[...] artifizio rettorico, ma quel nome buttato là da ultimo acquistava un significato eloquente, dopo aver saputo che i Casamonti discendevano da [...]
[...] - questo mondo quando già c'era venuto egli. E quel migliaretto di scudi che gli sarebbero bastati per comperarsi un podere, e finir di dipendere una [...]
[...] volta dal conte Pula che non sapeva fare il padrone, ma lui il contadino lo sapeva fare, quel migliaretto ora doveva dividerlo in quattordici [...]
[...] spaziosa e con tutti i comodi: tinaia, buona stalla, forno, e altre stanze a terreno; e vide che alle sue mani avrebbe potuto fruttargli quel podere [...]
[...] assai più che non Poggio Sole. Ma allo stringere del contratto, volle accortamente verificare se la congregazione a cui apparteneva quel fondo [...]
[...] il vinaio pagatone il fitto, rifacendosi poi alla raccolta delle ulive e alla vendemmia. Tutto quel segretume del resto non importava, perchè [...]
[...] Ferdinando teneva allora cantina per conto proprio. Atto veramente magnanimo questo, e ben degno di quel nobile gentiluomo a cui natura volle concedere [...]
[...] loggia del casolare. II. Quel casolare appariva oltre il muro della strada, sulla collina, circondato, e in parte anche nascosto, dagli [...]
[...] incappati della Misericordia apparivano in quel recinto due o tre volte in un mese. E nonostante vedevasi già tutto pieno di stemmi e di mausolei come [...]
[...] era mica un giorno! era dal secolo scorso, cioè cinquant'anni, che il vecchio Drea, il becchino, zappava quel cimitero fondato sopra un tranquillo [...]
[...] sempre il silenzio: non c'è caso che mai lo turbi il rumore della città vicina da cui non viene che il suono delle campane: quel suono così armonioso e [...]
[...] dunque la Venerabile Compagnia della Misericordia, preceduta dalla nera bandinella, usciva da quella tacita porta, e a quel suo passo uniforme e [...]
[...] occhi sbarrati in quel punto. " Son ossa che vanno in polvere, Tenenosse! " gridò suo padre, a cui Drea, il vecchio becchino, aveva già detto di [...]
[...] quel suono misterioso, tutto raccolto in un punto, pareva accresciuto dalla stessa immobilità del simulacro colossale di san Calisto seduto sul [...]
[...] silenzio tremendo. " Chi è là? " gridò Stefano facendosi un segno di croce: quel rumore cessò repente, si sentì dietro l'altare una fuga [...]
[...] precipitosa, e dopo più nulla. " Ah! " disse Stefano, " infami! oggi vi servo io! son topi, Tenenosse, son topi! " " O quel coso che pare un cappellone di [...]
[...] rifiata: animo! incominciamo: ecco io ti faccio qui il segno - 18 - con lo zappone: bisognerà fare una buca fonda per quel morto che è gonfiato [...]
[...] coro, e attendeva: la sua figura aveva, in quel momento, alcunchè di singolarmente antico, drammatico e rituale. Come mostravano le lunghe cigne [...]
[...] piegato alla volontà di suo padre, come Giovanna all'autorità del marito, quantunque, cacciata in quel luogo, ella si sentisse come fuori del suo [...]
[...] dopo morte, e l'immagine di tutti quei teschi che ornavano le tombe, la rendeva più meditabonda in quel silenzio, in quella solitudine della [...]
[...] casa, e con quel lumicino uggioso. Pensava che non tutti que' morti dovevano trovarsi in luogo di salvazione, perchè non tutti muoiono nel bacio di [...]
[...] cielo di volo. Per le anime del purgatorio Giovanna, rattoppando, bisbigliava trepida un De profundis. Ma quel lugubre misterioso latino, parendole [...]
[...] interesse, e credendo di farsene un merito presso Dio. Ma a que' mercatini cominciò a saltare la mosca al naso vedendo quel contadino aggirarsi [...]
[...] quasi si compiacque, in quel momento, che il marito potesse illudersi ancora, e perchè d'altronde sapendolo irremovibile, non voleva abbandonare [...]
[...] Pelasgi e dagli Etruschi, e non so da quanti altri popoli remotissimi e civilissimi della terra. Amerigo dunque, anche lui, aveva preso quel fare, e [...]
[...] damerini, e parevano aver tuffato il capo nell'orcio da tanto che avevano unti e lisci i capelli. Gustavo con quel viso di frate ghiottone che [...]
[...] in silenzio: quel padre era terribile in quel momento. Da quella sera quella società tavernaria (non migliore d'altre società più distinte, nè [...]
[...] politica che si crede tanto più abile quanto più riesce a mentire, e giocar d'astuzia. E a lei non gliene mancavano i mezzi con quel suo corto e [...]
[...] poi ci sarebbe cascato perchè l'avevano tutti i garzoni quel vizio: l'aveva anche Gustavo: quando seppero dunque della sua relazione con la Zaira [...]
[...] subito nel viso un'onestissima indignazione. Mandò subito pel fratello che venne tosto, e quell'insolita chiamata, quel parlar basso e poi quel [...]
[...] gridare, quel chiuder l'uscio, quel misterioso agitarsi insomma, che accompagna, precede o segue un insolito evento, obbligava gli avventori a [...]
[...] mia di zucchero.... - 44 - e corri in punta di piedi Amerigo al banco!... Era stata quel giorno la festa di san Crespino, e i calzolai avevano [...]
[...] gesto di Stefano, sbalzò sulle quattro zampe, con quel gemito sì pietoso dei cani smarriti che temono la presenza dell'uomo. Stefano aveva nei [...]
[...] maniera il santo nome di Dio! sì, avete ragione, babbo: ci penserà Dio a punirlo: voi, babbo, avete fatto quel che potevi: venite via, babbo! venite [...]
[...] scaletta a tendere l'orecchio all'uscio di casa, e udì suo padre rompere una volta sola quel silenzio tremendo per domandare dov'egli fosse; e [...]
[...] instupidito, fuor dell'uscio in sull'alba. Invano suo padre ne' dì seguenti, sempre con quel pensiero d'avviare la famiglia a divenire civile, cercò [...]
[...] - Ma chi l'arrivava lassù a tanta altezza quel falco così maligno! Quel falco con la Beppa e Gustavo compiva la triade del suo odio, e pur d'averlo [...]
[...] , s'indemoniava), ei lo guardava e sogghignava: pensava che cosa dovesse fargli. Ecco quel che gli fece: prima gli tagliò a sangue gli artigli; poi [...]
[...] compiere per oculatezza - 56 - e merito del figliuolo, così da quel giorno gli rivolse meno scura la faccia, e cominciò a rallentargli le [...]
[...] voltato quel macchione di pruni che cingeva la peschiera, egli - 59 - si lasciava andare sfinito e disteso in terra come morto, e col cappello [...]
[...] dove quel giorno non si moveva una spiga, non tremava una foglia sotto l'oppressura di quelle pallide nubi. Per gli ulivi friggevano le cicale, e [...]
[...] peschiera d'un'ombra rigogliosa e selvaggia: veduto che nulla giovava spruzzargli il viso spaventevole, sollevò quel corpo teso, e reggendolo sulle [...]
[...] sorridevano con l'inconsapevole e buona giovialità dell'infanzia. Filusella invece, con quel suo cappelluccio sempre terroso, assumente talora la [...]
[...] pareva fatto apposta per non disturbare troppo presto l'oscurità e il sonno dei morti; e nondimeno egli ora inoltravasi in quel buio sepolcrale con [...]
[...] , come ne' paesaggi perugineschi. In quel podere v'erano tutti i doni del buon Dio: v'era grano, vino, olio, fagiolami, saggina, zucche, cocomeri [...]
[...] , nuotava nell'abbondanza. Quanta pace non gustava allora questo taciturno villano, coltivatore della vigna e del cimitero! E quando per quel [...]
[...] onesta ravviatura che indica nelle villane l'astenersi in quel santo giorno dalla fatica: avevano in capo la teglia rotonda di paglia pieghevole [...]
[...] ringiovanito. In quel giorno la vecchia casa di Stefano, il sole, e i campi deserti, tutto pareva diffuso di quel dolce riposo domenicale: anche i morti [...]
[...] dava a quel lusso un carattere odioso di trivialità, di soverchieria e di menzogna: era un viso pingue e d'un colore di lardo vieto che [...]
[...] molta familiarità con le botti. - 68 - A quel tempo in Toscana la réclame non si conosceva: quindi, questo ingegnoso vinaio usava agevolare lo [...]
[...] , petulante e simulatore: lui solo era riuscito a mutare quel domestico dispotismo in licenza, e ingannare suo padre, il - 70 - quale di quando in [...]
[...] quietamente al lavoro. Nondimeno Stefano avrebbe tollerato ancora per un altro poco l'ozio e la scioperatezza di quel tristo figliuolo, se lo zio vinaio [...]
[...] ringraziare invece! il padre dev'essere informato di tutto, e invece voi mi davi ad intendere quel che pareva a voi! pezzo d'infame, ci ritornerai a casa [...]
[...] le colpe dei giovani, a vedere in essi una generazione peggiore alla propria: ed è una piccola sodisfazione anche questa da perdonarsi a quel misto [...]
[...] ribelle che eccedeva agli occhi di quel padre ogni punizione consentita dal codice: l'abbandonava quindi a sè stesso quel figliuolo ormai grande, e [...]
[...] d'Amerigo, derivava in quel momento dal pensiero di ciò che poteva accadere o essere accaduto di lui: quel pensiero la teneva in una continua [...]
[...] a cercare di quel figliolaccio sciagurato! " " Andate!.... meriterebbe proprio un bel conto! o che credete che vi dasse retta? giucca! poro bambino [...]
[...] , non dubitate!..." Natale di nuovo tacque, rimanendogli sulla bocca quel sorriso, consapevole o inconscio, secondo l'intenzione di chi parla o [...]
[...] , sparso di piante che coi rami sfrondati sopravanzavano il vecchio muro, e tremolavano nell'occaso aperto tra le case nere e rilucente in quel [...]
[...] tutta orecchi se mai udisse tra quelle voci allegre la voce d'Amerigo. E ben altro ella ebbe a sentire quando quel baccano si tacque, perchè tutti [...]
[...] scialluccio, fe' due o tre passi rasente rasente il muro, e ciò che soffrisse non ci son parole per - 84 - dirlo. Capì da quel discorso che Amerigo [...]
[...] era fuori, ma se anche si fosse trovato in casa, per quanto l'avesse forzata l'amor materno, sentiva che in quel luogo, lei non poteva entrare [...]
[...] aveva al viso, gettatole da colei. Parlare in quel modo del suo figliuolo e di suo marito! lei! falsar le cose in quel modo! Chi l'aveva [...]
[...] l'aveva vista tante volte) era una scatoluccia d'argento tutta consunta? Perchè farlo apparire anche peggio di quel che era quello sciaurato? o [...]
[...] sorte che quel pubblico funzionario le aveva procurata, per troppo zelo, per troppa coscienza del suo dovere. - 89 - A poco a poco imparò [...]
[...] sfacciataggine disperata, ostenta le cupidigie della sua nudità. Vedendo di possedere in quel suo robusto e florido corpo un impero su tutti [...]
[...] sua signora (così continuava a chiamarla per debito di scolara), che lo spirito di essa pareva tutto riempire di sè quel postribolo, contribuendo [...]
[...] ammassarsi pei muri delle squallide case rimaste lungamente deserte; e di colà, da quel canto, ella girava i suoi occhi giallastri di vecchia [...]
[...] vituperio, il quale veniva inoltre (e questa era la lusinga maggiore) come aggraziato dal fáscino femminile: quel fáscino che ogni donna [...]
[...] ; la gala modesta di cui le villane s'adornano ai dì festivi, quella schiettezza paesana degli usi domestici, quel che di costumato e di sincero [...]
[...] , alla sua incapacità di stimar le cose per quel che valgono, senza lasciarsene talmente ingannare il senso e la fantasia da smarrirne l'intrinseco [...]
[...] rococò: quel gusto che nell'individuo e nei popoli indica la prevalenza della volgarità, della menzogna e del cretinismo, l'annientamento d'ogni [...]
[...] - 96 - s'immergeva in quel suo turpe idiotismo, o cecità sensuale. Che cosa diviene un istinto, già di per sè potentissimo, quando non sia lasciato [...]
[...] non avendola udita mai, la sentenza a Stefano parve bellissima, e la ripeteva tutte le volte che, pur non volendo, si fosse tornati su quel [...]
[...] soggiungeva che tra lui e suo fratello ormai c'era il mare, senza che quel mare vi fosse nè ponte, nè bastimento per passarlo. Così padre e figliuolo [...]
[...] quel campo, affatto fuori d'ogni possibile concorrenza, eppure c'era chi lo invidiava anche lui, c'era chi gli stava dietro agognando di [...]
[...] merlo vero pareva. Quel gioco che assai le piacque, e l'aspetto singolarmente sinistro di quel furfante, fecero pensare alla Margolfa che egli [...]
[...] valse bene quel simulato ardimento, e le facezie con cui egli le distraeva, mentre aspettavano come vittime annoiate in quella lugubre sala, dove non [...]
[...] , quest'odio comune strinse tra essi la più amichevole simpatia. Ma vedendoli insieme non parevano davvero due eguali di condizione. Quel pioppino [...]
[...] torto rabberciato molto studiosamente su i capelli untuosi e ben pettinati, quel fazzoletto rosso di seta, che tenuto congiunto alla gola da un [...]
[...] l'influsso malefico di Zaira e la sua abiezione morale gli facevano tollerare la permanenza in quel luogo, non per questo però tollerava il [...]
[...] : anche la magnifica piazza, con la sua torre snella che toccava le stelle, era così silenziosa che quel silenzio, unito all'oscurità, pareva [...]
[...] ' caffeucci di provincia che attestavano in quel tempo, che sembra ormai remotissimo, la bella temperanza e semplicità della Toscana pura. Non [...]
[...] il contrabbasso, le maschere ballarono, girarono a tondo nella buia e ventosa viuzza: le risa, le chiamate delle donne accompagnavano quel - 111 [...]
[...] quell'orda da cui furono strette, e da ogni parte incalzate con grida di trionfo e di ribellione: in quel parapiglia, in quel brancichio, in quel [...]
[...] cuffia gettandola con ira sul banco, e non potendosi muovere nè farsi sentire in quel gran tumulto, guardava con occhi atroci e meravigliati [...]
[...] per i nervi di tutti!... Il maestro zazzeruto sonava di lena carnevalesca, e a quel suono quell'osceno viluppo di corpi in lotta si smezzò, s'allargò [...]
[...] tele, alcuni ritratti: quella notte finirono anch'essi per la vendetta d'arlecchino. Con tutto quel che gli veniva tra mano egli incominciò a [...]
[...] il pasto, e anche un florido melograno che una forte libecciata avesse tutto sconvolto e sbattuto. In quel mentre un signore educato venne a [...]
[...] sudore, fumavano, e pareva gustassero assai quella libertà, quel riposo. Quanto avessero faticato lo dicevano i visi sbigottiti, trasognati [...]
[...] poco era succeduto a tanto baccano il silenzio: quel tristo e solenne silenzio che segue al falso tripudio; o se qualche voce sorgeva di quando in [...]
[...] indorare l'alto soffitto di quel malinconico camerone. Il clinico s'era fermato appunto allora al letto d'Amerigo con gli scolari che apprendevano [...]
[...] quella che Virgilio chiamò arte muta: e per que' due contadini sgomenti, che, costretti a aspettare, di tutto quel linguaggio semigreco non capirono [...]
[...] segni di quel pianto che subito invece si riaffacciava copioso come sangue che sgorghi da una ferita larga invano compressa. Un Cristo gigantesco [...]
[...] chinando sugl'infermi la faccia misericordiosa raggiante nell'aureola bizantina. Giovanna rivolse gli occhi piangenti a quel Cristo severo, invocando [...]
[...] di farmachi e d'altre cose, contribuiva pure a rendere increscioso quel camerone: un camerone tutto bianco, salvo - 123 - che qua e là, di [...]
[...] d'oca esclamando: " Cherchez la femme! Cherchez la femme!..." Dopo la scienza, dopo la legge, comparve a quel letto la religione a recare i suoi [...]
[...] uscì con Stefano dallo spedale, e tutti e due ritornarono a casa piangendo. Come finiva quel figliuolo nel quale avevano un giorno fondate tante [...]
[...] , durante la quale non cesseranno d'agitarlo le passioni dissolutrici. Quella penosa intermissione di vita, quel sopore di morte, le angoscie di [...]
[...] trascorsa, e desiderare altri costumi e altro amore. Privo d'ogni antecedente preparazione, e di quel consiglio che solo può darci il lume prezioso [...]
[...] passata, non un pensiero affettuoso pei suoi, che pure aveva amareggiati sì forte, ma due fantasmi l'agitavano sempre mentre giaceva colà in quel [...]
[...] pareva si fosse in quel tempo grandemente allungata, sino al finestrone della corsia per trattenervisi con gli altri convalescenti a respirare [...]
[...] ormai per quel povero giovine era finita: e tutti: " Povero giovane! povero giovane! " ma però alla larga, perchè la tise s'attacca! Lo diceva [...]
[...] anche la monaca che quel giovane moriva vittima de' suoi vizi. Volendo dunque la monaca convertirlo, se lo portava a passeggiare come un bambino per [...]
[...] levarsi il bianco berretto dello spedale per salutarla. Agli altri infermi faceva ira a vedere con quali e quanti umili segni d'ossequio quel [...]
[...] tisicone s'inchinava alla monaca odiata. E secondo la monaca que' segni indicavano che finalmente quel giovane, così presso a morire, evasi [...]
[...] sciocca di più. Qual disinganno dunque non ebbe la poveretta quel giorno che Amerigo, tutto umile e rispettoso, venne a domandarle il permesso [...]
[...] polizia, ma sentito il parere del medico, questi rispose che quel tisico non era in grado di sostenere nessuna pena disciplinare, perchè [...]
[...] . Giustamente sta bene; ma quel benigno che vorrà riflettere ai motivi imperiosi che, covati a lungo segretamente, poi, all'occasione, possono premere un [...]
[...] potuto accostarsi a lui in quello spedale?... Ma quando fu per giungere a quel palazzotto, e lo vide tacere tutto chiuso nella viuzza deserta, sentì [...]
[...] subito che non ci stava più alcuno: quel silenzio lo fece raccapriccire: nondimeno, salì i due scalini ch'erano dinanzi al portone serrato, e [...]
[...] quelle monache, sapete, che una volta entrate in convento il mondo l'hanno veduto: non escono se non morte da quel rifugio: o che avete?..." " Ma è [...]
[...] senza potersi più muovere, nè aprir labbro. In altri tempi un'ira bestiale l'avrebbe preso, ma allora, sotto quel cumolo d'angoscia, ond'ebbe [...]
[...] infido della donna che aveva acceso una tal passione in lui ragazzo pervertito, e che pure non aveva perduto niente di quell'ingenuità e di quel [...]
[...] aveva infetta tutta l'anima di quel morbo, e il leppo gliene saliva al pensiero in immagini ardentissime; mentre per la scomparsa misteriosa di [...]
[...] quella...! " Ma domani gli chiusero la bocca subito, quando gli dissero che non gridasse tanto, e che ringraziasse Dio che quel giovane poteva [...]
[...] che quel figliuolo era pessimo, e lo voleva, tornato a casa, rimproverare aspramente. Ma appena lo rivide, colà seduto in una scranna presso il [...]
[...] giovane contadina che le piante nascondevano all'occhio: ma nulla era più giocondo e soave di quel canto: come vibrava argentino! come s'espandeva [...]
[...] . Ma dopo la morte d'Amerigo cessò quell'apparente tranquillità di Giovanna: non poteva pensare a quel figliuolo senza che un velo di pianto le [...]
[...] sotterrato il figliuolo in quel cimitero verde, là sotto casa sua, in un cantuccio riserbato - 142 - a' più poveri, Giovanna non aveva più [...]
[...] grano battuto dalle aie polverose; e tutti uscivano allora da quel luogo tristo, cacciati dalla notte che veniva: tutti, fuorchè Giovanna. Eppure la [...]
[...] confuso di grilli e lo stridere delle ultime cicale: qual luce ardeva in mezzo agli affanni, in quella donna addolorata e solinga, in quel cuore [...]
[...] qualche insetto o mazzi di fiori campestri, e parevano amorini inseguenti l'immagine austera e cupa del Tempo. In quel podere non v'era parte che non [...]
[...] a quel segno dell'eredità del fratello, anche perchè il fratello tali speranze seguitava, a pro suo, ad alimentarle con quelle paroline che costan [...]
[...] cupido che costituiva il fondo del carattere di Stefano, il cui sogno era di comprare quel podere che ormai poteva dirsi creazione delle sue mani [...]
[...] , Dio gli perdoni, che suo fratello ormai era pieno d'acciacchi, i quali facevano dubitare la sua morte vicina. " Quel povero Nando! " egli diceva [...]
[...] qua non era più lui. Rideva ancora con quel suo faccione paffuto e grinzoso di melacotta, ripetendo le sue solite barzellette, e avventandosi dietro [...]
[...] dondolante, con quel suo occhio nero e lubrico fisso a terra, gli accadeva talora di traballare come traballa, sul piano del biliardo, un birillo che fu [...]
[...] vi tocca nulla. " " No: e non ne parlare, perchè direbbero che li ho rubati: non te lo dovevo dire già, e neppure lo dovevo dire a quel birbaccione [...]
[...] : infatti quel podere me l'ha ridotto che è un giardino...." " Oh che esagerazioni! che esagerazioni! son tutti così que' poderi de' corpi santi: che ci [...]
[...] ! non l'ha potuto mai vedere quel povero figliuolo! anch'io vi dico di far testamento, ma io non ve lo dico per interesse, ve lo dico per Gustavo, ve [...]
[...] vostra coscienza, come v'ha detto anche padre Pio: così quel villanaccio che aspetta la vostra morte, creperà lui invece...." " Ma dunque [...]
[...] intorno a quel portafoglio dove teneva riposta tutta la sua sostanza. Egli ben s'accorgeva che se a lui vecchio ed infermo stavano ancora intorno [...]
[...] , ciò era solo per quel portafoglio spiato, agognato da essi come i cani agognano il pasto che poi si disputeranno a zannate Con aspri ringhi e [...]
[...] tesoro, gl'involasse anche la memoria, anche la lode e la gratitudine dell'erede, gli raddoppiava quel raccapriccio di morte da cui sentivasi [...]
[...] invaso. Averlo custodito e accresciuto segretamente tutta la vita quel tesoro perchè poi andasse a finire nelle mani d'un ladro ignoto e impunito [...]
[...] !... Per non correre questo rischio dunque, quasi propendeva di consegnare il portafoglio alla Beppa, ma quel fantasma del ladro gli risbucava allora [...]
[...] raccomandarle il silenzio, e insieme voleva alleggerirsi di quel pensiero, misto di sospetto e di malumore, in cui lo metteva da un pezzo in qua il [...]
[...] muso arcigno e torbido della Beppa; la quale non sarebbe ricorsa a quel contegno, e insieme a mille capricci e dispettucci e sgarbi civettuoli e [...]
[...] con quella sola, le scacciasse tutto quel tristo - 159 - dispetto dal viso. Poi cominciò a passeggiare su e giù, tutta molleggiante e impettita [...]
[...] trascorso con quel silenzio e quel muso, che ormai duravano inutilmente da vari giorni, e che bisognava mutar registro per vedere di condur l'uomo a [...]
[...] che perciò ci pensasse, pensasse all'avvenire di - 160 - quel figliuolo, pensasse, come già gli aveva detto anche padre Pio, all'anima sua [...]
[...] , sapete? che me n'importa? ma perchè ho paura che la vostra salute, povero Nando, ne soffra: non ne parliamo più, e fate quel che vi pare [...]
[...] innanzi dicendo: " Guarda che m'ha portato oggi quel pimmeo di Filusella. " " Sì, ma prima c'è stato Stefano da voi, oggi? " domandò la Beppa con un [...]
[...] effetto del tempo quel continuo bubbolío che sentivasi negli orecchi; e si consolò. La diligenza partiva alle due; ed egli, da quell'uomo di giudizio [...]
[...] . Un fievole raggio di sole trapelava di tanto in tanto da quel cielo smorto aggrondato, che poi si serrò da ogni parte, annottando vie più la [...]
[...] quell'incarico in prevenzione di tutti i casi possibili ad accadere, essi pure, sotto quel diluvio d'acqua, correvano alla taverna. A chi gli [...]
[...] . La lucerna etrusca, che gli avevano messa vicino sopra una sedia, ventilava su quel viso immobilissimo un lieve chiarore, e gli comunicava, a [...]
[...] . Ma in quel momento il suo viso non poteva serbar sempre quella maschera di falso cordoglio: di - 172 - sotto la maschera trapelava spesso tale [...]
[...] diritto. Stefano a ritrovarsela lì, davanti al fratello morto, con quell'aria ora compunta, e ora sfacciata di pretendente e di spiatrice, quel [...]
[...] a testa fieramente alta; " io? ah cagna! porca! cignala! " " Ah villanaccio! ah ladro! guitto! schifoso! lebbroso! ora vedrai! " Per quel [...]
[...] spirato, era ancora caldo, giaceva immobile e corpulento sul tavolone, in mezzo al cordoglio de' suoi amici e de' suoi compagni: giaceva in quel [...]
[...] silenzio riverenziale del corpo umano in faccia all'arcana maestà della morte che l'ha colpito, e alzar la voce in quel modo, e trattarsi d'ogni [...]
[...] egli quell'odio contro la Beppa e Gustavo l'aveva troppo a lungo e troppe volte calcato, perchè in quel terribile incontro non esplodesse: ora [...]
[...] quest' omo venne, lustrissimo, a visitare quel poveromo là.... il povero Nando, che doveva andare a' bagni di Rapolano, e che son certa e sicura [...]
[...] gli dette a tenere quel portafoglio. " - 178 - " Dio, mandami un accidente so questo è vero! " tonò Stefano alzando la testa, e squassando le [...]
[...] il cancelliere, e rivolgendosi di nuovo alla Beppa, con astuzia curialesca le domandò: " E dite, che somma conteneva quel portafoglio? " " Io [...]
[...] mani abbastanza sicure, e questo vuol dire che c'eran delle migliaia: ma ripose male la sua fiducia a riporla in quel...." " Posso parlare [...]
[...] di tutti. Non trovavano parole bastanti a condannare la venalità di quel villanaccio che, invece di piangere il fratello, aveva pensato solo [...]
[...] ai quattrini, facendo tutto quel putiferio. Con questa lodevole indignazione mostravano tutti una tal purità di sensi e tanto disprezzo per il [...]
[...] tanto meno poi in quel momento, se non era il primo Stefano a provocarla, incolpando lei ed il figliuolo d'aver rubato il portafoglio. Così diceva [...]
[...] in tre o quattro botti, gli amici del povero Nando s'accordaron di non andarci e lasciarlo solo colà in quel tenebroso stanzone, in compagnia [...]
[...] sottoposti, li tenevano a freno ancora, ma quel non essersi potuti sfogare, quell'odio compresso stabiliva una tensione violenta molto [...]
[...] lì in quel magro capitaluccio insufficiente ad assicurare al figliuolo e ai nipoti la proprietà del podere, mentre sperava il podere di poterlo [...]
[...] , fuorchè il babbo, nessuno vi si sedeva. La figura di Stefano acquistava da quella nobile sedia, in faccia a quel vasto camino, l'apparenza maestosa [...]
[...] di nutrire e accrescere quel suo odio in tale certezza, tanta voluttà provava il miserabile cuore di quell'uomo nell'attizzare e aspreggiare la [...]
[...] aveva trovato il mezzo di ricordarsi che quel seggiolone antico dove sedeva, esso solo gli era sfuggito, perché, non dovendolo vendere, l'aveva [...]
[...] quel seggiolone poteva esser caduto nelle mani del rigattiere: ma di non venderlo gliel'aveva certo ispirato, egli pensò, l'anima del povero [...]
[...] guardando come rimbecillito o trasecolato il seggiolone capovolto e squarciato, e il grosso portafoglio che stringeva nel pugno. Era quel medesimo [...]
[...] portafoglio che il - 193 - suo fratello tanti anni prima s'era tolto di tasca quel giorno che fecero insieme il contratto del podere! " Oh [...]
[...] l'operato del babbo, e si rallegrava tutto pensando che quell'oro era anche suo: l'oro — il quale, come diceva quel tale abate ai discepoli [...]
[...] dire, l'erba del campo, o meglio i cardi e l'ortiche di quel tratto incolto che s'estendeva fra il cimitero e la casa del contadino; in quel [...]
[...] sarebbe lode troppo modesta il riconoscere soltanto del sale in ciò che erano venute producendo incessantemente. Ora quel loro sale lo facevano tutto [...]
[...] quattrino. Carmelinda (a cui Filusella erasi ben guardato di confidare il segreto) faceva ben capire, parlandone sulla porta del podere, che quel [...]
[...] soglia del cimitero vecchio quello scheletro coronato che tiene in mano quel cartello? su quel cartello sta scritto: Nacqui Grande, vissi Re, e son [...]
[...] campo, osavano appena di bisbigliarne tra loro guardandosi intorno col timore che quel bisbiglio non arrivasse agli orecchi di qualcheduno: si [...]
[...] , la madre provocò in tutte le donnicciuole del vicinato un clamore d'indignazione e di maraviglia contro quell'asinaccio, quel becco cornuto [...]
[...] , quel pasto gonfio (essendo egli grasso) del vicario. Tutte davano un buon consiglio alla Beppa e a Gustavo: consigli maliziosi o anche audaci, ma [...]
[...] del vecchio. A quel nuovo insulto egli non si potè più tenere: volendosi aprire il passo, ne prese uno alla vita, e lo rovesciò come l'orso [...]
[...] l'amor di Dio!... sperando che qualcuno l'udisse in quel buio: ma nessuno gli rispondeva. Eppure qualche passante l'udì, ma s'affrettò a battersela [...]
[...] giovani, abbattendosi pure a passar di là, s'arrestarono e tesero gli orecchi a quel gemito che sonava nella notte buia così cupo, così sinistro! Era [...]
[...] formalità che domanda la legge, il Capo-Guardia della Misericordia battè la mano: a quel cenno gl'incappati alzarono su i due cataletti, otto di loro vi [...]
[...] membra d'atleta, aventi dall’immobilità, dalla tensione dei muscoli, e dall'occhio fisso e velato quel non so che di gravemente immemore che è [...]
[...] alla perfidia e alla malizia di quel villano, non si rifiniva poi di strabiliare a tanta imbecillità quanta in quell'occasione ne aveva mostrata la [...]
[...] affidato dal vinaio a quel furfante di suo fratello; invece di crederle dunque, trascurarono una tale preziosa dichiarazione, e così era naturale [...]
[...] che venissero a perdere ogni traccia del portafoglio, quando lui invece, il giorno che avvenne quel tafferuglio nella taverna, l'aveva addosso [...]
[...] verità, come sempre, dicevano, era venuta a galla, ma non prima che quel povero diavolo ne avesse molto sofferto nell'onore, nell'interesse e nella [...]
[...] strapparlo dalla mano di quel crudele, dalla mano di quell'omicida, dalla mano di quel violento? Era questione di morte o di vita, o signori, e la vita di [...]
[...] , chiedendo a quello! nessuno aveva visto, nessuno aveva sentito, nessuno proprio poteva dire che la cosa fosse successa in quel modo; perciò non [...]
[...] incontro la coorte formidabile de' suoi zii paterni, i quali, da quel giorno che s'eran divisi da Stefano a Poggio Sole, non - 225 - s'erano fatti [...]
[...] non senza un pio sorrisetto, " a comprar roba di chiesa! " perché quel podere era appartenuto un tempo ai reverendi padri domenicani. E questo [...]
[...] Castello, tutti buona e brava gente di mare, proprio all’opposto di quel che sembrava dal nomignolo, come dev’essere. Veramente nel libro della [...]
[...] di quel che t’ha fatto tuo padre; se non altro non sarai un birbante» ed altre sentenze giudiziose. Ecco perchè la casa del nespolo prosperava, e [...]
[...] ad Aci Trezza, e il dottore della leva, quando si vide dinanzi quel pezzo di giovanotto, gli disse che aveva il difetto di esser piantato come un [...]
[...] in capo alla via, come li vide comparire a quel modo, mogi mogi e colle scarpe in mano, non ebbe animo di aprir bocca, e se ne tornò a casa con loro [...]
[...] colla mano, ed ella rimase colla falce in pugno a guardare finchè il treno non si mosse. Alla Longa, l’era parso rubato a lei quel saluto; e [...]
[...] ! ooohi! intercalava – Qui ci vorrebbe ’Ntoni – oppure – Vi pare che io abbia il polso di quel ragazzo? La madre, mentre ribatteva il pettine sul [...]
[...] telaio – uno! due! tre! – pensava a quel bum bum della macchina che le aveva portato via il figliuolo, e le era rimasto sul cuore, in quel gran [...]
[...] confortare gli altri: – Del resto volete che vel dica? Un po’ di soldato gli farà bene a quel ragazzo; chè il suo paio di braccia gli piaceva meglio di [...]
[...] ve lo dico io che quel ragazzo avrebbe dovuto nascer ricco, come il figlio di padron Cipolla, per stare a grattarsi la pancia senza far nulla [...]
[...] che c’era un bastimento di Trieste a pigliar carico. Veramente i lupini erano un po’ avariati; ma non ce n’erano altri a Trezza, e quel furbaccio di [...]
[...] vero Iddio! «Quel ch’è di patto non è d’inganno»; che l’anima lui non doveva darla ai porci! e Piedipapera schiamazzava e bestemmiava come un [...]
[...] figlio della Locca: – Tuo zio Crocifisso cerca di rubarle la chiusa, a tua cugina la Vespa; vuol pagargliela la metà di quel che vale, col darle ad [...]
[...] al telaio notte e giorno, come Sant’Agata, dicevano le vicine. – Le ragazze devono avvezzarsi a quel modo, rispondeva Maruzza, invece di stare alla [...]
[...] cugina Anna dall’uscio dirimpetto. La cugina Anna aveva ragione da vendere; perchè quel bietolone di suo figlio Rocco si era lasciato irretire [...]
[...] Nunziata le avevano rubato in quel modo un lenzuolo nuovo. Povera ragazza! rubare a lei che lavorava per dar pane a tutti quei fratellini che suo [...]
[...] . Poi alla cugina Anna le era toccato di tirar su quel fannullone per vederselo rubare dalla Mangiacarrubbe. In mezzo a quel chiacchierio saltò su la [...]
[...] buttarle dietro l’uscio tutte le corna delle bestie che macellava, sicchè dicevano che andava a pettinarsi sotto la finestra della Mangiacarrubbe. Quel [...]
[...] . Don Silvestro rideva come una gallina, e quel modo di ridere faceva montare la mosca al naso allo speziale, il quale per altro di pazienza non [...]
[...] Silvestro il segretario, il quale si beccava anche quel po’ di stipendio di maestro elementare: – A me non me ne importa – ripeteva – Ma ai miei tempi non [...]
[...] dentro gli stivali, in cerca di contrabbandieri: – A questi altri non glielo fanno il conto di quel che mangiano. – Questi qui mi piacciono [...]
[...] Sant’Alfio, e il giorno era apparso nero peggio dell’anima di Giuda. Insomma una brutta domenica di settembre, di quel settembre traditore che vi lascia [...]
[...] Pizzuto, o sotto la tettoia del beccaio, a veder piovere, col naso in aria. Sulla riva c’era soltanto padron ’Ntoni, per quel carico di lupini [...]
[...] sul ventre, quasi dovesse andare a caccia di contrabbandieri con quel tempaccio, e compare Mariano Cinghialenta. Quell’elefante di mastro Turi [...]
[...] , raggomitolato sotto quel po’ di tettoia, davanti all’uscio, aspettava colla mano stesa che passasse qualcheduno per chiedere la carità. – Tra tutte e due [...]
[...] vanno oggi in chiesa; sono in collera con Domeneddio, per quel carico di lupini che ci hanno in mare. Il vento faceva volare le gonnelle e le foglie [...]
[...] pugno sul fianco, coi capelli arricciati e lustri come la seta; e lo speziale se ne stava sull’uscio della bottega, sotto quel cappellaccio che [...]
[...] facendosi la croce. Ciascuno non poteva a meno di pensare che quell’acqua e quel vento erano tutt’oro per i Cipolla; così vanno le cose di questo [...]
[...] bianchi e si strappavano i capelli, per quel carico di lupini che avevano preso a credenza dallo zio Crocifisso Campana di legno. – Volete che ve la [...]
[...] giorno di qua e di là, come avesse il male della tarantola, e lo speziale gli domandava se faceva la cura del ferro, o andasse a spasso con quel [...]
[...] di mare, e udendolo urlare a quel modo trasaliva e si grattava il capo senza dir nulla. La piccina piangeva, e quei poveretti, dimenticati sulla [...]
[...] cosa curiosa. – Requiem eternam, biascicava sottovoce lo zio Santoro, quel povero Bastianazzo mi faceva sempre la carità, quando padron ’Ntoni gli [...]
[...] , colle mani nelle tasche, o addossato al muro della chiesa, con quel giubbone tutto lacero che non gli avreste dato un baiocco; ma aveva denari sin che [...]
[...] denaro anticipato, e un rotolo di pane a testa, e mezzo quartuccio di vino, e non voleva altro, chè era cristiano e di quel che faceva in questo mondo [...]
[...] cervello, e non sapeva dir altro che «Quel che è di patto non è d’inganno», oppure «Al giorno che promise si conosce il buon pagatore». Ora i [...]
[...] comare Venera, chè non sapete nulla. – Io dico quel che hai detto tu, che ci levano la camicia di dosso, ci levano! borbottò compare Turi, mogio [...]
[...] , e’ s’ha ad essere così. «Chi non sa l’arte chiuda bottega, e chi non sa nuotare che si anneghi». La Zuppidda ne aveva le tasche piene di quel [...]
[...] mangiandosi fra i denti quel che voleva dire. – Colla malannata che si prepara, aggiunse padron Cipolla, che non pioveva da Santa Chiara, e se non fosse [...]
[...] pane. Padron Cipolla lo sapeva lui perchè non pioveva più come prima. – Non piove più perchè hanno messo quel maledetto filo del telegrafo, che si [...]
[...] cinque tarì all’anno. Allora si misero a fare il conto sulle dita di quel che avrebbe potuto vendersi la casa, coll’orto, e tutto. – Nè la casa nè la [...]
[...] chiacchiere fra padron ’Ntoni e compare cipolla, dicevano che adesso bisognava farle passare la doglia, a comare Maruzza, e conchiudere quel matrimonio [...]
[...] della Mena. Ma la Longa in quel momento ci aveva altro pel capo, poveretta. Padron cipolla voltò le spalle freddo freddo, senza dir nulla; e dopo [...]
[...] Mosca aveva un’aria stralunata, e vedendo in quel modo la ragazza, con quel fazzoletto nero che ci aveva al collo, se la prendeva coi bottoni del [...]
[...] fece quel servizio che sapete col carico dei lupini. La Mena teneva in mano il nottolino del rastrello, ma non si risolveva ad aprire. – E poi, se non [...]
[...] è vero, perchè vi fate rossa? Ella non lo sapeva, in coscienza, e girava e rigirava il nottolino. Quel cristiano lo conosceva soltanto di vista, e [...]
[...] parlare dei Malavoglia che badavano a maritarsi, ma a quel discorso delle quarant’onze non ci pensavano neppure. – Eh! saltò su infine la Vespa [...]
[...] sapreste quel che dovete fare, e lo vedreste che non ci ho altro per il capo. Ella gli voltava le spalle corrucciata, e senza avvedersene andava [...]
[...] stuzzicandolo coll’omero. – Ma di me a voi non ve ne importa! Lo zio si offese di quel sospetto ingiurioso. – Questo lo dici per farmi far peccato [...]
[...] Crocifisso montò in bestia anche lui, e le disse che lo sapeva cosa voleva farne, che voleva farsela mangiare da quel pezzente di Alfio Mosca, il quale [...]
[...] si gonfiava pensando che sarebbe stato meglio se i Malavoglia avessero fatto i carrettieri, chè il babbo non sarebbe morto a quel modo. – «Il mare [...]
[...] sul petto l’abitino di Figlia di Maria. Belle cose che copre quell’abitino! Al giorno d’oggi per andare avanti bisogna fare quel mestiere là; se [...]
[...] di nessuno, e il poveretto si sentiva quel calcio nello stomaco. – Bella provvidenza che avete! gli diceva don Franco, il quale era venuto in maniche [...]
[...] vedeva che era un bel cetriolo, e l’avrebbe barattato volentieri con quel disutilaccio di Rocco Spatu, il quale non valeva niente, e l’aveva preso [...]
[...] un codazzo di amici, e avrebbe voluto che tutti i giorni fosse domenica, per menare a spasso la sua camicia colle stelle; quel dopopranzo si [...]
[...] quelli che stavano a vedere. Quel Rocco è forte come mastro Turi Zuppiddo. Se volesse lavorare se lo buscherebbe il pane! – Io le mie devozioni so [...]
[...] è tanto vecchio, ci si perde quel che gli si dà!... – È vecchio ma sa il mestiere, rispose Piedipapera; non ce li perdete i danari; e suo nipote [...]
[...] pace, disse che era ora di far colazione. In quel momento spuntava il sole, e un sorso di vino si beveva volontieri, pel fresco che s’era messo [...]
[...] gli uomini della paranza, quasi padron Cipolla fosse là presente, a vedere quel che facevano e quel che non facevano. – Tutto per fargli credere [...]
[...] il peggio che ci potesse essere, faceva quel mestiere leggiero di stendere la mano a chi passava, e biascicare avemarie; o se ne andava da [...]
[...] il sensale. – Ma quel servizio lì potrebbe farmelo! disse a un tratto fra di sè – e non dormì più quella notte, tanto gli piacque la trovata – e [...]
[...] strepitare. – Io l’avevo detto, santi del Paradiso! che quel ’Ntoni a bazzicare per la casa non mi piaceva! – Voi state zitto che non sapete nulla [...]
[...] cerchio, a guardarsi in viso, e quel giorno dell’usciere non si misero a tavola, in casa dei Malavoglia. – Sacramento! esclamava ’Ntoni. Siamo sempre [...]
[...] faccia rossa e gli occhi lucenti, si sentì sgravare di un gran peso anche lei, e si rasserenò in viso aspettando che dicessero quel che aveva [...]
[...] chiacchierare, seguitando ad infilar gretole nelle cannucce. Infine disse quel che ci voleva: – Orbè, se la gnà Maruzza ci mette la mano, ogni cosa si [...]
[...] le mie ragioni; la mia roba par roba rubata, ma quel che fanno a me lo fanno a Gesù Crocifisso che sta in croce; e seguitava a borbottare e [...]
[...] brontolare colle spalle al muro, e le mani ficcate nelle tasche; nè si capiva nemmeno quel che dicesse per quella castagna che ci aveva in bocca. Don [...]
[...] lui non contava per nulla in casa. VII Quello fu un brutto Natale pei Malavoglia; giusto in quel tempo anche Luca prese il suo numero alla [...]
[...] il soldato. Quel giorno pioveva, e la strada era tutta una pozzanghera. – Non voglio che mi accompagniate – ripeteva Luca alla mamma; – già la [...]
[...] dimenticò finchè le chiusero gli occhi; e sino a quel giorno si portò fitta nel cuore quell’altra spina che il suo ragazzo non assisteva alla festa che [...]
[...] fare una commedia con quel don Silvestro, se non mi lascia in pace. – Che lo dite sul serio, comare Barbara? – Sì, davvero! – Questa cosa mi piace [...]
[...] , con quelle braccia! dicevano alcuni. – Oppure, – Adesso i Malavoglia si mettono di nuovo a cavallo. – Quel diavolo di compare Zuppiddu ci ha le [...]
[...] lavorare tutta la settimana! E’ fa caldo anche in gennaio con quel po’ di roba sulle spalle. Alessi rideva del nonno, vedendolo così rosso e curvo [...]
[...] : non lo volevano nemmeno per compagno alla processione, quel cristiano, nè lei nè sua figlia! Comare Venera quando parlava del marito che doveva [...]
[...] chiaro e tondo a mastro Callà, quand’è venuto a fare l’ambasciata in persona, l’ha visto anche lo zio Santoro. Don Silvestro gli fa fare quel che vuole [...]
[...] , a quel Giufà del sindaco; ma io me ne infischio del sindaco e del segretario. Ora cercano di farci chiudere bottega perchè non mi lascio [...]
[...] di Maria per nascondere le sue porcherie, e quel becco dello zio Santoro non vede nulla. Ognuno tira l’acqua al suo mulino, come compare Naso, che [...]
[...] mezza paga, per quel suo fratello Menico che s’era annegato coi lupini. Vanni Pizzuto aveva anche chiuso la bottega, perchè nessuno andava più a farsi [...]
[...] quale non ci aveva che un carro da asino, mentre lo zio Crocifisso le voleva bene come alla pupilla degli occhi suoi, sebbene in quel momento non [...]
[...] nell’impiccio vi voltano le spalle, e vi lasciano solo a sgambettare nel pantano; ecco quel che vuol dire farsi menare pel naso da quell’imbroglione di [...]
[...] denari devono venir fuori per amore o per forza. Qui ci vorrebbe un sindaco di testa e liberale come voi. Lo speziale allora cominciava a dire quel [...]
[...] sua nuora, e l’aveva lasciata in camicia. Se gli interessi del Comune li faceva a quel modo!... Ma intanto se la Signora si affacciava alla [...]
[...] finestra, don Franco cambiava discorso, e gridava: – Bel tempo, eh? – ammiccando di nascosto a don Silvestro, per fargli capire quel che ci aveva nello [...]
[...] stomaco da dire. – Andate a fidarvi di quel che vuol fare uno che ha paura della moglie! pensava fra di sè don Silvestro. – Padron ’Ntoni era di [...]
[...] vedere quel che si faceva, gli andava ripetendo: – Tu bada ai fatti tuoi, chè tutti costoro gridano ognuno pel suo interesse, e l’affare più grosso per [...]
[...] quel muro della vigna per conto di massaro Filippo, e se non vogliono il dazio della pece, don Silvestro ci penserà lui a qualche altra cosa. – Ve [...]
[...] ! voleva fargli vedere che era stato soldato, a Piedipapera! Lo incontrò giusto che veniva dalla sciara, vicino alla casa dei Zuppiddi, con quel suo [...]
[...] piede del diavolo, e cominciò a dirgli il fatto suo, che era una carogna, e si guardasse bene dal dir male dei Zuppiddi e di quel che facevano [...]
[...] , giacchè Pasqua era lì vicina, e dei denari del debito, a gran stento, ne avevano raccolto appena una metà. – Vedi quel che vuol dire bazzicare dove ci [...]
[...] quel cristiano di compar Alfio fosse incollato sui panconi del telaio, colle immagini dei santi. Una sera aspettò sino a tardi per veder tornare [...]
[...] abbiamo la metà, e alla salatura delle acciughe pagheremo anche il resto. Alfio a quel discorso lasciò l’asino in mezzo al cortile, e venne sulla strada [...]
[...] papparsela quel cetriolo di ’Ntoni Malavoglia! – Se Piedipapera vuol esser pagato, ’Ntoni non se la pappa; ve lo dico io. I Malavoglia avranno [...]
[...] . Finalmente una volta don Michele disse: – Santo diavolone! se non fosse pel cappello colla penna, gli farei tenere la candela io, a quel [...]
[...] ’Ntoni Malavoglia un giorno o l’altro si mangiano come il pane! È quel benedetto cappello colla penna che gli lega le mani a don Michele. Egli [...]
[...] pagherebbe qualche cosa a Piedipapera se glielo levasse davanti, quel cetriolo di ’Ntoni. – Tanto che il figlio della Locca, il quale era sempre a [...]
[...] quello cos’era stato quel diavolìo, e se si erano visti Rocco Spatu e Cinghialenta, e si sberrettava con don Michele, il quale aveva gli occhi [...]
[...] , mescendogliene di quel buono: – Dove siete stato a rischiar la pelle, santo cristiano? Non lo sapete che se chiudete gli occhi voi, vi portate nella [...]
[...] ! esclamò Piedipapera battendo il pugno sul banco, e fingeva di mettersi in collera davvero. A Roma non voglio mandarlo, quel ragazzaccio di [...]
[...] penso per ora a maritarmi; ma certo che da me si troverebbe quel che ci vuole. A buon conto il mio pezzo di chiusa ce l’ho, e nessuno ci tiene le [...]
[...] scavati i denari. Già nel paese si sapeva quel che possedeva ciascuno, fino all’ultimo centesimo, e quei galantuomini dei Malavoglia, magari a vendersi [...]
[...] della festa. Mena sembrava davvero Sant’Agata, con quella veste nuova e quel fazzoletto nero in testa, talchè Brasi non le levava gli occhi [...]
[...] ». Quel sabato, verso sera, la Nunziata venne a prendere un pugno di fave per i suoi bambini e disse: – Compare Alfio se ne va domani. Sta levando [...]
[...] carro, e insaccava quel po’ di paglia che rimaneva nella mangiatoia, intanto che cuocevano quelle quattro fave della minestra. – Partirete prima [...]
[...] vado? e voi perchè vi maritate con Brasi Cipolla? Si fa quel che si può, comare Mena. Se avessi potuto fare quel che volevo io, lo sapete cosa avrei [...]
[...] porto meco alla Bicocca, e dappertutto ove andrò. Ma questi oramai sono discorsi inutili, e bisogna fare quel che si può. Anche il mio asino va dove [...]
[...] luna. IX Nè i Malavoglia, nè alcun altro in paese sapevano di quel che stavano almanaccando Piedipapera collo zio Crocifisso. Il giorno di [...]
[...] . – Che, son tutte qui? disse costui. – Tutte non ci possono essere, zio Crocifisso; voi lo sapete quel che ci vuole a far cento lire. Ma «meglio poco [...]
[...] tornavano a far buon viso ai Malavoglia, che non sapevano nulla di quel che ci aveva nello stomaco Piedipapera, nemmeno comare Grazia, sua moglie [...]
[...] discorrere di quel che aveva fatto la Provvidenza. Brasi girandolava sempre per la straduccia dei Malavoglia, col vestito nuovo; e poco dopo si [...]
[...] in furia la veste nuova, chè non se lo aspettava quell’affronto. ’Ntoni ebbe un bel pregarla e scongiurarla di non attaccarsi a quel pelo, e [...]
[...] , senza osare d’accostarsi. – Io, per me, vado a vedere cos’è successo; disse Piedipapera, e scese dal muro adagio adagio. In quel crocchio [...]
[...] , quando state sull’impagliettatura colla carabina in pugno, in quel gran silenzio, non sentite altro che il rumore della macchina, e vi pare che [...]
[...] quel punf! punf! ve lo facciano dentro lo stomaco: null’altro. Poi, alla prima cannonata, e come incomincia il parapiglia, vi vien voglia di [...]
[...] vuole un bicchiere di vino schietto. Quel Pizzuto avvelena la gente colla sua erbabianca, e non va a confessarsene. Certuni la coscienza l’hanno dietro [...]
[...] l’avesse avuta dentro di sè quell’arsura, e nel buio spalancava gli occhi, dove ci aveva sempre stampato quel cristiano. Coll’andare dei giorni [...]
[...] in casa; era sempre in giro a chiacchierare di porta in porta, quasi andasse cercando quel che voleva sapere. – Avete visto una gatta quando ha [...]
[...] giorni. D’allora in poi fu presa di una gran devozione per l’Addolorata che c’è sull’altare della chiesetta, e le pareva che quel corpo lungo e [...]
[...] faceva risuonare le chiavi prima di chiudere, la vedevano sempre lì, a quel posto, accasciata sui ginocchi, e la chiamavano anche lei la madre [...]
[...] di pigliarselo per marito. – Cosa ci hai con quel povero giovane? domandava mastro Turi. – Voi tacete, chè non sapete nulla; gli gridava la [...]
[...] soperchierie che fanno montare la mosca al naso; la Zuppidda si fidava perchè le dava di spalla quel cetriolo di ’Ntoni Malavoglia, il quale faceva il [...]
[...] vuote, dove le parole si udivano come se fossero in chiesa. Compare Tino non aveva potuto durarla a campare d’aria sino a quel giorno, e aveva dovuto [...]
[...] uccelli vi cantano nel cuore. Per altro il cuore non ce lo aveva mai avuto per quel cristiano, lo disse all’orecchio della mamma, mentre ordivano la [...]
[...] , che le erano rimaste in casa peggio di casseruole appese, e comare Piedipapera si vergognava di farsi vedere per quel tiro che compare Tino aveva [...]
[...] ? Se ti mariti, vuol dire che fai casa da te, e quel che guadagni, lo guadagni per la tua casa. «Cento mani Dio benedisse, ma non tutte in un [...]
[...] il naso in sù, che la Barbara non era quella che ci voleva per suo figlio ’Ntoni, perchè era avvezza come una signorina, e non sapeva quel che ci [...]
[...] di vestina che hai indosso. La bambina molte cose non le capiva; ma quel po’ che rispondeva faceva montare la mosca al naso alla Zuppidda, e le [...]
[...] non ci andò più, e la gnà Venera disse che era meglio, così non venivano in casa a far le spie, che temevano sempre volessero rubarsi quel tesoro [...]
[...] più nè re nè regno. E glielo disse anche in faccia, alla fine, onde levarsi d’addosso quella noia, perchè quel cristiano stava sempre davanti alla [...]
[...] ci mise una pietra su quel che era stato, e se ne tornò a remare come un galeotto, che già quella era una vera galera, dal lunedì al sabato, ed [...]
[...] attorno all’osteria, dove la gente non aveva altro da fare che ridere e spassarsi, senza pensare che il giorno dopo si tornava a fare quel che si [...]
[...] era cattivo, e voleva inghiottirseli in un boccone, loro, la Provvidenza e ogni cosa, quel ragazzo aveva il cuore più grande del mare. Il sangue [...]
[...] come un cefalo in amore. La Provvidenza si avventurava spesso al largo, così vecchia e rattoppata com’era, per amore di quel po’ di pesca, ora che nel [...]
[...] donne pestavano il sale fra i ciottoli, e quando contavano i barilotti ad uno ad uno, e lo zio Crocifisso veniva a vedere quel che avevano fatto [...]
[...] »; rispondeva il vecchio. Quando saremo un’altra volta quel che siamo sempre stati, ognuno ci farà buon viso, e torneranno ad aprirci la porta. – Chi [...]
[...] davanti alla fiammata stavano a chiacchierare sino a tardi della grazia di Dio che aveva mandato San Francesco, e quel che si sarebbe fatto dei [...]
[...] denari. Ma a quel giuoco da disperati si arrischiava la vita per qualche rotolo di pesce, e una volta i Malavoglia furono a un pelo di rimettercela [...]
[...] voce in quel buio li fece diventare tutti piccini piccini sul banco dov’erano. Si udiva il vento sibilare nella vela della Provvidenza e la fune [...]
[...] . – Tienti forte! tienti forte! gli gridava il nonno in quel fracasso delle onde che lo volevano strappare di là, e buttavano in aria la Provvidenza [...]
[...] sei buono anche tu. Adesso i remi valgono meglio del timone. La barca scricchiolava sotto lo sforzo poderoso di quel paio di braccia. E Alessi [...]
[...] sulla cima delle onde, piegata da un lato come un uccello ferito. I Malavoglia si tenevano tutti da un lato, afferrati alla sponda; in quel momento [...]
[...] nessuno fiatava, perchè quando il mare parla in quel modo non si ha coraggio di aprir bocca. Padron ’Ntoni disse soltanto: – A quest’ora laggiù [...]
[...] battè giusto sulla faccia a ’Ntoni peggio di un colpo di frusta, ma in quel momento gli parve meglio di una carezza. – A me! a me! gridò [...]
[...] grembiule. – Già quel mestiere lì è fatto in tal modo, e si finisce col lasciarci la pelle. Una che mariti la figlia con gente di mare, diceva la [...]
[...] , chè il cuore l’aveva buono, quel giovane. – Non piangere così! gli diceva il nonno. Non piangere. Ora tu sei il capo della casa. Pensa che [...]
[...] ci hai tutti gli altri sulle spalle, e fa come ho fatto io. Le donne si mettevano a gridare colle mani nei capelli, udendolo discorrere a quel modo [...]
[...] bagnate sulla fronte. – No, diceva padron ’Ntoni, sono in sensi. Voglio finire tutto quel che devo dirvi prima di andarmene. Intanto [...]
[...] Patriarca San Giuseppe addirittura, su quel letto e con quella barba lunga! beato lui! esclamava la Santuzza, che piantava i boccali e ogni cosa [...]
[...] ! brontolavano anch’esse. – Quel vecchio ha il cuoio duro; se non batte il naso per terra come i gatti, non muore. State attenti a quel che vi dico [...]
[...] danno di tutti, perchè è la colonna della casa, – rispose la cugina Anna. Quel cetriolo di ’Ntoni ora non è più un ragazzo. – Ma tutte si strinsero [...]
[...] avesse la medaglia. – Barbara Zuppidda, ora che si è levato di mente quel ragazzaccio dei Malavoglia, non gli volterà più le spalle a don Michele [...]
[...] lavata di capo a suo fratello, appena venne a sapere che si era messo in quel pasticcio, perchè quelli della sciabola bisogna tenerseli amici [...]
[...] Rosolina a fare la conserva dei pomidoro; ella ci veniva a pregare don Giammaria che facesse entrare gli scrupoli in testa a quel birbante dello zio [...]
[...] venire il capo grosso davvero. – Chi ve l’ha detto? – Lo dice tutto il paese. – Lasciatelo dire. E poi, volete saperla? io faccio quel che mi piace [...]
[...] , donna Rosolina, «chi ha bocca mangia, e chi non mangia se ne muore». – E non si dice pure quel che si dice di voi, che siete un truffatore! seguitò [...]
[...] si strinse nelle spalle, borbottando fra di sè: – A me non me ne importa nulla di quel che dicono. Ed aveva ragione di non curarsi di quel che [...]
[...] sino a quel giorno le eran rimasti come due spine dentro il petto, tanto che era andata a confessarsene con don Giammaria. Però il confessore le [...]
[...] dubitate, non dubitate. La casa è là che non scappa. Basta tenerci gli occhi addosso. Ognuno tiene gli occhi addosso a quel che gli preme. – E una volta [...]
[...] gli diceva: – Per questa medaglia benedetta che ci ho qui, non è vero niente. Puh! che mi fate stomaco quando mi parlate di quel vecchio barbogio [...]
[...] dimenava il capo, come Tartaglia. Piedipapera continuava: e Brasi disse: – Allora che facciamo? – Io non lo so quel che volete fare – rispondeva la [...]
[...] lui con tanto di lingua fuori, e ci aveva gusto che quel bietolone di suo figlio Brasi fosse andato a cascare nella Vespa, mentre pareva che per lui [...]
[...] , l’olio; e avevano data la caparra a massaro Filippo per quel po’ di vino della domenica. Ora erano tranquilli; suocero e nuora tornavano a contare i [...]
[...] sempre pel naso quel buon uomo di mio padre, per fare gli affari vostri e mangiare a doppio palmento? che perfino donna Rosolina va predicando che vi [...]
[...] retrobottega. – Ci vorrebbe gente come noi! E dopo aver soffiato loro quel segreto nel buco dell’orecchio, correva in punta di piedi a piantarsi [...]
[...] galera, a Favignana, non ci è andato nessuno! Questi sono i tempi e gli uomini nuovi! In quel momento entrò nella bottega la Signora, colla calza in [...]
[...] di maccheroni, nel pollaio dov’era nascosto, perchè quel bietolone non mangiava da ventiquattr’ore, ed era tutto pieno di pollini! E ’Ntoni [...]
[...] la scala col lume in mano. – Lo sapeva lei quel che aveva detto? Ei non si azzardava a dire davanti a lei le sue corbellerie senza capo e senza [...]
[...] coda. Sapeva solo che don Giammaria se n’era andato facendosi la croce per la piazza, e borbottando: – Bella razza d’uomini nuovi, come quel ’Ntoni [...]
[...] novità! e non lo sapevi? Sei quel che è stato tuo padre, e quel ch’è stato tuo nonno! «Più ricco è in terra chi meno desidera». «Meglio contentarsi [...]
[...] . – Ricchi! diceva, ricchi! e che faremo quando saremo ricchi? ’Ntoni si grattò il capo, e si mise a cercare anche lui cosa avrebbero fatto. – Faremo quel [...]
[...] come uno zingaro. In conclusione ’Ntoni si mise a piangere come un bambino, perchè in fondo quel ragazzo il cuore ce l’aveva buono come il pane; ma [...]
[...] spendere i denari che avevano in tasca. La sera, i suoi parenti, dopo aver messo a sesto la barca e gli attrezzi, per non vedergli quel muso lungo, lo [...]
[...] , cogli occhi lustri di lagrime; perchè la poveretta indovinava quel che avesse. – Dimmelo a me che son tua madre! Egli non rispondeva; o [...]
[...] visti. – Così non ti vedrò più! gli diceva. – Ora la casa va vuotandosi a poco a poco; e quando se ne andrà anche quel povero vecchio di tuo nonno [...]
[...] , che cosa ci mancherà? Dopo che io sarò sottoterra, e quel povero vecchio sarà morto anche lui, e Alessi potrà buscarsi il pane, allora vattene [...]
[...] il paese dove sei nato e cresciuto, e dove i tuoi morti saranno sotterrati sotto quel marmo, davanti all’altare dell’Addolorata che si è fatto [...]
[...] liscio, tanti ci si sono inginocchiati sopra, la domenica. ’Ntoni, da quel giorno innanzi, non parlò più di diventar ricco, e rinunziò alla [...]
[...] , stanca, e disfatta, in quel momento in cui non aveva nulla da fare, e si metteva a sedere anche lei, colle mani in mano, e il dorso diggià curvo [...]
[...] la morte se li avesse succhiati, e le labbra nere al pari del carbone. In quel tempo non andavano intorno nè medico nè speziale dopo il tramonto; e [...]
[...] Maruzza non potè avere altro aiuto che dei suoi, poveracci, i quali correvano per la casa come pazzi, al vederla andarsene in tal modo, in quel [...]
[...] petto quel soldo di cotone coll’olio santo che aveva comperato a Pasqua, e disse pure che lasciassero la candela accesa, come quando stava per morire [...]
[...] levò più davanti agli occhi, la sua mamma, con quei capelli bianchi, e quel viso giallo e affilato come un coltello, nemmeno quando arrivò ad avere [...]
[...] , davanti a quel lettuccio vuoto. Per un pezzo non aprirono più l’uscio, dopo che n’era uscita la Longa. Fortuna che ci avevano in casa le fave, la legna e [...]
[...] che tutti gli altri usci erano chiusi; e lo faceva anche per far vedere a quel ragazzaccio di ’Ntoni che lui non aveva paura di nessuno al mondo. E [...]
[...] poi la Mena, così pallida, pareva tutta Sant’Agata davvero; e la sorellina, con quel fazzoletto nero, cominciava a farsi una bella ragazzina [...]
[...] sorellina, quando gli uomini andavano in mare, e a stare con quel lettuccio vuoto sempre dinanzi agli occhi. Se non aveva nulla da fare, si metteva [...]
[...] a sedere colle mani in mano, guardando quel lettuccio vuoto, e allora sentiva che la mamma l’aveva lasciata davvero; e quando dicevano nella [...]
[...] se in quel momento moriva di colèra buttato dietro una siepe, quel poveretto che non ci aveva nessuno al mondo? Passava anche qualche volta [...]
[...] rimboccata, e un ragazzo scalzo che suonava il campanello, perchè mastro Cirino non si vedeva più. Quel campanello, nelle strade deserte, dove non passava [...]
[...] giorni colla Vespa, che pareva avesse ad andarsene da un momento all’altro, ma poi non è morto! Però, quel che i Malavoglia guadagnavano non bastava [...]
[...] un pezzo, col cuore stretto, si decise a parlare colla Mena di quel che doveva farsi oramai. Ella era giudiziosa come sua madre, e non c’era altri [...]
[...] comprarla? Padron Cipolla non voleva di quei vecchiumi. Quello era affare dello zio Crocifisso. Ma in quel momento lo zio Crocifisso aveva altro per [...]
[...] cercare di indovinare se lo zio Crocifisso diceva di sì. Piedipapera veniva a dirgli quel che aveva potuto ottenere dallo zio Crocifisso, e poi tornava a [...]
[...] siete tanto ricco, potreste dargli del pane a quel poveraccio di padron ’Ntoni, – soggiungeva Piedipapera. – A voi non vi farebbe nulla di prenderlo a [...]
[...] un affar d’oro, sentite a me, padron Fortunato. Padron Fortunato, preso così in quel momento, non seppe dir di no; ma dopo che ebbero tirato e [...]
[...] prendersi padron ’Ntoni. – Sì, lo prendo se viene a dirmelo lui! Lo credereste che mi porta il broncio dacchè mandai in aria quel matrimonio di mio [...]
[...] Mangiacarrubbe non ci aveva altro che le sue trecce nere, dicevano gli altri. La Mangiacarrubbe sapeva quel che doveva fare se si voleva piglia- re Brasi [...]
[...] – andava dicendo la Zuppidda, e quel bietolone di Brasi prendeva tutto per oro contante, ed era imbestialito, che non aveva paura nemmeno di suo padre [...]
[...] sarebbe stato cento volte meglio dare a suo figlio la Malavoglia, la quale almeno ci aveva quel po’ di dote, e non la spendeva in fazzoletti e [...]
[...] . La sera gli uomini tornando dal mare, trovavano ogni cosa preparata; la pentola che bolliva, e la tovaglia sul desco; oramai quel desco era troppo [...]
[...] grande? – Ancora c’è tempo; rispondeva lei. – Sì, c’è tempo, ma è meglio pensarci adesso, così saprò quel che devo fare. Prima bisogna maritare la [...]
[...] chiacchierare con questo o con quell’altro, e quando aveva pestato quel po’ d’acqua sporca nel mortaio, aveva fatto il suo lavoro. Che bel mestiere gli [...]
[...] tirato le orecchie, alla fin fine; ed egli avrebbe saputo rispondere il fatto suo se gli rimproveravano di andare a cercarsi quel po’ di bene che [...]
[...] rubate a suo fratello il vicario, e si sarebbe saputo il motivo per cui aveva dato in mano a don Silvestro quel denaro, per sua vergogna! – Poi [...]
[...] credenza quando voglio; e ne vuol due della Mangiacarrubbe nella sua bilancia! con quel petto, eh? compare Tino? – «Ostessa bella conto caro!» disse [...]
[...] ... Tale e quale come quegli altri ladri del Parlamento, che chiacchierano e chiacchierano fra di loro; ma ne sapete niente di quel che dicono [...]
[...] dalla testa». Anch’io sarei come voi, se non avessi studiato, e non avessi quel mestiere da guadagnarmi il pane. Infatti dicevano che era un bel [...]
[...] andare in piazza, per non vedere l’osteria da lontano e gli amici che lo chiamavano. Ma si rompeva le mascelle a sbadigliare tutto quel giorno in [...]
[...] all’anno zoppica». Non ti rammenti quella notte del colèra che eravamo qui tutti davanti a quel lettuccio, ed ella ti raccomandava Mena e i ragazzi [...]
[...] ricchi per due; eppure tutti siamo figli di Dio allo stesso modo, e ognuno dovrebbe avere la sua parte egualmente. – Quel ragazzo lì ha del talento [...]
[...] : – Come siete bella con quel fazzoletto, comare Lia! e don Michele se la mangiava cogli occhi. La povera Mena, mentre stava là sulla porta, ad [...]
[...] leverebbe dinanzi quel don Michele. ’Ntoni invece voleva levarsi dinanzi don Michele per un’altra cosa. La Santuzza, dopo che l’aveva rotta con don [...]
[...] Michele, aveva preso a ben volere ’Ntoni, per quel modo di portare il berretto sull’orecchio, e di dondolare le spalle camminando che aveva preso [...]
[...] aveva fatto la Vespa con quel vestito nuovo che costava denari. La Vespa era sempre a spendere e spandere, che se l’avessero lasciata fare [...]
[...] fazzoletto nuovo peggio di prima; perchè se avesse saputo quel che le doveva venire dal matrimonio, con quel bel marito che le era toccato, si [...]
[...] credere che la Vespa avesse acchiappato Brasi Cipolla, e stesse per scappargli insieme alla chiusa, maledetta chiusa! Giusto in quel punto si seppe [...]
[...] orecchie di suo figlio nelle mani. Lo zio Crocifisso a quel discorso si cacciava le mani nei capelli anche lui, e diceva che la Mangiacarrubbe [...]
[...] facessero le corna, giacchè ’Ntoni faceva quel mestiere. – Allora potrei mandarla via quella strega che mi son cacciata in casa! Ma ’Ntoni il [...]
[...] gattini cogli occhi chiusi. E il pesce che pescate ve lo mangiate voi? Sapete per chi lavorate, dal lunedì al sabato, e vi siete ridotto a quel modo [...]
[...] si muore di fame. – Come vuole il diavolo, volete dire! Che è tutta opera di Satanasso la nostra disgrazia! Ora sapete quel che ci aspetta, quando [...]
[...] padre non ci è morto. Il nostro mestiere è di lasciare la pelle laggiù, in bocca ai pescicani. Almeno, finchè non ce la lascio, voglio godermi quel [...]
[...] aveva anche lei, poveretta, quell’ubbriacone di Rocco, e oramai tutti lo sapevano; e la Nunziata era troppo piccola quando quel bel mobile di suo [...]
[...] avessero delle scarpe da buttar via. Aprite bene gli occhi anche voi a quel che vi dico ora, comare Mena; e ditegli pure che non bazzichi tanto con [...]
[...] dice pure il proverbio. Mena sbarrava gli occhi, e impallidiva, senza capir bene quel che ascoltava; ma sentiva già la paura che suo fratello avesse [...]
[...] occhio, tante gliene aveva dette quel paneperso di suo padre, piagnucolando fra un’avemaria e l’altra, dopo che massaro Filippo non mandava più il [...]
[...] rosario in mano, andava a pregare il signore di liberarla di quel castigo di Dio di suo marito; e ’Ntoni sghignazzava loro dietro: – Ora che l’hanno [...]
[...] cercarvi i guai fuori di qui. Io non ne voglio chiacchiere colla polizia pei vostri begli occhi. ’Ntoni, vistosi cacciare in quel modo sulla strada [...]
[...] . Ma a quel discorso il figlio della Locca posò il bicchierino senza accostarlo alla bocca, giallo come un morto. – Che sei già ubbriaco? gli [...]
[...] corna, e andò a portare la roba in casa di don Silvestro. Don Silvestro non si contenterebbe mai di quel che gli dareste di sua parte, col pretesto [...]
[...] che arrischia di perdere il posto; ma con me non avete questo timore, e mi darete quel ch’è giusto. E sì che a compare Piedipapera non gli ho mai [...]
[...] speziale. Ogni volta che si fa il colpo egli voga al largo, per provare che lui non ci entra in tutto quel che può succedere. È volpe vecchia e le palle [...]
[...] delle palle!... In quel momento passavano quatti quatti dietro l’uscio della cugina Anna, e Rocco Spatu disse che anche lui ci aveva la mamma, la [...]
[...] pensarono a quel che aveva detto ’Ntoni di padron ’Ntoni. – Che facciamo? tornò a dire il figlio della Locca. – Scendiamo sulla strada, propose [...]
[...] chiacchierare di quel che era successo, in quel diavolìo della notte. – Hanno sorpreso il contrabbando e i contrabbandieri; raccontava Pizzuto, – e don [...]
[...] ! – La buona gente non ci si mette a quel mestiere! sbraitava la Vespa. – I guai li ha chi li cerca. Vedete chi ci si mette a queste cose? chi non fa [...]
[...] tuo figlio! Cosa vuoi da me? Già il pane non te lo portava nemmeno lui! – La Locca ci guadagna! osservava don Silvestro. Ora che non ha più quel [...]
[...] . Credete che non gliene mangi dei soldi quel malarnese di suo nipote? Io lo so quel che vuol dire un figlio che vi fa quella riuscita! Ora glielo [...]
[...] pareva che ’Ntoni dopo quel terremoto dovesse tornare a casa e starsene sempre con loro, come quando era ragazzo. Don Silvestro gli fece la carità [...]
[...] quel momento l’avvocato il quale diceva che ’Ntoni era un ubbriacone. Ad un tratto rizzò il capo. Questa era buona! questa che diceva l’avvocato [...]
[...] folla usciva anch’essa come una fiumana, e si sentiva dire: – L’hanno condannato ai ferri, per cinque anni. In quel momento ’Ntoni usciva [...]
[...] . Poi, dopo che fu stata un gran pezzo a quel modo, senza muoversi e senza dire una parola, che comare Grazia le gettava l’acqua sulla faccia [...]
[...] i denari li abbiamo. Allora compar Alfio tornò a dire ad Alessi che faceva bene a prendersi la Nunziata, se ci aveva quel po’ di denari [...]
[...] mento e non disse altro. – Sentite, compare Alfio, – seguitò campana di legno, – fatemelo conchiudere quel negozio della casa coi Malavoglia, finchè [...]
[...] , come ai bambini, e a filare, quando non aveva da andare al lavatoio. Gli parlava pure di quel che avrebbero fatto quando arrivava un po’ di [...]
[...] che era proprio finita, e non ci era più bisogno di lui, che là in quel letto dove era, poteva starci anche degli anni, e Alessi o la Mena ed [...]
[...] cascare la sorella di Sant’Agata, come tante altre. – Quel povero vecchio dovrebbero mandarlo all’ospedale, per non fargli avere il purgatorio prima [...]
[...] metto le mani addosso a mio marito, vi rispondo che non sapete un corno, tuttochè sapete di lettera. Del resto ognuno in casa sua fa quel che [...]
[...] diceva che se lo merita- vano quel Governo, giacchè avevano fatto la rivoluzione, e ora venivano i forestieri a rapire le donne e i denari [...]
[...] diceva che erano inutili, con quella povera gente che non aveva denari da buttar via. – Allora perchè non lo mandano all’ospedale, quel vecchio [...]
[...] . – Almeno quel povero diavolo va a stare in pace, conchiuse lo zio Crocifisso. – «Necessità abbassa nobiltà», rispose padron Cipolla; e la Santuzza [...]
[...] discorrevano lì davanti, e si udiva colpettare tutto il giorno quel telaio di Sant’Agata, e quelle galline che la conoscevano soltanto all’aprire [...]
[...] chiusa, e quando son tornato non ho trovato più niente di quel che avevo lasciato, e comare Mena non mi è parsa più quella. Uno che se ne va dal paese [...]
[...] è meglio non ci torni più. Vedi, ora penso pure a quel povero asino che ha lavorato con me tanto tempo, e andava sempre, sole o pioggia, col capo [...]
[...] torni più, perchè la strada stessa non sembrava più quella, dacchè non c’era più quel passeggio per la Mangiacarrubbe, e don Silvestro non si [...]
[...] ingrassarsi col sangue di quei del paese. Allora ognuno si conosceva, e si sapeva quel che faceva, e quel che avevano sempre fatto suo padre e suo [...]
[...] nonno, e perfino quel che mangiava, e quando si vedeva passare uno si sapeva dove andava, e le chiuse erano di quelli che c’erano nati, e il pesce [...]
[...] , tanto le pareva che quel tempo fosse lontano, ed ella stessa non si sentiva più quella. – Ora sono vecchia, compare Alfio, rispose, e non mi marito [...]
[...] Alfio; e vi avrei detto di sì anche quando avevamo la Provvidenza e la casa del nespolo, se i miei parenti avessero voluto, che Dio sa quel che ci [...]
[...] avevo in cuore quando ve ne siete andato alla Bicocca col carro dell’asino, e mi pare ancora di vedere quel lume nella stalla, e voi che mettevate [...]
[...] quel viaggio lontano, più lontano di Trieste e d’Alessandria d’Egitto, dal quale non si ritorna più; e quando il suo nome cadeva nel discorso, mentre [...]
[...] tornavano a luccicare, e quasi faceva la bocca a riso, quel riso della gente che non ride più, o che ride per l’ultima volta, e vi rimane fitto [...]
[...] ... – Ma allora non aggiunse altro, e stette zitto a guardare intorno, cogli occhi lustri. In quel momento passava la Mangiacarrubbe, che andava [...]
[...] starci, ma ora che so ogni cosa devo andarmene. In quel momento parlava cogli occhi fissi a terra, e il capo rannicchiato nelle spalle. Allora [...]
[...] matto della compagnia, gridò al cocchiere: – Dieci lire se passi quel calesse! Il cocchiere frustò a sangue le rozze, che cominciarono a [...]
[...] sapevamo spiegarci per quali circostanze la contessa fosse morta in quel luogo e Angiolini ne accompagnasse il feretro; per un movimento [...]
[...] arrivammo a comprendere come la Prato, questa Margherita dell'aristocrazia, fosse giunta ad amarlo, e, quel ch'è più, a morire d'amore per lui [...]
[...] posare uno dei suoi raggi. Io non so come ciò avvenga, ma nessuno di noi tre, in quel punto, quando quel bel sole invernale animava quelle [...]
[...] spiaggie ridenti, con quel mare immenso che si vedeva luccicare attraverso la porta, fra tutto quel sorriso di cielo e la vita che sentivamo [...]
[...] cui faceva un triste contrapposto il silenzio funereo di quel recinto, interrotto solo dal mormorare del prete che officiava, e la luce velata [...]
[...] racchiudessero quel corpo, meraviglia di grazia e di eleganza, che, pochi giorni innanzi, quando si vedeva passare al trotto del suo brillante [...]
[...] additandoci una graziosa casina. A quelle sole parole scorgemmo tutto l'abisso che dovea separare Brusio dalla società, in quel momento in cui lo [...]
[...] fragile dei due esseri; ora solo, perduto nell'immensità di quel dolore profondo che sbalordisce come il fulmine. Sentimmo che nulla potevamo fare [...]
[...] per lui in quel momento. – Addio! – dissi ad Angiolini stendendogli la mano. – Ci vedremo? – aggiunse Abate. – Chi sa?... fra un mese o due [...]
[...] , come per rompere quel silenzio, che durava da un pezzo. L'altro, istintivamente, alzò il capo e guardò la signora, che, o naturalmente, o [...]
[...] , bada!) sotto il pretesto di riderne; presente che deve rendere innamorato quel povero allocco per dieci gradi dippiù. Raimondo rise [...]
[...] con quel carattere minuto ed uguale che sembra particolare alle signorine distinte, firmato in basso colle sole iniziali. 16 – Hai veduto [...]
[...] braccio di quel briccone in guanti paglia e pince-nez che ha la fortuna di premere quel polsino contro le sue costole. Essi passarono quasi [...]
[...] ?... Nemmeno egli lo sapeva in quel punto; egli avrebbe arrossito di confessarsi la premura che prendeva per colei che dovea essere sempre [...]
[...] quel viale a sinistra Maddalena. Guardala almeno una volta. – Che m'importa di Maddalena a me!... Guardala tu, se vuoi... Addio! E dopo quella [...]
[...] avesse creduto un momento a quel sogno e si fosse poi accorto ch'esso era troppo bello e insieme penoso per lui. – Perchè? – Perchè colei è [...]
[...] certamente l'uomo oscuro, comune, che non ha tanto da farla vivere in quel lusso nel quale vive, e che le è necessario, indispensabile per essere [...]
[...] tutto infantile, quella manina bianca ed affilata si appoggiava alla ringhiera, e sopra vi si appoggiava la fronte; quasi quel bellissimo collo [...]
[...] mariti. – E quel giovane bruno, dalla barba nera, che l'accompagna spesso?... – È l'amante di cui ti parlavo. – Che peccato! – esclamò Pietro [...]
[...] riflesso dei cristalli di un occhialetto fisso sulla porta colpì i suoi sguardi. Alzò gli occhi su quel palchetto della prima fila da dove partiva [...]
[...] quel raggio, e vide la contessa che abbassava lentamente l'occhialetto, appoggiandolo, col braccio disteso, sul velluto del parapetto, mentre lo [...]
[...] Pietro stava quasi sempre fissato su quella loggia. Due o tre volte, ella, come sorpresa di quella molesta assiduità, volse gli occhi verso quel [...]
[...] allegra e ridente, al braccio di uno di coloro ch'erano stati nel suo palchetto. Pietro in quel momento avrebbe dato dieci anni della sua vita [...]
[...] posava sugli occhi e sulle labbra, ma lentamente, con quel suo abbandono ch'era irresistibile, come se avesse voluto dare il tempo a tutte le [...]
[...] fermò in mezzo alla strada, quasi non avesse avuto la forza di staccarsi da quel punto. 45 – Ben dicesti: bisogna essere uomini e non fanciulli [...]
[...] da quel figlio che l'idolatrava. L'istinto materno fu atterrito dallo stato di quel giovanetto che in un'ora avea potuto dimenticare siffattamente [...]
[...] appoggiati alla ringhiera, egli si assopì in quel vortice luminoso e turbolento che il cuore e l'imaginazione gli creavano, e dove vedeva un'ombra, dove [...]
[...] lo sguardo di lei qualche volta lo fissava con quel raggio pacato e snervante della sua pupilla cerulea, ciò che faceva delirare il povero [...]
[...] di seduzione del corpo da fata) o al teatro dove la vedeva splendente di tutto il prestigio del suo lusso, profumata da quel vapore inebbriante [...]
[...] dippiù. 50 Egli passava la notte sotto i veroni di lei, coll'occhio fisso su quel lume che rischiarava la sua stanza; aspirando, con terribile [...]
[...] , con un'ineffabile espressione di disperata amarezza, quel lume che splendeva chiarissimo in quella stanza riboccante d'armonia; si levò il [...]
[...] lasciavano solchi sul suo volto livido ed impastato di polvere e di sudore. La tempesta violenta che mugghiava in quel petto gli faceva [...]
[...] quel punto, gliela avevano resa meno sensibile. Egli si addormentò poco dopo di un sonno agitato, febbrile ed interrotto. Sua madre, che [...]
[...] sue 55 idee; odiando quel filo di luce che trapelava dalle commessure delle imposte e che gli provava che la luce illuminava ancora; odiando i [...]
[...] colpi spessi percossi sul cervello; allorchè sentì sulle palme quel fuoco che ardeva la sua fronte; allorchè, più che mai, intravide dei lucidi [...]
[...] sentiva averne maggior bisogno, per inebbriarsi di tutta la terribile voluttà di quel dolore che l'attaccava alla vita istessa; ebbe paura di [...]
[...] classe, lustrastivali, borsaiuoli, barcaiuoli e femmine di mala vita che componevano la società di quel ballo. – Oh! stordirmi! stordirmi [...]
[...] saperlo, di recare 59 quel che voleva, come per esempio un'insalata, purchè l'accompagnasse di una bottiglia di marsala. Il cameriere guardò [...]
[...] sorpreso quel giovane che beveva una bottiglia di marsala su di un'insalata. Pietro fu quasi atterrito, quando, riflesse dirimpetto a lui, su di [...]
[...] passi all'indietro con un vigore che il bravaccio non avrebbe mai supposto in quel corpo magro e svelto; allora mise un urlo di rabbia; l'urlo della [...]
[...] assistettero a quel duello singolare fra i due avversarii degni di starsi a fronte l'un l'altro; essi battevano le mani ai bei colpi, e incoraggiavano con [...]
[...] , in più grandi proporzioni, era almeno imminente, se non fosse entrato in quel punto il padrone dello stabilimento; il quale, 63 impassibile [...]
[...] quei corpi, e l'esaltazione avvinazzata di quel tripudio cominciarono ad offuscargli il cervello, come il Marsala non aveva potuto fare; egli [...]
[...] , briaco da quell'orgia; ancora sbalordito del baccano che avea fatto il suo cuore; mormorando come per illudersi anche in quel momento: – Oh [...]
[...] ! la vita!... Questa è la vita!... Donne e vino!... Viva l'allegria! Da quel giorno, o piuttosto da quella notte, Pietro Brusio cominciò una [...]
[...] diafano di velo, col suo sorriso sui labbri, il suo sguardo negli occhi, con quel piccolo grappolo d'uva e quell'unica foglia verde a metà nascosti [...]
[...] vogliamo balli aristocratici!... Vogliamo la Fasola!... Quella voce che comandava, quel gesto che imponeva fecero fermare i ballerini che [...]
[...] delle chiavi. Allora quell'uomo, quel mostro, alzò la testa orribile a vedersi col suo pallore cadaverico sui suoi lineamenti dimagriti, collo [...]
[...] quel frastuono. La contessa aveva messo un grido nel vedere quell'uomo che correva come un pazzo contro di lei, facendo scintillare nel suo [...]
[...] suolo umido e spazzato qualche volta dalle onde, prorompendo in lagrime amare, ardenti, ma non più disperate. Egli pianse a lungo: quel [...]
[...] in me... Questa donna anderà superba un giorno dell'amore di Pietro Brusio!! Ed alzando la testa, quasi lieto ed altiero di quel nuovo indirizzo [...]
[...] . – Lo conosce? – No; ne ho udito semplicemente parlare; è un dramma che ha incontrato moltissimo, a quel che pare; e di cui i giornali si sono [...]
[...] sguardo, e che passava le notti 74 sul marciapiede dirimpetto alla sua casa, in quel giovane che le stava dinanzi colla fronte nobile, quantunque [...]
[...] che l'altiero portamento della fronte, ch'egli non avea saputo rendere grazioso in quel momento come il sorriso a cui aveva forzato il suo labbro [...]
[...] La signora R***, che gli parlava in quel momento, fu sorpresa di non avere risposta, e lo guardò con curiosità. Pietro staccò quasi con [...]
[...] scintillante tutto quel torrente d'impetuose voluttà che il valtzer, questo ballo degli innamorati, dovea darle; come appoggiando tutti i delicati [...]
[...] elegante doveano darle. Nulla varrà a riprodurre, ad accennare soltanto, l'impressione voluttuosamente affascinante di quel corpo leggiero da [...]
[...] silfide, che librava, direi, le ali coll'espressione del suo sguardo, per abbandonarsi a tutto il trasporto di quel ballo. Le coppie [...]
[...] , che sono belle perchè sono vere, che sono inimitabili perchè sono semplici e comuni. Narcisa rivide quel giovanetto che passava le notti sotto [...]
[...] i suoi veroni; lo rivide nel protagonista di quel dramma, con tutti i suoi fremiti d'amore e i suoi disinganni disperati; ella sentì che quel [...]
[...] quel Gilberto che ad ogni parola destava in lei una reminiscenza e le svelava quale amore quasi soprannaturale avea saputo destare. Nel mezzo [...]
[...] dormire. Ella! Narcisa! avea assisitito al suo trionfo, avea palpitato dei suoi sentimenti, gli avea gettato quel mazzetto che avea fatto [...]
[...] appassire a furia di baci!... Ma ella non era sola!... quel giovane, quel soldato, sì giovane, sì bello, sì splendido! che le parlava sì da presso [...]
[...] ... che le sorrideva in quel modo!... Tutt'a un tratto i suoi diti incontrarono l'anello che era legato al mazzo; un dubbio atroce lo fece [...]
[...] segreta speranza di mettersi in relazione con Narcisa; e che egli avea adottato quel mezzo come ne avrebbe adottato un altro, se gli si fosse [...]
[...] ... Quando c'entra quel demonio di contessa... – La contessa? – Eh, via!... forse che domani andate a cacciarvi una palla in corpo quasi colle [...]
[...] pistole appoggiate sullo stomaco per quel povero mazzo che c'entra quanto un pretesto?!... Il conte è irritatissimo per l'assiduità che spiegaste [...]
[...] cedermi per un quarto d'ora quel biglietto, come io ne l'avea pregata, non avrei avuto la sfortuna, a quest'ora, di esser sì poco creduto. Brusio [...]
[...] sparso per una causa sì futile; e le venne risposto con quel biglietto ch'ella mi lesse. Pietro sorrise involontariamente nel vedere la pazza [...]
[...] desolatissima se il minimo accidente le fosse accaduto... L'ho udita con questi orecchi esclamare, torcendosi le braccia: Mio Dio! se quel giovane [...]
[...] faceva fare a quel seduttore di 58 anni. A mezzogiorno il conte rientrò in casa e domandò della moglie: – La signora contessa è uscita in carrozza [...]
[...] foglie di quelle piante immobili nelle loro masse svariate. Il salotto era addobbato con lusso; ma quel pensiero tutto originale che avea disposto [...]
[...] tavolino da albums, piccolo capolavoro nel suo genere; subendo anch'essa, senza accorgersene, il fascino che esercitava sui sensi quel luogo [...]
[...] quel pallore che ci fa brillare gli occhi, quando la gioia troppo potente della felicità sembra chiamare al cuore tutto il sangue. Una benda di [...]
[...] seta gli teneva al collo il braccio sinistro. Un momento però egli sembrò ondeggiare indeciso, mentre fissava i suoi occhi scintillanti su quel [...]
[...] l'incanto di quel sogno troppo bello per lui, esclamò, quasi impaziente, verso un testimonio che gli stava vicino, ma che però non si vedeva [...]
[...] viva commozione a quel pensiero: C'era trionfo ed orgoglio soltanto in quel punto. Oh! io sono schietta, signore, per farmi credere quello che ho [...]
[...] fantasma a cui incatenava la sua esistenza... Oh, in quel momento, signore... s'io avessi veduto dinanzi a me quest'uomo, come l'ho veduto nel suo [...]
[...] susurrò, quasi sulle labbra, colla sua voce più bella e più carezzevole: – Son venuta a vedere il tuo gabinetto da studio... Pietro... Quel [...]
[...] terrazza, guardavano il sole che tramontava dietro quel mare azzurro che si stendeva immenso 101 ai loro piedi ed ove si specchiavano Ischia e [...]
[...] venerazione della casa di Dio; che io respiri l'aria istessa di quelle camere; che mi metta a quel verone, con te, al posto che occupavi seduta [...]
[...] quel verone; e che tu ripeta quelle parole infami che io annegherei sulle tue labbra coi miei baci; bisogna che le tue mani ripetano su quel [...]
[...] pianoforte le note di quel valtzer che m'inseguirono spietatamente quando fuggivo delirante come se fuggissi il cuore che sanguinava dirotto; bisogna [...]
[...] che io mi segga su quel marciapiede, colla fronte fra le mani, come allora; e che io ascolti lo stormire di quegli alberi, il suono di [...]
[...] quell'orologio, il murmure lontano di quel mare, il fruscio della tua veste;... e che io vegga il lume che rischiara la tua camera;... e che la tua voce [...]
[...] , questa donna mi ama!... me l'ha detto coi suoi labbri posati sui miei!... È mia!... Quel cuore del quale mi spaventavo a scandagliare i misteri [...]
[...] quel fragile corpo che sembra soltanto armonizzato per le più delicate carezze, quella giovane nervosa che sembra vivere una vita a metà aerea [...]
[...] Narcisa di quel terribile amore senza speranza. 107 «Io ho salito quella scala, ho passeggiato per quelle stanze, ho dormito sotto quel [...]
[...] scoppiò in singhiozzi. «– Oh! è l'eccesso della felicità che mi fa male! – mi disse. «E l'alba ci trovò ancora a quel verone, abbracciati [...]
[...] stringo fra le braccia, io non giunga a rompere quel velo aereo, direi, di cui Narcisa si circonda, e che comanda quasi la semioscurità [...]
[...] società... Mio Dio! mi pareva che avessi dovuto aver rimorso di quel tempo 110 che bisognava rubare al nostro amore. Allora egli mi disse che per lui [...]
[...] faceva piangere d'angoscia. «Nei primi mesi che noi passammo assieme Pietro non avrebbe pensato a ciò. Quel fervente amore di lui cominciava [...]
[...] dunque a dar luogo ai calmi pensieri dell'avvenire... Non osai gettare uno sguardo su quel baratro che si spalancava lentamente ad inghiottire [...]
[...] mi misi al pianoforte per distrarmi. «Mi venne sotto le mani il Bacio di Arditi, quel valtzer ch'egli mi fa ripetere sì spesso marcandone il [...]
[...] !... che parlavi a quell'uomo, che sorridevi a quell'uomo... che non potevi sapere quel che provava quell'incognito che ti passò d'accanto senza che te [...]
[...] quella casa... Ora voglio che tu ti vesta di quegli abiti, Narcisa; che quel cappuccio bianco copra i tuoi capelli. Io non posso esprimerti quegli [...]
[...] ! – esclamò egli, baciandomi sulla bocca. «Rimasi fredda, muta a quel bacio; fissando i miei occhi nella luna per dissimulare ch'erano umidi di pianto [...]
[...] nell'appoggiarmi al suo braccio, nel sentire palpitare contro il mio polso quel cuore che ancora palpitava per me. Tre o quattro volte alzai gli [...]
[...] occhi su quel volto maschio ed energico che adoravo, che divoravo dello sguardo, come se fossi avara del bene che possedevo ancora di saziarmene [...]
[...] i miei occhi si velavano di lagrime, io mi stringevo al suo braccio come fuori di me, come se avessi voluto con quella stretta attaccarmi a quel [...]
[...] lui che mi stringeva ancora le mani, e mi fissava quasi avesse voluto leggere nei miei occhi. «Dio mio! quello che soffersi in quel punto, credo [...]
[...] in silenzio, spalancando gli occhi per dissimularne le lagrime. Vidi lo sforzo ch'egli faceva per contenersi, baciandomi sulle labbra; ma quel [...]
[...] occhi in volto come cercandovi la spiegazione di quel desiderio; – e domani partiremo. Vuoi che usciamo assieme oggi? «Quella domanda fu il mio [...]
[...] in quel momento. «Mi voltai a cogliere un fiore da un vaso di porcellana per recare il fazzoletto alla bocca... Mi sentivo soffocare... Ebbi [...]
[...] perdonare la triste impressione di quel momento. «Giammai! giammai io ho amato Pietro di quest'amore immenso, frenetico, divorante di cui l'ho amato [...]
[...] in quel punto... «L'indomani partimmo per Aci-Castello. «No! se anche scrivessi questi versi col sangue che tale tortura ha stillato dal mio [...]
[...] angoscia, ho letto chiaramente in quel cuore... troppo chiaramente, per mia sventura!... la sorpresa, la tristezza 127 di lui, direi anche il [...]
[...] rimorso delle perdute illusioni del suo amore di un tempo che cerca invano... Io l'ho veduto quell'uomo, quel cuore, chiudere gli occhi, immergersi [...]
[...] un'altezza smisurata, guardati dal basso, in quel punto, elevati come sono su di un immenso scoglio che dalla parte del mezzogiorno sospende le sue torri [...]
[...] giocattoli da quell'altezza, quel litorale sparso di ville e di paesetti, e Catania... Catania ove Pietro mi aveva tanto amato... «Vi fissai un lungo [...]
[...] provò anch'egli fors'anche in quel momento, poichè soggiunse, come cedendo ad una generosa risoluzione: «– Vuoi che ritorniamo a Catania? «Non [...]
[...] di quanto io l'amavo in quel momento; mi pareva impossibile ch'egli dovesse lasciarmi il dopodomani. «Egli baciava le mie mani, e sostava per [...]
[...] nel mio petto: – grazia!... io sono molto vile!!... «Era orribile a vedersi l'angoscia disperata di quel volto energico, l'annichilamento [...]
[...] completo di quel carattere di bronzo. «– Sì, io son vile! io son colpevole! io sono infame!... – seguitò con voce delirante: – oh! grazia, Narcisa [...]
[...] . «Quel silenzio durò cinque minuti. «Quando risollevò il volto fui atterrita dallo spaventevole pallore che copriva i suoi lineamenti solcati [...]
[...] folle per la felicità dell'amor tuo, io provai sino a quel parossismo del godimento che ci annienta, direi, nel godimento istesso, e che ci lascia [...]
[...] sudore. «Quest'addio che quel cuore mi dava era grande, era sublime, come l'amore di cui m'aveva amato. «Lo sollevai fra le mie braccia [...]
[...] ; ascoltando le sue parole; e sembrava deliziarsi nella trasparente e profumata atmosfera che le mille sensazioni di quel momento le creavano [...]
[...] alfine! sì, t'ho trovata!!... Tutt'a un tratto quel corpo affascinante di mille seduzioni ebbe un fremito che non seppe reprimere, e quasi una [...]
[...] pelle alla radice dei capelli. Narcisa, come per nascondergli quel triste spettacolo inebbriandolo fra le sue carezze, lo attirò fra le sue [...]
[...] l'eccesso della gioia, della felicità... Son tanto felice, mio Pietro!... Fammi questo piacere, suona quel valtzer... che mi domandavi sempre [...]
[...] quell'armonia, in mezzo alle contrazioni spasmodiche che non poteva dissimulare; nel silenzio quasi lugubre di quel salotto che cominciava ad esser [...]
[...] rotto dall'anelito affannoso e soffocato della respirazione di lei. Ella si era alzata lentamente, come attratta da quel suono; cogli occhi come [...]
[...] , chiare, quasi fosforescenti, si fissavano in volto a lui, senza sguardo, come cercandolo; e allorquando sembrò ch'ella non potesse rompere quel velo [...]
[...] ! – gridò Pietro. Sollevò quel bel corpo, fattosi di un'inerte pesantezza, fra le sue braccia; stringendovela con una furibonda tenerezza; e lo [...]
[...] coricò sul divano. In tutto quel tempo le mani convulse di lei cercavano ancora le sue, e quando le trovarono fecero atto di recarsele alle labbra [...]
[...] . Pietro cominciò a suonare quel valtzer allegro e brillante, di cui le note acquistavano la più triste inflessione sotto i suoi diti increspati e [...]
[...] lineamenti perdettero la loro rigida alterazione per esprimere il piacere più intenso che quel suono certamente le procurava o che determinava i [...]
[...] appannata, vitrea, fissa, ebbe un lampo, un raggio di uno sguardo in cui balenava tutto l'ineffabile amore che l'agonia non poteva assopire in quel [...]
[...] ?!... – seguitò ella aggrappandosi al suo collo, nelle convulsioni dell'agonia, con quel moto incerto e straziante del volto e delle labbra che cercavano [...]
[...] avvinchiato a quel corpo per tre quarti cadavere, e che aveva tuttavia i suoi ultimi moti convulsivi, gli estremi sforzi dei suoi rantoli, la disperata [...]
[...] vedi che ciò ti uccide!... Pietro non rispose, e abbracciò più strettamente quel corpo inerte; in cui gli parve sentire un ultimo sussulto al suo [...]
[...] sempre gente: un calpestìo continuo di scarponi grossi sull'acciottolato; di tanto 6 in tanto un nome gridato da lontano; e insieme quel bussare [...]
[...] ! Aiuto! aiuto! Giunse in quel punto trafelato Nanni l'Orbo, giurando d'averli visti lui i ladri, in casa Trao. — Con questi occhi!... Uno che voleva [...]
[...] canna d'India. Don Ferdinando, il quale tornava in quel momento carico di scartafacci, bane il naso nel corridoio buio contro Giacalone che andava [...]
[...] discretamente, fingeva di guardare anch'esso di qua e di là, come a dire: — Eh! eh! pare anche a me!... Giunse in quel mentre il dottor Tavuso in fretta, col [...]
[...] fazzoletto che s'era tirato giù sul naso a mo' di tettino. Essa stava litigando con quel ladro del sensale Pirtuso, che le voleva rubare il suo farro [...]
[...] al cugino Trao, parlando d'altro: — Stavo pensando giusto a voi, cugino. Un po' di quel farro voglio mandarvelo a casa... No, no, senza [...]
[...] dimenandosi sempre attorno al vaglio. — Conosco mastro Lio. E una bestia! Non torna. Ma in quel momento entrava il canonico Lupi, sorridente, con [...]
[...] un po' di tutto, quel diavolo! Dicesi pure che vuol concorrere all'asta per la gabella delle terre comunali... La baronessa allora sgranò gli occhi [...]
[...] di mistero, parlando piano con la baronessa e don Diego Trao, sputacchiando di qua e di là: — Ha la testa fine quel mastro-don Gesualdo! Si farà [...]
[...] famiglie. Se non ci fossi stata io, in casa dei Rubiera!... Lo vedete quel che sarebbe rimasto di tante grandezze! Io non ho fumi, grazie a Dio! Io sono [...]
[...] po' del suo colore acceso. — Oh, Maria Santissima! E dove sara mai? Cosa gli sarà accaduto al mio ragazzo? Don Diego a quel discorso si faceva rosso [...]
[...] , dall'oscurita misteriosa della legnaia. E la baronessa, in mezzo a tutto quel ben di Dio, disse al cugino: — Voglio mandarvi un paio di piccioni, per [...]
[...] animo, e soggiunse: — Parlate, parlate, cugino mio... Quel che si può fare... sapete bene... siamo parenti... I tempi non rispondono... ma quel [...]
[...] poco che si può... Non molto... ma quel poco che posso... fra parenti... Parlate pure... Ma egli non poteva, no! colle fauci strette, la bocca amara [...]
[...] rimasuglio del vecchio sangue dei Trao alle guance. — Sì, sì, lasciamola stare! Quanto a mio figlio ci penserò io, non dubitate! Gli farò fare quel [...]
[...] , capite? Non si ammazzarono a lavorare perchè la loro roba poi andasse in mano di questo e di quello... capite?... In quel mentre bussarono al [...]
[...] ! — seguitò a brontolare la cugina Rubiera, tornando a staccare dal chiodo la chiave del magazzino. — Vedete quel che ci vuole a guadagnare un tari a [...]
[...] ... In quel momento veniva dal magazzino il sensale, Bianco di pula, duro, perfino nella barba che gli tingeva di nero il viso anche quand'era fatta [...]
[...] dietro: — Sono azionacce da pari vostro! Un pretesto per rompere il negozio... degno di quel mastro-don Gesualdo che vi manda... ora che s'è [...]
[...] faccia e la parrucca del secolo scorso. La signora Sganci, sorpresa in quel bel modo dinanzi a tanta gente, non seppe frenarsi. — Che bestial Sei [...]
[...] tirarsi da banda. — No, no, non vi scomodate, caro voi... Sentite piuttosto, cugina Macrì... — Signora! signora! — vociò in quel momento don [...]
[...] , come una mummia maliziosa. Entrava in quel punto il notaro Neri, piccolo, calvo, rotondo, una vera trottola, col ventre petulante, la risata [...]
[...] Gesualdo a il padrone del paese! Il marchese allora levò un istante la sua testolina di scimmia; ma poi fece una spallucciata, e rispose, con quel [...]
[...] ch'è festa? Lasciatelo stare quel povero ragazzo, don Filippo! Don Filippo lasciò stare, limitandosi a lanciare di tanto in tanto qualche [...]
[...] Margarone. — No! no! Non mi scappate, donna Bellonia!... Non mi lasciate solo con la signora Capitana... alla mia età!... Donna Mita sa quel che deve [...]
[...] presto questi confetti pel matrimonio di donna Fifì? Don Filippo tossì forte. Donna Bellonia rispose che sino a quel momento erano chiacchiere [...]
[...] , — rispose ii marchese. — è di buona razza. — Ecco! ecco! — si udì in quel momento fra quelli ch'erano affacciati. — Ecco il santo! Peperito colse la [...]
[...] invitati che si pigiavano, nere in quel fondo infuocato; e in quello di centro la figura angolosa di donna Fifì Margarone, sorpresa da quella luce [...]
[...] !... Ah, siete qui, don Gesualdo? Bene! bene! Don Giuseppe? Chissà dove si sarà cacciato quel vecchio stolido di don Giuseppe? Don Giuseppe era [...]
[...] altro, dopo tutti quegli spari, quelle grida, quel fracasso che gli parevano dedicati un po' anche a lui, come capo della chiesa, era riuscito a [...]
[...] altre che se ne vedono!... un fantoccio da carnevale!... Eh? Cosa dite?... Sì, un sacrilegio! Il mastro che fece quel santo dev'essere a casa del [...]
[...] Gesualdo volse un'occhiata in giro su tutta quella gente che rideva, e rispose tranquillamente: — Che volete, signor marchese?... Ciascuno fa quel che può [...]
[...] finiscano... — Grazie; mettetelo lì, su quel vaso di fiori... — Bisogna far presto, donna Bianca. Non ce n'è quasi più. Don Ninì allora mise il naso [...]
[...] ! II marchese prese il braccio di sua nipote e rientrò con lei nella sala. In quel momento mastro-don Gesualdo, in piedi presso il balcone, discorreva [...]
[...] . Bianca rispose soltanto con un'occhiata che sembrava attonita, tanto era smarrita e dolente; in quel tempo suo cugino si dava gran moto fra le [...]
[...] ?... — diss'ella allora balzando in piedi infuriata. — Per chi m'avete presa, don asino? Giunse in quel momento il Capitano, seguito da don Liccio Papa [...]
[...] ? Ci ho un bel guadagno in questo appalto!... I sacchi del gesso mezzi vuoti! Neli? Neli? Dov'è quel figlio di mala femmina che ha portato il 49 [...]
[...] voialtri!... Quando torna quello del gesso ditegli il fatto suo, a quel figlio di mala femmina!... ditegli a Neli che sono del mestiere anch'io!... Che [...]
[...] affare parlate vossignoria? — Ah! oh! la pigliate su quel verso?... Scusate... scusate tanto!... il canonico mutò subito discorso, quasi non gliene [...]
[...] lui pure: gli occhi accesi dall'afa che gli brilllavano in quel discorso. Temeva per gli intrighi degli avversari, tutti pezzi grossi, di quelli che [...]
[...] , guardandolo fisso di tanto in tanto, e scrollando il capo di sotto in su, come a dargli dell'asino. — Per questo dicevo!... Ma voi la pigliate su quel [...]
[...] sino alle orecchie: — Ah! ah!... siete un diavolo!... Vuol dire che avete parlato col diavolo!... Sapete quel che bisogna vendere e comprare otto [...]
[...] di polvere, come il viso che pareva una maschera, gli occhi soli che ardevano in quel polverio. — Bravi! bravi!... Mi piace... La fortuna viene [...]
[...] di Passanitello, allo sbocco della valle, era illuminata da un chiarore d'alba. A poco a poco, al dilagar di quel chiarore, anche nella costa [...]
[...] sonno. Si sentiva allargare il cuore. Gli venivano tanti ricordi piacevoli. Ne aveva portate delle pietre sulle spalle, prima di fabbricare quel [...]
[...] sorrideva sempre allo stesso modo, di quel sorriso dolce e contento, allo scherzo del padrone che sembrava le illuminasse il viso, affinato dal [...]
[...] stette un momento a guardarla cosi, sorridendo anch'esso, e le diede un altro scapaccione affettuoso. — Questa non e roba per quel briccone di Brasi, o [...]
[...] , seduto al fresco, dopo cena, con quel bel chiaro di luna, si lasciava andare alla tenerezza dei ricordi. — Povera Diodata! Ci hai lavorato anche [...]
[...] per non infastidirlo, le tornò a sedere allato di nuovo, rabbonito. — Che vuoi? Non si può far sempre quel che si desidera. Non sono più padrone [...]
[...] siete il padrone... Egli ci pensò un po' su, perchè quel discorso lo punzecchiava ancora peggio di una vespa, e tornò a dire: — Anche tu... non [...]
[...] nascondere le lagrime. — Già per ora son discorsi in aria... Il bene che voglio a te non lo voglio a nessuno, guarda!... Su quel capo adesso, sciocca [...]
[...] !... Lasciatemi crepare! 67 Mastro Nunzio, vedendo smaniare a quel modo il suo figliuolo, voleva buttarsi a capo fitto giù nella corrente addirittura [...]
[...] rinfacciato... a tuo padre!... Già non conto più nulla io! Non so far più nulla!... Ti ho fatto quel che sei!... Come se non fossi il capo di casa [...]
[...] si intromise per calmarli. — Infine quel ch'è stato è stato. Il morto non torna più. Colle chiacchiere non si rimedia a nulla. Piuttosto venite ad [...]
[...] cognato che lo pelavano dall'altra parte. Una bestia, quel cognato Burgio! bestia e presuntuoso! E chi pagava era sempre lui, Gesualdo!... Suo [...]
[...] quel che mi costa! Quando ho lasciato mio padre nella 71 fornace del gesso in rovina, che non si sapeva come dar da mangiare a quei quattro asini [...]
[...] canonico! Lo so io quel che mi costa! Tutto frutto dei miei sudori, quello che ho... E quando lo vedo a buttarmelo via, chi da una parte e chi [...]
[...] poi un sant'Agostino a capire quel che volete!... In conclusion si tratta di salvare la cauzione, non è così? di avere qualche aiuto dal comune [...]
[...] fingete di non capire... Vi ricordate?... quel discorso che mi faceste la sera della festa del santo Patrono?... Ma se fate le viste di non capire [...]
[...] sulla pancia quel ponte!... Come aveste dovuto spendere di tasca vostra!... II canonico lo tirò per un braccio: — Andiamo, andiamo! Volete [...]
[...] tutt'altro viso. — Un gran diavolo quel marchese! Povero come Giobbe, ma a uno che ha voce in capitolo! S'aiutano fra di loro, tutti in un gruppo [...]
[...] ... quel che si può fare... Ho parlato nel vostro interesse, caro don Gesualdo... Don Gesualdo, scendendo le scale, brontolava ancora: — Perchè [...]
[...] avviavasi per uscire: — Siete contenta, vossignoria? Un sant'uomo quel padre Angelino! Confessa bene, eh? V'ha lasciata contenta? Ella accennò di [...]
[...] , anche la baronessa vostra zia, tutti che ci avevano posto un grande impegno!... Si sarebbe mosso quel Cristo ch'è di legno, vedete! Nessuno [...]
[...] I'avrebbe creduto cosi duro, quel don Diego vostro fratello! un signore umile e buono che pareva di potersi confessare con lui!... Non parlo di don [...]
[...] ... — Sembra davvero malato di cent'anni!... La barba lunga... Non dorme e non mangia In quel momento si udi uno scalpiccio di gente di chiesa. Don [...]
[...] anche!... Assai! assai, donna Bianca! Assai piu di quel che si crede... Uno che si farà ricco come Creso, con quella testa fine che ha! Don Luca si [...]
[...] : — Bisogna vedere quel che ha raccolto alla Canziria, bisogna vedere! — Ah, ah! venite di lassù? — Sissignore, — rispose il sagrestano, cavando fuori il [...]
[...] , fabbriche, strade carreggiabili!... il mondo sottosopra mette quel diavolo! Fra poco si andrà in carrozza sino a Militello, prima Dio e don Gesualdo [...]
[...] Bianca s'era fermata su due piedi, a testa alta, con una fiamma improvvisa che parve buttarle in viso la portiera sollevata in quel momento da [...]
[...] spettinata, come se non avesse fatto altro in vita sua che portare avanti quel ventre — un viso di chioccia istupidita dal covare, con due occhietti [...]
[...] Burgio!... — Aspettano anche loro!... — piagnucolò la moglie, sempre su quel tono. — Aspettano che suonate mezzogiorno... — E se ne andò col ventre [...]
[...] gran festa all'imbasciata amorosa che gli capitava in quel momento: — Vedete, don Luca, ci ho tutta la raccolta nell'aia... Sono in piedi da stanotte [...]
[...] prudenza mandò la moglie a fare l'imbasciata, sotto un pretesto: 86 — Circa a quel discorso che siete intesi con mio marito, vossignoria, dice che il [...]
[...] portone, comparve in quel momento come un fantasma. — Il confessore!... — riprese a dire la gna Grazia senza che nessuno le domandasse nulla [...]
[...] dinanzi a lui, quel giorno in cui don Ferdinando le aveva detto che il fratello stava peggio, nella cameretta sudicia, sdraiato su quel lettuccio che [...]
[...] sembrava un canile. Don Diego non stava nè peggio nè meglio. Era lì, aspettando quel che Dio mandava, come tutti i Trao, senza lagnarsi, senza [...]
[...] . Neppure il medico voleva: — No, no! Cosa mi fa il medico?... Tutte imposture!... per spillarci dei denari... Il vero medico è lassù! ... Quel che vorrà [...]
[...] troveranno belli e morti all'improvviso che sarà una vergogna per tutto il parentado!... Neppure di quel negozio del matrimonio non me ne avete detto [...]
[...] angustie?... Scusatemi, ne parlo perchè siamo parenti... Fo quel che posso anch'io per aiutarvi... ma non è una bella cosa infine neanche per voialtri [...]
[...] di don Gesualdo, dicendo ch'era un affare d'oro quel matrimonio, una fortuna per tutti loro; congratulandosi con la nipote la quale fissava fuori [...]
[...] aggiungere quel che gli restava a dire, fissando la sorella con un dolore più pungente e profondo. Poscia le afferrò le mani, agitando il capo [...]
[...] parente. Lasciateli stare; non li spaventate. In quel momento si udì un baccano giù in istrada, e corsero in tempo al balcone per vedere arrivare la [...]
[...] di fresco; soltanto il bavero di velluto, troppo alto, che gli dava noia. Lei che sembrava più giovane e graziosa in quel vestito candido e [...]
[...] da bere. Don Gesualdo approfittò di quel momento per raccomandare sottovoce a suo fratello: — Stai attento, dinanzi a tutta questa gente!... Ti [...]
[...] sembrava un'estranea, in mezzo a tutto quel lusso. E suo marito imbarazzato anche lui, fra tanta gente, la sposa, gli amici, i servitori, dinanzi a [...]
[...] dato fondo a quel po' che rimaneva!... Mors tua vita mea!... Qui starete da principi!... Eh! eh!... son vecchio e la so lunga!... Ci staremmo bene [...]
[...] benedetta!... Abbiamo pensato per donna Bianca! E si misero ad aspettare tranquillamente, marito e moglie, in mezzo alla sala. In quel momento tornò [...]
[...] . Egli allora le disse piano, con una certa tenerezza: — Brava! mi piaci perchè sei giudiziosa, e cerchi di metter pace in famiglia... Non sai quel [...]
[...] dolciumi, strappandoseli di mano, accapigliandosi fra di loro. E compare Santo, col pretesto di difendere la roba, abbrancava quel che poteva, e se lo [...]
[...] divertita almeno un po', si piantò nel bel mezzo della stanza, guardando in faccia la gente, come a dire ch'era ora d'andarsene. In quel frattempo [...]
[...] Sarina. Non c'è più nessuno laggiù La zia Cirmena scattò su come una molla: — Io non ho paura, don Alfonso!... Io fo quel che mi pare e piace [...]
[...] di quelli che hanno il pugno stretto... giacchè dovete esser soci fra poco. — Eh! eh! — rispose don Gesualdo che si sentiva ribollire in quel punto [...]
[...] ! Fuori! fuori! E gli chiuse l'uscio sul muso. Diodata risalì di corsa in quel punto, scalmanata, colle lagrime agli occhi. — Don Gesualdo [...]
[...] scuotevano dalla testa ai piedi. Allora il suo padrone scappò a bestemmiare: — Santo e santissimo!... santo e santissimo! In quel momento comparve la [...]
[...] basiva per un nulla, e v'imbrogliava la lingua e le mani. Gli seccava, ecco, quel giorno di nozze che non gli aveva dato un sol momento buono [...]
[...] , in mezzo ai suoi mobili che gli costavano un occhio del capo. — Senti... s'è così... se la pigli su quel verso anche tu... Allora ti saluto e vo [...]
[...] dispetto degli invidiosi!... Che paura hai?... Senti!... quel Ciolla!... mi farà fare uno sproposito!... Essa tornò a balbettare qualche parola [...]
[...] cominciava a fargli girare il capo, balbettando e anfanando, in maniche di camicia, stringendosi sul cuore che gli batteva fino in gola quel corpo [...]
[...] tocca! Neanche il giorno delle nozze, santo e santissimo!... Dimmi almeno che hai!... — Non badate a me... Sono troppo agitata... — Ah! quel Ciolla [...]
[...] sulle spalle... sia detto senza offendervi... Onestamente... «Guardami quel che sono, e non quello che fui» dice il proverbio... Ma il comune [...]
[...] scrivania un sacco di doppie che cave fuori dalla cacciatora. A quel suono tutti spalancarono gli occhi. Don Filippo ammutolì. — Signori miei [...]
[...] ... II notaro sopraggiunse in quel punto. Andò prima a dare un'occhiata allo scartafaccio del segretario, e poi si mise a battere le mani. — Viva la [...]
[...] . — Villano! testa di corno! Don Filippo, in mezzo a quel trambusto, fu costretto a sedere di nuovo sul seggiolone, sbuffando. Vuotò di un fiato il [...]
[...] quel che stava macchinando quel diavolo di mastro-don Gesualdo. Il notaro, prudente, seppe dominarsi prima degli altri, e tornò indietro col sorriso [...]
[...] ? Allora comando ai prezzi all'annata, capite?... Ve lo dico perche siete un amico, e perchè a far quel che dico io ci vogliono molti capitali in mano, e [...]
[...] che s'era arrivati!... — Fresco come un bicchier d'acqua, quel mastro-don Gesualdo che se ne andava a casa, colle mani in tasca... In tasca aveva [...]
[...] , perchè non vorrei liti e questioni tra parenti... Anche coi tuoi fratelli, Bianca... quel che non ho fatto per indurli... don Diego specialmente [...]
[...] dentro si rodeva, perchè davvero non gli servivano gran cosa tutti quei denari spesi. — Eh, eh, — rispose con quel certo buon umore che voleva [...]
[...] stessi, sempre con quel bel risultato! Poi, quando la zia Sganci se ne fu andata, prese a brontolare contro di Bianca, che non si era messo il [...]
[...] coloro che avevano comandato sino a quel giorno. — Una setta, capite? Tavuso, mettiamo, al posto di Margarone; e tutti quanti colle mani in pasta [...]
[...] dire rivoluzione? Quel che hanno fatto in Francia, capite? Ma voi non leggete la storia... — No, no, — disse don Gesualdo. — Non me ne importa [...]
[...] loro, senza dote e senza nulla, tanto meglio... Gli andarono in quel momento gli occhi su Bianca che stava rincantucciata sul canapè, smorta in [...]
[...] vino dalla paura, guardando or questo e or quello, e non osava aprir bocca. — Non parlo per te, sai. Non me ne pento di quel che ho fatto. Non è [...]
[...] ?... Quando saremo lì, a veder quel che bolle in pentola... Bisogna mettersi vicino al mestolo... con un po' di giudizio... col denaro... So io quello [...]
[...] occhi: Le terre del comune che uscivano di casa Zacco dopo quarant'anni... un prezzo che non s'era mai visto l'eguale!... Quel mastro-don Gesualdo [...]
[...] aveva le mani troppo lunghe... Se avevano fatto salire le terre a quel prezzo voleva dire che c'era ancora da guadagnarci su!... Tutto sangue della [...]
[...] , appoggiato alla canna d'India, don Liccio Papa dietro, che ammiccava al sole, con tanto di tracolla bianca attraverso la pancia. Ma vedendo quel mare [...]
[...] , rivolto al principale: — Badate che avete moglie e figliuoli!... — Sangue di!... corpo di!... — voleva mettersi a sbraitare il farmacista. In quel [...]
[...] . — Badate a quel che fate!... Pensate alla vostra pelle!... — gli disse il Capitano passandogli di nuovo accanto. — Becco!... — voleva gridargli dietro [...]
[...] stradicciuola sassosa, e il canonico scese apposta a rompicollo verso San Sebastiano, fermando il Ciolla come a caso. — Quel notaro... me ne ha fatta una [...]
[...] disse: — è qui! — e fece il segnale convenuto. 131 Tutti e due col cuore che saltava alla gola. Per fortuna in quel momento giunse un altro [...]
[...] ? che voglio fare? La pigliate su quel verso? Mi fate lo gnorri?... Allora sia per non detto... Ciascuno il suo interesse! Fratelli! Carbonari [...]
[...] segno di star zitta. In quel momento tornò correndo compare Nardo; la gamba di legno si udiva da lontano sull'acciottolato. — Eccolo!... eccolo che [...]
[...] accorsero i vicini. — Lo vedete? — ripigliò Nanni infuriato. — Che figura fo dinanzi a loro, padron mio? In coscienza, quel po' che avete dato a [...]
[...] costei per maritarla e una miseria, in confronto della figura che mi fate fare! — Taci! Farai correre gli sbirri con quel chiasso! Che vuoi? Ti darò [...]
[...] , completamente rabbonito, propose anche di andare a vedere quel che accadeva fuori: — Voi fate liberamente come se foste in casa vostra, don Gesualdo [...]
[...] Sembrava che si divertisse a fare agghiacciare il sangue nelle vene al prossimo suo, quel briccone! Udivasi infatti un vocio di comari, un correre di [...]
[...] marchese Limòli, e ho ancora degli amici a Napoli per farvi scapitanare e tagliare i baffi novelli, sapete! Capita in quel momento il ragazzetto [...]
[...] 138 si vedevano passare attraverso quel pezzetto di strada che intravvedevasi laggiù fra i tetti delle case che scendevano a frotte per la china [...]
[...] sole, don Diego sputando e guardando in terra ogni momento. Il giorno in cui avvenne quel parapiglia nel Palazzo di Città, che le voci si udivano [...]
[...] visite. L'ultima volta il dottor Tavuso se n'era andato scrollando le spalle. I ragazzi del vicinato giuocavano tutto il giorno dietro quel portone [...]
[...] occhi. Burgio che era sul ballatoio di casa sua, coll'orecchio teso verso la Piazza Grande, dove udivasi quel parapiglia, vedendo gente nel balcone [...]
[...] so! lo so! giuramenti da marinaio!... II Capitan d'Arme ammiccò a donna Bianca la quale passava in quel momento, con un'aria che voleva dire [...]
[...] sagrestano ne usciva in quel momento, arruffata, gialla, senza ventre, e si mise a distribuire scappellotti a diritta e a manca: — Via! via di qual [...]
[...] . — Ho fatto quel che ho potuto... solo come un cane!... due volte dal medico!... di notte!... Anche dal farmacista!... 144 dice che il conto è [...]
[...] stava da un po' attento. — Hanno aperto un finestrino sul mio tetto... laggiù!... quel ladro di Canali!... Fortuna che me ne sia accorto! Lo citerò [...]
[...] mio!... — Non fate a quel modo, donna Bianca! — disse piano don Luca. — Se ci sente ancora, il poveretto, figuratevi che spavento!... Essa si [...]
[...] parenti riuniti nella gran sala. — Che volete? con quel parapiglia che c'è stato nel paese! Se non era pel viatico che vidi venire da queste parti [...]
[...] pallido, facendo segno che la vecchia non aveva paura di nulla perche era sorda. — II fatto è... — cominciò il barone. Ma in quel momento portavano [...]
[...] mie verghe non ne traligna l'ossequio. Si che sorgenti men fallaci e piu stabili le sole preci ne reputo. Il favor di un vostro sguardo a quel che [...]
[...] belle!... — II Capitan d'Arme, seccato, fu costretto a rimbeccargli: — Perchè non badate a quel che succede in casa vostra, caro collega? — Ehm! ehm [...]
[...] tenente, che le cortesie della signora Capitana avevano messo in vena, aggiunse: — Io sono l'autorità. Ora corro sul palcoscenico per vedere s'è quel [...]
[...] sentirmi dire!... Non dovevate portarmelo in casa quel facchino!... La rottura fece chiasso. Dopo cinque minuti non si parlava d'altro in tutto il [...]
[...] paese. Ma lei giurava e spergiurava di non conoscerlo neanche di vista, quel barone, e gliene importava assai di lui. L'udirono mastro Cosimo il [...]
[...] sorriso malizioso le balenò negli occhi. Quel seccatore di Mommino Neri era ancor lì, appoggiato a una quinta, che discorreva col signor Pallante, già [...]
[...] , tutti gli davano del matto, e dicevano che ci avrebbe persi i denari. Egli rispondeva con quel sorriso tutto suo: — State tranquilli. Non li perdo i [...]
[...] aspettare che lo chiamassero. La Rubiera che seguiva da un pezzetto quel va e vieni, di sotto 163 gli occhiali, si chinò infine a fissare il Ciolla [...]
[...] , — rispose Ciolla; e intanto s'avviava verso il portone. Rosaria tirò la funicella e si mise a borbottare: — Che vuole adesso quel cristiano? A [...]
[...] l'uovo, — disse la padrona. E tornò a discorrere col Ciolla, più affabile del consueto, per cavargli di bocca quel che aveva da dire. Ma Ciolla non [...]
[...] , tutti quanti. Già i tempi erano mutati; il paese intero era stato sottosopra ventiquattr'ore, e non si sapeva quel che poteva capitare un giorno [...]
[...] parlate! — interruppe alla fine la zia Rubiera. — Non sapete quel che costino i maschi!... Quanti dispiaceri!... Lo so io!... E continuo a sfogarsi [...]
[...] all'orecchio di Bianca, accesa, sbirciando di sottecchi don Gesualdo per vedere quel che ne dicesse. Don Gesualdo non diceva nulla. Bianca invece [...]
[...] ... sottomano?... L'hai visto venire qui, da lui?... Di', che ne sai? — Certo, certo, — rispose in quel punto don Gesualdo. — I figliuoli bisogna [...]
[...] corsero al balcone coi ceri in mano. Persino il canonico in cotta e stola. Era Santo, il fratello di don Gesualdo, il quale festeggiava a quel modo il [...]
[...] parlare col cuore in mano... tale e quale come m'ha fatta mia madre... Ora che siete padre anche voi, don Gesualdo, capirete quel che devo averci in [...]
[...] di mezzo i birboni, i cattivi compagni... Senti, Bianca, io, la mia figliuola, non l'avrei data da battezzare a quel canonico Bianca, sbigottita [...]
[...] sotto il grembiule, vergognosa di esser stata scoperta a quel modo, vestita di casa. Limòli, senza accorgersi di nulla, domandava sottovoce a donna [...]
[...] starsi zitto e non parlarne più, per non darla vinta ai nemici. — Nulla, nulla gli aveva fruttato quel matrimonio; nè la dote, nè il figlio maschio, nè [...]
[...] pover'uomo che ha lavorato tutto il giorno, là! Neppur quello! — Una moglie che vi squagliava fra le mani, che vi faceva gelare le carezze, con quel viso [...]
[...] , con quegli occhi, con quel fare spaventato, come se volessero farla cascare in peccato mortale, ogni volta, e il prete non ci avesse 184 messo [...]
[...] , con quel viso, non ci badava neppure. Qualche volta che la vedeva alzarsi più smorta, più disfatta del solito, le diceva per farle animo: — Vedrai [...]
[...] era che don Ninì aveva dovuto pigliarsi l'Alòsi per salvare quel po' di casa che don Gesualdo voleva espropriargli. è vero che adesso era diventato [...]
[...] in quel momento. — Son galantuomo. Ho di che pagare infine. Tuo marito sarà pagato sino all'ultimo baiocco. Ma in questo momento proprio non [...]
[...] importa di sapere se sei morta o viva. Lascia fare a me che la risposta gliela mando coll'usciere, a tuo cugino... Così era venuto quel matrimonio, chè [...]
[...] berretto da notte, in maniche di camicia. A quattr'occhi con lei mostravasi proprio quel che era, bonaccione, colla risata larga che mostrava i denti [...]
[...] teneva ancora l'ago in mano, se lo mise in tasca, vergognoso, sempre con quel gesto che sembrava meccanico. — Ecco vostra nipote... — balbettò la [...]
[...] bella come la Madonna, la quale ballava sui cavalli ammaestrati in teatro, e andava spargendo il colèra con quel pretesto, era stata uccisa a furor [...]
[...] passasse. In quel tempo erano capitati due merciai che portavano nastri e fazzoletti di seta. Andavano di casa in casa a vendere la roba, e [...]
[...] quel povero vecchio solo in mezzo al colèra... Mi pare che la gente avrebbe motivo di sparlare dei fatti nostri, eh?... — Voi avete il cuore buono [...]
[...] cascato addosso anche quel povero orfanello di Corrado La Gurna... Una tragedia a casa sua!... Padre e madre in una notte... fulminati dal colèra [...]
[...] guastatosi da poco. Ognuno che avesse bisogno correva da lui per domandargli in prestito quel che gli occorreva. Lui colle mani aperte come la [...]
[...] !... Qui c'è mia moglie e mia figlia adesso!... Almeno andatevene nel palmento, e non vi fate vedere da queste parti... Ma tutto quel bene e quella [...]
[...] zia Cirmena per scusarlo parlava del gran talento che aveva quel ragazzo, tutto il santo giorno chiuso nella sua stanzetta, col capo in mano, a [...]
[...] versi che facevano piangere, come quelli che fiorivano in cuore al cugino La Gurna. Allora ripensava a quel giovinetto che non si vedeva quasi mai [...]
[...] , che stava chiuso nella sua stanzetta, a fantasticare, a sognare come lei. Laggiù, dietro quel monticello, la stessa luna doveva scintillare sui [...]
[...] e quel sorriso pallido che voleva dire tante cose nelle più umili parole: — Figlia! 204 figlia mia!... — Soltanto la stretta delle braccia esili [...]
[...] uscito a passeggiare. E ritroso, quel benedetto figliuolo. Così timido! uno che ha bisogno d'aiuto, col talento che ha, peccato! — E le suggeriva [...]
[...] mangiava nulla. — Lasciate fare a me. So quel che ci vuole per lei. Voialtri Trao siete tanti pulcini colla Luna. — Un braccio di mare quella zia [...]
[...] amministratore... che so io... per soprintendere ai lavori di campagna... dirigere una fattoria, quel ragazzo varrebbe tant'oro. Il cuore mi dice [...]
[...] silenzi ostinati, quel mento inchiodato sul petto, quella smania di cacciarsi coi suoi libri in certi posti solitari, per far la letterata anche lei, una [...]
[...] peso e a misura, don Gesualdo! Non sapete quel che vuol dire... Vorrei vedervici!... — Egli allora, col suo fare canzonatorio, raccolse in mucchio [...]
[...] s'ostinava ad aver paura, piantandosi su due piedi, frugando di qua e di là cogli occhi curiosi, fissandoli in viso a lui per scovar quel che c'era [...]
[...] vo o se rimango. E voialtri badate, alle vostre faccende. E cucitevi la bocca, ehi!... senza suonar la tromba e andar narrando quel che mi succede [...]
[...] l'ora!... Lasciatemi in pace... lasciatemi!... Giunse la sera e passò la notte a quel modo. Mastro Nunzio nell'ombra 214 stava zitto e immobile [...]
[...] stoppie all'affacciarsi che fece Burgio, sbadigliando e stirandosi le braccia. — Massaro Fortunato!... venite qua, venite! — chiamò in quel punto la [...]
[...] colonna della casa! — Quel piagnisteo durò la giornata intera. Inutilmente il marito per consolarla le diceva che don Gesualdo non li avrebbe [...]
[...] ... Non dico... Allora tiratelo fuori, e si vedrà. Don Gesualdo, che era don Gesualdo, rimase a bocca aperta a quel discorso. Stupefatto, cercava le [...]
[...] , ciascuno doveva avere la sua parte. Tutto quel ben di Dio, quelle belle terre, la Canziria, la Salonia stessa dove avevano i piedi, erano forse piovuti [...]
[...] accingersi alla partenza, guardando di qua e di là, cogli occhi torvi. Infine spiattelle quel che aveva sullo stomaco: — A Mangalavite?... No [...]
[...] . Sarà quel che vuol Dio. Beato quel poveretto che adesso tranquillo, sottoterra!... Brontolava ancora ch'era già in viaggio, sballottata dall'ambio [...]
[...] Nanni con quel fare misterioso. — Se non ero io, che ho l'orecchio fino... Dicevo a Diodata: Finchè manca il padrone bisogna stare coll'orecchio [...]
[...] seccumi gialli. Da per tutto quel senso di abbandono, di desolazione, nella catasta di legna che marciva in un angolo, nelle foglie fradicie [...]
[...] , affettava di non poter mettere il piede nel cortile, coll'aria misteriosa, finchè il padrone andò a sentire quel che diavolo volesse, dandogli una [...]
[...] ... — Nossignore. Appunto, vi ho chiamato qui fuori. Dobbiamo parlare da solo a solo, per quel che ho da dirvi... Qui nel giardino. Siamo aspettati. C'erano [...]
[...] fini... Soltanto, vossignoria potete aiutarli senza mettere mano alla tasca... Ecco, loro vorrebbero a mezzadria quel pezzo di terra ch'è sotto la [...]
[...] sentisse lì un gran smarrimento, un gran dolore. Bianca al vederli arrivare a quel modo si mise a tremare come una foglia. Il marito le consegnò la [...]
[...] sulle spalle, sino a quel giorno! che aveva dovuto chinare il capo alle speculazioni sbagliate del padre! ch'era stato la provvidenza del cognato [...]
[...] parte della società anche lui, quel fannullone! — Ora lo svillaneggiavano per mezzo d'usciere; gli davano del ladro; volevano mettere i sigilli [...]
[...] tengo se non lo mando in galera, quel ladro! Venderò la camicia che ho indosso. Voglio il fatto mio, il sangue di mio padre... — Fu peggio ancora la [...]
[...] , come tiro l'aratro io! Da quel giorno ci fu un casa del diavolo, mattina e sera. Don Gesualdo prese Isabella colle buone, colle cattive, per levarle [...]
[...] . Invece il Signore doveva aver voltati gli occhi dall'altra parte quella mattina. Appena tornò dalla santa Messa, quel giorno segnalato, trovò la [...]
[...] , quel birbante! farlo squartare dal boia! fargli lasciare le ossa in fondo a un carcere! — Quell'assassino! quel briccone! In galera voglio farlo [...]
[...] tanto di bocca aperta, quasi volesse mangiarsela: — Con quel pezzente?... Dargli la mia figliuola?... Piuttosto la faccio morire tisica come sua [...]
[...] mano anche voi! Siete la complice di quel ladro!... Bel mestiere alla vostra età! Vi faro arrestare insieme a lui, donna Sarina dei miei stivali [...]
[...] ... Tuo padre ha preso la via storta... Ma se lui si ostina a non darti nulla, neanche quel giovane, poveretto, ne ha... E allora... se ti tocca [...]
[...] pace, per guadagnarsi da vivere onestamente... Invece potresti sposare un gran signore, e s'è vero che quel giovane ti vuol tanto bene dovrebbe esser [...]
[...] di tali! Carrozze, cavalli, palco a teatro tutte le sere, gioielli e vestiti quanti ne vuoi... Con quel bel visetto so io quante teste farai [...]
[...] finita quel colpo! Sai ch'è di poca salute!... Anche tuo padre t'aspetta a braccia aperte. E un buon uomo, poveraccio! Un cuor d'oro, uno che s'è [...]
[...] ... Fareste un bel matrimonio! Vedi com'è andata a finire? Che quel povero giovane ci ha rimesso anche la liberta, pel capriccio di tuo padre [...]
[...] discorsi: Quel che aveva detto; quel che era venuto a fare; quanto tempo si sarebbe fermato lì; quanti anni aveva. Le signore asserivano che non [...]
[...] bastone appoggiato alla spalla, si morsicava le labbra dal dispetto, pensando a quel che era toccato a lui invece, donna Giuseppina Alòsi in moglie [...]
[...] due cugini. Però invidiavano mastro-don Gesualdo il quale era arrivato a quel posto, e donna Bianca che aveva fatto quel gran matrimonione. La sua [...]
[...] pregato il notaro Neri di far lui... Un vero usuraio, quel notaro, sottile, avido, insaziabile. Don Gesualdo avrebbe preferito mille volte trattare [...]
[...] , tutto! il peccato mortale in cui era!... — Quel servo di Dio non capiva nulla. Badava solo a raccomandarle di non cascarci più e le metteva il cuore [...]
[...] intorno a quel matrimonio fatto come di nascosto. Della gente era andata a far visita ai Margarone e in casa Alòsi, per vedere se la sposa era rossa o [...]
[...] che a quel modo non le pareva nemmeno un sagramento, povera Isabella!... La Cirmena masticava altre cose fra i denti: — Come sua madre [...]
[...] pallore sotto la mia corona di duchessa... Nessuno saprà quel che mi porto nel cuore... sempre, sempre!... Ricordati! ricordati!...» PARTE QUARTA [...]
[...] , sbuffando, recalcitrando, gli fece dire: — Si vede che mio suocero, poveretto, non sa quel che ci vuole a mantenere la figliuola col decoro del nome che [...]
[...] avesse giurato di non metterci più i piedi in quel paese maledetto, e se lo fosse tolto dal cuore interamente. A misura che le mancavano le forze [...]
[...] , glieli ha portati in dote!... ma i denari vuol tenerseli per sè! è predestinato quel povero don Ninì!... E sapete chi comparisce all'asta, eh [...]
[...] , s'era alzata premurosa per servirla in quel che occorresse. Donna Marietta, l'altra sorella, tirò invece il papà per la falda. Bianca s'era chiusa [...]
[...] : — No, non c'è tanto da ridere... Dietro il paravento dev'essere anche il canonico Lupi. Zacco rimase interdetto: — Quel briccone? quell'intrigante [...]
[...] a mano armata nella camera. La povera inferma, smarrita in quel parapiglia, si lasciò sfuggire con un filo di voce: — Per l'amor di Dio... Non ne [...]
[...] marito. — Si tratta di metterci d'accordo... tutti i bene intenzionati... Se è bene intenzionato anche lui... quel signore!... 253 — Ma [...]
[...] fermo, parlandogli piano, con le mani negli occhi. Don Gesualdo stava zitto, lisciandosi il mento, con quel risolino calmo che faceva schiattare la [...]
[...] gente di campagna, lontano dagli occhi del padrone, faceva quel che voleva; le stesse serve scappavano ad una ad una, temendo il contagio della [...]
[...] fare, tu? — Irritavasi contro quegli affamati che venivano a mangiare alle sue spalle. Come s'affezionasse anche alla roba, in quel punto; come si [...]
[...] un papa in casa di don Gesualdo. Mangiava e beveva. Veniva ogni giorno a empirsi la pancia. Diodata badava a quel che c'era da fare, e lui [...]
[...] ! Appena mastro Titta udì il rumore della schioppettata, due minuti dopo, disse fra sè: — Questa è compare Nanni che se l'è presa. Don Gesualdo quel [...]
[...] rivoluzione... Vogliono farla anche qui... Quel briccone di Nanni l'Orbo doveva farsi ammazzare giusto adesso!... Don Gesualdo continuava a [...]
[...] dentro e sulle labbra. — Capite?... Neanche farle vedere la figliuola per l'ultima volta!... è un porco, quel signor duca! Tre mesi che scrive [...]
[...] quel frangente, pel bene di tutti... Se no, non ci avrebbe messo i piedi in casa sua... dopo il tiro che gli aveva giocato per l'appalto dello [...]
[...] stradone... — Scusate! Giacchè volete fare il sordo... Sapete che avete tanti nemici! Invidiosi... quel che volete... Intanto non vi guardano di buon [...]
[...] quel punto prese la parola anche don Ninì: — Lo sapete che ci accusano di aver fatto uccidere Nanni l'Orbo... per chiudergli la bocca... Voi pel primo [...]
[...] d'andarsene, impaurito. — No, — disse il marchese. — Non potete lasciare la sorella in questo punto. Siete come un bambino, caspita! Entrò in quel mentre [...]
[...] , vedendosi intorno quei visi e quel silenzio, abbassò la voce e andò a finire il discorso in un angolo, all'orecchio del barone Zacco. Costui tornava [...]
[...] quel momento, e si mise a piangere e a singhiozzare. Piangevano tutti quanti. In quell'istante fece capolino dall'uscio donna Sarina Cirmena [...]
[...] c'era! Don Gesualdo rimase colla chicchera in mano. S'udì in quel punto una forte scampanellata all'uscio, e Zacco corse a vedere. Dopo un momento [...]
[...] la vostra roba! — esclamò infine il Barone Zacco fuori dei gangheri. Il marchese si mise a ridere dicendo: — Padroni! padronissimi! - In quel [...]
[...] capannelli, alla mano e bonaccioni, col cuore sulle labbra: — Quel mastro-don Gesualdo sempre lo stesso! aveva fatto morire la moglie senza neppure [...]
[...] non si veniva a una conclusione con quel- l'uomo, lasciò scoppiare la bomba, un giorno che don Gesualdo s'era appisolato sul canapè, giallo come un [...]
[...] risoluzione, e sapere quel che volete fare! — Niente. Io non voglio far niente. Voglio stare in pace, se mi ci lasciano stare... — Ah? Cosi? Stateci pure a [...]
[...] , invece di annoiarsi con quel villano di mastro-don Gesualdo che passava la sera a lamentarsi, tenendosi la pancia, all'oscuro, per risparmiare il [...]
[...] che aveva errato, a fin di bene, per impedirgli di far dell'altro male, e cercare di cavarne quel poco di buono che si poteva. Una volta, in vita [...]
[...] : — Lasciatelo parlare. è lui che deve dire ciò che vuole adesso da noi... quel ch'è venuto a fare... — Bene! — conchiuse Zacco con una risata [...]
[...] gli manca, eh? Mangia come un lupo! Rosaria non la finiva pin su quel tono. Il barone Zacco penso bene di accomiatarsi in quel frangente. — Dunque [...]
[...] denarosi; ma lì non sarebbero venuti a cercarne dei denari. Il vecchio accennava di no anche lui, guardando intorno, con quel sorrisetto agro sulla [...]
[...] seggiola su cui appisolavasi 287 dopo pranzo, i mattoni smossi in quel breve tratto fra l'uscio e la finestra, la parete scalcinata accanto al letto [...]
[...] dove soleva accendere il lume. E in quel sudiciume il marchese ci stava come un principe, sputando in faccia a tutti quanti le sue miserie [...]
[...] sentinella... Il marchese, ch'era tomato arzillo e gaio fra tutto quel parapiglia, aguzzando l'udito, ficcandosi in mezzo per acchiappar qualche parola [...]
[...] ! Quei bricconi s'erano legate al dito le parole di pace ch'egli si era lasciato sfuggire in quel frangente, e stavano in piazza tutto il giorno ad [...]
[...] vado a chiamarvi Ciolla e tutti quanti, se volete!... Don Gesualdo era ridotto in uno stato che di lui ne facevano quel che volevano. A due ore di [...]
[...] mani sul ventre enorme, e ricominciare le lagnanze contro i parenti di don Ferdinando 290 che le lasciavano quel poveretto sulle spalle [...]
[...] massalo Fortunato si lagnava di non aver più le gambe di vent'anni per affacchinarsi a quel modo, essa lo sgridava: — Che volete? Non lo fate per [...]
[...] facessero... Dovete perdonare per amor mio, signor don Gesualdo!... E si vedeva che parlava sincera, la poveretta, con quel viso, mandando gie, per [...]
[...] ! Non le bastava? Ora calavano i corvi, all'odor del carname. Il malato chiudeva gli occhi per 293 sfuggire quel supplizio, e agitavasi nel letto [...]
[...] , i bocconi piu rani, senza chiedere quel che costassero, gli si mutavano in veleno; tornava a rigettarli come roba scomunicata, più nera [...]
[...] salute, coi suoi denari. C'erano al mondo dei buoni medici che I'avrebbero fatto guarire, pagandoli bene. Allora asciugavasi quel sudore d'agonia [...]
[...] mise a bastonare anatre e tacchini, a strappar gemme e sementi. Avrebbe voluto distruggere d'un colpo tutto quel ben di Dio che aveva accumulato a [...]
[...] roba! Chi sapeva quel che era costata? II signor duca, lui, quando usciva di casa, a testa alta, col sigaro in bocca e il pomo del bastoncino [...]
[...] per questo. Lui invece passava il tempo a contare le tegole dirimpetto, a calcolare, con l'amore e la sollecitudine del suo antico mestiere, quel [...]
[...] però affamati, sempre più divoranti, simili a quel male che gli consumava le viscere. Quante cose si sarebbero potute fare con quel denaro! Quanti [...]
[...] lui, marito e moglie, così tranquilli, che nessuno avrebbe sospettato quel che covava sotto, si sentiva freddo nella schiena. Del resto, che [...]
[...] . Ne aveva data tanta dell'acqua per far macinare gli altri! Speranza, Diodata, tutti gli altri... un vero fiume. Anche lì, in quel palazzo di [...]
[...] pensi a tutto, se no c'è la rovina!... Poi spiegava di dove gli era venuto quel male: — Sono stati i dispiaceri!... i bocconi amari!... ne ho avuti [...]
[...] che lo tradisse. Soltanto ne piantò una lunga lunga addosso a quel galantuomo che se ne andava rimminchionito. Infine, a poco a poco, finse di [...]
[...] leggervi la sua sentenza, costretto a ricorrere agli artifizii per sapere qualcosa di quel che gli premeva. — Chiamatemi quell'uomo dell'altra [...]
[...] affari propri. Non si lamentava neppure; non diceva nulla, da villano malizioso, per non sprecare il fiato, per non lasciarsi sfuggire quel che non [...]
[...] quel che gli erano costati, quei poderi, l'Alia, la Canziria, li passava tutti in rassegna amorosamente; rammentava come erano venuti a lui, uno [...]
[...] il viso per leggerle negli occhi se l'avrebbe ubbidito, per farle intendere che gli premeva proprio, e che ci aveva quel segreto in cuore. E [...]
[...] mentre la guardava, a quel modo, gli parve di scorgere anche lui quell'altro segreto, quell'altro cruccio nascosto, in fondo agli occhi della [...]
[...] figliuola. E voleva dirle delle altre cose, voleva farle altre domande, in quel punto, aprirle il cuore come al confessore, e leggere nel suo. Ma ella [...]
[...] cessato di penare. — Ed io pure, — soggiunse don Leopoldo. Così, nel crocchio, narrava le noie che gli aveva date quel cristiano — uno che faceva della [...]
[...] nuovi, chiari fino alla sfumatura più tenera del verde, spiccavano come fregi. Dietro quel muro a pena alto due metri, era una fila d'altri [...]
[...] dato l'indirizzo d'una strada e d'una casa, 4 senza nominar nessuno. C'era da far delle nottate a un infermo: ecco tutto quel che sapeva suor [...]
[...] l'ordinanza, raffrenando la propria voce, come chi osi toccare a pena uno strumento troppo sonoro. In quel punto l'infermo si mosse con un 7 mugolío [...]
[...] casa si ritirò finalmente. L'infermo, che in quel frattempo erasi assopito, tornò di nuovo a lamentarsi. Allora suor Istituta, guardato un oriolino [...]
[...] di meraviglia, su la mano alabastrina e sottile che gli porgeva quel refrigerio; e quando ebbe finito di bere, alzò gli occhi su la donna. Di [...]
[...] la suora, accennava di sì; ed ella rispondeva 19 a quel cenno con un pallido sorriso, come per dire: - Non morrà, non dubitare; lo salvo io. II [...]
[...] . Erano ormai parecchi giorni da che suor Istituta vegliava a quel capezzale, udendo a tratto a tratto la bella voce vibrata e profonda [...]
[...] specchio dell'armadio, su la stessa poltrona bassa e nascosta dov'ella pregava e sognava, dovunque; ma, più che in ogni altro luogo, a quel [...]
[...] fuori de' sensi, abbandonavasi, dinoccolato e plumbeo come un cadavere. 26 Era interamente nudo. Le linee di quel corpo, mirabili quando era sano e [...]
[...] , quando aveva molto dormito in giornata, di quel sonno riparatore delle forze ch'è tanto necessario a chi esce da una grave e penosa malattia [...]
[...] ! - In quel medesimo momento, una raffica più forte dell'altre portò dentro un'ondata di pioggia che s'abbattè su 'l pavimento: il lume si spense [...]
[...] accanto al tavolino una seggiola di paglia. In un angolo, dove neppur giungeva quel po' di luce incerta e quel tanto d'aria proveniente dalla [...]
[...] , dal camino al paravento, seguendo di lontano, col pensiero, tutto quel che avveniva in quell'ora nel suo teatro. Il clarino che lo aveva [...]
[...] ch'era determinato di non più tenerlo. Quel tisico, oltre a non servirlo ora come prima, gli faceva pena e disgusto insieme; gli metteva il [...]
[...] subito nell'udire il suo uomo sentenziar fioco, gravemente: - Son gli ultimi, sai! - Da quel momento, gli stenti della povera famigliuola di [...]
[...] quel rumore, come di telegrafo, urtava i nervi all'ammalato, stava fuori quasi tutta la giornata, o a sfaccendare presso gl'inquilini o a comprar [...]
[...] per capello; e con quel po' di fiato che gli restava ancora, vociava raucamente, strozzato, con gli occhi fuori del capo, maledicendo la vita e [...]
[...] , non per pratiche di chiesa - chè non aveva agio di consacrarvisi - ma per quel bisogno innato 59 ne' deboli e negli afflitti, segnatamente fra le [...]
[...] smania di raggiungere i vetri del primo piano: per quel desiderio innato nei fanciulli d'esser nocivi a qualcuno, di distruggere qualcosa. In un [...]
[...] , fra quel branco di ragazzi, non avesse bisogno di sgridate per istar cheto e fare quel tanto di lezioncine richieste dalla scuola. Appoggiato [...]
[...] spazzar bene la stanza, cansando pianino il paravento; sapeva accendere il fuoco e mettere a scaldar l'acqua in pentola. Ma quel che più consolava la [...]
[...] vedova, quel che faceva, quasi direi, che senza saperlo ella nutrisse un'intima predilezione per il suo figliuolo maggiore, era la tenerezza di [...]
[...] l'uomo che si sente uomo. E il dottorino, non tanto nauseato da quel contatto obbligatorio con ogni sorta di male, quanto seccato dal far visite giù [...]
[...] , che sonava i quarti, ella quasi non voleva credere. Madonna cara! com'era possibile che in tutto quel tempo, in quel tempo eterno, non fosse [...]
[...] giuramento, ella lo aveva mantenuto per tutto quel tempo che ancora visse Peppe, e anche dopo, da ch'era vedova. Si era rifinito tutto, è vero; di [...]
[...] l'aiutava?... In quel punto le si ripresentò alla mente l'idea del prestito, ch'ella afferrò come una tavola di salvezza. - Non intendo già - disse [...]
[...] gravità della situazione le pesava su 'l cuore. Più presto di quel che credevano si fece rivedere il giovane medico condotto. - Brutto segno! - pensò [...]
[...] tardi, raccolta ch'ebbe la sua creatura entro il lenzuolo e le coperte, fra le quali giaceva, Lucia sollevò di peso quel corpicino quasi inerte [...]
[...] Francesco de' Poverelli sorgeva in un punto lontanissimo da quel palazzo de' quartieri nuovi, dove Lucia era portinaia. Ci volevan tre buoni quarti [...]
[...] crisi acute, era quella che al fanciullo non si desse abbastanza spesso da bere. E le sembrava vederlo smaniare in quel letto non suo, senza [...]
[...] scottar su la propria bocca quel labbruccio arido, enfiato; un suono indefinito le portava un lamento ch'ella avea sempre nell'orecchio... 99 [...]
[...] anche tre volte alla settimana; ma quel giorno poteva contar di perdere quattro o cinque ore di lavoro: di più, la portineria restava [...]
[...] tardato a uscire. Quel giorno, prima di tornare a casa, la Lucia non seppe resistere al desiderio di fermarsi da 102 un merciaio che conosceva, a [...]
[...] l'ebbe tagliato! Lavorava di sera: mentre quel tic-tac fitto fitto ch'ora le faceva l'effetto d'una musica allegra, s'accompagnava al ritmo [...]
[...] favore... Tu, di queste faccende te ne devi intendere... - Ella assentiva col capo. Pur troppo, pur troppo! Così non avesse mai saputo quel che [...]
[...] vent'anni, meravigliata e sfinita di quel che aveva patito, con la testa d'un biondo cenere affondata fra' guanciali. La sofferente non rispondeva; ma [...]
[...] dalla mezz'ombra in cui trovavasi l'ampio letto matrimoniale, e che pareva dare a quel viso pallido qualcosa di fantastico, sbarrava, spauriti [...]
[...] quel tempo parve infinito. Sempre più nervosamente ella girava per casa Trevisani. Che ora poteva essere? O perchè non tornava l'Adele? Che cosa [...]
[...] aspettarlo. Aspettò. 117 Quanto le parve lungo e angoscioso quel tempo, Dio solo lo sa: Lui che tien conto degl'istanti dei nostri dolori. Era [...]
[...] ; sfogliava 119 avanti e indietro le pagine, come se non trovasse quel che cercava. Finalmente alzò la faccia, ombreggiata dal cappello, e, piantando [...]
[...] d'entrar nel campo del sentimento, non lo abbandonava a quel modo senza un po' di sfogo, e specialmente dopo aver sorbito qualche bicchierino di [...]
[...] piano intirizzita dal freddo, e ravvolta in uno scialletto a maglia che a pena le copriva le braccia; ma era un amore con quel visino livido sotto [...]
[...] un arpione lo scialletto a maglia e il cappello di paglia, e di mangiar finalmente quel po' di minestra su l'acqua che la mamma avea preparata [...]
[...] portinaia, che mi raccontò per filo e per segno tutti i fastidi sofferti da quel galantuomo del padrone per dare lo sfratto alle due donne. La [...]
[...] che cascasse mai un soldo; po' poi la Matilde doveva guadagnar 136 bene in quel gran magazzino... E la degna portinaia concludeva con una [...]
[...] si sa mai, perchè nessuno la ravvisasse in quel luogo; e camminava con andatura spedita, volgendo, però, il, capo di qua e di là, come qualcuno [...]
[...] fino a un'altezza che pareva smisurata. La luna, nelle ultime notti autunnali vi batteva sopra con quel chiaror ghiaccio che par d'argento [...]
[...] mestolata, pietra su pietra, si arriva a fare tutto quel che si fa. Quelle, prima - se ne ricordava bene - erano estensioni di terreno incolto [...]
[...] d'un battesimo, con tutti i suoi drammi intimi e continui, era nata colà, naturalmente, quasi d'improvviso. E quella città nuova, quel mondo [...]
[...] gl'incorniciava la bocca larga e spessa. Brutto non era. Quel naso aquilino, quella capigliatura bruna, in armonia con la tinta olivastra [...]
[...] le fondamenta di quel palazzone a cui lavoravano, egli era stato sotto gli ordini di Nanni, e aveva preso giorno per giorno, senz'avvedersene [...]
[...] quel garbo gentile e inconsciamente canzonatorio, tutto proprio della maggior parte dei toscani. Una volta che, appoggiata a una trave, la [...]
[...] più; e, con le mani sui fianchi, stette lì un po' pensierosa: poi andò a mangiare. Da quel giorno Peppe non aveva più detta una parola alla [...]
[...] dimagrar dell'altro, se non voleva che la «scucchia» gli 176 si allungasse come una mestola. Allora sì, che, secco, allampanato, e con quel po' po [...]
[...] , la domenica, andavano a far uno spuntino lui e la Rachele. E ripeteva: - Gli è un fetaccio! - tanto più che quel vederselo sempre dietro [...]
[...] fiorito di ville, con la solennità malinconica degli antichi monumenti. Ma la fosca badia conveniva a quel pittoresco paesaggio, poi che aveva in [...]
[...] dirimpetto sotto l'ultimo arco di quel porticato, in una stanza che guardata di fuori si sarebbe detta un covo anzi che un asilo umano. Quella [...]
[...] braccia giovani e virili, era venuta col suo piccolo gruzzolo a ritirarsi in quel singolare alloggio, il quale, perchè accosto al camposanto e [...]
[...] così squallido e sporco, non poteva certo invogliar nessun altro. 198 Per lei, in vece, era quel che ci voleva. Pochi piccioli di pigione all'anno [...]
[...] , la libertà d'un deserto e quel pezzetto di terra: non tanto per il bocconcino d'orto che ci avea rilevato, quanto per il comodo che faceva [...]
[...] . Su i sassi di quel sentiero che, girando a mezzo il colle fiesolano, serpeggia a traverso i campi, i vecchi 200 piedi della Rosona, enfiati e [...]
[...] in un gruppo compatto col gallo alla testa, beccavano quel che trovavano per terra, scansandosi del pari, tutte assieme, su o giù per un argine [...]
[...] , cólte da paurosa superstizione alla vista di quel sudicio fagotto di cenci scolorati e rattoppati d'onde usciva un viso scimmiesco, nero e grinzo, i [...]
[...] riposo: la Rosona su quel canile di materassa, e le galline appollaiate un po' da per tutto, su le spalliere delle seggiole, su 'l fornello spento [...]
[...] , bìri, bìri, bìri! - Subito la frotta accorreva intorno saltellante e svolazzante di mezzo all'incolto campicello, e in quel mentre che nella [...]
[...] . Poi quel singhiozzo si faceva più flebile, più raro, e finalmente cessava a fatto con un'ultima scossa del corpicciuolo convulso, con un ultimo [...]
[...] nella collezione di quel Rothschild morto da poco. Che arcobaleno!... La tedesca (seccamente): Mille! Il banditore (con un crescendo): Mille lire [...]
[...] In quel frattempo il martello era caduto tre volte. La voce era d'un giovanetto su' diciotto anni, vestito modestamente d'una giacchetta color [...]
[...] sentita sorgere vaga e timida l'idea che il figlio, un bambinello nato tardi, potesse un giorno ottenere dal mondo quel che spettava a suo padre [...]
[...] quel vinto, era come la sacra eredità paterna gelosamente custodita al figliuolo. Il ragazzo, non affatto privo d'intelligenza, teneva, non di [...]
[...] quel modo il suo casato! Così che, rinchiusa tra le pareti claustrali d'un ampio salotto gelido e nudo, con a' piedi un vecchio bracco bianco e [...]
[...] , come tornar piccino; e rivedere lei bella e giovane, curva su la sua culla con quel blando sorriso che non le aveva più illuminata la faccia da [...]
[...] quel mese; la vendita di parecchi libri e de' vestiti d'inverno; qualche digiuno.... e si rimediava a tutto. In tanto, e' non sarebbe più solo [...]
[...] era ella mai? Quali pensieri potevano aver traversato quel capo adorabile, perchè ella sapesse guardare e sorridere con tanta grazia? Era ella, da [...]
[...] cuore palpitante il sussulto di quel candido petto che, come una coppia di gigli, sbocciava fuor dallo scollo; aver quelle dita sottili fra [...]
[...] tornata nell'ombra; e come attirata nel raggio stesso della luna, lei sempre vólta verso di lui, quasi invitandolo con quel sorriso a ebbrezze 246 [...]
[...] cantare per riguardo alla moglie del generale. E pure le canzoni del suo paese sonavan d'una dolcezza penetrante in bocca di quel popolano, con le [...]
[...] del cuore, quel poveraccio, se cantava a quel modo. Sì che quando, nel chiacchierar del bagno, il generale le disse che «il suo barcaiolo [...]
[...] quel gesto che significa: - Lo sa Dio! - poi disse: - Da quando venni via per far il soldato. Son tredici anni. - E... per quale reato vi [...]
[...] aveva per farne uscir di frammezzo gli acini dell'avena su cui era caduta supina.... I suoi di casa non s'avvidero di nulla, quel giorno; ma [...]
[...] ? - Tinuzza si stringeva nelle spalle, diventava rossa come il fuoco, poi più sbiancata di prima. - Maledetto quel momento traditore! - esclamava 259 [...]
[...] un'altra sommetta per quando fossi partito; si che mi lasciavo andar anch'io a non 264 disperarmi per quel mutamento. Chi sa mai? da cosa nasce cosa [...]
[...] ; si fanno fuori conoscenze nuove che posson essere vantaggiose; e sorridevo a quel destino presso a buttar me con la mia famigliuola, quasi tre [...]
[...] dentro un sacco quel po' di biancheria che a mano a mano, di nascosto a tutti, m'era andata preparando: calzette a maglia, camicie e camiciole [...]
[...] pannocchie del granturco per attaccarmi a lei in quel modo. Quando Tinuzza rideva col solito fare spensierato, mia madre si mordeva le labbra per non [...]
[...] portava. Oh, Dio! che spasimo quella prima notte e quel primo giorno di quartiere, senza saper dove era andata a sbattere la mia donna con la [...]
[...] ? - rispondeva l'altra con quel riso che si poteva interpretare in qualunque modo. - Sora Rosa, le giuro che siamo sposati in chiesa e al Comune [...]
[...] delle più grosse. S'intende non aver giudizio, ma a quel punto, corpo! E rideva, corrucciandosi di quell'inesperienza da ragazzacci che ci doveva [...]
[...] il bambino, che quel giorno era stato affidato alla sora Rosa. Tinuzza invece, non ostante che lo allattasse, non sembrava ricordarsene; a segno [...]
[...] pozzette, per afferrar quel che vedeva anche lontano. Sdraiato accanto a lui, io gli facevo il solletico su le gambe sotto i calzerotti a rigoline [...]
[...] ribaciato quel povero angiolo, che mi lasciava su le mani e su la bocca un'impressione come di metallo scaldato, tornai al quartiere, più [...]
[...] ? Per un po' di mal di gola, una semplice frescata, far tutto quel diavoleto! E s'io insistetti dal canto mio, lei insistè più ancora. Diceva fra i [...]
[...] , neppure mi farebbero passare. In quel momento un urto convulso sollevò 277 il pettuccio del piccolo malato; la tosse che doveva uscire a colpi [...]
[...] preoccupata della punizione che doveva aspettarmi. Diedi un altro bacio, un altro sguardo in cui lasciavo l'anima mia a quel povero corpicino [...]
[...] fosse voluto tutto quel poco che avevamo in casa; vendesse pure anche la biancheria, non m'importava, per amor del bambino. Il domani, questa [...]
[...] dell'acque. La signora sollevò la testa; quel dramma semplice e plebeo l'aveva scossa. Perchè, - diss'ella - condannarvi a una così lunga [...]
[...] il posto è bell'e accaparrato dal capitano Borise, quel lupo di mare napoletano, brav'uomo, sì, ma tagliato con l'accetta. Lui, nella grassa [...]
[...] forza di piccole finezze, di galanterie, e sopra tutto lasciando tempo al tempo, finirò per impadronirmi di quel coricino; perchè le donne, vedi [...]
[...] fatto, e secondo me proprio da grande stratega. Senti: sai di quel romanzo di Paoli, uscito ora, che si titola Lei sola? A te Paoli non piace [...]
[...] ... - stile moderno, ma che fa? - e l'ho mandato alla mia Emma. Non ti pare un pensiero delicato 297 farle pervenire in questo modo quel romanzo che [...]
[...] certo ella desiderava? Con quel titolo eloquente, per di più? Con quel nastro simbolico, sopra tutto? - Amico, le mie congratulazioni sincere [...]
[...] dell'altro se il leggiadro lupus in fabula non avesse spalancata proprio in quel momento la porta del salone. Emma Alford era una figura tutta [...]
[...] delicatezza, di delicatezza muta.... Oh, se sapesse.... In quel punto il conte Sampieri rientrò nel salone, impaziente, agitato, nervoso, e di li a [...]
[...] della scena della dichiarazione 303 e del nodo celeste proprio in quel punto.... - Molte cose. - Dunque vedi, Bencini mio, che avevo ragione [...]
[...] . - Mio povero Sampieri, che posso dirti per farti persuaso che... che quel nodo celeste è proprio un nodo gordiano.... Ma nè anche a farlo a [...]
[...] che gli dispiacque non poco con quella capigliatura bruna e folta dalla scriminatura quasi impercettibile al centro, con quel viso orientale d'un [...]
[...] assai che voi prendeste su 'l serio quel che aggio dillo pe' pazzia' - (il conte s'inchinò ringraziando, e il marinaro ricominciò). - Ho avuto [...]
[...] su 'l petto San Teodoro. Lei badava a insistere: - .... nessun altro al mondo... e poi quel nastro... scena inebriante... mi sentivo venir [...]
[...] male... nessuno fuori di voi... tanto nel vostro carattere... attenzioni gentili, mute. - Come persuadervi?... inutile giurare.... credete quel che [...]
[...] fortunati; ed ella gli sorrideva, parlandogli accosto al viso di quel dono gradito, quasi gli avesse voluto alitar la propria anima fra quelle [...]
[...] 312 del libro, e si disgusti di quel vanesio, di quel farfanicchio sguaiato:Già, quello lì che noia m'ha da dare se dice ch'è distaccato a [...]
[...] di superiorità. L'altro continuava: - È chiaro che la ragazza è cotta di quel bersagliere, che del resto è un bel giovanotto, bisogna convenirne [...]
[...] d'amore non l'avrei stimata come ora la stimo. Ma la sua riservatezza, la sua modestia... quel desiderio di farsi accompagnare da me, ch'ella non ha [...]
[...] , e un uomo che le frequenti giudica dalla fanciulla quel che sarà la donna. L'altro scrollava il capo con riera incredula; il conte ripigliava [...]
[...] delizia! Un tesoro! Io ne avevo le vertigini! M'ha detto Carmenella di San Teodoro che quel mazzo valeva quattrocento franchi, perchè lo scheletro è [...]
[...] generale salutò quel trionfo di fiori che lentamente i camerieri trasportavano nella stanza, in tanto che Emma, a cui s'univano la madre e il capitano [...]
[...] , però, so io quel che ho da fare. - Come? - domandò con sorpresa l'avvocato. - E intenderesti di corteggiar ancora quella ragazza... a ogni costo [...]
[...] ingegnosissimo per impossessarmi di quel coricino così sensibile. - Sì molto sensibile, ma non per te! - ribatteva l'avvocato. - Per adesso, mi sembra [...]
[...] proprio ch'egli aveva trovato il modo di conquistare il paradiso? No, no, e poi mille volte no, che non partiva! E fece e disse tutto quel che [...]
[...] , si volse di nuovo al suo amore. - O Totò adorato, com'hai avuto cuore d'esporre la tua vita, la tua vita preziosa a quel modo..... per me [...]
[...] ; il treno partiva in quel momento, e sono rimasto in terra, ecco la cosa. Emma ripigliava con un fil di voce: 334 - Taci, taci, so tutto. Oh, non [...]
[...] furiosamente quell'altra manina. Lì in torno erano tutti commossi, perfino il capitano. L'avvocato Bencini approfittò di quel momento per [...]
[...] prender moglie, quando tu incontri una donna che fa per te, spiattellale chiaro e tondo le tue intenzioni; perchè, di' quel che vuoi, ma credi [...]
[...] . Quel foglio, listato di rigoline rosse per guidare la mano non a bastanza esperta a scrivere in linea retta, portava poche frasi, tutte semplici [...]
[...] , per mandare a noi tutto quel che guadagni con fatiche e sudori, che si sa che costa assai servire in casa d'altri. Ma noi ti ringraziamo, che tuo [...]
[...] voluto a quel modo allungare il rozzo scritto. 344 Erano parecchie ore che se lo teneva nascosto in petto, pensando ogni poco, con gran desiderio [...]
[...] volgari e malinconici. Venuta in città con la buona intenzione di lavorare, Leda, che aveva nome Giovanna, senza curarsi allora se quel nome fosse [...]
[...] loro note nasali ingenuamente aggruppate, ogni passo di quel pellegrinaggio notturno. In alto, scintillavano le stelle, tremuli brillanti [...]
[...] di lumi. Quel punto, dicevan le donne, era un paradiso. Costì, più che altrove, la gente si pigiava, tra spinte, gomitate, e invocazioni sacre [...]
[...] . Il priore, bravo vecchio che Giovannina avea sempre veduto a quel posto, recitava di sèguito le sue tre messe di rito, e infine benediceva 356 [...]
[...] spalancò, per udire ancora quel suono fuggevole. La zampogna era ormai troppo lontana o taceva; solo un brusio di voci, un frastuono di ruote in [...]
[...] scoppiò in una risata. Ora che non era più avezza a vedersi a quel modo, le sembrava d'esser buffa. Aveva spiegata la sottana; la scosse, e se [...]
[...] punto di venir meno. E quando quel costume contadinesco, ormai completo, le fu addosso, ella si fermò in piedi, con le braccia penzoloni e la [...]
[...] così benefico quel tepore, accresciuto sul proprio corpo dalla lana del suo umile scialletto, di popolana; così sereno il sorriso che le volgeva [...]
[...] ogni poco sua madre, ch'ella si domandò con pietosa incredulità se era lei, lei veramente, la quale per anni e anni avea vissuto lontano da quel [...]
[...] prime notizie: «Non mi sembra vero!... Un fulmine a ciel sereno!....» Poi salirono per lo scalone con Baldassarre che risaliva anch'egli in quel [...]
[...] , guardando quel gruppo: la cugina, con gli occhi rossi, mormorava: - È una cosa che strazia l'anima! Il Priore, chinatosi sulla sorella, la rialzò [...]
[...] ?... Non è venuto ancora? Sopravvenivano in quel momento il cavaliere don Eugenio e don Cono Canalà, altro dei lavapiatti. Don Cono entrò in punta [...]
[...] conseguenze. Le donne, vedendo quella gran confusione, quell'andirivieni 20 di gente, quel succedersi d'ambasciate e di lettere, compiangevano [...]
[...] padrona, sarebbe lei la padrona qui dentro.» Non era stato permesso dalla principessa vecchia quel matrimonio; e il padrone aveva obbedito alla madre [...]
[...] fatto ad opporsi a quel matrimonio, poichè i due antichi innamorati s'eran messo il cuore in pace. «Gran donna, la principessa! Basta dire che [...]
[...] , tant'era buono, con quel suo faccione che pareva scoppiare, grasso fin sulla nuca. - Povera principessa!... Che gran disgrazia! Egli lodava la [...]
[...] discorso era a quel punto, quando un lontano rumore di carrozza con le sonagliere fece tacer tutti. Giuseppe, guardato dallo sportello, spalancò il [...]
[...] credete, l'arrivo di Raimondo e dello zio duca.... Frattanto, abbiamo suggellato tutto quel che s'è trovato, per renderne stretto conto, a suo [...]
[...] e nella necropoli del loro cenobio custodito. Voglio che il funerale sia celebrato, con quel decoro che compete alla famiglia, nella chiesa dei [...]
[...] piano: - Guardate! Guardate! Entrava in quel punto, protetto contro la folla dal servitore, il vecchio don Alessandro Tagliavia: nonostante [...]
[...] io dico che il Giulente è uno sciocco.... - Silenzio, eccoli lì. Il giovanotto infatti entrava in quel momento insieme con suo zio don Lorenzo, il [...]
[...] . «Adagio!... I piedi! .... Che maniera!» e dominando quel vocìo veniva dalla piazza un incessante scalpitar di cavalli: le carrozze del corteo funebre [...]
[...] resto? Sarebbero stati immediatamente serviti! - Ma la colpa più grande credete forse che sia dei sanculotti o di quel ladro di Cavour? È di quei [...]
[...] Blasco, nel crocchio opposto: - Adesso fanno la guerra senza denari! Rubando la Chiesa di Cristo! E quel celebre d'Azeglio? Avete letto il suo [...]
[...] vederla, potevano avergli un poco nociuto; ma la preferenza dimostrata dalla principessa a quel figliuolo era stata troppo grande perchè in un [...]
[...] suoi consigli.... - Sai nulla? - Nulla! - Tua madre non avrà fatto, spero, una delle sue pazzie.... - Quel che ha fatto mia madre sarà ben fatto [...]
[...] materno che mi spronava a sacrificarmi pel bene dei miei figli amatissimi, io mi accinsi fin da quel giorno all'opera del riscatto, la quale è [...]
[...] ! Siete stati spogliàti! Spogliàti come in un bosco!... Rifiutate il testamento, domandate quel che vi tocca! - Perchè? - disse il giovane [...]
[...] dipinti; poi, voltato le spalle a quel pezzo di babbeo, corse dietro al marchese: - Rovinàti, spogliàti, messi nel sacco! - gli spiattellava [...]
[...] rifiutate il testamento, che domandate quel che vi viene.... — Io non so, zio.... — Come non sai? — Parlerò a Federico.... Allora il monaco [...]
[...] presidente: «Un angelo! Tutto quel che è interesse mondano non l'ha mai toccato! Vivo esempio di virtù evangelica....» e il presidente, con la [...]
[...] , ridottosi in un vano di finestra con lo zio duca: - Ha udito Vostra Eccellenza ?... - gli diceva con riso amaro. — Quel che pareva impossibile è vero [...]
[...] , se lo mise a sedere sulle ginocchia e chiamò: — Qui, Baldassarre.... III. Da quel giorno, don Blasco non ebbe più pace. A lui come a lui [...]
[...] , fratelli e novizii. Ma il lauto trattamento e l'allegra vita e la quasi assoluta libertà di fare quel che gli piaceva, non dissiparono dal cuore del [...]
[...] sconquassate finanze con una grossa dote, Consalvo fu accasato a diciannove anni, quando don Blasco non aveva ancora pronunziato i voti; ma fin da quel [...]
[...] stata liberissima. Ella lo lasciava cantare. Le grida del monaco non le potevano impedire di fare in tutto e per tutto quel che le pareva e piaceva [...]
[...] tutti gli altri, al capo della casa: adesso, per puro capriccio, per una pazzia furiosa, toccava a quel Raimondo che era stato educato come un [...]
[...] qualche zio i quattrini occorrenti a portar con decoro quel titolo. Poichè era inteso che un altro Uzeda, in questa generazione, doveva entrare a San [...]
[...] di lei, frattanto, il domenicano Padre Camillo, lavorava a quel risultato educando il ragazzo alla cieca obbedienza clericale, mortificandone in [...]
[...] , prodigò dimostrazioni d'affetto veramente fraterno a quel Raimondo che godeva del posto usurpato; confermò, con una vita esemplare, la vocazione per [...]
[...] pervenire a quel posto nel più breve tempo possibile; compreso qual era la via da tenere, non se ne discostò d'una linea: nessuno potè mai [...]
[...] l'appagamento di quell'ambizione, tanto che non prima di quarant'anni era stato decano; veder dunque a quel posto il nipote «col guscio ancora [...]
[...] Blasco pretendeva lui la dignità, nè credeva che quel «gesuita» del nipote potesse sognarsi di contrastargliela: quando seppe che quel «porco» gli [...]
[...] eletto don Lodovico; da quel giorno don Blasco diventò una bestia contro quel « porco gesuita » e quella «. . . .» quella «. . . .» della principessa [...]
[...] , alla quale foce naturalmente una nuova, più grave, imperdonabile colpa del calcio assestatogli da quel «gesuita porco.» 70 Nè gli altri [...]
[...] capo chino, col fazzoletto in mano, aveva voglia di mettersi a piangere anche Lui, «quel vitello,» diceva don Blasco «tanto tenero di cuore da [...]
[...] per indurla ad accettare quel partito, le ripeteva tutti i santi giorni: «Che non ti guardi allo specchio? Non vedi quanto sei brutta? Chi vuoi che [...]
[...] impressione come tutti gli Uzeda, Chiara non aveva voluto sentirne di quel promesso, per l' unica e sola ragione che era un poco pingue; ma, una volta [...]
[...] preso quel partito, la cocciutaggine, ereditaria negli Uzeda molto più che l'impressionabilità, era stata la più potente ragione della resistenza [...]
[...] sfuggire quel partito, la madre poteva tornare alla prima idea di non maritarla, di lasciarla invecchiar zitellona: coi piedi al muro, ella aveva [...]
[...] pezzo tra loro sul mezzo che il marchese aveva adoperato per addomesticar la moglie, fatto sta che Chiara da quel giorno fu tutt'una cosa col [...]
[...] con quel pulcinellesco testamento, impostogli e dettatogli dalla moglie, col quale, dichiarando distrutto il suo patrimonio per disgrazie di [...]
[...] colei; ma quel marchese che le era soltanto genero, che non doveva quindi temerla, che era stato giuntato una prima volta nell'affare dei capitoli [...]
[...] , col tempo, egli s'era acchetato, aspettando la morte della cognata per riscendere in campo. Crepata costei, finalmente, e aperto quel bestiale [...]
[...] quel suo obbligo, poichè ella aveva combinato «con arte infernale» anche l'altra gherminella delle quattro mila onze che Chiara non aveva avuto e che [...]
[...] , per lo meno. Il marchese, pure ascoltandolo, chinando il capo a tutto quel che diceva il monaco, perchè con quel Benedettino benedetto la [...]
[...] discussione era impossibile, esprimeva alla moglie il desiderio di non dar l'esempio di una lite in famiglia, d'aspettare quel che avrebbero fatto [...]
[...] dessero quel che le toccava perchè, gareggiando d'affetto con Federico, le doleva che egli dovesse sostener da solo il peso della casa; ma il [...]
[...] causa alla tua famiglia...» Quel disinteresse, quel rispetto da lui dimostrato verso casa Uzeda, accrescevano la devozione e l'ammirazione di [...]
[...] una volta Chiara, presolo a parte, protestò: — Vostra Eccellenza mi dica quel che le piace, ma non tocchi Federico. Non tollero che se ne parli male [...]
[...] volevi neanche per cacio bacato e minacciavi piuttosto di lasciarti morire che sposar quel cocomero?... Così la nipote voltò le spalle allo zio [...]
[...] interesse portato verso quel paio di animali. Ma erano giuramenti da marinaio; egli non poteva rassegnarsi a star zitto, gli coceva troppo che la [...]
[...] , poichè non gli toccava il regalo del più povero balocco. Era cresciuto quasi da sè, ingegnandosi a procacciarsi quel che gli bisognava, a cavarsi [...]
[...] rivelazione. Da quel momento la sua selvatichezza 79 s'accrebbe; il suo unico e costante desiderio fu quello di naufragare in un'isola deserta e di [...]
[...] pareva non avesse fretta di conoscere quel che c'era in casa, non parlava d'affari a nessuno dei fratelli e delle sorelle, neppure al coerede [...]
[...] ducati li sapevo io!... Capisci adesso? Hai visto come v'ha rubati il tuo caro fratello? Quel ladro del signor Marco gli ha tenuto il sacco [...]
[...] protetti dalla madre, il cocchiere maggiore, il cuoco, tutti coloro ai quali ella aveva lasciato qualcosa? Quel «porco» del signo Marco, l'«anima [...]
[...] savio nell'altrui! Allora il monaco, eruttata una buona quantità di male parole contro quel malcreato, non rifece più la via del suo «porcile» e [...]
[...] Eccellenza non s'è accorta come la guarda?» Lucrezia si fece rossa più d'un papavero, e da quel giorno i suoi occhi andarono spesso al balcone del [...]
[...] Lucrezia, dopo aver dato ascolto allo istigazioni di don Blasco, non faceva nulla di quel che voleva lo zio: anzi, una volta che costui fu più [...]
[...] ; mentre quella papera preferiva Raimondo che non conosceva il valore del denaro, sperperava tutto quel che aveva, non s'intendeva d'affari, amava e [...]
[...] contro i denti; «non avrai neppure un grano!...» e la poca simpatia dimostrata a quel figliuolo e la passione per Raimondo e il matrimonio [...]
[...] imminente di quest'ultimo confermavano la minaccia, facevano sospettare che ella l'avrebbe compiuta. Il principe che fino a quel punto non era riuscito [...]
[...] tutto. Il suo protetto doveva fare quel che voleva lei, pagarle con una obbedienza più rassegnata i privilegi che ella gli accordava; nè questi [...]
[...] il giovane che spendeva continuamente per gli abiti, per le donne, e avea fra l'altre la passione del giuoco, sciupava in una notte quel che la [...]
[...] sul serio. «Stupido che sei!» gli diceva dunque, «sposala per adesso; poi, se ti secca, la pianterai!» E solamente quel linguaggio e quegli [...]
[...] argomenti indussero il giovane a dir di sì, persuadendolo che a quel modo egli sarebbe stato subito ricco e si sarebbe nello stesso tempo sottratto [...]
[...] meno alle tradizioni della casa? C'era esempio d'una pazzia più furiosa?... Don Blasco non badava alla contraddizione fra quel rispetto che [...]
[...] , pur di sfogarsi in qualche modo, egli saltava ostacoli molto più grandi. E quel che più specialmente l'offendeva, nel matrimonio di Raimondo [...]
[...] , anzi la sua propria cugina, era veramente un po' troppo forte. Quel che don Blasco fece e disse, a palazzo; le seggiole che rovesciò, i pugni che [...]
[...] quel che le era piaciuto; e che lo stesso suo marito non s'era mai arrischiato di dirle una parola più forte d'un'altra. «Sapete dunque che c'è [...]
[...] e quanti ceppi formano un cafisso d'olio.... A quel modo che, fisicamente, gli Uzeda si dividevano in due grandi categorie di belli e di brutti [...]
[...] proprii quattrini sarebbero stati tanti da permetterle di avere una casa propria. Parenti e amici la consigliavano ogni giorno di togliere quel [...]
[...] : «Mille e cent'onze: ho una parola sola!» Così ella ebbe la casa. Era piccola, naturalmente, per quel prezzo: due botteghe 102 fiancheggianti [...]
[...] schiava dinanzi al padrone, e che egli potesse trattarla d'alto in basso e farne quel che gli piaceva, aveva perfino pensato un momento di sceglier [...]
[...] non ne andava la pelle, tornò in città, porse orecchio alle lusinghe del partito trionfante che, per averlo dalla sua, gli prometteva tutto quel [...]
[...] , decimate a colpi di coltello, nell'ora triste del crepuscolo, da quel manipolo che si sentiva perduto, inferocivano e distruggevano fin all'ultimo [...]
[...] tutti gli Uzeda, il liberalismo dei Palmi piuttosto che un ostacolo fu una ragione di più che le fece combinare quel matrimonio. Innanzi tutto ella [...]
[...] per l'appoggio prestato alla cognata e per la politica che gli dettava quel contegno, e al colmo della rabbia lo vituperavano e per poco non lo [...]
[...] duca, un po' Raimondo, un po' lo stesso principe; quel giorno erano fuori tutti e tre, più Lucrezia e Matilde. E il ragazzo era la disperazione di [...]
[...] Giacomo rientrava in quel momento. Aveva una ciera più aggrottata del solito, e neppure salutò, entrando; Lucrezia ammutolì, alla sua vista. Egli [...]
[...] malumore di Lucrezia faceva riscontro, quel giorno, un pensiero molesto sulla fronte della contessa Matilde. Non le facevano festa, in quella [...]
[...] ancora; fin da quando, fidanzata per lettera a quel conte di Lumera del quale 120 suo padre, superbo d'imparentarsi coi Vicerè, le faceva lodi [...]
[...] cittadetta natale potesse allettarlo molto; certo, lo avrebbe seguito dovunque gli sarebbe piaciuto condurla; nondimeno quel brusco giudizio [...]
[...] avere maggior peso per lei del desiderio del marito? E quel desiderio non era forse 123 legittimo; il suo Raimondo non era chiamato a figurare [...]
[...] troppo costosa la stabile dimora in una grande città, consigliava piuttosto brevi viaggi. Raimondo gli aveva risposto seccamente che quel [...]
[...] fare una corsa in Sicilia; 126 e da quel viaggio ella ripromettevasi la fine dell'incomprensibile rancore della principessa; invece, ella [...]
[...] dimostrare a quella spietata il suo torto? Come persuaderla che suo figlio, contro il piacere di tutti, aveva voluto a forza fare quel che si [...]
[...] a queste altre. Ella lo amava più che mai d'amore, per gli stessi difetti che gli aveva perdonati, per tutto quel che le costava; e le nuove [...]
[...] coerede ed ai legatarii? Non era forse quella la prima volta che egli teneva a qualcuno della famiglia un discorso di quel genere? 130 - Ora [...]
[...] promessa fatta qualche ora prima alla nipote, il duca, costretto dalla domanda, rispose, con un sorrisetto, per temperare quel che vi poteva essere [...]
[...] sorriso più amaro del primo: - Proprio, eh?... E come, perchè?... - Perchè avrebbero avuto meno di quel che gli spetta.... perchè c'è la parte di [...]
[...] lungo e in largo, non udiva neppure quel che dicevano intorno a lui. Era arrivata la cugina Graziella, la quale cicalava con la principessa, con [...]
[...] figli. Quel pomeriggio appunto, dopo tavola, la balia era venuta a dirle che la bambina tossicchiava un poco; cosa da nulla, certo; ma ella se [...]
[...] signori, a quei tempi.... non come ora, che dànno ragione agli scalzacani!... La botta era tirata al duca che rientrava in quel momento nella Sala [...]
[...] fatto? - disse al principe. - Nulla.... avevo certe notizie da domandare allo zio.... Sopravvennero in quel momento Chiara e il marchese. Lucrezia [...]
[...] della parata della regina, di cui quel giorno era il natalizio; Fersa del colera, della quarantena di dieci giorni decretata allora allora contro [...]
[...] Isabella a chinare il capo, ad aggiungere argomenti: - Quando vedremo, per esempio, lo corse fra noi? 141 Giusto in quel momento, don Giacomo [...]
[...] vicini; e a donna Isabella sorrideva quel partito, nonostante che sua suocera preferisse rifugiarsi a Leonforte, come l'altr'anno. - Voi dove [...]
[...] tutta da ridere; - ma possedevano gran quantità di quattrini. Donna Mara, sulle prime, aveva tentato di opporsi a quel matrimonio; ma poichè suo [...]
[...] : quindi sradicò, in quel tratto del podere non ancora trasformato in giardino, tutte quante le viti per piantare aranci e limoni. Così le spese [...]
[...] , fin da quel tempo, vistosi cadere sulle spalle il peso della casa, aveva rinunziato al mondo per tener luogo di padre ai figliuoli. Li voleva bene [...]
[...] addotto la gravidanza di lei per non lasciar la Sicilia, e non s'accorgeva d'attentare in quel modo alla vita della creatura che ella portava [...]
[...] ?... - e le voltò le spalle. Erano passate due settimane dal loro arrivo e ancora non aveva udito parlare della Fersa. La sera di quel giorno, appena [...]
[...] venuta! In quel momento Raimondo le stava al fianco! La chiamavano per farla assistere a quello spettacolo e per goderne!... Ella guardò [...]
[...] , anzi come lo avevano fatto, giacchè ella addebitiva quel che trovava in lui di men bello alla soverchia indulgenza, al cieco amore della madre [...]
[...] . Lontano dal tavolino, Raimondo s'annoiava. Se non poteva combinare una buona partita, smaniava contro la noia di quel villaggio, contro la [...]
[...] sorelle, non era meglio togliersi al più presto quel peso di su le spalle?» Avrebbero fatto un poco d'economia per raccogliere le sedici mila onze [...]
[...] Giulente lo imbestialirono; ma quel che gli fece perdere il lume degli occhi fu la lettura del Giornale di Catania portato dal principe di Roccasciano [...]
[...] nel pomeriggio, quando cominciarono a venire le prime visite. Subito dopo il bollettino del colera si leggeva in quel foglio: «La generosità dei [...]
[...] tutti quanti!... - E preso anche quest'altro pel bottone della giacca, gli gridò all'orecchio - Vedete un po' quel che fanno?... Non sono tre mesi [...]
[...] splendore della casa, come quel volpone del duca amoreggiante coi repubblicani, come quella pazza da legare di Lucrezia che non voleva smetterla [...]
[...] , avvenivano scene tra comiche e tragiche, Raimondo, per vincer la noia - essendo il giuoco interrotto per quel nuovo spavento - gironzava spesso per i [...]
[...] sospetti che quel repentino cambiamento rievocava, accorata più tardi dalle allusioni con le quali donna Ferdinanda, il principe, le stesse persone [...]
[...] che quel male degenerasse nella pestilenza influente, restando sola presso di lui quando, insospettiti, nessuno della famiglia volle più entrarci [...]
[...] nessuna?... A nessuna?... A colei? - Ma a chi? - Alla Galano?... - quel nome le bruciava le labbra. - Io? - rispose, con tono di protesta. - Ma neanche [...]
[...] abitudini del convento ed era il più diavolo di tutti, spesso arrampicavasi su quel muro, tentava scavalcarlo e andarsene nella sciara; ma allora il [...]
[...] donna Ferdinanda, le digeriva meglio che non l'altre del latino e dell'aritmetica. Esse gli davano un'idea straordinaria di quel che valeva, ma [...]
[...] era andata in fumo; essi portavano da quel momento il lutto della speranza perduta. C'era invece una bambina di sei anni che guardava il monachino [...]
[...] novizii fino ai monaci più vecchi, per ordine d'età; ma una volta arrivato ai Padri di fresca nomina, ricominciava per evitare quel fastidio ai grandi [...]
[...] Cosenzano, e per un po' di tempo, con l'autorità della fresca nomina, aiutato dai buoni monaci, che non ne mancavano, quel buon vecchietto era riuscito [...]
[...] tutti gli scandali, se prima era stato lo spavento del Capitolo, da quel giorno divenne un diavolo scatenato. Per amor della pace, il povero [...]
[...] , fino a sostenerne poi l'elezione al Priorato; perciò don Blasco, il quale voleva aver egli quel posto, accomunò il nipote e il superiore nell'odio [...]
[...] d'attirar costoro, gridando che bisognava mandare a casa sua quel «mangiamaccheroni napoletano» ma, benchè d'accordo in 190 questo [...]
[...] , in fin dei conti, egli era il solo meritevole d'aspirare alla dignità abaziale; ma allora suo zio, per evitare che quel «gianfottere» si ponesse [...]
[...] . Quindi, se spesso s'udivano le voci dei Padri che dicevano male parole ai Fratelli e mandavano a quel paese i camerieri, gli strepiti salivano al [...]
[...] violento contro quel «piemontese mangiapolenta» di Cavour e lo colmava d'improperii, rammentando la storia della rana e del bue, profetando che [...]
[...] da una mal'annata come da un pezzo non si rammentava l'eguale; e nelle popolazioni spaventate ed ammiserite era rimasto in proverbio quel detto [...]
[...] se non fosse bastato il primo! Ci volevano ridurre peggio di quel Piemonte morto di fame che vuole spogliare i conventi!.... Anche tra i novizii [...]
[...] , — approvava, lodando lo spionaggio di Consalvo; — ascolta quel che dicono e poi vieni a riferirmelo. Anche tra i Fratelli la politica metteva [...]
[...] , parlava sempre di ricominciar la giocata del Quarantotto; i novizii liberali gli facevano raccontare la storia di quel tempo; e quando egli li [...]
[...] in quel momento dal fondo della chiesa; Consalvo, dall'altare maggiore, si voltò e vide che lo zio Raimondo, lasciato il suo posto, si faceva [...]
[...] moglie. La contessa Matilde, che usciva quel giorno la prima volta dopo l'infermità, era tutta bianca in viso, e l'abito di lana nera contribuiva [...]
[...] a farla parere ancora più pallida. Poi, giusto in quel punto Gesù moriva: la chiesa oscuravasi repentinamente, i Fratelli rovesciavano i [...]
[...] piedi. «Ma che proprio ho da lasciar qui l'ossa? Non credo! Non è possibile!...» E udendolo parlare a quel modo, Matilde chiedeva a se stessa perchè [...]
[...] fratello, erano state ragioni per le quali il principe non aveva parlato della divisione. Adesso quel nuovo lusso costava a Raimondo; egli [...]
[...] avuto molte spese però, se vuoi, posso anticiparti quel che ti bisogna...» ed egli prendeva i quattrini a titolo d'anticipo o di prestito. Non [...]
[...] principe lasciasse libero Raimondo di fare quel che più gli piaceva e quasi secondasse i suoi vizii, e lo incitasse a giocare e gli procurasse le [...]
[...] che la nuora doveva intendere alla prima, donna Mara s'era mostrata, incapace di nascondere quel che aveva in corpo, inusitatamente acre ed [...]
[...] all'idea della contrarietà e dell'ostacolo, il sangue gli ribolliva nelle vene, gli saliva alla testa, gli faceva veder fosco.... Fin a quel [...]
[...] cieca fiducia che dimostrava a lei ed a lui, gli pareva destinato alla solita disgrazia; e donna Isabella, con quel suo contegno da vittima [...]
[...] dolore si struggeva in pianto. Ora che la sua bambina stava meglio, che ella avrebbe potuto respirare tranquilla, quel pensiero non le dava più [...]
[...] ? Egli scriveva: «Il flagell' accuorav' i naturali... La lav' avanzavas' incontr'a quel borgo....» Per dar più scioltezza al discorso diceva: «Ne [...]
[...] suoi ordini: egli si mise intorno ad un problema molto più vasto: il moto perpetuo.... Di quel che avveniva in casa, di quel che operavano gli [...]
[...] , quantunque non ci fosse più quel diavolo di Consalvo, pure, perchè non le frugassero in mezzo alle sue cose, chiudeva a chiave la sua camera quando [...]
[...] non meritava quel tradimento e quel trattamento.... L'acredine degli Uzeda contro la Palmi diveniva veramente troppo viva, esercitavasi [...]
[...] brillò nella sua lunga tristezza: all'invito del barone Raimondo rispose ordinando che preparassero le valigie. Era niente quel consenso; non [...]
[...] dissensi furono Chiara e il marchese Federico. Cominciando a perdere la speranza di quel figlio tanto aspettato, quasi vergognosi di aver [...]
[...] cose, stabilire quel che veramente toccava loro. Ma reciprocamente persuasi che, se non reclamavano, Giacomo li avrebbe messi in mezzo, nè la [...]
[...] «quel ladro» di Giacomo non lo aveva preso «a calci nel preterito.» Ma Padre Camillo, tutto Gesù e Madonna, 216 neppure udiva le diatribe del [...]
[...] salica, portando ad esempio quel che era avvenuto nella generazione precedente. Donna Ferdinanda aveva forse avuto beni stabili? Adesso, sì, ne [...]
[...] mettiamo qualcosa in capo, è difficile indurci a mutar sentimento.... — Ah, è difficile? Le farò veder io se è difficile o è facile!... Da quel [...]
[...] alla cameriera, dopo quelle sfuriate. «Hanno voglia di gridare; quando sarà l'ora, lo sposerò.» Il principe intanto, dopo averle sciolto contro quel [...]
[...] proprio dispiacere per quel partito; allora sua moglie s'era schierata con la zia contro la sorella, dandole della stravagante, accusandola di pazzia [...]
[...] comprendendo. — Non sapete quel che si dice?... Raimondo s'è messo in testa d'inquietare donna Isabella.... e se ne accorge ognuno, per dire [...]
[...] poter mettere le mani in pasta, ricominciò quel discorso con la principessa. - Dici davvero?... — esclamò donna Margherita, la quale non si era [...]
[...] avvista mai di niente. — Povera Matilde!... Non meritava questo trattamento! - È quel che dico io! Con una moglie tanto graziosa, non si capisce [...]
[...] sono tranquilla?... Te lo giuro, non so nulla.... Saranno calunnie.... v'è tanta cattiva gente!... Un anonimo?... Prendi sul serio quel che scrive un [...]
[...] scagliava contro Napoleone III, contro quel «figlio di non so chi» al quale non bastava la propria tigna e veniva a grattare quella degli altri: poi [...]
[...] , pericoloso? Quel pezzo di coniglio? Lui congiurare? È tornato per la squacquerella che ha addosso!... Palermo 230 è buona per bagordarvi; ma in tempo [...]
[...] , giacchè egli esercitava una terza professione, quella dell'orecchiante. Così, in mezzo a quel pubblico di fedeli, don Blasco si nettava la bocca [...]
[...] propiziarselo. Ferdinando, intento a mettere insieme un museo di storia naturale alle Ghiande, non s'era neppure informato di quel che avveniva; così [...]
[...] il Messia! — e quel babbeo di Ferdinando riduceva il giardino un pestilente carnaio, preso a un tratto dalla smania d'imbalsamare animali — senza [...]
[...] NABBOLEONE! Napoleone aveva confidato proprio a lui quel che voleva fare! Credevano d'esserselo posto in tasca, Napoleone!... — O non l'avevate con [...]
[...] se il duca aveva ordinato che gli si facessero le valigie; quel fratello gli pesava come un sasso sullo stomaco, non vedeva l'ora che ripartisse [...]
[...] , scrollava il capo, rispondeva: «Non sono affari che mi riguardano.... Date a Cesare quel che è di Cesare....» Al Noviziato la lotta fra i due [...]
[...] proibito di andare più in casa di donna Ferdinanda o di altri parenti del conte; la gente, a poco a poco, aveva finito di chiacchierare su quel [...]
[...] , con la cameriera che le teneva il sacco, all'albergo dove si trovava quel suo zio provvidenzialmente piovuto da Palermo. «E se non c'era? Dove [...]
[...] mandati a spasso. E quel giorno stesso tutti videro il contino Raimondo al Casino dei Nobili dove giocò e chiacchierò del più e del meno, come di [...]
[...] quel paese, di prendersela con la malignità dei proprii concittadini?... E a poco a poco quelle voci acquistavano credito: dicevasi perfino che [...]
[...] camarilla, vociferò: — L'eroe! l'eroe! L'eroe! quel grande eroe!... Quel fulmine di guerra!... S'è ficcato qui per la paura! Finta che a casa [...]
[...] congiurati, vistisi scoperti, erano disperati, non comprendendo donde venisse il colpo. Ma Giovannino, ristabilito anche lui, s'alzava in quel [...]
[...] momento e passava tra i compagni costernati: — Com'è stato?... Sei stato tu?... — Io?... Ah, quel giuda di mio cugino!... — E il sangue gli montò [...]
[...] , nessuno sarebbe entrato; nondimeno diceva ira di Dio di quel vigliacco di suo fratello che era rimasto dentro col pretesto dei portoni chiusi, ma [...]
[...] e prudente ultimatum del generale Clary: — Clary mi disse ieri: «Aspettiamo quel che fa Garibaldi: se resta a Palermo, m'imbarco coi miei soldati [...]
[...] molte 250 famiglie avevano ritirato i loro ragazzi in quel trambusto, vi fu grande aspettativa: Menotti veniva da loro. Giovannino Radalì [...]
[...] dell'annessione, del miglior modo di votarla, appassionava in quel momento la pubblica opinione: alcuni volevano affidarne il mandato ad un'assemblea da [...]
[...] unirsi alla ciurmaglia!... Don Cono, don Giacomo, don Mariano, tutti i lavapiatti scrollavano il capo, addolorati anch'essi da quel tralignamento [...]
[...] cascato un grano di miglio, poi levò la sinistra. La sua fama d'oratore era già stabilita: tacquero a quel gesto. — Cittadini! — cominciò, con voce [...]
[...] novizii Benedettini, che venivano da Nicolosi a cavallo agli asini, tutti con gran sì ai tricorni. Cominciò a gridare così forte contro quel [...]
[...] vituperio, che il principe accorse: — Zia, per carità! vuol farci ammazzare? — È stato quel gesuita di Lodovico!... — fiottava la zitellona, coi denti [...]
[...] stretti, quasi per mordere. — Anche i ragazzi! Anche Consalvo! — E come il principino salì un momento a salutare i suoi, ella gli strappò quel [...]
[...] consolazione; del resto, facciano quel che vogliono.... E la cugina restò con tanto di naso, avendo fatto assegnamento sopra uno scoppio d'indignazione; ma [...]
[...] Lucrezia! Contenta lei!... È quel che dico anch'io!... Da quei due non c'era da cavar nient'altro, fuori del mondo com'erano per via della nascita [...]
[...] zio è padrone di ricevere chi vuole — rispose il principe. — Adesso i tempi sono mutati, e non si posson fare tante difficoltà.... È quel che [...]
[...] Lucrezia non avesse dato retta a quel bardassa, crede Vostra Eccellenza che le cose sarebbero arrivate a tanto? I Giulente sono stati sempre [...]
[...] quel rompicollo che 261 le dice di volerle bene per vanità, facendo il repubblicano; e rispetterebbe invece i consigli di nostra madre, non [...]
[...] matrimonio dovesse farsi, la prima sacrificata sarebbe lei!... Crede di trovare in casa di quella gente quel che ha in casa propria? Crede che [...]
[...] sapere che cosa avevano a desinare e domandò notizie di Teresina, che giusto quel giorno era a San Placido, dalla zia Crocifissa. Poi si alzò per [...]
[...] tenesse parola con qualcuno degli amici del monaco. Padre Galvagno fu incaricato della commissione; all'udire quel discorso, don Blasco diventò [...]
[...] manetta di briganti e carognuoli e.... — e qui ricominciò a sfilare una litania più terribile delle solite. Ma i cartelli anonimi divennero da quel [...]
[...] Lucrezia, tesseva l'elogio del giovane, asseriva che era un partito da non lasciarsi sfuggire perchè i Giulente avevano quel solo figliuolo al quale [...]
[...] di fare quel che le aggrada, alla sua età! La volontà di nostra madre forse 269 poteva essere che restasse in casa; ma nostra madre è [...]
[...] cercartela?... — Perchè?... Perchè?... Vostra Eccellenza non sa nulla, era a Palermo in quel tempo!... — E allora gli confidò i dispiaceri che la [...]
[...] , l'accordo poteva regnare tra loro? E poi, lasciamo star questo, ma Giulente, benchè facoltoso, l'avrebbe mantenuta con quel lusso al quale era stata [...]
[...] nulla di nulla, e restò a bocca aperta quando il duca, per cavare una buona volta i piedi da quel negozio, gli riferì ogni cosa. — È venuto un buon [...]
[...] partito a tua sorella.... Benedetto Giulente, sai, quel giovane tanto intelligente, che si è fatto tanto onore.... — Ah, sì? Va bene, ci ho [...]
[...] ricchi regali: dall'alvo sanguinoso veniva fuori un pezzo di carne informe, una cosa innominabile, un pesce col becco, un uccello spiumato; quel [...]
[...] dissuaderla da quel proposito: giacchè era morta! perchè angustiarsi a quella vista? bisognava che ella s'avesse riguardo; l'importante adesso era [...]
[...] , perchè non entrasse aria nel recipiente. La marchesa seguiva attentamente l'operazione; Consalvo, con gli occhi spalancati, guardava quel pezzo [...]
[...] marito a guardar soddisfatta quel pezzo anatomico, il prodotto più fresco della razza dei Vicerè. Premeva al principe di tornare dallo zio duca [...]
[...] concorreranno i figli.... Ma non potè finire quel periodo. Le acclamazioni, i battimani soffocavano le sue parole; gridavano: «Viva l'unità [...]
[...] dell'Eccellenza al padre e alla madre; quand'era entrato in casa della promessa aveva regalato alla servitù quel che si deve. Forse i suoi parenti [...]
[...] affari avrebbe portato almeno una valigia, non già quel sacchetto con due camicie e due paia di calze e di mutande; nè avrebbe avuta quella brutta [...]
[...] lasciata la lingua a casa o, se diceva qualcosa, parlava del più e del meno, con aria distratta, impacciandosi meno che mai di quel che avveniva in [...]
[...] voleva lei e non la dote, poichè a quel patto s'era ottenuto il consenso del principe. Tuttavia questo consenso era così freddo che pareva [...]
[...] sorridevano tanto di sprezzo per le teorie liberali quanto per udire quel «noi» in bocca sua, nel vedere un Giulente prender sul serio la propria nobiltà [...]
[...] stessa Lucrezia, a quel subito gelo diffuso per l'aria, mostrava una ciera costernata, 287 mentre approvava con un gesto del capo, ma senza dir [...]
[...] ecclesiastico, specialmente pel grande trattato Del Matrimonio. Raimondo, presente, pareva interessarsi a quel discorso. — Nuova è la trattazione [...]
[...] spiegò tutti, in italiano. Qualche giorno dopo quel discorso vi fu un gran ciarlare tra le servitù, giù nella corte: correva in paese la voce [...]
[...] : — Questo è vero.... tu hai ragione.... L'ho messo in croce per dissuaderlo!... Ma quel santo cristiano è fatto a un certo modo.... Del resto non [...]
[...] : la casa dei maggiori era profanata, contaminata dalla presenza di quel pezzente, di quel bandito, di quell'assassino che chiamavasi Benedetto [...]
[...] prendere i suoi consigli. In odio alla Palma, per distruggere quel matrimonio stretto contro il suo piacere, ella aveva spinto il giovane alla [...]
[...] naturale che quel matrimonio tanto male assortito fosse finito peggio; se avessero dato la Pinto a Raimondo, allora sì!.. A un tratto, una sopra [...]
[...] stesso luogo dov'erasi compito il trionfo di quel rinnegato del fratello, dove quel cialtrone di Giulente doveva vomitare le sue eresie. Così [...]
[...] che poi se ne torneranno tutti qui. È stato lo zio duca quello che ha combinato tutto. Per me, facciano quel che vogliono. Ma vedrà che [...]
[...] , tirato pel bottone del soprabito il marchese, sfogava con lui, e il principe se ne stava quatto quatto, e la principessa più quatta di lui, quel [...]
[...] carattere troppo difficile.... Donna Ferdinanda non gli rispose, anche perchè in quel momento il marchese s'alzava, e Chiara con lui; ma, andando via [...]
[...] della rottura rappresentata da lei e da Raimondo, e preveduto con lucidità straordinaria quel che poi era accaduto.... Nondimeno, in partenza pel [...]
[...] gli divenne per questo meno indifferente; ma la gelosia della moglie finì di stringere quel vincolo nel punto che egli stava per giudicarlo [...]
[...] d'ignorare quel che avveniva? Poteva soffrire, senza neanche piangere, ch'egli la lasciasse sola, lunghi giorni, lunghissime notti, che [...]
[...] tremargli dinnanzi?... Credi ch'io non sappia quel che hai sofferto?...» E come ella scrollava le spalle, rabbrividendo, egli gridò: «Non te ne [...]
[...] rimprovero per Raimondo, l'unica ragione consisteva nel bene che gli portava... «Dopo quel che t'ha fatto?... Non hai dunque capito che non l'ha mai [...]
[...] prova; per meritare quelle lodi, per non dispiacere al suo babbo, ella faceva quel che volevano. La contessa giudicava che, in fondo, nonostante [...]
[...] , in busca d'uno sguardo, d'un saluto, d'una parola. Giusto in quel 312 se non ne avessero mangiato mai prima di quella sera. E i Vicerè che [...]
[...] come fare per mostrare alla Giulente che quel matrimonio si faceva per forza, contro il piacere della maggioranza della famiglia. Ma donna Eleonora [...]
[...] felice di partorire lì, su quel divano. Ferdinando, infagottato nell'abito di società che metteva per la seconda volta in vita sua, girava [...]
[...] tu, - diceva, - che razza di gente! Quante te n'han fatto vedere, ah? Quel birbante di tuo marito? Tutti quegli altri che gli hanno tenuto il sacco [...]
[...] biscotto, ci bevve su un altro bicchierino, e andò via accompagnato dagli sposi fino al pianerottolo. Da 318 Quel giorno, Benedetto non se lo [...]
[...] contento, con tutto questo, era Frà Carmelo: gli pareva d'essere l'autore di quel trionfo, d'aver diritto ad una parte degli applausi, delle [...]
[...] congratulazioni, dei baci delle signore. Non aveva covato con gli occhi quel ragazzo nei cinque anni del noviziato? Non aveva vantato il suo ingegno [...]
[...] e freddo che non ammetteva replica: «Ho da pensarci io!» E non ci pensava mai, e il ragazzo sentiva crescere l'avversione che quel padre rigido [...]
[...] , fare quel che gli piaceva. E all'idea di dover tornare nella prigione del convento, invidiava perfino le persone di servizio, il figlio di donna [...]
[...] cose secrete con Giovannino, gli diceva quel che avrebbe fatto appena fuori del convento; e Giovannino stava a sentire con aria stralunata, quasi [...]
[...] non capisse. Era così quel ragazzo, alle volte furioso come un diavolo, alle volte inerte come uno scemo. Voleva anche lui andar via dal convento [...]
[...] scandalo. Ma l'Abate aveva insistito personalmente presso tutti i Padri, raccomandando quel ragazzo, facendo rilevare le sue eccellenti qualità, il [...]
[...] , se durante tutto quel tempo il giovanotto era stato il vivente esempio del rispetto, dell'umiltà, dello zelo religioso? Del resto, se quel che [...]
[...] lasciati piegare sapendo bene che quel voto non pregiudicava nulla, che bisognava poi tornar da capo; ma dovendo ora dir sul serio, nessuno aveva più [...]
[...] incertezza e l'inquietudine, le speranze e i timori intorno a quel che sarebbe seguito erano generali. Quali progetti aveva Garibaldi? Quali ordini i [...]
[...] guerra civile ad una città popolosa e fiorente. E questo era proprio il caso, poichè il Governo aveva deciso di opporglisi....» Quel discorso [...]
[...] quel che fanno tutti i mariti. Le donne accorte, quelle che hanno due dita di cervello, capiscono queste cose, chiudono un 341 occhio e fanno [...]
[...] trovava donna Isabella in carrozza e, naturale! si fermava a salutarla; giusto in quel punto: ciaff-ciaff, chi spuntava? la carrozza della [...]
[...] ? con quel diavoletto della maggiore che capiva tante cose come una donna fatta? Le bambine avrebbe dovuto lasciarle alla Missa inglese che il [...]
[...] , non intendeva che le sfuggisse. Per ricondurre a sè quel tiepido amante, del quale aveva imparato a conoscere a proprie spese la conformazione [...]
[...] l'effetto prodotto sul barone! Quel pezzo d'uomo che con un soffio avrebbe buttato a terra il genero piccolo e delicato, che lo avrebbe spezzato [...]
[...] genero, prima di voltargli le spalle. Perchè infatti la scena non era finita in quel punto, aveva avuto una piccola coda che Pasqualino narrava [...]
[...] le valigie e la condusse seco in Sicilia. Dovette costringerla, perchè infatti donna Isabella non era ben sicura dell'opportunità di quel [...]
[...] l'eccitazione dei contrasti sofferti e l'impeto dell'odio provocato dalla tempestosa 346 spiegazione determinavano l'amico suo a quel passo [...]
[...] suggerì di andare personalmente da Giacomo, egli entrò in una sorda agitazione: era disposto a far tutto fuorchè a pregare quel birbante che, dopo [...]
[...] avergli dato mano, gli si schierava contro chi sa per qual fine, fuorchè ad umiliarsi dinanzi a quel fratello del quale per tanti anni, ai tempi [...]
[...] Isabella, costernata, gli ripeteva: «Non vedi? Io ti porto disgrazia! Lasciami andare! Sarà di me quel che vorrà Dio....» Giusto Lucrezia, che oramai [...]
[...] buon effetto. Tutti approvarono la proposta. Nè Raimondo era ancora andato a trovar quel fratello, nè Ferdinando sapeva che Raimondo era tornato [...]
[...] faceva quel che voleva, le coltivava a modo suo, ne intascava le rendite mostrando al cavaliere le bucce. Se talvolta, preso da uno scrupolo, gli [...]
[...] fantasie? So io quel che soffro!... - Allora perchè non chiami un medico? - Un medico? Che possono fare i medici? Al punto in cui sono ridotto [...]
[...] Raimondo! Che cura ha della casa! Quel che ha fatto per me non si può ridire! Se non era lei, a quest'ora sarei morto e sepolto! Un giorno [...]
[...] , sciogliendo i matrimonii. Ella annunziava quel partito con la stessa semplicità con cui Raimondo e donna Ferdinanda lo avevano partecipato a lei [...]
[...] !... L'avrebbe aspettata un pezzo! Chè per mezzo di certe persone di Messina, la cugina sapeva quel che aveva detto il barone a un amico, stringendo il [...]
[...] dirottamente. Egli dovette alzar la voce per sapere il motivo di quel pianto. La sua amica aveva incontrato per via i Grazzeri e la cugina Graziella; la [...]
[...] della mia.... E questa era la dimostrazione a cui voleva arrivare attraverso tante parole. L'affare di Raimondo, tutto quel pasticcio di [...]
[...] pubbliche, di aiutare il municipio e la provincia; e i buoni liberali, i figli della rivoluzione, ottenevano a poco a poco quel che chiedevano [...]
[...] di carne», e le donne pure, e che la colpa di tutto quel che succedeva andava attribuita tutta alla leggerezza, «per non dir altro,» della Palmi [...]
[...] nativo; poche parole dell'amica bastarono a dissuaderlo. I suoi parenti non consigliavano forse quel partito perchè, nonostante la pace, avevano [...]
[...] impressionabile, si metteva a piangere anche lei. Col tempo, nondimeno, quel grande dolore si calmò, divenne più compost, tale da consentirle di occuparsi [...]
[...] le difficoltà, i contrasti e le opposizioni d'ogni genere, faceva il conto di quanto gli costava quel risultato. 374 Confusamente, sordamente [...]
[...] vergognose?... È pazza?...» esclamava donna Isabella, rammentando a Raimondo la storia del matrimonio di Chiara con quel marchese aborrito, la [...]
[...] matrimonii, Raimondo non aveva neppur calcolato quel che gli costava la pace col fratello maggiore; era tanto, allora, il suo impegno, che egli avrebbe [...]
[...] aspettando di vedere fin dove sarebbero arrivate le enormità che quel bestione eruttava: alla fine scoppiò: - Te ne netterai il fondamento, delle tue [...]
[...] impercettibilmente, scrollando le spalle, alla sfuriata del fratello; Chiara, preso in disparte suo marito, gli disse: - Non dar retta a quel pazzo!... Tu [...]
[...] rimasta, giacchè la padrona, invece di buttarla giù dalle scale, le aveva detto: «Non t'inquietare; ponserò io a tuo figlio!...» Da quel giorno [...]
[...] : - Sentila, adesso!... Io faccio quel che mi pare e piace, e tu solo hai il diritto di comandare, qui dentro!... Fa la scrupolosa, adesso, questa [...]
[...] galanterie! Se avesse voluto andar dietro alla cugina, ne avrebbe avuto tanto tempo, senza aspettar la morte del marito, perchè proprio quel buon [...]
[...] attaccar l'appigionasi. Non capiva bene che cosa significasse quell'ordine nè quel che stesse per succedere; ma sentivasi 389 inquieto. Giusto [...]
[...] l'altro, fuori della grazia di Dio, tremando dall'ira, buttava fuori quel che aveva in corpo contro il padrone e tutta la sua razza: - Dieci anni [...]
[...] disperati di preghiera e di paura non erano valsi a frenare. E il signor Marco lo guardò, stralunato, quasi accorgendosi in quel punto della sua [...]
[...] muso un'amara sghignazzata. - Zitto, tu! Prendi le parti di tuo fratello, bastardo? Giusto in quel momento comparve il notaro che saliva dal [...]
[...] principi.... Forse temevano che io li rubassi, eh? Che io m'arricchissi a spese loro?... Lo disse una volta, quel maiale del monaco: vi pare [...]
[...] subisso di quel titolo. Il corso forzoso, la guerra, il colera, tutte le pubbliche calamità erano state altrettanti argomenti di giubilo pel monaco [...]
[...] maltrattava quel povero diavolo di Benedetto in tutti i modi? Che cos'era donna Ferdinanda, la quale, senza che glie ne venisse nulla [...]
[...] Eccellenze e mi piglio ogni cosa?... Si può fare una legge così?... - E raccontò, confusamente, quel che era avvenuto all'atto dello spogliamento [...]
[...] : - Quel delegato, per la consegna.... L'abate non volle esser presente, che ha ben fatto: una simile vergogna!... E s'è coricato nel letto di Sua [...]
[...] , quasi fossero di nessuno!... E i candelieri del coro, quel ladro, credendoli d'oro, di notte non li portò via?... Lo legarono, gli altri ladri più [...]
[...] una lauta pensione, se mai!... E i tuoi compagni che facevano anch'essi i sanculotti, quel porco di Frà Cola che distribuiva bollettini ai novizii [...]
[...] insieme la bassa origine e la sciocchezza di Benedetto. Adesso, per vantarsi di quel ciondolo, di quel titolo di cavaliere toccato agli ultimi [...]
[...] miscredenti e di dannati? Volete dunque tenere il sacco ai ladri, ah? Non avete paura per l'altra vita? Che faccia una cosa simile quel farabutto [...]
[...] marchese, si teneva prudentemente nella propria camera, e non andava neppure a litigare con Giacomo, anche per evitare la compagnia di quel «farabutto [...]
[...] e il chiasso d'una festa sarebbe stato inopportuno. Del resto il principe stesso spiegava che quel matrimonio era di semplice convenienza: tanto [...]
[...] , scrisse in coda sotto la dettatura del Padre confessore: «Mia cara figlia, da quel che t'ha detto tuo padre, tu comprendi che da ora innanzi ho [...]
[...] quasi avesse mutato carattere, quasi volesse ingraziarsi anche lui il figliuolo, largheggiava a quattrini, gli lasciava fare quel che voleva, gli [...]
[...] zio e il proprio rifiuto. Lucrezia si voltò a guardarlo in faccia e gli disse sul muso: - Sempre bestia sarai? Le era parso che quel titolo di [...]
[...] abiti da ballo? Quelli che m'hai fatto venire da Parigi?...» E diceva di ordinarli pure, di spendere tutto quel che voleva, ella si stringeva [...]
[...] per rifarsi di quel che gli costava la rivoluzione. E con l'aria di consigliare Giulente, lo persuadeva a fare ciò che voleva. Ufficialmente, il [...]
[...] politica, o impegnandosi a riparare più tardi, o facendogli semplicemente comprendere che, in fin dei conti, a quel posto l'aveva messo lui, perciò [...]
[...] . Quasi egli potesse permettersi questo lusso! Quasi fosse il principino di Mirabella!... Consalvo, sì, poteva fare e faceva quel che gli piaceva [...]
[...] città, i quali, contro la firma d'una cambialina, gli davano quel che voleva. Quanto ai parenti, essi o lo incoraggiavano a scialare, o non si [...]
[...] pettinatrice e della famiglia, promettendo di toglierla dalle strade, da quel mestiere penoso e pericoloso; di metterle su una bella bottega di [...]
[...] ale grida di Radalì.... Il principe non disse nulla quando vide il figliuolo conciato a quel modo; mostrò di credere alla storia della vetrata [...]
[...] , udito il fatto e quel che volevano da lui, invece di dar ragione al pronipote, fece inaspettatamente una gran sfuriata, tanto più strana, quanto [...]
[...] padre, animato da quel silenzio, chiedeva spiegazioni gridando più forte, egli rispose freddo e calmo: - Non c'è bisogno d'alzar la voce. Che cosa [...]
[...] due anni, per due lunghi anni aveva lasciata la briglia sul collo al figliuolo; durante tutto quel tempo aveva compresso, soffocato, vinto [...]
[...] non avesse fatto se non esercitare un proprio diritto! E non voleva esser seccato per giunta! E rispondeva con quel tono a suo padre! - Ah, ti [...]
[...] !... Fin a quando starai in casa mia, hai da fare quel che piace a me, comportarti come tra la gente civile!... Questa non è una locanda, da [...]
[...] ; ma Lucrezia, pel gusto di contraddire al marito, per dare una lezione di munificenza a quel pezzente che giudicava tutti alla sua stregua [...]
[...] aveva mosso tanta guerra, fece: - E...? - Non si potrebbe parlare a qualcuno? Non era precisamente quel che s'aspettava; ma il duca, in fondo, era [...]
[...] !... L'umanità non torna indietro! Abbiamo sepolto il medio Evo! Lo stato dev'esser laico e la Chiesa tornare alle sue origini, perchè come disse quel [...]
[...] buona sorte s'era finalmente «seduta sopra altre basi.» Da quel giorno don Blasco prese l'abitudine di frequentare la nova farmacia. Vi [...]
[...] , adocchiando le Ghiande e comprendendo che quel matto non avrebbe fatto testamento, se le accaparrava a quel modo. Il maniaco, incapace di calcolare a [...]
[...] a visitare il nipote, discuteva anche lui con passione intorno a quel soggetto, ripetendo gli argomenti del professore; ma il duca assicurava a [...]
[...] s'inaspriva. Con voce ranca, cavernosa, spiegava quel che i Francesi avrebbero dovuto fare per riottenere le posizioni perdute: improvvisava piani [...]
[...] perdonar loro, perchè non sanno quel che si fanno... Lucrezia pareva una vipera contro il marito, e nessuno parlava del duca, la cui condotta era una [...]
[...] Babbeo, da lasciarsi rubar da tutti, si rivelava a un tratto dei Vicerè con quel sospetto buffo e pazzo, adesso che non aveva nulla da lasciare [...]
[...] verso di lei: quel voi era già molto eloquente, ma egli affettava di non rivolgerle la parola, di non udire quel che ella diceva: quando andò a [...]
[...] recarono immortalità sbrancandone quel denso velo, chiarirsi potrebbe un fuor'opera; se quei valentuomini, per legge di natura, arrestati non [...]
[...] quel pezzo di straccione? - gli domandavano i commessi dell'amministrazione, uscendo dopo il lavoro. - Uno zio del signor principe, dice! E [...]
[...] sua proposta; don Blasco continuava a rifiutare, dapprima seccamente, poi alzando la voce, poi gridando perchè quel seccatore gli si togliesse dai [...]
[...] non c'è più pace, per quel figlio di... chi so io! Un diavolo dell'inferno, Eccellenza; e la padrona, che non ci vede dagli occhi, dal tanto bene [...]
[...] propria famiglia ella aveva ancora quel misto d'astio, d'invidia e di premura, secondo che il vanto di farne parte, il dolore d'averla lasciata o il [...]
[...] , afferrandosi sempre a quel che c'era di più disgraziato, ed imbronciandosi se non lodavano la sua scelta. Invece la principessa lasciava che la figliastra [...]
[...] facesse a modo suo e scegliesse quel che le piaceva; anzi, si rimetteva a lei per le cose sue proprie. «Che gusto, quello della mia figliuola [...]
[...] l'amore, per le cure di cui la circondò... - Taci! Taci!... - esclamò Teresa. - Ho da tacere?... Lo sai dunque quel che fecero soffrire a quella [...]
[...] vincoli umilianti, come durante quel viaggio, tutte le spese del quale dovevano esser fatte personalmente dal maestro di casa! Vivendo il padre [...]
[...] , schifo di quel contatto. L'Onorevole però, quantunque accusasse un gran da fare, e avesse infatti lasciato un crocchio di gente che lo attorniava, lo [...]
[...] Roma, di quel che bisognava fare per renderla degna dei suoi destini, per affermarne l'italianità, per tenere a segno il Vaticano. Finito il pranzo [...]
[...] , un po' allegro, prese a braccio Consalvo il quale fremè a quel contatto; ma il deputato, con un sorriso che voleva esser discreto ed era beato [...]
[...] seconda visita, poichè gli conveniva mutare non solo le abitudini ma anche le idee. Fin a quel momento era stato borbonico nell'anima e clericale per [...]
[...] mossogli da quel bigotto di suo padre. Adesso, per mettersi e riuscire nella nuova via, egli doveva esser liberale e mangiapreti come Mazzarini [...]
[...] parenti; una visita di pura forma, del resto, che non lo impegnava a niente. Fino a quel momento era stato un ragazzo irresponsabile delle idee [...]
[...] non poteva tollerare sopratutto che quel mariuolo avesse tentato d'infinocchiarla spudoratamente. - Ma vorranno star freschi tutti quanti!... Vo [...]
[...] giovanotto conosciuto fino a quel momento solo per le sue prodigalità ed i suoi vizii, che molti mormorarono: «Bravo!... Bene!...» Egli continuò. Disse [...]
[...] genere» la relazione della commissione, la disse «degna veramente d'un Parlamento.» Ne citò due o tre passaggi quasi letteralmente; quel prodigio [...]
[...] personale trionfo, pareva dicesse: «Avete visto? E quando io vi garentivo?...» Salve d'applausi interrompevano tratto tratto 501 quel discorso che [...]
[...] intenzioni... per darglielo a firmare... La firma ce l'avrebbe messa in mezzo minuto... Potevo anche... Ma in quel punto chiamarono di là. Il dottore [...]
[...] gli rivolse neppure la parola e prese invece in disparte Garino che in quel momento tornava per la quarta o la quinta volta. Poi il marito della [...]
[...] nella sua parte dell'eredità di don Blasco. Ella, Lucrezia e donna Ferdinanda si nettavano quindi la bocca contro quel falsario di Giacomo, contro [...]
[...] quel ladro che voleva la roba del monaco come aveva carpito le Ghiande alla felice memoria di Ferdinando: quello sbirro di Garino aveva proposto [...]
[...] in viso, gli domandò: - Mi spiegherai una volta che diamine vuoi fare? Consalvo, dopo averlo guardato anche lui: - Quel che mi pare, - rispose. A [...]
[...] , sarebbe finita male. Da quel momento la rottura fu 510 assoluta. Per ordine del principe, il giovanotto non venne più a prender i pasti con la [...]
[...] ? Rivangando nella propria memoria, il principe trovava altre ragioni di credere a quel funesto potere: una vendita andatagli male quando il figliuolo [...]
[...] portinaio gli disse che i padroni non ricevevano. - Condurmi in casa quel tipo? Non m'aspettavo un simile tiro da voi! Si vede bene che non avete [...]
[...] romanza su quel tema, intitolata Se!... piangendo di dolcezza, quando non la vedevano, mentre le note appassionate s'involavano dal pianoforte. In [...]
[...] : giusto la prima sera, chi ci trovò: Giuliano Biancavilla!... Se quel petulante avesse conosciuto un poco il mondo, sarebbe rimasto quieto al suo [...]
[...] dimostrargli il pericolo. Ma il principe era in istretto colloquio col padrone di casa; e a un tratto quel petulante si ripresentò per chiedere alla [...]
[...] consentito a quel matrimonio; ma il giovane, che era ben cotto, insisteva giorno e notte presso la madre e il padre perchè facessero la domanda: tanto [...]
[...] carica d'oro come quella baronessina, legarsi ancora più strettamente a quel paese dal quale voleva andar via, crearsi gli avvincenti doveri della [...]
[...] ? Eran pazzi, davvero! E la cosa gli parve tanto buffa, che neppur volle smettere le visite al barone. Gusto in quel torno, perduta ogni speranza [...]
[...] vedevano bene quel partito; ma la speranza era in lei viva ancora: un giorno o l'altro il padre e la madrigna avrebbero potuto ricredersi [...]
[...] quel che avrebbe potuto eventualmente toccargli nella spartizione dell'eredità del 524 monaco, e riconobbe il nipote proprietario di mille [...]
[...] paonazza dall'indignazione; e anche Consalvo nutriva un profondo disdegno per quel parente che non solo prostituiva in tal modo sè stesso, ma [...]
[...] parenti, salvo a dare un calcio a chi non poteva più nuocergli. Adesso adoperava quel metodo in grande, piaggiando tutti i partiti. Quello dello zio [...]
[...] avevano comandato i suoi maggiori, egli era disposto a concedere tutto. Non aveva neppure scrupolo di sostenere a parole il contrario di quel [...]
[...] quel figliuolo: costretto a parlare di lui, non lo chiamava più «mio figlio,» nè «Consalvo,» ne «il principino,» ma «Salut'a noi!...» Diceva [...]
[...] .... Infatti il principe passava in quel momento vicino ad essi, dirigendosi verso la duchessa. - Vogliono Consalvo, - riprese Giovannino all'orecchio della [...]
[...] rapida manderebbe in fiamme la nostra città....» Il discorso ebbe un bel successo; pochi osservarono che quel giovanotto di primo pelo aveva [...]
[...] , sarebbe, vano nasconderlo: il paese, o per lo meno la più gran parte di esso, vuole la festa!» Il silenzio religioso mantenuto fino a quel punto fu [...]
[...] , citando il «celebre Aristotile,» l'«illustre scuola scozzese,» nominando un grand'uomo tedesco, inglese o francese ogni mezzo minuto. Il peso di quel [...]
[...] false le ultime volontà del Cassinese, buon'anima sua. Quel disastro, coincidendo con l'assunzione di Consalvo all'assessorato, era parso al principe [...]
[...] clamore delle campane e delle grida umane diveniva più assordante; e in mezzo a quel frastuono le parve d'udire parole soavi, la voce sua che [...]
[...] progressisti. In quel frangente i nemici del duca profetarono che il grande patriotta, seguendo la solita tattica, si sarebbe voltato contro gli [...]
[...] programma per proprio conto, la scrisse. Essa enumerava i titoli della Destra alla gratitudine dell'Italia, la cui unificazione era tutta opera di quel [...]
[...] . Tenendo la gente a distanza, per non contagiarsi, cominciò a dichiarare d'esser «democratico.» E lo zio don Eugenio veniva appunto in quel [...]
[...] s'è fatto infinocchiare da quel gesuitello! Per servirgli da comodino! per fargli da servitore! che è buono soltanto a questo! Ella se n'andava a [...]
[...] . Dopo aver sacrificato tutta la sua vita per amore di quel primogenito, per assicurare una grande ricchezza a lui ed alla sua discendenza, dopo [...]
[...] di quel che 552 le conveniva erano i suoi parenti; che ella poteva ingannarsi, come s'era ingannata, per esempio, sua zia Lucrezia. Aveva [...]
[...] tutto, non sapeva far altro che ripetere alla nipotina, dietro le grate del parlatorio, quel che le avevano indettato: «Bisogna fare la volontà di [...]
[...] del tutto indifferente alla cugina come ad ogni altra, e voleva sì o no un gran bene al fratello? Allora tutto quel diavolìo donde veniva? Dal [...]
[...] udito ripetere, a brani, in diverso modo, era in quel libricino narrata per filo e per segno. «Ximena, della illustre prosapia degli Uzeda,» così [...]
[...] sue pratiche devote, costretta a udire gl'impuri parlari di 556 quel malvagio e dei suoi accoliti, a vedere le loro scelleraggini, ad [...]
[...] nequizie di quel tristo suo sposo, irritata da tanta esemplare santità, offesa dalla protezione che la consorte prestava ai poveretti caduti nelle [...]
[...] laudi dell'Altissimo salirono al cielo. Quel luogo, già terrore dei viandanti, divenne ritrovo di derelitti e di infermi, attirati dalla gran fama [...]
[...] fame, non reggevasi in piedi, e un fanciulletto avrebbelo avuto alla propria mercè. Chi era quel vecchio?» Era il conte di Motta-Reale. «Dissipate [...]
[...] quel che vorrete, purchè il babbo mi prometta una cosa. Che faccia pace con mio fratello e consenta almeno a rivederlo, se non vuole che torni a [...]
[...] dicesse che ella era una figliuola modello, aveva rinunziato all'amore di Giovannino, sposava quel citrullo del duca! - Sei contenta? - non potè [...]
[...] all'ultimo momento egli non aveva creduto a quel che gli diceva tutta la città: «Il duca! Sposa il duca!» No, rispondeva egli a tutti con un [...]
[...] , quando la faccenda era più seria, minacciando di andarsene. Allora tutti si chetavano. E di quel che riusciva bene egli aveva tutto il merito; di [...]
[...] quel che non otteneva l'approvazione del paese egli gettava la colpa sulle spalle della Giunta. Le tornate consiliari erano diventate uno [...]
[...] persona di casa vostra: non siete zio del principe?» Il vecchio si battè la fronte: quel birbante di Giacomo!... Non contento di avergli preso [...]
[...] portinaio per dirgli di non lasciarlo mai più salire. E il provvedimento riscosse l'unanime approvazione della servitù: veramente quel cavaliere non [...]
[...] faceva onore alla famiglia, non tanto per quel che si diceva sul conto di lui quanto per la condizione in cui era caduto. Il 576 nuovo maestro [...]
[...] nuora che giunse le mani vedendolo in quello stato, cominciò a querelarsi: - Vedi come m'ha ridotto tuo padre? Quel birbante che m'ha rubato il [...]
[...] libro? Quel ladro che mi ha... - Zio, per carità!... - esclamò Teresa: e vuotò la sua borsa nelle mani del vecchio che tremava dalla cupidigia alla [...]
[...] marito, andò a trovarlo nello stambugio dove s'era ridotto, gli si gettò ai piedi: - Zio, noi le daremo tutto quel che vorrà, purchè non faccia [...]
[...] . Il principe all'annunzio dell'operazione impallidì, rifiutando di sottoporvisi; ma giusto dopo il parto di Teresa quel tumoretto era cresciuto [...]
[...] l'onestà le impedisse d'approvar quel legame, pure dimostrava al cognato un affetto fraterno, e gli faceva molta festa; se da Augusta egli [...]
[...] domandava come mai quel giovane tanto elegante, così avido di piaceri, delle cose belle e ricche, aveva potuto rassegnarsi a far la dura vita di [...]
[...] tornato a rimugginar l'idea di dar moglie a Consalvo. Quantunque non parlasse e paresse non occuparsi di quel jettatore, rodevasi al pensiero della [...]
[...] fine della sua razza, se quel jettatore non prendeva moglie. E gli aveva cercato un nuovo partito, a Palermo, un partito che tutti assicuravano [...]
[...] dell'altare tra ridente ed attonito. Ella distribuì tutto quel che aveva in tasca ai poveri e risalì in carrozza. La duchessa madre ordinò al [...]
[...] alla malattia del cognato. Poichè Michele perdeva la testa, e la suocera, improvvisamente intenerita per quel figliuolo che aveva tanto trascurato [...]
[...] una settimana. Suo fratello era entrato in convalescenza, ma quel giorno dell'arrivo lo avevano trovato boccheggiante: in un accesso di delirio [...]
[...] movimento delle labbra. Ed a poco a poco, per quel benefico influsso, egli migliorò, guarì, riprese le abitudini d'un tempo, ricominciò a vestirsi [...]
[...] ; mi servo dei mezzi che trovo. Credi tu che questo gregge m'apprezzi per quel che valgo? S'ha da da buttargli la polvere agli occhi! Teresa e [...]
[...] Giovannino, nei loro discorsi, parlavano sempre di lui, s'accordavano interamente nel giudicarlo. Quel suo disprezzo di tutto e di tutti li addolorava [...]
[...] modesta, più riguardosa, più timida; il cognato consentiva nei suoi giudizi; però scagionava Consalvo, attribuiva quel che v'era di meno bello in [...]
[...] intermediaria, otteneva spesso da Consalvo quel che chiedeva. Ma gli scherzi, i motteggi, le scettiche dichiarazioni del fratello che diceva di [...]
[...] accolto un sospetto di quel genere, sarebbe venuto ad esprimerlo dinanzi a lei?... No, era uno scherzo, un'allusione sconsiderata ma innocente a [...]
[...] quel che c'era stato un tempo.... Ma perchè non aveva ella risposto subito, dichiarando che quelle parole erano fuori di luogo? Perchè era rimasta [...]
[...] egli nutrisse come lei il pensiero peccaminoso? Che prova diretta ne aveva? Quel suo spavento, al contrario, la repulsione che ora gli dimostrava [...]
[...] adesso che la verità era lì, in quel silenzio, in quella solitudine, in quella rinunzia. «Vi entrerei ora?» chiedeva a sè stessa; e rispondeva: «Ora [...]
[...] spirito si risolse in pianto. Ed in quel punto, ella udì una voce, una voce viva, dolce e pietosa: - Teresa, che avete?... Com'è andata?... Sta male [...]
[...] angioletti, non v'ammalate anche voi... E la mamma che non c'è!... Volete vostro fratello? Volete che lo mandi a chiamare?... Dite quel che volete; sono [...]
[...] seno ambasciato facevano più stretto l'abbraccio. La baciò in fronte. Ella si liberò dalla stretta e levossi. La duchessa sopravveniva. Da quel [...]
[...] ad uscire, non rincasò. Tornò il domani: non si seppe dov'era stato. Quel giorno ella fu chiamata, all'alba, dalla principessa. Il principe [...]
[...] l'unico mezzo di togliergli quel funesto potere. Ammogliato, stabilito in una casa propria, padrone d'un assegno e della dote della moglie, non avrebbe [...]
[...] non una sola parola, non un accenno a quel figlio. Ordinò che i funerali fossero celebrati col decoro competente al suo nome, che il suo corpo [...]
[...] Francalanza è proprio finita?... Pensateci voi!.... Riparate lo scandalo!... Persuadete quel pazzo!... Il duca, in quei giorni, aveva da fare: la [...]
[...] : - Può togliermi quel che mi dà la legge? No?... Faccia del resto ciò che gli piace! Lo zio restò a guardarlo, interdetto, non comprendendo [...]
[...] . 608 - È meglio che finisca, - dicevano nella Sala Gialla - soffre troppo... Consalvo non diceva nulla. Pensava, con paura, a quel male [...]
[...] terribile che un giorno avrebbe potuto rodere, distruggere il suo proprio corpo in quel momento pieno di vita. Era il sangue impoverito della vecchia [...]
[...] di un popolano?... «Niente!...» Il sangue povero e corrotto della vecchia razza lo faceva quel che era: Consalvo Uzeda, principino di Mirabella oggi [...]
[...] avevano potuto perdere la ragione: non egli era minacciato... Ed in quel momento, sotto l'influenza di quei pensieri, di quel senso di paura, si [...]
[...] delle loro brutte qualità? «Tutto si paga!...» e anch'essi pagavano il gran nome, la vita fastosa, le più invidiate fortune!... Ma quel viso [...]
[...] affilato del padre, quello sguardo cieco, quel rantolo affannoso!... Il giovane piegava i ginocchi, intuiva cose che aveva negate. Egli che s'era fatto [...]
[...] moglie. Nella Sala Rossa, la duchessa ripeteva che era meglio fosse morto, quel poveretto; non era vivere, il suo. Il duca col maestro di casa e [...]
[...] ?.... Andrò io stesso... Aspetta il mio ritorno... non dire che sono andato fuori... Sentiva di dover fare qualcosa. E quel sentimento, la nettezza della [...]
[...] in quel punto d'esser desto e al sicuro.... Alla pazzia, al suicidio del cugino non era estranea Teresa: egli non sapeva in qual misura, ma era [...]
[...] che una nuova era s'apriva per lui. La fermezza di cui aveva dato prova, la prontezza con cui aveva visto quel che doveva fare lo rassicuravano [...]
[...] morte era stata permessa affinchè ella scorgesse il proprio errore e misurasse la colpa commessa disamando, trascurando, disprezzando quel poveretto [...]
[...] Michele ed alla mamma che, in coscienza, non posso accettare.... quel che ho avuto in tali condizioni... - Tacque un poco, poi aggiunse: - Dite [...]
[...] profittare di quel testamento per portarti via il tuo.... Siamo ricchi abbastanza.... siamo troppo ricchi.... e daremmo.... 615 Girò il capo per [...]
[...] mondo l'avrebbe indotta a sfrattar dal palazzo. - È giusto.... Va bene.... - disse Consalvo. - Grazie!... C'intenderemo. Da quel giorno Teresa [...]
[...] andò migliorando più rapidamente. Un coro di lodi, per quel che aveva fatto, per la nobile rinunzia di cui aveva preso l'iniziativa e che aveva [...]
[...] , entrando nell'anticamera, fu costretta a sedere, a fiutar dell'etere. Riavutasi, compì quel che aveva da fare con la fermezza antica. Le stanze del [...]
[...] ? Consalvo inclinava a quest'ultima ipotesi, anche perchè egli non aveva fede alcuna; ma non un atto, non una parola rivolavano quel che c'era nel cuore [...]
[...] , inquieto per quel mutamento, per quella «rivoluzione morale» da lui invocata ma avvenuta un po' troppo presto, Giulente non vedeva nulla, non [...]
[...] subito, che gli avrebbe ceduto il passo almeno la prima volta, e ad ogni modo poteva forse sospettare un tiro di quel genere, l'imbroglio in cui lo [...]
[...] !...» tutte queste parole echeggiavano invece nel suo pensiero; egli riconosceva che erano giuste, comprendeva finalmente che quel birbante da lui [...]
[...] sentiva il bisogno di sfogare, di dire il fatto suo a quel birbante. 623 - Tu hai fatto questo.... hai fatto questo pei tuoi fini, per lasciar [...]
[...] preso il posto, a tradimento? Il sorriso scomparve dal viso di Consalvo. - Vi faccio osservare che siete riscaldato e che non riflettete a quel che [...]
[...] presenterò anch'io. La nostra parentela non è così stretta da renderci incompatibili. Non c'è nessun impegno tra noi; ognuno è libero di far quel [...]
[...] , gli voltò le spalle e scomparve. 624 Giulente, nell'uscire, non rispose al saluto dei servi, non udì quel che diceva il maestro di casa [...]
[...] nostra parentela non è così stretta» Quel bardassa glie l'aveva spiattellato in faccia!... Parenti? Erano stati mai parenti per lui? Tutti, tutti lo [...]
[...] guardava sempre come un oggetto strano e ridicolo. Più stupita che sdegnata, interruppe: - Che diavolo dici? - Che dico? Quel che ho da dire [...]
[...] padrone a quel modo inusitato, erano rimasti in ascolto: nessuno di loro fiatava. La cameriera, finita la scena, sogguardava tratto tratto [...]
[...] , rammentatevi che la mia casa è la vostra....» E ancora non si parlava dell'elezione. Esaurito quel primo punto del suo programma, egli passò al secondo [...]
[...] , che sedeva sulle poltrone di raso sotto gli sguardi dei Vicerè, si sarebbe fatta tagliare a pezzi per quel candidato che prometteva mari e monti [...]
[...] riso, cento avrebbero creduto a tutto come ad articoli di fede. Un infinito disprezzo di quel gregge lo animava, e un rancore violento contro chi [...]
[...] vedendolo aggredito a quel modo: «Hanno ragione!» rispondeva, sorridendo: «il mio più grande titolo all'elezione è quello di principe!» Ciò che [...]
[...] quella bestia di Monsignore.... - Zia! - Di quel bestione di Monsignore, che non vuole appoggiare mio marito. Invece di fare il giuoco di Vazza [...]
[...] comitato: un presidente, vecchio magistrato a riposo, ben visto da tutti i partiti e perciò messo a quel posto da Consalvo; poi sei vice-presidenti [...]
[...] imperituro, se quel povero diavolo parlava così d'una riforma che giovava ai suoi pari... Consalvo voleva rispondere: «Avete ragione...» ma il rumore di [...]
[...] di quel remotissimo passato?... Bah! Chi si rammentava delle monellate d'un ragazzo! Giovannino era morto, non poteva tornar dall'altro mondo a [...]
[...] ai colli rossi e sudati. «Basta... basta...» diceva Consalvo, a bassa voce, con un senso di vera paura dinanzi a quel mare urlante, e Baldassarre [...]
[...] ). Ed io quasi temetti di guardare in viso quel fulmine di guerra, come se col solo sguardo egli dovesse incenerirmi. Ed un giorno i miei compagni [...]
[...] m'additarono l'Eroe dei due mondi. Allora io vidi quel biondo Arcangelo della libertà intento, sapete voi a qual opera? A coltivare le rose del nostro [...]
[...] giardino! Da quel giorno, la rivelazione di quel cuore vasto e generoso, dove la forza leonina s'accoppiava alla gentilezza soave.... (Scroscio di [...]
[...] apprendermi molte cose e dimostrarmi la fallacia di molte altre, e darmi quell'esperienza, quel senno maturo che ancora forse non ho; ma quali che [...]
[...] pertanto la formazione, e seguirò le sorti di quel partito che ci darà la libertà con l'ordine all'interno e la pace col rispetto all'estero (Benissimo [...]
[...] , applausi), di quel partito che realizzerò tutte le riforme legittime conservando tutte le tradizioni rispettabili (Bravo! bene!); di quel partito [...]
[...] che restringerà le spese folli e largheggerà nelle produttive (Vivissimi applausi), di quel partito che non presumerà colmare le casse dello Stato [...]
[...] , vuotando le tasche dei singoli cittadini (Ilarità generale, applausi), di quel partito che proteggerà la Chiesa in quanto potere spirituale, e la [...]
[...] infrenerà in quanto elemento di civili discordie (Approvazioni), di quel partito, insomma, che assicurerà nel modo più equo, per la via più dritta [...]
[...] botte quel tanto di vino che basti a saziar la sete, a letificare lo spirito. Dicono i francesi: Si jeunesse savait! Si vieillesse pouvait [...]
[...] curiosamente quel signore sconosciuto. Ditele che il principe suo nipote vorrebbe vederla. La vecchia era capace di non riceverlo; egli aspettava la [...]
[...] ne ottenevano dalla Corte il richiamo.... o anche la testa!... Le avranno forse detto che un'elezione adesso costa quattrini; ma si rammenti quel [...]
[...] maggiori carichi, in quel travolgimento del nostro Regno che passò dal re don Francesco II di Borbone al re don Vittorio Emanuele II di Savoia. Fu [...]
[...] ....» ma passò oltre. - Non stanno in pace tra loro, si dilaniano continuamente. Ma Vostra Eccellenza pensi al passato! Si rammenti di quel Blasco [...]
[...] ajutare il risorgimento della virtù stilistica gioverebbe forse una larga e seria cultura di quel genere letterario che ha radice nella piena [...]
[...] quel territorio pistojese che egli corre ogni giorno per lungo e per largo come cacciatore e come Ispettore scolastico. Bisogna aver la fortuna di [...]
[...] l'occhio smarrito su quella immensa superficie d'acqua stagnante e di lunghe cannéggiole, e fantasticando dinanzi a quel malinconico quadro [...]
[...] per me in quel momento l'aspetto di tristissime cose. E mi sentivo stringere il core, e quasi avrei pianto senza saperne il perchè. Il caldo era [...]
[...] annebbiate, confuse ed incerte. E quel vasto campo che un istante prima mi parlava di morte, lo vedevo ora popolato da quantità innumerevole di [...]
[...] bestie! ma se mi pinzasse, oh! allora...." "Otto anni in galera! O come mai? Forse qualche sbaglio di gioventù?" "Sbaglio?! L'ammazzai quel cane [...]
[...] .... Lì,... guardi.... lì era quel demonio.... e m'impostò lo schioppo, e rideva! e il pinsacchio restò a lui.... ma non lo mangiò!..." "Come! E un [...]
[...] creatura, e forse chi sa!... Ma Dio benedetto, però, ci pensò lui a quel cane di vecchio, perchè il giorno preciso dell'anello, appena esciti di [...]
[...] raccontare, lo tentai di nuovo così: 17 "E dopo quegli otto anni, andasti guardia con quel signore, eh?" "Sì." "Eppoi venisti via anche da lui [...]
[...] stregone quel brutto coso?... O che non ne sa nulla?" " No...." 21 "O di quel canaccio nero che aveva, se ne rammenta?" "Quel Restone vecchio [...]
[...] all'anima, diceva che 28 cani a quella maniera non n'aveva ma' visti; ma sopra tutto poi quel pelo lungo che gli nascondeva affatto gli occhi, era per [...]
[...] sotto la madia. "Animo, Angiolo" disse il capoccia al maggiore de' suoi figlioli. "Io, con quell'animale in casa, la nottata non la passo. Fanne quel [...]
[...] quel fatto, ogni volta che un cane passava davanti alla casa del contadino, tutti gli uomini gli erano dietro per prenderlo; ma per qualche tempo [...]
[...] la vedeva: mugli che pareva un liofante.... Arrabbiato? O senta, veh! il dottore è padrone di dire quel che gli pare e piace; ma quello lì, e [...]
[...] quel fiore dei campi che agitato rosseggia fra le sue lucide trecce. Come sei bella in mezzo alla primavera, o fresca Lucia! e sei sola su la terra [...]
[...] fiore e se lo accomodò più forte tra i capelli. A Lucia era caro quel fiore come tutti gli altri che ogni mattina coglieva per adornarsene il capo [...]
[...] quel povero fiore. Lucia guardò il sole, e vedendo il suo disco mezzo tuffato sotto l'orizzonte lontano, sentì il proprio sgomento farsi maggiore e [...]
[...] gorgheggiando nella bocca del rospo che digiuno lo guarda. Il vento è cessato; di quel ciuffo di frassini nessuna foglia si muove, e il sole già [...]
[...] sera, o almeno in quel momento, il sor Pasquale non voleva carezze nè dai figlioli nè 47 dal cane: domandò che ore erano, brontolò una buona [...]
[...] , continuò a soffiare nel fuoco e a tirare avanti la cena, che in quel giorno come in tutti gli altri di mercato diventava un vero e proprio [...]
[...] scodello, perchè, se no, questi taglierini mi diventano un pastone." Il sor Pasquale in quel momento era felice. S'era già alleggerito del misterioso [...]
[...] parroco e alla sora Flaminia, la quale in quel momento pensava che il suo marito doveva avere per la testa qualcuna delle sue solite grullerie, e [...]
[...] manifestò nei ragazzi alla vista del babbo, che in quel momento significava «mangiare,» un bicchiere schizzò, dopo avere empito di vino la tovaglia, a [...]
[...] costato quel sospiro, nel Vedere che mancava soltanto un mezzo minuto alle sei, e: "Ora poi, zitti davvero!" disse con voce tremante; buttò [...]
[...] distratta e più seria di prima, rimase ad aspettare. Che tempesta di pensieri deve avere attraversato la testa di lui in quel mezzo minuto! Cambiò [...]
[...] .... rimase lì. L'oriolo di cima scala, puntuale, suonò in quel momento le sei. La sora Flaminia guardò Pasquale e nel vederne tanto grottescamente [...]
[...] fulminato. I ragazzi avrebbero voluto fare allegria, ma un'occhiata della madre, ajutata da un certo senso di paura che, a quel rumore nuovo che [...]
[...] figli, ora la moglie senza poter pronunziare parola che accusasse il suo profondo turbamento. Fiore interruppe quel silenzio doloroso comparendo [...]
[...] la prima volta il priore! O quando lo fece vedere al cappellano che ebbe paura? O il sindaco che non ci voleva credere! Ma quel prato, che [...]
[...] cos'era quel prato le domeniche dopo le funzioni! Bisogna essercisi ritrovati; se no, è inutile ragionarne. Ed ora su quel prato un mucchio di [...]
[...] nessuno fu buono a levargli dal capo quel pregiudizio che a poco a poco diventò una vera fissazione che finì di rovinare affatto la sua già indebolita [...]
[...] giorno avanti, il Piovano aveva fatto colazione con quel signore forestiero, cambiò colore, corse, s'avventò a Burrasca, e fu in tempo a fargli [...]
[...] ' d'educazione," saltò su il maestro masticando veleno, "lei non offenderebbe, e lei è un ignorante!" Il medico, che in quel momento smaltiva [...]
[...] ! anche lei è un buon arnese!" gridò al medico lo speziale più inviperito che mai. "Si sanno tutte, non pensi, noi! Si sa, non abbia paura, di quel [...]
[...] tutti che quel disgraziato delle Case Ros..." Ma non finì perchè il Sindaco gli tappò la bocca col pastrano, e con uno spintone lo rificcò in [...]
[...] dire male 84 del prossimo ci stava con più devozione che alla messa cantata. "A me? nulla. Ma da una parte gli stanno bene, veh! Intanto quel [...]
[...] Guardia Cerri l'avete saputo?" "Che gli hanno fatto?" 85 "Dice che è sotto processo, perchè quel giorno che il signor Cavaliere e Alcestino si [...]
[...] monotona del paese era in quel giorno apparentemente la medesima, ma gli animi bollivano. Il segretario era ben visto da una gran parte della [...]
[...] . Vada, vada." 87 "Vado subito. E voi, Cencio, fatemi il piacere: mandate ad avvisare il sor Gustavo che a quest'ora dev'essere in quel posto di [...]
[...] quel professore. E quando a quella gente lì, vedete? gli avete fatto vedere, vo' dir poco, quanto di qui al pozzo, con rispetto parlando, anche [...]
[...] quando 'l mi' figliolo.... Riverito, sor Gustavo. Vada, vada, perchè c'è roba." Il sor Gustavo passava in quel momento davanti all'Appalto [...]
[...] , Batone, raccontate, raccontate," chiesero ad un tempo i tre amici. "Che volete che vi racconti, ragazzi miei? Son 98 vecchio, ecco quel che vi posso [...]
[...] lasciate posar sempre poche, ma poche davvero. E dite pure che quando voi altri sarete arrivati a fare la metà di quel che ho fatto io.... Basta [...]
[...] ; ho fatto quel che ho potuto, e quel che ho fatto, Dio mi vede nel core, l'ho fatto sempre a bon fine, e per aver voluto bene a tanti, che poi se [...]
[...] anche fortunata. Sposò quel maniscalco, Giacinto delle Morette, che poi gli morì tisico: ma quando lo prese aveva fior di quattrini, salute da [...]
[...] ," continuò Batone. "E quel che è vero bisogna dirlo, che per la su' bimbina maggiore ci aveva un gran debole, e si vede che Gesù benedetto la volle [...]
[...] vento! un'acqua! un bujo!... Lei era lì in quel cantuccio su quella seggiola laggiù colla spalliera troncata, che fra uno sbadiglio e I'altro [...]
[...] petto, l'agguanto, era un vergone di vetrice della ripa. Comincio a tirarmi su con quel po' di fiato che mi dava la disperazione, quando mi vedo [...]
[...] rammulinare d'intorno un ciuffo di capelli. Dio onnipotente! era lei, lì, a fior d'acqua, accanto a me! Agguantarla, rammucchiare quel po' di [...]
[...] stracci fermati al polso con fili di ginestra. La strada doveva a loro sembrare in quel momento poco faticosa, perchè il vento se li portava quasi in [...]
[...] !" avea detto Maso. "Quando ci arriveranno? Come ci arriveranno?" Questo chiedevo a me stesso, e non sapevo levar gli occhi da dosso a quel [...]
[...] ." Detti un'occhiata al paniere, al sacchetto e a quelle cinque facce sofferenti, e mi sentii correre istintivamente la mano al portafogli. Presi quel [...]
[...] , perchè non vedesse suo padre, un piccolo foglio. Mi guardò 121 spaurito, guardò quel che aveva nella mano, e chiamando suo padre incominciò a gridare [...]
[...] : "O babbo! o babbo! guardate cosa m'ha dato questo signore! O cos'è? o cos'è?" "Digli: — Dio vi rimeriti — a quel signore, Tonino; digli — Dio [...]
[...] giovanotti che passavano gettando la grassa arguzia in quel crocchio di spensierate, o che si fermavano sulla porta ad agognare, erano le loro [...]
[...] allo stipite di quella, girava su quel gruppo di fresche giovinotte i suoi fieri occhi innamorati per incontrarsi con quelli dolci e sereni della sua [...]
[...] mura di quella bianca casetta! Quante confuse memorie sotto l'ombra di quel noce e di quei gelsi, sempre verdi e frondosi come a quei giorni tanto [...]
[...] . Rocco, quello della lisca, delle pedate al ciuco e delle grasse giovenche, l'aveva sposata già da dodici anni. Rocco ebbe da quel tempo fino alla [...]
[...] cercarvi almeno una ultima traccia della perduta bellezza. La pelle floscia e lentigginosa di quel collo la vide a poco a poco ritornar bianca e [...]
[...] cervello bizzarro c'è qui dentro! che matto, che matto!" "Eppoi, sa? lustrissimo; il bello si è che c'è quel calzolaro là difaccia.... lo [...]
[...] lui avevano davvero ammaestrato il merlo a dire a quella maniera, perchè "deve sapere che quel vile ci ha il su' figliolo più piccolo, al quale [...]
[...] si deve far sentire davvero, Cappellano, al signor Canonico?" "Per me, fate come volete, Vestro; ma ricordatevi che son du' giorni che quel [...]
[...] corpo e un po' credendosi inviolabile sotto la protezione del signor Canonico: "Si starà a vedere," disse, "se quel mangia-cristiani m'ammazzerà [...]
[...] bottega ad aspettare il canto del merlo. Ai preti garbò poco quella faccenda, perchè, sia detto qui fra noi, avevano una paura maledetta di quel [...]
[...] veniva in tavola. I commensali 148 tutti, compreso il benemerito signor Canonico, cominciavano a impensierirsi seriamente per quel famoso [...]
[...] ginocchia il figliuolo minore 151 di quel birbone, e gli domandava ad alta voce, perchè lo sentisse: — Su, su, Palestro, diglielo a Tato; chi ci sta [...]
[...] vederli tanto affannati." "Hanno il mal del povero, glielo dico io cos'hanno; quel malaccio che si tira dietro le sette piaghe peggio della [...]
[...] scambiati uno sguardo meno desolato degli altri, tornarono a guardare attenti alla via. In quel momento la padrona mi pose in tavola una fetta [...]
[...] mandare per forza 163 incontro a quel ragazzo per vedere di prepararlo, che se ne facesse una ragione...." "Sta tutto bene. Ma che gli devo dire [...]
[...] soli, me lo prometta; se no, quel ragazzo mi fa qualche pazzia. Eppoi, ci comandi, e da poveri che siamo c'ingegneremo di ricompensare la su [...]
[...] dello Scoti, quello che va a scuola dal Piovano, che come lui, dice, per quel che sia la rattenitiva d'imparare le cose, non ce ne pol'esser altri, ci [...]
[...] ora, di tutto quel baccalà che me ne faccio?" LO SPACCAPIETRE. Quando il sole piomba infocato sulle groppe stridenti delle cicale, e il ramarro [...]
[...] sempre dolorosamente, non di rado fino al sangue. E in quel caso gli tocca a fasciarsi o a correre alla più vicina fontana, se pure non deve [...]
[...] ' sassi. La donna 177 si chinò per raccattarlo e porgerlo al marito, e in quel tempo una scheggia d'alberese la colpì nell'occhio e l'accecò senza [...]
[...] : Accidenti a chi ti ci ha portato! FIORELLA. Percorrendo il crinale di quel monte che staccandosi dall'Appennino a Serravalle va a perdersi con [...]
[...] tremare e a lamentarsi: "Me lo portano via, me lo portano via!" Io non sapevo che mi fare, solo a quel modo, senz'altra compagnia che del cane, il [...]
[...] un mese e qualche giorno, tanto sopraffatto dalle noje d'una lite, che durante tutto quel tempo dimenticai perfino i miei disgraziati amici [...]
[...] pensare seriamente per la sua ragione, perchè quel giorno stesso non ci fu modo di levarla di sull'uscio di casa, dove stette fino alla sera [...]
[...] rimandassero quel ragazzo almeno per un giorno, e ci risposero un'altra volta di no. Feci scrivere al priore; il signor Leopoldo telegrafò alla [...]
[...] perduto, perchè dalla mezzanotte, quando sono stati destati da quel casa del diavolo, nessuno fino alle tre ha potuto più chiudere occhio. 205 Ecco [...]
[...] giovedì passato tirò una pedata, pezzo di figuro, al su' vecchio, perchè quel pover'omo s'era azzardato a dirgli che mettesse giudizio! "Basta. Anche [...]
[...] gli ossi delle braciole seminati per la stanza. Da un pajo d'ore si deliziavano in quel baccano, quando una voce propose d'andare a far la [...]
[...] , col cappello sugli occhi e mordendosi i baffi distratto. Forse in quel momento ciascuno si pentì dell'idea della serenata, perchè il silenzio si [...]
[...] fece generale, ma nessuno ebbe il coraggio di proporre di tornarsene indietro. Sarà quel che sarà. Chiarastella dopo le commozioni della giornata [...]
[...] la forza, si avventò carponi fra i piedi de' compagni a mordergli a sangue la mano. La foglia l'ebbe Cecco, ma in quel momento balenò sinistro il [...]
[...] stomaco; ma non c'era riparo e ad ogni scarica si sentiva toccato come dal fuoco ora nelle mani, ora nelle braccia, dove il coltello di quel [...]
[...] non lo 221 voglion mai rimandare. È dimolto bravo quel ragazzo! E quando c'era lui, anche il Cappellano alla su' tesa, col su' ajuto [...]
[...] sorridendo. "C'è il signor Cosimo?" "Eh! sissignore. Passi, passi. Lei è quel signore di Firenze che jeri mandò a dire che facilmente sarebbe [...]
[...] cagnesco. "Che siete quel forestiero che doveva venire?" "Sì, piccirillo." Affettando dolcezza per ammansirlo, stesi la mano a prendergli il [...]
[...] riprese la conversazione. "Vedete, Paolo, questo è quel signore che si diceva anche l'altra sera...." "Lo so, lo so; benedetto voi che non la fate [...]
[...] parti: "Vedi, Flavia: questo è quel signore che ti dicevo l'altra sera...." E la sora Flavia daccapo: "Che fa? sta bene? " "Sissignora." "O la [...]
[...] , Olimpia, quel sonetto che facesti domenica passata?" 231 "Quell'ode, via, volevi dire." "Sie.... o sonetto o ode, è lo stesso. Ma se sentisse [...]
[...] Gostino che in quel momento entrò con una bottiglia e un vassojo di bicchieri. "Sentirà che questo gli garba," mi disse Gostino mescendomi. "Le [...]
[...] , osservavo rattristandomi la sua cambiata persona. Quante speranze svanite! quante illusioni stavano raggrinzate giù dentro all'anima di quel [...]
[...] corpiciattolo smunto, già più che mezzo canuto! E quel provvidenziale egoismo stillato dalla Natura anche nell'animo dei migliori, venne a soccorrermi; e [...]
[...] in quel momento sedeva tutto compunto, e dal suo stallo d'onore, stringendosi al petto le braccia incrociate, mandava occhiate e sospiri al [...]
[...] la messa in dieci minuti, confessa a maniche larghe, e a chi gli fa de' soprusi, legnate da olio santo. "Quel cosino magro dalla parte di qua è [...]
[...] onorato e di sacerdote esemplare. E quel che più monta, egli, rara avis, non invoca la maledizione di Dio sulla sua patria. In paese, come è facile [...]
[...] Cotenna, è quel tale che, nientemeno...." E qui mi si accostò all'orecchio e mi disse: " . . . . . . . . . . . . . . " "Andiamo!" esclamai [...]
[...] dirmi: "Ha sentito, eh? che razza di strumento e che sonatore!" "E quello con quel ciarpone di seta nera al collo, che è inginocchiato accanto al sor [...]
[...] altri fuori che col maestro comunale, quel giovanotto pallido lì dalla piletta, perchè sopra un componimento del suo figliolo corresse appetito [...]
[...] mettere nella strada a morire di fame. "Quel vecchietto magro, in capo fila a destra, è uno dei più ricchi possidenti del paese, cavalocchi 249 [...]
[...] , e il prete, con una stiappa di ciccia 255 che mi buttava nel piatto da lontano; e in quel tempo Gostino badava a predicarmi di dietro che non [...]
[...] dei parenti che restarono sorpresi dello spirito di quel ragazzo. E anche quelli mi toccò mangiarli!... "Senza pane!" "Sissignore; accidenti a [...]
[...] volgevano in un punto verso il fondo della tavola alla sua destra. In quel tempo il signor Cosimo chiamò con 260 voce alterata Gostino, il quale [...]
[...] quello!" "E il medico che dice?" "Ah!" esclamò il sor Cosimo. "Giusto! lei lo conosce quel.... quel.... Il medico ride, glielo dico io quel [...]
[...] io la condotta, io, capisce! gliel'ho fatta avere! ebbe l'audacità di dire a quel pover'omo — Cappellano, un'altra volta l'annacqui. — Ha capito [...]
[...] all'anno?! — "E il vajolo, Stelloni?" "Pare che si promulghi sempre di più, caro signor Cosimo. E, quel che è peggio, si fa maligno," rispose [...]
[...] lo Stelloni, tirando in su col naso e accavallando le gambe. E qui il colloquio cominciò a farsi animato. E quasi che lo Stelloni con quel [...]
[...] . Riguardo a scuole miste mi osservò che eran molto economiche; ma lui quel misticismo di maschi e femmine 265 tutti insieme non gli garbava nè [...]
[...] questo, ora quel fiore, Nauseata, disprezzante.... Ahi! dicea.... "Sempre poetessa la signora Olimpia," gridò il Proposto delle Siepòle, "sempre [...]
[...] stazione c'eran tre quarti d'ora e io volevo, volevo in tutti 268 i modi stare un po' col mio amico dottore, volevo sentire quel che aveva da dirmi [...]
[...] far compassione. Non mi reggevo quasi più ritto da quel moto ozioso e continuo di tutta la giornata; non stavo bene di stomaco, e la ragione si [...]
[...] un'altra barocciata di quel vino, ora ci sarebbe.» "Ma dunque, della pania e del frusone ve ne siete scordata!" disse impaziente don Paolo [...]
[...] io abbia voluto offenderli scrivendo questo libro, che si occupa dei loro costumi e delle loro usanze, amo dichiarare che ho attribuito a quel [...]
[...] cataplasmi a quel sordidone del marito, vecchia strega sdentata! Intanto aveva sciolto il cavallino dall’inferriata, e lo aveva condotto sotto una [...]
[...] movessero le gambe, che gli spiedi serpeggiassero, che la conchiglia facesse degli sforzi per muoversi da quel posto, come un gigantesco coleottoro [...]
[...] berretto in mano, non osando prender posto vicino ai padroni; perchè giusto in quel momento don Taddeo e don Sisinnio, i figli più grandi di donna [...]
[...] , forse starei a corrergli ancora dietro. — Eh... sì, quel ronzino è un pò vispo; poi era già più di un mese al pascolo, si capiva che doveva [...]
[...] saprà fare a Nuoro questo beniamino; mi pare che saranno danari gettati al fiume, sentenziò con asprezza don Sisinnio, che fino a quel momento era [...]
[...] te? interruppe donna Clara, che in quel momento era intenta a cacciare un pezzo di cencio attortigliato, a mò di lucignolo, attraverso un [...]
[...] che quel moccioso di don Zua riesca a fare qualche cosa di buono? qualche giorno ce ne parleremo. Se don Pantaleo lo avesse mandato a coltivare [...]
[...] la terra, come ha fatto per gli altri due, l’avrebbe indovinata davvero. — Ma... andate voi e capiteci qualche cosa, di quel testone di don [...]
[...] Iddio: l’oro! Lungi dallo splendore di quel metallo, la vita per lui era nulla. Le gioie ineffabili della famiglia, il conforto intimo di aver [...]
[...] che lo divorava! E quel giorno venne! Don Pantaleo cominciò ad imprestare i danari ad usure esorbitanti: chiedendo il cento per cento [...]
[...] di cordoni, e largamente macchiato di grasso, copriva tutto quel carname e quei cenci. Questi era don Pantaleo, il vampiro temuto di Mamoiada [...]
[...] metterebbero alla porta; ma per Iddio, fintanto che avrò gli occhi aperti quel giorno non lo vedrete; state facendo di tutto per farmi crepare; però io ho [...]
[...] , diavolo, altrimenti tra una cosa e l’altra, passerà la mattina; passerà la sera, e non partirà neanche quest’oggi. Capisco che quel povero [...]
[...] ? sarebbero giunti a un bel punto i Calarighes! ci riderebbero in faccia tutti! ma per San Cosimo, nostro protettore, vivo io, quel giorno non lo [...]
[...] sembravano garitte, abbottonati rigorosamente, celavano sotto quel provvido indumento i gomiti, che scappavano fuori dalle maniche sdruscite, e non [...]
[...] casetta, altrimenti si sarebbe trovato con un pugno di mosche. — Tanti saluti a don Pantaleo, disse in quel momento il Sindaco, che assieme agli [...]
[...] quelle di Cabras; è certo che chi avesse visto quel ballo tondo avrebbe proclamato bellissime quelle di Mamoiada; perchè sarebbe stato impossibile [...]
[...] Sindaco. — È morto don Pantaleo; pochi momenti fa, mentre tornava dalla vigna, un cane è saltato fuori da una siepe, quel demonio della sua cavalla [...]
[...] di gioia che lo invadeva. Pure fra quei quindici o venti che in quel momento compiangevano la morte di don Pantaleo, non eravene uno che non ne [...]
[...] mormorio generale, la catena si ruppe, e tutti si strinsero attorno al Sindaco, ed ai consiglieri per saperne qualche cosa. In un momento quel crocchio [...]
[...] ! un diavolo sciolto dalle catene, in fede di comare che vi sono. — Basta, Dio vede quel che fa. Tali discorsi, e simili a questi si tenevano in [...]
[...] luogo della disgrazia. In un momento la casa fu piena di pianti e di alte grida; non di donna Clara e dei figli, poveretti, che in quel momento [...]
[...] e là. Spaventati da quel vociare improvviso là dove tutto taceva, alcuni corvi si alzarono gracchiando, e parecchi cani fuggirono saltando il [...]
[...] quali spezzate e rovesciate. In un angolo, nel verde cupo dell’erba, biancheggiava un mucchio d’ossa disseppellite, e buttate in quel canto, in [...]
[...] fodera di velluto. In quel momento si sentì un piccolo mormorio: era signor Vittorio che si faceva avanti. Signor Vittorio, oltre alla virtù di [...]
[...] zibaldone con un indice, indicante a che pagina si trovasse questo o quel discorso, per la morte, per esempio, di un assessore o di una fanciulla [...]
[...] anch’egli a vedere quel mondo nuovo! Questa idea non gli lasciò più pace; ed una volta che don Pantaleo era andato a Nuoro, per visitarlo, gli [...]
[...] un capriccio di quel bestione, li spendeva i quattrini, il padre, mentre per loro era tutto lesinato, tutto dato a malincuore. La volta che [...]
[...] , una macchina che si reggeva per miracolo, e che al più piccolo urto si sarebbe spezzata. Sisinnio e Taddeo avevano visto quel cambiamento [...]
[...] sfogo; non più preferenze, non più parzialità; da quel momento sarebbero stati tutti uguali. Zua, se così gli piaceva, avesse pure continuato a [...]
[...] buona volta, da quel suo maledetto paese, che ora gli era diventato odioso; però non aveva potuto far breccia in nessun posto. La porzione dei [...]
[...] citare signor Vittorio. Da quel momento Zua restò solo. Quella sventura impreveduta gli diede un colpo terribile che lo accasciò. Come avrebbe fatto [...]
[...] per l’avvenire, senza aiuto, senza consiglio? Chi lo avrebbe indirizzato nell’amministrazione di quel pò di patrimonio che gli era toccato [...]
[...] le sue veci, che sorvegliasse tutti i lavori, che facesse fruttare le sue terre. Ma come, ma dove trovarlo in quel paese maledetto, fra quei [...]
[...] seguito vegliò, pensando a quel difficile problema, che la sorte contraria gli proponeva. Un’aspra battaglia si combatteva nell’animo suo; o [...]
[...] maggiori umiliazioni, per campare la vita? L’idea del suicidio non gli era mai balenata. Don Zua non aveva quel coraggio; la morte lo aveva [...]
[...] viveva solo il conte Viale. Io non l’ho conosciuto; ma doveva essere un gran riccone quel conte, altro che i nobili di qui! Vada, vada, don Zua [...]
[...] quel momento passava la vecchia dell’asino, difesa da Signor Vittorio. Appena lo vide gli corse incontro con le mani ai fianchi: — Imbroglione [...]
[...] condannato, dal pretore di Fonni per il debito verso gli eredi Calarighes. — Ma di quale Università parla lei, se quel poveretto non ha fatto [...]
[...] discosti dal gruppo principale, commentavano la scenetta della vecchia con signor Vittorio. Passato quel primo quarto d’ora di vergogna, don Zua [...]
[...] coll’ondeggiare delle foglie, smosse leggermente dalla brezza. Egli capiva quel susurrare sommesso, ed il suo occhio esercitato correva, da un punto all’altro [...]
[...] , perchè tutti ci eravamo dimenticati di innaffiarlo, e sono andata ad attingere una secchia d’acqua dal pozzo. Quel pozzo che abbiamo fatto [...]
[...] andare all’inferno? ah, ah, ah! Don Zua era diventato pallido per l’emozione provata in seguito al racconto della giovinetta, che in quel momento [...]
[...] le parole della fanciulla; un pensiero dolce accarezzava la sua mente, e un’emozione che fino a quel momento non aveva mai provato gli diede [...]
[...] altro farò un pò stizzire le dame di Mamoiada, oh che gusto, che gusto! — Boella, gridò in quel momento il babbo di lei, dall’altro lato del campo [...]
[...] sentito quel dolce e misterioso palpito, che ora lo faceva pensare costantemente a Boella! Che ne fosse innamorato? Nella vita l’innamorarsi è un [...]
[...] labbra di fuoco, andava mano, mano, scomparendo tra le fiamme. In quel punto Margherita entrò spaventata nella camera di don Zua e lo svegliò [...]
[...] finta di non aver capito niente, ed uscì per portare il caffè al padrone. XVIII. Da quel giorno la pace aveva lasciato per sempre il cuore [...]
[...] sul povero don Zua, e ne godeva, soddisfatta. Vedeva il poveretto consumarsi, bruciato da quel fuoco lento, e tutti i giorni, con uno sguardo [...]
[...] l’avesse tenuta cara, perchè gli avrebbe portato fortuna. Egli da quel giorno aveva creduto alla potenza di quel talismano, che la fanciulla aveva [...]
[...] ambizioncella l’aveva; e quasi tutti i loro terreni erano confinanti. Non avrebbero fatto altro che atterrare i muri, per far casa comune. Da quel lato [...]
[...] gentile e flessuoso di Boella si sarebbe stretto fortemente al suo, quando, sullo stesso cavallo, avrebbero fatto quel lungo viaggio. Pensando a quel [...]
[...] cuore. In quel viaggio si sarebbe spiegato con lei; le avrebbe detto tutto, tutto. A misura che il giorno della partenza si avvicinava, don Zua [...]
[...] unghie delle tue care dame. Un picchiare sommesso al portone, giunse in buon punto per interrompere quel discorso increscioso per entrambi [...]
[...] . Margherita uscì per vedere chi fosse, e poco dopo introdusse zio Marco Santoru. Era questi un vecchietto arzillo, di buon umore, il quale in quel [...]
[...] qualunque ora, che in quel caso toccava alle donne il comandare. Zio Marco Santoru temendo d’essere stato già troppo indiscreto, si alzò, e inchinandosi [...]
[...] al mio cavallo. In quel momento la voce di don Zua tremava; ma non se ne poteva certo accorgere zio Marco Santoru che piangeva per allegrezza [...]
[...] don Zua dovesse andare a finire fra le grinfe di quel demonio in gonnella! Devono averlo stregato per bene, i begli occhi di Boella! oh povero [...]
[...] . — Andate là, zio Marco, che quel giorno non è lontano, perchè ho in mente di domandarvi un gran favore; per ora però non ne parliamo, ci sarà tempo [...]
[...] promesse. In quel momento lo scalpitare di parecchi cavalli e voci allegre rimbombarono nella via; un istante dopo fu bussato alla porta, ed una robusta [...]
[...] ? non vi pare ancor tempo di alzarvi? la strada è lunga, ed il sole brucia, in questa stagione. — È quel matto di compare Barraca, col resto [...]
[...] Domenica con un mobile come voi! — Ecco, ecco; ma che c’entra ora comare Domenica, non mi parlate di lei, che l’ho lasciata alle prese con quel nido di [...]
[...] , vedrete, comà, quando c’entrerete anche voi in quel bagno, se sarete così pronta nell’andare alle feste. — Dio me ne liberi, io non voglio [...]
[...] , e fece mostra di non aver sentito. In quel frattempo, Marco Santoru passava in giro l'acquavite ad una diecina di uomini che erano tutti a [...]
[...] che era spuntato da poco, non penetrava che a sprazzi fra quel verde fogliame, che stormiva cupamente, smosso da una brezza fresca, profumata [...]
[...] viottola, e brucava l’erbetta verde di uno spianato, protetto dall’ombra di folte querce. In quel momento un galoppare frettoloso richiamò alla [...]
[...] quel tale matrimonio, presto o tardi sarà cosa vostra. Zio Santoru fece finta di non sentire, e gli altri, per riguardo a don Zua ed a Boella [...]
[...] ragazze che conoscevano perfettamente il suo segreto. Boella era raggiante di gioia e di bellezza. Quel po’ di sole preso nel viaggio aveva leggermente [...]
[...] ognora più, rendendolo sempre più suo schiavo. Nella dolcezza di quel riposo le ore erano passate veloci, e la sera cadeva. Lontano, sulla costa [...]
[...] del monte, Gavoi incendiato dal fuoco di quel tramonto primaverile, naufragava in un mare di luce e di colori. Fu dato il segnale della partenza [...]
[...] certe boccate di fumo abbondanti come nuvolette. Egli vide da lungi la comitiva, ed indovinò che fra quel nugolo di camice bianche e di corsetti [...]
[...] fantasticherie poetiche e diede ragione ai vecchi. — Quel che parmi un po’ scorretto si è che tutti dobbiamo andare in casa del vostro amico, compare [...]
[...] rosicare. Ma ciò che li faceva mormorare era che quel servo di Dio li smungesse peggio dell’anticristo, allorchè avevano da spartire con lui, e non si [...]
[...] buono che a dir messa, e confessare, come un servitore del pubblico. Il giudice aveva paura dei giornali, dell’opinione pubblica, di quel che [...]
[...] gli avevano fatto il malocchio e la iettatura; quel po’ di grazia di Dio che mangiava a tavola, gli dava gran travaglio, la notte; mentre suo [...]
[...] rubassero. Giusto in quel momento vennero a dirgli che il Re voleva parlargli. Veramente non era il Re che voleva parlargli, perchè il Re non [...]
[...] viaggio sino a Caltagirone con quel tempaccio. Per conto suo, com’è vero Dio, in quel momento avrebbe preferito trovarsi nella sua casuccia, dove [...]
[...] rassettare ogni cosa per la notte. All’alba lo fece saltar su da quel dormiveglia la tromba dei soldati che suonava come un gallo che sappia le [...]
[...] spegnevano mai quei lumi? e che aveva il braccio di ferro quel sagrestano per suonare a distesa notte e giorno? Intanto nel piano di San Giacomo [...]
[...] nero che dovevano averci la tarantola nelle ossa con quel po’ di tramontana che spazzava la nebbia dal piano di San Giacomo. Il Re stavolta [...]
[...] ! che compare Cosimo si sentì rientrare le gambe nel ventre, tanto più che in quel momento si udì un grido da disperati, la folla ondeggiò come un mare [...]
[...] cavalcioni sulle stanghe, come soleva fare quando non portava la sua regina, e lasciarsi cadere la testa sul petto a schiacciare un sonnellino, sotto quel [...]
[...] bel sole e colla strada piana che le mule l’avrebbero fatta ad occhi chiusi; mentre le mule che non avevano giudizio, e non sapevano quel che [...]
[...] piccola com’era, e le mule che non avevano giudizio con quel carico leggiero, e tutto quell’orzo che avevano nella pancia, provavano una gran [...]
[...] facendo vedere alla Giustizia che non era il caso di ribellione, perchè l’acchiappaporci quel giorno non aveva il berretto col gallone del [...]
[...] purgatorio. – Almeno prima la spazzavano loro la stradicciuola. – Tutto quel concime sarebbe tant’oro per la chiusa dei Grilli! – sospirava [...]
[...] Giustizia. Vennero il giudice, il cancelliere, e don Licciu Papa, a vedere 34 se il Reverendo era padrone d’inaffiare i suoi fiori, che quel giorno non [...]
[...] inferriata, e il giudice, e il cancelliere, e tutti, guardavano cogli occhiali sul naso, e pigliavano misure che pareva un tetto di barone, quel [...]
[...] Curatolo Arcangelo di quel pane non ne mangiava, e voleva chiamare don Licciu Papa per condur via a forza la figliuola. – Almeno quando saremo via di [...]
[...] quel che gli pareva e piaceva. – Ah! è padrona? – borbottava curatolo Arcangelo. – Anch’io son padrone! – E appena incontrò il signorino, che gli [...]
[...] : – È pel Mistero; lascialo fare. Il Signore ci manderà la buon’annata. Non vedi quel seminato che muore di sete? 39 Tutto giallo, del verde-giallo [...]
[...] , in quel momento che i ladri erano lì lì per agguantare San Giuseppe pel mantello. – Ora state a vedere l’incontro del patriarca San Giuseppe coi [...]
[...] che tutti erano contenti! Nella sua casa sola! Buttata lì davanti a quel lettuccio come un sacco di cenci, disfatta, diventata decrepita tutta in [...]
[...] vedeva altro che quegli occhi appannati del figliuolo e quel naso affilato. Gli avevano chiamato il medico; ci avevano condotta comare Barbara, quella [...]
[...] intendere che si sentiva meglio davvero, con quel cotone miracoloso sullo stomaco. Egli accennava di sì col capo, con quel sorriso tanto triste dei [...]
[...] impazzì a strologare i numeri di quel fatto: ma chi ci 47 vinse l’ambo fu solo la gnà Venera. Anzi ci avrebbe preso il terno se ci metteva anche il [...]
[...] di nessuno! Credete che l’abbia preso soltanto pei begli occhi del padrone tutto quel solfato e tutta quella malaria per trent’anni? Compare [...]
[...] quel bagno freddo gli avrebbe fatto tornare la febbre peggio di prima. – Ah! singhiozzava il giovanetto colle mani nei capelli, – per me non c’è più [...]
[...] quel modo, e suo marito grasso e grosso avevano il cuoio duro, e rimasero soli a guardar la casa. La malaria non ce l’ha contro di tutti. Alle volte [...]
[...] quinta, se la figlia di massaro Turi Oricchiazza non gli faceva rispondere: – Dio ne liberi! nemmeno se fosse d’oro, quel cristiano! Ei si mangia il [...]
[...] dell’osteria. – Stavolta voglio pigliarmi una che è avvezza alla malaria – aveva detto dopo quel fatto. – Non voglio più soffrirne di questi dispiaceri. Le [...]
[...] preparava una minestra da leccarvene le dita. Ora mi toccherà comprare il pane a bottega, da quel ladro di mastro Puddo; e di minestre calde non ne [...]
[...] ripensato tanto a quel che vuol dire la roba, quando andava senza scarpe a lavorare nella terra che adesso era sua, ed aveva provato quel che ci vuole a [...]
[...] calamita, perchè la roba vuol stare con chi sa tenerla, e non la sciupa come quel barone che prima era stato il padrone di Mazzarò, e l’aveva raccolto [...]
[...] gente; e non sapeva quel che ci era voluto ad acchiappare quella fortuna: quanti pensieri, quante fatiche, quante menzogne, quanti pericoli di [...]
[...] da mangiare. – Lo vedete quel che mangio io? rispondeva lui, – pane e cipolla! e sì che ho i magazzini pieni zeppi, e sono il padrone di tutta [...]
[...] , e avevano un bel gridargli: «Arriccà!». Compare Neli, come lo vide vispo e cocciuto a quel modo, che si leccava il muso alle legnate, mettendoci [...]
[...] . – Il puledro è bello – diceva il padrone – e val più di trentacinque lire. Non ci badate se ha quel pelame bianco e nero come una gazza. Ora vi [...]
[...] meglio di una mula e mi ha fatti più figli che non abbia peli addosso. In coscienza mia! non so d’onde sia venuto quel mantello di gazza al [...]
[...] tiene le orecchie! Un asino che tiene le orecchie ritte a quel modo lo potete mettere sotto il carro o sotto l’aratro come volete, e fargli [...]
[...] spalle e arricciando il naso, mentre il padrone gli faceva girare il puledro dinanzi. – Uhm! – borbottava compare Neli. – Con quel pelame lì, che par [...]
[...] l’asino di san Giuseppe! Le bestie di quel colore sono tutte vigliacche, e quando passate a cavallo pel paese, la gente vi ride in faccia. Cosa [...]
[...] . – Vedete se ha trovato un altro compratore per quel prezzo? In tutta la fiera non c’è più che quattro montoni rognosi e l’asino di san Giuseppe [...]
[...] dallo speziale. – Li ho minchionati! Io glielo avrei dato anche per venti lire; gli asini di quel colore lì sono vigliacchi. E compare Neli [...]
[...] vedeva passare l’asino col padrone nuovo, diceva: «Quello era la nostra sorte; quel pelame bianco e nero porta allegria 91 nell’aia; e adesso le [...]
[...] di zappare il seminato pareva la barba del diavolo, tanto era rado e giallo, come se l’avessero bruciato coi fiammiferi. «Malgrado quel maggese [...]
[...] bestemmiando massaro Cirino di faccia a quelle spighe tutte ritte come pennacchi, che non ne voleva neppur l’asino; e sputava in aria verso quel [...]
[...] colle bisacce vuote, gli chiese: – Cosa volete che vi regali per l’asino di san Giuseppe? – Datemi quel che volete. Maledetto sia lui e il santo che [...]
[...] quel pelame bianco e nero gli pareva che non dicesse in mezzo alle altre sue bestie morelle: – Questo non fa niente, rispose compare Luciano. Anzi [...]
[...] tanti cristiani che non stanno meglio, e non hanno nemmeno quel cencio di tabarro nel quale il ragazzo che custodiva il branco dormiva raggomitolato [...]
[...] limite del bosco per ammassare il carico, che madre e figlio credevano farsi ricchi a quel mestiere, tanto che finalmente il campiere del barone colse [...]
[...] sante! – borbottava la donna – portatemelo voialtre quel carico di legna! E i passanti tiravano l’asino per la coda e gli mordevano gli orecchi per [...]
[...] Castelluccio. – Pigliate questo, per amor mio, compare Santo. È di quel che beve il padrone. – Oppure: – Ho pensato che l’altra settimana vi [...]
[...] : – diceva la Nena, seduta sul muricciuolo verso il sole che tramontava. – Io non ho nè terra, nè case; e quel po’ di roba bianca ho dovuto levarmela di [...]
[...] festa a compare Santo, che gli giuocava quel tradimento. – No! non ne faccio di queste cose! – rispondeva Santo colle mani in croce. – Vostra figlia [...]
[...] che le portavano via. – Questa non è acqua per la mia bocca. – Essa restava in un cantuccio, con tanto di muso, quasi sapesse già quel che le [...]
[...] Castelluccio. Quel mariuolo del camparo aveva fatto il suo interesse a maritare la figliuola senza dote, e doveva pensarci compare Santo a mantenerla [...]
[...] cuore, quel seminato: prima giallo, ammelmato dal gran piovere; poi, quando ricominciava a pigliar fiato, le erbacce, che Nena ci si era ridotte le [...]
[...] rotta dalla salita, di quel che si avrebbe fatto, se il Signore benediceva i seminati fino all’ultimo. Ora non avevano più a discorrere dei [...]
[...] paese, e nessuno mi compra le mie rane. Vi capacita? Alla ragazza quel «sorella mia» le scendeva al cuore dolce come il miele, e ci ripensava tutta [...]
[...] marito. – Se sapevo quel che veniva dopo, non l’abbindolavo, no, vostro fratello; chè se prima avevo bisogno di un pane, adesso ce ne vogliono [...]
[...] bianca, questi son tutti orecchini e collane d’oro; in questa giara qui ci son 12 cafisi d’olio; e quel graticcio è pieno di fave. Se voi siete [...]
[...] alla sorella – ci abbiamo in capo gli stessi grilli che hai tu adesso, e cerchiamo soltanto quel che ci piace, senza pensare al poi. Domandalo ora [...]
[...] alla Rossa se si dovesse tornare a fare quel che abbiamo fatto!... La Rossa, accoccolata sulla soglia, approvava col capo, mentre i suoi marmocchi [...]
[...] medicine; ma curatolo Vito era un povero diavolo che campava su di quel po’ di mandra, e il ragazzo 117 lo teneva proprio per carità, chè quelle quattro [...]
[...] quel pezzetto di pascolo al Camemi, dove la malaria quagliava come la neve, e Carmenio aveva presa la terzana? Un dì che il ragazzo si sentiva le [...]
[...] s’era mezzo mangiato. Nonostante zio Cheli, rincantucciato sotto un tettuccio di frasche, lo guardava come la pupilla degli occhi suoi, quel seminato [...]
[...] citazione, fu come un colpo d’accidente per lui e sua moglie. – Ah! quel birbante di Carmenio ci ha rovinati del tutto! Andate a far del bene, che [...]
[...] grembiale; ed anche la Rossa, poveretta. In quel momento avevano fatto la pace, e si tenevano abbracciate, piangendo insieme. – La Rossa ha il cuore [...]
[...] cassettone e ogni cosa; talchè Lucia voleva lasciarli soltanto dopo che era morta. In quel mentre faceva l’occhietto a Brasi, e gli confidava che fra due [...]
[...] quanta carne mettevano al fuoco. Era ricco, sì, ma sapeva quel che ci vuole a far la roba, e litigava tutto il giorno con sua moglie, la quale aveva [...]
[...] sottoscala, o nel cantuccio del forno, quando non c’era Brasi. Ormai a quel cristiano gli voleva bene, collo stare insieme davanti al fuoco tutto il giorno [...]
[...] grande e scura al pari di una chiesa, e non si udiva una mosca in quel sotterraneo, soli tutti e due, Brasi e Lucia, egli le mise un braccio al collo e [...]
[...] l’altro. – Ah! – disse Brasi, grattandosi il capo. – Andiamo di sopra, che può venire il padrone. Lucia era tutta contenta dopo quel bacio, e le [...]
[...] sembrava che Brasi le avesse suggellato sulla bocca la promessa di sposarla. Ma lui non ne parlava neppure, e se la ragazza gli toccava quel tasto [...]
[...] voluto. E son qui tutto per voi; ma senza parlar di quella cosa. – No! Non ne mangio di quel pane! lasciatemi stare, e non mi guardate più! Ora [...]
[...] rompersi il collo con quel vecchiaccio del padrone, e procurarsi la dote colla sua vergogna. Ormai!... Ormai!... Don Venerando l’era sempre attorno, ora [...]
[...] perchè sua moglie non udisse, rimproverando la ragazza che gli mancava di rispetto, col farlo correre a quel modo! – No! no! – ella pareva una gatta [...]
[...] ti regalerei 20 onze per la tua dote. Brasi per 20 onze si fa cavare tutti e due gli occhi! Ah! quel cuore nero di Brasi! La lasciava nelle manacce [...]
[...] fichidindia, lassù, che c’è gente. La mandra si vedeva tuttora sulla roccia, verso il cielo, per quel po’ di crepuscolo che si raccoglieva in cima ai [...]
[...] bocca di un forno; null’altro. E la costa dirimpetto, e la valle profonda, 133 e la pianura della Lamia, tutto si sprofondava in quel nero senza [...]
[...] tristamente l’aia magra, in mezzo alle stoppie riarse, sotto quel cielo di fuoco che non lo sentiva nemmeno sul capo nudo, dalla disperazione [...]
[...] , quel che succedeva. Lei, poveretta, fingeva di non accorgersene. Prima era andata col marito a pregare, a scongiurare, dal notaio, dal giudice [...]
[...] notte sgattaiolò fuori di nascosto, come se avesse avuto vent’anni, o l’innamorata che l’aspettasse, e non si sa quel che andò a sorprendere a casa [...]
[...] ci aveva negli occhi. Ah! quel che aveva trovato! lì, a casa sua! in quel camerino di sua figlia che nemmeno c’entrava il sole!... Il ragazzo di [...]
[...] sarebbe stato notaio, anche lui! 153 Non importa! Ora che si avevano le mani rosse di quel sangue, bisognava versare tutto il resto. Tutti! tutti [...]
[...] addentato una mano che lo stringeva alla gola e non la lasciava più. Le scuri non potevano colpire nel mucchio e luccicavano in aria. E in quel [...]
[...] trovavano più. I primi che cominciarono a far capannello sul sagrato si guardavano in faccia sospettosi; ciascuno ripensando a quel che doveva avere [...]
[...] gli sarebbe toccato di sua parte, e guardava in cagnesco il vicino. – Libertà voleva dire che doveva 156 essercene per tutti! – Quel Nino Bestia [...]
[...] , e quel Ramurazzo, avrebbero preteso di continuare le prepotenze dei cappelli! – Se non c’era più il perito per misurare la terra, e il notaio per [...]
[...] lunghe, stavano sul monte, colle mani fra le cosce, a vedere arrivare quei giovanetti stanchi, curvi sotto il fucile arrugginito, e quel generale [...]
[...] vi chiamate? – E ciascuno si sentiva dire 160 la sua, nome e cognome e quel che aveva fatto. Gli avvocati armeggiavano fra le chiacchiere, coi [...]
[...] non essere stati dei galantuomini di quel paesetto lassù, quando avevano fatto la libertà. E quei poveretti cercavano di leggere nelle loro facce. Poi [...]
[...] canzone della notte taceva come sbigottita e disorientata in tutto quel movimento. Sul mare turchino e lucente, delle grandi vele spiegate [...]
[...] leggenda, mentre egli li accennava ad uno ad uno. Colà la Malaria; su quel versante dell’Etna il paesetto dove la libertà irruppe come una vendetta [...]
[...] un aspetto malinconico; poi il raggio color d’oro si fermava un istante su di un cespuglio in cima al muricciuolo. Anche quel cespuglio aveva la [...]
[...] ancora di quel tempo, in mezzo alle ebbrezze diverse, alle feste febbrili, al turbinoso avvicendarsi degli eventi, alle aspre bisogne della vita [...]
[...] della magnolia. Come batteva forte il cuore a lui! come era squisita e trepidante la gioia di quel momento! Ma allorchè si rividero l’indomani non [...]
[...] aveva detto: – Bisogna che vada con lui! – Anch’egli aveva ricevuto un telegramma che lo chiamava lontano. Su quel foglio ella aveva scritto Per [...]
[...] orecchio a quel che si dice intorno ad esso da amici e avversari. Col suo lavoro, l’artista ha voluto produrre una ripercussione delle sue [...]
[...] ; quella prosa moderna, quel dialogo moderno bisognava, insomma, inventarlo di sana pianta. I toscani, che avrebbero potuto darci il gran soccorso [...]
[...] all’opera, avean già fatto molto anche per quel che riguarda l’osservazione, il contenuto dell’opera d’arte. Da gente abile, sperimentata [...]
[...] , ci faceva apparire più imitatori di quel che non eravamo in realtà. Un torinese, un milanese, un fiorentino, X un napolitano, un palermitano [...]
[...] confronto delle tante ricchezze di arte di quel genere che le altre nazioni posseggon da un pezzo. Che possiamo noi farci, se non volete [...]
[...] , dovremmo parlare XVI quasi a quel modo... Ma abbiamo forse avuto il tempo di prender dei bagni di filologia? Abbiamo dovuto contentarci del [...]
[...] di mare, e udendolo urlare a quel modo trasaliva e si grattava il capo senza dir nulla. La piccina piangeva, e quei poveretti, dimenticati sulla [...]
[...] tacquero per vederla passare come fosse già una cosa curiosa. — Requiem eternam, biascicava sottovoce lo zio Santoro; quel povero Bastianazzo mi [...]
[...] tratto, pur ammirandolo molto, vorrebbero gridargli: o faccia una bella stonatura, in nome di Dio! È quel che ci vuole — E non glielo dicono [...]
[...] quel comodissimo mestiere. Ed è per così poco che voi vi indegnate, che voi ingrossate la voce e predicate il finimondo? Guardate qui [...]
[...] peggior dell’accusa. Vorrà dire che essi non hanno saputo XXVIII indovinare il segreto processo di quel fatto vero, che nella loro [...]
[...] per visitarla e si fermava tutto quel giorno a casa. « Venuta la sera, la casa era gremita di gente: Rosa Sciacca, Pino XXXIII Gentile ed [...]
[...] sopraffarà, se voi non avrete indovinato l’intimo processo di quel suo problema e non lo avrete rifatto organicamente tal quale. Organicamente [...]
[...] diventati forma, organismo XXXVI vivente per l’eternità, legalmente iscritto nello stato civile dell’arte, insomma, quel che dovevano essere [...]
[...] addietro, comunicate all’autore. Il fotofono cerebrale applicato al cadavere di un armatore olandese suicida avea dato, in quel caso, i XXXIX [...]
[...] più meravigliosi resultati. E così noi possiamo conoscere le sensazioni e le idee di quel morto, durante la continuazione della sua vita cerebrale [...]
[...] d'immaginazione? Qui vi casca l’asino. — Inventano, creano, signori belli! Tutto quel materiale accumulato è roba morta. Voi, io, il più [...]
[...] ben cinquanta volumi. Che è per questo? Noi non li scriveremo mai; e se tenteremo di scriverli, faremo tutto quel che ci parrà, ma non già [...]
[...] descrizione oziosa nelle cose del Verga, e vi darò causa vinta. Se quel suo dialogo narrato, se quella sua narrazione parlata dal personaggio, che danno [...]
[...] morrebbe di malaria. L’emozione! L’interesse! O volgetevi addietro: quarant’anni fa l'Angiola Maria faceva versare fiumi di lagrime; oggi quel [...]
[...] un’altra ragione. Già, da qualche tempo in qua, sbadigliate molto meno; presto o tardi, non sbadiglierete più. Avrete fatto l’occhio a quel disegno [...]
[...] , a quel colore che ora vi sconvolgono i nervi; avrete fatto l’orecchio a quella combinazione di suoni che ora vi sembra una stonatura di casa [...]
[...] l’ammirazione per quel suo Principe Galeotto diventerà ancora più grande nell’avvenire. Però vorrei vedere che viso voi fareste se uno dei nostri [...]
[...] , costringer nelle note musicali o nelle pagine d’un libro quel momento dell’alta sua vita ideale; poi via, da capo, finchè ce ne sarà [...]
[...] artistica, avevo dovuto sospendere la lettura, poi avevo continuato, passando di sorpresa in sorpresa, stentando a persuadermi che quel [...]
[...] quel contenuto, qualunque esso sia, è riuscito a organizzarsi, a prender forma, a diventare qualcosa d’indipendente, di vivo nelle creature che [...]
[...] noi: quel loro misticismo è roba romantica già passata di moda: e il libro resta come un documento storico da cui l’arte moderna non ha nulla [...]
[...] Monaca di Monza desidera vederlo — Il Manzoni, 14 quel giorno perdette un po’ la sua calma abituale e gli fece rispondere: — Don Alessandro [...]
[...] gli occorreva di racimolare penosamente da questo o quel manuale archeologico i materiali esteriori del lavoro. Essi andavano, sto per dire [...]
[...] caratteristica sta tutta nella differenza, non nella rassomiglianza. Per dirne una, la tristezza, la malinconia, quel che di vago, di sfumato del [...]
[...] tanto su quel paesaggio (I) Canto novo — Terra vergine — Roma, Sommaruga, 1882. 28 vasto, pieno di mormorii, riscintillante, una figura [...]
[...] ? Perciò essa diventa analitica, eccessivamente cesellata, spesso contorta; come se una convulsione la scuotesse tutta in quel suo avido inseguire il [...]
[...] , diventata più sicura nelle mani del poeta, vi supera di altrettanto le incertezze e le fiacchezze di quel primo saggio. Però neppure nel Canto [...]
[...] protendevano Lunghe l'ombre sovra l'acque Che, correndo, le rompevano. Ed era proprio così in quel momento, presso il cancello delle Cascine [...]
[...] ritrovavo tutto il Nencioni in ogni linea, in ogni frase di quel volumetto assai meglio che non l'avessi prima riconosciuto nei medaglioni sparsi nei [...]
[...] preferenze e capricci. Come in tutti gli amanti, si verifica dentro di lui quel processo di eliminazione che è il fenomeno più caratteristico [...]
[...] . Dio, Cristo, la sua misericordia, la sua redenzione, quel mondo di divine promesse 56 colla sua eterna felicità o colla sua eterna [...]
[...] lasciar intravedere quel lavorio, parte meditato, parte inconsciente, da cui viene elaborata l'opera d’arte moderna. Nel Nabab, nei Rois en exil [...]
[...] subito a quel latino dalle larghe spalle e dalla parola possente che tien oggi nel suo pugno d’atleta i destini politici della Francia (I); si pensa [...]
[...] nera capigliatura che le mangia metà della fronte, quel viso con tutto 65 il sangue a fior di pelle, con quei begli occhi dorati, di ranocchio [...]
[...] , quel giovine studente, insomma, che passa le serate al caffè Malmus, nel quartier Latino, discutendo in dialetto coi suoi focosi compaesani [...]
[...] ; e, poi, quel processo di stampa del Furet che rivela, più che agli altri, a sè stesso un oratore di prima forza nel giovane avvocato senza [...]
[...] vivace, impressionabile, lo stile caldo e pittoresco, ed insieme la osservazione acuta e il buon senso che sorride; proprio quel che ci vuole per [...]
[...] meno vero che le parole significhino sempre o qualcosa di più o qualcosa di meno di quel che suonino in realtà. L’intiero romanzo è concepito [...]
[...] presentato in casa Le Quesnoy come candidato alla mano d’una delle due ragazze di quel Consigliere della Corte d’Appello. Non si tratta, è bene [...]
[...] fa sentire il fascino della sua voce, ma la travolge in quel suo fiume di generosa eloquenza 71 che ha parlato così appassionatamente di [...]
[...] Numa. 73 Egli si annoia in quel sobborgo di San Germano, fra le viete illusioni legittimiste. La sua attività sente bisogno d’un campo [...]
[...] ad Aps, in mezzo al chiasso indiavolato della festa nazionale, con quel sole cocente, la bizzarra e rozza figura del suonatore di piffero e di [...]
[...] segreto della forza, della personalità, del carattere di essa o quello che a lui è parso tale. È stato un momento! E la terribile figura di quel [...]
[...] quelle fibre tese, a battere all’uscio di quel cuore così violentemente chiuso ad ogni sentimento di terrena pietà. Lo Shakespeare non ci [...]
[...] declamazione, puro sfoggio di concetti, pura rettorica insomma. 86 E così, quel grand’uomo d’azione che fu Torquemada, non fa quasi altro [...]
[...] ridicolo. Quel Torquemada che ha indetta la sua crociata contro il peccato, contro la bestemmia, contro i brutali rinnegatori del sangue di Gesù [...]
[...] ; quel Torquemada che accende roghi, che bolla col marchio rovente, che imprigiona, che confisca in nome e per conto della giustizia di Dio; quel [...]
[...] grande inquisitore, quel gran teologo può dunque, tutto ad un tratto, precipitar dalla sua altezza, diventare un volgare superstizioso, un [...]
[...] ora, alla rappresentazione, capivo quanta potenza drammatica avea profuso il Dumas in quel personaggio, il solo che 96 apparisca vivo e [...]
[...] bocca che s’increspava nella convulsione della rabbia, e diventava ammaliatrice quando si apriva ai terribili sorrisi che facevano fremere quel [...]
[...] suo piccolo pugno, e lo 97 scuoteva, e lo tormentava, ne faceva, come del suo Claudio, quel che le pareva e piaceva. Però, se sentivasi la [...]
[...] possente mano del maestro in quel carattere, in quel personaggio a cui la signora Duse prestava tutte le ricchezze del suo talento di artista [...]
[...] del romanzo. Non faccia specie quel raffinata accoppiato ad ingenuità, nel Giappone è così. Pittura e letteratura non sono tanto rozze e [...]
[...] storia di fedeltà, come poteva ispirarla quel sistema feudale che esercitò per più di settecento anni la sua straordinaria influenza sul Giappone [...]
[...] . Oggi quel mondo feudale è un ricordo storico anche là; ma le tombe dei quarantassette rônini continuano ad essere tuttavia oggetto di [...]
[...] dei rônini dell’Ordine della Foglia d’Oro, adempiendo appuntino la profezia del romanziere. Rônin vien chiamato quel samurai — nobile — che per [...]
[...] Kira come regalo del loro signore. I due consiglieri stimarono che dare al Kira quel denaro equivaleva a buttarlo in mare; e così, per la loro [...]
[...] ripulire questa pianta, vi siete servita di uno dei vostri spilli per togliere una bacca inaridita e avete lasciato sull’orlo del vaso quel [...]
[...] presente pericolo? « Il principe Campomattino non le fece nessun rimprovero per quel grido di donna e di sposa; si contentò di rispondere [...]
[...] , e così nascose agli occhi del suo signore quel doloroso spettacolo ». Poco dopo arrivarono i commissari del Consiglio degli Anziani. Ricevuti [...]
[...] un muto addio, portò la mano, con aria calma, al pugnale che aveva a destra.... » Da quel giorno in poi i fedeli samurai, diventati rônini per [...]
[...] in un ripostiglio di carbone dove s’era nascosto; e, siccome invitato a darsi la morte quel vile non ne avea il coraggio, egli lo uccise e gli [...]
[...] serve umilmente fino all’arrivo di quel familiare che così fa scoprire lo strano raddoppiamento di persona. « Se il lettore desidera assicurarsi [...]
[...] quel sacro deposito sia ben custodito. Le sue stanze erano sempre ingombre di vasi di fiori: amava portare spesso un mazzolino all'occhiello [...]
[...] del Metastasio, piuttosto che accettare a quel patto. * * * La sua critica, nelle appendici della Gazzetta ufficiale torinese, era anch’essa [...]
[...] , quel qualcosa fuor del verso, fuor della strofa, fuori dell’azione, quella vera opera d’arte che può farne senza; insomma: il sentimento indefinito [...]
[...] intravveduta; la malìa si rompe, la figura riprende le giuste proporzioni della realtà, e noi proviamo la fredda sensazione di un distacco immenso. Quel [...]
[...] quel volontario di Curtatone immiserito dalla scolastica e dal senso comune, quando tra i nostri aleggiava 141 da un pezzo lo spirito [...]
[...] , che oggi passerebbero affatto inosservati, in quel tempo erano notevolissimi per quell’intimo calore da cui veniva rivelata nell’ingegno rude [...]
[...] ai grandi drammi shakesperiani, una vera storia d’Italia drammatizzata. Si sorriderà leggendo quel brano dei Ricordi del Macherione dove dice [...]
[...] quel presentimento e la sua allegria diventava chiassosa; però ci si vedeva lo sforzo. Una sera con una comitiva di amici eravamo andati fuor [...]
[...] faccia e si era storto il naso a 145 furia di appoggiarvi un dito o il pomo della mazza di una parte. In quel momento i nostri urli naturalmente [...]
[...] , completa una serie meravigliosa di lettere per le quali Bernardo Celentano ci apparisce più grande e più simpatico di quel che forse non parve a [...]
[...] Dio; ascoltassi la voce del Signore che parlava nel mio interno. » Niente altro. Non era precisamente quello che gli occorreva in quel momento [...]
[...] giusto! « Pilato. Non ho l'animo tranquillo; — quel nazzareno è innocente. — È forse un poco matto — perchè si crede figliolo di Dio. — Ma io voglio [...]
[...] 162 questi piedi — camminarono sulle acque — come su terreno solido! — Ecco perchè quel petto — fu pieno di carità — e vi batteva il cuore — più [...]
[...] quel povero asino di S. Giuseppe la cui storia interessa e stringe il cuore (*) Giovanni Verga — Novelle rusticane, con disegni di Alfredo [...]
[...] alzarsi. « — Anime sante! — borbottava la donna — portatemelo voialtre quel carico di legna! « E i passanti tiravano l'asino per la coda e gli [...]
[...] meglio di prima. » Il comico che rasenta il tragico è magistralmente concentrato nella chiusa, in quel ragionamento di persona soddisfatta [...]
[...] . — Ah, non mi domandate il mio parere su questo; potrei dirvi delle cose che forse vi farebbero perdere quel po’ di buona opinione che avete di me [...]
[...] contavo. La donna spia! ecco l’amo... Il pubblico doveva mordere, per forza; non vedeva altro in quel momento. Quando il pubblico è preoccupato [...]
[...] storia di quel profumo dei guanti e di quel foglio di carta nell’atto quinto della Dora. Per poco che uno rifletta... Ma, caro signore, se voi [...]
[...] poesia primitiva. Il Severini racconta, nella prefazione, che il Massarani, quando ebbe in mano quel Libro di Giada che poi tradusse così [...]
[...] elegantemente in italiano sulla traduzione francese della figlia del Gautier, andò a domandargli con tutta serietà se veramente quel libro non era una [...]
[...] innocente e graziosa finzione. — Ma come? Perchè ne sospetta? — disse il Severini. — Perchè vi si trova — rispose il Massarani — quel [...]
[...] larghezza — e torniamo al Giappone, o meglio, a quel rivolo d’arte giapponese che il Severini ci appresta, per notare un riscontro curioso [...]
[...] descrizioni classiche essi hanno sostituito, sto per dire, la personalità dell’oggetto. Quel tramonto, quel paesaggio, quella camera, quello studio di [...]
[...] ragioni per farlo elevare a quel posto dove Edmondo de Goncourt, Emilio Zola e Alfonso Daudet avrebbero dovuto sedere prima di lui. Ma non è di [...]
[...] importa? La realtà non è mai così eloquente come queste viventi creature dell’arte. La volgarità dei personaggi sparisce; quel loro stato [...]
[...] accaduti al mio paese o in quel vcinato. Per amor di varietà poi v'ho messo alcuni Caratteri e parlate prese dal vero che mi parevano degne di nota: il [...]
[...] soggetto è posposto, come in quel luogo di Dante: «Di quella scheggia usciva insieme - Parole e sangue». Inf. XIII, 43-44. xii. L'uso della forma [...]
[...] precedente, com'è quel luogo di Dante Inf. XXV, 136: « Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto » ; l'oratio historica che tutto a un tratto [...]
[...] gambe e colle braccia, e lì sannotti in quel pane. Il capitano per caso lo vide in quella conformità: «Per mio Santo! e voi avete il coraggio anche [...]
[...] ! un'impallinata nel didietro. Il lupo a quel gran colpo e a quella popò di grandinata nelle natiche, si dette alla fuga dicendo: « Se questo en le [...]
[...] pastore! fai bene. Buon viaggio! » E fra sè disse: « Lascia fare a me, chè oggi ti rosolo io! » E quel giorno al monte giù acqua a rovesci, un vero [...]
[...] cominciava a entrare in materia; spiegava il giornale, trovava que' punti che sapeva lui: « Ma eh! Signor Rettore, ma eh! Signor Agostino, a quel [...]
[...] tutti, così che ogni po' po' s'andavano a far delle visite; e i suoi sudditi di lui gli volevano tanto di quel bene, che si sarebbero buttati nel fuoco [...]
[...] stata inutile, proprio tanti fori nell'acqua. Povero re! se avesse potuto far guarire la sua moglie da quel male lì così, si sarebbe tramutato anco [...]
[...] ha quel male benedetto che ogni tanto gli piglia senza che se ne accorga, e se anche è in cima a un precipizio, casca giù tutto in un fascio, così [...]
[...] gli antenati che verranno 'un avran più da quistionare». - «Sentite quel giovanotto, là su quell'albero, che bruca la foglia e canta come una [...]
[...] quel che tira, mette tutto in casa. Io tesso e filo; poco ve', perchè tra le faccende e tra badare ai figlioli, poco tempo mi rimane; ma pure ogni [...]
[...] diciamo tante cose, si mangia quel boccone in santa pace e poi si va a letto tranquilli e contenti. Saran lettacci duri, ma a noi , gua', ci pare [...]
[...] del fuoco, uno di qua e uno di là. Il giorno la moglie era ita per legna, e ne aveva fatto un bel fascetta. Se ne stavano dunque lì a quel calduccio [...]
[...] senza mezzi, senza neanche un soldo; ci tocca a campare giorno per giorno, con quel po' che s'accatta, e bisogna rovinarsi e frustarsi la vita, ogni [...]
[...] fosse stata di pasta! E così eccoti quel povero vecchio monco da un braccio. All ora sì che fn una disperazione! « Ohimè! povero me, senza una mano [...]
[...] ...» In quel momento la goccia si staccò, e andò per appunto nel paiuolo. «Dunque faccio mettere un piatto anco per voi?» «No, no, non vi state a [...]
[...] Bennardone, e ora stronfìano su per le cime, mi vien sempre in mente la parola di quel vecchietto. In un certo paesello di campagna, siccome alla [...]
[...] quel giardino. I suoi se ne tenevano di una fanciulla così come d'un fiore all'occhiello, e sua madre non la vedeva mezza dal bene che gli voleva [...]
[...] , ma i capelli seguitavano a piovere senza che però lei stesse peggio di salute. Ora per caso avvenne che andò a lavorare in quel paese un muratore [...]
[...] passanno le parti, fino a mettersi a di brutti rischi. Stando lì aveva fatto amicizia col damo di quella ragazza, e una sera quel giovanotto, di [...]
[...] voluto per damo, e io per salvarmi la feci». Quando quell'altro si sentì fare quel discorso lì, spalancò due occhi come due finestre, e gli [...]
[...] una sera sola? Non basterebbe tutto stanotte e tutto domani a leggere quel libro ... E poi se sapéssete quando viene la Controparte! ... » - «E [...]
[...] .... Quel più grande in casa ce l'avete? » - «No, è a lavorare; che volete da Silvio?» - Lei allora si rifece dal principio, raccontò tutto e [...]
[...] la sbornia. Ne avrebbe voluto anco dell'altro, ma avendolo visto con quel po' po' d'accollo già, tanto fecero che dopo il primo, lo spinsero fuori [...]
[...] , che aveva sentito quel baccano, si fece alla finestra col lume per sapere di che si trattava. Quando Topo scòrse la su' moglie alla finestra col [...]
[...] prendere un omo per il petto e strapponarlo a quel modo kome se fosse un cane, si puol patire? Quella è una barbarìa! Che facciano il su' dover e di [...]
[...] sonno; Alessandro il Grande non poteva dormire e piangeva la notte, quand'era quel bello stellato, perchè vedeva lassù per aria tanti mondi e lui [...]
[...] vederla fumante a quel modo. Poi vengono que' be' fagiuoli rossi di Sant'Anna, che anche senza condire vanno giù da loro; oppure un bellissimo [...]
[...] che ti trinco, s'imbriacan mezzi. E lì in quel frastuono e in quel baccano che pare un inferno, finisce la messa. E quella notte costuma là di stare [...]
[...] gli venne a fastidio d'avere ogni momento quel negozio a favola, perchè un po' un po' s'intende, ma il troppo stroppia. Gli tiravano dei bottoni [...]
[...] un po' di pasta con dimolto zucchero, ne fanno una bella schiacciatina, e quando quel povero cristiano fu per licenziarsi gliela dettero: «Prenda [...]
[...] voialtri .... Ho detto così due o tre; due o tre forse non saranno stati, ma quello che vidi era un lupo certamente». - «Ma va via, un lupo in quel [...]
[...] caminetto, e butta su legna e fai gran fiamma. Luicchio era sulle punte d'ago. Dopo un momentino che era a quel vampone, gli cominciò a sudare la [...]
[...] ladri, e gli comincia il discorso: «Oggi ho ammazzo il porco, e mi tocca darlo mezzo al padrone; non miga nulla, mezzo! capisci?, a quel birbante. Lui [...]
[...] potrebbe inventare, per fargli la barba di stoppa, a quel birbante. Che mi consiglieresti?» - « Che ti consiglierei? Una cosa di nulla, e tutto è [...]
[...] passarono per la mente lì in quel poco di tempo! Guarda, occhia per avanti e per addietro, di sopra, di sotto, nella fossa... tutto a un tratto ti [...]
[...] rasoio da poter uscir fuori! Un dito più in qua, addio ranocchietto! In somma quel ranocchio lì può attaccare il voto, perchè un'altra così non la [...]
[...] per loro è sempre vigilia; o se ne portano a casa, li chiappano co' pallini d'argento!» - «Già, dice un altro, li compran da questo o da quel [...]
[...] barroccino e via a orecchi ritti da quel cacciatore! Gli unsero per bene la mano, perchè lasciasse fare, e tesero il trabocchetto. La mattina dunque [...]
[...] solamente all'oggi, e non vuol faticare nè spendere un soldo per risarcire o rifare quel che si consuma o va in rovina, col pretesto che, tanto, dei [...]
[...] mi dispiace, peccato! perchè in quel modo sarebbe dieci volte più bella. Ma io in quella 103 parlata non la so rifare, e voialtri, o bella o [...]
[...] tanti e tanti altri, verrà il momento anche per me. Si sentirà in quel gran silenzio la voce di Gesù che mi chiamerà: «Signor don Tognon!» - E mi [...]
[...] come un candela. Eccotelo dunque laggiù in quel gran fornacione tutto fuoco! fuoco di qua, fuoco di là, fuoco di sopra, fuoco di sotto, da tutte le [...]
[...] e quando aveva alzato il gomito, non desse noia a una mosca, la ciucca una volta gli costò salata. Ecco come andò: quando morì il Francese, quel [...]
[...] stecchito a quel mo', colle gambe avanti sull'orlo della fossa, e lui ci salta dentro per iscenderlo meglio che poteva senza sgarbi. Nell'agguantarlo [...]
[...] dispiaceva fortemente quel viziettaccio; però glielo diceva e l'avvisava quando per le buone e quando per le cattive; ma lei gli rispondeva che s'era [...]
[...] passata due ditina dintorno agli occhi precisamente come fanno i gatti; e quel po' poino lì pulito faceva parere più sudicio tutto il resto. Lui [...]
[...] come quella, dopo tutte le cose che erano state fra loro per 127 quel motivo lì. Non la poteva mandar giù; e così gìi venne in mente di [...]
[...] giorno della festa di quel Santo, e loro, senza perder tempo, ci spedirono espressamente uno che andasse e riportasse una schiezzina di quel legno [...]
[...] benedetto. Lui va via, e cammina, cammina, cammina, arriva a quella festa in su quel monte. C'era tanta ma tanta gente, com'usa per le solennità su [...]
[...] pensiero come potersi scusare. Intanto arriva a un'acqua che bisognava traversare in barca. Monta su e comincia a passare. A vedere quel legno mezzo [...]
[...] ?» - «A voialtri, eccolo qui!» Lo pigliano, e via di correndo, lo portano a quella donna che aspettava in ginocchioni, e tosto che ebbe veduto quel [...]
[...] A quel bel focherello», A questo mo', rimandandosela dalla state al verno e dal verno alla state, non filava mai. - 132 Perchè su' madre era [...]
[...] campa solamente per me. È tanto bellino!» In questo mentre sonò un campanello della messa, e lei fa: «Sente, padre, come dice quel campanello [...]
[...] a aver pazienza, che oramai non si poteva più tornare indietro. Tutto a un tratto sonò quel campanello dell'altra volta, e il prete: «Sentite come [...]
[...] meno, tanto che dopo otto o dieci giorni non gli dette più nulla. Quel povero miccetto, poverino! andava là là per isconsumo, ma il padrone [...]
[...] quel servitore! - E così succede agli asini che voglion parer di sapere. LIX. Il diavolo nel piatto Trovare il diavolo nel piatto o nel [...]
[...] noia di aver sempre lì quel buzzo sfondato e pensò come poteva fare per allontanarlo. E che ti stilla? Comprò un'altra lucia compagna, ma nel fondo [...]
[...] )». Allora quel povero figliuolo sgomento: «Ce ne son nove!» Non l'avesse mai detto! ... Il prete dà in bestia, perde il lume dagli occhi e a suon di [...]
[...] nerbate lo manda via di chiesa. Quel poveraccio si mette a vedere lì fuori sul piazzale sopra una panchina piangendo, a grattarsi le briscole che [...]
[...] aiutava suo padre lì in bottega puntualmente e serio come un vecchina. Figuratevi a quell'uomo che cosa gli pareva d'avere avendo quel ragazzo lì [...]
[...] , specialmente così solo di maschi. Dio solamente sa quello che avrebbe fatto per quel figliolo! Gli aveva chiamato il maestro in casa per le prime cose, e [...]
[...] china e tasta per vedere che è, e sente che è una testa di morto, e così a quell'ora, colla fantasia già accesa da quelle idee e da quel mezzo [...]
[...] bicchiere di più, a quel buiore gli parve di riconoscere quella testa di chi era. Fu così grosso il colpo dello spavento che gli si troncarono le gambe [...]
[...] una scappellata che parve un'adorazione. Meino lo vide e dice: « A chi te lo sei levo il cappello? A chi l'hai fatta la riverenza? A quel Indro lì [...]
[...] ? A quel mangia prossimo lì? » - « Chè ! neanco per idea ». « O allora? » - « L'ho fatta ai cavalli; chè se non ci eran loro, tocca va a noi a [...]
[...] tirargli la carrozza a quel maialone! » LXIV. Drea che mena un cavallo Una volta Drea passava giù per il Ponte con un cavallo, non so se per [...]
[...] di quel pover'uomo! Ci credette come un bimbo; rimase estatico e poi quando si rinvenne, corse di gambe per il sacchetto, lo posò ammodo ammodo nel [...]
[...] (dicono anche: della vergogna) è quel molto o poco o pochissimo che si lascia nel piatto, quand'uno è a mangiare a casa degli altri, perchè non è [...]
[...] ragionare per la fine, e a scrutignare il perchè e il per come del malinteso, e in un àmme la pace fu fatta. Quel giovanotto era fuori di sè, era beato [...]
[...] firmare?» - «Sì». E io firmo. - «O Dio, signora maestra, bisognerebbe che gli dicessi un'altra cosa!» - «E io: Poscritto» - «Quel fagottello, quel [...]
[...] do»• E il bimbo con quel suo vocino: - «Checco, veni!» E allora lei gli mette lo zucchero in bocca, lo bacia nel viso e se lo stringe forte forte [...]
[...] al collo: «Angelo mio! tu potessi dire la verità!» E poi quel su' figliuolo ha tutte le virtù del mondo: è buono, obbediente, lavoratore, casalingo [...]
[...] vantaggio di quella buona anima che mi ha lasciato quella benedetta elemosina». 173 Quel mio conoscente, che ho detto, si fermò a sentirlo e gli [...]
[...] , malati, ciechi, vedove senz'assegnamenti) e quel tantaccio quel tantaccio neanche in pane e in robba da mangiare; ma in quattrini maneschi mai! e di [...]
[...] fiume! ... Oppure deve essere stato quel birbante di Tritone 177 che m'ha scancellato di sulla lista per darne di più alla su' figliola. Lo [...]
[...] ' lire! Meglio nulla! Già non mi faccio trovare neanche a casa, quando li portano per non trattarli cli quel che si meritano» E infatti fu bella in [...]
[...] come ora a pigliar marito non ci avrebbe dovuto pensare; ogni acqua la bagna, e quel che è peggio ha coraggio quanto n' ha un rnoscino. Affoga in uno [...]
[...] di Ponte fra tutto quel volume di popolo a vedere lo stradone acceso. Eccoti, a forza di gomitate, arrivan lì sul crociale due luccheselli e restano [...]
[...] grandissima, e ci fu tanto concorso, che in chiesa non ci sarebbero entrati neanche mezzi. Allora, per sentir tntti quel gran predicatore [...]
[...] dei birbanti. 187 Una volta in quel paese c'era un certo lavoro da fare a cottimo, e lo volevo pigliare io, perchè ci vedevo dell'utile assai; ma [...]
[...] illuminato in quel gran vampone di fuoco, godeva tutto dentro e st rillava e urlava: «Bene! Bravo! Sode! Così! Rébbia! Dagnene! Forte, Dio Bellino [...]
[...] stava dietro; ogni momento gli rinfrescava la memoria: «Domenico, quel conticino! Domenico, mi raccomando; se mai, dove sto lo sapete. Domenico [...]
[...] spesa e nn ammattimento di meno. Chi ha tempo 'un aspetti tempo. Ti credevi proprio che volessi andare in piena terra 193 come una bestia? Quel [...]
[...] fanciulla, e viveva sempre colla speranza che la pigliasse quel vecchio laggiù del piano, che ci aveva fatto all'amore una settantina d'anni fa [...]
[...] nel conto degli uomini o nella quantità del cervello, il fatto si è che con quel caldaione non so mai quanti rimanevano senza. Rimettersi di bel [...]
[...] nuovo a quel lavorìo che non finiva mai, di rifare la vera pasta del cervello, non se la sentì, con tante cose che ci aveya da badare; e Lui che ti [...]
[...] , ricordiamoci bene i patti! Io la memoria l'ho buona; fra un anno preciso a quest'ora sono qui; occhio alla penna! » e sparisce. A quel [...]
[...] , schizza in avanti, gira, frulla e rigira, in un lampo le ripiglia tutte e rimette il corbello pieno in mano a quel poveraccio. Torna dalla moglie co [...]
[...] sotto, e prima che il giuoco resti, c'è il caso che tu o quel bel 202 mobile della tu' moglie mi capitiate tra le granfie, e allora ride ben chi [...]
[...] qualche cosa? Tanto mancano le noie nella vita! Tanto delle prediche se ne sente poche da un anno all'altro! Ma poi quando fosse quel momentaccio [...]
[...] buttava sul carro. Eran le due, avevano ricominciato allora e quel pover'uomo si trovò proprio di contro al primo che era scaturito. Domando e dico se [...]
[...] strana, che non si poteva riavere dallo stupore. Poi gli cominciò a saper male di vederli così tapinarsi, e sgomentarsi così in quel pianto disperato, e [...]
[...] ci metteva in fondo la su' Salveregina, proprio in su quel tono come la dicevano in quella casa. 210 Dintorno a lui ci se ne radunava sempre una [...]
[...] moribondo, quando sentì quel frastuono di campane, aprì gli occhi e domandò che c'era di nuovo, e perchè si sanava così a allegria. Allora quel [...]
[...] questo il noce è dedicato a s. Lorenzo; e però chi vuole che i noci vengano bene, li pianta e li trapianta in quel giorno, che è il dieci d'Agosto [...]
[...] ! Benedetto san Lorenzo Che mi ha dato l'occasione Di burlar quel bel pezzone! Ma perchè fai 'l viso rosso? Ti dispiace la burletta? Io tacere non mi posso [...]
[...] più delle volte però il padrone dà un tanto, e ci pensino un po' loro a tutto il reto. Per avere quel quid la mattina vanno là (scelgono sempre il [...]
[...] Fieragosto, Perchè i padroni e i capi dei lavori Facean godere opranti e servitori, Che passavan quel giorno arzilli e fieri Fra le coscie dei [...]
[...] quando la ricontava, la pigliava alla lontana, e la faceva lunga, tutta fiorettata di moccoli com'è solito lui. C'era in quel tempo una com briccola di [...]
[...] solamente». Così restano e in un lampo la notizia si sparge fra gli amiconi. Quel dai raspanti li porta al posto: «Più tardi passerà Biroldo per gli [...]
[...] . - «Chi è venuto? (e ce ne schiacciò uno dei più belli che avesse in bottega) Chi è venuto? Quel pattumaro, quel peruginaro, quel maialone (e ce ne [...]
[...] canzone che in fine si spiombettava. Un giorno poi ripassò quel tale e vide il muro per le terre, e il muratore lì che si grattava la testa; e [...]
[...] , scusatemi, volevo dire a quel bel calduccio del sole colle spalle appoggiate a un muro di mezzogiorno aspettando l'ora del votapentole. C'era [...]
[...] data fra capo e collo. Non sapeva come ricattarsi, e a entrargli in quel tasto lì diceva spropositi da cani; ci si fissò tanto che pareva ammattito, e [...]
[...] intanto scendeva per la scala. Lei, lì su quel subito, si spaventò da vero; chiappa una falce e taglia la fune; e lui a sbraitare che voleva andare [...]
[...] . Infatti due di quelli che ce l'avevano di più, si messero d'accordo, s'appostarono dopo un prunaio accanto a un viottolo, di dove sapevano che quel [...]
[...] gente non gli si tappa nè per Iddio nè per i Santi; e di tutte le novelle la più giusta e la più naturale è quella di quel padre che andava al [...]
[...] . Ognuno guardava e se ne faceva le meraviglie, e non istava miga zitto: - «Povera bestia ! Discrezion se ce n'è ! Proprio ne voglion la pelle di quel [...]
[...] grosso, lasciare che si stra pazzi così quel pover'uomo di tu' padre». Allora il padre mette giù in terra il ragazzo e monta su lui. Il primo branco [...]
[...] . Io dico già che ...! Vi pensate che sia d'acciaro il vostro figliuolo?» - «Insomma non vi va neanche a questo mo', diceva fra sè quel poveraccio [...]
[...] non è tutto, ma anche l'occhio ne vuol la parte sua. Io non mi ci saprei adattare a dovermi vedere sempre accanto quel còso brutto e fatto male [...]
[...] esser matti o ciechi . Quel che mi dispiace è di quei poveri innocenti che nasceranno.... Ora intanto siamo in gaudeamus! Ma poi viene il suspiramus [...]
[...] ette. Chi è che non conosce su' madre? E poi che numero è quel damo lì? Chi l'ha tenuto il conto? La chiamano la spuppabamboli, figurati! Ha [...]
[...] le bellezze; ma se di peggio ce n'era, e di peggio ne sciovrava. Han fatto dir sempre la gente dei fatti loro; quel bel mobile di su' padre, quei [...]
[...] . - Per ora fa la mogia e la mamma cheta, ma sentirà poi, pornr'uomo! il pepe e il sale, con quel serpente in casa. Ora è Suor Modesta, ma lasciagli [...]
[...] veglia in casa sua. Quel lucchese, più che altro, me l'abbozzò, e io alla meglio e alla, peggio l'ho rifatta così: C'era una volta un signore e una [...]
[...] lì ammirato, con certi occhioni spalancati a vedere quel bellissimo angelo, ma non aveva avuto paura niente. Quello che gli aveva eletto il suo [...]
[...] , il più bel fiore di quel giardino, era la sua cara amante, innamorata di lui e lui di lei. Che momenti furono quelli per lui le prime volte che si [...]
[...] , e anche lui terminò di vivere. Indovinate un po' quanto era campato? Neanche bene bene un mese, neanche trenta giorni!! E quel ministro che [...]
[...] mese e l'anno, per goder subito quel piacere che ci apparisce lontano. E poi ne ricavava anche un altro discorso, e era questo: che la vita [...]
[...] , ci troviamo alla morte senza sapere come ci siamo arrivati. E quel ministro finì con queste parole: «Volete passare il meno peggio questi quattro [...]
[...] . In que' pressi; in quel vicinato; lì attorno. Lèmbe. Lembi. Parti estreme d'un vestito. Ligiare. Accarezzare, Adulare. Anche Fanf. Lillare. Ilare [...]
[...] animali. Scrullare. Scivolare di sugli scrulli. Scrullo. Rullo, Curro, cioè quel legno rotondo non molto lungo che si mette sotto cose di gran peso [...]
[...] ventiquattr'ore, una in salita la notte, l'altra in discesa il giorno. Prima di lui, ogni due mesi, per quel tratto di strada era un cavallo [...]
[...] faccio a metà prezzo, ma che il padrone non lo sappia. Il padrone lo sapeva e toccava i quattrini. Quel tratto di strada fruttava ora, un buon [...]
[...] dagli occhi asciutti tutto il fuoco della sua giovinezza, sentendo di potersela pigliare solo allungando la mano. In quel discorso, tronco [...]
[...] appoggiata ad un sasso, muto nella rabbia e negli spasimi delle ferite. 30 Ad ora ad ora allungava il braccio sano, raspava quel po' di neve che gli [...]
[...] gente cui non parlava da anni. Nel suo monologo silenzioso chiamava: Quel buon 31 Pietro, quel buon Stefano; un Pietro ed uno Stefano che [...]
[...] stato un bel pezzo di giovinotto dieci anni addietro e le donne non gli dicevano di no, e a quel marito era stata somma grazia tacere perchè lo [...]
[...] quell'attesa, tornò a trascinarsi fino al luogo dove il Balmet lo aveva deposto e dove egli la sera prima aveva lasciato quel po' di provviste [...]
[...] lui, fiutarono insospettiti che fosse quel corpo scuro e poi rinfrancati dalla sua immobilità gli furono quasi sopra finchè egli con un gesto [...]
[...] ardente. Il Rosso fissava quel solo punto luminoso con una intensità da maniaco. Gli pareva che tutto quell'accumularsi di nembi fosse inteso a suo [...]
[...] rocca viva, scabrosissimo e nudo come una lavagna; lo imboccò senza interrogarmi, e vi si inerpicava lesto come uno scoiattolo. Certo a quel [...]
[...] mio destino. Pericolo di vita non c'era mai, ma quel vederlo su in alto mi faceva un dispetto acerbo. Certe volte, tutto intento ai miei passi [...]
[...] scende talora in quel baratro e vi fa fumare le pozzanghere dei letamai, ma dura poco; i raggi non vi giungono che a perpendicolo, appena [...]
[...] che a quel punto, in dicembre a quell'altro, gennaio lo attira più in basso, febbraio più basso ancora, finchè giugno lo reca in paese e [...]
[...] esseri che vivono isolati. Infatti, quel paese non vede forse dieci forestieri l'anno, e di quelli, cinque almeno sono fuggiaschi in cerca di [...]
[...] terrosi e delle ombre che ricordano la spaventevole magrezza dei morti. Quel viso di pergamena è ornato da due lunghi ricci inanellati. Al peso dei [...]
[...] tutto lo spessore della carne. Si reggeva imperiosa sul busto sottile di giovinetta e serbava nell'andatura quel vezzo contadinesco che consiste [...]
[...] , l'osteria fredda e vasta come un convento e il racconto dell'infanticidio e quella donna e quel viso di cera morto che mi aveva fatto spegnere il [...]
[...] sul canterano, che fosse un filo di voce uscito dalle labbra cadaveriche di quel mostro che vi stava rinchiuso, che le pareti di vetro mi [...]
[...] difendeva da quel cadavere mutilato, 68 si fosse infranta, sarei morto di paura. Poi tornai rinculoni alla mia stanza, chiusi l'uscio a chiave e [...]
[...] scodinzolando e medita seco stessa quale possa essere la ragione di quel grande affannarsi che vede e quando l'ha trovata, protende il muso e lancia [...]
[...] mille piccole trafitture da una parte, in una paziente ed altera indifferenza dall'altra. Quel po' di spazio piano davanti alla casa era stato [...]
[...] tornerà ad un solo padrone. Ma resta a vedere chi sarà quel padrone. E perchè Teresa non rispondeva, il giovine aggiunse: — E se fossi io [...]
[...] . Allora il giovane cominciò a dirle il suo amore, e che le voleva bene da un pezzo, che se n'era accorto quel dato giorno, in quelle date [...]
[...] pieni di lacrime. Quel cielo azzurro di là era il cielo della Svizzera, e pensava che al piano in poche ore avrebbe superata la distanza che lo [...]
[...] là, certo gli avrebbe fatto pigliar la più lunga, ma le donne si sgomentano per nulla. D'altronde, quasi a tentarlo, in quel momento, un soffio [...]
[...] gelato increspò quel poco d'acqua che durava sciolta nel lago. Guglielmo lo conosceva quel soffio; guardò in alto impensierito; dalle punte [...]
[...] panni addosso. A' suoi piedi, da quel versante svizzero tanto sospirato, saliva verso di lui un cielo tempestoso. Era la maggiore bufera che [...]
[...] notturna ed intorno a quel morto rideva un ultimo raggio di sole rosato, dolcissimo. L'ESTATE Parlando della montagna, l'aggettivo che meglio [...]
[...] vi sono tali da anticipare al colono una vecchiaia spesso acciaccosa. Chi possiede, ha per lo più quel poco avere sminuzzato in altrettanti [...]
[...] . Ristemmo per osservare la frana, e in quel posare dei discorsi, proprio dell'attesa, ci pervenne, sempre dalla morena di contro, il suono di un [...]
[...] quindici capre affamate, per due giorni dell'anno. E per così misero prodotto, che non valeva tutto sommato la moneta di venti centesimi, quel [...]
[...] , sollevandole in spire vorticose. Per certo, a vedere quel tempaccio, le serve dei curati rimaste in casa si partivano o mandavano il campanaro [...]
[...] costretto e come la riempisse. L'idea che mi ero fatto di lui era forse troppo alta e quel senso critico al quale pur troppo dobbiamo affinare le [...]
[...] è che non vuol mangiare? Quel signore? Già, bocche fine, bocche fine. Ehm ehm, bocche fine! — Ma il naso in camera da pranzo non ce lo mise mai [...]
[...] si incontra di rado o in seguito a misteriosi disinganni, mentre ora la considerano quale uno stato imperfetto, e quel che è peggio, ce la [...]
[...] mano, al servizio di quel vescovo, donde mi tolse la coscrizione. Allora non ero gobbo o così poco che non appariva, il pane di munizione non mi [...]
[...] melma e d'altro, che discorreva poco e di cose usuali, un delizioso intaglio quel discorso, divagato e preciso, pieno di interiezioni e d'incisi [...]
[...] , quel poemetto in gergo valdostano aveva tutta la finezza arguta di simili tele, più uno studio di verità, una concisione sugosa e qualche tocco [...]
[...] parenti faceva all'altro, a cui nessuno credeva, finchè venne il giorno dell'orribile certezza. Il nuovo nato era un cretino. Da quel giorno la [...]
[...] esaltati; era sicura che Gian-Paolo, addormentandosi, le aveva sorriso ed essa conosceva quel sorriso, per averlo veduto mille volte. Sapeva [...]
[...] forza di gridargli quel nome nelle orecchie, avevano finito per farglielo ritenere in mente. Ogni forestiere che capitasse dai vicini villaggi, era [...]
[...] la mazza della gran cassa, pronto a cederla al primo cenno del suonatore. Ma pulirlo ed addomesticarlo non basta, quel disgraziato, bisogna [...]
[...] causa a quel terrore, questa, sarebbe stata un'opera buona? Non era egli abbastanza disgraziato ed inerme? Non gli era abbastanza avversa la [...]
[...] mai anima viva. Il giorno innanzi era piovuto a catinelle dodici ore filate, ma il cielo s'era rifatto di quel sereno che dura e non era seguita [...]
[...] nell'acqua monti d'incendio. Nel chiarore sanguigno, tra i vortici del fumo, la sua grossa testa aveva perduto quel poco di umano che le durava [...]
[...] fuoco, il sangue, bollendo in quel calore d'inferno, sembrava vendicare in un'attimo, la tardità di tanti anni, sembrava che le forze mancategli [...]
[...] essi hanno del benessere concesso all'uomo. 170 Le guide poi non hanno col forestiero quel solo superficiale contatto che dura quanto la visita [...]
[...] buono e famoso Maquignaz di Valtournanche. Appena giunti all'albergo, i due domandarono con grande inquietudine se quel giorno o la sera innanzi [...]
[...] , glie ne chiedevo per strada: — Il vostro nome, Lysbak, mi fa supporre che siate nativo di quel paese, perchè il torrente che vi corre si chiama [...]
[...] a quel modo. — È vero, signore. È naturale. S'era oscurito in viso e non aggiunse parola tanto che, temendo di averlo offeso con mettere in [...]
[...] grillire di piacere e d'impazienza, pareva un innamorato che corresse all'amante. — Vedete lassù quel seno, dove c’è un muro grigio di pietre? quello [...]
[...] immergemmo in esse la testa e poi tutta la persona. Io mi godevo la dolcezza sottile di quel contatto come una carezza morbidissima e velenosa [...]
[...] . — Siamo sul colle; se non vi strapazzavo a quel modo, vi coglieva il male della montagna; il sonno gelido. Come vi sentite ora? Mi guardava con [...]
[...] riposare; la mia viltà gli fece passare negli occhi un lampo di collera e mi rispose brusco: — Non c’è cascinale, venite. In quel punto, a [...]
[...] soffio caldo delle vacche e riposare al chiuso; perchè mi torturava a quel modo? A Gressoney ci saremmo giunti il domani, gli avrei pagata una [...]
[...] pienezza del mio benessere avevo scordato affatto quel povero uomo che mi aspettava là fuori nella nebbia gelata: sua colpa, d'altronde; perchè [...]
[...] riportò un bel cronometro d'oro, il primo che si vedesse in Gressoney e quel cronometro lo regalò l'anno appresso a Jose il capraro, allorchè [...]
[...] smarrirsi, gridò da quel fondo al pastore che scendesse correndo al più vicino cascinale, a cinque o sei ore di cammino, dove dimorava un tale [...]
[...] quelle donne che mio padre sapeva quel che si faceva, che finora in saccoccia mia non ci hanno a vedere altri, che la moglie di Natale Lysbak può [...]
[...] sturata, se ai padroni nasce un po' di svogliatezza al cibo o gravezza di stomaco, non sarebbe spilorceria ricusarsi quel poco ristoro? Già ormai [...]
[...] la forza virile che era ne' suoi muscoli dovesse avventarsi su quel corpicino e soffocarlo. Si tagliò la barba per poterla baciare. La sua gran [...]
[...] volta, attristatosi al pensiero della prosperità perduta 203 (prima non gli veniva mai quel pensiero), andava a sedere presso la culla e metteva [...]
[...] confutare se stesso: egli calunniava la moglie; che ragione aveva di giudicarla a quel modo? E metteva insieme tutti i piccoli fatti che potevano [...]
[...] dolcezza per le due mani, la tenne ferma dirimpetto a sè e le disse: — Lena, perchè hai fatto a quel modo? — Andiamo, andiamo, non è ora di scene [...]
[...] ha da dire? Perchè ha fatto a quel modo? Perchè ha fatto bene, ecco; mia figlia non balla cogli straccioni. Voi pensate ai fatti vostri; ad [...]
[...] bene. Se vostro padre prima e voi dopo, non le sciupavate quel poco avere essa poteva ballare con tutti i mendicanti della valle, chè un marito di [...]
[...] ! quel Natale Lysbak come si mette in rovina! In luglio di quell'anno stesso, Natale sperò per un momento di aver riconquistato la pace e [...]
[...] l'affetto della famiglia. Quel tale Frantz che era salito per levar Daniele dal crepaccio, accompagnando un giorno due Inglesi attraverso il ghiacciaio [...]
[...] addietro. Una roccia non poteva essere, in quel luogo il ghiacciaio era altissimo e compatto. 215 — È Daniele — pensò. Le ghiacciaie respingono spesso [...]
[...] quel poco cielo, all'ombra grave di quei monti. La novità del caso metteva nell'animo di tutti una trepidanza sospettosa di miracoli: i vecchi [...]
[...] uditi negli anni infantili; quel morto ringiovaniva i viventi. Maria Maddalena e la figliuola stavano fra le donne in seconda fila, quella [...]
[...] quel denaro guadagnato in due mesi avendogli fatto intravvedere possibile un assetto del patrimonio, egli era fermamente risoluto a conseguirlo [...]
[...] . * ** In principio d'inverno morì la vecchia madre e non lasciò pure un soldo. Quel poco di suo era venuta man mano mettendolo in casa per [...]
[...] debitaccio di quel briccone di Natale. — All’osteria non lo si vede più — Beve in casa, beve in casa e poi ci maltratta quante siamo. E il debitaccio [...]
[...] intervenissero a consulta, perchè tanto essa quanto Natale riposavano nel loro senno. Bisognava pensare a mettere al sicuro quel poco che sarebbe [...]
[...] pace l'anima sua, quando la vecchia 221 predicava le economie, essa non le faceva eco forse? Non è vero Natale? Ma già alla scuola di quel [...]
[...] piccina a rischio di ammalarla davvero! Che non aveva fatto e detto essa per svogliarlo da quel viaggio! Non è vero Natale? Mi smentisca, mi [...]
[...] assenso di Natale, che questi riconoscendosi inetto ad assestare le proprie faccende e volendo da quel buon padre che era provvedere [...]
[...] eccellente musico, tanto che, avendo la Sua Santità inviato monsignor Calafimi in Aosta a comporvi non so quale dissidio fra quel Vescovo e l'abate di S [...]
[...] babbo ci raccontava degli Abruzzi e di Roma, io a cavalluccio sulle sue ginocchia, la mamma seduta presso la finestra a godere quel poco barlume [...]
[...] . Tutte le volte che mi tornano in mente queste memorie provo quel religioso sentimento di rispetto che dànno le cose assolute ed ho coscienza di [...]
[...] dimorato con lui otto giorni nel sontuoso maniero d'Issogne in qualità di secondo violino e m'era durata di quel soggiorno una memoria incancellabile [...]
[...] rimasti ad Issogne finchè non giungesse risposta alle diverse lettere che ella si proponeva di scrivere quel giorno medesimo a' suoi parenti ed [...]
[...] — aggiunse dopo un momento, carezzandomi famigliarmente la guancia, come se allora soltanto avesse avvertita la mia presenza. Quella carezza, quel [...]
[...] mio e quel Giulio mi avrebbero insieme avvilito nella mia dignità virile e fatto squagliare per la voluttà, se nella contessa avessi ravvisato [...]
[...] sofferto? — mi disse. — Di che? — La notte passata, traversare il cortile con quel tempaccio! La guardai trasognato. Come poteva fingere 257 a [...]
[...] quel modo, con gli occhi tanto sinceri? Se veramente avessi compito l'impresa notturna, non m'avrebbe parlato altrimenti nè guardatomi con più [...]
[...] concerti che non ci permise pure una visita alla mamma, sempre dietro a quel poco guadagno, che fu poco davvero e l'autunno ne inaridì la sorgente [...]
[...] bella! Non era il Re quel vecchio che le parlava sorridendo? Eppure i suoi occhi erravano intorno inquieti frugando la folla. Poi il viso le [...]
[...] , eppure, sapevo, come se avessi inteso il loro discorso, sapevo che la contessa avrebbe ballato quel minuetto col cavaliere di Valesa. Quando vidi [...]
[...] pareva che in quel minuetto dovessi entrarci ancor io a fare il terzo fra di loro; mi dicevo: a me! come se mi accingessi ad agire e intanto la [...]
[...] alte cime dell'arte, misurando con lucidezza tranquilla la tirannia che esercitavo inesorabilmente su quel popolo di re, principi, cortigiani e su [...]
[...] moto della coppia amante, come il mio arco reggesse le fila dei loro destini e come incrudelissi ad affinare loro la delizia di quel momento fino a [...]
[...] quel disegno e di portarmelo colà fra una settimana. Ho dato ordine che non smontino il campo finchè lei non vi sia salito. È inteso? L'altro a [...]
[...] dei grandi fenomeni alpini. Il giovane, incoraggito, lo interrogava alla sua volta intorno a questo o a quel Sovrano o personaggio della storia [...]
[...] notte chiusa proprio nell'ora degli spettri, saliva gente del paese a far man bassa su quel pochissimo durato in piedi, a rubare i colonnini [...]
[...] . Richiesti: Ci credete? risponderebbero: è possibile! Non si sa mai! Dacchè lei lo dice! e via su quel tono; ma lo farebbero sopratutto per incuria [...]
[...] villaggio di Saint-Vincent. — Vedete, — mi disse il vecchio — quel ruscello là in alto? (Chiamava ruisseaux gli acquedotti ed accennava a quello [...]
[...] che volge verso 290 Nus). Quel ruscello doveva portare l'acqua di una fonte saluberrima a molti paesi della vallata. Occorsero a costruirlo [...]
[...] il dono di conoscere le malattie e di guarirle, e la scienza umana dei medici non valere nulla appetto alla sua. 295 Ora quel vecchio è morto da [...]
[...] rovescio della reale, che si farà sempre più vigorosa invecchiando. Quel paese che forse non lo elesse nemmeno a consigliere comunale, tremerà [...]
[...] cembalo o l'organo, doni di munifici visitatori. La grandezza degli spettacoli circostanti, la violenza dei fenomeni, quel sentirsi così lontani [...]
[...] devono risuonare in quel silenzio claustrale le armonie della musica sacra! Quanti ricordi infantili, quanti propositi di virtù, quanti impeti [...]
[...] respingevano intera e netta ogni parola. L'eco era diventata il suo interlocutore. Una volta, ed 308 era d'estate, lo intesi sfogare con quel [...]
[...] docile dialogista certi suoi ardori patriottici d'italiano, offesi dalla impertinenza di alcuni ufficiali francesi passati quel giorno dall'Ospizio [...]
[...] procacciò forse a quel villaggio il nome rablesiano che non si merita. Dopo cena passammo nel suo studiolo e seduti tutti due a cavallo della stufa [...]
[...] cascate fra i boschi. Donde viene quel nome di Ruitor? Di quale termine celtico o gaelico è derivato? Il linguaggio alpino è pieno di tali vocaboli [...]
[...] traversando l'Alpe di quel nome, locchè certo non fece, e che il nome di Alpe Graja, dato all'attuale Piccolo San Bernardo provenisse da Greca [...]
[...] perchè le montagne, dal più al meno, si somigliano tutte; ogni valico alpino, da quello di Tenda al Gottardo, vanta quel passaggio ed in ognuno [...]
[...] mai rinvenisse il divino occhio, che salverebbe dalla cecità il genere umano. Gli eruditi in quel masso di marmo cipollino, alto sette metri per [...]
[...] valli di Savoia e del Vallese. Dei Saraceni sull'Alpe Graja, non è memoria, ma Bernardo di Mentone sembra averli guerreggiati in quel luogo [...]
[...] di poi alla rigida disciplina monacale e si proposero come compito quotidiano, continui miracoli di abnegazione e di carità. Da quel tempo il [...]
[...] . Ogni sette anni il Sovrano superava il colle e scendeva, con signoresca accompagnatura, nelle terre de' suoi fedeli vassalli Valdostani. Quel [...]
[...] comandato dal marchese De la Huguette, scese per quel valico in Valle d'Aosta, arse quanti villaggi trovò per strada, devastò e pose a sacco [...]
[...] agiati, anzi non hanno di villaggio che il nome e il campanile, tanto le case si sparpagliano qua e là volte a quel poco sole di cui tutte [...]
[...] dell'uomo. Ma quale vita! E quale lavoro! Quel poco pane il villano deve cercarselo dove lo trova, contendendolo al sole, alla neve, alle frane, ai [...]
[...] immedesimata col sole, tanto ne rifletteva interi ed intensi tutti i raggi. È impossibile ridire la dolcezza profonda di quelle linee e di quel colore [...]
[...] la strada che da una borgatella vicina mette a quel capo-luogo ne era stata interrotta per qualche centinaio di metri e vi si era sovrapposta una [...]
[...] tutti gli umori della terra si fossero essiccati, quel mare d'acqua assodata era asciutto come un deserto di sabbia e rendeva sotto i passi lo [...]
[...] interrotta delle linee e del colore faceva di quel tutto un corpo solo, una enorme conca d'argento che una macchina favolosa avrebbe potuto [...]
[...] della valle, quel luogo chiuso, ombroso e tepido mi parve animato. Entravo colla fantasia negli stambugi e li vedevo occupati da gente nana e [...]
[...] violenti contrasti sorgono ad ogni passo. Quel dolce candore così radioso sotto il sole meridiano, così soavemente rosato al tramonto, se appena [...]
[...] . Camminavo da cinque ore, e la mattina di quel giorno istesso avevo già fatto, pure a piedi, tre altre ore di strada per visitare in Val di [...]
[...] non ricco ma civettuolo, introdottosi quasi furtivo in quel tempio severo del lavoro, era Adelina che l'aveva voluto, che l'aveva imposto a suo marito [...]
[...] fabbrica: e, tutta sola, mentre Giacomo, sorridendo, disegnava, avea creato quel cantuccio, trasfondendovi un po' della grazia, della allegra civetteria [...]
[...] , e s'era rimesso al lavoro. Allora, Adelina, quel giorno, s'era accoccolata sul divano, ed era rimasta più a lungo. Ah! così! Adesso, quando [...]
[...] il forastiero. I giovanotti sapevano di francese quel pochetto che avevano imparato alla scuola. Un po' più ne sapeva il genero, che aveva viaggiato [...]
[...] appetito dei cibi saporiti ed abbondanti; James, senza comprendere gran che di quel che gli dicevano; senza saper bene quello che dicesse, aveva capito [...]
[...] , trovando ardire l'un l'altro dal rinfrancarsi reciproco; e, dopo mezz'ora, quel pranzo aveva assunto l'aspetto, ai loro occhi, di un pranzo comune [...]
[...] per la nuova vita che s'inaugurava quel giorno per lui. Gli parevano, tutta quella festività, tutta quella cordialità, un buon augurio. In fin di [...]
[...] quel poco che era necessario a causa della carica che occupava, e non più. — Senti — aveva concluso lei — mi convinco ogni giorno più che al mondo ci [...]
[...] lingua, quel bottegaio arricchito! Già: la zia è ancora una bella donna, l'Orlandi viene in casa quasi ogni giorno.... Oh! capaci di tutto, quelli là [...]
[...] tutta finzione che si dà in Italia. Se avremo una bambina la educheremo all'inglese. Vuoi? Dopo quel discorso, Giacomo aveva concluso in cuor suo che sua [...]
[...] in officina. E s'era creata 12 quel cantuccio grazioso, con un divano e due poltroncine, per rimanere una mezz'ora tranquilla, mollemente [...]
[...] la quale, certamente, co' suoi saggi consigli d'amica, aveva fatto di Adelina, ch'era una buona moglie, una moglie perfetta. Quel mattino, un [...]
[...] James. Quel giorno, dunque, egli attendeva il banchiere. Era arrivato due giorni prima e lo aveva preavvisato, con un biglietto molto cortese, della [...]
[...] allora gli davano la quasi certezza della riuscita. Perciò quel colloquio doveva avere una grande importanza. James avrebbe potuto, senza arrischiare [...]
[...] . Adelina, vedendolo uscire, quel mattino, più di buon'ora, glie ne chiese il perché. Ma egli lo tacque. Voleva, con una improvvisata, rivelare a sua [...]
[...] avrebbe data, con un bacio, la lieta novella. E immaginava di già quell'istante sublime di gioia: e pensava, appunto, che in quel momento nulla più [...]
[...] macchine soltanto, correnti veloci sui binari, potrebbero dargli. Eppure, quel colloquio, che aspettava, lo rendeva giubilante. Gli pareva che gli [...]
[...] alle proprie forze. Non ragionava più, oramai; quel colloquio era un augurio. Dal suo arrivo in Italia, avea proceduto così, sorretto dagli augurî [...]
[...] diritto di riceverla poichè era stata la sua buona fata ispiratrice? Perchè? No, no, quel giorno, rincasando, direbbe tutto a sua moglie. Le ore [...]
[...] che bellezza era quella veste! E con che semplicità lo diceva, senza, darsi importanza, come fossero le cose più naturali del mondo, quel [...]
[...] affettuosi che lo avevano occupato fin qui, gli avevano evitato quel desiderio che proviamo tutti, di figurarci in anticipazione una persona della [...]
[...] si trovava quel rude lavoratore del nord, e seguitava colla sua facondia parigina, come volesse dargli tempo di entrare in dimestichezza; quasi [...]
[...] granchio! — Ma in quel momento, e sotto l'impero di quell'incubo strano che la vista del barone, gli avea dato, rimase allibito, senza parole. 17 Si [...]
[...] bisogno d'insistere. Era un fatuo quel barone, non avrebbe cercato di meglio che di raccontare. Quando fu in corte, si sentì di nuovo venir meno [...]
[...] rimettersi, per ripensare a quanto era avvenuto di terribile e di strano, per considerare la propria bizzarra situazione in quel momento, e per decidere [...]
[...] lucroso affare, lui, il cacciatore di denari!), non avesse mai intrapreso quel viaggio in Italia, nè pensato mai a far la conoscenza di Burton [...]
[...] sè, non avesse visto in lui dimenticando per un istante e nella semi-irresponsabilità di quel momento fisiologico le circostanze che avevano [...]
[...] da quel luogo nel quale gli era capitata la più strana avventura della sua vita. — Grazie. Voi certamente andate all'Hôtel. Io mi reco a Porta [...]
[...] arrestava alla curiosità di udire le giustificazioni, le scuse di lei. Ma le giustificazioni e le scuse che avrebbe trovate là, in quel momento [...]
[...] quell'annuncio: con naturalezza, con affettuosità.... Allora, a un tratto, ricordò quel che aveva pensano il mattino. Sporse la testa della portiera e [...]
[...] a partire per un viaggetto di piacere: ma aveva parlato pochissimo di sè stesso: quel tanto che gli era sembrato utile a ispirare fiducia; e le [...]
[...] gli aveva ispirato, e l'aveva pregata di chiamarlo per nome: «Oscar, Oscar, chiamami Oscar». Questo lo eccitava, quel fatuo. Le era rimasto ben [...]
[...] fisso nella mente quel nome, e se lo sentiva ripetere adesso, come una stilettata, nelle orecchie. Rannicchiata nel vano della finestra, mentre le [...]
[...] l'aveva creduto?... Era un uomo 27 vissuto, quel francese, era un parigino!... Non aveva buttato ogni cosa in burletta, quel blagueur, quel fatuo [...]
[...] Niniche fosse.... conosciuta, almeno, dall'uomo col quale si trovava in quel momento? Non aveva capito il suo dovere di tacere, non aveva sentito un [...]
[...] di riuscirvi con quel dono e con quel biglietto. Trovandola calma, sicura di sè, si vedrebbe facilitato il cómpito proprio. La sfrontata finzione di [...]
[...] bambina, sempre. Ài vista una persona che non conoscevi, e via, come fosse il diavolo. Se tu fossi entrata, ti avrei presentata: a quel signore, il [...]
[...] ? Come spiegargli...? Niniche, la moglie di Burton? No, no, no. Non voleva pensare a codesto, adesso. C'era tempo a pensarci. Stasera, intanto, quel [...]
[...] prova. — Ti conosco, mascherina. Due minuti! Allora anche Adelina rise; e rise e gioì più ancora entro sè stessa. Quel ricordo delle loro intimità [...]
[...] , sulla bocca di suo marito, in quel momento, finiva di rassicurarla. 31 — Ebbene, non provo neppure la veste! E indossò di nuovo la vestaglia. Da [...]
[...] quel momento era sparito ogni pericolo per Giacomo. Aveva terminato di vestirsi, di furia. Di furia aveva fatto il baule, come vien viene, aiutato da [...]
[...] un forastiero, possibilmente nobile, certamente ricco, e ripartire subito. «Anche il 3 se il 2 non basta». Occorrerebbe insistere! E quel buffone si [...]
[...] la provvigione? Ma perbacco: Dumenville aveva pagato 500 lire. La mediazione alla Bianchi, la provvigione a César — (si chiamava Filippo, quel César [...]
[...] della roba vecchia messa all'incanto. E lo raccontava in portineria: 34 — Quel signor Faustino sa il suo mestiere. Non c'è pericolo che mi lasci [...]
[...] risatina e una stretta di mano. L'onestà in persona quel signor Faustino! La signora Zaira invece, era sempre in casa. Faceva la sarta. Per dir meglio [...]
[...] , aveva potuta trascinarla fin là? Nessuno. Lo faceva per interesse? Ma allora l'aveva cominciato subito, quel mestiere? Subito, appena sposata [...]
[...] era stata una colpa, in lui, un delitto, di credere, ciecamente così, a quel fanfarone di Dumenville? Non avrebbe dovuto pigliarlo alla gola, e [...]
[...] cui, istintivamente, per trarla d'impaccio, un impaccio che non gli era sfuggito, aveva dovuto dirle — Dumenville non ti à veduta. — E in quel [...]
[...] con un po' di calma, e senza preconcetto sopratutto, le circostanze, non si spiegava, forse, anche quel po' di agitazione, anche quel po [...]
[...] ricevere l'invito per un concerto o l'offerta di un palco a teatro? E lui, che non aveva mai saputo toccare quel lato debole del sentimento, che non [...]
[...] , le recava in dono una veste da 300 lire, e l'annunzio della ricchezza! Ah! per Iddio! c'era di che sconvolgere quella mente e quel cuore da [...]
[...] , in quel momento, gli fece un effetto strano. E gli ricordò che era quegli il ministro di un culto non suo, il culto di sua moglie, che essa [...]
[...] compromettendo, ma rendendo forse impossibile questa. No, quel ritratto non c'era là dentro, non ci poteva essere: era assurdo che ci fosse: ma pure.... se ci [...]
[...] ben dovuto parlare! Avrebbe dovuto giustificarsi, spiegargli, raccontargli, il come e il perchè. Oh! in quel momento, pigliata di sorpresa, non [...]
[...] doloroso, o terribile, che l'aveva trascinata in quel fango. Un avvenimento a lui sconosciuto, che lo riguardava anche lui — forse — nel quale era [...]
[...] terribile in quel sorriso. — Guardi anche questo, — disse la Bianchi per toglierlo a quella contemplazione che diventava persino inquietante. E gli [...]
[...] , di aver trascinata in quel fango una creatura buona ed onesta come Adelina. Infame! Infame!... Oh! non era — forse — contro di essa soltanto che [...]
[...] ultimo sfogo e una desiderata ragione di sussistere, di non morire, in quel cumulo nuovo di pensieri e di supposizioni che il ritratto della Caradelli [...]
[...] indovino. Non potrei impedirlo, lo so, non ò nessun diritto: ma, almeno, che si sappia di che male s'à da morire. Ecco; ò perduto anche quel poco [...]
[...] importanza di racconti o d'impressioni, che seguivano nel plico, cercando di astrarsi, di non dar retta, di non porgere attenzione a tutto quel fracasso e [...]
[...] sulle sue leggi. E quel giudizio non è sbagliato: ogni giorno che passa me ne convinco di più: e altrettanto, certamente, è accaduto a te. E mi [...]
[...] ò di queste idee, di questi dubbi, ed è giusto che li abbia), se finirò male, vorrò ben vedere che curiosa faccia avrà quel tale che troverà il [...]
[...] sono per colpa mia. C'è contraddizione, forse, tra quel disgusto e questa mancanza di coraggio: ma non saprei spiegarla. È così. A te sola posso [...]
[...] modo tu l'ài affrettata: e te ne ringrazio. Ma ti giuro che fui sincera. Che era quell'indignazione? Che era quel disgusto? Un resto di candore, o [...]
[...] disperato! E le scenate che ti facevo se ti coglievo a sorridere a qualcuna, a guardarla — soltanto — un po' a lungo! E quel giorno che mi avventai sopra [...]
[...] . E niente viaggio di nozze? La mamma malata ti à tenuta costì? Peccato! Mi avrebbe interessato tanto la descrizione di quel viaggio. In compenso [...]
[...] grande bruna, figlie di quel Galli fabbricatore di candele, tutto pancia e tutto anelli e catenelle, che veniva a vederle regolarmente ogni [...]
[...] dalla morte dello zio) — essa avrebbe potuto da molti anni (e sarebbe sempre a tempo di farlo), scontare quel fallo o quella debolezza; ritrarsi [...]
[...] piano, con furberia; s'insinua, violento, ad un tratto, in quel vano, schiacciando un piede a una delle ballerine, dando una gomitata al cavaliere che [...]
[...] e di tutte le mamme. Qual'è quel pilatore di riso o quel fabbricante di saponi che non sogni di veder sua figlia contessa? E l'esperienza gli dice [...]
[...] mondo!) e mi chiedesse in moglie. Quel giorno non avrei un argomento buono, convincente per rifiutare. Avrei anzi l'obbligo sacrosanto di accettare [...]
[...] con entusiasmo, non tanto per me quanto per liberare la zia! Ebbene, quel giorno me ne andrei, non so dove e non so a far che cosa. Me ne anderei [...]
[...] mia vita sino a quel momento non sia stata che un sogno. E a mio marito che si sveglia, racconto allegra, chiacchierina, quanto ò udito, di che [...]
[...] stretto, gli occhi fissi sul nome di lui, stampato in cima alla copertina. Mi ripetevo quel nome, mentalmente — Eugenio Giovenzani [...]
[...] avrebbe potuto dire che lo trascuravo. Invece, si risolveva in un bene, perchè quel po' di svago uccideva l'uggia, impediva anzi all'uggia di nascere [...]
[...] circolo, ieri l'altro sera — «Giovenzani, sarete il mio cavaliere, sino a Como?» Dio! l'avrei strozzata! E quel babbeo di marito?... Veramente c'è [...]
[...] Dio per gli innamorati. La festa d'ieri sera, magnifica. Non mi sono divertita molto perchè... ero troppo occupata. Ma quel poveretto d'Eugenio si è [...]
[...] emularla. Dalla Clelia ci sono tornata, ma mi ci annojai. Non c'è più lui! Mi fa malinconia quel salotto. Vado dalla Rossi. C'è molta gente, molte [...]
[...] , pronunziano, mettendo al posto di Eugenio il nome dell'amante.... del primo amante. E sono sincere in quel momento che la pronunziano, come sono [...]
[...] di collegio. E questo qualcosa, che la riattaccava al passato, era appunto il ricordo di quel legame — nel quale c'era un piccolo segreto di cui [...]
[...] burrasca della sua vita. Quel legame non si era rotto mai completamente, a causa della corrispondenza che — talvolta nolente e disgustandosene [...]
[...] la piccola bara. Allora, quel giorno, dopo l'angoscia suprema di quel funerale, sentì prepotente, irrefrenabile, la necessità di uno sfogo. Ebbe [...]
[...] via ai suoi pensieri, a darle un pretesto purchessia di occupazione; in quel bisogno irresistibile che è nelle nature espansive di possedere e di [...]
[...] . Era il «Corriere di Napoli ». Un piccolo brano era segnato a lapis, rosso. Quel brano diceva: «Eugenio Giovenzani è tra noi. Questo nome non [...]
[...] trovò le più ardenti ed entusiaste ammiratrici tra le donne, che riscontrarono in quel libro una così fine, acuta e delicata dipintura di un dolce [...]
[...] auguriamo che l'aura nativa ritorni alla salute il giovine e simpatico artista». Chi aveva inviato ad Adelina quel giornale? Essa non lo sapeva [...]
[...] l'avessero buttata tra le braccia di quel bel cretino cogli sproni? Come mai l'amore vero, profondo, santo, per Eugenio, non l'aveva salvata? Come mai il [...]
[...] irrequietezze, tutte le agitazioni, tutti gli appetiti malsani! Che gran calma, in tutto l'essere! Se l'era portata via da quel cimitero, da quella tomba [...]
[...] cosparsa di fiori. Le era penetrata nell'anima, durante tutto quel tempo che era rimasta là, inginocchiata, sino all'ora della partenza, sino a che [...]
[...] poter essere completamente — per ora — la moglie saggia che avrebbe desiderato di essere. Ma poi quel rincrescimento lo affogava, riesciva ad [...]
[...] dell'amore aveva commesse. E pensava che quei convegni alla palazzina non erano tradimenti; che quel darsi al primo venuto non era un adulterio; e che [...]
[...] debito. E se le passava per la testa l'idea di confessare quel debito a suo marito, la scacciava subito, senza fermarcisi sopra. La confessione avrebbe [...]
[...] cause prime e vere di quel suo dissesto. E allora? La rovina, che essa aveva sempre con tanta cura evitata, non dimenticandosi mai, anche nei momenti [...]
[...] quel suo tono di voce di ossequio rispettoso e devoto: — Perdoni ma è la prima volta che capita un fatto simile. Madame Bianchi non si [...]
[...] .... — No! — gridò Burton, che si sentiva il sangue salire alla testa, per l'ira, per il dispetto, causati da quel contrattempo. Poi, rifacendosi e [...]
[...] consegnerò per lei — suggellate, badiamo! — essa si recherà al convegno? — Ma.... — obbiettò la vecchia, un poco paurosa di quel mistero. 96 — Sì o no [...]
[...] quel frangente improvviso e sciagurato — tutto ciò che anima forte, che cuore indurito, che mente equilibrata possono dare? Per frenarsi, per [...]
[...] trovar modo di frenarsi in quel colloquio con Adelina, egli aveva sentito il bisogno di crearsi una specie di sovraeccitazione: e, come antidoto [...]
[...] camminatore notturno nella campagna deserta e sterminata: si era sforzato di cantare per scacciare la paura. E poi, in quel colloquio con sua moglie, aveva [...]
[...] rivelare quel numero? Uno o cento, non era lo stesso? E seguitava a guardarsi d'attorno, ad osservare ogni angolo della stanza, ogni mobile, ogni [...]
[...] la visione della morte la spaventava. La spaventava il pensiero di quel colloquio, in cui avrebbe dovuto umiliarsi, non per chiedere perdono o [...]
[...] » — aveva risposto Adelina. Allora, quando le era giunto il biglietto della mezzana, fissantele il convegno, si era indignata. La ripiombava, quel [...]
[...] la curiosità, l'ansia di sapere, che la riconquistavano. Si era trovata, allora, nello stato d'animo istesso di quel tempo trascorso tra la sua [...]
[...] scoprirsi, udrebbe, da lui, che era successo da due giorni, conoscerebbe questa incognita che la martoriava, adesso, dopo quel biglietto, più ancora [...]
[...] . Qualcosa di fatale la spingeva a quel convegno: era l'ultima carta che restava a giuocarsi: su quella carta era puntata la vita. Ora! piangeva di [...]
[...] troncava la voce. James rimaneva impassibile, in attesa. Adelina, adesso, si stupiva di quel silenzio. 103 Era forse la salvezza? La sua audacia [...]
[...] terra, vicinissimo al letto. Burton buttò l'arma, e attese un momento. Poi scosse quel corpo col piede. Era immobile. Allora uscì, è andò a [...]
[...] dialetto dalla lingua spagnola, e tante e tante altre particolarità che ora mi sfuggono, tutto ricorda quel paese, da ogni lato ti corrono [...]
[...] l'attrito continuo d'un eccitamento eccessivo. La prima impressione che si riceve entrando in Napoli, è quella d'una città in festa. Quel chiasso, quello [...]
[...] signora, a quel ciuco, a quel ragazzo, a quel ragazzo!... ? Chiudi gli occhi per non vedere un eccidio e ti volti in dietro, ma in quel momento [...]
[...] cos'altro, resulta tutto quel lordume che ingombra le vie e che fa di Napoli una delle città più sudice d'Europa. Mi è stato detto da qualcuno che [...]
[...] avesse detto che i corvi, dieci anni fa, eran molto più neri di quel che son ora, mi troverei nello stesso imbroglio. La monotonia non annoia per [...]
[...] chiama il medio ceto, ho avvicinato soltanto una ventina di rispettabili e care persone, delle quali non saprei dir mai tutto quel bene che si [...]
[...] occhi e interrompendovi dignitosamente indispettito, vi grida con voce robusta: ? Non ne dengooo!? Ha ragione, povero signor Salvadore! E chi è quel [...]
[...] grosso volume parlerebbe meno del loro abbrutimento, di quel che lo facciano i luridi cenci che questi atleti della miseria hanno il coraggio di portare [...]
[...] in pace, presentando così agli occhi dei passanti quel pittoresco, ma ributtante spettacolo che forse ha fatto alquanto esagerare l'idea che [...]
[...] voglio rammentare, sebbene appaiano buone, perchè figlie troppo spontanee di quel fango morale, in cui sono tenute sommerse queste misere scimmie a due [...]
[...] rabbiosamente che mai correre a gettare i loro miseri guadagni in quel baratro d'immoralità, che insieme colla usura concorre a spolpare questi [...]
[...] che mi parve vedere attingere da quel pozzo. Spinto dalla curiosità, scesi e domandai. Il pozzo era quello della sorgente d'acqua ferruginosa, della [...]
[...] quel che mi fu risposto. Addentrandosi poi ad osservare più da vicino e più minutamente le condizioni morali, il disordine delle idee di questa [...]
[...] mano, si dettero a spargere, ciascuno pel proprio utile, terrore, ignoranza e la più abbietta corruzione, senza neanche l'ombra di quel ritegno [...]
[...] soltanto che da quel tempo in poi la camorra non ha mai cessato di esistere e che non cesserà mai, nonostante le sfuriate di persecuzione che si è [...]
[...] . di Bologna, anche egli pittore, e la sua signora; una bella figlia della animosa Romagna, i cui occhi bruni e lucenti stavano su quel viso ridente [...]
[...] quando? ? Ora, ora nel momento; due minuti fa l'ho tirato fuori per dare qualche cosa a quel vecchio.... ? E ci avevi molto? ? Ci avevo tutto ? Ma ti [...]
[...] d'addio. Domandai alquanto indispettito il perchè di quel riso e mi risposero con un'altra risata più grossa della prima. E perchè quelle risa così [...]
[...] procurato quel disturbo, e nell'animo mio chiesi scusa anche ai ciucai, vetturini, ciceroni e accattoni castellammaresi, dei gravi dubbj che per dieci [...]
[...] , la patria di Masaniello, che s'incontrano per via, sono quel che può esservi di più ameno e di più pittoresco su la terra. Nel contemplare quei [...]
[...] grande virtù, poichè l'unico bisogno potente che si fa sentire in quel clima è il bisogno di non far nulla; la vita d'Adamo prima dello sbaglio e [...]
[...] l'ali; ma si serva degli occhi, Dio lo benedica, davanti a quel gruppo di giovinette che ci vengono incontro coi busti dai colori orientali e coi [...]
[...] . ? Mi guardò di nuovo sorridendo, e per mostrarmi quanta parte prendeva al mio entusiasmo mi disse che quel sole era intollerabile, e dètte [...]
[...] abbastanza soddisfatto della irreparabile perdita sofferta. Arrivammo ad Amalfi. L'arrivo d'una carrozza in quel remoto cantuccio della terra è un mezzo [...]
[...] , ispira anche un senso di ammirazione per quegli umili pescatori, quando si misura con l'occhio la piccolezza di quel nido che sembra ora di falchi [...]
[...] del Tasso, ma non mi fu possibile trovarne traccia. Nessuno di quei popolani seppe rispondermi quando rammentai quel nome; nessuno canta le sue [...]
[...] fabbrica era stata da poco tempo rimodernata, inquantochè quel signore, del quale domandavo, era molto tempo che non ce stava chiù. Indispettito di [...]
[...] altra parte si mostra sempre severo, ma non mai sinistro, veduto da Pompei è truce. La sua massa apparisce da quel lato più scabrosa, più tormentata e [...]
[...] dell'osservazione che mi venne fatta in quel momento, cioè che tutte le pellegrine hanno la barba e gli uomini no; ma risi più che mai quando la cupola del [...]
[...] calzoni, túrati il naso e vieni con me. I vichi di quel gruppo di case addossate al colle del Pizzofalcone, che formano il quartiere di Santa Lucia [...]
[...] per tutto, ma non v'accostate tanto, per Dio! ? E in quel mentre cercavo di schermirmi meglio che potevo, ma non bastò. Arrivato a casa potei [...]
[...] d'uscire dal tanfo che mi levava il respiro, quando sentii partire da quel mucchio d'ossa e di sozzure una voce rantolosa che diceva qualche parola che [...]
[...] Grecia, ma la mia, lo sai per prova, non è ? græca fides. ? Su quel pagliericcio ammuffito veniva a dormire la sera il resto della famiglia [...]
[...] e dalla paurosa diffidenza, con la quale seguitò a guardarmi, non mi ci volle molto per capire che il timore della jettatura avea suscitato quel [...]
[...] Capodimonte, ma quando furon finite, parvero tanto belle anche agl'intraprenditori di quel lavoro, che crederon bene d'andar essi ad alloggiarvi. Ma dunque [...]
[...] Porta Capuana tenuta fino a quel tempo come il palladio della città. Nella chiesa di Montevergine trovansi ora esposti all'adorazione: una [...]
[...] cominciò a serpeggiarci su la testa e d'intorno, la magagna la trovai, facendogli confessare che per San Modestino, quel santo medesimo che fu [...]
[...] alternativamente e senza riposo. E in mezzo a tutto quel frastuono, non un suono piacevole, non una voce simpatica, un'armonia di strumento gradito che [...]
[...] commoventi intorno a quel derisorio riparo e tra la fradicia moltitudine che vi si affolla, fanno senso di pietà alcune povere donne, che coi loro [...]
[...] delle Ninfe si compiacque somministrargli sapientissimamente. Le cadute poi di quelli che fuggivano, e le inzaccherature in mezzo a quel motriglio [...]
[...] sopra un teschio umano annerito, mezzo nascosto fra i soldi di rame e la neve; e molti si avventavano a baciare quel teschio e a deporre il loro [...]
[...] l'angustia della cella, dove pochi giorni addietro lo avevo incontrato visitando il Bagno penale di Portoferrajo. Mi venne voglia in quel momento di [...]
[...] Capuana, attaccai questo colloquio col mio Automedonte. ? Dimmi, compare; che cos'è quel gruppo di fabbricati lassù in alto a mezza collina...? ? Il [...]
[...] alcuni meditabondi straccioni che erravano là dentro, mi fece sapere che senza alcuna cerimonia l'ingresso era libero a tutti in quel recinto [...]
[...] , trattenetevi o tornate stasera verso le sette, chè vi divertirete. ? Nel tempo che il custode mi dava queste notizie io gli badavo appena. Fissatomi su quel [...]
[...] battere il cranio su le lastre, con quel rumore sinistro che non si scorda e non si confonde mai con altri. Ma non è nulla! Napoli è distante; i [...]
[...] ad osservare. Accostandomi a quel gruppo, mi dètte nell'occhio una giovine donna di bella figura, ma della quale non potei distinguere i lineamenti [...]
[...] ; soltanto a lunghi intervalli giungeva fino a noi la romba della città, portata dalla brezza della sera, e quel rumore confuso mi pareva come un respiro [...]
[...] posarsi orizzontale sul terreno. In quel tempo mi affacciai alla tenebrosa apertura, ed arruotando gli occhi scorsi nel fondo una massa informe di ossa [...]
[...] di quella con gli occhi invetrati, finchè, al tonfo che fece quel corpo battendo sul fondo, piegò, come se le fosse caduto sul core, e si abbandonò [...]
[...] del lampione che illuminava l'androne d'ingresso, sorretta dalle sue compagne che quasi se la portavano in collo. In quel momento un ragazzo che [...]
[...] un punto. In quel mentre altre grida partivano da persone spaventate, che fuggendo inciampavano e inciampando cadevano attraverso alle casse dei [...]
[...] : ? Spero che sarà stato soppresso? ? E potete dubitarne, Altezza Imperiale? ? gli fu risposto. Quel giorno stesso, venti carogne umane andavano una [...]
[...] scogliere maestose, dove, appena dato fondo, una folla di piccole barche ci si avventò incontro, per condurci in quella caverna fatata, in quel [...]
[...] Tiberio, non mi sarei mai immaginato che quel po' di ridicolo che avrei trovato per divagarmi su quelle spiaggie malinconiche dovesse appunto venirmi da [...]
[...] muro presso una piletta d'acqua santa. Domandai di quel chiodo, e seppi che smarrendo per l'isola un qualunque oggetto, anche di gran valore, non [...]
[...] s'ha da far altro che andare dopo un dato tempo a quel chiodo, dove certamente ritroveremo l'oggetto, che sarà andato ad appendervi colui che l'avrà [...]
[...] vi sono carrozze, e dalla mia volontà, non ho lasciato inesplorato un palmo di quel terreno. Dai Faraglioni al Capo Campetiello; dalla Grotta [...]
[...] ammettendo al mistico bacio anche il sospettoso Peppino, il quale, abbandonato dopo poco ogni ritegno, si slanciò fino a cantare con me quel soave [...]
[...] male: Faccio per isfogar quel ch'ho qui drento, Faccio per isfogar l'afflitta doglia: Sebbene io canti, di piangere ho voglia. La nostra gita però [...]
[...] panni, ed io dalla via la vedevo campeggiare nell'azzurro del cielo. Il suo viso aveva la tinta di quel bruno lascivo della nigra fanciulla del [...]
[...] che somiglia tanto ad un premio. Non era vero. Lassù non si trovano nè bettole, nè bische, nè lupanari, e allora che cosa è la vita su quel [...]
[...] terremoto che la inabissasse con tutta la canaglia che c'era sopra. Io non desiderai altro in quel momento che d'entrare per dieci minuti nell'animo [...]
[...] quel povero monaco volesse scoppiare dalle risa; io feci altrettanto, e, senza sapere di che, altrettanto fece Peppino di sul tetto della chiesa [...]
[...] già sparito dietro alla chiesuola che campeggiava in un'aureola di luce dorata, quando m'alzai a malincuore per dire addio a quel romantico [...]
[...] bellezza è accessibile anche all'anime più ottuse; tutti infine vi si rivolgono con quel vago dubbio dell'anima, col quale diciotto secoli or sono, ai [...]
[...] braccia apparivano disseminati alla rinfusa in quel vasto campo di morte; e rettili giganteschi, parte distesi, parte aggomitolati in larghissime spire [...]
[...] , e in mezzo a questo silenzio il vulcano mandava a larghi intervalli i suoi rantoli profondi. In quel punto la nostra guida c'indicò un ammasso di [...]
[...] spensierati, partiti allegramente dall'Osservatorio, s'erano inoltrati fino a quel punto per osservare più da vicino il torrente di lava che correva a [...]
[...] avviluppati in quella cappa di vapori sulfurei? ? badavo a domandarmi. ? Siamo veramente sicuri che quel vapore, jeri innocuo, non abbia cambiato [...]
[...] piacevoli, ma troppo violente impressioni di quel momento, ed a lasciarsi stringere ed abbracciare, perchè avrei stretto ed abbracciato anche Lucifero [...]
[...] potesse turbare quel diafano incanto. Non credo a spettacolo più sublime. Quando dalla cima di un vulcano che freme, gettando la sua ombra sul mare [...]
[...] incominciando subito a girarsela tra le mani, esclama con voce stentorea: ? È duro! ? A quel fatale annunzio il popolo dà in uno scoppio di strida [...]
[...] l'anno seguente, capirai con facilità che non è po' poi tutta colpa di questi disgraziati la loro bestiale ignoranza, nè tutta nostra modestia quel [...]
[...] grattano. A proposito di questo grattarsi, perchè non sembri che io esageri, non mi pare inutile rammentare qui la sentenza di quel gran filosofo, il [...]
[...] alberghi e insieme i tempj: Questi i debiti roghi ai morti fièno; E su quel lor Sepolcro in mezzo ai voti Vittime pria farò de' sacerdoti. Così [...]
[...] quel loro sandissimo Sepolcro in miezzo alli voti, Vittime prima farò di tutti li sacerdoti. (Doppe accise a tutti, vo' accidere primma li prievete [...]
[...] fetore insopportabile; allora il vecchio non mancava mai di aprire la finestra. Litigi ne accadevano di raro. S'erano accomodati a quel genere [...]
[...] : — Spiccorlai! Sulla soprascritta c'era forse signore, ma non credette necessario ripetere quel titolo in mezzo a quella corte. — Non abita in questa [...]
[...] guardarmi. Amarilli si volse. C'era sul muro un ragno dalle lunghe gambe acrobatiche che correva, correva su verso il soffitto. Amarilli guardò quel [...]
[...] , trovò un ripiego. Ridiscese dalla moglie del birraio e le disse: 26 — Signora, volevo chiederle se ha ancora, disponibile quel piccolo ricamo [...]
[...] . — No, non la voglio questa nipote, questa avventuriera, questa strega. Lo dico chiaro e tondo: o via lei o via io. In quel mentre, dalla porta [...]
[...] leggermente sulle palme aperte, le fregò e le offerse alla bella zia quali colombe messaggiere di pace. Chi avesse guardata in quel punto la vecchia [...]
[...] mostrarsi soddisfatta. Quel nipote scioperato che faceva la corte alla credula zia per beccarle l'impossibile entrava perfettamente nelle mire [...]
[...] soggiungere, per spiegare tale lirismo, che quel giorno aveva in tasca una nota di trentacinque lire spese dal trattore. L'amabile cattivo [...]
[...] omeri robusti della cara zia, ed approfittava della circostanza per stringere le braccia fin dove arrivavano. — Quel pazzo di Renato! — diceva la [...]
[...] cuore ben fatto cacciò fuori un piccolo grido di soddisfazione. * Chi non era nè in quella camera, nè in quel mondo, chi non viveva di quelle [...]
[...] giorni della zitellona. Quando sarebbe spuntato quel bel giorno? quel bel giorno in cui doveva sentire due braccia intorno al collo e una voce [...]
[...] quel giorno scomparve da quella casa ogni gioia. La vedova credette di esser forte, sperò di poter vincersi, combattè con sè stessa, si strinse [...]
[...] missione, raccontò con calore i tentativi di Renato, l'avversione di Editta e l'impossibilità di continuare a quel 53 modo, poichè [...]
[...] dall'orrida scala, Amarilli rimase smorta, vacillante accanto al muro, come in quel giorno che le era apparsa la fulgida visione così presto [...]
[...] fasce dell'adolescenza e videro e sentirono e amarono per la prima volta. Quell'istante dolce e solenne in cui il bocciolo diventa fiore, quel [...]
[...] quel paese della provincia di Bergamo che ho già descritto. Editta vi giunse una sera al cader di febbraio. Bruno leggeva accanto al fuoco [...]
[...] appunto quella. L'accento di Bruno mentre diceva: è appunto 72 quella, scosse Editta e le accese come una luce davanti agli occhi. In quel [...]
[...] del pane quotidiano, che trovandosi, come Amleto, ricche e amate, hanno bisogno di crearsi quel dolore che l'avara natura non ha loro concesso [...]
[...] , entusiasmo, ogni virtù assopita nel cuore di Editta aspettava quel giorno. * Nelle sue gite solitarie la fanciulla non si era mai allontanata [...]
[...] volle arrischiarsi; ma al primo passo l'acqua le salì fin sopra la caviglia, strappandole un grido di sgomento e di dispetto. 85 A quel [...]
[...] vide scendere un uomo dalla collina. Aveva, poco su poco giù, l'aspetto di un campagnuolo; del resto, in quel momento Editta non poteva [...]
[...] dita tese, e misurò quel piede. All'improvviso contatto l'ammalata, senza svegliarsi, si contrasse e si voltò dall'altra parte. Bruno ritirò la [...]
[...] . In quel momento l'uscio si schiuse adagino adagino, e Editta avanzandosi in punta di piedi, disse: — Vada pure, signor Bruno; sto qui io [...]
[...] allontanava e risentì quello stesso trabalzo al cuore, quel medesimo tremito per tutta la persona. Che è questo? — domandò fieramente a sè stessa [...]
[...] ! — interruppe Rachele con brio — è inutile bisticciarsi. Fra due o tre giorni mi alzo, e la quistione è finita. La quistione finì realmente per quel [...]
[...] trovarsi, lei l'aristocratica per eccellenza, in una viuzza di montagna a fianco d'una serva — e quel ch'è più, interessandosi ai suoi discorsi [...]
[...] Gli alberi, i sassi e l'acqua tranquilla della Sonna avevano un linguaggio diverso in quel giorno; forse era l'influenza di Margii, tant'è che [...]
[...] fermarsi, ma con un sorriso amichevole, la vecchia le disse: — Vien su bene, eh, quel piccino? Bello e vispo; che Dio ve lo conservi! Non erano [...]
[...] collinetta, ma si udiva sempre il gaio mormorìo dell'acqua saltellante fra i sassi, mormorìo dalle cadenze soavi, eppure solenni in mezzo a quel [...]
[...] curiosità la signorina. Poi con quel garbo ingenuo e cortese dei contadini bergamaschi soggiunse: — È la vostra padroncina? — No, è un'amica [...]
[...] . Mostrerò alla signorina gli alveari nuovi. Quel benedetto uomo non sta mai tranquillo. Oggi è 113 andato a Bergamo per vedere una macchina che [...]
[...] intense da quel nome pronunziato a caso, ma che ella non poteva più ascoltare con indifferenza. La figura del signor Giovanni le compariva [...]
[...] sonnambula guardando più in là, in un mondo imaginario; fiutando l'odore degli oleandri, urtando le gabbie degli uccelli e non sapendo positivamente quel [...]
[...] pamporcini e passò oltre muta, estatica, mentre le ronzava all'orecchio una frase che Margii ripeteva ad ogni momento: — È un grand'uomo quel signor [...]
[...] dormente, nel paese delle chimere e dei sogni azzurri. * L'indomani di quel bel giorno il signor Giovanni comparve, cara ombra evocata tutta la [...]
[...] un volume alla moda, quest'uomo, signorina, conduce una vita da bruto? Editta era stanca della disputa. In quel momento le sembrava di odiare il [...]
[...] proprio consolava il cuore. La vecchia Margii, la regina di quel palazzo, pulita e linda, col suo scialletto di mussola bianca ricamata, colle sue [...]
[...] vivace che aveva dieci anni più di lei e che sembrava più giovane; pensò che doveva essere ben felice in mezzo a quel sole, a quella pulizia, a [...]
[...] vergine e di martire, ebbe compassione di quel primo momento di sgomenta sorpresa; la prese per la mano e la condusse da Rachele. Là [...]
[...] . Sembrava che fosse sempre stata in quella 129 camera, vicino a quel letto. Le sue scarpe non facevano rumore, si soffiava il naso in [...]
[...] un'ora; Bruno capiva che una madre non avrebbe potuto fare di più — e Margii, ah! Margii con quel fino tatto che la distingueva aveva subito [...]
[...] dalla parte di Editta; in quel momento un uomo guidando un carro vuoto entrò nella vigna, Giovanni con una semplicità dignitosa avviò il trasporto [...]
[...] . Giunti a casa del signor Bruno, l'ammalata, sorretta dal padre e da Amarilli, andò subito a coricarsi su quel letto che non doveva abbandonare più [...]
[...] buona notte indicando il cielo col dito come per dire: Sarà quel che Dio vuole! Una mattina, Rachele che si era assopita all'alba si destò [...]
[...] doveva accontentarsi di portar seco delle memorie. Quel portico così allegro ombreggiato dalla tenda, chi sa quante volte lo avrebbe riveduto [...]
[...] ; pensava forse alla treccia che Amarilli aveva tagliato per lui in quel giorno solenne. Poi tutto fu chiuso in un armadio come reliquie sante [...]
[...] sotto il 152 portico; uscì fuori, vista la nipote accasciata su quel gradino colle mani sulla faccia, le si fece accanto chiamandola a bassa [...]
[...] partito simile; pensasse infine come la brusca risposta doveva ferire quel povero cuore e che opinione egli avrebbe recata di lei. Editta [...]
[...] rumore, lontano, monotono, rompeva l'altissimo silenzio. Editta ascoltò quel rumore. Aveva caldo. Il venticello che accarezzandole le guancie [...]
[...] bollente e ribelle. 155 Ascoltava con attenzione angosciosa quel rumore; ora pareva un canto, ora un lamento, ora una preghiera — ed ella [...]
[...] nel torrente. Una mezza luce soavissima, stemperata di rosa e di viola pallido, ondeggiava su tutto quel verde così fresco, così folto; l'aria [...]
[...] si fermarono per simultaneo impulso a quel posto dove si erano incontrati la prima volta. 162 — Bell'acqua della Sonna — esclamò Editta [...]
[...] quel metodo famoso per l'allevamento del pollame, poichè ella sapeva benissimo — Margii glielo aveva detto — che la sua corte rustica era rinomata [...]
[...] diciotto anni. Ci fu festa quel giorno in casa del signor Bruno; Margii per la prima aveva lavorato segretamente nell'angolo più nascosto dei suoi [...]
[...] sapeva perchè non c'era nessuno a zonzo in quel giorno. Bruno era uscito a far compere, e Amarilli apparecchiava la tavola per lasciare tutto [...]
[...] taceva, Editta alzò gli occhi e fu sorpresa dal mutamento di quel volto. — Mio Dio, Giovanni, ti senti male? — No, grazie. — La tua mano arde e [...]
[...] di Citera. Dai sentieri della Sonna hai mai visto lassù quel bianco paesetto che chiamano Celana? A Celana io feci i miei primi studi, e dalle [...]
[...] pubblico; io che comprendevo come fosse ristretto quel mondo che m'era apparso sì sconfinato; io che non trovavo l'orizzonte abbastanza vasto [...]
[...] quelle pagine: no, la mia anima non vi si era trastusa, e il pubblico che lo affermava era un imbecille. lo lo avrei stracciato quel libro; io lo [...]
[...] . Per tutto quel giorno, tacitamente, essi custodirono il loro segreto. All'altare, intanto che Editta pronunciava l'eterno sì, un turbamento [...]
[...] occhi da quel volto ignobile, presso al quale i diamanti e le trine producevano un contrasto grottesco. Gli uomini la guardavano con una curiosità [...]
[...] di insoddisfatto, di bruciante, che le fiammeggiava ancora nella pupilla, sembrava satollarsi in quel volgere o rivolgere le carte, nell'ansia [...]
[...] quel chiacchierio, si chinò all'orecchio della sua fidanzata: — Che cosa tiene appeso al braccialetto quella piccola signora?... — Un gobbo. Vi [...]
[...] di velluto cremisi, ascoltando gli articoli del Codice, vagamente impressionati dalla coppia deforme che prima di loro aveva occupato quel posto [...]
[...] di rosa, esclamarono insieme: Lydia! E di sotto la tesa, audacemente rialzata di quel cappello, rispose a loro un sorriso biricchino. - 17 [...]
[...] in mezzo alle due amiche per guardare nella sala dei matrimoni. — Non lasciarti vedere, almeno; con quel cappello, farai volgere tutti. — Se [...]
[...] non ti so dire quel che vi fabbrica sopra la maldicenza, che cosa dicono a Belgirate, quante insulsaggini, quanto spirito di cattiva lega. Don [...]
[...] quel che può. La conduce a trovare le sue amiche; le racconta pudicamente, e condite di frizzi archeologici, le memorie della sua gioventù [...]
[...] darsi anche questo. Ti ricordi il giorno che si è sposata Thea? Quanta malinconia in quel matrimonio! Eppure tutti sembravano lieti; Thea scrive da [...]
[...] tollerata o cacciata da una casa dove avrebbe dovuto entrare a fronte alta. La separazione dei due infelici fu straziante. Da quel giorno Jeronima [...]
[...] lasciava qualche vuoto nell'abito; ma il portamento nobile e disinvolto correggeva quel leggero difetto. La fisionomia di don Leopoldo, molto [...]
[...] nipotina al suo primo ballo, la calma di don Leopoldo era forse più superficiale del solito. In fondo sentiva l'importanza di quel primo passo [...]
[...] distribuiva passando a braccio teso e scuotendo forte il pugno. Faceva un senso di meraviglia e di pena insieme a vederla con quel viso di bambina [...]
[...] , quel corpo appena formato, e tanta arte mondana; o veramente avrebbe fatto meraviglia, se intorno a lei non fossero state tutte così; ma la sala [...]
[...] , già in guarnigione da due anni, e interamente sfruttati. E poi? E poi la folla. - 53 - — Ma chi è quel giovinetto smilzo colla divisa di [...]
[...] formava, in quel suo irradiamento tutto spirituale, un felice contrasto colla bellezza di Eva voluttuosamente terrena. — Torna ancora a Bombay? — Oh [...]
[...] la mia passione. Con uno slancio irriflessivo Lydia gliele porse. Egli accettò un po' sorpreso, e se le mise all'occhiello. In quel momento la [...]
[...] , prepotente che le teneva - 73 - inchiodate a quel posto, colle narici dilatate, avide, i petti oppressi, non sentendo i brividi dell'alba che [...]
[...] sporgeva il petto velloso sopra un paio di mutandine rigate. — Quel duca pare innamorato cotto. — È una disgrazia come un'altra; poteva rompersi [...]
[...] , variegata come l'iride. Tutta quell'aria che la circondava, quella luce piovente dal cielo e riflessa dal mare, quel forte odore di catrame e [...]
[...] , alle dolci contemplazioni... Le parole, in sè stesse, non significavano nulla; ma quello sguardo e quel sorriso dissero ben altro alla sua [...]
[...] disprezzandola, e uno che giurava di amarla senza avere il coraggio di difenderla. Comprese in quel momento quanta viltà si annida nel cuore dell'uomo [...]
[...] danari da spendere e il contegno di una parigina del quartiere Breda; ma non avendo, in quel momento, abito di sorta, se non un lungo [...]
[...] baule. — Forse — osservò don Leopoldo nel silenzio della sua mente — Lydia guadagnerebbe ad occuparsi un po' più di quel che faccia ora. Ha [...]
[...] molta intelligenza, perchè non si dedica a qualche ramo delle lettere o delle arti? Quel giorno, dopo pranzo, intanto che Lydia, abbandonata [...]
[...] cavallo in guerra l'odore di quel male ignoto, avida e crudele. — Vedi, vedi — continuava scuotendola — io non potrei fare come te; morirei. Ecco [...]
[...] funebre passeggiata e, per verità, a ben pochi Renati quel funesto ballo in maschera. Gli amanti poi! Chi mi dà un amante come Riccardo? Gherardi [...]
[...] teatro. Comincio ad aver sonno. Chi sarà stato quel giovane bruno, perduto in fondo al palco di Eva? - 115 - 2 gennaio. Molti balli in vista [...]
[...] color avorio della calèche ha ottenuto un successo grandissimo. Quel petit crevè di Giulio Lauto mi ha rubato il mio guanto; sono contenta che [...]
[...] era profumato. 16 febbraio. Che cosa fa quel personaggio misterioso di Mario Avella? Lo vedo un po' qui, un po' là, sempre in mezzo alla gente e [...]
[...] Beolchi, Giulio Lante, perfino quel grosso rusticone di un marchese Gherardi, mi avevano promesso dolci e fiori a valanghe. (Credo che Castel [...]
[...] , quando mi capitò Costanza. Bisogna dire ch'io le voglia bene davvero perchè la sua comparsa, anche in quel momento, mi fece piacere; e [...]
[...] entrare nelle feste della vita, un vostro cenno ne la farà uscire. Il cattivo esempio ci viene nientemeno che da Salomone. Quel barbaro lasciò [...]
[...] diritto. Avrebbe rifìutato il suo amore, positivamente, ma era curiosa di vedere che cosa fanno gli uomini in quel momento. Come mai non pensava [...]
[...] quel malore improvviso. Sempre in ginocchio, sprofondata nelle pieghe del peluche bianco che le si ammucchiava intorno come uno zoccolo di neve [...]
[...] ! mamma! — e poi cadde bocconi sul cadavere. IX. Quel dolore era piombato così improvvisamente nella vita frivola della fanciulla, ch'ella ne [...]
[...] , gusti eleganti, abitudine di leggiadria e di sorrisi, tutto ciò ricevette un urto fortissimo da quel cadavere che le si era irrigidito nelle [...]
[...] ? - 152 - Eva stava in quel momento osservando un ricamo e non si vedeva del suo volto che la linea purissima del profilo. Rispose, senza [...]
[...] . Da quel giorno, Lydia abbandonò l'idea che Mario Avella corteggiasse Eva; molto più che ad un tratto il giovane sparve, ritornato in Sicilia [...]
[...] materia; quel dissolversi spasmodico, mostruoso, di una persona fatta a sua imagine e somiglianza, a lei nata per la gioia, fu soverchia prova [...]
[...] carità le mancava; le mancava il tramite che unisce il ricco al povero, quel filo invisibile che è la più pura essenza - 159 - dell'amore [...]
[...] , delle villeggiature, per un intero decennio, e risero della sua scollatura audace, risero de' suoi capelli dipinti, risero di quel velluto [...]
[...] all'amica tutto quello che la fatalità le aveva portato via. Quel bisogno sublime di dare, che già le era apparso ne' suoi tentativi di beneficenza [...]
[...] sentiva sempre più impotente. — Quanto sono disgraziata — pensava — se non posso nemmeno esercitare il bene! E cresceva intorno a lei quel terribile [...]
[...] quel vecchio poderoso attraversare la folla con la testa alta di una quercia che sfida i turbini; e al suo fianco la fanciulla dai capelli d'oro [...]
[...] quasi per abbracciare l'ente misterioso che le dava tante dolci emozioni, per adorare il Dio di quel tempio; e l'ente non era visibile, il Dio [...]
[...] avesse osato trattarla a quel modo. La sua ira contro gli uomini crebbe; rincarò la dose dei motti pungenti, delle sfide audaci. Avrebbe voluto che [...]
[...] improvviso stringimento, come se quel modesto, pronunciato con una infinità di retropensieri, le avesse mostrato un bene che ella non poteva [...]
[...] riso maligno — so quel che mi resta a fare. Metterò in un cappello il nome de' miei spasimanti e sposerò il primo che esce, poichè è il [...]
[...] matrimonio che rende felici. Quel giorno stesso, agitata da pensieri amorosi, si lasciò vendere dal suo tappezziere una coperta tessuta su disegni del [...]
[...] capriccio quel piccolo mondo, di creare qualche cosa dal nulla, tornò a provare la gioia intensa, l'infantile orgoglio che già l'avevano animata e di [...]
[...] - — Ma ti perderai in quel letto! — osservò don Leopoldo a sua nipote. — No — disse Lydia semplicemente — starò comoda. — Mi pare sfacciato [...]
[...] testine incipriate, si sentivano volare i baci. Parve a Lydia che in quel cantuccio intimo dovesse pure trovar posto un panierino da lavoro; ne [...]
[...] , udito, pensato tutto, che della sua verginità conservava appena quel tanto che non aveva potuto gettar via, arrischiava talvolta spudoratezze [...]
[...] , passando davanti a suo marito che si trovava in ginocchio sul tappeto. Lydia rimase immobile, colpita dall'espressione di quel volto che non aveva [...]
[...] l'avvocato Calmi, al pallido chiaror della lucerna posata sul tavolino e velata da un fazzoletto di trine. Ella aveva fatto in quel giorno molte corse [...]
[...] sempre mischiato a quelli che sparlavano di Lydia. Eppure avvenne che, conoscendosi, tutto quel materiale di sprezzo ammucchiato a furia di sarcasmi [...]
[...] cantuccio. Tutte le sere veniva per lei quel momento fatale della solitudine; quando, automa smontato, si lasciava cadere nella poltroncina, colle [...]
[...] sulle labbra. Si strinse tenacemente all'amica, raccomandandole di non dimenticarla; e per tutto quel giorno non volle veder nessuno, standosene [...]
[...] originalità audace. Si moveva, parlava, rideva con rivelazioni nuove ed impreviste, eccitando la curiosità. I suoi modi arditi avevano quel [...]
[...] del sentiero le apparve chiara la meta di quel pellegrinaggio in una chiesuola parata a festa, sulla cui porta si accalcavano altre donne tutte [...]
[...] quell'ambiente, ritta in piedi accanto al primo pilastro, osservando quel pubblico così nuovo. La maggior parte erano donne, quasi tutte o brutte o [...]
[...] penetrato fin sotto la pelle; pensò alle sue biancherie di batista, al suo corpo che le cure assidue conservavano puro, e in quel confronto, la sua [...]
[...] sola che se ne stesse muta. Non sapeva pregare. Le venne bensì una voglia grande di conoscere quel canto, di ripetere quelle parole soavissime [...]
[...] . Guardando quel lievissimo spiraglio Lydia comprese che anche la musica veniva di là, - 263 - e vi si diresse, sempre a guisa di sonnambula, a [...]
[...] il volto, chinandosi lentamente, guardandola egli pure in fondo agli occhi. In quel momento Lydia si sentì dare un tuffo nel sangue, le pupille [...]
[...] minacciava il volto di Lydia. — Ma... — fece Lydia, imbarazzata per la prima volta in vita sua, sentendo in quel punto che il ritorno le dispiaceva [...]
[...] svelava una razza e una educazione in?nitamente superiori. E poi aveva quella morbidezza di velluto, quel tepore di raggio, che allacciava senza [...]
[...] silenziose proteggendo quel gande amore di un re. E Badura, la principessa dai larghi occhi di gazzella? E l'appassionata Tormenta? Tutte, tutte io le [...]
[...] sguardi, fuggendo da un punto all'altro, riuscivano ad incontrarsi. In quel momento Lydia viveva, per intensità di giubilo, i trent'anni già passati [...]
[...] , nevvero? Guardarono il cielo tutti e due con grande attenzione, sentendo che i loro sguardi si incontravano in quel punto lontano. E poi parlarono [...]
[...] pensava che sarebbe morta volentieri in quel momento, se il suo corpo, dissolvendosi, doveva abbracciare quello di Keptsky. Comprese egli ciò che [...]
[...] le rammentavano i bei giorni passati, quel recente incanto di un amore che l'aveva dominata tutta. Rivedeva Keptsky, la sua nobile fronte, i suoi [...]
[...] di persuaderlo. Era il suo più vecchio amico, dopo tutto, e quella freddezza, quel disprezzo, non potevano lasciarla indifferente. - 324 [...]
[...] farla vergognare! L'ironia pungente, disperata di quest'ultima frase colpì l'avvocato più che tutto il resto. Egli tentò ancora di smuoverla da quel [...]
[...] pelle delicata; avrebbe voluto vedere, ma non ebbe bisogno di questo. Per il suo orecchio avido, ogni rumore era una parola distintissima. In quel [...]
[...] della festa. I viaggiatori si fermarono a contemplare da lungi quel grandioso paesaggio, e per qualche istante nessuno aprì bocca. La chiesuola [...]
[...] , disse don Zua, già disperato alla sola idea di perdere Boella in mezzo a quel pandemonio. La fanciulla capì il pensiero di don Zua, e gli [...]
[...] posti in luogo sicuro i propri cavalli, e liberi da ogni pensiero, si decisero a frammischiarsi anche loro in quel mare vivente della festa. Il [...]
[...] . Tutti volevano vederlo quel gran santo che faceva camminare i paralitici, che rendeva la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, la parola ai muti [...]
[...] . Ed egli, il buon frate, vescovo, guardava dall’alto della sua nicchia, tutto quel popolo prostrato dinanzi a lui, col suo eterno sguardo [...]
[...] cucinava in un canto. Di sotto a quel momentaneo rifugio si godeva lo spettacolo della festa in tutta la sua splendidezza. Le baracche di frasche [...]
[...] , oh è certo che la pagò ben cara; perchè quegli urti, quegli spintoni, quel sentirsi soffocare, quel sentirsi venir meno, fra le strette [...]
[...] furiose di quel popolo fanatico, sarebbero stati sufficienti a pagare anche un posticino di paradiso. I cavalieri fecero ancora tre volte il giro [...]
[...] lontananza qualche canzone senza entusiasmo. Quel grande spazio ove si erano passati tanti giorni di allegria schietta e di festa generale, ora [...]
[...] sapevano anche i santi di legno, che erano in chiesa. I nobili avevano rabbrividito di orrore, per quel traviamento di don Zua, ed il popolo invece [...]
[...] (muttos) così belli non ne avevano cantato più, da quando s’era sposata Grazia Lugore, con quel Toscano che se l’aveva portata via subito [...]
[...] babbo, quanto era felice quel giorno! quante speranze aveva riposto in lui! quanti sogni! Il sole cadeva lentamente, incendiando i monti lontani, ed [...]
[...] volontà era ferrea. Quando era stanco di studiare pensava a Boella, quella era la sua ricreazione; ed in quel pensiero costante, prendeva lena [...]
[...] , quel momento, in cui sarebbe potuto tornare con la sua bella patente, per deporla ai piedi di Boella, come un paladino medievale, i colori [...]
[...] non sarebbe successo. — Avete ragione. — Mi pare però, aggiunse zio Pasquale, che quel don Zua è predestinato a morire incoronato. Diavolo [...]
[...] intorno ed abbassando la voce, è Ciccio Maria, il mio servo. — Ah, brutta strega! — Mala femmina! — E don Zua, quel babbeo, che se ne sta a Nuoro ad [...]
[...] quel lavorio era per lei; oh! non avrebbe certo sfigurato, il babbo lo aveva detto che non voleva badare a spese, perchè di figlie da maritare ne [...]
[...] cento secoli, non fosse penetrato il piede umano. La grotta di Nettuno ad Alghero, si sarebbe disabbellita, in quel momento, agli occhi di un [...]
[...] osservatore che poco prima avesse visto la foresta di Montemannu, coperta dalle nevi di dicembre, in quel quieto pallore dell’alba. Ma don Zua era [...]
[...] sonno e dalla stanchezza si addormentò. Qual era la meta di don Zua in quel viaggio? forse la chiesa campestre di San Mauro, nella speranza che [...]
[...] ringhio sordo di cane, gli risposero. Di lì a poco, sentì un fruscìo internamente, poi lo scricchiolìo della finestra che si apriva. In quel [...]
[...] di vecchia! — Chi cerca? che cosa vuole? — Cerco di voi, perchè ho bisogno dell'opera vostra, rispose don Zua, che aveva superato quel [...]
[...] , in quel piccolo spazio! In un canto, un tizzo ardeva lentamente, mandando qualche bagliore all’intorno. Mezzo sepolti fra la cenere un cane ed un [...]
[...] coraggio di fare tutto ciò che io gli consiglierò? — Andrei.... all'inferno! — Benissimo, disse la vecchia, intimamente contrariata da quel [...]
[...] Boella! vorrei essere io, il tuo futuro sposo, ti mangierei a furia di baci! — Adulatrice, rispose la fanciulla, arrossendo di piacere per quel [...]
[...] lo aveva aiutato nello scoprire le belle forme della figlia di Marco Santoru; ma quel che lo aveva fermato di più era stato la dote di lei [...]
[...] appoggiarsi a quella sicura antenna, nelle vicende burrascose della vita, ed eravi riuscito, sacrificandone un altro: il povero don Zua! Quel giorno il [...]
[...] di Marco Santoru, e quasi prendendo parte a quell’allegria, a quelle risate clamorose, a quel gridìo lieto, che prorompeva fuori, come un [...]
[...] buon fuoco, e dammi un bel bicchiere di quell’acquavite meravigliosa. — E dalli, con quel veleno d’acqua vite, non lo sa, non se n’è accorto che [...]
[...] in casa ci sono come la scopa; mentre se mi avesse dato retta.... ma, basta, non ne parliamo più, che è meglio.... però lei quel gran dolore non [...]
[...] preoccupava interamente. Margherita cercò di trarlo un’altra volta da quel mutismo; ma perdette la fatica, Zua si ritirò d’umor nero, senza neanche [...]
[...] disperazione. Ha un bel dirmi che è guarito! già, come se io fossi nata ieri l’altro! ho paura che quel ragazzo.... Dio mio, Dio mio, toglietegli voi [...]
[...] lampi di voluttà, d’amore, di passione! Quella pupilla appassita, quel pallore di cadavere nelle sue guancie, poco prima così fresche, così rosate [...]
[...] tramontana frizzante, fuggiva, fuggiva, macchiando di grandi ombre passeggere la terra. Quell’albore lunare, quel silenzio, quelle ombre [...]
[...] anni prima era morta la figlia sedicenne di don Eusebio, e don Zua aveva pensato a quel teschio, per mandare ad effetto la malìa. La tomba era [...]
[...] ribrezzo lo trattenne. In quel momento una nuvoletta oscurò la luna, proiettando la sua ombra fugace sull’ossario. L’occhio immoto di don Zua la fissò [...]
[...] da quella stretta invisibile, che lo teneva fermo a quel posto; volle gridare, volle fuggire, alzò le mani verso il cielo, chiedendo pietà [...]
[...] , quando vide in lontananza il corpo di don Zua, ebbe sul principio una strana paura. Poi ridendo di sè stesso si avvicinò e toccò, quel corpo [...]
[...] . E da quel momento, la sua barca aveva sempre avuto, come si dice, il vento in poppa. Ma si susurravano delle brutte storie: il fallimento di Toto [...]
[...] che fare la famiglia con quel furfante! Ciò che premeva, erano i suoi continuati ladrocini. Si facevano dei calcoli a memoria: mica Mario ci si [...]
[...] ; ma era già troppo tardi per la parola impegnata e per le esigenze della sua vendetta contro il padre, che sarebbe mancata colla confessione di quel [...]
[...] udirla da lontano, senza distinguerne le parole, sarebbe stato impossibile imaginare quali maraviglie di criterio andava rivelando con quel suo [...]
[...] labbra, sorridendo, e si ascoltano sempre volentieri. Infine, ammogliandosi, egli aveva rinunciato ad una gaia esistenza. In quel primo incontro [...]
[...] più imbarazzante quel silenzio. — Dormi? — bisbigliò Irene. — Buona notte. — Buona notte, — rispose lui, sgomento. Al domani mattina, dopo un [...]
[...] ! vedrai, ti dico, come ci si guadagnerà di riputazione... — Non sai davvero quel che ti dici, — interruppe Irene stringendosi nelle spalle, con un [...]
[...] fosse un don Giovanni irresistibile: — ha sempre tirato alle femmine, e non so che polvere ci abbia per addomesticarsele... Da quel momento il [...]
[...] cattivo soggetto. Risero, Pippo, Teta e Paolo. Ne avevano bisogno, per uscire da quel tono di tenerezze. La conversazione divenne generale; ma Furlin [...]
[...] agitavano intorno a lei. Da quel momento non perdette più di vista la cognata. La esaminava collo sguardo del conoscitore che giudica. Si sentiva [...]
[...] . Sull'onor mio, comincio a credere che tu valga meno di quel che pare, solo perchè ti ostini a finger con me. Ella lo aveva ascoltato pallidissima [...]
[...] abbandonò incosciente. S'inebbriava, sentendo il fremito di quella vaga persona, il fiotto ardente di quel giovane sangue. Indovinava il palpito del [...]
[...] per gli affari pareva cullare quel pugno di attività in una molle noncuranza di oziosi. Le preoccupazioni degl'interessi materiali morivano [...]
[...] fra tutti Paolo Furlin, condannato alla eterna galera del suo ufficio, poteva permettersi la libertà di sfogare i suoi dispiaceri in quel fidato [...]
[...] smetterla! — insistette Mario. — Tanto è lo stesso: sappiamo a memoria quel che vuoi dire. C'è da occuparci di cose più serie. S'era rivolto a Pippo [...]
[...] tra i figli di padron Gregorio poteva pensare a tentar l'impresa; non si facevano illusioni. Ma in quel preciso concetto della loro posizione [...]
[...] del possesso di lei; il modo incompleto ond'ella gli si era data, dopo le prime volte. Pareva che tutto quel fuoco si fosse spento ad un tratto, ed [...]
[...] strano che gl'ispirava sua cognata, ardevagli anche in quel momento il sangue. Lei comprese senza dubbio; volle affermare il proprio potere dinnanzi alla [...]
[...] . — Sii ragionevole. Capisco quel che vorresti dirmi: sono impastata di pregiudizi, non è vero? Sia pure! Ma che colpa ne ho io, se sono fatta così [...]
[...] disprezzo sardonico che covava una vendetta indeterminata. Egli rideva delle arie da signori prese da Mario, da Teta ed anche da quel bestione triviale [...]
[...] curiale. Finì, che si trovò dinnanzi Irene, quando meno se lo aspettava. Quel mattino addensavasi sulla città un uragano estivo: nuvole fitte, nere, da [...]
[...] ben altro!... Oh, se avesse potuto dire quel che provava dentro di sè! Irene doveva possedere certamente qualche filtro magico. Egli durava fatica a [...]
[...] intensamente azzurro. Le strade lavate si ripopolavano con strepiti nuovi. Vibrava un'allegria di movimento e di voci nell'ebbrezza di quel preludio autunnale [...]
[...] fino al punto di considerare i suoi figli come morti e perduti per lui; ma che cosa era quel continuo attossicarsi per progetto la vita, con violenze [...]
[...] ladrocinio simile. Parlavasi di andare a cavar fuori il cuore di quel vecchio birbaccione che trattava così il sangue suo. Furlin, sempre [...]
[...] Irene si sentì circondata da sordi sospetti, e comprese che quel soffio ostile partiva da Teta. Per tre o quattro giorni le escandescenze scoppianti [...]
[...] , lasciava dei sordi sospetti in quel pugno di gente scettica per i sentimentalismi della filantropia e del disinteresse. Il domani Mario si procurò [...]
[...] . — Sembriamo veri bambini! — diss'egli, per mettere una frase qualunque in quel silenzio opprimente. — Non ti pare che basti ancora? — gridò la giovine [...]
[...] levargli d'addosso gli occhi spaventati ed ammaliati. Poi vide quel viso cereo sformarsi, esprimere qualche cosa, che non era più l'odio di poc'anzi [...]
[...] dei guadagni sorprendenti di Mario in quel rialzo della “Banca Italica”. Non si capiva d'onde il fortunato briccone avesse cavato fuori dei titoli [...]
[...] nell'illusione della vittoria. Ma n'ebbe appena per qualche giorno; poi anche quel miraggio ultimo si dileguò. Ella stessa scoprì, senza farsi illusioni [...]
[...] la commedia meschina di una separazione strascicata per gradi. Non voleva più udir parlare dei Ferramonti; ma nudrì da quel momento l'idea ferma [...]
[...] che ha un diavolo per capello. Li salutava appena, invitandoli a sedere, giacchè erano venuti, con quel fare brusco e sgarbato che accompagna le [...]
[...] coniugale. Non si dava davvero pena alcuna di trattare con dei riguardi quel miserabile imbecille; e d'altra parte, non ne aveva bisogno. Egli [...]
[...] serio. D'altra parte, che era quel continuo sgambettare tutta la giornata da Torre Argentina al Pellegrino, e dal Pellegrino a Torre Argentina? Non [...]
[...] , istigata, pressata, spinta dal suocero. Cambiò, rinnovò, trasformò quel semenzaio di tarli, quello stringicore di vecchiume e di abbandono. Ella ebbe [...]
[...] antecedente, aveva incontrato Irene in compagnia di Mario. Parve alludere ad altri simili incontri, come se quel passeggiare della giovine coppia per le [...]
[...] osceni; come un dilagamento di sogghigni equivoci e di occhiate impudenti. E quel grande strepito, quel fremente formicolìo di vita plebea, eruttato [...]
[...] discorsi venivano in campo. Egli non doveva pensare solamente a se stesso, per riuscir poi a far languire di noia e di tristezza quel vago fiore [...]
[...] , quello che voleva dire. Se si pigliava qualche distrazione, era per mandar via i cattivi pensieri. Non avrebbe dimenticato mai quel che doveva a [...]
[...] coraggio di vestirsi a quel modo, ed una intollerante impazienza di farne la prova. Che male ci sarebbe stato a lasciar la festa del Circolo? Per [...]
[...] , felice, e soprattutto ammirata, stimata e rispettata dal mondo. Ebbene, dopo quel che avveniva, come poteva dirsi ancora possibile l'effettuazione di [...]
[...] quel momento avrebbe rinunciato anche alla fortuna del suocero, pur di cancellare il passato. Ma se ciò era impossibile, perchè lo sarebbe stato del [...]
[...] Roma, lui! E sapeva benissimo da sè, quel che doveva fare. Non affliggeva più la nuora con delle malinconie, ed ella, incantata di vederlo sempre [...]
[...] di struzzo. Oltre a ciò, ella aveva scoperto che la volpe vecchia si serviva appunto dei suoi fumi al cervello, per indurla con quel mezzo ad [...]
[...] piedi. Irene poteva dire quel che voleva; ma il vecchione imbambolato trovava che se ne stavano troppo bene soli, lontani dalle seccature e dai [...]
[...] milione, non le aveva proprio fatto venire l'acquolina in bocca? Che ne avrebbe fatto, se si fosse trovata a disporre di quel po' di quattrini? Ella [...]
[...] troppo forte. Ella non aveva più neppure la facoltà di risentirsi, di odiare l'uomo da cui riceveva quel disinganno atroce. Si abbandonava al [...]
[...] squisita. Del resto succedeva sempre così: quel tu per tu ad una tavola che faceva pensare ai simposii di una grossa brigata di buontemponi, metteva nella [...]
[...] precisi, si fece aiutare ad adagiarvi quel gran corpo inerte, sollevandolo di peso. Ferramonti girò intorno gli occhi senza sguardo ed iniettati [...]
[...] nota desolata sopra ogni oggetto, in ogni angolo, in quel silenzio dove un uomo moriva, ed una donna taceva, assorbita dai propri pensieri. Ma lei [...]
[...] forse di avere oltrepassato, in quel momento, i limiti della convenienza. Ma, dinnanzi alle mute interrogazioni della famiglia, compiè il suo [...]
[...] Ferramonti in quel giro di tempo! Egli camminò a caso. I parenti che se lo videro comparire dinnanzi, ne restarono colpiti e n'ebbero pietà. Si trovò [...]
[...] offerta, il coerede che avesse desiderato l'acquisto. E poichè l'adesione in massima fu unanime, quel diavolo di Furlin trasse fuori un mucchio di [...]
[...] immischi. Penso io a risolvere la quistione, domani. — Ma siamo certi che quel danaro ci appartenga veramente? — domandò Mario. Gli altri sussultarono [...]
[...] quel momento. Ella era già in lutto rigoroso: il suo viso mostravasi di un pallore marmoreo. Non andò a baciare la cognata; ma, con un saluto lieve [...]
[...] qualche tempo. È un dono di quel povero vecchio! Dio mio! — soggiunse guardandosi intorno, — m'accorgo sempre più, che accogliete molto male la notizia [...]
[...] razionale, in un intervallo di tempo più o meno breve, poteva forse guarirlo. Forse, andando innanzi di quel passo, ed arrivando a non poter più dissimulare [...]
[...] il fratello, colpito anche dal tono singolare delle ultime parole; ma non gli riuscì quel giorno, come non gli era riuscito in altre simili occasioni [...]
[...] nervosi. Quel miserabile sapeva senza dubbio Mario sull'orlo di un precipizio; ebbene! per sfuggire il pericolo di porgergli il più piccolo aiuto, egli [...]
[...] l'altra dallo stesso raccapriccio. Pippo comparve in quel momento; fu il primo a precipitarsi dentro. Aveva solo inteso, fra l'agitazione della gente [...]
[...] altro, ella guardava Mario, sempre Mario, ostinatamente quel cadavere caldo ancora, dagli occhi aperti e dalle narici grondanti sangue. Opponeva [...]
[...] quel suicidio; comprendeva i motivi di vendetta che avevano indotto Mario a commetterlo là, dinnanzi a lei, come risposta alle sue ingiurie [...]
[...] notte, migliaia di volte, senza espressione, come un suono meccanico dei suoi organi vocali. Doveva spirare con quel nome sulle labbra, mentre Irene [...]
[...] questo punto. Che stomaco, quel Barbati! — Ti ringrazio, — disse Irene semplicemente, mentre nei suoi occhi balenava una gioia di vendetta soddisfatta [...]
[...] stendevano davanti alle casette di pietra. Il roteare d'un molino a vapore interrompeva, in lontananza, il silenzio meridiano; e quel rumore ansante e [...]
[...] partitone, quella... - Ebbè, glielo porteremo dal continente... - disse Pietro con beffe, guardando quel forestiere biondiccio e chiacchierone che era [...]
[...] . - egli disse, quasi beffardo. Ma la giovine padrona si mostrava così espansiva e buona, quel giorno, ch'egli si domandò se non s'era ingannato [...]
[...] di salire verso il cielo. Sì, ella lo amava, poichè aveva arrossito e tremato. I loro occhi avevano parlato. De quel momento i due giovani non [...]
[...] dà i calci; se sei di malumore, oggi, ebbene appiccati a quel fico come Giuda. Lo vuoi il legaccio della mia scarpa, di', tu, occhi da gatto [...]
[...] parlavano come sentivano, e le vendemmiatrici che avevano solo la coscienza di quel giorno di sole, della dolcezza dell'uva matura, del contatto [...]
[...] , irritato; mai come in quel giorno aveva capito tutta la desolazione della sua povertà e del suo abbandono. Oramai era convinto che Sabina non lo [...]
[...] del suo cuore, quel segreto che egli non osava quasi neppure confidare a sè stesso. Sciocca, cento volle sciocca! Ah, ella aveva un altro amante [...]
[...] gambe; quando ho finito ho finito, - sentiva una strana gioia sollevargli il cuore. 48 Perchè? Che aveva in sè la giovine padrona, quel giorno [...]
[...] povertà. - La salute è il più bel gioiello; con quel pegno lì tu puoi trovare non cento ma mille scudi, - sentenziò zio Nicola, dall'alto della [...]
[...] lontano alcune goccie rimaste in fondo al bicchiere. Ricordava la fame sofferta durante la sua selvaggia infanzia. Quel giorno non si faceva economia [...]
[...] ubbriaco, cercando ancora gli occhi di lei. Ma ella non lo guardò più. Da quel momento egli perdette la coscienza di ciò che avveniva in lui; solo si [...]
[...] ... Questi discorsi esaltavano Pietro. - Se non ci fosse quel nibbio ingordo di zia Luisa... - egli pensava. E il vino, il tepore del fuoco, il [...]
[...] quel cielo, - disse Maria, guardando in alto. Ma Sabina guardava l'ombra in fondo alla china, e ricordava... Che faceva ora Pietro, al di là della [...]
[...] mi disse più nulla dopo quel giorno, ti ricordi? Credo abbia soggezione di voi. - Egli non è uomo da aver soggezione di nessuno. - disse Maria [...]
[...] . - Dopo quel giorno... ho sempre atteso. Quando lo sento nominare, vedi, il cuore mi batte forte. Se egli almeno si spiegasse!... - E poi? - insistè [...]
[...] , un cerchio ardente gli stringeva la fronte, e la pulsazione continua alla tempia sinistra sembrava il picchiare di un martello che fermava quel [...]
[...] , con le sue macchie rugginose, le pietre lividognole, gli sfondi grigi, pareva morta sotto quel gran cielo oscuro e pesante. Arrivato davanti alla [...]
[...] promessa non commosse Maria, ma Pietro la mantenne. Quel giorno, infatti, egli andò 92 alla bettola, ma non bevette e non guardò la moglie del [...]
[...] Salvatore Brindis per dirgli che domani lo aspetto a casa, per l'affare delle capre. Và: dopo puoi fare quel che vuoi. Pietro capì: s'alzò e andò via [...]
[...] chiederle un parere. - A chi? A Sabina? E perchè a lei? - domandò meravigliata Maria. Pietro fece un altro segno di croce sulla cenere: in quel [...]
[...] , chinando il capo, col gomito sul ginocchio e il dito col ditale sulle labbra. Pietro provava un'angosciosa sensazione di paura; eppure in quel [...]
[...] vigna, - poichè era innamorato di lei fin da quel tempo, almeno così egli affermava, - quante volte non avrebbe potuto farle del male? Quante volte non [...]
[...] bucato! Con quel tempaccio lì! Venisse una buona volta il bel tempo: il cortile ritornerebbe pulito e gaio come una sala, la campanula [...]
[...] fiore vivente, e il sole abbronzò e indorò anche il suo viso. Fra le mietitrici c'era anche Sabina, che in quel tempo perdè l'ultima speranza [...]
[...] accetterei, bella mia... - Va in pace, allora... - Maria, - disse Francesco, - vuoi che domandi il binoccolo a quel signore? Guarderemo verso Nuoro. - Ma [...]
[...] le spalle con un braccio e le disse: - Guarda: quel villaggio qui sotto è Sarule; vedi quel bosco più in là? Due anni fa, io ci stetti tre mesi, in [...]
[...] quel bosco, dove pascolavano le mie 143 vacche. Guarda da questa parte, lontano: vedi, quella è la pianura di Macomer. Peccato che oggi vi sia [...]
[...] dove tu vai. Questa galanteria le piacque molto; sì, certo, Francesco era grazioso e gentile. Da quel momento non si lasciarono più. 144 [...]
[...] . - Sei gelosa? - chiese l'altra. - Di chi? Di quel porco spino? - Chi è il porco spino? - domandò uno della comitiva. - Tu. - rispose la ragazza [...]
[...] quel disgraziato servo... Ella chinò il viso, e due lagrime di dolore caddero sul suo seno commosso. Ma fu un istante. Già si scorgevano le prime [...]
[...] e meraviglia. - Come sono sciocche le donne! Sciocche tutte! Perchè vuoi licenziare quel servo? Dove ne troverai uno migliore? Se Pietro Benu è la [...]
[...] speranza di veder giungere Maria; Maria 153 invece pensava a lui quasi con odio. Perchè si era fatto amare, quel servo? Perchè si era messo sulla [...]
[...] perchè Maria rivolgesse il suo rancore contro Francesco; quel ricordo destava in lei un tumulto di passione e di rimorso, la incatenava al passato, la [...]
[...] figura di Francesco Rosana dentro quel bicchiere? Maria si scostò, ma non si volse: allora Pietro vide i bicchieri in uno dei quali doveva appunto [...]
[...] sposa Francesco Rosana. Pietro ascoltava e taceva. Le ultime parole del padrone lo colpirono come bastonate. Ah, ebbene, sì, fino a quel momento egli [...]
[...] sogno malvagio e riprendeva la via. - Che accadrà di me? Dove andrò? Dove finirò? E camminava, camminava, sotto quel cielo misterioso e macchiato [...]
[...] ancora sotto quel tetto fatale. Riuscirò a parlarle, le dirò tutto ciò che mi rode il cuore... Intanto lavorava. Era una giornata triste, livida e [...]
[...] questo « fare splendido » della madre: anzi a un certo momento attirò zia Luisa nella camera attigua e le disse: - Ma lasciate che prendano quel che [...]
[...] . tutto era passato... Ed egli non reagiva! A momenti sentiva ancora entro le orecchie quel rombo 210 lontano che pareva un galoppo sfrenato di [...]
[...] accanto, poi Maria. Di nuovo tutti risero e applaudirono. - Com'è allegro quel Francesco; un mattacchione. - disse zia Luisa alla sua vicina di tavola [...]
[...] : ognuno ricominciava a pensare ai fatti suoi e pareva svegliarsi dall'ebbrezza di quel giorno di nozze. A poco a poco il ballo, i canti, i suoni [...]
[...] così, un po' languida e stanca, con gli occhi smarriti, rivolti al cielo roseo! No, nessun re della terra poteva esser felice come in quel momento [...]
[...] di tanto in tanto si 222 sfogava con quel grido caratteristico, col quale talvolta i paesani nuoresi vogliono esprimere la loro gioia. Ma [...]
[...] si promette buona, abbiamo provviste e denari, non siamo tormentati nè da liti, nè da inimicizie. Tutti ci vogliono bene. Anche quel disgraziato non [...]
[...] passo tranquillo e cadenzato della cavalla, e provava una dolcezza quasi triste; il tepore del sole, il profumo delle erbe, e tutto quel fascino di [...]
[...] di quel limpido e silenzioso meriggio. Le locustelle saltellavano sui rovi fioriti; farfalle in colore dei fiori, insetti in colore dell'erba [...]
[...] . * * * Anche Maria si sentiva contenta di quella vita idilliaca, e avrebbe voluto che quel maggio durasse eternamente. Si levava all'alba, quando [...]
[...] cinereo sulle quercie immobili, e sembrava di velluto, qua e là trapuntato dalle prime stelle. Quel silenzio melanconico, quell'estrema luce smorta che [...]
[...] punto rosso brillava in lontananza. Ella si diresse verso quel punto; ogni tanto si fermava, sembrandole di udire voci e passi umani. Un cane [...]
[...] sentire qualcosa di triste e di lugubre in quel latrato. - Che fare? Che fare? Andiamo, cerchiamo, - ella disse, disperata. - Deve essere accaduta una [...]
[...] fondo al sentiero... - Zesùs, Zesùs (1), - sospirò l'altra, e si asciugò gli occhi con la manica della camicia. In quel momento s’udì il canto funebre [...]
[...] . Il fuoco non fu quel giorno acceso in casa Noina e nessuno pensò a preparare il pranzo: ma verso mezzogiorno tre donne portarono tre grandi [...]
[...] di vacche l'Antine ricordò il servo Turulia. In quel tempo tutti credevano che il presunto assassino di Francesco si fosse rifugiato, con altri [...]
[...] ... In quel momento la voce rauca e quasi infantile di Sabina risuonò nel cortile. - Zia Luisa! Ci siete? - Siamo qui, vieni. Appena vide Pietro [...]
[...] vergognosa, pensò: - Che dirà? Che ho avuto fretta? Ebbene, pensi quel che vuole, tanto sarà mio marito. Eccolo! Giuseppe Pera s'avanzava sul suo [...]
[...] non limitarci: quanti sono stati più fortunati e arditi di noi!... Se tu mi avessi dato retta! In quel tempo, quando tu mi ascoltavi, e [...]
[...] secoli erano trascorsi dopo (1) La fame. 290 quel giorno d'autunno, in cui egli le aveva promesso di « dirle qualche cosa! » Come il mondo [...]
[...] lo sposo. - Ecco, rido perchè sembriamo ladri, - ella rispose senza voltarsi. Da quel momento tutti cominciarono a ridere e chiacchierare, e [...]
[...] tutte le vacche scomparse in quel tempo dagli ovili nuoresi furono rubate da loro. Così cominciò la fortuna di Pietro Benu, e solo per questo [...]
[...] , come passano le nuvole nell'aria, senza lasciar traccia... Che aveva ella fatto durante quel tempo? Aveva sognato: era bella e beffarda, lo [...]
[...] farne un suo trastullo... Ma ora ricordava le parole e le promesse di lui, in quel tempo. - Io diventerò ricco, io sarò fortunato... per te [...]
[...] ritornarono al pensiero: ricordò la figura dell'amico di Pietro, di quel Zuanne Antine arricchitosi anch'egli misteriosamente: e la testimonianza di [...]
[...] l'anima? Che ho fatto io per meritarmi questo castigo? Ella agitava in alto le mani intrecciate, fissando disperatamente quel profondo cielo di [...]
[...] nella penombra della camera silenziosa, un impeto di pianto la soffocò. Alla paura e all'istinto di difesa, che fino a quel momento avevano reso [...]
[...] un tratto ripiombò nel suo terrore. Quel pezzo di carta, quei cinque sigilli di un rosso cupo, color sangue coagulato, le destavano un'impressione [...]
[...] sgozzato... Lagrime di tenerezza le solcarono il viso al ricordo di Francesco. E quel ricordo la commosse come forse mai l'aveva commossa; e per la [...]
[...] un giorno lontano, nel tempo del loro primo amore; forse quel giorno, nella vigna, quando egli avrebbe potuto farle del male, e invece l'aveva [...]
[...] primario di quel luogo di dolore mi disse e mi provò con i registri, che mentre fra le pazze, dodici sole furono colpite per vizii, sopra più di [...]
[...] di aver visto troppo poco, e la paura mi assalse che, se cominciassi a scrivere anche quel poco, mi si risponderebbe: medico, cura te stesso [...]
[...] , – fecero sì che andai via per quel giorno a cercar l'aria libera. »Ma io non debbo continuare questo racconto, tanto più che Ella deve aver visto cose [...]
[...] assoluto di quella di Napoli, e che, giunta a quel grado, il peso di un sol grano di sabbia di più significhi la morte. Accettai dunque l'offerta del [...]
[...] un vecchio del tutto inabile al lavoro, e, da quel che capii, mantenuto dalla carità degli altri inquilini della camera – ed erano sette, ed i [...]
[...] : costerà tutto al più al Municipio quattro tavole per la cassa. Cotesto invece, con quegli occhi avidissimi, quel piglio audace, che guarda dentro una [...]
[...] incontrai fra le nuove venute di quel giorno una bellissima ragazza, che non aveva ombra d'indizio delle cause che avrebbero dovuto condurla in [...]
[...] quel luogo. Non dimostrava quattordici anni. La fermai e le parlai. Mi disse che cominciò a undici anni ad esercitare il mestiere, ch'era malata, e [...]
[...] a quel commercio, che procura loro cibo e comparativo agio. Fino a sedici anni la Polizia non può intromettersi, non può registrare una ragazza [...]
[...] la caccia ogni notte, e sarebbe mestieri fabbricare nuove prigioni per rinchiudervele, e che i suoi subalterni facevano quel che potevano. Le [...]
[...] Galantuomini appartengono al passato, che la parola lazzarone rimonta al tempo dei Vicerè spagnoli, e indicava in quel tempo la gente soggetta, la [...]
[...] di San Gennaro, avrebbe tutti i popolani contro. E da quel momento gli odii, l'intensa inimicizia, l'assoluta incompatibilità delle due genti [...]
[...] non riveste quel carattere vergognoso, che in altre parti del mondo, e anche nel mondo dei galantuomini di Napoli stessa, segrega le prostitute dal [...]
[...] lire 1,190,932,603, e la rendita complessiva a lire 84,585,240. Il dottor Pietro Castiglioni, l'autore di quel capitolo, dimostrando l'origine e [...]
[...] , inspirata ai principii della libertà, e forse precorritrice di tempi, in cui ne saranno più maturi i frutti, per quel lavorio progressivo di [...]
[...] . Se un dato modo di trattarlo produce un beneficio immediato, quel beneficio è ritenuto giustificazione sufficiente. Recentemente si è fatta [...]
[...] , che formò nei tempi passati ciò che oggi si chiama il Patrimonio delle Opere pie, non si può contrastarci l'affermazione che quel patrimonio [...]
[...] usciranno da quel convitto. Nella mia seconda visita facevasi scuola, e mi riprometteva vedere in attività le fabbriche e le manifatture. Derisione [...]
[...] ! delle fabbriche, manifatture, scuole di arti e mestieri rimangono appena le tracce, e per quel vantaggio che recano, sarebbe meglio fossero abolite [...]
[...] , obbligarlo al lavoro se abile. – E ai bambini e bambine sopprimere il lusso nell'istruzione, e, in quel cambio, cibo, aria, esercizii e quell'educazione [...]
[...] medesima, tanto pe' maestri e il direttore, quanto per gli allievi; ed in quel tempo fu esplicitamente dichiarato la vigilanza della scuola doversi [...]
[...] nel 1874 alle offese, considerato che ai Sordo-muti si tolse quel poco di favella, onde la natura avevali orbati e la scienza regalati. Ciò di che [...]
[...] Governo riparatore, riparerà anche a questo sconcio. Parmi però che la stampa, quel quarto potere, in Inghilterra così potente da essere più temuto [...]
[...] , ma c'era un tempo, in cui ne morivano 80, 85, fino a 90 per cento! – Di fatto, consultato quel libro stupendo intitolato I Brefotrofi e la [...]
[...] coloro che di quel tempo bene si ricordano, ed ai quali facilmente si crede pensando allo stato dell'Ospizio nel 1860. Gli abusi scomparvero; oblate più [...]
[...] riprendere la tutela, l'Ospizio può avere il diritto di farne delle apprendiste di quel mestiere, onde mostransi atte, di farle ammettere ad una Scuola [...]
[...] rispondere all'altro quesito secco: «Perchè non concedere alla madre quel compenso di baliatico che dovrete dare ad un'altra per far nutrire il suo bambino [...]
[...] , in quel luogo di dolore che si chiama l'Ospedale degl'Incurabili. Oggi invece serve di ricovero a oblate, a vecchi, a vecchie, a donzelle e a [...]
[...] ospiti. – Nè troviamo a ridire contro quel bizzarro costume delle associazioni funebri. È un gusto come un altro, volersi seguito alla tomba da [...]
[...] all'esame formale delle alunne, ma da quel che mi riescì fatto di osservare, l'istruzione parmi buona: la impartiscono maestre patentate e approvate dal [...]
[...] poi che quel prete era uno dei fidi dell'Arcivescovo di Napoli. Tralasciamo di descrivere lo stato degli Stabilimenti diretti «da un ecclesiastico [...]
[...] si mantenne modesta ed oscura fino a che le vicende della peste nell'anno 1657 non fecero accreditare tale istituzione, essendosi in quel tempo [...]
[...] ha fatto quello che ha voluto. Perocchè questo è proprio il paese della libertà, come s'intende da molti: ognuno è libero di fare quel che vuole [...]
[...] cattivo, che qualche giornale in quel tempo scrisse avere l'aspetto più di cantina che di scuola. E, se non sembrasse ch'io volessi muovere censura [...]
[...] l'avvenire, non avrà troppa fretta di abbandonare quel dolce fruttifero soggiorno. So bene che il fatto della perduta libertà costituisce da sè solo una [...]
[...] e organizzò quel vasto sistema di Governo locale che dipende dall'istituzione, nuova per l'Inghilterra, chiamata il Local Government Board. Egli [...]
[...] tempi, in cui saranno più maturi i frutti, per quel lavorìo progressivo di assimilazione che ne fa penetrare il succo vivificatore nel corpo sociale [...]
[...] soccorso o la punizione senza rubare tempo ai proprii affari. E in quel modo che ogni individuo deve fare il suo dovere come un militare, così [...]
[...] chierico, insegnare il canto e suonare l'armonium, DEVE ESSERE BECCHINO. Il prete impera sulle scuole, e quel maestro che non si piega alla sua [...]
[...] d'intolleranza. Ripetiamo: i parenti e i preti hanno tutte le sere, i sabati e le domeniche, per insegnare quel che vogliono ai fanciulli, e sono nel loro [...]
[...] quel terreno rende quattro o cinque misure per una di semente, quantità di cereale incapace di rimunerare la fatica del contadino e satisfare l'ozio [...]
[...] fontana, oppure cacciarvi il dito dentro, e ritirarlo, e fare uscire così un poco di acqua, che viene richiamata da quel poco di vuoto ottenuto, e [...]
[...] : lavorate un po'più per tre mesi, scegliete quel tale in cui avete fiducia, fatelo cassiere dei piccoli risparmii, poi cominciate a piantar [...]
[...] minimo. Un candidato che vuol essere ammesso all'associazione, deve esporre tutto il proprio stato, quel che guadagna, se ha debiti, ed esibir prove [...]
[...] si spenda qualche danaro ad adattare i vecchi bastimenti a scuole di mozzi, e poi, quando venga quel giorno, in cui il Ministero metta veramente [...]
[...] per avere quel po' di materiale, e che per mangiare durante l'inverno dovettero privarsene, viene un groppo alla gola. C'è tela fatta, ci sono [...]
[...] che con buona amministrazione può essere duplicato di quel miliardo, centonovanta milioni, 932 mila 606 lire, che costituiscono il loro patrimonio [...]
[...] , tassando il superfluo. Ma oggi in Italia non si può negare nè affermare che quel patrimonio basti; tale è la dilapidazione, tanti gl'impiegati oziosi [...]
[...] quel sorriso ineffabile, che fu largo compenso per qualunque lavoro o sagrifizio fatto da altri durante la sua vita, ci ripeta ancora: «In quanto l'hai [...]
[...] inscritta appunto in quel bilancio, e ciò debbo desumere dal vedere molto cresciuta la somma stanziata pei Sordo-muti nel bilancio definitivo rispetto [...]
[...] chiusura non aveva altra ragione che di somministrare un mezzo per rimettere su nuove e migliori basi la scuola medesima? Io credo che quel provvedimento [...]
[...] processo più importante, che è di osservare questa vita latente o manifesta della Scuola dei Sordo-muti in Napoli. La Camera sa che in quel periodo [...]
[...] quella sul fabbricato. Chi di loro Signori è stato a Napoli e ha certamente visto l'immensa mole di quel fabbricato, può immaginare la somma che esso [...]
[...] che quel grido non si trasmuti nella interrogazione terribile di Jehova a Caino? Può rispondere il Governo riparatore come Caino? Egli stesso ci dice [...]
[...] .... LA GNÀ PAOLA. Dunque non c'è più legge? Ognuno può fare quel che vuole! DON MICIO. La legge, Già Paola, l'avete mai vista passare da queste parti [...]
[...] comparire quel bel cesto dello Storto. Apre la sua tana e attende la povera gente che viene a farsi scorticare da lui. Cento per cento, e anche più! La [...]
[...] vogliono comparire più di quel che sono. È a dormire in casa di sua sorella, per tenerle compagnia nell'assenza del marito che a quest'ora dev'essere [...]
[...] gentaglia. Ma noi, per grazia di Dio... quel che è giusti, secondo le nostre forze. Suo zio, mio fratello Mastro Cosimo, è stato per Riricchia, ed è [...]
[...] abbiate paura, mamma! Prima che me lo dia.... (facendo il gesto di uno schiaffo). DON MICIO. Scusate! Intendevo che meritavate un prosit per quel [...]
[...] GNÀ PAOLA. Che ti ha detto di Testaccia? CELESTINA. Niente. Dice non è vero, e che quel giovine si fa i fatti suoi. LA GNÀ PAOLA. Crede forse che mi [...]
[...] alterate subito! RIRICCHIA. Lasciatemi cucire! (a Mastro Cosimo che entra in quel punto con le canne da pesca in ispalla, e il paniere infilato al [...]
[...] cuciva. - Si vende? - mi domandò. - Per voi non si vende, si regala - le risposi, scherzando. - Era forse mia? Pegno. E quel bestione... 229 [...]
[...] una sigaretta, ed esce senza salutare). SCENA VII. MASTRO COSIMO, RIRICCHIA E LA GNÀ PAOLA LA GNÀ PAOLA. E che ne faremo di tutto quel pesce [...]
[...] tuo sarebbe stato di dir subito a tua madre o a me: quel... ladro di don Cesario... LA GNÀ PAOLA (interrompendolo). Ha fatto bene, se è vero. È [...]
[...] quel cristiano... DON MICIO. Vedevo la vostra indifferenza... e mi cascavano le braccia. E poi c'era lui, Testaccia... RIRICCHIA. Non lo nominate [...]
[...] del blocco C, per esempio, rimaneva vuoto perchè la gente s'ostinava a considerarla una stanza indiavolata dal giorno in cui quel matto di [...]
[...] vicini che stavano di fuori all'uscio a dire loro di smetterla di massacrarsi in quel modo. Andrea, bianco come un cadavere, con la testa che faceva [...]
[...] sera diventava silenzioso, non fumava mai meno di tre virginia e qualche volta gli prendeva il ticchio di offrire un bicchiere di quel buono agli [...]
[...] , del senza cuore, del brontolone. Era una crudeltà tormentare una povera ragazza in quel modo. Non era poi mica una di quelle, non era. Anche lui [...]
[...] vinta. In ginocchio, con le mani giunte, supplicava il conte di imporle quel qualunque castigo che gli sarebbe piaciuto. Era giusto che espiasse la [...]
[...] una risposta che gli era andata alla nuca come una versatura di piacere ardente. In quel momento avrebbe voluto ribaltare e perire con lei sotto [...]
[...] la torcevano senza lavarla. Al sabato bisognava pagarle, le poste si lamentavano e qualche volta mandavano la lavandaia a quel paese. Lo [...]
[...] . Si stava bevendo intorno al focolare un po' di vino come in quel momento, con una fetta di panettone che le aveva portato la mattina il prestinaio [...]
[...] colorati, Giuliano smetteva di ascoltare con quel suo sorriso negativo e Annunciata si asciugava gli occhioni e singhiozzava piena d'ambascia. Le [...]
[...] lampi che annunciavano il temporale con dei boati spaventevoli. Giuliano, trasecolato, non sapeva staccare gli occhi da quel torso vigoroso di [...]
[...] quel porcone che trattava la madre a schiaffi. Gli diceva che Iddio lo avrebbe punito a maltrattare i genitori in quel modo. Ma lui le [...]
[...] sempre sotto gli occhi dei ministri. Aspettarono parecchi anni. I genitori di Silvia erano morti lasciandole quel poco che avevano. La famiglia era [...]
[...] inferiore, come se si fosse addormentato in quel momento. Il prete si fece dare un po' d'acqua e gliene versò sopra una goccia per aiutarlo a [...]
[...] per il pattume della casa e della scala, emettendo dei gridi sgarbati e mangiando quel diavolo che capitava loro tra le manucce. La madre, che [...]
[...] con un fracasso da signora del Verziere. — Dammi quel pettine, che io non voglio che si facciano le trecce prima di sgarbugliare ben bene i [...]
[...] principessina. Andiamo nella chiesa di Sant'Ambrogio. Sai la strada, non è vero? Ecco quel brutto noioso di Alfredo che mi s'inchina con una scappellata [...]
[...] un signore e puoi sposarti altro che una lavandaia senza educazione. Quel poco che so me l'hanno insegnato le monache di porta Magenta. Buone donne [...]
[...] vigliaccona a loro per quel suo straccio di marito catarroso che non avrebbero voluto neppure arrostito con le cipolle! — Avanti! Il primo [...]
[...] che le donne si accapigliassero in quel modo nella giornata di Natale. Giovanna, con le mani sui fianchi che traducevano la sua forza [...]
[...] locandiera che dava a tutti gli avventori un piattone di risotto infiorato di salsiccia, con mezzo litro di vino di quel buono, coll'aggiunta [...]
[...] un giacchettino pieno di civetteria. Ma lei non aveva fortuna. Non le capitavano che degli spiantati, che le avrebbero mangiato anche quel poco [...]
[...] da fare. Non aveva che da aprire bocca per avere tutto quel diavolo che desiderava. Bentoni era una pasta d'uomo che l'avrebbe indorata se avesse [...]
[...] scandalo. Non voleva morire col peso della sua mano sulla guancia. In allora era troppo giovane. Ah, se avesse avuto in quel giorno la forza che [...]
[...] la vita in quel modo. Ma in nome del cielo, se tutto il commercio fosse stato nelle mani di monopolisti spietati come quelli, un giorno o l'altro [...]
[...] , quel tocco di carne di collo. Urlava, chiamandolo assassino! e dicendo che era ora che lo si conoscesse per quello che era. Un infame come lui [...]
[...] faceva tremare come una foglia anche in quel momento. La sua Teresa, sana e robusta come una pianta, aveva in allora quattordici anni. Lavorava in [...]
[...] andava mica a rubare per buttar via i quattrini in quel modo. Ci voleva un po' di buonsenso, ci voleva. — Di grazia, l'ammalata Luigia Ponticelli [...]
[...] . Finalmente si decise per Cassano. Ah, se la gente avesse del giudizio! La Luigia non si sarebbe lasciata squartare in quel modo. Pazienza. La [...]
[...] morire. Ah, sì! aveva trovato carne per i suoi denti, quel vaso rotto dove ciascuno aveva fatto quello che aveva valuto! La donna di tutti si era [...]
[...] grande sprezzo per tutte le donne. Ah, sì! Come se non si fosse saputo che egli andava di notte a dormire con quel pitale comune della maladonna del [...]
[...] quel suo Zaccaria che se n'era andato senza neanche dir loro addio? E l'una dopo l'altra, con Bentoni alla testa, si avviavano insieme alla [...]
[...] quattrino. Ah no, perdio! E avrebbe fatto di tutto per impedire anche alle altre di andarvi. Non le era mai piaciuto quel pappataci del materassaio [...]
[...] , signora! E se ne andò verso la stanza matrimoniale, sorpreso di quel fiat in cui gli parve di essere stato sommerso nell'odore di lei. Che cosa [...]
[...] ammazzasse. La vecchia mi trattenne dicendomi ch'ella vi era abituata. Da un pezzo i vecchi si eccitano in quel modo. Ritornai alla toppa un po [...]
[...] . Avrebbe valuto tenerlo a colazione, ma c'era Giorgio che stava poco bene. Quel suo stomaco di carta dava da fare a tutti come non si poteva [...]
[...] ricordo della ferita e del sangue del nostro Signore mi vengono i sudori freddi. Se quel cane di sgherro fosse qui lo farei a pezzi. Questa tosse mi [...]
[...] constatare gli insuccessi. Buondelmonti dava loro la relazione di quel che era avvenuto e se ne andavano salutandoci. E noi ci rimettevamo al lavoro [...]
[...] che pareva proprio invasa dagli spiriti. Io non credevo, ma non avevo mai visto una scena religiosa di quel genere. Gli uomini si curvarono [...]
[...] , di udire i lamenti che mi andavano nelle budella come spasimi e di respirare l'aria appestata di tutto quel mare di gente che voleva liberarsi [...]
[...] Annunciata, la lavandaia, ti ha voluto bene. Senza quel tuo malanno noi saremmo stati felici. Addio. — No, no! gridò Giorgio con la faccia [...]
[...] , quando da 13 Napoli tutta la gente buona porta corone ai morti, sul colle di Poggioreale, in quel cimitero pieno di fiori, di uccelli, di [...]
[...] , gli sposetti poveri, insomma una mezza borghesia che vuol nascondere la sua miseria e avere la scaletta di marmo. Quel grandissimo edificio resta [...]
[...] e vedere a che corrisponde di oltraggioso quel numero. 58 * ** La cabala esiste più per le classi superiori che per le inferiori: ma essa [...]
[...] codesti ingrati rodono le fibre e bevono il sangue. E infatti nessuno le dà una coltellata, nessuno la bastona, nessuno la insulta, e quel che è [...]
[...] incrostate di fango, quel vaccaro dalle mani nere che sporcano il bicchiere, quelle serve scapigliate e discinte, quelle comari dalla camiciuola [...]
[...] fradicia; dopo le otto, quel tratto è un campo di battaglia di acque fetenti, di buccie, di foglie di cavolo, di frutta marcite, di pomidoro crepati [...]
[...] , tanto che, come la mano fatale di mistress Macbeth, che tutte le acque dell'Oceano non potevano lavare, quel tratto di strada, via Roma [...]
[...] fortificato. Forse il colera non vi avrà fatto strage: vi è il mare e vi è il sole. Ma che mare nero, untuoso! Ma qual putrefazione non illumina quel [...]
[...] , un'amica teneva il bimbo; ma veniva a portarglielo, da molto lontano, per farlo succhiare, sudando sotto il sole, con quel bimbo pesante in collo [...]
[...] commestibile che la mendicante aveva raccattato. Tanto avrebbe dovuto perdersi, quel resto di fuoco, dopo la sua cucina; era meglio adoperarlo a [...]
[...] ; fatemi arrabbiare, fatemi ruggire!... Di nuovo quel dente? MARIA. Sì, ritorna a molestarmi. FEDERICO. Dente benedetto, se gli debbo [...]
[...] sua cameriera: si firmava così per cautela. MARIA. E quel porte-bonheur? FEDERICO. Modernissimo; tutto quello che ci può essere di più [...]