Pietro? Bevi almeno. - Ebbene, date qui. Egli bevette un bicchiere di vino [...]

[...] forte, poi si avviò, seguito dal suo nuovo amico. Nel cortile si fermò un momento, ridendo; sentiva una dolce vertigine, e gli pareva che dentro [...]

[...] di Pietro. Egli taceva e la guardava. Per la prima volta s'accorse che la giovine donna, della quale soltanto la voce un po' rauca riusciva [...]

[...] curvato sul banco e quando ella si sollevò le fece un cenno cogli occhi. Ella contava gli spiccioli e fece cenno di sì. Fino a tarda sera Pietro e [...]

[...] sembrava un urlo di angoscia dispettosa. Tutta la notte egli fece baldoria. Maria Franzisca lo attese a lungo, e quando egli arrivò ed ella lo [...]

[...] accolse ubbriaco fra le sue braccia, lo sentì gemere e lamentarsi come un malato. XVI. Passarono due mesi. In casa Noina tutto era rientrato [...]

[...] Maria conservava una scatola colma di biglietti di banca e un piccolo cestino di monete; tutte le donne dei principali nuoresi la guardavano con [...]

[...] non era un pastore: era un possidente ed aveva una discreta rendita; ma siccome il bestiame e i pascoli (tancas) rappresentavano la sua più grossa [...]

[...] . Queste vacche pascolavano liberamente tutto l'anno nelle ubertose tancas di Francesco; si abbeveravano nell'acqua corrente d'un ruscello [...]

[...] mi manca niente. Mio padre ora sta bene, mia madre anche: entrambi vanno d'accordo ed amano Francesco come un loro figlio. Tutto va bene; l'annata [...]

[...] sposa, sollevando la testa per infilare l'ago: - ma verrà anche quella! È presto ancora: due mesi appena! Verrà, verrà... E provava un impeto di [...]

[...] appannati, quasi coperti da un velo di pudore. * * * Una mattina di maggio i due sposi montarono dunque a cavallo e presero la via dell'ovile. Era la [...]

[...] stendevano verdi e fiorite; sulla pianura, arsa d'estate e pantanosa d’inverno, ondulava alla brezza una vegetazione selvaggia, un mare d'erbe alte, di [...]

[...] coprivano le macchie; il puleggio e la rosa selvatica imbalsamavano l'aria tiepida e pura. Le montagne lontane circondavano il panorama come d'un [...]

[...] ; benchè non fosse tormentata da mosche, si sbatteva la coda ora su un fianco, ora sull'altro, annusando l'erba ogni volta che Francesco rallentava [...]

[...] quale i narcisi e la menta esalavano un profumo eccitante, apriva le narici e fremeva tutta; e rispondeva con un nitrito se qualche vacca [...]

[...] solitudine e d'azzurro, le davano un torpore voluttuoso di sogno. Tra le fratte coperte di rose selvatiche ella udiva gli uccelli trillare d'amore [...]

[...] 228 e violacee, che parevano nate dai fiori, incrociarsi e amarsi pazzamente per l’aria; e un filtro d'amore, un desiderio indistinto la [...]

[...] quali, coperto da alti rovi e da quercie selvaggie, insinuavasi un sentiero che pareva un antro. La capanna e le mandrie, fatte con muri a secco e [...]

[...] sgabello, finchè arrivò il servo pastore, verso il quale ella nutriva un'istintiva antipatia. Era un grosso e rozzo giovanotto dal nome duro: Zizzu [...]

[...] Croca, e dal nomignolo poco rassicurante: Turulia (1) - una figura da uomo primordiale, con grossi occhi azzurri iniettati di sangue, in un viso nero [...]

[...] giaciglio, - vi (1) Nibbio. 230 farò un letto più bello del vostro letto di sposi. Io dormirò fuori, sotto la siepe, o costruirò un'altra [...]

[...] capanna: qui, in quest’angolo, faremo un bel giaciglio di felci, sulle quali stenderemo il materasso, i cuscini e le coperte che arriveranno da Nuoro [...]

[...] . Infatti s’avviò verso il ruscello, sulla cui riva le felci spiegavano i loro ventagli dentellati, ne falciò un mucchio e prima di portarle nella [...]

[...] capanna lasciò che il sole ne assorbisse la rugiada. Verso mezzogiorno arrivò il servo con un carro carico di roba: materassi, cuscini, coperte [...]

[...] , animavano la solitudine divina del bosco, nei cui ceruli sfondi, dietro le roccie e i muricciuoli verdi di musco, il cielo pareva un mare lontano: un [...]

[...] mare di sogni. Francesco Rosana aveva un sentimento istintivo della natura. Col suo modo d'esprimersi un po' affettato, diceva alla sua giovine [...]

[...] nel paradiso terrestre. Quante volte ti ho desiderata, qui, quando ero scapolo. Ah, vedi, mi pare un sogno ora... E la stringeva a sè, quasi pauroso [...]

[...] elastica e giallognola, ella lo estraeva, lo metteva entro un piatto concavo, gli dava, lisciandolo con le mani bagnate, la forma di una grossa pera [...]

[...] e lo gettava nell'acqua fresca; poi ne cominciava subito un altro. Francesco ed il pastore eseguivano anch'essi, col cacio così ridotto, graziosi [...]

[...] dei parenti. Francesco provava un certo gusto nell'eseguirli. Maria preparava il pranzo, ed il pastore veniva ammesso alla mensa patriarcale [...]

[...] brezza e indorate dal sole, sopra un letto di fieno o di margherite, davanti a quegli sfondi così azzurri e luminosi che davano l'illusione di un [...]

[...] Francesco leggeva un numero arretrato della Nuova Sardegna, o il poema sardo « Su Triunfu d'Eleonora d'Arborea » del poeta Dore di Posada. La [...]

[...] Maria preparava la cena: poi, se la sera non era troppo fresca, i due sposi vagavano ancora un po' qua e là. Qualche lucciola brillava, immobile [...]

[...] sull'erba, come un misterioso fiore notturno, e pareva riflettesse lo splendore verdognolo delle prime stelle tremolanti sul cielo ancora violaceo. Tutto [...]

[...] addormentata. * * * Così i giorni passavano. Uno dei pastori, il più giovine, un ragazzo malaticcio e silenzioso, recava ogni sera a Nuoro il prodotto [...]

[...] qualche viandante nuorese s'indugiava un momento nel loro ovile. Però Turulia, il pastore anziano, litigava spesso con Francesco per cose da nulla [...]

[...] 235 sotto un riparo di frasche, a pochi passi dalla capanna, e vigilava come un cane. Una sera, nel ritirare le vacche, Francesco si accorse che [...]

[...] vedeva ai suoi piedi il viottolo assiepato e più in là un angolo del sentiero che attraversava la tanca limitrofa. A un tratto le parve di udire i passi [...]

[...] di un uomo in fondo al viottolo; credendo fosse Francesco, si sporse alquanto, ma non vide nessuno: i passi cessarono. - Franziscu? - ella chiamò [...]

[...] . Nessuno rispose. Allora Maria sollevò gli occhi, e guardando di nuovo verso la tanca vicina vide un uomo alto e svelto che attraversava [...]

[...] rapidamente il tratto di sentiero che si scorgeva dalla roccia. Ella credette di riconoscerlo, e se un fantasma le fosse apparso in quell'istante non le [...]

[...] riconoscerlo anche al chiaro di luna e in lontananza. Ma dopo un momento ella si scosse, guardò ancora, ascoltò. Niente, nessuno. La pace infinita [...]

[...] . - Vedrai che non si ritroverà. Ah, la finiremo male con Turulia; egli è veramente un nibbio. - Che colpa ne ha lui? - Che colpa? Glielo [...]

[...] ). Altri giorni passarono: da tre settimane gli sposi trascorrevano la loro luna di miele nella pace dell'ovile; zio Nicola era venuto un giorno a [...]

[...] trovarli; un altro giorno eran venute le parenti di Francesco. Il tempo mantenevasi sereno; il cielo conservava quella limpidità luminosa che [...]

[...] talvolta, in Sardegna, diventa implacabile e fatale; già l'erba ingialliva, l'acqua dei ruscelli diminuiva sempre più. Un giorno anche Sabina, in groppa [...]

[...] al cavallo del servo giovinetto, venne a trovare gli sposi. - Ti faccio sapere che ho un pretendente, - disse a Maria. E accorgendosi subito che [...]

[...] un'ombra passava negli occhi della giovine sposa, si affrettò a soggiungere: - Sì, lo conosci, è un contadino, Giuseppe Pera; non è bello, ma è buono [...]

[...] sdraiò fra l'erba, e nel silenzio profumato del bosco udì gli sposi ridere e baciarsi sotto un albero. Ricordò i baci di Maria e di Pietro, lassù [...]

[...] , lo amava più che mai; perchè egli non ritornava a lei, ora che Maria dava i suoi baci ad un altro? XVII. Il giorno dopo altre due vacche [...]

[...] attese. Si sentiva un po' inquieta per l'affare delle vacche, ma sperava che tutto procedesse come l'altra volta e che Francesco non la lasciasse sola [...]

[...] , un anno era trascorso, dopo le ultime mietiture... Quante cose in un anno! Come s'invecchia presto! Sì, l'anno scorso ella era sventata e [...]

[...] trascorsa. La sera cadeva, dolce e profonda, una sera quasi estiva; il cielo aveva già perduto la trasparenza primaverile: incurvavasi un po' denso e [...]

[...] diventava sempre più nero sotto il cielo 241 cinereo, e Francesco non tornava. A poco a poco, ai pensieri dolci e vaghi seguì in Maria un sentimento [...]

[...] dell'ovile abbaiò: il suo latrato di cane giovane, chiaro come una voce umana, riempì per un momento il silenzio profondo della sera calda. Maria si [...]

[...] tanca, saltò la muriccia, varcò un altro prato: il suo turbamento cresceva, il cuore le batteva violentemente. - Francesco? Francesco? Silenzio. Un [...]

[...] punto rosso brillava in lontananza. Ella si diresse verso quel punto; ogni tanto si fermava, sembrandole di udire voci e passi umani. Un cane [...]

[...] abbaiò, un altro rispose in lontananza. - Francesco deve essere tornato all'ovile: non ci siamo incontrati. Ho fatto male a muovermi. Ma giacchè era [...]

[...] avviata, proseguì verso l'ovile di Antonio Pera. - Antoni, Antoni, - cominciò a gridare. Il punto rosso per un momento si spense; una figura nera [...]

[...] Maria tremava tutta, assalita da un tremito nervoso. 243 - Non aver paura; forse han trovato le traccie dei ladri, e tardano per questo. - Come [...]

[...] di star sola un momento, vado e guardo se posso trovarlo. - Va, va, per l'anima dei tuoi morti, va! Il pastore s'allontanò a grandi passi. Maria [...]

[...] descriveva un semicerchio rossastro al di fuori dell'apertura della capanna: sopra la nera linea dei boschi tremolavano le stelle brillanti. I cani [...]

[...] l'ovile di Antoni: Maria barcollava e il pastore doveva sostenerla. Nella capanna trovarono un pastore anziano, il quale persuase Maria a riposarsi ed [...]

[...] ovile e non ti ritrova proverà un po' d'inquietudine. Sdraiati qui, su questo sacco. Antoni andrà ancora in giro, io veglierò. Non aver paura; chi [...]

[...] , vedrai. Sta tranquilla. Verranno! Ah, se ciò fosse! Se tutto non fosse che un brutto sogno! Ora tutto taceva; l'oriente s'imbiancava, il bosco [...]

[...] propose. - Aspetta almeno che sorga la luna. 249 Ella chinò ancora la testa e s'assopì. Le parve di aver dormito appena un momento, ma quando [...]

[...] s'avviò. La luna, al suo ultimo quarto, illuminava le tancas con un barlume giallognolo, quasi funereo. - Se anche zio Andria s'è allontanato deve [...]

[...] essere accaduta una disgrazia, - pensò Maria. E d'un tratto sentì un coraggio supremo animarla: affrettò il passo, varcò la muriccia, s'inoltrò nel [...]

[...] bosco e seguì il piccolo sentiero sul quale la luna, attraverso i rami della quercie, gettava un ricamo giallognolo, un chiarore vago e triste [...]

[...] come attraverso un bosco tenebroso. Non piangeva più: voleva sapere, voleva convincersi: il suo maggior dolore era l'incertezza. 250 Arrivò [...]

[...] davanti alla capanna e si fermò qualche tempo ad ascoltare. La radura taceva; tacevano i prati d'un grigio verdastro sotto la luna: taceva il bosco [...]

[...] , dov'era il cancello. Le pareva di udire, a intervalli, una voce lontana; attraversò il letto del ruscello, dove correva un filo d'acqua gialla sotto lo [...]

[...] sentiero assiepato. 251 Allora si mise a correre, s'inoltrò nel sentiero ed arrivò allo svolto, sotto le roccie dalle quali un giorno aveva creduto [...]

[...] teneva per le braccia, s'avanzò e cadde in ginocchio. Francesco Rosana era là, steso sull'erba calpestata, col viso quasi tutto nascosto da un [...]

[...] ; e l'allodola proseguiva il suo canto, e dall'alto delle roccie solo la luna pareva vigilasse il cadavere, come un cero funebre. XIX [...]

[...] un sogno spaventoso. Qualcuno piangeva silenziosamente, cercando di nascondere le lagrime, che non stanno bene negli occhi di un uomo coraggioso [...]

[...] ; nessuno osava parlare forte, e i gridi e i singulti delle donne riunite in cucina giungevano affievoliti, come da un luogo remoto. E fuori il sole di [...]

[...] maggio splendeva, avvolgendo con la sua gioia la casa tragica, dove tutti soffrivano come dentro un luogo di pena. Nella cucina si svolgeva la ria [...]

[...] penetrava un filo di luce, e un sottile raggio di sole si ostinava ad entrare per una fessura del finestrino, descrivendo una striscia di pulviscolo [...]

[...] nel vuoto e andando a finire in un occhio d'oro sulla parete opposta. In fondo alla cucina, nell'angolo più buio, stava la giovine vedova vestita di [...]

[...] nero, con un costume preso a prestito da una vicina: era pallidissima, aveva gli occhi gonfi; sembrava invecchiata di vent'anni, stordita da un [...]

[...] lo hanno ucciso come un agnello, - rispondeva Maria; e piangeva, e ricominciava a raccontare alla nuova venuta, come già l'aveva dovuta raccontare [...]

[...] spaventosa lezione; tuttavia una specie d'accompagnamento di singulti e un triste mormorio si levava ogni volta che Maria parlava. Nell'angolo [...]

[...] dormisse: zio Andria quando non vide tornare nessuno, si allontanò un momento, esplorando anch'egli i dintorni. Dice che gli parve di udire un grido [...]

[...] ; quando ritornò verso la capanna Maria era già uscita... - Lo so, lo so, - disse l'altra; - ma egli non doveva lasciarla sola un momento. Così ella non [...]

[...] ad ogni versetto le donne rispondevano con un coro di gemiti, singulti e grida. Maria diventò livida: le sue labbra ed i suoi occhi si chiusero; e [...]

[...] s'accoccolò dietro l'uscio. Non piangeva, non si guardava attorno: un pensiero fisso e tetro le offuscava gli occhi già così dolci. Nonostante la perizia [...]

[...] tragedia, e sentiva la triste verità. Colta da un altro svenimento, Maria fu portata nella sua camera e stesa sul suo letto. In cucina allora le donne [...]

[...] poetica. Le prefiche erano due: la balia e una zia del morto; la prima era una piccola vecchia vestita di nero, con due grandi occhi azzurri in un [...]

[...] di pugnale bucarono il tuo cuore come si buca un pezzo di sughero: settanta anni ed altri sette duri la pena di colui che ti ha ucciso a [...]

[...] sostenuta nei giorni prima, seguiva in lei un accasciamento quasi morboso. Le pareva d'essere ancora nella tanca, accoccolata entro la capanna dei [...]

[...] dall'assassino; il coltello si affondava nelle carni dell'infelice, il suo sangue sprizzava lontano... Un buio misterioso e denso come un velo nero [...]

[...] carezze. Come egli era stato buono! 261 Sì, avevano ragione le prefiche: egli era stato buono come un agnello, e come un agnello era stato [...]

[...] figura di Pietro Benu, in una chiara sera di maggio, nello sfondo del sentiero che attraversava le tancas... Egli aveva in mano un coltello e [...]

[...] procedeva cauto come un bandito... Nei suoi sogni tormentosi Maria faceva ipotesi spaventevoli: Pietro aveva ucciso il servo, poi, col pugnale di questo [...]

[...] fingevano amici... Un delirio di sospetti, di dubbi, di pensieri atroci, di rimorso e di terrore, la tormentò per giorni e giorni. Ma le sue labbra [...]

[...] focolare venne riacceso, zio Nicola, serio e triste come un 262 vecchio fauno annoiato, riprese le sue gite, le sue visite alle bettola, i [...]

[...] , avanzandosi. Un vivo rossore colorì il viso pallido di Maria: Pietro prese uno sgabello, sedette e la guardò fisso. - Perdonatemi, - egli disse [...]

[...] ?... - Sì, - ella ricominciò a raccontare, ripetendo la triste lezione, della quale oramai non cambiava più una parola, - sì, me lo hanno sgozzato come un [...]

[...] . Anch'egli la guardava, ma i suoi occhi erano freddi e indifferenti, e Maria sentiva in cuore un grande sollievo. Pensava: - Sì, egli non mi ama [...]

[...] più; mi ha da lungo tempo dimenticata. Il mio dubbio è stato un delirio. Pietro era mutato anche fisicamente; sembrava più alto, più vecchio [...]

[...] . Ma a misura che ella raccontava lentamente, con voce bassa, ancora un po' rauca per il lungo 265 pianto, e rievocava con particolari [...]

[...] una pietà quasi infantile, un desiderio di pianto, e gli occhi vitrei s'accendevano come al riflesso del fuoco. Maria lo guardava e sempre più si [...]

[...] , fosse quella d'un uomo indifferente o quella d'un amico pietoso, non era la fisionomia d’un colpevole. Ella aveva sognato. Dopo quella sera egli [...]

[...] ritornò spesso dai suoi ex-padroni. Un giorno anzi acquistò da Maria, che aveva ereditato solo una parte del patrimonio di Francesco, alcuni tori e [...]

[...] un pajo di buoi. Per combinare l'affare egli venne in compagnia di un giovine istranzu, Zuanne Antine, che presentò come suo socio. A proposito [...]

[...] giovine vedova. Anche con zia Luisa andavano d'accordo. Un giorno ella gli domandò: - Ebbene, come vanno i tuoi affari? Dicono che tu sii bene avviato [...]

[...] far correre il giovine! Ho avuto la fortuna d'incontrare un uomo che mi vuol bene, e che ha voluto in me non un servo, ma un socio. Cammino per [...]

[...] conto suo ed un pochino anche per conto mio. Vado qua e là, per tutti i paesi del circondario, tanto per guadagnare la vita... - Come stanno le tue [...]

[...] ?... Zia Luisa, venite, datemi un litro d'olio. Presto, la padrona m'aspetta, e poi devo andare a casa mia, dove m'attende il fidanzato. - Tu [...]

[...] chinò gli occhi. - Pietro, - disse con voce tremante, - devo chiederti un piacere. Da tanto tempo desideravo parlarti a quattr'occhi. Senti. Sono [...]

[...] dormo, colta da sogni spaventosi: sarà un delirio, ma non posso liberarmene. Un pensiero terribile mi tormenta. Senti, Pietro: per l'anima dei tuoi [...]

[...] sulla palma un rosario nero; ma non osò guardare Pietro. Siccome egli taceva, dopo un momento di ansia ella sollevò gli occhi e lo vide così pallido [...]

[...] ... - Sì, ti credo, - ella rispose convinta. E sospirò: le parve d'essersi liberata da un incubo. Pietro lasciò libera la mano di lei, si rimise la [...]

[...] non sarai mai più mia: io per te sarò sempre un servo... - Taci, taci... - ella supplicò. - Non parliamone più. Egli s'alzò e la guardò ancora, così [...]

[...] ... Vedi come tremo... come un bamboccio... Tremo, perchè il dolore che tu ora mi hai dato supera 270 tutti gli altri... Ah, no, non credevo [...]

[...] passò oltre. La fanciulla lo seguì con lo sguardo e scosse la testa. * * * E l'indomani mattina Sabina si recò ad un appuntamento che il suo [...]

[...] presunto fidanzato le aveva chiesto. Diceva a sè stessa: - È tempo di pensare ai fatti miei: Giuseppe è un buon giovine, e qualunque ragazza della mia [...]

[...] in questa vana passione? Ma per quanto ella fosse mite e ragionevole, un segreto desiderio di vendetta la spingeva. Il suo spasimante era fratello [...]

[...] della chiesa. Eccola... Sabina si scolorì lievemente in viso; mille pensieri le attraversarono in un attimo la mente. La cerimonia proposta da [...]

[...] Giuseppe è, per il popolino nuorese, valida quasi quanto il matrimonio: orribili sventure castigano lo spergiuro. - Lasciami pensare un momento, - disse [...]

[...] Sabina ritirò la sua mano, che la stretta del giovine aveva riscaldato, si sentì triste fino alle lagrime. Ella non si pentiva del giuramento, ma un [...]

[...] velo funebre copriva l'anima sua, un tempo così serena e buona. XXI. Passarono cinque anni. Ai primi del 1902 morirono, l'una dopo l'altra [...]

[...] mutano le cose di questo mondo! - dicevano le vicine invidiose. - E le cose passate si dimenticano! Infatti Pietro non era più un servo, ma un [...]

[...] negoziante che faceva fortuna; e tutti lo rispettavano, anche perchè egli era un giovine serio, non vanaglorioso, che non urtava nessuno. Ora egli [...]

[...] contava trentatrè anni: in tutto il vigore della sua giovinezza matura, sano, agile, meno scarno e bruno d'un tempo, egli era bellissimo, e le domeniche [...]

[...] per recarsi dai Noina: egli non la guardava neppure. Passati quei tempi! In casa dei suoi ex-padroni veniva accolto con deferenza, come un amico [...]

[...] la sua antica condizione. Un giorno, poche settimane dopo la morte delle zie, mentre egli se ne stava davanti alla sua casa, badando all'opera dei [...]

[...] muratori che fabbricavano un muro, venne a cercarlo l'Antine. Il piccolo uomo intraprendente s'era vestito da borghese; aveva i capelli grigi, ma [...]

[...] , non credevo che mia moglie mi facesse questo torto! - esclamò l'Antine, un po' serio, un po' scherzoso. - Bisogna vedere se il torto è suo [...]

[...] accetterebbe! - Prova: ad ogni modo, pregala tu, Pietro; forse a te non darà un rifiuto. Se ella vorrà, faremo il battesimo di sera. Sarà una [...]

[...] Pietro a bassa voce. - Vuoi un bicchiere di vino? - Beviamo pure! Ma perchè fai costruire questo muro? - Voglio fare una tettoja. Entrarono in una [...]

[...] damigiana, - ora la casa è tutta in disordine; anche la servetta è andata via; i parenti non hanno voluto lasciarla con un uomo solo... Sebbene [...]

[...] , un po' del quale si sparse per terra. L'Antine esclamò: - Allegria! Dunque, domanderai a Maria Noina se vuol essere la madrina. Buona fortuna [...]

[...] sposarla?... Ora parlo sul serio, Pietro! - Io? Ma io l'avrei sposata un milione di volte. Però ho paura. Non che ella mi rifiuti! Oh, no; se io volessi [...]

[...] ! Ella è ora come la fogliolina ancora piegata che aspetta un po' di sole per aprirsi, - disse Pietro, ridendo e poi spiegando le dita. - Se io [...]

[...] , morsicandosi il pugno. - Taci. 279 - Ah, sì, Pietro Benu; tu sei nato per aver fortuna e... invece! Basta: tu sei un mezzo uomo, un uomo di ferula [...]

[...] stesso: l'odio e la passione ti spingevano. Poi tutto finì. Paura! Paura! Ecco, tu hai avuto sempre paura di tutto e di tutti, anche di me, d'un [...]

[...] ucciso... ho ucciso chi non mi odiava ed ho ucciso chi era povero e servo come me... - Piano! - disse l'Antine con un orribile sorriso. - Non [...]

[...] con un certo entusiasmo; Pietro però scuoteva sempre la testa, scontento e pauroso. - Anche noi, del resto, - proseguì l'Antine - avremmo potuto [...]

[...] . Uscirono. Strada facendo l'Antine fece vedere a Pietro una lettera di un impresario, il quale lo pregava di reclutare scorzini e carriolanti per [...]

[...] nel costume nero di vedova. Anche coi parenti si mostrava seria e spesso triste: le sembrava di aver fatto quasi un voto monastico, d'essersi [...]

[...] il desinare, sola, scalza e modestamente vestita. - Buon giorno, Maria, - disse Pietro, entrando e avvicinandosele. Ella si volse, un po' turbata [...]

[...] . Egli era vestito con lusso; con la mano bianca come la mano d'un borghese, si accomodava la berretta sul capo. 283 Maria s'affrettò a mettere [...]

[...] il suo turbamento. Nella cucina pulitissima, il cui pavimento era qua e là spruzzato d'acqua, regnava una dolcezza, un tepore di focolare acceso [...]

[...] ; una pace, un silenzio di casetta tranquilla. Pietro si fece coraggio: egli ricordava solo i bei momenti vissuti in quell'ambiente famigliare, che [...]

[...] al passato, che non ricorderai la mia bassa condizione d'un tempo, come io non ricordo il tuo tradimento... Ricominciamo una nuova vita. Io ti [...]

[...] , che non vorrà per genero un suo antico servo; hai paura della gente, hai paura di te stessa. O io mi inganno o i tuoi occhi mentiscono. Non mi [...]

[...] , - ma io oramai sono come una morta; perchè vuoi risuscitarmi? Tu sei giovine... tu puoi... - Io voglio te sola, - egli ripose, con un anelito quasi [...]

[...] fermarono davanti alla chiesetta del Rosario, dove un gran numero di contadini e di artigiani assisteva alla scalata d'un caratteristico albero di [...]

[...] cuccagna, tentata invano da parecchi monelli ed anche da qualche uomo serio. In cima all'albero, un altissimo fusto di pioppo, liscio e per di più [...]

[...] levigato col sapone, oscillava un cerchio, dal quale pendevano fazzoletti rossi e gialli, formaggelli freschi, una borsa, un paio di scarpe. I [...]

[...] s'arrampicavano, su su, uno dopo l'altro, ma arrivati a un certo punto scivolavano e non ritentavano più la scalata. La gente urlava e rideva. Quando [...]

[...] Pietro e l'Antine giunsero nella piazzetta, un uomo piuttosto anziano, coi piedi fasciati con stracci, s'arrampicava sull'albero. In alto i [...]

[...] qua e là coi paesani di sua conoscenza. Fra gli altri c'era Giuseppe, il marito di Sabina, vestito a festa, con la barba già un po' grigia, ma [...]

[...] . L'uomo dai piedi fasciati si arrampicava sempre: era giunto quasi a metà del pinnòne (1). Ma ad un tratto un grido risuonò tra la folla: - Ha [...]

[...] dei fischi, l'uomo magro saliva, saliva sull’albero; ancora uno slancio ed eccolo arrivato. Per un momento la folla ansiosa tacque; il sole [...]

[...] , gli spintoni, le grida dei ragazzacci che volevano esaminargli i piedi, strappò i fazzoletti, i formaggelli, le scarpe, fece di tutto un fagotto [...]

[...] freschezza d'un tempo; i capelli biondastri le sfuggivano ancora, qua e là, sulla fronte e sulle orecchie, incorniciando un visetto magro e giallognolo; il [...]

[...] naso pareva trasparente; gli occhi soltanto, limpidi e chiari, conservavano lo sguardo infantile d'un tempo. Ella non era infelice, ma era povera [...]

[...] avvicinarsele, un lievissimo rossore le colorì il viso. Egli era così bello, così ben vestito, con gli occhi ardenti di felicità! Quanti anni, quanti [...]

[...] luglio. - Va bene, fino a luglio - accettò l'Antine. E fece un segno sul suo taccuino. * * * I lavoranti partirono pochi giorni dopo; oltre Sabina [...]

[...] per questo! - osservò il bettoliere, che già ricominciava a scacciar le mosche col pennacchio di carta. - Un giorno ho sentito zia Luisa e zio [...]

[...] servo, sposare mia figlia, la vedova di Francesco Rosana? Pietro Benu, un uomo della peggiore linnìa (1), un cane randagio che ha finalmente trovato un [...]

[...] così. - Maria non deve sposarsi con la gente, deve sposarsi con Pietro Benu, che è un giovane intraprendente e fortunato. Ecco, prendi una presa [...]

[...] nominavo sempre! - Allora Pietro non era tuo fidanzato. Credi tu forse che un uomo libero sia come un fidanzato? No, vedi; l’uomo è come un'arma [...]

[...] del Rosario. - Io parto oggi per Cagliari, - annunziò Pietro. - Mi fermerò stasera a Macomer per sbrigare un affare; fra quattro giorni sarò di [...]

[...] sposare un ex-servo, dopo essere stata la moglie di un ricco principale, la umiliava profondamente; ma poi ella si riabbandonava tutta alla sua [...]

[...] passione, al desiderio ardente di un amore sfrenato. I lunghi anni di vedovanza avevano come rinnovellato la sua verginità e smussato il suo carattere [...]

[...] , ella provava ancora un vago malessere; un rimasuglio di rancore le fermentava in fondo all'anima: non poteva perdonare a Pietro la sua origine [...]

[...] ; sei ammaliata! Perchè vuoi rispondere? Perchè alla posta vedano la tua lettera? Un po' di decoro almeno, figlia mia; serba almeno un po' di decoro [...]

[...] ! Per serbare un po' di decoro Maria non rispose. Pietro ritornò due giorni dopo: portò alla sposa magnifici doni, ed a zia Luisa un corsetto di [...]

[...] presso la fidanzata, che faceva gli ultimi preparativi per le nozze. Sebbene ella serbasse tutte le sue vesti da sposa, aveva acquistato un nuovo [...]

[...] . - Gesù, Maria, che bella cosa! È un broccato antico; un regalo degno di voi e di Pietro Benu. E a quando le nozze? - Ah, non sappiamo [...]

[...] , sia. Ma anche tu mi devi fare un piacere: non ho osato domandartelo prima. Per il tempo che abiteremo qui, nella casa di tuo padre, lascia che faccia [...]

[...] triste. Era la sposa che doveva fornire il letto nuziale, e Pietro quasi la offendeva proponendole un letto suo; ma d'altra parte egli aveva ragione [...]

[...] aveva indovinato il giusto desiderio di Pietro di non dormire dove Francesco Rosana aveva dormito. Allora vennero ad un accordo: Pietro si sarebbe [...]

[...] confessato e Maria avrebbe messo un altro letto nella sua camera! * * * Un giorno di maggio, alle tre del mattino, nella chiesetta del Rosario [...]

[...] ripulita la casa, non invitato un parente, un amico, all'infuori dei due testimoni indispensabili. Eppure questa volta il cuore della sposa [...]

[...] palpitava di gioia, le sue mani tremavano nel preparare il letto nuziale. Scese in cucina, spazzò, accese il fuoco e preparò il caffè: un lieve rossore le [...]

[...] indumenti da vedova provava una strana emozione, un impeto di gioia e di tristezza. Sì, ella si spogliava e si liberava d'una veste dolorosa; un triste [...]

[...] memoria, con evidenza spaventosa: un uomo abbandonato sull'erba, nella pace rorida del mattino primaverile, con una mano insanguinata che pareva [...]

[...] domandasse pietà... E un grido d'allodola, puro e tranquillo come un raggio di luna, scendeva dalle roccie, tremolava sulle siepi fiorite... Un brivido [...]

[...] scosse Maria; sì, un'allodola cantava davvero, al di là della casetta tranquilla, nel cielo che cominciava a schiarirsi: un passo d'uomo risuonò [...]

[...] nel cortile... Ella balzò in piedi e cominciò a indossare il costume da sposa: un costume modesto, dalle tinte smorzate, senza ricami nè fronzoli [...]

[...] . * * * Per un po' la comitiva, composta dai due sposi, da una parente di Pietro, dai testimoni e da zio Nicola, procedè in silenzio, per le viuzze [...]

[...] solitarie 302 rischiarate dai primi barlumi dell'alba. Pareva che tutti avessero paura di svegliare la gente e di esser veduti. Ma ad un tratto [...]

[...] Maria, che camminava appoggiandosi alla parente di Pietro, si pose una mano sulla bocca e soffocò un piccolo scoppio di riso. - Che hai? - domandò [...]

[...] così giunsero davanti alla chiesetta silenziosa. La cerimonia fu lunga. Il sacerdote, assistito da un vecchio paesano che sembrava un apostolo, calvo [...]

[...] muti e raccolti; solo di tanto in tanto Pietro sollevava la testa, come scuotendosi da un sogno, guardava Maria e poi ricadeva nel suo [...]

[...] non gli agitava il cuore, una dolcezza di riposo e un senso di pace lo rendevano felice. 303 Ecco, finalmente era giunto, come il viandante [...]

[...] che dopo aver attraversato una foresta piena di agguati e di pericoli, arriva stanco ad un luogo ospitale e sicuro. Via ogni paura, ogni ricordo [...]

[...] gli passavano allora in mente, vaghi terrori attraversavano la sua felicità un po' melanconica; ma bastava ch'egli sollevasse la testa, come [...]

[...] ardente. 304 Anche al ritorno dalla chiesa il corteo passò inosservato: gli sposi procedevano, silenziosi, commossi, a testa china; soffiava un [...]

[...] benedire il letto, scambiandolo per quello degli sposi. Zio Nicola provò tale un impeto d'ilarità, che dovette piegarsi ed appoggiarsi al bastone [...]

[...] , ridendo fragorosamente. - Chissà che faccia un altro figlio, ora, mia moglie! Ah, ah, un altro, ora! Tutti risero; Maria attirò il sacerdote [...]

[...] paura del maschio, del predatore violento, la illanguidiva, accresceva in lei il piacere della dedizione. Le pareva d'esser portata via da un vento, da [...]

[...] un turbine di voluttà; e diventava anche lei selvaggia, perdeva facilmente la leggera scorza di civiltà che l'avvolgeva in tempi ordinari [...]

[...] ; ritornava 306 ad esser la ninfa ignuda che aspettava il fauno tra l'erba a cui era ignota la falce. Egli arrivava: un velo cadeva intorno a loro [...]

[...] diradarsi. * * * Un giorno ella se ne stava seduta presso la porta di cucina, all'ombra della casa, e trapuntava una camicia di Pietro. Era sola. Zio [...]

[...] solita pace; si sentiva un grato calore primaverile, un odor di garofani e di basilico, un incessante garrire di rondini innamorate. Maria cuciva e [...]

[...] pensava. 307 Sentiva un lieve peso alla testa, ma i suoi pensieri erano meno torbidi e il suo respiro meno ansante del solito; ella ricominciava [...]

[...] a curarsi dei suoi affari, rivedeva le cose intorno, ripensava alle chiacchiere delle sue vicine. Era come convalescente, ancora un po' languida [...]

[...] di mandarci via, ma oramai Pietro è deciso. Sì, bisogna cambiar casa, almeno per un po' di tempo. Dopo sono certa che ritorneremo qui. Pietro non [...]

[...] rassomiglia al beato: se stiamo qui ancora un po', egli finirà col questionare con mia madre... Anche ieri sera, come egli si è offeso perchè mamma [...]

[...] disse, veramente con poca delicatezza: « Se avrete un bambino lo chiameremo Francesco! ». Sì, egli è ancora geloso del morto. Ah, cosa succede in [...]

[...] cucina? S'alzò e andò a vedere. Era il gatto che aveva fatto cadere un coperchio: ella rimise tutto a posto, rincorse il gatto che attraversò di [...]

[...] guardavano smarriti, come due amanti al primo momento d'un convegno, e si baciavano perdutamente. 308 Per qualche minuto, al solo ricordo dello [...]

[...] sposo, Maria ricadde in quella specie di ossessione amorosa che da tanti giorni la turbava: un nodo le strinse la gola, il suo respiro si fece [...]

[...] ansante; ella si rimise a cucire, ma l'ago le tremava fra le dita. Da questo sogno la scosse un forte colpo picchiato al portone. Ella mise per terra la [...]

[...] camicia, ed andò ad aprire. Era il portalettere, un omone rosso dai grandi baffi gialli, che guardò Maria da capo a piedi, quasi per assicurarsi [...]

[...] che era lei. E quando se ne fu assicurato trasse lentamente dalla borsa una lettera con cinque grossi sigilli, sui quali si notava l'impronta d'un [...]

[...] , Maria, non sposare Pietro Benu: è lui che ha ucciso Francesco Rosana. Prima, egli e un suo complice, che è Zuanne Antine, hanno ucciso Zizzu Croca, poi [...]

[...] col coltello di questo hanno ucciso Francesco. Il cadavere di Turulia fu nascosto fra le roccie della tua tanca dello Spirito Santo, in un [...]

[...] si guardò attorno meravigliata. In quei momenti d'incoscienza la sua anima s'era come assentata da lei e aveva fatto un viaggio misterioso: era [...]

[...] stata in un paese ignoto, dove aveva veduto cose terribili e grandi, e ritornava mutata e vedeva intorno a sè ogni cosa mutata e ne provava terrore [...]

[...] di morte, Maria cominciò a dubitare. E nel suo smarrimento, dimenticandosi di sè stessa e delle sue forze già messe alla prova, ella sentì un [...]

[...] leggere e... tutto sarebbe finito. È una vendetta di Sabina, questa. Sì, ella lo amava, un tempo, ed anche lui le voleva bene... Allora... In un [...]

[...] attimo ella ricordò tutto il suo triste romanzo, cominciato come un idillio e finito in tragedia. Ricordò tutto. Rivide Pietro che attaccava [...]

[...] abbandonata a lui come l'ultima delle donne. Egli era buono, allora; ella lo aveva creduto docile e mite come un bambino e ne aveva fatto od aveva creduto [...]

[...] farne un suo trastullo... Ma ora ricordava le parole e le promesse di lui, in quel tempo. - Io diventerò ricco, io sarò fortunato... per te [...]

[...] ... Farò l'impossibile... Ah, fin d'allora egli doveva essere un ladro o pensava di diventarlo. E lei, cieca, non vedeva; sorda, non udiva: sentiva solo [...]

[...] secondo la lotta si fece più aspra. Per la prima volta Maria considerò le cose passate con intensità di pensiero, e le parve che un velo cadesse dai [...]

[...] lui, l'accusa contro il servo scomparso, le parve una rivelazione. - Egli è il suo complice, - pensò, - non c'è dubbio... Non c'è dubbio! Sì, ad un [...]

[...] tratto le parve di non dubitare più. Quasi timidamente spiegò ancora la lettera e la rilesse. Ogni parola la feriva come un pugnale. Quando ebbe [...]

[...] riletta l'ultima frase trasalì, colta da un nuovo sentimento. Ebbe paura del ritorno di Pietro. Egli era capace di un nuovo delitto per coprire gli [...]

[...] , avvicinandosele ai piedi. L'ora 313 passava, correva col sole: quella linea d'ombra lentamente mobile aveva qualche cosa di vivo, era un nemico che [...]

[...] , così offeso, che nel ricordare quella scena Maria sentiva ancora un impeto di gioia sollevarle il cuore. Allora respirava, per un attimo, come il [...]

[...] rondini in amore. * * * E il sole proseguiva il suo corso, e la linea dell'ombra s'avanzava sempre, fatale. Pietro poteva tornare da un momento [...]

[...] nella penombra della camera silenziosa, un impeto di pianto la soffocò. Alla paura e all'istinto di difesa, che fino a quel momento avevano reso [...]

[...] davanti ad un quadretto della Madonna del Rosario, e agitando di nuovo le mani supplicanti, balbettò confuse preghiere. Che voleva? Non sapeva bene [...]

[...] preghiera, però, come avviene spesso nelle anime primitive, riuscì un momento a suggestionarla: si alzò, sollevata, e le parve che tutto fosse un [...]

[...] un tratto ripiombò nel suo terrore. Quel pezzo di carta, quei cinque sigilli di un rosso cupo, color sangue coagulato, le destavano un'impressione [...]

[...] misteriosa, erano come un segno mnemonico che le ricordava orrende cose. Ella rivide il sangue di Francesco coagulato sull'erba e sulle pietre del [...]

[...] che ella aveva un tempo ripetute come una lezione, le tornarono in mente con insistenza e le parvero nuove, sgorgate dal profondo dell'anima sua [...]

[...] . « Egli era buono come un agnello e come tale lo hanno sgozzato... » Come era tenero, casto, affettuoso! L'anima gli traspariva dagli occhi: vivendo [...]

[...] tempo, sempre eguale e sempre dolce, e non dell'amore carnale che l'aveva bassamente unita ad un servo... - Egli, il servo vile, egli mi ha [...]

[...] : egli mi ha stregato. Cosa son diventata io; io, Maria Noina, io, Maria Rosana! Son diventata una donna perduta, la serva di un servo; ho peccato [...]

[...] contro mia madre, contro la memoria del morto, contro tutta la mia razza; ho raccolto nel mio letto un servo, un'immondezza vile. Sono stata [...]

[...] sarebbe diventato egualmente un ladro e all'occasione un omicida, pur di raggiungere il suo scopo: arricchirsi, sposarla. Ah, sì, ella ricordava bene [...]

[...] servo che rubava al padrone, che lo uccideva per usurpargli 319 il posto. Anche in amore era un violento, un predatore; ed ella ora lo sentiva [...]

[...] , e tutto il suo rancore d'altri tempi, il suo misterioso odio di razza si sviluppava in lei come un male nascosto che finalmente aveva il suo [...]

[...] o tacere o cercare un aiuto potente e colpire Pietro a tradimento prima che egli potesse difendersi e sottrarsi al castigo. Ma a chi rivolgersi? A [...]

[...] Pietro prima di Francesco. A chi dunque rivolgersi? Ella non aveva amici, non parenti di cui fidarsi. Ma aveva molti denari. Aveva un cofanetto [...]

[...] frase che del resto le fremeva fin dal primo momento in fondo all'anima, minacciosa e cupa come un tuono lontano, le salì finalmente alle labbra [...]

[...] colpevoli o salvare gl'innocenti. In un momento Maria fece il suo piano. - Andrò segretamente dal giudice. Dopo tutto egli è un uomo e capirà la [...]

[...] persona più vile potrà buttare su noi la sua pietra. * * * Ad un tratto fu riassalita da una cupa incertezza. Si gettò dal letto e riprese ad [...]

[...] rinunziare alla gioia afferrata avidamente come un frutto da tanto tempo agognato? Minuti di lotta furiosa contro la potenza dei sensi scorsero e [...]

[...] : - È tutto un sogno. Non è vero niente: è una calunnia. Perchè ho creduto? Sono pazza? 322 Si mise una mano sul petto e sentì la lettera, i [...]

[...] lo scavatore d'un pozzo, che non riposa finchè non ha trovato la sorgente. E per quanto Maria si difendesse con sè stessa, ella capiva dov'era e [...]

[...] letto, ripresa da un terrore infantile. Le pareva di esser ridiventata bambina e di trovarsi sola nel letto, al buio, nel mistero pauroso 323 [...]

[...] , quando zio Nicola russava nella camera attigua, aveva desiderato di vedere il « ladrone ». - Io griderò, - pensava con un brivido di piacere [...]

[...] sfidarlo. * * * Un passo nel cortile. - Maria, dove sei? Eccolo! Egli saliva, egli veniva, lieve e sicuro come una tigre: eccolo, egli si avanzava [...]

[...] nello stesso tempo sentiva che qualcuno l'avrebbe difesa come un tempo la difendeva suo padre. Nel vederla a letto Pietro si spaventò. Le si [...]

[...] di un bimbo spaventato. Ella lo guardò, lo respinse. - Mi sento male. Dolori... dolori di testa fortissimi: ora sto meglio... Lasciami. Egli si [...]

[...] guardò intorno inquieto, poi fissò di nuovo, su lei, gli occhi chiari, pieni di un misterioso spavento. - Dolori di testa? Che sarà? E non hai [...]

[...] chiamato nessuno? Non hai fatto niente? Neppure un po' di aceto ti sei messa? Sei come una bambina? Ora vado... prendo un po' d'aceto... Uscì: ella non [...]

[...] disse nulla, non si mosse. - Egli ha paura, - pensò. - Come mi ha guardato! Ha paura di me! Egli ritornò, con l'aceto. Cercò un fazzoletto, lo [...]

[...] si affannava troppo per un così piccolo male. - Ti senti meglio, ora? Un poco, sì, vero? Ma cosa è stato? Ma cosa sarà? È da molto? Il fuoco è [...]

[...] : voleva sapere chi era venuto, quella mattina, e se il male era cominciato da molto tempo, e che cosa poteva averlo causato. 326 A un tratto, i [...]

[...] , ma la domanda di Pietro, che ella ancora non s'era fatta, le ricolmò nuovamente l'anima di dolore furibondo. Un figlio di lui! Bel rampollo doveva [...]

[...] nascere! Eppure!... Riaprì gli occhi, li fissò sul volto di Pietro. E le parve che, in un attimo, il viso di lui si fosse trasformato, diventando [...]

[...] un giorno lontano, nel tempo del loro primo amore; forse quel giorno, nella vigna, quando egli avrebbe potuto farle del male, e invece l'aveva [...]

[...] . Quanto gliene faceva e gliene farebbe ancora! La sola sua presenza, oramai, le recava un mortale dolore. Ella non aveva più paura di lui, e anzi [...]

[...] si sentiva meglio, 327 proponendole di farsi visitare dal medico, di chiamare qualche vicina che le preparasse un po' di caffè. Ella rispondeva [...]

[...] con sè, entro di sè, come un male fisico, come un cancro inguaribile! S'alzò a sedere sul letto, si strinse con le mani la fronte coperta dal [...]

[...] il medico?... Io vado, mando una vicina. Puoi star sola un momento? Maria, rispondi! Col busto ripiegato, le mani intorno alla fronte, gli occhi [...]

[...] lucidamente ciò che doveva avvenire. Ella avrebbe taciuto, ella avrebbe sperato ancora; ma come un giorno era riuscita ad arrivare fino al cadavere di [...]

[...] Francesco, un altro giorno sarebbe arrivata a scoprire gli avanzi dell'altra vittima ed a farli parlare. Sì, anche i morti parlano. Ed anche i vivi [...]

[...] un crocicchio, ora, intorno al quale s'aprivano altre strade, tutte eguali, tortuose e buie. Tanto valeva prendere l'una o l'altra di quelle vie [...]

Verga Giovanni
Mastro-don Gesualdo
32 1889 - Provenienza testo: scansione Edizione Nazionale delle opere di Giovanni Verga, a cura di C. Riccardi 1195 occorrenze

[...] piovuto da tre giorni, e nei seminati ci si affondava fino a mezza gamba. Tutt'a un tratto, nel silenzio, s'udì un rovinìo, la campanella [...]

[...] Magno! Era ancora buio. Lontano, nell'ampia distesa nera dell'Alìa, ammiccava soltanto un lume di carbonai, e più a sinistra la stella del mattino [...]

[...] , sopra un nuvolone basso che tagliava l'alba nel lungo altipiano del Paradiso. Per tutta la campagna diffondevasi un uggiolare lugubre di cani. E [...]

[...] chiamare in fondo alla piazzetta; e uno che bussava al portone con un sasso. Dalla salita verso la Piazza Grande, e dagli altri vicoletti, arrivava [...]

[...] sempre gente: un calpestìo continuo di scarponi grossi sull'acciottolato; di tanto 6 in tanto un nome gridato da lontano; e insieme quel bussare [...]

[...] , sparsi di faville. E pioveva dall'alto un riverbero rossastro, che accendeva le facce ansiose dei vicini raccolti dinanzi al portone sconquassato [...]

[...] , col naso in aria. Tutt'a un tratto si udì sbatacchiare una finestra, e una vocetta stridula che gridava di lassù: — Aiuto!... ladri!... Cristiani [...]

[...] , don Ferdinando, infagottato in una vecchia palandrana, con un fazzolettaccio legato in testa, la Barba lunga di otto giorni, gli occhi grigiastri e [...]

[...] stralunati, che sembravano quelli di un pazzo in quella faccia incartapecorita di asmatico, ripeteva come un'anatra: — Di qua! di qua! Ma nessuno [...]

[...] scendevano dal cornicione sino a terra; le finestre sgangherate e senza vetri; lo stemma logoro, scantonato, appeso ad un uncino arrugginito, al di sopra [...]

[...] della porta. Mastro-don Gesualdo voleva prima buttar fuori sulla piazza tutta quella legna accatastata nel cortile. — Ci vorrà un mese! — rispose [...]

[...] , verde dalla bile, strizzando il seno vizzo in bocca al lattante, sputando veleno contro i Trao: — Signori miei... guardate un po'!... Ci abbiamo [...]

[...] i magazzini qui accanto! — E se la prendeva anche con suo marito Burgio, ch'era lì in maniche di camicia: — Voi non dite nulla! State lì come un [...]

[...] gli stanzoni scuri e vuoti. A ogni passo un esercito di topi che spaventavano la gente. — Badate! badate! Ora sta per rovinare il solaio! — Nanni [...]

[...] a un pelo d'ammazzare il sagrestano col pistolone di Pelagatti. Si udiva sempre nel buio la voce chioccia di don Ferdinando il quale chiamava [...]

[...] : — Bianca! Bianca! — E don Diego che bussava e tempestava dietro un uscio, fermando pel vestito ognuno che passava, strillando anche lui: - Bianca [...]

[...] ! mia sorella!... — Che scherzate? — rispose mastro-don Gesualdo rosso come un pomodoro, liberandosi con una strappata. — Ci ho la mia casa accanto [...]

[...] , capite? Se ne va in fiamme tutto il quartiere! Era un correre a precipizio nel palazzo smantellato; donne che portavano acqua; ragazzi che si [...]

[...] in casa loro. Un va e vieni che faceva ballare il pavimento. — Ecco! ecco! Or ora rovina il tetto! — sghignazzava Santo Motta, sgambettando in [...]

[...] sotto. — Se date aria al fuoco, in un momento se ne va tutto il palazzo! Don Diego allora si picchiò un colpo in fronte, balbettando: — Le carte di [...]

[...] , pallido come un morto, cogli occhi fuori dell'orbita, mezzo soffocato: — Santo e santissimo!... Non si può da questa parte!... Sono rovinato! Gli [...]

[...] ! — Mastro Nunzio, in piedi sul tetto della sua casa, si dimenava al pari di un ossesso. Don Luca, il sagrestano, era corso davvero ad attaccarsi [...]

[...] !... — Udivasi un tramestio dietro quell'uscio; un correre all'impazzata, quasi di gente che ha persa la testa. Poi il rumore di una seggiola rovesciata [...]

[...] come una morta, annaspando colle mani convulse, senza profferire parola, fissando sul fratello gli occhi pazzi di terrore e d'angoscia. Ad un [...]

[...] dieci anni in un minuto, allibito, 11 stralunato, con una visione spaventosa in fondo alle pupille grige, con un sudore freddo sulla fronte, la [...]

[...] voce strozzata da un dolore immenso: — Nulla!... Mia sorella!... Lo spavento!... Non entrate nessuno!... Pelagatti inferocito contro Nanni l'Orbo [...]

[...] : — Bel lavoro mi faceva fare!... Un altro po' ammazzavo compare Santo!... — II Capitano gli fece lui pure una bella lavata di capo: — Con le armi da [...]

[...] , una Parente povera come Toro, ch'era accorsa per la prima. — Qui vicino, alla farmacia di Bomma. Bianca era stata presa dalle convulsioni: un [...]

[...] attacco terribile; non bastavano in quattro a trattenerla sul lettuccio. Don Diego sconvolto anche lui, pallido come un cadavere, colle mani scarne e [...]

[...] ! vagabondi! Voi, don Liccio Papa, mettetevi a guardia del portone. 12 Venne più tardi un momento il barone Mendola, per convenienza, e donna [...]

[...] servitore a prender notizie della nipote. Don Diego, reggendosi appena sulle gambe, sporgeva il capo dall'uscio, e rispondeva a ciascheduno: — Sta un [...]

[...] stupido... e don Diego... vi rammentate? Quando la cugina Sganci gli aveva procurato quell'impiego nei mulini?... Nossignore!... un Trao non poteva [...]

[...] un sorrisetto incredulo, andava stuzzicando ora donna Sarina ed ora il barone, il quale chinava il capo, seguitava a grattarsi il mento [...]

[...] gote, accompagnato da don Ferdinando allampanato che pareva un cucco. La zia 13 Macrì e il canonico Lupi corsero dietro al medico. La zia Cirmena che [...]

[...] ? Adesso si chiamano nervi... malattia di moda... Vi mandano a chiamare per un nulla... quasi potessero pagare le visite del medico! — rispose [...]

[...] la Macrì. Don Ferdinando, sciocco, voleva accostarsi per udire lui pure: — Un momento! Che maniera! — lo sgridò la zia Cirmena. — Ho da dire una [...]

[...] parola a vostra zia!... Piuttosto andate a pigliare un bicchiere d'acqua per Bianca, che le farà bene... Tornò a scendere Santo Motta di lassù [...]

[...] , fregandosi le mani, coll'aria sorridente: — è tutta rovinata la cucina! Non c'è più dove cuocere un uovo!... Bisognera fabbricarla di nuovo! — Come [...]

[...] sottovoce: — Lo sapevo da un pezzo... Vi rammentate la sera dell'Immacolata, che cadde tanta neve?... Vidi passare il baronello Rubiera dal vicoletto [...]

[...] qui a due passi... intabarrato come un ladro... II canonico Lupi attraverso il cortile, rialzando la sottana sugli stivaloni grossi in mezzo alle [...]

[...] ! II Nella piazza, come videro passare don Diego Trao col cappello bisunto e la palandrana delle grandi occasioni, fu un avvenimento: — Ci volle il [...]

[...] spenzolavano dal parapetto; un lettone di legno scolpito e sgangherato in un angolo; dei seggioloni di cuoio, sventrati per fame scarpe; una sella [...]

[...] di velluto polverosa, a cavalcioni sul subbio di un telaio; vagli di tutte le grandezze appesi in giro; mucchi di pale e di scope; una portantina [...]

[...] , non posso. Ci perdo già un tari a salma. — Benedicite a vossignoria! — Via, mastro Lio, ora che ha parlato la signora baronessa! — aggiunse [...]

[...] al cugino Trao, parlando d'altro: — Stavo pensando giusto a voi, cugino. Un po' di quel farro voglio mandarvelo a casa... No, no, senza [...]

[...] a tirare un altro po'; mastro Lio ora strillava e dibattevasi quasi volessero rubargli i denari di tasca. La baronessa invece coll'aria [...]

[...] un po' di tutto, quel diavolo! Dicesi pure che vuol concorrere all'asta per la gabella delle terre comunali... La baronessa allora sgranò gli occhi [...]

[...] grande enfasi, pigliandosela coi tempi nuovi: — Adesso non c'è altro Dio! Un galantuomo alle volte... oppure una ragazza ch'è nata di buona famiglia [...]

[...] ricco, ve lo dico io! Sarebbe un marito eccellente per una ragazza a modo... come ce ne son tante che non hanno molta dote. Mastro Lio stavolta se [...]

[...] saremo puntuali. — Se ve I'avevo detto! — esclamò Giacalone ansando sul vaglio. — mastro-don Gesualdo! II canonico fece un altro segno d'intelligenza [...]

[...] ... Siamo nel mondo... Abbiamo bisogno alle volte l'uno dell'altro. — Intendo... mettere avanti un altro... mastro-don Gesualdo Motta, per esempio. Un [...]

[...] affermava coi segni del capo, dando un colpo di scopa, di tanto in tanto, per dividere il grano dalla mondiglia. — Così andavano in rovina le [...]

[...] tranquillamente. — Alessi a ritornato col cane, ma il baronello non c'era. — Oh, Vergine Santa! — cominciò a strillare la padrona, perdendo un 20 [...]

[...] e pallido da un momento al l'altro. Aveva la faccia di uno che voglia dire: — Apriti, terra, e inghiottimi! — Tossì, cercò il fazzoletto dentro [...]

[...] sorriso sciocco che non voleva dir nulla: — Eh, eh, baronessa! vostro figlio non è più un ragazzo; ha ventisei anni! — Ne avesse anche cento!... Fin [...]

[...] porticine basse, ferrate a use di prigione, si sentiva di essere in una casa ricca: un tanfo d'olio di formaggio che pigliava alla gola; poi un [...]

[...] rivolta al cugino Trao: — Bisogna darle spesso la voce, a quella benedetta ragazza; perchè quando ci ha degli uomini sottomano è un affare serio [...]

[...] quello di una fattoria, popolato di galline, di anatre, di tacchini, che si affollavano schiamazzando attorno alla padrona, il tanfo si mutava in un [...]

[...] stormi dal tetto; un cane da pecoraio, feroce, si mise ad abbaiare, strappando la catena; dei conigli allungavano pure le orecchie inquiete [...]

[...] , dall'oscurita misteriosa della legnaia. E la baronessa, in mezzo a tutto quel ben di Dio, disse al cugino: — Voglio mandarvi un paio di piccioni, per [...]

[...] Bianca... II poveraccio tossì si soffiò il naso, ma non trovò neppure allora le parole da rispondere. Infine, dopo un laberinto di anditi e di [...]

[...] del figliuolo: — Tale e quale suo padre, buon'anima! Senza darsi un pensiero al mondo della mamma o dei suoi interessi!... Vedendo il cugino Trao [...]

[...] istintiva che era nel sangue di lei, le agghiacciò un momento il sorriso benevolo. Poscia pensò al fuoco che avevano avuto in casa, alla malattia di [...]

[...] orecchie, colla faccia a un tratto irrigidita nella maschera dei suoi progenitori, improntata della diffidenza arcigna dei contadini che le avevano [...]

[...] ... Invece di spiegarsi don Diego scoppiò a piangere come un ragazzo, nascondendo il viso incartapecorito nel fazzoletto di cotone, con la schiena [...]

[...] nel bel mezzo della fronte: la ruga della gente che è stata all'acqua e al sole per farsi la roba — o che deve difenderla. In un lampo le [...]

[...] andava spargendo don Luca il sagrestano; certi sotterfugi del figliuolo. A un tratto si semi la bocca amara come il fiele anch'essa. — Non so [...]

[...] , cugino, — gli rispose secco secco. — Non so come ci entri io in questi discorsi... 23 Don Diego stette un po' a cercare le parole, guardandola fisso [...]

[...] retta. Sembrava un terremoto per tutta la casa: gli schiamazzi dal pollaio; l'uggiolare del cane; le scarpaccie di Alessi e di Rosaria che [...]

[...] baronessal... - Come le pigliasse un accidente, alla signora baronessa. — Poi sgattaiolarono entrambi mogi mogi. Nella scala si udirono di nuovo le [...]

[...] Bianca che me la pigliavo in casa giornate intere... come una figliuola... 24 — Lasciatela stare, cugina Rubiera! — interruppe don Diego, con un [...]

[...] , ed anche, insistente e dolorosa, la visione netta della sua casa, dove un uomo era entrato di notte: la vecchia casa che gli sembrava sentir [...]

[...] un estraneo!... Le lagrime gli scendevano amare e calde a lui pure lungo il viso scarno che nascondeva fra le mani. La baronessa, infine, si [...]

[...] bocca per amore della roba!... E poi tutto a un tratto, ci casca addosso un negozio simile!... Ma questa è l'ultima che mi farà il signor [...]

[...] baronello!... L'aggiusterò io, non dubitate! Alla fin fine non è più un ragazzo! Lo mariterò a modo mio... La catena al collo, là! quella ci vuole!... Ma [...]

[...] , sebbene sia il primogenito... ma voi che avete più giudizio... e non siete un bambino neppur voi! Dovevate pensarci voi!... Quando si ha in casa [...]

[...] ... colpa sua!... Chissà cosa si sara messa in testa?... magari di diventare baronessa Rubiera... Il cugino Trao si fece rosso e pallido in un momento [...]

[...] ! — seguitò a brontolare la cugina Rubiera, tornando a staccare dal chiodo la chiave del magazzino. — Vedete quel che ci vuole a guadagnare un tari a [...]

[...] Rubiera aveva tanto da fare. Essa allora si voltò come un gallo, coi pugni sui fianchi, in cima alla scala: — A mio figlio ci penso io, tornò a [...]

[...] al peso, — gridò Alessi dalla porta del magazzino. — Che c'è? Cosa dice?... Anche il peso adesso? La solita rinculata! per carpirmi un altro ribasso [...]

[...] !... E la baronessa partì come una furia. Per un po' si udì nella profondità del magazzino un gran vocìo: sembrava che si fossero accapigliati [...]

[...] . Pirtuso strillava peggio di un agnello in mano al beccaio; Giacalone e Vito Orlando vociavano anch'essi, per metterli d'accordo, e la baronessa fuori [...]

[...] nelle spalle, barcollando, lo fermò sull'uscio, cambiando a un tratto viso e maniere: — Sentite, sentite... l'aggiusteremo fra di noi questa faccenda [...]

[...] ... Vi aiuterò 26 anch'io, don Diego... Sono madre... son cristiana... La mariteremo a un galantuomo... Don Diego scosse il capo amaramente, avvilito [...]

[...] , barcollando come un ubbriaco nell'andarsene. — Sì, sì, le troveremo un galantuomo... Vi aiuterò anch'io come posso... Pazienza!... Farò un [...]

[...] di don Diego Trao, il quale se ne andava rasente al muro, continuando a scrollare la testa, come fosse stato colto da un accidente, inciampando nei [...]

[...] sassi ogni momento. — Come? — seguitava a sbraitare la baronessa. — Un negozio già conchiuso!... — C'è forse caparra, signora baronessa? — Non c'è [...]

[...] caparra; ma c'è la parola!... — In tal caso, bacio le mani a vossignoria! E tirò via, ostinato come un mulo. La baronessa, furibonda, gli strillò [...]

[...] dietro: — Sono azionacce da pari vostro! Un pretesto per rompere il negozio... degno di quel mastro-don Gesualdo che vi manda... ora che s'è [...]

[...] neppure, dicendo a don Diego Trao che non gli dava retta: — La baronessa ha un bel dire... come se al caso non avrebbe fatto lo stesso lei pure [...]

[...] visite. — Mastro-don Gesualdo! — vociò a un tratto, cacciando fra i battenti dorati il testone arruffato. — Devo lasciarlo entrare, signora padrona [...]

[...] di panno fine, con un cappello nuovo fiammante fra le mani mangiate di calcina. — Avanti, avanti, don Gesualdo! — strillò il marchese Limoli con [...]

[...] , monaca di casa, una ragazza con tanto di baffi, un faccione bruno e bitorzoluto 28 da zoccolante, e due occhioni neri come il peccato che andavano [...]

[...] frugando gli uomini. In prima fila il cugino don Ferdinando, curioso piu di un ragazzo, che s'era spinto innanzi a gomitate, e allungava il collo [...]

[...] gran naso dei Trao palpitante, il codino ricurvo, simile alla coda di un cane sul bavero bisunto che gli arrivava alle orecchie pelose; e sua [...]

[...] sorella donna Bianca rincantucciata dietro di lui, colle spalle un po' curve, il busto magro e piatto, i capelli lisci, il viso smunto e dilavato [...]

[...] , vicino ai miei nipoti. Bianca si fece in là, timidamente. Don Ferdinando, temendo d'esser scomodato, volse un momento il capo, accigliato, e [...]

[...] dinanzi, alzando il capo a ogni razzo che saliva dalla piazza per darsi un contegno meno imbarazzato. — Scusate! scusate! — sbuffò allora donna [...]

[...] crocchio dove era la zia Cirmena colle altre dame, sul balcone grande, in mezzo a un gran mormorio, tutte che si voltavano a guardare verso il balcone [...]

[...] , e attraversò la sala — come un mare di Luce nel vestito di raso giallo — per andare a fiutare che cosa si macchinasse nel balcone del vicoletto [...]

[...] . Li tutti sembravano sulle spine: la zia Macrì fingendo di guardare nella piazza, Bianca zitta in un cantuccio, 29 e don Ferdinando solo che [...]

[...] parte. Bianca alzò gli occhi dolci ed umili sulla zia e non rispose; la Macri abbozzò un sorriso discreto. La Cirmena riprese subito, guardando don [...]

[...] ; — balbettava il notaro. — Cerco il Barone Zacco. Dalla via San Sebastiano, al disopra dei tetti, si vedeva crescere verso la piazza un chiarore d'incendio [...]

[...] , dal quale di tratto in tratto scappavano dei razzi, dinanzi alla statua del santo, con un vocio di folla che montava a guisa di tempesta. — La [...]

[...] , servitevi pure! Già son sordo, lo sapete. Il barone Zacco, rosso come un peperone, rientrò dal balcone, senza curarsi del santo, sfogandosi col notaro [...]

[...] non me le toglieranno! dovessi vendere Fontanarossa, vedete! Delle terre che da quarant'anni sono nella mia famiglia!... Tutt'a un tratto, sotto [...]

[...] i balconi, la Banda scoppiò in un passodoppio furibondo, rovesciandosi in piazza con un'onda di popolo che sembrava minacciosa. La signora [...]

[...] Capitana, scollacciata ch'era un'indecenza, col pretesto che si faceva mandare i vestiti da Palermo, la quale civettava in mezzo a un gruppo di [...]

[...] sudicerie. Capiscono anche loro che manipolano delle cose sporche... Ma la gente poi non è così sciocca da non accorgersi... Un mese che il canonico [...]

[...] Lupi si arrabatta in questo negozio... un va e vieni fra la Sganci e la Rubiera... — Non me lo dite! — esclamò Peperito. — Una Trao che sposa mastro [...]

[...] processione che s'avvicinava al di sopra dei tetti della via, come un incendio: — Santo Patrono! Guardatemi voi! — Queste sono le conseguenze!... La [...]

[...] ragazza si era messa in testa non 32 so che cosa... Un disonore per tutto il parentado!... La cugina Sganci ha fatto bene a ripararvi... Non dico di no [...]

[...] forse si vergogna a farsi vedere dalla gente... Tutti così quei Trao... Degli stupidi!... gente che si troveranno un bel giorno morti di fame in casa [...]

[...] Zacco. — Piuttosto la baronessa... offrendole un guadagno... Quella non ha puntiglio!... Del canonico non ho paura... — E tutto sorridente poi colle [...]

[...] tari, l'un sull'altro... Ha le mani in pasta in 33 tutti gli affari del comune... Dicono che vuol mettersi anche a speculare sulle terre [...]

[...] ... L'appetito viene mangiando... Ha un bell'appetito... e dei buoni denti, ve lo dico io!... Se lo lasciano fare, di qui a un po' si dirà che mastro- don [...]

[...] Gesualdo a il padrone del paese! Il marchese allora levò un istante la sua testolina di scimmia; ma poi fece una spallucciata, e rispose, con quel [...]

[...] frenarsi e vociava troppo forte. Giù in piazza, dinanzi al portone di casa Sganci, vedevasi un tafferuglio, dei vestiti chiari in mezzo alla ressa [...]

[...] , berretti che volavano in aria, e un tale che distribuiva legnate a diritta e a manca per farsi largo. Subito dopo comparve sull'uscio dell'anticamera [...]

[...] Fifì, donna Giovanni- na, donna Mita, la mamma Margarone, donna Bellonia, dei Bracalanti di Pietraperzia, nientemeno, che soffocava in un busto di [...]

[...] barone! — Infine corse dalla padrona, trionfante: — Signora! signora! Eccolo che viene! ecco don Ninì!... 34 Donna Giuseppina Alòsi abbozzò un [...]

[...] brontolando. Ma in quella entrava don Ninì Rubiera, un giovanotto alto e massiccio che quasi non passava dall'uscio, bianco e rosso in viso, coi [...]

[...] capelli ricciuti, e degli occhi un po' addormentati che facevano girare il capo alle ragazze. Donna Giovannina Margarone, un bel pezzo di grazia di [...]

[...] Dio anch'essa, cinghiata nel busto al pari della mamma, si fece rossa come un papavero, al vedere entrare il baronello. Ma la mamma le metteva [...]

[...] sempre innanzi la maggiore, donna Fifì, disseccata e gialla dal lungo celibato, tutta pelosa, con certi denti che sembrava volessero acchiappare un [...]

[...] marito a volo, sopraccarica di nastri, di fronzoli e di gale, come un uccello raro. — Fifì vi ha scoperto per la prima in mezzo alla folla!... Che [...]

[...] , vicino al palco della musica... Don Ninì guardava intorno inquieto. A un tratto scoprendo la cugina Bianca rincantucciata in fondo al balcone del [...]

[...] vicoletto, smorta in viso, si turbò, smarrì un istante il suo bel colorito fiorente, e rispose balbettando: — Sissignora... infatti... sono della [...]

[...] : la gente parlava perchè sapeva don Ninì Rubiera un po' assiduo con la sua ragazza: — Nulla di serio. Nulla di positivo... — Ma le si vedeva una gran [...]

[...] . — Sarà una bella coppia! — soggiunse graziosamente la signora Capitana. Il cavaliere Peperito, onde non stare a bocca chiusa come un allocco, in mezzo [...]

[...] !... Come va che la baronessa non è venuta dalla cugina Sganci? Ci fu un istante di silenzio. Solo il barone Zacco, da vero zotico, per sfogare la [...]

[...] ; mastro-don Gesualdo ci mette i capitali, e la baronessa poi... un bel nulla... l'appoggio del nome!... Vedremo poi quale dei due conta di più [...]

[...] sedia, per vedere. — Cosa ci fai lì con mastro-don Gesualdo? — borbottò il marchese, rimasto solo colla nipote. Bianca fissò un momento sullo zio i [...]

[...] ... — Vieni qua, vieni qua. Ti troverò un posto io. Tutt'a un tratto la piazza sembrò avvampare in un vasto incendio, sul quale si stampavano le [...]

[...] , più verde del solito, colla faccia arcigna che voleva sembrar commossa, il busto piatto che anelava come un mantice, gli occhi smarriti dietro le [...]

[...] dolorose, gli occhi spalancati e lucenti, quasi umidi. Soltanto la mano colla quale appoggiavasi alla spalliera della seggiola era un po' tremante, e [...]

[...] san Gregorio Magno! — Nella folla, laggiù in piazza, il canonico Lupi, il quale urlava come un ossesso, in mezzo ai contadini, e gesticolava verso i [...]

[...] , scalmanato, rosso in viso, col fiato ai denti, la sottana rimboccata, il mantello e il nicchio sotto l'ascella, le mani sudice di polvere, in un mare [...]

[...] di sudore: — Che festa, eh! signora Sganci! — Intanto chiamava don Giuseppe Barabba che gli portasse un bicchier d'acqua: — Muoio dalla sete [...]

[...] contentone di vedervi qui. La signora Sganci mi diceva da un pezzo: l'anno venturo voglio che don Gesualdo venga in casa mia, a vedere la [...]

[...] !... — Sì signore, — rispose tranquillamente don Gesualdo. — Non chiudevo occhio, la notte. L'arciprete Bugno, ingelosito dei salamelecchi fatti a un [...]

[...] altro, dopo tutti quegli spari, quelle grida, quel fracasso che gli parevano dedicati un po' anche a lui, come capo della chiesa, era riuscito a [...]

[...] farsi un po' di crocchio attorno pur esso, discorrendo dei meriti del santo Patrono: un gran santo!... e una gran Bella statua... I forestieri [...]

[...] altre che se ne vedono!... un fantoccio da carnevale!... Eh? Cosa dite?... Sì, un sacrilegio! Il mastro che fece quel santo dev'essere a casa del [...]

[...] , voleva venderla al tempo della guerra coi giacobini!... Un santo miracoloso!... 39 — Che c'è di nuovo, don Gesualdo? — gridò infine il marchese [...]

[...] occhi che schizzavano fuori dell'orbita; ma I'altro, un po' stordito dalla ressa che gli si faceva attorno, non rispose. — A me potete dirlo, caro [...]

[...] in un orecchio, con gran mistero: — Devo portare i sorbetti, ora ch'è passata la processione? — Un momento! un momento! — interruppe il canonico [...]

[...] Lupi, — lasciatemi lavar le mani. — Se non li porto subito, — aggiunse il servitore, — se ne vanno tutti in broda. E un pezzo che li ha mandati [...]

[...] Giacinto, ed eran già quasi strutti. — Va bene, va bene... Bianca? — Zia... — Fammi il piacere, aiutami un po' tu. Dall'uscio spalancato a due [...]

[...] lei a servire gli invitati. Dopo il primo movimento generale, un manovrar di seggiole per schivare la pioggia di sciroppo, erano seguiti alcuni [...]

[...] istanti di raccoglimento, un acciottolìo discreto di piattelli, un lavorar guardingo e tacito di cucchiai, come 40 fosse una cerimonia solenne. Donna [...]

[...] fazzoletti di cotone. Il baronello Rubiera il quale stava discorrendo in un cantuccio del balcone grande naso a naso con donna Fifì, guardandosi negli [...]

[...] occhi, degli occhi che si struggevano come i sorbetti, si scostò bruscamente al veder comparire la cugina, scolorandosi un po' in viso. Donna [...]

[...] soltanto allora della sua amica: — Oh, Bianca... sei qui?... che piacere!... M'avevano detto ch'eri ammalata... — Sì... un po'... Adesso sto bene [...]

[...] ... — Si vede... Hai bella cera... E un bel vestitino anche... semplice!... ma grazioso!... Donna Fifì si chinò fingendo d'osservare la stoffa, onde [...]

[...] far luccicare i topazii che aveva al collo. Bianca rispose, facendosi rossa: — è di lanetta... un regalo della zia... — Ah!... ah!... II baronello [...]

[...] occhi supplichevoli, con un grande sconforto, un grande abbandono doloroso in tutta la persona, nel viso pallido e disfatto, nell'atteggiamento [...]

[...] !... Sono un povero disgraziato!... La gente mi crede felice e contento... Guardava giù nella piazza, ora spopolata, onde evitare gli occhi disperati [...]

[...] della cugina che gli passavano il cuore, addolorato, cogli occhi quasi umidi anch'esso. — Vedi? - soggiunse. — Vorrei essere un povero diavolo [...]

[...] ! Si udiva nella sala la voce del barone Zacco, che disputava, alterato; e poi, nei momenti ch'esso taceva, il cicaleccio delle signore, come un [...]

[...] collo verso il vano del balcone, guardingo. Poscia rispose, abbassando ancora la voce: — Gliel'ha detto tuo fratello... C'è stato un casa del diavolo [...]

[...] !... Non lo sapevi? Don Giuseppe Barabba venne sul balcone portando un piattello su ciascuna mano. — Donna Bianca, dice la zia... prima che si [...]

[...] nel piattello, fingendo di non badare ad altro: — Tu non ne vuoi? Essa non rispose. Dopo un po', quando il servitore non era piu lì, si udì di [...]

[...] dicono... la zia... mia madre stessa... Si affacciò un istante donna Giuseppina Alòsi, come cercando qualcheduno; e vedendo i due giovani in fondo [...]

[...] dicendo: — Eccomi! eccomi! — Un momento! Un momento ancora, don Giuseppe! Il baronello avrebbe pagato qualcosa di tasca sua per trattenere Barabba [...]

[...] , fredda, triste, solitaria. Il rumore della festa si dileguava e moriva lassù, verso San Vito. Un silenzio desolato 43 cadeva di tanto in tanto [...]

[...] , un silenzio che stringeva il cuore. Bianca era ritta contro il muro, immobile; le mani e il viso smorti di lei sembravano vacillare al chiarore [...]

[...] andava spegnendo la luminaria, nella piazza deserta, e il giovane del paratore, il quale correva su e giù per l'impalcato della musica, come un gattone [...]

[...] , nella vasta campagna solitaria. Insieme all'acre odore di polvere che dileguava, andava sorgendo un dolce odor di garofani; passava della gente [...]

[...] cantando; udivasi un baccano di chiacchiere e di risate nella sala, vicino a Toro, nello schianto di quell'ultimo addio senza parole. Nel vano luminoso [...]

[...] ! — rispose il marchese. — Tua madre non sarebbe molto contenta di sentirsi lesinare gli anni... Ma è colpa sua. — Ah! zio mio!... Credetemi ch'è un brutto [...]

[...] uscire dal portone il cavalier Peperito, che scomparve dietro la cantonata del farmacista Bomma. Un momento dopo spuntò il lanternone che [...]

[...] di furetto; l'altro serio, col mento nella mano, senza dire una parola, accennando soltanto col capo di tratto in tratto. — Tale e quale come un [...]

[...] non accorgersene, rosso al par di un gallo. La padrona di casa portava le mantiglie e i cappellini delle signore, mentre tutti i Margarone in [...]

[...] mantiglie e i cappellini, a capo basso. — Un momento! un momento! — esclamò don Filippo levando il braccio rimastogli libero, mentre coll'altro reggeva [...]

[...] Nicolino addormentato. Si udiva un tafferuglio nella piazza; strilli da lontano; la gente correva verso San Giovanni, e il campanone che suonava a [...]

[...] signor Capitano, dopo che si fu rimesso vuotando d'un fiato un bicchier d'acqua. — I devoti di San Giovanni che danno mano al campanone un quarto [...]

[...] lui, sbuffò infine: — Sentitelo!... Perchè non ci andate voi? Un altro po' facevano la festa a me pure!... Vostro marito ha torso pericolo della [...]

[...] come un ladro, mentre ciascuno cercava la sua roba in anticamera, e la tirò in disparte verso l'uscio. — Senti... per l'amor di Dio!... sii cauta [...]

[...] baronello. — Ma sua sorella un castigo di Dio. La zia Sganci, accompagnando le Margarone sino all'uscio, disse a mastro-don Gesualdo che si [...]

[...] marchese. — Il barone Zacco che abbaia alla Luna. Poi, mentre scendeva insieme a Bianca, appoggiandosi al bastoncino, passo passo, le disse in un [...]

[...] quale veniva dietro adagio adagio, contando i sassi. — Nulla... Dicevamo che bella sera, cugino Trao! L'altro guardò in aria, e ripetè come un [...]

[...] un affare troppo grosso, caro canonico... Quella è sempre una signora... Poi ho tante cose da sistemare prima di risolvere... Ciascuno sa i propri [...]

[...] se ne andava insieme a un'altra, senza voltarsi, senza dirle nulla, senza rispondere a lei che lo chiamava dal fondo del cuore, con un gemito, con [...]

[...] un lamento d'ammalata, affondando il viso nel guanciale bagnato di lagrime calde e silenziose. IV Mentre i muratori si riparavano ancora [...]

[...] , addentando un pezzo di pane, colla bocca piena, vociando: — II padrone!... ecco il padrone!... Dietro di lui comparve mastro-don Gesualdo, bagnato [...]

[...] malanno mia madre non lo fa più un altro Agostino, no! — Sì, sì, hai ragione!... la bestia sono io!... Io ho Ia pelle dura!... Ho fatto bene a [...]

[...] ? Ci ho un bel guadagno in questo appalto!... I sacchi del gesso mezzi vuoti! Neli? Neli? Dov'è quel figlio di mala femmina che ha portato il 49 [...]

[...] , scrollando il capo, aggrondato, guardando la macina come un nemico. Infine sentenziò ch'erano in pochi per spingerla sulla piattaforma: — Se scappa la [...]

[...] un altro mastro Cola Ventural!... Eh, eh!... Ci vorrebbero dell'altre braccia... un martinetto... Legare poi una carrucola lassù alla travatura del [...]

[...] avessi rubati i miei denari!... Su! da quella parte!... Non badate a me che ho Ia pelle dura... Via!... su!... Viva Gesù!... Viva Maria!... un altro [...]

[...] mise a sedere su di un sasso, trafelato, ancora tremante dal batticuore, asciugandosi ii sudore col fazzoletto di cotone. — Vedete come ci si [...]

[...] asciugarti il sudore anche tu?... Attaccati all'abbeveratoio... qui fuori dell'uscio... II tempo s'era abbonacciato. Entrava un raggio di sole [...]

[...] , lesti, ragazzi! sul ponte, andiamo! Guadagniamoci tutti la giornata... Mettetevi un po' nei panni del padrone che vi paga!... L'osso del collo ci [...]

[...] qua la mula... Fagli almeno questo lavoro, a tuo fratello! — Agostino voleva trattenerlo a mangiare un boccone, poichè era quasi mezzogiorno, un [...]

[...] sole che scottava, da prendere un malanno chi andava per la campagna a quell'ora. — No, no, devo passare dal Camemi... ci vogliono due ore... Ho [...]

[...] poi ci son io... il debitore di tutti quanti!... Brontolava ancora allontanandosi all'ambio della mula sotto il sole cocente: un sole che spaccava [...]

[...] vacillanti nel cielo caliginoso. La stessa mula anelava, tutta sudata, nel salire la via erta. Un povero vecchio che s'incontrò, carico di manipoli [...]

[...] , soffiando forte: — Ah, ah, don Gesualdo!... andate a mangiare un boccone?... Io no, per mia disgrazia! Sono a bocca asciutta sino a quest'ora... Vado a [...]

[...] celebrare la santa messa... la messa di mezzogiorno!... un capriccio di Monsignore! — Sono salito al paese apposta per voi!... Ho fatto questa [...]

[...] messo al passo Ia mula, camminandogli allato, curvo sulla sella, un po' sbalordito dal gran sole, rispose: — Che affare? Ne ho tanti!... Di quale [...]

[...] ? un affare grosso!... Son circa cinquecento salme di terra... C'è da guadagnare un bel pezzo di pane, su quell'asta. Don Gesualdo ci si scaldava [...]

[...] verso!... Scusate, scusatemi tanto!... Volevo con quell'affare procurarvi l'appoggio di un parentado che conta in paese... la prima nobiltà... Ma [...]

[...] saluto, massaro Fortunato! Burgio aveva il viso lungo un palmo, aggrottato, con tanto di muso nel faccione pendente. 53 — V'ho visto venire di [...]

[...] ? mi guastate un affare che stavo combinando!... I bei negozi che fate voi! Chi volete che la pigli quella chiusa? Massaro Fortunato dietro al [...]

[...] cognato tornava a ripetere: — Cercando bene... troveremo chi la pigli... La terra è già preparata a maggese per quest'altr'anno... mi costa un occhio [...]

[...] ... Vostra sorella fa un casa del diavolo... non mi dà pace!... Sapete che castigo di Dio, vostra sorella! — Vi costa, vi costa!... Io lo so a chi [...]

[...] un altro, di allegro che era si fece scuro in viso, grattandosi it capo. — Eh! eh!... la chiusa del Purgatorio? è un affar serio! Non la vogliono [...]

[...] . — Vossignoria sa fare e sa parlare... — E adesso ammiccava coll'occhietto ammammolato, un sorrisetto malizioso che gli errava fra le rughe della bazza irta [...]

[...] di peli sudici. Sulla strada soleggiata e deserta a quell'ora stava aspettando un contadino, con un fazzoletto legato sotto il mento, le mani in [...]

[...] tasca, giallo e tremante di febbre. Ossequioso, abbozzando un sorriso triste, facendo l'atto di cacciarsi indietro il berretto che teneva sotto il [...]

[...] avete messo il carro innanzi ai buoi?... Quando non potete... Tutti vi mettereste sulle spalle un feudo, a lasciarvi fare... Vedremo... Non dico di no [...]

[...] ... Tutto sta ad intendersi... E lasciò cadere un'offerta minima, seguitando ad andarsene per la sua strada senza voltarsi. L'altro durò un [...]

[...] un tratto, cambiando tono e maniera. 55 — Compare Lio, avete udito? affare fatto! Un buon negozio per don Gesualdo... pazienza!... ma è detta [...]

[...] sino alle orecchie: — Ah! ah!... siete un diavolo!... Vuol dire che avete parlato col diavolo!... Sapete quel che bisogna vendere e comprare otto [...]

[...] brontolando. — Io fo come fece mio padre..: piuttosto, se volete venire a prendere un boccone a casa... Non mi reggo in piedi, com'è vero Dio! — No, non [...]

[...] sembravano arroventate. Non un filo di ombra, non un filo di verde, colline su colline, accavallate, nude, arsicce, sassose, sparse di olivi rani e magri [...]

[...] invece li trove tutti quanti sdraiati bocconi nel fossato, di qua e di là, col viso coperto di mosche, e le braccia stese. Un vecchio soltanto [...]

[...] spezzava dei sassi, seduto per terra sotto un ombrellaccio, col petto nudo color di rame, sparso di peli bianchi, le braccia scarne, gli stinchi bianchi [...]

[...] nell'ampia vallata silenziosa, nel polverio che si levava sulle carpi abbronzate, sui cenci svolazzanti, insieme a un ansare secco che accompagnava [...]

[...] sbadigli, cercava delle scuse. — Ah!... sia lodato Dio! Voi ve la dormite da un canto, Diodata dall'altro, al buio!... Cosa facevi al buio [...]

[...] mogio gli andava dietro per rispondere al caso: — Gnorsì, Pelorosso sta un po' meglio; gli ho dato la gramigna per rinfrescarlo. La Bianchetta ora [...]

[...] raccolto pure... Nanni l'Orbo? Laggiù a Passanitello, dietro le gonnelle di quella strega... Un giorno o l'altro se ne torna a casa colle gambe rotte [...]

[...] comandarmi, vossignoria, vado a buttarmi giù un momento... Come Dio volle finalmente, dopo un digiuno di ventiquattr'ore, don Gesualdo potè mettersi a [...]

[...] un venticello fresco ch'era un piacere, insieme al trillare dei grilli, e all'odore dei covoni nell'aia: — il suo raccolto lì, sotto gli occhi, la [...]

[...] mula che abboccava anch'essa avidamente nella bica dell'orzo, povera bestia — un manipolo ogni strappata! Giù per la china, di tanto in tanto, si [...]

[...] posando il fiasco mise un sospirone, e appoggiò i gomiti sul deschetto: — Tu non mangi?... Cos'hai? Diodata stava zitta in un cantuccio, seduta su di [...]

[...] un barile, e le passò negli occhi, a quelle parole, un sorriso di cane accarezzato. — Devi aver fame anche tu. Mangia! mangia! 58 Essa mise la [...]

[...] voler bene, come tutto il viso supplichevole anch'esso. Un viso su cui erano passati gli stenti, la fame, le percosse, le carezze brutali; limandolo [...]

[...] ! non aver suggezione! Diodata, ancora un po' esitante, si pulì la bocca col dorso della mano, e s'attaccò al fiasco arrovesciando il capo [...]

[...] dorso della mano, tutta rossa. — Tanta salute a vossignoria! Egli uscì fuori a prendere il fresco. Si mise a sedere su di un covone, accanto [...]

[...] di Passanitello, allo sbocco della valle, era illuminata da un chiarore d'alba. A poco a poco, al dilagar di quel chiarore, anche nella costa [...]

[...] stato sempre il suo prediletto, e Speranza carica di famiglia com'era stata lei... — un figliuolo ogni anno... — Tutti sulle spalle di Gesualdo [...]

[...] , in un cantuccio della stalla, dietro una siepe, nell'aia, coi sassi sotto la schiena; mangiando un pezzo di pane nero e duro dove si trovava, sul [...]

[...] basto della mula, all'ombra di un ulivo, lungo il margine di un fosso, nella malaria, in mezzo a un nugolo di zanzare. — Non feste, non domeniche [...]

[...] interesse. — Nel paese non un solo che non gli fosse nemico, o alleato pericoloso e temuto. — Dover celare sempre la febbre dei guadagni, la botta [...]

[...] accovacciò ai piedi, su di un sasso, col viso bianco di luna, il mento sui ginocchi, in un gomitolo. Passava il tintinnio dei campanacci, il calpestìo [...]

[...] si spandevano lontane, nell'aria sonora. La luna, ora discesa sino all'aia, stampava delle ombre nere in un albore freddo; disegnava l'ombra [...]

[...] chiarore molle: gli occhi come due stelle; le belle trecce allentate sul collo; la bocca un po' larga e tumida, ma giovane e fresca. Il padrone [...]

[...] stette un momento a guardarla cosi, sorridendo anch'esso, e le diede un altro scapaccione affettuoso. — Questa non e roba per quel briccone di Brasi, o [...]

[...] per Nanni l'Orbo! no! ... — Oh, gesummarial... — esclamò essa facendosi la croce. — Lo so, lo so. Dico per ischerzo, bestia!... Tacque un altro [...]

[...] l'occhio attento sulla mia roba!... Fedele come un cane!... Ce n'è voluto, sì, a far questa roba! Tacque un momento intenerito. Poi riprese, dopo un [...]

[...] pezzetto, cambiando tuono: — Sai? Vogliono che prenda moglie. La ragazza non rispose; egli non badandoci, seguitò: — Per avere un appoggio... Per [...]

[...] , capisci?... Per non averli tutti contro, all'occasione... Eh? che te ne pare? Ella tacque ancora un momento col viso nelle mani. Poi rispose, con un [...]

[...] ... perchè mi sei affezionata... Ancora non ci penso... ma un giorno o l'altro bisogna pure andarci a cascare... Per chi ho lavorato infine [...]

[...] tutti!... Pago anch'io!... So io ogni volta che vo dall'esattore!... Si grattò il capo un istante, e riprese: — Vedi, ciascuno viene al mondo colla [...]

[...] ... come quando ero un povero diavolo senza nulla... Ora ci ho tanta roba da lasciare... Non posso andare a cercar gli eredi di qua e di là, per la [...]

[...] siete il padrone... Egli ci pensò un po' su, perchè quel discorso lo punzecchiava ancora peggio di una vespa, e tornò a dire: — Anche tu... non [...]

[...] strada, ti dico!... La coscienza mi dice di no... Ti cercherei un marito... 63 — Oh... quanto a me... don Gesualdo! — Sì, sì, bisogna maritarti [...]

[...] !... Sei giovane, non puoi rimaner così... Non ti lascerei senza un appoggio... Ti troverei un buon giovane, un galantuomo... Nanni l'Orbo, guarda! Ti [...]

[...] ... Sì, sì, bella!... lascia dire a me che lo so! Roba fine!... sangue di barone sei, di certo!... Ora la pigliava su di un altro tono, col risolino [...]

[...] !... sciocca che sei!... Come vide che seguitava a piangere, testarda, scappò a bestemmiare di nuovo, simile a un vitello infuriato. — Santo e [...]

[...] ?... a quest'ora?... — Mastro-don Gesualdo andava raccattando i panni tastoni, al buio, ancora assonnato, con un guazzabuglio nella testa. Tutt'a un [...]

[...] ponte!... Mastro Nunzio, vostro padre, disse ch'era ora di togliere l'armatura!... Nardo vi è rimasto sotto!... Era un parapiglia per tutta la casa [...]

[...] , aspettando che gl'insellassero la mula, la quale spaventata anch'essa sparava calci, e Masi dalla confusione non riusciva a mettergli il basto. A un [...]

[...] tale e quale! Massaro Fortunato, più calmo, approvava la moglie, con un cenno del capo, silenzioso, seduto sulla panchetta, simile a una macina [...]

[...] di mulino. — Voi non dite nulla! state lì come un allocco! Adesso Speranza inveiva contro suo marito: — Quando si tratta d'aiutar voi, che pure [...]

[...] , zoppicando; ma il padrone, che aveva la testa come un mulino, non se ne avvide. Soltanto allorchè furono giunti alla chiusa del Carmine, volse il capo [...]

[...] rispondete?... — Che non ti casca mai la lingua? — rispose infine il padrone. Cominciava ad albeggiare prima di giungere alla Torretta. Un contadino [...]

[...] raggomitolata sotto un carrubbio si mise a gridare: — Non potete passare, no!... Il fiume!... badate!... In fondo, nella nebbia del fiume e della pioggia [...]

[...] , si scorgeva confusamente un enorme ammasso di rovine, come un monte franato in mezzo al fiume, e sul pilone rimasto in piedi, perduto nella bruma [...]

[...] insieme, con un oooh! che sembrava un lamento. — No! no! — urlavano i muratori trattenendo pel braccio don Gesualdo. — Che volete annegarvi [...]

[...] vento giungevano pure di lassù, donde veniva la corrente, delle voci che sembravano cadere dal cielo, delle grida disperate, e un suono di corno [...]

[...] a scuotere e a sfasciare. — A me!... santo Dio!... non vedete che si porta anche quelli?... — A un certo punto barcollò e stava per affondare [...]

[...] nella melma spumosa che dilagava. — Santo diavolone! Che volete lasciarvi anche la pelle? — urlò il capomastro afferrandolo pel bavero. — Un altro po [...]

[...] ' strascinate me pure alla perdizione! Egli, pallido come un morto, cogli occhi stralunati, i capelli irti sul capo, quasi colla schiuma alla [...]

[...] : — Per non stare a sentir lui!... Adesso mi dirà ch'è tutta colpa mia!... vedrete!... Non son padrone di muovere un dito in casa mia... Sono padrone [...]

[...] volte anche!... vi credete un ingegnere!... Ecco il bel mestiere che sapete fare!... Mastro Nunzio guarda infuriate il suo figliuolo, annaspando [...]

[...] asciugarvi tutti e due, che arrischiate di pigliare un malanno per giunta, così fradici come siete. Avevano acceso un gran fuoco di giunchi e di [...]

[...] ! Mastro Nunzio, il quale perdeva anche la fede in quella disdetta, ci sputa sopra un paio di volte, col viso torvo. Tutti piangevano e si [...]

[...] fregavano gli occhi dal fumo, intanto che facevano asciugare i panni umidi. In un canto, sotto quelle quattro tegole rotte, era buttato Nardo, il manovale [...]

[...] un po' di strame sotto il capo. Mastro Nunzio, sull'uscio, coi pugni rivolti al cielo, lanciava fuoco e fiamme. — Giuda Iscariota! Santo [...]

[...] fiume, e aspettavano, al riparo, con la schiena alla fiammata. — Evviva voi! Avete fatto un bel lavoro! Tanti denari spesi! I denari del comune [...]

[...] !... Ora ci tocca aspettare chissà quanto, prima di vedere un altro ponte... o com'era fatto, di ricotta? — Questi altri, adesso!... Arrivate giusto [...]

[...] color di terra, seduto su di un sasso, le mani fra le cosce, penzoloni. Quindi prese a sfogarsi col manovale. — Guarda quella carogna! Mi lascia [...]

[...] !... — No, no, vossignoria!... Non dite così, che il Signore vi gastiga!... Mastro Nunzio, appoggiato allo stipite dell'uscio, stava masticando da un po [...]

[...] voglio più sapere di questo ponte 69 della disgrazia! Piuttosto faremo un mulino, coi materiali che riesciremo a mettere in salvo... Un affare [...]

[...] . Mastro Nunzio che strillava e si lagnava di non esser rispettato. — Vedete se sono un fantoccio?... un pulcinella?... il capo della casa... signori [...]

[...] miei!... guardate un po'!... — Gesualdo per finirla saltò di nuovo sulla mula, verde dalla bile, e se ne andò mentre l'acqua veniva ancora giù dal [...]

[...] ! Un solo, un povero diavolo, che andava per la stessa strada, gli offrì di prenderlo sotto l'ombrello. Egli rispose: — Ci vuol altro che [...]

[...] suoi, a quell'ora, vedendolo così fradicio, piovendo acqua come un ombrello, gli disse: — Eh, don Gesualdo?... che disgrazia!... Lui duro come un [...]

[...] per quanto poteva, colla febbre maligna che ci aveva nello stomaco. — Sissignore, eccomi qua! — rispose con un sorriso che cercò di fare allargare [...]

[...] . Non son discorsi da farsi qui, in istrada... C'era il letto ancora disfatto nella camera del canonico; tutt'in giro alle pareti un bel numero di [...]

[...] gabbioline, dove il canonico, gran cacciatore al paretaio, teneva i suoi uccelli di richiamo; un enorme crocifisso nero di faccia all'uscio, e [...]

[...] , appiccicate colle ostie, insudiciate dagli uccelli, e un puzzo da morire, fra tutte quelle bestie. Don Gesualdo cominciò subito a sfogarsi narrando [...]

[...] del carico, colla sola camicia indosso sono andato via... e un paio di pantaloni che non tenevano pia, per la decenza... senza scarpe ai piedi [...]

[...] il mestiere in cui ero nato... E poi, quando presi il primo lavoro a cottimo... gridava ch'era un precipizio! Ne ho avuto del coraggio, signor [...]

[...] dall'altra!... che volete, vossignoria! il sangue si ribella!... Ho taciuto sinora per aver la quiete in famiglia... per mangiare in santa pace un [...]

[...] poi un sant'Agostino a capire quel che volete!... In conclusion si tratta di salvare la cauzione, non è così? di avere qualche aiuto dal comune [...]

[...] canonico alzando il capo come un asino che strappi la cavezza. Poi lasciò stare il nicchio che andava spolverando attentamente, e gli fissò addosso [...]

[...] Gesualdo vagamente. — Tante cose si potrebbero fare... Si potrebbe parlarne... — Si dovrebbe parlarne chiaro, amico mio. Mi prendete per un ragazzo [...]

[...] dinanzi con quella faccia. — Sarà il caldo... saranno tutti quegli uccelli... — balbettò l'altro un po' scombussolato. — Vorrei vedervi nei miei [...]

[...] ! Eccomi con voi. Pensiamo a quest'affare del ponte prima... a salvare la cauzione... con un sussidio del comune. Andremo adesso dal capitano... e [...]

[...] ; ma il canonico aveva già infilato l'uscio. — Voi m'aspetterete già, nel portone. Un momento, vado e torno. Tornò fregandosi le mani: — Ve l'avevo [...]

[...] detto. Non ci vede dagli occhi donna Marianna per quella nipote! Farete un affarone! 73 Appena fuori si imbatterono nel notaro Neri, che andava ad [...]

[...] per camminarvi!... Con quella faccia non si va a chiedere un favore... Aspettatemi qui; salgo un momento dal cavalier Peperito. E una bestia; ma [...]

[...] l'hanno fatto giurato. Appena it canonico se ne fu andato su per la scala rotta e scalcinata, arrivò il cavaliere dal poderetto, montato su di un [...]

[...] mangiatoia, sotto l'arco della scaletta; ma it cavaliere parve un po' seccato d'esser stato sorpreso in quell'arnese, tutto infangato, e col vestito [...]

[...] sulla pancia quel ponte!... Come aveste dovuto spendere di tasca vostra!... II canonico lo tirò per un braccio: — Andiamo, andiamo! Volete [...]

[...] scappellata cerimoniosa del marchese, ebbe un' ispirazione. — Aspettate, aspettate un momento! Di lì a un po' a raggiungere don Gesualdo con [...]

[...] tutt'altro viso. — Un gran diavolo quel marchese! Povero come Giobbe, ma a uno che ha voce in capitolo! S'aiutano fra di loro, tutti in un gruppo [...]

[...] !... una buona parola, alle volte!... fra di loro non possono dir di no... Lo lascerebbero morir di fame, ma un favore non glielo negano... Don Filippo [...]

[...] benedetto?... è un affar grave... Non so di che si tratti... Non sono informato... Da un pezzo che non me ne occupo... Tanto da fare!... Non ho tempo [...]

[...] giallo: — Ahi! ahi! don Gesualdo!... Era un'impresa grossa!... Un colpo da mandare ruzzoloni!... C'era troppa carne al fuoco in casa vostra [...]

[...] pugni... Il posto a chi tocca, caro amico!... Non bisogna mettersi in testa di dare il gambetto a un paese intero!... Don Gesualdo allora perse la [...]

[...] pazienza. Si alzò di botto, rosso come un gallo, e aprì la bocca per sfogarsi. Ma il canonico gliela tappò con una mano. — State zitto! Lasciate [...]

[...] dire a me! Sentite qua, don Filippo! Lo tirò per la falda nell'anticamera. Di lì a un po' rientrarono a braccetto, don Filippo tomato un pezzo di [...]

[...] ossa rotte. Per giunta, sua sorella l'accolse come un cane. — Siete tornato dalla festa? Avete visto che bel guadagno? Poi si rivolse inviperita a [...]

[...] suo marito, nera, magra al par di un chiodo, cogli occhi di carbon, tanto di bocca aperta, quasi volesse mangiarsi la gente: — Voi non dite nulla [...]

[...] un vero animale. I ragazzi che strillavano; tutti i vicini alle finestre per godersi la scena; tanto che Gesualdo infine perse la pazienza [...]

[...] in pace un po' di grazia di Dio. — Ti piace, eh, questa bella vita? Ti piace a te? — domandava egli masticando a due palmenti, ancora imbroncito [...]

[...] . Essa stava a vederlo mangiare, col viso arrossato dalla fiamma, e diceva di sì, come voleva lui, con un sorriso contento adesso. II giorno [...]

[...] un po' di biancheria logora, sul terrazzo che non poteva vedersi dalla piazza, colle mani fine e delicate, la persona che sembrava pin alta e [...]

[...] sottile in quella vesticciuola dimessa, mentre alzavasi 77 sulla Punta dei piedi per arrivare alle funicelle stese da un muro all'altro. — Vedi chi [...]

[...] rispose dopo un momento, colla voce roca: — Vossignoria siete il padrone. E vero... Ma veh!... che bestia! Devi aver fame anche tu... Mangia [...]

[...] , mangia, poveretta. Non pensar solo alla mula. VI Don Luca il sagrestano andava spegnendo ad una ad una le candele dell'altar maggiore, con un [...]

[...] capo umile; abbandonavasi in un accasciamento desolato; biascicando delle parole sommesse che somigliavano a dei sospiri. Dal confessionario [...]

[...] vagamente nell'avvenire, nell'ignoto, come una vita nuova, un nuovo azzurro. Il sole di sesta scappava dalle cortine, in alto, e faceva rifiorire le [...]

[...] , aggrappandosi avidamente alla sponda dell'inginocchiatoio, con un accento più fervido, appoggiando la fronte sulle mani in croce per lasciarsi [...]

[...] penetrare da quella dolcezza. Veniva un ronzio di mosche sonnolenti, un odor d'incenso e di cera strutta, un torpore greve e come una stanchezza [...]

[...] dal luogo e dall'ora. Una vecchia aspettava accoccolata sui gradini dell'altare, simile a una mantellina bisunta posata su di un fagotto di [...]

[...] avviavasi per uscire: — Siete contenta, vossignoria? Un sant'uomo quel padre Angelino! Confessa bene, eh? V'ha lasciata contenta? Ella accennò di [...]

[...] sì col capo, col sorriso breve, rallentando il passo per cortesia. — Un bravo uomo! un uomo di giudizio! Quello sì che ve lo può dare un buon [...]

[...] , anche la baronessa vostra zia, tutti che ci avevano posto un grande impegno!... Si sarebbe mosso quel Cristo ch'è di legno, vedete! Nessuno [...]

[...] I'avrebbe creduto cosi duro, quel don Diego vostro fratello! un signore umile e buono che pareva di potersi confessare con lui!... Non parlo di don [...]

[...] Ferdinando, ch'è peggio di un ragazzo, poveretto!... Egli era riuscito a fermare donna Bianca, piantandosele dinanzi, cogli occhi lucenti, il viso acceso [...]

[...] Luca alza la voce di botto, quasi parlasse a un sordo: — Oggi padre Angelino ci ha la trebbia al Passo di Cava. Se avete qualche altro peccato [...]

[...] da confessarvi, c'è l'arciprete Bugno sfaccendato... buono anche quello! un servo di Dio... Però vedendo il canonico Lupi che s'avanzava verso di [...]

[...] ! Come va da queste parti?... II canonico, invece di rispondergli, si rivolse a donna Bianca con un sorriso sciocco sul muso aguzzo di furetto color di [...]

[...] confessione, perchè sa che me ne manca il tempo... — Indi aggiunse con un certo risolino, lisciandosi il mento duro di barba. — Poi i vostri fratelli [...]

[...] per commissione di vostra zia. Sapete il grosso affare che hanno insieme, colla baronessa? — Donna Bianca fece segno di no. — Un affare grosso... Si [...]

[...] ! — Un cuor d'oro! — interruppe il canonico. — Generoso, caritatevole!... Peccato che... E si diede della mano sulla bocca. — Quello che stavo [...]

[...] sagrestano la trattenne: — Un momento! Cosa devo dire a padre Angelino, se volete mettervi in grazia di Dio prima della festa di san Giovanni Battista [...]

[...] nella fossa, loro!... Ma voi che siete giovine, come rimanete? Non si rovina cosi una sorella!... Un marito simile non ve lo manda neppure san [...]

[...] , don Gesualdo!... e poi le mani in pasta da per tutto. Non si mura un sasso che non ci abbia il suo guadagno Domeneddio in terra! Ponti, mulini [...]

[...] consigliato la stessa cosa che vi dico io... Non ho udito nulla, per non violare il suggello della confessione, ma padre Angelino è un uomo di giudizio [...]

[...] ... vi avrà consigliato di prendere un buon marito... di mettervi in grazia di Dio. Donna Bianca lo guardò sbigottita, col mento aguzzo dei Trao che [...]

[...] senza sangue rispose infine sottovoce: — I miei fratelli sono padroni... tocca a loro decidere... Don Luca a corto d'argomenti rimase un istante [...]

[...] modo un galantuomo che vi vuol tanto bene?... Dare un calcio alla fortuna?... Scusatemi, 83 donna Bianca! io parlo nel vostro interesse... Dovete [...]

[...] gran casata!... peccato che non sia più quella di prima!... Ora che avreste il mezzo di far risorgere il nome dei Trao!... Questo si chiama dare un [...]

[...] . Don Gesualdo spiccherebbe di lassù il sole e la Luna per farvi piacere!... Non ci vede più dagli occhi!... Sembra un pazzo addirittura. Donna [...]

[...] spettinata, come se non avesse fatto altro in vita sua che portare avanti quel ventre — un viso di chioccia istupidita dal covare, con due occhietti [...]

[...] tondi su di una faccia a punta, gialla e incartapecorita, e un fazzoletto lacero da malata, legato sotto il mento; nient'altro sulle spalle, da [...]

[...] ?... la pentola sta per bollire... — Perchè l'hai messa a bollire così presto? Il sole è ancora qui, sul limitare... L'arciprete fa un casa del [...]

[...] portiera, onde trattenerla ancora un momento: — Lui fa proprio compassione!... Una faccia da malato!... Mi parlò tutto il tempo di vossignoria... Dice [...]

[...] fuoco. — è innamorato, che volete farci? Innamorato come un pazzo. Dovreste tornare a parlargliene coi vostri fratelli. Mandargli qualche buona parola [...]

[...] ; e dietro i muli correvano Nanni l'Orbo e Brasi Camauro, affondando nella pula sino ai ginocchi, ansanti, vociando, cantando, urlando. Da un [...]

[...] viva Maria!» ogni venti moggi. Tutt'intorno svolazzavano stormi di galline, un nugolo di piccioni per aria; degli asinelli macilenti abboccavano [...]

[...] spegnere un incendio. Don Gesualdo sempre in moto, con un fascio di taglie in mano, segnando il frumento insaccato, facendo una croce per ogni barile di [...]

[...] faccia accesa, la camicia aperta, un fazzoletto di cotone legato at collo, un cappellaccio di paglia in testa. — Lo vedete, don Luca, se ho tempo da [...]

[...] fare una bella figura. Con un bottiglione di vino poi ve lo chetate, il Ciolla. Don Gesualdo non voile sapere di lettera: — Non per risparmiare il [...]

[...] . — Dicevo per piantare meglio il chiodo. Ma voi siete il padrone. Don Luca se ne tornò tutto contento, con un agnello e una forma di cacio. Per [...]

[...] prudenza mandò la moglie a fare l'imbasciata, sotto un pretesto: 86 — Circa a quel discorso che siete intesi con mio marito, vossignoria, dice che il [...]

[...] portone, comparve in quel momento come un fantasma. — Il confessore!... — riprese a dire la gna Grazia senza che nessuno le domandasse nulla [...]

[...] voleva andarsene; ma lui seguitava a cercare, a frugare, a passare in rivista la roba della dispensa: due salsicciotti magri appesi a un gran cerchio [...]

[...] ; una forma di cacio bucata dai topi; delle pere infracidite su di un'asse; un orciolino d'olio appeso dentro un recipiente che ne avrebbe contenuto [...]

[...] venti cafisi; un sacco di farina in fondo a una cassapanca grande quanto un granaio; il cestone di vimini che aspettava ancora il grano della [...]

[...] Rubiera. Infine riprese: — Ci vuol l'aiuto di Dio!... Siamo tre bocche da sfamare, in casa!... Ti par poco? Ci vorrebbe anche un po' di brodo per Diego [...]

[...] , chinandosi a raccattar per terra le fave cadute dal grembiule di Grazia. Poscia, come svegliandosi da un sogno, domandò: 87 — Tu perchè non vai [...]

[...] più dalla zia Rubiera? Avrebbe mandato un paio di piccioni, sapendo che Diego non sta bene... per fargli un po' di brodo... Bianca divenne di [...]

[...] brace in viso, e chinò gli occhi. Don Ferdinando aspettò un momento la risposta a bocca aperta, battendo le palpebre. Indi tornò nella dispensa a [...]

[...] zia Sganci per un po' d'olio... in prestito... Diglielo bene che lo vuoi in prestito, perche noi non siamo nati per chiedere la limosina... giacchè [...]

[...] colle mani e col capo, con un terrore vago sul viso attonito. Da lontano si udiva di tanto in tanto la tosse che si mangiava don Diego, attraverso [...]

[...] sembrava un canile. Don Diego non stava nè peggio nè meglio. Era lì, aspettando quel che Dio mandava, come tutti i Trao, senza lagnarsi, senza [...]

[...] malato povero. 88 Gli era rimasto sulle guance incavate e sparse di peli grigi un calore di fiamma. — Povera Bianca!... son sempre tuo fratello [...]

[...] , sai!... il tuo fratello che ti vuol tanto bene... povera Bianca!... — Don Ferdinando mi ha detto... — balbettò essa timidamente. — Vo- lete un [...]

[...] orbite che sembravano vuote, filigginose. — II brodo, dicevi? C'è un po' di carne?... — Manderò dalla zia... dalla zia Sganci!... — s'affrettò ad [...]

[...] Dio... Del resto mi sento meglio... Parve migliorare realmente, di lì a qualche giorno: del buon brodo, un po' di vino vecchio che mandava la [...]

[...] , premurosa, con un rimprovero amorevole sulla faccia buona: — Come? Siete in quello stato ed io non ne so nulla? Siamo in mezzo ai turchi? Siamo parenti [...]

[...] , sì o no? Sempre misteri! Sempre ombrosi e selvatici, tutti voialtri Trao!... rincantucciati come gli orsi in questa tana! Un bel mattino vi [...]

[...] don Gesualdo Motta!... — Don Gesualdo! sissignori! I pazzi lasciateli stare!... Vedete bene in quale stato vi hanno ridotto!... Un cognato che [...]

[...] vuol sposare una Trao!... — Sicuro! Chi volete che la sposi?... senza dote? Non è più una bambina neppure lei!... è un tradimento bell'e buono [...]

[...] logore: un ecceomo! Andava errando per la stanza, stralunato, facendo gesti e discorsi incoerenti, tossendo, tirando il fiato a stento, soffiandosi [...]

[...] riuscisse a persuader Bianca. — Cosa volete che dica? — esclamò la zia. — Vi pare un bell'avvenire quello d'invecchiare come voialtri... fra tante [...]

[...] ... Ed ora che vi si offre la fortuna, risponderle con un calcio... Scusatemi, io la direi una porcheria! Tutt'a un tratto don Diego si mise a ridere [...]

[...] !... Non è che questo?... perchè ora come ora siamo un po' angustiati?... Ti pesa, di'?... ti pesa questa vita angustiata, povera Bianca?... Hai [...]

[...] . — Vieni qua... Non ti dico altro!... Anche voi, zial... Venite a vedere!... S'arrampicò tutto tremante su di una seggiola per aprire un armadietto 90 [...]

[...] polverosi, che lo facevano tossire a ogni voltar di pagina. Sul letto era pure sciorinato un grand'albero genealogico, come un lenzuolo: l'albero [...]

[...] della famiglia che bagnava le radici nel sangue di un re libertino, come portava il suo stemma - di rosso, con tre gigli d'oro, su sbarra del [...]

[...] verso di lei, con un sorriso bonario e malinconico. — Parlo per voialtri... per te e per Ferdinando... Ne godrete voialtri almeno... Quanto a me [...]

[...] sembrate un bambino! — Ma subito si calmò, col sorriso indulgente di chi vuol far capire la ragione proprio a un ragazzo. — Va bene!... va benone [...]

[...] di don Gesualdo, dicendo ch'era un affare d'oro quel matrimonio, una fortuna per tutti loro; congratulandosi con la nipote la quale fissava fuori [...]

[...] sulle spalle di don Diego il quale 91 sembrava che non udisse, cogli occhi inchiodati sulla sorella e un tremito per tutta la persona. A un [...]

[...] sbigottita, faccia a faccia col fratello che sembrava un cadavere, dopo che la zia e don Ferdinando furono usciti. Il pover'uomo esitò ancora prima di [...]

[...] aggiungere quel che gli restava a dire, fissando la sorella con un dolore più pungente e profondo. Poscia le afferrò le mani, agitando il capo [...]

[...] ricadere adagio adagio le mani della sorella, quasi un abisso si scavasse fra di loro. — Allora!... Fa quello che vuoi... fa quello che vuoi... E le [...]

[...] , s'aspettavano gli sposi. Davanti alla porta c'era un crocchio di monelli, che il ragazzo di Burgio, in qualità di parente, s'affannava a tener [...]

[...] discosti, minacciandoli con una bacchettina; la scala sparsa di foglie d'arancio; un lume a quattro becchi posato sulla ringhiera del pianerottolo; e [...]

[...] fresco. A ogni momento succedeva un falso allarme. I ragazzi gridavano: — Eccoli! eccoli! - Camauro lasciava la scopa, e della gente si affacciava [...]

[...] disse: — Bravo! - Ma nel salire le scale, stava per rompersi l'osso del collo, e allora scappò anche a bestemmiare: — Che bestie!... Han fatto un [...]

[...] staffe e un panciotto di raso a fiori, si affacciò nel pianerottolo, infilandosi la giamberga. — Eccomi! eccomi!... Sono qui!... Ah, signor [...]

[...] marchese!... bacio le mani!... E rimase un po' confuso, non vedendo altri che il Limòli. - Servo, servo, caro don Santo!... Non baciate più nulla [...]

[...] venire, con un moggio di fiori finti in testa, il vestito di seta che aveva preso le pieghe come la carta, nel cassettone, i pendagli di famiglia che [...]

[...] le strappavano le orecchie, seccata di aspettare da un gran pezzo in un bagno di sudore, e si mise a strillare di — Ma che fanno? C'è qualche altra [...]

[...] di guardare nella lente di un cosmorama. Don Santo precedeva facendo la spiegazione, tirando in su ogni momento le maniche che gli arrivavano alla [...]

[...] punta delle dita. — Come? Non c'è nessuno ancora? — esclamò il marchese, giunti che furono nella camera nuziale, parata come un altare. Compare [...]

[...] ... — Credevo di trovare almeno gli altri parenti... Mastro Nunzio... vostra sorella... — Nossignore... si vergognano... C'è stato un casa del diavolo! Io [...]

[...] . Diodata ci aveva pure messi in bell'ordine tutti i tovagliuoli arrotolati in punta, come tanti birilli, che portavano ciascuno un fiore in cima [...]

[...] !... Mastro Titta e l'altro barbiere suo compagno si son rifiutati, con un pretesto!... Vanno soltanto nelle casate nobili quei pezzenti [...]

[...] parente. Lasciateli stare; non li spaventate. In quel momento si udì un baccano giù in istrada, e corsero in tempo al balcone per vedere arrivare la [...]

[...] carrozza degli sposi. Nanni l'Orbo, a cassetta, col cappello sino alle orecchie, faceva scoppiettare la frusta come un carrettiere, e vociava [...]

[...] lì dov'erano, e Burgio s'era già alzato per scavalcare lo sportello. Ma le mule tutt'a un tratto abbassarono il capo insieme, e infilarono il [...]

[...] spumante, colle braccia nude, un po' di petto nudo, il profilo angoloso dei Trao ingentilito dalla pettinatura allora in moda, i capelli arricciati [...]

[...] tuo cognato, — disse il marchese a Bianca. II notaro ripigliò di lì a un momento: — Guardate! guardate! Sembra lo sbarco di Cristoforo Colombo [...]

[...] ! Vedevasi sull'uscio dell'anticamera un mucchio di teste che si pigiavano, fra curiose e timide, quasi stesse per scoppiare una mina. Il canonico fra [...]

[...] gli altri monelli scorse Nunzio, il nipotino di don Gesualdo, e gli fece segno d'entrare, ammiccandogli. Ma il ragazzo scappò via come un selvaggio [...]

[...] nipote, sembrava un presidente, chiacchierando soltanto lui. — Bravo! bravo!... Tuo marito ha fatto le cose bene!... Non ci manca nulla in questa [...]

[...] casa!... Ci starai da principessal... Non hai che a dire una parola... mostrare un desiderio... — Allora ditegli che vi comperi delle altre mule [...]

[...] , don Gesualdo approvando coi cenni del capo; gli altri ascoltavano: la zia Cirmena con le mani sul ventre e un sorrisetto amabile che faceva [...]

[...] cascare le parole di bocca: un sorriso che diceva: — Bisogna pure! giacchè son venuta!... Valeva proprio la pena di mettersi in gala!... — Bianca [...]

[...] !... certo!... — Un momento!... — esclamò il canonico balzando in piedi. — Mi pare di sentir gente!... Santo, che stava all'erta, cogli occhi fissi [...]

[...] ! — disse il canonico. — Un momento! Vo e torno! Donna Sarina gli corse dietro nell'anticamera, e si udì il canonico rispondere forte: — No! Qui vicino [...]

[...] fra me e me... senza invitar nessuno... no!... — Tacete!... Sento il campanello! — interruppe donna Sarina. — è un pezzo che suonano mentre voi [...]

[...] state a predicare... Però era un tintinnio sommesso di gente povera. Santo corse ad aprire, e si trovò faccia a faccia col sagrestano, seguito dalla [...]

[...] moglie, la quale portava sotto il braccio un tovagliuolo che pareva un sacco, quasi fosse venuta per lo sgombero. Al primo momento don Luca rimase [...]

[...] allora entrò svolgendo adagio adagio il tovagliuolo, e ne cavò una caraffina d'acqua d'odore, tappata con un batuffoletto di cenci. — L'acqua [...]

[...] la sdegnosa anch'essa! Come se non si sapesse donde viene quella gran dama!... No! no! che fate?... — esclamò a un tratto slanciandosi verso [...]

[...] . — Faranno nascere qualche guaio quei due ragazzi! — borbottò infine. Anche Bianca abbozzò un sorriso a quell'uscita, e si scostarono dalla tavola tutti [...]

[...] e due, per evitare il pericolo. — Non vuol nulla!... — tornò dicendo il cognato don Santo, quasi si fosse tolto un gran peso dallo stomaco. — Io [...]

[...] , per me, gliel'ho offerto!... — Neanche un bicchierino di perfetto amore? — entre a dire il canonico con galanteria. La zia Cirmena si mise a ridere [...]

[...] si fece pregare un po', e quindi trasse di tasca un fazzoletto 99 che sembrava un lenzuolo. Intanto la zia Cirmena s'empiva il borsone che portava [...]

[...] al braccio, dov'era ricamato un cane tutto intero, e ce n'entrava della roba! Il canonico invece, che aveva le tasche sino al ginocchio, sotto la [...]

[...] Gesualdo tutto contento, con un sorriso di gratitudine per lei. Erano un po' in disparte, mentre tutti gli altri si affollavano intorno alla tavola [...]

[...] !... Infine se si è indotta a questo passo... Fece un altro segno, coll'indice e il pollice in croce sulla bocca. E sbirciando colla coda dell'occhio che [...]

[...] rientravano in sala anche Bianca e suo marito, disse forte, come in seguito di un altro discorso, mostrando il fazzoletto pieno: — Sono le mie [...]

[...] tagliar corto Paccomiata: — Va bene! Buona sera, caro don Luca! Nell'altra stanza, appena furono usciti gli invitati, si udì un baccano indiavolato. I [...]

[...] ficcava da per tutto, in bocca, nelle tasche, dentro la camicia. Nunzio, il ragazzo di Burgio, entrato come un gatto, si era arrampicato sulla tavola [...]

[...] , e s'arrabbattava a calci e pugni anche lui, strillando come un ossesso; gli altri monelli carponi sotto. Don Gesualdo, infuriato, voleva correre [...]

[...] divertita almeno un po', si piantò nel bel mezzo della stanza, guardando in faccia la gente, come a dire ch'era ora d'andarsene. In quel frattempo [...]

[...] , curioso, voile andare a vedere. Di rimpetto, alla cantonata di San Sebastiano, c'era un crocchio di gente; si vedevano biancheggiare dei vestiti chiari [...]

[...] andremo noi!... Ehi, ehi, canonico... Mi par che sarebbe tempo d'andarcene!... Un po' di prudenza!... — Ah! ah!... Ah! ah! — chiocciava il canonico [...]

[...] . — Buona notte, nipoti miei! Vi do pure la benedizione che non costa nulla... Bianca s'era fatta pallida come un cencio lavato. Si alzò anche lei [...]

[...] , con un lieve tremito nei muscoli del mento, coi begli occhi turchini che sembravano smarriti, incespicando nel vestito nuovo, e balbettò: — Zio [...]

[...] ... Pensateci bene!... Vi mancherà un appoggio!... Li avrete tutti nemici allora!... — Tutti nemici... oh bella! perché? — Pei vostri denari, caspita [...]

[...] simili a un branco di pecore; poscia, dopo Nanni l'Orbo, sfilarono dietro tutti gli altri, col sorriso goffo, il berretto in mano, le donne salutando [...]

[...] ha mantenuto per carità. — Sissignora!... Tanta salute!... — E Diodata non seppe più che dire. — Un cuore tanto fatto, don Gesualdo! — seguitò Nanni [...]

[...] , guardando con tenerezza Diodata. — Contentoni!... può dirlo anche lei!... — è un pezzo che compare Nanni teneva d'occhio a quei baiocchi, per [...]

[...] un calpestio pesante di bestiame grosso. Appena fuori cominciarono a ridere e scherzare fra di loro; Brasi Camauro e Pelagatti dandosi degli [...]

[...] , cara Bianca! — Un momento! — strillò la zia Cirmena respingendolo colle mani, quasi egli stesse per farle violenza. — Non potete entrare adesso [...]

[...] ?... — Sissignore... Dice per questo!... ch'è il padrone... Non mi lasciano andare in pace!... tutti quanti! — Aspetta! aspetta, che piglio un bastone [...]

[...] due scalini piu giu, gli aveva presa la mano di nascosto, e andava baciandola come un vero cane affezionato e fedele: — Benedicite!... benedicite [...]

[...] !... — Ora ricomincia il piagnisteo! — sbuffò lui. — Non ho un momento di pace, questa sera!... — Nossignore... senza piagnisteo... Tanta salute a [...]

[...] vossignoria!... e alla vostra sposa anche!... E che volevo baciarvi la mano per I'ultima volta!... Mi tremano un po' le gambe... Tanto bene che mi [...]

[...] avete fatto, vossignoria!... — Be'! be' !... Sta allegra tu pure!... Dev'essere un giorno d'allegria questo!... Hai trovato un buon marito anche [...]

[...] '? Essa rispose ch'era contenta, chinando il capo piu volte, giacchè aveva un gruppo alla gola e non poteva parlare. — Va bene! Ora vattene via [...]

[...] contenta... e senza pensare ad altro, sai!... senza pensare ad altro!... Com'essa lo guardava in un certo modo, cogli occhi dolorosi che sembrava [...]

[...] parte di madre che l'era toccata quella volta. — Eccomi qua, don Gesualdo! eccomi qua! — E stese le braccia come un crocifisso per buttargliele al [...]

[...] collo. — Non ho bisogno di farvi la predica... Siete un uomo di giudizio... Povera Bianca!... Sono commossa, guardate! Cercò nel borsone il fazzoletto [...]

[...] col lume... Egli volse le spalle. — Quante chiacchiere! Infine siamo marito e moglie sì o no? — Entrando nella camera nuziale trasse un sospirone [...]

[...] !... Voleva far ridere anche la sposa, metterla un po' di buon umore, per star meglio insieme in confidenza, come dev'essere fra marito e moglie. Ma [...]

[...] prima, e i lineamenti delicati parvero affilarlesi a un tratto maggiormente. 106 Proprio quello che aveva detto la zia Cirmena! Una ragazza che vi [...]

[...] basiva per un nulla, e v'imbrogliava la lingua e le mani. Gli seccava, ecco, quel giorno di nozze che non gli aveva dato un sol momento buono [...]

[...] . — Ehi?... Perchè non dici nulla?... Cos'hai?... — Rimase un momento imbarazzato, senza saper che dire neppure lui, umiliato nel suo bel vestito nuovo [...]

[...] , in mezzo ai suoi mobili che gli costavano un occhio del capo. — Senti... s'è così... se la pigli su quel verso anche tu... Allora ti saluto e vo [...]

[...] a dormire su di una sedia, com'è vero Dio!... Essa balbettò qualche parola inintelligibile, un gorgoglio di suoni timidi e confusi, e chinò il capo [...]

[...] ubbidiente, per cominciare a togliersi il pettine di tartaruga, colle mani gracili e un po' sciupacchiate alle estremità di ragazza povera [...]

[...] prima notte di matrimonio!... — No! — interruppe lei balbettando, con un filo di voce. — No... sentite... devo dirvi una cosa... 108 Sembrava che [...]

[...] . — Tutto quello che desideri... Voglio che sii contento tu pure!... Com'era di luglio, e faceva un gran caldo, si tolse anche il vestito, aspettando [...]

[...] . Ella si tirò indietro bruscamente, quasi avesse ricevuto un urto in pieno petto; e s'irrigidì, tutta Bianca, cogli occhi cerchiati di nero [...]

[...] !... ancora!... Com'è vero Dio, gli tiro addosso un vaso di fiori adesso!... Voglio far la festa anche a lui, la prima notte di matrimonio!PARTE [...]

[...] pigliasse un accidente. Annaspa alquanto per cercare il cappello, e fece per andarsene. Ma giunto sulla soglia tornò indietro a precipizio, colla [...]

[...] ginocchia. Indi alzò il capo, e ribattè con voce calma: — Cinque onze! II barone diventò a un tratto come un cencio lavato. Si soffiò il naso [...]

[...] ; calcò il cappello in testa, e poi infilò l'uscio, sbraitando: — Ah!... quand'e così!... giacch'è un puntiglio!... una personalità!... Buon giorno a [...]

[...] all'orecchio di don Gesualdo, passandogli un braccio al collo. — Nossignore, — rispose ad alta voce costui. — Non ho di queste sciocchezze... Fo i miei [...]

[...] interessi, e nulla Nel pubblico che assisteva all'asta corse un mormorio. Tutti gli altri concorrenti si erano tirati indietro, sgomenti, cacciando [...]

[...] tacque rimminchionito. Nella folla che pigiavasi all'uscio nacque un tafferuglio. Mastro Nunzio Motta voleva entrare a ogni costo, e andare a mettere [...]

[...] scrivania un sacco di doppie che cave fuori dalla cacciatora. A quel suono tutti spalancarono gli occhi. Don Filippo ammutolì. — Signori miei [...]

[...] !... — strillò il barone Zacco rientrando infuriato. — Signori miei!... guardate un po'!... a che siam giunti!... — Cinque e quindici! — replica don Gesualdo [...]

[...] peggio di un toro infuriato. Peperito aveva chiamato con un cenno il canonico Lupi, e s'erano messi a confabulare sottovoce, chinati sulla [...]

[...] scartafacci. Il cavaliere lo prese per un braccio e andarono a raggiungere il notaro e il baronello che disputavano animatissimi in un canto della sala. Don [...]

[...] !... Uno!... due!... — Un momento, signori miei! — interruppe don Gesualdo. — Chi garantisce quest'ultima offerta? A quell'uscita rimasero tutti a [...]

[...] . Chi garantisce pel barone Rubiera? II notaro si gettò su don Ninì che sembrava volesse fare un massacro 114 Peperito dimenavasi come l'avessero [...]

[...] schiaffeggiato. Lo stesso canonico allibì. Margarone balbettava stralunato. — Chi garantisce pel barone Rubiera?... chi garantisce?... — A un tratto [...]

[...] cessarono le risate, e don Filippo ricominciò a tartagliare. La gente si affollava sull'uscio come ad un teatro. II canonico, che sembrava più [...]

[...] ! nemico di Dio! — si udì gridare mastro Nunzio nella folla dell'altra sala. Successe un parapiglia. II notaro e Peperito spinsero fuori dell'uscio il [...]

[...] un bicchier d'acqua. I suoi colleghi s'asciugavano il sudore anch'essi, trafelati. Solo don Gesualdo rimaneva seduto al suo posto come un sasso [...]

[...] , accanto al sacchetto di doppie. A un certo punto, dalla baraonda ch'era nell'altra stanza, irruppe nella sala mastro Nunzio Motta, stralunato [...]

[...] , come un pazzo. 115 — Signor don Filippo!... sono il padre, sì o no?... comando io, sì o no?... Se mio figlio Gesualdo è matto!... se vuol [...]

[...] sulla nuca. Il notaro era sceso a precipizio, facendo gli scalini a quattro a quattro, onde correre dalla baronessa. Per le scale era un via vai di [...]

[...] folla. Giungeva don Giuseppe Barabba, agitando un biglietto in aria. — Canonico! canonico Lupi!... — Questi si spinse avanti a gomitate. — Va bene [...]

[...] !... Oramai siete parenti!... E tirando pel vestito il baronello li strinse entrambi in un amplesso, costringendoli quasi a baciarsi. Il barone [...]

[...] . Avrebbero pianto gli stessi sassi. — Per parte di moglie... siete cugini... — è vero, — aggiunse don Ninì tuttora un po' rosso in viso. — Siamo [...]

[...] Canali infervorato. — Pazzie! ragazzate!... Un po' di sangue alla testa!... La giornata calda!... Un puntiglio sciocco... un malinteso... Ora tutto e [...]

[...] finito! Andiamo via! Non facciamo ridere il paese!... — E il notaro cercava di condurli a spasso tutti quanti. — Un momento! — interruppe don [...]

[...] ?... Torniamo da capo?... — Di nuovo s'era levato un putiferio. — Non siamo più amici? Non siamo parenti? Ma don Gesualdo s'ostinava, peggio di un mulo [...]

[...] . — Villano! testa di corno! Don Filippo, in mezzo a quel trambusto, fu costretto a sedere di nuovo sul seggiolone, sbuffando. Vuotò di un fiato il [...]

[...] ; il canonico e Canali ragionando fra loro due a bassa voce; don Nini, più restio, in coda agli altri. II notaro con le braccia fece un gesto [...]

[...] fidiamo... Siamo galantuomini! Un'offerta sola sul prezzo di prima; e vi rimangono aggiudicate le terre senza un baiocco d'aumento. Solamente una [...]

[...] piegava il capo ora a destra e ora a sinistra, con un fare cadenzato che doveva essere molto persuasivo. — Se le volete tutte, ve le faremo pagare [...]

[...] ? Allora comando ai prezzi all'annata, capite?... Ve lo dico perche siete un amico, e perchè a far quel che dico io ci vogliono molti capitali in mano, e [...]

[...] un cuore grande quanto il piano di Santamargherita, caro notaro. Perciò spingerò l'asta sin dove voialtri non potrete arrivare. Ma badate! a un [...]

[...] canonico con un cenno del capo, e disse a Margarone: — Signor don Filippo, andiamo avanti... — Io non vo niente affatto! — rispose finalmente [...]

[...] Filippo... Un memoriale a Sua Maestà!... — II canonico col mantello sul braccio come un oratore romano, perorava la causa dell'amico, minaccioso. Don [...]

[...] l'asta. — Signori miei!... guardate un po'... a che siam giunti! — brontolava Margarone. Per la scala del Palazzo di Città, e per tutto il paese era [...]

[...] un subbuglio, al sentire la lotta che c'era stata per levare di mano al barone Zacco le terre del comune che da quarant'anni erano nella sua [...]

[...] famiglia, e il prezzo a cui erano salite. La gente si affacciava sugli usci, per veder passare ma- stro-don Gesualdo. — Guardate un po', signori miei, a [...]

[...] che s'era arrivati!... — Fresco come un bicchier d'acqua, quel mastro-don Gesualdo che se ne andava a casa, colle mani in tasca... In tasca aveva [...]

[...] ... dice ch'è un proditorio! che il canonico Lupi vi aveva messi d'amore e d'accordo, e poi tutt'a un tratto... E vero, nipote mio? Son venuta [...]

[...] . Eh? che ne dite? Bianca guardava timidamente ora lei ed ora il marito, rannicchiata in un cantuccio del canapè, colle braccia sul ventre e il [...]

[...] lei pure un istante. Poscia divenne rossa come un gallo: — Ah! dite di no?... Scusatemi... Io non c'entro. Ero venuta a parlarne con mia nipote [...]

[...] ch'è così ostinato!... Una disgrazia... un gastigo di Dio! — Che volete farci? — rispose don Gesualdo. — Non tutti i negozi riescono bene. Anch'io, se [...]

[...] contrappelo anche? Un povero diavolo che s'arrabatta da mattina a sera!... — Si discorreva della gabella delle terre... — disse don Gesualdo [...]

[...] viso, indi divenne smorta come un cencio; ma non si mosse nè disse verbo. Il canonico rispose lui invece, masticando ancora l'amaro. — Lo sappiamo [...]

[...] della moglie schierati contro il marito!... Uno scandalo che non s'è mai visto... Hanno bandito un nuovo appalto per il ponte... onde fargli perdere [...]

[...] , sdraiato sul suo bel canape soffice, e a un certo punto gli chiuse anche la bocca colla mano, al canonico. — Lasciate stare!... Queste son [...]

[...] voi che siete un tesoro!... Allora, cara donna Mariannina!... allora, quand'è cosi, muoia Sansone con tutti i Filistei. — E lasciamoli morire [...]

[...] non lo lascerai finire, tu? — Bianca tornò a farsi rossa. — Evviva! Mi congratulo. Ora che avete questa bella casa dovete fare un bel battesimo [...]

[...] . — C'è un casa del diavolo. Cercano di aizzarvi contro tutto il paese, dicendo che avete le mani lunghe, e volete acchiappare quanta terra si vede [...]

[...] d'acchiappare anche il mestolo un quarto d'ora, e di dare il gambetto a tutti quei pezzi grossi che non era riescito ad ingraziarsi neppure sposando una di [...]

[...] stata colpa tua. Tutti i negozi non riescono a un modo. Poi se capita di fare il bene, nel tempo stesso... II canonico cominciava a capacitarsi [...]

[...] , cogli occhi e la bocca di traverso, pensieroso, e appoggiava anche lui il discorso del socio: — Non si voleva torcere un pelo a nessuno... se si [...]

[...] arrivava ad afferrare il mestolo un po' di tempo... quante cose si farebbero... — Voi dovreste fame una!... — interruppe don Gesualdo. — Parlare con [...]

[...] chi ha le mani in questa faccenda, e dire che vogliamo esserci anche noi. — Eh? Che dite?... un sacerdote! — Lasciate stare, canonico!... Poi se vi [...]

[...] tagliano la testa! Già, se è come avete detto, dovrebbero tagliarla a un paese intero. Credete che non abbia fatto i miei conti, in questo tempo [...]

[...] ?... Quando saremo lì, a veder quel che bolle in pentola... Bisogna mettersi vicino al mestolo... con un po' di giudizio... col denaro... So io quello [...]

[...] che dico. Bianca cominciò allora a balbettare: — Oh Signore Iddio!... Cosa pensate di fare?... Un padre di famiglial... — Il canonico, indeciso, la [...]

[...] figliuoli sono un gran 125 legame. Speriamo almeno che abbiano ad esser felici e contenti loro; giacchè io... Volete che ve la dica, eh, canonico [...]

[...] ho avuto, eh? ditelo voi!... II C'era un gran fermento in paese. S'aspettavano le notizie di Palermo. Bomma che teneva cattedra nella [...]

[...] occhi: Le terre del comune che uscivano di casa Zacco dopo quarant'anni... un prezzo che non s'era mai visto l'eguale!... Quel mastro-don Gesualdo [...]

[...] . Dallo spuntare del giorno si vide la Piazza Grande piena zeppa di villani: un brulichio di berrette bianche; un brontolio minaccioso. Fra Girolamo [...]

[...] Margarone nella piazzetta di Santa Teresa: — Sentite qua; ho da dirvi una parola!... — E lo prese per un braccio, avviandosi verso casa, seguitando [...]

[...] piglino la mano, i villani, e ci facciano la festa? — La piazza, in fondo alla stradicciuola, sembrava un alveare di vespe in collera. Nanni l'Orbo [...]

[...] , Pelagatti, altri mestatori, eccitatissimi, passavano da un crocchio all'altro, vociferando, gesticolando, sputando fiele. Gli avventori di mastro [...]

[...] , perchè siamo tutti eguali. — Padroni! padronissimi! Quanto a me non dico di no! Tutti eguali!... Portatemi un bicchier d'acqua, don Anselmo. Di [...]

[...] tanto in tanto dal Rosario o dalla via di San Giovanni partiva come un'ondata di gente, e un brontolio più minaccioso, che si propagava in un [...]

[...] alle costole, armato sino ai denti, gridava come un ossesso: — Signor barone!... Questa non giornata!... Oggi ci vuol prudenza!... — Dalla parte di [...]

[...] Sant'Agata comparve un momento anche il signor Capitano, per intimorire la folla ammutinata colla sua presenza. Si piantò in cima alla scalinata [...]

[...] farmacia; uno sciame di contadini un po' più in la, alla debita distanza; e ogni dieci minuti la vecchia berlina del barone Mendola che scarrozzava la [...]

[...] , e le piume gialle del cappellone della baronessa che passavano e ripassavano su quell'ondeggiare di berrette bianche. Tutt'a un tratto accadde un [...]

[...] !... Aveva il consenso di massaro Sbrendola... un contratto bell'è buono... e ora dice che non si rammenta! — Va la, va la, che non me la dai a bere [...]

[...] , incespicando qua e là, pigliandosela col canonico, che metteva in quell'impiccio un padre di famiglia. — Se fate così!... — balbettò il canonico; — se mi [...]

[...] se siete un uomo!... Sono contento, vedi, Bianca! Sono contento d'andare magari verso il precipizio, per vedere che cominci ad affezionarti a me e [...]

[...] alla casa... Tutto sudato, colle mani un po' tremanti, si imbacuccò ben bene in uno scalpore, per prudenza, e scesero in istrada. Non c'era anima [...]

[...] andava in su verso la piazza, e il canonico disse piano: — Vedete?... E uno dei nostri!... Va dove andiamo noi. Era in un magazzino di Grancore, già [...]

[...] bussavano tre colpi in un certo modo alla porticina dove si giungeva scendendo tre scalini; si attraversava un gran cortile oscuro e scosceso, e [...]

[...] disse: — è qui! — e fece il segnale convenuto. 131 Tutti e due col cuore che saltava alla gola. Per fortuna in quel momento giunse un altro [...]

[...] Neri cavando il naso da una gran sciarpa. — Siete voi? Vi ho riconosciuto al canonico che sembra un cucco, poveraccio! Il notaro la pigliava [...]

[...] comanda adesso è un prete, certo Ascenso! — Ah? — rispose il canonico che si sentiva in causa. — Ah? — Silenzio per ora!... Andiamo adagio! Sapete com'è [...]

[...] anche il barone Zacco stasera. — Che aspettiamo ad entrare, signori miei? — interruppe don Gesualdo a quella notizia, coraggioso come un leone [...]

[...] . Quando tornarono ad uscire, dopo un gran pezzo, erano tutti più morti che vivi. Bomma sforzavasi di fare il gradasso; Tavuso non diceva una parola; e [...]

[...] , cugino, ho da parlarvi. — E seguitarono ad andare a braccetto in silenzio. — Ssst!... un fischio!... verso i Cappuccini!... — II barone mise mano [...]

[...] alla pistola: tutti con un gran batticuore. Si udirono abbaiare dei cani. — Fermo!... — esclamò il canonico sottovoce, afferrando il braccio armato [...]

[...] , risalendo poi verso Santa Maria di Gesù per certe stradicciuole Buie che non si sapeva dove mettere i piedi. A un tratto si fermò guardando [...]

[...] di un cortile. Un cane si mise a latrare furiosamente. Zacco spaventato se la diede a gambe colla pistola in pugno, e don Gesualdo dietro di lui [...]

[...] , con una gran confusione in testa, e il cuore che voleva uscirgli dal petto. Poi, udendo colui che gli arrancava dietro, con un certo rumore quasi [...]

[...] udivano di tanto in tanto delle voci: un mormorio confuso, dei passi che risuonavano nella notte, dei cani che abbaiavano per tutto il paese. Don [...]

[...] s'incontrava ancora anima viva. La casuccia di Diodata era nascosta fra un mucchio di casupole nerastre e macchie di fichi d'India, dove il fango [...]

[...] durava anche l'estate. C'era un pergolato sul ballatoio, e un lume che trapelava dalle imposte logore. — Bussa tu, se mai... — disse don Gesualdo [...]

[...] . — Vuoi la chiusa del Carmine?... un pezzo che ti fa gola! Infine compare Nardo riusci a metterli d'accordo sulla chiusa del Carmine. — Corpo di [...]

[...] salvare la pelle, potete rimanere tutto il tempo che vi piace. Sono un buon diavolaccio, lo sapete!... S'era fatto tardi. Compare Nanni [...]

[...] ... Compare Nardo verrà con me. Al ritorno, per segnale, busserò tre colpi all'uscio. Ma se no, non aprite neanche al diavolo. Era un terrore pel paese [...]

[...] irta di ciambelle come un fuoco d'artificio, correvano ogni momento al balcone. Don Filippo, tronfio e pettoruto, se ne stava adesso seduto nel Caffè [...]

[...] . Prima di entrare però bussò al modo che aveva detto, tossì, si soffiò il naso, pure si trattenne un può a discorrere ad alta voce con una vicina che [...]

[...] Sembrava che si divertisse a fare agghiacciare il sangue nelle vene al prossimo suo, quel briccone! Udivasi infatti un vocio di comari, un correre di [...]

[...] ! Guardatevi!... Infatti Bianca la sera innanzi s'era visto capitare a tre ore di notte il Capitan d'Arme, un bell'uomo colla barba a collana e i baffi [...]

[...] suggezione. II marchese, che cominciava a farsi un po' sordo, tendeva l'orecchio, gli faceva dei versacci, lo intimidiva maggiormente strillando [...]

[...] : — Eh? che diavolo vuoi? Ma Bianca mise un grido straziante, un grido che fece rimanere lo zio a bocca aperta, e scappò per la casa cercando il [...]

[...] dietro di lui don Ferdinando che portava l'annaffiatoio, giallo, allampanato, un vero fantasma. Don Diego annaffiava, nettava, rimondava i fiori di [...]

[...] Bianca; si chinava a raccattare i seccumi e le foglie vizze; rimescolava la terra con un coccio; passava in rivista i bocciuoli nuovi, e li covava [...]

[...] pure come un fanciullo. Poi raccontava quello che aveva visto lui: — Oggi ventisette!... ne sono passati ventisette... L'arciprete Bugno era [...]

[...] insieme col cugino Limòli!... Per un po' di giorni, verso i primi d'agosto, era venuto soltanto don Ferdinando ad annaffiare i fiori, strascinandosi a [...]

[...] sin nella piazzetta di Sant'Agata, apparve per un istante alla finestra la cima di un berretto bianco tremolante. Ma allorquando la processione di [...]

[...] metterlo al capezzale del malato: un tocca e sana. Eppure non v'è neanche quello. Compare Cosimo e Pelagatti, partendo per la campagna due ore [...]

[...] un lamento. Poi, verso nona, bussava al portone il ragazzo di don Luca, portando 139 un bicchiere di latte. Di tanto in tanto veniva don [...]

[...] Giuseppe Barabba, con un piatto coperto dal tovagliuolo, il servitore del Fiscale che recava un fiasco di vino. A poco a poco diradarono anche quelle [...]

[...] dirimpetto: una voce da far cascare il più di bocca. E subito dopo un gran colpo al portone sconquassato, e dei passi che si allontanarono frettolosi [...]

[...] . Fu giusto quella notte che arrivava la Compagnia d'Arme. Una baraonda per tutto il paese. Al rumore insolito anche don Diego aprì un istante gli [...]

[...] Fortunato avesse potuto vederlo al buio. — Solo come un cane!... me lo lasciano sulle spalle!... Ho mandato Grazia pel dottore... a quest'ora [...]

[...] . Sono stato sempre un povero diavolo!... Bacio la mano di chi mi dà pane... — Il dottore!... quello sì!... deve avere la tremarella addosso a [...]

[...] !... Un padre di famiglia!... Andate a chiamare i suoi parenti piuttosto... il viatico, ch'è meglio!... La zia Sganci non volle neppure aprire [...]

[...] , se Dio vuole, chi campa si rivede. Per fortuna, Grazia non aveva di che temere; e suo marito l'avrebbe mandata senza sospetto in mezzo a un [...]

[...] , quasi il suo fidanzato corresse a buttarsi in un precipizio. — Non temere... no! — rispose lui con la voce grossa. All'udir gente nella piazzetta, dal [...]

[...] un cane!... Non c'è nessuno in casa!... Rimpetto al palazzo nero e triste dei Trao splendeva il balcone lucente dei Margarone, e in quella Luce [...]

[...] accomodò alla meglio su due sedie. Don Ferdinando, di tratto in tratto, si alzava di nuovo, in punta di piedi, si chinava sul letto, simile a un [...]

[...] si era attorcigliata al collo e alle braccia, al pari di un serpente, e lo stringeva, soffocandolo, gli strozzava la voce in gola, quando udì [...]

[...] Diego pareva che russasse forte, si udiva dall'altra stanza; supino, cogli occhi aperti e spenti, le narici filigginose: un viso che non si [...]

[...] don Luca, levò il capo verso il balcone, e domandò cosa c'era con un cenno del capo. II sagrestano rispose anche lui con un gesto della mano [...]

[...] lasciano sulle spalle a me solo!... Corro dal dottore... almeno per la ricetta del viatico, che diavolo!... Signori miei! deve andarsene cosi un [...]

[...] , lui! Bomma, giallo al par del zafferano, stava pestando cremor di tartaro in fondo alla farmacia, solo come un appestato. Don Luca entrò a [...]

[...] pestar altro... non posso! Ma, vedendo passare Ciolla ammanettato come un ladro, si morse la lingua, e chinò il capo sul mortaio. — Signori miei [...]

[...] ! — sbraitava Ciolla, — guardate un po'!... un galantuomo che se ne sta in piazza pei fatti suoi!... - I Compagni d'Arme, senza dargli retta, lo [...]

[...] , dall'alto del marciapiede del Caffe dei Nobili, sentenziò: — Bisogna dare un esempio! Ci pigliavano a calci dove sapete, un altro po [...]

[...] '!... manica di birbanti!... Un paese come il nostro, che prima era un convento di frati!... Al castello! al castello! Don Liccio, eccovi le chiavi!... Grazie [...]

[...] , saltellando sulla punta delle scarpette per mostrare le calze di seta, stava rimbeccando don Bastiano con un sorriso da far dannare l'anima: 143 — Lo [...]

[...] Macrì colla figliuola, e il barone Mendola che stava lì vicino; un va e vieni per la casa, un odor d'incenso e di moccolaia, una confusion. In fondo [...]

[...] , attraverso un uscio socchiuso, scorgevasi l'estremità di un lettuccio basso, e un formicolio di ceri accesi, funebri, nel giorno chiaro. Bianca non [...]

[...] vide altro, in mezzo a tutti quei parenti che le si affollavano intorno, sbarrandole il passo: — No!... lasciatemi entrare! Apparve un momento [...]

[...] la faccia stralunata di don Ferdinando, come un fantasma; poi l'uscio si chiuse. Delle braccia amiche la sorreggevano, affettuosamente, e la zia [...]

[...] !... in questo momento!... Bianca!... — Vuoi ammazzarlo?... Una commozione!... Se ti sente!... Non far così, via, Bianca!... Un bicchier d'acqua [...]

[...] !... presto!... Donna Agrippina corse in cucina. S'aprì l'uscio un'altra volta su di un luccichio di processione. Il prete, il baldacchino, i lanternoni [...]

[...] . — Ho fatto quel che ho potuto... solo come un cane!... due volte dal medico!... di notte!... Anche dal farmacista!... 144 dice che il conto è [...]

[...] stava da un po' attento. — Hanno aperto un finestrino sul mio tetto... laggiù!... quel ladro di Canali!... Fortuna che me ne sia accorto! Lo citerò [...]

[...] in giudizio!... una citazione nera come la pece!... — Don Luca! don Luca! — si udì gridare. L'uscio si spalancò a un tratto, e comparve don [...]

[...] Ferdinando, agitando le braccia in aria. Don Luca corse a precipizio. Successe un momento di confusione: delle strida, delle voci concitate, un [...]

[...] !... lasciatemi entrare!... — Sì! sì! — disse lo zio marchese. — E giusto che lo veda!... Lasciatela entrare. Ella scorse un corpo lungo e stecchito [...]

[...] nel lettuccio basso, un mento aguzzo, ispido di barba grigiastra, rivolto in su, e due occhi glauchi, spalancati. — Diego!... Diego!... fratello [...]

[...] arrestò tutta tremante, atterrita, colle mani nei capelli, guardandosi intorno trasognata. A un tratto fissò gli occhi asciutti ed arsi su don [...]

[...] donna Sarina Cirmena, scalmanata, in un bagno di sudore. — L'ho saputo or ora! — balbettò lasciandosi cadere sul seggiolone di cuoio in mezzo ai [...]

[...] ... Il marchese indicò l'uscio dell'altra stanza con un cenno del capo. La zia Cirmena, accasciata sul seggiolone, col fazzoletto agli occhi [...]

[...] ! — osservò la zia Macrì alzandosi per vedere dov'era arrivato il sole. — Mi dispiace che si fa tardi, e a casa mia non c'e nessuno per preparare un [...]

[...] boccone. Uscì don Luca dalla camera del morto, turbato in viso. — è un affar serio... Bisognerà portarla via per amore o per forza!... Vi dico [...]

[...] ch'è un affar serio! — è permesso? Si può? Era il vocione del cacciatore che accompagnava la baronessa Mendola, col cappello piumato, le calze [...]

[...] imbottite di noci. La vecchia, senza bisogno di udir altro, diritta e stecchita come un fuso, andò a prendere il suo posto fra i parenti che al suo [...]

[...] all'orecchio della Macri. — Cascasse il mondo... non manca mai!... Avete visto il subbuglio che c'è per le strade? La cugina rispose con un sorriso [...]

[...] parenti del cognato Motta... Faremo un bel vedere!... al fianco di Burgio e di mastro Nunzio Motta!... Ma il marito non si può lasciarlo fuori [...]

[...] sapete?... — Sette... devono esser sette... Insomma un affar serio!... II marchese Limòli, che discuteva insieme a Mendola e a Barabba sui [...]

[...] le cose con decoro... senza risparmio!... Ma ciascuno vogava al largo quando si parlava di anticipare un baiocco. Nella camera del morto durava [...]

[...] intanto il contrasto fra la moglie del sagrestano, che voleva fame uscire don Ferdinando, e lui che si ostinava a rimanere: come un guaiolare di [...]

[...] cagnuolo, e la voce aspra della zia Grazia, la quale strillava: — Madonna santa! non capite proprio nulla?... Siete un ragazzo tale e quale! II mio [...]

[...] ragazzo avrebbe piu giudizio di voi, guardate! E tutt'a un tratto, in mezzo al crocchio dei parenti che discorrevano sottovoce, si vide capitare don [...]

[...] Ferdinando strascicando le gambe, coi capelli arruffati, la camicia aperta, il viso di un cadavere anch'esso, recando uno scartafaccio che andava [...]

[...] udivasi un gran trambusto; delle voci affannose supplichevoli; un tramenìo come di gente in lotta; grida deliranti di dolore di collera; poscia un [...]

[...] urlo che fece trasalire tutti quanti. L'uscio fu sbatacchiato 148 con impeto, e ne uscì all'improvviso il marchese, stravolto. Un momento dopo si [...]

[...] affacciò la zia Macrì gridando: — Un medico! Presto! presto! Giungevano allora altri parenti in processione, compunti, coi guanti neri. In mezzo al [...]

[...] rumore delle seggiole smosse, la zia Macrì tornò a gridare: — Presto! un medico! presto! IV «Se agglomerate cerimonie terra non forman delle [...]

[...] mie verghe non ne traligna l'ossequio. Si che sorgenti men fallaci e piu stabili le sole preci ne reputo. Il favor di un vostro sguardo a quel che [...]

[...] : — Si può sapere che cosa c'è? — Si soffoca! — aggiunse Canali. — Mi fate un po' di posto?... Guardate lassù!... quanta gente! Quasi quasi mi metto in [...]

[...] una spallata. — Ne volete sentire una nuova? — seguitò Canali ostinandosi a cacciare il capo nel vano dell'uscio. — C'è un casa del diavolo, dalla [...]

[...] . — Guardate! guardate!... adesso!... «Io!... io stessa!... con questa destra che lo impalmasti, giurandomi eterna fe!...» L'amoroso, un mingherlino che [...]

[...] , strillando che voleva andarsene. Un terremoto giù in platea. Tutti in piedi, vociando e strepitando. La prima donna ringraziava di qua e di la [...]

[...] calmare Fifì, circondandola, spingendola in fondo, verso l'uscio, per nasconderla. Nei palchi dirimpetto, giù in platea, vi fu un ondeggiare di [...]

[...] : — Stupida!... Tuo fratello, così piccolo, ha più giudizio di te, guarda!... Anche nel palco accanto si udiva un tramenìo. La signora Alòsi tutta [...]

[...] affaccendata, con la boccettina d'acqua d'odore in mano, e il barone Mendola voltando la schiena al teatro, scuotendo per le braccia un ragazzetto [...]

[...] visite da un palco all'altro, per non pagare il posto. — Non vi scomodate... un posticino... in un cantuccio... Voi, Canali, potete andare da donna [...]

[...] Peperito!... Non mi piace giuocare a tressetti!... — E ammiccò chiudendo un occhio. Nessuno gli rispose. Allora, vedendo quei musi lunghi [...]

[...] , ripigliò, cambiando tono: — Che produzione, eh? La donna specialmente!... M'ha fatto piangere come un bambino!... — Anche qui! anche qui! — rispose don [...]

[...] col fazzoletto al viso. Ella abbassò subito gli occhi e si fece rossa come un peperone. — Ah! ah!... Sicuro! Una bella compagnia! Fortuna che sia [...]

[...] sera sul palcoscenico... Ma poi, a casa, bisogna vedere!... Non vi dico altro! Ho fatto un buco apposta nell'impannata del granaio che guarda [...]

[...] , grattandosi il mento. Canali osservò dal palco accanto: — Un po' per uno, non fa male a nessuno!... — Badate a voi piuttosto!... badate [...]

[...] ridere in nessun modo, vuol dire... In quella si udì nel corridoio un fruscio di seta, e un rumore di sciabole e di speroni. Donna Giovannina si fece [...]

[...] riccioluta e sorridente. — No, no, non vi scomodate. Son passata un momento a salutarvi. Un'indecenza questa produzione... Io me ne vo per non [...]

[...] che dico io... Voglio toccare con mano come san Tommaso! Ma nessuno rise. Solo la Capitana, dandogli un colpetto sul braccio, si chinò sorridendo [...]

[...] quanto la prima donna, eppure non si vede... Un po'... sì... da vicino... forse pel busto che stringe troppo... — Graziosissimo!... — borbottò il [...]

[...] , sorridendo, giallo come un morto. — Vengo dalla cugina Trao. è ancora in casa del fratello, poverina! Non si può muovere!... Ha voluto partorire [...]

[...] bambina! — chiese Margarone. — L'arciprete Bugno fa un casa del diavolo per quell'anima innocente che corre rischio d'andare al limbo. Allora prese la [...]

[...] , — aggiunse la signora Capitana. — Ci andai per far visita a donna Bianca. Ho visto anche la bambina... un bel visetto. — Benissimo! — conchiuse [...]

[...] sorridente, tappandosi le orecchie con le marine inguantate. — No... me ne vo... davvero!... Erano tutti nel corridoio: donna Fifì masticando un [...]

[...] veniva di nascosto per non destar i sospetti della fidanzata, vestito di nero, con un mazzolino di rose in mano, rimase un po' interdetto trovando [...]

[...] tanta gente nel corridoio. Donna Fifì gli rivolse un'occhiataccia, e tiro sgarbatamente per un braccio il fratellino che gli si arrampicava [...]

[...] bel fanciullo!... tanto simpatico!... Una bella famiglia!... Donna Fifì gli rispose con un sorriso civettuolo, proprio sotto gli occhi del fidanzato [...]

[...] stringere la mano che il Capitano le stendeva alla moda forestiera, con un molle abbandono. — Via, entrate un momento, — disse donna Bellonia al [...]

[...] figlia di un altro... — Son cose che succedono! — osservò Canali dall'uscio. — Zitto! zitto! cattiva lingua! Tutti gli occhi, anche quelli delle [...]

[...] ragazze, si rivolsero al baronello, il quale finse di non capire. — Se vi seccate!... — borbottò donna Fifì, — giacchè state lì come un grullo [...]

[...] uno stupido!... un imbecille!... La bella educazione che avete saputo dare a vostra figlia!... Grazie a Dio, non ci metterò più i piedi a casa [...]

[...] la vostra lettera!... — Ebbene? cosa vuol dire? Segno ch'è piaciuta, se la sanno tutti a memoria! — E piaciuta un corno! Lei dice che gliene [...]

[...] importa assai di me! — Oh! oh!... è impossibile!... La lettera avrebbe sfondato un muro! Vuol dire che la colpa e vostra, don Ninì... Non parlo del [...]

[...] onde rappattumare i fidanzati. La mamma ripeteva: — Che vuoi farci?... Gli uomini!... Anche tuo padre!... — Don Filippo la pigliava su un altro [...]

[...] placava. Diceva che non voleva saperne più di colui, uno sciocco, un avaraccio, il barone Melenzose!... Se mai, non le sarebbe mancato un pretendente [...]

[...] la palla!... 158 E mandò a regalare salsicciotti, caciocavallo, un bottiglione di vino. Empirono la tavola della locanda. Non si parlava d'altro in [...]

[...] cieca, e aveva il viso dipinto al pari di una maschera. Nondimeno lo accolse come una regina, nel bugigattolo dove c'era un gran puzzo di moccolaia [...]

[...] , e lo presentò a un omaccione, il quale stava frugando dentro il cassone, in maniche di camicia, e non si volto neppure. — Il barone Rubiera [...]

[...] impiastricciato anche lui, e una vescica in testa dalla quale pendevano dei capelli sudici. — Non c'è, — disse con un vocione che sembrava venire di sotterra [...]

[...] occhiaie nere; andò a chiudere l'uscio in punta di piedi, e poscia si voltò verso il giovane, con una mano sul petto, un sorriso pallido all'angolo della [...]

[...] batteva davvero. Infine si appollaiò sul baule, cercando qualche frase appropriata, che facesse effetto, mentre lei bruciava un pezzettino di sughero [...]

[...] , e non aprì bocca, appoggiato allo stipite, succhiando il pomo del bastoncino. La signora Aglae teneva sola la conversazione: un bel paese... un [...]

[...] muovervi qui dentro... Siamo in troppi... Don Ninì lo accompagnò con un sogghigno, continuando a suonare la gran cassa sul baule colle calcagna. Ella se [...]

[...] ne avvide e alzò le spalle, con un sorriso affascinante, sospirando quasi si fosse levato un peso dallo stomaco. II baronello gongolante incominciò [...]

[...] . — Si va in scena! — aggiunse il vocione del signor Pallante. — Spicciati! Allora essa, levando verso don Ninì il viso rassegnato, con un sorriso [...]

[...] triste: — Lo vedete!... Non ho un minuto di libertà!... Sono schiava dell'arte!... Don Ninì colse la palla al balzo: L'arte... una bella cosa!... Era [...]

[...] farsene schermo. Poi si fregò gli occhi, reprimendo un sospiro, e balbettò come svegliandosi: — Scusate... Un momento... Devo vestirmi... E un [...]

[...] al mormorio che suscitavano 160 nella folla. Fu un vero accesso di pazzia. Buccinavasi persino che onde farle dei regali si fosse fatto prestare [...]

[...] dei denari da questo e da quello. La baronessa, disperata, fece avvertire gli inquilini di non anticipare un baiocco al suo figliuolo, se no [...]

[...] . Lui ostinato peggio d'un mulo, tanto più che la signora Aglae non gli aveva lasciato neppur salire la scala della locanda. Infine gli aveva detto [...]

[...] !... Ed aveva confessato tutto, a capo chino, con la bella voce sonora soffocata dall'emozione. Egli, un gran signore diseredato dal genitore a causa [...]

[...] ! — si udì il vocione di su la scala. — Li vuoi fritti o al pomodoro? Sul viso di lei, dolcemente velato dalla semi-oscurità, errò un sorriso [...]

[...] lì a un... pentolaccia! Si pappano insieme la roba che mandate voi e il figlio di Neri. Infatti aveva incontrato spesso Mommino sul palcoscenico [...]

[...] non c'è altro mezzo di provarti quanto io t'amo... Giacchè bisogna perdermi ad ogni costo... stasera... dopo la mezzanotte!... 161 Un odore di [...]

[...] stalla, in quella scaletta buia, cogli scalini unti e rotti da tutti gli scarponi ferrati del contado. Lassù in cima, un fil di luce, e una figura [...]

[...] , un manto di damasco rabescato sul letto, dei garofani e un lume da notte acceso sul canterano, dinanzi a un quadrettino della Vergine, e un profumo [...]

[...] d'incenso che svolgevasi da un vasetto di pomata il quale fumava per terra. All'uscio che metteva nell'altra stanza era inchiodato un bellissimo [...]

[...] neri che illuminavano la stanza, mise un dito sulle labbra, e fece segno a Rubiera d'accostarsi. «Insomma l'ha stregato!» scriveva il canonico [...]

[...] Lupi a mastro-don Gesualdo proponendogli di fare un grosso mutuo al baronello Rubiera. «Don Ninì è pieno di debiti sino al collo, e non sa più dove [...]

[...] battere il capo... La baronessa giura che sinchè campa lei non paga un baiocco. Ma non ha altri eredi, e un giorno o l'altro deve lasciargli tutto [...]

[...] il suo. Come vedete, un buon affare, se avete coraggio...» «Quanto?» rispose mastro-don Gesualdo. «Quanto gli occorre al baronello Rubiera? S'è [...]

[...] denari. II barone è un galantuomo... e il tempo è più galantuomo di lui. Dice bene il proverbio che la donna a causa di tutti i mali! Commediante [...]

[...] poi! V Don Ninì aveva sperato di tenere segreto il negozio. Ma sua madre da un po' di tempo non si dava pace, vedendolo così mutato [...]

[...] aspettare che lo chiamassero. La Rubiera che seguiva da un pezzetto quel va e vieni, di sotto 163 gli occhiali, si chinò infine a fissare il Ciolla [...]

[...] rispondere al saluto gli domandò, facendo un sorrisetto agrodolce: — Che fate lì? Mi stimate la casa? Volete comprarla? — Io no!... Io no, signora mia [...]

[...] occhiali lucenti, ed entrambi rimasero a guardarsi un momento così, come due basilischi. — Se volete dirmi qualche coca, salite pure. — Nulla, nulla [...]

[...] come questa... una vera reggia! vasta quanto un convento! Sarebbe un peccato mortale, se riuscissero a smembrarvela i vostri nemici... che ne [...]

[...] prendere aria, senza dargli retta, per cavargli di bocca il rimanente. Egli nicchio ancora un poco, disponendosi ad andarsene, cavandosi il cappello [...]

[...] quell'ora. — Che avete da fare, eh? Dovete vestirvi per andare al battesimo della figliuola di don Gesualdo? Sara un battesimo coi fiocchi... in casa [...]

[...] , piantandosi i pugni sui fianchi, e si metteva a sbraitare contro quella bambina che le rubava l'eredita del fratello: — Sarà un battesimo strepitoso [...]

[...] , allorchè Gesualdo era andato a pregarlo di mettere l'acquasanta alla nipotina. Seduto a tavola — stava mangiando un boccone — gli disse di no [...]

[...] venuti al funerale, com'era l'uso nelle famiglie antiche. Don Ferdinando, raso di fresco, con un vestito nero del cugino Zacco che gli si [...]

[...] , tutti quanti. Già i tempi erano mutati; il paese intero era stato sottosopra ventiquattr'ore, e non si sapeva quel che poteva capitare un giorno [...]

[...] vedere la bambina — un fiore, una rosa di maggio. - La zia Rubiera abbracciava Bianca, come una mamma che abbia ritrovata la sua creatura [...]

[...] spalle. La zia Cirmena, infatuata, rispondeva a coloro che auguravano la nascita di un bel maschiotto, pin tardi, che gin le femmine sono come la [...]

[...] doveva essere il padrino, si era messa la croce di Malta. Don Luca venne a dire che il canonico era pronto, e le signore passarono in sala, con un [...]

[...] gran fruscio di seta, dietro donna Marianna la quale portava la bambina. Dall'uscio aperto vedevasi un brulichio di fiammelle. Don Ferdinando, in [...]

[...] la Macrì, col naso contro il muro, si alzò per calmarla. — Zitta... Non ti far scorgere!... Dinanzi a coloro bisogna far buon viso... Tutt'a un [...]

[...] tratto scoppiò giù in piazza un crepitio indiavolato di mortaletti. Don Ferdinando fuggì via spaventato. Gli altri che assistevano al battesimo [...]

[...] battesimo della nipotina, scamiciato, carponi per terra, colla miccia accesa. Don Gesualdo aprì la finestra per dirgli un sacco di male parole [...]

[...] : — Bestia!... Ne fai sempre delle tue!... Bestia!... 170 Gli amici lo calmarono: — Poveraccio... lasciatelo fare. E un modo d'esprimere la sua [...]

[...] marchese. Zacco soggiunse ch'era un innesto. Le due famiglie che diventavano una sola. Però don Gesualdo tenendo la bambina sulle braccia rimaneva [...]

[...] ?... Gliene avete dato? Don Gesualdo rideva più forte. Poi vedendo che la baronessa diveniva rossa come un peperone, rispose: — Scusate... scusate [...]

[...] ! Serpi sono! Non vi dico altro. Ci siam messa la vipera nella manica!... Vedrete poi... Don Gesualdo, rimasto solo colla moglie, tracannò di un [...]

[...] fiato un gran bicchiere di acqua fresca, senza dir nulla. Bianca, disfatta in viso, quasi fosse per sentirsi male, seguiva ogni suo movimento con [...]

[...] discorreva col marchese Limòli, talmente accesa che sembrava volessero accapigliarsi. — Razze di serpi, sono! Cime di birbanti! Se lo mangiano in un [...]

[...] boccone quello scomunicato di mio figlio!... Ma prima l'ha da fare con me! Sentite, accompagnatemi un momento dai Margarone... E un pezzo che non ci [...]

[...] vediamo... Infine non è un motivo per romperla con dei vecchi amici... una ragazzata... Voi siete un uomo ammodo... e alle volte... una parola a [...]

[...] , superbiosa, tubando sottomano col forestiero per farle dispetto. — Oh, oh, — disse il marchese, salutando don Bastiano ch'era rimasto un po' grullo [...]

[...] perchè la Compagnia d'Arme fosse partita senza di lui, se aveva intenzione di fermarsi un pezzetto, se era contento del paese e voleva lasciare le [...]

[...] complimenti, quasi fossero a lei dedicati. II marchese domandò a un tratto che n'era di don Filippo, e gli risposero che era uscito per condurre [...]

[...] Stangafame, e non poteva star ferma sulla seggiola, 175 col seno piatto ansante come un mantice, e i piedini irrequieti che dicevano tante cose [...]

[...] pigliasse un grande interesse ai discorsi del capitano, quasi non fosse fatto suo. Poi, sbirciando il viso rosso di donna Giovannina che stava a spiare [...]

[...] suoi fiori sul balcone. Colse un bel garofano, l'odorò a lungo socchiudendo gli occhi, e glielo porse. — Vedo, vedo, — ripete il vecchietto. La [...]

[...] Rubiera allora volle accomiatarsi, masticando un sorriso, coi fiori gialli che le fremevano sul cappellino. Intanto che le signore barattavano baci [...]

[...] la strada e il terrazzo. Canali fece un 177 certo viso, e fermò la baronessa per salutarla, menando il discorso per le lunghe, sgranandole in [...]

[...] ... sciocchezze di gioventù!... — No, no, perdonate! — ribattè Canali. — Vorrei veder voi stessa!... Un padre deve aprire gli occhi per sapere a chi dà la [...]

[...] sua creatura... Non dico per vostro figlio... Un buon giovane... un cuor d'oro... Il male è che s'è lasciato abbindolare... circondato da falsi [...]

[...] quando la sua padrona era tornata a casa, udì a un tratto dal cortile un urlo spaventoso, come stessero sgozzando un animale grosso di sopra, una [...]

[...] per lui era diventata un inferno dal momento in cui s'era messo sulle spalle il debito e mastro-don Gesualdo. Il letto in disordine, i vestiti [...]

[...] cari. Al veder giungere Alessi che veniva a chiamarlo, parlando di notaro e di donazione, si fece pallido a un tratto. Invano la prima donna gli [...]

[...] tutte le furie, si lagnò di esser tenuto come uno schiavo, peggio di un ragazzo, senza due tarì da spendere; e la baronessa minacciava di andare lei [...]

[...] e chi gliela aveva messa fra i piedi, turbato, se si appisolava un momento, da tanti brutti sogni: mastro-don Gesualdo, il debito, della gente che [...]

[...] ! venite a vedere... La padrona ha perso la parola!... Io ho paura, se vedeste... La baronessa stava lunga distesa sul letto, simile a un bue colpito [...]

[...] al balcone e disperandosi mentre i vicini bussavano e tempestavano che il portone era chiuso a chiave. Da lì a un po', medico, barbiere, parenti [...]

[...] , credete che sia stato come fare uno starnuto? Don Ninì non si riconosceva più da un giorno all'altro; colla barba lunga, i capelli arruffati, fisso [...]

[...] muoversi nè parlare per togliergli la roba siccome aveva minacciato. — No, no, non lo farà! Son cose che si dicono in un momento di collera... Vorrei [...]

[...] , ricamare, il latino dell'uffizio anche, e ogni cosa come la figlia di un baron; tanto più che, grazie a Dio, la dote non le sarebbe mancata, perchè [...]

[...] baco che s'era mangiati tutti i Trao, e figliuoli era certo che non ne faceva più. Un vero gastigo di Dio. Un affare sbagliato, sebbene il [...]

[...] l'aiuto del parentado, e neppure ciò che gli dava prima Diodata, un momento di svago, un'ora di buonumore, come il bicchiere di vino a un [...]

[...] da lei don Ferdinando non voleva accettare checchessia, mentre don Gesualdo non gli avrebbe fatto mancar nulla, col cuore largo quanto un mare [...]

[...] che quando avrai messo in collegio la tua bambina sarai contenta tu pure. E come strapparsi un dente. Tu non puoi badare alla tua figliuola [...]

[...] , immagini di santi, noci col bambino Gesù di cera dentro, un presepio del Bongiovanni che pigliava un'intera tavola: tutto ciò che avevano le [...]

[...] all'altro, nello stato di Caltagirone. Ogni festa, ogni Capo d'anno, come la piccola Isabella riceveva altri regali più costosi, un crocifisso [...]

[...] d'argento, un rosario coi gloriapatri d'oro, un libro da messa rilegato in tartaruga per imparare a leggere, nascevano altre guerricciuole, altri [...]

[...] dispettucci, delle alleanze fatte e disfatte a seconda di un dolce e di un'immagine data o rifiutata. Si vedevano degli occhietti già lucenti [...]

[...] tutti; e lo feriva sin lì, nell'amore della sua creatura. Stava zitto, non lagnavasi, perchè non era un minchione e non voleva far ridere i nemici [...]

[...] . — Un matrimonio di convenienza! — diceva la signora Capitana che parlava sempre in punta di forchetta. Cogli anni, la Capitana aveva preso anche [...]

[...] i vizii del paese; occupavasi dei fatti altrui ora che non aveva da nasconderne dei propri. Allorchè incontrava il cavalier Peperito gli faceva un [...]

[...] graziosamente ad ascoltare le confidenze e gli sfoghi gelosi, minacciando il cavaliere col ventaglio, come a dirgli ch'era stato un gran discolaccio lui, e [...]

[...] ! Adesso sciorinava in piazza tutte le porcherie dell'Alòsi, che se vi mandava a regalare per miracolo un paniere d'uva voleva restituito il paniere; e [...]

[...] vendeva sottomano le calze che faceva, delle calze da serva grosse un dito, — essa gliele aveva fatte anche vedere sulla forma per stuzzicarlo [...]

[...] al Caffè dei Nobili. Ciolla gli stava alle calcagna per raccogliere i pettegolezzi e portarli in giro alla sua volta. Un giorno poi fu una vera [...]

[...] bambinella ch'era un amore. Così la gente diceva che don Ninì era sempre stato un donnaiuolo, e se sposava l'Alòsi, che avrebbe potuto essergli madre, ci [...]

[...] dovevano essere interessi gravi. Chi spiegava la cosa in un modo e chi in un altro. Il baronello, quelli che s'affrettarono a fargli i mirallegro [...]

[...] 189 giudizioso, tutto dedito agli affari; ma sua madre, sepolta viva nel seggiolone, non lo lasciava padrone di un baiocco; si faceva dar conto [...]

[...] una bella somma. Il canonico Lupi, che andò in nome del baronello a chiedere dilazione al pagamento, trovò don Gesualdo peggio di un muro: — A [...]

[...] che non s'erano visti! Lui non aveva faccia di comparirle dinanzi, in parola d'onore! Non cercava di scolparsi. Era stato un ragazzaccio. Ora aveva [...]

[...] , balbettava, sudava freddo, aveva una convulsione nelle mani che cercava di dissimulare, stirando macchinalmente le due cocche del grembiule. A un [...]

[...] piu grandicella passe dal Collegio di Maria al primo educatorio di Palermo. Un altro strappo per la povera mamma che temeva di non doverla più [...]

[...] rivedere. II marito, onde confortarla, in quello stato, le disse: — Vedi, noi ci ammazziamo per fare il suo meglio, ciascuno come può, ed essa un [...]

[...] fanciulla, un po' gracile ancora, pallidina, ma con una grazia naturale in tutta la personcina gentile, la carnagione delicata e il profilo aquilino [...]

[...] dei Trao; un fiore di un'altra pianta, in poche parole; roba fine di signori che suo padre stesso quando andava a trovarla provava una certa [...]

[...] correre le prime voci di colèra, e don Gesualdo era corso subito a prenderla. Fu come un urto al petto per la povera madre, dopo tanto tempo, quando udì [...]

[...] cappellino di paglia, le belle treccie bionde — un fiore. Tutti si affacciavano per vederla passare. La zia Sganci, divenuta sorda e cieca, le tastò [...]

[...] che soleva spesso rammentare colle compagne la casa materna, negli sfoghi ingenui d'ambizione, prove un senso di sorpresa, di tristezza, di [...]

[...] delusione al rivederla. Entrava chi voleva dal portone sconquassato. La corte era angusta, ingombra di sassi e di macerie. Si arrivava per un [...]

[...] sentieruolo fra le ortiche allo scalone sdentato, barcollante, soffocato anch'esso dalle erbacce. In cima l'uscio cadente era appena chiuso da un [...]

[...] saliscendi arrugginito; e subito nell'entrare colpiva una zaffata d'aria umida e greve, un tanfo di muffa e di cantina che saliva dal pavimento istoriato [...]

[...] col blasone, seminato di cocci e di rottami, pioveva dalla velta scalcinata, veniva densa dal corridoio nero al pari di un sotterraneo, dalle sale [...]

[...] cameretta dello zio, sordida, affumicata, col soffitto sconnesso e cadente, e l'ombra di don Ferdinando che andava e veniva silenzioso, simile a un [...]

[...] . L'avvolse in fretta, insieme a un fagotto d'altri cenci, e la cacciò nel cassettone. — Ah!... sei tu, Bianca?... che vuoi?... Indi accorgendosi che [...]

[...] sorella con un tremito nella voce. — Isabella... vi rammentate?... è stata in collegio a Palermo... 193 Egli fissò sulla ragazza quegli occhi azzurri e [...]

[...] , come vedeva un oggetto dimenticato sul tavolino o sulla seggiola zoppa, del refe sudicio, un fazzoletto di cotone posto ad asciugare al sole, correva [...]

[...] volgere intorno gli occhi sospettosi, pensando a tutt'altro. A un tratto andò a chiudere a chiave il cassetto della scrivania. — Ah!... mia [...]

[...] ... Sembrava che cercasse le parole, cogli occhi erranti, evitando quelli della sorella e della nipote, con un tremito leggiero nelle mani, il viso [...]

[...] smorto e istupidito. Un istante, mentre Bianca gli parlava all'orecchio, supplichevole, quasi le spuntassero le lagrime, egli di curvo che era si [...]

[...] raddrizzò così che parve altissimo, con un'ombra negli occhi chiari, un rimasuglio del sangue dei Trao che gli colorava il viso scialbo. — No... no [...]

[...] babbo ve la condusse trovarono la zia Speranza che filava, canuta, colle grinze arcigne. C'erano dei mattoni smossi dove inciampavasi, un ragazzaccio [...]

[...] scamiciato il quale levò il capo da un basto che stava accomodando, senza salutarli. Mastro Nunzio gemeva in letto coi reumatismi, sotto una [...]

[...] vedere?... è una signorina, non c'è che dire! Gli hai messo anche un bel nome! Tua madre però si chiamava Rosaria! Lo sai? Scusatemi, nipote mia, se [...]

[...] fatica da quattr'uomini, colla testa pendente da un lato, il faccione livido, la lingua pavonazza che usciva a meta dalle labbra bavose, gli occhi [...]

[...] soltanto vivi e inquieti, le mani da morta agitate da un tremito continuo. E dietro, il baronello invecchiato di vent'anni, curvo, grigio, carico [...]

[...] pietra sul passato, gli avessi fatto anche un tradimento... Abbiamo il colèra sulle spalle... Il sangue non è acqua infine! Non possiamo lasciare [...]

[...] incollare delle striscie di carta a tutte le fessure delle imposte, con un pentolino appeso al collo, arrampicato su di una scala a piuoli. — Non [...]

[...] casa?... — Ah! ah!... — rispose lui con un sorriso ebete. — La notte non me lo soffiano il colèra!... Chiudera tutte le fessure... guarda! E tornava [...]

[...] ad esser padrone in casa mia... Sono un villano... Non so starci sotto le scarpe della moglie, no! Speranza mostrò Burgio allettato anche lui dalla [...]

[...] casina, a Mangalavite, era un gran casamento annidato in fondo alla valletta. Isabella dalla sua finestra vedeva il largo viale alpestre [...]

[...] addossati al casamento, branchi interi di puledri e di buoi che si raccoglievano nei cortili immensi. Tutta la notte poi era un calpestìo irrequieto, un [...]

[...] destarsi improvviso di muggiti e di belati, uno scrollare di campanacci, un sito di stalla e di salvatico che non faceva chiudere occhio ad [...]

[...] di ogni viso nuovo che passasse pei sentieri arrampicati lasso sui greppi, ci stava come un papa, fra i suoi armenti, i suoi campi, i suoi [...]

[...] di colèra il resto a nulla. — Lì egli era al sicuro dal colèra, come un re nel suo regno, guardato di notte e di giorno — a ogni contadino aveva [...]

[...] procurato il suo bravo schioppo, dei vecchi fucili a pietra nascosti sotto terra fin dal 12 o dal 21 e teneva dei mastini capaci di divorare un uomo [...]

[...] Provvidenza. Aveva dato ricovero a mezzo paese, nei fienili, nelle stalle, nelle capanne dei guardiani, nelle grotte lassù a Budarturo. Un giorno era [...]

[...] quell'altezza, e dove il tramonto intristiva rapidamente la sera. Poi dei giorni sempre uguali, in quella tebaide; un sospetto continuo, una [...]

[...] diffidenza d'ogni cosa, dell'acqua che bevevasi, della gente che passava, dei cani che abbaiavano, delle lettere che giungevano — un mucchio di paglia [...]

[...] riempire degli scartafacci, più grossi di un basto, di poesie che avrebbero fatto piangere i sassi. Don Gesualdo ci 201 s'addormentava sopra a quei [...]

[...] labbra carnose, a dirle in un orecchio delle cose che le facevano avvampare il viso, che le facevano battere il cuore, quasi ci avesse nascosto il [...]

[...] suo segreto da confidarle anche lei. S'erano regalato a vicenda un libriccino di memorie, colla promessa di scrivervi sopra tutti i loro pensieri più [...]

[...] neppure, sembrava che cercassero quei pensieri. In quella testolina che portava ancora le trecce sulle spalle, nasceva un brulichìo, quasi uno [...]

[...] sorgente, in fondo al viale che saliva dalla casina, c'era almeno una gran pace, un gran silenzio, s'udiva lo sgocciolare dell'acqua nella grotta, lo [...]

[...] stormire delle frondi come un mare, lo squittire improvviso di qualche nibbio che appariva come un punto nell'azzurro immenso. Tante piccole cose [...]

[...] affacciavasi timida a un crepaccio, una rosa 202 canina che dondolava al disopra del muricciuolo, la luce e le ombre che si alternavano e si [...]

[...] , che le stringeva il cuore a volte, un desiderio vago di cose ignote. Di giorno in giorno era un senso nuovo che sorgeva in lei, dai versi che leggeva [...]

[...] , dai tramonti che la facevano sospirare, un'esaltazione vaga, un'ebbrezza sottile, un turbamento misterioso e pudibondo che provava il bisogno [...]

[...] come la luce di certe stelle: le sue amiche, Marina di Leyra, un altro viso sconosciuto che Marina le faceva sempre vedere nelle sue lettere, un [...]

[...] vetri della sua finestra, la stessa dolcezza insinuarsi in lui. Che faceva? che pensava? Un brivido di freddo la sorprendeva di tratto in tratto [...]

[...] guardava le mani esili e delicate, candide anch'esse come la luna, con una gran tenerezza, con un vago senso di gratitudine e quasi di orgoglio [...]

[...] , col vestito rimboccato alla cintola, a far cuocere un buon brodo di ossa per sua nipote Bianca, a preparare qualche intingolo per Isabella che non [...]

[...] mangiava nulla. — Lasciate fare a me. So quel che ci vuole per lei. Voialtri Trao siete tanti pulcini colla Luna. — Un braccio di mare quella zia [...]

[...] allegra la brigata. — Tu che sai fare tante cose, coi tuoi libri, colle tue chiacchiere, porterai un po' di svago. Santo Dio! se stai sempre [...]

[...] più un bambino... Bisogna che s'aiuti... Non può vivere sempre alle spalle dei parenti!... — è superbo come Lucifero per giunta, ricalcitrando e [...]

[...] , accalorandosi come un sensale che fa valere la merce, mentre don Gesualdo andava appisolandosi a poco a poco, e diceva di sì col capo, sbadigliando, e [...]

[...] che se voi, don Gesualdo, trovaste di collocarlo in alcuno dei vostri negozi, fareste un affare d'oro!... E... ora che non ci sente... per poco [...]

[...] minchioneria. Ci pensava su, badava alle conseguenze, badava alla sua figliuola, anche russando, con un occhio aperto. Non voleva che la ragazza [...]

[...] servono coloro che sanno di lettere per legarvi he mani o tirarvi fuori dei cavilli in un negozio. Aveva voluto che la sua figliuola imparasse tutto [...]

[...] ciò che insegnavano a scuola, perchè era ricca, e un giorno o l'altro avrebbe fatto un matrimonio vantaggioso. 206 Ma appunto perch'era ricca [...]

[...] nuvole che pigliavano parte al duetto — a un miglio di distanza, — ma sapeva leggere nelle pedate fresche, nelle rose canine che trovava sfogliate [...]

[...] ?... Alle volte... per 207 far quattro passi... L'erba sulla spianata è tutta pesta, come ci si fosse sdraiato un asino. Ladri, no, eh?... Ho [...]

[...] squinci e linci, tagliando corto a quelle chiacchiere sconclusionate che vi tiravano gli sbadigli dalle calcagna. Un giorno, presenti tutti quanti [...]

[...] vento, capite?... E se ha la testa dura dei Trao, anche i Motta non scherzano, quanto a ciò... — Bene, — interruppe la zia, — questo è un altro [...]

[...] discorso. — Ah, vi sembra un altro discorso? — Ecco! — saltò su donna Sarina, pìgliandosela a un tratto col nipote. — Tuo zio parla pel tuo bene. Non [...]

[...] lo trovi, un parente affezionato come lui, senti! — Certo, certo... Voi siete una donna di giudizio, donna Sarina, e cogliete le parole al volo [...]

[...] . 208 La Cirmena allora si mise a dimostrare che un ragazzo di talento poteva arrivare dove voleva, segretario, fattore, amministratore di una gran [...]

[...] accompagno... Eh? eh? che c'è? Da un pezzo, mentre discorreva, tendeva l'orecchio all'abbaiare dei cani, al diavolìo che facevano oche e tacchini nella [...]

[...] corte, a un correre a precipizio. Poi si udì una voce sconosciuta in mezzo al chiacchierìo della sua gente. Dal cancello s'affacciò il camparo [...]

[...] , stralunato, facendogli dei segni. — Vengo, vengo, aspettate un momento. Tornò poco dopo che sembrava un altro, stravolto, col cappello di paglia buttato [...]

[...] in furia la mula Baia di don Gesualdo. Dinanzi al rastrello del giardino Nanni l'Orbo e parecchi altri ascoltavano a bocca aperta un contadino di [...]

[...] sotto: — Un caso di colèra, eh? Ce l'han portato sin qui? Qualche briccone? L'han colto sul fatto? — Infine don Gesualdo le mise le mani sulle spalle [...]

[...] Ferdinando sei! Tua figlia ha la testa sopra il cappello, te ne sei accorta? Abbiamo fatto un bel negozio a metterle in capo tanti grilli! Chissà [...]

[...] nulla... Tu almeno non facevi una pazzia... Non te ne sei pentita neppur tu, e vero? Ma adesso è un altro par di maniche. Adesso si tratta di non [...]

[...] lasciarsi rubare come in un bosco... Bianca, ritta accanto all'uscio, col viso scialbo, spalancò gli occhi, dove era in fondo un terror vago, uno [...]

[...] da far drizzare i capelli in testa. A Marineo avevano assassinato un viandante che andava ronzando attorno all'abbeveratoio, nell'ora calda, lacero [...]

[...] , sospettosi. A Callari s'era trovato un cadavere dietro una siepe, gonfio come un otre: l'aveva scoperto il puzzo. La sera, dovunque, si vedevano dei [...]

[...] sconosciuto, mentre portava un carico di legna al Trimmillito, era morta la stessa notte all'improvviso, senza neanche dire — Cristo aiutami — colla [...]

[...] alto! Ma sapete che testa dura! Il colèra ce l'ha portato alla Salonia un viandante che andava intorno colla bisaccia in spalla. Di questi tempi [...]

[...] , come un allocco, stava seduto sullo scalino dell'uscio, senza dir nulla, coi lucciconi agli occhi. Burgio e sua moglie si affrettavano a insaccare [...]

[...] un po' di grana, per non morir di fame dove andavano, appena avrebbe chiusi gli occhi il vecchio. Nel cortile c'erano anche le mule cariche di roba [...]

[...] viatico che non glielo date, razza di porci?... Che lo fate morire peggio di un cane?... — Non sono ancora morto! — piagnucolò di nuovo il moribondo [...]

[...] parlasse a un bambino: — Anzi è per vostro amore che vogliamo farvi confessare e comunicare prima di chiudere gli occhi. — Ah!... ah!... Non vi par [...]

[...] , come un pezzo di legno; soltanto ogni volta che gli facevano inghiottire a forza la medicina, gemeva, sputava, e lamentavasi ch'era amara come il [...]

[...] il russare di Santo. I nipoti erano già partiti colla roba, insieme agli altri inquilini, e un gatto abbandonato s'aggirava miagolando per la [...]

[...] dava segno di vita. Poi, tre volte, si udì cantare la civetta. Quando Dio volle, a giorno fatto, dopo un pezzo che il giorno trapelava dalle [...]

[...] fessure delle imposte e faceva impallidire il lume posato sulla botte, Burgio si decise ad aprire l'uscio. Era una giornata fosca, il cielo coperto, un [...]

[...] lentamente dalla caligine, deserti e silenziosi. Non un uccello, non un ronzìo, non 215 un alito di vento. Solo un fruscìo fuggì spaventato fra le [...]

[...] gialla in quella luce scialba, preparavasi a strillare. Infine Burgio, dopo un momento, azzardò la sua opinione: — Signori miei, a me sembra morto [...]

[...] in testa, fregandosi gli occhi, piangendo come un ragazzo. Il più turbato di tutti però era don Gesualdo, sebbene non dicesse nulla, guardando il [...]

[...] Speranza. — è morto, ora, mio padre! Non c'è nessuno che pensi a noi! Gesualdo che l'aveva lasciata sfogare un pezzo tentennando il capo, cogli [...]

[...] , — interruppe Burgio. — No! Parole che scappano nel brucio, cognato. Intanto bisognava pensare a seppellire il morto, senza un cane che aiutasse, a [...]

[...] pagarlo tant'oro! Un falegname, lì al Camemi, mise insieme alla meglio quattro asserelle a mo' di bara, e mastro Nardo scavò la buca dietro la casa [...]

[...] abbracciassero, lì, nella stanza dove erano rimasti poveri orfanelli. Don Gesualdo era un galantuomo, un buon cuore. Non l'avrebbe fatta una porcheria. — Non [...]

[...] scappate! Sentite qua! Non è vero? Non siete un galantuomo? — No! no! Lasciatemi sentire quello che pretendono. è meglio spiegarsi chiaro. Ma la [...]

[...] sorella non gli dava più retta, seduta su di un sasso, fuori dell'uscio, borbottando fra di sè. Massaro Fortunato toccò pure degli altri tasti: il [...]

[...] gastigo di Dio che avevano sulle spalle, l'ora che si faceva tarda. Intanto mastro Nardo tiro fuori la mula dalla stalla. Rimasero ancora un [...]

[...] caricava sul basto i pochi panni, che aveva raccolti in un fagottino. Speranza non rispose subito all'invito del fratello, sciorinando lo scialle per [...]

[...] , grazie tante!... Cosa ci verrei a fare... se dite che è roba vostra?... Sarebbe anche un disturbo per vostra moglie e la figliuola... due signore [...]

[...] campagna brulla che s'andava oscurando. Dopo un pezzetto, mastro Nardo che ci aveva pensato su, fece l'orazione del morto: — Poveretto! Ha [...]

[...] circondavano la casina, e s'udirono delle voci, un calpestìo precipitoso come di gente che corresse; lungo il sentiero che saliva dalla valle si udi un [...]

[...] fruscìo di foglie secche, dei sassi che precipitarono rimbalzando, quasi alcuno s'inerpicasse cautamente. Poi silenzio. A un tratto, dal buio, sul [...]

[...] . Dopo un momento masticò sottovoce, quasi a malincuore: — C'è che son qui per guardarvi le spalle! Don Gesualdo non chiese altro. Scendevano per [...]

[...] la viottola in fila. Nanni l'Orbo aggiunse soltanto, di lì a un po': — Si fece la festa, eh? — E come il padrone continuava a tacere, conchiuse [...]

[...] volte. Andavano in silenzio, lungo il muro, quasi ci vedessero al buio. A un certo punto l'Orbo accennò delle pietre sparse per terra, una specie di [...]

[...] coll'acciarino accese un zolfanello e andarono seguendo le pedate, passo passo, sino alla casina. Sotto la finestra di donna Isabella l'Orbo [...]

[...] me!... Isabella invece s'era fatta pallida come un cadavere. Ma non si mosse, non disse nulla, una vera Trao, col viso fermo e impenetrabile [...]

[...] . Ricambiava anche gli abbracci e i saluti affettuosi della zia, sforzandosi di sorridere, con una ruga sottile fra le ciglia. Poi, quando fu sola, a un [...]

[...] tratto, con un gesto disperato, si strappò la gorgierina che la soffocava, con un'onda di sangue al volto, un abbarbagliamento improvviso dinanzi [...]

[...] , premendosi il petto colle mani, trasalendo a ogni passo, spiando il cammino con l'occhio ansioso. Un uccelletto spaventato fuggì con uno strido acuto [...]

[...] . La spianata era deserta, in un'ombra cupa. C'era un muricciuolo coperto d'edera triste, una piccola vasca abbandonata nella quale imputridivano [...]

[...] seccumi gialli. Da per tutto quel senso di abbandono, di desolazione, nella catasta di legna che marciva in un angolo, nelle foglie fradicie [...]

[...] infatti Nunzio e Gesualdo di Diodata, vestiti da festa, colle mani in tasca, e un fazzolettino nero al collo. Compare Nanni lo fece notare al padrone [...]

[...] domandavano?... del lavoro... Lui che poteva tanto!... Un affare di coscienza!... Avrebbe fatto un buon negozio anche... — A un certo punto l'Orbo [...]

[...] ... La signorina, lassù, sotto il gran voce... Don Gesualdo guardò dove diceva l'Orbo, e si sbiancò subito in viso. A un tratto, mutò cera e maniera, e [...]

[...] sentisse lì un gran smarrimento, un gran dolore. Bianca al vederli arrivare a quel modo si mise a tremare come una foglia. Il marito le consegnò la [...]

[...] fazzoletto il fiele che ci aveva in bocca. Poi aprì l'uscio di colpo e se ne andò. Girava da per tutto come un bue infuriato, sbattendo gli usci [...]

[...] , appena torna! — Di', Santoro? avete terminato di mietere i sommacchi lassù?... Cosa diavolo avete fatto dunque tutta la giornata?... Appena manca un [...]

[...] buio! Cosa diavolo fate? Che casa, appena volto le spalle io!... Che succedera se io chiudo gli occhi?... 223 Dopo un po' di tempo tornò a bussare [...]

[...] all'uscio delle donne, e siccome non aprivano subito lo sfondò con un calcio. Bianca allora si rivoltò inferocita, simile a una chioccia che [...]

[...] difende i pulcini, con un viso che nessuno le aveva mai visto; il viso stralunato dei Trao, in cui gli occhi luccicavano come quelli di una pazza sul [...]

[...] lavoro... Se m'ammazzo a lavorare è per voialtri, capite? A me basterebbe un pezzo di pane e formaggio... Vuol dire che ho lavorato per buttare [...]

[...] guastarmi il sangue... Ho tanti altri guai! Ci ho il cuore grosso!... Vorrei che tu vedessi un po' quanti guai ci ho in testa!... Ti metteresti a [...]

[...] nulla, nessuno ti seccherebbe... è un negozio, capisci?... Il modo d'assicurarsi il pane per tutta la vita. Uno che è povero, uomo o donna, sia [...]

[...] mezzo per arrivarci, ciascuno come può... Uno, poniamo, ci mette il casato, e un 224 altro quello che sa fare di meglio... le belle parole, le [...]

[...] ; sequestrargli la roba. Lo trascinavano fra le liti, gli avvocati, i procuratori — un sacco di spese, tanti bocconi amari, tanta perdita di tempo [...]

[...] 226 prima volta che il giudice le diede causa persa: — Signori miei, guardate un po'!... Tutto si compra coi denari al giorno d'oggi!... Ma [...]

[...] . II bene che aveva potuto fare ai suoi parenti l'aveva sempre fatto, e voleva continuare a farlo. Lì un battibecco di prove e controprove che non [...]

[...] quali non sapevano difendersi. Anche Santo stava zitto, come un ragazzo che ne ha fatta una grossa. Fortuna che c'era lei, a dire il fatto suo: — Che [...]

[...] comprare delle belle tenute? quelle che volete appropriarvi perchè avete dei figliuoli?... C'è un Dio lassù, sentite!... Ciò che volete togliere di bocca [...]

[...] sorprese alla finestra, con un tempo da lupi. — Ah!... Continua la musical... Che fai qui... a quest'ora?... A prendere il fresco per l'estate [...]

[...] cavalieri! Un fracco di legnate, se l'incontro! M'hai visto finora colla bocca dolce; ma adesso ti fo vedere anche l'amaro! Ti faccio arar diritto [...]

[...] , come tiro l'aratro io! Da quel giorno ci fu un casa del diavolo, mattina e sera. Don Gesualdo prese Isabella colle buone, colle cattive, per levarle [...]

[...] amorose. Era ridotto a passare in rivista le ricette del medico e la carta delle pillole che mandava Bomma. In un mese mutarono cinque donne di servizio [...]

[...] . Era un tanghero lui, ma non era un minchione come i fratelli Trao. Teneva ogni cosa sotto chiave; non lasciava passare un baiocco che potesse [...]

[...] aiutare a fargli ii tradimento. Era un cane alla catena anche lui, pover'uomo. Infine per togliersi da quell'inferno si decise a mettere Isabella in [...]

[...] convento, lì al Collegio di Maria, come quando era bambina, carcerata! Sua moglie ebbe un bel piangere e disperarsi. Il padrone era lui [...]

[...] , come se lui l'avesse rubata agli altri. Un bel giorno infine, mentre le monache erano salite in coro, che c'erano le quarant'ore, la ragazza si [...]

[...] fece aprir la porta dai suoi complici, e spiccò il volo. Fu il due febbraio, giorno di Maria Vergine. C'era un gran concorso di devoti quell'anno [...]

[...] casa sottosopra; sua moglie colle mani nei capelli, le serve che correvano di qua e di là. Infine gli narrarono l'accaduto. Fu come un colpo [...]

[...] , quel birbante! farlo squartare dal boia! fargli lasciare le ossa in fondo a un carcere! — Quell'assassino! quel briccone! In galera voglio farlo [...]

[...] parenti. Mi avete messo sulla strada... col colèra... con un orfanello sulle spalle... Ma non importa. Eccomi qua ad accomodare la faccenda. Ho il [...]

[...] madre!... In campagna! in un convento! Bel negozio che mi portate!... da pari vostra!... Ci vuole una bella faccia tosta!... Mi fate ridere con [...]

[...] questa bella nobiltà... So quanto vale!... tutti quanti siete!... Successe un parapiglia. Donna Sarina sfoderò anche lei la sua lingua tagliente [...]

[...] , rossa al pari di un gallo: — Parlate da quello che siete! Almeno dovevate tacere per riguardo a vostra moglie, villano! mastro-don Gesualdo! Siete [...]

[...] nipote, e l'accompagnò al monastero di Santa Teresa, raccomandandola a una sua parente. La gente di casa, un po' colle minacce, un po' col denaro [...]

[...] , furono messi a tacere. Poco dopo giunse come un fulmine da Caltagirone l'ordine d'arresto per Corrado La Gurna. Donna Sarina Cirmena, impaurita [...]

[...] , tenne la lingua a casa anche lei. Intanto il marchese lavorava sottomano a cercare un marito per Isabella. Era figlia unica; don Gesualdo, per [...]

[...] amore o per forza, avrebbe dovuto darle una bella dote; e colle sue numerose relazioni era certo di procurarle un bel partito. Ne scrisse ai suoi [...]

[...] che faceva al caso: un gran signore di cui il notaro amministrava i possessi, alquanto dissestato è vero nei suoi affari, ingarbugliato fra liti e [...]

[...] debiti, ma di gran famiglia, che avrebbe dato un bel nome alla discendenza di mastro-don Gesualdo. Quando si venne poi a discorrere della dote con [...]

[...] quest'ultimo fu un altro par di maniche. Lui non voleva lasciarsi mangiar vivo. Neanche un baiocco! Il suo denaro se l'era guadagnato col sudore [...]

[...] volete che venga dunque, dalla Luna? Caro mio, queste son parole al vento. Sapete com'è? Vi porto un paragone a modo vostro, per farvi intendere [...]

[...] toccare certi tasti: — Hai ragione! Piangi pure che hai ragione! Sfogati con me che capisco queste cose... 232 Un brucio, una cosa che sembra di morire [...]

[...] ! Tuo padre non ne capisce nulla, poveretto. E stato sempre in mezzo ai suoi negozi, ai suoi villani... un po' rozzo anche, se vogliamo... Ma ha [...]

[...] scopar la casa... se lui deve tirare il diavolo per la coda... Sarà un affar serio, intendi? Vengono le quistioni, i pentimenti, i musi lunghi. I musi [...]

[...] pace, per guadagnarsi da vivere onestamente... Invece potresti sposare un gran signore, e s'è vero che quel giovane ti vuol tanto bene dovrebbe esser [...]

[...] contento lui pel primo. Quello si chiama amore... Un gran signore, capisci! Per ora non dire nulla colle tue compagne... qui nel monastero, sai [...]

[...] , creperebbero d'invidia... Ma so che c'è per aria il progetto di farti sposare un gran signore. Saresti principessa o duchessa! Altro che donna tal [...]

[...] finita quel colpo! Sai ch'è di poca salute!... Anche tuo padre t'aspetta a braccia aperte. E un buon uomo, poveraccio! Un cuor d'oro, uno che s'è [...]

[...] stettero zitti tutti quanti. Egli infine prese la parola, un po' turbato anche lui, cogli occhi gonfi, che il sangue infine non è acqua, e il [...]

[...] !... Vedi com'è ridotta, poveraccia?... Se chiude gli occhi è un cadavere addirittura!... Ma sei il sangue nostro, la nostra creatura, e ti abbiamo [...]

[...] ... Fareste un bel matrimonio! Vedi com'è andata a finire? Che quel povero giovane ci ha rimesso anche la liberta, pel capriccio di tuo padre [...]

[...] , è un affare serio!... 234 Il marchese Limòli poi gliela cantava su un altro tono: — Figliuola mia, quando uno non è ricco, non può darsi il gusto [...]

[...] quello che verrà poi, la pentola da mettere al fuoco, le camice da rattoppare... Sarà un bel divertimento! Tu sei nata bene, per parte di madre [...]

[...] dopo un mese vi piglierete pei capelli. Invece puoi fare un gran matrimonio, sfoggiarla da gran signora, in una gran città!... Dopo, quando avrai [...]

[...] un bell'uomo, magro, elegante, un po' calvo, gentilissimo. Si cavava il cappello anche per rispondere al saluto dei contadini. Aveva lo stesso [...]

[...] nastri, di ricciolini diventati neri col tempo, grasse da scoppiare, color di mattone in viso. Tutte che cicalavano, e si davano un gran da fare per [...]

[...] dar nell'occhio ai signori forestieri. Il duca s'era tirato 235 dietro lo zio balì, onde sembrar più giovane — dicevano le male lingue: un [...]

[...] anche lei, poveretta, che la veste nuova le piangeva addosso, allampanata, ridotta uno scheletro, e la figliuola con un vestito nuovo, fatto venire [...]

[...] domandò chi fossero: — Ah, una Trao! Si vede subito, quantunque abbia l'aria un po' sofferente, povera signora. — II marchese Limòli ringraziava lui [...]

[...] , con un cenno del capo, e lo presentò alla nipote. Il duca e il balì di Leyra fecero un gruppo a parte, sul marciapiede del Cafè dei Nobili, colla [...]

[...] famiglia di don Gesualdo e il marchese Limòli. Tutt'intorno c'era un cerchio di sfaccendati. 236 Il baron Zacco attaccò discorso col cocchiere per [...]

[...] scavare cosa c'era sotto. Mendola fingeva d'accarezzare i cavalli. Canali ammiccava di qua e di là: — Guardate un po', signori miei, che ruota è [...]

[...] il mondo! — Nessuno badava più alla processione. C'era un bisbiglio in tutto il Caffè. Don Ninì Rubiera, da lontano, col cappello in cima al [...]

[...] sui salamelecchi che le faceva il duca di Leyra, inguantato, con un cravattone di raso che gli reggeva il bel capo signorile, giocherellando con un [...]

[...] bastoncino sottile che aveva il pomo d'oro. La signora Capitana fece osservare a don Mommino Neri, il quale era diventato un rompicollo, dopo la [...]

[...] storia della prima donna: 237 — inutile! Basta guardarlo un momento, per saper con chi avete da fare. Dirà magari delle sciocchezze adesso... Ma [...]

[...] è il modo in cui le dice!... Ogni parola come se ve la mettesse in un vassoio... Il signor duca andò poi a presentare i suoi omaggi in casa Motta [...]

[...] duca, colla parlantina sciolta, discorreva un po' di tutto, di agricoltura col padrone di casa, di mode con le signore, di famiglie antiche col [...]

[...] a Palermo la corte, la regina Carolina, gli un mondo di chiacchiere, come una lanterna magica nella quale passavano delle gran dame, del lusso e [...]

[...] di Leyra e il marchese Limòli poi avevano intavolato un altro discorso, così, a fior di labbra, tenendosi sulle generali. Il giorno dopo intervenne [...]

[...] anche il duca, il quale confessò prima di tutto ch'era innamorato della ragazza, un vero fiorellino dei campi, una violetta nascosta; e dichiarò [...]

[...] pregato il notaro Neri di far lui... Un vero usuraio, quel notaro, sottile, avido, insaziabile. Don Gesualdo avrebbe preferito mille volte trattare [...]

[...] , del resto. Faceva dei gesti vaghi colla mano scarna, e chiamava in aiuto Grazia, come un bambino, sbigottito da ogni viso nuovo che vedesse. — Sì [...]

[...] vecchio allora ebbe come un ricordo negli occhi appannati, nel viso smorto e rugoso. Tutti i peli grigi della barba ispida parvero trasalire. — Anche tua [...]

[...] padre sbiancandosi in viso. — Sicuro!... Avete trovato un galantuomo che se la piglia... in buona fede... Ma non potete pretendere troppo infine da [...]

[...] pigliava come una vertigine, che chiamava un pallido sorriso fin sulle labbra della mamma, e che lo zio marchese andava spampanando da per tutto [...]

[...] . Solo don Gesualdo borbottava di nascosto. Si aspettavano gran cose per quello sposalizio. La Capitana mandò un espresso a Catania dal primo sarto [...]

[...] gli sposi. Fu una decisione e un malumore generale fra i parenti e in tutto il paese. Dei pettegolezzi e delle critiche che non finivano più [...]

[...] pallida. La Capitana aveva un bel fare, un bel cercare di non darsi vinta, dicendo che quella era la moda sposarsi adesso. Donna Agrippina rispose [...]

[...] che a quel modo non le pareva nemmeno un sagramento, povera Isabella!... La Cirmena masticava altre cose fra i denti: — Come sua madre [...]

[...] soltanto bocconi amari, costretto a correr dietro al notaio per accomodare la faccenda e placare il signor genero a furia di denari. Fu un gran colpo [...]

[...] lo segnasse a dito; sentivasi montare il sangue al viso quando ci pensava, da solo, o anche se incontrava quell'infame della Cirmena. Lui era un [...]

[...] villano; non c'era avvezzo a simili vergogne! Intanto la figlia duchessa gli costava un occhio. Prima di tutto le terre della Canziria, d'Alla e [...]

[...] tutto il paese! le buone terre dell'Alia che aveva covato dieci anni cogli occhi, sera e mattina, le buone terre al sole, senza un sasso, e sciolte [...]

[...] ! Sembravagli di veder stendere l'ombra delle ipoteche sulle terre che gli erano costate tanti sudori, come una brinata di marzo, peggio di un nebbione [...]

[...] signor genero! In pochi anni s'è mangiato un patrimonio! Fu un casa del diavolo. Donna Bianca, la quale era assai malandata, e sputava sangue [...]

[...] che avrebbe fatto risuscitare un morto. Essa sorrideva tristamente e non diceva nulla. Era ridotta uno scheletro, docile e rassegnata al suo [...]

[...] in dissapore col genero non ne aveva più parlato. Isabella prometteva sempre di venire, da un autunno all'altro, ma non si decideva mai, come [...]

[...] suoi libracci; c'era un conto spaventoso aperto dal farmacista. — Almeno giovassero a qualche cosa! — brontolava don Gesualdo. — Io non guardo ai [...]

[...] velatamente queste lagnanze allo stesso medico, Saleni, un altro dottorone ch'era peggio di Tavuso, buon'anima, gli piantò in faccia gli occhiacci, e [...]

[...] sulla scala gli disse subito: — Non mi piace, dottore! Stasera mia moglie non mi piace! 246 — Eh! ve ne accorgete soltanto adesso? A me è un pezzo [...]

[...] più presto del solito. — Per distrarre un po' don Gesualdo lo tirò nel vano del balcone, e cominciò a parlargli dei loro negozi. — Volete ridere [...]

[...] cugine Zacco stavano sedute in giro dinanzi al letto, colle mani sul ventre. La mamma per rompere il silenzio balbettò timidamente: — Sembra un po [...]

[...] capisce!... udendo discorrere intorno a lei... Bisogna distrarla, tenerle un po' di conversazione... Per fortuna siete in buone mani. II dottore [...]

[...] vedendo che non era più il caso di misteri parlò chiaro: — Non verrà! Don Ferdinando è diventato proprio un ragazzo. Non capisce nulla, poveretto [...]

[...] !... Bisogna compatirlo. Diciamola qui, fra noi parenti... Che gli sarebbe mancato?... Un cognato con tanto di cuore, come questo qui!... L'inferma [...]

[...] in un silenzio che le affilò come un coltello il viso smunto, sì che il barone stesso se ne avvide e mutò discorso. — Domeneddio alle volte ci [...]

[...] roba che s'è fatta!... senza poter dire una parola nè muovere un dito... eh?... eh? Suo figlio è una bestia. La nuora gli 248 conta i bocconi che [...]

[...] suoi che mormoravano sottovoce contro il canonico. — Un intrigante!... un imbroglione!... Non si fa nulla in paese che non voglia ficcarci il naso [...]

[...] fino degli ammalati gravi. — No! no! Non c'è premura! — interruppe Zacco. Intanto donna Lavinia si era alzata per andare a prendere un bicchier [...]

[...] barone, quasi facesse una confidenza, e sorridendo di compiacimento. — Una ragazza che in casa vale un tesoro... Giudiziosa!... Per sua cugina [...]

[...] a mano armata nella camera. La povera inferma, smarrita in quel parapiglia, si lasciò sfuggire con un filo di voce: — Per l'amor di Dio... Non ne [...]

[...] , intanto che voi fate gli affari vostri... Sentiremo poi cosa è venuto a dirvi quello sciocco! La serva aveva portato un lumicino nel salotto, e in quella [...]

[...] non tagliava sino a maggio. Donna Giuseppina invece s'era aggobbita, aveva il viso floscio e grinzoso nel cappuccio rotondo, i capelli di un [...]

[...] moglie che ha cessato di far figliuoli e non deve neppure piacere al marito. E sulla bocca sdentata teneva fisso un sorriso di 250 povera, il [...]

[...] sorriso umile di chi viene a sollecitare un favore, mentre don Ninì cercava le parole, girando il cappellaccio fra le mani, con quella sciarpa sino al [...]

[...] naso che gli dava un aspetto minaccioso. La moglie gli fece animo con un'occhiata, e cominciò lei: — Abbiamo sentito che la cugina sta male [...]

[...] l'interesse, ben inteso... Don Ninì a un tratto si fece scuro in viso, cacciandosi all'indietro, appuntandogli in faccia gli occhi sospettosi [...]

[...] : — Ditemi un po' vi fidate voi di Zacco? Eh? vi fidate? Don Gesualdo, malgrado il malumore che aveva in corpo, mosse la bocca a riso, come a dire che non [...]

[...] marito. Don Ninì prese a scusarsi, dinanzi alla moglie. Certo... i denari se li era fatti prestare... in un momento che aveva persa la testa... Quando [...]

[...] ora la moglie. Essa infine interloquì, troncandogli la parola con un segno del fazzoletto che aveva tirato fuori dalla borsa. — Non è questo [...]

[...] ! — interruppe donna Giuseppina con un sorriso agro. — Le terre non si danno più in affitto! II comune le dà a censo... ai più poveri... Un bocconcino per [...]

[...] ciascuno... Saremo tutti possidenti nel paese, da qui a un po'!... Non lo sapete? Don Gesualdo drizzò le orecchie, mettendo da parte un momento i [...]

[...] suoi guai. Indi abbozzò un sorriso svogliato. — Come è vero Dio! — soggiunse il baron Rubiera. — Ho visto il progetto, sì, al palazzo di città [...]

[...] ! Dicono che il comune ci guadagna, e ciascuno avrà il suo pezzo di terra. 252 Allora don Gesualdo cavò fuori la tabacchiera, fiutando un agguato [...]

[...] . — Cioè? cioè? — Don Gesualdo! — chiamò la serva dall'uscio. — Un momento, vossignoria... — Fate, fate pure il comodo vostro! — disse donna Giuseppina [...]

[...] un momento come questo è vangelo, don Gesualdo! Ricordatevi bene! lo mi farei scrupolo a non darle retta, in parola d'onore!... — E donna [...]

[...] , appuntando in faccia a questo e a quello gli occhi come due spilli, masticando un sorriso con la bocca nera. Caccia indietro del tutto il marito, e si [...]

[...] prese tutto per sè il cugino Motta. — Sì, il rimedio c'è!... c'è! — E stette un po' a guardarlo fisso per fare più colpo. Poscia, tenendo [...]

[...] gente che non sa cosa farsene della terra e non ne caverà neppure i denari del censo. Ci hanno tutti lo stesso diritto, non è vero? Allora, con un po [...]

[...] di terra. Ci lasciano le ossa piuttosto! Don Gesualdo si alzò di botto, colle narici aperte, la faccia rianimata a un tratto, e si mise a [...]

[...] giudizio... con un po' di denaro... senza far torto a nessuno, ben inteso!... La giustizia... — Voi che ci avete mano... Quello è un imbroglione, un [...]

[...] colle labbra strette. Infine disse che le rincresceva tanto della malattia di Bianca. — Proprio! c'è un lutto nel paese. Ninì è un pezzo che mi [...]

[...] quelli che abbiamo da perdere... E tornò su quella birbonata di sminuzzare le terre del comune fra i più poveri, in tante briciole, un pizzico per [...]

[...] d'accordo, vociando, eccitandosi l'un l'altro. Zacco, adesso che aveva capito di che si trattava, scalmanavasi più di tutti: — Una pensata seria [...]

[...] mi ci pigliano! — Tutt'a un tratto il barone Zacco afferrò don Ninì per la sciarpa e lo spinse verso il canapè quasi volesse mangiarselo [...]

[...] tanto di naso!... Lo conosco!... Le signore Zacco allo strepito s'erano affacciate sull'uscio dell'anticamera. Successe un istante d'imbarazzo fra i [...]

[...] fare il miracolo... — Don Ninì con la bocca coperta grugnì anche lui qualche parola che non potè udirsi. — Un momento. Vengo con voi, — esclamò [...]

[...] per la camera con l'occhio inquieto, sospettoso, diffidente, con un certo tono di rancore nella voce cavernosa. Sforzavasi di mostrarsi più forte [...]

[...] sollevarsi, onde passargli un braccio al collo, come non le restasse che lui per attaccarsi alla vita, agitando il viso che si era affilato maggiormente [...]

[...] , quasi volesse nasconderglielo in petto, quasi volesse confessarsi con lui. Dopo un momento allentò le braccia, col volto rigido e chiuso, colla [...]

[...] Insomma le solite litanie, la solita giaculatoria per cavargli dell'altro sangue. Finalmente, dopo un po' di tira e molla, s'accordarono sul [...]

[...] adesso di un altro male. Non voleva vedersi Diodata per casa. Non pigliava nulla dalle sue mani. — No!... tu, no!... Vattene via! Che sei venuta a [...]

[...] risvegliasse in lei un rancore antico, una gelosia del marito che volevano rubarle, quella cattiva gente venuta apposta a chiuderle gli occhi, a [...]

[...] !... — II pensiero della figlia era un altro tormento. Isabella stava anch'essa poco bene, lontano tanto, un viaggio che l'avrebbe rovinata per [...]

[...] sempre, scriveva suo marito. Del resto sapevano da un pezzo come Bianca si strascinasse fra letto e lettuccio, e non avrebbero mai creduto la [...]

[...] voleva una pazienza da santi. Aveva un bel dire suo marito: — Guarda!... Cosa diavolo ti viene in mente adesso!... Anche la gelosia ti viene in mente [...]

[...] un papa in casa di don Gesualdo. Mangiava e beveva. Veniva ogni giorno a empirsi la pancia. Diodata badava a quel che c'era da fare, e lui [...]

[...] egli stesso il perchè... un presentimento, vedendo Gerbido appostato alla cantonata della Masera, colla carabina sotto!... Gli tornarono in mente le [...]

[...] insieme... — No, mastro Titta, devo passare qui dal tabaccaio, e poi vo un momento a vedere Diodata, che è ad assistere la moglie di don Gesualdo [...]

[...] aveva... L'aspettava sua moglie con un piatto di maccheroni... e tante altre cose... Per un piatto di maccheroni, Dio liberi, ci lasciò la pelle [...]

[...] canonico Lupi?... Per l'appalto dello stradone!... per una cosa da nulla... Quello è un servo di Dio che bisogna tenerselo amico... Ora soffia nel fuoco [...]

[...] ora quell'altro, poveretta, con quegli occhi che volevano far festa a tutti quanti, allorchè s'udì un vocìo per la strada, gente che correva [...]

[...] strillando, quasi fosse scoppiata la rivoluzione che s'aspettava. Tutt'a un tratto si udì bussare al portone e una voce che gridava: — Comare Diodata [...]

[...] trovava, a testa scoperta, urlando per le strade. In un momento la casa di don Gesualdo fu tutta sottosopra. Venne anche il barone Zacco, sospettoso [...]

[...] il portone, tanti scossoni per la povera ammalata. A un certo punto Zacco venne a dire, tutto stravolto: — A Palermo c'è un casa del diavolo... La [...]

[...] stringersi nelle spalle, come uno che non gliene importa nulla oramai, tutto per la poveretta ch'era in fin di vita. Dopo un po' giunsero la moglie e le [...]

[...] dentro e sulle labbra. — Capite?... Neanche farle vedere la figliuola per l'ultima volta!... è un porco, quel signor duca! Tre mesi che scrive [...]

[...] cuore. Ci ha rubato la figlia e la dote, quell'assassino! E continua a sfogarsi così per un pezzo colla moglie di Zacco, che era mamma anche lei [...]

[...] manovale, e mandarlo da tutti i parenti, che Bianca, poveretta, stava assai male, se volevano vederla. Per la strada c'era un via vai straordinario [...]

[...] , e laggiù in piazza udivasi un gran sussurro. Mastro Nardo, al ritorno, portò la notizia. — Hanno fatto la rivoluzione. C'è la bandiera sul [...]

[...] di calmarlo. — Prudenza, prudenza! Questi son tempi che ci vuol prudenza, caro amico. Di lì a un po' si udì bussare di nuovo al portone. Don [...]

[...] faccia il canonico Lupi, vestito di corto, con un cappellaccio a cencio, e il baronello Rubiera che se ne stava in disparte. — Scusate, don [...]

[...] Gesualdo... Non vogliamo disturbarvi... Ma è un affare serio... Sentite qua... Lo tirò nella stalla onde dirgli sottovoce il motivo per cui erano venuti [...]

[...] sapevo nulla. Non credevo che fossimo già a questo punto... Giacchè erano lì non potevano fare a meno di salire un momento a veder donna Bianca, lui [...]

[...] e il baronello. Don Ninì si fermò all'uscio col cappello in mano, senza dire una parola, e il canonico, che se ne intendeva, dopo un po' fece [...]

[...] reggo. C'era già don Ferdinando Trao al capezzale, come una mummia, e la zia Macrì, la quale asciugava il viso alla nipote con un fazzoletto di [...]

[...] confessore. Donna Agrippina allora li mise fuori tutti quanti. Don Gesualdo, dietro a quell'uscio chiuso, si sentiva un gruppo alla gola, quasi gli [...]

[...] d'andarsene, impaurito. — No, — disse il marchese. — Non potete lasciare la sorella in questo punto. Siete come un bambino, caspita! Entrò in quel mentre [...]

[...] , vedendosi intorno quei visi e quel silenzio, abbassò la voce e andò a finire il discorso in un angolo, all'orecchio del barone Zacco. Costui tornava [...]

[...] ogni cosa, proprio come un bambino curioso. Infine si piantò ritto dinanzi al letto, guardando la sorella che stava facendo i conti con Domeneddio in [...]

[...] pensieri mondani... — è giusto, — disse donna Sarina. — Scusatemi, don Gesualdo. Dopo che si fu comunicata, Bianca parve un po' piu calma. L'affanno era [...]

[...] nelle reliquie benedette il Signore può far questo ed altro. Lo stesso don Gesualdo allora si mise piangere come un bambino. — Anche lui [...]

[...] non sia venuta... duchessa o no!... Mamme ne abbiamo una sola!... Se bisognava fare tante storie per arrivare a questo bel risultato... un porco [...]

[...] !... un infame!... un assassino! — seguitò a brontolarare don Gesualdo, stralunato, colle labbra strette, gli occhi accesi che pareva lui pazzo. — Eh [...]

[...] cosa. L'altro scosse il testone arruffato e gonfio due o tre volte. La baronessa approfittò del buon momento per indurre don Gesualdo a pigliare un [...]

[...] po' di ristoro dalle mani stesse di Lavinia. — Sì, un po' di brodo, due giorni che non apriva bocca il pover'uomo!... Come passarono nella stanza [...]

[...] accanto, che dava sulla strada, si udì da lontano un rumore che pareva del mare in tempesta. Mèndola narrò allora quello che aveva visto nel [...]

[...] c'era! Don Gesualdo rimase colla chicchera in mano. S'udì in quel punto una forte scampanellata all'uscio, e Zacco corse a vedere. Dopo un momento [...]

[...] . Pareva che il barone mettesse buone parole con un terzo che era arrivato allora, e il marchese andasse scaldandosi. — No! no! è una porcheria! — In [...]

[...] quella rientrò Zacco solo, col viso acceso. — Sentite, don Gesualdo!... Un momento... una parolina... La folla era giunta lì, sotto la casa; si [...]

[...] vedeva la bandiera all'altezza de balcone, quasi volesse entrare. Si udivano degli urli: viva, morte. — Un momento! — esclamò allora Zacco, mettendo da [...]

[...] parte ogni riguardo. — Affacciatevi un momento, don Gesualdo! Fatevi vedere, se no succede qualche diavolo!... C'era il canonico Lupi, che [...]

[...] portava il ritratto di Pio Nono, il baronello 270 Rubiera, giallo come un morto, sventolando il fazzoletto, tant'altra gente, tutti gridando: — Viva [...]

[...] spalle, pallido come la camicia, ridotto un vero cencio. il marchese assolutamente voleva sapere cosa cercasse quella gente, — Eh? che cosa? — Vogliono [...]

[...] momento passò di furia donna Agrippina Macrì, colla tonaca color pulce che le sbatteva dietro, e nella camera della moribonda si udì un gran trambusto [...]

[...] - un foglietto con una lista nera larga un dito, e il sigillo stemmato, pur esso nero, che stringeva il cuore — inconsolabile per la perdita della [...]

[...] suocera. Diceva che alla duchessa s'era dovuto nascondere la verità per consiglio degli stessi medici, visto che sarebbe stato un colpo di fulmine [...]

[...] bociare colle mani in tasca e la bocca aperta, aspettando la manna che doveva piovere dal campanile imbandierato. Ciolla ch'era diventato un pezzo [...]

[...] grosso alfine, con una penna nera nel cappello e un camiciotto di velluto che sembrava un bambino, a quell'età, passeggiava su e giù per la piazza [...]

[...] mastro-don Gesualdo. — Un brigante! un assassino! uno che s'era arricchito, mentre tanti altri erano rimasti poveri e pezzenti peggio di prima! uno [...]

[...] canonico Lupi armato sino ai denti, il Barone Rubiera colla cacciatora di fustagno, come un povero diavolo. Essi erano continuamente in mezzo ai [...]

[...] chiamare un medico da Palermo! Una Trao! Una che l'aveva messo all'onore del mondo! A che l'era giovato essere tanto ricca? — II canonico si lasciava [...]

[...] , vestita di tre colori, il casacchino rosso, la gonnella bianca, e un cappellino calabrese colle penne verdi ch'era un amore. Le altre dame ogni [...]

[...] luminaria pin tardi. Le sole finestre che rimanessero chiuse erano quelle di don Gesualdo Motta. Lui il solo che se ne stesse rintanato come un lupo [...]

[...] niente, uno stupido, l'ombra di mastro-don Gesualdo, un cadavere addirittura, che stava ancora in piedi per difendere i suoi interessi, ma la mano di [...]

[...] capponi, come il genitore, che s'era acquetato subito, quando il cognato aveva mandato un gruzzoletto, allorchè Bianca stava male, dicendo che [...]

[...] contro per un motivo o per l'altro, soffiavano adesso nel fuoco, dicendone roba da chiodi, raccontando tutte le porcherie di mastro-don Gesualdo [...]

[...] per giunta, come quella bestia di Diodata che a chi gli dava un calcio rispondeva grazie. Dai e dai erano arrivati a scatenargli contro anche loro [...]

[...] s'accapigliarono, padre e figlio. Si fece un gran gridare, una lite che durò mezz'ora. Accorse anche Diodata, coi capelli per aria, vestita di nero. Nunzio [...]

[...] apposta, per far decotti. — Lavinia è un diavolo, per tener d'occhio una casa. — Lasciate fare a Lavinia che sa dove metter le mani. — Dall'altro [...]

[...] atto dinanzi notaio... un po' per uno, a tutti coloro che gridano più forte perchè non hanno nulla da perdere, e minacciano adesso di scassinarvi i [...]

[...] : — Ah! La mia roba? Voglio vederli! Dopo quarant'anni che ci ho messo a farla... un tarì dopo l'altro!... Piuttosto cavatemi fuori il fegato e [...]

[...] feroci nel cortile. Dicevasi che in casa sua ci fosse un arsenale; che la sera ricevesse Canali, il marchese Limòli, dell'altra gente ancora, per [...]

[...] congiurare, e un bel mattino si sarebbero trovate le forche in piazza, e appesi tutti coloro che avevano fatta la rivoluzione. I pochi amici perciò [...]

[...] l'avevano abbandonato, onde non esser visti di cattivo occhio. E Zacco correva davvero un brutto rischio continuando ad andare da lui e a condurgli [...]

[...] non si veniva a una conclusione con quel- l'uomo, lasciò scoppiare la bomba, un giorno che don Gesualdo s'era appisolato sul canapè, giallo come un [...]

[...] grossi. Intanto che aspettava, il barone Zacco volle fare il suo dovere colla baronessa madre, ch'era stato un pezzo senza vederla. La trovò nella [...]

[...] crocifisso che gli avevano messo sul petto in punto di morte, imbacuccata in un vecchio scialle, e colle mani inerti in grembo. Appena vide entrare il [...]

[...] nuora infuriata. — Non si capisce una maledetta! — osservò Zacco. — Deve essere un purgatorio per voialtri parenti. — La paralitica fulminò [...]

[...] un'occhiata feroce, rizzando più che poteva il capo piegato sull'omero, mentre donna Giuseppina la sgridava come una bimba, asciugandole il mento con un [...]

[...] purgatorio in terra, per andarvene diritto in paradiso. Indi giunse don Ninì a prendere le chiavi della cantina. Trovando il cugino fece un certo [...]

[...] capricci? Permettetemi, cugino Zacco, devo scendere giù un momento... Le chiavi stavano sempre lì, appese allo stipite dell'uscio. La paralitica li [...]

[...] delle chiazze di sangue guasto che le ribollivano a un tratto nel viso cadaverico. Zacco allora cominciò a snocciolare il rosario contro di mastro [...]

[...] vestito nuovo che gli ha mandato a regalare il cognato... Sin che campa, avete inteso? Quello a un uomo di carattere! Infine sono stanco, avete capito [...]

[...] ? Non voglio rovinarmi per amore di mastro-don Gesualdo. Ho moglie e figliuoli. Dovrei portarmelo appeso al collo come un sasso per annegarmi [...]

[...] ! 279 Vedete, signori miei, un barone Zacco che gli lustra le scarpe e s'inimica coi parenti per lui! L'altro chinava il capo, contrito. Confessava [...]

[...] , poi il cugino Zacco, e non seppe che dire. — Bene, — riprese Zacco un'altra volta. — So che stasera quei ragazzi vogliono fare un po' di chiasso per [...]

[...] figliuolo la sgridavano a un tempo; lei cercava di urlar più forte, agitando la testa 280 furibonda. Accorse anche Rosaria, col ventre enorme, le mani [...]

[...] sudice nella criniera arruffata e grigiastra, minacciando la paralitica lei pure: — Guardate un po'! E diventata cattiva come un asino rosso! Cosa [...]

[...] gli manca, eh? Mangia come un lupo! Rosaria non la finiva pin su quel tono. Il barone Zacco penso bene di accomiatarsi in quel frangente. — Dunque [...]

[...] , stasera, alla cantata. IV C'era un teatrone, poichè s'entrava gratis. Lumi, cantate, applausi che salivano alle stelle. La signora Aglae [...]

[...] smanacciava pin forte degli altri, borbottando fra di sè: — Corpo di!... E ancora un bel pezzo di donna!... Fortuna che non ci sia mia moglie qui!... Ma i [...]

[...] baccano, uscirono in piazza, lasciando la prima donna e il signor Pallante a sbracciarsi da soli, colle bandiere in mano. In un momento si riunì una [...]

[...] gran folla, che andava ingrossando sempre al par di un fiume. Udivasi un gridio immenso, degli urli che nel buffo e nella confusione suonavano [...]

[...] non nascessero dei guai. La folla durò un pezzo a vociare di qua e di là. Indi si rovescio come un torrente giù per la via di San Giovanni [...]

[...] . Dinanzi alI'osteria di Pecu-Pecu c'era un panchettino con dei tegami di roba fritta che andò a catafascio — petronciani e pomidoro sotto i piedi. Santo [...]

[...] Motta, che stava li di casa e bottega, strillava come un ossesso, vedendo andare a male tutta quella roba. — Bestie! animali! Che non ne mangiate [...]

[...] vedevano correre nel paese alto, — un finimondo. A un tratto, quasi fosse corsa una parola d'ordine, la folla s'avviò tumultuando verso il Fosso [...]

[...] era nemico giurato dei poveretti e dei liberali! — Coi sassi, coi randelli — due o tre s'erano armati di un pietrone e davano sulla porta che [...]

[...] parevano cannonate. Si udiva la vocetta stridula di Brasi Camauro il quale piagnucolava come un ragazzo: — Signori miei! Non c'è piu religione! Non [...]

[...] accapponare la pelle. Santo Motta malconcio e insanguinato, rotolandosi per terra, riescì a far fare un po' di largo dinanzi all'uscio del [...]

[...] !... Una voce che non l'avrebbe dimenticata in mille anni! Arruffato, scamiciato, cogli occhi che luccicavano, simili a quelli di un gatto [...]

[...] aprire l'uscio del vicoletto. Don Gesualdo, appostato alla finestra col futile, stava per fare un subisso. — Eh! — gridò Mèndola entrando trafelato [...]

[...] questo punto siamo arrivati, che un galantuomo non è sicuro neppure in casa? che la roba sua non è più sua? Eccomi! Cadrà Sansone con tutti i Filistei [...]

[...] , sudavano a persuaderlo, vociando tutti insieme: — Che volete fare? Contro un paese intero? Siete impazzito? Bruceranno ogni cosa! Cominciano di qua la [...]

[...] colla voce rotta: — Santo diavolone!... Domeneddio, perdonatemi! Mi fate parlare come un porco, don asino! Siamo qui per salvarvi la vita, e non ve lo [...]

[...] incominciare neppure per ischerzo, capite? Neppure a un nemico mortale! Se coloro che sinora si sfogano a gridare, pigliano gusto anche a metter mano [...]

[...] l'ingratitudine; lo stordivano. II barone Zacco arrivò a passargli un braccio al collo, in confidenza, confessandogli all'orecchio ch'era con lui [...]

[...] il il notaio per mettere in carta le vostre promesse... Un po' di maniera, un po' di denaro... Meglio dolor di borsa che dolor di pancia... Don [...]

[...] . Chi ha bisogno venga qui da noi... Ora è tardi, e siamo tutti d'un colore... birbanti e galantuomini... Ehi! ehi, dico!... Don Nicolino dovette [...]

[...] afferrare pel collo un tale che stava per cacciarsi dentro il portone socchiuso, approfittando della confusion e della ressa che facevasi attorno [...]

[...] 286 di pane e il suo pezzo di terra... Ci aggiusteremo... Tornate domani... — Domani, un corno! — brontolò di dentro don Gesualdo. — Mi pare che [...]

[...] siete, per salvarvi la pelle... Don Gesualdo tornò a ribellarsi: — Perchè? Che ho fatto? Io sono in casa mia!... — Avete fatto che siete ricco come un [...]

[...] marchese, oramai sordo come una talpa, s'era buttato un ferraiuolo sulle spalle, e stava a vedere dietro l'invetriata del balcone, in camicia, collo [...]

[...] , mentre abbozzava un sorriso malizioso. — Ah?... la festa?... a don Gesualdo?... è giusto! è venuto il vostro tempo, caro mio... Siete il campione [...]

[...] dove soleva accendere il lume. E in quel sudiciume il marchese ci stava come un principe, sputando in faccia a tutti quanti le sue miserie [...]

[...] canapè addossato al muro, puntellandolo cogli stessi mattoni rotti, improvvisarono alla meglio un letto per don Gesualdo che non stava più in [...]

[...] per tutti, caro don Gesualdo!... — Ah! — rispose lui. — Non è questo, no, signor marchese. è che lo stomaco non mi dice. L'ho pieno di veleno! Un [...]

[...] cane arrabbiato ci ho. — Bene, — dissero gli altri. — Ringraziate Iddio. Qui nessuno vi tocca. Fu un colpo tremendo per mastro-don Gesualdo [...]

[...] , corse al balcone. — Sicuro! Eccolo lì col camiciotto, come un bambino... Vuol dire che si torna indietro tutti!... Don Gesualdo s'era alzato [...]

[...] aspettare la manna dal cielo: — M'avete messo in un bell'imbroglio, voi, don Gesualdo! A quell'uscita del canonico successe un altro battibecco fra [...]

[...] , e bisogna pigliar tempo. Intanto voi levatevi di mezzo, causa causarum! In fondo a una cisterna, in un buco, dove diavolo volete, ma non è la [...]

[...] rispose. Poi si udì frugare nel buio. E a un tratto don Ferdinando si chiuse dentro col paletto, e si mise ad ammonticchiare sedie e tavolini [...]

[...] correre tutto il paese! Il canonico rideva sotto il naso, scuotendo il capo. Grazia intanto aveva acceso un mozzicone di candela, e li guardava in [...]

[...] ! Quante vicende! — Chi ve lo avrebbe detto, eh, don Gesualdo? — Lo stesso canonico Lupi si lasciò sfuggire un sorrisetto. — Intanto che siete qui [...]

[...] sapesse nulla. Allora, nella febbre, gli passavano dinanzi agli occhi torbidi Bianca, Diodata, mastro Nunzio, degli altri ancora, un altro se stesso [...]

[...] stia! A giorno tornò Grazia per aiutare un po', sfinita, ansando se smuoveva una seggiola, fermandosi ogni momento per piantarsi dinanzi a lui colle [...]

[...] , lesinandogni il pane e il vino. — Sissignore, l'hanno tutti dimenticato, lì nel suo cantuccio, come un cane malato!... Ma io il cuore non mi dice... Siamo [...]

[...] altri si sfogavano in feste e quarant'ore, mentre lui andava predicando la fratellanza e l'amore del prossimo. — Però un baiocco non lo mette fuori [...]

[...] ! Intanto la casa di don Gesualdo era messa a sacco e ruba egualmente. Vino, olio, formaggio, pezze di tela anche, sparivano in un batter d'occhio [...]

[...] ribellarsi al cognato e alla sorella; pensava ai suoi guai. Ci aveva un cane, lì nella pancia, che gli mangiava il fegato, il cane arrabbiato di San [...]

[...] segreti per tutti i mali. Ciascuno portava un rimedio nuovo, dei decotti, degli unguenti, fino la reliquia e l'immagine benedetta del santo, che don [...]

[...] Luca volle provare colle sue mani. Non giovava nulla. L'infermo badava a ripetere: — Non ha niente... un po' di colica. Ho avuto dei dispiaceri [...]

[...] gonfio come un otre. Nel paese si sparse la voce che era spacciato: la mano di Dio che l'agguantava e l'affogava nelle ricchezze. Il signor genero [...]

[...] marito però va al sodo! Don Gesualdo non rispose. Ma di nascosto, rivolto verso il muro, si mise a piangere cheto cheto. Sembrava diventato un [...]

[...] nasconderle, le lagrime che a ogni parola le tornavano agli occhi, cercando di pigliargli Ia mano per baciargliela. Egli faceva un gesto vago, e [...]

[...] a chiamare il figlio di Tavuso, il quale tornava fresco fresco da Napoli, laureato in medicina, — un ragazzotto che non aveva ancora peli al [...]

[...] mento e si faceva pagare come un principe. — Però don Gesualdo gli disse il fatto suo, al vedergli metter mano alla penna per scrivere le solite [...]

[...] facevano accapponar la pelle, e lasciavano detto ciascuno la sua su di un pezzo di carta — degli sgorbi come sanguisughe. Don Gesualdo, sbigottito [...]

[...] malamente, prima di spedire la ricetta, prese a parte don Margheritino, e gli fece osservare che aveva un armadio pieno di vasetti e boccettine [...]

[...] campagna che guarirò in ventiquattr'ore. — Gli dicevano di sì, per contentarlo, come a un bambino. — Domani, doman l'altro. — Ma lo tenevano lì [...]

[...] facevano bere mille porcherie, lo ungevano di certa roba che gli apriva dei vescicanti sullo stomaco. C'era di nuovo sul cassettone un arsenale di [...]

[...] dire che non c'è piu rimedio. — Il denaro a fiumi, un va e vieni, una baraonda per la casa, tavola imbandita da mattina a sera. Burgio, che non [...]

[...] ! Ci aveva come una palla di piombo nello stomaco, che gli pesava, voleva uscir fuori, con un senso di pena continuo; di tratto in tratto, si [...]

[...] contraeva, s'arroventava, e martellava, e gli balzava alla Bola, e lo faceva urlare come un dannato, e gli faceva mordere tutto ciò che capitava. Egli [...]

[...] rimaneva sfinito, anelante, col terrore vago di un altro accesso negli occhi stralunati. Tutto ciò che ingoiava per forza, per aggrapparsi alla vita [...]

[...] freddi addosso. Bomma lo guardò bene in faccia, accostò la seggiola, si voltò di qua e di là per vedere s'erano soli. — Don Gesualdo, siete un uomo [...]

[...] ... Non siete più un ragazzo, eh? — Sissignore, — rispose lui con voce ferma, calmatosi a un tratto, col coraggio che aveva sempre avuto al bisogno [...]

[...] . — Sissignore, parlate. — Bene, qui ci vuole un consulto. Non avete mica una spina di fico d'India nel ventre! E un affare serio, capite! Non è cosa [...]

[...] volse un'occhiata lenta e tenace in giro, si soffiò il naso, e si lasciò andar giù sul letto supino. Di lì a un po', guardando il soffitto [...]

[...] , aggiunse con un sospiro: 296 — Va bene. Facciamo il consulto. La notte non chiuse occhio. Tormentato da un'ansietà nuova, con dei brividi che lo [...]

[...] infatti. Voleva curarsi, giacchè era un affar serio. Voleva guarire. Ripeteva le parole stesse dello speziale: denari ne aveva; s'era logorata la [...]

[...] . Salutò quella brava gente con un bel sorriso che doveva rassicurare anche loro, appena li vide entrare. Essi invece gli badarono appena. Erano tutti [...]

[...] bassa voce fra di loro in un canto. A un cenno dello speziale, Burgio e sua moglie andarono a sentire anch'essi, in punta di piedi. 297 — Parlate [...]

[...] , signori miei! — esclamo allora il pover'uomo pallido come un morto. — Sono io il malato, infine! Voglio sapere a che punto sono. Il Muscio [...]

[...] abbozzò un sorriso che lo fete più brutto. E don Vincenzo Capra, in bel modo, cominciò a spiegare la diagnosi della malattia: Pylori cancer, il pyrosis [...]

[...] potesse tentare: l'estirpazione del tumore, un bel caso, un'operazione chirurgica che avrebbe fatto onore a chiunque. Dimostrava il modo e la maniera [...]

[...] fratello... squartarlo vivo come un maiale! — Chetatevi! — balbettò lui passandosi un lembo del lenzuolo sulla faccia che grondava goccioloni. Gli [...]

[...] : — Chetatevi!... Si tratta della mia pelle... devo dir la mia anch'io... Signori miei... sono un uomo... Non sono un ragazzo... Se dite ch'è [...]

[...] ... Una cosa sola... Voglio sapere prima se mi garantite la pelle... Siamo galantuomini... Mi fido di voi... Non è un negozio da farsi a occhi chiusi [...]

[...] nulla, — rispose don Gesualdo. E gli voltò le spalle. — Andate là, Bomma, che m'avete dato un bel consiglio! Speranza, premurosa, vide giunta [...]

[...] figliuola e il genero del pericolo che correva don Gesualdo. Lui non dava più retta. Diceva che di santi e di reliquie ne aveva un fascio, lì [...]

[...] giorno; si trascinava per le stanze, da un mobile all'altro. Infine si fece portare a Mangalavite, col fiato ai denti, mastro Nardo da un lato e Masi [...]

[...] dall'altro che lo reggevano sul mulo — un viaggio che durò tre ore, e gli fece dire cento volte: — Buttatemi nel fosso, ch'è meglio. Ma laggiù [...]

[...] vigna metteva giù le foglie, i seminati erano alti, gli ulivi in fiore, i sommacchi verdi, e su ogni cosa stendevasi una nebbia, una tristezza, un [...]

[...] cascare dal ramo, senza forza di muovere un 299 passo sulla sua terra, senza voglia di mandar giù un uovo. Allora, disperato di dover morire, si [...]

[...] mise a bastonare anatre e tacchini, a strappar gemme e sementi. Avrebbe voluto distruggere d'un colpo tutto quel ben di Dio che aveva accumulato a [...]

[...] Gesualdo d'entrare in un altro mondo, allorchè fu in casa della figliuola. Era un palazzone così vasto che ci si smarriva dentro. Da per tutto [...]

[...] cortinaggi e tappeti che non si sapeva dove mettere i piedi — sin dallo scalone di marmo — e il portiere, un pezzo grosso addirittura, con tanto di [...]

[...] dal suo gabbione: — C'è lo stoino per pulirsi le scarpe! — Un esercito di mangiapane, staffieri e camerieri, che sbadigliavano a bocca chiusa [...]

[...] , camminavano in punta di piedi, e vi servivano senza dire una parola o fare un passo di più, con tanta degnazione da farvene passar la voglia. Ogni [...]

[...] cosa regolata a suon di campanello, con un cerimoniale di messa cantata — per avere un bicchier d'acqua, o per entrare nelle stanze della figliuola [...]

[...] la figliuola, e s'era messo in gala anche lui per venire a tavola, legato e impastoiato, con un ronzio nelle orecchie, le mani esitanti, l'occhio [...]

[...] mostrava proprio un buon figliuolo col suocero. Gli riempiva il bicchierino; lo incoraggiava a fumare un sigaro; lo assicurava infine che gli [...]

[...] tasto degli interessi. Mostravasi giudizioso; cercava il modo e la maniera d'avere il piacere di tenersi il suocero in casa un pezzo, senza timore che [...]

[...] qualcosa che vi respingeva indietro, e vi faceva cascar le braccia, uno che avesse voluto buttargliele al collo, proprio come a un figlio, e [...]

[...] qualche visita. L'avevano collocato in un quartierino al pian di sopra, poche stanze che chiamavano la foresteria, dove Isabella andava a vederlo [...]

[...] d'essere davvero un forestiero. Essa alcune volte era pallida così che pareva non avesse chiuso occhio neppur lei. Aveva una certa ruga fra le [...]

[...] , stretta stretta, e chiederle piano in un orecchio: — Cos'hai?... dimmelo!... Confidati a me che dei guai ne ho passati tanti, e non posso tradirti [...]

[...] bisognava arare e seminare; i mulini, le case, i magazzini che aveva fabbricato con tanti stenti, con tanti sacrifici, un sasso dopo l'altro. La [...]

[...] stallieri immobili accanto alla groppa delle Toro bestie, colla striglia appoggiata all'anca, il cocchiere maggiore, un signorone, piegato in due [...]

[...] visite come un'anima di purgatorio. Arrivava di tanto in tanto una carrozza fiammante; passava come un lampo dinanzi al portinaio, che aveva appena il [...]

[...] , a perdita di vista... E un esercito di mietitori a giugno, del grano da raccogliere a montagne, del denaro a fiumi da intascare!... Allora gli si [...]

[...] . L'osservavano, lo tastavano, lo interrogavano quasi avessero da fare con un ragazzo o un contadino. Lo mostravano agli apprendisti come il zanni fa vedere [...]

[...] fatto comperare anch'essi un'intera farmacia: dei rimedi che si contavano a gocce, come l'oro, degli unguenti che si spalmavano con un pennello [...]

[...] niente, di un sorrisetto che significava addirittura — Arrivederci in Paradiso, buon uomo! — C'erano persino di quelli che gli voltavano le spalle [...]

[...] scoraggianti, alle lunghe fermate col genero, e al borbottìo che durava un pezzo fra di loro in anticamera. Infine non si tenne. Un giorno che quei [...]

[...] , infine! Non sono un ragazzo. Voglio sapere di che si tratta, giacchè si giuoca sulla mia pelle! Colui invece cominciò a fare una scenata col duca [...]

[...] volta per sempre. Don Gesualdo udì che gli dicevano sottovoce: — Compatitelo... Non conosce gli 307 usi... E un uomo primitivo... nello stato di [...]

[...] bella somma!... Però non sei contenta... si vede benissimo che non sei contenta... Leggeva in fondo agli occhi di lei un altro segreto, un'altra [...]

[...] ansietà mortale, che non la lasciava neppure quand'era vicino a lui, che le dava dei sussulti, allorchè udiva un passo all'improvviso, o suonava ad [...]

[...] ora insolita la campana che annunziava il duca; e dei pallori mortali, certi sguardi rapidi in cui gli pareva di scorgere un rimprovero. Alcune [...]

[...] . Ne aveva data tanta dell'acqua per far macinare gli altri! Speranza, Diodata, tutti gli altri... un vero fiume. Anche lì, in quel palazzo di [...]

[...] pensava a voce alta: — A che mi serve?.., a che giova tutto ciò... Neppure a tua madre ha giovato! Un giorno venne a fargli visita l'amministratore del [...]

[...] la malattia che tirava in lungo. Capiva bene, lui, un uomo d'affari come don Gesualdo... che dissesto... quanti danni... le conseguenze [...]

[...] . A un tratto si mise a urlare e ad agitarsi quasi fosse colto di nuovo dalla colica, quasi fosse giunta l'ultima sua ora, e non udisse e non [...]

[...] , sospettando di tutto, spiando prima le mani del cameriere se beveva un bicchiere d'acqua, guardando ciascuno negli occhi per scoprire la verità, per [...]

[...] . Un terrore piu grande, piu vicino, della morte lo colse a quell'indifferenza. Insisteva, voleva disporre della sua roba, come per attaccarsi alla [...]

[...] facevano svegliare di soprassalto, in un mare di sudore, col cuore che martellava forte. Tanti pensieri gli venivano adesso, tanti ricordi, tante [...]

[...] persone gli sfilavano dinanzi: Bianca, Diodata, degli altri ancora: quelli non l'avrebbero lasciato morire senza aiuto! Volle un altro consulto, i [...]

[...] . — Parlate liberamente, signori miei. Tutto ciò che si deve fare si farà! Gli batteva un po' il cuore. Sentiva un formicolio come di spasimo anticipato [...]

[...] 312 tra i capelli. Ma era pronto a tutto; quasi scoprivasi il ventre, perchè si servissero pure. Se un albero ha la cancrena addosso, cos'è infine? Si [...]

[...] biasciavano mezze parole. Uno temeva la responsabilità; un altro osservò che non era più il caso... oramai... II più vecchio, una faccia di malaugurio [...]

[...] un male di quella sorta... — Ah... — rispose don Gesualdo, fattosi rauco a un tratto. — Ah... Ho inteso... E si lasciò scivolare pian piano già [...]

[...] . Un nuvolo gli calò sulla faccia e vi rimase. Una specie di rancore, qualcosa che gli faceva tremare le mani e la voce, e trapelava dagli occhi [...]

[...] muggire come un bue, col naso al muro. Ma poi, se veniva gente, stava zitto. Covava dentro di sè il male e l'amarezza. Lasciava passare i giorni [...]

[...] , 314 mentre suo padre stava colla morte sul capo. Si rodeva dentro, a misura che peggiorava; il sangue era diventato tutto un veleno; ostinavasi [...]

[...] no, colle mani erranti che l'accarezzavano. L'accarezzò anche lui sui capelli, lentamente, senza dire una parola. Di lì a un po' riprese: — Ti [...]

[...] dico di sì. Non sono un ragazzo... Non perdiamo tempo inutilmente. — Poi gli venne una tenerezza. — Ti dispiace, eh?... ti dispiace a te 315 La [...]

[...] che gli lacerava il cuore, che gli pareva un malaugurio, quasi suo padre stesse per chiudere gli occhi. — Ma no, parliamone! — insisteva lui. — Sono [...]

[...] seminati d'oro... della terra che fa miracoli... benedetto sia tuo nonno che vi lasciò le ossa!... Infine, per la tenerezza, si mise a piangere come un [...]

[...] altro. — Ora fammi chiamare un prete, — terminò con un altro torso di voce. — Voglio fare i miei conti con Domeneddio. 317 Durò ancora qualche [...]

[...] altro giorno così, fra alternative di meglio e di peggio. Sembrava anzi che cominciasse a riaversi un poco, quando a un tratto, una notte, peggiorò [...]

[...] chiamarla, — rispose il domestico, e tornò a coricarsi. Ma non lo lasciava dormire quell'accidente! Un po' erano sibili, e un po' faceva peggio di [...]

[...] un contrabbasso, nel russare. Appena il domestico chiudeva gli occhi udiva un rumore strano che lo faceva destare di soprassalto, dei guaiti rauchi [...]

[...] tornare a dormire gli andò via a un tratto. — Ohi! ohi! Che facciamo adesso? — balbettò grattandosi il capo. Stette un momento a guardarlo cosi, col [...]

[...] lume in mano, pensando se era meglio aspettare un po', o scendere subito a svegliare la padrona e mettere la casa sottosopra. Don Gesualdo intanto [...]

[...] andavasi calmando, col respiro più corto, preso da un tremito, facendo solo di tanto in tanto qualche boccaccia, cogli occhi sempre fissi e [...]

[...] spalancati. A un tratto s'irrigidi e si chetò del tutto. La finestra cominciava a imbiancare. Suonavano le prime campane. Nella corte udivasi scalpitare [...]

[...] letto, spalancò le vetrate, e s'affacciò a prendere una boccata d'aria, fumando. Lo stalliere, che faceva passeggiare un cavallo malato, alzò il capo [...]

[...] vollero andare a vedere. Di lì a un po' la camera del morto si riempì di gente in manica di camicia e colla pipa in bocca. La guardarobiera vedendo [...]

[...] la pappa!... Vedete cos'è nascer fortunati... Intanto vi muore nella battista come un principe!... — Allora, — disse il portinaio, — devo andare a [...]

Praga Marco
La biondina
27 1910 - Provenienza testo: Scansione da Liber Liber, txt Fondazione Verga 753 occorrenze

[...] pile, e fornelli. Un terzo della stanza era occupato da due lunghe tavole da disegno poggianti sui cavalletti altissimi: sulle tavole, cosparse [...]

[...] spazio racchiuso dall'angolo a destra del finestrone, dove era un divano; e due poltroncine di tela russa con un'alta bordatura di azzurro [...]

[...] fissata da borchiette d'oro: e, steso dinanzi ad essi, un rosso tappeto a fiorami oscuri; e, sulla parete, a coprire il bianco della muraglia, una stoffa [...]

[...] drappeggiata con arte, che inquadrava una grande fotografia di donna racchiusa in una semplice cornice d'abete. Quell'angolo, come un salottino [...]

[...] . Aveva comperato essa il divano e le poltroncine, e il tappeto, e un giorno era capitata là con tutta quella roba recata da un operaio della [...]

[...] fabbrica: e, tutta sola, mentre Giacomo, sorridendo, disegnava, avea creato quel cantuccio, trasfondendovi un po' della grazia, della allegra civetteria [...]

[...] drappeggio; poi stese il tappeto; e mise le poltroncine ai due lati del divano. — Adesso esci un momento. — Perchè? — Te ne prego. Esci in corte [...]

[...] te lo ha fatto? — Un fotografo! — ribattè lei, ridendo, fissando gli occhi allegri negli occhi di suo marito. — Già, un fotografo. Ma, così grande [...]

[...] ! costerà molto. Non spendi troppo, Adelina, in cose superflue? — Nulla, nulla, nulla. È il regalo di un'amica mia che à sposato un fotografo [...]

[...] . — Chi? — Un'amica mia di collegio; non la conosci, tu. Già, non ne conosci nessuna, — aggiunse, ridendo sempre. Poi fattasi seria, a un tratto: — Sei [...]

[...] verrò a trovarti qui, avrò un cantuccio simpatico dove mettermi, avrò un sedile decente sul quale non arrischierò di rovinarmi le vesti come sulle tue [...]

[...] sedie di paglia inzuppate di acidi. Sei contento? Ma anche a questo ò dovuto pensar io. Sei un orso, tu! E poi, via, quando vien qui qualche [...]

[...] persona per bene, potrai riceverla a modo. Un orrore, proprio un orrore: tu eri capace di far sedere sul trespolo un commendatore, o di tenere in piedi un [...]

[...] ? Io verrò ogni giorno, porterò con me il mio lavoro ed un libro, e rimarrò a lungo, a tenerti compagnia. Eh? — Ti annoierai, piccina. — E quando [...]

[...] pomeriggio. Lui, impassibile, serio, ascoltava silenzioso, disegnando, durante le visite che sua moglie gli faceva all'officina, quasi ogni giorno, da un [...]

[...] valeva. Ma da un anno, un gran cambiamento s'era fatto in lei. Quasi ogni giorno, essa veniva a trovarlo in istudio. Saliva in tram in piazza del [...]

[...] Duomo, e scendeva al dazio. Poi aveva ancora buon tratto di strada a percorrere, sino alla gran porta di un lungo fabbricato di mattoni rossicci, sulla [...]

[...] molte linee di tram nell'Alta Italia, e aveva la sua sede principale a Milano, e quivi il suo direttore tecnico, James Burton. Un valore [...]

[...] , quest'uomo. C'era in lui la stoffa di un inventore. Da quattro anni studiava l'applicazione dell'elettricità alla trazione dei tram, secondo un sistema nuovo [...]

[...] , e pensare a voi stessi. Quindi, se è possibile, sceglietevi una professione nella quale si guadagni presto, senza un troppo lungo tirocinio [...]

[...] franca e leale di un buon tipo di 5 vecchio ambrosiano, il cavaliere Cristoforo Galli, fabbricante di candele e di saponi, uno dei consiglieri di [...]

[...] viaggiatore principale della ditta. E così vivevano tutti assieme, in un gran palazzo fuori porta Magenta, attiguo alla officina dei saponi [...]

[...] dall'altro, avevano tutti una scala e un ingresso speciale. — Non bisogna vedersi troppo, non bisogna vivere troppo assieme — diceva il vecchio — per [...]

[...] , calmo, ma un po' stupito, un po' impacciato nella novità del paese e delle persone, si schermiva: — Ecco: siamo in diciotto a tavola, ogni giorno — gli [...]

[...] aveva detto per convincerlo — voi capite bene che dove si mangia in diciotto si mangia in diciannove: non farò certamente un piatto di più per [...]

[...] voi. — E glielo aveva detto un po' in francese, un po' in italiano, un po' in milanese, ma con così evidente cordialità che James aveva dovuto [...]

[...] d'inchini; ma il suo faccino grinzoso, circondato da una cuffietta viola, era tutto un sorriso impacciato ma gioviale e bonario che aveva incoraggiato [...]

[...] il forastiero. I giovanotti sapevano di francese quel pochetto che avevano imparato alla scuola. Un po' più ne sapeva il genero, che aveva viaggiato [...]

[...] Bourget e del Maupassant. Tutti avevano avuta una parola gentile, una espressione forse un poco volgare ma piena di cordialità. A tavola, il vecchio [...]

[...] nonno li voleva tutti a tavola, anch'essi, non appena dal latte della balia passavano alla pappa. I bambini avevano 6 avuto un momento di vergogna [...]

[...] , di stupore attento e scrutatore negli occhi fissi sul nuovo commensale. Poi s'erano fatti coraggio, a poco a poco, incoraggiandosi l'un l'altro [...]

[...] , trovando ardire l'un l'altro dal rinfrancarsi reciproco; e, dopo mezz'ora, quel pranzo aveva assunto l'aspetto, ai loro occhi, di un pranzo comune [...]

[...] per la nuova vita che s'inaugurava quel giorno per lui. Gli parevano, tutta quella festività, tutta quella cordialità, un buon augurio. In fin di [...]

[...] viaggio dalla patria ad un paese nuovo e sconosciuto. Ricordava soltanto le ultime raccomandazioni di sua madre, e le lagrime che aveva asciugate coi [...]

[...] settimana. Lo scopo di quelle festicciole era di trovar marito alle due figliuole ancor nubili, Clara e Virginia. Non ne faceva un mistero [...]

[...] a teatro, al Corso; sono belline: ànno fama di possedere quattro soldi; un marito glie lo troverei facilmente. Ma mi ripugna l'idea di un marito [...]

[...] volte, a quest'ora. Ogni tanto mia moglie à un gran discorso da farmi: «Sai? la tale mi à proposto il tale. Sai? la tale mi à parlato di un bravo [...]

[...] giovane che potrebbe essere un ottimo marito per Virginia». Niente! niente! non voglio saperne di codesta roba; non mi fido. Ci à da essere la [...]

[...] bene.... E non crediate, caro Burton, che cerchi mari e monti: nè milioni nè contee. Cerco un bravo giovanotto, anzi due bravi giovanotti, perchè [...]

[...] sono due le ragazze, che abbiano voglia di lavorare. E se anche non ànno sostanza e un lavoro avviato, niente paura. Qui a fabbricar saponi e candele [...]

[...] rossa, so il fatto mio. Allora osservo lui: capisco subito se lui corrisponde. Se sì, lo piglio e gli dico: «Sei un bravo ragazzo. Ti piace? La vuoi [...]

[...] ?» E li sposo. Ò fatto così per la maggiore, la Carolina: le ò dato un bravo ragazzo che conoscevo, che avevo qui da dieci anni in istudio. Non aveva [...]

[...] un soldo e guadagnava dugento lire il mese: poche, per metter su famiglia. Cosa ò fatto? Gli ò raddoppiato lo stipendio, e l'ò messo in grado [...]

[...] , così, di sposare mia figlia. Ed è un matrimonio che va benone. Ànno già fatti due figlioli, e, se non capitano disgrazie, che Dio ci guardi, arrivano [...]

[...] alla dozzina. E sì che mio 7 genero è quasi sempre in viaggio. Ma quando è qui, sa fare il suo dovere! — E giù una grossa risata, mentre vuotava un [...]

[...] , ogni sabato. E mentre tracannava il barolo, lo guardava colla coda dell'occhio; avesse potuto sperare di non fare un buco nell'acqua, la conclusione [...]

[...] del discorso l'avrebbe ripetuta a lui, a Giacomo: — La vuoi? Ti piace? Sei un bravo ragazzo. Pigliala! — Soltanto, gli avrebbe chiesto quale delle [...]

[...] », un ballo fatto apposta per le dichiarazioni della femmina al maschio, dichiarazioni a rovescia, negative, ma forse più espressive, se non più [...]

[...] Giacomo porgendogli le due mani, con un inchino. — Monsieur? Giacomo, stupito, un poco confuso, aveva risposto, in italiano, perchè in quattro [...]

[...] anche un po' di dialetto: — Signorina, la ringrazio: ma non so ballare. — Possibile? Non «vuole» ballare. — Se «lo saprei», lo vorrei. Allora essa [...]

[...] basso, come era suo costume, si era lasciato trascinare, suo malgrado, a dirle delle cose gentili, con voce un poco commossa, — Ma io la trattengo [...]

[...] parole di risposta erano state appunto: — Peccato! Vi avrei data tanto volentieri una delle mie figliole, mio caro Burton. — E, dopo un momento di [...]

[...] . Adelina è orfana: e questo non è un male: anzi può essere un bene: evitereste i suoceri.... Non tutti i suoceri sono brava e buona gente come me e mia [...]

[...] moglie. E poi, anche la buona gente può essere gente noiosa e chissà che non lo sia anch'io senza volerlo. — Qui si era fermato in attesa di un [...]

[...] complimento, di una parola gentile di protesta. Ma Giacomo taceva. — Il grave si è che non à e non avrà mai un soldo di dote. Allora Burton aveva preso [...]

[...] : — Mio caro signor Burton, in questa momento non mi sembrate un uomo pratico, come ànno fama di essere gli inglesi. Che io non mi preoccupi di trovar per [...]

[...] marito alle mie figliole un uomo ricco, è giusto. Un uomo è sempre ricco se à voglia di lavorare. La ricchezza è nella sua testa e nelle sue [...]

[...] guadagnate che quattromila lire. Non è molto: non bastano per sposare una ragazza che non à il becco d'un quattrino.... Che non possiede neppur la [...]

[...] non si addirrebbe nè ai suoi mezzi nè alla sua età. Si dice cha un vecchio banchiere sia il suo.... amico intimo e.... che provveda.... Il Galli [...]

[...] avrebbe continuato per un pezzo. Ma James, fattosi serio, lo aveva interrotto: — E voi, signor Galli, la ricevete in casa vostra? 9 La domanda, a [...]

[...] bruciapelo, aveva sconcertato un poco il buon vecchio. Infatti, perchè la riceveva a casa sua? Perchè, se aveva così poca fiducia nei sentimenti, nei [...]

[...] , dopo un momento di esitazione — a questo mondo bisogna essere molto rigidi verso sè stessi, e molto indulgenti verso gli altri. Se si volesse [...]

[...] ...? Voi capite che no. D'altronde, sin che si riceve in casa una persona, e le si offre un sorbetto e un dolce, via, non ci si compromette.... e non [...]

[...] c'è altro? — aveva chiesto Giacomo dopo un momento di riflessione. — Altro?... No, che io sappia. Vi ò detto tutto: che la ragazza mi pare un poco [...]

[...] , da parte mia, alla signora Cavalli se.... — Se ve la darebbe in moglie? — aveva interrotto il vecchio, con un po' di dispetto che invano aveva [...]

[...] cercato di nascondere: — se ve la darebbe in moglie? Ma posso rispondervi addirittura di sì. Figurarsi! Adelina à 24 anni, e non à un soldo di dote. Voi [...]

[...] siete un eccellente partito. La zia mi à ripetuto tante volte: — Ah! che pensiero quello di allogar quella ragazza. Sarà difficile! sarà difficile [...]

[...] ! — Non le parrà vero. — Vorrei saperlo di positivo. — Entro domani, caro il mio Burton. — Poi, dopo un momento di silenzio, con grande affettuosità [...]

[...] e bonomia, dimenticando ormai il dispiacere di vedersi sfumare un caro disegno e il dispetto provato per la nessuna impressione che le sue [...]

[...] zia; e un sicuro, fiducioso, sereno abbandono nella sua sposa. Forse perchè abituato alla rigida freddezza dei suoi compaesani, lo avevano [...]

[...] sognata, che aveva preveduta anzi, il giorno delle sue nozze. Aveva affittato un quartierino in via Principe Umberto, tenuto per bene, con molta [...]

[...] eleganza da Adelina, che aveva un gran merito per Giacomo, insieme a tutti gli altri: di essere un'eccellente massaia. Con un nonnulla essa rendeva [...]

[...] . Eppure, essa vestiva con buon gusto: nella casa c'era, ad ogni tratto, un mobile, un oggettino, un ninnolo nuovo e grazioso; la tavola era sempre [...]

[...] sapeva comperar bene: e poi, era maestra nell'arte di rinnovare un abito vecchio in modo che si sarebbe giurato fosse un abito nuovo. Nella sua [...]

[...] mai un quattrino, e non c'era mai un conto da pagare. La sera, raramente Giacomo usciva di casa. Si alzava troppo presto il mattino: non poteva [...]

[...] mi facessero un gran favore a ricevermi. Non ci sono andata più, e non ci andrò più. Scusa, ò ragione? — concluse, buttandogli le braccia al collo [...]

[...] escono da famiglie illibate, si sbrigliano non appena ànno marito e diventano donne corrotte e senza senso morale. Egli era andato contro un pregiudizio [...]

[...] della folla ed aveva ragione di dirsene contento: gli pareva persino di aver compiuta un'opera buona oltrechè un atto di coraggio. Ma la interrogò [...]

[...] sono più birbanti che brave persone, sai! Adesso che vado un poco nella gente, di qua e di là, pei salotti delle amiche, ne sento e ne vedo d'ogni [...]

[...] . — E qui una allegra risata. — Figúrati: un vecchio.... avrà sessant'anni! Ed era amico intimo dello zio.... Che c'è di più naturale che la zia [...]

[...] , donna sola, se lo tenga caro, come un amico veramente fidato.... Giacomo, fattosi serio, l'aveva interrotta: — No, Adelina, non devi pensarle certe [...]

[...] moglie sarebbe anche una ottima madre. Però, quattr'anni di matrimonio erano passati e Burton non aveva ancora un erede. Non se ne preoccupavano [...]

[...] , o, meglio, di piacerle, il che era più pratico e più rassicurante per un marito della sua natura. I loro amplessi erano lunghi e d'ogni notte: e [...]

[...] la tranquillità dello spirito; e, in fondo, forse più essa, che non tutta le doti e le virtù che aveva riconosciute a sua moglie. Da un anno in qua [...]

[...] , poi, un maggiore attaccamento, una maggiore tenerezza essa gli prodigava. Ora Adelina aveva preso l'abitudine di venir quasi ogni giorno a trovarlo [...]

[...] in officina. E s'era creata 12 quel cantuccio grazioso, con un divano e due poltroncine, per rimanere una mezz'ora tranquilla, mollemente [...]

[...] consigli, chi dei cattivi esempi: dappertutto si sparla della gente.... Mi sono seccata. Verrò qui. È una bella passeggiata: vi ci impiego un paio d'ore [...]

[...] ; se è bel tempo, se non fa troppo caldo o troppo freddo, vengo a piedi.... Ti vedo, ti dò un bacio, e me ne vado contenta di averti veduto a [...]

[...] ; era stata molto disgraziata nel suo matrimonio; aveva dovuto dividersi presto dal marito, un poco di buono. L'aveva presentata a Giacomo dicendogli [...]

[...] amicizia, perchè di Bianca aveva udito dire un gran bene, come di una signora buona e disgraziata che non aveva cercato nelle sue disgrazie una [...]

[...] . — Spesso l'invitava a pranzo — era sola, essa — e la sera l'accompagnava a casa e rimaneva qualche ora con lei. Oramai, da un anno, non trattava [...]

[...] la quale, certamente, co' suoi saggi consigli d'amica, aveva fatto di Adelina, ch'era una buona moglie, una moglie perfetta. Quel mattino, un [...]

[...] James. Quel giorno, dunque, egli attendeva il banchiere. Era arrivato due giorni prima e lo aveva preavvisato, con un biglietto molto cortese, della [...]

[...] conveniente, James avrebbe chiesto un congedo alla Società dei Trams e si sarebbe recato a Londra per il periodo necessario a quelle esperienze [...]

[...] grondaie era un cinguettare allegro di rondini ritornate il giorno innanzi come annunziatrici della lieta novella. Tutto sorrideva dinanzi a lui. Ed [...]

[...] passato. Ritornava con la mente alla sua casa di Glasgow, e al giorno che l'aveva lasciata per venire in un paese nuovo, tra gente nuova, ma sorretto da [...]

[...] , aveva trovato, impensatamente, un nuovo scopo, oltre quello del lavoro, al quale egli aveva creduto di doverla unicamente dedicare. Uno scopo alto e [...]

[...] nobile, ma tenero insieme, e affettuoso. Chissà? avrebbe lavorato forse con minor entusiasmo, con minore fiducia, se non avesse avuto un essere [...]

[...] . Le ore erano passate liete e brevi, lavorando, senza provare mai un dubbio o una paura, senza aver avuto mai un momento di noia o di stanchezza [...]

[...] l'avvenire, che si affacciava alla sua mente, tutto pieno di speranze pressochè mutate in certezze. Si figurava, un momento, di essere solo, scapolo [...]

[...] di un articolo da gazzetta?... Alla mamma con un dispaccio? Sì, alla mamma sì. Ma era lontana.... non avrebbe viste le sue lagrime di gioia, non [...]

[...] calma come di un dovere compiuto; ma quella che si procura alla propria donna, alla donna che si ama, che è nostra, come è più grande, come è più [...]

[...] avrebbe data, con un bacio, la lieta novella. E immaginava di già quell'istante sublime di gioia: e pensava, appunto, che in quel momento nulla più [...]

[...] significava nulla per lui, non era certamente un passo innanzi verso la certezza assoluta, materiale, che ancor non aveva, e che non lui, ma le sue [...]

[...] alle proprie forze. Non ragionava più, oramai; quel colloquio era un augurio. Dal suo arrivo in Italia, avea proceduto così, sorretto dagli augurî [...]

[...] che un nuovo compagno veniva adesso a tenergli compagnia, a prestargli ajuto se ne abbisognasse. Perchè dubitare ancora? Perchè frenare più oltre [...]

[...] trascorrevano, lavorando, pensando, così. E come la darebbe, la grande notizia? Ci voleva un mezzo simpatico, originale. Allora, immaginò, che, prima di [...]

[...] rientrare, sarebbe passato in uno dei grandi negozi di stoffe per signora, da Vernazzi o da Osnago; oppure in un magazzino di vesti fatte, da Ventura [...]

[...] , e avrebbe scelto una bella toletta, ricca, di moda, un poco civettuola, come le amava Adelina. E l'avrebbe recata a casa lui stesso in una [...]

[...] quattrocento. Un abito vecchio ed usato, con poche gale, con una trina che lo ricoprisse, con una nuova foggia ideata e, forse, attuata da lei [...]

[...] , sembrava un abito nuovo di zecca. Quando, talvolta, mancava ad una delle sue visitine quotidiane, che faceva? Rimaneva in casa, con una sartina modesta [...]

[...] sagrificio e quella bravura. 15 Era dunque finita, adesso! Povera e cara Adelina, avrebbe fatto a meno, d'ora innanzi, di almanaccare su un abito frusto [...]

[...] , ridendo; — Io! — Sempre lei, che pensava e provvedeva a tutto, senza chiedere un soldo di più. E la cucina? — Poveretta, non usciva, spesso, il [...]

[...] poltroncine ch'erano nell'angolo, al lato opposto alla porta, egli osservò il suo visitatore. Era un giovanotto sui trentacinque anni, elegantissimo [...]

[...] severo, di serio come avrebbe desiderato in un uomo d'affari. Dumenville sembrava meglio uno sportman che non un gran finanziere. Poi, forse senza [...]

[...] prime parole, non valeva la deferenza alla quale James aveva diritto d'attendersi, e che sarebbe stata dimostrata assai più da un saluto e da una [...]

[...] , e che poteva essere errata, bastavano a mettergli in cuore tutto un cumulo di dubbi e di timori. Chissà? stupidaggini, paure da bimbi! Ma perchè [...]

[...] !... Ebbe un istante di terrore, quell'uomo forte, di razza forte, sempre calmo, sempre impassibile, sempre fiducioso in sè stesso e nel suo destino [...]

[...] preda ad un pensiero fisso, penoso, ingiustificabile forse, ma altrettanto invincibile. Aveva trascinata l'altra poltroncina di contro a quella sulla [...]

[...] poi un piccolo grido represso, e la porticina rinchiudersi violentemente. Giacomo riconobbe la voce di sua moglie, in quella breve esclamazione [...]

[...] come di sorpresa e di paura. Bambina! Aveva veduto un estraneo, ed sera fuggita! E, mentre egli levava lo sguardo, vide il barone alzarsi di scatto [...]

[...] , cogli occhi pieni di allegro stupore fissi sulla porticina. Un attimo solo, chè, interrotto subito il discorso, attraversò correndo lo studio e [...]

[...] fuggita, ma è così vergognosa....» — quando Dumenville si rivolse a lui, e, con un grido di allegro sbalordimento, esclamò: — La mia biondina! Giacomo [...]

[...] ebbe un tuffo al cuore. Se si fosse trovato in condizioni normali di spirito, sarebbe scoppiato in un'allegra risata. — «La sua biondina!» — Che [...]

[...] ! Giacomo, come un sonnambulo, lo fissava stralunato. Però si vinse, e, dominando l'emozione, sorretto da una speranza, da una quasi certezza, che [...]

[...] piccola avventura della quale non ò che a gloriarmi; ma infine.... Giacomo allora ebbe un impeto di rabbia feroce. Fu lì lì per afferrare al collo il [...]

[...] chiese. — Oh! no, ve lo giuro. La biondina di ieri, non c'è dubbio. Si affacciò appena, mi ravvisò subito, mi riconobbe, diede un piccolo grido e [...]

[...] fuggì. Voi avete visto come è fuggita. Per quanto io mi sia precipitato alla porta, era già sparita.... — Poi, dopo una piccola pausa, con un [...]

[...] — Scusate, signor barone, se vi interrompo; ma ò un ordine da dare al capofabbrica. Due minuti, e.... riprenderemo il discorso sulla strana avventura [...]

[...] . — Oh! non ne vale la pena! — rispose ridendo il banchiere. E aggiunse: — Fate pure.... non ò nessuna premura. Burton uscì. Aveva bisogno di un [...]

[...] momento di tregua, di respirare un po' d'aria. Poi avrebbe ascoltato il resto. Ah! sì, l'avrebbe obbligato a parlare, a dir tutto. Oh! ma non ci sarebbe [...]

[...] bisogno d'insistere. Era un fatuo quel barone, non avrebbe cercato di meglio che di raccontare. Quando fu in corte, si sentì di nuovo venir meno [...]

[...] stava per succedere? Cercava invano di raccogliere le idee, di concretare un pensiero, una supposizione buona o cattiva. Era un turbinìo, nel cervello [...]

[...] so chi fosse e cosa volesse da me. Ma poichè voi sapete chi è, e.... cos'è.... E poichè non siamo più un estraneo l'uno per l'altro.... — Al [...]

[...] sconosciuta visitatrice. Se tornerà saprò come comportarmi senza compromettervi, naturalmente. Giacomo parlava allegro, disinvolto, con un [...]

[...] aveva seguìto quelle parole, si smarrirono gli ultimi scrupoli di lui. — Sì, sì, disse ridendo Dumenville. — Voi avete ragione. Da oggi siete un uomo [...]

[...] prezioso per me; io vi debbo preservare da un possibile pericolo. Chissà, voi, uomo di lavoro e di studio, alieno dai piaceri del mondo, state per [...]

[...] , ve ne prego. — Come volete. Fumate? — Grazie. — E Giacomo prese un grosso Avana da un portasigari di pelle fregiato della corona baronale che [...]

[...] . Il primo cameriere vi entra in camera la mattina con un vassoio ricolmo di sigari finissimi di contrabbando. Perchè di contrabbando, dovrebbero [...]

[...] chambre». — Così mi accadde ieri mattina. César, un furbo, inchinandosi, e già colla mano sulla maniglia della porta, mi disse con un sorrisetto pieno [...]

[...] di sottintesi: — E se il signor barone non sapesse oggi come far passare un paio d'ore.... Io, pratico della cosa, capii a volo, e risposi: — Sì: ma [...]

[...] l'indirizzo. Poi me la porse, su un piccolo vassoio, correttamente, dicendo: — Il signor barone scuserà se le consegno una lettera chiusa. Ma è [...]

[...] neppure di mediazione. Così pure vi avverto di questo: rispondete sempre che partite prestissimo, che non vi trattenete più che un giorno o due. Ò [...]

[...] più». Perchè certe donne che si conoscono: con questo mezzo, non si dànno che ai ricchi forestieri che si trattengono un giorno, o due, non oltre [...]

[...] le quali ànno un amante che non vorrebbero perdere; delle ragazze credute degne di portare i fiori d'arancio e che aspirano ancora ad uno sposo [...]

[...] importa di più! — concluse il barone ridendo. 20 — La signora Bianchi? — chiese Giacomo con un leggiero tremito nella voce, che Dumenville, assorto [...]

[...] banchiere: — Essa conserva i ritratti delle sue clienti in tre cartelle. La prima, a un visitatore presentato con una busta chiusa di César, non la mostra [...]

[...] specialmente a chi non abbia l'aria di possedere un borsellino discretamente fornito, non l'aprirebbe. Però a un forestiero del genere mio comincia da quella [...]

[...] di lasciarsi mistificare un pochino. Ed è certo, ad ogni modo, che a qualche abitatore della città, se potesse ficcar gli occhi in quella cartella [...]

[...] .... — Sì. Mi à colpito il suo musetto civettuolo. E poi, il ritratto, un ritratto casto, severo, mi ispirava fiducia e.... mi lasciava delle curiosità [...]

[...] entusiasmato), le avevo proposto un viaggetto e fatte mille promesse lusinghiere. Rifiutò assolutamente, allegando dei vincoli che à qui [...]

[...] di guerra), potrebbe averci ripensato stanotte, ed essere venuta a più pratico consiglio. Giacomo fece un ultimo sforzo, sovrumano, per resistere [...]

[...] . Voleva sapere dell'altro. E chiese: — Ma la Bianchi non ne conosce il nome? — Mi à giurato che no. Quando deve avvertirla che.... c'è un cliente [...]

[...] , scrive a un indirizzo convenuto. Mi à detto così. Non mi interessava poi di indagare di più. Cioè: non mi interessava jeri; oggi, ve lo confesso [...]

[...] ; pagherei qualcosa per ritrovarla. Pagherei per lo meno quanto ò pagato... jeri. — Molto? — susurrò Giacomo con un fil di voce che rimase strozzata in [...]

[...] gola; e alla domanda fece seguire un colpo di tosse come per giustificare la tremula remissione della voce. 21 — Cinquecento lire, — rispose [...]

[...] in carrozza, all'indirizzo datomi da lei e che ò passato al fiaccherajo.... Ci arrivai dopo un lungo tragitto, dopo una sequela di giravolte in [...]

[...] tardi e.... senza concludere nulla. Voi mi obbligherete — aggiunse ridendo — a trattenermi un giorno di più a Milano. E si volse per raccogliere il [...]

[...] avvicinò ad osservarlo, e si volse di scatto verso Giacomo. — Lei! — E dopo un momento di esitazione, con imbarazzo: — Signor Burton.... la conoscete [...]

[...] della stazione al «Grand Hôtel des Etrangers», in via Manzoni, un giovanotto alto, biondo, arrivato col treno del Gottardo. Sul registro dai [...]

[...] forestieri scrisse il suo nome: Marchese C. A. di Morecambe, Inghilterra. Chiese una camera e un salotto. Gli furono assegnati i n. 17 e 18 al primo piano [...]

[...] come avrebbe dovuto comportarsi e cavarsi d'impaccio. Che gli avrebbe detto? Che avrebbe potuto dirgli? Ritirare le proprie parole o elevare un [...]

[...] dubbio sulla identità della biondina, capì bene che era impossibile ormai. Pensò un momento se non fosse il caso, perfino, di umiliarsi sino ad [...]

[...] affermare recisamente che quanto aveva raccontato era un ammasso di frottole, tutta una farsa inventata da un chiacchierone senza spirito. Ma previde che [...]

[...] ? Non si risolveva alla fin fine in un bene per Burton? Egli era stato sino allora la vittima incosciente di un obbrobrio ignominioso: e il caso gli [...]

[...] aveva aperti gli occhi. Provvedesse dunque al proprio onore.... Sì, era un bene, certamente. Ma Dumenville avrebbe voluto che altri, tuttavia, si [...]

[...] avesse accettato i servigi di César! Non avesse conosciuta la biondina! Non avesse.... (risaliva alle causa prime: avrebbe rinunciato anche ad un [...]

[...] !... Ci fu un momento, persino, nel quale egli pensò se non sarebbe meglio fuggirsene, piantando là lo svenuto: correre all'Hôtel, rifar le valigie e [...]

[...] prendere il primo treno di Francia. Perchè in più bizzarra e fastidiosa situazione non si era forse mai trovato un uomo. Egli si vedeva dinanzi un [...]

[...] marito, del quale aveva posseduta la moglie senza averla sedotta, senza sapere che fosse la moglie di costui; un marito che, in fin dei conti, non [...]

[...] aveva diritto di chiedergli soddisfazioni o riparazioni, o che, molto probabilmente, non glie ne avrebbe chieste. Un uomo poi — d'altra parte — pel [...]

[...] quale nutriva della stima, che meritava tutta la sua considerazione e tutta la compassione degli onesti; pel quale sentiva quasi nascere in sè un [...]

[...] affetto nuovo e sincero. Un uomo al quale avrebbe, voluto rivolgere parole di conforto e offrire ajuto e consiglio. E se invece Burton, ritornando in [...]

[...] sè, non avesse visto in lui dimenticando per un istante e nella semi-irresponsabilità di quel momento fisiologico le circostanze che avevano [...]

[...] , questi, con un riso amaro che agghiacciò il sangue nelle vene al barone, aveva aggiunto: — Vedete i bizzarri casi della vita! Io stringo la mano ad [...]

[...] un uomo che à posseduta mia moglie! Poi, abbassando la testa e tenendo gli occhi fissi al pavimento, sempre colla sua mano nella mano di Dumenville [...]

[...] banchiere aveva stretta fortemente la mano di lui e susurrato un monosillabo di protesta. Allora Giacomo aveva risollevata la testa, fieramente, come [...]

[...] — in un attimo — si era prefisso. Ma bisognava togliere di mezzo il barone. E, fissandolo in volto, avea ripreso a dire: — Voi vorrete sapere [...]

[...] semplicissimo. Niente scandali, e niente vendette violente. Capirete bene che si può uccidere la moglie quando si scopre che vi à tradito per un amante. Ma [...]

[...] trasportare dall'ira, non la rivedrò neppure. Ò un amico buono e fidato, qui, certo Galli, un vecchio, al quale mi potrò confidare. È consigliere [...]

[...] soltanto che mi diate la vostra parola d'onore di partire come era nei vostri disegni, e di dimenticare per un paio di giorni tutto quanto è accaduto [...]

[...] , di non parlare a nessuno di tutto ciò.... Sì, lo so, è un giuramento inutile che chiedo a un gentiluomo come voi. Ma perdonatemi.... e non [...]

[...] chiedevo perchè potrebbe accadere che viaggiassimo insieme alla volta di Parigi e Londra. Giacomo diceva un ammasso di bugìe, e con la maggior calma [...]

[...] barone per un paio di giorni, quanti gli basterebbero a compiere l'affare. — Ò la carrozza fuori; se vi può servire.... — aveva detto Dumenville [...]

[...] Magenta, cioè da tutt'altra parte della città. Così s'erano lasciati, dandosi un vago appuntamento per attraversare insieme le Alpi. Dumenville aveva [...]

[...] ritornare la mattina dopo: scendere al «Grand Hôtel des Etrangers», sotto un nome inventato, dandosi delle arie da gran signore. Conoscere César, la [...]

[...] a suo marito. Entrata nello studio, vi aveva scorto un forestiero, uno sconosciuto.... Avrebbe disturbato.... Pardon! Ed era scappata via. Non era [...]

[...] fuggita; era scappata via. No, no, non così. Bisognava farla venir là, in quella casetta, nella viuzza giù di mano chiamata, noleggiata da un [...]

[...] cavalluccio sfiancato della vettura da piazza trotterellava adagino. E il tragitto era lungo. Ad un tratto, un dubbio doloroso assalse Giacomo: che la [...]

[...] ci à martoriato e torturato a lungo senza possibilità di rivolta; poter conficcare un pugnale nel petto a chi vi à tenuto per tanto tempo un piede [...]

[...] quell'annuncio: con naturalezza, con affettuosità.... Allora, a un tratto, ricordò quel che aveva pensano il mattino. Sporse la testa della portiera e [...]

[...] stessa; lui, poveretto, non si teneva un centesimo, non aveva mai bisogno di nulla. Scese da Ventura. Comperò una bizzarra toilette di primavera a [...]

[...] ragazza alta, bruna, dagli occhi furbi, aveva finito per sorridere in cuor suo, pensando di trovarsi dinanzi a un innamorato che faceva, un sagrificio [...]

[...] , il più gran sagrificio che poteva permettersi per un regalo alla sua bella: e chiedeva il prezzo minimo, addirittura, senza tentar di [...]

[...] ? Era là perchè aveva saputo chi fosse Niniche? No, certamente. Infamia così bassa in un uomo le pareva impossibile. Una combinazione, dunque [...]

[...] ? Forse era un azionista dalla Società dei Tramway? No. Sapeva che gli azionisti erano tutti o inglesi o italiani. Chi dunque?... 26 Cercava, adesso, di [...]

[...] a partire per un viaggetto di piacere: ma aveva parlato pochissimo di sè stesso: quel tanto che gli era sembrato utile a ispirare fiducia; e le [...]

[...] negare bene, con calma o con indignazione, secondo avrebbe giudicato miglior partito, pigliandola in ridere o minacciando un processo di diffamazione [...]

[...] , chi era, costui? Perchè si trovava presso suo marito? Per combinazione? Un convegno d'affari? Sì, era possibile. Queste combinazioni si danno nella [...]

[...] vita. Ebbene: l'aveva riconosciuta? Forse no. Anzi.... no, certamente. Aveva messa la testa, appena, dentro la porta, un attimo, ed era fuggita. Ed [...]

[...] , Che sciocca! che sciocca! Perchè si martoriava, adesso?... Però, però.... forse era stato un errore di fuggire così. Era stata una confessione [...]

[...] l'aveva creduto?... Era un uomo 27 vissuto, quel francese, era un parigino!... Non aveva buttato ogni cosa in burletta, quel blagueur, quel fatuo [...]

[...] Niniche fosse.... conosciuta, almeno, dall'uomo col quale si trovava in quel momento? Non aveva capito il suo dovere di tacere, non aveva sentito un [...]

[...] aveva mai avuto un adoratore più entusiasta di.... Oscar! E oggi, oggi, gli era capitata ancora dinanzi, la sua Niniche. Che aveva fatto, che aveva [...]

[...] campanello elettrico le diede un sussulto. Non poteva essere che Giacomo. Chi verrebbe a quell'ora, fuorchè lui? Però, di solito, non giungeva che alla [...]

[...] capiva. Le pareva che Carolina potesse, dovesse illuminarla. Carolina posò la scatola sul letto, sollevò il coperchio, e disse, con un po' di sorpresa [...]

[...] : — Un abito, signora! — Un abito? Allora Adelina si avvicinò ancor più e guardò nella scatola. Un cartoncino bianco era posato sulla veste. Lo [...]

[...] fortuna». Adelina spalancò gli occhi, in faccia alla serva, interrogando. — È un regalo che le fa il signore. Sì, era un regalo. Dunque? dunque non era [...]

[...] accaduto, nulla? non aveva saputo nulla? La sua mente non riusciva ancora a concretare nettamente un pensiero: era ancora, nella sua testa, un [...]

[...] turbinio di idee confuse. Un regalo? Perchè? Era la sua festa, oggi? Un anniversario? No. Perchè un regalo? Ah! «La nostra fortuna». Che fortuna? Tolse [...]

[...] della stazione, con un amico. Carolina uscì. — Dunque, prima di tutto, — chiese Giacomo, — ò scelto bene? — Sì.... tanto carina. Giacomo lasciò le [...]

[...] mani di lei, e sollevò per un lembo la veste posata sul letto: — Nevvero? — Ma dunque? — chiese Adelina che cominciava a rassicurarsi e che la [...]

[...] a lavarsi. Da quando era uscito dalla sua fabbrica, con passo franco, calmo, deciso, non aveva più avuto un momento di titubanza, nè di paura [...]

[...] lei, derivante da quella sicurezza, avrebbe resa più facile, più completa la propria finzione; come un riflesso; come un incitamento alla lotta [...]

[...] dimenticare per un momento le sue preoccupazioni. — Tu avrai mezzo milione? — Metà in denaro e metà in azioni della nuova società. — E parti [...]

[...] negli occhielli i bottoni d'oro. Un dono di sua moglie, quei bottoni! Adelina non si scuoteva, ancora. Forse Giacomo capì il pensiero di lei. — Ti [...]

[...] una bella figura! Egli si sarà chiesto che borghesuccia scipita ò sposato quaggiù.... 30 Ah!... Adelina diede un grande respiro. Era salva, per [...]

[...] davvero! Salva? Tutto un altro cumulo di idee le venne d'un tratto a turbinar nella testa. Dumenville in rapporti con suo marito! Per tutta la vita [...]

[...] , forse! Un dì o l'altro avrebbe dovuto farne la conoscenza.... La conoscenza ufficiale, perchè Oscar lo conosceva di già, pur troppo!... E allora [...]

[...] marito, che si curvava per abbottonarsi le scarpe; e gli stampò un grosso bacio sulla nuca. Giacomo fremette. Poi, si mise a salterellar per la [...]

[...] stanza, allegra, con dei piccoli gridi di gioia: e, di furia, si sbottonò la vestaglia, se la tolse, e la buttò in un canto. — Che fai? — chiese Giacomo [...]

[...] , lasciava scoperto il seno, un seno piccolo, eretto, da vergine. E mentre Giacomo, in mutande, cercava i pantaloni da calzare, essa corse alla porta e vi [...]

[...] diede un giro di chiave. Poi, di sorpresa, buttò le braccia al collo di suo marito, cercando colla bocca la sua bocca. Era l'ultima prova da subire [...]

[...] .... per otto o dieci giorni. Pensa! Allora Giacomo ebbe un impeto di rabbia. Le diede una stretta feroce, conficcandole le unghie nelle braccia [...]

[...] bambine che non ragionano. Per un capriccio si comprometterebbe un affare dal quale dipende tutto l'avvenire! Adelina appoggiata al letto, umiliata [...]

[...] calze?... Fazzoletti?... Un po' di colorati e un po' di bianchi. Va bene?... Oh! di', porta la pelliccia, sai? Siamo d'aprile, è vero, ma di notte [...]

[...] freddo! Se ne gloriava in cuor suo. Poi si concedeva un altro sfogo. Mentre Adelina chiacchierava, e gli chiedeva qualcosa ogni momento, e gli dava [...]

[...] spalle, Adelina aveva salutato suo marito, freddamente, imbronciata, senza chiedergli un bacio. — Sai, me la lego a un dito. E alludeva, cogli occhi [...]

[...] susurrava: — Cattivo! cattivo! torna indietro subito.... E, sottovoce: — Un bacino, cattivone! Ma, Giacomo avea scesi i gradini quattro a quattro [...]

[...] ? — Una disgrazia. Ò ricevuto due ore or sono un dispiaccio da Glasgow. Mia madre è moribonda. — Oh! — Parto alle 7.55. La prego di avvisare il Consiglio [...]

[...] . 32 — Grazie, signor Galli. Mi occorre anche un favore. — Quattro, caro il mio Burton. — Nella ristrettezza del tempo non ò avuto modo di recarmi [...]

[...] alla Banca dove tengo un po' di denaro.... — Quanto le occorre? Due, tre mila lire? — Due, basteranno. — Eccole qua. Le ò in tasca; non le faccio [...]

[...] perder un minuto. — Grazie. Mi favorisce un calamaio e una penna, per due righe di ricevuta? — Scherza? Tra galantuomini.... — No, sa, le cose in [...]

[...] corsa? E l'aveva spinto fuori, augurandogli ancora che la disgrazia fosse evitata. Alle 7.45 Giacomo era giunto alla stazione e aveva preso un [...]

[...] disegno che andava studiando in tutti i particolari, ed il timore di non vederlo compiuto. A Como, prima di partire, aveva fatto un acquisto: una [...]

[...] , curava i minimi particolari pur di riuscire. Chissà, César avrebbe potuto insospettirsi di un forastiero che non aveva appetito. Tracannò invece [...]

[...] un'intiera bottiglia di piccolo bordeaux. In camera era venuta, dapprima, una cameriera, poi un cameriere. A questi aveva chiesto: — Siete César, voi [...]

[...] un'aria da gran signore, annojato: si stese su una poltrona allungando le gamba su una sedia vicina, e accese un grosso avana. — Un amico mio del [...]

[...] Etrangers», e cercate di César. À dei buoni sigari — aggiunse con un risolino fine, canzonatore. Gli parlava in francese, ma affettando, ancor più che [...]

[...] ridendo: — Potremmo avere gusti differenti. — Il signor marchese mi permette di consegnarle una busta chiusa e un indirizzo? — Naturalmente. E prese la [...]

[...] busta che César gli consegnò dopo averci messo un cartoncino sul quale aveva scritte poche parole, a lapis. César fece un inchino e stava per [...]

[...] ancora una volta ed uscì. Giacomo fu lieto del modo come si era condotto. Oltre la calma, riscontrava in sè stesso un fare da gran signore che lo [...]

[...] dell'acqua la busta sul rovescio: attese un minuto, che la gomma si liquefacesse, e aprì. Sul cartoncino era scritto: «Inglese — marchese — parte [...]

[...] un forastiero, possibilmente nobile, certamente ricco, e ripartire subito. «Anche il 3 se il 2 non basta». Occorrerebbe insistere! E quel buffone si [...]

[...] commedia la quale avrebbe potuto tramutarsi in un dramma terribile; che si trattava di lui, di sua moglie, sua moglie, una cortigiana che andava a [...]

[...] contrattare, volgarmente, sfrontatamente; che era un uomo ridicolo, lui, e un uomo offeso, mortalmente offeso; tutto ciò non lo preoccupava più. Come un [...]

[...] un ipnotizzato; lo avevano addormentato, e gli avevano detto: «Tu farai questo». Ed ora, sveglio, lo faceva. I coniugi Bianchi, erano gente per bene [...]

[...] portar via una moneta o una statuetta per un quattrino al di sotto del suo valore. Fossero tutti come lui, e se non avessi qualche inglese e qualche [...]

[...] americano da infinocchiare un pochino, ogni tanto, sarei già fallito anch'io. Se s'incontravano, poi, su per le scale, o in portineria, erano lunghe [...]

[...] fama e di una gran fiducia, tra le clienti vecchie e nuove, e le giovani sartine che si raccomandavano a lei per averne lavoro. Così, era un [...]

[...] andirivieni di ragazze, tutto il giorno, in casa sua. Poi, adesso, s'era acquistato un altro merito: guariva la sciatica meglio della famosa donna di [...]

[...] parte si cominci. Così, anche per questa ragione, era ogni giorno e tutto il giorno un va e vieni di gente dalla Bianchi. Gente d'ogni età e [...]

[...] immaginarselo, perchè ci venivano. — E su questo, a dir la verità, era meglio chiudere un occhio, — osservava la portinaia: — ma, dopo tutto [...]

[...] innamorare i giovanotti, o per trovare marito. Niente, niente! Il gioco delle carte, semplice e puro, alla luce del sole, con un mazzo qualunque, e senza [...]

[...] misteri, e senza assumere delle pose da spiritata. — La vita è tutta un destino, va bene o no? — aveva spiegato alla portinaia. — Se voi morite [...]

[...] ricambierà un giorno o l'altro. Questo sì, perchè è già destinato, 35 e si può leggerlo nelle carte. E secondo la risposta che esse daranno, voi [...]

[...] pazienza: se risponderanno di no, vi metterete il cuore in pace.... e penserete ad un altro». Dico bene?... E non è mica da credere — aggiungeva per [...]

[...] fruttar molti quattrini, se capitava un cliente mandato da César che avesse nessuna pratica della città e molti luigi in scarsella. In questi casi, era [...]

[...] un maggior guadagno per lei e anche per la poveretta che si trovava ancora in principio di carriera: un vero benefizio. E quante ne aveva [...]

[...] bene; sono qui per questo, e se posso 36 rendervi un servizio mi faccio in quattro. Ma.... c'intendiamo, ragazze! questa è un'agenzia di [...]

[...] , trepidante. La gran prova, la prova decisiva stava per compiersi. La biondina era dunque, era proprio sua moglie? Ne dubitava? Sì, adesso sì. Un [...]

[...] s'era separato da Dumenville, non aveva agito più che guidato da un'idea fissa, da una convinzione assoluta, e da un desiderio acuto di vendicarsi [...]

[...] , così, come aveva immaginato in un attimo, ferocemente. La sua mente non s'era arrestata a pensare, a indagare, a vagliare. Ma adesso ripensava a tutto [...]

[...] aveva pensato mai, da ieri. Ci pensava adesso. E una speranza, un ultimo tenue filo di speranza lo guidava. Saliva i gradini di furia: voleva [...]

[...] felicità, a raggiungere la fine di un brutto, di un orribile sogno? O doveva indugiarsi, per ritardare, fosse pur d'un minuto, l'esecuzione di una [...]

[...] sentenza di morte? E ritornava colla mente al passato. Un passato così calmo, così lucido, così sereno. Quattr'anni di felicità, non attraversati [...]

[...] mai da una nube, da un dubbio, da un avvenimento, da una parola che lo avessero scosso nella sua illimitata fiducia. Quattro anni, nei quali Adelina [...]

[...] , pareva avesse lavorato, minuto per minuto, ad un unico intento: conquistarsi la riconoscenza di suo marito, centuplicarne l'affetto. E come il [...]

[...] della sua esistenza, ch'era il raggio di sole caldo nella sua casa! E questa donna che aveva un bacio e un augurio, ogni mattino, per lui, quando si [...]

[...] alzava per recarsi al lavoro; che lo attendeva sulla soglia, al suo ritorno, e lo accoglieva con una carezza e con un bacio; questa donna tutta [...]

[...] era stata una colpa, in lui, un delitto, di credere, ciecamente così, a quel fanfarone di Dumenville? Non avrebbe dovuto pigliarlo alla gola, e [...]

[...] dubitato un momento, e domandarle la smentita e la consolazione suprema nel più affettuoso dei suoi abbracci, nel più caldo de' suoi baci? Ma come aveva [...]

[...] dubitato? Come dubitava ancora? Tutta la vita di sua moglie non era stata un crescendo d'attaccamento per lui? Un crescendo, sì. Da un anno [...]

[...] l'esistenza di lei era divenuta ancor più calma, ancor più metodica, ancor più regolata. Quante volte, la sera, non usciva di casa, da un anno, e [...]

[...] rimaneva a tenergli compagnia. S'era comperato un pianoforte, trovando modo di pagarne il prezzo a piccole rate, come aveva fatto per la macchina a cucire [...]

[...] : e passava le ore a suonare, per divertirlo, per distrarlo. E, ogni giorno, quasi ogni giorno, da un anno, non veniva a vederlo in istudio, e non [...]

[...] ci rimaneva delle ore, con un libro in mano, o col ricamo, o senza far nulla, a guardarlo lavorare, sorridendogli? Egli conosceva dunque la vita di [...]

[...] dovuto essere se tutto quanto aveva udito da Dumenville fosse stato il frutto di un errore o di una menzogna? È vero: c'era stato un momento in [...]

[...] cui, istintivamente, per trarla d'impaccio, un impaccio che non gli era sfuggito, aveva dovuto dirle — Dumenville non ti à veduta. — E in quel [...]

[...] con un po' di calma, e senza preconcetto sopratutto, le circostanze, non si spiegava, forse, anche quel po' di agitazione, anche quel po [...]

[...] l'unico difettuccio che aveva sempre riconosciuto in Adelina? Era dunque una cosa strana di vederla ridere, saltarellare, entusiasmarsi dinanzi a un [...]

[...] ricevere l'invito per un concerto o l'offerta di un palco a teatro? E lui, che non aveva mai saputo toccare quel lato debole del sentimento, che non [...]

[...] , sulla scala: «Me la lego a un dito, sai? — dovrai pregarmi in ginocchio!» Oh! se l'avrebbe pregata in ginocchio! Com'era dolce il pensare a tutto ciò [...]

[...] , ragionevoli, sensate, tutte le supposizioni fatte adesso, in un minuto? Non gli venivano a risultare chiaramente come assurde, tutte quelle fatte [...]

[...] prima? Ebbene? Perchè non se ne convinceva? Perchè non prendeva una risoluzione decisiva, buona, la giusta forse? Perchè non fuggiva? 38 Udì un [...]

[...] , e diede uno strappo. Mentre aspettava che aprissero, gli passò dinanzi la persona che aveva udito scendere dall'alto: un prete. Quella figura nera [...]

[...] , in quel momento, gli fece un effetto strano. E gli ricordò che era quegli il ministro di un culto non suo, il culto di sua moglie, che essa [...]

[...] coglievano, di aver sposato un protestante; e per trovar la forza di vincerli essa non mancava mai alla messa la domenica, nè alla confessione e [...]

[...] dubbio, se l'uscio non si fosse aperto. — Madama Bianchi? — chiese ad una ragazzona fiorente, un tipo volgare di contadinotta abbigliata a festa [...]

[...] sciatto e scipito là dentro: i mobili, i ninnoli, il modo come questi e quelli erano disposti. Pure, nella stanza spirava un profumo di calma e [...]

[...] d'onestà. Lo si sarebbe detto l'alloggio di un impiegatuccio governativo, di un usciere di tribunale. Alle pareti erano appese due oleografie, date in [...]

[...] dalla bassa borghesia i confetti di sposa; c'era anche una piccola gondola nera di stagno, e un duomo di Milano in legno a traforo: c'era persino una [...]

[...] con un inchino e con un «monsieur» pronunciato male, ma pieno di grazia. A furia di trattare con dei forastieri, essa riusciva adesso a farsi [...]

[...] capire un poco in tutte le lingue, e specialmente in francese. E l'occhio molto avvezzo, a conoscere la gente, le rivelava subito, prima ancora che un [...]

[...] nuovo visitatore parlasse, la sua nazionalità e lo scopo della sua visita. Vedendo Burton, s'era subito detta: «Questo è un inglese e viene pour le [...]

[...] una donnetta sui cinquant'anni, brutta ma non di un brutto antipatico, vestita modestamente e pulitamente di nero. Aveva i capelli brizzolati [...]

[...] , divisi sulla fronte, alla vergine. Dal polso, su su fino quasi al gomito portava delle specie di manopole di maglia color avana; quelle manopole, e un [...]

[...] ampio grembiale di percalle azzurro cupo che le ricopriva quasi tutta la veste, le davano un aspetto di massaia insieme e di donna di lavoro, che la [...]

[...] porse il biglietto di César, rivolgendole la parola in italiano. — Ò questo biglietto per lei. Trovò la forza di fingere bene, affettando un accento [...]

[...] invocando un perdono che sentiva non avrebbe meritato. Ma essa, cara e dolce creatura, glie lo avrebbe concesso, il perdono; e questa grazia suprema lo [...]

[...] , dominandosi, con tono forzatamente calmo e fintamente annoiato, disse: — Signora, i suoi usi mi sono noti: un amico mio che ebbe il piacere di [...]

[...] , — interruppe lei, con un altro sorriso pieno di malizia. — Ma si accomodi.... E tenendo una delle sue mani larghe, dalle dita ossute, sul coperchio della [...]

[...] scátola, come a custodire un tesoro, gli fissò in volto gli occhietti scrutatori. — Ma lei parla bene l'italiano. Viene spesso in Italia? — Una [...]

[...] . Allora capì che abbisognava un ultimo sforzo di volontà. Poichè era arrivato fin là, poichè non era più in tempo a ritrarsi, tanto valeva andar fino in [...]

[...] pareva un sogno. Non era possibile. Non era vero! No, non era vero! — Avanti, avanti! coraggio! — L'agitazione da cui si sentiva invaso, non era [...]

[...] assicurare la Bianchi. — Sa.... l'italiano l'ò imparato un pochino perchè, vari anni or sono, ò dimorato qui per alcuni mesi. — A Milano? — No [...]

[...] à moglie? — Sì.... in Inghilterra.... Sono ammogliato da tre anni.... La Bianchi ebbe un altro sorrisetto malizioso: — E adesso si viaggia soli [...]

[...] , subito, per ribattere il chiodo: — Anzi, tante volte sono stato in Italia, e non mi ero mai fermato neppure un giorno a Milano. Mi avevano detto che [...]

[...] seguitando a fumare: — Dunque, cara signora, l'amico mio mi à detto un mondo di bene di lei.... e di una certa biondina che ella conosce.... — Ah [...]

[...] ! la Biondina!... Ma aspetti: l'amico suo è un uomo d'età.... cinquant'anni circa.... alto, brizzolato?... — No. — Allora.... un giovinotto biondo [...]

[...] , tarchiato, inglese? — Neppure. La Bianchi appoggiò l'indice della destra sulla fronte, e rimase un momento in silenzio, come facesse uno sforza di [...]

[...] cavato un plico voluminoso di ritratti. Stava per sciogliere la fettuccia azzurra che lo teneva legato, ma Burton intervenne: — No, — disse, curvandosi [...]

[...] Bianchi. — So con chi tratto. Giacomo ebbe un sussulto udendo queste parole. Il senso letterale soltanto, lì per lì, lo aveva colpito. Ma si rinfiancò [...]

[...] secondo, un po' meno voluminoso dell'altro. Sciolse il nastro, e dispose sulla tavola, in bell'ordine, le fotografie che vi erano contenute [...]

[...] garanzie e di promesse in quella semplice frase: «è una buona figliola!» Giacomo osservava, e ascoltava, un poco stupito suo malgrado. Tutto ciò era [...]

[...] scorso. Non era che un paggio, nel ballo. Ma che paggio! Un vecchio abbonato mi diceva: «Gambe come quelle, non ne ò vedute mai, in quarant'anni [...]

[...] . Se fossi un uomo non avrei i gusti che à la gran maggioranza degli uomini. Quando ànno detto: «Che gambe!» ànno espresso il non plus ultra [...]

[...] dell'ammirazione. Come se le gambe fossero tutto!... Ebbene, ecco qui un generino di quelli che piacerebbero a me, io che, sarei per giurarlo, piacerà [...]

[...] anche a lei. To'! ricorda un poco la Biondina. Giacomo afferrò il ritratto, istintivamente, e lo fissò a, lungo. La Bianchi credette di scorgere in [...]

[...] quell'atto un segno d'ammirazione. — Eh? Che bocconcino? Mingherlina, sì.... è tanto giovane! diciassette anni. Ma tutta fuoco, tutta nervi. Quella lì [...]

[...] , tal quale la vede, e giovane com'è, e tutta poesia come pare, ne insegna a me ed a lei. Chi ci va, ci ritorna. Giacomo ebbe un impeto di furore [...]

[...] . Avrebbe voluto con un pugno buttar da banda la vecchia, e mettere le mani di furia sul terzo plico, che vedeva in fondo alla cassetta. Ma trovò [...]

[...] all'uscita, dopo lo spettacolo, accetterebbe un invito? Nossignore. Perchè à un amante, un avvocato, che è un carabiniere. E lei, naturalmente, non [...]

[...] che glieli mostri questi ritratti? Fossi matta! Potrebbe nascere uno scandalo, una lite tra amanti, un putiferio qualunque, e la mia fama sarebbe [...]

[...] mandano fiori, e ti battono le mani e il tuo successo aumenta ogni sera, e la carriera sarà presto fatta. Se domani ài un amante, questo allontana tutti [...]

[...] avevano un tremito che non gli riusciva di vincere o di dissimulare. Si decideva della sua vita, adesso. — Qui non che cinque ritratti. Anzi quattro [...]

[...] ! vediamo dunque. — Un momento! E la vecchia prese le cinque fotografie, volgendone il dorso verso Burton, perchè non le vedesse. Poi ne scelse una e [...]

[...] Biondina. — Un momento, un momento. Guardi questa, prima; una marchesa. Autentica, veh! Ah! ah! — aggiunse con un risolino — potessero vederlo questo [...]

[...] ritratto, i miei concittadini! Che sorpresa!... Una disgraziata, sa? Il marito, un porco, ubbriacone, le à mangiato il fatto suo.... Una storia [...]

[...] dolorosa. Burton aveva preso il ritratto, senza guardarlo, e aspettava. — Questa invece è la figlia di un magistrato, diventato pazzo: vive colla madre [...]

[...] . Entrato là, cominciato il colloquio colla Bianchi, quell'orgasmo, quell'agitazione erano diventati febbre divoratrice. Ora, a un tratto [...]

[...] materiale di un fatto già conosciuto? Ma ne aveva dubitato! Che sciocco! Come mai ne aveva dubitato, fosse pure per un minuto? Tutte le circostanze che [...]

[...] ritratto, adesso, pregustando la gioia del vendicarsi, un unico e solo sentimento egli provava: quello della curiosità. Come mai sua moglie era [...]

[...] possibile. Se l'era fatta per giustificare i dubbi e le paure che lo avevano colto, ad un tratto, mentre stava per bussare alla porta della Bianchi. 44 [...]

[...] marito, sarebbe stata sincera. Perchè si è sinceri quando si à paura. E ci doveva essere, certo, nella vita di lei, un avvenimento, o strano, o [...]

[...] doloroso, o terribile, che l'aveva trascinata in quel fango. Un avvenimento a lui sconosciuto, che lo riguardava anche lui — forse — nel quale era [...]

[...] inevitabile e fatale, di un passato che egli, sposando Adelina, non aveva indagato e non si era curato o non gli sarebbe stato possibile di conoscere [...]

[...] , innamorato, allora, dalla grazia e dalla bellezza della fanciulla bionda e procace? C'era un'allusione e un presentimento — forse — nelle parole del [...]

[...] porse un altro dei quattro ritratti che formavano l'incarto n. 3. Burton lo prese, macchinalmente: e come ne teneva già tre, aperti a ventaglio [...]

[...] un'avventuriera volgare. Chissà chi era, di dove veniva, che cosa aveva fatto. Aveva raccontato d'essersi sposata all'estero; di aver avuto per marito un uomo [...]

[...] Adelina, lei, senza dubbio.... Burton pensò, per un momento, di concludere due contratti colla Bianchi, invece d'uno solo. Pensò di avvicinare anche la [...]

[...] ingenuità, della propria ignoranza? 45 Così, la indulgente bontà di Giacomo, e l'amore, forse, non ancora spento, per sua moglie, trovavano un [...]

[...] particolari, una curiosità che era ben sicuro di poter soddisfare col tempo, e in un tempo brevissimo, egli chiese: — Dunque? Lei m'à parlato della [...]

[...] due non mi à detto niente. La Biondina.... è maritata, anche lei? — Si, da un anno. — Ah! Ma il marito non la mantiene? — Eh! — osservò [...]

[...] filosoficamente la vecchia, — i bisogni delle donne sono tanti! Giacomo tacque un momento, ripetendo, a sè stesso questa frase, così nuova, così curiosa [...]

[...] . Aveva un amante povero, forse?! E lo manteneva lei?!... Sì, questo s'era visto molte volte.... Un amante?! Ma se lui, Giacomo, si era sentito [...]

[...] amato, sempre, intensamente! No, no! Un mistero, un mistero era là dentro: un mistero terribile.... nel quale, forse, si nascondeva una scusa — una [...]

[...] , sollevò la testa, e con un ultimo sforzo, cercò di assumere di nuovo un'aria lieta e disinvolta. — Allora, la Biondina: E quando? — Domani [...]

[...] . È già tardi. — Mandata per la posta, no: ma recapitata a mano. La vecchia ebbe un risolino furbo: — Se sapessi dove abita, ci andrei io. — Appunto [...]

[...] . — Ma non lo so. Non so neppure come si chiami. — Oh! possibile? — chiese Burton, incredulo. — In parola d'onore. Scrivo alla posta, a un [...]

[...] . — E gli consegnò un foglietto sul quale aveva scritto il nome di una via, ed il numero. — Sarà introdotto, e troverà la Biondina. Sa non ci fosse di [...]

[...] già, non avrà che da attendere qualche minuto. Burton si alzò: — Sta bene. E il prezzo! — aggiunse con un tremito impercettibile nella voce [...]

[...] . — L'amico suo che le parlò di me e della Biondina, le avrà detto forse.... Giacomo cavò il portamonete, ne tolse un biglietto da cinquecento lire e lo [...]

[...] locanda, scoppiò in un pianto dirotto, angosciosamente disperato. 47 III. Il treno diretto era partito il mattino da Parigi e correva velocissimo [...]

[...] verso il Mediterraneo. Bianca Caradelli, vestita a bruno, raggomitolata in un angolo dello scomparto, immobile, gli occhi pieni di lagrime, riandava [...]

[...] colla mente il suo passato tenebroso, senza trovarvi un ricordo buono, dolce, sereno. L'ultimo dolore, la morte della bimba adorata, avvenuta tre [...]

[...] rincantucciò di nuovo: alzò il velo fittissimo che le ricopriva la faccia: aprì la sacca, ne tolse un pacchetto di lettere. Erano quelle di Adelina [...]

[...] invece, assaporando quasi, le più intime, le più dettagliate, quelle in cui l'amica, sinceramente, raccontava la sua vita. Vi cercava un sollievo ai [...]

[...] cosa vuoi che capisca, cosa vuoi che sappia, io, povera bietolona di diciannove anni, vissuta sino a due anni or sono in un collegio, e poi qui, in [...]

[...] superbia, adesso, perchè sei a Parigi. Che tu abbia a formare la mia educazione, a darmi il la insieme coll'ultimo figurino della moda, sta bene. Ma un [...]

[...] , Totò, l'aiuta. Poveretti, avranno un bel cercare! Sono bellina.... (me lo dicevi tu, ed io ti ò creduto sempre!) ma non ò un soldo di dote! Bianca [...]

[...] mia, non essere gelosa: il marito è ancora di là da venire.... molto di là da venire. E tu, piuttosto? Tu? Questa improvvisa partenza mi è parsa un [...]

[...] pochino misteriosa. Perchè la tua mamma, un bel giorno, un brutto giorno, ti à detto: «Andiamo a Parigi?» E, detto fatto, avete preso il treno, e [...]

[...] uno zio?... Dimmi la verità: è un marito che vogliono darti? Il figlio di qualche amica che abita costi? Dimmi la verità, ti scongiuro. Dimmi se [...]

[...] andata a comperare un fusto: poi, con del tulle bianco, con dei crisantemi d'ogni colore che avevo in casa, mi son messa a lavorarci attorno; e ò [...]

[...] agucchiato per due ore; credo di essere riuscita a copiare il modello per bene. E mi sta che è un amore. La sfoggierò stasera, chè zio Totò mi conduce [...]

[...] spaventata un poco. Zio? Ma io l'ò detto e l'ò ripetuto con tanta grazia infantile, con tanta ingenuità, che le paure le sono passate. E poi non [...]

[...] amoreggiava con un furiere del Genio. — À certi scrupoli, zia Ermelinda, che sono una meraviglia. La nuova è una veneta, si chiama Bettina, come [...]

[...] chiuderò un occhio se essa li chiuderà tutti e due. E sarà lei che mi condurrà alla posta a ritirare le tue lettere. È strano, sai, che a questo [...]

[...] poco nesso in quello che ti scrivo: ma ripensaci un momento e vedrai che il nesso c'è. Sto leggendo un libro divertentissimo che ò trovato in casa [...]

[...] , dimenticato in fondo a un cassetto: «Tous quatre» di Paul Margueritte. Se ti riesce di procurartelo, leggilo. Anzi te lo manderò io se potrò [...]

[...] . Bacioni e bacini da ADELINA tua. P.S. Piove. Niente capotine, stasera, perchè zio Totò è anche un poco avaro e sarà difficile che prenda, una vettura [...]

[...] le tue, che mi avrebbero rimontata un poco. A proposito, qualcuna, certo, sarà rimasta in qualche alberguccio di montagna, giuntavi dopo la mia [...]

[...] partenza. E tu che m'invidiavi! Sì! Fossi stata a Saint-Moritz o ad Alagna, o al Maloja, in un grande hôtel pieno di gente, pazienza! Mi ci sarei forse [...]

[...] in giù, sempre negli alberghetti meno frequentati, dove non c'era una faccia di persona ammodo, dove non c'era un cane con cui scambiar due parole [...]

[...] inventate! Una volta, per forza, si dovette pernottare in un grande hôtel, sai, di quelli dove ci si mette in decolleté per andare a pranzo. Desinare [...]

[...] : «Oh! che combinazione! Lei qui? E lei? Oh! ah! uh!» La gente, naturalmente, non ne avrebbe creduto un fico di tutto ciò: ma le apparenze sarebbero [...]

[...] un amante, a patto che sia uno solo: anzi, glie lo concede volentieri; ma vuol essere lui a concederlo: non vuole che la donna glie lo imponga. Guai [...]

[...] ad intendere anche a me: ma di me si fida. Io poi mi diverto a tormentarla un pochino, ogni tanto. A metà delle nostre peregrinazioni, un giorno [...]

[...] , stanca morta, annoiata, le ò detto: — Ma non si potrebbe fermarsi in un buon hôtel dove ci sia un po' di gente, e qualche passatempo? Allora lei, con [...]

[...] gran bonomia: 51 — Vedi, cara, non è conveniente. La gente è maligna: non ammette che una signora e sua nipote che vogliono passare un mese in [...]

[...] montagna, non avendo uomini in famiglia, scelgano la compagnia di un vecchio e buon amico. La gente penserebbe e direbbe chissà che cosa. E bisogna [...]

[...] anche la pazienza à un limite. E così sono passate le vacanze, Bianca mia! Due mesi di noia, di orribile noia, di disperatissima noia! Ma abbiamo [...]

[...] esperienza, tesori di esperienza. E se, un dì o l'altro, dovrò proprio prendere marito per levare alla zia il peso di me stessa, entrerò nel mondo ben [...]

[...] quando e non so come; non so se verrò io a raggiungerti allorchè proprio avessi perduta ogni speranza di un tuo ritorno; non so in che modo e per [...]

[...] ragionevole. Che succede? ADELINA. Bianca sentì, a questa frase, le lagrime scorrere a un tratto più calde e copiose sulle sue gote. «Che succede?» chiedeva [...]

[...] . Bianca ripiegò le lettere lette fin, qui, e le ripose. E mentre, sotto l'ampia tettoia della stazione di Lione, era un frastuono di voci e di rumori, e [...]

[...] un correre e un affannarsi di viaggiatori, di facchini, d'impiegati, essa continuò nella lettura, scorrendo le lettere insignificanti, senza [...]

[...] . Il treno si rimise in cammino. 12 luglio 1885. Mia cara Bianca, Ecco, oggi, impensatamente, un argomento nuovo, per il quale avrò modo di variare [...]

[...] il tema solito delle mie lunghe lettere di ogni giorno. Ma è un argomento serio e doloroso e grave. Grave anche per me. Perchè quanto è accaduto [...]

[...] . Quante sozzure, quante bassezze ci circondano; e noi, tante volte, neppure ce ne accorgiamo! Anche oggi ò acquistato un granellino di più [...]

[...] , forse, sono veramente angosciata; e sento di aver perduta, stamane, in un attimo, tutta la gaiezza spensierata che era del mio carattere. Tu mi [...]

[...] perdonerai, non è vero? se ti dirò che oggi ò provato un dolore più forte di quello che provai quando mi lasciasti per recarti a Parigi, e anche quando [...]

[...] non vuole compromettersi. L'Orlandi aveva un bel proporre: — Tu e Adelina, mi precederete, io vi raggiungerò dopo due giorni, — tutto inutile [...]

[...] curiamoci della gente e facciamo i nostri comodi! La discussione era press'a poco a questo punto, e durava già da un pezzo e si era di già raggiunto un [...]

[...] diapason abbastanza alto, quando la zia ebbe come un attacco di nervi. — Dio! Dio! che vita d'inferno! non si può durarla così! Si mise a piangere e [...]

[...] : abbiamo osservato e ragionato assieme sugli uomini e sulle cose: ci siamo aiutate reciprocamente a formarci un giudizio nostro, sulla società e [...]

[...] stupirmi di nulla, oggi ò dovuto stupirmi; e adesso, mentre ti scrivo, una grande amarezza mi sale dal cuore alla gola, e provo un senso di nausea [...]

[...] ricordo mio padre, morto quando avevo otto anni, lasciandomi sola quaggiù e senza un quattrino; fui raccolta — per modo di dire — da una zia che [...]

[...] pensò bene di liberarsi di me e delle noie che avrei potuto darle, affidandomi ad un collegio, dove rimasi dieci anni, e dove essa veniva a vedermi [...]

[...] nelle apparenze ancora), nè tranquilla regolarità d'esistenza (se non nelle apparenze, sempre!). Un'unica cosa buona, nella mia vita, un unico ricordo [...]

[...] fossi costretta più ancora che da un irresistibile bisogno di espansione, dalla necessità in cui mi trovo di chiedere consiglio, e aiuto forse, a chi [...]

[...] non doveva essere che un anticipo, per parte sua, sui diritti del futuro marito: e l'aiuto pecuniario accettato, un anticipo, per parte di lui, dei [...]

[...] trovato necessario di compiere un atto che non gli avrebbe dati maggiori diritti di quelli che già possedeva, mentre gli avrebbe imposti maggiori [...]

[...] devo nulla o quasi nulla. Un signore che non conoscevo sino a ieri, posso dire, che non è nulla per me, e che odio adesso, è quello che à fatto le [...]

[...] ! ah! ci raccontavano, quando eravamo piccine, che noi si nasce dai fiori: che quando viene al mondo un bambino, gli angioletti in cielo sorridono [...]

[...] denari da spendere, e mi à fatta educare in un collegio di signorine. A fin di bene, naturalmente. Io dovevo essere la nipote della signora Orlandi [...]

[...] trovo. Non è un residuo d'onestà e di pudore. Te l'ò detto: a ventun anno, non ne ò già più. E non è colpa mia. Non è onestà, malgrado lo schifo per [...]

[...] aprirti l'anima ed il cuore. E mi pare di già un sollievo. Oh! campassi mille anni e mi capitassero le più bizzarre avventure, non dimenticherei mai [...]

[...] modo tu l'ài affrettata: e te ne ringrazio. Ma ti giuro che fui sincera. Che era quell'indignazione? Che era quel disgusto? Un resto di candore, o [...]

[...] un rimasuglio d'inesperienza? Non so. E così ci si forma, Bianca mia. E anche questa crisi avrà servito a qualcosa. Vedo la mia strada, diritta [...]

[...] mariti?! Bianca interruppe la lettura, un momento, e rimase angosciosamente assorta. Ecco una delle sue menzogne; non la più grave; ma quella, forse [...]

[...] provato (lo ricordava, adesso) uno schianto. Doveva fingere un marito. Che irrisione! Riprese a leggere. Ti mariti?! Bianca, ti mariti?! Ebbene [...]

[...] disperato! E le scenate che ti facevo se ti coglievo a sorridere a qualcuna, a guardarla — soltanto — un po' a lungo! E quel giorno che mi avventai sopra [...]

[...] . Non è bello come in italiano! Curioso! io faccio di queste disquisizioni su un nome immaginario! Chissà se il tuo sposo si chiama così? Perchè tu [...]

[...] nulla per te, per lui, per i tuoi, per la gente, tu sai o dovesti sapere che è un avvenimento di grande importanza nei rapporti tra di noi due. Intanto [...]

[...] , non ammetto, non posso ammettere che sia un pare, un dicesi soltanto. Se me ne parli, gli è che è cosa fatta e decisa. Sei troppo seria, tu, troppo [...]

[...] poco a poco. E solo oggi me ne avverti, con un cenno così affrettato. Via, Bianca, c'è del mistero. E poichè ò toccato questo tasto, colgo [...]

[...] non posso imputare questa mancanza di sincerità ad un affievolimento del tuo affetto per me, perchè le tue lettere furono sempre ed anzi ognor più [...]

[...] Italia? Perchè farai certamente un viaggio di nozze. (Credo che, sposandosi, si possa rinunciare a tutto fuorchè a quello: dev'essere l'unica cosa [...]

[...] incontrano altri nomi in tutti i romanzi. Scrivimi a lungo. Dimmi che mi vuoi un po' di bene anche dopo e malgrado il tuo matrimonio. Gontran mi ti à [...]

[...] ad un certo punto. E, ad ogni modo, sarò l'ultima ad adottarle. Ci tengo alla mia magrezza che le sottane attillate disegnano!... Natale (1886 [...]

[...] calza una parentesi. Zia Ermelinda, da qualche tempo mi cerca un marito, con più zelo, con più accanimento, ed è giusto riconoscerlo, con più [...]

[...] speranze di trovarlo, che non pel passato. Non è un accrescersi d'affetto che l'ispiri, nè la preoccupazione della mia sorte, nè un maggiore interessamento [...]

[...] per me. No. È.... un accrescersi d'affetto e un sempre maggior interessamento per.... sè stessa; è la ognor più grande preoccupazione della sua [...]

[...] un marito, per la paura, per il terrore di diventare un padre? — Il padre di Adelina? (Come tu capisci, sarebbe un padre.... molto putativo [...]

[...] , mi parla di qualcuno che potrebbe essere un marito, io la secondo, non elevo obbiezioni, e se il qualcuno mi capita sotto mano, centúplico le arti [...]

[...] peso, sono una noia, un ostacolo, un inciampo. Ma che tutto ciò, agli occhi della zia, dipenda dalla fatalità, contro la quale non si lotta. Che essa [...]

[...] un nobile sentimento. Essa vuol farsi sposare, non per interesse: non potrebbe pretendere da Totò più di quanto ora lui le concede. — Ma essa ci [...]

[...] d'animo e di coscienza. Vorrebbe poter dare a sè stessa un attestato d'onestà al quale il mondo à già posto la firma, ma che essa, in coscienza [...]

[...] , si è così ben conservata dama, che la società non à mai cercato od osato di esercitare un controllo su di lei. Chi non sa, s'inchina. Chi sa [...]

[...] , s'inchina del pari, perchè essa non à mai autorizzato una supposizione o un sospetto. Così, io credo che una donna che à avuti cento amanti è ugualmente [...]

[...] solo viene messa al bando, se in un momento d'oblìo, o di spensieratezza, o di passione, si è tradita e à dimenticato che il mondo vuol far finta [...]

[...] , più rigida ancora: non avendo potuto riparare non so se ad un fallo di gioventù o ad una debolezza di donna accasciata dalla sventura — (Totò data [...]

[...] , dare un addio a Totò e.... Ma non si vive con due o tremila lire di pensione.... E certi eroismi non si possono pretendere da tutti. Tanto meno a [...]

[...] il metro comperati da Bocconi; avvolgi quelli in un frak purchessia, magari da nolo, in mancanza di meglio; mettili tutti assieme nella casseruola [...]

[...] della sala da ballo; falli ben bene rimescolare a furia di polke, di galoppi e di mazurke; aggiungi un po' di limonata (ci sta, anche il doppio [...]

[...] : se riuscissi a maritarla questa mia zia, mi parrebbe di vincere un terno al lotto. Senza arrière-pensée.... te lo giuro. Bacioni da ADELINA tua [...]

[...] ; quando non si può ballare per la platea, perchè è una platea indegna di sè; quando non si cerca marito.... come mai può divertire un ballo o ci si può [...]

[...] milanese che rende la situazione: è pettinato alla s'giafa, proprio come se un ceffone gli avesse incollato quella ciocca di capelli sulla fronte come [...]

[...] su, verso la testa del proprietario, come a chiedere: mi farai gironzolare ancora per un pezzo? Cravattina di raso bianco-burro, a nodo fatto, con [...]

[...] affatto. È figlio di un mercante di frutta che à un giro d'affari di milioni ogni anno. Il signor Anselmo è occupato nella casa. All'alba contratta in [...]

[...] , spiritoso e spendacchione. Si dice che mantenga una ballerina. Come vedi, non gli manca nulla. Cioè sì: gli manca un po' di distinzione, ma lui non se [...]

[...] ne accorge e non se ne accorgono in casa Galli, dove lo dicono un partito eccellente per qualunque ragazza. Je n'en voudrais, pas, par exemple! I [...]

[...] sentire la «Traviata»? Mica male, vero? C'è la prima donna che la pare un gattino sbrojato (parigina mia, ti ricordi ancora che sbrojato vorrebbe [...]

[...] dire scottato?), ma in complesso non si può mica lamentarsi. Quello che c'è di bello l'è il ballo. La Bessone l'è proprio un amorino. — E la sua [...]

[...] graziosissimi: 62 Quando sei alla queue, il signor Anselmo si accorge di un piccolo vano tra due coppie un po' dinanzi a noi. Allora ti trascina piano [...]

[...] piano, con furberia; s'insinua, violento, ad un tratto, in quel vano, schiacciando un piede a una delle ballerine, dando una gomitata al cavaliere che [...]

[...] all'occhiello. Allora ti stringe un poco il braccio per richiamare la tua attenzione, dà una strizzatina d'occhi, furbescamente, come a dire: — sta [...]

[...] . Il signor Giacomo Beretta, pilatura di riso. Id. id. Eccetera, eccetera. Le ragazze, un poco meglio. Già, prima di tutto, noi donne abbiamo sempre [...]

[...] che non è un sogno tanto difficile a realizzare. Quanti marchesi spiantati non ànno introdotto nel loro stemma avito il porchetto ingrassato che [...]

[...] intellettuali, odiose in casa loro, ma che — prese a piccole dosi, ad un ballo o in conversazione — sono, nel loro ceto, meno antipatiche e [...]

[...] — vedi — un giovinotto di quelli lì, un Gerli, un Buttarelli, un 63 Beretta, non lo vorrei, neppure se mi coprisse d'oro. C'è ancora qualcosa di [...]

[...] sposare un Buttarelli e.... il perdermi per sempre, preferirei il perdermi. E avverrà così, sai? Perchè potrebbe accadere che uno di codesti scemi, in un [...]

[...] momento d'entusiasmo o di buon umore, fosse capace di dimenticare che non ò un quattrino di dote (prima.... dote che si cerca alla sposa in codesto [...]

[...] mondo!) e mi chiedesse in moglie. Quel giorno non avrei un argomento buono, convincente per rifiutare. Avrei anzi l'obbligo sacrosanto di accettare [...]

[...] preferirei essere la donna di un artista povero ma di genio che mi tenesse con sè anche se non mi potesse sposare, che non la moglie di uno di codesti [...]

[...] che raccontarti e descriverti le festine di casa Galli? Immagina il peggio che tu puoi dal punto di vista che ò discusso: sarai sempre un gradino [...]

[...] troppo in alto sulla scala della intellettualità. Ti abbraccio e ti bacio. ADELINA. Perchè non sei un uomo, tu? Ci saremmo amati! Eravamo fatti l'una [...]

[...] un bel giovanotto sui trent'anni, alto, biondo, forte, nerboruto, simpatico, distinto, un poco timido; non ricco, ma in buona condizione, e che à un [...]

[...] , intendiamoci!), ma che non à neppure un soldo di dote: anzi, non à neppure il corredo, perchè se la zia glie lo offrisse (almeno quello!) non potrebbe [...]

[...] primo amore, à saputo che Adelina era fidanzata, à pensato che chi la sposava era o un meschinuccio impiegatuccio borghesuccio a mille e due che si [...]

[...] decideva ad accasarsi.... per fare economia; oppure un vecchiotto pensionato che, ritirandosi dal mondo e dai suoi piaceri, aveva bisogno di una [...]

[...] ; io sposo un bel giovanotto che à quattromila lire all'anno di stipendio, oltre gl'incerti; che sarà forse ricco un dì o l'altro; che è la scienza, la [...]

[...] innamorata del signor James Burton? Per ora no; ma spera di diventarla col tempo e con un poco di buona volontà. Sono le dieci del mattino, e bisogna [...]

[...] più neppure un minuto da dedicarti. (Ne sei gelosa un pochino? Dimmi di sì, mi farebbe tanto piacere!) Ma che vuoi? Pare che il matrimonio sia una [...]

[...] , il più dolce, il più sereno, il più felice nella vita di ogni donna è amareggiato anche questo, per me, da un pensiero fosco, increscioso [...]

[...] per, ridiventare cattiva, e non voglio! Ma è proprio innamorato. A modo suo, s'intende, cioè in un modo inglese. Mi guardava, balbettava [...]

[...] parlandomi, arrossiva persino, qualche volta, lui che è un uomo forte: e poi, me lo à detto, ieri, quando la cosa fu conclusa: —Vi amo, signorina. Spero che [...]

[...] . Perchè, diciamolo franco, sposandomi, non è mica un affare che conclude, poveretto! E tu? mi domandi certamente. Io?... Io trovo che è tutto quello di [...]

[...] troppo bello per un marito!), è intelligente, è distinto. Che posso desiderare di più? Non lo amo, cioè non ne sono innamorata. Forse, gli è che [...]

[...] cápita qualche malanno! Aggiungi che queste nozze sono un piccolo trionfo per me. Il Galli aveva già messi gli occhi su Burton per farne il [...]

[...] marito di Clara o di Virginia. Clara poi, specialmente, credeva di averlo già conquistato. È un po' meno scema delle sorelle, e sa di avere una dote che [...]

[...] , che avrebbe desiderato un matrimonio coll'inglese. Perchè il vecchiotto è furbo: e quantunque James non sia ricco, aveva capito che c'è in lui la [...]

[...] stoffa di un grand'uomo. Quanto a Clara, come gusti, in fondo, avrebbe preferito, io suppongo, il primo Gerli o il primo Buttarelli venuto. Perchè il [...]

[...] , appena mi diceva così (e purchè non si trattasse di un Gerli), mi mettevo in campagna. Ma sai, del resto, con che fiducia! Dio mio, tutto questo è [...]

[...] molto volgare, lo so: ma io avevo una buona scusa: per me, il cercarmi marito era un caso di coscienza, mentre tutte queste manovre sono, starei per [...]

[...] , ti dicevo; la Clara se lo credeva già legato al proprio carro. E faceva la spiritosa con me: — Adelina, l'inglese ti guarda! — Ma con un tono, come [...]

[...] , a dire: — Non farti illusioni però! Se lo aspetti, lo aspetterai per un pezzo! Io, zitta. Ma l'approccio era difficile. Lui non ballava, lui non si [...]

[...] avvicinava, lui non faceva la corte, lui — quasi — non parlava. Come fare? E come ò fatto? Francamente, non so, e non mi ricordo. Credo che un mio [...]

[...] avevo una gran paura che, conosciute le condizioni mie finanziarie.... Ma non ricordavo che avevo a che fare con un inglese: prima di decidersi al [...]

[...] passo supremo, si era informato appuntino. E non si era spaventato della mia povertà. Come vedi, è uno di quegli atti che caratterizzano un uomo [...]

[...] completa, non assoluta: una felicità che è di questo mondo, insomma. Ma posso pretendere di più? Tra un mese, le nozze. Dimmi subito cosa pensi di [...]

[...] tutto ciò. A me pare un sogno. Ed è appunto, perchè mi pare un sogno che mi convinco che debbo accontentarmene ed esserne felice. Come vedi, mi [...]

[...] raggiunge questa felicità in un modo o nell'altro, per un giorno o per sempre, non è già una fortuna che può, e deve riconciliare un poco colla vita [...]

[...] ? Scrivimi senza indugio, a lungo. ADELINA tua. Mi piace tanto anche il nome del mio fidanzato: Giacomo: un nome comune, ma forte, rude, da uomo. E [...]

[...] !...; mi fa un certo effetto!) direttamente, senza cerimonie, senza pranzi di nozze. Francamente, zio Totò a tavola mi avrebbe seccato. Insomma, il mio [...]

[...] all'impianto della casa. Ò messo giudizio.... sino al punto di stupirmene io stessa. Altri regali: la zia, un orologio d'oro colle mie cifre in rubini [...]

[...] ; Totò un braccialetto con uno smeraldo circondato di brillantini (lo venderò alla prima occasione; non voglio portarlo); e il tuo regalo, tanto carino [...]

[...] , tanto affettuoseo, e del quale ti ringrazio ancora con cento bacioni belli. I Galli ànno dovuto fare bonne mine à mauvais jeu. Lui, il vecchio, un [...]

[...] farlo. E le ragazze ànno regalato a me un monumento di frastaglio e ricamo, che vorrebbe essere un portacarte, e che io appenderò in anticamera. Del [...]

[...] resto, nulla di nuovo dall'ultima volta che ti scrissi. E tu mi perdonerai se in questo mese ò diradate un poco le mie lettere. È stata un'epoca di [...]

[...] zia Ermelinda. Si direbbe che il mio matrimonio le paja un augurio e debba preludere al suo. E Dio lo volesse! La sera, poi, James è sempre venuto a [...]

[...] che era la nipotina. E quanto a me, te lo confesso in gran segreto, ò tentato anche di incoraggiarlo qualche volta: non fosse che per entrare un po [...]

[...] persuasa. E, te lo confesso, è una cosa che mi fa piacere, di sentirmi amata così sul serio, da un uomo serio. Ciò mi dà come una gran sicurezza, una gran [...]

[...] tutto ciò? Eppure anch'essa deve aver sentito e provato quello che sento e che provo io! Ci siamo scritti dei volumi: ma se, un dì o l'altro, ci sarà [...]

[...] avrò tempo di scriverti domani. Giovedì no certo: è la grande giornata, pensa! Ma, non fosse che un dispaccio, venerdì mattina te lo mando. Tu [...]

[...] dei carri che vanno e vengono dalla stazione. Più al largo, verso piazza Cavour, era tutta una passata e un raggrupparsi a crocchi, un incrociarsi e [...]

[...] un salutarsi di bimbi e di balie diretti ai giardini pubblici. E mi sentivo lieta, nella lietezza che mi circondava, che era nell'aria del [...]

[...] ò desiderato di aver presto un bambolino, anch'io, da condurre ai giardini, il mattino. James, ieri, è venuto a casa anche a far colazione: ciò in [...]

[...] — sai, quella tal cameriera. Essa à imparato anche un po' di cucina. Io e James ce ne accontentiamo. E per me fu un gran sollievo il non trovarmi con [...]

[...] una faccia nuova nel primo inizio del mio ménage: debbo fare anch'io il mio tirocinio, e Bettina mi ci aiuta e mi consiglia. Sarebbe stato un [...]

[...] impressioni, nei giudizii, nei propositi, sinceramente espressi, scorgeva adesso, lei, fatta donna da un pezzo, e logorata da una vita così intensamente [...]

[...] , le mode, la première al «Vaudeville», il grand prix d'Auteuil, magari un pizzico di Boulanger.... E che me ne importa? Cioè sì, me ne importa e [...]

[...] e, Dio ne liberi, di colpevole, un marito è bene ed è utile che non sappia. Io l'ò sempre seguito questo sistema: ti ò sempre detto tutto. E tu [...]

[...] intanto ti punisco: avrei molte cose da dirti: un argomento interessantissimo sul quale intrattenerti, e non lo faccio. Lo farò quando te lo [...]

[...] meriterai. Chez moi, nulla di nuovo. Continuo ad essere contenta. La vita è un po' monotona, poco emozionata. Ma non me ne lagno. Te l'ò già detto: sono [...]

[...] molta mutata, e, sopratutto, ragiono molto. E se penso alla mia vita di ragazza, quella che meno adesso mi pare una vita di paradiso! È un mese, a [...]

[...] cui sono ben sicura di non trovarcelo. Lavoro; mi occupo un poco della casa, acciocchè Bettina non ne diventi troppo la padrona; qualche visita [...]

[...] io sappia che cosa vuol dire essere mamma. È un atavismo.... fisico-morale. E, per dirti tutto, comincio ad aver paura che questa sia, ed abbia ad [...]

[...] , eterna, interminabile. James non lo vedo che all'ora del pranzo: alle nove è stanco, perchè si è levato all'alba e à lavorato tutto il giorno: ed è un [...]

[...] gran cervello letterario del mondo. Amo un po' meno gli impressionisti, se ne togli i De Goncourt che adoro perchè sono degli aristocratici [...]

[...] . Abborro i simbolisti: Huysman per esempio non lo capisco: mi pare un uomo non di questo mondo. I filosofi, come Bourget, Rod, Houssaye, Véron, Karr, trovo [...]

[...] . Ogni tanto, per passatempo, come a sollievo dello spirito, mi piace un po' di roba mondana: e mi attacco a Droz; a Gyp a Halévy. Ai romantici poi, non [...]

[...] scrittori di romanzi per le appendici dei giornali che entrano nelle famiglie. Della roba vecchia poco o nulla: un po' di Balzac e un po' di Flaubert [...]

[...] tutto. Il libro deve rifar la gente! Frottole, Bianca mia, da raccontarsi ai ragazzi di scuola. E mi arresto.... perchè un gran dubbio mi coglie [...]

[...] trascorrere un po' meglio e un po' più in fretta le lunghe ore della giornata; in certi momenti — dicevo — mi pare che la maternità, sarebbe la [...]

[...] matrimonio in poi ero dimagrata e diminuita di peso. Ti giuro, non avrei potuto durarla più a lungo nella vita che mi ero imposta per un eccesso di riguardo [...]

[...] completamente a' suoi bisogni, ah! perbacco, no e poi no. L'ò durata nove mesi e mi pare anche troppo. Un altro poco e sarei diventata idrofoba! Così [...]

[...] Rossi. Qualche volta a teatro; e con ciò rendo un servizio a zia Ermelinda, la quale, da quando mi sono sposata, non aveva più potuto mettere piede [...]

[...] faccio nulla di male, ti pare? Anche mio marito, del resto, riconosce che questo è perfettamente giusto, che io mi svaghi un pochino e non mi [...]

[...] corichi all'ora della galline. Anzi, è lui che mi spinge ad escire. Perchè à questo gran merito, bisogna riconoscerlo: non è un egoista, e non è geloso [...]

[...] . Permettendo che mi diverta un poco, ci guadagna anche lui. Perchè, lo confesso, in questi ultimi tempi, la monotonia, la troppo grande tranquillità della mia [...]

[...] , ma innamorato), se ne impensieriva e se ne crucciava. Da quindici giorni invece, le cose sono mutate. La sera vado di qua o di là: vedo un po' di [...]

[...] detto.... E dopo, si riaddormenta felice e beato come un re. Così, siamo contenti in due! In casa della Clelia c'è ogni sera una causerie [...]

[...] arte, di scienza, talvolta anche un pochino di politica, ma senza pedanteria. Si commenta l'ultimo libro o la nuova commedia; si racconta, magari, lo [...]

[...] e ama la tua ADELINA. 2 aprile 1888. Sapresti dirmi tu — mia Bianca — che cos'è un amore colpevole? È una domanda che mi rivolgo da due mesi e la [...]

[...] cioè, che non so precisamente che cosa sia un amore colpevole: ma che il mio non è tale. Non parrà strano, a te che mi conosci e che dividi le mie idee [...]

[...] , per assenza di senso morale. Il più ardito, o il più pratico; il più bello o il più elegante; un ufficiale di cavalleria col tintinnare della [...]

[...] eterni corteggiatori di mestiere, riesce, anche più presto di quello che sperava. Un bel giorno la signora accetta il convegno, e gli arriva in casa [...]

[...] . Perchè una caratteristica di questa colpa che è l'adulterio, è che il mondo la scusa tanto più quanto più dura. L'adulterio di un giorno è un capriccio [...]

[...] ; quello d'un anno è una passione; quello di tutta la vita è una fatalità, innanzi alla quale ci si inchina. Nel primo caso si deride il marito [...]

[...] , donna che si è data così, per curiosità, è una creatura indegna: il suo è un amore colpevole. Ma il mio amore è ben altro. Mio marito va a letto [...]

[...] trovo che gente ammodo, che persone per bene: dove non si fa la corte alle donne, dove non si tengono discorsi nè vani, nè fatui, nè sovvertitori; un [...]

[...] . Riaccompagnandomi la sera, nel breve tratto di via, si è mostrato nulla più che un gentiluomo: à spinto la sua riservatezza sino a non offrirmi il braccio, sino a [...]

[...] dinanzi alla porta di casa mia senza vederla: e andiamo avanti, senza rendercene conto, sino a che un fanale sfacciato di luce elettrica ci impone di [...]

[...] mia vita sino a quel momento non sia stata che un sogno. E a mio marito che si sveglia, racconto allegra, chiacchierina, quanto ò udito, di che [...]

[...] cosa si è parlato, dalla Clelia, come sempre. E mentre lui mi abbraccia, io chiudo gli occhi, e mi dimentico. È un amore colpevole, il mio? ADELINA [...]

[...] . Domenica. Naturalmente, mia Bianca, dalla Clelia ci sono tornata. Non ò mai dubitato un momento di doverci tornare, nè ò provato paure o titubanze [...]

[...] anni. E un bel giorno mi sento vivere, e provo la voluttà di vivere. Debbo rinunciarvi? Perchè sono nata una poveretta; perchè crebbi senza gioie [...]

[...] sento, insomma, un essere completo, uguagliato agli altri, quaggiù, dove l'uguaglianza è il dono più bello che la natura à decretato e al quale [...]

[...] legislatori. Cretini! Come se il cuore fosse un orologio che si carica a epoca fissa!... come se i legislatori amassero tutti la moglie loro e [...]

[...] — come lo chiamano le amiche mie che si fanno far la corte un mese, fissando in precedenza il giorno che diranno di sì. No. Oggi sono stata da lui.... e [...]

[...] giornale, senza voler essere la mia scusa. Se li riceverai, gli è che avrò sentito un bisogno irresistibile di espansione, quella voluttà che si prova [...]

[...] , adesso, e il ricordo di esse, poi, un giorno, basterebbero a lenirlo. Mi aveva fatto sedere di contro a lui, e mi susurrava queste parole, a fior [...]

[...] di labbro, fissandomi. E io non osavo più di guardarlo. Sul tavolino accanto era un libro: il suo romanzo. Lo avevo preso fra le mani, e lo tenevo [...]

[...] ?... Eugenio chinò la testa. — È quell'altra che amate!... — susurrai angosciosamente. — Per, me, forse, un po' di affetto, chissà, un capriccio.... E [...]

[...] sereno! È un amore intellettuale il nostro. È una fusione delle anime.... Giovedì. Non siamo gelosi. Mi à detto che vuol bene a quell'altra. Che [...]

[...] non siamo gelosi di questo bene, che è così niente in confronto del nostro amore: che è l'adempimento di un dovere, adempimento pel quale possiamo [...]

[...] tuffarci nel nostro amore e bearcene senza rimorsi: come uno svago dello spirito, come un sollievo dell'anima dopo la fatica di un dovere compiuto [...]

[...] . Non è un tradimento il nostro. Ci concediamo — noi — quello che non possiamo, che non potremmo concedere ad altri. Il nostro amore non è amore [...]

[...] solo, ma, ciò che più importa ed è più difficile a spiegarsi, nei nostri sentimenti. Oh! sì, come è difficile a spiegarsi! Un uomo od una donna [...]

[...] volgare, se io loro dicessi che, avendo un amante, non odio e non trascuro — in nessun senso — mio marito, non mi capirebbero: concluderebbero, forse [...]

[...] intelligente. Quando ò cominciato ad andare in società, ricordi? ti ò detto: questo si risolve in un bene anche per mio marito. E forse, allora, qualcuno [...]

[...] avrebbe potuto dire che lo trascuravo. Invece, si risolveva in un bene, perchè quel po' di svago uccideva l'uggia, impediva anzi all'uggia di nascere [...]

[...] risolve in un bene per mio marito. Non ò mai capito come e perchè l'amore per un uomo debba, recare di conseguenza l'odio per un altro. E il mio [...]

[...] ? Non è un uomo volgare; ma, forse per natura, o per necessità di circostanze, o perchè l'esplicarsi della sua intellettualità è assorbito dal lavoro [...]

[...] corpo ànno due vite ben diverse, ben distinte in me. Così James è felice; e benedice, dopo più che un anno di matrimonio, il dì che mi à sposata. Tu [...]

[...] , e 78 credo che mi ammalerei se non godessi di un po' d'aria pura per una ventina di giorni. Ò detta a James, oggi, la prima bugia: che la zia mi à [...]

[...] malignità della gente. Ò durata, un po' di fatica, ma sono riuscita a convincerla. Immagini, certo, perchè volevo Saint-Moritz. Ci va Eugenio con [...]

[...] presentato, le à presentato poi, oggi durante il pranzo, me e la zia. Essa mi à accolto con non troppa cordialità. Sospetta forse? Non so. Sfoggia un [...]

[...] ventina di giorni poco lieti: sarà un supplizio per lui. Ma io, questo sacrifizio di stare un mese senza vederlo, non ò potuto farglielo. E poi, gli ò [...]

[...] : — Signora Jeanne, — da quando invece mi chiama: Signora Dély. — Dély, il bel vezzeggiativo che egli à creato per me. C'è un tremito nella sua voce [...]

[...] durare tutt'al più sino al 12 corrente. Ma à udito che il 20 ci sarà un gran ballo: à telegrafato a Milano perchè le inviassero una toilette nuova [...]

[...] , fatta apposta, e si propone di eclissare, quella sera, tutta le signore del luogo. Poi, forse, le arrideva l'idea di farmi un dispetto: di [...]

[...] noi una settimana di più». — Si è fatta pregare un poco, ma à finito coll'acconsentire. Perchè, insomma, qui, con Totò, ci è venuta e ci si è fatta [...]

[...] aguzza il talento! Poi sono andata dalla sarta. Che portento di donnina è la mia sarta! Non solo mi à promesso pel 19 un abitino bianco che sarà un [...]

[...] amore: non solo non mi chiede che le paghi il conto e mi presta un fido illimitato: ma à spinto la sua cortesia e la sua fiducia sino a farmi un [...]

[...] che lei ed Eugenio, rimarranno qui ancora due giorni, loro due soli! 80 Mi consolo un pochino pensando che tra quattro giorni lo rivedrò a Milano: e [...]

[...] una relazione di tal natura sia nota a tutti, a tutta la città, fuorchè al marito? Eppure di questi casi se ne vedono tanti! Decisamente, c'è un [...]

[...] lui non aveva mai voluto entrarci, per paura di compromettersi. Si vedevano altrove. Ma ieri l'altro ci è venuta, come un marito tradito che arriva [...]

[...] per constatare un flagrante adulterio. Dio! che scena! Breve, terribile nella sua semplicità, nella sobrietà delle sue tinte. Una scena da commedia [...]

[...] ; ma, purtroppo, nella triste realtà. Si chiacchierava, in salotto, come facevamo, per delle ore, ogni giorno. A un tratto, udiamo un susurrar [...]

[...] concitato nella stanza vicina, e come un insistere di chi viola la consegna. Poi la porta si spalanca e appare essa, pallida, tremante. Io rimango [...]

[...] allibita nello stupore di quella apparizione. Eugenio si alza, di scatto, e fa un passo verso di lei. Ma essa lo ferma col gesto, come a dire: «Non temete [...]

[...] ; non è uno scandalo che voglio». — E, dopo un momento, gli susurra: — Era dunque vero. Avete un'amante. Poi, dopo un'altra piccola pausa [...]

[...] : — Bisognava aver il coraggio di avvertirmene, almeno! E, con un tono indefinibile di ironìa e di odio, di scherno e di rabbia: — Non avrei avuto la [...]

[...] felicità che era un insulto a quella donna. Io mi ero sacrificata, come lei: io avevo arrischiato ciò che aveva arrischiato lei: tutte e due avevamo [...]

[...] , che lo richiami? Che! Pensa a divertirsi, a sfoggiare un lusso sfrenato. È alla Scala, ogni sera, e non manca ad un ballo, ed è citata sui giornali [...]

[...] ; e si lascia fare la corte. L'à mai amato? Se lo avesse amato si consolerebbe così facilmente? Potrebbe dimenticarlo così da un giorno all'altro [...]

[...] e affettuose ma non riescono a calmarmi. Forse le tue parole ci riuscirebbero. Ma non puoi venire! non puoi! Non temere per me. Mio marito è un [...]

[...] buon diavolo, e null'altro. Non capisce niente. Quando trova la tavola apparecchiata, rincasando, non domanda di più. Sì, un abbraccio, qualche volta [...]

[...] . Avessi un bambino, almeno!... Ma no, il mio destino crudele mi à negata anche questa gioia della maternità. Sento che sarebbe un conforto, adesso [...]

[...] ; un rimedio, forse.... 13 marzo 1889. ...Tanto fa! Se è questo il mio destino, ebbene, che il destino si compia! 82 Mi sono logorata l'anima e il [...]

[...] donne, molti giovinotti. E mi fanno una corte! Uno tra gli altri, un tenente di cavalleria — il marchese di Centomonti — un napoletano, stupido come [...]

[...] lo scopo, un bel giorno farò la confessione generale a mio marito (confessione finanziaria, intendiamoci!), e, pentita, sottomessa, tornerò alla [...]

[...] fatalità che mi persegue. Finora, la cura pare che un po' di bene mi faccia. Mi ubbriaco, ogni sera, moralmente. E torno a casa eccitata, sovreccitata [...]

[...] . Ciò piace molto a mio marito che comincia a rassicurarsi sulla mia salute. E tu, te ne prego, Bianca, non seccarmi colle tue lettere che, da un [...]

[...] po' di tempo cominciano a diventare noiose. Lasciami fare quello che voglio. Alla peggio, c'è sempre un revolver appeso accanto al letto di James [...]

[...] . ADELINA tua. 31 marzo 1889. .....Lui od un altro, nevvero? Meglio lui che è stupido ma è marchese, parla coll'erre e porta delle maglie di seta [...]

[...] concedermi ad un uomo che non amo: figurati se posso preoccuparmi dei giudizi che certo si portano su di me. Ti parrà che ci sia dell'esagerazione in [...]

[...] che ci sia al mondo un uomo che mi piace più di lui. Soltanto, mio marito à il difetto di starmi lontano la giornata intera. La giornata è molto [...]

[...] , dalla sarta o dalla modista, poi in qualche salotto di amiche dove vedo delle mogli che ànno un amante, dei mariti che mantengono una ballerina, delle [...]

[...] ; dell'intelletto e dei modi. Ora, non più. Mi accontento dell'esteriore: una corona da marchese sul pomo di una sciabola; un profumo, che non sia dozzinale [...]

[...] m'importa nulla di lui; perchè lo lascerei? Sarà lui che si stancherà, presto o tardi; o muterà di guarnigione. Gli succederà un altro, probabilmente [...]

[...] meticolosità. Centomonti mi manda ogni mattina dei fiori. (Come è.... da lui questa forma di corte che il segretario galante insegna!). Un giorno [...]

[...] trovai quei fiori rilegati da un nastro azzurro fermato da una piccola miniatura circondata di brillantini; un oggetto da cento lire. Glie l'ò rimandata [...]

[...] anche senza la firma del marito, perchè si sa che c'è un marito. Ò trovata una donnetta che mi fa da sensale, da pignorataria, da banchiera, persino [...]

[...] da.... avallante: un tesoro. Qualche volta, quando vedo aumentarsi ad ogni fine di mese il mio debito, mi spavento per un istante. Allora è lei [...]

[...] relazione per riguardo a James e, in fondo, anche un poco per riconoscenza, ricordando che in casa loro avevo trovato un marito. Ma da qualche [...]

[...] lasciar sole con me la Clara, e la Virginia; infine, pareva cercassero ogni mezzo per sfuggirmi, come un soggetto pericoloso! Figúrati! 84 La seconda [...]

[...] novità è che ò dovuto accorgermi e convincermi che Totò è innamorato di me. Ò pensato per un momento se dovevo indignarmene: ma ò concluso che era [...]

[...] dite a vostra zia che sono stato qui, oggi. Io ci vengo come da una cara amica che ò conosciuta bambina e alla quale porto un grande affetto.... Mi [...]

[...] trovo; leggo, scrivo. Lui rimane lì, seduto in un angolo. Chiacchiera e non gli rispondo. Mi guarda cogli occhietti bigi concupiscenti.... ed io lo [...]

[...] sovranamente ridicola. Un giorno, mi disse: — Volete, piccina (piccina è il vezzeggiativo che la sua alta mente à saputo inventare per me), volete che vi [...]

[...] si recavano ai giardini.... e desiderai di avere un bambino anch'io!... Facevo dei proponimenti buoni, quella mattina! Che poco tempo è passato da [...]

[...] lettera. Poi c'era un dispaccio, quello che aveva indotta Bianca Caradelli a lasciare Parigi: Parigi-Milano, 12 aprile (89) ore 10,50 ant. Bianca [...]

[...] condotta a Parigi con la scusa di rivedere un vecchio zio sconosciuto a Bianca. Poi, la verità, a poco a poco, si era fatta strada, attraverso una serie [...]

[...] sua vedovanza (che datava dalla fanciullezza di Bianca), l'amante di un avvocato, che la manteneva. Un bel giorno, l'avvocato, per certi affari [...]

[...] , fiorente e procace, s'era trovata un giorno, suo malgrado, ma senza opporre resistenza, vittima dell'ambiente, novella Fernanda alla quale mancò la [...]

[...] mamma morta, come un perdono concesso in un momento di tenerezza indulgente e dimenticatrice. Perchè qualcosa l'aveva conservata buona in fondo [...]

[...] all'anima; qualcosa le aveva impedito di corrompersi, di scordare tutto un passato che contrastava così fieramente col presente; un passato dolce e [...]

[...] di collegio. E questo qualcosa, che la riattaccava al passato, era appunto il ricordo di quel legame — nel quale c'era un piccolo segreto di cui [...]

[...] corrispondenza curiosa, trascinata per cinque anni, era stata sempre per lei un tormento insieme e un sollievo. Quasi ogni giorno, una lettera di Adelina [...]

[...] un marito cha non era esistito mai; sincera soltanto quando la intratteneva del suo grande amore per la propria bambina. Ma era, anche, ogni giorno [...]

[...] , un grande sollievo di mettersi al tavolino 86 per scrivere all'amica: come un raggio di sole che, per un istante, veniva a rischiarare il buio [...]

[...] della sua esistenza: come un bagno morale che le sollevava il cuore e le rigenerava lo spirito, dopo il mattutino bagno di latte in cui la cocotte [...]

[...] , la sfrontata rivelazione, poi, di un amorazzo qual'era la relazione di Adelina col Centomonti, l'avevano sgomentata. Prevedeva la rovina. E aveva [...]

[...] tentato di consigliarla bene, di farla ravvedere, di ricondurla all'affetto del marito e della sua casa. Ci si metteva coll'entusiasmo di un [...]

[...] apostolo a quest'opera rigeneratrice, essa, la cocotte parigina! E sinceramente parlavano in lei l'affetto immutato per l'amica, e un residuo di pudore e [...]

[...] fortuna di essere legata all'uomo che si ama, e ogni mattino ci si sveglia senza un desiderio da soddisfare e ogni sera ci si addormenta senza un [...]

[...] vittime ovunque. Glie ne occorre un numero fisso per ogni stagione: quando non ne trova tra gli usi e i costumi, le cerca tra le donne. Così, Bianca aveva [...]

[...] cavalli, e l'angoscia di mandare al monte di pietà l'ultimo gioiello. Un giorno la bambina ammalò. Fu un lungo martirio. E come la madre più che mai si [...]

[...] un acuto, irresistibile bisogno di sincerità, uno di quei momenti di schietto abbandono che sono la valvola di sicurezza dei grandi dolori e delle [...]

[...] di me. Bianca, arrivando a Milano, contava trattenervisi un po' di giorni solamente, nascosta in una locanda dove Adelina verrebbe a passare molte [...]

[...] dettagliata, non aveva avuto il tempo e il coraggio di narrare. E Adelina l'avrebbe consolata. Anzi, pareva a Bianca che avrebbe trovato un conforto [...]

[...] le cantarellava le vecchie cantilene, e se la baloccava sui ginocchi, in una tenerezza infinita. Se, per un momento, le veniva di aggrottare le [...]

[...] pensiero andava un poco più in là delle parole che le uscivano dalla bocca: intravvedeva, forse, le conseguenze di quella preghiera se venisse accettata [...]

[...] via ai suoi pensieri, a darle un pretesto purchessia di occupazione; in quel bisogno irresistibile che è nelle nature espansive di possedere e di [...]

[...] aver daccanto una persona per la quale non si ànno segreti, alla quale si dice tutto quello che si fa e che si pensa, che è un altro sè stesso su cui [...]

[...] , la sincerità cui si sentiva trascinata, dopo la fatica della finzione che durava da un anno e che avrebbe dovuto durare ancora, con suo marito e [...]

[...] aveva bisogno.... ebbene, tutto il resto non le importava nulla. Leggendo la rivelazione di Bianca, non aveva avuto un senso di rivolta, non aveva [...]

[...] , aveva fatto realizzare a Parigi, da un amico, tutto quanto vi possedeva in abiti, in mobili, in gioielli. Ne aveva ricavata una diecina di mille lire [...]

[...] Adelina e per intima compiacenza di rivivere la vita che aveva sognata fanciulla. Era un godimento dello spirito, una soddisfazione del cuore che [...]

[...] concedeva — in questa vacanza — la gioia di essere quella che avrebbe voluto essere. E durerebbe quanto fosse possibile: un mese od un anno. Ma [...]

[...] non potesse durare per sempre, e pensava con raccapriccio al giorno in cui avrebbe dovuto riprendere il suo cammino sciagurato. Nei primi giorni, un [...]

[...] ne rideva, e l'incoraggiava dandole della sciocca. — Il mondo è tutto un inganno! Quelli che ài paura d' ingannare, t'ingannano alla loro volta [...]

[...] , quando pure non la chiamavano Babà, o Lulù, o Titì, nelle orgie delle ore piccine. Ed ora, qui, si sentiva dire signora, e aveva riacquistato un cognome [...]

[...] smarrito insieme coi fiori d'arancio e non più cercato, perchè divenuto una cosa inutile o superflua, un particolare di nessuna importanza [...]

[...] un semplice disegno: quello di fingere, il dì che il peculio fosse esaurito, la propria rovina economica: e cercarsi del lavoro, un lavoro purchessia [...]

[...] , doveva fatalmente trascinarla con sè. Un giorno, Adelina giunse frettolosa in casa di Bianca, con gli occhi luccicanti, affannata, sovraeccitata [...]

[...] . — Che c'è? Che è avvenuto? Pasticci di denaro, ancora? — Oh! di quelli ne ò sempre. Ma che me ne importa? C'è ben altro. Leggi. E le porse un giornale [...]

[...] . Era il «Corriere di Napoli ». Un piccolo brano era segnato a lapis, rosso. Quel brano diceva: «Eugenio Giovenzani è tra noi. Questo nome non [...]

[...] trovò le più ardenti ed entusiaste ammiratrici tra le donne, che riscontrarono in quel libro una così fine, acuta e delicata dipintura di un dolce [...]

[...] ? Poichè lo scrittore lombardo era scomparso dal mondo dell'arte e dagli aristocratici salotti che lo avevano eletto a loro beniamino. «Per un anno e [...]

[...] . Chissà? Forse la stessa Guglielmi? Forse un amico napoletano che aveva raccolta una confessione, nel delirio della febbre? — Partiamo, stasera [...]

[...] scoprirebbe? 90 — E occorre denaro.... — Io non ne ò. Ma tu ne ài. Fammi un prestito. Te lo restituirò, te lo giuro. — Oh! — Spicciamoci. Vieni da James [...]

[...] , quell'insoffribile scemo di Centomonti. — E Giovenzani? — Ah! quello non è un amante. È l'amore. Bianca comprese che non era possibile far ragionare quella [...]

[...] disfatto dalla febbre e dall'amore. Morì una notte, in un ultimo bacio disperato, come i medici avevano predetto senza poterlo impedire. Morì [...]

[...] . Aveva vissuta tutta la sua vita, in quei due mesi. Ora, tornerebbe a Milano: riprenderebbe la sua esistenza calma, regolata, d'un tempo. Il suo [...]

[...] ora, e il cuore si era avvizzito per sempre. Non avrebbe amato più. Oh! come lo sentiva! Oh! come ne era sicura! Non era stato un giuramento vano [...]

[...] , ispirato dalla pietà, quello fatto ad Eugenio. Era un convincimento saldo e profondo. Egli, di lassù, non dovrebbe 91 ringraziarla di mantenere il [...]

[...] cromatiche. E pensava al passato. Il passato le pareva un sogno. Era lei, Adelina, che aveva amato, odiato, tradito? Come aveva fatto tutto quello che aveva [...]

[...] di un avvenire tranquillo, senza scosse, senza nulla di impreveduto. Eugenio era morto, morto d'amore. E, d'amore, era morta Dély. Erano laggiù, nel [...]

[...] bel camposanto, sotterrati assieme. Adelina sopravviveva; anzi, Adelina Burton soltanto, la moglie borghese e massaja di un onesto e laborioso [...]

[...] pignorataria, da sovventrice di denaro, da avallante, da mediatrice, nell'affannoso e nascosto rammendo, che durava da un anno, di quella maglia cadente a [...]

[...] brandelli ch'era la situazione economica di lei. Era ben tempo di diventarne la mezzana. Essa si trovò là ad attenderla, con un fascio di cambiali [...]

[...] occhietti bigi di vecchio lussurioso. 92 Adelina, facendosi forza, chiese un prestito di denaro. Inventò dei debitucci contratti per leggerezza [...]

[...] , per sbadataggine; un impegno insomma, urgente, che non poteva rivelare al marito. L'Orlandi non si mostrò stupito. Disse che sapeva, in parte, e [...]

[...] , ve lo confesso, Adelina, — aggiunse, — aspettavo la vostra visita. A chi, in un pasticcetto simile, vi sareste rivolta prima che al vecchio amico [...]

[...] . Così, essa si dava per denaro, spinta dalla necessità assoluta ed imperiosa, ma non aveva un amante. L'anima rimaneva libera e pura da codesto [...]

[...] mercato. Il darsi ad Orlandi o ad un altro le sarebbe parso ancora più abbietto. Anzi, non l'avrebbe materialmente potuto. Il mercato, per quanto [...]

[...] obbrobrioso, avrebbe sempre assunto l'aspetto di una relazione. E questo non voleva e non poteva. Non voleva, perchè aveva giurato ad un moribondo di non [...]

[...] aver altri amanti; e un amante che paga è pur sempre un amante. Non poteva, perchè tutto dentro di lei, dopo la trasformazione subita, protestava [...]

[...] contro ciò che potesse assumere, anche lontanamente, l'aspetto di un legame fisso e continuo con un uomo purchessia. Concedendosi al primo venuto [...]

[...] un anno a darsi regolarmente ad ogni chiamata della Bianchi, senza sgomento dapprima, senza titubanze e senza ripugnanze poi. Il recarsi a quella [...]

[...] palazzina era — ormai — divenuto un fatto normale, una necessità della sua vita, come l'uscir presto il mattino per dirigere la fantesca nella [...]

[...] procurati dalla Bianchi e dei cui frutti essa non toccava un quattrino (ma si accontentava di scontare sulla nota del êsuo debito cinquecento lire per [...]

[...] dell'amore aveva commesse. E pensava che quei convegni alla palazzina non erano tradimenti; che quel darsi al primo venuto non era un adulterio; e che [...]

[...] — ad ogni modo — erano una crudele necessità a cui essa si sottometteva per evitare un dolore a suo marito e una grave preoccupazione finanziaria [...]

[...] pensiero che anche quest'ultimo strappo alla fedeltà coniugale non durerebbe sempre, ma un anno, due anni al più, quanto occorreva a pagare il suo [...]

[...] arrecato un gran dolore a James: e pazienza questo: ma avrebbe potuto toglierlo dalla credulità, dalla fiducia che aveva sempre avute per lei: e [...]

[...] sensi, una irrequietezza del cervello, un desiderio acuto e morboso del nuovo, dello sconosciuto, dell'impreveduto, e quella sua innata [...]

[...] , mai! Anzi, poichè James amava, dopo un lavoro faticoso di tante ore, una buona tavola e una moglie sempre pronta alle carezze, essa metteva adesso [...]

[...] risvegliato di soprassalto da un bussare all'uscio della stanza. Scese dal letto — non s'era neanche spogliato — e corse ad aprire. Entrò César. — Che [...]

[...] , o se qualche impedimento.... Sa, — aggiunse César con un risolino furbo, — una donna maritata.... James, che non s'aspettava questo contrattempo [...]

[...] ; che, da due giorni, assaporava la gioia fremebonda di quell'incontro con sua moglie; perdette la calma e la circospezione. — Ah! ma questo è un [...]

[...] inganno. Questa è una truffa! — Perdoni, signor marchese.... — Questo è un sorprendere la buona fede di un gentiluomo.... E si mise a passeggiare a [...]

[...] quel suo tono di voce di ossequio rispettoso e devoto: — Perdoni ma è la prima volta che capita un fatto simile. Madame Bianchi non si [...]

[...] arrischierebbe — oh! jamais de la vie! — ad assumere un obbligo che non fosse ben sicura di poter soddisfare. Le donne, le signore, che ricorrono a lei come [...]

[...] un dovere di restituirle il denaro che.... — Non è ciò che importa!... — A meno che il signor, marchese non volesse accettare una sostituzione [...]

[...] dominandosi un poco: È quella là che mi premeva, non un'altra.... 95 César, vedendo tutto quell'interesse, tutto quell'accanimento, pensò che il [...]

[...] egli conosceva le eccentricità di codesti uomini del nord, e non se ne stupì. Abbassò ancora la voce, dando un tono di mistero alle sue parole, e [...]

[...] adirata per il rifiuto di oggi, che la obbligava a fare una cattiva figura verso un signore della sua distinzione, si sfogava con me, poc'anzi, e mi [...]

[...] diceva: Birichina! Crederebbe mai di emanciparsi costei? Vedrà con chi à a che fare! E ò un certo mezzo sicuro di costringerla ad adempiere ai suoi [...]

[...] speranza nella riuscita del suo disegno che, se non m'inganno — aggiunse César con fine ironia — gli preme assai. Ma James aveva mutato faccia ad un [...]

[...] sua. Non aveva egli — senza riflettere alle conseguenze — detto a sua moglie: «Siamo ricchi»? Non le aveva inventato che un lucroso affare era stato [...]

[...] concluso con Dumenville, e che da esso glie ne veniva già, tanto per cominciare, un guadagno di mezzo milione?... Sua moglie, che si dava per [...]

[...] Bianchi facesse recapitare subito alla Biondina un biglietto che lui stesso scriverebbe. — Vogliamo scommettere, cara signora, — egli le disse [...]

[...] consegnerò per lei — suggellate, badiamo! — essa si recherà al convegno? — Ma.... — obbiettò la vecchia, un poco paurosa di quel mistero. 96 — Sì o no [...]

[...] ? — insistè James, facendole ben comprendere che un no avrebbe significato la restituzione del denaro. — Non mi compromette? — chiese ancora la Bianchi [...]

[...] rimanere ai comodi vostri, e per un'avventura che — dopo tutto — mi preme assai poco. Favoritemi il mio denaro. — Dio buono! Sa che è un benedetto [...]

[...] , soltanto, che Oscar si valesse di questo mezzo per rivederla, egli che l'aveva tanto e tanto pregata di un nuovo abboccamento; Adelina, poichè sapeva [...]

[...] di qualunque concessione, di qualunque promessa. E alle due, James arrivava in carrozza ad una porticina, aperta nel muro di cinta, di un [...]

[...] spiccava un gran letto matrimoniale a cortinaggi azzurri, che si spingeva fin verso la metà della camera. Di contro al letto, un divano azzurro del [...]

[...] pari, di antica foggia, e due poltroncine. Dinanzi al divano una tavola quadrata, e su di essa due album. Di fianco al letto, un attaccapanni. In [...]

[...] faccia alla porta per la quale James era entrato, v'era un'altra porticina, aperta; per essa si entrava in un piccolo gabinetto di toilette, nel [...]

[...] a fior di labbro da qualche contadina nascosta tra la verzura. Una gran pace era là dentro. James, un poco affranto e spossato dalle fatiche di [...]

[...] letto era così soffice e le molle tanto flessibili, che egli ne ebbe un sobbalzo; e si trovò ritto in piedi, quasi spaurito, indignandosi [...]

[...] istintivamente di aver posate la membra, fosse pure per un attimo solo, là dove si era compiuto il mercato di sua moglie. E rimase, cogli occhi fissi [...]

[...] trovar un argomento di discorso impensato, che potesse dare luogo a molte parole, a uno svolgersi di pensieri nuovi, in cui la mente e le labbra [...]

[...] Adelina coll'orgasmo e il batticuore di un innamorato che è al suo primo convegno lungamente invocato, finalmente promesso. Appena la vedesse entrare [...]

[...] sè stessa e il suo nome. Tante volte?... Quante?... Chissà?... E chi erano stati i suoi rivali di un giorno o di un'ora?... E dov'erano adesso? Oh [...]

[...] poteva dirsi un uomo, tradito, lui? Da chi? Dov'era questo rivale? Chi era l'amante di sua moglie? E poteva dirsi un amante? Il viso di James cambiò [...]

[...] espressione, ad un tratto. Parve, per un istante, quasi rasserenato. In fondo, alla conclusione ultima delle cose, l'infamia sarebbe, per avventura [...]

[...] caso era il suo! Egli, domani, oggi stesso, potrebbe ripresentarsi in pubblico, senza paura di sorprendere un sorriso di scherno, di far cessare [...]

[...] — colla sua presenza, — un pettegolezzo sul conto suo e di sua moglie. Se nessuno ne sapeva nulla!... Nessuno, sì. La Caradelli era una complice che [...]

[...] chi fosse veramente Adelina: non era possibile che essa si fosse data così in balìa d'una mezzana! E poi, e poi, la Bianchi! Era un essere che si [...]

[...] poteva trascurare: non entrava a far parte del mondo, che osserva, che giudica, che ride. Era dunque un uomo tradito, lui? Restavano a conoscersi [...]

[...] , forse; ma il tradimento esisteva? Un tradimento che lo potesse urtare e intaccare nel sentimento, se non nella dignità certamente intaccata e [...]

[...] fatto un amante, non gli aveva preferito nessun uomo sulla terra.... E James rimase, così, a lungo, gli occhi fissi, meditando. Nell'uomo onesto [...]

[...] , intemerato, rispuntava l'animale. Oppure, forse, come tutti, nei momenti più terribili della vita, quando la sventura colpisce ed atterra, cercava un [...]

[...] sollievo purchessia, fosse pure in un'illusione, fosse pure in un'aberrazione del sentimento? Udì un passo leggiero sul viale, e un susurrìo [...]

[...] sommesso di parole. Corse a spiare dietro le persiane. Una donnina, tutta vestita in nero, con un fitto velo sugli occhi si avanzava, preceduta dalla [...]

[...] : ma appena entrata, alzò gli occhi, vide James, e un piccolo grido di terrore gli sfuggì dalle labbra. E, rapidissima, rifece un passo indietro [...]

[...] , dopo un silenzio, James si mosse: venne a lei, tenendole gli occhi fissi sul volto ricoperto dal velo: la prese per un braccio, come in una morsa, la [...]

[...] scostò dalla porta, che rinchiuse a chiave, e la attirò verso il mezzo della stanza. Attese ancora un istante, indeciso: poi, tenendola sempre [...]

[...] stretta ad un braccio, coll'altra mano le strappò il velo che la copriva; poi, violentemente la spinse verso il divano, abbandonandola. Adelina cadde [...]

[...] su di esso, sollevò un attimo gli occhi verso James, li abbassò subito, spaurita, tremante, si coprì la faccia con le mani, ed ebbe uno scoppio di [...]

[...] durava da un anno; ora che aveva creduta la sua situazione assestata e regolarizzata; ora che colla ricchezza acquisita aveva contato di pagare la [...]

[...] parlato? Aveva detto tutto? Aveva date tutte le indicazioni necessarie? Come un delatore volgare, proprio, per rovinarla? Che vigliacco! Dio! fosse [...]

[...] qui, ora, come si sentirebbe la forza, lei donna, di sbranarlo! Il mattino, quando le era giunto l'invito della Bianchi, se n'era indignata, per un [...]

[...] Bianchi, ai suoi orribili impegni. Aveva pensato soltanto, un momento, al pericolo che le sovrastava da parte di Oscar. Ma, nella grande felicità [...]

[...] verrebbe: che non poteva: che era occupata: che le darebbe delle spiegazioni soddisfacenti fra qualche giorno. 100 Allora era giunto un secondo [...]

[...] trattava di rimediare? Non era dunque partito con James? O era ritornato, con un pretesto, per vederla, per parlarle, per mettersi d'accordo con [...]

[...] riconosciuta? La sua comparsa, all'officina, nello studio di James, era stata d'un attimo!... Oppure, Oscar nulla sapeva, ed era questo un mezzuccio a [...]

[...] cui ricorreva per rivederla, egli che si era così entusiasmato di lei, che aveva tanto pregato, tanto supplicato per ottenere un nuovo colloquio [...]

[...] l'avesse risvegliata da un assopimento di morte. 101 Egli attese ancora, poi ripetè — Parla! Adelina si sollevò un poco sui gomiti, scostò le dita [...]

[...] nessun perdono da chiedere: ciò che era avvenuto era stata opera del destino. La sua stima? Non glie l'avrebbe riconcessa più. Era un marito, che le [...]

[...] stava dinanzi; un marito non potrebbe concederla. La uccidesse o la lasciasse andare: tornerebbe dalla mezzana. O peggio, o più in basso. — No, non si [...]

[...] esce di qui! — disse James. E come Adelina giunta alla porta, accennava a girar la chiave e ad aprire, egli le fu sopra, d'un salto, la ripigliò [...]

[...] ad un braccio, la attirò a sè, violento, e la ributtò verso il letto. Essa ci cadde quasi, ma si rizzò subito, e rimase, appoggiandosi con una mano [...]

[...] tasca dei pantaloni un revolver, posandolo sulla tavola e tenendovi sopra una mano; come un argomento per indurla a questa confessione che tanto gli [...]

[...] premeva di udire. Adelina ebbe un senso d'orrore istintivo. Poi proruppe con ira: — Non ò nulla da dire! — Si! Ài, devi aver qualcosa da dirmi [...]

[...] condannato, e lotta disperatamente per contendere la vita, per prolungarla, fosse pur d'un minuto. Con quell'uomo debole, devoto? — innamorato [...]

[...] col gesto o colla parola. Impugnò, soltanto, la rivoltella, ma senza levarla in alto, tenendola ferma sulla tavola, colla mano. 102 Adelina sentì un [...]

[...] lei, e sarebbe stata capace di sparare per la prima; a costo di un delitto si sarebbe tolta a quella umiliazione. — Vuoi che parli, di', vuoi che [...]

[...] ! Perchè è questo che ti stupisce! Se tu mi avessi scoperto un amante, uno solo, non ti saresti stupito, nevvero? Cápita a tanti, codesto!... Ebbene: mi [...]

[...] ; perchè.... non avevo altra via di salvezza! Ecco perchè. Ti basta? Sai quello che volevi sapere? Finiamola, adesso! Si fermò, stupita ad un tratto [...]

[...] , attorno. Vedi! disgraziatamente, perchè ti volevo bene forse, ò avuta la disgrazia di non innamorarmi, di non farmi un amante. Oh! quello non lo [...]

[...] avresti scoperto mai! Se lo avessi scoperto, non ti avrebbe forse stupito! No: non ò avuto un amante, come quasi tutte le donne, come tutte quelle che [...]

[...] , commovendosi mano mano, di una commozione che era spossatezza, esaurimento graduale delle sue forze, Adelina riprese: — E un giorno mi trovai rovinata [...]

[...] : un fascio di cambiali era tra le mani di una donna che avevo creduta sempre, inesperta com'ero, la mia benefattrice, la mia buona consigliera, e [...]

[...] Bianchi. Un uomo, che dopo essere stato per vent'anni l'amante di mia zia, avrebbe voluto essere il mio amante, e, a prezzo del mio amore, avrebbe [...]

[...] pagati i miei debiti. Allora la disperazione mi à colta. Non ò ragionato più, ò perduta la testa.... Mi sono venduta! Tacque. Un singhiozzo convulso le [...]

[...] , la sua sincerità avevano impressionato quell'uomo? La risparmierebbe? E nella vita soltanto? Ci fu un lungo silenzio. — Ài finito? — chiese James [...]

[...] premevi! Volevo rispettarti! E ò scelto il ludibrio che fosse il peggiore, per me e il minore per te! Era così facile di avere un amante: ma ti avrebbe [...]

[...] un istante, chiese ancora, calmo: — Ài finito? Essa rispose, fieramente: — Sì. Allora Burton si mosse, tranquillo, deciso. Non aveva più nulla da [...]

[...] apprendere, e nulla più gli avrebbe interessato. Non si aspettava tanta volgarità di difesa. Aveva creduto — aveva sperato forse — che un fatto [...]

[...] vizio, per corruzione dell'anima, per assenza di senso morale. Egli mosse verso di lei, adagio, coll'arma in pugno. Adelina ebbe un sussulto [...]

[...] . Quando le fu vicino e alzò il revolver su di lei, diede un piccolo grido, si buttò bocconi sul letto, si raggomitolò su sè stessa, e tentò nascondere [...]

[...] ò tradito, sì.... ò amato un altro uomo.... ò avuto un amante.... James sparò ancora, a bruciapelo; il corpo di lei rigirò su sè stesso, e cadde a [...]

[...] terra, vicinissimo al letto. Burton buttò l'arma, e attese un momento. Poi scosse quel corpo col piede. Era immobile. Allora uscì, è andò a [...]

Valera Paolo
La folla
24 1901 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 1017 occorrenze

[...] sulla guancia sinistra un porro nero coi peli lunghi e sparpagliati come le gambe del ragno, non sapeva cosa pensare. Non era mai stata la sua amante [...]

[...] col monosillabo o lo faceva tacere col gesto della mano. — Lasciatemi in pace! — Creperete, e sarà un bel guadagno per tutti! L'ortolana si [...]

[...] pelle che buttava in terra con un pugno i questurini che volevano arrestarlo. Era rimasto in una rissa, otto anni sono, col ventre tagliato in [...]

[...] corpo, carne della sua carne. Il padre era stato un donnaiuolo e un sudicione, ma Adalgisa era stata concepita in un momento in cui l'uomo le [...]

[...] aveva dato con il succo della giovinezza la virginità dei baci. Non c'è che un periodo breve della vita in cui l'amante sia veramente sincero. E [...]

[...] sogni spaventevoli. L'immenso cortile, rotto da un gruppo di case che si elevava coi tetti spioventi e le grondaie sgangherate, era rimasto tale e [...]

[...] si potevano dire il privilegio di tre o quattro famiglie. La pelle dei loro piedi era un cuoio che resisteva ai chiodi vecchi e arrugginiti [...]

[...] mio padre. Accendo gli zolfanelli sul muro, vado per la strada in maniche di camicia, e mi metto in bocca il fondo sugoso della mia pipa come un [...]

[...] stracotte dal sudore. Più di un lunedì non andava al fosso perchè l'intero vicinato lasciava passare la domenica come un giorno feriale. Nessuno si [...]

[...] donne e non riesce sempre in fine di settimana a dare a tutti un po' di biancheria pulita. Il bucato costa e, quando la gente lo paga, vuol dire che [...]

[...] violenta, come per soffocare la voce di chi lo insultava. Il suo ragionamento era che i suoi genitori gli avevano dato un mestiere. Da [...]

[...] la scarsezza lo obbligava a trovare delle scuse. — Credetelo; quando un operaio lavora come lavoro io e conduce la vita modesta che conduco io [...]

[...] , il progresso non può essere progresso. Paolino se la cavava con delle spallate. A parlare con gli ignoranti non c'era sugo. Anche un orbo poteva [...]

[...] vedere il perchè questo inchiodatore di casse da morto non riusciva a saldare le partite domestiche. Perchè era un senza testa che prolificava [...]

[...] circondate di macchioline luminose. Era un uomo alla buona che ciarlava con il cuore in mano e che non nascondeva ad alcuno la sua origine. Figlio di un [...]

[...] come un incettatore che aveva comperato tutte le pesche arrivate nella notte alle porte di Milano. Con questo colpo napoleonico, come venne poi [...]

[...] chiamato, egli aveva soppresso la concorrenza bestiale tra la gente che si affannava per giungere prima a impadronirsi di un carretto di frutta in [...]

[...] viaggio verso il dazio. La mattina delle pesche egli si era seduto nella bottega in Verziere come un dittatore. O morire sotto di lui o rimanere [...]

[...] "vivere e lasciar vivere". L'esasperazione degli altri lo aveva fatto passare per un assassino del mestiere. La Gigiona, che aveva il negozio vicino [...]

[...] stato un cacone, gliela avrebbe fatta pagar cara. — Vigliacco! Cesarino, quello dagli occhi cisposi e dal ciuffetto sulla fronte alla moda dei [...]

[...] al rialzo dell'immensa piattaforma del Verziere, si parlava di Pasquale Introzzi come di un camorrista che aveva consumato metà della vita in [...]

[...] che pagare. La colpa era degli asini che l'avevano comperata. — Un Pasquale Introzzi è un castigo di Dio per tutti i mestieri, diceva Agostino [...]

[...] , detto il "Molle" per quella sua cascaggine di stare in piedi. Ma dico e dirò sempre che un uomo come lui era necessario. Ci voleva, parola d'onore, ci [...]

[...] conoscevano che l'invidia. Ma era convinto che quella era la strada e che un giorno o l'altro il Verziere sarebbe stato dominato da un gruppo di [...]

[...] professionale. Se campo! si diceva egli sovente battendosi la fronte. Ma come tutti i pionieri di un ideale, egli è morto senza vedere il [...]

[...] funebre faceva nascere il singhiozzo da un capo all'altro della processione. Alla nota patetica, se non avessero avuto vergogna, si sarebbero [...]

[...] proprietario. Il suo amministratore, Tommaso Ghiringhelli, un uomo fatto che conosceva gli interessi degli Introzzi assai meglio degli eredi, lo [...]

[...] mattone del suolo. Date retta a me e lasciate correre. L'idea di Giorgio di proclamare un indulto per tutti gli inquilini in arretrato era buona e [...]

[...] amministrazione che cede, conduce gli amministrati alla malora. L'indulto è sempre un atto di debolezza. Salvo qualche eccezione, chi non paga [...]

[...] regolarmente l'affitto è un uomo destinato a naufragare nella miseria tutta la vita. A lasciarlo affondare piuttosto oggi che domani la società non [...]

[...] noterelle alla mano, diceva al signor Giorgio che c'erano alcune passività che toglievano anche l'idea di un indulto. Il num. 38 del terzo piano [...]

[...] chiusi. La stanza era spaventevolmente vuota. Non c'era che un crocifisso di stagno ricamato di ragnatele alla parete e una banca spaccata dalla falce [...]

[...] andata a vederlo perchè da un po' di tempo si guardavano in cagnesco. Bevendo, era diventato permaloso e ipocondriaco e bestemmiava. — Sugli arretrati [...]

[...] occhiaie completavano una figura spaventevole. Margherita non seppe trattenere un grido che andò giù dalla ringhiera a chiamare disopra le donne [...]

[...] sentirsi gelare il sangue. Provava dei tremori alle gambe. L'opinione di tutte era che il povero Tognazzo doveva essere crepato come un cane [...]

[...] . — Povero diavolo! Ciascuna di esse se lo avesse saputo sarebbe andata a portargli almeno una goccia d'acqua. Erano tutte cristiane e in un momento [...]

[...] di bisogno sapevano farsi in quattro. Vivo lo si lasciava nel suo brodo perchè era un selvaticone che non si sapeva da che parte prendere. Se [...]

[...] lasciar morir di fame un povero cristo che non faceva nulla di male. Ma Luigia la consolava dicendo che non si poteva morire di fame. Ne aveva [...]

[...] ch'era meglio chiuderglieli, gli calava la palpebra, la quale risaliva lentamente come quella dell'occhio meccanico. Un orrore che non si era mai [...]

[...] dieci. Il gioco del lotto era diventato birbone e ormai col nuovo governo non guadagnavano più che i signori. Un tempo, quando c'erano gli austriaci [...]

[...] portavano loro i numeri. Sul Tognazzo non c'era dubbio. Egli era un morto che poteva rovinare il lotto. C'erano semplicemente dei numeri che bisognava [...]

[...] tutte le settimane. Chi tira su i numeri ha gli occhi bendati, ed è un ragazzo innocente come l'acqua. State attente: miseria 55, fuoco spento 3 [...]

[...] affari privati, era da uomo con la testa sulle spalle sopprimere i buchi che davano l'idea di un Casone dilapidato. Le scale le considerava davvero [...]

[...] . Ghiringhelli era padrone di dire quello che voleva perchè era più vecchio. Lui però aveva quarant'anni di meno e un altro concetto del padrone [...]

[...] assieme, mal tenute, e faceva sorgere al loro posto un vero palazzo operaio, come uno di quelli del Peabody, che aveva veduto in Inghilterra e in [...]

[...] spazzature coperta e in un luogo staccato dai blocchi abitati. Giunto al penultimo gradino del secondo piano, dinanzi l'uscio del calzolaio, i suoi [...]

[...] pensieri filantropici venivano stroncati dalla scena che si svolgeva un po' dappertutto, lungo le ringhiere di ogni blocco. Il marito, con gli [...]

[...] questurini. Lo si diceva un satanasso cattivo come la peste. In galera ce ne dovevano essere dei migliori, se era vero che non erano tutti assassini [...]

[...] calzolaio incanagliva piangendo. Si toglieva il grembiale a petto e lo sbatteva sul desco dei ferri dicendo che la sua era una vita da cane. Un [...]

[...] stracciona che non aveva un soldo di pane quando l'aveva sposata e che ora gli faceva fare di quelle figuracce. A questo mondo si è proprio [...]

[...] e di bersi fuori la camicia, se vuole. Purchè non dimentichi di pagare l'affitto. Siamo intesi. A Giorgio sembrava che fosse stato un po' duro [...]

[...] . La rassegnazione della povera donna che soffocava il crepacuore nella faccia del piccino, meritava almeno un po' di tregua. Ghiringhelli alzò il [...]

[...] lapis con un gesto d'impazienza. Se si inteneriva per dei casi come questi, poteva rinunciare alle pigioni. Si trattava di gente [...]

[...] piccoli perdoni che giovano solo a far perdere completamente al popolo il senso della responsabilità individuale. Ora si trattava di un caso più [...]

[...] disseminati per le spalle, con il seno nudo che pareva un nido di piaceri, perdeva dovunque il sentore della vergine che ha già scaldata la carne [...]

[...] vittorioso che la lasciò col sedimento fecondo fu come l'ultimo. Un caso. Un'avventura senza precedenti, senza continuazione. La prima volta si [...]

[...] lasciò sdraiare nel pomeriggio di una domenica soleggiata, in un prato rasente il viale del Sempione, dal figlio di un facchino che le aveva [...]

[...] dato da un pezzo delle ciliegie rosse come le sue guance. L'ultima venne colta dal figlio del maniscalco sulla piazzetta. Egli le ruppe la [...]

[...] resistenza mettendole la mano sulla spalla. Con la mano del maschio sulle carni, i nervi di Annunciata oscillavano come sotto l'azione di un filo elettrico [...]

[...] avvenuto. Usciva dagli strazi materni ammantata di un pallore che illeggiadriva la grandiosità delle sue forme sempre in fiore. Pasquale, il padrone [...]

[...] correre in cerca di lei per naufragare nelle sue braccia. Ammalata o indisposta, si metteva a disposizione di lei come un padre affettuoso. La [...]

[...] faceva visitare da un medico a pagamento, le mandava dei corbelli di frutta e dei sacchetti di dolci che comperava in Santa Margherita, e alla sera [...]

[...] godere l'intimità della coltre di Annunciata, anche quando gli altri con delle manate d'oro rimanevano col desiderio. Morì come un ingrato, senza [...]

[...] ricordarsene, senza lasciarle un centesimo, senza mandarle un addio. Essere stata buona e trattata in quella maniera le faceva male al cuore [...]

[...] pagarle. — Non sono di quelle, io, sai! Allora Pasquale le faceva passare la sua mano enorme per il dorso come un solletico e le diceva che era una [...]

[...] amati. Ma non credeva Pasquale capace di corbellarla come un gaglioffo. Chi gli aveva mai cercato qualche cosa? Ghiringhelli bussò all'uscio con [...]

[...] Fioravanti per vendicarsi di uno schiaffo che gli aveva dato al sole, un giorno ch'egli si era permesso di farle sdrucciolare nell'orecchio una [...]

[...] bocca aperta. Non le pareva vero che Pasquale, quantunque vigoroso e in gamba, avesse potuto avere il cuore di un tocco di ragazza di quella [...]

[...] stava facendo un giro col nuovo padrone, si dava un'occhiata per vedere se vi erano delle operazioni da fare. Qui sembra che sia tutto in [...]

[...] casa loro. Lui aveva cura della popolazione della sua casa. Nei sei anni che lo aveva conosciuto non le aveva mai dato modo di domandargli un [...]

[...] chiodo. Non era ancora caduto che c'era lì l'uomo col martello in mano. Era un padrone che considerava la vitaccia dei poveri cristi, perchè diceva [...]

[...] stata ammalata che una volta e anche questa per essersi storpiata un piede in una pozza del cortile. Se ne ricordava ancora per la disperazione [...]

[...] riparare al malfatto. — Mi mandava il suo medico e alla sera stava qui a farmi compagnia, seduto nella poltrona rossa che vedono là in fondo. Era un [...]

[...] tramutava in una fiera. Era un andirivieni di persone che non finiva mai. Si vedevano frotte di ragazze che rincasavano dalle fabbriche, madri che [...]

[...] fuori a frustarsi le ossa. Un poveraccio di fabbro con una e ottanta al giorno doveva nutrire sei persone; col pane a quaranta centesimi il chilo [...]

[...] poteva più vivere. Una volta al sabato c'era modo di berne un mezzo e passare un'ora cogli amici. Adesso era molto se si riusciva a comperarsi un [...]

[...] paura. Non era più di primo pelo, ma non si sentiva tremare le ginocchia, perdio! anche se fosse stato un gigante, perdio! Già, una volta o [...]

[...] staccava un giovine alto, forte, in giacca di velluto oliva chiaro, con cravatta nera giù per la camicia di cotone azzurro, con il cappello floscio [...]

[...] naso. Era un pezzo che gli prudevano le mani e che aveva voglia di sfogarsi con uno di codesti arruffapopoli che mettevano sottosopra il Cortilone [...]

[...] dovuti ammazzare tutti coloro che la pensavano diversamente, là là, si avrebbe dovuto lavorare di coltello tutto il giorno. Con un po' di calma si [...]

[...] dalle pupille vivaci nella lascivia lattiginosa, con un mucchio di capelli disordinati e chiari sbattuti indietro, che cianciava coi pugni sui [...]

[...] l'Annunciata, per un uomo che le aveva divise lasciando in ciascuna un odio mortale. E stringendosi le amiche ai gomiti narrava loro che, alla presenza di [...]

[...] tutte le lavatrici, si erano gettate l'una sull'altra coi bramiti della donna ferita nell'amore e con un accanimento feroce. Vi fu un momento in cui [...]

[...] tutte le ragazze saltarono in piedi con un grido d'orrore. Si credeva che l'Adalgisa avesse sdocchiata l'Annunciata con un dito. Pareva loro di [...]

[...] terra, le due rivali si staccarono l'una dall'altra ansanti, con le facce spruzzate di sangue, rimboccandosi un po' più le maniche e ravviandosi i [...]

[...] d'in terra e la scaraventava nel fosso come un sacco di biancheria sporca. Rimasero tutte intontite. L'Annunciata era in piedi trafelata, e [...]

[...] pietra del lavatoio senza dire una parola. — Fu un atto coraggioso e generoso, disse una delle compagne. — Fu un atto superbo, se volete. Ma desso [...]

[...] Carolina, era più affettuosa e si passava con lei una mezz'ora che era un piacere. Ora è invecchiata. Non vede più che sgualdrine e non c'è [...]

[...] principio di un incendio. Dappertutto si gocciolava come in un forno. Le donne si agitavano le vesti per mandare sotto un po' di fresco e gli [...]

[...] uomini si sbottonavano e uscivano con la camicia spalancata a protendere la testa dalla ringhiera per sentirsi alitare un po' di aria sulla faccia [...]

[...] viva. La città pareva divenuta un cimitero. Lo scalpellino, nel '55, c'era anche lui e aveva già vent'anni. Si ricordava di una cometa che fu un [...]

[...] diventa furioso, e portate fuori un cuscino da mattergli sotto la testa. Così va bene. Quando un poveraccio ha di questi accidenti sarebbe meglio [...]

[...] , a momenti mi fracassava la mano! Antonio si era risollevato con un urlo che faceva rabbrividire, cercando di liberarsi dalle mani che lo [...]

[...] tenevano come incatenato e poi si era lasciato andare di peso, prostrato dalla lotta, con un sospirone pieno di gemiti. La popolazione era aumentata [...]

[...] . Una volta, una povera donna che metteva regolarmente i suoi 25 centesimi, era sicura, una settimana o l'altra, di rifarsi con un ambo, a dir poco [...]

[...] aveva riveduto Tognazzo disteso sul letto, con la faccia scarna e gli occhi striati. Era un avviso che il povero morto le dava di non dimenticarli [...]

[...] velluto, annegato nella velatura chiara della luce lunare, con la bella testa che soprannuotava sulle altre, diventava la figura ascetica di un [...]

[...] predicatore di turbe. Buono come un marzapane, ascoltava volontieri ciò che dicevano gli altri e non andava mai in collera che quando qualcuno [...]

[...] veduto una società un po' diversa da quella in cui viveva. Non gli pareva giusto che si dovesse faticare tutto il giorno per stentare la vita come [...]

[...] , pianse come un ragazzo. Era uno dei migliori lavoranti e un uomo a cui tutti volevano del bene. Gli sanguinava il cuore di vedere un povero padre [...]

[...] di famiglia ridotto alla mendicità per un infortunio del lavoro. Si struggeva e si convinceva che qualcuno avrebbe dovuto pensarci. L'operaio [...]

[...] deliziava a sentire un giovine che parlava con una semplicità che innamorava. Era il solito Giovanni che si era ubbriacato. Al sabato non andava a [...]

[...] stavano, per inseguirle a calci. La madre si lasciava martirizzare sovente senza dire una parola. Era inutile prendersela con un uomo che non sapeva [...]

[...] spalancato. Luciana non vide altro. Gli menò una zoccolata sulla fronte che lo fece stramazzare al suolo innaffiato di sangue con l'urlo di un bue che [...]

[...] fazzoletto di seta scarlatta. Andrò al diavolo. Non mi vedrete più, più, più! E ora di finirla con un imbriacone di padre che non ci lascia quiete [...]

[...] neanche in letto. Crepa! E tu, madre, guarda bene di dargli una mano. Lascialo lì a morire come un cane. I vicini le davano ragione. L'ubbriachezza [...]

[...] andata alla questura. Un po' di prigione per certi sbevazzoni non fa male. Le amiche accarezzavano Luciana e le dicevano di ritornare a letto, che [...]

[...] il padre della sua morosa era di sopra a fare il prepotente, entrò nella stanza con la faccia spaurita. Era un tocco di vergogna che un uomo di 40 [...]

[...] pronti contanti. Ma non importava, avrebbe compiuto anche questo sagrificio per dare un po' di quiete alle donne. — E tu, Luciana, ricordati che [...]

[...] casa nostra sarà casa della mamma. Per un boccone di pane e un cucchiaio di minestra, non andremo in malora, non andremo. Luciana piangeva appesa al [...]

[...] anche coi cattivi. Sono dei dolori di testa questi uomini. Già, un po', la colpa è anche degli osti. Se non dessero loro da bere quando hanno gli [...]

[...] , quando c'era un po' di timor di Dio, certe cose non si vedevano. Peppina, nata nel Casone, aveva 67 anni. Tutt'assieme era una donna che si vedeva e [...]

[...] si portava via nella mente come un ritratto indimenticabile. Era alta, ischeletrita, con una faccia dall'ossatura pronunciata e un mento così [...]

[...] lungo che ricordava il cavallo. I rari capelli grigi, bipartiti per le pareti craniche, le spandevano per la testa un po' della beghina e gli [...]

[...] occhi neri, che non avevano perduto nulla della vivezza antica, davano a tutta quella carcassa dei bagliori di vita. Suo padre era un affittaletti [...]

[...] ne ebbe mai uno vuoto. I suoi avventori stavano bene e potevano considerarsi in casa propria. Se un giorno si trovavano a corto di quattrini la [...]

[...] suo cuore che la fece venire meno al proponimento di rimanere zitella. Tra i suoi ospiti del '65 era un poveraccio di precettato che di tanto in [...]

[...] tanto veniva ripreso dalle leggi, senz'altra colpa che quella di essere un disgraziato addosso al quale poteva pisciare ogni malcreato. Lo aveva [...]

[...] veduto dimagrire senza mai domandare una minestra a credito e correre delle giornate intiere in cerca di un lavoro che non trovava mai. Nei cenci [...]

[...] del pitocco, con la barba incolta e i capelli lunghi, pareva un diavolo capace di svaligiare le persone che incontrava di notte. Ma lavato [...]

[...] , sbarbato, nutrito regolarmente, con indosso una camicia di bucato e degli abiti all'onor del mondo, veniva fuori un giovane di trent'anni da far gola [...]

[...] condanne senza che ci fosse mai un delitto. Il primo momento fu perchè era senza domicilio e non aveva mezzi di sussistenza, il secondo perchè [...]

[...] venne trovato attorno senza lavoro, il terzo per vagabondaggio e il quarto perchè colto di notte in un atteggiamento sospetto. Dopo la prima [...]

[...] tanti, diventava un paradiso senza entrata. Nessuna casa pulita, che non fosse stata una locanda come la sua, dava un letto a un precettato che [...]

[...] affezionato a Peppina in un modo da ingraziarsi anche i vicini che lo guardavano di malocchio per quei suoi giorni di miseria fino al collo [...]

[...] sedimento come una volta. Tanto più lavorava, quanto più gli sembrava di mondarsi di un passato che lo faceva arrossire. Verso sera, mezzo morto dalla [...]

[...] stanchezza, dava un bacione alla moglie, prendeva una scranna liscata e andava col virginia in bocca a sedere tra l'entrata ed il cortile, dove godeva [...]

[...] sentirsi una mano figliale sulla guancia nelle giornate della vecchiaia. Un bimbo avrebbe ribadito e santificato la loro unione. Ma Cardellini era [...]

[...] un piattone di frittura, si misero a dargli del lasagnone e a dirgli che non doveva far tanto il superbioso perchè lo conoscevano bene. — Quei [...]

[...] cinghiata attraverso la faccia. Se non ci fosse stata lì la Peppina, avrebbe dato loro una lezione da ricordarsene per un pezzo. I fiori tatuati [...]

[...] abbastanza fastidio senza ricordarglieli. — Precettato! Peppina si alzò in piedi e con un gesto additò loro la porta. Era una vera porcheria [...]

[...] d'insultare un uomo che attendeva ai fatti suoi. Se non se ne andavano con le buone, sarebbe andata a chiamare la questura, che era lì fuori a due passi [...]

[...] andavano proprio a prenderlo per i capelli. Armato di un randello che teneva dietro il banco per precauzione, andò loro a intimare l'uscita [...]

[...] era impegnata in un modo bestiale. Colui, che gli era saltato sul collo, gli era di nuovo con le mani alla camicia per strangolarlo e con la bocca [...]

[...] che faceva di tutto per mangiargli via l'orecchio o strapparglielo. Il secondo, bassotto, con una grinta che metteva freddo, snodato come un [...]

[...] saltimbanco, gli aveva fatto cadere il bastone con un pugno alla nuca che pareva di piombo. La voce di Peppina aveva radunato quattro o cinque [...]

[...] vicini che stavano di fuori all'uscio a dire loro di smetterla di massacrarsi in quel modo. Andrea, bianco come un cadavere, con la testa che faceva [...]

[...] sangue da tutte le parti, stordito dai colpi che lo malconciavano, con un sforzo supremo afferrò il coltellaccio sul tavolo, e, come uomo che non [...]

[...] che era proprio un peccato che un artista come lui non avesse le gambe come gli altri. Nelle settimane in cui avevano fatto il giro degli [...]

[...] edifici popolari, esulavano per i grandi cascinali milanesi, ove venivano accolti come membri della famiglia ritornati da un viaggio. Le paesane, con il [...]

[...] , pur avendo un occhio di vetro e un nasone bitorzoluto sulle labbra senza baffi, si faceva amare per quella sua comicità inesauribile che metteva [...]

[...] torcere delle risa, raccontava loro panzane condite di lepidezze che tramutavano la stalla in un teatrino dialettale. Il suo naso soffiava come una [...]

[...] tromba e la sua bocca sapeva imitare la voce bestiale di tutte le bestie. Muggiva e levava un coro di muggiti. Gli rispondevano tutte le vecchie [...]

[...] famiglia. Ciascuno di noi sa suonare un istrumento. Ci mettiamo in società per essere l'uno dell'altro e per soddisfare ai nostri bisogni sociali [...]

[...] beveva anche se gli altri ne erano sazii. Gaetanino, per esempio, aveva un debole per lo stufato a pancia piena. Finita la cena, che veniva [...]

[...] sera diventava silenzioso, non fumava mai meno di tre virginia e qualche volta gli prendeva il ticchio di offrire un bicchiere di quel buono agli [...]

[...] vestiva con un certo scicche. La caratteristica era che tra loro non c'erano donne. Di sottane non volevano saperne. Dove ci sono, dicevano, mettono la [...]

[...] zizzania e si finisce per prendersi a coltellate. Tutto il Terraggio ne era un esempio. Non vi si trovava una famiglia che non finisse la [...]

[...] . — Sporcaccioni! La donna invece aveva incominciato il suo lavoro di decomposizione. Alfredo da un po' di tempo non aveva più la bonarietà e la [...]

[...] condiscendenza che lo rendevano così caro agli amici. Scattava per dei nonnulla e aveva dei momenti di tristezza cupa. Lavorava con loro, mettendo anzi un [...]

[...] po' più di mestizia nelle sue canzoni, ma evitava il loro contatto più che poteva. Uscendo da un portone per passare in un altro, preferiva [...]

[...] dirgli che stasera bisognava festeggiare l'avvenimento con un pranzetto che avrebbe ordinato lui al Gianmaria. — Voglio che mangiamo il risotto coi [...]

[...] funghi, stasera! Alfredo si sforzava e rideva delle loro risate senza divenire allegro. Strambo intuiva che il suo male era un male [...]

[...] gli increspava il sangue e lo metteva davanti al corpo della donna nuda con le braccia avviticchiate a un uomo che le suggeva i baci. Nell'attimo [...]

[...] un delitto compiuto. Più di una volta egli era stato lì lì per sfondare la porta con una spallata per convincersi se lo scricchiolio del letto [...]

[...] sua, tutta sua, di nessun altro che sua. Una notte, mentre origliava col cuore che gli palpitava febbrilmente, gli giunse l'eco di un bacio che [...]

[...] gli fece trasudare la fronte come in un bagno russo. Era caduto in ginocchio, col cuore trapassato da uno spillo e si era alzato sfinito. In [...]

[...] diceva che il suo era un brutto sogno. Che aveva lui di comune con l'Annunciata? L'Annunciata era libera, padrona di sè. Non gli aveva mai dato altro [...]

[...] interruzione. La struttura dei blocchi del Casone era naufragata sotto un enorme peso di neve. I solchi delle pedate venivano riempiti prima che [...]

[...] scendere lentamente negli squallori della vecchiaia che va di porta in porta a mendicare un boccone di pane, lo riprese per il braccio e con uno [...]

[...] sforzo lo tirò su di peso, trattenendolo con degli scotimenti che lo richiamavano alla realtà della nottata. — Su, presto, andate in un letto di [...]

[...] ginocchio, senza voltarsi verso l'uscio che racchiudeva la donna che aveva finito per fargli paura. Non voleva più pensarci. Era stato un quarto [...]

[...] d'accanto alle sconosciute. Era una donna che non valeva i denari degli abiti. Fingeva di essere di nessuno ed era un vaso comune. Faceva la [...]

[...] quattro bottoni e dava dei buffetti ai bimbi nelle braccia delle amiche che era un amore. A letto Alfredo si voltava e si rivoltava sempre più [...]

[...] bianchi, con la base sommersa nella superficie bianca. Alfredo, istupidito dall'insonnia, si era rimesso alla stessa ringhiera come un sonnambulo [...]

[...] sembrava una vigliaccheria la sua di sfondare un uscio e gettarsi su una donna nuda, addormentata, senza difesa. E a volte le sue esitazioni lo [...]

[...] senza fracasso. Si trovò nella prima stanza inondata di luce bianca, sotto un affollamento di biancheria giù penzolone, come un ladro che ha paura di [...]

[...] lenzuola erano di ghiaccio, la donna era a gozzovigliare in un altro letto. — Bagascia! Adalgisa era tornata dalla campagna sul Terraggio più [...]

[...] santocchiona, come se fosse stato un delitto avere un po' di religione! La vita agiata le era diventata, a poco a poco, un supplizio. Se invitava [...]

[...] ! Edoardo viveva di queste minuzie. Cresciuto in un ambiente superiore, non sapeva adattarsi alle usanze di una ragazza che aveva tutte le volgarità [...]

[...] avvertite da una generazione all'altra. Malgrado le condizioni e le abitudini, c'erano momenti in cui Edoardo credeva di volerle un gran bene. Se ne [...]

[...] acerbe e le villanie che un gentiluomo non diceva mai a una signorina. Perchè contraddirle di portare il cappellino in un modo piuttosto che nell'altro [...]

[...] voglio regalare un braccialetto di perle che ho veduto stamane nella bacheca del Baj. Lo voglio, lo voglio! — Edoardo, non sciupare denari. Tu [...]

[...] sai che io ti voglio bene anche senza gingilli. — Non far la cattiva! È detto. Io voglio che il tuo braccio abbia delle perle opaline. È un [...]

[...] fuori in un pianto dirotto. Poi si levò in piedi indemoniata. Con la faccia smarrita, smaniava e diceva che era stufa della vitaccia da schiava [...]

[...] tappeti, ma c'era un piatto di buona ciera e quello che vi si mangiava, si mangiava di gusto. Stracciandosi le gale del collo in mezzo ai barbagli [...]

[...] della luce lunare che entravano dalla finestra, coi capelli disciolti e con le guance rosse dalla collera sembrava ancora più bella. Era un [...]

[...] un altro. Lo spillone che le aveva regalato nel suo giorno onomastico andava in frantumi. Non voleva più nulla della casa che le ricordava [...]

[...] l'orrore di essere stata considerata una mantenuta. Al diavolo la casa dello scicche! Preferiva un boccone di pane mangiato in pace con un uomo che la [...]

[...] farabutto con uno schiaffo e con un urto lo rovesciò a terra come un corpo morto. — Miserabile! Aperse l'uscio, lo guardò un'altra volta come se [...]

[...] i suoi occhioni di un azzurro lucente, lasciava la maldicenza alle spalle e se ne andava via senza voltarsi indietro. Avrebbe avuto schifo di [...]

[...] con lo spazzolino. Al sabato non si coricava senza lavarsi i piedi, anche se la mamma le diceva che poteva buscarsi un raffreddore. Un giorno [...]

[...] via Rovello, rimasto con la faccia del fanciullone a cinquant'anni. Taluni vi andavano semplicemente per fare l'asino. Si contentavano di un po [...]

[...] beveva come un uccellino, intingendovi le labbra e sorridendo con una curva incipiente a chi glielo offriva. Bevendo, il Pinellone faceva [...]

[...] descriveva tutto un orto col frutteto a spalliera per goderne i muri, e coi quadrati con la bordatura coltivata di fragole. Il più chiassoso dei [...]

[...] Gianmaria con l'Adalgisa a bere un bicchierino di grappa della bottiglia che vi mandava lui stesso per berla di quella spremuta dai graspi e [...]

[...] mentre il cavallo voltava il vicolo, le raccomandava di tenergli un garofano giallo macchiettato che sarebbe venuto a farsi inocchiellare alle [...]

[...] cinque. Prima di scomparire dal corso si voltava a gettarle un bacio che qualche volta gli veniva ricambiato. Il Bentoni era un tutt'assieme [...]

[...] , con un solino a larghi risvolti sul panciotto di velluto come la giacca, con una cravatta fuoco annodata con le gale lunghe che svolazzavano, e [...]

[...] portava un cappello floscio color nocciuola. Aveva sempre un lembo del foulard fuori del taschino e i polsini che gli uscivano dalla manica coi [...]

[...] larghi bottoni d'oro dal biscione aggrovigliato al centro che gli davano un grande scicche. Era uscito dall'utero del servidorame. Suo padre era [...]

[...] , l'uomo provvidenziale, l'uomo utile, l'uomo indispensabile. Una volta rimase assente un mese senza che alcuno avesse mai saputo dove fosse stato e [...]

[...] come un figlio. Morto Massimo, due anni sono, la sua autorità era piuttosto cresciuta che diminuita. Luciano lo trattava famigliarmente come [...]

[...] . Era un chiosco di mogano rossiccio con una fronte di vetrate lungo il porticato a colonne di bronzo istoriate, dinanzi alla quale correvano [...]

[...] rassomigliavano a Massimo erano il fondo religioso e l'avversione profonda per il matrimonio. Non era un chiesaiuolo che sginocchiasse su per i [...]

[...] . Teneva un registro particolare delle forze che si contendevano il seggio, prendeva parte attivissima ai meetings privati, torreggiava nelle [...]

[...] disposizione dei comitati cattolici tutte le carrozze e tutti i tiri a due e a quattro dei conti Vittone. Il giorno in cui il quarto collegio elesse un [...]

[...] gli sforzi dei suoi pochi amici non sarebbero mai riusciti a prolungargli la vita di un giorno. Non era un transfuga. Rimaneva cattolico per [...]

[...] proprio conto. Ma non avrebbe sciupata una cartuccia di più per la bandiera di un esercito che l'aveva vigliaccamente abbandonata. Il matrimonio lo [...]

[...] aveva stomacato. Era un legame ch'egli aveva creduto santo fino al giorno in cui venne a smagarlo la tragedia domestica del padrone. Tra il conte [...]

[...] stesse svolgendo l'eterna scena della fedeltà coniugale, donna Elena delirava per un altro, trovava abbracciamenti per un altro, e si ubbriacava [...]

[...] di baci sulla bocca di un altro. Si ricordava come se fosse adesso. Era una sera di Natale. Il pranzo era passato come un trionfo. Il ceppo aveva [...]

[...] raccontando i nataloni dei loro avi, le cui preparazioni incominciavano un mese prima e la cui chiusura avveniva un mese dopo. A mezzanotte il conte [...]

[...] un'allegria. Nessuno si era accorto che tra il conte e la contessa era nato da un anno un odio che non si scioglieva in una tempesta, soltanto [...]

[...] assistere con gli occhi e le orecchie al dramma. — Tu imparerai molte cose stanotte! Bentoni era al suo posto agitato come se stesse per commettere un [...]

[...] singhiozzava, il conte Vittone era divenuto calmo. — Non vi torcerò un capello. Deploro di essermi sporcate le mani. Voi mi avete obbligato a [...]

[...] dimenticare che sono un gentiluomo. D'ora innanzi non sarò più vostro sposo che per i domestici e per la gente che saremo costretti a vedere insieme [...]

[...] . Nessuno, tranne il Bentoni, deve sapere che tra noi e voi è un abisso che nessuno può colmare. Voi abiterete le stanze che vi verranno assegnate, e [...]

[...] che voi potrete distruggere adducendo disturbi che vi impediranno di partecipare al gran mondo. Dopo un po' di tempo vedrete che si rassegnerà [...]

[...] anch'essa alla vostra perdita. Accettate? La contessa accettava tutto. Un martirio che durò tre anni. La contessa incominciò la vita di reclusa [...]

[...] leggendo. Divorava un romanzo dopo l'altro senza mai stancarsi. Di notte non spegneva il lume che tardi, quando la sua vista incominciava a [...]

[...] parola di rincrescimento per le persone a tavola e saltava in un altro argomento senza scolorire. A pranzo non mancava che di rado. Ma era quasi [...]

[...] sempre il conte che rimaneva assente. Il conte che prima rifiutava gli inviti, ora era sempre in casa altrui o nei restaurants, come un giovanotto [...]

[...] ciò che aveva sottomano o deposto in qualche parte un minuto prima. Se si metteva a scrivere domandava cento volte quanti se n'aveva del mese [...]

[...] condizione che rimanesse celibe. Di matrimoniati non ne voleva più sapere. Un domestico che parlava di prendere moglie o una domestica che si proponeva [...]

[...] un balocco per la distrazione dell'uomo. Tanto più vedeva Adalgisa, quanto più spasimava di rivederla. Le altre donne non gli avevano inquietato [...]

[...] domandò una domenica che andavano alle corse di San Siro. — Te ne voglio! Sferzò il cavallo con un grido che infuriò la bestia tra il pêle-mêle dei [...]

[...] le ruote, per aver modo di morsicarle le belle labbra che si aprivano come un frutto vivente. I tiri a quattro che filavano l'uno dietro [...]

[...] fantino era Lanterre, il vincitore invincibile dei primi premi. Lungo, assecchito, con una testa rotonda come un piccolo globo e il naso [...]

[...] schiacciato alla radice, coi buchi larghi delle nari volti in su come due cavità minacciose. Lara era un nobile animale di razza inglese, arrivata terza [...]

[...] più che due contro uno. Gli altri cavalli erano sconosciuti, tranne Lord Endel, il morello chiazzato di bianco alle culatte, che era stato a un [...]

[...] coda. Nessuno simpatizzava per un quadrupede con tanti vizii. I book-makers l'avevano offerta con venticinque volte la puntata senza destare [...]

[...] che non aveva voluto puntare su Lara. A un tratto l'attenzione fu per un'altra. Emma si era rimessa in cammino con una velocità fulminea [...]

[...] materassaio ambulante, senza dolersi di avere voltato il dorso alla bottega che lo aveva ridotto un cencio a diciotto anni per quattro lire la settimana [...]

[...] e le mance del ferragosto. L'esistenza in un lavorerio, chiuso sotto una vetrata, non gli era mai andata. I suoi polmoni avevano bisogno d'aria [...]

[...] come le sue gambe di moto. Con Piccinelli per padrone, le giornate gli parevano lunghe come la fame. Era un orario che non gli lasciava tempo di [...]

[...] , diceva loro, il vostro pane intellettuale, ma ci vogliono meno ore di bottega se volete che si senta la voglia di prendere in mano un libro [...]

[...] aveva nella memoria come un locale malsano, con una luce scialba che accecava in dieci anni e dell'aria che sentiva di chiuso anche se si era [...]

[...] tappezzieri si guastavano i polmoni e morivano lentamente, sputacchiando nero come gli spazzacamini. Adesso lui non c'era più e gl'importava fino a un [...]

[...] tempi i giovani si mandavano i garzoni dall'uno all'altro con lo scapaccione e con la pedata. Un modaccio che lo indisponeva e gli metteva [...]

[...] qualche volta un lacrimone negli occhi. Il garzone che andava in giro con lui da sei anni non aveva ricevuto che uno sberlotto che si era meritato [...]

[...] graticcio, delle bacche, dello scardasso, dei grembiali, della bisaccia cogli aghi da basto, col refe e con un po' di fiocchi bianchi e colorati per [...]

[...] tirarsi dietro un morto di fame. Chi lavora deve mangiare. E una lira al giorno non era mica troppo per un bulo che voltava via mezza libbra di pane [...]

[...] nel solco come un fiore di neve spruzzato di sangue. Ma la parte più importante del suo lavoro era di renderli soffici senza sciupare la lana [...]

[...] galantuomo. Il galantuomo non corre i pericoli del ladro e ha del lavoro fin sopra i capelli da un capo all'altro dell'anno. Non era ancora uscito [...]

[...] mai stufa di ringraziare Domeniddio di averle dato un maschio che sapeva tirare innanzi una barca sdruscita con sei ragazze. Candida, la maggiore [...]

[...] , un bambolone a tredici anni e mezzo grosso come una donna, era la sola che portava a casa due lire la settimana, guadagnate come piccinina alla [...]

[...] della scuola facevano colazione di fuori sul portone in faccia al giardino pubblico, essa si era provata a fare dei punti in un guanto sotto la [...]

[...] macchina, senza che la lavoratrice se ne fosse accorta. E ne rideva come di un trionfo. Alla mattina con le altre piccinine preparava la scuola per [...]

[...] d'operaie sane e allegre in tutti gli stabilimenti. Poi si slacciava di un grande sospiro e ricadeva nel mondo vecchio a ripensare all'avvenire di [...]

[...] Candida. Capiva anche lui che non era un mestiere per una ragazza che mangiava tanto pane. Le guantaie erano ragazze mingherline, colla faccia patita e [...]

[...] l'aveva veduta venir su un pezzo di ragazzotta che fioriva per la strada e tutto il Cortilone aveva assistito alla sua sfioritura lenta, di anno in [...]

[...] anno, fino a che era divenuta un corpo malfatto e sfiancato che doveva mettersi in bocca dei crostini di pane per sedare la tosse canaglia che [...]

[...] l'uccideva e disturbava tutta la scuola. Essa gli diceva l'altro giorno, tra un colpo e l'altro di tosse che rivelava il catarro nello stomaco, che [...]

[...] avrebbe avuto bisogno di lavarsi i polmoni, imbrattati della polvere della pelle dei guanti di fabbrica, con un po' d'aria di mare. Ma il mare era [...]

[...] la ravvolgeva tutta come in un mantello, quando non era legata col nastro dalla nuca alla punta. La guardava e si diceva che non l'avrebbe [...]

[...] mandata a intisichire in mezzo ai guanti. E cercava, tra una boccata di fumo e l'altra, un mestiere meno assassino. Quello di pulitora era peggio di [...]

[...] protetta da un salario adatto all'ambiente. I fiori erano la sua passione. Non poteva passare dinanzi un giardino senza lasciarvi dietro gli occhi [...]

[...] l'acido nitrico delle pulitrici e impregnano i polmoni come la polvere omicida delle guantaie. Era un mestiere così crudele ch'egli poteva scegliere [...]

[...] una di quelle coloritrici di fiori in mezzo a un piazzale di donne. Non c'era che da guardare agli occhi. La cianina irrita gli occhi e ne [...]

[...] andata di sopra con un po' di castagne arrosto a trovarli, erano come lei. Ne aveva viste delle lavandaie andare a male e delle stiratrici che [...]

[...] avesse voluto rifarsi della giovinezza saltata via di pianta senza un libro. Spesso si trovava in fondo al volume con le orecchie rosse e le guance [...]

[...] accese, come se fosse giunto trafelato da un lungo viaggio a piedi. Era il soggetto che lo aveva commosso, che lo aveva fatto palpitare, che lo [...]

[...] libri religiosi, che qualche anno prima gli davano delle estasi, gli erano divenuti insipidi. Gli lasciavano un bianco nella testa e un vuoto nel [...]

[...] l'un l'altro. E tuttavia il libro religioso, ch'egli rileggeva per abitudine, gli dislocava le mascelle dagli sbadigli e lo lasciava istupidito [...]

[...] come un mangiatore d'oppio. I romanzi invece gli facevano desiderare una pioggia torrenziale per avere tutta la giornata da mettersi in un angolo [...]

[...] storia commovente di una povera ragazza di campagna, andata in fondo a un pozzo asciutto a nascondere la vergogna di aver partorito il figlio dei suoi [...]

[...] baci indemoniati, e ad aspettare, col bimbo, la morte senza mandare un lamento, lo aveva fatto passare attraverso un terrore che gli aveva cosparso [...]

[...] non lo faceva arrossire se scappucciava parlando. Tra gli oratori che andavano sovente sulla piattaforma della sala c'era un lavorante piccino [...]

[...] i fiammiferi. In fabbrica guadagnava appena abbastanza per stare in piedi con la moglie e tre figli. Era un mestiere che poteva imparare un [...]

[...] frustati dal bisogno. E, dicendolo, faceva fare al braccio un taglio che traduceva un po' della sua disperazione. Lui, del resto, non era lì a [...]

[...] l'uno doveva amare l'altro. Senza un po' di solidarietà, gli interessi degli operai sarebbero intisichiti nei libricciuoli in cui li aveva letti. Ci [...]

[...] figliuole. — Sì, unitevi, uniamoci. Non c'è che questa lega che aiuti i poveri del lavoro a riconquistare un po' del perduto benessere, per vivere [...]

[...] , non sapeva lasciar passare una giornata senza fare una scappata di sopra con un po' di frutta e un po' di baci. Se le premeva al seno e alla bocca [...]

[...] che punisce i delitti della sgravidanza, perchè almeno nella espiazione della pena la madre senza cuore potesse trovare un po' di balsamo per il [...]

[...] Giuliano, perchè era un giovanotto che le metteva soggezione. Se c'era in casa e lei andava di sopra, lui rimaneva lì ad ascoltarla per [...]

[...] lasciava fare ai suoi di casa perchè amava il quieto vivere. Ma quando Annunciata saliva da loro con delle grembialate di legna e un litro di vino con [...]

[...] le castagne arrosto, gli veniva voglia di prenderla per un braccio e metterla alla porta. Non era in casa sua che si mangiava il frutto della [...]

[...] . Solo egli dissentiva sulla sua vita privata. Una donna, per quanto libera, non poteva impunemente insultare i costumi che un popolo si trascina dietro [...]

[...] di generazione in generazione. E l'Annunciata li aveva messi tutti sotto i piedi come della roba vecchia. In lei l'amor libero non era stato che un [...]

[...] da lei senza restituire. Perchè lui voleva essere povero, ma non amava che si malignasse sul suo conto. Un giorno che aveva trovato in casa un [...]

[...] per essere più alla mano con la pentola, nella quale bolliva la minestra, e con la stoviglia dove coceva, adagio adagio, un pezzo di stufato [...]

[...] all'Annunciata, tagliando il pane, che ci sarebbe voluto un po' di scuola per la cucina delle nostre donne, che cocevano i piatti tutti a un modo [...]

[...] . Era una delle ragioni per cui gli uomini preferivano, spesso, un piatto all'osteria. Lo stufato, a metterlo in tavola come un boccone da far [...]

[...] bullette di garofano, di spicchi d'aglio e di lardelli. Poi lo aveva lasciato marinare in un mezzo bicchiere di vino di Piemonte, con del pepe, dei [...]

[...] versargli sopra, a mezza cottura, qualche altro bicchiere di vino rosso del Gianmaria per dargli del gusto, e di mantenergli un fuoco coperto di cenere [...]

[...] negava la bontà della minestra, ma lui aveva letto in un libro che era più nutriente la carne. C'era un popolo, del quale non ricordava il [...]

[...] di straccio. La carne rinforza, il riso indebolisce. Lui non era bevitore, perchè un bicchiere di vino gli andava subito alla testa. Ma gli [...]

[...] biancheria che le mandavano dava da lavorare a cinque o sei donne. Ma, se voleva che le cose andassero bene, non poteva voltar via un minuto. Le sue [...]

[...] ingollava ogni giorno. Era il salsamentario di porta Magenta, Osnati, il quale, un tempo, pareva un bonzone di salute. Ritiratosi dal negozio per [...]

[...] godersi i frutti dei suoi sudori, è diventato magro come un uscio. Ora, che ha tutti gli agi e che si alza dal letto dopo il caffè e il giornale come [...]

[...] nostra digestione. Candida, metti sul fuoco un po' di legna, che tira un vento birbone per la cappa. Senti che fracasso. Quando sbattono i vetri [...]

[...] in questo modo, c'è per aria un temporale. Enrichetta non credeva. Tutte le volte che venivano giù buffate dal camino si annunciava una disgrazia [...]

[...] . Si stava bevendo intorno al focolare un po' di vino come in quel momento, con una fetta di panettone che le aveva portato la mattina il prestinaio [...]

[...] fatto oggi dalla lavandaia che va al fosso, non sarà più che un ricordo. — Può darsi. Io non morrò di fame lo stesso. Chi ha voglia di lavorare [...]

[...] trova sempre modo di mangiare. Dopo una pausa ricominciò la storia degli spiriti. A mezzanotte diede loro il loro dovuto con le buone feste e un [...]

[...] certe cose tutte in un fiato. Non erano forse passati due o tre minuti che sentì un tremendo pugno cadere sull'armadio dei piatti che la fece saltare [...]

[...] che si davano le buone feste. Riavutasi, guardò indietro. La lampada era ancora sul tavolo che buttava in terra un asciugamano di luce bianca [...]

[...] l'armadio con un randello in mano per precauzione. Nessuno! Non c'era che il disastro. Le tazzine erano precipitate sui piatti e tutti assieme si erano [...]

[...] volare in cielo. Ci fu un attimo di sosta. Il vento ruggiva per la gola del camino e il fumo imperversava a buffate per la stanza. Tutti erano [...]

[...] lui non sarebbe più sola e avrebbe la consolazione di vederselo alto come un ometto di dodici anni, pronto a difendere la sua mammuccia se ce ne [...]

[...] giovane piegato sulla bimba, dal quale usciva come un profumo di carne viva. — Beva, Annunciata. Annunciata, cogli occhi letificati dalla tenerezza [...]

[...] , prese il bicchiere e lo vuotò di un fiato. Questo sfogo le faceva bene perchè le diminuiva il peso del rimorso. Non sapeva perdonarsi la [...]

[...] crudeltà inconsapevole di avere deposto i figli appena fatti senza un pensiero al mondo per il loro avvenire. Qualche volta avrebbe voluto consegnarsi [...]

[...] nascessero non avevo che un pensiero. Disfarmene, disfarmene a ogni costo. La donna che li mise nella ruota doveva essere più spietata di me [...]

[...] . Non si curò di guardare nè se erano vivi, nè se erano morti. Li adagiò su dei cenci, li ravvolse in un giornale, girò la ruota e andò a bere le [...]

[...] sarai buona, ti terrò a cresima. Essa non aveva nessuno al mondo e disperava che il Signore volesse concederle la grazia di avere un altro bimbo [...]

[...] madonna. Con una bella veste candida, coi nastri lunghi di seta puntati alla spalla, con dei gigli tra i capelli, con un velo di neve giù lungo per la [...]

[...] schiena, con un "ricordami" d'oro al collo, con dei guanti bianchi come il latte, con un sottanino dalla balzana insaldata, con la camicia a grandi [...]

[...] rimproverava di aver partorito un ladro. Rubava dappertutto, anche in casa sua, dove non c'erano più che quattro chiodi e un pagliericcio fetente sui [...]

[...] rispondeva tirando una correggia con la bocca e minacciandola col piede in alto. — Questo è per voi, se mi seccate! La figlia non era un modello di [...]

[...] a letto senza cena. E se ne andava dove voleva, sbattendo l'uscio con violenza e dicendo che un giorno o l'altro li avrebbe piantati, perchè ne [...]

[...] all'infezione. D'inverno, con la finestra e l'uscio chiusi, si sentivano i fetori tepidi della cloaca. La masserizia consisteva in un pagliericcio sui [...]

[...] cavalletti di legno, in tre o quattro seggiole che perdevano le budella, in un fusto d'ombrello coi bacchettoni di legno che slargavano del cotone [...]

[...] mezzo marcito dall'acqua piovana, in un tavolo zoppo e reso concavo dalle raspature fatte con il coltello, in due laveggi sfaldellati, in una [...]

[...] feconda del cortilone. In otto anni aveva avuto undici figli, compreso un settimino e un doppio parto di gemelli. Era tarchiata, con dei fianchi [...]

[...] spettacolosi e delle braccia che sollevavano ancora il vespaio in un cervello di tacchino. Lavorava in giornata nella cucina del Gianmaria a pulire [...]

[...] come gli altri giorni, dandosi del coraggio con un grappino che le portava la vicina dopo il suo uscio. Diceva che erano delle smorfiose le donne [...]

[...] marmocchi non avrebbero potuto stare col culone in letto tanto tempo. La Maddaloni era forte, con una testa piena di capelli neri spettinati e un [...]

[...] sottane o sbottonava i calzoni e faceva loro venir le culatte rosse. Amava il marito a suo modo. A volte veniva a casa con un piatto di carne [...]

[...] avanzaticcia e un boccale di vino che le aveva dato di nascosto il garzone di cantina e sedeva a tavola col suo uomo, dando ai figli dei pezzi di [...]

[...] andare a romperle le scatole. Ch'essa di uomini ne avevo fin che ne voleva. Il brutto venne quando il Maddaloni le andò a casa ciuco come un [...]

[...] delle birbanterie la moglie aveva il diritto di rompergli i connotati. E finiva invece per rompergli la testa con un colpo di sgabello. A poco [...]

[...] quasi tutte le mattine. Il delegato della carità pubblica, che aveva dovuto fare il callo ai quadri piangevoli, metteva loro sul tavolo un paio di [...]

[...] un braciere di carbone. Ma il carbone costava del denaro. Una sera in cui il padre non era rientrato e i ragazzi piangevano l'uno addosso [...]

[...] all'altro, un pensiero diabolico la istigava a buttarne uno dalla ringhiera per far sapere con una tragedia, che i suoi figli morivano di fame. Mezza [...]

[...] a prendere il pane. Da vendere non c'era più nulla. Non dormivano più che su un mucchio di cenci e non si coprivano più che con le loro vesti [...]

[...] . Tornò a casa con tre libbre di pane e un po' di ritagli della tafferia del salumaio. La masturbazione esercitata dalla madre aveva impedito ai [...]

[...] borghese, sposò una vecchia conoscenza che aveva dimenticato seguendo il reggimento in Sicilia. Un giorno si incontrarono sul marciapiede milanese e [...]

[...] colori intonati al blasone, il fazzoletto diventava il ricamo di una artista. C'era stato un tempo in cui si voleva che la Silvia mandasse i suoi [...]

[...] lavori all'esposizione. Ma essa, cresciuta in una portineria che pareva un ampio salotto, coi larghi cristalli che scintillavano nelle cornici di [...]

[...] noce chiara, aveva aspirato l'aria dell'ambiente. Le andava più al cuore la gentilezza di un sorriso della nobiltà milanese, che l'applauso [...]

[...] sulla fronte, col nasino regolare, con la bocca che non faceva sforzi per non sconciarsi, con la faccia di un pallore virginale, con il collo [...]

[...] rotondo e biancheggiante fin sotto i capelli che folleggiavano, pareva la bella testa di una preraffaellita. Vestiva sempre di un colore severo, con [...]

[...] che facevano assieme un fuoco luminoso. Alla magistrale aveva imparato a parlare con qualche eleganza e a infarcire il linguaggio di qualche parola [...]

[...] bisogno di spendere un centesimo per la sua persona. Così Silvia metteva alla Cassa di Risparmio tutto ciò che producevano i suoi aghi preziosi, tranne [...]

[...] la mamma a più riprese, rispondeva a tutti con grazia e le rideva nel pensiero un avvenire bugiardo che le mise due rughettine sulla fronte. Un [...]

[...] giovine della nobiltà milanese, che l'aveva colta come un fiore appena sbocciato, la lasciava avvizzire nella portineria come erano avvizzite le [...]

[...] prime rose del primo abbraccio. A ventisette anni, con un romanzetto volgare che le aveva dato il disgusto della vita, la sua bellezza si era [...]

[...] che le davano un'aria da zitellona. Fu in questo periodo del tramonto che si incontrò cal Vaselloni, un furiere che la perseguitava quando essa [...]

[...] la sventura delle donne che cadono nelle lora braccia. Andò all'altare con settemila lire in contanti, oltre a un mucchio di biancheria, a una [...]

[...] meravigliosa, si trovò in casa sua in poche ore. Alla mattina aveva l'abitudine di bere un grappino con l'erba ruta della bottiglia in casa, e di uscire [...]

[...] a fare una passeggiata col sigaro in bocca, fino dall'acquavitaio Ramassotti, in Santa Margherita, per offrirsi un cicchetto e fare quattro [...]

[...] chiacchiere con gli amici. Ritornava a casa per l'ora della colazione che trovava in tavola, coloriva un po' di vita di caserma per darsi [...]

[...] avevano la preferenza nei pubblici impieghi; così lui e la moglie vivevano tranquilli che un giorno o l'altro sarebbe loro capitato in casa il plico [...]

[...] tanto. Silvia non aveva mai rimpianto il malfatto. Al marito non aveva mai fatto un rimprovero. Lo lasciava fare come voleva, ascoltava [...]

[...] , contenti come la madre di tutto ciò che si dava loro. Arturo era stato il più maltrattato dalla natura. Aveva l'aspetto di un uccello di rapina, con un [...]

[...] naso rosso come quello di un beone, una bocca smisuratamente larga e una voce che segava i nervi. Il padre era qualche volta obbligato a dirgli [...]

[...] calotta cranica un pietrone per impedirne lo sviluppo. Bice a nove anni aveva la faccia di dodici e un corpo che pareva un barilotto di carne. Non [...]

[...] su le maniche, lasciò andare Bice con sul braccio lo scatolone della modista Bertelli della Galleria Vittorio Emanuele, Arturo a lavorare da un [...]

[...] vivere bene erano state perdute a una a una. Era difficile che al loro desco domenicale si vedessero un po' di carne e un bicchiere di vino. La [...]

[...] delle famiglie che mancano di tutto. Non erano dei decaduti come Achille Vaselloni, ma a Cremona avevano vissuto agiatamente. Il padre era un cuor [...]

[...] d'oro e un simpaticone anche adesso che aveva dei baffotti brizzolati e la maggioranza dei capelli bianchi. Nella città del Torrazzo era [...]

[...] ragliava fino a quando andava il padrone a accarezzargli le nari che palpitavano di collera e a dirgli parole dolci come a un bimbo. — Brutto [...]

[...] cagnaccio! Ti romperò le spalle io, se toccherai ancora questo mio povero Tonino, che è così buono, non è vero che sei buono? E lo riavviava con un bacio [...]

[...] della campanuccia che il masciader era di passaggio. D'inverno Alessandrino s'imbacuccava in un grande tabarro di panno nero che gli batteva sulle [...]

[...] un pivello, la paglia del virginia che fumava. Le sue fermate erano ai grandi cascinali dei fittabili e nei paesucoli ove veniva annunciato dalle [...]

[...] tra la gente di campagna, con la sua bella faccia bianca e rossa di salute, come un amico aspettato. Dopo un buon raccolto non c'era donna che non [...]

[...] avesse qualche cosa da comperare dal masciader e che non saldasse il conto se aveva qualche arretrato. Vendeva loro un mucchio di roba. Vendeva [...]

[...] . Vendeva chiacchierando come un mercante che dà via senza contrattare, non badando che a tener da conto la clientela. La vecchia, che stiracchiava sul [...]

[...] sentito tra i paesani, i quali si lamentavano che Iddio li avesse puniti in un modo che pareva una vendetta divina. Arare, seminare, potare per [...]

[...] senza quattrini anche nelle stagioni perverse. Alessandrino, il pancione, ritornava dai suoi giri come un cane frustato a più riprese dalla crudeltà [...]

[...] del padrone. Passava dai cascinali, senza che una donna gli prendesse cinque centesimi di refe o un mazzetto di aghi da calze. Le donne gli facevano [...]

[...] , avere faticato giorno e notte in un lavoro febbrile, spogliando alberi, cambiando letti, mantenendo la temperatura raccomandata dal padrone [...]

[...] , piantando boschi per rendere facile alle bestioline la salita, cadevano morti ai piedi delle ascensioni come se un alito pestifero avesse attraversato le [...]

[...] girovago andava alla malora. Era una verità così lampante che non ammetteva discussione. Con una buona vendemmia e un ricolto abbondante lui [...]

[...] rincasava contento come una pasqua. Invece, da un pezzo, ritornava a Cremona col temporale nella testa. L'ultimo viaggio fu, quando gli cadde l'asino [...]

[...] andava da lui era per farlo impazzire. Un temperino a due lame, che una volta pagavano due lire con dei grazie, ora lo trovavano caro a ottanta [...]

[...] . Dicevano che ce ne voleva un cavagno per accendere il fuoco. E tuttavia erano della stessa ditta Medici, che inviava fiammiferi a mezzo mondo. Il [...]

[...] aveva poco da bere. Alla sera, a cena, batteva i pugni sul tavolo e giurava che un giorno o l'altro avrebbe venduto tutto e dato un addio alla [...]

[...] città che gli aveva voltato le spalle. Non aveva che cinquantadue anni ed era un uomo industrioso che aveva sempre saputo come tenere in piedi la [...]

[...] famiglia. A Milano c'era posto per tutti coloro che avevano voglia di lavorare. E un bel giorno mise tutto all'asta, pagò a tutti fin l'ultimo [...]

[...] centesimo, perchè non voleva che si dicesse che Alessandrino, il pancione, era un mal paga, e con la moglie e i due figli prese il treno per la [...]

[...] su casa con un po' di mobiglia che si era portato nella stanza del Cortilone per spendere poco, trovò che la lotta per la vita non era meno aspra [...]

[...] a Milano che a Cremona. Intorno, alla ricerca di un posto, trovava mucchi di disoccupati. Bussava e si sentiva rispondere di non seccare, che [...]

[...] dicevano che cercavano dei fabbri o dei falegnami. I suoi capelli erano un ostacolo insuperabile. I padroni li vedevano volentieri come il fumo negli [...]

[...] occhi. Voltavano via la faccia con disgusto e con alzate di spalle, come se un pover'uomo maturo non avesse avuto diritto all'esistenza come un [...]

[...] , e si straccano prima del tempo. In un grande studio notarile lo si sarebbe preso per sei lire la settimana se avesse conosciuto le vie della [...]

[...] dare dei punti alla biancheria scucita o che si sfaceva. Marianna, l'ortolana, che si vedeva tutte le mattine questa povera donna dinanzi come un [...]

[...] mese e una tazzina di minestra al giorno. L'avvocato Tarquini era un democraticone che affiggeva il suo amore per il popolo anche sui muri. Diceva [...]

[...] di vivere per i grandi ideali che dovevano redimere il genere umano e di sognare un governo di galantuomini. In casa però era taccagno. Era una [...]

[...] . Dava un occhio a tutto ciò che si lasciava sulla tavola e rivedeva gli avanzi allo stesso posto con l'occhio sospettoso di chi non ha dimenticato le [...]

[...] fette rimaste nel piatto. Dalla sua mensa non cadeva un osso da piluccare per la donna di servizio. Non gettava via mai nulla, nè di suo, nè [...]

[...] dei suoi. Un fazzoletto fatto in quattro poteva servire un giorno o l'altro per fasciare una ferita. Un paio di calzoni consumati e lucidi li faceva [...]

[...] l'avvertiva di pazientare perchè gli edifici nuovi non si facevano su in un minuto. Loro erano degli estranei capitati in una città senza conoscenze [...]

[...] . Il posto per la ragazza sarebbe venuto fuori. Non si poteva fare tutto in una volta. Era un pezzo di giovanotta, forte come una quercia, che [...]

[...] lingua grossa di uno strato di limaccio bianco e qualche volta, se apriva la bocca, dava l'idea di un buco di latrina di straccioni scoperchiata [...]

[...] sotto il naso. Gli usciva un alito che lasciava credere che avesse lo stomaco purulento. L'inappetenza prolungata lo intristiva e lo rendeva [...]

[...] misantropo. Evitava di parlare, fuggiva la gente come se avesse avuto paura di morsicarla e faceva tacere la moglie con un gesto di seccato quando gli [...]

[...] moltiplicava le rughe trasversali che davano il disegno d'una scalinata veduta da lontano in un quadro, e sotto i suoi occhi le vescichette vuote avevano [...]

[...] adagio, il pancione, ringiovaniva, riprendeva il buon umore, inghiottiva fettone di polenta in un boccone e divorava baslotti di minestroni che [...]

[...] tenevano il cucchiaio in piedi. Mangiava sempre con ingordigia, masticando male o ingoiando i bocconi intieri. Erano gli ultimi raggi di un sole [...]

[...] succulenti e della polpa di pollo e del vino buono e di seguire un regime di vita assolutamente regolare. Ci volevano dei ricostituenti e non delle [...]

[...] lasciavano come dissanguato e non gli ridavano che un appetito da convalescente che non distingue più il sapore dei cibi. Mangiava e gli pareva di avere [...]

[...] e lunghi, sparpagliati sul cuscino sporco, gli davano un'aria spettrale. La faccia non era più che un teschio coperto di pelle assecchita e [...]

[...] rientrata come un o minuscolo. Intorno al collo non si vedeva più che l'intelaiatura dello scheletro. Le spalle avevano dei solchi nei quali si [...]

[...] tutta disegnata sotto la coperta di cotone smunta. C'era più nulla del volume d'una volta. Non c'erano che i resti di un corpo stato consumato fino [...]

[...] dazio e la moglie di Alessandrino correva ancora per il prete, perchè aveva paura che le voltasse via da un momento all'altro senza i conforti della [...]

[...] , che l'aveva amata per quarant'anni senza mai farle un torto, dividendo con lei la nocciuola se non ne aveva che una, rincorandola se le cose [...]

[...] voglia di sopravvivergli. E così piangeva perdutamente, soffocando il dolore nel fazzoletto che si teneva alla bocca. Don Paolo, grassotto, con un [...]

[...] faccione d'uomo contento, era un prete patriotta che aveva patito sotto gli austriaci la noia di essere malvisto per le sue aspirazioni di volere [...]

[...] medico aveva spedito dicendo che la scienza non poteva fare più nulla per lui. Gli andò al letto in sottana, come un amico, facendogli coraggio e [...]

[...] fossero presenti. Ma Gustavino da parecchi mesi non si faceva più vivo. Milano ne aveva fatto un egoista. Egli non aveva più voluto lavorare per gli [...]

[...] , era in campagna coi suoi signori e non c'era neanche modo di farle sapere che suo padre poteva morire da un momento all'altro. Essa scriveva tutti [...]

[...] inferiore, come se si fosse addormentato in quel momento. Il prete si fece dare un po' d'acqua e gliene versò sopra una goccia per aiutarlo a [...]

[...] convulsioni che durarono un attimo, emise dei gemiti cavernosi che gelarono il sangue nelle vene degli astanti. Non era morto, ma la fine non era lontana [...]

[...] increspava la coperta del letto come in un ultimo sforzo per non uscire dal mondo. Don Paolo gli diede l'estrema unzione, ungendogli gli occhi, le [...]

[...] , spalancando le labbra e ritraendo ingordamente la lingua fin sotto il velopendolo e rimanendo così senza vita. In un attimo egli era diventato [...]

[...] era contratta, tenendogli aperta la bocca come un abisso spaventevole. Il prete gli raccolse le mani e gli mise il crocefisso sul letto. La moglie [...]

[...] Pietro Cristaboni, un satiro che arrivava all'orlo del tavolo se si rizzava sulla punta dei piedi. Rachitico nell'utero, era venuto al mondo un [...]

[...] . Chiunque poteva darle un pizzicotto o palpeggiarla dove voleva. Alla sera, col boccone in bocca della cena, andava sul bastione a giocare coi [...]

[...] assalti maschili. L'indignazione era tutta per gli sporcaccioni che non avevano schifo di mettere le mani in un corpo marcioso come quello di [...]

[...] andare pei fatti suoi, aspettandola dovunque poteva spiarla, sull'angolo della via o dietro un albero. Assisteva ai palpeggiamenti e alle [...]

[...] di fuori che gridava aiuto, egli si mise a sfogarsi contro i vetri, scaraventando i bicchieri nelle finestre e adoperando un doppio litro per [...]

[...] illuminavano una dopo l'altra, popolando la distesa di gruppi che parevano centri di faville. Vittoria scompariva nella chiazza larga di un [...]

[...] ippocastano affollato e fiorito e Pietro se la immaginava allungata sull'erba sotto il peso di un uomo che se la sgingottava tra le braccia. Gli calò sulle [...]

[...] temperatura e, incalzato dalla gelosia, andò difilato, di corsa, verso il capannello, che si sciolse a gambe levate, a si gettò sulla donna come un cane [...]

[...] alzò come una smemorata, col corpo indolenzito dalle strette del gobbo, che le si era attorcigliato alla vita come un serpente. Il malefiziato in [...]

[...] bere un grappino, lasciando la ragazza sul marciapiede come una sbalordita che non aveva più volontà propria. Alla porta si separarono. — A domani [...]

[...] non riuscivano a convincersi che ci fosse una legge divina che permettesse a un mostro come il gobbo e a una infelice come Vittoria di unirsi in [...]

[...] matrimonio per produrre dei bimbi deformi come il padre e scrofolosi come la madre o orribili come i genitori. Ma la cosa era un fatto compiuto [...]

[...] bisogno di denunciarlo. Chiunque sapeva che erano due sgorbi umani che facevano vomitare a guardarli. Pietro poi era un gobbo pericoloso che si [...]

[...] sarebbe dovuto incatenare in un manicomio. Era stato veduto dai vicini della sua ringhiera sbattere la madre violentemente sulla parete e tutti [...]

[...] incominciata con dei cavalletti e un pagliericcio, un tavolo di tre lire con le due scranne e qualche stoviglia per la cucina, e non l'avevano [...]

[...] anno, senza che la moglie sentisse il bisogno di romperle con un colpo di scopa. L'ammattonato era molle di cacherie, di sputacchi neri del [...]

[...] corpi, dal loro tavolo e dal loro focolare. Il primo frutto della loro unione fu un piccino che fece meravigliare il vicinato. Era grassottello, con [...]

[...] degli occhioni cilestri, dei capelli biondi, con la carne della faccia biancastra imporporata di un roseo piccante, con delle manine bianche come [...]

[...] il latte. Il secondo fu una bimba vispa, con degli occhi fulvi come i capelli, con un nasino che si slargava alla base, e delle guance che in certe [...]

[...] quei monelli dei buffetti sul naso o delle mezz'once sul faccino. Tre anni dopo ne nasceva un altro più leggiadro dei primi due senza destare [...]

[...] delle escrescenze lungo i tagli che commovevano le vicine fin nell'imo delle viscere. Il padre si era riversato tutto in Franceschino, un monello [...]

[...] rachitico in fasce che lacerava i capezzoli della madre che gli dava il latte. A cinque anni era un demonio che percoteva i fratelli e le sorelle e [...]

[...] alle volte tentava di rovesciarli nel fuoco. Giocando sulla ringhiera, portò fuori un occhio al figlio della 82 con un'unghiata. Più [...]

[...] deformava senza addolorarla. L'altra, l'ultima, aveva la testa piena di croste, la faccia piena di croste, con un'apertura ombilicale a sei anni, un [...]

[...] , con dei pendenti nelle orecchie che fiammeggiavano, con un braccialetto massiccio intorno al nudo del braccio destro e con un nastro di velluto [...]

[...] con un fracasso da signora del Verziere. — Dammi quel pettine, che io non voglio che si facciano le trecce prima di sgarbugliare ben bene i [...]

[...] del gatto. Non calzarteli che alla festa, se vuoi che ti durino. Perchè la mamma non può comperartene un paio tutte le settimane. Fatti passare [...]

[...] questa sottana di madapolam come la mia. Aspetta che te l'allaccio senza farti il gruppo grosso che fa male alla schiena. C'è ancora un po' di [...]

[...] apprettatura perchè non è stata che inzuppata nell'acqua. Una volta che tocchi il fosso, diventa floscia come un foulard finissimo. Così, carina. Non [...]

[...] della malattia del poveraccio. Lo sapevate, voi? Neppur io lo sapevo. Giuliano ha un bel fare dei risolini. Ma il fumo gli avrà dato da pensare [...]

[...] è vero che c'è la Madonna. Basta, pensiamo un po' a te, carina. Così mi pare che tu sembri un angelo. Vedrai che ti invidieranno. Adesso lascia [...]

[...] , Enrichetta, di passare davanti l'uscio del gobbo, un uomo che deve essere tutto ulceroso. Sono obbligata a turarmi il naso. Mi pare di sentire [...]

[...] un odore di marcia e di sentirmi in bocca l'aria putrida del luogo comodo. Lo dirò a Giorgio che non sta bene che ci sia un ospedale tra mezzo [...]

[...] . Proprio così, ha detto così il medico che ne era anche lui tutto spaventato. Non ci voleva che un padrone senza cervello per dare alloggio a creature [...]

[...] negli affari che non sa neanche che ci siano degli inquilini pieni di tumori contagiosi. Il gobbetto, quello che assomiglia tanto al padre, ha un [...]

[...] come un mulo e cattivo come una vipera. Anche la Gigina sputa sangue. Poveretta, ho compassione di lei. Ma non so che farci. Bisogna che vadano [...]

[...] dolore. C'è quell'altra più piccina, come si chiama? che ha la faccia piena di pustole. È un orrore. La poverina non ha colpa. Il padre di tutta [...]

[...] questa marmoccheria è un assassino da galera. Basta guardarlo. Ha gli occhi inondati di bile. Tutte le volte che lo incontro mi viene su la pelle [...]

[...] d'oca. Mi si dice che quando ha giù del vino diventa un vero animale feroce che sbatte violentemente sul muro la moglie come se volesse passarle la [...]

[...] deve avere un po' di buon senso. Giorgio lascia fare a Ghiringhelli, un buon uomo, senza dubbio. Sa fare gli interessi del padrone, ma pensa troppo [...]

[...] cercata e supplicata di essere sua. Non è bello, ma non disgusta ed è buono come un angelo. Gli ho risposto che non mi sento di fare la donna [...]

[...] che non ne ho che ventotto. Egli insiste. Bisogna accasarsi. Si sta male soli, lo so, non ditelo a me che è un pezzo che meno questa vita. Può [...]

[...] capitare un accidente da un momento all'altro. E poi? Lui ha la sorella, è vero, ma non va d'accordo. I loro affari sono completamente separati. Il [...]

[...] leggiadre come la mia Altaverde. To' un bel bacione. Aspetta a metterti il velo in testa, che voglio puntarti tra i capelli questa camelia candida [...]

[...] ti mancano più che le ali. Così, voltati. Eccoti un altro bacio. Adesso mettiti i guantini. Questo sì che si chiama fare dello scicche. Ti [...]

[...] . È inutile, sarai sempre un suonatore ambulante, un fannullone che va in giro col cappello piuttosto che lavorare. È volgare anche quando vuol [...]

[...] malora. La poveretta ha tanti figli e un marito che ha le mani buche e lunghe. Per lui non avrei cuore. È un poco di buono vostro marito. Ma voi [...]

[...] della maldicenza? Non mi piace e lo sanno bene. Io tiro via per la mia strada e non mi mischio negli affari degli altri. E questo per loro è un [...]

[...] aspettare un po' ancora a mandarvela. Ce ne sono di quelle che senza gli stivalini sembrerebbero dei pilastri di neve in moto. Don Paolo è [...]

[...] passare dinanzi le cose sacre senza un inchino. È la riverenza che deve fare ogni buon cristiano. Non spaventarti. È san Giorgio che uccide il drago. Il [...]

[...] fondo ai banchi. È un serpente miracoloso. Guarisce le bimbe malate di vermi. Virginia, tu la conosci, non è vero? la figlia di Giovanna, la 32 [...]

[...] buono, fedele, costante soldato di Cristo". Hai visto come si fa presto? In un momento siete tutti cresimati. Ecco l'impronta dello schiaffetto [...]

[...] lontano i malanni. Riverisco, signora Pastini. Tanti saluti alla sorella che non vedo da un pezzo. Le saluterò Giorgio, va bene, grazie. Passa il tuo [...]

[...] male, non ti pare? Prendi. Non volevo dartelo che a casa. Mettilo in saccoccia e dallo alla mamma. È un portamonete coi denari per comperarti un altro [...]

[...] abito quando ne avrai bisogno e sarai più grande. Non mi dai nulla per ringraziamento? Così va bene. Almeno un bacio! Scendi senza farti male [...]

[...] . Mi faccia su un bel cartoccio di dolci. Ti piacciono i marrons glacés? A me sì. Uh, come sono buoni! Quando arrivavo al tavolo mi piaceva la [...]

[...] sfogliata. Avrei fatto monete false per una sfogliata. No, quelli sono un po' troppo zuccherati. Preferisco di quei pasticcini. Lo zucchero fa cadere i [...]

[...] dentini alle ragazze. Vi metta una manata di cioccolatini. Sì, un po' anche di quelli lì, con le amandorle. Non ti piacciono? Le darai alla sorella [...]

[...] , ma ho paura che si sciupino nella carta. No? Lei ne sa più di me. Mi dia, intanto che fa il conto, un vermutte con seltz e una bibita di menta per [...]

[...] piazza Fontana. Non è che a due passi. To' che ci siamo. Ecco Giorgio. Mi aspettavi da un quarto d'ora? Pago il brumista e sono da te, caro. No [...]

[...] le mani nei capelli. Me ne dispiace, ecco tutto. Dà un bacio alla mia cresimata. Ti piace? Ha sui capelli una delle camelie che mi hai mandato. Come [...]

[...] . Si paga e non si pensa ad altro. Se fossi ricca non vorrei mangiare in casa una volta all'anno. Si sa, quando si hanno delle serve è un altro [...]

[...] tovagliolo al collo e mangia adagio. Impara. C'è un sole che è una meraviglia. Che bella giornata! Nelle belle giornate mi sento anche più buona [...]

[...] . Gli uomini sono tutti fatti a un modo. Vorrebbero tutto in un giorno, e poi dopo lo sappiamo noi, povere donne. Chi si è veduto, si è veduto. No [...]

[...] un signore e puoi sposarti altro che una lavandaia senza educazione. Quel poco che so me l'hanno insegnato le monache di porta Magenta. Buone donne [...]

[...] mio debole. Sii paziente. Lasciami pensarci. Non è una cosa da nulla, metter casa con un uomo della tua condizione. C'è anche tua sorella. Lo so [...]

[...] niente. Non sono abituata al caffè, ma se è per farti un piacere, figurati. Sì, sì, ti prometto domani di darti la risposta. Tu la vuoi ora? Il Signore [...]

[...] domani. Ne ho proprio abbastanza. Un altro bicchiere mi farebbe male. Andiamo a fare una passeggiata. C'è voluto a farmela dire la parola, ma una [...]

[...] che passavano di uscio in uscio, coi nomi degli intingoli che cuocevano e disperdevano un odore che faceva mettere il dito in bocca a chi doveva [...]

[...] le mani e dicendo alla mamma di dargli la giacca, che voleva scendere a scaldarsi lo stomaco con un bicchierino d'erba ruta. Il vecchio tintore [...]

[...] aveva dato l'anno scorso un ambo di quindici lire. Era seduto come un pitocco, che faceva compassione. Gli amici che lo avevano conosciuto in [...]

[...] tempi migliori, lo compiangevano e gli regalavano un soldo, quando lo avevano. Egli era in terra, ancora gelato della notte, col suo giubbone che [...]

[...] buone feste e a offrire un bicchierino di alchermes che le aveva regalato un amico di casa. — Bevilo, Carolina, che è buono. L'ho bevuto anch'io [...]

[...] . Venite su, Marianna, che ve ne darò un bicchierino. Avete fretta? Venite su, vi dico! Non vi lasciate più vedere! So che non avete tempo da perdere [...]

[...] si era ingrassata. Andava su dalle scale ansimando. Era un'ortolana che aveva assunto un non so che di signorile. Indossava un abito di bristol [...]

[...] erano sempre un po' ruvide, perchè continuava a tuffarle nell'acqua, ma bianche come se le strofinasse col cold-cream e le tenesse inguantate [...]

[...] , loro parlano in un altro modo. Bentoni vuole assolutamente che io passi le feste con loro. Adalgisa verrà a prendermi in carrozza. — A che ora [...]

[...] veduta l'altro ieri in carrozza che pareva una contessa. Indossava un vestito scicche di panno cannella, con un giacchettino blu con bavero e [...]

[...] . Sposa un vaso comune. Sposa Annunciata, proprio, com'è vero che sono viva. Voi potete credere o non credere. Ma lui la sposerà senza il vostro [...]

[...] perchè mi ha raccomandato il silenzio. Anche a me pare impossibile che un padrone di casa, per quanto brutto come Giorgio, possa sposarsi una [...]

[...] barbiere, diceva loro che un bicchierino di grappa non faceva male. Lui, magari, ne aveva già vuotati parecchi, perchè era forte e ci s'era accostumato [...]

[...] , aspettando che Martino precedesse gli invitati. Se nascesse un'altra volta non farebbe certamente il barbiere, un mestiere birbone che lo obbligava a [...]

[...] stare in gamba quando tutti gli altri, compresi i prestinai, facevano baldoria! Un pubblico come il suo non lo si trovava a farlo apposta. Un [...]

[...] che bisognava mangiare per stare in piedi, avrebbe strappato giù i piattelli più di una volta e dato un chiodo alla bottega. Il chiavaiuolo lo [...]

[...] pacificava assicurandolo che tutti i mestieri avevano qualche guaio. Il suo, che non s'imparava che cogli anni, era dei più prepotenti. Un signore o [...]

[...] una signora, che perdeva la chiave di casa o della porta o la rompeva nella toppa, non ammetteva l'indugio di un minuto. Bisognava smettere [...]

[...] di partire — un bacio ti voglio dare — un bacio alla mamma — due al papà — e cento alla Morettina — di baci ne voglio fare. Nel mezzo erano i [...]

[...] pipatori con la destra sul braccio sinistro, che annebbiavano l'ambiente e parevano inchiodati al suolo. Con un cicchetto stavano lì delle ore [...]

[...] , con l'altra, picchiavano, di tanto in tanto, il soldo per un altro bicchiere di raccagna. Ai tavolini c'erano anche delle donne che bevevano coi [...]

[...] dell'ubbriaco. Libertà per tutti. Ciascheduno doveva avere la libertà di spendere i proprii denari come si sentiva. Si era in un luogo pubblico e il padrone [...]

[...] per i suoi denti. Non si era mai visto un padrone che insultava gli avventori che andavano a dargli del denaro. Era troppo grasso, quello sì [...]

[...] . Loro ci venivano perchè la grappa era buona. Di questa non si poteva dire niente. Ma era un tocco di vergogna che un povero uomo venisse trattato [...]

[...] doveva essere liberi di berne anche un litro. — Giovanni, venite qui che ve la pago io. Un cicchetto di grappa, ehi! Giovanni non poteva reggersi [...]

[...] , i buli che volevano farlo bere ancora. Ci voleva un po' di giustizia, ci voleva. Era un uomo che aveva già della bestia e loro volevano [...]

[...] non sapeva se prendere parte all'indignazione del padrone o mettersi con Giovanni che cadeva in istrada come un sacco di farina. Alcuni avrebbero [...]

[...] scene scandalose. Quando Paolino gli parlava del progresso fatto in quarant'anni, non aveva che da dare un'occhiata a Giovanni divenuto un bevitore [...]

[...] , non era cieco. Un po' di progresso c'era stato. Una volta per i suoi avventori bastavano sei salviette e piccole come asciugamani. Ora ce ne [...]

[...] macellaio e l'oste che la volevano di bucato. Se avesse avuto tanti di quegli avventori che pagano la barba un soldo di più avrebbe potuto chiudere [...]

[...] bottega. Un soldo di più e la salvietta pulita che costa un soldo vuol dire che il parrucchiere prende meno che dagli altri avventori che si [...]

[...] l'aristocrazia poteva esserlo per la democrazia. Ma se tutti avessero fatto come quei due, un povero diavolo sarebbe andato in malora in poco tempo [...]

[...] di saliva per ammorbidirle. — Guarda lì in alto che devo avere qualche trottapiano che mi dà fastidio. Più in alto, un po' ancora, lì, brava [...]

[...] plebea, piegandosi sulle gambe con le mani sulle cosce e mostrando loro la lingua con un peteggiamento da maiale. Le pettinatrici e le [...]

[...] donne contro un uomo che non poteva stare in piedi! Vergogna! Se avevano del coraggio potevano farsi innanzi, che la Pina era pronta a mandar [...]

[...] sua. Arrovesciandosi le maniche per il gomito, mostrava a tutti la muscolatura delle braccia pelose come quelle di un uomo e diceva che era pronta [...]

[...] a mangiarle via un orecchio. — Con un pugno, sacradio, ti finisco! Ne voleva venti delle donne come lei da mettersi sotto i piedi. Dare della [...]

[...] la Teresa con una mano ai capelli e menandole con l'altra un pugno enorme alla tempia sinistra da lasciarla per un secondo intontita. Gli [...]

[...] Pina e, in un attimo, dalla veste gliele passò nelle carni, agguantandola per le mammelle e buttandosi coi denti sul padiglione dell'orecchio destro [...]

[...] . La Pina era finita. Divenne bianca come una morta e cadde in terra svenuta con un grido che chiamò fuori il resto del vicinato sulle ringhiere [...]

[...] . — Hanno ammazzata la Pina! — Un po' d'aceto per l'amor di Dio! — E un po' d'acqua, disse l'Antonietta, che si era accosciata e tirata la testa [...]

[...] imbronciati. Giuditta andava in giro con la zaina dell'amore nella quale ciascuno intingeva le labbra e perdeva il livore nato in un momento di furia [...]

[...] si era sfogata, non nutriva rancori. Non aveva fatto che il suo dovere. Come moglie doveva difendere il marito, anche se era un beone con le [...]

[...] mani bucate come il suo. Carico di lucilina era un altro uomo. Diventava un porcone col fiato che bruciava chi gli stava vicino. Fuori, aveva il [...]

[...] sparpagliavano lentamente e si lasciavano alle spalle il Guercio, un tipo che sognava continuamente di mandare in rovina il lotto con una quintina [...]

[...] quale non si poteva stare che seduti o accosciati, con un cassone imputridito sul suolo immelmato e un saccone nauseabondo su tre tavole distese [...]

[...] sui cavalletti. Nel Casone passava per un avarone che aveva il morto in fondo alla calza nascosta nel pagliericcio, per lasciarsi credere un [...]

[...] pitoccaccio che basisce sul lastricato. Indossava tutto ciò che lo straccivendolo aveva di invendibile. Un sourtout stravecchio del colore del vino [...]

[...] vomitato, che si scuciva e crepava da tutte le parti, un panciotto scolorato e a pezze su una camicia negra e sfilacciata, e un paio di calzoni che [...]

[...] locandiera che dava a tutti gli avventori un piattone di risotto infiorato di salsiccia, con mezzo litro di vino di quel buono, coll'aggiunta [...]

[...] muraglia del blocco con un pezzo di stufato in un lago di bagna, bevendosi del buon vino da quaranta, o andare dal bois, sull'angolo della Madonnina del [...]

[...] spacco il didietro con un calcio! Gina stava per uscire. Era sull'uscio che faceva le ultime confidenze, con la punta viperina della invidiosa [...]

[...] . Andava a pranzo da sua sorella che aveva sposato un impiegato postale che stava bene. A dire la verità, non vi andava volontieri, perchè le piaceva [...]

[...] a pennello. Il suo era un capriccio. E in giornata sono poche quelle che possono appagarselo. S'intende, lei non era mica di quelle che si [...]

[...] della ringhiera, ove abitava la 49. Anche Ginevra aveva sul gozzo una mantellina nocciuola chiara, alla bersagliera, che vedeva da un pezzo in [...]

[...] riuscita a togliersi quella volgarità della faccia che le impediva d'avere degli amanti, come si diceva. Con loro avrebbe potuto pagarsi un corsetto [...]

[...] un giacchettino pieno di civetteria. Ma lei non aveva fortuna. Non le capitavano che degli spiantati, che le avrebbero mangiato anche quel poco [...]

[...] volante arricciato e sormontato da un ricco bordo, con un mantello oliva chiaro giù a piombo, ovattato e foderato di seta gialla come l'oro, con un [...]

[...] collo alto e floscio che pareva brinato fin sul largo delle spalle, sotto un cappello di feltro bigio alla pastorella, con la tesa davanti [...]

[...] taffettà nero drappeggiato aveva un superbo fermaglio d'argento cesellato, pieno di pietruzze luminose, che si vedeva tutte le volte che teneva il [...]

[...] toiletta di lei. Gigia, che aveva passate delle giornate con l'Adalgisa, la baciò su entrambe le guance con grazia e con un sorrisetto smorbioso [...]

[...] che celava la sua ironia quando si trovava con delle compagne salite così in alto. Le diceva che aveva appena finito di bere un bicchiere [...]

[...] bianca come il pancino di una quaglia, e mostrava l'anello all'anulare, con un brillante fosforescente e grosso come la capocchia di un chiodo [...]

[...] , che le aveva regalato Bentoni appena si era svegliata. — Magnifico! esclamò la Gina. Deve costare un occhio della testa, deve! Andavano in su e [...]

[...] potuto. Non andava mai a casa a mani vuote. Vi andava con dei fiori, con delle frutta, con una scatola di guanti, con un gingillo, con dei dolci o [...]

[...] coll'ordine di andare dalla sarta o dalla modista per un abito o un cappello o un tour de cou di mussolina di seta, come ieri. Non aveva nulla [...]

[...] insisteva per il matrimonio. Da un po' di mesi si intestardiva a volerla sposare. Pochi anni sono, Adalgisa non capiva la donna senza marito. A [...]

[...] Annunciata vestita con una semplicità prodigiosa. Indossava una mantellina di bristol bleu finissimo, con collo alla Medici, sotto un cappello alla [...]

[...] faccia. Discendeva le scale come una gran signora che guarda tutti con benevolenza. Si abbottonava i guanti, salutava con un cenno della testa coloro [...]

[...] sentiva l'odio andare al cervello tutte le volte che la vedeva. Le bruciava ancora lo schiaffo che le aveva dato un pomeriggio, in faccia alla [...]

[...] uomini più schifosi di lui. Non c'era donna del Casone che non sapesse che aveva indossato, per più di un anno, la veste di cotone azzurra delle [...]

[...] pericolanti della casa di Nazaret di Porta Magenta. Come non c'era persona che ignorasse ch'essa aveva lasciato un po' delle sue viscere [...]

[...] ancora bruciare la pelle della faccia. Forse non avrebbe dovuto avere paura. Ma glielo aveva dato in un momento in cui era come stordita. Si trovò [...]

[...] gli occhi sui fianchi spettacolosi, terminando di abbottonarsi i guanti e fermandosi a dare un bacio a Candida e ad Altaverde che andavano di [...]

[...] andata ingrossando a pochi passi dalla bottega socchiusa di Gianmaria, ove taluni davano, di tanto in tanto, una capatina per un bicchiere bianco [...]

[...] vitaccia di rompersi le reni sul materasso soffice della gozzoviglia. Ci sarebbe voluto un po' di materiale caldo per spazzar via tutta questa [...]

[...] ! Era stata la ganza di un assassino e si era lasciata passare sul corpo un reggimento di uomini di tutte le razze. Nessuno sapeva di chi era [...]

[...] giungeva la carrozza con Bentoni che fermava il cavallo di botto e si toglieva la tuba con una curva e un sorriso. Marianna indossava un ulster di [...]

[...] bristol nero, lungo come la veste, il quale dava un po' più di forma al suo corpo, e aveva in testa una capote nera che le metteva sul viso un'aria [...]

[...] lui, dopo avere lavorato tutta notte e tutta mattina, aveva diritto a un po' di riposo e al tacchino in tavola come gli altri. Ma non aveva cuore [...]

[...] senza brontolare al sabato, dicendo anzi che era giusto che toccasse un po' anche a lui della sua disgrazia. Ascoltava le miserie che le donne gli [...]

[...] raccontavano, come un padre burbero che impensieriva a mano a mano che il disastro intetrava, e concludeva che a ogni modo bisognava pensarci e [...]

[...] poveraglia che pullulava alla superficie di più di un miglio quadrato. Non era cartografo, ma col suo lapis sapeva benissimo topografare la sua area di [...]

[...] finito di tribolare. Coi libretti del suo casellario alla mano, egli sapeva rifare l'esistenza di una famiglia o di un gruppo di famiglie o di [...]

[...] avuto una occupazione fissa, che non sapevano alzarsi alla campana di un orario, o attendere a un lavoro costante, e che erano assolutamente [...]

[...] primi e i secondi, perchè nessuno di loro era in grado di avere un libretto. Un giorno mangiavano delle libbre di pane, calcandosi un boccone sopra [...]

[...] , lungo la sua esistenza di quarant'anni di esercizio, da far pietà ai sassi. Delle famiglie che dall'oggi all'indomani, con un infortunio del lavoro [...]

[...] vendevano gli ultimi indumenti vendibili per dargli un acconto da dedurre dal loro debito, e aggiungeva che spesso era obbligato di andare dall'altra [...]

[...] andava lasciando qualche cosa di suo sul tavolo. Lo credeva un obbligo sacrosanto quello di dare una mano alla gente che coi loro centesimi erano [...]

[...] riusciti, senza accorgersene, a creargli un patrimonio, e a mettere lui e la sua famiglia al disopra degli uragani sociali. Don Paolo lo ascoltava con [...]

[...] narrazioni e per convincersi una volta di più che Taschini era un sant'uomo anche quando si sapeva che non sentiva che la messa alla cacciatora [...]

[...] sapere che c'era qualche donna che pativa la fame. Così il fornaio lo dava specialmente alla sgraziata che comperava mezza libbra di pane in un [...]

[...] prestinaio, mezza in un altro e mezza in un altro ancora per far su del panettone da sfamare tutta la famiglia. E ogni donna, durante il Natale [...]

[...] l'ultimo, una volta chiuso, non si sarebbe scomodato per un principe. Chi voleva fumare doveva pensarci prima. E neppure Gianmaria ammetteva [...]

[...] col tabarro slacciato e appeso per un filo alle spalle, come se per loro non facesse freddo. Nel Casone il tepore delle cucine che indiavolavano [...]

[...] sotto un fuoco ardente era ancora più intenso. Andavano su per le nari i vapori dell'oca che rosolava ammantata di grasso e cosparsa di rosmarino [...]

[...] , dello stufato che cuoceva nella bagna intinta di vino rosso, della rostita distesa sur un letto di cipolle, della piccata ravvolta nel pomodoro [...]

[...] sulla sua carcassa. Aveva girovagato tutta mattina senza avere trovato un uncino che lo avesse trascinato dietro un uscio a mangiare un baslotto [...]

[...] di minestra e andava rifinito a sedere sui gradini della scala degli epuloni che voltavano via un piatto dopo l'altro accanto a un buon fuoco [...]

[...] Natale l'avevano passato bene o se volevano venire a bere un dito di quello di bottiglia, comperato al Cantinone di piazza Sant'Ambrogio. — Ho [...]

[...] mangiato come un porco e bevuto come un animale! — Cent'anni come questi, Bartolomeo! E di ringhiera in ringhiera circolava l'espansione del dopo [...]

[...] dalla tenerezza o dalla gioia. Ciao, ciao, ciao, Morettina bella, ciao, cantata da un centinaio di bocche si diffondeva per l'aria e andava a [...]

[...] testa. — Venite giù a berne un bicchiere, che ho qui degli amici. Lorenzo era un cuor d'oro che godeva la vita. Tanti ne guadagnava e tanti ne [...]

[...] spendeva. Amava la partita alle bocce d'estate e d'inverno, la giocata a tarocchi di sera, il bicchiere della staffa prima del desinare e un po' di [...]

[...] in sfuriate di un lampo che non gli lasciavano la bocca amara e non gli invelenivano la pace domestica. Alcuni invidiosi, che non volevano [...]

[...] arciricca, perchè dopo avere restituito al socio la quota d'entrata, era riuscita a avere un fondo, fatto su con gli avanzi delle subaste, che andava [...]

[...] a quando la roba in vendita veniva deliberata a un incaricato dai leghisti. — Supponete, diceva Lorenzo spiegandone il metodo agli amici, che [...]

[...] — si sparparglia fra gli estranei intorno al banditore. Si mette in vendita, diciamo, un orologio d'oro, con catena e ciondoli d'oro per [...]

[...] centocinquanta lire. Se gli oggetti valgono assai più del prezzo d'asta, uno di noi incomincia a farli salire di cinque centesimi, un altro di dieci e un [...]

[...] imperturbabilmente a farli rincarire con degli aumenti di un marengo per volta. La roba in vendita sale spesso a cifre favolose, perchè i leghisti hanno bisogno [...]

[...] persiste come un giuocatore che perde, allora vuol dire che la società si contenta di punirlo facendogliela pagare il doppio o il triplo di [...]

[...] hanno mandato uno dei loro facchini a ordinare un pranzo coi fiocchi. Giunti, si mettono a tavola e mangiano con appetito, vendendosi, tra un [...]

[...] grande zuppiera posta nel mezzo della tavolata come un'urna o un vaso qualunque. Terminata l'asta, che non è mai, tra loro, rabbiosa, perchè [...]

[...] nessuno rincarisce la roba senza lasciare un margine largo per il bottegaio, passano al caffè col cognac e al sigaro, e l'incaricato, per turno o [...]

[...] paga la loro presenza. Ah sì, non c'è che dire. È un mestiere d'oro. Ma per guadagnare dell'oro, credetelo, ce ne vuole dell'altro. E Lorenzo [...]

[...] la vita in quel modo. Ma in nome del cielo, se tutto il commercio fosse stato nelle mani di monopolisti spietati come quelli, un giorno o l'altro [...]

[...] tabaccaio, non capite, nè capirete mai un accidente di queste cose. I leghisti non sono mica lì in agguato a aspettare la donnicciuola che corre [...]

[...] sue senza lasciarle pagare un centesimo. Non sono degli strozzini che svaligiano la pitoccheria. Il loro commercio è meno immorale di quello che [...]

[...] . Con i leghisti invece i prezzi non escono dal normale e lasciano uno spazio per il venditore e per il compratore. Comperate un oggetto da loro [...]

[...] parliamo d'altro, perchè io non voglio stufarvi. Bevete, alla vostra salute. Dove è Clerici? Angeluccia, dagli un bicchiere di vino. Vieni qua [...]

[...] . È il mio giovine che mi sostituisce tutte le volte che sono assente. Egli è un po' malcontento per la cassetta. È anno di carestia, caro mio [...]

[...] fanno niente. Non sarebbe un gran male se toccasse lavorare anche a coloro che vivono di riposo. Non si guasterebbero le mani, accidempoli! Non [...]

[...] siamo tutti di un solo Dio? E danque? Uguaglianza, ci vuole. Un po' d'uguaglianza anche per la povera gente non farebbe poi male. L'aristocratico [...]

[...] un po' di galera lo credeva un ragazzo di cuore. La sfortuna aveva aiutato a gettarlo in mezzo a dei compagni che lo avevano perduto, ecco tutto [...]

[...] . Ma di chi era la colpa? Sempre della società ch'egli odiava di un odio inestinguibile. Se qualcuno avesse pensato a lui e gli avesse dato un [...]

[...] mestiere, non sarebbe mai divenuto quello che è divenuto. È così, è così, è così! — Mamma, dagli questo bombone con un bicchiere di vino. Bevi [...]

[...] davanti al focolare e invitandolo con delle carezze sulle spalle a raccontare loro un po' della vita di prigione che non conoscevano che così [...]

[...] 74 si lasciava pregare, senza trovar modo di incominciare a metter fuori un po' della sua autobiografia. Era una vitaccia la sua che preferiva [...]

[...] Alessandria durante la sua ultima condanna. Un cappello a cencio, disorlato e spaccato alla punta in modo che gli lasciava sbucare i capelli castagni, una [...]

[...] giacca pezzata sulle spalle e ai gomiti, un gilet smunto che non gli nascondeva la camicia di parecchie settimane, dei calzoni logori, corti e [...]

[...] processi lo si è quasi sempre definito un ladruncolo e condannato per dei furterelli che non aveva commesso, nè voleva commettere. La prima volta gli [...]

[...] per pochi soldi e per dei furti che lo obbligano a essere continuamente al lavoro per vivere. A quattordici anni iniziava la carriera con un [...]

[...] colpo reciso, guadagnando sette mila lire in una notte. Bisognava entrare nello studio di un avvocato che lui e i suoi compagni sapevano che andava [...]

[...] era un uomo coraggioso, che non indietreggiava dinanzi il pericolo e che aveva già portata la catena a parecchi magli nel bagno penale di [...]

[...] fossero state di gomma elastica. Aspettammo il momento propizio, cioè quando la via era deserta e abbandonata dal questurino, e poi, in un [...]

[...] attimo, saltai sul collo di un compagno, il quale venne preso sulle spalle da un altro per farmi da scala per aggrapparmi al davanzale della [...]

[...] finestra attraverso cui dovevo entrare. Tutto ciò che racconto veniva fatto in un modo fulmineo. Tagliai uno dei vetri col diamante senza lasciarne cadere [...]

[...] serva. Era la prima volta e il mio cuore batteva in modo da togliermi il fiato. In mezzo al silenzio mi pareva ch esso facesse un rumore così [...]

[...] un numero infinito di spilli. Con la mano sul coltello a serramanico stavo lì quatto, quasi senza respirare, in attesa di riudire la [...]

[...] lasciarla gemere e apersi, fermandomi terrorizzato ogni volta che minacciava di cigolare sul cardine. Li lasciai entrare ritirandomi in un angolo con [...]

[...] panciotto e, dopo avere dato un'occhiata alla cassa, si mise senza indugio a trapanarla. Intanto che il trapano lavorava, un altro gli stava sopra [...]

[...] con un piccolo recipiente di latta per lasciar cadere sul buco, che si andava facendo, una goccia di olio a tempo di soffocare lo stridore che [...]

[...] veccnia e di impedirle, a qualunque costo, di disturbare il loro lavoro. Ero al buco da un quarto d'ora e a ogni momento che le seghe gemevano mi [...]

[...] congegno della serratura la porticina della cassa si aperse con un fragore spaventevole. Sembrava che delle pesanti porte di ferro si fossero [...]

[...] separate sibilando e strepitando in un modo orribile. Chiusi la lucerna e mi sentii pallido come un morto. La donna si era precipitata dal letto e ne [...]

[...] udivo i piedi nudi che correvano per il tappeto e le mani che cercavano a tentoni. Poi intesi lo zolfanello strofinato sulla scatoletta. Un altro [...]

[...] mettesse la mano sulla maniglia per aiutarla ad aprirla. C'incontrammo. La donna lasciò cadere il candelliere mandando un grido che non le lasciai [...]

[...] si rivedevano, dopo cena, con le ultime boccate di pane che la fretta non permetteva loro di finire a casa. Da un pezzo, tutti e due, si [...]

[...] perseguitava e che gli aveva sempre impedito di tentare la riabilitazione. Da un po' di tempo non gli si lasciava requie. In prigione stava [...]

[...] leggere. Con un volume in mano si immergeva nello svolgimento della storia e si interessava dei personaggi come se si fosse trattato di persone [...]

[...] fosse dato a un mestiere, sarebbe riuscito all'onore del mondo, nessuno lo tribolerebbe e lei non avrebbe vergogna di confessare che suo figlio era [...]

[...] un poco di buono. Non si lamentava della sua sorte perchè l'aveva meritata. Se non lo si fosse imbestialito e atterrato con la sorveglianza, non [...]

[...] fosse stato un vero scavezzacollo che spendeva e spandeva, a quest'ora sarebbe padrone di casa e potrebbe pranzare coi piedi sotto la tavola. Nella [...]

[...] spedizioni notturne quasi ogni mese. Dai suoi progetti eliminava sempre gli spargimenti di sangue. Un ferimento o un cadavere agita la [...]

[...] testimonio o dove la lotta personale nasceva da un accidente impreveduto. Aveva letto in un romanzo francese che l'eroe di una associazione di ladri [...]

[...] fede in un avvenire, s'era lasciato prostrare, affondando, di giorno in giorno, in un abisso sociale dal quale non sarebbe uscito che morto. La [...]

[...] notti, magari due volte. La riabilitazione era dunque un sogno. La nebbia infittiva. La si vedeva fumosa sui tetti che metteva l'umido addosso e [...]

[...] il figlio con una serqua di improperii, facendo sapere a tutti che un sorvegliato all'ora che suonava doveva essere in letto. Sapeva per [...]

[...] tenergli dietro come se fosse stato un ragazzo e sgolarsi per farlo ubbidire. Adesso era grande e poteva fare quello che voleva. Ma in casa sua [...]

[...] avere mangiato un boccone, amavano fare due passi. Era una canaglieria obbligare un povero diavolo a stare immurato in casa quando gli altri [...]

[...] avrebbe rotto il muso e sarebbe ritornato dabbasso. Era buono, ma non bisognava toccarlo, perchè allora diventava un leone. I chiarori dei lumi [...]

[...] visibile. Fumacchiava come sospeso sur un immenso letamaio ed era attraversato da una fitta di spruzzi che andavano a umettare il selciato e a rendere [...]

[...] alle finestre di carta delle abitazioni a pianterreno in un atteggiamento di precipitarsi su esse e sfondarle, infuriando per dei tratti col [...]

[...] bastone che inseguiva il vuoto, parlando tra sè come un matto, tenendo in alto la faccia come se fosse stato a colloquio con Dio. I barcollamenti [...]

[...] , invece di calmarlo, pareva lo aizzasse e gli ingrossasse gli occhi che guardavano come quelli di un idiota alcoolizzato. Piegandosi e [...]

[...] . Quando gli dicevano porco! si voltava dalla parte della voce con la mano in alto, pronta a farla a pugni. Si dava addosso a un povero vecchio [...]

[...] perchè il caldo gli aveva fatto un po' di male. Vergogna! Vergognaccia! E ne eruttava delle altre boccate, inaffiandole del vino che gli veniva su [...]

[...] come se avesse avuto lo stomaco in rivoluzione. — Porco! — Porci voialtri! S'era mai veduto della gentaccia che insulta un povero uomo perchè gli [...]

[...] ha fatto peso un po' di risotto! Era una cosa che poteva capitare a chiunque. Vergogna! Il cortile incominciava a girargli intorno e il [...]

[...] finestre simili a lucignoli lontani che stanno per spegnersi. Era un'ingiustizia che si togliesse l'onore a un povero diavolo cui aveva fatto male un [...]

[...] po' di risotto in un giorno d'allegria generale. Non erano morti e la stessa disgrazia poteva capitare anche a loro, poteva. Ah, allora avrebbe [...]

[...] , disorientandosi dove la nebbia era più opaca, vociando senza essere sentito e cadendo in una pozza che lo mandava disteso sui sassi come un morto. Pietro [...]

[...] Cristaboni invecchiando peggiorava. La sua faccia a poco a poco aveva assunto, con la maschera del beone inveterato, un aspetto completamente [...]

[...] il Natale in famiglia e si era saziato, tra un rutto e l'altro, di riso in cagnone e aveva bevuto un fiasco di vino coi piedi sul focolare [...]

[...] sopprimere loro lo strazio quotidiano di sentire un bruto che maltrattava i suoi di casa peggio di un assassino, e il signor Giorgio aveva fatto [...]

[...] loro sapere dall'Annunciata che lo avrebbe fatto sfrattare in settimana. Si aspettava da un giorno all'altro di vederlo sloggiare con le sue [...]

[...] inquilini degli altri usci, avvertendoli che un giorno o l'altro avrebbe perduta la pazienza. Nessuno aveva diritto di guardare in casa sua. In [...]

[...] che la colpa di avere messo al mondo degli infelici con un galeotto. Ma loro non potevano, per compassione, morire di crepacuore. Era una cosa da [...]

[...] piangere sentire un boia come lui sbattere i figli e la moglie sul muro, senza poter entrare a fracassargli la testa. Anche il Natale non [...]

[...] terra bocconi come morto, apriva l'uscio e lo sfidava a passare se fosse stato buono. Sarebbe andata in galera, ma l'avrebbe finito con un colpo [...]

[...] , quel tocco di carne di collo. Urlava, chiamandolo assassino! e dicendo che era ora che lo si conoscesse per quello che era. Un infame come lui [...]

[...] arrischiava a mettere fuori i piedi per paura di trovarsi a tu per tu con un omaccio capace di servirsi del coltello. Gli Altieri non l'avevano neppure [...]

[...] toccarle un capello. E, dicendo questo, entrava a raccogliere il bimbo che fiatava ancora, e, con delle maledizioni per il padre che avrebbero dovuto [...]

[...] l'anima. — Ci vorrebbe un po' di corda per dei malfattori come voi! Non so chi mi tenga dal prendervi per i baffi e lanciarvi giù dalla [...]

[...] per dirgli: chiamatemi se ricomincia la storia delle mani, quando Cristaboni, con un salto da tigre appiattata, gli si gettò alla schiena [...]

[...] , cingendogli i fianchi con la contorsione del serpente boa che vi toglie il respiro e vi stramazza al suolo sfiorito come un cadavere. In terra, senza [...]

[...] Beata Vergine dipinta sulla muraglia del largo tra lo svolto delle due scale. Il cielo era nero e sottosopra, con le nubi, che in un dato luogo si [...]

[...] rivolgevano su sè stesse a fasci, in un altro si stracciavano flemmaticamente lasciando per dei secondi lembi snuvolati e in un altro ancora [...]

[...] . Era domenica, con un cielo di piombo. Gigia giungeva all'ospedale con un codazzo d'amiche. Ciascuna di loro, aspettando intorno all'alto [...]

[...] lavandaia del pianterreno. La si ricordava d'estate, quando usciva in camicia con un semplice fazzoletto a fondo rosa puntato al collo a distendere [...]

[...] in uscio con un bavaglino o una fascia di bimbo o una camicia lacera che non valeva un quattrino. — Tenete, che non so che farne della roba vostra [...]

[...] un collo lungo e sottile, con gli occhi sbarrati e fissi della folle, e con una voce da soprana. La seconda era un donnone con la gola bronzata e [...]

[...] era affusolata e alta come un palo, con un collo da giraffa, senza spalle, senza fianchi e col busto e le gambe che parevano di legno. La quarta [...]

[...] aveva un naso mostruosamente schiacciato, con dei buchi voltati verso la gente come due canne di pistola e una bocca smisurata che si [...]

[...] spalancava come un abisso illuminato all'orlo dal candore dei denti. Si facevano notare per gli anelloni d'oro nelle orecchie, i capelli pettinati alla [...]

[...] verde. Se uscivano o andavano a spasso con la loccheria dai calzoni a campana, si cingevano il collo di un mezzo foulard magenta che le colorava e [...]

[...] le dava trasporti e di sognare la tranquillità dolce della famiglia. Fu così che rimase attaccata a un paio di calzoni con amore intenso. Alle [...]

[...] un minuto per una lacrima di mistrà o una marena annegata nello spirito. Il mistrà era più forte di lei. Si lasciava sedurre e si ostinava dopo a [...]

[...] . Lui si attorcigliava i baffoni e non dava ascolto a nessuno dei piangioni che non vedevano che cadaveri. Un ammalato per loro era bello e morto [...]

[...] . La sua consegna era una consegna di ferro, che gli aveva insegnato che la pietà è un lusso e che la fretta non sta di casa all'ospedale. Si [...]

[...] accettavano all'ospedale senza domandare loro un centesimo, si mettevano nelle lenzuola fresche di bucato che era un piacere, si davano loro i medici più [...]

[...] ammalato. Con un sistema in armonia coi bisogni degli ammalati, si sfollerebbero le crocere e i postulanti sarebbero dei veri ammalati. Adesso [...]

[...] non si faceva tempo a scaricare un cadavere nella stanza mortuaria, che ci era già là una folla che aspettava di prendere il suo posto. Prima di [...]

[...] portiere egli era stato becchino. In allora c'erano dei momenti di tregua. Ora non si sapeva più il giorno in cui la sala di osservazione aveva un [...]

[...] letto vuoto. Staccato il campanello a un cadavere, lo si attaccava a un altro per ricominciare da capo. E perchè poi questa operazione? I morti [...]

[...] sciupare dell'altro denaro. Erano dei veri pitocchi che vi andavano a spidocchiarsi e a rifocillarsi lo stomaco. E l'ospedale non era mica un [...]

[...] colpi di rivoltella in direzione del cuore per punirsi di portare nel ventre un tumore maligno che la chirurgia moderna recideva senza impedirgli [...]

[...] volevano andare ai letti con le mani vuote. Comperavano un po' di tutto. L'arancio per umettare le labbra aride dell'ammalato, i biscotti per [...]

[...] consolargli lo stomaco con qualche cosa di leggiero e morbido, cinque centesimi di zucchero grasso e un limone per non lasciargli bere l'acqua pura [...]

[...] carne di prima qualità, con un bicchiere di vino vecchio di bottiglia e con dei petti di piccione e di pollastro. Marco si fregava le mani [...]

[...] che combatteva il lavoro del medico. Ci sarebbe voluto un po' di staffile per certa gente! Se non ci fossero state alle entrate delle sale le [...]

[...] credere che ci potesse essere un uomo alla porta dell'ospedale con il suo cuore di piombo. Lui era grasso e faceva bene a ridere della povera gente [...]

[...] . Una volta c'era più misericordia. Non tagliavano giù la povera gente a fette come ora. Si aveva un po' più di rispetto per il corpo umano. E si [...]

[...] ferri. Alla sua povera Teresa, che forse era morta, avevano asportata una mammella intiera perchè faceva un po' di materia. Un tempo era un male [...]

[...] cataratta che non le faceva il menomo male. Ci vedeva un po' meno, ecco tutto. E ora? I ferri erano i ferri. E ora lei non era più lei. La sua vista [...]

[...] anch'ella un sacro orrore per le operazioni chirurgiche. Una mattina le era venuto il cattivo pensiero di andare all'ambulanza medica a farsi [...]

[...] curare lo stomaco che digeriva male da un po' di tempo e le dava coliche che la piegavano di notte in due. Il medico era un piccolotto con una gran [...]

[...] punta delle dita senza domandarle neppure compermesso e poi voleva soffocarla con un lungo tubo di gomma che doveva nettarle lo stomaco come si [...]

[...] netta un pisciatoio. Se lo avesse ascoltato, a quest'ora sarebbe forse morta. Ginevra voltava via la faccia perchè le facevano male i discorsi [...]

[...] sugli scorticamenti degli ospedali. Era un vero macello. Per suo conto avrebbe preferito morire due volte piuttosto che mettervi piede. Non c'era [...]

[...] dei dolori sottili che le andavano su fino alla radice dei capelli. Un dente nella tenaglia di un frate la faceva sudare come in un bagno turco [...]

[...] filanda e cresceva diritta come un asparago. Cinque mesi prima di condurla all'ospedale aveva ricevuto un colpo contro il filatoio. Il medico [...]

[...] condotto non aveva dato importanza alla ferita e credeva di averla tappata con un po' di cerotto. Ma la ferita era di quelle che si coprono con sotto [...]

[...] che i poveri cristi servivano per le esperienze con le quali si dovevano poi guarire i signori. Era ingiusto che ci fosse un mondo cane che [...]

[...] l'ammalato dell'ospedale. Se si tagliava, era perchè bisognava tagliare. — Bestioni! È un peccato che non abbia io il coltello in mano [...]

[...] catena d'argento che lo faceva passare per un lattaio. C'era venuto un quarto d'ora troppo presto. Gli si diceva che era un peccato che non [...]

[...] avesse imparato il mestiere della madre, perchè una disgrazia poteva sempre capitare da un giorno all'altro. Le clienti c'erano, i posti al lavatoio [...]

[...] donna. Ma a un giovanotto robusto come lui non poteva mancare. Non aveva che da mettere in terra il cappello per trovarsi imbarazzato nella scelta [...]

[...] . Lui lasciava dire, buttando in aria il fumo, mettendo semplicemente, tra un elogio e l'altro, una spallata o una smorfia. Non gli era mai [...]

[...] piaciuto il mestiere della mamma. Era un mestieraccio che riempiva la casa di camicie fetide e di stracci che l'acqua finiva di consumare e di [...]

[...] biancheria distesa come in un prato. Se la Luigia lo avesse ascoltato non sarebbe, in una giornata come quella, in un letto reumatizzata. Con le braccia [...]

[...] faceva il tintore, un mestiere che lo teneva nell'acqua mica male. Ma loro, in fabbrica, avevano i riguardi che non hanno le lavandaie. Si tenevano i [...]

[...] piedi negli zoccoloni alti fino alla caviglia, col fondo del piede grosso, e si coprivano dal petto alle estremità delle gambe con un grembialone di [...]

[...] . Ci volevano dei lavatoi pubblici, protetti dalle vetrate, riparati dall'aria da alte muraglie come li aveva veduti un suo compagno di lavoro a [...]

[...] , cicatrizzate, panciotti che perdevano un po' di camicia da tutte le parti e scarpe sdruscite, scalcagnate, slabbrate, coperte di maccherelle. Facce [...]

[...] bene che un giorno o l'altro doveva avvenire un massacro. Ma l'amministrazione non provvedeva. Aspettava il disastro. Peggio per lei e per il [...]

[...] mortuaria. I due infermieri, alla base dello scalone a sinistra, chiacchieravano tra loro, lasciavano passare senza seccarsi. Avrebbero avuto un bel [...]

[...] professore Guglielmini diceva l'altro giorno agli studenti che sarebbe stato desiderabile che in un ospedale di primo ordine si fosse pensato agli [...]

[...] cenere. Un povero uomo sosteneva che nessuno gli poteva proibire di portare un po' di vino alla sua regiora bisognosa di ristorarsi lo stomaco. E [...]

[...] quell'altra sposina, con la testa che pareva un sole di spadine, piangeva a lasciare nelle mani delle suore il cestino con le uova fresche tolte [...]

[...] che potevano per tirarli fuori dal letto. Se fossero state in un altro luogo avrebbero insegnato loro un po' più di belle maniere. La gente non [...]

[...] andava mica a rubare per buttar via i quattrini in quel modo. Ci voleva un po' di buonsenso, ci voleva. — Di grazia, l'ammalata Luigia Ponticelli [...]

[...] che univa il susurro ai susurri della conversazione generale; questa diventava, negli angoli, un brontolio sordo che passava per le orecchie come [...]

[...] Duomo alle dieci precise e alle dieci precise, anzi un po' prima, c'eran passate. Era una buona ragazza, non si poteva dir niente, ma aveva paura [...]

[...] . Pareva che lo facesse a posta. Un accidente poteva capitare a tutti. Ma tutte le volte, tutte le volte che c'era in giro il pubblico era una [...]

[...] perchè erano sei giorni che s'aspettava la sua scampanellata. Da due giorni il professore andava dicendo che domani le avrebbe ordinato un [...]

[...] stento le palpebre quando la si schiaffeggiava per risvegliarla. Era un mestiere per il quale ci voleva molto cuore e uno stomaco di bronzo [...]

[...] tagliarle tutta la medicatura antisettica di dietro. Con tanta gente attorno non c'era che tirare le cortine. — Vengo! Vengo! Non si sta quiete un [...]

[...] parti. Adesso chiamo la suora. Voglio vedere un po' io di farla far finita. È troppo, è troppo! Se non ci fosse qui la gente vorrei dire. Su [...]

[...] labbra! Con le mani teneva le mani di una fanciulla e di un ragazzo ai fianchi del letto e si lasciava bagnare le guance dallo strazio forse di [...]

[...] , aveva deposto il cartoccio nel cassetto del tavolino da notte, e era rimasto alla sponda in un atteggiamento di persona addolorata. Luigia girava [...]

[...] faceva di tutto per padroneggiare la commozione che lo avrebbe fatto piangere come un ragazzo. La 76 non la conoscevano. Ma parlava e diceva a [...]

[...] ronzava loro nella testa la Luigia non aveva aperto bocca. Nella prima giornata doveva avere avuto più di un tentativo di vomito, perchè alle [...]

[...] trangugiare un cucchiaio di brodo. E quando non si mangia, cattivo segno. I medici venivano tutte le mattine, le toccavano il polso e passavano agli [...]

[...] . La sua padrona della Ripa di porta Ticinese, prima di andarvi, aveva fatto di tutto e si era persino fatta mettere in un forno ardente. Se ne [...]

[...] ricordava perchè era stata là lei a aiutarla, a resistere fino allo svenimento. Il corpo le gocciolava come un gran pezzo d'arrosto allo spiedo e i [...]

[...] ospedali, se volevano guarire. Non c'era uno solo tra loro che non avesse avuto un amico o un'amica a Cassano. Era una cura facile e poco [...]

[...] salutava con lo stesso sorriso e augurava loro il buon viaggio. La donna di Cassano guariva in un modo semplice. Applicava un vescicantone al calcagno [...]

[...] vita buona. La discussione perdeva d'interesse. Gli amici e le amiche si guardavano negli occhi senza trovare un argomento che incitasse la [...]

[...] cappellina bianca dalle ali che agitavano l'aria, passava da un letto all'altro con una parola di consolazione, incoraggiando l'ammalata a sperare in [...]

[...] ! Un grido acuto distrasse tutti. Era venuto da un letto dall'altra parte della crociera, dove erano le operate di ieri e di ieri l'altro. La sala [...]

[...] era tutta cogli occhi dietro le inservienti e le suore che andavano a corsa verso un letto in fondo. Che c'era? Che cosa avveniva? Nulla. Si [...]

[...] era stata veduta a mangiare un pantrito che riversò sulle lenzuola mezz'ora dopo. Rimase assopita per delle ore e poi incominciò a delirare e a [...]

[...] battere i denti come una febbricitante. È un brutto segno, quando si battono i denti! Ieri sera suo marito era là vicino che si struggeva con dei [...]

[...] fermati al letto della 35 un po' più del solito senza ordinarle nulla. Le cose della crociera si sapevano. Ma lei aveva saputo tutto [...]

[...] faccia andava in giro come un ghiottone di donne, incitato da una vaga idea erotica che lo spingeva di letto in letto alla ricerca delle malatine [...]

[...] gaudiose per la nuca, baciandola soavemente sulla bocca schiusa come un incendio. Le manine diafane gli davano i rapimenti dell'innamorato e usciva [...]

[...] . — Zaccaria! Suor Cecilia era considerata, attraverso l'anno, da un'ammalata all'altra, un angelo. Aveva nella voce e negli occhi una bontà infinita [...]

[...] viso bianco come il lino che glielo incorniciava. Il suo pensiero era tutto votato a consolare gli infelici. Talvolta passava da un letto all'altro [...]

[...] cervella nel tegamino delle fritture, con un panino lucido. E il primario la contentava fin dove poteva, perchè l'amministrazione non permetteva [...]

[...] il giorno prima con un drastico che faceva loro buttar fuori tutto, le teneva d'occhio perchè nessuno desse loro qualcosa da mangiare e alla [...]

[...] dava un buffetto con garbo e ripassava, sgomitando e raccomandando loro di guardarsi bene dal dare dolci all'ammalata. — La uccidereste! Alle [...]

[...] sorelle. E di questo parere era un po' anche Marianna. Ma Bentoni dissipava ogni dubbio, assicurandole che il digiuno, quando si aveva la febbre, era [...]

[...] donnaccia che bisognava lasciare nei suoi vizii. Il posto adesso era stato preso dalla mamma di quell'Altieri materassaio che fingeva di avere un [...]

[...] primo piano! Lo si sentiva, a ora tarda, passare in punta di piedi verso il suo uscio e lo si risentiva ripassare verso mattina come un ladro [...]

[...] salame sugli occhi! Ecco lì un giovine, che potrebbe essere felice, capace di tirarsi in casa un avanzo della strada se non ci fosse il padrone [...]

[...] perchè si era intenerita vedendo un'ammalata che baciava e ribaciava una bimba che le avevano messa fra le braccia e che baciandola piangeva in un [...]

[...] un bacio se non avesse avuto paura di svegliarla. È cosi difficile riaddormentarsi quando si sta male che sarebbe proprio un peccato disturbarla. E [...]

[...] dato il dispiacere di abbandonare la vecchia ortolana. La Gigia non comperava molto, perchè era in casa sola. Ma non avrebbe mai comperato un [...]

[...] fagiuoli secchi, perchè andava di sopra a mangiare la minestra dalla 79. Ma per quanto stava in lei, l'Altieri non avrebbe visto il becco d'un [...]

[...] leggevano gli avvisi impastati al principio di ogni scala e all'entrata del portone e parlavano di Fioravanti come della caduta di un tiranno che [...]

[...] interessa gli inquilini del Casone. GIORGIO INTROZZI. Non c'era uno che non gongolasse di gioia di vedere in terra un sacripante che aveva esercitato [...]

[...] potevano essere angustie, non ci potevano essere temporali. Andava per gli usci con quei suoi occhiacci del colore dell'agata come un poliziotto e [...]

[...] far fede della sua bontà d'animo. Il povero Siliprandi era ancora nel sottoscala come un documento. Bisognava essere di sasso per metter fuori [...]

[...] dell'uscio un vecchio della sua età, in un inverno in cui gelava il fiato sulle labbra, con delle notti serene che producevano il ghiaccio [...]

[...] tra quelle dinanzi il blocco A a ricordare tutto il male che aveva fatto al Tognazzo, un uomo che sarebbe stato incapace di ammazzare una mosca. Gli [...]

[...] che per quello che si vedeva coi propri occhi, ma aveva una grande paura che il 28 fosse morto dallo spavento di essere, un giorno o l'altro [...]

[...] poveri che aveva angariato per tanti anni. Anche quelli che gli avevano fatto l'amico fino a ieri lo evitavano come un cane rabbioso. Il collettore se [...]

[...] ne meravigliava, come se non fosse stato lui il tirannello che aveva negato la pennellata dell'imbianchino, la riparazione urgente, un po' più [...]

[...] d'olio nei lumini per le scale, la scopata all'anno per il Casone e un po' di fiato a chi era caduto in qualche miseria. Siliprandi era troppo [...]

[...] rimase lì assopito, con gli occhi chiusi, con la testa appoggiata al muro, con le labbra semi-aperte, come un profeta che ha compiuto l'opera sua [...]

[...] . Fioravanti non si aspettava l'avviso. Giorgio gli aveva tagliato le mani con un colpo netto. Lo leggeva movimentando tutta la pelle della testa [...]

[...] : che chi fonda sul popolo fonda sul fango. Lo vedeva bene che cos'era il popolo. Un mucchio d'ingrati. E dicendolo, il bianchiccio intorno le sue [...]

[...] proprio interesse. Il suo difetto era quello di essersi lasciato aprire da tutti come un armadio. Diceva le cose che aveva di dentro senza paura [...]

[...] un buon diavolo del Casone. Se poi l'avesse tenuta da conto, ora non si saprebbe più in che modo salutarlo. Tutti i rivoltosi gli sarebbero [...]

[...] distinguere la cosa onesta dalla disonesta. Si staccava dall'avviso più forte, con un concetto più alto di sè stesso, convinto che egli aveva perduto [...]

[...] avanzare di un punto. Non era per vantarsi se diceva ch'egli era ormai il più vecchio del Casone. Vi era entrato assai prima che Pasquale Introzzi [...]

[...] non si era avanzati di un passo. — Mondo! diss'egli battendo sulla spalla di Martino. Avevate ragione di dire che dove manca ogni idea di pulizia [...]

[...] commuovere dalla manata di un villanaccio che non gli era mai andato ai versi. Adesso che lo vedevano tutti come il fumo negli occhi andava a [...]

[...] domandargli un po' della sua amicizia. Grazie tante, un'altra volta. E senza badare a quello che gli diceva, tirava via a imbiancare la gelosia [...]

[...] voluto far capire a Fioravanti che la sua voce, che usciva malamente da un naso ingorgato alla radice, lo infastidiva. Tra loro non c'era mai stata [...]

[...] .... — Tralasciate di inzuccherarmi! gli disse seccamente Martino con un gesto imperioso della mano. Io vivo del mio lavoro e non ho tempo di [...]

[...] occuparmi degli affari degli altri. Se volete la mia opinione, è che sono contentone che il signor Giorgio abbia scelto un giovinotto come Giuliano [...]

[...] , mio caro. Dammi la mano. — Non c'è bisogno. Sono anch'io padre di famiglia e so che cosa voglia dire trovarsi in istrada senza un aiuto al [...]

[...] atroci del Fioravanti. Giuliano Altieri era uscito da un pezzo, perchè dal giorno in cui era divenuto intimo di Filippo Buondelmonti, la [...]

[...] ispalla che andava via col suo garzone verso la casa ove era aspettato, rimuginando ciò che aveva imparato. Filippo Buondelmonti, un bravo giovine di [...]

[...] Lando del Casone e gli prometteva di narrargliene, un giorno, la storia. Gli diceva che il suo sistema di leggere qualunque libro gli capitava in [...]

[...] tutto lo scibile umano in una volta, arrivavano alla fine del loro viaggio con un grande disordine nella testa e senza la voglia di ricominciare [...]

[...] conoscenza coi grandiosi magazzini intellettuali. Prendi il vocabolario che hai sul tavolo. A guardarlo spaventa, non è vero? Pare che la vita di un [...]

[...] uomo non basti a mandarlo a memoria. Tu l'apri e t'accorgi che un ragazzo lo imparerebbe in pochi mesi. Scartabellalo e vedrai che non c'è pagina [...]

[...] tutta la lingua parlata da saltar via. Tutti noi sappiamo il significato di sole, occhio, acqua, scarpa, tavolo, uomo. Tu leggi da un pezzo. Ed [...]

[...] il vecchiume inservibile, se vuoi lasciare un po' di posto alla lingua nuova, alla lingua del tuo tempo, alla lingua sublime che produce la gente [...]

[...] . Giuliano pareva sotto l'incubo di un sogno. Ascoltava Filippo Buondelmonti col cervello inondato di luce bianca. Ogni parola che gli cadeva nel [...]

[...] fitto delle tenebre cerebrali si scioglieva come un razzo che gli squarciava il buio e gli faceva vedere la linea retta che doveva condurlo alla [...]

[...] Buondelmonti gli andò in casa con un volume di sinonimi. — Te lo regalo. I sinonimi ti insegneranno la sfumatura matura della lingua e ti [...]

[...] vocabolo e vocabolo. Tra mortificati e sbaldanziti, tra crepitare e scoppiettare. Crepitare, come tu sai, è un leggiero strepito. Crepita la legna [...]

[...] che arde. Scoppiettare è un po' più forte. Perciò farai scoppiettare le dita, la frusta, e anche la legna e il carbone. Ma terrai a mente che il [...]

[...] , cibati dei sinonimi. Vi troverai un cibo delicato che ti farà rinascere. Ti metterà in grado, a tua insaputa, di eliminare le frasi perplesse, i [...]

[...] un'altra notte orribile. Dopo le due non aveva potuto chiudere occhio. I materassi, quantunque non fossero ancora vecchi di un anno, parevano di legno [...]

[...] fianchi o sulla schiena, subiva l'impressione che nella lana vi fossero miriadi di punte d'ago. Giorgio, che di solito dormiva come un ghiro, s'era [...]

[...] in cucina che si faceva il caffe, pensierosa. Macinava e le venivano in mente i racconti di coloro che patiscono l'insonnia. Era un male da [...]

[...] rimasta onesta. Certo di Giuliano non si poteva dire che bene. Era un giovine serio, pieno di educazione, che si levava sempre il cappello quando [...]

[...] parlava con le signore e che non accettava mai un centesimo meno di quello che metteva sui suoi conti, perchè i suoi conti erano del lavorante che [...]

[...] sospiri. A questo mondo ci doveva essere qualcosa di più importante da fare che ridurre l'amore a un mestiere. Loro capivano l'unione dei sessi come [...]

[...] senza un pensiero per il loro vitto. Ci voleva un po' di fede. Con la fede si poteva andare in capo al mondo con le tasche vuote. Se non fosse stato [...]

[...] si protegge o non si difende, perisce. La società è costituita in un modo che nessuno può essere il fabbricatore del proprio destino. Chi cessa di [...]

[...] . C'erano famiglie sobrie, che andavano alla fabbrica un giorno dopo l'altro, che mangiavano lungo l'anno pane e minestra e minestra e pane con la [...]

[...] volontà di aggiungere un po' di benessere e di ammansare la lotta che li svigoriva. Ma non erano riuscite che a inasprirla. Perchè le loro [...]

[...] agguerriti degli altri. Vuol dire di essere più astuti, più avveduti, più adattabili, più insensibili ai dolori dei vinti. Con un capitale [...]

[...] il contatto dei lettori. Le idee della società futura devono avere un profluvio di lettori. E correndo verso l'Annunciata il graticcio gli era [...]

[...] diventato di carta. Non se lo sentiva più sulle spalle. Andava via come portato dalla cooperazione. Vedeva un mestiere che si inanellava con l'altro [...]

[...] tribolazione, la fine dei patimenti, la fine delle ingiustizie. Lì dentro erano il necessario e il superfluo. Ah sì, era tempo di dare un po' di [...]

[...] , senza vicini, con l'entrata chiusa, circondata dalla muraglia di un giardino che l'isolava completamente dagli altri fabbricati. Ci si stava da [...]

[...] principi. Pareva la residenza di un musicista che avesse avuto bisogno di una pace immensa. L'entrata era di ferro. Si premeva il bottoncino e le [...]

[...] catenaccio con garbo, senza ascoltare che cosa volessero. Egli era un originale che non poteva soffrire i poveri. Li considerava della melma che [...]

[...] dappertutto, dabbasso, in cucina, nel salotto, a pianterreno, nelle stanze di sopra si sentiva che si era in casa di un uomo che aveva per [...]

[...] religione la pulizia. Dinanzi i padroni si piegava in due per un rispetto cresciuto con lui. Con loro non capiva che l'ubbidienza cieca. Ma esigeva lo [...]

[...] provava un vero compiacimento. Perchè Giuliano diceva bene, sempre bene di lei, senza dimenticare mai di aggiungere il "donna" come aggettivo [...]

[...] benessere. — Come stai, Giuliano? Sai che ti fai aspettare? Donna Annunciata ha mandato qui tre volte a domandare di te. Corri, che io ti preparo un [...]

[...] all'avambraccio e con i grandi bottoni di madreperla che le andavano fino ai piedi. Si buttò un po' di polvere di riso sulle guance per nascondere il pallore [...]

[...] essere benissimo un galantuomo, ma poteva anche essere un fior di birbone. Sul conto dei tappezzieri ne sapeva di cotte e di crude. Erano fatti a [...]

[...] posta per far denari sulla pelle degli altri. Non era un anno che aveva udito, con le sue orecchie, che marito e moglie erano morti di una malattia [...]

[...] contagiosa presa dormendo sulla lana di un defunto. Quando si è in fin di vita non si sa mai di che male si muore e la lana dopo, anche se purgata e [...]

[...] gli passava nel cervello come un fluido tepido che gli desse una sensazione piacevole. Fu il dunque! che lo distolse dall'intontimento. — Vado [...]

[...] era avvenuto? Non se lo sapeva spiegare. Egli era in piedi, con gli occhi perduti sulla immagine riflessa, con un vago desiderio che gli andava fino [...]

[...] alla testa. Se ne vergognava come di un pensiero abbominevole. Il tradimento lo rivoltava. Il matrimonio poteva essere quello che si diceva. Ma [...]

[...] ascolta le parole dolci d'amore. Non gli entrava il tranello. Tradire un uomo o una donna col quale o con la quale si passano le notti e i giorni e si [...]

[...] dividono le gioie e i dolori della vita gli pareva un delitto. E nell'impeto delle parole oneste si caricava sulle spalle il materasso e discendeva [...]

[...] poteva essere meno ladri. Così il suo progetto di accomunare gli interessi dei lavoranti gli si rivelava sotto un aspetto al quale non aveva pensato [...]

[...] dubbio. C'erano migliaia di persone che vivevano mollemente nel lusso per il solo fatto di avere impiegato un capitale in un'azienda commerciale o [...]

[...] industriale. Gli esempi delle fortune venute su a vista d'occhi rigurgitavano in ogni angolo cittadino. Non si poteva passare da un quartiere senza [...]

[...] trovare a ogni passo un padrone di sè stesso divenuto rapidamente padrone degli altri. In pochi anni i padroni di sè stessi che andavano per le vie [...]

[...] col carretto o con la corba della propria produzione non uscivano più che in carrozza. Il tugurio era diventato un palazzo signorile. Dalla [...]

[...] fatto lavorare? In un modo semplice. Il capitale aveva fatto da sè. Non si era associato, non aveva diviso, aveva imperato. Sotto la sua dominazione di [...]

[...] si obbligava a pagare una lira la settimana, per tre anni. Era un sagrificio enorme, lo sapeva. Ma bisognava farlo se si voleva abbandonare [...]

[...] l'abitazione malsana, nauseabonda, pestilenziale. Moltiplicando le sei mila lire per il numero delle settimane, si raccoglievano, in un anno, L [...]

[...] . 318.000. In tre anni, cogli interessi e gli interessi degli interessi, i cooperatori sarebbero stati padroni di un milione. Un milione! C'erano dei [...]

[...] padroni milionari che avevano incominciato con qualche centinaio di lire e con del semplice credito. Con un milione versato, il credito non si [...]

[...] basta, bisogna vedere di raddoppiarla a ogni costo. Ma è necessario evitare di cadere in bocca al lupo. Da un pezzo il custode vociava che il [...]

[...] puncino andava raffreddandosi. Valeva proprio la pena di scomodarsi per un uomo che lasciava parlare come i matti. Giuliano non udiva. Ruminava la [...]

[...] società era il lavoro di tanti secoli. Non la si poteva capovolgere in un giorno. Non si poteva fare che un passo alla volta. Era doloroso, ma [...]

[...] berlo da solo. Anch'io ho contratto un po' del tuo vizio. È un vizio cardiaco. Ma è meglio avere del cuore che essere come il mio padrone di una volta [...]

[...] . Dio lo abbia in gloria. Era un accidentaccio che avrebbe fatto denari sui pidocchi. Alla servitù misurava i bocconi di pane, figurati poi il [...]

[...] di una pasta. C'è chi sa salvare le apparenze più di un altro. Ma la cloaca rimane tale e quale. Bocca taci, taci! Se tu vuoi conoscere i vizii [...]

[...] . E lo credo. L'immoralità è un lusso. Bisogna avere del tempo e del denaro per essere immorali. Io ho sempre vissuto coi ricchi. A dodici anni [...]

[...] piace l'agguato. La donna che ti bacia o ti abbraccia pensando all'altro. Siamo veri con noi stessi. Tu sei un uomo. Sì, c'è una donna che non [...]

[...] darmi del maiale, se potete. Va, va pure. Ne parleremo un altro momento con più comodo. E il custode non si dava pace neppure dopo che Giuliano [...]

[...] un vaccaio. Donna Elena, della quale era stato il confidente e il portalettere, non era che una volgare adultera. La madre aveva i vizii più [...]

[...] lire al giorno. Ah, se volesse parlare Frustavino! Il mondo, a un certo momento, sarebbe obbligato a tapparsi le orecchie. Una sera che era brillo [...]

[...] camminando coi piedi e colle mani. Fa dei versi che ora terrorizzano e ora fanno smascellare dalle risa. Qualche volta sembrano latrati di un cane [...]

[...] ammazzasse. La vecchia mi trattenne dicendomi ch'ella vi era abituata. Da un pezzo i vecchi si eccitano in quel modo. Ritornai alla toppa un po [...]

[...] ' più quieto. Il padrone ruggiva. Non aveva più nulla di umano. Sudava, si disperava voltato sulla schiena, agitando le gambe e le mani come un [...]

[...] immaginare. Era l'oppressione della casa. Perchè l'inappetenza lo rendeva malinconico e taciturno. Ah, se avesse potuto dargli un po' del suo appetito [...]

[...] essa parlava di paure, ma lei non poteva a meno di esserne impensierita. Se era permesso fare un paragone con un suo vecchio orologio che non sapeva [...]

[...] aggiustare centinaia di volte, le era venuto a costare più che nuovo. Aveva un bel dirle l'orologiaio che si trattava di un remontoir che valeva il [...]

[...] dargli un po' del suo appetito! Lo avrebbe veduto più gaio, più ilare, più forte. Anche quando l'abbracciava ella sentiva tutta la mollezza [...]

[...] il fascino di una armonia. Le parole di Annunciata non avevano per lui il significato dei pensieri che rappresentavano. Ma un doppio senso, un [...]

[...] senso intimo, il senso di un'anima che si rivela a un'altra anima. Il disastro dello stomaco di Giorgio gli diventava un dramma. Racchiudeva il [...]

[...] , poltrone, lamentatevi poi se vi si lascia in dietro! Vaselloni, con l'abitudine di alzarsi quando gli inquilini erano al lavoro da un pezzo [...]

[...] conservato le proporzioni dell'Ercole, ma non era più lo spaccamonti che faceva tremare tutti con un dito, come quando andava sul palcoscenico dei [...]

[...] gli sforzi riuscissero a mandarglielo su dalla gola. A udirlo tossire si diceva che aveva in fondo un serbatoio di marcia. E nei momenti desolati [...]

[...] irriverenza. Divenne un affiliato del Circolo dell'Immacolata e un propagandista di miracoli instancabile. Andava da un santuario all'altro senza [...]

[...] non era mica un impostore. — Entra come ci sono entrato io, gli disse, e rimarrai a bocca aperta. Vedrai tutte le pareti coperte di quadri [...]

[...] . Perchè la grazia è per sua essenza un dono che Dio non deve ad alcuno. Chi ci va, deve credere nei miracoli per intercessione della Madonna, come [...]

[...] visita al santuario della Madonna delle lagrime: e poi, un passo dietro l'altro, ci avvieremo a quello di Caravaggio. Maledetta tosse! Pazienza [...]

[...] divorano i polmoni! Un uomo come me che vuotava due litri a colazione è ridotto a tossire tutta la vita! Ti domando scusa, Madonna, se [...]

[...] bestemmio, se ho bestemmiato. Stasera mangerò come un lupo. Voglio dire al Gianmaria di prepararmi un risotto coi funghi. Dopo tanta astinenza ho diritto [...]

[...] , del blocco C. Egli è ormai cieco fatto. Non ci vede a due passi. Aiutarci l'un l'altro e agire da cristiano. Va tu a prenderlo, perchè può darsi [...]

[...] che non ci sia un cane che lo accompagni dabbasso. Certe malattie non dovrebbero venire ai poveri. Sono troppo incomode. Un cieco è come uno senza [...]

[...] dirlo al padrone. Noi siamo cristiani e dobbiamo chiudere un occhio. Sono tutte senza giudizio queste ragazze! Padri, state loro al pelo se non [...]

[...] mosso. Il treno parte alle cinque e un quarto. Chi perde la corsa si batta il petto. Badate che la festa della Madonna non viene che una volta [...]

[...] . — Pater de coelis Deus, miserere nobis. Le voci sommesse dei vecchi e dei giovani, degli uomini e delle donne si confondevano in un coro pietoso [...]

[...] disilludeva alcuno, perchè diceva che la fede era capace di guarire gli inguaribili. Un uomo o una donna ammalati di nervi potevano benissimo tornare a [...]

[...] rimasti oziosi. Aveva letto nei giornali di un signore stato digiuno trentadue giorni senza una ragione al mondo. Si era alzato all'indomani [...]

[...] senz'appetito e non aveva più potuto mangiare. L'atonia dei nervi resisteva a tutte le cure. Il trentatreesimo un amico gli si è precipitato nel salotto come [...]

[...] un disperato a comunicargli il suo disonore. — Sei perduto, sei scoperto! Ormai tutti sanno che tu sei un falsario! L'accusato si alzò, si agitò [...]

[...] , il gobbo, gobbo. Ah, sì! Magari, fosse vero! Ci sarebbe proprio bisogno di un Dio che vedesse e provvedesse! Se è vero che il sangue di Cristo ci ha [...]

[...] religione. Dov'è Dio, in questo momento? Non vado innanzi per non perdere il rispetto a don Paolo e per non diventare ciò che non voglio: un ateo. Io [...]

[...] Dio! Dal terzo piano del blocco C veniva giù Ersilia coll'indolenza di un avanzo di crociera. Ravvolta nello scialle a chiazze smunte, con il suo [...]

[...] faccione di cera, pareva appena risuscitata. Sorda come una talpa attribuiva la sua sordaggine allo scoppio di un fulmine. Dal blocco B discendeva [...]

[...] tanto fastidio. La Gelmetti, col viso coperto di una larga macchia di vino che le aveva inflitto un capriccio di parto, si metteva nel gruppo come [...]

[...] una maschera che avrebbe fatto ridere in un altro momento. Il marito di Agata Maddaloni vi andava per guarire dalla doppia ernia che s'era fatto [...]

[...] ! diceva sovente al medico. — Se non posso! Fra tre anni potrai averne un altro. — Ma se soffro! — Si soffre un po' tutti a questo mondo! Pazienza [...]

[...] venivano mantenuti peggio dei cani, curati peggio delle bestie e serviti di cinti che facevano venire sul corpo le vesciche alte un dito! Se ci [...]

[...] di flanella che mi metterò sullo stomaco! E si mise a tossire lentamente, dicendo che ci sarebbe voluto un triduo per guarire, ma che costava [...]

[...] che non venivano mai, promettendole, all'orecchio, un regalone al sabato della vincita. — Fatelo toccare alla Madonna, Maddalena! La madre di [...]

[...] contro le infermità della vita. Si casca ammalati da un giorno all'altro senza sapere chi ringraziare. E diede a Santina tre caramelle per [...]

[...] così passava attraverso i bisogni insoddisfatti, senza lamentarsi. Si sa, i poveri non possono essere ricchi. Solo avrebbe vuluto un po' più di [...]

[...] stomaco appestato, dando sovente un po' di pane biascicato a Martina, l'ultima dei suoi otto figli, dal collo tagliuzzato dalla lancetta del chirurgo [...]

[...] alle imprecazioni sussurrate dalla folla che non la voleva. C'era e ci rimaneva. Era un suo diritto, il diritto degli ammalati, il diritto di [...]

[...] anche lui un po' dell'antipatia degli altri per i Cristaboni, due demoni che si erano fatti mettere fuori del portone dai carabinieri. Anni sono si [...]

[...] un'occhiata all'Annibale di Silvia Vaselloni, un figlio che si liquefaceva come neve al sole dopo che aveva aspirato la pestilenza dei figli dei [...]

[...] Cristaboni. La Tencia dello straccivendolo dello stesso budello, che prima andava via diritta come un asparago e si sviluppava come un tronco, era [...]

[...] occorreva che un suo movimento per buttarla alla porta come un mezzo quintale d'immondizia. Non mi piace mettere le mani addosso alle donne, ma non [...]

[...] dovete provocarmi, perchè in allora divento un altr'uomo, capite? Andate via, vi dico! le ingiunse col dito puntato verso l'uscita. — No no, non vado [...]

[...] a sè stesso che sarebbe bastato lui solo per quell'omone che faceva il bulazzo con le donne. Ma non voleva sporcarsi le mani con un sacco di merda [...]

[...] che tossiva come un ospedale. Bastava suo padre. E andò a chiamarlo dal Battista, ove era andato a cicchettare. Pietro e Franceschino giunsero [...]

[...] e giù per il suolo, come un calcasassi. Ma Cristaboni diventava pericoloso appunto quando era alla mercè del nemico. Perchè in allora le sue mani [...]

[...] distanza dal luogo della lotta. Ma era troppo tardi. Il suo collo era come in un cerchio di metallo che si stringeva e gli faceva venire gli [...]

[...] di camicia la tragedia finiva. Cristaboni si staccava dalla sua vittima con un boccone della sua lingua gocciolante di sangue e Gioberti rimaneva [...]

[...] quasi capire il misfatto. Ma dopo un momento di esitazione, si soffermò con gli occhi sul cadavere e con un atto supremo di disprezzo gli [...]

[...] pelle secca e grinzosa che metteva in rilievo le sue ossa e i suoi tendini e rivelava le privazioni di un lungo periodo. Il suo viso rappresentava [...]

[...] tormento momentaneo. Marat non era un avvenirista. Egli studiava il pauperismo nelle cantine, dove si nascondeva a scrivere l'Amico del Popolo, e laggiù [...]

[...] delle questioni. È mancato il personaggio che insegnasse ai terroristi che il lavoro umano è l'unica cosa che possegga un valore economico e che nel [...]

[...] fu che un grido. Un grido per i poveri. — Può darsi che io sia della mia classe. Ma cosa dobbiamo fare quando troviamo per la strada una donna [...]

[...] , per esempio, con dei bimbi che implora un soldo? Turarci le orecchie e pensare, mentalmente, che l'accattonaggio ci ripugna come un capello [...]

[...] , semplicemente teorista, saresti un altro Marat, insensibile ai dolori delle vittime del tuo tempo, indifferente per chi muore sul patibolo o [...]

[...] fucilato in mezzo al tumulto. L'uomo di genio non è un pedagogo che si pietrifica nella forza del lavoro. È l'aquila che porta in alto il futuro senza [...]

[...] non pochi in uno stesso letto. I delitti... È un delitto? Io so che ho una ripugnanza invincibile per la carne di mia madre e delle mie sorelle [...]

[...] mancanza dello spazio, alla mancanza dei letti. È orribile che ci sia una società che abbia un codice contro il duro destino degli esseri e non pensi [...]

[...] a mettere in salvo le anime in un luogo più igienico. Moltiplicate le stanze, moltiplicate i letti e forse impedirete che l'istinto bestiale agiti [...]

[...] calzatura. Vende, si paga tutte le spese, e gli rimangono, in un anno, diciamo, 1.344.000 ore di lavoro per i suoi incomodi. Tu non hai bisogno [...]

[...] , stracca, con la cena sullo stomaco. Passano magari degli anni senza un pensiero impuro. Poi, in una sera afosa, in una notte agitata, la pelle [...]

[...] è occupata da un pollivendolo a dividere le penne bianche dalle nere e le morbide dalle dure per quattro lire la settimana. Elisa è nella stanza [...]

[...] regolarmente e nessuna di esse ha mai dormito fuori della propria casa. Il padre è stato veduto alticcio di rado. Due delle ragazze dormivano in un [...]

[...] abbia dato del cacone una volta per le sue idee antioperaie. In allora era un conservatore implacabile. Per lui, noialtri, eravamo tutti della [...]

[...] la voluttà delle pene spaventevoli. A Depretis, ch'egli chiama un democratico di cartone, vorrebbe che gli si fendesse la lingua con un coltello [...]

[...] arroventato. Se parla di Lamarmora diventa un macellaio. Lo prende per i capelli e lo diguazza nel sangue dicendo che il traditore del suo paese [...]

[...] morire. Fanno paura. Danno a quello che dicono un senso profetico e assumono il fare degli antiveggenti. Ogni domenica che vado da Bernardino a [...]

[...] orecchie e alza le mani come se temesse qualche sventura. L'impressione del suo viso pare quella di un uomo che vada giù a leggermi nel cuore. E [...]

[...] dargli un asilo che non sia un reclusorio, che non lo mantenga come un pezzente, che non lo costringa a invocare la morte come un beneficio. E [...]

[...] tutta l'agiatezza del ricco. Annita Tampini mi ha fatto piangere. Non ho voluto l'affitto. È la donna più pitocca del Casone. È venuta su senza un [...]

[...] trenta centesimi. Il marito, un sellaio, prese l'uscio dopo averla ingravidita una seconda volta. Sola, povera, con un bimbo nella culla e uno nel [...]

[...] ditta d'abiti fatti. La vicina che andava a prenderli e a riportarli si contentava d'un centesimo di guadagno. E Annita riusciva a cucirne [...]

[...] cui Romeo e Annita dovettero staccarsi da Attilio, fu un giorno triste, inconsolabile. Singhiozzavano, piangevano e si disperavano con dei bacioni [...]

[...] portarono al camposanto la povera donna pareva impazzita. Non è stata più lei. Non ricuperò più la ragione. Non può più vedere un soldato. Basta un [...]

[...] volta a prendere il suo Attilio. È divenuta cupa, malinconica, lavora a sbalzi, è indifferente al bene e al male e non sa più concepire che un [...]

[...] cessato di pregarlo in ginocchio! È un pezzo che non prendo la penna in mano. Il colera non me ne ha dato tempo. Che giornate! Sudo a pensarci. Ci [...]

[...] . Abbiamo fatto il nostro dovere senza chiasso, gareggiando l'un l'altro a nostra insaputa. La fortuna dei nostri ammalati è stata di avere il [...]

[...] metteva i suoi due chilogrammi nella caldaia comune appesa al bastone di ferro col braccio a uncino che avevano piantato in un angolo pulito del [...]

[...] , disinfettandola, facendone scrostare e imbiancare le pareti e riammobigliandola con un tavolo, delle scranne, dei letti e delle stoviglie, cose tutte [...]

[...] Casone si convertì in un panico più spaventevole del colera. Il cognac e l'acquavite avevano perduta la virtù di rianimare la gente rassegnata al [...]

[...] spalle dei becchini faceva loro battere i denti e li metteva in un orgasmo che rasentava la costernazione. Se non fosse stato per la vergogna, si [...]

[...] che lo avevano torturato. Non si scherzava. Si poteva avere del coraggio, ma gli inquilini morivano via come le mosche in un freddo autunno. Era [...]

[...] di Antonio. Egli è morto come un dannato. I crampi allo stomaco durante il raffreddamento del corpo erano così inesorabili che nel delirio il [...]

[...] se avesse subite le convulsioni di un delirio violento. — Ah, dunque non c'è giustizia in cielo! No, non c'è giustizia in cielo. Il cielo non ha [...]

[...] avuto pietà neppure di Agata Maddaloni, la donna più feconda del cortilone, la madre dai fianchi spettacolosi, che aveva undici figli vivi e un [...]

[...] : mistero! — Tu non sai, mi diss'egli un giorno in cui sentivo il dubbio, che san Pietro ha pianto per trenta anni l'errore di avere rinnegato il [...]

[...] Signore uscendo dalla cena? — Sappiatelo, buon sacerdote, io non piangerò un minuto. Se Dio è potente e nulla può resistergli, perchè non mi [...]

[...] Pascal, il grande Pascal, dai diciotto anni non fu che un povero ammalato. Un ammalato, si capisce, disprezza la scienza e si prostra all'ignoto [...]

[...] mia rivolta fu la rivolta di un minuto. Le grida dei figli che imploravano la grazia divina per la madre che moriva, mi hanno sgiogato [...]

[...] tue ragazze si disperavano con un pianto che schiantava il cuore, e si buttavano sul tuo cadavere in disfacimento con le esclamazioni della [...]

[...] stato detto, è un miracolo di tutti gli anni e te lo racconto. Mia madre era in chiesa e io ero di fuori che davo una occhiata alla struttura del [...]

[...] ragazzotta, la quale di tanto in tanto tentava di fermarsi, poteva avere diciotto o diciannove anni. Era tutta assieme un tronco vigoroso di donna [...]

[...] che avrebbe potuto sbarazzarsi degli individui che la tenevano con un semplice spintone. Puntando le gambe si vedeva il donnone dalle cosce [...]

[...] rovesciavano come sotto l'azione di un dolore spasmodico, le sue trecce voluminose, attorcigliate l'una sull'altra e trapassate dalle spadine [...]

[...] della nubile, davano alla sua testa un non so che di superbo. Giunta ai gradini del tempio la ragazza incominciò a impuntarsi con delle grida che [...]

[...] , digrignando i denti con le palpepre calate, tutta rossa dalla colluttazione. Uno degli uomini tentò di chiudersela in un braccio e di levarla di peso con [...]

[...] massa calcata per il portico come un turbamento collettivo. Alla porta la paesanotta ritentò di sciogliersi dalle mani che la tenevano adimando i [...]

[...] bianca. Nello sforzo supremo urlava e indemoniava. Ci fu un momento in cui gli uomini parvero lì per piegare sotto il divincolamento della ragazza [...]

[...] sulle ginocchia, ritraendosi di un passo per farle passare la testa dal vano dell'entrata e impedirle di farsi male. In chiesa le strida della [...]

[...] di oscillazioni frenetiche. Il predicatore dovette smettere e rimanere sul pergamo in un atteggiamento di vittima, con la destra sul braccio [...]

[...] , di trentadue anni, la quale stava falciando l'erba in un campo incolto chiamato Mazzolengo, l'invasata era riuscita a sciogliersi le mani dai [...]

[...] abbia baciato. So che ha baciato lungamente, affettuosamente, emettendo un sospiro che ha fatto pronunciare alla moltitudine, tra la cappella e la [...]

[...] in pianto dirotto. Le moltitudini si ringinocchiarono con la fronte supplice, e un momento dopo tutte le bocche si abbandonarono alle litanie [...]

[...] supposizioni. Perchè nella chiesa di Caravaggio, in un ambiente che predispone alla fede nel miracolo e mette sotto l'impero di una visione che non si [...]

[...] dissipa che all'aria aperta, dove ho veduto un altro spiritato cacciato innanzi da una ventina di persone, è molto difficile avere la mente chiara. Le [...]

[...] vita con un parossismo religioso che la martirizzava. Durante le sue smanie epilettiche i suoi atti erano troppo sinceri per pensare a una [...]

[...] diventa, nella sua immaginazione, il nodetto grigio della sua anima dannata. Non sta più tranquilla. I suoi sonni passano tra un incubo e l'altro. Ella [...]

[...] l'abbandona. Il prete prende il suo posto. Egli crede, egli deve credere all'esistenza degli spiriti. La ragazza diventa per lui un caso di [...]

[...] epilettici. Era la follia in azione. Ho veduto un giovanotto spalluto, con una volta cranica a punta e le arcate dentali che si scoprivano come una [...]

[...] ghignata che metteva freddo, impazzire in un arrabattamento che traduceva il disordine mentale in eruzione. Con uno sforzo erculeo riuscì a sbattere i [...]

[...] madonna, con le trecce al vertice, avvoltolate l'una rasente all'altra, le quali davano l'idea di un cocchiume di capelli. Nel rilievo delle trecce [...]

[...] coperta da un piccolo cachemire dai colori vivaci che lasciava vedere un po' di nuca, come il fichu in testa alle signore. Le brianzuole maritate [...]

[...] avevano nelle trecce un chilogrammo d'argento in tante spadine diffuse come un mezzo cerchio di sole. La caratteristica di alcune maritate era la [...]

[...] fascetta a colori sorgente dalle vesti come un armatura di bacchette di balena a sorreggere il seno pieno di latte che tremolava e traboccava. Prima [...]

[...] di arrivare sulla vasta piazza girata a nordest da un portico di mattoni che la fabbriceria avrebbe dovuto continuare fino a Caravaggio, si [...]

[...] fanno un chiasso del diavolo per poi disilludere con quattro stracci di salti mortali e qualche sudiceria di un pagliaccio senza spirito. Verso la [...]

[...] per i fianchi paesani. Di zoccolai ce n'erano un po' di qua e di là, un po' sotto il portico e un po' all'aria aperta, documento irrefutabile che [...]

[...] mano, altre facendo il giuoco delle carte. Parlavano male. Strapazzavano l'italiano in un modo orribile. Adattavano le predizioni alle persone che [...]

[...] superficie i miei pensieri intimi, palpeggiandomi la mano con la sua ruvida. — Giovine, mi diss'ella, seguendo con un dito le crene del palmo della [...]

[...] mia sinistra. Voi avete amato una donna dalla quale siete stato tradito, con grande amarezza del vostro cuore. Pronunciò le ultime parole con un [...]

[...] ancora un poco. Ma vedo in fondo all'ultima venuzza la donna fedele della vostra vita. È bella, è ricca, vi darà molti figli e vivrete tanti anni [...]

[...] fazzoletto bianco per quello di mia madre. Dopo un po' d'esitazione, si mise la lettera e il fazzoletto sotto gli occhi, li guardò attentamente e [...]

[...] poco dopo disse senza impallidire. — Giovane, vostra madre è morta quando eravate piccino. Voi la rimpiangete sempre. Ma il padre che avete è un [...]

[...] maestoso. Indossava un abito ceruleo, con il capo cinto da un velo candido. — Oh Madonna santissima! gridò la Gioannetta. — Sì, rispose la madre [...]

[...] moltitudini dei paesi circonvicini senza convincere gli increduli. Ci fu un tal Graziano che negava ogni virtù al sacro fonte. E per dispetto vi [...]

[...] gettò un ramo secco, dicendo: — Fatemelo fiorire, o Madonna, se siete buona! Immantinenti il ramo si rivestì di fronde verdeggianti e di fiori che [...]

[...] diffusero tutt'intorno un profumo soavissimo. — Questa è storia. — Come l'ho letta nella descrizione del santuario. A me pare crudele che si [...]

[...] , il sudiciume della pelle non avvezza al lavamento, come un elisir, come una bevanda che desse loro l'estasi della consolazione paradisiaca! Non [...]

[...] sulla superficie, quasi vi fosse riflessa l'immagine della Madonna, con le mani giunte vicino alle labbra, in un atteggiamento di persone più in [...]

[...] . — Hai veduto dei miracoli? — Nessuno! Ho veduto uno storpio che teneva la gamba nell'acqua sorridendo come un ebete e dicendo, a intervalli [...]

[...] , che sentiva per il piede un fluido che gli dava piacere. Il poveraccio ha dovuto andarsene con la gruccia sotto l'ascella. La madre di un ragazzo [...]

[...] che aveva perduto un occhio si curvava, si levava dalla Fontana con il cavo della mano pieno d'acqua, e lasciava cadere nell'occhio sgraziato, a [...]

[...] cristiano non è cittadino. Chi è cristiano è schiavo di un Dio che gli sta alle carni come un cilicio, schiavo di una rassegnazione che gli fa [...]

[...] entusiasmi, all'adorazione di tanti personaggi immaginarii di un mondo che non esiste. — Tu hai ragione. Io stesso non sono cittadino che da poco. Se [...]

[...] religiosa. E per riuscirne devo violentare me stesso e prendermi idealmente a pedate per cacciarmi fuori dalle paure di un al di là che mi hanno [...]

[...] . Sacramento e le litanie. I devoti entrano in uno stanzone a pianterreno, ove è un banco che va da una parete all'altra, vicino alla parete in [...]

[...] fondo. Al centro del banco era il custode sacerdote o un sagrestano in cotta che non faceva tempo a registrare. Egli era alle prese con una [...]

[...] . Accendere una lampada per una novena, due lire. E se volete accenderla per un giorno solo, venticinque centesimi. Sono rimasto nello stanzone più di [...]

[...] comprendonio. Basterebbero esse sole a fare di me un rivoltoso. La vendita dei pani benedetti e dei pezzetti del velo che ha coperto la Madonna di sasso mi [...]

[...] sè stessi. Ci sono momenti in cui non si sa più se si è fra gli ammutinati di un manicomio o in una bolgia infernale. Si emettono grida da lasciar [...]

[...] credere a un impazzimento generale e si commettono tutte le stranezze delle masse terrorizzate dal demonio. Io ho potuto penetrarvi lasciandomi [...]

[...] mezzo alla calca trafelati, sudati, stravolti, come persone salvatesi da un tumulto nel quale credettero di lasciare la vita. Nella calca si [...]

[...] delle grazie fatte. E, qua e là, dove potevo, leggevo che un cieco aveva ricuperata la vista, che il ginocchio di una donna, stata in letto quattro [...]

[...] anni, aveva ripreso la funzione di muoversi, che una bimba era rimasta illesa dalle gambe di un cavallo infuriato che le era passato sopra, che un [...]

[...] uomo, con un piede tormentato dalla gotta, aveva potuto uscire dalla chiesa a corsa, che Crenzi Costantina di Vicobellignano, diciottenne, da due [...]

[...] Madonna, sono guarita!, che Luigi Cremonesi, giovine lodigiano, affetto da un tumor freddo al ginocchio, nel settembre del 1881 ritornò a casa [...]

[...] caduto o la caduta, fiamme che escono repentinamente da un edificio dietro una madre che corre col bimbo e si salva senza una scottatura, treni [...]

[...] , Madonna! Ci sono... ce n'è un subisso di miracoli illustrati e non illustrati. Ricordo quello di Paolo Vailati di Crespiatica cremasco. La scena è [...]

[...] un calesse col cavallo che si impenna all'incontro del tramvai. Paolo, discendendo dalla carrozza, viene sbattuto dal quadrupede infuriato proprio [...]

[...] a capello, dirò così, del treno che passa senza neppure scorticargli un dito, per la semplicissima ragione che aveva avuto il buon senso di gridare [...]

[...] vicino le disse con un profondo sospiro: — Beata voi che potete! Io non posso offrirle che la corona del mio rosario! Ero stufo di stare in piedi [...]

[...] della B. V. un grido tumultuoso che annunciava la grazia! Di sopra nessuno poteva vedere chi fosse l'eletta o l'eletto della Madonna, nè che grazia [...]

[...] taumaturga e rimasi inchiodato nell'angolo fino a un altro grido convulsionario. Grazia! grazia! grazia! I due sacerdoti all'entrata della cappella [...]

[...] della B. V. erano oppressi da un lavoro senza posa. Tutti i pellegrini avevano roba da far benedire. E per benedirla dovevano pronunciare delle [...]

[...] ! esclamò l'idropica alzandosi, sono guarita! In un minuto i pellegrini di sopra e dabbasso ricominciarono le litanie. Ero nella strada e ne udivo [...]

[...] era così forte che si sentiva soffocare. Con le parole crudeli che gli tumultuavano ancora per il cervello, credeva di essere vittima di un [...]

[...] sogno, di un triste sogno, di un sogno che avrebbe voluto distruggergli la ricca messe di gioia. Non era possibile che Annunciata fosse vile e [...]

[...] degli abbracci di un altro! Diteci quando è sincera, se col primo o col secondo, o se non lo è nè con l'uno, nè con l'altro. Forse è sempre bugiarda [...]

[...] da un corpo all'altro e rimane immortale. E vedendola andare verso il salotto tese il braccio. — Vattene! vattene! È odiosa la vita del [...]

[...] prostituta per il semplice fatto di essermi data a un altr'uomo. No, no, tu non mi convincerai mai d'esser stata infedele. Io sono troppo sana per [...]

[...] diventavano un sollievo al suo cuore che sanguinava dalla confessione. Annunciata lo respinse come se fosse stata cinghiata. — Indietro, non [...]

[...] plurale. Dovevo dire che ci è stato imposto. Sì, c'entri anche tu. Se l'adulterio imposto è un delitto, Giorgio, tu pure sei colpevole. Tu ti [...]

[...] una necessità delle nostre condizioni fisiche. Io sono nata madre. Io sento la maternità come poche donne sentono. Avere dei figli è per me un [...]

[...] parole dolci del mio sogno. Giorgio, sii mio, fammi madre perchè voglio essere tutta tua, dammi un figlio perchè voglio vivere nella tua [...]

[...] peccato è un altro peccato. Ma gli uomini, confessalo, sono ostinati, ostinati, ostinati! Lasciar fare quello che loro hanno fatto diventa un [...]

[...] abbominio, un orrore. Si sfascia la famiglia, si capovolge l'ordine sociale. Confessalo, Giorgio, che è il loro punto debole. Come sarebbero più saggi [...]

[...] che in sua moglie si celasse la difensora di una sua vecchia idea che gli aveva fatto credere che l'adulterio entrasse nella famiglia come un [...]

[...] fortificatore, un perfezionatore e un conservatore della specie! E si stringeva la fronte come per ritornare ai tempi delle ubbie giovanili. Ma [...]

[...] ! E allora? Incrociò le braccia a gli si mise in faccia come un punto interrogativo. — Io ho scelto. Io, Giorgio Introzzi, non metterò mai la firma [...]

[...] sotto il lavoro di un altro, foss'anche un capolavoro. Il bastardo diventerebbe la mia persecuzione. Me lo vedrei dinanzi e penserei agli [...]

[...] , Giorgio. Non si esce mica dalla casa di un uomo come te senza piangere. Non è il tuo lusso che mi fa parlare. Il lusso non è mai stato una necessità [...]

[...] Giuliano Altieri! 14 marzo 1884. Caro Giuliano, Ho saputo tutto. Voi siete un bravo giovine. Conservatemi l'amicizia e non insegnate alla vostra [...]

[...] vita senza dare un po' di noi stessi. Portate pazienza e non offendetevi se vi dico che l'esistenza di voi due è diventata più cara della mia [...]

[...] contenterò di poco. Sarò lieto se penserete qualche volta che in via Goito è un infelice che vi vuol bene. Consumerò la mia esistenza nel lavoro. Farò [...]

[...] come voi. Abbraccerò un ideale e gli dedicherò i miei giorni. Non il vostro ideale, perchè non sono socialista. Io sono un semplice umanitario [...]

[...] . Consolerò la povertà. Ecco tutto. Giuliano, voi sapete che io avevo in animo di demolire il Casone per dare ai miei inquilini un edificio più [...]

[...] . Non ringraziatemi. Perchè vi impongo un obbligo: l'obbligo di dare al nuovo edificio il mio nome. Così mi parrà di essere sempre con voi [...]

[...] . Ghiringhelli vi dirà pure che non ho dimenticato i miei inquilini. Sarebbe stato ingiusto. Sono io che do loro la noia di un sanmichele e io devo [...]

Zuccari Anna (Neera)
Un nido
5 1880 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 416 occorrenze

[...] NEERA UN NIDO MILANO GAETANO BRIGOLA E COMP.° Via Manzoni, 2 1880. PROPRIETÀ LETTERARIA Tipografia di L. Bortolotti e C. PREFAZIONE Ragazze [...]

[...] corpacciuta con un portamento triviale e un'andatura sguaiata. La sua fisionomia, molto regolare e conservata fresca in mezzo ai lardelli [...]

[...] , presentava nell'espressione un complesso di malignità, di ignoranza, di istinti volgari, cui poco curavano i suoi ammiratori, paghi di vederle il [...]

[...] naso piantato dritto sulla faccia e certi occhi da civetta rilucenti e tondi che parevano sentinelle pronte sempre a presentare le armi. Un [...]

[...] non aveva pregiudizi in fatto di belle maniere; non è per lei certamente che sarebbe nato 1'ordine della Giarrettiera; se le fosse caduto un [...]

[...] riuscita ad ammonticchiare quelle cinquanta lire, parrebbe un terzo segreto; ma io non lo conosco davvero. So che la famiglia Spiccorlai, antichi [...]

[...] Spiccorlai se ne stava tutto il giorno disteso in un'ampia poltrona di pelle unta e sdruscita, col gomito appoggiato a un tavolino altrettanto unto [...]

[...] uncinate. Mangiava voracemente, al pari di un cane, un cibo oltre ogni dire frugale; gridava quando gli si chiedevano denari; non poteva soffrire le [...]

[...] sue facoltà mentali, amministrava la piccolissima sostanza che gli era rimasta, calcolando con esattezza da matematico il valore d'un centesimo [...]

[...] salnitro — che riuniscono in una soli decrepitezza immonda le due decrepitezze del tempo e della miseria. Che cos'era stata quella casa durante di un [...]

[...] . Certo la signora Rosa non vi stava per propria elezione. Ma quando ritta sul ballatoio in pompa magna impiegava un buon quarto d'ora a raccogliere le [...]

[...] sapeva bene di non potere indurlo a cambiare casa. C'era nella corte una fabbrica di birra, e quando rimovevano le materie fermentate, saliva un [...]

[...] mezzo alla corte con un piglio tra l'impaziente e lo sdegnoso (era un novellino viziato delle eleganti portinaine), cacciò la mano nella borsetta [...]

[...] , chiamò: — Spiccorlai! Silenzio. L'acqua cadeva fitta, sottile, incessante 15 — egli aveva un berretto nuovo — riguardò in su; richiamò [...]

[...] maledetta casa un tale Carlo Spiccorlai? Ohe! La domanda era rivolta alle grondaie gocciolanti e alle travi tarlate, ma parve l'udisse il vecchio [...]

[...] . Un passo leggero, un'ombra bruna, una scarna mano di donna che si allungò tremante e l'incidente ebbe termine. Il giovinotto uscì allargando i [...]

[...] ? Incominciamo dall'ombra. Carlo Spiccorlai era il maggiore di un numero straordinario di fratelli; fra lui e l'ultimo nato — una femmina — correvano [...]

[...] non era uomo da perdersi in tenerezze. Le additò un nero buco accanto alla cucina, le fece la sua parte al magro pasto comune e venne in tal [...]

[...] modo ad avere la terza persona della famiglia, un po' meno d'una serva, un po' più d'un cane. Il vecchio bisbetico non parlava con lei più che [...]

[...] ricacciava sulla scacchiera, brontolando: Donne, cavalli, orologi! Tra le cognate era un altro affare. Fin dal giorno che Amarilli era comparsa [...]

[...] sulla soglia della tetra casa, lunga, magra, allampanata, cogli occhi lagrimosi, col suo misero vestito di lutto che pareva un cencio posto ad [...]

[...] asciugare sopra un bastone, la florida e paffuta signora Rosa l'aveva presa a bersaglio di tutta la sua malignità, di tutte le sue invidiuzze volgari [...]

[...] alle creature deboli, che le schiaccia, che le umilia con un confronto di tutte le ore e di tutti i minuti. Sì; lei poteva, rovesciando indietro [...]

[...] le maniche con un movimento che le era famigliare, mettere in mostra le sue grosse braccia solide e bianche, ridendo in viso sguaiatamente ad [...]

[...] , e come espressione del suo massimo disprezzo, la chiamò una letterata. Amarilli aveva ingegno, aveva un gusto delicato, un cuore sensibile [...]

[...] dietro, le magre costole del suo petto batteva un caldo cuore. Ma per la Rosa, Amarilli aveva tre difetti di prim'ordine: era donna, cognata e ne [...]

[...] sapeva più di lei. Vi sono molti supplizi, ma un supplizio lento e terribile è quello di un essere intelligente soggetto alla ignoranza cattiva [...]

[...] anime elette, s'era nascosto sbigottito chi sa dove, ed appena ne traluceva un fioco bagliore quando — ben sola e ben chiusa nel lurido sottoscala [...]

[...] 21 anni certe impazienze non si provano più — dovesse cadere il mondo, con un piede nella fossa che importa? Analizzò la scrittura, la carta [...]

[...] nome. Posso presentarmi in sua casa? Posso venire a chiederle un asilo per il momento, finchè sarà decisa la mia sorte? 22 » Perdoni a una [...]

[...] povera orfana che non sa quello che si dice in sì tremendo giorno, e che anela a ritrovare un padre nel fratello della sua povera mamma [...]

[...] su il vecchio ghignando — la contessina che chiede un pezzo di pane al vecchio pizzicagnolo rimbambito. Venga, venga la contessina! — Carlo, non [...]

[...] . Si imaginava il gusto che avrebbe la Rosa nel trovarsi per i piedi una nipotina e rideva come un matto. Amarilli, avvezza a quegli strani modi [...]

[...] Carlo le aveva detto: Scrivi, venga — una intera perorazione. Quando se ne sovvenne, si sovvenne pure che in tutta la casa non avrebbe trovato un [...]

[...] guardarmi. Amarilli si volse. C'era sul muro un ragno dalle lunghe gambe acrobatiche che correva, correva su verso il soffitto. Amarilli guardò quel [...]

[...] ragno e sentì nel medesimo tempo un rumore secco, stridente. - Non voltarti! — gridò il vecchio. Passarono cinque minuti. II ragno ridiscese [...]

[...] dondolandosi a un lungo filo argenteo. Amarilli pensava ch'esso era molto felice, perchè il filo incominciato sulle travi cadenti di quell'antro [...]

[...] poteva finire dentro un cespuglio profumato di glicine o di caprifoglio. Pensava alla povera Editta e a se stessa e sospirava. — Ora voltati; ecco [...]

[...] l'occorrente. 24 Un pezzo irregolare di una vecchia carta giallastra, un po' bucherellata, un po' sucida giaceva sulla scacchiera. D'onde [...]

[...] parte di suo fratello nulla poteva sorprenderla. Prese la carta, un po' riluttante. Carlo Spiccorlai, prevedendo delle obbiezioni, intuonò il suo [...]

[...] salmo: — Donne, donne, donne! cavalli, orologi! Scrivi: venga la contessina! Un po' d'inchiostro in fondo al vecchio calamaio di legno c'era [...]

[...] ; Amarilli lo stemperò con una goccia d'aceto. — Bada che lo sprechi! — gridò il vecchio. Scritta la lettera, Amarilli tremante per paura di un [...]

[...] avanti un argomento inconfutabile; ma suo fratello rispose asciutto: — Dunque non facciamone nulla! Se la povera ragazza avesse posseduto il valore [...]

[...] di un centesimo sotto la cappa del cielo, il francobollo era subito trovato; tuttavia la sua imaginazione vivace, aiutata dal fervido cuore [...]

[...] , trovò un ripiego. Ridiscese dalla moglie del birraio e le disse: 26 — Signora, volevo chiederle se ha ancora, disponibile quel piccolo ricamo [...]

[...] ?... Alcuni giorni prima la vicina le aveva offerto di guadagnare qualche cosa ricamando un grembialino per il suo bimbo; ma Amarilli, che [...]

[...] Editta, l'orfana sconosciuta, e questo amore la occupava deliziosamente; aveva tanto bisogno di espandere in un seno amico la piena dei suoi [...]

[...] affetti contenuti, che volava incontro alla speranza di trovare finalmente un essere capace di amarla, un essere debole da proteggere. — Editta [...]

[...] aveva risvegliato un mondo spento nel turbinio delle sue illusioni. Dovette appoggiarsi al muro. Un lembo pallido di cielo, sbattendole in volto [...]

[...] . Sul fondo cupo della parete la sua figura ascetica si staccava vigorosamente come un affresco di Michelangelo o di Raffaello. Aveva intorno al [...]

[...] uscendo dalla finestra affumicata del vecchio Spiccorlai annunciavano un alterco. La Rosa era tornata e Carlo Spiccorlai, si vede, non aveva [...]

[...] in Merica ne aveva almeno?...Giacchè tutti facevano capo in quella casa, avanti i denari. Ah! lei non era padrona di offrire un bicchier di vino [...]

[...] a suo nipote Renato, ma per far posto agli altri doveva mettersi i piedi in bocca. Sì, eh? Sì?... Con una mano sul fianco, rossa come un [...]

[...] . II suo naso ricurvo che pareva quello di un uccellaccio da preda si raggrinzava nelle smorfie di un orribile sorriso e colle magre dita di [...]

[...] dolce sposa, che era molto brutta nella collera e che alla lunga alla lunga non poteva nascondere per un pezzo i suoi quarantaquattro anni suonati [...]

[...] strana figura di vecchio mago, esclamò tra ironico e il giulivo; — Lascia aperto. La Rosa se ne vuole andare. Se io scrivessi un poema epico in [...]

[...] ottantasette canti, mi cadrebbe bene qui il paragone di una belva furiosa che alle prese con un'altra, se un innocente animale qualunque viene a [...]

[...] stabiliva un odioso precedente che tutti gli Spiccorlai fino alla quindicesima generazione non avrebbero mancato di imitare. Già, lei avrà [...]

[...] — Donne, donne, donne! — E i cavalli, zio Carlo? E gli orologi? — disse una voce gutturale e avvinazzata, mentre un giovanotto aprendo l'uscio [...]

[...] ti pose in questo stato? Lo so, lo so; non parliamone altro, bella zia; qua la mano. Zif-tac. Con un movimento rapido e grazioso sputò [...]

[...] della Rosa era un giovinastro di professione commesso, ma di fatto quasi sempre ozioso. Lo avevano sopranominato il Moretto e teneva a fare [...]

[...] l'uno dall'altro che sembravano i pioli di legno d'una cancellata; portava una cravatta senza colletto annodata sulla camicia di flanella, un [...]

[...] soggetto — oh sì, la signora Rosa confessava ch'egli era un cattivo soggetto, ma tanto amabile — era versato nella scienza difficile di allacciare [...]

[...] matrona tripudiando e gongolando. — Il suo ampio petto si alzava e si abbassava, davvero, come il mantice di un organo, o se più vi piace, come [...]

[...] le onde di un mare agitato; quantunque assomigliasse più che altro alla bisaccia di un frate questuante scivolata dal di dietro sul davanti [...]

[...] . — Dunque, bella zia, che cosa abbiamo di nuovo? — disse Renato entrando a piedi giunti nella famigliarità di un colloquio che si ripeteva quasi [...]

[...] vittima. Gridava un po' troppo per una vittima, non c'è che dire; ma Renato finse di credere e si commosse al punto di stringerle [...]

[...] cuore ben fatto cacciò fuori un piccolo grido di soddisfazione. * Chi non era nè in quella camera, nè in quel mondo, chi non viveva di quelle [...]

[...] in un mondo immaginario di pace e d'amore, dove la gioventù era lieta, serena la virilità e la vecchiezza santa — mondo fantastico, ne era [...]

[...] la sua sorte a quella di un povero esule. Amarilli si ricordava le scene violenti che avevano preceduta la scomparsa della sorella, e come dopo [...]

[...] alle sue esortazioni all'obbedienza. Ogni particolare le tornava in mente a poco a poco, come sfogliando un libro. Sua figlia le somigliera [...]

[...] gli altri, e talvolta fuori della finestra, nell'orizzonte confuso della sera, e si fregava come un matto 40 le mani stecchite, e poi si [...]

[...] lasciava andare sulla scacchiera, ridendo di un riso strano. * — Qui?... oh mai, mai! Editta era giunta. Bella, superba, fiera come sua madre a [...]

[...] orribili pareti, col volto acceso e gli occhi fiammeggianti sotto la tesa del suo capellino, ella faceva davvero un grande contrasto con tutto [...]

[...] quanto la circondava. Veniva a chiedere un pane in quella casa, lei, vestita come una dama! La Rosa non c'era fortunatamente, ma il sucido vecchio [...]

[...] in un affettuoso amplesso e, trascinandola quasi a forza dentro l'uscio, le veniva dicendo: — Editta, figlia mia, figlia della mia povera [...]

[...] sorella, non fuggire; io ti amerò, ti amerò tanto! Quei baci, quelle lagrime, quelle dolci parole produssero un po' di reazione sulla prima [...]

[...] amavano. Le anime superiori hanno un tatto squisito per intendersi subito, per riconoscersi in mezzo alla gente volgare, come belle figure [...]

[...] tanta vergogna nella voce di Amarilli che a sua volta anche Editta arrossì. Sciolse, con un sospiro, il gancio della mantellina e sedette sulla [...]

[...] . Così erano proprio sole, la Rosa chi sa quando sarebbe venuta. Amarilli non ebbe 44 il coraggio di parlarne, sembrandole di anticipare un [...]

[...] dispiacere alla sua giovane amica. Tornò a sedere sulla valigia, le prese le manine con impeto grazioso, e disse: — Narrami un po' della tua [...]

[...] parlò della sua breve vita felice, presentendo un avvenire pieno di guai. Una furiosa scampanellata le fece trasalire ambedue: Amarilli impallidì [...]

[...] , suo padre, era un gentiluomo francese di testa un po' calda, un po' repubblicano, 45 un po' poeta, giornalista e cospiratore, molto [...]

[...] suo figlio, si trova che, mentra egli versava in grandi strettezze, era fieramente tentato dalla smania di comperare un oggetto artistico, un [...]

[...] piatto di bronzo cesellato che vedeva tutte le mattine esposto nella bottega di un antiquario. Era senza pane quasi, immerso nei debiti, quando gli [...]

[...] . A qualunque costo sua moglie doveva avere un abito di seta, e sua figlia una bambola che camminasse da sè. Non voleva pensare ai debiti, non [...]

[...] ispirazioni. Intanto passava il tempo felice. Un giorno si pianse assai nella graziosa cameretta davanti alla finestra inghirlandata di viole — i [...]

[...] fiori e il cielo. 48 Si pensi l'orribile contrasto della casa Spiccorlai, dove non batteva mai il sole, dove non risuonava mai un bacio [...]

[...] tentato di fare un discorso. Davvero. Appena Editta uscì dal letto egli l'apostrofò nei seguenti termini, senza preamboli: — Il consiglio ch'io [...]

[...] . Si parlavano in lunghe confidenze, si indovinavano, ed i vincoli di un tenace affetto legava sempre più i loro cuori. Se non c'era Amarilli, a [...]

[...] costo di mendicare per le vie, l'orfana non sarebbe rimasta un solo istante. Le vessazioni della Rosa erano già incominciate più acerbe, più [...]

[...] vent' anni. Un altro motivo di disgusto per Editta, di odio per la Rosa fu la corte che Renato incominciò a fare all'amabile cuginetta. Subito, al [...]

[...] incredibile, in un momento che Renato le passava dietro le 52 spalle aveva osato solleticarle la guancia con una paglia di sigaro [...]

[...] vivendo sempre un po' nelle nuvole non aveva alcuna esperienza della vita, ebbe l'idea storta di chiedere aiuto al fratello. Forte della sua [...]

[...] l'intraprendente giovinotto non sembrava atterrito per nulla, anzi, quella stessa mattina si era spinto a gettare un bigliettino nel paniere della fanciulla [...]

[...] , bigliettino che Editta aveva raccolto colle molle e messo a bruciare sul fuoco come un ragno. Il vecchio rise molto, rise tanto che Amarilli [...]

[...] lo guardava perplessa. Quella larga bocca senza denti sembrava l'antro di Caco aperto a tutte le stregonerie; un solo dente lungo e giallo vi [...]

[...] un labirinto; al di sopra del naso uncinato le pupille saettavano raggi foschi e maligni; con una mano si grattava l'orecchio, coll'altra [...]

[...] un pietoso confronto col presente; disse che era gracile, delicata; mise avanti triste previsioni sul futuro; chiese per sè stessa maggiori [...]

[...] sotto, tutte le forme. Egli non aveva mai posseduto nè un cavallo nè un orologio, ma una donna per mala ventura s'era posta sulla sua strada [...]

[...] — oramai egli non viveva che per odiare quella donna. C'è un pensiero consolante — la Rosa meritava quell'odio. Sa Iddio quante ne aveva fatte buttar [...]

[...] al vecchio marito! Ma al contrario di tutti i mariti the si vendicano al momento dell'offesa o per lo meno in un breve tempo seguente, il [...]

[...] . Carlo Spiccorlai si sentiva alleggerire gli inverni sulle spalle e vi fu un momento in cui gli parve d'essere così vispo, così sicuro delle proprie [...]

[...] questa scena; 56 ella comprese subito che tutto era finito, che Editta non sarebbe rimasta un giorno di più. Difatti, con una vivacità [...]

[...] ! Editta l'abbracciò teneramente; le disse di non temere per lei che già aveva un progetto; promise di darle sue notizie, di amarla sempre e forse [...]

[...] ... Mormorò una dolce promessa; sulle labbra della zitellona comparve un sorriso, ma le lagrime lo vinsero, e mentre Editta fuggiva correndo giù [...]

[...] !» G. CARDUCCI. Vi è sempre nel mondo un cantuccio che si preferisce a tutti gli altri; un paese, una collina od una valle, qualche volta un [...]

[...] dirupo scosceso o un pantano pieno di nebbie, che noi anteponiamo ai giardini più ridenti. È per solito il paese, la collina, la valle, il dirupo [...]

[...] sasso un alberello e dove dai muri di granito piove l'edera attorcigliata in graziosissimi festoni. Il sole sembra giocare a rimpiattarello dietro [...]

[...] , ripercotendosi sull'erba fina e fresca. La ruota intermittente di un povero mulino, il passo di un asinello, il canto di un fanciullo rompono tratto [...]

[...] tratto la quiete, e l'eco che non si desta a quei brevi rumori conserva al paesaggio il suo tipo di calma, di serenità, di pace. Un poeta [...]

[...] vorrebbe andarvi per cantare e un filosofo per vivervi. Oltre l'Adda c'è un paese il cui nome 60 pare una dedica alle capre forse abitatrici una [...]

[...] l'aspetto generale è vetusto, cresciuto dal silenzio e dalla solitudine che regnano da un capo all'altro. Certi balconcini di legno, neri [...]

[...] , traforati, sporgenti dal sasso come da un torrione antico, hanno un'espressione medioevale. Nessuna castellana tuttavia appare su quei balconcini [...]

[...] il paese, fino a Cisano, dove il fraterno amore mutando nome, si uniscono pudicamente in matrimonio sotto l'arco di un ponticello e da quello [...]

[...] sboccano fuori congiunti in un solo letto e in un solo nome. La storia è poetica e poeticissima la piccola valle della Sonna, quantunque nessun [...]

[...] per grazia di Dio alcuna villa signorile dipinta di bianco e di rosso col giardinetto alla francese, e mai l'ombra di un cameriere colle [...]

[...] copiosa, intricata, variatissima; in un solo palmo di terra si trova un cespuglietto di more selvatiche, una pianticella di malva, un ciuffo d'erba [...]

[...] , un gambo di trifoglio e uno d'acetosella, e poi altre fogliuzze ancora e piantine alte come la falange di un dito, verdi scure, verdi pallide [...]

[...] mille forme stravaganti e gentili, senza nome, senza scopo, senza nessun'altra missione, oltre quella d'essere belle e di ridere un giorno al [...]

[...] , come sultano viziate in un harem deserto. Vengono su un po' qui, un po' là, sparse, a gruppi, in fila, assediate tutto in giro dai pruni [...]

[...] silvestri — timidi adoratori. Tutto questo verde così fitto, così ombroso, forma un gran manto sulle spalle della montagna; ma come molti manti è [...]

[...] strappato anche esso e mostra tratto tratto la pietra nuda, di un grigio uniforme, filamentosa, a strati come un libro — e fa venire la tentazione [...]

[...] , inclinazioni, tutto egli aveva lasciato per lei. Il suo amore cieco e geloso, passivo come quello di uno schiavo, umile come quello d'un cane, si [...]

[...] molti, o erano così puerili e limitati che il padre non rifiniva di lodare la sua bontà e moderatezza. Un abito, un pasticcietto, dormir tardi la [...]

[...] occhi che per quella sua diletta, ed instupidiva anche lui per mettersi allo stesso livello. Estremo ridicolo di un sentimento sublime. Si [...]

[...] povera, incapace tuttavia di imitarla, invidiandola un pochino e tormentando la sarta perchè le facesse un vestito da poterla rendere altrettanto [...]

[...] da questa frequenza non nacque un vero affetto 66 simpatico tra le due famiglie, si stabilì però insensibilmente un legame d'abitudine, una [...]

[...] mutua stima, qualche cosa insomma che ne faceva un po' le veci. Durante la malattia di Vergy, il signor Bruno dimostrò interesse più affettuoso [...]

[...] scoprivano i denti verdastri, guasti dall'eccesso dello zucchero. Aveva le spalle un po' curve, il petto e le anche stretti, il ventre grosso. Lunghi [...]

[...] da un pensiero doloroso che gli faceva contrarre le dita. * Quando Editta comparve come una fata, pallida e bruna nel cerchio luminoso della [...]

[...] sorridendo con stupore mormorò: ah! intanto che un chiodo, rattenendola per il vestito, vi faceva uno strappo. Bruno si mostrò immensamente [...]

[...] lieto della visita. Strinse le mani di Editta, la fece sedere, la tempestoò di domande, ma si fermò sbigottito udendo un piccolo colpo di tosse [...]

[...] ; guardò sua figlia. 69 — Hai tossito, Rachele? — Io no, non ho tossito; è una caramella che m'è andata a traverso. Bruno soffocò un sospiro [...]

[...] . — È un po' raffreddata — disse volgendosi a Editta — non vuole aversi riguardo, benedetta bambina! Ora prende le pasticche d'altea. Ne hai [...]

[...] , intanto che osservava i capelli di Editta raccolti in un modo graziosissimo sull'estremità della nuca, e promettendo a se stessa di farsi [...]

[...] insegnare una pettinatura che stava tanto bene. 70 — Sai? — disse la giovane istitutrice con un piglio di serietà amichevole — riprenderemo il corso [...]

[...] sul volto; strinse le labbra per non parlare, e si pose ad accarezzarsi macchinalmente la barba. Editta si trovava un po' imbarazzata. 71 [...]

[...] siccome quella di Editta non era preparata, Bruno la invitò ad aspettare un momento accanto al fuoco. Appena furono soli prese con vivacità la mano di [...]

[...] sulla sedia mormorando: — Male... male... lo so. — No, creda, non mi pare. Forse un po' magra... — Sì! sì! — interruppe Bruno — molto magra; e [...]

[...] mentre si udì dalla scala la voce di Rachele: — Editta! Editta! Vieni un po' su; fa vedere alla mia cameriera come sei pettinata. — Gliela [...]

[...] persuada a stare coperta. Rachele che aspettava la sua amica, mezzo spogliata, sul ballatoio tossì un poco. Bruno soggiunse ancora: — Gliela [...]

[...] tossono un poco; domani hanno la febbre; doman l'altro la madre pazza di dolore ne comporrà le fredde mani sul loro petto di vergine. Tremenda [...]

[...] . Rachele non era bella, e nulla sotto questo rapporto la consacra alla pietà del poeta; ma nell'ordine della natura è pure un atomo 74 del gran [...]

[...] tutto; è un essere — sia anche fra gli ultimi — che ha diritto alla sua porzione d'esistenza, d'aria, di sole, di gioia, di lagrime. Ella [...]

[...] parola? Rachele era tisica. Primo stadio — dicevano i medici — ma chi ne sa nulla? Vedendola sempre, stando insieme, un po' la tosse, un po' gli [...]

[...] dolcezza inalterabili. Rachele, naturalmente, non credeva al suo male. Un semplice raffreddore, diceva essa, una cosa da nulla. Quando tossiva era [...]

[...] sempre perchè le era andato un non so che a 75 traverso; del rossore degli zigomi accusava il fuoco del caminetto; del pallore delle guance, il [...]

[...] . Questa sicurezza, questa baldanza imperiosa e decisa non ingannavano Editta, che anzi riconosceva in esse un pronostico allarmante; ma Bruno [...]

[...] , nè di rimedi; Rachele viveva a suo talento senza regola e senza norma; pareva che la tosse fosse un po' assopita; essa giurava di non essere [...]

[...] da un momento all'altro? Tutto l'inverno è stato vizzo e male andato; chi gli avrebbe offerto un baiocco? Ed ecco già che ai primi soffi della [...]

[...] in riva all'acqua, sui sassi e, volgendo intorno lo sguardo nella fresca solitudine, sprigionava un grido di libertà che gli echi della valle [...]

[...] che governa il suo cuore come un orologio? Ha ragione il fanatico che attraversa la vita spiritalmente guardando oltre la tomba? O dobbiamo noi [...]

[...] , semente caduta da un albero che bufera aveva atterrato, fremevano nel sangue di Editta. Era ideale e aristocratica; giudicava tutto da un sol [...]

[...] , ma qualche cosa di duro, di aspro traspariva a rari intervalli 80 dal suo contegno; pareva alterigia, e forse lo era un poco, ma più assai [...]

[...] scogli più ingrati, 81 non aveva avuto iùl tempo nè occasione di formarsi un criterio giusto. Ella non scorgeva che due punti ben distinti [...]

[...] idee, le sembrava di non poter amare niente altro sulla terra. Al pari di un selvaggio che non si fosse cibato mai che delle radici native, ella [...]

[...] dalla vista del paese; un meschinissimo mulino posto sull'altra riva della Sonna ne era il termine abituale. 82 II mugnaio era sempre in giro [...]

[...] volte Editta sentiva il cuore gonfio di affetti e un bisogno d'espandersi che si traduceva in una cupa malinconia; era allora più che mai taciturna [...]

[...] ritornando sulla via fatta, cercò un ponticello di legno, una semplice tavola che il mugnaio gettava al mattino e che - la fanciulla ne concepì subito [...]

[...] il sospetto perchè la tavola non c'era più — ritirava al cader del sole come un castellano geloso. Era uno spiacevole contrattempo; però si [...]

[...] poteva entrare al mulino. Editta incominciò internamente un piccolo atto di contrizione e promise a sè stessa di fare un'ammenda onorevole della [...]

[...] famigliola, approfittando che l'indomani era domenica, s'era portata ad un vicino paese dove alcuni parenti banchettavano per nozze. Editta si trovò [...]

[...] — ma certamente fu un po' inquieta. Che fare? L'acqua non era alta, verissimo, ma bisognava per lo meno essere inseguiti o avere il fuoco alle [...]

[...] di qua e di là cercando un passaggio o un'idea. Provò a gettare nell'acqua alcune pietre coll'inten- zione di passarvi sopra, ma le pietre [...]

[...] volle arrischiarsi; ma al primo passo l'acqua le salì fin sopra la caviglia, strappandole un grido di sgomento e di dispetto. 85 A quel [...]

[...] grido rispose un rumore. Non era l'eco della sua voce, era uno strepito di passi dietro i noccioli del sentiero. La fanciulla si volse rapidamente, e [...]

[...] vide scendere un uomo dalla collina. Aveva, poco su poco giù, l'aspetto di un campagnuolo; del resto, in quel momento Editta non poteva [...]

[...] disporre liberamente de' suoi occhi e della sua attenzione; quell'uomo rappresentava un aiuto, ed ella non cercò più in là. Più tardi confessò ella [...]

[...] stessa che, a farglielo giurare sulla sua vita, non avrebbe potuto dare un solo connotato, tanto le premeva poco di guardarlo. Lo sconosciuto [...]

[...] . Anche Editta comprese più il gesto che le parole. Le parve naturale che un uomo avvezzo quei piccoli incidenti della vita di campagna, e [...]

[...] premunito da un lungo paio di stivali da caccia, non dovesse temere di bagnarsi i piedi. Accettò con riconoscenza, occupata da un unico pensiero [...]

[...] che era quello di togliersi di lì. 86 Egli le cinse con un braccio la vita, sollevandola così destramente che si trovò sulla riva opposta senza [...]

[...] lo sconosciuto; il suo sguardo fu rapido come un lampo, ma bastò per farle comprendere il grosso sbaglio che aveva commesso. Un rossore intenso [...]

[...] le coperse la fronte, un tremito, un'agitazione strana le fecero battere il cuore a precipizio. Ritirò la mano dal taschino ed ebbe appena [...]

[...] qualche volta a Bruxelles di sentirsi camminare alle calcagna un giovane elegante in guanti color paglia o di ricevere una dichiarazione ottica [...]

[...] , in teatro, attraverso le doppie lenti di un binoccolo; ma quelle sensazioni effimere e comuni non potevano paragonarsi all'impressione viva che [...]

[...] le restava ora nel cuore. 89 Chiudendo gli occhi, ella vedeva ancora discendere dalla collina un uomo — niente altro che un uomo — bello o [...]

[...] brutto, gio- vane o vecchio, non ne sapeva nulla. Quell'uomo la prendeva in braccio — in braccio? sì; faceva l'ufficio di un ponte o di una barca [...]

[...] , non c'era da preoccuparsene. Tutto a un tratto ella lo guarda... non è più l'uomo di prima. Vede confusamente uno sguardo fulgido, una fronte [...]

[...] intelligente, un sorriso come i contadini non hanno. E l'aveva presa in braccio! Sprofondandosi ancor più nel guanciale, Editta tentava ricordarsi [...]

[...] penoso il fuoco; anzi Editta vi accostò dolcemente i suoi piedini. — Ha freddo? — domandò la premurosa Margii. — Ieri mi sono bagnata un poco [...]

[...] : Chi è il signor Giovanni? — eppure l'orgoglio, la ritrosia, un senso indomito e selvaggio le ricacciarono in gola quella parola. Margii lasciò [...]

[...] cadere il coperchio sulla cuccuma, avendo cura di tenerlo sollevato con un fuscellino — il perchè non si sa — e soggiunse: — Il signor Giovanni è [...]

[...] stette un minuto ferma davanti alla buona donna. Sembrava decisa a voler parlare ad ogni costo, ma un no improvviso e risoluto dovette decidere la [...]

[...] ; aveva il sorriso dolce come un bambino e lo sguardo fiero come un soldato. Era bello; era sopratutto pittoresco, vestito di abiti comuni, con [...]

[...] un largo cappello di feltro e stivali a gambiera, senza guanti, senza gemme, senza occhialetto. Riconobbe Editta e la salutò con un breve [...]

[...] . Dapprima lo aveva creduto un lavorante, ora le pareva poco crederlo principe. Chi frena una giovane immaginazione? Il nome di Giovanni, troppo [...]

[...] sentito messa, signorina? È stata corta eh? lo avevo detto. E il signor Gio- vanni l'ha veduto? Editta, che un momento prima non cercava altro, si [...]

[...] . Editta fece uno sforzo che le costò un gambo innocente di verbena, stritolato fra i suoi ditini nervosi. - È dunque medico? - Mah!... però no; non [...]

[...] è medico; non è niente, nè un signore, nè un contadino, nè un operaio, quantunque lavori tutto il giorno nel suo campo e nel suo orto e abbia [...]

[...] una gran corte piena di animali che alleva in un modo affatto diverso dagli altri — e 96 non è un sapiente perchè parla sempre volentieri coi [...]

[...] è tornato, e Dio voglia che non ci abbandoni più. Di uomini come lui ce ne dovrebbe essere a staia. Era un bell'elogio quello di Margii, non [...]

[...] c'è che dire; la brava creatura aveva fatto continuando ad agitare la mano sul riso per non perdere tempo, ma quando gettava via un granello di [...]

[...] miglio o una festuca, poichè la mano doveva allontanarsi egualmente ne approfittava per disegnare nell'aria un gesto energico che mostrasse tutta la [...]

[...] si rimpiccioliva, restava l'uomo — un uomo che divertivasi a piantare erba matricaria e a discorrere colle comari... Ah! come Editta rimpianse [...]

[...] tela volgare. Ricacciò indietro le pazze illusioni che si erano curiosamente affacciate per un istante alla sua fantasia; si vergognò di aver [...]

[...] potuto collocare così basso un pensiero, quasi un palpito, e avida di reazione, lasciò turbinare più violenti, più acri del solito i suoi sdegni [...]

[...] domandare a sè stessa: Oh! vecchia Margii, la riconosci quest'aria? Ma un altro avvenimento ruppe il filo alle investigazioni della buona [...]

[...] donna e occupò Editta al punto da farle dimenticare i suoi irosi propositi. Rachele, a pranzo, ebbe un urto violento di tosse, si coricò presto [...]

[...] intanto che Editta prendeva un po' di riposo, fischiava sommessamente. Egli pensava che Rachele udendolo zuffolare lo crederebbe molto allegro [...]

[...] . Una lagrima gli cadde sulla mano. Buffona! doveva proprio venire lei a rompergli il giuoco — le diede un buffetto e fischiò con maggior lena [...]

[...] . — Ricordati — disse Rachele tossendo — che mi devi far venire da Milano un paio 99 di scarpe, a sandali, con bottoncini d'acciaio brillantato [...]

[...] bicchiere, tra un sorso e l'altro, continuò: — Di tanto in tanto ti faccio spaventare, non è vero papà? Vado soggetta alle infreddature, e [...]

[...] poichè sono robusta, mi pigliano con impeto, sopraggiunge la tosse e la febbre, ma non è niente. Tu e il medico mettete giù un grande apparecchio (si [...]

[...] fermò un istante per prender fiato) e non è niente affatto. - Sicuro; niente affatto. Prendi una pillola... — Ma se è inutile! Inutile... pur [...]

[...] coperta. — Fischia ancora, papà. 100 L'infelice fece udire un fischio disarmonico e stuonato. Rachele si pose a canzonarlo; volle ridere, ma [...]

[...] finestra salivano le voci balde e giulive di un drappello di coscritti; i loro passi destavano l'eco della via, e l'onda sonora che si lasciavano [...]

[...] scheletro. Dormiva e pareva che non dovesse svegliarsi più. 102 Sotto le pieghe della coperta si disegnavano le gambe lunghe e stecchite; un piede [...]

[...] alcun punto di contatto, gli si parò alla mente un giorno della sua passata giovinezza. Si rivide spensierato e sereno in compagnia di amici [...]

[...] sentiva lui, Bruno, il più ricco, il più felice, il più allegro degli studenti. Un sorriso dove il disinganno aveva versate 103 tutte le [...]

[...] Editta credette di riconoscerlo, e il cuore improvvisamente le diede un balzo. Discese la scala un po' tremante e si prometteva bene di tirar dritto [...]

[...] giovani. Editta non pensava certamente a fermarsi; ma prima di salire dovette per lo meno fare un cenno di capo a quell'ospite che il padrone di [...]

[...] , e le disse: — Mi pare, signorina, ch'ella abbia sofferto un poco dalla prima volta che la vidi... Editta aveva dominato il palpito involontario [...]

[...] vita campagnuola, le mani annerite dal sole, la figura le appariva tuttavia splendente come quella di un cavaliere antico. Poco dopo, nel silenzio [...]

[...] della camera dell'ammalata, ella udì sbattere la porta di strada, e un passo risoluto percuotere lastrico della via. Si accorse allora che le [...]

[...] imposte della finestra erano chiuse, e le venne un gran bisogno di aprirle. Attraverso le tende di mussolina vide il signor Giovanni che si [...]

[...] , e fissandola in un modo speciale, come se non l'avesse mai veduta prima, esclamò, rispondendo a un pensiero interno: — Sì, è vero, è molto [...]

[...] giorno; ma Eclitta si ricordò le parole del signor Giovanni, le riuscì chiaro aveva parlato in suo favore mosso da un sentimento delicatissimo [...]

[...] di previdenza, e consentì che un impeto di tenerezza riconoscente la portasse ancora una volta a pensare al signor Giovanni, unico che si fosse [...]

[...] accorto del suo pallore! 107 * Qualche giorno dopo il signor Bruno incoraggiava la giovane istitutrice a uscire un po' fuori per prendere [...]

[...] contava godersela in lungo ed in largo. 108 Ritta ritta sui suoi zoccoletti nuovi, con un gran fazzoletto in testa che la copriva mezza [...]

[...] , all'usanza bergamasca, e con un bel grembiale nero a fiori rossi, essa diede una occhiata intelligente ai fornelli perchè durante la sua assenza [...]

[...] non accadesse nessun scompiglio, raccomandando un po' d'attenzione a una servettina subalterna che compiva gli uffici più grossolani — e uscì [...]

[...] finalmente di cucina con tutta la dignità di un ministro che abbandona per un momento le redini dello Stato. Editta si meravigliava un poco di [...]

[...] le parole della vecchia bergamasca; un certo spirito naturale e ingenuo le condiva; Editta capì per la prima volta in vita sua che si può [...]

[...] Gli alberi, i sassi e l'acqua tranquilla della Sonna avevano un linguaggio diverso in quel giorno; forse era l'influenza di Margii, tant'è che [...]

[...] incominciava ad ascoltare un po' meno se stessa, apriva il cuore a sensazioni nuove, intravedeva gioie non mai sognate e mondi degni della sua attenzione [...]

[...] fermarsi, ma con un sorriso amichevole, la vecchia le disse: — Vien su bene, eh, quel piccino? Bello e vispo; che Dio ve lo conservi! Non erano [...]

[...] per via, circondandola di tante liete speranze. Un odore fresco e giovanile imbalsamava la valle; in riva al torrente spuntavano dei cespi di [...]

[...] pamporcini colle bianche testine incurvate sulla corolla rosea. Editta ne colse e fiutandoli li baciò con un trasporto da bambina in vacanza. La [...]

[...] vecchia Margii procedeva impassibile a piccoli passi regolari come il movimento di un pendolo, tenendo colle mani fermo e incrociato sul seno [...]

[...] ? — domandò 111 Editta, accorgendosi che il sentiero saliva gradatamente. — Vedrà, vedrà — rispose la vecchierella con un sorriso misterioso [...]

[...] una driade fra i boschi ombrosi e cinta da una zona di oleandri fioriti che l'adornavano di un velo rosa. I tegoli del tetto, nuovi [...]

[...] casetta — lusso di sole, d'alberi, di fiori, di cinguettìo di uccelli, d'armonia, di pace. 112 Un bellissimo bracco dormiva sulla soglia; molte [...]

[...] galline pigolavano nel cortile; un uomo, seduto all'ombra di un noce, accomodava certi utensili campestri canticchiando una vecchia canzone [...]

[...] soldatesca. — Che ne dice, signorina? Le pare che questo sia un bel cantuccio di paradiso? — esclamò trionfante la vecchia Margii. — Ma sì, davvero [...]

[...] già preparando un acerbo rimprovero per la sciocca femmina che l'aveva attirata in casa d'uno sconosciuto; ma guardandosi attorno in quella [...]

[...] bruni, lunghi e sottili, portamento onesto e fiero. Margii e Checco le mostravano confusamente 114 un monte di roba, di fiori e d'animali [...]

[...] sonnambula guardando più in là, in un mondo imaginario; fiutando l'odore degli oleandri, urtando le gabbie degli uccelli e non sapendo positivamente quel [...]

[...] che si facesse. Davanti a un uscio chiuso udì Checco che esclamava con rammarico: — Questa è la camera del signor Giovanni; vi sono tante [...]

[...] pamporcini e passò oltre muta, estatica, mentre le ronzava all'orecchio una frase che Margii ripeteva ad ogni momento: — È un grand'uomo quel signor [...]

[...] notte, e con un leggero imbarazzo cercò scusarsi della sua visita. Editta arrossì molto scontrando gli occhi di lui che raggiavano di cento liete [...]

[...] scintille. Bruno accasciato e stanco gli tese la mano in silenzio; la malinconia del povero padre gettò un riflesso sul sorriso dei due giovani [...]

[...] primo amore, quell'estasi inconsapevole 116 che la più completa ignoranza da una parte e dall'altra un nobile ritegno, circonda di una nebbia [...]

[...] soglia... Editta comprendeva parola per parola, e la più profonda emozione le accelerava i palpiti del cuore. Bruno andava e veniva. In un momento [...]

[...] che si trovarono soli, Giovanni levò dalla tasca interna della sua casacca un mazzolino di pamporcini legati insieme con un filo di erba; non [...]

[...] . Editta, tornata in sè, credette di aver commesso un gran fallo, qualche cosa di grave che dovesse pesare su tutta la sua esistenza. L'amore l'aveva [...]

[...] . Questo stato violento durò due o tre giorni. L'esaltazione cresceva, il riposo non le era più permesso; un turbine di sensazioni acute e [...]

[...] , simpatico, intelligente, ma chi era? Il figlio di un povero organista — e lui un povero allevatore di animali, un contadino, un dottore senza [...]

[...] sementi e delle bestie? Non un libro — oh! ne era ben certa. Poteva esistere un tramite fra le idee del signor Giovanni e le sue? Poteva egli [...]

[...] comprenderla? Poteva ella amarlo? L'eleganza de' suoi modi era naturale; e il parlare esatto, quasi colto, non poteva essere che un piccolo capitale [...]

[...] incompleti. Era dunque un uomo mancato, un'individualità sbiadita; la sua fama popolare non era quella che bastasse a rialzarlo agli occhi di Editta [...]

[...] fanciulla stava prima appoggiata. * Reazione. — Come può vivere sempre in questo paese? — domandò alla fine Editta al signor Giovanni un giorno che [...]

[...] si sentiva forte. Egli ebbe un mesto sorriso prima di rispondere: — E lei non ci vivrebbe? — Non so; ma mi pare che un uomo dovrebbe anelare a [...]

[...] tutto il mondo, non ad un angolo sconosciuto come questo. Una replica era già sulla bocca del signor Giovanni, che la revocò e disse con calma [...]

[...] pensiero. Un vivo rossore colorì le guance brune del signor Giovanni; sembrava veramente mortificato: — L'uomo che vive in mezzo alla natura [...]

[...] un volume alla moda, quest'uomo, signorina, conduce una vita da bruto? Editta era stanca della disputa. In quel momento le sembrava di odiare il [...]

[...] , che non valeva la pena di discutere un sentimento al quale egli non poteva giungere. Giurò di non parlare più, ma e guardarlo?... Ecco che il [...]

[...] rassegnata l'agonia di una vita peggiore della morte. L'occasione parve presentarsi un giorno, poichè Editta voleva ad ogni costo vegliare ancora [...]

[...] malattia di sua figlia, lunga, complicata, esigeva un servizio di tutte le ore e di tutti i momenti; una persona doveva dormire nella camera [...]

[...] si allungò timidamente sul predellino, seguita quasi subito da una gonnella d'orleans nero che mostrava la trama, e come corona dell'edificio un [...]

[...] di entrare in una casa pulita, allegra, con fiori, con uccellini, con persiane verdi, piena di sole e di luce, non osava fare un passo. Bruno [...]

[...] , Amarilli, si rimise un poco. Davanti al suo dovere si sentì più franca; levò il cappello e lo pose sopra una sedia, con precauzione, in modo che i [...]

[...] nastri non toccassero terra. Da una borsetta che teneva sul braccio tirò fuori un grembiale e legatoselo attorno alla vita entrò subito in funzioni [...]

[...] aerei e ondeggianti delle cortine. Le pareva tutto un sogno — un sogno giovanile, come ne aveva fatti tanti nel buio sottoscala di suo fratello [...]

[...] cucina, in mezzo a un raggio di sole che la tenda indeboliva e dentro il quale volteggiavano i granelli di polvere, le festuche, i moscerini [...]

[...] incandescenti, in una massa di luce. Dalla cucina uscivano ondate di vapori caldi, odorosi; e il gatto che dormiva con un occhio tenendo l'altro intento [...]

[...] scorrere della piastra di ferro dall'uno all'altro fornello per moderare il fuoco, perfino il rumore dell'acqua piovente da un robinetto in una vasca [...]

[...] di marmo dove Margii risciacquava spesso 132 le sue braccia nude fino al gomito — queste manifestazioni di un benessere materiale e [...]

[...] ritornava accresciuta dalla gratitudine e dall'affetto. La tisica era entrata in un altro periodo. Alla balda sicurezza dei primi tempi succedeva [...]

[...] uno scoramento, una paura smaniosa e febbrile, un violento terrore della morte. Piangeva. Si raccomandava a suo padre, al medico, a tutti [...]

[...] , asciutti, sorridendo come potrebbe sorridere una macchina fabbricata a tale scopo, aveva l'aria di voler impazzire da un giorno all'altro. La sola [...]

[...] involontariamente un confronto con sè stessa — confronto che la sua lealtà le mostrava in vantaggio di Amarilli. Ma Editta appunto aveva bisogno [...]

[...] , per affezionarsi, di trovare un essere superiore; il suo orgoglio non le permetteva di concedersi che a patto di salire. Ora un pensiero la [...]

[...] seconda metà d'agosto un effimero miglioramento, dovuto agli sforzi della gioventù che contendeva alla tisi la sua vittima, tornò ad accendere un [...]

[...] raggio di speranza nel povero padre. Editta e Amarilli rispettavano in silenzio quella santa illusione. Rachele si alzava un poco e i desideri le [...]

[...] rinascevano pungenti, acri di una voluttà spasmodica e malata. Un capriccio fra gli altri si palesò con maggior insistenza. Si avvicinavano le [...]

[...] trasportarvela e un piccolo letto improvvisato sotto i pampini l'avrebbe riposata dallo strapazzo. Si scelse una giornata magnifica, calda e [...]

[...] tranquilla. La piccola comitiva giunse alla vigna verso le due del pomeriggio e prese posto all'ombra, sotto un padiglione verde screziato dalle [...]

[...] non guastassero i tralci. Aveva una camicia bianca finissima, ma nei polsini era già gualcita e 136 provò un fuggitivo rossore guardando [...]

[...] dalla parte di Editta; in quel momento un uomo guidando un carro vuoto entrò nella vigna, Giovanni con una semplicità dignitosa avviò il trasporto [...]

[...] dei panieri, fermo al suo posto, attento, prendendone nota su un piccolo taccuino. Una donna inciampò e cadde. Egli l'aiutò a rialzarsi e le [...]

[...] chiese se si era fatta male. Un vecchio che prendeva poca parte alla vendemmia incominciò il racconto delle vendemmie passate, quelle della sua [...]

[...] fanciulla c'era un abisso. Sotto a un pergolato di foglie, coi piedi nell'erba e gli occhi sull'orizzonte Amarilli gustava una gioia placida [...]

[...] . L'ammalata le rivolgeva le sue solite domande insulse, noiose, ripetute chi sa quante volte; Amarilli aveva sempre un sorriso per rispondere. 137 [...]

[...] Bruno, dondolando un piede, canticchiando mostrandosi tutto assorto nel piacere della vendemmia, pensava: «Ci sarà l'anno venturo?» e stava [...]

[...] tanto successo, rimase dolcemente confusa. Intanto la vendemmia era finita. Il signor Giovanni venne a sedersi sotto il pergolato sopra un cesto [...]

[...] capovolto. Editta non sfuggiva 138 il suo sguardo dolce e vivace, un po' triste qualche volta, e proponeva a sè stessa il solito dilemma [...]

[...] affetti. Ella cullata dai poetici vaneggiamenti del padre, in un esilio romanzesco, vissuta sempre fuori dalla sfera reale, come rondinella cresciuta [...]

[...] in un nido d'aquile, sdegnava fabbricarsi un altro nido. Avrebbe voluto mutare sè stessa ma la fiamma divina che opera tali miracoli non [...]

[...] gli occhi bassi compresi da un turbamento che sembrava precedere una grande rivelazione. Ora, quella rivelazione era la cosa che Editta temeva [...]

[...] parve alla fanciulla che mentre si voltava per andarsene, un contatto morbido e caldo le sfiorasse l'estremità delle dita. * Il giorno dopo [...]

[...] Rachele non potè alzarsi; e però diceva: — Mi sento bene, non è che un po' di poltroneria; la lunga abitudine di stare in letto mi ha resa pigra [...]

[...] . Chiese di Editta; volle rimanere sola con lei, fattasi portare un mazzo di carte, giocò 140 per vedere se le sarebbe toccato un marito [...]

[...] biondo o nero. Le toccò un nero e non ne fu contenta. Gettò via le carte indispettita, giurando che un nero non lo avrebbe mai preso. Lei voleva [...]

[...] un biondo, roseo, coi baffi ingommati, la cravatta alla Ruy Blas, i polsini lucidi, inamidati, lunghi fino alle unghie; e poi le calze a righe [...]

[...] letto questa descrizione sul giornale delle mode e dove mai sperava trovare un giovinotto simile. — Qui, in paese, no; ma appena guarita voglio [...]

[...] improvvisamente dicendo di aver fatto un sogno singolare. — Sognai di te, Editta. Eri in chiesa e ti facevi sposa col signor Giovanni; avevi un [...]

[...] brillante nel mezzo, ma se mi marito prima io vedrai che regalo! Dopo aver dette queste parole si lagnò di un forte dolore al petto e le scemò la [...]

[...] gagliarda. L'indomani articolava a stento le parole; il dolore al petto opprimeva sempre; verso sera ebbe un seguito di svenimenti che pose l'allarme in [...]

[...] certamente sulla disperazione di lui, piegandola a un rassegnato dolore. Quando fu nota la disgrazia, nè Editta, nè Margii, nè alcuno di casa [...]

[...] , Bruno gettò un urlo mostrando di voler precipitarsi su quelle spoglie care. Amarilli lo fermò mettendogli tra le mani una lunga treccia di capelli [...]

[...] alle due donne non osando interrogarle e pur cercando un pretesto per dire loro: Vi amiamo, sapete? Perchè volete andarvene? Che cosa faremo, noi [...]

[...] , se più nessuno riderà qui? Un uccelletto è morto e gli altri volano via... poveretti noi! Amarilli faceva malinconicamente i suoi addii. Non [...]

[...] aveva mai creduto di dover vivere sempre lì; lo sapeva bene che era una posizione transitoria. Aveva viaggiato, non altro - e come un pellegrino [...]

[...] piccole cose. Ella serbò un anellino che aveva appartenuto alla madre di Rachele, questo glielo diede Bruno soggiungendo: Alla sua seconda madre [...]

[...] ; pensava forse alla treccia che Amarilli aveva tagliato per lui in quel giorno solenne. Poi tutto fu chiuso in un armadio come reliquie sante [...]

[...] per nome. * — Sei pronta, Editta? Noi dobbiamo alla fine partire. Ho un presentimento che mio fratello sia ammalato, vorrei essergli al fianco [...]

[...] tristamente i loro fardelli di nascosto di Bruno che non voleva lasciarle partire. Il lutto di Editta era cessato, pure lo continuava per un delicato [...]

[...] progetti di partenza. Editta glieli comunicò alla vigilia, intanto che Amarilli leggeva un giornale al signor Bruno, per distrarlo e per compiere [...]

[...] fino all'ultimo il suo dovere. 149 Editta e Giovanni si trovavano in piedi sotto il portico. Un fiore di verbena pendeva dalla cintura della [...]

[...] volta in silenzio e le teneva strette nel suo pugno. — Va via... per sempre? — domandò ad un tratto facendosi pallido. — Non so. — È almeno felice [...]

[...] un sentimento più riposto, si sentì preso da infinita tenerezza e le disse con voce tremante: — Perchè parla così? Una gran luce usciva dagli [...]

[...] leale che si stendeva verso di lei per soccorrerla, per proteggerla. — Grazie — disse — ella è un nobile cuore! Era commossa. Sentiva tutto il [...]

[...] di vincolarsi per sempre a un uomo inferiore, di rinunciare a' suoi sogni grandiosi, alle sue poetiche speranze, di fermare a un tratto i voli [...]

[...] della sua imaginazione e mettersi prosaicamente a cucir camicie a fianco di un marito che allevava galline... In una vivida percezione del [...]

[...] futuro le parve di scorgere Giovanni a piedi nudi in un tino d'uva e colta da un pazzo terrore esclamò: — Non siamo fatti l'uno per l'altra! Creda [...]

[...] , signor Giovanni, le sono riconoscente... forse anch'io ... ma è inutile farsi illusione; le nostre vie sono tracciate in un senso opposto; non [...]

[...] Editta perchè le forze le mancarono e si lasciò cadere sopra un gradino singhiozzando. II signor Giovanni si allontanò a passi lenti, mal sicuri [...]

[...] , come un ubriaco. Urtò una colonna, poi infilò la porta e sparve. Amarilli dal salotto terreno si accorse che qualche cosa di nuovo era successo [...]

[...] giuoco due vite. Le disse che il signor Giovanni era un ottimo giovane, rispettabile e gentile; soggiunse chi sa se le sarebbe mai più capitato un [...]

[...] piangeva sempre. Amarilli le disse ancora. — Se non t'incontrava, dovevi assumere fin dal principio un contegno diverso e non permettergli di arrivare [...]

[...] mormorate come un sospiro: — L'amo. — L'ami e lo rifiuti? L'ami e l'offendi? O mia povera fanciulla, che strani sentimenti combattono nel tuo [...]

[...] notte. Gli alberi del giardino erano immobili; nessun uccello zittiva sotto i rami; nessun gufo batteva l'ala trepida rasente i tetti. Un solo [...]

[...] bollente e ribelle. 155 Ascoltava con attenzione angosciosa quel rumore; ora pareva un canto, ora un lamento, ora una preghiera — ed ella [...]

[...] scorrevano dagli occhi; e le cadenze meste e gravi del torrente sembravano ripetere: Giovanni! Stette ancora un pezzo alla finestra, assorta nel [...]

[...] magico incanto, poi chiuse i vetri, spogliatasi per metà si gettò sul letto, dove un sonno rapido la colse. Ma al primo raggio dell'aurora era già [...]

[...] brillanti; il loro profumo si mesceva a quelle della mente e del sambuco. Un vapore leggero si alzava dalla terra; la valle destandosi rimoveva al pari [...]

[...] la casetta bianca, allora le mancò il fiato e si sorresse contro un albero. 158 I colombi tubavano sul cornicione del tetto quasi a darle [...]

[...] ; l'uomo in buona armonia colla natura vi si era fatto un amico di ogni essere e di ogni cosa. Editta si nascose dietro gli oleandri, tremante [...]

[...] ancora alla sua catena. Una finestra si schiuse e dietro la modesta tenda apparve per un istante la figura del proprietario. Editta lo vide e fu sul [...]

[...] traccie di una notte insonne solcavano le sue guancie; i suoi sguardi mestissimi portavano l'impronta di un immenso dolore nobilmente sopportato [...]

[...] . Si guardarono entrambi senza aprir bocca; lei vermiglia in mezzo alle lagrime, lui 160 bianco sotto la pelle bruna. Fu un momento solo, ma vi [...]

[...] contento della confessione; il suo maschio cuore gustava la voluttà di aver vinto un nemico degno di lui. — Ho compiuto questo pellegrinaggio [...]

[...] d'amore — continuò Editta esaltandosi — per castigare il mio orgoglio con un atto 161 che il mondo non approverebbe, che la società [...]

[...] di una dolce e profonda ebbrezza. Colsero due oleandri e se li scambiarono. Una bellissima pesca pendeva da un alberello. Giovanni la staccò e [...]

[...] chi pronunzia un giuramento. Colle braccia intrecciate, guardandosi fino in fondo alle pupille, commossi, in estasi, discesero verso la Sonna e [...]

[...] tuono ilare, raccogliendo un po' d'acqua colla mano e spruzzandola sulla fronte della fanciulla: — Siate battezzata in nome vostro e mio e [...]

[...] dell'amore che ne congiunge! Il sole aveva toccato la cima dei colli; tutta la valle splendeva. Era un incanto. — Ecco là una rondine che ci [...]

[...] mani non si disgiunsero finchè furono in vista delle prime case, e i loro cuori stretti il più possibilmente vicini non cessarono un solo istante [...]

[...] partì sola. L'avvenire delle due donne oramai era mutato; il matrimonio di Editta assicurava alla buona zitellona un tetto amico per il resto dei [...]

[...] amorosamente, aiutata da Renato; per le premure riunite di questi amabili personaggi il vecchio mago morì quasi da cristiano, su un letto decente [...]

[...] , con a fianco una boccia d'acqua e un crocifisso sul petto. La molla che aveva fatta scattare la sensibilità riposta dei due compari — poichè il [...]

[...] buona, qui c'è un piccolo tesoro, e m'intendo io! Donne, cavalli, orologi; quando sarò morto vedrai. Tanto bastò. La prospettiva del tesoro attivò [...]

[...] correva e la signora Rosa pagava. Tutti i giorni, per dire il vero, speravano che morisse, ma egli li fece aspettare un bel pezzo, tenendoli [...]

[...] galvanizzati colla presenza della scacchiera che la sua mano scarna accarrezzava con furba compiacenza. Incominciavano ad essere un po' stanchi [...]

[...] anticipatamente da' suoi stivali sdrusciti, ondeggiando col desiderio fra un paio di souwaroff a doppia suola inglese o un paio di scarpette francesi [...]

[...] lucignolo, mandò un ultimo bagliore dalle sue pupille fulve e si addormentò per l'eternità. Ma il bello venne dopo, quando si lesse il testamento [...]

[...] sorella Amarilli e alla nipote Editta. Alla moglie nulla. Io scommetterei che il maligno vecchio aveva finto di morire, ma che un occhio [...]

[...] almeno se l'era tenuto aperto per godersi la scena; se ciò fu veramente, l'anima sua dovette provare un gran gusto prima di traghettare sul nero [...]

[...] Acheronte, perchè alla 167 brutta sorpresa del testamento Renato era fuggito come un gatto sul quale si versi una secchia d'acqua e la bella [...]

[...] Rosa ebbe un travaso di bile così potente che in un paio di giorni andò a raggiungere amato consorte — esempio raro di fedeltà coniugale. Ecco [...]

[...] buona Margii, nel riceverla festosamente, potè osservare che il vestito d'orleans era vantaggiosamente sostituito da un tibet nuovo tutta lana, e [...]

[...] le parve perfino che la cara creatura, messa un po' all'onor del mondo, fosse ringiovanita di parecchi anni. 168 Bruno, per solito non molto [...]

[...] : A Rachele. Il povero padre restò colpito; non dubitò più che Amarilli fosse un'anima d'angelo in un corpo di donna. * Oh le belle sere [...]

[...] . Un po' più lontano, in quella discreta penombra tanto cara agli amanti, Giovanni stringeva la mano di Editta, parlando poco e guardandosi molto [...]

[...] , come è costume dell'amore nelle sue prime fasi. Editta cercava di leggere dentro le pupille del suo fidanzato che un legger velo adombrava [...]

[...] qualche volta, come se un pensiero nascosto vi si agitasse. Lo interrogava, ed egli sorrideva; si sforzavano ambedue di parere calmi, ma in fondo non [...]

[...] sacrificio. Ella rispose con un po' d'amarezza. — Credo. Giovanni si trastullava coi bottoni di rame che ornavano la sua giubba di velluto: uno [...]

[...] essendogli restato in mano, lo ripose economicamente nel taschino. — Io ne ho un volume... — Di chi sono? — Di un certo Leonardo Guerra. - Ah [...]

[...] . Era un volumetto di duecento pagine in copertina color aria, un po' sbiadita, un po' polverosa; Editta lo prese con impazienza e trovò che non [...]

[...] 172 trovare tante buone ragioni per assolvere Giovanni che lo rifece bianco come un panno di bucato. Perchè doveva leggere versi? Forse [...]

[...] che ciò è indispensabile per essere un brav'uomo ed anche per essere un uomo d'ingegno? Galileo si occupava di poesia? e Buffon e Volta e [...]

[...] Wellington e Napoleone? Evidentemente Giovanni aveva un genere di talento positivo, matematico, che lo portava all'applicazione reale del bello e del [...]

[...] pagina per caso era tagliata. La fanciulla vi lesse dei versi assai belli rivolti a un ideale di donna che il poeta confessava di non aver ancora [...]

[...] potè difendersi da un vago senso di malessere quando il giovane entrò, la sera, spegnendo la sua pipa di radica, alla cui cannuccia era [...]

[...] attaccato un cordoncino verde. Gli strinse la mano con distrazione, sempre pensando a quei versi, e ripetendo fra sè: Peccato ch'ei non li possa [...]

[...] nei dintorni. — È una cosa ben semplice; non si tratta 174 che di un'estrema pulizia. Noi siamo avvezzi a vedere nel pollaio un angolo buio [...]

[...] camera; una serva olandese non sdegnerebbe stabilirvi la sua cucina, e per questo le mie galline sono sane e prosperose. Un tale sistema [...]

[...] punto di separarsi, Giovanni fece per dire qualche cosa a Editta, ma non so quale idea lo trattenne: ella abbassò gli occhi e si salutarono un [...]

[...] provano tanto bisogno; proprio come le giornate di primavera quando sono sature di caldo e di sole e anelano a un bagno rinfrescante. Le [...]

[...] non hanno un motivo plausibile, lo cercano e finiscono sempre col trovarlo. Dunque Editta pianse, un po' per le galline, un po' per la malattia [...]

[...] delle viti, un po' per i versi — molto perchè voleva piangere. Sollevata così e sentendosi più leggera, fece proponimento di essere gentilissima [...]

[...] col suo promesso sposo e non fu un proponimento da marinaro, perchè Giovanni quella sera partì raggiante. Editta gli aveva detto che lo amava [...]

[...] tanto tanto, gli aveva recitati a memoria i versi di Leonardo Guerra all'ideale, con una grazia, 176 con un sentimento che il povero giovane ne [...]

[...] zitellona arrosì rispondendo: — Sono giovani!... E mille pensieri color di rosa soffocati da tanto tempo in fondo al cuore le tornarono per un [...]

[...] le scottava le guance, una inquietudine singolare le faceva battere i piedi sulla lastra d'ottone del caminetto — si alzò e andò fuori un poco a [...]

[...] quando sarebberon maritati la casa diventerebbe un deserto; rivide la sua povera figlia agonizzante sul letto e gli prese una 177 tale [...]

[...] malinconia che avrebbe pianto volentieri. Levò un ferro dalla calza di Amarilli e si pose a fare tanti piccoli buchi nella cenere quanti erano i [...]

[...] mezzo ai contadini? Perchè lavoro la terra? Ma mi dica un po' cosa farebbero di bello i poeti senza questa terra bagnata del nostro sudore, senza [...]

[...] guardarci con una penna in mano, sospirano, sbadigliano. e coprono di parole un foglio di carta. — Ma sono parole che scuotono, che commovono, che [...]

[...] elettrizzano! — esclamò Editta. Giovanni sorrise ancora, di un sorriso calmo e sereno; cinse dolcemente col suo braccio la vita della fanciulla, e [...]

[...] preparando una torta di pastafrolla col ripieno; ma nemmeno Amarilli sapeva, essendo questo un segreto assoluto fra Margii e la cuoca del [...]

[...] prevosto, per quale processo ingegnoso doveva risaltare nel bel mezzo della torta un viva, dorato, del più leggiadro effetto. Il signor Bruno teneva [...]

[...] in pronto per l'amica di sua figlia un dono degno di lui ed anche Amarilli, diventata proprietaria, si era procurata questo piacere, così nuovo [...]

[...] volevano bene, ma era 181 impaziente di vedere in qual modo Giovanni festeggierebbe il suo giorno. Le giunse finalmente un magnifico canestro di [...]

[...] camelie, così superbe, così fresche che avrebbero formato l'ornamento del gabinetto di una regina. Un piego suggellato vi era nascosto [...]

[...] alla prova il suo amore reprimendo un attuccio di dispetto, e disillusa, sì, ma rassegnata, lesse i versi. Sembravano un seguito a quei priori [...]

[...] versi all'ideale che l'avevano tanto impressionata; in questi il poeta alzava un grido di giubilo — l'ideale era trovato, le anime gemelle si [...]

[...] erano incontrate. — Felici loro! — esclamò Editta, vinta senza saperlo da un sentimento indefinibile di mestizia. — Devo ringraziare Giovanni [...]

[...] è un buon ragazzo, ed io sono una pazzerella senza cuore. Levò una camelia dal paniere e se la pose tra i capelli; mise i versi in tasca, cantò [...]

[...] a pranzo. I due giovani si salutarono un po' impacciati. Invece di farlo entrare in sala, Editta continuò a passeggiare verso il giardino e [...]

[...] gelo. Un bel sole tuttavia splendeva sui rami lucenti dai quali i passeri saltellando scuotevano le goccioline di brina. 183 — Che bei fiori [...]

[...] sei pallido come un morto. Giovanni, parla... — Non hai dunque capito? — proruppe il giovane con impeto stringendo la fanciulla nelle sue [...]

[...] . La realizzazione di un ideale fortemente vagheggiato imprime alla nostra gioia un senso vago di sgomento; si direbbe che la felicità ci [...]

[...] a lui che l'improvvisa scoperta l'abbarbagliò come il balenare di una luce subitanea in un punto che si è sempre visto buio. Era fiera e [...]

[...] , andando a sedersi in un angolo remoto del sofà, si condusse vicino Giovanni che le si pose allato. — Finisci le confidenze, raccontami la tua [...]

[...] focolare letterario d'Italia, e mossi i primi passi nel labirinto, ma ad ogni passo era un disinganno. Non che il pubblico mi fischiasse — pochi [...]

[...] quelle pagine: no, la mia anima non vi si era trastusa, e il pubblico che lo affermava era un imbecille. lo lo avrei stracciato quel libro; io lo [...]

[...] , quando il lavorìo nascosto e geloso del mio cervello fu disseccato come un cadavere 189 d'ospedale a beneficio del pubblico dal primo [...]

[...] praticante capitato; quando si vollero violare i segreti del mio ingegno frugando colle mani sanguinolenti dentro le mie viscere ancora calde e un uomo [...]

[...] Guerra. — Dimmi il vero — interruppe Editta pensierosa — da allora fino a questo momento non ti colse mai un dubbio, uno sconforto, un rimpianto [...]

[...] sente ardere qui. .......................................... Il dialogo continuò a bassa voce confondendosi in un mormorio indistinto e senza [...]

[...] bene. Quella sua cameretta rosa-pallido è un vero amore; Giovanni sapeva che il rosa-pallido è il colore favorito di Editta. Che cosa non sanno gli [...]

[...] amanti? - E quest'altra camera bianca e romita come la cella di una monachina, di chi sarà mai? — Ma... sarà la mia — disse Amarilli con un [...]

[...] . Amarilli, imbarazzata, lo prese per un braccio e tirandolo dolcemente verso la finestra: — Guardi che bell'orizzonte. Si vede la Sonna in fondo e [...]

[...] lassù in cima il campanile di Celana. Bruno gettò un solo sguardo fuori; si voltò 194 subito e stando col dorso appoggiato al davanzale [...]

[...] . — Andiamo — mormorò — nè Editta, nè Giovanni avranno trovata lunga la nostra assenza. Un profondissimo sospiro uscì dal petto del signor Bruno [...]

[...] — le gridò Bruno. Amarilli rallentò il passo; spezzò un ramo 195 di robinia e si pose a strapparne macchinalmente le foglie. — Vuole [...]

[...] scappare. — Senta — esclamò il signor Bruno con un accento che non era affatto il suo — io non posso rassegnarmi a perderla; assolutamente non posso [...]

[...] . Amarilli non disse nulla per la semplice ragione che non trovò nemmeno un filo di voce. Bruno rimase un istante sconcertato, ma nel terrore di [...]

[...] . Per tutto quel giorno, tacitamente, essi custodirono il loro segreto. All'altare, intanto che Editta pronunciava l'eterno sì, un turbamento [...]

[...] strano si dipinse sulla fronte di Amarilli, e il signor Bruno tossì un paio di volte, nascondendo gli occhi nel fazzoletto. Ma chi ci badò? Margii [...]

[...] , l'accorta Margii, quella sì colse a volo alcune parole misteriose pronunciate dai due complici dietro il battente di un uscio, e un sorriso [...]

[...] signor Bruno, che non ebbe più bisogno di sforzarsi per parere allegro. La sera poi, quando un raggio di luna cadde dall'alto delle colline nella [...]

Giacosa Giuseppe
Novelle e paesi valdostani
6 1886 - Provenienza testo: Scansione da Archive, txt Fondazione Verga 756 occorrenze

[...] Guglielmo Rhedy . . . . . . . » 85 L'Estate . . . . . . . . . . . . . . » 109 Un Prete valdostano . . . . . . . . . . » 119 La Guida [...]

[...] . . . . . . . . . . . . . » 165 Storia di Natale Lysbak . . . . . . . . » 179 Un Minuetto . . . . . . . . . . . . . » 229 II re Vittorio Emanuele in Valle d'Aosta [...]

[...] per la viuzza, mentre egli, un piede sul montatoio ed uno in aria, lanciava voltandosi indietro con spavalda noncuranza, un ultimo lazzo allo [...]

[...] stalliere. Poi si arrampicava a cassetta e durava un gran pezzo, dando le spalle ai cavalli, le redini 2 fra le ginocchia, a frugacchiare fra le [...]

[...] sali e scendi, e gomiti e cune di rigagnoli, scarnata come un greto, chiusa qua e là fra il monte e il fiume, un accidente di strada, ghiacciata [...]

[...] tutto quanto l'inverno, e l'estate in certi punti inondata alto un braccio al primo temporale che gonfiasse la Dora. Faceva due corse nelle [...]

[...] ventiquattr'ore, una in salita la notte, l'altra in discesa il giorno. Prima di lui, ogni due mesi, per quel tratto di strada era un cavallo [...]

[...] chi lo chiamava Giac, rispondeva invariabilmente un Crac secco come una frustata. Il suo vezzo era passato negli altri e l'accoppiamento di [...]

[...] quelle due voci era diventato nella valle quasi un segno di riconoscimento che affermava il diritto di cittadinanza e stabiliva fra lui e ogni altro [...]

[...] un patto tacito di amicizia e di mutui servigi. Era servizievole, di buona memoria, e gioviale sempre. La persona snella e l'aspetto piacevole [...]

[...] rapida della testa, che gli gettava il cappello indietro sulla nuca, mentre le labbra accennavano ad un bacio così improvviso e frettoloso, che [...]

[...] chiamava per nome tanto che Lasquaz, l'usciere, soleva dire di lui: È un censimento. L'inverno, quando la diligenza era vuota, egli 4 sapeva con [...]

[...] servizio: districare le redini impigliate in un gancio, accorciare una tirella, assestare il primaccino e intanto intavolava discorsi da tirarsi [...]

[...] un: salite via, che poteva parere la paga del servigio ricevuto; e quando l’amico cascatoci prendeva posto, gli susurrava all'orecchio: ve la [...]

[...] faccio a metà prezzo, ma che il padrone non lo sappia. Il padrone lo sapeva e toccava i quattrini. Quel tratto di strada fruttava ora, un buon [...]

[...] carezze, a quelli le frustate chioccanti. Metteva di volata una cavalla bianca chiamata Forca, e un cavallone rosso, chiamato Rancio. — Rancio, cosa [...]

[...] vi s'era arricchito ed impinguato. — Era un grosso omaccione 6 dal lardo cadente, pallido per vizio cardiaco e lento come un pachiderma. Un [...]

[...] dal nulla, il nome di Pèro [Pietro] non s'era mai potuto nobilitare con un sour, ed era somma grazia se negli ultimi anni, più la pancia che la [...]

[...] più in scuderia, quando sapeva di trovarci Giac. Una volta che a Giac era toccato un potentissimo calcio da una mula, essa gli aveva fasciato [...]

[...] la gamba ferita e lo aveva tenuto all'albergo come un signore per oltre una settimana. Un'altra 7 volta, venuti alle mani Giac e lo stalliere [...]

[...] rocacciarsele; giovialone con tutte le donne, a tu per tu diventava un sultano freddo e non curante e faceva grazia a lasciarsi adorare. Un giorno il [...]

[...] volesse ad ogni costo per marito. Giac non visto udiva il colloquio. — Che ne dite voi? — Dateglielo. — È un accidenti che può far la sorte di una [...]

[...] casa. E giù un sacco di elogi. Giac la sera, tornato dalla tappa, così vestito com'era, colla blouse di tela blu e la frusta in mano, prese Barba [...]

[...] detto ogni cosa, bisogna costringerlo, se ti sposo senza il consenso, mi leva dal testamento: è un cane. — E lei non mi sposi. — Con questi [...]

[...] pazienze. Ogni parola acquistava dalla voce e dall'accento una doppia portata. Passava per il cervello, un cervello mercantile ordinato e spedito, ma [...]

[...] d'impeti e di caldezze peccaminose e gli occhi secondavano la voce, foravano e frugavano, cercando nel volto impassibile del giovane, un [...]

[...] assentimento che la facesse trionfare come di una vittoria insperata. Il danaro era sulla tavola. — Essa seguitava: Un cavallo, lo trovi a Donnas, che [...]

[...] smette il negozio per la morte del figlio; ce n'è un altro da vendere a Verres dal fornaio, quell'alto alto, colle barbette lunghe: per trecento [...]

[...] di piatti — poi bevve d'un fiato e levatosi in piedi intascò lentamente quattrini. — Bondì soura Gin. — Quando torni? — Appena montata la baracca [...]

[...] ; ma i cavalli che mi ha detto lei non li voglio. A vedermeli comperare farebbero troppi discorsi per la valle; bisogna piombare qui d'un colpo [...]

[...] nelle braccia, le stampò sulla bocca un bacio lungo e mordente, finchè Gin guizzatagli di mano come un pesce e piantandosegli in faccia, rasente la [...]

[...] paressero, e lodava Giac d'essersi una buona volta messo da sè, che a servire un padrone c'è da lasciarci le costole. E Giac rispondeva modestamente [...]

[...] filetti verdi sui razzi. E la parola concorrenza trombonata da un cartellone sull'alto dov'era scritta a lettere bianche sul fondo nero, e il [...]

[...] ; l'estate precoce aveva anticipato l'affluenza dei forestieri, un monello improvvisato a fattorino, strillava dallo sportello: Val d'Aosta, si [...]

[...] parte subito; un facchino raccoglieva intorno gli scontrini del bagaglio. Giac a cassetta, stimolava e ratteneva tre cavalloni morelli che [...]

[...] empivano i finimenti colla polpa rifatta in quindici giorni di scuderia a razione di fatica. L'omnibus empitosi in un momento partì rumoreggiando a [...]

[...] . L'aggirò in silenzio, fiutando un nemico, non lesse la parola concorrenza, scritta troppo in alto, ma il nome: America gli fece inarcare le ciglia [...]

[...] . Stette un momento in pensieri, poi mormorò seco stesso mai più, mai più! e entrò in scuderia. Giac e lo stalliere di servizio erano andati, uno per [...]

[...] acqua l'altro per fieno. Nella penombra del locale basso, male arieggiato da una finestruccola graticolata e dove la lampada era un carboncino [...]

[...] groppa del primo fece un ciac pieno, indizio di carne soda e nutrita, tastò la groppa degli altri due, tesa come un tamburo, e stette pensoso [...]

[...] ruote della carrozza in cortile: boccheggiava come un pesce fuor d'acqua, e intanto udiva Giac in scuderia chiamar le bestie per nome e [...]

[...] , andò gemendo a fermarsi dirimpetto la sala da pranzo. Ne scesero un carabiniere e il cuoco venuto da un albergo di San Remo a far la campagna [...]

[...] filava d'un fiato; è vero che il tempo perduto nel cambio tornava nella forza dei cavalli freschi, ma questo non bastava a ricomprare il primo [...]

[...] buttati a sacca pure di spuntarla. Pensò perfino di impiantare un servizio alla svizzera, ma non era impresa da pochi giorni. La salute ne [...]

[...] generale, sperandone pace. Una notte, sul principio d'agosto, si scatenò nella valle un temporale furiosissimo. Sul fare dell'alba, già [...]

[...] rasserenatosi il cielo, un merciaiolo parlò, giungendo, di guasti gravi lungo lo stradale. Pochi minuti dopo Lasquaz, l'usciere, recò che alla diligenza [...]

[...] folla inerte aspettava; i carabinieri erano partiti verso Bard. Dopo un gran silenzio, Barba Gris disse: — La posta ha la cornetta e l' America i [...]

[...] sonagli. E tacque di nuovo. Un altro tempo di ansia silenziosa. Il cane del fornaio, dall'altro capo del paese, abbaiava forte come di notte [...]

[...] molla, boccheggiò un momento, gli uscì dalle labbra due o tre volte: la mia! la mia! si lanciò nel mezzo del cortile, fra la gente che s'allargava [...]

[...] vide, allargò le braccia, mutò l'ah! della risata in un oh! di maraviglia angosciosa, e stramazzò a terra sul colpo come un sacco. Giac fece [...]

[...] molti Svizzeri avrebbero lautamente pagato un maschio ed una femmina vivi, per trapiantarne la razza e farla allignare nelle proprie montagne. Ne [...]

[...] alte solitudini non tutte le schioppettate miravano agli stambecchi, nè tutti i lamenti di feriti erano urli di fiera. Qualche volta, a sera, un [...]

[...] montagna guai trovarsi a tiro. Morto il Re, nei primi mesi fu una cuccagna generale di cacciatori ed uno sterminio di stambecchi e camosci. Un giorno [...]

[...] si sviluppa in 24 forma di un anfiteatro vastissimo del quale i punti estremi sono la Becca di Nona ed il Monte Emilius da un lato e dall'altro [...]

[...] ed alle foreste della valle. Tali anfiteatri si incontrano spesso nelle Alpi, ma sogliono per lo più aprirsi a valle in un basso orizzonte di [...]

[...] alture della Nouva, tutta la vallata di Cogne appare come una gran conca, senza via d'uscita, smaltata in fondo di un verde cupo, più in alto [...]

[...] del nericcio o rossastro colore delle roccie nude e sugli orli di un bianco immacolato e sfolgorante. Sotto le mezze luci crepuscolari o nelle [...]

[...] giornate grigie, la conca di Cogne ha un dolce aspetto di tranquillità pastorale. Si direbbe che tutta la pace del mondo sia venuta a rifugiarvisi [...]

[...] hanno l'aria di chioccie covanti; il velluto nuovo dei 25 prati non ha un sol pelo irto. La foresta dorme immobile, rigida; le roccie non [...]

[...] piegando a diritta seguivano nel suo più basso lembo il nevato che volge verso Lavina. La giornata splendida e la montagna pulita come un vetro [...]

[...] avvertiti e poco discosto a diritta, giusto nella direzione delle peste, il pianoro era bruscamente troncato da un burrone che scendeva a picco [...]

[...] schioppo armato e quasi spallato, coll'ansia indicibile del colpo imminente. Un sibilo acutissimo li piantò immobili in attesa; i camosci, una [...]

[...] nella discesa; una volta padroni dei camosci, a nasconderli ci pensavano essi. Il Balmet non perdeva d'occhio il nemico. — Hanno un cannocchiale [...]

[...] . — Si? A me! E senza pure un secondo di esitanza, il Rosso si pose a ricaricare il fucile dopo di aver minacciato con un gesto le guardie. — Giù [...]

[...] ! — gridò il Balmet, e si gettò lungo e disteso sulla roccia. Dall'altra partì una schioppettata; il Rosso lasciò cadere l'arma, urlò un Cristo [...]

[...] , tentò un passo verso il compagno e rotolò a terra. Le guardie, fatto il colpo, erano scomparse. Balmet si precipitò verso il Rosso. Era vivo ed in [...]

[...] del braccio rigando profondamente la carne, e quello della coscia lacerando certo qualche muscolo o qualche nervo motore. Balmet prese un pugno [...]

[...] reggerti? — Impossibile. — Come scendere? — Portami. Ma il Balmet non poteva bastare al peso, il ferito era un demonio di omaccione alto e pieno, da [...]

[...] . Come vi fu adagiato, il Balmet gli diede la fiaschetta dell'acquavite, un grosso pane, uno straccio di carne salata, si levò di dosso la giacca di [...]

[...] meno assiduamente percossi dal sole, un filo d'acqua tardivo e stantìo gocciolava miseramente con intermittenze di singhiozzo, ed alla prima [...]

[...] nuvola che l'oscurasse, stagnava ad un tratto, per rilamentarsi, tornato il sole, come un fanciullo piagnucoloso. Nei larghi fortemente inclinati, in [...]

[...] certi punti la terra trapelava con toni neri lucentissimi fra un nevischio diradato come una mussola; in altri luoghi ogni traccia di candore [...]

[...] appoggiata ad un sasso, muto nella rabbia e negli spasimi delle ferite. 30 Ad ora ad ora allungava il braccio sano, raspava quel po' di neve che gli [...]

[...] sdrucciolevole, ma egli salta come un camoscio; e lo faceva qui e là e più in basso e ne seguiva la corsa, minuto per minuto, rivedendo i luoghi [...]

[...] gente cui non parlava da anni. Nel suo monologo silenzioso chiamava: Quel buon 31 Pietro, quel buon Stefano; un Pietro ed uno Stefano che [...]

[...] e là; ad uno aveva dato mano a levare la vacca da un burrato; un altro quando egli saliva ai camosci lo pregava di sterrargli la tura per dar [...]

[...] l'avevano richiesto d'aiuto per ficcargliela alle guardie; ed egli non aveva mai rinculato. Era un buon diavolaccio in fin dei conti, e colla sua forza [...]

[...] un altro sarebbe stato ben più prepotente e manesco di lui. Ma poi veniva la pagina del passivo, ed i pugni ed i calci menati senza misericordia [...]

[...] gli facevano, ripensandoli, una sorpresa dolorosissima. Una volta, un marito lo aveva colto allo scuro sul fienile colla moglie, perchè egli era [...]

[...] stato un bel pezzo di giovinotto dieci anni addietro e le donne non gli dicevano di no, e a quel marito era stata somma grazia tacere perchè lo [...]

[...] trafittura più acuta che non facessero le ferite. Ma era un fanciullo ad accorarsi così. Egli sarebbe 32 ben corso ad aiutare un altro, il primo [...]

[...] venuto, anche un nemico quando lo avesse saputo alle sue strette. Oh come sarebbe corso! Che zelo di carità lo infervorava! Avrebbe affrontato [...]

[...] mille pericoli per salvare un convalligiano, perchè la valle è una patria stretta e fa parentela. E poi egli era vittima delle guardie, e contro le [...]

[...] guardie non si doveva forse dar tutti? Ogni idea che gli veniva gli durava un gran pezzo, non già che la rivolgesse per vederne il fondo o se [...]

[...] freddo del tramonto era imminente. Egli lo vide salire, correre la vallata come un brivido febbrile. Le foreste se lo comunicavano d'una in altra, i [...]

[...] rami verdi scuri degli abeti lontani prendevano un fuggevole riflesso argentino che li lasciava più scuri ed immobili, i fieni diventavano [...]

[...] grigi un istante curvandosi, e si risollevavano più rigogliosi, ed il soffio passava e saliva sempre rapidissimo. Gli abeti più vicini agitarono le [...]

[...] punte 33 come volessero ricusare la notte, i prati più vicini ondeggiarono in disordine; tutti i suoni, tutte le voci della valle furono ad un [...]

[...] tratto portati in alto da un'ondata echeggiante; il ferito ebbe un fremito gelido, e poi tornò la calma ridente di prima. Ma il segno era dato [...]

[...] ! Quella potente onda di suoni aveva chiusa come in un crescendo finale, la grande sinfonia diurna; il sole aveva un bel risplendere ancora, la [...]

[...] come un nemico. Già da qualche minuto un sospetto sordo e confuso si era insinuato di mezzo ai pensieri del Rosso. Egli lo avvertiva ad un senso [...]

[...] di amarezza acuto, ma non se ne rendeva ragione e non sapeva dargli nome nè corpo. Più che un sospetto, era una tentazione. Rifacendo il [...]

[...] laggiù sulla neve terrosa della valanga. Una bella preda per un uomo solo! Tre camosci! Chi lo impediva di nasconderli in qualche cavo di [...]

[...] lasciò più un istante; ma non era sua, era del compagno e sentiva che anche all'altro doveva esser venuta, che anche l'altro se ne sarebbe [...]

[...] lo mutò in certezza. In un attimo si vide perduto e la disperazione gli diede una forza immensa. Reggendosi col braccio sano, puntando a forza [...]

[...] ! Tutta l'anima sua sarebbe stata per quei valorosi, tutta la sua vita. Ancora un minuto, un minuto... eccoli! Ma come? Di là? Da quella parte? Su [...]

[...] dal burrone gli era giunto il rumore di pietre smosse e rotolanti. Guardò di nuovo. Due dei camosci erano scomparsi ed un uomo, il Balmet di [...]

[...] ch'egli mandò a quella vista, l'uomo levò la testa, guardò in alto, poi riprese l'opera frettoloso. Dopo un istante la valanca fu tutta deserta [...]

[...] dolcissimi di rosa e dei riflessi di un azzurro intenso. Poi anche le ghiacciaie allividivano, i raggi orlavano le supreme vette e dileguavano, e [...]

[...] poi questo prese un colore cinerino e la neve spiccò più netta e più luminosa di esso; poi nel cielo sereno brillarono le stelle, la via lattea [...]

[...] 36 fu la maggiore bianchezza e la valle rimpicciolita perdette ogni forma. La gran conca di Cogne fu muta e nera come un sepolcro. Il ferito [...]

[...] cominciò a singhiozzare come un fanciullo, poi, furente, si diede ad urlare con voce di dannato. Chiamava, imprecava, pregava, mandava suoni [...]

[...] un senso torpido di gravezza gli davano bisogno di muoversi e gli impedivano ogni movimento. La mattinata fu serena ed il meriggio cocente. Il [...]

[...] calore del sole gli faceva un gran bene e poi non gli pareva di essere così solo in mezzo alla allegria dei suoni. Ma le ore passarono, passarono [...]

[...] senza che alcuno giungesse. Un branco di camosci scese placidamente dal ghiacciaio, saltellò sul nevato. Alcuni dei più arditi si accostarono a [...]

[...] lui, fiutarono insospettiti che fosse quel corpo scuro e poi rinfrancati dalla sua immobilità gli furono quasi sopra finchè egli con un gesto [...]

[...] tutta la neve che gli stava a portata; ma nulla al mondo gli avrebbe fatto tentare un movimento che lo disadagiasse. Prese un sassolino e lo tenne [...]

[...] serpeggiamenti lascivi, lacerandosi alle foreste. Altre sbucavano dai valloni con aria sospettosa: esitavano un istante come paurose di essere [...]

[...] un immenso coperchio; solo laggiù sul Monte Bianco rideva una gaiezza di cielo sereno con luci azzurre color di viola, di rosa e di un giallo [...]

[...] , 39 di non si muovere, che c'era lui, che con un soffio avrebbe sbarazzato il cielo tornandolo pulito come uno specchio. La lotta fu lunga ed [...]

[...] stato, che la prima metà della strada andai sempre cercando meco stesso un pretesto plausibile per tornar indietro e la seconda, devo dirlo [...]

[...] piuttosto greve, occorreva trovare un mulo che per le Cime Bianche me la portasse al Fiery ed una guida per me. — Ora di muli non ce n'era pur uno e la [...]

[...] altri. — Perchè? Ma l'oste non volle spiegarsi altrimenti; solo chiamò ad alta voce: Jacques. Era un bell'uomo alto alto, membruto, sui [...]

[...] che stassera non capiti un mulattiere che mi passi la valigia per le Cime Bianche. — La porto io. — Allora mi ci vorrebbe una guida per il Cervino [...]

[...] era più che discreto; ma l'amico mi 44 pareva un gradasso. Gli offersi di vedere almeno la valigia, ma ne rise. Non mi piaceva. — Voi fate la [...]

[...] meritati. E dopo una pausa indagatrice: — L'oste mi ha detto che lei lo conosce da un pezzo. Gli domandi pure di me. Riverisco. E scese in cucina [...]

[...] . L'indomani partimmo alle tre della mattina. La mia valigia a soffietto, piena zeppa gli parve un fuscello: la portava legata con corde al dorso [...]

[...] , come un zaino. Camminava leggiero e spedito zufolando la marcia del Flick e Flock in tempo da bersagliere. La sua andatura aveva qualche cosa [...]

[...] Theodule, un colle di ghiacciaio, la cui altezza rimane impressa a memoria per i quattro 3 che ne formano la cifra. È alto 3333 metri. Di solito [...]

[...] mio destino. Pericolo di vita non c'era mai, ma quel vederlo su in alto mi faceva un dispetto acerbo. Certe volte, tutto intento ai miei passi [...]

[...] mi avrebbe affidato ad un cattivo soggetto, ma questa sicurezza non bastava a tranquillarmi. Seguitavo a salire e quando levavo di nuovo la [...]

[...] pistole sono un arnese di lusso destinato alle salve d'allegria in occasione di nozze. Ma pensai che, volendo farne cattivo uso, non me l'avrebbe [...]

[...] mostrata e glie la ritornai senza far parola. Dopo un quarto d'ora di cammino, mi disse: — Scusi, torno subito. Vada pure lei, lo raggiungerò [...]

[...] grossi massi discosta un dieci metri; si chinò, smosse due o tre pietrone, frugando per la terra e tornò indietro. Come avvertì che lo stavo [...]

[...] spiando, corrugò la fronte e accese lo sguardo, ma lo spianò e lo spense in un minuto. — Sono andato a pigliare questo pane e questa crosta di [...]

[...] , sapeva che ero uno scrittore, come 49 a dire un giornalista, che dev'essere un gran bel mestiere da guadagnare sacchi di quattrini. Lui [...]

[...] che cos'è la fatica? Se lo sapessero che cos'è! E quanto costa un pezzo di pane! E c'è della gente che ce lo vorrebbe rubare; ma (e si toccava [...]

[...] vengano che mi troveranno. Aveva una facondia abbondante e collerica, come di un uomo persuaso di qualche persecuzione continua ed accanita [...]

[...] ; spezzava il discorso e saltava da un soggetto all'altro come spinto da un tumultuoso getto d'idee e pauroso di smarrirle discorrendo. Aveva certo [...]

[...] . Anche di questo si avvide, e quando gli offersi un sigaro mi disse: — Lei ha pensato male di me. Non sono un birbante, venga qui e capirà [...]

[...] tutto. Eravamo ai primi nevati. Il canale s'era allargato e la montagna intorno non aveva un filo d'erba. Era tutta una rovina di massi giganteschi [...]

[...] , gran dadi rocciosi lucenti come un metallo, mezzo affondati in un terreno sabbioso, molle per la neve sciolta di fresco e per gli scoli del [...]

[...] vicenda. Entrò nel cavo carponi e ne uscì con un pacco di poche libbre di peso, involto in stracci laceri; lo sciolse e ne trasse sigari e tabacco [...]

[...] . Era un contrabbandiere. Scendendo di Svizzera, disseminava la sua mercanzia in tanti nascondigli diversi, perchè, se mai, non avesse a cadere [...]

[...] disonesti, ma non può concepire per disonesto il comprare un oggetto là dove lo si trova a miglior mercato, e lo smerciarlo dove lo pagano caro. La [...]

[...] proibizione di un traffico tanto naturale gli pare una prepotenza intollerabile, contro la quale non solamente è lecito, ma meritorio ribellarsi. Di [...]

[...] qui un odio violentissimo contro le guardie e il fermo proposito e la fredda capacità di fare a schioppettate se occorre. Le guardie lo sanno e [...]

[...] mercanzia frodata un valore eccezionale, fanno le mostre di non avvertirlo e passano guardando dall'altra. Un colpo è presto tirato e a quelle [...]

[...] alture un cadavere è agevolmente e durevolmente trafugato. La guardia non torna in quartiere, i sospetti cadono sul vero omicida, partono [...]

[...] , aveva perduto la carabina. — Quella carabina che le ho mostrato, — aggiungeva Jacques, con un piglio trionfatore. — Ma che vitaccia! E il [...]

[...] guadagno è poco, sa. E mi raccontava le traversate notturne, d'inverno, solo per le ghiacciaie mortali, carico come un mulo, le tormente che lo [...]

[...] assalivano, lo flagellavano a sangue, e lo tenevano immobile, rannicchiato sotto un antro di rupe, pauroso di soccombere al sonno traditore della [...]

[...] tema, che non faccio contrabbandi in sua compagnia, non lo metto a nessun rischio. Ma un mio parente, che s'industria con me allo stesso traffico [...]

[...] delle peste. 54 — Sono le sue, — disse Jacques; — sono peste di cinque o sei giorni e di un uomo solo; combinano. Speravo che fosse rimasto a [...]

[...] replicò: — È là dietro la casa vicino al fienile; ora scendo. Jacques fu di un salto al luogo indicato, ed io lo seguii tastoni. Prima che [...]

[...] l'oste giungesse, avevo acceso un cerino e vedemmo coricato su di un trave un sacco chiuso alla bocca, pieno, ma tutto gobbe e rilievi. Jacques capì [...]

[...] rimboccò fino a scoprire la testa del morto, lo baciò sulla bocca gli fece un segno di croce col pollice, sulla fronte, poi richiuse il sacco e disse [...]

[...] all'oste: — Dacci da cena, questo signore muore di fame. MISERERE Memorie di viaggio. Del fondo di una valle ignota ai touristes, c'è un [...]

[...] così via. Il villaggio si allunga nel senso della valle e questa è così stretta che non dà spazio a due case di fronte; un torrentello rabbioso [...]

[...] e grigio uscito pur ora dalla morena di un piccolo ghiacciaio, tiene col suo letto quanto spazio piano intercede fra le opposte montagne e [...]

[...] terreni luminosi, nè l'affievolirsi graduale dei raggi nelle ore del tramonto. Là il sole dardeggia o tace, vi piomba come un fulmine, arde un [...]

[...] momento e scompare. L'inverno dura sei mesi, nei quali la vicenda delle ore non produce che un alternarsi di diverse oscurità; la mezza luce che [...]

[...] lucide sudanti per l'umido. Quando l'aria è tranquilla il paese manda un odore eguale di stalla, di latte, di fieno, con qualche nota caprina [...]

[...] acuta come un sibilo. Colla nebbia gli odori si condensano e penetrano nel vestimento. La via fu già e forse dura selciata tuttora, protetta com'è [...]

[...] via si vedono le donne salire su per le scale di legno e passare lungo i ballatoi senza rendere il menomo suono. Un forestiere che vi giungesse a [...]

[...] sera, lo crederebbe un paese maledetto e disabitato. Siccome le stalle non guardano verso la via, non c'è lume a nessuna finestra; solo pei [...]

[...] chiassuoli fra una casa e l'altra si vede talora un piccolo cerchio di luce pallida, incerta, una bianchezza nebbiosa diffusa per l'aria che mette [...]

[...] terra, senza intervalli, simili a preghiere bisbigliate in una cripta intorno ad un sepolcro. Gli abitanti vestono di nero, le donne portano in [...]

[...] capo una cuffia nera e gli uomini un berrettone dello stesso colore. Parlano poco, ridono poco, hanno l'aria sospettosa e dolente propria degli [...]

[...] valichi difficili ed ignorati; gente che giunge a notte, si rimpiatta sui fienili e parte prima che aggiorni. La chiesa è servita da un cappellano [...]

[...] che quando non è un santo, è un prete iroso caduto in disgrazia del vescovo e messo lì per punizione. C'è anche un'osteria, ed è la casa più alta [...]

[...] del paese, una casa grossa che pare e fu già un convento, bianca, fredda, piena di finestre chiuse e di camere vuote. Invece di serrarsi in due [...]

[...] chiamar gente non basta levare la voce, bisogna percorrere a tastoni un lungo andito, dove le assi fradicie cedono sotto i passi, affacciarsi alla [...]

[...] scala e picchiare col bastone sugli scalini di legno che suonano a vuoto. 61 Nella camera a dormire, sopra un cassettone zoppo da un piede, una [...]

[...] non le si conoscevano amanti e che nessuno mai l'aveva nè veduta nè tampoco sospettata incinta. L'accusa era fondata sulla testimonianza di un [...]

[...] sergente doganiere il quale pretendeva di averla ravvisata una notte nell'atto che sotterrava un involto, aiutata da un omaccione alto e robusto [...]

[...] sont gris, il sergente non aveva già denunziato il fatto appena seguito, bensì tre mesi dopo, quando cioè un caso fortuito ebbe rivelato il [...]

[...] deposizione appariva evidente un atto di vendetta. E bisogna dire che ella fosse veramente pulita come uno specchio se malgrado l'odore di [...]

[...] fattucchiera che spandeva intorno, i paesani avevano deposto così unanimi in suo favore ed il cappellano istesso, un vecchio andato di poi diritto in [...]

[...] capelli neri appiastrati e grassi per l'unto e scendente al resto del viso senza interruzione, poichè non recava altro segno delle sopracciglia che un [...]

[...] leggiero arrossamento della pelle, evidente indizio di pelo biondo o rossastro ed in lei quindi, sicura denunzia di parrucca. Era pallida di un [...]

[...] , le parole e sopratutto gli sguardi tradivano un proposito sempre presente di parere disinvolta, ed insieme una dolorosa e puerile timidità [...]

[...] corrucciati dallo sforzo. In casa attendeva a tutte le faccende, non avendo domestica. Mentre cenava era un continuo salire e scendere dalla cucina [...]

[...] alla camera da pranzo; le sue scarpe di panno non facevano scricchiolare pure un gradino della scala nè una tavola del corritoio, di 65 modo che [...]

[...] appariva improvvisa come un fantasma. In fin di cena avendo io avanzato mezzo il vino della bottiglia, essa, venuta a sedermisi accanto, ne [...]

[...] versò due dita in un bicchiere e volle toccare con me augurandomi (Dio che orribile sorriso!) l'amore fedele della mia donna. Come fui in letto ed [...]

[...] ; solo saliva dal basso un mormorìo sordo e continuo, che sulle prime attribuii al torrente vicino. Ma a mano a mano che tendevo l'orecchio per [...]

[...] schiaffeggiare delle roccie non mai prima bagnate, poi torna al corso di poc'anzi se non che ad un tratto diresti che apra dei gorghi improvvisi e [...]

[...] vi si sprofondi borbottando. Talora la sua voce è così fioca che pare silenzio; allora occorre un atto determinato della volontà per udirla e [...]

[...] ; saliva insidioso su per le muraglie della casa e usciva certo da un luogo chiuso e profondo. Che fastidio mi dava! Accesa dagli insoliti [...]

[...] , l'osteria fredda e vasta come un convento e il racconto dell'infanticidio e quella donna e quel viso di cera morto che mi aveva fatto spegnere il [...]

[...] sul canterano, che fosse un filo di voce uscito dalle labbra cadaveriche di quel mostro che vi stava rinchiuso, che le pareti di vetro mi [...]

[...] confuso che mi atterriva. Accesi il lume. La stanza aveva due usci; uno metteva nel corritoio e l'altro in un camerone attiguo, vuoto. Mi levai [...]

[...] dell'acqua corrente, tornò a parermi per un momento la sola causa delle mie paure. Ma quando il freddo m'ebbe fatto rinchiudere i vetri, ecco di [...]

[...] lo perdevo, ma fatti pochi passi tornava a colpirmi insistente, monotono come prima. Giunsi al piano terreno. Nella cucina biancheggiava un [...]

[...] di guidarmi col chiarore che avevo offuscato. Esso proveniva da un immenso camino dalla larga cappa sporgente che teneva tutta la parete di [...]

[...] fronte all'entrata. Sotto la cappa, nel muro di fianco si apriva un usciolo basso e stretto che metteva ad una di quelle camerette che in Piemonte [...]

[...] chiamano Peilo. Là rischiarate da una lucerna ad olio appesa alla parete, stavano due persone: la padrona dell'osteria ed un vecchio di forme [...]

[...] atletiche, questi abbandonato su di un inginocchiatoio in atto di grande sfinimento, quella ritta in piedi daccanto a lui, con un libro in mano [...]

[...] soggiogato, balbettava parole latine informi e slabbrate, ed appena essa metteva gli occhi sul libro, si accasciava e taceva un'altra volta. A un punto [...]

[...] 71 parve volersi rivoltare, urlò un Cristo battendo un gran pugno sull'inginocchiatoio ma non si resse e ricadde. Un'altra volta allungò la [...]

[...] mano verso una bottiglia (certo una bottiglia d'acquavite) posata lì presso su di un tavolino a mezza luna, ma la vecchia fu più lesta a ghermirla [...]

[...] Miserere la donna gli versò mezzo bicchiere d'acquavite e glie lo porse: — A domani, ricordati, ce ne sarà dell'altra. Egli tracannò d'un getto [...]

[...] tutto il liquore e disse beato: — Buono! Buono! Com'è buono! Poi la donna lo prese per un braccio, staccò la lucerna dalla muraglia e tutti e [...]

[...] libazioni, che gli affretti la morte in questo mondo per assicurargli il perdono e la salvezza nell'altro. — Ma io sono un romantico impenitente e forse [...]

[...] o stagnano le altre industrie paesane, la miniera di 74 Cogne, che sarà un giorno la prima ricchezza di quei luoghi, è ora il segno a cui [...]

[...] Creia, gli alpigiani vi salgono per un interminabile sentiero fra boschi e prati, e ne scendono, anzi ne precipitano i carri del minerale per [...]

[...] tagli di lama affilata. Gli assalitori, tutti in vista, danno per il numero l'idea di un accanimento rabbioso, di una smania di farla presto finita [...]

[...] veramente, volente e cosciente: essi sanno dove la gran vittima inerte ha la fibra meno tenace, dove un sol colpo più squarcia e più ne morde le [...]

[...] . E via per dell'ore, muti, instancabili, senza un minuto di posa, perchè il gelo non incolli loro alla pelle la camicia inzuppata di sudore [...]

[...] , inargentare i neri dirupi. Poi, come la valle lo attira, deve cercarn il fondo, accendere come un faro la punta del campanile, increspare i raggi [...]

[...] come un quotidiano rifiorire di primavera, e un quotidiano rinnovarsi di giovinezza. Gli operai ne hanno stenebrata la mente e rinvigoriti i [...]

[...] l'aria e vanno fuori ad uccidere qualche erba fiorita, i massi rotolano nelle pozze squagliate del fondo e spruzzano intorno i vicini. Tra un colpo [...]

[...] e l'altro, vanno e vengono da un capo all'altro della grotta, come spola attraverso il telaio, le arguzie ed i motti salati; ogni atto, ogni [...]

[...] ai barbari che struggono la montagna un muggito di rimprovero, come a dire: vergogna! vergogna! — Poi torna nella sua saviezza al pasto odoroso [...]

[...] ai campi ed al mare i tesori che trafugò, avara, sulla vetta aspra e lontana. A un punto tutti fuggono a precipizio, come sbaragliati e riparano [...]

[...] sbandandosi dietro i grossi massi sparsi per la costa. Segue un silenzio ansioso, grave di imminente rovina. Poi la caverna manda un ruggito [...]

[...] spaventevole e vomita, come un cratere, vortici di fumo. — Gli operai accorrono contenti a considerare le squarciature della mina, e dal nuovo [...]

[...] aspetto della grotta ricavano l'oroscopo di un agevole od ingrato còmpito per l'indomani. A sole caduto, la Creia è muta come un deserto [...]

[...] sulle sbarre di una slitta. Un peso enorme, ma la strada si avvalla così scoscesa, che a mettere la slitta al sommo del pendio, la gola aperta ne [...]

[...] nell'alterna vicenda degli abbandoni e delle riprese? La strada non è che un gran solco lungo la costa. Seguendo il principio che la linea retta è la [...]

[...] svoltata improvvisa ad angolo retto, orla il sommo del dirupo e risvolta verso il basso appena trova una pendenza che basti a starci ritto un uomo [...]

[...] avvezzo alla montagna. Messo per quella china e spinto dalla slitta carica, un mulo ne avrebbe, al primo viaggio, rotte le gambe e fiaccato il filo [...]

[...] , basta una croce di legno e un De-profundis. Io non credo si possa immaginare, non dico un lavoro, chè la parola è troppo mite ed onesta, ma un [...]

[...] piomberanno un giorno, forse oggi stesso, forse fra pochi istanti. Così la massa informe rovina a valle, e quando vi giunge, l'uomo par moribondo [...]

[...] durano un pezzo al mestiere. * ** Io feci una volta con parecchi amici l'esperimento di quei veicoli. La salita fino alla miniera era durata [...]

[...] carica di quattro uomini, pareva un fuscello a quell'Ercole avvezzo a reggerla carica di ferro), ma c'è l'esagerata apparenza del pericolo [...]

[...] . Quella casa, come è l'uso del paese, era composta di due piccole casette in forma di padiglione, unite insieme sulla stessa fronte da un corpo di [...]

[...] , un'officina da falegname e le camere dei domestici; dall'altra le camere da letto ed un salone a terreno, dove il padrone l'estate riceve i [...]

[...] quali noi le conosciamo alla piana, quelle di lassù non hanno che il dolce penetrante calore e la morbida atmosfera. Non vi si vede un palmo di muro [...]

[...] danno alla stanza un'aria di agiatezza accurata. Tutto vi è pulito ed ordinato. Un assito, che non giunge al soffitto, taglia la stanza per il suo [...]

[...] di puzzo o di tanfo, anzi un buon odore di fieno e di lane caldo che fa allargare le narici per aspirarlo voluttuosamente. Un ruscello d'acqua [...]

[...] , ogni nuovo capriccio suggerisce nuovi artifizi sottilissimi che accusano un ingegno stretto, un amore sviscerato della casa, un bisogno continuo di [...]

[...] hanno mai più di due piani oltre il terreno, ogni piano apre sulla facciata quattro o sei finestre e nel mezzo una porta che mette ad un ballatoio [...]

[...] di legno lungo quanto la casa. La casa di Guglielmo Rhedy era tutta in muratura. L'aveva fabbricata un tale Lysbak, birraio arricchitosi in [...]

[...] fantesca da principio, per un senso di bontà, si era profferta di aiutare le due signore al disbrigo delle maggiori fatiche domestiche; ma queste, che [...]

[...] Lysbak ed il padre Rhedy morirono 90 lo stesso mese. Guglielmo, ricco di un ventimila lire, finito il servizio militare aveva vendute le vacche [...]

[...] ed al pollame, e trovava ancora tempo per leggere. Perchè Teresa era stata allevata in un educandato di Biella e sapeva parlare e scrivere [...]

[...] inverni, hanno veduto cadere troppa neve stando chiusi nelle stalle basse ed oscure, e rigirandosi in un cerchio ristrettissimo di pensieri [...]

[...] , d'impressioni e d'immagini, perchè la loro mente possa farsi d'un tratto capace degli elastici rimbalzi che scotono gl'ingegni cittadini. Sanno, ma [...]

[...] morte aveva intavolate con un ricchissimo signore di Gressoney St-Jean delle trattative per vendergli quello che gli rimaneva della casa, a fine di [...]

[...] lasciare alle due donne un gruzzolo che le facesse vivere meno a disagio. La vedova aveva chiuso il contratto e la casa era stata venduta con la [...]

[...] clausola del riscatto a due anni di scadenza e con facoltà alle donne di rimanervi fino allo spirare della clausola. Un fratello del Lysbak [...]

[...] nuovo padrone sapeva benissimo che passati i due anni la casa gli sarebbe rimasta, e perchè era solida e posta in un luogo sicuro dalle valanche [...]

[...] poi, superbe quelle due povere donne non lo erano più, se pure lo erano state mai. Guglielmo era un bel giovane aperto e gioviale, faceva [...]

[...] un piano d'assedio di infallibile riuscita. Cominciò a comprargli dei terreni all'intorno, e Guglielmo vendeva. Vendeva prima poche tavole [...]

[...] quell'uomo andarsene contento. Avete venduto, è vero, Rhedy? — Sì. L'ultimo prato. — Questa casa era proprio destinata ad un 95 solo padrone. Mio padre [...]

[...] tornerà ad un solo padrone. Ma resta a vedere chi sarà quel padrone. E perchè Teresa non rispondeva, il giovine aggiunse: — E se fossi io [...]

[...] occhi quella fissità contratta e risoluta, propria di chi compie un atto lungamente meditato e fermamente voluto. — Volete, Teresa? — Sì, Rhedy [...]

[...] . Allora il giovane cominciò a dirle il suo amore, e che le voleva bene da un pezzo, che se n'era accorto quel dato giorno, in quelle date [...]

[...] , piena di grazia. Guglielmo l'aveva tirata a sedere su di un trave, sotto il ballatoio della casa; imbruniva, l'aria del ghiacciaio soffiava [...]

[...] . Pensiamo se questa ne fu contenta! Cenarono insieme e Guglielmo espose tutti i suoi propositi, il suo piano di vita. A Gressoney-la-Trinitè mancava un [...]

[...] fare gli usci e le imposte; egli aveva già in serbo un buon numero di assi piallate, e contava nell'inverno imminente di finir l'opera colle sue [...]

[...] proprie mani, e coll'aiuto di un cugino pure falegname, già al corrente della cosa. Venuta la primavera si sarebbero sposati, avrebbero aperto [...]

[...] l'albergo, e scaduto il termine utile per il riscatto, egli avrebbe pagato e buona notte. La madre obbiettò che per tenere un albergo non basta la [...]

[...] enormi di neve. La cascata daccanto la casa era ghiaccio vivo: solo un filo d'acqua scorreva liscio, oleoso sotto la crosta cristallina, lo si vedeva [...]

[...] poi tutti e due accaniti piallavano, segavano, connettevano le tavole, senza posare un minuto. La sera il cugino scappava a dormire e Guglielmo [...]

[...] seguitava il lavoro. Teresa e la madre vivevano tranquille dalla loro, lavorando anch'esse alla casa futura. Intaccando un po' di capitale, la [...]

[...] infilavano punti a cucire ed orlare. Guglielmo aveva messe le due vacche nella loro stalla, un gioiello di stalla, e ci faceva un caldo [...]

[...] per quella gola avvezza alle raspanti parole del dialetto tedesco, senza perdere nulla della loro vispa snodatura. I versi un Napoletano non li [...]

[...] allegra, la colla cuocendo a bagno maria faceva delle bolle grosse come un ovo che rompevano in un sospiro, e Guglielmo si sbracciava e sudava [...]

[...] alla polenta. Ma il maggior lavoro era il notturno. Dopo cena, partito il cugino, fatto un po' l'amore a bassa voce colla fidanzata, Guglielmo [...]

[...] dava la buona notte alle donne accusando un sonno da non si reggere. Le donne sapevano bene che andava a lavorare di nuovo, anzi una volta Teresa [...]

[...] lampada per tutta l'officina! Di fuori la neve in faccia alla finestra ne 101 era illuminata per lunghissima tratta; pareva un fiume d'argento [...]

[...] pensarci arrossiva come un fanciullo. Era sicuro che Teresa seguiva sveglia il suo lavoro; sapeva che ogni martellata rispondeva nel cuore [...]

[...] un viaggio di due giorni, e la sera del secondo si giunse a Zermatt. Là Teresa era aspettata per un impiego di guardarobiera. Il padrone [...]

[...] prometteva inoltre di addestrarla alla direzione di un albergo, e, come l'ebbe veduta, assicurò che in sei mesi sarebbe riuscita al fatto di ogni cosa [...]

[...] aiutato e diretto dalla madre di Teresa. La povera vecchia non posava un minuto. Teresa scriveva delle lunghe lettere, piene d'affetto, sobrie e [...]

[...] andato a Zermatt. La più corta era valicare il Lysjoch e scendere diritto per il ghiacciaio del Gorner: un otto o dieci ore di cammino. Ma il passo [...]

[...] incantevole. Guglielmo, partito alle due della mattina, fu a Fiery in valle d'Ajaz, alle sette. Vi fece un boccone d'asciolvere, e si ripose in [...]

[...] valicano, soli, di notte, con un peso di quattro o cinque miriagrammi sulle spalle. Guglielmo ristette un momento pensoso; se Teresa fosse stata [...]

[...] là, certo gli avrebbe fatto pigliar la più lunga, ma le donne si sgomentano per nulla. D'altronde, quasi a tentarlo, in quel momento, un soffio [...]

[...] spicciarsi senza più guardare il cielo. Eccolo per le rupi: vi s'arrampicava come un gatto, a quattro gambe, silenzioso e vigilante. Come saliva [...]

[...] panni addosso. A' suoi piedi, da quel versante svizzero tanto sospirato, saliva verso di lui un cielo tempestoso. Era la maggiore bufera che [...]

[...] egli avesse mai veduta. Pareva che la forza di tutti i venti del mare e di tutti i vulcani ribollisse compressa da un immenso spessore di nembi [...]

[...] ; li agitava, li sollevava in cavalloni giganteschi, li squarciava in gorghi spaventosi, muggiva con un rombo incessante. Guglielmo dalla sua vetta [...]

[...] poteva, lontano tre passi era buio fitto, un freddo umido ed intenso lo impigriva; di quando in quando la tempesta si acquietava in un silenzio [...]

[...] mortale; le nuvole posavano gravemente sulla neve livida in una immobilità stagnante, ma ad un tratto il vento vi si impigliava un'altra volta [...]

[...] dello scampo, si sentiva morire. * ** La bufera durò a lungo, poi svanì in un soffio e tornò il sole. Guglielmo, riavutosi dal mortale stupimento [...]

[...] rammolliti: una cancrena rapidissima li aveva anneriti: erano morti. Allora si vide perduto. A due passi un crepaccio apriva la gola verde. Vi si [...]

[...] strascinò, vi sedette, le gambe penzoloni nell'abisso, ed aspettò la morte. Ebbe un momento l'idea di affrettarla, precipitandosi nel crepaccio [...]

[...] , mia fidanzata. Il giorno moriva, quando fu preso da un sonno invincibile. I bassi lembi del Mon Rosa erano già scuri, le pinete ed i prati che [...]

[...] notturna ed intorno a quel morto rideva un ultimo raggio di sole rosato, dolcissimo. L'ESTATE Parlando della montagna, l'aggettivo che meglio [...]

[...] mai e mai la valle. Bionda non può essere una terra dove i pochi campi di biade sembrano piccole pezzuole stese al sole in un prato immenso [...]

[...] di risate giovanili, che a sentirle di lontano sembrano un concerto col sordino di cui vada smarrito il motivo e solo si avverta l'accordo [...]

[...] all'infinito, e un suono insegue l'altro o lo avvicenda o ne respinge le ondate e si confonde con esso, e ne scaturisce una sonorità larga e piena che [...]

[...] recano di pieno meriggio una tenebra fitta dove stagnano soffocati i suoni e le voci, o quando il temporale che brontolò un pezzo nella valle [...]

[...] di capre. Il gregge non ha ovili. Tutta la montagna oltre i prati fin dove c'è un magro filo d'erba o qualche roccia muscosa gli appartiene: e [...]

[...] quando scende la notte il cane ed il pastore lo rintracciano e lo raccolgono entro un recinto chiuso da una rete allacciata a piuoli che si chiama [...]

[...] raggiungerle, ne vada anche della vita, e industriarsi a scamparle. Le Alpi ne hanno parecchie di croci che segnano il luogo dove è morto un pastore [...]

[...] per zelo di custodia. Io intesi più volte raccontare di fanciulli o di giovinette raccolti a pezzi nel fondo di un burrato. Rammento una gita [...]

[...] sogliono sempre paragonare ad un gran fiume procelloso subitamente rappreso, e il paragone è giustissimo. Di là sorgevano i fianchi nudi e [...]

[...] d'Aventina, dei Gemelli, del Lyskamm, e della Vincent piramide. Un luogo stupendo e grandioso, ma da non andarci solo, tanto ha l'aria morta e [...]

[...] . Ristemmo per osservare la frana, e in quel posare dei discorsi, proprio dell'attesa, ci pervenne, sempre dalla morena di contro, il suono di un [...]

[...] corno rauco da capraio. Era infatti un capraio, un ragazzo dai dodici ai quattordici anni, venuto colà da un casolare pastorizio distante le [...]

[...] certo più dell'illusione di mangiare che d'erba. D'erba proprio non ce n'era un filo, solo qua e là qualche lichene, tanto da strapparci la vita [...]

[...] ragazzo faceva pei 117 due giorni dell'anno, sei o sette ore di cammino ogni giorno, mettendosi cento volte in rischio di morte. Un passo falso [...]

[...] , una pietra smossa, un salto non ben misurato, un attimo d'inavvertenza, potevano piombarlo giù per scogliere mortali e affondarlo nella bocca [...]

[...] spalancata di un crepaccio. Egli non sapeva il pericolo e in ciò forse era la sua salvezza. Il mandriano dell'Alpe è così domestico dei luoghi [...]

[...] all'occhio esercitato un abisso di cento metri non fa più senso che un muro di cinque. Ma se la sera il ragazzo non fosse rincasato, quelli che lo [...]

[...] il ragazzo è un servitorello preso, a mantenerlo, per la sola stagione estiva. Una volta trovato il corpo, il pretore, il medico e il cancelliere [...]

[...] saliranno da un villaggio lontano quindici o venti ore di cammino (quante ne occorrono per andare da Torino a Roma) e soccorrerà al morticino la [...]

[...] fondo, Poi di sua preda lo ricopre e cinge. UN PRETE VALDOSTANO Un giorno che i cinque curati della vicaria desinavano nella canonica di X, dove [...]

[...] li raccoglieva una delle consuete conferenze primaverili, il curato di X m'invitò a tener loro compagnia a pranzo. È difficile incontrare un [...]

[...] ed uditi; ma uno differiva assolutamente da ogni tipo conosciuto per l'addietro. Era un gobbo, che mostrava nell'aria marziale una salute di [...]

[...] un gigante nano. In complesso era piccolo ma spaccava passi lunghissimi ed avrebbe abbracciato un noce di vent'anni. Aveva i capelli grigi [...]

[...] , quasi bianchi, la fronte spaziosa, gli occhi vivi ed accorti, il naso grosso e ai lati della bocca un solco lungo e profondo. La bocca esprimeva [...]

[...] bruttezza del corpo. A capo di tavola sedette il vicario con me a destra ed il curato d'X a mancina; dopo di questi veniva un grosso prevosto [...]

[...] discorsi una malizia corpacciuta e sensuale. I motti si aggiravano intorno ad un tema unico: la vigilanza che spettava al vicario sugli altri [...]

[...] di rimprovero esagerato. Poco alla volta i traslati erano diventati d'un ardimento pazzo. Le più pure ed immacolate parole toglievano uscendo da [...]

[...] quelle bocche un senso vizioso, del quale molte volte chi le aveva profferite s'accorgeva al clamore degli applausi che suscitavano intorno [...]

[...] loro funzione descritta a suono di enormi risate, a sentire le quali chi aveva parlato, ristava un momento, guardava in giro in atto 122 di [...]

[...] nelle pose della bufera bacchica, insinuava un frizzo salato corbellando le tardive effervescenze degli interlocutori, con frasi brevi, sugose [...]

[...] un fanciullo, rideva tutto quanto, da capo a piedi, fino alle lacrime, senza sforzo, contento di ridere, tornando a scoppiare fresco come prima [...]

[...] , una delizia di cortiletto chiuso da alte muraglie, lasciava a mala pena entrare un barlume di giorno, un chiarore da chiostro, da sagrestia, o [...]

[...] . Poi stesero il tappeto sulla tavola, tolsero dal cassetto dello scrittoio; dove era chiuso col breviario, un mazzo di tarocchi ed uno di essi lo [...]

[...] comando: Pontificemus. Il vicario dormiva in una larga sedia a braccioli, la testa rovesciata sul muro, coll'aria tranquilla di un santo. Il [...]

[...] dita attingendo umori e poi il fioccare misurato e piano delle carte sul tappeto. Il gobbo tamburellò un momento sui vetri, vi appoggiò la fronte [...]

[...] come per rinfrescarla, poi prese il cappello ed il bastone e con un: Buona sera risoluto, piantò la compagnia. Benché a tavola e dopo non avessi [...]

[...] scambiato con lui che poche parole, mi era nato un vivo desiderio di conoscerlo; gli tenni dietro senza altro, e lo inseguii per una [...]

[...] ringraziò e ci ponemmo in cammino, ma per un buon tratto di via non aperse bocca; lo sentii anzi più volte fissarmi sospettosamente con una certa [...]

[...] durezza, tanto che, venuto in dubbio di riuscirgli importuno, rivolgevo meco stesso il migliore pretesto per congedarmi. Ad un tratto si fermò e [...]

[...] cordiale. Seguitava a rigirare per l'aria un nevischio rado ed asciutto a piccoli grani rabbiosi, che sembravano voler forare là dove picchiavano [...]

[...] . Nell'impaccio delle pieghe, le gambe, nettamente disegnate da una calza di grossa lana nera, avevano un disgustoso aspetto femminile come di donna [...]

[...] l'incuria propria dei solitari e dei pensatori. Io avevo cominciato a domandarlo della vita e dei costumi alpestri, ma non era che un rigiro per [...]

[...] proposizioni nette, precise, che lo mettevano tutto nelle mie mani. Non era sciocco, tutt'altro, ma era un uomo contento, una mente quieta e [...]

[...] spigriva per questo, la sua mansuesta acquiescenza ai fatti 128 non era turbata. Avevo sperato un ribelle combattuto dalle brutali ingiustizie della [...]

[...] , conoscevo il mio compagno come per lunga dimestichezza. Era un uomo pratico, che si adagiava comodamente nella sua solitudine esercitando l’ufficio [...]

[...] facoltà mentali. Era forse mansuefatto dalle circostanze facili in cui viveva; non saliva al fanatismo nemmeno per la fede. Un passo dopo l'altro [...]

[...] giungemmo alla sua canonica ed egli mi invitò ad entrare ommettendo 130 i soliti discorsi: «vedrà che miseria, compatirà un povero prete», o che [...]

[...] aveva incontrato e perchè fossi con lui, non mi venne fatto di vederla pure un momento. A cena, una cenetta saporita, io ero così svogliato che al [...]

[...] quando in quando, certi rigiri di frase, un certo tono di voce, certe occhiate furbe ed indagatrici alle quali non avrei giurato che fosse estranea [...]

[...] che conoscenza sarebbe la mia? Vedo bene come ci conoscono loro. Quando mi avviene di leggere un libro che tratti di noi, della condizione [...]

[...] sociale, dei costumi, dei bisogni dei montanari, provo un senso di vero disgusto, tanto siamo ignorati da quelli stessi che presumono farci [...]

[...] or sono erano informate ad un sentimento di simpatia, ad una sorta di ammirazione poetica, ad una curiosità indeterminata, sono ora diventate [...]

[...] follia, che una volta popolavano la nostra solitudine di idee poetiche e la credevano eletta da noi spontaneamente o per virtù di un ascetismo che [...]

[...] adesso. Noi non siamo nè poetici, nè ribelli; lavoriamo per vivere ad un lavoro che non è certo più disutile del loro ed accettiamo [...]

[...] strada all'opera loro perchè se il provvedere è dei molti, il conoscere è di pochi o di un solo, ed al provvedere occorre anzitutto la conoscenza del [...]

[...] bisogno. Parlava con accento vibrato, staccando una proposizione dall'altra con una virile sicurezza, con un sentimento d'orgoglio dignitoso e [...]

[...] viso buono alquanto pallido. Com'ebbe finito si gettò a sedere e stemmo in silenzio un gran pezzo. 135 Poi lo richiesi della sua storia e delle [...]

[...] . Mio padre era sguattero in un albergo d'Aosta ed io, allevato in cucina e messo al mestiere paterno, entrai appena seppi tenere il mestolo in [...]

[...] Monsignore, il quale, gran giovialone, buono come il pane e santo uomo per giunta, mi fece chiamare mentre stava a tavola, mi pose un bicchiere in mano [...]

[...] caldissimamente ammirato. Nessuno li avrebbe detti opera d'un prete; non v'erano nominati nè la religione, nè la fede, nè Dio, nè il demonio, nè i santi [...]

[...] poesia raccontava la visita che un pastore faceva al suo vicino, lassù sull'alpe, ma non il pastore bellimbusto tutto nastri e bubbole, cogli [...]

[...] scarpini lustri e la beata filosofia oziosa sulle labbra, ma un vero pastore sudicio, quadrato, che si tirava dietro le suole di legno un palmo di [...]

[...] melma e d'altro, che discorreva poco e di cose usuali, un delizioso intaglio quel discorso, divagato e preciso, pieno di interiezioni e d'incisi [...]

[...] cuna di un bambino e in fondo la forca, gli sbirri e l'appiccato; il tutto festoso, vivacissimo, con un saporito accento di caricatura [...]

[...] bambini vanno a letto nelle mangiatoie vuote e comincia la veglia e l'arcolaio comincia i suoi giri da trottola con un gemito ad ogni mezzo giro come [...]

[...] ghignatine e i secretuzzi delle ragazze da marito; poi la porta si apre, la porta grondante sudore, ed entra un vento gelido ed un innamorato [...]

[...] ruminare continuo con un sospirone che esce per le narici e pare venuto da qualche riflessione malinconica o dolorosa, sulla condizione sociale [...]

[...] che irritano le petulanti impazienze dei giovani. Un soldato in congedo intona una canzonetta napoletana, ma essa non è fiore da quella serra, e [...]

[...] bocche di tutti, copre i discorsi troppo intimi, agonizza e rinasce interminabile e lamentosa. Qua e là risalta un fare rablesiano efficacissimo [...]

[...] lo avesse lodato per la sua modernità ne avrebbe avuto in risposta una crollatina di spalle; egli non aveva forse mai letto un libro scritto di [...]

[...] questo secolo. Ma egli non scriverà forse mai più un verso in vita sua, e non ne scrisse da parecchi anni. Stava correggendo gli ultimi quando [...]

[...] seguì in paese un fatto terribile che è sempre presente alla sua memoria. Me lo raccontò e ve lo racconto. * ** Poco lontano dalla canonica, in [...]

[...] un piccolo seno chiuso fra la montagna ed un rialzo di terra che gli toglie la vista della valle, c'era una casa rustica di discreta apparenza [...]

[...] , poco più che un rigagnolo, il quale precipita dalle cime a furia di cascate e di sprazzi col piglio di un rodomonte che voglia recare al basso [...]

[...] la desolazione e la rovina, e poi, incontrato il rialzo che ho detto, gli manca la forza di scavalcarlo, fa un gomito, si acquieta, muta colore [...]

[...] . Nelle maggiori piene l'acqua, benchè si tinga di un colore rossastro per darsi l'aria rabbiosa, arriva appena a lambire le tavole di un basso [...]

[...] giusto al punto del gomito nell'interno della curva che vi disegna il torrente; aveva un bel prato all'intorno ed il ponticello era destinato [...]

[...] esclusivamente al suo servizio. Ne era padrone un tal Vincenzo Bionaz, il quale l'aveva comprata ed era venuto a dimorarvi colla moglie e due amori di [...]

[...] ogni anno qualche tavola di prato. Egli era un brav'uomo, allegro e casalingo; la moglie, nativa di Valchiusella, un paese dove le donne sono [...]

[...] cattive, partecipano di tale compiacenza, tutti gli affetti della vita sono dominati dalla gioia immensa di possedere un così raro tesoro e la [...]

[...] , Vincenzo tornò ad un tratto alle prime tenerezze, l'assistette gravemente ed amorevolmente, accolse il bambino con lagrime di gioia, domandò [...]

[...] parenti faceva all'altro, a cui nessuno credeva, finchè venne il giorno dell'orribile certezza. Il nuovo nato era un cretino. Da quel giorno la [...]

[...] provava un fiero, angoscioso accanimento contro dell'altro, e si sentiva il cuore gonfio di accuse pazze. Non litigavano, non tradivano quasi mai i [...]

[...] delle prime attività fisiche, parve qualche volta ai parenti accompagnato da segni di un tardo, ma vitale intelletto; allora erano giornate di [...]

[...] lo cullava, lo cullava cantandogli ogni sorta di ritornelli lamentosi, tremando di una smorfia, accorandosi di un sospiro più forte degli altri [...]

[...] . Sarebbe stata felice se il bambino fosse vissuto in un sonno senza fine. 148 Le tenerezze del padre erano più rare e di più breve durata [...]

[...] . Bastava un filo di luce ad impedirle o a soffocarle. Ma la sera qualche volta il pover'uomo spariva furtivamente dalla stalla. Saliva scalzo ed [...]

[...] rapida e tragica: fra gli strilli delle donne intenerite e le ghignate di alcuni uomini, Vincenzo seccato dal chiasso, afferrò la moglie per un [...]

[...] braccio, la levò di ginocchio e respingendola con uno sguardo nemico, la buttò là come un sacco. Anna andò a battere la faccia contro la pila [...]

[...] dell'acqua benedetta e diede un grande urlo di dolore... S'era lacerato un labbro 149 e rotti due denti, aveva la bocca piena di sangue e lo [...]

[...] non avvertiamo l'esistenza se non per un dolore e la cui amputazione non sembra scemare in niun modo l'attività vitale, cosicchè ci domandiamo che [...]

[...] cercarsi al sole un po' di spazio dove sedere; in primavera, il suo corpo grosso e deforme sembrava sporcare i prati dove stava sdraiato e donde [...]

[...] estiva in un villaggio di montagna? Che ora grave ed allegra! Si direbbe che in tutto il mondo non ci sia e non ci sia stato mai un uomo cattivo [...]

[...] prati, un essere informe e lento si strascina verso le case che fumano per la cena. Chi ha insultato l'uomo dando a costui delle membra che [...]

[...] richiedessi d'aiuto, non farebbe un passo in mio sostegno; bisognoso, non potrebbe richiedere l'aiuto mio, il ricambio fraterno delle forze vitali non [...]

[...] nemmeno un dolore di più sulla terra, poiché egli non possiede nessuna delle due forme dell'utilità: non opera e non abbellisce. Fino dai [...]

[...] santa da poter formare la ragione ed il premio della propria vita. Ma in paese, quando egli ci venne, non v'era che uno scemo, un vecchio [...]

[...] suoi bravi calzoni e la giubbetta, e perfino, cosa incredibile, una camicia che metteva fresca di bucato tutte le domeniche, locchè in un paese [...]

[...] dove la gran miseria incute un riguardoso rispetto per la roba, aveva ottenuto che i monelli non lo zaffardassero più gittandogli addosso a [...]

[...] rivoltarsi come un porco nella belletta attaccaticcia delle strade, appena spiovuto. Accolto nelle brigate domenicali, quale argomento di lazzi e [...]

[...] boccie, egli aveva il suo bravo posto consueto sul trave degli spettatori, un posto riconosciuto per suo, e dal quale se mai altri vi sedeva, si [...]

[...] scilinguare: Le mousieu. Ed era un coro di risate schiette come per uno spasso mai prima goduto. Finalmente il giorno del Santo Patrono, quando [...]

[...] impresa a cui si è messo, pretende che la prima nozione da darsi al cretino, sia quella di Dio. Dal momento che gli risplende un barlume di [...]

[...] curato, perchè non è d'un animo religioso il ribellarsi ai decreti della Provvidenza. Anche il curato da giovane aveva vagheggiato il pensiero di [...]

[...] creare un Dio a profitto di quegli esseri abbandonati, ma conobbe ben presto non bastare a tanto risultato le forze di un uomo. D'altronde del Dio [...]

[...] valanca, che arma ed inferocisce la natura contro se stessa; ma dato pure gli venisse fatto di atterrire il fanciullo e di dare un nome ed una [...]

[...] vita, da dovergli mostrare un nemico di più? Gian-Paolo, non amava nè odiava i parenti, non s'accorgeva della loro indifferenza, non desiderava la [...]

[...] vide avviarsi all'incontro del padre che tornava dalla miniera, e prenderlo per mano coll'aria confidente di chi s'appoggia ad un amico, credette [...]

[...] vent'anni. Una sera di maggio, il curato stava correggendo certi versi suoi, destinati ad un amico parroco in un paesello remoto dove non capita [...]

[...] la menoma disgrazia. Verso le dieci di notte, nella pace del villaggio rintrona un frastuono improvviso ed immenso, come se rovinasse la montagna [...]

[...] momento in momento da tuoni improvvisi come cannonate di un esercito di giganti. I villani si chiamano per nome, rispondono esterrefatti, i più [...]

[...] inquieti che girano per le vie, segno che lo scroscio minaccioso è giunto fino a loro. S'è rotto un sacco di montagna, il rigagnolo che [...]

[...] tavole dell'impiantito e sollevarle. Vincenzo, sfondata con un pugno la finestra ed affacciatosi, vide la morte. Il torrente rompeva alla casa come [...]

[...] alla pila di un ponte e l'assaliva con travi e tronchi d'alberi a colpi d'ariete che la scotevano dalle fondamenta. — Sul tetto, presto, urlò [...]

[...] , ritraversarono con questa le due camere, furono nel granaio donde poggiata la scala ad un abbaino, riuscirono sul tetto. La si tennero per salvi. Prima di [...]

[...] minaccioso. — Vincenzo non ebbe core di rispondere. In quella si levò un grido: Al fuoco, al fuoco! Già da qualche minuto, ai tre scampati, pareva [...]

[...] salisse dal tetto come un alito caldo e soffocante: veniva col vento dall'altro capo della casa, là dove rompevano le onde, strisciava lungo il [...]

[...] comignolo, li mordeva in gola, recava alle loro nari l'acredine di un fumo denso che la tenebra rendeva invisibile. Vincenzo ebbe tosto sospetto del [...]

[...] vero, ma non ardiva manifestarlo pauroso quasi di affrettarne colle parole l'evento. Le donne sbigottite 162 non connettevano. A un tratto, la [...]

[...] sovrumano seguiva, là sotto. Nessuno pensava al cretino. Vincenzo ed Anna, l'avevano riveduto un istante in mente, dianzi, alla voce severa del [...]

[...] migliore industria estiva nei paesi alpini consiste nell'andare per Guida cogli alpinisti. Nelle Alpi nostre ne campano un cento cinquanta persone [...]

[...] stagione finita appendono un cero, credete pure che il Santo se lo è meritato. Bel mestiere, del resto, e pulito, che sveglia l'ingegno e [...]

[...] , e ruba loro cinquant'anni di salute. Se si mostra e minaccia, li trova lottatori imperterriti e prudenti; avvezzi a considerarla come un [...]

[...] rischiose, le sole che fruttino loro un guadagno considerevole. Al più, li invogliano, lodando la vista e attenuandone le fatiche, alla scalata [...]

[...] di qualche picco di secondo o di terz'ordine, dove il peggior rischio è di farcisi tirare a braccia o di lasciarci un polmone, ma lo fanno senza [...]

[...] , senza toccare un quattrino. Amano la montagna come tutti i montanari, ma mentre la tenerezza solita del montanaro proviene da certa sua indole [...]

[...] recano da ogni parte del mondo uomini gagliardi e sapienti di gran stato e di gran nome e da quell'omaggio ricavano per lei un sentimento di [...]

[...] tornati inciviliti dalla pianura. La montagna grave 169 e pensosa, li ha fatti gravi e pensosi, ha dato loro, non so se un sentimento di dignità [...]

[...] quelle menti. Vi attribuiscono un lavoro facile e proficuo in sommo grado, oggetto di loro invidia infinita, ma l'ozio assoluto eccede la nozione che [...]

[...] di un museo, nè sono in tale numero da disputarsi a furia di profferte il cliente, nè la paga che ne tirano è così sproporzionata al servizio [...]

[...] questa è rivolta ai bisogni essenziali ed ha un fare spontaneo come di larghezza gratuita. Nelle capanne di rifugio che la provvidenza del Club [...]

[...] sangue impigrito e la stanchezza non li abbandonino ad un sonno mortale. Buona e salda gente, che il domani di una tale notte si mostrano svegli e [...]

[...] sinceramente. Infatti non sono servizievoli per mera cortesia, ma anche per un sentimento profondo di giustizia e di equilibrio, e per saggezza. Sanno [...]

[...] comandare. Una volta giunti nei luoghi dove il pericolo può essere continuamente imminente, prendono occorrendo un accento tronco ed imperativo di [...]

[...] fosse arrivato un loro compagno con una guida. Alla nostra risposta negativa spacciarono sull'atto, accoratissimi, un pedone all'albergo [...]

[...] pauraccia l'hanno avuta di certo e non hanno dormito sulle piume. E dopo un momento aggiunse a mezza voce, ammiccandomi: — Ci ho gusto. I due [...]

[...] guida, benché non abbia pratica del Mon Rosa, è un buon montanaro e prudente. Morti non 174 sono, ma ci ho gusto, ci ho gusto; non posso [...]

[...] lunga consuetudine. A un punto il viaggiatore, ora smarrito, disse: A destra. Maquiguaz si voltò, rilesse la carta, si guardò attorno e rispose [...]

[...] impallidiva e passavano sul viso dei disputanti i primi veli leggieri e fuggenti di nebbia. Il viaggiatore cocciuto aveva una guida sua, un buon [...]

[...] alpigiano di Val d'Orco, cacciatore di camosci, espertissimo delle regioni alpine, ma non vera e propria guida. Maquignaz ed un suo compaesano [...]

[...] perdere, noi dobbiamo salvarli loro malgrado.STORIA DI NATALE LYSBAK Non avevo mai incontrato fra le guide alpine un uomo di così nobile e [...]

[...] maschia bellezza. Alto come un corazziere, asciutto ma non sottile, si atteggiava e muoveva con dignità naturale e disinvolta, era agile e sicuro [...]

[...] discorreva e mangiava volentieri, ma non beveva che acqua, ricusando con un cenno del capo l'offerta che gli facevo sempre di vino e di liquori [...]

[...] ginocchia ed un passo falso ci avrebbe mandati ruzzolone fino in basso del nevato e costretti a rifar da capo due ore di salita. La sera [...]

[...] , all'albergo di Fiery, fu servito a cena un vinetto sottile e fratellevole. — Lysbak, domani ci lascieremo, dopo cinque giorni di convivenza. Sono [...]

[...] contento di voi, porgetemi il bicchiere, tocchiamo insieme e bevetene un sorso. — Grazie signore, non bevo. — Che idea! Un uomo della vostra fatta! Vi [...]

[...] spiace il vino? — Non ne bevo. — Per farmi piacere, Lysbak, un sorso. Il vino cementa l'amicizia. — Non sono vostro amico, signore; vi servo [...]

[...] per superare un passo difficile, mi viene fatto di ringraziarvi come un compagno disinteressato, un compagno d'elezione. Voi fate la guida con [...]

[...] d'allora. Ad ora ad ora pareva si compiacesse di attardarmi per strada, di raddoppiarmi il cammino, andava di qua e di là come un bracco [...]

[...] trillo acutissimo, agitando al vento il cappello adorno di un bel fiocco di Edelweis. Aveva gli occhi lucenti, il viso animato, lo si vedeva [...]

[...] grillire di piacere e d'impazienza, pareva un innamorato che corresse all'amante. — Vedete lassù quel seno, dove c’è un muro grigio di pietre? quello [...]

[...] lingue, signore, cattive lingue che salgono da Gressoney, dal mio paese, dal mio paese. Presto, presto, prima che arrivi la tormenta. In un [...]

[...] , tagliandone con una riga diritta tutte le cime e livellandole. Il colle non si vedeva più; camminavamo allora in un ripiano erboso, il cielo [...]

[...] più erta mi toglieva il respiro; poi venne un soffio di vento 185 a scompigliare, senza diradarlo, l'enorme viluppo grigio che mi avvolgeva; un [...]

[...] forza; lo sentivo soffiare come un mantice e quando giunto sulla vetta sostò un momento per prendere fiato, lo vidi grondante e fumante di sudore [...]

[...] pericolo di rigirare dell'ore sulle nostre peste senza avanzare di un palmo; e tenerci per mano, che non ci s'abbia a perdere; e giù di corsa. 186 [...]

[...] Scendevamo da venti minuti, quando si fermò d'un tratto: — Abbiamo sbagliato strada, siamo troppo a sinistra, indietro. Indietro!? Non ne potevo [...]

[...] la china rompeva in un dirupo altissimo, precipitando a picco fino al torrente. Lo richiesi se non sapesse di qualche cascinale vicino dove [...]

[...] riposare; la mia viltà gli fece passare negli occhi un lampo di collera e mi rispose brusco: — Non c’è cascinale, venite. In quel punto, a [...]

[...] confuso, come assordato dalle pareti. — Lo vedete, Lysbak, che ignorate dove siamo? Fece un gesto d'impazienza e mi disse: — Lo sapeva, ma non [...]

[...] lasciassi sopraffare. Alle sue parole, ai suoi consigli, ai comandi, alle 187 preghiere, rispondevo un no cocciuto e disperato. Volevo scaldarmi al [...]

[...] confortevole aspetto di quella stanza! Calda, pulita, le pareti rivestite di tavole, un gran letto alto e largo, un bel fuoco fiammeggiante, e padrone [...]

[...] l'avvilimento per la giornataccia sofferta. Quando fui ristorato, mi prese un vivo desiderio dell'albergo, di una camera mia dove mutarmi d'abiti e [...]

[...] poc'anzi: pareva il tardo crepuscolo di un giorno di gennaio. E Lysbak? Dov'è Lysbak? Guardandomi intorno intensamente mi parve di scorgerlo a [...]

[...] pochi passi smarrito nella nebbia. Era là, solo, avvolto nel cielo mobile ed invernale, seduto sopra un sasso, i gomiti 190 sulle ginocchia e [...]

[...] per la veglia di un mese, la grama giacchetta abbottonata stretta stretta alla persona, la barba stillante. Mi sorrise con tristezza, senza rancore [...]

[...] e mi disse: — Siete riposato? Avevate ragione, è un gran tempaccio, fa bene un po' di ricovero. Andiamo? Mi sentivo rimordere come di una [...]

[...] . — Grazie. La ragazza fece per tornarsene; Lysbak, rapidissimo le prese una mano, poi l'altra, la tenne ferma un istante dirimpetto a sè, la [...]

[...] l'altra con un riso sfrontato e perverso, e via di corsa. Camminammo un buon tratto senza parlare, poi lo richiesi: — Le avete detto figlia, vi [...]

[...] ha detto padre, come mai ciò? — È mia figlia, signore; quell'altra donna che avrete visto in casa è mia moglie, la casa è mia. — E dopo un gran [...]

[...] silenzio: — Le poverette non possono vivere con me perchè io sono un briacone. Due ore dopo giungevamo a Gressoney la Trinitè. * ** La [...]

[...] permette di scaldare l'inverno la casa col fiato di quattro o cinque vacche e di raddoppiare il numero la state, di tenere un mulo od un cavallo [...]

[...] più gli uomini tentano talora un po' di contrabbando, perchè il contrabbando è una caccia più avventurosa e pericolosa di ogni altra. Daniele [...]

[...] Lysbak è un signore, non ricco, ma largo e pieno di cuore tanto che non ha nulla di suo. La sua casa è sempre aperta e pronta la tavola; tutti in [...]

[...] riportò un bel cronometro d'oro, il primo che si vedesse in Gressoney e quel cronometro lo regalò l'anno appresso a Jose il capraro, allorchè [...]

[...] questi con rischio della vita, trasse un bambino dal torrente ingrossato dai temporali. Quando la notte del 24 dicembre 1838, sua moglie si sgravò [...]

[...] felicemente e Maria Craut la sarta del villaggio e levatrice a ore perdute gli annunziò che il nuovo venuto era un maschio, egli aperse l'uscio [...]

[...] di casa e malgrado il freddo polare che soffiava dal Monte Rosa, vi rimase piantato una buona ora, finchè non ebbe sparato cento e un colpi dai [...]

[...] principesco fracasso, il piccolo Natale venne su proprio come un principe. Era bello, intelligente, buono e temerario, cosicchè tutti i cuginetti [...]

[...] 194 le rendite erano un po' calate e a fare i conti ne sarebbe risultato roso qua e là anche il capitale; ma Daniele i conti non li faceva e [...]

[...] c'era luogo disastroso dove Natale, forte come un torello e svelto come un cavriolo, non seguisse Daniele a caccia di camosci e dopo le lunghe [...]

[...] , a guardarlo dormire ed a cacciargli le mosche dal viso. Natale aveva 12 anni quando un giorno il padre si partì per la Svizzera con un branco [...]

[...] primi nevati e poi se ne tornò solo a casa. Verso la mezzanotte, Daniele con un suo pastore traversava il ghiacciaio dell'Aventina 195 quando gli [...]

[...] mancò sotto la neve e cadde in un crepaccio, rimanendo però ritto ed incolume su di uno scaglione di ghiaccio a pochi metri dalla bocca. Senza [...]

[...] smarrirsi, gridò da quel fondo al pastore che scendesse correndo al più vicino cascinale, a cinque o sei ore di cammino, dove dimorava un tale [...]

[...] . Quella battuta costò alla famiglia un migliaio di lire, e Natale, tornato a casa, fu quindici giorni in punto di morte, durò malaticcio tutto [...]

[...] soldato 197 avrebbe servito il Re. Era forte come un leone. Una volta, che la valanca nel suo passaggio aveva schiacciato una casa, seppellendo la [...]

[...] andata domestica in Aosta, una bella ragazza sana come un pesce ed allegra. L'estate essa venne in paese a trovare la mamma e, di ragione, dimorò [...]

[...] in casa dei Lysbak. Quando fu per partire, Natale le disse che le voleva bene e se la sposò così com'era senza un soldo di dote nè un cencio [...]

[...] il fazzoletto di foulard fatto venire apposta da Lione, e la domenica, a messa, un abito di seta e magari i guanti neri se occorre, i guanti [...]

[...] nuova che gli metteva freddo indosso. Maria Maddalena era vissuta più anni in Aosta presso un avvocato, e sapeva lei ciò che occorre al decoro [...]

[...] di una casa. All'amico, al parente che viene a trovarvi, bisogna poter offrire una buona tazza di caffè o un bicchierino di liquore o anche un [...]

[...] sturata, se ai padroni nasce un po' di svogliatezza al cibo o gravezza di stomaco, non sarebbe spilorceria ricusarsi quel poco ristoro? Già ormai [...]

[...] vanno più, locchè in fin d'anno fa un bel risparmio, sapete; peccato che la vecchia madre non curasse di tenere il libro delle spese (ma già [...]

[...] matrimonio Maria Maddalena fu incinta, la vecchia madre prese un giorno Natale in disparte e gli tenne un lungo discorso grave e tenero parlandogli de [...]

[...] capitale non va toccato, lo predico sempre anch'io. Otto giorni dopo era a cena dai Lysbak un cugino di Maria Maddalena tornato di fresco dalla [...]

[...] Natale rammentava i cento e un colpi che avevano annunziato la propria venuta in questo mondo. — Farò lo stesso per mio figlio. — E tua madre [...]

[...] toccava la bambina come se fosse stata di vetro soffiato. Quando gliela davano in braccio, provava un senso di sgomento; gli pareva che tutta [...]

[...] l'avrebbe fasciata per un impero. Stava fermo a guardarla poppare inghiottendo la saliva come se il latte scendesse in gola a lui e quando [...]

[...] entrate e delle uscite e queste non combinavano mai; ne entrava sempre più che non si spendesse. La Lena a sette anni era un fiore rosso di [...]

[...] melagrano, anzi un melagrano aperto; si tirava i baci delle comari colle sue arie leziose di signora e sopra tutti adorava suo padre il quale [...]

[...] sapresti celarle il tuo rancore. Tu non fosti mai a Torino, io ho bisogno di un po' di svago, andiamoci insieme e ci porteremo la Lena. — Ecco [...]

[...] paura di ammalare; sono certo che un giretto mi risana. — Sei tu che lo vuoi, Natale; che si sappia bene che sei tu! — Sì, sì, non temere. La [...]

[...] sollevarla nel suo giudizio e li ingrossava. — Ho torto, ho torto, fu un momento di viltà il mio; io stesso non sono così poltrone quale mi [...]

[...] faceva respingere la dolorosa antiveggenza. D'altronde, non lavorava egli come un disperato? Che vizi aveva? Nemmeno quella poca fumata sull'uscio [...]

[...] ? Vediamo, Lena, figlia mia, quanto ci vorrebbe a farti contenta? — Padre, lo scarlatto fino costa almeno un terzo di più. Poi ci vuole il giubbino [...]

[...] dalla tavola e li gettò risoluta sulla panca donde li aveva levati. Dopo un po' di silenzio Natale riprese: — È vero che un'occasione simile non si [...]

[...] ritorno! Come mi guarderà dolcemente dicendomi: Grazie, padre! Perduta, per la fatica, la facoltà di seguire il filo di un pensiero, quelle [...]

[...] la terra. I fiocchi fitti, il sudore, l'arsura lo acciecavano, mentre egli precipitava a salti furibondo ed atterrito. A un punto dovè fermarsi e [...]

[...] temette di non poterla durare; si pose a sedere sulla neve ansando come un moribondo. Allora gli venne un cattivo pensiero: — È la Lena che mi [...]

[...] ha mandato a questa morte. Pure di levarsi un capriccio, la Lena non esitò un momento ad esporre la vita di suo padre! Oh che pensiero doloroso [...]

[...] la famiglia. La notte della festa seguì un incidente spiacevole. Intorno a Lena, che era la più bella, si affollavano tutti i giovani del paese [...]

[...] , ma essa con sicurezza impertinente non degnava di ballare che coi più ricchi. Un suo primo cugino, bravo ragazzo, ma povero in canna, venne ad [...]

[...] invitarla risoluto di rompere il cerchio delle preferenze. Essa rispose ridendo aver promesso a Necio il geometra e lo chiamò ad alta voce da un [...]

[...] allevare la figliuola ci penso io. E afferrata la ragazza, la strappò dalle mani di Natale e si mosse per accompagnarla. Natale diventò un leone. D'un [...]

[...] bene. Se vostro padre prima e voi dopo, non le sciupavate quel poco avere essa poteva ballare con tutti i mendicanti della valle, chè un marito di [...]

[...] farvi un po' di lettura, uscì in silenzio e s'avviò lentamente verso la piazzetta della chiesa dov'era l'osteria; ma non vi giunse, rincasò in [...]

[...] ! quel Natale Lysbak come si mette in rovina! In luglio di quell'anno stesso, Natale sperò per un momento di aver riconquistato la pace e [...]

[...] l'affetto della famiglia. Quel tale Frantz che era salito per levar Daniele dal crepaccio, accompagnando un giorno due Inglesi attraverso il ghiacciaio [...]

[...] mortali con quanti erano uomini validi in paese. L'incontro fu tragico e silenzioso. Al cospetto del padre, Natale durò un gran pezzo immobile [...]

[...] , incitando la vanità dei padroni di un giorno, servendoli con zelo ed intrepidezza ammirabili, sobrio, contegnoso, temerario e prudente, si [...]

[...] acquistò il nome di guida insuperabile ed in fin di stagione ebbe raccolto un gruzzolo di cinquecento lire. — Questi andranno a fare pazientare tuo [...]

[...] per ora quattrocento, cento occorrono per la casa. — Da farne che, Maria? La Lena sospira da un pezzo una croce d'oro da portare al collo come [...]

[...] quel denaro guadagnato in due mesi avendogli fatto intravvedere possibile un assetto del patrimonio, egli era fermamente risoluto a conseguirlo [...]

[...] mortuaria del povero Daniele, dopo che l'ebbe collocata a suo posto e arrotonditovi ai piedi un bel cuscino di zolle fitte, Natale andò in casa a [...]

[...] ragazza, come se avesse da un pezzo meditata la domanda. — Sessanta lire. — La mia croce l'avreste avuta a miglior mercato, — replicò questa con [...]

[...] tono mordente. — Dovevo seppellirlo come un cane, Lena? — È durato ventiquattro anni nel ghiacciaio senza uno straccio di croce, poteva durarla [...]

[...] . * ** In principio d'inverno morì la vecchia madre e non lasciò pure un soldo. Quel poco di suo era venuta man mano mettendolo in casa per [...]

[...] ad attizzare il fuoco, in apparenza tranquillo. Maria Maddalena fece un lungo esordio compunto: essa aveva voluto che i due vecchi parenti [...]

[...] , essa avrebbe sostenuto senza pure un lamento, il rovescio; essa era avvezza alla miseria perchè, non arrossiva a confessarlo, era nata povera e [...]

[...] brav'omo di Daniele che aveva le mani e le tasche e la borsa bucate, non poteva crescere un ragazzo assennato! Qui Natale, rimasto fino allora in [...]

[...] silenzio misurando a gran passi la sala, si fermò a un tratto e disse, accennando la Lena: — Mandatela di là almeno quella figliuola! Questi [...]

[...] bontà eroica, una fierezza eroica, una eroica viltà. Oh! il pover'omo soffriva! Gli era venuto un tic nervoso ai lati della bocca che non si [...]

[...] chetava. Era bianco come un cencio e andava asciugandosi il sudore. Compiva camminando cento piccoli atti abituali, riponeva a suo posto delle cose [...]

[...] , e quanto non ne disse di quello! E Natale taceva. Poi la grandigia di un monumento al padre, un monumento così sproporzionato ai loro mezzi di [...]

[...] all'avvenire della figliuola, avrebbe firmato un atto 224 di procura generale alla moglie perchè questa pagasse i debiti e ristorasse il patrimonio. Tre [...]

[...] villaggio, andò diritto ad un tugurio che la piena del torrente aveva pochi anni addietro mezzo rovinato e di cui rimanevano intatte ma abbandonate [...]

[...] guida l'estate e l'inverno il manuale. 226 Io lo incontrai quell'anno istesso, un mese preciso dal giorno che sua moglie l'aveva cacciato di [...]

[...] intere giornate sdraiato nell'erba, 227 magari sull'orlo di un precipizio, dura delle ore a contemplare estatico la valle e le ghiacciaie [...]

[...] di aver fatto una buona giornata. * ** La Lena sposò quest'anno Necio il geometra e si fece gran festa per le sue nozze. UN MINUETTO Mio padre [...]

[...] mio padre più in qualità di discepolo, che di famiglio, perchè, amante qual era della buona musica, aveva scoperto nel giovine suo compaesano un [...]

[...] tutti ammirati del giovane maestro, ed essendo questi di naturale giocondo e sollazzevole, l'ammirazione divenne ben presto amicizia; un vecchio [...]

[...] scherzo qualunque atto tentasse un po' temerario. Ebbe anche delle laute proposte di matrimonio; fra le altre una nipote del Vescovo, damigella di [...]

[...] Lautou, proprietaria di miniere. Il giorno che giunse in Ollomont cadde un rovescio d'acqua impetuosissimo 232 e ne franò in più luoghi la strada [...]

[...] da un anno appena ed avendo la vedova passato quell' anno in Orsières nel Vallese presso una zia materna donde era tornata da soli quindici [...]

[...] viva è quella dell'amore immenso che si portavano i miei parenti; un amore tenero e gioviale di giovinetti che non cambiò mai natura e non si [...]

[...] trastullarsi 234 come un fanciullo, faceva a rimpiattino colla mamma, mutando nascondiglio, tenendo tutte le stanze, vispo, snello come uno [...]

[...] affaccendato, esagerando a parole il gran da fare che le davano quegli omaccioni (ero un omaccione anch'io) tanto per sentirsi ripetere l'invito. Ma il [...]

[...] lagnarsi del gran peso, a contorcersi come non potendone più, a distendere d'un tratto le gambe come per farci cadere, tenendoci saldi perchè non [...]

[...] aver provato un tale sentimento senza saperne la ragione fino da quando ero adolescente. Ho conosciuto l'amore negli occhi di mia madre e quando [...]

[...] contessa di Challant, la quale conosceva mio padre fin da quando era organista in Aosta, gli aveva commesso di comporre un oratorio e di [...]

[...] assaliti da subitanei ricordi; a mezzo un discorso, quando mi pareva di essere lontanissimo dal pensiero di lei, i capelli delle tempia mi davano [...]

[...] a capo. 240 A un punto mio padre mi disse: — Tí rammenti della contessa? — Diventai di bragia fino alle orecchie, e risposi un — no — asciutto [...]

[...] molte parole. Mentre discorreva, io non ristavo dal guardarlo e provavo del suo aspetto una maraviglia, un disinganno che mi sconvolgevano la [...]

[...] contessa, mi stava dinnanzi un vecchietto infermiccio e volgare, mostrante negli atti e nelle parole una timidità sospettosa ed irrequieta, una [...]

[...] nome e più coll'immagine che m'ero formata di lui, che io 241 mi domandavo sconcertato se anche la fiera e fresca beltà della contessa non era un [...]

[...] , e forse, via, poichè di alcuna qualità speciale de' suoi occhi mi sovvenivo, la dolcezza dello sguardo, al giudizio di un fanciullo attonito alle [...]

[...] — aggiunse dopo un momento, carezzandomi famigliarmente la guancia, come se allora soltanto avesse avvertita la mia presenza. Quella carezza, quel [...]

[...] , si era d'un tratto composto il turbamento di tutto l'essere mio e fatta meno ombrosa e battagliera la mia pubertà; tanto che, quando quella sera [...]

[...] commozioni, la sua immobilità quasi sonnolenta fiaccava d'un tratto l'impeto delle mie voglie, lasciandomi affranto come per lunga fatica; e se a volte [...]

[...] , soffocato dal fiotto di sangue che mi tempestava le tempia, smettevo un istante di suonare, usciva da quell'ombra istessa una parola: — Avanti [...]

[...] rapimenti, ma bensì una contentezza molle e riposata. Oh quella non era donna da provocare e sostenere le precoci incontinenze di un adolescente. I [...]

[...] diverse letture e smetterle d'un colpo, avvicinarsi alla finestra e rimanervi gran tempo immobile, come per rinfrescarsi ai vetri la fronte. Io [...]

[...] l'interrompevo, il filo delle note, o non avvertiva il mio silenzio, o mostrava di non curarlo. Che pena mi dava la sua irrequietezza! Un dolore [...]

[...] sordo s'impadroniva delle ultime e più recondite facoltà dell'anima mia; provavo un senso di ansietà inesprimibile, una sorta di sbigottimento [...]

[...] come se presagissi per la bellissima donna un seguito di sventure senza fine; ma insieme si svegliava e cresceva dentro di me una non so quale [...]

[...] , guardando la notte placida nella gran valle dormiente. A un punto aprì gli sportelli. Il suono grave della Dora entrò nella stanza recandovi una [...]

[...] freschezza umida e l'aroma dei boschi resinosi. Non un fiato di vento, non una tenda smossa, non piegata neppure la fiamma della lampada. Essa mi [...]

[...] brividi come se il freddo la penetrasse, e ad ora ad ora un rabbrivido più violento, che veniva, quello, veniva diritto dal cuore. Dovevano pure [...]

[...] nell'aria come un tanfo di chiuso dove stagnavano i forti olezzi della verdura. Essa protendeva la testa come per tuffarsi nella notte [...]

[...] per un istante nella stanza! Aveva gli occhi asciutti, ardenti; oppressi da una stanchezza dolorosa. L'aria fredda della notte l'aveva fatta [...]

[...] pizzo bianco, un soffio di pizzo, così sottile che non avrebbe velato uno specchio; con una sola mossa della mano se la gittò sulle spalle e ne [...]

[...] , scendeva ingrossandosi un rombo sordo e fra i pioppi in riva al fiume susurrava il vento. Poi il rovescio scrosciò improvviso e rovinoso martellando [...]

[...] gli stecconi delle pergole ed i tetti delle case e muggendo per l'aria e sulla terra come un torrente infuriato. E il castello parve subitamente [...]

[...] s'era scordata di me e ancora ripeteva: — Vattene, vattene. — A me pareva che un peso immenso mi saldasse alla terra. L'uragano crebbe, il [...]

[...] assicurarsene paurosamente; eppure correvano per ogni piano e salivano da un piano all'altro rumori 250 secchi e mormorii misteriosi; i soffitti [...]

[...] andava a morire aggirandosi in piccoli turbini negli angoli. La bufera entrava nella casa come persona viva, o irrompente come un forte nemico [...]

[...] , o cautelosa come un ladro. Certo se alcuno in quell'ora avesse veramente salite le scale e aperti gli usci e penetrate le stanze, nessuno dei [...]

[...] d'acqua, poi un'altra ed un'altra, quasi vi stillasse alcun panno inzuppato. Già entrandovi m'era parso di sentire un romore vivo, cessato di scatto [...]

[...] , non al mio apparire poichè era buio fitto, ma al suono de' miei passi. Ristetti un momento. Dovevo attraversare la sala per lunghezza ed [...]

[...] percorsi lo spazio nero camminando impettito e risoluto, ma provando sempre la raccapricciante sensazione di un corpo vivo, ritto nell'ombra e [...]

[...] fresca e trasparente, colorirsi e vibrare, nutrita da un sangue più giovane e più sottile; le labbra sembravano fatte più carnose e più soave il suono [...]

[...] estatiche dello sguardo, certi subitanei sorrisi rammentatori e sopratutto, un non so quale trionfante orgoglio di felicità che la imbaldanziva mi [...]

[...] estraneo alla contessa, ne provavo un'amarezza infinita, un pungente desiderio di giovarle purchessia dal mio luogo umile, ignorato da lei, pure di [...]

[...] una larga macchia di umido apparsa sul tavolato nella sala degli arazzi e proveniente certo da un grave guasto del tetto. — Del tetto? — osservò [...]

[...] sdegnosamente e si levò di tavola; il conte fu di un salto fra lei e l'uscio come per impedirle di uscire. Era imminente qualche violenza che prevedevo [...]

[...] forte dell'uragano, alla signora contessa ed a me parve di udire un uscio sbattere al vento. La signora contessa voleva mandarmi ad avvertirne il [...]

[...] indugiai di un minuto e rammento di aver pensato: il conte gioisce sicuro di cogliermi in fallo. Egli aspetta da me la bugia verosimile; in quella è [...]

[...] , preso anch'esso da quella irresistibile ilarità. Io rimasi, udii con un senso di pudibondo disgusto le risa salire su per la scala, finchè un [...]

[...] , bello di viso, maschio ed asciutto di forme, elegantissimo, un secreto avvertimento mi disse: Eccolo. 256 Ma sbagliavo: Il cavaliere [...]

[...] , dimorato un pezzo a Parigi, era poco familiare colla nobiltà piemontese; la contessa lo conosceva appena; il conte dovette rammentarle fatti e [...]

[...] disse parola. Mi godevo l'orgoglio d'avere un secreto con lei, di sapermela tacitamente riconoscente. Ma, quando fui per andarmene: — Non hai tu [...]

[...] limpidi occhi. Nel primo stupore pensai che ci avesse creduto ancor essa ma la favola implicava un suo intervento diretto e lo sapeva bene che avevo [...]

[...] pigliarti un malanno. Uscii, il cuore grosso di rancore e in luogo di andare a letto, mi appostai nella stanza attigua, risoluto di smascherare questa [...]

[...] ricominciò, per non turbarsi più, la calma disperante dei primi giorni. Stemmo ad Issogne un'altra settimana, poi cominciò un giro di lezioni e [...]

[...] animi degni di lei. A segno che venne due volte in un mese. Mia madre morì la vigilia di Natale, mio padre il 18 gennaio. Eravamo scesi insieme [...]

[...] in Aosta per suonare ad un ballo: appena terminata la festa alle sei della mattina c'eravamo incamminati a piedi verso Ollomont; a Porossan il [...]

[...] principio di maggio me ne partii pedestre alla volta di Torino. Entrai in città con un temporale che mi accompagnava senza pioggia da due ore; lo [...]

[...] scroscio mi colse nella via della Doragrossa; in un minuto ebbi i rigagnoli alla pelle e nel mezzo della via l'acqua spumeggiò a mulinelli come un [...]

[...] torrente. Riparai sotto un portone affollato di popolo; la gente rideva di un povero cocchiere che accecato, fradicio, e appesantito dalla piova [...]

[...] , dal cassetto di un carrozzone sudava a frenare due cavalli imbizzarriti, mentre dall'altra parte della via sulla soglia di una bottega di [...]

[...] scodinzolavano. Era passata una compagnia di soldati colla musica; la marcia risonata un pezzo affievolendosi laggiù lontano s'era taciuta da un pezzo [...]

[...] , e via carrozze e portantine quante non ne apparivano in un anno in valle d'Aosta, e gente affaccendata, e signori a diporto. La casa gialla era [...]

[...] undici della mattina ecco arrivare una carrozza con un biglietto per me. Il biglietto diceva: Vieni subito. Quella sera c'era ballo a Corte [...]

[...] ; ammalatosi il primo violino, la contessa mi aveva proposto surrogante vantandomi per eccellentissimo; bisognava far le prove e improvvisarsi un [...]

[...] , imparruccato e galante come un signore. Quando entrai nella sala, fui per smarrirmi 262 per la maraviglia. Quella luce, quella bianchezza [...]

[...] nel cervello un vento di tempesta, e a chiudere gli occhi mi prendeva il capogiro. Perchè ero lì? Che ci facevo? Mi balenavano alla mente sprazzi [...]

[...] attorno altri signori belli, giovani, gioviali, sfarzosi al pari di lui, ed era un giuoco allegro di motti, di cenni, di sguardi e di risate. Poi [...]

[...] , era sempre attorniata da un nuvolo di cicisbei, rideva e discorreva animatamente. 265 Ricordo benissimo: era il minuetto di Boccherini, lo [...]

[...] ; alla ripresa, la vidi concedersi per vinta. Allora mi salì alle tempia un soffio di follia, e senza volerlo e senza che altri me lo impedisse [...]

[...] trattennero. Stetti per pazzo alcuni giorni all'infermeria. Guarito e rinsavito, quella scappata mi fruttò un posto stabile di primo violino nella [...]

[...] pochi passi dalle ghiacciaie del Gran Paradiso. A Valsavaranche ed a Noaschetta l'accampamento sorgeva sovra un altissimo ripiano erboso oltre la [...]

[...] regione degli alberi e dei cespugli; a Cogne era in mezzo alla valle in un luogo delizioso chiamato Vallontéj, un prato ingombro qua e là di [...]

[...] che saliva, le conoscenze si facevano più frequenti e famigliari; a Cogne ed a Valsavaranche non c'era un viso nuovo per lui, egli era al fatto [...]

[...] un burrone un giorno di nebbia e del figliolo che Rosa aveva fatto a Tonio, il quale, briccone, stava ora sui lavori in Francia, senza pensiero [...]

[...] quella circostanza amava di fare una piccola mostra di sovranità, per rendere il dovuto omaggio ad un Sovrano maggiore di lui: a Domine Iddio [...]

[...] saccoccie ed era chiaro che aveva pensato a provvedersene prima di lasciare il campo. Le ragazze più vistose avevano tutte un nomignolo di sua [...]

[...] invenzione corrispondente o a qualità fisiche o ad accidenti 272 biografici. E a questa lanciava un'arguzia, a quella un nome che lo chiariva al [...]

[...] contadinesca non scompariva dirimpetto al frizzo regale, ma scoppiettava sincera ed allegra fra un coro di risate, senza che ne scapitasse la [...]

[...] scendere del tutto, mettevano un piede sul primo scalino, ma senz'ombra di arroganza. L'alpigiano possiede l'istinto della misura e non la [...]

[...] canzonature di poi, e se ne coglieva troppe o troppo bene, trapelava dalle sue parole una punta di gelosia che durava finchè con un colpo maestro [...]

[...] dipingono ad un modo. Un anno, fu nel 73 se non erro, l'anno che lo Scià di Persia venne in Italia, uno studente dell'Università di Torino, mezzo [...]

[...] sulle ghiacciaie del Gran Paradiso. Un giorno degli ultimi di luglio, egli andò per diporto fino all'accampamento del Re a Vallontéj, e poichè il [...]

[...] per qualche gran camminata del giorno innanzi, egli urla un: Chi via là? stizzito che voleva dire: non mi seccate; ma i colpi rimartellano [...]

[...] , che a queste arie gelate c'è da pigliarsi un malanno e poi si riaffacci che le voglio parlare. Come fu vestito e tornato alla finestra, il Re [...]

[...] signor Savoia che riceveva in casa propria il signor X, e lo trattava come si conviene ad un ospite; lo volle vicino di tavola e gliene fece [...]

[...] domande, raccontando aneddoti piccanti o avventure di caccia, passandogli i piatti perchè vi tornasse e mescendogli un Barolo squisito, che il [...]

[...] , una camicia di tela e ce n'è d'avanzo. Era infatti d'una robustezza a tutta prova; dormiva per lo più sotto una tenda soldatesca in un [...]

[...] colori, e la giornata gli passava a far studi dal vero. Il secondo giorno, venutigli a mancare i cartoncini, ebbe da un domestico per dipingervi [...]

[...] ad olio. Ed ecco l'indomani sera giungere al campo il mulattiere delle provviste, con un carico di scatole da sigari d'ogni forma e d'ogni [...]

[...] ... — Manderemo un espresso. — Abbiamo combinato delle escursioni sul Gran Paradiso. — Ebbene, stasera parlerò io col Re; lei domattina s'alzi all'ora che [...]

[...] piglia, specialmente ai giorni nostri. E gli tenne un gran discorso paterno, buono e fortificante; poi, dopo una pausa: — Glielo dirà non è vero, a [...]

[...] particolare del suo soggiorno nel campo del Re e l'indomani un sergente di caccia ci portò il promesso stambecco che divorammo allegramente [...]

[...] campo un gran foglio, illustrato a modo di pergamena gotica, dove il Teja disegnò il ritratto di ognuno di noi, e io postillai ogni ritratto con [...]

[...] un grande e bellissimo quadro che credo sia ora nel Castello Reale di Monza. TRADIZIONI E LEGGENDE in Valle d'Aosta Si crede generalmente [...]

[...] che le valli alpine, e più quella d'Aosta, siano un semenzaio di leggende e di tradizioni popolari. Ve ne sono invece pochissime e scolorite. Il [...]

[...] forze o virtù soprannaturali, dalle divine in fuori, non traccia. Non già che quelle genti abbiano un'abitudine di esame, un senso critico o [...]

[...] fonte popolare non si trovano sincere e per tondarle e mondarle occorrerebbe un lunghissimo studio comparativo. Una volta stavo a Fenis in Val [...]

[...] signori di Challant; il castello fu edificato da un Aimone di Challant verso il 1350, nè più uscì della famiglia finchè questa non andò estinta sul [...]

[...] . Ecco la storia. Non molti anni addietro, sulla strada che sale a Fenis di qua dal ponte, c'era un vecchio uomo che faceva giorno e notte la [...]

[...] guardia ad un grosso serpe. Il serpe non dava fastidio ad anima viva, stava tutto il giorno a crogiolarsi al sole sul muricciolo che fiancheggia ]a [...]

[...] strada e la notte si rannicchiava per la petraia. Un giorno, scostatosi il vecchio per certi suoi bisogni, passò un forestiero il quale ebbe [...]

[...] . Le serpi hanno una gran parte nei favolosi racconti valdostani. Un contadino e consigliere comunale d'Issogne mi assicurava e lo avrebbe [...]

[...] al rispetto delle genti. Un giorno ero salito al villaggio d'Ussel dirimpetto a Châtillon, e visitata la rocca, sonnecchiavo nell'ora calda, sulla [...]

[...] ! Chi parlava era un vecchio capitatomi dietro senza ch'io lo avvertissi. L'accento era così convinto, l'aspetto così venerabile e così grave la [...]

[...] . Allora egli mi additò sulla montagna che sovrasta Chatillon, alcuni archi mezzo rovinati di un acquedotto romano. Di tali acquedotti, miracoli di [...]

[...] . Più volte gli operai scoraggiti furono per abbandonare l'impresa, ma li sostenne e li rincorò lo zelo di un buono uomo di Nus, il quale li [...]

[...] maggiori pericoli e non rimaneva che poco e facile lavoro, quando il brav'uomo rovinò da un ponte e morì. Come tutto fu lesto e la fonte fu immessa [...]

[...] nel nuovo letto, gli operai che ne seguivano il corso videro una biscia nera e sottile precedere l'acqua come a mostrarle il cammino. Un [...]

[...] sorgenti. Appena scavato il pozzo, se l'acqua non vi pullula in abbondanza, vi gettano dentro un gruppo di anguille e vogliono che l'effetto sia [...]

[...] Saint-Vincent. Mi fu narrata dallo stesso vecchio e dice così: Una volta quelli di Saint-Vincent, difettando d'acqua, deliberarono di derivarne un [...]

[...] giorno alla muratura, le donne tutta la notte alla rocca ed al fuso; finchè fu compito il ruscello e il filo venduto fruttò un bel gruzzolo. Il [...]

[...] quale fu dato a custodire ad un savio e pio uomo, dei maggiori del paese. Ma costui era un birbo mascherato da santo. Come l'acqua fu messa nel [...]

[...] per sempre. La favola è meschina ed immorale, ma io spendo la moneta che trovo. Il vecchio che mi raccontò la storia dei due acquedotti era un [...]

[...] lo spaccalegna, mestiere caro a molti riputati stregoni e negromanti. Era alto, ben fatto, portava una zazzera unta e liscia, un moncone di [...]

[...] di argento che i vecchi villani portano ancora, giaceva un vero cuscinetto di peli fitti ed ispidi che nascondeva mezzo l'orecchino. La sua [...]

[...] barba faceva da indie ingrossatore; ad ogni impercettibile contrazione di muscoli, corrispondeva un agitarsi, un arruffarsi disordinato di peli [...]

[...] , ognuno dei quali diventava un braccio di leva obbediente e sensibilissimo. Mentre raccontava le sue storie, correvano per quella foresta vivente [...]

[...] del maggiore interesse certe soste ansiose piene di mistero. Durante il racconto, vigilava cogli occhi, se gli prestavo fede. A un certo punto [...]

[...] , bisogna dire che mi sia sfuggito un risolino involontario, perchè tronò il discorso, mi fissò corrugato e mi disse: — Non credete? — Accompagnò [...]

[...] queste parole con un riso così sdegnoso, le profferì con accento di tale superiorità, mi guardò con tanta commiserazione, che mi affrettai a [...]

[...] domandai come egli avesse apprese quelle storie, fece un viso misterioso e non rispose: solo dagli occhi traspariva una superba compiacenza di [...]

[...] sè, che mi parve derivare dalla coscienza di un sapere negato al più degli uomini. Seguitando il discorso, mi disse aver egli ricevuto dal cielo [...]

[...] iperbolica dovette avere nei sogni, quella barba dogale! I bimbi che lo conobbero, non troveranno mai più per il mondo un essere vivente che lo somigli [...]

[...] uomo ebbe un sospetto mortale e ricusò di netto. — Ma perchè? — gli domandai. — Signore, io non conosco il vostro. — Ve lo dico subito. — Non ve lo [...]

[...] domando. E seguitava a guardare me ed il taccuino, coll'aria di un uomo pentito d'avere attaccato discorso, nè mi valsero i ragionamenti coi [...]

[...] quali volevo persuadergli che non ero nè un carabiniere travestito, nè un esattore, nè altro agente fiscale, come io credevo temesse. Ma non era [...]

[...] tristezza temendo che un capriccio di stagione non li insaldi durevolmente alla terra. Quando il terreno dura bianco per lo spazio di due giorni [...]

[...] 300 due sole stagioni: le estreme. Come in Giugno l'ultima crosta di neve cova l'erbe già vigorose e quasi fiorite, sicchè da un giorno all'altro [...]

[...] consegue. Giugno in un sol giorno reca alle alture tutti gli abitatori estivi, apre i casolari, li riempie del popolo tranquillo e taciturno dei [...]

[...] pastori e del gregge sonoro: Settembre in un sol giorno spazza via uomini ed animali, chiude le case e fa muti tutti gli echi delle montagne. La [...]

[...] il termometro oltrepassa spesso i 30 gradi R. sotto lo zero. La neve non vi scende a falde fuorchè in estate; l'inverno è un tempestare [...]

[...] parecchi padri e un discreto numero di novizi. La giornata è spezzata da occupazioni disparate: pratiche religiose, studio, scuola, osservazioni [...]

[...] leggerissima infrazione alla regola, la durezza di un comando, la lentezza nell'ubbidire, diventano fieri avvenimenti che agitano quegli ingegni e [...]

[...] centri popolari, ogni uomo colto o produce o rinnova ogni giorno un certo numero di idee e nelle ore dei ritrovi queste, esposte nel crocchio [...]

[...] dagli uomini e dai dolci affetti umani, l'imminenza continua di orrende catastrofi, le frequenti preghiere, la coscienza di un grave ed austero [...]

[...] grandi; dove l'uomo trova un compagno in cui rispecchiare le proprie infermità, non può dirsi intieramente infelice. Ma vi sono ospizi dove tale [...]

[...] compagno non esiste. Al Piccolo San Bernardo vive da trent'anni un uomo che la solitudine invernale divezza ogni anno dall'uso della parola [...]

[...] pericoloso il valico, non vi dimora che un rettore con due servitori e due vecchie domestiche. L'abate Chanou, cavaliere e canonico, è un uomo colto [...]

[...] magrissimo stipendio, del quale non camperebbe a Roma lo spazzino di un ministero. Durante alcuni anni, salì l'inverno all'Ospizio uno strano tipo di [...]

[...] vecchio cospiratore e vi rimase un mesetto a legarvi libri e giornali. Era un piemontese, già guardia doganale, poi nel 1831 congiurato [...]

[...] repubblicana. Il nostro prete andò a stanarlo in qualche buco di vallata dove l'inverno le strade hanno un metro di neve, e vistolo affamato e [...]

[...] pare le raccontasse a tratti vigorosi ed efficaci. Il prete, troppo colto per compiacersi di conversare coi domestici, trovava in lui un [...]

[...] indole del romito attivato dalla curiosità scientifica e letteraria. Entrambi amantissimi della lettura, un inverno divorarono insieme il [...]

[...] romanzo postumo del Flaubert: Bouvard et Pecuchet, pubblicato nella Revue politique. Mai il verbo divorare applicato alla lettura di un libro [...]

[...] corrispose più giustamente all'azione. Noi sfioriamo la mensa intellettuale di un libro: quelli tornano dieci volte allo stesso piatto e non ne lasciano [...]

[...] Chateaubriand, mi diceva l'abate, cui nessuna meschineria critica soffocava la larga ed ingenua facoltà di ammirare. Un anno, il legatore non salì. Come [...]

[...] del suo spirito, si recava, nelle giornate senza vento, ad un luogo vicinissimo donde sillabando ad alta voce di contro l'Ospizio, le pareti gli [...]

[...] quell'eco era la sola buona compagnia che egli avesse per otto mesi d'inverno, mi sentii stringere il cuore per la pietà. Un animo così caldo [...]

[...] le fanno traditrici. Dopo mezz'ora ero seriamente pentito, ma tardi; benchè non fossi che a un terzo di cammino (tanto la neve mi contrastava il [...]

[...] avevo mandata la mattina da un carrettiere diretto alla Savoia. Dunque arrivai che annottava. L'abate, che la vigilia avevo avvisato della mia [...]

[...] . Mi strapazzò come un cane, mi abbracciò come un amico e mi allestì una cena luculliana. Un fritto di patate, una scodellata di minestra al latte [...]

[...] , un pasticcio di spinaci, una costola di capretto, e due bicchieri di vino dell'Inferno, di quello che fanno i vigneti di Liverogne e che [...]

[...] cominciammo a discorrere. Seguitava a nevicare serrato e dalle gole savoiarde soffiava un vento feroce che rompeva ululando alla casa e [...]

[...] abburattava la neve nello spazio vuoto fra le doppie impannate. Un tempo perverso! 310 Bisogna sentirle in Dicembre queste sinfonie, mi dice il prete [...]

[...] ? Anch'io avevo inteso dei suoni, ma questi mi parevano tanto corrispondere al discorso intavolato che li attribuivo ad un errore della fantasia [...]

[...] . Era un urlo gigantesco nel quale si distinguevano mille urli minori; sembrava la chiamata, il lamento supremo e disperato di un essere [...]

[...] mostruosamente grande che si avvicinasse lentamente, a cui rispondeva un non so quale allegro accordo di suoni metallici che stringeva il cuore d'angoscia [...]

[...] un coro di muggiti nettamente distinto e lo scampanellare di una sterminata mandra di bovine. — Ah, la fiera! la fiera! gridò il prete atterrito [...]

[...] era piena e riboccava che la mandra non pareva scemata d'un capo. Non se ne vedeva la fine; lontano lontano lassù presso la Colonna di Giove, era [...]

[...] 313 innanzi l'Ospizio? Il prete diceva un dugento a dir poco e ne dovevano giungere almeno altrettante. Che farne? Dove metterle? Già [...]

[...] coperto erano assalite a colpi di cornate furiose e dalla stalla chiusa usciva un rombo sordo di muggiti, indizio di terribili massacri. E poi [...]

[...] . — Metteteci delle tavole che facciano un piano, suggerì il Rettore. Ma non giovò nemmeno questo: le tavole parevano insaponate e non vi reggevano [...]

[...] abbandonata muggiva di 315 sotto come un uragano e fra i muggiti salivano rantoli di moribondi e gemiti che parevano umani. Poi, frustata dal gelo [...]

[...] Monte Bianco. Quello che dicevo or ora dell'eco mi richiama in mente un altro prete montanaro. Siamo in un paesucolo invisibile in capo della Val [...]

[...] unità ideale di paesello. Una povera chiesa, una povera catapecchia parrocchiale, un pilone colla scritta: Albo pretorio, ecco il Comune. 316 [...]

[...] Ivi fu parroco per molti anni un brav'uomo, studioso e mite. Certe volte l'inverno, la messa domenicale non ha un solo ascoltatore, tanto è [...]

[...] l'impedimento della neve; ed egli pontificava servito dalla domestica, una vecchia sorda e brontolona. Compagno unico delle sere invernali gli era un [...]

[...] cafè? (Prevosto che fate? — Fo il caffè. — Fate il caffe?) e terminava, in un Ah rauco di approvazione. La sera alle undici, mentre il prete stava [...]

[...] , persuaso che quelle parole corrispondessero ad un pensiero scaturito nella mente dell'uccello, ed esprimessero una sollecitudine affettuosa [...]

[...] l'azzurro lago di Combal, più cangiante che un cielo estivo in giorno tempestoso, nel quale il ghiacciaio della Brenva immerge i suoi procellosi [...]

[...] . Qui ai piedi del Monte Bianco corre un vallone parallelo al suo asse: dalle vette di Miravidi l'occhio ne abbraccia tutta la distesa, misura [...]

[...] alcuni la discendenza da un Cordelus, figlio di Statielo, che si vuole fosse uno dei capi dell'esercito di Ercole, quando il semi-dio traversò [...]

[...] , scavati un giorno a caso in qualche gola alpina, non faranno testimonianza del vero. La cosa non assolutamente impossibile, nè improbabile, perchè [...]

[...] il giorno prima di affrontare l'ultimo giogo, l'esercito cartaginese cadde e lo superò, in un agguato tesogli dalle popolazioni indigene, e vi [...]

[...] abitanti delle terre vicine, se chiamano: Cerchio 323 d'Annibale, un cerchio druidico, tuttora visibile sulla spianata presso l'Ospizio. Il [...]

[...] un secolo dall'anno che il mal guidato esercito piemontese invernò attendato su quelle alture, impotente difesa regia contro le schiere della [...]

[...] gesta in un piccolissimo solco, più durevole che non furono altrove i portici, i fori, le terme, i circhi e gli 325 altari! Di lassù si può dire [...]

[...] Mentone. A mille anni d'intervallo, la previdenza civile di Roma e la pietà religiosa di un monaco, riuscirono qui all'opera istessa: all'Ospizio [...]

[...] un metro di circuito, ravvisano un'opera romana. La colonna non ha fregi nè ordini; è rude e salda. Qualche volta l'inverno, la neve, la [...]

[...] animi e le opere alla pietà ed al fervore religioso, e furono veduti re ed imperatori aspirare e darsi al monacato, un santo savoiardo, sui ruderi [...]

[...] forse della Mansione romana, edificò il nuovo Ospizio pei viandanti. Ospizio e fortezza forse ad un tempo, contro i Saraceni che infestavano le [...]

[...] in romitaggio. E seguitò nel corso dei secoli la tragica sfilata degli eserciti ai quali un tale valico dovette riuscire spesso più faticoso e [...]

[...] fronteggia il villaggio della Thuille, dove appaiono ancora i resti dei suoi ridotti. Nei 1691, regnando Vittorio Amedeo II, un esercito francese [...]

[...] colle. E qui per dieci anni segue un continuo valicare e rivalicare di soldatesche d'ogni gente e d'ogni maniera; non sempre nemiche ma sempre [...]

[...] più di cent'anni, su di un formidabile esercito francese. Si tratta credo della resistenza opposta l'anno 1708, nella stretta di Pierre-Taillée [...]

[...] . Nel 1742, Carlo Emmanuele III guadagna il Piccolo San Bernardo con un fiorito esercito e scaccia di Savoia gli Spagnuoli. Carlo Emmanuele [...]

[...] scansarne i pericoli, già terribili al solo passaggio; nessuno aveva mai osato attendare un esercito in tali luoghi e mantenernelo per l'invernata. Chi [...]

[...] . Comandava un austriaco, salito agli alti gradi militari per perizia dipiomatica, più curante di infeudare all'Austria il regno Sardo, che di [...]

[...] il campo, il duca di Monferrato vi traeva seco un seguito di cinquanta domestici, due dei quali specialmente destinati a preparare il caffè [...]

[...] nell'Alpe la grande fortezza italica, e forse, quando un nuovo esercito straniero salisse a tentarlo, il valico sarebbe ora, per la prima volta [...]

[...] Cenisio e del Gottardo, passa in un giorno più gente, che non ne pericolò in otto secoli sulle giogaie del Piccolo e del Grande San Bernardo. I [...]

[...] un tranquillo aspetto pastorale. La valle si rompe in più branche come una scala enorme, e fra l'una branca e l'altra è una pianura placidissima [...]

[...] , una conca verde dove il torrente corre quieto come un ruscello e spesso dilagando alimenta le lussuriose vegetazioni. I villaggi vi sono lindi ed [...]

[...] , spesso un albergo, qualche volta il tabaccaio che smercia pane, droghe, fettuccie, carta, chiodi, olio di ricino e confetti. Il resto del [...]

[...] sua pezza di prato, il suo orto glorioso di quattro o cinque girasoli e il tronco mozzato infitto nella terra che getta acqua per un tubetto di [...]

[...] tranquille, e pulite che sembrano trastulli. Per essi il lavoro invernale, meglio che di sostentare la vita, è un mezzo di ammazzare la [...]

[...] rivestita la parete, un piano che faccia da tavolino e rialzarlo senza che ne appaia la mostra, si lambiccano il cervello a perfezionare le [...]

[...] morsette di legno destinate ad assicurare contro il vento i panni sciorinati al sole, o a trovare un nuovo congegno per l'aspo o una nuova zangola [...]

[...] basso le abbattute d'alberi. Ma questa placida zona che pare una Tempe ha poco spessore. A un tratto, la valle, in luogo di rompersi in branche e [...]

[...] ripiani, rovina tutta 339 verso la pianura. Sembra che ogni montagna cerchi invano un punto sicuro dove posare, sicchè tutte, una dopo l'altra [...]

[...] , esce dai loro usci un tanfo umidiccio e lungo le loro muraglie un loto perenne vi si appiccica ai piedi. E quando dopo parecchie ore di cammino [...]

[...] , la gora si apre al largo dove a mala pena capisce un borguccio tutto pigiato intorno la chiesa, vi pare di affacciarvi al gran padre Oceano e di [...]

[...] respirarne i liberi venti. Questo segue ben inteso delle valli 340 minori e la pittura sarebbe un po' carica per le grandi vallate, le quali [...]

[...] hanno spesso un letto largo e fertile. Ma anche in quelle i monti che le fiancheggiano precipitano per via di fenditure enormi, levigate come [...]

[...] tavole di lavagna, le quali tolgono al paese l'aspetto mansueto che incontrammo più in alto e gli danno un carattere di violenza selvaggia e [...]

[...] torrentelli divoratori, al vento gelido di tramontana, alle brinate primaverili. Di qui un lusso faticoso di muri e muriccioli, di trincee, di [...]

[...] montagna, fra dirupi impraticabili, spiana un pratellino, ivi qualche eroe del bisogno improvvisa un'oasi che sa di miracolo. L'inverno ha già [...]

[...] impercettibili, sospesi a mezza costa 342 con un abisso sul capo ed uno ai piedi, terribilmente pittoreschi, dei quali l'estate nasconde il miserrimo [...]

[...] netto. Ma chi pensò edificandoli, se la valanga li avrebbe un giorno colpiti? Ben altra cura li collocò dove stanno e ve li mantiene. Nella regione [...]

[...] l'inverno alpino. Gli altri anni è un lembo della terra che tutti conosciamo; l'anno passato era un paese inverosimile, fuori della realtà, una [...]

[...] segnava sul cielo, perchè raggiando i contorni si scomponevano e il cielo partecipava del monte e questo di quello; e non era un colore quell'albore [...]

[...] ; è quasi passato un anno e richiamandolo in mente lo rivedo tal quale e ne riprovo la stessa maraviglia, mista a non so quale sgomento come di [...]

[...] vera montagna di neve insuperabile. Si parlava di scavarvi un tunnel ma era impresa di più settimane. Il villaggio lontano in realtà da Ronco [...]

[...] sotto quella spessa crosta le acque invisibili e silenziose. La neve indurita a cristalli sfavillava al sole come un corpo metallico; pareva che [...]

[...] tutti gli umori della terra si fossero essiccati, quel mare d'acqua assodata era asciutto come un deserto di sabbia e rendeva sotto i passi lo [...]

[...] , che ogni idea di relazione e di confronto con altre valli diventava assurda. Quello pareva un luogo unico sulla terra, la continuità non [...]

[...] interrotta delle linee e del colore faceva di quel tutto un corpo solo, una enorme conca d'argento che una macchina favolosa avrebbe potuto [...]

[...] sghembo. Imbattutomi una volta in un uomo che scendeva, non mi fu possibile dargli passo; di inerpicarsi su per la parete liscia e ghiacciata non [...]

[...] c'era verso, tentammo insieme di scavare 347 un largo, ma la massa compatta avrebbe richiesto troppo lungo lavoro: si finì ch'egli si mise carponi [...]

[...] ed io lo scavalcai. In certi luoghi i muri salivano d'un tratto fino a tre o quattro metri d'altezza e l'andito si oscurava sinistramente: il [...]

[...] apparivano sezioni d'alberi che un uomo non avrebbe abbracciato. A volte la spaccatura cadeva nel punto preciso dove era seguito lo schianto, il [...]

[...] tronco reciso quasi di netto mostrava la violenza del colpo; si capiva che la pianta secolare s'era spezzata senza resistenza, come un fuscello [...]

[...] palla da fucile che fora il vetro senza frantumarlo. Per lo più non si avverte il silenzio che al cessare di un suono. Là il silenzio era così [...]

[...] una fiera. Vi stavo da tre ore e l'avvertivo continuamente e me ne derivava un innalzamento inusato dell'intelletto, una attività fantastica [...]

[...] straordinaria, tanto che mi domandavo se non 348 siano i suoni un impedimento all'allargarsi delle idee. Avevo sopratutto centuplicata la facoltà [...]

[...] discernervi minutissimi particolari. Mi pareva di afferrare un nesso logico evidente fra idee e fatti disparati, di risalire alla ragione ultima [...]

[...] : quasi tutta cessa Mia visione ed ancor mi distilla Nel cor, lo dolce che nacque da essa. Rammento un gruppo di tuguri aggrappati 349 [...]

[...] precipita da un tetto all'altro e da questo sulla strada che serba tutto l'anno in riga le bucherelle delle grondaie. Quei tuguri abitati [...]

[...] bassezza, già incredibile l'estate, è resa più mostruosa dall'inverno. Quando io vi giunsi, i tetti reggevano un metro di neve, e parevano [...]

[...] nella viuzza dormente 350 era un tepore di stalla, come vi soffiasse l'alito di un gregge invisibile. Uscito dal]a lucentezza brunita e fredda [...]

[...] di sostanza armonica, che ingombrano la mente e la spossano più che non faccia la cosciente attività del lavoro. Così mi ingombrava il cervello un [...]

[...] cadenza verso le spalle con un garbo infantile, con un sorriso infantile, che mi empivano l'anima di angoscia. Già ho torto, credo, di scrivere [...]

[...] scirocco o scioglie o mitiga in gran parte. La neve che ha tre, quattro, cinque metri di spessore, ha un aspetto ben diverso da quella che si [...]

[...] profili non sono più quelli. E quella immensa pace bianca a chi conosce la montagna racconta un convulso disordine di cose. Sotto quei [...]

[...] imperiali, o sul collo e sul petto delle miracolose madonne, o alla fantasia delle più ingorde cortigiane. Sale da ogni parte come un incenso di [...]

[...] . Passa senza un sofflo, senza un brivido, nella immobilità rigida delle cose. E allora il cielo, la valle, le montagne, la neve, vi diventano [...]

[...] spaventevoli uragani danno un senso meno profondo di paura e di abbandono. Fra la collera degli elementi, la morte è più vicina, ma meno visibile. Nei [...]

[...] più allontanandosi e staccandosi da voi e vi assale uno stanco tedio della vita e un anelare incosciente a quella pace che vi circonda e vi [...]

[...] sulla terra albeggia un chiarore di lampada funeraria. Oh! allora come vi assalgono i ricordi domestici e il miraggio delle stagioni ridenti. Allora [...]

[...] Ribordone una borgatella seppellita intera dalla valanga. A Ronco 356 c'è un albergo: ero sicuro di trovarci buon pranzo e discreto alloggio; ma appena [...]

[...] il sole fu sotto, appena vidi smorire e allividire quella immensa bianchezza, sentii che non potevo più fare un passo in salita. Mi parve che [...]

[...] una mano mi respingesse, pensai che se avessi passata una notte fra quella neve non ne sarei uscito mai più, provai un tale smarrimento, un tale [...]

Fucini Renato
Le veglie di Neri. Paesi e figure della campagna toscana.
28 1882 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 498 occorrenze

[...] . Con un verso e mezzo Virgilio descrive insuperabilmente il campo de' Rutuli dormenti: VI e nell'Inferno dantesco Beatrice affretta Virgilio [...]

[...] analizza le nappine di un parato da letto, preferiamo la vecchia arte, sana e allegra, di Francesco Berni, che nudo lungo e disteso si divertiva a [...]

[...] il tema VIII dell'obiettività dell'arte secondo le teorie del Flaúbert, dello Zola e del Verga. Ma non farò al lettore un brutto tiro, nè mi [...]

[...] , che per ricrearsi con un po' di studio psicologico, avran bisogno di comprarselo bell'e fatto o al negozio del librajo o alla porta del teatro [...]

[...] non ha idea esatta di quella toscanità vuota e leziosa che si vende, in mancanza di meglio, a certe botteghe letterarie. Anzi, se un rimprovero [...]

[...] da bimbettino A studia' sotto' lecci di Dianella Come faceva 'r nidio un cardellino, XI fa più e meglio d'una confessione. Certo, senza immagini [...]

[...] vive e luminose, senza un fraseggiare compendioso e, a così dire, prospettico, non si ha stile da bozzetto; ma non è anche provato che codeste [...]

[...] mille volte discorse con l'Autore, han bisogno di finire, per amor d'esattezza, in un modo veramente antipatico: cioè con un vaticinio e un [...]

[...] consiglio. Se il Fucini riuscirà ad allargare il cerchio della sua arte, e s'armerà di un po' d'ira, di quell'ira buona, s'intende, che XIII il Giusti [...]

[...] lo stile e gonfia le gote, si sciupa come (ne' paragoni un po' di mitologia non guasta) come Minerva a sonare il flauto. Anzi, a proposito di [...]

[...] sera non stavo bene di spirito. Alla smodata allegria d'un intiero giorno passato su le praterie in mezzo a cari amici, laggiù convenuti per [...]

[...] esser pronti la mattina dopo ad aprire la caccia, era subentrata una profonda tristezza, alimentata forse dalla scena mestissima d'un tramonto di [...]

[...] d'un buon tratto, quando accortomi di non esser seguìto da nessuno, provai come un senso di repugnanza ad inoltrarmi maggiormente in quella [...]

[...] solitudine; ma siccome ero stanco, prima di tornare indietro, mi fermai un poco per riposarmi. Seduto sull'argine erboso d'un canale, lasciavo correre [...]

[...] , richiamavo alla mente i più minuti ricordi della prima giovinezza, e per un misterioso fenomeno psicologico anco le più liete memorie prendevano [...]

[...] lievemente 5 fra loro percotendosi, mandavano un rumore come d'una moltitudine che lontana lontana applaudisse gridando e battendo le mani. A mano [...]

[...] a mano che il sole calava dietro le colline dal lato opposto del padule, si stendeva su quello un leggiero velo di nebbia bianchiccia, rendendo [...]

[...] di minuto in minuto più squallida la scena che mi stava davanti. Ed intanto io pensava, e quasi che un velo di nebbia si addensasse anche su i [...]

[...] annebbiate, confuse ed incerte. E quel vasto campo che un istante prima mi parlava di morte, lo vedevo ora popolato da quantità innumerevole di [...]

[...] quell'ambiente mefitico i mesi e gli anni interi, lavorando con l'acqua fino alla cintola e il fango fino alle ginocchia, intonò un canto malinconico [...]

[...] per vedere se potevo scorgere anima viva da domandarglielo.... "Che ci ha una pipata di tabacco?" A quella voce che si partiva da un folto [...]

[...] risposta. "Tabacco non ne ho," risposi. "Se vuoi un sigaro...." "E allora lo ringrazierò. Lo butti, lo butti." "Non vorrei che andasse nell'acqua [...]

[...] ." "O aspetti, veh." 9 Così dicendo si alzò e reggendosi con la destra ad un ramo, si spenzolò tenendo nella sinistra il cappello, e: "Lo [...]

[...] stati ragazzi insieme e mi rammento di quando veniva in padule.... Ah!" e mandò un sospiro. "Sarà ora un affar di trent'anni." "Non per sapere i [...]

[...] fatti tuoi, o tu chi sei?" "Oh! non se ne dia pena di saperlo." "E perchè?" "Perchè.... perchè.... Che ci ha un fiammifero?" 10 "Tieni. O che [...]

[...] mestiere fai?" "Ott'anni sono stato in galera; dopo andai guardia con un signore.... e ora pesco e vo a caccia." "In galera!" "Ah! non abbia paura [...]

[...] .... Lì,... guardi.... lì era quel demonio.... e m'impostò lo schioppo, e rideva! e il pinsacchio restò a lui.... ma non lo mangiò!..." "Come! E un [...]

[...] miserabile pinsacchio fu la causa?..." "Non mi pigli per un assassino, signore; non mi pigli per un omo disonorato.... Bisognerebbe saperle tutte [...]

[...] , bisognerebbe.... La faccia l'avrò brutta, ma me l'hanno fatta diventar loro.... E ho voluto 11 tanto bene a tanti! E chi chiedeva un piacere a [...]

[...] sempre e io passavo le giornate intere acquattato tra i giunchi per starla a sentire. Ma un giorno non potei più reggere e glielo dissi. Lei cominciò [...]

[...] a piangere e scappò via, e io stetti quasi un mese senza rivederla, chè tutti mi domandavano cosa avevo fatto, perchè, dice, che ero diventato [...]

[...] che parevo un morto.... Io avevo diciannov'anni e lei quindici.... La vede quella cappellini bianca?... è sotterrata 12 lassù!... Ah! lei [...]

[...] : — Che è vero che vo' discorrereste volentieri colla mi' Stella? — Io, da primo restai un po' abusato, ma poi dico: — Sì. — Dunque, — dice lui [...]

[...] metter su un po' di casa; lei mi disse che mi voleva bene e la mattina dopo, avanti giorno, ero già per la strada che andavo in Maremma a [...]

[...] lavorare. Abbia pazienza, che ci ha un altro fiammifero?... "Dopo un anno e mezzo tornai.... Arrivo a casa,... picchio, e la mi' povera mamma [...]

[...] venne un accidente fu un miracolo del Signore! È morta? urlai.... Dio lo volesse che fosse stato vero, avrebbe patito meno anche lei, povera [...]

[...] chiesa, lo prese un accidente a gocciola e crepò nel mezzo di strada com'un rospo!" "O come mai? e allora perchè promettere?..." "L'interesse, capisce [...]

[...] . A che pensavo io? Quale poteva essere la causa di un brivido che mi gelava? Il ribrezzo o la compassione? Non lo so.... L'avrei volentieri [...]

[...] scansavo tutti e due, perchè non lo sapevo dove sarei andato a cascare se mi fossi combinato a faccia a faccia con lui; e per un pezzo mi riescì, ma [...]

[...] non urlare. Chi mi riportasse a casa cotesto giorno non lo so!" A questo punto alzò di nuovo la testa per guardarsi d'intorno; scosse con un [...]

[...] movimento convulso la cenere della pipa e dopo un sospiro che parve un ruggito, seguitò: "Poi rintoppai anche lui.... la mattina dopo!... Quando si [...]

[...] levò il pinsacchio s'era nel folto, e io non avevo visto lui nè lui aveva visto me. Gli si tirò quasi insieme; io un batter d'occhio prima di [...]

[...] avrebbe tirato anche lei, dica la verità, gli avrebbe tirato anche lei!" Così dicendo, cominciò a gesticolare come un ossesso e saltò, per [...]

[...] come cantava lei." "Ma io non sento nulla." Stette un po' in orecchio, e: "Ha ragione; m'era parso." Io che mi struggevo di sentirlo dell'altro [...]

[...] capo a piedi; mi regalò un bello schioppo, eccolo qui; mi dette anche l'oriolo e mi menava sempre con sè, e quando veniva de' signori di fori [...]

[...] e mi baciò e mi disse che sare' morto in casa sua. "Cotesta sera fu di cattivo augurio. Arrivò un branco di signori di Volterra e uno di questi [...]

[...] d'andare dal maresciallo a farmi pigliare, mi dovevo legare un sasso al collo e farla finita." "Ma se tu avessi un bisogno.... nel caso d'una [...]

[...] malattia, non hai un parente?" "Nessuno!" "Nemmeno un amico?" "Un amico sì; e che amico! Lo vòl conoscere?" 19 Fece un fischio e sbucò, sguazzando [...]

[...] nell'acqua fino alla pancia, un vecchio Restone quasi non reggendosi in gambe, il quale movendo festosamente la coda, andò con fatica a mettere [...]

[...] le zampe davanti sul barchino del suo padrone, e guardandolo con occhi lustri, mandò con voce rauca un latrato di gioja. Il Matto lo accarezzò [...]

[...] ruvidamente tirandogli un orecchio, e siccome il cane sentì male, si mise a guaire. "Zitto, zitto, Moro," disse il Matto;" eppure lo sai che se [...]

[...] qualcuno ci sente, bisogna scappare se non si vòl essere impallinati. Tieni, povero vecchio!" E così dicendo, gli buttò un tozzarello di pan [...]

[...] secco che sparì, senza toccargli un dente, nella gola del povero Moro, come un sasso buttato nell'acqua. Il cane rimase un momento a guardarlo con [...]

[...] , si dileguò come un fantasma tra i ciuffi di vetrice e la nebbia che s'era fatta foltissima, mentre una lieve folata di vento mi portò [...]

[...] l'ali del vento. * ** Circa due mesi dopo, tornando in padule, domandai alla solita guardia: "O il Matto?" "Glielo dicevo che era un mezzo [...]

[...] per me, ma è proprio un peccato che non abbaj punto, perchè io sul baroccio ho bisogno di tenerci un cane che quando s'accosta gente si faccia [...]

[...] barocciajo, che incontrandomi per la strada aveva fermato il mulo per mostrarmi un bel cagnolino da lui trovato 26 la sera avanti sul greto [...]

[...] visto ricusare un pezzo di pan nero e non aveva voluto abbajare dietro al calesse del fattore. Ai giovani non piacque, perchè quando si doveva [...]

[...] prendere un cane, dissero loro, era meglio prenderlo da caccia. La massaja poi era implacabile. Con quella dozzina di carciofi attraverso [...]

[...] dire il rosario. In un momento di silenzio, Pillacchera, che 29 s'era rintanato sotto la madia, stimolato dalla fame, esci di là sotto adagio [...]

[...] ritto su le gambe di dietro. Un grido straziante escì dal petto della massaja; tutti impallidirono e quasi fuori di sè si precipitarono spaventati [...]

[...] , facendosi segni di croce e urlando «misericordia!» verso un crocifisso che pendeva ad una parete della stanza. Pillacchera rientrò spaurito [...]

[...] . Quello stesso giorno fu veduto un colonnello d'artiglieria percorrere ansante le vie del paese, parlare concitato con Pasquale e dopo poco, con [...]

[...] aria lietissima, entrare con lui in un legno di vettura e prendere la via della campagna. Il vento della mattina, impregnato del profumo dei [...]

[...] ?" "Perdinci bacco! o che n'hanno a aver fatto?" In un trasporto d'allegrezza il Colonnello abbracciò Pasquale; gli parlò dell'affezione di sua figlia per [...]

[...] mosche al cavallo, "Dio del cielo!" gridò a un tratto spaurito, "o che è stato?" "Queste buone creature!...." esclamò il Colonnello 33 con angosciosa [...]

[...] Pillacchera, già da tre giorni dormiva accanto alle radici d'un olivo, con la testa fracassata da un colpo di vanga. * ** In quella casa ora ci [...]

[...] quel fatto, ogni volta che un cane passava davanti alla casa del contadino, tutti gli uomini gli erano dietro per prenderlo; ma per qualche tempo [...]

[...] capoccia alle gambe ed alle mani. Costui aspettò ansioso il desiderato avviso su le cantonate, ma comparve in vece un certo malarello che in tre [...]

[...] la vedeva: mugli che pareva un liofante.... Arrabbiato? O senta, veh! il dottore è padrone di dire quel che gli pare e piace; ma quello lì, e [...]

[...] ascoltare.... Un merlo, spaurito, fuggì chioccolando da un cespuglio prossimo alla rupe, in vetta alla quale stava Lucia chiamando la sua [...]

[...] cari, scese dalle montagne natie ed ora, garzona d'un contadino delle valli, fila, guarda quei monti lontani e guida le capre alla pastura. La [...]

[...] quindici lire al mese; dopo, con un tozzo di pane ed un paio di scarpe nuove, le insegnarono la strada, e serrandole dietro la porta: "Dio [...]

[...] la mia capretta, stasera non mi daranno da cena e Rosalba mi picchierà come l'altra volta:... mi fece tanto male al petto! O Dio, Dio!" Un [...]

[...] !" Una folata di vento più forte le portò via il fiore dai capelli; si alzò lesta per riprenderlo e il core le fece un balzo d'allegrezza al rapido [...]

[...] disperata chiamò per l'ultima volta: "Bianchina, Bianchina mia, teeeh!" 41 Un leggiero belato si udì ad un trar di mano da lei; un lampo di [...]

[...] . Tutti le 42 mossero lieti incontro; Lucia sola non si mosse nè si rallegrò. Aveva il viso acceso, un livido in una gota e i capelli e le vesti in [...]

[...] levando per un momento la destra, che il freddo gli aveva intorpidita, dall'involto che gelosamente si teneva sulle ginocchia, s'asciugò con un [...]

[...] moto rapido il naso e con altrettanta rapidità la rimesse al posto, brontolando un «Oh!» di compiacenza che voleva dire: finalmente siamo [...]

[...] arrivati! In quello stesso momento, alla quiete ordinaria che aveva regnato dalle ventiquattro in poi nella casa del sor Pasquale, successe un [...]

[...] buttar giù ogni cosa. Buttò giù nella pentola i taglierini fatti in casa colle sue proprie mani; buttò giù nel pajolo che brontolava da un pezzo [...]

[...] , continuò a soffiare nel fuoco e a tirare avanti la cena, che in quel giorno come in tutti gli altri di mercato diventava un vero e proprio [...]

[...] giocherei con mezzo mondo. "E lui a dirmi che ero un bestione! e io a dirgli che in ventiquattr'anni che sono nella su' casa non l'ho ma' visto nè [...]

[...] dal maniscalco nè fare un minuto.... O non l'ha detto tante volte anche lui? Ma stesera, no! E lì a dire che non era vero nulla; e io a lasciarlo [...]

[...] giorno.... se n'avrebbe a rammentare!... Natale, cotesto povero cane! Ecco! o se gli desse un morso, o che non gli starebbe bene!... Ahi! no, Peppe [...]

[...] , colla frusta poi s'ha a fermare.... ahi, permio!" "Ragazzi! Pasquale!" "Sentono? la padrona li chiama a cena. Via, via, si levino un po' di [...]

[...] dalla quale doveva comparire il marito. Era quasi un par di minuti che la zuppiera mandava la sua nuvola di fumo appetitoso ad investire il lume [...]

[...] scodello, perchè, se no, questi taglierini mi diventano un pastone." Il sor Pasquale in quel momento era felice. S'era già alleggerito del misterioso [...]

[...] scendere a mangiare, contemplava attaccato nel suo scrittojo un ordinarissimo oriolo col cuculo che gli era stato appiccicato da un imbroglione [...]

[...] qualunque come un oggetto d'una rarità favolosa. E pregustando le gioje della sorpresa che preparava ai suoi ragazzi, ai montanini dei dintorni, al [...]

[...] un caffè, le quali glielo chiamarono girarrosto, stimandogli dodici lire quell'oriolo che lui aveva pagato quarantacinque, credendolo una bazza [...]

[...] manifestò nei ragazzi alla vista del babbo, che in quel momento significava «mangiare,» un bicchiere schizzò, dopo avere empito di vino la tovaglia, a [...]

[...] slogato il pollice della mano destra a scapaccionare Cecchino per un caso simile. La sora Flaminia allora sempre più si persuase che Pasquale [...]

[...] aveva ordinato quella del Martini; la terza, con un par di calzoni bell'e fatti di casimirra inglese di Prato, che quando se li provò gli [...]

[...] . Ho mandato Cecco sulla via maestra ad aspettarlo, e l'ho fatto venir qui." Poi cavandosi un foglio di seno e mostrandolo al marito. "Tieni [...]

[...] la moglie, guardò la ricevuta, adagio adagio rimesse in tasca l'oriolo, poi, con un movimento brusco, si rinsaccò nelle spalle, non sapendo [...]

[...] un tappo di sughero sbagliandolo col pane; e un'altra, vuotò l'ampolla dell'aceto nel bicchiere di Cecchino, credendo di mescergli il vermutte [...]

[...] potendo più reggere. "Ci manca poco!" e dette un sogghigno e rimpiattò furbescamente la testa fra le spalle e il petto, come uno spinoso al quale si [...]

[...] tocchi la groppa. "Ci manca poco!" "A che? a che?" domandarono tutti strillando, credendosi autorizzati da quella confidenza paterna a fare un [...]

[...] baccano del diavolo. "A che? a che?" "A nulla!" rispose desolatamente Pasquale 56 mortificato da un sospiro della moglie, più sonoro di tutti [...]

[...] costato quel sospiro, nel Vedere che mancava soltanto un mezzo minuto alle sei, e: "Ora poi, zitti davvero!" disse con voce tremante; buttò [...]

[...] sotto la tavola un pezzo di lesso per chetar Toppa che mugolava, e con una mano alzata e guardando quasi in estasi la sora Flaminia, che mangiava [...]

[...] due volte colore, sorrise, aggrottò le ciglia spaurito come se guardasse in un precipizio, gli occhi gli si inumidirono di tenerezza, poi tornò [...]

[...] cupo un'altra volta; tratteneva il respiro, ma il core gli si vedeva battere sotto il corpetto di pelle d'agnello, quando ad un tratto mandò un [...]

[...] sor Pasquale arrantolò allora un «Ah!» di ruvida gioja verso la sora Flaminia, e il cuculo, continuando, mandò il suo quarto lamento, eppoi [...]

[...] stralunata la faccia, non si potè più contenere, e scoppiò in una così larga risata che per un mezzo minuto almeno, buttatasi indietro a braccia [...]

[...] fulminato. I ragazzi avrebbero voluto fare allegria, ma un'occhiata della madre, ajutata da un certo senso di paura che, a quel rumore nuovo che [...]

[...] omerica risata, si trovò a sua volta sconfitta ad un tratto dal dolore del suo Pasquale che cogli occhi ammammolati guardava stupefatto ora i [...]

[...] sulla porta a domandare a bassa voce, tutto spaurito: "Hanno sentito nulla loro? O che è stato?" "Fiore, accendetemi un lume," disse il sor [...]

[...] Pasquale facendo un movimento come per alzarsi, ma la sora Flaminia lo prevenne, si alzò e amorosamente gli disse: "Dove vuoi andare? sei stracco [...]

[...] ; vado io:" e preso un lume s'avviò allo scrittojo. Passarono pochi momenti, alla fine dei quali, avendo la signora Flaminia rimediato allo sbaglio [...]

[...] parlò d'un po' di tutto: di politica, d'orioli, di storia, di geografia e del lunario novo; gli disse che le stelle eran mondi come il nostro, che [...]

[...] cos'era quel prato le domeniche dopo le funzioni! Bisogna essercisi ritrovati; se no, è inutile ragionarne. Ed ora su quel prato un mucchio di [...]

[...] allegra e buona gente! I due figli mezzani, Natale e Gosto, sono morti: Peppe è segretario in un lontano comunello della Garfagnana, e non rimane in [...]

[...] l'ebbe un barocciajo di Pracchia, e non se n'è saputo più nulla; la sora Flaminia ha perso quasi tutti que' bei denti bianchi che metteva fuori fino [...]

[...] agli ultimi quando rideva di core, e il sor Pasquale è su a letto malato: oggi sta un po' meglio, ma è malato gravemente. La sua forte costituzione [...]

[...] colpo più forte lo risentì nel morale, poichè si fece malinconico e taciturno al punto che solamente un giorno o due della settimana usciva di [...]

[...] il tonfo di un uscio sbatacchiato, fosse una dimenticanza di caricarlo o qualunque altra malaugurata accidentalità, il fatto si è che il suo [...]

[...] , che il medico credè suo debito dire alla sora Flaminia che pensasse a parlarne col parroco; e la sora Flaminia mandò un sospiro e disse che [...]

[...] l'avrebbe fatto. Ma la misura era presso a poco inutile, perchè il taciturno don Silvio, già da un par di settimane, passava quasi intere le [...]

[...] venti giorni che lo rimessi quando m'alzai e non ha fatto un minuto; ma quando si fermerà...." Don Silvio lo pregò di stare zitto e con una [...]

[...] marito che non parlasse. Lo trovò infatti che stava un po' meglio; se non che un'ora dopo Fiore correva ansante a chiamare il medico per il padrone [...]

[...] che da un momento all'altro aveva fatto un peggioramento da mettere in pensiero. Quando entrò il medico, Pasquale gli sorrise e gli disse: "Mi [...]

[...] , Pasquale mandò un sospiro di contentezza e disse: "Ah! come mi fa bene!" 66 I boscajoli cantavano nella faggeta, e il medico e il priore si misero [...]

[...] gli occhi fuori dell'orbita che, senza articolar parola, ma indicando di voler parlare, stendeva un braccio tremante verso il suo oriolo da tasca [...]

[...] di un gruppo di boscajoli che inginocchiati sui tronchi de' faggi abbattuti, accanto alle loro scuri luccicanti, dicevano il primo De profundis [...]

[...] punto, si fa così." Tirò fuori il roncolo, si chinò e ficcandolo nel terreno acquitrinoso del prato, levò un piccolo piallaccio sul quale era una [...]

[...] macchia biancastra come di gesso spento; lo rinvoltò nella pezzola e piantatoselo nella carniera, sputò con rabbia un pezzo di canfora che [...]

[...] neanche una volta indietro. Aveva già passato il ponte della Fossaccia quando il Guardia si risentì: "Sangue d'un cane! quelle lì non son le [...]

[...] mi mandi un tremoto, non è positivo. E quando farò lo speziale m'ha a venire a dettar leggi su quest'affari; ma ora come ora, a Gianni Cerri no [...]

[...] m'ha detto che come cacciatore aveva più stima a me che a lui, gli avre' dato un 73 bacio. E come l'ha presa attraverso! Ecco, ora si fa per dire [...]

[...] , o che son mosse quelle da un signore par suo? E ora che ha preso la fatta con sè, com'essere, che ne vorrà fare?" E il sor Alceste guardò la [...]

[...] andar via anche noi, oppure s'ha a guardare?... Badi! stia attento, perchè 'l mi' cane ha un fiato nel naso. " Difatti l'egregio Burrasca, un [...]

[...] seguitando il cane. E il sor Alceste, tutto cascante e sempre pallido come un morto, si avviò dietro al Cerri, che badava a dire: "Non faccia furia [...]

[...] , non faccia furia, perchè tanto, alle mani di Burrasca, si va sul sicuro; punta che pare un masso.... Ora sente a bono davvero! S'accosti [...]

[...] .... Guardi! Ma lo guardi ora, eppoi mi dica se un cristiano potrebbe andare con più delicatezza sull'animale!... e io gli mandai a dire che se anche [...]

[...] trattenere, fai pure il comodo tuo; io arrivo qui dal contadino a bere un bicchier d' acqua e me ne vado." Ma Gianni non poteva intendere, perchè [...]

[...] era già un chilometro distante, sempre a corsa dietro al cane, quando, non potendolo raggiungere, per fargli pagar cara la brutta figura che gli [...]

[...] braciere di rame coi capi abbassati su quello a mescolare il fumo e lo sfriggolìo delle loro pipe lerce di gruma. Di lì partì la bomba; e un [...]

[...] spassionava tutto in un'altra maniera!... Giano della 79 Bella sissignore, caro il signor maestro dei miei tromboni!" "Ma se lei avesse un po [...]

[...] ' d'educazione," saltò su il maestro masticando veleno, "lei non offenderebbe, e lei è un ignorante!" Il medico, che in quel momento smaltiva [...]

[...] ! anche lei è un buon arnese!" gridò al medico lo speziale più inviperito che mai. "Si sanno tutte, non pensi, noi! Si sa, non abbia paura, di quel [...]

[...] rompo un barattolo nel muso!... Noe, noe! lasciami stare anche te, camorro sdentato!" Quest'ultima apostrofe era toccata alla sua moglie che lo [...]

[...] batteva le mani e urlava "bravo!" a squarciagola. E lo speziale, che era corso sull'uscio, gridava da sentirlo a un miglio di distanza: "C'è il [...]

[...] dopo cena...." "Che lei era anche un calunniatore me l'avevano detto...." "Ma lei signoria ora...." "Basta così! Della fiducia immeritatamente [...]

[...] notizie aveva mandato lo Scardigli a prendere un sigaro da cinque e una scatola di fiammiferi, seppe che nella bottega della Biagiotta s'eran [...]

[...] picchiati, e gli avevan rotto un vetro che costava du' franchi. In fattoria, poi, il sor Gustavo e il Rapalli (un fiero agente elettorale che prima [...]

[...] dopo aver disputato un po' col Cappellano, 82 al quale quella sera dette anche di bestia mentre in tempi normali lo chiamava solamente zuccone [...]

[...] quella roba al procaccia, tutte le finestre restarono chiuse ermeticamente, e soltanto l'uscio di strada si riaprì un momento alle dieci quando Gustavo [...]

[...] andò a letto alle nove con un dolor di capo da impazzare, e il povero sor Alceste non trascurò, è vero, per distrarsi, la sua occupazione geniale [...]

[...] , altri dispiaceri alla mamma, inzuppò un biscottino nel rosolio e alle nove e un quarto si ritirò. Siamo all'ottavo giorno dopo l'accaduto. Il [...]

[...] pane.... Sissignore! E quando la lettera ci sarà, accidenti a chi gliel'ha scritta!" Il postino si lasciò andare un po' troppo, lo disse anche [...]

[...] , e gli toccava portargliele fino a casa sua quasi un miglio più su della Madonna del Grilli. "Questi bighelloni mangiapanacci a ufo!" continuò [...]

[...] ' piatti di cucina, credo che non sappia sonare neanche le campane." "Non potevi dir meglio. E per me, se avanti che se ne vada, gli dessero un [...]

[...] carico di legnate, come l'ebbe quello delle Scòle anno di là, vorre' dare una candela d'un paolo al Santissimo Crocifisso, e da cena a tutti. O del [...]

[...] presero a parole ne' prati dell'Arzillo, tirò, dice, una schioppettata al su' cane, e prese invece un contadino che era a far l'erba in una fossa [...]

[...] , che l'acciecò mezzo, e gli fece subito referto." "Non lo sapevo." "E un affar di nulla! Fu arrestato la mattina subito, e dice che gli ci [...]

[...] persiana, erano fuori per qualche loro faccenda straordinaria che non volevano dire a nessuno. Un gruppo abbastanza importante s'era radunato [...]

[...] davanti all'Appalto, dove Cencio s'era preso col Nardini, il quale sosteneva essere impossibile anche per un professore il decidere sulla provenienza [...]

[...] ' fatto precisamente come il signor Cavaliere, perchè per decidere non ci voleva altro che un professore.... oh! aspettate.... come li chiamano [...]

[...] ?... insomma un professore come quello che il signor Cavaliere gli ha mandato a deciferare l'oggetto." "O che volete che vi dica? potrà anche [...]

[...] stare, ma me non mi persuadete." "E allora vòl dire che con voi non ci si ragiona, perchè la chimica.... ora m'è venuto. È un professore di chimica [...]

[...] uno sputo, loro vi sanno dire fino a un puntino se il vostro sangue sarebbe come se uno dicesse.... anche se uno è stregato. Mi rammento che [...]

[...] in mano, scoteva il capo, e guardava desolato in un amaro silenzio il Rapalli, che appoggiato alla spalliera d'una poltrona stringeva le labbra [...]

[...] bisognava stare zitti, e si mise in disparte a sfogliare un album di fotografie senza aprir bocca. Dopo qualche minuto di silenzio, il Rapalli fece [...]

[...] un inchino al Cavaliere; strinse la mano a Gustavo e se ne andò. Appena fu per le scale, s'ingozzò il cappello fino agli occhi, si rizzò il [...]

[...] tavola, che partiva da un gruppo di quattro allegri giovinotti, l'uno figlio di Batone e gli altri amici di casa, era la chiusa obbligatoria [...]

[...] d'ogni partita di calabresella; ma questa volta il baccano fu tanto forte che il vecchio Batone mezzo addormentato nel canto del fuoco fece un tale [...]

[...] la sua imprecazione restò affogata sotto un nembo di: 94 "Tutte nostre, se buttavi l'asso quando ti ci ho chiamato!" "E della napoletana a cori [...]

[...] dovevi battere!" "Sì, sì!" "No, no!" E giù, un altro diluvio di tonfi, urli e imprecazioni più grosso del primo. "Benedetto voi altri e le vostre [...]

[...] dormiva che era un amore, e ora sentite che bella musica! e ninna e ninna e nanna...." E così canterellando si mise a cullare sulle ginocchia [...]

[...] giocatori formando un casa 95 del diavolo da sgomentare un campanaro di professione. Finalmente si chetarono, ma dopo avere esaurito affatto la [...]

[...] questione durante la quale ognuno aveva detto o creduto di dire un sacco d'eccellenti ragioni, lasciando però nella mente dei compagni precisamente [...]

[...] diciott'anni che ci fumavo!" "Vi s'è rotta la pipa! o come mai?" domandò uno degli amici. "Diciott'anni!" brontolò Batone con un sospiro; "grumata che [...]

[...] seccasse la gola a quanti siete, non sarebbe il vostro avere.... Eh sie! il pezzo più grosso eccolo qui! va' all'inferno 96 anche te." E con un [...]

[...] -nanna era cessata, ed al rumore di pochi momenti fa era succeduto un profondo silenzio. I quattro giovani si guardavano fra loro, guardavano il [...]

[...] rispondeva con un movimento della testa e degli occhi che voleva dire: Non ne so nulla nemmen'io; stiamo zitti, se no si fa troppo dispiacere a questo [...]

[...] cascato un tegolo sulla testa, sarei crepato, sì, ma avrei patito meno." "Eh, lo capisco!" 97 "Io mi metto ne' vostri piedi." "Anch' io [...]

[...] ." "Figuratevi io!" rispondevano uno dopo l'altro i quattro giovani che sentendo un certo solletico di riso, avevano però nel fondo dell'animo una [...]

[...] ," riprese Batone, "se in una pipa di diciott'anni ci si fuma bene! Ma quello che più di tutto m'addolora è di dover dire addio a un oggetto che mi [...]

[...] , Batone, raccontate, raccontate," chiesero ad un tempo i tre amici. "Che volete che vi racconti, ragazzi miei? Son 98 vecchio, ecco quel che vi posso [...]

[...] raccontare, son vecchio, e non son più bono a nulla. Ma quand'ero ne' mi' cenci.... Un gigante non son mai stato, si vede anc'ora; ma con queste [...]

[...] vecchio silenziosa ed attenta. Batone, che aveva alquanto rallegrata la faccia rammentando gli anni della sua robustezza, ritornò cupo ad un tratto [...]

[...] sgomenta, e fissando lo sguardo 100 sopra una seggiola disoccupata che era rimasta in un canto della stanza, parlò: "L'Agnese voi altri l'avete [...]

[...] ," continuò Batone. "E quel che è vero bisogna dirlo, che per la su' bimbina maggiore ci aveva un gran debole, e si vede che Gesù benedetto la volle [...]

[...] raccattavano giù nel mezzo di strada con la testa fracassata, chè venne di sotto in un ámmenne a capo fitto a sbacchiare sulla breccia 102 stesa [...]

[...] : soltanto si voltarono tutti in un tempo verso la porta contro la quale una folata di scirocco frustava la pioggia che veniva giù a torrenti. Si [...]

[...] sempre davanti agli occhi, Cencio, la mi' Rosa, la tu' povera mamma. Pareva che da un momento all'altro ci dovesse cascare la casa addosso.... un [...]

[...] vento! un'acqua! un bujo!... Lei era lì in quel cantuccio su quella seggiola laggiù colla spalliera troncata, che fra uno sbadiglio e I'altro [...]

[...] rio per vedere se mi riesce buscare un par di paoli.... — Allora c'era i paoli. "S'alzò, povera donna, prese la bilancia, si messe a riguardarla [...]

[...] sottile sottile come d'una ragazzetta che urlava: — Ajuto, ajuto! aff.... affogo, — e mi vedo venire di contro, lesto come una saetta, un fagotto [...]

[...] bigio che si svoltolava nell'acqua. Lasciare la fune della bilancia, levarmi gli scarponi e la cacciatora fu un baleno e, giù.... Aaah! l'acqua [...]

[...] era troppo ghiaccia. Per un momento mi sentii tutto come rattrappito dal granchio e almanaccavo di qua e di là, tanto per tenermi a galla, ma [...]

[...] senza quasi sapere quello che mi facessi; quando a un tratto risento: — Ajuto, ajuto! — e ti vedo forse a un mezzo tiro di schioppo lei, in mezzo a [...]

[...] un rèmolo che se la frullava in tondo come una penna, e che urlava da schiantare il core: — Oh, mojo, oh, mojo! mamma, mamma, mojo! — Batone [...]

[...] m'intirizziva si mutò in un bollore che mi pareva di prender foto, e mi sentii tornare nelle braccia la forza d'un liofante. Notavo com'un pesce e in [...]

[...] campeggiava la sua bruna figura scabra e robusta come il tronco d'un vecchio cerro, con una mimica più eloquente della rozza parola, così [...]

[...] ! mi fai male.... mi strozzi! — Chi gli avesse dato quella forza non lo so. Con un braccio mi si avviticchiò al collo tanto strinta che mi faceva [...]

[...] barba e me le ficcava nelle gote e ne' capelli.... A un tratto m'avvedo che la corrente ci portava a sbacchiare nella sassaja delle grotte! Dio eterno [...]

[...] ! ecco la mi' ora, son morto, son morto! E nello stesso tempo, come se fossi entrato nel ritrecine d'un mulino, mi sento svoltolato e sbatacchiato [...]

[...] giù attraverso alle palafitte...., e quella a stringermi più che mai! nell'abbaruffarci mi s'imbrogliarono anche le gambe fra le sottane e in un [...]

[...] Cencio spaventato. "La disperazione mi prese; non vi saprei dire 107 bene quello che feci; ma ho un barlume d'idea che gli strappai i vestiti [...]

[...] , la morsi, mi spellai le mani e la faccia nelle pietre.... A un tratto, eccoci daccapo a galla!... Lasciami! Dio eterno, nulla! ebbi appena tempo [...]

[...] pareva di scoppiare; sentivo un buratto negli orecchi e un frizzore negli occhi e nel naso come se mi ci fosse entrato dello zolfo....: pensai alla [...]

[...] anch'io, ma tutte le volte che mi provavo mi pareva che mi tirassero una martellata nel capo e sentivo la morte che veniva, veniva.... Faccio un [...]

[...] riescì, ma rovinato e sfinito com'un moribondo, raccomandandomi l'anima perchè ormai m'ero fatto perso. "A un tratto mi sento strisciar roba sul [...]

[...] petto, l'agguanto, era un vergone di vetrice della ripa. Comincio a tirarmi su con quel po' di fiato che mi dava la disperazione, quando mi vedo [...]

[...] rammulinare d'intorno un ciuffo di capelli. Dio onnipotente! era lei, lì, a fior d'acqua, accanto a me! Agguantarla, rammucchiare quel po' di [...]

[...] della cappa. In questo tempo la Carlotta, dietro un cenno di Cencio, s'era alzata camminando in punta di piedi, e dopo aver messo sulla tavola [...]

[...] sei bicchieri e un fiasco di vino, era ritornata al suo posto. Batone la guardò, e: "Carlotta, accendimi il lume; voglio andare a letto." "No, no [...]

[...] !" dissero tutti insieme. "Un momento, Batone, cinque minuti soli; si vòl bere un bicchier di vino alla vostra salute, e voi dovete bere con noi [...]

[...] di bere finchè vinto dalla affettuosa insistenza 110 dei giovani, prese in mano un bicchiere, lo alzò per guardarne la limpidezza attraverso al [...]

[...] ricordi non importa, fece un tempo da diavoli. A guardare la montagna poi, era uno spavento; e anche di quaggiù si sentiva la romba della bufera [...]

[...] qualche animale. 114 A un mezzo miglio da casa, sulla via maestra, incontrai Maso del Gallo tutto imbacuccato, e lo fermai per sentire se sapeva [...]

[...] punti beccaccini. "Dio signore! sor Raffaello," mi disse soffiandosi nelle mani, "non mi faccia fermare; mi par d'esser diventato un pezzo di [...]

[...] marmo." "Insegnami un beccaccino." "Ce n'ho uno nella madia che l'ammazzai l'altra sera all'aspetto. Se vòl quello, lo vada a pigliare, ma altri [...]

[...] non ne so davvero." "O come mai?" "O dove li vòl trovare, benedetto lei, se è tutto una spera di ghiaccio? Torni, torni indietro, chè piglierà un [...]

[...] contro le spalle, ci tormentava sbacchiandoci nel collo un nevischio duro e tagliente come vetro. Distratto da una truppa di cinque persone che [...]

[...] bocca al lupo; ma torni indietro, dia retta a un ignorante.... brèèèè!..." E si allontanò lesto lesto, battendo forte i piedi per riscaldarsi. Io [...]

[...] rimasi un momento a guardare impensierito quei poveri diavoli. Quella era di certo una delle tante famiglie che nell'inverno emigrano dalla [...]

[...] , ne aveva otto appena compiti. Il babbo, un ometto sulla cinquantina, basso, già curvo, con le gambe a roncolo, stava avanti alla piccola [...]

[...] brigata, strascicandosi dietro faticosamente i suoi gravi zoccoli con le suola di legno alte tre dita; aveva in capo un berrettaccio intignato di [...]

[...] mazza. Col bastone si teneva sulla spalla sinistra un sacchetto di castagne. Dietro a lui subito venivano i due bambini, vestiti presso a poco [...]

[...] un ombrellone a tracolla tenuto da uno spago, se la rideva divertendosi a fare i passi lunghi dietro a quelli del babbo, mentre tirava a [...]

[...] stratte misurate il fratello minore che gli andava dietro frignando e zoppicando, forse pei geloni ammaccati dentro un paio di scarponi da uomo [...]

[...] , fino al gomito, un cartoccio di ghiaccio. Dieci passi addietro veniva la mamma, pallida, smunta, impettita, con gli occhi a terra, camminando [...]

[...] a ondate gravi come tutti gli abitanti delle montagne, la quale, avendo infilato il braccio sinistro nel manico d'un paniere, teneva la mano [...]

[...] sotto al grembiule, e con l'altra quasi strascicava la 117 bambina che, inciampando in tutti i sassi, le andava dietro come un orsacchiotto [...]

[...] , rinfagottata in un lacero giacchettone da uomo che gli toccava terra. Aveva i suoi duri zoccoletti di legno, e le mani rinvoltate dentro a degli [...]

[...] . "Bella non è davvero, signor mio." 118 "Andate molto lontano?" "Per le Maremme." "In che luogo?" "Talamone." Egli, vedendomi fare un movimento che [...]

[...] voleva dire un — perdio — di quelli che chi li tiene in corpo è bravo, mi guardò, sorrise, e continuò: "Non c'è mica poi tanto, sapete. Di qui [...]

[...] per guardarmi, e dando un inciampicone negli zoccoli di suo padre, andò a battere il naso nel sacchetto delle castagne che il vecchio teneva a [...]

[...] spalla. "Ci menai questo solo l'altr'anno. Fino a Grosseto, come Dio volle, ce la fece; lì però gli si sbuccicò un piede e mi toccò portarmelo a [...]

[...] che non gli ha mai voluto bene, è d'un mi' fratello che anno di là mi morì alla macchia d'una perniciosa. Mi si raccomandò tanto che ci pensassi [...]

[...] rendo più. E quella è Zita, la mi' moglie." "Bon giorno, sposa," risposi ad un saluto malinconico che mi fece con gli occhi movendo appena la [...]

[...] testa. "E perchè, dovendo condurre questi poveri piccini, non sei andato col vapore o almeno con un po' di baroccio?" "Ci sarei andato [...]

[...] volentieri anch'io, caro signore, con un bel baroccio che ci si va anche con poco," disse guardandomi sgomento, "ma come si fa? Se le cose anderanno bene [...]

[...] , state allegri ragazzi," 120 disse volgendosi ai piccini, "si vedrà di farne un poca in baroccio al ritorno." "Più volentieri," continuò [...]

[...] volgendosi di nuovo a me, "più volentieri li avrei fatti restare tutti a casa; ma non avevo da lasciargli nulla, signore mio, nulla! nemmanco un po' di [...]

[...] dirla giusta, pochi fin qui me l'hanno ricusata la capanna per dormire e un tozzarello di pane. Lì ci abbiamo de' necci," e mi accennò il [...]

[...] , perchè non vedesse suo padre, un piccolo foglio. Mi guardò 121 spaurito, guardò quel che aveva nella mano, e chiamando suo padre incominciò a gridare [...]

[...] Raffaello s'interruppe per dire a Gano che buttasse un altro ciocco sul fuoco; poi, dopo esser rimasto qualche momento col capo basso a pensare [...]

[...] voluttuosa sull'onda delle verdi mèssi e tra i pampani e tra i fiori ondeggianti a un limpido sole, cullando ne' loro aperti calici l'amore di [...]

[...] dei campi. In mezzo a tanto lusso di vita, stanchi nelle membra e freddi nel core, una bianca vecchierella 126 e un magro vecchietto, seduti uno [...]

[...] memoria, e appoggiandosi anch'egli al suo fascio di trifoglio, ripesca un frammento d'ottava da lui improvvisata sessant'anni or sono, una notte [...]

[...] bella Gioconda a sedici anni! Nella sua bianca casetta accucciata all'ombra d'un noce e di due giovani gelsi, stava 127 sempre la gioja, e [...]

[...] , i canti e le cordiali risate, moveva sempre di là un festoso baccano che riempiva di buon umore il viso delle povere nonne, sedute lì presso [...]

[...] sulle porte a filare, le quali si beavano in quelle risa e in quei canti come in un ritorno soave alle gioje perdute dei loro giovani anni. I [...]

[...] quelle monelle duravano, a volte, a sganasciarsi per una ventina di minuti senza aver tempo nè discrezione di chetarsi neanche per un momento a [...]

[...] troppo preziosa per Simone macellaro. Ma quelle risa e quei canti a volte cessavano ad un tratto; e allora le bianche nonne del vicinato, capito [...]

[...] 129 Gioconda, la quale, fatto un languido saluto, arrossendo gli abbassava sulla spola che allora cominciava a correre più agile e più rumorosa [...]

[...] quello. E a lui toccava una occhiata e un lieve sorriso che lo spingeva a stendere affettuoso un braccio sul collo dell'amico più vicino, ed a [...]

[...] correre subito in fondo di chiesa accanto all'altare, per chiedere, in tempo della messa, un altro sorriso almeno e un'altra occhiata alla sua Gioconda [...]

[...] deporvi un bacio, ma Gioconda, sentendo 132 un alito caldo sulla faccia, aprì gli occhi, colse il pensiero del vecchio nel sorriso che gli [...]

[...] briosa fino dal principio, 136 ma alla quinta bottiglia vi fu un momento di vero entusiasmo a benefizio dell'illustrissimo signor Canonico [...]

[...] . Ribevvero tutti alla sua preziosa salute, parlarono della santa causa, lessero, fra le acclamazioni, un articolo furibondo della Stella Cattolica [...]

[...] , mangiarono un libero pensatore per uno ed empirono il pavimento di gusci di ballotte biasciate. Vestro schizzava dalla contentezza trovandosi in [...]

[...] mezzo ad un elemento così omogeneo ai suoi principii ultra-cattolici, e si fece diventare il naso gonfio e rosso come un peperone dalle gran prese [...]

[...] personaggio che quella sera erasi degnato di onorare la sua povera merceria. E il Canonico gonfiava come un tacchino, rosso scarlatto e tutto [...]

[...] sudato per la commozione di vedersi fatto segno d'un rispetto e d'una ammirazione, dalla quale i suoi colleghi del Capitolo l'avevan divezzato [...]

[...] già da un bel pezzo. "Birbanti!" diceva tra sè il povero Canonico, ripensando alle 137 sue amarezze, "birbanti!" e stringeva forte la mano e si [...]

[...] chiamano Ciuciante di soprannome.... è un liberale lui!... che quando lo sente piglia certi cappelli! perchè dice che l'ho ammaestrato apposta per [...]

[...] ; "quante mattinate ci s'è perso di là nell'orto a fischiare perchè imparasse...." E tirato il Canonico in un cantuccio, gli raccontò come Vestro e [...]

[...] il su' figliolo, una creatura di tre 139 anni, signor Canonico ! gli risponde.... gli risponde a quella maniera." Il Canonico fece un atto [...]

[...] birbone ci ha 'l su' ragazzo a letto. Badate che non gli salti il ticchio di farvi qualche bravata." Ma Vestro, un po' pel vinsanto che aveva in 140 [...]

[...] corpo e un po' credendosi inviolabile sotto la protezione del signor Canonico: "Si starà a vedere," disse, "se quel mangia-cristiani m'ammazzerà [...]

[...] . Stasera s'ha a stare allegri." E così dicendo prese la gabbia e dopo averla attaccata fuori a un chiodo di fianco alla porta, rientrò in [...]

[...] foglio delle mosche, lo svolse e sporgendo un braccio fuori dell'uscio, le fece vedere al merlo, il quale, volteggiando rapido per la gabbia [...]

[...] tempo una gran botta nel muro e un sinistro sgretolío di stecchi come se la gabbia fosse andata in bricioli. 141 "Me l'ha ammazzato [...]

[...] quell'infame!" ruggì Vestro disperatamente; corse fuori e rientrò in bottega bianco come un panno lavato, tenendo in mano la gabbia sfondata dentro alla [...]

[...] : agguantò un lume e corse a guardare per terra sotto al chiodo della gabbia.... "Nulla! È volato!... infame!" Chiuse la forma dentro una [...]

[...] vicinato. Ciuciante, battendo il tempo col martello sopra un tomajo, cantava a gárgana spiegata la vecchia aria: Nè lingua, nè becco, nè gola [...]

[...] dell'uccelliera. 143 "Non si vede nulla, signor padrone. Du' stipajole uniche, e c'è un merlo impaniato che andavo a pigliarlo ora." "Giurammio [...]

[...] baccaccio! o dunque come si rimedia?" "Che cosa?" "Si resta corti coll'arrosto!" "Che vòl che gli dica? gliel'allunghi con un po' di majale." "L'ho [...]

[...] bell'e fatto prendere, che tu sia benedetto! Ma se non gli do almeno un par di tordi e se' uccellini a testa a que' ventri di lupo, son capaci [...]

[...] c'è stato sugo!" Il merlo buttato in un cantuccio del capanno, fece un par di capriole sbatacchiando l'ali, aprì la coda a ventaglio, la torse [...]

[...] oggi ha qualche cosa per la testa, perchè non le serve bene come gli altri giorni. Ha sbagliato un par di volte, e dianzi ha fatto degli ammicchi a [...]

[...] vedeva Vestro accerito com'un gambero, con un gran grembiulone bianco, un tegamino d'olio e una penna di falco in mano che, mogio mogio, ungeva [...]

[...] bellissime,... ma l'arrosto non veniva. Il Piovano non era soltanto impaziente pel ritardo, ma siccome gli era parso d'aver sentito poco avanti un [...]

[...] tabernacolo della Immacolata Concezione v'è ora un busto di Garibaldi di gesso colorato; e i due mazzi di fiori secchi, uno di qua e uno di là [...]

[...] compagnia che cantano a coro, la faccia di Vestro si turba e la sua bocca si atteggia ad un sorriso beffardo e quasi feroce, il quale, qualche volta [...]

[...] Vestro quando Vestro non va da lui. Stanno allegri che è un gusto, e per il 20 settembre hanno fissato una cena e un gran bandierone da mettersi [...]

[...] fuori la mattina. Il Cappellano è un pezzo che non si vede, ed anche il Piovano ha dovuto finalmente proibirsi di passare davanti alla merceria [...]

[...] . In una botteguccia d'un povero casolare alle falde della montagna stavano due pastori attempati oltre la cinquantina, i quali, appena che fui [...]

[...] monosillabi, non levavano un momento gli occhi dalla vetrata per guardare attenti sulla via che per quattro buoni tiri di schioppo si stendeva bianca [...]

[...] e polverosa davanti alla porta. "Voi vorrete bere, eh giovanotto?" mi domandò 156 la padrona vedendomi sedere in disparte a un tavolino di [...]

[...] legno tinto. "Mangerei anche un boccone, Verdiana, se ci avete qualche cosa di buono da darmi." "E sa," disse dopo avermi un po' osservato, "mi [...]

[...] un momento; se no, gli posso dare un po' di cacio fresco ma proprio bono. Non ci ho altro." "Tre uova pochissimo cotte, e subito." "Sissignore [...]

[...] lessato per quest'omini e per quelli che devon'arrivare. 157 Si deve sentire se gliene voglion ricedere un po'?" "No, no; lasciate correre [...]

[...] carestia. Se lo crede, da un par d'ore che son qui m'hanno straziato il core che mi par d'essere come quando s'è fatto un sognaccio colla febbre [...]

[...] dell'anima. Lo vede quello appoggiato al banco che si gratta la barba? Quello lì è il babbo d'un giovanotto che s'innamorò della figliola di quell'altro [...]

[...] , si direbbe il giovanotto, che non s'era ma' mosso da casa, perchè pare che avesse poca salute, fece un cor risoluto, s'attruppò con de' pecorai [...]

[...] un po' di cacio e tornate qui." Io, benchè non sapessi ancora di che cosa si trattasse, guardavo con crescente compassione que' due poveri [...]

[...] vecchi stralunati, pallidi e polverosi, i quali ora sedendo, ora guardandomi sconsolati, e non trovando mai posa in un luogo, pareva che cercassero [...]

[...] dove liberarsi da un pensiero tormentoso che li perseguitasse. 159 "Che ore sono, signore?" Mi domandò finalmente uno dei vecchi. "Sentite [...]

[...] di cacio sopra un foglio giallo, un bicchiere e un fiasco di vino, e sedè di nuovo di faccia a me domandandomi dove s'era rimasti. "Alla lettera [...]

[...] che il giovanotto...." "Ah! sissignore. Se sentisse che bella lettera! Quello, secondo me, dev'essere un giovanotto che deve aver letto dimolto [...]

[...] cose, eppo' da ultimo dice che il dì otto, che sarebbe oggi, ritornava, e che mandava un bacio a tutti e anche alla su' Giuditta. Eppoi, prima [...]

[...] peggiorare appena andato via il postino; 161 la sera, peggio; la mattina dopo, peggio che mai, e ieri sera, per fare un discorso solo, rese l'anima a [...]

[...] , dando in un largo scoppio di pianto e lamentandosi con voce rantolosa: "Ah! ah! ah!" Detti un'occhiata di rimprovero alla padrona e mi alzai [...]

[...] all'improvviso per andare da lui; ma tornai subito al mio posto, preso da un senso di rispetto per la santa disperazione di quell'uomo. Il suo [...]

[...] rabbia feroce. Finalmente fece un cor risoluto: si strisciò con una mano la barba, scosse la 162 testa e, voltosi al suo compagno, gli disse con [...]

[...] sulla tavola. "Che vòl che gli dica? Ho cinquant'anni sonati e a un affare a questa maniera non mi c'ero ancora ritrovata." Il vecchio, sentendo [...]

[...] ' carità." "Mi tratterrò, via. Ma ora datevi pace e bevete un bicchier di vino." "Non potrei.... No, in coscienza, non potrei.... no, lo ringrazio [...]

[...] .... non lo bevo davvero." "O il vostro compagno?" "Ora s'è dato un po' di pace; lasciamolo stare." "Come volete." Il vecchio tornò adagio adagio dal [...]

[...] ricorda che l'altra volta ci rise tanto e mi disse che era pieno di spropositi?" "Ah! sì, sì." "Aveva ragione, sa? Un giorno il figliuolo [...]

[...] . PANE VINO LIGORI E CAFFÈ D'ALTRI GIENERI. "Non torce un pelo!" Era passata una ventina di minuti quando in fondo alla strada comparve un cane [...]

[...] ." Gian Luca era diventato bianco come un panno lavato. S'alzò vacillando e, appoggiandosi al braccio dell'amico, s' avviò incontro al su' giovinotto [...]

[...] correva in su a balzelloni, gesticolando con le mani all'aria come un demente. E dietro a lui subito l'altro vecchio che si affaticava a seguitarlo [...]

[...] , mandando un lamento ad ogni sospiro. "Ma che è accaduto, che è accaduto?" Il vecchio Marcello me lo disse: il giovinotto impaziente di rivedere la sua [...]

[...] ragazza, alla prima scorciatoja che gli avrebbe anticipato d'un par d'ore l'arrivo a casa, aveva lasciato i suoi compagni, e via, come una capra [...]

[...] , era sparito in un batter d'occhio su pei viottoli della poggiata, distruggendo così le previsioni amorose con tanta cura studiate da que' poveri [...]

[...] vergate degli uomini, i quali, sgomenti dell'accaduto, senza sapere che nella bottega v'era un boccone preparato anche per loro, tirarono innanzi [...]

[...] padrona, dando allora un'ultima occhiata dalla parte dei poggi: "Povere creature!" esclamò. Poi volgendosi con un lungo sospiro alla sua bottega: "E [...]

[...] ficcandoti nell'ossa il freddo e la noia, lo spaccapietre è al suo posto. Un mazzo di frasche legate a ventaglio in cima d'un palo lo difende [...]

[...] dal sole nell'estate ; un povero ombrello rizzato fra due pietre e piegato dalla parte del vento, lo ripara dalla pioggia nell'inverno. Il [...]

[...] l'accollatario, che è un vero galantuomo, sia capace di defraudarlo; ma perchè molte sono le cause che possono assottigliargli il guadagno o allontanarlo [...]

[...] sole d'agosto è troppo rovente, è costretto a cercare d'un albero e quivi 173 all'ombra riposarsi, perchè sente che le forze gli mancano; qualche [...]

[...] giorni l'aspetta lungo la via. E quella sera mangerà; mangerà poco, perchè poco potrà lavorare; ma l'accollatario, che per fortuna è un vero [...]

[...] di carne da lavoro. Ah! ma questo che conosco io 174 è stato sempre un signore, il Creso degli spaccapietre, perchè fino a sessanta anni sonati [...]

[...] bere un dito di vino e senza ammalarsi. Ma le sue mani pajono due pezzi informi di carne callosa, il suo viso screpolato piuttosto che solcato [...]

[...] da rughe pare un pezzo di pane da cani, e i suoi occhi, dopo tanti anni di sole, di polvere e d'umidità, sono contornati di rosso e gli lacrimano [...]

[...] 175 col racconto freddo e conciso, che tra un colpo e l'altro del suo martello te ne fa come di cose che debbano necessariamente accadere. La sua [...]

[...] figliola maritata partorì alla macchia dov'era andata a far legna, e fu trovata morta lei e la creatura; il genero, che pareva tanto un buon [...]

[...] giovane, scappò con una donnaccia e finì per le prigioni dopo avergli lasciato un nipotino che era la sua consolazione. Ma anche quello il Signore [...]

[...] sua fine pietosa. Aveva già cominciato a menarlo con sè a spezzare, perchè era un ragazzetto che per la fatica prometteva dimolto, quando un [...]

[...] giorno non potendo più reggere dalla sete che lo tormentava dopo aver mangiato una salacca senza lavare, entrò in un campo e s'arrampicò sopra un [...]

[...] un momento fermo a pensare; poi ripiglia il martello e continua il suo lavoro. La sua donna è cieca da un occhio, e di quella disgrazia la [...]

[...] aveva fatto qualche tozzo di pane, verso il mezzogiorno glielo portava dove era a spezzare e si fermava lì a tenergli un po' di compagnia, e [...]

[...] svoltava la pezzòla del pane, passò un signore in calesse che buttò via un mozzicone di sigaro acceso il quale andò a cascare vicino al monte de [...]

[...] viene incontro per chiederla a lei, vede andar sotto il sole senza aver fatto nè un centesimo nè un boccone di pane. Allora s'accuccia per [...]

[...] abitudine accanto al fuoco spento, dove aspettando il marito e dicendo la corona s'addormenta. Un giorno che, meno brusco del solito, mi parlava [...]

[...] preferita, quantunque s'inalzi un cento di metri di più sul livello del mare. La prima volta che giunsi lassù quasi mi si abbagliarono gli occhi [...]

[...] circa dodici anni, vestita nel suo povero costume di pecoraja, la quale, venendomi incontro con un mazzolino di mammole, si fermò a due passi da me [...]

[...] come mai t'è venuto questo bel pensierino?" Abbassò gli occhi sorridenti, e gingillandosi con una cocca del grembiule, guardò verso un ciuffo [...]

[...] di càrpine poco discosto e rispose: "Me l'ha detto lui!" Mi volsi anch'io verso quella parte e vidi la faccia vispa d'un ragazzetto che appariva [...]

[...] cappello in mano e masticando un ramoscello di ginestra. "O che cosa fate quassù soli soli, monelli che non siete altro, rimpiattati nei ciuffi di [...]

[...] correre dietro al ragazzetto che scappò spaurito saltando fra le scope come un capriolo e gridando: "Tanto non mi pigliate mica!" Nè si fermò [...]

[...] brigdini anche a te, se vorrai farmi un piccolo favore.' L'idea del brigidino l'addomesticò subito, venne correndo. "Sai punte fonti qui vicine [...]

[...] basso le casucce dove ora abitavano sprofondate nell'ombra d'una stretta forra, presso alle quali un molino lavorava mandando fino a noi il [...]

[...] robusti. D'un altro fatto m'accorsi anche col tempo. Il germe d'un amore selvaggio, nato e sviluppato in quelle solitudini dove tale passione [...]

[...] si manifesta in tutti gli esseri con le forme del dolore, dalla lodola che sospesa come un punto d'oro nelle alte regioni dell'aria canta il suo [...]

[...] veder tardare il ritorno del 189 suo amico da un prossimo casolare. Si fece rossa come un fiore di melagrano e corse a cercare un capretto [...]

[...] smarrito che si sentiva belare in lontananza. Una mattina d'agosto, mentre mi riposavo sotto un leccio, Pipetta mi sedè accanto e prendendomi una mano [...]

[...] , "si rimedierà." A queste parole Pipetta parve che mi desse un abbraccio con gli occhi. Stette silenzioso qualche momento, quindi riprese: 190 [...]

[...] "C'è anche un altro inciampo.... e grosso di molto!" "Quale?" domandai. "Io sono di leva. Fiorella lo sa; ma non sa che ho tirato su basso e che [...]

[...] , mi mena, sul muro del bottaccio; e quando si fu lì, mi guardò e mandò un sospiro. — E ora? — dico. Dice lei: — La vedi quell'acqua? Se ti [...]

[...] viottoli della montagna. Quando arrivammo al molino, Pipetta non c'era, perchè era corso, mi dissero, dal priore con un foglio in mano che poco [...]

[...] fa era stato portato da un donzello del comune, il quale aveva detto qualche cosa di coscrizione. Fiorella si riebbe dopo poco e si mostrò assai [...]

[...] tranquilla; ma in ogni modo volli che la mettessero a letto, perchè mi parve che avesse un po' di febbre. Dissi a quella gente che a mandare il [...]

[...] alla visita e di lì subito a Firenze in Fortezza da Basso, perchè un bel giovinotto come lui, disse, sarebbe stato buono di certo. Tutta quella [...]

[...] tutto il male non viene per nuocere, perchè tutti e due erano un po' troppo giovani; che qualche mese di separazione non avrebbe fatto che [...]

[...] giorno non mi sarei fatto rivedere, perchè un affare di molta importanza mi chiamava a Livorno, dove mi sarei trattenuto almeno una settimana. Mi [...]

[...] disse che facessi un buon viaggio, e niente altro. Ma quella sera mi allontanai occupato da tristi presentimenti. — Dio non voglia! — 195 [...]

[...] un mese e qualche giorno, tanto sopraffatto dalle noje d'una lite, che durante tutto quel tempo dimenticai perfino i miei disgraziati amici [...]

[...] che è stato? È seguito qualche disgrazia? Non mi tenga in questa ansietà." "Abbia la pazienza di scendere e di passare un momento da me [...]

[...] . Giuseppe! — disse poi al suo 196 servitore — portagli il cavallo nella stalla e buttagli un mannello di fieno." "La prego, dottore, mi dica presto [...]

[...] , accovacciata a far dei circoli nella polvere con un fuscello, senza chiedere nè da mangiare 197 nè da bere e dando nelle furie tutte le volte che sua [...]

[...] rimandassero quel ragazzo almeno per un giorno, e ci risposero un'altra volta di no. Feci scrivere al priore; il signor Leopoldo telegrafò alla [...]

[...] l'effetto dell'incontro, volli accompagnarlo a casa. "Appena la ragazza ci vide da lontano si messe a guardarci fissa fissa; poi, a un tratto, si [...]

[...] 198 una mano per tenerla, gli tirava alla testa e l'ammazzava di certo, perchè lui rimase lì come un masso e non si sarebbe scansato." "Ma [...]

[...] fermarmi. Rallentai un po' il galoppo e quando gli fui vicino: "Ma eh?!" mi disse, "di lui poi non me lo sarei ma' creduto!" "Che è stato?" "O [...]

[...] pestate!" Poi quando m'ebbe riconosciuto: "Ah che è lei? ben tornato, signoria." Dette in un pianto dirotto e mi accennò la sua figliola [...]

[...] , e il villaggio dorme ancora sotto un freddo e splendido sereno d'autunno. I cacciatori son già tutti partiti dopo che Doro ha sonato la campana [...]

[...] dell'alba; vi è stato allora un breve segno di vita, qualche latrato, qualche fischio, qualche colpo alle porte per destare i compagni [...]

[...] sognare e fu per loro una giornata di vera baldoria. Polli e vino a cascare, e un viavai continuo d'amici e di conoscenti a rallegrarsi e a bere nel [...]

[...] ' fiaschi e a piangere di consolazione. I vecchi babbi poi non si lasciarono mai un momento; e anche al vespro, dove andarono a braccetto, tutti e tre [...]

[...] avvinati che era un desío a vederli, si messero accanto a berciare come calandre per mostrare a San Vitale martire, protettore della cura, la [...]

[...] figliola della su' ragazza, quanto per sapere che presto, se Dio vole, si levava di torno, e per un pezzo, quell'altro birbaccione che anche [...]

[...] delle due comitive: abbracci, evviva, strette di mano cordialissime, e poi tutti a tavola, dove Giannaccio aveva già preparato un catino di [...]

[...] vermicelli al sugo e un diluvio di braciole di majale in gratella, che furono spolverate in un baleno dalla chiassosa brigata. Finita la cena [...]

[...] soltanto dentro, perchè con l'uscio di strada aperto s'era fermato lì davanti un capannello di gente del vicinato e di contadini, sulle cui facce [...]

[...] capogiro, andava giù a rotoloni menando altre coppie nella rovina a fare un monte di vestiti e di ciccia sudata fra le gore del vino versato e [...]

[...] gli ossi delle braciole seminati per la stanza. Da un pajo d'ore si deliziavano in quel baccano, quando una voce propose d'andare a far la [...]

[...] serenata sotto le finestre di Chiarastella. La proposta fu accolta con urli di acclamazione, i sonatori saltaron giù dalla tavola, e via, con un lume [...]

[...] costrinsero a seguirli. Cecco che era stato tanto allegro alla veglia, per la strada si cambiò a un tratto, non fece più una parola e andò avanti solo [...]

[...] trovarsi d'accordo col passagallo. 210 Si alzò allora sopra un gomito e stette più attenta ad ascoltare. — L'ottava! — Lo stornello! — Il rispetto! Sì [...]

[...] finestra della sua ragazza, e con voce da prima tremante ma poi sicura cantò: Sulla finestra tua c'è nato un fiore, C'è nato un fior che non si cambia [...]

[...] aveva rattristato gli amici. E già uno de' più accorti si preparava ad interrompere con un allegro stornello il tono troppo malinconico che aveva [...]

[...] lampo d'un coltello. "Ah! Cane vigliacco! Chi è stato l'assassino che ha tirato fòri il coltello?!" 212 "Nessuno!" gridò subito Cecco. "Era [...]

[...] l'anello, era l'anello!" E alzò all'aria la destra, nel cui indice luccicava un largo anello d'argento. Pierone rimesse in tasca il coltello e si [...]

[...] tornarono verso il paese affrettando il passo e senza scambiare una parola. Alla svoltata che menava alla casa di Cecco si fermarono un momento per [...]

[...] staccò di dietro un albero e venne a piantarsi in mezzo di strada a gambe larghe e con le braccia incrociate sul petto. "Non mi far del male [...]

[...] furibondo lo poteva arrivare. L'orrore del pericolo dette a Cecco il sangue freddo. Stette un istante con l'occhio alla lama, prese il tempo e si [...]

[...] improvvisamente la presa. Pierone fece altrettanto per avventarsi di nuovo; ma Cecco, agile come un tigrotto, gli scivolò via e si dette a correre [...]

[...] alle finestre gridavano: "Assassini! correte! s'ammazzano! s'ammazzano!" A un tratto s'udì un "Aah!" di rabbia disperata, uno dei contendenti cadde [...]

[...] della piazzetta, in fondo alla quale un cane della campagna passa arruffato dal vento e fiuta sospettoso il terreno. SCAMPAGNATA. È inutile [...]

[...] affari? "Per un giorno," ti rispondono, "non cascherà il mondo." Fa troppo caldo? "Venga la mattina pel fresco." La via dalla stazione al paese [...]

[...] è lunga? "Lo mando a prendere col baroccino." Hai fissato di passar la giornata con un amico? "Meni anche lui...." Insomma gli dissi di sì, e [...]

[...] .... pigliavan più uccelli loro in un giorno che a tutte quest'altre tese in una settimana.... Guardi; lei pigli di qui e su, e ci va' a battere il capo [...]

[...] , facevano a gara a favorirmele, finchè messomi all'imboccatura d'un breve viale che menava alla villa, mi ebbero lasciato salutandomi [...]

[...] sonato il campanello, un giovanotto, in maniche di camicia e col grembiule bianco tirato su e fermato alla cinghia dei calzoni, mi venne ad aprire [...]

[...] . Con permesso." "Andate, andate, giovanotto." Mi messi a sedere sotto la finestra, sfogliando un vecchio album di fotografie, e intanto potei [...]

[...] accorgermi che il mio arrivo aveva destato, davvero, rumore, perchè si sentiva su, al primo piano, un gran sbatacchio d'usci e un gran vai vieni di [...]

[...] campana d'un Gesù bambino di cera, che si vedeva sulla cantoniera, trillavano come se desse il terremoto. Dopo qualche minuto sentii raspare alla porta [...]

[...] , poi una gran pedata; s'apre ed entra un bambino di circa sei anni con una mela in mano mezza rosicata, che si mette a guardarmi e con aria [...]

[...] a fare quassù?" Mi seccava e non risposi. "Sie, sie: tanto lo so, 'un pensate, che ve 224 l'aveva detto mi' padre; ma mi' madre nun voleva [...]

[...] , provai un senso spiacevole come di poco riguardo verso di me; ma fui subito tranquillizzato dalle scuse che mi fece d'essersi fatto aspettare [...]

[...] perchè era andato su in camera a ripulirsi un poco. "Oh! ma le pare.... Dio mio! signor Cosimo." 225 "O bravo, bravo, bravo! Ma che stagione eh? Senta [...]

[...] degnato e ci ha fatto veramente un regalo." "Comandi, signor padrone?" "Andate su, Gostino, fatevi dare dalla padrona le chiavi della credenza e [...]

[...] il naso, porco!" E con un altro scapaccione lo rimesse fuor dell'uscio. "E di frutte, caro lei, anche quest'anno, nulla!" ''Ah!" "Eh! che vòl [...]

[...] scende: s'aspetterà lui." "Aspettiamo lui." 226 "E un bell'originale, sa? un brontolone!... Ma poi di fondo è bono, veh! L'altro giorno, per [...]

[...] esempio, vede? lui soffre tanto di mal di stomaco e, con rispetto, d'un vespajo che ha qui...." Gli anticipati della presentazione furono interrotti [...]

[...] non gli dispiace, tengo in capo perchè è la mia abitudine. S'accomodi, s'accomodi pure." Ci fu un momento di silenzio, eppoi il sor Cosimo [...]

[...] un maladetto falco che m'ha rovinato, guardi, mezza questa mano. O a Firenze ne pigliano?" "Per dir la verità, non ne ho domandato." "O il [...]

[...] torno un momento alla tesa. Il desinare, dite, Cosimo, per che ora?" "Ditegliela voi a quelle donne l'ora che vi fa comodo." 228 "Ah! eccone una [...]

[...] contemplarmi. Per fortuna il signor Cosimo mi levò dall'imbarazzo di trovare un tema per la conversazione e la riattaccò colla politica. Ed essendoci [...]

[...] e comparve la sua sorella, la signorina Olimpia, nubile sulla cinquantina, quella che i contadini m'avevan dato come una letterata. Aveva un [...]

[...] un tralcio d'ellera naturale, e due pendoni di capelli impecettati le scendevano con dolce voluta quasi fino sulle guance leggermente salsedinose [...]

[...] . In una mano aveva l'ombrellino da sole e un mazzetto di vainiglia, e nell'altra un libro dentro al quale teneva l'indice per segno. Si avanzò [...]

[...] con disinvoltura ostentata, e con un inchino a occhi strizzati: "Oh! signore," mi disse, "ella è il benvenuto in questo modesto abituro [...]

[...] pare a lei?" "Eh!... in certo modo.... sì...." "Scusi; non c'è mai un episodio finito. Lei trova Consalvo (quella, già, è rubata dal Tasso [...]

[...] Gostino che in quel momento entrò con una bottiglia e un vassojo di bicchieri. "Sentirà che questo gli garba," mi disse Gostino mescendomi. "Le [...]

[...] , 'gnamo: smettiamo coi complimenti.... Intanto un altro gocciolino di questo, eh?" "Grazie: non lo potrei bere, signor Cosimo. Non sono abituato [...]

[...] ...." "Guardi, ne ripiglio anch'io: per compagnia prese moglie un frate.... Glielo mesco?... Lo butti via, ma glielo mesco." "E allora, se vuole [...]

[...] così, me ne dia un altro sorso per gradire.... Basta.... basta così...." "Nossignore! o pieno o nulla." Ritornò Gostino con altre due bottiglie e [...]

[...] quella gentilezza. Resistei un poco; ma finalmente mi toccò a cedere 236 ed ebbi la malaventura di lodarne la qualità e d'osservare che non [...]

[...] Cosimo. M'infilò a braccetto e, lasciate le donne in salotto, con Gostino avanti che ci faceva lume, mi trascinò in cantina, ora dicendomi "c'è un [...]

[...] tutta ragnateli con quattro botti a una parete e due caratelli in un angolo. Bisognò che mi maravigliassi e che lodassi anch'io qualche cosa, e [...]

[...] .... Nientemeno che il sor Angiolo!!" 238 "Andiamo!" esclamai così per dare un po' di soddisfazione ai suoi entusiasmi. E lui, presa sul serio la mia [...]

[...] razza di talento è quello.... E qui, vede? prima c'era un uscio che metteva nel granajo; ma si fece chiudere per via de' topi. Poi gli farò vedere [...]

[...] di sciorinarmi e di riposarmi un momento, mi messi dietro al sor Cosimo che, per paura del fratello, allungava tanto il passo da tenergli dietro [...]

[...] celebranti imbacuccati nei loro piviali ricamati d'oro che mandavano riflessi abbaglianti secondo che si movevano percossi da un raggio di sole [...]

[...] o un do-re-mi-fa bricconcello 241 che faceva voltare subito lietamente il sor Cosimo verso di me e il Cappellano verso l'organo con due occhi da [...]

[...] , m'ebbe lasciato sotto il porticato della chiesa, mi dette nell'occhio un uomo decentemente vestito, la cui fisonomia non m'era punto nuova; e [...]

[...] quasi pareva che accennasse a un sorriso amichevole e a rivolgermi la parola. Io facevo altrettanto, quando, passandomi per la terza volta vicino [...]

[...] , pronunziò a bassa voce il mio nome; mi venne allora subito in mente il suo, mi voltai e ci abbracciammo con una stretta e un bacio così [...]

[...] vecchi compagni d'Università.... e quante avrei da dartene io!" E qui un assalto di domande: — E del tale che ne fu? — e il tal altro che fa [...]

[...] morto!... è un disgraziato!... scappò e non se n'è saputo più nulla.... è in galera. — E raramente: — sta bene.... vive.... è contento. "E tu [...]

[...] come te la passi?" "Da medico di campagna." "E coi paesani?" "Male." "Perchè?" "Non sono una bestia come loro e sono un galantuomo." 243 "Ti [...]

[...] agiata, la più culta, la più rispettabile persona del paese, un certo signor Cosimo...." "Il mio ospite!" "Sei da lui?" "Sono da lui." "O come mai [...]

[...] indietro un invito simile non mi sarebbe venuto da te." "Ho sei figlioli!" Mi fece strada in chiesa mentre io, standogli 244 alle spalle [...]

[...] amaramente appena ci fummo fermati in un angolo in fondo alla chiesa. "Son tutti lassù. Conosci nessuno? "La famiglia del signor Cosimo e [...]

[...] un certo Proposto delle Siepòle. Teologo profondo, negoziante d'olio, confessore delle monache, mangiatore strepitoso e gran protettore delle [...]

[...] mi fa una guerra accanita spargendo nel contado che sono un eretico, perchè mi rifiutai a fargli un certificato falso di malattia. Credo che fra [...]

[...] d'annacquargli i moccoli. A ogni primiera ammazzata, il Proposto, un giuraddio! e il Cappellano un bacco. E così vanno avanti salvando l'apparenza [...]

[...] uno de' così detti preti spiccioli; è un buon figliolo, povero in canna che con una salute da far pietà s'arrabatta a tirarsi avanti con una [...]

[...] anche di lui; ma ora inginocchiamoci, perchè siamo alla elevazione." 247 Tutto il popolo si prostrò in un solenne raccoglimento e l'organo [...]

[...] , perchè le cose non vanno a modo suo; la canaglia dice che ha paura di dovere interrogare i ragazzi. È un buon diavolo, però, e non ha odio con [...]

[...] altri fuori che col maestro comunale, quel giovanotto pallido lì dalla piletta, perchè sopra un componimento del suo figliolo corresse appetito [...]

[...] il maestro aveva ragione, il benigno compatimento dell'Assessore si convertì in un odio implacabile, e ora cerca tutte le gretole per poterlo [...]

[...] fece ridorare a sue spese il ciborio alla cappella de' sette dolori. Braccò il sindacato per far passare un braccio di strada obbligatoria dalla [...]

[...] fare opposizione in Consiglio, manda via un contadino l'anno e dice ira di Dio del Governo in ogni occasione, non esclusa quella che la brinata [...]

[...] minuti buoni, finchè dopo un i... i... i... i che pareva non dovesse finir più, rotolò sfiatato: issa est. Il sagrestano s'avventò collo spegnitoio [...]

[...] alle candele; i preti allicciarono verso il desinare, e il popolo, dopo un breve raccoglimento, s'affollò alla porta per uscire. Quando fummo [...]

[...] ritrovarmi, accompagnato da varie persone alle quali mi presentò, dandomi di gran manate sulle spalle, scansando il lei e dicendomi un monte di [...]

[...] villanie per dare a credere che con me ci aveva confidenza. Aspettammo un momento il Cappellano e le donne, e tutti insieme ci avviammo, come [...]

[...] potevo più da ogni cosa. E con la signorina Olimpia che ci precedeva sculettando, dopo avermi presentato un'occhiatina ladra e un mazzetto di [...]

[...] gelsomini, entrammo nel salotto da pranzo, tutto parato per le grandi occasioni in un ambiente odoroso di biancheria levata allora allora di fra [...]

[...] le mele cotogne e lo spigo. "Ecco qui," ribattè il sor Cosimo; "noi non si fa complimenti: un po' di minestra, un po' di lessuccio, du' altri [...]

[...] c'è!" Il signor Cosimo gli lasciò andare un calcio di sotto la tavola, che per fortuna non lo prese; ma fra i commensali si sparse istantaneamente [...]

[...] un silenzio glaciale. Le donne sospirarono; gli uomini rimasero a guardare il bambino con due occhi da incenerirlo, e io mi voltai al signor [...]

[...] l'avevan seccato e mi disse che pigliassi un altro po' di pollo. Questa gentilezza di Gostino fu il segnale dell'attacco. Il vino aveva cominciato [...]

[...] a rallegrare la comitiva e più che altri il sor Cosimo. Un contadino venne a dire che al paretajo del signor Cappellano avevano fatto un tiro di [...]

[...] cotesta buona gente. Gostino messe a sdrucciolo il piatto del pollo sul mio, e giù una frana di ciccia da sfamare un can da pagliajo, fatta rovinare [...]

[...] . Qua, qua, Gostino, la voglio stappare da me." Il sor Cosimo in piedi con la bottiglia spianata, cercava un posto della stanza dove rivolgerne [...]

[...] Gostino!" E andò alla finestra dove, dopo che ebbe lavorato un pezzo, adagio, adagio e colla massima precauzione, si sentì a un tratto un gran [...]

[...] del boja come la testa d'un decapitato. "Un'altra, Gostino; sùbito!" E quell'altra venne; ma appena tagliato lo spago fu una catastrofe. Il [...]

[...] , Gostino!" "No, no, basta, signor Cosimo." "Cosimo, per carità...." esclamaron le donne. "Mi parete diventato un ragazzo! brontolò don Paolo. Ma [...]

[...] ' fornai!" dissi ridendo in un certo modo che doveva parere che volessi mordere. La signora Olimpia volle poi che accettassi da lei una stipajola [...]

[...] . "Un uccellino di becco fine, signore," mi disse, " tanto delicato!" "Da lei, signorina, non posso ricusarlo." È l'ultimo! urlai nel fondo del [...]

[...] petto; sacrifichiamoci per uscirne. 258 Grazie, signorina; ma si accerti che faccio un gran sacrifizio." "Gliene sarò riconoscente per tutta [...]

[...] guardarmi con gli occhi stralunati da un accesso di simpatia avvantaggiata dall'ultimo bicchiere d'aleatico che, secondo me, cominciava a lavorare [...]

[...] — e di risa sgangherate tutte le volte che avevano scoperto un nuovo tranello per farmi scoppiare. "Le poesie, Olimpia, le poesie!" urlò il signor [...]

[...] volgevano in un punto verso il fondo della tavola alla sua destra. In quel tempo il signor Cosimo chiamò con 260 voce alterata Gostino, il quale [...]

[...] consueta. "Fra un par d'ore non è altro. Insulti di core. Quando lui s'aggrava un po' di cibo...." "Ma perchè non cerca di moderarsi? " Il sor [...]

[...] Cosimo si rinsaccò nelle spalle. "E gli accade spesso?" domandai. "Tutti i giorni, povero zio!" mi rispose la signora Olimpia. "Ah! è un grand'incomodo [...]

[...] al padrone, il quale gli rispose indispettito che ci buttasse un po' di segatura, che ci ripulisse subito e la facesse finita. "Ooooh! allora [...]

[...] necessità la costringeva ad allontanarsi. Ma io non connettevo quasi più. Gonfio come un rospo e con un cerchio di ferro alla testa, accesi un [...]

[...] un pisolino perchè proprio ero fatto. Quando sentii una gran strappata al campanello che avevo suonato io la mattina arrivando, e i miei ospiti [...]

[...] avanti, su pel viale, un gruppo sciamannato di cinque persone, tre preti e due secolari, rossi come gallinacci, che urlavano e smanacciavano [...]

[...] tra i ferri, 263 a guardare a bocca aperta quello che si faceva dentro. Il sor Cosimo mi prese per un braccio e portandomi avanti, mi presentò al [...]

[...] monosillabi, finchè il Segretario non entrò negli affari del Comune. Prima un po' di maldicenza, eppoi tirò fuori due fogli da far firmare al [...]

[...] — promulghi — avesse gettato la prima pietra d'un grande edifizio, il Proposto delle Siepòle cominciò a parlare de' suoi fiori estatici, che lui gli [...]

[...] tenuti; e lo Stelloni mi fece anche sapere che qualche anno fa andava molto a caccia; ma ora s'era fatto astemio, un po' perchè le gambe non gli [...]

[...] dicevano più il vero e un po' perchè il su' cane più bravo era rimasto alienato nella vista degli occhi, pare, dal grand'umido preso in padule [...]

[...] a una rosa d'ogni mese, tra le cui foglie due api si abbaruffavano dolcissimamente: "Cari insetti!" esclamò. E ruggendo un breve istante Ora [...]

[...] compiacenza di don Paolo che, precedendoci a sbalzelloni, mi raccontava che aveva fatto serbare un bel frusone maschio pel Priore di San Gaggio [...]

[...] stazione c'eran tre quarti d'ora e io volevo, volevo in tutti 268 i modi stare un po' col mio amico dottore, volevo sentire quel che aveva da dirmi [...]

[...] un po' troppo a passare la parte. "Io.... signor Cosimo, mi scusi, ma ho necessità d'arrivare in paese." "Le occorre qualche cosa?" "Sì.... Non [...]

[...] inutile! Dirgli che avevo un appuntamento col medico era lo stesso che tirare uno schiaffo ai padroni di casa. "Andiamo alla tesa. Ma se non [...]

[...] come un calvario. Al capanno accadde una scena violenta perchè trovammo il tenditore addormentato. Si stette lì una mezz'ora senza prender nulla [...]

[...] , vidi da lontano il medico sulla farmacia che mi faceva cenno come per domandarmi: "O dunque?" Io gliene feci un altro come per rispondergli: "Non [...]

[...] so se mi spiego!" Scosse la testa sorridendo e riprese la conversazione interrotta con un contadino che gli sedeva accanto. In coro mi [...]

[...] legnate nelle tempie. E anch'io, 271 in mezzo a quegli energumeni, cominciai a boccheggiare dietro ai cantori, tanto per dare un po' di soddisfazione [...]

[...] di strepitoso come, in quella occasione, avrebbe dovuto fare un forestiero per bene. Ma ero fioco in verità, e anche il sor Cosimo mi tenne per [...]

[...] ne sarebbe avuto per male, che si pigliasse un dito d'aleatico. Il Proposto delle Siepòle attaccò subito la briscola con tre contadini, e noi ci [...]

[...] tirai in faccia come un insulto, rimase lì mogio mogio senza alitare. "Non credevo.... d'averlo offeso.... mi scusi." Povero diavolo! aveva [...]

[...] , il dottore mi salutò accennandomi che ormai ci saremmo riveduti a Firenze, e tirai avanti come un reo d'alto tradimento che di mezzo alla forza [...]

[...] vede i parenti e gli amici che gli tendono addolorati le braccia, e non gli è concesso nè un bacio nè un abbraccio prima di lasciarsi forse per [...]

[...] sempre. Mi voltai indietro e vidi da lontano l'amico che mi diceva: "Addio, addio." Gostino aveva già attaccato; e a quella vista mandai un [...]

[...] sentire: "Ecco, giacchè lei è tanto garbato, vorrà farci un piacere. Guardi, qui gli ho fatto anche la noticina perchè non s'abbia a scordare di [...]

[...] cassetta, Gostino?" "Sissignora; ma si spiccino, se no si fa tardi." «5° Un frusone da portarsi al Priore di San Gaggio.» "L'avete preso [...]

[...] che mi mandi a dire che cosa fanno a quelle tese laggiù. 275 "E qui," disse la signora Flavia, accennandomi un fagotto voluminoso, legato dietro [...]

[...] al calesse, "qui gli ci ho messo un po' d'insalata di campo, che lei ha detto dianzi che anche a casa sua gli piaceva tanto." "Ma io.... veramente [...]

[...] consegnò un foglio piegato in quattro stringendomi con tre scosse la mano, e: "Buon viaggio!..." "Salute, salute, signori!..." "Arrivederlo [...]

[...] ." "Buon viaggio." "Si ricordi di noi." "Ci compatisca." "Torni presto...." "Salute, signori, salute!" Costino dette un pizzicotto alla cavalla, e via [...]

[...] una di quelle risate capaci di rimettere a nuovo un cristiano. Era l'autografo del sonetto di quando vestirono abate il figliolo del Calamai [...]

De Roberto Federico
I Vicerè
11 1894 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 1894 occorrenze

[...] prima ancora che egli avesse il tempo di voltarsi, un legnetto sul quale pareva fosse nevicato, dalla tanta polvere, e il cui cavallo era tutto [...]

[...] . - Don Salvatore?... Che c'è?... Che novità?... Ma quegli fece col braccio un gesto disperato e salì le scale a quattro a quattro. Giuseppe, col [...]

[...] servi 6 già circondavano la carrozzella, si segnavano udendo il cocchiere narrare, interrottamente: - La principessa.... morta d'un colpo [...]

[...] , era malata; però, così a un tratto?... Ma una vociata, dall'alto dello scalone, interruppe subitamente il cicaleccio: - Pasquale!... Pasquale [...]

[...] !... - Ehi, Baldassarre? - Un cavallo fresco, in un salto!... - Subito, corro.... Intanto che cocchieri e famigli lavoravano a staccare il cavallo [...]

[...] sudato e ansimante e ad attaccarne un altro, tutta la servitù s'era raccolta nel cortile, commentava la notizia, la comunicava agli scritturali [...]

[...] presto al capezzale della madre morta! Ed era bianco in viso come un foglio di carta, volgeva sguardi impazienti ai cocchieri non ancora pronti [...]

[...] delle circostanze solenni, s'affrettava verso le scale, liberandosi dagli importuni con un gesto del braccio e un «Vengo!...» spazientito. Il [...]

[...] , il cocchiere maggiore, verde in viso come un aglio, si stringeva nelle spalle: - Tutto a rovescio, qui dentro. Ma Pasqualino Riso, il secondo [...]

[...] cocchiere, gli spiattellò chiaro e tondo: - Non avrete il disturbo di restarci un pezzo! E l'altro, di rimando: - Tu no, che hai fatto il ruffiano al [...]

[...] chiusi su al piano nobile; e poichè il tempo passava senza che l'ordine venisse, qualcuno cominciava ad accogliere un dubbio e una speranza, nella [...]

[...] lassù.... E il dubbio cominciava a divenire per alcuni certezza: doveva esserci un malinteso, 9 la principessa era soltanto in agonia, quando [...]

[...] ?... Ammalata da quasi un anno.... Sola?... Senza nessuno dei figli!....» I meglio informati spiegavano: «Non voleva nessuno vicino, fuorchè [...]

[...] l'amministratore.... Non li poteva soffrire....» Un vecchio disse, scrollando il capo: «Razza di matti, questi Francalanza!» I famigli, frattanto [...]

[...] , sbarravano le finestre delle scuderie e delle rimesse; il fornaio, il bettoliere, l'ebanista e l'orologiaio accostavano anch'essi i loro usci. Un altro [...]

[...] crocchio di curiosi radunati dinanzi al portone di servizio, rimasto ancora aperto, guardavano dentro alla corte dove c'era un confuso [...]

[...] andirivieni di domestici; mentre dall'alto della loggia, come un capitano di bastimento, Baldassarre impartiva ordini sopra ordini: - Pasqualino, dalla [...]

[...] prepari la monaca alla notizia.... Un momento! Salite prima dalla principessa che ha da parlarvi.... Salemi?... Giuseppe, ordine di lasciar [...]

[...] quasi aspettando l'apparizione della stampiglia coi numeri. E la notizia correva di bocca in bocca come quella d'un pubblico avvenimento: «È [...]

[...] figlio.... No, è partito da un'ora.» L'ebanista frattanto, in mezzo a un cerchio di gente, attenta come alla storia dei Reali di Francia [...]

[...] la parentela; e poi i parenti più lontani, gli affini, quasi tutta la nobiltà paesana: i Costante i Raimonti, i Cùrcuma, i Cugnò.... A un tratto [...]

[...] di botto: - Santa fede!... Buon Dio d'amore!... E a un tratto affrettarono il passo, entrarono interrogando costernati il portinaio che dava le [...]

[...] prime notizie: «Non mi sembra vero!... Un fulmine a ciel sereno!....» Poi salirono per lo scalone con Baldassarre che risaliva anch'egli in quel [...]

[...] ritmicamente, guardando per aria a bocca aperta; discosta, in un angolo di divano, Lucrezia stava ingrottata, con gli occhi asciutti. - Ma com'è [...]

[...] avvenuto, così a un tratto? - insisteva don Mariano. E la principessa, aprendo le braccia: - Non so.... non capisco.... È arrivato Salvatore dal [...]

[...] Belvedere, con un biglietto del signor Marco.... Lì, su quella tavola, guardate.... Giacomo è partito subito. - A bassa voce, rivolta a don [...]

[...] spiega niente!... E hanno avvertito gli altri?... hanno dispacciato?... - Io non so.... Baldassarre.... - Morire così, sola sola, senza un figlio [...]

[...] , un parente! - esclamava don Mariano, non potendo darsi pace; ma don Giacomo: - La colpa non è di questi qui, poveretti!... Essi hanno la [...]

[...] frase. Don Mariano tirò un sospiro doloroso e andò a mettersi vicino alla signorina. - Povera Lucrezia! Che disgrazia!... Avete ragione!... Ma fatevi [...]

[...] animo!... Coraggio!... Ella che se ne stava a guardare per terra, battendo 13 un piede, levò la testa con aria di stupore, quasi non [...]

[...] comprendendo. Ma, come udivasi un frastuono di carrozze che entravano nel cortile, don Mariano e don Giacomo tornarono ad esclamare, a due: - Che [...]

[...] neppure accorta dell'arrivo del fratello. Il monaco si mise a passeggiare da un capo all'altro della sala, asciugandosi il sudore del collo e [...]

[...] come un trottolone, soffermavasi dinanzi agli usci, guardava in fondo alla sfilata delle stanze, pareva fiutasse l'aria, borbottava: «Che fretta [...]

[...] donna Graziella intervenne: - Aspettiamo un altro poco; forse il cugino tornerà egli stesso. Il Priore e la duchessa tornarono a domandare [...]

[...] consegnato un abitino della Madonna perchè lo mettessero indosso alla morta. - Toccante tratto di pietà filiale! - sussurrò don Cono a don [...]

[...] spalle, esclamando forte, in modo che lo udirono sino nella corte: - Non facciamo pulcinellate. Donna Graziella si strinse nelle spalle, con un [...]

[...] gesto di rassegnazione dolente. E il monaco, scorto il marchese che era tornato con la moglie dalla badia, l'andò ad afferrare per un braccio e [...]

[...] , tonando: - Ah, no? E andate un poco a farvi friggere, tutti quanti!... Finito di dar ordini alla servitù, Baldassarre aveva adesso un altro gran [...]

[...] il principe? Forse che pare si rammenti d'averle voluto bene in un certo modo?...» Per questo, molti lodavano l'opera della morta: ella aveva ben [...]

[...] donne esclamarono: - Figuriamoci! Un santo come lui!... E Frà Carmelo: - Un vero santo! Non c'è monaci che gli possano stare a paragone. Non per [...]

[...] strizzatina d'occhi. - È un'altra cosa. Tutti gli uomini possono esser formati a un modo?... Ma bravo anche lui!... Signore anche lui!... E giusto il [...]

[...] discorso era a quel punto, quando un lontano rumore di carrozza con le sonagliere fece tacer tutti. Giuseppe, guardato dallo sportello, spalancò il [...]

[...] Chiara. - Non è venuto?... Ah! - Egli si battè a un tratto la fronte. - Dovevo passar io ad avvertirlo!... Me ne sono scordato!... Baldassarre [...]

[...] la manica, domandando: - E il testamento? Il principe, con un altro tono di voce, non più dolente, ma premuroso, pieno di scrupoli: - Il signor [...]

[...] tempo, a chi di ragione.... Il signor Marco possiede però un documento che riguarda i funerali.... Credo che di questo si debba dar subito [...]

[...] lettura.... E il signor Marco, tratto di tasca un foglio, lesse in mezzo a un profondo silenzio: «In questo giorno, 19 maggio 1855, trovandomi sana di [...]

[...] . 24 Don Blasco, che soffiava come un mantice, non aspettò neppure che l'adunanza si sciogliesse. Afferrato il marchese per un bottone del [...]

[...] : Brusa, il pittore, sollecitava l'appalto della decorazione pel funerale solenne della principessa.... - Come sapete che ci sarà un funerale solenne [...]

[...] gran cerimonia, senza un gran scialacquo di quattrini, e ognuno sperava di guadagnarne. Raciti, il primo violino del Comunale, voleva offrire [...]

[...] : - Ma andate al diavolo!... Ho altro da fare, adesso! 25 Un formicaio, la chiesa dei Cappuccini nella mattina del sabato, chè neppure il [...]

[...] Giovedì Santo tanta gente traeva a visitarvi il sepolcro. Tutta la notte era venuto dalla chiesa un frastuono di martelli, d'ascie e di seghe, e le [...]

[...] , per avventura... Alla fine, don Cono si decise anch'egli ad entrare; ma, separato dal compagno, fu travolto, come un chicco di caffè nel macinino [...]

[...] dove si vedeva, attraverso un vetro, la cassa antica rivestita di cuoio, che racchiudeva il corpo della santa donna; poi tentavano tornare verso [...]

[...] il centro della chiesa per leggere le iscrizioni attaccate intorno agli altari, ma la folla era adesso compatta come un muro. Don Cono Canalà, dato [...]

[...] unita col cavaliere don Eugenio.... Io ho curato sovra tutto la forma.... Bramerei vedere le altre: temo non abbian preso un qualche abbaglio, in [...]

[...] , morte e miracoli della principessa: «Adesso i suoi figli potranno respirare! Li ha tenuti in un pugno di ferro.... I suoi figli: quali [...]

[...] ci avrebbe messo anche l'altra!... Maritò Chiara perchè questa non voleva maritarsi!... Tutto per amor d'un solo, del contino Raimondo.... - Ma [...]

[...] il padre?... - Il padre, ai suoi tempi, non contava più del due di briscola; la principessa teneva in un pugno lui e il suocero!...» Però tutti [...]

[...] ancora di scorgere i caratteri, don Cono che la sapeva a memoria, recitò l'epigrafe al barone, fermandosi un poco a ciascuna parola, più a lungo [...]

[...] scalinate un vasto sussurro perchè i rintocchi del mortorio annunziavano finalmente la partenza del corteo dal palazzo. Intorno alla casa [...]

[...] di famiglia: altri due tiri a quattro, cinque tiri a due, e poi ancora un altro gruppo di gente: una quarantina d'uomini, la più parte barbuti [...]

[...] a prendere i primi posti, tiri a due che rinculavano scalpitando tra un fitto scioccar di fruste; e i curiosi, a rischio di lasciarsi pestare [...]

[...] Roccasciano.... Il barone Grazzeri... i Cùrcuma... i Costante... non manca nessuno!... Di repente tutti si volsero a un lontano vocìo: - Che è?... Che [...]

[...] soprusi!... Il cocchiere del marchese Trigona, appunto, quantunque guidasse un trespolo tirato da due ronzinanti, non voleva mettersi in coda dove [...]

[...] . Bisognò girare la situazione, aprire un varco fra la turma che gremiva la salita del Santo Carcere e di San Domenico e portare il feretro dal convento [...]

[...] lo diseredasse? «Nossignore: tutto andrà al primogenito: è vero che non lo poteva soffrire, ma è il capo della casa, l'erede del principato!...» Un [...]

[...] !... Un bambino, mezzo soffocato tra la calca, si mise a strillare; un mendicante, riuscito ad entrare, inciampò contro un gradino d'altare e cadde [...]

[...] , dai tanti ceri; il movimento dei frati e dei sagrestani cresceva; sul palco della musica accordavano gli strumenti, un clarino sospirava, gli [...]

[...] archetti stridevano, un contrabasso borbottava; e Baldassarre, aiutato dai camerieri di tutta la parentela, vestiti di nero anch'essi, faceva [...]

[...] !... Tanta penitenza con un funerale da regina! A voce più bassa le male lingue aggiungevano: - Dopo l'allegra vita! Accanto alla pila dell'acqua [...]

[...] santa, in mezzo a un crocchio di nobilastri invidiosi e a corto di quattrini, don Casimiro Scaglisi annunziava: - E il principe? Non sapete che ha [...]

[...] da sua madre. Ma che vuol dire? Babbeo o no, il principe non voleva nessuno dei suoi tra i piedi!... Vi dico che lo so di sicuro! Un altro [...]

[...] DALL'INTERCESSORA PARENTE. - Bellissitno! Bravo!... Bene l'intercessora.... - esclamarono in coro; ma un sst prolungato passò di repente di [...]

[...] morirono, tutte le teste si volsero verso i sonatori. In mezzo all'attenzione generale don Casimiro urtò a un tratto col gomito i vicini, esclamando [...]

[...] silenzio fattosi come per incanto, l'orchestra intonava il preludio: un lungo gemito, suoni rotti in cadenza come da brevi singulti si diffondevano [...]

[...] , al sordo vocìo sottentrò un raccoglimento profondo. - Guardate!... - ripetè don Casimiro, nel gruppo accanto alla pila. - È venuto a dirle l'ultimo [...]

[...] rammento piangere come un bambino... come un disperato.... quando la morta lo lasciò per Felice Cùrcuma.... dopo quello che c'era stato fra loro [...]

[...] apparente: la principessa, una volta, non aveva fatto citare dinanzi al giudice il suo calzolaio perchè le restituisse il prezzo di un paio di [...]

[...] riconsegnarlo alla padrona? - Più sono ricchi, cotesti porci, più sono spilorci!... Un ztti! imperioso troncò le chiacchiere: l'orchestra intonava il Che [...]

[...] dirò io misero? e la gente che stava attenta alla musica non voleva esser disturbata. Ma dopo un momento le conversazioni si riannodarono. 36 [...]

[...] udisse. - Un colpo al cerchio e un altro alla botte! - esclamava don Casimiro accanto alla pila. - In questa casa chi fa il rivoluzionario e chi il [...]

[...] Benedetto Giulente?... Il barone Carcaretta, unitosi ai maldicenti protestò: - Non daranno mai un'Uzeda a un Giulente! E don Casimiro: - Per questo [...]

[...] l'aspettano, e non parte subito? Che sta macchinando? - A voi che importa? - A me? Un fico secco! Io non faccio il lavapiatti a nessuno! - I [...]

[...] giustamente: «Serbami un posto nel gregge.» Ma don Casimiro non voleva riconoscere che il dispiacere di non goder più dell'intimità degli Uzeda lo [...]

[...] operavasi un rimescolamento nella folla: alcuni tentavano uscire, la più parte mutavan di posto, giravano intorno al catafalco, andavano a leggere le [...]

[...] stare un giorno senza abbracciarsi e baciarsi.... - Parmi sconvenga.... 38 - Prudenza, signori miei.... siamo in chiesa! Giusto, la ripresa [...]

[...] principio, implorava il Requiem. «È finito?.... Se Dio vuole!» E un rimescolamento generale: chi era rimasto lontano dal catafalco e dalle iscrizioni [...]

[...] . «Adagio!... I piedi! .... Che maniera!» e dominando quel vocìo veniva dalla piazza un incessante scalpitar di cavalli: le carrozze del corteo funebre [...]

[...] ella smontò senza appoggiarsi. «Più bella che mai!» giudicavan le donne che le si appressavano rispettosamente, «quantunque un po' dimagrata, in [...]

[...] e di donna Ferdinanda. Quest'ultima, quando la nipote le baciò la mano, borbottò un: «Ti saluto» freddo freddo; quanto a don Blasco, non le [...]

[...] d'affetto lo seccavano visibilmente. Poi il principe lo condusse via, e tutti ripresero i loro posti e i discorsi interrotti. In un gruppo di [...]

[...] sproloquio?... Dalla parte delle donne la principessa se ne stava in un angolo, un po' alla larga, per evitar contatti. Donna Ferdinanda, seduta [...]

[...] raccontava alla baronessa Cùrcuma un suo sogno, la madre che le era apparsa con tre numeri in mano: 6, 39 e 70, sui quali avea giocato dodici tarì [...]

[...] giudicava povertà il lusso dei moderni funerali a paragone di quello di un tempo: «Nel 1692 fu perfino emanato un bando, in via di prammatica, per [...]

[...] Padre Gerbini: il Benedettino reggeva galantemente sul braccio un velo della dama. Questa baciò tutte le Uzeda, fuorchè la principessa, la quale [...]

[...] eravate a Milazzo.... Una sola bambina finora?... Il conte aspetta un maschietto, naturalmente. Felice voi che avete una bambina: v'invidio, contessa [...]

[...] e cerimoniose. Egli prendeva le morbide e bianche mani femminili, le teneva un poco fra le sue egualmente bianche e inanellate, poi le baciava [...]

[...] altro tono di voce o stringendogli la mano - in questa triste circostanza... - Sospirò un poco, poi ricominciò: - Giusto la contessa mi diceva che [...]

[...] s'avvicinò un momento per stringergli la mano ed esprimergli il proprio rammarico. - Tuo zio il duca arriva domani? - Così m'ha detto Giacomo. - E del [...]

[...] si fosse confidata proprio a nessuno? a qualcuno dei cognati? a un uomo d'affari, al- meno? Di botto don Blasco, lasciando in pace Cavour e la [...]

[...] contrario, che l'erede sarebbe stato il principe, con un forte legato al conte; e il generale confermava: «Sicuramende, l'erede del nome!» ma il [...]

[...] vederla, potevano avergli un poco nociuto; ma la preferenza dimostrata dalla principessa a quel figliuolo era stata troppo grande perchè in un [...]

[...] perfino la morte della madre; il principe invece aveva un aspetto più grave del consueto, quale conveniva alla tristezza di quei giorni; egli [...]

[...] conto a tanti.... - E poichè suo fratello il Priore se ne andava anche lui, insieme col Vescovo, li avvertì entrambi, essendo Monsignore un altro [...]

[...] avesse dato l'esempio, restò ancora un poco a cicalare con le signore; poi se n'andò anche lui. Restò, sbraitando contro i rivoluzionari e la [...]

[...] barbarico anzichè no. Il nobil corsiere rigava di sangue la via finchè cadeva spirando l'ultimo fia.... A un tratto don Cono esclamò: - Contessa, gran [...]

[...] riconobbero: quand'era partito per Palermo aveva un bel collare di barba alla borbonica, adesso invece s'era lasciato crescere il pizzo che dava [...]

[...] un altro carattere alla sua fisionomia. Tutti i nipoti gli baciarono la mano; egli s'informò della disgrazia e si scusò per non esser venuto più [...]

[...] noni annunziati da Baldassarre: Raspinato, Zappaglione, sgranava tanto d'occhi; don Blasco, da canto suo, soffiava come un mantice; ma il peggio [...]

[...] ; ma, al fresco, le teste calde si sarebbero subito sedate. - Perchè non fate venire altra truppa? Perchè non date un esempio?... Il bastone ci [...]

[...] diretto al principe, che se lo prese; ma don Blasco girava gli occhi stralunati come se, avendo un boccole di traverso, facesse sforzi violenti [...]

[...] . - Sarà aperto domani.... Entrò a un tratto il duca che strinse la mano all'Intendente e gli si mise a sedere a fianco. Allora don Blasco s'alzò [...]

[...] non ci fosse un certo articolo 948 nel Codice civile che canta chiaro! - E sempre rivolta al ragazzo il quale la guardava con gli occhi sgranati [...]

[...] , recitò gestendo con un dito e cantilenando: - Potrà domandarsene l'istituzione (del maiorasco) da quegl'individui i di cui nomi trovansi [...]

[...] credere d'averla ridotta al silenzio, la ragazza riprese: - I Giulente sono nobili di toga. Un risolino fine fine della zitellona le rispose [...]

[...] mastri notai si credono altrettanti principi!... Un tempo c'erano i baroni da dieci scudi, oggi ci sono quelli da dieci baiocchi.... Allora la [...]

[...] disporre ogni cosa nella Galleria dei ritratti per la lettura del testamento. Il principe era stato un poco esitante sulla scelta del luogo dove [...]

[...] , l'amministratore generale fece disporre una gran tavola coperta da un antico tappeto e provveduta d'un monumentale calamaio d'argento. Intorno alla tavola [...]

[...] le orecchie erte come un gatto, con le narici aperte quasi a fiutare la preda. Subito dopo apparve donna Ferdinanda; e la servitù, giù nella [...]

[...] moglie. Mentre il fratello minore, però, saltava da un discorso all'altro con grande disinvoltura, il principe faceva lunghe pause, durante le [...]

[...] quali i suoi occhi si fissavano, corrugati, e un pensiero molesto gli velava la fronte. Quando finalmente Ferdinando spuntò, stralunato, assonnato [...]

[...] testimoni presero posto alla tavola; gli altri sederono sui divani tutt'intorno: la principessa appartata in un angolo; donna Ferdinanda con [...]

[...] il notaio, e ad un gesto d'assenso del principe cavò dalla cartella un plico sul quale tutti gli occhi si fermarono. Accertata l'incolumità dei [...]

[...] suggelli, riscontrate le firme, egli aprì la busta e ne tolse un quadernetto di due o tre fogli. Dopo un breve scambio di cerimonie col giudice [...]

[...] , questi, in mezzo a un religioso silenzio, cominciò finalmente la lettura: «Io, Tereza Uzeda nata Risà, principessa di Francalanza, e Mirabella [...]

[...] solamente da udir meglio, ma da verificare con l'occhio la fedeltà della lettura. Il principe teneva le braccia incrociate sul petto e il capo un po [...]

[...] ' chino; Raimondo batteva un piede, guardando per aria, seccato. «Di tutta questa sostanza io sono l'unica e sola donna e padrona, sì per la [...]

[...] ampia e piena fede il testamento del benamato mio sposo Consalvo VII, il quale dice così....» Il giudice sostò un momento per osservare: - Credo che [...]

[...] dice così: «Sul punto di rendere a Dio l'anima mia, non avendo nulla da lasciare ai miei figli, perchè, come essi un giorno sapranno, il nostro [...]

[...] patrimonio avito fu distrutto in seguito a disgrazie di famiglia, lascio ad essi un prezioso consiglio: di obbedir sempre alla loro madre e mia [...]

[...] fermarono sul lettore, don Blasco chinossi ancora un poco per meglio vedere lo scritto «eredi universali....» e le labbra del principe ebbero a un [...]

[...] l'atteggiamento da sfinge; soltanto era un poco pallido; Raimondo pareva non accorgersi dei sorrisi di congratulazione che gli rivolgevano; donna Ferdinanda [...]

[...] rimpianto e di modestia ad un tempo; ma sopratutto d'ammirazione secondo che il giudice leggeva le pietose disposizioni dei paragrafi seguenti [...]

[...] amministratore e procuratore generale signor Marco Roscitano, i cui eccellenti servigi non potendo essere paragonati a quelli d'un servo, non sono da [...]

[...] compensare con moneta.» Il signor Marco era diventato rosso come un pomodoro: o per le lusinghiere parole, o perchè non gli toccava altro che parole [...]

[...] ammirativi, le scrollate di capo di ringraziamento erano stati generali; ma appena la voce del lettore si spense, il silenzio fu, per un istante [...]

[...] , così profondo che si sarebbe sentito volare una mosca. A un tratto il principe, spinta indietro la sua seggiola: - Grazie a voi, signori ed amici [...]

[...] Raimondo, consolandosi con tutti: - Non c'era veramente bisogno della lettura!... Si 59 sapeva bene che la felice memoria non avrebbe.... Un [...]

[...] come un calabrone, acchiappò Ferdinando mentre il presidente gli stringeva la mano e lo trasse nel vano di una finestra: - Spogliàti! Spogliàti [...]

[...] ! Siete stati spogliàti! Spogliàti come in un bosco!... Rifiutate il testamento, domandate quel che vi tocca! - Perchè? - disse il giovane [...]

[...] moglie.... - rispose il marchese; 60 ma allora il monaco, guardatolo un momento fisso, lo mandò a carte quarantotto come quell'altro babbaccio [...]

[...] proprio parere, non rispondeva al cicaleccio degli astanti: «Il giusto!.... Tutti trattati bene!... Un modello di testamento......» E la cugina [...]

[...] uscì fuori dei gangheri: — E andate un poco a farvi più che benedire, tu, Federico, tutti quanti siete, compreso io, più bestia di tutti che me ne [...]

[...] prendo!... Qui ! — ordinò a Baldassarre che andava a servire la contessa, e preso una gramolata, la bevve d'un sorso, per temperar la bile che gli [...]

[...] presidente: «Un angelo! Tutto quel che è interesse mondano non l'ha mai toccato! Vivo esempio di virtù evangelica....» e il presidente, con la [...]

[...] , ridottosi in un vano di finestra con lo zio duca: - Ha udito Vostra Eccellenza ?... - gli diceva con riso amaro. — Quel che pareva impossibile è vero [...]

[...] fratello!... A 62 me dispiace per quest'intrusa, che metterà ancora un altro poco di superbia.... Pesavano sulla contessa Matilde gli sguardi [...]

[...] cenno al maestro di Casa di servire un'altra o un altro. E adesso rimaneva lei soltanto; ma donna Ferdinanda, fatto venire il principino Consalvo [...]

[...] , che l'eredità andasse spartita in un modo piuttosto che in un altro, importava meno d'un fico secco; ma fin da quando egli era entrato al convento [...]

[...] ; e glie n'era naturalmente venuta una smania di godimenti, un'ingordigia di piaceri che ancora non sapeva precisare egli stesso; quando un bel [...]

[...] secondo la moda, non costretti portar la tonaca che pesava a don Blasco più che a un servo la livrea. L'acrimonia del Benedettino, il suo dolore [...]

[...] Consalvo VII alla figlia d'un semplice barone contadino, se costei non avesse colmato coi quattrini la distanza che la separava da un discendente [...]

[...] quasi trent'anni, la promessa; dieci più di Consalvo VII, essendo nata nel 1795 e non avendo potuto trovare per molto tempo un partito conveniente [...]

[...] dal padre nel paesetto nativo le veniva un bisogno di comando, d'autorità, di supremazia che ella volle esercitare nella sua nuova casa. Il [...]

[...] stesso furono costretti a lasciar le redini in mano alla moglie e nuora. Donna Teresa salvò infatti la casa, ma vi esercitò un potere tirannico al [...]

[...] un abito alla sarta, nè comprare un cappellino o un paio di guanti, senza che il monaco criticasse l'occasione della spesa, la qualità [...]

[...] dell'oggetto e la scelta del negozio. Ma don Blasco non risparmiava neppure gli altri parenti; non il padre, che aveva prima ingoiato un patrimonio e [...]

[...] non con un lungo discorso, confermando in tal modo le ciarle sparse sul conto della cognata, spiattellando poi in tutte sillabe il nome che [...]

[...] tutti gli altri, al capo della casa: adesso, per puro capriccio, per una pazzia furiosa, toccava a quel Raimondo che era stato educato come un [...]

[...] qualche zio i quattrini occorrenti a portar con decoro quel titolo. Poichè era inteso che un altro Uzeda, in questa generazione, doveva entrare a San [...]

[...] Lodovico il monastero dei Benedettini come un luogo di eterna delizia, dove la vita passava, senza cure dell'oggi e senza paure del domani, tra [...]

[...] , prima di pronunziare i voti, esitò un momento, comprendendo sul punto di compierlo la gravezza del sacrificio che gl'imponevano, fatto accorto da [...]

[...] come un disperato per arricchire e portava tanto di coltello sotto i panni; don Lodovico, più fine, più istruito e sopratutto più accorto, più [...]

[...] altro, ai gradi supremi. Ai Benedettini, infatti, c'era un regno da conquistare: l'Abate era una potenza, aveva non so quanti titoli feudali, un [...]

[...] faceva la concorrenza e ardiva mettersi di fronte allo zio, mancò poco non gli pigliasse un accidente. Quello che gli uscì di bocca contro [...]

[...] bene a Chiara nonostante l'avversione dimostratagli dalla ragazza; anzi per questo appunto don Blasco ci aveva sguazzato, potendo scagliarsi a un [...]

[...] «sciocca e pazza tanto» da rifiutare un partito «come quello!...» Resistendo alla madre, Chiara veramente avrebbe dovuto riscuoter lodi e [...]

[...] ; ma l'odiato era l'erede del titolo, il futuro capo della casa; e il preferito, nonostante il sacrificio di Lodovico, un semplice cadetto: per [...]

[...] vivere fin ad un certo punto libero e a modo suo. Verso le donne, invece, ella aveva nutrito un più profondo ed eguale sentimento di repulsione e [...]

[...] nascita, per una colpa imperdonabile commessa nel venire al inondo. Dopo un anno di matrimonio, donna Teresa era vicina a partorire: aspettava un [...]

[...] , naturalmente!» E che s'era visto, infatti? S'era visto che fin a quando la madre l'aveva tenuta in un pugno di ferro, questa figliuola 72 aveva sempre [...]

[...] il diavolo la faceva andar indietro, non gli avesse ingiunto di rimanere al suo posto. Così, quand'egli rivedeva la ragazza, seduta in un angolo, a [...]

[...] impressione come tutti gli Uzeda, Chiara non aveva voluto sentirne di quel promesso, per l' unica e sola ragione che era un poco pingue; ma, una volta [...]

[...] botte; e inutilmente fratelli, gli zii, il Padre confessore le avevano spiegato che se era un po' grasso, il marchese aveva un cuor d'oro, e che la [...]

[...] chiusa a chiave in un camerino buio, senza vesti, con poco cibo; poi l'aveva cominciata a picchiare con le mani nocchiute che facevano male [...]

[...] legge! Ma da un giorno all'altro, quando uno meno se l'aspettava, senza perchè, cangiavano di botto; dove prima dicevano bianco, affermavano [...]

[...] abbracciati che si tenevano per mano?... «cose da far trasecolare!» gridava don Blasco. La gente di servizio, i famigliari, gli amici, scherzarono un [...]

[...] marito, fino al punto che egli non potè tardare un quarto d'ora a rincasare senza che ella gli mandasse dietro tutta la servitù, fino ad esser [...]

[...] dolore era quello di non avere un figliuolo da lui, dopo tre anni di matrimonio, dopo avere annunziato quattro o cinque volte, per troppa fretta, la [...]

[...] , il suo orgoglio di principessa di Francalanza non poteva consentire che la gente vantasse la generosità del genero nel prendersi Chiara senza un [...]

[...] contro al marchese pel matrimonio con Chiara, e contro Chiara per la repentina conversione dall'odio all'amore verso il marito, aveva fatto un torto [...]

[...] estremo ad entrambi della finzione a cui s'eran prestati per obbedir quella pazza da legare della cognata. Un altro torto più grosso, forse più [...]

[...] testamento, il furioso Cassinese dimenticava adesso le bestialità di Federico e di Chiara per dar loro un nuovo assalto, per deciderli a muoversi [...]

[...] , dando loro in realtà «quattro grani!» Chiara, specialmente, era spogliata «come in un bosco» giacchè il testamento non diceva parola del legato [...]

[...] del canonico Risà. Questo ora un altro pasticcio combinato tempo addietro da donna Teresa. Tra gli altri argomenti per vincere la resistenza di [...]

[...] , tirato in ballo un suo zio, il canonico Risa di Caltagirone, il quale prometteva un legato di cinquemila onze a favore della pronipote quando la [...]

[...] mano, intento a lavorar da stipettaio o da giardiniere, in manica di camicia, come un operaio o un contadino. Da bambino era stato così, Ferdinando [...]

[...] nessuno riusciva a trovarlo, o si rifugiava nella bottega dell'orologiaio, suo grande amico, dal quale facevasi insegnar l'arte. Un giorno, per [...]

[...] , maturando il suo piano della generale spogliazione a favore del primogenito e di Raimondo, tutto il podere, stipulando però un contratto in piena [...]

[...] donna Teresa fu un affare: innanzi tutto ella risparmiò le trentasei onze all'anno del fattore, giacchè Ferdinando andò subito subito a stabilirsi [...]

[...] specie di cuccetta da marinaio, costruiva da sè tavole e seggiole, e la casa pareva un arsenale dalla tanta roba che 80 v'era sparsa; seghe [...]

[...] , pialle, trapani, pulegge, zappe, picconi; e poi un assortimento di assi e di travi, e sacchi di farina per fare il pane, provviste di polvere, una [...]

[...] scansia di libri, tutta la roba che un naufrago può salvare dalla nave prima che questa si sfasci. Fin dal primo anno, però, egli non aveva potuto [...]

[...] l'altra nel libro dell'avere tutte le somme che ogni anno egli le dava di meno. Esse formavano già un discreto capitale che il Babbeo non sapeva [...]

[...] . Per lui quella proprietà valeva più d'un feudo; a scambiarla per tutta l'eredità dei fratelli maggiori temeva di rimetterci. Come se questo non [...]

[...] soltanto cinque onze e due tarì di contanti, e un titolo di rendita di cento ducati, il monaco corse alle Ghiande come impazzito. - Hai visto? Hai [...]

[...] ! Quasi che quello strozzato contratto tra madre e figlio non fosse stato immorale, quasi che la principessa non avesse a bella posta stabilito un [...]

[...] possibilità di tenerle tutte per sè, un giorno gli cantò: 83 — E finalmente se perderai questo fondo, ne acquisterai in cambio un altro che varrà [...]

[...] arrossì come un pomodoro; poi, ricuperata la voce, dichiarò: — Eccellenza, sa come dice il proverbio? Ne sa più un pazzo in casa propria che un [...]

[...] quattrini, non avrebbe potuto mai trovare un partito conveniente — e l'eccezione del marchese Federico confermava la regola; — finalmente perchè [...]

[...] agli stessi zii, tiranneggiata un poco anche da Chiara che per avere cinque anni più di lei faceva la grande; unicamente voluta bene e protetta [...]

[...] ; ma dimostrava come poteva a Lucrezia il bene che le voleva. Maggiore appena d'un anno, egli giocò con lei, le diede i balocchi da lui stesso [...]

[...] alla sorella per la quale non si faceva la spesa d'un maestro. Del resto la compagnia e la protezione di Ferdinando non fu la sola di cui godè [...]

[...] Eccellenza non s'è accorta come la guarda?» Lucrezia si fece rossa più d'un papavero, e da quel giorno i suoi occhi andarono spesso al balcone del [...]

[...] giovanotto. Però, finchè la principessa ebbe buona salute, la cosa non uscì da questi termini e nessuno la sospettò. Un brutto giorno donna [...]

[...] Teresa, già malandata, si svegliò con un doloretto al fianco, del quale sulle prime non si curò, ma che un anno dopo doveva condurla al sepolcro [...]

[...] , e tutti si scatenarono contro Lucrezia. I Giulente, venuti circa un secolo addietro a Catania da Siracusa, appartenevano a una casta equivoca [...]

[...] dovuto scegliere quelle ridotte a corto di quattrini, perchè una ragazza nobile e ricca ad un tempo non avrebbe mai sposato un Giulente. Per [...]

[...] don Lorenzo non possedeva un baiocco: per questo, forse, trescava coi rivoluzionarii. Benedetto, un po' per l'esempio dello zio, un po' pel soffio [...]

[...] non arriva all'uva! gridava la zitellona — e per questi suoi sentimenti, quantunque tutta la sostanza del padre dovesse un giorno spettargli [...]

[...] a lui; e con chi? con un Giulente, un liberale, un avvocato! Ora, dopo la lettura del testamento, dopo le difficoltà opposte da Chiara, dal [...]

[...] fra un paio di anni, avrebbe chiesto la sua mano; e che il duca d'Oragua, tanto amico di suo zio don Lorenzo, li avrebbe sicuramente sostenuti; ma [...]

[...] testamento, egli confermava il consiglio di non far nulla contro il principe; un po' per le ragioni antiche, un po' per non parere ingordo della [...]

[...] quant'è buono? Vuol bene a Vostra Eccellenza, non ai quattrini! Un altro che avesse uccellato alla dote, che cosa avrebbe risposto? - Facciamo la [...]

[...] lite!....» Egli era 89 veramente un buon giovane, studioso, un po' esaltato, infiammato dalle dottrine liberali dello zio, bruciante d'amore [...]

[...] impegnato definitivamente, avrebbe preso realmente un partito, non avrebbe potuto più dar torto a chi prima aveva dato ragione, e viceversa; o [...]

[...] principessa aveva riposto tutto il suo affetto, un affetto cieco, esclusivo, irragionevole, sopra Raimondo. E la protezione della madre era molto più [...]

[...] lasciavano i lividi dove cadevano. Il ragazzo s'ostinò un pezzo, fino a mutare la freddezza della madre in odio deciso; poi, accortosi di [...]

[...] Raimondo il titolo di conte; avara, anzi spilorcia, largheggiò soltanto col beniamino; Giacomo non ebbe mai un baiocco, e i suoi abiti cadevano a [...]

[...] brandelli quando l'altro pareva un figurino. Se Raimondo esprimeva un'opinione, subito era secondato, o per lo meno non deriso; Giacomo non potè [...]

[...] novità?... Giacomo voleva anch'egli ritoccare la pianta della casa, ma la madre non gli lasciò neanche attaccare un chiodo; e il Benedettino andava [...]

[...] un bacino, le vesti abbondanti che chiudevano il corpo come scaglie di testuggine, non riuscivano a nascondere la sveltezza elegante delle forme nè [...]

[...] accasati; ma la principessa, come sempre, s'infischiò delle regole e pensò di trovare un partito a Raimondo prima ancora che a Giacomo. Morendo lei [...]

[...] un ramo storto che avrebbe fatto concorrenza al diritto; ma per la stessa passione ispiratale dal giovane: all'idea che un'altra donna gli [...]

[...] delle ragazze della città e neppure nella provincia; ma cominciò invece a cercargli un partito a Messina, a Palermo, più lontano ancora, nel [...]

[...] . Alla fine, per mezzo d'un monaco Benedettino compagno di don Blasco, Padre Dilenna di Milazzo, fermò la sua scelta sulla figlia del barone Palmi [...]

[...] principessa, un poco appunto per questa considerazione della maggiore ricchezza, un poco perchè non era mai andata d'accordo con la sorella, anzi [...]

[...] padrona dei quattrini e potendolo minacciare di diseredarlo. «Neppure un grano!» gli diceva, freddamente, facendo scattar l'unghia del pollice [...]

[...] contro i denti; «non avrai neppure un grano!...» e la poca simpatia dimostrata a quel figliuolo e la passione per Raimondo e il matrimonio [...]

[...] principe l'addestrò ad obbedirgli a un semplice muover di sguardi; quando ella ebbe bisogno di comperare una matassa di cotone o un palmo di nastro [...]

[...] , le convenne chiedere a lui i baiocchi occorrenti — e in dote gli aveva portato centomila onze. La sua missione fu quella di dare un erede al [...]

[...] marito, di perpetuare la razza dei Vicerè; compitala, ella fu considerata come una bocca inutile, peggio d'un lavapiatti; perchè i lavapiatti [...]

[...] madre gli dava in un anno. Solo a lui, anche, era stato consentito di arrivare sino a Firenze, ma quella rapida corsa, mettendo in corpo al [...]

[...] invece a cercare un partito lontano, non poteva ammettere che suo figlio amasse quest'altra donna, che le fosse fedele, che le si credesse legato [...]

[...] Grazzeri! Ma a coronar l'opera mancava proprio il matrimonio di Raimondo!... Ammogliare un altro figliuolo? Creare una seconda famiglia? Venir [...]

[...] , anzi la sua propria cugina, era veramente un po' troppo forte. Quel che don Blasco fece e disse, a palazzo; le seggiole che rovesciò, i pugni che [...]

[...] ? Fatemi il famosissimo piacere di non venirci più!» Don Blasco, botta e risposta: «Mi dite voi di non venirci? E non sapete che io vi ho fatto un [...]

[...] quattordici paia di...? Ma andate un poco a farvi più che.... tutti quanti siete, e maledetti siano i piedi d'asino e di porco che mi ci portarono!» Egli [...]

[...] andò poi a dir cose, contro la cognata, fra i monaci amici, da far cascare il monastero, e non mise piede per più di un anno a palazzo [...]

[...] ricominciare, dopo un breve periodo di calma apparente, a gridar peggio di prima. 98 La principessa aveva dunque sostenuto, per accasar Raimondo [...]

[...] con sè stessa. Ella ebbe in quell'occasione un altro nemico, e non meno terribile: donna Ferdinanda. La zitellona contava allora trentotto anni [...]

[...] nulla del patrimonio riserbato al fratello principe, ella sarebbe stata forse rinchiusa, per maggior precauzione, in un monastero, se la sua [...]

[...] feudi di casa Francalanza; non comprendeva il valore delle stoffe, dei nastri, degli oggetti di moda, ma sapeva, come un sensale, il prezzo dei [...]

[...] e quanti ceppi formano un cafisso d'olio.... A quel modo che, fisicamente, gli Uzeda si dividevano in due grandi categorie di belli e di brutti [...]

[...] , avari, spilorci, capaci di vender l'anima per un baiocco, come il principe Giacomo XIV e donna Ferdinanda. Costei aveva avuto dal padre una [...]

[...] industriali, mercantini, capi-mastri, rigattieri , vinai e perfino coi servi di casa. Ella non toccava un baiocco del capitale, arrischiava solo i frutti [...]

[...] , più cavillosa d'un patrocinatore, se le toccava ricorrere alla giustizia. Tanto era avara, anche; giacchè non spendeva per sè più dei due tarì al [...]

[...] , aveva esteso la cerchia dei suoi affari e formato un gruzzoletto che circolava tra persone di maggior levatura, negozianti in grosso, speculatori [...]

[...] : nell'aver saputo cogliere la magnifica occasione. Era noto a tutti che possedeva un capitaletto, nessuno immaginava che in dieci anni avesse [...]

[...] messo insieme una piccola fortuna. Cognata e fratello furono più mordenti di prima, specialmente vedendo che ella non spendeva per sè un carlino di [...]

[...] ne perdeva un grano, e quando le cambiali scadevano, il notaio, il sensale o il patrocinatore venivano a portarle il suo avere in tanti bei [...]

[...] d'iscrizioni, capaci di attirarle addosso un diluvio di carta bollata, e poichè l'altro insisteva, e le offriva la casa netta d'ipoteche, la [...]

[...] , senza metter fuori un carlino di più, mentre il proprietario la stimava duemila onze, per lo meno, e pretendeva il resto. La cosa andò a monte [...]

[...] il portone, e un piano solo, sopra, con un balcone grande e due piccoli, nella facciata; ma aveva un valore inestimabile, agli occhi di donna [...]

[...] Milazzo, la figliuola d'un barone «da dieci scudi» del quale il Mugnòs non faceva e non poteva fare la più lontana menzione! Gloriavasi, questo [...]

[...] contare che di questi privilegi non parlava neppure il marchese di Villabianca, autore fiorito nientemeno che un secolo dopo il Mugnòs!... La [...]

[...] schiava dinanzi al padrone, e che egli potesse trattarla d'alto in basso e farne quel che gli piaceva, aveva perfino pensato un momento di sceglier [...]

[...] un po' di paglia del Carrubo, un pugno di crusca e la verdura marcita. Il cocchiere, oltre al servizio della stalla e della scuderia, faceva da [...]

[...] giudice infallibile; la zitellona, viceversa, gli disse il fatto suo per la vita scandalosa che conduceva; e un giorno, a proposito d'una certa [...]

[...] si parlarono mai più. Il più strano era che, non parlandosi mai, evitandosi come la peste, essi soli, in quella casa, vedevano le cose a un [...]

[...] sentirsi chiamato ad un mestiere quasi sconosciuto in Sicilia, dove, come non c'era coscrizione e tra i popolani correva il motto: «piuttosto porco [...]

[...] che soldato,» così neppure la nobiltà si dava alla milizia. Ma don Eugenio voleva anch'egli esser libero e guadagnarsi un posto nel mondo. Rimasto [...]

[...] Uzeda della sua nobiltà, aveva guardato d'alto in basso i compagni ed anche un poco i superiori, 106 vantando, oltre che i sublimi natali [...]

[...] all'invidia ed all'ingiustizia, risolse un bel giorno di dar le dimissioni. Restò tuttavia a Napoli, donde annunziava che le case più ricche e nobili gli [...]

[...] , continuamente dati come certi, e sicuri, si combinava mai. Frattanto, abbruciato quattrini, egli aveva chiesto un impiego a Corte; e, nonostante [...]

[...] il clima di Napoli non gli conferiva; una certa voce sorda sorda parlò invece di cose poco pulite combinate con un fornitore di Casa reale... Da [...]

[...] una quantità di rottami provenienti, diceva, da Pompei, da Ercolano, da Pesto e rappresentanti un valore grandissimo; tante tele da farne la [...]

[...] velatura d'un vascello «tutte dei più famosi autori:» Raffaello, Tiziano, Tintoretto; riempì di quella roba il quartierino che prese in affitto - perchè [...]

[...] zii materni avessero contribuito ad impinguare il suo appannaggio, pure egli aveva un' invidia del primogenito e una smania d'arricchire e di [...]

[...] aveva fatto di don Blasco un energumeno, e alimentato la cupidigia di don Eugenio, il duca aveva dato ascolto alle lusinghe dei rivoluzionarii, ai [...]

[...] quali premeva di trarre dalla loro un personaggio importante come il duca d'Oragua, secondogenito del principe di Francalanza. Egli non cessò per [...]

[...] altro dal far la consueta 108 corte all'Intendente, a fine di prepararsi un paracadute nel caso di possibili rovesci; associossi al Gabinetto [...]

[...] così un colpo al cerchio e un altro alla botte. Corto di vista e presuntuoso per giunta, proprio mentre le cose stavano per volgere al peggio [...]

[...] popolare, quando un bel giorno il principe di Satriano sbarcò a Messina con dodicimila uomini per rimettere le cose al posto di prima. Il duca si [...]

[...] ; il 7 Satriano entrò in città dopo un sanguinoso combattimento. Tutti gli Uzeda erano scappati alla 109 Piana, il duca s'era barricato alla [...]

[...] Pietra dell'Ovo, il generale borbonico entrò col suo stato maggiore nel podere degli Uzeda, dove il duca lo accolse come un padrone, come un [...]

[...] salvatore, come un Dio, mentre i cannoni spazzavano la via Etnea, e le truppe regie, assalite alla Porta d'Aci dal disperato battaglione dei Corsi [...]

[...] liberali andò infamato col nome di Libro nero, protetto ancora più dal suo proprio nome, perchè era impossibile che un Uzeda avesse potuto dite sul [...]

[...] serio mettendosi coi rivoluzionarii, il duca non solo non soffrì molestie di sorta nella reazione, ma fu anzi accarezzato. Invece, un sordo [...]

[...] ; ciascuno v'aggiunse un po' di frangia, arrivarono a narrare che mentre la città agonizzava, il duca guardava lo spettacolo col cannocchiale di [...]

[...] Satriano; che all'entrata del conquistatore in città, egli s'era messo al suo fianco. Don Lorenzo Giulente, rimastogli amico, ebbe un bel difenderlo [...]

[...] , smentire le esagerazioni, asserire che il duca, solo ed inerme, non poteva mandare indietro il generale seguito da un intero esercito: gli [...]

[...] animi amareggiati dal disinganno, chiedevano un capro espiatorio; e come Mieroslawski, il polacco comandante della piazza, era stato accusato di [...]

[...] si vedeva segnato a dito, bollato col nome di traditore, insultato e fin minacciato da lettere anonime. Un giorno l'amico don Lorenzo gli [...]

[...] tutti gli Uzeda, il liberalismo dei Palmi piuttosto che un ostacolo fu una ragione di più che le fece combinare quel matrimonio. Innanzi tutto ella [...]

[...] . Come in politica si teneva bene con tutti, così in casa non parteggiava più per uno che per un altro. Vedeva l'armeggio di don Blasco per sollevare [...]

[...] pel «tradimento» che gli aveva fatto la madre: perciò stava al bivio, dava ragione un po' a tutti: al principe che gli offriva ospitalità e lo [...]

[...] dei liberali. IV. — Oggi non si mangia? Il principino moriva di fame. Da un pezzo l'ora del desinare non arrivava mai: un po' mancava il [...]

[...] duca, un po' Raimondo, un po' lo stesso principe; quel giorno erano fuori tutti e tre, più Lucrezia e Matilde. E il ragazzo era la disperazione di [...]

[...] numerario, come diceva 114 don Blasco, gli si umiliava certamente in tutti i modi. Del resto, un procuratore come lui, che conosceva la casa da [...]

[...] quindici anni, che sapeva le condizioni delle proprietà e lo stato delle liti, non si poteva surrogare da un momento all'altro. — Non si mangia più [...]

[...] ?... Che fate?... Voglio vedere!... Perchè non allestite?... A me! In cucina, tolto di mano a Luciano, il credenziere, un coltello che questi stava [...]

[...] una furia: digrignava i denti, gridava come un ossesso, rovesciava quanto gli capitava fra le mani. In verità il principe educava severamente il [...]

[...] lei e per don Raimondo: gli altri dovevano contentarsi, nei giorni ordinarii, d'una minestra e d'un po' di carne o di pesce. Anche quando Giacomo [...]

[...] guadagnare spazio.... — Io non avrei chiuso un pozzo della terrazza. — Il padrone però deve dar conto a suo fratello, essendo eredi tutt'e due [...]

[...] . — Ma il palazzo è del principe! Il contino ha un solo quarto.... Il principino adesso non perdeva una parola del discorso. — Il contino scapperà [...]

[...] , disse dopo un pezzo al compagno: - Ricomincia, eh? — Lascialo fare! Quello è un vero signore! E Luciano chinò il capo, in segno d'approvazione [...]

[...] !... Eccellenza!... Per l'amor di Dio!... A un tratto, udendo una carrozza che entrava nel cortile, Consalvo scappò a vedere. Tornavano finalmente [...]

[...] camere della madre, per vedere se gli portavano nulla. La contessa Matilde gli diede infatti un cartoccio di dolci; ma la zia Lucrezia neppure [...]

[...] gli badò, con tanta animazione teneva un discorso alla principessa: — Piangeva, capisci!... Abbiamo voluto parlare con la badessa, che ci ha [...]

[...] maggior impeto quanto più si difendeva da ogni altro contatto. Da un pezzo, nata la sorellina Teresa, le carezze non erano tutte per lui; nondimeno [...]

[...] suo scrittoio col signor Marco. Consalvo restò un poco senza saper che fare, esitando tra il ritorno in cucina e una visita ai manovali. Invece [...]

[...] tela ricamata: sollevatone un lembo, apparve la cassetta. Lì dentro, in mezzo a vecchi pettini, a scatolette vuote di pasta di mandorle, c'era [...]

[...] un fascio di carte annodate con un nastro rosso. Consalvo disfece il nodo e sciorinò le lettere. Improvvisamente Lucrezia apparve sull'uscio [...]

[...] . — Ah!... — gridò, e slanciarsi sul nipote, allungargli un ceffone fu tutt'uno. Il ragazzo cacciò uno strillo così acuto, come so lo stessero [...]

[...] rimase un momento come stordita. Visto uscire il fratello, corse a un tratto alla porta, la chiuse sbattendola violentemente e non rispose più a [...]

[...] malumore di Lucrezia faceva riscontro, quel giorno, un pensiero molesto sulla fronte della contessa Matilde. Non le facevano festa, in quella [...]

[...] casa. Il principe, donna Ferdinanda, don Blasco, un po' anche la cugina Graziella, dovevano trovare in lei colpe imperdonabili, se la [...]

[...] senza fine, ella aveva lavorato con la fantasia a rappresentarselo bello, nobile, generoso, cavalleresco come un eroe del Tasso o dell'Ariosto. E la [...]

[...] un effetto di vivo contrasto, un'altra indelebilmente fitta nella sua memoria. La sua memoria le rappresentava il desco familiare, nella grande [...]

[...] o dolenti; il padre tutto loro, coi pensieri e con le opere; e un costante e quasi superstizioso rispetto per le antiche abitudini, e una pace [...]

[...] patriarcale, un amore reciproco, una confidenza, assoluta. Se ella si guardava ora intorno, che vedeva? La principessa timida e paurosa dinanzi al [...]

[...] momento che il principe pareva non veder la cognata o, se volgevasi dalla sua parte, smessa a un tratto la ciera gioconda, le mostrava un viso [...]

[...] pericoli del colera; il duca discuteva della guerra d'Oriente; e solamente un estraneo, don Mariano, diceva tratto tratto: - E Raimondo?... Non si vede [...]

[...] gli è successo?...» Perchè mai tardava tanto? Perchè la lasciava sola tra quegli estranei indifferenti ed ostili? - I Russi resistono ancora.... un [...]

[...] intorno a cose e persone care al cuor suo le aveva procurato un senso d'angustia indimenticabile. Egli voleva lasciare per sempre la Sicilia, andarsene [...]

[...] modi un po' bruschi, l'insofferenza della contraddizione, tutti i piccoli difetti di un figliuolo troppo vezzeggiato, si mostrava qual era anche [...]

[...] col barone. Il carattere di questi essendo pure molto forte, un dissenso poteva sorgere da un momento all'altro. Sulle prime, il barone aveva [...]

[...] faceva un visibile sforzo per contenersi, per non dargli sulla voce; allora Matilde interveniva, mutava soggetto al discorso, componendo il lieve [...]

[...] consiglio era stupido, perchè i viaggi appunto costano un occhio del capo; e lasciando in asso il suocero aveva dichiarato alla moglie, con brutte [...]

[...] , ella aveva dovuto ricorrere all'espediente di cui s'era avvalsa tante volte, bambina: dirgli che il disegno di vivere un pezzo in Toscana era [...]

[...] , in una città dove, non che un parente, non aveva da principio neppure una conoscenza, ella era rimasta lun-ghissime ore, tanti e tanti giorni [...]

[...] derideva per quella «stupida» affezione, o dichiarava di non voler essere «seccato....» Avevano un modo radicalmente diverso d'intender la vita: mentre [...]

[...] pensieri, in cure minute, pose meno mente alla vita di lui. Al padre che la raggiunse in quell'occasione, ella potè mostrare un viso raggiante di [...]

[...] aspettavano un maschio, tranne lei stessa che, se avesse osato contrastare i desiderii altrui e far differenze tra i figli, avrebbe preferita una [...]

[...] questa scoperta le faceva a un tratto sentire il coltello della gelosia.... Ancora una volta, le passate sofferenze le erano parse nulla, paragonate [...]

[...] ritorno in Sicilia; la terribile casa degli Uzeda le parve ancora una volta un'oasi, poichè lì non aveva conosciuto il sospetto roditore come un verme [...]

[...] esacerbata, tanto aveva dovuto credere potenti le ragioni, i legami che lo trattenevano.... Giusto in quei giorni le sue viscere avevano avuto un nuovo [...]

[...] divorava la minestra serbata in caldo, disse al duca: - Zio, vuol venire un momento con me? - e lo condusse nel suo scrittoio. Stava di nuovo [...]

[...] sull'intonato, come se dovesse stipulare un trattato. Chiuso a chiave l'uscio della stanza precedente, offerta una poltrona allo zio, rimasto egli [...]

[...] un sigaro. - Vostra Eccellenza può vedere ogni giorno - riprese il principe - che vita fa Raimondo, e come, invece di darmi una mano a sistemar [...]

[...] capisce.... o finge di non capire. Il duca approvava con un cenno del capo. Tra sè, giudicava veramente un po' strane quelle lagnanze del nipote, che [...]

[...] coerede ed ai legatarii? Non era forse quella la prima volta che egli teneva a qualcuno della famiglia un discorso di quel genere? 130 - Ora [...]

[...] luogo bisogna che tutti sappiano ciò che ho saputo in questi giorni io stesso.... - Che cosa? - Una bella cosa! - esclamò, con un sorriso [...]

[...] tanto lodare, da tutti, il modo ammirabile tenuto dalla felice memoria nel mettere in piano la nostra casa? Invece, c'è un baratro!... Fino [...]

[...] migliaia d'onze, e che ogni giorno spunta un nuovo creditore, e che se continua di questo passo, il meglio dell'eredità se n'andrà in fumo?... - Ma [...]

[...] ... - Quello è un pazzo!.... - O gli altri, dica Vostra Eccellenza, sono forse savii? Che vogliono, che pretendono? Di che m'accusano? Perchè non [...]

[...] promessa fatta qualche ora prima alla nipote, il duca, costretto dalla domanda, rispose, con un sorrisetto, per temperare quel che vi poteva essere [...]

[...] di poco gradito nelle sue parole: - Tu ti lagni d'esser stato spogliato; e invece spogliati si credono essi.... Il principe rispose, con un [...]

[...] vostro padre.... Giacomo s'accigliò un momento, poi proruppe, con mal contenuta violenza: - Allora, perchè accettano il testamento? Perchè non 133 [...]

[...] chiedono i conti? Mi faranno un piacere! Mi renderanno un servizio! - Tanto meglio, allora.... - Che cosa credono che sia l'eredità di nostra [...]

[...] tutti d'una razza, falsi e bugiardi? Io non le voglio dare? mentre invece il legato di nostra madre è nullo, perchè importa l'istituzione d'un [...]

[...] , presa la moglie che la madre gli destinava, si fosse posto il cuore in pace e paresse perfino aver dimenticato che fra loro due c'erano state un [...]

[...] figli. Quel pomeriggio appunto, dopo tavola, la balia era venuta a dirle che la bambina tossicchiava un poco; cosa da nulla, certo; ma ella se [...]

[...] aperto. Raimondo che, d'ordinario, scappava via appena finito di prendere un boccone, pareva volesse restare in casa, per suo piacere; e Matilde [...]

[...] , tutta riconfortata, dimenticata a un tratto la tristezza d'un'ora innanzi, lo seguiva con lo sguardo ridente. Era così fatta che una parola, un [...]

[...] mi parlare anche tu del progresso! - saltò su donna Ferdinanda. - Il progresso importa che un ragazzo deve rompersi la testa sui libri come un [...]

[...] !... E mentre don Mariano approvava, con un cenno del capo, la zitellona si mise a tesser l'elogio di suo nonno, il principe Consalvo VI, il più [...]

[...] compito cavaliere dei suoi tempi. Aveva avuto una così grande passione pei cavalli che, d'inverno, ogni anno, si faceva costrurre un passaggio [...]

[...] l'armeggio dello zio monaco, non stava fermo un momento, chiedeva continuamente che ora fosse. Voleva andar fuori? Aspettava qualcuno? Ella era [...]

[...] nell'anticamera; Raimondo anche lui l'ossequiò tra i primi. Ella portava, come sempre, un abito nuovo fiammante che Lucrezia esaminava ora con la [...]

[...] , restarsene tranquilli, curare le piaghe del '48. Con lo Stato indebitato fin agli occhi, come poteva pensare a fare nuovi debiti? «È un principio [...]

[...] d'economia politica....» e qui, col tono d'autorità, portato da Palermo, un discorsone che faceva inghiottire botti di veleno a don Blasco, lardellato [...]

[...] nell'opinione che il colera fosse un malefizio, un espediente di governo inteso a sfollare le popolazioni, a incutere un salutare timore nei superstiti [...]

[...] che, in qualità di Gentiluomo di Camera, era stato invitato nei palchi dell'Intendente. Ma egli aveva da concludere un affare, quella sera: la [...]

[...] vendita di certe terre cotte «importantissime», sulle quali avrebbe fatto un bel guadagno: aspettava anzi per questo il principe di Roccasciano [...]

[...] , anche egli intenditore ed amatore di roba antica. - S'ha un bel dire, quindici mila uomini, - perorava 140 il duca da canto suo. - E se la guerra [...]

[...] dura un altro anno? altri due, altri tre anni? Bisognerà mandar nuove truppe, far nuove spese, accrescere il deficit.... - A Messina aspettano [...]

[...] un miserabile paesuccio ignorato nel resto del mondo. Donn'Isabella, dite voi: quando mai l'avete udito nominare, fuori?... - È vero, è vero [...]

[...] si mettevano intorno, perchè ella li guardava in un certo modo, troppo ardito, quasi provocante? O perchè, una volta al suo fianco, Raimondo [...]

[...] , Radesky, dove sei!... Ah, un altro Quarantanove!... V. Ogni altro interesse cedè come per incanto dinanzi alla generale inquietudine per la [...]

[...] poichè il colera non arrivava mai lassù, erano certi di liberarsene. Il principe, smesso a un tratto l'acredine, 142 riparlava d'accordo e [...]

[...] , non potè accertarsene coi propri occhi? Donna Mara Fersa era una donna un po' all'antica, senza ombra d'istruzione, poco fine d'educazione anche [...]

[...] cattiveria, notandola: una specie di condiscendente compatimento verso le opinioni della suocera come per quelle d'un bambino o d'un inferiore; una [...]

[...] in un paesuccio di mare, in tempo di colera? Per crepare come un cane? Bisognerebbe che fossi impazzito! Scrivi piuttosto a tuo padre e a tua [...]

[...] per me; ho tutto pronto per andar via al primo allarme, - rispose Giacomo. Rivolto al fratello, al quale aveva già fatto un primo invito, ripetè [...]

[...] s'agitava nelle sue viscere; vedendo suo padre e Raimondo avventarsi l'uno contro l'altro.... E un giorno terribile come una notte d'incubo il [...]

[...] 147 Priore don Lodovico erano già scappati, con tutti i monaci di San Nicola, a Nicolosi. La villa degli Uzeda era tanto grande da capire un [...]

[...] colore; la distribuzione interna pareva l'opera d'un pazzo, tante volte era stata mutata. Altrettanto avevano fatto dell'annesso podere. Un tempo [...]

[...] , sotto il principe Giacomo XIII, questo era quasi tutto un giardino veramente signorile; amante dei fiori, il principe aveva sostenuto per essi una [...]

[...] delle tante spese folli che erano stato causa della sua rovina: aveva fatto scavare un pozzo, per trovare l'acqua, a traverso le secolari lave [...]

[...] finalmente l'acqua, che un bindolo tirava su, egli giudicò che la cultura della vigna poteva vantaggiosamente esser sostituita da quella degli agrumi [...]

[...] , a costrurre case di creta; poi, quand'era stanco di queste occupazioni, su a cavallo d'un asino o d'una mula a scorrazzare di qua e di là, e se [...]

[...] lasciavano fare. La principessa lo contentava ad un cenno; la zia Ferdinanda contribuiva anche a viziarlo, come erede del principato; 149 ma don [...]

[...] gite misteriose. Circa due secoli prima, nel 1669, le lave dell'Etna avevano coperto, da quelle parti, un villaggetto chiamato Massa [...]

[...] concepito, pensando sempre a un gran colpo capace d'arricchirlo, il disegno d'iniziare una serie di scavi come quelli visti ad Ercolano e a [...]

[...] tradurla in atto. Un giorno perciò 150 don Eugenio chiamò il principe in disparte e gli comunicò con gran mistero il suo disegno, chiedendogli di [...]

[...] : tutti i signori rifugiati al Belvedere, tutti i personaggi ragguardevoli del luogo venivano alla villa Francalanza, dove, con un trattamento [...]

[...] determinato, o aveva continuamente mutato d'oggetto, poichè egli faceva la corte a quante donne vedeva; ella stessa poi s'era fino ad un certo [...]

[...] vicino! Poi il il suo cruccio cresceva, misurando la rapidità con la quale egli progrediva nella via del tradimento. A Firenze aveva messo un [...]

[...] a costringerla d'essere spettatrice dell'infamia! Questo, sopra tutto, la feriva: che potessero essere così tristi da darsi un simile convegno [...]

[...] realtà tante volte senza che la sua nativa fiducia la 155 insospettisse! Ora però tutte le cose che ella non aveva saputo spiegare avevano un [...]

[...] in grembo?... Che giorno terribile! Nella carrozza scottante come un forno, al cui sportello s'affacciavano visi sospettosi di contadini brutali [...]

[...] travagliava alla fine anche il suo corpo. Era da un pezzo buttata sul letto, con gli occhi e la mente fissi nelle tristi visioni del passato, nelle [...]

[...] affittata a donna Isabella... - Un guscio di noce! - rispose un altro. - I Mongiolino ci stanno come le acciughe in un barile. Ella non comprendeva [...]

[...] ; donna Mara ha preferito.... Ella comprese a un tratto; la gola le si strinse convulsamente. Andata via senza dir nulla, traversò la casa con [...]

[...] vedette per farle un segno appena egli s'avvicinava; allora ella e il suo complice facevano sparire i gettoni, interrompevano la partita e si [...]

[...] volesti venirci tu stesso?» Però taceva, affinchè egli non prendesse quelle parole come un rimprovero. Invece, vedendolo di cattivo umore, gli [...]

[...] pesare per nulla al fratello. Un giorno questi, poichè da Milazzo, per via del colera, tardavano a mandargli denari, gli chiese, in conto delle [...]

[...] sorelle, non era meglio togliersi al più presto quel peso di su le spalle?» Avrebbero fatto un poco d'economia per raccogliere le sedici mila onze [...]

[...] risposta. In mezzo a questa pace, piombò un bel giorno don Blasco da Nicolosi, a cavallo a un gigantesco asino della Pantelleria. Scappato con tutto il [...]

[...] Eccellenza a dissuaderlo.... - Io? Ah, io? A me importa un mazzo di cavoli di lui e degli altri! Questo è il frutto dell'educazione che gli hanno [...]

[...] a mare, quasi che quella bestia avesse molto da scialare! A furia. di largizioni un bel giorno avrebbe battuto il... capo sul lastrone, come [...]

[...] tutti quanti!... - E preso anche quest'altro pel bottone della giacca, gli gridò all'orecchio - Vedete un po' quel che fanno?... Non sono tre mesi [...]

[...] che è loro morta la madre, e intanto se la spassano, senza un riguardo al mondo!... Qualche giorno dopo ci fu la visita del Priore. Arrivò in [...]

[...] una goccia d'acqua: egli riferì d'aver disposto un triduo, a Nicolosi, e una processione per impetrare la pioggia; altrettanto consigliò che [...]

[...] monastero!... Tutti i parenti, invece, tranne Chiara, che se avesse avuto un figliuolo se lo sarebbe cucito alla gonna, erano dell'opinione del [...]

[...] giudicasse soverchia ogni istruzione, pure riconosceva anche lei che 163 mettere il ragazzo in un nobile istituto sarebbe stato secondo le [...]

[...] passava intere giornate leggendola e commentandola al nipotino. Gli aveva già fatto un piccolo corso di grammatica araldica, spiegandogli che [...]

[...] ellos....» Chi poteva più arrestare donna Ferdinanda, una volta cominciato? Ella non aveva un uditore più attento del ragazzo, gli voleva bene [...]

[...] appunto per questo, giacchè gli altri parenti le prestavano un orecchio distratto, badavano alle loro «sciocchezze», o lavoravano ad offuscar lo [...]

[...] , per i vizii d'un figliuol naturale molto prepotente e di sciolti costumi: onde il padre avendolo trovato reo et incorreggibile, con somma [...]

[...] vicerè, sfidato a duello da un barone ribelle, «non puose prudentemente orecchio all'invito che questo sconsigliato giovane avevagli fatto;» la [...]

[...] nipotino, - per proibire le sfide; ma a chi diceva, al muro? Non gli davano retta! Ah, no? Allora fece un pensata; aspettò il primo duello, che fu tra [...]

[...] - ma, egli, più fino di loro, che fece? Offrì al re un dono di 30 mila scudi, e così restò al suo posto; per poco, però. Era naturale che non lo [...]

[...] Re, esercitare tutti gli atti riserbati alla suprema regalìa ed alla regia dignità, ancorchè avessero ricercato un mandato SPECIALE o [...]

[...] secco: - Lo stampatore dimenticò di mettercelo; ma è così: suo, padre che, con una zappa in mano, pianta un piede di palma.... Verso la fine di [...]

[...] posti di guardia. Un giorno, saputosi che a Màscali c'era gente ammalata di colera, i carri e le carrozze provenienti di lì non furon lasciati [...]

[...] , mostrando certificati, pregando, minacciando, gridando, Raimondo che se la godeva s'udì a un tratto chiamare: «Don Raimondo!... Contino! Contino!...» e [...]

[...] stropicciati alle gonne; maritata più tardi col patrocinatore Galano, gli procurava clienti d'ogni genere. Donna Clorinda, con un debole pei giovanotti [...]

[...] ottenere un rifugio al Belvedere. Grazie a lui le lasciarono entrare; ma le difficoltà ricominciarono subito dopo, giacchè, avendo i fuggiaschi [...]

[...] incontravano un nuovo amico ad ogni piè sospinto, tutto il Belvedere si mise in moto, finchè, trovarono loro due camerette terrene, un poco fuori [...]

[...] mano, ma con un piccolo giardinetto. Appena stabilite, ridussero una di quelle scatole a salottino da ricevere, e cominciò subito l'andirivieni di [...]

[...] un peccato mortale, una mostruosità che la mente di lei rifiutavasi di concepire? Non doveva ella credere, piuttosto, che l'astio dei parenti [...]

[...] quali ella s'avvicinava?... Una notte, dopo quattro mesi di siccità, scoppiò un terribile temporale; il cielo scuro fu solcato da saette lucenti [...]

[...] veder tornare Raimondo alle prime minacce dell'uragano, aspettava ancora tremante di paura. Non una voce, non un rumor di passi. Il temporale [...]

[...] l'acqua? - Ma la pioggia è finita da un pezzo.... - Mi son inzuppato prima!... - gridò quasi egli. - Ho da sentire anche te, adesso? 172 [...]

[...] discussione coi gridi.... Appoggiata la fronte a un vetro sul quale la nuova pioggia fine fine tirava umide righe, ella si mise a piangere [...]

[...] di suo padre, per questo! per questo!... Un dolore sopra l'altro, sempre, sempre, anche adesso che ella avrebbe dovuto esser sacra per lui [...]

[...] assisterlo. Per tre giorni non lasciò un momento il suo capezzale, gli fece da infermiera e da cameriera, dimenticando la propria ambascia pel terrore [...]

[...] . - Fallo per noi! - scongiurò Matilde, a mani giunte; - per nostra figlia! Non t'esporre a un altro malanno!... Non gli aveva detto nulla dei [...]

[...] vuoi bene.... me sola!... e che non pensi ad altri.... - A chi dovrei pensare?... - esclamò Raimondo, con un sorriso fatuo di compiacenza. - A [...]

[...] per sogno!... Vorrei un po' sapere chi ti mette in capo queste cose! - Nessuno! Le temo io, perchè ti voglio bene, perchè sono gelosa [...]

[...] contornato da un portico che reggeva la terrazza superiore e pieno di statue, di vasche dove l'acqua cantava, di sedili distribuiti fra le aiuole [...]

[...] simmetriche, con un padiglione in centro, di stile gotico, a quattro archi, la cui volta di lastre lucide faceva specchietto al sole. Il ragazzo [...]

[...] piccolo, dall'opposta estremità, come un occhio di bue. Passarono dapprima accanto al secondo chiostro, il quale aveva il portico al primo piano e la [...]

[...] Boccadoro sull'uscio. - Deo gratias?... - Chi è? - rispose il vocione del monaco. 177 L'uscio s'aperse un poco, ed egli comparve, in pantaloni e [...]

[...] maniche di camicia, con la pipa in bocca, in mezzo alla camera sottosopra come un campo lavorato. - Qui c'è il nipotino di Vostra Paternità, che [...]

[...] firma! E poi ci voleva molto a dargli qualche maestro, se avevano la fregola di farne un letterato? I maestri, però, poco o molto, bisognava [...]

[...] stesse famiglie degli scolari ci guadagnavano qualcosa!... Le camere del Noviziato aprivano tutte in un giardino destinato unicamente al [...]

[...] diporto dei ragazzi; non c'erano soltanto fiori, ma alberi fruttiferi, aranci, limoni, mandarini, albicocchi, nespoli del Giappone, e la mattina un [...]

[...] aquilotti e palloni. Oltre il muro di cinta, distendevasi un terreno incolto, tutto lava e storpi, fino alla Flora - il giardino grande destinato al [...]

[...] parlando dei novizii d'un tempo, che adesso erano monaci o alle case loro, narrando le storie antiche, il famoso furto della cera nella notte del [...]

[...] all'intemperie. Per questo avevano ottenuto di poter mandare gl'infermi più giù in un ospizio fabbricato nel bosco di San Nicola; e lì, come ci si stava [...]

[...] meno a disagio, cominciarono ad andare anche parte dei monaci sani. A San Leo, intanto, oltre il freddo c'era un altro spavento, quando la [...]

[...] di stabilirsi definitivamente a San Nicola, intorno al quale venne crescendo un paesetto che, dal Santo, si chiamò Nicolosi per l'appunto. Lì [...]

[...] mandarli in un altro ospizio fabbricato apposta più giù, alle porte di Catania; senza dire che i ladri infestavano quelle campagne. Veramente i [...]

[...] monaci, che avevano fatto voto di povertà, non avrebbero dovuto temerli; perchè «cento ladri» come dice il proverbio «non possono spogliare un nudo [...]

[...] un gran patrimonio. Ora, chi doveva godersi quelle ricchezze? i topi? Perciò nel 1550, i Benedettini pensarono di venirsene definitivamente in [...]

[...] città, mettendo la prima pietra d'un magnifico edilizio alla presenza del Vicerè Medinaceli. Certuni volevan dire che San Benedetto fosse crucciato [...]

[...] l'edificio dalle fondamenta; però il castigo, se mai, non fu inflitto ai soli Padri, ma a mezza Sicilia che se ne cascò come un castello di [...]

[...] carte. E allora finalmente cominciarono la costruzione che adesso ammiravasi, sopra un piano tanto grandioso che non si potè eseguir tutto: per [...]

[...] preposto al governo d'una sola proprietà; e quando bisognava rammentar qualcosa, la data d'un avvenimento molto lontano, la misura d'un antico [...]

[...] i monaci dicevano l'uffizio in coro, essi recitavano in un cantone il solo rosario. Per entrar novizii e diventar monaci, bisognava esser nobili [...]

[...] rappresentanti delle prime famiglie non solo della Val di Noto, ma di tutta la Sicilia, perchè in tutta la Sicilia c'era solo un altro convento di Cassinesi [...]

[...] un gran signore napoletano, il secondogenito del duca di Cosenzano; da Monte Cassino era venuto anche il Padre Borgia, romano, di quella famiglia [...]

[...] che aveva dato un Papa alla cristianità; e poi c'erano gl'isolani, i Gerbini, che discendevano da re Manfredi per via di donne; i Salvo, venuti in [...]

[...] i Grazzeri, discesi di Germania; i Corvitini, i Carvano, i Costante, francesi; gli Emanuele, appartenenti ad un ramo dei Paleologhi, imperatori [...]

[...] che un Padre o un Novizio passava dinanzi ai Fratelli, questi dovevano inchinarsi, piegandosi in due, incrociando le braccia sul petto; e se erano [...]

[...] usciva dalla sua camera per tremare al sole sopra una sedia a bracciuoli: un giorno il principino gli passò dinanzi e il vecchio non s'alzò. Allora [...]

[...] gloriava d'avere anche lui un Vicerè tra gli antenati; ma Consalvo correggeva: «Vicerè? Presidente del regno!...» E l'altro: No, vicerè...» e [...]

[...] avevano un nomignolo spesso ingiurioso o avvilitivo, col quale erano conosciute in città 183 più che col vero nome. I Fiammona si chiamavano [...]

[...] quella visita. Mancavano però la zia Chiara e il marchese: sicuri d'avere il tanto aspettato e desiderato figliuolo, un triste giorno la gravidanza [...]

[...] con grandi occhi curiosi e una balia che teneva in braccio un lattante. — Le tue cugine, le figlie dello zio Raimondo, — spiegò la principessa [...]

[...] mesi. I calderoni e le graticole erano tanto grandi che si poteva bollire tutta una coscia di vitella e arrostire 185 un pesce spada sano sano [...]

[...] ; sulla grattugia, due sguatteri, agguantata ciascuno mezza ruota di formaggio, stavano un'ora a spiallarvela; il ceppo era un tronco di quercia [...]

[...] che due uomini non arrivavano ad abbracciare, e ogni settimana un falegname, che riceveva quattro tarì e mezzo barile di vino per questo servizio [...]

[...] ; il timballo di maccheroni con la crosta di pasta frolla, le arancine di riso grosse ciascuna come un mellone, le olive imbottite, i crespelli [...]

[...] solennità; e mentre dalle mense levavasi un confuso rumore fatto dell'acciottolìo delle stoviglie e del gorgoglìo delle bevande mesciute e del [...]

[...] che venivano un poco più tardi, o a cui doleva il capo, se ne salivano direttamente in camera; e non già per dormire, chè la sera, fino a tre ore di [...]

[...] notte, quando si serravano i portoni, c'eran visite di parenti e d'amici, si teneva conversazione, molti Padri facevano la loro partita. Un [...]

[...] tempo, anzi, per colpa di Padre Agatino Renda, giocatore indiavolato, c'era stato un giuoco d'inferno: in una sola sera Raimondo Uzeda aveva perduto [...]

[...] cinquecent'onze, e più d'un padre di famiglia s'era rovinato; tanto che i superiori dell'Ordine, dopo aver chiuso un occhio su molte marachelle [...]

[...] Cosenzano, e per un po' di tempo, con l'autorità della fresca nomina, aiutato dai buoni monaci, che non ne mancavano, quel buon vecchietto era riuscito [...]

[...] giorni di magro si metteva sul portone per aspettar l'arrivo dei cuochi col pesce, in mezzo al quale faceva la sua scelta, ordinando: «Taglia un [...]

[...] rotolo di questa cernia e portalo a donna Lucia!» E l'Abate lasciava correre. Ma un giorno finalmente i nodi vennero al pettine, per causa di [...]

[...] fortuna. Ora don Blasco, messa una particolare affezione a donna Lucia Garino, la Sigaraia, le aveva fatto concedere un bel quartierino di [...]

[...] dar lo sfratto o pretendere un baiocco dalla Sigaraia, l'avrebbe avuto a far con lui. E disciplinata l'opposizione ancora incerta e tentennante [...]

[...] tutti gli scandali, se prima era stato lo spavento del Capitolo, da quel giorno divenne un diavolo scatenato. Per amor della pace, il povero [...]

[...] feroce e inestinguibile. C'erano stati sempre numerosi partiti, a San Nicola; perchè, trattandosi d'amministrare un patrimonio grandissimo, e di [...]

[...] tutti i buoni monaci erano per lui, non garbando a qualcuno che il supremo potere fosse in mano d'un forestiere. Don Blasco col suo codazzo cercava [...]

[...] avrebbe pensato per lui? E il Priore: — Vostra Paternità non parli di queste cose!... Sono cose che contristano il cuore d'un figlio devoto, Padre [...]

[...] quella trentina di cristiani non c'era mai un momento di pace e d'accordo. Se la quistione delle persone divideva il convento in un certo modo [...]

[...] , scotendo le mani come alacce di pipistrello, con un gesto d'orrore disperato: «Passa Savoia!... Passa Savoia!...» Nel 1713, quando Vittorio Amedeo [...]

[...] , assunto al trono di Sicilia, era venuto nell'isola, in gran pompa, traversandola da un capo all'altro, il passaggio del nuovo re era stato seguito [...]

[...] da una mal'annata come da un pezzo non si rammentava l'eguale; e nelle popolazioni spaventate ed ammiserite era rimasto in proverbio quel detto [...]

[...] : «Passa 192 Savoia! Passa Savoia!... » come il sintomo d'una sciagura, d'un castigo di Dio. — E volevano un altro dei loro, al Quarantotto, come [...]

[...] l'indice e il medio della sinistra, il segno d'una forbice che taglia. Il principino domandò un giorno a Giovannino Radalì che volesse dire; il cugino [...]

[...] freschetto, essi avevano ordinato, molti anni addietro, la costruzione di un altro Coro, chiamato Coro di notte, in mezzo al convento; ed anzi era [...]

[...] sbalordiva la città. Le prime a cui assistette il principino furono quelle della Settimana Santa. Durante un mese la chiesa fu sossopra, per la [...]

[...] costruzione del Sepolcro in fondo alla navata di sinistra: chiusa da un grande impalcato, con le finestre sbarrate, tutta adorna di candelabri di [...]

[...] Giuliano. S'udiva per tutta la chiesa, quando la voce potente dell'organo taceva, un ronzìo come d'alveare, un urtarsi di seggiole, lo stropiccìo dei [...]

[...] 195 lavatura; la prima era stata già fatta in sagrestia affinchè Sua Paternità per lavar quei piedi non s'insudiciasse le mani. Un mormorìo venne [...]

[...] nero; ma il suo abito era così ricco, tanto guarnito di gale e di merletti, da parere un abito da ballo. Arrivata tardi, non trovava un buon posto [...]

[...] candelieri sugli altari, toglievan via le tovaglie bianche e le sostituivano con quelle violacee, avvolgevano d'un velo la croce; e i monaci anch'essi [...]

[...] chierichetto, contessa.... Matilde fece col capo un gesto ambiguo. L'organo intonava il Miserere, e il canto doloroso era pieno di sospiri profondi [...]

[...] occhi un po' arrossati, ma quando il conte le ridiede il braccio per condurla in sagrestia, s'appoggiò a lui languidamente. — Per legge, non [...]

[...] parenti dei monaci e dei novizii era offerto un lauto rinfresco: giravano i vassoi con le tazze di cioccolatte fumante, con le gramolate e i dolci e [...]

[...] il venerdì gli Uzeda arrivarono coi Fersa; il conte dava il braccio a donna Isabella, che portava un altro abito nero, più galante del primo. I [...]

[...] deponeva per terra, sopra uno dei gradini dell'altare, dove un cuscino di velluto, tutto trapunto d'oro, era preparato apposta. I 197 monaci se [...]

[...] ne andavano via, il Sepolcro restava un momento vuoto; a un tratto, mentre l'organo riprendeva più triste le sue lamentazioni, tutti riuscirono [...]

[...] ancora tra vita e morte dopo un parto difficilissimo, quando, addotta una chiamata del fratello, egli se ne partì. Rimase lontano pochi giorni [...]

[...] giovò certamente a darle forza per vincer presto il male; ma un dolore più grande l'aspettava e i suoi presagi dovevano tutti avverarsi, poichè [...]

[...] pareva da un momento all'altro dovesse mancare. Lunghi e lunghi mesi erano così passati, quasi un anno intero, senza che ella potesse lasciar la casa [...]

[...] disegni del padre, alla felicità della sorella, affinchè tutta la sostanza paterna restasse un giorno a lei! E poichè simili calcoli non capivano [...]

[...] tornasse di là; nè quando Raimondo rincasava ella accusava i parenti di lui, per evitarli un dispiacere, perchè non dicessero che veniva a seminar [...]

[...] pareva un continuo, enorme sacrilegio. E a San Nicola, per le cerimonie della Passione, era venuta con abiti di gala, come ad un allegro spettacolo [...]

[...] servirsi della carrozza del fratello, aveva comperato una magnifica pariglia di puro-sangue e un phaeton nuovo fiammante col quale andava dietro [...]

[...] , dunque, egli non andava via e non manteneva l'altra parte della promessa fattale un anno e mezzo addietro, quella di tornare alla loro casa di [...]

[...] ancora e non si sarebbe parlato per un pezzo. Prima il colera, poi lo strascico d'inquietudini che la pestilenza aveva lasciato, poi la partenza del [...]

[...] pagatori morosi, o ad impacciarsi in tutte le noie grosse e piccole dell'amministrazione. Quando il fratello gli esponeva un dubbio, o chiedeva il suo [...]

[...] parere intorno alla proroga d'un affitto, alla conclusione d'una vendita, egli rispondeva: «Fa' tu, fa' come credi....» L'importante, per lui [...]

[...] !...» Vedendo ora che erano tutt'una cosa, si rodeva il fegato notte e giorno, e un ultimo fatto l'aveva inviperito e indotto a strepitare contro [...]

[...] occasioni di veder quella donna, per distorglierlo dagli affari ed averne solo il maneggio? Un sospetto così triste non le sarebbe neppure passato [...]

[...] provincia, ella scrollava il capo, approvava, ma soggiungendo che si poteva star bene anche in una campagna o in un deserto, a patto di sentirsi [...]

[...] , vedendo che niente riusciva, cercando un mezzo più energico per metter fine a quella «commedia.» Fersa, per conto suo, continuava a non [...]

[...] dell'amicizia che gli dimostrava il principe, dei lunghi discorsi che questi gli teneva, mentre Raimondo e donna Isabella chiacchieravano in un angolo; e [...]

[...] cascava poi dalle nuvole quando la madre gli veniva a dire, bruscamente: «Andiamo via, che è tardi!...» Ora un bel giorno, Raimondo, andato a far [...]

[...] rimase; a un tratto fu per dare uno spintone alla porta ed entrare a viva forza; ma riuscito a stento a contenersi, scese le scale ed uscì nella [...]

[...] via rosso in viso come per un colpo di sole. Subito aveva capito donde veniva la botta, essendosi già accorto della freddezza di donna Mara; e [...]

[...] fatto, che gli ostacoli lo eccitavano, lo rendevano smanioso e restìo come un puledro che sente il morso. Tuttavia s'era contenuto ancora, pensando [...]

[...] potuto, avrebbe fatto un eccesso come quell'avo che s'era buttato coi cavalli addosso al capitan di giustizia. Adesso, non tanto i tempi quanto le [...]

[...] secondare quei due. Mentre essi parlavano fra loro, in un angolo, il principe o donna Ferdinanda stavano a chiacchiera con Fersa; lo conducevano in [...]

[...] pace. Ella sapeva che, a contrariarlo, Raimondo s'incaponiva peggio nei suoi capricci; che, se v'era un mezzo di ridurlo, questo consisteva nel [...]

[...] rovinarla, vuoi farmi ammazzare da suo marito? E allora un altro terrore l'aveva agghiacciata: se anche Fersa si fosse accorto di qualche cosa? se [...]

[...] avesse voluto vendicarsi?... A un tratto, ella vedeva suo marito freddato, in mezzo a una strada, con una palla in fronte, con un colpo di pugnale [...]

[...] , essi ad altro non pensavano che alla prole. Ogni mese, in un certo periodo, Chiara pareva proprio nelle nuvole: non rispondeva alle domande che le [...]

[...] un fattore per lasciargli in balìa il podere, e s'era messo a fabbricare ruote ed ingranaggi. Perchè mai l'acqua nelle pompe aspiranti non andava [...]

[...] mai più su di cinque canne? Per la pressione atmosferica. Non c'era mezzo di controbilanciarla? Ed aveva costrutto un suo trabiccolo dove, per [...]

[...] lavorar di manubrio, l'acqua, non che a cinque canne, non saliva neppure ad un pollice. La colpa fu tutta degli operai che non avevano capito i [...]

[...] suoi ordini: egli si mise intorno ad un problema molto più vasto: il moto perpetuo.... Di quel che avveniva in casa, di quel che operavano gli [...]

[...] il giovane le diceva che il tempo della domanda si veniva sempre approssimando, che fra un anno il loro voto si sarebbe compiuto. Lucrezia [...]

[...] non faceva quasi più servizio, occupato com'era a spiar le mosse della signora, a portar lettere ed ambasciate: adesso egli pareva un signore, con [...]

[...] promesso di Carlotta: il matrimonio si sarebbe celebrate fra un anno. Il principe lo volle ospite, a palazzo, anche gli altri che erano tanto duri [...]

[...] per la figlia lo accolsero con un certo garbo, quasi per non lasciargli sospettare la mala grazia usata con lei... Nè egli le lesse in viso i [...]

[...] il padre e il marito scoppiasse la guerra. Raimondo non si sarebbe rifiutato di seguire il suocero?... Invece, improvvisamente, un raggio di sole [...]

[...] maternità, se n'accusava come d'una colpa e per farsi perdonare dal marito, se prima aspettava ogni sua parola come quella d'un oracolo, adesso [...]

[...] conversazione, quando qualcuno raccontava un fatto o manifestava un'idea, ella leggeva negli occhi al marito se la cosa non gli andava a verso, e [...]

[...] Badessa aveva chiamato gli avvocati del monastero, i quali ad una voce dichiararono che le ragioni del principe non valevano un fico secco; che la [...]

[...] principessa, buon'anima, non aveva niente affatto istituito un benefizio, ma lasciata un'eredità cum onere missarum; quindi che mancava assolutamente [...]

[...] nell'altra interpretazione, e la povera Suor Crocifissa piangeva sera e mattina. In un momento di malumore, visto inutili le trattative amichevoli, la [...]

[...] un poco scandalizzati, ma non si sarebbero smossi, se la Badessa, per tirarli dalla sua, non avesse loro detto che il glorioso San Francesco di [...]

[...] : ella si chiudeva in camera con la sorella, o la tirava in un angolo, per dirle tutte le ragioni dello zio monaco, aggiungendo che lei, Lucrezia, era [...]

[...] Cassinese; e presa un giorno a parte Lucrezia, le cominciò un lungo discorso per dirle che dichiararsi malcontenta del testamento materno era un [...]

[...] marchesa di Villardita. Ma qui rifulgeva il zelante amor materno della principessa. Non tutte le persone son fatte ad un modo; ciò che ad uno pare [...]

[...] ragionatissimo, fondato sopra argomenti positivi e non sopra capricci, era che ella restasse in casa; ma poniamo che un giorno ella avrebbe creduto pel [...]

[...] dare l'esempio d'un dissidio funesto, che sarebbe stato di scandalo in questo mondo, e d'infinita amarezza alla sant'anima nel mondo di là [...]

[...] .... Mentre il confessore teneva questo discorso a Lucrezia, il principe ne teneva un altro un poco diverso a donna Ferdinanda. La zitellona, pure [...]

[...] l'amoreggiamento fosse finito del tutto. Invece un giorno che si parlava della responsabilità dei capi di famiglia quando in casa vi sono ragazze da [...]

[...] marito, Giacomo disse alla zia che anche Lucrezia avrebbe dovuto un giorno o l'altro accasarsi, che da parte sua l'avrebbe lasciata libera di [...]

[...] prendersi chi meglio le 218 piaceva, tanto più che una scelta ella doveva averla già fatta.... La zitellona, a questo, si rivoltò come un aspide [...]

[...] memento la zitellona diventò una vipera con la nipote: le sgridate, per una ragione o per un pretesto qualunque, s'udivano fin giù nelle scuderie [...]

[...] cane, la trattava meno duramente. Un giorno che la donna portava una lettera di Giulente alla padroncina, egli le tolse la carta di mano, ne [...]

[...] , tornò Raimondo da Milazzo, senza la famiglia. Non s'occupò neppure un quarto d'ora della casa e dei parenti; appena arrivato si chiuse con [...]

[...] giovedì grasso, in un carro rappresentante un vascello dove tutti erano mascherati da marinai, passò e ripassò sotto la casa di donna Isabella [...]

[...] , scagliando fiori e confetti per un quarto d'ora ogni volta contro i suoi balconi; il sabato, a una festa a contribuzione data nelle sale del municipio [...]

[...] Milazzo, aveva smaniato come un pazzo contro la vita di quella spelonca, l'aveva torturata con lagnanze, con rimproveri, con un malcontento [...]

[...] quotidiano, con un malumore di tutti i momenti, finchè non era riuscito a scappare. Ma ingiustizie, mala grazia, ella gli avrebbe perdonate ogni torto [...]

[...] saper altro? — Perchè mi parli così? Che t'ho detto di male? — Nulla! Nulla! Nulla! Soltanto, ti pare che sia un bel gusto sentirsi rotto il capo [...]

[...] se ogni rimostranza fosse stata invece un incitamento. Adesso dicevasi che anche Fersa aveva finalmente dato ascolto alla madre, aprendo gli [...]

[...] , al teatro, le si piantava dirimpetto, senza più lasciarla con gli occhi. Un giorno, la cugina Graziella, venuta a palazzo a chieder del [...]

[...] principe, si chiuse con lui per dirgli: — Cugino, debbo tenervi un discorso molto grave.... — da molti anni, da quando Giacomo aveva preso moglie, si [...]

[...] dispiace.... Un tempo, s'incontravano spesso in casa mia, ed io li ricevevo a braccia aperte. Potevo sospettar niente di male? Altrimenti non mi [...]

[...] vostro, insieme con vostro padre. S'ha un bel dire, la famiglia del marito, sì, sì, sì, ma la propria non si dimentica mai! Anche il cugino dovrebbe [...]

[...] d'essere inquieta, capisco, poveretta... Non meritavate un simile trattamento.... Mai voi dovreste dirglielo!... Siete sua moglie, insomma, la madre [...]

[...] occhi; poi s'era sentita agghiacciare e impallidire; a un tratto portò le mani al viso e ruppe in singhiozzi. — Signore!... Cugina!... Che [...]

[...] della mala gente!... Raimondo è un po' scapato; ma, questo? Non posso credere! La colpa, com'è vero Dio, è di quell'altra... Le piace farsi [...]

[...] corteggiare un poco, ma dal conte di Lumera, figuriamoci!... Pura vanità, statene certa e sicura! Ma non piangete!... Queste cose, santo Dio, mi fanno [...]

[...] creduto alle sue proteste, mostrava un viso aggrondato in quella casa che prima era stato superbo d'abitare. Adesso stava molto 225 fuori [...]

[...] .... — So che tuo marito fa una bella vita, ti dimostra un grande amore — esclamò il barone con voce gravida di sorde minacce. — Ho ricevuto una [...]

[...] sono tranquilla?... Te lo giuro, non so nulla.... Saranno calunnie.... v'è tanta cattiva gente!... Un anonimo?... Prendi sul serio quel che scrive un [...]

[...] meglio!... Tanto meglio!... Ma qui bisogna finirla con questo andirivieni continuo! Bisogna decidersi a stare in un posto qualunque, ma [...]

[...] chiudeva, le si chiudeva, come in una morsa, e le forze l'abbandonavano, e un brivido ricominciava a correrle per tutta la persona. Trasalì a un [...]

[...] meridionale. — Allora, quando hai deciso di partire? — interruppe secco secco il barone. — Quando?... — ripetè Raimondo, guardandolo un momento [...]

[...] . — Non sapete che sono incatenato dagli affari? — Gli affari, volendo, si sbrigano in otto giorni. Raimondo tacque un poco; poi esclamò, stringendosi [...]

[...] suocero, dalle spalle quadrate, dai polsi nodosi, dalla faccia abbronzata. Si guardarono un istante, mentre Matilde, impallidita, batteva i denti [...]

[...] scriveva un po' da Palermo, un po' da Milazzo, un po' da Messina; andò poi anche a Napoli; finalmente tornò nell'aprile, insieme col duca d'Oragua [...]

[...] pubblici, della guerra di Lombardia, della malattia di Ferdinando II. Il barone pareva un altro, in compagnia del duca; l'intimità che s'era stretta [...]

[...] levate, rosso come un pomodoro, don Blasco pareva volesse mangiarsi vivi i suoi contraddittori: — E questo si chiama vincere, ah? con l'aiuto dei [...]

[...] dunque chi dà le notizie?... Avete un servizio d'informazioni particolare, se non leggete i giornali? — Così!... — continuava a gestire don Blasco [...]

[...] seduto sopra un sedile, esclamò a un tratto, vedendo il gesto con cui don Blasco sfibbiava la sua cintola di cuoio: — Sst!... Sst!... Viene l'Abate [...]

[...] dividerli: — Andiamo, finitela! È questo il modo?... Da un pezzo le discussioni finivano così, con le grida, gl'insulti e le minacce. Don Blasco era [...]

[...] diventato un energumeno dopo che i liberali rizzavano la cresta per via degli avvenimenti di Lombardia, della cacciata del Granduca da Firenze [...]

[...] di trambusti è meglio il proprio paese, tapparsi in casa propria, ficcarsi dentro un forno!... Se tutti i sanculotti sono come lui, Francesco [...]

[...] , Garino protestava un gran rispetto pel duca d'Oragua, zio del principe di Francalanza, appartenente ad una delle prime famiglie del regno; e a [...]

[...] sentire i vituperii di don Blasco scrollava un poco il capo; ma, voltando pagina, Sua Paternità aveva poi tutti i torti? Il duca faceva male a [...]

[...] frequentar troppo don Lorenzo Giulente, il quale era un liberale arrabbiato — naturalmente, non essendo signore! — e per mezzo del console inglese [...]

[...] dell'impunità, che si parlasse di lui come d'un capo rivoluzionario senza che corresse rischi di sorta; voleva che lo trattassero come gli altri, che lo [...]

[...] e sicuro: chè un gran signore come lui aveva tutto da perdere e niente da guadagnare mettendosi coi «malpensanti» e gli arruffapopolo: il signor [...]

[...] un altro modo: — Volpone Camaleonte! Giubba rivolta!... Come possono fidarsene? È del partito di chi vince! Li giuoca tutti! Tradirebbe suo padre [...]

[...] propiziarselo. Ferdinando, intento a mettere insieme un museo di storia naturale alle Ghiande, non s'era neppure informato di quel che avveniva; così [...]

[...] , specialmente, non davano più retta a nessuno, al settimo cielo per la speranza d'un figliuolo — come se dalla pancia di Chiara dovesse venir fuori [...]

[...] il Messia! — e quel babbeo di Ferdinando riduceva il giardino un pestilente carnaio, preso a un tratto dalla smania d'imbalsamare animali — senza [...]

[...] Ferdinanda si divertivano a predire che un giorno o l'altro l'avrebbero buttato in galera, poichè quella predizione faceva piangere l'intrusa. Il [...]

[...] della pace di Villafranca, per poco non gli prese un accidente, dall'esultanza. Lungo i corridoi di San Nicola, dinanzi ai monaci dell'altro partito [...]

[...] se il duca aveva ordinato che gli si facessero le valigie; quel fratello gli pesava come un sasso sullo stomaco, non vedeva l'ora che ripartisse [...]

[...] discussioni minacciavano di finir male; lo stesso Abate aveva dovuto pregare i Padri Dilenna e Rocca di lasciarlo dire per evitare un guaio. Il [...]

[...] partiti s'era attizzata; il principino, a cui don Blasco dava l'imbeccata, prendeva anche lui l'aria di un trionfatore, dileggiava Giovannino Radalì [...]

[...] , capo dei rivoluzionarii, dandogli del «barone senza baronia» e del «figlio del pazzo.» Il duca Radalì, infatti, era morto in un accesso di delirio [...]

[...] furioso; la duchessa vedova aveva quindi stabilito che Giovannino, come secondogenito, pronunziasse i voti. E questo era un altro argomento col [...]

[...] voleva bene, sopportava un poco i suoi dileggi; ma, a volte, infuriava in malo modo: il sangue gli montava alla testa, gli occhi gli s'accendevano [...]

[...] fumare; 235 Giovannino aveva ottenuto da Frà Cola, in gran segreto, della semente di tabacco, l'aveva piantata in un angolo del giardino [...]

[...] ripercorrevano poi la via al passo guidati dai palafrenieri che lanciavano tratto tratto un grido ai balconi: — Affacciatevi, principi e baroni [...]

[...] regalato quella reliquia ai monaci, nel 1393: era uno dei chiodi con un pezzetto del legno della croce sulla quale avevano suppliziato Gesù. Il [...]

[...] di San Nicola parve trasformata in un salone, dalle tante faci accese per ogni dove, dalle tante seggiole disposte per le signore che [...]

[...] di soldati, dalla porta maestra della chiesa che pareva tutta una fiamma: l'Abate reggeva la spera, seguito da un lungo corteo che rientrava dopo [...]

[...] mutava quattro volte di disegno e di colori e finiva col crepitare assordante d'un fuoco di fila mentre centinaia di serpenti luminosi si snodavano [...]

[...] suocera, nè s'atteggiava a vittima come un tempo. Quella sera aveva un abito veramente sfarzoso, e tante gioie addosso, che tutti gli occhi si [...]

[...] trovata mezzo nuda, con la finestra aperta e il cappello d'un uomo rotolato per terra. Se avesse fatto un momento più presto, li avrebbe colti sul [...]

[...] fatto; ma dal balcone che dava sui tetti della scuderia, egli era scappato in un lampo. Senza bisogno di nominarlo, tutti comprendevano che egli [...]

[...] : «Esci di casa mia!...» Lì per lì, senza darle neanche tempo d'infilarsi un paio di scarpe, in pantofole come si trovava! Ella se n'era andata [...]

[...] l'avrebbe mandata? E don Mario, il marito?....» Don Mario arrivò all'alba, a rotta di collo, mandato 238 a chiamare con un espresso: il piangere [...]

[...] che faceva! come un bambino!... Ne avea voluto del bene alla moglie! E allo stesso conte! Questo era stato lo sbaglio! Sua madre, no: l'amicizia [...]

[...] cocchiere gli apriva, doveva salir sul tetto delle scuderie, scavalcare la balconata e di lì entrare in camera dell'amica.... Era stato un vero miracolo [...]

[...] per terra? Un vecchio cappello del cocchiere, il quale s'era divertito, nel pomeriggio, a buttarlo per aria!... Se tutte queste cose non s'erano [...]

[...] notizia relativa al fatto, appassionandosi più che per una caduta di regno. Chi parteggiava pel conte, protestando che un padre di famiglia come [...]

[...] lui non si sarebbe messo a disturbare un'altra famiglia; chi lo giudicava capace di questo e d'altro, per soddisfare un capriccio. Scapolo, non [...]

[...] Nicolosi, tra i Padri Benedettini, se ne fece un gran parlare: Padre Gerbini, fra gli altri, sostenne a spada tratta l'innocenza di donna Isabella [...]

[...] , di tutti i sintomi d'un mutamento radicale. Ma, alla cessione di Nizza e della Savoia alla Francia, gongolò come se le avessero date a lui [...]

[...] Padre Rocca, dopo lo scontro di Calatafimi. Allora egli scoppiò: — Ma razza di mangia a ufo che siete, dovete 241 dirmi un poco perchè vi [...]

[...] fregate le mani? Avete vinto un terno al lotto? O credete che Garibaldi venga a crearvi papi tutti quanti? Non capite, teste di corno, che avete [...]

[...] prendeva decisamente posto coi rivoluzionarii, fiutando già il cadavere. Il monaco diceva contro il fratello parole tali da far arrossire un [...]

[...] truppe di Clary. Il duca invece raccomandava la calma, assicurava che i Napoletani sarebbero andati via senza tirare un colpo. Quantunque egli prendesse [...]

[...] portati via dai parenti inquieti, era una festa: tante facce nuove, un incessante andirivieni, la continua aspettativa di non si sapeva che cosa. I [...]

[...] apparare un altarino mandarono il cameriere a comprar carta variamente colorata. Il cameriere, con la bianca e la rossa, ne portò dell'azzurra [...]

[...] invece della verde; quello sbaglio fu causa che si perdesse un giorno. Il principino, al quale naturalmente, nella sua qualità di sorcio, i [...]

[...] , nascosti insieme in un angolo del giardino perchè, tolta la politica, erano amici, dettero fuoco ai fiammiferi e cominciarono a tirare le prime boccate [...]

[...] . Usciva un fumo acre, amaro, pestifero, che bruciava gli occhi e la gola; Giovannino, pallidissimo, respirava a stento, ma continuava a tirare [...]

[...] poichè Consalvo dichiarava: — Sono eccellenti!... Tutti tabacco vero!... Non ti piace? — Sì.... Un bicchier d'acqua.... Mi gira il capo [...]

[...] !... Mi viene di vomitare.... Il principino buttò il suo sigaro e rientrò. Sentiva un principio di nausea, aveva il piè malfermo, la vista un po [...]

[...] letto, con Frà Carmelo che lo vegliava. La luce era fioca, non si capiva se fosse l'alba oppure il tramonto; nè una voce nè un rumor di passi nel [...]

[...] al viso, con un impeto selvaggio di collera, da vero «figlio del pazzo» — Aspetta! Aspetta! Appostati in attesa che Consalvo uscisse, lo [...]

[...] sulle spalle. Tutti gli furono addosso, ed egli cominciò a gridare; ma nessuno poteva udir le sue grida, perchè, a un tratto, a quell'ora [...]

[...] insolita, tutte le campane di San Nicola si misero a stormeggiare formando un concerto 245 così strano, che i ragazzi smisero di picchiare il [...]

[...] delatore, guardandosi turbati. A un tratto Giovannino esclamò: — La rivoluzione!... — e rientrò di corsa. Le squadre erano finalmente scese in città [...]

[...] paura, era venuto a rifugiarsi, insieme coi borbonici più sospettati, al Noviziato, come in un cantone più sicuro, dove, per via dei bambini [...]

[...] botteghe e le finestre sbarrate e un silenzio pauroso. Don Gaspare Uzeda, nonostante le assicurazioni del Giulente, nonostante le prove della [...]

[...] intorno. Mancava lavoro, poichè la città era tuttavia un deserto: egli non lasciò andare a mani vuote nessuno di quelli che gli si rivolsero per [...]

[...] parlavano di libertà e d'eguaglianza, nessuno pensava a prendere un provvedimento che dimostrasse al popolo come i tempi fossero cangiati e i [...]

[...] diventò un grand'uomo. Don Blasco, rimpiattato al convento, schiumava: non tanto, forse, per la rovina del suo partito e pel trionfo dell'eresia [...]

[...] , quanto per sapere suo fratello considerato a un tratto come uno degli eroi della libertà: il Governatore non faceva nulla senza del duca, lo metteva [...]

[...] in tutte le commissioni, un codazzo di ammiratori lo accompagnava al palazzo Francalanza, che egli aveva fatto riaprire e riabitava perchè la [...]

[...] , convertivansi al nuovo partito udendo che un gran signore come il duca d'Oragua, uno dei Francalanza, ne faceva parte: le dimostrazioni patriottiche [...]

[...] frequente quanto: 249 «Viva Garibaldi!» o «Vittorio Emanuele!...» Queste enormità ridussero don Blasco a un cupo silenzio, più terribile [...]

[...] ? A San Nicola!... All'annunzio che la colonna di Nino Bixio e di Menotti Garibaldi sarebbe giunta a Catania, il Governatore aveva mandato un [...]

[...] nazionale andò incontro, fuori le porte, alla colonna che entrò in città fra un uragano d'applausi; e i volontarii s'acquartierarono a San [...]

[...] canne di pipa ridussero il convento un assedio. Per andare al refettorio, don Blasco doveva traversare due volte il giorno quell'inferno; egli [...]

[...] , già nei cortili esterni, essi eseguivano esercizii; Bixio stava a invigilare con un frustino in mano, accarezzando tratto tratto le spalle dei più [...]

[...] disposizione del figlio dell'anticristo, che passava i suoi momenti d'ozio coltivando rose. Un giorno, tra i novizii, che erano scemati di numero perchè [...]

[...] andò via. — Hai paura che ti taglino la coda? Egli non rispose. Sue padre, rassicurato sull'andamento della cosa pubblica, scese un giorno a [...]

[...] anche lui, la sua persona e la sua casa. Però dava un colpo al cerchio e uno alla botte; parlava contro il duca a don Blasco, contro don Blasco al [...]

[...] borbonici e di savoiardi? Egli voleva andar via dal Noviziato; perciò serbava un segreto rancore contro il padre che non l'aveva contentato [...]

[...] privilegi. Giusto in quei giorni i Giulente avevano raccomandato all'Abate un giovanetto, loro lontano parente, rimasto orfano a Siracusa e venuto a [...]

[...] la costituzione meglio ancora; ma rinunziare ai loro privilegi, fare d'ogni erba un fascio, questo era un po' troppo!... La quistione [...]

[...] un nuovo disegno: farsi nominare professore all'Università. Non v'erano stati parecchi suoi avi pubblici lettori? L'impiego era decoroso e [...]

[...] Gentiluomo di Camera, non si lasciava molto vedere; ma certo che la rivoluzione sarebbe stata schiacciata da un momento all'altro, anche lui se la [...]

[...] prendeva col duca. — Chi parla di popolo! Se tornassero i Vicerè dall'altro mondo! Se sentissero di queste eresie, se vedessero un loro pronipote [...]

[...] ; però tentavano placare il giusto sdegno dei puri, giudicando il liberalismo del duca un liberalismo di parata, una necessità politica del momento [...]

[...] , potesse godere dell'anarchia e dell'usurpazione! — Tanto peggio! — urlava don Blasco. — Capirei un fedifrago risoluto, che avesse il coraggio del [...]

[...] , al direttore dell'ospedale militare di Napoli; e la risposta, prima che sui bollettini, fu resa di pubblica ragione in un manifesto affissato [...]

[...] : lo zio Lorenzo, il duca d'Oragua, il Governatore e la Guardia nazionale andarono loro incontro. Il giovane s'appoggiava a un bastone e sventolava [...]

[...] cascato un grano di miglio, poi levò la sinistra. La sua fama d'oratore era già stabilita: tacquero a quel gesto. — Cittadini! — cominciò, con voce [...]

[...] alle nostre persone, ma all'idea generosa e sublime che guidò il Dittatore da Quarto a Marsala. — Scoppiò un uragano d'applausi in mezzo al quale la [...]

[...] patria comune... alla nazione risorta.... all'Italia una.... gli evviva, gli applausi, il trionfo... — Ad ogni periodo, un gran clamore veniva su [...]

[...] che mi desti ecco ti rendo....» Onore ai forti che caddero!... A voi toccò ufficio non meno superbo: dare all'Europa ammirata l'esempio d'un popolo [...]

[...] .... che un potere aborrito e spergiuro osò cancellare.... ma che splenderanno di più vivido raggio!... Cittadini! Applaudite voi stessi [...]

[...] , maestoso e marziale nella divisa di maggiore. Ma questi, all'idea di dover rispondere, si sentì a un tratto serrar la gola, vide a un tratto la [...]

[...] piazza trasformata in un mare terribile, vorticoso e ululante, le cui ondate saettavano sguardi; e lo spasimo della paura fu tale ch'egli dovette [...]

[...] fatto in cinque mesi; ma un ultimo passo ci resta.... L'entusiasmo dal quale vi veggo animati mi dà guanto che sarà fatto.... Il sole di domani [...]

[...] anche lui un gran sì sul mare della Villa, per precauzione, e la folla dei contadini scioperati, giù in istrada, batteva le mani, gridava: «Viva [...]

[...] stretti, quasi per mordere. — Anche i ragazzi! Anche Consalvo! — E come il principino salì un momento a salutare i suoi, ella gli strappò quel [...]

[...] : sei grandi ceste piene di tanta roba da bastare a un intero ospizio di lattanti; e trovava parole d'ammirazione per tutte le fasce, per tutte le [...]

[...] , guardate! — Oh, che bella cosa!... Dove hai trovato questi merletti?... Belle tutte, belle!... Ma più la bianca coi nastri celesti! Un amore [...]

[...] !... Avete aspettato un pezzo, ora la vostra contentezza è vicina!... Vi volete tanto bene!... Per me, mi gode l'animo quando vedo le famiglie tanto [...]

[...] affiatate!... Così vorrei che anche Lucrezia fosse contenta.... Voi altri non sapete? — Che cosa? Ella abbassò un poco la voce per dire, con aria di [...]

[...] l'avvocato Bernardelli, perchè è stato in galera: non par vero, a che siamo ridotti!... Ma Giulente si batte come un leone.... pel futuro zio.... mi [...]

[...] cugino Giacomo anche.... Un Giulente sposare un'Uzeda? Ci voleva la rivoluzione, il mondo sottosopra, perchè si vedesse una cosa simile! Lo zio [...]

[...] , 259 torta la bocca quasi per inghiottire un boccone amaro, esclamò: — Certamente! Sono cose che riguardano la sua coscienza!... E anche [...]

[...] cosa bellissima, un partito vantaggioso, un terno al lotto.... — E tu non gli hai detto nulla, tu? — Io? Gli ho detto che dovrebbe tornare nostra [...]

[...] potranno andare d'accordo, con tanta diversità d'educazione e di.... A un tratto comparve Lucrezia. Il principe tacque come per incanto; la [...]

[...] minuto di silenzio profondo; di botto, s'udì il rumore d'una seggiola rovesciata e subito dopo quello secco e brusco di un violento ceffone. La [...]

[...] un sacrifizio, e un sacrifizio non lieve; ma il patriottismo di cui ella ha dato tante e sì splendide prove, ci dà guanto che anche una volta vorrà [...]

[...] superiore alle mie povere forze... È un mandato.... Permettete!... — soggiunse con altro tono di voce, vedendo far gesti di diniego — che non [...]

[...] .... Ci sono tanti che brigano il voto, ma noi non ci abbiamo fiducia. Vogliamo un buon patriotta e un signore come Vostra Eccellenza.... Allora [...]

[...] ..... — Farmi pregare? — esclamò il candidato, ridendo. — Mi prendete forse per un dilettante di pianoforte? Tutti sorrisero e il ghiaccio si ruppe [...]

[...] sedere tra i rappresentanti del Parlamento!... — Signori miei, — fece a un tratto Giulente zio, mettendo fine al cortese contrasto. — Sapete che vi [...]

[...] migliore assestamento del nuovo regime. Prese da un cassetto della scrivania una scatola di sigari: sigari d'Avana, color d'oro, dolci e profumati [...]

[...] , e ne fece larga distribuzione, stringendo la mano a tutti, ma più forte ai due Giulente. Il domani, l'Italia Risorta portava un articolo di fondo [...]

[...] quell'indipendenza che dà guanto di disinteresse e di sincerità. Ora allorquando il paese ha la fortuna di possedere un Uomo che risponde al nome di duca [...]

[...] GASPARE UZEDA D'ORAGUA, noi crediamo che ogni discussione si riduca un fuor d'opera, e che tutti i voti 265 dei cittadini, giustamente gelosi [...]

[...] liberale! Al Quarantotto egli non avea preso un partito? Ma non avea tradito, come tant'altri!... Però quelle voci parevano ridotte al silenzio, e [...]

[...] risorgevano a un tratto più insistenti. Fin dall'estate, fin da quando i Napoletani erano andati via, di tanto in tanto si trovavano attaccati alle [...]

[...] , cominciò a chiederne notizie, insistette per leggerli. Impallidì un poco vedendo il suo nome, percorrendo rapidamente le frasi in cui si parlava [...]

[...] Nicola, dove chiese del Priore don Lodovico. — Guarda che tuo zio, — gli disse tranquillamente — giuoca a un brutto giuoco. I cartelli anonimi vengono [...]

[...] a chi si sia, occorrendo anche a Francesco II, che Dio sempre feliciti! — e fece un inchino profondo. — Figuratevi un po' se ho paura di questa [...]

[...] 267 ai quali quelli scambiati tra facchini e donne di mal affare erano complimenti e zuccherini. E la sua rabbia aveva un bersaglio più vicino e [...]

[...] colmavano d'improperii; donna Ferdinanda l'afferrava pel braccio dandole pizzicotti che portavano via la pelle; don Blasco un giorno per miracolo non [...]

[...] imbalsamare. Soltanto quando si chiudeva in camera con Vanna, per avere le lettere del giovane, le diceva, con un sorriso freddo, a fior di labbro: — È [...]

[...] nell'Italia Risorta e nelle stampe volanti intitolate: Chi è il duca d'Oragua, Un Patrizio patriotta, e via discorrendo. «Fin dal 1848 l'insigne gentiluomo [...]

[...] Lucrezia, tesseva l'elogio del giovane, asseriva che era un partito da non lasciarsi sfuggire perchè i Giulente avevano quel solo figliuolo al quale [...]

[...] parere ostinato. Tanto che il duca un giorno gli domandò: — Ma parla chiaro! Sei contrario a questo matrimonio? — Io?... Quando è approvato da [...]

[...] Vostra Eccellenza!.... — Giulente non ti piace? — Ha da piacere a me?... È un buon giovane; basta saperlo amico di Vostra Eccellenza.... Discretamente [...]

[...] . Già Padre Camillo aveva tenuto un simile discorso alla ragazza. Aveva cominciato a dirle che quell'unione era avversata da tutti, in famiglia, non [...]

[...] perchè presumevano che restasse zitella — quantunque!... benchè!... — ma per la ragione che non era un partito conveniente. La considerazione [...]

[...] implicava. Giulente era forse un buon giovane — non voleva infamarlo, senza conoscerlo — ma professava dottrine pericolose, parteggiava pei [...]

[...] sopra a ben altro. Adesso ella sentiva il male che preparava al fratello minore, il solo che le volesse bene, inducendolo a spogliarsi d'un poco [...]

[...] nulla di nulla, e restò a bocca aperta quando il duca, per cavare una buona volta i piedi da quel negozio, gli riferì ogni cosa. — È venuto un buon [...]

[...] era sul punto di partorire. Quando Giacomo e Margherita arrivarono in casa di lei, trovarono Federico che faceva come un pazzo, dall'ansietà [...]

[...] all'ultima crisi. — Non so.... Coraggio, signora marchesa.... Che è?... A un tratto le levatrici impallidirono, vedendo disperse le speranze di [...]

[...] ricchi regali: dall'alvo sanguinoso veniva fuori un pezzo di carne informe, una cosa innominabile, un pesce col becco, un uccello spiumato; quel [...]

[...] mostro senza sesso aveva un occhio solo, tre specie di zampe, ed era ancor vivo. — Gesù! Gesù! Gesù! Chiara, per fortuna, aveva perduto i sensi [...]

[...] ; ma non vi riuscì. Dinanzi al mostro che le levatrici costernate avevano deposto sopra un mucchio di panni, il marchese restò di sasso, portando le [...]

[...] cari lo stesso.... — E dov'è?... Portatela qui.... — fece ella, con un nuovo sospiro. In quello stesso punto la cameriera, dietro ordine della [...]

[...] principessa, portava via il feto avvolto in un panno, cercando di non farsi scorgere. - È lì!... — esclamò Chiara. — Voglio vederla.... 276 [...]

[...] lo fece venire accanto e gli parlò piano, lungamente. Poi chiamò la cameriera, e cavato di sotto al guanciale un mazzo di chiavi, glie lo diede [...]

[...] come di cera, che Ferdinando lavò, asciugò e introdusse poi nella boccia dove versò lo spirito e adattò il tappo. — C'è un po' di sego?... di creta [...]

[...] di grasso diguazzante nello spirito; a un tratto disse a don Lodovico: — Zio, non pare la capra del Museo? Al Museo dei Benedettini c'era infatti [...]

[...] un altro aborto animalesco, un otricciuolo con le zampe, una vescica sconciamente membrificata; ma il parto di Chiara era più orribile. Don [...]

[...] tutti, prodigando ringraziamenti, mentre dalla via veniva il frastuono delle grida e degli applausi, e il principe, visto nel crocchio un [...]

[...] apparve, un clamore più alto levossi dalla via formicolante di teste; salutavano coi cappelli, coi fazzoletti, con le bandiere, vociando: Evviva [...]

[...] ! Evviva!... Giallo come un morto, afferrato alla ringhiera con tutte e due le mani, con la vista ottenebrata, immobile in tutta la persona [...]

[...] non faceva capire che egli volesse discorrere. Benedetto alzò un braccio; come per incanto ottenne silenzio. — Cittadini! — cominciò il giovanotto [...]

[...] libera.... la sovrana volontà d'un popolo divenuto padrone di sè.... Cittadini! Il 18 febbraio 1861, tra i rappresentanti della nazione risorta noi [...]

[...] la folla cominciò a rimescolarsi. Una seconda volta, con voce strozzata, senza un gesto, senza un moto, il duca aveva cominciato: «Cittadini [...]

[...] : — Volevo aggiungere due parole.... ma se ne vanno.... Possiamo rientrare.... Sorrideva, traendo liberamente il respiro, come liberato da un incubo [...]

[...] zio? Come tutto il paese è per lui? Il ragazzo, stordito un poco dal baccano, domandò: — Che cosa vuol dire deputato? — Deputati — spiegò il [...]

[...] SECONDA I. Quando in città si seppe che il conte Raimondo era piovuto da Firenze in casa Uzeda, ospite inatteso, solo, senza bagagli, con un sacco [...]

[...] da notte dove aveva ficcato appena la poca biancheria occorrente in viaggio, fu un sussurro generale, uno scambio di commenti, di supposizioni [...]

[...] , di domande curiose ed insistenti come per un grave avvenimento pubblico. La prima notizia corsa di bocca in bocca diceva che il contino aveva [...]

[...] Giulente con la signorina Lucrezia. Quest'avvenimento, benchè previsto e discusso da tanto tempo, aveva già provocato un risveglio dei partiti in cui i [...]

[...] veramente un certo effetto anche a lui, Baldassarre, che una degli Uzeda dovesse sposare un avvocato: ma il giovanotto aveva 283 studiato [...]

[...] suoi dipendenti cicalassero; ma le chiacchiere non finivano mai, e soltanto l'arrivo del contino le avviò sopra un altro soggetto. Che il padroncino [...]

[...] retta: sono tutti pazzi! Senza ragione ti odiano, senza ragione un bel giorno faranno pace!...» E gli narrava le loro pazzie, gli suggeriva il modo [...]

[...] dai futuri parenti, sapendo che, se avrebbe potuto fare un matrimonio migliore quanto a interesse, non ne avrebbe potuto fare uno migliore quanto [...]

[...] interrompeva il suo mutismo solo per denigrarli. Giulente dava un colpo al cerchio ed un altro alla botte, non sapendo come prenderli, giacchè non [...]

[...] che non intorno al modo di scrivere solenne, se con una o con due elle. Richiesto del suo parere, Benedetto pensò un poco non al vocabolario, ma [...]

[...] sulla nuova legge. Benedetto, un po' per amore allo studio, un po' per zelo patriottico, lo aveva sviscerato col suo maestro; e allora, discorrendo [...]

[...] ; certe volte, con l'aria di parlare in tesi generale, di casi imaginarii o senza interesse prendeva vere consultazioni legali. Un giorno gli domandò [...]

[...] sorridevano tanto di sprezzo per le teorie liberali quanto per udire quel «noi» in bocca sua, nel vedere un Giulente prender sul serio la propria nobiltà [...]

[...] stessa Lucrezia, a quel subito gelo diffuso per l'aria, mostrava una ciera costernata, 287 mentre approvava con un gesto del capo, ma senza dir [...]

[...] spiegò tutti, in italiano. Qualche giorno dopo quel discorso vi fu un gran ciarlare tra le servitù, giù nella corte: correva in paese la voce [...]

[...] , egli fece un segno a don Lorenzo, e questi condusse via tutti. 290 Ma l'Onorevole non andò a letto. Raimondo, avvertito da Baldassarre che lo [...]

[...] ? — Io non so nulla. — Dopo che sei scappato via come un fuggiasco! Dopo che non ti sei fatto vivo per due mesi! Adesso mi par tempo che questa [...]

[...] , guardava per terra, come un ragazzo intimidito dalla minaccia d'una lavata di capo. — Che hai da dire contro tua moglie? — domandò a un tratto don [...]

[...] , non le hai scritto un rigo, non ti sei curato di nessuno dei tuoi, quasi non esistessero; e dici.... — Sono venuto qui perchè avevo da fare. Non [...]

[...] vero! — Me l'ha detto tuo suocero.... l'ho sentito ripetere da tutti.... 291 — È falso! — ripetè il nipote con voce forte e un poco [...]

[...] Raimondo, alzandosi. Lo zio restò un momento a guardarlo, quasi non fosse sicuro d'aver udito bene, poi ripetè: — Sei pronto a riprenderla [...]

[...] : — Questo è vero.... tu hai ragione.... L'ho messo in croce per dissuaderlo!... Ma quel santo cristiano è fatto a un certo modo.... Del resto non [...]

[...] , che bisogna avere un po' di politica nel mondo.... Divertiti, — aggiunse con un sorrisetto allusivo; — ma senza dar nell'occhio, salvando le [...]

[...] apparenze. È già dispiacevole che sia successo un primo guaio.... — Vostra Eccellenza ha da dirmi altro? — domandò Raimondo, interrompendolo [...]

[...] cocchiere e il mozzo di stalla, aveva tratto dall'armadio un foglio di carta e l'aveva fatto in mille pezzi: «Neppure un soldo, così!... » Ella [...]

[...] naturale che quel matrimonio tanto male assortito fosse finito peggio; se avessero dato la Pinto a Raimondo, allora sì!.. A un tratto, una sopra [...]

[...] passeggiava come un leone in gabbia. Benedetto Giulente, appena la vide entrare, s'alzò rispettosamente: ella gli passò dinanzi come se fosse uno dei [...]

[...] ! — disse Lucrezia al fidanzato, avvampando subitamente in viso. Egli scrollò il capo con un sorriso d'indulgenza; ma il duca s'avvicinò alla [...]

[...] ricondotta la pace in una famiglia che.... — Piccoli malintesi! I giovani hanno le teste calde! esclamò con un sorriso tra di modestia e di compatimento [...]

[...] adesso andatevene che non ho bisogno di voi!...» Tutt'intorno gli altri parlavano piano, come nella camera d'un ammalato, ma al rumore di una [...]

[...] mani di tasca fece col capo un breve gesto di saluto e disse: — Come sta? Palmi rispose: — Bene; stai bene? — E salutò in giro gli astanti [...]

[...] . Nessuno fiatava, gli sguardi si volgevano tutti sul barone. Anche le mani gli tremavano un poco, e non guardava in viso il genero. — Accomodatevi [...]

[...] ; donna Ferdinanda s'impettì, affondando il mento nel collo come un gallinaccio. — Matilde, sta bene? — domandò la principessa. — Bene, grazie [...]

[...] duca tossicchiò un poco, come per un principio di raucedine; poi gli domandò: — Tu quando raggiungeresti tua moglie? Egli rispose secco e breve [...]

[...] : — Anche domani. — Matilde però la vogliamo un poco qui, — soggiunse lo zio, guardando gli altri parenti, quasi a chiedere il loro assenso; ma [...]

[...] ? — Come credete, — rispose Palmi. A un tratto s'udì per la terza volta una carrozza che entrava nel cortile e tutti gli occhi si volsero verso 296 [...]

[...] estranei, il monaco s'era visto perso. Le brighe del convento l'occupavano fino a un certo punto; le grida e le bestemmie contro i liberali [...]

[...] , restate!... Un momento, e torno subito..... — Ho qualche cosa da sbrigare anch'io; grazie! — Verrete almeno a pranzo con noi? — Grazie; parto oggi [...]

[...] stesso; ho fissato uno straordinario. Fu inutile insistere; il barone opponeva un rifiuto cortese, ma freddo. Salutò tutti in giro e andò via [...]

[...] scomparsi, che nella Sala Gialla cominciò un mormorio generale: — Che maniera di stare in casa della gente! — esclamò donna Ferdinanda — Non ha detto [...]

[...] casa delle persone!... — E come faceva il sostenuto! — aggiunse sua moglie. Benedetto Giulente, dal suo posto, osservò: — Quella partenza pare un [...]

[...] bestia, l'imbecille e il buffone in questo caso è chi invita! Benedetto, quantunque il monaco non lo guardasse, fece col capo un gesto tra d'assenso [...]

[...] faccia, badava a chinare il capo con un gesto continuo ed eguale, come un automa, e poichè la cugina cicalava piano con Chiara, e don Blasco [...]

[...] propria.... Vedendosi guardato due o tre volte, Benedetto, mentre continuava ad approvare col capo, confermò: — Il barone ha veramente un [...]

[...] insieme coi nipoti, fece un breve cenno del capo per rispondere al nuovo e più profondo e più rispettoso saluto del giovanotto. Intanto il duca [...]

[...] prezzo dei nostri frumenti e dei nostri zolfi meglio di un sensale di piazza....» Il governo gli aveva promesso una quantità di provvedimenti per [...]

[...] domande d'un posticino, o d'un sussidio, o d'una pensione, andavano via portandolo alle stelle come se avesse colmato loro le tasche, spargendo [...]

[...] lasciar la capitale in un momento come quello per indurre il nipote alla ragione. Non s'udivano se non esclamazioni di lode all'indirizzo del [...]

[...] doverosa; solamente don Blasco, nella farmacia borbonica, gridava come un ossesso: — Ah, gli credete?... Perchè credete che l'ha fatto? Per dar [...]

[...] anni, e gli occhi incavati, accerchiati di livido, lucenti di febbre, dicevano lo strazio di un pensiero cocente, d'una cura affannosa, d'una paura [...]

[...] nulla. — Un poco.... — rispose la cognata, scrollando il capo, con un sorriso dolce e triste. — Adesso è passato.... Infatti, ella si sentiva [...]

[...] sofferto, ella vi entrava con un senso di sollievo e quasi di fiducia. La tempesta recente era stata così forte e dura, che ella pensava anzi con [...]

[...] un senso di rammarico al tempo degli antichi dolori; li aveva giudicati intollerabili e non sapeva di quanto sarebbero cresciuti, a poco a poco [...]

[...] , ma costantemente, fino a contenderle la stessa speranza d'un qualunque ritorno alla pace. Come le si era chiuso il cuore ai primi disinganni, nel [...]

[...] trascorsi in Toscana, a tutto ciò che aveva sofferto vedendo prepararsi e non potendo impedire l'ultima rovina, ella provava veramente come un [...]

[...] dei suoi desiderii. A Firenze, dove s'eran dato convegno, aveva deliberato di spezzare in un modo qualunque la catena da cui si sentiva avvincere [...]

[...] signora autentica come la Fersa gli procurava i sorrisi di compiacenza un po' invidiosi dei rompicolli che prendeva a modello. E donna Isabella [...]

[...] costretta a tacere; e poichè suo padre, ricominciato a sospettare di Raimondo, aveva mutato a un tratto, con la violenza abituale, l'antica affezione [...]

[...] sanguinava da tanto tempo, fu in quei giorni straziata da un altro dolore: Lauretta, che era sempre cagionevole, appena lasciato Firenze cadde [...]

[...] di società col quale era rientrato, portandosi un sacco da notte, dove aveva buttato pochi effetti alla lesta; rammentava d'essersi sentita [...]

[...] fosse tornato lì; d'aver saputo il giorno seguente che, cercato rifugio in un albergo della stessa Livorno, egli s'era imbarcato per la Sicilia [...]

[...] .... Il barone arrivò da Torino come un fulmine, prima che ella gli avesse dato notizia dell'accaduto. Allora un altro tormento s'aggiunse ai tanti [...]

[...] che la straziavano. Il rancore di suo padre contro il genero scoppiò a un tratto, terribile. «È andato via? Meglio così!» aveva detto nel primo [...]

[...] momento; ma poichè ella si scioglieva in lacrime, non sapendo come fare, vedendo distrutta la propria esistenza, un violento moto di collera gli [...]

[...] proruppe: «Ah, il suo amor paterno?... Il bene che ha voluto alle sue creature?... Il sangue avvelenato a quell'innocente?...» e con un fiotto di [...]

[...] implorava il perdono d'un pensiero abominevole; se Lauretta fosse ricaduta, avrebbero potuto chiamarlo.... S'ammalò invece ella stessa. Vedendola [...]

[...] simpatia; quanto a don Blasco e a donna Ferdinanda, che avevano ripreso a venire tutti i giorni a palazzo, parevano anch'essi un poco placati [...]

[...] , oltre il muro impenetrabile che segregava le suore dal mondo, tendeva le braccia alla sua mamma ad alle zie con un senso di paura negli occhi [...]

[...] con un grande Cristo nero e sanguinante che prendeva tutta una parete. La mamma, le monache, tutte e tutti lodavano la saggezza di cui dava [...]

[...] sposi, un quartiere accanto a quello di don Paolo Giulente ma del tutto segregato, finivano di dare l'ultima mano alla sistemazione dei mobili [...]

[...] zitellona, egli era riuscito a farsi badare ogni giorno più da quei due, continuando a chinare il capo come un burattino a tutto ciò che dicevano [...]

[...] , in busca d'uno sguardo, d'un saluto, d'una parola. Giusto in quel 312 se non ne avessero mangiato mai prima di quella sera. E i Vicerè che [...]

[...] guardavano dall'alto delle pareti! Basta: a lui toccava eseguire gli ordini dei padroni! Giusto la cugina Graziella, appartata in un crocchio con la [...]

[...] fontana. «Una cosa commovente,» diceva piano il duca al prefetto che gli stava a fianco. A un tratto vi fu un rimescolìo: Chiara, non potendone più [...]

[...] , s'era lasciata cadere sopra uno sgabello. Tutti la circondarono, ma ella li rassicurava con un sorriso: sorrideva perfino Monsignore, sapendola [...]

[...] forse con più sontuosità che dal principe: un rinfresco che non finiva mai, i gelati che squagliavano nei vassoi per mancanza di consumatori; e [...]

[...] salire dalla sorella. Gli sposi non aspettavano più nessuno, quando, nel pomeriggio: drlin, drlin, un tintinnio di sonagliere, e la carrozza di [...]

[...] con lui dicendo: — Non c'è modo di accordarli? — I creditori?... Sicuro.... si possono accordare.... — E frenando a stento un sorriso, esclamò [...]

[...] , per farla contenta, egli stesso riscese con la moglie in città a dipanare in persona la matassa. Dovevano passare 314 un mesetto al Belvedere [...]

[...] stava dinanzi come un servitore, punzecchiava la nipote perchè si levava tardi, perchè fino a mezzogiorno restava discinta, coi capelli sulle [...]

[...] zitellona, che Lucrezia aveva chiamata. Mutava facilmente opinione, Lucrezia, da un momento all'altro; e tutti la secondavano, non solo suo marito, ma [...]

[...] anche il suocero e la suocera: la covavano con gli occhi come una cosa preziosa, la contentavano a un cenno, la servivano all'occorrenza. Così [...]

[...] ella si alzava ogni giorno un poco più tardi, restava un paio d'ore senza far nulla, senza neppure lavarsi; vestita finalmente, se ne andava [...]

[...] talvolta dalla sorella Chiara, che non era ancora partorita, avendo sbagliato i conti d'un mese; ma più spesso a palazzo, dove aveva giurato di non [...]

[...] Giulente, del resto, giudicavano naturale che ella cercasse dei suoi parenti, nè Benedetto pensava a rammentarle gli antichi propositi; quando, un [...]

[...] delle ultime tremila onze; adesso finalmente mandava, per mezzo del signor Marco, in piego suggellato diretto a Benedetto, un nuovo conto. Lucrezia [...]

[...] l'aveva aperto; c'era un passivo, dove figuravano le spese della festa di nozze: un totale di centoventicinque onze. Notati gli spumoni, i dolci [...]

[...] sarebbe stato tutto suo! Guardate un po' questa boriosa che mia madre non fece valere un fico secco, adesso darsi il tono di non so chi! Credono [...]

[...] d'essere uscita da quella galera!... Credono che io mi debba rinchinare?... M'importa assai di loro e dello loro visite!... Ora un giorno [...]

[...] sta Vostra Eccellenza?... Mio marito è andato fuori.... Se Vostra Eccellenza si ferma un poco, non tarderà a venire....» E mentre lo aspettavano [...]

[...] Benedetto, che non credeva ai proprii occhi, il monaco si lasciò baciar la mano dal nuovo nipote, chiacchierò di tutto un poco, mangiò un altro [...]

[...] biscotto, ci bevve su un altro bicchierino, e andò via accompagnato dagli sposi fino al pianerottolo. Da 318 Quel giorno, Benedetto non se lo [...]

[...] , forte, padronale; e una volta entrato, cominciava a girondolare come un trottolone, parlando di cento mila cose, guardando in tutti gli angoli [...]

[...] della quale Raimondo lo aspettava, lusingato da una confidenza delicatissima sopra un affare intimo, se aveva dapprima lottato con la propria [...]

[...] coscienza, s'era a poco a poco lasciato vincere dall'onore che la zitellona gli faceva, mettendolo a parte d'un secreto di famiglia, sollecitando i [...]

[...] consigli di un parente piuttosto che quelli d'un primo venuto. E questo aveva vinto i suoi scrupoli. Un estraneo, un azzeccagarbugli 319 [...]

[...] finivano di rassicurarlo. Lo scioglimento d'un matrimonio era impresa difficilissima; ma donna Ferdinanda voleva scioglierne due: quello della [...]

[...] matrimonio, gridò: - Se qui non viene un dottore, mi prendo il cappello e me ne vado. Venne il dottor Lizio e si chiuse con la partoriente, mentre il [...]

[...] : - Dottore!... È sgravata? - Ma che sgravare e aggravare d'Egitto! - esclamò Lizio. - Vostra moglie ha una ciste all'ovaia grande come una casa. Un altro [...]

[...] è sempre ritto.... 321 - Ritto un cavolo! - tonava don Blasco. - Aspettate e vedrete!... Pel momento i monaci seguitavano a far l'arte di [...]

[...] Michelasso. Il principino, crescendo, indiavolava. Prepotente coi Fratelli, incuteva adesso un vero terrore ai camerieri, dai quali pretendeva le [...]

[...] terribile della prima. Scoperto anche questa volta, il Maestro si decise a dargli un gran castigo, vietandogli di uscire per una settimana; ma poi [...]

[...] nelle poche paginette degli altri anni, 322 consisteva in un bel quadernetto. Egli che aveva una memoria di ferro e una faccia tosta a tutta [...]

[...] tranquillamente la folla degli spettatori e spinse uno sguardo nella sacrestia, rigirandosi tra le mani il rotoletto del manoscritto e tossicchiando un [...]

[...] : «Guardate che padronanza! Se non pare un predicatore consumato!» Ma la stupefazione crebbe a dismisura quando il ragazzo, aperto il quaderno e datavi [...]

[...] della voce come un oratore provetto, come un vecchio attore sul palcoscenico. Finito che ebbe, risceso che fu, per miracolo non lo soffocarono dagli [...]

[...] , del quale non rammentava una buona parola, gli aveva ispirato. Quando andava a casa in permesso, egli stava un momento con la mamma, poi se ne [...]

[...] al convento, doveva sgolarsi un bel pezzo prima di stanarlo dalla stalla o dalla scuderia. - Che hai fatto? - gli domandavano la mamma e la zia [...]

[...] . - Nulla, - rispondeva, un po' rosso in viso. Era stato ad ascoltare i discorsi di Salvatore, che gli narrava le gesta di tanti Padri Benedettini [...]

[...] non capisse. Era così quel ragazzo, alle volte furioso come un diavolo, alle volte inerte come uno scemo. Voleva anche lui andar via dal convento [...]

[...] fedifraghi, nemici di Dio e di loro stessi, che non avevano voluto dargli retta. Adesso però, più che gridare, bisognava prendere un partito in [...]

[...] politica, mentre egli doveva pensare a una nuova via da battere, a un altro scopo verso il quale dirigere la propria attività? E quell'Abate [...]

[...] posto?...» Un momento, don Lodovico provò la tentazione di levarselo dai piedi; ma, chinato il capo, con maggiore umiltà di prima, rispose: «Vostra [...]

[...] furono tutti d'un sentimento. Tra quelli che non credevano possibile la soppressione, tra gli altri che temevano di dover rinunziare al lusso di cui [...]

[...] , scaraventandosi a un tempo contro gli uni e gli altri. Combattere il sistema delle economie con la speranza che il governo non commetterebbe la [...]

[...] , di compensare il più piccolo lavoro, di far godere ai primi venuti il ben di Dio accatastato nei sotterranei del convento. Con un certo ordine [...]

[...] , lasciando che i cuochi rubassero un po' meno di prima, che i Fratelli destinati al governo dei feudi s'arricchissero in un tempo un poco più [...]

[...] , o di buona o di mala voglia, doveva lasciarli fare. Egli del resto chiudeva adesso un occhio, perchè aveva da propiziarseli. Camillo Giulente [...]

[...] Lodovico, gli esponeva le nuove ragioni che dovevano indurre i monaci a dire di sì. Dopo un primo voto favorevole era mai possibile darne uno contrario [...]

[...] bene, anzi, nelle tristizie dei tempi, far vedere ai persecutori della Chiesa che lo stato monastico rispondeva a un bisogno della società se, col [...]

[...] sotto il naso di Sua Paternità. Il complotto era stato preparato sottomano da un pezzo. Alla prima votazione una metà dei votanti s'eran [...]

[...] nell'opporsi all'ammissione tra i discendenti dei conquistatori del regno e dei vicerè un pronipote di mastri notari come Giulente. Non importava loro della [...]

[...] Paternità? Che sedesse alla loro mensa?... E per tutta la clientela del convento corse un lungo sussurro di approvazione: così andava fatto, sin dal [...]

[...] principio! Era una bella lezione data all'Abate!... Il giovanotto, dal dispiacere, dalla vergogna, restò un mese senza farsi vedere. Quando [...]

[...] . Così l'Abate dovette assegnargli una camera fuori mano, in fondo a un corridoio deserto; e Giulente, lasciato l'abito di San Benedetto per [...]

[...] così la baracca andava avanti, col solito armeggio dei partiti, con le solite discussioni più o meno burrascose, quando un bel giorno tutta la [...]

[...] frateria fu messa a rumore da un avvenimento straordinario, come al tempo della rivoluzione. Garibaldi era già in Sicilia a far gente, non si [...]

[...] sapeva perchè, o meglio, si sapeva benissimo: per andar contro il Papa. Al suo avanzarsi un mal represso fremito si levava tutt'intorno, per le [...]

[...] città e le campagne, mentre le autorità si barcamenavano non sapendo a qual santo votarsi, e un po' fingevano d'osteggiarlo, un po' gli cedevano il [...]

[...] per imbarcarsi sopra un legno di guerra. E il generale entrò coi suoi volontarii tra due siepi vive di popolazione che applaudiva e gridava [...]

[...] freneticamente, in mezzo a un delirio d'entusiasmo dinanzi al quale le stesse dimostrazioni del Sessanta parevano tiepide e scolorite. Da un balcone [...]

[...] divenne un energumeno; disse cose dei «Piemontesi» che non fucilavano Garibaldi e di Garibaldi che non spazzava via i «Piemontesi» da far turare le [...]

[...] orecchie a un saracino. E la sua più viva speranza, la fede che lo sorreggeva, era quest'ultima: che i due partiti si sterminassero [...]

[...] reciprocamente, che i briganti della Basilicata dessero l'ultimo crollo alla baracca, che succedesse così un cataclisma, il diluvio universale non più d'acqua [...]

[...] bianche e lisce come quelle delle dame! - Manetta di mangia a ufo che siete, avete forse vinto un terno al lotto? Non capite che più presto [...]

[...] perdere e niente da guadagnare? - E con questo? - Come con questo? - Ci piglieremo anche noi un po' di libertà.... Quando gli dettero quella [...]

[...] risposta, il monaco divenne un ossesso: il sangue gli montò alla testa, gli occhi parvero sul punto di schizzare dalle orbite. - Ah, sì; ve ne manca [...]

[...] ? - articolava. - Vi manca la libertà?.... Siete chiusi in fondo a un carcere, poveri disgraziati?... Che libertà vi manca, d'ubbriacarvi come [...]

[...] minacciavano di finire a cinghiate, il povero Abate pareva un pulcino nella stoppa, non sapendo come fare, non volendo dar mano ad affrettar lo scempio [...]

[...] convento, il domani dell'arrivo di Garibaldi, andò ad ossequiare il generale, che lo riconobbe subito, gli strinse la mano, e lo intrattenne un [...]

[...] appena domandato un perchè timido e sommesso, che il monaco ricominciò, con nuova violenza: - Come, perchè? Hai il viso di domandarlo? Con la [...]

[...] pure!... - e pareva un leone, con gli occhi sfavillanti. - Vostra Eccellenza si calmi.... - balbettava Giulente. - Ho da calmarmi, anche? Mentre il [...]

[...] : - E chi lo persuaderà? - Ah, sangue di Maometto! - riprese col vocione di prima e un gesto furioso. - Parlo con una bestia o con un essere [...]

[...] battuta, lasciandoci nel ballo! O credi forse che voglia impicciarmi con cotesti assassini, briganti, galeotti, ru.... Al rumore di un passo risonante [...]

[...] pel corridoio, don Blasco ammutolì come per incanto. Si gargarizzò quasi la gola gli prudesse, fece due passi per la camera, si fermò un momento [...]

[...] , importa un solennissimo cavolo di te, di Garibaldi, di Vittorio Emanuele, e di quanti siete.... Giulente tornò a casa inquieto e sopra pensiero. Appena [...]

[...] entrato in camera di sua moglie, vide Lucrezia seduta in un angolo, con gli sguardi a terra e gli occhi rossi. - Che hai?... Che è stato [...]

[...] fosse un pericolo anche lontano, ti lascerei qui? Andremo via se le cose si guastano; ho bisogno di promettertelo?... Dopo che ebbe parlato un [...]

[...] tenente ordina baionetta in canna! E io che passavo con le creature!... Dallo spavento sto ancora tremando! Ho fatto un fagotto di quei quattro [...]

[...] Ferdinanda, di Giacomo, del confessore; la persuasione d'essere discesa, sposando Benedetto, aveva cozzato un pezzo con l'ostinazione antica; rotto [...]

[...] arrestato a forza; non si può permettere che una nazione di ventisette milioni è messa in orgasmo da un uomo che ha meriti distinti, ma pare avere [...]

[...] libero, e non bisogna lusingarsi col non intervento; c'è la Francia che fa un casa del diavolo, Napoleone ha detto.... l'Austria aspetta un pretesto [...]

[...] .... tutta l'Europa invigila...» e un altro foglietto di gravi considerazioni sulla politica internazionale. «Quindi ti raccomando di far [...]

[...] comprendere queste verità agli amici, ed anche, anzi sopratutto, agli avversarii. Bisogna evitare un serio disastro al nostro paese, e tutti bisognano [...]

[...] Garibaldi s'erano accumulati molti sospetti, poichè i borbonici, i paurosi senza nessuna fede erano con esso; ora che un liberale provato consigliava [...]

[...] volontarii, non si sapeva dove diretto, se in Grecia o in Albania; ma, dopo la partenza, un lievito di scontento restò nella città, una sorda agitazione [...]

[...] calori gli avevano rovinato lo stomaco.... Un dopo pranzo che don Blasco aveva arrischiato, per la prima volta, una visita alla Sigaraia, dove [...]

[...] , ridiventato un energumeno, augurava il reciproco sterminio dei Garibaldini e dei Piemontesi, arrivò Garino giallo come un morto: - La [...]

[...] all'albergo, sempre insieme, come fossero marito e moglie. IV. L'impressione prodotta da quell'avvenimento fu tale che tutt'a un tratto Garibaldi e [...]

[...] ? Pasqualino Riso, reduce da Firenze, col padrone, fu assediato di domande. Pareva un signore, Pasqualino: abito tagliato all'ultima moda, biancheria [...]

[...] finissima, anelli alle dita, scarpe verniciate, chè se non era la faccia sbarbata, ognuno lo avrebbe preso per un cavaliere. E nelle portinerie [...]

[...] lungo con la moglie, egli l'aveva previsto da un pezzo, e tutti avevano potuto accorgersene l'anno innanzi, quando il signor don Raimondo era [...]

[...] quel che fanno tutti i mariti. Le donne accorte, quelle che hanno due dita di cervello, capiscono queste cose, chiudono un 341 occhio e fanno [...]

[...] ? peggio di prima! Suo marito non poteva pigliare un po' d'aria che lei non gli facesse una scenata: se andava al Glubbo a trovar gli amici, a [...]

[...] contino aveva preso appunto per questo!... La sera, poi, a casa, un inferno! E il povero contino: santa pazienza, aiutami tu!... La padrona, quando [...]

[...] , il padrone sopportava tutto in santa pace. Un bel giorno, che pensa di fare la contessa? Pensa di chiamare suo padre, di metterselo in casa e [...]

[...] di scatenare una guerra tra suocero e genero!... Bisognava che fosse ammattita! Lei, fino a un certo punto, poteva mescolarsi nelle faccende del [...]

[...] contino; ma suo padre? Chi era suo padre? Un estraneo, villano rivestito per giunta, e rompiscatole anche! Diciamo le cose come sono: prima di [...]

[...] sempre il santo battesimo, e il conte doveva 342 sorbirsi le sue impertinenze, in casa propria! Un giorno, solo per aver detto che certi affari [...]

[...] gli impedivano d'accompagnare la moglie in teatro, il barone villano ardì perfino minacciarlo col bastone! Santo Dio d'amore, era un po' troppo [...]

[...] uomini, tanti scapoli, un certo conte Rossi, gli altri, il padrone di casa....» E la storia di Pasqualino passava di bocca in bocca, era ripetuta dai [...]

[...] romperla con sua moglie nel punto stesso che lo zio duca lo costringeva a riprenderla. Come tutte le volte che cercavano dissuaderlo da un proposito [...]

[...] Pasqualino non mentisse del tutto. L'ideale del suo padrone era di liberarsi della moglie e dell'amica ad un tempo; ma il conto era fatto senza l'oste [...]

[...] , dimostrandogli simpatia ma opponendogli i doveri del proprio stato, gli aveva detto e ripetuto, con un rammarico che doveva dargli la prova dei [...]

[...] , lo gelavano, e più lo avrebbero gelato se le avesse credute espressione di un sentimento sincero: come il gran torto di sua moglie era il bene [...]

[...] , le era bastato addebitare la freddezza di lui all'opposizione dei parenti, alla volontà della moglie. Ognuna di queste allusioni era un colpo di [...]

[...] l'errore, per l'antica paura d'un urto tra quelle due nature violente.... Suo padre, quand'ella si sentì più sola e perduta, la raggiunse. Il suo [...]

[...] padroni non poteva vederli; ma a quella risposta del contino, al breve silenzio da cui era stata seguita, aveva sentito un certo senso di freddo in [...]

[...] agguantato il genero; ma, senza il cocchiere gettatosi in mezzo, era bastato a Raimondo dire una sola parola: «Facchino!...» perchè tutt'a un tratto [...]

[...] l'effetto prodotto sul barone! Quel pezzo d'uomo che con un soffio avrebbe buttato a terra il genero piccolo e delicato, che lo avrebbe spezzato [...]

[...] come una canna tra le mani grosse e villose, pareva diventato un ragazzo dinanzi al maestro: il contino Uzeda, il minuto e fiacco discendente dei [...]

[...] d'essere entrato nella famiglia dei Vicerè non l'aveva accecato al punto di non scorgere per tanti anni il sacrifizio della figlia? Un confuso e quasi [...]

[...] solo a quattr'occhi. «Io facchino....sì....» aveva balbettato il barone; «ma tu?....» E ad un tratto gli aveva buttato in faccia una parola che il [...]

[...] Raimondo li ricevette solo; ma dopo un poco che discorrevano del viaggio e del tempo, egli andò a picchiare all'uscio della camera accanto, e donna [...]

[...] restarci. Raimondo aveva intenzione di prendere in affitto un quartiere in città; ella giudicava 347 preferibile una villetta, anche per evitare [...]

[...] ritirava loro a un tratto il suo appoggio. Dinanzi all'ostacolo Raimondo s'impennava, prendeva l'impegno di vincere; ma come donna Ferdinanda gli [...]

[...] un'altra smania nel sangue. E un giorno prese una carrozza e salì al Belvedere. Giacomo, vedendolo arrivare, gli disse, non nel dialetto [...]

[...] addosso lo sguardo del marito. - Resterete ancora un pezzo? - domandò Raimondo, rosso come un papavero. - Sì, fino a novembre. Te lo mandai a dire [...]

[...] non l'accarezzava, che suo padre trattava come un estraneo. - Volevo dirti una cosa, - riprese Raimondo esitante, quasi pauroso, e tanto più [...]

[...] che si vuole!» E alla zia donna Ferdinanda che salì un giorno a posta al Belvedere per intromettersi, per indurlo a far come lei: - La nostra [...]

[...] avendo da render conto a nessuno. Io ho mia moglie e mia figlia alle quali non posso metter sotto gli occhi un simile scandalo. Diceva queste [...]

[...] 350 di Raimondo, il quale fremeva, entrava in collere mute; ma allora donna Isabella, con un sorriso triste: - Vedi che non puoi durarla! - gli [...]

[...] , corrispondenti, onorarii: ciascuno di questi riceveva un diploma, una medaglia di bronzo, lo statuto e una noticina di venti lire di spese; ma [...]

[...] sovente la posta, invece del vaglia, gli portava indietro l'involto rifiutato. I parenti lo tenevano un poco a distanza, temendo richieste di quattrini [...]

[...] ; ma vedendosi cercato da Raimondo, egli fiutò a un tratto il buon vento. Andò subito a trovare donna Isabella, si dichiarò per lei contro il [...]

[...] , spiegandone l'opposizione con un motivo semplicissimo. - Per la morale? Per farsi pagare il suo appoggio! Scommettiamo? Io non ho dovuto pagargli il suo [...]

[...] Benedettini villeggiavano, a mendicar l'appoggio del fratello e dello zio monaci. Don Blasco era a giorno di tutto, e dimenticato a un tratto [...]

[...] Garibaldi, non faceva altro, lassù, che gridare come un ossesso contro Raimondo che aveva fatto l'ultimo e più grande imbroglio; poi contro Giacomo [...]

[...] nipoti, dopo il refettorio, egli dormiva come un ghiro, quando Frà Carmelo lo destò: - Che c'è? - vociò. - Perchè mi rompi il capo? - Vostra [...]

[...] ragione, quando Lucrezia, confabulato con lo zio, propose di fare un giro pel convento, egli disse brevemente: - No, ho fretta di tornare. Andiamo [...]

[...] mandò via l'amministratore con un violento: «Ho capito; va bene!...» e un malumore terribile lo tenne a bocca chiusa per tutto un giorno. Donna [...]

[...] villeggiatura, perchè non ve ne andate alla Pietra dell'Ovo, da Ferdinando? Ha tanto posto; vi darà due camere. Sarete come un parente e la cosa farà [...]

[...] , approvarono la trasformazione delle culture, ammirarono ogni cosa. Ma le lodi non facevano più sul povero Babbeo l'effetto d'un tempo. Una [...]

[...] farmaceutici, fascicoli spaiti di enciclopedie anonime, tutta cartaccia che non si poteva vendere altrimenti che a peso, glie ne propose un giorno [...]

[...] , gli incordamenti, le dislogazioni di cui parlavano i medici. 355 A poco a poco, per un colpo di tosse, per una digestione difficile, per un [...]

[...] dolor di capo, per un leggiero prurito, per un formicolìo in pelle in pelle credette d'avere tutte le malattie; e quell'idea, ficcatasi nel suo [...]

[...] cervello di di dover morire solo, il bisogno di vedersi dinanzi un viso amico lo aveva persuaso a prendere con sè il fratello. Quando questi vide [...]

[...] ; e sulle prime, quasi arrestato da una specie di pudore, egli si tenne sulle negative; messo alle strette, confessò. Aveva un catarro intestinale [...]

[...] fantasie? So io quel che soffro!... - Allora perchè non chiami un medico? - Un medico? Che possono fare i medici? Al punto in cui sono ridotto [...]

[...] almeno qualcuno di quei rimedii empirici che certe volte fanno miracoli? - Quand'ero ragazza anch'io ebbi un catarro intestinale lungo e ostinato [...]

[...] più del vostro. Sapete come andò via? Con l'insalata di lattughe! E glie ne fece preparare un piatto, come contorno d'una gran fetta d'arrosto [...]

[...] affrettata la sua fine. - Adesso bisogna farci sopra una bella passeggiata! - e offertogli il braccio, come ad un povero convalescente, lo [...]

[...] condusse a spasso pel giardino. Non parve vero al malato, il domani, di svegliarsi vivo e con un certo appetito. L'insalata e l'arrosto, in poco [...]

[...] tempo, fecero miracoli; ma restava da guarire il prurito al quale egli dava nome di erpete. - Per questo il rimedio è ancora più semplice: fate un bel [...]

[...] cominciava a parlar di lei con tanta ammirazione, come fosse la donna più saggia e virtuosa, un angelo sceso dal cielo. Presa l'abitudine di [...]

[...] Raimondo! Che cura ha della casa! Quel che ha fatto per me non si può ridire! Se non era lei, a quest'ora sarei morto e sepolto! Un giorno [...]

[...] Palmi; ma sua moglie insisteva a dimostrargli che gli scrupoli erano sciocchi, che anzi l'opera sarebbe stata meritoria. - Se domani nasce un figlio [...]

[...] incaponito a persistervi: l'opposizione del fratello, l'ostinazione degli estranei, il biasimo quasi universale lo spingevano a vincer la partita in un [...]

[...] biasimo, voleva trionfare degli avversarii, sbaragliarli con un colpo di cui si sarebbe parlato un pezzo.... Dicevano che l'impresa era disperata, che [...]

[...] ! «Guardate un po' che immoralità! sostenere una causa condannata da tutti, che fa tanto dispiacere alla famiglia! È venuto a ficcarsi tra noi per metter [...]

[...] guerre e liti, questo avvocato delle cause perse!...» Ma ella prevedeva un fiasco colossale. Già, cominciamo che il tribunale civile non era [...]

[...] buono di annullare un matrimonio contratto sotto il codice napoletano del 1819; bisognava rivolgersi alla Corte vescovile; ma qui cascava l'asino [...]

[...] precisamente un vulcano, come uomo; ma lo zio di lei l'avea costretta a prenderselo mettendole il coltello 360 alla gola: altro che la storia [...]

[...] principe, favorevole al contino; questi, per accaparrarsi simpatie, non faceva più venire, come un tempo, le sue robe da Firenze o d Napoli, ma [...]

[...] una risma di carta! Sfido io! Come dire a un cristiano: consentite che il matrimonio di vostra figlia si sciolga, che le vostre nipoti restino [...]

[...] !... L'avrebbe aspettata un pezzo! Chè per mezzo di certe persone di Messina, la cugina sapeva quel che aveva detto il barone a un amico, stringendo il [...]

[...] .... Anche Pasqualino sapeva tutto questo; ma al cocchiere di donna Graziella, che tenendo per la padrona, gli prediceva il fiasco del conte: «Un po [...]

[...] !... Adesso non hanno a decidere i canonici, ma 362 i giudici civili. Con la legge di Vittorio Emanuele, il matrimonio dinanzi alla chiesa vale un [...]

[...] difficoltà da superare, l'imbarazzo in cui lo mettevano. - Sciogliere un matrimonio è una cosa grave.... Vostra Eccellenza sa bene quanto la chiesa sia [...]

[...] pagare, ora che l'hai nelle forbici!... Il Priore impallidì repentinamente, guardando un istante in viso la zia che lo guardava fisso anche lei [...]

[...] personalmente dal fratello e di raccomandarglisi. Un momento, il giovane si ribellò. Era stanco di pregare e di umiliarsi, di far la corte a Ferdinando e [...]

[...] avrebbero essi fatto un processo per falsa testimonianza a chi sarebbe venuto a deporre pel mancato consenso; figuriamoci poi la causa ecclesiastica! E [...]

[...] egli salì a S. Nicola, cercando del Priore. Lodovico lo ricevette a braccia aperte, lo ascoltò con attenzione benevola. Raimondo gli disse, un po [...]

[...] quasi chiusi, il capo un poco piegato, le mani raccolte in grembo, il Priore pareva un confessore indulgente ed amico: non una contrazione del viso [...]

[...] tanta severità?... - E se Giacomo si piega? - insistè Raimondo. - Sarà un gran passo innanzi! Vedrai che l'opinione pubblica lo seguirà, che tutti [...]

[...] , restando sempre più a lungo. Un pomeriggio Ferdinando era buttato sul letto 366 a dormire, quando l'abbaiare dei cani lo destò di rapente; il [...]

[...] l'intervento di don Mariano; e don Mariano tossicchiando un poco voleva avvertire la cugina di non insistere; ma questa continuava con nuova lena: - Almeno [...]

[...] , avessero un po' di pazienza! Si libereranno egualmente, perchè la povera Matilde sta per morire... Pare che vogliano affrettare la sua fine [...]

[...] loro.... Sua figlia lo scongiura di desistere perchè anche a lui, quando arrivano di queste notizie, è come se pigliasse un colpo apoplettico [...]

[...] .... 367 Veramente, è un po' troppo!... Qui sotto c'è lo zampino della zia Ferdinanda!... Non credete giunto il punto di avvertirli che siano più [...]

[...] al passaggio del Santissimo Sacramento: tutti che si voltavano a seguirlo un pezzo con gli occhi quand'era già passato. Pochi godevano il [...]

[...] intenta a tessere e a ritessere la sue lodi quando, per un piccolo bisogno imperioso, egli s'accostava a un cantone. A palazzo, lo stesso [...]

[...] andirivieni d'un tempo: elettori, sollecitatori, delegazioni di società politiche che tornavano a ringraziarlo a voce, dopo averlo ringraziato per [...]

[...] Catania a Messina, e il porto aveva numerosi approdi di piroscafi e la città era stata dotata di numerose scuole, d'una ispezione forestale, d'un [...]

[...] deposito di stalloni; e un istituto di credito, la Banca Merdionale, stava per sorgere; e il Governo prometteva d'intraprendere una quantità d'opere [...]

[...] : un posto, un sussidio, una croce. La sua popolarità toccava l'apice. Alcuni, è vero, gli rimproveravano l'assenza durante i fatti del '62 [...]

[...] delle gesta del nipote Raimondo, faceva con le spalle e col capo un breve moto che poteva dir tutto, secondo l'umore dell'interrogante: approvazione [...]

[...] paura, aveva liberato la Fersa. Per quello di Raimondo con la Palmi c'era stato un poco più da fare. Da principio, aspettavano che il barone si [...]

[...] fosse finalmente posto il cuore in pace, specialmente sentendo che il primo matrimonio non esisteva più e che il conte aveva un figlio da legittimare [...]

[...] , comprendendo che un po' prima un po' dopo, il conte sarebbe rimasto libero, s'era persuasa a pregare il padre di consentire allo scioglimento del [...]

[...] matrimonio civile. Del religioso, no, perchè aveva certi suoi scrupoli un po' curiosi sulla santità del sacramento; ma basta! il contino si sarebbe [...]

[...] dimostrare che all'atto di pronunziare il sì che lo legava per sempre don Raimondo avesse provato un timor grave: e allora il cavaliere don [...]

[...] delle minaccie, e che non s'era mai dato il caso d'un annullamento di matrimonio per costrizione della volontà dello sposo. Non s'era ancor dato, e [...]

[...] , ringraziato Ferdinando dell'ospitalità che gli aveva accordata, Raimondo s'era preso in affitto un quartiere nel palazzo Roccasciano e v'era andato a [...]

[...] Graziella, la quale aveva tanto contributo a quest'effetto, nn potesse goderne anche lei, poichè suo marito, pochi giorni prima, aveva preso un [...]

[...] tinse di nero la faccia, e durante un buon numero di mesi rifiutò ostinatamente di prender aria, neanche in carrozza chiusa, di sera. Ma la sua [...]

[...] «riceveva». Quest'uso di ricevere in un giorno determinato era una gran novità della quale si discorreva molto. Donna Isabella, che non s'appagava del [...]

[...] trionfo d'una sola sera e voleva piegare le ultime ostinate oppositrici, l'aveva introdotto, riuscendo così a dare al suo salone un tono speciale [...]

[...] , nervoso, frenavasi dinanzi alla gente; ma in casa, coi familiari, trovava nelle circostanze più futili un motivo di sfogarsi, di gridare, di [...]

[...] vi legherà tutti quanti!...» E le speculazioni di don Eugenio? Questi, facendo pagare un occhio del capo al principe di Roccasciano cocci ed [...]

[...] Ferdinando? Pareva che la passione per le Ghiande non potesse finirgli mai: un bel giorno le aveva piantate, aveva lasciato in asso tutti gli [...]

[...] grande era serbato al principe. Costui non aveva fatto un danno soltanto morale al fratello, gli aveva anche fatto pagar salato il suo appoggio. Nei [...]

[...] forse consentito a cedere tutto ciò che aveva. Adesso che faceva il conto e tirava le somme, vedeva che Giacomo gli aveva preso un buon terzo del [...]

[...] clausola del testamento materno che gli era un bruscolo negli occhi.... Passata pertanto la foga della lotta, Raimondo era animato da un sordo astio [...]

[...] principessa, infatti, non pareva notasse che da un pezzo la vedova cugina veniva a consolarsi «in famiglia» tutte le sante mattine che il Signore mandava e [...]

[...] di Credito e di Depositi, aveva sottoscritto per cento azioni di mille lire l'una; è vero che non aveva pagato se non un quarto; ma nello stesso [...]

[...] mutato discorso. Il marchese titubò un pezzo, un po' per fedeltà al principio borbonico, molto più per paura di perdere i suoi quattrini, frutto e [...]

[...] capitale, con l'idea che l'Italia fosse sempre sul punto non che di fallire, ma di andre a rotoli; finalmente un giorno, incontrato il duca che [...]

[...] veniva a riscuotere le cedole del semestre scaduto, vistolo venir via con un bel rotolo di monete, si decise. E la sera che annunziò a palazzo [...]

[...] : - Impiego sicuro, signori miei!... Quando la rendita napoletana era al cento e dieci!... Un altro poco e scenderà al cinque, la cartaccia sporca [...]

[...] stava in un angolo con Benedetto 379 spiegandogli le proprie idee sull'avviamento della Banca Meridionale, che sotto la direzione di don [...]

[...] hai fatto benissimo: comprane dell'altra. - E dopo un poco lo condusse via, prima che la società si sciogliesse, come faceva da un pezzo, senza [...]

[...] Federico, un bel pezzo di ragazza della Piana, bianca e rossa al pari d'una mela era incinta per opera del marchese; e invece di cacciarla via ella [...]

[...] voleva un figlio di lui e non era buona di farlo, s'accontentava di qello di un'altra, le pareva naturalissimo circondare di cure quest'altra che [...]

[...] Chiara non aveva avuto pensieri se non per la cameriera. Un certo senso di rispetto umano le aveva impedito di continuare a tenerla nelle [...]

[...] , specialmente i fiutoni, don Blasco e donna Ferdinanda, cominciarono a fare un diavolìo, gridandole che dovesse cacciare a pedate quella ciarpa [...]

[...] buttarla in mezzo a una strada....» Ma il più bello era che il marchese si seccava e si vergognava anche un poco di quella paternità clandestina. Col [...]

[...] facevano inghiottire a Baldassarre botti di veleno. Il signor principe non poteva dunque fare un atto di carità, sorvegliando l'amministrazione [...]

[...] notasse l'assenza, e la tratteneva tutto il giorno in casa, le affidava Teresina, la trattava come una sorella. Quell'intrinsichezza le procurava un [...]

[...] bambina! - diceva donna Isabella, scandalizzata, a Raimondo. - La fanno assistere a un bello spettacolo. E don Blasco e donna Ferdinanda già [...]

[...] cominciavano a fare anch'essi i loro commenti; ma quando Rosa Schirano partorì al marchese un bel figlio maschio, bianco e rosso, grosso e grasso, la [...]

[...] piccolino tutto il corredo preparato un tempo pei suoi proprii figli. Lo teneva mattina e sera in braccio, lo dava a baciare al marito dicendogli [...]

[...] partorito 382 da lei, abbracciava con un solo sguardo l'orribile aborto giallo come di sego e il bambino paffuto che tirava pugni, e due lacrime [...]

[...] marchesa; donna Isabella, per distrarre Raimondo, che aveva un umore sempre più nero, rincarò la dose contro il principe, contro Chiara, contro [...]

[...] unicamente d'un certo negozio di zolfi che pareva molto lucrativo - con le trecent'onze della falsa testimonianza, dicevano le male lingue - e la [...]

[...] . 383 Teresa, adesso vicina ai dodici anni, formava il suo orgoglio, per la bellezza della persona e la bontà dell'animo. Mai un dispiacere da [...]

[...] alle mani; certuni con la bocca contorta come se urlassero dallo spasimo, altri che ridevano d'un riso sgangherato; la nonna, tutta nera in viso [...]

[...] , nella bara di vetro, vestita da monaca, con la testa sopra una tegola e le mani aggrappate disperatamente a un crocefisso d'avorio!... Tremava [...]

[...] il confessore le aveva detto che i poveri morti non possono far male, che è dovere visitarli, che bisogna continuamente pensare ad essi perchè un [...]

[...] giorno anche noi 384 moriremo e andremo dinanzi al Giudice eterno. Quasi in tutte le chiese, del resto, ella aveva un senso di fredda paura [...]

[...] piccole amiche, desiderava le belle vesti nuove, dai colori gai, dalle ricche guarnizioni: o le prime buccole, un anellino; ma suo padre diceva che [...]

[...] prigione, smaniante, irrequieto, buttato a un tratto col partito dei 385 liberali, nella speranza della soppressione dei conventi. Giovannino Radalì [...]

[...] era stata presa perchè un giorno la signorina, entrata inavvertitamente nella Sala Rossa, aveva trovato il principe e la madrina in troppo intimo [...]

[...] non dovevano a nessun costo arrivare al padrone; se questi domandava perchè il tale o tal altro guattero era stato congedato, egli trovava un buon [...]

[...] tutto, alcuni dei parenti andarono via e perciò i motivi di lite scemarono. Il contino Raimondo un bel giorno, senza aver detto niente a nessuno [...]

[...] , 387 fece i bauli e se ne partì con la moglie per Palermo, lasciando a Pasqualino l'incarico di vendere la mobilia comperata un anno prima [...]

[...] : ci scriveremo ogni giorno, ci rivedremo presto.... Vedi che sono ragionevole?...» Un amore di figliuola, quella lì; vera razza dei Vicerè! Poi [...]

[...] una mano alla principessa, che le era gratissima di tante attenzioni; venivano anche gli altri parenti, non più inviperiti come un tempo [...]

[...] , ma senza più affaticarsi troppo, senza più tenere le interminabili sedute d'un tempo col signor Marco. Ora un giorno, che fu giusto il 31 [...]

[...] .... - Va bene; metterai dunque il biglietto sul suo tavolino. E voi, notaro, mi farete il piacere d'aspettare un poco.... Tu va a prendere un cartellino [...]

[...] , nonostante la sua abituale passività nell'obbedienza, restò un momento a guardar per aria. - Il si loca nel balcone della sala: hai capito? - ripetè [...]

[...] mentre finiva di legare la tavoletta, apparve, giù nella via, il signor Marco. Si fermò, un istante a guardare in alto, poi cominciò a gesticolare [...]

[...] aveva voluto così. A un tratto il signor Marco si mise quasi a correre, e dopo pochi minuti gli arrivò dinanzi pallido e col fiato ai denti [...]

[...] il biglietto, le mani e le labbra tremavano al signor Marco, come se gli stesse per prendere un accidente; e Baldassarre, impaurito, si tirava un [...]

[...] un guattero? L'ultimo del mese? Ladro schifoso? Principe porco? - Don Marco!... - balbettò Baldassarre, atterrito. - A me il congedo?... E il [...]

[...] ; e i debiti supposti, la procura carpita.... - Di grazia, signor Marco.... Un po' di misura.... - Misura? Sono misuratissimo, sono! O credete che [...]

[...] mi dolga del posto perduto?... Ne troverò un altro, non dubitate!... E da per tutto sarò trattato meglio che tra 391 questi arlecchini finti [...]

[...] che non l'abbia risaputo?... Io che ci ho rimesso di sacca mia! perchè se trovavano un centesimo mancante, gridavano un mese durante!... Casa [...]

[...] delle casse e degli armadii; ditegli che se le.... - E le lasciò correre per terra. A un tratto, vide, nell'armadio spalancato, appesa a un uncino di [...]

[...] al carico, voltavano tratto tratto il capo, se uno scalpitar più frequente e un più vivace scampanellìo di sonagliere annunziava il passaggio di [...]

[...] fruste, mentre le facce spaventate di fuggenti mostravansi un istante agli sportelli. «Il castigo di Dio!... Tutta colpa dei nostri peccati [...]

[...] sedevano un poco, discutendo di queste cose, mentre continuava la sfilata delle carrozze, dei carri e dei pedoni non ancora stanchi. Alcuni tra [...]

[...] questi, i più poveri, avevano caricata tutta la loro casa, sopra un asinello, o uomini, donne e bambini seguivano a piedi, con fagotti di cenci in [...]

[...] capo, o sotto il braccio, o infilati ad un bastone, la bestia lenta e paziente. I conoscenti si fermavano, notizie e commenti erano scambiati [...]

[...] quattrini che si sono divisi?» La notizia circolava da un pezzo, e certuni ne davano i particolari come se fossero stati presenti: le economie fatte [...]

[...] da qualcuna di esse cadeva un soldino nella polvere dello stradale. E i pedoni riconoscevano i signori fuggenti, se ne ripetevano il nome [...]

[...] soffrire precisamente di nulla, donna Margherita, dopo la partenza della figliuoletta, accusava un sordo malessere, dolori di capo, una certa [...]

[...] direzione delle faccende domestiche. Lei che in casa propria non metteva un dito nell'acqua fresca, veniva a darsi un gran da fare per la vanagloria di [...]

[...] , il quale provava sempre un certo disagio e una certa vergogna a riconoscere pubblicamente quella paternità, mentre sua moglie quasi se ne [...]

[...] violento gli era mai uscito di bocca. Ma quasi la mostruosità compitasi fosse troppo grande, troppo stordente, si ridusse tosto ad un silenzio grave ed [...]

[...] toccate a ciascun Padre. Allora ricominciava a tonare: «Spartite sette paia di corna! Toccate quattromila teste di cavolo!... C'era un cavolo da [...]

[...] gli intimi, confessava la spartizione, ma riduceva la sua quota a poche centinaia d'onze, a due posate, a un paio di lenzuola, tanto da non restar [...]

[...] un altro, se ogni semestre, avvicinandosi la scadenza delle cedole, don Blasco non l'aveva vessato, punzecchiato, tormentato, profetandogli il [...]

[...] colera, un giorno egli scese in città per qualche affare e per riscuotere il semestre; tornato al Belvedere e passeggiando, dopo pranzo, sulla [...]

[...] verranno subito? - In un giro di posta. Il monaco gli voltò le spalle e s'allontanò un poco; poi tornato indietro, ripiantatoglisi dinanzi, riprese [...]

[...] matto. Non era matta Chiara che trattava la cameriera come una sorella e il bastardo di lei come un figlio suo proprio? Non era matta Lucrezia che [...]

[...] fasci dei sarmenti vecchi. Con la moglie di massaro Rosario Farsatore, il fattore lo colse quasi sul fatto, un pomeriggio, nel pagliaio: egli non si [...]

[...] proprietà? Parole, chiacchiere, queste d'ora come quelle d'un tempo! Chi avrebbe avuto tanto ardire? E la scomunica del Papa? la guerra delle [...]

[...] floscido gli occhi un tempo ridenti avevano una strana espressione d'inquietudine quasi paurosa. - Me n'hanno cacciato!... - Eccellenza, me n'hanno [...]

[...] tigna, e pareva un pulcino nella stoppa?... Adesso che volete? Se siete stati i vostri proprii nemici?... Il governo è ladro, e doveva fare il [...]

[...] aprirono anzi le porte!... Non mi dissero, una volta, che volevano godere un po' di libertà? Se la godano tutta, adesso!... Nessuno glie la [...]

[...] resistenza, erano costretti a battere in ritirata. Un giornaletto satirico settimanale, il Ficcanaso, faceva ridere la gente, dicendo che [...]

[...] cavaliere, sissignori: senza cavallo....» La vera, la prima origine della durezza con la quale ella lo trattava da un pezzo era la persuasione [...]

[...] avergli accordato una grazia speciale, sposandolo. Le opinioni liberali di lui, un tempo ammirate, adesso l'esasperavano come una prova di [...]

[...] qualche cosa a suo marito, un grande onore o molti quattrini, meno male; ma quei principii da straccione professati senza costrutto dimostravano [...]

[...] scalzacani, bisognava sapersi discendenti da mastri notari! Benedetto ci rideva un poco, ma a malincuore, e una volta, anzi, da solo a sola, le disse [...]

[...] : - Potresti smetterlo, questo scherzo. - Scherzo? Che scherzo? T'hanno fatto cavaliere, sì o no? È verità o è menzogna? E per farsi un vanto del [...]

[...] Giulente cominciavano a entrare nelle sue grazie. Tornato dalla villeggiatura, s'era preso in affitto un quartierino verso la Trinità, per esser [...]

[...] : un divano al principe, un paio di poltrone al marchese, un armadio a Benedetto. Comprata un po' di biancheria, la distribuì alle parenti perchè [...]

[...] glie la facessero cucire; cucita che fu, chiese qualche piccolo ricamo per giunta; e tutti si facevano un dovere di contentarlo, rivaleggiavano anzi [...]

[...] peggio in salute, appoggiava la zia; e un giorno venne il Priore a palazzo, a posta per distogliere i parenti dall'acquisto col linguaggio della [...]

[...] la salute dell'anima è il sommo dei beni. Il Signore vi compenserà in altro modo, vi darà da un altro canto quello che ora rinunzierete.... Il [...]

[...] , specialmente della cappellania del Sacro Lume; quando un bel giorno don Blasco, che da un certo tempo non metteva piede a palazzo, vi piovve [...]

[...] letti anch'io! - Ma il diritto di patronato è stato in mano mia. - Patronato? Quasi che si trattasse di un ente 408 autonomo! - don Blasco [...]

[...] parlava adesso come un trattato di giurisprudenza. - È una semplice eredità cum onere missarum: hai da spiegarmi il latino? O torniamo coi cavilli che [...]

[...] facesti alla Badia per non pagare il legato?... Alle corte, qui bisogna intendersi: se no comincio con un dichiaratorio, e poi ce la vedremo in [...]

[...] tribunale! Il principe, vistosi scoperto, in un momento che la bile gli tornava a gola, esclamò: - O Vostra Eccellenza non aveva vietato di toccare [...]

[...] sera d'agosto, mentre a palazzo una folla d'invitati assisteva alla processione del carro di Sant'Agata, arrivò il duca giallo come un morto [...]

[...] un occhio del capo! Gli Uzeda erano arrivati al Belvedere poche ore dopo la notizia portata dal duca, e questi aveva preso posto nella prima [...]

[...] villa si mise a letto. Un po' per questo, un po' per la tristezza generale prodotta dal sapere le stragi che faceva in città la pestilenza, non più [...]

[...] » del duca. Ma improvvisamente un brutto giorno la costernazione crebbe fuor di misura: la pestilenza era scoppiata al Belvedere; la serva di [...]

[...] certa gente venuta tre giorni prima dalla città agonizzava; s'udiva la campanella del Viatico per le vie deserte come quelle d'un paese morto [...]

[...] principe di Francalanza: nondimeno, era una catapecchia consistente in tre cameracce e due stanzini a pian terreno, povera abitazione d'un [...]

[...] da un luogo infetto; ma, una volta dentro, il principe, il duca, don Blasco si misero a gridare che non bisognava lasciar passare nessun'altro [...]

[...] facoltose, i signori che s'avevano ogni sorta di riguardi; talchè la gente atterrita fuggiva da un paesuccio all'altro, come poteva, sui carri, a [...]

[...] cavallo, a piedi; ma chi portava addosso il germe del male cadeva lungo gli stradali, si torceva nella polvere e moriva come un cane: i cadaveri [...]

[...] ai luoghi ancora immuni erano accolti a schioppettate dai terrazzani atterriti; o, se riuscivano a trovare un rifugio, comunicavano ai sani in [...]

[...] , c'era appena di che dissetarsi. Il principe, alla Viagrande, pagava una lira ogni brocca d'acqua; 411 e la principessa pareva diventata un pozzo [...]

[...] principessa li soffriva da più di un anno, non con l'intensità di adesso, è vero, ma con lo stesso carattere. Il principe, assicurando lo zio [...]

[...] , gli manifestava altri timori: - Margherita non ha voluto mai chiamare un dottore.... ma io ho una gran paura.... m'hanno detto che forse ha un [...]

[...] cancro allo stomaco.... Ma il duca non gli dava retta; per adesso, aveva da pensare alla propria pelle, perchè il colera poteva scoppiare da un [...]

[...] seccarlo; e la domanda che aveva il suo senso letterale per tutti, ne acquistava un altro per la principessa che comprendeva le intenzioni e i gesti [...]

[...] carrozza accanto a suo marito tenendo un pezzo di canfora alle nari; Baldassarre montò in serpe e la carrozza partì. Fino a sera, non s'ebbe più [...]

[...] notizia di loro. A un'ora di notte arrivò un espresso mandato dal duca dal Milo, il quale avvertiva d'aver trovato lassù uno stambugio dove c'era [...]

[...] contagiosamente. Già accusavano Giacomo d'essersi scordato di loro come quell'egoista del duca; già don Blasco parlava di mettersi a cavallo a un asino e [...]

[...] per fare assegnamento sull'aiuto reciproco che si sarebbero prestato: la cugina aveva bisogno d'un uomo che tutelasse gli interessi di lei, che le [...]

[...] cattiva salute della principessa aveva fatto temere per la sua vita, aspettata poi da un giorno all'altro dopo la catastrofe affrettata dal colera [...]

[...] quella terribile epidemia, che non piangesse qualche persona cara. Benedetto Giulente aveva perduto in un giorno il padre e la madre, a [...]

[...] grazia del Signore, un giorno la raggiungeremo....» cosa veramente da strabiliare che una ragazza di quattordici anni scrivesse a questo modo!... E [...]

[...] lavorava a rabbonire il padroncino. Consalvo lo lasciava dire; a un certo punto, gli rispondeva, freddo freddo: «Non mi seccare. Bada al tuo servizio [...]

[...] Piana. Il principe, un poco pallido, diceva che doveva esser capitata qualche disgrazia alla comitiva; infatti nessuno del compagni di Consalvo era [...]

[...] capovolta, al Biviere? La carrozza ribaltata? Un fucile, Dio liberi, scoppiato?... Donna Ferdinanda era invece tranquillissima, sapeva bene che il suo [...]

[...] allattare!... E poi, e poi, che grande autorità aveva esercitato su loro la madre! Il principe non le aveva mai permesso d'attaccar loro un bottone [...]

[...] l'opera della madre. Non l'aveva disfatta in un altro modo, eludendo le volontà che ella aveva manifestato nel testamento, spogliando i legatarii [...]

[...] riconosciuto, alla Curia, che il dotto e santo Cassinese doveva andare avanti in altro modo. Gli era stato offerto un vescovato, a sua scelta; ma egli [...]

[...] contro di lui, mettendo in opera il sistema da lui adoperato contro i fratelli. Chi la fa l'aspetta, dice un altro proverbio, e il principe che [...]

[...] «povera Margherita» a scappare a Cassone mentre stava così male ed aveva anzi i primi sintomi del colera, era stato un voler sbarazzarsi di lei, dopo [...]

[...] averle dettato un testamento nel quale s'era fatto lasciare ogni cosa, e niente ai figli; e che la freddezza di Consalvo non era poi senza [...]

[...] contro il fisco rapace. Ma sfogava contro tutti gli altri, incagnato, una furia. L'agente delle tasse, specialmente, un certo Stravuso, era il [...]

[...] nominare, dalla paura; non lo chiamava altrimenti che «Salut'a noi!», tenendo nel pugno un amuleto, un ignobile pezzo di ferro a foggia di mano che [...]

[...] male; ma i nostri casi sono diversi.... Il duca lo guardò un poco nel bianco degli occhi, come per sincerarsi se diceva sul serio o se scherzava [...]

[...] , temendo, come il marito, non fosse capitato un accidente al giovanotto, e parlava di spedir messi alla Piana per appurare che cos'era successo [...]

[...] donna Ferdinanda sparlava del principe col marchese, e i lavapiatti facevano la corte alla nuova principessa, e don Blasco ciaramellava da un [...]

[...] affollavano intorno, cominciò a narrare la storia d'un accidente complicatissimo, il suo smarrimento nel Biviere, la fame sofferta per dodici ore, il [...]

[...] , fingevano di rallegrarsi dello scampato pericolo; solo donna Ferdinanda increspava le labbra sottili ad un ironico sorriso, sapendo bene che il [...]

[...] ottenne per Giulente la nomina, s'accorse che egli restava più Giulente di prima, una specie d'impiegato, un miserabile passacarte, un servitore [...]

[...] del pubblico. E quando le diedero della sindachessa, arrossì come un papavero, quasi l'insultassero, quasi le intonazioni più complimentose [...]

[...] fossero studiate e nascondessero un ironico dileggio. Ella non diede più quartiere a Benedetto; dopo averlo spinto ad accettar l'ufficio, glie ne [...]

[...] voleva; ma fittosi in capo che fosse avaro, la fissazione prendeva nel cervello di lei più consistenza di un fatto; e con l'aria d'una vittima [...]

[...] propria infelicità con gente a cui aveva parlato appena una volta, ella l'adduceva a propria discolpa: 425 - La mia famiglia m'ha fatto un [...]

[...] spesso cose più enormi, senza pudore, un poco perchè non ne comprendeva la sconvenienza, un poco perchè credeva le fosse lecito tutto. Non si levava [...]

[...] ; se, per qualche fatto più grave degli altri, egli esitava un momento, il duca vinceva quegli scrupoli o adducendogli le necessità della lotta [...]

[...] , rispondeva che un po' di bene suo marito lo faceva solo quando seguiva i consigli di lui; viceversa, da sola a solo con Benedetto, gli rinfacciava la [...]

[...] cieca obbedienza prestata al duca. - Bestia! Sciocco! Stupido! Non capisci che ti spreme come un limone? Che vuol prendere la castagna dal fuoco [...]

[...] al tempo della loro potenza. Così, un po' per la moglie, un po' per lo zio, Giulente commetteva ingiustizie d'ogni sorta rifiutandone il prezzo [...]

[...] : ella non capiva che si potesse esercitare un ufficio pubblico pel piacere di esercitarlo, senza specularci sopra, perdendoci il tempo, trascurando [...]

[...] dormiva. Lasciata la camera che aveva occupata al ritorno dal convento, s'era accomodato un quartierino al primo piano, dalla parte del secondo [...]

[...] cortile, sfondando muri, murando finestre, aprendo una nuova scala, disordinando ancora un altro poco la pianta del palazzo. Il principe l'aveva [...]

[...] compagni, un Club che era la risurrezione più elegante e più ricca dell'antica istituzione: quantunque solo i nobili autentici fossero ammessi [...]

[...] ricchi di lui: un motivo di cruccio contro suo padre era appunto l'avarizia di costui che si lasciava prender la mano dai nuovi arricchiti. Il [...]

[...] , c'era gente che spendeva un occhio del capo a metter su case ed equipaggi col gusto moderno. Ma agli occhi del principe, la vecchiaia dei mobili e [...]

[...] delle livree era come un altro titolo di nobiltà; e se tutti tenevano adesso il guardaportone mentre vent'anni addietro c'era in città 429 [...]

[...] spilorceria paterna. Quando, dall'alto di un breack o d'uno stage, attillato negli abiti venuti apposta da Firenze, guidava come il più esperto [...]

[...] cocchiere un tiro a quattro, fermandosi per far salire gli amici che incontrava lungo la via, avanzando poi tutti gli altri equipaggi, frustando come [...]

[...] i suoi antenati i cocchieri che osavano contrastargli il passo, la gente si fermava ad ammirare, a ripetere il suo nome e il suo titolo con un [...]

[...] senso d'alterezza, quasi un poco del suo lustro si riversasse su chi poteva salutarlo, su chi lo conosceva almeno di nome, sulla stessa città che [...]

[...] gli aveva dato i natali. Se egli comperava o vendeva una pariglia di cavalli, se mandava via o riprendeva un cocchiere, se vinceva o se perdeva [...]

[...] tanto la voce d'un possibile matrimonio circolava per ogni dove, finchè, ripetuta dinanzi a lui, lo faceva scoppiare in una risata. Per ora egli [...]

[...] guadagnare il pane. Le sue gesta avevano anche un altro campo, meno elegante, ma altrettanto famoso. Insieme con gli amici più scapestrati, aveva [...]

[...] , per capriccio, pel gusto di commettere un sopruso, per esercitare l'ereditaria prepotenza dei Vicerè, il principino non voleva pagare lo scotto [...]

[...] che avevano in tasca - salvo a compensarle un'altra volta - lasciandole intanto piangenti o vomitanti un sacco di sozzure che lo facevano ridere [...]

[...] parte ai bagordi, aveva la ciera funebre, un riso falso. Di tanto in tanto scompariva, se ne andava ad Augusta, nelle terre lasciategli dallo zio [...]

[...] sbrendoli e sulle camicie rattoppate, un vecchio abito a coda di rondine, un enorme colletto di carta, una tuba di cartone alta quanto una canna di [...]

[...] questa mettesse sull'avviso il principe: - Di che ti mescoli? - saltava su Lucrezia. - Lascialo fare! Credi che mio nipote sia un pezzente, da non [...]

[...] bastava a questi dargli del salvatore del paese, del grande statista, o profetargli un posto al ministero, perchè il deputato si chetasse. Più [...]

[...] credeva invece d'esser sanissimo e non poteva soffrire che la gente gli consigliasse di chiamare un dottore: Consalvo si rallegrava con lui per [...]

[...] l'ottima ciera... Quanto a don Blasco, da un pezzo non si faceva più vedere a palazzo. Dacchè stava per casa sua, amministrando i proprii capitali, la [...]

[...] sua smania di criticar tutto e tutti, in famiglia, era finita: quando capitava tra i parenti, discorreva un poco del più e del meno e andava via [...]

[...] bisogno di nulla. E, da un certo tempo, era diventato addirittura irreperibile. «Che cosa fa lo zio?... Che cosa fa don Blasco?...» ma nessuno [...]

[...] ne sapeva niente. Il principe, il marchese, Lucrezia, un po' anche Benedetto, cercavano d'ingraziarselo, per via dei quattrini che doveva aver da [...]

[...] parte; ma egli li sfuggiva tutti, e se li udiva alludere, sorridendo, alla sua ricchezza, ripigliava a vociare come un tempo: «Che ricchezze e [...]

[...] povertà?... Che...» e giù male parole di nuovo conio. Un bel giorno, però, Benedetto, leggendo nel Foglio d'Annunzii della prefettura l'elenco [...]

[...] moglie. - Credo... Perchè? - Ha comprato il Cavaliere, una delle migliori terre dei Benedettini. Senza esitare un istante, Lucrezia esclamò [...]

[...] aveva messo fuori i quattrini ed era già entrato in possesso del latifondo... 434 Un monaco, un monaco benedettino, uno che aveva fatto voto di [...]

[...] della Curia, i monaci a spasso, i borbonici un tempo amicissimi di don Blaco gli si misero contro; ma a chi gli riferiva le voci malevole egli [...]

[...] il Cavaliere, l'avrebbe preso un altro: al convento non restava di sicuro, per la buona ragione che il convento non c'è più!... Anzi, in mano mia [...]

[...] molto da fare: dissodava la chiusa, strappava vecchie piante, scavava un pozzo, ingrandiva la fattoria trasformandola in casina di villeggiatura [...]

[...] stivaloni fino a mezza gamba; tornato in città, smise la tonaca e lo scapolare, ma si compose un abito nero, da ministro protestante, col panciotto [...]

[...] principino bianco in viso come un foglio di carta. - Datemi da lavare, - disse allo zio, traendo dalla tasca della giacchetta la destra rossa di [...]

[...] sangue. - Consalvo!... Che è stato?... Che hai?... - Nulla, non gridate.... Per aprire una finestra.... ho rotto un vetro, mi sono tagliato [...]

[...] finiva sul polso. Medicata con taffettà, doveva essersi riaperta, perchè del fazzoletto che fasciava la mano non restava neppure un angolo bianco [...]

[...] , mentre teneva immersa la mano in una catinella, l'acqua della quale s'arrossava; ma ad un tratto, perduta la sicurezza che l'aveva fin lì sostenuto [...]

[...] narrazione. La verità si seppe il domani. Da un pezzo Consalvo 437 andava dietro alla figlia del barbiere del Belvedere, Gesualdo Marotta: una [...]

[...] poco disposti, articolo onore, a scherzare. Ma il principino, quando concepiva un capriccio, non si chetava se non dopo averlo soddisfatto; e [...]

[...] nulla, egli fece un bel giorno rapire la ragazza e la tenne tre giorni con sè al Belvedere. I fratelli, per un certo tempo, stettero zitti [...]

[...] rallegrate delle sue prodezze! Adesso che volete da me? Nessuno lo aveva mai visto così rabbuffato; un altro poco e pareva suo fratello don Blasco [...]

[...] . La questione era che i suoi avversarii tentavano con accanimento un nuovo assalto alla sua riputazione e che l'imbroglio di Consalvo dava loro [...]

[...] , considerando il collegio come un feudo elettorale la cui proprietà nessuno poteva contrastargli; adesso che gli conveniva accomodare le sue [...]

[...] faccende, avevano un bel discutere delle più gravi quistioni, in Parlamento: egli non si moveva. Ma quando pure ci fosse andato? Che cosa avrebbe [...]

[...] fatto, lì dentro? Che cosa aveva fatto in otto anni di deputazione? Come un burattino, aveva alzato ed abbassato il capo, per dire sì o no [...]

[...] che non aveva neppur l'ombra di un'idea in fondo alla zucca, che non sapeva scrivere un rigo senza fare sette spropositi; e credeva di poter [...]

[...] paese, trovavano credito, erano una minaccia. Giulente prendeva le sue difese, ma adesso non le ascoltavano più come un tempo; il discredito del [...]

[...] deputato si estendeva un poco su lui. Gli davano dell'ipocrita perchè pretendeva conservare le antiche amicizie mentre era diventato settario [...]

[...] teatro, lo spettacolo della città agonizzante! Spiegavasi un poco con la paura, col bisogno di dar prova di liberalismo e di democrazia per non [...]

[...] , le ladrerie continuavano come prima: i potenti e i prepotenti d'un tempo erano tuttavia al loro posto! Chi batteva la solfa, sotto l'antico [...]

[...] temesse veramente di rimaner nella tromba a un prossimo scioglimento della Camera, di non poter continuare a spadroneggiare in paese; ma non voleva [...]

[...] esser discusso, presumeva serbare intatto il prestigio dei primi tempi; e giusto per questo la sventataggine di Consalvo lo metteva in un [...]

[...] bell'impiccio giacchè dando mano ad un sopruso, perseguitando i parenti della ragazza rapita, avrebbe sollevato più forti clamori contro sè stesso [...]

[...] ; mentre la rinunzia a difendere il nipote sarebbe stata attribuita appunto alla paura di attirarsi nuove opposizioni. Dopo avere esitato un poco fra i [...]

[...] facinoroso fratello della pettinatrice fu chiamato un giorno da un ispettore di polizia il quale gli consigliò pel suo meglio di desistere dalle [...]

[...] responsabilità, pure, per evitar altre noie, era pronto a sborsare tre mila lire per la bottega di modista. Ora un bel giorno, mentre s'aspettava da un [...]

[...] momento all'altro la notizia che l'imbroglio, un po' con le minaccie, un po' con le promesse, era accomodato e che il giovinotto non correva più [...]

[...] alcun pericolo, il principe che non aveva ancora mosso un solo rimprovero al figliuolo, entrò nella camera di quest'ultimo rosso in viso come un [...]

[...] pomodoro, spiegazzando un foglio di carta: - A te!... Che significa questa lettera? Era per un debito di seimila lire che il principino aveva [...]

[...] , come se fosse minacciato da un contatto impuro. Durante i lunghi giorni che aveva passati sopra una poltrona, tenendo il braccio appeso al [...]

[...] a un tratto gli occhi negli occhi del padre, guardandolo fisso, con un'espressione dura, come di sfida, e lasciato improvvisamente il lei: - Che [...]

[...] sul punto di cader fulminato. Rivolgendo al figliuolo uno sguardo non meno fisso nè meno duro: - Pagherò un cavolo... pagherò!... - articolava [...]

[...] ingordi Spagnuoli unicamente intenti ad arricchirsi, incapaci di comprendere una potenza, un valore, una virtù più grande di quella dei [...]

[...] non avesse fatto se non esercitare un proprio diritto! E non voleva esser seccato per giunta! E rispondeva con quel tono a suo padre! - Ah, ti [...]

[...] trattare, imbecille?... Io non pagherò un soldo! Ed è tempo d'intendersi, sai! Giacchè ci siamo, una volta per tutte!... Qui bisogna mutar registro [...]

[...] il rispetto che devi a tua madre.... Consalvo non aveva detto una sola parola, non aveva fatto un gesto durante la sfuriata del principe. Questi [...]

[...] aveva un bell'arrestarsi, dopo un'interrogazione o una esclamazione, quasi per dargli il tempo di rispondere qualcosa, di giustificarsi: in [...]

[...] ?... Aveva sul volto un'espressione indefinibile, di curiosità, di stupore, di dubbio, dominata da un sorriso tenuissimo, di soli occhi. - Mia madre [...]

[...] ?... Mia madre è morta. Lei lo sa meglio di tutti. Il principe tacque, guardandolo. A un tratto s'udì 446 un fruscìo di gonne, e la principessa [...]

[...] dare un po' di paura al giovinotto, perchè niente avrebbe poi potuto arrestarlo nella via dei debiti, se il principe decidevasi a pagare il primo [...]

[...] Uzeda per nessuna ragione al mondo poteva darsi lo scandalo d'un protesto. Donna Ferdinanda, manco a dirlo, se la prendeva con l'avarizia del [...]

[...] principe, che non dando abbastanza al figliuolo lo costringeva a ricorrere al credito, e Chiara dava un poco ragione agli uni e un poco agli altri [...]

[...] , secondo l'amore di Federico. Quanto a don Blasco, che da un pezzo era diventato invisibile, un bel giorno, venuto a palazzo, cominciò a [...]

[...] farselo aggiudicare per un boccon di pane. Allora, apriti cielo: - Anche la casa? - gridò la zitellona. - Io l'ho sempre detto che è un porco, un vero [...]

[...] scomunicati e ridare la roba loro al Papa ed a Francesco II? Ma a don Blasco importava adesso un fico secco se il re chiamavasi Francesco o [...]

[...] Vittorio; chè, entrato nella casa di San Nicola, ci stava da papa: le botteghe le aveva affittate a buoni patti, ed il primo piano anche, a un [...]

[...] arriverà il giorno della resa dei conti, del Dies iræ: non dubitate!... - Chi? Che? Chi ha da venire?... - gridava allora il monaco. - Verrà un cavolo [...]

[...] , ascoltati come il Vangelo, applauditi ad ogni periodo, facevano andare in bestia il Cassinese. Un giorno che la brigata, dopo una di quelle letture, gli [...]

[...] diede addosso con maggior vivacità del solito, don Blasco fece un gesto molto espressivo, gridò un: Andate a farvi...! e andò via per non metter [...]

[...] parentela, affinchè egli lasciasse loro ogni cosa. E lo servivano come un Dio, si precipitavano ad un suo cenno, camminavano in punta di piedi [...]

[...] levante, a un altro fondo del demanio ancora invenduto, e la linea del confine, consistente in un'antica siepe di fichi d'India, in molti punti aveva [...]

[...] soluzioni di continuità. Don Blasco, facendo costrurre un bel muro sodo e alto, irto di rovi e di cocci di bottiglie, s'era appropriato qua e là [...]

[...] molti ritagli di terra; a un certo angolo, dove non restavano più tracce della siepe, aveva annesso al Cavaliere un bel tratto dell'altro fondo [...]

[...] spogliato un regno? Garino aggiungeva il resto; ma poichè le chiacchiere non facevano andare indietro i reclami del Demanio e una perizia avrebbe [...]

[...] potuto legittimarli, l'ex-confidente di polizia, vedendo che il monaco ci s'arrabbiava, gli disse un giorno: - Vostra Eccellenza perchè non ne [...]

[...] , da un tempo più lungo ancora lo vituperava in pubblico e in privato; don Gaspare dunque rimase, 450 vedendoselo apparire dinanzi. Il monaco [...]

[...] un muro. Per questo il Demanio m'accusa d'usurpazione!... Il duca continuava a sorridere in pelle in pelle, godendosela, e poichè il monaco taceva [...]

[...] mila lire del monaco passò. Il Cavaliere, 451 ingrandito di quasi il doppio, divenne così una proprietà ragguardevolissima, «un vero feudo [...]

[...] passare qualche brivido per la schiena, piaceva moltissimo a don Blasco, e un giorno anzi, mentre passava dalla farmacia Cardarella, antico ritrovo [...]

[...] bazzicavano i liberali più arrabbiati i quali gridavano contro il governo, come quegli altri retrogradi, ma per una ragione diversa: perchè era un governo [...]

[...] . - Sante cannonate vogliono essere! Il sangue di Monti e Tognetti è ancora fumante! Ci vuole il cannone per abbattere l'antro del fanatismo! Un [...]

[...] , poichè temeva che d'una guerra fosse minacciata l'Italia, si rassicurò quando gli riferì che l'elezione d'un principe tedesco al trono di [...]

[...] Spagna era considerata dalla Francia come 453 un casus belli. «Il nostro dovere....» Ma, mentre spiegava il dovere dell'Italia, venne un servitore [...]

[...] .... IX. Ferdinando deperiva da un anno. Nel viso emaciato, negli occhi gialli, nelle labbra bianche gli si leggeva da un pezzo un malessere [...]

[...] parola al principe il giorno che questi gli consigliò d'andarsene un poco alle Ghiande a respirare l'aria sana della campagna. Non voleva più [...]

[...] scorpacciate di roba indigeribile. Una notte d'estate, il cameriere spaventato da un vomito nerastro e da una diarrea sanguinolente, mandò il [...]

[...] figliuolo al palazzo, per avvertir la famiglia. All'arrivo del principe e alla proposta di mandare a chiamare un medico, l'infermo gridò che non [...]

[...] , ebbe un bell'insistere per dimostrargli la convenienza di una visita medica; egli minacciò di chiudersi in camera e di non ricevere più nessuno [...]

[...] . Ma il suo polso scottava dalla febbre. Per vincere quell'ostinazione, dovettero ricorrere a un artifizio, come con un fanciullo o con un pazzo [...]

[...] : finsero che un ingegnere dovesse rilevar la pianta della casa e introdussero così un dottore in camera sua. Il dottore scrollò il capo: la [...]

[...] tutti attribuivano a donna Ferdinanda la largizione. Ma la zitellona non aveva dato un soldo. Sarebbe crepata d'accidente se avesse dovuto [...]

[...] così male. «Ma che ci posso fare? Non si comanda al cuore! Basta, un giorno o l'altro egli s'accorgerà che non merito questo trattamento...» Così [...]

[...] ; Consalvo, per fuggire la compagnia del principe e per darsi contemporaneamente l'aria d'un sacrificato, disertava la casa paterna; ma invece di [...]

[...] tutti che si trattava d'un falso allarme e che guerra non ci sarebbe stata, con un'aria così convinta come se Napoleone glie l'avesse confidato [...]

[...] deputato ripresero a sbertarlo con maggior lena. Quella bestia con la prosopopea d'un Cavour redivivo non era neppur buono di capire le cose più [...]

[...] necessità di far qualche cosa per rialzare il proprio prestigio, preparava un colpo di mano. Le inquietudini della guerra accrescevano il [...]

[...] parevano dovessero tradursi in fatto da un momento all'altro. Ora, mentre quasi tutti i soddisfatti tenevano a bada i malcontenti e consigliavano [...]

[...] fratello infermo. Questi non lasciava più il letto; quando chiudeva gli occhi, il suo viso verde e affilato pareva d'un morto; ma rifiutava i [...]

[...] causa li faceva considerare come figli prediletti. Un giorno, nonostante la tristizia dei tempi, Monsignor Vescovo si recò da Ferdinando per [...]

[...] rimedio? - Abbiamo provato tutto: l'acqua di Lourdes, le medaglie di Loreto... - Bene, bene... ma avete chiamato un dottore? Che farmaci gli [...]

[...] Babbeo, da lasciarsi rubar da tutti, si rivelava a un tratto dei Vicerè con quel sospetto buffo e pazzo, adesso che non aveva nulla da lasciare [...]

[...] Raimondo. Il conte arrivò insieme con la moglie ed il figliuolo. Invecchiata di trent'anni, la povera donna Isabella; irriconoscibile come un giorno [...]

[...] accompagnato da quattro o cinque tra governanti, bonnes e cameriere: giovani tutte, una più bella dell'altra, svizzere, lombarde, inglesi, un [...]

[...] fratello ebbe un assalto di mania furiosa. Con gli occhi stravolti, coi capelli arruffati sul viso scarno e pauroso, si mise a gridare [...]

[...] del cibo stringeva i denti, urlava, trovava nelle braccia spaventosamente magre la forza di respingere i tentativi di fargli ingoiare un sorso [...]

[...] fargli prendere un boccone, per prolungargli di qualche giorno la vita, perchè non morisse di fame, ricominciava a urlare: - Assassino!... Aiuto [...]

[...] sarebbe subito andato, quando arrivò a precipizio un altro messo da parte del duca. - Sua Eccellenza l'aspetta subito a casa.... È affare [...]

[...] mise a passeggiare su e giù. Dopo due o tre minuti riapparve don Blasco, pallido in viso, correndo e agitando un pezzo di carta: - È nostra!... È [...]

[...] ; e la gente 464 accorreva dal fondo dello sale, i passanti si fermavano, la folla ingrossava da un momento all'altro. Tutti volevano leggere [...]

[...] .... Bandiera bianca alzata su Castel Santangelo segnò fine.... Nostre perdite venti morti, circa cento feriti....» E un urlo si levò tutt'intorno. Ma don [...]

[...] Blasco, dominando le grida, tonò: - All'Ospizio.... per la musica.... Fermi!... le bandiere.... In un attimo tutte le bandiere del Gabinetto furono [...]

[...] recate dai camerieri storditi dalle grida. Don Blasco ne agguantò una, s'aprì un varco tra la folla e vociò novamente: - All'Ospizio [...]

[...] deputato che in persona rispondeva salutando col fazzoletto alle grida: - Viva Roma capitale!... Viva Oracqua!... Viva il deputato!... A un tratto [...]

[...] , mentre alcuni gridavano per ottener silenzio, aspettando un discorso d'occasione, il duca scomparve. Per evitare il pericolo di dover parlare [...]

[...] mescolarsi tra la folla. - Evviva!... Evviva!... Alla Prefettura!... E la marcia ricominciò. Don Blasco, con la bandiera a spall'arme, la tuba un poco [...]

[...] restavano serrate e buie com'erano. Dinanzi a una bottega di merciaio, la fiumana dei manifestanti s'arrestò un momento: «Le torcie!... Le [...]

[...] : - Viva Roma!... Viva l'Italia!... Viva Oracqua!... A un tratto la dimostrazione s'arrestò nuovamente come se qualcuno le contrastasse il passo, e un [...]

[...] vario vocìo si levò: - Ancora!... Avanti!... Abbasso!... Morte!... Chi è?... Che c'è?... Da un vicolo, era sbucato un frate; alla vista della [...]

[...] ! Viva Roma nostra!... Il frate, livido in volto, con gli occhi spalancati, guardò un momento la folla minacciosa e urlante; di repente, alzò le [...]

[...] , riconobbe Frà Carmelo, un altro degli Uzeda ammattito, il bastardo che a dispetto della fede di battesimo si rivelava anch'egli della famiglia [...]

[...] . E il professore, alla vista della tonaca, se era un energumeno, inferocì come un torello al rosso: - Morte ai corvi!... Giù i tricorni: viva il [...]

[...] recarono immortalità sbrancandone quel denso velo, chiarirsi potrebbe un fuor'opera; se quei valentuomini, per legge di natura, arrestati non [...]

[...] fossers'ai tempi che vissero. Ma, senzachè il proseguiment'insin'a nostri ultimi giorni, un altr'oggetto ne rischiara la convenienza; vogliam dir [...]

[...] bocca, aveva contribuito anch'essa a quell'apparente crescenza che dava a tutto il viso un aspetto basso, ignobile e quasi animalesco. Indosso [...]

[...] , la sordidezza della camicia e dell'abito a coda, troppo lungo e troppo largo, con un panciotto che era stato bianco e l'untume del cappello che [...]

[...] pareva sudasse dal troppo caldo, lo facevano prendere per un servitore di trattoria o per un bigliardiere di bisca; la gotta che gli tormentava i [...]

[...] piedi lo costringeva ad un'andatura storta e strisciante. Prese alloggio in un albergo d'infimo ordine; ma alle prime persone alle quali si diede [...]

[...] signorino in viaggio da quasi un anno, i padroni per togliere dal collegio la signorina e farle vedere un po' di mondo. Non bene persuaso, come [...]

[...] le catene d'oro d'un tempo. - Tutti partiti, Eccellenza.... La casa è vuota! - Quanto torneranno? - Non sappiamo, Eccellenza; forse per le [...]

[...] poco a poco, Pasqualino rivelò la verità. Il signorino non poteva più stare in casa, almeno per un certo tempo, a cagione dell'urto continuo col [...]

[...] malattia, ma neanche lui doveva ingrassare a furia di dissapori e di diverbii; il meglio perciò era che se ne stesse un pezzo lontano... Così [...]

[...] principe, pareva, Dio ne scampi e liberi tutti quanti, che gli pigliasse un accidente secco. E voleva perfino farlo arrestare, come se una cosa [...]

[...] simile potesse dirsi per puro e semplice scherzo, in casa Francalanza! Fatto un gesto d'indignazione, Pasqualino prese un'altra seggiola nel [...]

[...] bugigattolo, e sedette accanto al cavaliere, il quale, scrollando gravemente il capo, trasse di tasca mezzo sigaro spento e chiese un cerino al [...]

[...] preso la sua dote e buona notte; dunque, pel figlio! Allora, perchè tenerlo a corto di quattrini? Un giovanotto come il principino di Mirabella aveva [...]

[...] siamo tutti fatti ad un modo?» E poi, i tempi erano mutati: i signori dovevano spendere, se volevano esser considerati; se no, il primo ciabattino [...]

[...] arricchito si reputava da più di loro! E nel rammarico di non poter più guadagnare come un tempo sulle spese intime del padroncino, Pasqualino [...]

[...] , per trarre dalla sua il 472 cavaliere, che il capo della casa, se fosse stato un altro, avrebbe dovuto aiutare i parenti che non erano ricchi [...]

[...] ragione da sè: «Io l'avevo detto... così non poteva durare... mio nipote ha un certo modo!...» Al fresco del vestibolo la conversazione si [...]

[...] elegante come un tempo, pure sembrava il padrone, e don Eugenio il creato. Il guardaportone, tra scandalizzato ed invidioso della confidenza [...]

[...] vedere le firma raccolte... - Non voglio veder niente! Credo benissimo e ti ringrazio tanto. Tieni per te le diecimila lire. Il cavaliere aveva un [...]

[...] bell'insistere, col tono persuasivo e insinuante d'un sensale o d'un mezzano, e un bel sgolarsi per dimostrare a luce meridiana l'eccellenza della [...]

[...] piedi. - Allora... se non vuoi correre i rischi dell'affare... fammi un favore... I soscrittori non pagano anticipatamente; m'occorre una somma [...]

[...] per cominciare la stampa. Prestami un migliaio di lire... - Non le ho. - Ti cederò le firme più sicure, le sceglierai tu stesso... - Non le ho [...]

[...] come un aglio, la zitellona pareva sfidare il tempo, gli anni le passavano addosso senza mutarla: ne aveva oramai sessantadue e non ne mostrava [...]

[...] disposizioni, nominava un mondo di persone colle quali era come «fratello,» ne narrava i casi con tanto interesse come se fossero occorsi a lui [...]

[...] trappola... Naturalmente, come parente, non potevo dir questo, altrimenti sarei andato da Ciccio per avvertirlo: «Tuo figlio può trovare un partito [...]

[...] migliore...» E poi, quella ragazza ha un certo fare... Basta; io non ho parlato, tanto più che giusto quando si combinava la cosa, ero a Tunisi [...]

[...] ... - Ah, sei stato a Tunisi? E per far che cosa? - Che cosa?... Niente!... Per diporto... - egli tossicchiava un poco, tuttavia, imbarazzato, quasi [...]

[...] avrebbe comprato un libro di lui? Si sarebbero messi a ridere, come rideva lei! Le firme? Le avevano poste per levarselo di torno! Bisognava vedere [...]

[...] può parlare alla signora marchesa. E facendo il cavaliere un atto d'impazienza, la donna mormorò, guardandosi attorno: - Eccellenza, c'è guai [...]

[...] non c'è più pace, per quel figlio di... chi so io! Un diavolo dell'inferno, Eccellenza; e la padrona, che non ci vede dagli occhi, dal tanto bene [...]

[...] s'era trasformata ed imbruttita. Il corpo era diventato un sacco di carne, dove non si distinguevano più nè seno, nè vita, nè fianchi; il viso [...]

[...] capisce. Più invecchia, e più bestia diventa. È un pazzo! Ma la disgrazia è che fa impazzire anche me. Dopo vent'anni, - ella calcolava il tempo [...]

[...] a modo suo, - un altro che non fosse tanto bestia, avrebbe capito l'inutilità di fare il servitore a questo e a quello. Invece, pare l'uovo al [...]

[...] biblioteche si moltiplicavano da un momento all'altro. Mille sottoscrittori eran già sicuri, un altro migliaio non potevano mancare. E offriva la [...]

[...] gente prometteva ambiguamente; ma egli prendeva nota dei nomi in un suo portafogli unto e squarciato, unicamente imbottito di circolari e di [...]

[...] ?... Ero venuto a trovarla; mi dispiacque tanto, ieri, di non essere in casa... Un poco imbarazzato, don Eugenio lo invitò a salir 480 su in [...]

[...] una brocca per terra. - Ho dovuto venir qui perchè al Grand Hôtel era tutto pieno. Come si sta male in questa città! A Palermo avevo un [...]

[...] subito in materia. - Tua moglie non t'ha detto?... Sono venuto per stampare la mia opera... un affare magnifico... tremila copie assicurate fin [...]

[...] guadagni, da buoni parenti ad amici. Giulente esitò un poco, poi domandò: - Che ha detto Lucrezia? - Tua moglie? Ha detto di sì, solo che tu ti persuada [...]

[...] della convenienza della cosa... Guarda un po'... - E non capendo nei panni dalla gioia d'aver trovato finalmente uno che non rifiutava, gli [...]

[...] , potremmo fare a meno del suo consenso!... Benedetto esitò un poco, poi disse: - Nossignore, è necessario... perchè adesso i denari li tiene lei [...]

[...] corporea: chi avrebbe potuto distinguere, per esempio, don Blasco da un fratacchione uscito da lavoratori della gleba, o donna Ferdinanda da una [...]

[...] le mani addosso. Ma ella lo lasciava fare, e se il marchese diceva mezza parola, grida, minaccie, un inferno. Dopo gli scrupoli della cognata [...]

[...] , adesso, era un signore: oltre la casa e i due poderi, aveva messo di bei quattrini da canto; il principe gli faceva la corte per questo. Il Cassinese [...]

[...] nipoti, se ne serviva in tutti i modi, e se qualcuno di costoro lo faceva andare in collera, egli cavava fuori, come donna Ferdinanda, un suo [...]

[...] foglio di carta e lo stracciava in mille pezzi: «Neanche un soldo da me!...» La visita della nipote Teresa gli fece piacere; le figliuole non si [...]

[...] visite o per riceverne, o per andare al passeggio o al teatro, ella s'indugiava, come le altre, dinanzi allo specchio; e aveva un certo modo [...]

[...] tutto suo di portare gli abitini più semplici che la faceva parer vestita come per andare a un ballo. Quando andavano dalla modista o dalla sarta [...]

[...] , persuadendo con buone maniere la zia Lucrezia, la quale, dacchè teneva le chiavi della cassa, si faceva un abito ogni quindici giorni [...]

[...] discorso bruscamente, con un certo modo tutto suo fatto apposta per richiamare l'attenzione sulle cose dalle quali voleva invece stornarla. Ma Lucrezia [...]

[...] grembo, pareva non ascoltare; Lucrezia ammutolì e andò via dopo un poco, senza salutar nessuno. Ma un altro parlava spesso di cose scabrose e la [...]

[...] un altro trionfo. Sì, gli sarebbe bastato dire una parola per aiutare il fratello; tuttavia, alle insistenze di costui, rispondeva che avrebbe [...]

[...] difficile insistere in un rifiuto crudo, poichè egli non avea tanta confidenza con lo zio da mandarlo a spasso, e nemmeno poteva addurre ragionevolmente [...]

[...] la mancanza di quattrini; perciò s'era lasciata strappar la promessa d'un'anticipazione d'un par di migliaia di lire, aspettando a sborsarle che [...]

[...] l'attenzione prestatagli e la promessa dei quattrini, giovandosi di lui come di un servo, mandandolo di qua e di là a portar lettere od ambasciate, che [...]

[...] gli affidava dandogli tuttavia, per un certo rispetto umano, dell'Eccellenza. Neppure lo metteva a giorno dei proprii affari, nè gli faceva [...]

[...] Maestà Francesco II. Prima che Consalvo partisse, ella gli aveva fatto un obbligo, quando sarebbe passato da Parigi, di «baciare la mano al Re [...]

[...] sovrano, la premura con la quale s'era informato di tutta la famiglia e il dono che gli aveva fatto, prima di congedarlo, dopo un lungo colloquio [...]

[...] seconda udienza, ma questa volta la lettera del maestro di casa al padrone conteneva un particolare del quale non era parola in quella di Consalvo alla [...]

[...] Parigi, il giovanotto tornò finalmente in Italia, e restato un poco a Torino ed a Milano passò a Roma, 488 che era l'ultima tappa del suo [...]

[...] viaggio. Lì si fermò un pezzo; ma dopo aver scritto un paio di lettere alla zia, non si face più vivo. Donna Ferdinanda gli aveva anche [...]

[...] nipote, ma poi non disse se la visita era stata fatta; anzi un giorno, inaspettatamente, annunziò per telegrafo l'imminente ritorno. Aspettato alla [...]

[...] , portamantelli e cappelliere di cui era piena la carrozza e un carrozzino da nolo. Il principe, con aria tra dignitosa ed affabile, si fece trovare [...]

[...] divertito più d'un anno a viaggiare, non gli è mancato niente, e mi ringrazia così, tenendomi il broncio, avvelenandomi tutti i giorni il desinare [...]

[...] , conciliante. - Non si riconosce più; pare davvero un altro: benedetto questo viaggio, se lo ha fatto cambiare di nero in bianco! Certi giorni, Consalvo [...]

[...] tovagliolo, stringeva i denti, quasi scoppiava dinanzi ai lavapiatti che assistevano al pranzo. Teresa, a un segno della principessa, andava a cercare [...]

[...] , vedendo il figliuolo taciturno e ponzante come un nuovo Archimede. - Mangerò solo, se debbo vedere quella faccia da funerale! Tutto il giorno [...]

[...] autorità paterna non gli consentivano di fare tutto ciò che voleva; pertanto egli aveva accettato con gioia di andar via, di girare un poco il mondo [...]

[...] ; ma la prima impressione da lui provata, appena fuori di Sicilia, fu quella che proverebbe un vero re in cammino per l'esilio. Il giorno prima [...]

[...] , quantunque non potesse sbizzarrirsi a modo suo, era nondimeno un pezzo grosso, il pezzo più grosso del sue paese, dove tutta la gente, in alto [...]

[...] e in basso, gli faceva di cappello e s'occupava di lui e delle cose sue; a un tratto egli si svegliava uno qualunque in mezzo alla folla che non [...]

[...] nome di principino di Mirabella aveva perduto la sua virtù, era diventato quello di un signore come ce n'erano a migliaia. Il lusso vero, e non [...]

[...] Napoli e a Firenze otteneva per favore un biglietto per pochi giorni; se fosse rimasto a lungo avrebbe dovuto esporsi ad una votazione, farsi [...]

[...] della gente della sua casta non lo feriva tanto, ma un altro impaccio lo aspettava lì: col suo povero e mal digerito francese, si sentì come [...]

[...] sua casa dove la considerazione ed il primato d'un tempo lo aspettavano, erano divenute per lui sempre più piccoli e meschini. Come rassegnarsi a [...]

[...] tornare laggiù, dopo aver visto la gran vita delle grandi città? E come tenere un posto mediocre in una capitale? Bisognava dunque essere il [...]

[...] sulla 494 morte del padre come sopra un avvenimento necessario alla propria felicità, considerava anche un altro lato della quistione [...]

[...] la mediocrità, a Roma. La morte del padre era dunque inutile; egli doveva cercare un altro mezzo. E lì, alla capitale, quando vi passò di ritorno [...]

[...] , egli lo trovò. Lo zio duca, fra le altre lettere, glie ne aveva date parecchie per i colleghi del Parlamento. All'andata, egli aveva visto un [...]

[...] . Di ritorno, Consalvo pensava a tutti fuorchè a costui, pel quale sentiva un profondo disprezzo di razza, quando una sera si vide accostato per [...]

[...] , schifo di quel contatto. L'Onorevole però, quantunque accusasse un gran da fare, e avesse infatti lasciato un crocchio di gente che lo attorniava, lo [...]

[...] trattenne un pezzo; prima di lasciarlo gli disse: «Ci vedremo domani; verrò a trovarvi all'albergo...» Consalvo fu tanto stupito che non ebbe [...]

[...] , degli affari pubblici; un fattorino del telegrafo gli portò due dispacci, dei quali egli firmò la ricevuta masticando a due palmenti, macchiando [...]

[...] un «Cavaliere!...» o un «Caro commendatore!...» Alle frutta, aveva una piccola corte d'intorno alla quale parlava, con grande animazione, di [...]

[...] , un po' allegro, prese a braccio Consalvo il quale fremè a quel contatto; ma il deputato, con un sorriso che voleva esser discreto ed era beato [...]

[...] quell'ignobile pranzo che aveva dovuto ingozzare per forza, egli si vide in un momento schiuder dinanzi, diritta ed agevole, la via che andava cercando [...]

[...] , quella che d'un simile faccendiere come Mazzarini faceva un uomo importante, riverito e corteggiato; quella che permetteva di raggiungere la [...]

[...] sostenute nel proprio collegio; ma il duca di Oragua non possedeva un feudo elettorale che, naturalmente, sarebbe passato al nipote? Per farsi [...]

[...] . Alla cultura, alla competenza, egli non pensava: se aveva potuto fare il deputato un ignorante come suo zio, egli si credeva capace di reggere i [...]

[...] . Andò tuttavia a visitare lo zio Lodovico. Monsignore l'accolse con l'untuosità consueta, con le fredde espressioni d'un sentimento preso ad [...]

[...] imprestito per la circostanza. L'antico Priore di San Nicola pareva conservato sott'aceto: asciutto, senza un pelo bianco, con la faccia liscia, nessuno lo [...]

[...] subito il campo della sua azione futura. Allora comprese che se ad occupare un posto di deputato gli mancava soltanto l'età, gli occorreva [...]

[...] fervore d'un neofita, con la presunzione degli Uzeda che non conoscevano ostacoli, comperò grammatiche e libri di lettura spagnuoli, inglesi e [...]

[...] faremo consigliere comunale, appena avrai l'età!... 498 - Perchè? No!... - esclamò egli - E poi, come si fa? - Perchè? Per avere un posto [...]

[...] parenti; una visita di pura forma, del resto, che non lo impegnava a niente. Fino a quel momento era stato un ragazzo irresponsabile delle idee [...]

[...] guarderò più in faccia! Bada che non avrai un soldo da me!» E Consalvo le aveva risposto facendo l'indiano, protestando la propria innocenza: «Che [...]

[...] hanno dato a intendere a Vostra Eccellenza?» Ma Lucrezia le andò un bel giorno a portar la notizia dell'ammissione del nipote al Circolo. Schiumava [...]

[...] nell'armadio, la lacerò in mille pezzi dinanzi alla nipote. - Neanche un soldo! Così! Anche Chiara, poichè suo marito s'era venuto a poco a poco [...]

[...] Immediatamente si fece un profondo silenzio, e tutti gli sguardi si diressero su Consalvo. Rivolte le spalle al muro, guardando da un lato [...]

[...] così filato, era così abile ed opportuno, solleticava tanto l'amor proprio dei precedenti oratori, riusciva così inaspettato sulla bocca d'un [...]

[...] genere» la relazione della commissione, la disse «degna veramente d'un Parlamento.» Ne citò due o tre passaggi quasi letteralmente; quel prodigio [...]

[...] di memoria sollevò un lungo mormorìo ammirativo. Ma forse l'indulgente assemblea aspettavasi che egli esprimesse la propria opinione? E questa [...]

[...] ammetta,» pure «la scuola inglese è del parere....» Lo stupore e il piacere erano grandi e generali, tutt'intorno; Benedetto godeva come d'un [...]

[...] tutti credevano improvvisato, con tanta disinvoltura era detto; ma un vero trionfo successe all'argomentazione finale: la necessaria corrispondenza [...]

[...] perchè a don Blasco era venuto un accidente. Il monaco, floscio come un otre sgonfiato, rantolava. La vigilia aveva fatto una solenne scorpacciata e [...]

[...] cioncato largamente: spogliato e messo a letto da donna Lucia, s'era addormito di botto; ma nel mezzo della notte un sordo tonfo aveva fatto [...]

[...] non la finivano di raccontar la disgrazia; ma Garino, che lasciata l'ambasciata al principe e chiamato un dottore, era tornato di corsa a casa [...]

[...] ricominciavano a contristarsi, e ad invocare la Bella Madre Maria e tutti i santi del paradiso, Garino prese per un braccio il principe appena [...]

[...] rovinati noi! Dopo tanti anni che l'abbiamo servito! E quelle creature anch'esse! Sua Paternità non doveva farci un simile tradimento! 502 [...]

[...] Vostra Eccellenza... Ma potevo credere a una cosa simile? Dopo che Sua Paternità aveva promesso dodici tarì al giorno alle ragazze? È un [...]

[...] giovò quasi a nulla; solo gli occhi del moribondo s'aprirono un momento; ma nè un muscolo si scosse, nè una parola uscì dalla bocca serrata. Col [...]

[...] giorno arrivò la principessa. Gli altri parenti non sapevano ancora nulla, e cominciarono ad arrivare più tardi, uno dopo l'altro; entravano un [...]

[...] dirgli in un orecchio: - C'è testamento? - Non so... non credo... - rispondeva il principe. - Chi pensa a queste cose, per ora? 503 Invece non [...]

[...] . Tutti gli altri, al contrario, aspettavano un testamento che li nominasse. Il principe dichiarava piano all'orecchio dello zio duca che non sperava [...]

[...] Sigaraia entrò nella camera del moribondo, che sua moglie e le ragazze non lasciavano un momento. Invece di giovare, le mignatte affrettarono la [...]

[...] testamento. Nel silenzio generale, il principe, come capo della casa, fece un gesto di consenso. Ma donna Lucia, che finiva d'accendere le [...]

[...] , disse: - Erede universale Giacomo... esecutore testamentario... un legato di duecent'onze l'anno a don Matteo Garino... - Nient'altro?... E [...]

[...] se ne stava nel vano d'un uscio. - Ho detto che è falso, - ripetè Lucrezia, dando uno spintone a suo marito che voleva leggere anche lui il [...]

[...] che avesse fatto testamento! - Avresti potuto farcelo sapere, - ribattè donna Ferdinanda. - Ma che! - riprese Lucrezia, dando un altro [...]

[...] spintone a Benedetto, il quale le faceva qualche osservazione prudente all'orecchio: - È un testamento falso, si vede dalla freschezza della scrittura e [...]

[...] dinanzi a tutta la parentela. - Vostra Eccellenza è la padrona... - continuava nondimeno il Sigaraio, con aria dignitosa, - ma non può offendere un [...]

[...] galantuomo. Allora l'ho fatto io, il testamento falso? E a un tratto la Sigaraia scoppiò in pianto. - Quest'affronto!... Maria Santissima!... Il [...]

[...] duca, il marchese, Benedetto intervennero tutti insieme: - Chi ha detto questo?... State zitta, in un momento simile.... Silenzio, vi dico: che è [...]

[...] successione; ma Lucrezia era implacabile, per la rivincita da prendere su Graziella che l'aveva trattata male e anche un po' perchè sperava [...]

[...] sull'eredità dello zio come un mezzo di mettere in piano l'amministrazione della propria casa: dacchè la teneva lei, non c'erano quattrini che [...]

[...] sterile aveva concepito e maturato un disegno: lasciare Federico, adottare il bastardello e portarselo via; avendo bisogno di quattrini, sperava [...]

[...] rovinarli dinanzi alla polizia. Ma il più bello che era? Che un ladro aveva rubato altro; giacchè Garino, il quale doveva farsi lasciare dodici tarì al [...]

[...] maggior disgrazia d'avere un figlio così bestia e birbante!... Ma, oltre quella, egli aveva tante altre ragioni di cruccio. Più che mai [...]

[...] infervorato nelle sue nuove idee, deciso colla cocciutaggine di famiglia a percorrere la strada prefissa, Consalvo spendeva adesso a libri un occhio del [...]

[...] andare a sentirla, sorrideva d'un ambiguo sorriso allo zelo religioso del padre: costretto a confessarsi, recitava al vecchio domenicano una [...]

[...] che bazzicavano per la casa. Il principe aveva fatto costrurre, nel camposanto del Milo, un monumento di marmo e bronzo sulla sepoltura della [...]

[...] , portava grandi corone di fiori sulla tomba. Consalvo non andava mai insieme con la famiglia: o un giorno prima, o un giorno dopo. Ad ogni [...]

[...] che alle ingiunzioni del principe. Un giorno annunziò che aveva preso un professore di tedesco e d'inglese. Il padre, dopo averlo guardato bene [...]

[...] un tratto il principe diventò rosso come un gambero, e levatosi da sedere, quasi una molla lo avesse spinto, si precipitò contro il figliuolo [...]

[...] famiglia: cosa che se dispiacque alla principessa, e più alla sorella, fece a lui grandissimo piacere. Egli vide il padre un momento ogni giorno [...]

[...] nervosi e vere malattie, un dubbio era sorto nella testa di quest'ultimo: suo figlio era forse jettatore? E il dubbio adesso facevasi strada, quantunque [...]

[...] si guastava lo stomaco? Perchè, durante la lunga assenza di Consalvo, egli era stato benissimo? In un altro ordine d'idee, quella conversione [...]

[...] !...» Pertanto egli era adesso contento di non averlo più vicino; se lo incontrava per le scale, o traversando le stanze, rispondeva con un cenno del [...]

[...] , tanti altri avevano figliuole straricche in età d'andare a marito; per Teresa la cosa era più difficile. Giovani a un tempo ricchi e nobili tanto [...]

[...] marito, - anzi a causa di ciò, - le voci d'un possibile matrimonio trovavano credito; ma il principe, se gli domandavano che cosa ci fosse di vero [...]

[...] . Spesso udiva lodare un romanzo, un dramma, un volume di versi, e si struggeva di comperarli, pensando quanto dovevano essere belli, che piacere le [...]

[...] in tanto un valtzer, una mazurca, oppure notturni, sinfonie, fantasie senza parole che portavano per titolo: Vorrei! Incanti, Storia mesta, Ognor [...]

[...] ..., e conoscenze, parenti, amici, tutti andavano in visibilio udendole; lo stesso maestro, un vecchietto scelto 513 apposta dalla principessa [...]

[...] ; ma don Cono, incaponito nella sua idea, venne un giorno a dire che aveva già parlato al capobanda. Il maestro venne a palazzo, in compagnia del [...]

[...] lavapiatti: era un giovane così bello che pareva San Michele Arcangelo: bruno di capelli, biondo di baffi, roseo di carnagione. La principessa [...]

[...] , appena lo vide, cominciò a torcere il muso e a far segni a don Cono per dirgli che non s'aspettava da lui quella parte: condurle in casa un tipo [...]

[...] simile?... Intanto il maestro eseguiva al pianoforte le composizioni della signorina, con un colorito, un'espressione, un'anima da renderle [...]

[...] portinaio gli disse che i padroni non ricevevano. - Condurmi in casa quel tipo? Non m'aspettavo un simile tiro da voi! Si vede bene che non avete [...]

[...] Francalanza poteva forse gettare gli occhi sopra un capobanda? Storia mesta fu eseguita una domenica, alla Marina, 514 dalla musica del [...]

[...] reggimento: il concerto era veramente uno dei migliori, e la composizione di Teresa parve un vero pezzo d'opera, con certi cantabili affidati ad un [...]

[...] Donato del Piano. Teresa, in carrozza chiusa, sotto i platani, stava a udire, col cuore che le batteva come se volesse schiantarsi, con un nodo di [...]

[...] pianto alla gola e pallida in viso come una rosa bianca, e poi a un tratto di porpora quando, al finire del pezzo, s'udì uno scroscio d'applausi [...]

[...] lieto successo, parlò un giorno all'assessore dei pubblici spettacoli, perchè desse ordine al direttore della musica cittadina di concertare anche [...]

[...] lui le composizioni della principessina. Questo assessore degli spettacoli era Giuliano Biancavilla, figliuolo di don Antonio e della Bivona, un [...]

[...] giovanotto sulla trentina, Bruno di carnagione e nero 515 di capelli come un arabo, ma fine, elegante e con gli occhi dolcissimi. Appena udì [...]

[...] impedire che il giovane assessore mettesse, da lontano, gli occhi addosso a Teresa! Al teatro la guardava fiso, senza lasciarla un istante; al [...]

[...] cominciò a lavorare. Un Biancavilla pretendere alla principessina di Francalanza? Forsè perchè una Uzeda aveva sposato un Giulente? Poveretto [...]

[...] darsi pace. Egli voleva naturalmente che la principessina sposasse uno fatto per lei, un barone, a dir poco, ricco da mantenerla come una regina; e [...]

[...] : giusto la prima sera, chi ci trovò: Giuliano Biancavilla!... Se quel petulante avesse conosciuto un poco il mondo, sarebbe rimasto quieto al suo [...]

[...] dimostrargli il pericolo. Ma il principe era in istretto colloquio col padrone di casa; e a un tratto quel petulante si ripresentò per chiedere alla [...]

[...] stretta al cuore Teresa s'accorse dell'opposizione della madre. Infiammato per averla tenuta un momento fra le braccia, Biancavilla si mise a [...]

[...] che un giorno Biancavilla padre prese il suo coraggio a due mani e andò a parlare col duca. Questi, con grande consumo di «molto onorati» e di [...]

[...] niente, «perchè il principe voleva prima accasare Consalvo.» Non era un pretesto. Il principe aveva iniziato pratiche coi Cùrcuma ed era andato in [...]

[...] ora in società per 518 parlare di politica e di filosofia. Tutto l'oro del mondo non lo avrebbe piegato a fare un giro di valzer: egli [...]

[...] vedevano bene quel partito; ma la speranza era in lei viva ancora: un giorno o l'altro il padre e la madrigna avrebbero potuto ricredersi [...]

[...] , consentire alla sua felicità... Un giorno, invece, scoppiò la tempesta fra il padre e 520 il fratello. Questi aveva ordinato, di suo capo, senza dirne [...]

[...] s'ha da piantare un chiodo senza mio permesso! Se vuoi far da padrone, vattene via! Nessuno ti trattiene!... Prendi moglie e rompiti il collo [...]

[...] un tratto il principe impallidì come se stesse per svenire, poi diventò paonazzo come per un colpo apoplettico, e finalmente proruppe, abbaiando [...]

[...] come un cane: - Fuori di qui!... Fuori di casa mia!... Ora, all'istante, cacciatelo fuori!... Accorsero, pallidi e impauriti, la principessa [...]

[...] calmo, ma con voce un po' stridula. - Difendilo, difendili, gli assassini di nostra madre. - Ah! Ella nascoso la faccia tra le mani. Quando si [...]

[...] guardò intorno, era sola. Un andirivieni di servi, per la 521 casa: chiamavano un dottore, applicavano vesciche di ghiaccio alla fronte del [...]

[...] principe. Ella andò a cadere dinanzi all'imagine di Maria Santissima. Un rimorso, dopo la scena disgustosa, dopo le terribili parole del fratello [...]

[...] liberali, mettendo fuori lumi e bandiere per le feste patriottiche; qui il 14 marzo e il giorno dello Statuto inalberava un bandierone grande quanto [...]

[...] , Caio, Sempronio, Martino, etc., etc.» Come un tempo aveva gettato sulla folla il suo tiro a quattro, così la schiacciava adesso col peso della sua [...]

[...] dottrina, e la gente che si tirava da canto, un tempo, per non restar sotto i suoi cavalli, esclamando tuttavia: «Che bell'equipaggio!» adesso [...]

[...] più ardue non lo sgomentavano; leggeva i libri più pesanti come se fossero romanzi; come un romanzo avrebbe letto un trattato di calcolo [...]

[...] -nobiliare del Cavaliere don Eugenio Uzeda di Francalanza e Mirabella. Come lui, tutti i parenti, i sottoscrittori, i circoli ne ebbero un esemplare [...]

[...] Ferdinanda, benchè del resto la vecchia adesso fosse in un immutabile stato di furore per via della lite ancora indecisa. Ma la sua collera contro la [...]

[...] riga lo zio. Avviata la stampa dell'opera, il cavaliere piovve un giorno da Palermo: era più sordido di prima, aveva l'aria più affamata che mai [...]

[...] fascicoli degli stemmi colorati fiammeggiavano dal tanto minio e dal tanto oro; da un altro canto poi il compilatore usava l'innocente artifizio [...]

[...] paonazza dall'indignazione; e anche Consalvo nutriva un profondo disdegno per quel parente che non solo prostituiva in tal modo sè stesso, ma [...]

[...] parenti, salvo a dare un calcio a chi non poteva più nuocergli. Adesso adoperava quel metodo in grande, piaggiando tutti i partiti. Quello dello zio [...]

[...] piuttosto che a quelli del paese, a trattare il collegio come un feudo; ma, se la gente spicciola ricominciava a mormorare, i pezzi grossi, invece [...]

[...] che pensava, se era necessario nascondere il proprio pensiero ed esprimerne un altro. Le parole «repubblica» e «rivoluzione» gli facevano passare [...]

[...] la propria borsa. Consalvo, ringraziandola, non accettava nulla: suo padre gli aveva fatto un assegno, e Baldassarre gli portava ogni primo del [...]

[...] inesauribile bontà. Se talvolta, essendo triste, provando il bisogno di sollevare un istante lo spirito oppresso, ella si metteva al pianoforte [...]

[...] , gli destava l'abilità con la quale ella faceva figurare come un abito di lusso la più modesta vesticciuola, la punzecchiava assiduamente a [...]

[...] proposito della sarta o del figurino di mode. Un giorno però, cosa strana, s'occupò dell'abbigliamento della figliuola non per rimproverarne l'eleganza [...]

[...] , ma per giudicarlo troppo modesto. - Non hai un abito più grazioso da mettere oggi? Era una domenica d'estate, e come di consueto, la [...]

[...] Teresa: 529 - Andiamo a fare una visita alla zia Radalì. Oggi è il suo onomastico. Da un pezzo non la conducevano più lì; ma la principessa e la [...]

[...] cugino. Ella aveva dimenticato Biancavilla, ma c'era un vuoto nel suo cuore: il pensiero di Giovannino lo colmava. Dopo una lunga mortificazione [...]

[...] suoi ispiratori. Tra le due famiglie l'intimità si venne stringendo sempre più; c'era un continuo scambio di regali, la voce del matrimonio di [...]

[...] trionfava: il partito che egli aveva destinato alla padroncina era quello che i padroni preferivano! E con un piacere immenso, con una gioia [...]

[...] e delicate che ella educava amorosamente. Amante della buona tavola, il primogenito era sempre un po' intorpidito dal cibo e dalle libazioni; se [...]

[...] non sospettava di preparare il terreno ad un rivale. Gli pareva che un posto nella rappresentanza civica bastasse all'attività e all'ambizione [...]

[...] del nipote; tutt'al più Consalvo avrebbe potuto prender parte, più tardi, all'amministrazione municipale, essere eletto assessore e, chi sa, un [...]

[...] dell'indipendenza e dell'unità, aver pagato un tributo di sangue, era il massimo titolo per aspirare alle pubbliche cariche. Ora Consalvo non solo era bambino [...]

[...] , interrogando il segretario e volgendosi di tanto in tanto alla mezza dozzina di curiosi che stavano vicino all'uscio. Sedutosi finalmente in un [...]

[...] volo. Trattavasi dell'inaffiamento stradale che facevano con un metodo troppo primitivo: egli chiese di parlare e spiegò quello che aveva visto [...]

[...] capitale inglese.» Mentre c'era, aggiunse che il Municipio avrebbe dovuto pensare anche ad ordinare un corpo di pompieri. «Nei miei viaggi, non [...]

[...] . «È vero che non siamo in Turchia...» e fece una breve pausa per dar tempo ai colleghi di rider della facezia, «ma pensate un poco, onorevoli del [...]

[...] rapida manderebbe in fiamme la nostra città....» Il discorso ebbe un bel successo; pochi osservarono che quel giovanotto di primo pelo aveva [...]

[...] l'aria di far la lezione; quasi tutti ammirarono la facilità della sua parola e giudicarono che il principino di Mirabella era davvero un giovane [...]

[...] : sulla quistione della dote al Comunale tirò in ballo Sofocle e Euripide, gli odei della Grecia e i circhi romani; parlando dell'ospedale fece un [...]

[...] loro proposito, gl'indifferenti erano costretti a prendere un partito, e le cose minacciavano di guastarsi. Il consiglio fu chiamato a decidere [...]

[...] parlò, una folla tripla del consueto si stipava nell'angusta sala e tendeva le orecchie dalle contigue. Egli cominciò a parlare in mezzo a un silenzio [...]

[...] egregi preopinanti.» Poi: «ma, signori del consiglio, consentitemi di lasciare per un momento la quistione che sta sul tappeto e di rivolgere a me [...]

[...] rotto da un urlo d'approvazioni: uragano d'applausi, notarono i cronisti clericali, mentre i consiglieri liberi-pensatori scrollavano il capo [...]

[...] , dominando il tumulto con la voce squillante: «Consideriamo per un momento accertato che la volontà del paese è per la festa: noi, suoi delegati, qual [...]

[...] , citando il «celebre Aristotile,» l'«illustre scuola scozzese,» nominando un grand'uomo tedesco, inglese o francese ogni mezzo minuto. Il peso di quel [...]

[...] ai tempi infausti del Torquemada? Voi sapete che qui seggono uomini d'un patriottismo superiore ad ogni discussione» la piaggeria andava allo zio [...]

[...] duca «i quali, votando la festa, non intendono per nulla cancellare tutto un passato che la storia ha scritto a lettere d'oro nei suoi annali [...]

[...] generali). Ma anche un turco, siatene sicuri, se venisse in quest'aula mandato dal nostro popolo che vuole la festa, la voterebbe!... Se io ordino al [...]

[...] procuratore che amministra i miei feudi di eseguire un certo lavoro, sarebbe per lo meno curioso che il mio procuratore si rifiutasse, perchè [...]

[...] sotto casa sua, egli fece dar fuoco a un considerevole numero di bombe e mortaretti. Il Consiglio, il giorno prima, lo aveva eletto assessore [...]

[...] Teresa, le diede la notizia della nomina del fratello. Ella non potè gustarla, perchè il principe era di un umor nero da far spavento. Nella mattina [...]

[...] una nuova presa del potere jettattorio di «Saluta noi» e tutto il giorno egli aveva fatto come un pazzo. Ora, perchè non si dicesse che egli era [...]

[...] lasciava 537 cogli occhi, pareva cercar l'occasione di restarle vicino un momento. - Che avete, cugina?... Non siete contenta?... - le disse [...]

[...] ridere tutti, togliendo a lei il modo di dolersene; ma i tentativi timidi e secreti di Giovannino la turbavano, come qualcosa di proibito, un [...]

[...] , fingendo anch'egli di guardare. - Arriva... Eccola... Accendono i fuochi... Saliva dalla via un rumore come d'alveare, tanta era la folla, e il [...]

[...] come le scariche di un reggimento; le grida di viva si perdevano in mezzo al fragore degli scoppii e solo vedevasi sul mar delle teste sventolare i [...]

[...] pace in famiglia, di comporre tutti i dissensi, di far felici il padre, il fratello, la 538 madrigna, le zie, tutti, tutti.... E a un tratto [...]

[...] mormorava: «Teresa.... Teresa, mi vuoi bene?» I fuochi cessarono a un tratto e l'urlo degli evviva, salì al cielo. Allora, dolcemente, lentamente, dopo [...]

[...] macchiato e rattoppato, gli piangeva addosso; le scarpe non dovevano veder cerotto chi sa da quanto, la cravatta pareva un pezzo di corda. Il viso del [...]

[...] , e adesso egli precipitava di nuovo nella miseria. Per sollevarsi, tentava un altro colpo: il Nuovo Araldo, ossivero Supplimento all'opera [...]

[...] sua qualità di assessore poteva dargli aiuto; ma il principino adesso aveva fatto un altro passo avanti nelle idee politiche. Il 16 marzo di [...]

[...] tutta la classe dirigente del paese era contro la strombazzata novità. Sciolta la Camera, un certo avvocato Molara ardì presentarsi contro il duca [...]

[...] , facendo un programma quasi rivoluzionario in cui si parlava del «più che trilustre sgoverno,» di diritti «conculcati,» di rivendicazioni [...]

[...] Molara, il duca mise fuori, dopo cinque legislature, una «Lettera ai miei elettori.» Benedetto Giulente, che aspettava ancora di poter fare un [...]

[...] duecento e tanti voti; Molara potè raggruzzarne a stento un centinaio. Uno dei nuovi ministri della Riparazione, passando da Catania, fu accolto a [...]

[...] frangente a proporgli l'affare del Nuovo Araldo! Egli lasciò che quello straccione facesse anticamera un bel pezzo; poi, udita la sua domanda, alzò le [...]

[...] farsi un merito mettendogli in peggior vista il figliuolo. Ma nè questo, nè le insistenti preghiere gli valsero un soldo: suo nipote anzi [...]

[...] cavaliere fece un nuovo tentativo presso la sorella Ferdinanda. Presentatosi in casa sua, gli chiusero l'uscio sul muso. Nondimeno egli fece parlare alla [...]

[...] zitellona per ottenere un piccolo prestito che a lei non sarebbe costato nulla ed a lui avrebbe assicurato un pane: la vecchia rispose che [...]

[...] neppure a vederlo crepar di fame gli avrebbe dato un soldo per stampare quelle «schifezze.» Chiusa quest'altra via, don Eugenio andò dalla nipote [...]

[...] Chiara. Trovò il marchese solo: sua moglie, la quale da un certo tempo non gli dava più requie, aveva un bel giorno fatto attaccare di nascosto e se [...]

[...] vuote. Allora, non sapendo più a qual santo votarsi, si rivolse a Giovannino Radalì. Col fiuto d'un bracco affamato, s'era accorto [...]

[...] senza un secondo fine - e il bene che i due giovani si volevano assicurava la loro unione. Se ancora non se ne parlava, la ragione andava [...]

[...] !...» Egli li incoraggiava, dava all'uno notizie dell'altra, riferiva saluti e ambasciate, finchè chiese a Giovannino un piccolo prestito di mille lire [...]

[...] . Il giovane le diede subito, e allora don Eugenio prese il volo. V. «Un sindaco a ventisei anni?... Dove s'è visto?... Bisognerà dargli [...]

[...] nello stesso tempo un aio!... Avremo l'amministrazione delle balie!...» Ma le satire non attecchivano, tanto entusiasmo animava i partigiani di [...]

[...] Consalvo Uzeda. In un anno che il principino era stato assessore, non s'eran forse visti in città continui miglioramenti, quanti non avevan saputo [...]

[...] rivista, come un generale: i custodi, gli spazzini e gli accalappiacani. Uscito dalla casa paterna, una delle sue piccole sofferenze, sopportata del [...]

[...] resto pazientemente, come tutte le altre, era stata quella di non aver più un drappello di camerieri, di sguatteri, di cocchieri e di famigli che [...]

[...] s'inchinassero sul suo passaggio; adesso teneva sotto i suoi ordini un piccolo esercito. Il suo tormento era tuttavia il contatto con la gente e [...]

[...] fogli tenendo la penna con due dita intanto che un impiegato li tratteneva perchè non gli scorressero sotto, e quando lasciava il palazzo di città [...]

[...] faceva chiudere il suo seggiolone in un ripostiglio perchè nessuno avesse da sedervisi sopra. Un giorno che non fu trovata la chiave, restò sei [...]

[...] , 544 usciva inaspettatamente in un: «Ma tagliatevi quella zazzera!» oppure: «Lavatevi un po' le mani!...» «Come se tutti potessero passar la [...]

[...] pratica; e a Giulente, il quale faceva il suo giuoco con sempre maggiore ingenuità, aveva confidato che temeva di fare un capitombolo e di [...]

[...] balconi della prefettura. E quando il decreto di nomina fu pronto, egli mise un altro patto: che a comporre la Giunta entrassero tutte le frazioni del [...]

[...] Benedetto Giulente. Questi ebbe un bel protestare; Consalvo gli disse: - Se non accettate, tutto va a monte. Io sarò il sindaco di nome, di fatto [...]

[...] faremo ogni cosa insieme. Capisco che vi chiedo un sacrifizio, ma voi ne avete fatti ben altri! Figurarsi Lucrezia! Ella non si potè veramente dar [...]

[...] sfogare dalla zia Ferdinanda e tutt'e due erano nervosissime, intrattabili, perchè giusto s'aspettava da un momento all'altro la sentenza della [...]

[...] regolare gl'interessi? Poteva esser quistione di settimane e tutto il parentado avrebbe avuto comunicazione del lieto avvenimento. Infatti, un giorno, a [...]

[...] presto, vedrai!... - Stampatole un bacio in fronte mentre le reggeva il capo con tutt'e due le mani, esclamò: - Sei contenta di divenir duchessa [...]

[...] ? Un momento, Teresa credè d'aver udito male. Battè le palpebre guardando negli occhi la madre, e ripetè, come un'eco: - Duchessa?... - Duchessa [...]

[...] no?... O perchè?... - Perchè credevo.... non credevo.... che fosse lui.... - Chi dunque?... Un altro?... - E la principessa parve cercare; a un [...]

[...] ? Poteva ella supporre che avrebbero scelto da loro, senza consultarla, e che 548 un giorno sarebbero venuti a dirle: «Sai, bisogna che tu sposi [...]

[...] sposare un oscuro secondogenito, come una qualunque!... Che le importava di ciò! Se ella aveva dato il suo cuore a Giovannino? Se non aveva mai [...]

[...] lacrime; - non l'accusate; sono stata anch'io... gli vo' bene anch'io.... - Andiamo!... - fece la madrigna con un sorriso pieno d'indulgenza [...]

[...] ; - fantasie di ragazzi, cose che passano!... No...? - riprese con un altro tono, vedendo che il muto pianto di Teresa ricominciava. - Ti ostini a dare [...]

[...] un dispiacere a tuo padre? Come se glie ne mancassero?... E allora diglielo, che non lo vuoi! - Io, mamma?... - Vuoi dunque che tocchi a me dargli [...]

[...] come la mamma mia?... - E sia!... E sia!... Ah, perchè non aveva accanto la sua mamma vera, in quella triste ora che il bisogno d'un affetto [...]

[...] comprese che sapeva ogni cosa e che glie ne voleva. Da un giorno all'altro non le diresse più la parola, non la chiamò più per nome, parve non [...]

[...] duca; alcuni la sostenevano, Consalvo tra questi. A lui non importava un fico secco della sorella, ma per dar prova di sapere e di democrazia [...]

[...] : «Vedete la forza del pregiudizio?» esclamava. «Vogliono dare mia sorella a un cugino,» e giù una lezione sui matrimonii tra consanguinei; «ma tra i [...]

[...] in due staffe, come 550 sempre, pencolava un po' di qua, un po' di là, ma in cuor suo era favorevole al partito voluto dal principe, come [...]

[...] di coronar l'opera di trenta lunghi anni, l'amoretto di Giovannino distruggeva a un tratto tutti i suoi piani. Ella non aveva sospettato una cosa [...]

[...] . Trattava la cugina con la confidenza giustificata dalla parentela, scherzava con lei come scherzava con tutti, un po' grossolanamente; era [...]

[...] incapace di dirle una parola tenera: chi poteva dunque sospettare che quello fosse un futuro promesso della ragazza?... Non lo sospettava neppure [...]

[...] nuova guerra scoppiata in famiglia mentre ella voleva far opera di pace, un giorno la principessa le disse: - Si può sapere finalmente che hai [...]

[...] me.... E del resto, proprio in questo momento vuoi dargli un gran dispiacere? Non sai che è ammalato, molto più ammalato che non sembri?... E [...]

[...] il suo guanciale, tutte le notti! Guardava dinanzi a sè, fiso, senza veder nulla, con un moto nervoso della guancia, con una piega senza fine [...]

[...] disperda la profezia, ma se un giorno anche a lui voltasse il cervello?... Avresti fatto un bell'affare!... Vedi che tuo padre adduce dunque [...]

[...] ragioni e non capricci. Contrariarlo importa dargli un dispiacere che gli può essere fatale, tanto più che la sua malattia non si sa che cosa sia [...]

[...] - come dicevano tutti?... E se temevano per la salute morale di Giovannino, perchè le consigliavano di portargli un colpo così forte, come quello di [...]

[...] moti d'umiltà, la sete di ricompense che l'avevano occupata bambina 554 si ridestavano in lei. Il confessore le metteva un altro scrupolo [...]

[...] del tutto indifferente alla cugina come ad ogni altra, e voleva sì o no un gran bene al fratello? Allora tutto quel diavolìo donde veniva? Dal [...]

[...] principe, cocciuto come tutti gli Uzeda... - ma Baldassarre, a un certo punto, si turava la bocca per non ripetere i giudizii della gente su quella [...]

[...] casata - e dalla duchessa, che non per nulla era un poco Uzeda anche lei!... Il centenario della Beata Ximena fu celebrato con pompa [...]

[...] convennero anch'essi, ma in ore diverse, per evitarsi, dal tanto amore. La principessa e Teresa, il primo giorno, restarono un momento per impetrar [...]

[...] del Padre Guardiano, coadiuvato dal 555 Padre Camillo e da Monsignor Vicario, era venuto in luce un opuscolo intitolato: Nel terzo centenario [...]

[...] della canonizzazione della Beata Uzeda, e stampato con molto sfoggio di margini e di colori. Tutti i parenti ne avevano ricevuto un esemplare, e [...]

[...] contrasto tra l'amor filiale ed il celeste; «ma un giorno, essendo la giovinetta in età di quindici anni, avverossi singolare prodigio: un Angelo [...]

[...] secondo capitolo descriveva il castello del conte, posto sopra un luogo eminente, «a cavaliere di più strade battute dai mercatanti,» e narrava le [...]

[...] scelleratezze del suo signore. «Aggrediva egli i viandanti, li lasciava nudi, legati ad un albero in mezzo alla strada; oppure li menava prigioni o [...]

[...] che i suoi amici penetrassero nella camera nuziale, dove Ximena riposava dopo una giornata tutta spesa nel pregare e nel fare il bene. Desta d'un [...]

[...] cerchio impedisca loro appressarsi alla donna: e tornati a un tratto alla ragione, allontanansi facendo il segno della croce dinanzi alla [...]

[...] Imagine.» Partito un bel giorno il conte pei suoi possedimenti di Spagna, e restata sola in Sicilia la sposa, tutto s'era a un tratto mutato nel [...]

[...] porta del castello, un miserabile chiese della signora. Era costui un vecchio, lacero, scalzo, sul cui viso stavano impresse le stimmate del vizio [...]

[...] ; un terribile male che è la giusta punizione dei dissoluti, aveva rase le sue fattezze, e i suoi occhi s'erano chiusi alla luce del dì. Moriva di [...]

[...] fame, non reggevasi in piedi, e un fanciulletto avrebbelo avuto alla propria mercè. Chi era quel vecchio?» Era il conte di Motta-Reale. «Dissipate [...]

[...] miserabile che insino a qualche ora indietro avea blasfemato e disperato, sentì per la prima volta una dolcezza soave allargargli le vene, e un [...]

[...] profumi soavissimi, laddove poco innanzi marciva nel lezzo e avea cotta tutta la persona... E un sorriso di contento gli schiudeva la bocca, mentre le [...]

[...] sprigionossi, come incenso, dal suo corpo; e un gran numero d'infermi che trassero a contemplarla l'ultima volta sul lotto ferale, guarirono [...]

[...] : dopo tanti secoli, il frale della Beata, conserva ancora la freschezza ed il colore che aveva in vita, sì che pare che Essa sia assopita in un [...]

[...] a sposare un mostro, come avevano costretto, nei tempi, la santa? Michele non era un mostro, era un buon giovane; e i parenti non la [...]

[...] alla santa, a cui ella era stata paragonata! Ma un infinito terrore la stringeva, da lungo tempo, da tanti anni, all'idea di dover vedere la morta [...]

[...] , il secolare cadavere, quasi che per un nuovo mostruoso prodigio il corpo esanime potesse sollevarsi dalla bara, infrangere i vetri, afferrarsi [...]

[...] domiciliavasi per badare alle proprietà. Teresa consideravasi impegnata dinanzi alla Beata: acconsentì. Mise un patto solo: disse alla madrigna: - Farò [...]

[...] vivere qui. Che finisca la lite con le zie e venga a un accordo. Non sarà difficile concluderlo, purchè ciascuno ceda in qualche cosa. Se volete [...]

[...] ?» - «Benissimo,» rispose, calcando un poco la voce, e senza domandargli: «E tu?» Non avevano ancora barattate quattro parole, che la carrozza di donna [...]

[...] Ferdinanda entrò con gran fracasso nel cortile. La principessa baciò la mano alla vecchia, e abbracciò la cognata Lucrezia, la quale portava un [...]

[...] abito elegantissimo: seta color d'albicocco con guarnizioni pistacchio. Ella aveva fatto sapere a tutti che la lite col fratello s'avviava ad un [...]

[...] finalmente il promesso con la madre. Il duca, vestito quasi elegantemente, non faceva poi un troppo brutto vedere, ed aveva l'aria contentissima. Sua [...]

[...] che aveva acchiappato senza tanti scrupoli un pezzetto della roba della Chiesa dopo avere sbraitato contro i fedifraghi, l'aveva con lui perchè [...]

[...] lei, ella la ritraeva, credendo di fargli cosa sgradita, borbottando un freddo: «Va bene, 563 va bene!...» Egli volse le spalle alla vecchia [...]

[...] : - Guardate un po'.... E io che non credevo!... Adesso anche lei!... Ma allora come sono, tutti pazzi?... Questa no! Non dovevano farmela!... No, fino [...]

[...] all'ultimo momento egli non aveva creduto a quel che gli diceva tutta la città: «Il duca! Sposa il duca!» No, rispondeva egli a tutti con un [...]

[...] cinquant'anni di devozione sconfinata, di obbedienza cieca, di volontà annichilita, egli aveva espressa un'opinione, annunziato un avvenimento. Tutto lo [...]

[...] ad un tratto. Spingeva via le persone con gli occhi, non stava fermo un minuto, e finalmente, quando credette che non ci fosse più nessuno, entrò [...]

[...] . - Me ne vado via. Chiedo licenza a Vostra Eccellenza. Il padrone lo guardò un poco, credendo d'aver frainteso. - Licenza? Perchè? - Per niente [...]

[...] , Vostra Eccellenza comanda come gli pare e piace; chi le può dir nulla?... Anch'io in casa mia sono padrone. Vostra Eccellenza può procurarsi un [...]

[...] , appena insediato al municipio, era stato quello relativo alla costruzione di un'«aula» per le riunioni consiliari. All'antica saletta fu sostituito [...]

[...] un gran salone provvisto di due file di banchi che, per gradi, si elevavano dal suolo ad anfiteatro, con tre ordini di posti per ciascuna fila [...]

[...] sindacale dorato e scolpito, con un cuscino che l'usciere toglieva e chiudeva a chiave quando il principino scioglieva l'adunanza e se ne andava. Nel [...]

[...] centro del salone, un gran banco per le commissioni; più oltre, tavole per «la stampa;» dirimpetto al pulpito sindacale la tribuna pubblica. «Un [...]

[...] Parlamento in miniatura!» dicevano quelli che erano stati a Roma; e le adunanze del consiglio, sotto la presidenza di Consalvo, prendevano ora un [...]

[...] vero carattere parlamentare. L'ordine del giorno che prima attaccavano manoscritto dietro un uscio, si distribuiva, stampato, a tutti i [...]

[...] consiglieri; un apposito regolamento, elaborato dal sindaco, prescriveva le norme da seguire nelle discussioni consiliari. Gli oratori non potevano [...]

[...] seggiolone: «Presenti domanda d'analoga interpellanza.» Prima cura della nuova amministrazione furono i lavori pubblici. Il sindaco, in un discorso [...]

[...] giovine amministratore. Con le strade, amministrazione Di Mirabella, come tutti la chiamavano, provvide alla costruzione d'un grande mercato [...]

[...] , d'un grande teatro, d'un grande macello, d'una grande caserma, d'un gran cimitero. Nuovi edifizii sorgevano da per tutto, il lavoro non cessava [...]

[...] Roma quando avrà gli anni; in lui c'è 567 la stoffa d'un ministro!» cominciavano a dire in città; ma se udiva queste cose, egli scrollava le [...]

[...] spalle, con un sorriso mezzo di compiacimento, mezzo di modestia quasi a significare: «Grazie della buona opinione che avete di me; ma ci vuol altro [...]

[...] mancavano. Come trasformavasi materialmente, la città prendeva anche moralmente un nuovo indirizzo. La popolarità del vecchio duca andava scemando di [...]

[...] leggi erano ancora un mito: avevano cullato il popolo nell'opinione che le antiche barriere fossero state infrante; ma i privilegi esistevano [...]

[...] tremare il cuore; e il desiderio intimo, sincero, ardente dell'animo suo era che vi fosse un numero di carabinieri doppio di quello dei cittadini; ma [...]

[...] ideale, il sogno sublime che un giorno sarà realtà, poichè essa suppone uomini perfetti, virtù adamantine, e il costante progresso dell'umanità ci fa [...]

[...] d'uomini liberi possono volontariamente riconoscersi e vantarsi sudditi di un uomo come loro? Io non ho nessun padrone!» E in questo era sincero [...]

[...] , contro questa società era sorta una Progressista, alla quale s'era fatto ascrivere Consalvo. «Zio e nipote l'un contro l'altro armato? Il ragazzo [...]

[...] socio della Progressista, 569 egli dichiarava a questi ultimi che la Sinistra non aveva ancora «un finanziere della forza del Sella» nè [...]

[...] dichiarare: «L'errore è stato di credere che potesse dare buoni frutti. Il gregge ha sempre avuto bisogno d'un pastore con relativi bastoni e [...]

[...] , dopo un momento di stupore, le esclamazioni ricominciavano, egli troncò di botto la discussione: - Adesso passiamo all'altro articolo: Voto al [...]

[...] governo per la costruzione d'un bacino di carenaggio... Egli andava adesso qualche volta da suo padre. Non aveva più avversione contro di lui: lo [...]

[...] lo udiva annunziare dal nuovo maestro di casa - poichè Baldassarre, cocciuto come un vero Uzeda, era proprio andato via - ficcava la sinistra in [...]

[...] dimostrava, a modo suo, un po' alla grossa, un affetto vivo e sincero. La duchessa madre anche lei, dalla soddisfazione di vedere riusciti i proprii [...]

[...] affari di campagna e scriveva due o tre volte al mese al fratello od alla madre, chiudendo le sue lettere con un «saluto la cognata». La tranquillità [...]

[...] pensieri. Il parto fu felicissimo; tutti aspettavano un maschio e un maschio nacque, un bambino grosso e florido che pareva d'un anno. «Poteva [...]

[...] duca anche a nome della madre e della moglie, arrivò la vigilia della cerimonia. Pareva un altr'uomo: s'era fatto più forte, il sole lo 572 [...]

[...] , chiedendole premurosamente notizie della sua salute, e volle veder subito il nipotino che giudicò un amore e baciò e ribaciò fino alla sazietà [...]

[...] . Ancora più calma e serena di lui, ella lo accolse come un amico che non si vede da molto tempo. Dopo la cerimonia del battesimo, alla quale furono [...]

[...] invitati al battesimo, nuovi tra gli Uzeda, avevano chiesto chi fosse un vecchio magro e sfiancato, il quale portava un abito nuovo fiammante e [...]

[...] certe scarpe che ridevano dalle crepe, un cappello unto e una mazza col pomo d'argento. Era il cavaliere don Eugenio. La stampa del Nuovo Araldo [...]

[...] , ossivero Supplimento, gli aveva procurato un altro momento di benessere. Aveva scialato, possedeva qualche soldo: ma lo scandalo era enorme: egli [...]

[...] arrestato: a chi si chiamava Panettiere aveva dato per arme un forno fiammante in campo d'oro, a chi portava il nome di Rapicavoli un bel mazzo di [...]

[...] lagnava d'essere stato defraudato, d'esser rimasto con un pugno di mosche, quando l'eredità di don Blasco doveva toccare tutta a lui. Il [...]

[...] stato spogliato come in un bosco. Appena visto tornare lo zio, e udito che aveva qualche soldo, andò a chiedergli la restituzione del prestito. E [...]

[...] sono la mia sola risorsa! Se tu me le togli dove vado a sbattere? Che t'importa di un po' di carta sporca?... Tu che sei tanto ricco? Per me è il [...]

[...] con lui; ma i quattrini non venivano mai, talchè un bel giorno, stanco d'esser beffato, il nipote gli dichiarò: - Mi pare che lo scherzo sia durato [...]

[...] , gl'imbarazzi ricominciarono per l'ex-Gentiluomo di Camera. Come un fattorino di libraio, egli saliva e scendeva scale, coi piedi gonfi dalla gotta [...]

[...] , trascinandosi penosamente, per offrire il suo Araldo, per mostrarne una dispensa di saggio, e quando arrivava a scovare un compratore correva a [...]

[...] soddisfare i debiti contratti, talchè l'operazione si rinnovava ogni volta con maggior difficoltà. Del resto, il cavaliere trovava da un certo [...]

[...] !» Dicevano così per mandarlo via?... Un giorno, per sincerarsene, egli domandò a uno di costoro come l'avesse: «Oh, bella! l'ho comprato! È venuta una [...]

[...] tornò, assiduamente; ma il nipote un po' gli diceva che aveva da fare, un po' che gli doleva il capo, un po' che stava per andar fuori. Lo zio non [...]

[...] ? - Non ho come fare, - gli confidò il cavaliere, con un viso da affamato, guardandolo bene negli occhi. - E venite da me? Che pretendete? Che vi dia [...]

[...] furono vani: egli ebbe un bel dichiarare: «Mio nipote mi aspetta, m'ha detto che sarebbe in casa,» oppure: «L'ho visto rientrare,» oppure: «Eccolo lì [...]

[...] afferrarono e lo spinsero fuori: «Eccellenza, con le brusche?... Questi non son modi da Eccellenza pari vostra!...» Un giorno, si mise a sedere in [...]

[...] persuaderlo con le buone, prendendolo dal lato dell'amor proprio: «Qui non è il posto di Vostra Eccellenza!... Un cavaliere come Vostra Eccellenza sedere [...]

[...] con un portinaio! Non si vergogna?...» Ma il vecchio non si moveva, non rispondeva, cupo, affamato come un lupo; e il portinaio cominciò a perdere [...]

[...] la pazienza, smise a un tratto l'Eccellenza: «Se ne vuole andare, sì o no?...» e come don Eugenio restava inchiodato sulla seggiola [...]

[...] dico, corpo del diavolo! Donna Ferdinanda lo cacciò via come un cane rognoso: il duca gli dette un piccolo soccorso, facendogli intendere di [...]

[...] non dover fare assegnamento sopra altre elemosine. Procurargli un posto era il meglio che si potesse fare e ciò che egli stesso desiderava; quindi [...]

[...] Prefettura. E il duca, per evitare altre domande di sussidii, fece in modo da ottenergli un posto di copista all'archivio provinciale, il meglio che [...]

[...] si potè trovare. Ma quando ne diedero comunicazione all'interessato, il cavaliere diventò rosso come un pomodoro. - A me un posto di scrivano? Per [...]

[...] ufficii per far onta al marito, non lo volle neppur lei per la casa quando lo vide questuare... Un giorno, il cavaliere, sempre più miserabile e [...]

[...] aspettava che gli procurassero un posto di professore o di cassiere, tanto da vivere signorilmente senza far nulla; e siccome non lo contentavano [...]

[...] pareva naturalissimo; e poi un 579 secreto senso di rappresaglia contro i parenti lo spingeva a continuare per far loro onta. E un giorno si [...]

[...] in tasca qualche lira, s'avvicinava agli sconosciuti, tendeva la mano, diceva: - Per gentilezza, mi favorite due soldi? Un soldo, per comprare [...]

[...] un sigaro? Acchiappava la moneta come una preda, la cacciava in tasca; s'avvicinava a un altro: - Un soldo, per favore? Teresa, accompagnata dal [...]

[...] era un'idea fissa; la malattia che tornava a tormentarlo finiva di scombuiare la sua debole testa d'Uzeda. Lacero come un vero accattone, con la [...]

[...] barba bianco-sporca spelazzata sul viso smunto, i piedi in grosse scarpe di panno, andava attorno, appoggiandosi a un bastone, chiedendo: - Un [...]

[...] -araldico-nobilo-blasonico- gentilesco- cronologica intitolata l'Araldo Sicolo con supplimento.... Un soldo, per comprarmi un sigaro.... VII [...]

[...] . Il secondo figliuolo di Teresa, un altro maschio, nacque un anno dopo il primo, tanto che tutti dicevano agli sposi: «Si vede che non perdete [...]

[...] cerimonia del battesimo, questa volta, fu modesta, un po' perchè era nato un cadetto, il baroncino, un po' per un'altra ragione dispiacevole [...]

[...] . Grattandosi un giorno sotto la nuca, in mezzo alle spalle, per un forte prurito, il principe aveva calcato le ugne fino a farsi un po' di sangue. Lì per [...]

[...] , fu necessità chiamare un chirurgo. Il dottore confermò che era una cosa da nulla, ma disse che senza una piccola incisione non sarebbe guarita [...]

[...] figlioccio: visite brevi, d'uno o due giorni. Dicevano che egli averse ad Augusta, e propriamente nelle terre di Costantina, la figliuola d'un fattore [...]

[...] l'onestà le impedisse d'approvar quel legame, pure dimostrava al cognato un affetto fraterno, e gli faceva molta festa; se da Augusta egli [...]

[...] .... Biancavilla, tornato dal suo viaggio, dimenticava anche lui, prendeva moglie: un giorno ella lo incontrò a faccia 582 a faccia; trasalì un momento [...]

[...] sorgere a un tratto una specie di nebbia che offuscava il suo bel cielo, e le davano un senso di sgominante tristezza e il rancore d'un bene [...]

[...] , dormiva in mezzo a una nube di garza sulle ginocchia della nutrice. Teresa portava per la prima volta un abito molto ricco arririvatole da qualche [...]

[...] ; ma, fissando l'imagine della Vergine, le diceva tutta la sua gratitudine per le grazie di cui la colmava. Sentivasi tanto calma, da un certo tempo [...]

[...] ; quasi felice! Da un pezzo nulla più la turbava; nessun soccorso aveva da chiedere alla Madonna. Sì, la salute sempre malferma di suo padre [...]

[...] fine della sua razza, se quel jettatore non prendeva moglie. E gli aveva cercato un nuovo partito, a Palermo, un partito che tutti assicuravano [...]

[...] : - Teresa.... mamma.... Era il duca, irriconoscibile, con la camicia disfatta dal sudore, pallido come un morto. Volto al cocchiere; mentre esse [...]

[...] , sferzati, partivano traendo scintile dal lastricato, spiegò finalmente: - Giovannino.... un telegramma del fattore.... la perniciosa!... Sono corso dal [...]

[...] dottore; poi alla stazione.... vi ho cercato da per tutto.... Partirò stanotte, con un treno straordinario.... Nel primo momento, Teresa provò [...]

[...] quasi un senso di sollievo. Smarrita alla vista del marito, atterrita dalle sue oscure parole, aveva creduto alle più terribili catastrofi: la [...]

[...] grave, il dispaccio, la richiesta d'un altro dottore, la chiamata dei parenti non sarebbero stati necessarii. E perchè non aveva firmato egli stesso [...]

[...] pericolo!» Fino a mezzogiorno non venne nulla. Ella stessa voleva fare un dispaccio per sollecitar la risposta; ma, comunicata l'idea alla madrigna [...]

[...] campanello la fece trasalire: forse era il dispaccio. Era invece un usciere municipale mandato da Consalvo, il quale voleva sapere le novità.... Ella [...]

[...] non le dava la notizia funesta a riguardo del suo stato. E a un tratto, il passato le tornò tutto alla memoria: ella lo rivide come lo aveva [...]

[...] l'amore che portava al marito! Se non l'aveva amato neppure un momento! Se le ispirava quasi disgusto! Se disprezzava la sua ignoranza, la sua [...]

[...] una settimana. Suo fratello era entrato in convalescenza, ma quel giorno dell'arrivo lo avevano trovato boccheggiante: in un accesso di delirio [...]

[...] aveva tentato buttarsi giù dal balcone; quattro uomini a stento erano riusciti a trattenerlo. Un vero miracolo l'aveva salvato. Appena in grado di [...]

[...] , dimagrito, con la barba ispida sul viso giallo, quasi non lo riconobbe. La pace era tornata adesso nell'anima di lei. Aveva un istante disperato del [...]

[...] soccorso divino, e giusto mentr'ella dubitava, mentre quasi accusava il Signore d'averla dimenticata, un miracolo aveva salvato il poveretto. Ella [...]

[...] tutte le sue cure, come una suora, ella pensava: «Com'è imbruttito! Non si riconosce più!...» Egli lasciavasi curare come un bambino, senza forza [...]

[...] la gente che aveva intorno laggiù. La parola era rara sulle sue labbra; lo sguardo stanco, fisso, a momenti parea cieco. Dopo un mese, i dottori [...]

[...] consigliarono di portarlo in montagna. Sua madre lo accompagnò alla Tardarìa. Durante la loro assenza, che durò tre mesi, Teresa partorì un [...]

[...] virtù d'un senso più fine, perfetto, egli intendeva sempre tutto ciò che diceva Teresa, quasi leggesse le sue parole negli sguardi, nello stesso [...]

[...] movimento delle labbra. Ed a poco a poco, per quel benefico influsso, egli migliorò, guarì, riprese le abitudini d'un tempo, ricominciò a vestirsi [...]

[...] con cura, a prendere interesse alle cose che vedeva e udiva. Un giorno si fece radere la barba: fu una specie di trasformazione come quelle che si [...]

[...] vedono al teatro: ringiovanì in un momento, il bel ragazzo di un tempo riapparve. - Coì va bene! - disse Consalvo, che veniva spesso a trovarlo [...]

[...] in opere più o meno utili, le finanze del comune, già floridissime, correvano rischio di dare un crollo. - Chi ne ha ne spende! - rispondeva [...]

[...] : 590 certo, era un segno di forza; ma alla lunga non avrebbe potuto nuocergli? Teresa, specialmente, credeva che la forza vera fosse più [...]

[...] non praticava più, e questo era per lei un grande dolore; ma avrebbe piuttosto preferito una franca negazione ai sotterfugi ch'egli poneva in [...]

[...] a trovare la giovane duchessa le facevano anch'essi molti elogi del fratello. Scrollavano un poco il capo, veramente, a motivo dello scetticismo [...]

[...] rispose sorridendo: - Mia cara, non sai la storia di quello che vedeva una festuca negli occhi altrui e non la trave nei proprii? Pensa un po' a ciò [...]

[...] un atto gravissimo, il più grave di tutta la vita, quello che decide dell'esistenza.... Hai fatto così per mancanza di carattere, potrei dirti [...]

[...] , tal e quale come suo padre.... - Dici davvero? - L'altro giorno, se non erano le guardie di città, restava sotto un carro. Certe volte non ragiona [...]

[...] squilibrio della sua mente. Ora, aspettando ch'egli rincasasse, provava quasi un senso di paura, come se veramente un pazzo stesse per venirle dinanzi [...]

[...] . Ma vedendolo rientrare sereno, sorridente, con un cartoccio di dolci pei bambini, con una quantità di notiziole per lei, ella fu certa che [...]

[...] sconveniente e indegno, che quelle parole contenevano un sospetto ingiurioso ed infame, chiedergli di spiegarlo meglio, costringerlo a disdirle.... ma tutte [...]

[...] accolto un sospetto di quel genere, sarebbe venuto ad esprimerlo dinanzi a lei?... No, era uno scherzo, un'allusione sconsiderata ma innocente a [...]

[...] quel che c'era stato un tempo.... Ma perchè non aveva ella risposto subito, dichiarando che quelle parole erano fuori di luogo? Perchè era rimasta [...]

[...] ? Nient'altro!... .Nient'altro!... Il Signore le era testimonio!... Nulla, come un fratello!... Perchè dunque le parole del fratello suo?... Forse perchè [...]

[...] c'era stato qualcosa fra loro, un tempo, tanto tempo prima? Perchè Giovannino non le era fratello di sangue?... E un dubbio atroce le passò per [...]

[...] segno, o 594 piuttosto non aveva compreso che quell'intimità potesse far nascere un sospetto orribile: ma adesso la sua mente cominciava a [...]

[...] rischiararsi: sì, non le era fratello, era un estraneo, un uomo che ella aveva amato altra volta.... Bisognava dunque che egli andasse via, che se ne [...]

[...] stesse lontano, come nei primi anni del matrimonio, come prima della malattia.... Sì, andarsene via.... E ad un tratto ella comprese una coca [...]

[...] in conto di un malessere indefinibile di cui ella lagnavasi. Se avessero saputo!... Se avessero scoperto!... Quando giunse al parossismo, il suo [...]

[...] loro, un giorno, un'ora, un minuto, che li avesse costretti ad arrossire? Dov'era la colpa, fuorchè nel pensiero? Ed era ella proprio sicura che [...]

[...] avrebbe ancora una volta spento il fuoco divampante a tratti nel suo cuore, come gl'incendi vulcanici.... Un improvviso aggravamento del padre la [...]

[...] aiutò a dimenticare. Il tumore, scomparso da un pezzo nel punto dov'era passato il ferro del chirurgo, riappariva nuovamente tra le spalle, sotto la [...]

[...] nuca. L'infermo, appena accortosi della nuova formazione maligna, ebbe un così formidabile accesso di furore impotente, che lo spavento gelò le [...]

[...] . «Vogliono ammazzarmi!... Non sono dottori, sono macellai!... Li pagate per ammazzarmi, per liberarvi di me!...» E nel delirio, buttata via a un [...]

[...] di qua!...» La crisi finì con un pianto dirotto. Egli promise messe alle anime del Purgatorio, ceri e lampade a tutte le Madonne e a tutti i [...]

[...] esalazioni dell'anestetico, un senso di freddo le salì al cuore, un moto di nausea le passò per la gola, e a un tratto le parve che tutte le cose [...]

[...] .... Ella stava dall'altro lato del letto, tenendo una mano del padre, fredda come quella d'un cadavere. Non poteva nè pregare nè pensare, vinta [...]

[...] dall'orrore: una sola idea occupava il suo spirito: «Quando finiranno?... Non finiranno più?...» Non finivano mai. Come un artefice alle prese con [...]

[...] pigliava un altro, poi riprendeva il primo, calmo, freddo, attentissimo. Ed un incidente prolungò l'attesa, ritardò l'operazione. Una goccia del [...]

[...] ... è vero, dottore?... Ma ad un tratto ogni forza l'abbandonò. Suo marito, entrato con la principessa e gli altri parenti, la portò via, in una [...]

[...] nulla da fare... Non ebbe la forza di rientrare neppure un istante nella camera dell'infermo; volle però che Michele restasse, per recargliene più [...]

[...] condannato! Quell'operazione era quasi inutile: l'ascesso sarebbe riapparso altrove... E contro quella povera vita ròsa dal male, un giorno, un [...]

[...] momento, in cuor suo - non a parole, Signore, col solo pensiero; 598 ma con un pensiero ugualmente colpevole - contro quella povera ella vita [...]

[...] s'era ribellata... Perchè?... Come era stato possibile?... Se egli aveva torti, adesso li pagava, con un supplizio atroce. E se aveva torti, toccava [...]

[...] , fanciulla, s'era sentita opprimere, come ad un sicuro rifugio, a un porto riparato dalle tempeste.... Beata, sì, la zia monaca che passava i [...]

[...] le voci del mondo erano tristi e dolorose? «Se io fossi morta?... Se io non fossi nata?...» Un brivido di freddo l'assalì quando la carrozza [...]

[...] all'anima come un balsamo. Avendo pensato d'esser sola al mondo, di non aver nessuno che l'intendesse, abbandonavasi ora, con la trepida voluttà [...]

[...] tormentarlo qualche fissazione... Che possiamo fare? Cho potevano fare? Un giorno, a tavola, Giovannino annunziò: - Parto per Augusta. 601 [...]

[...] spalancati, fiammanti, terribili, gli occhi del folle, ripetevano a lei: «Volete dunque farmi impazzire?» E rimase. Ma divenne un selvaggio. Ella [...]

[...] respingeva, quasi toccasse lei stessa nel toccar la carne della sua carne. Una terribile misantropia lo assalì, non andò più fuori: un giorno, costretto [...]

[...] aveva mandato a chiamare Consalvo. Voleva fare un ultimo tentativo per indurlo a prender moglie; la paura della jettatura cedeva dinanzi ella suprema [...]

[...] l'unico mezzo di togliergli quel funesto potere. Ammogliato, stabilito in una casa propria, padrone d'un assegno e della dote della moglie, non avrebbe [...]

[...] ...» Consalvo frenò un moto di fastidio. - Ma che teme Vostra Eccellenza?... Che la nostra razza si spenga?... Non dubiti... prenderò moglie, glie [...]

[...] lo prometto... Mi lasci però un po' di tempo... Vuole che io ne prenda l'impegno in iscritto? - aggiunse sorridendo. - Sono pronto!... È [...]

[...] contenta?... L'infermo tacque un poco; poi riprese con voce breve: - Voglio che tu non perda tempo.... Ha da esser ora. - Oggi, subito, all'istante [...]

[...] ?... - continuò Consalvo con lo stesso tono di scherzo. - Ora.... o te ne pentirai! Egli nascose più di difficilmente un moto di ribellione. - Ma santo [...]

[...] , mugolava, come un cane arrabbiato: - Il notaro!... Il notaro!... Il notaro!... Teresa lo trovò in quello stato. Non si chetò se non prima venne [...]

[...] non una sola parola, non un accenno a quel figlio. Ordinò che i funerali fossero celebrati col decoro competente al suo nome, che il suo corpo [...]

[...] . Quando le ultime formalità furono compite, quando il testamento fu chiuso, l'eccitazione dell'infermo venne meno a un tratto. Egli aveva [...]

[...] ?... Ma va a gettarti ai suoi piedi!... Chiedigli perdono!... Arrenditi una buona volta... - Io?... Perchè?... - E con un sorriso ambiguo, soggiunse [...]

[...] rispose: - Vostra Eccellenza ha finito?... Sappia che la legittima, cioè un quarto della fortuna, mi basta, anzi mi soverchia. Quanto al palazzo [...]

[...] ... - egli tacque un poco, perchè questo veramente gli coceva, il principe aveva saputo portare il colpo, - quanto al palazzo, case non ne mancano [...]

[...] fautori del principino esclamarono: «Vedete il suo disinteresse?... Per esser uomo di carattere, per non transigere, perde un patrimonio, e non glie ne [...]

[...] allusioni della gente. Aveva un fuoco ardente nel petto, un chiuso fuoco che la consumava a poco a poco... Perchè non lo aveva lasciato andar via [...]

[...] : bisognava, per accontentarlo, che egli stesso avviasse un discorso. Più spesso, la sua porta era chiusa: nessuno poteva penetrare fino a lui. E [...]

[...] una notte un servo corse in casa Radalì: il principe era agli estremi. La notizia fu comunicata al barone 607 Giovanni, perchè avvertisse il [...]

[...] un gran freddo serpeggiarle pel corpo. - Mio padre?... - e cacciato un grido, cadde riversa sul letto. La duchessa scosse il duca Michele per [...]

[...] . - Giovannino! - gridò a un tratto il duca. Egli entrò. Era distesa sul letto, con le braccia nude, il seno nudo, i capelli d'oro diffusi sul guanciale, le [...]

[...] terribile che un giorno avrebbe potuto rodere, distruggere il suo proprio corpo in quel momento pieno di vita. Era il sangue impoverito della vecchia [...]

[...] ricchezze per vivere un anno, un mese, un giorno di più. Che avrebbe dato egli stesso, perchè nelle proprie vene scorresse il sangue vivido e sano [...]

[...] di un popolano?... «Niente!...» Il sangue povero e corrotto della vecchia razza lo faceva quel che era: Consalvo Uzeda, principino di Mirabella oggi [...]

[...] con cui le vie maestre gli s'aprivano innanzi. «Tutto si paga!...» pensava; ma piuttosto che dare qualcosa per vivere la vita lunga e forte d'un [...]

[...] oscuro plebeo, egli avrebbe dato tutto per un solo giorno di gloria suprema, a costo d'ogni male... «Anche a costo della ragione?» Solo [...]

[...] era un sintomo inquietante, la prova che anch'egli poteva un giorno smarrirsi, come quegli altri? Anche resistendo alle imposizioni del padre [...]

[...] beffe della religiosità della sorella, accusandola di bigotteria, comprendeva ora che la preghiera e la fede erano per lei un rifugio [...]

[...] ella poteva ricorrere nella tristezza... Il sacerdote che vegliava l'agonizzante alzò ad un tratto le braccia al cielo. S'udì lo scoppio di pianto [...]

[...] tristezza del momento, giudicava un poco buffa. - Eccellenza! - esclamò a un tratto, quando furono soli, con voce di terrore che diede un senso di [...]

[...] ... Per avvertir prima Vostra Eccellenza... Bisogna mandare qualcuno... Un sospiro di terrore e d'ambascia sfuggì dal petto a Consalvo. Il [...]

[...] «figlio del pazzo,» la pazzia, la morte violenta!... Ad un tratto si scosse, strinse il braccio al servo: - Non una parola a nessuno, capisci [...]

[...] percezione, la rapidità della risoluzione gli procuravano un vero senso di sollievo, di fiducia, come se uscendo da un sogno penoso s'accorgesse [...]

[...] un divano, sotto un trofeo d'armi, esclamò dinanzi alla servitù costernata: 611 - Ah, quest'armi maledette!.... Credeva che il revolver [...]

[...] stettero un mese fra la vita e la morte. Il dolore della madre fu terribile, poichè ella vide nella spaventosa disgrazia la mano di Dio. Quella [...]

[...] occhi al padre ed era quindi sotto il peso d'un dolore più grande. Solamente Consalvo non riusciva a comprendere come la nuova sciagura che [...]

[...] impressionava gli altri per la tragica coincidenza con la prima e più per la sua imprevedibile rapidità, non scotesse la sorella, non le procurasse un [...]

[...] continuamente. Tutti insistevano, con un'aria d'occasione, sulla doppia incredibile sciagura; egli si diffondeva un pezzo sulla malattia del padre e [...]

[...] sull'accidente del cugino; ma poi, per toglier dall'imbarazzo le persone, avviava il discorso sopra un altro soggetto, chiedeva notizie degli affari [...]

[...] dottori; il suo male, 614 ostinato, ribelle, come alimentato da un veleno misterioso, si prolungava esaurendo le sue forze. A poco a poco, andò [...]

[...] parte, taciturni, con aria grave. Teresa, con la testa sollevata da un monte di guanciali, sul cui candore il suo viso emaciato pareva di cera [...]

[...] , disse con voce lenta e fioca, come stanca: - Ascolta, Consalvo; siedi un momento.... Abbiamo da parlarti. Egli sedette, aspettando. - Ascolta [...]

[...] : abbiamo parlato d'una cosa che ti riguarda.... Nostro padre.... tu sai che nostro padre, in un momento di collera.... volle preferirmi a te.... Io [...]

[...] Michele ed alla mamma che, in coscienza, non posso accettare.... quel che ho avuto in tali condizioni... - Tacque un poco, poi aggiunse: - Dite [...]

[...] voi.... non posso. Un momento di silenzio. La duchessa aveva gli occhi pieni di lacrime, scrollava il capo amaramente. Consalvo disse: - Perchè [...]

[...] parlare di questo, adesso? Le parole della sorella, quella rinunzia all'eredità, lo lasciavano del tutto indifferente. Da un pezzo erasi abituato [...]

[...] all'idea di non aver altro dal padre che la legittima. Piuttosto lo stupiva un poco il magnanimo disinteresse di Teresa, che il cognato e la zia [...]

[...] continuava: - La mamma rinunzia alla casa.... prenderà invece un'altra proprietà.... o un compenso in denaro.... - Per me!... - esclamò la [...]

[...] bisogna che neppur lei esca dalla casa di suo marito.... Tu le cederai un quartiere, fino ai suoi mille anni.... La proprietà sarà tua..... Tacque [...]

[...] andò migliorando più rapidamente. Un coro di lodi, per quel che aveva fatto, per la nobile rinunzia di cui aveva preso l'iniziativa e che aveva [...]

[...] . Continuò nell'abitudine presa anche dopo. In fin dei conti egli doveva esserle grato della rinunzia che aveva raddoppiato, da un quarto alla [...]

[...] ? Consalvo inclinava a quest'ultima ipotesi, anche perchè egli non aveva fede alcuna; ma non un atto, non una parola rivolavano quel che c'era nel cuore [...]

[...] , fiutato il vento, annunziava ai suoi intimi che avrebbe accettato un seggio al Senato: sicuro d'essere spazzato via come una foglia secca, egli si [...]

[...] , inquieto per quel mutamento, per quella «rivoluzione morale» da lui invocata ma avvenuta un po' troppo presto, Giulente non vedeva nulla, non [...]

[...] mettersi all'opera, egli affrettò una risoluzione che aveva già presa da un pezzo: rinunziare all'ufficio di sindaco. Non solo avea bisogno d'esser [...]

[...] libero, ma gli conveniva evitare un grave pericolo: che, prolungando il suo soggiorno al municipio, il vantaggio ottenuto andasse perduto e si [...]

[...] bilancio s'era chiuso con un deficit considerevole, che egli aveva potuto dissimulare a furia d'artificii; ma la situazione non era più sostenibile [...]

[...] : bisognava o imporre tasse o contrarre un debito, ed egli non voleva affrontare l'impopolarità di simili provvedimenti. Afferrò quindi il primo [...]

[...] Prefettura. Fu come un fulmine a ciel sereno. «Delicatezza?...» esclamò Giulente, a cui tutti gli altri chiedevano spiegazioni; «che delicatezza? Io non [...]

[...] via alle insistenze. Disse che da un pezzo, in tante questioni, in cento piccoli affari quotidiani, s'era accorto che non c'era più fra loro il [...]

[...] buon accordo d'un tempo. Ora egli non poteva nè rinunziare alle proprie idee, nè imporle agli altri: il meglio era quindi andarsene. - Potevate [...]

[...] sono fatto di ferro. Ho lavorato parecchi anni pel mio paese; ora ho bisogno di riposarmi. Del resto, sarebbe tempo che pensassi un poco agli [...]

[...] dato credito alla voce che li diceva altrettanti burattini mossi dai fili che il sindaco tirava a suo talento? - È un tradimento! - vociferavano [...]

[...] i più accaniti. - Un nero tradimento! Ci siamo lasciati giocare da cotesto birbante! Benedetto, come parente dell'accusato, credè doveroso [...]

[...] subito, che gli avrebbe ceduto il passo almeno la prima volta, e ad ogni modo poteva forse sospettare un tiro di quel genere, l'imbroglio in cui lo [...]

[...] ? - esclamò ridendo il duca, che aveva in tasca la formale promessa d'un seggio al Senato. - Non vedi che i partiti vecchi sono finiti? che c'è una [...]

[...] rivoluzione? Chi può dire che cosa uscirà dalle urne a cui hanno chiamato la plebe? Un vero salto nel buio!... E del resto, a che potrà mai [...]

[...] nell'imbroglio me?... Per rovinarmi?... Per prendere il mio posto?... Consalvo lo guardò con un ambiguo sorriso, fingendo di non capire. - Che [...]

[...] stupore. - Qual posto? Con lo scrutinio di lista non ci sarà più un posto solo, ce ne saranno tre. - E ridi, anche? Mi canzoni, anche? Dopo avermi [...]

[...] ! - gridò improvvisamente; - tutte birbe matricolate... Consalvo lo guardò un momento nel bianco degli occhi. A un tratto gli sparò una risata sul muso [...]

[...] , destavasi a un tratto in lui la coscienza della situazione secondaria in cui era stato tenuto, del mal garbo con cui lo avevano trattato. «La [...]

[...] avevano guardato dall'alto, come un intruso, come indegno di loro! Lo avevano dapprima sdegnato per i suoi studii, quegli ignoranti, per l [...]

[...] venuto. Strappò il campanello, entrò come uno spiritato. Lucrezia, sdraiata sopra una poltrona, colle mani sulla pancia, lo guardò un poco [...]

[...] guardava sempre come un oggetto strano e ridicolo. Più stupita che sdegnata, interruppe: - Che diavolo dici? - Che dico? Quel che ho da dire [...]

[...] . Vorresti difenderli? O tieni loro il sacco? - Sei proprio un imbecille, - esclamò ella, levandosi. Allora Benedetto perse il lume degli occhi [...]

[...] . Afferratala per un braccio, gridò: - È vero?... Hai ragione di dirlo, tu!... Sono un imbecille... E le lasciò correre un ceffone, tremendo, che la colse [...]

[...] nel pieno della guancia e tonò come una schioppettata. A un tratto la lasciò e andò a chiudersi in camera. I servi che avevano visto entrare il [...]

[...] cercando un oggetto smarrito, arrestandosi di botto in mezzo alla camera quasi colta subitamente da un'idea, riprendendo poi la corsa quasi [...]

[...] piace. - O credi che sia presto? - Come credi. - Allora posso ordinare? Egli fece col capo un gesto d'indifferenza. Lucrezia dette ordine che [...]

[...] avrebbe parlato un giorno intero senza riuscire a nulla. Il ceffone la convertì. Quasi che il suo torbido cervello avesse bisogno d'una scossa [...]

[...] ?... Vuoi andare a letto?...» Ella gli prodigava ogni sorta d'attenzioni, lasciava di mangiare quando il marito non mangiava più. A un punto [...]

[...] sindaco, il signore più ricco, o la persona più influente dava un pranzo o un ricevimento in suo onore, invitando gli altri maggiorenti. Non si [...]

[...] note sopra un taccuino, e lasciava la gente ammaliata dai suoi modi cortesi, sbalordita dalla sua eloquenza e soddisfatta come se egli averse [...]

[...] tra loro, accettava i rinfreschi che gli offrivano, e non un moto dei suoi muscoli 629 rivelava lo spasimo che quelle vicinanze e quei contatti [...]

[...] mezzo a loro: «Io sono socialista. Dopo che ho studiato Proudhon, mi sono convinto che la proprietà è un furto. Se i miei antenati non avessero [...]

[...] avanzati che sostenevano Marcenò gli si voltarono contro. Venne poi fuori un giornaletto, La Lima, che lo prese di mira, chiamandolo il «nobile [...]

[...] principe, il sire di Francalanza,» alludendo ai suoi parenti borbonici, affermando che un aristocratico suo pari, discendente dai Vicerè, non [...]

[...] poteva esser sincero quando sfoggiava la sua fede democratica. Allora anch'egli fece pubblicare un foglio, Il nuovo elettore. Tutti i numeri, dal [...]

[...] : nobili parenti, impiegati comunali, maestri elementari, avvocati, sensali, appaltatori: un veglione. Il quartiere di gala era aperto al pubblico; egli [...]

[...] , il bene generale e quello particolare d'ogni singolo votante. Un perito agrimensore, compose un opuscolo intitolato: Consalvo Uzeda principe di [...]

[...] ridicolo di quella pubblicazione, la goffaggine degli elogi di cui era piena non gli davano ombra, sicuro com'era che per un elettore che ne avrebbe [...]

[...] riso, cento avrebbero creduto a tutto come ad articoli di fede. Un infinito disprezzo di quel gregge lo animava, e un rancore violento contro chi [...]

[...] corrompere le coscienze; ma voi, cittadini, dimostrerete che la vostra coscienza è un tesoro troppo grande perchè un pugno di monete possa [...]

[...] pregiudicavano molto presso la gran maggioranza di un popolo educato da secoli al rispetto ed all'ammirazione dei signori, quasi orgoglioso del [...]

[...] posto, gridereste così?» il repubblicano sarebbe rimasto in un bell'impiccio. La quistione, dicevano alcuni, era che questi posti eminenti [...]

[...] 633 con un tratto di penna tutte le disuguaglianze sociali, esse non si sarebbero di nuovo formate il domani, essendo gli uomini naturalmente [...]

[...] partecipare in qualche modo al suo lustro. Lavorava come un cane, a far visite, a scriver lettere, a dirigere i suoi galoppini, a presiedere le adunanze [...]

[...] , plebiscitaria. L'accordo col Giardona gli 634 giovava certamente, ma quello col Lisi era stato forse un errore. La situazione di Vazza era invece [...]

[...] causa, lavoravano per lui, sott'acqua, ma con efficacia grandissima. Era stato un vero sbaglio rinunziare a quest'alleanza e preferir Lisi; per [...]

[...] tentar di riparare, per giovarsi del lavorìo delle sacrestie, egli pensò di rivolgersi alla sorella. Non la vedeva da un pezzo, ma sapeva che la sua [...]

[...] un tratto, arde d'affetto per questo marito prima vilipeso?... Teresa non rispose; fece solo un gesto di sovrano compatimento. - E che voleva da [...]

[...] ? - esclamò egli sorridendo. - Nè io nè essi parliamo di queste cose. - Di che parlate allora, spiegami un po'? Al tono leggermente canzonatorio di [...]

[...] Consalvo, la duchessa chiuse gli occhi un momento, quasi ad attinger forza per affrontare le contraddizioni, quasi a pregare pel miscredente [...]

[...] . - Parliamo, in questi giorni, d'un gran miracolo che il Signore ha permesso. Non hai sentito discorrere della Serva di Dio? Egli sapeva qualcosa, così in [...]

[...] aria, d'un preteso 636 prodigio avveratosi in persona d'una contadina di Belpasso; ma Teresa, senza aspettare la sua risposta: - È un'umile [...]

[...] stimmate di Nostro Signore; ella esala un odore d'incenso soavissimo e dalle sue labbra.... - Questi li chiami segni della Grazia? Sono fenomeni [...]

[...] isterici! Teresa tacque un poco, con la stessa espressione di indulgenza che s'accorda ai poveri ignoranti. - Se fossero fenomeni isterici, i dottori [...]

[...] credi sul serio.... - Credo, - rispose brevemente. Egli la considerò un poco. Voleva dirle: «A chi la dài a intendere?... Sei ammattita come tutti i [...]

[...] partecipa a queste lotte. - Nè eletti nè elettori, eh? Eppure i tuoi Padri spirituali si danno un gran da fare per un certo avvocato.... 637 [...]

[...] . - Chi sono? Dove sono? In Italia? In Francia? Sentiamo un po': che bisogna fare? Restituire Roma al Papa, eh? Dargli tutta l'Italia, tutto il [...]

[...] gli occhi, quasi ispirandosi. - Nascerà, - disse, - un gran Monarca, dalla 638 diretta progenitura di San Luigi di Francia, e si chiamerà [...]

[...] un volumetto legato con pelle nera e dorato sui tagli. Consalvo lesse sul frontespizio: «L'Europa liberata ovvero Trionfo della Chiesa di G. C. su [...]

[...] tutte le usurpazioni e tutte le eresie. Eco dei Profeti e dei SS. Padri....» A un tratto volse il capo, udendo il cameriere che annunziava, dalla [...]

[...] soglia, scostando la tenda: - Padre Gentile, Eccellenza. Entrò un prete alto, asciutto, con forti occhiali sul naso adunco come un rostro. - Il [...]

[...] capo a piedi. Un altro, adesso! Quella casa diventava una sacrestia! - Il Padre, - aggiunse Teresa, rivolta al fratello, - ha la bontà di dirigere [...]

[...] perduto troppo tempo. - Signor no, sono romano, - rispose il Padre. - È da un pezzo fra noi? 639 - Da qualche mese appena. - Tanto piacere [...]

[...] Consalvo. - Che bisogna fare per aver l'appoggio della signora duchessa? - Ma io non valgo a nulla!... - protestò Teresa, con un discreto sorriso [...]

[...] cavar nulla da quegli Uzeda! I migliori, quelli che parevano i più saggi, a un tratto si rivelavano pazzi, come gli altri. Questa qui, adesso, si [...]

[...] portamento, ingrassava, era irriconoscibile. La pazzia soggiogava anche lei, prendeva la forma religiosa, diventava misticismo isterico! Tutti ad un modo [...]

[...] in una piazza, in un pubblico mercato, dove i delegati discesi dalle sezioni rurali e gli elettori cittadini andavano e venivano, discutendo [...]

[...] assunti d'un tratto, individui di tutte le classi, scrivani, uscieri, trattori, barbieri gente più umile ancora, servi, guatteri, tutte le infime [...]

[...] , accoglieva tutta quella gente con un «grazie dell'adesione!» dava del lei sopra e sotto; essi andavano via incantati, accesi d'entusiasmo [...]

[...] , protestando: «E lo dicevano superbo! Un signore tanto alla mano!...» Una sera, facendo il giro delle sale, Consalvo vide una faccia nuova, rassomigliava [...]

[...] -servitore cresceva un grosso paio di mustacchi tinti come stivali. - Grazie dell'adesione, - gli disse Consalvo, stringendogli la mano. - Niente [...]

[...] con l'importanza di uno che portava un bel gruzzolo di voti. Seduto sopra una di quelle poltrone di raso che prima aveva avanzato ai signori, egli [...]

[...] si guardava intorno ed ascoltava con la gravità dell'antico maestro di casa, era più serio e decorativo di tanti altri; un sindaco di provincia [...]

[...] carta e la penna all'antico creato, si davano del lei come due diplomatici stipulanti un trattato. La lotta diveniva frattanto più aspra. Consalvo [...]

[...] eretta a sistema. La sua lunga aspirazione all'eredità politica dello zio, la stessa malattia di fegato erano un po' ridicole: sua moglie finiva [...]

[...] 642 dell'amministrazione, dove c'era un baratro peggio che al municipio.... Gli altri candidati, però, non si davano vinti, i più [...]

[...] rivolse agli antichi compagni di bagordo, alla gente con la quale aveva fatto vita, un tempo, nelle taverne e nelle case di tolleranza: ceffi [...]

[...] comitato: un presidente, vecchio magistrato a riposo, ben visto da tutti i partiti e perciò messo a quel posto da Consalvo; poi sei vice-presidenti [...]

[...] principe di Francalanza discorrere in piazza come un cavadenti: lo spettacolo era veramente straordinario. Gli altri candidati tenevano i loro [...]

[...] i tappezzi lavoravano a disporre trofei di bandiere e festoni d'ellera e tende e ritratti, il principe si guardava intorno con un senso di stupore [...]

[...] , sorpreso a un tratto dalle memorie della fanciullezza. L'enorme e nobile monastero, la signorile dimora dei Padri gaudenti, l'aristocratico [...]

[...] devastazione, Consalvo pensava adesso con un senso di rammarico alla morte del mondo monastico, che egli aveva vista con vivo tripudio. Ma allora [...]

[...] sarebbe tornato un giorno a San Nicola per discorrervi dell'eguaglianza sociale e del pensiero laico!... No, egli non poteva assuefarsi a quest'ideale [...]

[...] Noviziato, e non la trovava. Forse dove stava scritto Gabinetto di fisica. Un custode, facendogli da guida, narrava le magnificenze del convento [...]

[...] di quel remotissimo passato?... Bah! Chi si rammentava delle monellate d'un ragazzo! Giovannino era morto, non poteva tornar dall'altro mondo a [...]

[...] bandiere abbracciavano le colonne, ed in mezzo a ciascun trofeo spiccava un ritratto: a destra e a sinistra della balaustrata da cui avrebbe parlato il [...]

[...] interveniva a un metingo democratico, che prestava il suo appoggio al principe non per quattrini ma per un'idea. Alla folla che voleva entrare ad ogni [...]

[...] costo, diceva, alzando le mani: «Signori miei, un po' di pazienza; c'è tempo... ci vuole un'ora...» Era possibile lasciar entrare la ciurmaglia prima [...]

[...] , lasciò aprire la terrazza e l'arena. In un attimo l'onda umana vi si rovesciò. Era ancora la folla anonima, il popolo minuto; ma a poco per volta [...]

[...] inno di Garibaldi!...» Ora la palestra offriva uno spettacolo veramente straordinario: l'arena era un mare di teste, serrate le file 647 delle [...]

[...] prime file, gli uomini dietro, ed un ronzìo come d'alveare si levava tutt'intorno: chiacchiere eleganti, profezie sull'esito delle elezioni [...]

[...] e cavare gli orologi. Scoccava già mezzogiorno, il campanone di San Nicola dava i primi tocchi, quando venne da lontano un sordo clamore. «È qui [...]

[...] levata in piedi, i colli erano tesi, gli sguardi fissi all'arco d'ingresso. Squillarono a un tratto, intonate dalle tre musiche, le prime note [...]

[...] della marcia reale mentre apparivano le prime bandiere, e un urlo formidabile, un vero uragano d'applausi, di evviva, di grida confuse scoppiò nel [...]

[...] con un cenno del capo, assordato, abbacinato, sgominato dallo spettacolo. Dietro di lui, nuovi torrenti si riversavano nelle terrazze, nei portici [...]

[...] ai colli rossi e sudati. «Basta... basta...» diceva Consalvo, a bassa voce, con un senso di vera paura dinanzi a quel mare urlante, e Baldassarre [...]

[...] compresero; ma, ad un tratto, mentre il presidente del comitato si faceva alla balaustrata presentando il candidato, squillarono le note dell'inno [...]

[...] garibaldino, un nuovo fremito corse per la folla, il delirio ricominciò... Ora Consalvo, vinta la commozione paurosa, ringraziava più francamente a [...]

[...] la litania delle adesioni. Ma la gente stancavasi, le parole si perdevano in un sordo mormorìo. In un gruppo di studenti motteggiatori discutevasi [...]

[...] sul velluto della balaustrata, voltato di fianco, aspettava. Ad un cenno del presidente, si volse alla folla: - Concittadini!... Se la benevolenza [...]

[...] dei miei amici vi ha indotto a credere che io possegga le doti dell'oratore, 649 e vi ha qui adunati con la promessa che udrete un vero e [...]

[...] ). Concittadini!... Voi chiedete un programma a chi sollecita l'onore dei vostri suffragi; il mio programma, in mancanza d'altri meriti, avrà quello [...]

[...] della brevità; esso compendiasi in tre solo parole: Libertà, progresso, democrazia.... (Battimani fragorosi ed entusiastici). Un superstizioso [...]

[...] un tempo cittadella dell'ignavia, del privilegio, dell'oscurantismo teologico.... (Scoppio unanime di approvazioni clamorose) qui, tra queste mura [...]

[...] . Permettetemi ch'io vi narri un aneddoto di quesi giorni lontani. Erano i tempi in cui Garibaldi il Liberatore correva trionfalmente da un capo [...]

[...] quello di un guerriero formidabile che altre leggi non conoscesse fuorchè le dure, le violenti leggi di guerra. Un giorno corse una voce; Garibaldi [...]

[...] ). Ed io quasi temetti di guardare in viso quel fulmine di guerra, come se col solo sguardo egli dovesse incenerirmi. Ed un giorno i miei compagni [...]

[...] applausi) di quell'uomo che, conquistato un regno, doveva, come Cincinnato, ridursi a coltivare il sacro scoglio, dove oggi aleggia il magnanimo [...]

[...] , scambiavano osservazioni sull'arte e sulla persona del principe quasi fosse un primo attore recitante la sua parte. - Ma voi, concittadini, - riprese egli [...]

[...] , - giudicherete forse che se questa fede compendia tutto un programma, è mestieri che un legislatore si tracci una precisa linea di condotta in [...]

[...] generali a questo passaggio, e qualche colpo di tosse partito da un angolo fece voltare molte teste. - Voi mi direte, - proseguiva però [...]

[...] l'oratore, - che questo programma è troppo vasto ed eclettico; perchè, come dice un proverbio, è impossibile avere ad un tempo la botte piena e la moglie [...]

[...] , rappresenterebbe una ricchezza inutile, e tanto varrebbe che contenesse acqua o un altro fluido qualunque; ma quanto ad avere anche la moglie ubbriaca [...]

[...] ! Questo che è impossibile nella vita d'un sol uomo, non solo è possibile, ma necessario nella vita collettiva dei popoli. Il legislatore deve [...]

[...] all'avvenire! (Ovazione.) Pertanto, invidiabili e invidiate sono le nostre istituzioni, che mediante un prudente equilibrio tra i due rami del Parlamento [...]

[...] dovesse occuparsi di quistioni operaie, the right men in the right places sarebbero appunto i cittadini operai (Bene! Bravo!) Una volta un parrucchiere [...]

[...] , preme in questo momento più che tutte le altre. È essa nuova? No, certo. Facciamone un poco la storia.... - Ci siamo! Adesso stiamo freschi [...]

[...] .» L'unità germanica doveva soddisfare gl'Italiani, ma forse il panslavismo era un fenomeno con scevro di pericoli. «Io credo che s'apponesse il [...]

[...] tradimento di Tunisi! «No, non è stata la Francia di Magenta a Solferino; è stata la Francia di Brenno e di Carlo VIII!...» L'uditorio si scosse un [...]

[...] poco; gli stenografi annotarono: grandi applausi. Ma, gli antagonismi di razza si sarebbero un giorno composti; allora, sarebbero sorti gli Stati [...]

[...] . Caio Duilio distrusse la flotta cartaginese mutando la battaglia navale in terrestre. (Bravo! applausi.)» Così, «un giorno non lontano, rivendicati [...]

[...] i nostri naturali 656 confini (Applausi vivissimi), riunita in un sol fascio la gente che parla la lingua di Dante (Scoppio di applausi [...]

[...] nell'arena e nei portici, specialmente nelle terrazze dove il sole arrostiva i cranii. «Ma questo non è un programma elettorale, è un discorso [...]

[...] , perchè si dicesse che egli aveva parlato due ore difilato. A un tratto alcune seggiole rovesciate dalla gente che scappava fecero un gran fracasso [...]

[...] . Tutti si voltarono, temendo un incidente spiacevole, una rissa; l'oratore fu costretto a tacere un momento. Riprendendo a parlare, la voce gli [...]

[...] dell'indulgenza con la quale m'avete ascoltato, io finisco invitandovi a sciogliere un triplice evviva. Viva l'Italia! (Scroscio d'applausi, grida di: Viva [...]

[...] ). Consalvo non ne poteva più, sfiancato, rotto, esausto da una fatica da istrione: parlava da due ore, da due ore faceva ridere il pubblico come un [...]

[...] brillante, lo commoveva come un attor tragico, si sgolava come un ciarlatano per vendere la sua pomata. E mentre la marcia reale, intonata per ordine di [...]

[...] essere il primo!... La sera della vigilia c'era al palazzo un vero pandemonio: tutti domandavano: «Il principe?... Dov'è il principe?...» ma la gente [...]

[...] , risplendeva, da tutte le finestre. Una folla sterminata traeva a congratularsi col «primo eletto del popolo»; per le scale era un brusìo incessante [...]

[...] , arringò la folla, si diede novamente in pascolo alla sua curiosità, come un tribuno. Per tre giorni la città fu in un continuo fermento: ogni sera [...]

[...] il potere restasse in famiglia, pure non sapeva difendersi da un senso d'invidia gelosa pel nuovo astro che sorgeva, mentre egli non solo era [...]

[...] .... Egli piaggiava un poco lo zio, del quale aspettava adesso l'eredità. A Roma avrebbe avuto bisogno di denari, di molti denari; quanto più ricco [...]

[...] della duchessa, - disse compuntamente il Padre gesuita - spiega e legittima questa eccezione. Consalvo credè di dover chinare un poco il capo, in [...]

[...] tavolino da lavoro accanto al quale ara seduto un foglietto stampato, lo scorreva con la coda dell'occhio: «FORMULE DU SERMENT. En présence de la [...]

[...] .... Au pied du Christ Jésus nous «jetons nos biens, nos familles, nos personnes, notre «vie, notre honneur, en un mot tout ce qui tient le «plus au [...]

[...] venirgli qualcosa, un mezzo milioncino. Se egli fosse stato più accorto, avrebbe preso con le buone la vecchia, senza rinunziare, beninteso, a [...]

[...] nessuna delle proprie ambizioni. L'ostinazione, la durezza di cui aveva dato prova anche con lei erano sciocche, degne d'un Uzeda stravagante, non [...]

[...] bambino, a veder gli stemmi, a udire le storie dei Vicerè, ad abbeverarsi d'albagia aristocratica, un muto sorriso gli spuntò sulle labbra. Se [...]

[...] : «Lascialo entrare.» Ella aveva saputo gli ultimi vituperii commessi dal nipote, la parlata in pubblico come un cavadenti, i principii di casta [...]

[...] fece solo un gesto ambiguo col capo. - Ha febbre? Mi lasci sentire il polso.... No, soltanto un po' di calore. Che cosa ha preso? Ha chiamato un [...]

[...] andata col Vicario, lei solamente ha avuto il permesso. Pare che sia un favore insigne.... Vostra Eccellenza crede a tutto ciò che si narra? 665 [...]

[...] Giulente, - non lo chiamava zio sapendo di farle piacere; - adesso sono tutti infami quelli che non l'hanno sostenuto.... Un nuovo scoppio di tosse [...]

[...] fece soffiare la vecchia come un mantice. Quando calmossi, ella disse con voce affannata, ma con accento di amaro disprezzo: - Tempi obbrobriosi [...]

[...] !... Razza degenere! La botta era diretta anche a lui. Consalvo tacque un poco, a capo chino, ma con un sorriso di beffa sulle labbra, poichè la vecchia [...]

[...] bene, forse che prima si stava d'incanto? Non un sillaba di risposta. - Vostra Eccellenza giudica obbrobriosa l'età nostra, 666 nè io le dirò [...]

[...] memoria; ma egli disse allora una cosa che m'è parsa e mi pare molto giusta.... Un tempo la potenza della nostra famiglia veniva dai re; ora viene dal [...]

[...] stinchi di santo. E un uomo solo che tiene nelle proprie mani le redini del mondo e si considera investito d'un potere divino e d'ogni suo capriccio [...]

[...] più apparente che reale. Anche i Vicerè d'un tempo dovevano propiziarsi la folla; se no, erano ambasciatori che andavano a reclamare in Spagna, che [...]

[...] esteriori mutano; certo, tra la Sicilia prima del Sessanta, ancora quasi feudale, e questa d'oggi pare ci sia un abisso; ma la differenza è tutta [...]

[...] esteriore. Il primo eletto col suffragio quasi universale, non è nè un popolano, nè un borghese, nè un democratico: sono io, perchè mi chiamo principe di [...]

[...] maneggiarlo, ne hanno sciupato tre volte la legatura! E consideri un poco: prima, ad esser nobile, uno godeva grandi prerogative, privilegi, immunità [...]

[...] 668 un altro discorso, il vero, la confutazione di quello tenuto dinanzi alla canaglia, e la vecchia stava ad ascoltarlo, senza più tossire [...]

[...] di Roma et in prosieguo....» - Egli tacque un poco, chiudendo gli occhi: si vedeva già al banco dei ministri, a Montecitorio; poi riprese: - Questo [...]

[...] . Noi siamo troppo volubili e troppo cocciuti ad un tempo. Guardiamo la zia Chiara, prima capace di morire piuttosto che di sposare il marchese, poi [...]

[...] disprezzò come un servo e adesso è tutta una cosa con lui, fino al punto di far la guerra a me e da spingerlo al ridicolo del fiasco elettorale! Guardiamo [...]

[...] , in un altro senso, la stessa Teresa. Per obbedienza filiale, per farsi dar della santa, sposò chi non amava, affrettò la pazzia ed il suicidio del [...]

Capuana Luigi
Per l'arte
25 1885 - Provenienza testo: Scansione da Google libri, txt Fondazione Verga 460 occorrenze

[...] . Ma come si fa? Quando il libro esce fuori a cercar II la ventura di un buon successo, è impossibile restar indifferenti, non tendere un [...]

[...] problema artistico (dell’arte della parola scritta) è, in Italia, immensamente più complicato che altrove. Infatti è un problema nuovo. — Come un [...]

[...] io, ma un grande insegnamento: l’amore, il rispetto, il culto disinteressato dell’arte. Vi par poco? Come vedete, non siamo superbi. Voi [...]

[...] calcate sulla falsa riga dello Zola e compagnia bella. No, signori. La vostra accusa è vera fino a un certo punto, ed è un'accusa che ci torna a [...]

[...] lode; possiamo farcene un merito. Prima di metterci a scrivere guardammo attorno, davanti, addietro a noi. Che vedemmo? Vedemmo il romanzo [...]

[...] bisogno d'un dialogo spigliato, vigoroso, drammatico, e i nostri maestri ci rispondevano: studiate i comici del cinquecento! Parlavano sul serio [...]

[...] que Molière ne sache pas écrire, e Molière oggi è un classico); ma gli scrittori che verranno dietro a noi ci accenderanno qualche cero, se [...]

[...] improprietà, con tutti i suoi francesismi, con tutti i suoi provincialismi, almeno essa è organica, è viva, è moderna. Se ha un saporetto acre, non è [...]

[...] per ciò repugnante; se si mostra un po’ in disordine, è per effetto dei nervi irritati. Infine, è sincera. — Oh! Oh! E la prosa del Leopardi [...]

[...] ? — Senza dubbio, è ammirabile: un marmo greco; ma dà, convenitene, la sensazione fredda del marmo. Ci occorreva ben altro per descrivere le [...]

[...] , rotta al mestiere, si erano sbrancati qua e là, non avevano, si può dire, lasciato un pollice del cuore umano, da dissodare, da lavorare; avean [...]

[...] messo tutto sossopra. Sul punto di imitarli, ci trovammo da questo lato in un grande imbroglio. La civiltà, questa inesorabile livellatrice [...]

[...] , ci faceva apparire più imitatori di quel che non eravamo in realtà. Un torinese, un milanese, un fiorentino, X un napolitano, un palermitano [...]

[...] dell’alta classe e della borghesia differiva, esteriormente e interiormente, così poco da un parigino delle stesse classi che il coglierne la [...]

[...] delle cose, le sensazioni precise, i sentimenti particolari, la vita d’una cittaduzza, di un paesetto, d’una famiglia... Ingrati che siete [...]

[...] novella italiana — questa novella che vi indispone, che v’irrita, che non volete più leggere perchè è corta quanto un motto da anello come diceva [...]

[...] il Moro dello Shakespeare — non vi siete nemmeno accorti, ripeto, che la novella italiana è già riuscita ad essere un prodotto originale, una [...]

[...] confronto delle tante ricchezze di arte di quel genere che le altre nazioni posseggon da un pezzo. Che possiamo noi farci, se non volete [...]

[...] vogliamo dei romanzi, delle opere di polso.... — Ah! noi vorremmo darvi un capolavoro al mese o, almeno, uno ogni sei mesi... — Ci [...]

[...] contenteremmo di uno ogni tre anni. — Grazie: siete discreti! — Ma voi altri romanzieri italiani XIII avete il fiato corto. Messo fuori un volume [...]

[...] detto chiaro e tondo: l'ingegno italiano non ha reni e ha le tentazioni inutili e poco pulite dell'impotenza. La fantasia italiana è un utero [...]

[...] , come tutti i grandi ingegni. Egli è andato tentoni un gran pezzo, e soltanto da poco tempo in qua si è rivelato un vero poeta moderno. Che [...]

[...] ? Confrontate uno dei suoi primi lavori con uno degli ultimi delle Confessioni e battaglie, la polemica pel Ça ira. Qui è un uomo in carne e in [...]

[...] ossa, un grande scrittore che parla; lì appena appena uno scrittore. Volete che ve la dica chiara e tonda anch’io? In questa sua recente prosa [...]

[...] , tutta muscoli e nervi, acciaiata, penetrante come una lama di coltello, splendida di fascettature come un diamante di purissima acqua, la [...]

[...] qui, attentamente. Sull’imbrunire comare Maruzza coi suoi figlioletti, era andata ad aspettare sulla sciara, d'onde si scopriva un bel pezzo [...]

[...] quasi un malaugurio; non sapeva che inventare per tranquillarla, e le cantava XVII le canzonette colla voce tremola che sapeva di lagrime [...]

[...] comare la Longa di suo marito e stavano un tantino a farle compagnia, fumandole in silenzio la pipa sotto il naso, o parlando sottovoce fra di [...]

[...] rubargliela. XVIII Finalmente il più duro o il più compassionevole la prese per un braccio e la condusse a casa. Ella si lasciava condurre, e [...]

[...] ! Vergine Maria! Oh! Vergine Maria! Dinanzi al ballatoio della sua casa XIX c'era un gruppo dì vicine che l'aspettavano e cicalavano a voce [...]

[...] sentimento, per potenza d’arte. Io, francamente, ve li regalo tutti, in un mazzo, certo di comperare a buon mercato queste pagine di un barbaro [...]

[...] XX che non sa — come va dicendo qualcuno — non che la lingua, neppur la grammatica! Come se lo scrivere un romanzo e una novella fosse [...]

[...] soltanto un affare di stile e di grammatica! Ne conosciamo parecchi che maneggiano la lingua e lo stile con invidiabile bravura e, se scrivono un [...]

[...] articolo di giornale o un discorso, incantano e fanno venir l’acquolina in bocca ai poveri diavoli che non sono da tanto. Ma i poveri diavoli [...]

[...] musica che fa dei salti di quinta e di sesta come un diavolo scatenato. Nell’accuratissima interpretazione di lui le note ci son tutte fino a una [...]

[...] , il tempo è marcato bene, ma, ma... manca un che, ddu certu non so chi dell’abate Meli. E i poveri diavoli che stanno a sentirlo, di tratto in [...]

[...] Parnasso degli italiani viventi insieme col Monti e col Parini!... Non mi fate divagare. Noi abbiamo avuto forse il torto di far un gran salto e [...]

[...] ; dalla forma tutta personale (dovremmo forse dire semplicemente: da un pretesto di forma) alla vera forma dove l’opera d’arte non vuol essere [...]

[...] altro o, almeno, vuol essere innanzi tutto un’opera d’arte; e n’è nato un putiferio. La gente avrebbe dovuto discutere d’arte... XXIV e si [...]

[...] pubblico, noi siamo lettori; non abbiamo molto tempo da perdere, e già ne perdiamo un buon poco stando a sentire le vostre eterne quistioni di [...]

[...] ... XXVII — Ah, non me ne parlate! Se un romanzo, una novella vi fa esclamare: Questo è impossibile! Questo non è vero! state sicuri che [...]

[...] , attorno a noi, in alto e in basso. Non ci sarà mai nè un romanziere naturalista, nè un novelliere verista il quale, abbia tanto coraggio da [...]

[...] alla vostra esclamazione col mettervi dinanzi i documenti, per provarvi così che essi han narrato un fatto vero, replicate che la difesa diventa [...]

[...] artista colui che ripete, nella forma letteraria, il segreto processo della natura. Ho qui un documento che dovrà far gola al Verga se gli capiterà [...]

[...] saperlo, era ricca, e il Maugeri era da lei tenuto come figlio di famiglia, tanto da esser costretto a domandarle un soldo. XXX Dessa [...]

[...] , che scrupolosamente ubbidiva. « Un giorno, in campagna, in un di lei fondo, la Greco raccolse taluni fichi d’India che la Puglisi voleva [...]

[...] soffocare. Un testimone ne impedisce la morte. « Si separarono i coniugi, non potendo più sopportare la povera Greco quella vita di tortura. Ma [...]

[...] vittima. Quindi i suoi timori di essere un giorno o l’altro assassinata o avvelenata. « E ne aveva ragione. Un giorno un latitante perchè colpito [...]

[...] e teneva al capezzale un farmaco che non prendeva; anzi il 27 lo fece gettar via. Un cognato propalava la malattia, invitava gente e parenti [...]

[...] è colpita da un nembo di proiettili, e cade a terra profferendo: ahi, mi ammazzaru! « Esce il marito, e gli amici; costoro piangono; ma il [...]

[...] marito non ha una lagrima, non un lamento, non una imprecazione contro l’assassino. « L’opinione pubblica lo accusa autore dell’assassinio; ma [...]

[...] questo documento un’opera d’arte, un romanzo, una novella. Qui c’è già tutto; caratteri, azione, tragica catastrofe...e non c’è ancora nulla [...]

[...] ! Quella vecchia è un problema psicologico che, nella realtà, voi dovete accettare, perchè è cosi e vi sopraffà inevitabilmente colla forza bruta [...]

[...] dobbiamo mai dimenticare che arte vuol dir forma. L’analisi può darci benissimo un essere astratto, quasi chimicamente suddiviso in tutti i suoi [...]

[...] mesi fa, leggendo L'autopsie du Docteur Z***, XXXVII un volume di novelle di Edoardo Rod, pensavo appunto a questo. Quell’autopsia del Dottor [...]

[...] . La novella fa un commento vivo, drammatico, interessantissimo a questi versi un po’ freddini. Il Dottor Z***, un gran fisiologo pel quale il [...]

[...] , dopo la morte, per un tempo variabile dai sette ai dieci giorni (quando la malattia non l'attaccasse direttamente) ma avea anche inventato [...]

[...] addietro, comunicate all’autore. Il fotofono cerebrale applicato al cadavere di un armatore olandese suicida avea dato, in quel caso, i XXXIX [...]

[...] ; e così a un tratto, nella novella, la fantasia si confonde talmente colla realtà, che non pare di leggere un’opera d’arte, ma una cosa vera [...]

[...] questo, anche dinanzi a un lavoro dello Zola o del Verga, passi pure. Ma che delle persone colte, le quali dovrebbero sapere che cosa siano [...]

[...] trenta anni fa; che delle persone di talento si lamentino di veder perdere a poco a poco il segreto di costruire l’ossatura di un romanzo come ai [...]

[...] vivi vivi i suoi personaggi; ma egli pianta il bisturi in quelle carni palpitanti con la stessa spietata indifferenza di un anatomico. Almeno [...]

[...] io non vorrei vedere il sangue sul coltello e sulle mani dell’operatore, mi diceva un giorno una signora gentile quanto colta, a proposito di [...]

[...] un nuovo romanzo. La signora su questo punto aveva ragione. Però ella non pretendeva che il romanzo moderno tornasse all'antico: non [...]

[...] , è il nostro spirito; chi non la prova può dirsi un uomo di parecchi secoli addietro smarritosi per caso in mezzo a noi. Ed è naturale quindi [...]

[...] misura compatibile con un’opera d’arte. Questa trasformazione non è un bizzarro capriccio degli scrittori: è l'effetto di un’evoluzione che [...]

[...] d’essa; se non che si combinano un po’ diversamente. Il romanziere, il novelliere guarda di qua e di là, osserva, prende nota. Se non poggia [...]

[...] un piede sopra un fatto vero, non si crede punto sicuro, e non si avventura a metter l'altro innanzi. Il Verga - parliamo di cose nostre, non [...]

[...] proprio d’una provincia, d’una città, d’un pezzettino di terra largo quanto la palma della sua mano. Allora soltanto si ferma. — Che ce n’importa [...]

[...] dovessero essere, un giorno, così indispensabili; se non inventan nulla, come voi volete che non ci si lamenti del loro difetto di fantasia, XLVII [...]

[...] d’immaginazione - domandatelo ai grandi fisiologi - combina, rifà un processo che la Natura, gelosa dei suoi segreti, vorrebbe tenergli nascosto [...]

[...] , dimezzato. Lo scienziato, appena creato o scoperto un processo (val tutt’una) è più fortunato di quello: può riprodurne il fatto a piacere, quante [...]

[...] avviene fuori di lui; è il suo schiavo. Il romanziere moderno, invece, dopo che ha scoperto o creato un processo (ripetiamolo: val tutt’una [...]

[...] ); se quella semplicità di mezzi ottiene un effetto di colorito, di rilievo, di movimento, di vita vera, come nessun romanziere di trent’anni fa [...]

[...] i libri; sono i libri che fanno i lettori. Intendo dire che tra il gusto della folla e quello dei veri scrittori c'è sempre, da principio, un [...]

[...] urto, una contraddizione, un vero conflitto. Si va avanti a questo modo, a furia di spinte, di strappi, di gomitate; chi è più forte la vince: e [...]

[...] del diavolo; avrete preso gusto a quella tal forma d’arte che ora vi riesce ostica al palato; e un bel giorno, che è che non è, vi troverete [...]

[...] un cane che si degnasse di leggerli. Il Boccaccio, per esempio... — Oh Dio! Sarà sempre il Boccaccio e sarà letto eternamente e LIV [...]

[...] novellieri contemporanei si lasciasse prendere dalla tentazione di presentarvi un volume di novelle alla boccaccesca, e non pel capriccio di [...]

[...] fare un pastiche, come il Balzac coi suoi Contes drolatiques, ma sul serio, per tornare all'antico, per riannodarsi alla tradizione nazionale [...]

[...] l’artista, colla potenza del suo genio, fissa una delle tante forme dell’arte, se produce un capolavoro immortale, di quelli che sguscian fuori [...]

[...] per un nuovo frutto, cerca e trova il fortunato individuo che le occorre, come ne avea trovati degli altri, uno, dieci secoli avanti — essa non [...]

[...] ha punto fretta — e gli si concede, in un fecondo abbraccio spirituale, e gli lascia gettar nel bronzo, scolpir nel marmo, dipinger sulla tela [...]

[...] , costringer nelle note musicali o nelle pagine d’un libro quel momento dell’alta sua vita ideale; poi via, da capo, finchè ce ne sarà [...]

[...] Boccaccio potesse tornare al mondo, con tutto il suo gran Prencipe Galeotto, avrebbe molto, ma molto da imparare da un novellierucolo di primo [...]

[...] pelo, senza che intanto potesse dirsi che il novellierucolo di primo pelo valga un sol pelo del Boccaccio. Per questo non dovremmo parervi mezzi [...]

[...] dell’interesse i poveri diavoli che ora ci fan l’effetto di esser LVII divertenti come un funerale. Arriverà.... — Lasciamo lì le profezie [...]

[...] !... — Lasciamole. Ma smettiamo pure la presente confusione d’idee che non può giovare a nessuno. Quando noi vediamo un uomo del talento e della [...]

[...] cultura del Bonghi affermare dall’alto di una colonna di un giornale letterario: La scienza è una gran cosa: è intellettualmente e praticamente gran [...]

[...] tutta e la sola spinta al ben fare, anche quando per disperazione li bestemmia; noi rimanghiamo a bocca aperta, stupefatti che un tale [...]

[...] ch'essa non ha. E quando sentiamo un grande artista come il Carducci, dopo di averci paragonati ai cagnetti piccini che vedendo un cagnone alzar la [...]

[...] cianca dietro una cantonata vogliono far lo stesso e il cagnone si volta e con un ringhio e una stretta di denti li scaraventa in mezzo alla [...]

[...] , non è poi un gran male, perchè non per ciò invidierà Bacco le viti ai colli almeno del mezzogiorno.... non perciò Pallade fiorirà meno di olivi [...]

[...] di lingue? LXI E vi perdiamo tutti la testa. Io, per parte mia, non mi ci raccapezzo più......... (Da un volume in preparazione [...]

[...] gl’intendimenti dell’autore; e mi erano parsi un libro nuovo, quasi di quell’anno. In certi punti, sopraffatto da 2 una profonda commozione [...]

[...] un’impressione artistica, ma il risultato d’una specie di processo, un giudizio spassionato e sereno.... Ebbene?... L’impressione si è rinnovata; certi [...]

[...] per unica norma nel giudizio di un’opera d’arte. E non si bada che, quando capita in mano di un vero 5 e grande artista, il contenuto [...]

[...] valore, ma perchè diventato un’altra cosa. E non si bada che, se così fosse, se l’arte dovesse considerare l’individuo come un essere morale e non [...]

[...] resiste indipendentemente da quello. Così, è stato scritto in questi giorni: i Promessi Sposi sono un libro che non ha più nessun significato per [...]

[...] noi: quel loro misticismo è roba romantica già passata di moda: e il libro resta come un documento storico da cui l’arte moderna non ha nulla [...]

[...] da imparare. Così, si dice allo Zola: la vostra teorica dell’eredità non è ancora un postulato della scienza; e voi siete doppiamente 6 [...]

[...] . Secondo me, si ha torto nell’un caso e nell’altro, quantunque per lo Zola ci sia un'aggravante, come dicono i legali. Il Manzoni non ci ha [...]

[...] dentro una immaginazione come quella del Manzoni 10 o dello Zola (mi servo di questi due soli nomi per maggior chiarezza) non accade un [...]

[...] semplice riprodursi, ma un esplicarsi della forma artistica, un accrescersi, un arricchirsi, proprio un divenire di organismi di forma sempre più [...]

[...] certe movenze dell’azione che si incontrano nello Zola. Ma fra Walter Scott e il Manzoni c’è di mezzo un abisso; e quando lo Scott, rispondendo [...]

[...] , qualcosa di più che un complimento. * * * La conchiusione è: che quello che deve interessarci nello studiare i Promessi 11 Sposi non è il [...]

[...] diventano un libro ammirabile, soprattutto presso di noi che, per riannodarci a qualche nostra tradizione, dobbiamo tornare indietro fino al [...]

[...] un terreno solido, se non sanno scorgere, per dirne una, nessuna relazione tra il sentimento profondamente umano che ha prodotto i Promessi Sposi [...]

[...] e quella tristezza di commiserazione a cui 13 dobbiamo un altro lavoro che la storia letteraria metterà certamente al posto dovuto, intendo [...]

[...] dire i Malavoglia del Verga? Eppure, scientemente o incoscientemente, nei Malavoglia la nostra tradizione artistica si attacca, forte, da un lato [...]

[...] al Manzoni, dall'altro allo Zola e ai suoi grandi predecessori. Ma se la forma del romanzo ha fatto nei Malavoglia un altro gran passo, non può [...]

[...] rimanga più nulla da imparare da Don Abbondio e da tutto il mondo manzoniano creduto un mondo morto, come quello della luna. Raccontano che il Rosini [...]

[...] Monaca di Monza desidera vederlo — Il Manzoni, 14 quel giorno perdette un po’ la sua calma abituale e gli fece rispondere: — Don Alessandro [...]

[...] . Noi facciamo delle ricostruzioni meravigliosamente esatte. Per ogni parola, per ogni frase noi vi presentiamo un testo, venti testi che [...]

[...] possano, all’occorrenza, confermare o schiarire. Il Cavallotti, si sa, è un erudito di prima forza; e se le note della commedia hanno un ugual [...]

[...] un’opera 19 d’immaginazione un momento della vita antica, si era trovato in condizioni così favorevoli per la riuscita. Esteriormente, non occorre [...]

[...] ! Lasciatemi questo mio povero cuore! Per viverne solo, lo porto lontan! è proprio sicuro che non siano versi di un poeta romantico di [...]

[...] quarant'anni fa, da lui dati ad imprestito al suo greco personaggio? La vera vitalità di un personaggio consiste appunto nei suoi sentimenti, nelle sue [...]

[...] significa che i Greci non conoscessero, non provassero, alle loro ore, la tristezza, la malinconia, e, forse, anche un po’ di sentimentalità [...]

[...] , Menandro: è come un profumo, come qualcosa di imponderabile che si stacca da quelle opere immortali e ci fa provare la sensazione delle [...]

[...] all’apparenza, facendogliela scambiare colla sostanza. Meno testi e più di quella intuizione divinatoria che è la maggiore delle facoltà d’un artista [...]

[...] un apparecchio di studi e di ricerche, quasi con un lusso di materiali scientificamente accertati, da mascherare in parte la pochezza del [...]

[...] resultato, anzi, l’impossibilità del buon resultato! 23 Ma ecco qui un altro poeta (I) che procede precisamente al modo opposto. La sua [...]

[...] parse, invece, ragioni sufficienti per creare un Orfeo nuovo di pianta, tenendo soltanto fermo che esso era « avant tout, un poète, un amoreux [...]

[...] , un civilisateur. Une fois que les diverses passions inspirées par ces trois rôles sont en jeu dans une âme, c’est à l’auteur de les faire [...]

[...] lutter ensemble, d’en assurer le développement et de conclure par un dénouement logique ». Ed ecco, sous un nouveau jour, il tipo d’Orfeo. La [...]

[...] di prove. Il Grandmougin, che non è un poeta volgare, non ha avuto neppure il sospetto che tutto questo era perfettamente antiartistico [...]

[...] umana apparisce: è una alta, schiusa le nari ferine a l’odor de la selva, violata dal sole bella stornellatrice; o pure ...un fanciullo da [...]

[...] ' neri selvaggi capelli, da’ grandi occhi sognanti, pregni di verdemare, ignudo ne l’ombra d’accanto a la tenda; o pure un pescatore: Curva ha [...]

[...] sparisce nel gorgo marino...; ma sono apparizioni fugaci, visioni d’un minuto. Il paesaggio riprende subito la sua foga sinfonica, tormentata [...]

[...] corni 29 inglesi, da un capo all'altro dell’orchestra, intrecciandosi, confondendosi, fermandosi ansimanti per islanciarsi, da lì a poco [...]

[...] , in un crescendo vertiginoso, mentre il bianco, l'opalino, il violetto, il verde mare mormorano e sospirano da flauti e da viole, travolti da [...]

[...] breve pentametro spira in un pispiglio languido di dattili... rompetemi il dattilo in bocca, fervidi baci della fanciulla mia; Per te germogli [...]

[...] . Via! Con chi prendersela se oggi poesia, pittura, musica tendono fatalmente a confondere in qualche modo i loro processi? È forse un puro [...]

[...] , quando ha sorpreso un secreto nel grand’organismo dell’arte, si tien paga di poter dire soltanto: Signori, ecco una legge? Non siamo moderni [...]

[...] , butta la macchia, accarezza la tinta, mette le velature e tiene esatto conto anche dei piani e dei rapporti. È un eccesso? Una corruzione [...]

[...] , con tutte le minute particolarità che le imprimono un carattere e le dànno un’espressione, un significato, stavo quasi per dire un’individualità [...]

[...] metà del volume può dirsi un solenne Te Deum in onore di esso. Ecco, e la glauca marina destasi fresca ai freschissimi grecali; palpita [...]

[...] chiarore. Abbondano anche i paesaggi. Ma infine, 35 siccome abbiamo da fare con un vero ingegno poetico, per quanto esso si compiaccia [...]

[...] parola e l’abilità della mano; e il suo sentimento non v’interveniva. Il cielo pien di nuvole rosse a levante; di contro un incendio ampio [...]

[...] d’oro tra cui si sollevan superbi co’ verdi ombrelli i pini ; ne ’l fiume tre vele spiegate tutte gialle; a la riva un bel gruppo di giovani donne [...]

[...] , con le giunonie braccia nudate, le vesti succinte, che lavan panni e cantano in coro stornelli d’amore; un canneto lì presso; tra le canne un [...]

[...] giovanile; un alito di salsedine marina ci punge le nari; un forte sentore di terra in rigoglio ci si spande d’attorno. Il poeta ignudo le [...]

[...] membra agilissime a ’l sole ed a l'acqua liberamente, come un bianco cefalo, nuota, fiutando ne l'aure lascivia di muschio che da’ salci a onde [...]

[...] più nuove o più efficaci. Infatti le strofe in un punto sono vipere alate in amore e in un altro coppia di serpentelli alati che è la stessa [...]

[...] Carducci fievoli ma percettibili, ed anche echi romantici che stonano un poco nel concerto; come, per esempio, i seguenti: Dicono i petali ne [...]

[...] sogguardan sdegnose con un pispiglio fievole di pecchie. 38 E come sensazione, e nient’altro, vi apparisce la donna. Fra tanti gridi che [...]

[...] a ’l bacio fresco del vento la castanea chioma: bianca ne ’l peplo su l’ azzurro cupo fuor de la roccia. Curvo al tuo piede come un tigre dòmo [...]

[...] , stringa lo schiavo etiope il lunato arco d’argento e nel felino avvampi occhio un desìo. L’onde pel sole come serpi immani verdi [...]

[...] forse tale da giustificare la giovanile 39 baldanza del titolo e da rassicurare sulla sorte di un ingegno poetico così riccamente dotato [...]

[...] sin dalla culla? In ogni modo, è bello veder questo fanciullo, com’egli stesso si chiama, con un pensiero superbo che gli arde negli occhi di [...]

[...] versi. Ah! se la realtà per poco lo afferra! Fra Lucerta, tra le novelle del volumetto Terra vergine, è un accenno. Cincinnato, una promessa [...]

[...] . Sarebbe bella che un giorno egli arrivasse a convincersi che in arte la vita è tutto, anche poesia, e che potendo infondere nella semplice [...]

[...] raccolti in un volume civettuolo. Questi fini lavori del Nencioni perdono poco nell’essere riveduti in un diverso ambiente, con un’altra luce. Basta [...]

[...] guardarli ad uno ad uno e riposarsi in quella sentimentale rêverie ch'essi eccitano nell’animo del lettore; basta non rivolgere l'occhio ad un [...]

[...] l'occhio, l’incanto dell’apparizione veniva raddoppiato. Ora sono come raccolte in un boudoir elegante, discreto; e dalle pareti dove pendono [...]

[...] si guardan tra loro forse un po’ sorprese di trovarsi insieme, come ha già notato il loro autore. Ma quando si è dirimpetto a un’opera d’arte [...]

[...] gli guidavano la mano nei tocchi rapidi e delicati; e tentavo di spiegarmi quell'emozione che finiva col coprire il peccato di un pudore [...]

[...] allora erano novità ed intuizioni di stile e di forme poetiche; e la sua voce tremava e il verso assumeva un accento, un’espressione che la fredda [...]

[...] giornali; così anche gli stessi difetti, o meglio le stesse mancanze, che ora il volume fa più visibili, servivano a rivelarmi perchè in un [...]

[...] punto egli avesse abbondato, quasi calcato la mano, e in un altro avesse sorvolato e dato soltanto rapidi tocchi, o appena appena degli accenni [...]

[...] volontariamente, o non vuol vedere che da un lato solo. Osservate il medaglione della Krüdner, una strana figura di donna che ama misticamente, che si [...]

[...] , non tenesse conto del titolo dove sono apertamente significati gl’intendimenti dell’autore, proverebbe come un piccolo senso di delusione [...]

[...] guastare ogni cosa. E sarebbe un peccato. 20 Maggio 1883. L’ETERNO FEMMININO Alla domanda: Perchè Fausto si salva? non c’è da dare altra [...]

[...] meglio che possa fare: « Traversa i secoli, nella coscienza popolare, un pensiero che il sapere non basti a soddisfare l'animo e possa, quando [...]

[...] nutrire la vita e la confonde. Empie la mente e lascia vuoto il cuore; sicchè all’uomo bisogna un più potente, un più fresco alito per sentirsi [...]

[...] dalla vita di lui; se rimane qualche relazione tra quell’uomo e quella donna, riducesi alla comunanza d’un medesimo oggetto nell'amore di ciascuno [...]

[...] raggirarsi sopra un altro pernio, cioè, sopra l'azione diretta, immediata, volontaria della donna amata sull'amante. Invece anche nella leggenda greca [...]

[...] . Cipriano ha trovato un punto dove fermarsi nelle sue corse a traverso il mondo reale e il mondo della scienza di allora. La bellezza di Giustina lo [...]

[...] affascina d’un tratto. Quella vergine galilea è un nuovo ignoto che lo attira e lo seduce: e vuol possederla ad ogni costo. Ma dal momento che [...]

[...] un altro ignoto, un altro ideale si presenta improvvisamente e inattesamente al suo intelletto e al suo cuore, Giustina vien lasciata da parte [...]

[...] attrae Fausto perchè in essa gli par di dover trovare un appagamento, un ristoro a quella smaniosa sete dell’ignoto che anche qui si presenta sotto [...]

[...] Gloriosa; ma in questo caso il Goethe avrebbe dovuto dimenticare che era un poeta; ed egli, odiatore acerrimo d’ogni astrattezza in poesia, voleva [...]

[...] sentimento. Quando la riflessione sopraggiunge, l’ideale diventa reale e dal sentimento passa all’intelletto. Ma lo spirito umano non si ferma un [...]

[...] , e da essa ci 59 viene la nuova, ma non diversa, non opposta, redenzione e purificazione dello spirito umano. Però nell’un tempo o [...]

[...] nell’orecchio dietro un ventaglio, e caldi di scandali mascherati a mala pena dal leggier velo d’un nome un pochino storpiato. Egli usa [...]

[...] ) Numa Roumestan, moeurs parisiennes — Paris, Charpentier. 1881. Un vol. 62 della società parigina, non sa frenarsi di rivolgersi al suo [...]

[...] reale, che sotto l'episodio — narrato in un certo modo, con attenuazioni o reticenze — c’è l’aneddoto vero, lo scandalo di un giorno che corse [...]

[...] , intanto guadagna di molto. Non è una malignità l'affermare che il Nabab e Les Rois en exil siano stati un po’ aiutati così ad arrivare oltre le [...]

[...] sessanta edizioni. Ma è giusto aggiungere che senza un innegabile merito artistico, per la forza del solo scandalo, non sarebbero arrivati neppure a [...]

[...] un terzo. Questo non significa che il Daudet speculi sul pettegolezzo dei suoi lavori, bassamente. Il romanzo moderno è uno studio psicologico [...]

[...] positivo, un lavoro d’osservazione minuta, attenta, inesorabile, che non perde le sue belle qualità neanche quando combina i 63 diversi [...]

[...] elementi della realtà per ricavarne un insieme che non sia precisamente reale. Significa soltanto che il Daudet mette una punta di malizia nel [...]

[...] . I primi capitoli illudono. Quella festa del concorso regionale nell'arena d’Aps, (Aix) sotto un sole cocente, con quella folla in ammirazione [...]

[...] ; e, poi, quel processo di stampa del Furet che rivela, più che agli altri, a sè stesso un oratore di prima forza nel giovane avvocato senza [...]

[...] le proporzioni comuni, e il lettore prova un vivo dispetto contro l'autore che, colla malizia della sua epigrafe, 66 lo ha fatto cadere in [...]

[...] commestibili Aux produits du Midi, ecc., ecc., sono degli episodi e dei profili graziosi, pieni di spirito, d’un colorito ben intonato, quantunque [...]

[...] , tutta esteriore; che parla come l’uccello canta e fa della propria parola non un mezzo ma un fine, improvvisando, gorgheggiando, trillando e [...]

[...] razza, attiva, irrequieta, un po’ rozza, un po’ superstiziosa, troppo naturale, voleva mostrarcela alle prese colla raffinata civiltà parigina [...]

[...] dircelo. Nessuno era più adatto di lui per un quadro di questa natura. Meridionale naturalizzato di buon’ora parigino, egli ha l'immaginazione [...]

[...] essere 69 un romanziere moderno di razza, qual ha potuto mostrarsi nel Nabab e nei Rois in exil, per citar solamente i suoi più recenti [...]

[...] , niente persuasa che tra meridionali, come assicura Roumestan, esse abbiano soltanto un senso relativo. Ed è vero. Ma a Parigi, a Londra, a Roma [...]

[...] avvertirlo, d’un matrimonio d’amore. Però il futuro marito deve piacere alla ragazza, una parigina puro sangue, che non può soffrire i meridionali da [...]

[...] . Un parigino, nel suo caso, non avrebbe fatto altrettanto? Numa parla, si lascia andare, diventa eloquente; forse ripete involontariamente (è [...]

[...] grandi gesti del mestiere. Avrebbe forse fatto diversamente un giovane parigino un po’ furbo che stesse ad uccellare alla dote? Pare che il Daudet [...]

[...] irresistibles! come se Numa Roumestan avesse operato un miracolo. Il Daudet ce l’ha un po’ con questa 72 sua creatura e le aggrava addosso la [...]

[...] mesi dell’anno.... Il Daudet gli amministra intanto un assai grave gastigo. « Bruscamente, senza dire una parola, ella si slanciò, attraversò [...]

[...] tal colpo la vigilia di esser madre, dà alla luce un bambino morto e si dibatte per qualche tempo tra la morte e la vita. Si può dire, in [...]

[...] coscienza, che in questa disgrazia la povera razza meridionale c’entri proprio per qualche cosa? Ma penetriamo un po’ più addentro nel carattere di [...]

[...] Numa. 73 Egli si annoia in quel sobborgo di San Germano, fra le viete illusioni legittimiste. La sua attività sente bisogno d’un campo [...]

[...] più serio, e già egli prepara un’evoluzione verso il partito imperialista. Un giorno, a tavola, Numa si sfoga a canzonare quei di Froshdorf; li [...]

[...] lì una bella frase che può servire, modificandola un pochino: Figlio della Vandea del mezzogiorno, cresciuto nella fede monarchica e nel culto [...]

[...] no. Nessun parigino ha mai fatto altrettanto? La cosa è un po’ difficile a esser creduta. E tutto il romanzo va di questo passo intramezzato [...]

[...] tamburo le faccia una strana e forte impressione, passi; ci è un po’ di 75 natura meridionale in quella testolina immaginosa. Ma che la [...]

[...] cosa intanto sorprende: il difetto di colorito in un soggetto meridionale. Una cosa intanto fa pensare: la mancanza di quei contrasti così [...]

[...] vivace romanziere si sorveglia, si rattiene, anche a costo di riuscire, egli! un po’ grigio e monotono: ed ecco che architetta il suo lavoro [...]

[...] presagire che nel suo prossimo romanzo potremo salutare la sua evoluzione artistica già bella e compiuta. TORQUEMADA (I) Un dramma [...]

[...] Burgravi che paiono il borbottamento d’un Eschilo rimbambito, tutti han tentato la prova della scena prima di presentarsi al pubblico sotto la [...]

[...] madre e di amante, i loro sogni da leggenda; tutti, uno dopo l’altro, han cercato di illuderci con un (I) Victor Hugo — Torquemada, Paris [...]

[...] , Calmann Lèvy, 1882. 78 sembiante di corpo, con una simulazione di vita; e tutti sono spariti, fantasmi grandiosi, lasciandosi dietro un rumore [...]

[...] vago di cose, un bagliore strano di apparizioni che fa sorridere e pensare. Torquemada, invece, ci viene dinanzi direttamente, senza passar per [...]

[...] la scena. Ah! i tempi son mutati. Oggi non basta più l'essere un fantasma e il poter declamare dei versi sublimi per osar di salire il [...]

[...] segreto della forza, della personalità, del carattere di essa o quello che a lui è parso tale. È stato un momento! E la terribile figura di quel [...]

[...] , non gli parve più una figura volgare, di frate sanguinario, compiacente strumento politico in mano di un monarca spagnuolo, crudele [...]

[...] coscienza di teologo e d’ispirato da Dio. Allora egli la sentì gemere con un accento di immensa tristezza: D’un cóté La terre, avec la faute [...]

[...] fortemente, che ammazza il corpo, l'accidente, perchè vuol salvar l'anima, l'essenziale, è un lampo di genio degno di Victor Hugo e di [...]

[...] celeste, lo Shakespeare avrebbe mescolato qualche cosa di umano. Un’ombra di dubbio, un lampo d’esitanza sarebbe venuto di tanto in tanto a turbare [...]

[...] avrebbe dato un Torquemada tutto d’un pezzo, senza scoraggiamenti, senza paure. Si sarebbe rammentato che ci fu un tempo in cui il Torquemada della [...]

[...] storia tremava per la sua vita e non osava fare un passo senz’essere scortato da quaranta famigliari dell’Inquisizione a cavallo e da dugento [...]

[...] contemporanea, teneva sempre sul tavolino un dente di liocorno per difendersi colla supposta virtù di esso dalle insidie dei veleni. Ci avrebbe [...]

[...] immagini, nè musiche beethoveniane di verso che possano supplire a quello che rappresenta l’assoluto nell’arte: l’organismo, la forma. E poi, un [...]

[...] dramma dev’essere un dramma, non lirica, non epopea. Non basta prendere tre concetti e metterli in riscontro o anche in lotta, per poter dire: ecco [...]

[...] concetti in realtà artistiche viventi. Ci vuole ben altro. Perciò, incontrando nel secondo atto queste tre parvenze, non restiamo illusi un [...]

[...] en toi, comme le Dieu qui crée, Une paternité formidable et sacrée? Et la famille humaine est-ce que ce n’est rien? Mais on a soin d’un boeuf [...]

[...] ! Mais on guérit un chien! Et l’homme est en danger! Tu n’as donc pas d’entrailles! Ces petites enfants, ciel! être à jamais brûlés! Touts ces femmes [...]

[...] sappiamo, non cerca una realtà artistica ma un velo che adombri il suo concetto, ma una immagine senza consistenza che lo lasci agevolmente [...]

[...] , ai due giovani innamorati. E parecchi anni dopo, nel punto in cui questi trepidano sotto la minaccia di un grave pericolo, nel punto in cui la [...]

[...] loro felicità di amanti, la loro vita, tutto, pende da un filo attaccato alle mani onnipossenti di lui, una parola, un ricordo sfugge dal [...]

[...] grande inquisitore, quel gran teologo può dunque, tutto ad un tratto, precipitar dalla sua altezza, diventare un volgare superstizioso, un [...]

[...] gretto casista, un frate imbecille, non distinguere 89 tra una buona intenzione e un peccato mortale, e mandar al rogo due giovani belli ed [...]

[...] senza dubbio il sublime della follia del divino... Sì, senza dubbio. Ma la forma, ma la vita? Il poeta voleva darci, mi pare, un’opera d’arte; un [...]

[...] lasciasse scorgere un po’ troppo l'artifizio con cui era stata costruita. Un artifizio, s’intende, ammirabile, da ingegno che conosce meglio di ogni [...]

[...] era questo: quelle figure non producevano l’illusione di personaggi viventi; erano rigide, legnose; si movevano tutte d’un pezzo, con gesti da [...]

[...] parlava invece di esse, senza molto curarsi di alterare la voce. Oh! un parlatore abilissimo, di quelli che attirano e incatenano anche quando [...]

[...] finamente ironico, ora sdegnosamente elevato — quasi apocalittico — dell’uomo convinto di avere un mandato. E come si vedeva che quei personaggi, no [...]

[...] , quelle figure erano un mero pretesto per lui! Egli — ce l’ha detto dopo — s’era sentito gonfiare il petto, dallo sdegno, dinanzi allo spettacolo [...]

[...] che stava sotto quei suoi occhi di osservatore espertissimo e di analizzatore implacabile. Nel gran crogiuolo della Francia avveniva un enorme [...]

[...] dont elle était née.... Et cet Bête formidable ne disait pas un mot, ne poussait pas un cri! On entendait seulement le choc de ses màchoires et [...]

[...] oltre il Reno c’è un uomo 94 « au front dégarni, à la moustache épaisse, aux yeux sombres, profonds, fixes et insondables, a la bouche [...]

[...] homme de genie.... a vaincu et utilisé la Bête!.... » Capite? Non era un dovere per lui, pensatore, artista, cittadino, l'afferrare colla mano [...]

[...] semplicemente un lavoro teatrale: ha voluto gettare un grido di allarme, tentare un risveglio della coscienza. I suoi non sono personaggi puramente [...]

[...] , arringa, opuscolo politico e sociale, sistema - filosofico o religioso. Innanzi tutto dev’essere un’opera d’arte, un organismo vivente che nasconda [...]

[...] soluzione dei grandi problemi sociali, se esso non vuol morire di sfinimento a furia di vivere di ripetizioni: ma però ad un solo patto: che esso [...]

[...] povero innamorato di Daniele: quella strana figura, che si contorceva come un serpe, che sguizzava, che aveva slanci da pantera, che mentiva [...]

[...] mal un seul étre innocent, si tu me fais obstacle dans ce que Dieu me commande, aussi vrai que Dieu existe, je te tue! Ma il Dumas col suo [...]

[...] rappresentanzione arriva a nascondere la crudezza dei mezzi con cui la catastrofe vien prodotta. C’è là, in un angolo, il fucile che attende [...]

[...] Dumas artista) il meglio sarebbe stato ch'essa fosse riuscita, nello stesso tempo, e l'una e l’altra. 5 Novembre 1882. UN ROMANZO [...]

[...] Pfizmaier nel 1847, quando diede alla luce in Vienna un racconto di Tane Hico pubblicato al Giappone nel 1821. Il nostro Severini lo tradusse in [...]

[...] amore che i colti lettori certamente conoscono col titolo Uomini e Paraventi, abbreviato dal vero titolo, un po’ lungo: Sei paraventi proposti a [...]

[...] della simpatica Misàvo (Modesta) è un vero idillio dirimpetto alla tragica narrazione dei Fedeli rônini di Tamenaga 101 Shounsoni, della quale [...]

[...] violazioni, rimane ancora abbastanza spiccata da darci alla lettura un sapore affatto nuovo ed esotico che diletta e sorprende. 102 La storia [...]

[...] accanto al braciere, cogli occhi pieni di un rispettoso terrore, io ascoltavo dalla mia venerata madre la narrazione delle avventure dei [...]

[...] . Oggi quel mondo feudale è un ricordo storico anche là; ma le tombe dei quarantassette rônini continuano ad essere tuttavia oggetto di [...]

[...] venerazione e di culto. « Furono uomini leali e perciò patriotti! Essi han dato un esempio che sarà sempre imitato, e verrà tempo in cui il loro [...]

[...] qualunque cagione trovasi sciolto dal diretto legame di vassallaggio verso un principe — daïmio. Il motivo che fece diventar rônini i samurai [...]

[...] , pensò d’inviare un messo con dugento rios d’oro ai due consiglieri che stavano presso il principe, ordinando che li presentassero subito al [...]

[...] grandissimi segni di rispetto, mentre Sua Eccellenza il principe d’Ako fu trattato peggio del solito. — Principe d’Ako, mi si è sciolto il nastro di un [...]

[...] siete goffo questa mattina! — soggiunse il Kira. — Sembrate un contadino! Il principe non ne potè più e tirò fuori la sua sciabola: — Difendetevi [...]

[...] principe l’avrebbe finito se un ufficiale accorso agli urli non lo avesse trattenuto pel braccio. Un’ora dopo il principe d’Ako riceveva l'ordine [...]

[...] , uno dei più belli di tutto il libro. Credo far cosa grata ai lettori, dandone un lungo brano; così potranno formarsi un concetto più [...]

[...] ufficiale, ginocchioni presso un piccolo tavolino, intingeva nell’inchiostro il suo pennello. Egli scriveva con rapido movimento una poesia [...]

[...] principe era prigioniero. Un 107 amico di famiglia, che aveva prestato cauzione per lui impartiva gli ordini, e accordava i permessi di entrare e [...]

[...] di uscire. Una profonda tristezza regnava in tutta la casa; solo il capo di famiglia era calmo. « Nel mezzo del suo dolce fantasticare, un [...]

[...] , mentre un pericolo vi sovrasta? 108 « Benchè commosso da quelle parole, egli non lasciò trasparire nessun turbamento; ma invitandola ad [...]

[...] desidero che voi accordiate piena e cieca confidenza al mio primo consigliere Roccagrossa... È un uomo che vale milioni, bravo, onesto, ricco [...]

[...] di risorse, paziente nelle difficoltà, insomma, un vero uomo di Stato. « — Un uomo di Stato! — ella esclamò. Ma perchè dunque non ci difende dal [...]

[...] bene che fra non molto dovea dividersi per sempre da lui. Il principe si sforzò di darle coraggio, e quando fu un po’ calma la condusse per mano [...]

[...] testimoni — rispose impassibile il capo dei commissari. « Un paravento fu rimosso: tutto era preparato per la solenne cerimonia. Il principe si [...]

[...] , pronti a rendere al loro capo gli estremi onori. « Fuori, tutto era tranquillo. Un leggiero strato di neve copriva il suolo. Nella casa regnava un [...]

[...] silenzio di morte. I samurai serravano forte i denti e si torcevano le dita dal dolore; ma dalle loro labbra non scappava neppure un sospiro [...]

[...] un muto addio, portò la mano, con aria calma, al pugnale che aveva a destra.... » Da quel giorno in poi i fedeli samurai, diventati rônini per [...]

[...] dimentico del suo giuramento di vendetta. Ma il giorno che il cavalier Kira si stimò sicuro e accettò un invito in casa di suo genero, il [...]

[...] in un ripostiglio di carbone dove s’era nascosto; e, siccome invitato a darsi la morte quel vile non ne avea il coraggio, egli lo uccise e gli [...]

[...] staccò la testa per portarla, in offerta, alla tomba del suo signore. I quarantasette rônini andarono la mattina dopo a fare un solenne [...]

[...] nell’intrapresa vendetta; scene divertenti come l'episodio del dottor Villa-Farfalla, un ciarlatano che può dar dei punti ai suoi colleghi europei [...]

[...] il dio Volpe prende le sembianze di un familiare del cavalier Fianco della Costa, caduto ammalato d’occhi lontano dalla sua famiglia, e lo [...]

[...] l'ombra de’ pini maestosi, circondate da un ricinto di pali. In un cortile del convento presso una cappella dedicata al bo-satù Kuau-où veggonsi le [...]

[...] . Nei Tales of old Japan del Mitford si legge che nel 1868 un rônin andò ad aprirsi il ventre fra quelle tombe perchè avevano rifiutato di [...]

[...] popolari e prende quasi forma di un mistero religioso. 117 Forse per questo è proibito di far conoscere i veri nomi dei rônini e alcuni [...]

[...] sia una delle versioni più pure. Ve n’ha alcune dove tutto è arruffato in modo da rendere il racconto irriconoscibile. Un principe giapponese [...]

[...] un sacrilego rimaneggiamento simile a questo che il giapponese Shiouiro Saito e il signor Edwar Grecy hanno osato di fare. 20 Maggio 1882 [...]

[...] una certa elevatezza che rende rispettabile il suo carattere anche quando chiama un sorriso sulle labbra. Appena sposato, mette in una [...]

[...] quel sacro deposito sia ben custodito. Le sue stanze erano sempre ingombre di vasi di fiori: amava portare spesso un mazzolino all'occhiello [...]

[...] il Romani non accettò per non essere complice di recata offesa all'onore di un grand'uomo e non affiggere colui verso il quale nutriva [...]

[...] vedeva soltanto la desiderata occasione di ritornare nella sua città nativa, fra i suoi, e perciò tentava di persuaderlo: « È un insulto — rispose [...]

[...] un riflesso del suo carattere, un che di ardito, di sentimentale e di severo, tre qualità che avrebbero dovuto fare a pugni tra loro e in [...]

[...] quell’anima si compenetravano, si armonizzavano per una certa vaporosità d’idee propria di lui e di quei tempi. Il conte di Cavour gli diceva un [...]

[...] dove si va e che cosa si va a fare. E gli pareva che allora si andasse, a rotta di collo, in un precipizio. « Uno sbrigliato ardimento di tutto [...]

[...] violare, 124 un continuo smarrirsi nelle nuvole di astrazioni metafisiche, un fallace notomizzare di passioni, un abuso di mistico e di [...]

[...] imiterete voi mai nella generosa ambizione di conservare le patrie ricordanze e di conservare inviolato il più santo palladio d’un popolo, quale si [...]

[...] è imitazione fra noi, vesti, costumi, usanze, arti, letteratura, credete voi così facile ridurre una tragedia o commedia francese in un [...]

[...] melodramma italiano? Far poche pagine di un volume? Compendiare una lunga azione? Mettere in miniatura caratteri, personaggi, situazioni? Da un [...]

[...] , ora coi soprani, ora coi bassi, combinando la ragion poetica con la necessità 126 dell’arte; allargare un concetto in tanti versi del [...]

[...] , ora invece essa ha preso il primo posto, ha invaso il campo e ridotto la poesia un vero pretesto per la sua personalità di opera d’arte [...]

[...] ; e pesco nel libro della signora Romani due aneddoti nuovi. Al Bellini mancava ancora nel 1827 un po’ di disinvoltura; aveva, dice la signora [...]

[...] di un’opera belliniana. Una sera, nell’uscire dal teatro, egli si vede accostato da un signore di modi gentili che lo prega di uniformarsi [...]

[...] dalla duchessa Maria Luigia e non otteneva un vero decreto che permetteva al sig. Felice Romani, Letterato e Poeta, nativo di Genova [...]

[...] più di venti anni nelle carte di un amico morto nel fior della giovinezza! Dentro la dubbia luce dei ricordi quella amata persona riviveva, di [...]

[...] tanto in tanto, con la evidenza di un’allucinazione e facea sussultare il nostro cuore. Un gesto, un motto, un aneddoto, e la gentile figura ci [...]

[...] un profumo di altre primavere; sensazione dolce e penosa nello stesso punto, perchè il passato prende sempre qualcosa delle misteriose [...]

[...] fuor d’ogni confronto. Poi, un giorno, ci capita tra le mani un oggetto, uno schizzo, un fascio di carte che ci riaccostano in un modo più [...]

[...] intravveduta; la malìa si rompe, la figura riprende le giuste proporzioni della realtà, e noi proviamo la fredda sensazione di un distacco immenso. Quel [...]

[...] trasformati con noi? Che desolazione! Che 135 rovine! E come il superbo rigoglio della vita nuova trionfante ci pare un vigliacco insulto a [...]

[...] riconoscerla in essi; la pietà si trasforma a poco a poco in un sorriso più doloroso della pietà stessa! Come? Era questo che ci commoveva, ci [...]

[...] scritto del signor Russo intorno a Beppino Macherione, un poeta siciliano morto a ventun’anno del 1861 a Torino. Io conobbi il Macherione [...]

[...] nell’Università di Catania. Da principio quella sua figura bruna, pallida, cogli occhi un po’ velati dalle palpebre, coi capelli neri lasciati [...]

[...] crescere alla moda dei romantici del 1830, mi era riuscita un po’ antipatica, pei capelli 136 soprattutto. Ma quando potei avvicinarlo, ci legammo [...]

[...] la vita. E come seppi che il mio nuovo amico ne avea già pubblicato un volume, fui preso da una specie di venerazione per lui che aveva già [...]

[...] stampato! Florido di salute, gl’invidiavo quella tinta di persona malaticcia; con un precoce istinto di osservazione che indicava un certo [...]

[...] madre e una sorella colpiti da tisi; uno dei suoi fratelli era morto annegato fra gli scogli ove era andato a prendere un bagno. Egli stesso [...]

[...] Guerrazzi. Gli si mandava un saluto da quell’estremo lembo di Italia per dirgli che ci sentivamo italiani anche noi e che speravamo di poterlo [...]

[...] di Francesco Tenerelli ora deputato al Parlamento. Allora questo era un atto audace, e noi ci sentivamo superiori a noi medesimi nel compirlo [...]

[...] sorveglianza della polizia. Bisognava andar a consegnare quella lettera e il volume delle poesie di Beppino al capitano di un legno mercantile [...]

[...] sembrava un pezzetto della libera terra genovese: e vi facemmo dei brindisi all’Italia, un po’ sottovoce sì, ma coi cuori in fiamme e colle labbra [...]

[...] anche del regalo. E quella lettera fu un altro talismano che ci unì più fraternamente. * * * Le questioni di arte che ci appassionano e ci [...]

[...] dividono ora, in quei tempi, che sembrano lontani di più di un secolo, non 140 si sospettavano neppure. La nostra cultura letteraria era molto [...]

[...] moderati, e (cosa notevole) siamo quasi tutti rimasti tali fino al presente. Ci fu un tempo in cui Augusto Conti fu, per noi che non avevamo [...]

[...] avuto agio di passare oltre i primi principî della filosofia, un rivelatore, un maestro. Questo filosofo che avea combattuto a Curtatone ci [...]

[...] sembrava un fatto sorprendente; questo cattolico, che non era papalino e parlava della nostra patria italiana, si staccava di mille miglia dai nostri [...]

[...] quel volontario di Curtatone immiserito dalla scolastica e dal senso comune, quando tra i nostri aleggiava 141 da un pezzo lo spirito [...]

[...] metafisico del Miceli, un Hegel prematuro. Ma, infine, della filosofia ce ne preoccupavamo assai poco: non sognavamo che l'Arte! L’Arte civile, l'Arte [...]

[...] la vigoria naturale che nessun insegnamento può comunicare. Leggendo i brani di componimenti riportati dal Russo nel suo lavoro, ho provato un [...]

[...] sentimento di grande tristezza, come davanti ai frantumi di un naufragio. Bisogna aver vissuto la stessa sua vita, bisogna aver provato in [...]

[...] ? Oggi è un altro mondo. La vita ha altri ideali, altre esigenze; l'Arte, altre tendenze, altri metodi, altra coscienza. Che importerà di quei [...]

[...] oggi si sorriderà nel sentire che il Macherione sognava un poema sulla Lega Lombarda, come altri sognava un teatro storico da far un riscontro [...]

[...] : l'anno scorso mi balenò un concetto grande, ma di difficilissima esecuzione. Ideavo, stendevo un Dramma- poema; argomento dovea esserne l'Italia [...]

[...] prometteva di essere un valoroso e che era degno di lasciare un’orma incancellabile nella via della gloria! Il Macherione pareva invaso dalla [...]

[...] di Catania, a Cibali. Splendeva un magnifico lume di luna e la campagna attorno era tutta profumata dalla zàgara dei giardini. Verso la [...]

[...] noi applaudivamo e fischiavamo. La caricatura più riuscita fu quella di un professore di diritto naturale che aveva un tic al collo e alla [...]

[...] faccia e si era storto il naso a 145 furia di appoggiarvi un dito o il pomo della mazza di una parte. In quel momento i nostri urli naturalmente [...]

[...] quella una delle ultime volte che io vidi il Macherione. Il sessanta ci disperse chi qua, chi là. Egli fu un po’ volontario tra le squadre che [...]

[...] con lui un mondo che pareva perduto per sempre; fatti e persone delle quali il ricordo (I) Bernardo Celentano, Notizie e lettere intime [...]

[...] l'intuizione dell’artista è così vigorosa e così acuta che quasi lo fa diventare un pensatore. C’è un misto di 149 riflessione e di sensazione da [...]

[...] del Tasso che dà i primi segni di pazzia proveranno un acre diletto nell’apprendere tutto il processo per cui son passati quei quadri, e se li [...]

[...] caretteri; e quantunque le abbia dovute fare di un fiato, in una sola seduta 150 per ritenere il partito spontaneo del vero, pure non sembrano [...]

[...] giugno 1861). Queste notizie e lettere intime sono un vero monumento innalzato dall’amor fraterno a Bernardo Celentano pel ventesimo [...]

[...] . Il pittore Pollak lo avea visto sull’uscio dello studio che prendeva un po’ di fresco. — Mi fa bene — egli disse al Pollak, 151 Poi si era [...]

[...] bene poichè lo voglio.... » Alle undici e mezzo, racconta Luigi, posata a un tratto la tavolozza e i pennelli, s’era posto a sedere restando per [...]

[...] alcuni minuti taciturno... e alla domanda del modello — se qualcosa lo turbasse — aveva risposto: un forte mal di capo. Quindi alzatosi s’era [...]

[...] sofà, avea chiesto un sorso d’acqua. Quando il modello corse a porgergli il bicchiere, lo trovò già caduto e privo di sensi; e appena 152 [...]

[...] splendida aureola di un martire dell’arte. Giacchè è il fuoco dell’arte che consumollo; è nella lotta per l’arte che la sua fibra audace e forte, per [...]

[...] troppa tensione, si spezzò. Il signor Luigi Celentano non ha fatto un meschino lavoro di compilatore. I suoi personali ricordi e le lettere di [...]

[...] Bernardo a lui formano un insieme così organico che il volume ne ritrae tutto il fascino e l'interesse di un’opera d’arte. Nulla di più [...]

[...] , la mano del povero Bernardo era stesa rigida e inerte sul sofà del suo studio in via Margutta, n. 33! 22 Luglio 1883. UN POETA DANESE (I [...]

[...] ) Wil’hem Getziier è figlio di un povero pastore protestante nel piccolo villaggio di AErhielsberg. Nato il 29 maggio 1839, ebbe a maestro suo [...]

[...] padre che intendeva di farne un pastore come lui. La madre, una giovane donna assai culta, gl’insegnò la musica e il disegno. Visse fino ai [...]

[...] diciott’anni una vita, com’egli dice, quasi selvaggia, perdendosi ogni giorno per la campagna con un libro sotto il braccio e la colazione in [...]

[...] lentamente — il latteo vapore della nebbia — che si addensava, si addensava, — come un altro cielo che a poco poco — inghiottisse nel suo abbisso la [...]

[...] terra. « E in quell’immensità si perdeva — l’animo mio spaurito e tremante; — e provavo un assottigliarsi — soave di tutto il mio corpo, — come [...]

[...] poesie ma di nascosto del padre, perchè questi giudicava la poesia un'occupazione indegna di un vero uomo, d'un cristiano, sebbene il Re David [...]

[...] ricco con quei tre talleri di argento che per caso si trovava nel borsellino. Così un dopopranzo arrivò a Copenhaghen. « Scrissi subito a mio padre [...]

[...] lirica, la leggenda epica, l'apologo, il dramma medioevale, l'idillio, la satira; e sempre con felicissima riuscita. Getziier è un poeta intimo [...]

[...] : ma soprattutto, 159 è un assimilatore, come si compiace di giudicarlo l’alta critica delle riviste letterarie danesi: un poeta, che ha [...]

[...] hanno lasciato qualche cosa della loro particolare essenza, un balenìo di luce, un profumo, un’impronta; ma quello che in ogni altro [...]

[...] Nazzareno pare un mistero mediovale, con quella semplicità di forma arcaica che inganna, quasi fosse la voce di un’altra epoca. « Cogli occhi [...]

[...] tra Pilato e sua moglie: « La moglie di Pilato. Ho fatto un brutto sogno: — ho sognato un cielo di sangue — e il velo del tempio — che si [...]

[...] giusto! « Pilato. Non ho l'animo tranquillo; — quel nazzareno è innocente. — È forse un poco matto — perchè si crede figliolo di Dio. — Ma io voglio [...]

[...] ! — Questi non sono i vostri — occhi cerulei sorridenti! Questa non è la fronte — che pareva un sole nascente! — Questa non è la bocca — che sanava [...]

[...] sputo — misto a un po' di polvere — rese agli occhi ottenebrati — il soave riso del sole! « Figliuolo, mio dolce figliuolo! — Ecco perchè [...]

[...] , — io solo posso dirle: — T’amo! T’amo! T’amo! » Questo che siegue è un cammeo antico, scolpito con plasticità tutta pagana. Tento di tradurlo [...]

[...] : « Presso la fonte cristallina che mormora, — sotto gli ombrosi rami dell’alloro e del mirto — Endimione dorme — bello come un Dio dell’Olimpo [...]

[...] — appoggiata sull’arco, col volto sospeso, e il seno « della vergine dea si gonfia dalla commozione; — mentre un cenno della sua mano tien lungi — i [...]

[...] del Pascià potrà dare un saggio di quella 164 varia potenza assimilatrice che è la caratteristica del Getziier: si direbbe tradotta [...]

[...] un accento originale: ecco una di quelle piccole liriche dove il Getziier è proprio lui, un vero poeta del Nord. Nella foresta, per la snellezza [...]

[...] maledizioni — in un linguaggio divino. « Gittati sui muschi e sulle erbe, — ch’essi strappano con mani — convulse dallo sdegno, — imprecano [...]

[...] essere una nera culla — mossa dalle acque: Io ti vidi scorrere altieramente — sullo spumante dorso di quest’onda orgogliosa; — e parevi un [...]

[...] bella fanciulla — quando il braccio. « Ardito d’un amante li cinge; e gloriosa — recavi da una sponda all’altra, rapidamente, — i tuoi fieri [...]

[...] , dal tuo seno melmoso, al mare, al mare — sfasciata ti trascini! » Il Getziier ha già annunciato la prossima pubblicazione di un altro volume [...]

[...] accorto finora della canzonatura. È inutile aggiungere che come non ha mai esistito un poeta danese chiamato Getziier, così sono un’invenzione i [...]

[...] incoraggiavano il presunto traduttore; nessuna che avvertisse il giornale di esser stato messo in mezzo da un burlone. Se qualcuno dei tanti nostri [...]

[...] mordevano gli orecchi per farlo alzare. « — Non vedete che sta per morire? disse infine un carrettiere: e così gli altri lo lasciarono in pace [...]

[...] , che l’asino aveva l’occhio di pesce morto, il muso freddo, e per la pelle gli correva un brivido.... « — Se volete venderlo con tutta la legna [...]

[...] : — Compro soltanto la legna, perchè l'asino ecco che cosa vale. 173 — E diede una pedata sul carcame, che suonò come un tamburo sfondato [...]

[...] occhio di osservatore ha già tolto di mira la vita bassa della città, e un giorno o l'altro lo vedremo comparire con un volume di Novelle [...]

[...] Milanesi che faranno un bel riscontro a questi maravigliosi quadretti della vita siciliana: il processo artistico dell’impersonalità conterà senza [...]

[...] dubbio un trionfo di più. L’umorismo del Verga scaturisce dalle intime viscere della situazione fortissimamente resa: è l'osservazione acuta dello [...]

[...] scrittore che prende corpo e vita e s’impone. Somiglia a quella gomitata di un amico che vi dice: guarda! guarda! e vi costringe a guardare [...]

[...] che fa vi apre un abisso di questo cuore umano dove la bestia 175 ringhia e appetisce più che non si voglia far credere da certi moralisti da [...]

[...] protestavano che se entrava frate era finita per loro, e ci rimettevano i denari della scuola, perchè non gli avrebbero cavato più un baiocco. Ma lui che [...]

[...] ! » Di queste risposte, di queste frasi, di questi terribili lampi umani ce n’è uno ad ogni rigo. Il reverendo aveva buttato la tonica su un fico [...]

[...] era un correre dietro al tre tarì; egli non ne aveva bisogno. Monsignore il vescovo, nella visita pastorale, gli trova il breviario coperto di [...]

[...] del rimprovero di Monsignore. Se il breviario era coperto di polvere, i suoi buoi erano lucenti, le pecore lanute, e i seminati alti come un [...]

[...] è sparso via via, in tante piccole scene, che la onnipotenza della forma fonde insieme e rende organiche: eccone una. Quando c’era un podere [...]

[...] da vendere o un lotto di terre comunali da affittare all'asta, « gli stessi pezzi grossi del paese, se si arrischiavano a disputarglielo, lo [...]

[...] accidentale, di capriccioso, di puramente individuale, un semplice affare di moda, scambiano certi accessori coll’essenziale; e non possono perciò [...]

[...] persuadersi che ci siano nella storia e serie di forme, e un processo di forme, e un continuo divenire di forme che poi si esaurisce e si [...]

[...] arresta, quando tutte le forme possibili di un dato genere letterario sono esaurite, come è accaduto pel poema e per la tragedia. Quegli altri che [...]

[...] grammatica, è un uomo disgraziato a cui la natura ha voluto negare ogni più piccolo senso d’arte. La lingua, la grammatica, il bello stile per loro [...]

[...] eleva all’unisono del soggetto e par lo stile d’un altro. Certamente lo stile del Verga non è un clichè da togliersi in prestito. È qualcosa di [...]

[...] smorfie caratteristiche; ma è semplicemente assurdo! Mi sorprende che un uomo d’ingegno come lo Zola possa lasciarsi illudere da una simile [...]

[...] sciocchezza. È assurdo! Lo capirebbe un ragazzo! — Ma dunque, risposi con qualche esitanza, la verità resta proprio esclusa dal teatro? — No: bisogna [...]

[...] parte da un principio falso, quello che la drammatica sia un’arte... Niente affatto! È un mestiere... Vi sorprende? — Certamente! — Questo avviene [...]

[...] probabilmente perchè 183 non vi siete mai provato a scrivere pel teatro. Vedete lo stesso Zola, un uomo di ingegno superiore, lo ripeto [...]

[...] intendermene un pochino. Vi pare? — Siete un maestro. — Sapete come faccio quando debbo scrivere una commedia? Metto la testa fuori della finestra e [...]

[...] annuso il vento che spira. Parigi ha delle fissazioni che durano qualche tempo, delle vere malattie contagiose che scorrono da un quartiere [...]

[...] nostre amministrazioni; un esercito di camerieri, di operai, di commessi, di donne facili... Tiens! Tiens! Voilà mon affaire! E scrissi Dora [...]

[...] da un sentimento, in teatro diventa più bête che altrove. Tutto sta nel sapergli fare il tiro... E questo, checché ne dica lo Zola, è mestiere [...]

[...] 185 permettete, per un solo minuto, che il pubblico rifletta, non c'è commedia che regga... — L’attualità: è il punto solido dove un [...]

[...] n’a jamais « été l’amant de Marcelle et de lui de « mander de croire à sa parole, par un « miracle d’amour. L’effet a été très grand. « J’ai cru [...]

[...] verità. Io vorrei dirgli: Su, via, ottenetemi col metodo scientifico, coll’osservazione, colla verità, un effetto così potente come questo da [...]

[...] me ottenuto con una mezza verità, con un quarto di verità, forse con un millesimo di verità, ed io mi do per vinto, legato mani e piedi. Giacchè [...]

[...] un minuto secondo, se no, addio! Il pubblico vi scappa di mano e l’effetto è perduto. Dicono che io mi sia formato una ricetta per comporre le [...]

[...] sul punto solido: il resto verrà da sè. Un autore inesperto si ingolferebbe nella questione politica, si perderebbe fra le congiure... No [...]

[...] , convien deviare, deviare dolcemente; ed io butto il pubblico in un dramma domestico... Un’assurdità, figuratevi! Ho creato una Russia a posta, e dei [...]

[...] caratteri e dei costumi russi di mia particolare invenzione, tanto per dar un po’ di polvere negli occhi col così detto colorito locale... Io [...]

[...] me ne rido di queste fisime, quando non servono a nulla pel mio scopo. Questa volta voglio fare un dramma, un vero dramma con pochi personaggi [...]

[...] , con scene larghe, a grandi tratti... Credo di riuscire. La ricetta? Sicuro! Come nella Dora c’è una spia che non è spia, qui ci sarà un [...]

[...] nichilista che non è nichilista: è il tiro che faccio sempre e che mi riesce sempre. I miei personaggi cammineranno tutti sul filo di un rasoio. Sotto [...]

[...] che fa comodo a me. Uno 188 dei personaggi, della Fedora, per esempio, ha un segreto, e se lo lasciassi dire, cioè se egli dovesse parlare [...]

[...] quello che ammazza un personaggio?... Sara morrà divinamente. 189 Anzi, se io faccio morire la mia Federa, è unicamente a riguardo di lei [...]

[...] m’importa del dopo? direbbe Sardou. E fino a un certo punto io non credo che abbia torto. 15 Aprile 1883. III. (*) Il conte Armando [...]

[...] Nouveaux samedis (riscontro legittimista agli scettici ed empi Nouveaux lundis, del Saint-Beuve) e finalmente, di Souvenirs d'un vieux critique [...]

[...] , si leggono con piacere; stava per dire: si ascoltano, giacchè, più che d’altro, hanno l'aria di una brillante conversazione improvvisata in un [...]

[...] assai superficiale: il suo latino non è sempre sicuro; ma la sua causerie diverte, come un piccolo tour de force di rettorica, come una bizzarria [...]

[...] paradossale. Par di sentir discorrere un uomo di altri tempi, un marchese della Seiglière, pel quale il mondo è rimasto, o meglio avrebbe dovuto [...]

[...] e un pochino artificiose egualmente. Questa volta, cosa strana! proprio quando avrebbe dovuto abbandonarsi alla spontaneità dei suoi ricordi [...]

[...] hanno una particolare malizia; per esempio, quelli su Chateaubriand. Un giorno, lo Chateaubriand, stringendo la mano al focoso deputato di [...]

[...] deputato. Pochi giorni dopo, il Clausel de Consergues commetteva lo sbaglio di attribuire allo Chateaubriand un articolo del Conservateur che [...]

[...] allo Chateaubriand l’esser diventato un liberale, 194 ma non perdona neppure a Luigi XVIII l'averlo congédié comme un valet coupable [...]

[...] qu'on jette sur le pavé. Un particolare curioso: « Fort lettré, mais probablement fort retardataire en littérature (notate il probabilmente d’un [...]

[...] : — Nous en ferons un libéral! E il Pontmartin dice tristamente: « Il n’y a réussi que trop bien! » Nella sua qualità di legittimista [...]

[...] finement. Nous l’aimons tous deux, mais dans des conditions et avec des fortunes bien différentes: je suis un disgraciè; vous ètes un favori [...]

[...] nell’esser conosciuta più da vicino. La virilità dello scrittore sparisce (di lei non si può dire scrittrice), e vien fuori un cuor di donna [...]

[...] può e dev’essere stata in quella famosa avventura intorno alla quale si son scritti tanti volumi. Mancano i più intimi elementi per un [...]

[...] giudizio definitivo. L’epistolario, che potrebbe e dovrebbe fornirceli, probabilmente non ce li darà. Giulio Sandeau disse un motto atroce su colei [...]

[...] che gli diè le primizie del suo cuore e poi ritenne per sempre metà del 199 cognome di lui; disse: Il cuore di quella donna è un cimitero; non [...]

[...] c'è altro che le croci di coloro che lei ha amato. Ah! io avrei voluto vedere un po’ il cuore di Giulio Sandeau! Quasi quasi mi par più giusta [...]

[...] , vicendevolmente, l'una dell’altro. Ma sarebbe più opportuno ricordarsi che nell’amore non ci sono torti, fino a un certo punto, finchè la passione è [...]

[...] pensava al pubblico, sarebbero un vero tesoro, anche se, letterariamente, non avessero (come pare) nessun valore. In alcuni momenti della vita, un [...]

[...] gran poeta e un sensale di vini si equivalgono. Dicono che il Musset, nei primi mesi del suo amore, 200 scrivesse alla Sand delle lettere [...]

[...] sciocche più di quelle d’un parrucchiere. Lo credo. Una lettera che un parrucchiere non saprà mai scrivere è quella che la Sand, ritirata nel suo [...]

[...] castello di Nohant, indirizzava a Giulio Boncarain allora maestro di Maurizio. Ne citerò un solo passo: Vous me demandez ce que nous devenons [...]

[...] spiegherebbero soltanto col gotico. Questa poesia conserva l'alliterazione popolare invece della rima. È attribuita ad un Bavarese dell’ottavo o nono [...]

[...] Walhall, abbia qualche lontana relazione coll'incendio universale della leggenda evangelica. La leggenda pagana ha un significato intieramente [...]

[...] , irromperanno: cadranno le stelle dal cielo, la terra tremerà, i monti vacilleranno. Sartr farà divampare un incendio che distruggerà l'universo, e allora [...]

[...] accadrà la notte degli Dei. Poi si vedrà una nuova terra coi nuovi uomini virtuosi e felici e un nuovo cielo con nuovi Dei. La leggenda del [...]

[...] delle invasioni gotiche e longobarde. C’è mancato ben poco che il Gregorovius, un tedesco che ama tanto l'Italia e gli Italiani, non abbia detto [...]

[...] letteratura italiana ne sarebbero offuscate. 17 dicembre 1882. VI. (*) « lo sono una fanciulla debole come un filo d’erba; così che qui nel mio [...]

[...] petto vi è ora un tumulto pari a quello di uno stormo di uccelli schiamazzanti sulla spiaggia o sul greto. Ora sì non vi è altro che tumulto [...]

[...] larghezza — e torniamo al Giappone, o meglio, a quel rivolo d’arte giapponese che il Severini ci appresta, per notare un riscontro curioso [...]

[...] un altro tramonto, con un altro paesaggio con un’altra camera, con un altro studio di pittore: e (quei tali critici hanno un bel dire) quando [...]

[...] l'arte della parola raggiunge l'effetto maraviglioso di farci vedere le cose, è proprio l’opposto di un inventario. Imminente luna; Orazio non [...]

[...] detto più sopra, ch’essi vogliono dare la senzazione non d'un effetto di lume di luna, ma del tale effetto di lume di luna: la cosa è diversa [...]

[...] comme des 213 arborisations d’agate sur un fond d’opale... Anatole prit à gauche... Il était dans une petite clairière. L’éclaircie était [...]

[...] semble passer de la robe d’une ombre sous la lune, entre les branches, un peu de cette âme antique qu’a un bois de Corot, faisaient songer [...]

[...] di staccare una frase di qua, un periodo di là, in maniera da falsarne isolatamente il valore, come direbbero i pittori. Io ho il grave sospetto [...]

[...] Cherbuliez, che è stato ricevuto poche settimane fa tra gl’immortali dell’Accademia francese, è un romanziere di terz’ordine. Però, dopo Ottavio Feuillet [...]

[...] bourgeoises, prétendues images d’un monde qui, s’il est tel qu’on le dit, ne vaut pas la peine d’ètre représenté. Loin de songer à une imitation [...]

[...] capables de mettre en lumière ce que la situation de l'homme a de tragique et de contradictoire. » É precisamente quello che un nostro elevatissimo [...]

[...] azioni che non escono dalla cerchia di un fatto diverso di giornale? Confessiamo che la cosa non ci sorprende nel nostro pensatore quanto nel [...]

[...] Renan che è un artista. Servile imitazione della realtà! Ecco una frase vuota di senso. Dal momento che la realtà passa nel mondo della [...]

[...] assumono quella stupenda solidità alla quale il Verga ci ha abituati in altri recenti suoi lavori, in Pane nero, per esempio, un piccolo racconto [...]

[...] di appena un centinaio di paginette. In questo scendiamo ancora più giù nella scala sociale; siamo addirittura fra contadini. Non sentimenti, ma [...]

[...] olio consumavano per la frittura. Mandava via Brasi a comperargli un soldo di tabacco e cercava di pigliar Lucia pel ganascino correndole [...]

[...] lo trovi un marito senza dote? Guarda quest’orecchini! Poi ti regalerei vent’onze per la tua dote. Brasi per vent’onze si fa cavare tutti e due [...]

[...] padrone è un galantuomo, comare Lucia! Lasciate ciarlare i vicini, tutta gente invidiosa, che muore di fame e vorrebbero essere al vostro posto [...]

[...] tornò a casa da suo marito, era tutt'altra, serena e colle rose in volto. « — Se tu vedessi! Un cassone alto così di roba bianca! Anelli, pendenti [...]

[...] nuvole. — Un monde qui ne vaut pas la peine d'être représenté! Ma è appunto il regno dell’assurdo, 223 del falso, del convenzionale [...]

[...] .....................>> 77 La moglie di Claudio ...........>> 91 Un romanzo giapponese ..........>> 99 Felice Romani ..................>> 119 Giuseppe [...]

[...] Macherione ............>> 133 Bernardo Celentano .............>> 147 Un poeta danese ................>> 155 Trucioli .......................>> 169 [...]

Pratesi Mario
L'eredità
23 1889 - Provenienza testo: scansione Archive 519 occorrenze

[...] " Raccontami una novella...." " Allegra o mesta? " Allegra più che puoi.... " " C'era una volta un uomo che abitava vicino a un cimitero. " SHAKESPEARE [...]

[...] , La novella d'inverno, atto II, 2. I. Stefano contadino, dopo aver parlato della sua razza (e ne parlava spesso), lasciava per un momento [...]

[...] attoniti e muti gli ascoltatori: poi, fissandoli con que' suoi occhi cagneschi, aggiungeva asciutto: " Noi siamo dei Casamonti. " Pareva un [...]

[...] artifizio rettorico, ma quel nome buttato là da ultimo acquistava un significato eloquente, dopo aver saputo che i Casamonti discendevano da [...]

[...] chiamare a disfida qualche Fiorentino: perchè quest'odio implacabile contro i Fiorentini e contro Firenze era anch'esso un'altra proprietà, un [...]

[...] d'oggi di questi non ne rinasce, diceva Stefano un sessant'anni fa, ma allora a vent'anni non si sapeva quello che fosse donna, e non c'era il mal [...]

[...] venereo. Vicino a morte Margaritone volle che gli aprissero la finestra per riprendere ancora un respiro d'aria mentre il sole passava le macchie [...]

[...] nere, e spandeva d'un turbine d'oro diffuso la pianura verdeggiante di Poggio Sole. - 3 - Il moribondo aveva intorno al letto i figliuoli che non [...]

[...] dicevano niente, ma seguivano il respiro affannoso del padre, finchè cessò, e il prete, avendogli accostato un moccolino acceso alle labbra [...]

[...] , disse: " È morto. " Ma come Lazzaro ebreo alla voce del Salvatore, così risorse Margaritone e ripreso un altro respiro d'aria, fece con un bercio [...]

[...] : la casa di que' fratelli, isolata nell'uzza cupa del bosco, pareva un antro di fiere selvagge, o era come certe repubbliche: chi teneva a levante e [...]

[...] - questo mondo quando già c'era venuto egli. E quel migliaretto di scudi che gli sarebbero bastati per comperarsi un podere, e finir di dipendere una [...]

[...] ) restarono pei poderi vicini, e ricorrevano sempre a Giovanna, ora per un fiasco di vino, ora per uno staio di fagioli o di grano che [...]

[...] fattoria a un negoziante ricco che tutto voleva vedere, tutto voleva sapere; a Stefano incominciò Poggio Sole a venire in uggia, e non aspettava [...]

[...] messo a vendere il vino di fattoria al finestrino del loro vecchio palazzo. Avendo dunque questo Ferdinando preso in affitto un podere vicinissimo [...]

[...] visitare il podere, ne calcolò così a un di presso le staiate di terra, il reddito delle piante, esaminò il bestiame, gli piacque la casa [...]

[...] nuovi affittuari, i quali o lo mandassero via, o gli facessero altre condizioni da non poterle esso accettare. Dopo un po' di contrasto, siccome [...]

[...] in un portafoglio di pelle rossa. Stefano a quella vista pensò alle belle occasioni che la città porge ai guadagni, e sodisfattissimo, e giurando [...]

[...] : un palazzo merlato, nero, tutto archi acuti e vetriere, d'una fiera e nobile impronta medioevale, che poi fu anch'esso venduto; e de' vecchi [...]

[...] troppo spesso le mani, porgeva il fiasco dal finestrino. Il qual finestrino vedevasi sempre aperto colà sotto l'immagine della Vergine, un volto [...]

[...] ulivi: le pannocchie del granturco col loro giallo vivace spandevano sulla loggia un po' di gaiezza, ma quelle finestruole dai vetri sempre rotti [...]

[...] un tratto incolto, sparso d'ortiche e di malve, gustate con morigerata pace dall'asinello; e un tal tratto sarebbe stato ciò che è la platea [...]

[...] dinanzi alla scena, che qui era il cimitero di faccia: una scena fissa, con un severo portico intorno, le cui ali estreme erano rimaste interrotte per [...]

[...] essere poi proseguite verso la casetta di Stefano. Prima però d'arrivarci, ce ne volevano degli anni e dei morti! Essendo quello un cimitero [...]

[...] incappati della Misericordia apparivano in quel recinto due o tre volte in un mese. E nonostante vedevasi già tutto pieno di stemmi e di mausolei come [...]

[...] era mica un giorno! era dal secolo scorso, cioè cinquant'anni, che il vecchio Drea, il becchino, zappava quel cimitero fondato sopra un tranquillo [...]

[...] rianima in fondo alle montagne azzurre e serpeggianti nel cielo chiaro. Singolari anche le porte dei poderi tinte d'un rosso cupo, sulle [...]

[...] - dovunque; apparisce nelle ville severe, ne' castelli, ne' monasteri sparsi, nelle badie dei villaggi solitari, danno a questa campagna un incanto [...]

[...] che altrove non si ritrova: un incanto quale avrebbe una musica indefinibile dove la giocondità fosse immedesimata con una tristezza di morte. Il [...]

[...] quell'ampio e continuo andare di poggi. Guardando questo paese dal cimitero, sembra quasi strano che tanti defunti che un dì lo videro anch'essi, oggi [...]

[...] - piante mute e passive si sprigionasse alcunchè di maligno, ed ei lo subiva inconsapevole come lo subiscono gli animali. Un albero si seccava [...]

[...] streghe v'era miglior rimedio d'un mazzo di ginepro, e contro la malía che bollire i panni: di notte gnaulava un gatto rinchiuso o in amore [...]

[...] persecutore, incolpandoli d'un male ch'essi non fanno: invece le rondinelle si dovevano rispettare, perchè furono le sole che consolassero Gesù [...]

[...] . - 15 - Quella mattina, non era ancora giorno e non si sentiva pel buio che cantare il gallo vicino, a cui rispondeva un altro gallo lontano, e [...]

[...] poi un altro più lungi ancora. Bisognava aprire sulla via il cancello nero di ferro, bisognava passare l'atrio già tutto pieno di tombe, bisognava [...]

[...] inoltrarsi tra i freddi simulacri del portico lungo e ventoso, e poi mettersi giù pel tetro scalone del sotterraneo muto. Era un ardimento di cui [...]

[...] Filusella non si sentiva capace: a ogni modo suo padre lo trattò come un puledro che recalcitri a una barriera, ed egli dovè saltarla la sua paura, ma [...]

[...] portandola sempre in corpo. Attaccato a suo padre, s'avanzò, tutto piagnucoloso, pel sotterraneo, con un lanternino che illuminava appena un po [...]

[...] ' di spazio ai loro piedi. Ed ecco gli parve udire e non udire un certo rumore come di cosa che brulicasse sotto una lapide, ma era un rumore così [...]

[...] solo da chi abbia l'udito fino. Cominciava a riaversi, quando un altro rumore diverso e più forte, come di cosa che cada a un tratto in un luogo [...]

[...] un suono fervido, irregolare, incessante, quali operai tutti dati a faticare insieme di lena intorno a uno stesso importante lavoro. L'orrore di [...]

[...] quel suono misterioso, tutto raccolto in un punto, pareva accresciuto dalla stessa immobilità del simulacro colossale di san Calisto seduto sul [...]

[...] nel buio, e che faceva luccicare a tratti da un pilastrone vicino un'epigrafe a lettere d'oro sul marmo nero. Filusella non ci vedeva più ed era [...]

[...] stendeva la mano su i morti: e i morti anch'essi, dentro le loro gelide sepolture di cui erano piene le muraglie e il terreno, parevano ascoltare in un [...]

[...] silenzio tremendo. " Chi è là? " gridò Stefano facendosi un segno di croce: quel rumore cessò repente, si sentì dietro l'altare una fuga [...]

[...] precipitosa, e dopo più nulla. " Ah! " disse Stefano, " infami! oggi vi servo io! son topi, Tenenosse, son topi! " " O quel coso che pare un cappellone di [...]

[...] a zappare con braccia di ferro la dura terra, e già un po' di giorno penetrava laggiù come ladro ch'entri furtivo e velato in casa non propria [...]

[...] . Con questa educazione egli divenne ben presto un abile e imperterrito beccamorti. Quando veniva deposta la bara nell'atrio del camposanto, e i [...]

[...] fumante sul morto; allora Filusella, in cappa nera anche lui, con viso macero di fatica e contrito, taceva un po' in disparte, in mezzo al lugubre [...]

[...] di cuoio che gli pendevano dalle mani, Filusella s'apprestava a compiere un ufficio di cui egli intendeva benissimo tutta la serietà: un [...]

[...] , antica abbazia del mille, di color ferrugigno, che tutta l'estate pareva immersa nel verde delle vigne: per le colline di faccia un diffuso [...]

[...] : e le mura triste che scendono e salgono tra gli ulivi sparsi per la varia pendenza dei campi: città tutta spirante la vita che visse un tempo [...]

[...] : vita battagliera e gentile: vita tutta chiusa tra gli odi - 20 - e i sospetti municipali e i terrori della coscienza, e rapita in un ideale [...]

[...] , come un balocco, al petto un teschio, fantasia degna del lorenese Richier. Sull'uscio poi della stanza mortuaria era dipinto uno scheletro d'alta [...]

[...] statura con la falce adunca come un gran rostro, e tra i denti uno scartabello con le parole: I miei giorni trapassarono come l'ombra: quello [...]

[...] fiammeggiava dal colle, e lo scheletro guardandolo con le orbe occhiaie sembrava dirgli: anche tu, o sole, ti spengerai un giorno sotto questa mia [...]

[...] convertite in strane paure, quando restava sola, perchè Stefano era con Amerigo in città, alla bettola del fratello, e Filusella a scuola da un [...]

[...] cielo di volo. Per le anime del purgatorio Giovanna, rattoppando, bisbigliava trepida un De profundis. Ma quel lugubre misterioso latino, parendole [...]

[...] , si sperdeva sulle sue labbra a' primi - 22 - versetti. Peggio poi se sapeva che c'era un cadavere nella stanza mortuaria.... E se le [...]

[...] immenso in gran silenzio.... E il cane ululava giù dall'aia deserta, o un moscone riempiva tutta la cucina del suo ronzio, quasi lui solo fosse rimasto [...]

[...] non una voce d'uomo si sentiva venire da nessun luogo.... Sopraffatta da un infinito terrore, Giovanna si metteva la lucernina ora a destra e ora a [...]

[...] vicina, aveva cambiato abitudini, e s'era aggravato di pensieri e d'un malumore insolito. Mentre prima veniva in città assai di rado, forse due o tre [...]

[...] volte in un - 23 - anno, per qualche fiera o qualche grande solennità, ora ogni mattina entrava la porta per ire in piazza con gli erbaggi e le [...]

[...] frutta; e per lui, novizio e irascibile, la piazza era un elemento pericoloso. Cominciò infatti, semplice e inesperto com’era, a sbagliare i modi [...]

[...] interesse, e credendo di farsene un merito presso Dio. Ma a que' mercatini cominciò a saltare la mosca al naso vedendo quel contadino aggirarsi [...]

[...] per la storica piazza con quell'aria scandalizzata e superba, quasi volesse dire: Vili bestemmiatori, a me non le fate le riffe!... Un tal contegno [...]

[...] mostrandosi tollerante e garbato, come conviene all'ospite che vuol vender la propria merce a sua maestà la piazza, può anche un contadino [...]

[...] a pagare, per un sol pugno e dato di santa ragione, sette pioli di multa, ora allo spedale a farsi applicare i cerotti, ora in prigione a roder [...]

[...] piccole soverchierie d'ogni giorno, s'accostò alla gente risoluto sì, ma pure con - 25 - un certo suo sorriso conciliativo; tollerò qualche volta [...]

[...] bestemmiatori, ma accompagnando in cuor suo con " un accidente che ti pigli! " il cordiale saluto. Insomma imparò anche lui la tattica del contadino [...]

[...] con cui esse avevano operato su i suoi sentimenti individuali. Inoltre egli non vedeva delle cose che un lato solo, e quello, senza che altri [...]

[...] gli parve dovere d'ottimo padre quello di risparmiare un simile stato almeno al suo figliuolo minore, almeno a Amerigo, che gli pareva il più [...]

[...] sveglio; e giacchè l'occasione c'era nel fratello Ferdinando, senza dubitare un momento, lo mise a bottega da lui. Per vero dire in tale risoluzione [...]

[...] ebbe un po' di parte anche la cupidigia, e anche una certa vanagloria che pure era nell'indole di quell'uomo. Egli, rispetto a quest'ultimo punto [...]

[...] dunque riguardava Amerigo con la segreta compiacenza delle madri che accarezzano nel proprio figliuolo un prediletto dalla fortuna. Se non che [...]

[...] , dopo qualche mese, il fanciullo parve a Giovanna che le si venisse trasformando in un altro a certi segni che comparvero in lui, onde il sogno [...]

[...] quella sciocchezza di parole e d'attucci che è la prima forma d'un cattivo spirito comunicato ai ragazzi, e pel quale Amerigo cominciò a [...]

[...] così bene il ragazzo, che, verso i quattordici anni, parve finalmente domata la sua naturale perversità. Aveva cessato d'essere un birichino di [...]

[...] quelli che fanno fremere e inorridire gli adulti, i quali smarrirono ogni memoria di ciò che erano essi da fanciulli o adolescenti: era un giovanetto [...]

[...] virtù e un giudizio, che essendosi comunicati a lui dalle labbra autorevoli dello zio vinaio, parevano superiori alla sua età, e n'era lodato e [...]

[...] barattarsi il viso volpescamente! " Lo vedete eh, lo vedete se la medicina ha giovato? " disse un giorno Stefano a Giovanna, che scrollò sospirando il [...]

[...] un pezzo gli ascoltatori. Ne' primi del loro matrimonio Giovanna una notte gli domandò sottovoce, se fosse vero che c'eran donne capaci di vender [...]

[...] Decamerone tradotto! ma quello è un paese molto ingenuo o primitivo appetto a noi che non possiamo che ridere di simili misure affatto puerili. Dunque [...]

[...] , quando Amerigo, su i sedici anni, accennò di nuovo a trasformarsi in un altro essere positivo molto, e più sodo. Si mescolava volentieri nei [...]

[...] che mai ora gli colavano dalle labbra le arguzie più volgari, tanto perchè s'accorgessero che non era più un pupillo, e che ormai le sapeva [...]

[...] assoluti ed esatti che, ne' primordi della sua carriera, non è sì abile un giornalista. S'era poi così bene inzuppato e colorito di quell'ambiente, che [...]

[...] poi una pronunzia così soave, e tanta finezza di leggiadri diminutivi, e tanta esteriore cortesia di maniere, è un contrasto che a taluno può [...]

[...] parer disgustoso, ma che non si può negare non sia anch'esso un documento dell'antichissima civiltà dei Toscani: una civiltà tramandataci sin dai [...]

[...] seguiva in tutto e per tutto l'andazzo. Anche nel portamento aveva contratto un che di flessibile e molle che aggraziava la - 34 - sua alta e [...]

[...] ben quadrata persona: un pittore anzi l'aveva voluto dipingere in veste di paggio regale, col berretto piumato e la spada d'oro; i capelli fluenti [...]

[...] l'opposto di ciò che per ordinario suol essere un contadino. Nessuna luce di nessun sentimento buono era scesa sino al fondo di quella sua natura [...]

[...] villana a umanarla un poco, a rintuzzarne gl'istinti ingordamente bestiali e lupeschi: ma la forza della fatica, le abitudini semplici e parche, la [...]

[...] comuni. Eppure lo dicevano un bravo giovane! Un - 35 - giovane molto prudente lo diceva lo zio, e Stefano era ora così contento di questo [...]

[...] figliuolo, che appetto a lui Filusella, o Tenenosse, teneva un posto affatto secondario in famiglia, egli che per tutta la vita non sarebbe stato che [...]

[...] un beccamorti, e Amerigo invece un vinaio danaroso e civile. Se mai, ciò che crucciava Stefano era il non essere pienamente sicuro che tali [...]

[...] , ella quando saliva un po' stanca su a' mezzanini a riguardare al vinaio la biancheria, faceva gli occhiacci di mamma seria e severa a Amerigo, e [...]

[...] ch'era tra loro, quando la sera quegli avventori se ne stavano per le panche a gruppi accecati dal fumo, e già ne avevano in corpo più d'un [...]

[...] più nè limite, nè misura. Al vinaio questo gioco piaceva, perchè, come i pettegolezzi e gli amori delle serve, anche quello era un mezzo [...]

[...] d'attirar gente; ma una sera Amerigo, dopo essere stato un pezzo zitto, scaricò finalmente al vincitore Gustavo, che non si chetava più, un pugno tale [...]

[...] nella ventraia, che il poveretto restò lì boccheggiante con gli occhi in fuori a ponzare senza respiro come un rospo impalato. - 38 [...]

[...] - Stefano, che se la fumava tacito in un canto della taverna, non se la dette per intesa, non si mosse, non disse nulla, ma guardava, e sogghignando [...]

[...] copertamente agli orribili sforzi che faceva Gustavo onde riavere il respiro, diceva tra sè chiotto chiotto: " Crepa, schianta, figlio d'un cane [...]

[...] ! hai fatto bene a sonarglielo! non dirazzi no! tu sei un Casamonti! " Gli avventori intanto gridavano tutti a una voce contro Amerigo, accusandolo [...]

[...] in piedi, con le nocche appuntate al banco, rosso come un billo, aveva sbarrato due occhi di basilisco, e guardava Stefano tra l'ira e la [...]

[...] meno facile a lodare e vituperare secondo il vento) si trovò tutta unita a condannare Amerigo, un po' in odio a Stefano che li aveva atterriti, e un [...]

[...] le genti di celiare sempre, e di prendere a godere qualcuno: era enorme. Si vedeva anche da questo come basta un nulla a rivolgervi l'opinione [...]

[...] così d'un piccolo cerchio, come d'un'intiera moltitudine che s'accordi contro di voi in un'accusa, o in un pregiudizio. E in mezzo a questa [...]

[...] generale riprovazione, il silenzio della Beppa e di Gustavo dava come un senso di serietà e d'importanza più grave all'offesa. Amerigo e Gustavo non [...]

[...] . Quando il vinaio udì che proprio il danno era fatto a lui e non a un altro, poer uomo! n'ebbe sì offeso il senso morale, che gli balenò [...]

[...] gridare, quel chiuder l'uscio, quel misterioso agitarsi insomma, che accompagna, precede o segue un insolito evento, obbligava gli avventori a [...]

[...] terribile violenza, che quella era una calunnia, e ripeteva che il suo figliuolo era la perla dell'onestà e che non era capace di toccare neanche un [...]

[...] l'onore al nipote, quando una sera gli fecero venire il capriccio di mandarlo, il nipote, a prendere un mazzetto di sigari al solo appalto che [...]

[...] cassetto, intinse la mano: ma non l'ebbe appena ritratta che di dietro un vecchio paravento, il quale nascondeva l'uscio del mezzanino, apparve [...]

[...] lo zio con un bastone gridando: " Ah ladro!!..." Amerigo si lasciò cader di mano i danari, e schizzò come un razzo fuor di bottega.... e al [...]

[...] all'aia giaceva il cane che accompagnava, levando un poco l'afflitto muso e con occhi stanchi, gli uccelli i quali attraversavano il cielo [...]

[...] sentiva male), come un brigante che tema d'essere colto, guardava, là in un canto dell'aia, di dietro il biondo e folto pagliaio, l'apparire del babbo [...]

[...] guardare con paurosa cautela, e mentre se ne scostava zoppicante, pareva fare delle riverenze a Stefano, piantato là in mezzo all'aia. E a un certo [...]

[...] vispissimi e neri occhietti un balenío irrompente d'occhiate: scoteva il capo, mordevasi il labbro, batteva il tacco: tutto questo era come un prologo [...]

[...] , dal camposanto. Più cose gli sollevavano dentro una di quelle tempeste capaci di sradicare una querce, ma non un uomo di quella tempra: che Amerigo [...]

[...] fosse mancato sì stoltamente alle sue speranze guastandogli tutto un piano che gli pareva sì ben disposto, e l'ignominia di ladro che egli s'era [...]

[...] quell'uomo rude e violento: era come sonare un cembalo agli orecchi d'un leone percosso.... Gli uscivano dall'ampio petto certi sospiri che parevano [...]

[...] gli sbuffi d'una caldaia. Finalmente, in un torrente d'ira bestiale e d'imprecazioni, raccontò tutto, vibrando pugni all'aria ad ogni parola. E [...]

[...] tabacchiera un tempo aveva abbellito le tasche del gran panciotto settecentista d'un conte Pula, e poi il buon vinaio, amando di circondarsi di qualche [...]

[...] malaccorti che voglion passar da onesti, sapeva ben lei quand'era il momento buono di farvi un tiro. " Come! " gridò Amerigo uscendo di dietro il [...]

[...] cosa gli volete fare? ammazzare non lo potete, e bastonarlo è poco: e se le bastonate bastassero, a quest'ora Amerigo dovrebbe essere un santo; e [...]

[...] invece è un birbone! un malnato! un pezzo d'ira di Dio! " " No no no! non l'ho presa io la tabacchiera, vi dico! Dio.... " " Ma non sentite [...]

[...] un collocamento. Dovè quindi rimettersi - 50 - a lavorare la terra, e quelle fatiche sotto il sole, la pioggia e la ghigna acerrima, inesorabile [...]

[...] un gran sacrilegio, e perciò si bruciava nelle sere estive a cataste fumose nell'aia: insomma bisognava bene piegar l'arco dell'osso: la voce [...]

[...] animali costretti a vivere nella tana d'un orso. E chi sa quanto la sarebbe durata questa storia, se un bel giorno non accadeva un caso che valse a [...]

[...] diradare o rompere un po' la tempesta. Stefano, verso gli ultimi di novembre, tendeva gli archetti ne' luoghi più aprichi della collina, assassinando [...]

[...] anche lui i felici uccelli viaggianti, le creature più liete del mondo, che Leopardi invidiava. Ma a farlo apposta, c'era per que' luoghi un [...]

[...] d'un gambero, la succhia ghiottamente, ed ella spasima e frigge. Quanto sbagliava dunque Stefano ad attribuire al falco la più nera malvagità [...]

[...] veniva sotto la finestra a abbaiare come un cane. Più notti gli fece la sentinella, e finalmente gliela potè sonare una schioppettata! - 53 [...]

[...] dirlo a sua lode, non mancava d'un certo rozzo e semplice senso di giustizia, per il quale avrebbe voluto, in tutte le cose, che il giusto fosse [...]

[...] premiato e il reo punito: se non che nessuno gli appariva più reo di quello che danneggiava lui o il suo interesse. In questo caso un cotal senso del [...]

[...] . A dire il vero, parlando delle altrui bricconate, egli non temperava mai questa sua dura giustizia con un po' di misericordia, era un Minosse [...]

[...] poi così - 55 - nere, anzi trovava sempre un motivo che le giustificasse a' suoi occhi. Stefano, quando non era cortigiano degli altri, era [...]

[...] facessi diversamente sarei un gran minchione! » diceva, e questa semplice riflessione bastava perchè subito gli paresse giustissimo l'agire anche lui [...]

[...] avuto il suo corso, e ciò servisse d'esempio a tutti gli altri falchi di que' dintorni. E siccome un tale atto di somma giustizia egli l'aveva potuto [...]

[...] badarci poco. Il guaio era però che le nubi s'erano solo un po' allontanate, non sciolte; e quindi bastava un nulla a ridestare in quell'uomo [...]

[...] l'acredine e l'invettiva d'un rigido capitano che abbia visto fallire un suo gran disegno per la vigliaccheria o la bestialità d'un suo subalterno. Aveva [...]

[...] il buon ordine e il terrore in famiglia. - 57 - Ma non tutto può la vigilanza e il rigore, che se costringono da un lato, dall'altro aguzzano [...]

[...] , vetusta e maestosa come un monumento romano, sorgere sull'altra collina attigua alla collina del camposanto. Talora la notte era tempestosa e tutta un [...]

[...] questo che pareva un dissolvimento dell'universo. Egli, chiuso nelle tenebre, scendeva attraverso i campi sino alle mura, ne saliva la ripidissima [...]

[...] terribile d'equilibrio, un combattere affannoso col sonno, il marasmo, e la spossatezza, un tacito implorare che sonassero presto le otto al Carmine [...]

[...] lentamente sul capo. Dopo un par d'orette rimettevasi, più grullo e più pigro di prima, al lavoro; nulla gli riusciva ben fatto, la vanga ad [...]

[...] s'udiva di quando in - 60 - quando un lento brontolare di basse rane dalla peschiera. A un tratto Stefano vide cadere Amerigo come se una [...]

[...] squittire d'un cane. Poi, le mignatte gli succhiarono tanto sangue, che quelle illusioni degli occhi e dell'udito svanirono, ma appena si sentì un [...]

[...] veemenza del sole estivo, senza esporsi di nuovo, e con effetti più gravi, a una ricaduta. Stefano si strinse nelle spalle, e stupì: quello era un [...]

[...] caso nuovo nella forte, invincibile razza dei Casamonti; nè egli seppe reprimere il suo disprezzo per un figliuolo sì tralignante da lui e [...]

[...] dall'avo, il formidabile terrore de' Fiorentini, Margaritone: un figliuolo da cui non si poteva ricavar nulla: nè un vinaio, nè un contadino! che ci [...]

[...] solchi gli avessero messo in cuore il loro silenzio. Discorreva poco anche con Carmelinda: una bruttacchiola mora, con un inferno di capelli [...]

[...] re delle fosse, egli non aveva colaggiù altra compagnia che il suo scettro, cioè lo zappone, ed il lanternino: un lanternino sì fioco che [...]

[...] per la campagna, e il grillo tra l'erba, e lo scorrere solingo d'un rigagnolo, e il cigolío assiduo dell'aratro fendente. Egli stava dietro [...]

[...] ai quali la vigna assortiva i suoi pampani giocondi; e sul poggio slanciava un cipresso il fusto pieghevole e nudo, fronzuto solo alla vetta [...]

[...] , peperoni, insalata, stipa pel forno, salci per piegare le viti; e sparse qua e là piante di fico antichissime e noderose, sotto le quali un tempo [...]

[...] sparse lungi pei colli, allora Filusella staccava i buoi dall'aratro per andare a casa a desinare. Una zuppa di fagioli o di cavol nero, un [...]

[...] bicchiere o due di vinello, era tutto quello che passava il convento, ma a lui bastava. - 65 - Mentre la famiglia mangiava con un gagliardo [...]

[...] d'un morbido canapè. Intanto Carmelinda accompagnava la rigovernatura e risciacquatura dei cocci con flebili cantilene amorose, spiegando una voce [...]

[...] , soltanto la domenica differiva un poco dall'ordinario. - 66 - Allora le donne si presentavano in chiesa, ben pettinate, con quella linda e [...]

[...] scaletta lì fuor dell'uscio di casa, e si riposava divertendosi a fare dei bastoncelli col coltellino, sulla cui lama era inciso un cuore [...]

[...] coi contadini che passavano per la via di sotto. Aveva un altro cappello di pel di lepre, comprato da un pezzo ma sempre nuovo; la camicia senza [...]

[...] dava a quel lusso un carattere odioso di trivialità, di soverchieria e di menzogna: era un viso pingue e d'un colore di lardo vieto che [...]

[...] fraternizzava col tanfo e con l'oscurità della sua taverna; anche il suo naso, che ormai aveva preso un colore superbo di fico brogiotto, pareva avere [...]

[...] spaccio dei vini per mezzo del fiasco giocato con gli avventori: era dunque sempre un contendersi e giocar fiaschi in brigata, e il vinaio [...]

[...] lui, soltanto la Beppa era padrona e arbitra del suo cuore. Un celione, che dominato dalla discorde trinità di Mercurio, Venere e Bacco, andava [...]

[...] fare anche d'un imbecille un pasticcio serio. Con tanta saggezza in corpo era impossibile che non volesse anche lui esercitare la sua pressione [...]

[...] quietamente al lavoro. Nondimeno Stefano avrebbe tollerato ancora per un altro poco l'ozio e la scioperatezza di quel tristo figliuolo, se lo zio vinaio [...]

[...] un bel giorno non fosse venuto a precipitar la catastrofe. " Ma dimmi un poco, " egli disse al fratello una mattina che era venuto a vedere una [...]

[...] vacca ammalata, e dopo era salito in casa a riposarsi un momento, " a quell'Amerigo tu gli hai proprio lasciato la briglia sul collo eh? lo vedo [...]

[...] che da loro non riceveva un baiocco? — E mentre, pensando a tali cose, ella tremava come una rosa al vento sinistro, il vinaio riprese a dire con [...]

[...] Carmelinda che, volgendogli il tergo, inginocchiata sul ciglio del camposanto, vi stendeva un rotolo di tela che gli aveva regalato il su' Filusella [...]

[...] per la sua festa, e in quella tela pareva a Carmelinda di possedere un tesoro. Il vinaio si fermò un poco a guardarla, e volle vedere se almeno [...]

[...] a mangiare. " Bravo eh? giusto te! tu fai una bella vita, eh, da un pezzo in qua! sempre a zonzo! se io fossi in te mi vergognerei: tu non hai [...]

[...] , " rispose lo zio spaventato di quelle mani che Amerigo gli avvicinava un po' troppo al muso, " ti perdonai e ti perdono: ma t'avviso, prima che [...]

[...] ?... Dio...! saremo due allora a picchiare! mi crede ancora un ragazzo? Dio...! Dio...! è meglio già, Dio...! che vada via, che non mi cimenti [...]

[...] lo zio indiavolato, vomitando un turbine d'improperie: quelle improperie che non aveva avuto il coraggio di dirgli in faccia. Stefano se ne stava [...]

[...] ansietà, in un succedersi continuo d'immagini e di presentimenti funesti, e se tra essi affacciavasi la speranza, ell'era come una luna fioca che si [...]

[...] dilegua sotto un irrompere incessante di nuvole minacciose. La mattina si levava prima di giorno, e - 77 - quando sentiva passare giù per la via [...]

[...] gli vedevano in viso. Perciò Carmelinda ebbe un bel coraggio, dopo quattro giorni che non cantava, a riprendere a un tratto la sua solita cantilena [...]

[...] , mentre rigovernava: non fu a tempo a terminare la prima nota, che Stefano con un urlo la fece rincuccolire. " Che vita è questa! " allora gridò [...]

[...] a cercare di quel figliolaccio sciagurato! " " Andate!.... meriterebbe proprio un bel conto! o che credete che vi dasse retta? giucca! poro bambino [...]

[...] che s'è perso tra la folla e bisogna andarlo a cercare! giucca! " " Appunto perchè non è più un bambino, " rispose Giovanna, " non torna a casa [...]

[...] non comparire alla mia presenza: quando gli ho mandato un par di sacca di grano, uno staio di fagioli, e un baril di vino che gli si perviene di [...]

[...] , va bene, " rispondeva piangendo Giovanna, " avete sempre ragione voi! quello è un ragazzo malavvezzo, screanzato; è un ragazzo che ha sempre [...]

[...] aveva Abele, un altro fratello d'Adamo ed Eva, a quella scappata del silenzioso marito non potè tenersi dal ridere, sforzandosi di celarlo. Ella era [...]

[...] avrebbe preferito non saperne più nulla, o morire. Natale, un contadino vicinante a lei, una mattina le disse, con molta segretezza e premura [...]

[...] un pioppino che pareva gli volesse volar di capo: lo sprònchette, i calzoni alla polca, e in mano una mazzettina di giunco, che un altro po [...]

[...] con aria interrogativa. " O dove sta? con chi sta? " Giovanna domandò un po' esitando. " In Via dell’Amore, al n° 106, una casa allegra per questo [...]

[...] lampo di sincerità allora balena in viso alla gente! Ma Natale, sentendo di poter dare un buon consiglio a Giovanna, si fece serio subito, e disse [...]

[...] Stefano era ancora lì. E quando Stefano fu uscito, la voce fresca e gioviale di Carmelinda parve rallegrare come un raggio di sole tutta la casa [...]

[...] di faccende. Dopo aver domandato più volte di Via dell'Amore, gliel'additarono laggiù sotto un arco riposto, in fondo a una lunga scesa. Ella [...]

[...] v'entrò: era una via spopolata e non molto ariosa: andando più innanzi si trovava un ortaccio, che era stato un giardino signorile in antico, e [...]

[...] divideva dalle altre case un palazzotto cadente, dove ci voleva del coraggio a abitare, tanto pareva rovinato dall'incuria e dal tempo: allora [...]

[...] venivano dalle sue stanze voci chiassose d'uomini e donne. Nelle altre case invece, alte come torri e vecchissime, era un'oscurità di finestre e un [...]

[...] stettero ad ascoltare una donna che parlava gridando, e parlava appunto di lui! E diceva a' suoi ascoltatori che il padre, un villanaccio [...]

[...] strada a patire, gli dette ricovero volentieri, perchè era un bel giovane: gli occhi li aveva neri come due schizzi d'inchiostro, e aveva de' bei [...]

[...] capelli lucidi e morbidi come seta. Lei non era gelosa, ma lui era un crudele, uno sconoscente, perché gli piaceva di far come gli uccelletti [...]

[...] .... Amerigo era perso! e non poteva salvarlo! Dopo un po' d'incertezza e d'indugio, tra il desiderio e la paura d'incontrare Amerigo [...]

[...] che gusto ci avevano? o non era un agire, questo, da infami?... - La buona donna ignorava quanto faccia pro e quanto sia grato l'aggiungere qualche [...]

[...] si trovò sola fuori di porta, ella gettò un gran sospiro guardando il cielo infinito che s'imbruniva al crepuscolo, stellandosi raramente. Ma [...]

[...] zio lo mandava a sollecitare il saldo d'un vecchio conto di vini prelibati da certa signora Olimpia Misei che teneva Zaira per cameriera [...]

[...] a dirigere la condotta. E amoreggiarono un pezzo celatamente: poi la ragione per cui Zaira un bel giorno scomparve - 87 - cheta cheta, è [...]

[...] , non so in qual paese. Dopo un anno ritornò come rinnovellata: la pianta, da prima un po' languida e patituccia, aveva spiegato in libertà tutto [...]

[...] un viso che, pur serbando quella delicata finezza di tratti e di fibre per cui gli accorti pensieri corrono più pronti e più opportuni alla mente [...]

[...] , era poi sì florido da parer proprio che al marzo, ancora un po' frigido, fosse successo a un tratto il luglio infocato. Ma quando si dice il [...]

[...] di qualche alto funzionario politico o militare del granducato, invece, trattenutasi troppo al luogo natio, ebbe la disgrazia di piacere a un [...]

[...] questa piccola sodisfazione dell'amor proprio un po' di sollievo, tanto da poter sopportare, quantunque desiderasse tuttavia di cambiarla, l'iniqua [...]

[...] sfacciataggine disperata, ostenta le cupidigie della sua nudità. Vedendo di possedere in quel suo robusto e florido corpo un impero su tutti [...]

[...] coloro che poi in lei spregiavano e condannavano la meretrice, tanto bastò ad invanirla ed incitarla, non senza una certa ragione, a un arrogante [...]

[...] essere sodisfatte non meno delle necessità materiali. Così ella potè rimanere in quell'orribile girone dell'inferno sociale, senza perdere un [...]

[...] questa signora Olimpia un impasto di Taide e di Megera, di falsa pietà gesuitica e di naturalismo pagano, una specie, che so io?... di novella del [...]

[...] Batacchi legata come un libro da messa. Zaira fu quasi vicina a maravigliarsi che un tal modello di donna pur riverita s'adattasse sì bene al suo [...]

[...] nuovo stato. Con un rilavorio pazientissimo di sè stessa innanzi agli specchi, ella si potè elevare a tal grado imitativo da dire: è lei! tutta [...]

[...] prendeva occasione di lodarla a chiunque la visitava, e ripeterne le sentenze amatorie; le quali - 91 - erano d'un acume e d'una giustezza [...]

[...] degradazione, occorreva a Zaira d'avere un appoggio in taluno, il quale, cedendo al fáscino de' suoi vezzi meretricii, la difendesse contro le [...]

[...] alzava la voce!... Allora compariva in sala un giovinotto dalle costole dure e i tacchi sonori, cauto ma pronto, e rinforzando, se occorreva, la [...]

[...] minaccia dello sguardo bieco con una tremenda bestemmia, era ben raro che ad essa non seguisse in sala un timoroso silenzio. Certo, che a [...]

[...] , qualunque ne sia l'indole, la condizione, il costume, sol che sia un po' avvenente, può sempre esercitare sul predisposto a subirlo. Il fáscino di [...]

[...] pareva dipinta la falsità, ne' tratti di pennello ch'ella vi dava; occhi pesti, sagacemente lascivi, ora immersi in un languido oblio, e ora [...]

[...] avvelenati dal furore d'una baccante, era naturale, dico, che fosse d'una gran magia e s'insinuasse come un tossico nelle vene di questo povero [...]

[...] farsi credere un gran signore, e della vita signorile godere tutte le voluttà, permettersene le basse soverchierie, vestire abiti di gran lusso, e [...]

[...] imporre col lampo e il tintinnio de' gioielli. Talora affettava un certo passettino da Ganimede o da gingillo elegante, che proprio gli [...]

[...] così raffazzonato e rimbellettato, ed egli pure cercava di camuffarsi in tal modo per non parere ciò che più di tutto gli rincresceva, cioè un [...]

[...] sensi, crescendo in un ambiente impuro: ella gliele rinnovava in un appagamento compiuto, avvolgendolo nondimeno sempre più nelle spire delle [...]

[...] - 96 - s'immergeva in quel suo turpe idiotismo, o cecità sensuale. Che cosa diviene un istinto, già di per sè potentissimo, quando non sia lasciato [...]

[...] . Tale depravazione e un vile interesse erano soli a tenere uniti questi due amanti che non si amavano, ed erano sempre in guerra tra loro [...]

[...] , malediceva il suo destino, piangeva, giurava di non più rivederla; e dopo un giorno o due ella se lo vedeva di nuovo ricomparire innanzi più fiacco [...]

[...] altro lavoro che potesse procurargli un pane duro ma onesto, la generosa Zaira lo sfamava abbondantemente col suo! Oh, ci voleva altro che le [...]

[...] legnate del buon Stefano per rendere la sanità d'una volta a questa susina che la cancrena sociale aveva convertito in un bozzacchione! VII [...]

[...] . Stefano aveva detto che per lui Amerigo era morto, nè più lo riconosceva per suo - 98 - figliuolo: e batteva i pugni sopra la tavola con un fiero e [...]

[...] fanno co' loro figliuoli? appena hanno messo l'ali li buttano giù dal nido, e che volin via dove vogliono! ora lui è grande e grosso: un pezzo di [...]

[...] tormentatrice. Ben altro affanno invece consumava Giovanna: un affanno che vegliava e dormiva con lei, un affanno che la destava silenzioso di notte [...]

[...] loro freddezza, nè ai vicini perchè ritenuta da un angoscioso pudore. Se Amerigo avesse potuto comprendere questo affanno materno, forse non [...]

[...] scavalcarlo, e rubargli il posto. Alcuni mesi prima era stato servo di quella casa in Via dell'Amore un certo Tognaccio, un figuro che dopo aver [...]

[...] Tognaccio le dette subito un saggio della sua abilità improvvisando sulla chitarra oscenità rimate, e rifacendo così bene il verso del merlo che [...]

[...] entrava mai l'aria aperta nè il sole. E per un po' l'andò bene, finchè egli cominciò a tentare dei colpi: cominciò cioè a farla da principale [...]

[...] a dir male d'un terzo: essi facevano a chi ne diceva di più a carico della Margolfa e di Zaira; e provando in ciò molta sodisfazione ambedue [...]

[...] torto rabberciato molto studiosamente su i capelli untuosi e ben pettinati, quel fazzoletto rosso di seta, che tenuto congiunto alla gola da un [...]

[...] tomaio rattoppato. Insomma questo modo di vestire era così diverso da quello con cui veste un signore o può vestire un popolano, che dava subito [...]

[...] la tuba gettata indietro, per meglio imporre, diceva lui, al pubblico porco: tuba non meno untuosa d'un lungo soprabito curialesco col petto [...]

[...] parola senza accompagnarvi un nuovo titolo a Dio, ma con flemma, con lo stesso tono placido ed amorevole con cui chiedeva all'amico una [...]

[...] nel fossetto: chè chè! è impossibile essere amici! " " E che m'importa? " gli rispose Amerigo con un sogghigno. L'altro l'occhieggiò ancora un [...]

[...] poco in sinistro, e, dondolandosi, se n'andò: ma non s'era allontanato una trentina di passi, che - 105 - incominciò in un chiassuolo a fare il [...]

[...] dalle vetrate un po' d'immobile bagliore, e nulla di più lugubre in tanta solitudine e nerezza di case altissime e secolari. Era taluno di que [...]

[...] poco o nulla, come non esistesse: o solo, per un semplice avviso ai pochi faziosi, si registrava di tanto in tanto qualche impiccagione di [...]

[...] cinque paoli un baril di vino, e che vino! allora minime le imposte, gl'impiegati tutti onesti; e se a stenterello si permetteva d'esilarare il [...]

[...] - 109 - teatro con la equivoca ottava, se anche si permetteva un po' di prostituzione schizzinosa, delicata, dissimulata ma filtrante, segreta, tutto [...]

[...] questo però era sempre coperto, bisogna dirlo, da una gran decenza, da un gran decoro civile. Infatti, quando s'aprì quella casa in Via dell'Amore [...]

[...] , alcuni lo dissero un progresso verso la Francia, ma ai più parve uno scandalo enorme, perchè troppo impudentemente scoperto. Si reclamò anche [...]

[...] il passo di qualche persona educata, quando udirono un branco di maschere urlanti che s'avanzavano, con la romba del vento cupo, giù per le vie [...]

[...] del palazzaccio. La Margolfa, credendosi sicura, continuava a tenere tra le labbra asciutte e grinzose un mozzicone di sigaro, col quale talora [...]

[...] gatto, chi l'asino e chi il galletto. " Volete la serenata? " gridò uno che vestiva un costume d'arlecchino rubato poche ore prima a un [...]

[...] nonostante una mano tirò la corda, e il portone si spalancò. Le maschere, stringendosi tutte in un gruppo, si cacciarono a mani sporte nell'uscio [...]

[...] morì. Tutti, maschere e donne, corsero in sala baccaneggiando come furie in tripudio. In mezzo di sala era un rimescolio multicolore di cenci [...]

[...] tanto disordine, tappandosi con le due mani le orecchie. - 113 - Il maestro zazzeruto (un vecchietto romantico dai capelli ritinti, che [...]

[...] , si divise in coppie leggiadre dal piè levato, e si dettero tutti a ballare e saltare come se la tempesta li avesse in un vortice turbinati [...]

[...] . Zaira rubata in giro, bianca in un corsetto di seta scarlatto, pareva un giglio che uscisse con la chioma nera da un papavero fiammante di luglio: e [...]

[...] sparse nel mezzo e in ogni angolo della sala, le coppie molleggiavano come paranzelle in un mare ondoso, e le donne rotavano, turbinavano [...]

[...] brutalmente. Il vecchietto, con nervosi moti di testa, pestava attentissimo in su e in giù la tastiera, e quei legni sconnessi facevano un gran rumore [...]

[...] bersagliarli, tanto che dell'effigie d'una dama rubiconda non rimase da ultimo che un occhio - 115 - lieto giù penzolante da uno sbrendolo della [...]

[...] il pasto, e anche un florido melograno che una forte libecciata avesse tutto sconvolto e sbattuto. In quel mentre un signore educato venne a [...]

[...] , errabondi o melensi: più nulla di vivo e di chiaro negli occhi, ma una feroce e stupida ardenza, e la bocca semiaperta a un sorriso - 117 - ebete [...]

[...] , o spalancata a un enorme sbadiglio. Nè il riposo lo trovavano tutti: alcuni pareva che lo cercassero invano, esercitando continuamente e [...]

[...] quando, era una bestemmia, un'oscenità, o un vanto di ciò a cui era potuta arrivare, in quei gran giorni, l'erotica potenza del parlatore. Quelle [...]

[...] , era d'una cupezza sinistra e sgomenta, come upupa tolta da una cava buia ed esposta in pieno giorno ai dispetti e alle risa d'un branco di [...]

[...] ? " disse arlecchino mettendosi in mezzo della sala a sedere in terra, a gambe incrociate. E per vedere di rattizzare un po' il fuoco, attraversò sulle [...]

[...] le donne lo guardavano un po' distratte, e un po' anche come se egli, che vibrava lucide occhiate di sotto la morettina, cominciasse a metterle in [...]

[...] un certo vago sospetto. Gli uomini a quella canzone si buttavano via dalle risa, ammirandone lo spirito come sogliono i buongustai. Quando cessò [...]

[...] ancora intorno con un occhio duro di cane, vide l'arlecchino buffonescamente ammiccarlo. " E che vuoi da me? " gli gridò venendogli incontro [...]

[...] che stesse sulla terra! tutto, fuori che spia! " " È un prete! " " Io prete?... me ne vergognerei! " " Giù la maschera se hai sanguaccio nelle [...]

[...] vene! " gridò di nuovo Amerigo. L'arlecchino fece un salto indietro, e cantò molto in fretta: Ah no, la maschera non me la levo: Riffe e soprusi [...]

[...] dare che un colpo solo ma che sia buono e non consenta all'avversario di renderlo, s'avventò su Amerigo, e fuggì.... Amerigo, tratto il coltello [...]

[...] fuggirono a gambe levate in un lampo: le donne urlavano al soccorso - 121 - dalle persiane chiuse, la strada oscura mormorava di voci, e gli [...]

[...] letto del figliuolo ferito, nella sala della clinica chirurgica allo spedale, il sole brillava chiaro, e un raggio mattutino penetrava pure a [...]

[...] Stefano, col maggior rispetto possibile, si diressero ad un pappino: questi, con un piglio da padrone, guardò la tabella a capo del letto dove [...]

[...] giaceva Amerigo tutto livido pesto, e privo di sensi, e rispose con impassibile franchezza: " Olio santo. " Giovanna parve riscuotersi da un terribile [...]

[...] segni di quel pianto che subito invece si riaffacciava copioso come sangue che sgorghi da una ferita larga invano compressa. Un Cristo gigantesco [...]

[...] un miracolo dalla sua onnipotenza. S'udiva intanto la riposata e monotona voce del professore allontanarsi per la lunga corsia di letto in [...]

[...] , e altri giacenti, e taluno con su i piedi il passaporto, cioè la stola nera. Un odore nauseabondo quale si sente nei vecchi spedali, un odore [...]

[...] di farmachi e d'altre cose, contribuiva pure a rendere increscioso quel camerone: un camerone tutto bianco, salvo - 123 - che qua e là, di [...]

[...] venne al letto d'Amerigo un giovane cancelliere, tutto profumato e galante, e spiegata sulla coltre la carta notarile, s'accostò due o tre volte al [...]

[...] naso un boccettino d'essenza, e intinse la penna d'oca nel calamaio: d'oca perchè allora (la bellezza d'un sessant'anni fa) la penna di ferro era [...]

[...] il moribondo a parlare: tese l'orecchio, ma inutilmente. Alla fine, cogliendo sulle labbra d'Amerigo un nome di donna, alzò sodisfatto la penna [...]

[...] divini conforti a Amerigo. Intanto una monaca andava sempre su e giù per la desolata corsia, con un monotono sbattimento di chiavi e di paternostri [...]

[...] sull'anca - 124 - sformatamente massiccia. Dava grandissima importanza ai nonnulla, e suscitava per la più piccola faccenduola un gran moto di [...]

[...] uscì con Stefano dallo spedale, e tutti e due ritornarono a casa piangendo. Come finiva quel figliuolo nel quale avevano un giorno fondate tante [...]

[...] speranze! come finiva! " Oh è stato un gran destino questo! " diceva Stefano, " un gran destino! " - 125 - La mattina dopo Giovanna ritornò per [...]

[...] , s'era un po' ritratta da lui, ma sol per concedergli una languida e breve vigilia, o per prolungargli il tormento ineffabile d'una disperata agonia [...]

[...] dell’esperienza, l'animo suo, non che mutarsi in un giorno, non poteva neppure incominciare a risorgere a poco a poco per un graduale ravvedimento [...]

[...] sapeva vedere altra strada se non quella per cui ruinava come un orbo fiacco e ubriaco. Non un proposito buono, non un rimorso della vita [...]

[...] passata, non un pensiero affettuoso pei suoi, che pure aveva amareggiati sì forte, ma due fantasmi l'agitavano sempre mentre giaceva colà in quel [...]

[...] anche la monaca che quel giovane moriva vittima de' suoi vizi. Volendo dunque la monaca convertirlo, se lo portava a passeggiare come un bambino per [...]

[...] ' gesuiti. Intanto, guardandolo con occhi tremendi, non lasciava, rivolgendogli parole accorte, ma sempre santamente velate, di graffiarlo un [...]

[...] orgogliosa, e aveva messo Amerigo tra' suoi protetti, fino a ordinare gli fosse data qualche porzione un po' meno scarsa di carne, e qualche minestrina [...]

[...] ferma risoluzione di rifiutarlo, Amerigo restò un po' attonito a guardare quella viperella velata: poi battè il piede in terra, e la caricò [...]

[...] ! delle servigiali, e un fremito che trascorse di letto in letto pel camerone. Riferita subito la cosa al direttore, egli voleva informarne la [...]

[...] . Giustamente sta bene; ma quel benigno che vorrà riflettere ai motivi imperiosi che, covati a lungo segretamente, poi, all'occasione, possono premere un [...]

[...] scoperto tanti altarini, che lei, dicono, ha messo di mezzo perfino la Santa Sede per fargli avere un posto tra le convertite o sepolte vive: che son [...]

[...] andare a Roma dal papa: e neanche gli si può scrivere, perchè non ricevono lettere neppure dai genitori: vi dico, via, è come un sepolcro: quelle [...]

[...] avete? o che vi dispiace? - 132 - non ve la pigliate!... pregherà anche per voi. " Questa notizia inattesa produsse in Amerigo un tal turbinio di [...]

[...] reminiscenze, di pene, e di desiderii, così discorde dalla dolce certezza gustata un momento prima, che egli rimase lì appoggiato a quella porta [...]

[...] l'ultimo crollo la sua già crollata esistenza, lo prese quasi un senso patetico che nasceva non tanto dall'estrema fiacchezza a cui era ridotto, quanto [...]

[...] quella donna provava pure un senso di tenerezza, un senso dolorosissimo e inconsolabile d'abbandono e di vuoto. Le premure, le esibizioni e le [...]

[...] oppresso dal male, che s'aspettava da un momento all'altro di morire, e l'angoscia fisica era sì cruda da fargli sentire un po' meno quella [...]

[...] dell'animo già sì atroce. Fermandosi più volte per cessare un po' l'affanno del petto, potè, a gran fatica, tornare a casa. Alle accoglienze festose de [...]

[...] ' suoi, non rispose neppure con un sorriso. " Oh bisogna fare allegria pel figliuol prodigo ch'è tornato! " disse Stefano, e bruscamente, come [...]

[...] , ti si sarebbe venuti a prendere col baroccio? carità di spedale! a te che se' spedito hanno fatto proprio un bel servizio! " Con quella parola [...]

[...] ciliege e de' mazzi di fiori n'hanno avuti parecchi, perchè t'avessero cura e un po' di riguardo: ma chè! siamo villani e tanto basta, l'ho sempre [...]

[...] detto io! se tu fossi stato di dentro città, allora t'avrebbero trattato in un altro modo, brutti porconi! domani alla monaca glielo voglio dire, a [...]

[...] coltellata, a finir di disfare velocemente la trama di quella misera esistenza. Egli non parlava: ma le commozioni interne gli si vedevano continue in un [...]

[...] fatuo rossore che gli s'effondeva a quando a quando nel viso cadaverico: un rossore come di sangue annacquato che salisse in pelle in pelle a [...]

[...] , spiegavano nella valle feconda i grani maturi la loro ricca biondezza lieta, ondulante, vasta. Era un mormorio di ruscelli allegri tra l'erbe [...]

[...] circondano tra le ombre degli ulivi, erano avvolti in un puro e luminoso riflesso che ne - 137 - ricreava la secolare tristezza.... Il sole animava [...]

[...] tutto: animava le fronde, i fiori, le acque, gli uccelli, gl'insetti, le lucertole, le farfalle.... E morire!... E il cielo era tutto un puro [...]

[...] zaffiro con due o tre nuvolette che sedevano come neve lucente sulle montagne chiare, in un mar di splendore: e dalla valle saliva il canto d'una [...]

[...] sdraiare sul pianerottolo della scala esterna, dov'era un po' di ventilazione in quell'estate caldissima ancora, sebbene si fosse inoltrati già nel [...]

[...] istella, turchinissimo come un cielo affricano, avvampava senza che mai vi sorgesse una nube, stremava l'erba, divorava le messi, asciugava i [...]

[...] lontano da un sottil velo di nebbia, la rimpiangesse. Allora, mentre le mandre scendono malinconiche alla pianura, e i primi fuochi invernali [...]

[...] dalla terra nera i tronchi mezzo sfrondati incontro alle tristezze autunnali: nondimeno un desio di liete villeggiature, un ardore di vendemmia e di [...]

[...] recitato, in quella rustica cameruccia, un De profundis al morto incoronato di fiori: " era tanto bello, e s'è strutto come una candela! " X [...]

[...] . Ma dopo la morte d'Amerigo cessò quell'apparente tranquillità di Giovanna: non poteva pensare a quel figliuolo senza che un velo di pianto le [...]

[...] miseranda, all'immagine sofferente che l'era rimasta dell'infermo, in cui ella non vedeva ora un colpevole, ma solo un figliuolo infelice. Forse in ciò [...]

[...] e poi le richiuda quando il tempo s'inforca. Ma quello di Stefano era pure un modo anch'esso d'esprimere il proprio affetto, quasi la moglie [...]

[...] bene, dei quali ogni essere, brevemente vivendo, esperimenta il potere. E noterò un altro cambiamento singolare che, dopo la morte d'Amerigo [...]

[...] , avvenne in Giovanna. Mentre prima non poteva sull'imbrunire entrar sola nel cimitero senza temere di sentirsi a un tratto soffiare in viso il [...]

[...] sotterrato il figliuolo in quel cimitero verde, là sotto casa sua, in un cantuccio riserbato - 142 - a' più poveri, Giovanna non aveva più [...]

[...] notte colà aveva un aspetto così tetro, così minaccioso, specialmente quando non lasciava vedere, tutta coperta di nubi, una sola stella; o quando [...]

[...] laggiù, dalla montagna nerissima sorgeva su i campi riarsi, sulle tacite messi, la luna di fuoco senza raggi, e la salutava da lontano un mormorio [...]

[...] , quando sulle memorie - 143 - degli ultimi trapassati sembrano squillare, per un momento, le trombe della risurrezione. Stavano quei villani [...]

[...] , tutto l'ampio cimitero sparso di lumicini, perchè in quella notte sono ben poche le tombe su cui non risplenda un qualche lume portatovi dalla [...]

[...] carità d'un congiunto. E dopo il rosario era sciabà. Il vin nuovo, al lume della lucerna posata in mezzo, smagliava accesi rubini per i bicchieri [...]

[...] , biancheggiare nel podere la camicia di questo villano curvo al lavoro. Col grosso scarpone spingeva giù bene la vanga, nè s'arrestava un momento a [...]

[...] falciava, non era meno svelto di quand'aveva vent'anni ad alzar la coscia per appoggiarvi su la falce fienaia, che scintillava al sole come un gran [...]

[...] ulivelli s'arrampicavano su su fino al cimitero, fino alla casa, effondendo un colore grigiastro pel poggio che ricordava una testa umana quando [...]

[...] nell'animo una bassa stima dello stato villesco, fino a riguardarsi - 146 - inferiore ad ognuno che dimorasse in città, fosse pure un ciabattino, o [...]

[...] merciaio ladruncolo, o altro miserabile scalzacane. Onde la velleità nata in lui d'elevarsi nel figliuolo Amerigo, intendendo di ricavarne un [...]

[...] trafficante vinaio, e un erede dello zio. Tutti i suoi rigori e tutte le sue asprezze contro il figliuolo non erano derivate infine che da un sommo [...]

[...] affetto di padre, il quale fa tutti gli sforzi possibili per incamminare e spingere il figliuolo per quella via che dovrà un giorno portarlo a essere [...]

[...] a Filusella, " come è andato giù! come è fatto ito! è tutto scallaiato come un gallo che abbia avuto troppe galline nel pollaio: anch'io fui [...]

[...] barbaro per le donne, ma poi feci sempre le cose con giudizio, e non ebbi mai il mal venereo. " Ed era pur troppo vero che il vinaio da un pezzo in [...]

[...] van facendo le mosche idropiche su pei vetri, quando le rianima un po' di sole. L'uomo in fondo era triste, e andando via a capo basso e [...]

[...] dondolante, con quel suo occhio nero e lubrico fisso a terra, gli accadeva talora di traballare come traballa, sul piano del biliardo, un birillo che fu [...]

[...] rasentato un poco dalla battuta. Si lagnava che i dolori d'ossa lo tormentassero atrocemente, ma insieme si consolava dicendo agli amici che in [...]

[...] largamente retribuiti dalle mance del fastoso vinaio. La Beppa ora gli offriva una papalina di velluto con nappa d'oro, ora un paio di pantofole [...]

[...] ricamate, ora un guanciale di morbidissimo stame su cui si vedeva effigiato, in simbolo di fedeltà, un canino inglese con occhi umani. Filusella invece [...]

[...] piselli più teneri e zuccherini, e cocomeri d'una grossezza che un uomo non li abbracciava. Quando arrivavano i cocomeri, era una vera - 149 - festa [...]

[...] in bottega. Il vinaio la mattina ne tagliava un piccolo tasserello, e poi faceva scorrere per la polpa del cocomero, o rumme o il rosolio di [...]

[...] perfetto amore, che gli regalava padre Pio, un frate carmelitano suo amico: quindi calava il cocomero nella cisterna del palazzo, una bella cisterna [...]

[...] che mantenevasi freschissima sotto l'arco, in un angolo del cortile, e la sera, con gli amici, era come mangiare un sorbetto. Ne facevano tutti una [...]

[...] , di poche parole, irritabile, smemorato. E se gli domandavano se si sentisse male, diceva d'avere un po' la testa in campana, effetto del tempo [...]

[...] , ma che del resto stava benone, si sentiva forte e fiero ancora come un leone. Questo diceva a uno, e a un altro poi diceva di non poterne più [...]

[...] : infatti quel podere me l'ha ridotto che è un giardino...." " Oh che esagerazioni! che esagerazioni! son tutti così que' poderi de' corpi santi: che ci [...]

[...] lo dico per il vostro figliuolo che vi vuol - 152 - tanto bene, ve lo dico per levarvi un pensiero, ve lo dico anche per la tranquillità della [...]

[...] mi sarò riposato, quando mi parrà tempo, farò testamento: aspetta! o che furia hai, Dio ti benedica, Beppina! abbi pazienza un momento! " La [...]

[...] , non voleva dirlo a nessuno, ma si sentiva un gran male addosso, tanto che in certi momenti, anche la grande speranza che gli avevano fatto nascere [...]

[...] , perchè si sentiva il lume della vita vacillare sì scarso in tutte le membra, da non poter vincere la paura che non gli dovesse mancare, da un [...]

[...] , senza che egli, muto e inerte cadavere, - 154 - avesse potuto dir nulla, e accusare l'infame!... La possibilità d'un ladro postumo che, oltre il [...]

[...] invaso. Averlo custodito e accresciuto segretamente tutta la vita quel tesoro perchè poi andasse a finire nelle mani d'un ladro ignoto e impunito [...]

[...] donnaccia! - 155 - Questo non sapersi risolvere, perché vedeva da ogni parte un pericolo, esponeva la mente debolissima di quell'uomo a seguire [...]

[...] scaltra: guardava per vedere d'escogitare un nascondiglio: il nascondiglio più segreto, più impenetrabile che fosse possibile mai, e non riesciva [...]

[...] resistere era per lui uno sforzo penoso, e un continuo arrabbiamento, ma questo alla Beppa non importava nulla. Se non che egli rimaneva fermo [...]

[...] la buona grazia, ma vuol anche la cortesia! " soggiunse un altro. " O Nando, ricordati sai di dargliela la cortesia! " " La cortesia, se mai [...]

[...] quell'acqua s'avesse noi...." " Tu ce ne faresti un vino medicinale! " " Ma l'hanno loro, l'hanno loro e ci vuol pazienza! " " Oh, che cosa sono poi tre [...]

[...] paoli! " sclamò un grosso e pomposo verniciatore; " a pagare tre paoli ogni persona ci può arrivare." " Io, a dirla a voi, ne pagherei anche dieci [...]

[...] de' paoli pur di liberarmi da queste doglie: starei come un dio se non l'avessi, perchè ho tutti i visceri sani, e quello che facevo a [...]

[...] diciott'anni, per grazia di Dio, lo fo ancora:... ma quanto c'è di qui a Rapolano? " " Mah!... una trentina di miglia, credo. " " Trenta miglia! è un po [...]

[...] uno ad uno se n'andarono tutti, cantando e fischiando per la strada. Il vinaio, facendo un gran rumore, finse di chiudere la taverna, ma ne lasciò [...]

[...] raccomandarle il silenzio, e insieme voleva alleggerirsi di quel pensiero, misto di sospetto e di malumore, in cui lo metteva da un pezzo in qua il [...]

[...] le spalle: era un continuo voltargliele e rivoltargliele, e, per parte del vinaio, un continuo andarle dietro e girarle attorno. Il vinaio alla [...]

[...] lacrimosa, con un profluvio di gemiti e di parole: gli rimproverò d'aver perduto l'onore per causa sua, d'aver perduto la pace in casa e la stima di [...]

[...] . " " Laus Deo! così mi piace! " disse il vinaio, e le dette le cento lire: quindi, tolto da un ripostiglio un bel paniere di frutta, gliele mise [...]

[...] innanzi dicendo: " Guarda che m'ha portato oggi quel pimmeo di Filusella. " " Sì, ma prima c'è stato Stefano da voi, oggi? " domandò la Beppa con un [...]

[...] certo dubbio natole a un tratto, che il portafoglio l'avesse dato a custodire al fratello. " Sì, abbiamo regolato le partite dell'olio [...]

[...] il vinaio. " Io mangiare le frutta del becchino? no veh! no davvero!, Dio me ne liberi! odoran di morto, odoran di camposanto lontano un miglio [...]

[...] casa. " " Ben, via, n'accetterò una sola per gradire: datemi ora un dito di vino per bere alla vostra salute. " " Con tutto il cuore, Beppina, " e [...]

[...] levò un certo fiasco dall'armadino. " O voi non bevete? " disse la Beppa, a cui era venuto l'idea di farlo bere, per vedere se fosse riuscita [...]

[...] d'ignoranti e d'impostori: il vino rigoverna lo stomaco. " " Anche a te, Beppa, ti piace di sentirtelo scorrere...." e fece un certo gesto, e [...]

[...] sogghignando tirò giù un sorsellino. " Lo credo! " " Le donne quando hanno bevuto sono più calorose, " osservò il vinaio ritornato arzillo, - 163 [...]

[...] quell'occhio bestiale che l'aveva sempre ammaliato, e tracannò ubbidiente come un fanciullo. Voleva fermarsi lì, ma attratto dalle occhiate tremule e [...]

[...] a un certo punto egli s'arrestò cupo: non volle più bere, nè ci fu verso di renderlo più espansivo: egli era divenuto di una cupezza tragica [...]

[...] trapassavano acuti e rapidi come spade, gli saettavano l'osso sacro e la nuca come lingue di serpi, lo prendeva spesso improvvisamente un senso [...]

[...] all'occipite, e se un po' s'assopiva, era subito riscosso da indefinibili e orrendi spaventi. Nondimeno la mattina si volle alzare, e sceso in bottega [...]

[...] , sotto gli occhi della gente, volle ancora mostrarsi forte, e avendo in piede un paio di larghe e ricche pantofole, gambettava gambettava per la [...]

[...] . Puntava il bastoncello, avanzava il piede per iscendere un altro scalino, e la lucerna nella mano paralitica gli tremava, ed egli alzandola a [...]

[...] guardare la scala buia e lunga, pareva, scendendo, avventurare il corpo sopra un abisso. Nella taverna, di sopra, non v'erano, a quell'ora, che Gustavo [...]

[...] e due manovali, bianchi di calcina e di gesso, che mangiavano il loro pane e cipolla, bevendovi un quartuccio di vino: tacevan le voci umane, e le [...]

[...] . Un fievole raggio di sole trapelava di tanto in tanto da quel cielo smorto aggrondato, che poi si serrò da ogni parte, annottando vie più la [...]

[...] taverna: a un soffio repentino di vento s'udì per la strada mulinare e alzarsi in aria la spazzatura e sbattere ripercossi usci e finestre; e poi giù [...]

[...] spalle appoggiate a una botte, in mano la tromba da vino, e la testa giù penzoloni sul petto. Gli rialzarono un poco il mento, v'accostarono la [...]

[...] lucerna, e videro un orrido esanime viso: lo chiamarono, lo scossero, tentarono di rialzarlo, ed egli ricadde giù tutto torto come un fantoccio [...]

[...] che il burattinaio butta là, dopo la commedia. " È morto! è morto! " gridò Gustavo, e ruppe in un pianto. I due manovali lo presero risoluti [...]

[...] subito, e correva su e giù per la via, d'uscio in uscio, da finestra a finestra; in bottega accorreva gente curiosa e anche un po' sbigottita, e fuori [...]

[...] e dentro era un vario e caloroso vociare d'uomini e donne. " È morto Nando! — Come! o se l'ho visto un'ora fa sull'uscio di bottega! — Eppure è [...]

[...] morto d'un colpo, Dio ci guardi! — Oh, povero Nando! — Era un gran pezzo che quell'uomo trascicava i frasconi — Se avesse dato retta a me, e fosse [...]

[...] andato a Rapolano otto giorni prima, questo non succedeva. — Povero Nando, era un bonomo — Oh, bonissimo! — Era un usuraio! — Ma che è vero, dite [...]

[...] , Angiolina? — O come mai? — Come si fa presto a fare il ruzzolone, davvero! — Gli vo' dire un rosario, povero Nando — Aveva sempre le buscherate [...]

[...] , e la Beppa usufruttuaria — Oh, la Beppa, ieri sera, andati via tutti, venne a trovarlo, ci stette fin dopo la mezzanotte: la vidi io — Era un uomo [...]

[...] , ma dicerto ha lasciato una bella somma — Era un egoista che non avrebbe fatto un piacere neppure a impiccarlo! — Con le donne era molto [...]

[...] pareva si fosse posta in diretta corrispondenza con la bell'anima del defunto. Scena quinta: S'alzò, si fece il segno della croce, sostò immobile un [...]

[...] poco, si tenne un poco il fazzoletto sugli occhi, e così bendata fu presa - 170 - da un tremito convulso piangendo: quindi si strinse al seno il [...]

[...] rispose sommessa, " e se mai Stefano apparisce alla cantonata, vienimi a avvertire subito. " Aspettò ancora un poco afflittissima, e quando [...]

[...] inseguita, dietro la scena che copriva l'uscio del mezzanino, e sparì. Intanto Stefano e Filusella, avvisati subito da un amico, a cui avevano dato [...]

[...] che gli opponeva la gente, e accostatosi al tavolone, s'arrestò davanti al povero Nando colà deposto, con la testa appoggiata sopra un guanciale [...]

[...] . La lucerna etrusca, che gli avevano messa vicino sopra una sedia, ventilava su quel viso immobilissimo un lieve chiarore, e gli comunicava, a [...]

[...] cagione delle nere occhiaie e delle livide rughe, un certo moto d'ombre che lo rendeva più spaventoso. Stefano si scoprì tacitissimo il capo e si [...]

[...] : quell'occhiata accorta la ripetè per due volte a suo padre, al quale s'inumidirono un poco gli occhi: poi vedendo di striscio la Beppa, diè nel [...]

[...] imperiosità e tale dispetto, che pareva covare in seno un'ingiuria atroce, e star lì pronta ad aspettare il momento di far valere un proprio [...]

[...] che le dava e quelle che riceveva da lei, che pur seguitava a bisbigliare fervidamente il rosario, erano come un irrompere di mute saette: una [...]

[...] vicino. " Dunque gli avrai trovato in tasca un portafoglio di pelle rossa, che sempre teneva addosso: e dov'è questo portafoglio? " - 173 [...]

[...] viva ad un tale onore; per questo sentimento che allora veniva offeso in modo sì basso dall'animo venale e tristo di quei litiganti, si levò subito [...]

[...] - 174 - tra la gente che circondava il cadavere un mormorio e poi un clamore sincero d'indignazione. Come!... il povero Nando era appena [...]

[...] pugni. La Beppa batteva le mani in mezzo tragicamente, le intrecciava, alzava gli occhi al cielo, ed urlava: era un - 175 - finimondo, allorchè [...]

[...] sentiva prendere un ciuffo dietro e tirar via per la cuticagna, l'altro sbatteva i denti a una ginocchiata appoggiatagli di sotto in su a posteriori [...]

[...] allibiva e taceva, e in un fiat sparvero tutti; non rimasero nella taverna, di cui fu chiusa la porta, se non i quattro litiganti già ben legati [...]

[...] come l'ultimo bugliolo d'acqua sopra un incendio. Tornò a regnare, intorno al povero Nando, un religioso silenzio, non rotto da altro che da [...]

[...] , come sempre suole accadere, egli si pentiva di questo che era un ultimo effetto naturale, non della causa che l'aveva prodotto; e se ne pentiva, al [...]

[...] , con un po' più di tattica e di pazienza.... E lì in piedi legato, alto, cupo, e giù a capo basso, pareva Polifemo cieco, perchè, immobilissimo [...]

[...] gli dette a tenere quel portafoglio. " - 178 - " Dio, mandami un accidente so questo è vero! " tonò Stefano alzando la testa, e squassando le [...]

[...] quelli d'un falco, quando a un'orrenda beccata dell'avversario erge il collo repentino per avventarsi. Alla Beppa invece era parso di dire una [...]

[...] ? " ripetè Stefano divenuto smorto come un cadavere, e gocciolando sudore giù dalla fronte aspra e rugosa. " Non ancora, " rispose tranquillissimo [...]

[...] ? " " Parlate. " " Ragionare è un conto, " gridò Stefano, " e voler dire una cosa è un altro! ah dunque il mi' fratello gli disse a lei d'averlo dato a [...]

[...] sbirri, il su' babbo: voleva dire e stava per dire un monte di cose alla volta, e non trovò il verso di dirne una. " Bugiardi! " seguitava a dire [...]

[...] Stefano avventando la testa a denti stretti, e battendo l'erre come un frombolo di saetta: " sor cancelliere, quanto è vero che son cristian battezzato [...]

[...] , - 180 - lo giuro pel santissimo sacramento dell'altare, e mi pigli un accidente subito, e Dio m'acciechi in questo momento, e la testa mi sia [...]

[...] permessi neppure i sarcasmi! " gridò il cancelliere. " Quella donna, " ripigliò Stefano, abbassando gli occhi furibondi, e parve ringoiare un [...]

[...] la Beppa stessa, e così - 182 - confermavano i testimoni a una voce. Che poi un portafoglio ci fosse stato, di questo non c'era più alcuno [...]

[...] lasciandolo un poco subodorare per essere più stimato e più riverito. Tutti dunque affermavano con assoluta certezza che il vinaio aveva lasciato [...]

[...] ladro?... questo era l'importante, questo era ciò che si voleva sapere. S'aspettavano dunque da un giorno all'altro che il ladro fosse scoperto [...]

[...] donnacchere al finestrino e d'amici nella taverna che in un giorno o due le botti del povero Nando furon vuotate. Compiuta questa faccenda, Stefano [...]

[...] vendè a un rigattiere di piazza i mobili del fratello, chè per la sua casa campestre erano troppo di lusso e - 184 - superflui, ne vendè pure la [...]

[...] Pula si vide chiuso finalmente anche il finestrino della cantina: un finestrino che colpiva così chiuso col suo silenzio, dopo che per tanti anni [...]

[...] pura del poggio non calmò più, come soleva un tempo, gli spiriti di quell'uomo. Egli era sicurissimo che l'eredità del fratello gliel'avevano [...]

[...] che derivava da un reciproco sospetto, anzi, più che sospetto, certezza, gorgogliava e s'inaspriva nel pensiero ostinato e insodisfatto della [...]

[...] pericolosa: da un momento all'altro poteva succedere un nuovo scoppio; quindi, imbattendosi per la strada, badavan - 185 - bene di non guardarsi, perchè [...]

[...] a mitigargli le pene del purgatorio. Stefano s'era veduto crollare innanzi tutto l'edifizio della sua vita. Non era stato, è vero, che un [...]

[...] edifizio ideale, un miraggio lontano di felicità, un'illusione insomma, ma quanti pensieri non gli era costata, quante cure, per poi non raccogliere da [...]

[...] di cogliere l'occasione, ed essere accorto; tutte queste qualità buone e cattive che l'avrebbero in un'altra sorte e in un altro ambiente [...]

[...] innanzi un breve tratto di vita, e la meta, già vagheggiata sin dalla giovinezza, la vedeva ancora così lontana, - 187 - che troppo più gli [...]

[...] invece, per la sua pessima condotta e per i suoi vizi, era morto giovane, era andato incontro al ferro d'un assassino! così era rimasto campo libero [...]

[...] da un pezzo), e lui era rimasto solo al camino che si spegneva silenzioso. Pareva incantato colà a sedere, quasi gli paresse fatica ad andare a [...]

[...] letto anche lui, sapendo che il letto da un pezzo in qua gli negava il sonno, gli era increscioso. Stava seduto in un vecchio seggiolone di cuoio [...]

[...] anche sarebbe stato al suo posto nello scrittoio d'un astrologo o d'un umanista del quattrocento: in quella cucina, con la sua forma signorilmente [...]

[...] trovare in così povera casa. Ma que' seggioloni erano sparsi un tempo per tutto il grande e rovinato palazzo dei conti Della Pula, e quello era rimasto [...]

[...] d'un uomo d'un'altra età. Segaligno, col dorso su ben diritto alla spalliera, con due occhietti non molto intelligenti, ma che non cessavano mai [...]

[...] d'esser vivi, ed erano terribili nello sdegno, con un forte risentimento di rughe aspre e taglienti nel viso color del rame e che, pur maschio, aveva [...]

[...] una tal quale finezza tutta toscana di tratti, e il labbro sottile; come era bieco talora e cupo il suo sguardo! come concentravasi in un pensiero [...]

[...] nelle stanzette del vinaio: li contò e li ricontò, e concluse di averli tutti guardati e rivoltati a uno a uno: — L'hanno rubato loro! A un tratto [...]

[...] gli s'illuminò la faccia d'una subitanea accortezza, ed ergendo la vita, - 191 - sobbalzò sulla sedia come se un lampo gli fosse guizzato [...]

[...] cucina.... Come rimuginando e frugando in mezzo a una grande minutaglia di cose, a un tratto ci salta all'occhio un oggetto caro o prezioso che [...]

[...] messo da una parte, e poi, sopraffatto da' suoi cupi pensieri, non s'era più ricordato di sottoporlo come gli altri a un accuratissimo esame [...]

[...] di sotto l'alto e duro guanciale, - 192 - ne sentì in un angolo ricucita e sovrapposta la tela. Capovolse la sedia, e toltosi il coltellaccio [...]

[...] di tasca, sbranò la tela da un capo all'altro, strappò via un grosso batuffolo di crini di cui era imbottito il guanciale, vi cacciò dentro la [...]

[...] non son altro che le naturali furberie dell'istinto; ovvero sono l'ultimo resultato d'un lungo lavorío della mente, la quale simile a talpa cieca [...]

[...] Nando, perchè andasse a lui solo e non ad altri l'eredità: col viso raggiante d'un'infinita allegrezza, stette un attimo a bisbigliare sommesso [...]

[...] ! allora io non ho che mostrarlo, e poi comprare il podere: non so leggere! non so leggere! " Dopo un po' di consiglio preso con sè medesimo, si [...]

[...] persuase che di Filusella poteva esser sicuro.... Filusella sapeva un po' leggicchiare pel suo consumo, cioè quanto bastava al suo ufficio di [...]

[...] dormiva in un lettone spazioso con Carmelinda - 194 - e i figliuoletti minori, e allora russavano tutti, mentre un chiaro raggio di luna, entrando [...]

[...] , trascicandoselo dietro come un vitello restio, lo portò giù in tinaia per non esser sentiti da Carmelinda, la quale dicerto sarebbe venuta all'uscio a [...]

[...] cucina? " " Sì! sì!..." " Oh figlio d'un cane! guarda dove l'aveva cacciato! e ci ha fatto tanto penare! e voi l'avete cercato tanto, e poi c'eri [...]

[...] sopra a sedere! " " Non parlarne veh! non parlarne! " sclamò Stefano alzando la mano minacciosa sul figlio, come per mettergli sulle labbra un [...]

[...] sigillo eterno. " Fate conto d'averlo detto alla fossa che ho scavato stamani. " " Pensa che questi quattrini un giorno saranno tuoi e de' tuoi [...]

[...] . Capirono che egli nominava suo erede universale Gustavo Cirimbelli figliuolo suo, vincolandolo d'un legato a favore di tre altri figliuoli suoi [...]

[...] Firenze, e colà maritatasi a un ombrellaio: e di tutti era indicato dal testatore coscienzioso il domicilio e il mestiere. Quanto poi al proprio [...]

[...] all'ingiustizia d'un fratello ingrato! sì ingrato! e io sarei il più gran baggiano di questo mondo, se ora non mi prendessi tutto: questa è roba mia [...]

[...] ! quando scrisse questo foglio dicerto aveva bevuto, tu sai che aveva il vizio di bere: no, questo non è un testamento in regola! " E accostatolo [...]

[...] maledizione del padre ti colpirebbe!..." " State sicuro: la bocca mia è la bocca d'un morto. " E Filusella tornò a dormire approvando pienamente [...]

[...] misterioso e sotterraneo e continuo scorrere di fluidi generosi tutto a vantaggio delle patate! un vero e grande opificio chimico sempre in moto [...]

[...] d'inutile, riconosciamo anzi che tutto è infinitamente benefico, tutto è prezioso nell'universo. La superiora delle Teresiane, che tenevano un pio [...]

[...] di quanti, per sua bontà, ce n'accorda la Provvidenza, e noi ne facciamo un consumo immenso con tante educande che abbiamo, ma le vostre poi, o [...]

[...] che Stefano, da qualche tempo, era divenuto un altr'uomo: la divina misericordia finalmente gli aveva ammollito il cuore, perchè era più [...]

[...] rammarico delle speranze fallite, quante altre cure - 202 - non l'agitavano! l'agitavano la paura, il sospetto, e di quando in quando un po' di [...]

[...] ) era stato portato a un tratto vicino al pomo non suo ma che aveva tanto desiderato, come coglierlo questo pomo, come riuscire ad assaporarlo [...]

[...] malsano, tra la necropoli etrusca e il mare infinito. In que' luoghi Stefano si dava per un fattore, vendeva la cattiva vaccina che ci aveva portato [...]

[...] continuava a ciarlare che Stefano faceva degli affari per vero dire un po' troppo grassi nella maremma romana; quando, dopo qualche anno, si seppe un [...]

[...] bel giorno che egli aveva comprato il podere del cimitero sborsando un acconto di novemila lire, e prendendo tempo all'intiero pagamento dieci [...]

[...] indagini e le ricerche: per cui il vicario, seccato da queste pretese irragionevoli, come definitiva conclusione un giorno disse a Gustavo: " Vi [...]

[...] abbiamo comunicato che i commessi di pubblica vigilanza attinsero bonissime informazioni su quell'uomo: è un uomo religioso, onesto e laboriosissimo [...]

[...] . Le sue partite sono in perfetta regola: prima ancora della morte del fratello aveva un deposito alla cassa di risparmio di circa seimila lire: ora [...]

[...] rimettendo fuori la storia ormai vecchia del portafoglio: un portafoglio che non è esistito se non nella fervida vostra immaginazione! un [...]

[...] , la madre provocò in tutte le donnicciuole del vicinato un clamore d'indignazione e di maraviglia contro quell'asinaccio, quel becco cornuto [...]

[...] , quel pasto gonfio (essendo egli grasso) del vicario. Tutte davano un buon consiglio alla Beppa e a Gustavo: consigli maliziosi o anche audaci, ma [...]

[...] veder d'attaccarla, per veder di sfogarsi un poco, lui e altri dieci o dodici compagnacci uscirono schiamazzando fuori di porta nel pomeriggio [...]

[...] podere, e si sdraiarono da padroni in mezzo ai solchi, attaccandosi ai fiaschi portati da un vecchietto furfante, e levando grida bestiali. A [...]

[...] ballare, farvi salti e capriole, cogliendo frutta e stroncando i rami. Ma fu un momento: perchè i quattro contadini si precipitarono, coi pali in [...]

[...] cane già li azzannava tre o quattro, e sparvero - 208 - in un baleno, lasciando le armi sul campo, cioè i fiaschi vuoti. Quando furono in luogo [...]

[...] salvo, fremendo, guardandosi le natiche, i panni laceri e le zannate del cane, giurarono di vendicare un simile affronto dicendo di non poterlo [...]

[...] l'uscio in un canto del prato e, dall'altra parte, di là dal muro che lo ricinge, si sprofonda giù tra le ficaie d'un ortaccio, insalvatichito da [...]

[...] secoli, tra le mura d'un antico baluardo: dietro il tetto spuntano tra i rami degli ulivi le campanuzze delle monache di Sant'Anna. Una volta ci [...]

[...] , e in mezzo a conventi solennemente taciti e chiusi, in fondo alla città, spira un che di misterioso, come se si fosse in mezzo ai sotterfugi e [...]

[...] ...." " Oh! tu che dai a tutti, a me non mi dai! " gridò un abbaiatorello smilzo come un'anguilla, levando su il dito indice fino a toccare il mento [...]

[...] rovescia a pancia all'aria il mastino, per adoprare le branche contro un altro mastino che l'azzanna da tergo. E così ne caddero altri, mentre tutti [...]

[...] deposto subito sul marmo della sala anatomica. Il regio procuratore, il medico fiscale, il chirurgo maggiore, e un praticante di medicina in [...]

[...] saldo, aderente alla carne, un... " Un portafoglio! " gridarono tutti. " Dev'essere il famoso portafoglio! " soggiunsero, e visto che conteneva [...]

[...] maggiore la distrazione e un certo diletto che si prova parlando degli scandali e de' fatti atroci, perchè allora ognuno non conosceva che quelli [...]

[...] - 215 - può essere informato con profitto non minore al piacere. Quindi per alcuni giorni non si parlò d'altro: e se da un lato s'inorridiva [...]

[...] !... già l'aveva addosso il portafoglio! oh, che imbecilli! — Così s'andava dicendo, e parlando di Gustavo si compiacevano di dipingerlo peggio d'un [...]

[...] ecceomo: petto, gola, gambe, costole, braccia erano tutte un livido solo: un occhio ingolfato in una meteora sanguigna, la testa scotennata in più [...]

[...] punti, tre denti fatti saltar via con un pugno, e un orecchio ciondoloni per un morso: - 216 - bisognava vederlo, via! bisognava vederlo [...]

[...] d'un'influenza atmosferica o tellurica, presero a muoversi in questo senso, concorrendo i giudici nel ritenere Gustavo vittima più che reo, e Stefano un [...]

[...] dalle evocazioni e dalle prosopopee criminali. Piacque molto la sua orazione, di cui qui riferisco un brano, come si lesse stampato nell'aprile del [...]

[...] , anche il credito, anche il guadagno, anche il mezzo di procurarsi un onorato pane venne a mancargli? Non fu egli che comperando coi danari [...]

[...] addottrinato e imparziale può la verità anche da un piccolo segno o menomo indizio apparire, questo è il punto dove io mi voglio fermare, questo è [...]

[...] spettabilissima, onorandissima Corte, sia mite, perchè un tremendo dilemma dovè offerirsi agli amici di Gustavo Cirimbelli in quella contesa. E [...]

[...] ognora le glorie degli avi nostri (a questo ricordo degli avi un fremito d'orgoglio scorse per l'uditorio), in quest'aula magna della suprema [...]

[...] la collottola e il viso, si sporgeva tutto dalla tribuna, - 222 - e quando gridava più forte un mormorío di consenso scorreva per l'aula [...]

[...] de' suoi polmoni. Ammiravano pure le sue sembianze, essendo egli un bell'uomo. Alcune dame pareva se lo volessero appropriare tutto con gli [...]

[...] occhi, e, mostrandosi impietosite, dicevano di comprendere ciò che dovevano sentire per lui le madri degli accusati. Nè vi mancò il giudizio d'un [...]

[...] loro interessi, non si fossero poi trovati a pagarla cara. Filusella dunque ebbe un bel ricorrere alle casucce de' suoi vicinanti, chiedendo a questo [...]

[...] piangeva nascosto e disprezzato da tutti in un canto di quell'aula maestosa. Solo certe donne di cuor popolano e gentile ne furono commosse, e gli [...]

[...] il portafoglio zitto zitto intascato, distruggendo un documento che attestava in ben altro modo la volontà del fratello? Inoltre con una simile [...]

[...] dicesse, non potè far valere le sue pretese nè come erede legittimo, nè come erede testamentario. Restava quindi un erede necessario nel consanguineo [...]

[...] , fuorchè Pasquale che, essendo rimasto agricoltore nelle terre fortunate d'un padrone filantropo, se la ripassava benino: ma gli altri, che la boria o la [...]

[...] prossima e irrepugnabile parentela costituiva un diritto per il quale l'eredità del defunto Ferdinando Casamonti, già vinaio del nobilissimo Francesco [...]

[...] , Pasquale, Pietro, Filippo, Girolamo, Giovanni, Fortunato, Agostino?... — Filusella corse subito a trovare un procuratore, il quale, essendo un [...]

[...] un altro che, conosciuto con chi aveva che fare, si mostrò con lui tutto cuore, tutto condiscendente, e sempre pascendolo di speranze, a poco a [...]

[...] poco Filusella finì il podere, fuorchè la parte che dovè cedere per legge agli zii. " Ecco quello che si guadagna," allora gli disse un prete [...]

[...] non senza un pio sorrisetto, " a comprar roba di chiesa! " perché quel podere era appartenuto un tempo ai reverendi padri domenicani. E questo [...]

[...] una volta la casa dei poveri discendenti del forte Margaritone, terrore un tempo di Firenze e dei Fiorentini. FINE. [...]

Fucini Renato
Napoli a occhio nudo. Lettere ad un amico
3 1878 - Provenienza testo: Scansione da Liber Liber, txt Fondazione Verga 472 occorrenze

[...] RENATO FUCINI (NERI TANFUCIO) NAPOLI A OCCHIO NUDO LETTERE AD UN AMICO. FIRENZE SUCCESSORI LE MONNIER. 1878. INDICE. Lettera I. Dove si [...]

[...] , ci stringemmo come pazzi e dopo un breve, ma furioso assalto di domande che non aspettavan risposta, si montò di volo in una vispa carrozzella e [...]

[...] piccolo arrivato! Mi parve a un tratto d'esser diventato invisibile, e mi sentii là dentro come un grano di miglio turbinato nei vortici d'una enorme [...]

[...] potei intendere nè gustare del troppo lauto banchetto così improvvisamente offerto a' miei sensi. Di questa prima corsa per le vie di Napoli ne ho un [...]

[...] Vesuvio! Dio, Dio, il Vesuvio! il suo pennacchio, i suoi bagliori sanguigni! Ma tutto confuso, tutto annebbiato come il ricordo d'un ballo fantastico [...]

[...] veduto da fanciullo, o come le idee d'un nebuloso poeta del Nord che viaggia ispirato attraverso al regno dei sogni. Mi domandi di Roma. Ma che posso [...]

[...] suoi giganteschi ruderi che sbucano dal terreno come costole petrificate d'un enorme colosso male interrato o come avanzi d'un immane pasto di Ciclopi [...]

[...] e dorme ad occhi spalancati nel Vaticano; la Roma nuova, la Roma italiana l'ho appena avvertita in un ristretto spazio, dove, timida e chiacchierona [...]

[...] , affaticandosi invano a galvanizzare un cadavere, che resta immobile sotto i suoi sforzi impotenti. Che posso io dirti di Roma? Dio assista i [...]

[...] all'occhio o all'udito schiettissime tracce della lunga occupazione spagnola. Domandai ad un catalano di mia conoscenza, e glie lo domandai da vero [...]

[...] : ? Sembra spagnolo anche a voi l'aspetto di questa città? ? Mi rispose: ? Bendate un mio compatriotta, toglietegli la benda dopo averlo condotto in [...]

[...] l'attrito continuo d'un eccitamento eccessivo. La prima impressione che si riceve entrando in Napoli, è quella d'una città in festa. Quel chiasso, quello [...]

[...] strepito, quella turba di veicoli e di pedoni che si affollano per le vie, ti sembra, a prima vista, che debba essere cosa transitoria, un fatto [...]

[...] impasto bizzarro di bellissimo e di orrendo, di eccellente e di pessimo, di gradevole e di nauseante. L'effetto che l'animo riceve da un tale [...]

[...] insieme è come se si chiudessero e si riaprissero continuamente gli occhi: tenebre e luce, luce e tenebre. Accanto alla elegantissima dama, un gruppo di [...]

[...] miserabili coperti di luridi cenci; immondizie e sudiciume fra i piedi, su in alto un cielo di smeraldo; da un lato una fresca veduta della marina [...]

[...] , dall'altro pallide facce di miserabili che si affollano su l'apertura della loro tenebrosa spelonca; là in fondo, un gruppo di azzimati dandy fa [...]

[...] scende dal balcone fiorito t'inebria, il raglio potente d'un somaro ti fracassa gli orecchi. E così potrei seguitare all'infinito. La straordinaria [...]

[...] un permesso bollato anche per poter fare ciò che legalmente gli è stato imposto, e dove mille elaborati regolamenti ti vessano, ti tormentano e [...]

[...] t'impacciano più di tutti gl'ingombri del più affollato vico di Napoli, l'effetto è tanto grande che spesso ti senti sfiorare le labbra da un sorriso di [...]

[...] un ideale d'incivilimento, il quale forse non ha altro difetto che d'essere un po' troppo a modo suo. Pur troppo verrà anche per questi aridi [...]

[...] prova dispetto o non si eccita piacevolmente dinanzi a un tale spettacolo, invochi e presto i soccorsi dell'arte salutare, perchè il suo sangue è [...]

[...] questa mantiene per un lungo tratto fino alle sue estremità, dove sensibilmente s'incurva; il leggiero declivio del suo piano rotabile, per mezzo del [...]

[...] quale, come dalla platea di un teatro, si può da qualunque punto dominarne il movimento al di sopra ed al di sotto di noi senza trovarci affogati [...]

[...] città di un monumento importante e forse ne avranno avuta l'intenzione, ma non vi sono riusciti. Il loro capolavoro che sarebbe il San Francesco di [...]

[...] troverai passeggiando in un giorno sereno lungo le magiche rive del Golfo, quando ti sentirai forzato ad esclamare con l'animo commosso: «E a che [...]

[...] tranquillo mandava al cielo la sua bianca nubeola di fumo, sentii dietro alle mie spalle un rumore nuovo come di molti e forti e lunghi sospiri [...]

[...] . L'illusione mi fece credere ad un tratto fossero le ombre dei grandi evocate poco fa dal mio pensiero e mi voltai trepidante per salutarle.... Era una [...]

[...] mandra di dodici vacche in carne e ossa, sciolte e guidate da un solo guardiano, che tranquillamente scendevano a Santa Lucia, mescolate alla folla [...]

[...] redini dei più esperti guidatori d'Europa dopo quelli inglesi. Il cavallo più selvaggio diventa un agnello nelle loro mani, il che deve anche [...]

[...] su per montate fortissime, e sempre vispi e sempre allegri, animando i loro ronzini con un diluvio di Iaah! Iaah! E mai uno scontro, mai un urto [...]

[...] carichi d'ogni ben di Dio che sgambettano, ragliano, sculettano e fanno tante altre cose che è un vero prodigio il sentire che noi pestiamo tanta [...]

[...] signora, a quel ciuco, a quel ragazzo, a quel ragazzo!... ? Chiudi gli occhi per non vedere un eccidio e ti volti in dietro, ma in quel momento [...]

[...] cima a certe pettate, dove se i cavalli avessero un po' di religione dovrebbero inginocchiarsi e nitrire un Teddeum a Sant'Antonio miracoloso. San [...]

[...] confesso che la mia fantasia, s'arrabatti pur quanto vuole, non arriva ad immaginarsi un sudiciume più sudicio del sudiciume. ? Se un cacciatore mi [...]

[...] carro, ma un bove e un can mastino che gli faceva da trapelo io gli ho veduti da vero, come ho veduto un bufalo e un microscopico somaro tirare la [...]

[...] stessa carretta. Ma questi casi non sono molto comuni. Comunissimi però sono quelli di altri accoppiamenti come: una vacca ed un mulo; un cavallo ed un [...]

[...] somaro; due somari e un bove ed altri simili, dove questi filosofi diseredati se ne vanno d'amore e d'accordo, mugliando, nitrendo e ragliando [...]

[...] e briglie e staffe elegantissime che caracollava sotto un cavallerizzo settenne, e in una via del basso porto una pecora che trascinava un piccolo [...]

[...] dovessimo fermare, si farebbero forse venti passi in tutta la giornata in un paese, dove, fra le altre cose, possono vedersi esposti insieme alla [...]

[...] dell'avvenire; calate, calate a sfamarvi, o titani dell'arte, ai quali manca un soggetto; qui c'è pane per tutti i denti, perchè senza escire dalla [...]

[...] pennelli, arruotateli, strusciateli, consumateli fino alle barbe, perchè ora è tempo. Fermiamoci un momento ad osservare i venditori ambulanti: ma [...]

[...] nessuno si ferma e nessuno si cheta mai, mai, mai. Ogni dieci passi un versetto della loro piagnucolosa cantilena e via! e sopra ogni trivio una [...]

[...] metri di distanza. È tale l'abuso che si fa di questo sistema, che assolutamente non mi avrebbe fatto maraviglia l'incontrare un chirurgo a tagliar [...]

[...] gambe per la via o un sacerdote con l'altare ad armacollo dire la Messa correndo e il chierico e il popolo dietro per ascoltarla. O che non sarebbero [...]

[...] loro, e quell'altre più che mai; e così tutta Napoli è costretta a strillare con un crescendo tale che qualche volta, arrivandomi alle orecchie [...]

[...] . . . . . . . In un bollente vetro Gittato mi sarei per rinfrescarmi. Quante volte dal folto di questo pandemonio, allorchè udivo appena il cannone di [...]

[...] Sant'Elmo scaricato a mezzogiorno negli orecchi di Napoli, ho mandato un pensiero e un sospiro alla languida signora dell'Adriatico, ai suoi vuoti [...]

[...] dagli infiniti punti di vista da cui può essere osservato, che su le prime è impossibile raccapezzarsi. Ad un tratto ti sembreranno ingenue creature e [...]

[...] vigliacchi in un'altra. Passano dal riso al pianto, dalla gioja più schietta all'ira più forsennata, con la massima rapidità, per modo che in un [...]

[...] momento li crederesti deboli donne o fanciulli, in un altro, uomini in tutto il vigore della parola; insomma, la loro indole non saprei in massima [...]

[...] che ti dirò di questo popolo, intendo soltanto parlarti dell'ultima plebe. In un paese, dove i quattro quinti della popolazione sono rappresentati da [...]

[...] questo ceto, è naturale che un viaggiatore, il quale, come me, non se ne proponga uno scopo di studio, non veda altro che quello. L'aristocrazia [...]

[...] esprimono i più riposti sentimenti dell'animo con un gergo tacito che chiamerei semaforico, corrugando la fronte, stralunando gli occhi e lavorando di [...]

[...] ostricaro fisico. ? «Avete vongole, compare?» Il compare alza la testa e chiude gli occhi. Dopo un momento, non avendo capito che il signor [...]

[...] Salvadore vi ha risposto, ripetete la domanda correggendone la forma e: «Volevo un mezzo franco di vongole, ne avete?» Nuova alzata di testa e nuova [...]

[...] chiusura di occhi del compare con una tirata di fiato significante che vuol dire: m'avete rot...... «Vongole, volevo un mezzo franco di vongole, vongoleee [...]

[...] prodigo, il quale risparmia ora un franco in una spesa utile, per darne via mille poi in cose superflue. Il loro vestiario non saprei dirti quale [...]

[...] sia. Sparito il pretto tipo del Lazzaro, il quale aveva stabilito quasi un costume, nelle sue brachette fino al ginocchio, camicia aperta sul petto [...]

[...] , maniche rimboccate e tradizionale scazzetta in capo, quello de' suoi eredi non ha nulla di uniforme altro che negli strappi e nel sudiciume. Un [...]

[...] famiglia ha trovato stoffa e guarnizione per provvedere di un intero tout-de-mème da ogni stagione il marito e i suoi guaglioncelli, che fino ad [...]

[...] ora hanno avuto abiti un po' troppo di confidenza: o una sola camicia con poco davanti e meno di dietro, o un abito adamitico addirittura, tranne [...]

[...] l'incomodo della foglia. Di questi vestiarii ho avuto occasione di notarne di tutti i generi. Vidi un bambino in Borgo Loreto, che se ne passeggiava [...]

[...] allegramente in mezzo alla via, avendo addosso per unico vestito un panciotto da uomo tutto sbottonato che gli ciondolava fino ai calcagni; un altro [...]

[...] fili, ciondolanti e spenerati da tante parti, da volerci un archeologo per capire approssimativamente a che tempo rimontino ed un matematico che [...]

[...] risolva un problema di statica, per arrivare a comprendere come facciano a reggerseli addosso. Abbondano poi nelle giovinette i vestiarii alla Belle [...]

[...] dell'avvenire degli sposi e dei figli non deve recare sgomento. Una tana, dove un lupo morirebbe asfittico, sarà la loro abitazione; una stoja e pochi [...]

[...] stracci, il talamo; i ragnateli e un mucchio di paglia, la mobilia. Verranno poi i figli. Tanto meglio. I rigetti dei banchi d'ortolani e di [...]

[...] pescivendoli, e le tasche dei passanti, dove la piccola destra troverà quasi sempre un oggetto qualunque da ghermire, mentre la sinistra si stenderà a [...]

[...] accosta nemmeno da lontano alle oscenità che è capace vomitare un nostro vetturino, non solo nella rabbia, ma anche quando, ad alta voce perchè sia [...]

[...] notato il suo spirito, scherza piacevolmente con un compagno. Scaltro e ladruncolo per eccellenza, il Lazzaro rubacchia indubitatamente quando gli [...]

[...] loro amore anche nel dubbio d'infedeltà. Un rasoio o una moneta arrotata sono gli strumenti, dei quali si servono, e di questo barbaro trattamento in [...]

[...] soccorrere, facendogli settimanalmente la elemosina, un piccolo orfano di circa nove anni, il quale in mezzo a privazioni di ogni genere durante la [...]

[...] giornata andava la sera a dormire in un forno se d'inverno, ed al sereno se d'estate. Questa signora seguitò per qualche tempo ad usargli in tal modo la [...]

[...] sua carità; ma volendo da ultimo provvedere efficacemente ai bisogni di quella infelice creatura, ottenne per lui un posto, non mi ricordo più in [...]

[...] marciapiedi, giù per gli scali, lungo la marina, sui carri, su le balle, su le casse, in qualunque luogo insomma dove ci sia da schiacciare un pisolino [...]

[...] , e scaricandovi addosso un diluvio di eccellenze e di don, come se avessero da voi ricevuto il più grosso favore del mondo. Gli ho osservati nelle [...]

[...] sempre attribuire. Un mezzo secolo addietro, quando l'Italia era da vero la terra del canto, la plebe di Napoli sarà stata per la musica tutto quello [...]

[...] diversamente. Avrò preso un granchio anche questa volta? Speriamo di sì. Tutte le volte che ripenso a questa specie di disinganno procuratami da un [...]

[...] sacrifizio; hanno venerazione pei vecchi e li rispettano e li accarezzano affettuosamente; contentabili in modo che è raro udire un lamento dello [...]

[...] e bugiardi come cacciatori, la loro esistenza è una continua scherma di piccole frodi e d'inganni. Sudici un po' per necessità e molto per [...]

[...] e ridono credendo che tu scherzi. Una sera passando presso allo scalo di Santa Lucia, mi dette nell'occhio un gruppo di persone non indecentemente [...]

[...] vestite che, sedute su panche disposte intorno ad un piccolo pozzo senza spallette e scoperto, stavano a bere, frescheggiando, bicchieri d'acqua [...]

[...] vi assisterono anche gli amatori del piccolo Montecatini. Ed ecco come si attinge quest'acqua. Si levano le scarpe, tirano fuori un par di piedi [...]

[...] subito al pensiero questa domanda: una tromba? o, per lo meno, una secchia, un brandello di fune, una carrucola, un ammenicolo qualunque, non [...]

[...] renderebbe l'operazione e l'acqua più pulite, anzi meno ributtantemente laide? Io direi di sì, ma va' a dirlo a loro. Ne ricusai un bicchiere che mi [...]

[...] sconforto, quando siamo arrivati a convincerci che il sentimento della dignità umana è lettera morta per costoro. Per arrivare a levarti un soldo di tasca [...]

[...] , son capaci perfino di scendere a leccarti le scarpe, senza mostrare di sentirsi minimamente umiliati da questo atto di ultima degradazione. Un [...]

[...] giorno, mentre me ne stavo seduto su la marina presso Piedigrotta, leggendo un giornale, mi si accostò un giovinetto col solito: ? Signurì, u soldo [...]

[...] . ? Io che conoscevo un poco l'insistenza degli accattoni, mi proposi, non avendo altro da fare, di metterla a prova con questo disgraziato. Gli dissi [...]

[...] affetti. Tirò fuori la lingua che lasciava ciondolare fuori della bocca come un cane trafelato, si arrovesciò le palpebre degli occhi, si mise a [...]

[...] , abbracciandomi strettamente le gambe. Mi balenò l'idea di dargli un calcagno sulla testa, ma poi pensai: Perchè debbo punirti d'una vergogna che non è tua [...]

[...] , ma l'ho trovato anche più in su. Un operaio, al quale ebbi occasione di fare un piccolo piacere, venne per ringraziarmi. L'effusione, con la quale [...]

[...] tenerezza, ma rimasi bruttamente nauseato, quando, con l'aria della più spontanea ingenuità, mi disse: ? Eccellenza, comandate un vostro servo; io [...]

[...] perchè sospette di comunicare il malefico influsso. Passa un gobbo, un cieco, uno storpio, c'è lo scongiuro particolare da farsi per scansare l'atroce [...]

[...] profano non è dato conoscere! La loro scienza è la superstizione; la loro fede l'idolatria. Il ridurre il culto della divinità a idolatria non è un [...]

[...] addirittura un cialtrone della sua stampa e come lui cedevole davanti alla prepotenza. Egli lo prega fino ad un certo punto e se non ottien subito la [...]

[...] conciliarle, non devono avere nel loro cervello un posto fisso: ? Signurì, famme guadagna' 'nu soldo ? te lo ripetono continuamente chiedendoti [...]

[...] gente, un fatto de' più comuni. Di patria, d'Italia, di nazionalità non occorre parlarne. Essi sono napoletani e basta, ed il resto degl'Italiani, dal [...]

[...] Totonno e Carminiello e Cannatella e il piccolo Cicillo, hanno passato la notte accatastati sopra un pagliericcio muffito, succhiati dalle cimici e [...]

[...] nostro duca! u nostro conte! u nostro parone!... ? Se li sono ammaestrati, ti dico, se li sono ammaestrati in un modo maravigliosamente [...]

[...] adorarlo. Non per questo tutta l'ammirazione che potessero concepire per un tal pennuto corifeo, varrebbe a sradicare dalle loro convinzioni che Governo [...]

[...] tenevan bordone un clero fanatico e prodigiosamente ignorante, e la fetida caterva dei birri alti e bassi, i quali tutti insieme, reggendosi per [...]

[...] , dietro al quale cerca onestare le sue azioni anche il più sfrenato birbante. ? Un cerchio di ferro chiuse la città, o meglio, l'intero Regno delle due [...]

[...] come un nemico, disposto a tendergli l'agguato, ogni uomo diventò una macchina per conto proprio; la simulazione, la malafede e l'inganno sotto tutte [...]

[...] le forme, e un egoismo necessario e spontaneo vegetarono rigogliosi in un terreno così ben preparato. L'isolamento fisico si accompagnò [...]

[...] d'occhio. In mezzo alla putredine di una società costituita su tali basi, la peggiore anarchia morale trovò il suo alimento, ed in tempo che da un lato [...]

[...] camorristi, ed avranno fatto bene e ci crederò. Dopo un certo tempo sarà anche annunziato a grandi lettere: ? La camorra è estirpata. ? Nossignori [...]

[...] questa plebe altro non m'è parso scorgere che un pericolo manifesto e una vergogna per l'Italia intera. Saluta al solito e addio. LETTERA III. Dove [...]

[...] inebriato, dopo averne sentito parlare da un pazzo! La descrizione più pittoresca; il quadro di un pennello prodigioso; il capitolo d'una penna sublime [...]

[...] capaci di afferrarla intera, non che di descriverla. La più pittoresca descrizione che un uomo possa farne, la ebbi l'altro giorno dalla bocca di un [...]

[...] per la pianura allargava i polmoni ad un lungo sibilo che pareva d'allegrezza, attraversando le polverose borgate tanto fitte tra Napoli e Torre del [...]

[...] , ombre immobili portate da grosse nubi; giù nella valle, affondate in un soffice tappeto di verdura, centinaia di casette rurali o solitarie o [...]

[...] raggruppate intorno a goffe chiesuole, alle quali mancavano soltanto i minaretti, per aspettare da un momento all'altro che la voce del Muezzin si [...]

[...] come due tormaline nere incassate in un cristallo di quarzo roseo. Chiassoni, allegri e spensierati come me; pieni di voglia di godere, e capaci [...]

[...] arditi navigatori di queste coste, del famigerato Duilio e dei più abili costruttori navali d'Italia, è un pezzo di Napoli portato in quella cala e [...]

[...] bianchi farfalloni di nebbia, volando celeri per l'aria come cigni giganteschi, ci riparassero, di quando in quando, dalle carezze un po' troppo [...]

[...] calde d'un sole, che mezz'ora fa aveva arrostito le palme di Siria; ma altri nuvoli un po' troppo compatti e forse troppo terrestri, ci facevan pagar [...]

[...] troppo nauseante, e siccome tra questi brillava molestissimamente l'ottava piaga del genere umano, voglio dire un vetturino che non si chetava mai [...]

[...] Sorrento, il quale di per se stesso altro non è che un meschino e sparpagliato villaggio che, abbordato dalla via di mare, piuttosto che soddisfare al [...]

[...] l'aspetto d'un castello da burattini, collocato in cima a un rozzo muraglione ciclopico. Il Sorrento dei poeti non è Sorrento, ma la strada che conduce a [...]

[...] Sorrento. E questa strada è maravigliosa. È un succedersi continuato di punti di vista uno più stupendo dell'altro. Dopo aver attraversato un [...]

[...] tratto di via di un orrido pittoresco, irto di scogliere maestose e di precipizj, in un momento ci troviamo in fondo a graziose vallicelle, in una [...]

[...] c'investe e ci ricrea con un'onda di profumo e ci ricopre, con una pioggia di petali bianchi. È una scena delle più fantastiche, è un idillio soave della [...]

[...] cielo e la terra siano impazzati e che sorridano delle nostre faccie melense perdute in un oceano di estasi contemplativa. A brevi intervalli, una [...]

[...] che contorna loro la fronte fermandola con un nodo alla nuca, sono costrette dai raggi cocenti di un sole mezzo africano a tener gli occhi bassi ed [...]

[...] accigliati, ed a guardare di sotto in su in un modo che dà alla loro espressione qualche cosa di bestiale e di feroce. Ah! una bella figlia degli [...]

[...] sbagliato. Nel tragitto da Vietri ad Amalfi, uno che sia un po' facile all'entusiasmo, corre rischio d'impazzare. E io ebbi dei momenti, nei quali [...]

[...] , in qualche tratto è sospesa addirittura sul mare profondo, e su la superficie di questo mare, che sembra un tappeto di cobalto, vedevo sotto [...]

[...] ineffabile, una pace serena, un tal senso di beatitudine che posandosi sul core lo stringe, e lo stringe con tanta dolcezza che a poco a poco ci [...]

[...] sembri tanto strana su quelle magiche rive che, incontrando un trasporto funebre, c'è da maravigliarsene credendolo una finzione. Il giorno del [...]

[...] giudizio, per gli Amalfitani che andranno in Paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri. Come deve esser dolce l'ozio all'ombra d'un olivo d'Amalfi! In [...]

[...] niente più. Povero Adamo! All'accesso di estasi contemplativa davanti a tanto lusso di quella splendida natura, tenne dietro un altro accesso [...]

[...] . ? Mio padrone, gli risposi, purchè non si tenga offeso se per godermi questo sole, scendo subito e vado a cassetta. Non me lo permise. Era un [...]

[...] isolette che si perdono quasi in un velo di nebbia infuocata; quella casetta lassù in cima, dove pare che non si possa andare altro che con [...]

[...] vuole urlare com'ho urlato io poco fa «fuori l'autore!» mi dica almeno che qualche cosa è bello, che qualche cosa le piace, mi dia un segno, un [...]

[...] devo esser sembrato a lui un grande imbecille, ma non mai quanto egli sembrò felice a me. Ma dove avrà rimpiattato colui i suoi charmant, i suoi [...]

[...] infinite maraviglie? Chi sa! Lo scusai in parte, perchè seppi poi che andava ad annunziare ad un nipote d'Amalfi la morte d'uno zio di Napoli. Ed infatti [...]

[...] conobbi al ritorno anche il nipote, il quale, viaggiando in nostra compagnia, ostentò con molta disinvoltura un profondo dolore e si mostrò [...]

[...] abbastanza soddisfatto della irreparabile perdita sofferta. Arrivammo ad Amalfi. L'arrivo d'una carrozza in quel remoto cantuccio della terra è un mezzo [...]

[...] avvenimento. Tutti si affollano intorno ai nuovi arrivati; li guardano, li osservano, ma stando però a distanza e mantenendo un contegno semplice e [...]

[...] per visitare i dintorni, ma tutto con garbatezza di modi, con un sorriso onesto su la faccia, e.... inarcate le ciglia, amici miei, non vi [...]

[...] domandano l'elemosina! Crediate pure che nel trovare, uscendo di Napoli, un paese dove non ci chiedano l'elemosina, c'è da sentirsi venire un accidente [...]

[...] soffocate, anche esse son costrette a sorridere sotto un profluvio di carezze, di baci e d'allegria. L'unica strada di Amalfi che possa veramente [...]

[...] , ispira anche un senso di ammirazione per quegli umili pescatori, quando si misura con l'occhio la piccolezza di quel nido che sembra ora di falchi [...]

[...] abbandono, con tale intrigliatura delle pupille che mi avrebbe fatto tenerezza, se accompagnato da un suono speciale del suo rimpianto non avessi visto [...]

[...] un lampo della sua anima falsaria schizzargli un palmo fuori degli occhi. Scendemmo alla marina, visitammo i giardini e i più prossimi dintorni del [...]

[...] , ? che gran signora era quella! ? Quando le si offriva un mazzo di fiori ci diceva grazie, e ci guardava ridendo. ? Corpo di settantamila cosacchi [...]

[...] credeva che fossi. ? Piemontese, ? mi rispose subito. ? No. ? Lombardo. ? Nemmeno. ? Romagnolo. ? Neanche. ? Veneziano. ? Meno che mai. ? Stette un po [...]

[...] per tale. Mi rispose: ? Eccellenza, non avete bestemmiato il nome d'Iddio e non m'avete detto figlio d'un cane. ? Oh! ? Mandando in burla la cosa [...]

[...] leggermente rossiccio, quando pensai alla gentilezza della mia Toscana così ingenuamente confutata da un cicerone di Sorrento. ? Cercai ricordi e tradizioni [...]

[...] , raggiungemmo la nostra vettura e partimmo per la morta città. Eccoci a Pompei! ecco portato alla realtà un altro de' miei sogni dorati. Tutto quello [...]

[...] che se ne era letto e sentito dire, diventò per noi un inganno, appena messo il piede dentro alle sue mura, perchè Pompei è più bella, è più [...]

[...] , percorrendo le sue vie silenziose e deserte, ed io pure, occupato da un vago senso di piacevole mestizia, guardavo maravigliato e tacevo. Eppure la [...]

[...] sotto i suoi passi, e, quelle mura coperte di così allegri colori sono gli avanzi, le membra inanimate d'un cadavere. Nessuna delle squallide e [...]

[...] s'incontra qualche altro visitatore vien voglia di crederlo un vecchio abitante misantropo, che è sceso appunto su la via, perchè gli altri Pompejani son [...]

[...] siede sul colmo di un colle; da ogni parte l'occhio spazia in un largo orizzonte e quei bastioni di terra che ci eravamo figurati dovessero incontrarsi [...]

[...] , come alla vista d'un burbero e benefico vecchio, mi fece allora ribrezzo, e mi sentii raccapricciare come alla vista d'un omicida, che [...]

[...] lontani, calammo alla prossima stazione della strada ferrata, dove una numerosa comitiva dei soliti pellegrini faceva un baccano diabolico. Dopo un [...]

[...] che non voglio chiudere senza raccontarti, giacchè mi capita la palla al balzo, un aneddoto originale a proposito di questi pellegrini, che sono [...]

[...] squallore della campagna romana, dove il Tevere sprovvisto di argini e di ripari, corre alla ventura per lo sconfinato piano come un torello [...]

[...] poco fondata nell'interno della Nuova Zelanda, quando uno di costoro si affacciò allo sportello del vagone. Mandò un grido d'all'arme e subito [...]

[...] sventolavano gridando: ? Romà, Romà! ? verso un pagliajo che avevano preso per la cupola del San Pietro. Risi in corpo di questa scena grottesca, e [...]

[...] San Pietro spuntò da vero svelta e maestosa sull'orizzonte sereno. La guardarono fissi per qualche tempo; stettero un pezzo a disputare [...]

[...] , accennando verso la sua mole imponente e da ultimo, mentre m'aspettavo che scoppiassero in un urrà di entusiastiche acclamazioni, li vidi invece tornarsene [...]

[...] mogi mogi a sedere, senza dar segni di vita. ? L'avevan presa per un pagliajo. LETTERA IV. Dove si parla dei quartieri de' poveri. Napoli, 14 [...]

[...] Belli: O come fa a magnà tutta 'sta ggente? A questa domanda avevo già trovata la risposta nell'osservare come un buon figlio della vecchia [...]

[...] Partenope si lecchi ghiottamente le labbra, dopo aver desinato con un torzolo di cavolo o con un cesto di lattuga, senza pane, senz'olio, senza aceto e [...]

[...] formulandola per imitazione in un endecasillabo romanesco, chiedendomi: O dove va a dormi' tutta 'sta ggente? Non potendomi risponder subito, mi [...]

[...] . Guàrdati, m'era stato detto prima che venissi a Napoli, son luoghi pericolosi. Ed io mi guardai. Ora poi sono in grado di assicurarti che un pane [...]

[...] da volare in paradiso di punto in bianco, anche se un accidente ci levasse lì per lì da questo mondo, senza i conforti della religione. Rimbóccati i [...]

[...] curiosità di fare una gita di piacere là dentro e vidi quello che ti racconto. Appena messo il piede nel primo chiassuolo, credetti ad un tratto di [...]

[...] mi fece ribrezzo; mi tirai al muro e con un cenno risoluto feci loro intendere che si tirassero indietro. Intesero, e guardandomi stupidamente coi [...]

[...] un atto come per dirle: ? Tu m'inganni. ? Intese benissimo e insistè: ? Servitevi, servitevi, passate nel mio palazzo. ? Aveva anche il coraggio [...]

[...] consisteva in qualche pietra che teneva il posto di seggiola rasente al muro ed in un pagliericcio color del terreno, steso in un canto. Una figura umana [...]

[...] , aspettando che quest'importuno avesse loro levato l'incomodo. M'impostai per dare una pedata a quella che m'era più vicina, ma la vecchia mandò un [...]

[...] loro. ? Ma come! E saresti proprio affezionata a quelle bestie? ? Son trent'anni che ci ajutiamo fra noi, signorino. Date un soldo a questa povera [...]

[...] vecchia, ? e stese verso di me un braccio mummificato. In tempo che mettevo mano a tasca, la volli osservare. Era cieca da un occhio; la carne del [...]

[...] ! Appena ebbi messo qualche soldo nella mano della vecchia, cominciò un baccano diabolico nel gruppo di donne, che affollate mi stavano ad aspettare [...]

[...] , dove i piani terreni o bassi sono tutti dello stesso genere di quello che ti ho descritto, volli salire ad un primo piano e per una scoscesa [...]

[...] gradinata che molti anni addietro deve esser sembrata una scala, capitai in un vespaio di altre spelonche fetide e buje. Traballando ora per gli [...]

[...] avvallamenti dell'impiantito, ora per aver inciampato in un monte di spazzatura, in uno de' soliti pagliericci stesi per terra, feci un giro alla lesta [...]

[...] quelle donne che l'assistevano v'era la levatrice, ma non intesero nemmeno il vocabolo. In un'altra stanza trovai un bambino di tre in quattro [...]

[...] anni addormentato sopra un mucchio di spazzatura. Mi chinai ad osservarlo alla luce d'un fiammifero, e vidi che aveva le gote nere affatto dalle cimici [...]

[...] denti e tremando di rabbia, che non toccassi la sua creatura. Alcune donne del gruppo ed un vecchio che avevano capito la mia intenzione, furono subito [...]

[...] toccassi la sua creatura. Allora nacque un bisbiglio diabolicamente animato. Chi la riprendeva per me, chi per lei. Io pure m'adopravo a dire le mie [...]

[...] volentieri alle sue preghiere, e feci le viste di credere a quanto mi diceva, ma dalla scena violenta che aveva avuto luogo senza un motivo plausibile [...]

[...] stesso fetore, la stessa nuda miseria. Una vecchia che stava seduta come un orso spelèo su la soglia della sua tana, rosicando una lisca di pesce [...]

[...] e restò un pezzo a darmi risposte evasive, squadrandomi sospettosa da capo a piedi. Ma finalmente, persuasa dalle mie dolci compagne, mi fece segno [...]

[...] il suo letto di piuma con le molle che aveva preso ad accomodare, sentii un sorriso doloroso passarmi su la faccia. Alla vecchia non sfuggì il mio [...]

[...] suo letto, e stendendo le braccia verso un immagine che pendeva irriconoscibile ad una parete, vi si sdrajò supina, mandando un Oooh! lungo [...]

[...] che per lo meno nell'estate doveva essere una fortuna l'avere un letto così ventilato e salubre. E a lei non balenò neanche l'idea che io scherzassi [...]

[...] , perchè indicandomi un spazio libero in terra, in mezzo a due letti che erano in fondo alla stanza, mi disse: ? Guardate, signorino, chi starà [...]

[...] . In un sottoscala, al solito buio, trovai una giovinetta orfana di circa sedici anni, che preparava il desinare per sei fratellini e sorelline tutti [...]

[...] aveva date a rinvenire ad una sua vicina, perchè a lei mancava un recipiente qualunque per fare quella operazione. I sette fratelli e sorelle [...]

[...] dormivano sopra un pagliericcio tanto corto e tanto stretto (non dico tanto lercio, perchè si sa) che appena due esili persone ci sarebbero potute [...]

[...] dalle pareti, languiscono quaranta famiglie composte di circa dugento individui, che hanno il coraggio di sorridere e di scherzare. Vi fu un [...]

[...] apriva «le finestre che non v'erano.» Una cosa sola mi fece maraviglia là dentro, e fu di non trovare che un solo malato, un povero operajo d'un [...]

[...] grado un po' superiore ai suoi rumorosi coinquilini, il quale vergognandosi di me, stette sempre rannicchiato nel suo canile, nascondendosi la faccia [...]

[...] fra le mani. Ma se avessi avuto almeno il gusto di sentirmi dire una insolenza, di sentirmi lanciare un insulto su la mia faccia di salute o su i [...]

[...] aspirare ad un miglioramento qualunque delle loro misere condizioni. L'abitudine di vivere in quello stato è così profondamente radicata fra loro che [...]

[...] , piaghe, tigna, glandule ed altre gioie dell'umanità su larghissima scala in mezzo alle quali, non un numero ristretto, ma migliaja e migliaja di [...]

[...] tribolati, come animali immondi, languiscono in silenzio ed in silenzio muojono, rassegnati alla sorte che la società ha voluto loro serbare. Vidi un [...]

[...] giovinetto, al quale mancava un occhio che gli avevan mangiato le talpe da piccolo. In un'altra stalla umana che trovai, non mi rammento in quale altro [...]

[...] qualche ora un suo figliolino in fasce, lo trovò ammazzato da queste stesse talpe, che gli avevan rosicato il naso e le labbra. A te farà ribrezzo e [...]

[...] cisterne del Camposanto Vecchio. Ci sono anche le case da operai. Sicuro che ci sono! Ne fu costruito un gruppo assai grosso sulle altura di [...]

[...] vede molto fumo per la casa, si può star certi che un po' d'arrosto, o prima o poi, comparirà anche in tavola. L'unico essere, il quale s'occupi [...]

[...] d'igiene, che da tanti secoli brilla benefico su le miserie dell'umanità, senza aver ancora trovato un cane che vi soffi e lo spenga. LETTERA V [...]

[...] botta d'arme da fuoco esplosa a pochi passi dalla mia casa. Mi alzai sul letto; stetti un po' in orecchi.... silenzio perfetto. Un suicidio! pensai, e [...]

[...] .... qualche.... Un altro colpo sparato proprio sotto la mia finestra, mi fece fare uno schizzo che mi alzò un palmo su la materassa. Due omicidj! e nel [...]

[...] lamento.... Un altro scoppio più forte dei primi! Oh! tre omicidj poi a quest'ora mi cominciavano a parere un po' troppi! Ma pure tante esplosioni in [...]

[...] : ? Donna Maria? ? Donna Maria, avendo supposto la ragione della mia chiamata, dètte in un solenne scoppio di risa e mi domandò: ? Avete avuto [...]

[...] comparativi, dei quali ognuno può intendere facilmente la profonda gravità. Erano le 4; il treno per Laura ed Avellino partiva alle 5¼, un po' di [...]

[...] colazione trovando un caffè aperto bisognava farla in tutti i modi, dunque non c'era tempo da perdere. ? Che vi levate già? ? mi domandò la padrona [...]

[...] borgata di Mercogliano notabile anche storicamente per il doloroso ricordo dell'eccidio che lassù fu commesso nel 1799 di un drappello di soldati [...]

[...] ufficiali napoletani Morelli e Silvati, i quali, essendo corsi con la loro truppa a dar man forte ai Carbonari colà riuniti, furono presi dopo un [...]

[...] Mercogliano in vetta ad un picco di granito, ha pure una storia ed una leggenda assai degne di nota. Di lassù, dall'antico Mons Virgilianus, dove nei tempi [...]

[...] pagani sorgeva un tempio a Cibele ridotto poi a chiesa cristiana, fu nell'anno 1497 portato in Napoli il corpo di San Gennaro, che dal cardinale [...]

[...] il Vesuvio, presi appena tempo per dare una occhiata alla graziosa città, perchè il tempo minacciava un po' d'ogni cosa, con apparato solenne di [...]

[...] non correre il pericolo di trovarmivi imprigionato dal pessimo tempo. È una piccola, ma ridente città, che sorge in mezzo ad un ubertoso altipiano [...]

[...] non lo so. Vi sono due belle piazze, qualche monumento ed un magnifico viale alberato che serve come pubblico passeggio, e per il quale il mio [...]

[...] e minacciosa. ? Hai un gran bravo cavallo! ? Eccellente introduzione per cattivarsi l'animo d'un vetturino, quando si vuole attaccar discorso [...]

[...] . Mi accennò di sì con un sorriso angelico e con un dolce movimento della testa. Avendo così di volo sentito dire della ruggine che esisteva fra [...]

[...] Mercoglianesi ed Avellinesi, volli tastare il mio egregio Febo, per passare meno peggio il tempo e: ? E tu sei d'Avellino? gli dissi. ? Credei ad un [...]

[...] tratto d'avergli domandato: ? Siete voi cristiano? ? perchè a bruciapelo mi rispose un ? Per grazia di Dio ? da buttarmi in terra. Ah! è inutile: se hai [...]

[...] bisogno di dieci campanili, sbuzza dieci Italiani e gli avrai subito con le campane e tutto. ? E Mercogliano, dimmi, è veramente un bel paese [...]

[...] ? ? ? Lo vedrete. ? Ma a te piace, vi staresti volentieri? ? Io! ? Ma quell'io lo disse con un movimento tanto energico di tutta la persona, che la [...]

[...] cuspide del campanile gli deve aver battuto di certo nel palato. Così seguitammo un pezzetto a parlare di varie cose e stetti con grande attenzione [...]

[...] ad ascoltare i suoi racconti, dei quali il più bizzarro mi parve la storia di un certo santo, di cui ho dimenticato il nome e che, temporibus illis [...]

[...] ! Ah! come me la godo, come me la godo! o di dove diavolo è scaturito questo Lucrezio a cassetta? Ma un ateo tutto d'un pezzo con la frusta in mano mi [...]

[...] santissima di Montevergine! ? Che è stato? ? Una saetta aveva picchiato proprio in un albero alla distanza d'una ventina di passi davanti a noi. Il [...]

[...] cavallo s'era fermato a secco, il mio egregio ateo era sceso da cassetta con un gran lancio ed era venuto a rifugiarsi sotto il mantice accanto a me [...]

[...] carne a Montevergine...? ? Sì signore, a portar carne lassù, viene la tempesta. ? E ci credi? ? Signore, è la verità! ? Sei un eroe! e giacchè è [...]

[...] punte dei capelli, giunsi alla casa dei miei ospiti, dove fui ricevuto in un modo per me anche troppo lusinghiero. Queste eccellenti persone che non [...]

[...] mi conoscevano nè punto nè poco, appena ebbi loro mostrato un piccolo talismano in forma di biglietto di presentazione, mi accolsero con quella [...]

[...] alternativamente e senza riposo. E in mezzo a tutto quel frastuono, non un suono piacevole, non una voce simpatica, un'armonia di strumento gradito che [...]

[...] la folla. E tutto questo quadro fantastico nuotava in un ambiente di fumo denso denso, che portato giù dai camini dal vento temporalesco, o [...]

[...] sollevandosi dalle padelle strepitanti dei numerosi friggitori occupati per la via, avviluppava la salvatica scena dentro un folto velo di puzzolente [...]

[...] , banderuole, rami di abete, penne colorate, secchioli di legno ed altri fronzoli, tutti oggetti aventi un significato attinente alla solennità [...]

[...] spazio circolava a stento la folla compatta ed ululante. Eppure ad ogni momento un veicolo tirato da focosi cavalli carichi di penne, di campanelli [...]

[...] e di nastri, animati dalle grida e dagli scoppi di frusta d'un ossesso guidatore, andando alla carriera come nella strada più spaziosa e solitaria [...]

[...] , passava turbinando. Un eccidio di gambe e di costole pareva imminente, ma tutti sapevano tanto ingegnosamente badarsi, che la furibonda meteora [...]

[...] acclamazioni entusiastiche e dagli evviva ai nuovi arrivati. Un chirurgo vi avrebbe fatto la figura di Tantalo. Giudico che l'egoismo di questa gente debba [...]

[...] respirare un po' liberamente sopra un piazzale erboso, presso al quale mi fu indicato il punto della via che viene da Napoli e dove qualche anno [...]

[...] addietro, durante il tempo della festa, stavano sedute non rammento se due o più persone incaricate di aggiudicare un premio d'onore all'equipaggio che [...]

[...] dolcissimamente quelli che l'ascoltarono. In fondo a questa piazza si trova la chiesa parrocchiale, un edifizio qualunque che non richiamò la mia [...]

[...] fedeli lottatori. Dico lottatori, perchè una vera lotta sostenuta a suon di gomitate, pettate e spallate, si faceva presso un piccolo getto d'acqua [...]

[...] che scaturiva da una cannella posta in un pilastro della navata a sinistra di chi entra. La montagna rocciosa che sta a ridosso di Mercogliano fa sì [...]

[...] abbeverarsi al suo preziosissimo getto. Questa sorgente scaturisce da un ginocchio di San.... non me ne ricordo, onde, dopo essersi imbevuta di quella [...]

[...] di nuvoloni neri neri ingombrava il cielo, appoggiandosi sulle più alte groppe delle montagne; giù da ponente l'aria era infuocata dai fulmini d'un [...]

[...] della montagna in lunghe spire luminose che, risaltando fra le tenebre, prendeva l'aspetto di un enorme serpente di fuoco che lento lento si [...]

[...] divincolasse strisciando su per i suoi bruni dirupi. Non potei resistere alla tentazione e scesi nella via; mi fu facile noleggiar subito un Pegaso ragliante [...]

[...] sogliono addensarsi i vapori su le montagne, il cielo si oscurò ad un tratto dietro un nuvolone che, rammulinandosi vorticosamente, anneriva e [...]

[...] gonfiava minaccioso; alla tepida brezza tenne dietro un vento frigido e impetuoso; una batteria di fulmini accompagnata da scoppi formidabili, cominciò a [...]

[...] bersagliare le punte che ci stavano d'intorno, e un vero diluvio d'acqua e di grandine si scaricò su le nostre misere pelli. Uno scompiglio generale [...]

[...] tenne dietro alla furiosa bufera; chi correva di là, chi di qua in cerca d'un riparo qualunque, ma ripari non ve ne erano, perchè l'ultima zona [...]

[...] Russia le misere mandre umane del Primo Napoleone. Vi furon momenti di un tale scompiglio doloroso e in cui provai tanta pietà dei vecchi, dei poveri [...]

[...] . Ma pure non mancarono le scene comiche in mezzo a questa alpina tragedia. Un gruppo di persone credendo d'essersi poste al sicuro in una cavità [...]

[...] del terreno, senza pensare che appunto era stata scavata dalle acque d'un rigagnolo che andavano a sbacchiarvi in tempo di pioggia, si smascellavano [...]

[...] dalle risa canzonando quelli rimasti di fuori, quando il rigagnolo, gonfiato a un tratto, scaricò addosso a que' disgraziati una cateratta di broda [...]

[...] riparo, erano rimasti fino allora a supplicare smaniosi inutilmente. Un individuo che a pochi passi da me s'era riparato sotto il ventre del suo cavallo [...]

[...] improvvisa che insiem con la pipa, si trovò spento il riso su le labbra che restarono mute ad un tratto, sotto l'abbondante lavacro che la più tepida [...]

[...] fermavano dove un riparo qualunque poteva difenderli dalla bufera indiavolata; altri e sopra tutti le donne o incinte o vecchie o soverchiamente [...]

[...] doloroso Calvario. Ogni volta che raggiungevo uno di cotesti gruppi, mi sentivo prendere da un senso di pietà che si convertiva subito in [...]

[...] bavosa; gobbi con la groppa nuda che stando a bocconi sopra un canile di paglia si contorcevano e strepitavano accennando la loro deformità; storpi [...]

[...] costoro aveva un motto speciale, che ripeteva continuamente, per lodare le virtù di Maria Vergine o per dipingere le sofferenze delle anime del [...]

[...] Purgatorio, o per rammentare i meriti che si acquistano presso Dio con quella elemosina che domandavano. Sopra un crocicchio che faceva la via [...]

[...] , incontrandosi con altri viottoli che venivano dalla pianura, stava un uomo di aspetto lugubre incappato di nero, il quale suonando continuamente con [...]

[...] la sinistra una grossa campanella, chiedeva pietà ed elemosina per le anime sante del Purgatorio, mostrando con la destra ai passanti un vassoio con [...]

[...] sopra un teschio umano annerito, mezzo nascosto fra i soldi di rame e la neve; e molti si avventavano a baciare quel teschio e a deporre il loro [...]

[...] fummo a poche centinaja di passi dall'Abbazìa, il cielo si rasserenò ad un tratto; il sole tornò a sfavillare ed a posarsi tepido e sorridente su [...]

[...] le nostre povere groppe ed il panorama delle sottoposte vallate si aprì ampio e luminoso quasi sotto ai nostri piedi. Mi fermai un momento ad [...]

[...] figurarmelo un eroe leggendario, uno di quei tanti generosi che, inaspriti dalla sventura in forma di giustizia umana, corrono intolleranti alla macchia [...]

[...] feroce e quando mi ricordai che appunto il giorno che lo vidi, era accatenato più corto in un carcere della Linguella, per aver ghermito quaranta [...]

[...] lire a un suo sventurato compagno di pena. L'orizzonte si richiuse fra la nebbia, la neve cominciò a cadere più folta, ed io ripresi il cammino [...]

[...] , giungendo dopo pochi minuti nel cortile dell'Abbazia. Mi parve d'entrare in mezzo ad un campo militare dopo una sconfitta. Non starò a descriverti le [...]

[...] mi sarebbe scappato da ridere, lo guardavo, lo ammiravo e stavo zitto. Lungo i muri delle due navate laterali s'era fatto un vero accampamento. Una [...]

[...] là in liquide e solide occupazioni in mezzo a un continuo strillare, che mi faceva credere d'esser capitato nel Limbo. Il terreno era ingombro d'una [...]

[...] . Arrivavano alla porta della chiesa cantando salmi, e appena giunti alla soglia vi si buttavano inginocchiati, piegando fino a terra la testa. Un [...]

[...] loro parente o amico che fosse, legava loro al collo o una corda o un fazzoletto e quasi trascinandoseli dietro, muoveva verso il tabernacolo della [...]

[...] voglio più. Tornai nel cortile, m'ingozzai un pezzo di tonnina e un altro di baccalà crudo, chè carne nè altro v'era per sfamarsi lassù, e dopo [...]

[...] sola, un solo segno di gentile poesia scaturito dai petti di quelle goffe creature, mi fece in parte riconciliare con loro, perchè era gentile da vero [...]

[...] . Lungo la via avevo osservato che quasi ogni pianta di ginestra era legata ad un'altra, per mezzo di un nodo intrecciato con le loro cime. E [...]

[...] sciolti dalle coppie felici che vi tornano dopo il matrimonio. Nella mia vita non avevo ancora veduto uscire da menti volgari un pensiero così altamente [...]

[...] destare in chi sta ad osservarli; fumano tutti un sigaro lungo lungo rinnovato per l'occasione e sputano maestosamente. Le carrozze, i cavalli e le loro [...]

[...] bardature da un certo aspetto sono belle da vero e degne d'essere osservate. Questi focosi animali che a due e spesso a quattro compariscono [...]

[...] teatrale, ma sotto un certo aspetto è bella. Tutto questo sonaglìo, e luccichìo e strepito assordante per qualche momento abbaglia e stordisce [...]

[...] carrozzella per prendere una boccata d'aria di campagna, dopo aver percorso un par di chilometri circa della strada di Poggio reale fuori di porta [...]

[...] , signorino, ma non troverete nulla di bello da vedere. ? Tanto meglio. Svolta, svolta. ? Il vetturino, maravigliato di un genere di curiosità che non sapeva [...]

[...] spiegarsi, mi guardò quanto ero lungo e lentamente fece voltare il cavallo. Dopo un quarto d'ora circa mi trovai alla porta del Cimitero. Appena [...]

[...] del prete ed altre stanze destinate a varj usi; un largo piazzale lastricato di forma presso a poco quadrata, con un lampione nel centro sormontato [...]

[...] mio arrivo stava inoperosa in un angolo del piazzale; ecco tutto quello che mi dètte nell'occhio al primo giungere nello squallido carnajo, dove il [...]

[...] Municipio di Napoli manda ogni anno circa 7000 capi di bestiame umano a putrefare in combutta. Un uomo di piacevole aspetto, ma coperto di abiti [...]

[...] noja, da un malessere, da così fredda tristezza, che volentieri me ne sarei andato, se una strana curiosità non m'avesse inchiodato là dentro. Era [...]

[...] capo scoperto sotto la sferza di un sole infuocato, percorrevano il piazzale in su e in giù lungo le file di sepolture, recitando salmi a bassa voce [...]

[...] . Presso una lapide, poco discosta da me, era un gruppo composto di una donna adulta, una giovinetta e tre bambini, di certo madre e figli, che ad [...]

[...] gingillava con una lucertola legata per la coda. In un angolo dormivano due straccioni, russando saporitamente; in un altro, un branco di monelli [...]

[...] minimamente la intonazione; avrei giurato che piangevano anch'essi. Nel mentre che osservavo taciturno, comparve su la porta un uomo scamiciato e [...]

[...] guardato d'intorno chiamò: «Treonce!» Treonce, che era uno dei facchini di servizio addormentati in un canto, si alzò, gli corse incontro ed io feci [...]

[...] deposito, i due facchini ne schiodarono il coperchio e misero allo scoperto lo scarno cadavere di un bambino di circa due anni. Era rinvoltato in pochi e [...]

[...] , erano corsi pizzicottandosi, e saltavano intorno a noi distratti e sorridenti. Preparata in un momento la cassa di deposito, il piccolo cadavere [...]

[...] fu preso da un facchino per una gamba e sbatacchiato lì dentro. La ghirlanda volò da una parte, la rosa da un'altra, e due righe di sangue uscirono [...]

[...] lo stesso trattamento. Ad un cadavere di vecchia vidi cadere, nel levarlo dalla bara, l'unico brandello di panno che le copriva il ventre e restar [...]

[...] nuda affatto sotto gli occhi di una folla di curiosi; ad un altro di uomo attempato, che scivolò dalle mani di chi lo sosteneva per le spalle, vidi [...]

[...] gl'incarica della delicata operazione, ricevendone in cambio un piccolo onorario. ? Utilissima notizia per quei padri di famiglia che volessero [...]

[...] : cinque vecchi, tre bambini ed un giovane dell'apparente età di trent'anni, intorno ai quali un cento di persone circa stavano stupidamente contegnose [...]

[...] ; soltanto a lunghi intervalli giungeva fino a noi la romba della città, portata dalla brezza della sera, e quel rumore confuso mi pareva come un respiro [...]

[...] tace, perchè la parola è insufficiente. Il vecchio sacerdote recitò la preghiera dei morti; benedisse i cadaveri, e si ritirò, facendo un cenno agli [...]

[...] uomini di servizio che messero subito mano al lavoro. ? Iam! ? gridò uno di loro, e in un istante la lapide dell'immane carnajo fu sollevata [...]

[...] . Un'ondata di tanfo nauseante buttò indietro in un momento le cento facce dei curiosi che vi stavano sopra, ma cento facce improntate di stupida curiosità [...]

[...] : ? Indietro! cascherete dentro! via! via! finiamo! ? Bisognò lasciar correre un quarto d'ora buono per dare sfogo alla bestiale curiosità della folla, e [...]

[...] sopra di nuovo per osservarne la discesa, quando ad un certo punto scattò una molla, il fondo della cassa si era aperto e la prima carogna umana [...]

[...] , con un tonfo sordo, era andata ad occupare il suo posto nel letamajo assegnatole per ultima dimora. La cassa ritornò in su, e questa volta toccava [...]

[...] della macchina. L'aspetto del cadavere di un uomo giovine, che si disponeva a fare la lugubre discesa, aveva impressionato anche i più stupidi. Nessuno [...]

[...] fiatava, e in mezzo al silenzio generale la Grù fece sentire il suo strepito sinistro. Un grido soffocato m'arrivò alle orecchie, e vidi comparire [...]

[...] fra le braccia delle sue compagne. Mi voltai ad un vecchio che mi stava vicino osservandola e gli domandai: ? La conoscete? ? Robba de lupanare [...]

[...] , eccellenza... ? Basta. ? Un cupo mormorio di compassione e di paura si levò a quella scena, ed alcuni di noi ci muovemmo per soccorrere quell'infelice [...]

[...] , ma non fummo in tempo, perchè barcollando ed agitando convulsamente in aria le braccia, la vedemmo sparire come un fantasma attraverso alla luce [...]

[...] del lampione che illuminava l'androne d'ingresso, sorretta dalle sue compagne che quasi se la portavano in collo. In quel momento un ragazzo che [...]

[...] , per veder meglio, s'era ficcato attraverso alla macchina cominciò a gridare: ? Ahi! Ahi! la mano, la mano! ? (gli era rimasto un dito fra [...]

[...] dentro; indietro, indietro! ? Ed altre esclamazioni ed altri urli e un turbinìo di teste, di braccia e di mani, che tumultuosamente si affollavano in [...]

[...] un punto. In quel mentre altre grida partivano da persone spaventate, che fuggendo inciampavano e inciampando cadevano attraverso alle casse dei [...]

[...] . Qualche anno fa, il figlio d'un potentato d'Europa, dopo aver sentito parlare di questo cimitero, osservava non so a quale Autorità napoletana [...]

[...] tutta la suppellettile di romanticismo che ogni buon realista deve portar seco necessariamente per le occasioni straordinarie, mi perdevo in un [...]

[...] con un caldo addio gli Echi del Castel dell'Ovo, correvo a spegnere i miei bollori romantici intorno alla mole parallelepipeda d'un gelato [...]

[...] vi rassegnai. Me ne corsi a prua, mi accavalciai sull'albero di bompresso, lontano dalle armonie e dai conati, e lì sognando di cavalcare un mostro [...]

[...] , ed ingrandendo a' miei occhi ad ogni passo la sua mole tranquilla. Avevo trovato la pace, ma per un momento fu seriamente minacciata. Un vecchio [...]

[...] creazione è questo golfo superbo, questo cielo, queste isole, questo mare, dove non è lecito muovere un passo o guardarsi d'intorno, senza incontrar [...]

[...] sempre nuove cause d'entusiasmo e di stupore! La Grotta Azzurra deve essere un inganno per le anime volgari che la vedono la prima volta. Avvezzi tutti a [...]

[...] necessariamente sconcertati, quando si accorgono che non è nè spaziosa nè azzurra come l'idea che se n'erano formata, ma raccolta e colorata di un verde [...]

[...] più credere che quelli erano i riflessi delle onde leggermente agitate, mi trovai perso in un mare di sogni soavi. Sognai di Fate e di palazzi [...]

[...] di Capri, i miei compagni si allontanarono presto, chi a piedi, chi facendo dama su un branchetto di somarelli che aspettavano presso lo scalo, e [...]

[...] voce pareva non volessero turbare il silenzio di quella riva solitaria, ed un gruppo di bambini saltellanti e di giovinette fresche e gentili mi [...]

[...] , è ora una bianca casetta, e presso a questa casetta un fresco pergolato, all'ombra del quale vidi due brune e spensierate figlie dell'isola [...]

[...] lilliputtiani un uomo, che fregando le spalle agli stipiti e toccando con la testa l'architrave sembrava due volte almeno più grande del vero. Quando poi [...]

[...] innocenti segreti, da un lato all'altro della via, senza muoversi da sedere. Sembra tutta una famiglia; una buona famiglia ordinata e pulitissima [...]

[...] soffrivo realmente non potendomi espandere con nessuno. Quando andai a visitare la piccola cattedrale, fermò la mia attenzione un chiodo piantato nel [...]

[...] muro presso una piletta d'acqua santa. Domandai di quel chiodo, e seppi che smarrendo per l'isola un qualunque oggetto, anche di gran valore, non [...]

[...] s'ha da far altro che andare dopo un dato tempo a quel chiodo, dove certamente ritroveremo l'oggetto, che sarà andato ad appendervi colui che l'avrà [...]

[...] tanti chiodi simili si piantassero nelle cattedrali di tutte le metropoli d'Europa! Se si desse ai popoli un segno di tanta fiducia! chi sa? Gli uomini [...]

[...] , in fin de' conti, non sono che fanciulli adulti, e nei fanciulli caparbii non è raro osservare sublimi reazioni, di fronte ad un atto improvviso di [...]

[...] vi sono carrozze, e dalla mia volontà, non ho lasciato inesplorato un palmo di quel terreno. Dai Faraglioni al Capo Campetiello; dalla Grotta [...]

[...] Azzurra alla Cala del Tuono, ora inerpicandomi con le mani e coi piedi, ora sdrucciolando giù per un piano inclinato, ora saltando da uno scoglio [...]

[...] all'altro, in compagnia del mio vispo Peppino, un giovinetto che mi fu dato per guida dal mio locandiere in Capri, la girai tutta, e in tutti i versi [...]

[...] proprietà, è talmente altero da rattristare un povero Italiano che approdi su quell'isola, credendola in buona fede un frammento della sua patria. Anche [...]

[...] aperture e per la bianchezza abbagliante delle loro pareti mi davano tutte insieme l'idea come d'un mausoleo di neve innalzato dal Silenzio al Dio della [...]

[...] Monte Solaro, la più alta punta dell'isola. Sentii su in alto un suono di trombe, e mi parve di vedere in lontananza alcune persone che si muovevano [...]

[...] di così detti discoli relegati nell'isola, i quali stavano occupati su quell'altura a costruire un fortino di terra. Anche quest'isola può essere [...]

[...] un luogo di pena! riflettei. E che inventeremo allora per le ricompense? Ma non è possibile, pensai, che quei giovani non siano beati di un gastigo [...]

[...] che somiglia tanto ad un premio. Non era vero. Lassù non si trovano nè bettole, nè bische, nè lupanari, e allora che cosa è la vita su quel [...]

[...] maledetto scogliaccio? Così battezzava l'isola di Capri uno di quei rompicolli, il quale mi parlò, dando in escandescenze, ed invocando fervorosamente un [...]

[...] suo. Gli dètti un sigaro prima che me lo chiedesse, e tirai avanti pel mio viaggio. Si dissiparono presto le impressioni del disgustoso incontro, e [...]

[...] il suo libretto e incominciò. Dopo che l'ebbi lasciata un po' sfogare coi suoi: bab, bibe bub, le dètti un bel bacione su le sue gotuzze brune e la [...]

[...] scoglio, fumando la sua pipa di gesso, mentre accomodava i sugheri ad un tramaglio. Dopo un faticoso cammino di circa due ore, per un sentiero che [...]

[...] negli ultimi tratti è una vera e precipitosa scala intagliata nel masso a larghi gradini, giungemmo alla chiesetta dell'Eremita posta sull'orlo d'un [...]

[...] chiamarlo col soprannome di Ventidue, che nel libro dei sogni fa pazzo. Costui non è nè prete nè frate, ma un bighellone qualunque che si maschera da [...]

[...] lui, e per prenderli dopo per il collo con ogni riguardo possibile e sopra tutto col santo timor di Dio. Un secondo della medesima stoffa lo trovai [...]

[...] dell'immenso panorama che di lassù si gode, conducendomi e portandomi da sedere e da rinfrescarmi sopra una terrazzetta scoperta, che sporgeva sopra un [...]

[...] potei più contenermi. Padrino, ? esclamai, ? vuole un novizio? eccomi qua. ? Fece una grassa risata ed accennandomi gli occhi, mi rispose: ? C'è [...]

[...] libreria, un cane ed un fucile per dar dietro alle quaglie di questi masseti, un buon cavallo da sella, una barca, un.... ? Credetti a un tratto che [...]

[...] dire tutto quello che un volume non direbbe, finchè non cambiò aspetto, quando di parola in parola venimmo a parlare dell'eruzione del 72. La [...]

[...] lasciarmi m'indicò, lì di fianco alla chiesa, un piccolo recinto, dove si vedevano 24 croci di legno uscir fuori fra i ciuffi di rose e di gigli [...]

[...] sparpagliati dal vento si stendono come un velo diafano fra i dardi del sole e il profumo dei colli di Sorrento, piovono su i vostri sensi onde [...]

[...] così sature di altissima poesia che, ammaliato davanti al sublime spettacolo, l'animo vostro a poco a poco si confonde, e va a perdersi in un mare [...]

[...] ammirano, perchè è feroce, che tutti amano, perchè è bello. L'Arcangelo Michele è un poliziotto volgare; Lucifero è un eroe. Questi pensieri mi [...]

[...] della partenza ci aveva ridotti a sei soli, accompagnati da un certo malumore, ma pieni di speranza in quella fortuna che ajuta gli audaci, provvisti [...]

[...] vedo una stella! ? e un altro: ? Io due ? e io quattro.... e sei e otto e mille.... ? All'apparire della luna le nebbie si squarciarono come [...]

[...] ci era stata compagna fin'allora, non si rischiarò, come si sperava, col dissiparsi delle nubi. Ogni tanto un frizzo o un epigramma ci usciva [...]

[...] sbiadito dalle labbra; un riso di convenienza lo seguiva breve breve, e dopo, silenzio perfetto. L'aspetto del Vesuvio, quella notte, era troppo solenne [...]

[...] aridità del terreno bruno e polveroso, specialmente al confronto coi banchi di lava, sui quali l'occhio erra inutilmente in cerca d'un filo di verdura, è [...]

[...] odorati, non vegga le sue brezze correre trepidanti attraverso ad un mare di scorie abbrustolite! Il Piano delle ginestre ce lo siamo lasciato alle spalle [...]

[...] quella regione selvaggia ed osservandone i particolari e la infinita varietà di forme assunte dalla lava nel raffreddamento, provai un senso che mi [...]

[...] parve di paura e dimenticando il mondo lunare, m'immaginai, ad un tratto, d'inoltrarmi fra gli avanzi torrefatti di una battaglia di Giganti, e [...]

[...] in mente un fattarello che volli raccontare agli amici, accaduto nella Maremma toscana e precisamente l'anno 1844. Una famiglia di contadini [...]

[...] roncole correvano verso il pollajo un trenta passi discosto dalla loro abitazione. Non erano anche arrivati a mezza strada, che una terribile [...]

[...] scossa di terremoto avea trasformato la casa in un monte di macerie. I polli avevano presentito il fenomeno, e dandone coi loro schiamazzi l'avviso [...]

[...] un pollo valeva un sismografo, anzi vi fu uno tanto esaltato, il quale pretese dimostrare che in certi casi un pollo morto vale un sismografo vivo [...]

[...] , alcune guide che dormivano all'aria aperta intorno ad una fiammata di sterpi, destate dai latrati d'un cane che annunziò il nostro arrivo, ci [...]

[...] prendemmo qualche ristoro; scegliemmo fra loro un robusto giovinotto per dirigerci nell'ascensione e poco dopo, fumando saporitamente i nostri [...]

[...] sigari, ci rimettemmo in cammino. Percorso un mezzo chilometro circa di un sentiero abbastanza facile e pianeggiante, cominciò il faticoso cammino [...]

[...] più ardita fantasia. Nessuna traccia di vegetazione sotto i nostri passi; da un lato il ripidissimo cono, in cima al quale una enorme nuvola (che [...]

[...] tale pareva da vicino il pennacchio) tinta dalla luna ai suoi ciuffi estremi in un bianco perlaceo, bruna nella parte centrale che rimaneva [...]

[...] vorticosamente sbucava. Dall'altro lato le groppe dei colli di lava tinte di un nero metallico, che frastagliate e seghettate acutamente sembravano, attraverso [...]

[...] piano del mare luccicante pei riflessi di una miriade di stelle come un altro firmamento disteso ai nostri piedi, formavano un tale insieme di [...]

[...] contrasti e di armonie, offrivano tali bruschi passaggi dal chiaro più luminoso allo scuro più forte, e tali lievissime sfumature sotto un cielo di una [...]

[...] , e in mezzo a questo silenzio il vulcano mandava a larghi intervalli i suoi rantoli profondi. In quel punto la nostra guida c'indicò un ammasso di [...]

[...] destra di chi guarda il cono dal colle di San Salvatore, quando investiti da un getto di gas deleterj caddero asfittici e i loro cadaveri rimasero [...]

[...] miserando spettacolo alla infernale solitudine, finchè un torrente di fuoco non gli ebbe travolti nelle sue onde divoratrici. Una lapide di marmo [...]

[...] posta sopra un muro presso l'Osservatorio rammenta insieme con quelli di altre vittime i nomi di questi infelici, empiendo l'animo dello stanco [...]

[...] appena di un metro. Nonostante si va, si rampica e ci sentiamo tornare nelle membra un vigore, nel quale non avremmo osato sperare pochi minuti avanti [...]

[...] compagni, un poco indisposto di salute, che fino allora aveva potuto farsi superiore alla fatica con la sua forte volontà, fu vinto da quest'ultima prova [...]

[...] provvigioni da bocca, perchè all'occorrenza avesse potuto ristorarsi. L'andare senza guida incontro ad un ignoto di quella natura; sopra un terreno che [...]

[...] oggi le sue proprietà? ? In pochi discorsi mi trovai preso dal timor pánico ed ebbi un momento assai triste, quando, rinforzato un po' il vento, vidi [...]

[...] , bicchieri all'aria e un correre di sotto e di sopra in mezzo ai richiami della guida che ci gridava continuamente: ? Costà no.... tornino indietro.... non [...]

[...] crepaccio era foltissimo al di dentro; onde di tutto il lavorìo che si faceva nel fondo altro non potevamo scorgere che un incessante bagliore e udire [...]

[...] altro che pallidissimo in quelli d'un furioso uragano. Immaginate lo strepito d'un enorme getto d'acqua che ricade sopra un piano incandescente; una [...]

[...] proponimento e buttandogli in gola un altro bicchiere di Lacrimacristi, finalmente si dichiarò vinto con queste parole. ? Ebbene, signori, volete [...]

[...] non essere il mio corpo più grosso di un grano di arena. I miei compagni poi non mi parevano più loro, ma ombre fantastiche attraverso a un sogno di [...]

[...] vertigine ci aveva presi, eravamo ubriachi di ruggiti e di fuoco, e se un getto di lava ci avesse ricoperti, saremmo caduti gridando di gioja come [...]

[...] umide e luccicanti tutti i colori dell'iride. Lassù in alto una rupe gialla stava sospesa sopra un ammasso di lapilli di un turchino carico; accanto [...]

[...] pareva che un branco di leoni spirassero urlando tra le fiamme di una mostruosa fornace. ? Il fluido che si agitava nel gorgo, abbassando e rialzando a [...]

[...] sinistro di una pioggia di pietre. Gl'intervalli fra un boato e l'altro, in alcuni momenti erano brevissimi, per modo che spesso un getto che ricadeva [...]

[...] ne incontrava un altro che saliva, urtandosi e spezzandosi in faville, e ad ognuno di questi boati corrispondeva un bagliore come di scarica [...]

[...] . La sola idea di non perdere il panorama del golfo al sorgere del sole poteva rompere l'incantesimo che ci teneva incatenati là in fondo. Dopo un [...]

[...] quarto d'ora di faticosa ascensione, uscimmo dal cratere.... Dio, Dio! è troppo! sono impazzato? son vittima fortunata d'un incantesimo? Che sublimità [...]

[...] ubriacata dallo spettacolo di poc'anzi, ebbi un momento, nel quale mi parve d'essere impazzato davvero. Badavo a tastarmi le membra, a passarmi le mani [...]

[...] gentile; veniva voglia di temere che l'aleggio d'un insetto lo potesse disfare e si tratteneva il respiro, quasi temendo che anche l'alito più lieve [...]

[...] potesse turbare quel diafano incanto. Non credo a spettacolo più sublime. Quando dalla cima di un vulcano che freme, gettando la sua ombra sul mare [...]

[...] , e pochi momenti dopo anche la immensa città, simile ad un banco di lava biancastra solcato da profondi crepacci, brillò sommersa in un oceano di [...]

[...] luce del giorno parvero meno micidiali alle nostre povere membra, giungemmo presto all'Osservatorio. Una breve fermata, un sorso di vino e di [...]

[...] nuovo in viaggio, ma questa volta per la sospirata via rotabile. Poco sotto alla casetta dell'eremita incontrammo una comitiva di signori in un ricco [...]

[...] costretto, deve abbandonarla. Ed io mi cheto e guardando il mucchietto de' miei pochi bagagli lì in un canto che fra poco verranno con me a bordo del [...]

[...] San Piero della Compagnia Valery, e le bocche spalancate e vuote del cassettone che mi guarda come se volesse anche lui brontolarmi un addio, ti [...]

[...] povero filosofo, di questa sottile personificazione dell'indole napoletana, portandoti un opuscolo d'un certo Arcoleo che leggerai con grande [...]

[...] dell'inseparabile taccuino. U SOLECHIANIELLE. Un essere, per il quale le maraviglie del firmamento rientrano nella categoria delle cose superflue (fremi [...]

[...] subito nell'animo qualche dubbio doloroso. Spesso pare che corra affannato in cerca d'un oggetto smarrito e di grandissimo valore per lui, e qualche [...]

[...] altra, sembra un'anima preoccupata che fugge davanti ad un rimorso che la perseguita, quando non v'immaginiate che cerchi la gemella smarrita della [...]

[...] lui non sfuggirà di certo il guajo che affligge tanto molestamente le vostre basse estremità. Non un tacco dolcemente inclinato, non un sorriso [...]

[...] polli; si mette dietro alla vittima continuando ad accennare straziantemente il membro ammalato, ed è capace di seguitarla per un chilometro intero [...]

[...] , per due se occorre, finchè non l'abbia fatta sua. Questa volta ha chiappato un pretonzolo di campagna. Gli ha già levato la scarpa, vi ha già [...]

[...] cesta, incomincia l'opera riparatrice. Allora il ciabattino cambia affatto natura. Da taciturno che era diventa ilare ad un tratto; accende subito [...]

[...] un mozzicone, attacca discorso con la vittima, e raccontando piacevoli storielle ride e fa ridere, e tutto distratto briosamente, mette pece dove [...]

[...] come una pasqua e, uno per un verso, uno per l'altro, tutti e due si allontanano allegramente, sognando ognuno per conto proprio: mortorj, scarpe [...]

[...] pellegrini stranieri. L'occasione era bellissima, ed io non potevo perderla a costo di qualunque sacrifizio. Quando v'è un Santo che per amore del suo [...]

[...] popolo è capace di mettere in bollore il proprio sangue per otto volte consecutive, senza perder la pazienza, bisogna dire che è un Santo sul serio, un [...]

[...] Santo che merita tutti i riguardi possibili ed io volli salutarlo. La folla era compatta nella chiesa; intorno all'altare formicolavano un par di [...]

[...] portare la mia mascherata che nessuno s'accorse del finto pavone, imbrancatosi temerariamente con loro. In mezzo ad un silenzio solenne incomincia la [...]

[...] commoventissima funzione. Il sacerdote di servizio, mentre presenta al popolo l'ampolla, simile ad un piccolo lampione da carrozza, la guarda, e [...]

[...] così disperate, che ad un tratto pare d'esser cascati in uno scannatojo d'agnelli. I pellegrini si spaventano credendola una sommossa; alcune [...]

[...] l'insieme della scena non avesse avuto assolutamente l'aria d'un baccanale dei più nauseanti. Delle famose imprecazioni al Santo, però, non ne ho sentite [...]

[...] nemmeno una. Pianti, sospiri, caldissime raccomandazioni e niente di più. Da un branchetto di commarelle, che mi stavano alle spalle, uscivano [...]

[...] del miracolo, ed intanto nella navata massima un rimbombante predicatore strapazzava la memoria del Santo, ossia ne raccontava la vita, commentandola [...]

[...] all'ampolla, e far de' moti con le braccia tese verso la turba ululante, come per dire: ? Forse.... un altro momento.... ci pare.... chi sa [...]

[...] ...? ? Vi fu allora un istante d'ansia generale ed un breve intervallo di silenzio rotto qua e là da sospiri e da singhiozzi mal soffocati. I cenni [...]

[...] seguitarono per qualche secondo, facce lagrimose e mani tremolanti si agitavano sulla folla genuflessa, quando ad un tratto alzaron tutti le braccia [...]

[...] all'aria, serrando le palme; il cherico sventolò, in segno di gioja, un panno bianco, e come scoppio d'uragano, gli organi dettero nelle loro armonie a [...]

[...] in Napoli mi avevano dato nell'occhio alcune persone che vestivano abiti tutti d'un colore, dalle scarpe al cappello: qualcuno tutto verde [...]

[...] malattia, avevan fatto promessa ai loro santi di vestirsi a quella maniera per un certo dato tempo, ed ora, guariti, scioglievano il voto. Ho [...]

[...] incontrato spesso alcune madri, portanti in collo monachine e fratini cuccioli d'un anno o due, ed ho saputo che anche la causa di queste innocenti [...]

[...] della semplicità fanatica dei più gonzi di loro, la sfruttano impunemente a loro vantaggio, in un modo che sembra innocente, ma che, se è meno cinico [...]

[...] su la soglia d'una bottega, su la quale è un aborto di gesso che rappresenta San Gennaro, due moccoli accesi ai lati della superba immagine ed in [...]

[...] mezzo un mucchio di soldi non sempre vecchio nè piccolo. Che cos'è tutto quell'amminnicolo? È un paretajo, nulla più e nulla meno che un paretajo. Il [...]

[...] Carmine per tagliare i capelli ad un Crocifisso, e che questi capelli ricrescevano poi a poco a poco nel corso dell'anno, perchè ritornassero in taglio [...]

[...] della Lanterna mi dettero nell'occhio due folti gruppi di persone, in mezzo ad ognuno dei quali vedevasi un uomo agitarsi e declamare con un libro in [...]

[...] della Gerusalemme, del Guerrin Meschino e dei Reali di Francia. Mi accostai al primo di questi e l'osservai. È un uomo che ha varcato la cinquantina [...]

[...] terra; dietro a loro viene subito l'ordine nobile, ossia una panca in giro, su la quale, pagando un soldo, seggono i Cresi del Porto e i protettori [...]

[...] ! Mi basta, me n'avanza. Via, via subito da quell'altro, ma spicciamoci, per l'amor di Dio, chè se m'arriva con un altro di quegli endecasillabi, son [...]

[...] morto! Il Rinaldo che declama proprio sotto la torre del Fanale, è un altro tipo; è meno maestoso, ma i suoi tratti sono tanto onesti e [...]

[...] decentemente sotto il braccio; ha un libro manoscritto nella sinistra e nella destra una bacchetta sbucciata a spirale. I suoi occhi, se non sembrassero [...]

[...] risputa con tanta simmetria e con un tal metodo, che in verità stupisce il vedere come in mezzo a tanta complicanza di faccende non s'imbrogli mai. La [...]

[...] statura sua è piuttosto bassa; ha il torace peloso, le braccia pelose, il berretto di pelo e la barba a corona. Non si può dire veramente un [...]

[...] addirittura il patentino per poter declamare anche in tempo di divieto, e aggiunge, e allunga, e accomoda di suo, in un modo così sublime, che il Tasso nelle [...]

[...] sue mani diventa tutt'un'altra cosa, un po' più oscuro è vero, ma con le sue illustrazioni in lingua Greco-Arabo-Italo-Cofta rimedia a tutto e [...]

[...] , scorcia, taglia, stronca, sdruce, insomma accomoda e rimedia a tutto, con tanto garbo che è un amore. ? Ma no, non lo farà (se ne vene a di' chillo [...]

[...] cui nome il Rinaldo è primo sempre a togliersi il berretto ed a fare una breve pausa ed un inchino in segno di reverenza.) ? Ed io arderò li [...]

[...] giornata è un essere comune, un venditore di commestibili come tutti gli altri, che passa le sue ore lungo la marina e specialmente lungo la via che [...]

[...] canto e corre le vie della città. La sua figura, generalmente, è elegante come quella di tutti i discendenti dei vecchi Osci e Campani. Veste un pajo [...]

[...] rame lucide, terse e pulite, come è difficile veder altra cosa in Napoli. ? Una marmitta nel centro; due laterali. Sotto quella del centro arde un [...]

[...] è sormontata da un arco formato da un verga d'ottone lucidissima, alla quale sono attaccati e sospesi: catenelle, medaglie e immagini di santi, e [...]

[...] quest'arco, alla sua volta, è sormontato da un lampione acceso, che scintillando ondeggia secondo le movenze della svelta figura che lo trasporta [...]

[...] di liberarmi da un senso di profonda mestizia, ogni volta che un ortolano mattiniero, fermando il suo somarello sotto la mia finestra, annunziava [...]

[...] ; modula la sua voce, e girando lentamente in tondo sopra sè stesso, empie il silenzio relativo della notte col suo verso malinconico. Un poeta direbbe [...]

[...] che sembra un cigno morente, che inganna col canto la sua ultima ora; io no: amo il pallido Maruzzaro ed il suo grido lamentoso, che nel tardi della [...]

[...] prima di slanciarsi nella sua rotta a Palermo, e pare come un formidabile cetaceo che tirato in terra dal rampone del baleniere sospiri smanioso [...]

[...] cappelli e il sole inebriato, pazzamente scintilla sul disordinato agitarsi di piume, di bajonette e di lacrime. In questo tempo un altro vapore arriva [...]

[...] lavoro aumenta di proporzioni. Carri che partono e che arrivano; ammassi di balle, di casse, di carbone e d'infinite altre cose che in un [...]

[...] momento si ammontano e si smonticano e spariscono; bòtti rotolate che scricchiolano su la breccia; cavalli che abbandonati un momento si son dati alla [...]

[...] fuga fra le grida del popolo; altri impennati sotto un peso enorme fanno sforzi prodigiosi, animati dalle frustate e dagli urli de' carrettieri, e in [...]

[...] Gennaro in suo soccorso. E intanto col nuovo bastimento è arrivato un carico di cembali e di nacchere. Quattro barche stivate di questi strumenti e [...]

[...] un legno da guerra ha incominciato a tuonare in lontananza il suo saluto, al quale risponde subito la romba delle artiglierie dal porto militare [...]

[...] .... Io non ne posso più; i miei nervi sono consumati. Guardo d'intorno, ed una folta caligine di polvere sollevata e di fumo pregno d'un odore acuto [...]

[...] rotano altissimi e tranquilli su la marina di Portici.... ? Addio, addio, diabolica e divina montagna; un adoratore del tuo fuoco ti saluta commosso [...]

Ballero Antonio
Don Zua. Storia di una famiglia nobile nel centro della Sardegna (Vol. I)
18 1894 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 298 occorrenze

[...] fossero già le cinque del mattino nel grazioso paesello di Mamoiada si dormiva ancora della grossa. Quell’anno l’inverno aveva fatto un ingresso [...]

[...] domenica, perciò una ragione maggiore per fare uno strappo all’orario consueto, e per godere qualche minuto in più di riposo. Un bagliore incerto di [...]

[...] , nello sfondo d’argento, di un cielo limpido e stellato, che a mano a mano andavasi tingendo col biancore dell’alba. Lo scalpitare sollecito di un [...]

[...] sembrò che a pochi passi; qualche secondo dopo, alla svolta della strada, apparve un cavallino piccolo e allegro, tutto fumante, montato, senza sella [...]

[...] , da un contadino incappucciato. Il passeggiero mattutino si fermò dinanzi ad una casa bassa, con piccole finestre, munite di grosse inferriate [...]

[...] , e con un salto leggero, smontò da cavallo; si soffiò ripetutamente sulle dita, pestò i piedi per terra, e borbottando una imprecazione contro [...]

[...] . Nell’interno della casa un abbaiare rabbioso di cani aveva già segnato l'avvicinarsi di un estraneo. C’erano latrati di tutti i toni, da quello [...]

[...] cortile, raccattò un sasso, e con quello picchiò parecchie volte, poi si pose a passeggiare sollecito, su e giù, battendo forte i piedi sul [...]

[...] terreno indurito dal gelo. I cani tacevano un istante, poi ricominciavano irati ad abbajare, come se avessero voluto divorare l’importuno visitatore [...]

[...] buon effetto, perchè al di dentro si fece sentire una voce rauca di vecchia, che cercava di mettere un pò di silenzio fra i cani: — Passa via, Leo [...]

[...] , Fioravà; tè, quà, Colombi, brava, tè, silenzio. Ottenuto un momento di tregua, la stessa voce dal fondo del cortile gridò: — Chi è? — Sono io [...]

[...] mastino? — Agostino! urlò dal di fuori l'impaziente. — Ah, Agostino! ora ho capito, aspetta, aspetta, che prendo le chiavi. — Ti prendesse un [...]

[...] centesimi mal guadagnati, vogliono succhiare il sangue dei poveri; ma andate là, pregate che la duri a lungo, chè tanto un accidente non mancherà a [...]

[...] voi pure, e così lascerete tutto quaggiù, avaroni sordidi. Mentre Agostino finiva di sfogare la rabbia con questo monologo, un cigolìo di [...]

[...] chiavistelli si fece sentire nell’interno del cortile. Finalmente l'ultima stanga fu tolta, ed il portone venne aperto. Donna Clara, con un lungo [...]

[...] là fuori a gelarsi, presto, presto, portalo dentro, in istalla, che può prendere un malanno da morirne; e poi vieni in cucina, che faremo il [...]

[...] a quell'immensa cucina, per sentirsi ardere le membra. Agostino entrando si tolse il cappuccio, ed il lungo berretto, e salutò umilmente. Un [...]

[...] fuliggine, lustro come un mobile d’ebano. A quelle pareti stavano attaccati parecchi paiuoli, neri anch’essi, che pareva stessero a metà conficcati nel [...]

[...] là gelati; diecine di spiedi, come grandi vipere attaccate per la testa; graticole, imbuti, coltellacci, vanghe, zappe, un lungo fucile a pietra [...]

[...] movessero le gambe, che gli spiedi serpeggiassero, che la conchiglia facesse degli sforzi per muoversi da quel posto, come un gigantesco coleottoro [...]

[...] , che volando sia caduto supino, e cerchi di rialzarsi. In un angolo, in fondo, nereggiava una immane bocca spalancata. Dentro a quella bocca c’era [...]

[...] un luccichio, un brillare, un lampeggiare di verde smeraldo, di giallo d’oro, di rosso sanguigno; pareva che là in fondo ci fosse una grande [...]

[...] potevansi contare tutti gli anelli. La ritirata in massa di quelle bestie, condannate al digiuno, l’aveva causata Fioravanti, un magnifico levriero [...]

[...] , alto e smilzo, con un muso lungo e sottile, che dimenava la coda cascante e fatta ad arco, leccando le mani d’Agostino. Fioravanti odiava i [...]

[...] posso più; mi ha fatto correre fino alle tanche di Gonari; saltava i muri come un capriolo, e se non mi avessero aiutato alcuni pastori d’Orani [...]

[...] , forse starei a corrergli ancora dietro. — Eh... sì, quel ronzino è un pò vispo; poi era già più di un mese al pascolo, si capiva che doveva [...]

[...] essere un pò restio a lasciarsi prendere. — E a che ora dovete partire? — Non lo sò, all’ora che stabilirà don Pantaleo. — Bene; vedremo che cosa [...]

[...] te? interruppe donna Clara, che in quel momento era intenta a cacciare un pezzo di cencio attortigliato, a mò di lucignolo, attraverso un [...]

[...] un O con un bicchiere. — Basta, quello era un tempo, e questo è un altro, interruppe donna Clara, punta dalla osservazione del figliuolo. — Fin [...]

[...] qui vossignoria ha ragione; ma in una famiglia non si deve fare un figlio ed un figliastro: ecco ciò che dico io. Donna Clara aveva finito [...]

[...] l’operazione, ed appressando la lucerna alla fiamma del ceppo ne accese il lucignolo, e la appese ad un ampio graticciato di bastoni, quadrato, che [...]

[...] con un piccolo recipiente cilindrico di sughero, pieno di caffè macinato. Ne prese due o tre cucchiaiate e le versò dentro l’acqua bollente, poi [...]

[...] svegliato il servo di don Pantaleo Calarighes; pareva che volesse atterrare il portone, bussando come un indemoniato. Parmi di aver sentito che deve [...]

[...] all’altro mondo. Così rivedendo un pò le buccie a don Pantaleo le due vecchie erano arrivate alla parrocchia ed erano scomparse nella oscurità di [...]

[...] , con le aguzze zanne, affilate da un’abbietta avarizia? Erano pochi quelli che in paese avevano avuto tale fortuna! Don Pantaleo adorava un solo [...]

[...] fatto una buona azione, la gioia di aver sollevato un afflitto, erano sconosciute per lui. Dinanzi al bagliore corruscante dell’oro ei [...]

[...] erano rare ed aride carezze. Don Pantaleo amava il suo Zua; ma il suo amore aveva un limite; la sacra fame dell’oro lo avrebbe potuto rendere [...]

[...] innanzi la vita, e morendo aveva lasciato, al suo unico figliuolo, un campicello poco fertile, ed una casupola mezzo diroccata. Ma don Pantaleo [...]

[...] aveva un cuore di macigno ed una volontà di ferro. Lavorò, si bruciò sotto il sollione d’Agosto e si intirizzì le membra fra le nevi invernali [...]

[...] ; però egli aveva una meta: la ricchezza! La sera quando tornava al suo tugurio, sbocconcellava un pò di pane d’orzo, e dormiva sulla paglia; ma il [...]

[...] , opprimendo, spogliando, rovinando il paese. Un giorno che aveva fatto un grosso guadagno, riducendo alla miseria una famiglia di contadini, che [...]

[...] nato don Zua. Don Pantaleo, temendo di non poter lasciare un degno erede del suo nome e delle sue opere, si studiò di instillare nella mente [...]

[...] giovane di Zua i propri principî; però spesso si trovò scoraggiato dinanzi al tardo ingegno del piccolo figliuolo, che cresceva come un fungo [...]

[...] con lamina d’ottone, e fumava silenzioso, mentre donna Clara andava attorno per la cucina, preparando le bisacce per la partenza di Zua. Un [...]

[...] cisterna. Sisinnio si accoccolò in un angolo e Taddeo sputò dentro la pipa per spegnerla, esclamando quasi con terrore: — Ecco il babbo! Giusto [...]

[...] allora comparve don Pantaleo. Era un omone adiposo; un paio di occhiali azzurri a reticella gli nascondevano completamente gli occhi affetti da una [...]

[...] oftalmia incurabile; sulla faccia floscia e pallida gli si leggeva chiaro che da qualche mese non s’era più lavato. Un berrettone nero, di pelo [...]

[...] , gli nascondeva la testa, e si fermava sulle orecchie, dietro le quali spiccavano rotonde due mosche di Milano. Un ampio cappotto turchino adorno [...]

[...] , perchè sapeva che era l’unico mezzo per calmarlo. Anche questa volta il rimedio ebbe il suo pronto effetto: don Pantaleo gridò ancora un poco [...]

[...] di tutto per non lasciarsi superare da quest’altri cenciosi di compagni. Ora tutti si vogliono far dottori; guarda un pò, anche Pietro Palitta [...]

[...] come un gran signore, mentre egli, povero diavolo, appena, appena, tirava la vita rappezzando ciabatte! Mah; le pentole hanno fruttato al figliuolo [...]

[...] , ed ora fa lusso! un giorno o l’altro scommetto che si farà chiamare: don Pietro Palitta! — Peccato che ora i titoli di nobiltà costino molto [...]

[...] cari, altrimenti sono certo che avrebbe il coraggio di farsi fare cavaliere; pentolaio miserabile! E, sì, abbiamo un bel dire noi, chi si fa [...]

[...] ; che se aveva l’ambizione di maritare la figlia con un nobile, coi suoi danari, ne comprerebbe a fasci di questi cavalieri senza cavallo; intanto [...]

[...] però non sanno a chi contarlo, che Mariannica, la figlia maggiore ha sposato un cavaliere. — Fanno finta di disprezzarci, disse donna Clara, e [...]

[...] ? sarebbero giunti a un bel punto i Calarighes! ci riderebbero in faccia tutti! ma per San Cosimo, nostro protettore, vivo io, quel giorno non lo [...]

[...] vedrà mai Pietro Palitta; no, non lo vedrà, chè meglio li vorrei vedere tutti stesi in sepoltura i miei figliuoli; un figlio di Pantaleo [...]

[...] Calarighes non può sposare la figliuola di un pentolaio arricchito! Nella nostra famiglia non entrò mai una ragazza che non fosse di nascita eguale alla [...]

[...] nostra. Anche noi siamo stati battuti, è vero, dai colpi della sorte. Ricchissimo un tempo, mio padre è morto nella miseria; ma sempre fiero [...]

[...] lo farà l’ultimo. Zua ha dell’ingegno, e si farà onore. Oh come sarei felice di vederlo un giorno mettere il piede sul collo anche a cotesti [...]

[...] essersi annunziato con un rimbombante strascicar di scarponi, sul tavolato della camera attigua alla cucina, comparve nella porta, illuminato [...]

[...] dalla fiamma del ceppo. Don Pantaleo aveva ragione di tenerlo caro più degli altri due figli! Zua era un don Pantaleo in ventiquattresimo: un [...]

[...] fatto a imagine e somiglianza del padre. Aveva una calotta che somigliava ad un zucchettino da prete, troppo piccola per coprire, neanche in parte [...]

[...] , un testone allungato, coperto da lunghi capelli irsuti, che non avevano avuto la fortuna di passare attraverso i denti di un pettine. Un abito [...]

[...] egli teneva ancora slegati, coi legacci a strascico fra il sucidume sparso per terra. Appena entrato in cucina chiamò la madre da un canto e le [...]

[...] , ripetè don Zua, scrollando ripetutamente le spalle, e nascondendo il muso allungato, contro l’avambraccio, sopra un pezzo di manica, lucente, per [...]

[...] : No, ora, ora. — Via, daglieli, disse don Pantaleo impazientito, non lo vedi che è più testardo di un somaro? — Che mi fa, darglieli ora o dopo [...]

[...] ? mi duole però che li mangi senza prendere un pò di cosa calda, specialmente oggi che deve viaggiare; se poi gli viene di nuovo la febbre [...]

[...] , segni cabalistici, geroglifici, ornati, il sole, la luna, un firmamento intiero; una cassa dove era stata riunita tutta l’arte primitiva [...]

[...] tutto il busto dentro quella voragine. Si intese un gemito, la parte anteriore della cassa scricchiolò, e poi ricomparve il corpo di donna Clara [...]

[...] che per lo sforzo era diventata pavonazza. — Eccoti i fichi secchi, e buttò a Zua, che era ancora seduto per terra, un centinaio di fichi [...]

[...] donna Clara, e di intenerire un poco anche don Pantaleo, perchè chiudesse un occhio sopra una scadenza, o un ritardato pagamento. Così, per più di [...]

[...] un’ora e mezza, fu un continuo sfilamento, lungo il cortile, di nobili in decadenza o del tutto decaduti. Taluni, sepolti dentro cappotti che [...]

[...] davano campo ai maligni, di potersi domandare come mai un nobile potesse essere ad un tempo anche sanculotto. Altri credendo indecente il [...]

[...] d’estate, raggrinzati, attraversati da mille pieghe, puzzanti, un miglio lontano, di pepe, del quale erano stati abbondantemente cospersi, per essere [...]

[...] ammucchiati. Donna Clara riceveva le visite nella sala; così veniva chiamato un camerone vasto, circondato all’intorno di sedie grossolane e di [...]

[...] oleografie a colori abbaglianti, inchiodate al muro, fra mazzolini di semprevivi gialli, foglie secche di palma e ramoscelli d’olivo. In un canto [...]

[...] eravi un canterano in istile d’Aritzo, sopra al quale erano disposte simmetricamente due righe di chicchere bianche, a fiori azzurri, e dentro a [...]

[...] ciascuna di esse un limone, che aveva già da molto perduto il profumo e la freschezza. Sul canterano appeso ad un chiodo, un grande specchio [...]

[...] , che non serviva più all’uso al quale era destinato, un po’ per le ingiurie del tempo ed un po’ per quelle delle mosche, ridotto per conseguenza [...]

[...] ad una inutile lastra oscura di vetro, contornata da una cornice, che un tempo era stata dorata, ma che ora pareva d’ebano. Di rimpetto al [...]

[...] canterano, un divano che poteva anche trasformarsi in lettuccio, ricoperto da una fodera di lana a grandi fiori gialli. Finalmente, in un angolo, un [...]

[...] armadio tinto in rosso, sul quale erano messe in ordine parecchie dozzine di aranci, una vecchia fisarmonica ed un ombrello di seta verde. Era [...]

[...] casetta, altrimenti si sarebbe trovato con un pugno di mosche. — Tanti saluti a don Pantaleo, disse in quel momento il Sindaco, che assieme agli [...]

[...] . VII. Ott’anni dopo la partenza famosa di don Zua per Nuoro, la piazza della parrocchia di Mamoiada formicolava di gente. Un predicatore [...]

[...] chiesa, piene di ragnateli. Il predicatore ora appollaiandosi, ora aprendo le braccia, come un grande avoltoio che volesse spiccare il volo [...]

[...] , aveva, a furia di parabole e di minacce, stordito ed annoiato il popolo che l’ascoltava senza capirlo. Quando ebbe finito un gran sospiro di [...]

[...] soddisfazione uscì da tutti i petti. La gran porta della chiesa fu spalancata, ed un torrente di persone si riversò fuori, prima compatto, poi mano [...]

[...] , mano allargandosi, spandendosi per la piazzetta, che in un momento fu rallegrata dai mille colori vivi di quei costumi ricchissimi, sfavillanti [...]

[...] per i ricami d’oro e d'argento. Il sole, cadente dietro la lontana montagna di Gonari ne incendiava la vetta, dandole la esatta apparenza di un [...]

[...] giovani si eccitavano l’un l’altro, nessuno voleva cimentarsi per il primo, nessuno ardiva invitare da solo una ragazza. Poco a poco i più arditi [...]

[...] , infine tutte, con un salto allegro di gazzella, si incastravano in quella catena circolare di danzanti. L’immenso circolo aveva tutti i colori di [...]

[...] coralline, denti più perlati e gote più rasate. L’occhio si perdeva fra tante bellezze, incerto sopra quale posarsi e la mente si abbandonava ad un [...]

[...] per un futuro allargamento della piazza, con relativi portici; i consiglieri progressisti appoggiavano l’idea del Sindaco, ampliandola e già [...]

[...] Tafana, alla quale già da molto faceva un po’ di corte con infelice risultato, passava accanto a loro sgranando un paio d’occhioni neri [...]

[...] che menava in paese dalla campagna, apparve un contadino a cavallo, che correva a spron battuto. Ad un centinaio di metri dalla piazza rallentò [...]

[...] Sindaco. — È morto don Pantaleo; pochi momenti fa, mentre tornava dalla vigna, un cane è saltato fuori da una siepe, quel demonio della sua cavalla [...]

[...] si è adombrata, gli ha preso la mano, e lo ha sbalzato di sella. Il pover'uomo cadendo ha dato della testa contro un sasso e.... ed è rimasto [...]

[...] questa! — Orribile! orribile! soggiunse signor Vittorio, con gli occhi lampeggianti di gioia. — Straziante! esclamò un altro. — Irreparabile [...]

[...] ! aggiunse un terzo. — Una disgrazia immensa per la famiglia e per il paese, ribattè signor Vittorio con voce alterata. Tutti si guardarono in faccia [...]

[...] fra i danzanti era nato un po’ di disordine, perchè tutti avevano capito che era avvenuto qualche cosa di grave. Il canto fu soprafatto dal [...]

[...] mormorio generale, la catena si ruppe, e tutti si strinsero attorno al Sindaco, ed ai consiglieri per saperne qualche cosa. In un momento quel crocchio [...]

[...] ruota; il centro oscuro di un gigantesco mazzo di fiori variopinti. La notizia si spargeva, correva di bocca in bocca, cambiata, esagerata [...]

[...] dirgli un credo ed un’avemaria all’orecchio. — Insomma chi è morto? chiese allegramente un giovinastro che era servo dei carabinieri, don Pantaleo, o [...]

[...] d’ora innanzi staranno più tranquilli in casa sua. — Credo che abbiate ragione, a ciò che si dice, non era un angelo. — Un angelo? Un diavolo [...]

[...] ! un diavolo sciolto dalle catene, in fede di comare che vi sono. — Basta, Dio vede quel che fa. Tali discorsi, e simili a questi si tenevano in [...]

[...] Pantaleo, con la testa sformata, pel colpo che aveva dato ad un gran sasso, fu trasportato in paese su di una barella di frasche, improvvisata sul [...]

[...] luogo della disgrazia. In un momento la casa fu piena di pianti e di alte grida; non di donna Clara e dei figli, poveretti, che in quel momento [...]

[...] verde, ed un paio di calzoni di tela bianca, con una pezza sotto il ginocchio destro. Signor Vittorio aveva spazzolato l’eterno berretto di [...]

[...] seta in forma di tegame, aveva rivoltato uno sciallino, che portava abitualmente a mo’ di cravatta, e con un po’ di calce, raschiata dal muro [...]

[...] , aveva reso lucido e brillante, un marengo finto, che funzionava da spilla, per tener fermo lo sciallino. Un tintinnìo di speroni e di sciabola [...]

[...] del diavolo! Un salmodiare lontano lo distrasse dal suo pensiero; erano i tre preti del paese che venivano in coda ad una poco numerosa [...]

[...] restituirgliene trenta, dopo sei mesi, per farsi una sottana nuova: che la vecchia si poteva appendere ad un fico, aveva fatto tutto il possibile per [...]

[...] di girare aveva reclutato una diecina di pezzenti del paese, e comprandoli con un bicchiere di vino, prossimo a diventare aceto, li aveva [...]

[...] mancava più nessuno. Il Rettore di sotto agli occhiali sbirciò i presenti, e con un cenno al sagrestano, gli fece capire che non voleva star lì ad [...]

[...] si incamminassero. Il corteo si mosse silenzioso. A quando a quando, per l’aria tepida risuonava in tono nasale ed annoiato un undis, un eam [...]

[...] , un domine, delle preci dei morti, che si perdevano in lontananza, assieme al bisbigliare delle poche donne che seguivano il feretro, portando i [...]

[...] saltò dentro; poi si avvicinò alla porta d’ingresso. Tolse un trave che era appoggiato ai due battenti, già da molto fuori dai cardini, tolse [...]

[...] quali spezzate e rovesciate. In un angolo, nel verde cupo dell’erba, biancheggiava un mucchio d’ossa disseppellite, e buttate in quel canto, in [...]

[...] un eterno oblio, ludibrio dei cani, dei corvi e delle intemperie. Quei teschi, bianchissimi, pareva che guardassero irati, con le occhiaie tristi [...]

[...] triste come un singulto. Alle pareti di cinta, nere e solcate da grosse fenditure, qualche corona di fiori secchi, ingialliti, e un paio di lapidi di [...]

[...] marmo, dalle quali il tempo aveva cancellato il nero delle iscrizioni. Tutto il resto era in un doloroso abbandono che stringeva il cuore, e [...]

[...] che rendeva più amara l'idea della morte! Il Sindaco, entrando, notò che la porta era crollata, e toccando col gomito un assessore: — Don Simò [...]

[...] favore, ne prenda nota. Don Simone si mostrò anch’egli inorridito, e fece un nodo ad un lembo del moccichino a quadri rossi e turchini, e mise un [...]

[...] Simone aveva fatto, del fazzoletto, una specie di berretto, come costumano i ragazzi, facendo un nodo alle quattro cocche del moccichino, ed aveva [...]

[...] fodera di velluto. In quel momento si sentì un piccolo mormorio: era signor Vittorio che si faceva avanti. Signor Vittorio, oltre alla virtù di [...]

[...] andargli a genio, aveva la prerogativa di scrivere un discorso funebre per ogni persona che moriva. Anzi le male lingue dicevano che avesse un [...]

[...] zibaldone con un indice, indicante a che pagina si trovasse questo o quel discorso, per la morte, per esempio, di un assessore o di una fanciulla [...]

[...] centinaia di lire. Fattosi vicino alla cassa, tolse dalla tasca del corpetto un astuccio d’ottone e ne tirò fuori un paio d’occhiali che [...]

[...] trasse fuori un grande portafoglio giallo, l’aperse e cercò in mezzo ad un fascio di carte; ne tolse una piegata e rimise il portafoglio in [...]

[...] stento soffocato, ed il sindaco che gli tirava un lembo dell’abito lo fecero interrompere. Anch’egli allora capì la ragione di quella ilarità: aveva [...]

[...] . Fu un discorso lungo, pieno di elogi per don Pantaleo; lo chiamò padre della patria, colonna di sostegno del paese, aiuto dei bisognosi; in una [...]

[...] parola signor Vittorio volle ancora una volta confermare il detto: bugiardo come un discorso funebre. Mentre uscivano fuori dal cimitero alcuni [...]

[...] rimprovero fresca, fresca, dall’ispettore: in seguito ad un ricorso, il quale egli sospettava fosse partito da Signor Vittorio. XI. In [...]

[...] un genio dal padre, aveva fatto il piacer suo; aveva trovato il modo di fargli sborsare molti danari, con mille scuse, e passava la vita [...]

[...] in lui un certo cambiamento. A mano a mano si era andato dirozzando, tanto almeno da proteggersi contro gli scherzi di mal gusto dei compagni [...]

[...] ascoltato a bocca aperta, non perdendo una parola di quelle descrizioni esagerate, ed ogni giorno si era acceso, un po’ più, dalla voglia di andare [...]

[...] passare al primo esame, bisognava studiare parecchio; poiché durante l’anno, s’era steso al sole d’inverno, e aveva dormito all’ombra di un [...]

[...] un capriccio di quel bestione, li spendeva i quattrini, il padre, mentre per loro era tutto lesinato, tutto dato a malincuore. La volta che [...]

[...] ; specialmente dal giorno che Taddeo per una semplice allusione a quelle parzialità, aveva avuto un occhio violaceo, per più di un mese, in [...]

[...] conoscenze, con altri studenti, che avevano fiutato il merlo da pelare, e correndo da un divertimento all’altro non pensò più a nulla. Quando, alla fine [...]

[...] cominciato a sentire il bisogno di vestire decentemente, se non elegantemente. Quando tornava a Mamoiada era ammirato come un figurino di Parigi, ed [...]

[...] avevano qualche cosa di città. XII. La morte improvvisa di don Pantaleo doveva portare un gran cambiamento nella vita dello spensierato Zua [...]

[...] , poi il tempo aveva finito per arrecargli un pò di conforto. Però passava le giornate chiuso in casa a leggere qualche romanzo, rifiutando [...]

[...] ogni minimo indizio di ribellione; il morbo le aveva tolto tutto: la robustezza del corpo e la forza della mente. Ora era un essere senza volontà [...]

[...] congiura tra i due fratelli maturava, ed il tempo in cui don Zua sarebbe dovuto ripartire si avvicinava. Un giorno Zua riunì Sisinnio e Taddeo, e [...]

[...] un centesimo. Se la madre aveva dei danari da buttar via con lui, padronissima, lo facesse pure; ma da loro non sperasse nulla. Zua aveva pensato [...]

[...] mai trovare un centesimo, neanche dopo aver messo sotto sopra tutto, ed aver scassinato ogni cassa ed ogni armadio, nella speranza di trovare il [...]

[...] tesoro di don Pantaleo. L’infelice non avrebbe mai potuto pensare di andare a morire in mezzo ad una strada, con la testa schiacciata contro un [...]

[...] egli solo aveva sentito le ultime parole di don Pantaleo; ma non era che un semplice sospetto, e non potevano cavarne alcun costrutto. Così alla [...]

[...] don Pantaleo, facevano orecchie sorde alle frequenti domande degli eredi. Un mattino anche donna Clara spirò mentre raccomandava ai figli di [...]

[...] citare signor Vittorio. Da quel momento Zua restò solo. Quella sventura impreveduta gli diede un colpo terribile che lo accasciò. Come avrebbe fatto [...]

[...] cose? La fortuna lo avrebbe dunque sempre perseguitato in tal modo? Le settimane ed i mesi intanto passavano, ed egli continuava a fare un [...]

[...] grosso buco, nel pò di monete che la mamma gli aveva lasciato di nascosto, senza che ne sapessero gli altri due fratelli. Un giorno la vecchia [...]

[...] l’umiliazione presente, o la miseria futura. Era poi un gran disonore come egli credeva, l’amministrare il proprio patrimonio, ed il coltivare le sue [...]

[...] sempre spaventato. XIV. Una mattina don Zua si alzò pallido come un cencio; andò sotto la tettoia del cortile, dove un cavalluccio magro stava [...]

[...] proverbio. In casa non c’è più un centesimo, e.... bisogna procurarne in qualche maniera, se non si vuol morire di fame. Non ho potuto diventar [...]

[...] viveva solo il conte Viale. Io non l’ho conosciuto; ma doveva essere un gran riccone quel conte, altro che i nobili di qui! Vada, vada, don Zua [...]

[...] meno meravigliati di Margherita, vedendo don Zua andare in campagna, a cavallo. In un momento tutto il paese lo seppe. Signor Vittorio uscendo [...]

[...] , sorpreso in flagrante pascolo in un prato seminato ad orzo, si imbattè in don Ciriaco che tutto lieto gli disse: — Signor Vittò, dunque lo ha [...]

[...] chiuso in casa senza far nulla! Oh vedrà, vedrà, don Cirì, un giorno o l’altro uscirà con l’aratro sulle spalle, come i fratelli. Don Ciriaco [...]

[...] ? Imbroglione, miserabile! Signor Vittorio, rosso come un peperone per la vergogna, si voltò ad un crocchio di curiosi che si erano fermati lì [...]

[...] per la confusione, si asciugava il sudore con un fascio di carte scritte, tingendosi così di nero la faccia, e destando l’ilarità di tutti i [...]

[...] presenti. Don Ciriaco, non volendo servir da testimonio, si aveva aperto un varco tra la folla, ed era andato a nascondersi nella botteguccia di [...]

[...] due che andassero d’accordo. Guai a chi per un bisogno qualunque, fosse costretto a separarsi, pel primo, dal crocchio; era sicuro che gli altri [...]

[...] neanche la quarta elementare? interruppe il sindaco con disprezzo. Così continuarono a chi poteva dirne di più, mentre altri due o tre, un pò [...]

[...] adattava anche a visitare l’orto, che possedeva là, a due passi dal paese. I primi giorni s’aveva fatto portare la zappa ed un abito vecchio [...]

[...] occhio, contento abbracciava le lattughe dalle foglie di un verde pallido, ondeggiate come l’acqua di un laghetto; i cavoli verde cupo [...]

[...] , turchinicci, azzurreggianti, sparsi al suolo come un branco di tacchini appollaiati in mezzo alla terra quasi nera; l'indivia con le foglie [...]

[...] frastagliate, bucherellate, stese nell’oscuro delle aiuole come un gran tappeto di merletti, fantasticamente intessuto: in fondo, nel confine dell’orto [...]

[...] coll’ondeggiare delle foglie, smosse leggermente dalla brezza. Egli capiva quel susurrare sommesso, ed il suo occhio esercitato correva, da un punto all’altro [...]

[...] inebbriarsi di quella frescura. Da tutta quella verdura, da quell’umidore, saliva al naso di don Zua un profumo acuto e penetrante che gli [...]

[...] inesprimibile, nota a lui solo. La sera, dopo che s’era fatto buio, faceva l’ultimo giro nell’orto, dandogli un addio muto ed affettuoso, guardandolo con [...]

[...] colori, ed un profumo soave di fiori invadeva l’aria. Era uno di quei tramonti che invitano gli animi alla pace serena, all’amore tenero e dolce [...]

[...] un gigantesco papavero, il corsetto rosso di Boella (Raffaella). Boella era la figlia unica di zio Marco Santoni, uno dei contadini più ricchi [...]

[...] ammirarla. Ognuno al vederla non si poteva trattenere dal dire: — Come è bella! Che vezzosa fanciulla! È un angelo venuto di cielo in terra! Boella [...]

[...] contadini non osavano chiederla in isposa, sebbene tutti, dal primo all’ultimo, ne fossero innamorati, per paura di un rifiuto; i cavalieri, da un [...]

[...] lato avrebbero voluto sposarla, un pò perchè era bellissima, e più di ogni altra cosa, perchè, con la sua dote, c’era da rimettere in piedi i [...]

[...] tutti con civetteria; ma specialmente quella dei giovani nobili, perchè nel suo cervellino matto, di ragazza viziata, c’era entrata un pò [...]

[...] d’ambizione, ed il suo costante pensiero, ed il sogno più ardentemente vagheggiato era quello di sentirsi chiamare, un giorno, donna Boella! Non le [...]

[...] sarebbe importato nulla che il suo futuro marito fosse stato brutto, purché avesse avuto il titolo di cavaliere, ed un impieguccio qualsiasi; non [...]

[...] , con uno sguardo interrogativo. — Ancora un poco, ed oggi si sarebbe parlato di me come di una cosa passata. Fortuna che le pelli grame rasentano [...]

[...] sempre il pericolo e non ci cadono mai dentro. — Dunque tu hai corso un gran pericolo, chiese don Zua, tra il serio ed il faceto. — Grave? non [...]

[...] glie l’ho detto, ancora un secondo e sarei andata all’altro mondo, all’inferno sa. — Al cielo, vorrai dire, gli angeli tornano là, d’onde son [...]

[...] civetteria. — Ora glielo spiego in due parole: — Ieri mattina sono andata all’orto, quello vicino al paese; ho visto che un rosaio si disseccava [...]

[...] corpo. Meno male, passava di là il brigadiere, è accorso e mi ha salvata. Ah, ah, ah, è stata proprio curiosa; per un pelo non me ne volavo [...]

[...] le parole della fanciulla; un pensiero dolce accarezzava la sua mente, e un’emozione che fino a quel momento non aveva mai provato gli diede [...]

[...] subito voto di andare a far orazione a San Mauro di Sorgono; non ora; alla fine di maggio, quando vi sarà la festa. Così potrò fare un viaggio, e [...]

[...] due servizî; adempirò al mio voto e.... e mi divertirò un poco. Vuol venire anche lei? Via, faccia il voto; vedrà, vedrà come ci divertiremo [...]

[...] ! dunque, vuol venire? Negli occhi di Zua brillò un lampo di gioia. — Se voglio venire! te ne do la mia parola d’onore fin da questo momento. Anzi [...]

[...] altro farò un pò stizzire le dame di Mamoiada, oh che gusto, che gusto! — Boella, gridò in quel momento il babbo di lei, dall’altro lato del campo [...]

[...] , non è un orticoltore volgare, egli toglie i semi dai libri e li pianta secondo le regole della grammatica. Quella sera però, fu poco [...]

[...] sentito quel dolce e misterioso palpito, che ora lo faceva pensare costantemente a Boella! Che ne fosse innamorato? Nella vita l’innamorarsi è un [...]

[...] facevano un certo concetto del matrimonio! Poteva essere innamorata di un altro! Oh sarebbe stato ben doloroso! Ma in paese non s’era detto mai [...]

[...] messo a gridare: — Aiuto, aiuto, la stanno uccidendo, salvatela, per carità, salvatemi Boella! e un mondo di cose che non ho potuto capire, perchè [...]

[...] che un sogno. — Un brutto sogno sai, Margherì; guarda, ne ho ancora la pelle d’oca. — Oh lo credo, lo credo; ma mi dica un poco, chi era quella [...]

[...] Boella che stavano uccidendo, e che lei voleva salvare a tutti i costi? — Ma, va un pò a pescarla! sarà Boella Santoni; mi sarà venuta in mente [...]

[...] , non gliela passava sotto al naso, don Zua; e la buona vecchia si spiegò in un momento le distrazioni della notte precedente; ma per allora, fece [...]

[...] vedeva più quelle povere cose terrene; si spingeva su, in alto, nell’azzurro, varcava i campi sconfinati dell’ideale, dietro a un bell’angelo che [...]

[...] dell’orto non rimaneva che un tratto di terra squallido, pieno di erbacce inutili, che avevano succhiato tutta la linfa fecondatrice, di quella terra [...]

[...] ? Quale cambiamento in un mese! La voce di Boella che egli, prima, ascoltava indifferente di dietro la siepe, ora gli scuoteva ogni fibra. La [...]

[...] appassionato, con una frase oscura, ravvivava, accresceva, ingigantiva, quella fiamma distruggitrice. La popolana era fiera di vedere un nobile [...]

[...] , schiavo di un suo sguardo, buttarsi ai suoi piedi, se ella l’avesse voluto, adorandola come una santa, implorando un po’ d’amore, null’altro che [...]

[...] un po' d’amore. E don Zua era diventato lo schiavo di Boella! Qualche volta, quando ella lo aveva guardato più languidamente del solito, quando [...]

[...] gli aveva lasciato intravedere un po’ d’amore, con qualche parola più dolce, più affettuosa, egli tornava felice alla sua cameretta. Nelle [...]

[...] vinto, in una lotteria improvvisata da un merciaiuolo girovago. Quando qualche pensiero di gelosia veniva ad offuscare le sfolgoranti visioni [...]

[...] delle sue notti agitate, trovava un gran sollievo baciando il talismano. Però il sogno, il brutto sogno in cui parvegli che il brigadiere rapisse [...]

[...] Boella, gli aveva lasciato un triste ricordo. Non poteva essere quella visione un triste presagio? Non poteva essere un annunzio di future [...]

[...] cuore della fanciulla? Quante volte non si erano visti dei casi simili? Il brigadiere poi era un bel giovane, nobile anch’esso; ed avrebbe potuto [...]

[...] sempre con indifferenza del brigadiere? Era proprio un gran matto a crearsi di simili fastidi; faceva tutto il possibile per addolorarsi, per [...]

[...] si affaticava nel preparare l’occorrente. Aveva fatto apposta un viaggio, fino a Nuoro, per farsi tagliare i capelli e la barba, e per [...]

[...] acquistare un abito di velluto color uva passa, un cappello bianco a larghe falde, ed un paio di stivaloni alti fino al ginocchio. Quella era la tenuta [...]

[...] che, secondo lui, avrebbe fatto un grande effetto, anche sull’animo di Boella. Tornato a Mamoiada si occupò esclusivamente della pulizia del [...]

[...] combinare l’ora ed il punto della riunione; Margherita starnutiva, ed egli saltava un palmo sulla sedia, perchè gli pareva che di fuori [...]

[...] avessero chiamato: Don Zua! il gatto rovesciava sul cassone storico d’Aritzo, un setaccio appeso al muro, ed egli correva a vedere se qualcuno bussasse [...]

[...] alla porta. Non poteva stare un minuto fermo; andava alla stalla e visitava il cavallo, che pacificamente divorava il foraggio bastevole per [...]

[...] in volto, con due occhietti grigi, penetranti e scrutatori. — Che le dirò? la Boella la credo un’ottima ragazza, un po’ guasta, un po’ viziata dal [...]

[...] nel suo pensiero. — Forse tu sei un po’ troppo severa con quella ragazza; voi donne fatte all’antica, certe volte, giudicate troppo rigorosamente [...]

[...] confanno al suo ceto. Le piacciono un po’ troppo i cavalieri, e disprezza i suoi pari; cosa che non sta bene, perchè è certo che un cavaliere non va [...]

[...] , hai indovinato; io amo Boella, e se ella vuole, la sposerò. Margherita diventò pensosa, un istante, e poi abbassando la voce, come se temesse che [...]

[...] , perchè un giorno o l’altro dovrebbe pentirsene. — Se lei vuol prender moglie, in paese ci sono molte ragazze che si stimerebbero fortunate ed [...]

[...] consiglio che gli dà una vecchia, che ha molta esperienza del mondo; perchè, veda, m’è doloroso il doverglielo dire; ma un giorno o l’altro, quella [...]

[...] unghie delle tue care dame. Un picchiare sommesso al portone, giunse in buon punto per interrompere quel discorso increscioso per entrambi [...]

[...] . Margherita uscì per vedere chi fosse, e poco dopo introdusse zio Marco Santoru. Era questi un vecchietto arzillo, di buon umore, il quale in quel [...]

[...] ? benissimo, io alle quattro e mezzo sarò in casa vostra pronto. Zio Marco Santoru avrebbe voluto protestare; ma Zua, versandogli un bicchiere di [...]

[...] , pensando che un nobile, qual’era don Zua Calarighes lo trattasse come suo pari; cosa che, al contadino arricchito faceva allargare il cuore per [...]

[...] tenerezza e per riconoscenza. — E sia come vuole vossignoria, e beviamo alla sua salute, disse zio Marco quando si fu un po’ rimesso. — Alla [...]

[...] dal campanile gli arrivò vibrato lo squillo dell'orologio che batteva le tre, ne fu ad un punto sorpreso e lieto. — Diggià, pensò don Zua [...]

[...] , accendendo un lumicino ad olio, posato sopra una tavoletta assicurata al muro con due chiodi, credevo che la notte dovesse essere più lunga! Allora [...]

[...] dopo averla misurata, non gli parve degna di un viaggio e di una festa, e la tolse, sostituendola con un fazzoletto di seta azzurra, che [...]

[...] assicurò al collo con un grosso anello d’oro, nel quale era incastonata una corniola, che era stata sempre l’orgoglio di don Pantaleo. Poi indossò [...]

[...] . La vecchietta avrebbe dormito volentieri ancora un poco, ma fu costretta ad alzarsi per preparare il caffè al padrone. Don Zua domandava ad un [...]

[...] frammento di specchio, incollato al muro l’impressione del suo abbigliamento; ma non riusciva a vedersi che un occhio e la metà del naso [...]

[...] , a fiori rossi ed azzurri, con guarnizioni e ricami e fiocchi e cordoni pendenti. Con un salto don Zua fu a cavallo, e, dato di sperone alla [...]

[...] tempo, in lontananza, e quando Margherita non lo sentì più, rinchiuse il portone dicendo a sè stessa: — Chi l’avrebbe detto, che un angelo come [...]

[...] vissuto sempre; faccia Iddio ciò che vuole; però io non starò certo a servire quella vanagloriosa, perchè un giorno o l’altro la finiremmo male [...]

[...] finestra per andargli incontro. Marco Santoru era volato ad aprire la porta, e Zua, che aveva legato il cavallo ad un anello conficcato nel [...]

[...] muro, entrò nella casa del plebeo, accolto come un principe, fra gli inchini umili di zio Marco, ed i sorrisi provocanti ed incantatori di Boella [...]

[...] sul davanti, erompeva un seno modellato stupendamente, che la camicia candida, sottilissima, lasciava indovinare fresco e sodo, sorretto da un [...]

[...] bustino trapunto ad oro, che finiva con due lingue acute, come due foglie di rosa, che stessero lì a proteggere quei fiori delicati. Un [...]

[...] , mettendo in mostra il tesoro dei dentini perlati, con un sorriso incantevole. — Don Zua, lei ci colma di gentilezze, noi non meritavamo tanto [...]

[...] onore, e non sapremo mai ricompensare in nessun modo il disturbo che si ha voluto prendere. Don Zua, che a poco a poco si rimetteva, prese un [...]

[...] , s’arrischiò a dire Marco Santoru, che era in estasi, e dico un disturbo perchè un viaggio da qui a S. Mauro è lungo e disagioso; la festa sarà [...]

[...] questa volta, noi non lo dimenticheremo mai: e se per caso avesse qualche volta bisogno dell’opera mia, si ricordi che ha un servo fedele [...]

[...] . — Andate là, zio Marco, che quel giorno non è lontano, perchè ho in mente di domandarvi un gran favore; per ora però non ne parliamo, ci sarà tempo [...]

[...] promesse. In quel momento lo scalpitare di parecchi cavalli e voci allegre rimbombarono nella via; un istante dopo fu bussato alla porta, ed una robusta [...]

[...] ) Un applauso generale accolse i versi cantati dall’improvvisatore, ed egli bussando nuovamente alla porta: — Olà! dormiglioni, che si fa lassù [...]

[...] della comitiva, fece Boella guardando dalla finestra, e poi sporgendosi fuori: — Un minuto e siamo con voi; o volete smontare e venire su a prendere [...]

[...] un pò di caffè? — Caffè? al diavolo questo decotto femminile, acquavite perdio, e a cavallo; presto, presto, comare Boella, se volete che beva [...]

[...] belle di Mamojada? Alzati, o fulgidissima stella risplendente, per offrirci un poco d’acquavite. mettere un pò di senno? oh povera comare [...]

[...] Domenica con un mobile come voi! — Ecco, ecco; ma che c’entra ora comare Domenica, non mi parlate di lei, che l’ho lasciata alle prese con quel nido di [...]

[...] marmotte, che s’erano già tutte svegliate, e cominciavano a gridare perchè volevano la colazione! sono scappato come un disperato! — Poveretta [...]

[...] Zua, provò se la porta di casa fosse ben chiusa; e poi salito sopra un sedile di pietra situato vicino alla porta, montò a cavallo con una [...]

[...] mezz’ora di strada, la comitiva prese una viottola sabbiosa che si internava in un bosco fitto e nero, di querce altissime. Dall’una all’altra [...]

[...] dagli effluvi di giglio e di menta che salivano su, da un fiumicello, frangentesi fra rocce altissime, coperte di musco e di verzura. Gli uccelli [...]

[...] nascondeva famiglie intere di innamorati, sotto ogni foglia si intesseva un idillio, zampillava una canzone; dappertutto baci, dappertutto carezze [...]

[...] era rimasta in gola, e non ne era uscito che un sospiro. Boella se n’era accorta, e con fina civetteria disse: — Perchè sospira così forte, don [...]

[...] viottola, e brucava l’erbetta verde di uno spianato, protetto dall’ombra di folte querce. In quel momento un galoppare frettoloso richiamò alla [...]

[...] cammina più svelti. Don Zua capì la lezione, e rosso come un papavero, diede di sprone al cavallo, raggiungendo subito la comitiva. In fondo [...]

[...] , sulla quale stesse accovacciata una sfinge mostruosa. Un branco di caprette bianche pascolava sparso nel bosco, arrampicandosi sui greppi [...]

[...] campanile lungo e nero di Gavoi. — Ancora un paio d’ore di strada, è vero? chiese don Zua. — Oh scommetto che lei, se lo si lasciasse fare, ne [...]

[...] malamente in acqua, che ne dite voi compare Santò? — Compà, voi siete un gran matto, ecco ciò che dico io. — E un gran maligno, aggiunse Boella [...]

[...] zucca alle labbra. — Evviva, risposero tutti in coro; ma poi, dopo un momento di riflessione, Marco Santoru domandò: — Di quali sposi volete parlare [...]

[...] , bella assai; volete farvi un amico? — Senta, don Zua, in questa zucca ha bevuto mio padre, quando sposò mia madre buon’anima, che era la più [...]

[...] l’enorme zucca nella bisaccia, da qui ad un'ora ne avremo bevuto un bicchiere a Gavoi! Pietro Barraca non aveva calcolato male la distanza, perchè [...]

[...] innastato un cencio rosso a brandelli, accanto ad una tavoletta accartocciata dal sole, sulla quale si leggeva malamente: OSTERIA DELLA CAMPAGNA CON [...]

[...] contadini sardi, il così detto bianco e rosso, dal padrone dell’osteria, un vecchietto poco pulito, per fare il mestiere di tavoleggiante, ed affetto [...]

[...] prenderebbero più di quei sorbettacci, che costano un occhio e rovinano lo stomaco; mentre qua, gli Aritzesi, per la festa di S. Antioco, ne vendono [...]

[...] l’altissimo campanile, nero, col suo secolare caprifico in cima. Il paese s’inerpicava su per la ripida costa di un colle verdeggiante, e le [...]

[...] comitiva, ripresa la campagna, parlò un pò di Gavoi, delle sue famose fabbriche di speroni, del secolare campanile, orgoglio dei Gavoesi; ma a [...]

[...] viaggio. XXIV. — Accidenti! proruppe Pietro Barraca smascellandosi con uno sbadiglio, non posso più reprimere gli sbadigli! fossi un giovinetto [...]

[...] d’amore? Scommetterei la mia zucca di famiglia, contro un soldo, che don Zua, per esempio, non ha voglia d’aprir bocca; e neanche Boella [...]

[...] di là di un fiume, che si doveva guadare, nereggiava la gran massa di un bosco, pieno d’ombra e di erba fresca. I cavalli ne sentirono l’odore e [...]

[...] lo salutarono con un nitrito di gioia, affrettando l’andatura. Di lì a un quarto d’ora la comitiva irrompeva chiassosa nel bosco. Centinaia di [...]

[...] colombi selvatici fuggivano spauriti dalle cime delle querce altissime, e le gazze, volando da un ramo all’altro, incominciarono un chiaccherìo [...]

[...] Barraca che molte volte s’era ristorato sotto quelle ombre, in un minuto dispose l’occorrente per la refezione. La colezione fu allegra, tanto più [...]

[...] crocchio degli uomini, che fumavano la pipa, o schiacciavano un sonnellino, appoggiando la testa sulle selle. Don Zua avrebbe voluto dire mille cose [...]

[...] del monte, Gavoi incendiato dal fuoco di quel tramonto primaverile, naufragava in un mare di luce e di colori. Fu dato il segnale della partenza [...]

[...] , e ciascuno si preparò per rimontare a cavallo. Due minuti dopo la comitiva si rimetteva in cammino, in mezzo ad un bosco foltissimo di querce [...]

[...] , che li accompagnò fino ad Ovodda. Ovodda è un altro dei tanti paesi della Sardegna, condannati all’oblio eterno. Qualche centinaio di casette [...]

[...] all’aspetto pareva avesse una certa importanza, un panciuto appuntato dei carabinieri, fumava con voluttà una grossa pipa di terracotta mandando [...]

[...] sbottonata. Quando i Mamoiadini gli passarono davanti: — Buona festa, gridò, facendo loro un cenno d’addio pieno di protezione, e poi rivoltosi agli [...]

[...] Zua, il quale cominciava a vedere un rivale in ogni carabiniere fu sdegnato del complimento arrischiato del pingue appuntato, e fremette di rabbia [...]

[...] ; ma si limitò a rispondere semplicemente con uno sguardo sprezzante. — Per San Domenico, come lo ha guardato! esclamò un gobbetto, intento a [...]

[...] rattoppare un paio di ciabatte vecchie, seduto sul limitare della porta di una casupola dirimpetto alla caserma, — pareva se lo volesse mangiare [...]

[...] ! — Eh l’amico dev’essere lo sposo di quella gioia di bambina, povera farfalla in bocca a un rospo! — Che, gli fa gola forse? — Bah, non dico che [...]

[...] sia da disprezzare un bocconcino come quello; però se mi ci metto.... — Oh lei caccia selvaggina migliore in paese, senza che vada a scovarla [...]

[...] dallo splendore dei suoi bottoni. — Fa silenzio, gobbo maligno, e vieni qui che ti voglio affogare in un litro di vino, così non parlerai più [...]

[...] giunge a quest’altro paesello, più infelice dei primi, precipitato dentro un fosso, sebbene pittorescamente circondato da boschetti di noci [...]

[...] , nocciuoli e di castagni. A Tiana come in certi altri paesucoli della Sardegna, perduti in un bosco e dimenticati anche dai deputati provinciali [...]

[...] , il passaggio di un forestiere a cavallo, dentro il paese, in ispecie se di ceto signorile, era in quei tempi argomento di mille discorsi, di [...]

[...] un alito di vento. Un mormorio confuso di campanacci e di canti pastorali si sentiva in lontananza; ma a misura che i viaggiatori si andarono [...]

[...] ? — Si va nel bosco, rispose subito don Zua, il quale, come ogni innamorato, era attirato da un sentimento di poesia, a passare una notte nel bosco [...]

[...] Santoru, che fin allora era stato in silenzio, — per noi, una notte nel bosco è la cosa più geniale del mondo; quattro tronchi nel fuoco, un sorso [...]

[...] una nicchia, come la madonna del Rosario? — Lo sapeva io che tu dovevi dir qualche cosa, ripetè zio Marco; però quando hai solamente un doloretto [...]

[...] di testa, ci vuole un santo per trattarti. Che dite voi, compare Barrà? — Voi avete ragione da vendere; per noi, tant’è, il bosco o il letto; ma [...]

[...] fantasticherie poetiche e diede ragione ai vecchi. — Quel che parmi un po’ scorretto si è che tutti dobbiamo andare in casa del vostro amico, compare [...]

[...] sarebbe bene che gli uomini andassimo a dormire in campagna? — Ma vi pare? Si vede che non conoscete Peppe Diego; la sua casa è un convento, e nelle [...]

Verga, Giovanni
Una peccatrice
10 1866 - Provenienza testo: Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga, a cura di Daria Motta - Interlinea edizioni 394 occorrenze

[...] campagna con Consoli e Pietro Abate. Il 14, con una bella giornata, noi eravamo sulla strada di Aci. Verso Cannizzaro un elegante calesse [...]

[...] salì in piedi sul sedile dinanzi per togliere le redini e la frusta dalle mani del cocchiere. Allora cominciò un alterco fra quegli che non voleva [...]

[...] cederle e Consoli che le voleva ad ogni costo, mentre il legno correva alla meglio. Tutt'a un tratto i cavalli si arrestarono; Abate ed io [...]

[...] , sorpresi di vederci fermati sì bruscamente, domandammo che c'era. – Un morto: – fu la risposta laconica del cocchiere. Un convoglio funebre [...]

[...] attraversava lentamente lo stradone; esso era semplicissimo: un prete, un sagrestano che portava la croce, un ragazzo che recava 3 l'acqua benedetta [...]

[...] chi era morto ad un domestico in lutto che seguiva, anch'egli a piedi, il convoglio, e ci fu risposto: la contessa di Prato. – Ella! – esclamammo [...]

[...] sapevamo spiegarci per quali circostanze la contessa fosse morta in quel luogo e Angiolini ne accompagnasse il feretro; per un movimento [...]

[...] Abate. – Sì, ieri l'altro, alle due del mattino... una morte orribile. Rimasimo un pezzo in silenzio: giammai questo spaventoso mistero del nulla [...]

[...] avea colpito siffattamente le noncuranti immaginazioni dei nostri 23 anni. – Sembra un sogno! – mormorò Consoli, – saranno appena due mesi [...]

[...] cui faceva un triste contrapposto il silenzio funereo di quel recinto, interrotto solo dal mormorare del prete che officiava, e la luce velata [...]

[...] per lui in quel momento. – Addio! – dissi ad Angiolini stendendogli la mano. – Ci vedremo? – aggiunse Abate. – Chi sa?... fra un mese o due [...]

[...] Brusio e dalla contessa. Un mese più tardi ricevei dalla Posta un grosso plico col bollo di Napoli; vi erano i dettagli e le lettere che mi [...]

[...] preghiera, che Raimondo mi faceva, se mai mi decidessi un giorno a pubblicare questa storia dell'amore onnipotente, di salvare rigorosamente le [...]

[...] luna di miele, al braccio di un uomo, anch'esso molto elegante, passò loro dinanzi; e lo strascico della sua lunghissima veste sfiorò i calzoni [...]

[...] del giovane alto e bruno che stava a diritta, il quale non sembrò accorgersene. – La bella donna! – esclamò il suo compagno, un giovane biondo [...]

[...] , come per rompere quel silenzio, che durava da un pezzo. L'altro, istintivamente, alzò il capo e guardò la signora, che, o naturalmente, o [...]

[...] per l'istinto della donna, avea volto a metà il viso verso di loro, parlando con l'uomo che l'accompagnava. Il bruno sembrò esaminarla di un lungo [...]

[...] che tentasse immergersi di nuovo nei pensieri che lo tenevano sì preoccupato un momento innanzi, due o tre volte alzò gli occhi a fissare la veste [...]

[...] cui accolse la tua esclamazione. – L'ha udito dunque! – mormorò il biondo, arrossendo come un collegiale. – Raimondo, amico mio, sarai [...]

[...] sempre un ragazzetto su questo argomento. Credi dunque che quando una bella donna ti passa dinanzi badi ad ascoltare le sciocchezze che le sussurra [...]

[...] un imbecille qualunque sotto il naso? – Ma quest'imbecille può anche essere un amante... e allora... – E allora ragion dippiù per ascoltare ciò [...]

[...] che si dice di lei, quale impressione desta passando, per poi fare un presente all'innamorato delle tue osservazioni (se sono favorevoli però [...]

[...] personaggi, viventi ancora la maggior parte e molto conosciuti) è, come abbiamo accennato, un giovanotto alto; di circa 25 anni; alquanto magro [...]

[...] spiccare; ha i capelli assai radi, di un castagno molto più chiaro di quello dei suoi pizzi e dei baffi; pelle bruna; occhi piccoli e vivissimi [...]

[...] piedistallo, nella sua giusta luce, al suo posto insomma. È un giovane quale se ne incontrano molti in Sicilia: sangue arabo in vene andaluse [...]

[...] : orgoglioso come un Cyd egli non dissimula menomamente le sue pretensioni di superiorità, che nulla sembra autorizzare nel suo esteriore. Vivo ed [...]

[...] impetuoso come tutti i meridionali, egli scenderebbe sino alla lotta di piazza pel minimo sguardo un pò dubbio che s'incrociasse col suo. Natura [...]

[...] disillusione più completa di tutti quei sogni rosati, che pur riempiono un gran vuoto, rispondono ad un gran bisogno in quell'età in cui il [...]

[...] subiscono l'influenza come un satellite. Raimondo, il biondo, ha però il merito di essere come il compimento del carattere infiammabile, sovente [...]

[...] famiglie di Siracusa. Raimondo è  già laureato in medicina da quasi un anno, e Pietro studia legge per studiare qualche cosa che non gli rendesse [...]

[...] freddo, dalla platea, che avea il valore di un biglietto gratis. Abbiamo insistito, forse di soverchio, su questi dettagli fisici e morali [...]

[...] agitarli nelle scene di un racconto intimo. Scopriamo sin dal principio il meccanismo, per non attirarci la taccia, poscia, di aver fatto agire [...]

[...] tali amori da quindici anni!!... se mi avesse permesso di salire un momento sulle scale... pazienza!... – Sì, pazienza per altri otto giorni! la [...]

[...] ... come un fanciullo.. come un vile?!... Ella m'ingannò per un mercante; poi per un nobile, per un uomo ammogliato... E questa donna, che avea dato [...]

[...] suo amore... In seguito amai una fanciulla... pura siccome un angiolo: come direbbe il signor Darmont nella Traviata; ella aveva tutto ciò che può [...]

[...] far credere alla purità del cuore: distinzione d'educazione, coltura d'ingegno, bontà di sentimenti... Io l'amai come un pazzo, quella fanciulla [...]

[...] promesso sei mesi prima ad un giovane che sposò alcune settimane appresso... E dopo questo, dopo innumerevoli esempi, che ogni giorno cadono [...]

[...] l'altra tu esageri un pochino, lasciandoti trasportare, al solito, dalla tua immaginazione. – Può essere anche questo; – rispose sorridendo il [...]

[...] ? – Fuori la parabola! – Ecco! – e Pietro trasse dal suo portasigari, che avea trasformato anche in portafogli e portamonete, un bigliettino in carta [...]

[...] profumata ed involto in una sopracoperta piccolissima color rosa; colla stessa flemma ne prese un sigaro ed un fiammifero. Acceso il foglietto [...]

[...] . – È semplicissimo: vi è un detto celebre: Fumo di gloria non val fumo di pipa: ciò che in parentesi dimostrerebbe che le mie più belle [...]

[...] produzioni-erba non valgono il fumo delizioso di questo regalia; io ne faccio un altro: Amor di donna, e d'uomo, se si vuole, non dura più di cenere di [...]

[...] ed alta del soverchio; di tutta la limpidità dello sguardo dei suoi occhi, infine, per farne ammirare la pupilla di un riflesso molto chiaro [...]

[...] giammai esprimerti l'effetto che mi fa questa bellezza, che non è tale che quasi per un miracolo, poichè non ha nulla per esserlo, ed in cui tutto [...]

[...] sembra formare un assieme di grazia e di incanto; questa bellezza che ha bisogno di tutte le risorse della toletta, di tutte le seduzioni dei modi [...]

[...] esaltazione, – sei pazzo! – Eppure tutti i pregi di costei non valgono un solo di Maddalena. Venti ancor più belle di lei non farebbero un [...]

[...] angioletto così bello e perfetto qual è la piccina, come mi piace chiamarla; che pure hai abbandonato senza un pensiero. Pietro fissò uno sguardo [...]

[...] sull'amico, poi un altro sulla signora ch'era già molto lontana, e rispose semplicemente, abbassando il capo: – Maddalena non sa neanche [...]

[...] , per mezzo dei sensi, che questo fiore delicato, del cui odore m'inebbrio, che mi trastullo fra le mani, non nasconde un verme; che quest'essere [...]

[...] non è, come il mio, debole e creta... E allora io l'amerei... un giorno, un'ora, ma l'amerei... Quanto alle altre donne, le amerò allorchè [...]

[...]  scoprirò un cuore nella donna. Pietro, dopo questa scappata, rimase muto alcuni altri secondi, aspirando voluttuosamente, colle narici dilatate, il [...]

[...] leggiera tinta d'amarezza. – Destino! ecco la gran parola che gli uomini non sanno proferire più spesso, ma nella quale io son credente come un [...]

[...] mattina a sera le sue tesi, poichè si approssimano gli esami; ed esce assai di rado. La sera di un giovedì Raimondo venne a trovarlo nel suo stanzino [...]

[...] ineffabile d'amore delle madri, alla spalliera della sua seggiola, unì le sue istanze a quelle di Raimondo per indurre suo figlio a prendere un [...]

[...] l'idea che avesse ad ammalare! – Non pensi a queste cose, signora; – interruppe Raimondo – Pietro è forte come un toro, e quest'eccesso di lavoro [...]

[...] più appassionate melodie di Bellini e di Verdi; un bel lume di luna si mischiava alle vivide fiammelle dei lampioncini, sospesi in festoni [...]

[...] sensazione; essi passeggiavano per uno dei viali più appartati. 24 – Non m'inganno! – esclamò Pietro tutt'a un tratto, come di soprassalto [...]

[...] , la signora che aveva recato tale impressione in Pietro Brusio. Vestiva un semplicissimo abito di tarlatane a quadretti bianchi e bleu, tessuto [...]

[...] di una freschezza e leggerezza quasi vaporosa; uno sciallo nero, fermato sul petto da uno spillone d'oro; ed un cappellino grigio ornato cerise [...]

[...] della sottoveste ricchissima e si appoggiava al braccio di un uomo di quasi 30 anni, assai bruno, col volto ombrato da una folta barba nera, che [...]

[...] avrebbe fatto invidia ad una guastatore, e vestito con ricercatezza alquanto leccata. Dall'altro lato era accompagnata da un signore di mezza età [...]

[...] cui dava il braccio, verso di cui si piegava sorridendo con una grazia affascinante, avesse rivolto a metà il viso verso di lui e che un lampo [...]

[...] inchinarsi come un giunco sul collo sottile e ben modellato; era partita... Che voleva egli? Che cercava da quella donna, di cui il lusso, il [...]

[...] ella mostrasse avvedersene; che tre o quattro volte l'avea guardato come si guarda un fanciullo, un albero, un oggetto qualunque che s'incontri [...]

[...]  bella; e domandò ingenuamente: – Sei pazzo?... Tu stesso un quarto d'ora fà mi dicevi esser deliziosa questa serata... qui... – Sarà vero anche [...]

[...] ciò, come è vero che ora mi annoio... e se vuoi rimanere ti dico addio. E gli stese la mano come per congedarsi. – Un momento... ecco! giunge in [...]

[...] esitare un momento, e proseguì a camminare sin fuori Porta Garibaldi. La notte era magnifica, Pietro sedette sul sedile di pietra circolare che [...]

[...] aspettava più da un mese; – ci son novità stamattina? – Quali novità vuoi mai che ci sieno? – Per bacco! ti credeva sui digesti a quest'ora; ed [...]

[...] ?... – Proprio lei!... Ma che diavolo!... Ne saresti innamorato?... – Mi credi forse pazzo da legare? – rispose Pietro con un sorriso che dissimulava [...]

[...] appena la contrarietà che gli arrecava quella domanda. – Perchè poi? – Perchè amarla io, sarebbe una disgrazia: amarmi ella un assurdo. – Mi [...]

[...] vediamo: – insistè Raimondo attaccandosi al braccio del suo amico – immaginiamoci che per un capriccio, una fantasia, un destino, secondo te [...]

[...] avesse creduto un momento a quel sogno e si fosse poi accorto ch'esso era troppo bello e insieme penoso per lui. – Perchè? – Perchè colei è [...]

[...] , il lusso... cose tutte che non posseggo. Dunque o costei è maritata, e non amerà giammai un Don Giovanni in ventiquattresimo che si chiama [...]

[...] semplicemente Pietro Brusio; o è mantenuta, e non possederò mai abbastanza per pagare i suoi fiori per un anno; o è zitella, e non sposerebbe [...]

[...] , tenendo sempre fissi gli occhi sul verone. Ella si toglieva soltanto a lunghi intervalli da quella positura per recarsi agli occhi un binocolo [...]

[...] la testa sulla spalliera, e sembrava assorbirsi in quell'inerzia contemplativa che gli orientali cercano nell'oppio. Un uomo, seduto accanto a [...]

[...] lei su di una seggiola assai bassa, le leggeva qualche cosa di un giornale che teneva fra le mani, e che ella udiva sbadatamente; e si [...]

[...] solamente, la sua leggiadra testolina, coronata da quei ricci magnifici, si volgeva lentamente verso di lui. 30 Qualche volta, con un movimento [...]

[...] fosse troppo debole per sostenere quella piccola testa. – Con questa donna ci sarebbe da impazzire! – esclamò Pietro reprimendo un fremito [...]

[...] un bel personaggio da dramma o da romanzo, come un bel fiore... come una bella donna prima venuta insomma... che sa recare con grazia il velo [...]

[...] . Egli sorprese lo sguardo del suo amico, che ancora restava fissato sul verone. 31 – Vuoi venire, o no? – Un momento... restiamo altri dieci [...]

[...] minuti e partiremo alle due precise... – Non amo gli inglesi colla loro metodicità regolata sul quadrante di un orologio... Hai detto [...]

[...] quale non poteva più vedere che la tenda abbassata. – Bella donna! – ripeteva egli di tempo in tempo, con un entusiasmo che era troppo allegro per [...]

[...] la videro seduta ad un tavolino, al fianco del suo compagno, mentre due ufficiali dei Cavalleggieri Alessandria le prodigavano tutte le delicate [...]

[...] bella Piemontese; – aggiunse Brusio, forzando le labbra ad un sorriso. Essi furono accolti con festa dall'allegra brigata che era radunata nel [...]

[...] salone. Pietro sedette al pianoforte e suonò un valtzer, che otto o dieci coppie ballarono. – Vi lasciaste molto aspettare, signorini! – disse in [...]

[...] tuono di scherzevole rimprovero una graziosa giovanetta, figlia del padrone di casa e maritata ad un cugino di Raimondo, appena Pietro andò a [...]

[...] . La signora diede in uno scoppio di risa. – E l'ama, a quanto dice? – Come un pazzo! – Dove l'incontra? – Qualche volta al passeggio, o [...]

[...] dunque... – Ella si alza alle dieci o alle dieci e mezzo; prende un bagno di cui i profumi costano ciascun giorno otto o nove lire; e poi si mette [...]

[...] costano un occhio del capo, in compenso; indi si mette al pianoforte, o al verone, sdraiata su di una poltroncina, e vi resta, spesso dormendo [...]

[...] , sino all'ora di pranzo. Suo marito... – Un uomo di quasi 38 anni, alto e biondo? – Sì, il conte di Prato; lo conosce? – Me l'immagino. – Suo [...]

[...] sul petto con un sospiro, mormorando: – Stassera al teatro si dà un dramma molto in voga... È al teatro certamente... ella... Indi, come [...]

[...] della Cattedrale incontrarono un amico che si fermò a discorrere con loro. – Andrete a teatro stassera? – domandò egli. – Perchè questa domanda [...]

[...] sè. – Amante! – esclamò Pietro impallidendo suo malgrado mentre cercava di sorridere: – ah! c'è dunque un amante? – Pel momento però... bada [...]

[...] !... A Napoli sembra che sieno stati più d'uno; ciò che diede luogo a molti scandali, che finirono con un duello in cui il marito ruppe, con [...]

[...] fatto pensieroso. – Fatti presentare: – insistè Antonino. – Io!.. – esclamò, con un accento indefinibile di stupore, Pietro. – Sì; tu sarai il [...]

[...] alla porta. La carrozza si fermò infatti alla prima porta, ov'egli si trovava, ed un uomo, nel quale Pietro riconobbe il conte, saltò il primo a [...]

[...] terra, per dare la mano alla signora che accompagnava. Brusio istintivamente fece un passo in avanti. La contessa appoggiò appena alla mano [...]

[...] lui, mentre raccoglieva le pieghe della sua veste perchè non lo sfiorassero, ella alzò un momento gli occhi su di lui. Indi, come infastidita [...]

[...] da quello sguardo scintillante che s'incrociava col suo e che sembrava assorbirne tutto il fluido, ella si volse un istante verso il conte, che [...]

[...] dava alcuni ordini al cocchiere, prima di salire le scale del corridoio. Vi fu un momento, quando un lembo del leggerissimo tessuto di quella [...]

[...] riflesso dei cristalli di un occhialetto fisso sulla porta colpì i suoi sguardi. Alzò gli occhi su quel palchetto della prima fila da dove partiva [...]

[...] Ella rimase alcuni secondi in quella positura; indi lasciò quasi cadere sul parapetto il binocolo, e fece un leggiero movimento di spalle d'impazienza [...]

[...] , abitualmente pallide, si coloravano di un rossigno febbrile. Pochi minuti dopo, prima ancora che il sipario fosse abbassato, udì aprire la porta di [...]

[...] un palchetto sul corridoio, e dei passi che si avvicinavano, mischiandosi al fruscio di una veste. La contessa gli passò dinanzi, questa volta [...]

[...] domestico a cercarlo al teatro, e ritornò dicendo che il teatro era chiuso da un pezzo, ma che sulla porta era avvenuta una rissa fra alcuni [...]

[...] , senza alcun accidente. Abbia la bontà di aspettarmi qui. Raimondo, indossato in fretta un abito, prese il cappello ed uscì. Dando campo ad un [...]

[...] sudore, che partiva dall'orbita, luccicava un momento solcando le sue guance. Ad un tratto egli afferrò con violenza il braccio di Raimondo. – Guarda [...]

[...] languida e voluttuosa, su di una poltrona, ancora colla veste del teatro, coi capelli ancora intrecciati di fiori; ed un uomo, il conte, ritto dietro [...]

[...] giovane con un sussulto che dimostrava come quella corda vibrasse ancora potentemente nel suo cuore, mentre tutte le altre erano allentate e [...]

[...] condurre a capo chino come un ragazzo. 46 IV Quando entrarono nell'Albergo di Francia, dove li aspettava la signora Brusio, questa corse ad [...]

[...] abbracciare suo figlio con tutta l'effusione di un cuore di madre; ma rimase senza osarlo, colle braccia aperte, dinanzi allo sguardo fosco ed [...]

[...] temo che tu ne possa abusare, poichè sei figlio di un uomo onesto e manterrai onorato il nome che ti diede. In quanto a me... – e la povera donna [...]

[...] ridente cogli uomini più eleganti e più alla moda, appartenenti alla migliore società, che si contendevano un posto nel suo palchetto; spesso a [...]

[...] parlava al conte di quelle parole, cui rispondeva, come un'eco, un singhiozzo dalla strada. Egli sapeva l'ora del suo levarsi, della sua toletta [...]

[...] poltroncina che la sua mano indolente tirava a se. Era un martirio spaventevole che s'imponeva senza saperlo; che l'attraeva però col fascino [...]

[...] che la corteggiavano si era rivolta verso quell'uomo, seduto sul marciapiede, che si sarebbe scambiato con un mucchio di cenci; ed il conte avea [...]

[...] che la prima volta avea supposto un mendico; e che il conte si fermava innanzi al portone qualche minuto a guardarlo. Una notte, negli ultimi [...]

[...] di settembre, verso le due del mattino, Pietro aspettava da un pezzo la contessa che era andata alla serata del prefetto. Il 51 rumore di una [...]

[...] interrotto, colla stessa capricciosa volubilità, per un valtzer allora in gran voga: Il Bacio, di Arditi. Però sembrava che un'attitudine [...]

[...] profondo di quella notte, profumata dal vicino Laberinto e rischiarata dalla luna. Tutt'a un tratto anche il valtzer fu interrotto, ed il giovane udì [...]

[...] circondava quasi di un trasparente vapore. Un'altra ombra si avanzò e le si mise al fianco. – Perdio! – disse una voce secca ed orgogliosa, con [...]

[...] contessa alzò le spalle con un moto sprezzante d'indifferenza; indi mormorò sbadatamente, colla sua voce più bella e più calma, e colla più [...]

[...] dal pallore e dall'alterazione dei lineamenti di lui, e dal sinistro splendore dei suoi occhi ardenti. Egli rimase un momento immobile [...]

[...] , annichilato, come se quella bellissima voce di donna avesse di un sol colpo reciso i muscoli più vitali del suo cuore. Il solo rumore che si udiva era [...]

[...] cappello, con un moto istintivo, lento, quasi solenne, esclamando, cogli occhi umidi di lagrime infuocate: – Addio, signora!... Addio! Camminò [...]

[...] tentoni, barcollando come un ubbriaco, fino a quando stramazzò, privo di forze, singhiozzante, su di un sedile di marmo sotto gli alberi del Rinazzo [...]

[...] matto davvero... Ah!... ma non ha dunque nemmeno un pensiero per l'uomo ch'è pazzo per lei, questa donna?!!... E partì correndo, come un [...]

[...] emettere voci tronche, gemiti che si articolavano come parole, ma in mezzo ai quali risuonava sempre un grido, or come un singhiozzo, or come una [...]

[...] tornava a correre come un pazzo, fin quando la stanchezza fisica lo istupidiva alla lotta terribile delle sue passioni. 54 Cominciava ad [...]

[...] albeggiare; quell'incerto crepuscolo gli ferì gli occhi come un riverbero infuocato; quella vita che si risvegliava nella grande città con tutti i suoi [...]

[...] in un angolo il suo cappello: era annichilato. La stanchezza fisica e la morale l'avevano vinta fors'anche sulla sua disperazione; o almeno, in [...]

[...] quel punto, gliela avevano resa meno sensibile. Egli si addormentò poco dopo di un sonno agitato, febbrile ed interrotto. Sua madre, che [...]

[...] conturbavano e straziavano il suo cuore. Questa donna, coll'orecchio fissato sulla toppa dell'uscio, stette quasi un giorno intiero ascoltando con [...]

[...] consolazioni e fin dalle sue lagrime, la madre ebbe timore che questo figlio adorato, buono un tempo ed affettuoso, che ella non riconosceva [...]

[...] . Pietro passeggiò un pezzo per la camera, strascinandosi o camminando a salti, a seconda delle istantanee trasformazioni che subiva il corso delle [...]

[...] bagliori attraversargli la pupilla con un solco luminoso, che nell'animo tracciava una striscia infuocata fra la tempesta delle sue passioni [...]

[...] , dubitò un momento che fosse pazzo davvero. Egli ebbe paura di quest'idea... paura di non esser più padrone di se, della sua vita, nel momento che [...]

[...] egli sentiva però crescere e giganteggiare un fantasma che voleva scacciare con tutte le forze dell'essere suo... che l'atterriva. Sotto il [...]

[...] uno specchio, vide una sinistra figura da spettro, col cappello ammaccato, i capelli incollati e cadenti sul volto di un pallore che sembrava [...]

[...] scomposti; egli stentò un pezzo a riconoscere se stesso, e finalmente un riso amarissimo errò sui suoi labbri violacei. Il cameriere gli recò [...]

[...] corse alla Marina; esitò ancora un istante prima di mettere il piede su quella soglia, e finalmente entrò nella bottega che precedeva lo stanzone [...]

[...] lo squadrò dal capo alle piante, come sorpreso che un giovane il quale indossava abiti piuttosto eleganti venisse a cercare una tal festa; poi [...]

[...] , alzando le spalle con ruvida indifferenza, gli rispose con un cenno del capo affermativo. Brusio, pagati alla porta i pochi centesimi che [...]

[...] alcune panche disposte in giro alle pareti, su di una 60 delle quali sedevano un contrabasso, un violino ed un flauto che facevano saltare col [...]

[...] danze furono sospese, e tutti si volsero a guardare con curiosità il nuovo venuto; poco dopo incominciò a farsi udire un mormorio di cattivo augurio [...]

[...] si appoggiava alla spalla di un uomo atletico, vestito di velluto e di volto assai caratteristico. – Noi non andiamo a mischiarci alle sue [...]

[...] le braccia sul petto, stendendo un passo in avanti e postandosi solidamente sulle sue gambe snelle ma nervose, come se aspettasse l'assalto [...]

[...] . 61 L'altro fece ancora un passo, minacciandolo dello sguardo più che del gesto, con la bravata audace e cinica che dà la coscienza della [...]

[...] passi all'indietro con un vigore che il bravaccio non avrebbe mai supposto in quel corpo magro e svelto; allora mise un urlo di rabbia; l'urlo della [...]

[...] iena che ha sentito pungersi mentre scherzava; e afferrata una sedia la slogò di un sol colpo sul pavimento, tornando quindi verso di Brusio [...]

[...] di uno dei suonatori, che si erano salvati dietro le panche, e a pararsi il colpo con quello. Allora cominciò un combattimento accanito e [...]

[...] feroce fra l'uomo atleta, che mugghiava come un toro ferito per la rabbia che non poteva sfogare, rabbia accresciuta dalla inopinata resistenza che [...]

[...] assistettero a quel duello singolare fra i due avversarii degni di starsi a fronte l'un l'altro; essi battevano le mani ai bei colpi, e incoraggiavano con [...]

[...] acclamazioni i combattenti. 62 Brusio non era più uno straniero per loro, un signorino, ora che maneggiava sì bene il bastone. L'uomo [...]

[...] gli venivano. Tutt'a un tratto una legnata violenta di Brusio spezzò la sbarra colla quale il bravaccio parava il colpo alla testa, e si vide [...]

[...] pericolo, minacciato dalla vendetta degli amici del caduto, quantunque difeso anche dal piccol numero dei suoi ammiratori; un altro combattimento [...]

[...] notizia che recava: – I carabinieri! – diss'egli – I carabinieri! – fu gridato da ogni parte. E tosto amici e nemici si fusero in un lodevole [...]

[...] soffocarono Pietro in un energico amplesso; e venti voci, anche di quelle che avevano minacciata la sua vita un momento innanzi, gli [...]

[...] , che gli rimproverava come un rimorso la vita che menava, e gli faceva pensare spesso, malgrado la sua disperata volontà, malgrado gli eccessi a [...]

[...] egli mormorava un nome cogli occhi umidi di lagrime: ciò che rendeva dapprincipio attoniti, e faceva ridere dappoi i suoi compagni di stravizzo [...]

[...] , nell'esaltazione e negli eccessi. Brusio, in prima fila fra di essi, sul proscenio, indossando un travestimento tutto suo, composto di cappuccio [...]

[...] , casacca e pantaloni di pelle di montone, (vestito che egli avea denominato da orso), si occupava metodicamente a dar fiato ad un enorme corno ad [...]

[...] mascherata numerosa che gli faceva codazzo. Poco prima di mezzanotte fu aperto il ballo. Quella folla ululante irruppe come un torrente limaccioso [...]

[...] nella sala. I palchetti erano gremiti di elegantissime dame e di signori mascherati con lusso. Poco dopo si aprì l'uscio di un palchetto di [...]

[...] seconda fila ed entrò 66 la contessa di Prato, mascherata da baccante, accompagnata dal marito e da un bel giovanotto biondo, sottotenente negli [...]

[...] ornavano le loggie, il denso vapore avvinazzato e fangoso in cui si avvolgeva; non osava d'incontrare un viso ch'egli non voleva vedere per non [...]

[...] avere a dubitare un'altra volta della sua ragione. L'orchestra suonava un valtzer; la folla avea incominciato a ballarlo gesticolando e gridando [...]

[...] . Tutt'a un tratto fu veduta una figura umana, imbacuccata in pelli nere che la facevano mostruosa, montare di un salto sul palcoscenico, e [...]

[...] gridare colla sua voce più forte, stendendo il braccio con un gesto imperioso verso l'orchestra: – Abbasso il valtzer! Non vogliamo valtzer! Non [...]

[...] danzavano e i professori che suonavano; e cominciò un immenso frastuono. Dai palchi partirono alcuni fischi acutissimi, tratti certamente con l'aiuto [...]

[...] aristocratico per istinto; – abbasso i guanti bianchi! Vogliamo la Fasola! Suonate la Fasola! A quelle parole successe un immenso schiamazzo di urli [...]

[...] . Nella platea scoppiò un grido generale di rabbia. Alcune signore svennero allo spettacolo di quella folla urlante che levava braccia nere e facce [...]

[...] , nè Guardie Nazionali badarono a quell'uomo che usciva, a quella jena assetata di vendetta, che spingeva in avanti il collo anelante come un [...]

[...] animale sitibondo. In due salti egli fu sulla scala del second'ordine, e si avanzò pel corridoio. Tutt'a un tratto egli si fermò, come percosso [...]

[...] quel frastuono. La contessa aveva messo un grido nel vedere quell'uomo che correva come un pazzo contro di lei, facendo scintillare nel suo [...]

[...] pugno la lama larghissima di un coltello a manico; quella figura informe ed orrenda sotto le pelli che la coprivano, della quale gli occhi soltanto [...]

[...] braccio del conte, come per farsene schermo. Pietro aveva avuto uno sguardo, un solo, per lei; il coltello gli era caduto di mano; poi era fuggito [...]

[...] Brusio!... Ma io voglio averli questi diritti che Dio m'ha dato, che in un istante di scoraggiamento io ho sconosciuto, ho ripudiato, ma che sento [...]

[...] in me... Questa donna anderà superba un giorno dell'amore di Pietro Brusio!! Ed alzando la testa, quasi lieto ed altiero di quel nuovo indirizzo [...]

[...] metamorfosi che uno sguardo ed un pensiero avevano potuto operare in lui con queste sole parole: – Perdonami, madre mia!... perdonami! Due mesi [...]

[...] lavorava con un entusiasmo quasi accanito, con una lena che soltanto poteva dargli l'esaltazione in cui si trovava; e fece passare tutto il suo [...]

[...] cuore nell'opera sua. Due mesi dopo aveva finito un dramma che rileggeva cogli occhi brillanti di sorriso; del quale era contento; che amava quasi [...]

[...] , appartenente anch'essa alla più alta società, e che col suo ingegno si è fatto un nome che comincia ad esser celebre anche fuori d'Italia. Le due [...]

[...] donne, l'una circondata e adulata pel potere dei suoi vezzi, l'altra pel prestigio del suo nome, sedevano l'una presso all'altra su di un canapè [...]

[...] d'occasione a Narcisa. – Avrò la fortuna, signora contessa, – disse, parlando alla donna matura, – di presentarle stasera un uomo, che, ancora [...]

[...] . – Lo conosce? – No; ne ho udito semplicemente parlare; è un dramma che ha incontrato moltissimo, a quel che pare; e di cui i giornali si sono [...]

[...] produzioni letterarie in Italia, e l'ha impegnato a scrivere pei Fiorentini con un appuntamento che lo farà vivere da signore. – Domani andrò ai [...]

[...] sera. Verso mezzanotte il barone si avvicinò di nuovo al divano ove sedevano Narcisa e la contessa, accompagnato da un giovane alto e bruno, di cui [...]

[...] permetta, signora contessa R***, – disse il barone con il garbo di un uomo di società, – che abbia l'onore di presentarle il signor Pietro Brusio [...]

[...] presentava con tutta la grazia di un abituato alle più aristocratiche riunioni. Ciò che più di ogni cosa servì a farglielo riconoscere, meglio [...]

[...] stringeva la mano. Il cerchio degli ammiratori di lei gli si affollava d'attorno, e lo guardava con occhio invidioso. Tutt'a un tratto ella lo vide [...]

[...] diventar pallido come un cadavere, e dirizzarsi sulla persona con un movimento macchinale che non seppe padroneggiare; e ciò fu quando il barone [...]

[...] sottotenente dirigeva un complimento ch'ella non ascoltava. Brusio rimase un momento immobile, senza poter parlare, cogli occhi, che si erano fatti di [...]

[...] contessa, giammai in tutta la mia vita potrò compiere un lavoro come quello che scrissi in otto giorni, e al quale il pubblico ha avuto la bontà [...]

[...] questo dramma come parto del suo ingegno, ma piuttosto... – Del cuore? – interruppe il giovane: – sì, signora! – Ella ha ragione: in un momento di [...]

[...] passione si possono oprar miracoli che parrebbero impossibili a tentarsi un minuto dopo. Pel bene del suo avvenire voglio augurarmi che tale [...]

[...] con un'espressione che dimostrava più della semplice curiosità. Si ordinavano le coppie per un valtzer; e l'ufficiale venne a presentare il [...]

[...] immedesimandosi al corpo dell'uomo a cui si accompagnava, con un inimitabile movimento del suo collo da cigno, quasi le perle e i fiori che [...]

[...] languore e di piacere, incontrò un altro sguardo, umido ancor esso di una indicibile espressione d'angoscia e quasi di cruccio, che brillava su di una [...]

[...] fronte alquanto calva e pallida di una spaventosa pallidezza. Ella fissò un lungo sguardo su quello che si fissava su di lei. – Vogliamo [...]

[...] Bacio! questo Bacio!... avrò da sentirlo dappertutto!... – mormorava Pietro delirante scendendo le scale. – Domani ai Fiorentini si darà un dramma [...]

[...] . L'indomani infatti, alle 9 e mezzo, la contessa, che non si ricordava di essere entrata in teatro a tal ora, era in un palchetto di seconda [...]

[...] fila sul proscenio. Il sipario non era ancora alzato e la sala era affollatissima. La contessa recava in mano un magnifico mazzo di viole bianche [...]

[...] spettatori quando l'autore ha saputo scuotere tutte le corde dei cuori colla sua mano potente: era una di quelle opere spontanee, tutte di un sol getto [...]

[...] un magnifico anello di brillanti e l'avea legato al nastro del mazzetto. 78 Alla fine del second'atto l'autore, chiamato fragorosamente dal [...]

[...] che si levava gridando il suo nome, in mezzo all'inebbriamento di quell'ovazione quasi delirante: uno sguardo che andò a posarsi su di un [...]

[...] un nembo, quelle acclamazioni al suo nome; egli non badò più neanche ad un mazzo di viole bianche che gli era caduto ai piedi dal palchetto di [...]

[...] Narcisa e che avea raccolto, per fuggire come un delirante, come un uomo che teme d'impazzire, poichè tutti questi applausi non potevano dargli [...]

[...] . – Molto bello, in verità; e anche assai applaudito. – E dell'autore? – Che volete che ne dica?... ch'è un autore come tutti gli altri; – soggiunse [...]

[...] ... che le sorrideva in quel modo!... Tutt'a un tratto i suoi diti incontrarono l'anello che era legato al mazzo; un dubbio atroce lo fece [...]

[...] di quei volgari applausi, uno di quegli splendidi regali con cui si paga l'abilità di un istrione?... Quest'idea lo martellò a lungo; e [...]

[...] : «Signora contessa, «Ieri ebbi la fortuna di raccogliere un mazzo che le cadde dal palchetto sulla scena. Se, unita ai fiori che lo [...]

[...] compongono, non vi avessi trovato una gemma di qualche valore, io l'avrei forse conservato come un ricordo dippiù della simpatia di cui mi onorarono gli [...]

[...] celebri, mi fo un dovere di rimetterlo alle mani dalle quali è partito. «La prego, signora, di gradire la testimonianza della mia più distinta [...]

[...] segreta speranza di mettersi in relazione con Narcisa; e che egli avea adottato quel mezzo come ne avrebbe adottato un altro, se gli si fosse [...]

[...] andò ad incontrarlo nel salotto, dominandosi a pena. Gli venne recato su di un vassoio da lettere un biglietto di visita; al di sotto del [...]

[...] titolo Conte di Prato in litografia, c'era scritto a mano: Prega il sig. Brusio di far trovare alle 8 due suoi amici al Caffè d'Europa. – Un duello [...]

[...] è perchè il signor conte spieghi la personalità sino a sfidarmi per un mazzo rimandato... a meno che... Rimase pensieroso alcuni secondi, senza [...]

[...] e vi trovò un altro suo amico. – V'incontro a proposito; – diss'egli stringendo le due mani che gli venivano stese, – ho un affare col conte [...]

[...] pistole appoggiate sullo stomaco per quel povero mazzo che c'entra quanto un pretesto?!... Il conte è irritatissimo per l'assiduità che spiegaste [...]

[...] orribili: due uomini che si battono alla pistola non si battono per una semplice riparazione; si battono per uccidersi. – Questo duello è un [...]

[...] delitto. 83 «A Napoli si è molto parlato del suo scontro di un mese fa con un giornalista il quale ancora guarda il letto; si dice ancora che [...]

[...] ella è un terribile tiratore; il conte anche lui possiede questa sciagurata destrezza... E questi due uomini, che si odiano a morte, andranno [...]

[...] essere stata causa della sua morte... o invece... «Signore... a Catania conobbi un giovane nobile e generoso... che mostrava di amarmi... Io [...]

[...]  importanza di quanta se ne dà a sentimenti che non si dividono; avea riletto due o tre volte una parola, quell'o invece... che un momento avea [...]

[...] marito!... costei si rivolge al giovane di Catania, e ne accenna la memoria, come si farebbe di un balocco ad un fanciullo per ottenere il suo [...]

[...] indovinare; mentre l'assicurava della vita di suo marito, ricusandosi nel tempo istesso a far le sue scuse al conte, ciò che valeva offrirsi come un [...]

[...] a barattare una vita giovane e ricca d'avvenire, acclamata, festeggiata, contro un colpo di pistola, dormì tranquillo tutta la notte, poichè si [...]

[...] è novizio, nè inesperto, fermo al suo posto (dopo aver mirato un momento con freddezza) avea tratto il suo colpo, il quale avea spezzato un [...]

[...] cattivo esito del colpo di lui, fece tranquillamente i suoi dieci passi, mirando sempre colla calma di un tiratore al bersaglio, e fece fuoco a [...]

[...] domanda di ritrattazione, si scusò di non potere accettare, accusandone un affare urgentissimo, e partì. – In sala c'è un signore che l'aspetta [...]

[...] passi ella mette una palla in un anello. Ho assistito al più strano duello ch'io abbia veduto, ed ho l'onore d'assicurarle che me ne intendo un [...]

[...] contessa nulla mi deve e nulla ha a ringraziarmi. – Stamattina, molto prima di partire pel Vomero col conte, ho veduto un biglietto così concepito in [...]

[...] cedermi per un quarto d'ora quel biglietto, come io ne l'avea pregata, non avrei avuto la sfortuna, a quest'ora, di esser sì poco creduto. Brusio [...]

[...] se ella m'intende. – Non molto, veramente. – Eppure è sì chiaro! – aggiunse il vecchietto con un sorriso malizioso. – È adorabile quella [...]

[...] , – che lei, signore, ha voluto, non so perchè, rimandare alla signora un mazzo che questa le avea gettato sul proscenio la sera che si [...]

[...] non volle, non seppe nascondermi, è che ella stessa avesse fatto pregare lei, signore, di venire ad un accomodamento, onde il sangue non fosse [...]

[...] ?... per scongiurarmi colle più calde preghiere, colle lagrime agli occhi, chè facessi di tutto onde venire ad un accomodamento, non c'è bisogno di [...]

[...] volerlo, le avesse reso un servigio che sarà male accolto dalla signora. – Male accolto!?.. e perchè? – Giacchè il conte n'è uscito illeso [...]

[...] quell'uomo che ha avuto la scortesia di rifiutarvi un sommo favore (poichè non è provato ch'io abbia risparmiato il conte) e che è andato a [...]

[...] scaricare la sua pistola contro il petto di vostro marito? 91 Il vecchietto rimase un momento confuso, come colpito da quella riflessione; ma [...]

[...] rendere a lei un servigio... di farle un buon ufficio presso quella signora... io le darei un attestato di quanto ella ha fatto per scongiurare il [...]

[...] Pietro si appressò al tavolino da albums, aprì una cartella che conteneva foglietti da lettere, e scrisse: «Un uomo che ha molto a farsi [...]

[...] , spingendolo verso la porta. – Un altro abbraccio, amico carissimo, un altro abbraccio. Lei troverà sempre in me un uomo tutto suo, un amico vero e [...]

[...] conte non dissimulò un movimento di collera, ed esitando ad aprire la lettera, disse bruscamente al domestico: 93 – Va bene! lasciatemi. Il [...]

[...] donna volubile e galante, appassionata ed impetuosa. Quasi nell'ora istessa un elegante calesse si fermava dinanzi il portone di una graziosa [...]

[...] casa a due piani nella Strada Nuova. Un palafreniere, che serviva anche da portinaio, venne ad aprire alla signora abbigliata con distinzione [...]

[...] alla corte, legati alle sbarre di un cancello che chiudeva un giardino di piacevolissimo aspetto, scalpitavano tre bellissimi cavalli inglesi [...]

[...] . Nell'anticamera, ad un domestico che incontrò, la donna domandò se il signor Pietro Brusio era in casa. – Sì, signora; ma non è visibile, poichè [...]

[...] . 94 – Fategli tenere questo biglietto in tal caso; – insistè la signora con una lieve tinta d'impazienza, prendendo da un elegante porta [...]

[...] in sala, – diss'egli sollevando la portiera di un uscio; – il signore ci sarà a momenti. Per giungere al salotto si attraversava una piccola [...]

[...] serra a cristalli, che occupava uno dei lati di una terrazza assai vasta, della quale s'era fatto un giardino pensile, sporgente su quella [...]

[...] usci dirimpetto, nascosto dalla stessa tenda di raso celeste. La signora si sprofondò in una delle poltroncine che erano vicine ad un elegante [...]

[...] ricco di dorature, di sete, di specchi e di profumi: fascino al quale forse ella era disposta. Poco dopo la tenda si aperse, e comparve un uomo [...]

[...] seta gli teneva al collo il braccio sinistro. Un momento però egli sembrò ondeggiare indeciso, mentre fissava i suoi occhi scintillanti su quel [...]

[...] l'incanto di quel sogno troppo bello per lui, esclamò, quasi impaziente, verso un testimonio che gli stava vicino, ma che però non si vedeva [...]

[...] di civiltà. Una parola sola le irruppe spontanea: – Lei!... lei, signora!... da me! – Che c'è di strano? – rispose ella con un indefinibile [...]

[...] , della sua azione sì nobile, sì generosa sino al sacrificio!... Invece di rispondere, Pietro seguitava ad ammirare, come si fa di un oggetto [...]

[...] della tacita ammirazione con cui il giovane si teneva quella mano sulle palme, e, arrossendo impercettibilmente, fece un movimento per ritirarla [...]

[...] . 97 – Oh! la lasci!... – mormorò egli come un fanciullo che parli in un sogno delizioso. – È così bella!... La contessa, ancor più rossa di [...]

[...] prima, ma sorridendo cogli occhi e le labbra del suo sorriso inebbriante, con un movimento rapidissimo e quasi istintivo di grazia squisita, o di [...]

[...] ; ma gli parve un peccato, come gli era sembrato lo stringerle, di sfiorare coi suoi labbri quella pelle rasata. Dopo un momento di silenzio la [...]

[...] piuttosto... – Narcisa!... – Che voi... – Che io vi amo come un pazzo!... come un uomo che non è più conscio di quello che fa, poichè voi gli [...]

[...] , tenendo sempre le sue mani. – Vi scrissi di aver conosciuto a Catania un giovanetto generoso sino al sacrifizio, nobile sino all'eroismo [...]

[...] ... Perdonatemi, non m'interrompete. Allora non sapevo chi fosse, non conoscevo che un giovane come se ne veggono tanti, inferiore fors'anche a quei [...]

[...] , quando paragonavo il suo stato a quello di coloro che mi amavano come lui ma che potevano dirmelo o almeno provarmelo, aspirare almeno ad un mio [...]

[...] d'accanto al ritorno di un ballo ebbi un momento di curiosità, ed anche di riconoscenza sì lontana da sfumare nella compassione, per questo giovane che [...]

[...] l'uomo in voga; l'alta società avea per lui le più squisite cortesie, le donne più belle e più nobili gli sorridevano... Un vero trionfo! Io [...]

[...] ammirai quella fronte larga e pallida, e mi sembrò di scorgervi qualche cosa di nobile che non vi avevo prima notato; mi parve di leggere un [...]

[...] da dire in seguito. Quest'uomo avea fatto un miracolo pel mio amore – un miracolo di genio... Io l'ho veduto in quell'opera, come egli non ha [...]

[...] che gli uomini più eleganti, più ricchi e nobili si affollano a bruciarmi ai piedi... io ho un movimento d'incerto terrore;... mi pare che debba [...]

[...] essere terribile, divorante questa passione quando è giunta a tal grado;... mi pare ch'essa debba assorbire la vita in un bacio di fuoco... ma [...]

[...] in un bacio di tale ebbrezza da sembrare troppo piccolo compenso la vita, e troppo corti i giorni per avvelenarsene... – Narcisa!!... – ripetè [...]

[...] soffio passò come un vento ghiacciato sul sudore che inondava la fronte di lui, che, impotente a più contenersi, la sollevò, prendendola fra le [...]

[...] braccia, come un caro fanciullo, e la divorò dei baci, singhiozzando in un sublime delirio: – Tu sei il mio Dio! ed io non avrò mai forza per amarti [...]

[...] passare i suoi labbri sulla fronte e gli occhi di lui con mille baci muti della sua bocca tremante che ne formavano un solo. – Che vita [...]

[...] passeggio, al braccio di un altr'uomo, fra l'ammirazione di quanti la vedevano, facendo palpitare il mio cuore col fruscio del suo strascico sulle vie [...]

[...] ;... che quella donna che vidi al Teatro; che mi passò da presso senza guardarmi; che seguii come un fanciullo, come un cane;... che non mi [...]

[...] cerchio luminoso che la circondava d'aureola, per non rapirle un atomo di quella atmosfera profumata della quale si circondava, che faceva il [...]

[...] suo prestigio;... che quella donna che adorai infine come un pazzo, spaventandomi di adorarla in tal modo, è mia!... mi ama!... mi è fra le [...]

[...] sopratutto, la tua voce inebbriante, mi ripeta ad ogni ora, ad ogni minuto, che quello non è un sogno, che io non son pazzo;... e che i tuoi [...]

[...] ... – Andiamo a Catania! – mormorò Narcisa, dandogli un lungo bacio e bagnandogli la fronte di due lagrime di voluttà. 103 VIII Sig. Raimondo [...]

[...] silenzio del figlio, che le proverebbe ch'egli ha dimenticato tutto onde vivere soltanto per questa vita di cui un'ora vale un secolo, per immergersi [...]

[...] di carezzarla. Ed ora, nel momento in cui ti scrivo, questa donna, che di tutto ciò ch'è leggiadro s'è fatto un corteggio splendido, questa [...]

[...]  tutta un fremito di voluttà, io li ho sentito palpitare fra le mie braccia... Essa è vissuta sotto il mio tetto; ha passeggiato al mio [...]

[...] cozzo di due spade, e che inebbriano come un veleno. «Questa donna che vivea pei piaceri, della quale il lusso era il bisogno come l'aria è [...]

[...] disinvoltura di un cavallerizzo. «Quando ritornavamo, coi cavalli anelanti e coperti di spuma, Narcisa si lasciava cadere nelle mie braccia [...]

[...] . Ella è di un gusto squisito, quantunque non possegga tutte le facilità di pianista. Quand'ella suona io sto seduto al suo fianco, colle [...]

[...] braccia allacciate attorno alla sua vita; ella s'interrompe per guardarmi, per sorridermi;... e quando mi ha guardato un pezzo, com'ella sola sa [...]

[...] tetto... ho veduto la sua camera... Qual camera! se la vedesti, Raimondo!... «Un uomo che non avesse mai conosciuto Narcisa ne immaginerebbe il [...]

[...] severo e più diafano il colorito, veli dappertutto, e fiori, e un profumo appena sensibile, ma molle, delizioso: il profumo della sua pelle [...]

[...] . «Raimondo!... Ti svelo un gran mistero del mio cuore, che Narcisa non dovrebbe mai conoscere. In mezzo a questi deliranti piaceri, in mezzo a questa [...]

[...] felicità che il Paradiso non mi potrebbe mai dare, ho un pensiero che mi è quasi terrore, che mi agghiaccia il bacio sulle labbra... e ciò [...]

[...] suo nome è per me quello di un amico. È come a fratello che io scrivo, dunque, o signore... come ad un uomo che è l'amico del mio Pietro... E [...]

[...] un penoso godimento, dopo quello che mi resta soltanto ad aspettarmi... «Se dieci mesi addietro, quando ero a Catania, avessi potuto sognarmi la [...]

[...] che per me sarebbe rimasta un mistero senza di lui. «E poi... «Alcuni giorni dopo Pietro cominciò ad invitarmi ad uscire... ad andare in [...]

[...] , che dovea farsi un avvenire, era impossibile seguitare a vivere così ritirato dal mondo, e che quest'avvenire gli imponeva qualche sacrifizio [...]

[...] ; che, infine, per quella sera aveva un invito al quale non poteva mancare. «Lo pregai di andar solo, soffocando un penoso sentimento che quasi mi [...]

[...] nel mio appartamento. Presi un libro a caso, ma non potei leggerlo. «Verso le tre udii finalmente la carrozza che rientrava sotto il portone, e [...]

[...] della buona notte. 111 «Ebbi un istante il pensiero d'andare da lui, ma lo soffocai, colle mie lagrime, fra i guanciali. «L'indomani [...]

[...] , prima ancora dell'alba, ero levata, poichè non avevo dormito un secondo; ed andai ad aspettarlo nel salotto, sperando che anch'egli vi sarebbe [...]

[...] , quasi pentito. «Per otto o dieci giorni non mi lasciò più un minuto. «Sentivo che questa felicità sovrumana mi logorava lentamente, e mi dava [...]

[...] ogni giorno forze novelle per sopportarne la piena. «Il giorno che ci fu recato un invito per una serata che dava C***, Pietro mi disse [...]

[...] puoi vivere sempre come vivi. Tu sei un angelo di bellezza, ed io sono orgoglioso di te; voglio godere del tuo trionfo. «– Giacchè lo vuoi [...]

[...] ... – gli dissi reprimendo un sospiro. «– Una sera, – seguitò egli tenendosi le mie mani fra le sue, – una di quelle sere in cui ti cercavo come [...]

[...] smaniante, avevo perduto la speranza d'incontrarti; quando vidi passare, al braccio del conte, una donna vestita di bianco, con un semplice [...]

[...] sorriso affascinante, alcuni ricci neri scappanti dall'orlo del cappuccio bianco sulla fronte di un candore più puro e direi più rasato. Eri tu [...]

[...] , l'ombra tua, che girava fra le vorticose coppie di un valtzer... e piansi lagrime ardenti, disperate;... e passeggiai delirante come un pazzo, sotto [...]

[...] , che per comunicarcela l'un l'altro coi baci, non poteva sempre durare... non era stata che la luna di miele!... «Quando pensai al come vivere un [...]

[...] godere di un magnifico lume di luna. Pietro si mostrò sì allegro, sì contento della nostra felicità, che per qualche tempo riuscì a scacciare [...]

[...] come vivi. «– Sì, – mi rispose egli, – i piaceri, le feste, ti sono necessarii, poichè ti fanno brillare come un diamante messo in luce... sono [...]

[...] tremante, dominando a stento la sua emozione. Non ti adoro come sei degna di essere adorata?!... Amarti ancora!.. ma ogni giorno che passa è un [...]

[...] servire a calmarti... ebbene!... io te la do. «– Oh! grazie, grazie! – esclamai baciandolo in fronte, con un doloroso trasporto; – grazie!... Io [...]

[...] , no... Pietro! non vedi che son felice ora?!... «Egli rimase triste e pensieroso lungo tutta la strada. «Io provavo un inenarrabile godimento [...]

[...] la nostra abitazione: mi parea d'essermi levato un gran peso dal cuore col togliermi quella maschera di convenienza che la società esige, e che [...]

[...] suonavo il pezzo che domandava. «Egli usciva sempre la sera per darsi un poco di distrazione, che le occupazioni assidue del giorno gli rendevano [...]

[...] ... sembrava staccarsi con isforzo alle sue penose meditazioni per prodigarmi ancora quelle sue ferventi carezze, che mi fanno obliare in un bacio [...]

[...] come egli lo fa se il rimorso di un altro affetto lo facesse arrossire. No! il mio Pietro è troppo elevato per scendere sino alla [...]

[...] leggo chiaramente nel suo cuore: egli ha ancora la generosità d'imporsi per me un sentimento che non prova, di nascondermi quelle illusioni [...]

[...] alla febbrile e quasi ebbra eccitazione che può scambiarsi coll'esaltazione della passione. «Un giorno era uscito prima ch'io fossi levata, e avea [...]

[...] piccolo jokey a cercarlo; egli si alzò subito da un crocchio d'amici, fra i quali era seduto, e venne a mettersi in carrozza con me. «– Ti [...]

[...] sentivamo di avere un penoso discorso da intavolare, che non avevamo il coraggio di incominciare, e che perciò ci faceva rimanere in silenzio [...]

[...] prima, potrei fare la vita che faccio?... «Queste parole, che cercavano di esprimere un pensiero consolante, erano dure per me: esse parlavano [...]

[...] di quella vita che avea fatto la nostra felicità come di un sagrifizio. «– È vero dunque, – proseguii, – questa vita ti è penosa?!... tu sei [...]

[...] soltanto. Per ciò fare bisogna piegarsi un poco a tutte quelle convenienze che la società esige rigorosamente. Io ho dimenticato tutto per te, sei [...]

[...] sacrifizio che gli facevo, ma mi allontanai di un passo, supplicandolo colle mani giunte di non farlo. «Temevo di perdere la forza della mia [...]

[...] , che parevano dire: Siete un vile! mentre avevano detto: Non avete pietà di me? «Egli si levò pallido, coll'occhio, un momento innanzi umido di [...]

[...] !... per sempre!... Ed io, folle!... folle!... gli chiedevo ancora quella franca confessione che mi avevo fatta promettere in un delirio d'amore [...]

[...] d'alabastro della lampada da notte, mi alzai, ancora vestita degli abiti che indossavo la sera scorsa... Esitai un istante prima di tirare il cordone del [...]

[...] che egli aveva tanto ammirato in me; e passai nelle sue stanze. «Lo trovai che scriveva, seduto al tavolino nella sua stanza da studio, con un [...]

[...] attorno al suo tavolino, quei fiori fra i quali egli s'immergeva, direi, quando si metteva a scrivere, e che avvolgevano i suoi sensi in un [...]

[...] l'uscio aperto della sua camera da dormire vidi il letto scomposto, colle lenzuola lacerate e cadenti a terra, ed un cuscino sul tappeto accanto ad [...]

[...] una poltrona rovesciata. «Pietro mi voltava le spalle, colla testa appoggiata fra le mani; aveva dinanzi un monte di quaderni e di fogli di [...]

[...] ad appoggiarmi alla sua spalla, come nei bei giorni in cui sentivo un brivido percorrerlo allo sfiorargli il volto coi mie capelli, e lo guardai [...]

[...] ... Fu solo... quasi triste... «– Tu scrivi? – gli diss'io con un coraggio di cui non mi sarei creduta mai capace. «Come colto in fallo egli [...]

[...] abbassò gli occhi sulle carte che gli stavano ammonticchiate dinanzi alla rinfusa, e rispose con un cenno del capo, quasi avesse dubitato di avere la [...]

[...] mia mano alle labbra. «Mi portai l'altra al cuore, per comprimerne i battiti, dei quali il rumore mi spaventava. «Oh, signor Raimondo... un [...]

[...] 125 fredde e tremanti sulla mia mano, che recava quella percezione al cuore come una stilettata, cercandovi forse la forza di rispondermi. «Un [...]

[...] della sera... Non fu nulla di ciò... «– Oggi stesso manderò Giuseppe ad affittarvi un casino: mi rispose stringendomi le mani e figgendomi gli [...]

[...] colpo di grazia: quando egli mi amava come un pazzo mi avrebbe pregata di non uscire; in appresso non mi avrebbe fatto quella domanda poichè [...]

[...] passeggiata come un compenso, come per ringraziarmi del sacrifizio che gli facevo, ciò che equivaleva a dichiararmela una compiacenza, come avea fatto [...]

[...] in quel momento. «Mi voltai a cogliere un fiore da un vaso di porcellana per recare il fazzoletto alla bocca... Mi sentivo soffocare... Ebbi [...]

[...] provare, quale ormai m'era necessario per vivere, quale avrebbemi fatto dimenticare, almeno per un'ora, in un bacio, tutta l'estensione dell'immensa [...]

[...] facesse mettere in dubbio. «Un momento mi parve cattivo e spietato quell'uomo che non mi amava più. «Poi gli baciai le mani, delirante [...]

[...] rimorso delle perdute illusioni del suo amore di un tempo che cerca invano... Io l'ho veduto quell'uomo, quel cuore, chiudere gli occhi, immergersi [...]

[...] avea adorato in me... e nulla!!... nulla!!... e staccarsene pallido, annichilato... quasi piangendo come un fanciullo, guardandosi attorno come [...]

[...] pietà lo distacca da me, lo fa fuggire, come se temesse di trovare un rimorso nei miei occhi, che, Dio sa con qual coraggio gli nascondono [...]

[...] pericolosa per una donna. «– Non sarai tu con me? – gli dissi, come se mi fosse stato impossibile un accidente vicino a lui, o come se [...]

[...] quest'infortunio avessi dovuto amarlo, dividendolo con lui. «Egli... costui, cui l'amore avea dato squisite percezioni, cui avea fatto oprare un miracolo di [...]

[...] un'altezza smisurata, guardati dal basso, in quel punto, elevati come sono su di un immenso scoglio che dalla parte del mezzogiorno sospende le sue torri [...]

[...] sul mare. Due tavoloni di querce sono gettati su di un arco in rovina per traversare l'abisso orribile che si stende al di sotto, in fondo al [...]

[...] quale mormora il mare di un sordo rumore, e che fa venire le vertigini al solo guardarlo. «Pietro passò innanzi e mi porse la mano raccomandandomi [...]

[...] , e che supponevo anche in lui. «– Quale pazzia! – mormorò egli stringendo il mio braccio, come per prevenire l'effetto di un capogiro, e [...]

[...] giocattoli da quell'altezza, quel litorale sparso di ville e di paesetti, e Catania... Catania ove Pietro mi aveva tanto amato... «Vi fissai un lungo [...]

[...]  Siracusa? – domandai poscia, come non accorgendomene, cedendo ad un intimo impulso. «Pietro mi additò un punto tra mezzogiorno e ponente, dietro il [...]

[...] mani, e rispose, dopo avere esitato un istante: «– Se lo vuoi... «– No! io non lo voglio... Ciò che io voglio è il tuo amore! il tuo amore [...]

[...] . «Un momento mi sembrò che l'immenso fascino di quello spaventevole abisso attraesse l'abisso doloroso del mio cuore; che quei bianchi fantasmi [...]

[...] mi stendessero le braccia come a prepararmi un letto eterno che dovesse accogliermi assieme all'uomo che adoravo tanto più freneticamente quanto [...]

[...] più lo vedevo allontanarsi da me... Un momento il mio piede si stese sul precipizio e la mia mano strinse più forte la sua per allacciarlo in [...]

[...] un modo che nulla sarebbe valso a rapirmelo mai più... «– No! no! gridò il mio cuore gemente: no!... ch'egli viva! ch'egli sia felice!... io [...]

[...] ... anche con un'altra!... 132 «Un'altra!... Ecco quell'idea terribile, sanguinosa, che mi ha attraversato il cuore come un ferro infuocato, e [...]

[...] alla quale non avrei forse saputo resistere se ci avessi prima pensato... «Mi avvidi, quasi con gioia, come se fossi stata salvata da un immenso [...]

[...] Catania!... egli aveva avuto forse un istante d'amore per me!... dell'amore di una volta!... «Oh! Dio! Dio!... morire almeno in tal momento [...]

[...] pescatori su quelle onde azzurre come il cielo. «Quand'egli è solo, pensieroso, vicino a me... provo un momento di dubbio, d'incertezza... Mi pare [...]

[...] tristamente. «– Impossibile! – mormorò con un soffio appena intelligibile. «– Impossibile?... – ripetei radunando tutte le forze di cui mi sentivo [...]

[...] profondamente. «– Ascoltami, Narcisa! – cominciò egli con voce solenne, quasi calma: – io ho un sacro dovere di gratitudine verso di te... dovere che [...]

[...] , ho cercato invano un atomo, un atomo solo, di quello che provavo d'arcano, d'indefinibile, di più che terreno, quando, seduto sul lastrico della [...]

[...] , poichè la sete che ne ho è ardente, divoratrice, e che mi fugge sempre dinanzi come un fuoco fatuo... Io avrei paura, rimanendoti più a lungo [...]

[...]  la speranza di riamarti un giorno come ti ho amato, m'impedisce che mi bruci le cervella, non avendo 135 più nulla a godere sulla terra [...]

[...] allora; e stendere le braccia, delirante, invocando un altro sorso di questa coppa fatata... a cui fui tanto stolto da bere troppo... «Egli non pot [...]

[...] pallore di cera, coll'occhio brillante di un inusitato splendore che avea dei lampi di felicità, vestita di bianco, il suo colore favorito, sebbene [...]

[...] alle sopracciglia, con quella moda ardita che ricordava le più belle teste delle statue greche, stava seduta abbandonatamente sopra un canapè [...]

[...] donna ebbra anch'essa di questa voluttà che ispirava e che cercava, per formarne un fascino irresistibile, divorante. L'occhio di Pietro era [...]

[...] il godimento sino al delirio... – Oh! Narcisa! Narcisa! – esclamava egli come un pazzo, – Narcisa di Napoli... di Catania!... t'ho trovata [...]

[...] alfine! sì, t'ho trovata!!... Tutt'a un tratto quel corpo affascinante di mille seduzioni ebbe un fremito che non seppe reprimere, e quasi una [...]

[...] dolorosa contrazione. Pietro s'abbracciò più strettamente, come ebbro... poichè lo scambiò per un fremito di piacere... – Che io ti vegga, Narcisa [...]

[...] suo sguardo. Pietro s'inginocchiò ai suoi piedi; ella ebbe il coraggio di cambiare in un sorriso la contrazione di spasimo dei suoi labbri [...]

[...] l'angoscia... un terrore nuovo, incomprensibile. – Oh, Dio! Dio mio! singhiozzò agitando le labbra convulsivamente, come se stentasse a trarre quei [...]

[...] cordone del campanello. – È giunto il signor Angiolini: – disse un domestico sulla soglia. – Presto! presto! che corra... soccorso! Ella muore [...]

[...] prendere Brusio per condurlo da sua madre, come Narcisa ne avea avuto sentore. Con un solo sguardo egli vide di che si trattava, e senza perder [...]

[...] !... – Un momento! Avrete almeno questo; – e spezzò il cordone del campanello, strappandolo con violenza. – Recate un bicchiere d'acqua e del [...]

[...] lascerò un minuto... Io sarò forte, Raimondo! Il medico si strinse con impazienza nelle spalle, e tentò di far bere a Narcisa il bicchier d'acqua [...]

[...] braccia, un minuto dopo la lasciò ricadere sul cuscino, resa di una cadaverica pesantezza; e rimase muto, disanimato. Poco dopo mormorò, come [...]

[...] sensibili, in cui spesso le sue labbra si agitavano come per sorridere. Una o due volte sembrò riscuotersi bruscamente, con un senso penoso... e [...]

[...] allora i suoi tratti esprimevano un immenso affanno... in cui ella mormorava: – Oh Pietro!... il valtzer!... il valtzer!... Pietro che aveva [...]

[...] vedi che muore!... Bisogna che ella non muoia!... Non voglio che ella muoia!... 144 Tutt'a un tratto Raimondo corse al pianoforte, come cedendo [...]

[...] istupidito: – Non c'è più che un miracolo che possa prevenire la coma, che possa salvarla; bisogna prolungare questo delirio per dare il tempo [...]

[...] appannata, vitrea, fissa, ebbe un lampo, un raggio di uno sguardo in cui balenava tutto l'ineffabile amore che l'agonia non poteva assopire in quel [...]

[...] cuore. – Oh! Pietro! Pietro!... ti vedo!! – gridò esultante; con un accento indescrivibile che avea più dell'urlo dello spasimo che del [...]

[...] !... grazie!... – mormorò la moribonda con un anelito interrotto che la stentata respirazione soffocava nella sua gola; – grazie!... oh, la vita [...]

[...] vedi che ciò ti uccide!... Pietro non rispose, e abbracciò più strettamente quel corpo inerte; in cui gli parve sentire un ultimo sussulto al suo [...]

[...] mischiò al sonno della morte. Pietro rimase istupidito come un pazzo; per un mese intiero. Il secondo rivide sua madre; poi gli amici. Un anno dopo [...]

[...] promesse del suo ingegno, che l'amore di un giorno aveva elevato sino al genio nella sua anima fervente, erano cadute con quest'amore istesso [...]

Serao Matilde
Il ventre di Napoli
4 1884 - Provenienza testo: Scansione da Archive, txt Fondazione Verga 168 occorrenze

[...] rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese [...]

[...] , tanto che le carrozze non ci possono passare, ed è sinuosa, si torce 4 come un budello: le case altissime la immergono, durante le più belle [...]

[...] ogni tanto un portoncino nero, ogni tanto un angiporto fangoso, ogni tanto un friggitore, da cui esce il fetore dell'olio cattivo, ogni tanto un [...]

[...] salumaio, dalla cui bottega esce un puzzo di formaggio che fermenta e di lardo fradicio. Da questa via partono tante altre viottole che portano [...]

[...] differenza — molto più strette dei Mercanti, 5 ma egualmente sporche e oscure; e ognuna puzza in un modo diverso: di cuoio vecchio, di piombo fuso, di [...]

[...] Mezzocannone è popolata tutta di tintori: in fondo a ogni bottega bruna arde un fuoco vivo sotto una grossa caldaia nera, dove degli uomini seminudi [...]

[...] disgraziate, che ne hanno fatto un loro dominio, e per ozio di infelici disoccupate nel giorno o per cupo odio contro l'uomo, buttano dalla finestra, su [...]

[...] Lanzieri: veramente, non è una strada, è un angiporto, una specie di canale nero, che passa sotto due archi e dove pare raccolta tutta la immondizia [...]

[...] di un villaggio sudicio. Ivi, a un certo punto, non si può procedere oltre: il terreno è lubrico e lo stomaco spasima. * ** In sezione Vicaria [...]

[...] vecchia Napoli affogata, bruna, con le case puntellate, che cadono per vecchiaia. Vi è un vicolo del Sole, detto così perchè il sole non vi [...]

[...] entra mai; vi è un vico del Settimo cielo, appunto per l'altitudine 7 di una strisciolina di cielo, che apparisce fra le altissime e antiche case [...]

[...] del tribunale, di questa grande e storica Vicaria, sembrano proprio il suo ambiente, vale a dire un putridume materiale e morale, su cui sorga [...]

[...] fatto la rivoluzione, dove hanno tagliato il capo a Corradino di Svevia: sì, sì, ne hanno parlato drammaturghi e poeti. Se ne traversa un lembo [...]

[...] ; pare che da 8 anni non ci passi mai lo scopino; ed è forse la sudiceria di un giorno. Ivi è il Lavinaio, la grande fonte dove si lavano tutti [...]

[...] , tanto che per insultare bonariamente un napoletano sul proprio napoletanismo, gli si dice: — Sei proprio del Lavinaio. Nella sezione Mercato, vi [...]

[...] sono i sette vicoli della Duchesea, in uno dei quali, ho letto in un dispaccio, vi sono stati in un'ora trenta casi; vi è il vicolo del Cavalcatoio [...]

[...] umani e tutti gli animali morti; che hanno tutte un pot-bouille, una cosidetta vinella, una corticina interna in cui le serve buttano tutto; il [...]

[...] artificiali: certe altre dove al pianterreno vi è un bigliardo, al primo piano un albergo dove si pagano cinque soldi per notte, al secondo una [...]

[...] raccolta di poverette, al terzo un deposito di stracci. Per levare la corruzione materiale e quella morale, per rifare la salute e la coscienza a [...]

[...] , che mette un pomidoro sopra un sacco di farina per ottenere un effetto pittorico e che ha creato un monumento di ottoni scintillanti, di legni [...]

[...] dipinti, di limoni fragranti, di bicchieri e di bottiglie, un monumentino che è una festa degli occhi: il banco dell'acquaiuolo. Questo popolo [...]

[...] , quest'operaio non può 15 pagare un affitto di casa che superi le quindici lire il mese: e deve essere un operaio fortunato. Vi è chi ne paga dieci, chi [...]

[...] Capodimonte, un falansterio di case operaie, chiare, pulite, strettine, ma infine igieniche: per quanto restringesse i prezzi, non potette dare i suoi [...]

[...] cooperativa non sono case operaie. Iscrizione crudele e superba. Trentaquattro lire? Queste trentaquattro lire un operaio napoletano le [...]

[...] guadagna in un mese: chi porta una lira di giornata a casa, si stima felice. Le mercedi sono scarsissime, in quasi tutte le professioni, in tutt'i [...]

[...] , tutti quelli che dovrebbero lavorare in casa, cercano lavoro fuori. Fortunate quelle che trovano un posto alla fabbrica del tabacco, che sanno [...]

[...] . Queste serve trovano anche il tempo di dar latte a un bimbo, di far la calza; ma sono, esseri mostruosi, la pietà è uguale alla ripugnanza che [...]

[...] , portano un vestito quattro anni, un grembiule 19 sei mesi, Non si lamentano, non piangono: vanno a morire prima di quarant'anni, all'ospedale, di [...]

[...] verissimo: fanno schifo, talvolta. Ma chi tanto ama la plastica, dovrebbe entrare nel segreto di quelle esistenze, che sono un poema di martirio [...]

[...] quotidiano, di sacrifici incalcolabili, di fatiche sopportate senza mormorare. Gioventù, bellezza, vestiti? Ebbero un minuto di bellezza e di [...]

[...] inquiete, agitate, mentre servono. Me ne rammento una: aveva tre figli, un piccolino, specialmente, bellissimo. Aveva già due anni e gli dava [...]

[...] contente, quando un cocchiere signorile 21 vuol prendere per mozzo un fanciullo di dodici anni, dandogli solo da mangiare; sono molto contente [...]

[...] , quando un mastro di bottega lo piglia, facendolo lavorare come un cane e dandogli solo la minestra, la sera; la pietosa madre gli dà un soldo [...]

[...] giorno. Nelle campagne, il figlio è una gioia, è un soccorso, è una sorgente di agiatezza; in Napoli, rappresenta una cura di più, una pena materna [...]

[...] , una sorgente di lagrime e di fame. Sentite un poco quando un'operaia napolitana nomina i suoi figli. Dice: le creature, e lo dice con tanta [...]

[...] dolcezza malinconica, con tanta materna pietà, con un amore così doloroso, che vi par di conoscere tutta, acutamente, la intensità della miseria [...]

[...] napoletana. III. QUELLO CHE MANGIANO. Un giorno, un industriale Napoletano ebbe un'idea. Sapendo che la pizza è una delle adorazioni culinarie [...]

[...] . * ** È vero, infatti: la pizza rientra nella larga categoria dei commestibili che costano un soldo, e di cui è formata la colazione o il pranzo di [...]

[...] moltissima parte del popolo napoletano. Il pizzaiuolo che ha bottega, nella notte, fa un gran numero di queste schiacciate rotonde, di una [...]

[...] settori da un soldo, sono affidate a un garzone che le va a vendere in qualche angolo di strada, sovra un banchetto ambulante: e lì resta 24 quasi [...]

[...] notte, dei garzoni che portano sulla testa un grande scudo convesso di stagno entro cui stanno queste fette di pizza, e girano pei vicoli e [...]

[...] dànno in un grido speciale, dicendo che la pizza ce l'hanno col pomidoro e con l'aglio, con la muzzarella e con le alici salate. Le povere donne [...]

[...] , sedute sullo scalino del basso, ne comprano e cenano, cioè pranzano, con questo soldo di pizza. Con un soldo, la scelta è abbastanza varia, pèl [...]

[...] popolo napoletano. Dal friggitore si ha un cartoccetto di pesciolini minutissimi, fritti nell'olio, quei pesciolini che si chiamano fragaglia e [...]

[...] che sono il fondo del paniere dei pescivendoli; dallo stesso friggitore si hanno, per un soldo, quattro o cinque panzarotti, vale a dire delle 25 [...]

[...] frittelline in cui vi è un pezzetto di carciofo, quando niuno vuol più saperne, o un torsolino di cavolo, o un frammentino di alici. Per un [...]

[...] soldo, una vecchia dà nove castagne allesse, denudate della prima buccia e nuotanti in un succo rossastro: in questo brodo il popolo napoletano ci [...]

[...] bagna il pane e mangia le castagne, come seconda pietanza; per un soldo, un'altra vecchia, che si trascina dietro un calderottino in un [...]

[...] carroccio, dà due spighe di granturco cotte nell'acqua; per un soldo, una povera donna che allatta suo figlio e soffia sopra un braciere di terracotta [...]

[...] , dà due spighe di granturco arrostite. Dall'oste, per un soldo si può comperare una porzione di scapece; la scapece è fatta di zucchette o di [...]

[...] molignane fritte nell'olio e poi condite con pepe, origano, formaggio, pomidoro, ed è esposta in istrada, in un grande vaso profondo in cui sta [...]

[...] intasata, come una conserva e da cui si toglie con un cucchiaio. Il popolo napoletano porta il suo tozzo di pane, lo divide per metà, e l'oste ci [...]

[...] versa sopra la scapece. 26 Dall'oste, sempre per un soldo, si compra la spiritosa; la spiritosa è fatta di pastinache gialle cotte nell'acqua e [...]

[...] naturale, tutta questa roba fritta è cotta in un olio forte e nero, tutta questa roba è condita in modo piccantissimo, tanto da soddisfare il più [...]

[...] eccitato palato meridionale. * ** Appena ha due soldi, il popolo napoletano compra un piatto di maccheroni cotti e conditi; tutte le strade [...]

[...] dove bolle il sugo di pomidoro, le montagne di cacio grattato, un cacio piccante che viene da Cotrone. 27 Anzi tutto, quest'apparato è molto [...]

[...] pittoresco, e dei pittori lo hanno dipinto, ed è stato da essi reso lindo e quasi elegante, con l'oste che sembra un pastorello di Watteau; e [...]

[...] chiama brevemente, dal loro prezzo: nu doie, nu tre. La porzione è piccola e il compratore litiga con l'oste, perchè vuole un po' più di sugo, un [...]

[...] po' più di formaggio e un po' più di maccheroni. Con due soldi si compra un pezzo di polipo bollito nell'acqua di mare, condito con peperone [...]

[...] fortissimo: questo commercio lo fanno le donne, nella strada, con un focolaretto e una piccola pignatta; con due soldi di maruzze, si hanno le [...]

[...] lumache, il brodo e anche un biscotto intriso nel brodo; per due soldi l'oste, da una grande 28 padella dove friggono confusamente ritagli di [...]

[...] compra un rotolo di maccheroni, una pasta nerastra, di tutte le misure e di tutte le grossezze, che è il raccogliticcio, il fondiccio confuso di [...]

[...] di frutta: ma non spende mai più di un soldo alla volta. A Napoli, con un soldo, si hanno sei peruzze, un po' bacate, ma non importa; si ha [...]

[...] mezzo chilo di fichi, un po' flosci dal sole; si hanno dieci o dodici di quelle piccole prugne gialle, che pare abbiano l'aspetto della febbre; si [...]

[...] ha un grappolo 30 di uva nera, si ha un poponcino giallo, piccolo, ammaccato, un po' fradicio; dal venditore di molloni, quelli rossi, si hanno [...]

[...] dire i semi di mollone e di popone, le fave e i ceci cotti nel forno; con un soldo si rosicchia mezza giornata, la lingua punge e lo stomaco si [...]

[...] un modo così miserando, con tanta rassegnazione! — la superstizione di questo popolo ha fatto una dolorosa impressione a tutti. La credevate [...]

[...] Vergine e quelle dei santi protettori, le processioni s'incontravano per le strade, si mescolavano: era tutto un mistero medioevale e meridionale [...]

[...] portare in giro per far fermare la lava. Per un momento, i nobili custodi delle reliquie e i canonici della cattedrale non gliela dettero. Al [...]

[...] quartieri, fecero 34 delle processioni, piangendo, gridando, in un tenebrore lugubre. Nel cholera 1873, più mite certo, ma sempre vivissimo nei [...]

[...] , con un paio di ceri innanzi, ce ne sono a ogni angolo di strada, nei quartieri popolari, in certe tali feste. Li fanno i bimbi, è vero: ma le [...]

[...] madri sorvegliano, le sorelle grandi chiedono l'obolo ai passanti, un po' ridendo, un po' pregando. Per le feste più grandi, con lampioncini [...]

[...] alla Ottino e festoni variopinti, i popolani si quotano per un anno, e un vicolo la vuol vincere sull'altro: accadono risse, corrono coltellate per [...]

[...] rifiuti secchi e porte sbattute in faccia. Non importa, bisogna sopportare, è il voto. Tutto quello che raccoglie, va alla chiesa. Quando un bimbo [...]

[...] collo o sospeso alla cintura o ha sotto il cuscino, un sacchettino di reliquie, di preghiere stampate: e questo sacchettino si attacca alle [...]

[...] non sono tutti. Quattro o cinque tengono il primato. Quando una napoletana è ammalata o corre un grave pericolo, o grave pericolo corre uno dei [...]

[...] suoi, si vota a una di queste madonne. Dopo scioglie il voto, portandone il vestito, un abito nuovo, benedetto in chiesa, che non si deve [...]

[...] profano. Per aver marito, bisogna fare la novena a san Giovanni, nove sere, a mezzanotte, fuori un balcone, a pregare con certe antifone speciali. Se [...]

[...] l'antifona: O beato san Pasquale – mandatemi un marito – bello, rosso, colorito – come voi tale e quale – o beato san Pasquale! – Anche san [...]

[...] Pantaleone mio - per la vostra castità - per la mia verginità - datemi i numeri, per carità! - Alla nona sera si ode un passo, è il santo che [...]

[...] napoletano, che circola in tutte le case, è il monaciello, un bimbetto vestito di bianco quando porta fortuna, vestito di rosso quando porta [...]

[...] pellegrinaggio. Un altro, giovane, era al convento di San Martino: anche famoso. Talvolta i giuocatori sequestrano il monaco, lo battono, lo torturano [...]

[...] della giacchetta. Si vuole avere l'amore di un uomo? La fattucchiara vi arde una ciocca di capelli, ne fa una polverina, con certi ingredienti [...]

[...] : bisogna farla bere nel vino all'uomo indifferente. Si vuol vincere un processo? Bisogna legare, moralmente, la lingua dell'avvocato contrario [...]

[...] : fare quindici nodi ad 42 una cordicella, chiamare il diavolo, uno scongiuro terribile. Si vuol far morire un amante infedele? Bisogna fare un [...]

[...] conficcare in un limone fresco tanti spilli che formino un disegnino della sua persona, e attaccarvi un brano di vestito della rivale e infine [...]

[...] preghiere; ha una classificazione, per le anime timide e per le anime audaci; ha una diffusione in tutti i quartieri; ha un soccorso per tutte le [...]

[...] si dànno ai porci; e vi sono vivande che non assaggia mai. Ebbene, provvidenzialmente, per un lato, il popolo napoletano rifà ogni settimana il [...]

[...] salubre e fresca, un bel raggio di sole caldo per terra, un letto bianco e alto, un comò lucido, i maccheroni e la carne ogni giorno, e il [...]

[...] felice che appaga la gente oppressa; è la vasta allucinazione che si prende le anime. * ** Ed è contagiosa questa malattia dello spirito: un [...]

[...] passa al suo innamorato, un garzone di cantina; costui lo porta all'oste che lo dà a tutti i suoi avventori, i quali lo seminano nelle case [...]

[...] , ardentemente al lotto. Nella stanza stretta, dove otto o dieci ragazze lavorano da sarte, e il bimbo della sarta 49 dorme nella culla e in un [...]

[...] pettinano per un soldo al giorno, portano in giro i numeri alle loro clienti, ne ricevono in cambio degli altri, sono il gran portavoce dei numeri [...]

[...] . In tutte le officine dove gli operai napoletani sono riuniti a un lavoro lunghissimo così male retribuito, il lotto mette radici profonde; in [...]

[...] tutti i commerci, arriva sino all'aristocrazia. Dove ci è un vero bisogno tenuto segreto, dove ci è uno spostamento che nulla vale a [...]

[...] riequilibrare, dove ci è una rovina finanziaria celata ma imminente, dove ci è un desiderio che ha tutte le condizioni dell'impossibilità, dove la durezza [...]

[...] tutte le ragazze da marito che non hanno un soldo di dote; giuocano tutti i numerosi impiegati al municipio, alle banche, all'intendenza, al dazio [...]

[...] di borsa, che vivono sopra il taglio di un rasoio e son capaci di ballarci sopra un waltzer, a furia di febbre del giuoco, assaggiano volentieri [...]

[...] . Le signore dell'aristocrazia giuocano, un po' per burletta, un po' con la speranza di un nuovo braccialetto, un po' per l'oppressione di una [...]

[...] venditrici, le operaie e gli operai, le ragazze e gl'impiegati non possono muoversi di dove sono. E allora un monello parte, va al più vicino [...]

[...] sognato un morto? - quarantasette - ma parlava - allora quarantotto - e piangeva - sessantacinque 56 - il che vi ha fatto paura - novanta. Un [...]

[...] casseruola dal suo chiodo, ammala un bimbo, fugge un cavallo, compare un grosso sorcio: numeri, subito. Tutti gli avvenimenti, grandi e piccoli [...]

[...] amore fosse stato grande, egli le sarebbe comparso in sogno, per darle i numeri e se n'è scordato, è un ingrato, poichè lui lo sa che essa è [...]

[...] vintiroie (ventidue, matto), e crescendo man mano la collera, tutte le ingiurie avendo un numero relativo, si dicono in gergo del lotto. Una donna dà un [...]

[...] , gli mettono in mano un paio di lire e quello si contenta: è un piccolo affare. L'assistito (dagli spiriti) è un cancro che 59 rode le famiglie [...]

[...] borghesi, un convulsionario pallido che mangia molto, che finge di avere o ha delle allucinazioni, che non lavora, che parla per enigmi, che fa [...]

[...] ; se li dice, e non escono, è perchè nel giuocatore è mancata la vera fede; se li dice e vengon fuori, la novella si spande in un minuto, il [...]

[...] povero monaco resta afflitto da una popolarità pericolosa. È come l'artista che ha fatto un capolavoro: guai se non continua a farne, egli è [...]

[...] perduto. Il monaco che ha solamente fatto prender un ambo, ha speranza di viver quieto: ma colui che ha dato tre numeri e sono usciti tutti tre, stia [...]

[...] , torturandolo; lo lascieranno morire di fame, perchè almeno in 61 agonia dia i numeri. Sono cose accadute. Spesso, per salvarsi, un monaco si fa [...]

[...] mandare da un paese all'altro, dal suo superiore; scompare, il popolo dice che se lo ha portato via la Madonna. * ** Il popolo napoletano giuoca [...]

[...] jucà manco nu viglietto; chi ascolta ne resta spaventato. Fra il venerdì sera e il sabato mattina, è tutto un agitarsi di gente che vuol giuocare [...]

[...] popolari da giuocare, quelli che si giuocano sempre, perchè è una tradizione, perchè è un obbligo, perchè non se ne può fare a meno: l'ambo [...]

[...] ogni settimana, da anni ed anni, con una fede che mai non crolla: un lustrascarpe ne 63 giuocava uno da trent'anni e glielo aveva lasciato in [...]

[...] eredità suo padre, morendo, insieme con la cassetta per lustrare: erano usciti degli ambi, tre o quattro volte, in trent'anni; il terno mai. Un [...]

[...] portinaio ne giuocò uno, per quarantacinque anni, senza prendere mai nulla: la prima settimana, che, per un caso singolare, se ne scordò, il terno [...]

[...] tasca, sotto la gonnella, un registro: viene il giocatore o la giocatrice, deposita due soldi e dice i numeri: in cambio ha un pezzetto di carta [...]

[...] condannato cinque volte per gioco piccolo: e ha un palazzo e si lagna della persecuzione del governo e la sua condanna la 66 chiama na disgrazia [...]

[...] irosa di donna Carmela: essa dal mattino è in giro per esigere, ricoglie, e fa tremare uomini e donne, con il suo tòno alto e imperioso. In un [...]

[...] posto ha da esigere una lira, in un altro due, in un altro cinque: e non osano ribellarsi a lei, non avendo da pagarla, non osano ribellarsi [...]

[...] fare uno scandalo con la padrona, se una donna non paga, essa minaccia di dirlo al marito, se un operaio non paga, essa sa l'indirizzo del capo [...]

[...] le danno neppur torto nelle sue escandescenze: e cercano sempre di mansuefarla. Quando una povera donna napoletana ha bisogno di un grembiule [...]

[...] , di un vestito, di un fazzoletto da collo, di un paio di camicie, non avendo quattrini per comperarlo, si decide ad andare da donna Raffaela che [...]

[...] vi sono rischi, a grossi affari che offrono sempre, dei pericoli. Le agenzie private di pegni e spegni rappresentano 72 l'usura organizzata in un [...]

[...] depreziato vilmente, specie se non è oro: e il primo guadagno è su questo. Vi si paga un fantastico diritto di registro, poi un tanto per la [...]

[...] cartella, poi l'interesse anticipato per un mese, tutto questo così complicato, così bene salvaguardato, così apparentemente legale, che questa [...]

[...] repressi, delle lagrime inghiottite, dei pallori subitanei: l'impegnatrice sembra un idolo indiano, a cui si sacrifichi oro e sangue. Alcune [...]

[...] lotto: da un lato l'avidità e la furberia: dall'altro l'onestà e l'ingenuità. Di questo cancro, l'usura, che tutto alimenta, agonizza in una [...]

[...] uno scampanio in cadenza che ora tace, ora incomincia dopo breve intervallo: e insieme un aprire e chiuder porte, uno schiuder di finestre e di [...]

[...] balconi, un parlare, un discutere a voce alta dalla strada e dalle finestre. Sono le vacche che vanno in giro per un paio d'ore, condotte ognuna [...]

[...] da un vaccaro sudicio, per mezzo di una fune: le serve comprano i due soldi di 77 latte, attardandosi sulla soglia del portone, litigando sulla [...]

[...] misura; molte per non aver il fastidio di far le scale, calano dalla finestra un panierino dove ci è un bicchiere vuoto e un soldo, e da sopra [...]

[...] protestano che è troppo poco, che il vaccaro è un ladro e fanno risalire il panierino con molta precauzione per non versare il latte; poi [...]

[...] grida forte acalate u panano; se non sentono, batte forte il campanaccio della vacca. È un quadro pittoresco, mattinale: quelle vacche tutte [...]

[...] che scorrazzano 78 per tutte le vie della città, ogni branco guidato da un capraro con un frustino. A ogni portone il branco si ferma, si butta [...]

[...] terzo piano, e sul pianerottolo si forma un consiglio di famiglia per sorvegliare la mungitura del latte. Il capraro e la sua capra ridiscendono [...]

[...] , galoppando, dando di petto contro qualche infelice che sale e che non aspetta questo incontro: giù, alla porta è un combattimento fra il capraro [...]

[...] a 80 dire, due piazze, due lunghi marciapiedi, sino alle otto della mattina è abbandonata ai venditori di frutta, di erbaggi, di legumi, un [...]

[...] contrasto di fichi e di fave, di uva e di cicoria, di pomidoro e di peperoni, e un buttar acqua, sempre, uno spruzzare, uno scartare la roba [...]

[...] fradicia; dopo le otto, quel tratto è un campo di battaglia di acque fetenti, di buccie, di foglie di cavolo, di frutta marcite, di pomidoro crepati [...]

[...] nelle strade. Tutto il quartiere della Pignasecca, dal largo della Carità, sino ai Ventaglieri, passando per 81 Montesanto, è ostruito da un [...]

[...] bilancie, le vetrine, tutto, tutto nella via; ci si frigge, essendovi una famosa friggitrice, ci si vendono i melloni, essendovi un mellonaro [...]

[...] e sbuzzanti, le cordicelle vanno da un balcone all'altro, un lumicino innanzi a una Madonnina nera illumina soltanto la viottola, dove va a [...]

[...] sullo stomaco, le rosette di perle sostenute con un filo nero all'orecchio, perchè non si spezzi il lobo pel peso. Sono naturalmente rissose e [...]

[...] delegato del quartiere deve essere anche un luciano, che le pigli a male parole. 85 Una volta, due di esse bastonarono fino all'estenuazione una [...]

[...] , mentre il figlio era all'ospedale. Ma Santa Lucia, tutta pittoresca, resta sempre fuori delle leggi d'edilizia e d'igiene: è un borgo [...]

[...] sole! * ** È pittoresco per un amante del colore, veder girare, di sera, per via Roma, un carretto disposto a mensa, su cui, in tanti piattelli [...]

[...] , 86 vedi dei castelletti di fichi d'India, sbucciati: un uomo spinge il carretto, una lampada a petrolio vi fumiga, il carretto si ferma ogni [...]

[...] tanto. Riparte, lasciando talvolta dietro di sè le bucce spinose e sdrucciolevoli. È drammatico assai, per un novelliere, girare dopo mezzanotte [...]

[...] all'uno e all'altro, che giusto a due passi da via Roma, vi sia il Chiostro di San Tommaso d'Aquino, dove non ci sono più monaci, ma che è un [...]

[...] segretamente della sua sterilità, non fa una cura mirabile per guarirne come le sposine aristocratiche, non alleva un cagnolino o una gattina o [...]

[...] un pappagallo come le sposette della borghesia. Una mattina di domenica ella si avvia, con suo marito, all'Annunziata, dove sono riunite le [...]

[...] umanità infantile napoletana i più battuti sono certamente i figli legittimi; di battere una figlia della Madonna, ognuno ha un certo ritegno [...]

[...] a cucire, poichè certamente, per la sua bellezza, la bimba è figlia di un principe: in nessun caso, di miseria o d'infermità, la madre adottiva [...]

[...] casa, e ci ritorna sempre, come a rifugio e a conforto. * ** Un caso frequente di pietà è questo: una madre troppo debole o infiacchita dal [...]

[...] lavoro ha un bambino, ma non ha latte. Vi è sempre un'amica o una vicina o qualunque estranea 92 pietosa che offre il suo latte; ne allatterà due [...]

[...] ritrovarlo, a portargli un soldo di frutta o un amuleto della Vergine; il bimbo ha due madri. lo ho visto anche altro: una povera donna andava in [...]

[...] preferiva dar loro un grosso piatto, anzichè tre cucchiaiate di brodo: ella — rimaneva senza. 95 Alla sera, quando vanno via, tutte le serve portano [...]

[...] un fagottino degli avanzi del pranzo, quando la padrona ha la bontà di darglieli: e non servono per sè, sono per un fratellino, o per un nipote o [...]

[...] ansiosa! lo ho visto una moglie a cui il marito era 96 morto all'ospedale, in un giorno, andare dal direttore, da quanti medici di cui potette avere [...]

[...] , vede fermarsi un bambino a guardare, senza dargli subito di quello che mangia: e quando non ha altro, gli dà del pane. Appena una donna incinta [...]

[...] dà un pezzo di pane, chi due o tre pomidoro, chi una cipolla, chi un po' d'olio, chi due fichi, chi una paletta di carboncini accesi: una donna [...]

[...] con un po' di formaggio piccante, ma la sua vicina, poverissima, non aveva che dei tozzi di pane secco, duro. Allora quella meno povera [...]

[...] 98 molli e almeno avevano un certo sapore di maccheroni. * ** Una giovane cucitrice era stata a Gesù e Maria, l'ospedale, con una polmonite [...]

[...] elemosina a una povera donna — la 99 quale, per miseria, superato il naturale disgusto, lo adoperava a condire il pane o a friggerci un soldo di [...]

[...] peperoni. * ** E ancora un altro fatto mi rammento. Un giorno, al larghetto Consiglio, una donna incinta, presa dalle doglie, si abbattè sugli [...]

[...] moglie del fornaio divise il suo letto con la puerpera: e il fornaio dormì sopra una tavola per dieci giorni, avendo per cuscino un sacco. E [...]

[...] forte amore di un cuore napoletano. Opera incompleta di cronista, non di scrittore, uscito come un grido dall'anima, valga come ricordo, valga [...]

White Mario Jessie
La miseria in Napoli
31 1877 - Provenienza testo: Scansione Liber Liber, txt Fondazione Verga 533 occorrenze

[...] vostre buche, cave, celle. I palazzi che avete costrutti un altro abita. Perchè scuotere le catene che avete fabbricate? Non vedete che la lama che [...]

[...] oppressori rispondeva: «E che libertà hanno le vostre plebi? la libertà di morir di fame!» Se non che nessuno straniero immagina per un momento quali [...]

[...] . Dobbiamo credere che gl'Italiani stessi ignorino in gran parte le condizioni di una larga porzione della propria famiglia. Per quasi un secolo [...]

[...] della nazione. Quando sa di dover cedere sopra un dato punto, essa cede prima di riceverne l'intimazione, e cede con tanta grazia e buon garbo, che [...]

[...] esistente in Italia impedirebbe che il misero, quando un barlume di diritto gli penetri nel cervello, od uno spasimo troppo acuto gli trafigga il corpo [...]

[...] possibile rotta, disse: «Peggio per loro, questa volta; sono di loro le viti e le raccolte; le braccia rimangono a noi.» Un po' più di questa logica ed i [...]

[...] rispondere alla domanda, ho bisogno di fare un poco di storia. Deve dunque scusarmi se non sarò breve. »Quando io pubblicai le Lettere Meridionali, si [...]

[...] , e ricevono luce dall'unica porta che si apre sul terrazzino. »Nella prima di queste corti io vidi in un angolo una specie di stalla, in cui si [...]

[...] gran parte fermi, per la poca inclinazione del suolo. In un altro angolo era un deposito di petrolio, che mandava un orrendo puzzo. In un altro era una [...]

[...] buca, e questa in comunicazione con un forno, il cui fumo passava la notte per essa, entrando nella corte. Così quando le porte di quelle camere [...]

[...] degl'Incurabili. »Entrai in un secondo fondaco, e là trovai che da circa due settimane la cloaca aveva dato di fuori, ingombrando tutta la corte, in [...]

[...] trovare e vedere i poveri nelle loro abitazioni, perchè erano in giro per la città. »All'ora fissata venne infatti al mio uscio un detective, cioè un [...]

[...] policeman senza l'uniforme, e preso un cab andammo nell'east-end, gita che durò circa un'ora e mezza. Colà, vicino ai docks, cominciarono le nostre [...]

[...] prime perlustrazioni. Entrai in un ufficio di Polizia, esaminai i registri, vidi operare alcuni arresti, e poi in compagnia di due altri detectives [...]

[...] volte i detectives, un policeman non potrebbe venir solo, perchè sarebbe accoppato. Entrai in alcune case di poveri, e mi fu detto: – Peggio di [...]

[...] frequenti come si pretende, ciò dipende dal clima peggiore, non dalla maggiore miseria. Se a Napoli ci fosse il clima di Londra, un numero assai grande [...]

[...] paragonare al puzzo e al sudiciume di alcuni ridotti di Napoli. Nelle case dei più poveri il detective entrava con un rispetto incredibile, e più [...]

[...] vuol ricevere. – A Napoli quando entrai nei fondaci, trovai insieme colla miseria un avvilimento, un abbattimento straordinario. Si entrava con [...]

[...] , che ella ha sempre militato sotto la bandiera di un partito politico che non è il mio; allora io non risponderci nulla a chi mostrasse d'ignorare [...]

[...] che per certe quistioni tutti gli onesti appartengono ad un solo partito. »Mi creda con sincera stima ed amicizia »Suo dev ed obb. »P. VILLARI [...]

[...] assoluto di quella di Napoli, e che, giunta a quel grado, il peso di un sol grano di sabbia di più significhi la morte. Accettai dunque l'offerta del [...]

[...] signora Scwhabe aveva messo a mia disposizione un appartamento nell'ex-Collegio medico, ove essa ha stabilito lo stupendo Giardino d'Infanzia, di [...]

[...] contagiosa, perchè il tifo regnava nella grotta), destava sempre più il mio desiderio di visitare il luogo, da cui furono tolte. Accompagnata da un amico e [...]

[...] da un delegato di Pubblica Sicurezza, andai dunque al quartiere di Monte Calvario al di sopra dei giardini di Santa Lucia al Monte. Il delegato, i [...]

[...] ci manda un filo di pioggia, e bisogna andare fino al Vico Giardinetto e pagare un tornese la secchia; allora sì che si capisce che cosa vuoi dire [...]

[...] Monte Calvario!» «E pare a voi, – proruppe un vecchio, con la fisonomia beffarda, ma non cattiva, – che siano andati a stare in Paradiso quegli altri [...]

[...] ? Vi dico che laggiù stanno ancora peggio di voi quassù, e chi vuol capacitarsene ci vada.» E qui indicava un sito, di cui non ricordo il nome, al [...]

[...] quartiere si giunse ad un vicolo in figura di scalinata; in fondo del quale la bocca aperta di una fogna esalava i più mefitici odori. Bambini quasi [...]

[...] alcune delle spagare che in altri tempi abitarono le grotte.» M'introdussi in un sotterraneo col fango per pavimento, i muri fradici, e dal [...]

[...] soffitto a vôlta grondava umidità. Ivi contai quindici esseri fra donne e bimbi che chiacchieravano intorno ad un mucchio di paglia, ove giaceva col tifo [...]

[...] sporcizia di secoli sulla facciata. E la gente ci disse che questi miglioramenti si devono ad un ex vice-sindaco molto energico e probabilmente un [...]

[...] tantino prepotente. Fatto sta che egli fu troppo equo per un paese, ove la camorra domina. Ebbe l'assurda pretesa che, avendo fatto imbiancare tutte [...]

[...] le catapecchie, anche un gran signore, consigliere, commendatore, deputato, imbiancasse il palazzo proprio. Costui si appellò al sindaco di [...]

[...] allora, il quale rispose che un Napoletano con tanti titoli aveva 13 il diritto di conservarsi sporco a suo piacimento. Il vice-sindaco rappresentava [...]

[...] questa penisola. Un Anglo-Sassone non la può capire. Il Bright e il Cobden furono soli nel domandare alla Camera la revoca delle leggi sul grano, e [...]

[...] neppure un cesso) aveva quasi in ogni camera un buco nel muro. E tutti questi buchi scolano giù nella cloaca, che, ben inteso, fraternizza col pozzo [...]

[...] famiglie posseggono mobilia sufficiente, altre appena un letto. In una delle soffitte vidi un mucchio di paglia, che letteralmente camminava da sè [...]

[...] , a cotal punto che lo credetti un nido di formiche. Ma – erano ben altri insetti! – come mi capacitò la mia cameriera, con infinita nausea, al mio [...]

[...] , guadagnava da un ottonaio una lira al giorno, e ne pagava nove mensuali per la camera. Una bambina filava, un'altra portava in braccio una piccina [...]

[...] un vecchio del tutto inabile al lavoro, e, da quel che capii, mantenuto dalla carità degli altri inquilini della camera – ed erano sette, ed i [...]

[...] , quattro o cinque anni, prima di aver capito l'inutilità del lamento. E sostando nell'uscire, in mezzo di un gruppo di bambini, feci quasi [...]

[...] agl'Incurabili, la madre morì di parto. La ragazza maggiore guadagna mezza lira al giorno, lavorando da un sarto per uomini. Un'altra guadagna da una [...]

[...] crestaia mezza lira la settimana; un piccino, malatissimo quando io visitai quella bolgia d'inferno, sarà, speriamo, già morto: se no, sono ancora [...]

[...] sproporzionata pigione. Oggi le ragazze non possono pagare, ed il giorno in cui io abbandonai Napoli – un sabato – mi dissero, che erano già state [...]

[...] avvertite che il lunedì i carabinieri le avrebbero messe sul lastrico. Nè io indico questa famiglia come più miserabile di un centinaio di altre che [...]

[...] conseguente infezione nessun padrone di casa napolitano vi metterebbe i porci, e certamente i conigli vi deperirebbero; in Vicolo Freddo c'è un [...]

[...] bassolino, ove non entra un fiato di aria pura e ci abitano dieci persone. Le sottoscale non hanno che una breve porticina d'accesso. Molti dei bassi [...]

[...] dieci obbligati di rifugiarsi in un tugurio peggiore, ma non tanto in evidenza. Termini la gita provvedendosi di qualche disinfettante, segnatamente [...]

[...] . Parlando della Sezione di Porto egli scrive: «In queste locande spesso un solo letto si affitta, a parte, a due e tre individui, e nello stesso [...]

[...] media letti cinque e mezzo per camera: ora io, visitando le locande di quella Sezione, vidi sette, otto, fino a nove letti nell'istessa stanza. In un [...]

[...] nell'occasione di eseguire un arresto. In una camera vidi un ragazzo colpito di epilessia nella sua più tremenda forma; mi dissero i suoi compagni che talvolta [...]

[...] agli speciali loro capi camorristi; e hanno un gergo partirolare, onde avvertono i maestri ladri dell'avvicinarsi della Polizia, e alla loro tenera età [...]

[...] sanno distinguere un poliziotto amico da uno nemico. Nudo il capo, scalzi i piedi, coperti di piaghe, sotto i pochi cenci che indossano, portano [...]

[...] Fariseo, che veduto l'uomo ammalato sulla via passò per altra parte. Esse non si dànno un pensiero al mondo della loro sorte: basta un solo fallo [...]

[...] un segretario di Stato, un discepolo del Mazzini, James Stansfeld; e questi due nobili pionieri trovarono centinaia e migliaia di seguaci, e fra [...]

[...] apersero un asilo temporaneo, proprio accanto all'Ufficio di Sanità, nel primo anno, oltre le molte donne da loro cercate e salvate, cento novantuna [...]

[...] con queste parole: «Non ho tetto, non ho cibo, non vorrei gettarmi al male, salvatemi.» A. A. M., figlia d'un avvocato, orfana, morente di fame [...]

[...] igienico. In un opuscolo 18 sulla Statistica esposta annualmente dal Governo inglese intorno all'azione di questa legge, si prova la fallacia e il [...]

[...] infelici per isfuggire alle atroci regole se ne andarono altrove. Dall'altra parte sussiste l'evidenza, che rendendo innocue le conseguenze di un vizio [...]

[...] frutta larga somma al Governo; e finchè governava il Ministero ultimo, non un soldo distraevasi per rendere abitabile un solo asilo a favore di quelle [...]

[...] potesse in qualsiasi forma provare di possedere mezzi di sussistenza, o anche un protettore. Ma è giusto e prudente abbandonare così numerosa classe in [...]

[...] pieno arbitrio d'un sol uomo? Della pubblicità e dell'atrocità delle visite è impossibile parlare, nè credo che vi abbia chi dopo di avervi [...]

[...] assistito una sola volta sentasi da tanto di sottomettersi ad una seconda prova. Un solo quesito vorrei porre: dove il vantato beneficio igienico, quando [...]

[...] costo di più d'un milione all'anno, si fondarono i Sifilicomii. Vuolsi con essi impedire il contagio: se non che i figli nati di donne, mandato a [...]

[...] allattano sempre due, e talvolta tre bambini. Interrogai molte delle ammalate; trovai generalmente un cinismo che sarebbe ributtante, se non si [...]

[...] disgraziate. E ci volevano le ripetute gite nei fondaci, nei bassi e nei sotterranei per non risguardare quella ragazza come un essere anormale; ma [...]

[...] senso morale, ma che non aveva mai potuto conoscerlo vivendo in un ambiente, ove, come abbiamo detto altrove, la prostituzione è un mestiere come un [...]

[...] pubblico di vizio, ma le poverissime, che si vendono per un grano o due, dormono sul lastrico o negli alloggiamenti. Domandai all'Ispettore come mai tale [...]

[...] pubblicità sussista in un paese, ove leggi speciali sono in vigore. Mi rispose questi, che ci vorrebbe un reggimento di poliziotti per dare loro [...]

[...] : «Che volete! il libretto ci spoetizza.» Povera poesia! Egli mi disse un giorno: «Spesso, e in passato ancora più d'adesso, giovani del basso popolo [...]

[...] contadine della Venezia e della Lombardia. Andai un giorno in un vicolo abitato da esse per verificare il motivo che allontanava i ragazzi e le ragazze [...]

[...] che un galantuomo si faccia tagliare i capelli da un popolano, nè viceversa questo da quello: al barbiere del primo paghi mezza lira, e del [...]

[...] secondo venti o venticinque centesimi. Non troverete un lazzarone tra le fonderie di ferro, non uno all'arsenale; pochissimi falegnami, muratori [...]

[...] trasmettonsi fedelmente dalle une alle altre generazioni. E quando manca il lavoro, i lazzaroni non si dànno per perduti: un fazzoletto o una catenella [...]

[...] fabbricanti di pipe debbono dare pipe compìte quattro per un soldo; i facchini che sbarcano il carbone guadagnano da settanta a settantacinque [...]

[...] macchina medioevale per torcere e ammatassare il cotone. Difficilmente troverete un lazzarone che sappia leggere e scrivere. Ed abbastanza strane [...]

[...] un mestiere come un altro; non ha nulla di particolare; permette perfino di essere buona madre di famiglia. Di giorno le prostitute vivono come [...]

[...] tutte le altre donne: lavorano un po', ciarlano, hanno famiglia, hanno figli, e non sono punto sfuggite dalle non prostitute. Il mestiere notturno è [...]

[...] non per ciò le due classi si mischiano o si confondono; e nell'abisso che le separa, nessuno finora ha tentato di gettare un ponte. I precedenti [...]

[...] . »E se un giorno vi riuscisse d'insegnare a leggere ed a scrivere a quelle moltitudini, lasciandole nella condizione in cui si trovano, voi [...]

[...] parte, se per una malintesa filantropia si facessero un giorno, come in Inghilterra, grandi sforzi per migliorare le condizioni fisiche, stabilendo [...]

[...] insegnamento industriale, l'Italia ben presto avrebbe, come l'Inghilterra ebbe, un dì, una classe di grassi, oziosi e viziosi pitocchi, che si [...]

[...] strade, parallele per un po' di tempo, e gradualmente convergenti al punto obbiettivo di un popolo consapevole dei diritti e dei doveri proprii, that [...]

[...] subentrò d'un tratto, nelle diverse regioni italiane, a un sistema di tutela governativa, che vincolava le locali Amministrazioni, e qualche volta [...]

[...] graduale trasformazione della società, che ha prodotto un Aristotile o uno Shakespeare, un Alessandro o un Napoleone. La scienza sociale presenta [...]

[...] distribuzione dei fatti nel tempo. – Leggesi un paragrafo su quest'argomento così adatto alla materia, di cui si discorre, intorno alle riforme [...]

[...] considerano la società o creata da forze sovrannaturali, – o creata da un atto di Parlamento; – che per conseguenza considerano le fasi successive [...]

[...] loro giusto valore i fatti successivi della vita di un individuo, – perchè non possiamo afferrare i processi graduali che hanno condotto agli ultimi [...]

[...] . Se un dato modo di trattarlo produce un beneficio immediato, quel beneficio è ritenuto giustificazione sufficiente. Recentemente si è fatta [...]

[...] accrescono e si trasmettono alle generazioni future. 25 »Gl'ignoranti la credettero un fondo inesauribile, che loro apparteneva. – Per ottenerne una [...]

[...] statistiche così semplici, certe cifre così eloquenti, che bisogna almeno tenerne conto, proponendosi di conoscere le condizioni di un paese. Apriamo, per [...]

[...] , e il numero delle Opere pie era di 8418, con un patrimonio totale di 200,940,434 franchi. Un patrimonio di dugento milioni, ben amministrato [...]

[...] L'Autore spiega la sua allusione al famoso libro del Goethe colla seguente nota: «In una Casa di lavoro, sopra trenta coppie maritate non c'era un sol [...]

[...] patirono la più lieve smentita, nè tampoco soggiacquero a un solo contrasto. È incompiuta, perchè delle 333 istituzioni ho potuto visitarne pochissime; ma [...]

[...] , altri otto stabilimenti, ciascuno colla propria dote, con un unico bilancio. È però indubitabile che per molti anni l'Istituto rispondeva allo scopo [...]

[...] mantenuto con decoro. D'allora in poi troviamo un fatto singolare. – Le rendite crescono, i poveri mantenuti scemano, il trattamento peggiora sempre. Le [...]

[...] ............2,700 1,719,399 1872............2,700 1,483,912 Negli ultimi anni abbiamo un disavanzo ora di 260;000, ora di 220,000 lire, malgrado della [...]

[...] Comitato di beneficenza napoletana, 558: restano dunque 1987. Diciamo mille novecento e ottanta sette individui, mantenuti con un milione cento e [...]

[...] gratuiti e dei paganti. 28 Il vino prescritto dall'antica tariffa è abolito. Due volte la settimana un chilogrammo di carne vaccina spartesi fra [...]

[...] frutta; un boccone ogni volta. Queste razioni basterebbero appena per i ragazzi di tenera età. In quanto alle donne, all'insufficiente nutrimento si [...]

[...] degl'infermi è discreto. Un chilogrammo di carne per nove persone ogni giorno, e minestra di maccheroni, pasta minuta, semola o riso mattina e sera; e [...]

[...] ragazzi, sono sporchi sotto i letti e malsani. È molto se ogni ragazzo ha un lenzuolo; nè vogliamo domandare quante volte all'anno le lenzuola si mutano [...]

[...] credersi venuti da Parigi. Ma il guaio sta qui; le ragazze uscendo non hanno appreso un mestiere, perchè il lavoro è diviso e suddiviso, sicchè una sa [...]

[...] . C'è la tipografia, ove un direttore ha il quartiere gratuito coll'obbligo d'insegnare a 20 alunni, i quali per otto mesi non ricevono mercede, e [...]

[...] ; solo alcuni ragazzi arrampicati su per le finestre e qualche ferro del mestiere. Nella sartoria c'è un caposarto con stipendio; entrando, abbiamo [...]

[...] . Nella bottega di barbiere, con maestro retribuito, abbiamo visto dodici monelli trastullarsi, ed uno che mollemente insaponava la faccia ad un [...]

[...] vecchio, al quale bastava l'animo di sottomettersi all'operazione. Nella fabbrica d'istrumenti musicali c'era un bravo vecchio che insegnava a tre [...]

[...] che un solo maestro insegna a 150 fanciulli, molto dubbio. Finalmente, eccoci nella sala delle belle arti. E qui almeno si può dire che gli allievi [...]

[...] sono bene istruiti, e notabili i progressi tanto nel disegno, quanto nella scultura. Un ragazzo, a cui una vaporiera troncò le due gambe, diventò [...]

[...] 00 31 Sussidiati. Assegnatarii ed in disponibilità 708 TOTALE L. 16,426 59 197,119 08 Dunque ad ogni tre poveri si mantiene un impiegato per [...]

[...] prescritto dall'Art. 32.» Ora ecco l'Art 32: «Nel caso che ad un inferiore venisse inflitto un castigo che fosse da lui riputato ingiusto, egli [...]

[...] inferiore che voglia presentarsi ad un superiore, deve prima per la via gerarchica fare chiedere il suo assenso.» Art. 34: «Ogni reclamo o domanda, sia [...]

[...] scritta che verbale, deve essere strettamente individuale e presentata per via gerarchica da un solo individuo. Se fosse collettiva o presentata da [...]

[...] superiore dice loro: «Salutate,» o quando il quartigliere annunzi l'avvicinarsi d'un superiore o d'altra persona, alla quale, secondo il capo IV del [...]

[...] Regolamento, pei reggenti è dovuto il saluto. Speriamo che l'autore dell'Art. 44 abbia provveduto un contatore apposta per numerare i saluti, e che i [...]

[...] caso non specificalo negli articoli precedenti deve salutarsi senza fermarsi. Art. 46. – Passando un superiore, l'inferiore, che fosse seduto od [...]

[...] che parla ad un superiore deve stare nella posizione del saluto sino a che il superiore accenni di cessarlo, rimanendo quindi nella posizione di [...]

[...] attenzione. Art. 48. – I graduati che si presentano ad un superiore in una stanza si scoprono il capo, ed aspettano per accomiatarsi di esserne [...]

[...] invitati. Art. 49. – Allorchè gli alunni escono a diporto formati in compagnia, quegli che li comanda darà la voce di attenzione all'approssimarsi di un [...]

[...] tale Istituto? – Essi non possono migliorare il cibo, nè trasformare ciarle in pane, e molto difficilmente possono rifiutare un ospite se proposto [...]

[...] dal Prefetto o da un Governatore. Vorrei una diligente statistica degli allievi; e apparirebbe quanti veri orfani ci sono e quanti godono [...]

[...] grande fortuna che questa donna avesse sotto di sè un certo numero di allieve per comunicar loro la sua teoria e la sua praticai del sistema labiale [...]

[...] disgraziate. Avendo saputo che nelle sedici Provincie napoletane si conta d'ambo i sessi un totale di 4535 Sordo-muti, ed avendo letto nella troppo [...]

[...] solo arbitrio di un Ministro questi infelici trovinsi privi di un diritto così essenziale al loro bene fisico e morale?» «Fatto sta che la scuola fu [...]

[...] fattami dal signor Pietro Simoni e d'un giornale intitolato: La Beneficenza Napoletana, mi venne dato di mettere insieme i seguenti fatti. Sia che [...]

[...] Gesù Vecchio e fornilla di tutto il necessario, e di più fu stabilito un insegnamento pei maestri che avessero in animo di dedicarsi all'educazione [...]

[...] Istruzione, Istituto dei Sordo-muti. Richiamò l'attenzione del Ministro sopra un Decreto del 24 luglio 1873, che scioglieva la scuola dei Sordo-muti [...]

[...] che fosse stata un dono governativo, un atto di carità verso i poveretti, e non si trattasse invece di una dotazione risalente a molti anni addietro [...]

[...] necessario un maggiore stanziamento di lire 34,772 per mantenere in vita, fornendo i mezzi necessarii per l'istruzione, gl'Istituti dei Sordo-muti di [...]

[...] l'Amministrazione, composta di un Sopraintendente e quattro Governatori, i quali rimangono in ufficio tre anni e sono nominati dal Re, e per sua delegazione [...]

[...] nel 1860, che confesso di avere esitato prima di decidermi a ritornarvi. Esso pareva un pandemonio. C'erano vecchie che sembravano le Streghe di [...]

[...] iscarseggia. In nessuna parte della Casa un cattivo odore! C'imbattemmo in alcune delle antiche Parche e Streghe ridotte a sembianze umane; e, lode [...]

[...] che il Direttore e le Suore mi avvertirono d'un numero stragrande di bambini a cagione delle feste, e mi soggiunsero di dover tenere a mente che [...]

[...] addetta a queste sale: – Se oggi prendessimo 150 balie, domani un terzo rimarrebbe senza poppanti. – Quanti ne muoiono? – domandai. – Una buona metà [...]

[...] , ma c'era un tempo, in cui ne morivano 80, 85, fino a 90 per cento! – Di fatto, consultato quel libro stupendo intitolato I Brefotrofi e la [...]

[...] ondeggia fra il 95 ed il 30 per cento. C'era dunque un tempo, in cui questa mortalità si ristrinse al 30 per 100? e uno, in cui salì fino al 95! E si [...]

[...] opportunità di farla vivere al Brefotrofio; ma non per ciò questi abusi possono tollerarsi, e se, fino alla visita dell'Annunziata, io ebbi un resto di [...]

[...] il Codice non obbliga la denuncia del nome della madre; anzi chi abbia assistito al parto di un bimbo non legittimo non denuncia il nome o la [...]

[...] primi mesi, venti soli furono messi nella Ruota e finalmente non un solo. Alla fine del 1875 la famiglia constava di 690 individui: 29 oblàte, 416 [...]

[...] dell'Annunziata. Ma prima di lasciare i poppanti, vogliamo notare un gravissimo male indicatoci da uno dei medici primarii del Sifilicomio, ed è che i [...]

[...] tolti dall'Ospizio, o gratuitamente o dati a paga, non sono maltrattati. Qui fin la superstizione trova un aiuto, e l'idea che sono i «figli della [...]

[...] servito finora il Brefotrofio di Napoli, come altri Istituti, per un vizio di ordinamento che lo rende dannoso invece di utile: vera causa questa [...]

[...] elementari e ad insegnar loro il mestiere del padre di detta famiglia, salvo a profittare del loro lavoro per un dato numero di anni in compenso del [...]

[...] Ministri del Commercio e Agricoltura, e dell'Istruzione Pubblica per fondarvi le scuole necessarie. Questo sarebbe un bel monumento ad onore del [...]

[...] lavoro alternandosi producano un andirivieni continuo, rendendo vano ogni tentativo di ordine e di decoro. Una bambina allevata per esempio nei bassi [...]

[...] non se ne fanno; l'Alunnato è un progresso dal Conservatorio; ma il vizio del sistema, dapprima accennato, rimane, nè si può correggere, senza [...]

[...] non trovano marito, e se ne trovano, come possono adattarsi alla vita di fatica, di disagi, di stenti, che solo un operaio può loro offrire? E [...]

[...] . Nè si dica questa un'affermazione arrischiata. Il Direttore dell'Annunziata mi disse che le allieve di questa Casa dànno un grande contingente alla [...]

[...] altrove. Il professore De Crescenzio nel libro citato, in cui molti de' guai da noi narrati sono esposti, dimostra che un anno per l'altro nella [...]

[...] Provincia di Napoli nascono 33,000 bambini e che nel primo anno di vita ne muoiono 7000, sicchè ci sono 7000 donne che hanno latte inutile; basta un terzo [...]

[...] e più facile per offrire alla disgraziata un avvenire. E qui viene la Casa materna dell'Annunziata, dando alla madre adottiva il soccorso [...]

[...] figlia adottiva! Il De Crescenzio fa un calcolo che per 2139 esposte, date al di là di sette anni lire 2,50 al mese per le fanciulle, con premio per [...]

[...] normale, ad un Ufficio telegrafico, alle Poste, di aprir loro insomma, nè più nè meno, lo stesso avvenire, il quale è aperto alle ragazze nate da [...]

[...] capricciosa, ora troppo severa, ora troppo indulgente, si pensi specialmente, creando loro un avvenire normale per un altro anno, impedendo che [...]

[...] che vi metta sulla via di spandere i beneficii sulla madre e sul figlio e giovare ad entrambi,» la proposta apre un campo così vasto e così irto di [...]

[...] l'affetto della madre propria?» Temiamo che per quanto queste proposte trovino eco nel cuore, producano un effetto tutt'altro che favorevole al concetto [...]

[...] una Casa di Maternità per «le sole illegittimamente incinte,» e annetterla a un Brefotrofio che pagherebbe la madre per il latte che dà al proprio [...]

[...] figlio, sarebbe un premio offerto alle fanciulle madri a preferenza che alle madri spose. Temiamo che molti uomini che oggi fanno sacrifizii, che si [...]

[...] pescatori del Tevere, ha contribuito in Napoli a rendere, snaturate le madri. – Ora se tale Istituto premia tali madri, avremo un accrescimento di [...]

[...] figli illegittimi, come avvenne in Inghilterra, quando ogni madre che presentava un figlio illegittimo riceveva due scellini alla settimana. Finchè [...]

[...] cui è impossibile rintracciare i genitori. Altre istituzioni e mezzi educativi possono rendere più umane le madri e i genitori, ma entrano in un [...]

[...] pulirsi alquanto e tenere nette le stanze, in cui non ci son più di due letti; obbligò ognuno che avea un mestiere di esercitarlo a pro [...]

[...] ospiti. – Nè troviamo a ridire contro quel bizzarro costume delle associazioni funebri. È un gusto come un altro, volersi seguito alla tomba da [...]

[...] vecchi decrepiti pagati un tanto a testa secondo che eglino portano o no la bandiera. Non è più assurdo che il costume inglese di fare seguire il [...]

[...] vecchi di San Gennaro è un esercizio ginnastico, un mestiere che frutta 72,000 lire all'anno, un terzo della meschina rendita annua che somma in tutto [...]

[...] , permettendo a ciascheduno di aggiungere qualche cosa alla parca mensa col guadagno del proprio lavoro. Ben inteso, non vi s'incontra un battaglione [...]

[...] , un sagrestano con 500, un aiutante confessore con 300, e un assistente all'infermeria con 306 e l'abitazione gratuita. Ma mentre si va estinguendo [...]

[...] coll'Alunnato. Qui si ricevono alunne gratuite e a pagamento le prime, orfane di entrambi i genitori, o di un solo, o di padre inabile al lavoro; e [...]

[...] . Sufficiente Regolamento. C'è un po' di ginnastica alternata allo studio e al lavoro; la preghiera giornaliera non deve durare più di mezz'ora, e [...]

[...] tutto. Il creare una classe, per cui lo Stato o un Istituto di beneficenza deve provvedere lavoro se può, tetto e cibo in ogni caso, dinota [...]

[...] debba esser limitato a un solo scopo: od ospedale per i poveri infermi, o casa di ricovero per i poveri vecchi inabili al lavoro, compresevi le [...]

[...] un Commissario regio, che operava con grande energia. In questo Ospizio, fondato per le orfane derelitte in sulla via pubblica, il Commissario [...]

[...] , di disegno e di canto; nominò una Direttrice, e ristrinse le vecchie alunne al piano superiore, stabilendo un refettorio comune, un vestire decente [...]

[...] , e un po' di disciplina fra le alunne. Le oblate misero la rivoluzione in casa; tali furono le scene, tale il linguaggio osceno, da mettere [...]

[...] partecipa dei guadagni risultanti dai proprii lavori, e che i premii dànnosi in denaro, ognuna esce dallo Stabilimento con un libretto della Cassa [...]

[...] delle medesime nel Collegio. CAPITOLO SESTO. Santa Maria succurre miseris. E se un esame dei Luoghi Pii riformati, compatibilmente col loro [...]

[...] parlarono, si pubblicarono opuscoli e memorie, ed il Reale Istituto di Incoraggiamento bandì un concorso per chi avesse presentato Memorie intorno agli [...]

[...] rivelò abusi e disordini di ogni sorta dappertutto, e fece eccellenti proposte; e dopo lui Achille Lazzaro in un grosso libro: Riforma delle Opere Pie [...]

[...] dimissionario, e accompagnata da un amico medico napoletano mi presentai alla porta di Sant'Antonio alla Vicaria, detto Sant'Antoniello, o Santa Maria [...]

[...] mala vita. Stando fuori della porta, si sente un assordante schiamazzo. Aperta la porta, qualche dozzina di oblate si presentano curiose e pettegole [...]

[...] camorristi cambiano in moneta i biglietti del popolino, ritenendosi l'un per cento. Domandai che cosa ciò significasse. Mi dissero che le povere [...]

[...] ordine sotto voce. Essa ci accompagnò in un'ala dello Stabilimento, e malgrado dei tentativi di mettere un po' d'ordine, tanto l'amico medico quanto io [...]

[...] ci siamo confessati di non aver mai veduto o immaginato un simile luogo. Qua e là c'erano donzelle, che interrogate dissero di essere uscite [...]

[...] poi che quel prete era uno dei fidi dell'Arcivescovo di Napoli. Tralasciamo di descrivere lo stato degli Stabilimenti diretti «da un ecclesiastico [...]

[...] oblate. E mentre scriviamo, ci cade sott'occhi la sdegnosa protesta di Tommaso Carlyle, quando un falso sentimentalismo riempiva di vagabondi e di [...]

[...] oziosi le Case dette dei Poveri. Fingendo di essere il capo del Governo, così il Carlyle finisce un discorso : «Agli indigenti e incompetenti [...]

[...] laboriosa, ciò che importa più del danaro, per impedire che la vita si spenga in voi, in voi? Un cattivo servizio vi rendo davvero, come vado [...]

[...] e per segno, e mentre credo che difficilmente si troverà un Ospedale meglio ordinato di quello della Pace, non dubito di esagerare, affermando che [...]

[...] difficilmente in Europa oggidì esiste un luogo così infelice e disadatto ad alleviare le sofferenze e a curar le malattie dell'umanità, quanto il [...]

[...] disgraziati, che si ripromisero un onesto guadagno come appaltatori della biancheria, e vi diranno che lenzuola e camicie scomparvero a centinaia alla volta [...]

[...] , e che dovettero ben presto ritirarsi dall'impresa, per non soccombere. Parlate con un altro pietoso, che vedendo il ributtante pasto dato agli [...]

[...] pennello, venuto il momento del rancio, il cibo era scarso e cattivo. Un giorno il Garibaldi, durante una sua visita, prometteva a tutti che [...]

[...] avrebbero avuto qualunque cosa che il medico, passando la rivista, non avesse giudicato dannosa. La domane trovai prescritto un numero notevole di petti [...]

[...] di pollo. Scesi in cucina, e conobbi che i polli erano in numero bastevole alla richiesta; ma a pranzo non un sol petto di pollo figurò tra le [...]

[...] cacciammo fuori tutti, e le cose procedettero un po' meglio. Ove i religiosi e le religiose fanno da infermieri, si sa bene che chi tra i malati si [...]

[...] assistenza, nè quiete, nè dieta adattata al loro stato, e spesso neppure medicine? Difficilmente un individuo, per quanto sia ozioso o vizioso [...]

[...] , domanda senza estremo bisogno ingresso in un ospedale, cotanto suol regnarvi triste e melanconica l'atmosfera. È vero che abbiam letto che l'Ospedale [...]

[...] -infermeria nella Colonia di New-South-Wales in un anno ricevette 1769 persone, ed è talmente attraente che ci va chi poteva farsi curare altrove, e [...]

[...] , di cui 11 per bambini, e in un anno ha ricevuto in essi 38,382 persone, e dato soccorso medico a 830 persone; inoltre 43 farmacie, ove si [...]

[...] dispensano medicine gratuite, ed il costo è presso a poco di un milione di sterline, e questo senza includervi un gran numero d'istituti privati, per aiutare [...]

[...] città di New-York c'è un Ospedale per i ciechi, per gl'incurabili; l'Ospedale di Bellevue; l'Ospedale della Carità per i febbricitanti, per i [...]

[...] circa 500,000 abitanti non ha che cinque Ospedali, con una rendita complessiva di un milione e 313,115 lire; mentre, come ho già detto, la rendita [...]

[...] Ospedali messi insieme non ci sono che 2346 posti per una popolazione di oltre un milione di abitanti, ossia un posto per ogni 387 abitanti. Devesi notare [...]

[...] che in alcuni Istituti c'è un ospedaletto, come per esempio quello di San Pietro e Gennaro, e nel Comune di Casamicciola uno Stabilimento [...]

[...] balneario di acqua termo-minerale, dipendente dal Monte della Misericordia, ove un anno per l'altro curansi mille infermi, e costa 55,000 lire annue [...]

[...] bisogna distinguere in Istituti elemosinieri e Monti di prestiti, i quali senza quest'ultimi posseggono complessivamente una rendita annua di un [...]

[...] salvare i poveri dalle unghie degli usurai, e i ricchi risposero creando un Banco di prestiti, detto Monte di pietà o Banca della carità. Gl'interessi [...]

[...] un capitale di 30,000,000, somma uguale a quella posseduta dai 300 Monti della sola Londra. Ma nessun Istituto di beneficenza è più deteriorato dallo [...]

[...] proprietarii del di più ottenuto dalla vendita forzata; che ogni specie di abuso fu commesso, e che ora non si permette a un sensale come quelli di [...]

[...] , donde la difficoltà grande di un abuso concertato. Raramente ho visto un Monte tenuto con più ordine e precisione del Monte di Donna Regina. Sopra ogni [...]

[...] pacco, numerato e registrato, in quell'immenso labirinto di camere e scansie, si può in un batter d'occhio metter la mano. Restituendo il pacco, lo [...]

[...] , ondeggiando tra sei o settemila al mese, quelli dei metalli rozzi crescono e diminuiscono colla inclemenza della stagione. Un po' d'influenza la [...]

[...] stati quattro volte impegnati e spegnati, l'infelice in un anno avrebbe pagato il 10 per cento d'interesse. I pegni consentiti dal Monte di pietà [...]

[...] dopo un certo tempo bisogna spegnare per rimpegnare, riesce ad una forzata vendita per moltissimi. A Roma bisogna farlo ogni anno, a Napoli ogni 10 [...]

[...] cosa in sè è un vero anacronismo; a questo speciale Monte poi, con 122 mila lire annue di rendita, si permette ancora la questua. Quello del [...]

[...] , s'ignora. Le doti a donzelle si dànno a capriccio qui come altrove. Mi narrò un Professore napoletano, ora residente a Firenze, che nella famiglia [...]

[...] a messe mattutine, a ufficii vespertini, Marta e Maria novelle. A Maria, il Monte detto di Beneficenza dava un sussidio mensuale, a Marta tutto [...]

[...] diretti, sarebbero provvidenziali, ma in quelli esistenti va via il 60 per cento in amministrazione. In quanto a mantenere un Monte speciale per [...]

[...] culto, non si può parlarne senza cadere nel ridicolo. Un Consiglio provinciale o comunale, che oggi riformasse i singoli Istituti, somiglierebbe [...]

[...] legati: «Il dono di ciò che non è più nostro, ma che è divenuto proprietà di un altro.» Tommaso Hare, che ha studiato e ponderato molto l'argomento [...]

[...] , e queste dalla fiscalità nella esazione. Ma visto che la conversione delle proprietà immobili in rendita offre un vasto campo ai disonesti ed [...]

[...] cosa posseduta; o cespite di rendita; e mentre si stanno combinando i modi, devesi studiare e concretare un progetto di legge per regolare il [...]

[...] nazioni per impedire che la miseria prodotta da cause diverse, di cui molte transitorie, non si trasformi in un pauperismo cronico e crescente. Nel [...]

[...] . Così narravasi che, sul cadavere d'un usuraio, Sant'Antonio proferisse queste parole: Dove è il tuo tesoro, ivi è il cuor tuo, – e la tradizione [...]

[...] questa difficoltà d'impegnare al Monte, che a Napoli brulica un lombricaio d'impegnatori clandestini non autorizzati dalla Questura, oltre gli [...]

[...] autorizzati che prestano a pegno coll'interesse di un soldo per lira alla settimana, e stipulano un mondo di negozii. Ed io ci ho conosciuto (ora è morto [...]

[...] ) il padre di un Brigadiere di Pubblica Sicurezza, persona, nel resto, proprio di buonissimo cuore.» CAPITOLO NONO. Conclusione della Parte [...]

[...] seconda. – Opere pie. Preparando per la ristampa questo articolo sulle Opere pie scritto un anno fa, avrei sperato di potervi aggiungere: «Ora tutto [...]

[...] inaugurato un sistema uniforme per principio e adattato ai bisogni delle singole e diverse provincie.» E ce lo dicono a ciò deliberato e vogliamo [...]

[...] sopra un fatto speciale; quello del Diritto intorno alle Opere pie in generale. L'articoletto del Pungolo riguarda lo Stabilimento di Santa Maria [...]

[...] beneficenza pubblica, amministrate da un Sopraintendente nominato dal Prefetto della Provincia e di tre ascritti coi nomi di Priore, Sottopriore e Fiscale [...]

[...] . Allora venne ampliato il tempio, acquistando dal Principe di Marsiconuovo un giardino ed un edificio. Ha Statuto approvato con R. Decreto 25 aprile 1867 [...]

[...] estinguere, fra le quali i maritaggi del 1875 e 1876! «Deplorò la leggerezza, con la quale si amministrava un patrimonio sacro alla carità civile, e la [...]

[...] trovato nella Segreteria un personale abusivo sì per numero di persone che per misura di stipendii; e conchiuse dichiarando che, a rialzare la [...]

[...] viva adesione. «Le condizioni deplorabili di quell'importante Luogo Pio non ci giungono nuove. Purtroppo, pel passato, si era invano domandato un [...]

[...] rimedio; ma oggi si può confidare nell'opera onesta e solerte dell'onorevole Pepe.» Ed ecco l'articolo del Diritto, 21 marzo «Abbiamo in Italia un [...]

[...] patrimonio di circa un miliardo e mezzo, la cui condizione si può riassumere in questi termini: «Gestione arbitraria; irresponsabilità degli [...]

[...] una larga e vigorosa indagine, che penetri in tutti i meati di questa immensa ricchezza, che ora è un arcano sospetto. «A dir breve, è necessario [...]

[...] all'Italia di quali forze latenti essa dispone, e si preparerà per le Istituzioni di beneficenza un ordinamento, che le metterà in armonia colle vere [...]

[...] la sofferenza in sè. Egli poi mostrasi troppo generoso verso le oblate, che noi vorremmo immediatamente riunite in un solo e ben appartato [...]

[...] ; e lo stesso può dirsi per le cloache. Sennonchè è da confessare che si è fatto un contratto di concessione per trasportare in Napoli le acque [...]

[...] del Serino; ma non pare che avrà alcuno buon successo per qualche articolo del contratto, che è un errore igienico ed è un errore economico. Il [...]

[...] ripulendo la città nelle mura esterne, ma a sanificare le abitazioni non si è mai pensato.... Se intanto si volesse fare un paragone tra Napoli [...]

[...] . Questo libro scritto da un uomo allo stesso tempo medico e filantropo, osservatore minuto e ragionatore logico, torna specialmente utile per i [...]

[...] endemìe lo Spatuzzi osserva giustamente: «Non possiamo considerare una epidemìa come un fatto isolato. Le epidemie coleriche fanno più spavento delle [...]

[...] del Consiglio provinciale intorno alle Istituzioni Pie della Provincia di Napoli. I Brefotrofi, di Nicola De Crescenzio, sembrami un capolavoro [...]

[...] che dà un quadro compiuto delle produzioni del credito e delle industrie della Provincia, industrie estrattive, alimentari, chimiche, tessili, ec [...]

[...] fornitomi da un ingegnere, che visse molto tempo in Benevento, che io pubblico, tacendo il nome dell'Autore, chè così ei m'impose per modestia [...]

[...] recentemente, nato dal popolo, figlio d'un macellaio, visse fra il popolo e scrisse la iliade del suo dolore e della sua miseria. Narrava storie [...]

[...] presente non è possibile darne un sunto compiuto e ampio. Nota dei libri consultati in quest'opera. DATA CITTÀ TIPOGRAFIA [...]

[...] tornata del 15 marzo 1868, e pubblicato a spese d'un contribuente [...]

[...] adducevano prove che i Clericali annullarono con un tratto di penna i provvedimenti da loro adottati. Nel momento del mio soggiorno reggeva le Scuole [...]

[...] maggiore di quello dato ad altri ragazzi. Importante è un diario tenuto dai guardiani dei poveri dell'Unione di San Giorgio in Londra. Sopra 63 [...]

[...] , due soli finirono male, di quattro nulla si sa, tutti gli altri fanno bene. Uno andò in China per tre anni con salario di 1500 lire, un altro ha 70 [...]

[...] lire al mese, un altro, mandato al Goliath, perchè troppo turbolento, per essere domato nelle scuole di terraferma, ora si distingue a bordo del [...]

[...] bastimento Violetta. Un altro ha ricevuto un premio per abilità marinaresca, dopo due soli mesi di servizio nella reale Marina, altri sono nelle [...]

[...] . Non dovrebbe temersi possibile tale sventura, mentre la cosa pubblica sta in mano di un Governo riparatore e d'un Municipio progressista. Prima di [...]

[...] , vorremmo che ognuno dei nostri lettori vi passasse un giorno, e ciascuno può recarvisi senza preavviso, perchè al contrario delle scuole paterne dei preti [...]

[...] , con amore e con rara economia il convitto. Vi ha un Direttore italiano impratichito nella difficile professione della pedagogia in Inghilterra [...]

[...] erra grandemente chi suppone si possa divenire maestra de' Giardini d'Infanzia senza un corso normale speciale. Ora le allieve che si sentono disposte [...]

[...] medico B, del commendatore C, da tre bambini che dormivano la notte in un sottoscala prestato da un carbonaio, o da quattro bambine convittrici che la [...]

[...] che ad un solo grembiale manchi un bottone od un nastro. Suonata l'ora della scuola, i maschi grandi vanno in un'ala separata, ove il Direttore e [...]

[...] difficoltà consisteva nel far mangiare questa minestra ai poveri. I bambini civili la divoravano, e il vero lazzarello preferiva un torso di cavolo alla [...]

[...] . La scuola presente non conta in tutto che 259 inscritti, di cui in media sono presenti 214. Ma l'edificio è adattatissimo ad un gran convitto, e se [...]

[...] cominciano con poca lena morale e gracile salute, avremo scolari fiacchi e maestre malate. In un piccolo, ma molto succoso opuscolo del direttore [...]

[...] s'insegnava. Vi erano anche pubbliche Scuole gratuite per le fanciulle (nel 1868 erano 17); ma pure in queste le maestre occupandosi di un po' di [...]

[...] per un anno nello stesso locale e al medesimo piano l'uffizio del regio Ispettore per gli Studii primarii, al quale doveano recarsi ogni giorno molte [...]

[...] quelle buone istitutrici cercassero di far seguire il proprio esempio. Le lezioni, a cui assistetti date da un prete, che conobbi all'asilo, erano [...]

[...] . Quando queste povere fanciulle, con infiniti sacrificii dei genitori e gran fatica propria, si presentano a chi di ragione per avere un posto come [...]

[...] che nè lo Stato, nè la Provincia, nè il Municipio ci pensavano, egli e i signori che gratuitamente hanno prestata l'opera loro, fondarono un [...]

[...] fondarono un Ospedale per i mendicanti affetti da malattie croniche incurabili, e poi coll'aiuto di una signora inglese, Lady Strachan marchesa di [...]

[...] Salsa, fondarono un Convitto e una Scuola per le fanciulle cieche, mendicanti, od appartenenti a famiglie di mendicanti. 67 A loro toccò di [...]

[...] governo di un paese in mano de' preti! che ammaestramenti per un Governo che vuol meritare il titolo di riparatore, non devonsi trovare [...]

[...] lavoro invece di dedicarsi al furto e all'ozio! E fino al 67 l'Opera fioriva, anzi la cassa aveva un avanzo, ma in quell'anno per varie cause [...]

[...] patria, o che si scoprissero i genitori, o che l'Ospedale o l'Albergo si decidesse a dare un posto. Poi provvedere a quelli, di cui la Questura non [...]

[...] ottenere. Il Municipio, che ha speso in tredici anni un milione e mezzo per la sola mendicità, non si capacitò del suo tornaconto nell'aiutare questo [...]

[...] accattoni malvagi, di fanciulle che giuocano e di fanciulle che gridano. I quali tutti in attenzione di un ignoto destino sono ivi buttati come una [...]

[...] del tutto e render necessario il ricominciamento ab ovo? Non m'intertenni alquanto a lungo di un istituto morto per mero debito di giustizia verso [...]

[...] quelli che necessariamente devono esistere sempre; perocchè solamente con un sistema che va ognor più perfezionandosi, sia per l'una, sia per [...]

[...] l'altra categoria di disgraziati, con un sistema che non può esser messo in pratica che collettivamente, si giunge ad alleviare la loro infelice [...]

[...] . Diceva che una settimana di quelle sporche, fetide, crudeli case di tortura era peggio di un anno di qualunque altra sofferenza: terribili per il [...]

[...] dolore inflitto, di efficacia sicura nella loro corruttela, colpendo gl'innocenti con un senso di disperazione, provocando il colpevole a delitti [...]

[...] dell'individuo è il risultato della colpa della società, della disuguaglianza, dell'ingordigia dei capitalisti, delle guerre fatte a pro di un potente [...]

[...] protestare contro questo eccesso di reazione fu Tommaso Carlyle, che in un opuscolo intitolato: Le Prigioni-modello, dimostrava il lato esagerato del [...]

[...] Londra. Bellissimo Stabilimento, oasi di purità per i soldati del diavolo, costrutto in un quartiere di misere abitazioni, ove i non ancora arruolati [...]

[...] . Entra nelle celle separate, ove ognuno ha un cortile privato per passeggiare, e così apostrofa un noto delinquente letterato «O felicissimo [...]

[...] sequestrato, così chiuso, con carta e inchiostro, nutrito, vestito, non dovendo pagar tasse o aver altre seccature, scriverci un libro che da me, vivendo [...]

[...] sempre a mantenere corrispondenza di fuori; spesso se la famiglia di un arrestato paga bene la Polizia, questa disdice il già detto, e confessa di [...]

[...] all'istante, e col sistema vigente di lungo imprigionamento preventivo trovate detenuti da sei mesi e anche da un anno; e quando eglino escono per [...]

[...] mangiar miseramente, bisogna lavorar molto. CAPITOLO QUINTO. Stabilimenti penali e Bagni. Un solo dei Bagni del Napoletano ho potuto visitare [...]

[...] Stabilimento penale. Raramente vidi un assortimento di esseri umani così sani e robusti con fisonomie così poco attraenti. Eccettuatine pochissimi [...]

[...] banco di rigore, il puntale, cioè un aggravamento di catene, la cella isolata. Le ricompense in uso nei Bagni: il passaggio di classe, la nomina a [...]

[...] Direzione, sono 41! Considerata la natura degl'individui, il numero delle infrazioni disciplinari in un anno reputasi scarso e di poca importanza: 245 in [...]

[...] tutto; e nessun condannato a cella di rigore con pane, acqua e ferri; un solo a cella e vitto legale da uno a sei mesi. Il lavoro di questi galeotti [...]

[...] . Hanno inoltre il vitto del lavorante, e se viene fatto un maximum di lavoro, vi ha la retribuzione del vitto di ricompensa. Mentre negli altri [...]

[...] un fatto significante quello dei richiami e delle domande, nel periodo di un anno, dei detenuti ammessi alle udienze: mentre altrove i richiami [...]

[...] domande di notizie ufficiali intorno ai parenti; 454 per scrivere; 185 per aver lavoro! Un solo suicidio. E le inchieste e indagini di parecchi mesi [...]

[...] ; mentre lasciava commettere impunemente ogni sorta di abusi dagli Agenti delle tasse sui 72 poveri, impotenti a pagarle; e mentre più di un [...]

[...] galere obbligandone gli ospiti a menare un sol anno di vita del povero, ancora intemerato, o, come direbbe il Carlyle, un anno di vita di coloro [...]

[...] più presto. Trova un buon letto di ferro con saccone trapunto, ripieno di foglie di granturco o di crino vegetale, con lenzuola di lino o di [...]

[...] loro vita! Trascorso il periodo di esperimento, il detenuto introducesi in laboratorio per esercitarvi un mestiere, possibilmente il suo proprio [...]

[...] mercede disponibile; e con questi due decimi egli può comperarsi un sopravitto di sua elezione a prezzi combinati fra l'Impresa e la Direzione, le cui [...]

[...] tariffe stanno affisse in ogni laboratorio. Altri due decimi poi costituiscono un fondo di riserva pel tempo della liberazione. Le altre ricompense [...]

[...] ° isolamento in cella da uno a sei mesi, però con vitto legale. E notisi, che anche le celle di punizione sono fornite di un letto da campo. Bisogna [...]

[...] del Direttore presidente, del Vice-Direttore e di un impiegato. Assistono a questi Consigli il Cappellano, l'Ufficiale sanitario e la Superiora [...]

[...] leggere la lista dei reati nella stessa riga della pena annessa. C'era in una delle Case di pena di Napoli un vero mostro: ogni suo lineamento [...]

[...] ammonizioni e delle persuasioni. Egli vanta il proprio delitto e sospira il giorno, in cui potrà tornare a commetterne un altro. Or bene, l'ho trovato in [...]

[...] , c'è nello stesso carcere un giovane condannato per mancato omicidio. Un giornalista insultò suo padre; egli lo pregò di desistere; quegli [...]

[...] insistette. Il figlio in un accesso di sdegno aggredì l'insultatore. Non lo uccise, e fu condannato a dodici anni; e il mostro stupratore a dieci! In [...]

[...] altro camerone egregio con finestre al settentrione, vetri, impannate e tutto il necessario per l'arte della pittura, trovai un famigerato falsario [...]

[...] risposta, che solamente per buona condotta certificata dal Direttore un condannato potesse ottenere commutazione di pena. Ma studiando per bene le [...]

[...] . In un anno solo furono concesse a richiesta delle Direzioni: 74 1° Condannati ai Bagni......................161 Agli Stabilimenti penali [...]

[...] . Trascorso un certo tempo, il Direttore propone una remissione della restante pena o una commutazione o una riduzione. Più della metà delle sue proposte [...]

[...] non fa caso. Per un numero, che supera di un terzo le proposte dei Direttori e di due terzi le grazie concesse, vengono dall'arbitrio di un Ministro [...]

[...] interrotta dal grato soggiorno della carcere! Ha fatto gran senso in Napoli un caso successo a Sant'Eframo in questo anno. Notisi, che dovendo vivere [...]

[...] pagatori delle tasse per i poveri; chi possedeva una rendita di 50 lire sterline aveva un voto, chi ne aveva 250 lire sterline sei voti, e via [...]

[...] e nuove leggi. Finalmente venuto al potere il partito liberale col Gladstone, fu propagata l'idea del dovere di un Governo di sorvegliare tutti [...]

[...] delle leggi che li riguardano; ma per mezzo dei Consoli e degli Ambasciatori all'estero ottenne un Rapporto intorno ai principii, che informano la [...]

[...] suggerimenti. Le risposte pervennero al Governo dopo la caduta del Ministero Gladstone, e un libro di 500 pagine è stato molto ben compilato dal signor [...]

[...] separato. Per un certo tempo le Commissioni distrettuali ebbero la facoltà di applicare una tassa pel mantenimento dei loro poveri. Ma il Governo [...]

[...] cibo per gl'incapaci al lavoro. Il mantenimento dei poveri in Francia è un sistema molto complicato, ed ha tutti i vizii e le virtù [...]

[...] successivi accettato il dogma che il mantenimento del povero fosse debito nazionale, fu istituito un libro di carità pubblica, ove s'inscrisse il nome di [...]

[...] annuale fissa di questi istituti ascende a circa 12,500,000 lire. Le spese interne ed esterne ad un milione; il Municipio di Parigi contribuendo al [...]

[...] distribuiti alle balie in campagna; 9000 apprendisti o famigli presso contadini. Quanto a soccorsi esterni, i 20 distretti municipali hanno ciascuno un [...]

[...] case, fare da infermiere, riconoscere le vaccinazioni, stimolare i bambini a recarsi a scuola. I fatti e dati forniti da esse sono incorporati in un [...]

[...] Rapporto annuale; è difficile calcolare la quantità di persone impiegate. Ove in Inghilterra basterebbe un ispettore, in Francia troverete undici [...]

[...] dice: «L'operazione di questi ufficii è di organizzare un sistema gigantesco di piccole elemosine atte a raffermare il pauperismo, impotenti a [...]

[...] soffrirebbe di più, se questi soccorsi derisorii, distribuiti così uniformemente e con un perfetto accordo, cessassero di essergli dati mensualmente [...]

[...] .» Il Belgio ha esagerato i difetti del sistema francese, obbligando ogni Comune a instituire un Ufficio di beneficenza. Sir Henry Baron dice che nel [...]

[...] radicalmente un bisognoso – e che nel Belgio invece trattasi di un sistema di minuta elemosina alle moltitudini. Leggendo il Rapporto del Baron, risulta [...]

[...] , il pane del corpo dei soli eletti, i ministri di Dio. Il Veneto possiede 715 Opere pie, con un patrimonio di 93,252,608. Le Romagne 473, con un [...]

[...] . Tutti erano divisi in quartieri e si bastonavano scambievolmente, quando un individuo che aveva il diritto di mendicare in un rione, tentava [...]

[...] d'invaderne un altro. Teneva un poeta improvvisatore, una banda; e una volta all'anno i ciechi condotti dagli zoppi andavano in processione alla chiesa [...]

[...] numero dei poveri; nessuna legge regolatrice della povertà; le Opere pie in balia delle Provincie senza nemmeno l'obbligo di fare un pubblico [...]

[...] avete ingerenza.» I membri della Commissione hanno innanzi a sè un lavoro difficile in verità; però, volendo semplificare, tutto si riduce alla [...]

[...] l'applicazione di essi al Parlamento di ogni Stato. Le Leggi federali stabiliscono che ogni Tedesco abbia diritto di domandare al suo Comune un tetto, le [...]

[...] provinciali, Landarmenverbände, per assistere quei che non hanno i due anni necessarii di residenza in un Comune. In Prussia il Parlamento obbliga i [...]

[...] di lire fra i Comuni più poveri. Prendiamo Helberfeld come modello. C'è una Commissione di un presidente e otto membri scelti dal Municipio e dagli [...]

[...] abitanti benestanti, di cui ogni anno un dato numero si ritira per essere sostituito da altri. – Questa Commissione o Armenverwaltung sta a capo [...]

[...] di un Corpo d'ispettori, Armenvorsteher, e di visitatori, Armenpfleger: tutti questi ufficii sono gratuiti, ma tanta dignità ed importanza v'è [...]

[...] l'aiuto non porgesi in modo da spingere il povero a fare tutto il possibile per non averne più bisogno, diviene un incentivo all'ozio, un premio allo [...]

[...] essere imprigionato per un periodo da sette a trenta giorni: » Chi per ozio o ubbriachezza si è ridotto all'indigenza; » Chi rifiuta lavoro che non [...]

[...] soccorso o la punizione senza rubare tempo ai proprii affari. E in quel modo che ogni individuo deve fare il suo dovere come un militare, così [...]

[...] votò nel 14 agosto 1871 l'Atto che istituisce questa Commissione di Governo locale. Componesi essa di un Presidente nominato dalla Regina, del [...]

[...] poveri e le Statistiche raccolte è veramente edificante; e quali rivelazioni non ne emersero! A Guilford un mendico riceveva sussidii come pauper [...]

[...] , mentre possedeva un giardino, maiali, carro e cavallo. Numerosi ricoverati hanno moglie e figli che potrebbero benissimo mantenerli con decoro [...]

[...] rivoluzione nelle leggi sanitarie inglesi è dovuto per nove decimi al fatto che per un pelo il tifo, preso a cagione di cattiva fognatura, non [...]

[...] rifiuta di prestare aiuto. Citiamo a caso un Regolamento sui lavori di alcali. I proprietarii debbono condensare il 95 per cento del gas. A chi [...]

[...] Lodging houses, ossia Locande per i poveri, le disposizioni sono del tutto e in tutto cangiate. Chi vuol tenere una locanda, ossia un Lodging house, deve [...]

[...] locandieri vanno ammoniti, multati, e finalmente la loro casa chiusa, se si mostrano renitenti alle leggi. 81 Ogni anno il Governo stampa un Rapporto [...]

[...] fabbricare e mantenere un Ospedale, una Casa di lavoro, una Casa di ricovero, un Orfanotrofio per i maschi o per le femmine: le così dette [...]

[...] visita tutti i distretti e compone un Rapporto intorno ai fatti osservati, registrando le proprie opinioni intorno al sistema seguito. Senza [...]

[...] mendicità e dell'impostura e della mala amministrazione della carità. Vi ha un Consiglio centrale con ramificazioni in ogni distretto di Londra; i [...]

[...] falsi pretesti. Costui ebbe sette anni di lavori nelle Colonie. Un reverendo Pastore, successivamente di varie Parrocchie, fu trovato indegno di [...]

[...] dai filantropi, scomparve col denaro. Un altro impostore, intascate durante tre anni 30 mila lire sotto pretesto di alloggiare e impiegare [...]

[...] della Chiesa anglicana, che pure posa sul principio del libero esame.) »La Chiesa di Stato rappresenta un ordine di idee in decadenza, di idee che [...]

[...] reputarsi quella, che in momenti di crisi come i presenti investe i preti di una nuova funzione, affida ad un esercito sacro di mitologi la sovraintendenza [...]

[...] della istruzione nazionale? »Mentre si sta costituendo e definendo per l'istruzione un gran Circondario dell'organamento dello Stato, sicchè [...]

[...] ponderate da chi, in un paese nuovo alla vita pubblica, sta elaborando una legge per l'istruzione, primaria. Ci vuol invero una gran mente, una lunga [...]

[...] legge di tale importanza in un paese, in cui l'indole della popolazione appare così svariata nelle sue diverse parti. Sappiamo bene che nessuna [...]

[...] istituzione può essere importata da un paese all'altro senza modificazioni; ma, esistendo gli stessi bisogni dappertutto, l'esempio d'ogni paese può [...]

[...] Inghilterra, perchè obbligatorio e, molti dicono, laico. Che sia avvenuto un progresso inaspettato, sta bene; opiniamo però che non si possa riuscire [...]

[...] segno. Le varie fasi che traversò l'Inghilterra dal principio del secolo, quando lo Stato non ispendeva un centesimo per educare il popolo, fino [...]

[...] ad ora, in cui spende oltre un milione di lire sterline, non hanno grande valore per gli stranieri. Importa solo di essere notato: che mentre devesi [...]

[...] mancò tale iniziativa. 84 Ma gradualmente l'Inghilterra va convincendosi: che l'ignoranza di un solo suo membro torna dannosa a tutta la [...]

[...] Belgio. Contro la possente idea sorsero e Clero e Aristocrazia; d'onde una lotta tanto accanita, che un popolo indifferente in materia religiosa [...]

[...] , come l'italiano, non può formarsene un concetto. L'anno scorso, mentre a Roma si discuteva se una bella scuola fondata dalla compianta signora Gould [...]

[...] materiali e morali, ottenuti e sperati dalla fondatrice, sorse un settario a domandare: «Che dottrina religiosa s'insegnerà a codesti bambini?» A [...]

[...] , crede impossibile in Inghilterra un sistema di educazione puramente laico; ma fu quivi intendimento espresso del partito liberale d'inaugurare [...]

[...] Seggio dovesse provvedere un numero sufficiente di locali, vedere e vigilare la frequenza dei bambini, multare e punire i genitori che non [...]

[...] fine del triennio, fu provato che 20 mila bambini non frequentavano alcuna scuola. Nelle seconde elezioni vinsero i liberali e fecero più in un anno [...]

[...] ricerca di un maestro per così fatte scuole. Questi, oltre all'essere maestro e al professare saldi principii intorno alla Chiesa moderata anglicana [...]

[...] volontà, viene licenziato e maltrattato. Testè il Vicario di Dudley scrisse in una lettera pubblica, a proposito di un maestro con cui aveva avuto [...]

[...] Clero è onnipotente, delle donne maritate nel 1870 il 40 per cento non seppe scrivere il proprio nome, facendo invece del nome una croce. In un [...]

[...] o nulla ha fatto per la qualità. A migliorare la qualità bisogna proibire che i maestri impartiscano qualunque istruzione religiosa, o che un [...]

[...] , senza certificato di aver toccato un dato grado di competenza. Secondo l'ultima legge, tutti i Consigli municipali o Commissione dei poveri sono [...]

[...] denunzia ottenere un ordine dai Magistrati, e se i parenti rifiutano 86 o negligono di mandare i figli alla scuola, la prima volta pagano una [...]

[...] , ottenuto il consenso del Segretario di Stato, e un sussidio in denaro dal Parlamento; e a queste Scuole industriali possono esser mandate bambine [...]

[...] condannate per una prima offesa, invece di esser mandate ad un Reclusorio. Altra questione risoluta efficacemente è quella del non diritto dei parenti di [...]

[...] , così ha uguale potere di multare i proprietarii o anche i loro dipendenti, se costoro impiegano un fanciullo senza il dovuto certificato. Ci sono [...]

[...] scuola 250 volte all'anno. E quell'affittuale o contadino o genitore che impiega anche adesso un fanciullo senza il certificato, paga la multa di 50 [...]

[...] giurisdizione sommaria, composte di due giudici e un magistrato, e al Parlamento stesso. Le fonti alimentatrici della educazione elementare sono: 1 [...]

[...] facoltà di praticare ispezioni in tutte le scuole e di farne rapporto al Ministero, che provvede immantinente. A prima giunta questa legge pareva un [...]

[...] una scuola religiosa gratuita di una scuola atea, ove bisogna pagare! È bene rendere l'istruzione obbligatoria! Le Scuole industriali sono un vero [...]

[...] coloro che possiedono una rendita minore di una data somma, e un sussidio annuo del Parlamento, basteranno per rendere l'istruzione gratuita per i poveri [...]

[...] l'insegnamento religioso come tale; paga un sussidio di non più di 17 scellini a testa, secondo il progresso degli allievi negli studii secolari. E ciò a [...]

[...] o di buona qualità in un distretto, possono obbligare le Autorità locali a provvederla. Altrettanto dicasi della fognatura e dello scolo [...]

[...] che non abbia sette piedi in altezza e soprastia di tre alla strada, che manchi di fognatura, di cesso e di luogo chiuso per le immondizie, di un [...]

[...] le altre parti del meccanismo siano protette in guisa da impedire disastri, che ci sia un medico pagato dal padrone dello Stabilimento, ec. ec. Essi [...]

[...] . 89 Ma gl'Inglesi hanno ben ponderato tutte queste conseguenze prima di votar le leggi, e bisogna sempre tenere in mente che non è un partito [...]

[...] politico piuttosto che un altro, da cui queste leggi emanano; abbiamo avuto in 11 anni tre elezioni generali, e in ogni Sessione il Parlamento le [...]

[...] inglese chiude un basso o un sotterraneo, vede e provvede che ci sia una casa a non maggior prezzo, ove il povero inquilino possa ricoverarsi [...]

[...] , senza una certa agiatezza che la possa conservare; laonde un Governo, se non erro, dovrebbe stendere un inventario dell'avere e dei bisogni dei suoi [...]

[...] sudditi, formarsi un concetto complessivo dei provvedimenti necessarii e porvi mano analiticamente. Io opino che facendo l'inventario in Italia a [...]

[...] loro un equo salario o di metterle almeno a parte dei proprii lauti guadagni applicando il sistema della mezzadria, attenendosi al principio della [...]

[...] partono egualmente. Ho parlato con alcune di queste, e ne ho anzi indotto due ad indugiare per qualche settimana: ma anch'esse, un muratore con [...]

[...] quattro figli, un fabbricatore di paste con un bambino di un anno e la moglie incinta, se ne andarono con molti altri. Hanno una sola risposta: «Peggio [...]

[...] passato per gli Stati Uniti, i quali ora ne rovesciano da capo parte nel Canadà, e in parte ne rigurgitano in Europa, può essere un beneficio per i [...]

[...] paesi poco popolati: ma per l'Italia, che ha vaste terre fertili e incolte, ricche miniere inesplorate, è una vera disgrazia; e un bene elaborato [...]

[...] , fattami in lettera privata da un ingegnere che per modestia non vuol essere nominato, all'indirizzo di quanti gridano all'esagerazione e a motivi [...]

[...] proprietaria la si lavora con un chiodo confitto nell'aratro tirato da muli, e più spesso con la sola zappa. La coltivazione è così imperfetta, che [...]

[...] potuto dormire, Dio sa come!, fare spesso un lungo tragitto, zappare tutto il giorno, ritornarci; ed ancora non è terminata la via crucis, perchè [...]

[...] copiosa acqua mediante un tubo; ma il Municipio sta in mano dei Signori, e i Signori hanno altro da pensare che all'acqua per la povera gente; eglino [...]

[...] contemporaneamente l'acqua alla fontana pubblica ed alla fontana del Barone. D'estate viene sempre un filo d'acqua. Però il Barone ha elaborata in modo la [...]

[...] fontana, oppure cacciarvi il dito dentro, e ritirarlo, e fare uscire così un poco di acqua, che viene richiamata da quel poco di vuoto ottenuto, e [...]

[...] durare ore ed ore a questo supplizio per empire una conca; o tutt'al più avviene che si versi un meno sottile filo d'acqua, quando i servi del [...]

[...] di rapa, di cui si fa grande uso in queste Provincie e le chiamano broccoletti di rapa, che condiscono col sale e qualche volta con un poco di [...]

[...] commiserabile della parola. » Ma tutto questo sarebbe un nonnulla. A San Bartolommeo non ci sono letteralmente strade rotabili, nè mercati di [...]

[...] , ed eglino soltanto possono fare tutto il commercio. Per cui si costituisce da sè naturalmente un monopolio, che costringe il povero contadino, il [...]

[...] annichilano, giacchè nelle malattie la miseria si raddoppia. C'è un ospedale; ma quale schifezza! » Non ci va mai nessuno, ne fuggirebbero anche i [...]

[...] cani, perchè peggiore di un canile. Non ci son letti, c'è solo paglia per terra. Ella, Signora, parla giustamente degl'Incurabili, ma dovrebbe vedere [...]

[...] l'Ospedale di San Bartolommeo in Caldo! Vi ha un medico pagato dal Comune, esclusivamente per curare i poveri, mi pare con 200 lire l'anno. » Ma [...]

[...] . 92 » Non vi succede mai un furto. Questa gente vive di abnegazione. » Da poco morì il Barone di un paese vicino, Baselice. Questi fin dopo il 1860 [...]

[...] ancora disgraziatamente un originale che le rassomiglia, se non in tutto, in molte parti.» CAPITOLO SESTO. La Cooperazione. Ci sono stati [...]

[...] oggimai passata in giudicato – che nessuno può aiutare un popolo od un individuo, se questi non aiuta se stesso. E in Italia, se lo Stato ed il [...]

[...] Comune si unissero a sollevare tutti i poveri oggi esistenti, saremmo daccapo da qui ad un anno, ove detto popolo non pensasse ad ingegnarsi per [...]

[...] nella prima compera all'ingrosso e che l'ostilità dei bottegai schiacciò spesse volte le piccole Società, si pensò di stabilire un magazzino [...]

[...] vuol comperare. Ad ogni acquirente con ogni compera si dà un gettone di latta. Non si fa un centesimo di credito a chicchessia; alla fine del [...]

[...] risulta che gl'individui, i quali trovando un piccolo peculio alla fine del bimestre l'avrebbero lasciato accumulare, non si dànno la briga di mettere da [...]

[...] riputazione e la fiducia dei fratelli. Epperò noi diciamo che ci vuole un vero missionario. Ci vuole chi si dedichi all'educazione del povero, e lo [...]

[...] : lavorate un po'più per tre mesi, scegliete quel tale in cui avete fiducia, fatelo cassiere dei piccoli risparmii, poi cominciate a piantar [...]

[...] egregiamente per il furto, e neppure da un lazzaroncino di dieci anni voi cavereste il nome dei complici. Ora le stesse forze morali che fanno buona [...]

[...] , quanto in Francia. Si calcola che gli operai di Oldham possiedano 12 milioni e mezzo in fabbriche di cotone. Una sola Società spese un milione e [...]

[...] /2 per cento in media, sebbene in certi tempi esso sia asceso al 22 per cento. Ora ci sono piccole manifatture che esigono un piccolissimo capitale [...]

[...] i muratori la vinsero, eppure vi si accinsero in soli diciassette, deponendo ogni settimana un decimo dei guadagni in cassa comune. Alla fine [...]

[...] 370,000. Quattordici fabbricatori di pianoforti, privandosi quasi delle necessità della vita, accumularono 1250 lire, e si son messi all'opera: un [...]

[...] Junction c'è un pezzo di terra di 40 acri, ove son già costruite 370 case, e ove si ha in animo di costruirne altre 410. A lavoro finito, comparirà una [...]

[...] piccola città di 7000 abitanti. C'è già una gran sala di lettura; ci sono scuole e un bel pezzo di terra riserbato a giardino pubblico. Gli operai [...]

[...] edificano le case da sè, dietro però un disegno generale, con rigorosa osservanza delle leggi d'igiene, e si praticò un compiuto sistema di [...]

[...] fognatura e di scolo. Ogni casa ha un piccolo giardino e ventilazione perfetta. Si calcola che in media l'operaio diviene proprietario della sua casa in [...]

[...] un altro modo possono i benestanti aiutare i poveri ed aiutare se stessi, cioè fondando Banche cooperative, come sono state stabilite in Germania [...]

[...] un solo operaio non può valersi di capitale prestato, perchè non può dar garanzia sufficiente di rimborso. Invece un'associazione di operai lo può [...]

[...] , quando tutti unitamente e separatamente divengano responsabili per i debiti dell'associazione: perchè prima di ammettere un membro nella medesima [...]

[...] minimo. Un candidato che vuol essere ammesso all'associazione, deve esporre tutto il proprio stato, quel che guadagna, se ha debiti, ed esibir prove [...]

[...] che divengano cittadini onesti e morali. Molti di essi frequentano ben altra scuola, quella dei maestri borsaiuoli, ove sopra un fantoccio coperto [...]

[...] suonare un solo campanello, ricevono la patente, ed è loro permesso di portare la preda ai maestri, in altre parole ai camorristi. 95 E se la [...]

[...] il Ministro dell'Interno, il superstite del Pisacane, il ferito di Sapri, il galeotto di Favignana, il quale di carceri napoletane deve saperne un [...]

[...] tantino, mandi un patriotta che s'intenda di economia pubblica, abbia occhio scrutatore, facilità nella diagnosi, esperienza dei mezzi terapeutici [...]

[...] autorizzato il ricovero forzato, troviamo che dei 1844 rinchiusi in una Casa di custodia o in un Reclusorio, 528 appartengono alle Provincie Napoletane [...]

[...] centesimi. A Napoli la Casa di custodia è un vero Reclusorio, e precisamente qui si vede l'indole docile, l'intelligenza svegliata, la volontà di [...]

[...] Carceri giudiziarie, erano già scomparsi. Osservando le infrazioni disciplinari, non vi si legge un sol «rifiuto al lavoro,» non un sol «tentativo di [...]

[...] e a 16 anni li pagano come uomini. Uno degl'Ispettori dei Training Ships Chichester e Arethusa, ove erano allevati 400 mozzi, scrive che in un anno [...]

[...] Goliath e il Warspite (quest'ultimo durante la notte), fu tale la disciplina, il coraggio e il sangue freddo dei piccirilli, che non s'udì un grido [...]

[...] parecchi ricchi possidenti, pregevoli agricoltori, quasi ognuno ha un campicello. C'è mercato il sabato e un tantino il giovedì; Pretura, un caffè che per [...]

[...] botteghe di liquori (detti sampagnin o sgagna). I preti hanno organizzato il Circolo Cattolico, a cui va aggiunto un Sotto-Circolo di artigiani, i [...]

[...] quali contribuiscono un tanto al mese per Messa ebdomadaria; il resto del loro guadagno, salvo alcune eccezioni, va nelle bettole. Il denaro [...]

[...] supplisca a' suoi bisogni. Da poco tempo in qua si è aperto un Asilo infantile con due maestre, gratuito per i poveri. Chi può, paga due lire al [...]

[...] mese. I bambini dai tre ai sei anni vanno alle 9 ant. e ci stanno fino alle 5 pom. L'Asilo è stabilito in un bel palazzetto con sufficiente luogo [...]

[...] parte della scolaresca. Però un recente divieto del Ministero obbligolli a chiudere le due classi inferiori, che essi nondimeno riapersero, ma che [...]

[...] furono chiuse di nuovo con un secondo Decreto, e speriamo per sempre.5 L'influenza del Clero sul contadino e segnatamente sulle contadine manifestasi [...]

[...] , tre feste di seguito. Un uomo che lavora per noi con moglie e tre figli, è venuto di soppiatto a lavorare qualche ora in queste feste e ha ricevuto [...]

[...] un bel rimbrotto dai Frati d'un convento chiuso, ma, viceversa, aperto e rigoglioso. E frati e preti per altro pigliansi da questa povera gente e [...]

[...] più un pane e un po'di caffè nero. E il povero bracciante che suda e nutresi male e dorme peggio e patisce la mal'aria della macerazione della [...]

[...] consola allo spettacolo della miseria ancor più tragica del prete, che esso prete gli vien tratteggiando con la seguente antitesi: – A vu un bel [...]

[...] sardelon, coto in gradela col so ogio; a mi un caponeto coto ne l'acqua con do grani de sale. – Volli visitare le Opere pie, e per ciò non ebbi [...]

[...] mestieri di un ordine del Ministro, avendomene dato permesso il Sindaco e le rispettive Autorità. Vidi adunque la Casa di ricovero, l'Ospedale civico, e [...]

[...] vecchi e le vecchie, più o meno inabili al lavoro, e finora bambini e bambine orfani o abbandonati. C'è un Direttore nominato a vita e un [...]

[...] Amministratore: posti ambedue gratuiti. Ho domandato che mi si favorisse un conto di qualunque anno, e mi fu dato lo specchio generale. Ebbi poi gli allegati [...]

[...] conti di un Istituto Pio deve mettere ogni persona in grado di dire: «Tanti sono gl'inquilini, tanti i giorni di presenza di ciascheduno, tanti i sani [...]

[...] escirono fuori intorno allo sperpero e alla insipiente amministrazione, che un uguale risultamento in azienda privata avrebbe indotto il proprietario a [...]

[...] luogo, i pegni, i conti. Che pegni desolanti! filo, canape in tutti gli stadii; e quando si pensa che quei miseri hanno faticato tutto un anno [...]

[...] per avere quel po' di materiale, e che per mangiare durante l'inverno dovettero privarsene, viene un groppo alla gola. C'è tela fatta, ci sono [...]

[...] polenta e bevono acqua: null'altro. La domenica un zinzino di riso condito con 10 cent. di sego. Vestono con una pulitezza estrema, sono di un'onestà [...]

[...] specchiata. Ebbene, che cosa ha fatto in favor loro il Monte di pietà? Ha succhiato il 6 per cento d'interesse per 10 anni sopra un rotolo di tela [...]

[...] residuarono. Altrettanto accadde di una coperta da letto. Io esaminai le dodici polizze e le trovai in regola; dicono in testa che entro un anno [...]

[...] all'improvviso. Mi disse d'aver chiesto ad un contadino, che sa leggere e scrivere, se ci fossero scadenze, e colui le rispose di no. Quando dopo la spigolatura [...]

[...] in caso di malattia una riserva qualsiasi. Il Comune non le provvede di medicine, e non c'è istituzione alcuna nel paese che porga loro un fil [...]

[...] al loro oggetto. Nè sono questi i soli danni. A Lendinara si prende il 1/2 per cento ad ogni rinnovamento di polizza o di pegno; laonde un povero [...]

[...] costretto ad impegnare e a disimpegnare un istrumento di lavoro o un utensile di cucina mese per mese, finisce per isborsare il 12 per cento. Quando [...]

[...] quasi facile come quella di un podere. Immaginiamo che il Parlamento voti una legge, assegnando alle Provincie tutte le Opere pie e il rispettivo [...]

[...] patrimonio che trovasi entro i limiti di ciascuna Provincia: obbligandole entro un dato tempo e non subito a convertire i beni immobili in rendita [...]

[...] dappertutto per una data popolazione ci sia un Ospedale, unica istituzione che, eccettuato le scuole, debba essere d'immediato accesso ad ogni cittadino [...]

[...] Colonia agraria; costì una Scuola industriale; là un Brefotrofio per raccogliere momentaneamente i neonati e darli a balia fuori (e questo Istituto [...]

[...] avrà necessariamente ramificazioni dappertutto); in altro luogo un Banco di prestiti e di pegni che non prenderà interesse se non al di sopra di una [...]

[...] allo scopo santo originariamente prefisso a questi ultimi; altrove un Istituto per i ciechi, per i sordo-muti, per i vecchi e vecchie infermi, e via [...]

[...] verificarne la generale e rigorosa esecuzione. Epperò o il Ministro dell'Interno o meglio un Collegio speciale, come il Local Government Board, avrà uno [...]

[...] sofferenze, non a fare proseliti, sudditi di un Principe straniero e nemico della patria italiana in questo mondo, e abitanti di un mondo ignoto [...]

[...] direttrici di Opere pie per infermiere, per Istituti di sordo-muti e ciechi, ne assicurerebbero il buon andamento, e salverebbero un numero [...]

[...] il vedere un sonnambulo sull'orlo di un precipizio e non tentare di salvarlo, sarebbe delitto: che questi miseri per ora non sanno leggere, e [...]

[...] migliore, riduconsi realmente ad un appello a chi sta in alto: al Parlamento per migliorare le leggi oppressive pel povero; al Governo per eseguirle [...]

[...] ; ai possessori del suolo, ai proprietarii delle case, a chi dà lavoro agli operai ed ai contadini. È un appello alla loro umanità, alla loro [...]

[...] giustizia: è anche un avvertimento del pericolo, a cui eglino vanno incontro, non provvedendo tempestivamente. E se riesce fatto di addolcire la spietata [...]

[...] verificati; ma all'incontro coloro, i quali chiudono gli occhi all'evidenza e le menti alla persuasione. C'è poi per me un'attrazione e un obbligo [...]

[...] contagio negl'Italiani. 103 E la sola idea della cosa lo trafisse come mortal ferita. «Piuttosto la schiavitù d'un terzo sopra voi (egli prorompeva [...]

[...] servirsi degli uomini per un dato scopo, chiariva l'inutilità, l'impossibilità di arrivare per questa via alla mèta prefissa; poi, coll'angoscia del [...]

[...] colui, la cui vita fu un lungo, accettato dolore; di colui che rapì per i figli suoi il fuoco della libertà, sfidando gli Dei, soggiacendo [...]

[...] tanto tempo senza operare, e che altri di partito opposto presero l'iniziatura. È questo un campo neutro, in cui possono scendere tutti gli amici [...]

[...] adesso. PRESIDENTE. L'onorevole Bertani ha facoltà di parlare per isvolgere la sua interrogazione. BERTANI. Mi sarebbe penoso l'invadere un campo, nel [...]

[...] partirne soddisfatto ammiratore. Ma, oltrepassato appena un cortile, voi non trovate che dei Sordo-muti di ogni età sporchi, negletti, ignoranti ed [...]

[...] costituisce il particolare patrimonio di quell'Istituto ora chiuso, patrimonio che data da molto tempo, quasi da un secolo: e l'Albergo dei Poveri [...]

[...] venga un provvedimento, ed un provvedimento radicale. La buona tradizione per l'istruzione dei Sordomuti in Napoli ci è, e dura quasi da un secolo [...]

[...] camminarono senza gravi e pubblici reclami sino al 1871. In quell'anno fatale per l'Istituto dei Sordo-muti di Napoli, un Ministro della Pubblica [...]

[...] 1876, e l'articolo 24, che riguarda gl'Istituti pei Sordo-muti, è muto anch'esso per quello di Napoli. So che pende un litigio tra il Ministero della [...]

[...] non voglia perdere la speranza di vedere un di ristabilita quella scuola. Questa grave minaccia sarà certamente fondata su motivi gravi egualmente [...]

[...] ; ma, comunque vogliasi, è un fatto. Mi permetta pertanto l'onor. Ministro per l'Istruzione Pubblica d'indirizzargli queste tre domande: 1a Perchè [...]

[...] questo delicato proposito, ravvivando la speranza di vedere ristabilito finalmente un Istituto così utile ed onorevole per Napoli. MINISTRO PER [...]

[...] l'Albergo dei Poveri possa tenere queste Scuole aperte), che sto esaminando la questione, se convenga confermare oggi con un Decreto reale le [...]

[...] disposizioni del 24 marzo e 7 maggio 1819, disposizioni ministeriali, ma date con l'approvazione esplicita di un Monarca assoluto, e quindi diventate [...]

[...] chiusura non aveva altra ragione che di somministrare un mezzo per rimettere su nuove e migliori basi la scuola medesima? Io credo che quel provvedimento [...]

[...] concetto e l'obbligo di riaprire la scuola; e dico obbligo, imperocchè l'onorevole deputato Bertani ha accennato come essa contasse oramai un secolo. È [...]

[...] che non va si sospende o si chiude, e in tal caso si cancella il fondo stanziato per essa), il ministro Scialoia, dico, con un Decreto del 24 luglio [...]

[...] scioglie la scuola: onde si entra in una posizione legale: e con un successivo Decreto del 16 ottobre ne mette in disponibilità gl'insegnanti, e [...]

[...] allora si comincia a pensare un po' più vivamente come e dove si debba e si possa riattivarla. E anche qui noi abbiamo una distribuzione del danaro [...]

[...] suo rappresentante il Mordini, prefetto della Provincia. Il Commissario (mi pare che era un Commissario), il Commissario dell'Albergo dei Poveri (era [...]

[...] quale resta inoperoso; o si cancella o si attua. Ma c'è una cosa più grossa; c'è una grande istituzione, e c'è un grande bisogno di soccorrere ad [...]

[...] adattasse a pagare la somma stanziata, doveva avere in compenso un certo numero di posti gratuiti, tanto per maschi che per femmine; l'Albergo dei Poveri [...]

[...] doveva creare una specie di convitto, il quale fosse capace di albergare almeno un cento alunni; con una scuola ed anche con una clinica speciale [...]

[...] avventura cessasse, portare per l'avvenire un qualche peso all'Albergo dei Poveri, nè restargli onere alcuno pel mantenimento del mentovato Istituto. E il [...]

[...] poteva governarsi altrimenti: noi vediamo qui una istituzione, la quale è sorta in virtù di un potere assoluto; noi vediamo qui dei Ministri di un [...]

[...] Governo assoluto, i quali hanno portato là dentro la scuola stabilendo un contributo; andremo noi a dire che non crediamo all'obbligo dell'Albergo dei [...]

[...] apra; le difficoltà che possono esserci frapposte, debbono essere da un comune spirito di concordia superate; concederemo all'Albergo dei Poveri [...]

[...] indurrà l'Amministrazione a togliere quell'unica difficoltà, la quale ormai rimane, e che io confido sarà superata dal sentimento di rendere un [...]

[...] , poichè deve esservi o un'incognita o un equivoco, constandomi, che per quante controversie siano avvenute, l'Albergo dei Poveri di Napoli non si è [...]

[...] all'onorevole Ministro che si è allarmato per le mie parole un po' fiere, a suo avviso, che io le mantengo conformi alla mia opinione. MINISTRO PER [...]

[...] l'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri è in oggi retta da un Commissario, nella aspettazione che si riorganizzi il Consiglio d'Amministrazione e, se io non [...]

[...] ciò manifestato da una informazione, che non ha invero l'autorità di un documento, ma viene da buona fonte e mi dice che il Commissario, nella [...]

[...] delle intenzioni, che sicuramente non rivelavano la decisa negazione della Scuola dell'Albergo dei Poveri, ma avevano un accento da mettere in [...]

[...] , io mi permetto di aggiungere queste osservazioni soltanto. Quell'Albergo dei Poveri ha una fama antica, ed un retaggio lautissimo, che credo abbia [...]

[...] convertito in rendita da pochi anni in qua, vendendo una parte o tutto il suo patrimonio in stabili, rendita che si eleva ad un milione e duecento [...]

[...] d'istruzione congiunto ad un grande interesse di carità e di beneficenza debba stare egualmente a cuore di tutti. Io ho domandato la parola per sciogliere un [...]

[...] , a parlare di Amministrazione e di Consiglio, mentre so che l'Albergo dei Poveri ha un Commissario. Verissimo; ma bisogna ritenere che il [...]

[...] senso da me accennato. Ora abbiamo un nuovo Commissario, e siccome questo sospetta di non avere autorità sufficiente per trattare e conchiudere [...]

[...] incidentale, mi permetterò di dire, sono dirette a rilevare due inesattezze dette. Un esercito di 700 impiegati in una Amministrazione come l'Albergo [...]

[...] esso non rappresentava che un magazzino di carne umana, di gente nuda, che non aveva camicia, che non mangiava che cattivissimo pane soltanto, e [...]

[...] cominciano ad avervi accesso. Aggiungerò di più, che per i ragazzi quell'Albergo piglia tutte le proporzioni e l'aspetto di un grandioso convitto [...]

[...] , e si formerà un criterio esatto delle spese a sostenere e del personale a pagare. Detto questo, chiedo scusa all'onorevole Bertani se mi sono [...]

[...] progredito, dal momento che l'onorevole Di San Donato ci riferisce che una volta era un magazzino di carne umana e nulla più; poichè ogni [...]

[...] un magazzino di carne umana, certamente un Istituto che lascia troppo a desiderare come magazzino di miserie umane, anche per parte del fabbricato [...]

[...] . – Il resto del carlino, l'onorevole Bertani diede al duca Di San Donato, sindaco di Napoli, in un lungo articolo inserito nella Capitale, avendo fatti [...]

[...] , e sono condannati a passare la vita in un stato di abbrutimento, che in poco differisce da quello delle bestie. Bisogna pensare poi a ciò che si [...]

[...] dell'onorevole Coppino, citato di sopra, si legge: «Quanto alla restituzione della scuola si studia.... Si comincia a pensare un po'più vivamente [...]

[...] : «Noi vediamo qui una Istituzione sorta in virtù di un potere assoluto; noi vediamo qui dei Ministri di un Governo assoluto, i quali hanno [...]

[...] portato là dentro la scuola stabilendo un contributo.» Egli dunque riconosce il diritto dei Sordo-muti alla scuola, che fu un dì fornita di tutto il [...]

Verga Giovanni
I Malavoglia
1 1881 - Provenienza testo: Edizione Nazionale delle opere di Giovanni Verga, edizione critica a cura di F. Cecco - Interlinea edizioni 623 occorrenze

[...] non è ancora che la lotta pei bisogni materiali. Soddisfatti questi, la ricerca diviene avidità di ricchezze, e si incarnerà in un tipo borghese [...]

[...] sentimenti, di tutti gli artifici della parola onde dar rilievo all’idea, in un’epoca che impone come regola di buon gusto un eguale formalismo [...]

[...] spettacolo non ha il diritto di giudicarlo; è già molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione, e rendere [...]

[...] gennaio 1881 I Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza; ce n’erano persino ad Ognina, e ad Aci [...]

[...] miracolo, soleva dire, mostrando il pugno chiuso – un pugno che sembrava fatto di legno di noce – Per menare il remo bisogna che le cinque dita [...]

[...] s’aiutino l’un l’altro. Diceva pure, – Gli uomini son fatti come le dita della mano: il dito grosso deve far da dito grosso, e il dito piccolo deve far da [...]

[...] maggiore, un bighellone di vent’anni, che si buscava tutt’ora qualche scappellotto dal nonno, e qualche pedata più giù per rimettere l’equilibrio [...]

[...] » perchè stava sempre al telaio, e si suol dire «donna di telaio, gallina di pollaio, e triglia di gennaio»; Alessi (Alessio) un moccioso tutto suo [...]

[...] di quel che t’ha fatto tuo padre; se non altro non sarai un birbante» ed altre sentenze giudiziose. Ecco perchè la casa del nespolo prosperava, e [...]

[...] sapeva lunga, non avesse predicato che era un codino marcio, un reazionario di quelli che proteggono i Borboni, e che cospirava pel ritorno di [...]

[...] ridere fra i peli della barbona, e gli giurava fregandosi le mani che se arrivavano a mettere assieme un po’ di repubblica, tutti quelli della leva e [...]

[...] , avrebbero saputo trovare a suo nipote un difetto da riformarlo. Per disgrazia il ragazzo era fatto con coscienza, come se ne fabbricano ancora [...]

[...] ad Aci Trezza, e il dottore della leva, quando si vide dinanzi quel pezzo di giovanotto, gli disse che aveva il difetto di esser piantato come un [...]

[...] diceva nulla; ma si sentiva un gruppo nella gola anch’esso, ed evitava di guardare in faccia la nuora, quasi ce l’avesse con lei. Così se ne [...]

[...] confortare gli altri: – Del resto volete che vel dica? Un po’ di soldato gli farà bene a quel ragazzo; chè il suo paio di braccia gli piaceva meglio di [...]

[...] all’osteria della Santuzza non si sapeva come spendere un baiocco. – Mandiamogli dei soldi per comperarsi le pizze, al goloso! brontolava padron ’Ntoni [...]

[...] ; già lui non ci ha colpa, è fatto così; è fatto come i merluzzi, che abboccherebbero un chiodo arrugginito. Se non l’avessi tenuto a battesimo su [...]

[...] Zuppidda, e si credeva di averci un tesoro sul canterano, mentre suor Mariangela la Santuzza ce ne aveva un altro, tal quale chi voleva vederlo, che [...]

[...] glielo aveva regalato compare Mariano Cinghialenta, e lo teneva inchiodato sul banco dell’osteria, dietro i bicchieri. Ma dopo un po’ di tempo ’Ntoni [...]

[...] aveva pescato un camerata che sapeva di lettere, e si sfogava a lagnarsi della vitaccia di bordo, della disciplina, dei superiori, del riso lungo e [...]

[...] bene, e se fosse stato in lui ci avrebbe messo sempre delle cose allegre, da fare ridere il cuore agli altri, lì sulla carta, – e vi appuntava un dito [...]

[...] grosso come un regolo da forcola – se non altro per compassione della Longa, la quale, poveretta, non si dava pace, e sembrava una gatta che [...]

[...] zio Crocifisso Campana di legno un negozio di certi lupini da comprare a credenza per venderli a Riposto, dove compare Cinghialenta aveva detto [...]

[...] che c’era un bastimento di Trieste a pigliar carico. Veramente i lupini erano un po’ avariati; ma non ce n’erano altri a Trezza, e quel furbaccio di [...]

[...] ; perciò si ostinava a fare il minchione. – Eh? non vi conviene? lasciateli! Ma un centesimo di meno non posso, in coscienza! che l’anima ho da [...]

[...] cappotto foderato di pelle, sotto la pedagna e nella scaffetta. Gli uomini avevano avuto un gran da fare tutto il giorno, con quell’usuraio dello [...]

[...] vero Iddio! «Quel ch’è di patto non è d’inganno»; che l’anima lui non doveva darla ai porci! e Piedipapera schiamazzava e bestemmiava come un [...]

[...] ossesso per metterli d’accordo, giurando e spergiurando che un caso simile non gli era capitato da che era vivo; e cacciava le mani nel mucchio dei [...]

[...] avrete un risparmio di un tarì a salma! La finite ora, santo diavolone? – E cominciò ad insaccare – In nome di Dio, e uno! La Provvidenza partì [...]

[...] portare un paio di stivaletti nuovi a don Silvestro il segretario; in quell’ora le ragazze facevano come uno stormo di passere attorno alla fontana [...]

[...] affacciavano sull’uscio per vederla passare. – Un affar d’oro! – vociava Piedipapera, accorrendo colla gamba storta dietro a padron ’Ntoni, il quale [...]

[...] Piedipapera. È un pazzo, volete dire. Lui è ricco come un maiale, mentre la Vespa non possiede altro che quella chiusa grande quanto un fazzoletto da [...]

[...] naso. – Lo dite a me che ci ho a limite la vigna, disse allora padron Cipolla gonfiandosi come un tacchino. – Li chiamate vigna quei quattro [...]

[...] nulla, e alla conversazione ci stava come un manico di scopa. – Voi dovreste andare a mettervi con quelli della spezieria, che discorrono del re e [...]

[...] ci pigliavano delle malattie dalla bile; ma non avrebbero potuto stare un giorno senza vedersi. Il sabato poi, quando arrivava il giornale, don [...]

[...] ; e anche don Silvestro, il segretario comunale, tornando dalla vigna, si fermava un momento. Allora don Franco diceva, fregandosi le mani, che [...]

[...] pareva un piccolo Parlamento, e andava a piantarsi dietro il banco, pettinandosi colle dita la barbona, con un certo sorriso furbo che pareva si [...]

[...] parole latine. Don Silvestro, lui, si divertiva a vedere come si guastavano il sangue per raddrizzare le gambe ai cani, senza guadagnarci un centesimo [...]

[...] scarpe ai piedi – aggiungeva Piedipapera. Ei li aizzava l’un contro l’altro, e rideva a crepapancia con degli Ah! ah! ah! che sembrava una gallina [...]

[...] finestra «A donna alla finestra non far festa». – Certune però collo stare alla finestra un marito se lo pescano, fra tanti che passano; osservò la [...]

[...] le avevano bucherellato il sacco come un colabrodo, e pareva che l’avessero fatto apposta, come se ci avessero il giudizio dei cristiani; così il [...]

[...] Nunziata le avevano rubato in quel modo un lenzuolo nuovo. Povera ragazza! rubare a lei che lavorava per dar pane a tutti quei fratellini che suo [...]

[...] neppur lui, chè se si è buscato un soldo è andato subito a berlo all’osteria. La Zuppidda sapeva tutto quello che succedeva in paese e per questo [...]

[...] a tirar su quei piccini che pare li abbia fatti lei. – E dove è la Nunziata che non si vede ancora? domandò la Longa a un mucchio di monelli [...]

[...] bambini stettero a sentire, e poi si rimisero a pigolare tutti in una volta, e il più grandicello, appollaiato su di un gran sasso, rispose dopo un [...]

[...] pezzetto: – Non lo so dov’è. Le vicine avevano fatto come le lumache quando piove, e lungo la straduccia non si udiva che un continuo chiacchierio da [...]

[...] un uscio all’altro. Persino la finestra di compare Alfio Mosca, quello del carro dell’asino, era aperta, e ne usciva un gran fumo di ginestre. La [...]

[...] un fruscìo di frasche per la via, e arrivarono Alessi e la Nunziata, che non si vedevano sotto i fasci di ginestre, tanto erano piccini. – Oh! la [...]

[...] bollire, vieni un po’ qua. Nunziata lasciò Alessi a custodire il focolare, e corse ad appollaiarsi sul ballatoio, accanto alla Sant’Agata, per godersi [...]

[...] il suo riposo anche lei, colle mani in mano. – Compar Alfio Mosca sta facendo cuocere le fave; osservò la Nunziata dopo un po’. – Egli è come te [...]

[...] chiusa, e se voleva maritarsi non prendeva uno il quale non possedeva altro che un carro da asino: «carro cataletto» dice il proverbio. Ella ha [...]

[...] nessuno al mondo, e tutto a un tratto disse a Mena – Se fossi grande io me lo piglierei, se me lo dessero. La Mena stava per dire anche lei qualche cosa [...]

[...] , tanto più che non gli costa nulla. Ella lo ingrassa come un maiale, quando gli si vuol fare la festa. Ve lo dico io, la Vespa vuole entrargli in [...]

[...] denari a palate, chè la Zuppidda, un giorno che il vecchio era malato, aveva vista una cassa grande così sotto il letto. La Longa si sentiva sullo [...]

[...] si sentivano da un capo all’altro della piazza, allo scuro. Campana di legno, duro come un sasso, si stringeva nelle spalle, e badava a ripetere [...]

[...] nessuno paga più un soldo! gli diceva don Giammaria. – La gente, quando si tratta di cavare i denari di tasca, diventa una manica di protestanti, peggio [...]

[...] che rubava l’olio, di don Silvestro che chiudeva un occhio, e del sindaco «Giufà», che si lasciava menare per il naso. Mastro Cirino, ora che era [...]

[...] quello che aveva bevuto sulla croce Gesù Crocifisso, ch’era un vero sacrilegio. Campana di legno diceva sempre di sì col capo per abitudine [...]

[...] , sebbene non si vedessero in faccia, e don Giammaria, come li passava a rassegna ad uno ad uno diceva: – Costui è un ladro – quello è un birbante [...]

[...] – quell’altro è un giacobino. – Lo sentite Piedipapera che sta discorrendo con padron Malavoglia e padron Cipolla? Un altro della setta, colui! un [...]

[...] tornava a ripetere che egli era un galantuomo, e non voleva entrarci. – Padron Cipolla, un altro sciocco, un pallone di vento colui! che si [...]

[...] galantuomo bada ai fatti suoi, ripeteva lo zio Crocifisso. Invece compare Tino, seduto come un presidente, sugli scalini della chiesa, sputava [...]

[...] grecale ventiquattr’ore prima di arrivare, riprendeva padron ’Ntoni; è sempre stato così; l’acciuga è un pesce che ha più giudizio del tonno. Ora di là [...]

[...] Cipolla indispettito, io me ne lavo le mani, e non me ne importa un fico, giacchè ci ho le mie chiuse e le mie vigne che mi danno il pane. E [...]

[...] fatti di ognuno a Trezza e dapertutto, e lo zio Santoro, così cieco com’è, che sembra un pipistrello al sole, sulla porta dell’osteria, sa tutto quello [...]

[...] recitare il rosario colla Santuzza, ed è un tesoro per fare la guardia, meglio di come se gli avessero messo un fazzoletto sugli occhi. Maruzza [...]

[...] Spatu il quale faceva festa tutti i giorni. – Compare Rocco ha il cuore contento, disse dopo un pezzetto dalla sua finestra Alfio Mosca, che pareva [...]

[...] anche l’appetito. – Non ce l’avete il cuore contento voi? – Eh! ci vogliono tante cose per avere il cuore contento! Mena non rispose nulla, e dopo un [...]

[...] altro po’ di silenzio compare Alfio soggiunse: – Domani vado alla città per un carico di sale. – Che ci andate poi per i Morti? domandò Mena [...]

[...] cercarle lontano. – Guardate quante stelle che ammiccano lassù! rispose Mena dopo un pezzetto. Ei dicono che sono le anime del Purgatorio che se ne [...]

[...] vanno in Paradiso. – Sentite, le disse Alfio dopo che ebbe guardate le stelle anche lui; voi che siete Sant’Agata, se vi sognate un terno buono [...]

[...] andare un colpo di mare fra capo e collo, come una schioppettata fra i fichidindia. Le barche del villaggio erano tirate sulla spiaggia, e bene [...]

[...] cogli occhi la povera gente che vi era dentro. Maruzza la Longa non diceva nulla, com’era giusto, ma non poteva star ferma un momento, e andava [...]

[...] Zuppiddu andava distribuendo per ischerzo agli amici dei pugni che avrebbero accoppato un bue, come se ci avesse ancora in mano la malabestia di [...]

[...] . – Bastianazzo Malavoglia sta peggio di lui, a quest’ora, rispose Piedipapera, e mastro Cirino ha un bel suonare la messa; ma i Malavoglia non ci [...]

[...] Silvestro, ti dò un ceffone qui dove siamo; borbottava la Zuppidda colla figliuola, mentre attraversavano la piazza. – Quello lì non mi piace. La Santuzza [...]

[...] , sebbene non ci vedesse, chè gli avventori li conosceva tutti ad uno ad uno soltanto al sentirli camminare, quando venivano a bere un bicchiere [...]

[...] tanto soffiava un buffo di tramontana, e faceva piovere una spruzzatina d’acqua fina e cheta: una di quelle sere in cui, quando si ha la barca al [...]

[...] tirato un po’ in qua, per scaldarsi la schiena anche lui. – E’ sta meglio di compare Bastianazzo, a quest’ora! ripeteva Rocco Spatu, accendendo la pipa [...]

[...] , che era lì fuori colle mani in tasca perchè non ci aveva un soldo, disse anche lui: – Lo zio Crocifisso è andato a cercare padron ’Ntoni con [...]

[...] rimase a bocca aperta. Sull’imbrunire comare Maruzza coi suoi figliuoletti era andata ad aspettare sulla sciara, d’onde si scopriva un bel pezzo [...]

[...] un malaugurio; non sapeva che inventare per tranquillarla, e le cantava le canzonette colla voce tremola che sapeva di lagrime anche essa. Le [...]

[...] marito, e stavano un tantino a farle compagnia, fumandole in silenzio la pipa sotto il naso, o parlando sottovoce fra di loro. La poveretta, sgomenta [...]

[...] duro o il più compassionevole la prese per un braccio e la condusse a casa. Ella si lasciava condurre, e badava a ripetere: – Oh! Vergine Maria! Oh [...]

[...] ballatoio della sua casa c’era un gruppo di vicine che l’aspettavano, e cicalavano a voce bassa fra di loro. Come la videro da lontano, comare [...]

[...] pensa». Egli era un buon diavolaccio, e viveva imprestando agli amici, non faceva altro mestiere, che per questo stava in piazza tutto il giorno [...]

[...] , colle mani nelle tasche, o addossato al muro della chiesa, con quel giubbone tutto lacero che non gli avreste dato un baiocco; ma aveva denari sin che [...]

[...] l’amico, la roba e l’ingegno» a patto di averli restituiti la domenica, d’argento e con le colonne, che ci era un carlino dippiù, com’era giusto, perchè [...]

[...] , ed hanno un braccio lungo e l’altro corto, come San Francesco; e anticipava anche la spesa per la ciurma, se volevano, e prendeva soltanto il [...]

[...] denaro anticipato, e un rotolo di pane a testa, e mezzo quartuccio di vino, e non voleva altro, chè era cristiano e di quel che faceva in questo mondo [...]

[...] prendere un terzo della pesca, più la parte della barca, che contava come un uomo della ciurma, e quella degli attrezzi, se volevano prestati [...]

[...] truffargli la sua roba, col pretesto che Bastianazzo s’era annegato, la truffavano a Cristo, com’è vero Dio! chè quello era un credito sacrosanto [...]

[...] tenere uno scampolo di conversazione, per scacciare la malinconia, e distrarre un po’ quei poveri Malavoglia i quali piangevano da due giorni [...]

[...] come fontane. Compare Cipolla raccontava che sulle acciughe c’era un aumento di due tarì per barile, questo poteva interessargli a padron ’Ntoni, se [...]

[...] ci aveva ancora delle acciughe da vendere; lui a buon conto se n’era riserbati un centinaio di barili; e parlavano pure di compare Bastianazzo [...]

[...] , buon’anima, che nessuno se lo sarebbe aspettato, un uomo nel fiore dell’età, e che crepava di salute, poveretto! C’era pure il sindaco, mastro Croce [...]

[...] parole, e quando vedeva ridere il segretario, rideva anche lui. Don Silvestro per far ridere un po’ tirò il discorso sulla tassa di [...]

[...] mamma e la figliuola non si darebbero più l’anima al diavolo. – È una vera porcheria! esclamava donna Rosolina, la sorella del curato, rossa come un [...]

[...] , che lei ci aveva un segreto tutto suo per avere la conserva dei pomidoro fresca tutto l’inverno. – Una casa senza donna non poteva andare; ma la [...]

[...] , «coi capelli lunghi e il cervello corto», chè allora un povero marito se ne va sott’acqua come compare Bastianazzo, buon’anima. – Beato lui [...]

[...] ! sospirava la Santuzza, è morto in un giorno segnalato, la vigilia dei Dolori di Maria Vergine, e prega lassù per noi peccatori, fra gli angeli e i santi [...]

[...] del paradiso. «A chi vuol bene Dio manda pene». Egli era un bravo uomo, di quelli che badano ai fatti loro, e non a dir male di questo e di quello [...]

[...] , e peccare contro il prossimo, come tanti ce ne sono. Maruzza allora, seduta ai piedi del letto, pallida e disfatta come un cencio messo al bucato [...]

[...] se lo rosicasse un pescecane. – La Santuzza ci ha il miele in bocca! osservava comare Grazia Piedipapera. – Per fare l’ostessa, rispose la Zuppidda [...]

[...] portava le notizie da un luogo all’altro; questo succedeva perchè dentro il filo ci era un certo succo come nel tralcio della vite, e allo stesso [...]

[...] compare Zuppiddo, ma nessuno gli dava retta, e guardavano nell’orto, per mutar discorso. – Un bel pezzo di terra! diceva compare Mangiacarrubbe [...]

[...] è tutt’oro quello che luccica, andava dicendo; e mostrava ad ognuno il pezzo da cinque lire nuovo. Ei sapeva che sulla casa c’era un censo di [...]

[...] era venuto anche lui, per politica, e stava zitto, in un cantuccio, a veder quello che dicevano, colla bocca aperta e il naso in aria, che sembrava [...]

[...] si ammiccavano l’un l’altro per mostrarselo a vicenda. – E’ pare l’usciere che fa il pignoramento! sghignazzavano. Le comari che sapevano delle [...]

[...] vecchio sono ancora qua. «Uomo povero ha i giorni lunghi». Maruzza non diceva nulla, ma nella testa ci aveva un pensiero fisso, che la martellava, e [...]

[...] freddo freddo, senza dir nulla. E andava toccando ad uno ad uno gli arnesi che erano in mucchio in un cantuccio, colle mani tremanti, come fanno i [...]

[...] devono fare come le tegole del tetto, a darsi l’acqua l’un l’altro». Intanto quei ragazzi avevano le labbra pallide dalla fame. La Nunziata aiutava [...]

[...] spiegando il come e il quando l’aveva sentito dire dalla Vespa, in casa dello zio Crocifisso, tutt’a un tratto si fece rossa rossa. Anche compare [...]

[...] farsetto, si dondolava ora su di un piede ed ora su di un altro, e avrebbe pagato qualche cosa per andarsene. – Sentite, io non ci ho colpa, l’ho [...]

[...] all’improvviso lo piantò con un bel saluto, e se ne entrò nell’orto. Alfio, tutto infuriato, corse a lagnarsi colla Vespa che gli dava a bere di tali bugie [...]

[...] casa c’è il censo di cinque tarì all’anno. – Si vedrà! si vedrà! un giorno o l’altro si vedrà se ne dite o non ne dite delle bugie, – seguitava la [...]

[...] appuntellò le mani sui fianchi, e sfoderò la lingua come un pungiglione. – Ora sentite, che questa voglio dirvela! Alla fin fine la mia roba ce l’ho, e [...]

[...] grazie a Dio non sono in istato di dover mendicare un marito. O che credete? E se non fosse che mi avevate messo quella pulce nell’orecchio, col- le [...]

[...] bestia! e voleva pagar cinque lire per fargli rompere le ossa ad Alfio Mosca. Ma lui non lo faceva perchè era un cristiano col timore di Dio, e al [...]

[...] aveva un bel passare e ripassare davanti la casa dei Malavoglia, che perfino la gente si metteva a ridere, e diceva che ei faceva il viaggio alla [...]

[...] trovarlo ancora là, appena vedeva suo fratello Crocifisso, levava le strida al pari di un uccellaccio di malaugurio, e gli smuoveva la bile anche lei [...]

[...] bollire il sangue, per la gelosia della chiusa. – Mi uccella la nipote per portarmi via la chiusa! brontolava con Piedipapera. Un fannullone! che non [...]

[...] sa far altro che andare attorno col carro dell’asino, e non possiede altro. Un morto di fame! Un birbante che le dà ad intendere d’essere innamorato [...]

[...] all’osteria della Santuzza, accanto allo zio Santoro, che sembrava un altro poverello come lui, e non ci andava per spendere un soldo di vino, ma si [...]

[...] Campana di legno? Già un soldo, che è un soldo, non lo spende all’osteria, e sta davanti all’uscio per niente. Però Alfio Mosca non ci pensava [...]

[...] dentro di sè, e gli sembrava che ci stesse lui in persona nel cortile del nespolo, e se non fosse stato un povero carrettiere dal carro dell’asino [...]

[...] per la Santuzza, e dell’asino che portava quattro quintali meglio di un mulo, povera bestia. Mena l’accarezzava colla mano, la povera bestia, ed [...]

[...] partire, e rimaneva a chiacchierare della bella cosa che era il fare l’oste, un mestiere col quale si ha sempre il suo guadagno, e se aumenta il prezzo [...]

[...] . Questa povera bestia se lo guadagna il pane. Quando ci avrò messi da parte un po’ di soldi comprerò un mulo, e potrò tirarmi su a fare il [...]

[...] nei barili. – Aceto da fare l’insalata! rispose la Zuppidda, un vero veleno; così si è fatta ricca la Santuzza, e onde gabbare il mondo si è messa [...]

[...] nuovo un bel partito. Alfio non rispose, perchè la Zuppidda lo guardava fiso, co’ suoi occhietti gialli, e disse che aveva fretta di andare a [...]

[...] gli scogli, e la schiena in aria. In un momento era corso sulla riva tutto il paese, uomini e donne, e padron ’Ntoni, mischiato nella folla, guardava [...]

[...] anche lui, come gli altri curiosi. Alcuni davano pure un calcio nella pancia della Provvidenza, per far suonare com’era fessa, quasi non fosse più [...]

[...] Fortunato Cipolla; e compare Mangiacarrubbe, il quale era pratico del mestiere, disse pure che la barca aveva dovuto sommergersi tutt’a un tratto, e [...]

[...] lasciato un cavicchio di legno che tenesse fermo. – Questo era il posto del babbo, dove c’è la forcola nuova, diceva Luca il quale s’era arrampicato [...]

[...] anche loro. – Quando avremo rattoppata per bene la Provvidenza, diceva Alessi, sarà come la Concetta dello zio Cola; – e si davano un gran da [...]

[...] Provvidenza, e non ci sarà più bisogno di nessuno. – Questo è proprio un Malavoglia nato sputato! osservava padron ’Ntoni gongolante. Tutto suo [...]

[...] padre Bastianazzo, che aveva un cuore grande come il mare, e buono come la misericordia di Dio. Una sera, dopo che tornarono le barche dal mare [...]

[...] Pappafave. – La Longa si fece bianca come un fazzoletto, dalla contentezza, e corsero tutti in cucina a veder la lettera. ’Ntoni arrivò col [...]

[...] amici, mentre tornavano dalla stazione; in un momento la casa e il cortile si riempirono di gente, come quando era morto Bastianazzo, tempo [...]

[...] come un maiale. Si è maritata che non era compiuto il mese dacchè a Menico Trinca gli era morta la prima moglie, e il letto era ancora caldo, Dio [...]

[...] vedeva che era un bel cetriolo, e l’avrebbe barattato volentieri con quel disutilaccio di Rocco Spatu, il quale non valeva niente, e l’aveva preso [...]

[...] un codazzo di amici, e avrebbe voluto che tutti i giorni fosse domenica, per menare a spasso la sua camicia colle stelle; quel dopopranzo si [...]

[...] poi è un ragazzo che tutti ve lo ruberebbero. – Quando mastro Turi avrà messo in ordine la Provvidenza, armeremo la nostra barca, e non avremo più [...]

[...] avrebbe preferito starsene ancora un po’ sotto le coperte; allorchè uscì fuori nel cortile sbadigliando, il tre bastoni era ancora alto verso l’Ognina [...]

[...] era un ragazzo che somigliava tutto a suo padre Bastianazzo, buon’anima. Il nonno colla lanterna andava e veniva pel cortile; fuori si udiva passare [...]

[...] sempre che un pesce fuori dell’acqua non sa starci, e chi è nato pesce il mare l’aspetta. Nella paranza lo canzonavano perchè la Sara l’aveva [...]

[...] piantato, mentre serravano le vele, e la Carmela vogava in tondo lenta lenta, lasciandosi dietro le reti come la coda di un serpente. – «Carne di porco [...]

[...] rossi nei capelli, il corsetto ricamato, e le spalline d’oro come quelle del comandante. Un bel pezzo di ragazza così, che portava a spasso i bambini [...]

[...] parola? – Allora me ne vado; rispose ’Ntoni. – E tu vattene, che coi suoi denari padron Fortunato ne troverà un altro. – «Al servo pazienza, al padrone [...]

[...] pace, disse che era ora di far colazione. In quel momento spuntava il sole, e un sorso di vino si beveva volontieri, pel fresco che s’era messo [...]

[...] , guardando le onde che venivano dal largo, e si rotolavano senza spuma, quelle otri verdi che in un giorno di sole fanno pensare al cielo nero e [...]

[...] ’Ntoni. – Ahi! borbottava intanto lo zio Cola. Ora che il silenzio era rotto, Barabba chiese a ’Ntoni Malavoglia: – Me lo dai un mozzicone di sigaro [...]

[...] marinaro muore in mare; rispose ’Ntoni. Barabba gli passò il suo fiasco, e dopo si misero a brontolare sottovoce dello zio Cola, il quale era un cane per [...]

[...] altri; e poi quando abbiamo messo assieme un po’ di soldi, viene il diavolo e se li mangia. – Di che ti lagni? gli disse il nonno, non te la dà la [...]

[...] sciatica piegava il vecchio come un uncino, rimaneva nel cortile a rifar le maglie alle reti, o raccomodar nasse, e mettere in ordine degli [...]

[...] salare, e i fichidindia a dieci un grano, e facevano dei grandi progetti d’andare alla tonnara, e per la pesca del pesce spada, dove si buscava una [...]

[...] ! piagnucolava lo zio Crocifisso. Voglio un po’ vedere d’onde prenderanno i danari dei lupini, se ’Ntoni si marita, e se devono anche dare la dote alla Mena [...]

[...] il sensale. – Ma quel servizio lì potrebbe farmelo! disse a un tratto fra di sè – e non dormì più quella notte, tanto gli piacque la trovata – e [...]

[...] andò a lasciare un foglio di carta bollata sul canterano, accanto alla statua del Buon Pastore. – L’avete visto l’usciere che è venuto pei [...]

[...] abbaiate sempre a cose fatte, ma un dito, che è un dito, non lo sapete muovere. Infine l’usciere non se la mangia, la gente. L’usciere è vero che [...]

[...] non si mangia la gente, ma i Malavoglia erano rimasti come se li avesse presi un accidente tutti in una volta, e stavano nel cortile, seduti in [...]

[...] venire in processione cominciò a grattarsi il capo. – Cosa volete che ci faccia? rispose lui; io sono un povero diavolo e ho bisogno di quei danari, e [...]

[...] , avevano inteso dire, si sarebbe mangiato il canterano, la casa e tutti loro. – Qui ci vuole un consiglio di don Silvestro il segretario, suggerì Maruzza [...]

[...] . Portategli quelle due galline là, e qualche cosa vi saprà dire. Don Silvestro disse che non c’era tempo da perdere, e li mandò da un bravo [...]

[...] bello poi era che andavano tutti in processione, l’un dietro l’altro, e da principio ci si accompagnava anche la Longa colla bimba in collo, per [...]

[...] faccia rossa e gli occhi lucenti, si sentì sgravare di un gran peso anche lei, e si rasserenò in viso aspettando che dicessero quel che aveva [...]

[...] detto l’avvocato. Ma nessuno apriva bocca e stavano a guardarsi l’un l’altro. – Ebbene, domandò infine Maruzza la quale moriva d’impazienza. – Niente [...]

[...] cosa ha detto? insistè Maruzza. – Eh, lui sa dirle le cose; un uomo coi baffi! Benedette quelle venticinque lire! – Ma infine cos’ha detto di fare [...]

[...] Crocifisso; l’ha detto l’avvocato, che ci rimetterà le spese. Allora successe un momento di silenzio; intanto Maruzza non sembrava persuasa. – Dunque [...]

[...] non era affar suo. – Io sono come il muro basso, che ognuno ci si appoggia e fa il comodo suo, perchè non so parlare come un avvocato, e non so dire [...]

[...] , cominciano a mandar carta bollata anche loro, e chi s’è visto s’è visto. Infine un po’ di carità bisogna averla, santo diavolone! Volete scommettere che [...]

[...] se continuate a piantare i piedi in terra come un mulo, non avrete niente? E lo zio Crocifisso allora rispondeva: – Quando mi prendono da questo [...]

[...] dirlo, se per un amico avrebbe fatto questo ed altro; e gli offrì la tabacchiera aperta, fece una carezza alla bimba, e le regalò una castagna [...]

[...] lui non contava per nulla in casa. VII Quello fu un brutto Natale pei Malavoglia; giusto in quel tempo anche Luca prese il suo numero alla [...]

[...] leva, un numero basso da povero diavolo, e se ne andò a fare il soldato senza tanti piagnistei, che oramai ci avevano fatto il callo. Stavolta [...]

[...] dar da mangiare a un’altra bocca prenderei moglie, e non starei solo come un cane! disse Alfio ridendo. Mena non sapeva che dire, ed Alfio aggiunse [...]

[...] sentenziando che era un cavallo senza gambe; lui lo sapeva dove erano le magagne, nascoste sotto la pece nuova. – Una Provvidenza rattoppata [...]

[...] . Padron ’Ntoni, se la godeva anche lui, colle mani dietro la schiena e le gambe aperte, aggrottando un po’ le ciglia, come fanno i marinai quando [...]

[...] vogliono vederci bene anche al sole, che era un bel sole d’inverno, e i campi erano verdi, il mare lucente, e il cielo turchino che non finiva mai [...]

[...] rinnova come la Provvidenza, che era bastata un po’ di pece e di colore, e quattro pezzi di legno, per farla tornare nuova come prima, e chi [...]

[...] , e c’era il suo paracqua d’incerata in un cantuccio e le sue scarpe quasi nuove sotto il letto. Mena, mentre imbozzimava l’ordito, aveva il cuore [...]

[...] ve lo farà sentire che avete perso il padre, chè è come un altro padre, lui. Poco dopo arrivò padron ’Ntoni carico di reti, che pareva una montagna [...]

[...] Provvidenza. – Perchè non vi siete fatto aiutare da ’Ntoni? gli rispose Maruzza tirando per un capo, mentre il vecchio girava in mezzo al cortile come un [...]

[...] arcolaio, per dipanare le reti che non finivano più, e pareva un serpente colla coda. – L’ho lasciato di là da mastro Pizzuto. Povero ragazzo, ha da [...]

[...] come un amo, e il nonno gli disse: – Guarda che qui fuori c’è quella povera Locca; suo figlio è in piazza senza far nulla, e non hanno da mangiare [...]

[...] non fosse fatto suo. Essa fa pure l’uovo tutti i giorni. Allora Mena prese la parola e si affacciò sull’uscio. – Ce n’è un paniere pieno di uova [...]

[...] cortile, al sole, e la chioccia, tutta ingrullita, colla sua penna nel naso, scuoteva il becco in un cantuccio; sotto le frasche verdi dell’orto, lungo [...]

[...] carrozzoni della ferrovia sbucarono tutt’a un tratto sul pendio del colle, dal buco che ci avevano fatto, fumando e strepitando come avessero il [...]

[...] ! Nel villaggio successe un casa del diavolo quando volevano mettere il dazio sulla pece. La Zuppidda, colla schiuma alla bocca, salì sul [...]

[...] catene. La bile andava gonfiandosi da un uscio all’altro come le onde del mare in burrasca. Don Franco si fregava le mani, col cappellaccio in capo, e [...]

[...] , a poco a poco si erano lasciati riscaldare dalle loro donne, e si cercavano l’un l’altro per mettersi in collera; e perdevano la giornata a stare in [...]

[...] collo, stringendosi nelle spalle. – Quelli sono carogne, che non gli importa un corno della patria! sbraitava don Franco, tirando il fumo dalla [...]

[...] pipa come se volesse mangiarsela. Gente che non muoverebbe un dito pel suo paese. – Tu lasciali dire! diceva padron ’Ntoni a suo nipote, il quale [...]

[...] voleva rompere il remo sulla testa a chi gli dava della carogna; colle loro chiacchiere non ci danno pane, nè ci levano un soldo di debito dalle [...]

[...] rubassero, andava gridando per lui, colle mani in aria, nera come un tizzone, e coi capelli al vento, che suo zio se lo mangiavano vivo ogni sei mesi [...]

[...] , dalla cugina Anna e dalla Mangiacarrubbe, ora con un pretesto ed ora con un altro, per vedere come se la intendessero compare Alfio colla [...]

[...] quale non ci aveva che un carro da asino, mentre lo zio Crocifisso le voleva bene come alla pupilla degli occhi suoi, sebbene in quel momento non [...]

[...] Filippo l’ortolano, stava tappato in casa, con tanto di catenaccio, e non metteva fuori nemmeno il naso; per questo Brasi Cipolla si era buscato un [...]

[...] potente ceffone da suo padre, quando l’aveva trovato sulla porta del cortile a guardare in piazza come un baccalà. I pesci grossi stavano [...]

[...] foglia. – Non lo vedete che si servono di voi come di un burattino? gli diceva sua figlia Betta coi pugni sui fianchi. Ora che vi hanno messo [...]

[...] altri di tutti quelli che vengono qui a gridare e a pestare i pugni sulle panche fa un centesimo di limosina per le anime del Purgatorio, e vengono [...]

[...] nostri. L’osteria è come un porto di mare, chi va e chi viene, e bisogna essere amici con tutti, e fedeli con nessuno; per questo l’anima [...]

[...] tarì nuovo. Non c’è tasse che bastano, e un giorno o l’altro bisognerà finirla davvero. S’ha a mutar registro con Baco da seta che si lascia metter la [...]

[...] gonnella dalla figlia, e il sindaco lo fa lei; – a massaro Filippo poi non gliene importa un cavolo, e padron Cipolla, aveva la superbia di non [...]

[...] denari devono venir fuori per amore o per forza. Qui ci vorrebbe un sindaco di testa e liberale come voi. Lo speziale allora cominciava a dire quel [...]

[...] suo figlio Bastianazzo, – un uomo di giudizio colui, se fosse stato vivo! – poi in quell’affare dei lupini aveva fatto mettere la mano nel debito a [...]

[...] aprire se non tornan loro. Voi andrete ancora via domani? – Io andrò a prendere un carico di calce per mastro Croce Callà! – O cosa ci andate a fare [...]

[...] di ladri e di gente che non ha nulla da perdere, e non paga nulla col dazio della pece, perchè non ha mai avuto nemmeno un pezzo di tavola in [...]

[...] tutta la storia della finta compera di Piedipapera; ma lui era «cristiano» con uno stomaco fondo come un pozzo, e metteva tutto là dentro. Egli [...]

[...] sapeva il fatto suo, e come Betta l’accoglieva colla bocca spalancata peggio di un cane arrabbiato, e mastro Croce Callà s’era lasciato scappare il [...]

[...] , ma non volle muoversi se prima non gli chiamavano don Silvestro. Betta aveva un bel sgridarlo, e spingerlo per le spalle fuori dell’uscio [...]

[...] . Stavolta mastro Callà aveva visto quella folla davanti al municipio, colle conocchie in mano, e puntava i piedi in terra, restio peggio di un mulo [...]

[...] . – Non ci vado se non viene don Silvestro! ripeteva con gli occhi fuori della testa; – don Silvestro lo sa trovare, un ripiego. – Il ripiego ve lo trovo [...]

[...] sa fare? Tu o io, o padron Cipolla? sebbene sputi sentenze peggio di un filosofo! Allora la Betta non seppe più che dire, e si sfogò a scaricare [...]

[...] valgono niente, e si potrebbe metterci vostro marito. – Io non ne so nulla, rispose la Zuppidda, calmatasi tutt’a un tratto. – Io non me ne [...]

[...] , il quale stava rincantucciato nel cortile a cardar stoppa, pallido come un morto, e non voleva escire per tutto l’oro del mondo, gridando che [...]

[...] segretario voleva un po’ di tempo per prender lume; in questo mentre era suonato mezzogiorno e le comari se n’erano andate leste leste. Le poche che [...]

[...] ; sicchè si azzuffarono perbene, e Piedipapera, il quale ne sapeva più del diavolo, si lasciò cadere a terra tutto in un fascio con ’Ntoni [...]

[...] cuore che gli batteva come un pulcino. – Ti ha mezzo strappata quest’orecchia! diceva compare Turi versando adagio dell’acqua sulla testa di ’Ntoni [...]

[...] . Morde peggio di un cane corso, compare Tino! ’Ntoni aveva ancora il sangue agli occhi, e voleva fare un precipizio. – Sentite, comare Venera [...]

[...] stava zitto e gli dava un pezzo di salvietta per asciugarsi; dimodochè ’Ntoni quella sera se ne andò a casa tutto contento. Ma i poveri [...]

[...] , e i vecchi non servono a nulla. Un tempo si soleva dire «ascolta i vecchi e non la sbagli». Prima deve maritarsi tua sorella Mena; lo sai questo [...]

[...] vado! e in tasca non ho mai un soldo! Ora che mi son trovata la ragazza che mi ci vuole, non posso prenderla. Perchè son tornato dunque da soldato [...]

[...] figlio Brasi gli dava sempre dei grattacapi, a correre dietro le ragazze che non avevano nulla, come un baccalà che era. – «L’uomo per la parola, e [...]

[...] chi sa quando ci vedremo più! disse infine Mena che le mancava la voce. – O perchè? Ve ne andate anche voi? La poveretta stette un pezzetto senza [...]

[...] notte, compare Alfio; disse poi Mena, dopo essere stata un altro pezzetto a guardare la lanterna appesa al rastrello, e l’asino che andava [...]

[...] un momento per grattarsi il capo! Vergogna! – e brontolava ancora per la strada, mentre Piedipapera chiudeva l’uscio, tirandole dietro tanto di [...]

[...] , e si affacciò all’uscio: – Che pezzo di ragazza, per la madonna! E come cammina col naso nella mantellina, che pare un fuso! Pensare poi che deve [...]

[...] ragazzaccio di Malavoglia. Don Silvestro ebbe la premura di andare a raccontare ogni cosa a ’Ntoni, e che don Michele il brigadiere, era un uomo il quale [...]

[...] lo guardava bene in faccia, ammiccando gli occhi, come deve fare un giovanotto di fegato che è stato soldato, e non si lascia portar via il suo [...]

[...] , o venivano a comprare dei sigari, o delle lenze, e degli ami da pescare, o dei bottoni d’osso di quelli da cinque un grano. – Don Michele e [...]

[...] ’Ntoni Malavoglia un giorno o l’altro si mangiano come il pane! È quel benedetto cappello colla penna che gli lega le mani a don Michele. Egli [...]

[...] un gallo d’India, chè così lo tenevano da conto nel paese. Vanni Pizzuto tornava a dirgli: – Il brigadiere pagherebbe qualunque cosa per avere in [...]

[...] notte. – Non sarebbe poi una cosa sbagliata! ruminava fra di sè; tutto sta a prendere Piedipapera per il collo, e in un giorno buono. Il giorno [...]

[...] da caccia, e don Michele insieme a loro colla pistola sulla pancia, e i calzoni infilati negli stivali. – Voi potreste fargli un gran servizio a [...]

[...] don Michele, col levargli davanti ’Ntoni Malavoglia – tornò a dire Pizzuto a compare Tino, mentre costui per comprare un sigaro andava a cacciarsi [...]

[...] nell’angolo più oscuro della botteguccia. Gli rendereste un famoso servizio, e ve lo fareste amico per davvero! – Magari! sospirò Piedipapera, chè [...]

[...] lanternino davanti all’uscio; ma stavolta aveva la faccia di un cane che ha rotta la pentola; non diceva le solite barzellette, e domandava a questo e a [...]

[...] fossa anche degli altri? – E il mio dovere dove lo lasciate? Se li coglievo colla pasta in mano stanotte c’era un bel guadagno per noi, sangue di un [...]

[...] : – Bevetelo un bicchierino, don Michele, che vi farà bene allo stomaco, col sonno che avete perso. Don Michele era di cattivo umore e sbuffava [...]

[...] furbaccio! tanto che ha comprato il debito dei Malavoglia; ed ora lo pagano a bastonate. Don Michele si lasciò tirare a ridere un po’. – Sangue di Giuda [...]

[...] ’Ntoni, a fare penitenza! – Bravo! appoggiò Pizzuto. – Io non me la sarei lasciata passar liscia di certo. Eh? don Michele? Don Michele approvò con un [...]

[...] sulla porta guardando di qua e di là, colla faccia pallida. Lì davanti incontrò pure la Vespa, la quale veniva a vedere se comare Grazia ci avesse un [...]

[...] che andava a ronzare nella sciara, dietro l’orto della Sant’Agata. «Amare la vicina è un gran vantaggio, si vede spesso e non si fa viaggio [...]

[...] subbuglio il paese che un galantuomo non era più sicuro di starsene in casa sua colla sua roba, e quando erano venuti a domandargli se voleva [...]

[...] ! gli gridava Piedipapera nell’orecchio per persuaderlo. – Avete un bel strillare e fare il diavolo per la casa. Vostra nipote è cotta come una pera [...]

[...] spalle nella fossa, rispose padron Fortunato. – Ora bevete un bicchier di vino che è di quello buono – aggiunse la Longa, e questi ceci qui li [...]

[...] vostra nipote è cresciuta, osservò padron Fortunato – e sarebbe tempo di maritarla. – Se il Signore le manda un buon partito noi non vogliamo altro [...]

[...] » – conchiuse padron Fortunato; ad una ragazza come vostra nipote un buon partito non può mancare. Mena stava seduta accanto al giovanotto, com’è [...]

[...] fosse un mulo davanti a un sacco d’orzo! Guarda che ti sei lasciato cascare il vino sui calzoni, Giufà! e mi hai rovinato un vestito nuovo! Padron [...]

[...] ». Quel sabato, verso sera, la Nunziata venne a prendere un pugno di fave per i suoi bambini e disse: – Compare Alfio se ne va domani. Sta levando [...]

[...] all’uscio poco dopo, e aveva la faccia in un certo modo anche lui, e faceva e disfaceva dei nodi alla frusta che teneva in mano. – Sono venuto a [...]

[...] di giorno, compar Alfio? gli domandò Nunziata sulla porta del cortile. – Sì, vado lontano, e quella povera bestia bisogna che si riposi un po [...]

[...] , tanto che potrei andar a governare l’asino di notte, anche al buio; e vi avrei sposata io, comare Mena, chè in cuore vi ci ho da un pezzo, e vi [...]

[...] Giovanni, ora che sto per maritare mia nipote, è meglio che mi diate un colpo di coltello addirittura. – Santo diavolone! gridò compare Tino, mi [...]

[...] Barbara perciò aveva mandato in regalo alla Mena il vaso del basilico, tutto ornato di garofani, e con un bel nastro rosso, che era l’invito di farsi [...]

[...] in furia la veste nuova, chè non se lo aspettava quell’affronto. ’Ntoni ebbe un bel pregarla e scongiurarla di non attaccarsi a quel pelo, e [...]

[...] me ne posso andare! rispondeva Brasi il quale voleva dire le sue barzellette anche lui, e gli seccava che lo lasciavano in un cantuccio come un [...]

[...] gli altri. Allora la cugina Anna finse che le scappasse di mano il boccale, nel quale c’era ancora più di un quartuccio di vino, e cominciò a [...]

[...] gridare: – Allegria! allegria! «Dove ci sono i cocci ci son feste», e il vino che si spande è di buon augurio. – Un altro po’ me lo versava sui calzoni [...]

[...] . Piedipapera dal muro stava guardando un piccolo crocchio di persone che discorrevano fra di loro vicino alla fontana, colla faccia seria come se fosse [...]

[...] quando casca un asino sotto il carico, e tutti si affollano a vedere cos’è stato, talchè anche le donnicciuole guardavano da lontano colla bocca aperta [...]

[...] dal barbiere a farsi dare un bicchierino d’erbabianca. Raccontavano che si era combattuta una gran battaglia di mare, e si erano annegati dei [...]

[...] bastimenti grandi come Aci Trezza, carichi zeppi di soldati; insomma un mondo di cose che parevano quelli che raccontano la storia d’Orlando e dei [...]

[...] ascoltarlo, giocando colle braccia come un predicatore. – Sì, c’erano anche dei siciliani; ce n’erano di tutti i paesi. Del resto, sapete, quando suona [...]

[...] perchè aveva bevuto. – Si chiamava il Re d’Italia, un bastimento come non ce n’erano altri, colla corazza, vuol dire come chi dicesse voi altre [...]

[...] donne che avete il busto, e questo busto fosse di ferro, che potrebbero spararvi addosso una cannonata senza farvi nulla. È andato a fondo in un [...]

[...] momento, e non l’abbiamo visto più, in mezzo al fumo, un fumo come se ci fossero state venti fornaci di mattone, lo sapete? – A Catania c’era un [...]

[...] tutte menzogne stampate! sentenziò don Giammaria. – Dicono che è stato un brutto affare; abbiamo perso una gran battaglia, disse don Silvestro [...]

[...] dappertutto dove vedete un po’ di cristiano, in mezzo al fumo. In terra è tutt’altra cosa. Un bersagliere che tornava con noi a Messina ci diceva [...]

[...] vuole un bicchiere di vino schietto. Quel Pizzuto avvelena la gente colla sua erbabianca, e non va a confessarsene. Certuni la coscienza l’hanno dietro [...]

[...] , perchè dietro ogni soldato ci sta un caporale col fucile carico, e non ha a far altro che star a vedere se il soldato vuol scappare, e se il [...]

[...] soldato vuol scappare il caporale gli tira addosso peggio di un beccafico. – Ah! così va bene! Ma è una bricconata bell’e buona! Tutta la sera si [...]

[...] rise e si bevette nel cortile dei Malavoglia, con un bel chiaro di luna; e sul tardi poi, quando tutti erano stanchi, e ruminavano lentamente le [...]

[...] che nel mare verso Trieste ci era stato un combattimento tra i bastimenti nostri e quelli dei nemici, che nessuno sapeva nemmeno chi fossero, ed [...]

[...] era morta molta gente; chi raccontava la cosa in un modo e chi in un altro, a pezzi e bocconi, masticando le parole. Le vicine venivano colle mani [...]

[...] povera donna cominciava a star sempre sulla porta, come ogni volta che succedeva una disgrazia, voltando la testa di qua e di là, da un capo all’altro [...]

[...] della nuora come un cagnolino. Alcuni gli dicevano: – Andate a Catania che è paese grosso, e qualcosa sapranno dirvi. Nel paese grosso il povero [...]

[...] andasse dal capitano del porto, giacchè le notizie doveva saperle lui. Colà, dopo averlo rimandato per un pezzo da Erode a Pilato, si misero a [...]

[...] sfogliare certi libracci e a cercare col dito sulla lista dei morti. Allorchè arrivarono ad un nome, la Longa che non aveva ben udito, perchè le [...]

[...] – conchiuse l’impiegato, chiudendo il registro. Fu a Lissa; che non lo sapevate ancora? La Longa la portarono a casa su di un carro, e fu malata per alcuni [...]

[...] ogni vento è contrario». – Avete visto padron ’Ntoni? aggiungeva Piedipapera; dopo la disgrazia di suo nipote sembra un gufo tale e quale. – Adesso [...]

[...] quella di tutti gli altri. – Presto compie l’anno! aggiungeva lo zio Crocifisso, quand’era solo a brontolare con compare Tino – e non si è visto un [...]

[...] dirgli di andare adagio; soggiungeva Piedipapera; con un rotolo di pesce se ne comprano dieci di avvocati. Stavolta egli l’aveva rotta sul serio [...]

[...] diceva – Scusatemi, fratello mio, a me mi dispiace più di voi, di cacciarvi fuori dalla vostra casa, ma che volete? sono un povero diavolo [...]

[...] nespolo oramai era di Piedipapera, e loro dovevano sgomberarla; ma almeno nessuno li vedeva colla roba in collo. Quando il vecchio staccava un [...]

[...] chiodo, o toglieva da un cantuccio un deschetto che soleva star lì di casa, faceva una scrollatina di capo. Poi si misero a sedere sui pagliericci [...]

[...] ch’erano ammonticchiati nel mezzo della camera, per riposarsi un po’, e guardavano di qua e di là se avessero dimenticato qualche cosa; però il nonno [...]

[...] sfasciate, e in un canto il nespolo, e la vite in pampini sull’uscio. – Andiamo via! diceva egli. Andiamo via, ragazzi. Tanto, oggi o domani!... e non [...]

[...] chiodi e un bel pezzo di legno. Lo zio Crocifisso era venuto a dare un’occhiata insieme a Piedipapera, e parlavano a voce alta nelle stanze [...]

[...] al collo. Lo sapete che sono un povero diavolo, e cinquecento lire mi fanno! Se voi foste stato ricco ve l’avrei venduta a voi. – Ma padron ’Ntoni [...]

[...] vuole un travicello nuovo, qui c’è da rifare l’imposta, – come se fossero i padroni; e dicevano anche che si doveva imbiancarla per farla sembrare [...]

[...] tutt’altra. Lo zio Crocifisso andava scopando coi piedi la paglia e i cocci, e raccolse anche da terra un pezzo di cappello che era stato di [...]

[...] voleva la Mena, che gliel’avevano promessa, come fa un ragazzo davanti alle baracche dei balocchi alla fiera. – Ti pare che io l’abbia rubata la tua [...]

[...] stessa, senza dir nulla. Adesso aveva tanto da fare nella casa nuova, dove bisognava mettere ogni cosa a un altro posto, e non si vedeva più il [...]

[...] ? Se ti mariti, vuol dire che fai casa da te, e quel che guadagni, lo guadagni per la tua casa. «Cento mani Dio benedisse, ma non tutte in un [...]

[...] non sapeva che fare, perchè Barbara lo teneva invischiato come un passerotto, con quegli occhioni neri, e gli diceva poi: – Vuol dire che a me non [...]

[...] sua porta come un cane, e le avrebbe fatto perdere la fortuna, se mai qualcun altro avesse avuto l’intenzione di passare di là per lei. – Orbè [...]

[...] un momento all’altro, e non è bene che mi trovi qui con voi. – Sì, sì, è vero; ora che ci hanno tolto la casa del nespolo non è giusto. Egli [...]

[...] ci mise una pietra su quel che era stato, e se ne tornò a remare come un galeotto, che già quella era una vera galera, dal lunedì al sabato, ed [...]

[...] egli era stanco di rompersi l’anima per niente, perchè quando non si ha nulla è inutile arrabbattarsi da mattina a sera, e non trovate un cane che [...]

[...] ? gli domandava. – Nulla ho. Ho che sono un povero diavolo. – E che vuoi farci se sei un povero diavolo? Bisogna vivere come siamo nati. Egli [...]

[...] si lasciava caricare svogliatamente degli attrezzi meglio di un asino, e lungo la giornata non apriva bocca che per bestemmiare o brontolare: «Chi [...]

[...] se vedeva passare qualche povera donnicciuola, che tornava dalla città, curva sotto il carico come un asino stanco, e andava lamentandosi per via [...]

[...] era cattivo, e voleva inghiottirseli in un boccone, loro, la Provvidenza e ogni cosa, quel ragazzo aveva il cuore più grande del mare. Il sangue [...]

[...] come un cefalo in amore. La Provvidenza si avventurava spesso al largo, così vecchia e rattoppata com’era, per amore di quel po’ di pesca, ora che nel [...]

[...] tutto irto di punte nere al levante, si vedeva sempre la vela della Provvidenza come un fazzoletto da naso, lontano lontano nel mare color di piombo [...]

[...] aperto bocca – Un quintale, o un quintale e venticinque – che non si sarebbe sbagliato di un rotolo; e poi se ne parlava tutta la sera, mentre le [...]

[...] volta è bianco, e poi nero come la sciara, e non è sempre di un colore come dell’acqua che è? chiese Alessi. – È la volontà di Dio, rispose il [...]

[...] , allora era un altro par di maniche, e ’Ntoni non aveva voglia di cantare, col cappuccio sul naso, e gli toccava vuotare dall’acqua la Provvidenza che [...]

[...] diceva ’Ntoni. Non era meglio restarci in letto un altro par d’ore? – «Acqua di cielo, e sardelle alle reti!» rispondeva il vecchio. ’Ntoni si dava [...]

[...] donna Rosolina, e i lumi delle case ammiccavano ad uno ad uno dietro i fariglioni neri, e pareva che si chiamassero l’un l’altro, padron ’Ntoni [...]

[...] denari. Ma a quel giuoco da disperati si arrischiava la vita per qualche rotolo di pesce, e una volta i Malavoglia furono a un pelo di rimettercela [...]

[...] sempre la sbarra a greco, Alessi, ordinò il nonno, fra mezz’ora non ci si vedrà più peggio di essere in un forno. – Con questa brutta sera e [...]

[...] . Tutt’a un tratto si era fatto oscuro che non ci si vedeva più neanche a bestemmiare. Soltanto le onde, quando passavano vicino alla Provvidenza [...]

[...] . – Ho in testa, disse a un tratto ’Ntoni, che stasera dovremo dare al diavolo la pesca che abbiamo fatta. – Taci! gli disse il nonno, e la sua [...]

[...] monte, sopra Trezza, e arrivò un’ondata che non si era vista da dove fosse venuta, la quale fece scricchiolare la Provvidenza come un sacco di [...]

[...] come un gatto all’antenna, e ritto sulla sponda per far di contrappeso, si lasciò spenzolare sul mare che gli urlava sotto e se lo voleva mangiare [...]

[...] e ogni cosa, e facevano piegare la barca tutta di un lato, che dentro ci avevano l’acqua sino ai ginocchi. – Taglia! taglia! ripeteva il nonno [...]

[...] col coltello fra i denti. Taci o ti assesto una pedata! – Fatti la croce, e taci! ripetè il nonno. Sicchè il ragazzo non osò fiatare più. Ad un [...]

[...] tratto la vela cadde tutta di un pezzo, tanto era tesa, e ’Ntoni la raccolse in un lampo e l’ammainò stretta. – Il mestiere lo sai come tuo padre [...]

[...] , gli disse il nonno, e sei Malavoglia anche tu. La barca si raddrizzò e fece prima un gran salto; poi seguitò a far capriole sulle onde. – Dà qua [...]

[...] il timone; ora ci vuole la mano ferma! disse padron ’Ntoni; e malgrado che il ragazzo ci si fosse aggrappato come un gatto anche lui, arrivavano [...]

[...] ritto contro la pedagna, ci dava l’anima sui remi come poteva anche lui. – Tienti fermo! gli gridò il nonno che appena si sentiva da un capo all’altro [...]

[...] un altro bel pezzo, col fiato ai denti dalla stanchezza. – Nelle mani di Dio, rispose il nonno. – Allora lasciatemi piangere, esclamò Alessi che [...]

[...] . – Hai un bel cantare, ma nessuno ti sente, ed è meglio starti cheto, gli disse infine il fratello con la voce mutata che non si conosceva più [...]

[...] sulla cima delle onde, piegata da un lato come un uccello ferito. I Malavoglia si tenevano tutti da un lato, afferrati alla sponda; in quel momento [...]

[...] dicono il rosario per noi. E non aggiunsero altro, correndo col vento e colle onde, nella notte che era venuta tutt’a un tratto nera come la pece [...]

[...] coltello. – Taglia, taglia, presto. In questo momento s’udì uno schianto; la Provvidenza, che prima si era curvata su di un fianco, si rilevò come una [...]

[...] molla, e per poco non sbalzò tutti in mare; l’antenna insieme alla vela cadde sulla barca, rotta come un filo di paglia. Allora si udì una voce [...]

[...] rilinghe della vela, la quale era caduta coll’antenna sulla barca e copriva ogni cosa. Ad un tratto un colpo di vento la strappò netta e se la [...]

[...] rizzarono in capo, come fossero vivi, ai due fratelli. La notte era così nera che non si vedeva da un capo all’altro della Provvidenza, tanto che Alessi [...]

[...] spaccarsi come un guscio di noce sullo scoglio dei colombi, sotto la guardiola della dogana. La barca saltò come un puledro sullo scoglio, e venne a [...]

[...] battè giusto sulla faccia a ’Ntoni peggio di un colpo di frusta, ma in quel momento gli parve meglio di una carezza. – A me! a me! gridò [...]

[...] . Ma dopo un paio d’ore arrivò correndo don Michele, Rocco Spatu, Vanni Pizzuto, e tutti gli sfaccendati che erano all’osteria quando giunse la [...]

[...] petto, lo videro arrivare in tal modo, disteso sulla scala, e colla faccia bianca, come un morto. – Niente! niente! – andava assicurando don [...]

[...] quella occasione si mette un sasso su ogni quistione, ed era venuta anche la Locca, la quale andava sempre dove c’era folla, quando sentiva del [...]

[...] Zuppidda, un giorno o l’altro se la vede tornare a casa vedova, e cogli orfani per giunta, chè se non fosse stato per don Michele, dei Malavoglia [...]

[...] don Michele, a mo’ d’esempio, il quale era grasso e grosso meglio di un canonico, e andava sempre vestito di panno, e si mangiava mezzo paese, e [...]

[...] questa casa arrivano di notte? osservò padron Cipolla, uscendo dalla casa con don Franco e compare Tino. – Per buscarsi un pezzo di pane, poveretti [...]

[...] che la Lia si rompeva le mascelle dallo sbadigliare, pel gran sonno. Nella casa c’era un silenzio di malaugurio, sicchè i carri passando per la [...]

[...] tutti i suoi ad uno ad uno, cogli occhi spenti, e domandava cosa aveva detto il medico. ’Ntoni era accanto al capezzale e piangeva come un ragazzo [...]

[...] l’un l’altro i guai vi parranno meno gravi. Ora ’Ntoni è grande, e presto Alessi sarà in grado di aiutarvi anche lui. – Non dite così [...]

[...] mestiere che faceva suo padre, e che sia un buon figliuolo; e voglio dirti anche che quando avrete maritato pure la Lia, se fate dei risparmi [...]

[...] serio come fosse già un uomo. Le donne credevano che il malato avesse il delirio, udendolo chiacchierare e chiacchierare, e gli mettevano delle pezze [...]

[...] cominciavano ad udirsi i pescatori che si chiamavano da un uscio all’altro, e i carri cominciavano a passare di nuovo per la via. – Fra due ore sarà giorno [...]

[...] borbottava fra i denti, e mastro Cirino gli metteva il cero sotto il naso al malato, giallo e stecchito come un altro cero anche lui. – E’ sembra il [...]

[...] li ammazzo! Le comari aspettavano sulla porta per veder passare il morto, che dovevano venirselo a prendere da un momento all’altro. – Poveretto [...]

[...] danno di tutti, perchè è la colonna della casa, – rispose la cugina Anna. Quel cetriolo di ’Ntoni ora non è più un ragazzo. – Ma tutte si strinsero [...]

[...] tutti gli stivaloni, per salvare la vita ai Malavoglia, vi par poco? tre persone! ed era stato a un pelo di lasciarci il cuoio anche lui, tanto che [...]

[...] stringendosi nelle spalle. A me non me ne importa un corno. Quelli che stavano a sentire, Piedipapera e Rocco Spatu, si scompisciavano dalle risa [...]

[...] occhi spenti; ma egli era inquieto, e muoveva le labbra di qua e di là, come fa delle orecchie un cane da caccia che sente la pedata. – Sono amici [...]

[...] , non temete – aggiunse don Silvestro sghignazzando. – Sono compare Tino, e Rocco Spatu, aggiunse il cieco dopo essere stato attento un altro po [...]

[...] andava all’osteria a far quattro chiacchiere, giacchè non ci aveva un soldo in tasca, e raccontava a questo e a quello come avevano visto la morte [...]

[...] Michele giurava e spergiurava che non era vero, e spesso la sera, quando l’osteria era già chiusa, si udiva un casa del diavolo dietro la porta [...]

[...] si fosse tolto così un altro cane da quell’osso della Santuzza, metteva buone parole e cercava di rappattumarli, che nessuno ci capiva più nulla [...]

[...] dalla collera, e andava a pregare don Michele come un santo, nel posto delle guardie, o nella bottega di Pizzuto, perchè la finisse quella lite con la [...]

[...] appuntava i piedi in terra come un mulo, e diceva di no. E chi era là presente, a godersi la scena, osservava che massaro Filippo faceva una bella [...]

[...] Santuzza allora un bel giorno si mise la mantellina e andò a confessarsi, sebbene fosse lunedì, e l’osteria fosse piena di gente. La Santuzza [...]

[...] . – Amici un corno! rispondeva don Giammaria. Con quelli che ci hanno levato il pan di bocca? Io ho fatto il debito mio. Io non ho bisogno di loro [...]

[...] Crocifisso, il quale ci aveva la testa più dura di un mulo. – Non lo vede che ha i piedi nella fossa? diceva. Che vuol portarsi anche questo [...]

[...] uccellarli. Già si sapeva che razza di civetta fosse la Barbara; ma faceva specie che ci cascasse anche uno come don Silvestro, il quale sembrava un [...]

[...] uomo di proposito, e nessuno si sarebbe aspettato da lui un tradimento simile; invece poi andava a cercarsi i guai con la Zuppidda e con don Michele [...]

[...] , mentre ci aveva la sorte in mano e se la lasciava scappare. – Al giorno d’oggi per conoscere un uomo bisogna mangiare sette salme di sale [...]

[...] un peccato che non poteva dire a suo fratello, e tanto fece che incontrò per caso don Silvestro, giusto mentre tornava dalla vigna. – Oh! beato [...]

[...] , donna Rosolina, «chi ha bocca mangia, e chi non mangia se ne muore». – E non si dice pure quel che si dice di voi, che siete un truffatore! seguitò [...]

[...] un bel prepotente! gli diceva don Franco accarezzandolo sulle spalle. – Un vero feudatario! Siete l’uomo fatale, mandato in terra per provare come [...]

[...] nonno ora stava meglio, e lo mettevano sull’uscio, al sole, avvolto nel tabarro, e col fazzoletto in testa, che sembrava un morto risuscitato [...]

[...] , tanto che la gente andava a vederlo per curiosità; ed il poveraccio chinava il capo a questo e a quello, come un pappagallo, e sorrideva, tutto contento [...]

[...] messo un gran rimescolìo nel sangue e nella testa, ed ora le pareva di non averci più davanti agli occhi quei due poveretti che erano morti, e [...]

[...] la Zuppidda; che se non danno il naso per terra son sempre vivi! La Longa aveva pure messo sulla porta un panchettino, e vendeva arancie, noci [...]

[...] , e messo un po’ di denaro nel canterano. – Facciamo come le formiche, diceva padron ’Ntoni; e ogni giorno contava i denari, e andava a [...]

[...] un mare di pennacchi bianchi, e poi correva dietro allo zio Crocifisso, per dirgli cento volte, – Sapete, zio Crocifisso, se giungiamo a metterli [...]

[...] . – Io se fossi in voi, gli darei Alfio Mosca, che è un buon ragazzo, onesto e laborioso; e cerca moglie di qua e di là, non ha altro difetto. Ora [...]

[...] cosa, eh? Che direste voi se la vostra casa la vendessi a un altro? Piedipapera il quale era sempre lì per la piazza, appena c’erano due che [...]

[...] di rubargli il figlio, poveretto! E correva per la strada come un pazzo. – Mi raccomando, non dite che li ho visti io! gridava Piedipapera [...]

[...] andandogli dietro. Non voglio mettermi in bocca a quella vipera di vostra nipote. Lo zio Crocifisso in un attimo mise sottosopra tutto il paese, che voleva [...]

[...] l’un l’altro? rispondeva padron ’Ntoni. – Oramai pochi ce ne mancano. E allora si mettevano in un cantuccio a confabulare colla Longa, e guardavano [...]

[...] donne sedute sulla soglia a pestare i mattoni; e davanti a ogni porta c’era una fila di barilotti, che un cristiano si ricreava il naso a passare per [...]

[...] la strada, e un miglio prima di arrivare in paese si sentiva che San Francesco ci aveva mandata la provvidenza; non si parlava d’altro che di [...]

[...] repubblica! – La gente gli voltava le spalle, e lo piantava lì a strepitare come un pazzo. Da che il mondo è mondo le acciughe si son fatte col [...]

[...] Vespa? corre a nascondersi di qua e di là come un ragazzaccio. Stanotte ha dormito nella sagrestia; e ieri mia sorella dovette mandargli un piatto [...]

[...] Malavoglia! altro bell’uomo nuovo! Suo nonno e tutti gli altri sudano e si affannano per tirarsi su un’altra volta; e lui, quando può scappare con un [...]

[...] . – Quello è un uomo che ha stomaco, e se ha da dire qualche cosa ce la chiude dentro e non parla più. Tutto il paese sa che ha truffato le [...]

[...] venticinque onze a donna Rosolina, ma nessuno va a dirglielo in faccia, a un uomo come quello! Tu poi sarai sempre uno sciocco che non saprai fare gli [...]

[...] affari tuoi; uno di quei grulli che abbaiano alla luna! un chiacchierone! – Ma infine cosa ho detto? piagnucolava lo speziale andandole dietro per [...]

[...] , diceva: – E un altro! Questi a Ognissanti son tutti danari. ’Ntoni allora rideva, che pareva padron Fortunato quando gli parlavano della roba degli [...]

[...] nel cortile. – Chi deve mangiarsi queste sardelle qui, cominciava la cugina Anna, deve essere il figlio di un re di corona, bello come il sole [...]

[...] , il quale camminerà un anno, un mese e un giorno, col suo cavallo bianco; finchè arriverà a una fontana incantata di latte e di miele; dove [...]

[...] fontana empiendo la brocca; e il figlio del re, col bere che farà nel ditale di Mara, si innamorerà di lei; e camminerà ancora un anno, un mese e un [...]

[...] vorrei andarci col figlio del re, se non dovessi tornare più. – La vostra figlia non ha un soldo di dote, perciò il figlio del re non verrà a [...]

[...] , ragazzo mio! Qualcosa che non c’era prima. «Chi va coi zoppi, all’anno zoppica». – C’è che sono un povero diavolo! ecco cosa c’è! – Bè! che [...]

[...] partorito, se oggi dovevi parlare in tal modo. ’Ntoni per un po’ non seppe che dire: – Ebbene! esclamò poi, lo faccio per lei, per voi, e per [...]

[...] tutti. Voglio farla ricca, mia madre! ecco cosa voglio. Adesso ci arrabbattiamo colla casa e colla dote di Mena; poi crescerà Lia, e un po’ che le [...]

[...] la testa sul petto. – Tu sei un ragazzo, e non lo sai!... non lo sai!... Vedrai cos’è quando non potrai più dormire nel tuo letto; e il sole non [...]

[...] farcelo, e non vogliono andarsene. – Io non sono una passera. Io non sono una bestia come loro! rispondeva ’Ntoni. Io non voglio vivere come un cane [...]

[...] alla catena, come l’asino di compare Alfio, o come un mulo da bindolo, sempre a girar la ruota; io non voglio morir di fame in un cantuccio, o [...]

[...] come uno zingaro. In conclusione ’Ntoni si mise a piangere come un bambino, perchè in fondo quel ragazzo il cuore ce l’aveva buono come il pane; ma [...]

[...] ora se n’erano già andati da un pezzo; ma gli pareva che non avessero a far altro che andar gironi pel mondo, da un’osteria all’altra, a [...]

[...] lasciavano andare a girandolare come un cagnaccio, senza un soldo in tasca. – Che hai, ’Ntoni? gli diceva la Longa guardandolo timidamente nel viso [...]

[...] come l’asino di compare Mosca, che quando non ne può più di tirar la carretta lo butteranno a crepare in un fosso. Siete contenta ora? Ma non [...]

[...] partenza, chè la madre lo covava cogli occhi, quando lo vedeva un po’ triste, seduto sulla soglia dell’uscio; e la povera donna era davvero così pallida [...]

[...] come quello del suocero, che stringeva il cuore. Ma non sapeva che doveva partire anche lei quando meno se lo aspettava, per un viaggio nel quale [...]

[...] come un voto della Madonna, e colle occhiaie nere; talchè la Mena che era sola in casa, si mise a piangere al solo vederla, e la Lia corse a [...]

[...] più. La Lia piangeva in modo da spezzare il cuore; e tutti gli altri, bianchi come un cencio, si guardavano in faccia quasi chiedendosi aiuto l’un [...]

[...] voleva alzare la mano, che non la poteva più muovere, per benedirli, come se sapesse di lasciar loro un tesoro. – ’Ntoni! ripeteva, colla voce che [...]

[...] il viso disfatto e affilato al pari di un coltello, e le labbra nere. Ma pure Mena non si stancava di baciarla nella bocca, e parlarle, come se [...]

[...] levò più davanti agli occhi, la sua mamma, con quei capelli bianchi, e quel viso giallo e affilato come un coltello, nemmeno quando arrivò ad avere [...]

[...] sono repubblicano! Se fossi un impiegato, o qualcuno di quelli che fanno i tirapiedi al Governo, non direi!... – Ma i Malavoglia rimasero soli [...]

[...] , davanti a quel lettuccio vuoto. Per un pezzo non aprirono più l’uscio, dopo che n’era uscita la Longa. Fortuna che ci avevano in casa le fave, la legna e [...]

[...] occhi lustri, e correvano a chiudersi in casa. Nel paese era un gran squallore, e per le strade non si vedevano nemmeno le galline; persino [...]

[...] anche lei. Alla povera Mena pareva che tutt’a un tratto le fossero caduti venti anni sulla schiena. Adesso faceva colla Lia come la Longa aveva fatto [...]

[...] rimboccata, e un ragazzo scalzo che suonava il campanello, perchè mastro Cirino non si vedeva più. Quel campanello, nelle strade deserte, dove non passava [...]

[...] nemmeno un cane, e perfino don Franco teneva chiusa metà della sua porta, faceva stringere il cuore. La sola persona che si vedesse andare di qua e [...]

[...] tanto stento ne restarono appena la metà, tornò a dire che così non poteva durare, a quella vita di fare e disfare; che era meglio di tentare un colpo [...]

[...] mamma mi sento come un pesce fuori dell’acqua, e non m’importa più di niente. Ma mi dispiace per quell’orfanella che resta senza nessuno al mondo [...]

[...] avuti accanto i suoi di casa per dirgli come doveva fare, o per disperarsi insieme; e gli diede anche un po’ di denaro, caso mai ne avesse bisogno [...]

[...] preparativi della partenza, gli andavano dietro pian piano per la casa, e non osavano dirgli più nulla, come fosse diggià un estraneo. – Così [...]

[...] sulle spalle, e le scarpe in mano, come all’ultimo momento gli fossero venute meno il cuore e le gambe tutt’a un tratto. E guardava di qua e di là [...]

[...] sino alla città, e la Mena in un cantuccio piangeva cheta cheta. – Via! diceva ’Ntoni, orsù, via! Vado per tornare alla fin fine! e sono tornato [...]

[...] , e fece un saluto colla mano. Mena allora chiuse l’uscio, e andò a sedersi in un angolo insieme alla Lia, la quale piangeva a voce alta. – Ora ne [...]

[...] manca un altro della casa! disse lei. E se fossimo nella casa del nespolo parrebbe vuota come una chiesa. Come se ne andavano ad uno ad uno tutti [...]

[...] quelli che le volevano bene, ella si sentiva davvero un pesce fuori dell’acqua. E la Nunziata, là presente, colle sue piccine in collo, tornava a [...]

[...] giorni colla Vespa, che pareva avesse ad andarsene da un momento all’altro, ma poi non è morto! Però, quel che i Malavoglia guadagnavano non bastava [...]

[...] un pezzo, col cuore stretto, si decise a parlare colla Mena di quel che doveva farsi oramai. Ella era giudiziosa come sua madre, e non c’era altri [...]

[...] sempre bisogno che ci spendessero dei denari per metterle delle toppe, e farla stare a galla. Più tardi, se tornava ’Ntoni e spirava un po’ di [...]

[...] Provvidenza per un pezzo di pane; perchè egli, Piedipapera, gli faceva fare quello che voleva lui allo zio Crocifisso. Infatti, quando gliene parlò [...]

[...] parlargli nell’orecchio. – Sì, siete una bestia se vi lasciate scappare quell’occasione! per un pezzo di pane! padron ’Ntoni la vende proprio [...]

[...] , come se fosse nuova. Padron ’Ntoni se ne intendeva quando l’aveva fatta fare. Questo è un affare d’oro, come quello dei lupini; sentite a me! Ma [...]

[...] , senza darle salario, e vi prenderete anche la chiusa. Sentite a me, zio Crocifisso, questo è un altro affare come quello dei lupini! Padron ’Ntoni [...]

[...] d’accordo. – Benone! – diceva a padron ’Ntoni; e allo zio Crocifisso: – Per un pezzo di pane! – così combinò anche la vendita di tutti gli attrezzi, chè i [...]

[...] un affar d’oro, sentite a me, padron Fortunato. Padron Fortunato, preso così in quel momento, non seppe dir di no; ma dopo che ebbero tirato e [...]

[...] stiracchiato un po’ sul prezzo; giacchè i tempi erano magri, gli uomini non avevano da lavorare, padron Cipolla faceva proprio un atto di carità a [...]

[...] venire il pensiero di maritarlo, e correva dietro a tutte le donne come un gatto in gennaio, ch’era una sollecitudine continua pel povero padre. Ora [...]

[...] se lo mangiavano di nascosto. Ma se Brasi si fermava a guardarla come un bietolone, gli voltava le spalle, col mento sul petto, tutta rossa, e gli [...]

[...] egli forse vi sarebbe morto; ma i denari ricominciavano a raggranellarsi, e i suoi ragazzi ci sarebbero tornati un giorno, ora che Alessi [...]

[...] cominciava a farsi uomo anche lui, ed era un buon figliuolo della pasta dei Malavoglia. Quando poi avrebbero maritato le ragazze e ricomperata la casa, se [...]

[...] all’osteria da un lunedì all’altro, per smaltire il malumore che gli aveva ficcato in corpo quella civetta della Mangiacarrubbe. – Ogni male non [...]

[...] vecchio dopo un pezzetto. Doveva saperlo che son vecchio, e se muoio io quei ragazzi non hanno più nessuno. – Se compreremo la casa del nespolo [...]

[...] aveva quella sorta di madre che sapete, e Rocco Spatu, il quale ce l’aveva alla taverna l’animo. Ma per fortuna delle donnicciuole, tutt’a un [...]

[...] tratto, si venne a sapere che era tornato ’Ntoni di padron ’Ntoni, di notte, con un bastimento catanese, e che si vergognava di farsi vedere senza [...]

[...] ricchezze che ha portato ’Ntoni di padron ’Ntoni? – E quelli che ci avevano messo un po’ di tempo a fare il fagotto, colle scarpe e le camicie, prima di [...]

[...] avventurarsi a quella minchioneria di lasciare il paese, si tenevano la pancia dal ridere. Quando uno non riesce ad acchiappare la fortuna è un [...]

[...] quelli che non hanno niente stanno a guardare a bocca aperta i ricchi e i fortunati, e lavorano per loro, come l’asino di compare Mosca, per un [...]

[...] che bisognava dare un calcio al mondo come era fatto adesso, e rifarlo da capo. Anche lui, colla sua barbona, che predicava di cominciar da capo [...]

[...] braccia e la schiena tutto il giorno, e arrischiare la pelle, e morir di fame, e non aver mai un giorno da sdraiarsi al sole come l’asino di [...]

[...] Mosca. Un ladro di mestiere che si mangiava l’anima, per la madonna! e ne aveva fino al naso, che preferiva fare come Rocco Spatu, il quale almeno non [...]

[...] che di pescare un marito il quale lavori peggio di un cane per dar loro da mangiare, e comprarle dei fazzoletti di seta, quando si mettono sull’uscio [...]

[...] , che son vecchio. Cosa vuoi fare? Nulla voleva fare, lui! Che gliene importava della barca e della casa? Poi veniva un’altra malannata, un altro [...]

[...] colèra, un altro guaio, e si mangiava la casa e la barca, e si tornava di nuovo a fare come le formiche. Bella cosa! E poi quando si aveva la casa e [...]

[...] perchè il nonno ve lo conduceva, e non gli bastava ancora l’anima di dir di no. Ma quando il soprastante gli stava addosso come un cane, e gli [...]

[...] , e rifare le maglie delle reti, seduto sulla riva, colle gambe distese, e la schiena appoggiata ai sassi; che allora se pure stava un momento colle [...]

[...] Spatu. – A me non me ne importa; perchè chi si fida di quelle canaglie di femmine, è un porco. Per me la mia innamorata è la Santuzza, che mi fa [...]

[...] ! esclamò ’Ntoni. – Brasi Cipolla, da qui a cent’anni che muore suo padre, se Dio vuole, sarà ricco come un maiale, disse Spatu. – Adesso suo padre fa il [...]

[...] mortaio. Il solo che ne capisse qualche cosa era ’Ntoni, che aveva visto il mondo, e aveva aperto un po’ gli occhi come i gattini; da soldato gli [...]

[...] speziale, il quale era un buon diavolaccio con tutti, e non aveva pel capo i fumi di sua moglie, la quale lo sgridava – O tu perchè t’immischi [...]

[...] dalla testa». Anch’io sarei come voi, se non avessi studiato, e non avessi quel mestiere da guadagnarmi il pane. Infatti dicevano che era un bel [...]

[...] le altre», e quei soldi che abbiamo messo insieme con tanto stento se ne anderanno in fumo. «Per un pescatore si perde la barca», e allora che [...]

[...] vecchio, e tuo fratello che è ancora un ragazzo, ci siamo tirati su dal fosso. Ora se tu volessi aiutarci, torneremo ad essere quelli che eravamo, se [...]

[...] tutto, si rincantucciavano, appena lo sentivano venire, come ei fosse un estraneo, o quasi avessero paura di lui; e il nonno, col rosario in mano [...]

[...] cui non aveva nulla da fare, e non finiva più. Oramai non era un ragazzo per passare il tempo ad andare per le ginestre nella sciara, cantando [...]

[...] come suo fratello Alessi e la Nunziata, o a spazzare la casa come Mena, e nemmeno un vecchio come il nonno per divertirsi ad accomodare i barilotti [...]

[...] toccargli il cuore, l’aveva tirato nell’angolo della cameruccia, ad usci chiusi, perchè non udissero i vicini, e gli diceva piangendo come un [...]

[...] ? – ’Ntoni piangeva come un vitello slattato, e diceva che voleva morire anche lui; ma poi adagio adagio tornava all’osteria, e la notte, invece di [...]

[...] sfogarsi collo speziale e con altri di quelli che avevano un po’ di tempo per chiacchierare dell’ingiustizia sacrosanta che ci è a questo mondo in [...]

[...] ; ma adesso era libero di fare quello che gli pareva e piaceva, e aveva un po’ dimenticato come si cacciano insieme le parole nello scritto. Poi [...]

[...] tutte quelle chiacchiere stampate non gli mettevano un soldo in tasca. Che gliene importava a lui? Don Franco glielo spiegava lui perchè avrebbe [...]

[...] volesse ammazzare don Michele, dovrebbe ammazzarlo per qualche altra cosa; chè gli vuol rubare la sorella; ma ’Ntoni è peggio d’un maiale, tanto che [...]

[...] da soldato; e gli metteva in serbo sotto il banco tutti i piatti coi resti che lasciavano gli avventori; e un po’ di qua un po’ di là gli riempiva [...]

[...] , contro di lui, che viveva alle spalle di sua figlia, come un canonico; la Santuzza rispondeva che era la padrona, se voleva far vivere alle sue [...]

[...] spalle ’Ntoni Malavoglia, grasso come un canonico; segno che ci aveva il suo piacere, e non aveva più bisogno di nessuno. – Sì, sì! brontolava lo [...]

[...] zio Santoro, quando poteva chiapparla un momento a quattr’occhi. Di don Michele ne hai sempre bisogno. Massaro Filippo m’ha detto dieci volte che è [...]

[...] voleva perdonare a don Michele quella partaccia che gli aveva fatta colla Zuppidda, dopo tanto tempo ch’era stato trattato come un canonico [...]

[...] sotto le finestre di lui tutti coloro cui lo zio Crocifisso non voleva prestare più un soldo, coi cocci, e le pentole fesse, i campanacci del beccaio [...]

[...] e gli zufoli di canna, a fare il baccano e un casa del diavolo sino a mezzanotte, talchè la Vespa l’indomani s’alzò più verde del solito, e se la [...]

[...] . La gente gli rideva sul muso allo zio Crocifisso, come lo vide sposo sulla piazza, vestito di nuovo, e giallo come un morto, dalla paura che gli [...]

[...] moglie gli piantava le unghie sulla faccia, e gli gridava che voleva aver le chiavi lei, e non voleva star sempre a desiderare un pezzo di pane e un [...]

[...] che Brasi Cipolla s’era lasciato rubare dalla Mangiacarrubbe, come un bietolone, e padron Fortunato li andava cercando per la sciara, e pel [...]

[...] guardato in faccia un cristiano, fosse giovane e bello come ’Ntoni Malavoglia o Vanni Pizzuto, per tutto l’oro del mondo; mentre gli uomini le [...]

[...] mestiere lo faceva dove era grasso, e ci mangiava e beveva, che era un piacere a vederlo. Ora portava la testa alta, e se la rideva se il nonno gli [...]

[...] famosa barca di san Pietro, colla quale si guadagnava di rompersi le braccia tutti i giorni per un rotolo di pesce, o per la casa del nespolo, nella [...]

[...] quale si sarebbe andati a crepare allegramente di fame! tanto lui un soldo non l’avrebbe voluto; povero diavolo per povero diavolo, preferiva godersi [...]

[...] un po’ di riposo, finchè era giovane, e non abbaiava la notte come il nonno. Il sole c’era lì per tutti, e l’ombra degli ulivi per mettersi al [...]

[...] testa bassa e tutto curvo; e piangeva come un fanciullo nel dir così, tirandolo per la manica dietro la stalla della Santuzza, perchè nessuno li [...]

[...] sembrate un arco di violino, e sino a vecchio avete fatto sempre la stessa vita! Ora che ne avete? Voi altri non conoscete il mondo, e siete come i [...]

[...] dorso curvo, chè le parole amare del nipote l’avevano schiacciato peggio di un pezzo di scoglio piombatogli sulla schiena. Adesso non aveva più [...]

[...] colle rose, o insieme alla Nunziata, e alla cugina Anna, quando esse facevano la carità di venire a cianciare un po’; giacchè la cugina Anna ci [...]

[...] , comare Malavoglia! Nessuno le aveva detto questo; perciò ella si faceva rossa come un pomodoro. – Come va che non vi siete maritata ancora? le [...]

[...] sulla sciabola. Vorrei pigliare un terno al lotto, vorrei pigliare, comare Lia! per farvi vedere cosa son capace di fare! Alle volte don Michele [...]

[...] musica, vestita bene, come m’intendo io. Con un bel fazzoletto di seta in testa, e la collana d’ambra. Qui par di stare in mezzo ai porci, parola mia [...]

[...] fuori in gran mistero un bel fazzoletto giallo e rosso, colla sua brava carta, che l’aveva avuto da un contrabbando, e voleva regalarlo a comare Lia [...]

[...] di don Michele, Lia correva a ficcarsi in casa, per paura che volesse darle il fazzoletto. Don Michele aveva un bel passare e ripassare, e far [...]

[...] brontolare la Zuppidda colla schiuma alla bocca, e aveva un bell’allungare il collo dentro l’uscio dei Malavoglia, che non vedeva più nessuno, talchè [...]

[...] saper che fare. – Voi non l’avete voluto il fazzoletto di seta, comare Lia, diss’egli alla ragazza, la quale s’era fatta rossa come un papavero, ma [...]

[...] fratello ’Ntoni. Io vi sono amico e chiudo gli occhi; ma quando verrà qui un altro brigadiere in vece mia, vorrà sapere che cosa va a fare vostro [...]

[...] l’imbrunire, come se andassero a pescar pipistrelli. Ditegli questo, comare Mena, e ditegli pure che chi gli dà quest’avvertimento è un amico il quale [...]

[...] vostro fratello patisca qualche guaio. No! non vorrei incontrarlo di notte in qualche brutto posto, nemmeno per acchiappare un contrabbando di mille [...]

[...] saperle. Al nonno non diceva nulla per non dargli quest’altro crepacuore; ma a ’Ntoni, quando lo vedeva un po’ calmo, che si metteva a sedere [...]

[...] uomini segnati guàrdatene!». – Chi te l’ha detto? domandava ’Ntoni saltando su come un diavolo. Dimmi chi te l’ha detto? – Don Michele me l’ha detto [...]

[...] ! rispondeva lei colle lagrime agli occhi. M’ha detto di guardarti di Piedipapera, che per acchiappare un contrabbando bisogna dar la parte ad uno [...]

[...] di lui dopo l’affare della Santuzza, la quale l’aveva messo fuori della porta come un cane rognoso. Alla fin fine egli non aveva paura di don [...]

[...] buscarsi come poteva un pezzo di dodici tarì. E quell’altra prepotenza che per sbarcare la roba di fuori regno, bisognava pagare il dazio, come fosse [...]

[...] difendeva, se suo fratello diceva corna del Governo e dei mangiapane, e rispondeva: – Dei mangiapane come don Silvestro sì! che si mangiano un paese [...]

[...] si guadagnano la loro giornata, e poi sono a spasso tutto il giorno; tale e quale come don Michele il quale sembra un uccellaccio perdigiorno [...]

[...] , sempre là per i piedi, dacchè non va più a scaldare le panche della Santuzza. – Per questo ce l’ha con me, entrava a dire ’Ntoni; è arrabbiato come un [...]

[...] di ’Ntoni Malavoglia? Non vedi che ti mangia tutta la roba senza frutto? Tu lo ingrassi meglio di un maiale, e poi va a fare il cascamorto colla [...]

[...] lascia un momento da dirti una barzelletta. – Oppure: – Così lacero e sudicio è una porcheria avercelo per la bettola; che sembra tutta una stalla [...]

[...] un soldo se te lo doveva, quando era segnato col carbone sul muro. Ora che non c’è più lui, non viene nemmeno massaro Filippo. L’altra volta è [...]

[...] occhi anche lei, giacchè tutto quello che le diceva suo padre era il santo evangelio, e non trattava più ’Ntoni come prima. Se c’era un rimasuglio [...]

[...] dovuto far lui, e aiutare un po’ nella casa, a spaccar legna o a soffiare nel fuoco, invece di starsene come un lazzarone a vociare e dormire colla [...]

[...] testa fra le braccia, o a sputacchiare per terra dappertutto, che faceva un mare e non si sapeva più dove mettere i piedi. ’Ntoni un po’ andò a [...]

[...] spaccar legna, brontolando, o a soffiare nel fuoco, per fare meno fatica. Ma gli era duro lavorare tutto il giorno come un cane, peggio di quello che [...]

[...] faceva un tempo a casa sua, per vedersi trattare peggio di un cane a sgarbi e parolacce, in grazia di quei piatti sporchi che gli davano da [...]

[...] quando passava don Michele, rispondeva con tanto di bocca: – Sì! bisogna ficcarsi in casa, quasi fossi un tesoro! Sta tranquilla che di tesori come [...]

[...] dir loro il fatto mio, e far ridere la gente. Già non ho paura di nessuno al mondo; e mi sentirà anche lo speziale lì vicino. Mena infatti aveva un [...]

[...] bel piangere e un bel pregare, egli tornava a dire che non aveva nulla da perdere, e dovevano pensarci gli altri più di lui; che era stanco di [...]

[...] un corno degli affari degli altri. – Non mi parlate di notaio, padron ’Ntoni! Quando sento parlare di notaio, mi rammento del giorno in cui mi ci [...]

[...] : – Quella strega della Vespa, se morite voi, è capace di dargliela per un pezzo di pane la casa del nespolo; ed è meglio che li facciate voi i vostri [...]

[...] quale andava ad appollaiarsi sui muri, con un pezzo di giubbone sulle spalle, saettando delle occhiataccie sullo zio Santoro, il quale aveva preso a [...]

[...] della bettola peggio di un cane rognoso, senza un baiocco in tasca per andare a bere sul mostaccio a don Michele, e piantarsi là tutto il giorno [...]

[...] , coi gomiti sul desco, a far loro mangiare il fegato. Invece gli toccava star sulla strada come un cagnaccio, colla coda fra le gambe e il muso a [...]

[...] terra, borbottando: – Sangue di Giuda! un giorno o l’altro succederà una commedia, succederà! Rocco Spatu, e Cinghialenta, che avevano sempre qualche [...]

[...] sciara e parlandogli nell’orecchio. Egli tentennava sempre a dir di sì, come un minchione che era. Allora gli rinfacciavano: – Ti sta bene a morir di [...]

[...] ’Ntoni col pugno in aria, – che un giorno o l’altro faccio succedere una commedia, faccio succedere! Ma gli altri lo piantavano lì, alzando le spalle [...]

[...] , sghignazzando; tanto che infine gli fecero montare la mosca al naso; e andò a piantarsi proprio nel bel mezzo dell’osteria, giallo come un morto [...]

[...] , col pugno sul fianco, e il giubbone vecchio sulle spalle, che pareva ci avesse un vestito di velluto, girando gli occhiacci intorno per [...]

[...] mandava un fiume di sangue dal naso, vedendolo sgattaiolare, non lo potevano tenere dal gridargli dietro un mare d’improperi dalla porta [...]

[...] l’incontrava. XIV Quando ’Ntoni Malavoglia incontrò don Michele per dargli il resto fu un brutto affare, di notte, mentre diluviava, ed era scuro [...]

[...] che non ci avrebbe visto neppure un gatto, all’angolo della sciara verso il Rotolo, dove bordeggiavano quatte quatte le barche che facevano finta [...]

[...] figlio della Locca. Avevano passato la sera all’osteria, a bere e schiamazzare, che la bettola è come un porto di mare, e la Santuzza non avrebbe [...]

[...] che portavano la medaglia di Figlia di Maria. – E ci sta sul morbido meglio che su di un fascio d’erba fresca! – diceva ’Ntoni, il quale aveva il [...]

[...] , osservò Rocco Spatu, messo sotto la gronda. Portatelo qui che gli farà bene. ’Ntoni, un po’ calmato dall’acqua che gli pioveva dalla gronda, si lasciò [...]

[...] dargli quello che gli aveva promesso. Tutt’a un tratto si trovò davvero naso a naso con don Michele, il quale ronzava lì intorno anche lui, colla [...]

[...] nessuno venga a vedere come mi guadagno il pane, sangue di un cane! Là si misero a cianciare a voce bassa a ridosso del muro, intanto che lo [...]

[...] scroscio della pioggia copriva i loro discorsi. Ad un tratto suonarono le ore, e tacquero tutti e quattro per stare ad ascoltare. – Entriamo da compare [...]

[...] ? disse Rocco Spatu. – È un altro discorso che stavamo facendo con compare Cinghialenta. E Pizzuto aggiunse: – Sì, è venuto l’uomo dalla città, e ha [...]

[...] detto che per questa sera la roba è là, ma sarà un affare grosso sbarcarla con questo tempo. – Tanto meglio; così nessuno ci vede a sbarcarla [...]

[...] un momento di silenzio, e compare Vanni, per finirla, andò a riempire tre bicchieri di erbabianca. – Me ne impipo delle guardie! esclamò Rocco [...]

[...] primi ladri son quelli coi galloni, che ci mangiano vivi. – Vogliamo farne tonnina! conchiuse Rocco Spatu, cogli occhi lucenti al pari di un gatto [...]

[...] . Ma a quel discorso il figlio della Locca posò il bicchierino senza accostarlo alla bocca, giallo come un morto. – Che sei già ubbriaco? gli [...]

[...] chiese Cinghialenta. – No, rispose lui, non ho bevuto. – Esciamo fuori che l’aria aperta farà bene a tutti. Buona notte a chi resta. – Un momento [...]

[...] , eh! La mia casa è qui per voi altri, se l’affare va bene. Sapete che ci ho lì dietro una camera dove ci starebbe un bastimento di roba, e nessuno [...]

[...] , davanti alla pioggia che scrosciava come il pesce nella padella, rimasero un momento zitti, guardando nel buio. – Minchione che sei! esclamò [...]

[...] all’uscio. – Chi è a quest’ora, disse Lia, la quale orlava di nascosto un fazzoletto di seta che don Michele infine era riescito a farle prendere [...]

[...] viottola, e come furono sulla sciara si cavarono le scarpe, e stettero ad origliare un po’, inquieti e colle scarpe in mano. – Non si sente nulla [...]

[...] Cinghialenta. Ma devono essere laggiù da un pezzo. – Allora è meglio tornarsene a casa, aggiunse il figlio della Locca. – Tu ora che hai mangiato e [...]

[...] venderci tutti per un bicchiere di vino. – Ora che non hai più il bicchiere dinanzi, gli disse Cinghialenta, hai paura anche tu. – Andiamo, sangue [...]

[...] : – La nostra pelle non vale un baiocco. – Chi va là! udirono gridare a un tratto dietro il muro della strada. – Fermi! fermi tutti! – Tradimento [...]

[...] coltello; voglio farvi vedere se ho paura della pistola! La pistola di don Michele partì in aria, ma egli stramazzò come un bue, colpito al petto. ’Ntoni [...]

[...] allora voleva fuggire, saltando meglio di un capriolo, però le guardie gli furono addosso, intanto che piovevano le schioppettate come la [...]

[...] , appena principiò a rompere l’alba, la gente si affollava davanti alla bottega di Pizzuto, che c’era ancora il lumicino; e lì si faceva un gran [...]

[...] , tutta spettinata, bianca come un cencio, e non sapeva che dire. Padron ’Ntoni, come se gli parlasse il cuore, domandò: – E ’Ntoni? Sapete dov’è ’Ntoni [...]

[...] si lascia prendere? i minchioni! – Sarà un affare brutto! aggiungeva don Silvestro; la galera non gliela levano nemmeno col rasoio. E don [...]

[...] altro mestiere, ed è un malarnese, come Malavoglia, e il figlio della Locca! – Tutti dicevano di sì, che quando capita un figlio di quella fatta è [...]

[...] come tornavano a conchiudere che «il malo ferro se lo mangia la mola», padron Fortunato soggiungeva: – È un buon affare anche per padron ’Ntoni [...]

[...] . Credete che non gliene mangi dei soldi quel malarnese di suo nipote? Io lo so quel che vuol dire un figlio che vi fa quella riuscita! Ora glielo [...]

[...] d’andar con lui dall’avvocato, perchè diceva che quando a un cristiano accade una disgrazia come quella dei Malavoglia, bisogna aiutare il prossimo [...]

[...] colle mani e coi piedi, fosse pure un birbante da galera, e fare il possibile per levarlo di mano alla giustizia, per questo siamo cristiani e [...]

[...] bella causa, da buscarsi sicuro la galera, se non c’era lui, e si fregava le mani. Padron ’Ntoni diventava molle come un minchione al sentir parlare di [...]

[...] risposta. Il vecchio si strappava quei pochi capelli bianchi, e andava come un pazzo per la casa, ripetendo: – Ah! perchè non siamo morti tutti! – Lia [...]

[...] sarebbero contenti di acchiappare un pretesto per farmi sparire dalla faccia della terra. La gente si logorava il cervello a sapere che cosa [...]

[...] nipote fosse dei soldati. – Perchè non me lo lasciano andare? – domandava ogni volta come un pappagallo, o come un ragazzo che non sente ragione, e [...]

[...] passare del tempo sopra. Già non gli manca nulla, ve l’ho detto, e ingrassa come un cappone. Le cose vanno bene. Don Michele è quasi guarito della [...]

[...] quella manica di giudici e di sbirri che uno ve lo mettono dietro la grata come ’Ntoni Malavoglia in un batter d’occhio. Tutto il paese era andato a [...]

[...] l’avesse abbandonato in mezzo a una piazza, o in un mare in burrasca, e salì anche lui colla folla, levandosi sulla punta dei piedi, per vede- re la [...]

[...] carrucola di un pozzo. Diceva di no, che non era vero che ’Ntoni Malavoglia avesse fatto tutte quelle birbonate. Il presidente era andato a scavarle [...]

[...] fuori per cacciare nei guai un povero figliuolo, poichè questo era il suo mestiere. Ma infine come poteva dirlo il presidente? L’aveva visto lui [...]

[...] dov’era il contrabbando! e da quando in qua un galantuomo non potesse andare a spasso all’ora che gli pareva e piaceva, massime se ci aveva un po’ di [...]

[...] quel momento l’avvocato il quale diceva che ’Ntoni era un ubbriacone. Ad un tratto rizzò il capo. Questa era buona! questa che diceva l’avvocato [...]

[...] vicini portarono via il vecchio, credendo che gli fosse venuto un accidente; e i carabinieri lo coricarono giusto nella camera dei testimoni, sul [...]

[...] dall’altra porticina anche lui, pallido, in mezzo ai carabinieri, ammanettato come un Cristo. La gnà Grazia si mise a correre verso il paese, e arrivò [...]

[...] l’intendete con don Michele, e a vostro nonno gli è venuto un accidente! Lia non disse nulla, come non avesse udito, o non gliene importasse niente [...]

[...] . Rimase a guardarla cogli occhi sbarrati e la bocca aperta. Infine adagio adagio cadde sulla sedia, e parve che le avessero rotto le gambe in un colpo [...]

[...] . Poi, dopo che fu stata un gran pezzo a quel modo, senza muoversi e senza dire una parola, che comare Grazia le gettava l’acqua sulla faccia [...]

[...] avevano più niente da perdere, e don Michele almeno le avrebbe dato il pane. Padron ’Ntoni adesso era diventato del tutto un uccellaccio di camposanto [...]

[...] andare a prendere il nonno per mano, verso l’avemaria, come un bambino, perchè di sera non ci vedeva più, peggio di una gallina. Don Silvestro, e gli [...]

[...] la giornata ad aspettare la morte, credeva che lo portassero all’Albergo, talmente era diventato un cucco, e balbettava: – La morte non viene mai [...]

[...] la materassa, e gli diceva, per farlo contento, che ci voleva poco a mettere insieme un’altra volta i denari della casa del nespolo, e fra un anno o [...]

[...] , e per questo aveva acchiappato le febbri alla Bicocca, ed era stato per morire, tanto che aveva la faccia gialla e la pancia grossa come un otre [...]

[...] ! Ora ogni cosa è cambiata, chè «il mondo è tondo, chi nuota e chi va a fondo». – Stavolta non potevano dargli nemmeno un bicchiere di vino, pel ben [...]

[...] gli raccontò che voleva pigliarsi la Nunziata, quando avrebbe raccolto un po’ di denari, ed Alfio gli rispose che faceva bene, se la Nunziata [...]

[...] aveva un po’ di denari anche lei, chè era una buona ragazza, e tutti la conoscevano in paese. Così anche i parenti dimenticano quelli che non ci sono [...]

[...] farsela intanto che cresceva ancora. Era cresciuta infatti una ragazza alta e sottile come un manico di scopa, coi capelli neri, e gli occhi buoni [...]

[...] dai guai, lei e i suoi fratellini, così debole e sottile al pari di un manico di scopa, ognuno la salutava e si fermava volentieri a far quattro [...]

[...] chiacchiere con lei. – I denari ce li abbiamo, disse a compar Alfio, il quale era quasi un parente, da tanto che lo conoscevano. – A Ognissanti mio [...]

[...] Alfio aveva incontrata per la strada, e che adesso non l’aspettavano più nella casa del nespolo. Lo zio Crocifisso invece aspettava da un pezzo i [...]

[...] capitata nella mia casa, che non dormo nè mangio più, e non faccio altro che della bile, e non sono più padrone di un baiocco del fatto mio, dopo [...]

[...] a compare Alfio, – seguitava lo zio Crocifisso vedendo accostarsi padron Cipolla, il quale andava bighellonando per la piazza come un cane di [...]

[...] Fortunato stette un po’ a fregarsi il mento, e poi lasciò andare: – Il matrimonio è come una trappola di topi; quelli che son dentro vorrebbero uscirne [...]

[...] andrà via dal paese. Anch’egli stava per andarsene. Il più del tempo lo passava in letto, come un gambero sotto i ciottoli, abbaiando peggio di un cane [...]

[...] , come ai bambini, e a filare, quando non aveva da andare al lavatoio. Gli parlava pure di quel che avrebbero fatto quando arrivava un po’ di [...]

[...] provvidenza, per fargli allargare il cuore; gli diceva che avrebbero comprato un vitellino a San Sebastiano, ed ella bastava a procurargli l’erba e il [...]

[...] pigolare davanti ai loro piedi, al sole, starnazzando nella polvere della strada. Coi denari dei pulcini avrebbe anche comperato un maiale, per non [...]

[...] avessero avuto la casa del nespolo si poteva allevarlo nel cortile, il maiale, giacchè quello era un guadagno sicuro con compare Naso. Nella casa del [...]

[...] dalle grida. – Questo non va bene! diceva don Silvestro, la cavezza è fatta per il mulo. Compare Cinghialenta è un uomo grossolano. – Egli andava a [...]

[...] addomesticarsi un po’ con lui. – Ognuno sa gli affari di casa sua, rispondeva la Zuppidda; – se lo dite per ciò che vanno predicando le male lingue, che io [...]

[...] metto le mani addosso a mio marito, vi rispondo che non sapete un corno, tuttochè sapete di lettera. Del resto ognuno in casa sua fa quel che [...]

[...] un bue. – Già! sentenziava don Franco colla barba in aria, – ha chinato il capo perchè don Silvestro è di quegli che tengono il manico del mestolo [...]

[...] gambette, rosso come un gallo, e lo cacciava in fondo alla bottega. – Lo fate apposta per compromettermi! – gli sputava in faccia colla schiuma alla [...]

[...] ; quell’asparagio verde aveva del coraggio quanto un leone, perchè ci aveva la tonaca sulle spalle, e sparlava del Governo, pappandosi la lira al giorno, e [...]

[...] cinguettavano fra di loro, e fino alla Nunziata cascavan le braccia, un giorno che Alessi non c’era, disse infine: – Chiamatemi compare Mosca, che [...]

[...] reggendolo per le ascelle, il giorno in cui Alessi era andato a Riposto, e avevano mandato via la Mena con un pretesto, che se no non l’avrebbero [...]

[...] , lungo la strada polverosa. – Ah Nunziata! chi l’avrebbe detto, quando stavamo a chiacchierare da un uscio all’altro, e c’era la luna, e i vicini [...]

[...] avevano messo sul carro una coperta colle canne, sicchè sembrava che portassero un morto. – Per lui è meglio che non oda più nulla, seguitava [...]

[...] compare Alfio. L’angustia di ’Ntoni già l’ha sentita, e un giorno o l’altro gli toccherebbe anche di sentire come è andata a finire la Lia. – Me lo [...]

[...] sarebbe un colpo di coltello per Sant’Agata. Ella mi riconobbe di certo, mentre passavo davanti all’uscio, perchè si fece bianca e rossa nella faccia [...]

[...] pericolo che vi sfumino in un giorno, come accadrebbe se il vitello venisse a morire, Dio liberi! Ora siamo alle prime case della città, e tu potrai [...]

[...] , quando stavano a chiacchierare da un uscio all’altro, colla luna, e si udiva tutto il giorno il colpettare del telaio di Sant’Agata, e le galline [...]

[...] non ci stava più a schiacciare gli scalini davanti la chiesa, dacchè aveva perso la pace. Un bel giorno corse la notizia che padron Fortunato si [...]

[...] don Franco, mormoravano: – Questa l’ha vinta comare Venera contro don Silvestro; è un gran colpo per don Silvestro, ed è meglio che se ne vada dal [...]

[...] Alfio avrebbe potuto dirsi un bel partito per lei, col mulo che ci aveva; così la domenica ruminava fra di sè tutte le ragioni per farsi animo [...]

[...] nel cuore come un coltello. Così successe ai Malavoglia quando il lunedì tornarono col carro di compar Alfio per riprendersi il nonno, e non lo [...]

[...] sembrava scuro scuro, come ci fosse sopra l’ombra del nespolo. Ora quando veniva la cugina Anna a filare un po’ con le comari, aveva i capelli [...]

[...] i giorni bisognava andare a cercare di qua e di là, per le strade e davanti la bettola, e cacciarlo verso casa come un vitello vagabondo. Anche [...]

[...] colla barba lunga. Come fu entrato, e si fu messo a sedere in un cantuccio, non osavano quasi fargli festa. Ei non sembrava più quello, e andava [...]

[...] rispose; ’Ntoni tacque anche lui, e dopo un pezzetto: – E la Lia che non l’ho vista? E siccome aspettava inutilmente la risposta, aggiunse colla voce [...]

[...] d’andarsene voleva fare un giro per la casa, onde vedere se ogni cosa fosse al suo posto come prima; ma adesso, a lui che gli era bastato l’animo di [...]

[...] grasso e lucente; e in un canto c’era pure la chioccia coi pulcini; poi lo condusse in cucina, dove avevano fatto il forno nuovo, e nella camera [...]

[...] dormire nella loro casa. Gli altri stettero zitti, e per tutto il paese era un gran silenzio, soltanto si udiva sbattere ancora qualche porta che si [...]

[...] tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole, anzi ad Aci Trezza ha un modo tutto suo di brontolare, e si [...]

[...] riconosce subito al gorgogliare che fa tra quegli scogli nei quali si rompe, e par la voce di un amico. Allora ’Ntoni si fermò in mezzo alla strada [...]

[...] di massaro Filippo. Così stette un gran pezzo pensando a tante cose, guardando il paese nero, e ascoltando il mare che gli brontolava lì sotto. E ci [...]

Verga Giovanni
Novelle rusticane
33 1883 - Provenienza testo: Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga a cura di G. Forni - Interlinea Edizioni 327 occorrenze

[...] grossolano. Talchè parve a tutti un vero castigo di Dio, allorquando la poveraccia fu presa dagli scrupoli, come accade alle donne che non hanno altro da [...]

[...] pretendeva di essere un sant’uomo, no! I sant’uomini morivano di fame; come il vicario il quale celebrava anche quando non gli pagavano la messa [...]

[...] si portava, col vento in poppa; dapprincipio un po’ a sghembo per quella benedetta tonaca che gli dava noia, tanto che per buttarla nell’orto del [...]

[...] ci fu lui in convento volavano le panche e le scodelle in refettorio ad ogni elezione di provinciale; il padre Battistino, un servo di Dio robusto [...]

[...] come un mulattiere, l’avevano mezzo accoppato, e padre Giammaria, il guardiano, ci aveva rimesso tutta la dentatura. Il Reverendo, lui, stava [...]

[...] camicia e senza un soldo in tasca, a confessare per l’amor di Dio, e cuocere la minestra per i poveri. Il Reverendo, da ragazzo, come vedeva suo [...]

[...] seminario! Allora il ragazzo si mise a ronzare attorno al convento perchè lo pigliassero novizio; e un giorno che si 6 aspettava il provinciale [...]

[...] stacci. – E fra Carmelo, il portinaio, nelle lunghe ore d’ozio, che s’annoiava seduto sul muricciuolo del chiostro a sbattere i sandali l’un contro [...]

[...] l’altro, gli mise insieme un po’ di scapolare coi pezzi di saio buttati sul fico a spauracchio delle passere. La mamma, il fratello e la sorella [...]

[...] protestavano che se entrava frate era finita per loro, e ci rimettevano i danari della scuola, perchè non gli avrebbero cavato più un baiocco. Ma lui [...]

[...] ! Il padre Giammaria l’aveva preso a ben volere perchè era lesto come un gatto in cucina, e in tutti gli uffici vili, persino nel servir la messa [...]

[...] , quasi non avesse fatto mai altro in vita sua, cogli occhi bassi, e le labbra cucite come un serafino. – Ora che non serviva più la messa aveva sempre [...]

[...] quegli occhi bassi e quelle labbra cucite, quando si trattava di un affare scabroso coi signori, che c’era da disputarsi all’asta le terre del [...]

[...] , nessuno osava litigare con lui, e allorchè gettava gli occhi su di un podere da vendere, o su di un lotto di terre comunali che si affittavano [...]

[...] l’approvavano i villani, perchè i cani grossi si fanno sempre la guerra fra di loro, se capita un osso buono, e ai poveretti non resta mai nulla da [...]

[...] alti come un uomo, che i suoi mezzadri almeno se ne godevano la vista, e potevano fabbricarvi su dei bei castelli in aria, prima di fare i conti col [...]

[...] padrone. I poveretti slargavano tanto di cuore. – Seminati che sono una magìa! Il Signore ci è passato di notte! Si vede che è roba di un servo di [...]

[...] quelle buone, senza spendere un soldo, e le regalava ai suoi contadini. Ma alla raccolta, giungeva a cavallo, insieme a suo fratello, il quale gli [...]

[...] consegnati al tuo figliuolo. – Tanti tumoli di grano anticipati per le sementi – coi frutti – a tanto il mese. – Fa il conto. – Un conto [...]

[...] , la quale non aveva mai avuto pane da mangiare, certi diritti ad un beneficio grasso come un canonicato, e all’epoca dell’abolizione delle manimorte [...]

[...] della bile assai, fin dal 1860, quando avevano fatto la rivoluzione, e gli era toccato nascondersi in una grotta come un topo, perchè i villani [...]

[...] gli confessavano i peccati, non potevano fare a meno di spifferargli sul mostaccio: – Padre, mi accuso di avere sparlato di voi che siete un servo [...]

[...] . Avevano fatto un caso del diavolo, erano andati dal vescovo, gli avevano gettato in faccia la nipote, massaro Carmenio e la roba malacquistata, gli [...]

[...] voi; i partiti che si disputavano il municipio, e si spartivano la cuccagna senza un riguardo al mondo; il primo pezzente che poteva ottenere il [...]

[...] gratuito patrocinio, se aveva una quistione con voi, e vi faceva sostener da solo le spese del giudizio! Un sacerdote non contava più nè presso il [...]

[...] buono che a dir messa, e confessare, come un servitore del pubblico. Il giudice aveva paura dei giornali, dell’opinione pubblica, di quel che [...]

[...] stato il suo erede, e si sarebbe trovato ricco senza muovere un dito. La mamma, poveretta, non era più buona a nulla, e campava per penare e far [...]

[...] , allungate un po’ le cavezze per la notte, steso un po’ di strame sotto i piedi della baia, la quale era sdrucciolata due volte sui ciottoli umidi [...]

[...] stava aspettando che venisse qualcuno a noleggiare la sua lettiga, e il Re non è di quelli che stanno a lesinare per un tarì dippiù o di meno, come [...]

[...] rassettare ogni cosa per la notte. All’alba lo fece saltar su da quel dormiveglia la tromba dei soldati che suonava come un gallo che sappia le [...]

[...] spuntava appena l’alba cenerognola, e la valle era tutta un mare di nebbia; eppure la folla era fitta come le mosche, col naso nel cappotto, e [...]

[...] appena vide arrivare la lettiga voleva soffocare compare Cosimo e le sue mule, che credeva ci fosse dentro il Re. Ma il Re si fece aspettare un bel [...]

[...] rosso dal freddo; e accorrevano persino i trecconi, colle panchette in testa, a piantar bottega per cercar di vendere un altro po’ di torrone [...]

[...] cavalleria a far fare largo, e per giunta la cavalleria portava un nugolo di mosche cavalline, di quelle che fanno imbizzarrire le mule di una [...]

[...] suo marito, che non par vero! 21 Il Re invece era un bel pezzo d’uomo, grande e grosso, coi calzoni rossi e la sciabola appesa alla pancia; e si [...]

[...] tirava dietro il vescovo, il sindaco, il sottointendente, e un altro sciame di galantuomini coi guanti e il fazzoletto da collo bianco, e vestiti di [...]

[...] ! che compare Cosimo si sentì rientrare le gambe nel ventre, tanto più che in quel momento si udì un grido da disperati, la folla ondeggiò come un mare [...]

[...] piaciuto, anche a compare Cosimo se una mula della lettiga metteva un piede in fallo, e gli buttava giù la moglie, così piccina com’era. Il povero [...]

[...] come un martello soltanto al pensare che il torrente poteva essere ingrossato, e dovevano passarlo a guado! Non si arrischiava a mettersi a [...]

[...] cavalcioni sulle stanghe, come soleva fare quando non portava la sua regina, e lasciarsi cadere la testa sul petto a schiacciare un sonnellino, sotto quel [...]

[...] sue bestie, senza un pensiero al mondo nè della Regina, nè di nulla. La Regina, lei, badava a chiacchierare con un’altra signora che le avevano [...]

[...] messa in lettiga per ingannare il tempo, in un linguaggio che nessuno ci capiva una maledetta; guardava la campagna cogli occhi azzurri come il fiore [...]

[...] grazia! e il Re con una parola l’aveva 26 mandata via contenta. Nè voleva capire che il Re d’adesso era un altro, e quello vecchio l’avevano [...]

[...] LICCIU PAPA Le comari filavano al sole, e le galline razzolavano nel pattume, davanti agli usci, allorchè successe un gridìo, un fuggi fuggi per [...]

[...] all’anno nuovo, coll’aiuto di Dio, vale due onze! Lo zio Masi, zitto, a capo chino, col cuore più duro di un sasso, badava solo dove metteva i piedi [...]

[...] salvare la porcellina, gli assestò un solenne calcio nella schiena, e lo fece andare ruzzoloni. Le comari, appena videro l’acchiappaporci in mezzo al [...]

[...] questa accorse don Licciu Papa, colla tracolla dello sciabolotto attraverso la pancia, gridando da lontano come un ossesso, fuori tiro delle [...]

[...] aggiunse il predicozzo: – Quei porci e quelle galline bisognava spazzarli via dal vicinato; il sindaco aveva ragione, chè sembrava un porcile [...]

[...] galline chiuse in casa, per scansare la multa, non fossero più buone chioccie; e i maiali, legati per un piede accanto al letto, parevano tante anime del [...]

[...] che si soffiava il naso, prima di passare a un altro affare. Don Licciu Papa si svegliò di soprassalto sulla panchetta, e gridò: – Silenzio! – Se [...]

[...] più lavorare la chiusa, e all’anno nuovo si sarebbe trovato di nuovo col debito sulle spalle. Ei si mise a gridare come un disperato sul naso a [...]

[...] Reverendo piovevano sul tetto di curatolo Arcangelo cocci di stoviglie, sassi, acqua sporca; e riducevano il cantuccio dov’era il letto peggio di un [...]

[...] porcile. Se curatolo Arcangelo gridava, il Reverendo si metteva a gridare sul tetto, più forte di lui. – Che non poteva più tenerci un vaso di [...]

[...] inferriata, e il giudice, e il cancelliere, e tutti, guardavano cogli occhiali sul naso, e pigliavano misure che pareva un tetto di barone, quel [...]

[...] avanzava il danaro da comprarsi la corda per impiccarsi a un travicello. Voleva mettersi in collo la sua bisaccia e andarsene colla figliola a [...]

[...] , gli ridusse il prezzo di un buon quarto. Nina, la figlia di curatolo Arcangelo, come dovevano lasciare la casa e andarsene via dal paese, non finiva [...]

[...] alla Giustizia! largo alla Giustizia! Davanti alla Giustizia gli diedero anche un avvocato per difendersi. – Almeno stavolta la Giustizia non mi [...]

[...] non l’aveva fatto apposta, di cercare d’ammazzare il signorino, con un randello di pero selvatico, ch’era del suo mestiere, e se ne serviva per [...]

[...] allargò la sua dispensa, e il Reverendo fabbricò una bella casa nuova su quella vecchia di curatolo Arcangelo, con un balcone e due finestre verdi. 38 [...]

[...] . Don Angelino, il pievano, aveva lavorato otto giorni come un facchino, col sagrestano, a scavar buche, rincalzar pali, appendere lampioncini di carta [...]

[...] rossa, e sciorinare in fondo il cortinaggio nuovo di massaro Nunzio, che si era maritato allora allora, e faceva un bel vedere nel bosco e coi [...]

[...] ; – chè quei due furfanti avevano persino dimenticata la parte, tal razza di gente erano! Maria Vergine aveva un bel pregare e scongiurarli, chè [...]

[...] vedere San Giuseppe inseguìto dai ladri peggio di un coniglio, e pensava a suo marito, quando gli era arrivato alla capannuccia della vigna tutto [...]

[...] trafelato, coi gendarmi alle calcagna, e gli aveva detto: – Dammi un sorso d’acqua. Non ne posso più! 41 Poi l’avevano ammanettato come Gesù all’orto [...]

[...] tarì della messa. O compare Rocco, un padre di cinque figli, non l’aveva fatto seppellire senza uno straccio di mortorio, perchè non poteva [...]

[...] Menico non aveva espropriata la casuccia, perchè era fabbricata sulla sciara della chiesa, e ci pesava addosso un censo di due tarì all’anno che lo [...]

[...] passava per la testa che un giorno o l’altro il pievano glie la avrebbe fatta vendere per quei due tarì del censo. Due tarì all’anno infine cosa sono [...]

[...] vociferavano: – Miracolo! Miracolo! 43 Qui lo zio Giovanni sentivasi rizzare in capo i vecchi peli, al rammentare. Giusto un anno dopo, giorno per giorno [...]

[...] dirmelo. Se vuoi bene ad un altro, io me ne vado via, e buona notte ai suonatori. Ma sai, quelle cose in testa non voglio portarle! Ella protestava che [...]

[...] 44 ogni volta che arriva! Cola aveva la madre sulle spalle, che campava del suo lavoro, e non s’arrischiava più ad andare da comare Venera; – un [...]

[...] , nell’ombra, solo in mezzo alla piazza tutta bianca di luna, e in un silenzio che si udiva suonare ogni quarto d’ora l’orologio di Viagrande, e il [...]

[...] che tutti erano contenti! Nella sua casa sola! Buttata lì davanti a quel lettuccio come un sacco di cenci, disfatta, diventata decrepita tutta in [...]

[...] chiamavano «la scomunicata». Compare Nanni, anche lui durò un pezzo a scappare di qua e di là, per le sciare e le chiuse, ma alla prima fame dell’inverno [...]

[...] nasce e vi muore il sole di brace, e la luna smorta, e la Puddara, che sembra navigare in un mare che svapori, e gli uccelli e le margherite bianche [...]

[...] , senza una barca, senza un albero sulla riva, liscio ed immobile. Sul greto pascolano svogliatamente i buoi, rari, infangati sino al petto, col pelo [...]

[...] febbre, e bianco di polvere anche lui, schiude un istante le palpebre gonfie, levando il capo all’ombra dei giunchi secchi. È che la malaria v’entra [...]

[...] sonnecchia accoccolato sul limitare, colla testa stretta nel fazzoletto, spiando ad ogni svegliarsi, nella campagna deserta, se arriva un [...]

[...] pianura come un 50 colpo d’accetta, dove vola la macchina fischiando al pari di un vento d’autunno, e la notte corruscano scintille infuocate. – O [...]

[...] infine qua e là, sul limite dei poderi segnato da un pilastrino appena squadrato, coi tetti appuntellati dal di fuori, colle imposte sconquassate [...]

[...] il basto dell’asino, o su di una scala, come si può, con un sacco sulla faccia, e si va a deporlo alla chiesuola solitaria, sotto i fichidindia [...]

[...] che si era ridotto pelle ed ossa, e aveva una pancia grossa come un tamburo, che lo chiamavano il Rospo anche pel suo fare rozzo e selvatico, e [...]

[...] candela sotto il naso. Lo zio Menico, il capraio, che se ne intendeva, disse che doveva avere il fegato duro come un sasso e pesante un rotolo e [...]

[...] Carmine, l’oste del lago, aveva persi allo stesso modo i suoi figliuoli tutt’e cinque, l’un dopo l’altro, tre maschi e due femmine. Pazienza le [...]

[...] , dopo averlo travagliato due o tre anni, non spendeva più un soldo, nè per solfato nè per decotti, spillava del buon vino e si metteva ad ammanire [...]

[...] un lupo che abbia fame e freddo. In tal modo coloro 53 che restavano si consolavano dei morti. Ma a poco a poco andavano assottigliandosi così [...]

[...] che la madre divenne curva come un gancio dai crepacuori, e il padre che era grosso e grasso, stava sempre sull’uscio, onde non vedere quelle [...]

[...] sua moglie, seduta accanto al letto; e lei, che non piangeva più da un pezzo, confermava col capo, curva al pari di un gancio. Lei, ridotta a [...]

[...] trasportare il concime, a scorticare le bestie morte, a fare gli uffici vili; e 54 pigliava delle pedate e un tozzo di pane; dormiva nei fossati, sul [...]

[...] ciglione dei campi, a ridosso delle siepi, sotto le tettoie degli stallazzi; e viveva di carità, errando come un cane senza padrone, scamiciato e [...]

[...] gli aveva mangiato il cervello e la polpa delle gambe, e gli era entrata tutta nella pancia gonfia come un otre, l’aveva lasciato contento come una [...]

[...] pasqua, a cantare al sole meglio di un grillo. Di preferenza lo scimunito soleva stare dinanzi lo stallatico di Valsavoja, perchè ci passava della [...]

[...] indovinasse. E d’allora in poi ogni giorno aspettava il treno, senza sbagliare di un minuto, quasi avesse l’orologio in testa; e mentre gli fuggiva [...]

[...] prossimo suo come un coccodrillo! – Ma non era vero che ci avesse fatto il callo, perchè quando gli era morta comare Santa, ed era la terza, egli [...]

[...] sino all’ora di colezione non ci aveva messo un boccone 56 di pane in bocca, nè un sorso d’acqua, e piangeva per davvero dietro il banco [...]

[...] cantoniere della ferrovia lì vicino, un uomo che non parlava mai, e veniva a bere il suo bicchiere fra un treno e l’altro, mettendosi a sedere [...]

[...] , provavano un momento di contentezza, anche se 57 nel lettuccio ci avevano qualcuno che se ne andava a poco a poco, o se la febbre li abbatteva [...]

[...] biade che ondeggiavano al par di un mare, e ascoltavano la cantilena lunga dei mietitori, distesi come una fila di soldati, e in ogni viottolo si [...]

[...] , dietro ogni macchia d’aloe, nell’ora in cui cala la sera come un velo grigio, fischiava lo zufolo del guardiano, in mezzo alle spighe mature che [...]

[...] carrozzoni stipati di gente; le allegre brigate di cacciatori che si sparpagliavano per la pianura; alle volte un contadinello che suonava l’organetto a [...]

[...] trina. Ah, come si doveva viaggiar bene lì dentro, schiacciando un sonnellino! Sembrava che un pezzo di città sfilasse lì davanti, colla [...]

[...] luminaria delle strade, e le botteghe sfavillanti. Poi il treno si perdeva nella vasta nebbia della sera, e il poveraccio, cavandosi un momento le scarpe [...]

[...] comari che impastavano il pane, e riprese: – M’hanno detto – vattene da comare Sidora. – Vien qua, vien qua, gridò comare Sidora, rossa come un pomodoro [...]

[...] pane, disse comare Sidora, corro anch’io un momento a vedere se hanno bisogno di niente. Compare Meno perde il braccio destro, se gli muore [...]

[...] sono adesso due figlie di curatolo Nino che si è mangiate, l’una dopo l’altra! Ancora un po’ e si mangia anche la terza, e si pappa tutta quanta la [...]

[...] un cantuccio, per sfogarsi il cuor grosso, che aveva tenuto a bada giocherellando col grembiale. – Vien qua, vien qua, riprese comare Sidora. La [...]

[...] , senza toccarla. Ad un tratto vedendo arrivare il babbo, si alzò lieta, e gli corse incontro. Compare Meno entrò senza dir nulla, e sedette in un [...]

[...] canto colle mani penzoloni fra le ginocchia, la faccia lunga, e le labbra bianche come la carta, chè dal giorno innanzi non ci aveva messo un [...]

[...] per fargli animo – non avete che a cercarla. – No! no! badava a ripetere compare Meno colla testa bassa come un mulo. – Un’altra moglie come [...]

[...] lasciarla in mezzo alle strade? – Trovatemela voi un’altra moglie come quella! Che non si lavava per non sporcar l’acqua; e in casa mi serviva meglio di un [...]

[...] garzone, affezionata e fedele che non mi avrebbe rubato un pugno di fave dal graticcio, e non apriva mai bocca per dire «datemi!» Con tutto [...]

[...] comare Sidora. – Mangiate un boccone piuttosto, compare Meno, che siete tutto contraffatto. – No! no! andava ripetendo compare Meno. Non mi [...]

[...] parlate di mangiare, che mi sento un nodo nella gola. Comare Sidora gli mise dinanzi, su di uno scanno, il pane caldo, colle olive nere, un pezzo di [...]

[...] troverò più, ogni volta che torno a casa bagnato come un pulcino. E bisognerà andarmene a letto collo stomaco freddo. Anche l’altra notte, mentre [...]

[...] per un viaggio lungo, che la sentivo brontolare continuatamente tra veglia e sonno. E se ne andava 65 contenta all’altro mondo! col crocifisso sul [...]

[...] un’opera di carità per l’anima di vostra moglie. Compare Meno si alzò per andare da comare Angela, e l’orfanella gli correva dietro come un pulcino [...]

[...] muso freddo e le orecchie pendenti, annaspando di tanto in tanto colle quattro zampe in aria, allorchè la doglia gli contraeva i fianchi come un [...]

[...] guardare l’asino che si allungava sui sassi, rigido, col pelo tutto arruffato al pari di un gatto morto. – È la volontà di Dio, sorella mia! le disse [...]

[...] rimasero entrambi a guardare la povera bestia che batteva l’aria colle zampe, di tanto in tanto, tale e quale come un moribondo. Comare Sidora [...]

[...] più giovane, ed ha il fatto suo: la casa e un pezzo di vigna. Compare Meno mise gli occhi sulla cugina Alfia, la quale fingeva di guardare [...]

[...] . Ella l’aveva acconciata colle sue mani nella bara, e le aveva messo sul viso un fazzoletto di tela fine. Di roba bianca, non faceva per dire, ne [...]

[...] scuoiare l’asino? Almeno pigliate i denari della pelle. 69 LA ROBA Il viandante che andava lungo il Biviere di Lentini, steso là come un [...]

[...] passando vicino a una fattoria grande quanto un paese, coi magazzini che sembrano chiese, e le galline a stormi accoccolate all’ombra del pozzo, e le [...]

[...] occhi, e vi scuoteva all’improvviso l’abbaiare di un cane, passando per una vigna che non finiva più, e si allargava sul colle e sul piano, immobile [...]

[...] apriva un occhio per vedere chi fosse: – Di Mazzarò. – Poi veniva un uliveto folto come un bosco, dove l’erba non spuntava mai, e la raccolta durava fino [...]

[...] terra, e che gli si camminasse sulla pancia. – Invece egli era un omiciattolo, diceva il lettighiere, che non gli avreste dato un baiocco, a [...]

[...] ch’era ricco come un maiale; ma aveva la testa ch’era un brillante, quell’uomo. Infatti, colla testa come un brillante, aveva accumulato tutta quella [...]

[...] mangiava meno di tutte, e si contentava di due soldi di pane e un pezzo di formaggio, ingozzato in fretta e in furia, all’impiedi, in un cantuccio del [...]

[...] un pagliaio, quando il vento spazzava la campagna gelata, al tempo del seminare, o colla testa dentro un corbello, nelle calde giornate della mèsse [...]

[...] come un fanciullo, di quelle che si vendevano a 95 lire. Non aveva il vizio del giuoco, nè quello delle donne. Di donne non aveva mai avuto sulle [...]

[...] fate di rizzarvi un momento. Per questo non aveva lasciato passare un minuto della sua vita che non fosse stato impiegato a fare della roba; e [...]

[...] , nella campagna, 74 era per la vendemmia di Mazzarò. Alla mèsse poi i mietitori di Mazzarò sembravano un esercito di soldati, che per mantenere [...]

[...] voleva più di un giorno per contare il denaro, tutto di 12 tarì d’argento, chè lui non ne voleva di carta sudicia per la sua roba, e andava a [...]

[...] , 76 senza campieri, con un pezzo di pane in tasca; e dormiva accanto ai suoi covoni, cogli occhi aperti, e lo schioppo fra le gambe. In tal modo a [...]

[...] andare in galera, e come quella testa che era un brillante avesse lavorato giorno e notte, meglio di una macina del mulino, per fare la roba; e se il [...]

[...] affitto, per specularci sopra, e ci perdeva poi il fitto, la casa e la chiusa, che Mazzarò se l’acchiappava – per un pezzo di pane. – E quante [...]

[...] questa roba. – E se gli domandavano un pugno di fave, di tutta quella roba, ei diceva: – Che, vi pare che l’abbia rubata? Non sapete quanto costano [...]

[...] per seminarle, e zapparle, e raccoglierle? – E se gli domandavano un soldo rispondeva che non l’aveva. E non l’aveva davvero. Chè in tasca non [...]

[...] teneva mai 12 tarì, tanti ce ne volevano per far fruttare tutta quella roba, e il denaro entrava ed usciva come un fiume dalla sua casa. Del resto a [...]

[...] lui non gliene importava del denaro; diceva che non era roba, e appena metteva insieme una certa somma, 78 comprava subito un pezzo di terra; perchè [...]

[...] , col mento nelle mani, a guardare le sue vigne che gli verdeggiavano sotto gli occhi, e i campi che ondeggiavano di spighe come un mare, e gli [...]

[...] oliveti che velavano la montagna come una nebbia, e se un ragazzo seminudo gli passava dinanzi, curvo sotto il peso come un asino stanco, gli lanciava [...]

[...] era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le [...]

[...] , e avevano un bel gridargli: «Arriccà!». Compare Neli, come lo vide vispo e cocciuto a quel modo, che si leccava il muso alle legnate, mettendoci [...]

[...] tiene le orecchie! Un asino che tiene le orecchie ritte a quel modo lo potete mettere sotto il carro o sotto l’aratro come volete, e fargli [...]

[...] portare quattro tumoli di farro meglio di un mulo, per la santa giornata che corre oggi! Sentite questa coda, che vi ci potete appendere voi con tutto [...]

[...] sole di maggio era caldo, sicchè di tratto in tratto, in mezzo al vocìo e al brulichìo della fiera, succedeva per tutto il campo un gran silenzio [...]

[...] stasera non c’è da far la spesa; e poi sai che cinque lire il puledro se le mangia in un mese, se ci resta sulla pancia. – Se non te ne vai [...]

[...] avevano trovato un compratore. Compare Neli allora e suo fratello, e un altro amico che avevano raccattato per la circostanza, vennero a passare di là [...]

[...] vuole, lasciatelo stare – rispose il padrone. – Se non lo piglia lui, lo piglierà un altro. «Tristo chi non ha più nulla da vendere dopo la fiera [...]

[...] buttava le braccia al collo, susurrandogli: – Sentite! cinque lire più o meno, se non lo vendete oggi, un minchione come mio compare non lo trovate [...]

[...] più da comprarvi la vostra bestia che non vale un sigaro. Ed abbracciava anche la padrona dell’asino, le parlava all’orecchio, per tirarla dalla [...]

[...] quaranta lire è un minchione, in coscienza! Ci costa di più a noi! 86 – Stamattina era pazzo ad offrire trentacinque lire! – ripicchiava compare Neli [...]

[...] . – Vedete se ha trovato un altro compratore per quel prezzo? In tutta la fiera non c’è più che quattro montoni rognosi e l’asino di san Giuseppe [...]

[...] mia parola, per i santi del paradiso! e non voglio neppure un bicchiere di vino! Vedete che il sole è tramontato? Cosa aspettate ancora tutt’e due [...]

[...] dava senza guardarle, come gli strappassero il fegato. L’amico si tirò in disparte colla padrona dell’asino, a contare i denari su di un sasso [...]

[...] , mentre il padrone dell’asino scappava per la fiera come un puledro, bestemmiando e dandosi dei pugni. 87 Ma poi si lasciò raggiungere dalla moglie [...]

[...] questo qui – diceva compare Neli – vedrete che mi porta quattro tumoli di farro meglio di un mulo. E alla messe lo metto a trebbiare. Alla [...]

[...] , mentre i contadini spagliavano, gridando: Viva Maria! 89 Allora lasciava cascare il muso e le orecchie ciondoloni, come un asino fatto [...]

[...] gridava al suo ragazzo: – Bestia! perchè piangi? Ora il suo lavoro l’ha fatto, e giacchè la raccolta è andata bene lo venderemo e compreremo un [...]

[...] sibilo malinconico, nella nebbia che montava come un mare. Soltanto, siccome l’asino era più piccolo della cavalla, ci avevano messo un cuscinetto [...]

[...] che ci avevo preparato!» piagnucolava massaro Cirino strappandosi di dosso il giubbone. «Che quell’asino ci ha rimesso la pelle come un mulo! Quello [...]

[...] è l’asino della malannata!». La sua donna aveva un gruppo alla gola dinanzi al seminato arso, e rispondeva coi goccioloni che le venivano giù dagli [...]

[...] nemmeno sei mesi, arrancando per le salite, che ci volevano le legnate di compare Luciano per mettergli un po’ di fiato in corpo; e quando andava [...]

[...] rialzare. Ma compare Luciano sapeva che gli portava tre quintali di roba meglio di un mulo, e il carico glielo pagavano a cinque tarì il quintale [...]

[...] . – Ogni giorno che campa l’asino di san Giuseppe son quindici tarì guadagnati, diceva, e quanto a mangiare mi costa meno d’un mulo. – Alle volte [...]

[...] fiato spesso e l’occhio scoraggiato, suggeriva: – Metteteci un sasso sotto le ruote, e lasciategli ripigliar lena a quella povera bestia. – Ma [...]

[...] . Gliel’ho preso per un pezzo di pane a massaro Cirino, ora che è impoverito. In tal modo l’asino di san Giuseppe capitò in mano di quello del gesso, il [...]

[...] davanti la fornace. Lì vicino abitava una povera vedova, in un casolare più sgangherato della fornace del gesso, dove le stelle penetravano dal [...]

[...] tetto come spade, quasi fosse all’aperto, e il vento faceva svolazzare quei quattro cenci di coperta. Prima faceva la lavandaia, ma quello era un [...]

[...] che andava a racimolarla di qua e di là, a rischio di buscarsi una schioppettata dai campieri. 97 – Se aveste un asino – gli diceva quello del gesso [...]

[...] cresciuto. – La povera donna aveva qualche lira in un nodo del fazzoletto, e se la lasciò beccare da quello del gesso, perchè si dice che «la roba [...]

[...] vecchia muore in casa del pazzo». Almeno così il povero asino di san Giuseppe visse meglio gli ultimi giorni; giacchè la vedova lo teneva come un tesoro [...]

[...] , che scaldava come un focherello anche lui, e a questo mondo una mano lava l’altra. La donna spingendosi innanzi 98 l’asino carico di legna come [...]

[...] , col viso acceso contro il muro, e non c’era un boccone di pane in casa, uscì fuori smaniando e parlando da sola come avesse la febbre anche lei [...]

[...] , e andò a scavezzare un mandorlo lì vicino, che non pareva vero come ci fosse arrivata, e all’alba lo caricò sull’asino per andare a venderlo. Ma [...]

[...] farlo rialzare. – Non vedete che sta per morire? – disse infine un carrettiere; e così gli altri lo lasciarono in pace, chè l’asino aveva [...]

[...] l’occhio di pesce morto, il muso freddo, e per la pelle gli correva un brivido. La donna intanto pensava al suo ragazzo che farneticava, col viso rosso [...]

[...] ecco cosa vale! – E diede una pedata sul carcame, che suonò come un tamburo sfondato. 100 PANE NERO Appena chiuse gli occhi compare Nanni, e [...]

[...] alti come un uomo. I vicini avevano un bel dirgli: – Compare Nanni, in quella mezzeria della Lamia voi ci lascierete la pelle! – Quasi fossi un [...]

[...] , se voleva mangiar del pane, bisognava che andasse a buscarselo fuori di casa, e trovarsi un padrone. La mamma poi, vecchia e malaticcia, non si [...]

[...] – dicevano gli altri. Carmenio fece il suo fagotto, e andò pastore da curatolo Vito, che aveva un pezzetto di pascolo al Camemi; e Lucia, per non [...]

[...] parentela come un chiodo. – Cosa posso farci, adesso che ce l’ho? – sospirava Santo stringendosi nelle spalle. E’ bisognava dar retta alla buona [...]

[...] , quella del piano; che ci son state le pecore, e riposa da due anni. – Compare Santo, quest’inverno, se avrò tempo, voglio farvi un par di calzeroni [...]

[...] la berretta di seta nera, ogni anno a santa Agrippina, e per fargli trovare un fiasco di vino, o un pezzo di 102 formaggio, allorchè arrivava al [...]

[...] bocca col pane che mi mangio. Mio padre è un povero camparo, che vive alle spalle del padrone; e nessuno vorrà togliersi addosso il peso della moglie [...]

[...] . – No, no, compare Santo. Lo so che non son bella, e che non mi vuol nessuno. – Guardate! – disse lui a un tratto, chè gli veniva quell’idea [...]

[...] di un pezzente come me!... Compare Nanni confermò anche lui che la vedova di massaro Mariano cercava un marito ricco al par di lei, tuttochè fosse [...]

[...] suo. E gli stendeva le due cocche del grembiale colmo. Santo le passò un braccio alla cintola, e la baciò sulla guancia, col cuore che gli [...]

[...] voglio sposarla per davvero. Non per la paura del fucile; ma son figlio di un uomo dabbene, e la Provvidenza ci aiuterà perchè non facciamo il [...]

[...] ; e la mamma tirò fuori dalla cassapanca un rotolo di filato che teneva da parte per la dote di Lucia, la quale aveva già diciott’anni, e prima [...]

[...] che le portavano via. – Questa non è acqua per la mia bocca. – Essa restava in un cantuccio, con tanto di muso, quasi sapesse già quel che le [...]

[...] dinanzi agli occhi il seminato, chè non vedevano altro fra i sassi della viottola. Gli era come il pensiero di un malato che vi sta sempre grave in [...]

[...] il peso della gravidanza, nè il dolore delle reni, come se ad ogni filo verde che liberava dalle erbacce, facesse un figliuolo. E quando si [...]

[...] , colle sue nebbie, marito e moglie, seduti un’altra volta sul ciglione a guardare il campo che ingialliva a vista d’occhio, come un malato che se ne [...]

[...] moglie, il pensiero dell’altro figlio lontano, che le stava fitto in cuore come un chiodo, il malumore di Lucia, la quale non aveva uno straccio di [...]

[...] vestito per la festa, e non vedeva passare un cane sotto la sua finestra. La domenica, se la chiamava nel crocchio delle comari che chiaccheravano [...]

[...] passo dinanzi all’uscio, e la domenica si faceva animo ad accostarsi un poco più, sino a mettersi a sedere sullo scalino del ballatoio accanto [...]

[...] malizioso peggio di un asino rosso, Pino il Tomo, e aspettava che le comari se ne andassero per dire alla gnà Lucia: – E’ ci vuol la pioggia pei [...]

[...] nel fuso, e come da un par di settimane non si udivano più ariette alla sera, nè si vedeva passare quello che vendeva le rane, diceva colla nuora [...]

[...] si faceva 112 più vivo, che se un povero malato aveva bisogno di un po’ di brodo di rane, diceva la Lucia, non sapeva come fare. – Sarà andato a [...]

[...] buscarsi il pane in qualche altro modo – rispondeva la cognata. – Quello è un mestiere povero, di chi non sa far altro. Santo, che un sabato sera [...]

[...] per mia sorella! Uno che campa delle rane, e sta colle gambe in molle tutto il giorno! Tu devi cercarti un campagnuolo, chè se non ha roba, almeno è [...]

[...] quello delle rane era un fannullone, e certo era arrivata all’orecchio di compare Pino. Perciò ad ogni momento scoppiava la guerra tra le due [...]

[...] marito. – Se sapevo quel che veniva dopo, non l’abbindolavo, no, vostro fratello; chè se prima avevo bisogno di un pane, adesso ce ne vogliono [...]

[...] cinque. – A voi che ve ne importa se quello delle rane ha un mestiere o no? Quando fosse mio marito, ci avrebbe a pensar lui a mantenermi. La mamma [...]

[...] il guadagno che ci han fatto loro! Piuttosto voglio andare a servire! Qui se si fa vedere un cristiano, ve lo scacciano via. – E pensava a quello [...]

[...] maritarsi: perchè è vero che non aveva un mestiere, ma era un pezzo di giovanotto fatto senza risparmio, e bello come san Vito in carne e in ossa [...]

[...] non aveva potuto buscarsi un grano da tre giorni, e gli era toccato stare in casa della vedova, a mangiare e bere, e a veder piovere dall’uscio, si [...]

[...] – a zappare, a mietere e a seminare, meglio di un uomo, quando tirava su le gonnelle, colle gambe nere sino a metà, nel seminato. Ora ella aveva [...]

[...] figliuoli. – Almeno si aiutavano l’un l’altro come due buoi dello stesso aratro. Questo era adesso il matrimonio. – Pur troppo lo so anch’io [...]

[...] ! – brontolava Lucia – che ho i guai dei figli, senza aver marito. Quando chiude gli occhi quella vecchierella, se vogliono darmi ancora un pezzo di pane me lo [...]

[...] visitarla, e la figliuola le accostava alla faccia la candela, domandava al medico, con un sorriso timido: – Per carità, vossignoria... È cosa lunga [...]

[...] ? Santo, che aveva un cuor d’oro, rispondeva: – Non me ne importa di spendere in medicine, finchè quella povera vecchierella resta qui, e so di trovarla [...]

[...] medicine; ma curatolo Vito era un povero diavolo che campava su di quel po’ di mandra, e il ragazzo 117 lo teneva proprio per carità, chè quelle quattro [...]

[...] quel pezzetto di pascolo al Camemi, dove la malaria quagliava come la neve, e Carmenio aveva presa la terzana? Un dì che il ragazzo si sentiva le [...]

[...] ossa rotte dalla febbre, e si lasciò vincere dal sonno a ridosso di un pietrone che stampava l’ombra nera sulla viottola polverosa, mentre i mosconi [...]

[...] ronzavano nell’afa di maggio, le pecore irruppero nei seminati del vicino – un povero maggese grande quanto un fazzoletto da naso, che l’arsura [...]

[...] s’era mezzo mangiato. Nonostante zio Cheli, rincantucciato sotto un tettuccio di frasche, lo guardava come la pupilla degli occhi suoi, quel seminato [...]

[...] ? – E Carmenio si svegliò alle busse ed ai calci dello zio Cheli, il quale 118 si mise a correre come un pazzo dietro le pecore sbandate, piangendo [...]

[...] citazione, fu come un colpo d’accidente per lui e sua moglie. – Ah! quel birbante di Carmenio ci ha rovinati del tutto! Andate a far del bene, che [...]

[...] qualcuna. La Rossa si spogliò del meglio e del buono per metterle insieme un fagottino di roba bianca. Ora veniva il tempo della semina, loro non [...]

[...] andarsene a servire in casa di don Venerando. Misero la vecchiarella sul somaro, Santo da un lato e Carmenio dall’altro, colla roba in groppa; e la [...]

[...] si suole, per dimostrare la gratitudine al padrone. Aveva pane e minestra quanta ne voleva, un bicchiere di vino al giorno, e il suo piatto di carne [...]

[...] dure, lavare i piatti, scendere in cantina, e governare il pollaio; con un sottoscala per dormirvi che pareva uno stanzino, e il letto, il [...]

[...] o tre anni ci avrebbe avuto un gruzzoletto, e poteva «andare al mondo», se il Signore la chiamava. Brasi da quell’orecchio non ci sentiva. Ma gli [...]

[...] lui. Lo pigliava pei capelli, come un cagnuolo, e sentiva un certo piacere a ficcare le dita in quella lana morbida e ricciuta. – Sfogatevi [...]

[...] colle mie mani – rimbeccava Lucia. – La figlia di mia madre vuol restare una ragazza onorata, se un cristiano la cerca in moglie. – E tu restaci [...]

[...] in tavola due ova al tegame che sentivano l’arsiccio, don Venerando la strapazzava per bene, al cospetto della moglie, tutto un altro uomo, col [...]

[...] essere serviti come il re! Che non si rammentano più 124 quando lui mangiava pane e cipolla sotto un olivo, e lei gli coglieva le spighe nel campo [...]

[...] nella cisterna con un sasso al collo. Lucia mandò giù tutto quell’amaro senza dir motto, e se voleva piangere andava a nascondersi nel [...]

[...] ! – rispondeva lui. – Voi altri credete che all’osteria ci sia il diavolo. Io son nato da maestri di bottega, mia cara. Non son mica un villano! – Lo [...]

[...] grande e scura al pari di una chiesa, e non si udiva una mosca in quel sotterraneo, soli tutti e due, Brasi e Lucia, egli le mise un braccio al collo e [...]

[...] tacevano entrambi, e udiva il fiato grosso di lui, e il gorgogliare del vino. Ma pure mise un grido soffocato, cacciandosi indietro tutta tremante [...]

[...] , così che un po’ di spuma rossa si versò per terra. – O che è stato? – esclamò Brasi. – Come se v’avessi dato uno schiaffo! Dunque non è vero che mi [...]

[...] della stessa pasta. Pazienza, se tu avessi un po’ di dote! – Ah! che cuore nero avete voi! No! Voi non mi avete voluto bene mai! – Sì, che ve n’ho [...]

[...] , mandava via Brasi a comprargli un soldo di tabacco, e cercava di pigliare Lucia pel ganascino, correndole dietro per la cucina, in punta di piedi [...]

[...] inferocita. – Piuttosto pigliava la sua roba, e se ne andava via! – E che mangi? E dove lo trovi un marito senza dote? Guarda questi orecchini! Poi [...]

[...] nella testa! E un giorno entrò in cucina colla faccia tutta stravolta, e i pendenti d’oro che gli sbattevano sulle guance. Brasi sgranava gli occhi, e [...]

[...] cintura. Brasi la consolava con buone parole. Le metteva un braccio al collo, le palpava la stoffa fine del vestito, e gliela lodava. Quegli orecchini [...]

[...] vestiti smessi e gli stivali rotti. Allorchè scendeva in cantina gli dava un bel gotto di vino, dicendogli: – Tè! bevi alla mia salute. E il pancione [...]

[...] gli ballava dal tanto ridere, al vedere le smorfie che faceva Brasi, e al sentirlo barbugliare alla Lucia, pallido come un morto: – Il padrone è [...]

[...] un galantuomo, comare Lucia! lasciate ciarlare i vicini, tutta gente invidiosa, che muore di fame, e vorrebbero essere al vostro posto. 130 Santo [...]

[...] rose in volto. – Se tu vedessi! Un cassone alto così di roba bianca! anelli, pendenti e collane d’oro fine. Poi vi son anche 20 onze di danaro per [...]

[...] , e sul poggio del Castello c’era un gran brulichìo di comari, nere sull’orizzonte pallido, a vedere in cielo la coda del drago, una striscia color [...]

[...] dall’altra parte. Carmenio un po’ era corso di qua e di là, a darle retta, e cercare di fare qualche cosa. Poi si era piantato dinanzi al letto [...]

[...] !... auuuh!... che arrivava appena sin là, e metteva freddo nelle ossa. Le pecore allora si spingevano a scorazzare in frotta pel chiuso, prese da un [...]

[...] occhi infuocati, tutto in giro. Poi le pecore si arrestavano immobili, strette fra di loro, col muso a terra, e il cane finiva d’abbaiare in un [...]

[...] bocca di un forno; null’altro. E la costa dirimpetto, e la valle profonda, 133 e la pianura della Lamia, tutto si sprofondava in quel nero senza [...]

[...] ! Aprì l’uscio per chiamare quelli della mandra dei fichidindia. Ma nessuno l’udiva. Dappertutto era un chiarore denso; sulla costa, nel vallone [...]

[...] , laggiù al piano – come un silenzio fatto di bambagia. Ad un tratto arrivò soffocato il suono di una campana che veniva da lontano, ’nton! ’nton [...]

[...] nulla!! Ancora per mezzanotte ci voleva un gran pezzo. Fra i sassi delle pareti senza intonaco pareva che ci fossero tanti occhi ad ogni buco, che [...]

[...] guardavano dentro, nel focolare, gelati e neri. Sul suo stramazzo, in un angolo, era buttato un giubbone, lungo disteso, che pareva le maniche si [...]

[...] viene la malannata, mi piantate la mezzeria, e ve ne andate colla falce sotto l’ascella! E dicono pure: «Val più un pezzente di un potente»; chè [...]

[...] anche una brutta cosa, dopo un anno di fatiche, e colla prospettiva dell’inverno lungo senza pane. È che la malannata caccia ad ognuno il diavolo [...]

[...] cogli zoccoli nella pancia della bella mula baia, e gridando da lontano: «Viva Gesù e Maria!» Don Piddu era seduto su di un cestone sfondato, guardando [...]

[...] vi faccio dare un rinfresco! E glielo fece dare per forza da quattro contadini arrabbiati come lui, che gli arrovesciarono il saio sul capo, e gli [...]

[...] mutande e senza camicia! Era un pezzo di fratacchione con tanto di barba, e la collottola nera e larga come un bue di Modica, perciò nei vicoli e in [...]

[...] c’era un peccatore o una mala femmina, od anche gente allegra, andavano a predicargli dietro l’uscio, in processione e colla disciplina al collo [...]

[...] casata di don Piddu, che fra poco ci fanno il pignoramento? Don Giovannino non badava alla dote. Ma il disonore del pignoramento poi era un altro par [...]

[...] nel muro dove erano stati tanto tempo, e le figliuole, pallide come cera, avevano un gran da fare per nascondere alla mamma, in fondo a un letto [...]

[...] , mettevano da parte il don, e lo trattavano a tu per tu. Almeno un povero diavolo, sinchè ha le braccia e la salute, trova da buscarsi il pane. – Quello [...]

[...] Marcantonio, quando stavano a ventre vuoto tutto un giorno, non dicevano nulla, ed il più grandicello, se il babbo lo mandava a comprare un pane a [...]

[...] credenza, o un fascio di lattughe, ci andava di sera, a viso basso, nascondendolo sotto il mantello rattoppato. 144 Il papà si dava le mani attorno [...]

[...] per buscare qualche cosa, pigliando un pezzo di terra in affitto, o a mezzeria. Tornava a piedi dalla campagna, più tardi di ogni altro, con quello [...]

[...] fretta e nella disperazione, come un formicaio in scompiglio. A don Marco gli portarono la notizia mentre era a tavola colla famiglia, dinanzi al piatto [...]

[...] vedeva la montagna nera che si accatastava attorno alla vigna, fumando, franando qua e là, con un acciottolìo come se si fracassasse un monte di [...]

[...] s’agitavano e stormivano nell’aria queta; poi fumavano e scricchiolavano; ad un tratto avvampavano e facevano una fiammata sola. Sembravano delle torcie [...]

[...] , senza un cane che gli abbaiasse 147 dietro. Nel meriggio di una calda giornata di luglio, mentre i mosconi ronzavano nell’aia deserta, e i genitori [...]

[...] ella gli ficcava gli occhi addosso, e l’afferrò pei capelli onde farsi dare un bacio. Don Piddu sarebbe morto di vergogna. Dopo il pignoramento, dopo [...]

[...] . Quegli otto giorni erano una manna per chi ci avesse da fare nella casa di un povero diavolo, senza timore che il marito arrivasse improvviso di [...]

[...] sua. Certo quando rincasò prima dell’alba era pallido come un morto, e sembrava invecchiato di cent’anni. Questa volta il contrabbando era stato [...]

[...] gendarmi, in un mare di sangue. – Tu! tu! balbettava. Ella tremava tutta, la scellerata, ma non rispondeva. Poi cadde sui ginocchi, colle mani giunte [...]

[...] son poveri, e non sanno di lettera, e non sanno sfogarsi altrimenti che coll’andare in galera! 150 LIBERTÀ Sciorinarono dal campanile un [...]

[...] spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei galantuomini, davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di berrette bianche; le scuri e [...]

[...] ? perchè mi ammazzate? – Anche tu! al diavolo! – Un monello sciancato raccattò il cappello bisunto e ci sputò dentro. – Abbasso i cappelli! Viva la [...]

[...] . Pure teneva in capo un berrettino vecchio che la sua ragazza gli aveva ricamato tempo fa, quando il male non aveva ancora colpito la vigna. Sua [...]

[...] Paolo! – Il primo lo colse nella spalla con un colpo di scure. Un altro gli fu addosso colla falce, e lo sventrò mentre si attaccava col braccio [...]

[...] sanguinante al martello. Ma il peggio avvenne appena cadde il figliolo del notaio, un ragazzo di undici anni, biondo come l’oro, non si sa come [...]

[...] , dal terrore, cogli occhi e la bocca spalancati senza poter gridare. Lo rovesciarono; si rizzò anch’esso su di un ginocchio come suo padre; il [...]

[...] colle mani. – Non voleva morire, no, come aveva visto ammazzare suo padre; – strappava il cuore! – Il taglialegna, dalla pietà, gli menò un gran [...]

[...] colpo di scure colle due mani, quasi avesse dovuto abbattere un rovere di cinquant’anni – e tremava come una foglia. – Un altro gridò: – Bah! egli [...]

[...] lattante al seno, scarmigliata – e le stanze erano molte. Si udiva la folla urlare per quegli andirivieni, avvicinandosi come la piena di un fiume [...]

[...] , stralunato, quasi avesse avuto cento mani, afferrando pel taglio tutte quelle scuri. Li separarono in un lampo. Uno abbrancò lei pei capelli, un [...]

[...] altro per i fianchi, un altro per le vesti, sollevandola al di sopra della ringhiera. Il carbonaio le strappò dalle braccia il bambino lattante [...]

[...] i cani, frugando per i canti, con un rosicchiare secco di ossa, nel chiaro di luna che lavava ogni cosa, e mostrava spalancati i portoni e le [...]

[...] sulla coscienza il vicino. Poi, quando furono in molti, si diedero a mormorare. – Senza messa non potevano starci, un giorno di domenica, come i [...]

[...] ammassava tutta in un canto. Fra due casucce della piazza, in fondo ad una stradicciola che scendeva a precipizio, si vedevano i campi giallastri nella [...]

[...] come un padre. La mattina, prima dell’alba, se non si levavano al suono della tromba, egli entrava nella chiesa a cavallo, sacramentando come 157 un [...]

[...] , mentre lo facevano inginocchiare addosso al muro del cimitero, piangeva come un ragazzo, per certe parole che gli aveva dette sua madre, e pel [...]

[...] fianco sulla scranna, e dicendo ahi! ogni volta che mutavano lato. Un processo lungo che non finiva più. I colpevoli li condussero in città, a piedi [...]

[...] la strada 158 faceva gomito, e si potevano vedere in faccia i prigionieri. Alla città li chiusero nel gran carcere alto e vasto come un convento [...]

[...] pane bianco si mangiava in un boccone e non riempiva lo stomaco; se si accoccolavano a passare una notte sull’uscio di una chiesa, le guardie le [...]

[...] arrestavano. A poco a poco rimpatriarono, prima le mogli, poi le mamme. Un bel pezzo di giovinetta si perdette nella città e non se ne seppe più [...]

[...] !... Il carbonaio, mentre tornavano a mettergli le manette, balbettava: – Dove mi conducete? – In galera? – O perchè? Non mi è toccato neppure un palmo [...]

[...] dell’orizzonte. Prima di separarsi stettero un altro po’ sull’uscio della cabina, al chiarore vacillante della lampada che dondolava. Il cameriere [...]

[...] capelli neri. Diggià la Sicilia sorgeva come una nuvola in fondo all’orizzonte. Poi l’Etna si accese tutt’a un tratto d’oro e di rubini, e la costa [...]

[...] salivano ad uno ad uno sul ponte, pallidi, stralunati, imbacuccati diversamente, masticando un sigaro e barcollando. La grù cominciava a stridere, e la [...]

[...] della costa che sembrava unita, si aperse lo stretto come un fiume turchino, e al di là il mare che si allargava nuovamente, 165 sterminato. La donna [...]

[...] due si agitavano, mentre Messina si avanzava verso di loro col vasto semicerchio della sua Palazzata. Tutt’a un tratto si riscosse e mormorò [...]

[...] : – Eccolo! Dalla riva si staccava una barchetta, in cui un fazzoletto bianco si agitava per salutare come un alcione nella tempesta. – Addio! mormorò [...]

[...] il giovane. La donna non rispose e chinò il capo. Poi gli strinse forte la mano sotto la pelliccia e si scostò di un passo. – Non addio [...]

[...] , ad ogni quarto d’ora, dal paesetto vicino. Finalmente un raggio di sole penetrò da una tegola smossa. La campagna tutta s’irradiava. I carrubbi [...]

[...] urtava contro le imposte, dicendo: Viene! viene! – Tutt’a un tratto qualcuno spinse bruscamente la 167 porticina a sinistra. – Come un tuffo nel [...]

[...] travicelli del tetto. L’orologio del paesetto vicino lasciava cadere le ore ad una ad una. Da un buco del muro potevano scorgersi i riflessi [...]

[...] delle foglie che si agitavano, e alternavano ombre e luce verde come in fondo a un lago. Così la vita. – Ad un tratto ella siccome stralunata [...]

[...] gioia sterminata e trepida! Andavano stretti l’un contro l’altro, taciti, come sbigottiti, per la campagna silenziosa, nell’ora mesta della sera [...]

[...] . Degli insetti ronzavano sul ciglione del sentiero. Dalla terra screpolata si levava una nebbia grave e mesta. Non una voce umana, non un abbaiare [...]

[...] di cani. Lontano ammiccava nelle tenebre un lume solitario. Finalmente arrivò 168 il treno sbuffante e impennacchiato. Partirono insieme; andarono [...]

[...] vette dei monti, quando i vetri si accendevano a un tratto e scoprivano casupole lontane. L’ombra saliva lungo le viottole della valle che assumevano [...]

[...] un aspetto malinconico; poi il raggio color d’oro si fermava un istante su di un cespuglio in cima al muricciuolo. Anche quel cespuglio aveva la [...]

[...] caldi e robusti. Sfinge misteriosa, che rappresentava i fantasmi passeggieri, con un 169 carattere di necessità fatale. Nel paesello i figli delle [...]

[...] signorino; una figlia di compare Santo era andata sposa nella casa di mastro Cola. All’osteria del Biviere un cane spelato e mezzo cieco, che i diversi [...]

[...] gente, e sorgere e tramontare il sole tante volte laggiù! Addio! Anch’essa è lontana. Un giorno venne dalla città una cattiva notizia. Era bastata [...]

[...] una parola, di un uomo lontano, di cui ella non poteva parlare senza impallidire e piegare il capo. Innamorati, giovani, ricchi tutti e due, tutti e [...]

[...] splendida serra in cui giungevano 171 soffocati gli allegri rumori della festa, molto tempo dopo, quando un altro ne aveva spiccata per lei una purpurea [...]

[...] quella persiana. La sera calava. Un organino suonava in lontananza alla porta di un’osteria. 173 Ella partiva l’indomani col primo treno. Gli [...]

[...] aveva detto: – Bisogna che vada con lui! – Anch’egli aveva ricevuto un telegramma che lo chiamava lontano. Su quel foglio ella aveva scritto Per [...]

[...] treno si mosse. Prima scomparve la città, le vie formicolanti di lumi, il sobborgo festante di brigatelle allegre. Poi cominciò a passare come un lampo [...]

[...] la campagna solitaria, i prati aperti, i fiumicelli che luccicavano nell’ombra. Di tanto in tanto un casolare che fumava, della gente raccolta [...]

[...] dinanzi a un uscio. Sul muricciuolo di una piccola stazione, dove il convoglio si era arrestato un momento sbuffante, due innamorati avevano lasciato [...]

[...] stamberghe che schieravano in fila teschi umani e scarpe vecchie. Di tratto in tratto si udiva il sibilo di un treno che passava sotterra o per [...]

[...] aria, e si perdeva in lontananza, verso gli orizzonti pallidi, quasi con un desiderio dei paesi del sole. Allora gli tornava in mente il nome di quei [...]

[...] biondi e calmi passeggiavano lentamente pei larghi viali del giardino tenendosi per mano; il giovane aveva regalato alla ragazza un mazzolino di [...]

[...] rose purpuree che aveva mercanteggiato ansiosamente un quarto d’ora da una vecchierella cenciosa e triste; la giovinetta, colle sue rose in seno [...]

[...] solitari, giungeva il suono di un organino, con cui un mendicante dei paesi lontani andava cercando il pane in una lingua sconosciuta. Addio [...]

[...] e a quelle due parole – per sempre – che ella gli aveva lasciato in un momento d’angoscia, rimasto vivo più d’ogni gioia febbrile nella sua [...]

[...] memoria e nel suo cuore. – E allora avrebbe voluto mettere il nome di lei su di una pagina o su di un sasso, al pari di quei due sconosciuti che avevano [...]

Ballero Antonio
Don Zua. Storia di una famiglia nobile nel centro della Sardegna (Vol. II) / Vergini bionde (macchie sarde)
19 1894 - Provenienza testo: Scansione Archive, txt Fondazione Verga 171 occorrenze

[...] asilo, fuoco, vino, pane e formaggio. L’improvvisatore non aveva appena finito la sestina, che si schiusero gli ampi battenti del portone, ed un [...]

[...] d’inverno, nè d’estate; nè di giorno nè di notte; quando un ceppo sta per consumarsi, se ne aggiunge un altro, per alimentarlo sempre come il [...]

[...] fuoco delle Vestali. A qualsiasi ora un viandante cerchi rifugio in una cucina sarda, è sicuro di trovarlo, assieme ad un fuoco gigantesco per [...]

[...] , tra un bicchiere e l'altro di buon vino; perchè i sardi, in generale, gridano molto tra di loro, però finiscono sempre per intendersi, salvo [...]

[...] fanciulle piene di giovinezza rigogliosa, e agli uomini cominciò a pensare egli stesso, facendo passare in giro un bicchiere capace di un litro [...]

[...] loro a Mamojada, per la festa di San Cosimo; e di un fiato vuotò il bicchiere. — Alla vostra salute, e Dio voglia che ci sia dato tanto piacere e [...]

[...] montare a cavallo un servitore, e lo mandò ad un ovile vicino, per uccidere quattro agnelli, i migliori del gregge, mentre Arega, la vecchia [...]

[...] , un giorno o l’altro sarò costretto di abbandonare il tetto domestico, per non sapere più come mantenere quella ciurmaglia. — Cuor contento il ciel [...]

[...] l’aiuta, soggiunse don Zua. — Fino a un certo punto io sto con lei, santo Dio; ma anche il cielo si stancherà della intemperanza di mia moglie [...]

[...] zio Peppe, sebbene fosse già al corrente degli amori del nobile Calarighes. — No, grazie al cielo, rispose egli, guardando Boella in un certo [...]

[...] giunsero gli agnelli, arrostiti stupendamente, e ben disposti dentro ampi taglieri. Essendo questo un argomento di grande importanza, tutti gli [...]

[...] quale si era sentito pieno di entusiasmo, un pò per il racconto del vecchio, ed un pò per i frequenti baci dati al bicchiere. — Evviva! evviva [...]

[...] lungi si sarebbe detta un antico castello medioevale. Il muro di cinta, coi suoi due ampi portoni situati uno ad oriente, e l’altro ad occidente, e [...]

[...] chiesa coi loro tetti oscuri, o pieni d’erbe, contribuivano a dare vieppiù l’aspetto di castello alla chiesa. Fuori del ricinto sacro era sorto un [...]

[...] vele spiegate, sciamanti in un mare di verdura. Quante tende! quante baracche di frasche! quante capanne di stuoie! Nella pianura un formicolìo [...]

[...] irrequieto, uno spandersi, un ammassarsi compatto di folla vociante. Migliaia di cavalli montati da arditi cavalieri, correvano in tutte le [...]

[...] campane, fucilate, nitriti di cavalli, muggiti di buoi, canti allegri e voci di rinvenditori, si confondevano nell’aria, formando un assieme simile al [...]

[...] brontolìo del tuono. Nel cielo un sole splendido illuminava questa scena, che apparve maestosa agli occhi della comitiva, la quale finita [...]

[...] del giovane innamorato, producendogli un vellicamento soave, indefinibile. — Questo è niente però, vedrete quando saremo là in mezzo, che [...]

[...] chiasso, che vociare; e stiamo attenti, per non separarci; sarebbe un guaio, perchè non ci potremmo più trovare, sapete? — Non ci mancherebbe altro [...]

[...] salvo. XXVIII. Un’ora dopo i nostri Mamojadini, preso possesso della casetta, che avevano avuto la cura di assicurarsi fin da un mese prima, e [...]

[...] l’apparenza di un bazar in liquidazione. Don Zua, tenendo per mano Boella, e seguito dal resto della compagnia, si avanzava lentamente, tra la [...]

[...] Zua? Dentro al cuore l’occhio umano non vede. Prima di andar via dalla chiesa don Zua furtivamente trasse di tasca un gran cuore d’argento e lo [...]

[...] versarsi dentro la chiesa. Era un’onda di colori vivaci, di broccati sfavillanti, di lini bianchissimi, di sete e rasi corruscanti, un tutto [...]

[...] per comprare l’oggetto preferito. In un angolo sotto alla tettoia eranvi gli immancabili Aritzesi con le sorbettiere piene di limonata gelata [...]

[...] , un minuto di riposo; pallide, sparute, bruciacchiate dal sole. Più in fondo un ampio tendone di tela bianca, ove si mostravano, attraverso alla [...]

[...] cassa sfondata, chiamando, con voce semispenta, il pubblico; ed un omone permanentemente ubbriaco, intascava i danari pagati dagli avventori [...]

[...] stuzzicando di tanto in tanto, con parolacce, la povera infelice a gridar più forte. Fuori, dinanzi alla tenda una scimmia incatenata ad un ramo [...]

[...] d’albero, coi suoi lazzi faceva ridere a crepapelle un mondo di ragazzi cenciosi, che si divertivano a tirarle pietruzze di nascosto. Quà e là le [...]

[...] tende dei rivenditori di vernaccia e di dolci. A ogni passo un Gavoese, che assordava i passanti, col tintinnìo dei campanacci e degli speroni [...]

[...] da vendere. Dappertutto un vociare incessante, assordante, che misto al sole caldissimo, alla polvere che si sollevava a nuvoli, al continuo via [...]

[...] soffocante, le capanne venivano prese d’assalto, per godervi un pò d’ombra, ed i frutti dorati sparivano a centinaja. Il laborioso milese non perdeva [...]

[...] cucinava in un canto. Di sotto a quel momentaneo rifugio si godeva lo spettacolo della festa in tutta la sua splendidezza. Le baracche di frasche [...]

[...] , trasformati in dormitori per la notte ed in sale di ricevimento per la giornata, erano un vivajo di bellezze rare, perchè albergavano centinaja di [...]

[...] avventurare fra quelle migliaia di buoi! fra quei cavalli bizzarri, montati da cavalieri impazziti addirittura? Pure mai una disgrazia, mai un [...]

[...] giorni e per tre notti senza tregua di un minuto. La festa si chiudeva, come anche oggi, con la processione. Parecchi squadroni di cavalieri [...]

[...] labari e bandiere, a capo scoperto, tutti ordinati costringendo i focosi animali ad un passo lento e regolare; poi i confratelli col Santo, dietro [...]

[...] campanile della chiesa, i carri, tutto, tutto era stato invaso dalla gente, pigiata, serrata, aggruppata come le mosche sopra un dolce. La [...]

[...] furiose di quel popolo fanatico, sarebbero stati sufficienti a pagare anche un posticino di paradiso. I cavalieri fecero ancora tre volte il giro [...]

[...] fine della processione era il segnale della partenza. In un momento tutti avevano preparato le bisacce, sellato i cavalli, e per parecchie ore non [...]

[...] vele spiegate. Dei clamori della festa non rimaneva che un mormorìo sordo, moribondo; qualche nitrito di cavallo, qualche muggito di bue, e in [...]

[...] andava seppellendosi in un abbandono triste. Pareva un villaggio abbandonato da un popolo di emigranti; qua e là qualche mucchio di paglia, e [...]

[...] della notte, si addormentava di un sonno che doveva durare un anno. XXIX. — E tu attenderai fino a quando io abbia conseguito ciò che brami [...]

[...] , mille grazie, tu sei un angelo, questa per me è troppa felicità, oh come te ne sono riconoscente, quanto t’amo! Con questo giuramento e con [...]

[...] nome, sposare la più ricca ereditiera del circondario, e finalmente aveva finto di lasciarsi vincere; ma ad un patto; che egli sarebbe tornato [...]

[...] parere disonorevole il coltivare la terra, in colui che sarebbe dovuto essere suo marito. Se era riuscita nel suo intento, cioè di sposare un nobile [...]

[...] che freddo calcolo. O lui, o un altro, per Boella, era cosa indifferente, secondaria, purché fosse nobile. La mamma glielo aveva cantato, facendole [...]

[...] una pitocca, e perciò non aveva paura della miseria; ma appunto per questo poteva e doveva aspirare ad un nome che facesse dimenticare la sua [...]

[...] nascita umile. Don Zua poi non era povero, oh tutt’altro! (I) Quando sarai grande, io ti vedrò sposa ad un cavaliere, più bella di una rosa [...]

[...] , più snella di un canna. Tu andrai a nozze vestita con abiti di broccato per sposare, a piedi dell’altare, l’amato cavaliere. Sarai il tesoro della [...]

[...] completamente da pittoreschi boschetti di castagni e nocciuoli, di un verde cupo, che si perdeva in lontananza, fra il viola oscuro delle montagne [...]

[...] giro la tabacchiera, e si godevano lo sfilare dei forestieri che tornavano dalla festa, rammentando i begli anni passati. In un minuto, Sorgono [...]

[...] popolane clorotiche, veniva attraversato da un capo all’altro, lasciando un triste senso di disinganno nel passeggiere che di questo villaggio [...]

[...] meschino, aveva sentito parlare come di un paese pieno di delizie. All’uscita del paese i Mamoiadini scantonarono in una viottola a sinistra, che [...]

[...] finire in un altipiano d’onde si dominava tutto il paesello, che cominciava a macchiarsi di grandi ombre, nuotando in un mare di nebbia e di fumo [...]

[...] bianchiccio. Dato un ultimo addio a quelle terre ospitali, i viaggiatori s’internarono nell’oscurità del bosco fittissimo, e dopo un’ora e [...]

[...] volta non si era lasciato cogliere alla sprovveduta, perchè, aspettandoli da un momento all’altro, aveva fatto preparare una cenetta, che, a [...]

[...] giudicarne dagli odori che uscivano dalla cucina, avrebbe ristorato un morto. Mille furono le domande e mille le risposte, sugli avvenimenti della [...]

[...] cavallo sauro pomellato. Quello era un cavallo! Un marchese di Cagliari, la volta, gliene aveva offerto 200 scudi e in quei tempi 200 scudi eran [...]

[...] , per un po’ scricchiolarono, poi, tutti, stanchi dai divertimenti della festa, dormirono profondamente. Don Zua solo vegliò. L’immagine di Boella [...]

[...] lo aveva innalzato al cielo. Quello era davvero un giovine di cuore! Non erano forse tutti figli di Dio e di nostra Signora? Perchè ci doveva [...]

[...] perfino una serenata! C’erano Pettaneddu, che suonava la fisarmonica come un angelo, e Duanu che improvvisava in un modo, in un modo! stornelli [...]

[...] parola di ringraziamento. La notizia correva pel paese, e ciascuno vi aggiungeva un particolare. Zia Chischedda, accoccolata sul limitare della [...]

[...] dame ce ne sarebbe da scrivere un libro più grosso del breviario di prete Ignazio. Ma ora son cose passate, ed a me non interessa punto di [...]

[...] fatto un taglio di noci colossali, e ne aveva ricavato il tanto per poter vivere modestamente a Nuoro, per un anno; e dopo aver affidato ad un [...]

[...] fretta, che la stessa Boella ne restò meravigliata, e per un momento, di fronte a tanta abnegazione, provò qualche palpito d’amore per don Zua [...]

[...] calde gli caddero sulle mani. — Matto! disse a sè stesso, sono peggio di un ragazzo! non è forse mia? non posso tornare sempre che vorrò [...]

[...] vederla per dirle che l’amo sempre, sempre? Addio, Boella; addio, amor mio, tornerò degno di te. Una cornacchia s’alzò gracchiando spaventata, da un [...]

[...] involontariamente, e ne ebbe un brutto presentimento. — Maledetta, disse, sarai tu forse presaga di sciagura? e la mano andò istintivamente al [...]

[...] rinchiuso nella sua cameretta d’onde non usciva che per andare a prender lezione da un professore, il quale lo preparava a dar gli esami di [...]

[...] , quel momento, in cui sarebbe potuto tornare con la sua bella patente, per deporla ai piedi di Boella, come un paladino medievale, i colori [...]

[...] pensiero; se pure qualche volta ci pensava. Continuava a farsi corteggiare, da tutti gli adoratori, e non mancava mai ad un ballo, nella piazzetta [...]

[...] . Ma era quello un fare da zitella fidanzata? chi si era mai vista andare ai balli, senza che ci fosse lo sposo? A che tempi si era venuti [...]

[...] ! continuando così, anche le mogli si sarebbero un giorno permesse d’uscire di casa senza la compagnia dei mariti. Ai nostri tempi, dicevano le vecchie [...]

[...] fosse stata mia figlia, aveva detto zio Salvatore, il quale assisteva al ballo, seduto sopra un muricciuolo, con zio Taneddu e zio Pasquale [...]

[...] castelli! e venduti poi.... per una miseria.... per un boccone di pane! Piante, che un anno con l’altro, davano tanto frutto, da campare una [...]

[...] neanche curato di venire ad accertarsene. — Che cosa gliene importa? aggiunse malignamente zio Salvatore; egli ha lasciato un buon fattore, per [...]

[...] sul lettuccio, nascondendo il volto fra i guanciali. Margherita, la serva fedele, con gli occhi lacrimosi, in un canto, rispettava silenziosa [...]

[...] gli sponsali. Questa notizia si era sparsa in un momento a Mamoiada; e sebbene sul principio non ci si prestasse fede, nessuno ne ebbe più alcun [...]

[...] a Nuoro, e ne aveva dato la notizia a don Zua, che ne era rimasto schiacciato. Le lagrime, presto, si inaridirono nei suoi occhi, nè più un [...]

[...] un cuore come il suo; Dio castigherà la cattiva azione e premierà la buona. — Dio! sempre Dio! ma chi è dunque questo Iddio che gode nel veder [...]

[...] , rassicurati, io non sono pazzo, sono infelice, sì, niente altro che infelice; eccomi ora nuovamente calmo, il dolore mi aveva fatto un po [...]

[...] , aveva pensato; un’altra, fra poco, occuperà il posto che avevo io nel suo cuore, e tutti saremo contenti. Lei non doveva sposare un uomo che non [...]

[...] amava; se un giorno gli aveva promesso di sposarlo, aveva avuto troppa fretta, e s’era lusingata perchè don Zua era nobile; ma poi ci aveva pensato [...]

[...] saputo stanare dei buoni! In un magazzino che gli serviva di cantina, nereggiavano allineati, con le loro etichette bianche, e con tanto di tappo [...]

[...] come l’ambra; la malvagia di Bosa, indimenticabile dopo che s’è bevuta; il moscato d’Alghero, dolce come un bacio di fanciulla; il nasco e la [...]

[...] in un altro mondo, nè si accorgeva della presenza di Margherita, non muovendosi che per versarsi colmi bicchieri, di acquavite, che trangugiava [...]

[...] di un fiato, cercando, in quella bevanda perniciosa, l’oblio dei suoi dolori. Una notte don Zua aveva bevuto più del solito. Fuori il vento [...]

[...] fischiava lugubre, fra i rami ischeletriti degli alberi, ed un nevischio fino, turbinando copriva a poco a poco i tetti, e le strade del paese. Dagli [...]

[...] occhi di don Zua uscivano foschi lampi, e la sua faccia livida era increspata da un sorriso feroce. Si alzò d’improvviso dalla sedia e battendo [...]

[...] un pugno sul tavolo, con l’occhio fisso nel vuoto, balbettò raucamente: — Boella Santoru, vivi felice col tuo diletto, finchè ne avrai il tempo [...]

[...] , nel mentre che io vado a sellarlo, preparami la bisaccia, con un pò di pane e formaggio, e due bottiglie d’acquavite. — Ma, scusi, è diventato [...]

[...] poi non mi fermerebbe neanche Dio. — Ma lei morrà! — Morrò? disse don Zua con un sogghigno; femminuccia! credi dunque che io morrò perchè tira un [...]

[...] pò di vento, perchè la neve cade ghiacciata? ma non sai che io brucio, che dentro a me c’è un fuoco che mi divora, un fuoco che mi sosterrà fino [...]

[...] ? Oh, sì, allora morrò, allora solo sarò felice di finire questa misera vita! Va, Margherita, obbedisci. Un colpo di vento sbattacchiò con [...]

[...] a Sorgono. La paura che qualcuno lo vedesse, ed un senso di pietà verso il suo povero cavallo, il quale aveva già camminato quasi dieci ore [...]

[...] di neve, dava alcunchè di fantastico e di misterioso al bosco. Il vento era cessato, ed un silenzio sepolcrale era subentrato agli schianti [...]

[...] cento secoli, non fosse penetrato il piede umano. La grotta di Nettuno ad Alghero, si sarebbe disabbellita, in quel momento, agli occhi di un [...]

[...] insensibile a quelle bellezze fantastiche della natura! Egli, con l’occhio esercitato dell’uomo della campagna, in breve seppe scoprire un luogo [...]

[...] ; ed egli acceso un buon fuoco nella spelonca, per sgranchirsi le membra intirizzite, dopo aver bevuto abbondantemente dell’acquavite, oppresso dal [...]

[...] alle superstizioni del volgo, si era ad un tratto persuaso intimamente, che ciò che non aveva voluto fare il cielo dopo tante preghiere, lo [...]

[...] avrebbe fatto la strega di Allai, per la miseria di pochi scudi. Allai (I) è un paesello nel centro della Sardegna, tra Samugheo e Fordongianus [...]

[...] del corpo, a seconda del sortilegio. Chi veniva a lei con qualche scudo in tasca, o con un cavallo di provviste, era sicuro di tornarsene indietro [...]

[...] senza che egli se ne fosse accorto, ravvivò il fuoco, e mangiò un poco delle provviste che gli aveva preparato Margherita. Il cielo si andava [...]

[...] cominciava a distinguere il paesello illuminato, a volte, da un pallido raggio di luna che tratto, tratto, veniva offuscato da certi nuvoloni neri [...]

[...] modo, solitaria, sopra un’altura, quella casetta di mattoni crudi, di fango impastato con paglia; quasi cadente, con un finestrino circolare [...]

[...] affumicato, e con la porticina nera e bassa, dove non vi passava neanche un nano. Sul tetto come la fuliggine ci si posava tutte le sere una coppia [...]

[...] legato il cavallo al tronco di un fico là vicino, don Zua si appressò alla porticina e bussò sommessamente. Uno schianto cavernoso di tosse, ed un [...]

[...] ringhio sordo di cane, gli risposero. Di lì a poco, sentì un fruscìo internamente, poi lo scricchiolìo della finestra che si apriva. In quel [...]

[...] , in quel piccolo spazio! In un canto, un tizzo ardeva lentamente, mandando qualche bagliore all’intorno. Mezzo sepolti fra la cenere un cane ed un [...]

[...] gatto entrambi trasparenti per magrezza. Da un’altra parte, vicino al fuoco, un mucchio di cenci, che probabilmente serviva di letto alla strega [...]

[...] . Più in là una vecchia cassa tarlata, ed annerita dal fumo, una anfora di terra ed uno sgabello di ferule incrociate. Un pezzetto di straccio [...]

[...] acceso, fatto passare attraverso un pezzo di lardo che stava dentro ad un fondo di bicchiere, illuminava cupamente la tana. In paese si [...]

[...] diceva che la vecchia, nel suo antro, nascondesse un tesoro; ma che c’era un diavolo incatenato per custodirlo, e guai a chi avesse osato di andarlo [...]

[...] ; vorrei ripartire subito, perciò prego che vi sbrighiate; e poi quasi tra sè: — se ritardo di un giorno li troverò sposati. Alla vecchia non sfuggirono [...]

[...] la vecchia, trascinandosi verso la cassa, e tornando con un mazzo di carte sucide e scolorite. Le mescolò e poi ne gettò tre da una parte e [...]

[...] sette dall’altra. Aggrottò le ciglia e disse: — Lei è un amante infelice, e la ragazza che lei ama deve sposare un.... — Brigadiere! esclamò [...]

[...] involontariamente don Zua. — Io non posso vedere il grado, le carte non me lo dicono, mi dicono però che è militare: ecco qui il fante di spade. È un [...]

[...] , ma.... Don Zua fece scorrere qualche altra moneta. — Sì, lei merita proprio d’essere ben servito, perchè è generoso come un re; però avrà il [...]

[...] vien fatto? Zua accennò di sì. — Per conseguenza sarebbe contento anche se morissero entrambi? Il giovane stette un pò perplesso, pensando che [...]

[...] giuri che manterrà il segreto, e presentò a don Zua un rosario nero. Egli vi pose sopra la mano destra: — Lo giuro per la memoria della mia povera [...]

[...] avvicinò ad un angolo del tugurio, ne tolse con precauzione la terra che copriva una piccola cassetta, l’aperse, e ne trasse fuori due statuette [...]

[...] di cera, malamente plasmate, raffiguranti un uomo ed una donna; quindi rimise tutto nel primiero stato, e permise a don Zua di togliersi la [...]

[...] una fanciulla sedicenne, morta da due a cinque anni. Don Zua tremava a verga, ed i denti gli battevano per un brivido di freddo, che gli [...]

[...] alla sepoltura della fanciulla. Tornato a casa farà bollire, per un’ora, il teschio nell’acqua presa da un fiume, e quindi andrà a versarla là [...]

[...] ! gridava anche a lui la voce della fatalità. XXXV. Fin dalla mattina, prestissimo, in casa di zio Marco Santoru, c’era un via vai, un gridìo, uno [...]

[...] sbattere di porte, un movimento da non si dire. Zio Marco correva, da un punto all'altro della casa, con slanci da giovinetto. — Zio Marco [...]

[...] più intime. Se Filomena Dringhili era maestra nel saper dorare un pane dolce, e nel saper plasmare con la pasta un pesce, od un uccello, non lo [...]

[...] , bella come un gioiello. Le amiche se la guardarono con compiacenza; e Filomena non potè trattenersi dall’abbracciarla. — Come sei bella così, o [...]

[...] infatti di un paese della Marmilla, la qual regione della Sardegna, dai montanari del Capo di Sopra, appunto perchè è una vasta pianura, viene [...]

[...] , abbastanza cospicua per un cavaliere caduto in bassa fortuna. E chiudendo un occhio sui natali plebei della sua futura sposa, aveva deciso di [...]

[...] appoggiarsi a quella sicura antenna, nelle vicende burrascose della vita, ed eravi riuscito, sacrificandone un altro: il povero don Zua! Quel giorno il [...]

[...] sporgenza, ogni tegola in vero brillante. Ogni momento, un corsetto rosso, od un gonnellino di scarlato, sbucavano dalle viuzze che conducevano [...]

[...] anche i cavalieri. — Mia figlia sposa un cavaliere come loro, disse a Pietro Barraca, il quale gli aveva fatto osservare che lo avrebbero [...]

[...] criticato. — Fate come volete, compà. E gli inviti erano stati mandati, scritti con un bel rondino dallo stesso don Tottoi. I cavalieri non si [...]

[...] continuamente una mano al cilindro, per paura che il crine della parrucca, ancora restio a prender piega, non glielo facesse saltare per terra. Un [...]

[...] di Boella, la quale ne ebbe un sussulto. Si guardò, ancora una volta, nello specchio, e si avviò in mezzo a due sue cugine, vestite anch’esse [...]

[...] rettore, da tre giorni non vedeva la bella sposa. Quando gli apparve, raggiante di gioventù, d’allegria e di bellezza, un fremito di voluttà gli [...]

[...] , l’organo, sotto alle dita di signor Concu aveva avuto dei gemiti, delle modulazioni, dei trilli che avrebbero commosso un macigno. Finalmente [...]

[...] avviarono. Dalle finestre e dalle porte fu un piovere continuo di piatti di grano addosso agli sposi. Mentre don Simone aveva, per un istante [...]

[...] fango. Signor Vittorio, il quale guardava in alto, per ripararsi da un possibile colpo di piatto gli passò sopra schiacciandolo senza pietà. Don [...]

[...] Simone diede un gemito, e per il resto della giornata non ebbe un sorriso. Come avrebbe fatto per l'avvenire? e di quei cilindri, certo, non [...]

[...] ne vedevano più; che pelo! che leggerezza! In casa di Marco Santoru fu un vero assalto ai dolci, ed i vini corsero a rivi. I doni (sos presentes [...]

[...] ) si succedevano senza tregua; per lo più consistevano in un canestro di grano, nel mezzo al quale era a metà sepolta una caraffina di vino bianco [...]

[...] , avente per turacciolo un mazzo di fiori. Le amiche della sposa, oltre al grano, le mandavano belle coppie di galline bianche con ricchi nastri [...]

[...] la salvietta, cercando di portare un pò di refrigerio al sotto-barba, imperlato dal sudore. Erano delle sbuffate generali, dei gorgoglii [...]

[...] grassi, dei visi paonazzi; uno sbracalìo che non si era mai visto, neanche dinanzi ad un consiglio di leva. Signor Vittorio, neanch’egli ci mancava al [...]

[...] pranzo, fece un tentativo di epitalamio; ma fu obbligato a ricacciarlo in gola, appunto perchè lo aveva prevenuto don Ciriaco, il quale dopo [...]

[...] aver mangiato da vero sacerdote della pancia, cominciando con un gemito, aveva finito per essere portato fuori dai due collaterali, appunto [...]

[...] perchè era stato troppo.... eloquente. Ciò produsse un momentaneo disturbo, a tavola, e signor Vittorio perdette il filo delle idee. In piazza, una [...]

[...] di Marco Santoru, e quasi prendendo parte a quell’allegria, a quelle risate clamorose, a quel gridìo lieto, che prorompeva fuori, come un [...]

[...] vide, a notte, tornare don Zua, bianco più della neve, che copriva il terreno, infangato, stracciato più di un pezzente; — sembra un morto! lei [...]

[...] neanche di guardarlo in viso! — Per carità, Margherì, non ricominciamo, io sto benissimo; ho un po’ di freddo, ecco; null’altro. Accendimi un [...]

[...] buon fuoco, e dammi un bel bicchiere di quell’acquavite meravigliosa. — E dalli, con quel veleno d’acqua vite, non lo sa, non se n’è accorto che [...]

[...] lo avrebbe avuto! — Hai ragione, hai ragione da vendere; ma che vuoi trarne tu da un matto? allora io era matto; però mi servirà di lezione per [...]

[...] l’ha detto, dev’esser vero. — Domani.... buona fortuna! disse Zua con un sorriso strano. — Ci sono invitati tutti i cavalieri ed i signori; e [...]

[...] disperazione. Ha un bel dirmi che è guarito! già, come se io fossi nata ieri l’altro! ho paura che quel ragazzo.... Dio mio, Dio mio, toglietegli voi [...]

[...] , scolorita, senza profumo! Avrebbe avuto egli il coraggio di diventare, in un momento, così scellerato? Assassino, assassino, gli gridava nelle [...]

[...] orecchie, una voce misteriosa, assassino! In un attimo gli passarono attraverso alla fantasia ammalata, la sua pace serena nel lavoro, la [...]

[...] tradimento, per anteporgli un altro che non l’amava come egli l’amava. Allora l’odio prevalse sull’amore, l’ira fece tacere qualsiasi sentimento [...]

[...] di pietà, di indulgenza, di perdono, per Boella; la passione della vendetta prese forme gigantesche nel suo cuore, diventò un delirio, una [...]

[...] tremavano, ed un sudore freddo gli rigava la fronte. Stette alquanto in forse pensando se dovesse tornare indietro; ma allora gli tornò in mente la [...]

[...] fossa era quasi scavata, e nell’oscuro della terra smossa, biancheggiò un teschio. Don Zua stese la mano per prenderlo; ma uno strano senso di [...]

[...] disegnava lunga, lunga, sulla neve, colle forme di un grande scheletro avvolto in un manto funereo. Don Zua, tutto tremante tentò di rizzarsi per [...]

[...] sprigionassero da tutte quelle sepolture che lo circondavano, ed egli veniva vieppiù invaso da un intirizzimento, da una vera sensazione di ghiaccio che [...]

[...] gli stringeva il cuore e ne impediva i suoi palpiti. Le ginocchia gli vacillavano, un gelido ribrezzo gli serpeggiò in ogni fibra, e tutta [...]

[...] , poveretto! — esclamarono alcune donne che lavoravano in cucina. Zame Laddara, rodendo con due denti superstiti, un gran pane dolce, si avviò al [...]

[...] Boella in mani a un altro; che matto! Dio ci dà la vita e noi ce la togliamo. Dopo aver coperto il cadavere di don Zua, col manto funebre che si [...]

[...] annunziargli che il beccamorti lo richiedeva per un negozio di somma importanza, e riattaccò il discorso. La serva tornò tutta spaventata [...]

[...] : — Ha trovato morto don Zua Calarighes, nel camposanto! Fu una sassata in un alveare! Tutti si alzarono, abbottonandosi, in fretta, i calzoni e i [...]

[...] corpetti; volevano uscire contemporaneamente; tutti volevano sapere. In un momento la sala da pranzo restò deserta, e la comitiva mezzo ebbra [...]

Capuana Luigi
Riricchia (commediola paesana)
30 1912 - Provenienza testo: Scansione Emeroteca Braidense, txt Fondazione Verga 41 occorrenze

[...] . MASTRO COSIMO, zio di RIRICCHIA. LA GNA' PAOLA, madre di RIRICCHIA e di CELESTINA. UN OPERAIO UNA POPOLANA che non parlano. in un paesetto [...]

[...] siciliano. Epoca attuale. La scena è in un cortile. A sinistra, porta interna della farmacia. A destra, l'ufficio di DON CESARIO LO STORTO. In [...]

[...] dove ella abita col fratello MASTRO COSIMO e la figlia RIRICCHIA. MASTRO COSIMO mette in ordine le canne da pesca, un paniere di vimini e la scatola [...]

[...] scambiato per un mondezzaio questo cortile? Vi abitano cristiani meglio di voi, sudici che non siete altro!... Parlo con tutti!... (a Mastro Cosimo). E [...]

[...] legge accorda il sette, al massimo. A quest'ora don Cesario lo Storto dovrebbe essere in galera da un pezzo. Invece è rispettato, salutato da ogni [...]

[...] , vi mettono la corda alla gola... che debbono fare una povera madre, un povero padre? Dissanguarsi, per riparare lo strazio dell'onore [...]

[...] , più di un padre... Avete terminato? DON MICIO. Ho appena cominciato. E tutto ha da passare per le mie mani! LA GNÀ PAOLA. Mi dovete permettere! Ho [...]

[...] ! DON MICIO. Brava la Gnà Riricchia! Meritereste un bel bacio. LA GNÀ PAOLA (udendo severa). Oh, don Micio! Non son parole da dirsi! RIRICCHIA. Non [...]

[...] abbiate paura, mamma! Prima che me lo dia.... (facendo il gesto di uno schiaffo). DON MICIO. Scusate! Intendevo che meritavate un prosit per quel [...]

[...] ? È un bel pezzo che non ci vediamo. CELESTINA. Vi pare che siamo sfaccendati come voi? DON CESARIO. Se aveste metà dei miei impicci, vi parrebbe [...]

[...] marito.... CELESTINA. Eccomi. (La gnà Paola e Celestina escono) SCENA IV. DON CESARIO, TESTACCIA, POI RIRICCHIA E DON MICIO. DON CESARIO. Vo un [...]

[...] ridere. Gliene ho fatta una anch'io che non sono poeta, quando sdrucciolò qui: Don Micio, Micillo, Salta come un grillo. Don Micio, Miciuzzo Casca [...]

[...] veggo che vuol cozzare con me. RIRICCHIA. Ho un altro pretendente, e tu non lo sai! TESTACCIA. E me lo dici così indifferente? Chi è? Chi è [...]

[...] ? RIRICCHIA. E ha bei dindi! Mi vuol regalare una collana d'ambra, un paio di orecchini con pietre diamanti, anelli!... TESTACCIA. Me lo dici per farmi [...]

[...] ! Senti, Riricchia: se questa storia deve durare più a lungo sarà meglio.... RIRICCHIA. Sentiamo! Sentiamo! TESTACCIA (entra un operaio [...]

[...] ). (All'operaio che lo interroga con un cenno del capo). Non c'è; tornate più tardi. (L'operaio esce). Chi si oppone? Tua madre? Tuo zio? Tua sorella? Essa però [...]

[...] . Intanto mi hai fatto perdere la pace. Dovevi dirmi di no, fin da principio. RIRICCHIA. C'è stato forse un contratto? E se anche?... Fino a che non han [...]

[...] sapete. E quando si vede un uomo senza educazione, che insulta 227 una ragazza a cui non è degno di baciare la suola delle scarpe... SCENA V [...]

[...] (interponendosi). Via! Cose da niente. TESTACCIA. Torno a dirvelo: Chi vi ci mescola? DON CESARIO. È un padrone tuo. TESTACCIA. Di padroni ne riconosco uno [...]

[...] risponde scotendo il capo). TESTACCIA. Chi vuol tenere un piede qua e un altro là.... Gnà Riricchia... LA GNÀ PAOLA. Che discorso è questo?... Troppa [...]

[...] . Me ne vado! Me ne vado! (a Riricchia). Chi sa che un giorno non dobbiate dire, piangendo - scrivetele sulla fronte queste parole - : Ho cangiato [...]

[...] lasciassero in pace un momento! (esce). LA GNÀ PAOLA (a Riricchia). Vieni su: che fai qui? RIRICCHIA. Non posso più cucire davanti a la porta [...]

[...] ? DON CESARIO. Lasciatele prendere un po' d'aria, povera ragazza! (La gnà Paola entra, brontolando). SCENA VI. DON CESARIO, RIRICCHIA, POI MASTRO [...]

[...] scordate che siete ammogliato? DON CESARIO. Quasi che per volersi bene un uomo e una donna debbono essere per forza maritati! RIRICCHIA. Al mio paese [...]

[...] assai meglio di te? RIRICCHIA. Che devo fare? Dovrò dirlo a mia madre? DON CESARIO. Chi lo sa? Vostra madre potrebbe darvi, forse, un buon [...]

[...] le mani. DON CESARIO (osservando il paniere). O che è stato? La pesca miracolosa di S. Pietro? RIRICCHIA. È appena un quarto d'ora che siete [...]

[...] cacciatori, e tornano a casa così con la carniera ripiena, senza aver sparato neppure un colpo. MASTRO COSIMO. Oh, no, non sono di questi! Ma oggi [...]

[...] al peso. Raisi Mommu è mio vecchio amico. DON CESARIO. Vediamo di fare un affaruccio pure noi. MASTRO COSIMO. A proposito. Mi ha fermato [...]

[...] a vostra nipote! C'è chi vuol regalarle una collana d'ambra, un paio d'orecchini con pietre diamanti - posai in terra il paniere, e gli scaricai [...]

[...] un paio di schiaffi da ricordarsene finchè campa. DON CESARIO. L'ho licenziato. MASTRO COSIMO. Con me non si scherza, lo sapete bene, con Cesario [...]

[...] . Se siete voi quello della collana... DON CESARIO (un po' imbarazzato). Io, farvi quest'offesa? Me l'avevano portata in pegno: una bella collana [...]

[...] ? RIRICCHIA (rimettendosi a cucire). Dovrei prendere il paniere, infilarmelo a un braccio e andar per le vie, gridando: Vivo vivo il pesce! Vivo vivo [...]

[...] ! MASTRO COSIMO. Matta! Ne ho promesso un po' a don Micio. I giovani degli speziali è meglio tenerseli amici (a Riricchia). Dimmi: è vero che lo [...]

[...] Testaccia perchè s'insanguinava tutto? Se tu (a Riricchia) non gli avessi dato un po' retta... RIRICCHIA (stizzita, quasi col pianto nella gola). Ecco [...]

[...] E RIRICCHIA. DON MICIO (entra lavorando un preparato bianco in un piccolo mortaio di cristallo. Vedendo sola Riricchia, le si avvicina e le dice [...]

[...] ve lo dico, che mi giova? Lasciatemi stare! DON MICIO. Un amico come me... può giovare qualche volta. RIRICCHIA (fa segni di no col capo). 230 [...]

[...] veleno con le mie mani! Com se domandasse dei confetti! Tutt'a un tratto!... Non è uno scehrzo? RIRICCHIA. Mentre sono sola, fatelo per carità [...]

[...] ! Altrimenti m'impicco... mi butto in un pozzo! DON MICIO. Ma perchè... RIRICCHIA. Perchè... nessuno può più volermi bene! DON MICIO. E io? E io [...]

[...] i piedi. Poi, tutt'a un colpo, si decide). E, sentite, Riricchia. Se ci fosse uno che vi volesse tanto bene...? RIRICCHIA (rizzandosi dalla [...]

[...] spavento. E mi dicevate, fredda fredda: Datemi due pastiglie di sublimato! Quando si ama non si ragiona; è proprio vero! Un altro avrebbe capito sùbito [...]

[...] piatto col pesce). DON MICIO (imbarazzato col piatto in mano). Grazie! Grazie! E vorrei prendermi un piatto migliore... se c'è il vostro consenso [...]

Capuana Luigi
Il piccolo archivio
20 1886 - Provenienza testo: Scansione e txt Fondazione Verga 34 occorrenze

[...] avuto! MARIA. Siete proprio ammalato? FEDERICO. Quasi, se una storta a un piede può dirsi malattia.... Scusate tutta questa confusione.... Non [...]

[...] . Siete raggiante.... MARIA. Di pallor! Si sa. FEDERICO. E il dentista...? MARIA. Oh, no! Salendo le sue scale mi son sentita guarire tutt’a un [...]

[...] tratto; e son tornata via, senza entrare. Portentoso quell’Adler!... Allora dissi: facciamo un’opera di carità cristiana, visitiamo un ammalato [...]

[...] leone? Diventate vano, sapete? FEDERICO. .... e facciamolo arrabbiare, facciamolo ruggire. Sarà un bel divertimento. L’antro è così solitario [...]

[...] l'incredibile fortuna d'una vostra prima vista! MARIA. Prima ed ultima. FEDERICO. Perchè? MARIA. Parto per Napoli. FEDERICO. Lo dite in un modo [...]

[...] distrarci tutti e due. Perchè dovremmo privarcene? Ora che io lascio Roma, voi cercherete un altro svago, magari più concreto; non penerete molto a [...]

[...] trovarlo. Io, io.... oh! io potrò farne anche a meno. So 1’arte d’annoiarmi, da un pezzo! FEDERICO. Vi guardo a bocca aperta! MARIA. Potete [...]

[...] . Dunque quelle parole hanno un senso nascosto. Sarò sincero: anche con tutti e due i piedi in ottimo stato, io non avrei mai tanto talento [...]

[...] dietro a un’avventura, romanticissima. Amo, e mi credo amata; davvero. Un tegolo sul capo! Un fulmine a ciel sereno!.. Il famoso coup de foudre [...]

[...] !.... Un inglese, biondo, bello , fatale come il Lord Byron che non ho avuto 1’onore di conoscere. Abbiamo flirtato.... Si dice? FEDERICO. Se vi fa [...]

[...] ho fatto supporre che lo credo un principe del sangue viaggiante in incognito. Se poi sarà un fabbricante di tela da vele, di rasoi, di saponetti di [...]

[...] . Sragioniamo: sarà meglio. Ammalato, con un piede nell’altro mondo, nel mondo della bambagia, son dispostissimo a dire la verità e nient’altro che la [...]

[...] bella cosa? MARIA. Domandatelo a mio marito. FEDERICO. Scommetto che s’egli sapesse che noi continuiamo da un anno la noiosa storia di dirci sul [...]

[...] persuadersi della nostra suprema stupidaggine, non proverebbe un sentimento di profondo disprezzo per voi e per me? MARIA. Mio marito è un uomo di [...]

[...] buon senso, un uomo positivo. Egli suol dire: che le peggiori sciocchezze sono le inutili. Amandoci sul serio, noi ne commetteremmo una di questo [...]

[...] mezzo! Ho appena un altro quarto d’ora da concedervi. Se voi credete che io sia venuta qui senza una certa commozione... FEDERICO. Possibile [...]

[...] . D’aver interrotto il riordinamento del vostro piccolo archivio del cuore.... Oh, mi vi siete rivelato sotto un aspetto inatteso! La vostra [...]

[...] bella cameriera non si sia introdotta fra esse in un momento di vostra distrazione. Farete dei versi su questo soggetto? Siete capace di tutto. Ne [...]

[...] avete fatti per me, una sola volta, un anno addietro. Allora forse pensavate che per farsi credere innamorato davvero bisogna mostrarsi [...]

[...] completamente ridicolo. Ora, colla storta a un piede e dinanzi il piccolo archivio del cuore disperso sul tavolino, siete sublime addirittura!... Dovreste [...]

[...] pure ogni credente ha il suo quarto d’ ora di scetticismo: dovrebbe provarvi che quando un uomo del mio carattere arriva fino al punto di rimescolare [...]

[...] . FEDERICO. La prima signora! MARIA. Autentica? FEDERICO. Autenticissima. Aveva un solo difetto. Si metteva sempre a piangere, dopo. Non sapea [...]

[...] persuadersi, diceva, in che modo ella potesse ingannare suo marito, un marito che l’adorava!.. Una cosa lusinghierissima per me, ma che mi seccava un pò [...]

[...] , ripetuta. E il suo tradimento.... MARIA. Vi tradì? FEDERICO. Per veder di persuadersi, con un altro, in che modo ella potesse ingannare suo [...]

[...] marito che l’adorava!... Fui così bestia, cara amica, da provocare il mio rivale e buscarmi un bel colpo di punta al braccio, guaribile in dieci [...]

[...] moderno. Un epistolario in tre volumi, restituito all’autrice, meno queste pagine interessanti, e questo gingillo che ha aderito al mio polso sette [...]

[...] affettuosissima; troppo! L’ho rimpianta, ma non 1’ha saputo mai! MARIA. Pari e patta. FEDERICO. Nastro contemporaneo. Una marchesa, un vero [...]

[...] una certa maniera.... dormo come un ghiro....... Andate via? MARIA. Sono edificata abbastanza!... Voi avete tre o quattro mie lettere [...]

[...] scetticismo che poteva, forse, nascondere un cuore buono e gentile.... Mi avete fatto male; molto male!... Lo scetticismo è una malattia di cui si [...]

[...] può guarire; ma il cinismo... FEDERICO. Sono un cinico? Io? MARIA. Se c’è una parola che significhi qualcosa di peggio, suggeritemela; ve la dirò [...]

[...] all’unisono del vostro buon umore.... di testa. Da un anno noi ci diamo la maggior pena del mondo per mostrarci l'una all’altro proprio il rovescio di [...]

[...] quelli che siamo. È stato un continuo scambio di assalti, di motti, di frasi nelle quali le parole non avevano per nessuno dei due il [...]

[...] fingevate... per chiasso. Oh, gli uomini!... Addio(esce) FEDERICO. (dopo un momento di riflessione)Oh, le donne!.. Ed ecco un amore — no, non [...]

[...] m’inganno — che si avvia, fatalmente, a diventare... un amore come tutti gli altri!... La credevo più forte. Peccato! CATANIA TIPOGRAFIA [...]