[...] Tipografia LUIGI di GIACOMO PIROLA. - Milano, piazza Scala, 6. PARTE PRIMA I. Giuseppe, dinanzi al portone, trastullava il suo bambino [...]
[...] antichi, i lanzi del principe appendevano le alabarde, quando s'udì e crebbe rapidamente il rumore d'una carrozza arrivante a tutta carriera; e [...]
[...] prima ancora che egli avesse il tempo di voltarsi, un legnetto sul quale pareva fosse nevicato, dalla tanta polvere, e il cui cavallo era tutto [...]
[...] spumante di sudore, entrò nella corte con assordante fracasso. Dall'arco del secondo cortile affacciaronsi servi e famigli: Baldassarre, il maestro [...]
[...] servi 6 già circondavano la carrozzella, si segnavano udendo il cocchiere narrare, interrottamente: - La principessa.... morta d'un colpo [...]
[...] .... Stamattina, mentre lavavo la carrozza.... - Gesù!... Gesù!... - Ordine d'attaccare... il signor Marco che correva su e giù... il Vicario e i vicini [...]
[...] ... appena il tempo di far la via... - Gesù! Gesù!... Ma come?... Se stava meglio?... E il signor Marco?... Senza mandare avviso? - Che so io [...]
[...] , era malata; però, così a un tratto?... Ma una vociata, dall'alto dello scalone, interruppe subitamente il cicaleccio: - Pasquale!... Pasquale [...]
[...] !... - Ehi, Baldassarre? - Un cavallo fresco, in un salto!... - Subito, corro.... Intanto che cocchieri e famigli lavoravano a staccare il cavallo [...]
[...] !... - Il portone?... Perchè non chiudete il portone? - ingiunse Salemi, con la penna ancora all'orecchio. Ma il portinaio che aveva finalmente affidato [...]
[...] alla moglie il piccolino e cominciava a capire qualcosa, guardava in giro i compagni: - Ho da chiudere?... E don Baldassarre? - Sst!... Sst [...]
[...] !... - Che c'è? 7 I discorsi morirono una seconda volta, e tutti s'impalarono cavandosi i berretti ed abbassando le pipe, perchè il principe in [...]
[...] , intanto che dava sottovoce ordini a Baldassarre, il quale chinava il capo nudo e lucente ad ogni parola del padrone: «Eccellenza sì! Eccellenza [...]
[...] sì!» E il cocchiere affibbiava ancora le cinghie che il padrone saltò nella carrozza, con Salvatore in serpe: Baldassarre, afferrato allo [...]
[...] sportello, stava sempre ad udire gli ordini, seguiva correndo il legnetto fin oltre il portone per acchiappare le ultime raccomandazioni: «Eccellenza sì [...]
[...] ! Eccellenza sì!» - Baldassarre!... Don Baldassarre!... - Tutti assediavano ora il maestro di casa poichè, lasciata la carrozza che scappava di [...]
[...] delle circostanze solenni, s'affrettava verso le scale, liberandosi dagli importuni con un gesto del braccio e un «Vengo!...» spazientito. Il [...]
[...] ; l'ebanista, il fornaio, il bettoliere e l'orologiaio che tenevano in affitto le botteghe di levante, venivano anch'essi a dare una capatina, a sentir la [...]
[...] notizia della gran disgrazia, a commentare la repentina partenza del principe: - E poi dicevano che il padrone non voleva bene alla madre [...]
[...] loro nascosto la notizia?... E Baldassarre, Baldassarre dove 8 diamine aveva il capo, se non ordinava di chiudere ogni cosa?... Don Gaspare [...]
[...] , il cocchiere maggiore, verde in viso come un aglio, si stringeva nelle spalle: - Tutto a rovescio, qui dentro. Ma Pasqualino Riso, il secondo [...]
[...] cocchiere, gli spiattellò chiaro e tondo: - Non avrete il disturbo di restarci un pezzo! E l'altro, di rimando: - Tu no, che hai fatto il ruffiano al [...]
[...] tuo padrone! E Pasqualino, botta e risposta: - E voi che lo faceste al contino!... Tanto che Salemi, il quale risaliva all'amministrazione [...]
[...] , ammonì: - Che è questa vergogna? Ma don Gaspare a cui la certezza di perdere il posto toglieva il lume degli occhi, continuava: - Quale vergogna [...]
[...] ?... Quella d'una casa dove madre e figli si soffrivano come il fumo negli occhi?... Molte voci finalmente ingiunsero: - Silenzio, adesso! Però quelli [...]
[...] che s'eran messi troppo apertamente con la principessa avevano il cuore piccino piccino, sicuri di ricevere il benservito dal figlio. Giuseppe, in [...]
[...] quella confusione, non sapeva che fare: chiudere il portone per la morte della padrona era una cosa, in verità, che andava con i suoi piedi; ma [...]
[...] chiusi su al piano nobile; e poichè il tempo passava senza che l'ordine venisse, qualcuno cominciava ad accogliere un dubbio e una speranza, nella [...]
[...] corte: se la padrona non fosse morta? «Chi ha detto che è morta?.... Il cocchiere!.... Ma non l'ha veduta!...Può aver capito male!....» Altri [...]
[...] argomenti convalidavano la supposizione: il principe non sarebbe partito così a rotta di collo, se fosse morta, perchè non avrebbe avuto nulla da fare [...]
[...] lassù.... E il dubbio cominciava a divenire per alcuni certezza: doveva esserci un malinteso, 9 la principessa era soltanto in agonia, quando [...]
[...] finalmente Baldassarre affacciossi dall'alto della loggia gridando: - Giuseppe, il portone! Non hai chiuso il portone? Chiudete le finestre [...]
[...] , il portone girò finalmente sui cardini, i passanti cominciarono ad accrocchiarsi: «Chi è morta?... La principessa?... Al Belvedere [...]
[...] l'amministratore.... Non li poteva soffrire....» Un vecchio disse, scrollando il capo: «Razza di matti, questi Francalanza!» I famigli, frattanto [...]
[...] , sbarravano le finestre delle scuderie e delle rimesse; il fornaio, il bettoliere, l'ebanista e l'orologiaio accostavano anch'essi i loro usci. Un altro [...]
[...] passare i soli stretti parenti.... È venuto Salemi?... Lasciate ogni cosa; il principe e il signor Marco v'aspettano lassù, che c'è bisogno d'aiuto [...]
[...] stata in lutto, tutti i portoni dei palazzi signorili, a quell'ora, si chiudevano o si socchiudevano, secondo il grado della parentela. E [...]
[...] l'ebanista la spiegava: - Sette figliuoli, possiamo contarli: il principe Giacomo e la signorina Lucrezia che è in casa con lui: due; il Priore di San [...]
[...] Nicola e la monaca di San Placido: quattro; donna Chiara, maritata col marchese di Villardita: e cinque; il cavaliere Ferdinando che sta alla [...]
[...] Pietra dell'Ovo: sei; e finalmente il contino Raimondo che ha la figlia del barone Palmi.... Poi vengono i cognati, i quattro cognati: il duca [...]
[...] d'Oragua, fratello del principe morto; padre don Blasco, anch'egli monaco benedettino; il cavaliere don Eugenio e donna Ferdinanda la zitellona [...]
[...] .... Ogni volta che lo sportello si schiudeva per dar passaggio a qualche servo, i curiosi cercavano di guardare dentro il cortile; Giuseppe, spazientito [...]
[...] morta donna Teresa Uzeda....» i popolani pronunziavano Auzeda «la principessa di Francalanza.... È morta stamani all'alba.... C'era il principe suo [...]
[...] , continuava a enumerare il resto della parentela: il duca don Mario 11 Radalì, il pazzo, che aveva due figli maschi, Michele e Giovannino, da donna [...]
[...] moglie del cavaliere Carvano; cugina carnale perciò di tutti i figliuoli della morta; il barone Grazzeri, zio della principessa nuora, con tutta [...]
[...] , come ogni giorno, all'ora della colazione, per far la corte al principe, e non sapevano niente: scorgendo la folla ed il portone chiuso, si fermarono [...]
[...] di botto: - Santa fede!... Buon Dio d'amore!... E a un tratto affrettarono il passo, entrarono interrogando costernati il portinaio che dava le [...]
[...] punto dalla corte e faceva loro strada mormorando: - Povera principessa!... Non potè superarla!... Il signor principe è subito partito [...]
[...] disgrazia!... Per questa famiglia è una disgrazia più grande che non sarebbe per ogni altra... E piano anch'egli, don Mariano confermava, scrollando il [...]
[...] mia!... Com'è stato?... E Lucrezia?... Consalvo?... La bambina?... Il principino, seduto sopra uno sgabello, con le gambe penzoloni, le dondolava [...]
[...] Mariano, intanto che l'altro leggeva il biglietto: - Lucrezia voleva andare anche lei, - aggiunse; - suo fratello ha detto di no.... Che ci avrebbe [...]
[...] fatto? - Confusione di più!... Il principe ha avuto ragione... - Niente! - annunziava frattanto don Giacomo, finito di leggero il biglietto. - Non [...]
[...] entrò la zia Ferdinanda, a cui le donne baciarono le mani, mormorando: - Eccellenza!... Ha sentito?... La zitellona, asciutta asciutta, scrollava il [...]
[...] capo; Chiara abbracciava Lucrezia piangendo; il marchese salutava mestamente i lavapiatti; ma la più commossa era donna Graziella: - Non mi par [...]
[...] vero!... Non volevo crederci!... Che si muore così?... E il povero Giacomo? Dice che è corso subito lassù?... Povero cugino!... Se almeno avesse [...]
[...] ?... Vuoi che ti dia una mano?... Come sta la mia figlioccia?... Che ha lasciato detto il cugino?... - Non so.... Ha ordinato a Baldassarre il da [...]
[...] parenti, oramai, erano avvertiti: soltanto il famiglio mandato ai Benedettini veniva a dire che Padre don Lodovico stava per arrivare, ma che [...]
[...] , guardando quel gruppo: la cugina, con gli occhi rossi, mormorava: - È una cosa che strazia l'anima! Il Priore, chinatosi sulla sorella, la rialzò [...]
[...] senza guardarla in viso, e nel silenzio generale, rotto da brevi singhiozzi repressi, disse, alzando gli occhi asciutti al cielo: - Il Signore [...]
[...] don Mariano; ma questi, scrollando il capo, si fece innanzi con piglio risoluto: - Basta adesso, signori miei!... I morti son morti, e il pianto [...]
[...] , prendendo per mano le cugine, costringendole amorosamente a sedere; mentre il marchese baciava sua moglie in fronte, le asciugava gli occhi, le parlava [...]
[...] all'orecchio, e donna Ferdinanda, poco portata alle scene patetiche, si metteva il principino sulle ginocchia. Il biglietto del signor Marco [...]
[...] passava di mano in mano; il Priore manifestava anch'egli l'intenzione di partire per il Belvedere, ma i lavapiatti protestarono: - Per far che cosa [...]
[...] ?... Angustiarsi per niente?... Se si potesse dar aiuto.... - Partirei io! - soggiunse la cugina. - Aspettiamo, piuttosto; - propose il marchese [...]
[...] invece la duchessa Radalì. Poichè ella aveva il marito impazzato e non faceva visite a nessuno, il suo pronto accorrere intenerì più che mai la [...]
[...] cugina, che la chiamava zia, quantunque non ci fosse parentela tra loro; ma il ritorno di donna Vincenza da S. Placido segnò il colmo della commozione [...]
[...] . La cameriera non trovava parole per esprimere il dolore della monaca, giungeva le mani dalla pietà: - Figlia mia! povera figlia!... Come una [...]
[...] Blasco, col faccione sudato che luceva e il tricorno in capo. Entrò senza salutar nessuno, esclamando: - L'avevo detto, eh?... Doveva finire così [...]
[...] !... Non gli risposero. Il Priore, anzi, chinò gli occhi a terra quasi cercando qualcosa; donna Ferdinanda, per suo conto, pareva non essersi [...]
[...] neppure accorta dell'arrivo del fratello. Il monaco si mise a passeggiare da un capo all'altro della sala, asciugandosi il sudore del collo e [...]
[...] , ah?... Dov'è?... Non è venuto?... È lui il padrone, qui dentro! Poichè nessuno fiatava, la cugina credè d'osservare: - Zio, in questo momento [...]
[...] ... - Che vuol dire, in questo momento?... - rispose il monaco, piccato. - È morta, Dio l'abbia in gloria!... Ma che s'ha da dire? che ha fatto una [...]
[...] .... - rispose timidamente la principessa. - È partito appena saputa la notizia. - Io volevo accompagnarlo.... - disse Lucrezia; ma allora il [...]
[...] Benedettino saltò su: - Tu? Per far che cosa? Sempre voialtre femmine tra i piedi? Vi pare che sappiate sole aggiustare il mondo?... Dov'è Ferdinando [...]
[...] ?... Non è venuto ancora? Sopravvenivano in quel momento il cavaliere don Eugenio e don Cono Canalà, altro dei lavapiatti. Don Cono entrò in punta [...]
[...] !... Catastrofe immensurabile!... La parola spira sul labbro... - mentre il cavaliere leggeva il biglietto del signor Marco. Frattanto don Blasco, girando [...]
[...] !... L'affezione!...» altre parole incomprensibili. Nel crocchio dei parenti, ciascuno adesso diceva la sua: il Priore, a bassa voce, accanto alla [...]
[...] rispettosamente la volontà della morta, s'interrompeva, chinava il capo; la cugina era inquieta per la mancanza di notizie dal Belvedere [...]
[...] donna Graziella intervenne: - Aspettiamo un altro poco; forse il cugino tornerà egli stesso. Il Priore e la duchessa tornarono a domandare [...]
[...] : - Ferdinando? Non viene più? I lavapiatti corsero a interrogar Baldassarre; il maestro di casa rispose: - Non ho mandato nessuno dal cavaliere, perchè [...]
[...] il signor principe m'ha detto che passava lui dalla Pietra dell'Ovo.... - Sarà andato anch'egli al Belvedere.... Se no a quest'ora sarebbe qui [...]
[...] rintracciarlo, lo scoperse in fondo alla casa, dinanzi all'uscio serrato che metteva nelle stanze della morta. Udendo rumor di passi, il monaco si voltò di [...]
[...] botto: - Chi è là? - Aspettano Vostra Paternità nella Sala Gialla. Il Benedettino tornò indietro, soffiando, e come la cugina, andandogli [...]
[...] gesto di rassegnazione dolente. E il monaco, scorto il marchese che era tornato con la moglie dalla badia, l'andò ad afferrare per un braccio e [...]
[...] ? - E sarai sempre minchione?.... Quell'altro è scappato! A quest'ora fa scomparire ogni cosa!... - Eccellenza!... - protestò il nipote [...]
[...] condoglianze e a prender notizie dei superstiti. Il maestro di casa riceveva nell'anticamera dell'amministrazione le persone di riguardo, lasciando al [...]
[...] , faceva da padrona di casa, per risparmiare 19 la principessa; il cavaliere don Eugenio dava anch'egli una mano, e quantunque i lavapiatti che [...]
[...] tratto tratto si ficcava in tasca una manata di dolci. Per la duchessa Radalì che era andata via, non potendo lasciare a lungo il marito solo [...]
[...] , dieci altre visite erano sopravvenute: il barone Vita, il principe di Roccasciano, i Giliforte, i Grazzeri, don Carlo Carvano, marito della cugina [...]
[...] . A misura che la giornata s'inoltrava, lettere e biglietti di condoglianza piovevano da tutte le parti: l'Intendente mandava a esprimere il suo [...]
[...] dolore per il lutto d'una famiglia devota al Re ed alla buona causa; Monsignor Vescovo associavasi al dolore dei suoi cari figli [...]
[...] cappellani, una quantità di tonache nere, oppure i poveri ospitati; ma questi non eran lasciati salire ed esprimevano il loro rammarico al portinaio [...]
[...] o al sotto-cocchiere. Il comandante della guarnigione, il presidente della Gran Corte, tutte le autorità, tutta la città si condoleva con la [...]
[...] cavalli, con le teste nelle mangiatoie, ruminavano raspando tratto tratto il selciato con l'unghia. Ad uno ad uno, poichè imbruniva, arrivavano i [...]
[...] padrona, sarebbe lei la padrona qui dentro.» Non era stato permesso dalla principessa vecchia quel matrimonio; e il padrone aveva obbedito alla madre [...]
[...] il principe? Forse che pare si rammenti d'averle voluto bene in un certo modo?...» Per questo, molti lodavano l'opera della morta: ella aveva ben [...]
[...] fatto ad opporsi a quel matrimonio, poichè i due antichi innamorati s'eran messo il cuore in pace. «Gran donna, la principessa! Basta dire che [...]
[...] ?.... «Se ci fosse stato il contino Raimondo, però!...» Allora i partigiani del principe, senza tanti riguardi: «La roba dovrebbe andare al [...]
[...] padrone, se quella pazza non ne avrà fatta un'altra delle sue!...» Infatti non aveva potuto soffrire il primogenito, prediligendo il contino Raimondo [...]
[...] ; e il contino, quantunque chiamato e richiamato dalla madre che sentiva vicina la propria fine, non s'era mosso da Firenze!... All'arrivo di Frà [...]
[...] Carmelo, spedito dall'abate di San Nicola per aver notizie di don Lodovico e di don Blasco, il discorso prese un'altra piega. Frà Carmelo sapeva [...]
[...] morta e rammentava i tempi del noviziato di Padre Lodovico, quando, conducendo a casa il ragazzo in permesso, le portava regalucci di nocciole, di [...]
[...] nulla l'han fatto Priore a trent'anni! - Suo zio don Blasco non gli somiglia?... - disse improvvisamente il cocchiere maggiore, con una [...]
[...] strizzatina d'occhi. - È un'altra cosa. Tutti gli uomini possono esser formati a un modo?... Ma bravo anche lui!... Signore anche lui!... E giusto il [...]
[...] discorso era a quel punto, quando un lontano rumore di carrozza con le sonagliere fece tacer tutti. Giuseppe, guardato dallo sportello, spalancò il [...]
[...] portone: il carrozzino della mattina entrò a rotta di collo e ne scesero il principe e il signor Marco che teneva una valigia in mano, mentre [...]
[...] tutti si scoprivano e dalla loggia del piano nobile affaciavasi don Blasco. Il ritorno del capo della famiglia, nella Sala Gialla, produsse una [...]
[...] nuova commozione: sospiri, singhiozzi, mute strette di mano. Il principe era sempre pallido e parlava a stento, con gesti larghi di sconforto [...]
[...] stamani, improvvisamente, chiamò e.... - e tacque, quasi non potendo proseguire. 22 Il signor Marco, deposta la valigia, confermava [...]
[...] cugina piangevano; il Priore lamentava specialmente che nessun sacerdote l'avesse assistita negli ultimi istanti; ma il signor Marco assicurò che [...]
[...] ella erasi confessata due giorni innanzi, che il vicario Ragusa era arrivato in tempo a darle l'assoluzione; mentre il principe da canto suo [...]
[...] !... Baldassarre!... Ma, sul più bello, don Blasco il quale aveva tenuto d'occhio la valigia quasi ci fosse dentro roba di contrabbando, lo tirò per [...]
[...] la manica, domandando: - E il testamento? Il principe, con un altro tono di voce, non più dolente, ma premuroso, pieno di scrupoli: - Il signor [...]
[...] Marco qui presente - rispose - m'ha comunicato che le ultime volontà di nostra madre sono depositate presso il notaio Rubino. Noi aspetteremo, se [...]
[...] tempo, a chi di ragione.... Il signor Marco possiede però un documento che riguarda i funerali.... Credo che di questo si debba dar subito [...]
[...] lettura.... E il signor Marco, tratto di tasca un foglio, lesse in mezzo a un profondo silenzio: «In questo giorno, 19 maggio 1855, trovandomi sana di [...]
[...] mente e non di corpo, io sottoscritta, Teresa Uzeda principessa di Francalanza, raccomando l'anima a Dio e dispongo quanto appresso. Il giorno [...]
[...] che piacerà al Signore chiamarmi con sè, ordino che il mio corpo sia affidato 23 ai Reverendi Padri Cappuccini affinchè sia da essi imbalsamato [...]
[...] e nella necropoli del loro cenobio custodito. Voglio che il funerale sia celebrato, con quel decoro che compete alla famiglia, nella chiesa dei [...]
[...] detti Padri in segno della mia devozione alla Beata Ximena, nostra gloriosa parente, la cui salma nella loro chiesa si venera. Durante il [...]
[...] funerale e dopo che il mio corpo sarà imbalsamato, voglio, ordino e comando che esso sia vestito della tonaca delle Religiose di San Placido, e che alla [...]
[...] cintura mi sia messa la corona del Santissimo Rosario donatami dalla mia diletta figlia Suor Maria Crocifissa il giorno della sua monacazione [...]
[...] , e che sul petto mi sia posto il crocifisso d'avorio, memoria del mio amato consorte principe Consalvo di Francalanza. In segno di particolare [...]
[...] penitenza ed umiltà, espressamente impongo che il mio capo sia appoggiato sopra una semplice e nuda tegola: così voglio e non altrimenti. Per la [...]
[...] necropoli dei Cappuccini ordino che si costruisca una cassa a cristalli, dentro alla quale sarà posto il mio corpo nel modo di cui sopra; essa avrà [...]
[...] dei Cappuccini. Nel caso però che il detto signor Roscitano dovesse lasciare l'amministrazione della mia casa, ordino che la chiave passi [...]
[...] all'altro mio figlio Lodovico, Priore nel monastero di San Nicola dell'Arena. Questa è la mia volontà e non altra. «TERESA UZEDA.» Il signor Marco, che [...]
[...] s'era rispettosamente inchinato al passaggio relativo alla sua persona, abbassò il foglio; il principe disse guardando in giro gli astanti: - Le [...]
[...] volontà di nostra madre sono leggi per noi. Sarà fatto secondo ha prescritto. - In tutto e per tutto.... - confermò il Priore, chinando il capo [...]
[...] . 24 Don Blasco, che soffiava come un mantice, non aspettò neppure che l'adunanza si sciogliesse. Afferrato il marchese per un bottone del [...]
[...] soprabito, esclamò: - Sempre pulcinellate?... Fin all'ultimo?... Per far ridere la gente?... E il signor Marco era appena salito al primo piano [...]
[...] presentarono a lui. Il ceraiolo di San Francesco veniva a offrire cera di prima qualità, lavorata all'uso di Venezia, a sei tarì; il maestro [...]
[...] Mascione portava una lettera dell'avvocato Spedalotti, il quale pregava il signor Marco di far eseguire la messa da requiem del giovane compositore [...]
[...] : Brusa, il pittore, sollecitava l'appalto della decorazione pel funerale solenne della principessa.... - Come sapete che ci sarà un funerale solenne [...]
[...] ? - Per una signora come la principessa! - Ripassate domani.... E Baldassarre chiamava: - Signor Marco! signor Marco!... Il principe.... Ma nuovi [...]
[...] gran cerimonia, senza un gran scialacquo di quattrini, e ognuno sperava di guadagnarne. Raciti, il primo violino del Comunale, voleva offrire [...]
[...] Baldassarre, dal cortile, tornava a chiamare: - Signor Marco! signor Marco!... Il principe.... - il signor Marco si sbarazzò bruscamente dei postulanti [...]
[...] : - Ma andate al diavolo!... Ho altro da fare, adesso! 25 Un formicaio, la chiesa dei Cappuccini nella mattina del sabato, chè neppure il [...]
[...] Giovedì Santo tanta gente traeva a visitarvi il sepolcro. Tutta la notte era venuto dalla chiesa un frastuono di martelli, d'ascie e di seghe, e le [...]
[...] inchiodato sulla porta maggiore il drappellone di velluto nero con frange d'argento, sul quale leggevasi a caratteri d'oro: PER [...]
[...] postate di piedi, le esclamazioni dei curiosi non gli consentivano di filare il discorso; la gente sbucava a torrenti da tutte le parti, sospingevasi [...]
[...] in chiesa, calpestava i mendicanti venuti a mettersi accosto alle porte ed ai cancelli per far baiocchi. - Sol esso il nome.... onde i concetti [...]
[...] , dal turbine umano che per il troppo angusto passaggio s'ingolfava nella chiesa. Essa era buia, pei veli delle finestre, pei manti neri che [...]
[...] dal pavimento e girata da una triplice fila di ceri, sorgeva il catafalco: una piramide tronca le cui quattro facce, tappezzate d'ellera e di [...]
[...] d'argento inginocchiati da una sola gamba aspettavano di reggere il feretro. Ad ogni angolo inferiore del catafalco, su tripodi d'argento, erano [...]
[...] d'arrivare a quell'apparato, intorno al quale una folla d'operai, di servi, di donnicciuole stava estatica ad ammirare, in attesa del corteo, il finto [...]
[...] !... Una cosa mai vista!.... Per questo sono signoroni!... Lasciate fare a loro!... E dodici piangenti!... Neanche pel funerale del papa!... Ma il [...]
[...] cadavere è già posto al colatoio per l'imbalsamazione.» E Vito Rosa, il barbiere del principe, spiegava: «Appena sceso dal Belvedere fu portato a [...]
[...] palazzo e gli fecero girare gli appartamenti per l'ultima volta, come usano.... Il cataletto era portato a spalla, senza stanghe.... e tutta la [...]
[...] parentela dietro, la servitù con lo torce accese, come una processione!...» Le comari esclamavano: «E una tegola sotto il capo!... Che gli mancavano [...]
[...] i discorsi s'interrompevano, 27 i primi arrivati dovevano cedere il posto, se ne andavano sotto il palco dell'orchestra eretto addosso [...]
[...] dove si vedeva, attraverso un vetro, la cassa antica rivestita di cuoio, che racchiudeva il corpo della santa donna; poi tentavano tornare verso [...]
[...] il centro della chiesa per leggere le iscrizioni attaccate intorno agli altari, ma la folla era adesso compatta come un muro. Don Cono Canalà, dato [...]
[...] spingersi tanto innanzi da leggerli; e col capo rovesciato, il cappello ammaccato dai continui urtoni, i piedi pestati, la camicia in sudore [...]
[...] DEGNA DELLA MAGNANIMA STIRPE CHE LA FÉ SUA. - Onninamente?... - disse il barone Carcaretta che si trovava a fianco di don Cono. - Che cosa [...]
[...] ?.... Costrinse don Lodovico, il secondogenito, a farsi monaco mentre gli toccava il titolo di duca; la primogenita fu chiusa alla badia?... Se campava ancora [...]
[...] il padre?... - Il padre, ai suoi tempi, non contava più del due di briscola; la principessa teneva in un pugno lui e il suocero!...» Però tutti [...]
[...] ragunata nei due cortili, uno sciame di servi con le livree nere che andavano e venivano, il maestro di casa senza cappello che s'affannava a dar [...]
[...] la carrozza funebre, dentro alla quale si vedeva il feretro di velluto rosso, fiancheggiata da tutta la servitù con le torce in mano; poi [...]
[...] sotto i piedi delle bestie, li venivano riconoscendo dagli stemmi degli sportelli e anche dai cocchieri: - Il duca Radalì.... il principe di [...]
[...] Roccasciano.... Il barone Grazzeri... i Cùrcuma... i Costante... non manca nessuno!... Di repente tutti si volsero a un lontano vocìo: - Che è?... Che [...]
[...] cos'è stato?... La carrozza di Trigona!... Il cocchiere non vuole andare in coda, gli altri non cedono il posto.... Ha ragione!... Questi sono [...]
[...] soprusi!... Il cocchiere del marchese Trigona, appunto, quantunque guidasse un trespolo tirato da due ronzinanti, non voleva mettersi in coda dove [...]
[...] c'erano le carrozze dei non nobili più belle della sua. E Baldassarre, tutto in sudore per la fatica sostenuta nell'ordinare il corteo, nel far [...]
[...] rispettare le precedenze, s'avanzava per dar ragione al cocchiere, aprendosi a stento il varco tra la folla, allungando ceffoni ai monelli che gli [...]
[...] si mettevano tra i piedi, ingiungendo: «Largo!... largo!...» mentre una buona metà dell'accompagnamento s'era avviata. Il mortorio sonato da tutte [...]
[...] le chiese della città chiamava gente da ogni parte sul suo passaggio; ma specialmente il campanone della cattedrale sospingeva a frotte i [...]
[...] curiosi. Sonava a morto solo pei nobili e i dottori, e il suo nton-nton grave e solenne costava quattr'onze di moneta; talchè la gente, udendo la gran [...]
[...] era vuota; ma la ressa, sulle scale, cresceva, nessuno poteva andare nè avanti 31 nè indietro , solo il cannone avrebbe potuto far luogo [...]
[...] . Bisognò girare la situazione, aprire un varco fra la turma che gremiva la salita del Santo Carcere e di San Domenico e portare il feretro dal convento [...]
[...] volevano sapere che direbbe il testamento, come se la morta avesse potuto lasciar qualcosa a tutti i suoi concittadini. Aspettavano, a palazzo [...]
[...] diametralmente opposte: alcuni sostenevano che tutto sarebbe andato al contino; ma, quantunque la defunta odiasse il primogenito, era proprio possibile che [...]
[...] lo diseredasse? «Nossignore: tutto andrà al primogenito: è vero che non lo poteva soffrire, ma è il capo della casa, l'erede del principato!...» Un [...]
[...] , dai tanti ceri; il movimento dei frati e dei sagrestani cresceva; sul palco della musica accordavano gli strumenti, un clarino sospirava, gli [...]
[...] gente entrava a furia, la ressa era terribile. I fiati, l'odor di moccolaia, il caldo della giornata facevano della piccola chiesa una bolgia [...]
[...] famiglia, ne commentavano le stravaganze: - La cassa con tre chiavi!... Sarà tanto più difficile tornare a questo mondo!... E la tonaca e il rosario [...]
[...] santa, in mezzo a un crocchio di nobilastri invidiosi e a corto di quattrini, don Casimiro Scaglisi annunziava: - E il principe? Non sapete che ha [...]
[...] fatto il principe? Quand'ebbe la notizia della morte della madre, scappò al Belvedere senza far chiudere il portone, per avere il tempo d'arrivar [...]
[...] tempo di maneggiarsi, di far sparire carte e denari! 33 Tutt'intorno scrollavano il capo: don Casimiro parlava così per astio, giacchè fin a [...]
[...] tre giorni addietro era stato lavapiatti di casa Francalanza, ma fin da quando la principessa era andata in campagna, il principe non l'aveva [...]
[...] più ricevuto, credendolo jettatore. - Del resto, scusate, - gli facevano osservare - che bisogno aveva mai il principe d'allontanare Ferdinando [...]
[...] ? - Sissignori, fa la vita del Robinson Crosuè alla Pietra dell'Ovo, non s'occupa d'affari e in famiglia lo chiamano il Babbeo, col soprannome messogli [...]
[...] da sua madre. Ma che vuol dire? Babbeo o no, il principe non voleva nessuno dei suoi tra i piedi!... Vi dico che lo so di sicuro! Un altro [...]
[...] osservò: - Non parlate male di Ferdinando; con le sue manie non fa male a nessuno; è il migliore di tutta la casata. - Tanto che non parrebbe dello [...]
[...] la vista lunga; come dice lassù? E don Cono compitò: IN QUESTO TEMPIO OVE IL FRATE SI ACCOGLIE DELLA BEATA UZEDA CORROBORATE FIENO LE PRECI [...]
[...] bocca in bocca: il maestro Mascione, appollaiato in 34 cima al palco dell'orchestra, aveva picchiato tre colpi sul leggio; e le conversazioni [...]
[...] piano: - Guardate! Guardate! Entrava in quel punto, protetto contro la folla dal servitore, il vecchio don Alessandro Tagliavia: nonostante [...]
[...] bionditi dal tabacco. Non potendo avanzare, guardava da lontano il catafalco, il palco della musica, le tabelle degli epitaffi; e intanto, nel [...]
[...] silenzio fattosi come per incanto, l'orchestra intonava il preludio: un lungo gemito, suoni rotti in cadenza come da brevi singulti si diffondevano [...]
[...] addio! Tutti avevano gli occhi fissi sul vecchio: il lavapiatti a spasso continuò, interrompendosi quando l'orchestra taceva: - Ed io che me lo [...]
[...] passa con lei!... Il vecchio tentava ancora di avvicinarsi ad una iscrizione; ma poichè, principiata la messa, nessuno più si moveva, tornò [...]
[...] indietro. Giunto sulla porta della chiesa, colpendogli l'aria fresca la fronte, si calcò il cappello sulla testa che non era ancor fuori. 35 [...]
[...] - Sic transit gloria mundi!... Però, passato il primo effetto della musica, le conversazioni andavano qua e là riappiccandosi; e Raciti, il primo [...]
[...] pagherà! Era furente, dopo che il signor Marco aveva preferito la messa di Mascione a quella di suo figlio; ma si consolava sparlando della casata [...]
[...] : non c'era l'eguale per la stitichezza nel pagare; e Titta Caruso, il bollettinaio del teatro, ne sapeva qualcosa, costretto com'era ogni anno a [...]
[...] far cento volte le scale del palazzo prima di vedersi pagato l'appalto del palchetto: oggi non c'era il principe, domani non c'era la principessa [...]
[...] intonavano il Tuba mirum rubato al Palestrina!... Come lui, erano venuti in chiesa quanti eran corsi nei primi momenti a palazzo por offrire i loro [...]
[...] servigi; ma i rimasti a mani vuote tiravano adesso in ballo le storie d'avarizia e d'intima spilorceria di quella famiglia il cui lusso ora solo [...]
[...] apparente: la principessa, una volta, non aveva fatto citare dinanzi al giudice il suo calzolaio perchè le restituisse il prezzo di un paio di [...]
[...] scarpe non riuscite di suo gradimento? E in cucina, il cuoco non aveva l'ordine di scolar l'olio rimasto nella padella dopo la frittura per [...]
[...] riconsegnarlo alla padrona? - Più sono ricchi, cotesti porci, più sono spilorci!... Un ztti! imperioso troncò le chiacchiere: l'orchestra intonava il Che [...]
[...] In certi crocchi di liberali, vantavano il patriottismo del duca Gaspare, sotto voce, però, e guardandosi intorno per paura che qualche spia non [...]
[...] udisse. - Un colpo al cerchio e un altro alla botte! - esclamava don Casimiro accanto alla pila. - In questa casa chi fa il rivoluzionario e chi il [...]
[...] Benedetto Giulente?... Il barone Carcaretta, unitosi ai maldicenti protestò: - Non daranno mai un'Uzeda a un Giulente! E don Casimiro: - Per questo [...]
[...] io dico che il Giulente è uno sciocco.... - Silenzio, eccoli lì. Il giovanotto infatti entrava in quel momento insieme con suo zio don Lorenzo, il [...]
[...] caso! - rispose Benedetto sorridendo. Allora l'altro si rivolse allo zio: - E il vostro amico, il duca? Gli muore la cognata, i suoi nipoti [...]
[...] l'aspettano, e non parte subito? Che sta macchinando? - A voi che importa? - A me? Un fico secco! Io non faccio il lavapiatti a nessuno! - I [...]
[...] giustamente: «Serbami un posto nel gregge.» Ma don Casimiro non voleva riconoscere che il dispiacere di non goder più dell'intimità degli Uzeda lo [...]
[...] ! 37 Il principe di Roccasciano che aveva girato per la chiesa sballottato dalla folla, fu sospinto in mezzo al gruppo; tutta la sua persona così [...]
[...] tarì, e che feci? Niente!... Qui vi dico che ci sono spese cent'onze di sole torce.... - Sst.... il Lux aeterna. Ad ogni passaggio della messa [...]
[...] MORTE IL PIANTO D'UNA ILLUSTRE PROSAPIA D'UN POPOLO INTERO A DISARMARE IL TUO BRACCIO NON VALSE. - Benissimo! - fece don Casimiro. - La prosapia [...]
[...] è illustre: discende difilato dall'anche d'Anchise. Il popolo piange: non vedete le lacrime? - e mostrava quelle d'argento che frangiavano [...]
[...] del Dies irae assordava tutti; i preti erano scesi verso il catafalco, benedicendo; la musica intonava il Libera me, riprendeva le frasi del [...]
[...] principio, implorava il Requiem. «È finito?.... Se Dio vuole!» E un rimescolamento generale: chi era rimasto lontano dal catafalco e dalle iscrizioni [...]
[...] che sfilavano una dopo l'altra, andandosene. Il principe di Roccasciano, affacciato dalla terrazza, le veniva numerando: - Sette tiri a quattro [...]
[...] , sessantatre carrozze padronali, dodici di rimessa - disse, quando passò l' ultima. E fece il conto: - A dodici tarì l'una, tolte quelle di [...]
[...] magnificenza del funerale, arrivò dalla via di Messina il conte Raimondo con la contessa Matilde. Baldassarre, udendo il tintinnio delle [...]
[...] sonagliere, si precipitò giù per lo scalone e arrivò allo sportello 39 della corriera giusto nel momento che questa arrestavasi e che il padrone [...]
[...] saltava giù. - Chi c'è? - domandò il contino, troncando con voce breve le cerimonie di Baldassarre e mostrando le carrozze allineate nella corte [...]
[...] . - Visite pel signor principe, Eccellenza.... - e subito il maestro di casa prese l'aspetto grave e triste conveniente alla circostanza luttuosa. Il [...]
[...] conte s'avviò per lo scalone senza curarsi della moglie nè del bagaglio. Baldassarre, a capo chino, offerse il gomito alla signora contessa, ma [...]
[...] e i sacchi da notte, e rispondeva al: «Benvenuta, Eccellenza!» dei servi, informandosi della loro salute, domandando a Giuseppe se il suo [...]
[...] bambino stava bene e a donna Mena se la sua figliuola s'era maritata! .... Su, nelle anticamere, il principe e Lucrezia vennero incontro al fratello ed [...]
[...] pari della Rossa, poichè, tolto il divieto di lasciar salire i soli prossimi parenti, ora i cugini in quarto e in quinto grado, gli affini, gli [...]
[...] rispose neppure. Egli vociava, gesticolando: - Vogliono il resto? Ah, vogliono il resto? Se vogliono il resto, non hanno da far altro che chiederlo [...]
[...] !... L' incontro del Priore con Raimondo fu osservato da tutti: il Priore che stava seduto accanto a monsignor 40 Vescovo col Vicario e [...]
[...] parecchi canonici, appena scorto il fratello s'alzò e gli aperse le braccia: Raimondo si lasciò abbracciare un'altra volta, ma quelle dimostrazioni [...]
[...] d'affetto lo seccavano visibilmente. Poi il principe lo condusse via, e tutti ripresero i loro posti e i discorsi interrotti. In un gruppo di [...]
[...] pezzi grossi dove c'erano, fra gli altri, il presidente della Gran Corte, il generale e alcuni senatori municipali, don Blasco continuava a fiottare [...]
[...] contro i rivoluzionari e i quarantottisti che minacciavano d'alzar la coda. Non era bastata loro la famosa lezione spiegata da Satrino? Volevano il [...]
[...] ruffiani che per la loro posizione dovrebbero sostenere il Governo e invece si mettono coi morti di fame! Egli l'aveva principalmente col [...]
[...] fratello duca che s'era fitto in capo di fare il liberalone, lui, il secondogenito del principe di Francalanza! Il marchese di Villardita approvava [...]
[...] saccheggio, e mezza popolazione piangeva i morti, i condannati all'ergastolo, gli esiliati. Il Priore, tornato a sedere accanto a Monsignore, nel gruppo [...]
[...] Blasco, nel crocchio opposto: - Adesso fanno la guerra senza denari! Rubando la Chiesa di Cristo! E quel celebre d'Azeglio? Avete letto il suo [...]
[...] tutte le epigrafi da lui composte pel funerale: «M'è sovvenuto d'una variante; bramo il giudizio della contessa....» E il cavaliere don Eugenio [...]
[...] giudicava povertà il lusso dei moderni funerali a paragone di quello di un tempo: «Nel 1692 fu perfino emanato un bando, in via di prammatica, per [...]
[...] Padre Gerbini: il Benedettino reggeva galantemente sul braccio un velo della dama. Questa baciò tutte le Uzeda, fuorchè la principessa, la quale [...]
[...] eravate a Milazzo.... Una sola bambina finora?... Il conte aspetta un maschietto, naturalmente. Felice voi che avete una bambina: v'invidio, contessa [...]
[...] , sapete.... Padre Gerbini faceva intanto il giro delle signore, discorrendo a lungo con le più giovani e belle, dicendo 42 loro cose galanti [...]
[...] . Vedendo rientrare il principe col fratello, lasciò le dame per condurre Raimondo dinanzi alla Fersa. - Il conte di Lumera.... donn'Isabella Fersa [...]
[...] Milazzo? - Non me ne parli. Per fortuna, egli ci stava il meno che poteva, sempre attirato a Firenze, dove aveva tante amicizie. Come egli [...]
[...] citava i grandi nomi di Toscana, donna Isabella chinava ripetutamente il capo in atto affermativo: «I Morsini, sicuro.... i Realmonte....» La contessa [...]
[...] s'avvicinò un momento per stringergli la mano ed esprimergli il proprio rammarico. - Tuo zio il duca arriva domani? - Così m'ha detto Giacomo. - E del [...]
[...] stessa risposta. Il presidente della Gran Corte, testimonio della consegna del testamento segreto fatta dalla principessa al notaio l'anno innanzi [...]
[...] estranei. Forse, se Raimondo fosse venuto a tempo, quando sua madre lo aveva insistentemente chiamato, egli avrebbe saputo qualcosa; ma il conte [...]
[...] ! Il presidente scrollava il capo con bonomia, per acquietare il monaco focoso; ma questi proseguiva: - Volete sapere che dirà il testamento [...]
[...] , naturalmente, incaricate gli avvocati, i notai, i parenti, sì o no?.... Qui invece il confessore scriveva il testamento: forse il notaio [...]
[...] impartiva l'assoluzione! Alcuni sorridevano a quelle sparate, e le supposizioni avevano libero corso. Il presidente era sicuro, checchè si dicesse in [...]
[...] contrario, che l'erede sarebbe stato il principe, con un forte legato al conte; e il generale confermava: «Sicuramende, l'erede del nome!» ma il [...]
[...] barone Grazzeri scrollava il capo: «Se non andarono mai d'accordo?» Don Mario Fersa, infatti, piano al cavaliere Carvano, manifestava la sua [...]
[...] opinione, secondo la quale l'erede sarebbe stato Raimondo. Forse il contegno di lui durante la malattia della madre, il costante rifiuto di venire a [...]
[...] momento ne andassero dispersi gli effetti. «Non dimentichiamo,» 44 rammentava il cavaliere Pezzino, «che la felice memoria, non volle mai [...]
[...] chiedere l'istituzione del maiorasco appunto per esser libera di fare a modo suo.» Dunque si sarebbe proprio visto questa enormità? il capo della casa [...]
[...] diseredato? erede Raimondo che non aveva figli maschi? diseredato il principe che aveva già nel piccolo Consalvo il successore?... I lavapiatti [...]
[...] torto a nessuno. «E gli altri figli? Ferdinando? Le donne?...» La curiosità, benchè contenuta ed espressa sotto voce, era generale. Il confessore [...]
[...] gli Questi chiacchierava ancora con donna Isabella e pareva che il testamento materno fosse l'ultimo dei suoi pensieri, anzi che egli ignorasse [...]
[...] perfino la morte della madre; il principe invece aveva un aspetto più grave del consueto, quale conveniva alla tristezza di quei giorni; egli [...]
[...] , attribuiva a una gran quantità d'individui il funesto potere; stava sulle spine in loro presenza, evitava di salutarli, con le mani in tasca. Ma [...]
[...] il presindente della Gran Corte, appena alzatosi, se lo vide vicino: - Se lo zio arriverà domani, presidente, fisseremo per posdomani la [...]
[...] conto a tanti.... - E poichè suo fratello il Priore se ne andava anche lui, insieme col Vescovo, li avvertì entrambi, essendo Monsignore un altro [...]
[...] dei testimoni. - Fate, fate voialtri.... - disse il Priore, disinteressato. - Che bisogno avete di me? Ma Giacomo protestò: - No, no; che vuol [...]
[...] dire! Bisogna fare le cose in regola, por soddisfazione di tutti.... Siccome annottava, molti andavano via. Padre Gerbini, quantunque il Priore [...]
[...] cognata morta, don Blasco, che rientrava sempre l'ultimo al convento. Adesso i servi accendevano le lampade; e con le finestre chiueo, il calore [...]
[...] diveniva intollerabile nella sala. La contessa si sentiva mancare e non vedeva più il marito che aveva seguito donna Isabella nella Sala Rossa a [...]
[...] ' India.... - Per lo appunto; anzi la epigrafe suonava così: India moesta sedet Caroli post funera Quinti.... - E il disvenamento del corsier favorito [...]
[...] ? - Pei funerali di nostro nonno, alla più corta! Quando morì il principe nostro nonno, si svenò il suo cavallo di coscia.... 46 - Uso [...]
[...] barbarico anzichè no. Il nobil corsiere rigava di sangue la via finchè cadeva spirando l'ultimo fia.... A un tratto don Cono esclamò: - Contessa, gran [...]
[...] , quelli! Il domani, come s'aspettava, arrivò il duca. Mancava da cinque anni, e nel primo momento la servitù e gli stessi parenti quasi non lo [...]
[...] riconobbero: quand'era partito per Palermo aveva un bel collare di barba alla borbonica, adesso invece s'era lasciato crescere il pizzo che dava [...]
[...] presto; si scusò anche, pel disturbo che gli dava, col principe, il quale gli aveva fatto preparare al terzo piano le stanze da lui occupate nella [...]
[...] casa paterna prima di lasciarla. Ma il nipote protestò: - Vostra Eccellenza non mi disturba, mi aiuta.... E in questo momento ho più bisogno dei [...]
[...] ! Fu così stabilita la lettura pel domani, a mezzogiorno, o il signor Marco ebbe ordine d'avvertire il notaio, il giudice e i testimonia perchè si [...]
[...] noni annunziati da Baldassarre: Raspinato, Zappaglione, sgranava tanto d'occhi; don Blasco, da canto suo, soffiava come un mantice; ma il peggio [...]
[...] fu verso sera, quando cominciò una vera processione «di tutti i sanculotti morti di fame,» gridava il monaco al marchese «che hanno scroccato o [...]
[...] vogliono scroccar quattrini a quell'animale di mio fratello!» Mentre il duca dava udienza agli amici, l'Intendente Ramondino venne a far la sua [...]
[...] visita di condoglianza al principe, il quale lo ricevè nella Sala Rossa, insieme col marchese di Villardita e don Blasco. Questi, dimenticando che [...]
[...] a San Nicola stavano per serrare i portoni, fece una terribile sfuriata contro l'agitazione dei quarantottisti; ma il rappresentante del governo [...]
[...] ; ma, al fresco, le teste calde si sarebbero subito sedate. - Perchè non fate venire altra truppa? Perchè non date un esempio?... Il bastone ci [...]
[...] vuole: sante nerbate! Il monaco pareva inferocito; ma il capo della provincia stringevasi nelle spalle: bastavano i soldati della guarnigione; non [...]
[...] c'era paura di niente! Del resto, più che sulle baionette, il governo faceva assegnamento sull'influenza morale dei ben pensanti.... L'elogio era [...]
[...] per inghiottirlo del tutto o vomitarlo. - E il testamento della felice memoria? - disse l'Intendente, curioso anche lui come tutta la città [...]
[...] . - Sarà aperto domani.... Entrò a un tratto il duca che strinse la mano all'Intendente e gli si mise a sedere a fianco. Allora don Blasco s'alzò [...]
[...] rumorosamente per andar via. E nell'anticamera, al marchese che lo accompagnava: - Capisci? - gridò. - Tutto il giorno coi sanculotti 48 e adesso [...]
[...] lavoro della principessa, dov'era raccolto tutto il resto della famiglia e alcuni lavapiatti, fiottava contro il fedifrago; ma quando [...]
[...] Baldassarre annunziò, sull'uscio, credendo che il duca fosse lì: - Don Lorenzo Giulente e suo nipote cercano del signor duca.... - Non se ne può più [...]
[...] , esclamò: - Adesso anche il ragazzo!... È una cosa veramente dispiacevole!... Passi lo zio, che è morto di fame; ma il nipote?... - Il nipote [...]
[...] bassi, strappando la frangia della poltrona; il principino Consalvo, seduto vicino alla zia, domandò: - Perchè l'uva? - Perchè?... Perchè [...]
[...] pretendevano il consenso reale all'istituzione del maiorasco! E non avendolo ottenuto si sono buttati coi sanculotti!... Il consenso reale!... Come se [...]
[...] non ci fosse un certo articolo 948 nel Codice civile che canta chiaro! - E sempre rivolta al ragazzo il quale la guardava con gli occhi sgranati [...]
[...] .... - cominciò don Mariano. - O Siracusa o Caropepe, se avevano i titoli non gli avrebbero negata l'iscrizione nel Libro rosso! - Il Libro rosso è [...]
[...] ragazza s'alzò e andò via. Donna Ferdinanda continuava a sorridere finemente, guardando la contessa Matilde. Frattanto il signor Marco faceva [...]
[...] disporre ogni cosa nella Galleria dei ritratti per la lettura del testamento. Il principe era stato un poco esitante sulla scelta del luogo dove [...]
[...] compiere la cerimonia: la Sala Rossa, discretamente addobbata, capiva poca gente: il Salone dei lampadari, vastissimo, non aveva altri mobili fuorchè [...]
[...] cappucci; con scettri e libri e bacoli e spade e fiori e mazze e ventagli in mano. Il giorno stabilito, prima del notaio, del giudice e dei testimonii [...]
[...] corte, osservava che i cognati della morta, pei quali il testamento non aveva nessun interesse, erano più impazienti di conoscerlo che gli stessi [...]
[...] figliuoli. Ala oramai la curiosità di tutti era divenuta impaziente e quasi nervosa: i lavapiatti sopraggiungendo per aiutare il principe al [...]
[...] presenza era inutile; il principe ripetè che voleva tutti. Il giudice col notaio Rubino arrivò nello stesso tempo che il marchese con 51 la [...]
[...] moglie e don Eugenio. Poi il presidente della Gran Corte col principe di Roccasciano, altri testimonii; poi la cugina Graziella col marito, poi [...]
[...] ancora la duchessa Radalì; poi i parenti più lontani, i Grazzeri, i Costante poi l'ultimo testimonio, il marchese Motta; ma Ferdinando non si vedeva [...]
[...] ancora. E don Blasco, pigliando pel bottone del soprabito il marchese, gli diceva: - Scommettiamo che hanno dimenticato un'altra volta [...]
[...] , tuttavia, parevano il conte Raimondo che chiacchierava con le signore e il principe che parlava col presidente d'una causa relativa alla dote della [...]
[...] moglie. Mentre il fratello minore, però, saltava da un discorso all'altro con grande disinvoltura, il principe faceva lunghe pause, durante le [...]
[...] Blasco il quale gli diceva: «Che diavolo hai fatto?» rispondeva, balbettando: «Scusate.... scusate.... non ci pensavo più....» All'invito del [...]
[...] principe, passarono tutti nella Galleria: il principe, il duca, il conte, il marchese, il cavaliere, il signor Marco, il giudice col notaio e i quattro [...]
[...] Chiara e la cugina Graziella da una parte; Lucrezia con la duchessa e la contessa Matilde da un'altra: il Priore, seduto sopra uno sgabello [...]
[...] il notaio, e ad un gesto d'assenso del principe cavò dalla cartella un plico sul quale tutti gli occhi si fermarono. Accertata l'incolumità dei [...]
[...] ed Alcamuro, signore delle terre di Bigliarello, Malfermo, Martorana e Caltasipala, cameriere di S. M. il Re (che Dio sempre feliciti). «In questo [...]
[...] mi trovo di avere non solamente salvata ma anche accresciuta la fortuna della famiglia....» Il signor Marco, al passaggio che lo riguardava, aveva [...]
[...] chinato rispettosamente il capo. Don Blasco, sempre in 53 piedi, mutò posto: lasciata la finestra si mise dietro al giudice, in modo non [...]
[...] solamente da udir meglio, ma da verificare con l'occhio la fedeltà della lettura. Il principe teneva le braccia incrociate sul petto e il capo un po [...]
[...] parte che rappresenta la mia dote in essa investita, sì perchè il rimanente è frutto dei miei capitali parafernali e dell'opera mia, come ne fa [...]
[...] ampia e piena fede il testamento del benamato mio sposo Consalvo VII, il quale dice così....» Il giudice sostò un momento per osservare: - Credo che [...]
[...] possiamo saltare questo passaggio.... - Infatti.... È inutile - risposero parecchie voci.... Il principe invece, sciolte le braccia, protestò [...]
[...] , guardando in giro: - No, no, io desidero che le cose si facciano in piena regola.... Leggete tutto, di grazia. E il lettore riprese: «....il quale [...]
[...] dice così: «Sul punto di rendere a Dio l'anima mia, non avendo nulla da lasciare ai miei figli, perchè, come essi un giorno sapranno, il nostro [...]
[...] l'avvenire a non avere altra mira fuorchè quella di assicurare, col lustro della famiglia, l'avvenire dei nostri figli benamati. Faccia il Signore che [...]
[...] ella sia ad essi conservata per mille anni ancora, e il giorno che all'Onnipotente piacerà ridarmela compagna nella vita migliore, seguano i [...]
[...] due figli Giacomo XIV principe di Francalanza e Raimondo conte di Lumera...» Il giudice foce una breve pausa, durante la quale il vescovo e il [...]
[...] presidende scrollarono il capo, guardandosi, in atto di stupore approvativo. Il principe, incrociate di nuovo le braccia, aveva ripreso [...]
[...] , con le labbra cucite, passava a rassegna i progenitori pendenti dalle pareti. «Intendo però,» riprese il lettore, «che nella divisione tra i due [...]
[...] proprietà di casa Risà e quelle che in progresso di tempo furono da me acquistate. Il palazzo avito toccherà al primogenito; ma mio figlio Raimondo [...]
[...] avrà l'uso, vita natural durante, del quartiere di mezzogiorno e annesso servizio di stalla e scuderia.» Con ripetuti cenni del capo, il [...]
[...] presidente e Monsignore continuavano ad esprimere la loro approvazione; si udì anche il marchese mormorare: «Giustissimo.» La cugina, ammutolita pel [...]
[...] Placido in Catania, come segno di particolare soddisfazione e gradimento per l'obbedienza osservata nel contentare il mio desiderio di vederla [...]
[...] che era stato a seguire il volo delle mosche, si voltò finalmente verso il lettore, «la piena ed assoluta proprietà del latifondo denominato le [...]
[...] contratte con mio genero il marchese Federico Riolo di Villardita, le lascio tutte le gioie da me portate in casa Uzeda che si troveranno a parte [...]
[...] , voglio che ella ne goda a titolo di semplice depositaria, e che alla sua morte vengano divise in eguali porzioni tra il principe Giacomo e il conte [...]
[...] seguenti elemosine e legati pii da pagarsi dai miei eredi summentovati, e cioè: «A Monsignor Reverendissimo il vescovo Patti, onze cinquecento, una [...]
[...] , secondo stimerà conveniente nella sua alta prudenza....» Monsignore si mise a scrollare il capo, a dimostrazione di gratitudine, di ammirazione, di [...]
[...] rimpianto e di modestia ad un tempo; ma sopratutto d'ammirazione secondo che il giudice leggeva le pietose disposizioni dei paragrafi seguenti [...]
[...] dei creati che mi hanno fedelmente servita ed assistita durante il corso delle mie infermità, e cioè: «Eceettuo innanzi tutto il mio [...]
[...] compensare con moneta.» Il signor Marco era diventato rosso come un pomodoro: o per le lusinghiere parole, o perchè non gli toccava altro che parole [...]
[...] . «Lascio a lui pertanto gli oggetti d'oro, le tabacchiere, spille ed orologi pervenutimi dall'eredità di mio zio materno il cavaliere Risà, il cui [...]
[...] trovare persona che meglio di lui conosca lo stato 58 del patrimonio e delle liti pendenti, e che possa spendere maggior interesse per il loro [...]
[...] meglio.» Il principe pareva sempre non udire, con le braccia conserte e lo sguardo cieco. «Tra i creati, lascio al mio cameriere Salvatore Cerra [...]
[...] carabina del fu mio suocero a don Giacomo Costantino; il bastone col pomo d'oro cesellato a don Cono Canalà; i tre anelli di smeraldo a ciascuno [...]
[...] dei tre testimonii del presente testamento solenne, escluso il principe di Roccasciano suddetto. «Indistintamente poi a tutti i miei congiunti [...]
[...] sotto la mia dettatura, da me letto, approvato e, firmato. «TERESA UZEDA DI FRANCALANZA.» Già qualche minuto prima che il giudice abbassasse [...]
[...] il foglio, don Blasco, lasciando la spalliera, aveva dato segno che la lettura stava per finire; e agli ultimi passaggi i gesti approvativi ed [...]
[...] ammirativi, le scrollate di capo di ringraziamento erano stati generali; ma appena la voce del lettore si spense, il silenzio fu, per un istante [...]
[...] , così profondo che si sarebbe sentito volare una mosca. A un tratto il principe, spinta indietro la sua seggiola: - Grazie a voi, signori ed amici [...]
[...] .... E Ferdinando, Chiara, Lucrezia, tutti e tutte ricevevano la loro parte di rallegramenti mentre il notaio e il giudice compivano le formalità [...]
[...] come un calabrone, acchiappò Ferdinando mentre il presidente gli stringeva la mano e lo trasse nel vano di una finestra: - Spogliàti! Spogliàti [...]
[...] ! Siete stati spogliàti! Spogliàti come in un bosco!... Rifiutate il testamento, domandate quel che vi tocca! - Perchè? - disse il giovane [...]
[...] sul legato di Caltagirone! Dichiara che rifiuti, seduta stante! Il marchese, sbalordito da quella furia, balbettò: - Eccellenza, veramente [...]
[...] moglie.... - rispose il marchese; 60 ma allora il monaco, guardatolo un momento fisso, lo mandò a carte quarantotto come quell'altro babbaccio [...]
[...] , e si diresse verso la marchesa. Questa era con tutte le altre signore che facevano cerchio a donna Ferdinanda: la zitellona non esprimeva il [...]
[...] proprio parere, non rispondeva al cicaleccio degli astanti: «Il giusto!.... Tutti trattati bene!... Un modello di testamento......» E la cugina [...]
[...] Graziella alla principessa: «Le male lingue volevano dire che la zia avrebbe diseredato tuo marito! Come se il bene che voleva a Raimondo potesse [...]
[...] impedirle di riconoscere in Giacomo il capo della casa, l'erede del titolo!» La duchessa Radalì, invece, con aria tra stupita costernata, confessava [...]
[...] principessa, imbarazzatissima, non osava rispondere, non lasciava con gli occhi il principe. Questi, nel gruppo degli uomini che non cessavano di [...]
[...] ripetere; «che saggezza! che previdenza!» dichiarava con voce grave: «Ciò che ha fatto nostra madre è ben fatto...» mentre il Priore ripeteva a [...]
[...] gramolate e di paste e di biscotti. Il principe cominciò a servire i testimonii; il maestro di casa si diresse dalla parte delle signore [...]
[...] quello scapestrato che neppur si diede la pena di venirla a vedere prima crepasse! E quell'altra villana ch'è venuta a ficcarsi qui dentro! — Il [...]
[...] rifiutate il testamento, che domandate quel che vi viene.... — Io non so, zio.... — Come non sai? — Parlerò a Federico.... Allora il monaco [...]
[...] scrollate di capo Monsignor Vescovo, il quale, vedendo che il Priore don Lodovico rifiutava di rinfrescarsi a motivo che era vigilia, dichiarava al [...]
[...] presidente: «Un angelo! Tutto quel che è interesse mondano non l'ha mai toccato! Vivo esempio di virtù evangelica....» e il presidente, con la [...]
[...] bocca piena: «Famiglia esemplare!» confermava; «dello stampo antico!... Dove mettete quell'eccellente principe?» E il principe, finalmente [...]
[...] !... La mia famiglia è rovinata!... - Non credevo neppur io!... — esclamava il duca. — Che gli avrebbe fatto una posizione privilegiata tra i [...]
[...] legittimarii, sì; ma coerede? — E perfino il quartiere qui in casa!... per farmi un'onta! La casa dei nostri maggiori ha da servire ai Palmi [...]
[...] !... — Dev'esser contenta la Palmi! — diceva ora la cugina Graziella alla duchessa. — Suo marito coerede!... Il povero Giacomo costretto a dividere col [...]
[...] cenno al maestro di Casa di servire un'altra o un altro. E adesso rimaneva lei soltanto; ma donna Ferdinanda, fatto venire il principino Consalvo [...]
[...] , non avendo più affari proprii, la sua costante occupazione era stata di ficcare il naso in quelli degli altri. Ragazzo, egli aveva visto i bei [...]
[...] tempi di casa Uzeda, quando suo padre, il principe Giacomo XIII, spendeva e spandeva regalmente, con venti cavalli in istalla, uno sciame di [...]
[...] servitori e un'intera corte di lavapiatti che prendevano posto alla tavola imbandita giorno e notte. Allora, il futuro Cassinese non aveva udito altri [...]
[...] Nicola, forse meglio che in casa Francalanza. Il convento, immenso, sontuoso, era agguagliato ai palazzi 63 reali; a segno che c'eran le [...]
[...] , fratelli e novizii. Ma il lauto trattamento e l'allegra vita e la quasi assoluta libertà di fare quel che gli piaceva, non dissiparono dal cuore del [...]
[...] monaco il cruccio per la violenza patita; tanto più che gli altri fratelli cadetti, il secondogenito Gaspare duca d'Oragua e lo stesso Eugenio [...]
[...] secondo la moda, non costretti portar la tonaca che pesava a don Blasco più che a un servo la livrea. L'acrimonia del Benedettino, il suo dolore [...]
[...] per le perdute ricchezze, la sua invidia contro i fratelli, il suo rancore contro il padre, si sfogarono quindi con l'esercizio quotidiano d'una [...]
[...] tempo la fortuna del padre, il principino Consalvo VII fu ammogliato a quella Teresa Risà che entrò a far da padrona in casa Uzeda. Secondo le [...]
[...] momento il novizio concepì contro la cognata una particolare avversione che cominciò a manifestarsi più tardi, ad ogni momento, per tutto ciò che [...]
[...] ella fece e che non fece. Il barone Risà di Niscemi, padre della sposa, era venuto a Catania dall'interno dell'isola per dar marito alle due [...]
[...] dei Vicerè. Tanto il barone che la ragazza riconobbero che questo era giusto; però, dando il padre quattrocentomila onze, cioè quasi tutto a [...]
[...] , d'accordo con la figliuola, che il matrimonio fosse contratto col regime della comunione dei beni e che a lei toccasse dirigere la baracca. Aveva [...]
[...] ; il suo carattere, già forte, s'era inasprito nella lunga attesa del matrimonio, e dalla grande ricchezza, dalla potenza quasi feudale esercitata [...]
[...] dal padre nel paesetto nativo le veniva un bisogno di comando, d'autorità, di supremazia che ella volle esercitare nella sua nuova casa. Il [...]
[...] principe Giacomo XIII dovette piegarsi a quelle dure condizioni per evitare il fallimento e la liquidazione; e così tanto suo figlio quanto egli [...]
[...] quale si piegarono tutti, dal primo all'ultimo, fuorchè don Blasco. Senza paura nè di Dio nè del diavolo, il monaco la fece costante bersaglio [...]
[...] dote che erano? Una miseria! Quando quella miseria puntellò e fortificò la pericolante baracca, divenne il prezzo col quale ella comprò il titolo [...]
[...] un abito alla sarta, nè comprare un cappellino o un paio di guanti, senza che il monaco criticasse l'occasione della spesa, la qualità [...]
[...] dell'oggetto e la scelta del negozio. Ma don Blasco non risparmiava neppure gli altri parenti; non il padre, che aveva prima ingoiato un patrimonio e [...]
[...] adesso era ridotto a vivere dell'elemosina della nuora, non il fratello che aveva lasciato portare i calzoni alla moglie, mentre egli portava invece [...]
[...] non con un lungo discorso, confermando in tal modo le ciarle sparse sul conto della cognata, spiattellando poi in tutte sillabe il nome che [...]
[...] . E don Blasco si dannava l'anima, vedendo le sue stravaganze e le sue pazzie. Il primogenito, in tutte le case di questo mondo, è il prediletto [...]
[...] , nevvero? Lì, invece, era odiato! Chi era il preferito? Il terzogenito! Da secoli e secoli, il titolo di conte di Lumera era appartenuto, con [...]
[...] «porco!» E il secondogenito, a cui neppure il re avrebbe potuto togliere il suo titolo vitalizio di duca d'Oragua, era invece chiuso a San Nicola [...]
[...] del cadetto, Lodovico aveva dinanzi a sè soltanto il principe, e come duca d'Oragua avrebbe potuto sperare, se non dalla madre, almeno da [...]
[...] Nicola, la ragione e la tradizione designavano il terzogenito, Raimondo; ma donna Teresa, per far passare la propria volontà su tutte le leggi [...]
[...] cominciò invece a lavorare perchè il duchino Lodovico sentisse la vocazione. Nessuno, quindi, potè dare al ragazzo, in presenza di lei, il titolo che [...]
[...] aspersorii e ogni altra sorta di oggetti sacri. Quando la madre gli domandava: «Tu che vuoi divenire?» il bambino fu avvezzo a rispondere: «Monaco di [...]
[...] : «Non so....» donna Teresa gli pizzicottava il braccio tanto forte da farlo piangere finchè gli strappava la risposta obbligata. Il confessore [...]
[...] di lei, frattanto, il domenicano Padre Camillo, lavorava a quel risultato educando il ragazzo alla cieca obbedienza clericale, mortificandone in [...]
[...] , la principessa non mise presto il ragazzo al noviziato: lo tenne in casa fino ai quindici anni. Erano i tempi delle rigide economie, dei [...]
[...] tesori che in parto erano colati sotto i suoi proprii occhi, Lodovico non intese se non querimonie, minacce di gente che rivoleva il suo [...]
[...] mentre al palazzo Francalanza la principessa lesinava il baiocco e prodigava le più efficaci dimostrazioni della miseria in cui erano ridotti [...]
[...] Lodovico il monastero dei Benedettini come un luogo di eterna delizia, dove la vita passava, senza cure dell'oggi e senza paure del domani, tra [...]
[...] riconoscere che la madre aveva detto la verità, perchè il corno dell'abbondanza pareva rovesciarsi continuamente sul monastero e la vita vi scorreva [...]
[...] facile e lieta. Il giovane che usciva dalla ferrea tutela della principessa e del confessore, apprezzava più specialmente la libertà, la quasi [...]
[...] , e che il posto a cui lo avevano costretto a rinunziare toccava al fratello Raimondo. Ma non era più tempo di tornare indietro: lo scapolare e la [...]
[...] di quelli provati dallo zio, quanto meno egli era capace, per il 68 lungo abito della finzione e della mortificazione, di sfogarsi a parole [...]
[...] mondano, pretendeva spadroneggiare nel convento, vociando contro l'Abate e il Priore e i Decani o i Cellerarii, bestemmiando San Nicola e San [...]
[...] Benedetto e tutti i loro celesti compagni, il nipote parve mettere ogni cura nel farsi da parte, non nutrire altra ambizione fuorchè quella di [...]
[...] patrimonio favoloso da amministrare: le antiche Costituzioni di Sicilia gli davano il diritto di sedere tra i Pari del regno! Don Lodovico volle [...]
[...] rimproverargli il più piccolo trascorso, nessuno lo potè mai trascinare nei tanti partiti in cui si dividevano i monaci: appartato, quasi sempre chiuso in [...]
[...] esser Priore ed Abate; ma la vita scandalosa, il carattere violento, l'ignoranza supina gli rendevano se non impossibile per lo meno difficilissimo [...]
[...] l'appagamento di quell'ambizione, tanto che non prima di quarant'anni era stato decano; veder dunque a quel posto il nipote «col guscio ancora [...]
[...] Lodovico fu cosa da attirare i fulmini sulla cupola di San Nicola o da incenerire il convento con tutti i suoi abitanti; il meno che gli disse fu [...]
[...] opposta alla violenta aggressione dello zio. Era troppo sicuro del fatto suo: l'elezione di don Blasco, il quale aveva seminato figliuoli in tutto il [...]
[...] : sul nipote aveva il solo vantaggio dell'età, ma questo non era tale da compensare tutti i suoi enormi difetti. A maggioranza strabocchevole fu [...]
[...] nipoti che il monaco adesso difendeva in odio alla morta, provocandoli a rifiutare il testamento, avevano goduto mai le sue buone grazie. Bastava già [...]
[...] incoraggiamenti dallo zio monaco; ma don Blasco era fatto così, che quando qualcuno gli dava ragione egli mutava opinione per dargli torto. Il fidanzamento [...]
[...] guidava. Fra gli stessi maschi, tuttavia, ella non ne aveva considerati due egualmente. In vita, aveva quasi odiato il primogenito e idolatrato Raimondo [...]
[...] ; ma l'odiato era l'erede del titolo, il futuro capo della casa; e il preferito, nonostante il sacrificio di Lodovico, un semplice cadetto: per [...]
[...] questo ella aveva messo d'accordo il rispetto alla tradizione feudale e la soddisfazione della sua personale volontà deliberando, senza dirne [...]
[...] 71 nulla, di dividere le sue ricchezze ai due fratelli, cioè defraudando il primogenito, che avrebbe dovuto aver tutto, e favorendo l' altro che [...]
[...] maschio, il primogenito, il principino di Mirabella, il futuro principe di Francalanza: ella non solo l'aspettava, ma non ammetteva che non venisse [...]
[...] morì Angiolina Uzeda e restò Suor Maria Crocifissa. Chiara, venuta subito dopo e rimasta in casa, aveva provato peggio il rigore materno; nè la [...]
[...] principessa l'aveva lasciata al secolo per paura del biasimo con cui la gente avrebbe considerato il sacrifizio di due figliuole; bensì per [...]
[...] chinato il capo, rispettosa e obbediente; il giorno poi che la principessa, trovato quello stupido del marchese di Villardita il quale s'offriva [...]
[...] di sposare la ragazza per niente, s'era persuasa a maritarla, ella aveva detto di no, di no, di no: cose veramente dell'altro mondo!... Il [...]
[...] il diavolo la faceva andar indietro, non gli avesse ingiunto di rimanere al suo posto. Così, quand'egli rivedeva la ragazza, seduta in un angolo, a [...]
[...] botte; e inutilmente fratelli, gli zii, il Padre confessore le avevano spiegato che se era un po' grasso, il marchese aveva un cuor d'oro, e che la [...]
[...] , giurando di lasciarla morir etica, se non si piegava. E al marchese il quale, preso dagli scrupoli, veniva a restituirle la sua parola: «Nossignore [...]
[...] poi nero; mentre prima volevano ammazzare una persona, questa diventava poi il loro migliore amico... Fino all'ultimo momento, Chiara non aveva [...]
[...] solo il prete di buona volontà aveva udito il sì; ma il domani delle nozze, quando la famiglia andò a far visita agli sposi, o non li trovarono [...]
[...] pezzo tra loro sul mezzo che il marchese aveva adoperato per addomesticar la moglie, fatto sta che Chiara da quel giorno fu tutt'una cosa col [...]
[...] risposta, se lo domandavano qualcosa, lo interrogava cogli occhi quasi temendo di non dire ciò che egli stesso pensava; il suo unico e grande [...]
[...] propria gravidanza; ma anche questo dimostrava il bene che voleva al suo Federico. La principessa glie lo aveva dato per molte ragioni. Prima di [...]
[...] , la prima monaca, la seconda a marito, l'ultima in casa. Ora il marchese, innamorato della ragazza, prometteva non solo di prenderla senza dote [...]
[...] , il suo orgoglio di principessa di Francalanza non poteva consentire che la gente vantasse la generosità del genero nel prendersi Chiara senza un [...]
[...] dugent'onze annue: così diceva l'atto registrato dal notaio Rubino e così sapevano tutti; ma poi il marchese le aveva rilasciato un'apoca [...]
[...] , accusando ricevuta dell'intero capitale di quattromila onze, delle quali non aveva visto neppure tre denari! Ora don Blasco, il quale s'era già messo [...]
[...] contro al marchese pel matrimonio con Chiara, e contro Chiara per la repentina conversione dall'odio all'amore verso il marito, aveva fatto un torto [...]
[...] imperdonabile, essi avevano commesso non facendo valere i loro diritti all'eredità paterna. Infatti, secondo il Benedettino, la casa Uzeda non era [...]
[...] con quel pulcinellesco testamento, impostogli e dettatogli dalla moglie, col quale, dichiarando distrutto il suo patrimonio per disgrazie di [...]
[...] imbecilli del padre, dovevano chiedere i conti, fino all'ultimo tornese. Il monaco era per questo andato assiduamente dietro ai nipoti, fuorchè a [...]
[...] Raimondo, al quale non rivolgeva la parola da anni ed anni per la ragione che era stato il beniamino della madre, incitandoli a farsi valere; ma [...]
[...] testamento, il furioso Cassinese dimenticava adesso le bestialità di Federico e di Chiara per dar loro un nuovo assalto, per deciderli a muoversi [...]
[...] , dando loro in realtà «quattro grani!» Chiara, specialmente, era spogliata «come in un bosco» giacchè il testamento non diceva parola del legato [...]
[...] , tirato in ballo un suo zio, il canonico Risa di Caltagirone, il quale prometteva un legato di cinquemila onze a favore della pronipote quando la [...]
[...] ragazza avrebbe sposato il marchese di Villardita. Nell'atto era intervenuta donna Teresa per garantire l'assegno, a condizione che la somma si [...]
[...] trovasse realmente nel patrimonio del canonico, il quale prometteva di lasciare ogni cosa a lei. Invece, due anni avanti il canonico era morto [...]
[...] , dividendo la roba tra una sua perpetua e la principessa, e costei s'era allora rifiutata di riconoscere il patto stabilito; nè il marchese, per rispetto [...]
[...] reclamare: 1° la divisione legale; 2° l'assegno matrimoniale con tutti gl'interessi arretrati; 3° la parte che veniva a Chiara dal padre; 4° il [...]
[...] , per lo meno. Il marchese, pure ascoltandolo, chinando il capo a tutto quel che diceva il monaco, perchè con quel Benedettino benedetto la [...]
[...] discussione era impossibile, esprimeva alla moglie il desiderio di non dar l'esempio di una lite in famiglia, d'aspettare quel che avrebbero fatto [...]
[...] dessero quel che le toccava perchè, gareggiando d'affetto con Federico, le doleva che egli dovesse sostener da solo il peso della casa; ma il [...]
[...] , non vuol dire che rinunzieremo ai nostri diritti. Lasciamo prima fare a Lucrezia e a Ferdinando; io non voglio essere il primo a intentare una [...]
[...] Placido al miracoloso San Francesco di Paola, ella aveva di nuovo la speranza d'essere incinta. Così, per difendere il marito da quella mosca [...]
[...] cavallina di don Blasco, teneva ella fronte allo zio, gli diceva: — Sì, va bene; Vostra Eccellenza ha ragione, parla per amor nostro; ma il [...]
[...] rispetto alla volontà di nostra madre... — Tua madre era una bestia — gridava il monaco — più di te !... Qual è stata la volontà di tua madre? Quella [...]
[...] moine che marito e moglie si facevano tutto il giorno, specialmente all'ora del desinare, quando si servivano reciprocamente come in piena luna [...]
[...] di miele e s'imbeccavano al pari di due colombi, il monaco scoppiava: — Io non so veramente chi è più bestia, fra voi altri due!... Tanto che [...]
[...] ... — Che tolleri e talleri mi vai contando? — proruppe il monaco di rimando. — O credi che la gente abbia 78 dimenticato che prima non lo [...]
[...] , poichè non gli toccava il regalo del più povero balocco. Era cresciuto quasi da sè, ingegnandosi a procacciarsi quel che gli bisognava, a cavarsi [...]
[...] San Ferdinando, don Cono Canalà gli regalò il Robinson Crosué; egli lo divorò da cima a fondo e restò sbalordito dalla lettura come da una [...]
[...] rivelazione. Da quel momento la sua selvatichezza 79 s'accrebbe; il suo unico e costante desiderio fu quello di naufragare in un'isola deserta e di [...]
[...] provveder da sè al proprio sostentamento. Cominciò allora a fare esperimenti di cultura nel giardino e nella terrazza del palazzo, e gli venne il [...]
[...] gusto della campagna, che la principessa assecondò. Gli aveva messo il soprannome di Babbeo per quelle sue sciocche manìe; ma comprendendo che [...]
[...] , maturando il suo piano della generale spogliazione a favore del primogenito e di Raimondo, tutto il podere, stipulando però un contratto in piena [...]
[...] regola, col quale il figliuolo obbligavisi di pagarle cinquecent'onze l'anno sui frutti del fondo, restando a lui tutto il di più. Il contratto per [...]
[...] lì per coltivare da sè l'isola che aveva acquistata; e poi assicurossi una rendita che il podere non dava. Il Babbeo faceva assegnamento sulle [...]
[...] sognato. Il suo piacere, veramente, sarebbe stato più grande se avesse potuto far tutto da solo; ma, costretto a chiamar zappatori e giardinieri [...]
[...] , pialle, trapani, pulegge, zappe, picconi; e poi un assortimento di assi e di travi, e sacchi di farina per fare il pane, provviste di polvere, una [...]
[...] furia di mutar culture, di porre in atto le novità di cui udiva parlare o che leggeva nei trattati d'agricoltura o che speculava da sè, il frutto [...]
[...] scombussolamento delle stagioni; ma la madre lo canzonava, a posta, per incaponirlo in quella sua manìa, e vi riesciva a meraviglia. E il frutto delle [...]
[...] l'altra nel libro dell'avere tutte le somme che ogni anno egli le dava di meno. Esse formavano già un discreto capitale che il Babbeo non sapeva [...]
[...] dove prendere; il suo continuo timore era perciò che la madre, stanca di non vedersi pagata, gli togliesse di mano il podere; e infatti la principessa [...]
[...] più d'una volta lo aveva minacciato di questo. Il colpo maestro di costei, nel testamento, fu dunque l'assegnazione delle Ghiande a Ferdinando [...]
[...] bastasse, c'era il condono degli arretrati che sommavano ormai a mille e cinquecento onze; talchè, al colmo della soddisfazione, egli si credette [...]
[...] trattato benissimo, oltre 81 ogni speranza, e a don Blasco, il quale gli si metteva alle costole per indurlo a ribellarsi: - Come? — diceva [...]
[...] , candidamente, lasciando di piallare o di rimondare. — Non è abbastanza quello che ho avuto? — Ma ti tocca il triplo, per lo meno! Sei stato [...]
[...] truffato con tutti gli altri! Ti tocca, in rate eguali con tutti gli altri, la parte di tuo padre, che è il momento di rivendicare! E non sai che [...]
[...] Giacomo non ti mandò neppure a chiamare, il giorno della morte di tua madre? — Non è possibile! — rispondeva Ferdinando, scandalizzato. — E perchè [...]
[...] suggelli! Te ne accorgerai all'atto dell'inventario, anima candida! Il monaco smaniava dall'impazienza per quest'inventario; ma il principe invece [...]
[...] Raimondo, il quale, da parte sua, pensava a tutto fuorchè a chiedergliene conto. Nonostante il lutto, stava sempre fuori casa, al Casino dei Nobili, a [...]
[...] intronava le orecchie di Ferdinando d'invettive contro il fratello. Era uno «scandalo, una mancanza di rispetto alla morta calda ancora,» la condotta [...]
[...] ella gli voleva dare brevi manu, «rubandoli agli altri!...» Ora il giorno che, cominciato finalmente l'inventario, risultò che in cassa c'erano [...]
[...] soltanto cinque onze e due tarì di contanti, e un titolo di rendita di cento ducati, il monaco corse alle Ghiande come impazzito. - Hai visto? Hai [...]
[...] ducati li sapevo io!... Capisci adesso? Hai visto come v'ha rubati il tuo caro fratello? Quel ladro del signor Marco gli ha tenuto il sacco [...]
[...] dalle grida, la nuova magagna. Perchè mai, dunque, Giacomo lasciava al suo posto il signor Marco, mentre aveva già cacciato via tutti i servi [...]
[...] protetti dalla madre, il cocchiere maggiore, il cuoco, tutti coloro ai quali ella aveva lasciato qualcosa? Quel «porco» del signo Marco, l'«anima [...]
[...] avrebbe potuto esser ricco più del doppio, più del triplo, il monaco sarebbe forse riuscito a scuotere il nipote se, come parlando male del marito a [...]
[...] Chiara, non avesse commesso anche con Ferdinando una grave imprudenza. Rifiutando il testamento, chiedendo la divisione legale, Ferdinando temeva [...]
[...] centomila volte più!... — Eccellenza no; — rispose Ferdinando — come questo non ce n'è altri in casa nostra.... — Le Ghiande? — scoppiò allora il [...]
[...] arrossì come un pomodoro; poi, ricuperata la voce, dichiarò: — Eccellenza, sa come dice il proverbio? Ne sa più un pazzo in casa propria che un [...]
[...] savio nell'altrui! Allora il monaco, eruttata una buona quantità di male parole contro quel malcreato, non rifece più la via del suo «porcile» e [...]
[...] da principio agli occhi del monaco il merito relativo della resistenza opposta alla principessa nell'affare del matrimonio, e Ferdinando quello [...]
[...] già destinata ai due maschi, Lucrezia era cresciuta come «una marmotta,» diceva il Benedettino: tarda, taciturna, selvatica, come Ferdinando, e [...]
[...] questo ella dimostrava assiduamente, quotidianamente a Lucrezia che il matrimonio non era fatto per lei; prima di tutto per la cattiva salute - e [...]
[...] invece la ragazza, stava benissimo - poi perchè così voleva il bene della casa — e le additava l'esempio di donna Ferdinanda; — poi perchè, senza [...]
[...] anticamere, la madre ripeteva: «Che guardi? Sono le proprietà dei maschi!» Quando il discorso, presente la figlia, cadeva sui matrimonii, donna Teresa [...]
[...] ammoniva: «Di che parlate dinanzi alle ragazze?» e a quattr'occhi le diceva che pensare al matrimonio era peccato mortale, da confessarsene: e il [...]
[...] da Ferdinando, col carattere del quale s'accordava molto il suo. Il Babbeo aveva già da badare a sè stesso, non godendo troppe grazie in famiglia [...]
[...] ; ma dimostrava come poteva a Lucrezia il bene che le voleva. Maggiore appena d'un anno, egli giocò con lei, le diede i balocchi da lui stesso [...]
[...] Lucrezia: ella ebbe anche quella di donna Vanna, una delle cameriere: e la principessa, sempre accorta e sempre all'erta, non vide il pericolo [...]
[...] qualcuno andava via se non era congedato, perchè tutti trovavano il mezzo di rifarsi moralmente e materialmente del cattivo trattamento. Il mezzo [...]
[...] ha visto il signorino Benedetto? Guardi che bel ragazzo!» Ella si mise a osservarlo dalla finestra, e fu del parere della cameriera. «Vostra [...]
[...] . Quando la malattia della padrona aggravossi, e specialmente quando, per mutar d'aria, ella se ne andò al Belvedere, sola, giacchè Raimondo, il [...]
[...] giocare a pari coi baroni autentici avevano adottato tutti gli usi baronali: uno solo tra loro, il primogenito, poteva prender moglie; gli altri [...]
[...] dovevano restar scapoli. L'abolizione del fedecommesso li aveva rallegrati, poichè in casa loro non c'era: istituito il maiorasco, avevano tentato [...]
[...] di ottenerlo, senza riuscirvi. Nondimeno tutto era andato egualmente al primogenito: don Paolo, il padre di Benedetto, era ricchissimo, mentre [...]
[...] dei nuovi tempi, faceva anch'egli il liberale; teneva moltissimo alla sua nascita, ma combattendo la bigotteria della nobiltà — quando la volpe [...]
[...] marchese e da Ferdinando alle sue sobillazioni, il monaco si rivolse a Lucrezia. Aveva maggiore speranza di riuscire con lei poichè, per l'amore di [...]
[...] dimostrare a Lucrezia il torto ricevuto, le ragioni da addurre, il furto di Giacomo appena morta la madre; e le rifece i conti e la stimolò a [...]
[...] qualunque costo; udendo adesso il monaco parlarle dei suoi diritti, dimostrarle che ella era più ricca di quanto credeva, istigarla a far valere la [...]
[...] Vanna la confortava a seguire il monaco, ella riconosceva, sì, che sua madre l'aveva messa in mezzo, come tutti gli altri, a profitto di due soli, e [...]
[...] chinava il capo agli argomenti che don Blasco le ripeteva; ma sul punto d'impegnarsi a dire il fatto suo a Giacomo, la paura l'arretrava. Era [...]
[...] primogenito toccava del voi; e il principe che l'aveva sempre tenuta a distanza, guardandola, d'alto in basso, adesso, dopo la lettura del testamento [...]
[...] fra un paio di anni, avrebbe chiesto la sua mano; e che il duca d'Oragua, tanto amico di suo zio don Lorenzo, li avrebbe sicuramente sostenuti; ma [...]
[...] testamento, egli confermava il consiglio di non far nulla contro il principe; un po' per le ragioni antiche, un po' per non parere ingordo della [...]
[...] insistente, ella rispose: - Perchè non parla Vostra Eccellenza con Giacomo? Il monaco, a quest'uscita, diventò paonazzo e parve sul punto di soffocare [...]
[...] questo era ciò che egli voleva. Così per esempio il principe, solo fra tutta la «mala razza» (come il Benedettino chiamava i suoi nei momenti [...]
[...] Blasco, in cambio, gli sobillava i fratelli e lo sorelle. Ma il monaco non credeva di far male, così; scettico e diffidente, sapeva che Giacomo [...]
[...] s'era messo con lui non già per affezione o per rispetto, ma per semplice tornaconto. Il principe Giacomo, infatti, aveva avuto le sue ragioni per [...]
[...] al primogenito dei maschi, il quale aveva anche messo in pericolo, nascendo, la vita di lei. Invece di volergli tanto più bene quanto più lo [...]
[...] principessa aveva riposto tutto il suo affetto, un affetto cieco, esclusivo, irragionevole, sopra Raimondo. E la protezione della madre era molto più [...]
[...] Raimondo, più piccolo, ne toccò; ma quando la principessa si vide dinanzi in lacrime il suo protetto, Giacomo assaggiò le terribili mani di lei che [...]
[...] lasciavano i lividi dove cadevano. Il ragazzo s'ostinò un pezzo, fino a mutare la freddezza della madre in odio deciso; poi, accortosi di [...]
[...] sbagliar via, mutò tattica, divenne infinto, fece da spia a don Blasco, gustò il piacere della vendetta nel vedere Raimondo picchiato dal monaco in odio [...]
[...] alla cognata. Ma furono soddisfazioni mediocri e di corta durata: con gli anni la principessa chiuse a San Nicola il secondogenito, diede a [...]
[...] Raimondo il titolo di conte; avara, anzi spilorcia, largheggiò soltanto col beniamino; Giacomo non ebbe mai un baiocco, e i suoi abiti cadevano a [...]
[...] disporre di nulla. Uno dei suoi più lunghi desiderii era stato quello di far atto di padrone, in casa, riadattando a modo suo il palazzo: la madre [...]
[...] non gli permise di 91 rimuovere una seggiola. Ella stessa aveva lavorato a mutar l'architettura dell' edificio il quale pareva composto di [...]
[...] balconi, a innalzar piani da una parte per smantellarli dall'altra, a mutare, a pezzo a pezzo, la tinta dell'intonaco e il disegno del [...]
[...] cornicione. Dentro, il disordine era maggiore: porte murate, scale che non portavano a nessuna parte, stanze divise in due da tramezzi, muri buttati a [...]
[...] . Il più grande rimescolamento era stato quello operato da suo padre, il principe Giacomo XIII, quando costui non sapeva come buttar via i [...]
[...] novità?... Giacomo voleva anch'egli ritoccare la pianta della casa, ma la madre non gli lasciò neanche attaccare un chiodo; e il Benedettino andava [...]
[...] in bestia specialmente per questo; che il figliuolo sempre contrariato, era tutto sua madre: autoritario, cupido, duro, almanacchista come lei [...]
[...] ; mentre quella papera preferiva Raimondo che non conosceva il valore del denaro, sperperava tutto quel che aveva, non s'intendeva d'affari, amava e [...]
[...] cominciavano ad alterarsi, i volti s'allungavano, i nasi sporgevano, il colorito diveniva più oscuro; un'estrema pinguedine come quella di don [...]
[...] parsa qualcosa di mezzo tra l'ebreo e il sagrestano; ed altrettante figure maschilmente dure spiccavano fra i ritratti femminili di più fresca data [...]
[...] un bacino, le vesti abbondanti che chiudevano il corpo come scaglie di testuggine, non riuscivano a nascondere la sveltezza elegante delle forme nè [...]
[...] il lungo naso; il Nano, per la corta statura. Così l'astio di Giacomo contro la madre e il fratello si manteneva sempre vivo; esso crebbe a [...]
[...] fedecommesso, vietava che nessuno fuorchè il primogenito prendesse moglie; e infatti, nella generazione precedente, nè il duca nè don Eugenio s'erano [...]
[...] , Giacomo, che doveva necessariamente ammogliarsi per tramandare il principato, si sarebbe arricchito con la dote della moglie, 93 mentre Raimondo [...]
[...] sarebbe vissuta notte e giorno a fianco, una sorda gelosia la struggeva. Per questo, il giorno che finalmente si decise, non soffrì di dargli nessuna [...]
[...] , cugina del Cassinese. Tuttavia, parendo troppo a lei stessa che Raimondo prendesse moglie prima di Giacomo, il quale a venticinque anni era ancora [...]
[...] marchese Grazzeri. Le liti scoppiate in quell'occasiono furono straordinarie. Se il rancore di Giacomo per il matrimonio del fratello divenne più [...]
[...] grande il rancore pel matrimonio suo proprio. Violento, avido e arido com'era, egli aveva amoreggiato colla cugina Graziella, figlia della [...]
[...] contro i denti; «non avrai neppure un grano!...» e la poca simpatia dimostrata a quel figliuolo e la passione per Raimondo e il matrimonio [...]
[...] imminente di quest'ultimo confermavano la minaccia, facevano sospettare che ella l'avrebbe compiuta. Il principe che fino a quel punto non era riuscito [...]
[...] rodeva; ed aspettando di cogliere il frutto di quella condotta, esercitava il proprio tirannico impero e faceva pesare il suo cruccio unicamente [...]
[...] sulla moglie. Dal primo giorno del matrimonio questa fu trattata peggio d'una serva; non che volontà, non potè esprimere neppure opinioni; il [...]
[...] , cera molle che il principe plasmò a suo talento. In odio al figlio, 95 non per amore che le portasse, la principessa suocera pigliò più [...]
[...] quella protezione. Se il matrimonio del principe andò tanto male, quello di Raimondo andò molto peggio. Giacomo non voleva la Grazzeri, amando la [...]
[...] tutto. Il suo protetto doveva fare quel che voleva lei, pagarle con una obbedienza più rassegnata i privilegi che ella gli accordava; nè questi [...]
[...] il giovane che spendeva continuamente per gli abiti, per le donne, e avea fra l'altre la passione del giuoco, sciupava in una notte quel che la [...]
[...] via i quattrini nella soddisfazione dei proprii capricci, per appagare il più grande desiderio che lo struggeva: andar via dalla Sicilia, veder [...]
[...] fra tutti poteva dirle in faccia: «Non voglio!» Il matrimonio era la catena al collo, la schiavitù, la rinunzia alla vita che egli sognava: a [...]
[...] estreme, tenne a lui il linguaggio della persuasione. Voleva egli divertirsi, aver molti quattrini da spendere, far quello che gli piaceva? La dote [...]
[...] argomenti indussero il giovane a dir di sì, persuadendolo che a quel modo egli sarebbe stato subito ricco e si sarebbe nello stesso tempo sottratto [...]
[...] Grazzeri! Ma a coronar l'opera mancava proprio il matrimonio di Raimondo!... Ammogliare un altro figliuolo? Creare una seconda famiglia? Venir [...]
[...] pretendeva portassero alle tradizioni, ed il proprio insaziabile rancore per esser stato sacrificato alle tradizioni medesime: pur di fare l'opposizione [...]
[...] ? Fatemi il famosissimo piacere di non venirci più!» Don Blasco, botta e risposta: «Mi dite voi di non venirci? E non sapete che io vi ho fatto un [...]
[...] andò poi a dir cose, contro la cognata, fra i monaci amici, da far cascare il monastero, e non mise piede per più di un anno a palazzo [...]
[...] pace ed amore, propose alla madre ed ottenne che s'invitasse lo zio alla festa del battesimo, il Cassinese riapparve in casa della cognata, per [...]
[...] feudi di casa Francalanza; non comprendeva il valore delle stoffe, dei nastri, degli oggetti di moda, ma sapeva, come un sensale, il prezzo dei [...]
[...] frumenti, dei vini e dei legumi; aveva sulla punta delle dita tutto il complicato sistema di misurazione dei solidi, dei liquidi e delle monete [...]
[...] , così al morale essi erano o sfrenatamente amanti dei piaceri e dissipatori come il principe Giacomo XIII e il contino Raimondo; o interessati [...]
[...] , avari, spilorci, capaci di vender l'anima per un baiocco, come il principe Giacomo XIV e donna Ferdinanda. Costei aveva avuto dal padre una [...]
[...] miseria, il così detto piatto, cioè tanto da assicurare il vitto quotidiano, la magra provvisione, durante il fedecommesso, dei cadetti e delle donne [...]
[...] diretti a tradurre in atto il suo sogno. Appena in possesso di quelle miserabili sessant'onze annuali, ella cominciò a negoziarle, a darle in [...]
[...] don Blasco, il dolore da lui provato nel dover rinunziare al mondo, s'inacerbiva tutte le volte che qualcuno dei parenti acquistava fama, potenza e [...]
[...] , rapidamente, il sangue gli ribolliva, l'umore gli s'inaspriva, l'invidia lo avvelenava. Donna Ferdinanda parve insensibile ai sarcasmi ed alle [...]
[...] suo peculio dalla circolazione troppo pericolosa, di acquistarne piuttosto solidi immobili; ella scrollava il capo, affermava che i suoi donati non [...]
[...] acquistando all'asta pubblica per cinquemila onze il fondo del Carubbo, bel pezzo di terra che ne valeva dieci; fortunata, cioè accorta anche in questo [...]
[...] ne perdeva un grano, e quando le cambiali scadevano, il notaio, il sensale o il patrocinatore venivano a portarle il suo avere in tanti bei [...]
[...] pezzi di colonnati lucenti e sonanti. Patrocinatore, 101 notaio e sensale erano i suoi amici. Fra la gente che frequentava il palazzo Francalanza [...]
[...] quali poteva sperare informazioni e suggerimenti. E il principe di Roccasciano, gran signore da quanto gli Uzeda, ma con pochi quattrini che [...]
[...] s'era proposto di moltiplicare e che moltiplicava infatti, pazientemente, prudentemente, senza la spilorceria e le durezze di lei, era il suo [...]
[...] Calasaro, il cui figliuolo, complicato nella rivoluzione, era stato costretto a prendere le vie dell'esilio. Il padre, spogliatosi ed esaurito [...]
[...] tutto il suo credito per non fargli mancare nulla, non potè, alla scadenza, soddisfare donna Ferdinanda. Costei, fiutando il vento, volle esser [...]
[...] pagata subito subito, e minacciò la espropriazione e lanciò la prima citazione. Il debitore venne a gettarlesi ai piedi, con le mani in testa, perchè [...]
[...] zitellona torse il grifo, dicendo: «Se ne può parlare.» Ma ella pretendeva di averla per le sue mille e cent'onze, capitale, interesse e spese [...]
[...] , senza metter fuori un carlino di più, mentre il proprietario la stimava duemila onze, per lo meno, e pretendeva il resto. La cosa andò a monte [...]
[...] dal governo per motivo del giovane bandito, chinò finalmente il capo. «Almeno faccia lei le spese dell'atto,» le mandò a dire; ma donna Ferdinanda [...]
[...] il portone, e un piano solo, sopra, con un balcone grande e due piccoli, nella facciata; ma aveva un valore inestimabile, agli occhi di donna [...]
[...] Ferdinanda: era posta ai Crociferi, che era il vecchio quartiere della nobiltà cittadina, ed essa stessa era una casa nobile, appartenendo da tempo [...]
[...] mori di Cordova nel campo di Calatrava;» Guagliardetto, «caballero de mucha qualitad;» Attardo, «cavaliero spiritoso, ed armigero;» il grande [...]
[...] Consalvo «vicario della Reina Bianca;» il grandissimo Lopez Ximenes «vicerè dell'invitto Carlo V;» allora i suoi occhietti lucevano più dei carlini [...]
[...] bella libreria; ma, quando il principe Giacomo XIII cominciò a navigare in cattive acque, fu venduta prima di tutto; ella salvò una copia del [...]
[...] famoso Mugnòs, «Teatro genologico di Sicilia,» dove il capitolo «della famiglia de Vzeda» era il più lungo, occupando non meno di trenta grandi pagine [...]
[...] . E quelle pagine secche e ingiallite, esalanti il tanfo delle vecchie carte, stampate con caratteri sgraziati ed oscuri, con ortografia [...]
[...] fantastica; quella enfatica e bolsa prosa siculo-spagnuola secentista era la sua lettura prediletta, l'unico pascolo della sua 103 imaginazione; il [...]
[...] suo romanzo, il vangelo che le serviva a riconoscere gli eletti tra la turba, i veri nobili tra la plebe degli ignobili e la «gramigna» dei nobili [...]
[...] Milazzo, la figliuola d'un barone «da dieci scudi» del quale il Mugnòs non faceva e non poteva fare la più lontana menzione! Gloriavasi, questo [...]
[...] contare che di questi privilegi non parlava neppure il marchese di Villabianca, autore fiorito nientemeno che un secolo dopo il Mugnòs!... La [...]
[...] per lui l'umile figliuola 104 di qualche ricco fattore.... Il dissidio fu quindi violento. Già donna Ferdinanda, acquistato lo stabile dei [...]
[...] Calasaro, era andata via dal palazzo Francalanza e aveva messo casa, continuando a squartar lo zero ma pagandosi il lusso della carrozza. I legni [...]
[...] un po' di paglia del Carrubo, un pugno di crusca e la verdura marcita. Il cocchiere, oltre al servizio della stalla e della scuderia, faceva da [...]
[...] ; mentre prima, stando insieme coi parenti, era rimasta indifferente ai loro affari, voleva ora, lontana, ficcare anche lei il naso in tutte le [...]
[...] , esasperato per la fortuna della sorella, perdette il lume degli occhi vedendo costei fargli la concorrenza nella sua parte di critico minuto e di [...]
[...] giudice infallibile; la zitellona, viceversa, gli disse il fatto suo per la vita scandalosa che conduceva; e un giorno, a proposito d'una certa [...]
[...] balia da prendere per il principino, siccome a donna Ferdinanda il latte di costei pareva sospetto, mentre don Blasco lo dichiarava di prima qualità [...]
[...] si parlarono mai più. Il più strano era che, non parlandosi mai, evitandosi come la peste, essi soli, in quella casa, vedevano le cose a un [...]
[...] modo e in tutto esprimevano eguali opinioni. Come don Blasco aveva gettato fuoco e fiamme contro il matrimonio di Raimondo, così donna Ferdinanda [...]
[...] era diventata una vipera. Non solamente quella bestia della cognata proteggeva il terzogenito in 105 odio all'erede del titolo, non solamente [...]
[...] , la zitellona non mise più piede in casa Francalanza; ma, come il fratello, non soffrendo di starne a lungo lontana, ci tornò alla prima [...]
[...] occasione. E solamente gli altri duo cognati, il duca Gaspare e il cavaliere don Eugenio, non avevano dato tanti fastidii a donna Teresa. Il [...]
[...] cavaliere don Eugenio, al tempo di quelle lotte, non era in Sicilia. Destinato sulle prime ad entrare anche lui ai Benedettini come il fratello don Blasco [...]
[...] , s'era salvato adducendo la propria inclinazione al mestiere delle armi. Fu la prima menzogna che disse, per evitare il convento: non poteva [...]
[...] sentirsi chiamato ad un mestiere quasi sconosciuto in Sicilia, dove, come non c'era coscrizione e tra i popolani correva il motto: «piuttosto porco [...]
[...] , sterminate ricchezze; invece, al momento di mostrarle coi fatti, i giovani signori napoletani mettevano fuori i quattrini, mentre il vanaglorioso [...]
[...] resto egli stesso, riconosciuto di non aver raggiunto lo scopo, quantunque ai parenti scrivesse che il magro successo era da attribuire [...]
[...] erano aperte come la sua propria, e che il duca Tale ed il principe Talaltro gli volevano dare in moglie le figliuole; nessuno di quei matrimonii [...]
[...] il clima di Napoli non gli conferiva; una certa voce sorda sorda parlò invece di cose poco pulite combinate con un fornitore di Casa reale... Da [...]
[...] velatura d'un vascello «tutte dei più famosi autori:» Raffaello, Tiziano, Tintoretto; riempì di quella roba il quartierino che prese in affitto - perchè [...]
[...] già l'aspettato primogenito; Raimondo stava a Firenze con la moglie, dove era loro nata una bambina. Neppure il duca Gaspare s'era trovato in casa [...]
[...] quell'approvazione, e più per il motivo che glie la dettava, i fulmini di donna Ferdinanda e di don Blasco. Questa ragione era d'indole tutta politica. Il [...]
[...] tutta la Sicilia, il movimento contro il regime borbonico. Ora, queste sue opinioni politiche e questa sua autorità nell'ancor vivo partito [...]
[...] liberale, furono le ragioni per cui il duca vide bene il matrimonio della figliuola di lui con Raimondo. Fino al Quarantotto, il duca, come tutti gli [...]
[...] zii materni avessero contribuito ad impinguare il suo appannaggio, pure egli aveva un' invidia del primogenito e una smania d'arricchire e di [...]
[...] farsi valere nel mondo più grande di quella dei fratelli, giacchè la sua dotazione svegliava ma non appagava i suoi appetiti. Finchè era durato il [...]
[...] fedecommesso, i cadetti avevano sopportato con discreta rassegnazione il loro stato miserabile, non potendo dar di cozzo contro la legge; ora [...]
[...] aveva fatto di don Blasco un energumeno, e alimentato la cupidigia di don Eugenio, il duca aveva dato ascolto alle lusinghe dei rivoluzionarii, ai [...]
[...] quali premeva di trarre dalla loro un personaggio importante come il duca d'Oragua, secondogenito del principe di Francalanza. Egli non cessò per [...]
[...] di lettura, covo dei liberali, senza lasciare il Casino dei Nobili, quartier generale dei puri, e insomma si destreggiò in modo da navigar tra [...]
[...] due acque. Al primo scoppio della rivoluzione, la paura fu più forte: dichiarando ai suoi nuovi amici che il moto era impreparato, inopportuno [...]
[...] ne annunziassero ogni giorno il ritorno, non se n'ebbe più nè nuova nè vecchia, e il Governo provvisorio si venne ordinando. Il duca, visto che [...]
[...] che desiderava. Egli stette ancora a vedere, tirò in lungo, consigliò prudenza, allegò il bene del paese, le insidie, i possibili pericoli, dando [...]
[...] popolare, quando un bel giorno il principe di Satriano sbarcò a Messina con dodicimila uomini per rimettere le cose al posto di prima. Il duca si [...]
[...] ; il 7 Satriano entrò in città dopo un sanguinoso combattimento. Tutti gli Uzeda erano scappati alla 109 Piana, il duca s'era barricato alla [...]
[...] Pietra dell'Ovo, il generale borbonico entrò col suo stato maggiore nel podere degli Uzeda, dove il duca lo accolse come un padrone, come un [...]
[...] serio mettendosi coi rivoluzionarii, il duca non solo non soffrì molestie di sorta nella reazione, ma fu anzi accarezzato. Invece, un sordo [...]
[...] ; ciascuno v'aggiunse un po' di frangia, arrivarono a narrare che mentre la città agonizzava, il duca guardava lo spettacolo col cannocchiale di [...]
[...] , smentire le esagerazioni, asserire che il duca, solo ed inerme, non poteva mandare indietro il generale seguito da un intero esercito: gli [...]
[...] animi amareggiati dal disinganno, chiedevano un capro espiatorio; e come Mieroslawski, il polacco comandante della piazza, era stato accusato di [...]
[...] tradimento, così il rancore popolare si rovesciò sul 110 duca, quantunque mille più di lui lo meritassero perché di lui più colpevoli. In fin [...]
[...] altri, dopo aver fatto gazzarra e il mangia-mangia, si buttavano ai piedi dell'Intendente e salutavano col cappello fino a terra nominando Sua Maestà [...]
[...] Ferdinando il «che Dio sempre feliciti!» Questo voleva dire il duca, in propria difesa; questo diceva Giulente; ma cantavano ai sordi, e il duca [...]
[...] consigliò di partire: solo la lontananza e il tempo potevano avere virtù di far sbollire quell'odio. Il duca non se lo fece dire due volte, e andò a [...]
[...] Palermo. Lì, il partito d'azione, vinto egualmente, era tuttavia meno depresso: le speranze non eran morte o cominciavano a risorgere. Passata la [...]
[...] paura che le ultime vicende gli avevano messa in corpo, rinatagli in cuore l'ambizione inappagata e mortificata, il duca prestò di nuovo orecchio [...]
[...] alle sollecitazioni dei liberali, anche per dimostrare ai suoi concittadini che egli non meritava il loro disprezzo. E quantunque non [...]
[...] l'odio col quale avevano prima perseguitato il duca. Infine venne il matrimonio di Raimondo con la Palmi ad 111 assicurargli nuove grazie. Egli [...]
[...] aveva conosciuto il barone a Palermo, per mezzo degli agitatori che questi veniva a trovare da Milazzo, in barba alle autorità e col pretesto [...]
[...] degli affari. Quando il duca seppe del matrimonio divisato dalla principessa, s'affrettò quindi non solamente ad approvarlo, ma anche ad offrirsi [...]
[...] tutti gli Uzeda, il liberalismo dei Palmi piuttosto che un ostacolo fu una ragione di più che le fece combinare quel matrimonio. Innanzi tutto ella [...]
[...] , alla famiglia ed alla moglie. Per le nozze del nipote, il duca tornò in patria. Erano passati appena due anni dai fatti che gli avevano valso [...]
[...] denunziavano alle autorità pel suo liberalismo, e poi ne ridevano e quasi gli gettavano in faccia il tradimento del 1849, la firma del Libro nero [...]
[...] , l'amicizia di Satriano; mentre suo fratello e sua sorella facevano questo, molti di coloro che gli avevano tolto il saluto lo avvicinarono e gli [...]
[...] strinsero la mano; altre paci furono facilmente suggellate per mezzo di Giulente; nessuno parve più rammentare le storie passate. Nondimeno, il [...]
[...] . Non solo nessuno parlava più dei fatti vecchi di sei anni; non solo egli era considerato come una delle speranze del partito; ma il lungo [...]
[...] avuto qualche sentore nelle conversazioni di Palermo: e la gente i li stava dinanzi a bocca aperta. Il patriotta, è vero, riceveva visite [...]
[...] : bisognava fingere con l'autorità per non destarne i sospetti, per comprenderne il giuoco. Egli dava quattrini, non lasciava andare a mani vuote chi [...]
[...] lasciava cantare, seguitava a giocare sulla carta della libertà come il monaco sopra i numeri del lotto e la zitellona sul credito della gente [...]
[...] trattava con deferenza, a Lucrezia 113 che amando e sposando il nipote del cospiratore Giulente, lo avrebbe aiutato ad entrar meglio nelle grazie [...]
[...] dei liberali. IV. — Oggi non si mangia? Il principino moriva di fame. Da un pezzo l'ora del desinare non arrivava mai: un po' mancava il [...]
[...] duca, un po' Raimondo, un po' lo stesso principe; quel giorno erano fuori tutti e tre, più Lucrezia e Matilde. E il ragazzo era la disperazione di [...]
[...] che per aver favorito il figliuolo avevano meritato l'avversione della madre, erano stati da questi riconfermati nel loro posto. Due sole [...]
[...] eccezioni aveva fatto il principe: una a favore di Baldassarre e l'altra del signor Marco. Baldassarre, figliuolo d'un'antica cameriera, allevato al [...]
[...] palazzo e assunto giovanissimo all'ufficio di maestro di casa, sapeva fin da bambino il debole della famiglia, le rivalità, le avversioni e le [...]
[...] dipendenti che osavano mormorare dell'uno o dell'altro. Per tanto madre e figlio l'avevano ben visto entrambi, e il legato della principessa non gli [...]
[...] procurava il congedo del principe. Quante al signor Marco, lancia spezzata della morta, molti si meravigliavano che il figlio, da due mesi capo [...]
[...] , prendendo con le buone il principe nella previsione di doverlo presto servire; morta la madre, se non gli aveva proprio lasciato rubare il [...]
[...] ?... Che fate?... Voglio vedere!... Perchè non allestite?... A me! In cucina, tolto di mano a Luciano, il credenziere, un coltello che questi stava [...]
[...] nettando, il principino continuò egli stesso l'operazione. — Vostra Eccellenza che fa mai!... - Il nuovo cuoco, monsù Martino, non sapeva come [...]
[...] una furia: digrignava i denti, gridava come un ossesso, rovesciava quanto gli capitava fra le mani. In verità il principe educava severamente il [...]
[...] spalle al muro e perduta la pazienza rispondevano male al padroncino. E giusto adesso, dopo la morte della principessa, il posto di cuoco, in casa [...]
[...] gli ospiti, era considerevole e il trattamento più lauto: mangiavano adesso quattro piatti; mentre ai tempi della madre se ne facevano tre per [...]
[...] suo, e il principe, fedele al proposito di mostrarsele obbediente, era rimasto zitto. Così pure 115 egli non aveva potuto eseguire nel palazzo [...]
[...] fino in cucina i colpi di piccone dei muratori, il cigolìo delle carrucole con le quali issavano i materiali dalla corte al piano di sopra; e i [...]
[...] guadagnare spazio.... — Io non avrei chiuso un pozzo della terrazza. — Il padrone però deve dar conto a suo fratello, essendo eredi tutt'e due [...]
[...] . — Ma il palazzo è del principe! Il contino ha un solo quarto.... Il principino adesso non perdeva una parola del discorso. — Il contino scapperà [...]
[...] subito fuori via.... Non è fatto per star qui.... Il lavoro delle salse li faceva tacere tratto tratto. Luciano, con una strizzatina d'occhio [...]
[...] , disse dopo un pezzo al compagno: - Ricomincia, eh? — Lascialo fare! Quello è un vero signore! E Luciano chinò il capo, in segno d'approvazione [...]
[...] ammirativa. Erano tutti pel conte, in cucina, come nelle anticamere, come nelle scuderie; perchè il padrone giovane non rassomigliava al maggiore [...]
[...] .... com'era l'amica.... — Che dite? — domandò il principino. — Niente, Eccellenza! — rispose il cuoco; e vòlto ai dipendenti: — Lavorate! — ingiunse [...]
[...] le zie Lucrezia e Matilde andate alla badia di San Placido. Il ragazzo, dimenticato la cucina e il cuoco, corse a raggiungerle di sopra, nelle [...]
[...] arriva.... Il principino comprese che lo mandavano via. A sei anni, era curioso più di don Blasco. I maneggi dello zio monaco, il continuo [...]
[...] scappellotti, la zia Lucrezia giocava anche lei a pizzicargli il braccio, specialmente quando egli andava 117 a rovistarle la camera; ma [...]
[...] specialmente suo padre, sempre burbero, glie ne dava, alle volte, di quelle che radevano il pelo. Per questo, egli non se la diceva molto con lui [...]
[...] soltanto per amore dei figli, si stringeva al petto e baciava furiosamente il suo Consalvo anche se questi non era troppo netto, e con tanto [...]
[...] , solo la principessa riusciva ad ottenere qualche cosa da Consalvo con le buone, per amore. — Va', va' a vedere se il babbo è tornato.... Il principe [...]
[...] domandò se il duca era rincasato, e udendo che no, diede ordine che dessero in tavola appena arrivato lo zio. Poi se ne andò a chiudersi nel [...]
[...] suo scrittoio col signor Marco. Consalvo restò un poco senza saper che fare, esitando tra il ritorno in cucina e una visita ai manovali. Invece [...]
[...] il disegno d'acquarello e non voleva toccate le sue cose, specialmente pel pericolo che scoprissero le lettere di Benedetto Giulente; invece, i [...]
[...] ; se reclamava, le toccavano soprammercato i rimproveri del fratello diventato intrattabile dopo la lettura del testamento; talchè il ragazzo [...]
[...] , quando carpiva l'occasione, faceva man bassa in camera della zia. Salito dunque lassù, a quell'ora che era sicuro di non essere sorpreso, il [...]
[...] continuò a guardarsi intorno, a cercare febbrilmente sotto il letto, sotto l'armadio, nella specchiera. Questa era una piccola tavola ricoperta di [...]
[...] un fascio di carte annodate con un nastro rosso. Consalvo disfece il nodo e sciorinò le lettere. Improvvisamente Lucrezia apparve sull'uscio [...]
[...] . — Ah!... — gridò, e slanciarsi sul nipote, allungargli un ceffone fu tutt'uno. Il ragazzo cacciò uno strillo così acuto, come so lo stessero [...]
[...] , la cameriera, agli urli del ragazzo; ma aveva appena cominciato: «Signorina... lo lasci andare....» che apparve il principe. — E per questo alzi [...]
[...] rimase un momento come stordita. Visto uscire il fratello, corse a un tratto alla porta, la chiuse sbattendola violentemente e non rispose più a [...]
[...] nessuno dei servi che venivano a chiamarla pel desinare. Dovè salire il duca a scongiurarla di aprirgli; alle raccomandazioni, alle ammonizioni [...]
[...] ? - Che ha fatto? - Non vuol riconoscere il legato alla badia di San Placido!... Abbiamo trovato Angiolina che piangeva e la badessa che gettava [...]
[...] .... - il duca tornava a raccomandarsi, per amor della pace. - Basta!... Vieni a desinare, per ora.... Ti prometto che poi gli parlerò io [...]
[...] rossi, teneva il capo chino, non diceva una parola; ma il principe, fattosi improvvisamente sereno in vista, rivolgeva cortesie allo zio duca [...]
[...] Matilde, egli smetteva a tavola la ciera accigliata, per corteggiar lo zio. Non era la prima volta che il desinare cominciava senza Raimondo, e al [...]
[...] casa. Il principe, donna Ferdinanda, don Blasco, un po' anche la cugina Graziella, dovevano trovare in lei colpe imperdonabili, se la [...]
[...] un effetto di vivo contrasto, un'altra indelebilmente fitta nella sua memoria. La sua memoria le rappresentava il desco familiare, nella grande [...]
[...] o dolenti; il padre tutto loro, coi pensieri e con le opere; e un costante e quasi superstizioso rispetto per le antiche abitudini, e una pace [...]
[...] marito; il ragazzo tremante a un'occhiata del padre, ma superbo dell'umiliazione inflitta alla zia; Lucrezia e il fratello ancora freddi e sospettosi [...]
[...] l'uno verso l'altra; il principe ostentante il buon umore col duca dopo una giornata d'accigliato silenzio.... Ella neppure sospettava le passioni [...]
[...] che dividevano quella famiglia, il giorno che vi era entrata come in un'altra famiglia sua propria: tanto più grande era stato il suo stupore, il [...]
[...] idolatra, il cieco affetto della sposa, togliendole ogni pretesto d'incrudelire su lei, mettendo nuova esca al fuoco della sorda gelosia materna [...]
[...] , l'aveva resa implacabile. Il fratello maggiore, non perdonando a Raimondo i suoi privilegi, non potendo rassegnarsi alla concorrenza che la [...]
[...] famiglia di lui faceva alla propria, rovesciava il suo rancore sulla cognata. Tutti gli altri erano stati senza pietà per l'intrusa, o in odio alla [...]
[...] quali era venuta con animo confidente e cuore affezionato; e lo scoprire che il loro astio era tanto acre contro di lei quanto contro Raimondo [...]
[...] momento che il principe pareva non veder la cognata o, se volgevasi dalla sua parte, smessa a un tratto la ciera gioconda, le mostrava un viso [...]
[...] dimostrata verso suo marito. Il desinare progrediva come se egli non dovesse venire più, nessuno chiedeva di lui, Lucrezia teneva ancora il capo [...]
[...] chino sul desco, la principessa badava a suo figlio, il principe parlava dello stato delle 122 campagne, dei prezzi delle derrate, dei [...]
[...] pericoli del colera; il duca discuteva della guerra d'Oriente; e solamente un estraneo, don Mariano, diceva tratto tratto: - E Raimondo?... Non si vede [...]
[...] non afferrava il senso. Da quanto tempo la lasciava sola, Raimondo! Da quanto, da quanto!... Ella rammentava assiduamente la prima pena che egli [...]
[...] le aveva fatta, tanto tempo addietro. Buono con lei nei primi tempi del matrimonio, durante il viaggio di nozze e il soggiorno di Catania, appena [...]
[...] giunto a Milazzo dove erano andati per affari, per vedere il padre e la sorella di lei, egli aveva dichiarato di non aver preso moglie per vivere in [...]
[...] Toscana, qualunque parte del mondo dove sarebbero stati insieme felici, non doveva esser tutt'uno per lei? Il dispotico divieto della suocera poteva [...]
[...] avere maggior peso per lei del desiderio del marito? E quel desiderio non era forse 123 legittimo; il suo Raimondo non era chiamato a figurare [...]
[...] col barone. Il carattere di questi essendo pure molto forte, un dissenso poteva sorgere da un momento all'altro. Sulle prime, il barone aveva [...]
[...] tutto, in quella casa; ripetendo ogni quarto d'ora: «Come si fa a vivere qui?...» Il barone aveva da lui la procura per amministrare le proprietà [...]
[...] un'assoluta ignoranza degli affari, una stravaganza di concetti molto simile a quella del fratello Ferdinando: il barone ne rideva, egli se l'aveva [...]
[...] a male. Le parti s'invertivano quando il barone gli chiedeva conto dell'impiego dei capitali dotali: allora egli biasimava certe operazioni [...]
[...] bislacche del genero, questi dichiarava al suocero che non ci capiva nulla. Spesso, in quei dibattiti, alle uscite vivaci di Raimondo il barone [...]
[...] faceva un visibile sforzo per contenersi, per non dargli sulla voce; allora Matilde interveniva, mutava soggetto al discorso, componendo il lieve [...]
[...] screzio 124 coi sorrisi prodigati egualmente alle due persone che più amava al mondo. Il suo grande dolore fu perciò nell'accorgersi che, se [...]
[...] voleva vederle in pace, le conveniva evitare che stessero a lungo insieme. Decisa così a secondare il desiderio del marito, ella lo aveva seguito [...]
[...] consiglio era stupido, perchè i viaggi appunto costano un occhio del capo; e lasciando in asso il suocero aveva dichiarato alla moglie, con brutte [...]
[...] , ella aveva dovuto ricorrere all'espediente di cui s'era avvalsa tante volte, bambina: dirgli che il disegno di vivere un pezzo in Toscana era [...]
[...] caro a lei stessa e pregarlo di farla contenta.... - Quattrini e vite sprecate!... La guerra a tanta distanza!... Mentre il duca continuava a [...]
[...] che fosse suo marito; s'avanzava invece cerimoniosamente don Cono Canalà: «Sia pro a ciascuno!... Ma non veggio il contino?...» Così, così a Firenze [...]
[...] pure in altri luoghi, l'ineffabile felicità domestica provata da fanciulla; il giovane viziato dalle preferenze della madre e finalmente uscito [...]
[...] , che non faceva poi nulla di male, che i gusti delle persone sono naturalmente diversi, ella aveva represso il proprio dolore, si era persuasa del [...]
[...] gioia; felice con lei, il barone dimenticò interamente le piccole liti avute col genero, tornò a volergli bene come ai primi tempi.... Tutti [...]
[...] bambina. Una bambina nacque infatti, e quando si trattò di battezzarla, quantunque ella e il padre avessero desiderato chiamarla come la loro cara [...]
[...] perduta, riconobbero tuttavia la convenienza di darle il nome della principessa. Rammentava forse più la madre felice i trattamenti sgraziati [...]
[...] della suocera e della parentela? Quell'angioletto venuto a ristringere il nodo che la univa a Raimondo, a dissipare le nubi che minacciavano il suo [...]
[...] figliuolo. Il silenzio continuò durante la gravidanza e dopo il parto comprese anche la bambina. Quando Teresina fu svezzata, Raimondo deliberò di [...]
[...] rovesciato la colpa sulla nuora; la sua gelosia e il suo odio si erano raddoppiati, le facevano una colpa perfino della nascita della bambina!... Come [...]
[...] dimostrare a quella spietata il suo torto? Come persuaderla che suo figlio, contro il piacere di tutti, aveva voluto a forza fare quel che si [...]
[...] era proposto? Ingenuamente, il barone non aveva detto che Raimondo era andato in Toscana per far piacere a Matilde?... Ella aveva così apprestato [...]
[...] , senza saperlo, una nuova arma alla suocera; per ottenere l'accordo fra il marito ed il padre, aveva scatenato quella furia contro sè stessa [...]
[...] .... - La zia di Vostra Eccellenza! Annunziata dal maestro di casa, mentre il desinare stava per finire, entrava adesso donna Ferdinanda. Tranne il [...]
[...] , nè opinioni: l'odio aveva trovato sempre ragioni di sfogarsi. Esso riversavisi ancora contro l'innocente bambina che aveva il doppio torto [...]
[...] nulla, l'abbandonava più a lungo che a Firenze, non credendo di lasciarla sola poichè ella restava «in famiglia;» e il tormento di quella vita era [...]
[...] divenuto in 127 breve così acuto, che ella aveva sospirato il momento di tornarsene alla solitudine almeno tranquilla della sua casa di Firenze [...]
[...] avvertire.... - osservò il principe. E quantunque quell'osservazione fatta con tono severo, senza riguardo per lei che era sua moglie, ferisse [...]
[...] aveva forse pensato così, quando, aspettando lungamente, di giorno e di notte, il ritorno di Raimondo che la lasciava ormai quasi sempre sola [...]
[...] quasi la loro bambina non esistesse! Quella figlia che doveva ancora più stringerli insieme, che per lo meno doveva essere, nel dolore, il gran [...]
[...] questa scoperta le faceva a un tratto sentire il coltello della gelosia.... Ancora una volta, le passate sofferenze le erano parse nulla, paragonate [...]
[...] ritorno in Sicilia; la terribile casa degli Uzeda le parve ancora una volta un'oasi, poichè lì non aveva conosciuto il sospetto roditore come un verme [...]
[...] fremito; ella era madre un'altra volta - fredda, cattiva madre, se non tripudiava a quella scoperta; ma come avrebbe potuto gioirne, quando il [...]
[...] per una nuova molestia?... Repentinamente, giunto il dispaccio che annunziava la morte della principessa, erano partiti, ed ella aveva tratto [...]
[...] liberamente il respiro, chiedendo perdono al Signore della gioia che provava per causa d'una morte; ma l'implacata avversione dei parenti l'affliggeva [...]
[...] ciarlare tutta la città con la sua vita sbrigliata, ella domandava tra sè, con lungo sconforto: «Quando, dove avrò pace?...» 129 Il desinare era [...]
[...] spaventevolmente presto! Nei paesi civili non si va a tavola prima dell'ave! Il principe non gli rispose. Alzandosi da tavola mentre il fratello [...]
[...] via il suo tempo.... - Ma che!... - fece il duca, interrompendo il preambolo. - Tu non mi disturbi affatto.... Parla, parla pure.... - e accese [...]
[...] un sigaro. - Vostra Eccellenza può vedere ogni giorno - riprese il principe - che vita fa Raimondo, e come, invece di darmi una mano a sistemar [...]
[...] capisce.... o finge di non capire. Il duca approvava con un cenno del capo. Tra sè, giudicava veramente un po' strane quelle lagnanze del nipote, che [...]
[...] non avrebbe dovuto esser poi tanto scontento se il fratello non s'impacciava nelle questioni dell'eredità e lo lasciava libero di fare a sua posta [...]
[...] . E se Raimondo mostrava poca premura di partecipare agli affari, il fratello maggiore non ne aveva mostrata pochissima di renderne conto al [...]
[...] amarissimo. E dopo una breve pausa, quasi a preparar l'animo dello zio alla dolorosa notizia: - L'eredità di nostra madre è piena di debiti.... Il duca [...]
[...] si cavò il sigaro di bocca, dallo stupore. - Vostra Eccellenza non crede? E chi avrebbe potuto credere una cosa simile? Dopo che abbiamo sentito [...]
[...] tanto lodare, da tutti, il modo ammirabile tenuto dalla felice memoria nel mettere in piano la nostra casa? Invece, c'è un baratro!... Fino [...]
[...] migliaia d'onze, e che ogni giorno spunta un nuovo creditore, e che se continua di questo passo, il meglio dell'eredità se n'andrà in fumo?... - Ma [...]
[...] il signor Marco.... - Il signor Marco - riprese il principe senza dar tempo allo zio di compiere l'obbiezione - ne sapeva meno di me ed è più [...]
[...] non solamente da coloro che dovevano essere i suoi naturali confidenti, ma da quegli stessi nei quali aveva riposto fiducia... Il signor Marco [...]
[...] , autentiche. Debbo dunque supporre che il sistema di ricorrere al credito, di cui la felice memoria faceva una colpa tanto grave a nostro nonno, non [...]
[...] le dispiacesse poi troppo.... E il peggio è di non poter sapere fin dove si estende il marcio! E questa è la famosa amministrazione di cui abbiamo [...]
[...] altri, perchè sappiano che i loro legati saranno anch'essi gravati in proporzione.... Il duca ricominciò a scrollare il capo, ma con espressione [...]
[...] ? - suggerì al nipote. - Perchè? - rispose il principe, col leggiero fastidio di chi ode rivolgersi una domanda oziosa. - E non sa Vostra Eccellenza [...]
[...] ?... - No, no.... - interruppe il duca; - al contrario, t'assicuro. Si lagnava anzi del contrario, che tu l'abbia con lei, che non le parli mai [...]
[...] d'affari quasi per punirmi d'avergli preso mezza eredità.... - No, per spassarsi.... - corresse il duca. - Lo zio don Blasco - proseguì il [...]
[...] promessa fatta qualche ora prima alla nipote, il duca, costretto dalla domanda, rispose, con un sorrisetto, per temperare quel che vi poteva essere [...]
[...] di poco gradito nelle sue parole: - Tu ti lagni d'esser stato spogliato; e invece spogliati si credono essi.... Il principe rispose, con un [...]
[...] vostro padre.... Giacomo s'accigliò un momento, poi proruppe, con mal contenuta violenza: - Allora, perchè accettano il testamento? Perchè non 133 [...]
[...] ? - M'intentino una lite! Facciamo ciarlare il paese, diamo questo bell'esempio d'amor fraterno! Raimondo s'unisca a loro; mi accusino di aver carpito [...]
[...] il testamento, ah! ah! ah!... Sono capaci di pensarlo! Conosco i miei polli, non dubiti! Questo è il frutto dell'educazione impartita qui dentro [...]
[...] perduto la solenne compostezza dell'esordio. Il duca, buttato via il sigaro spento, riprendeva a scrollare il capo, quasi riconoscendo che alla fin [...]
[...] ; accomoderete tutto con le buone. - Ora, all'istante! - ripeteva il principe seguendo lo zio che s'avviava. - Perchè non hanno parlato prima? Non [...]
[...] sono già lo Spirito Santo per potere indovinare ciò che mulinano nelle teste bislacche! - C'è tempo! c'è tempo!... - ripeteva il duca, conciliante [...]
[...] voltandosi indietro. - Che cosa è l'affare della badia? - Qual affare?... - rispose il principe, stupito. - Il legato delle messe.... Le mille onze che [...]
[...] tutti d'una razza, falsi e bugiardi? Io non le voglio dare? mentre invece il legato di nostra madre è nullo, perchè importa l'istituzione d'un [...]
[...] entrare anche lei in casa Francalanza, la cugina; di prendersi anzi il primo posto, come moglie del principe Giacomo, ma l'opposizione della zia [...]
[...] Teresa aveva trionfato di lei e del giovane. Invece che principessa, s'era chiamata semplicemente la signora Carvano; ma quantunque il cugino [...]
[...] , presa la moglie che la madre gli destinava, si fosse posto il cuore in pace e paresse perfino aver dimenticato che fra loro due c'erano state un [...]
[...] la principessa Margherita e indotto il marito a fare anche lui la corte agli Uzeda, e tenuto a battesimo Teresina e dimostrato in ogni modo e in [...]
[...] di esserne gelosa, giacchè Giacomo dimostrava tanta indifferenza verso la cugina che certe volte neppure le rivolgeva la parola e smesso il tu [...]
[...] indolenza e il bisogno d'isolamento e la soggezione in cui la teneva il marito la rendevano indifferente a tutto ed a tutti fuorchè ai proprii [...]
[...] polveri e di decotti alla figlioccia, assicurando però che il male non era grave, sgridando nondimeno la balia che aveva dovuto lasciare il balcone [...]
[...] , ripeteva le declinazioni al cavaliere don Eugenio, il quale s'era costituito suo maestro, tra gli applausi dei lavapiatti ad ogni risposta [...]
[...] la zia!... Ti rompono la testa con tutte queste storie, eh?... Rispondi. loro; «Debbo forse fare il mastro di penna?» Don Eugenio, udendo [...]
[...] Fernanda era scoppiata in una risata che non finiva più, che si risolveva in spruzzi di saliva tutt'in giro. Il cavaliere rimase a bocca aperta [...]
[...] ?... - disse finalmente rivolta al nipotino. - Teneva quattro mastri di penna, pagati a ragione di due tarì il giorno, i quali lavoravano per lui; poi [...]
[...] , quando essi avevano scritto i libri, don Ferrante ci faceva stampare su il proprio nome!... Aaah!... Che sapesse leggere, ci ho i miei bravi [...]
[...] dubbii!... Allora s'impegnò una gran discussione. Don Cono e il cavaliere sostenevano, a vicenda, che se l'antenato non aveva scritto materialmente [...]
[...] le sue opere, ne aveva però dettato il contenuto; tant'è vero che le accademie di Palermo, Napoli e Roma lo avevano annoverato tra i loro socii [...]
[...] ; ma la zitellona interrompeva: «Fatemi il piacere!...» intanto che la cugina, scrollando il capo, affermava che, veramente, gli studii non erano [...]
[...] stati il forte dell'antica nobiltà. - Il forte? - esclamava la zitellona. - Ma fino ai miei tempi era vergogna imparare a leggere e scrivere [...]
[...] mi parlare anche tu del progresso! - saltò su donna Ferdinanda. - Il progresso importa che un ragazzo deve rompersi la testa sui libri come un [...]
[...] !... E mentre don Mariano approvava, con un cenno del capo, la zitellona si mise a tesser l'elogio di suo nonno, il principe Consalvo VI, il più [...]
[...] il principino. - Potevano passarci quando non era l'ora della passeggiata del principe, - rispose donna Ferdinanda. - Se usciva lui, tutti si [...]
[...] tiravano da parte!... Una volta che il capitano di giustizia con la carrozza propria ardì passar innanzi alla sua, sai che fece mio nonno? Lo [...]
[...] aspettò al ritorno, ordinò al cocchiere di buttargli addosso i cavalli, gli fracassò il legno e gli pestò le costole!... Si facevano rispettare i [...]
[...] fatto? - disse al principe. - Nulla.... avevo certe notizie da domandare allo zio.... Sopravvennero in quel momento Chiara e il marchese. Lucrezia [...]
[...] inquieta della sua inquietudine.... Frattanto arrivavano nuove visite: la duchessa Radalì e il principe di Roccasciano, donna Isabella Fersa col marito [...]
[...] . L'entrata di quest'ultima mise sottosopra la società; il principe che ordinariamente non era molto galante con le signore, le andò incontro fino [...]
[...] della parata della regina, di cui quel giorno era il natalizio; Fersa del colera, della quarantena di dieci giorni decretata allora allora contro [...]
[...] le provenienze da Malta, della fiera di Noto rimandata, del pericolo che correva un'altra volta la Sicilia; e il vocione di don Blasco rispondeva [...]
[...] : - Questa è l'impresa di Crimea! Il regalo dei fratelli piemontesi, capite?... Il duca, quasi non comprendesse che l'allusione era diretta a lui [...]
[...] , ripigliava il discorso della guerra interrotto a tavola, diceva che Cavour l'aveva sbagliata. La 139 via era un'altra: raccogliersi [...]
[...] com'era di citazioni di discorsi parlamentari, infettato da teorie liberalesche. Il principe, udendo Fersa esprimere ancora una grande paura del [...]
[...] colera, scrollava il capo: - Se a Napoli hanno ordinato di spargerlo un'altra volta.... Come credeva alla jettatura, era incrollabile [...]
[...] nell'opinione che il colera fosse un malefizio, un espediente di governo inteso a sfollare le popolazioni, a incutere un salutare timore nei superstiti [...]
[...] il palco. - Che rappresentano? - domandò la principessa. - L'Elvira di Holbein e Un'eredità in Corsica di Dumanoir. Peccato che voi non possiate [...]
[...] vendita di certe terre cotte «importantissime», sulle quali avrebbe fatto un bel guadagno: aspettava anzi per questo il principe di Roccasciano [...]
[...] , anche egli intenditore ed amatore di roba antica. - S'ha un bel dire, quindici mila uomini, - perorava 140 il duca da canto suo. - E se la guerra [...]
[...] dura un altro anno? altri due, altri tre anni? Bisognerà mandar nuove truppe, far nuove spese, accrescere il deficit.... - A Messina aspettano [...]
[...] !... Ella agitava con moto graziosamente indolente il ventaglio di madreperla e merletti, dando ragione a Raimondo contro il paese nativo; e la [...]
[...] approvare il sentimento di Raimondo che ella perdonava al marito ma biasimava negli altri? Forse perchè scorgeva in tutta la persona di lei, nella [...]
[...] Isabella a chinare il capo, ad aggiungere argomenti: - Quando vedremo, per esempio, lo corse fra noi? 141 Giusto in quel momento, don Giacomo [...]
[...] ? - Che cosa?... Parlate!... - Il colera è scoppiato a Siracusa!... Tutti lo circondarono: - Come? Chi ve l'ha detto? - Adesso adesso, alla farmacia [...]
[...] conversazione si sciolse in mezzo ai commenti spaventati, alle esclamazioni dolenti: Raimondo accompagnò giù alla carrozza donna Isabella dandole il [...]
[...] braccio; don Blasco vociava, in mezzo alla scala, sotto il naso del duca che andava a verificar la cosa: - Il regalo dei fratelli!... Ah [...]
[...] qualche giorno, non si parlò più di casi sospetti a Siracusa, ma del divampare del morbo a Noto. Il duca, deliberato di tornarsene a Palermo prima [...]
[...] che le cose incalzassero e la via fosse chiusa, resistè ostinatamente agli inviti del principe, il quale s'apparecchiava a partire pel [...]
[...] poichè il colera non arrivava mai lassù, erano certi di liberarsene. Il principe, smesso a un tratto l'acredine, 142 riparlava d'accordo e [...]
[...] al nipote d'aver preso a cuore i suoi interessi, il duca, prima di partire, riferì a Raimondo il discorso delle cambiali e lo esortò a mettersi [...]
[...] palazzo. I Fersa non sapevano ancora dove fuggire il colera: il principe consigliava loro di prendere in affitto una casa al Belvedere, per esser [...]
[...] andrete? - domandava a Raimondo; e il giovane che le si trovava sempre a fianco: - Dove andrete voi stessa! Ella chinava gli occhi, con una severa [...]
[...] piacere in compagnia di lui e di donna Isabella: quando sua moglie andò fuori la prima volta, dopo il lutto, egli volle che facesse loro una visita [...]
[...] chiamare gelosia il sentimento che le ispirava: se Raimondo, galante con tutte, stava attorno a costei che tutti gli uomini accerchiavano, non era già [...]
[...] ; ma molto accorta, e semplice, alla mano come una buona massaia. Aveva sperato d'ammogliare il figliuolo a modo suo; ma questi, andato una volta a [...]
[...] opporre ai gusti ed anche alle fantasie dei giovani. Donna Isabella, chiamandola 144 «mamma,» dimostrandole il rispetto che le doveva [...]
[...] poteva solo trattenere Raimondo in Sicilia, ma forse egli avrebbe affrettata la partenza per fuggire il colera. Già alle prime voci di pestilenza [...]
[...] di non potersi mettere in viaggio adesso che il male era scoppiato, anche per riguardo della gravidanza di lei. Frattanto il barone le scriveva da [...]
[...] Milazzo di raggiungerlo lassù, poichè il colera veniva dal mezzogiorno, e di far presto a lasciar Catania, di non dar tempo alla gente [...]
[...] spaventata di sbarrar tutte le strade. Così, a misura che le notizie incalzavano, che le lettere del padre le facevano maggior premura, che il pericolo di [...]
[...] restar divisa dalla sua bambina diveniva più grave, il cuore di lei si chiudeva, dal terrore, dall'ambascia, quasi ella fosse sul 145 punto [...]
[...] sorella di portar qui la bambina. Il barone invece tempestò, di risposta, che per niente al mondo avrebbe commesso quella sciocchezza, giacchè il [...]
[...] d'abbandonare Raimondo, poichè ella non poteva vivere lontana nè dall'uno nè dagli altri, in quella triste stagione. Il giorno che il duca, fatte le [...]
[...] valigie, partì per Palermo, ella si vide perduta.... Fino all'ultimo momento il principe aveva insistito presso lo zio affinchè venisse con lui [...]
[...] al Belvedere; il duca aveva continuato a rifiutare, adducendo gli affari che lo chiamavano alla capitale, la maggior sicurezza che c'era lì [...]
[...] impediranno il transito, se non potremo più vederla? - Prima di tutto tua figlia non è abbandonata in mezzo a una via, ma con suo nonno e sua zia. Poi, se [...]
[...] s'agitava nelle sue viscere; vedendo suo padre e Raimondo avventarsi l'uno contro l'altro.... E un giorno terribile come una notte d'incubo il [...]
[...] principe venne a dire che il primo caso s'era manifestato in città, che le strade si chiudevano, che bisognava subito partire pel Belvedere - dove [...]
[...] della morte della principessa. Là si riunirono, con la rispettiva servitù, la famiglia del principe ed i suoi ospiti, cioè Chiara e il marchese [...]
[...] , donna Ferdinanda, il cavaliere don Eugenio, Raimondo e sua moglie. Ferdinando non aveva voluto sentirne di lasciar le Ghiande: c'era rimasto pel [...]
[...] colera dell'altr'anno, voleva restarci anche per quest'altro, dichiarando che nessun luogo offriva maggiori garanzie d'immunità. Don Blasco e il [...]
[...] reggimento di soldati, non che gl'invitati del principe; ma, come il palazzo in città, a furia di modificazioni e di successivi riadattamenti [...]
[...] , sotto il principe Giacomo XIII, questo era quasi tutto un giardino veramente signorile; amante dei fiori, il principe aveva sostenuto per essi una [...]
[...] sostenute da suo nonno per costrurre il palmento e la cantina andarono perdute. Ma, venuta donna Teresa, ogni cosa fu messa nuovamente sossopra. I [...]
[...] il vino avendo maggior prezzo degli agrumi, i bei piedi d'aranci e di limoni tirati su con tanta fatica furono sacrificati alle viti. Restò [...]
[...] appena quattro palmi di giardino, tra il cancello e la casa, e tanti piedi d'agrumi quanti bastavano a far la limonata in tempo d'estate. Così tutte [...]
[...] le somme buttate nel pozzo furon buttate nel pozzo davvero. Ora, appena giunto, il principe ricominciava anche qui l'opera innovatrice iniziata [...]
[...] al palazzo. Per verità, 148 egli non toccava il podere, giudicando, come la madre, che le rose tisicuzze arrampicate sull'inferriata e sui [...]
[...] . Contentone era anche il marchese, e Chiara non capiva nella pelle, poichè i sintomi della gravidanza si confermavano; marito e moglie s'angustiavano [...]
[...] soltanto per non poter preparare il corredo del nascituro. La stessa donna Ferdinanda si mostrava più accosta- bile, addomesticata dall'ospitalità [...]
[...] che il principe le accordava, contenta di poter risparmiare la spesa dell'affitto d'una casina - non quella del vitto, perchè ciascuno degli [...]
[...] ospiti ci stava a suo costo. Ma il più contento di tutti era il principino; mattina e sera nella vigna, nel giardinetto, a zappare, a trasportar terra [...]
[...] il cameriere, o il fattore o le altre sue guide non lo lasciavano andare dove gli piaceva, dava all'uomo le frustate che sarebbero toccate alla [...]
[...] bestia. Solamente la vista del padre l'infrenava, perchè il principe lo aveva educato a tremare a un'occhiata; ma tutti gli altri parenti lo [...]
[...] Eugenio lo contristava adesso peggio che in città con le sue lezioni. Il ragazzo, quando stava attento, comprendeva tutto, però il difficile era [...]
[...] appunto che stesse tranquillo. «Studia adesso, se no tuo padre ti metterà in collegio!» ammoniva lo zio; e infatti il principe aveva più d'una [...]
[...] volta espresso l'intenzione di mandar via di casa il figliuolo, di metterlo o al collegio Cutelli fondato per educare la nobiltà «all'uso di Spagna [...]
[...] premio, don Eugenio lo conduceva con sè per le campagne di Mompileri, dove, pochi giorni dopo il suo arrivo al Belvedere, aveva cominciato a fare certe [...]
[...] concepito, pensando sempre a un gran colpo capace d'arricchirlo, il disegno d'iniziare una serie di scavi come quelli visti ad Ercolano e a [...]
[...] Pompei, per discoprire il sepolto paesuccio ed arricchirsi con le monete e gli oggetti che avrebbe sicuramente rinvenuti. Il secreto era necessario [...]
[...] , il cavaliere gironzava nei campi di ginestre e di fichi d'India sotto Mompileri, con antichi libri in mano, orientandosi per mezzo dei campanili [...]
[...] che lo scorgevano in quelle attitudini sospette. Ma non bastava mantenere il secreto sull'idea; bisognava anche spender molti quattrini per [...]
[...] tradurla in atto. Un giorno perciò 150 don Eugenio chiamò il principe in disparte e gli comunicò con gran mistero il suo disegno, chiedendogli di [...]
[...] qualche pezzo di rame? Bisognerebbe esser pazzi!... Indirettamente, il principe dava del pazzo a lui stesso, con quella risposta che non si [...]
[...] Napoli e soprattutto per l'assoluta mancanza di quattrini.... Il cavaliere non riparlò più della sua idea. Mutata via, deliberò di scrivere al [...]
[...] Governo perchè facesse gli scavi a spese dell'erario e con la speranza che affidassero a lui la direzione. Il principino respirò liberamente, perchè [...]
[...] d'acqua e anice, il principe si faceva fare la corte. C'era mezza Catania, al Belvedere, e gli Uzeda che in città erano molto severi, facevano adesso [...]
[...] larghe concessioni, atteso il luogo e la stagione, ricevendo gente di minuscola od anche di nessuna nobiltà, tutti coloro che donna Ferdinanda [...]
[...] portare nello scudo tegoli e mattoni. Solo i Giulente, di quella casta dubbia, non venivano alla villa, per via del figliuolo; ma il principe [...]
[...] , quando incontrava Benedetto, o suo padre, o suo zio, al casino pubblico, rivolgeva 151 loro la parola molto affabilmente; e il giovane, che [...]
[...] con chi è maritata?...» Il tema obbligato di tutti i discorsi erano naturalmente le notizie della città dove il colera si diffondeva [...]
[...] stavano i cugini, e dir loro come stava ella stessa e il marito, e salutarli caramente, e mandar regali di frutta e di vino; la duchessa Radalì-Uzeda [...]
[...] , dalla Tardaria, non scriveva, perchè il duca, nel trambusto dell'improvvisa scappata, era diventato furioso. La pazzia, nel ramo dei Radalì, era [...]
[...] una malattia di famiglia; il duca aveva dato nelle prime smanie tre anni innanzi, alla nascita del suo secondo figlio Giovannino. E la duchessa [...]
[...] , fin da quel tempo, vistosi cadere sulle spalle il peso della casa, aveva rinunziato al mondo per tener luogo di padre ai figliuoli. Li voleva bene [...]
[...] si credeva la sola testa forte, l'approvava. Al Belvedere, nonostante il colera, la zitellona s'occupava d'affari, appartandosi con gli uomini [...]
[...] : solo il pensiero che le aveva adoperate per amor di quell'altra era il suo cruccio. Che non amasse la figlia, che fosse ingiusto verso il suocero e [...]
[...] donne che si pagano.... Che vergognoso dolore era stato il suo, nel vedersi ridotta al punto di doversene rallegrare! Eppure, ella invidiava ora le [...]
[...] vicino! Poi il il suo cruccio cresceva, misurando la rapidità con la quale egli progrediva nella via del tradimento. A Firenze aveva messo un [...]
[...] arroventate dal sole, in mezzo a nugoli di polvere calda e soffocante! Ella era nella stessa carrozza con Chiara, Lucrezia e il marchese, e la vista delle [...]
[...] cure che questi prodigava alla moglie faceva più acuto il suo dolore. Raimondo non s'era voluto metter con lei, l'aveva lasciata sola in quella [...]
[...] corsa pei villaggi dove gente armata fermava ogni persona ed ogni veicolo, contrastando il passo; ma comprendeva ella nulla di tutto questo? vedeva [...]
[...] senso evidente: le lunghe uscite di Raimondo, le sue attese impazienti, il piacere che gli si leggeva negli occhi appena entrava colei, lo stesso [...]
[...] senso misterioso di repulsione che quella donna le aveva ispirato fin dal primo momento.... Come doveva esser falsa e malvagia, se le dava il [...]
[...] tenero nome d'amica e l'abbracciava e la baciava mentre le portava via il marito? Egli stesso non era falso altrettanto? Quante menzogne! Aveva anche [...]
[...] , piena del nauseante odore della canfora che Chiara e Lucrezia tenevano alle narici contro la mefite, ella sentiva mancarsi il respiro. Non sapeva [...]
[...] , buttargli in faccia il tradimento, scongiurarlo di non condurla vicino a quella donna, di non farla morire, di salvare la creatura che [...]
[...] creduto di vedersi comparire dinanzi la Fersa: tutte le volte che Raimondo era andato fuori, aveva pensato: «Adesso è con lei...» e il non vederla, il [...]
[...] non udirne parlare, accresceva il suo spavento, lo rendeva più oscuro, le procurava non sapeva ella stessa quali orribili sospetti di cospirazioni [...]
[...] ordite da tutti a suo danno. Aveva trovato, sì, la forza incredibile di nascondere i suoi sentimenti per non insospettire il marito, per non dare [...]
[...] buon giuoco ai nemici; ma il silenzio imposto a sè stessa, rendendo più acuto il suo tormento, le aveva tolto il mezzo di 156 saper nulla [...]
[...] ?... E intenta a vagliare le mille supposizioni paurose che l'inquieta fantasia le suggeriva, ella dimenticava il colera, quasi non pensava alla [...]
[...] travagliava alla fine anche il suo corpo. Era da un pezzo buttata sul letto, con gli occhi e la mente fissi nelle tristi visioni del passato, nelle [...]
[...] gli occhi gonfi e il cuore tumultuante; giunta nella sua camera, cadde ai piedi dell'imagine della Vergine, scoppiando in pianto dirotto; pianto di [...]
[...] , serpeggiava qua e là senza forza. Alla villa Francalanza continuava la vita allegra; tutte le sere conversazione e giuoco. Raimondo era adesso il più [...]
[...] assiduo alla tavola verde; quand'egli prendeva le carte, le poste aumentavano, il rischio cresceva. Molti s'alzavano, intendendo svagarsi e non [...]
[...] di dodici tarì. Si nascondeva dal marito il quale come tutti i parsimoniosi, biasimava ogni specie di giuoco: amici compiacenti stavano alle [...]
[...] vedette per farle un segno appena egli s'avvicinava; allora ella e il suo complice facevano sparire i gettoni, interrompevano la partita e si [...]
[...] dove restavano più a lungo a contendersi i quattrini, mettendo poi in mezzo, con l'aiuto di tutta la società, il principe sospettoso. Matilde [...]
[...] , sorridendo anche lei di quelle scene da commedia, giudicava tuttavia che suo marito facesse male a fomentare così il vizio della principessa; ma [...]
[...] non le bastava il cuore di rimproverarlo, tanto la rinata fiducia la faceva indulgente. Purchè egli non la tradisse, che le importava del resto [...]
[...] ? Tra le signore che venivano alla villa, Raimondo pareva non apprezzarne alcuna; stava poco in loro compagnia, si dava tutto al giuoco: il giorno [...]
[...] infinitamente più dolorosa. Il cuor suo lo avrebbe voluto senza nessun vizio, solo amante di lei, della famiglia, della casa; ma lo prendeva com'era [...]
[...] domandava dolcemente che avesse: - Ho che mi secco, non lo sai? - egli rispondeva. - Che voi farci!... Quando il colera cesserà, torneremo a Firenze [...]
[...] .... Perchè non vai al casino? 159 Egli non se lo faceva ripetere. A poco a poco, il giuoco diveniva indiavolato; nel giro di poche ore [...]
[...] facevano differenze di centinaia d'onze. Nessuno, in casa, diceva nulla a Raimondo; il principe, già più alla mano con tutti, pareva studiarsi di non [...]
[...] rendite ereditate, qualche centinaio d'onze: il principe mise la propria cassa a sua disposizione; egli tornò ad attingervi a più riprese [...]
[...] . Naturalmente, se il colera non finiva, non si poteva far nulla per la sistemazione dell'eredità; nondimeno, il principe ne parlava adesso direttamente al [...]
[...] risposta. In mezzo a questa pace, piombò un bel giorno don Blasco da Nicolosi, a cavallo a un gigantesco asino della Pantelleria. Scappato con tutto il [...]
[...] convento, il monaco non aveva messo fuori neppure il naso, nelle prime settimane, per paura di prendere il colera con l'aria che respirava; ma [...]
[...] baldoria, non stette più alle mosse. Arrivò lì, fra colezione e desinare, annunziandosi con grandi vociate perchè nessuno gli apriva il [...]
[...] cancello; visto poi il principino che gli veniva incontro con una bacchetta in mano la quale spaventava la cavalcatura, gridò al ragazzo, come se volesse [...]
[...] mangiarselo: «Vuoi star fermo, che il diavolo ti porti?» e entrò finalmente nella villa esclamando: «Non c'è nessuno, qui dentro?... Che stillate [...]
[...] cosa simile? - Vostra Eccellenza non conosce Raimondo? - rispose il principe, stringendosi nelle spalle. - Chi può dirgli nulla? Provi Vostra [...]
[...] Eccellenza a dissuaderlo.... - Io? Ah, io? A me importa un mazzo di cavoli di lui e degli altri! Questo è il frutto dell'educazione che gli hanno [...]
[...] data! E quell'altra buona a nulla di sua moglie? Tutto il giorno a grattarsi la pancia piena? E tua sorella? E quei pazzi? E tuo figlio?... Non [...]
[...] Giulente lo imbestialirono; ma quel che gli fece perdere il lume degli occhi fu la lettura del Giornale di Catania portato dal principe di Roccasciano [...]
[...] nel pomeriggio, quando cominciarono a venire le prime visite. Subito dopo il bollettino del colera si leggeva in quel foglio: «La generosità dei [...]
[...] a mare, quasi che quella bestia avesse molto da scialare! A furia. di largizioni un bel giorno avrebbe battuto il... capo sul lastrone, come [...]
[...] meritava la sua sciocchezza: bestia, bestione, tre volte bestionaccio!... Il monaco era talmente fuori della grazia di Dio, che quando Roccasciano [...]
[...] perdonare i peccatori. Poi annunziò che la cugina Radalì gli aveva scritto per avvertirlo che, appena cessato il colera, voleva mettere il [...]
[...] entrambi i figliuoli. Il principe disse che anch'egli forse avrebbe fatto altrettanto per Consalvo. La principessa chinò gli sguardi a terra, non [...]
[...] , la scissura era dispiacevole: gli amici di casa, i frequentatori del convento ne parlavano con dolore. Non ne parlava affatto Frà Carmelo, il [...]
[...] della frutta che egli recava, gli faceva apprestare uno spuntino, il frate, sparecchiando rapidamente, esaltava la nobile casata, casata di [...]
[...] speciali regalucci che gli portava, sopra tutto perchè, narrandogli il noviziato degli zii don Lodovico e don Blasco, gli diceva: - Ce n'è stati [...]
[...] giudicasse soverchia ogni istruzione, pure riconosceva anche lei che 163 mettere il ragazzo in un nobile istituto sarebbe stato secondo le [...]
[...] tradizioni della casa: tanto il collegio Cutelli, quanto il noviziato Benedettino avevano visto molti di quegli antenati di cui ella leggeva e [...]
[...] : - Zia, vediamo gli stemmi? Gli stemmi eran l'opera del Mugnòs, illustrata con le armi delle famiglie di cui il testo ragionava; e donna Ferdinanda [...]
[...] cosa volesse dire scudo partito e diviso, inquartato e soprattutto; mettendo il dito adunco sul rame che rappresentava quello di casa Uzeda, glie [...]
[...] il tutto d'oro con quattro pali rossi che è d'Aragona; lo scudo contornato da sei bandiere d'alleanza. Poi glie ne spiegava la formazione: la [...]
[...] cometa voleva dire chiarezza di fama e di gloria; il capriolo rappresentava gli sproni del cavaliere. Lo stemma piccolo in mezzo al grande era [...]
[...] quello dei re aragonesi; gli Uzeda lo avevano ottenuto a poco a poco, non tutto in una volta: il primo palo al tempo di don Blasco II. - «Sentendo [...]
[...] di Majorica, non n'hebbe remvneratione uervna, perilche ritiratosi dal Real seruiggio senne andò coi svoi al svo Stato, et iui uedendo che il Re [...]
[...] sodiffar gli appetiti della Reina: ma sdegnatosi di qveste attioni il Re mosse contra di Blasco graue gverra, che per l'interpositione di molti baroni [...]
[...] il senso: - Bel re, quello, eh? che si faceva servire dai suoi baroni e poi non voleva dar loro niente! Ma la pensata di don Blasco Uzeda non fu [...]
[...] secolare cupidigia della vecchia razza spagnuola, dei Vicerè che avevano spogliato la Sicilia. - E gli altri pali? - domandava il principino, che [...]
[...] pendeva dalle labbra della zia meglio che se ella raccontasse le fiabe di Betta Pelosa e della Mamma Draga. La zitellona sfogliava rapidamente il [...]
[...] dal Re Carlo di andare a caccia nei boschi svoi il qvale inuito, fv dal Gonzalo accettato, e mentre ognvno si procacciava e'l Re medesmo di [...]
[...] segvire i Daini, Cinghiali, e Lepri, andò solo il Re appresso vn grosso Cinghiale, il qvale astvtamente si trattenne nel corso, ma perchè il cauallo [...]
[...] del Re fvriosamente di sopra gli correua, nel passar impedito da qvello, cascò con tvtto il Re in vn fascio per terra, il qvale restò con vna gamba [...]
[...] 165 di sotto il cauallo, uedendo ciò il Cinghiale, s'auuentò sopra il Re per vcciderlo, il qvale per non hauersi potvto disbrigare, si [...]
[...] soccorrerlo, et al primo incontro vccise il Cignale, e scendendo poi da cauallo, l'aivtò poi a sorgere e'l fè montar sopra il svo cauallo, e tvtta uia il [...]
[...] Re ringratiandolo e lodandolo il chiamò: «Bon figlio!» perilche fvrono poi sempre i signori di Vzeda chiamati dai Regi Siciliani col titolo di [...]
[...] consangvinei, e portarono soura l'arme, l'Arme Regia di Aragona con tvtti i svoi poteri, come in effetto al presente spiegano, dicendo anche il [...]
[...] d'aspettare al balcone il passaggio del Giulente!... Solo fra tutti don Eugenio, quando non lavorava alla memoria per disseppellire la nuova Pompei [...]
[...] , assisteva alla lettura del Mugnòs, citava altri storici della famiglia. Allora fratello e sorella passavano a rassegna il lungo ordine di avi [...]
[...] , recitavano la cronaca delle loro gesta, il secolare sforzo per afferrare e mantener la fortuna; i tradimenti, le ribellioni, le prepotenze, le liti [...]
[...] con i suoi armigeri uscendo, signoreggiava tutto il paese;» Giacomo, vissuto al tempo del re Lodovico, «dominò Nicosia e ne fu alla perfine [...]
[...] rimosso per i molti dazii che impose:» 166 don Ferrante, «cognominato Sconza, che nel sicolo idioma suona il medesimo che Guasta,» perdè tutti i [...]
[...] suoi feudi, «mercè l'inobedienza che usò col suo Re; ne ottenne quindi il perdono, ma non per questo dimorò nella fedeltà, poicchè per sue cagioni [...]
[...] Luna, bastardo del Re Martino,» ma il più terribile di tutti fu il secondo Vicerè, il grande Lopez Ximenes, «che perdette l'animo dei suoi soggetti [...]
[...] , per i vizii d'un figliuol naturale molto prepotente e di sciolti costumi: onde il padre avendolo trovato reo et incorreggibile, con somma [...]
[...] severità lo condennò a morte, sentenzia che 167 si sarebbe eseguita, se il Re don Ferdinando, che ritrovavasi in Sicilia, non avesse ordinato che [...]
[...] ; donna Ferdinanda invece lodava tutto, ammirava tutto. Col tempo, con l'esercizio del potere, la razza battagliera erasi infiacchita: il secondo [...]
[...] . Ed a proposito di duelli, dove lasciare il famoso decreto di Lopez Ximenes? - Aveva mandato bandi sopra bandi - narrava la zitellona al [...]
[...] nipotino, - per proibire le sfide; ma a chi diceva, al muro? Non gli davano retta! Ah, no? Allora fece un pensata; aspettò il primo duello, che fu tra [...]
[...] prese? - Tornavano al re, - spiegò don Eugenio; - ma poi la faccenda s'accomodò: Ventimiglia se ne andò fuori regno, e Cardona regalò al Vicerè il suo [...]
[...] castello della Roccella, per ottener perdono.... A furia di simili pensate, il Vicerè venne però in uggia a tutto il mondo, tanto che il [...]
[...] Parlamento mandò deputazioni in Ispagna perchè il sovrano lo rimovesse dal posto: opera dei baroni invidiosi e birbanti - a giudizio della zitellona [...]
[...] Sicilia che tenevano il luogo del re, ma si chiamavano Presidenti del regno, o Vicerè non proprietarii, e dovevano consultare 168 Sua Maestà [...]
[...] diceva il rescritto: «emanar leggi durature a suo piacere, condonare la pena di morte, conferire dignità, far tutto ciò che avrebbe fatto lo stesso [...]
[...] nemico di Dio e degli uomini, ella aveva ottenuto la conversione del colpevole e compiuto grandi miracoli in vita e dopo morte: il suo corpo [...]
[...] , portentosamente salvato dalla corruzione, conservavasi in una cappella della chiesa dei Cappuccini!... E come, sfogliando il volume per vedere gli altri [...]
[...] stemmi, quelli dei Radalì, dei Torriani, il ragazzo domandava alla zia perchè non c'era quello della zia Palmi, la zitellona rispondeva, secco [...]
[...] settembre il colera crebbe d'intensità; il 25 il bollettino segnò trenta morti, ma si diceva che fossero più e che gl'infetti superassero il [...]
[...] , avvenivano scene tra comiche e tragiche, Raimondo, per vincer la noia - essendo il giuoco interrotto per quel nuovo spavento - gironzava spesso per i [...]
[...] passare. Mentre quelli del Belvedere intimavano il dietro-fronte con gli schioppi spianati, e gli emigranti facevano valere le loro ragioni [...]
[...] due donne, ed anche il marito che se ne stava rannicchiato più morto che vivo in fondo alla carrozza, si mettevano sotto la sua protezione per [...]
[...] incontravano un nuovo amico ad ogni piè sospinto, tutto il Belvedere si mise in moto, finchè, trovarono loro due camerette terrene, un poco fuori [...]
[...] tutta la colonia cittadina messa in rivoluzione da quell'arrivo. Donna Clorinda che non s'arrendeva ancora, dava udienza a tutti; ma il posto [...]
[...] sospetti che quel repentino cambiamento rievocava, accorata più tardi dalle allusioni con le quali donna Ferdinanda, il principe, le stesse persone [...]
[...] pesavano su lei gli sguardi tra ironici e compassionevoli di tutta la famiglia e della servitù? Perchè il discorso moriva in bocca alle persone alle [...]
[...] quali ella s'avvicinava?... Una notte, dopo quattro mesi di siccità, scoppiò un terribile temporale; il cielo scuro fu solcato da saette lucenti [...]
[...] veder tornare Raimondo alle prime minacce dell'uragano, aspettava ancora tremante di paura. Non una voce, non un rumor di passi. Il temporale [...]
[...] silenziosamente. Il bene che gli voleva, l'obbedienza che gli prestava, la devozione sommessa di cui gli dava prova ogni giorno non bastavano, dunque [...]
[...] , giacchè i dolori che le procurava potevano uccidere la creatura che stava per nascere!... La voce di Raimondo, rauca, che chiamava il cameriere, la [...]
[...] strappò all'alba di lì. S'era messo a letto, il ribrezzo della febbre gli faceva battere i denti. Allora ella asciugò le lacrime, corse ad [...]
[...] assisterlo. Per tre giorni non lasciò un momento il suo capezzale, gli fece da infermiera e da cameriera, dimenticando la propria ambascia pel terrore [...]
[...] ? Qualunque fosse il sentimento che gli dettava quelle parole, esse erano buone, la toglievano, almeno per poco, al suo cordoglio. E con l'anima che [...]
[...] riaprivasi alla speranza, ella lo udiva proporle: - Del resto, ora che il colera sta per finire, andremo via tutti. Quando avrò sistemato gli [...]
[...] ? VI. - Abbas!... Abbas!... - disse il Fratello portinaio, inchinandosi. - Che significa? - domandò allo zio Priore Consalvo, che il padre [...]
[...] conduceva per mano. - Vuol dire che l'Abate è in convento - spiegò Sua Paternità. Su per lo scalone reale, tutto di marmo, il ragazzo guardava le [...]
[...] pareti decorate di grandi quadri a mezzo rilievo di stucco bianco sopra fondo azzurrognolo: San Nicola da Bari, il martirio di San Placido, il [...]
[...] alla grande finestra che metteva nella terrazza del primo chiostro. - È là, - disse il Priore, inchinandosi verso un'ombra nera che passava [...]
[...] dietro i vetri. L'Abate, dall'esterno, attaccò il viso al finestrone e riconosciuti i visitatori, esclamò, gestendo : - Apri, apri, Ludovì... Il Priore [...]
[...] fece girare la spagnoletta, e presa la mano del superiore, la baciò rispettosamente; il principe e il principino seguirono l'esempio [...]
[...] . - Benedetti, figliuoli, benedetti!... Questo è dunque il nostro monachino? Oh, che bel monachino ne vogliamo fare!... Consalvo, eh? - domandò rivolto al [...]
[...] principe; poi, al ragazzo: - Consalvo, tu sei contento di stare con noi, che?... - Rispondi!... Rispondi a Sua Paternità... Il ragazzo disse [...]
[...] affabilmente una mano sulla spalla del Priore, il quale mormorò, arrossendo: 175 - Padre Abate !... Questi s'avviò, appoggiandosi al bastone [...]
[...] . Il Priore gli stava alla destra, il principe alla sinistra: Consalvo era andato ad affacciarsi all'inferriata, guardava giù nel chiostro [...]
[...] simmetriche, con un padiglione in centro, di stile gotico, a quattro archi, la cui volta di lastre lucide faceva specchietto al sole. Il ragazzo [...]
[...] al cameriere, poi tutti si diressero al Noviziato, pel corridoio dell'Orologio, lungo più di cento canne, il cui finestrone di fondo pareva [...]
[...] piccolo, dall'opposta estremità, come un occhio di bue. Passarono dapprima accanto al secondo chiostro, il quale aveva il portico al primo piano e la [...]
[...] punteggiavano. Poi si lasciarono dietro il Coro di notte dove sbucava un'altra scala, poi l'orologio, nè il corridoio finiva ancora. L'Abate, tra [...]
[...] il principe e il Priore, chiacchierava con una volubilità straordinaria, seminando il discorso di che?... aspirati ai quali non lasciava dare [...]
[...] risposta. I Fratelli che incontravano lungo il loro cammino si fermavano tre passi innanzi alla comitiva, chinavano il capo giungendo le mani sul [...]
[...] petto al passaggio dei superiori. E sulla porta del Noviziato stava Frà Carmelo, che scorto il ragazzo gli aprì le braccia con aria festosa [...]
[...] , esclamando: - C'è venuto!... C'è venuto!... Padre Raffaele Cùrcuma, il Maestro dei novizii, venne incontro all'Abate, e gli fece strada fino alla sala [...]
[...] delle lezioni dov'erano riuniti tutti i novizii, Giovannino Radalì fra gli altri, da sei mesi a San Nicola. 176 - Questo è il nostro nuovo [...]
[...] monachino, - spiegava Sua Paternità - Abbraccia il cuginetto!... La tua camera è pronta, or ora ci andremo. Adesso tu lascerai il tuo nome; ti [...]
[...] chiamerai Serafino. Il tuo cuginetto si chiama Angelico, che?... Questo qui è Placido, questo Luigi... Erano frattanto arrivati due camerieri con [...]
[...] vassoi pieni di dolci, ai quali i novizii facevano festa. - Vedrai che è bello, qui, - diceva il Maestro al nuovo arrivato, accarezzandolo. - Ti [...]
[...] divertirai, con tanti compagni... Consalvo chinava il capo, lasciava che dicessero. La curiosità del primo momento gli era passata, sentiva adesso [...]
[...] metterlo lì dentro. E Frà Carmelo era stupito della sua franchezza: tutti gli altri ragazzi, il primo giorno, avevano gli occhi rossi, dicevano [...]
[...] che non volevano starci, piangevano immancabilmente quando il barbiere tagliava loro tutti i capelli, quando lasciavano gli abiti secolari per [...]
[...] vestire la nera tonacella. Invece il principino, andato via suo padre dopo l'ultimo predicozzo, si lasciava fare, vedeva cadere i capelli sotto le [...]
[...] cesoie senza dir nulla, indossava il saio come se l'avesse portato fin dalla nascita. - Bravo!... Sempre così contento ha da starci!... Vedrà poi [...]
[...] quanti giuochi, quanti spassi.... Il ragazzo rispose, duramente: - Io sono il principe di Francalanza; non sempre ci starò. - Sempre?... Chi l'ha [...]
[...] Boccadoro sull'uscio. - Deo gratias?... - Chi è? - rispose il vocione del monaco. 177 L'uscio s'aperse un poco, ed egli comparve, in pantaloni e [...]
[...] maniche di camicia, con la pipa in bocca, in mezzo alla camera sottosopra come un campo lavorato. - Qui c'è il nipotino di Vostra Paternità, che [...]
[...] viene a baciar la mano alla Paternità Vostra. - Ah, sei qui? - esclamò il monaco, nettandosi le labbra col rovescio d'una mano. - Va bene, tanto [...]
[...] contro l'ignoranza e la mala educazione del pronipote, il monaco era montato in bestia quando il principe aveva deciso di metterlo a San Nicola. Ce lo [...]
[...] begli esempii? Ma Giacomo voleva mettere il figlio a San Nicola anche per gli studii: come se gli Uzeda avessero mai saputo fare più della loro [...]
[...] pagarli, e questo era il solo e vero motivo della deliberazione: risparmiare i baiocchi; perchè ai Benedettini non solamente non si pagava nulla, ma le [...]
[...] cappella. Finito di pregare tornavano tutti nelle loro camere, facevano una colazione frugale perchè il pranzo era a mezzogiorno, e ripassavano le [...]
[...] lezioni per trovarsi pronti all'arrivo dei lettori che insegnavan loro l'italiano, 178 il latino e l'aritmetica, più la calligrafia e il canto [...]
[...] stucco, bianca e luminosa, con la cupola che sfondava il cielo e l'organo di Donato del Piano costato tredici anni di lavoro e dieci mila onze di [...]
[...] , secondo prescriveva la Regola; ma lo spasso cominciava più tardi, dopo desinare, quando essi si sparpagliavano per il giardino, dove si [...]
[...] aquilotti e palloni. Oltre il muro di cinta, distendevasi un terreno incolto, tutto lava e storpi, fino alla Flora - il giardino grande destinato al [...]
[...] diporto dei monaci, dove i ragazzi andavano di tanto in tanto, a rincorrersi pei grandi viali - e il principino, che aveva subito preso le [...]
[...] abitudini del convento ed era il più diavolo di tutti, spesso arrampicavasi su quel muro, tentava scavalcarlo e andarsene nella sciara; ma allora il [...]
[...] parlando dei novizii d'un tempo, che adesso erano monaci o alle case loro, narrando le storie antiche, il famoso furto della cera nella notte del [...]
[...] fondato, ma il 1136 certi santi Padri Benedettini s'eran ritirati, per meditare e far penitenza, nei boschi dell'Etna e lì, coll'aiuto del conte [...]
[...] Errico, avevano eretto il primo convento di San Leo. San Leo era uno dei tanti crateri spenti del Mongibello, tutto coperto di boschi e sei mesi [...]
[...] meno a disagio, cominciarono ad andare anche parte dei monaci sani. A San Leo, intanto, oltre il freddo c'era un altro spavento, quando la [...]
[...] , la cenere infocata bruciava ogni vordara. «Potevano sopportare tanti guai, i poveri Padri?» La meditazione stava bene, ma se il suolo mettevasi [...]
[...] , il convento fu costrutto con qualche comodo, più grande dell'antico, e i monaci vi restarono molti anni; però Nicolosi non scherzava neppur esso [...]
[...] : la neve, 180 se non per sei mesi, vi cadeva copiosa in inverno, e il freddo era ancora troppo pizzicante; tanto che gli ammalati bisognò [...]
[...] monaci, che avevano fatto voto di povertà, non avrebbero dovuto temerli; perchè «cento ladri» come dice il proverbio «non possono spogliare un nudo [...]
[...] perchè i suoi figli avevano lasciato i boschi e s'erano accasati da signori in città: menzogna patente, poichè, finito che fu il convento, il [...]
[...] , giunta dinanzi ad esso girò dalla parte di ponente e andò a gettarsi in mare senza fargli alcun danno. È vero che nel 1693 il terremoto rovinò [...]
[...] l'edificio dalle fondamenta; però il castigo, se mai, non fu inflitto ai soli Padri, ma a mezza Sicilia che se ne cascò come un castello di [...]
[...] feudi erano così vasti, che nessuno ne aveva fatto il giro! Quando parlava di queste cose, Frà Carmelo non ismetteva più, perchè egli aveva passato [...]
[...] raccolto, tutti ricorrevano a lui. Il principino era adesso la sua più grande affezione: egli se lo teneva vicino più che poteva, gli regalava [...]
[...] dolci e balocchi, lo vantava all'Abate, al Maestro dei novizii, agli zii ed a tutti. Il ragazzo, veramente, era troppo vivace, faceva il prepotente [...]
[...] , attaccava lite coi compagni; Frà Carmelo, paziente ed indulgente, sapeva scusarlo presso il Maestro, se commetteva qualche monellata, e [...]
[...] i monaci dicevano l'uffizio in coro, essi recitavano in un cantone il solo rosario. Per entrar novizii e diventar monaci, bisognava esser nobili [...]
[...] un gran signore napoletano, il secondogenito del duca di Cosenzano; da Monte Cassino era venuto anche il Padre Borgia, romano, di quella famiglia [...]
[...] entrano soltanto quelli delle prime casate, come Vostra Paternità. Ai ragazzi toccava il Vostra Paternità e il don, come ai monaci, e tutte le volte [...]
[...] seduti, alzarsi in piedi per salutare. V'era uno di questi Fratelli, Frà Liberato, vecchissimo, quasi centenario, non più buono a nulla, il quale [...]
[...] usciva dalla sua camera per tremare al sole sopra una sedia a bracciuoli: un giorno il principino gli passò dinanzi e il vecchio non s'alzò. Allora [...]
[...] il ragazzo riferì la cosa al Maestro, il quale fece al Fratello una lavata di capo coi fiocchi. — È istolidito, poveretto! — disse Frà Carmelo [...]
[...] perchè tutti con le teste calve come palle di bigliardo; i Salvo Mangia saliva, altri peggio ancora. Il principino, a corto di argomenti, gridava ai [...]
[...] compagni: «Oh, dei Pancia-di-crusca!... Oh, dei Cute-di-porco» e quelli, non potendogli rendere pane per focaccia, giacchè il nomignolo degli [...]
[...] , con le mani in testa, per liberare il suo protetto e predicar la pace, l'amore reciproco, l'attenzione allo studio. Durante le lezioni, quando si [...]
[...] preti di bassa estrazione, non osavano neppure dar dell'asino agli scolari. Il Priore, in segno di soddisfazione pei buoni rapporti del Maestro [...]
[...] , veniva a trovare qualche volta il nipote al Noviziato, portandogli regali di dolci e di libri sacri; don Blasco, al refettorio, gli dava qualche [...]
[...] correva più pericolo di vederselo in camera, gli diede confetti e biscotti; il principe, senza smettere l'abituale severità, lodò i figli obbedienti [...]
[...] quella visita. Mancavano però la zia Chiara e il marchese: sicuri d'avere il tanto aspettato e desiderato figliuolo, un triste giorno la gravidanza [...]
[...] era andata in fumo; essi portavano da quel momento il lutto della speranza perduta. C'era invece una bambina di sei anni che guardava il monachino [...]
[...] . — E la zia Matilde? — Sta poco bene.... Ma donna Ferdinanda troncò quegli stupidi discorsi, e prese a interrogare il nipotino intorno ai compagni [...]
[...] ? — gli domandò il principe, per chiasso. — Ci staresti sempre, al convento? — Sì, — risposo egli, per non dargliela vinta. — È bello stare a San [...]
[...] ricevevano da Nicolosi quattro carichi di carbone di quercia, per tenere i fornelli sempre accesi, e solo per la frittura il Cellerario di cucina [...]
[...] ; sulla grattugia, due sguatteri, agguantata ciascuno mezza ruota di formaggio, stavano un'ora a spiallarvela; il ceppo era un tronco di quercia [...]
[...] ; il timballo di maccheroni con la crosta di pasta frolla, le arancine di riso grosse ciascuna come un mellone, le olive imbottite, i crespelli [...]
[...] Napoli don Tino, il giovane del caffè di Benvenuto. Di tutta quella roba se ne faceva poi tanta, che ne mandavano in regalo alle famiglie dei [...]
[...] . PP. si sentivano male o si seccavano di scendere al refettorio. Lì il servizio toccava ai Fratelli: a mezzogiorno, quando tutti erano raccolti [...]
[...] nell'immenso salone dalla volta dipinta a fresco, rischiarato da ventiquattro finestre grandi come portoni, il Lettore settimanario saliva sul [...]
[...] pulpito e alla prima forchettata di maccheroni, dopo il Benedicite, si metteva a biascicare. Il giro della lettura cominciava dai più piccoli [...]
[...] tintinnìo delle argenterie, il Lettore biascicava, dall'alto del pulpito, la Regola di San Benedetto: «...34° comandamento: non esser superbo; 35°: non [...]
[...] di pane; «se hanno poi da cenare, il Cellerario serbi la terza parte di detta libbra per darla loro a cena;» ma questa era una dello tante [...]
[...] antichità — come le chiamava Frà Carmelo — della Regola. Potevano forse le Loro Paternità mangiare pane duro? E la sera il pane era della seconda [...]
[...] deboli et infermi;» ma tutti i giorni compravano mezza vitella, oltre il pollame, le salsicce, i salami e il resto; e in quelli di magro il capo [...]
[...] cuoco incettava, appena sbarcato, e prima ancora che arrivasse alla pescheria, il miglior pesce. Molte altre antichità c'erano veramente nella [...]
[...] , scomuniche ed anche battiture ai monaci ed ai novizii che non adempivano il dover loro, diceva insomma un'altra quantità di coglionerie, come le [...]
[...] chiamava più precisamente don Blasco. Articolo vino, il fondatore dell'Ordine prescriveva che un'emina al giorno dovesse bastare; «ma quelli ai quali [...]
[...] provvedute e meglio reputate, e se i monaci trincavano largamente, avevano ragione, perchè il vino delle vigne del Cavaliere, di Bordonaro [...]
[...] giorno mezzo cotto, e quando tornava in camera, dimenando il pancione gravido, con gli occhietti lucenti dietro gli occhiali d'oro posati sul [...]
[...] naso fiorito, dava altri baci al fiasco che teneva giorno e notte sotto il letto, al posto del pitale. Gli altri monaci, subito dopo tavola, se ne [...]
[...] uscivano dal convento, si sparpagliavano pel quartiere popolato di famiglie ciascuna delle quali aveva il suo Padre protettore. Padre Gerbini, la [...]
[...] cui camera era piena di ventagli e d'ombrellini che le signore gli davano ad accomodare, cominciava il giro delle sue visite; Padre Galvagno se [...]
[...] che venivano un poco più tardi, o a cui doleva il capo, se ne salivano direttamente in camera; e non già per dormire, chè la sera, fino a tre ore di [...]
[...] , gozzoviglie, il quartiere popolato di ganze, i bastardi ficcati nel convento in qualità di Fratelli — dei Padri — nuovo genere di parentela! E i [...]
[...] costei. Il convento possedeva una buona metà del quartiere in mezzo al quale sorgeva: i tre palazzotti della piazza semicircolare dinanzi alla chiesa [...]
[...] abitazione nel palazzotto di mezzogiorno e una bottega sottoposta dove suo marito teneva il negozio dei tabacchi. L'Abate, visto che questa donna [...]
[...] bottega, oppure che sgomberasse. Don Blasco, 189 a cui già il fare da moralista del nuovo Abate aveva dato ai nervi, tanto che non aspettava [...]
[...] se non l'occasione per aprire il fuoco, a questa intimazione riferitagli dall'amica piangente, diventò una bestia, salvo il santo battesimo, e [...]
[...] fece cose dell'altro mondo, gridando pei corridoi del convento, sotto il muso dei Decani e dietro l'uscio dell'Abate, che se qualcuno avesse osato [...]
[...] tutti gli scandali, se prima era stato lo spavento del Capitolo, da quel giorno divenne un diavolo scatenato. Per amor della pace, il povero [...]
[...] Abate dovè rimangiarsi il suo provvedimento, ma l'Uzeda senior non si placò per questo, chè dove potè trovare argomento da suscitare mormorazioni e [...]
[...] , fino a sostenerne poi l'elezione al Priorato; perciò don Blasco, il quale voleva aver egli quel posto, accomunò il nipote e il superiore nell'odio [...]
[...] tutti i buoni monaci erano per lui, non garbando a qualcuno che il supremo potere fosse in mano d'un forestiere. Don Blasco col suo codazzo cercava [...]
[...] , l'opposizione si divideva poi novamente, quando aveva da scegliere il successore. Non mancava il partito di quelli che dichiaravano non aver partito; e don [...]
[...] Lodovico, modello del genere, tenendosi da parte, navigando sott'acqua, era riuscito ad agguantare il Priorato. Parecchi sostenevano anzi che [...]
[...] , in fin dei conti, egli era il solo meritevole d'aspirare alla dignità abaziale; ma allora suo zio, per evitare che quel «gianfottere» si ponesse [...]
[...] galera, gli confidava di volersi ritirare per cedergli il posto: quando pure non avesse pensato a mettersi da canto, presto o tardi la morte non ci [...]
[...] avrebbe pensato per lui? E il Priore: — Vostra Paternità non parli di queste cose!... Sono cose che contristano il cuore d'un figlio devoto, Padre [...]
[...] Reverendissimo. Il vecchio lo prendeva allora a suo confidente, si lagnava del poco rispetto dei monaci, dello scandalo che molti continuavano [...]
[...] a dare con la loro vita libertina. Il Priore scrollava il capo, in atto dolente: — Il glorioso nostro fondatore, Padre dei monaci, c'insegna [...]
[...] qual è il rimedio contro gli errori dei traviati: l'orazione dei buoni, acciocchè il Signore, che tutto può, dia salute agli infermi fratelli [...]
[...] quella trentina di cristiani non c'era mai un momento di pace e d'accordo. Se la quistione delle persone divideva il convento in un certo modo [...]
[...] alle mani, a proposito della fine della guerra di Crimea, del Congresso di Parigi, della parte che vi sosteneva il Piemonte. Don Blasco era [...]
[...] sarebbe scoppiato a furia di gonfiarsi come una vescica. Era più terribile ancora contro il sistema costituzionale di cui i liberali avevano l'uzzolo [...]
[...] : esclamava che il miglior atto compiuto da Ferdinando II era stato il 15 maggio, quando aveva fatto prendere a baionettate «i buffoni e i ruffiani [...]
[...] » di palazzo Gravina. E se i liberali dicevano che avrebbero dato il ben servito al re un'altra volta, gridava: — Lo manderete via voi altri, se [...]
[...] , assunto al trono di Sicilia, era venuto nell'isola, in gran pompa, traversandola da un capo all'altro, il passaggio del nuovo re era stato seguito [...]
[...] : «Passa 192 Savoia! Passa Savoia!... » come il sintomo d'una sciagura, d'un castigo di Dio. — E volevano un altro dei loro, al Quarantotto, come [...]
[...] se non fosse bastato il primo! Ci volevano ridurre peggio di quel Piemonte morto di fame che vuole spogliare i conventi!.... Anche tra i novizii [...]
[...] loro non hanno di che mangiare, e qui disprezzano il ben di Dio e lasagne che gli piovono in bocca bell'e condite! Questo non era vero del tutto [...]
[...] , perchè capitanava i novizii liberali Giovannino Radalì-Uzeda, il quale apparteneva ad una famiglia che per nobiltà e ricchezza veniva subito [...]
[...] dopo gli Uzeda del ramo diritto: quantunque secondogenito, se fosse rimasto al secolo gli sarebbe toccato il titolo vitalizio di barone. Ma il [...]
[...] politica; e quando i rivoluzionarii parlavano fra di loro, quando complottavano per sollevare il convento e scendere in piazza con una bandiera di [...]
[...] ; tanto che don Blasco ebbe presto in tutt'altra considerazione il pronipote. — Questo gianfottere non è poi tanto minchione quanto pare... Sì, sì [...]
[...] l'indice e il medio della sinistra, il segno d'una forbice che taglia. Il principino domandò un giorno a Giovannino Radalì che volesse dire; il cugino [...]
[...] , faceva il segno della santa croce: — Vi scongiuro per parte di Dio! So molto di queste cose! Queste sono opere del Nemico! Per lui non c'era altro [...]
[...] diciotto titoli dell'Abate, quando nominava i re, le regine, i principi reali, i vicerè, i baroni che avevano dotato il convento. Ogni domenica, in [...]
[...] quotidiane; ma spesso ne recitavano una sola all'intenzione di tutti quanti: il ristoro dei morti era lo stesso, e i vivi non stavano a perder tempo [...]
[...] . In generale, i Padri avevano fretta di sbrigarsi, e intendevano fare il comodo loro. Per non scendere giù in chiesa, a mattutino, quando faceva [...]
[...] le lenzuola fin a giorno chiaro, e il mattutino lo 194 facevano recitare per loro conto ai Cappuccini, dietro pagamento. Viceversa poi, nelle [...]
[...] sbalordiva la città. Le prime a cui assistette il principino furono quelle della Settimana Santa. Durante un mese la chiesa fu sossopra, per la [...]
[...] rappresentanti la Sacra Famiglia e gli Apostoli, era veramente irriconoscibile. Il giovedì, a terza, tutto il monastero scese in chiesa, pel Pontificale [...]
[...] , con l'Abate alla testa, a cui i novizii portavano il bacolo, la mitra e l'anello e i caudatarii reggevano lo strascico. L'apparato era quello [...]
[...] , cantavano il Passio che la folla pigiata stava a sentire come al teatro. Dirimpetto al soglio dell'Abate, nei posti migliori, c'erano tutti gli [...]
[...] Uzeda: il principe e il conte con le mogli, donna Ferdinanda, Lucrezia, Chiara col marito; e scorto Consalvo gli facevano piccoli segni col capo [...]
[...] passi; luccicavano i fucili e le sciabole dei soldati disposti dinanzi alle tre porte e lungo le navate per aprire il varco alla processione, più [...]
[...] in quel momento dal fondo della chiesa; Consalvo, dall'altare maggiore, si voltò e vide che lo zio Raimondo, lasciato il suo posto, si faceva [...]
[...] nero; ma il suo abito era così ricco, tanto guarnito di gale e di merletti, da parere un abito da ballo. Arrivata tardi, non trovava un buon posto [...]
[...] ; Raimondo, raggiuntala, le diede il braccio e la condusse, in mezzo a una doppia ala di curiosi, alla propria seggiola, accanto a quella di sua [...]
[...] , lasciati i paramenti di festa, mettevano quelli del corrotto. Nella penombra, i ceri risplendevano con fiamma più viva, e il santo Sepolcro era [...]
[...] spettacolo, mentre il conte, chino su lei, le nominava ad uno ad uno i monaci e i novizii. — Quello lì non è il vostro nipotino?... Che bel [...]
[...] chierichetto, contessa.... Matilde fece col capo un gesto ambiguo. L'organo intonava il Miserere, e il canto doloroso era pieno di sospiri profondi [...]
[...] quelli del vento invernale. Pareva che il mondo dovesse finire, che non vi fosse speranza più per nessuno; Gesù era morto, 196 era morto il [...]
[...] contenevano la folla e presentavano le armi capovolte; andavano a deporre l'Ostia al sepolcro. Inginocchiata, col capo sulla seggiola e il viso [...]
[...] occhi un po' arrossati, ma quando il conte le ridiede il braccio per condurla in sagrestia, s'appoggiò a lui languidamente. — Per legge, non [...]
[...] il pan di Spagna. Consalvo, in mezzo alla mamma e a donna Isabella, riceveva carezze e complimenti pel modo esemplare col quale aveva preso parte [...]
[...] il venerdì gli Uzeda arrivarono coi Fersa; il conte dava il braccio a donna Isabella, che portava un altro abito nero, più galante del primo. I [...]
[...] l'organo accompagnava il canto lugubre delle Tre Ore d'agonia, il silenzio era profondo; solo Raimondo, seduto accanto a donna Isabella, le diceva [...]
[...] all'orecchio cose che la facevano sorridere. Intanto l'Abate eseguiva la cerimonia della Deposizione dalla Croce: preso il Crocifisso velato, lo [...]
[...] ne andavano via, il Sepolcro restava un momento vuoto; a un tratto, mentre l'organo riprendeva più triste le sue lamentazioni, tutti riuscirono [...]
[...] spettacolo; donna Isabella e Raimondo si passavano il cannocchiale, intanto che la contessa, genuflessa, pregava piangendo. Alla fine della [...]
[...] cerimonia, altro rinfresco in sacrestia; il principino, vezzeggiato da tutti, fece servire prima i suoi parenti: don Eugenio beveva cioccolatte come [...]
[...] fosse acqua, si ficcava in tasca i dolci che non poteva mangiare; ma la zia Matilde non prese nulla. Il Sabato Santo, per la funzione della [...]
[...] Resurrezione, Consalvo non la vide; lo zio Raimondo dava sempre il braccio alla signora Fersa. VII. Ogni sera, al capezzale della bambina [...]
[...] il leggiero russare della balia accanto al letticiuolo di Teresina. Raimondo non rientrava. Sul comodino stavano schierate le bottiglie dei [...]
[...] espelleva il principio morboso. Ella s'era votata alla Madonna delle Grazie, le aveva promesso di vestire il suo abito fino alla guarigione di [...]
[...] Lauretta; in cuor suo aveva chiesto un'altra grazia alla Madonna: di illuminare Raimondo, di ridestare il suo affetto di marito e di padre. Fin da [...]
[...] quando erano andati a Milazzo, secondo la promessa fattale al Belvedere dopo il colera, egli aveva ricominciato a smaniare, a mostrarsi infastidito e [...]
[...] giovò certamente a darle forza per vincer presto il male; ma un dolore più grande l'aspettava e i suoi presagi dovevano tutti avverarsi, poichè [...]
[...] la creatura che ella aveva portata in grembo mentre il suo cuore agonizzava, era venuta al mondo cosi debole e stremata e cagionevole che [...]
[...] paterna e il capezzale della bambina: durante quell'anno Raimondo era andato e venuto, partito e ritornato parecchie volte, ed ella aveva a poco [...]
[...] il mutamento d'aria alla creaturina convalescente, egli volle condurre tutti a Catania. Anche il barone lasciava Milazzo, andava a Palermo con [...]
[...] suoi giuochi, gridava allegramente correndo per le stanze; allora la rimproveravano, la mandavano via; il principe diceva d'aver messo Consalvo [...]
[...] indulgente per la propria figlia, l'altra Teresina, e tutta la famiglia e gli stessi servi trattavano diversamente le due cuginette, dando il primo [...]
[...] contessa a quella specie di malìa operata contro l'innocente. Incrudelivano su lei per un'altra ragione, adesso; perchè il viaggio del barone a [...]
[...] Palermo aveva lo scopo di combinare il matrimonio dell'altra figlia Carlotta. Pretendevano che questa non si maritasse, che ella s'opponesse ai [...]
[...] studiatamente graziosi coi quali portavasi il fazzoletto profumato alle labbra, o agitava il ventaglio di piume, guardandosi attorno, o chinava il capo [...]
[...] gente un'assiduità che già dava argomento a mormorazioni?... Il giorno di Pasqua, piangendo di dolore e di tenerezza, ella s'era confessata con [...]
[...] bene....» Scrollando il capo, Raimondo aveva esclamato: «Le tue solite fissazioni, le tue solite fantasie!... Ti trascuro? Come ti trascuro? Quando [...]
[...] coincidenza tutta fortuita, quando essi venivano a far visita alla principessa. Il tema del suo discorso era continuamente Firenze, la vita delle [...]
[...] ancora e non si sarebbe parlato per un pezzo. Prima il colera, poi lo strascico d'inquietudini che la pestilenza aveva lasciato, poi la partenza del [...]
[...] fratello, erano state ragioni per le quali il principe non aveva parlato della divisione. Adesso quel nuovo lusso costava a Raimondo; egli [...]
[...] pagatori morosi, o ad impacciarsi in tutte le noie grosse e piccole dell'amministrazione. Quando il fratello gli esponeva un dubbio, o chiedeva il suo [...]
[...] , era aver denari; alle volte, richiedendone con troppa frequenza, il principe gli diceva: «Veramente, i fattori non hanno ancora pagato; abbiamo [...]
[...] s'occupava insomma di nulla fuorchè di spendere, con una cieca fiducia nel fratello, la quale faceva andare in bestia don Blasco. Già il monaco [...]
[...] , saputo l'affare delle cambiali, aveva gettato fuoco e fiamme contro il principe, dichiarandolo capace d'aver falsificato la firma della madre, perchè [...]
[...] orecchio da mercante — come non si trattasse dei loro proprii interessi! — il monaco quasi quasi era stato sul punto di dimenticare l'antica avversione [...]
[...] !...» Vedendo ora che erano tutt'una cosa, si rodeva il fegato notte e giorno, e un ultimo fatto l'aveva inviperito e indotto a strepitare contro [...]
[...] Uzeda, scavando scavando, avevano oltrepassato, sotterra, il confine della proprietà superficiale: i proprietarii limitrofi iniziavano quindi una [...]
[...] Marco, che veniva per fargli leggere gli atti della lite, il proprio fastidio per tutte quelle continue «seccature»; allora il signor Marco gli [...]
[...] quale il principe ebbe mandato d'amministrare l'eredità in nome anche del coerede. Ora Matilde, sapendo questo, aveva dovuto chiedere a sè stessa [...]
[...] credeva ai funesti presentimenti, temeva e sospettava di tutto. Nella felice ingenuità di altri tempi, avrebbe ella accolto il sospetto che il [...]
[...] occasioni di veder quella donna, per distorglierlo dagli affari ed averne solo il maneggio? Un sospetto così triste non le sarebbe neppure passato [...]
[...] , se il principe pareva mettere ogni impegno perchè donna Isabella venisse al palazzo Francalanza, mentre la suocera di lei, donna Mara Fersa [...]
[...] nuora palermitana; la rivoluzione messale in casa, il mal nascosto compatimento col quale la trattava, i gusti costosi e le opinioni ardite; ma [...]
[...] , non comprendeva; ma non le piaceva nient'affatto e non intendeva che continuasse. Senza addurne la ragione per non mettere il carro avanti ai buoi [...]
[...] , aveva fatto capire al figlio ed alla nuora che, trattando da buoni amici gli Uzeda, non c'era poi 205 bisogno che si spartissero il sonno [...]
[...] ironica verso di lei, e nello stesso tempo aveva dichiarato al figliuolo il motivo delle proprie inquietudini. Tuttavia, per non precisar troppo [...]
[...] trovavano due giovani come il principe e il conte accanto ai quali non istava bene che l'Isabella si lasciasse vedere continuamente.... Suo figlio [...]
[...] , però, non l'aveva lasciata finire: «Il principe? Raimondo? I miei migliori amici?...» e dall'indignazione passando al riso: «Sospettar di loro [...]
[...] provincia, ella scrollava il capo, approvava, ma soggiungendo che si poteva star bene anche in una campagna o in un deserto, a patto di sentirsi [...]
[...] il giorno e 206 tutte le sere a chiacchierare o a giocare al Casino o nella barcaccia del Comunale. Egli era più che mai orgoglioso [...]
[...] dell'amicizia che gli dimostrava il principe, dei lunghi discorsi che questi gli teneva, mentre Raimondo e donna Isabella chiacchieravano in un angolo; e [...]
[...] all'idea della contrarietà e dell'ostacolo, il sangue gli ribolliva nelle vene, gli saliva alla testa, gli faceva veder fosco.... Fin a quel [...]
[...] che il piacere comodo, pronto e sicuro; per questo la previsione delle noie che l'avventura con la Fersa avrebbe potuto cagionargli l'aveva [...]
[...] fatto, che gli ostacoli lo eccitavano, lo rendevano smanioso e restìo come un puledro che sente il morso. Tuttavia s'era contenuto ancora, pensando [...]
[...] all'avvenire, ai fastidii sicuri, ai pericoli possibili; ora, di repente, la consegna che gli vietava il passo in casa di lei gli metteva una [...]
[...] principe, il quale la diede al cocchiere di donna Isabella, che gli era compare. Donna Isabella risposo immediatamente, per la stessa via [...]
[...] Nobili ad avvertire il padrone, che aveva messo lì il suo quartier generale, delle uscite di donna Isabella: così egli la seguiva egualmente da [...]
[...] ammonimenti materni, dolente degli ingiusti sospetti, il marito era con lui come prima, anzi gli faceva maggiori dimostrazioni di amicizia, quasi [...]
[...] secondare quei due. Mentre essi parlavano fra loro, in un angolo, il principe o donna Ferdinanda stavano a chiacchiera con Fersa; lo conducevano in [...]
[...] un'altra stanza; la zitellona andava spesso attorno con donna Isabella e quando incontrava il nipote si fermava per dargli l'agio di parlar con [...]
[...] al fianco: tutte le volte che egli tardava a rincasare, giungeva le mani, si premeva il cuore, quasi udendo le grida delle persone di servizio [...]
[...] Uzeda tenevano il sacco a quell'altra; chi non spingeva fino a tanto il rancore contro l'intrusa, restava neutrale, non s'accorgeva neppure di lei [...]
[...] intrapreso il discavo — della Sicola Pompei, — ossivero Massa Annunziata, — vetusta terra mongibellese — sepolta nell'anno di grazia 1669 — dalle ignivome [...]
[...] azzardarmi....» Erano il frutto di riforme grammaticali da lui 210 studiate. Perchè apostrofare soltanto gli articoli, i pronomi e le particelle [...]
[...] ? Egli scriveva: «Il flagell' accuorav' i naturali... La lav' avanzavas' incontr'a quel borgo....» Per dar più scioltezza al discorso diceva: «Ne [...]
[...] dicevano sul muso, senza tardi riguardi; cantavano ai sordi però, chè il cavaliere era sicuro questa volta d'aver afferrato la fortuna pel ciuffo. Il [...]
[...] . Per questo, quando don Blasco andava a casa di lei, incitandola nuovamente contro il principe e Raimondo, non gli dava retta, con la testa [...]
[...] padrone delle Ghiande, vi s'era sbizzarrito a modo suo; a poco a poco però il podere era caduto in rovina, ed egli se n'era accorto. Tutte le [...]
[...] un fattore per lasciargli in balìa il podere, e s'era messo a fabbricare ruote ed ingranaggi. Perchè mai l'acqua nelle pompe aspiranti non andava [...]
[...] suoi ordini: egli si mise intorno ad un problema molto più vasto: il moto perpetuo.... Di quel che avveniva in casa, di quel che operavano gli [...]
[...] il giovane le diceva che il tempo della domanda si veniva sempre approssimando, che fra un anno il loro voto si sarebbe compiuto. Lucrezia [...]
[...] scendeva al piano di sotto, nè il principe diceva nulla pel disordine che ne derivava. Così, nessuno dei legatarii s'occupava della divisione; e [...]
[...] ne erano perfino gelosi: il sotto-cocchiere, specialmente, a cui toccava tutta la fatica e Matteo il cameriere. Essi parlavano a denti stretti [...]
[...] della fortuna capitata al 212 compagno, non capivano come il principe lo pagasse senza averne poi nessun servizio, lasciandolo a disposizione [...]
[...] sulle lettere che scriveva al padre, per nascondergli il proprio dolore, per dargli a intendere che era felice... Ai primi di settembre [...]
[...] , avvicinandosi la villeggiatura, il barone giunse da Milazzo per vedere le nipotine e condurre tutti con sè nelle sue campagne, dov'era venuto anche il [...]
[...] promesso di Carlotta: il matrimonio si sarebbe celebrate fra un anno. Il principe lo volle ospite, a palazzo, anche gli altri che erano tanto duri [...]
[...] il padre e il marito scoppiasse la guerra. Raimondo non si sarebbe rifiutato di seguire il suocero?... Invece, improvvisamente, un raggio di sole [...]
[...] faceva trarre liberamente il respiro. Il principe invitò tutti al Belvedere. Lì però le cose non andarono molto bene, e i primi a provocare i [...]
[...] dissensi furono Chiara e il marchese Federico. Cominciando a perdere la speranza di quel figlio tanto aspettato, quasi vergognosi di aver [...]
[...] preveniva i suoi giudizii, intuiva le sue volontà. Egli non aveva il tempo di voltarsi, per esempio, al soffio molesto spirante da una finestra aperta [...]
[...] la necessità dell'approvazione regia, quindi che il principe doveva metter fuori le due mila onze; questi invece si 214 incaponiva [...]
[...] , donde non doveva più tornare, le aveva affidato, perchè la custodisse nel tesoro della badìa e la consegnasse al signor Marco, il quale doveva poi [...]
[...] darla a Raimondo, una cassetta piena di monete d'oro e d'oggetti preziosi: appena spirata la madre, Giacomo s'era presentato per ritirare il [...]
[...] un poco scandalizzati, ma non si sarebbero smossi, se la Badessa, per tirarli dalla sua, non avesse loro detto che il glorioso San Francesco di [...]
[...] Paola non aveva più reso fecondo il loro matrimonio e che la prima gravidanza era andata in fumo, perchè essi lasciavano consumare il sacrilegio [...]
[...] in danno della badìa. Con questa pulce nell'orecchio, si rivoltarono tutt'e due contro il principe, ma specialmente Chiara persuadeva il marito [...]
[...] delle birbonate del fratello. Il marchese chinava il capo alle ragioni della moglie, e a poco a poco dalla fondazione delle messe e dal carpito [...]
[...] finta apoca dell'assegno facesse fede dell'avvenuto pagamento, a tutte le ragioni di don Blasco, il quale scendeva apposta da Nicolosi per soffiar [...]
[...] il principe, quantunque avesse promesso di pagare anticipatamente, teneva ancora per sè; bisognava dunque mettere presto in chiaro tutte quelle [...]
[...] moglie nè il marito osavano lagnarsi direttamente col fratello e cognato, tanto 215 era forte l'istinto del rispetto verso il capo della casa [...]
[...] . Chiara però, volendo dimostrare il proprio zelo, si mise ad istigare Lucrezia, perchè poi questa cercasse di trarre dalla sua anche Ferdinando [...]
[...] la più sacrificata di tutti, poichè, continuando la politica della madre, Giacomo non l'avrebbe maritata, o l'avrebbe maritata il più tardi [...]
[...] non ne aveva dato a quelle dello zio monaco, se il principe, accortosi di quei secreti conciliaboli, di quei tentativi di congiura fatti nella sua [...]
[...] propria casa, mentre godevano della sua ospitalità, non avesse trattato più freddamente le sorelle e tolto il saluto a Giulente. Lucrezia [...]
[...] , saputo questo, consultatasi con la cameriera, la quale disse che era tempo di farsi sentire se il principe si portava male anche col «signorino,» aprì [...]
[...] lagnarsi con Ferdinando, per farlo entrare nella lega. Allora entrò in iscena padre Camillo, il confessore. Tornato da Roma, dopo la morte della [...]
[...] principessa, il Domenicano era rimasto, con stupore di tutti, confessore del principe come ai tempi della madre. Giacomo non solamente s'accostava [...]
[...] al sacramento della penitenza ogni mese, ma chiamava in casa il Padre spirituale, prendeva consiglio da lui come aveva fatto donna Teresa, e don [...]
[...] bilancia» perchè al cuore di una madre tutti i figli dovevano essere «egualmente cari». Certo il principe e il conte avevano ottenuto una parte [...]
[...] privilegiata; ma erano appunto il principe, cioè il capo della casa, l'erede del titolo, e il conte, cioè quell'altro dei figli maschi che aveva una [...]
[...] possedeva; ma perchè, dotata di quello spirito di accorta prudenza che era tradizionale nella famiglia, aveva moltiplicato il capitale lasciatole [...]
[...] , con vocazione «esemplare», aveva rinunziato agli adescamenti del mondo per professarsi. La primogenita s'era chiusa a San Placido, nè il duca e [...]
[...] fortuna! Nella presente generazione, la regola aveva avuto due eccezioni: il conte che aveva sposato donna Matilde, Chiara che era diventata [...]
[...] marchesa di Villardita. Ma qui rifulgeva il zelante amor materno della principessa. Non tutte le persone son fatte ad un modo; ciò che ad uno pare [...]
[...] di Raimondo il matrimonio era necessario, quindi gli aveva dato moglie, senza badare a sacrifizii. Per Chiara, una propizia occasione erasi [...]
[...] presentata, ed a fine di assicurare la felicità di quella figlia la principessa le aveva perfino forzato la mano: adesso il tempo dimostrava da qual [...]
[...] maggiore. Era strano parlare a una ragazza di certe cose, ma la necessità lo stringeva. Certo il desiderio della santa memoria, desiderio [...]
[...] proprio meglio di fare altrimenti; le davano forse a intendere che, volendo ella maritarsi, il principe le si sarebbe opposto? Quando si fosse [...]
[...] presentata l'occasione di accasarla bone, col decoro conveniente al suo nome, il principe non l'avrebbe lasciata sfuggire. Ma bisognava aver fiducia in [...]
[...] lui, esser sicura che egli non poteva desiderare altro che il bene della sorella, considerandosi investito d'una specie di tutela morale. E non [...]
[...] .... Mentre il confessore teneva questo discorso a Lucrezia, il principe ne teneva un altro un poco diverso a donna Ferdinanda. La zitellona, pure [...]
[...] : — Ha scelto? Ha scelto? E chi è che ha scelto? — Chi? Il solito Giulente!... Ella diventò rossa in viso quasi fosse sul punto di soffocare. — Ah [...]
[...] , sì?... Ancora?... E tu l'hai lasciata fare? — Vostra Eccellenza sa bene come siamo tutti di casa — rispose il principe, sorridendo. — Quando ci [...]
[...] enormi dei vicini, li accusava d'ogni porcheria e perfino di crimini. Non si contentava più di dire che erano ignobili, affermava che il nonno [...]
[...] del vecchio Giulente aveva accumulato i primi quattrini facendo il bottinaio a Siracusa, suo figlio aveva rubato il municipio, suo nipote il governo [...]
[...] alla cameriera, dopo quelle sfuriate. «Hanno voglia di gridare; quando sarà l'ora, lo sposerò.» Il principe intanto, dopo averle sciolto contro quel [...]
[...] ha piacere, che finalmente s'è persuaso...» 219 Egli aveva anche raggiunto lo scopo di rompere la lega tramata contro di lui, perchè il [...]
[...] marchese Federico, fanatico della nobiltà quanto gli Uzeda, udendo che la cognatina incaponivasi nel voler sposare Giulente, aveva dimostrato il [...]
[...] . Lucrezia invece, sfogandosi con Vanna, rammentava le smanie, i pianti, gli svenimenti di Chiara quando l'avevano costretta a sposare il marchese [...]
[...] Pasqualino, il domani fu visto seguire in chiesa la Fersa; le mormorazioni dei servi, dei curiosi, degli scioperati del Casino dei Nobili ricominciarono [...]
[...] . Aveva detto a sua moglie che sarebbe rimasto lontano una settimana, per affari, ma dopo due mesi non le annunziava ancora il ritorno. Alle lettere [...]
[...] parole, pronunziate freddissimamente: — Perchè sei venuta? Aveva combinato una serie di divertimenti con gli amici che gli davano mano; il [...]
[...] , scagliando fiori e confetti per un quarto d'ora ogni volta contro i suoi balconi; il sabato, a una festa a contribuzione data nelle sale del municipio [...]
[...] , ballò tutta la sera con lei; il lunedì ricominciò, al veglione 220 del Comunale. E Matilde, lasciata sola dal padre che era andato a [...]
[...] suo! ma vederselo sfuggire, ma saperlo tutto d'un'altra, ma ritrovare sulla persona di lui il profumo degli abiti, delle mani, dai capelli di [...]
[...] tentativi di rimostranze, ai suoi timidi rimproveri. — Perchè non te ne sei rimasta con tuo padre, dunque? — Perchè io debbo stare con te, perchè il [...]
[...] successione: hai capito? O vuoi fatto il conto? Mia madre è morta nel maggio del '55 e siamo nel 221 marzo del '58.... Sono tre anni, sì o no? Vuoi [...]
[...] saper altro? — Perchè mi parli così? Che t'ho detto di male? — Nulla! Nulla! Nulla! Soltanto, ti pare che sia un bel gusto sentirsi rotto il capo [...]
[...] minaccia, di abbandonarla, di abbandonar le sue figlie!... Per questo gli nascondeva il proprio dolore, vedendolo continuare peggio di prima, come [...]
[...] davano del voi. — Donna Mara Fersa mi ha fatto parlare da un'amica.... per questa storia di Raimondo! — Quale storia? — domandò il principe, quasi non [...]
[...] il fatto della verità.... — Io non mi sono accorto di niente. — Non importa, cugino; ve lo dico io!... Ed è una cosa che non sta bene e che mi [...]
[...] guerra scatenata tra suocera e nuora: bisognerebbe persuadere il cugino a farla finita, una buona volta. — E perchè lo dite a me? — rispose Giacomo [...]
[...] il capo della casa, e potete.... — Sbagliate. Io non posso nulla: qui ciascuno fa a modo suo. Altro che capo! Persuadetevi che per poco non sono [...]
[...] la coda!... La cugina tornava a invocare l'autorità del cugino, il principe a lagnarsi della mancanza d'accordo che ci era in quella famiglia [...]
[...] famiglie disturbate, mentre avrebbero potuto vivere in pace ed armonia!... Basta, il cugino dovrebbe adesso persuadersi di lasciar quieta donna [...]
[...] potrebbe dire, che io cerco di mettere 223 il naso negli affari altrui? che cerco di seminar zizzania? mentre sa Dio se mi dispiace, davvero [...]
[...] ?... La principessa scrollava il capo, sinceramente addolorata, tanto più che non poteva far nulla. Suo marito non le aveva ingiunto di badare ai casi [...]
[...] vostro, insieme con vostro padre. S'ha un bel dire, la famiglia del marito, sì, sì, sì, ma la propria non si dimentica mai! Anche il cugino dovrebbe [...]
[...] persuadersi ad andar via di qui... sarebbe molto meglio... anche per lui... Matilde chinava il capo, evitando di guardarla, stringendo una mano [...]
[...] dei suoi figli.... Potete parlar alto.... obbligarlo a finirla, una buona volta!... Con tutto il sangue alla fronte, la contessa aveva chiuso gli [...]
[...] !... Ma vostro marito deve saperlo; vedrete che capirà..... Perchè non chiamate vostro padre? Lui ha da aiutarvi... Il barone, invece, le scriveva [...]
[...] spiegazione tra suo padre e Raimondo l'atterriva; conoscendo il carattere prepotente, i modi sprezzanti di suo marito, e gli scatti d'ira di cui [...]
[...] suo padre era capace, ella viveva con l'animo sospeso, dimenticava i suoi dolori per evitare uno scoppio, tanto più che il barone pareva non aver [...]
[...] .... — So che tuo marito fa una bella vita, ti dimostra un grande amore — esclamò il barone con voce gravida di sorde minacce. — Ho ricevuto una [...]
[...] anonimo?... Il barone passeggiava per la camera facendo scoppiettare l'indice contro il pollice, volgendo intorno accigliato gli sguardi. — Tanto [...]
[...] ?... Raimondo vuol tornare a Firenze; ci saremmo già se non fossero gli affari della divisione, il pagamento delle mie cognate.... — E sorridendo [...]
[...] stento frenato, che egli aveva acquistato la certezza del tradimento di Raimondo, di qualche cosa di più 226 grave ancora; e il cuore le si [...]
[...] , — ripetè il barone. — Si parlava della decisione che dovete prendere.... Vuoi continuare a star senza casa, a pagar quella di Firenze per tenerla [...]
[...] contraddicessero, sfilava la litania delle recriminazioni, comprendeva nel proprio disgusto tutta la Sicilia, tutto il Napoletano, l'intera razza [...]
[...] meridionale. — Allora, quando hai deciso di partire? — interruppe secco secco il barone. — Quando?... — ripetè Raimondo, guardandolo un momento [...]
[...] nelle spalle: — Sbrigateli voi, se potete. Il barone fece per replicare, ma la parola vivace gli rimase in gola. Raimondo, piccolo, minuto [...]
[...] , come per febbre; poi il barone guardò sua figlia, vide 227 lo sguardo smarrito che gli volgeva, e allora, chinato il capo, mormorò: — Va [...]
[...] bene.... va bene.... Procura soltanto di far presto.... Fra giorni si marita mia figlia; vi aspetto.... Ripartì il domani. Sul punto di andar via [...]
[...] , disse a Matilde di tenersi pronta, risoluto com'era a condurla con sè, anche sola, per costringere poi il genero a raggiungerla. Ella chinò il capo [...]
[...] , consentendo, gettandogli le braccia al collo dalla gratitudine, poichè comprendeva che gli s'era frenato per amore di lei, per risparmiarle il [...]
[...] dolore d'una triste scena. Ma il barone era appena partito, che Raimondo le disse: — Sai che è curioso, tuo padre? Crede forse che tutti debbano [...]
[...] pare e piace!... Ella gli diede ragione, soggiogata come sempre dalla volontà di lui, allegando appena come scusa dell'assente il bene che voleva [...]
[...] ad entrambi.... Andarono a Milazzo pel matrimonio di Carlotta; poi, partiti gli sposi e il barone per Palermo, tornarono a Catania, anzi al [...]
[...] pubblici, della guerra di Lombardia, della malattia di Ferdinando II. Il barone pareva un altro, in compagnia del duca; l'intimità che s'era stretta [...]
[...] fra loro due durante il viaggio l'aveva placato. Nondimeno ripetè alla figlia l'offerta di condurla via con sè; ma poichè Raimondo le aveva [...]
[...] . — Leggere i giornali?... Leggere i vostri giornali?... — balbettava, pareva cercasse le parole. — Ma dei vostri giornali io mi netto il fondamento [...]
[...] !... Ah, no? non volete capire?... Me ne netto il fondamento, così.... - e fete il gesto. Il Fratello portinaio mise il capo dietro il muro della [...]
[...] ? 229 — Andate a denunziarci!... Ne sareste capace!... — Farei il mio dovere! — Fareste la spia! — A me?... Padre Massei, che se la godeva [...]
[...] seduto sopra un sedile, esclamò a un tratto, vedendo il gesto con cui don Blasco sfibbiava la sua cintola di cuoio: — Sst!... Sst!... Viene l'Abate [...]
[...] dividerli: — Andiamo, finitela! È questo il modo?... Da un pezzo le discussioni finivano così, con le grida, gl'insulti e le minacce. Don Blasco era [...]
[...] all'ultimo! La vedremo!...» Ma il suo più grande furore scoppiava quando i liberali, dopo aver profetato imminenti novità in Sicilia, dopo aver parlato [...]
[...] di moti rivoluzionarii già belli e pronti, gli adducevano in prova il ritorno di suo fratello, del duca di Oragua, da Palermo. «Quello lì in [...]
[...] di trambusti è meglio il proprio paese, tapparsi in casa propria, ficcarsi dentro un forno!... Se tutti i sanculotti sono come lui, Francesco [...]
[...] convento e infilare quello del palazzotto; allora gli andava incontro, fino a mezza scala, con le figlie e il marito. Le ragazze che adesso [...]
[...] Eccellenza al pari di Garino, che si sbracciava per servirlo, per avanzargli la poltrona più comoda ed offrirgli i biscotti e il rosolio regalati dal [...]
[...] portava a spasso le ragazze, e i due restavano soli. Certe volte ce n'era una terza, nella tabaccheria. Oltre che il tabaccaio, Garino faceva il [...]
[...] contro i sanculotti in generale e il fratello in particolare, e apprendeva notizie di prima mano intorno ai movimenti dei traditori. Veramente [...]
[...] sentire i vituperii di don Blasco scrollava un poco il capo; ma, voltando pagina, Sua Paternità aveva poi tutti i torti? Il duca faceva male a [...]
[...] frequentar troppo don Lorenzo Giulente, il quale era un liberale arrabbiato — naturalmente, non essendo signore! — e per mezzo del console inglese [...]
[...] legassero più stretto degli altri. «Sono tutti cani arrabbiati! Ci vuole il bastone! Ci vuole la museruola!» Garino scrollava il capo: l'Intendente [...]
[...] Fitalia non avrebbe potuto permettere che si molestasse il duca d'Oragua, finchè, beninteso, egli non si arrischiava troppo; ma questo era certo [...]
[...] e sicuro: chè un gran signore come lui aveva tutto da perdere e niente da guadagnare mettendosi coi «malpensanti» e gli arruffapopolo: il signor [...]
[...] che lo creò!... E andando via dalla sigaraia ripeteva quei discorsi in pubblico, nella farmacia di Timpa, che era il quartier generale dei fedeli [...]
[...] del termine stabilito dalla principessa pel pagamento alle figlie, Chiara e Lucrezia non erano andate d'accordo; il marchese, biasimando l'amore [...]
[...] della ragazza per Giulente, s'era riavvicinato al principe, il 232 quale gli aveva fatto la corte, trattandolo con le molle d'oro, per [...]
[...] , non solamente i legatarii non avevano chiesto i conti; ma il principe, adducendo la mancanza di quattrini, aveva ottenuto dal marchese di poter [...]
[...] ritardare il pagamento fino all'altr'anno. La seconda scadenza era arrivata, e Giacomo non pagava ancora, scusandosi con le inquietudini [...]
[...] il Messia! — e quel babbeo di Ferdinando riduceva il giardino un pestilente carnaio, preso a un tratto dalla smania d'imbalsamare animali — senza [...]
[...] accorgersi che il più animale di tutti era lui stesso! Quell'altra sciagurata di Lucrezia, poi, viveva nelle nuvole, più stravagante di prima, e [...]
[...] nipote abborrito. — Partire? Per andar dove? A Firenze c'è il terremoto! Questi non son tempi da lasciare il proprio paese! Raimondo adduceva [...]
[...] l'aveva più con Raimondo, 233 girava per la Sicilia col pretesto degli affari ma per lavorare invece contro il governo: e don Blasco e donna [...]
[...] Ferdinanda si divertivano a predire che un giorno o l'altro l'avrebbero buttato in galera, poichè quella predizione faceva piangere l'intrusa. Il [...]
[...] duca, invece, parlava molto bene del barone, s'intratteneva a lungo con lui quando passava da Catania: adesso esaltava il genio di Cavour, i [...]
[...] vomitare, udendo queste cose, e s'arrovellava, non potendo prendersela direttamente col fratello maggiore; ma il giorno che arrivò la notizia [...]
[...] che tenevano, mogi mogi, la coda fra le gambe, vociava, trionfante: — Ah, il gran Cavour? Ah, il gran Piemonte? Dove sono adesso? Perchè non [...]
[...] continuano la guerra da soli? Dov'è andato l'Adriatico? Dov'è andato il mar Tirreno? E quella bestia che sputava sentenze, empiendosi la bocca di [...]
[...] palazzo, vedendo che il fratello scrollava 234 il capo, udendogli sentenziare che l'ultima parola non era detta. — Che ultima e che prima! Il [...]
[...] se il duca aveva ordinato che gli si facessero le valigie; quel fratello gli pesava come un sasso sullo stomaco, non vedeva l'ora che ripartisse [...]
[...] discussioni minacciavano di finir male; lo stesso Abate aveva dovuto pregare i Padri Dilenna e Rocca di lasciarlo dire per evitare un guaio. Il [...]
[...] , scrollava il capo, rispondeva: «Non sono affari che mi riguardano.... Date a Cesare quel che è di Cesare....» Al Noviziato la lotta fra i due [...]
[...] partiti s'era attizzata; il principino, a cui don Blasco dava l'imbeccata, prendeva anche lui l'aria di un trionfatore, dileggiava Giovannino Radalì [...]
[...] , capo dei rivoluzionarii, dandogli del «barone senza baronia» e del «figlio del pazzo.» Il duca Radalì, infatti, era morto in un accesso di delirio [...]
[...] quale Consalvo schiacciava il cugino: «Io andrò via, e tu resterai sempre qui!...» Giovannino, che nonostante le diverse idee politiche gli [...]
[...] voleva bene, sopportava un poco i suoi dileggi; ma, a volte, infuriava in malo modo: il sangue gli montava alla testa, gli occhi gli s'accendevano [...]
[...] , Che sta passando il re degli animali! E la folla: «Olè...!» Consalvo stava attento al cerimoniale spagnolesco di quelle feste: il Senato della [...]
[...] l'Intendente, il quale doveva farsi trovare sul portone: al senatore più giovane toccava mettere il piede sulla predella, in atto di scendere; ma [...]
[...] allora il rappresentante del Governo doveva avanzarsi con le braccia distese, per impedirgli di toccar terra. Erano le prerogative della città. Il [...]
[...] Senato aveva avuto lunghe contese con le altre autorità circa il posto da occupare nella cattedrale, durante le grandi funzioni: per evitare liti [...]
[...] Fratelli prepararono quella del Santo Chiodo, per cui ogni anno c'era grande aspettativa. 236 Il Re Martino, che la portava sempre al collo, aveva [...]
[...] regalato quella reliquia ai monaci, nel 1393: era uno dei chiodi con un pezzetto del legno della croce sulla quale avevano suppliziato Gesù. Il [...]
[...] tutti i Padri con la cocolla, celebrava, accompagnato dal grand'organo, il pontificale. Ma la vera festa fu quella della sera, quando la vasta piazza [...]
[...] compito il giro della piazza: allora cominciavano i giuochi di fuoco, i razzi, le ruote, le fontane luminose, la gran macchina finale che [...]
[...] nell'aria scura.... Il principino, accanto ai suoi parenti, non aveva tempo di dar retta a tutti, facendo gli onori di casa, giacchè nella piazza e [...]
[...] in tutto il quartiere la gente era ospite dei Benedettini. Tutta la città s'era riversata lassù: le signore con gli abiti estivi che portavano [...]
[...] , il cocchiere dei Fersa e quello del principe Francalanza avevano messo accanto i loro legni, Raimondo e il principe, nell'andar via, fecero una [...]
[...] scappellata alle signore, alla quale risposero solo donna Isabella e lo zio palermitano. Ora, il domani di quella festa, una notizia straordinaria [...]
[...] trovata mezzo nuda, con la finestra aperta e il cappello d'un uomo rotolato per terra. Se avesse fatto un momento più presto, li avrebbe colti sul [...]
[...] era il conte.... Bisognava vedere, aggiungevasi, donna Isabella, pallida come una morta, quando la suocera, con voce strozzata, le aveva gridato [...]
[...] , con la cameriera che le teneva il sacco, all'albergo dove si trovava quel suo zio provvidenzialmente piovuto da Palermo. «E se non c'era? Dove [...]
[...] l'avrebbe mandata? E don Mario, il marito?....» Don Mario arrivò all'alba, a rotta di collo, mandato 238 a chiamare con un espresso: il piangere [...]
[...] degli Uzeda non le aveva dato alla testa; fin dal principio s'era accorta della piega che prendevano le cose. Se non fosse stata lei, il pasticcio [...]
[...] in campagna, il conte entrava in casa di donna Isabella, avendo comperato tutte le persone di servizio: ma dal portone della stalla, che il [...]
[...] arrestarlo; ma conosciuto che era il conte Uzeda, l'avevano lasciato andare.... Gl'increduli, i curiosi, fecero capo alla polizia, ma lì furono [...]
[...] mandati a spasso. E quel giorno stesso tutti videro il contino Raimondo al Casino dei Nobili dove giocò e chiacchierò del più e del meno, come di [...]
[...] correvano le versioni favorevoli a donna Isabella. Era levata, a mezzanotte? Non aveva sonno! La finestra aperta? Per il gran caldo. Il cappello [...]
[...] per terra? Un vecchio cappello del cocchiere, il quale s'era divertito, nel pomeriggio, a buttarlo per aria!... Se tutte queste cose non s'erano [...]
[...] ! Chi parlava del conte? Che c'entrava il conte? Chi l'aveva visto? Era a casa sua, si era raccolto subito dopo la processione del Santo Chiodo [...]
[...] : il principe, la principessa, tutta la famiglia, tutti i servi potevano attestarlo! Forse perchè aveva fatto qualche 239 visita, tempo addietro [...]
[...] sconsigliata di donna Mara Fersa aveva fatto il pasticcio!... Gl'increduli andarono al palazzo Francalanza e all'albergo, per vedere se quelle [...]
[...] partenze eran vere. Erano verissime: donna Isabella e Raimondo erano partiti, l'uno per Milazzo e l'altra per Palermo; il principe si apparecchiava [...]
[...] ad andarsene al Belvedere; Fersa con la madre era già a Leonforte. Durante la villeggiatura quei fatti furono il tema di ogni discorso. A [...]
[...] nuovo che il Piemonte è forte.... che la Francia sotto mano l'aiuta.... che l'Inghilterra.... che Garibaldi.... — Chi?... Quando?... La Francia? Bel [...]
[...] servizio! Bell'aiuto!... Garibaldi? Chi è Garibaldi? Non lo conosco!... Imparò a conoscerlo il 13 maggio, quando scoppiò come una bomba la notizia [...]
[...] ribelli, il fermento che regnava in città e nelle campagne lo mettevano fuori di sè. Ma il suo furore rovesciavasi particolarmente sul duca, che [...]
[...] prendeva decisamente posto coi rivoluzionarii, fiutando già il cadavere. Il monaco diceva contro il fratello parole tali da far arrossire un [...]
[...] lanciere, dava del traditore a tutte le autorità perchè, invece di reprimere il movimento, aspettavano di vedere, grattandosi la pancia, se Garibaldi [...]
[...] dal castello Ursino, non faceva piazza pulita, lasciava che il panico dei «benpensanti» crescesse. La notte del 27, in mezzo al mal celato [...]
[...] truppe di Clary. Il duca invece raccomandava la calma, assicurava che i Napoletani sarebbero andati via senza tirare un colpo. Quantunque egli prendesse [...]
[...] un'aria importante e protettrice in famiglia quasi potesse far la pioggia e il bel tempo, Giacomo ad ogni buon fine prese le disposizioni per [...]
[...] mettersi al sicuro al Belvedere. Lucrezia, vedendo quei preparativi di partenza, smaniava all'idea di lasciare Giulente, il quale le scriveva: «L'ora [...]
[...] del cimento sta per sonare; io correrò al posto dove il dovere mi chiama, col nome d'Italia ed il tuo sulle 242 labbra!» Ma all'annunzio che [...]
[...] , sotto ogni indugio, le squadre stavano per scendere in città, il principe andò a San Nicola per raccomandare il bambino all'Abate, al Priore e [...]
[...] a don Blasco, e fatto attaccar le carrozze, partì con tutti i suoi, da Ferdinando in fuori, il quale nè per pestilenze nè per rivoluzioni lasciava [...]
[...] le sue Ghiande. Allora il duca, per non restar solo nel palazzo deserto, se ne venne al convento, dove il nipote Priore gli dette una camera [...]
[...] non c'è più nessuno! Gli treman le chiappe, invece!... Il convento infatti cominciava a popolarsi di paurosi, di preti fuggiaschi, di spie [...]
[...] , maturando il piano di sollevare il convento, di scendere in piazza e di unirsi ai rivoltosi grandi. Mancavano però di bandiere, e col pretesto di [...]
[...] apparare un altarino mandarono il cameriere a comprar carta variamente colorata. Il cameriere, con la bianca e la rossa, ne portò dell'azzurra [...]
[...] invece della verde; quello sbaglio fu causa che si perdesse un giorno. Il principino, al quale naturalmente, nella sua qualità di sorcio, i [...]
[...] lo aiutò. Il tabacco piantato insieme col cugino era maturo; le foglie, strappate, poste da qualche 243 giorno al sole, cominciavano già ad [...]
[...] poichè Consalvo dichiarava: — Sono eccellenti!... Tutti tabacco vero!... Non ti piace? — Sì.... Un bicchier d'acqua.... Mi gira il capo [...]
[...] .... Improvvisamente si fece bianco come la carta, gli si rovesciarono gli occhi e cominciò a vaneggiare: — Il Maestro.... acqua.... le bandiere.... Consalvo [...]
[...] , sul quale il veleno agiva più lentamente, domandò: — Quali bandiere?.... Dove sono?... — Sotto il letto.... la rivoluzione.... Malannaggia [...]
[...] !... Mi viene di vomitare.... Il principino buttò il suo sigaro e rientrò. Sentiva un principio di nausea, aveva il piè malfermo, la vista un po [...]
[...] ' annebbiata; ma si trascinò fino dal Maestro: — Han fatto le bandiere.... per la rivoluzione.... sotto il letto,.... — Chi? — Quelli.... Giovannino [...]
[...] .... il complotto.... La nausea saliva, saliva, gli stringeva la gola: le mani gli si diacciavano, ogni cosa gli girava intorno vorticosamente [...]
[...] letto, con Frà Carmelo che lo vegliava. La luce era fioca, non si capiva se fosse l'alba oppure il tramonto; nè una voce nè un rumor di passi nel [...]
[...] convento; solo il cinguettìo dei passeri sugli aranci in fiore. 244 — Come si sente ? — domandò il Fratello, premurosamente. — Bene.... Che è [...]
[...] successo? Che ora è? — Spunta adesso il sole!... Ci ha fatto una bella paura!... Non si rammenta?... Allora, confusamente, egli ripensò ai sigari [...]
[...] , alla nausea, alla denunzia. Era dunque passata tutta una notte?... E Giovannino? — Anche lui!... Adesso sta meglio.... Il Maestro ha frugato [...]
[...] congiurati, vistisi scoperti, erano disperati, non comprendendo donde venisse il colpo. Ma Giovannino, ristabilito anche lui, s'alzava in quel [...]
[...] momento e passava tra i compagni costernati: — Com'è stato?... Sei stato tu?... — Io?... Ah, quel giuda di mio cugino!... — E il sangue gli montò [...]
[...] . Pallido e tremante, cominciò a protestare: — Maria Santissima!... Il Maestro?... Non sono stato.... Ma il cerchio gli si strinse intorno [...]
[...] : — Negalo, anche!... Hai coraggio solo per mentire, sbirro schifoso? pezzo di boia? — Vi giuro.... — Ah, spia fetente!... — e il primo pugno gli piovve [...]
[...] insolita, tutte le campane di San Nicola si misero a stormeggiare formando un concerto 245 così strano, che i ragazzi smisero di picchiare il [...]
[...] spaventata s'era venuta a rifugiare nel convento. Solo il campanile era rimasto aperto ai rivoltosi, i quali continuavano a sonare a stormo mentre [...]
[...] s'udiva il rombo delle prime cannonate del castello Ursino. Don Blasco, nonostante il coltello che portava sotto la tonaca, verde dalla bile e dalla [...]
[...] , se vuole!.... Carogna! Traditore!... Il duca, in confabulazione con l'Abate e col nipote Priore, disapprovava invece l'attacco, riferiva il savio [...]
[...] . — Dopo che li ha scatenati?... E adesso fa il gesuita?... Per restar bene con Clary, se la ciurmaglia ha la peggio?... Il cannone tonava di rado [...]
[...] pareva più di qua che di là. Anche il principino stava al fianco dello zio, non osando neppure lagnarsi delle busse ricevute, mentre Giovannino [...]
[...] !... Prima di sera cessò lo scampanìo e il cannoneggiamento; don Blasco, andato a interrogare i passanti dai muri della Flora, tornò agitando le [...]
[...] !... La notizia venne confermata da tutte le parti, ma il duca, prudentemente, restò dentro pel momento. La gioia di don Blasco fu però di corta [...]
[...] durata: il domani, avuti gli ordini da Napoli, Clary si preparò alla partenza; e consegnata la città a una Giunta provvisoria, s'imbarcò il giorno [...]
[...] appresso con tutti suoi soldati. Don Lorenzo Giulente col nipote, saliti a San Nicola, invitarono il duca al municipio, dove i migliori cittadini [...]
[...] di popolani avevano dato la caccia ad uno dei più tristi e odiati sorci di polizia, e uccisolo ne avevano portato in giro la testa. Tremava il [...]
[...] cuore al duca, all'idea di lasciare il sicuro asilo del monastero e di scendere nella città in fermento; ma i due Giulente lo assicuravano che [...]
[...] popolarità riacquistata tra i liberali, temeva che qualcuno non gli rimproverasse il suo rimpiattamento a San Nicola, nel giorno dell'azione; che i [...]
[...] la corte piena di gente, nel salir su dove deliberavano; ma a poco a poco il sorriso gli spuntava sulle labbra pallide e chiuse, il sangue tornava [...]
[...] . Occorrevano quattrini per l'armamento della milizia e della guardia: aperta una sottoscrizione per raccogliere i primi fondi, il duca offerse [...]
[...] riaccompagnarono don Gaspare a San Nicola. Il domani mattina egli aggiunse altre cent'onze per l'acquisto delle munizioni. Il favore universale gli crebbe [...]
[...] , quanto per sapere suo fratello considerato a un tratto come uno degli eroi della libertà: il Governatore non faceva nulla senza del duca, lo metteva [...]
[...] , convertivansi al nuovo partito udendo che un gran signore come il duca d'Oragua, uno dei Francalanza, ne faceva parte: le dimostrazioni patriottiche [...]
[...] , di giorno e di notte, con musiche e fiaccole e bandiere si succedevano sotto il palazzo come sotto le case dei vecchi liberali, di quelli che [...]
[...] erano stati in galera o tornavano dall'esilio. Adesso tutti parlavano in piazza, dai balconi, per eccitare il popolo, o per discutere il da fare nelle [...]
[...] società che si venivano costituendo; ma il duca, incapace di dire due parole di seguito in pubblico, atterrito all'idea di dover parlare dinanzi [...]
[...] : oramai non si metteva fuori una bandiera senza «Oracqua» — come pronunziavano i più; — nelle dimostrazioni, il grido: «Viva Oracqua!» era altrettanto [...]
[...] delle grida; il monaco non era però alla fine delle prove. I forusciti, i briganti che s'arrolavano per seguire l'anticristo dove furono alloggiati [...]
[...] ? A San Nicola!... All'annunzio che la colonna di Nino Bixio e di Menotti Garibaldi sarebbe giunta a Catania, il Governatore aveva mandato un [...]
[...] fine alle ciglia, voleva fare qualche difficoltà; ma il Priore don Lodovico lo persuase che non era il caso di opporsi. Il 27 luglio la Guardia [...]
[...] canne di pipa ridussero il convento un assedio. Per andare al refettorio, don Blasco doveva traversare due volte il giorno quell'inferno; egli [...]
[...] passava muto, pallido, fremente, mentre i soldati gridavano evviva al Priore don Lodovico che faceva distribuire vino e focacce! Tutto il giorno [...]
[...] , pareva non interessarsi più a nulla, come alla vigilia del finimondo. Bixio o Menotti erano alloggiati alla foresteria; l'Abate evitava, ma il Priore [...]
[...] disparte, aggrottato come lo zio don Blasco, con la coda tra le gambe. — Adesso non fai più il sorcio? — gli dissero i compagni quando Menotti [...]
[...] trovarlo. — Non ci voglio più stare — gli disse il ragazzo; — tanti se ne sotto andati.... — Voglio?... — rispose il principe, con voce dura. — Chi t'ha [...]
[...] insegnato a dire voglio?... Per ora hai da star qui. E il duca, non solo approvò quella decisione, ma indusse il nipote a tornarsene [...]
[...] prese in mala parte dal popolo. Arrivarono tutti dopo qualche giorno, il marchese e la marchesa soli e gongolanti nella loro carrozza che andava al [...]
[...] passo, per riguardo della gravidanza di Chiara finalmente confermata ed arrivata al sesto mese; Lucrezia che metteva il capo ogni minuto allo [...]
[...] Sicilia. Nei primi giorni aveva aiutato lo zio Lorenzo e il duca a ordinare la rivoluzione, arringando il popolo, parlando nei circoli con una [...]
[...] città, Lucrezia trovò una lettera del giovane, il quale le annunziava che andava a raggiungere Garibaldi per compiere il proprio dovere verso la [...]
[...] contro il fratello, colmava di male parole lo stesso principe perchè permetteva che dal balcone di palazzo sventolasse l'aborrito tricolore, che [...]
[...] mettessero fuori i lumi per festeggiare le vittorie dei «briganti.» Il principe si faceva tutto umile, gli dava ragione, esclamava: «Che posso farci [...]
[...] anche lui, la sua persona e la sua casa. Però dava un colpo al cerchio e uno alla botte; parlava contro il duca a don Blasco, contro don Blasco al [...]
[...] era diventata una versiera, dopo la caduta del governo legittimo, e ne invocava il ritorno e andava fino a promettere una lampada a Santa Barbara [...]
[...] perchè questa saettasse tutti i suoi fulmini contro i traditori. Chiedeva che il principino fosse tolto dal convento infestato dai rivoluzionarii [...]
[...] borbonici e di savoiardi? Egli voleva andar via dal Noviziato; perciò serbava un segreto rancore contro il padre che non l'aveva contentato [...]
[...] Catania per farsi benedettino. Era tutto il contrario del cugino Benedetto, questo Luigi: non solo avversava la rivoluzione; ma aveva, col [...]
[...] colori, giudicandolo indegno di stare fra loro; e tra i monaci gli stessi liberali torcevano il muso: Vittorio Emanuele andava bene; l'annessione e [...]
[...] dell'annessione, del miglior modo di votarla, appassionava in quel momento la pubblica opinione: alcuni volevano affidarne il mandato ad un'assemblea da [...]
[...] eleggere, altri predicavano il suffragio diretto. Ogni giorno, col Governatore della città, con don Lorenzo Giulente e i capi liberali, il duca [...]
[...] sosteneva il plebiscito: «Il popolo dev'essere lasciato libero di pronunziarsi. Si tratta delle sue sorti! Vedete come han fatto nel resto [...]
[...] unirsi alla ciurmaglia!... Don Cono, don Giacomo, don Mariano, tutti i lavapiatti scrollavano il capo, addolorati anch'essi da quel tralignamento [...]
[...] ; però tentavano placare il giusto sdegno dei puri, giudicando il liberalismo del duca un liberalismo di parata, una necessità politica del momento [...]
[...] ; era impossibile che, in cuor suo, il figlio del principe di Francalanza, uno di quegli Uzeda che dovevano tutto alle legittime dinastie [...]
[...] , potesse godere dell'anarchia e dell'usurpazione! — Tanto peggio! — urlava don Blasco. — Capirei un fedifrago risoluto, che avesse il coraggio del [...]
[...] tradimento! Ma se tornano i Napoletani, colui andrà a baciar loro il preterito!... Vedrete, quando torneranno!... Ma non tornavano. Arrivavano invece [...]
[...] incontro ai volontarii. Al Belvedere, dove il principe tornò alla fine di settembre, per la villeggiatura, Lucrezia lesse i bollettini della battaglia [...]
[...] del Volturno che portavano Benedetto Giulente tra i feriti. Ella non pianse, ma si chiuse in camera rifiutando il cibo, sorda ai conforti di [...]
[...] Vanna la quale le prometteva che 254 avrebbe cercato di aver notizie della famiglia di lui. Il Governatore però s'era già rivolto ai comandanti [...]
[...] al Municipio. Il volontario Giulente era ferito d'arma bianca alla coscia destra e si trovava nell'ospedale di Caserta; il suo stato era [...]
[...] : lo zio Lorenzo, il duca d'Oragua, il Governatore e la Guardia nazionale andarono loro incontro. Il giovane s'appoggiava a un bastone e sventolava [...]
[...] il fazzoletto con la sinistra, rispondendo agli evviva della folla. Suo padre e sua madre piangevano, dalla commozione; il duca, facendo loro [...]
[...] dolce violenza, prese il ferito nella propria carrozza che s'avviò al municipio fra un'onda di popolo acclamante. Dal balcone del palazzo di città [...]
[...] alle nostre persone, ma all'idea generosa e sublime che guidò il Dittatore da Quarto a Marsala. — Scoppiò un uragano d'applausi in mezzo al quale la [...]
[...] patria comune... alla nazione risorta.... all'Italia una.... gli evviva, gli applausi, il trionfo... — Ad ogni periodo, un gran clamore veniva su [...]
[...] dalla piazza; la gente pigiata nel balcone sventolava i fazzoletti, il duca esclamava all'orecchio dei vicini: «Come parla bene!... Che giovane [...]
[...] d'ingegno!...» 255 — Noi abbiamo fatto il dover nostro — continuava l'oratore — come voi il vostro. Non poche gocce di sangue, ma la vita stessa [...]
[...] .... applaudite questo insigne patrizio che alle glorie dell'avito blasone accoppia quelle del patriottismo più puro.... — Egli additava alla folla il duca [...]
[...] afferrarsi alla balaustrata. Però Giulente riprendeva, nella stretta finale, tra applausi assordanti: — Cittadini! Prodigioso è il cammino da noi [...]
[...] fatto in cinque mesi; ma un ultimo passo ci resta.... L'entusiasmo dal quale vi veggo animati mi dà guanto che sarà fatto.... Il sole di domani [...]
[...] , per terra; al portone del palazzo il duca ne aveva fatto scrivere uno gigantesco, col gesso; e il domani, in città nelle campagne, frotte di [...]
[...] trionfo di Giulente, impaziente di tornare in città per rivederlo, irritata dagli sconvenienti motteggi della zia. Il principe aveva fatto tracciare [...]
[...] il principe di Francalanza!...» mentre, dentro, don Eugenio dimostrava, con la storia alla mano, che la Sicilia era una nazione e l'Italia un'altra [...]
[...] mangiarsela viva. — Anche tu, scioccona e bestiaccia? Sentite chi parla adesso! E non lo sai il nome che porti, pazza bestiona? Credi anche tu [...]
[...] gli usci. Ma il furore di donna Ferdinanda passò il segno quando, fattasi alla finestra ad uno scoppio più nutrito di applausi, vide passare i [...]
[...] vituperio, che il principe accorse: — Zia, per carità! vuol farci ammazzare? — È stato quel gesuita di Lodovico!... — fiottava la zitellona, coi denti [...]
[...] stretti, quasi per mordere. — Anche i ragazzi! Anche Consalvo! — E come il principino salì un momento a salutare i suoi, ella gli strappò quel [...]
[...] scarpette: avete pensato a tutto! La cugina Graziella esaminava, capo per capo, sotto gli occhi di Chiara e del marchese, il corredo del nascituro [...]
[...] cuffie, per tutti i corpettini; ma ogni tanto si fermava, tirando forte il respiro, passandosi la lingua sulle labbra, gravida anche lei di [...]
[...] qualche cosa che voleva dire, ma che nè il marchese nè Chiara si decidevano a domandarle. - E le vesticciuole, non l'avete viste ancora? Guardate [...]
[...] !... Lucrezia ci ha lavorato? — No, nessuno: ho voluto far tutto con le mie mani. — Ce n'è spesi quattrini, eh?... Il Signore possa benedirveli tutti [...]
[...] avesse compreso che si parlava di sua sorella; e solo il marchese domandò, distrattamente, riponendo con bell'ordine la roba nelle ceste: — Chi ve [...]
[...] stata fatta da don Lorenzo, amichevolmente. Il duca vuol esser deputato, e il giovanotto sostiene la sua elezione scrivendo nell'Italia Risorta e [...]
[...] capite?... Lucrezia non entra nei panni, dalla contentezza; però gli zii don Blasco, donna Ferdinanda e don Eugenio le daranno da fare.... e il [...]
[...] cugino Giacomo anche.... Un Giulente sposare un'Uzeda? Ci voleva la rivoluzione, il mondo sottosopra, perchè si vedesse una cosa simile! Lo zio [...]
[...] maneggiare la bella roba, bianca, fine e odorosa, del nascituro; e il marchese, temendo che quei movimenti, a lungo andare, potessero affaticarla [...]
[...] mia moglie. Se essi dicono di sì, e Lucrezia è contenta! Per conto mio, ringrazio il Signore che finalmente mi sta concedendo una gran [...]
[...] del figliuolo ormai prossima: la cugina che per trascorrer di tempo non dimenticava di mostrare il suo interesse per gli Uzeda, corse difilato in [...]
[...] a donna Graziella, avvertì: — Nossignori!... Favoriscano da questa parte.... Il principe, infatti, approvando il liberalismo dello zio e godendo [...]
[...] delle Sale Rossa e Gialla: aveva quindi destinato due stanze dell'amministrazione, a destra dell'entrata, perchè il duca vi ricevesse anche i [...]
[...] lustrastivali, se così gli era a grado. Mentre i delegati giravano dunque dalla parte delle stalle, donna Graziella saliva pomposamente il sontuoso [...]
[...] scalone ed era introdotta presso la principessa. Il principe, in compagnia della moglie, gridava qualche cosa, quando, all'apparir della cugina, tacque [...]
[...] al duca.... Una bella commedia, giacchè tutto è combinato prima.... E solo i Giulente, di persone conosciute; tutto il resto, certe facce!... — Mio [...]
[...] zio è padrone di ricevere chi vuole — rispose il principe. — Adesso i tempi sono mutati, e non si posson fare tante difficoltà.... È quel che [...]
[...] , senza neppure accorgersi di donna Graziella. — Me l'ha detto lui stesso,— rispose il principe. — Dinanzi alla cugina possiamo parlare... Gli pare una [...]
[...] sorella.... La principessa non fiatava, donna Graziella non parlava neppur lei, ma guardando ora il principe ora donna Ferdinanda scrollava il [...]
[...] capo, come per dire che era così, proprio così. La zitellona si mordicchiava le labbra sottili, torcendo il grifo, fiutando l'aria con le narici [...]
[...] dischiuse. — Se mia sorella non fosse stravagante — continuava il principe, — non penserebbe a maritarsi, con quella salute; non darebbe retta a [...]
[...] quel rompicollo che 261 le dice di volerle bene per vanità, facendo il repubblicano; e rispetterebbe invece i consigli di nostra madre, non [...]
[...] potranno andare d'accordo, con tanta diversità d'educazione e di.... A un tratto comparve Lucrezia. Il principe tacque come per incanto; la [...]
[...] aveva accompagnate con gli occhi, quando si voltò vide che il principe era scomparso da un'altra parte. Allora, rimasta sola con la principessa [...]
[...] minuto di silenzio profondo; di botto, s'udì il rumore d'una seggiola rovesciata e subito dopo quello secco e brusco di un violento ceffone. La [...]
[...] questi invitati a sedersi in giro; Giulente nipote, preso a parlare in qualità d'oratore, diceva: — Signor duca, in nome dei sodalizii patriottici il [...]
[...] Circolo Nazionale, l'Unione Civica, la Lega Operaia, il Riscatto Italiano, i Figli della Nazione, dei quali le presento le rappresentanze [...]
[...] .... veniamo a compiere il mandato affidatoci, di pregarla affinchè ella accetti la candidatura al Parlamento Italiano. Il paese ben conosce di chiederle [...]
[...] un sacrifizio, e un sacrifizio non lieve; ma il patriottismo di cui ella ha dato tante e sì splendide prove, ci dà guanto che anche una volta vorrà [...]
[...] rispondere all'appello del paese.... I tre o quattro popolani tenevano il cappello con tutt'e due le mani, stretto come se qualcuno volesse [...]
[...] portarlo loro via; Giulente zio guardava per terra. Il duca, finito il discorsetto del giovane, rispose, cercando le parole una dopo l'altra, con [...]
[...] di me.... potranno rispondere agli interessi.... della tutela degli interessi.... del nostro paese! — Perdoni! — riprese il giovanotto. — Noi [...]
[...] apprezziamo il delicato sentimento che le fa dire così: la sua modestia non le poteva dettare diversa risposta. Ma della capacità di lei dev'esser [...]
[...] permettere che il suo sacrificio vada troppo oltre. Ma se l'unica obbiezione consiste nella sua incapacità, ci permetta di dirle che non tocca a lei [...]
[...] riconoscere se è capace o pur no! Tacendo Giulente, il sarto Bellia, dei Figli della Nazione, disse: — Duca, l'operaio vuole a Vostra Eccellenza [...]
[...] .... Ci sono tanti che brigano il voto, ma noi non ci abbiamo fiducia. Vogliamo un buon patriotta e un signore come Vostra Eccellenza.... Allora [...]
[...] , rivolto ai compagni, Giulente zio disse, con tono di bonarietà scherzosa, accarezzandosi la barba: — Non abbiate paura: il duca vuol farsi pregare [...]
[...] ..... — Farmi pregare? — esclamò il candidato, ridendo. — Mi prendete forse per un dilettante di pianoforte? Tutti sorrisero e il ghiaccio si ruppe [...]
[...] . Smesso la dignità grave e il linguaggio fiorito dell'ambasceria, ognuno disse la sua, in dialetto, alla buona, per indurre il duca ad [...]
[...] quella la prima elezione alla quale chiamavasi il paese, bisognava che essa riuscisse l'affermazione unanime della volontà del collegio. Questo [...]
[...] risultato non poteva ottenersi se non per mezzo dell'accettazione del duca; dinanzi a lui tutti gli altri si sarebbero ritirati; il suo rifiuto [...]
[...] avrebbe fatto pullulare altre ambizioncelle di patriotti dell'ultim'ora. A quell'insistenza, il duca esclamava: — Signori miei!... mi confondete [...]
[...] dico? La nostra commissione è compita: il duca sa qual è il desiderio di tutti; per ora egli non ci dice nè sì nè no; lasciamo che ci dorma [...]
[...] desiderata.... — Ecco! Grazie, così... — rispose il duca. — Benissimo; vi prometto che ci penserò, che farò il possibile.... Ma intanto grazie a tutti [...]
[...] ! Ringraziate per me le società; verrò poi io stesso a fare il mio dovere!... Egli li trattenne ancora, discorrendo delle notizie del giorno [...]
[...] , interessandosi alla cosa pubblica, toccando di sfuggita i provvedimenti che bisognava reclamare dal governo di Torino pel bene del paese, per il [...]
[...] , e ne fece larga distribuzione, stringendo la mano a tutti, ma più forte ai due Giulente. Il domani, l'Italia Risorta portava un articolo di fondo [...]
[...] quell'indipendenza che dà guanto di disinteresse e di sincerità. Ora allorquando il paese ha la fortuna di possedere un Uomo che risponde al nome di duca [...]
[...] , allusioni maligne contro le persone più in veduta, e specialmente contro il duca. Erano poche parole, in forma dubitativa o interrogativa, ma [...]
[...] trovavasi sempre qualcuno che le spiegava. Che cosa aveva fatto il Patriotta nella giornata del 31 maggio? S'era nascosto a San Nicola, diceva il [...]
[...] commento. E il cannocchiale del Quarantotto? Quello col quale aveva visto l'attacco e l'incendio, attorniato dai soldati di Ferdinando II! E le visite [...]
[...] all'Intendente? Per trovarsi dalla parte del manico, se alla rivoluzione toccavano colpi di granata.... Il duca, a cui i Giulente avevano tenuto [...]
[...] , cominciò a chiederne notizie, insistette per leggerli. Impallidì un poco vedendo il suo nome, percorrendo rapidamente le frasi in cui si parlava [...]
[...] corregge sè stessa.... Non ve ne date pensiero.... Però, appena quei due andarono via, egli si mise il cappello in capo e salì difilato a San [...]
[...] faccia sapere. A lungo andare tutto si scopre.... Badi! Il Priore non ne fiatò con don Blasco, ma riferì ogni cosa all'Abate perchè questi ne [...]
[...] giorno, più rari, e a poco a poco cessarono. Il monaco, a cui la bile quasi schizzava dagli occhi, sfogavasi in casa del principe — quando il [...]
[...] duca non c'era — dicendo cose enormi contro il fratello, insultandolo, infamandolo, rovesciandogli addosso epiteti di novissimo conio, a petto [...]
[...] , insozzando il nome degli Uzeda, facendone ludibrio, sposando quella carogna! — Ah, razza putrida e schifosa! Ah, porco Vicerè che la creasti!... Meglio [...]
[...] nell'Italia Risorta e nelle stampe volanti intitolate: Chi è il duca d'Oragua, Un Patrizio patriotta, e via discorrendo. «Fin dal 1848 l'insigne gentiluomo [...]
[...] schierossi contro il Governo del Re Bomba, tanto maggiore il suo merito in quanto egli non aveva da 268 rimproverargli torti fatti a lui [...]
[...] od ai suoi, ma al popolo intero.... Nel lungo periodo di preparazione noi lo vediamo a Palermo, intrinseco dei più chiari patriotti portare il [...]
[...] dell'esecrato Borbone la voce che ormai lo condanna. Egli versa il suo contributo per la formazione delle squadre volontarie, sussidia quanti liberali [...]
[...] perseguitati soffrono nell'indigenza. Ritirati gli sgherri di Francesco, accorre tra i primi a regolare il governo della città, si ascrive tra [...]
[...] Menotti, rende ai liberatori gli onori della città. Sollecitato a rappresentare il primo collegio al Parlamento, modestamente declina l'offerta [...]
[...] , volendo esser primo ai sacrifici, ultimo agli onori. Ma il Paese lo vuole. La sorella Palermo ce lo invidia. E chi porta il nome di DUCA [...]
[...] D'ORAGUA non può sottrarsi alla volontà del Paese. Egli sarà il nostro deputato!» Il duca, da canto suo, riparlava al principe del matrimonio di [...]
[...] badino o no, che cosa m'importa? — rispondeva il principe. — Lucrezia ha quello che ha; Vostra Eccellenza crede che io glie lo voglia negare? — Chi [...]
[...] gli cascavano di bocca, troncava a mezzo il discorso, come se avesse dell'altro da dire, e tacesse poi per prudenza, per convenienza, per non [...]
[...] parere ostinato. Tanto che il duca un giorno gli domandò: — Ma parla chiaro! Sei contrario a questo matrimonio? — Io?... Quando è approvato da [...]
[...] che cominceranno da capo! — Nossignore! — rispose il duca, fermamente. — Il matrimonio si farà, ma prendo impegno che tu non sarai molestato [...]
[...] materiali dell'esistenza, da sperare di poter convertire il giovane. Opera meritoria, zelo encomiabile; ma la quistione principale, unica, era che [...]
[...] senza l'approvazione, il beneplacito, la benedizione di quelli che rappresentavano le felici memorie di suo padre e di sua madre non poteva sperar [...]
[...] pace e felicità. Lucrezia non aveva risposto una sillaba. — Che cosa vogliono — disse, quando il confessore tacque — per lasciarmelo sposare [...]
[...] ? Dicano ciò che vogliono; farò come vorranno. — Ne ero sicuro! — esclamò il Domenicano con accento di gioioso trionfo. — Ero certo che una buona [...]
[...] ragazza come te non avrebbe risposto altrimenti. E il principe che ti vuol bene, ti sosterrà! Mettetevi d'accordo, siate sempre uniti: questo è il [...]
[...] vostro interesse reciproco e la consolazione di chi vi guarda di lassù. Così, quando il duca, che non aveva ancora parlato con la nipote della [...]
[...] quistioni d'interesse, Lucrezia si dichiarò pronta. Il principe, che aveva avuto molte conferenze col signor Marco ed era stato molti giorni chiuso [...]
[...] legato: a conti fatti, non le toccavano più di ottomila onze. Lucrezia accettò questa somma. Il testamento materno prescriveva poi che il principe [...]
[...] la sua roba: non era dunque giusto nè ella stessa poteva accettare che per cinque anni, il fratello l'avesse mantenuta. Rifatto il conto, gli [...]
[...] interessi dello otto mila onze rappresentavano appunto le spese del mantenimento; dunque non le toccava altro che il capitale. Lucrezia disse [...]
[...] ancora di sì. Tutto parve così stabilito, ma all'ultimo momento il principe mise allo zio duca una nuova condizione: — Io voglio regolare anche la [...]
[...] metter mano alla carta bollata, bisogna uscirne in una sola volta. Ne parli Vostra Eccellenza agli altri e li metta d'accordo. Chiara e il marchese [...]
[...] non avevano le stesse ragioni per chinare il capo ai patti del principe, ma il momento era propizio per tentar d'indurre anche questi altri ad [...]
[...] che li disponeva a passar sopra ad ogni altro interesse. Perciò quando il duca riferì loro che Lucrezia si maritava ed aveva concluso la [...]
[...] principe. Contenta lei, del resto, contenti tutti. — Adesso dovete aggiustarvi anche voi altri! — aggiunse il duca, col tono d'affettuosa imposizione [...]
[...] consentitogli non tanto della qualità di zio, quanto dallo avere accettato di tenere al fonte battesimale il nascituro. Il marchese, scambiata [...]
[...] un'occhiata con la moglie, rispose: — Se Vostra Eccellenza vuole così.... — Il conto di Chiara è naturalmente lo stesso di quello di Lucrezia; ma [...]
[...] pei quattrini... — e chinatosi sulla moglie, Federico la baciò in fronte, come faceva ogni momento. — Ma il legato dello zio canonico? l'assegno [...]
[...] matrimoniale? — rammentò ella, per non lasciare sopraffare il generoso marito. — Giacomo non intende riconoscerli, e non so se ha ragione o torto [...]
[...] concluso, con giubilo immenso del marito e della moglie. Restava Ferdinando, dal quale il principe voleva le due mila onze di quota di debiti [...]
[...] sofferenze misteriose. Il Babbeo, saputa la malattia della sorella, venne a trovarla, tutti i giorni; ma Lucrezia pareva l'avesse specialmente con lui [...]
[...] sopra a ben altro. Adesso ella sentiva il male che preparava al fratello minore, il solo che le volesse bene, inducendolo a spogliarsi d'un poco [...]
[...] della magra eredità, la più magra di tutte le porzioni; ma nella sua testa le parti s'invertivano: il torto era di Ferdinando che non s'interessava [...]
[...] nulla di nulla, e restò a bocca aperta quando il duca, per cavare una buona volta i piedi da quel negozio, gli riferì ogni cosa. — È venuto un buon [...]
[...] .... Se t'accordi tu, non ho ragione di accordarmi anch'io? Bisognava dirlo subito! Sei contenta così?... Il giorno dell'elezione era vicino; i due [...]
[...] a trovare il duca per dichiarargli che avrebbero votato per lui: i due Giulente non mancavano mai. La vigilia della votazione, mentre appunto il [...]
[...] candidato dava udienza ai suoi fautori, il cameriere del marchese venne di corsa a chiamare il principe e la 274 principessa, perchè Chiara [...]
[...] , non potendo assistere la sofferente, chiamando però a ogni tratto la cameriera, la cugina Graziella o una delle tre levatrici che si davano il [...]
[...] cambio al letto della partoriente. Il principe restò con lui e la principessa entrò nella camera di Chiara. Nonostante il travaglio del parto [...]
[...] , Margherita.... Ah!... Poveretto.... è sulle spine.... Il suo desiderio di tanti anni, il suo voto più ardente, era dunque sul punto d'esser [...]
[...] appena liberata, la principessa che s'era aggirata per la camera senza toccar nulla, incapace di dare aiuto alla partoriente, voltava adesso il capo [...]
[...] notizia al marito! Giusto il marchese, non udendo più nulla, chiamava: 275 — Cugina!.. Donn'Agata!... Come va?... Cugina!... Non viene nessuno [...]
[...] maschio?... È femmina?... Cugina!... Perchè non parlate? — Fatevi animo!... Il Signore non ha voluto.... Chiara sta bene; questo è l'importante [...]
[...] .... Il principe, entrato a vedere l'aborto il cui unico occhio erasi spento, tentò impedire al cognato smaniante l'entrata nella camera della moglie [...]
[...] ; ma non vi riuscì. Dinanzi al mostro che le levatrici costernate avevano deposto sopra un mucchio di panni, il marchese restò di sasso, portando le [...]
[...] ora.... — Federico! — chiamava ancora la puerpera. — Chiara!... Come stai? — esclamò il marchese, accorrendo. — Hai sofferto molto? Soffri ancora [...]
[...] principessa, portava via il feto avvolto in un panno, cercando di non farsi scorgere. - È lì!... — esclamò Chiara. — Voglio vederla.... 276 [...]
[...] coraggio....Vedi che anch'io mi rassegno! Il Signore non volle.... — È morta? — domandò ella, impallidendo. — No.... è nata morta.... Coraggio [...]
[...] , poveretta!.... Purchè tu stia bene.... il resto è nulla: sia fatta in volontà di Dio. — Voglio vederla. Tutti la circondarono, insistendo per [...]
[...] Ferdinanda, la duchessa Radalì, i cugini del marchese; tutti si condolevano, ma auguravano miglior fortuna per la prossima volta. Arrivò anche il [...]
[...] disposizioni del collegio: Benedetto pareva Garibaldi quando disse a Bixio: «Nino, domani a Palermo!...» Il domani infatti egli corse su e giù per [...]
[...] gente a deporre nell'urna il nome del duca. Frattanto in casa di Chiara, quasi in segno di protesta contro quell'ultima pazzia del duca, s'erano [...]
[...] riuniti tutti gli Uzeda borbonici, ad eccezione di don Blasco il quale dopo la transazione dei nipoti, la conclusione del matrimonio di Lucrezia e la [...]
[...] rassegnazione la sua disgrazia; il marchese non lasciava il capezzale della puerpera e si chinava a parlarle all'orecchio: nessuno dei due ascoltava i [...]
[...] motti feroci di donna Ferdinanda contro il fratello, i ragionamenti storico-critici che il cavaliere teneva al principino, venuto anche lui a far [...]
[...] vuole lo spirito. La marchesa ordinò che andassero a comprarlo; e allora in mezzo al cerchio dei parenti stupefatti, fu recato il feto, giallo [...]
[...] come di cera, che Ferdinando lavò, asciugò e introdusse poi nella boccia dove versò lo spirito e adattò il tappo. — C'è un po' di sego?... di creta [...]
[...] ?... — Ho il mio cerotto, se ti serve.... — disse il marchese. E del cerotto che appostava la camera, Ferdinando spalmò l'incastratura del tappo [...]
[...] un altro aborto animalesco, un otricciuolo con le zampe, una vescica sconciamente membrificata; ma il parto di Chiara era più orribile. Don [...]
[...] marito a guardar soddisfatta quel pezzo anatomico, il prodotto più fresco della razza dei Vicerè. Premeva al principe di tornare dallo zio duca [...]
[...] ; per fargli cosa grata, prese con sè il figliuolo, quantunque fosse l'ora che il ragazzo doveva tornare al convento. La famiglia era appena [...]
[...] d'ogni classe con bandiere e musica, capitanata dai Giulente, veniva ad acclamare il primo deputato del collegio, l'insigne patriotta. Il [...]
[...] portinaio, vedendo arrivare quella turba vociferante, fece per chiudere il portone; ma Baldassarre, mandato giù dal duca, gl'ingiunse di lasciarlo [...]
[...] spalancato. La folla gridava: «Viva il duca d'Oragua! Viva il nostro deputato! mentre la banda sonava l'inno di Garibaldi e alcuni monelli, animati [...]
[...] dalla musica, facevano capriole. I Giulente, il sindaco, altri otto o dieci cittadini più ragguardevoli parlamentavano con Baldassarre, volendo [...]
[...] salire a complimentare l'eletto del popolo; poichè il duca si trovava su, nella Sala Gialla, il maestro di casa ve li accompagnò: Benedetto Giulente [...]
[...] , appena entrato, vide Lucrezia accanto alla principessa, ancora col cappellino in capo. Il duca, fattosi incontro ai cittadini, strinse la mano a [...]
[...] tutti, prodigando ringraziamenti, mentre dalla via veniva il frastuono delle grida e degli applausi, e il principe, visto nel crocchio un [...]
[...] jettatore, impallidiva mormorando: «Salute a noi! Salute a noi!» Fu il nuovo eletto, pertanto, quello che presentò Giulente alle nipoti. Il giovane [...]
[...] fausto giorno che è di festa per la loro casa come per tutto il paese.... — Viva Oragua!... Fuori il duca!... Viva il deputato! — urlavano giù. E [...]
[...] Benedetto, quasi fosse già in casa sua, spalancò il 279 balcone. Allora il duca impallidì peggio del nipote: egli doveva adesso parlare alla folla [...]
[...] , aprire finalmente il becco, dire qualcosa. Afferratosi a Benedetto, balbettava: — Che cosa?... Che debbo dire?... Aiutami tu, mi confondo [...]
[...] .... — Dica che ringrazia il popolo della lusinghiera dimostrazione.... che sente la responsabilità del mandato, ma che consacrerà tutte le sue forze [...]
[...] ad adempierlo.... animato dalla fiducia, sorretto.... — Ma poichè le grida raddoppiavano, egli lo spinse verso il balcone. Appena il deputato [...]
[...] non faceva capire che egli volesse discorrere. Benedetto alzò un braccio; come per incanto ottenne silenzio. — Cittadini! — cominciò il giovanotto [...]
[...] ; — in nome di voi tutti, in nome del popolo sovrano, ho comunicato all'illustre patriotta.... — Evviva Oracqua!.. Evviva. il Duca!... — la [...]
[...] splendida, l'unanime affermazione dell'intero collegio.... Alle tante prove d'abnegazione da lui date al paese.... — Evviva! Evviva!... — il duca d'Oragua [...]
[...] italiana! Viva Vittorio Emanuele! Viva Oracqua! Viva Garibaldi! Altri aggiungevano: Viva Giulente! Viva il ferito del Volturno!... — Lo slancio da cui [...]
[...] libera.... la sovrana volontà d'un popolo divenuto padrone di sè.... Cittadini! Il 18 febbraio 1861, tra i rappresentanti della nazione risorta noi [...]
[...] avremo la somma ventura di veder sedere il duca d'Oragua. Viva il nostro deputato!... Viva l'Italia!.... Uno scroscio finale d'applausi rintronò e [...]
[...] la folla cominciò a rimescolarsi. Una seconda volta, con voce strozzata, senza un gesto, senza un moto, il duca aveva cominciato: «Cittadini [...]
[...] ....» ; ma giù non udivano, non comprendevano ch'egli fosse per parlare. Allora, voltatosi verso le persone che gremivano il balcone, egli disse [...]
[...] : — Volevo aggiungere due parole.... ma se ne vanno.... Possiamo rientrare.... Sorrideva, traendo liberamente il respiro, come liberato da un incubo [...]
[...] .... Guidò il giovane nella stanza attigua perchè prendesse congedo dalle signore, accompagnò tutti fino alla scala. Quando rientrò, il principe [...]
[...] zio? Come tutto il paese è per lui? Il ragazzo, stordito un poco dal baccano, domandò: — Che cosa vuol dire deputato? — Deputati — spiegò il [...]
[...] padre — sono quelli che fanno le leggi nel Parlamento. — Non le fa il re? — Il re e i deputati insieme. Il re può badare a tutto? E vedi lo zio [...]
[...] come fa onore alla famiglia: quando c'erano i Vicerè, i nostri erano Vieerè; adesso che ab- biamo il Parlamento, lo zio è deputato!... PARTE [...]
[...] SECONDA I. Quando in città si seppe che il conte Raimondo era piovuto da Firenze in casa Uzeda, ospite inatteso, solo, senza bagagli, con un sacco [...]
[...] , di domande curiose ed insistenti come per un grave avvenimento pubblico. La prima notizia corsa di bocca in bocca diceva che il contino aveva [...]
[...] , dopo la rivoluzione. Questo solo fatto non bastava a spiegar tante cose? Era dubbio soltanto se l'amica avesse raggiunto il contino di sua [...]
[...] innocenti creature!... E la buona gente compiangeva la contessa, così mite, così dolce, così devota al marito e condannata intanto — che cosa è il [...]
[...] mondo! — ad una vita d'angustie. La servitù, al palazzo Francalanza, non discorreva d'altro, dimenticava perfino il fidanzamento di Benedetto [...]
[...] famigliari del principe eran divisi; e mentre Giuseppe, il portinaio, si scappellava inchinandosi all'arrivo del fidanzato come se rincasasse il [...]
[...] padrone in carne ed ossa, Pasqualino Riso non si toccava neppure il berretto, da sotto l'arco del secondo cortile dove stava a prendere il sole, e a [...]
[...] imparzialità, badando esclusivamente al servizio e trattando il promesso della signorina come lo vedeva trattato dal principe: con grande compitezza ma [...]
[...] senza confidenza. «I padroni sono padroni» diceva il maestro di casa; e se udiva il basso servitorame discutere con troppo calore della scelta [...]
[...] Ferdinanda e don Blasco, sempre d'accordo quantunque non si potessero tollerare, non venivano più a palazzo, disapprovando il matrimonio? Faceva [...]
[...] veramente un certo effetto anche a lui, Baldassarre, che una degli Uzeda dovesse sposare un avvocato: ma il giovanotto aveva 283 studiato [...]
[...] suoi dipendenti cicalassero; ma le chiacchiere non finivano mai, e soltanto l'arrivo del contino le avviò sopra un altro soggetto. Che il padroncino [...]
[...] separarsi, da buoni amici: mettere le ragazze in collegio, maritarle al più presto, e del rimanente ciascuno per la sua via. Il principe [...]
[...] proprio conto e quasi imposto agli altri, non si rammentava neppure. Il giovane, articolo interesse, quasi non l'aveva lasciata dire, poichè [...]
[...] voleva lei e non la dote, poichè a quel patto s'era ottenuto il consenso del principe. Tuttavia questo consenso era così freddo che pareva [...]
[...] strappato per forza; senza contare che don Blasco e donna Ferdinanda non venivano più a palazzo, che lo stesso don Eugenio faceva il viso dell'arme al [...]
[...] retta: sono tutti pazzi! Senza ragione ti odiano, senza ragione un bel giorno faranno pace!...» E gli narrava le loro pazzie, gli suggeriva il modo [...]
[...] come disarmarli, come prenderli dal loro debole. Il giovane non aveva bisogno dei suoi consigli, giacchè poneva ogni studio nel farsi accettare [...]
[...] a una certa distanza. In queste condizioni il matrimonio di Benedetto con la sorella del principe di Francalanza era una fortuna, e come tale [...]
[...] dell'ostilità degli Uzeda, 285 e l'attribuivano al liberalismo di Benedetto: il giovane, vano com'essi, ma meno accecato, la notava, e lavorava [...]
[...] a vincerla. S'era subito accaparrata la simpatia della principessa, evitando di darle la mano e lodandole la bellezza e il talento di Teresina [...]
[...] . Non molto difficile fu la conquista di don Eugenio, che da principio affettava di non accorgersi di lui. Il giovine, indettato da Lucrezia, gli [...]
[...] interrompeva il suo mutismo solo per denigrarli. Giulente dava un colpo al cerchio ed un altro alla botte, non sapendo come prenderli, giacchè non [...]
[...] capito, testa dura? — disse allora don Eugenio trionfante a don Cono. — V'arrendete finalmente?... Il Principe, da canto suo, giovavasi del futuro [...]
[...] cognato 286 in altro modo. Il codice sardo aveva sostituito, nel maggio 1861, quello napoletano, e giudici, avvocati e litiganti ammattivano [...]
[...] di questo e di quello, il principe induceva il giovanotto a istituire confronti tra i due testi, a indicarne le differenze e le concordanze [...]
[...] che cosa pensava circa il legato della Badia. Giulente, quantunque credesse il contrario, gli rispose che il caso era dubbio, che la nullità di [...]
[...] proposito dell'elezione del duca d'Oragua, che il governo del paese doveva esser preso da «noi:» cioè da «un'aristocrazia capace, come la inglese [...]
[...] , d'intendere e di soddisfare i bisogni della nazione...» Ma, a quelle uscite, egli perdeva il cammino fatto: il principe e il cavaliere non [...]
[...] . Quando il giovine parlava dei suoi passati, degli onori che avevano ottenuti, delle tradizioni signorili della propria casa, dello stemma di [...]
[...] famiglia, il principe si lisciava i baffi, don Eugenio guardava per aria, la principessa chinava gli occhi, i lavapiatti ammiccavano fra loro, la [...]
[...] nulla, i discorsi del promesso. Una sera egli rammentò il canonico Giulente, fiorito nel secolo scorso, celebre per certe opere di diritto [...]
[...] ricchezza di testi e di commenti di questa sono davvero ammirabili. — Sì, sì... — confermò per quella volta il cavaliere; - l'ho letta anch'io. — Come [...]
[...] parole: ostacoli che impediscono la celebrazione e ostacoli.... — Permetti! — interruppe il Gentiluomo di Camera. — Impedimento che impedisce è una [...]
[...] bella stramberia! L'impedimento può forse favorire? Benedetto ripigliò, con molta pazienza, la dimostrazione; ma il cavaliere ribatteva, cocciuto [...]
[...] l'espressione legale! E i dirimenti, — domandò a Giulente, — quali sono? — Gli impedimenti dirimenti sono quelli che annullano il matrimonio quando è già [...]
[...] contratto. — Cioè? — Eh !... Se ne contano più d'una dozzina.... anzi quattordici, precisamente. Prima erano dodici, poi il 288 Concilio [...]
[...] sorrisero, e per quella sera il discorso restò lì. Ma qualche giorno dopo Raimondo ridomandò curiosamente al cognato: — E così, non hai [...]
[...] che il duca stesse per tornare da Torino, unicamente allo scopo d'accomodare l'imbroglio del contino. Baldassarre, al quale domandavano se la [...]
[...] una dimostrazione. Egli giunse par via di mare e non era solo: il barone Palmi, nominato senatore dopo la rivoluzione, lo accompagnava. Questi [...]
[...] , invece che a palazzo, come le altre volte, scese all'albergo. La cosa 289 parve molto grave. Voleva dunque dire che tutto era rotto fra il [...]
[...] contino e sua moglie? che si trattava già di separazione? Ma allora, il duca? Perchè tornava anche lui?... In città l'arrivo del deputato mise una [...]
[...] spaventava, composto com'era di gente più o meno famigliare che gli stava dinanzi in atto deferente; ed egli assaporava il suo trionfo, loquace [...]
[...] quanto una pica vecchia, senza neppur sentire la fatica del viaggio. Cavour gli aveva promesso mari e monti: che peccato che il gran ministro fosse [...]
[...] morto! Ma il governo era egualmente ben disposto verso la Sicilia: presto avrebbe messo mano a ferrovie, a porti, a grandi opere pubbliche. Per [...]
[...] zio voleva parlargli, lo aspettava impaziente, smanioso, nella sua camera. — Che cosa vuoi fare? — cominciò il duca, senza tanti preamboli. — A [...]
[...] proposito di che? — rispose il nipote, quasi non comprendesse. — A proposito di tua moglie e della tua famiglia!... Tuo suocero è qui, non sai [...]
[...] posso star cucito alla gonna di mia moglie, insomma. — E lo guardò in faccia. — Va bene; qui non si parla di star cucito! — rispose il duca. — Ma [...]
[...] vero! — Me l'ha detto tuo suocero.... l'ho sentito ripetere da tutti.... 291 — È falso! — ripetè il nipote con voce forte e un poco [...]
[...] stridente. Allora il duca battè in ritirata. — Sarà falso, tanto meglio.... Del resto non è questo l'importante.... Il fatto è fatto.... adesso si [...]
[...] pulcinella — Egli parlava adesso duramente, a denti stretti, con gli occhi rossi; e il duca, cambiato tono anche lui, esclamava, secondando il nipote [...]
[...] bruscamente. — Se non ha da dirmi altro, buona notte. Il domani, verso mezzogiorno, quando s'aspettava il barone, che la carrozza di casa era andata [...]
[...] finalmente andata via facendo sbattere tutti gli usci, gridando. «Riderà bene chi riderà l'ultimo!» e appena giunta a casa, chiamato la cameriera, il [...]
[...] cocchiere e il mozzo di stalla, aveva tratto dall'armadio un foglio di carta e l'aveva fatto in mille pezzi: «Neppure un soldo, così!... » Ella [...]
[...] ; la distruzione del testamento, in presenza della servitù, era la pena della loro ribellione.... Il principe, sulle prime, era stato zitto, per [...]
[...] Giulente, avvocato, AVVOCATO! Neppur l'arrivo di Raimondo l'aveva rimossa dal suo proposito; del resto il nipote era venuto da lei assiduamente a [...]
[...] prendere i suoi consigli. In odio alla Palma, per distruggere quel matrimonio stretto contro il suo piacere, ella aveva spinto il giovane alla [...]
[...] s'era fatto vivo; l'avvenimento stava per compiersi ad insaputa di lei! Allora, il tempo di far attaccare, e subito a palazzo.... Quando ella entrò [...]
[...] nella Sala Gialla c'erano il principe e la principessa, don Eugenio, il duca, Lucrezia col promesso, Chiara col marchese e Raimondo che [...]
[...] ! — disse Lucrezia al fidanzato, avvampando subitamente in viso. Egli scrollò il capo con un sorriso d'indulgenza; ma il duca s'avvicinò alla [...]
[...] coppia, quasi a compensarla della sgarberìa della sorella. — Il barone dovrebbe esser qui, — disse guardando l'orologio. — Sarei andato io stesso a [...]
[...] , — rispose Benedetto. — Le ciarle sarebbero state più lunghe.... Non per questo, — aggiunse, — è minore il merito di Vostra Eccellenza per aver [...]
[...] carrozza che entrava nel cortile ogni discorso cessò. Il duca passò nell'anticamera per andare incontro all'amico; si vide comparire invece dinanzi [...]
[...] voleva venire anche lui; ma l'hanno chiamato di fretta al tribunale per una causa seccantissima. Verrà più tardi a fare il suo dovere.... Raimondo [...]
[...] Vostra Eccellenza che scena ridicola?... — Pazienza!... Pazienza!... — cominciò il duca; ma già un'altra carrozza entrava nel cortile. Egli [...]
[...] ripassò di là e poco dopo comparve insieme col senatore. Questi era 295 pallidissimo, si vedeva sotto le sue guance il movimento delle mascelle [...]
[...] nervosamente contratte. — Raimondo, — esclamò il deputato disinvolto e conciliante; — c'è qui tuo suocero.... Il conte s'era fermato. Senza cavar le [...]
[...] . Nessuno fiatava, gli sguardi si volgevano tutti sul barone. Anche le mani gli tremavano un poco, e non guardava in viso il genero. — Accomodatevi [...]
[...] , don Gaetano! — riprese il duca, prendendolo pel braccio e facendogli amichevole violenza. Palmi allora sedette tra la principessa e la marchesa [...]
[...] ; donna Ferdinanda s'impettì, affondando il mento nel collo come un gallinaccio. — Matilde, sta bene? — domandò la principessa. — Bene, grazie [...]
[...] . — Le bambine? — Benissimo. Raimondo, ritto in mezzo alla sala, si guardava le unghie facendo scattare quella del pollice contro tutte le altre. Il [...]
[...] : — Anche domani. — Matilde però la vogliamo un poco qui, — soggiunse lo zio, guardando gli altri parenti, quasi a chiedere il loro assenso; ma [...]
[...] l'uscio d' entrata. Chi poteva essere? Ferdinando? La duchessa?... Spuntò don Blasco. Il monaco, come la sorella, non metteva piede a palazzo [...]
[...] estranei, il monaco s'era visto perso. Le brighe del convento l'occupavano fino a un certo punto; le grida e le bestemmie contro i liberali [...]
[...] stesso luogo dov'erasi compito il trionfo di quel rinnegato del fratello, dove quel cialtrone di Giulente doveva vomitare le sue eresie. Così [...]
[...] genero, non era stato più alle mosse. Il principe gli andò incontro a baciargli la mano. Lucrezia e Giulente, seduti accanto, erano i più vicini [...]
[...] all'uscio d'entrata ; e il giovanotto s'alzò, come aveva fatto per la zitellona, al passaggio del monaco; ma questi tirò dritto verso il centro [...]
[...] della sala. Al secondo affronto, Lucrezia si fece più rossa, e costretto il promesso a sedere: — La pagheranno, sai! — disse, — la pagheranno [...]
[...] !... Se mi vedranno più in questa casa!... Se t'arrischierai di guardarli più in viso!... Il duca parve non accorgersi dell'arrivo del fratello [...]
[...] chiedergli notizie del suo viaggio attraverso l'Italia; e il deputato parlava a vapore: — La baraonda di Napoli, eh? Che paesone! Pareva che [...]
[...] tolta la Corte, i ministeri, tutto il movimento della capitale, dovesse spopolarsi, ridursi come una città di provincia; invece cresce ogni giorno, è [...]
[...] più animata di prima. Anche Torino è piena di vita, però in modo diverso.... — In modo diverso.... — ripetè il barone, con tono di [...]
[...] condiscendenza, come per non restare in silenzio. — È vero che somiglia a Catania? — domandò il marchese. Raimondo sciolse lo scilinguagnolo per dire, con [...]
[...] male del proprio paese non l'ho mai capita.... — Scusa! — protestò il duca. — Qui nessuno ne dice male.... — Lo stesso paragone è impossibile [...]
[...] ficcare dovunque il naso? Ma il perchè lo so io, il perchè.... lo so io, il perchè!... E stava per continuare, per vuotare il sacco, quando entrò [...]
[...] d'ossequiare Vostra Eccellenza. Il deputato non ebbe tempo di rispondere che il barone s'alzò: — Duca, fate pure, vi lascio libero. — Ma no [...]
[...] stesso; ho fissato uno straordinario. Fu inutile insistere; il barone opponeva un rifiuto cortese, ma freddo. Salutò tutti in giro e andò via [...]
[...] dieci parole in mezz'ora! — rincarò la cugina; — che cosa aveva? che gli hanno fatto? — E il marchese: — Quando si è di quell'umore non si va in [...]
[...] casa delle persone!... — E come faceva il sostenuto! — aggiunse sua moglie. Benedetto Giulente, dal suo posto, osservò: — Quella partenza pare un [...]
[...] bestia, l'imbecille e il buffone in questo caso è chi invita! Benedetto, quantunque il monaco non lo guardasse, fece col capo un gesto tra d'assenso [...]
[...] faccia, badava a chinare il capo con un gesto continuo ed eguale, come un automa, e poichè la cugina cicalava piano con Chiara, e don Blasco [...]
[...] , tirato pel bottone del soprabito il marchese, sfogava con lui, e il principe se ne stava quatto quatto, e la principessa più quatta di lui, quel [...]
[...] propria.... Vedendosi guardato due o tre volte, Benedetto, mentre continuava ad approvare col capo, confermò: — Il barone ha veramente un [...]
[...] carattere troppo difficile.... Donna Ferdinanda non gli rispose, anche perchè in quel momento il marchese s'alzava, e Chiara con lui; ma, andando via [...]
[...] insieme coi nipoti, fece un breve cenno del capo per rispondere al nuovo e più profondo e più rispettoso saluto del giovanotto. Intanto il duca [...]
[...] , coi cappelli in mano, aspettando i saluti che il duca veniva distribuendo in giro. Alcuni oratori improvvisati, persone che egli non conosceva [...]
[...] neppure, parlavano a nome dei compagni, affermavano in risposta alle sue espressioni di modestia che il paese non avrebbe mai dimenticato ciò che [...]
[...] doveva al duca d'Oragua. Tutti gli altri stavano in silenzio, a raccogliere religiosamente le parole dell'Onorevole; il quale, cessati i [...]
[...] complimenti, ragionava della cosa pubblica prometteva la Venezia, aveva Roma in tasca, assicurava insieme col politico il risorgimento morale, agricolo [...]
[...] , industriale e commerciale del paese. «Questo era il programma di Cavour. Che testa! Ragionava della Sicilia come se ci fosse nato; sapeva il [...]
[...] prezzo dei nostri frumenti e dei nostri zolfi meglio di un sensale di piazza....» Il governo gli aveva promesso una quantità di provvedimenti per [...]
[...] per la città la nuova della riconciliazione avvenuta tra il conte e sua moglie: opera e merito del duca, il quale aveva fatto il sacrifizio di [...]
[...] lasciar la capitale in un momento come quello per indurre il nipote alla ragione. Non s'udivano se non esclamazioni di lode all'indirizzo del [...]
[...] dei mangiapolenta!... il sonatore dei miei sonagli!... il barone con sette paia di effe!... II. Quando la contessa Matilde tornò, dopo due [...]
[...] scialba e scarnita; il petto le si affondava come se qualche male lento e spietato la rodesse, le spalle le s'incurvavano come per il peso degli [...]
[...] mortale. — Povera Matilde! Sei stata male? — le domandò la principessa, a dispetto delle ingiunzioni del marito, il quale le proibiva di esprimere [...]
[...] nulla. — Un poco.... — rispose la cognata, scrollando il capo, con un sorriso dolce e triste. — Adesso è passato.... Infatti, ella si sentiva [...]
[...] , ma costantemente, fino a contenderle la stessa speranza d'un qualunque ritorno alla pace. Come le si era chiuso il cuore ai primi disinganni, nel [...]
[...] bisogno di inginocchiarsi e di ringraziare il Signore, tanto miracoloso le pareva il ravvedimento di Raimondo. Poteva adesso sperare che durasse [...]
[...] continente l'aveva illusa ancora una volta; la lontananza, il tempo, gli svaghi mondani dei quali era sempre avido, non avrebbero distrutto nel [...]
[...] cuore di Raimondo il ricordo di quell'altra? Ma colei doveva aver giurato di rubarglielo, ad ogni costo, se lo aveva raggiunto a Firenze, se [...]
[...] !» Ella non sapeva ancora fino a qual punto fosse sincero.... Il capriccio di Raimondo per donna Isabella, in verità, s'era sedato appena [...]
[...] soddisfatto; il chiasso della separazione, la paura di trovarsi qualche grossa responsabilità materiale sulle spalle, avevano gettato molt'acqua sul fuoco [...]
[...] come in una altra casa sua propria?... E il giorno che s'era sfogata non contro di lui, ma contro quell'altra, Raimondo le aveva ingiunto di tacere [...]
[...] 304 a Torino, doveva passare da Firenze. Il terrore di spingere l'uno contro l'altro quei due uomini l'aveva [...]
[...] verso il genero in freddezza diffidente e vigile, ella aveva dovuto bere proprie lacrime, cancellarne le tracce, mostrarsi allegra e contenta per [...]
[...] buoni amici di Raimondo, il conte Rossi fra gli altri, suo padrone di casa, l'avevano consigliato d'esser meno imprudente. Matilde, il cui cuore [...]
[...] aggravarsi del male, aspettando ansiosamente il ritorno di Raimondo. A giorno, egli rincasò. Doveva esser ebbro. Solo perchè, rotta dal dolore e dalla [...]
[...] tua!...» egli le piantò in viso gli occhi foschi, strinse il pugno ed uscì in una sconcia bestemmia.... Che disse poi? Che fece? Ella non sapeva [...]
[...] . Rammentava soltanto che, riavuta dallo stordimento, Stefana, la sua cameriera, le aveva detto che il padrone era andato via, con lo stesso abito [...]
[...] fosse tornato lì; d'aver saputo il giorno seguente che, cercato rifugio in un albergo della stessa Livorno, egli s'era imbarcato per la Sicilia [...]
[...] .... Il barone arrivò da Torino come un fulmine, prima che ella gli avesse dato notizia dell'accaduto. Allora un altro tormento s'aggiunse ai tanti [...]
[...] che la straziavano. Il rancore di suo padre contro il genero scoppiò a un tratto, terribile. «È andato via? Meglio così!» aveva detto nel primo [...]
[...] cacciò tutto il sangue alla testa: «E lo piangi, anche?... Lo vorresti difendere?... Saresti capace di corrergli 306 dietro?...» Impaurita [...]
[...] proruppe: «Ah, il suo amor paterno?... Il bene che ha voluto alle sue creature?... Il sangue avvelenato a quell'innocente?...» e con un fiotto di [...]
[...] ricambiato, il tuo bene? Che non domanda di meglio se non sbarazzarsi di te?... Sciocca che sei, gli vuoi dunque il bene del cane che lecca la mano [...]
[...] che lo ha battuto» Sì, Sì, così! Il bene del cane per il padrone, la devozione d'uno schiavo per l'essere di un'altra razza, più forte, più alta [...]
[...] , più rara. Sì, la sommessione del cane per il padrone; poichè, anche dopo l'onta estrema che le aveva inflitta, non ostante le rivelazioni brutali [...]
[...] .... Passarono così per lei lunghi, eterni giorni d'intima ambascia; il barone la trattava con ostentata freddezza, 307 pareva non accorgersi delle sue [...]
[...] lacrime; ella nondimeno aspettava, affrettava coi voti più ardenti qualcosa: non il ritorno di Raimondo, che sarebbe stata una gioia troppo [...]
[...] implorava il perdono d'un pensiero abominevole; se Lauretta fosse ricaduta, avrebbero potuto chiamarlo.... S'ammalò invece ella stessa. Vedendola [...]
[...] piangere anche nella febbre, il barone proruppe, col tono acre che prendeva cedendo: «Non vuoi dunque finirla? Bisogna anche dargli questa [...]
[...] parola; le venne incontro indifferente come l'avesse lasciata il giorno innanzi. Nè ella sperava più di questo. Il suo bel sogno d'amore e di felicità [...]
[...] , oltre il muro impenetrabile che segregava le suore dal mondo, tendeva le braccia alla sua mamma ad alle zie con un senso di paura negli occhi [...]
[...] spalancati; ma la principessa che aveva gli ordini del marito, pel quale la bambina era una specie di muta ambasciatrice incaricata di sedare il [...]
[...] angioletti, ella affrettava col desiderio il matrimonio di Lucrezia, poichè subito dopo li avrebbe raggiunti. Tutto era pronto. Nella casa degli [...]
[...] ; le cose erano fatte larghissimamente e con molto gusto. Il notaio di famiglia aveva già steso, in base alla transazione e sotto la dettatura del [...]
[...] principe, i capitoli matrimoniali; Benedetto, per ingraziarsi il cognato, l'aveva lasciato fare, s'era contentato di cinquemila onze, pel momento [...]
[...] , invece di ottomila, poichè il principe gli diceva di non aver pronta tutta la somma. A poco a poco, dal primo incontro col monaco e con la [...]
[...] zitellona, egli era riuscito a farsi badare ogni giorno più da quei due, continuando a chinare il capo come un burattino a tutto ciò che dicevano [...]
[...] . Articolo politica, don Blasco e la sorella erano più arrabbiati di prima, vuotavano il sacco degli oltraggi e delle contumelie contro i liberali; e [...]
[...] allora il giovanotto fingeva di non udire, si voltava dall'altra parte, lasciando che sfogassero, quasi quell'onda di male parole non si [...]
[...] ottenuto il permesso di restar fuori la sera: — Questo qui lo mariteremo noi, a suo tempo! Avremo da pensar noi chi dovrà sposare!. Non sapeva [...]
[...] come fare per mostrare alla Giulente che quel matrimonio si faceva per forza, contro il piacere della maggioranza della famiglia. Ma donna Eleonora [...]
[...] ai quali, specialmente a Luerezia, leggevasi la gioia del trionfo. Del resto, se donna Ferdinanda e la cugina le facevano il viso dell'arme, la [...]
[...] accanto a lei. — Siete stanca, marchesa? — Io? No! Sto benissimo. — Le trafitture spesseggiano, quasi le toglievano il respiro: ella sarebbe stata [...]
[...] diletta ed aveva fretta che la cerimonia finisse presto per tornare alle Ghiande. Quando Dio volle, il corteo, scese giù per lo scalone illuminato [...]
[...] fontana. «Una cosa commovente,» diceva piano il duca al prefetto che gli stava a fianco. A un tratto vi fu un rimescolìo: Chiara, non potendone più [...]
[...] in istato interessante. Il marchese la trascinò in carrozza mentre il resto della comitiva andava in casa dei Giulente, dove le cose eran fatte [...]
[...] finalmente gli sposi si misero in carrozza e se ne andarono al Belvedere. Il domani mattina andarono lassù a trovarli, uno dopo l'altro, i Giulente [...]
[...] marito e moglie, don Lorenzo e il duca, la principessa e perfino Chiara, fresca come una rosa; i dolori erano svaniti, ella aveva voluto a forza [...]
[...] : — Vostra Eccellenza non se ne inquieti. Il credito di Vostra Eccellenza era privilegiato. Li faremo stare a dovere, non dubiti! Il domani, donna [...]
[...] Ferdinanda tornò col suo patrocinatore, perchè Benedetto gli spiegasse bene il da fare; e tornò ancora il giorno appresso, e poi quell'altro, finchè [...]
[...] , la quale restava a letto fino a tardi. Benedetto, in piedi col sole, dava gli ordini alle persone di servizio per la colezione e il desinare [...]
[...] ; se il venerdì comperavano il pesce troppo caro, quando avrebbero potuto contentarsi, come lei, del baccalà; se davano alla cameriera tutto il [...]
[...] trattamento invece della sola minestra come usava lei stessa in casa propria. E a poco a poco ficcava il naso in tutte le cose più minute, più [...]
[...] , biasimava il largo spendere di Benedetto dopo essersi opposta al matrimonio perchè i Giulente erano «pezzenti.» Benedetto non si stancava di [...]
[...] con sempre maggiore autorità la sua critica, voleva essere ascoltata in tutto e per tutto; non potendo prendersela con Benedetto, il quale le [...]
[...] , non importandole il broncio della zia, egli diradò gli inviti; ma quando credeva di mettersi a tavola solo con sua moglie, vedeva spuntare la [...]
[...] anche il suocero e la suocera: la covavano con gli occhi come una cosa preziosa, la contentavano a un cenno, la servivano all'occorrenza. Così [...]
[...] quella casa! — Che è stato? Che t'hanno fatto?... — Che m'hanno fatto? Leggi! Il principe aveva ritardato di settimana in settimana il pagamento [...]
[...] buffa la grettezza spinta a tal segno; ma Lucrezia era furibonda contro il fratello, in modo straordinario: — Che trovi da ridere? È una [...]
[...] rose che mandò a cogliere al Belvedere? E i piatti rotti?... Quantunque suo marito cercasse di calmarla, dimostrandole che in fin dei conti il [...]
[...] principe non era obbligato a spendere del proprio, ella non intendeva ragione, spiattellava il resto, ciò che prima aveva negato a sè stessa: — Non [...]
[...] era obbligato? E il frutto della mia dote che s'è pappato per sei anni? lesinandomi il pane? senza ch'io fossi padrona di comperarmi uno spillo [...]
[...] ?... E la transazione a cui m'obbligò, prendendomi per il collo, per consentire al nostro matrimonio? E Ferdinando spogliato con me?... Se lo guardo [...]
[...] più in faccia, non sono più io!... Non andò più infatti a palazzo; ma il principe, da canto suo, non venne più da lei; alla moglie, che voleva [...]
[...] l'esempio del capo della casa; talchè Lucrezia cominciò a dire il fatto suo anche a quest'altra pettegola: — Non vuol venire a casa mia? L'onore [...]
[...] sarebbe stato tutto suo! Guardate un po' questa boriosa che mia madre non fece valere un fico secco, adesso darsi il tono di non so chi! Credono [...]
[...] tu, - diceva, - che razza di gente! Quante te n'han fatto vedere, ah? Quel birbante di tuo marito? Tutti quegli altri che gli hanno tenuto il sacco [...]
[...] , rincasando, Benedetto, che per secondare la moglie, non già per sentimento proprio, aveva chinato il capo a quelle sfuriate, la trovò seduta accanto a [...]
[...] don Blasco, al quale serviva biscotti e rosolio.... Il monaco, non vedendo più Lucrezia a palazzo, saputo della rottura tra fratello e sorella, era [...]
[...] , il monaco s'era fatto raccontare tutto l'accaduto. Agli sfoghi di lei contro Giacomo e la cugina, egli pareva ingrassare nel seggiolone; ma non [...]
[...] esprimeva il proprio parere, non si schierava nè da una parte nè dall'altra; scrollava il capo soltanto, per dar la corda alla narratrice. Arrivato [...]
[...] Benedetto, che non credeva ai proprii occhi, il monaco si lasciò baciar la mano dal nuovo nipote, chiacchierò di tutto un poco, mangiò un altro [...]
[...] tutto ciò che avveniva a palazzo, sfogava con lo zio Blasco contro il fratello, lo accusava di averla rubata, di aver rubato Chiara, di voler [...]
[...] il suo piano! Non è tipo da far nulla per nulla! E Raimondo parte con Matilde; per Milazzo, dice. Ma è troppo stupida, insomma, mia cognata! Io [...]
[...] confidava di riuscire a metter pace fra marito e moglie; fino all'ultimo momento ce ne sarebbe stato il tempo. Poi, gli ostacoli enormi da superare [...]
[...] rienumerando i motivi necessarii dei quali il cognato gli aveva già chiesto una prima volta, e discutendo con la zitellona la via che si sarebbe dovuto [...]
[...] del suo antenato, che il cavaliere don Eugenio, Gentiluomo di Camera, aveva elogiato?... Nondimeno, una secreta soggezione lo impacciava dinanzi a [...]
[...] , che le prometteva di condurla, subito dopo il parto di Chiara, a Milazzo per raggiungere le bambine e poi a Torino, dove il padre di lei [...]
[...] quell'altra?... Non finiva tutto, col tempo?... E Chiara non partoriva. Il secondo nono mese stava per finire e il sue ventre non si sgonfiava. I [...]
[...] di medici o di levatrici. Il guaio fu che, compito il decimo mese, ella non si liberava ancora. Certamente, aveva sbagliato il calcolo; 320 [...]
[...] è nuova! - gridava don Blasco, il quale voleva ficcare il naso anche nel ventre della nipote. - Una gravidanza di dieci mesi dove s'è vista? Meno [...]
[...] male se durasse dodici, quanto l'asina che sei! Infatti, era cominciato l'undecimo mese, secondo il primo calcolo. E una sera che ella non ne [...]
[...] matrimonio, gridò: - Se qui non viene un dottore, mi prendo il cappello e me ne vado. Venne il dottor Lizio e si chiuse con la partoriente, mentre il [...]
[...] marchese aspettava ansioso nel salotto, coi parenti. Udendo che il chirurgo schiudeva l'uscio e chiamava, corse a domandargli, trepidante [...]
[...] continuamente all'ombra dei chiostri. - Avete visto? A darvi ascolto doveva succedere il finimondo, dovevano mandare all'aria il convento, e invece [...]
[...] Michelasso. Il principino, crescendo, indiavolava. Prepotente coi Fratelli, incuteva adesso un vero terrore ai camerieri, dai quali pretendeva le [...]
[...] s'arrampicava sui muri per distruggere i nidi dei passeri a rischio di fiaccarsi il collo egli stesso. E quando i camerieri non lo contentavano, non [...]
[...] gli procuravano le reti, il vischio, la polvere, li strapazzava, li denunziava al Maestro per colpe inventate di pianta, li metteva a più dure [...]
[...] terribile della prima. Scoperto anche questa volta, il Maestro si decise a dargli un gran castigo, vietandogli di uscire per una settimana; ma poi [...]
[...] . La predica di Natale toccava quell'anno '61 a Consalvo Uzeda: l'aveva scritta il Padre bibliotecario, che era letterato, perchè invece che [...]
[...] vera paura. Il giorno della funzione, il Capitolo dove i monaci avevano già preso posto nei loro stalli, fu invaso dalla consueta folla dei [...]
[...] piano: «Che bel ragazzo! Com'è franco e sicuro!» quando il principino, vestito della candida cotta piegolinata, salì sul pulpito, guardò [...]
[...] tranquillamente la folla degli spettatori e spinse uno sguardo nella sacrestia, rigirandosi tra le mani il rotoletto del manoscritto e tossicchiando un [...]
[...] : «Guardate che padronanza! Se non pare un predicatore consumato!» Ma la stupefazione crebbe a dismisura quando il ragazzo, aperto il quaderno e datavi [...]
[...] stalla di Nazaret....» e tirando poi via fino in fondo senza guardare neppure una volta lo scartafaccio, gestendo, facendo pause, cambiando il tono [...]
[...] profumate, torceva il muso dinanzi alle flosce e grinzose; e oltre ai regali del convento, intascava le lire che gli 323 davano gli zii. Il più [...]
[...] congratulazioni, dei baci delle signore. Non aveva covato con gli occhi quel ragazzo nei cinque anni del noviziato? Non aveva vantato il suo ingegno [...]
[...] , predetto la sua riuscita? I maestri si lagnavano perchè non amava lo studio: doveva dunque fare il medico o l'avvocato o il teologo? Ai Benedettini [...]
[...] ci stava per ricevere l'educazione conveniente alla sua nascita; poi sarebbe andato a casa sua a fare il principe di Francalanza! E questo era il [...]
[...] Michelino, i Cùrcuma Gasparino, i Cugnò Luigi; nè altri novizii erano entrati, fuorchè Camillo Giulente, giacchè dicevasi che il governo avrebbe [...]
[...] soppresso i conventi. Restavano soltanto quelli che le famiglie destinavano a professarsi, Giovannino Radalì, fra gli altri, il «figlio del pazzo [...]
[...] .» Morto suo padre, la duchessa, per amore del primogenito, destinava il secondo a farsi monaco. Ma Consalvo, che non doveva professarsi, voleva [...]
[...] e freddo che non ammetteva replica: «Ho da pensarci io!» E non ci pensava mai, e il ragazzo sentiva crescere l'avversione che quel padre rigido [...]
[...] scendeva giù nella corte, passava in rivista i cavalli e le carrozze, domandava il nome di tutti gli arnesi delle scuderie; e la tonaca gli pesava [...]
[...] , perchè non gli permetteva di salire a cassetta e d'imparare a guidare. Aveva tempo di spassarsi, gli diceva Orazio, il nuovo cocchiere, poichè [...]
[...] , fare quel che gli piaceva. E all'idea di dover tornare nella prigione del convento, invidiava perfino le persone di servizio, il figlio di donna [...]
[...] Vanna, Salvatore, che era entrato in casa Uzeda come mozzo di stalla, e passava tutto il santo giorno a cassetta, scarrozzando per la città [...]
[...] : - La notte se n'escono per andare a trovar le amiche, e certe volte le conducono con loro, nello stesso convento, avvolte nei ferraioli: il [...]
[...] cose apprese in una volta lo stupivano e lo turbavano. - Ma non è peccato?... - Eh!... - faceva il famiglio. - Se avessero cominciato essi! Hanno [...]
[...] , come aspettava di crescere! Con quanta impazienza, 325 con qual rancore verso il padre vedeva scorrere i giorni, le settimane, i mesi e gli anni [...]
[...] passar molto che il governo degli usurpatori avrebbe messo le mani sui beni della Chiesa. Don Blasco s'era nettata la bocca contro i liberali, i [...]
[...] durata fino alla fine dei secoli; ma col mondo sottosopra, col pericolo che il governo abolisse davvero le corporazioni religiose, non era più [...]
[...] conveniente moderare le spese, perchè il più corto non rimanesse poi da piede? L'abate, come sempre, aveva preso consiglio prima di tutto dal [...]
[...] persecuzioni dell'infernale Ottantanove.» Egli era sincero nel suo livore contro il nuovo ordine di cose, che da principio aveva appoggiato per [...]
[...] predominio, d'onori. Che cosa gl'importava oramai del bilancio di San Nicola, mentre pericolava tutto il proprio avvenire, il frutto di quindici anni di [...]
[...] politica, mentre egli doveva pensare a una nuova via da battere, a un altro scopo verso il quale dirigere la propria attività? E quell'Abate [...]
[...] posto?...» Un momento, don Lodovico provò la tentazione di levarselo dai piedi; ma, chinato il capo, con maggiore umiltà di prima, rispose: «Vostra [...]
[...] Paternità è troppo buona! Le economie mi sembrano sempre lodevoli. Se il Signore non permetterà che i suoi servi siano messi alla prova, avremo [...]
[...] avevano sempre goduto, il partito delle economie trovava molti oppositori. In mezzo ai due campi don Blasco non voleva nè tenere nè scorticare [...]
[...] , scaraventandosi a un tempo contro gli uni e gli altri. Combattere il sistema delle economie con la speranza che il governo non commetterebbe la [...]
[...] fare i locandieri o i bottegai! Si mettano a vender l'olio, il vino e il caciocavallo! A questo son buoni! Per questo mestiere sono nati [...]
[...] !» Udendo dall'altro canto i patriotti cullarsi nella certezza che il governo, in ogni caso, avrebbe pensato a loro, s'evacuava: «Il governo vi butterà [...]
[...] fuori a pedate e vi porgerà il sedere da baciare! Giuda vendè Cristo, ma n'ebbe almeno trenta denari! A voialtri toccheranno calci nel preterito [...]
[...] combattendole. Del resto a San Nicola la spesa era grande non tanto per il valore delle cose acquistate, quanto pel modo regale di sperperare i quattrini [...]
[...] , di compensare il più piccolo lavoro, di far godere ai primi venuti il ben di Dio accatastato nei sotterranei del convento. Con un certo ordine [...]
[...] monaci, per esempio, non bisognava toccarle: don Blasco avrebbe voluto veder proprio questo, che avessero tolta la bottega e il quartierino alla [...]
[...] di carbone, una salma di vino, tutta roba che andava a finire dalle amiche. Ora i risparmii stavano bene; ma ciascuno pretendeva il suo. L'Abate [...]
[...] scandalo. Ma l'Abate aveva insistito personalmente presso tutti i Padri, raccomandando quel ragazzo, facendo rilevare le sue eccellenti qualità, il [...]
[...] liberali; ma, tra i puri, lo scandalo durava ancora. Adesso, passato l'anno di prova, innanzi che il novizio potesse pronunziare i voti, bisognava [...]
[...] che il Capitolo rinnovasse lo scrutinio. L'Abate, quantunque sicuro del fatto suo, pure trattava tutti con le molle d'oro, s'affidava a don [...]
[...] , se durante tutto quel tempo il giovanotto era stato il vivente esempio del rispetto, dell'umiltà, dello zelo religioso? Del resto, se quel che [...]
[...] si temeva sarebbe realmente successo, se il governo avrebbe soppresso i conventi, che fastidio poteva dare il nuovo monaco agli antichi? Era [...]
[...] sarebbe andato a seconda, dormiva tra due guanciali. Arrivato il giorno della votazione e posta ai Padri la quistione se volevano fra loro il [...]
[...] sotto il naso di Sua Paternità. Il complotto era stato preparato sottomano da un pezzo. Alla prima votazione una metà dei votanti s'eran [...]
[...] esitato: borbonici e liberali, fautori e avversarii dell'Abate, il partito delle economie e quello dello scialo, s'eran tutti accordati [...]
[...] prossima o lontana fine della cuccagna, nè dell'esempio da dare nell'interesse della religione; c'era innanzi tutto il principio di tener alto [...]
[...] , «il bestiame da non confondere,» come diceva don Blasco; se il giovane era orfano e povero, gli si sarebbe dato da dormire e da mangiare, come a [...]
[...] principio! Era una bella lezione data all'Abate!... Il giovanotto, dal dispiacere, dalla vergogna, restò un mese senza farsi vedere. Quando [...]
[...] veste del prete, se ne stava tutto il giorno a studiare sui libri che il suo protettore gli faceva mandare dalla biblioteca. Al refettorio, nè i Padri [...]
[...] nè i novizii volendolo con loro, egli mangiava alla seconda tavola, in compagnia dei Fratelli di servizio.... 330 Don Lodovico esprimeva il [...]
[...] , prima di tutto perchè il suo proposito di neutralità glie lo vietava, poi perchè neppur lui voleva Giulente al convento. Nondimeno era stato il solo [...]
[...] a votare il sì, per dimostrare al Superiore la propria fedeltà, sicuro frattanto dell'unanime opposizione dei monaci. Dopo l'esito dello [...]
[...] sapeva perchè, o meglio, si sapeva benissimo: per andar contro il Papa. Al suo avanzarsi un mal represso fremito si levava tutt'intorno, per le [...]
[...] città e le campagne, mentre le autorità si barcamenavano non sapendo a qual santo votarsi, e un po' fingevano d'osteggiarlo, un po' gli cedevano il [...]
[...] passo. Quando egli si presentò dinanzi a Catania, la guarnigione che doveva arrestarlo aveva già sgomberata la città, il prefetto scese al porto [...]
[...] per imbarcarsi sopra un legno di guerra. E il generale entrò coi suoi volontarii tra due siepi vive di popolazione che applaudiva e gridava [...]
[...] del Circolo degli operai, dominando il corso gonfio di popolo come una fiumana, egli spiegava lo scopo della nuova impresa, gettava con la voce [...]
[...] dolce il grido della nuova guerra: «O Roma, o morte!...» Poi, dove andò egli a porre il suo quartiere generale? A San Nicola! Le grida, il [...]
[...] reciprocamente, che i briganti della Basilicata dessero l'ultimo crollo alla baracca, che succedesse così un cataclisma, il diluvio universale non più d'acqua [...]
[...] ma di ferro e di fuoco perchè il mondo risorgesse purificato dalle proprie ceneri. E i monaci liberaloni, «quei pezzi di scannapagnotte [...]
[...] sacro; il Santo Padre! Battevano le mani come gli arruffoni, come gli affamati in busca di un'offa, come i galeotti evasi di cui si componevano le [...]
[...] risposta, il monaco divenne un ossesso: il sangue gli montò alla testa, gli occhi parvero sul punto di schizzare dalle orbite. - Ah, sì; ve ne manca [...]
[...] minacciavano di finire a cinghiate, il povero Abate pareva un pulcino nella stoppa, non sapendo come fare, non volendo dar mano ad affrettar lo scempio [...]
[...] convento e dispose il ricevimento di Garibaldi: ordinò che dessero aria al quartiere reale, che preparassero pagliericci e foraggi, che vuotassero le [...]
[...] cantine e i riposti. Quando arrivò il Generale, gli andò incontro fino a piè dello scalone per dargli il benvenuto, lo guidò fino alle sue [...]
[...] stanze, accompagnò ai loro alloggi gli aiutanti e presiedè il pranzo delle camicie rosse, scusando l'Abate che una piccola indisposizione costringeva a [...]
[...] tutti i ragazzi non c'erano più, ripresi dalle rispettive famiglie, che per paura dei torbidi si mettevano in salvo. Solo il principino, Giovannino [...]
[...] Lucrezia con Benedetto, il quale riprendeva il suo posto di combattimento in quei giorni agitati, tra le poche autorità e i rari notabili rimasti [...]
[...] . Egli si sarebbe anzi arrolato, per far la nuova campagna con gli antichi commilitoni, senza il dovere di non abbandonar la moglie. Salito su al [...]
[...] convento, il domani dell'arrivo di Garibaldi, andò ad ossequiare il generale, che lo riconobbe subito, gli strinse la mano, e lo intrattenne un [...]
[...] rappresentanti dell'autorità? Il conflitto, se mai, sarebbe scoppiato a Catania? Che cosa avrebbe fatto la Guardia nazionale?... Non si sapeva [...]
[...] nulla; certuni dicevano che il Governo fosse secretamente d'accordo con Garibaldi, che facesse finta d'osteggiarlo per l'occhio delle potenze [...]
[...] . Benedetto, ripresa la pubblicazione dell'Italia Risorta, sosteneva questa opinione, e il silenzio del duca d'Oragua, al quale aveva scritto lettere su [...]
[...] assicurato al Dittatore l'unanime consenso di tutto il paese. Congedatosi e sul punto di riscendere in città, si udì chiamare: - Eccellenza [...]
[...] appena domandato un perchè timido e sommesso, che il monaco ricominciò, con nuova violenza: - Come, perchè? Hai il viso di domandarlo? Con la [...]
[...] è colpa.... - Non è colpa tua? Di chi, dunque? Mia, forse? Sicuro! Li ho scatenati io in persona! Conosco il solito giuoco! Gl'istigatori sono i [...]
[...] pure!... - e pareva un leone, con gli occhi sfavillanti. - Vostra Eccellenza si calmi.... - balbettava Giulente. - Ho da calmarmi, anche? Mentre il [...]
[...] piace; il mondo è grande!... Ecco in qual modo!... Giulente rimaneva perplesso, non osando contraddire allo zio, ma non volendo neppure disdirsi [...]
[...] dopo mezz'ora. - Ma come fare? Tutto il paese è pel Generale.... - Tutto il paese? Prima di tutto, sei una bestia! Quale paese? I pazzi come te [...]
[...] ? E poi, quand'anche, ragione di più! Se il paese è per lui, se c'è entrato da trionfatore, che resta a farci? Fosse una piazza forte, capirei; ma [...]
[...] una città aperta ai quattro venti? Se ha da attaccar battaglia, vada altrove! Si porti chi vuole e ciò che vuole, e buon viaggio!... Il monaco [...]
[...] , buon cittadino, il diavolo che ti porta via? 335 Tocca a voialtri parlar chiaro e tondo, dopo che i tuoi conigli Piemontesi se la sono [...]
[...] a tender l'orecchio; poi, cessato il rumore, dichiarò: - Se vuoi capirla, tanto meglio; se no, mettiti bene in testa che a me, come a me [...]
[...] ? 336 Era successo questo: che la moglie di Orazio, il cocchiere del principe, aveva fatto una visita all'antica padroncina, per annunziarle [...]
[...] piemontesi rimasti all'infermeria se ne andavano a raggiunger la truppa. Al Fortino, i Garibaldini li vogliono fare prigionieri. Allora, Gesù e Maria, il [...]
[...] col fratello, il cruccio di non poter più entrare nella casa dei Vicerè, di sentirsi quasi posta al bando dai parenti, l'aveva occupata a poco a [...]
[...] colmato la misura, ed ora ella dimenticava ciò che aveva detto contro Giacomo, la freddezza sorta tra loro due, il fermo proposito di non piegarsi [...]
[...] la posta; in mezzo ai giornali c'era finalmente una lettera del duca. Il duca diceva di non aver più ricevuto sue lettere, in quei momenti di [...]
[...] comprendere alle teste riscaldate, dove più insistente si cammina a nome del principio utopista, si corre sicuro al naufragio. Altronde il Governo è [...]
[...] giurato di farli dimenticare con una condotta che....» e qui due facciate contro Garibaldi. «Perchè poi, voltiamo la pagina, neppure il Governo è [...]
[...] . Il duca scriveva, escandescenze a parte, come don Blasco parlava; il monaco borbonico era, in fondo, d'accordo col deputato liberale; e sua moglie [...]
[...] , chiusa in camera, gli teneva il broncio, complottava con la cameriera per indurlo ad abbandonare il suo posto. La sera, ad una tempestosa [...]
[...] riunione del Circolo Nazionale, dove il partito garibaldino e il governativo erano 338 venuti quasi alle mani, egli s'alzò per parlare [...]
[...] . Nell'imbarazzo da cui era vinto, l'argomento suggerito da don Blasco gli parve il più opportuno. «Nessuno poteva mettere in dubbio, disse, la sua devozione [...]
[...] al Generale, nè la coscienza gli permetteva di dare ragione a quelli che volevano schierarsi contro il liberatore della Sicilia; ma bisognava [...]
[...] piuttosto dimostrargli, col dovuto rispetto, il pericolo a cui era esposta la città. Delle due l'una: o agiva d'accordo col Governo, e allora non [...]
[...] aveva nessun interesse di restare a Catania; o il Governo gli si opponeva, e allora bisognava chiedere al suo cuore di evitare gli orrori della [...]
[...] guerra civile ad una città popolosa e fiorente. E questo era proprio il caso, poichè il Governo aveva deciso di opporglisi....» Quel discorso [...]
[...] non la resistenza, ma la rispettosa esposizione del pericolo, questo consiglio si faceva strada. Benedetto non ebbe tuttavia il coraggio di [...]
[...] che le persone influenti e la stessa Guardia nazionale non riuscivano a sedare. Il movimento era adesso contro i signori, contro i ricchi; Giulente [...]
[...] aveva arringato i tumultanti, ma nessuno lo ascoltava più; e il duca gli scriveva ancora che non poteva venire, che stava poco bene, che i grandi [...]
[...] , ridiventato un energumeno, augurava il reciproco sterminio dei Garibaldini e dei Piemontesi, arrivò Garino giallo come un morto: - La [...]
[...] rivoluzione!... La rivoluzione!... Bruciano il Casino dei Nobili.... Infatti la dimostrazione era diventata sommossa, le fiamme consumavano il circolo [...]
[...] dell'aristocrazia. Il monaco, manco a dirlo, tornò a sbarrarsi al convento, e non lo lasciò più se non quando la truppa regolare rioccupò la città [...]
[...] . Ma l'eccitazione degli animi prodotta dall'avvenimento d'Aspromonte, le paure, i pericoli, non parevano cessati, e il principe non si moveva dal [...]
[...] Belvedere, e Giulente tornava a pregare il duca di farsi vivo, di venire a metter la pace nel paese. Il duca non venne; rispose ancora che i [...]
[...] Raimondo era in Toscana. Seppe qualche giorno dopo di che si trattava, quando arrivarono, insieme, il conte e donna Isabella Fersa, e scesero [...]
[...] Rattazzi, Roma ed Aspromonte passarono in seconda linea. Il conte Uzeda con donna Isabella! All'albergo insieme, quasi fossero due innamorati [...]
[...] fuggiti di casa per forzar la mano alle famiglie! E la contessa? E il barone? Com'era successo il pasticcio? E come sarebbe andato a finire [...]
[...] , nelle stalle, nei caffè dei cocchieri, nelle anticamere della parentela, diede tutte le spiegazioni desiderate. «Che il contino non potesse durarla a [...]
[...] lungo con la moglie, egli l'aveva previsto da un pezzo, e tutti avevano potuto accorgersene l'anno innanzi, quando il signor don Raimondo era [...]
[...] contino, pure egli aveva ceduto - tant'era vero che il torto non stava dalla sua parte! - dimenticando il passato, rassegnandosi a tornar con lei [...]
[...] perchè i figli ne andavan di mezzo. Gli uomini, si sa, non possono star sempre cuciti alle gonne delle mogli, e il contino non aveva fatto più di [...]
[...] far quattro passi, subito i sospetti, i pianti ed i rimproveri. E gli strepiti per la passeggiata alle Cassine? Il contino, che usciva a cavallo, ci [...]
[...] ? con quel diavoletto della maggiore che capiva tante cose come una donna fatta? Le bambine avrebbe dovuto lasciarle alla Missa inglese che il [...]
[...] contino aveva preso appunto per questo!... La sera, poi, a casa, un inferno! E il povero contino: santa pazienza, aiutami tu!... La padrona, quando [...]
[...] restava in casa! E il conte: santa pazienza!... Ma questo sarebbe stato niente: finchè era sua moglie quella che lo metteva con le spalle al muro [...]
[...] , il padrone sopportava tutto in santa pace. Un bel giorno, che pensa di fare la contessa? Pensa di chiamare suo padre, di metterselo in casa e [...]
[...] sempre il santo battesimo, e il conte doveva 342 sorbirsi le sue impertinenze, in casa propria! Un giorno, solo per aver detto che certi affari [...]
[...] gli impedivano d'accompagnare la moglie in teatro, il barone villano ardì perfino minacciarlo col bastone! Santo Dio d'amore, era un po' troppo [...]
[...] ! Il contino non gli disse niente, altro che una parola: Facchino!... quella che ci voleva! e preso il cappello se n'andò, per sempre, stavolta [...]
[...] . Chi poteva più consigliargli di tornare a perdonare? Le figlie, pazienza, sarebbero andate in collegio, o, se la padrona voleva tenerle con sè, il [...]
[...] padrone glie le avrebbe lasciate.... quantunque.... quantunque.... Perchè il più curioso, signori miei, era questo: che la contessa, mentre faceva [...]
[...] la gelosa, si divertiva anche lei in società! Non che fosse successo niente; in coscienza, questo non si poteva dire, nè il padrone sarebbe [...]
[...] uomini, tanti scapoli, un certo conte Rossi, gli altri, il padrone di casa....» E la storia di Pasqualino passava di bocca in bocca, era ripetuta dai [...]
[...] , arrivando al gran pubblico, preparava l'opinione, guadagnava simpatie alla causa del conte. Molti però scrollavano il capo, non si lasciavano [...]
[...] duca non aveva avuto altro scopo che dimostrare, con la propria arrendevolezza, il torto della moglie, unico punto in cui la versione di [...]
[...] Pasqualino non mentisse del tutto. L'ideale del suo padrone era di liberarsi della moglie e dell'amica ad un tempo; ma il conto era fatto senza l'oste [...]
[...] , lo gelavano, e più lo avrebbero gelato se le avesse credute espressione di un sentimento sincero: come il gran torto di sua moglie era il bene [...]
[...] sprone nei fianchi del giovane; impegnato a dimostrarle che era libero di fare ciò che voleva egli faceva ciò che non voleva.... E il martirio [...]
[...] l'errore, per l'antica paura d'un urto tra quelle due nature violente.... Suo padre, quand'ella si sentì più sola e perduta, la raggiunse. Il suo [...]
[...] cieco amore per la figlia e il non meno cieco odio pel genero avevano reso vani i suoi propositi d'indifferenza; da lontano egli li seguiva di [...]
[...] passo in passo, aspettando l'ora d'intervenire: e quando la misura fu colma apparve. E Pasqualino l'aveva proprio udito il colloquio fra suocero e [...]
[...] , rispondeva il barone, della pace di sua figlia che gli stava a cuore sopra ogni cosa, che voleva garantita a qualunque costo, a costo di portarsela [...]
[...] pelle in pelle. «Sì, ce ne andremo.... ma prima....» E allora Pasqualino accorse. Col sangue agli occhi, il pugno levato, il barone aveva già [...]
[...] agguantato il genero; ma, senza il cocchiere gettatosi in mezzo, era bastato a Raimondo dire una sola parola: «Facchino!...» perchè tutt'a un tratto [...]
[...] il suocero lo lasciasse. Sicuro, l'aveva detta il conte quella parola, Pasqualino non lavorava di fantasia, riferendola; e bisognava aver veduto [...]
[...] l'effetto prodotto sul barone! Quel pezzo d'uomo che con un soffio avrebbe buttato a terra il genero piccolo e delicato, che lo avrebbe spezzato [...]
[...] come una canna tra le mani grosse e villose, pareva diventato un ragazzo dinanzi al maestro: il contino Uzeda, il minuto e fiacco discendente dei [...]
[...] Vicerè fulminava il barone contadino con quella parola, con 345 quell'insulto che diceva la distanza da cui erano separati il signore vizioso [...]
[...] ma bene educato e il manesco villano ringentilito. Facchino, sì, approvava Pasqualino: tra persone d'una certa nascita le questioni non vanno [...]
[...] definite a pugni: e con quella parola appunto il conte rammentava al suocero l'onore fattogli sposando sua figlia; e se il barone restava immobile [...]
[...] d'essere entrato nella famiglia dei Vicerè non l'aveva accecato al punto di non scorgere per tanti anni il sacrifizio della figlia? Un confuso e quasi [...]
[...] rinfacciargli la sua condotta, i suoi vizii, la sua durezza, il sangue avvelenato all'innocente bambina? Facchino, sì; egli meritava l'insulto se [...]
[...] solo a quattr'occhi. «Io facchino....sì....» aveva balbettato il barone; «ma tu?....» E ad un tratto gli aveva buttato in faccia una parola che il [...]
[...] parola, ma molto espressiva: «Finalmente!...» C'erano in città anche Benedetto e Lucrezia che s'era poi fatto coraggio: Raimondo andò a trovarli il [...]
[...] male nell'andare a trovare il proprio fratello: era forse obbligato a sapere che «accompagnava» una signora? E andarono all'albergo, dove [...]
[...] imbarazzatissimo, non sapeva come trattare, con qual nome chiamare la Fersa; ma ella stessa diede il tono alla conversazione, parlando del più e del [...]
[...] Pasqualino per avvertirlo del suo arrivo. Ma il cocchiere tornò con un'aria confusa e mortificata e non sapeva spiccicar parola. «È venuto?» gli aveva [...]
[...] detto il principe; «e che vuole?...» come ad uno che si presenta per chiedere quattrini. «Niente, Eccellenza.... manda ad avvertire l'Eccellenza [...]
[...] Vostra.... desidera sapere quando tornerà in città Vostra Eccellenza....» Con lo stesso tono di voce il principe aveva risposto: «Comincia [...]
[...] secondo e decisivo abbandono della famiglia, biasimavano Raimondo pel viaggio fatto insieme con l'amica, il soggiorno nell'albergo, l'unione [...]
[...] ritirava loro a un tratto il suo appoggio. Dinanzi all'ostacolo Raimondo s'impennava, prendeva l'impegno di vincere; ma come donna Ferdinanda gli [...]
[...] della madre, s'era sentito odiato. Poi il pensiero delle dimostrazioni ostili che si preparavano a lui ed all'amica sua lo arrovellava, gli metteva [...]
[...] familiare, ma in lingua: - Buon giorno, come stai? - e senza stendergli la mano. - Bene, e tu? - rispose Raimondo. - Benissimo, - e il principe si [...]
[...] , credo. E lasciò di nuovo cadere il discorso. La bambina volgeva tratto tratto lo sguardo a quello zio di cui non rammentava bene le fattezze, che [...]
[...] crucciato contro sè stesso quanto più cresceva il suo impaccio. - Volevo 349 domandarti se c'è qualche villetta da affittare.... una casetta [...]
[...] che faccia per me.... non importa se piccola, purchè pulita.... Il principe parve cercare nella memoria. - No, - rispose. - Tutto è preso, fin da [...]
[...] quando passò Garibaldi. Raimondo che si torceva i baffi nervosamente, insistè: - Cercherò, ad ogni modo. E allora il fratello , con voce fredda [...]
[...] dichiarava guerra! Non lo voleva vicino!... Il principe, infatti, aveva dichiarato a tutta la parentela ed a tutte le conoscenze che non trovava [...]
[...] parole per disapprovare la condotta di Raimondo. «È uno scandalo inaudito! Come non si vergogna? Ha il viso di tornarsene nel suo paese? Ma quando [...]
[...] disapprovava il fatto del fratello poichè Federico lo giudicava immorale; non si parla della cugina Graziella, la quale faceva da portavoce al principe [...]
[...] 350 di Raimondo, il quale fremeva, entrava in collere mute; ma allora donna Isabella, con un sorriso triste: - Vedi che non puoi durarla! - gli [...]
[...] diceva. - Il meglio è che tu mi lasci! Non voglio costarti la pace della famiglia! Così egli che sentiva aggravarsi le conseguenze del suo passo [...]
[...] falso, che in cuor suo malediceva l'ora e il punto in cui aveva posto mente a quella donna della quale era già stufo, per la quale aveva sofferto [...]
[...] dalla sua, andò a cercare dello zio Eugenio. Il povero cavaliere era molto giù, il commercio dei vecchi cocci non rendeva più niente; e Vittorio [...]
[...] Emanuele poteva forse dare una cattedra al Gentiluomo di Camera di Ferdinando II? Così egli aveva lasciato il quartierino dove stava da tanto tempo [...]
[...] ; ma vedendosi cercato da Raimondo, egli fiutò a un tratto il buon vento. Andò subito a trovare donna Isabella, si dichiarò per lei contro il [...]
[...] Lucrezia, a dispetto del marito, si faceva vedere per le strade con lei, la sosteneva, si scagliava con violenza contro il fratello maggiore [...]
[...] , spiegandone l'opposizione con un motivo semplicissimo. - Per la morale? Per farsi pagare il suo appoggio! Scommettiamo? Io non ho dovuto pagargli il suo [...]
[...] , non meno imbroglione del fratello, verso il quale, dopo avergli tenuto il sacco, faceva adesso il puritano perchè? per strozzarlo!... All'arrivo dei [...]
[...] nipoti, dopo il refettorio, egli dormiva come un ghiro, quando Frà Carmelo lo destò: - Che c'è? - vociò. - Perchè mi rompi il capo? - Vostra [...]
[...] dacchè non venivo più qui.... E Lodovico? Frà Carmelo, costernato, venne a dire che Sua Paternità il Priore era in conferenza con l'Abate e che non [...]
[...] via. Il domani mattina, all'albergo, egli non s'era ancora levato che il cameriere venne ad annunziargli: - C'è lo zio di Vostra Eccellenza. E don [...]
[...] stai...?» Non pareva vero al monaco, sentendo riprepararsi una gran lite, di poter rificcare il naso nelle faccende altrui. C'era adesso da [...]
[...] spingere l'uno contro l'altro i due fratelli, da dar mano a disfare un'altra opera della principessa defunta, il matrimonio di Raimondo: egli si [...]
[...] ; e il discorso s'avviò sul da fare. Udendola ripetere che voleva nascondersi in campagna, il monaco saltò su: - In campagna? Perchè in campagna [...]
[...] ? Questa è logica, mi pare! Il suo consiglio era di chieder subito i conti a Giacomo, di togliergli la procura e di iniziare la divisione: a quelle [...]
[...] minaccie il principe sarebbe subito venuto a più miti consigli. Ma giusto il domani della visita del monaco, sceso il signor Marco dal Belvedere per [...]
[...] dire al 353 conte che il signor Principe voleva restituirgli la procura e dargli i conti, una volta che era tornato in patria. Raimondo [...]
[...] era tutta una cosa con la cognata della mano manca, fece una pensata: - Giacchè non potete stare sempre all'albergo, e ora è il tempo della [...]
[...] l'esistenza dell'altro. Lucrezia, incaricatasi delle trattative, andò alle Ghiande. Non vedendo il Babbeo da molti mesi, rimase. Egli era dimagrato come [...]
[...] dopo una lunga malattia, aveva gli occhi infossati, la barba incolta, la voce fioca, una malinconia più nera dell'abituale. - Venga pure.... è il [...]
[...] vollero visitare la casa, il giardino e il podere, e prolusero elogi per l'ottima coltivazione della vigna e pel magnifico aspetto del frutteto [...]
[...] ogni attrattiva, senza di che non avrebbe consentito a prendere altra gente in casa. Il fattore era adesso il vero padrone delle Ghiande, vi [...]
[...] .... Potete prepararmi il cataletto....» La cosa era andata a questo modo: che il libraio, dal quale aveva comperate le opere d'agricoltura, di meccanica [...]
[...] l'acquisto dandogli a intendere che c'era dentro il for fiore della dottrina. Egli la pagò salata, e si mise a leggere tutto. Allora la sua mente [...]
[...] una mano, egli si teneva l'altra sul cuore per verificarne il numero dei battiti, o si palpava dappertutto con lo spavento di scoprire i tumori [...]
[...] cervello di di dover morire solo, il bisogno di vedersi dinanzi un viso amico lo aveva persuaso a prendere con sè il fratello. Quando questi vide [...]
[...] cronico, un'espansione della milza, una bronchite lenta; l'erpete gli serpeggiava nel sangue, il sistema glandolare gli s'era ingorgato. Come [...]
[...] ? E non ci fu verso di persuaderlo. Allora entrò in iscena donna Isabella. Invece di contrariare il maniaco, prese a secondarlo: riconobbe [...]
[...] l'esistenza e la gravità delle sue malattie, l'inutilità delle prescrizioni mediche; però, se i dottori ci perdevano il latino, non poteva egli provare [...]
[...] affrettata la sua fine. - Adesso bisogna farci sopra una bella passeggiata! - e offertogli il braccio, come ad un povero convalescente, lo [...]
[...] condusse a spasso pel giardino. Non parve vero al malato, il domani, di svegliarsi vivo e con un certo appetito. L'insalata e l'arrosto, in poco [...]
[...] tempo, fecero miracoli; ma restava da guarire il prurito al quale egli dava nome di erpete. - Per questo il rimedio è ancora più semplice: fate un bel [...]
[...] prendere una polmonite; cos' l'erpete andò via. Il latte, le uova, il moto, la nettezza, lo ritornarono in vita, e dalla gratitudine verso donna [...]
[...] . Chiedere ed ottenere il doppio annullamento 357 di matrimonio era, per gli Uzeda, una cosa semplicissima: chi poteva negare ai Vicerè ciò che essi [...]
[...] questo era il pungolo di Raimondo. Quanto maggiori difficoltà aveva incontrato nella via per la quale s'era 358 messo, tanto più s'era [...]
[...] incaponito a persistervi: l'opposizione del fratello, l'ostinazione degli estranei, il biasimo quasi universale lo spingevano a vincer la partita in un [...]
[...] il doppio scioglimento non si sarebbe mai ottenuto, che donna Isabella era condannata a restare in una falsa posizione, bandita dalla società [...]
[...] . Al principio dell'inverno, quando il principe tornò dalla villeggiatura, non si parlò d'altro che della rottura tra i due fratelli. Giacomo non [...]
[...] solamente non salutò Raimondo, incontrandolo per via, ma non tollerò neppure che toccassero in sua presenza il tasto dei pasticci di lui. Per tanto [...]
[...] tempo, mentre il fratello minore era stato in Toscana, o era andato e tornato di qua e di là, col capo all'amica, l'eredità era rimasta indivisa, e [...]
[...] il principe l'aveva amministrata anche nell'interesse e per procura del coerede; adesso, per troncare ogni rapporto con lui, gli mandava il [...]
[...] Graziella annunziava a tutti queste cose, e dovunque 359 si trovava, tra parenti od amici o semplici conoscenze, approvava il cugino Giacomo [...]
[...] , esprimeva il grande dispiacere che «a noi della famiglia» cagionava l'ostinazione di Raimondo. Come mai poteva egli del resto sperare di ottener [...]
[...] guerre e liti, questo avvocato delle cause perse!...» Ma ella prevedeva un fiasco colossale. Già, cominciamo che il tribunale civile non era [...]
[...] buono di annullare un matrimonio contratto sotto il codice napoletano del 1819; bisognava rivolgersi alla Corte vescovile; ma qui cascava l'asino [...]
[...] , perchè Monsignor Vescovo, e il vicario Coco e il canonico Russo e tutti i maggiorenti della Curia erano col principe contro il conte, giustamente [...]
[...] persone; ma specialmente Pasqualino sonava la campana per conto del suo padrone. Sissignori: il cavaliere Giulente, e non avvocato, studiava e [...]
[...] dirigeva la causa del cognato, piuttosto che lasciarla in mano di qualche strascinafaccende di quelli da quattro il mazzo; ma del resto egli non aveva [...]
[...] molto da faticare, perchè il motivo della nullità del matrimonio di donna Isabella era chiaro e lampante. Lasciamo stare che Fersa non era [...]
[...] precisamente un vulcano, come uomo; ma lo zio di lei l'avea costretta a prenderselo mettendole il coltello 360 alla gola: altro che la storia [...]
[...] dava ogni genere di commissioni in città, e il sarto, il calzolaio, il cravattaio, onorati dai comandi del contino Uzeda, lo portavano al cielo [...]
[...] Michele Broggi, il cavalier Cutica, il notaro Rosa, tutti superiori al sospetto di corruzione, citati da donna Isabella perchè testimoniassero le [...]
[...] detto Palmi?» E narrava che quell'accattabrighe di Giulente gli aveva scritto per ottenere che anche lui, il barone, consentisse allo scioglimento [...]
[...] del matrimonio di sua figlia, testimoniando d'averla forzata a prendersi il conte Uzeda. Per amore della verità, spiegava che Giulente s'era [...]
[...] sì! il duca aveva altro pel capo! Se ne stava a Torino, badando ai suoi affari, non voleva tornare in Sicilia per paura che la sua lontananza [...]
[...] voleva mescolarvisi. Giulente, dunque, per contentar la moglie, il cognato e gli zii, aveva dovuto rassegnarsi a rivolgersi lui al barone. «Sapete [...]
[...] una risma di carta! Sfido io! Come dire a un cristiano: consentite che il matrimonio di vostra figlia si sciolga, che le vostre nipoti restino [...]
[...] !... L'avrebbe aspettata un pezzo! Chè per mezzo di certe persone di Messina, la cugina sapeva quel che aveva detto il barone a un amico, stringendo il [...]
[...] oramai, comprendendo che non c'era più alcun riparo, avrebbe anche contentata l'ultima pretesa del marito! Il barone, invece, faceva certi [...]
[...] giuramenti tremendi per dire che mai, mai, lui vivente, suo genero sarebbe riuscito a rompere il matrimonio:sapeva bene che era spezzato di fatto, ma [...]
[...] voleva che Raimondo restasse incatenato per tutta la vita, che la Fersa non potesse prendere, dinanzi al mondo, il posto della propria figliuola [...]
[...] .... Anche Pasqualino sapeva tutto questo; ma al cocchiere di donna Graziella, che tenendo per la padrona, gli prediceva il fiasco del conte: «Un po [...]
[...] ' per volta!» rispondeva. «Lasciate che si finisca la prima causa!... Quando la padrona sarà libera, penseremo a liberare anche il padrone [...]
[...] !... Adesso non hanno a decidere i canonici, ma 362 i giudici civili. Con la legge di Vittorio Emanuele, il matrimonio dinanzi alla chiesa vale un [...]
[...] . Per questo, Ferdinando il quale era intimo del canonico Ravesa, pezzo grosso della Curia e proprietario d'una vigna attigua alle Ghiande, gli [...]
[...] principe che la contrastava. Il pezzo più grosso da guadagnare era però monsignor Vescovo; il quale adesso non faceva nulla senza l'approvazione [...]
[...] tempo, com'era già stato il braccio destro dell'Abate, era diventato il braccio destro del capo della diocesi: la prudenza dei suoi consigli [...]
[...] parola a favore di Raimondo, il matrimonio di donna Isabella sarebbe stato annullato; ma a donna Ferdinanda che gli si metteva alle costole per [...]
[...] guadagnarlo alla causa della sua protetta, il Priore rispondeva l'eccellenza della sua posizione, a cavaliere di tutti ambiguamente, adducendo le [...]
[...] stretti, una volta cantò: - Lasciala da parte la coscienza! Di' piuttosto che non gli hai ancora perdonato d'aver preso il tuo posto e glie vuoi far [...]
[...] pagare, ora che l'hai nelle forbici!... Il Priore impallidì repentinamente, guardando un istante in viso la zia che lo guardava fisso anche lei [...]
[...] personalmente dal fratello e di raccomandarglisi. Un momento, il giovane si ribellò. Era stanco di pregare e di umiliarsi, di far la corte a Ferdinando e [...]
[...] non gli era valso nulla; s'era umiliato anche dinanzi a Lodovico, quando era andato a Nicolosi, e il fratello non s'era lasciato vedere. Adesso [...]
[...] dirottamente. Egli dovette alzar la voce per sapere il motivo di quel pianto. La sua amica aveva incontrato per via i Grazzeri e la cugina Graziella; la [...]
[...] cugina s'era voltata dall'altra parte, Lucia e Agatina Grazzeri non avevano risposto al suo saluto, fingendo di non vederla.... Il giorno dopo [...]
[...] ' pallido: «Ti prego d'aiutarmi...» Invocava il suo appoggio per uscire dalla falsa situazione in cui si trovava. Era urgente legittimarla per una [...]
[...] quasi chiusi, il capo un poco piegato, le mani raccolte in grembo, il Priore pareva un confessore indulgente ed amico: non una contrazione del viso [...]
[...] , non una dilatazione del petto svelava l'intima soddisfazione di vedersi finalmente dinanzi, sommesso e quasi supplice il ladro che lo aveva [...]
[...] verità.... - Lo so! Lo so!... - rispose finalmente il Priore. - Io non t'avrei neppure ascoltato se non conoscessi che la ragione sta della vostra [...]
[...] provvedimento sia stimato giusto, se nella nostra stessa famiglia, se il capo della nostra casa, non riconosce le tue ragioni e ti condanna con [...]
[...] matrimonii da sciogliere e da ristringere non gli piaceva: il biasimo sordo del gran pubblico gli era noto e lo metteva in guardia contro l'errore di [...]
[...] sostenere una cattiva causa, il trionfo della quale, del resto, non gli avrebbe menomamente giovato... Raimondo, tornando alle Ghiande, mandò a [...]
[...] chiamare il signor Marco. Chiusi in camera tutt'e due, restarono pochi minuti a confabulare. L'amministratore tornò il domani e poi il giorno dopo [...]
[...] , restando sempre più a lungo. Un pomeriggio Ferdinando era buttato sul letto 366 a dormire, quando l'abbaiare dei cani lo destò di rapente; il [...]
[...] fattore già picchiava all'uscio. - Eccellenza! Eccellenza!... C'è qui suo fratello.... il signor principe.... Egli balzò in piedi, stropicciandosi [...]
[...] , Ferdinando entrò nel salotto e trovò i fratelli e le cognate che chiacchieravano allegramente. - Passavamo di qui, - gli disse il principe, - e [...]
[...] abbiamo pensato di farvi una visita... Il domani, nella Sala Gialla, la cugina Graziella venuta prima di colazione e trovata la principessa in [...]
[...] allo zio duca perchè prestasse la sua autorità di deputato per ottenere lo scioglimento dei matrimonii, perchè persuadesse il suo amico Palmi a [...]
[...] dare il suo consenso. La principessa, sui carboni ardenti, si faceva di mille colori, alzava, abbassava e girava gli occhi, pareva invocare [...]
[...] !... Tutte queste notizie figuratevi che effetto le fanno!... Ma sua padre giura più terribilmente di prima che non acconsentirà mai a fare il comodo [...]
[...] .... 367 Veramente, è un po' troppo!... Qui sotto c'è lo zampino della zia Ferdinanda!... Non credete giunto il punto di avvertirli che siano più [...]
[...] prudenti?... La principessa non ebbe il tempo di rispondere, di nascondere il nuovo imbarazzo in cui quella domanda la gettava, quando Baldassarre [...]
[...] , entrato senza far rumore, annunziò con la consueta sua bella serenità: - Il signor conte e la signora contessa. La cugina restò di sale [...]
[...] due guance. - Come stai, Margherita? Ero impaziente di restituirti la tua cara visita di ieri.... Margherita era già stata da lei! E il principe [...]
[...] sopravveniva, stringeva la mano a Raimondo, dicendo: - Cognata e cugina, resterete a colazione con noi?... V. «Il duca d'Oragua!... Il [...]
[...] deputato, il patriotta!... Dove? Dov'è?.... Eccolo lì!... È ingrassato!... Manca da quasi tre anni!... Viene da Torino?.... Signor duca [...]
[...] al passaggio del Santissimo Sacramento: tutti che si voltavano a seguirlo un pezzo con gli occhi quand'era già passato. Pochi godevano il [...]
[...] teneva il centro della strada, quasi ne fosse il padrone, ascoltato 368 devotamente da quanti gli stavano a fianco, aspettato da tutta una corte [...]
[...] Catania a Messina, e il porto aveva numerosi approdi di piroscafi e la città era stata dotata di numerose scuole, d'una ispezione forestale, d'un [...]
[...] deposito di stalloni; e un istituto di credito, la Banca Merdionale, stava per sorgere; e il Governo prometteva d'intraprendere una quantità d'opere [...]
[...] pubbliche, di aiutare il municipio e la provincia; e i buoni liberali, i figli della rivoluzione, ottenevano a poco a poco quel che chiedevano [...]
[...] la Camera, voleva gli riconfermassero il mandato; ma questi mormoratori erano gli eterni malcontenti, i pochi repubblicani, qualche garibaldino [...]
[...] politici: «Quando andai da Minghetti.... Rattazzi mi disse.... In casa del ministro....» Però non citava più il barone Palmi; se 369 gli parlavano [...]
[...] trattavano come marito e moglie. In meno di sei mesi, la Corte vescovile, riconosciuto che il matrimonio era stato contratto per forza e con la [...]
[...] paura, aveva liberato la Fersa. Per quello di Raimondo con la Palmi c'era stato un poco più da fare. Da principio, aspettavano che il barone si [...]
[...] decidesse anche lui a chiedere l'annullamento del matrimonio della figlia, asserendo di averla forzata a contrarlo; ma il barone, «testa di villan [...]
[...] fosse finalmente posto il cuore in pace, specialmente sentendo che il primo matrimonio non esisteva più e che il conte aveva un figlio da legittimare [...]
[...] , comprendendo che un po' prima un po' dopo, il conte sarebbe rimasto libero, s'era persuasa a pregare il padre di consentire allo scioglimento del [...]
[...] matrimonio civile. Del religioso, no, perchè aveva certi suoi scrupoli un po' curiosi sulla santità del sacramento; ma basta! il contino si sarebbe [...]
[...] contentato dello scioglimento civile. I conti eran però fatti senza la mulaggine del barone villano, il quale giurava di voler prima morta la [...]
[...] figliuola che consentire alla liberazione del genero!... Ah, no? E allora il contino aveva chiesto lui d'essere sciolto, adducendo che la madre lo [...]
[...] violentata la volontà di Chiara, per darle il marchese di Villardita? Così aveva violentata quella di Raimondo 370 per dargli la Palmi [...]
[...] ! Decine, centinaia di testimonii affermavano che il contino mai e poi mai aveva voluto prender moglie: prima di tutti la parentela, il principe, le [...]
[...] dimostrare che all'atto di pronunziare il sì che lo legava per sempre don Raimondo avesse provato un timor grave: e allora il cavaliere don [...]
[...] Eugenio era venuto innanzi al magistrato per testimoniare che la principessa sua cognata aveva fatto accompagnare il figliuolo alla parrocchia da due [...]
[...] portarlo in campagna per usargli le maggiori sevizie. Dai feudi di Mirabella erano venuti i due campai a confermare la testimonianza, e il [...]
[...] cocchiere l'avea suffragata per suo conto, e il sagrestano pure. Così, il tribunale aveva fatto giustizia. E certa gente - Pasqualino non se ne dava [...]
[...] Ferdinando non era più di questo mondo e i suoi discendenti avevano ricevuto il benservito) fosse capace di un'azione di questa specie! Quasi che [...]
[...] i giudici fossero gente da accettare deposizioni non vere! Altri volevano dare a intendere che, come uomo, il contino non poteva spaventarsi [...]
[...] delle minaccie, e che non s'era mai dato il caso d'un annullamento di matrimonio per costrizione della volontà dello sposo. Non s'era ancor dato, e [...]
[...] adesso si dava: oh bella che ci trovavano da ridire? Non ci aveva trovato da ridire neppure il barone Palmi, che non aveva preso parte alla causa [...]
[...] ! Le male lingue rincaravao che il barone aveva lasciato correre per amore della figlia, la quale era in fin di vita; ma Pasqualino, 371 com'è [...]
[...] barone? Forse che a sentire sciolto il matrimonio, la signora Matilde sarebbe guarita dalla contentezza? Era morta, invece - salut'a noi [...]
[...] ! - qualche mese dopo il matrimonio del conte e di donna Isabella! Dunque il barone era rimasto zitto perchè sapeva che il genero diceva la verità [...]
[...] . Tuttavia, buona parte della nobiltà restava a fare il viso dell'arme a Raimondo ed all'amica; ma la cugina assicurava che a poco a poco tutti si [...]
[...] stare insieme con la futura moglie. Giacomo, il Priore, il duca avevano veramente consigliato loro di non farne nulla, di restar piuttosto alla [...]
[...] , a cui le schifiltose avevano fatto troppi affronti, voleva prendere la rivincita ed assaporare il trionfo. Raimondo, impegnato a spuntarla contro [...]
[...] parlarle?... Ed egli cominciò a far spese pazze per metter su una casa, volle che il matrimonio si celebrasse con la massima pompa, quasi sfidando [...]
[...] Uzeda furono da lei in quella dolorosa circostanza; il principe, specialmente, nonostante l'abituale freddezza, mostrò di prendere molta parte al [...]
[...] dolore della cugina. Ella pareva veramente inconsolabile, raccontava a tutti piangendo la gran bontà del povero marito suo, il grande amore che [...]
[...] ,» lenivano il suo cordoglio: i «cugini,» gli «zii,» erano ormai i soli che le restavano. Ella mise per ogni dove i segni del corrotto, per poco non si [...]
[...] 373 ed esclamava, con voce rotta: «Figlia mia! Figlia mia!... Se il Signore mi avesse concesso una figlia come te, non sarei rimasta sola al [...]
[...] mondo!... Il Signore ti conservi sempre all'affetto di tua madre.... Figlia! Figlia mia!...» tanto che la principessa Margherita, molto [...]
[...] ; piuttosto non sapendo come disbrigare gli affari dell'eredità, rivolgevasi al cugino principe, il quale glie li metteva in piano. Pertanto ella [...]
[...] » Ferdinanda e dalla «cugina» Isabella. In casa di costei tuttavia, a causa dl lutto, non compariva il lunedì, giorno nel quale la contessa [...]
[...] le difficoltà, i contrasti e le opposizioni d'ogni genere, faceva il conto di quanto gli costava quel risultato. 374 Confusamente, sordamente [...]
[...] catena, quando invece la sua personale aspirazione, il suo unico ardente desiderio sarebbe stato quello di liberarsi del tutto. Scontento, irrequieto [...]
[...] maltrattare qualcuno; Pasqualino riceveva sulle spalle il fitto della gragnuola; donna Isabella sentiva la tempesta minacciare anche lei, ma la [...]
[...] sordamente? Nossignore: il suo gran dolore era di non poter servire a Federico! E comprendendo che questi, il quale non aveva niente di fradicio, anzi era [...]
[...] donne, e per non metter più piede nel podere che gli era stato tanto a cuore, lasciava che il suo fattore gli rubasse gli occhi. «È pazzo?... Son [...]
[...] pazzi?...» Donna Isabella non parlava d'altro, sapendo d'appagare il rancore di Raimondo. Egli l'aveva, sì, con tutti, ma il suo astio più [...]
[...] grande era serbato al principe. Costui non aveva fatto un danno soltanto morale al fratello, gli aveva anche fatto pagar salato il suo appoggio. Nei [...]
[...] matrimonii, Raimondo non aveva neppur calcolato quel che gli costava la pace col fratello maggiore; era tanto, allora, il suo impegno, che egli avrebbe [...]
[...] forse consentito a cedere tutto ciò che aveva. Adesso che faceva il conto e tirava le somme, vedeva che Giacomo gli aveva preso un buon terzo del [...]
[...] poteva ritorcere contro di lei. Invece criticava il carattere prepotente del cognato, la sua severità verso la moglie, il suo disamore per tutti [...]
[...] faceva il moralista anche lui! Bisognava sentirlo, quando predicava!... E quella stupida di Margherita che non s'accorge di nulla!...» La [...]
[...] principessa, infatti, non pareva notasse che da un pezzo la vedova cugina veniva a consolarsi «in famiglia» tutte le sante mattine che il Signore mandava e [...]
[...] tutte le sante sere. Il principe s'occupava di metterle in ordine l'eredità, e per ciò, avendo bisogno di parlarle, l'andava spesso a trovare per [...]
[...] . Nessuno degli Uzeda, pel momento, vi mancava: 377 il matrimonio di Raimondo pareva avesse ricondotto la pace in tutti gli animi. Il duca [...]
[...] pontificava, aggiustava l'Europa in quattro e quattr'otto, le finanze italiane in men che non si dice, e Giulente stava a udirlo come il Messia [...]
[...] , lasciandosi rimorchiare sempre più, disertando il suo partito per corteggiare lo zio, aspettando di prenderne il posto. Il duca, infatti, gli aveva [...]
[...] detto: «Quando sarò stanco, lascerò a te il collegio;» e questa era la secreta brama di Benedetto: esser deputato, mettersi nella grande politica [...]
[...] . Per dargli pazienza, il duca lo aveva fatto eleggere consigliere comunale, e discorreva con lui anche delle cose del municipio, delle riforme da [...]
[...] introdurvi. Quantunque il Parlamento fosse in piena sessione, egli non parlava d'andar via, occupato a sbrigare i suoi affari. Il patriottismo [...]
[...] etnei. Don Blasco e donna Ferdinanda, ciascuno per conto proprio, s'ingegnavano con ogni mezzo di appurare come facesse; fu il marchese Federico [...]
[...] quello che li mise sulla buona strada. Con le economie del suo largo reddito, il marchese faceva ogni anno qualche acquisto; ultimamente aveva [...]
[...] !» gli aveva consigliato il duca, spiegandogli l'eccellenza dell'impiego, offrendogli di farla venire da Torino. «Vostra Eccellenza ne ha dunque comprata [...]
[...] ?» gli domandò il marchese; ´«Ne ho comprata, ne ho venduta.... secondo i corsi.... capisci bene....» poi, quasi pentito d'avergli fatto [...]
[...] mutato discorso. Il marchese titubò un pezzo, un po' per fedeltà al principio borbonico, molto più per paura di perdere i suoi quattrini, frutto e [...]
[...] capitale, con l'idea che l'Italia fosse sempre sul punto non che di fallire, ma di andre a rotoli; finalmente un giorno, incontrato il duca che [...]
[...] rispondere il marchese. - Al sessantasei, il capitale frutta il sette e mezzo per cento.... Il monaco stava a sentirlo, spalancando tanto d'occhi, come [...]
[...] aspettando di vedere fin dove sarebbero arrivate le enormità che quel bestione eruttava: alla fine scoppiò: - Te ne netterai il fondamento, delle tue [...]
[...] !... Allora con cinque lire di capitale, avremo cinque lire l'anno! Arricchiremo tutti quanti! Viva la cuccagna! Viva il gran Vittorio! Il duca, che [...]
[...] tre e quattro volte il giorno, le mandava i migliori bocconi della sua tavola, la teneva nella bambagia. Quando la cosa si riseppe, tutti i parenti [...]
[...] queste povere ragazze, sono tante!... Speriamo che la sposerà, chi è stato.... Io so che cosa vuol dire gravidanza.... Non ho il coraggio di [...]
[...] buttarla in mezzo a una strada....» Ma il più bello era che il marchese si seccava e si vergognava anche un poco di quella paternità clandestina. Col [...]
[...] : - Sentila, adesso!... Io faccio quel che mi pare e piace, e tu solo hai il diritto di comandare, qui dentro!... Fa la scrupolosa, adesso, questa [...]
[...] facevano inghiottire a Baldassarre botti di veleno. Il signor principe non poteva dunque fare un atto di carità, sorvegliando l'amministrazione [...]
[...] intricata della cugina che già le lingue di vipera ci trovavano a ridire? Forse perchè s'era parlato di matrimonio, tanti anni addietro? Ma il [...]
[...] mai, sempre 381 piena d'obbedienza verso il marito, sempre aspettando gli ordini che egli le impartiva spesso con una sola guardata. La cugina [...]
[...] casa la propria opinione, della quale il principe teneva più conto che non di quella della moglie; ma donna Margherita, invece di dolersene [...]
[...] , respirava più liberamente perchè il marito la lasciava quieta, non pretendeva ch'ella gli desse ragione in tutto o per tutto, e non la rimproverava se [...]
[...] le cose non riuscivano poi com'ei voleva. Pertanto, se qualche giorno la vedova non veniva, ella la mandava a chiamare prima che il principe [...]
[...] notasse l'assenza, e la tratteneva tutto il giorno in casa, le affidava Teresina, la trattava come una sorella. Quell'intrinsichezza le procurava un [...]
[...] piccolino tutto il corredo preparato un tempo pei suoi proprii figli. Lo teneva mattina e sera in braccio, lo dava a baciare al marito dicendogli [...]
[...] partorito 382 da lei, abbracciava con un solo sguardo l'orribile aborto giallo come di sego e il bambino paffuto che tirava pugni, e due lacrime [...]
[...] di Rosa, al quale aveva persino messo in nome Federico.... Ma il principe diede della pazza alla sorella; Chiara, sentendosi pungere, si mise a [...]
[...] cantare contro il fratello che teneva la ganza in casa e le affidava la figlia; Lucrezia, che aveva già fatto pace con Giacomo al tempo del [...]
[...] marchesa; donna Isabella, per distrarre Raimondo, che aveva un umore sempre più nero, rincarò la dose contro il principe, contro Chiara, contro [...]
[...] stravaganza, di ossessione e di pazzia. In mezzo ad essi, il Priore portava la sua serena indifferenza per tutte le cose di questo mondo, dopo [...]
[...] abiti e di sarti forestieri; il duca, udendo tutti senza rispondere a nessuno, scambiava telegrammi coi sensali che giocavano alla borsa per conto [...]
[...] suo, e badava a ordinare le sue banche e società; il cavaliere don Eugenio, lasciata in asso l'Academia dei quattro Poeti, si occupava [...]
[...] . 383 Teresa, adesso vicina ai dodici anni, formava il suo orgoglio, per la bellezza della persona e la bontà dell'animo. Mai un dispiacere da [...]
[...] . Bastava che le dicessero una volta: «Teresina, ciò dispiace a tuo padre,» oppure: «Tuo padre vuole così», perchè ella chinasse il capo senza fiatare. Per [...]
[...] di restar chiusa nello spessore del muro, e il terrore del crocifisso nero, preferiva anche ora, in cuor suo, le belle passeggiate all'aria aperta [...]
[...] Teresa, per ordine del principe, il quale da canto suo restava in casa per paura che la vista dei morti gli portasse jettatura. La bambina tremava [...]
[...] tutta, la bambina, dallo spavento, dall'orrore, e la notte sognava tutti quei morti che le danzavano intorno; ma nascondeva il proprio spavento poichè [...]
[...] il confessore le aveva detto che i poveri morti non possono far male, che è dovere visitarli, che bisogna continuamente pensare ad essi perchè un [...]
[...] paonazze; ai Cappuccini, nella cappella della Beata Ximena, vedevasi la bara dove custodivano il suo corpo. Dicevano che si conservasse così [...]
[...] fresco, dopo secoli, come se Ella fosse spirata da un'ora; ad ogni centenario della beatificazione scoperchiavano il feretro; ella pensava con terrore [...]
[...] che fra dodici anni, nel 1876, sarebbe capitato il terzo centenario. Ma poichè faceva sempre forza a sè stessa e niente traspariva delle sue [...]
[...] queste cose guastano le ragazze; e invece di piangere e di gridare, come facevan tante, ella chinava il capo confortata dalla sua mamma che le [...]
[...] torbidi del Sessantadue, egli aveva visto passare gli anni uno dopo l'altro senza che il padre mantenesse la promessa di toglierlo dal Noviziato [...]
[...] . Tutte le volte che era venuto a palazzo, il ragazzo l'aveva rammentata al principe; ma questi rispondeva invariabilmente: «Più tardi.... in [...]
[...] primavera, in autunno.... non tocca a te pensarci!...» Così rodeva il freno, aspettando la primavera e l'autunno che lo ritrovavano ancora in quella [...]
[...] bella libertà, egli diventava il tormento dei maestri, dei Fratelli, dei camerieri, di tutto il convento, e rifiutava anche di andare a casa, o, se [...]
[...] vi andava, non salutava nessuno, non parlava, stava tutto il tempo della visita con tanto di muso. Ora che a palazzo non si rimoveva una [...]
[...] seggiola senza il beneplacito della cugina, costei prestava mano forte al principe, giudicava che il ragazzo, pel momento, stava bene dov'era; gli diceva [...]
[...] , appena risaputa, fu commentata in mille modi: «E perchè?... Non sta bene in casa?... Il duca ha voluto così.... E che c'entrava il duca?... No, è [...]
[...] stato il principe.... No, la cugina.... La principessa piange da mattina a sera....» Ciascuno diceva la sua, qualcuno soffiava che forse la decisione [...]
[...] era stata presa perchè un giorno la signorina, entrata inavvertitamente nella Sala Rossa, aveva trovato il principe e la madrina in troppo intimo [...]
[...] anche la francesa: il barone Cùruma ci aveva messo la sua ragazza, dunque la figlia 386 del principe di Francalanza doveva andare anche lei in [...]
[...] uno di questi collage. Il signor duca conosceva che quello dell'Annunziata, a Firenze, era il più a chic di tutti, perchè infatti costava più caro [...]
[...] ; e anche il signor don Raimondo e la contessa donna Isabella, che a Firenze c'erano stati di casa, dicevano altrettanto e approvavano che la [...]
[...] scagliata con più violenza contro il principe e aveva perdonato a Chiara l'allevamento del bastardo per andare a sfogarsi con lei contro queste [...]
[...] palazzo.... Per Baldassarre, il principe era Dio, e tutto ciò che il padrone faceva era ben fatto. Rispettava anche gli altri parenti e perciò le [...]
[...] voci di quelle guerre in famiglia lo contristavano positivamente; voleva che tutti andassero d'accordo per il buon nome, per il prestigio della [...]
[...] non dovevano a nessun costo arrivare al padrone; se questi domandava perchè il tale o tal altro guattero era stato congedato, egli trovava un buon [...]
[...] pretesto, oppure diceva che era stato il signor Marco. Stimava pertanto l'amministratore, che era come lui geloso del buon nome della casa e [...]
[...] pieno di rispetto verso il principe e di giusta severità verso i dipendenti. Del resto, alla lunga, gl'invidiosi si stancavano di sparlare. Prima di [...]
[...] tutto, alcuni dei parenti andarono via e perciò i motivi di lite scemarono. Il contino Raimondo un bel giorno, senza aver detto niente a nessuno [...]
[...] . Poi partì il duca diretto a Firenze e conducendo via anche la principessina Teresa, per metterla al collegio, com'erasi stabilito. La bambina, nel [...]
[...] che fai male a tua madre?...» e allora ella inghiottiva le sue lacrime, si ricomponeva. Il giorno della partenza, la principessa ebbe una [...]
[...] bambina allora chinò il capo, s'asciugò gli occhi, e disse alla sua mamma, seria e composta com'era sempre stata: «Non t'angustiare, mamma mia bella [...]
[...] partì anche il cavaliere don Eugenio per Palermo. La ragione di questa partenza qui non si seppe molto bene. Il cavaliere aveva detto che certe [...]
[...] signora donna Lucrezia contro il marito e i liberali; ma niente di positivo. Il principe, da canto suo, badava agli affari dell'amministrazione [...]
[...] , ma senza più affaticarsi troppo, senza più tenere le interminabili sedute d'un tempo col signor Marco. Ora un giorno, che fu giusto il 31 [...]
[...] dicembre 1865, Baldassarre corse ad una chiamata del padrone il quale era nel proprio scrittoio in compagnia del notaro. - Accompagna il notaro dal [...]
[...] signor Marco e consegnagli questo biglietto, - gli disse il padrone. - Eccellenza, - rispose Baldassarre, - è andato fuori mezz'ora addietro [...]
[...] .... - Va bene; metterai dunque il biglietto sul suo tavolino. E voi, notaro, mi farete il piacere d'aspettare un poco.... Tu va a prendere un cartellino [...]
[...] , nonostante la sua abituale passività nell'obbedienza, restò un momento a guardar per aria. - Il si loca nel balcone della sala: hai capito? - ripetè [...]
[...] il padrone che non amava dire due volte le cose. - Subito, Eccellenza. Corso a prendere il cartellino, il mastro di casa salì a quattro a quattro [...]
[...] le scale dell'amministrazione, entrò nel quartierino del signor Marco, e lasciato il biglietto sulla tavola, aperse la vetrata e si mise ad [...]
[...] mentre finiva di legare la tavoletta, apparve, giù nella via, il signor Marco. Si fermò, un istante a guardare in alto, poi cominciò a gesticolare [...]
[...] aveva voluto così. A un tratto il signor Marco si mise quasi a correre, e dopo pochi minuti gli arrivò dinanzi pallido e col fiato ai denti [...]
[...] . - Che fai? Perchè il si loca? Chi diavolo t'ha detto? - Il principe, il signor principe.... c'è anzi una lettera.... lì, sulla tavola.... Leggendo [...]
[...] il biglietto, le mani e le labbra tremavano al signor Marco, come se gli stesse per prendere un accidente; e Baldassarre, impaurito, si tirava un [...]
[...] poco indietro, pronto a chiamare soccorso; quando, strappato malamente il foglio, l'altro gridò, con voce rotta: - A me?... Il congedo?.... Come a [...]
[...] un guattero? L'ultimo del mese? Ladro schifoso? Principe porco? - Don Marco!... - balbettò Baldassarre, atterrito. - A me il congedo?... E il [...]
[...] l'altro, fuori della grazia di Dio, tremando dall'ira, buttava fuori quel che aveva in corpo contro il padrone e tutta la sua razza: - Dieci anni [...]
[...] il modo di accalappiarli, facendo il moralista fingendo l'affezione, il rispetto alle volontà di sua madre: pezzo di gesuita più di quell'altro [...]
[...] disperati di preghiera e di paura non erano valsi a frenare. E il signor Marco lo guardò, stralunato, quasi accorgendosi in quel punto della sua [...]
[...] presenza. - Mi meraviglio! - continuava il maestro di casa, fermo e contegnoso. - La volete finire, una buona volta?... Allora l'altro gli tirò sul [...]
[...] muso un'amara sghignazzata. - Zitto, tu! Prendi le parti di tuo fratello, bastardo? Giusto in quel momento comparve il notaro che saliva dal [...]
[...] ladro e di falsario è il vostro principe! Voi lo sapete, che ha rubato la sorella monaca e la Badìa col cavillo dell'approvazione regia, e [...]
[...] quell'altra pazza per consentire al suo matrimonio, e il Babbeo perchè è babbeo e il contino per dargli mano a quegli altri pasticci!... Voi lo [...]
[...] munifica, in verità! da poterci fare il nido!... - E spalancando gli armadii e le cassette, riprendeva: - Qui!... Prendete, vi consegno ogni cosa [...]
[...] !... Venite a guardare sotto il letto, se c'è il cantero!... Frugatemi addosso, se gli porto via qualche cosa.... A voi, chiappate: sono le chiavi [...]
[...] servizii prestati alla madre ed al figlio. Afferrarla e scaraventarla contro il muro, fu tutt'uno: - E questa con l'altre.... - gridò, con una mala [...]
[...] parola da far arrossire la morta, laggiù, nelle catacombe dei Cappuccini. VI. Per la via polverosa, sotto il cielo di fuoco [...]
[...] al carico, voltavano tratto tratto il capo, se uno scalpitar più frequente e un più vivace scampanellìo di sonagliere annunziava il passaggio di [...]
[...] qualche carrozza. Allora la fila dei carri serravasi sulla destra della via, e il legno passava, tra una nugola di polvere e lo schioccar delle [...]
[...] fruste, mentre le facce spaventate di fuggenti mostravansi un istante agli sportelli. «Il castigo di Dio!... Tutta colpa dei nostri peccati [...]
[...] magri sacconi e di quattro seggiole sciancate; e nelle brevi soste fatte per riprender fiato, per asciugare il sudore grondante dalle fronti [...]
[...] capo, o sotto il braccio, o infilati ad un bastone, la bestia lenta e paziente. I conoscenti si fermavano, notizie e commenti erano scambiati [...]
[...] 393 anche tra sconosciuti, con la solidarietà del pericolo nella comune miseria. Le donne ripetevano ciò che avevano udito dire dai preti: il [...]
[...] una lira il giorno! I Benedettini, per esempio, avevano di che scialare con una lira il giorno , dopo aver fatto la vita di tanti re! «E i [...]
[...] monete d'oro e d'argento. Poi s'eran spartita l'argenteria da tavola, tutta la roba di valore, e avvicinandosi il momento del congedo, avevano [...]
[...] da qualcuna di esse cadeva un soldino nella polvere dello stradale. E i pedoni riconoscevano i signori fuggenti, se ne ripetevano il nome [...]
[...] , spaventati all'idea del vuoto della città: «Il principe di Roccasciano!... La duchessa Radalì!... I Cùrcuma!... I Grazzeri!... Non resterà dunque [...]
[...] di polvere dalla città al Belvedere. Nella prima c'era il principe di Francalanza, donna Ferdinanda e la cugina Graziella, invitata alla villa [...]
[...] perchè non poteva andar sola alla Zaffarana, e il principino Consalvo a cassetta, che brandiva trionfalmente la frusta, quantunque portasse ancora [...]
[...] Blasco e il Priore avevano anch'essi chiesto ospitalità a palazzo. Nella seconda carrozza stava la principessa, senza nessuno a fianco nè dirimpetto e [...]
[...] solo la cameriera nell'angolo opposto. Il contatto d'una spalla l'avrebbe fatta cadere in convulsione, perciò s'era dichiarata contentissima [...]
[...] che il principe accompagnasse la cugina. L'altra carrozza era invece stipata: c'erano il marchese e Chiara, Rosa col bambino e finalmente don [...]
[...] ; l'avversione non cedeva neppure dinanzi al pericolo del colera, gli faceva preferire la compagnia del bastardello. Il Priore, invece, era rimasto [...]
[...] fuggire; il suo posto, diceva, era al capezzale degli infermi, accanto a Monsignore. Le maggiori insistenze gli 395 erano venute dal principe [...]
[...] , il quale sosteneva, come sempre, che in tutte le circostanze gravi e solenni la famiglia doveva tenersi unita; perciò gl'incresceva di lasciare [...]
[...] il Priore, così aveva fatto fiasco con Ferdinando, il quale, preso gusto alla vita cittadina, non voleva sentir parlare neppure di rifugiarsi [...]
[...] alle Ghiande. Lucrezia era già partita nella mattina pel Belvedere col marito, il suocero e la suocera. Quanto allo zio duca, era a Firenze, vicino [...]
[...] alla nipote Teresina, e poichè lì il colera non infieriva e non metteva tanto spavento quanto in Sicilia, così egli era e voleva che sua moglie [...]
[...] caso sospetto di tanto in tanto. Il principino, lasciata finalmente la tonaca per gli abiti di tutti gli altri cristiani, cominciò a prendersi [...]
[...] , lepri, pernici ed anche passeri, se non trovava altro; poi faceva attaccare ogni giorno, per imparare a guidare, e il suo calessino divenne in [...]
[...] breve il terrore di chi girava per le vie di campagna; sempre addosso ai carri ed alle carrozze, lanciato a tutta corsa per lasciare indietro ogni [...]
[...] bestie, a imparare il linguaggio speciale dei cocchieri, dei cozzoni e dei maniscalchi, a criticare gli animali degli altri signori rifugiati al [...]
[...] perdonata l'opposizione fatta al più pronto ritorno di lui alla casa paterna; e adesso, vedendola domiciliata come una persona della famiglia, prendere il [...]
[...] riprendere il proprio posto nella casa del fratello principe. Chiara tirava su a zuccherini il bastardello, lo vezzeggiava molto più del marchese [...]
[...] , il quale provava sempre un certo disagio e una certa vergogna a riconoscere pubblicamente quella paternità, mentre sua moglie quasi se ne [...]
[...] , era adesso tutt'una cosa con lo zio Blasco, il quale, stando con lei, la approvava implicitamente. 397 Il monaco, alla notizia della legge [...]
[...] mondo! era parso veramente uno scatenato diavolone dell'inferno. Le male parole di nuovo conio, le imprecazioni, le bestemmie eruttate contro il [...]
[...] vituperii evacuati contro il fratello deputato, che aveva dato il suo voto alla legge, si lasciarono mille miglia lontano tutto quello che di più [...]
[...] sulla paglia. Da San Nicola era venuto via con due casse, delle quali non lasciava mai le chiavi; e il principe, in città, le aveva covate con gli [...]
[...] occhi, quasi pesandole e fiutandole, con nuovo rispetto per quello zio che adesso possedeva qualcosa; ma tutto il suo studio per trovare il [...]
[...] destro di guardar dentro alle casse era stato inutile, giacchè il monaco si sprangava in camera, ogni qualvolta aveva da frugarvi. Adesso, al [...]
[...] Belvedere, anche Chiara e Federico parlavano spesso tra loro di questi quattrini che doveva possedere don Blasco. Il marchese temeva che li 398 [...]
[...] sciupasse con la Sigaraia, avrebbe voluto proporgli di metterli al sicuro, di impiegarli, di comperarne altrettanta rendita, se il monaco fosse stato [...]
[...] un altro, se ogni semestre, avvicinandosi la scadenza delle cedole, don Blasco non l'aveva vessato, punzecchiato, tormentato, profetandogli il [...]
[...] subisso di quel titolo. Il corso forzoso, la guerra, il colera, tutte le pubbliche calamità erano state altrettanti argomenti di giubilo pel monaco [...]
[...] , il quale si fregava ogni volta le mani, gridando al nipote: «Addio, la carta sporca! È fritto, il tuo governo! Tu non mi hai voluto ascoltare [...]
[...] : ben ti sta!...» Ma il marchese riscoteva sempre la sua rendita il giorno stabilito, fino all'ultimo centesimo. Cessato del tutto il pericolo del [...]
[...] colera, un giorno egli scese in città per qualche affare e per riscuotere il semestre; tornato al Belvedere e passeggiando, dopo pranzo, sulla [...]
[...] ordinato un'altra partita di cartelle.... le divideremo con parecchi amici.... perchè oggi non ci è come impiegare il denaro.... Voleva insistere a [...]
[...] . - Potresti cedermene diecimila lire? Il marchese, sulle prime, credè d'aver udito male. - Cederne?... Come?... A Vostra Eccellenza?... - Dico se puoi [...]
[...] verranno subito? - In un giro di posta. Il monaco gli voltò le spalle e s'allontanò un poco; poi tornato indietro, ripiantatoglisi dinanzi, riprese [...]
[...] : - Senti, giacchè ci sei, fanne venire per ventimila lire. - Eccellenza sì; quanto vuole Vostra Eccellenza.... E appena solo, il marchese corse [...]
[...] matto. Non era matta Chiara che trattava la cameriera come una sorella e il bastardo di lei come un figlio suo proprio? Non era matta Lucrezia che [...]
[...] , s'impacciava di tutti gli affari della parentela? E che dire del principe, il quale dopo aver dimenticato per tanti anni la cugina, adesso si metteva con [...]
[...] servizio gli parlavano di di lei. Questo era però l'unico sentimento che egli manifestava; del resto, stava in casa il meno possibile, montava a [...]
[...] cavallo quando non usciva in carrozza, inforcava tutti gli asini dei contadini, teneva conversazione con tutti i carrettieri; il cuoco, dalla [...]
[...] finestra della cucina, da cui si scorgeva il podere fino alla chiusa degli olivi, 400 lo vedeva rincorrere le donne, che venivano a cercare i [...]
[...] fasci dei sarmenti vecchi. Con la moglie di massaro Rosario Farsatore, il fattore lo colse quasi sul fatto, un pomeriggio, nel pagliaio: egli non si [...]
[...] mostrò per nulla turbato, e la cosa, venuta all'orecchio di donna Ferdinanda, lo rialzò nella stima della zitellona. Il principe finse di non [...]
[...] Carmelo? - domandavano di tanto in tanto donna Ferdinanda, la principessa, Lucrezia; che n'è di Frà Carmelo?... - ma il principino non sapeva nè [...]
[...] curavasi di sapere che fosse avvenuto del suo antico protettore. A San Nicola, quando aveva roso il freno, aspettando la legge di soppressione come [...]
[...] l'unica via di salvezza, egli s'era divertito a tormentare il Fratello predicendogli lo sbando dei monaci, la chiusura del convento; ma l'altro [...]
[...] , scrollando il capo, sorrideva d'incredulità, non comprendeva come gli stessi Padri potessero credere a una cosa simile. Mandarli via? Vendere le [...]
[...] famiglia si levava di tavola dopo colazione, Baldassarre venne ad annunziare: - Eccellenza, c'è Frà Carmelo. - Frà Carmelo! Nessuno riconobbe il [...]
[...] Fratello dal faccione bianco e roseo, dalla ciera gioviale, dal pancione arrotondato sotto la tonaca, nel personaggio che s'avanzò verso il [...]
[...] Benedetto, tutti i santi del paradiso?... - Che possiamo farci!... - esclamò Consalvo, fregandosi le mani; e donna Ferdinanda aggiunse: - Avete voluto il [...]
[...] !... Sessant'anni che c'ero dentro!... Nessuno aveva osato toccarlo, in tante rivoluzioni che ho viste: il Trentasette, il Quarantotto, il Sessanta [...]
[...] .... - Bel terno!... - fece il principino; e come Baldassarre venne a dirgli che il calesse era attaccato, si alzò, esclamando sotto il naso del [...]
[...] Paternità, lo straccione: cose da non credersi... Venne il Priore, e gli ha dato tutte le chiavi, Eccellenza: della chiesa, della sacrestia, dei [...]
[...] magazzini, del museo, della biblioteca.... E tutto venduto, sulla pubblica piazza: le tavole, le seggiole, i servizii, la lana, il vino, i letti [...]
[...] confortarlo, con belle parole; il principe gli offrì da bere; ma egli rifiutò, riprese a narrare le stesse storie imbrogliandosi più di prima; poi se ne [...]
[...] andò alla villa del marchese, da don Blasco, ricominciando: - Ce n'hanno cacciato!... E Vostra Paternità non fa nulla?... Il Priore suo nipote [...]
[...] ?... Monsignor Vescovo?... Perchè non scrivono a Roma?... Ha da finir così?... Don Blasco, al quale il giorno prima era arrivata la rendita, tonò [...]
[...] : - Come vuoi che finisca ?... Quando io gridavo a quei ruffiani: «Badate ai fatti vostri! Non scherzate col fuoco! Ci rimetterete il pane!...» mi [...]
[...] davano del pazzo, è vero? E si confortavano con gli aglietti, le bestie, dicendo che il governo non li avrebbe toccati, che avrebbe passato loro [...]
[...] tigna, e pareva un pulcino nella stoppa?... Adesso che volete? Se siete stati i vostri proprii nemici?... Il governo è ladro, e doveva fare il [...]
[...] , i sinistri gli rimproveravano il suo servilismo verso il governo, tentavano contrapporgli qualcuno dei loro; ma incontravano da per tutto forte [...]
[...] resistenza, erano costretti a battere in ritirata. Un giornaletto satirico settimanale, il Ficcanaso, faceva ridere la gente, dicendo che [...]
[...] l'onorevole d'Oragua aveva fatto alla Camera quanto Carlo in Francia, senza neppure aprir bocca; ma il Pensiero italiano, successo all'Italia risorta [...]
[...] , dichiarava che il paese non sapeva che farsi dei chiacchieroni, e preferiva i cittadini intemerati che votavano senza ascoltare altra voce se non [...]
[...] quella della propria coscienza. Esso non nominava mai il duca senza chiamarlo l'eminente Patriotta, l'insigne Patrizio, l'illustre Deputato; e [...]
[...] all'annunzio dello scioglimento della Camera ne cominciò il panegirico. Fra i tanti meriti del «cospicuo Cittadino» quello d'aver contribuito [...]
[...] precipuamente all'istituzione della Banca Meridionale di Credito non era certo il più piccolo; e don Lorenzo Giulente, nel suo gabinetto di direttore [...]
[...] d'opposizione, gli amici del deputato volevano ottenere una vittoria strepitosa; infatti gli misero insieme quasi trecento voti. Il duca [...]
[...] volgarità. I puri erano tutti borbonici; lo zio duca e qualche altro facevano i liberali perchè ci speculavano su. Se il patriottismo avesse fruttato [...]
[...] , egli non ha bisogno della croce! È già cavaliere di natura.... Ma il più bello era che donna Ferdinanda, adesso, non le dava più retta, anzi [...]
[...] parteggiava a viso aperto per Benedetto, il quale le serviva in quella stagione, per via della famosa legge sul corso forzoso. Con gli anni, quanto più [...]
[...] il suo peculio era cresciuto, tanto più cupida ella era divenuta: adesso dava i denari al trenta, al quaranta per cento, gridando poi al ladro se [...]
[...] qualche povero diavolo ritardava di qualche giorno il pagamento. Ora, della «carta sporca», come chiamava i biglietti di banca, ella non voleva [...]
[...] tanti stracci, ella rifiutava di rinnovare il prestito, pretendeva sotto il colpo la restituzione del capitale, si faceva suggerire dal nipote [...]
[...] avvocato il modo d'eludere la legge e d'obbligare la gente a pagare in argento sonante.... Quanto a don Blasco, anch'egli aveva altre cose per capo, e i [...]
[...] i «Piemontesi» che lo avevano buttato in mezzo ad una via, con l'elemosina d'una lira e mezza il giorno, chiedeva qualcosa a ciascuno dei parenti [...]
[...] nel rendergli quei servizii, se lo ingraziavano, adesso che aveva anch'egli il suo gruzzolo. Quanto avesse non si sapeva con precisione; ma alla [...]
[...] disse al marchese di fargli 406 comperare altre diecimila lire di cartelle. E gridando contro il governo ladro, teneva sotto il guanciale i [...]
[...] suoi titoli. Al principio dell'estate, benchè la Camera fosse ancora aperta, arrivò il duca. Ricominciarono le solite dimostrazioni degli amici e [...]
[...] religiose era il gran fatto dei tempi moderni; egli ne enumerava e dimostrava gli immensi vantaggi. Prima d'ogni cosa, i latifondi tolti alla manomorta [...]
[...] stesso frutto della terra; finalmente il governo, con l'utile della vendita, avrebbe scemato le tasse «a sollievo della finanza pubblica e [...]
[...] miscredenti e di dannati? Volete dunque tenere il sacco ai ladri, ah? Non avete paura per l'altra vita? Che faccia una cosa simile quel farabutto [...]
[...] , - oramai non chiamava altrimenti il fratello deputato, - non è meraviglia, dopo che ha votato la ladreria. Nel più c'è il meno, e neppure Domeneddio può [...]
[...] peggio in salute, appoggiava la zia; e un giorno venne il Priore a palazzo, a posta per distogliere i parenti dall'acquisto col linguaggio della [...]
[...] la salute dell'anima è il sommo dei beni. Il Signore vi compenserà in altro modo, vi darà da un altro canto quello che ora rinunzierete.... Il [...]
[...] principe stava a sentire le due campane senza esprimere la propria opinione; il marchese però giudicava eccessivi gli scrupoli; e Chiara, per [...]
[...] seguire il marito, non dava ascolto alle ammonizioni del confessore. Lucrezia, da canto suo, spingeva Benedetto a comprare, ad arricchirsi, poichè [...]
[...] n'erano sedici!... Frattanto il Parlamento discuteva un'altra legge «a vantaggio dell'incremento pubblico e privato,» come spiegava il duca, sebbene [...]
[...] non andasse alla capitale: quella, cioè, relativa allo svincolo delle cappellanie e dei beneficii laicali; e il principe, zitto zitto, cominciava a [...]
[...] inaspettato. - Badiamo, ohi! Se si svincola la cappellania, la roba va divisa fra tutti i consanguinei! - Vostra Eccellenza s'inganna, - rispose il [...]
[...] principe. - I beni rientrano nel fedecommesso. - Che fedecommesso d'Egitto? Dov'è il fedecommesso? Sono quarant'anni che è finito, e i titoli li ho [...]
[...] letti anch'io! - Ma il diritto di patronato è stato in mano mia. - Patronato? Quasi che si trattasse di un ente 408 autonomo! - don Blasco [...]
[...] parlava adesso come un trattato di giurisprudenza. - È una semplice eredità cum onere missarum: hai da spiegarmi il latino? O torniamo coi cavilli che [...]
[...] facesti alla Badia per non pagare il legato?... Alle corte, qui bisogna intendersi: se no comincio con un dichiaratorio, e poi ce la vedremo in [...]
[...] tribunale! Il principe, vistosi scoperto, in un momento che la bile gli tornava a gola, esclamò: - O Vostra Eccellenza non aveva vietato di toccare [...]
[...] i beni della Chiesa? - Evviva la bestia! - proruppe il monaco. - Qui la Chiesa che ha da vedere? Le messe si faranno celebrare come prima, anzi [...]
[...] sera d'agosto, mentre a palazzo una folla d'invitati assisteva alla processione del carro di Sant'Agata, arrivò il duca giallo come un morto [...]
[...] , annunziando: - Il colera! Il colera!... Un'altra volta!... Quello buono, adesso; in dose giusta finalmente trovata dagli untori; perchè, Dio ne [...]
[...] scampi, non erano passate ventiquattr'ore che già il morbo si dilatava. E che spavento per le vie di campagna, nuovamente percorse, giorno e notte [...]
[...] quanto che la povera principessa andava peggio, e o fosse la 409 paura del colera, o il disagio della fuga improvvisa, appena arrivata alla [...]
[...] ricevimenti, non più giuochi, non più veglie. Il giorno passeggiavano nel podere; Consalvo, Benedetto e qualche altro s'arrischiavano per le vie [...]
[...] , ma all'ave il principe voleva che tutti fossero in casa e faceva sprangare tutte le porte e tutti i cancelli; don Blasco, alla villa del [...]
[...] . - Bisogna scappare!... Scappiamo! Subito!... Alla Viagrande, alla Zaffarana.... Lucrezia coi Giulente partì subito per Mascalucia. Il duca, più morto [...]
[...] che vivo, avrebbe voluto andarsene sul pizzo dell'Etna, per mettersi bene al sicuro; ma prevalse pel momento il partito del marchese, che diceva [...]
[...] per cercarla; e il duca s'offerse d'accompagnare il principe, non parendogli vero di battersela immediatamente. Giacomo disse alla moglie: - Vuoi [...]
[...] , biancheria, tutte le cose 410 d'uso giornaliero. Nella notte tornò il maestro di casa per avvertire che l'alloggio era trovato, e il domani [...]
[...] all'alba tutti scapparono dal Belvedere dove il colera già divampava. La casa, alla Viagrande, s'era trovata grazie alle relazioni ed ai quattrini del [...]
[...] da un luogo infetto; ma, una volta dentro, il principe, il duca, don Blasco si misero a gridare che non bisognava lasciar passare nessun'altro [...]
[...] trecento morti il giorno e non c'era più consorzio civile, nessuna autorità, nè deputati, nè consiglieri, nè niente, ma diffondevasi per la prima [...]
[...] cavallo, a piedi; ma chi portava addosso il germe del male cadeva lungo gli stradali, si torceva nella polvere e moriva come un cane: i cadaveri [...]
[...] insepolti, cotti dal torrido sole estivo, esalavano pestiferi miasmi, mettevano il colmo all'orrore; e i fuggiaschi che arrivavano sani e salvi [...]
[...] , c'era appena di che dissetarsi. Il principe, alla Viagrande, pagava una lira ogni brocca d'acqua; 411 e la principessa pareva diventata un pozzo [...]
[...] che il duca, atterrito, pensava di scapparsene più lontano; ma la paura di lui era fuor di luogo: quei dolori, quelle disposizioni al vomito, la [...]
[...] principessa li soffriva da più di un anno, non con l'intensità di adesso, è vero, ma con lo stesso carattere. Il principe, assicurando lo zio [...]
[...] cancro allo stomaco.... Ma il duca non gli dava retta; per adesso, aveva da pensare alla propria pelle, perchè il colera poteva scoppiare da un [...]
[...] , sulla montagna.... - e quando finalmente il primo caso fu accertato in paese, mentre tutti ripetevano - Andiamo via.... scappiamo più lontano [...]
[...] .... - egli aveva la cacajola, dalla paura. Questa volta le difficoltà per trovare una casa erano ancora più grandi. Il duca andò a cercarla dalle parti [...]
[...] del Milo. Il principe si preparò a partire per Cassone. - Vuoi venire anche tu? - ripetè alla moglie. Ella aveva passato una notte orribile, senza [...]
[...] meglio qui.... andremo poi tutti.... Ella carezzava il giovanetto con la mano scarna e fredda, e guardava timidamente il marito, aspettando che [...]
[...] seccarlo; e la domanda che aveva il suo senso letterale per tutti, ne acquistava un altro per la principessa che comprendeva le intenzioni e i gesti [...]
[...] , che intuiva i sottintesi. - No, t'accompagno.... Sul punto di vederla andar via, il principino insistè: - Mamma, resta.... o prendimi con te; - e [...]
[...] il giovanetto, ordinariamente allegro e spensierato, dimostrava adesso una specie d'inquietudine quasi paurosa. - Non c'è posto per tutti [...]
[...] ! - rispose il principe, brusco; e la principessa abbracciò forte il figliuolo dicendogli: - Resta.... resta.... domani saremo insieme.... Si mise in [...]
[...] notizia di loro. A un'ora di notte arrivò un espresso mandato dal duca dal Milo, il quale avvertiva d'aver trovato lassù uno stambugio dove c'era [...]
[...] posto appena per lui; li lasciava quindi liberi di raggiungere Giacomo. Alla Viagrande frattanto smaniavano, perchè il panico cresceva [...]
[...] Graziella, celebrato tre mesi dopo la cessazione dell'epidemia, solo i parenti e pochissimi intimi furono invitati: il vedovo era ancora in gramaglie [...]
[...] e il chiasso d'una festa sarebbe stato inopportuno. Del resto il principe stesso spiegava che quel matrimonio era di semplice convenienza: tanto [...]
[...] ridesse una posizione in società, il principe trovava una nuova madre ai proprii figliuoli. Quella unione, prevista da alcuni, fin da quando la [...]
[...] , riscoteva perciò l'approvazione quasi generale: il confessore, il vicario, tutti i preti che bazzicavano per la casa avevano giudicata [...]
[...] quella terribile epidemia, che non piangesse qualche persona cara. Benedetto Giulente aveva perduto in un giorno il padre e la madre, a [...]
[...] Mascalucia; la principessa di Roccasciano era rimasta vedova, alla duchessa Radalì era morto uno zio, il cavaliere Giovanni Artuso; ma questa disgrazia [...]
[...] non era stata causa di grande dolore, poichè il cavaliere, ricchissimo e senza figli, aveva lasciato in casa Radalì tutta la sua sostanza [...]
[...] modo, secondando tutti i suoi gusti per la caccia, pei cavalli, per tutti i diporti, in modo che il giovine non fosse tentato di mutar vita. Che [...]
[...] , tanto era svegliata e studiosa. Ma finalmente, quando la madrina le mandò una ciocca di capelli della sant'anima, e il suo libro di preghiere, e il [...]
[...] suo rosario, promettendole che il principe l'avrebbe ripresa più presto in casa e raccomandandole frattanto di non affliggerlo di più, poveretto [...]
[...] , con quelle lettere, la padroncina si venne calmando a poco a poco: «Hai 415 ragione, mia buona madrina; dimenticavo il dolore del povero [...]
[...] il principe le aveva data allora la gran notizia: inconsolabile per la perdita di quella santa, egli l'avrebbe pianta fino all'ultimo giorno della [...]
[...] più diritto di chiamarti con questo nome che il mio cuore t'ha sempre dato. La mia più grande ambizione è quella di renderti meno sensibile la [...]
[...] Veramente egli lavorava del suo meglio per nascondere alla gente anche il malumore del principino, ma non ci riusciva, perchè Consalvo, fin dal [...]
[...] primo annunzio delle nozze, aveva preso posizione contro la futura madrigna e il padre. Naturalmente, aspettando lo sposalizio, la cugina non [...]
[...] veniva più a palazzo, adesso che non c'era più nessuna signora che la ricevesse; ma il principe andava da lei e voleva che il figliuolo le facesse [...]
[...] visita: tutto fiato perduto: il principino non ci sentiva da quell'orecchio, e quando incontrava la promessa del padre in casa dei parenti, la [...]
[...] sfuggiva, lasciando intendere l'avversione che quella donna gl'ispirava. Il principe, con grande e generale stupore, pareva non accorgersi di questo, e [...]
[...] quasi avesse mutato carattere, quasi volesse ingraziarsi anche lui il figliuolo, largheggiava a quattrini, gli lasciava fare quel che voleva, gli [...]
[...] caccia, tanto che a poco a poco si vedeva il principe gonfiare, gonfiare, gonfiare. Il maestro di casa, tanto amante della pace, se n'accorava, e [...]
[...] lavorava a rabbonire il padroncino. Consalvo lo lasciava dire; a un certo punto, gli rispondeva, freddo freddo: «Non mi seccare. Bada al tuo servizio [...]
[...] principessina? Era possibile che anche lei si voltasse contro il padre e la madrigna? Una figliuola savia, obbediente, educata alla Santissima [...]
[...] affezionatissima e gratissima figlia, Teresa.» Scrisse anche al fratello, nello stesso senso; ma il principino, rispondendole, neppur nominò la madrigna [...]
[...] Radalì ed altri amici, a caccia, dicendo che sarebbe rimasto fuori ventiquattr'ore; invece il giorno degli sponsali, quando il padre e la [...]
[...] : «Ma Consalvo? Perchè non lo mandate a chiamare?...» nonostante le avessero spiegato parecchie volte che il giovanotto era in campagna, alla [...]
[...] Piana. Il principe, un poco pallido, diceva che doveva esser capitata qualche disgrazia alla comitiva; infatti nessuno del compagni di Consalvo era [...]
[...] ancora tornato, e la duchessa Radalì e il duca Michele suo figlio mandavano ogni mezz'ora a casa, inquieti per il loro Giovannino. La barca [...]
[...] capovolta, al Biviere? La carrozza ribaltata? Un fucile, Dio liberi, scoppiato?... Donna Ferdinanda era invece tranquillissima, sapeva bene che il suo [...]
[...] allattare!... E poi, e poi, che grande autorità aveva esercitato su loro la madre! Il principe non le aveva mai permesso d'attaccar loro un bottone [...]
[...] spalle, il suo primo pensiero, appena libero, era quello di sposarla, vedova, invecchiata, imbruttita, pur di prendere la rivincita, par di disfare [...]
[...] e il coerede? E che restava oramai dell'opera della defunta? Raimondo non aveva anch'egli disfatto il matrimonio voluto da lei? Lucrezia che [...]
[...] d'accordo nel biasimare il principe, nel coalizzarsi contro di lui; ad eccezione del solo Priore. Gli interessi mondani, le lotte della famiglia [...]
[...] riconosciuto, alla Curia, che il dotto e santo Cassinese doveva andare avanti in altro modo. Gli era stato offerto un vescovato, a sua scelta; ma egli [...]
[...] altri desiderii, altre ambizioni. Convertita in bella rendita sul Gran Libro i quattrini portati via dal convento, il monaco aveva finalmente visto [...]
[...] avverarsi il sogno della sua giovinezza: aver del suo, essere capitalista. Allora aveva quasi dimenticato l'odio contro il rivale nipote, non [...]
[...] s'era più curato nè di lui nè degli altri. Ma l'appetito vien mangiando, dice il proverbio, e don Blasco non si contentava di quelle poche migliaia [...]
[...] d'onze, voleva arricchire per davvero, studiava il modo di batter moneta. Per questo voleva assaggiare i beni delle Cappellanie e dei Benefizii [...]
[...] contro di lui, mettendo in opera il sistema da lui adoperato contro i fratelli. Chi la fa l'aspetta, dice un altro proverbio, e il principe che [...]
[...] s'era fatto pagare da Raimondo e da Lucrezia per dar loro il suo appoggio, aveva dovuto chiuder la bocca allo zio perchè questi, che non aveva [...]
[...] ragioni, e che.... e che.... Allora il principe aveva riconosciuti i diritti della parentela alla spartizione dei beni, e tutti s'eran placati [...]
[...] contro il fisco rapace. Ma sfogava contro tutti gli altri, incagnato, una furia. L'agente delle tasse, specialmente, un certo Stravuso, era il [...]
[...] suo incubo: oltre che di ingordo, costui aveva fama di terribile jettatore, e il principe, 420 pigliandosela con lui, non lo poteva neppur [...]
[...] fa il segno delle corna. - Che io parli con Salut'a noi?... - diceva allo zio, quella sera degli sponsali. - Fossi pazzo!... Fatelo andar via [...]
[...] ! Fatelo traslocare, cotesto ladro imboscato per spogliar la gente!... Non gli basta farmi pagare il 20 per cento sugli svincoli, la doppia tassa di [...]
[...] successione tra estranei! Ma se fossimo estranei non erediteremmo! I beni vengono a noi appunto perchè i fondatori furono nostri antenati! Il duca [...]
[...] , che portava al cielo le nuove leggi, gli consigliava di non lagnarsi: anche dedotto il 20 per cento, il resto era tanto di guadagnato. L'importante [...]
[...] in tutto questo, per il legislatore, era che tante proprietà e tante rendite fossero sottratte ai monaci, e destinate ad impinguare la fortuna [...]
[...] in possesso, e incitava il nipote a fare altrettanto, a scegliere qualche bel tenimento di terre da pagare a tanto l'anno con gli stessi frutti e [...]
[...] da migliorare in modo da moltiplicarne il valore; ma il principe: - Eccellenza, non posso. Il confessore non vuole. Mi ha messo uno scrupolo di [...]
[...] male; ma i nostri casi sono diversi.... Il duca lo guardò un poco nel bianco degli occhi, come per sincerarsi se diceva sul serio o se scherzava [...]
[...] ; poi uscì nella stessa obbiezione che il principe aveva rivolta a don Blasco: - O allora perchè rivendichi i beni delle Cappellanie? Non sono della [...]
[...] Chiesa anche quelli? 421 - Eccellenza no, - rispose il principe. - La Chiesa ne era semplice amministratrice, secondo intenzione dei [...]
[...] , temendo, come il marito, non fosse capitato un accidente al giovanotto, e parlava di spedir messi alla Piana per appurare che cos'era successo [...]
[...] catenaccio, egli poteva far tardi quanto gli piaceva; e mentre masticava a due palmenti, utilizzava il suo tempo chiedendo informazioni alla gente sulle [...]
[...] firme giacchè anch'egli s'era messo a dar quattrini in piazza. Di tanto in tanto s'avvicinava anche al crocchio d'uomini in mezzo al quale il [...]
[...] duca, finito di discorrere col nipote, parlava delle pubbliche faccende. La quistione che impensieriva pel momento il deputato era quella del [...]
[...] d'inchiesta. Ad ogni nuova nomina, egli protestava che era troppo, che non aveva tempo di grattarsi il capo, che bisognava dar luogo ad altri, ma dopo [...]
[...] gridavano contro questo accentramento di tanti ufficii in una stessa persona; e giusto il duca s'era fatto forte di tale ragione per rifiutare la [...]
[...] sindacatura. Benedetto, dopo il grande dolore delle disgrazie sofferte, ricominciava allora ad occuparsi degli affari pubblici, e insisteva [...]
[...] presso lo zio, gli ripeteva l'invito a nome del consiglio comunale, adducendo la mancanza di persone capaci. - Non mi darai a intendere, - rispose il [...]
[...] deputato, che io solo possa fare il sindaco! Perchè non lo fai tu? - Perchè io non ho i titoli di Vostra Eccellenza! - Dimmi che accetti, e fra [...]
[...] dal timore, si schermiva contro le rinnovate offerte dello zio, il quale, come argomento irresistibile, riserbato per il colpo di grazia, gli diceva [...]
[...] : «Il giorno che io mi ritirerò, troverai preparato il terreno....» Mentre il deputato insisteva, e Lucrezia sparlava di suo marito con Chiara, e [...]
[...] gruppo all'altro, s'udì il fracasso d'una carrozza che arrivava di carriera e tutti esclamarono: - Consalvo!... Il principino!... 423 [...]
[...] Baldassarre erasi precipitato ad incontrarlo. Il giovanotto aveva l'abito in assetto e gli stivaloni puliti come sul punto di andar fuori; ma al maestro di [...]
[...] affollavano intorno, cominciò a narrare la storia d'un accidente complicatissimo, il suo smarrimento nel Biviere, la fame sofferta per dodici ore, il [...]
[...] , fingevano di rallegrarsi dello scampato pericolo; solo donna Ferdinanda increspava le labbra sottili ad un ironico sorriso, sapendo bene che il [...]
[...] zio e il proprio rifiuto. Lucrezia si voltò a guardarlo in faccia e gli disse sul muso: - Sempre bestia sarai? Le era parso che quel titolo di [...]
[...] sindaco avrebbe nobilitato in qualche modo il marito, conferendogli l'autorità, il lustro, l'importanza che non aveva; invece, dopo che il duca [...]
[...] , l'accoglieva con tanto di muso, gli faceva trovare la tavola mezzo sparecchiata e il 424 desinare freddo; se veniva gente a chieder del sindaco [...]
[...] avessi saputo!... A misura che le dimostravano il suo torto, l'affezione e il rispetto di cui Benedetto la circondava, la sua avversione cresceva [...]
[...] cameriera. Suo marito non riusciva a strapparle la spiegazione di quella sciatteria; ma a palazzo ella si nettava la bocca contro di lui, e se il [...]
[...] , metteva in ridicolo il suo patriottismo, lo attribuiva all'ambizione o lo negava del tutto. - Cotesto sciocco ha fatto il liberale per essere qualche [...]
[...] cosa. Ma non è divenuto niente, ed ha fatto meno che niente. Il ferito del Volturno? Guardategli la coscia: l'ha più sana delle mie!... Diceva [...]
[...] mai prima di mezzogiorno, e per due buone ore restava discinta, con una gonna sulla camicia, il collo e le braccia nude, i piedi nudi nelle [...]
[...] tono? Bada che ti pianto!... Non mi far saltare il ticchio d'andar via, perchè altrimenti non mi tratterrai neppur con gli argani!... Sai come [...]
[...] siamo noi Uzeda, quando ci mettiamo una cosa in testa! Raimondo ha messo il mondo sottosopra per piantar sua moglie e prenderne un'altra! Giacomo [...]
[...] protezione dello zio duca. Questi, che oramai non andava più alla capitale, consacrava tutto il suo tempo ai proprii affari, badava alle cose di [...]
[...] per rifarsi di quel che gli costava la rivoluzione. E con l'aria di consigliare Giulente, lo persuadeva a fare ciò che voleva. Ufficialmente, il [...]
[...] l'abilità di fingersi assolutamente disinteressato, di spingere il nipote a fare ciò che egli stesso voleva come se invece non gl'importasse nulla di [...]
[...] nulla, e il Municipio diventava così, a costo di patenti ingiustizie, di manifeste violazioni della legge, un'agenzia elettorale, una fabbrica di [...]
[...] ; se, per qualche fatto più grave degli altri, egli esitava un momento, il duca vinceva quegli scrupoli o adducendogli le necessità della lotta [...]
[...] al tempo della loro potenza. Così, un po' per la moglie, un po' per lo zio, Giulente commetteva ingiustizie d'ogni sorta rifiutandone il prezzo [...]
[...] rappresentare una parte in politica, e il Parlamento era la meta per la quale sopportava adesso il municipio. Il giorno in cui il duca si sarebbe ritirato [...]
[...] , egli voleva sostituirlo; tutta la parentela uccellava i quattrini messi assieme dal deputato, egli aspirava all'eredità politica; il seggio [...]
[...] alla Camera sarebbe stata la conferma, il riconoscimento del suo patriottismo, della sua capacità. Per tanto, il disprezzo di sua moglie cresceva [...]
[...] : ella non capiva che si potesse esercitare un ufficio pubblico pel piacere di esercitarlo, senza specularci sopra, perdendoci il tempo, trascurando [...]
[...] . Quasi egli potesse permettersi questo lusso! Quasi fosse il principino di Mirabella!... Consalvo, sì, poteva fare e faceva quel che gli piaceva [...]
[...] cortile, sfondando muri, murando finestre, aprendo una nuova scala, disordinando ancora un altro poco la pianta del palazzo. Il principe l'aveva [...]
[...] persona, adesso desinava solo, dichiarando che le ore di suo padre non gli convenivano. E il principe si piegava anche a questo, con grande [...]
[...] stupore di quanti conoscevano la sua prepotenza, il suo bisogno d'assoluto comando. Il giovanotto faceva la bella vita; cavalli, carrozze, caccia [...]
[...] , scherma, giuoco ed il resto. Finito, dopo l'incendio del Sessantadue, il Casino dei Nobili, egli aveva fondato, insieme con qualche dozzina di [...]
[...] ricchi di lui: un motivo di cruccio contro suo padre era appunto l'avarizia di costui che si lasciava prender la mano dai nuovi arricchiti. Il [...]
[...] delle livree era come un altro titolo di nobiltà; e se tutti tenevano adesso il guardaportone mentre vent'anni addietro c'era in città 429 [...]
[...] spilorceria paterna. Quando, dall'alto di un breack o d'uno stage, attillato negli abiti venuti apposta da Firenze, guidava come il più esperto [...]
[...] i suoi antenati i cocchieri che osavano contrastargli il passo, la gente si fermava ad ammirare, a ripetere il suo nome e il suo titolo con un [...]
[...] alle cantanti ed alle attrici spiegavano la sua risposta: tornavano per Pasqualino Riso i bei tempi del contino Raimondo: il padroncino gli faceva [...]
[...] guadagnare il pane. Le sue gesta avevano anche un altro campo, meno elegante, ma altrettanto famoso. Insieme con gli amici più scapestrati, aveva [...]
[...] combinato una compagnia che era, la notte, il terrore di mezza città. Armati di stocchi, di revolver o anche di semplici coltelli, portavano a spasso [...]
[...] , per capriccio, pel gusto di commettere un sopruso, per esercitare l'ereditaria prepotenza dei Vicerè, il principino non voleva pagare lo scotto [...]
[...] visto Frà Carmelo? Il Fratello appariva di tanto in tanto a palazzo, sempre più magro e stralunato, per ricantare il consueto: «Me n'hanno [...]
[...] convento; il principino, alterando la voce, gli lava la baia, lo chiamava: «Padre Priore!... Padre Abate!... Dove sono i porci di Cristo?...» tra le [...]
[...] risa della comitiva. Egli ne era l'anima, il capo riconosciuto e obbedito. Giovannino Radalì veniva spesso con lui; ma quantunque ora fosse libero [...]
[...] osavano ricorrere: se qualcuno minacciava di querelarsi, la gente lo dissuadeva, considerando chi erano quei signori: il barone Radalì, il principino [...]
[...] di Mirabella, il marchesino Cugnò! E la polizia, se ricorrevano ad essa, faceva accomodar la cosa: qualche biglietto di banca, e tutti lesti. Ma [...]
[...] il prestigio di quei nomi era tale che pochi osavano lagnarsi; la più parte si stimavano onorati di competere con quei signori, li ammiravano [...]
[...] Francalanza!... Radalì, come stai?... Andiamo al teatro, marchese!...» Senza quei nobili l'operaio come avrebbe fatto? Il loro lusso, i loro piaceri [...]
[...] , le loro stesse pazzie erano altrettante occasioni perchè la gente minuta lavorasse e buscasse qualcosa! E il principino spendeva e spandeva [...]
[...] lire il mese; ma Consalvo, alle volte, perdeva in una notte la pensione dell'anno intero; e il domani ricorreva a tutti gli usurai 432 della [...]
[...] comprendeva che quella vita doveva costargli molto e sospettava qualcosa dei debiti; ma il giovanotto lo tirava dalla sua, solleticandolo nella [...]
[...] questa mettesse sull'avviso il principe: - Di che ti mescoli? - saltava su Lucrezia. - Lascialo fare! Credi che mio nipote sia un pezzente, da non [...]
[...] protetto e, dalla soddisfazione, gli regalava di tanto in tanto qualche biglietto da cinque lire che il giovanotto, dopo essersi profuso in [...]
[...] ringraziamenti, lasciava come mancia al cameriere del Caffè di Sicilia. Il duca, ingolfato negli affari, aveva qualche sentore dei pasticci del pronipote; ma [...]
[...] bastava a questi dargli del salvatore del paese, del grande statista, o profetargli un posto al ministero, perchè il deputato si chetasse. Più [...]
[...] tardi, per ingraziarsi meglio donna Ferdinanda, Consalvo le dava ragione se l'udiva gridare contro il fedifrago; e in questo era sincero, perchè [...]
[...] ciascuno pel suo verso, secondando le fissazioni di tutti gli Uzeda. La zia Chiara parlava d'adottare il bastardo della cameriera: 433 egli [...]
[...] ne sapeva niente. Il principe, il marchese, Lucrezia, un po' anche Benedetto, cercavano d'ingraziarselo, per via dei quattrini che doveva aver da [...]
[...] degli ultimi aggiudicatarii dei beni ecclesiastici, trovò il nome di Matteo Garino. - Non si chiama così il marito della Sigaraia? - domandò alla [...]
[...] moglie. - Credo... Perchè? - Ha comprato il Cavaliere, una delle migliori terre dei Benedettini. Senza esitare un istante, Lucrezia esclamò [...]
[...] : - Garino? Questo è lo zio don Blasco che l'ha comprato!... Infatti di lì a poco la verità si seppe; Garino era il prestanome di don Blasco; questi [...]
[...] disse vituperii del fratello; il duca sorrise scetticamente, rammentando le furibonde minaccie di dannazione eterna eruttate dal Cassinese; lo [...]
[...] stesso principe, quantunque non volesse inimicarsi uno zio che comprava di tali poderi, scrollava il capo; e tutti i cattolici zelanti, i partigiani [...]
[...] gridava: - Sissignore, il Cavaliere è stato comprato per mio conto: e poi? chi ci trova da ridire? Mia sorella che ha fatto l'usuraia per [...]
[...] il Cavaliere, l'avrebbe preso un altro: al convento non restava di sicuro, per la buona ragione che il convento non c'è più!... Anzi, in mano mia [...]
[...] , spostava il muro di cinta arrotondando a modo suo i confini; doveva quindi stare con tanto d'occhi aperti sugli zappatori e sui muratori perchè [...]
[...] abbottonato fino in cima e il colletto clericale. Per tanto, disapprovava quei due o tre antichi suoi compagni che 435 s'erano spogliati del tutto [...]
[...] , dandosi senza riguardo alla vita del secolo, come il sanculotto Padre Rocca; o quelli che, senza smetter l'abito, davano da ciarlare alla gente [...]
[...] con la loro condotta, come padre Agatino Renda che stava tutto il giorno in casa della vedova Roccasciano, giocando mattina e sera. Padre [...]
[...] di Sua Paternità, e ripeteva con gesti disperati il suo eterno ritornello: «Me n'hanno cacciato!... Me n'hanno cacciato!...» Don Blasco gli dava [...]
[...] qualche soldo e gli offriva da bere, confortandolo con belle parole; ma il maniaco, dopo bevuto, ragionava meno, cominciava a prendersela con gli [...]
[...] indiavolati che avevano spogliato il convento: - Assassini e ladri! Ladri e assassini! Il più gran convento del regno!... E quegli altri ladri [...]
[...] , declamando, con gran gesti di croce: - In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Vi scongiuro per parte di Dio !... Restituite il maltolto a [...]
[...] il bilancio comunale, una scampanellata improvvisa fece sussultare il marito e destò la moglie. Andato ad aprire, Benedetto si vide dinanzi il [...]
[...] , e il sangue gocciolava, macchiando l'abito e la camicia. - Non potevo andare a casa, conciato in questo modo.... - spiegava il giovinotto [...]
[...] narrazione. La verità si seppe il domani. Da un pezzo Consalvo 437 andava dietro alla figlia del barbiere del Belvedere, Gesualdo Marotta: una [...]
[...] poco disposti, articolo onore, a scherzare. Ma il principino, quando concepiva un capriccio, non si chetava se non dopo averlo soddisfatto; e [...]
[...] , quasi fossero al buio; solo quella brutta notte, mentre il principino usciva dal Caffè di Sicilia in compagnia di Giovannino Radalì, s'era sentito [...]
[...] ale grida di Radalì.... Il principe non disse nulla quando vide il figliuolo conciato a quel modo; mostrò di credere alla storia della vetrata [...]
[...] rotta e si mise a vegliarlo insieme con la principessa, la quale stette al capezzale di Consalvo premurosa ed inquieta come una vera madre. Il giovane [...]
[...] dissimulava male il suo fastidio per quelle cure antipatiche e accoglieva come altrettanti liberatori gli amici che venivano a fargli visita [...]
[...] mattina e sera. Il pericolo corso, il sangue perduto, gli procuravano l'ammirazione di quei suoi compagni di bagordo; però, guarito, egli non mise [...]
[...] il naso fuori dell'uscio. I Marotta avevano fatto sapere che erano pronti a ricominciare appena lo avrebbero rivisto, di notte o di giorno, e che [...]
[...] dalla posizione politica, poteva ottenere dal prefetto, dal questore, dai magistrati che quei malviventi lasciassero quieto il giovanotto. Il duca [...]
[...] , udito il fatto e quel che volevano da lui, invece di dar ragione al pronipote, fece inaspettatamente una gran sfuriata, tanto più strana, quanto [...]
[...] buono in mano. Il deputato non andava da due anni alla capitale, dimenticava interamente gli affari pubblici per badare ai proprii. Che gran [...]
[...] sempre lontano, col pretesto degli affari pubblici, anche se la Camera era chiusa a catenaccio e il ministero disperso di qua e di là; pei fatti [...]
[...] , considerando il collegio come un feudo elettorale la cui proprietà nessuno poteva contrastargli; adesso che gli conveniva accomodare le sue [...]
[...] fatto, lì dentro? Che cosa aveva fatto in otto anni di deputazione? Come un burattino, aveva alzato ed abbassato il capo, per dire sì o no [...]
[...] , secondo gl'imbeccavano! E avesse una volta, una sola volta aperto la bocca! Si scusava col dire che il pubblico lo sgominava; 439 ma la verità era [...]
[...] marina!... Non contento di esercitare personalmente tanto potere, ficcava i suoi aderenti da per tutto perchè facessero il suo giuoco: così Giulente [...]
[...] zio aveva avuto la direzione della Banca, così Giulente nipote era stato fatto sindaco!... Tutte quelle accuse dei suoi nemici giravano per il [...]
[...] paese, trovavano credito, erano una minaccia. Giulente prendeva le sue difese, ma adesso non le ascoltavano più come un tempo; il discredito del [...]
[...] , perchè qualcosa doveva entrargliene, perchè spartivano gli illeciti profitti, il frutto dei loschi affari!... E più di ogni altro argomento, questo [...]
[...] impiegati nella rivoluzione gli fruttavano il mille per cento! Così spiegavasi il suo patriottismo, la commedia della sua conversione alla libertà [...]
[...] gravezze pubbliche crescevano sempre più, e chi aveva ottenuto quei beni? Il duca d'Oragua, la gente più ricca, i capitalisti, tutti coloro che [...]
[...] alle speranze riposte nella mutazione politica. Prima, se le cose andavano male, se il commercio languiva, se i quattrini scarseggiavano, la colpa [...]
[...] di libertà, la gente non sapeva più come tirare avanti. Avevano promesso il regno della giustizia e della moralità; e le parzialità, le birbonate [...]
[...] propaganda dei suoi antichi amici rivoluzionarii. Il gran torto del duca era quello di sostenere la causa dell'ordine, della moderazione, della [...]
[...] prudenza! Se invece di appoggiare il governo, si fosse gettato tra gli esaltati 441 della Sinistra, gli avrebbero battuto le mani! Ma predicava [...]
[...] queste condizioni dell'opinione pubblica, il pasticcio del nipote seccava moltissimo don Gaspare. Non già che gl'importasse del pericolo a cui il [...]
[...] esser discusso, presumeva serbare intatto il prestigio dei primi tempi; e giusto per questo la sventataggine di Consalvo lo metteva in un [...]
[...] ; mentre la rinunzia a difendere il nipote sarebbe stata attribuita appunto alla paura di attirarsi nuove opposizioni. Dopo avere esitato un poco fra i [...]
[...] due partiti, facendo sentire a Consalvo il peso del proprio sdegno ma difendendolo dinanzi agli estranei, egli si apprese al più audace. Il più [...]
[...] facinoroso fratello della pettinatrice fu chiamato un giorno da un ispettore di polizia il quale gli consigliò pel suo meglio di desistere dalle [...]
[...] 442 persuadevano a desistere, ad accomodarsi con le buone; il principino, quantunque le migliori testimonianze lo sollevassero da ogni [...]
[...] momento all'altro la notizia che l'imbroglio, un po' con le minaccie, un po' con le promesse, era accomodato e che il giovinotto non correva più [...]
[...] alcun pericolo, il principe che non aveva ancora mosso un solo rimprovero al figliuolo, entrò nella camera di quest'ultimo rosso in viso come un [...]
[...] pomodoro, spiegazzando un foglio di carta: - A te!... Che significa questa lettera? Era per un debito di seimila lire che il principino aveva [...]
[...] garentito con una cambiale rinnovata parecchie volte di quattro in quattro mesi; il creditore, volendo esser soddisfatto e profittando della clausura [...]
[...] le hanno scritto? - Sai leggere, sì o no? - esclamò il padre, mettendogli il foglio sotto il naso. Ma il giovinotto si trasse vivamente indietro [...]
[...] , come se fosse minacciato da un contatto impuro. Durante i lunghi giorni che aveva passati sopra una poltrona, tenendo il braccio appeso al [...]
[...] stato il tormento di sua madre, la stessa repulsione per tutti i toccamenti, lo stesso schifo per le cose che altri aveva maneggiate, 443 [...]
[...] Sciacca. - Ah, don Antonio? - gridò il principe. - Dunque è vero? Non ti dài neppur la pena di fingere?... Ed hai il coraggio... Consalvo piantò [...]
[...] a un tratto gli occhi negli occhi del padre, guardandolo fisso, con un'espressione dura, come di sfida, e lasciato improvvisamente il lei: - Che [...]
[...] cosa volete?... - gli disse. - Avevo bisogno di danari... Me ne date tanti!... Li ho presi: voi che ne avete li pagherete... Il principe pareva [...]
[...] , l'indulgenza, l'affezione, s'era arrovellato 444 sordamente, covando l'antipatia e l'avversione contro il figlio, ricambiando l'odio che si [...]
[...] sua borsa. Il principe aveva lottato tutta la vita, fin dall'età della ragione, per accumulare nelle proprie mani quanto più denaro gli era [...]
[...] stato possibile, per toglierlo alla madre, ai fratelli, alle sorelle, alla moglie; meglio che tutti gli altri Uzeda, egli era il rappresentante degli [...]
[...] quattrini; e adesso che era riuscito nel proprio intento, che vedeva arrivato il tempo di godere serenamente il frutto delle lunghe e pazienti fatiche [...]
[...] farò veder io se ti secco! Come t'accomoderò!... Qui il padrone sono io: ficcati bene questa idea nel cervellaccio pazzo! Qui s'ha da far sempre [...]
[...] , i miei parenti, tutto il paese che mi rinfaccia ad una voce la vitaccia di quest'animale! 445 la vita delle taverne e dei lupanari!... Credi [...]
[...] portafoglio!... E ardisce lagnarsi che non ha abbastanza! E invece di scusarsi, di chieder perdono, vuol rifatto il resto! O con chi credi di [...]
[...] venirci solo per mangiare e dormire! Io non ti posso imporre l'affezione, e non m'importa che me ne voglia: ma esigo il rispetto che m'è dovuto; esigo [...]
[...] il rispetto che devi a tua madre.... Consalvo non aveva detto una sola parola, non aveva fatto un gesto durante la sfuriata del principe. Questi [...]
[...] aveva un bell'arrestarsi, dopo un'interrogazione o una esclamazione, quasi per dargli il tempo di rispondere qualcosa, di giustificarsi: in [...]
[...] piedi presso la finestra, il giovanotto guardava nel cortile di servizio le carrozze tirate fuori delle rimesse e i famigli intenti a ripulirle: se [...]
[...] ?... Mia madre è morta. Lei lo sa meglio di tutti. Il principe tacque, guardandolo. A un tratto s'udì 446 un fruscìo di gonne, e la principessa [...]
[...] dir nulla passò nella camera attigua. Il principe si lasciò condurre via dalla moglie. Per molte settimane padre e figlio non scambiarono più [...]
[...] una parola. L'affare del debito, risaputo dai parenti, divise in due campi la famiglia. Il duca che non perdonava ancora al pronipote l'imbarazzo [...]
[...] in cui l'aveva messo, sosteneva il principe, l'incitava a non cedere, a lasciar protestare la cambiale; Giulente anche lui giudicava necessario [...]
[...] dare un po' di paura al giovinotto, perchè niente avrebbe poi potuto arrestarlo nella via dei debiti, se il principe decidevasi a pagare il primo [...]
[...] , esclamava che Consalvo aveva il diritto di svagarsi; che seimila lire per il principe di Francalanza erano come dieci lire pei Giulente, e che in casa [...]
[...] prendersela non solo contro Consalvo pei debiti e per la condotta scandalosa, ma anche contro il principe e la principessa, alla cui debolezza attribuiva [...]
[...] lo sfrenamento del giovanotto. - La colpa è tutta vostra! Questo non è il modo d'educarlo! Pagargli i debiti? Alzargli la mangiatoia, bisogna [...]
[...] era l'origine prima della mala creanza del principino. Donna Ferdinanda riseppe il discorso tenuto dal monaco nello stesso tempo che il suo [...]
[...] giorni, una delle case appartenenti al convento: il palazzotto di mezzogiorno, l'antica abitazione della Sigaraia; ed armeggiando così bene da [...]
[...] scomunicati e ridare la roba loro al Papa ed a Francesco II? Ma a don Blasco importava adesso un fico secco se il re chiamavasi Francesco o [...]
[...] Vittorio; chè, entrato nella casa di San Nicola, ci stava da papa: le botteghe le aveva affittate a buoni patti, ed il primo piano anche, a un [...]
[...] professore che dava lezioni nella scuola tecnica istituita nel convento. Scrupoli egli non ne provava; perchè anzi, se tutti i monaci avessero imitato il [...]
[...] andati in mano estranei. - Questo era il vero modo di riparare all'abolizione, e non le vociate inutili e ridicole. Ricomprati i beni da tutti i [...]
[...] ; però 448 siccome i fedeli alla causa della reazione predicevano la fine della baldoria e il ritorno allo stato antico e la restituzione del [...]
[...] maltolto alla Chiesa, il monaco protestava: - Come, il maltolto? Io ho pagato il Cavaliere e la casa con bei quattrini sonanti; ho affrancato il [...]
[...] arriverà il giorno della resa dei conti, del Dies iræ: non dubitate!... - Chi? Che? Chi ha da venire?... - gridava allora il monaco. - Verrà un cavolo [...]
[...] , ascoltati come il Vangelo, applauditi ad ogni periodo, facevano andare in bestia il Cassinese. Un giorno che la brigata, dopo una di quelle letture, gli [...]
[...] più piede dallo speziale. Il pomeriggio, passando dinanzi alla bottega, affrettava il passo, guardando dritto dinanzi a sè, e se c'era gente [...]
[...] Giacomo gli faceva la corte, adesso che lo sapeva ricco, ma non dava torto alla zia. - Vorrebbe che lasciassi a lui il Cavaliere! - gridava in casa [...]
[...] sue fabbriche, la riuscita di tutte le sue speculazioni. Una di queste, però, era venuta corta al Cassinese. Il Cavaliere era attaccato, da [...]
[...] . Ora la cosa, venuta in chiaro all'Intendenza di Finanza, gli aveva fatto piovere in casa certa carta bollata, per cui il monaco s'era messo a [...]
[...] spogliato un regno? Garino aggiungeva il resto; ma poichè le chiacchiere non facevano andare indietro i reclami del Demanio e una perizia avrebbe [...]
[...] potuto legittimarli, l'ex-confidente di polizia, vedendo che il monaco ci s'arrabbiava, gli disse un giorno: - Vostra Eccellenza perchè non ne [...]
[...] dice una parola a suo fratello il deputato? Don Blasco non rispose. Era già stato dal duca. Da anni ed anni non rivolgeva più la parola al fratello [...]
[...] , da un tempo più lungo ancora lo vituperava in pubblico e in privato; don Gaspare dunque rimase, 450 vedendoselo apparire dinanzi. Il monaco [...]
[...] il giorno innanzi, e si mise a sedere. Il duca, passato il primo momento di stupore, sorrise finemente, dicendogli con lo stesso tono: «Che [...]
[...] abbiamo?» e il monaco entrò subito in argomento. - Sai che ho comprato il Cavaliere da San Nicola? Non c'era più la linea del confine, e feci alzare [...]
[...] un muro. Per questo il Demanio m'accusa d'usurpazione!... Il duca continuava a sorridere in pelle in pelle, godendosela, e poichè il monaco taceva [...]
[...] aveva mosso tanta guerra, fece: - E...? - Non si potrebbe parlare a qualcuno? Non era precisamente quel che s'aspettava; ma il duca, in fondo, era [...]
[...] buon diavolo, non aveva il fiele del principe e del Priore, e se ne contentò. - Va bene. Torna domani con le carte. Così, con immenso stupore di [...]
[...] Catasto. In pochi giorni la cosa fu avviata bene; ma il duca suggerì al Cassinese una soluzione più radicale: - Perchè non compri addirittura l'altro [...]
[...] mila lire del monaco passò. Il Cavaliere, 451 ingrandito di quasi il doppio, divenne così una proprietà ragguardevolissima, «un vero feudo [...]
[...] !» diceva Garino, il quale adesso esaltava il duca, i suoi talenti, la potenza a cui aveva saputo arrivare: ma quei ciarlatani della farmacia [...]
[...] borbonica sbraitavano peggio di prima e profetavano imminente il giorno in cui don Blasco e gli altri sacrileghi avrebbero dovuto restituire il [...]
[...] maltolto. Il monaco li lasciava cuocere nel loro brodo e non passava più nel tratto di strada dov'era la farmacia, chè solo a vederli da lontano gli [...]
[...] facevano venir da recere. Però, alla lunga, la mancanza della conversazione gli pesava, e una domenica, incontrato per le scale il professore suo [...]
[...] inquilino, lo invitò a venirlo a trovare. Il professore diceva d'essere stato garibaldino, narrava il fatto d'Aspromonte, non parlava d'altro che di [...]
[...] cospirazioni e minacciava anche lui il finimondo, ma solo nel caso che l'Italia non andasse a Roma. - Voi dunque dite che questo governo durerà [...]
[...] ? - domandava don Blasco, trepidante. - Se farà il suo dovere! Altrimenti lo manderemo all'aria come gli altri! Gli sbirri non ci spaventano [...]
[...] ! Abbiamo visto il fuoco! Sappiamo come si fanno le rivoluzioni! - C'è però gente che crede si possa tornare indietro.... - Tornare indietro? Ma [...]
[...] !... L'umanità non torna indietro! Abbiamo sepolto il medio Evo! Lo stato dev'esser laico e la Chiesa tornare alle sue origini, perchè come disse quel [...]
[...] grand'uomo di Gesù Cristo: «il mio regno non è di questo mondo!» La conversazione dell'inquilino, quantunque di tratto in tratto gli facesse [...]
[...] dei liberali, il professore che era lì dentro a 452 discutere calorosamente, lo chiamò. Parlavano delle soppresse corporazioni religiose, e il [...]
[...] professore non voleva credere che le rendite di San Nicola toccassero certi anni il milione di lire. - Sissignore, - confermò don Blasco. - Era [...]
[...] il più ricco di Sicilia e forse di tutto l'ex-regno. Allora il professore si scagliò contro i monaci, i preti, i parassiti d'una società che per [...]
[...] bazzicavano i liberali più arrabbiati i quali gridavano contro il governo, come quegli altri retrogradi, ma per una ragione diversa: perchè era un governo [...]
[...] di conigli, di lacchè della Francia, di lustrastivali di Napoleone III: perchè perseguitava patriotti veri e faceva il gesuita nella questione [...]
[...] schioppettate. «O Roma o morte!» vociferava il professore, il quale aveva sempre notizie di guerre e di moti rivoluzionarii pronti a scoppiare, e [...]
[...] Don Blasco, tra le grida generali, sentenziava: - Il Santo Padre dovrebbe pensarci a tempo, con le buone, e rammentarsi del Quarantotto; chè se [...]
[...] allora non dava ascolto ai retrivi, oggi sarebbe il Presidente rispettato della Confederazione italiana! - Con le buone? - gridava il professore [...]
[...] . - Sante cannonate vogliono essere! Il sangue di Monti e Tognetti è ancora fumante! Ci vuole il cannone per abbattere l'antro del fanatismo! Un [...]
[...] Spagna era considerata dalla Francia come 453 un casus belli. «Il nostro dovere....» Ma, mentre spiegava il dovere dell'Italia, venne un servitore [...]
[...] di casa Uzeda. Il principe mandava a chieder notizie dello zio e nello stesso tempo l'avvertiva che Ferdinando stava molto male, e che era bene [...]
[...] fargli una visita. Don Blasco, a cui premeva sopra ogni cosa udire il verbo del suo nuovo amico, rispose: - Va bene, va bene; domani ci andrò [...]
[...] parola al principe il giorno che questi gli consigliò d'andarsene un poco alle Ghiande a respirare l'aria sana della campagna. Non voleva più [...]
[...] s'arrugginivano e si rompevano; solo il podere prosperava, adesso che egli non sperimentava più novità. Incaponitosi a negare le sue sofferenze, i dolori [...]
[...] : chiuso nella sua camera, buttato sul letto, se ne stava immobile a seguire il volo delle mosche; quando la crisi passava, faceva grandi 454 [...]
[...] scorpacciate di roba indigeribile. Una notte d'estate, il cameriere spaventato da un vomito nerastro e da una diarrea sanguinolente, mandò il [...]
[...] voleva nessuno, che s'era rimesso interamente. Ma adesso tutti comprendevano che il caso era grave. Lucrezia, la compagna della sua fanciullezza [...]
[...] . Ma il suo polso scottava dalla febbre. Per vincere quell'ostinazione, dovettero ricorrere a un artifizio, come con un fanciullo o con un pazzo [...]
[...] : finsero che un ingegnere dovesse rilevar la pianta della casa e introdussero così un dottore in camera sua. Il dottore scrollò il capo: la [...]
[...] condizione dell'ammalato era molto più grave che non credessero. A trentanove anni egli se ne moriva: il sangue vecchio e impoverito dei Vicerè si [...]
[...] dissolveva, non nutriva più le flaccide fibre. Per tentar di combattere la discrasi, una cura e una dieta severissima erano necessarie; ma il maniaco [...]
[...] denaro, dentro una certa misura, beninteso. Ed egli firmava, firmava cambialine, e le cambialine andavano a finire in mano del principe, il quale [...]
[...] , adocchiando le Ghiande e comprendendo che quel matto non avrebbe fatto testamento, se le accaparrava a quel modo. Il maniaco, incapace di calcolare a [...]
[...] morte; appena li vedeva apparire, pertanto, voltava loro le spalle, tranne che al nipote Consalvo. Il debito di questi era stato finalmente pagato, e [...]
[...] edificò tutti, la principessa Graziella persuase di perdonare il figliastro. Era mai possibile che la firma del principino di Mirabella fosse [...]
[...] , come anche per Teresina, ella sentiva l'affezione d'una vera madre, quantunque non lo avesse portato in grembo e il giovanotto la ripagasse [...]
[...] ella aveva indotto il principe a pagar la cambiale, ma aveva pure trovato l'espediente di far credere alla generosità della zitellona, perchè [...]
[...] a visitare il nipote, discuteva anche lui con passione intorno a quel soggetto, ripetendo gli argomenti del professore; ma il duca assicurava a [...]
[...] in gran secreto. Scoppiò finalmente la notizia della dichiarazione, e il grand'uomo esclamò allora che Bismarck e Guglielmo dovevano aver [...]
[...] perduto la testa. O scherzavano? Attaccar Napoleone? L'esercito francese, il primo del mondo, avrebbe sbaragliato, tritato, polverizzato il prussiano [...]
[...] con tanta ansietà quasi ne dipendesse la sua salute. Tremante dalla febbre, con la fronte in fiamme, una nuova fissazione sconvolgeva il suo [...]
[...] bocca quasi fosse sul punto di spirare. Frattanto il duca, sentendo crescere l'opposizione e venirgli meno il terreno sotto i piedi, comprendendo la [...]
[...] necessità di far qualche cosa per rialzare il proprio prestigio, preparava un colpo di mano. Le inquietudini della guerra accrescevano il [...]
[...] la prudenza e navigavano tra due acque, una sera il duca, che se n'era stato nelle sue terre, si recò al Circolo Nazionale dove battagliavasi [...]
[...] giorno e notte, ed espresso senza esitazioni il proprio pensiero: era venuto il momento d'agire! Se il governo si lasciava scappare quest'occasione [...]
[...] facevano il loro dovere, egli minacciava «di scendere in piazza con le carabine, come nel Sessanta.» «Ah, buffone!... Ah, vecchia volpe [...]
[...] voleva e a chi non voleva udirle, sostenevano il pericolante credito del duca. Benedetto Giulente era rimasto, udendole; poichè, prevedendo che lo [...]
[...] zio avrebbe seguito fino all'ultimo la politica dei temporeggiatori, s'era messo con quelli. Rimase ancora peggio, quando il duca venne a trovarlo [...]
[...] , dicendogli che bisognava ricominciare a pubblicare l'Italia Risorta, per spingere il governo sulla via di Roma: i tempi erano maturi e a non [...]
[...] secondare la corrente si rischiava d'esserne travolti.... Benedetto, quantunque spendesse tutto il suo tempo, al municipio, mise insieme una [...]
[...] redazione d'impiegati comunali e di maestri elementari, e pubblicò il foglio.. Lucrezia fece cose dell'altro mondo contro quella bestia che voleva [...]
[...] Roma, adesso, «quasi potesse mettersela in tasca o portarla a vendere alla fiera!» ma gl'infiammati articoli di Benedetto, il quale diceva che il [...]
[...] popolarità. Il giorno che arrivò la notizia della lettera di Vittorio Emanuele al Papa, arrivò pure da Roma, inaspettato ospite, don Lodovico [...]
[...] fratello infermo. Questi non lasciava più il letto; quando chiudeva gli occhi, il suo viso verde e affilato pareva d'un morto; ma rifiutava i [...]
[...] rimedii con più ostinazione di prima. 459 Come più il suo corpo si disfaceva, gli ultimi barlumi dell'offuscata ragione si spegnevano in lui [...]
[...] d'avanzarsi nello Stato romano. L'attesa delle notizie era febbrile; il duca, domiciliato alla Prefettura, apriva i telegrammi del prefetto e andava poi a [...]
[...] quale la famiglia adesso si riuniva, in una stanza lontana da quella del moribondo, che non voleva attorno nessuno. E il principe scrollava il capo [...]
[...] , e la principessa Graziella si faceva il segno della croce, intanto che Monsignor don Lodovico mormorava, con gli occhi a terra: - Bisogna [...]
[...] perdonar loro, perchè non sanno quel che si fanno... Lucrezia pareva una vipera contro il marito, e nessuno parlava del duca, la cui condotta era una [...]
[...] vergogna; ma donna Ferdinanda, incrollabile nella sua fede, si scagliava peggio che mai contro don Blasco, il quale andava anche lui predicando per [...]
[...] i giorni col professore per saper le notizie e assicurarsi contro il timore di dover restituire la roba di San Nicola: pertanto vociava contro i [...]
[...] tiepidi, sosteneva a spada tratta il fratello, leggeva ad alta voce gli articoli di fuoco di Giulente, approvandoli, ammirandoli: - Eh? Come [...]
[...] ... Egli non disse che Ferdinando era impazzito del tutto. La sorda diffidenza destatasi in lui contro i fratelli, il secreto sospetto che non gli [...]
[...] aveva consentito di attribuire all'affezione le loro premure fastidiose, 461 erano cresciute di giorno in giorno e invaso talmente il suo [...]
[...] cervello che non capiva più nessun'altra idea. Egli che per trentanove anni aveva dato prova di tanto disinteresse da meritar dalla madre il nome di [...]
[...] . Come la sua fibra s'infiacchiva e il suo cervello si scombuiava, il sospetto cresceva, finchè diventò furiosa certezza all'arrivo del fratello [...]
[...] Raimondo. Il conte arrivò insieme con la moglie ed il figliuolo. Invecchiata di trent'anni, la povera donna Isabella; irriconoscibile come un giorno [...]
[...] era stata irriconoscibile la Palmi. In quei cinque anni che erano stati fuori, a Palermo, a Milano, a Parigi, come il capriccio del marito aveva [...]
[...] voluto, certe voci di tanto in tanto arrivate in Sicilia dicevano che ella pagasse amaramente il male fatto alla prima contessa; che Raimondo [...]
[...] maltrattare in ogni modo la nuova moglie, cui non giovava mostrar prudenza, pazienza, sommessione ed umiltà per schivar l'astio, il rancore, quasi [...]
[...] l'odio del marito. Ma quantunque le voci non fossero incredibili, dato il carattere di Raimondo, non avevano trovato tuttavia molto credito, potendo [...]
[...] adagio, evitava di guardare il marito, pareva timorosa di spiacergli perfino con la sola presenza. E Raimondo non nascondeva i proprii sentimenti [...]
[...] vedere il fratello infermo le disse, in presenza dei parenti: - Non occorre che veniate anche voi. Ora il Babbeo che non ragionava più, alla vista del [...]
[...] paura? Non ci riconosci?... Credi che ti voglia avvelenare io? O Giacomo? O Raimondo?... Il pazzo sorrideva d'incredulità, ma quando ritentavano di [...]
[...] !... Assassino!... Una sera, mentre don Blasco stava per uscir di casa insieme col professore, il cocchiere del principe venne a dirgli, col [...]
[...] fiato ai denti: 463 - Eccellenza, l'aspettano dal Cavaliere.... Sono tutti lì.... Portano il viatico al signorino Ferdinando.... Il monaco [...]
[...] urgentissimo.... - Vengo. Il professore, declamando contro il tribunale del Sant'Uffizio, lo accompagnò fino alla nuova casa del duca, dove questi [...]
[...] s'era domiciliato dal primo del mese. Giunto dinanzi al portone, il monaco gli disse d'aspettarlo; e con le mani raccolte sulla schiena, egli si [...]
[...] nostra!... - Chi?... Che cosa?... - Venite!... - esclamava il Cassinese allungando il passo e ansimando forte. - Al Gabinetto!... Roma è nostra [...]
[...] !... La breccia è aperta!... - Come?... Aspettate!... Fatemi vedere.... - Avanti!... Avanti!... Mio fratello ha ricevuto il dispaccio.... Le [...]
[...] nostra!... Roma è nostra!... Tutti s'alzarono, circondandolo, parlando insieme, levando le braccia. Egli spiegava il pezzo di carta dove il duca [...]
[...] aveva riadattato il telegramma arrivato al Prefetto togliendogli il carattere ufficiale, mutando l'indirizzo per far credere che fosse venuto a lui [...]
[...] la notizia, ma don Blasco non dava a nessuno il dispaccio che nella ressa correva pericolo d'essere stracciato in mille pezzi. - Leggete [...]
[...] !... Leggete!... Vogliamo sentirlo!... Salito allora sopra una seggiola, il monaco lesse col suo vocione: «Firenze, ore 5 pomeridiane. Onorevole d'Oragua [...]
[...] ancora di che si trattasse gridavano per sapere che cos'era successo, e tutti rispondevano: - La truppa ha preso Roma!... È venuto il dispaccio al [...]
[...] deputato, al duca d'Oragua!... Quando la banda dell'Ospizio, riunita in fretta e in furia, cominciò a sonare, il clamore divenne assordante. E [...]
[...] mentre i sonatori e il capo musica domandavano: - Da che parte?... Dove si va?... - Dal deputato.... - risposero dieci, cento voci; - dal duca [...]
[...] ... Tutte le finestre illuminate, in casa dell'Onorevole; una bandiera che pareva una vela di bastimento sventolante 465 al balcone di mezzo, il [...]
[...] deputato che in persona rispondeva salutando col fazzoletto alle grida: - Viva Roma capitale!... Viva Oracqua!... Viva il deputato!... A un tratto [...]
[...] , mentre alcuni gridavano per ottener silenzio, aspettando un discorso d'occasione, il duca scomparve. Per evitare il pericolo di dover parlare [...]
[...] di traverso, il colletto monacale madido di sudore, andava in mezzo alla dimostrazione a braccio del professore che lo aveva ripescato e non lo [...]
[...] : - Viva Roma!... Viva l'Italia!... Viva Oracqua!... A un tratto la dimostrazione s'arrestò nuovamente come se qualcuno le contrastasse il passo, e un [...]
[...] ! Viva Roma nostra!... Il frate, livido in volto, con gli occhi spalancati, guardò un momento la folla minacciosa e urlante; di repente, alzò le [...]
[...] braccia, gridando anche lui, scompostamente: - Eh!... Eh!... - È il matto.... lasciatelo andare!... - esclamarono alcuni; ma pochi udirono [...]
[...] l'avvertimento, e la folla si mise in moto gridando: - Morte ai preti!... Abbasso il temporale!... Abbasso!... Morte!... Don Blasco, allungato il collo [...]
[...] , riconobbe Frà Carmelo, un altro degli Uzeda ammattito, il bastardo che a dispetto della fede di battesimo si rivelava anch'egli della famiglia [...]
[...] . E il professore, alla vista della tonaca, se era un energumeno, inferocì come un torello al rosso: - Morte ai corvi!... Giù i tricorni: viva il [...]
[...] pensiero laico!... Abbasso l'ultramontanismo!... Il pazzo, alla luce fantastica delle torce, continuava a gestire scompostamente, a gridare: «Eh [...]
[...] !... Eh!...» senza riconoscere l'ex-paternità di don Blasco, il quale, per non esser da meno del professore che gl'intronava le orecchie, vociava [...]
[...] da sezzo, in quella vece che tuttosì dagli esteri ammirando si viene. Da ricapo narrarla, dopocchè il Mugnos, il Villabianca ed altri famosi a sè [...]
[...] fossers'ai tempi che vissero. Ma, senzachè il proseguiment'insin'a nostri ultimi giorni, un altr'oggetto ne rischiara la convenienza; vogliam dir [...]
[...] compulsione d'archivii importanti e zeppati di documenti solo noi dato esaminare, saracci dato fornire l'assunto come disse il Poeta, senza [...]
[...] nostro proposito, negar non vorrane il suo ambito concorso; laonde viviamo fidenti della sua firma nella scheda dove le soscrizioni si ammozzolano [...]
[...] , abbisognamo il suo appoggio. Delchè dormiam'in guanciali. «SCHEDA DI SOSCRIZIONE «ALL'OPERA «del cavaliere don Eugenio Uzeda dei principi di [...]
[...] Francalanza e Mirabella, duchi d'Oragua, conti della Lumera, etc., etc.; già Gentiluomo di Camera (con esercizio) di Sua Maestà il Re Ferdinando [...]
[...] II; medagliato dell'ordine ottomano del Nisciam-Ifitkar da Sua Altezza il Bey di Tunisi, membro di varie Accademie, etc., etc., intitolata [...]
[...] al giorno d'oggi: ben tre volumi, di cui il primo testo, il secondo alberi genealogici, il terzo stemmi. Usciranno una dispensa ogni mese. Prezzo [...]
[...] d'ogni dispensa: lire due. Associazione all'opera completa, lire cinquanta. - NB. Chi procura sei soscrizioni avrà diritto a pubblicare il [...]
[...] aveva finito di distribuire il manifesto dell'Araldo Sicolo, che arrivò l'autore in persona. Mancava da tanti anni, ed era naturalmente [...]
[...] invecchiato, toccando ormai la sessantina; ma stranamente imbruttito, anche, e quasi irriconoscibile. Sul viso dimagrito ed emaciato il naso sembrava [...]
[...] bocca, aveva contribuito anch'essa a quell'apparente crescenza che dava a tutto il viso un aspetto basso, ignobile e quasi animalesco. Indosso [...]
[...] portinaio che lo squadrava da capo a piedi, sentì rispondersi che non c'era nessuno: nè il principe, nè la principessa, nè Consalvo: partiti tutti: il [...]
[...] uno avvezzo ad esser mandato via, il cavaliere alzava gli occhi alle finestre, pareva voler guardare a traverso i muri, quando s'udì salutare [...]
[...] : - Eccellenza?... Vostra Eccellenza qui? Era Pasqualino Riso, il cocchiere. Anche lui era andato giù, non sfoggiava gli abiti eleganti, gli anelli e [...]
[...] vendemmie, i padroni.... - E il principino? - Ah, il principino non per ora.... Don Eugenio, i cui occhietti luccicavano di curiosità sul viso affamato [...]
[...] , s'accomodò sulla seggiola senza spalliera che il portinaio teneva dinanzi all'uscio del suo stanzino, domandando: - Perchè? Che c'è di nuovo? E a [...]
[...] poco a poco, Pasqualino rivelò la verità. Il signorino non poteva più stare in casa, almeno per un certo tempo, a cagione dell'urto continuo col [...]
[...] padre. Dai tanti dispiaceri, il signor principe era caduto ammalato. Quanto a don Consalvo, non si poteva dire che s'affliggesse così da farne una [...]
[...] malattia, ma neanche lui doveva ingrassare a furia di dissapori e di diverbii; il meglio perciò era che se ne stesse un pezzo lontano... Così [...]
[...] il principe avrebbe avuto tempo di placarsi, di persuadersi che, in fin dei conti, il figliuolo non aveva ammazzato nessuno! L'accusavano di non [...]
[...] interessarsi alle faccende dell'amministrazione, di trattar male la madrigna? «Ma Vostra Eccellenza sa com'è fatto il signor 471 principe [...]
[...] : piuttosto che dare ad altri i registri dei conti o le chiavi della cassa, si lascerebbe tagliare tutt'e due le mani!... Alla principessa il signorino [...]
[...] rispettarla, la rispetta...» La ragione vera del dissenso era pertanto un'altra: che il signor principe non voleva metter fuori quattrini, e il principino [...]
[...] invece spendeva da signore... Perciò il signorino aveva firmato qualche cambialetta; e ogni volta che i creditori ne presentavano una al signor [...]
[...] bugigattolo, e sedette accanto al cavaliere, il quale, scrollando gravemente il capo, trasse di tasca mezzo sigaro spento e chiese un cerino al [...]
[...] cocchiere. «Allora, Vostra Eccellenza permette?...» E accesa la sua pipa, riprese il filo del discorso. Per chi dunque aveva ammassato tante ricchezze [...]
[...] il signor principe? Per sè stesso, no; giacchè non ne godeva; per la figlia, neppure; perchè, una volta maritata, la signorina Teresa avrebbe [...]
[...] preso la sua dote e buona notte; dunque, pel figlio! Allora, perchè tenerlo a corto di quattrini? Un giovanotto come il principino di Mirabella aveva [...]
[...] bisogno di tante cose; doveva, per necessità, far tante spese!... Il padrone non capiva questo, lui che, giovane, era vissuto da monaco. «Ma [...]
[...] siamo tutti fatti ad un modo?» E poi, i tempi erano mutati: i signori dovevano spendere, se volevano esser considerati; se no, il primo ciabattino [...]
[...] qualificava arditamente di porcherie le lesinerie del principe: diceva che per una lira colui avrebbe rinnegato il figliuolo; lasciava intendere [...]
[...] , per trarre dalla sua il 472 cavaliere, che il capo della casa, se fosse stato un altro, avrebbe dovuto aiutare i parenti che non erano ricchi [...]
[...] quanto Don Eugenio, fumando e sputando, con le gambe magre da don Chisciotte accavalciate, chinava il capo, dava ragione al cocchiere, si dava [...]
[...] prolungava: padrone e servo discorrevano intimamente, da pari a pari, mescolando il fumo della pipa e del sigaro; anzi, quantunque Pasqualino non fosse [...]
[...] elegante come un tempo, pure sembrava il padrone, e don Eugenio il creato. Il guardaportone, tra scandalizzato ed invidioso della confidenza [...]
[...] che il cavaliere accordava al cocchiere, spasseggiava dignitosamente dinanzi all'entrata, con le mani sul dorso del soprabitone gallonato. - Chi è [...]
[...] quel pezzo di straccione? - gli domandavano i commessi dell'amministrazione, uscendo dopo il lavoro. - Uno zio del signor principe, dice! E [...]
[...] , tutto sommato, fu la miglior accoglienza che ebbe il povero don Eugenio. Il domani egli cominciò il giro dei parenti che erano in città: andò prima di [...]
[...] tutti dal fratello don Blasco. Il monaco pareva sul punto di scoppiare: il pancione gli s'era imbottito di lardo e la testa ingrossata; il [...]
[...] all'opera di cui ti ho mandato il manifesto... 473 E cominciò a enumerare gl'insigni sottoscrittori: Sua Altezza il Bey di Tunisi, i vizir [...]
[...] della reggenza, i più gran signori palermitani; il principe d'Alì, il marchese di Lojacomo, il duca tale e il conte tal altro. - E?... - face il [...]
[...] , posta, etc, con le sole soscrizioni , sinora raccolte il guadagno è assicurato. Ma debbo ancora girare mezza Sicilia per fare associati. Se [...]
[...] arriveremo a trecento, resteranno diecimila lire nette. - E?... - Io ti vorrei proporre di stampare insieme il libro. Il monaco lo guardò fisso nel [...]
[...] vedere le firma raccolte... - Non voglio veder niente! Credo benissimo e ti ringrazio tanto. Tieni per te le diecimila lire. Il cavaliere aveva un [...]
[...] . 474 Il cavaliere non si scoraggiava neppure adesso. Ridusse la domanda da mille a ottocento e poi a cinquecento lire; e poichè il monaco [...]
[...] domande, i manifesti... Sperando di riuscir meglio con la sorella, il cavaliere andò a rinnovare il tentativo con donna Ferdinanda. Asciutta e verde [...]
[...] come un aglio, la zitellona pareva sfidare il tempo, gli anni le passavano addosso senza mutarla: ne aveva oramai sessantadue e non ne mostrava [...]
[...] più di cinquanta. Solo le mani le si coprivano di rughe e si spolpavano e s'irruvidivano a contar denari, come a lavorare il ferro od a zappar la [...]
[...] terra. Anche lei aveva ricevuto la circolare dell'Araldo Sicolo: ma, vedendo il fratello, cominciò a chiedergli notizie della sua salute, di [...]
[...] detto: Caro Emanuele, pensaci bene...» Le chiacchiere tiravano in lungo, perchè donna Ferdinanda gli dava la corda, ed il cavaliere non ne aveva [...]
[...] chi? - Col mio amico Memmo Duffredi, Duffredi di Casaura, il nipote di Ciccio Lojacomo: la prima nobiltà di Palermo e parecchi milioncini di [...]
[...] discorrendo, il cavaliere, quasi risolvendosi, disse finalmente... - Ci fui anche per raccogliere soscrizioni alla mia opera, sai... - Opera? - fece la [...]
[...] zitellona, con atto di meraviglia. - Qual opera? - Come, non hai ricevuto il manifesto? - Io non ho ricevuto niente.... - L'Araldo Sicolo?... la [...]
[...] ?... - Ah! ah! ah!... E la risata non finiva. Quando il vecchio spiegò che libro aveva scritto, essa divenne più fine, più ironica, più tagliente. Una [...]
[...] storia della nobiltà dopo il Mugnos e il Villabianca? Per ficcarci dentro gli arricchiti che si facevano dare del cavaliere e del marchese? La [...]
[...] nobiltà autentica era tutta scritta nei libri antichi!... E il 476 cavaliere tentava almeno di dimostrare la bontà della speculazione: ma la [...]
[...] inutile. Andato a ripetere il tentativo dalla nipote Chiara, don Eugenio non potè neppure vederla: la cameriera gli disse che il marchese era fuori [...]
[...] e la marchesa chiusa in camera col dolor di capo. - Digli che c'è suo zio. - Vostra Eccellenza scusi; ma quando ha il dolor di capo, nessuno [...]
[...] può parlare alla signora marchesa. E facendo il cavaliere un atto d'impazienza, la donna mormorò, guardandosi attorno: - Eccellenza, c'è guai [...]
[...] ! - Che guai? - La marchesa.... ma signor cavaliere, per carità non mi faccia perdere il pane!... Pazza pel marito, è vero, Eccellenza? Tutt'una cosa [...]
[...] ; quello che voleva il signor marchese era legge per lei.... Nè il padrone ne abusava: d'amore e d'accordo in tutto e per tutto.... Adesso? Adesso [...]
[...] che gli vuole, lo lascia fare, lo difende contro il padrone.... Litigano tutti i giorni, perchè il signor marchese vorrebbe correggerlo [...]
[...] , insegnargli educazione, obbligarlo a studiare; e invece la nipote di Vostra Eccellenza se la prende col padrone perchè gli maltratta il ragazzo.... Ieri [...]
[...] vennero alle grosse; non si parlano da ventiquattr'ore.... Il signor marchese è uscito di casa all'alba.... chi sa se torna! E per quanto [...]
[...] s'era trasformata ed imbruttita. Il corpo era diventato un sacco di carne, dove non si distinguevano più nè seno, nè vita, nè fianchi; il viso [...]
[...] rassomigliante a quello del principe. E il primo discorso che tenne allo zio, rivedendolo dopo tanti anni, fu giusto contro Benedetto. - Non c'è; non sta [...]
[...] capisce. Più invecchia, e più bestia diventa. È un pazzo! Ma la disgrazia è che fa impazzire anche me. Dopo vent'anni, - ella calcolava il tempo [...]
[...] a modo suo, - un altro che non fosse tanto bestia, avrebbe capito l'inutilità di fare il servitore a questo e a quello. Invece, pare l'uovo al [...]
[...] fuoco: più sta e più indurisce! Vuol essere deputato; per che cosa, domando io? Dopo che sarà deputato, che cosa avrà buscato? A fare il sindaco ha [...]
[...] propria famiglia ella aveva ancora quel misto d'astio, d'invidia e di premura, secondo che il vanto di farne parte, il dolore d'averla lasciata o il [...]
[...] sospetto d'esserne ripudiata predominavano nel suo cervello. Anche ora, parlando del viaggio del principe, ella ripeteva con insistenza che il [...]
[...] fratello e la cognata le scrivevano ogni due giorni, e riferiva il contenuto delle loro lettere, annunziava il loro ritorno per l'autunno; poi [...]
[...] .... vedrà che bellezza; me l'hanno mandato due mesi addietro... Di Consalvo però, - riprese dopo che ebbe mostrato il ritratto allo zio, - nè nuova nè [...]
[...] che è a Parigi. È stato a Berlino, a Londra, a Vienna.... Il cavaliere non l'udiva, rimuginando il discorso da tenerle. Appena la nipote fece una [...]
[...] !... Imperturbabile, don Eugenio ricominciò il giorno seguente. Dai Radalì-Uzeda trovò il duca Michele e il barone Giovannino; la duchessa era fuori di casa [...]
[...] la richiesta del parente, entrambi risposero che solo la madre gli avrebbe potuto dare risposta. Il giorno dopo il cavaliere tornò a parlare [...]
[...] notizie del principe e di Consalvo apprese da Lucrezia, s'addolorava per la lite tra padre e figliuolo, annunciava il ritorno della principessina [...]
[...] promiscuità; riferiva ancora il viaggio di Tunisi, l'onorificenza beilicale, ma senza spiegare a qual titolo l'avesse ottenuta, che cosa avesse [...]
[...] ricevuto il mio manifesto? E riesponeva il concetto dell'opera, enumerava le adesioni ricevute: ogni volta, queste crescevano di numero: le firme [...]
[...] appartamento di dodici stanze... bisognava vedere che scala!... E nonostante il rifiuto oppostogli da Lucrezia, egli cavò di tasca le circolari ed entrò [...]
[...] a lei l'amministrazione... II. Il ritorno del principe, con lo zio duca, la moglie e la figlia, al principio dell'inverno, diede nuovo [...]
[...] , oramai, per amore del figlio della cameriera, il quale, guastato dai tanti vizii, la comandava a bacchetta, le dava del tu, all'occorrenza le alzava [...]
[...] le mani addosso. Ma ella lo lasciava fare, e se il marchese diceva mezza parola, grida, minaccie, un inferno. Dopo gli scrupoli della cognata [...]
[...] , adesso, era un signore: oltre la casa e i due poderi, aveva messo di bei quattrini da canto; il principe gli faceva la corte per questo. Il Cassinese [...]
[...] uomini. Disegnava e dipingeva, parlava il francese e l'inglese come la sua propria lingua, sapeva far versi e comporre musica; e modesta, con [...]
[...] , avevano dovuto sorreggerla e i suoi occhi eran parsi due vive fonti, dal tanto pianto; ma il culto per la santa memoria non le impediva di rispettare e [...]
[...] di amare il padre e la madrigna. E timorata di Dio, sempre con qualche libro di preghiere tra le mani, quando non lavorava ai suoi ricami, ai suoi [...]
[...] le contaminassero il pensiero. Stava perciò sulle spine quando la cognata Lucrezia narrava certe storie di concubinaggi, di separazioni [...]
[...] mille colori, alzava gli occhi al soffitto, facendo sforzi straordinarii per contenersi, per non dire il fatto suo a quella pazza a cui il Signore [...]
[...] principessa doveva tenerlo in riga: il cavaliere don Eugenio. Appena saputo l'arrivo del fratello e del nipote, era corso da loro, per ricominciare il [...]
[...] discorso dell'Araldo Sicolo. Il duca, 485 senza le grida di don Blasco e le commedie di donna Ferdinanda, gli aveva risposto chiaro: «Coi [...]
[...] te lo impedisce; ma io non ho denari da buttar via in queste imprese.» Don Eugenio accettava a capo chino il predicozzo, come riconoscendo di [...]
[...] gli appalti, facendo ogni sorta d'imbrogli!... «Almeno,» don Eugenio insisteva, «farai comprare il libro alle biblioteche dello Stato? A te non [...]
[...] costa nulla, sei tanto influente!... Basterà che tu dica una parola....» Il deputato ascoltava la lode a occhi socchiusi, beatamente. Infatti i bei [...]
[...] giorni erano tornati per lui; dopo l'atteggiamento preso nella quistione romana aveva rimesso il tallo; l'elezione del novembre Settanta era stata [...]
[...] un altro trionfo. Sì, gli sarebbe bastato dire una parola per aiutare il fratello; tuttavia, alle insistenze di costui, rispondeva che avrebbe [...]
[...] .... La moglie di Cocò ne ha fatta un'altra delle sue.... Il figlio di Jajà è scappato con una ballerina....» Cocò era il principe di Alì, Sasà [...]
[...] il duca di Realcastro, Jajà il barone Mortara; e nessuno nominava qualche persona di Palermo senza che egli assicurasse d'essere con questa [...]
[...] persona «come fratello....» Tutte le volte che descriveva il suo appartamento il numero delle stanze cresceva: adesso era arrivato a quindici, e non [...]
[...] potendolo più ragionevolmente aumentare, aggiungeva: «oltre la stalla e la rimessa....» Il principe lo lasciava dire, ma gli faceva pagare [...]
[...] confidenze di sorta; curioso, il cavaliere voleva sapere che pensavano pel matrimonio di Teresa, che cosa faceva Consalvo, quando sarebbe tornato; ma [...]
[...] non riusciva a saper nulla, specialmente riguardo al principino, il quale non scriveva se non a donna Ferdinanda. Le notizie del giovane, a [...]
[...] palazzo, venivano per mezzo di Baldassarre, il quale ogni due giorni scriveva al signor principe per riferirgli minutamente la vita del padroncino [...]
[...] signore accavallo....» Il maestro di casa annunziava ogni giorno il programma del successivo: «Domani andiamo all'Ussaburgo.... domani partiamo [...]
[...] per Fontana Bu, vedere il palazzo reale....» ma donna Ferdinanda aspettava la narrazione d'una visita ben altrimenti importante: quella a Sua [...]
[...] », 487 e appena saputo il nipote nella capitale francese, gli aveva rammentato di mantener subito la promessa. Padre Gerbini che a Parigi era [...]
[...] sovrano, la premura con la quale s'era informato di tutta la famiglia e il dono che gli aveva fatto, prima di congedarlo, dopo un lungo colloquio [...]
[...] : il proprio ritratto con dedica autografa. «Sua Maestà la Regina» era sofferente, e perciò non aveva potuto riceverlo anche lei; ma il «Re» gli [...]
[...] conosciuto in Napoli e in Pariggi. So Eccellenza ci ha baciato le mani, e So Maistà gli arregalato il suo ritratto, dicendoci che ci deve tornare [...]
[...] Parigi, il giovanotto tornò finalmente in Italia, e restato un poco a Torino ed a Milano passò a Roma, 488 che era l'ultima tappa del suo [...]
[...] raccomandato di «baciare il piede al Papa» e Baldassarre infatti, da principio, annunziava che «Monsignori don Lotovico» doveva condurre in Vaticano il [...]
[...] stazione da donna Ferdinanda e da Teresa - perchè il principe era rimasto ed aveva ordinato alla moglie di rimanere a palazzo, - Consalvo fece una [...]
[...] ciera del signorino, e gli davano il bentornato e si facevano in quattro per aiutare Baldassarre a scaricare la gran quantità di bauli, valige [...]
[...] , portamantelli e cappelliere di cui era piena la carrozza e un carrozzino da nolo. Il principe, con aria tra dignitosa ed affabile, si fece trovare [...]
[...] una volta, anzi, a Vienna, aveva corso rischio di dormire al posto di guardia. Il giorno dopo continuò il discorso del viaggio, specialmente su [...]
[...] Parigi; ma a poco a poco, e secondo che quell'argomento si esauriva, il giovanotto non prendeva più parte alla conversazione. Se la principessa narrava [...]
[...] qualche 489 cosa, o se il principe discorreva degli affari di casa, si contentava di stare a sentire e rispondeva qualche Eccellenza sì o [...]
[...] . Il principe cominciava a soffiare a ammutoliva anche lui, facendo però certi versacci che non annunziavano niente di buono; la principessa alzava [...]
[...] gli occhi al soffitto dalla costernazione, e Teresa, angustiata da quella freddezza, perdeva sin l'appetito. Levandosi di tavola, quando il [...]
[...] figlio andava via: - Cominciamo da capo! - sfogavasi il principe. - State a vedere che cominciamo da capo! Che gli hanno fatto, a cotesta bestia? S'è [...]
[...] divertito più d'un anno a viaggiare, non gli è mancato niente, e mi ringrazia così, tenendomi il broncio, avvelenandomi tutti i giorni il desinare [...]
[...] interamente finita, non scendeva più nelle stalle, non teneva conversazione coi cocchieri. Non più donne, non più giuoco; passava il suo tempo chiuso [...]
[...] , sorci di farmacie, persone occupanti pubbliche cariche, tutto il codazzo del deputato. La posta gli portava ogni giorno una quantità di giornali [...]
[...] italiani e francesi, e il libraio, ogni settimana, gli mandava grossi pacchi di libri che egli stesso andava a scegliere e ad ordinare. - Qual altra [...]
[...] pazzia adesso gli salta in capo? - diceva il principe, con tono sempre più acre, alla moglie; ma questa: - Di che ti lagni? - rispondeva [...]
[...] non veniva a tavola; al cameriere che andava a chiamarlo, rispondeva, dietro l'uscio, che aveva da fare; e allora il principe buttava via il [...]
[...] il fratello e insisteva tanto, con voce dolce, con persuasioni amorevoli, finché egli apriva. - Perchè non vieni? Sai che al babbo dispiace [...]
[...] ... - Perchè ho da fare, sto scrivendo, non posso perdere il filo... - Lascia di scrivere, contentalo, fratellino!... Hai tanto tempo per studiare [...]
[...] ?... - infatti la scrivania era piena di carte e di libri aperti. E quando finalmente veniva a tavola, il principe gonfiava, gonfiava, gonfiava [...]
[...] , vedendo il figliuolo taciturno e ponzante come un nuovo Archimede. - Mangerò solo, se debbo vedere quella faccia da funerale! Tutto il giorno [...]
[...] quella faccia ingrottata! È una 491 jettatura! Il cibo non mi fa buon sangue! piglierò una malattia.... Allora Teresa, come la sola capace [...]
[...] ! Quando stavo tutto il giorno fuori casa, a divertirmi a modo mio, spendendo quattrini: nossignore, bisognava cambiar vita! Adesso che sto sempre [...]
[...] gente che non sapeva di che cosa s'occupasse, ma che vedeva il radicale mutamento operatosi in lui, lo attribuiva al lungo viaggio, al senno che [...]
[...] tutti i giovani, o presto o tardi, hanno pure da mettere. E il viaggio, infatti, era stato l'origine della conversione del principino, la sua [...]
[...] autorità paterna non gli consentivano di fare tutto ciò che voleva; pertanto egli aveva accettato con gioia di andar via, di girare un poco il mondo [...]
[...] ; ma la prima impressione da lui provata, appena fuori di Sicilia, fu quella che proverebbe un vero re in cammino per l'esilio. Il giorno prima [...]
[...] , quantunque non potesse sbizzarrirsi a modo suo, era nondimeno un pezzo grosso, il pezzo più grosso del sue paese, dove tutta la gente, in alto [...]
[...] Napoli, a Roma, a Firenze, a Torino, con altra gente, coi signori di lassù; e allora aveva visto che c'erano pezzi grossi più grossi di lui. Il [...]
[...] nome di principino di Mirabella aveva perduto la sua virtù, era diventato quello di un signore come ce n'erano a migliaia. Il lusso vero, e non [...]
[...] quello mediocre di suo padre, il gusto fastoso, lo sfarzo elegante di cui non c'era idea in quell'angolo di Sicilia, fuori delle grandi vie del [...]
[...] raccomandare, correre, chi sa, il rischio d'essere respinto!... Nella sua testa avveniva una rivoluzione. Soffrendo realmente nell'orgoglio, nella [...]
[...] comperava una quantità di cose inutili, col solo scopo di lasciare il suo indirizzo: Principino di Mirabella, albergo tale - il più caro della città. E [...]
[...] gli si professavano servi; ma a Firenze, a Milano, gli toccava il semplice signore; e invano Baldassarre, che gli stava sempre a fianco, prodigava [...]
[...] il Sua Eccellenza e il Voscenza paesano: la gente sorrideva o restava a bocca aperta alle espressioni stravaganti del maestro di casa. Così, per [...]
[...] evitare queste mortificazioni, il principino passò all'estero più presto del tempo stabilito. In paese straniero, la maggior ricchezza e autorità [...]
[...] fuor del mondo a Vienna, a Berlino, a Londra: a Parigi fece sorridere come in Italia Baldassarre. Ma frattanto la Sicilia, il suo paese nativo, la [...]
[...] sua casa dove la considerazione ed il primato d'un tempo lo aspettavano, erano divenute per lui sempre più piccoli e meschini. Come rassegnarsi a [...]
[...] tornare laggiù, dopo aver visto la gran vita delle grandi città? E come tenere un posto mediocre in una capitale? Bisognava dunque essere il [...]
[...] consentito a lasciarlo andar via per sempre? La cosa era dubbia, ma il certo era che, articolo quattrini, ne avrebbe assegnati il meno possibile; e con [...]
[...] vincoli umilianti, come durante quel viaggio, tutte le spese del quale dovevano esser fatte personalmente dal maestro di casa! Vivendo il padre [...]
[...] , egli non avrebbe dunque potuto conseguire il suo scopo; e il principe poteva vivere cent'anni, come tanti di quegli Uzeda che avevano il cuoio [...]
[...] duro, se il vecchio sangue non si scomponeva prima del tempo... E Consalvo che, ragionando freddamente, mettendo a calcolo tutto, faceva i suoi conti [...]
[...] : l'insufficienza di tutta la fortuna paterna, il giorno in cui egli ne sarebbe stato unico padrone, a dargli le soddisfazioni che andava cercando [...]
[...] . Grande laggiù, e anche da per tutto, per uno che non avesse voglie smodate, il patrimonio del principe di Francalanza era per Consalvo poco più che [...]
[...] momento l'onorevole Mazzarini, giovane avvocato della provincia di Messina, il quale faceva la politica continuando ad esercitare la professione [...]
[...] tempo di levarselo dai piedi. Ed il domani Mazzarini, venuto a prenderlo, lo invitò a desinare con lui, trascinandolo al Morteo. V'erano molti [...]
[...] d'inchiostro il tovagliolo che teneva appeso al collo. Le persone che traversavano il caffè lo salutavano, egli rispondeva loro, interrompendosi con [...]
[...] Roma, di quel che bisognava fare per renderla degna dei suoi destini, per affermarne l'italianità, per tenere a segno il Vaticano. Finito il pranzo [...]
[...] , un po' allegro, prese a braccio Consalvo il quale fremè a quel contatto; ma il deputato, con un sorriso che voleva esser discreto ed era beato [...]
[...] sostenute nel proprio collegio; ma il duca di Oragua non possedeva un feudo elettorale che, naturalmente, sarebbe passato al nipote? Per farsi [...]
[...] conoscere, l'avvocato aveva dovuto crearsi 496 pazientemente, accortamente, una clientela: il principino di Mirabella l'aveva già bell'e pronta [...]
[...] . Alla cultura, alla competenza, egli non pensava: se aveva potuto fare il deputato un ignorante come suo zio, egli si credeva capace di reggere i [...]
[...] tormentato per tutta la vita accrescendo la sua miseria intellettuale, Consalvo le possedeva: a San Nicola, dinanzi ai monaci che s'empivano il [...]
[...] gente d'ogni risma, egli aveva fatto sfoggio d'eloquenza: gli sguardi fissi su lui, il silenzio dell'uditorio aspettante non lo avevano mai sgominato [...]
[...] , dicendo: - Il Beatissimo Padre vuole, senza merito mio, destinarmi alla sacra porpora... Furbo, quello lì: arrivato a furia di furberia!... Consalvo [...]
[...] subito il campo della sua azione futura. Allora comprese che se ad occupare un posto di deputato gli mancava soltanto l'età, gli occorreva [...]
[...] che egli possedeva e la naturale intelligenza. Il latino dei monaci, quello studio detestato, adesso gli giovava a qualche cosa. Più tardi, col [...]
[...] amici, gli stessi servi, dissero che stava tutto il giorno a tavolino. Associatosi al Gabinetto di lettura, lui, il fondatore del Club [...]
[...] Giulente e il duca, in casa di quest'ultimo, discutevano a proposito dei dazii di consumo, se convenisse meglio al municipio appaltarli o riscuoterli [...]
[...] che aveva potuto esprimere; adesso, se chiedeva di far parte del Circolo, significava che ne approvava il programma. Nè conveniva rifiutarlo [...]
[...] tuttavia che, secondo una certa versione, il principino aveva augurato al re spodestato di rivederlo nella reggia di Napoli... Quando Consalvo seppe [...]
[...] il maestro di casa, che solo poteva averla messa in giro, gli gridò sul muso: - Tu, bestione, hai scritto che io ho detto a Francesco II che [...]
[...] voglio rivederlo a Napoli e il diavolo che ti porti? Imbarazzato e confuso, Baldassarre rispose: - Eccellenza, sì... - E chi t'ha detto una simile [...]
[...] bestialità? - Me lo disse padre Gerbini, che l'udì dire a Vostra Eccellenza... Alzato il braccio in atto di minaccia, Consalvo ingiunse [...]
[...] sentire donna Ferdinanda! Già ella, subodorato qualcosa dell'apostasia, aveva afferrato pel braccio il nipote, gridandogli: «Bada che non ti [...]
[...] accostando alle idee liberali, fiottò contro il nipote e contro il marito. Don Blasco, invece, liberale di data oramai quasi antica, approvò la conversione [...]
[...] del nipote; il quale, lasciando che ciascuno di quei pazzi dicesse la sua, fece il suo esordio al Circolo, una sera che l'assemblea discuteva [...]
[...] la sua fuori della fila, distruggendone l'ordine; e mordendosi i baffetti, stava a sentire con aria di grave attenzione. Ma quando il presidente [...]
[...] annunziò: «Se nessuno domanda la parola, metto ai voti le conclusioni della commissione,» il principino s'alzò. - Domando la parola. 500 [...]
[...] volendo ma non potendo dare il nome di colleghi, debbo e voglio dare quello di maestri. Il laborioso periodo fu detto con tanta sicurezza, uscì [...]
[...] che se il suo ardimento poteva giudicarsi grande, egli sapeva che non meno grande era l'indulgenza del suo uditorio. Qualificò come «modello del [...]
[...] «come dice il celebre Adamo Smith nella sua grande opera...» e infatti «opina anche il grande Proudhon...» ma quantunque «il famoso Bastiat non [...]
[...] ammetta,» pure «la scuola inglese è del parere....» Lo stupore e il piacere erano grandi e generali, tutt'intorno; Benedetto godeva come d'un [...]
[...] curvo sui volumi di Spencer, fu picchiato con grande fracasso al portone: Garino, il marito della Sigaraia, chiamava il principe a rotta di collo [...]
[...] perchè a don Blasco era venuto un accidente. Il monaco, floscio come un otre sgonfiato, rantolava. La vigilia aveva fatto una solenne scorpacciata e [...]
[...] accorrere tutti quanti, allora s'era visto il Cassinese disteso quant'era lungo in terra, senza più sentimento. La Sigaraia, le figliuole, la serva [...]
[...] , aveva la ciera rannuvolata e non diceva niente. Mentre il medico dichiarava di non poter far nulla, perchè il colpo era fulminante, e le donne [...]
[...] ricominciavano a contristarsi, e ad invocare la Bella Madre Maria e tutti i santi del paradiso, Garino prese per un braccio il principe appena [...]
[...] tradimento! Sono rovinato! E Vostra Eccellenza pure.... Io credevo che il testamento fosse scritto da anni, dall'altra volta che gli prese il capogiro [...]
[...] ... - L'avrà forse dato al notaro? - Ma che notaro! Sua Paternità non voleva sentirne, e anzi quando il notaro Marco gli parlò in proposito... per [...]
[...] amicizia a noi... gli rispose brusco che il testamento l'avrebbe fatto da sè e chiuso nella sua cassa!... Ma non c'è niente in tutta la casa... Se [...]
[...] avessi saputo una cosa simile!... - E tacque, guardando il principe. - Che avreste fatto? - Avrei scritto io il testamento, secondo le sue [...]
[...] intenzioni... per darglielo a firmare... La firma ce l'avrebbe messa in mezzo minuto... Potevo anche... Ma in quel punto chiamarono di là. Il dottore [...]
[...] scappò per eseguire gli ordini del dottore, e il principe si mise a girare per la casa. Faceva giorno quando venne il salassatore. L'operazione non [...]
[...] momento nella camera del moribondo e poi passavano nella stanza attigua, girellonando, cercando il momento di prendere a parte il principe, per [...]
[...] dirgli in un orecchio: - C'è testamento? - Non so... non credo... - rispondeva il principe. - Chi pensa a queste cose, per ora? 503 Invece non [...]
[...] pensavano ad alto, divorati dalla curiosità, dalla cupidigia dei quattrini del monaco. Dopo la vecchia principessa, don Blasco era il primo Uzeda [...]
[...] danaroso che se ne andava; Ferdinando non era contato: aveva poca roba e quella poca era stata carpita dal principe. Il Cassinese, invece, tra i [...]
[...] . Tutti gli altri, al contrario, aspettavano un testamento che li nominasse. Il principe dichiarava piano all'orecchio dello zio duca che non sperava [...]
[...] , perchè chiamassero suo figlio. Ma il principino dapprima aveva risposto che era a letto, poi che dovevano dargli il tempo di vestirsi, poi che [...]
[...] commissione incaricata di studiare il piano regolatore della città. Arrivò finalmente quando attaccavano le mignatte all'agonizzante. Il principe non [...]
[...] gli rivolse neppure la parola e prese invece in disparte Garino che in quel momento tornava per la quarta o la quinta volta. Poi il marito della [...]
[...] catastrofe; Garino affacciossi sull'uscio, annunziando: - Il Signore l'ha chiamato con sè! Tutti entrarono nella camera del morto. Era immobile [...]
[...] , due candele sul comodino. Le ragazze piangevano come due fontane e Lucrezia pareva avesse perduto il suo secondo padre; ma i pianti e le preci a [...]
[...] testamento. Nel silenzio generale, il principe, come capo della casa, fece un gesto di consenso. Ma donna Lucia, che finiva d'accendere le [...]
[...] udir volare le mosche mentre la donna consegnava al principe una busta aperta, e questi, per deferenza, la passava allo zio duca. Il duca diede una [...]
[...] occhiata al foglio dove c'erano poche righe di scritto, e senza leggere, annunziando il contenuto dei brevi periodi a mano a mano che li scorreva [...]
[...] nient'altro?... - domandarono tutt'intorno. - Non c'è altro. Donna Ferdinanda s'alzò e si mise a leggere il foglio prendendolo dalle mani del [...]
[...] principe a cui il duca l'aveva passato; ma Lucrezia, venendo a metterglisi al fianco, le disse: - Vostra Eccellenza mi lasci vedere. Il principe [...]
[...] : - Questo testamento è falso. Tutti si voltarono. Il principe, con estremo stupore, esclamò: 505 - Come, falso? - Falso? - saltò su Garino, che [...]
[...] se ne stava nel vano d'un uscio. - Ho detto che è falso, - ripetè Lucrezia, dando uno spintone a suo marito che voleva leggere anche lui il [...]
[...] mentre tutti gli altri gli s'affollavano intorno, esaminandoli anch'essi. - T'inganni, - disse il principe freddamente; - è scrittura dello zio [...]
[...] ancora la sabbia attaccata! La Sigaraia intervenne: - Eccellenza, Sua Paternità scrisse il testamento ieri l'altro: perchè, poveretto, il cuore gli [...]
[...] ... - Io ne fui avvertito - affermò il principe. - Ma a noi dicesti che non credevi ci fosse testamento... - Fui avvertito che si sentiva poco bene, non [...]
[...] spintone a Benedetto, il quale le faceva qualche osservazione prudente all'orecchio: - È un testamento falso, si vede dalla freschezza della scrittura e [...]
[...] dinanzi a tutta la parentela. - Vostra Eccellenza è la padrona... - continuava nondimeno il Sigaraio, con aria dignitosa, - ma non può offendere un [...]
[...] galantuomo. Allora l'ho fatto io, il testamento falso? E a un tratto la Sigaraia scoppiò in pianto. - Quest'affronto!... Maria Santissima!... Il [...]
[...] duca, il marchese, Benedetto intervennero tutti insieme: - Chi ha detto questo?... State zitta, in un momento simile.... Silenzio, vi dico: che è [...]
[...] questo modo? - Tu accetti il testamento? - insisteva Lucrezia, rivolta al fratello. - Sicuro che l'accetto! - Allora ce la vedremo in tribunale [...]
[...] bastassero. Il marchese, bonaccione, voleva evitare lo scandalo; ma Chiara, per fare il contrario di ciò che egli voleva, si schierò contro Giacomo con [...]
[...] 507 e non voleva riconoscerla, l'odio antico per il marito che le avevano imposto s'era venuto ridestando in lei. La sua testa di Uzeda [...]
[...] sterile aveva concepito e maturato un disegno: lasciare Federico, adottare il bastardello e portarselo via; avendo bisogno di quattrini, sperava [...]
[...] ed eseguito il colpo, che al tempo in cui esercitava l'onorato mestiere di spia s'era provato ad imitare le scritture dei galantuomini, per [...]
[...] rovinarli dinanzi alla polizia. Ma il più bello che era? Che un ladro aveva rubato altro; giacchè Garino, il quale doveva farsi lasciare dodici tarì al [...]
[...] giorno soltanto, aveva calcato la mano, mentre c'era, portando il legato a 200 onze l'anno! Nè il principe poteva fiatare, perchè altrimenti si [...]
[...] non aveva mai potuto andare d'accordo. A chi volevano dunque che la buon'anima lasciasse? Alla sorella ed ai fratelli, che aveva amato come il [...]
[...] cane i gatti? L'erede naturale era il principe, il capo della casa! Quanto ad essi, niente di più naturale che la sant'anima si fosse disobbligato [...]
[...] fatto o non fatto, donna Ferdinanda spedì la prima carta bollata, in cui impugnava il testamento e domandava una perizia al tribunale. Il principe [...]
[...] si strinse nelle spalle, ricevendola. Per lui, niente era più doloroso delle liti in famiglia; e a tutte le persone che incontrava esprimeva il [...]
[...] principessa anche lei chinava il capo al soffio della bufera; ma egli se la prendeva tutti i momenti col figliuolo, attribuendo all'apostasia politica di [...]
[...] quantità, con la stessa mania di sfoggiare e di far le cose in grande che, prima, quando l'eleganza degli abiti era il suo unico pensiero, gli [...]
[...] stampata che pioveva a palazzo, le opere in associazione, le voluminose enciclopedie, i dizionarii universali; e ad ogni nuovo arrivo il principe [...]
[...] montava peggio in bestia. - Vedi?... - rispondeva Consalvo a Teresa, quando la sorella andava a parlargli il linguaggio della pace e dell'amore [...]
[...] . - Vedi? S'è proprio messo in capo di contrariarmi in tutto e per tutto. Che faccio di male? C'è cosa che più raccomandano, oggi: lo studio? il [...]
[...] sapere? No: neppur questo!... E quando il principe se la pigliava direttamente con lui, e gli rimproverava il dissidio con la zia e lo sciupìo dei [...]
[...] che bazzicavano per la casa. Il principe aveva fatto costrurre, nel camposanto del Milo, un monumento di marmo e bronzo sulla sepoltura della [...]
[...] pretesto addotto dal figlio, il principe lo guardava fisso; poi si lasciava condurre via dalla moglie, la quale lavorava a metter pace, ad evitar [...]
[...] che alle ingiunzioni del principe. Un giorno annunziò che aveva preso un professore di tedesco e d'inglese. Il padre, dopo averlo guardato bene [...]
[...] un tratto il principe diventò rosso come un gambero, e levatosi da sedere, quasi una molla lo avesse spinto, si precipitò contro il figliuolo [...]
[...] , sarebbe finita male. Da quel momento la rottura fu 510 assoluta. Per ordine del principe, il giovanotto non venne più a prender i pasti con la [...]
[...] famiglia: cosa che se dispiacque alla principessa, e più alla sorella, fece a lui grandissimo piacere. Egli vide il padre un momento ogni giorno [...]
[...] , per dargli il buon giorno o la buona sera; nè questi lagnossi più del mutismo e della solitudine in cui si chiudeva il figliuolo, anzi evitò [...]
[...] nervosi e vere malattie, un dubbio era sorto nella testa di quest'ultimo: suo figlio era forse jettatore? E il dubbio adesso facevasi strada, quantunque [...]
[...] egli non osasse manifestarlo. Ma perchè, dunque, tutte le volte che egli aveva una discussione col figliuolo, gli veniva il mal di capo o gli [...]
[...] politica che aveva acceso il furore di donna Ferdinanda o coonestata l'impugnazione del testamento, non era un'altra prova di malefico influsso [...]
[...] ? Rivangando nella propria memoria, il principe trovava altre ragioni di credere a quel funesto potere: una vendita andatagli male quando il figliuolo [...]
[...] aveva detto: «Sarà difficile ottenere buoni prezzi;» una scossa di terremoto prodottasi dopo che il giovanotto aveva osservato: «L'Etna fuma [...]
[...] capo al suo saluto e tirava via; se c'era una necessità qualunque di stargli da presso, in salone, quando venivano visite, gli parlava il meno [...]
[...] possibile, scappava appena poteva. L'unico mezzo di rimetter la pace in famiglia era che il giovane prendesse moglie e andasse a far casa da sè [...]
[...] che s'occupavano dei fatti dei Francalanza come se fossero i proprii, aspettavano con impazienza il matrimonio di lui e di Teresa, 511 [...]
[...] discutevano i partiti possibili. Per Consalvo c'era l'imbarazzo della scelta: il barone Currera, il barone Requense, il marchese Corvitini, i Cùrcuma [...]
[...] rubarglielo; invece lasciava libero Giovannino, perchè al giovane non venisse voglia d'ammogliarsi. L'eredità dello zio lo aveva fatto ricco quanto il [...]
[...] aveva pochi capelli, una corporatura troppo pingue; ma era il primogenito, possedeva tutti i titoli della casa; il secondo, che godeva solo di [...]
[...] marito, - anzi a causa di ciò, - le voci d'un possibile matrimonio trovavano credito; ma il principe, se gli domandavano che cosa ci fosse di vero [...]
[...] perchè potrebbero venire all'orecchio di Teresina, e io sono molto gelosa: il mio sistema è che le ragazze non debbano saper certe cose nè udire [...]
[...] facevano battere il cuore, ma se la principessa giudicava troppo lungo il tempo da lei dedicato alle letture frivole, le smetteva addirittura [...]
[...] Consalvo, il quale, benchè s'occupasse solo di studii positivi, pure comprava anche la roba amena per far vedere che era a giorno di tutto; e allora [...]
[...] sarebbe bastato a Teresa farsi prestare il volume dal fratello per leggerlo di nascosto; ma quest'idea non le passava neppure pel capo, per la [...]
[...] discorsi delle amiche sventate. Il confessore, la direttrice le avevan detto che non bisognava neppur parlare di certe cose, ed ella se ne [...]
[...] per non mettere «l'esca accanto al fuoco,» prodigava grandi lodi: don Cono, il vecchio lavapiatti, le dava del «Bellini in gonne» ed anzi una [...]
[...] volta esclamò: «Opino che al concerto bellico convenga appararle onde eseguirle in pubblico!» Il concerto bellico era la musica militare, che godeva [...]
[...] la fama d'essere una delle migliori d'Italia. Teresa si schermì; la principessa, tra il piacere di far conoscere a tutti il talento di «mia [...]
[...] figlia» e la repulsione per la pubblicità, non sapeva risolversi; il principe, poichè non ne andavan quattrini di mezzo, era del tutto indifferente [...]
[...] ; ma don Cono, incaponito nella sua idea, venne un giorno a dire che aveva già parlato al capobanda. Il maestro venne a palazzo, in compagnia del [...]
[...] , appena lo vide, cominciò a torcere il muso e a far segni a don Cono per dirgli che non s'aspettava da lui quella parte: condurle in casa un tipo [...]
[...] simile?... Intanto il maestro eseguiva al pianoforte le composizioni della signorina, con un colorito, un'espressione, un'anima da renderle [...]
[...] ; ma quando, finito di cavar la partitura, una settimana dopo, il maestro si presentò al portone di palazzo, per far vedere il suo lavoro, il [...]
[...] reggimento: il concerto era veramente uno dei migliori, e la composizione di Teresa parve un vero pezzo d'opera, con certi cantabili affidati ad un [...]
[...] ella non sentiva più il suo corpo, dove aspirava e beveva, anche tra le lacrime, la pura felicità. Ma niente delle commozioni ora dolci, ora [...]
[...] ardenti, or tristi, or soavi, or disperate, ineffabili sempre, che gonfiavano il suo cuore di gioia o lo serravano dall'angoscia, era noto al mondo [...]
[...] come il cugino Giovannino Radalì; mentre la fantasia le rappresentava con maggior evidenza il proprio avvenire, piaceri e dolori, fortune e sciagure [...]
[...] bisogne reali. La conoscenza del maestro del reggimento, le sue lodi, l'esecuzione della musica avevano scatenato una tempesta in lei; ma quando il [...]
[...] occorrenti col maestro, che era sulla sessantina. Ma quando il diavolo ha da ficcarci la coda! Donna Graziella, con tutte le sue precauzioni, non potè [...]
[...] impedire che il giovane assessore mettesse, da lontano, gli occhi addosso a Teresa! Al teatro la guardava fiso, senza lasciarla un istante; al [...]
[...] commedia, la principessa riferì ogni cosa al principe, il quale lasciò cadere tre sole parole: - È pazzo, poveretto. E la lingua della moglie [...]
[...] pure aspettando che il principe facesse la sua scelta, in cuor suo aveva destinato alla padroncina il cugino don Giovannino. Questo frattanto [...]
[...] avevano attirato quelli di lei quasi per virtù magnetica e le 516 facevano adesso affrettare e mancare tutt'in una volta il respiro. Anch'ella lo [...]
[...] delle amiche: voleva adesso scriverne per lui, metterli in musica unicamente per lui... Se fossi il pallido raggio di luna che a notte bruna [...]
[...] ti posa in fronte; se fossi il zeffiro, la lieve brezza che t'accarezza... Non riuscì ad andare più innanzi, ma si pose a comporre una [...]
[...] inverno, il barone Cùrcuma diede alcuni balli. Donna Graziella non aveva ancora condotto Teresa in società, prima di tutto perchè non intendeva che i [...]
[...] dei Cùrcuma, veramente, poteva passare; e poi il principe volle che tutta la famiglia vi andasse. Ma il cuore le parlava, a donna Graziella [...]
[...] : giusto la prima sera, chi ci trovò: Giuliano Biancavilla!... Se quel petulante avesse conosciuto un poco il mondo, sarebbe rimasto quieto al suo [...]
[...] dimostrargli il pericolo. Ma il principe era in istretto colloquio col padrone di casa; e a un tratto quel petulante si ripresentò per chiedere alla [...]
[...] consentito a quel matrimonio; ma il giovane, che era ben cotto, insisteva giorno e notte presso la madre e il padre perchè facessero la domanda: tanto [...]
[...] che un giorno Biancavilla padre prese il suo coraggio a due mani e andò a parlare col duca. Questi, con grande consumo di «molto onorati» e di [...]
[...] moglie, con una piccola variante: «Sono pazzi, poveretti!» Quindi il duca rispose a don Antonio, con molte belle parole, che non se ne poteva far [...]
[...] niente, «perchè il principe voleva prima accasare Consalvo.» Non era un pretesto. Il principe aveva iniziato pratiche coi Cùrcuma ed era andato in [...]
[...] casa loro per combinare il matrimonio della baronessina col figlio. Il partito era stato accettato a occhi chiusi, e l'assiduità di Consalvo ai [...]
[...] al dolore dei suoi. Il duca, per incarico del principe che aveva paura di parlare direttamente col figliuolo, annunziò a Consalvo che era tempo [...]
[...] di prender moglie e che tutta la famiglia era d'accordo per dargli la baronessina. - Benissimo, Eccellenza, - rispose il giovane. - C'è però una [...]
[...] , tocca a me manifestare la mia volontà. Io non la voglio. Quando il duca riferì al principe questa risposta, Giacomo era già fuori della grazia [...]
[...] di Dio, per aver saputo che il perito incaricato dal tribunale di esaminare il testamento del fu don Blasco, s'era pronunziato contro 519 [...]
[...] l'autenticità della scrittura. Udendo il decisivo rifiuto del figlio, egli scoppiò, gridando con voce rauca: - Ah, jettatore! Lo fa apposta! Per [...]
[...] diavolo, perchè io non voglio più trovarmelo fra i piedi, cotesto jettatore! - Eccellenza, - rispose il principino allo zio che gli riferiva la [...]
[...] . Il certo e sicuro è che per ora non bisogna parlarmi di matrimonio. Non sono una donna come la zia Chiara, che la nonna fece sposare per forza [...]
[...] questo benedetta sii tu, figlia mia, che non hai mai dato a nessuno il più piccolo motivo di dolore! Benedetta!... Sempre santa così!... Teresa [...]
[...] si lasciava abbracciare e baciare dalla madrigna, assaporando la lode, dolendosi della guerra tra il padre e il fratello, votandosi alla Madonna [...]
[...] cosa che più le stava a cuore... Ella non vedeva più il giovane, non aveva notizia della domanda e del rifiuto; sapeva nondimeno che i suoi non [...]
[...] vedevano bene quel partito; ma la speranza era in lei viva ancora: un giorno o l'altro il padre e la madrigna avrebbero potuto ricredersi [...]
[...] , consentire alla sua felicità... Un giorno, invece, scoppiò la tempesta fra il padre e 520 il fratello. Questi aveva ordinato, di suo capo, senza dirne [...]
[...] niente a nessuno, quattro grandi scaffali per disporvi i suoi libri; quando il principe vide arrivare quei mobili, fece chiamare Consalvo e gli [...]
[...] domandò concitato: - Chi t'ha permesso d'ordinar nulla, in casa mia? Il giovane rispose, con la studiata freddezza che faceva imbestialire suo [...]
[...] s'ha da piantare un chiodo senza mio permesso! Se vuoi far da padrone, vattene via! Nessuno ti trattiene!... Prendi moglie e rompiti il collo [...]
[...] ti butterò via a pedate, bestione! facchino! animale!... - Tanto meglio, - soggiunse il principino freddo come la neve. - Mi farete piacere... A [...]
[...] un tratto il principe impallidì come se stesse per svenire, poi diventò paonazzo come per un colpo apoplettico, e finalmente proruppe, abbaiando [...]
[...] , Teresa e Baldassarre; con la bava alla bocca, il principe fu trascinato via dalla moglie e dal servo. Teresa, giunte le mani tremanti dinanzi al [...]
[...] fratello, esclamò con voce d'angosciosa rampogna: - Consalvo!... Consalvo!... Come puoi far questo?... - Tu lo difendi? - rispose il giovane, sempre [...]
[...] , le serrava il cuore, per non aver voluto offrire in olocausto l'amor suo, le sue speranze di bene, per evitare la lite violenta e la tremenda [...]
[...] accusa. Ella chiedeva perdono alla Vergine del suo egoismo, le chiedeva conforto ed aiuto, tremante di paura, malferma come se il suolo oscillasse [...]
[...] notizia che era partito: - Era il meglio che potesse fare. Tu forse lo guardavi con simpatia: non te ne incolpo, siamo tutte state ragazze e so [...]
[...] come vanno queste cose. Ma saresti stata certo infelice con lui, e tuo padre, il cui unico scopo è la tua felicità, non voleva... Non ti avrei [...]
[...] voler altro che il tuo bene. È vero, figlia mia?... La prima volta, dopo quella scena, che il principe udì nominare il figliuolo, gridò: - Non [...]
[...] parlate più di cotesto jettatore! Non lo nominate più! O mando via tutti... La rottura fu definitiva. Il duca, messo a giorno dell'accaduto, venne [...]
[...] a prendersi Consalvo e lo condusse per alcune settimane in campagna. Di ritorno, fu deciso che il principino sarebbe andato ed abitare la casa [...]
[...] che il 522 padre possedeva alla Marina. Il giovane non chiedeva di meglio. Arredò il quartiere a modo suo, ed andò a starci, contento come una [...]
[...] liberali, mettendo fuori lumi e bandiere per le feste patriottiche; qui il 14 marzo e il giorno dello Statuto inalberava un bandierone grande quanto [...]
[...] , Caio, Sempronio, Martino, etc., etc.» Come un tempo aveva gettato sulla folla il suo tiro a quattro, così la schiacciava adesso col peso della sua [...]
[...] sublime. Cavava da quello studio il mediocre profitto che era solo possibile: acquistava una infarinatura di tutto, ammagazzinava cognizioni disparate [...]
[...] «istruito,» e quando la gente minuta udiva nominare il 523 principino di Mirabella, tutti dicevano: «Quello che ora fa il letterato?» Una [...]
[...] bella mattina, tra le stampe che la posta gli portava a cataste, ricevette da Palermo il primo fascicolo dell'Araldo Sicolo, opera istorico [...]
[...] , Real Casa d'Angiò e così via discorrendo fino alla Real Casa Sabauda - chè il cavaliere aveva riconosciuto la nuova monarchia per vender copie [...]
[...] don Eugenio!... Dopo aver promesso due mila lire, il principe però non ne aveva date più di cinquecento, per le quali lo zio aveva dovuto [...]
[...] avrebbe fatto lega con Ferdinanda per impugnare il testamento del fratello; il principe, da canto suo, con la cambiale in mano, pretendeva tenere in [...]
[...] riga lo zio. Avviata la stampa dell'opera, il cavaliere piovve un giorno da Palermo: era più sordido di prima, aveva l'aria più affamata che mai [...]
[...] . Dopo una lunga serie di trattative, il principe sborsò altre due mila lire, mediante le quali don Eugenio rinunziò con apposito atto a tutto [...]
[...] quel che avrebbe potuto eventualmente toccargli nella spartizione dell'eredità del 524 monaco, e riconobbe il nipote proprietario di mille [...]
[...] esemplari dell'opera. Il principe aveva capito che l'impresa di quella pubblicazione non era poi l'affare sballato che tutti credevano. I fascicoli [...]
[...] successivi, dove s'iniziava la storia delle singole famiglie, andavano a ruba. Don Eugenio, in verità, si limitava a trascrivere il Mugnòs e il [...]
[...] fascicoli degli stemmi colorati fiammeggiavano dal tanto minio e dal tanto oro; da un altro canto poi il compilatore usava l'innocente artifizio [...]
[...] discreditava tutta la casta. Il principino però, al contrario della zia, teneva per sè i proprii sentimenti, e manifestava solo quelli che gli giovavano [...]
[...] duca aveva sempre il mestolo in mano. Veramente nei quattro anni passati dallo scioglimento della questione romana, il favor 525 popolare [...]
[...] aveva a poco a poco ricominciato ad abbandonare il deputato, poichè questi, dimentico del pericolo corso, persuaso d'aver consolidato stabilmente [...]
[...] piuttosto che a quelli del paese, a trattare il collegio come un feudo; ma, se la gente spicciola ricominciava a mormorare, i pezzi grossi, invece [...]
[...] governo, perchè «come dice il celebre Tal dei Tali, i partiti debbono alternarsi al potere.» E se gli stavano di fronte due che la pensavano in [...]
[...] avevano comandato i suoi maggiori, egli era disposto a concedere tutto. Non aveva neppure scrupolo di sostenere a parole il contrario di quel [...]
[...] che pensava, se era necessario nascondere il proprio pensiero ed esprimerne un altro. Le parole «repubblica» e «rivoluzione» gli facevano passare [...]
[...] brividi di paura per la schiena; ma, per secondare la corrente democratica, per farsi perdonare la sua nascita, s'ingraziava il partito estremo [...]
[...] Garibaldi; altre società, specialmente le popolari, festeggiavano 526 il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, in loro onore; egli ripetè l'esposizione [...]
[...] certuni: senza Mazzini il fuoco sacro si sarebbe spento; e senza Garibaldi, chi sa, Francesco II sarebbe ancora a Napoli.» Nè credeva alla sincerità [...]
[...] , nel mondo, aveva visto che ciascuno tirava a fare il proprio comodo sopra ogni cosa. Non v'era dunque nient'altro fuorchè l'interesse individuale [...]
[...] ; per soddisfare il suo proprio egli era disposto a giovarsi di tutto. Del resto, il sentimento ereditario della propria superiorità non gli [...]
[...] permetteva di riconoscere il male di questo scettico egoismo: gli Uzeda potevano fare ciò che loro piaceva. Il conte Raimondo aveva distrutto due [...]
[...] famiglie; il duca d'Oragua s'era arricchito a spese del pubblico, il principe Giacomo spogliando i proprii parenti; le donne avevano fatto [...]
[...] faceva meno male di tutti costoro. IV. Il principe Giacomo tardò molto a riaversi interamente dal colpo che l'ultima spiegazione col [...]
[...] gli impoverì il sangue. Debole, irritabile, divenne più di prima il terrore della casa, e 527 attribuendo più che mai il proprio male al [...]
[...] faceva il segno della croce udendo parlare di quella paura inumana, di quell'avversione contro natura; Teresa ne soffriva più di tutti. Poichè suo [...]
[...] quel figliuolo: costretto a parlare di lui, non lo chiamava più «mio figlio,» nè «Consalvo,» ne «il principino,» ma «Salut'a noi!...» Diceva [...]
[...] dice quella bestia di Salut'a noi?...» E Teresa non pensava più a Giuliano, dimenticava il proprio dolore, atterrita da quell'odio scellerato. Ella [...]
[...] nascondeva il viso tra le mani, come nel pauroso momento della rivelazione, per non pensare, per non rammentare. Non rammentava ella la madrigna far da [...]
[...] padrona in casa della sua povera mamma? non rammentava il dolore provato all'annunzio che suo padre sposava quell'altra qualche mese dopo la morte [...]
[...] credendo suo debito compensarlo della ribellione di Consalvo, lo ubbidiva cecamente, lo serviva con umiltà. Il principe non le sapeva grado della sua [...]
[...] inesauribile bontà. Se talvolta, essendo triste, provando il bisogno di sollevare un istante lo spirito oppresso, ella si metteva al pianoforte [...]
[...] principessa e Teresa andavano fuori in carrozza per prendere il gelato e fermarsi poi dinanzi al cancello del Giardino pubblico, a veder la folla pedestre [...]
[...] Teresa: 529 - Andiamo a fare una visita alla zia Radalì. Oggi è il suo onomastico. Da un pezzo non la conducevano più lì; ma la principessa e la [...]
[...] duchessa si salutarono come se si fossero lasciate il giorno innanzi. C'erano i due figliuoli, il duca e il barone, e altri parenti; furono [...]
[...] intrinsichezza di prima. Il duca Michele, mezzo calvo, grasso, asmatico, trascurato nel vestire, stava male e mal volentieri in società; Giovannino invece vi [...]
[...] figurava moltissimo. Salutando la cugina, mettendosi vicino a lei, parlandole, egli faceva mostra di molta grazia, d'una viva premura; il [...]
[...] cugino. Ella aveva dimenticato Biancavilla, ma c'era un vuoto nel suo cuore: il pensiero di Giovannino lo colmava. Dopo una lunga mortificazione [...]
[...] , l'anima sua schiudevasi ancora una volta all'amore; il canto le fioriva sulle labbra, il pianoforte ridiventava il suo confidente, i libri di poesia i [...]
[...] Teresa con uno dei cugini tornava ad acquistar nuovo credito; ma nè il principe nè la principessa si spiegavano con nessuno. Baldassarre però [...]
[...] trionfava: il partito che egli aveva destinato alla padroncina era quello che i padroni preferivano! E con un piacere immenso, con una gioia [...]
[...] indicibile, vedeva che tra la padroncina e il barone la simpatia cresceva ogni giorno. Il duca regalava gran quantità di cacciagione agli Uzeda, ma [...]
[...] e delicate che ella educava amorosamente. Amante della buona tavola, il primogenito era sempre un po' intorpidito dal cibo e dalle libazioni; se [...]
[...] serietà della conversione, era il miglior mezzo per guadagnarsi il cuore della sorella. E Giovannino, rammentando i tempi del Noviziato e le [...]
[...] monellate commesse a San Nicola, profetava a Consalvo il più lieto avvenire, andava apposta a fargli visita per riferire a Teresa d'averlo trovato [...]
[...] intento allo studio. - Sapete, cugina, - le disse una sera, - Consalvo... - Sst...! - esclamò piano Teresa, giungendo le mani. - Il babbo [...]
[...] .... Infatti il principe passava in quel momento vicino ad essi, dirigendosi verso la duchessa. - Vogliono Consalvo, - riprese Giovannino all'orecchio della [...]
[...] cugina, - consigliere comunale. Vedrete che risulterà dei primi.... Benedetto Giulente, come aveva promesso, fu il padrino del candidato. Egli [...]
[...] non sospettava di preparare il terreno ad un rivale. Gli pareva che un posto nella rappresentanza civica bastasse all'attività e all'ambizione [...]
[...] tante volte che, ritirandosi dalla politica militante, avrebbe ceduto a lui, Benedetto, il proprio posto; e questo ritiro, attesa l'età [...]
[...] dell'Onorevole, poteva tardare ancora di poco; forse il seggio sarebbe rimasto libero alla prossima legislatura, quando Consalvo non 531 avrebbe neppur [...]
[...] avuti gli anni di legge. Del resto gli mancavano tante altre cose, l'esperienza della vita pubblica, principalmente, e sopratutto il patriottismo [...]
[...] dell'indipendenza e dell'unità, aver pagato un tributo di sangue, era il massimo titolo per aspirare alle pubbliche cariche. Ora Consalvo non solo era bambino [...]
[...] quand'egli si batteva sul Volturno, ma fino a due anni addietro non aveva nascosto a nessuno l'affezione e il rimpianto per l'antico regime [...]
[...] aprirgli gli occhi non valse l'esito delle elezioni amministrative. Egli stesso era tra i candidati, avendo finito il suo quinquennio, e Consalvo si [...]
[...] presentava per la prima volta; Consalvo fu eletto il secondo, subito dopo lo zio duca, sempre primo; Giulente ebbe il decimo posto... Alla [...]
[...] prima riunione del Consiglio riconvocato, il principino venne severamente vestito d'una redingote tagliata all'inglese, con cravatta nera e cappello [...]
[...] , interrogando il segretario e volgendosi di tanto in tanto alla mezza dozzina di curiosi che stavano vicino all'uscio. Sedutosi finalmente in un [...]
[...] angolo, per evitar vicinanze, cominciò a sfogliare, con mani inguantate, il volume del bilancio e a prendere appunti, facendo correre l'usciere [...]
[...] all'estero. Raccomandò il sistema di Londra e suggerì al sindaco 532 l'idea di scrivere al Lord Mayor «che è il primo magistrato civico della [...]
[...] capitale inglese.» Mentre c'era, aggiunse che il Municipio avrebbe dovuto pensare anche ad ordinare un corpo di pompieri. «Nei miei viaggi, non [...]
[...] rapida manderebbe in fiamme la nostra città....» Il discorso ebbe un bel successo; pochi osservarono che quel giovanotto di primo pelo aveva [...]
[...] l'aria di far la lezione; quasi tutti ammirarono la facilità della sua parola e giudicarono che il principino di Mirabella era davvero un giovane [...]
[...] citò Darwin e l'Origine della specie, «giacchè il pesceluna che s'imbandisce nelle nostre mense e le sardine che alimentano il popolo discendono [...]
[...] accorto che sbagliava strada. Lì dentro, e nel paese, i clericali erano una forza con la quale bisognava patteggiare. Già essi avevano notato che il [...]
[...] libera-pensatrice, giudicato che una sola gazzarra bastasse, aveva soppresso dal bilancio l'assegno per la festa estiva. Questo fu il segnale di una [...]
[...] loro proposito, gl'indifferenti erano costretti a prendere un partito, e le cose minacciavano di guastarsi. Il consiglio fu chiamato a decidere [...]
[...] sfoggi di eloquenza, ma erano fischiati di santa ragione; i clericali, quasi tatti poveri oratori, erano invece portati alle stelle. Il duca d'Oragua [...]
[...] allo zio avrebbe votato come lui. Con chi si sarebbe messo il principino? C'era una grande curiosità di saperlo; pertanto, il giorno che egli [...]
[...] giuste, o non piuttosto per eseguire il mandato che ripetono dal popolo sovrano?... Certamente per tutelare gl'interessi, per soddisfare i bisogni del [...]
[...] popolo che rappresentano. Ora, di fronte alla quistione che ci occupa, il paese ha una volontà? Se sì, qual è dessa?... Signori del consiglio [...]
[...] , sarebbe, vano nasconderlo: il paese, o per lo meno la più gran parte di esso, vuole la festa!» Il silenzio religioso mantenuto fino a quel punto fu [...]
[...] rotto da un urlo d'approvazioni: uragano d'applausi, notarono i cronisti clericali, mentre i consiglieri liberi-pensatori scrollavano il capo [...]
[...] , dominando il tumulto con la voce squillante: «Consideriamo per un momento accertato che la volontà del paese è per la festa: noi, suoi delegati, qual [...]
[...] , citando il «celebre Aristotile,» l'«illustre scuola scozzese,» nominando un grand'uomo tedesco, inglese o francese ogni mezzo minuto. Il peso di quel [...]
[...] discorso schiacciava l'uditorio; ma egli s'era già guadagnato il cuore della folla, e la sua erudizione non poteva se non farlo ammirare di più [...]
[...] imperituri..! Anch'io voterò la festa (formidabile scoppio d'applausi) ma il mio voto non pregiudica i miei principii (nuovi applausi). Dei miei [...]
[...] .... turchi, se volete (ilarità) o siete proprio sicuri che io non segua la dottrina di Maometto? (nuova ilarità). Ho letto il Corano, che è il [...]
[...] Vangelo degli Islamiti, e se davvero esiste il paradiso delle Urì, forse più d'uno fra voi si convertirebbe alla fede ottomana! (scoppio di risa [...]
[...] procuratore che amministra i miei feudi di eseguire un certo lavoro, sarebbe per lo meno curioso che il mio procuratore si rifiutasse, perchè [...]
[...] che cosa farà il paese? Eleggerà altri consiglieri che cancelleranno il nostro voto e ristabiliranno l'assegno!» Oramai ad ogni periodo gli applausi [...]
[...] sotto casa sua, egli fece dar fuoco a un considerevole numero di bombe e mortaretti. Il Consiglio, il giorno prima, lo aveva eletto assessore [...]
[...] Teresa, le diede la notizia della nomina del fratello. Ella non potè gustarla, perchè il principe era di un umor nero da far spavento. Nella mattina [...]
[...] , il tribunale aveva pubblicato la sentenza relativa al testamento di don Blasco; la quale, sulla fede del risultato della perizia, dichiarava [...]
[...] una nuova presa del potere jettattorio di «Saluta noi» e tutto il giorno egli aveva fatto come un pazzo. Ora, perchè non si dicesse che egli era [...]
[...] anch'io, a quest'ora in sentenza direbbe tutto il rovescio....» Teresa aiutava la madre a servire gl'invitati; il duca Radalì non si faceva pregare [...]
[...] , sempre pronto a bere ed a mangiare; ma Giovannino aspettava che Teresa avesse finito per servirla egli stesso. Ella assaggiò appena il gelato che [...]
[...] il giovane le offrì. Il malumore del padre non le dava cuore di divertirsi, di goder della festa, della compagnia di Giovannino. Questi non la [...]
[...] ridere tutti, togliendo a lei il modo di dolersene; ma i tentativi timidi e secreti di Giovannino la turbavano, come qualcosa di proibito, un [...]
[...] vero peccato. Al balcone, dove c'era ressa di signore, ella potè appena sporgere il capo per veder la processione; Giovannino le si pose accanto [...]
[...] , fingendo anch'egli di guardare. - Arriva... Eccola... Accendono i fuochi... Saliva dalla via un rumore come d'alveare, tanta era la folla, e il [...]
[...] Sant'Agata!...» Tutte le signore s'inginocchiarono; Teresa, prostrata, col capo basso, gli occhi fissi alla Santa, fece il segno della croce. Cominciava [...]
[...] pace in famiglia, di comporre tutti i dissensi, di far felici il padre, il fratello, la 538 madrigna, le zie, tutti, tutti.... E a un tratto [...]
[...] stretta: le pareva che Sant'Agata, benedicesse a quell'unione, elle le promettesse il suo aiuto. E il crepitìo delle bombe e dei mortaretti, il [...]
[...] siete insorditi? Era il cavaliere don Eugenio, arrivato allora allora. Egli pareva più morto di fame di quando era partito. L'abito, tutto [...]
[...] macchiato e rattoppato, gli piangeva addosso; le scarpe non dovevano veder cerotto chi sa da quanto, la cravatta pareva un pezzo di corda. Il viso del [...]
[...] Eugenio aveva fatto il viaggio di Palermo per chiedere nuovi quattrini: - Ho un'idea; siccome l'Araldo... - Volete ancora denari?.... - gli gridò [...]
[...] sul muso il principe, mettendo da banda l'Eccellenza. - State fresco! Non vi bastano tutti quelli che vi siete presi? Invece di restituire [...]
[...] ! - Grazie tanto della rinunzia! Dice che il testamento è falso: avete capito? Andate a riscuotere la vostra parte, andate!... 539 I denari [...]
[...] arruffati con l'Araldo Sicolo non avean fatto pro al cavaliere. Prima di tutto, la gente da lui mandata attorno ad incassare il prezzo dei [...]
[...] andati a spese di viaggio. Il cartaio, l'incisore e il tipografo avevano avuto da parte loro solo qualche acconto; quindi s'erano accordati per [...]
[...] , e adesso egli precipitava di nuovo nella miseria. Per sollevarsi, tentava un altro colpo: il Nuovo Araldo, ossivero Supplimento all'opera [...]
[...] sua qualità di assessore poteva dargli aiuto; ma il principino adesso aveva fatto un altro passo avanti nelle idee politiche. Il 16 marzo di [...]
[...] quell'anno 1876, dopo sedici anni, il partito di destra era finalmente capitombolato con grande stupore del moderatume paesano e gioia infinita dei [...]
[...] progressisti. In quel frangente i nemici del duca profetarono che il grande patriotta, seguendo la solita tattica, si sarebbe voltato contro gli [...]
[...] antichi amici, a favore dei nuovi trionfatori; ma la profezia non s'avverò. Il duca, che non andava più da tanto tempo alla capitale, e non sapeva [...]
[...] tutta la classe dirigente del paese era contro la strombazzata novità. Sciolta la Camera, un certo avvocato Molara ardì presentarsi contro il duca [...]
[...] Molara, il duca mise fuori, dopo cinque legislature, una «Lettera ai miei elettori.» Benedetto Giulente, che aspettava ancora di poter fare un [...]
[...] partito: se errori erano stati commessi, questi avevano la loro origine nelle circostanze e non nelle intenzioni. Il duca fu così rieletto con [...]
[...] fischiato. Ma intanto che il duca s'ubbriacava del nuovo trionfo, Consalvo fiutava il vento, si rendeva conto del mutamento operatosi in tutta [...]
[...] spalle. - Ma che araldo e trombettiere! Queste cose hanno fatto il loro tempo! Il municipio non può spendere i denari dei contribuenti per [...]
[...] dagli impiegati, ripetuta in tutti gli ufficii, gli valse il plauso generale dei democratici. Il cavaliere andò subito a riferirla al principe, per [...]
[...] farsi un merito mettendogli in peggior vista il figliuolo. Ma nè questo, nè le insistenti preghiere gli valsero un soldo: suo nipote anzi [...]
[...] pretendeva i quattrini anticipati, l'accusava di sciocchezza, soprammercato, a motivo del sequestro che s'era lasciato porre dallo stampatore. Il [...]
[...] Chiara. Trovò il marchese solo: sua moglie, la quale da un certo tempo non gli dava più requie, aveva un bel giorno fatto attaccare di nascosto e se [...]
[...] n'era andata al Belvedere col bastardello per non tornarci più. Il cavaliere tentava esporre i suoi guai al nipote; ma questi non finiva più di [...]
[...] narrare i proprii, tutto ciò che quella pazza gli aveva fatto soffrire; talchè il povero Gentiluomo di Camera se ne andò via ancora una volta a mani [...]
[...] dell'amoretto fra i due cugini, specialmente dai discorsi di Baldassarre. Il maestro di casa era più che mai contento e soddisfatto della piega che [...]
[...] prendevano le cose. L'intimità cresciuta tra le due famiglie era indizio che il principe approvava il matrimonio - giacchè Sua Eccellenza non faceva nulla [...]
[...] senza un secondo fine - e il bene che i due giovani si volevano assicurava la loro unione. Se ancora non se ne parlava, la ragione andava [...]
[...] cercata nei dispiaceri che il principe aveva avuto per via del testamento: siccome 542 il padrone trattava gli affari ad uno per volta, bisognava [...]
[...] naturalmente aspettare che la lite finisse del tutto perchè egli si decidesse a maritar la figliuola. Sciogliendo il riserbo che egli manteneva [...]
[...] scrupolosamente sulle faccende dei padroni, Baldassarre dava quindi agli intimi l'assicurazione che, finita la lite, il matrimonio si sarebbe [...]
[...] certamente combinato. Il cavaliere pertanto cominciò a strizzar l'occhio a Giovannino, a parlar bene di lui dinanzi a Teresa, la quale si faceva di [...]
[...] . Il giovane le diede subito, e allora don Eugenio prese il volo. V. «Un sindaco a ventisei anni?... Dove s'è visto?... Bisognerà dargli [...]
[...] Consalvo Uzeda. In un anno che il principino era stato assessore, non s'eran forse visti in città continui miglioramenti, quanti non avevan saputo [...]
[...] altrettanti ammiragli. E il corpo dei pompieri, con gli elmi lucenti e i pennacchi rossi come quelli dei soldati romani del Santo Sepolcro, non [...]
[...] era tutta opera sua?... «Largo ai giovani! Largo ai giovani istruiti come il principino di Mirabella!» 543 Egli adesso non studiava più [...]
[...] potuto, non potevano perdere mai, per mutar di tempi, il loro valore. I provvedimenti di quella che egli già chiamava, essendo soltanto [...]
[...] egli aveva messo il più grande impegno nel reggimentare, nel vestire di divisa i corpi municipali dei quali era capo e che passava poi in [...]
[...] s'inchinassero sul suo passaggio; adesso teneva sotto i suoi ordini un piccolo esercito. Il suo tormento era tuttavia il contatto con la gente e [...]
[...] fogli tenendo la penna con due dita intanto che un impiegato li tratteneva perchè non gli scorressero sotto, e quando lasciava il palazzo di città [...]
[...] faceva chiudere il suo seggiolone in un ripostiglio perchè nessuno avesse da sedervisi sopra. Un giorno che non fu trovata la chiave, restò sei [...]
[...] ore in piedi. E il suo terrore erano certi impiegati poco puliti, coi capelli lunghi, le unghie nere. Sbuffava, esclamava: «Non vi buttate addosso [...]
[...] : tutti quelli che gli stavano dinanzi con maggiore umiltà e gli davano del Vostra Eccellenza, come servi. Così, il partito che lo voleva innalzare al [...]
[...] pratica; e a Giulente, il quale faceva il suo giuoco con sempre maggiore ingenuità, aveva confidato che temeva di fare un capitombolo e di [...]
[...] chiudersi l'avvenire. «Non cadrai,» assicurava Benedetto, con aria di protezione; «ci siamo noialtri che ti sosterremo, tutto il partito dello zio duca [...]
[...] dichiarava che il peso era troppo forte per le sue spalle. Continuava a nicchiare, sapendo che c'era una corrente contraria, gl'immancabili brontoloni [...]
[...] ripetevano ogni giorno: - Il sindaco ha da esser Vostra Eccellenza: il paese lo vuole... - Che ne so io? - rispose una volta. - Il paese non m'ha [...]
[...] una mezza promessa, «se il prefetto proporrà la mia nomina...» La 545 dimostrazione andò a gridare: «Viva il sindaco Mirabella!» sotto i [...]
[...] balconi della prefettura. E quando il decreto di nomina fu pronto, egli mise un altro patto: che a comporre la Giunta entrassero tutte le frazioni del [...]
[...] Benedetto Giulente. Questi ebbe un bel protestare; Consalvo gli disse: - Se non accettate, tutto va a monte. Io sarò il sindaco di nome, di fatto [...]
[...] pace. - Di sindaco, assessore! Fa il progresso del gambero! Qualche giorno di questi lo nomineranno bidello! Il mestiere pel quale è nato! E [...]
[...] Corte d'appello sull'affare del testamento. Il giorno che essa fu pubblicata e diede ragione al principe, annullando la prima perizia e ordinandone [...]
[...] una nuova, zia e nipote, verdi dalla bile, fecero cose dell'altro mondo; il povero Giulente, avvilito dalle tante grida, dai tanti rimproveri [...]
[...] , scappò di casa come disperato. Il principe, invece, che negli ultimi tempi era tornato a star male, guarì come per incanto, e manifestò il proprio [...]
[...] contento parlando quasi urbanamente con le persone, chiedendo perfino notizie di «Salut'a noi.» Qualche settimana dopo, nonostante il caldo [...]
[...] dire: «Aspetta e vedrai!» Teresa non le domandava nulla, ma comprendeva che il giorno della sua felicità era vicino. Baldassarre gongolava [...]
[...] , annunziava il matrimonio senza tante reticenze: la cosa era sicura oramai: il principe non andava tutti i giorni in casa della duchessa, per [...]
[...] regolare gl'interessi? Poteva esser quistione di settimane e tutto il parentado avrebbe avuto comunicazione del lieto avvenimento. Infatti, un giorno, a [...]
[...] . Ella trattenne il respiro ed abbassò le ciglia. - Vieni qui!... - e attiratala sul cuore, donna Graziella cominciò: - Si tratta di te, del tuo [...]
[...] matrimonio... È venuto il momento di farti felice... Credevi che tuo padre non pensasse a te? Tanti affari, tante cure!... ma adesso faremo tutto [...]
[...] presto, vedrai!... - Stampatole un bacio in fronte mentre le reggeva il capo con tutt'e due le mani, esclamò: - Sei contenta di divenir duchessa [...]
[...] Radalì, sicuro, ed anche baronessa di Filici, perchè il tuo secondogenito porterà questo titolo! Duchessa, e con molti ducati! Una delle più ricche [...]
[...] ! Tuo padre, perchè Consalvo s'è portato male con lui, 547 ti tratterà bene... Ha già stabilito tutto con la zia... E il mio non sarà poi tuo [...]
[...] tratto, quasi rammentandosi: - Giovannino, forse? - soggiunse. Lasciatasi cadere sopra una seggiola, Teresa nascose il volto tra le mani e scoppiò [...]
[...] , facevano raddoppiare il suo pianto.... Parlare? A chi, ed a che scopo? Se in quella casa non non c'era confidenza, se tutti stavano in guerra [...]
[...] chi non ti piace?...» E perchè, poi, perchè volevano darle quell'altro e non chi aveva il suo cuore? - Pel tuo meglio! - esclamava la madrigna [...]
[...] , - abbiamo fatto questo pel tuo meglio! È il primogenito, sarai duchessa, i tuoi figli avranno due titoli da dividersi, mentre con l'altro non ne [...]
[...] sposare un oscuro secondogenito, come una qualunque!... Che le importava di ciò! Se ella aveva dato il suo cuore a Giovannino? Se non aveva mai [...]
[...] ; - fantasie di ragazzi, cose che passano!... No...? - riprese con un altro tono, vedendo che il muto pianto di Teresa ricominciava. - Ti ostini a dare [...]
[...] questa grata notizia?... E sia! Anche a me dispiace il tuo rifiuto, sai.... ma, ma, ma.... non sono tua madre!... È giusto che a te come a tuo [...]
[...] fratello non importi il mio piacere o il mio dispiacere.... 549 - Mamma!... perchè dice questo?... Non sa che l'ho sempre rispettata ed amata [...]
[...] come la mamma mia?... - E sia!... E sia!... Ah, perchè non aveva accanto la sua mamma vera, in quella triste ora che il bisogno d'un affetto [...]
[...] Teresa del matrimonio, come se mai glie ne avesse tenuto parola. Neppure il principe le disse nulla; ma dal contegno mutato del padre, ella [...]
[...] , riprese a montare in bestia per niente. La notizia cominciò a trapelare fra i parenti: i più giudicavano sciocca Teresa, che preferiva il barone al [...]
[...] a questi titoli la ducea o la baronia!» L'avversione della zia Ferdinanda e di Lucrezia ebbe nuovo alimento; quella sciocca preferiva il [...]
[...] secondogenito al primo! Si opponeva alla volontà del padre! E il padre che non aveva saputo educarla a un'obbedienza più cieca!... Lo zio duca, coi piedi [...]
[...] simile, tanto le pareva che Giovannino dovesse sentir l'obbligo di restar scapolo affinchè solo il primogenito continuasse la casa. «Quando Michele [...]
[...] Baldassarre, il quale rimase, vedendo che il fidanzato non era più il suo favorito, ma l'altro fratello. Come? Il principe voleva dare quell'altro alla [...]
[...] padroncina? Se la signorina non lo voleva! Se egli stesso, Baldassarre, 551 aveva annunziato a tutti che il promesso era il barone Giovannino [...]
[...] ? «Andiamo! il principe non sa che la padroncina vuol bene al piccolo. Quando vedrà che dice davvero, si persuaderà....» Invece, poichè Teresa [...]
[...] aveva sempre gli occhi rossi di pianto, per l'avversione che le dimostrava il padre, per la freddezza che ostentava la stessa madrigna, per la [...]
[...] il suo guanciale, tutte le notti! Guardava dinanzi a sè, fiso, senza veder nulla, con un moto nervoso della guancia, con una piega senza fine [...]
[...] differenza da rendere l'uno degno di lei e l'altro no; ma c'era una grave ragione che li consigliava a darle il maggiore, una ragione che [...]
[...] disperda la profezia, ma se un giorno anche a lui voltasse il cervello?... Avresti fatto un bell'affare!... Vedi che tuo padre adduce dunque [...]
[...] .... Ho pianto tanto, giorni addietro, quando il dottore mi confidò che bisogna pensare alla sua salute!... Non te ne volevo dir nulla; ma è necessario [...]
[...] il giorno dopo, e poi l'altro appresso, e così sempre, con le buone, coi ragionamenti, ai quali Teresa non opponeva i ragionamenti contrarii che [...]
[...] fingeva quell'affetto per indurla a fare ciò 553 che voleva il marito; avrebbe dovuto dire che in nessun'altra famiglia la malattia del padre è [...]
[...] , avrebbe dovuto ribellarsi ella stessa.... Ma questo era peccato! Il confessore glie lo diceva, raccomandandole la prudenza, l'obbedienza [...]
[...] monastero; Monsignor Lodovico che anche lui aveva disprezzato il posto spettantegli al secolo per abbracciare lo stato monastico. E la beata [...]
[...] Ximena, nei secoli andati. In quell'anno ricorreva il terzo centenario della sua esaltazione fra gli Eletti: voleva la discendente mostrarsi degenere [...]
[...] tuo padre e tua madre... Così comanda Nostro Signore, così comanda la Vergine Immacolata, così comanda il patriarca San Giuseppe...» La sua [...]
[...] voce aveva il tono che si prende nel recitare le litanie; e lì, tra le mura del monastero, Teresa rammentava la fanciullezza lontana, l'antica [...]
[...] moti d'umiltà, la sete di ricompense che l'avevano occupata bambina 554 si ridestavano in lei. Il confessore le metteva un altro scrupolo [...]
[...] nell'anima: quello di spingere al peccato un'altr'anima; giacchè - ella non lo sapeva, ma era cosi - il minore dei Radalì minacciava di ribellarsi [...]
[...] disegnato fidanzamento del fratello. E Baldassarre, sempre più incaponito a combinare il matrimonio del secondogenito, non capiva più niente di quanto [...]
[...] avveniva. Don Giovannino aveva sì o no fatto la corte alla cugina? La signorina aveva sì o no mostrato di gradirla? Il duca Michele era sì o no [...]
[...] casata - e dalla duchessa, che non per nulla era un poco Uzeda anche lei!... Il centenario della Beata Ximena fu celebrato con pompa [...]
[...] straordinaria. Per il triduo la chiesa dei Cappuccini, tutta rosse drapperie e frange donate e tappeti fioriti, fu illuminata a giorno; le campane sonavano [...]
[...] convennero anch'essi, ma in ore diverse, per evitarsi, dal tanto amore. La principessa e Teresa, il primo giorno, restarono un momento per impetrar [...]
[...] era serbata pel terzo giorno, quando, dopo il Pontificale, il popolo sarebbe stato ammesso a contemplare il corpo della santa. Già, per cura [...]
[...] Teresa che s'era confessata e aspettava di comunicarsi il giorno della gran festa, meditava il suo. La leggenda della santa, che ella aveva [...]
[...] cominciava il primo capitolo, «fu figlia al Vicerè Consalvo ed alla nobile Catterina dei baroni di Marzanese. Fin dai suoi teneri anni, diede esempio [...]
[...] dedicar la sua vita allo Sposo Celeste, pure le ragioni della politica persuasero il padre suo a farla sposa del conte di Motta-Reale, potente [...]
[...] contrasto tra l'amor filiale ed il celeste; «ma un giorno, essendo la giovinetta in età di quindici anni, avverossi singolare prodigio: un Angelo [...]
[...] apparse a Ximena, il quale le disse: Il Signore t'ha eletta per redimere un'anima obbedisci.» Allora la fanciulla aveva accettato il partito. Il [...]
[...] secondo capitolo descriveva il castello del conte, posto sopra un luogo eminente, «a cavaliere di più strade battute dai mercatanti,» e narrava le [...]
[...] assistere alle loro gozzoviglie, Ximena facevasi usbergo sempre più saldo della sua fede, pregando ai traviati il perdono dell'Onnipotente: ma la [...]
[...] che i suoi amici penetrassero nella camera nuziale, dove Ximena riposava dopo una giornata tutta spesa nel pregare e nel fare il bene. Desta d'un [...]
[...] cerchio impedisca loro appressarsi alla donna: e tornati a un tratto alla ragione, allontanansi facendo il segno della croce dinanzi alla [...]
[...] Imagine.» Partito un bel giorno il conte pei suoi possedimenti di Spagna, e restata sola in Sicilia la sposa, tutto s'era a un tratto mutato nel [...]
[...] viveva vita frugale, dicendo: «Il poco mi soverchia, il molto mi spaventa.» Non contentavasi che i poveri venissero a lei, ma sì andava ai poveri [...]
[...] aprire, qualcuno batte.» La donna rispose: «Non battono, è il tuono.» E una seconda volta la contessa levossi e disse alla donna: «Va' ad aprire [...]
[...] , qualcuno batte.» e la donna rispose «Non battono, è il vento.» E una terza volta la contessa levossi e disse alla donna: «Va' ad aprire, qualcuno [...]
[...] fame, non reggevasi in piedi, e un fanciulletto avrebbelo avuto alla propria mercè. Chi era quel vecchio?» Era il conte di Motta-Reale. «Dissipate [...]
[...] riconosciuto. E ristoratolo di cibo e di bevande, medicate le sue piaghe, lavati i suoi piedi, Ximena lo mise a riposare nel proprio letto... E il [...]
[...] fuoco di gratitudine 558 sciogliergli il cuore impetrato... Ma l'ora sua era suonata, e il Signore avea stabilito di donargli non l'effimera [...]
[...] salute del corpo, ma sì quella dell'anima... Il vecchiardo, tra le cure della Beata, al lieve mormorìo delle preci che Essa mormorava, entrava in [...]
[...] parole: «Santa, Signore! Santa!». Teresa aveva gli occhi bagnati di pianto, dalla commozione; ma il libretto non era finito. L'ultimo capitolo [...]
[...] miracolosamente soltanto per aver baciato il lembo della sua veste. Per prodigio divino, la spoglia terrena di questa Eletta salvossi dalla corruzione [...]
[...] : dopo tanti secoli, il frale della Beata, conserva ancora la freschezza ed il colore che aveva in vita, sì che pare che Essa sia assopita in un [...]
[...] provato dinanzi ai Sacri Tribunali di Roma. A tal uopo pubblichiamo qui per la prima volta il processo della Sua canonizzazione, che abbiamo [...]
[...] Lodovico alla suprema dignità ecclesiastica avvenuta in quei giorni, tutto concorse a piegare, come cera, il cuore di Teresa... La costringevano forse [...]
[...] costringevano, le tenevano il linguaggio della persuasione, le consigliavano la virtù dell'obbedienza, parlavano pel suo bene, per la pace delle due [...]
[...] famiglie, per la salute di suo padre, ammalato - dicevano - dai tanti dispiaceri. La incitavano a non seguire il tristo esempio di Consalvo; le [...]
[...] s'era accostata all'altare per la comunione, aveva ricevuto l'ostia, mentre le spire dell'incenso e il profumo dei grandi mazzi di fiori [...]
[...] , il secolare cadavere, quasi che per un nuovo mostruoso prodigio il corpo esanime potesse sollevarsi dalla bara, infrangere i vetri, afferrarsi [...]
[...] , mentr'ella avanzavasi verso la cappella tutta lucente, il 560 suo terrore cresceva, agghiacciava, le sue gambe piegavansi, brividi di freddo [...]
[...] non veder quell'orrore, ella rispose con gli occhi serrati: - Sì... E passò dell'altro tempo. Il principe migliorò e ricadde, la duchessa venne a [...]
[...] quel che vorrete, purchè il babbo mi prometta una cosa. Che faccia pace con mio fratello e consenta almeno a rivederlo, se non vuole che torni a [...]
[...] , parlerò io stessa con le zie. - La sua voce era grave, il suo sguardo velato. - Sei una santa! - esclamò donna Graziella. - Tua madre certo t'ispira [...]
[...] ! Vedremo così la pace tornare fra tutti!... Parlerò subito a tuo padre, ed otterremo ciò che tu vuoi. Il domani, infatti, le annunziò: - Tuo [...]
[...] padre acconsente. Consalvo verrà qui il giorno in cui ci verrà il tuo promesso. Andremo ad invitare noi stessi le zie; e per la lite speriamo che si [...]
[...] venga all'accordo. 561 Tre mesi dopo, la duchessa venne a presentare il duca in casa della fidanzata. Già Consalvo era arrivato a palazzo [...]
[...] mano. Il principe, tenendo la sinistra in tasca, gli porse la destra a baciare, e alla domanda del figliuolo: «Come sta Vostra Eccellenza [...]
[...] il duca.» Era piena di debiti, con la sarta, con la modista, il gioielliere: imbrogliava sempre più l'amministrazione del marito, ma la sua parte [...]
[...] nell'eredità di don Blasco avrebbe appianato ogni cosa. Tutti gli altri parenti sopraggiunsero: il duca d'Oragua, Giulente, il marchese senza la [...]
[...] moglie, la quale non voleva più venire dal Belvedere, dove il bastardello, cresciuto negli anni e rovinato dall'educazione di lei, la picchiava [...]
[...] di santa ragione. Il principe, salutando i parenti, guardava con la coda dell'occhio Consalvo e non cavava di tasca la mano sinistra. Arrivò [...]
[...] finalmente il promesso con la madre. Il duca, vestito quasi elegantemente, non faceva poi un troppo brutto vedere, ed aveva l'aria contentissima. Sua [...]
[...] atteso per tutta la vita si compiva lietamente: il primogenito accasavasi, continuava la razza; il cadetto, dopo ed a causa di quell'amore [...]
[...] contrastato, non le avrebbe dato certamente altre inquietudini. Quanto alla principessa, sfolgorava dalla soddisfazione: il matrimonio di Teresina era [...]
[...] soddisfazione del marito, per la pace della famiglia!... Anche il Principe mostrava una bella ciera, nonostante l'inquietudine ispiratagli dal [...]
[...] duca, il quale aveva fatto due grossi regali a Lucrezia ed a Chiara: centovent'onze l'anno a Garino; il Cavaliere col nuovo podere - il più [...]
[...] macchiato. Ma Teresa, dopo aver rappattumato il fratello col padre, riprese Consalvo per mano e lo condusse dinanzi alla zia. - Zia, - disse [...]
[...] , - Consalvo le vuol baciare la mano. Egli si chinò subito a prender la zampa rugosa per nascondere il riso che gli solleticava la gola. Quella vecchia [...]
[...] pace tra gente che il domani avrebbe ricominciato ad azzuffarsi, per dar prova d'obbedienza a quei birbanti del padre e della madrigna, perchè si [...]
[...] all'ultimo momento egli non aveva creduto a quel che gli diceva tutta la città: «Il duca! Sposa il duca!» No, rispondeva egli a tutti con un [...]
[...] sorriso di compassione, come uno che la sa più lunga degli altri.... Adesso, vedendo tutta quella gente riunita, il duca seduto accanto alla [...]
[...] padroncina, la padroncina che riceveva i complimenti di tutti, la testa cominciava a girargli. Il sangue degli Uzeda si risvegliava in lui. Dopo [...]
[...] aveva persuaso a crederlo immancabile; quando il principe si era opposto, egli aveva fatto assegnamento sulla volontà dei giovani. Invece, il [...]
[...] del campanello, 564 dimenticava gli ordini, sbagliava il servizio; ma quando la gente cominciò ad andarsene, un'impazienza febbrile, l'animò [...]
[...] nella Sala Rossa. - Eccellenza.... C'era ancora il principino. Vedendo entrare il maestro di casa, Consalvo s'alzò e baciò la mano al padre. Ebbe [...]
[...] appena voltato le spalle, accompagnato da Teresa e dalla principessa, che il principe, cavata finalmente la sinistra dalla tasca dove l'aveva [...]
[...] sempre tenuta, squadrò le corna contro il jettatore. Ma la voce di Baldassarre lo richiamò: - Eccellenza.... - E tu, che vuoi? - Eccellenza [...]
[...] , - disse il maestro di casa, - io me ne vado. - Dove? - domandò il principe, credendo d'avergli dato qualche commissione della quale s'era dimenticato [...]
[...] . - Me ne vado via. Chiedo licenza a Vostra Eccellenza. Il padrone lo guardò un poco, credendo d'aver frainteso. - Licenza? Perchè? - Per niente [...]
[...] altro maestro di casa meglio di me; non ne mancano: il primo del mese io me ne vado. - Sei impazzito? - Non ne mancano.... In casa sua Vostra [...]
[...] Eccellenza è padrone.... fa come crede.... Io mo ne vado.... Il primo del mese.... VI. Uno dei primissimi provvedimenti del giovane sindaco [...]
[...] poltrona destinata al prefetto; a sinistra, l'ufficio di segreteria; nel mezzo di tutta la baracca, sopra un'alta predella, il seggiolone [...]
[...] sindacale dorato e scolpito, con un cuscino che l'usciere toglieva e chiudeva a chiave quando il principino scioglieva l'adunanza e se ne andava. Nel [...]
[...] consiglieri, e se qualcuno di costoro aveva da lagnarsi della sporcizie stradale o dei cani senza guinzaglio, il principino gli gridava dal suo [...]
[...] seggiolone: «Presenti domanda d'analoga interpellanza.» Prima cura della nuova amministrazione furono i lavori pubblici. Il sindaco, in un discorso [...]
[...] , d'un grande teatro, d'un grande macello, d'una grande caserma, d'un gran cimitero. Nuovi edifizii sorgevano da per tutto, il lavoro non cessava [...]
[...] ; ma, e i quattrini? Ce n'erano abbastanza?... Consalvo rispondeva che il bilancio d'una città in via di continuo progresso «presentava tale [...]
[...] , quando la faccenda era più seria, minacciando di andarsene. Allora tutti si chetavano. E di quel che riusciva bene egli aveva tutto il merito; di [...]
[...] bagordi del principino salivano di tanto in tanto lassù, con l'intenzione di canzonarlo; ma la serietà, il sussiego, l'autorità di Consalvo li [...]
[...] d'armeggio! Il principino ha questo di vantaggio, che è ricco e non ha da ingrassarsi alle spalle nostre!» Ma gli oppositori più vivaci non [...]
[...] giorno in giorno; il Circolo Nazionale, che aveva spadroneggiato, perdeva sempre più credito. Le nuove società popolari non ne avevano ancora [...]
[...] spadroneggiatori. Il principino, fiutando il vento, sfoggiava coi democratici le sue idee di democrazia. A udirlo, la libertà, l'eguaglianza scritte nelle [...]
[...] leggi erano ancora un mito: avevano cullato il popolo nell'opinione che le antiche barriere fossero state infrante; ma i privilegi esistevano [...]
[...] sempre ed erano soltanto d'altra natura. Avevano largito il diritto del voto e questo era parso una rivoluzione; ma quanti godevano di cotesto [...]
[...] tremare il cuore; e il desiderio intimo, sincero, ardente dell'animo suo era che vi fosse un numero di carabinieri doppio di quello dei cittadini; ma [...]
[...] poichè il vento soffiava da un'altra parte, egli cercava la compagnia dei radicali più noti per dir 568 loro: «La repubblica è il regime [...]
[...] ideale, il sogno sublime che un giorno sarà realtà, poichè essa suppone uomini perfetti, virtù adamantine, e il costante progresso dell'umanità ci fa [...]
[...] antivedere il giorno del suo compimento.» E dichiarava: «Io sono monarchico per la necessità di questo periodo transitorio. Milioni e milioni [...]
[...] , perchè avrebbe voluto esser egli stesso padrone degli altri. Il duca e i suoi malvacei amici, ostinandosi a giurar sulla Destra, aspettando il [...]
[...] richiedevano tutto il resto della sua attività. Deciso veramente a ritirarsi dalla vita pubblica, aveva un'ultima ambizione: quella d'essere nominato [...]
[...] senatore; se, quindi, per finir bene dinanzi all'opinione pubblica, non gli conveniva abbandonar bruscamente il partito al quale, dopo il [...]
[...] , contro questa società era sorta una Progressista, alla quale s'era fatto ascrivere Consalvo. «Zio e nipote l'un contro l'altro armato? Il ragazzo [...]
[...] che si ribella al vecchio?» dicevano in piazza; ma le eterne male lingue soffiavano che la cosa era fatta d'amore e d'accordo, che il duca era ben [...]
[...] contento d'avere il nipote nel campo contrario, come il principino si giovava del credito dello zio tra i conservatori. Del resto, quantunque [...]
[...] dichiarare: «L'errore è stato di credere che potesse dare buoni frutti. Il gregge ha sempre avuto bisogno d'un pastore con relativi bastoni e [...]
[...] staremmo meno peggio!» Non avrebbe fatto nessuna difficoltà a concedere alla zia Ferdinanda che il governo borbonico era il solo amabile; ma poichè [...]
[...] sapeva che molti, udendo celebrare la sua fede democratica, ridevano d'incredulità, esclamando: «Lui, il principino di Mirabella, il futuro principe [...]
[...] di Francalanza, il discendente dei Vicerè? Andiamo!...» egli affermava: «Per questa fede, per questi principii io sono venuto in urto con mio [...]
[...] discorsi s'aggiravano sopra cose indifferenti, come fra estranei; il principe fingeva non sapere che Consalvo fosse il primo magistrato civico; ma [...]
[...] insomma adesso stavano insieme da cristiani. Teresa, ora duchessa Radalì, vedeva in tal modo compensato il proprio sacrifizio. Eccettuati i [...]
[...] fratello, ella non aveva del resto sofferto quanto aveva temuto. Il duca Michele non solo la trattava bene e le lasciava ogni libertà; ma le [...]
[...] disegni, le faceva gran festa e la metteva perfino a parte del governo della casa. Il barone se n'era andato ad Augusta, badava 571 agli [...]
[...] ella stessa - poichè, tra le giovani signore, aveva occupato subito il primo posto - facevano fiorire sulle sue labbra sorrisi a grado a grado [...]
[...] , e l'affezionò meglio alla realtà del presente. Soffrì pochissimo durante la gestazione; il tempo volò rapido in mezzo a tante cure ed a tanti [...]
[...] pensieri. Il parto fu felicissimo; tutti aspettavano un maschio e un maschio nacque, un bambino grosso e florido che pareva d'un anno. «Poteva [...]
[...] furono grandiosi: il duca volle il fratello come padrino. La duchessa madre approvò; Teresa, riposando sul letto nuziale, dove restava più per una [...]
[...] duca anche a nome della madre e della moglie, arrivò la vigilia della cerimonia. Pareva un altr'uomo: s'era fatto più forte, il sole lo 572 [...]
[...] , chiedendole premurosamente notizie della sua salute, e volle veder subito il nipotino che giudicò un amore e baciò e ribaciò fino alla sazietà [...]
[...] egli dichiarò che c'era molto da fare in campagna, e andò via promettendo ad ogni modo di tornar presto a rivedere il figlioccio. Molti degli [...]
[...] invitati al battesimo, nuovi tra gli Uzeda, avevano chiesto chi fosse un vecchio magro e sfiancato, il quale portava un abito nuovo fiammante e [...]
[...] certe scarpe che ridevano dalle crepe, un cappello unto e una mazza col pomo d'argento. Era il cavaliere don Eugenio. La stampa del Nuovo Araldo [...]
[...] arrestato: a chi si chiamava Panettiere aveva dato per arme un forno fiammante in campo d'oro, a chi portava il nome di Rapicavoli un bel mazzo di [...]
[...] . Egli aveva però riscattato l'edizione del primo Araldo che il tipografo teneva sotto sequestro, e con mille copie dell'opera se n'era tornato al [...]
[...] suo paese per venderle e mangiarci su. Faceva il conto senza il principe. Sistemato l'affare della lite, questi s'era pentito dell'accordo, e si [...]
[...] lagnava d'essere stato defraudato, d'esser rimasto con un pugno di mosche, quando l'eredità di don Blasco doveva toccare tutta a lui. Il [...]
[...] sono la mia sola risorsa! Se tu me le togli dove vado a sbattere? Che t'importa di un po' di carta sporca?... Tu che sei tanto ricco? Per me è il [...]
[...] pane!... Le venderò a poco a poco, avrò tanto da campucchiare... Il principe, inflessibile, volle presso di sè tutta l'edizione dell'Araldo [...]
[...] con lui; ma i quattrini non venivano mai, talchè un bel giorno, stanco d'esser beffato, il nipote gli dichiarò: - Mi pare che lo scherzo sia durato [...]
[...] , trascinandosi penosamente, per offrire il suo Araldo, per mostrarne una dispensa di saggio, e quando arrivava a scovare un compratore correva a [...]
[...] supplicare il principe perchè gli desse la copia, giurando e spergiurando che sarebbe tornato subito coi quattrini; ma il principe, duro: «Portateli [...]
[...] prima!» Non sapendo dove dar di capo, il vecchio fermava i parenti e le semplici conoscenze per farsi prestare le trenta lire; raggranellatele, le [...]
[...] portava al nipote il quale, solo dopo averle intascate, rilasciava l'esemplare. Ma, riscosso il prezzo dal compratore, don Eugenio dimenticava di [...]
[...] soddisfare i debiti contratti, talchè l'operazione si rinnovava ogni volta con maggior difficoltà. Del resto, il cavaliere trovava da un certo [...]
[...] persona di casa vostra: non siete zio del principe?» Il vecchio si battè la fronte: quel birbante di Giacomo!... Non contento di avergli preso [...]
[...] nuvole. - Hai venduto il libro! A quest'ora il mio debito sarà estinto. - Ci vuol altro - I conti li faremo quando avrò tempo.... Don Eugenio [...]
[...] tornò, assiduamente; ma il nipote un po' gli diceva che aveva da fare, un po' che gli doleva il capo, un po' che stava per andar fuori. Lo zio non [...]
[...] conti li faremo quando sarai comodo; ma oggi non ho niente in tasca e sono stanco. Prestami qualche cosa. - Come? Volete il resto? - esclamò il [...]
[...] principe impallidendo. - Credete forse che siamo pari? Hanno venduto mezza dozzina di copie in tutto! Avete il viso di chiedere altri denari [...]
[...] ? - Non ho come fare, - gli confidò il cavaliere, con un viso da affamato, guardandolo bene negli occhi. - E venite da me? Che pretendete? Che vi dia [...]
[...] da mangiare io? Perchè avete sciupato ogni cosa? Perchè non avete pensato mai all'avvenire? - Io ho da mangiare, capisci? - ripetè il cavaliere [...]
[...] , con lo stesso tono di voce; e i suoi occhi parevano volersi mangiare il nipote. - Andate da vostro fratello, da vostra sorella... che hanno [...]
[...] l'obbligo d'aiutarvi... Perchè venite da me? Ma, spaventato dall'espressione del vecchio, gli voltò le spalle. Quando lo udì andar via, chiamò il [...]
[...] portinaio per dirgli di non lasciarlo mai più salire. E il provvedimento riscosse l'unanime approvazione della servitù: veramente quel cavaliere non [...]
[...] faceva onore alla famiglia, non tanto per quel che si diceva sul conto di lui quanto per la condizione in cui era caduto. Il 576 nuovo maestro [...]
[...] , dietro quella finestra...» il portinaio, i cocchieri, i famigli gli dicevano sul muso: «Vostra Eccellenza può andarsene, che perde il suo tempo [...]
[...] portineria, dichiarando che non si sarebbe mosso fino al passaggio del nipote. Sulle prime, il guardaportone ci scherzò su; poi tentò [...]
[...] persuaderlo con le buone, prendendolo dal lato dell'amor proprio: «Qui non è il posto di Vostra Eccellenza!... Un cavaliere come Vostra Eccellenza sedere [...]
[...] con un portinaio! Non si vergogna?...» Ma il vecchio non si moveva, non rispondeva, cupo, affamato come un lupo; e il portinaio cominciò a perdere [...]
[...] , quell'altro montò finalmente in bestia, smise anche il lei, e afferratolo per le spalle, lo fece sorgere e lo spinse fuori ad urtoni, gridando: - Fuori, vi [...]
[...] dico, corpo del diavolo! Donna Ferdinanda lo cacciò via come un cane rognoso: il duca gli dette un piccolo soccorso, facendogli intendere di [...]
[...] non dover fare assegnamento sopra altre elemosine. Procurargli un posto era il meglio che si potesse fare e ciò che egli stesso desiderava; quindi [...]
[...] Benedetto Giulente, il quale lo aveva anche egli sovvenuto, ne parlò a Consalvo. - Che posto volete dargli? - rispose il principino. 577 [...]
[...] niente per il legittimo orgoglio del principino. Giulente andò dal duca, suggerendogli di metterlo in qualche ufficio alla Provincia o alla [...]
[...] Prefettura. E il duca, per evitare altre domande di sussidii, fece in modo da ottenergli un posto di copista all'archivio provinciale, il meglio che [...]
[...] si potè trovare. Ma quando ne diedero comunicazione all'interessato, il cavaliere diventò rosso come un pomodoro. - A me un posto di scrivano? Per [...]
[...] in età... le amministrazioni pubbliche sono esigenti... - E mi proponi di fare il copista? - gridò il cavaliere: - A me, Eugenio Uzeda di [...]
[...] Francalanza, Gentiluomo di Camera di Ferdinando II, autore dell'Araldo Sicolo?... Perchè non lo fai tu, pezzo d'asino che sei? Il vecchio ricominciò a [...]
[...] chiedere aiuto. Ma il duca, per punirlo del rifiuto del posto, gli chiuse la porta in faccia, e Lucrezia, dopo averlo giudicato degno dei più alti [...]
[...] ufficii per far onta al marito, non lo volle neppur lei per la casa quando lo vide questuare... Un giorno, il cavaliere, sempre più miserabile e [...]
[...] stracciato, andò dalla nipote Teresa. Il portinaio, non riconoscendolo, non voleva lasciarlo passare; arrivato finalmente dinanzi alla duchessa [...]
[...] nuora che giunse le mani vedendolo in quello stato, cominciò a querelarsi: - Vedi come m'ha ridotto tuo padre? Quel birbante che m'ha rubato il [...]
[...] , fermava per istrada le persone di sua conoscenza, narrava a modo suo i casi: - M'hanno spogliato, m'hanno ridotto alla miseria! Mio fratello il [...]
[...] Benedettino m'avea lasciato cinquecent'onze l'anno, e stracciarono il testamento, ne fecero uno falso! Il principe mio nipote m'ha rubato la mia [...]
[...] megalomania, con la miseria, gli stenti, le umiliazioni, cresceva di giorno in giorno; egli annunziava: - Il governo m'ha invitato a Roma per una [...]
[...] rispettata!... Il prefetto mi ha detto che il re mi vuole come professore di suo figlio. Io fare il maestro di scuola? Per chi m'hanno preso? Se lui [...]
[...] dimenticato il portafogli a casa... Glie ne davano due, una o anche mezza; egli metteva in tasca ogni cosa. I parenti, avvertiti di quello scandalo, si [...]
[...] : ma egli aveva preso l'abitudine di questuare, il mestiere era dolce e comodo, il passaggio del denaro dalla tasca altrui alla propria gli [...]
[...] diffuse per tutta la città una notizia: - Non sapete nulla? Il cavaliere don Eugenio chiede l'elemosina! Egli accattava, alla lettera. Anche se aveva [...]
[...] più questo!... Una persona come lei, come può abbassarsi così? - Sì, sì... Egli prese i denari che gli porgevano; il domani ricominciò. Adesso [...]
[...] soldo, per favore!... per questa volta sola!... E per procacciarselo dava spettacolo della sua pazzia. Certuni gli domandavano chi era, se non era il [...]
[...] ., etc., Gentiluomo di Camera (con esercizio) di Sua Maestà, quello era re! - e si cavava il cappello - Ferdinando II; medagliato da Sua Altezza il [...]
[...] . Il secondo figliuolo di Teresa, un altro maschio, nacque un anno dopo il primo, tanto che tutti dicevano agli sposi: «Si vede che non perdete [...]
[...] cerimonia del battesimo, questa volta, fu modesta, un po' perchè era nato un cadetto, il baroncino, un po' per un'altra ragione dispiacevole [...]
[...] . Grattandosi un giorno sotto la nuca, in mezzo alle spalle, per un forte prurito, il principe aveva calcato le ugne fino a farsi un po' di sangue. Lì per [...]
[...] movimenti e ad impedirgli di star supino nel letto. Tutti attribuirono il fatto all'eccessivo grattamento; nondimeno, siccome l'incomodo non andava via [...]
[...] , fu necessità chiamare un chirurgo. Il dottore confermò che era una cosa da nulla, ma disse che senza una piccola incisione non sarebbe guarita [...]
[...] . Il principe all'annunzio dell'operazione impallidì, rifiutando di sottoporvisi; ma giusto dopo il parto di Teresa quel tumoretto era cresciuto [...]
[...] ancora, dandogli tanto fastidio che egli aveva consentito a lasciarselo tagliare. L'operazioncella durò più che non si credesse e il principe [...]
[...] dovè restare molti giorni in casa; pertanto il battesimo del baroncino di Filici fu celebrato senza pompa. Il sindaco Consalvo fece da compare; da [...]
[...] , come della più sicura garanzia contro il matrimonio. Il duca godeva nel sentire che suo fratello si divertiva; e quanto a Teresa, nonostante che [...]
[...] , egli aveva il viso più cotto, la barba più ispida, la pelle delle mani più dura. Su quella faccia da arabo del deserto il bianco degli occhi era [...]
[...] però dolcissimo. Teresa ringraziava il Signore della saggezza che gli aveva ispirata, della salute che gli accordava; però, in cuor suo, ella [...]
[...] che mi lagno?» E nella misura delle proprie forze aveva fatto il bene: la sua mamma di lassù non doveva benedirla? La Beata non poteva esser [...]
[...] sorgere a un tratto una specie di nebbia che offuscava il suo bel cielo, e le davano un senso di sgominante tristezza e il rancore d'un bene [...]
[...] perduto prima ancora che ella avesse potuto raggiungerlo. Era peccato leggere quei libri, seguire quelle visioni? Il confessore, i preti che la [...]
[...] circondavano dicevano, sì, che erano pericolosi; ma non riconoscevano forse nelle stesso tempo che il pericolo, per lei, era molto più lontano, giacchè [...]
[...] , avete libri da prestarmi?» e ne portava via a casse, in mezzo alla roba di cui veniva a rifornirsi. In qual modo ammazzare il tempo quando non [...]
[...] il solfato di chinino. A Costantina, nei poderi della Balata e della Favarotta regnava la malaria; egli, veramente, nella stagione del pericolo se [...]
[...] ne andava a Melilli, sui colli Iblei, dove l'aria era balsamica; ma, 583 ad ogni buon fine, per sè come pei lavoratori, era bene che il [...]
[...] sovrano rimedio non mancasse mai. Una bella sera d'estate, Teresa e la duchessa madre, lasciato a casa, in custodia della cameriera, il duchino, e [...]
[...] presa in carrozza la balia col figliuolo più piccolo, facevano la consueta passeggiata. Il baroncino lattante, cullato dal moto dolce del legno [...]
[...] straordinario; ma Consalvo aveva detto ancora di no, e il principe aveva rotto un'altra volta più violentemente con lui.... Teresa pregò più a [...]
[...] lungo, pertanto; poi si segnò e sorse in piedi. La suocera era già alzata; la balia, l'umile contadina che reggeva in braccio il frutto delle sue [...]
[...] viscere, finiva di pregare; il bambino, destato dallo scalpiccìo dei passi, dal borbottare dei ciechi questuanti, guardava la fiamma 584 [...]
[...] cocchiere di andare a fermarsi al Caffè di Sicilia. Lì, il cameriere non aveva ancora portato i gelati, che una voce alterata esclamò dietro la carrozza [...]
[...] : - Teresa.... mamma.... Era il duca, irriconoscibile, con la camicia disfatta dal sudore, pallido come un morto. Volto al cocchiere; mentre esse [...]
[...] accanto alla balia. - Mio padre?... Il bambino? - esclamava già Teresa, afferrandogli una nano; ma egli: - No, no.... E mentre i cavalli [...]
[...] , smaniava adesso e parlava di partire, di correre a chiamare altri dottori, ella sentì che toccava a lei a ragionare. Letto il telegramma del [...]
[...] fattore, la sua fiducia s'affermò. Il telegramma diceva: «Fratello Vostra Eccellenza trovasi a letto con febbre 585 alta, somministrato subito [...]
[...] solfato temendo trattisi perniciosa; venga qualcuno famiglia insieme dottore.» Il duca non aveva posto attenzione alla forma dubitativa [...]
[...] notizie, assicurandoli che anche della perniciosa il chinino già somministrato e le cure del dottore di Catania avrebbero sicuramente trionfato [...]
[...] grave, il dispaccio, la richiesta d'un altro dottore, la chiamata dei parenti non sarebbero stati necessarii. E perchè non aveva firmato egli stesso [...]
[...] il telegramma?... Stringendosi al petto i bambini, ella pregava in cuor suo: «Signore, Madonna delle Grazie, fate che non succeda una disgrazia [...]
[...] sè, per darsi coraggio: «Nessuna nuova, buona nuova!...» e tentava raffigurarsi i volti ilari del marito e della suocera nel vedere il fratello e [...]
[...] il figlio rider loro, rassicurarli.... Perchè dunque non rassicuravano lei stessa? Non sapevano che anche lei era inquieta?... Come si rimproverava [...]
[...] , adesso, il crudele egoismo che l'aveva quasi fatta gioire, udendo che il pericolo era pel cognato! Non le era quasi fratello? Non l'amava ella [...]
[...] l'amico, il parente, colui che aveva tenuto al fonte della redenzione la creaturina sua!... E le notizie mancavano ancora. Veniva gente a chiederne [...]
[...] , parenti, amici: ed ella non poteva darne. Il marchese Federico, scotendo il capo, riferì d'aver sentito dire che l'imprudente giovanotto era [...]
[...] schioppettata.» La principessa Graziella protestava: «Ma che! Le male nuove le porta il vento!... Se gli hanno dato il chinino a tempo, non c'è [...]
[...] , questa rispose che non le pareva il caso, che era meglio aspettare. Nel pomeriggio, restò di nuovo sola. I tristi pensieri tornarono ad [...]
[...] campanello la fece trasalire: forse era il dispaccio. Era invece un usciere municipale mandato da Consalvo, il quale voleva sapere le novità.... Ella [...]
[...] non le dava la notizia funesta a riguardo del suo stato. E a un tratto, il passato le tornò tutto alla memoria: ella lo rivide come lo aveva [...]
[...] il respiro. Il bambino l'aveva udita?... La guardava, coi chiari occhi sereni, lucenti come celesti spiracoli nella penombra della sera... Non [...]
[...] corse a lui. Nella penombra, anche l'argento del Crocefisso, il vetro del quadro della Madonna lucevano. Perchè dunque Essi permettevano queste cose [...]
[...] ? Non le sapevano? Non le vedevano? Non potevano impedirle? La porta si schiuse: la cameriera entrò esclamando: - Eccellenza, il telegramma [...]
[...] ! Ella lesse: «Dottori assicurano superato ultimo accesso. Riprende conoscenza. Siamo più tranquilli». Allora ruppe in pianto. Il duca tornò dopo [...]
[...] , restata 588 al suo capezzale, scrisse chiamando il duca per aiutarla a trasportare il sofferente. Quando Teresa lo vide arrivare, curvo [...]
[...] soccorso divino, e giusto mentr'ella dubitava, mentre quasi accusava il Signore d'averla dimenticata, un miracolo aveva salvato il poveretto. Ella [...]
[...] , senza volontà, senza memoria. Il terribile colpo l'aveva stordito, la fibra si rinsanguava a poco a poco, ma le facoltà della mente erano più [...]
[...] altro maschietto. In novembre, il freddo non permettendo più di stare in mezzo ai boschi, la duchessa e il convalescente tornarono: Giovannino era [...]
[...] vedono al teatro: ringiovanì in un momento, il bel ragazzo di un tempo riapparve. - Coì va bene! - disse Consalvo, che veniva spesso a trovarlo [...]
[...] sua intelligenza, della sua accortezza, del gran bene che faceva al paese: il governo l'aveva nominato commendatore della Corona d'Italia. Spesso [...]
[...] modesta, più riguardosa, più timida; il cognato consentiva nei suoi giudizi; però scagionava Consalvo, attribuiva quel che v'era di meno bello in [...]
[...] lui al sistema politico. Doleva sopra ogni cosa a lei che il fratello non avesse una fede salda e desse ragione a tutti, e si ridesse di tutto. Egli [...]
[...] baciapile! - Ma i liberi pensatori che ti vedono in chiesa, - soggiungeva il cugino, mentre Teresa approvava col capo, - che dicono? - Dicono, come me [...]
[...] : «Costa, il favore popolare!...» No, no, ella non voleva che suo fratello fosse così. E sosteneva con lui discussioni vivaci, durante le quali [...]
[...] a trovare la giovane duchessa le facevano anch'essi molti elogi del fratello. Scrollavano un poco il capo, veramente, a motivo dello scetticismo [...]
[...] di lui, ma riconoscevano le sue buone qualità; e «quando il fondo è buono, non bisogna disperare.» La frequentazione di quegli ecclesiastici [...]
[...] perchè mai il Papa ostinavasi a pretendere il dominio temporale, se Gesù aveva detto: «Il mio regno non è di questo mondo...?» Ma simili opinioni [...]
[...] , oppure ottenere a prezzi di favore il terreno per gli asili cattolici; se sorgevano contestazioni tra il Municipio e la Curia, Teresa serviva da [...]
[...] concedere quelle cose per ottenere il ricambio a suo tempo, le facevano male. Una volta che ella gli rimproverò la mancanza di carattere, ei [...]
[...] che hai fatto tu stessa! Erano soli. Ella chinò il capo. - Volevi sposar Giovannino, ed hai preso Michele che non volevi: è vero, sì o no? Ed era [...]
[...] un atto gravissimo, il più grave di tutta la vita, quello che decide dell'esistenza.... Hai fatto così per mancanza di carattere, potrei dirti [...]
[...] per seguire il tuo esempio. Io dirò invece che l'hai fatto perchè t'è convenuto! Il carattere, tienlo bene a mente, è ciò che torna conto [...]
[...] .... Ella continuò a tacere. Era la prima volta che il fratello le parlava di quelle cose intime. Ma, quasi per correggere ciò che vi potea esser [...]
[...] d'urtante nelle sue parole, Consalvo riprese: - Del resto, non te ne faccio colpa. Può darsi che 592 sia stato meglio per te. Il povero Giovannino [...]
[...] . Ella rimase profondamente turbata. Le pareva che il cognato fosse ristabilito del tutto; nulla le faceva più sospettare che durasse lo [...]
[...] ; Giovannino non ha nulla.... Consalvo scosse il capo; ma come Teresa insisteva dimostrandogli che in casa il giovane non dava alcun sospetto [...]
[...] aveva curato, gli aveva dimostrato il bene fraterno che gli voleva, s'era valsa dell'ascendente che esercitava su lui per guarirlo.... E poi [...]
[...] ? Nient'altro!... .Nient'altro!... Il Signore le era testimonio!... Nulla, come un fratello!... Perchè dunque le parole del fratello suo?... Forse perchè [...]
[...] mai, se ella era innocente non solo di atti ma anche di pensieri, Consalvo aveva potuto pensare al male o solamente rammentare il passato, che [...]
[...] , ella comprese: perchè vivevano adesso sotto lo stesso tetto, perchè erano tutto il giorno insieme, perchè uscivano insieme in carrozza, perchè [...]
[...] comunione di animo, ella sentì lacerarsi il cuore. E poichè non più lampi interrotti, ma una luce cruda illuminava adesso il suo pensiero, ella [...]
[...] grasso e più goffo, aveva perduto gli ultimi capelli: il suo cranio lucido le faceva ribrezzo. All'idea di passar la mano sulla chioma folta e odorosa [...]
[...] parve che il peccato fosse commesso, senza più scampo. Tutte le volte che Giovannino le stava vicino, ella tremava come dinanzi al testimonio ed [...]
[...] s'era stretta. Michele, la suocera, cominciavano 595 a notare anch'essi il mutato amore di lei e non sapevano a che attribuirlo, o lo mettevano [...]
[...] in conto di un malessere indefinibile di cui ella lagnavasi. Se avessero saputo!... Se avessero scoperto!... Quando giunse al parossismo, il suo [...]
[...] egli nutrisse come lei il pensiero peccaminoso? Che prova diretta ne aveva? Quel suo spavento, al contrario, la repulsione che ora gli dimostrava [...]
[...] , non potevano essere gli unici indizii denunziatori? E a poco a poco, sforzandosi a ragionare, quetossi. Egli sarebbe andato via, il tempo [...]
[...] avrebbe ancora una volta spento il fuoco divampante a tratti nel suo cuore, come gl'incendi vulcanici.... Un improvviso aggravamento del padre la [...]
[...] aiutò a dimenticare. Il tumore, scomparso da un pezzo nel punto dov'era passato il ferro del chirurgo, riappariva nuovamente tra le spalle, sotto la [...]
[...] orecchie, Teresa alzava gli occhi al cielo; i Monsignori però affermavano: «Non 596 è lui quello che parla, è il male.... Egli non sa ciò che [...]
[...] , poi si quetò, impallidì, parve morto, le gelò il sangue nelle vene; ma ella fece forza a sè stessa per non essere di impaccio ai dottori; e con [...]
[...] girassero. - Vada via! Vada via!... - le diceva il chirurgo quando tornò in sensi; ma ella scosse il capo: aveva promesso, restò. Non vedeva la piaga [...]
[...] , ma il gesto circolare che l'operatore faceva col braccio, il sangue che sprizzò sui grembiali del chirurgo e degli assistenti, che macchiò il [...]
[...] letto e il pavimento, che fece più disgustoso l'odore dell'aria. Quanto sangue! Quanto sangue! So ne colmavano grandi bacili; vuotati, si ricolmavano [...]
[...] dall'orrore: una sola idea occupava il suo spirito: «Quando finiranno?... Non finiranno più?...» Non finivano mai. Come un artefice alle prese con [...]
[...] la 597 materia inerte da ridurre alla forma prestabilita, il chirurgo tagliava ancora, recideva, raschiava; lasciava uno strumento e ne [...]
[...] pigliava un altro, poi riprendeva il primo, calmo, freddo, attentissimo. Ed un incidente prolungò l'attesa, ritardò l'operazione. Una goccia del [...]
[...] putrido sangue cadde sulla mano scalfita dell'assistente; perchè quell'uomo non fosse avvelenato accesero il termocauterio, il platino rovente fu [...]
[...] passato sulla sua mano; s'udì il frizzo della carne bruciata, l'aria divenne mefitica. Dopo un'ora, tutto finì. Lavate le macchie, fasciata la [...]
[...] piaga, riposti gli strumenti nelle custodie, il principe fu destato. Il primo sguardo del padre, cieco ancora, ancora morto, accrebbe il terrore di [...]
[...] Teresa. Nondimeno, ella attese il ritorno della vita; disse al padre, sorridendogli, stringendogli la mano: - È fatto... tutto è andato benissimo [...]
[...] sala lontana. Il dottore venne a dire, con tono d'autorità: - Volete sì o no andarvene a casa, adesso?... Andate a riposarvi: qui non c'è più [...]
[...] correvano, e l'aria smossa le vivificava il petto, anche lo spirito liberavasi finalmente dalla lunga oppressione. Ella pensava: «Quanti dolori [...]
[...] altrimenti? Chi sa quali altri dolori, quali altre miserie l'avrebbero attesa... «Quanti dolori! Quante miserie!...» E sempre il gesto del chirurgo [...]
[...] ; che aveva spogliato le sorelle e i fratelli, e falsificato il testamento del monaco, e lasciato morire accettando lo zio, e amareggiata la vita e [...]
[...] calunniato, quanto più tristo era il mondo? Che tristo e orribile mondo, quello dove l'odio tra padre e figlio poteva allignare!... Egli non voleva [...]
[...] veder Consalvo; il sacrifizio di lei era stato dunque inutile! Sarebbe morto senza vederlo, bestemmiando e piangendo. «Cho mondo di tristezza [...]
[...] , all'istante!» Che era la vita se non 599 l'aspettazione della morte? Perchè avrebbe provato repugnanza per la solitudine, la rinunzia, il [...]
[...] ?... Non potè rispondere; il pianto la strozzava. - Teresa!... Per l'amor di Dio, non v'angustiate così! Voi che siete tanto forte!... L'operazione [...]
[...] qua io... Ed il suo braccio la cinse, la sua tempia sfiorò la tempia di lei. Ella piangeva ancora, ma di tenerezza, non di dolore: dopo l'orrore [...]
[...] . - Così... - mormorava - basta così... Le passò nuovamente il braccio attorno alla vita, le prese una mano. I singhiozzi che le sollevavano il [...]
[...] momento, entrambi lessero il pensiero della colpa nei loro sguardi. Evitavano di guardarsi, ma il pensiero persisteva, come se qualcuno, le [...]
[...] votiva ardeva perennemente, come la fiamma che struggeva il suo cuore. Non valsero le preghiere: nessuno le udiva. Nulla valeva. Ella pensava [...]
[...] ad uscire, non rincasò. Tornò il domani: non si seppe dov'era stato. Quel giorno ella fu chiamata, all'alba, dalla principessa. Il principe [...]
[...] Giacomo era agli estremi; il sangue avvelenato incancreniva a poco a poco tutto il suo corpo. La mattina prima, con grande stupore di tutti, egli [...]
[...] necessità di assicurare la discendenza. Nella mente superstiziosa, indebolita ancor più dal male, il matrimonio del figlio era d'altronde [...]
[...] avuto ragione di augurare corta vita al padre. Consalvo venne subito, s'informò premurosamente della sua salute, sedette al suo capezzale. Il [...]
[...] Consalvo. - Poi si parlerà di questi negozii. - No, - insistè il principe. - Devi prender moglie ora... - Non aggiunse: «Perchè io sto per morire [...]
[...] Dio, che fretta ha mai Vostra Eccellenza?... Neanche s'io fossi una ragazza che invecchiando corresse il rischio di non trovar più partiti! Ho [...]
[...] l'obbedienza al suo desiderio non portasse conseguenze troppo gravi a me e ad altri.... Finchè il figlio parlò, sfoggiando la sua eloquenza, il principe [...]
[...] adunche: 603 - Il notaro! Il notaro! Il notaro! - mugolava. Ad ogni parola dei familiari che gli domandavano che avesse, che tentavano calmarlo [...]
[...] , mugolava, come un cane arrabbiato: - Il notaro!... Il notaro!... Il notaro!... Teresa lo trovò in quello stato. Non si chetò se non prima venne [...]
[...] il notaro. E allora diseredò il figlio. Solamente nell'impeto dell'ira, per vendicarsi, aveva potuto indursi a dettare le sue ultime volontà. E [...]
[...] impedire quella mostruosità, dettò: - Nomino erede universale di tutto il mio patrimonio, di tutto il mio patrimonio, mia figlia Teresa Uzeda duchessa [...]
[...] di Radalì.. con l'obbligo che essa faccia precedere il cognome dei suoi figli col mio casato, chiamandoli Uzeda-Radalì di Francalanza... e così per [...]
[...] tutta la discendenza, sino alla fine... - Eccellenza... - Scrivete!... Lascio a mia moglie Graziella principessa di Francalanza il mio palazzo [...]
[...] !... - E continuò a dettare i legati alle persone di servizio, ai parenti per il corrotto, alle chiese per le messe, ai preti per le elemosine; e [...]
[...] non una sola parola, non un accenno a quel figlio. Ordinò che i funerali fossero celebrati col decoro competente al suo nome, che il suo corpo [...]
[...] , parve al notaro che l'ultimo momento fosse giunto davvero. Ma allora l'infermo si rianimò, prese il foglio, lo rilesse parola per parola e lo firmò [...]
[...] . Quando le ultime formalità furono compite, quando il testamento fu chiuso, l'eccitazione dell'infermo venne meno a un tratto. Egli aveva [...]
[...] che morire! Nessuno gli cavò più una parola: immobile, tetro, serrò gli occhi, aspettando. Il notaro era già corso dal duca: - Il principino [...]
[...] diseredato! Messo fuori di casa! Erede universale la figlia! Il palazzo alla madrigna!... E quando mai s'è vista una cosa simile?... La casa [...]
[...] Francalanza è proprio finita?... Pensateci voi!.... Riparate lo scandalo!... Persuadete quel pazzo!... Il duca, in quei giorni, aveva da fare: la [...]
[...] tredicesima legislatura era stata chiusa, i comizii convocati per il 26 maggio. Deciso a ritirarsi se lo avessero nominato senatore, egli [...]
[...] ottenere il posto, tornava a battersi per lo zio. Nonostante le sue occupazioni, udite le notizie portategli dal notaro, il duca accorse a palazzo [...]
[...] ; ma il principe aveva dato ordine di non lasciar entrare anima viva. Andò allora in cerca di Consalvo. Questi era al municipio, dove presiedeva [...]
[...] ? - esclamò piano il duca, ma con aria grave ed inquieta; e gli riferì ogni cosa. - Ebbene? - rispose Consalvo, arricciandosi i baffi. - Come, ebbene [...]
[...] !.... Il palazzo lasciato a sua moglie per cacciartene via?... Non capisci questo?... Non te ne duole?... Consalvo lasciò che lo zio dicesse; poi [...]
[...] ... - egli tacque un poco, perchè questo veramente gli coceva, il principe aveva saputo portare il colpo, - quanto al palazzo, case non ne mancano [...]
[...] per la città. Ad una voce, in alto e in basso, il principe fu biasimato. Antipatia e odio contro il figliuolo, sia pure; ma fino a questo punto [...]
[...] , nondimeno, lo aveva trattato come il prediletto?... La cosa era solo possibile in quella casa di matti. Pazzo il padre e pazzo il figlio! Ma i [...]
[...] fautori del principino esclamarono: «Vedete il suo disinteresse?... Per esser uomo di carattere, per non transigere, perde un patrimonio, e non glie ne [...]
[...] importa niente!...» Ma se tutti, universalmente, biasimavano il principe, tra la servitù, tra i familiari, tra i lavapiatti regnava una vera [...]
[...] costernazione. La casa Francalanza finita! Le ricchezze alla femmina! Il palazzo alla moglie! Era venuta dunque la fine del mondo?... E una sola [...]
[...] immensa! Il duchino non avrebbe potuto contare le proprie ricchezze! Se 606 Giovannino non si sarebbe maritato - e lei c'era per questo! - la [...]
[...] comprendere nulla, sotto il peso della tragica fatalità che sentiva aggravarsi tutt'intorno. A momenti pregava che l'agonia del padre durasse, perchè [...]
[...] l'atroce supplizio del principe, s'incolpava di quella preghiera inumana... Il principe moriva a pezzo a pezzo, tra bestemmie e preghiere [...]
[...] una notte un servo corse in casa Radalì: il principe era agli estremi. La notizia fu comunicata al barone 607 Giovanni, perchè avvertisse il [...]
[...] un gran freddo serpeggiarle pel corpo. - Mio padre?... - e cacciato un grido, cadde riversa sul letto. La duchessa scosse il duca Michele per [...]
[...] destarlo dal sonno greve, e corse a cercare dei cordiali. La cameriera e la balia accorsero anch'esse. Nella stanza attigua il barone pareva [...]
[...] . - Giovannino! - gridò a un tratto il duca. Egli entrò. Era distesa sul letto, con le braccia nude, il seno nudo, i capelli d'oro diffusi sul guanciale, le [...]
[...] egli s'allontanò, andò a mettersi dietro la finestra dell'altra stanza. Mezz'ora dopo uscirono tutti e tre: la suocera e il marito reggevano Teresa [...]
[...] terribile che un giorno avrebbe potuto rodere, distruggere il suo proprio corpo in quel momento pieno di vita. Era il sangue impoverito della vecchia [...]
[...] , prima di conseguire il trionfo, ucciso da quei mali terribili che ammazzavano gli Uzeda giovani ancora? Suo padre avrebbe dato tutte le proprie [...]
[...] ricchezze per vivere un anno, un mese, un giorno di più. Che avrebbe dato egli stesso, perchè nelle proprie vene scorresse il sangue vivido e sano [...]
[...] di un popolano?... «Niente!...» Il sangue povero e corrotto della vecchia razza lo faceva quel che era: Consalvo Uzeda, principino di Mirabella oggi [...]
[...] , domani principe di Francalanza. A quello storico nome, a quei titoli sonori egli sentiva di dovere il posto guadagnato nel mondo, la facilità [...]
[...] giudicava quasi severamente per la lunga lotta sostenuta contro il padre. L'ostinazione, l'irremovibile durezza di cui aveva fatto mostra non [...]
[...] preghiere degli agonizzanti, nella camera dell'infermo; il principe rantolava. Dinanzi allo spettacolo della morte, il senso di paura agghiacciava [...]
[...] nuovamente il cuore di Consalvo. Egli aveva pietà del padre, di tutti i suoi. Stravaganti, duri, prepotenti, maniaci: erano forse responsabili [...]
[...] delle loro brutte qualità? «Tutto si paga!...» e anch'essi pagavano il gran nome, la vita fastosa, le più invidiate fortune!... Ma quel viso [...]
[...] affilato del padre, quello sguardo cieco, quel rantolo affannoso!... Il giovane piegava i ginocchi, intuiva cose che aveva negate. Egli che s'era fatto [...]
[...] ella poteva ricorrere nella tristezza... Il sacerdote che vegliava l'agonizzante alzò ad un tratto le braccia al cielo. S'udì lo scoppio di pianto [...]
[...] moglie. Nella Sala Rossa, la duchessa ripeteva che era meglio fosse morto, quel poveretto; non era vivere, il suo. Il duca col maestro di casa e [...]
[...] il portinaio che gli faceva cenno di dovergli parlare. - Permetti... - disse al cugino, e avvicinossi al servo, credendo gli chiedesse qualche [...]
[...] raccapriccio al giovane. - Che disgrazia, Eccellenza!... Suo cugino il barone... il cognato della duchessina... - Giovannino? - esclamò egli, non [...]
[...] comprendendo. - S'è ammazzato, è morto.... or ora; è venuto or ora il cameriere della duchessa... l'ho lasciato abbasso... Morto, con una pistolettata [...]
[...] ... Per avvertir prima Vostra Eccellenza... Bisogna mandare qualcuno... Un sospiro di terrore e d'ambascia sfuggì dal petto a Consalvo. Il [...]
[...] «figlio del pazzo,» la pazzia, la morte violenta!... Ad un tratto si scosse, strinse il braccio al servo: - Non una parola a nessuno, capisci [...]
[...] ?.... Andrò io stesso... Aspetta il mio ritorno... non dire che sono andato fuori... Sentiva di dover fare qualcosa. E quel sentimento, la nettezza della [...]
[...] certo che non la sola eredità, non la sola malattia avevano sconvolto il cervello del giovane. Bisognava dunque nascondere il suicidio per Teresa [...]
[...] , per la famiglia, per la gente... E appena giunto in casa dei Radalì, appena entrato nella camera dove il cadavere giaceva per terra, ai piedi di [...]
[...] un divano, sotto un trofeo d'armi, esclamò dinanzi alla servitù costernata: 611 - Ah, quest'armi maledette!.... Credeva che il revolver [...]
[...] fosse scarico.... Povero Giovannino!.... Che disgrazia!... Nessuno osò rispondere. Prima che sopraggiungesse la giustizia, egli tolse l'arma che il [...]
[...] ... - confermò egli, con chiara voce, interamente rassicurato. Il «signor principe» che gli dava per la prima volta il magistrato gli rammentava [...]
[...] giustizia non era l'ultimo motivo della sua compiacenza; egli diceva al pretore: - Il mio povero cugino era solo in casa... Aveva la passione delle [...]
[...] stettero un mese fra la vita e la morte. Il dolore della madre fu terribile, poichè ella vide nella spaventosa disgrazia la mano di Dio. Quella [...]
[...] morte era stata permessa affinchè ella scorgesse il proprio errore e misurasse la colpa commessa disamando, trascurando, disprezzando quel poveretto [...]
[...] cessarono più; nel vedere il muto, inconsolabile dolore dell'altro figlio, le crisi di pianto quasi la soffocavano. Quanto alla duchessa Teresa [...]
[...] occhi al padre ed era quindi sotto il peso d'un dolore più grande. Solamente Consalvo non riusciva a comprendere come la nuova sciagura che [...]
[...] moto di stupore, quasi ella l'avesse prevista. Strappata dal letto di morte del principe, ella solo potè strappare il marito e la suocera dal [...]
[...] , tergendo il pianto degli altri, passando dalla madrigna alla suocera, dai figli al marito. Solamente col nuovo giorno, quando venne da San Martino [...]
[...] dei Bianchi il suono del mortorio, ella portò la mano al cuore e cadde. La pietà fu immensa. «Solo il Signore potè darle tanta forza,» dissero i [...]
[...] sera, però, faceva portar su il registro aperto al pubblico in portineria. Egli 613 numerava le centinaia di firme disposte in colonna e le [...]
[...] politici. Quelle carte erano il documento e la misura della sua popolarità e del suo credito, poichè grandi e piccoli, noti ed ignoti, tutta la città [...]
[...] passava sotto il portone del palazzo. Dopo il funerale, celebrato con pompa straordinaria, egli cominciò a ricevere. Dalle due alle sei di giorno [...]
[...] , dalle otto alle undici di notte, le sale erano stipate: assessori, consiglieri, impiegati, il prefetto, il generale, il questore, parenti, amici [...]
[...] sull'accidente del cugino; ma poi, per toglier dall'imbarazzo le persone, avviava il discorso sopra un altro soggetto, chiedeva notizie degli affari [...]
[...] dottori; il suo male, 614 ostinato, ribelle, come alimentato da un veleno misterioso, si prolungava esaurendo le sue forze. A poco a poco, andò [...]
[...] meglio anche lei, ma il giorno che tentò di levarsi, cadde senza sentimento. Poi tornò a riaversi. Consalvo, una mattina, prima d'uscire, passato a [...]
[...] parte, taciturni, con aria grave. Teresa, con la testa sollevata da un monte di guanciali, sul cui candore il suo viso emaciato pareva di cera [...]
[...] non credo che questa potesse essere la sua volontà vera.... Se il Signore non ce lo avesse tolto, egli l'avrebbe certo modificata.... Io ho detto a [...]
[...] voi.... non posso. Un momento di silenzio. La duchessa aveva gli occhi pieni di lacrime, scrollava il capo amaramente. Consalvo disse: - Perchè [...]
[...] all'idea di non aver altro dal padre che la legittima. Piuttosto lo stupiva un poco il magnanimo disinteresse di Teresa, che il cognato e la zia [...]
[...] profittare di quel testamento per portarti via il tuo.... Siamo ricchi abbastanza.... siamo troppo ricchi.... e daremmo.... 615 Girò il capo per [...]
[...] neppure che tu.... l'erede del nome.... il solo del nostro nome, ne esca.... Egli provò una commozione indefinibile: era il piacere di trionfare [...]
[...] una seconda volta. Pareva che sul punto di morire, con l'anima già lontana dal mondo dettasse le ultime disposizioni per assicurare la pace, il [...]
[...] indotto tutti gli altri ad accettare, si levò da ogni parte. Il vescovo in persona venne a trovarla, appena ella fu in grado di riceverlo; e [...]
[...] mentr'ella gli baciava la mano, piangendo, le disse: «Figlia mia, ho saputo. Sii benedetta ora e sempre, pel bene che fai.» Ella scosse il capo [...]
[...] prelati avevano ricevuto commissione di far dire messe pel riposo delle anime del principe e del barone. I Radalì avevano già stabilito di lasciare il [...]
[...] palazzo Francalanza, per andarsene alla Tardarìa, appena Teresa sarebbe stata in grado di sopportare il viaggio. Dal giorno funesto, solo [...]
[...] morto erano tutte chiuse. Il domani partirono per la montagna, dove restarono tutta l'estate e l'autunno. Frattanto Consalvo stabilivasi [...]
[...] definitivamente al palazzo paterno. Lasciato alla principessa il quartiere di mezzogiorno, egli s'era riservato quello di gala, ma pei 617 soli [...]
[...] tenute di Gibilfemi e il podere dell'Oleastro, che valevano il doppio. Consalvo, durante le trattative, era andato quasi tutti i giorni dalla sorella [...]
[...] punzecchiar la sorella per la fervente, la crescente sua devozione. Adesso il Vicario, il confessore, le suore di carità parevano domiciliati in casa di [...]
[...] salute di Giovannino, della cui pazzia e del cui suicidio ella era stata in parte cagione? Sapeva ella che il giovane s'era ucciso, e non era già [...]
[...] piace di chiamarle così, le mie superstizioni. Ti chiedo troppo? Egli chinò il capo, prima di tutto perchè il ragionamento era giusto, e poi anche [...]
[...] perchè le aderenze di Teresa nel mondo clericale gli potevano giovare. Infatti, il giorno tanto aspettato s'avvicinava rapidamente: la riforma [...]
[...] sicura come gli era sembrata il primo giorno, a Roma, durante la sua conversazione con l'onorevole Mazzarini e poi nei principii della [...]
[...] ne volevano migliaia. E se egli era sicuro della città, non sapeva che assegnamento fare sulle sezioni rurali. 619 Già il vecchio duca [...]
[...] , fiutato il vento, annunziava ai suoi intimi che avrebbe accettato un seggio al Senato: sicuro d'essere spazzato via come una foglia secca, egli si [...]
[...] Destra e di Cavour, era sicuro che i nuovi elettori avrebbero dato il gambetto al governo della Riparazione, restaurando il principio moderato. E [...]
[...] libero, ma gli conveniva evitare un grave pericolo: che, prolungando il suo soggiorno al municipio, il vantaggio ottenuto andasse perduto e si [...]
[...] : bisognava o imporre tasse o contrarre un debito, ed egli non voleva affrontare l'impopolarità di simili provvedimenti. Afferrò quindi il primo [...]
[...] pretesto per battersela. L'amministrazione comunale discuteva ancora una volta sul modo di riscuotere i dazii, poichè il sistema 620 [...]
[...] dell'appalto non aveva fatto buona prova. Egli dichiarò, nelle private conversazioni, che il ritorno alla riscossione diretta era per lui uno sbaglio e che [...]
[...] Benedetto in nome dei colleghi, - che significa questa lettera? - Significa, - rispose il principe, guardando per aria, - che io non ho voluto [...]
[...] esercitare nessuna costrizione, e siccome il vostro modo di vedere è contrario al mio, così, per lasciarvi liberi, me ne vado. - Ma a proposito di che [...]
[...] via alle insistenze. Disse che da un pezzo, in tante questioni, in cento piccoli affari quotidiani, s'era accorto che non c'era più fra loro il [...]
[...] buon accordo d'un tempo. Ora egli non poteva nè rinunziare alle proprie idee, nè imporle agli altri: il meglio era quindi andarsene. - Potevate [...]
[...] però dirlo prima! Non piantarci in asso! È questo il modo?... Confusamente, essi comprendevano il tiro che aveva loro giocato, il ballo cui li [...]
[...] lasciava; Giulente soltanto insisteva: - Ebbene, c'è mezzo di riparare: torneremo sulle deliberazioni prese; il Consiglio non le ha ancora [...]
[...] dato credito alla voce che li diceva altrettanti burattini mossi dai fili che il sindaco tirava a suo talento? - È un tradimento! - vociferavano [...]
[...] , negli ultimi tempi aveva ben capito che il nipote nutriva anche lui l'ambizione d'esser deputato; ma era sicuro che non si sarebbe presentato [...]
[...] subito, che gli avrebbe ceduto il passo almeno la prima volta, e ad ogni modo poteva forse sospettare un tiro di quel genere, l'imbroglio in cui lo [...]
[...] iniziato alla vita pubblica gli portava via il posto tanto aspettato e gli sparava calci per tutta gratitudine. E il duca? Il duca che gli aveva [...]
[...] tante volte promesso di lasciare a lui, ritirandosi, l'eredità politica?... Il duca, dal quale egli corse, gli disse: - È vero, t'avevo promesso [...]
[...] il mio appoggio, ma in altri tempi, quando non potevo prevedere la situazione attuale... Ora che si presenta Consalvo, capisci tu stesso in che [...]
[...] ? - esclamò ridendo il duca, che aveva in tasca la formale promessa d'un seggio al Senato. - Non vedi che i partiti vecchi sono finiti? che c'è una [...]
[...] giovare il mio appoggio? Se mi presentassi io stesso - per giustificarsi, riconosceva finalmente la verità - resterei nella tromba!... E vuoi che [...]
[...] gli elettori ascoltino la mia voce? L'appoggio che posso dare è puramente ideale... forse sarà una pietra al collo che affonderà il candidato [...]
[...] sentiva il bisogno di sfogare, di dire il fatto suo a quel birbante. 623 - Tu hai fatto questo.... hai fatto questo pei tuoi fini, per lasciar [...]
[...] nell'imbroglio me?... Per rovinarmi?... Per prendere il mio posto?... Consalvo lo guardò con un ambiguo sorriso, fingendo di non capire. - Che [...]
[...] sai che il posto è mio? Che da tanti anni lo aspetto? Che tuo zio me l'aveva promesso?... - Posto? - fece Consalvo, con la stess'aria d'ingenuo [...]
[...] preso il posto, a tradimento? Il sorriso scomparve dal viso di Consalvo. - Vi faccio osservare che siete riscaldato e che non riflettete a quel che [...]
[...] dite. - Ah, non rifletto? - Qui non si tratta di posti di platea, dove siede chi ha pagato il biglietto. Io non v'ho preso nulla, per la [...]
[...] che crede... - E tu sei anche libero di piantarci in asso, ora che vedi il baratro spalancato?... - Non c'è baratro. C'è qualche difficoltà da [...]
[...] superare; vuol dire che avrete l'agio di far valere la vostra abilità.... Il sangue montò alla testa di Benedetto: - Siete tutti d'una razza [...]
[...] , gli voltò le spalle e scomparve. 624 Giulente, nell'uscire, non rispose al saluto dei servi, non udì quel che diceva il maestro di casa [...]
[...] . Credettero che fosse impazzito, vedendolo scappar via, acceso in viso, col braccio levato e il pugno chiuso. Parlava solo: «Falsi, bugiardi [...]
[...] , traditori!... La rivoluzione! Il salto nel buio!... Essi però saltano in piedi!... Dopo il Sessanta quell'altro saltò in piedi!... S'è aggiustato gli [...]
[...] affari di casa sua!... Adesso il nipote!... Il salto nel buio!... Borbonici fin nelle ossa!... Dovevano impiccarlo, al Sessanta!... Ed io, che li [...]
[...] vecchia, il principe, Raimondo... «Chi sono dunque?... Una mala razza di predoni spagnuoli, arricchiti con le ladrerie!... A me?... Io me li [...]
[...] venuto. Strappò il campanello, entrò come uno spiritato. Lucrezia, sdraiata sopra una poltrona, colle mani sulla pancia, lo guardò un poco [...]
[...] d'infami traditori!... 625 - Chi? - Chi? Tuo zio, tuo nipote, i tuoi parenti, quella mala razza, che maledetta sia l'ora e il giorno... Ella lo [...]
[...] . Vorresti difenderli? O tieni loro il sacco? - Sei proprio un imbecille, - esclamò ella, levandosi. Allora Benedetto perse il lume degli occhi [...]
[...] nel pieno della guancia e tonò come una schioppettata. A un tratto la lasciò e andò a chiudersi in camera. I servi che avevano visto entrare il [...]
[...] poltrona. Era pentito dell'atto brutale, ma non esprimeva il pentimento. Ruminava continuamente il suo rancore, considerava i partiti che gli si [...]
[...] . - Hai ragione, - rispose sua moglie. Dietro l'uscio, il giorno innanzi, aveva compreso dai discorsi degli assessori il tiro giocato da Consalvo a [...]
[...] colpa di Consalvo, o non piuttosto di quella bestia di Benedetto? Ciò che avevano detto gli assessori era vero? Il duca non avrebbe riparato?... Nè [...]
[...] l'aspetto sconvolto di Giulente quand'era rincasato, nè le violenti parole contro Consalvo e il duca l'avevano persuasa; forse egli 627 [...]
[...] avrebbe parlato un giorno intero senza riuscire a nulla. Il ceffone la convertì. Quasi che il suo torbido cervello avesse bisogno d'una scossa [...]
[...] !...» Durante il desinare tacquero entrambi. Giulente assaggiava appena le vivande e lasciava la posata nel piatto. «Ti senti male?... Desideri qualcosa [...]
[...] ?... Vuoi andare a letto?...» Ella gli prodigava ogni sorta d'attenzioni, lasciava di mangiare quando il marito non mangiava più. A un punto [...]
[...] , Benedetto si alzò. Si sentiva realmente male, tutto sossopra, e andò a letto. Ella l'aiutò a spogliarsi, gli sprimacciò i guanciali, gli preparò il [...]
[...] era questa: smantellata la rocca affaristico-conservatrice che per vent'anni aveva sostenuto il duca d'Oragua, sbaragliata l'Associazioue [...]
[...] , spaventando i progressisti timorati, potevano spingerli tra le file dei conservatori, dar nuova vita al boccheggiante moderatismo. Il posto più [...]
[...] , la sua rottura con lo zio dopo la «rivoluzione parlamentare» del 1876, legittimavano il programma ultra-liberale che egli veniva annunziando [...]
[...] . Appena andato via dal municipio, aveva cominciato il lavorio fuori città, nelle sezioni rurali. Popolani e contadini si svegliavano laggiù alla [...]
[...] borghesi, i facoltosi furono conquistati subito. Accompagnato da amici e ammiratori spontaneamente offertisi, egli cominciò il giro del collegio. Il [...]
[...] sindaco, il signore più ricco, o la persona più influente dava un pranzo o un ricevimento in suo onore, invitando gli altri maggiorenti. Non si [...]
[...] diceva una parola delle elezioni, ma il principe, affabile con tutti, s'informava dei bisogni del paese, ascoltava i reclami di tutti, prendeva [...]
[...] scritto il decreto per la costruzione della ferrovia, per la riparazione delle strade, per il traslocamento del pretore. Ma dopo il banchetto o la [...]
[...] da povera gente dalle mani callose, cominciava il suo tormento. Egli stringeva quelle mani, senza guanti; si mescolava a quegli umili, sedeva [...]
[...] aveva desiderio di visitare «questo sodalizio tanto benemerito del paese.» Quasi da per tutto egli guadagnava simpatie e accaparrava voti. Il solo [...]
[...] sarei indegno se non avessi da far valere l'immenso affetto per gli operai, i cui miglioramenti, il cui benessere, la cui felicità sono stati e [...]
[...] «liberale» senza indicazione di partito parlamentare; il professor Lisi, ex-presidente della Progressista, a perciò con idee di Sinistra [...]
[...] ; Giardona e Marcenò, radicali. Consalvo si mise in relazione col primo di questi due, che era il più temperato, per un'azione comune. Dal radicalismo [...]
[...] dichiarazioni esplicite: egli s'impegnò a dare il suo voto a tutte le riforme chieste dal partito e sopra tutto alle riforme sociali. Andò a dire in [...]
[...] avanzati che sostenevano Marcenò gli si voltarono contro. Venne poi fuori un giornaletto, La Lima, che lo prese di mira, chiamandolo il «nobile [...]
[...] principe, il sire di Francalanza,» alludendo ai suoi parenti borbonici, affermando che un aristocratico suo pari, discendente dai Vicerè, non [...]
[...] poteva esser sincero quando sfoggiava la sua fede democratica. Allora anch'egli fece pubblicare un foglio, Il nuovo elettore. Tutti i numeri, dal [...]
[...] avevano articoli esaltanti «il giovane patrizio democratico a fatti, non a parole.» Stretto il patto con Giardona, restava da scegliere tra il Lisi [...]
[...] e il Vazza per formare la triade. Egli voleva mettersi con quest'ultimo, perchè era il più forte; ma Giardona minacciò di mandare tutto a monte [...]
[...] , perchè il Vazza, proclamandosi ambiguamente «liberale,» era il più moderato di tutti e ben visto perfino dalla Curia. Invece, l'alleanza con Lisi [...]
[...] : nobili parenti, impiegati comunali, maestri elementari, avvocati, sensali, appaltatori: un veglione. Il quartiere di gala era aperto al pubblico; egli [...]
[...] non relegava gli elettori nelle stanzette buie dell'amministrazione, come aveva fatto suo zio; spalancava le nobili Sale Gialla e Rossa, il [...]
[...] , il bene generale e quello particolare d'ogni singolo votante. Un perito agrimensore, compose un opuscolo intitolato: Consalvo Uzeda principe di [...]
[...] Francalanza, brevi cenni biografici, e glie lo presentò. Egli lo fece stampare a migliaia di copie e diffondere per tutto il collegio. Il [...]
[...] s'arrovellava: potendo, avrebbe messo il bavaglio a quei libellisti, li avrebbe banditi, imprigionati. Ma l'accusa che più lo feriva, che lo faceva [...]
[...] veramente sanguinare, era quella che cominciavano a lanciare: «Elettori, il candidato che noi vi presentiamo 632 non ha feudi nè blasoni, non oro da [...]
[...] vedendolo aggredito a quel modo: «Hanno ragione!» rispondeva, sorridendo: «il mio più grande titolo all'elezione è quello di principe!» Ciò che [...]
[...] egli esprimeva con la facezia era la verità. «Principe di Francalanza:» queste parole erano il passaporto, il talismano che operava il miracolo di [...]
[...] loro fasto e della loro potenza. Per lui, il buon popolo che si lasciava taglieggiare dai Vicerè era stato pervertito da false dottrine, da [...]
[...] posto, gridereste così?» il repubblicano sarebbe rimasto in un bell'impiccio. La quistione, dicevano alcuni, era che questi posti eminenti [...]
[...] 633 con un tratto di penna tutte le disuguaglianze sociali, esse non si sarebbero di nuovo formate il domani, essendo gli uomini naturalmente [...]
[...] diversi, e il furbo dovendo sempre, in ogni tempo, sotto qualunque regime, mettere in mezzo il semplice, e l'audace prevenire il timido, e il forte [...]
[...] soggiogare il debole! Nondimeno piegavasi, concedeva tutto, a parole, allo spirito dei nuovi tempi. I giornaletti arrabbiati lo mordevano [...]
[...] offendere il sentimento dell'uguaglianza umana, non parlava più dei «miei viaggi» e dei «miei feudi», pareva volersi scusare del suo titolo e delle [...]
[...] mente infiammata dall'ansietà della riuscita. Sarebbe riuscito? A momenti ne aveva l'intima e salda certezza; il governo era per lui: Mazzarini [...]
[...] contentava di riuscire, voleva stravincere, essere il primo degli eletti, assicurarsi stabilmente il collegio con una votazione unanime [...]
[...] fortissima, molti assicuravano che sarebbe riuscito il primo: raccoglieva adesioni dovunque e i clericali specialmente, senza sostenerne in pubblico la [...]
[...] permesso trattare così mio marito? Pan per focaccia, dice il proverbio! Benedetto non risulterà, ma neppur lui: la vedremo! Piuttosto mi meraviglio di [...]
[...] quella bestia di Monsignore.... - Zia! - Di quel bestione di Monsignore, che non vuole appoggiare mio marito. Invece di fare il giuoco di Vazza [...]
[...] te? Ti parlava dell'elezione? - Sì. - Voleva il tuo voto, ah! ah! - No, credeva che io potessi giovarle. - E che le hai risposto? - Che non posso [...]
[...] . - Parliamo, in questi giorni, d'un gran miracolo che il Signore ha permesso. Non hai sentito discorrere della Serva di Dio? Egli sapeva qualcosa, così in [...]
[...] costato la figura del giglio.... - A voce più bassa aggiunse: - Monsignore andrà a visitarla. - Vedrà anche il costato? Ella si trasse indietro, i [...]
[...] - Il Santo Padre ha ordinato che i cattolici non vadano alle urne come partito.... - Ah!... Dunque sai che c'è distinzione fra partito ordinato e [...]
[...] della Chiesa! - Anche tu?... - cominciò Consalvo, sul punto di protestare, di dire il fatto suo a quell'altra sciocca. Ma si contenne ancora una [...]
[...] benissimo!... - riprese, con tono diverso. - Il trionfo della Chiesa!... Ma su chi deve trionfare, sentiamo? - Sopra i suoi nemici e i suoi persecutori [...]
[...] . - Chi sono? Dove sono? In Italia? In Francia? Sentiamo un po': che bisogna fare? Restituire Roma al Papa, eh? Dargli tutta l'Italia, tutto il [...]
[...] : - È inutile che tu la prenda su questo tono. Presto o tardi il diritto legittimo trionferà. - Come? Quando? Dove? Ella alzò il capo e socchiuse [...]
[...] Carlo. Egli farà dell'Europa sette regni, e rimetterà il Santo Padre sulla cattedra di Pietro.... Questa volta Consalvo non riuscì a frenare le risa [...]
[...] t'è venuta questa qui? Dove hai saputo che accadranno tutte queste belle cose? Ella stese il braccio verso una scansietta piena di libri e vi prese [...]
[...] tutte le usurpazioni e tutte le eresie. Eco dei Profeti e dei SS. Padri....» A un tratto volse il capo, udendo il cameriere che annunziava, dalla [...]
[...] soglia, scostando la tenda: - Padre Gentile, Eccellenza. Entrò un prete alto, asciutto, con forti occhiali sul naso adunco come un rostro. - Il [...]
[...] principe di Francalanza, mio fratello... - presentò Teresa. - Padre Antonio Gentile... Il prete inchinossi profondamente. Consalvo lo squadrava da [...]
[...] capo a piedi. Un altro, adesso! Quella casa diventava una sacrestia! - Il Padre, - aggiunse Teresa, rivolta al fratello, - ha la bontà di dirigere [...]
[...] perduto troppo tempo. - Signor no, sono romano, - rispose il Padre. - È da un pezzo fra noi? 639 - Da qualche mese appena. - Tanto piacere [...]
[...] ... - fece il principe, alzandosi. Il prete s'alzò e s'inchinò una seconda volta. Teresa gli chiese permesso e accompagnò il fratello. - Dunque? - insistè [...]
[...] sulla Gazzetta ufficiale il decreto che chiudeva la sessione, egli si buttò a capo fitto nella lotta. Giorno e notte la sua casa parve trasformata [...]
[...] , protestando: «E lo dicevano superbo! Un signore tanto alla mano!...» Una sera, facendo il giro delle sale, Consalvo vide una faccia nuova, rassomigliava [...]
[...] tuttavia... a chi?... A Baldassarre, il suo antico maestro di casa! Ma i favoriti erano scomparsi, e invece sulle labbra già sbarbate dell'ex [...]
[...] ... dovere... - balbettò Baldassarre. Uscito dalla casa del principe, il maggiordomo s'era buttato alla politica, aveva abbracciato la fede democratica [...]
[...] , presiedeva ora una società operaia di mutuo soccorso. Giacchè il principino - Baldassarre adoperava ancora il diminuitivo per designare l'antico [...]
[...] Baldassarre, scrollando il capo. I membri del comitato, quella sera, riferivano i nomi degli elettori amici che avevano fatto iscrivere nelle liste. L'ex [...]
[...] vittoria è nostra! - Accetto di cuore l'augurio cortese. E Baldassarre, dimenticato il torto che gli aveva fatto il principe defunto, si fece in [...]
[...] quattro per assicurare il trionfo del principino, divenne in breve uno dei suoi luogotenenti. Egli faceva i suoi rapporti a Consalvo, ne riceveva le [...]
[...] istruzioni, gli dava a sua volta consigli; e il padrone e il servo erano scomparsi, sedevano a fianco alla stessa tavola, il principe passava la [...]
[...] qualunque accordo. Giulente boccheggiava. Per salvare il municipio aveva dovuto imporre nuove tasse, aggravare le antiche, congedare impiegati, lasciare in [...]
[...] di rovinarlo vantando il suo patriottismo dopo averlo deriso: «Al Volturno stava per lasciare una gamba!...» domandando a tutte le persone, ai [...]
[...] di Baldassarre, da canto loro, predicavano nelle osterie la democrazia del principe, pagavano da bere a quanti gli promettevano il voto. Una sera [...]
[...] , minacciando, intimorendo... «Il candidato di Francesco II ha sguinzagliato la mafia per tutto il collegio allo scopo di spaventare gli onesti cittadini [...]
[...] attribuite all'odio di parte, al rancore di chi sentiva mancarsi il terreno sotto i piedi. Il nome di Francalanza era su tutte le bocche, nessuno [...]
[...] dubitava oramai dell'elezione del principe. Egli preparava il discorso elettorale. Grandi cartelloni multicolori incollati per tutta la città [...]
[...] dei PP. Benedettini) il Principe di Francalanza esporrà il suo programma politico agli elettori del I° Collegio.» Seguivano le firme del [...]
[...] delle proprie idee, discutere le quistioni del giorno. «Almeno è certo che andranno al Parlamento solo quelli che sanno parlare!...» Ma udire il [...]
[...] provincia, che nessun teatro parve sufficiente. La palestra ginnastica, che era il secondo chiostro del convento di San Nicola, grande quanto una [...]
[...] i tappezzi lavoravano a disporre trofei di bandiere e festoni d'ellera e tende e ritratti, il principe si guardava intorno con un senso di stupore [...]
[...] sale e gabinetti scolastici; il refettorio trasformato in salone di disegno 644 dell'Istituto Tecnico, ingombro di cavalletti, ornato di stampe [...]
[...] e di gessi; il Coro di notte pieno d'attrezzi nautici; al posto dei grandi quadri, sugli usci delle camere, cartelli con l'iscrizione: Prima classe [...]
[...] - rammentava! - aveva quindici anni, era impaziente di prendere il posto che lo aspettava in società. Se gli avessero detto, allora, che egli [...]
[...] democratico contro il quale protestava la sua educazione ed il suo stesso sangue. Lì, a San Nicola, forse era più che a casa propria, egli era [...]
[...] dei primi baroni: bei tempi! Adesso ci vengono i figli dei ciabattini!» Il prestigio della nobiltà e della ricchezza era dunque veramente [...]
[...] imperituro, se quel povero diavolo parlava così d'una riforma che giovava ai suoi pari... Consalvo voleva rispondere: «Avete ragione...» ma il rumore di [...]
[...] era grandioso. Due mila seggiole erano disposte in bell'ordine nell'arena, e restava tuttavia spazio libero per gli spettatori in piedi. Il lato [...]
[...] bandiere abbracciavano le colonne, ed in mezzo a ciascun trofeo spiccava un ritratto: a destra e a sinistra della balaustrata da cui avrebbe parlato il [...]
[...] appuntata al petto. Giù, nel cortile esterno, si riunivano le società attorno alle bandiere e ai labari, per ricevere il candidato e [...]
[...] accompagnarlo alla palestra. Tre bande arrivarono una dopo l'altra, coi sodalizii più numerosi, tirandosi dietro una folla di curiosi; e il brusìo saliva [...]
[...] interveniva a un metingo democratico, che prestava il suo appoggio al principe non per quattrini ma per un'idea. Alla folla che voleva entrare ad ogni [...]
[...] , lasciò aprire la terrazza e l'arena. In un attimo l'onda umana vi si rovesciò. Era ancora la folla anonima, il popolo minuto; ma a poco per volta [...]
[...] essersi sgolato un'ora; tanto che dovè correre egli stesso a chiamarle: «Che fate qui? Non è il vostro posto! Venite dentro!...» Egli non era più [...]
[...] : «Il ricevimento si fa nella palestra, non nel cortile! Volete darmi lezioni?...» E mise le bande al posto opportuno, ordinando: «Marcia reale ed [...]
[...] , battibecchi politici, ma specialmente esclamazioni d'impazienza, tentativi d'applausi di chiamata, come al teatro, che facevano voltare il capo a tutti [...]
[...] e cavare gli orologi. Scoccava già mezzogiorno, il campanone di San Nicola dava i primi tocchi, quando venne da lontano un sordo clamore. «È qui [...]
[...] , è qui... Arriva... ci siamo!...» S'udivano adesso distintamente le grida: «Viva Francalanza!... Viva il nostro deputato!...» e scoppii d'applausi [...]
[...] il cui fragore cresceva, rimbombava nei corridoi, faceva tremare i vetri, destava tutte le sopite eco del monastero. Dalla palestra la folla s'era [...]
[...] vasto recinto, riecheggiò tempestosamente tra l'altra folla che circondava il candidato. Consalvo avanzavasi, pallidissimo, ringraziando appena [...]
[...] , da lontano, non potendo attraversare il muro vivente che lo serrava tutt'intorno, faceva segni disperati alla musica; e finalmente i sonatori [...]
[...] compresero; ma, ad un tratto, mentre il presidente del comitato si faceva alla balaustrata presentando il candidato, squillarono le note dell'inno [...]
[...] garibaldino, un nuovo fremito corse per la folla, il delirio ricominciò... Ora Consalvo, vinta la commozione paurosa, ringraziava più francamente a [...]
[...] destra e a sinistra, e sorrideva, sicuro di sè, gonfio il cuore di fiducia superba. La musica cessò nuovamente, la folla si chetò, le bandiere [...]
[...] animatamente se il candidato avrebbe cominciato con l'aristocratico Signori o il repubblicano Cittadini? Uno affermò: «Scommettiamo che dirà [...]
[...] angoli più remoti. - Io vi dichiaro, concittadini, che non posso, che non so parlare; tale è il tumulto di impressioni, di sentimenti, d'affetti [...]
[...] cancellare il ricordo di questo momento indescrivibile, di questa immensa corrente di simpatia che mi circonda, che m'incoraggia, che mi riscalda, che [...]
[...] infiamma il mio cuore, che ritorna a voi altrettanto viva e gagliarda e sincera quale viene dai vostri cuori a me. (Applausi prolungati). Ma [...]
[...] ). Concittadini!... Voi chiedete un programma a chi sollecita l'onore dei vostri suffragi; il mio programma, in mancanza d'altri meriti, avrà quello [...]
[...] . Permettetemi ch'io vi narri un aneddoto di quesi giorni lontani. Erano i tempi in cui Garibaldi il Liberatore correva trionfalmente da un capo [...]
[...] all'altro della libera patria italiana... (Bravo! bene!) Io ero allora fanciullo, ed alla mia mente inesperta ed ignara il nome di Garibaldi sonava come [...]
[...] applausi) di quell'uomo che, conquistato un regno, doveva, come Cincinnato, ridursi a coltivare il sacro scoglio, dove oggi aleggia il magnanimo [...]
[...] spirito di Lui, che fu a ragione chiamato il Cavaliere dell'umanità....» Gli stenografi smisero di scrivere, tale uragano d'applausi e grida si [...]
[...] scatenò. Urlavano: «Viva Francalanza!... Viva Garibaldi!... Viva il nostro deputato!...» e le parole del principe si perdevano nel clamore universale [...]
[...] , vedevasi solamente la bocca che s'apriva e chiudeva come masticando, il braccio che gestiva rotondamente per finire l'aneddoto: la confusione tra [...]
[...] Menotti Garibaldi e il padre, la sostituzione di sè stesso al morto cugino... «Silenzio!... Parla ancora!... Viva Garibaldi!... Viva il principino [...]
[...] !...» Tratto di tasca il fazzoletto, egli lo sventolò gridando: «Viva Garibaldi! 651 Viva l'Eroe dei due mondi!...» Poi, aspettando il silenzio [...]
[...] bandiera conquistata nella battaglia.... (Scoppio di battimani). All'alpigiano che passa tutti i suoi giorni tra le cime dei monti, il grandioso [...]
[...] gioia, si gonfia di giusta superbia nel contemplare il meritato orizzonte (Ovazione generale e prolungata). Cittadini! Io non voglio turbare la [...]
[...] della propria, visto e considerato che quando veniamo al mondo non ci chiedono il nostro parere.... (Ilarità fragorosa). Io sono responsabile [...]
[...] Francalanza!... Viva la Democrazia!... Viva la Libertà!... L'oratore è costretto a tacere per qualche minuto). Il piacere, l'ammirazione erano da per tutto [...]
[...] : negli amici che vedevano assicurato il trionfo, negli avversarii che riconoscevano la sua abilità, nella stessa gente minuta che non comprendeva [...]
[...] tutte le particolari quistioni riflettenti l'orientamento politico, l'ordinamento delle amministrazioni pubbliche, il regime economico e via dicendo [...]
[...] ! Questo che è impossibile nella vita d'un sol uomo, non solo è possibile, ma necessario nella vita collettiva dei popoli. Il legislatore deve [...]
[...] e il potere esecutivo, permettono che ci s'avvicini alla suprema conciliazione. Ma, come tutte le cose umane, queste istituzioni non sono [...]
[...] leali e re galantuomini, il dissidio sarà impossibile, la nostra fortuna sicura! (Scroscio di applausi prolungati, grida di: Viva il re!... Viva [...]
[...] l'Italia!... La voce dell'oratore è coperta dai battimani.) Ma poichè l'assetto della sovranità popolare e il benessere delle classi laboriose debbono [...]
[...] che suona: the right man in the right place. Ma essi dimenticano che questa citazione è una spada a due tagli, e che allorquando il Parlamento [...]
[...] s'impancò a critico, e il celebre Voltaire, seccato da tanta presunzione, gli disse: «Mastro Andrea, fate piuttosto parrucche.» (Ilarità). Ma se [...]
[...] Caino ed Abele, galoppava per la Babilonia, l'Egitto, la Grecia e Roma, saltava a pie' pari il medio-evo, piombava nell'Ottantanove, si arrestava [...]
[...] sociale? «No, ci vuol altro!» Qualche signora sbadigliava dietro il ventaglio, la gente che desinava all'una se la svignava. Ma, finalmente [...]
[...] .» L'unità germanica doveva soddisfare gl'Italiani, ma forse il panslavismo era un fenomeno con scevro di pericoli. «Io credo che s'apponesse il [...]
[...] principe di Metternich quando diceva.... Non sfuggì tuttavia all'acuto sguardo del conte di Cavour.... È certo che il concetto del celebre Pitt [...]
[...] ....» Prima di tutto occorreva riformare il sistema tributario. «Paul Leroy Beaulieu dice.... Secondo l'opinione dello illustre Smith....» Citazioni e cifre [...]
[...] .... Discentrare accentrando, accentrare discentrando....» Quanto alla marina mercantile, il sistema dei premii non era scevro d'inconvenienti. Poi [...]
[...] nell'arena e nei portici, specialmente nelle terrazze dove il sole arrostiva i cranii. «Ma questo non è un programma elettorale, è un discorso [...]
[...] ministro!...» sogghignavano alcuni; l'uditorio era schiacciato dal peso di quell'erudizione, di quelle nomenclature monotone; la luce troppo chiara, il [...]
[...] silenzio del monastero ipnotizzava la gente; il presidente del comizio abbassava lentamente la testa, vinto dal sonno; ma, ad uno scoppio di voce [...]
[...] tanto il segnale degli applausi, incorava i fedeli anch'essi accasciati e vinti; si disperava vedendo passare inosservate le bellissime cose [...]
[...] dette dall'oratore. Questi parlava da un'ora e mezza, era tutto in sudore, la sua voce s'arrochiva, il braccio destro infranto dal continuo gestire [...]
[...] , quelle iniziative che credono giuste e feconde (Benissimo). Il nostro motto sia; Fiat lux! (Applausi). Luce di scienza, di civiltà, di progresso [...]
[...] costante (Scoppio di applausi). Il pensiero della patria stia in cima ai nostri cuori (Approvazioni). La patria nostra è quest'Italia che il pensiero [...]
[...] , dov'ebbe culla il dolce stil novo e donde partirono gloriose iniziative (Nuovi applausi). La nostra patria è finalmente questa cara e bella città [...]
[...] l'Italia!) Viva il re! (Generali e fragorosi battimani). Viva la libertà! (Tutto il pubblico in piedi applaude e acclama. Si sventolano i fazzoletti [...]
[...] , si grida: Viva Francalanza! Viva il nostro deputato! Il presidente abbraccia l'oratore. Commozione generale, entusiasmo indescrivibile [...]
[...] ). Consalvo non ne poteva più, sfiancato, rotto, esausto da una fatica da istrione: parlava da due ore, da due ore faceva ridere il pubblico come un [...]
[...] che ha detto? Negli ultimi giorni, l'ansietà di Consalvo divenne febbre scottante. La riuscita non poteva mancare, ma egli voleva essere il [...]
[...] primo. Il suo comitato oramai era tutta la città, tutto il collegio, elettori e non elettori. I cartelloni con la scritta: Votate pel Principe di [...]
[...] Francalanza, Eleggete Consalvo Uzeda di Francalanza, È candidato al primo Collegio il Principe Consalvo di Francalanza crescevano di dimensioni [...]
[...] , erano lenzuoli di carta con lettere d'una spanna: sembrava che gli 659 stessi muri gridassero il suo nome... Il primo! il primo! Egli voleva [...]
[...] essere il primo!... La sera della vigilia c'era al palazzo un vero pandemonio: tutti domandavano: «Il principe?... Dov'è il principe?...» ma la gente [...]
[...] di casa rispondeva che egli era presso lo zio duca, il quale stava poco bene. Nondimeno il lavoro progrediva alacremente, come se egli ci fosse [...]
[...] toccava andare a vigilare nelle sezioni rurali. A mezzanotte arrivò il principe. L'adunanza si protrasse fino alle due, quando partirono le prime [...]
[...] carrozze per le sezioni lontane. E il domani, costituiti gli uffici, cominciata la votazione, insieme con la notizia della vittoria del principe [...]
[...] !....» Il principe, affermavano, s'era messo d'accordo, nelle ultime ore della sera innanzi, con Vazza; alcuni precisavano: «L'abbiamo visto noi [...]
[...] entrare in casa dell'avvocato, verso le undici...» e sostenevano che lì si fosse complottato il tradimento, l'accordo coi clericali, l'abbandono [...]
[...] di Lisi, fors'anche quello di Giardona. «Come, quando? Che diavolo infinocchiate? Il principe è stato in casa del duca, non si è mosso di lì [...]
[...] !...» rispondevano i suoi fautori nel tripudio della vittoria già assicurata. A palazzo, verso il tramonto, arrivarono i primi telegrammi delle sezioni [...]
[...] di provincia; ma quei risultati non erano tutti egualmente favorevoli: i candidati locali avevano forti maggioranze; il posto del principe, nelle [...]
[...] prime somme, oscillava fra il secondo ed il terzo. Consalvo, pallidissimo, aveva la febbre. Ma, come venivano i risultati delle sezioni urbane [...]
[...] , la sua posizione si consolidava; del terzo posto non si parlava più; 660 egli stava con Vazza tra il primo ed il secondo. Quando arrivarono [...]
[...] gli ultimi telegrammi e gli ultimi messi con le cifre definitive, non vi fu più dubbio: egli era il primo con 6043 voti; veniva dopo Vazza con 5989 [...]
[...] ; poi Giardona con 4914; il radicale Marcenò restava fuori con 3309; Lisi precipitava con meno di 3000 voti; gli altri erano tutti a distanza di [...]
[...] migliaia di voti, con 2000, con 1000 appena. Giulente non ne aveva più di 700! Era notte alta, ma il palazzo Francalanza, illuminato a giorno [...]
[...] , la dimostrazione si rinnovava, l'entusiasmo invece di raffreddarsi cresceva. Fra il basso popolo, una canzonetta, sull'aria del Mastro Raffaele [...]
[...] , furoreggiava: Evviva il principino Che paga a tutti il vino; Evviva Francalanza Che a tutti empie la panza. Gruppi di ubbriachi gridavano [...]
[...] : «Viva Vittorio Emanuele! Viva la rivoluzione! Viva il principino!...» cose ancora più pazze. Per tre giorni il palazzo restò ancora invaso dalla [...]
[...] colazione ed il pranzo. Modestamente, egli tentava parlare dei risultati generali, dell'«ottimo esperimento» che aveva fatto la nuova legge, del [...]
[...] senno di cui avevano dato prova gl'Italiani; ma non lo lasciavano dire, gli parlavano soltanto di lui, della sua clamorosa, meritata vittoria. Il [...]
[...] quarto giorno uscì nelle vie. Si spezzò il braccio, dalle tante scappellate, dalle tante strette di mano. La gioia gli si leggeva in viso [...]
[...] , traspariva da tutti i suoi atti e da tutte le sue parole, nonostante lo studio per contenerla. Stanco di veder gente, per assaporare altrimenti il [...]
[...] spalle. - È contenta Vostra Eccellenza dei risultati? - gli domandò Consalvo. Ma il vecchio, quantunque avesse raccomandato a tutti il nipote perchè [...]
[...] il potere restasse in famiglia, pure non sapeva difendersi da un senso d'invidia gelosa pel nuovo astro che sorgeva, mentre egli non solo era [...]
[...] d'Italia tutto è andato benissimo? Pareva dovesse cascare il mondo, e i radicali sono appena qualche dozzina. Anche la Destra ha guadagnato [...]
[...] sarebbe stato, tanto più presto avrebbe conquistato il suo posto alla capitale. E la specie di freddezza che gli dimostrava il duca non lo inquietava [...]
[...] padre, non le aveva tuttavia perdonato il rifiuto di aiutarlo nella candidatura; voleva ora farle vedere che anche da solo aveva saputo trionfare. Ma [...]
[...] Teresa non c'era. Il portinaio gli disse che la duchessa nuora era uscita con la carrozza di campagna, insieme con Monsignor Vicario. Egli salì [...]
[...] della duchessa, - disse compuntamente il Padre gesuita - spiega e legittima questa eccezione. Consalvo credè di dover chinare un poco il capo, in [...]
[...] atto di ringraziamento, come per una cortesia detta a stesso. - E quando tornerà? - Stasera, certo. - Monsignore, - continuava a spiegare il [...]
[...] giovane signora la distinguono fra tutte.... La conversazione, sempre sullo stesso soggetto, continuava fra il gesuita a la duchessa. Consalvo, visto sul [...]
[...] coeur de l'homme....» Contenendo a fatica il sorriso, Consalvo sorse in piedi. - Non sai che Ferdinanda sta male? - gli disse la duchessa. - Che ha [...]
[...] ? - Un'infreddatura. Ma alla sua età tutto può esser grave.... Perchè non vai a trovarla? Egli ascoltò il consiglio. Anche da quella parte poteva [...]
[...] curiosamente quel signore sconosciuto. Ditele che il principe suo nipote vorrebbe vederla. La vecchia era capace di non riceverlo; egli aspettava la [...]
[...] sconfessati, l'inno alla libertà e alla democrazia, il palazzo Francalanza invaso dalla folla dei 664 mascalzoni, Baldassarre ammesso alla tavola del [...]
[...] Ferdinanda aveva sentito rimescolarsi il vecchio sangue degli Uzeda, dallo sdegno, dall'ira; ma adesso era ammalata, l'egoismo della vecchiaia e [...]
[...] , nonostante le apostasie e i vituperii, egli era tuttavia il principe di Francalanza, il capo della casa, il suo protetto d'una volta.... «Lascialo [...]
[...] fece solo un gesto ambiguo col capo. - Ha febbre? Mi lasci sentire il polso.... No, soltanto un po' di calore. Che cosa ha preso? Ha chiamato un [...]
[...] dottore? - I dottori sono altrettanti asini, - gli rispose brevemente, voltandosi con la faccia contro il muro. - Vostra Eccellenza ha ragione [...]
[...] prenderle? Donna Ferdinanda fece il solito cenno col capo. - Io non sapevo nulla, altrimenti sarei venuto prima. M'hanno detto che Vostra Eccellenza [...]
[...] andata col Vicario, lei solamente ha avuto il permesso. Pare che sia un favore insigne.... Vostra Eccellenza crede a tutto ciò che si narra? 665 [...]
[...] nuovamente alla testa del paese... Forse le duole il mezzo col quale questo risultato si è raggiunto.... Creda che duole a me prima che a lei.... Ma noi [...]
[...] non scegliamo il tempo nel quale veniamo al mondo; lo troviamo com'è, e com'è dobbiamo accettarlo. Del resto, se è vero che oggi non si sta molto [...]
[...] che tutto vada per il meglio; ma è certo che il passato par molte volte bello solo perchè è passato.... L'importante è non lasciarsi sopraffare [...]
[...] fa legge, è più difficile da guadagnare e da serbar propizio che non il gregge umano, numeroso ma per natura servile.... E poi, e poi il mutamento è [...]
[...] ne ottenevano dalla Corte il richiamo.... o anche la testa!... Le avranno forse detto che un'elezione adesso costa quattrini; ma si rammenti quel [...]
[...] che dice il Mugnòs del Vicerè Lopez Ximenes, che dovette offrire trentamila scudi al re Ferdinando per restare al proprio posto.... e ci rimise i [...]
[...] denari! In verità, aveva ragione Salomone quando diceva che non c'è niente di nuovo sotto il sole! Tutti si lagnano della corruzione presente e [...]
[...] esteriore. Il primo eletto col suffragio quasi universale, non è nè un popolano, nè un borghese, nè un democratico: sono io, perchè mi chiamo principe di [...]
[...] Francalanza. Il prestigio della nobiltà non è e non può essere spento. Ora che tutti parlano di democrazia, sa qual è il libro più cercato alla [...]
[...] dire che il suo valore e il suo prestigio sono cresciuti?... In politica, Vostra Eccellenza ha serbato fede ai Borboni, - e questo suo sentimento è [...]
[...] assoluta tutelava meglio gl'interessi della nostra casta; ma una forza superiore, una corrente irresistibile l'ha travolta.... Dobbiamo farci mettere il [...]
[...] piede sul collo anche noi? Il nostro dovere, invece di sprezzare le nuove leggi, mi pare quello di servircene!... Travolto dalla foga oratoria, nel [...]
[...] 668 un altro discorso, il vero, la confutazione di quello tenuto dinanzi alla canaglia, e la vecchia stava ad ascoltarlo, senza più tossire [...]
[...] del Mugnòs?... - continuava Consalvo. - Orbene, imaginiamo che quello storico sia ancora in vita, e voglia mettere a giorno il suo Teatro [...]
[...] direbbe il Mugnòs redivivo; questo diranno con altre parole i futuri storici della nostra casa. Gli antichi Uzeda erano commendatori di San [...]
[...] ? La vecchia non rispose. - Fisicamente, sì; il nostro sangue è impoverito; eppure ciò non impedisce a molti dei nostri di arrivare sani e vegeti [...]
[...] Sconza, cioè Guasta!... Io e mio padre non siamo andati d'accordo, ed egli mi diseredò; ma il vicerè Ximenes imprigionò suo figlio, lo fece [...]
[...] . Noi siamo troppo volubili e troppo cocciuti ad un tempo. Guardiamo la zia Chiara, prima capace di morire piuttosto che di sposare il marchese, poi [...]
[...] , in un altro senso, la stessa Teresa. Per obbedienza filiale, per farsi dar della santa, sposò chi non amava, affrettò la pazzia ed il suicidio del [...]
[...] povero cugino! E la Beata Ximena che cosa fu, se non una divina cocciuta? Io stesso, il giorno che mi proposi di mutar vita, non vissi se non per [...]
[...] riconoscerebbe subito che il suo giudizio non è esatto. No, la nostra razza non è degenerata: è sempre la stessa.» FINE. [...]
[...] MASTRO-DON GESUALDO PARTE PRIMA I 5 Suonava la messa dell'alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva ancora della grossa, perchè era [...]
[...] subito, dal quartiere basso, giunse il suono grave del campanone di San Giovanni che dava l'allarme anch'esso; poi la campana fessa di San Vito [...]
[...] s'erano svegliate pure le campanelle dei monasteri, il Collegio, Santa Maria, San Sebastiano, Santa Teresa: uno scampanìo generale che correva sui [...]
[...] tetti spaventato, nelle tenebre. — No! no! è il fuoco!... Fuoco in casa Trao!... San Giovanni Battista! Gli uomini accorrevano vociando, colle [...]
[...] brache in mano. Le donne mettevano il lume alla finestra: tutto il paese, sulla collina, che formicolava di lumi, come fosse il giovedì sera, quando [...]
[...] , aiuto! — II fuoco! Avete il fuoco in casa! Aprite, don Ferdinando! — Diego! Diego! Dietro alla faccia stralunata di don Ferdinando Trao apparve [...]
[...] allora alla finestra il berretto da notte sudicio e i capelli grigi svolazzanti di don Diego. Si udì la voce rauca del tisico che strillava [...]
[...] scappare dalla finestra di donna Bianca, e s'è cacciato dentro un'altra volta, al vedere accorrer gente!... — Brucia il palazzo, capite? Se ne va [...]
[...] in fiamme tutto il quartiere! Ci ho accanto Ia mia casa, perdio! — Si mise a vociare mastro-don Gesualdo Motta. Gli altri intanto, spingendo [...]
[...] , di brocche piene d'acqua; compare Cosimo colla scure da far legna; don Luca il sagrestano che voleva dar di mano alle campane un'altra volta, per [...]
[...] cortile non si vedeva ancora il fuoco. Soltanto, di tratto in tratto, come spirava il maestrale, passavano al di sopra delle gronde ondate di fumo [...]
[...] , che si sperdevano dietro il muro a secco del giardinetto, fra i rami dei mandorli in fiore. Sotto la tettoia cadente erano accatastate delle fascine [...]
[...] non si era mai potuta vendere. — Peggio dell'esca, vedete! — sbraitava mastro-don Gesualdo. — Roba da fare andare in aria tutto il quartiere [...]
[...] !... santo e santissimo!... E me la mettono poi contro il mio muro; perchè loro non hanno nulla da perdere, santo e santissimo!... In cima alla scala [...]
[...] Pelagatti il quale stava a guardare sbadigliando, col pistolone in mano. — Santo e santissimo! Contro il mio muro è accatastata!... Volete sentirla [...]
[...] , sì o no? Giacalone diceva piuttosto di abbattere la tettoia; don Luca il sagrestano assicuro che pel momento non c'era pericolo: una torre di [...]
[...] Babele! Erano accorsi anche altri vicini. Santo Motta colle mani in tasca, il faccione gioviale e la barzelletta sempre pronta. Speranza, sua sorella [...]
[...] , verde dalla bile, strizzando il seno vizzo in bocca al lattante, sputando veleno contro i Trao: — Signori miei... guardate un po'!... Ci abbiamo [...]
[...] allocco! Cosa siete venuto a fare dunque? Mastro-don Gesualdo si slanciò il primo urlando su per la scala. Gli altri dietro come tanti leoni per [...]
[...] gli stanzoni scuri e vuoti. A ogni passo un esercito di topi che spaventavano la gente. — Badate! badate! Ora sta per rovinare il solaio! — Nanni [...]
[...] a un pelo d'ammazzare il sagrestano col pistolone di Pelagatti. Si udiva sempre nel buio la voce chioccia di don Ferdinando il quale chiamava [...]
[...] , capite? Se ne va in fiamme tutto il quartiere! Era un correre a precipizio nel palazzo smantellato; donne che portavano acqua; ragazzi che si [...]
[...] che pendevano ancora dalle pareti, toccando gli intagli degli stipiti, vociando per udir l'eco degli stanzoni vuoti, levando il naso in aria ad [...]
[...] in casa loro. Un va e vieni che faceva ballare il pavimento. — Ecco! ecco! Or ora rovina il tetto! — sghignazzava Santo Motta, sgambettando in [...]
[...] alla folla che rovistava in ogni cantuccio la miseria della loro casa, continuando a strillare: — Bianca!... Mia sorella!... — Avete il fuoco in [...]
[...] udì una voce dal vicoletto. — Il fuoco è lassù, in cucina... Mastro Nunzio, il padre di Gesualdo, arrampicatosi su di una scala a piuoli, faceva [...]
[...] dei gesti in aria, dal tetto della sua casa, il dirimpetto. Giacalone aveva attaccata una carrucola alla ringhiera del balcone per attinger acqua [...]
[...] dalla cisterna dei Motta. Mastro Cosimo, il legnaiuolo, salito sulla gronda, dava furiosi colpi di scure sull'abbaino. — No! no! — gridarono di [...]
[...] sotto. — Se date aria al fuoco, in un momento se ne va tutto il palazzo! Don Diego allora si picchiò un colpo in fronte, balbettando: — Le carte di [...]
[...] spirava il vento, entravano a ondate vortici di fumo denso, che facevano tossire don Diego, mentre continuava a chiamare dietro l'uscio: — Bianca [...]
[...] ! Bianca! il fuoco!... Mastro-don Gesualdo il quale si era slanciato furibondo su per la scaletta della cucina, torno indietro accecato dal fumo [...]
[...] ! — Mastro Nunzio, in piedi sul tetto della sua casa, si dimenava al pari di un ossesso. Don Luca, il sagrestano, era corso davvero ad attaccarsi [...]
[...] !... — Udivasi un tramestio dietro quell'uscio; un correre all'impazzata, quasi di gente che ha persa la testa. Poi il rumore di una seggiola rovesciata [...]
[...] mai. Si udì soltanto la voce di lui, una voce d'angoscia disperata, che balbettava: - Voi?... Voi qui?... Accorrevano il signor Capitano [...]
[...] , l'Avvocato fiscale, tutta la Giustizia. Don Liccio Papa, il caposbirro, gridando da lontano, brandendo la sciaboletta sguainata: — Aspetta! aspetta! Ferma [...]
[...] ! ferma! — E il signor Capitano dietro di lui, trafelato come don Liccio, cacciando avanti il bastone: — Largo! largo! Date passo alla Giustizia [...]
[...] fuoco!... Che scherzate?... Siete una bestia! — Signor Capitano, credevo che fosse il ladro, laggiù al buio... L'ho visto con questi occhi! — Zitto [...]
[...] ! zitto, ubbriacone! — gli diede sulla voce l'Avvocato fiscale. — Piuttosto andiamo a vedere il fuoco. Adesso dal corridoio, dalla scala dell'orto [...]
[...] accanto al fumaiuolo, caricava e scaricava il pistolone senza misericordia. Don Luca che suonava a tutto andare le campane; la folla dalla piazza [...]
[...] canna d'India. Don Ferdinando, il quale tornava in quel momento carico di scartafacci, bane il naso nel corridoio buio contro Giacalone che andava [...]
[...] correndo. — Scusate, don Ferdinando. Vado a chiamare il medico per la sorella di vossignoria. — Il dottor Tavuso! — gli gridò dietro la zia Macrì [...]
[...] tremanti, cercava di ricacciare indietro tutta quella gente. — No !... non è nulla!... Lasciatela sola!... — Il Capitano si mise infine a far [...]
[...] ! vagabondi! Voi, don Liccio Papa, mettetevi a guardia del portone. 12 Venne più tardi un momento il barone Mendola, per convenienza, e donna [...]
[...] Sarina Cirmena che ficcava il naso da per tutto; il canonico Lupi da parte della baronessa Rubiera. La zia Sganci e gli altri parenti mandarono il [...]
[...] servitore a prender notizie della nipote. Don Diego, reggendosi appena sulle gambe, sporgeva il capo dall'uscio, e rispondeva a ciascheduno: — Sta un [...]
[...] po' meglio... E più calma!... Vuol esser lasciata sola... — Eh! eh! — mormorò il canonico scuotendo il capo e guardando in giro le pareti squallide [...]
[...] della sala: — Mi rammento qui!... Dove è andata la ricchezza di casa Trao?... Il barone scosse il capo anche lui, lisciandosi il mento ispido di [...]
[...] vivere di salario!... Di limosina sì, possono vivere!... — Oh! oh! — interruppe il canonico, colla malizia che gli rideva negli occhietti di topo, ma [...]
[...] un sorrisetto incredulo, andava stuzzicando ora donna Sarina ed ora il barone, il quale chinava il capo, seguitava a grattarsi il mento [...]
[...] discretamente, fingeva di guardare anch'esso di qua e di là, come a dire: — Eh! eh! pare anche a me!... Giunse in quel mentre il dottor Tavuso in fretta, col [...]
[...] gote, accompagnato da don Ferdinando allampanato che pareva un cucco. La zia 13 Macrì e il canonico Lupi corsero dietro al medico. La zia Cirmena che [...]
[...] il barone Mendola, dandogli chiacchiera e tabacco, sputacchiando di qua e di là, onde cercare di sbirciar quello che succedeva dietro l'uscio [...]
[...] nessuno gli dava retta, fissava in volto or questo ed ora quello col suo sorriso sciocco. Il canonico Lupi, per levarselo dai piedi, gli disse [...]
[...] passa il Corpus Domini!... Quella del cucù?... Ci hanno anche la camera pel cucù, capite! 14 E il barone, con quella sfuriata, li piantò tutti lì, che [...]
[...] Macrì. — La Cirmena fece ancora alcuni passi nell'anticamera, perchè non udisse don Ferdinando il quale veniva a chiuder l'uscio, e soggiunse [...]
[...] sottovoce: — Lo sapevo da un pezzo... Vi rammentate la sera dell'Immacolata, che cadde tanta neve?... Vidi passare il baronello Rubiera dal vicoletto [...]
[...] qui a due passi... intabarrato come un ladro... II canonico Lupi attraverso il cortile, rialzando la sottana sugli stivaloni grossi in mezzo alle [...]
[...] , conchiuse: — Avete udito il dottore Tavuso? Possiamo parlare perchè siamo tutti amici intimi e parenti... A certa eta le ragazze bisogna maritarle [...]
[...] ! II Nella piazza, come videro passare don Diego Trao col cappello bisunto e la palandrana delle grandi occasioni, fu un avvenimento: — Ci volle il [...]
[...] alla meglio; per altro non era socio: poveri sì, ma i Trao non s'erano mai cavato il cappello a nessuno. Fece il giro lungo onde evitare la [...]
[...] farmacia di Bomma, dove il dottor Tavuso sedeva in cattedra tutto il giorno; ma nel salire pel Condotto, rasente al muro, inciampò in quella linguaccia [...]
[...] . Sembrava che tutti gli leggessero in viso il suo segreto! Si voltò ancora indietro esitante, guardingo, prima d'entrare nel vicoletto, temendo che Ciolla [...]
[...] stesse a spiarlo. Per fortuna colui s'era fermato a discorrere col canonico Lupi, facendo di gran risate, alle quali il canonico rispondeva [...]
[...] magazzino, in mezzo a una nuvola di pula, con le braccia nude, la gonnella di cotone rialzata sul fianco, i capelli impolverati, malgrado il [...]
[...] fazzoletto che s'era tirato giù sul naso a mo' di tettino. Essa stava litigando con quel ladro del sensale Pirtuso, che le voleva rubare il suo farro [...]
[...] pagandolo due tari meno a salma, accesa in volto, gesticolando con le braccia pelose, il ventre che le ballava: — Non ne avete coscienza, giudeo [...]
[...] baronessa, eccoli qua. — E tornato il baronello? — Sento Marchese che abbaia laggiù. — Va bene, adesso vengo. Dunque, pel farro cosa facciamo, mastro [...]
[...] cose strane che c'erano nel magazzino vasto quanto una chiesa. Una volta, al tempo dello splendore dei Rubiera, c'era stato anche il teatro. Si [...]
[...] vedeva tuttora l'arco dipinto a donne nude e a colonnati come una cappella; il gran palco della famiglia di contro, con dei brandelli di stoffa che [...]
[...] sudati e Bianchi di pula, cantando in cadenza; mentre Gerbido, il ragazzo, ammucchiava continuamente il grano con la scopa. — Ai miei tempi [...]
[...] il fatto suo i Rubiera! E ora vorreste continuare!... Lo pigliate il farro, sì o no? — Ve l'ho detto: a cinque onze e venti. — No, in coscienza [...]
[...] Giacalone, sempre facendo ballare il vaglio. Ma il sensale riprese il suo moggio, e se ne andò senza rispondere. La baronessa gli corse dietro, sull'uscio [...]
[...] , per gridargli: — A cinque e vent'uno. V'accomoda? — Benedicite, benedicite. Ma essa, colla coda dell'occhio, si accorse che il sensale si era [...]
[...] fermato a 17 discorrere col canonico Lupi, il quale, sbarazzatosi infine del Ciolla, se ne veniva su pel vicoletto. Allora, rassicurata, si rivolse [...]
[...] cerimonie... Siamo parenti. La buon'annata deve venire per tutti. Poi il Signore ci aiuta!... Avete avuto il fuoco in casa, eh? Dio liberi! M'hanno detto [...]
[...] dimenandosi sempre attorno al vaglio. — Conosco mastro Lio. E una bestia! Non torna. Ma in quel momento entrava il canonico Lupi, sorridente, con [...]
[...] quella bella faccia amabile che metteva tutti d'accordo, e dietro a lui il sensale col moggio in mano. — Deo gratias! Deo gratias! Lo combiniamo [...]
[...] questo matrimonio, signora baronessa? Come s'accorse di don Diego Trao, che aspettava umilmente in disparte, il canonico mutò subito tono e maniere [...]
[...] , colle labbra strette, affettando di tenersi in disparte anche lui, per discrezione, tutto intento a combinare il negozio del frumento. Si stette [...]
[...] indifferente, voltandogli le spalle, chiamando verso la botola: — Rosaria! Rosaria! — E tacete! — esclamò infine il canonico battendo sulle spalle di mastro [...]
[...] Gesualdo non ci ha che fare! — si mise a vociare il sensale. — Quello non è il mestiere di mastro-don Gesualdo! - Ma infine, come s'accordarono sul [...]
[...] prezzo, Pirtuso si calmò. Il canonico soggiunse: — State tranquillo, che mastro-don Gesualdo fa tutti i mestieri in cui c'è da guadagnare [...]
[...] . Pirtuso il quale s'era accorto della strizzatina d'occhio di Giacalone, andò a dirgli sotto il naso il fatto suo: — Che non ne vuoi mangiare pane, tu [...]
[...] ? Non sai che si tace nei negozi? — La baronessa, dal canto suo, mentre il 18 sensale le voltava le spalle, ammiccò anch'essa al canonico Lupi, come a [...]
[...] dirgli che riguardo al prezzo non c'era male. — Sì, sì, — rispose questi sottovoce. — Il barone Zacco sta per vendere a minor prezzo. Però [...]
[...] mastro-don Gesualdo ancora non ne sa nulla. — Ah! s'è messo anche a fare il negoziante di grano, mastro-don Gesualdo? Non lo fa più il muratore? — Fa [...]
[...] ne andava davvero. — Dunque, signora baronessa, posso venire a caricare il grano? — La baronessa, tornata di buon umore, rispose: — Sì, ma sapete [...]
[...] nella sua palandrana, e aveva tutt'altro per la testa il poveraccio! il canonico cambia subito discorso: — Eh, eh, quante cose ha visto questo [...]
[...] magazzino! Mi rammento, da piccolo, il marchese Lima che recitava Adelaide e Comingio colla Margarone, buon'anima, la madre di don Filippo, quella ch'e [...]
[...] schioppettata che tirarono al marchese Lima, mentre stava a prendere il fresco, dopo cena; e di don Nicola Margarone che condusse la moglie 'in [...]
[...] affermava coi segni del capo, dando un colpo di scopa, di tanto in tanto, per dividere il grano dalla mondiglia. — Così andavano in rovina le [...]
[...] per loro c'è ancora della grazia di Dio nel magazzino dei Rubiera, invece di feste e di teatri... In quella arrive il vetturale colle mule cariche [...]
[...] tranquillamente. — Alessi a ritornato col cane, ma il baronello non c'era. — Oh, Vergine Santa! — cominciò a strillare la padrona, perdendo un 20 [...]
[...] e pallido da un momento al l'altro. Aveva la faccia di uno che voglia dire: — Apriti, terra, e inghiottimi! — Tossì, cercò il fazzoletto dentro [...]
[...] il cappello, aprì la bocca per parlare poi si volse dall'altra parte, asciugandosi il sudore. II canonico s'affrettò rispondere, guardando [...]
[...] a cercarlo in camera sue e non lo trovo! Mi sentirà!... Oh, mi sentirà!... il canonico cercava di troncare il discorso, col viso inquieto, il [...]
[...] che si marita, capite!... E anche dopo! — Signora baronessa, dove s'hanno a scaricare i muli? — disse Rosaria grattandosi il capo. — Vengo, vengo [...]
[...] . Andiamo per di qua. Voialtri passerete pel cortile quando avrete terminato. Essa chiuse a catenaccio Giacalone e Vito Orlando dentro il magazzino [...]
[...] e s'avviò verso il portone. La casa della baronessa era vastissima, messa insieme a pezzi e bocconi a misura che i genitori di lei andavano [...]
[...] e bassi; finestre d'ogni grandezza, qua e come capitava; il portone signorile incastrato in mezzo a facciate da catapecchie. Il fabbricato [...]
[...] occupava quasi tutta la lunghezza del vicoletto. La baronessa, discorrendo sottovoce col canonico Lupi, s'era quasi dimenticata del cugino, il quale [...]
[...] veniva dietro passo passo. Ma giunti al portone il canonico si tirò indietro prudentemente: — Un'altra volta; tornerò poi. Adesso vostro cugino ha [...]
[...] riempivano i barili, e il barlume fioco del lumicino posato sulla botte. — Rosaria! Rosaria! — tornò a gridare la baronessa in tono di minaccia. Quindi [...]
[...] quello di una fattoria, popolato di galline, di anatre, di tacchini, che si affollavano schiamazzando attorno alla padrona, il tanfo si mutava in un [...]
[...] puzzo di concime e di strame abbondante. Due o tre muli, dalla lunga fila sotto la tettoia, allungarono il collo ragliando; dei piccioni calarono a [...]
[...] Bianca... II poveraccio tossì si soffiò il naso, ma non trovò neppure allora le parole da rispondere. Infine, dopo un laberinto di anditi e di [...]
[...] del figliuolo: — Tale e quale suo padre, buon'anima! Senza darsi un pensiero al mondo della mamma o dei suoi interessi!... Vedendo il cugino Trao [...]
[...] inchiodato sull'uscio, rimpiccinito nel soprabitone, gli porse da sedere: — Entrate, entrate, cugino Trao. — Il poveretto si lasciò cadere sulla [...]
[...] seggiola, quasi avesse le gambe rotte, sudando come Gesù all'orto; si cavò allora il cappellaccio bisunto, passandosi il fazzoletto sulla fronte [...]
[...] . — Avete da dirmi qualche cosa, cugino? Parlate, dite pure. Egli strinse forte le mani l'una nell'altra, dentro il cappello, e balbettò colla voce [...]
[...] Sganci, il baron Mendola — ma la mano non l'avevano mai stesa. 22 Però alle volte il bisogno fa chinare il capo anche ad altro!... La prudenza [...]
[...] istintiva che era nel sangue di lei, le agghiacciò un momento il sorriso benevolo. Poscia pensò al fuoco che avevano avuto in casa, alla malattia di [...]
[...] , alzando ogni momento gli occhi su di lei, e aprendo le labbra senza che ne uscisse alcun suono. Infine, cavò di nuovo il fazzoletto per [...]
[...] dato il sangue delle vene e la casa messa insieme a pezzo a pezzo colle loro mani. Si alzò, andò ad appendere la chiave allo stipite dell'uscio [...]
[...] ... Invece di spiegarsi don Diego scoppiò a piangere come un ragazzo, nascondendo il viso incartapecorito nel fazzoletto di cotone, con la schiena [...]
[...] andava spargendo don Luca il sagrestano; certi sotterfugi del figliuolo. A un tratto si semi la bocca amara come il fiele anch'essa. — Non so [...]
[...] , correndole dietro. — Non fate scandali, per carità! — E tacque, soffocato dalla tosse, premendosi il petto. Ma la cugina, fuori di sè, non gli dava più [...]
[...] ! — Alessi dondolandosi ora su di una gamba e ora sull'altra, balbettando, guardando inquieto di qua e di la, ripeteva sempre la stessa cosa: — Il [...]
[...] baronello non era alla Vignazza. Vi aveva lasciato il cane, Marchese, la sera innanzi, ed era partito: — A piedi, sissignora. Così mi ha detto il [...]
[...] fattore. — La serva, rassettandosi di nascosto, a capo chino, soggiunse che il baronello, allorchè andava a caccia di buon'ora, soleva uscire dalla [...]
[...] petto... a me!... le pistole al petto, cugina Rubiera!... La baronessa si asciugava le labbra amare come il fiele col fazzoletto di cotone: — No [...]
[...] trasalire ancora in ogni pietra all'eco di quei passi ladri: e Bianca, sua sorella, la sua figliuola, il suo sangue, che gli aveva mentito, che s'era [...]
[...] stretta tacita nell'ombra all'uomo il quale veniva a recare così mortale oltraggio al Trao: il suo povero corpo delicato e fragile nelle braccia di [...]
[...] un estraneo!... Le lagrime gli scendevano amare e calde a lui pure lungo il viso scarno che nascondeva fra le mani. La baronessa, infine, si [...]
[...] a noi che abbiamo il peso della casa sulle spalle!... Dio sa se della mia pelle ho fatto scarpe, dalla mattina alla sera! se mi son levato il pan di [...]
[...] bocca per amore della roba!... E poi tutto a un tratto, ci casca addosso un negozio simile!... Ma questa è l'ultima che mi farà il signor [...]
[...] , sebbene sia il primogenito... ma voi che avete più giudizio... e non siete un bambino neppur voi! Dovevate pensarci voi!... Quando si ha in casa [...]
[...] ... colpa sua!... Chissà cosa si sara messa in testa?... magari di diventare baronessa Rubiera... Il cugino Trao si fece rosso e pallido in un momento [...]
[...] la baronessa andava alla finestra, per vedere chi Fosse, Rosaria gridò dal cortile: 25 — C'è il sensale... quello del grano... — Vengo, vengo [...]
[...] salma, con Pirtuso e tutti gli altri! Se ho lavorato anch'io tutta la vita, e mi son tolto il pan di bocca, per amore della casa, in- tendo che mia [...]
[...] ... — Vostro figlio però lo sapeva che mia sorella non è ricca!... — ribatteva il povero don Diego che non si risolveva ad andarsene, mentre la cugina [...]
[...] maritato! colla catena al collo! ve lo dico io! La mia croce! la mia rovina!... Quindi, mossa a compassion dalla disperazione muta del poveraccio, il [...]
[...] ... Sono madre anch'io!... Sono cristianal... Immagino la spina che dovete averci li dentro... — Signora baronessa, dice che il farro non risponde [...]
[...] al peso, — gridò Alessi dalla porta del magazzino. — Che c'è? Cosa dice?... Anche il peso adesso? La solita rinculata! per carpirmi un altro ribasso [...]
[...] di sè, che ne diceva di tutti i colori. Poscia vedendo passare il cugino Trao, il quale se ne andava colla coda fra le gambe, la testa infossata [...]
[...] ... Vi aiuterò 26 anch'io, don Diego... Sono madre... son cristiana... La mariteremo a un galantuomo... Don Diego scosse il capo amaramente, avvilito [...]
[...] ... In quel momento veniva dal magazzino il sensale, Bianco di pula, duro, perfino nella barba che gli tingeva di nero il viso anche quand'era fatta [...]
[...] . — Bacio le mani, signora baronessa. — Come? Così ve ne andate? Che c'è di nuovo? Non vi piace il farro? L'altro disse di no col capo anch'esso, al pari [...]
[...] di don Diego Trao, il quale se ne andava rasente al muro, continuando a scrollare la testa, come fosse stato colto da un accidente, inciampando nei [...]
[...] dietro: — Sono azionacce da pari vostro! Un pretesto per rompere il negozio... degno di quel mastro-don Gesualdo che vi manda... ora che s'è [...]
[...] !... Ora che il Barone Zacco ha cominciato a vendere con ribasso... Villano o baronessa la caparra a quella che conta. Dico bene, vossignoria? III [...]
[...] visite. — Mastro-don Gesualdo! — vociò a un tratto, cacciando fra i battenti dorati il testone arruffato. — Devo lasciarlo entrare, signora padrona [...]
[...] ? C'era il fior fiore della nobiltà: l'arciprete Bugno, lucente di raso nero; donna Giuseppina Alòsi, carica di gioie; il marchese Limali, con la [...]
[...] una bestia! Don Gesualdo Motta, si dice! bestia! Mastro-don Gesualdo fece cosi il suo ingresso fra i pezzi grossi del paese, raso di fresco, vestito [...]
[...] di panno fine, con un cappello nuovo fiammante fra le mani mangiate di calcina. — Avanti, avanti, don Gesualdo! — strillò il marchese Limoli con [...]
[...] casa gli fece animo: — Qui, qui, c'è posto anche per voi, don Gesualdo. C'era appunto il balcone del vicoletto, che guardava di sbieco sulla piazza [...]
[...] , monaca di casa, una ragazza con tanto di baffi, un faccione bruno e bitorzoluto 28 da zoccolante, e due occhioni neri come il peccato che andavano [...]
[...] frugando gli uomini. In prima fila il cugino don Ferdinando, curioso piu di un ragazzo, che s'era spinto innanzi a gomitate, e allungava il collo [...]
[...] verso la Piazza Grande dal cravattone nero, al pari di una tartaruga, cogli occhietti grigi e stralunati, il mento aguzzo e color di filiggine, il [...]
[...] gran naso dei Trao palpitante, il codino ricurvo, simile alla coda di un cane sul bavero bisunto che gli arrivava alle orecchie pelose; e sua [...]
[...] sorella donna Bianca rincantucciata dietro di lui, colle spalle un po' curve, il busto magro e piatto, i capelli lisci, il viso smunto e dilavato [...]
[...] , vestita di lanetta in mezzo a tutto il parentado in gala. La zia Sganci tornò a dire: — Venite qui, don Gesualdo. V'ho serbato il posto per voi. Qui [...]
[...] , vicino ai miei nipoti. Bianca si fece in là, timidamente. Don Ferdinando, temendo d'esser scomodato, volse un momento il capo, accigliato, e [...]
[...] dinanzi, alzando il capo a ogni razzo che saliva dalla piazza per darsi un contegno meno imbarazzato. — Scusate! scusate! — sbuffò allora donna [...]
[...] Agrippina Macri, arricciando il naso, facendosi strada coi fianchi poderosi, assettandosi sdegnosa il fazzoletto bianco sul petto enorme; e capitò nel [...]
[...] crocchio dove era la zia Cirmena colle altre dame, sul balcone grande, in mezzo a un gran mormorio, tutte che si voltavano a guardare verso il balcone [...]
[...] badava a godersi la festa, voltando il capo di qua e di là, senza dire una parola. — Vi divertite qui, eh? Tu ti diverti, Bianca? Don Ferdinando volse [...]
[...] il capo infastidito; poi vedendo la cugina Cirmena, borbottò: — Ah... donna Sarina... buona sera! buona sera! — E tornò a voltarsi dall'altra [...]
[...] Gesualdo: — Che caldo, eh? Si soffoca! C'è troppa gente questa volta... La cugina Sganci ha invitato tutto il paese... Mastro-don Gesualdo fece per [...]
[...] Giuseppe Barabba, facendo dei segni alla padrona. — No, — rispose lei, — prima deve passare la processione. Il marchese Limali la colse a volo mentre [...]
[...] , come una mummia maliziosa. Entrava in quel punto il notaro Neri, piccolo, calvo, rotondo, una vera trottola, col ventre petulante, la risata [...]
[...] , colla mano sugli occhi; si fece il segno della croce e scappò in furia verso il balcone grande, cacciandosi a gomitate nella folla, borbottando [...]
[...] ; — balbettava il notaro. — Cerco il Barone Zacco. Dalla via San Sebastiano, al disopra dei tetti, si vedeva crescere verso la piazza un chiarore d'incendio [...]
[...] . — Sì, sì, se mi fa la grazia... Dal seggiolone dove era rannicchiato il marchese Limodì sorse allora la vocetta fessa di lui: — Servitevi [...]
[...] , servitevi pure! Già son sordo, lo sapete. Il barone Zacco, rosso come un peperone, rientrò dal balcone, senza curarsi del santo, sfogandosi col notaro [...]
[...] Capitana si tirò indietro arricciando il naso. — Che odore di prossimo viene di laggiù! — Capite? — seguitava a sbraitare il barone Zacco, — delle terre [...]
[...] che pago già a tre onze la salma! E gli par poco! Il notaro Neri, che non gli piaceva far sapere alla gente i fatti suoi, si rivolse alla signora [...]
[...] , cogli occhietti svegli adesso, andava fiutandole da presso il profumo di bergamotta, tanto che essa doveva schermirsi col ventaglio, e il vecchietto [...]
[...] andarsene, gonfiando le gote — le gote lucenti, la sottana lucente, il grosso anello lucente, tanto che le male lingue dicevano fosse falso; mentre il [...]
[...] di Maria; il maschio al Seminario; in casa ci ho soltanto l'ultimo, Sarino, ch'è meno alto di questo ventaglio. Poi i miei figliuoli hanno la roba [...]
[...] del loro padre, buon'anima... Donna Sarina tornò verso il balcone grande chiacchierando sottovoce colla cugina Macrì, con delle scrollatine di [...]
[...] capo e dei sorrisetti che volevano dire. — Però non capisco il mistero che vuol fame la cugina Sganci!... Siamo parenti di Bianca anche noi, alla [...]
[...] sudicerie. Capiscono anche loro che manipolano delle cose sporche... Ma la gente poi non è così sciocca da non accorgersi... Un mese che il canonico [...]
[...] ! E volse le spalle soffiandosi il naso come una trombetta nel fazzoletto sudicio, fremendo d'indignazione per tutta la personcina misera, dopo [...]
[...] ragazza si era messa in testa non 32 so che cosa... Un disonore per tutto il parentado!... La cugina Sganci ha fatto bene a ripararvi... Non dico di no [...]
[...] , piuttosto di aprir bocca per... — II canonico, no! — stava dicendo il notaro mentre s'avvicinavano al balcone discorrendo sottovoce col barone [...]
[...] ! — riprese ii barone Zacco, il quale pensava sempre a una cosa, e non poteva mandarla giù, guardando di qua e di là cogli occhiacci da spiritato [...]
[...] fabbrica dei mulini mastro-don Gesualdo? — entrò a dire il notaro a mezza voce in aria di mistero. — Una bella somma! Ve lo dico io!... Si è tirato su [...]
[...] cuocere il gesso nella sua fornace... Ora ha l'impresa del ponte a Fiumegrande!... Suo figlio ha sborsato la cauzione, tutta in pezzi da dodici [...]
[...] Gesualdo a il padrone del paese! Il marchese allora levò un istante la sua testolina di scimmia; ma poi fece una spallucciata, e rispose, con quel [...]
[...] della baronessa Rubiera! — Che c'è? che c'è? — interruppe il notaro correndo al balcone, per sviare il discorso, poichè il barone non sapeva [...]
[...] don Giuseppe Barabba, colle mani in aria, strangolato dal rispetto. — Signora!... signora!... Era tutto il casato dei Margarone stavolta: donna [...]
[...] raso verde, pavonazza, sorridente; e dietro, il papà Margarone, dignitoso, gonfiando le gote, appoggiandosi alla canna d'India col pomo d'oro [...]
[...] , senza voltar nemmeno il capo, tenendo per mano I'ultimo dei Margarone, Nicolino, il quale strillava e tirava calci perchè non gli facevano vedere il [...]
[...] santo dalla piazza. II papà, brandendo la canna d'India, voleva insegnargli l'educazione. — Adesso? — sogghignò il marchese per calmarlo. — Oggi [...]
[...] mise a fare il telegrafo con qualcuno ch'era giù in piazza, gridando per farsi udire in mezzo al gran brusìo della folla: — Signor barone! signor [...]
[...] capelli ricciuti, e degli occhi un po' addormentati che facevano girare il capo alle ragazze. Donna Giovannina Margarone, un bel pezzo di grazia di [...]
[...] Dio anch'essa, cinghiata nel busto al pari della mamma, si fece rossa come un papavero, al vedere entrare il baronello. Ma la mamma le metteva [...]
[...] folla, eh? Mio marito ha dovuto adoperare il bastone per farci largo. Proprio una bella festa! Fifì ci ha detto: Ecco lì il baronello Rubiera [...]
[...] vicoletto, smorta in viso, si turbò, smarrì un istante il suo bel colorito fiorente, e rispose balbettando: — Sissignora... infatti... sono della [...]
[...] balcone la zia Sganci. — Ecco qui il santo! Il marchese Limòli, che temeva l'umidità della sera, aveva afferrato la mamma Margarone pel suo vestito [...]
[...] di raso verde, e faceva il libertino: — Non c'è furia, non c'è furia! Il santo torna ogni anno. Venite qua, donna Bellonia. Lasciamo il posto ai [...]
[...] stare in conversazione, rideva come una matta, chinandosi in avanti ogni momento, riparandosi col ventaglio per nascondere i denti bianchi, il seno [...]
[...] bianco, tutte quelle belle cose di cui studiava l'effetto colla coda dell'occhio, mentre fingeva d'andare in collera allorche il marchese si pigliava [...]
[...] fare. è grande e grossa quanto le sue sorelle messe insieme; ma sa che deve fare la bambina, per non far torto alle altre due. Il notaro Neri [...]
[...] , che per la sua profession sapeva i fatti di tutto il paese e non aveva peli sulla lingua, domandò alla signora Margarone: — Dunque, ce li mangeremo [...]
[...] voglia di non esser creduta. Il marchese Limòli al solito trovò la parola giusta: — Finchè i parenti non si saranno accordati per la dote, non se [...]
[...] . — Sarà una bella coppia! — soggiunse graziosamente la signora Capitana. Il cavaliere Peperito, onde non stare a bocca chiusa come un allocco, in mezzo [...]
[...] !... Come va che la baronessa non è venuta dalla cugina Sganci? Ci fu un istante di silenzio. Solo il barone Zacco, da vero zotico, per sfogare la [...]
[...] !... il futuro socio!... Sissignore!... Non lo sapete? Piglieranno in affitto le terre del comune... quelle che abbiamo noi da quarant'anni [...]
[...] ... tutti i Zacco, di padre in figlio!... Una bricconata! Una combriccola fra loro tre: Padre figliuolo e spirito santo! La baronessa non ha il coraggio [...]
[...] ! Ciascuno fa il suo interesse... Al giorno d'oggi l'interesse va prima della parentela... Io poi non ci tengo molto alla nostra... Si sa da chi è [...]
[...] nata la baronessa Rubiera!... E poi fa il suo interesse... 36 Sissignore!... Lo so da gente che può saperlo!... il canonico le fa da suggeritore [...]
[...] , fra il suo e il mio!... Oh, se la vedremo!... Intanto per provare cacciano innanzi mastro-don Gesualdo... vedete, lì, nel balcone dove sono i Trao [...]
[...] ?... — Bianca! Bianca! — chiamò il marchese Limòli. — Io, zio? — Sì, vieni qua. — Che bella figurina! — osservò la signora Capitana per adulare il [...]
[...] , — rispose ii marchese. — è di buona razza. — Ecco! ecco! — si udì in quel momento fra quelli ch'erano affacciati. — Ecco il santo! Peperito colse la [...]
[...] palla al balzo e si cacciò a capo fitto nella folla dietro la signora Alòsi. La Capitana si levò sulla punta dei piedi; il notaro, galante [...]
[...] sedia, per vedere. — Cosa ci fai lì con mastro-don Gesualdo? — borbottò il marchese, rimasto solo colla nipote. Bianca fissò un momento sullo zio i [...]
[...] , più verde del solito, colla faccia arcigna che voleva sembrar commossa, il busto piatto che anelava come un mantice, gli occhi smarriti dietro le [...]
[...] nuvole di fumo, i denti soli rimasti feroci; quasi abbandonandosi, spalla a spalla contro il baronello Rubiera, il quale sembrava pavonazzo a quella [...]
[...] gente, per ficcarvi il capo framezzo e spingersi avanti. — Cos'hai? ti senti male? — disse il marchese vedendo la nipote cosi pallida. — 37 [...]
[...] — Non è nulla... è il fumo che mi fa male... Non dite nulla, zio! Non disturbate nessuno!... Di tanto in tanto si premeva sulla bocca il [...]
[...] fazzolettino di falsa batista ricamato da lei stessa, e tossiva, adagio adagio, chinando il capo; il vestito di lanetta le faceva delle pieghe sulle spalle [...]
[...] I'altra distesa lungo il fianco si apriva e chiudeva macchinalmente: delle mani scarne e bianche che spasimavano. — Viva il santo Patrono! Viva [...]
[...] san Gregorio Magno! — Nella folla, laggiù in piazza, il canonico Lupi, il quale urlava come un ossesso, in mezzo ai contadini, e gesticolava verso i [...]
[...] balconi del palazzo Sganci, col viso in su, chiamando ad alta voce i conoscenti: — Donna Marianna?... Eh?... eh?... Dev'esserne contento il [...]
[...] , scalmanato, rosso in viso, col fiato ai denti, la sottana rimboccata, il mantello e il nicchio sotto l'ascella, le mani sudice di polvere, in un mare [...]
[...] e coperto di ragnateli, dopo che la padrona e il canonico Lupi si furono sgolati a chiamarlo per ogni stanza. II canonico Lupi, ch'era di casa, gli [...]
[...] processione! II marchese Lima, il quale aveva salutato gentilmente il santo Patrono 38 al suo passaggio, inchinandosi sulla spalliera della seggiola [...]
[...] veder ciò che avete visto stavolta non ve l'aspettate — sogghignava il barone Zacco, accennando a mastro-don Gesualdo. — No! no! Me lo rammento [...]
[...] padrona di casa era tutta cortesie per mastro-don Gesualdo. Ora che il santo aveva imboccato la via di casa sua sembrava che la festa fosse per lui [...]
[...] : donna Marianna parlandogli di questo e di quello; il canonico Lupi battendogli sulla spalla; la Macrì che gli aveva ceduto persino il posto; don [...]
[...] Filippo Margarone anche lui gli lasciava cadere dall'alto del cravattone complimenti simili a questi: — Il nascer grandi è caso, e non virtù [...]
[...] !... Venire su dal nulla, qui sta il vero merito! II primo mulino che avete costruito in appalto, eh? coi denari presi in prestito al venti per cento [...]
[...] cosa!... I topi ci hanno fatto dentro il nido... Le gioie?... Eh! eh! non arricchirebbero neppur me, figuratevi! Vetro colorato... come tante [...]
[...] altre che se ne vedono!... un fantoccio da carnevale!... Eh? Cosa dite?... Sì, un sacrilegio! Il mastro che fece quel santo dev'essere a casa del [...]
[...] !... La signora Capitana affettava di guardare con insistenza la collana di donna Giuseppina Alòsi, nel tempo stesso che rimproverava il marchese [...]
[...] , voleva venderla al tempo della guerra coi giacobini!... Un santo miracoloso!... 39 — Che c'è di nuovo, don Gesualdo? — gridò infine il marchese [...]
[...] mio, — riprese il vecchietto malizioso. — Non avete a temere che vi faccia la concorrenza, io! Al battibecco si divertivano anche coloro che non [...]
[...] in un orecchio, con gran mistero: — Devo portare i sorbetti, ora ch'è passata la processione? — Un momento! un momento! — interruppe il canonico [...]
[...] Lupi, — lasciatemi lavar le mani. — Se non li porto subito, — aggiunse il servitore, — se ne vanno tutti in broda. E un pezzo che li ha mandati [...]
[...] Giacinto, ed eran già quasi strutti. — Va bene, va bene... Bianca? — Zia... — Fammi il piacere, aiutami un po' tu. Dall'uscio spalancato a due [...]
[...] battenti entrarono poco dopo don Giuseppe e mastro Titta, il barbiere di casa, carichi di due gran vassoi d'argento che sgocciolavano; e cominciarono a [...]
[...] fare il giro degli invitati, passo passo, come la processione anch'essi. Prima l'arciprete, donna Giuseppina Alòsi, la Capitana, gli invitati di [...]
[...] maggior riguardo. II canonico Lupi diede una gomitata al barbiere, il quale passava dinanzi a mastro-don Gesualdo senza fermarsi. — Che so io [...]
[...] lei a servire gli invitati. Dopo il primo movimento generale, un manovrar di seggiole per schivare la pioggia di sciroppo, erano seguiti alcuni [...]
[...] Mita Margarone, ghiotta, senza levare il naso dal piatto. Barabba e mastro Titta in disparte, posati i vassoi, si asciugavano il sudore coi [...]
[...] fazzoletti di cotone. Il baronello Rubiera il quale stava discorrendo in un cantuccio del balcone grande naso a naso con donna Fifì, guardandosi negli [...]
[...] Bellonia prese il piattino dalle mani di Bianca, inchinandosi goffamente: — Quante gentilezze!... è troppo! è troppo! La figliuola finse di accorgersi [...]
[...] palpebre che battevano, colpite dalla Luce più viva, sugli occhi illanguiditi come avesse sonno. Bianca posò la mano sul braccio del cugino, il [...]
[...] !... — Bada!... c'è tanta gente!... — esclamò sottovoce il cugino, guardando di qua e di là cogli occhi che fuggivano. Ella gli teneva fissi addosso i begli [...]
[...] della cugina che gli passavano il cuore, addolorato, cogli occhi quasi umidi anch'esso. — Vedi? - soggiunse. — Vorrei essere un povero diavolo [...]
[...] ! Si udiva nella sala la voce del barone Zacco, che disputava, alterato; e poi, nei momenti ch'esso taceva, il cicaleccio delle signore, come un [...]
[...] passeraio, con la risatina squillante della signora Capitana, che faceva da ottavino. — Bisogna confessarle tutto, alla zia!... Don Ninì allungo il [...]
[...] collo verso il vano del balcone, guardingo. Poscia rispose, abbassando ancora la voce: — Gliel'ha detto tuo fratello... C'è stato un casa del diavolo [...]
[...] finiscano... — Grazie; mettetelo lì, su quel vaso di fiori... — Bisogna far presto, donna Bianca. Non ce n'è quasi più. Don Ninì allora mise il naso [...]
[...] nel piattello, fingendo di non badare ad altro: — Tu non ne vuoi? Essa non rispose. Dopo un po', quando il servitore non era piu lì, si udì di [...]
[...] al balcone, rientrò subito nella sala. 42 — Vedi? vedi? — disse lui. — Abbiamo tutti gli occhi addosso!... Piglia il sorbetto... per amor mio [...]
[...] ... per la gente che ci osserva... Abbiamo tutti gli occhi addosso!... Essa prese dolcemente dalle mani di lui il piattino che aveva fatto posare sul [...]
[...] vaso dei garofani; ma tremava così che due o tre volte si udì il tintinnìo del cucchiaino il quale urtava contro il bicchiere. Barabba corse subito [...]
[...] dicendo: — Eccomi! eccomi! — Un momento! Un momento ancora, don Giuseppe! Il baronello avrebbe pagato qualcosa di tasca sua per trattenere Barabba [...]
[...] arrivò il suono di una sghignazzata generale, subito dopo qualcosa che aveva detto il notaro Neri, e che non si potè intender bene perchè il notaro [...]
[...] quando le diceva grosse abbassava la voce. — Rientriamo anche noi, — disse il baronello. — Per allontanare i sospetti... Ma Bianca non si mosse [...]
[...] . Piangeva cheta, nell'ombra; e di tanto in tanto si vedeva il suo fazzoletto Bianco salire verso gli occhi. — Ecco!... Sei tu che fai parlare la gente [...]
[...] , fredda, triste, solitaria. Il rumore della festa si dileguava e moriva lassù, verso San Vito. Un silenzio desolato 43 cadeva di tanto in tanto [...]
[...] , un silenzio che stringeva il cuore. Bianca era ritta contro il muro, immobile; le mani e il viso smorti di lei sembravano vacillare al chiarore [...]
[...] andava spegnendo la luminaria, nella piazza deserta, e il giovane del paratore, il quale correva su e giù per l'impalcato della musica, come un gattone [...]
[...] il diavolo a quattro quanto le pare e piace, a tua madre!... Sei figlio unico!... A chi vuoi che lasci la roba dopo la sua morte? — Eh... da qui a [...]
[...] ! — rispose il marchese. — Tua madre non sarebbe molto contenta di sentirsi lesinare gli anni... Ma è colpa sua. — Ah! zio mio!... Credetemi ch'è un brutto [...]
[...] il campanone di San Giovanni, appena giunge in chiesa, e attacca l'altra festa. Però la gente cominciava ad andarsene di casa Sganci. Prima si vide [...]
[...] uscire dal portone il cavalier Peperito, che scomparve dietro la cantonata del farmacista Bomma. Un momento dopo spuntò il lanternone che [...]
[...] , rasente al muro. La signora Capitana fece udire una risatina secca, e il baronello Rubiera confermò: — è lui!... Peperito!... com'è vero Dio [...]
[...] ! II marchese prese il braccio di sua nipote e rientrò con lei nella sala. In quel momento mastro-don Gesualdo, in piedi presso il balcone, discorreva [...]
[...] ministro! — sogghignava il barone Zacco. II canonico conchiuse con una stretta di mano enfatica, volgendo un'occhiata al barone, il quale finse di [...]
[...] mantiglie e i cappellini, a capo basso. — Un momento! un momento! — esclamò don Filippo levando il braccio rimastogli libero, mentre coll'altro reggeva [...]
[...] Nicolino addormentato. Si udiva un tafferuglio nella piazza; strilli da lontano; la gente correva verso San Giovanni, e il campanone che suonava a [...]
[...] Barabba di scendere a dare il catenaccio giù al portone; mentre donna Bellonia spingeva le sue ragazze 45 in Branco nella camera di donna [...]
[...] Mariannina, e il marchese Limòli picchiava sulle mani della Capitana dei colpettini secchi. II notaro Neri propose anche di slacciarla. — Vi pare [...]
[...] ?... — diss'ella allora balzando in piedi infuriata. — Per chi m'avete presa, don asino? Giunse in quel momento il Capitano, seguito da don Liccio Papa [...]
[...] che sbraitava in anticamera, narrando l'accaduto, — non lo avrebbero trattenuto in cento. — La solita storia di ogni anno! — disse finalmente il [...]
[...] anno! — ripetè il canonico Lupi. — Una porcheria! La Giustizia non fa nulla per impedire... II Capitano in mezzo alla sala, coll'indice teso verso di [...]
[...] fresca! — borbottò il notaro voltandosi in là. — Stai fresca davvero!... se aspetti che tuo marito voglia arrischiare la pelle per lasciarti vedova [...]
[...] !... Don Ninì Rubiera cercando il cappello s'imbattè nella cugina, la quale gli andava dietro come una fantasima, stravolta, incespicando a ogni passo [...]
[...] dalla camera da letto dove s'era ficcato tutto lo stormo dei Margarone. Essa frugava in mezzo al mucchio, colle mani tremanti. Il cugino era così [...]
[...] turbato anch'esso che seguitava a cercare il suo cappello lui pure. — Guarda, ce l'ho in testa! Non so nemmeno quello che fo. Si guardò attorno [...]
[...] , giovialona, si voltava a salutare Bianca, la richiamò con la voce stizzosa: — Giovannina! andiamo! andiamo! — Meno male questa qui! — borbottò il [...]
[...] sprofondava in inchini sul pianerottolo, a rischio di ruzzolare giù per la scala: — Don Gesualdo, fate il favore... Accompagnate i miei nipoti Trao [...]
[...] ... Già siete vicini di casa... Don Ferdinando non ci vede bene la sera... — Sentite qua! sentite qua! — gli disse il canonico. Zacco non si dava pace [...]
[...] ; fingeva di cercare il lampione nelle cassapanche dell'anticamera, per darlo da portare a mastro-don Gesualdo. — Giacchè deve accompagnare donna [...]
[...] perchè aspettava nella piazza, discorrendo col canonico. Solo don Liccio Papa, il quale chiudeva la marcia colla sciaboletta a tracolla, si mise [...]
[...] a ridere: — Ah! ah! — Che c'è? — chiese il Capitano, che dava il braccio alla moglie infagottata. — Che c'è, insubordinato? — Nulla; — rispose il [...]
[...] marchese. — Il barone Zacco che abbaia alla Luna. Poi, mentre scendeva insieme a Bianca, appoggiandosi al bastoncino, passo passo, le disse in un [...]
[...] orecchio: — Senti... il mondo adesso è di chi ha denari... Tutti costoro sbraitano per invidia. Se il barone avesse una figliuola da maritare [...]
[...] , gliela darebbe a mastro-don Gesualdo!... Te lo dico io che son vecchio, e so cos'è la povertà!... — Eh? Che cosa? — volle sapere don Ferdinando, il [...]
[...] faccia: — Eh? eh? don Gesualdo?... 47 che ve ne pare? — L'altro accennava col capo, lisciandosi il mento duro di Barba colla grossa mano. — Una [...]
[...] famiglial... Vi porterebbe il lustro in casa!... V'imparentate con tutta la nobiltà... L'avete visto, eh, stasera?... che festa v'hanno fatto?... I [...]
[...] un lamento d'ammalata, affondando il viso nel guanciale bagnato di lagrime calde e silenziose. IV Mentre i muratori si riparavano ancora [...]
[...] dall'acquazzone dentro il frantoio di Giolio vasto quanto una chiesa facendo alle piastrelle, entrò il ragazzo che stava a guardia sull'uscio [...]
[...] , addentando un pezzo di pane, colla bocca piena, vociando: — II padrone!... ecco il padrone!... Dietro di lui comparve mastro-don Gesualdo, bagnato [...]
[...] !... Sangue di!... Agostino, il soprastante, annaspando, bofonchiando, affacciandosi all'uscio per guardare il cielo ancora nuvolo coll'occhio orbo, trove [...]
[...] mandare qui mio fratello per badare ai miei interessi!... Si vede!... Sta a passare il tempo anche lui giuocando, sia lodato Iddio!... Santo, ch'era [...]
[...] altri si davano da fare, mogi mogi, misurava il muro nuovo colla canna; si arrampicava sulla scala a piuoli; pesava i sacchi di gesso [...]
[...] ? Ci ho un bel guadagno in questo appalto!... I sacchi del gesso mezzi vuoti! Neli? Neli? Dov'è quel figlio di mala femmina che ha portato il 49 [...]
[...] , guardando di qua e di là. I manovali esitavano, girando intorno al pietrone enorme; il più vecchio, mastro Cola, tenendo il mento sulla mano [...]
[...] , scrollando il capo, aggrondato, guardando la macina come un nemico. Infine sentenziò ch'erano in pochi per spingerla sulla piattaforma: — Se scappa la [...]
[...] tetto... poi dei cunei sotto... vedete, vossignoria, a far girare i cunei, si sta dai lati e non c'è pericolo... — Bravo! ora mi fate il [...]
[...] capomastro! Datemi la stanga!... Io non ho paura!... Intanto che stiamo a chiacchierare il tempo passa! La giornata corre lo stesso, eh?... Come se li [...]
[...] parte?... Su!... ci siamo! E nostra!... ancora!... da quella parte!... Non abbiate paura che non muore il papa... Su!... su!... se vi scappa la [...]
[...] !... a quest'ora sarei a portar gesso sulle spalle!... Il bisogno... via! via!... il bisogno fa uscire il lupo... ancora!... su!... il lupo dal Bosco [...]
[...] asciuga dalla pioggia? Acqua di dentro e acqua di fuori! — Santo propose di passare il fiasco in giro. — Ah?... per la fatica che hai fatto?... per [...]
[...] asciugarti il sudore anche tu?... Attaccati all'abbeveratoio... qui fuori dell'uscio... II tempo s'era abbonacciato. Entrava un raggio di sole [...]
[...] !... Mastro Cola, voi che siete capomastro!... chi vi ha insegnato a tenere il regolo in mano?... Maledetto voi! Mariano, dammi quassù il regolo, sul ponte [...]
[...] voialtri!... Quando torna quello del gesso ditegli il fatto suo, a quel figlio di mala femmina!... ditegli a Neli che sono del mestiere anch'io!... Che [...]
[...] , saggiando i materiali, alzando il capo ad osservare il lavoro fatto, colla mano sugli occhi, nel gran sole che s'era messo allora. — Santo! Santo! portami [...]
[...] tant'altro da fare! Se il sole è caldo tanto meglio! Arriverà asciutto al Camemi... Spicciamoci, ragazzi! Badate che vi sto sempre addosso come la [...]
[...] se ne andava, Santo gli corse dietro, lisciando il collo alla mula, tenendogli la staffa. Finalmente, come vide che montava a cavallo senza darsene [...]
[...] ? — Sì, sì, ho capito. I denari che avesti lunedì te li sei giuocati. Ho capito! ho capito! eccoti il resto. E divertiti alle piastrelle, che a pagare [...]
[...] poi ci son io... il debitore di tutti quanti!... Brontolava ancora allontanandosi all'ambio della mula sotto il sole cocente: un sole che spaccava [...]
[...] le pietre adesso, e faceva scoppiettare le stoppie quasi s'accendessero. Nel burrone, fra i due monti, sembrava d'entrare in una fornace; e il [...]
[...] suonava mezzogiorno, mentre tutti scappavano a casa come facesse temporale. Dal Rosario veniva il canonico Lupi, accaldato, col nicchio sulla nuca [...]
[...] pettata!... è caldo, eh! — intanto si asciugava il sudore col fazzoletto. — Ho paura che mi giuochino qualche tiro, riguardo a quell'appalto delle [...]
[...] !... ci sto lavorando... A proposito, che facciamo per quell'altro affare? ci avete pensato? che risposta mi date? 52 Don Gesualdo il quale aveva [...]
[...] affare parlate vossignoria? — Ah! oh! la pigliate su quel verso?... Scusate... scusate tanto!... il canonico mutò subito discorso, quasi non gliene [...]
[...] ... il notaro Neri ha fatto lega con Zacco... Ho paura che... Don Gesualdo allora smontò dalla mula, premuroso, tirandola dietro per le redini [...]
[...] , mentre andava passo passo insieme al prete, tutto orecchi, a capo chino e col mento in mano. — Temo che mi cambino la baronessa!... Ho visto il [...]
[...] Barone a confabulare con quello sciocco di don Ninì... ieri sera, dietro il Collegio... Finsi d'entrare nella farmacia per non farmi scorgere. Capite [...]
[...] avevano voce in capitolo! E il canonico viceversa, andava raffreddandosi di mano in mano, aggrottandosi in viso, stringendosi nelle spalle [...]
[...] , guardandolo fisso di tanto in tanto, e scrollando il capo di sotto in su, come a dargli dell'asino. — Per questo dicevo!... Ma voi la pigliate su quel [...]
[...] !... Scusatemi, è una porcheria... — Ah, parlate dell'affare del matrimonio?... Il canonico finse di non dar retta lui stavolta: — Ah! ecco vostro cognato! Vi [...]
[...] saluto, massaro Fortunato! Burgio aveva il viso lungo un palmo, aggrottato, con tanto di muso nel faccione pendente. 53 — V'ho visto venire di [...]
[...] anni!... Chi volete che la pigli?... Non son tutti così gonzi!... II canonico, vedendo che il discorso si metteva per le lunghe, volse le spalle [...]
[...] : — Vi saluto... Don Luca il sagrestano mi aspetta... digiuno come me sino a quest'ora! — E infilò la scaletta pel quartiere alto. Don Gesualdo allora [...]
[...] pregarvi? Come se non l'avessi sulle spalle la vostra chiusa... come se il garante non fossi io... Così brontolando tutti e due andarono a cercare [...]
[...] , preparate a maggese per l'anno nuovo!... Il cognato tagliò corto, come uno che ha molta altra carne al fuoco, e non ha tempo da perdere [...]
[...] di peli sudici. Sulla strada soleggiata e deserta a quell'ora stava aspettando un contadino, con un fazzoletto legato sotto il mento, le mani in [...]
[...] tasca, giallo e tremante di febbre. Ossequioso, abbozzando un sorriso triste, facendo l'atto di cacciarsi indietro il berretto che teneva sotto il [...]
[...] ridotto all'osso... il giorno senza pane e la sera senza lume... pazienza! Ma la spesa per coglier le olive non pos- so farla... proprio non posso [...]
[...] !... Se le volete, vossignoria... farete un'opera di carità, vossignoria... — Eh! eh!... Il denaro è scarso per tutti, padre mio!... Voi perchè [...]
[...] avete messo il carro innanzi ai buoi?... Quando non potete... Tutti vi mettereste sulle spalle un feudo, a lasciarvi fare... Vedremo... Non dico di no [...]
[...] tirando in disparte Pirtuso. Burgio s'allontanò colla mula discretamente, sapendo che l'anima dei negozi è il segreto, intanto che suo cognato diceva [...]
[...] dall'appetito, e si mise a brontolare come il cognato voile passare dalla posta. — Sempre misteri... maneggi sottomano! Don Gesualdo tornò tutto contento [...]
[...] , leggendo una lettera piena di sgorbi e suggellata colla midolla di pane: — Lo vedete il diavolo che mi parla all'orecchio! eh? M'ha dato anche una [...]
[...] posso... E se ne andò sotto il gran sole, tirandosi dietro la mula stanca. Pareva di soffocare in quella gola del Petrajo. Le rupi brulle [...]
[...] levarono gracchiando 56 da una carogna che appestava il fossato; delle ventate di scirocco bruciavano il viso e mozzavano il respiro; una sete da [...]
[...] impazzire, il sole che gli picchiava sulla testa come fosse il martellare dei suoi uomini che lavoravano alla strada del Camemi. Allorchè vi giunse [...]
[...] di polvere, come il viso che pareva una maschera, gli occhi soli che ardevano in quel polverio. — Bravi! bravi!... Mi piace... La fortuna viene [...]
[...] e sui capelli; degli occhi come quelli che da la febbre, e le labbra sottili e pallide; nessuno ardiva rispondergli. Il martellare riprese in coro [...]
[...] ogni colpo. I corvi ripassarono gracidando, nel cielo implacabile. Il vecchio allora alzo il viso impolverato a guardarli, con gli occhi infuocati [...]
[...] fattoria era aperta. Diodata aspettava dormicchiando sulla soglia. Massaro Carmine, il camparo, era steso bocconi sull'aia, collo schioppo fra le [...]
[...] soltanto davano il benvenuto al padrone, abbaiando intorno alla fattoria. — Ehi? non c'è nessuno? Roba senza padrone, quando manco io! — Diodata [...]
[...] , svegliata all'improvviso, andava cercando il lume tastoni, 57 ancora assonnata. Lo zio Carmine, fregandosi gli occhi, colla bocca contratta dai [...]
[...] ?... aspettavi qualcheduno?... Brasi Camauro oppure Nanni l'Orbo?... La ragazza ricevette la sfuriata a capo chino, e intanto accendeva lesta lesta il fuoco [...]
[...] , mentre il suo padrone continuava a sfogarsi, li fuori, all'oscuro, e passava in rivista i buoi legati ai pioli intorno all'aia. II camparo mogio [...]
[...] mi fa la svogliata anch'essa... Bisognerebbe mutar di pascolo... tutto il bestiame... II mal d'occhio, sissignore! Io dico ch'è passato di qui [...]
[...] qualcheduno che portava il malocchio!... Ho seminato perfino i pani di San Giovanni nel pascolo... Le pecore stanno bene, grazie a Dio... e il [...]
[...] fresche, e due pomidori ch'era andata a cogliere tastoni dietro la casa. Le ova friggevano nel tegame, il fiasco pieno davanti; dall'uscio entrava [...]
[...] un venticello fresco ch'era un piacere, insieme al trillare dei grilli, e all'odore dei covoni nell'aia: — il suo raccolto lì, sotto gli occhi, la [...]
[...] udiva nel chiuso il campanaccio della mandra; e i buoi accovacciati attorno all'aia, legati ai cestoni colmi di fieno, sollevavano allora il capo [...]
[...] pigro, soffiando, e si vedeva correre nel buio il luccichio dei Toro occhi sonnolenti, come una processione di lucciole che dileguava. Gesualdo [...]
[...] posando il fiasco mise un sospirone, e appoggiò i gomiti sul deschetto: — Tu non mangi?... Cos'hai? Diodata stava zitta in un cantuccio, seduta su di [...]
[...] scodella sulle ginocchia, e si fece il segno della croce prima di cominciare, poi disse: — Benedicite a vossignoria! Mangiava adagio adagio, colla [...]
[...] persona curva e il capo chino. Aveva una massa di capelli morbidi e fini, malgrado le brinate ed il vento aspro della montagna: dei capelli di [...]
[...] voler bene, come tutto il viso supplichevole anch'esso. Un viso su cui erano passati gli stenti, la fame, le percosse, le carezze brutali; limandolo [...]
[...] , solcandolo, rodendolo; lasciandovi l'arsura del solleone, le rughe precoci dei giorni senza pane, il lividore delle notti stanche — gli occhi soli [...]
[...] mostrava la pelle bianca dove il sole non aveva bruciato. Le mani, annerite, erano piccole e scarne: delle povere mani pel suo duro mestiere [...]
[...] !... — Mangia, mangia. Devi essere stanca tu pure!... Ella sorrise, tutta contenta, senza alzare gli occhi. II padrone le porse anche il fiasco: — Te', bevi [...]
[...] ! non aver suggezione! Diodata, ancora un po' esitante, si pulì la bocca col dorso della mano, e s'attaccò al fiasco arrovesciando il capo [...]
[...] all'indietro. II vino, generoso e caldo, le si vedeva scendere quasi a ogni sorso nella gola color d'ambra; il seno ancora giovane e fermo sembrava [...]
[...] dorso della mano, tutta rossa. — Tanta salute a vossignoria! Egli uscì fuori a prendere il fresco. Si mise a sedere su di un covone, accanto [...]
[...] all'uscio, colle spalle al muro, le mani penzoloni fra le gambe. La Luna doveva essere già alta, dietro il monte, verso Francofonte. Tutta la pianura [...]
[...] vento giungeva il suono grave e lontano dei campanacci che portava il bestiame grosso, mentre scendeva passo passo verso il torrente. Di tratto in [...]
[...] sonno. Si sentiva allargare il cuore. Gli venivano tanti ricordi piacevoli. Ne aveva portate delle pietre sulle spalle, prima di fabbricare quel [...]
[...] portava il gesso dalla fornace di suo padre, a Donferrante! Quante volte l'aveva fatta quella strada di Licodia, dietro gli asinelli che cascavano per [...]
[...] via e morivano alle volte sotto il carico! Quanto piangere e chiamar santi e cristiani in aiuto! Mastro Nunzio allora suonava il deprofundis [...]
[...] mesi dell'anno!... — Più colpi di funicella che pane! — Poi quando il Mascalise, suo zio, lo condusse seco manovale, a cercar fortuna... Il padre [...]
[...] non voleva, perchè aveva la sua superbia anche lui, come uno che era stato sempre padrone, alla fornace, e gli cuoceva di vedere il sangue suo al [...]
[...] comando altrui. — Ci vollero sette anni prima che gli perdonasse, e fu quando finalmente Gesualdo arrivò a pigliare il primo appalto per conto suo [...]
[...] non voleva saperne... Diceva che non era il mestiere in cui erano nati. «Fa l'arte che sai!» - Ma poi, quando il figliuolo lo condusse a veder le [...]
[...] stato sempre il suo prediletto, e Speranza carica di famiglia com'era stata lei... — un figliuolo ogni anno... — Tutti sulle spalle di Gesualdo [...]
[...] senza chiuder occhio! Vent'anni che non andava a letto una sola volta senza prima guardare il cielo per vedere come si mettesse. — Quante avemarie, e [...]
[...] fatiche!... La coltura dei fondi, il commercio delle derrate, il rischio delle terre prese in affitto, le speculazioni del cognato Burgio che non ne [...]
[...] indovinava una e rovesciava tutto il danno sulle spalle di lui!... — Mastro Nunzio che si ostinava ad arrischiare cogli appalti il denaro del [...]
[...] figliuolo, per provare che era il padrone in casa sua!... — Sempre in moto, sempre affaticato sempre in piedi, di qua e di là, al vento, al sole, alla [...]
[...] pioggia; colla testa grave di pensieri, il cuore grosso d'inquietudini, le ossa rotte di stanchezza; dormendo due ore quando capitava, come capitava [...]
[...] basto della mula, all'ombra di un ulivo, lungo il margine di un fosso, nella malaria, in mezzo a un nugolo di zanzare. — Non feste, non domeniche [...]
[...] , mai una risata allegra, tutti che volevano da lui qualche cosa, il suo tempo, il suo lavoro, il suo denaro; mai un'ora come quelle che suo [...]
[...] fratello Santo regalavasi in barba sua all'osteria! — trovando a casa poi ogni volta il viso arcigno di Speranza, o le querimonie del cognato, il [...]
[...] piagnucolio dei ragazzi — le liti fra tutti loro, quando gli affari non andavano bene. — Costretto a difendere la sua roba contro tutti, per fare il suo [...]
[...] , spumanti bava e minacce — la notte sempre inquieta, il domani sempre grave di speranza o di timore... — Ci hai lavorato, anche tu, nella roba [...]
[...] accovacciò ai piedi, su di un sasso, col viso bianco di luna, il mento sui ginocchi, in un gomitolo. Passava il tintinnio dei campanacci, il calpestìo [...]
[...] due ti sta dietro la gonnella? — riprese don Gesualdo che era in vena di scherzare. 61 Diodata sorrise: — Nossignore! nessuno! Ma il padrone ci [...]
[...] sorrideva sempre allo stesso modo, di quel sorriso dolce e contento, allo scherzo del padrone che sembrava le illuminasse il viso, affinato dal [...]
[...] chiarore molle: gli occhi come due stelle; le belle trecce allentate sul collo; la bocca un po' larga e tumida, ma giovane e fresca. Il padrone [...]
[...] po' ancora, e poi soggiunse: — Sei una buona ragazza!... buona e fedele! vigilante sugli interessi del padrone, sei stata sempre... — Il padrone mi [...]
[...] ha dato il pane, — rispose essa semplicemente. — Sarei una birbona... — Lo so! lo so!... poveretta!... per questo t'ho voluto bene! A poco a poco [...]
[...] tu!... Ne abbiamo passati dei brutti giorni!... Sempre all'erta, come il tuo padrone! Sempre colle mani attorno... a far qualche cosa! Sempre [...]
[...] tono di voce che andò a rimescolargli il sangue a lui pure: — Vossignoria siete il padrone... — Lo so, lo so... Ne discorro adesso per chiacchierare [...]
[...] ?... Non ho figliuoli... Allora le vide il viso, rivolto a terra, pallido pallido e tutto bagnato. — Perchè piangi, bestia? — Niente, vossignoria!... Così [...]
[...] gridare lui, sbuffando per l'aia. Il camparo al rumore levò il capo sonnacchioso e domandò: — Che c'è?... S'è slegata la mula? Devo alzarmi [...]
[...] quest'altra?... Che ci vuoi fare! Così va il mondo!... Poichè v'è il comune che ci pensa!... Deve mantenerli ii comune a spese sue... coi denari di [...]
[...] tutti!... Pago anch'io!... So io ogni volta che vo dall'esattore!... Si grattò il capo un istante, e riprese: — Vedi, ciascuno viene al mondo colla [...]
[...] sua stella... Tu stessa hai forse avuto il padre o la madre ad aiutarti? Sei venuta al mondo da te, come Dio manda l'erba e le piante che nessuno [...]
[...] ha seminato. Sei venuta al mondo come dice il tuo nome... Diodata! Vuol dire di nessuno!... E magari sei forse figlia di barone, e i tuoi fratelli [...]
[...] forse? Non mi son fatto da me quello che sono? Ciascuno porta il suo destino!... Io ho il fatto mio, grazie a Dio, e mio fratello non ha nulla... In [...]
[...] siete il padrone... Egli ci pensò un po' su, perchè quel discorso lo punzecchiava ancora peggio di una vespa, e tornò a dire: — Anche tu... non [...]
[...] hai avuto nè padre nè madre... Eppure cosa t'è mancato, di'? — Nulla, grazie a Dio! — Il Signore c'è per tutti... Non ti lascerei in mezzo a una [...]
[...] darei la dote... — Il Signore ve lo renda... — Son cristiano! son galantuomo! Poi te lo meriti. Dove andresti a finire altrimenti?... Penserò a [...]
[...] tutto io. Ho tanti pensieri pel capo!... e questo cogli altri! Sai che ti voglio bene. Il marito si trova subito. Sei giovane... una bella giovane [...]
[...] furbo e le mani che gli pizzicavano. Le stringeva con due dita il ganascino. Le sollevava a forza il capo, che ella si ostinava a tener basso per [...]
[...] nascondere le lagrime. — Già per ora son discorsi in aria... Il bene che voglio a te non lo voglio a nessuno, guarda!... Su quel capo adesso, sciocca [...]
[...] santissimo! Sorte maledettal... Sempre guai e piagnistei!... V Masi, il garzone, corse a svegliare don Gesualdo prima dell'alba, con una voce che [...]
[...] faceva gelare il sangue nelle vene: — Alzatevi, vossignoria; ch'è venuto il manovale da Fiumegrande e vuole parlarvi subito!... — Da Fiumegrande [...]
[...] tratto gridò: — II ponte!... Deve essere accaduta qualche disgrazial... — Giù nella stalla trovò il manovale seduto sulla panchetta, fradicio di [...]
[...] pioggia, che faceva asciugare i quattro cenci a una fiammata di strame. Appena vide giungere il padrone, cominciò a piagnucolare di nuovo: — II [...]
[...] scaletta della botola, urlando quasi l'accoppasse- ro. II manovale, a ciascuno che capitava, tornava a dire: — Il ponte!... l'armatura!... Mastro Nunzio [...]
[...] dice che fu il cattivo — tempo!... Don Gesualdo andava su e giù per la stalla, pallido, senza dire una parola, senza guardare in viso nessuno [...]
[...] , aspettando che gl'insellassero la mula, la quale spaventata anch'essa sparava calci, e Masi dalla confusione non riusciva a mettergli il basto. A un [...]
[...] canterellare mentre affibbiava la testiera della mula: un'allegria che gli mangiava it fegato. Si fece il segno della croce, mise il piede alla staffa [...]
[...] ; infine di lassù, a cavallo, che toccava quasi il tetto col capo, sputa fuori ii fatto suo, prima d'andarsene: — Avete ragione! M'ha fatto fare dei [...]
[...] , zoppicando; ma il padrone, che aveva la testa come un mulino, non se ne avvide. Soltanto allorchè furono giunti alla chiusa del Carmine, volse il capo [...]
[...] all'udire lo scalpiccio di lui nella mota, e lo fece montare in groppa. Il ragazzo, colla voce rotta dall'andatura della mula, ripeteva sempre la [...]
[...] stessa cosa: — Mastro Nunzio disse che era tempo di togliere l'armatura... Era spiovuto dopo il mezzogiorno... — No, vossignoria, disse mastro Nardo [...]
[...] rispondete?... — Che non ti casca mai la lingua? — rispose infine il padrone. Cominciava ad albeggiare prima di giungere alla Torretta. Un contadino [...]
[...] tasche, volle dire qualche cosa; accennava laggiù, verso il fiume, mentre il vento si portava lontano la voce. Più in la una vecchierella [...]
[...] raggomitolata sotto un carrubbio si mise a gridare: — Non potete passare, no!... Il fiume!... badate!... In fondo, nella nebbia del fiume e della pioggia [...]
[...] del cielo basso, qualcosa di nero che si muoveva, delle braccia che accennavano lontano. Il fiume, di qua e di là dei rottami, straripava in larghe [...]
[...] adesso lassù?... State a piangere il morto? Lasciate... lasciate andare! — gli rispose Gesualdo dalla riva. Ii rumore delle acque si mangiò — anche [...]
[...] le sue parole furiose. Il vecchio, in alto, nella nebbia, accennava sempre di no, testardo. Dell'altra gente gridava anche dalla riva opposta [...]
[...] , sotto gli ombrelloni d'incerata, senza potere farsi intendere, indicando verso il punto dove gli uomini tiravano in salvo delle travi. A seconda del [...]
[...] nella melma spumosa che dilagava. — Santo diavolone! Che volete lasciarvi anche la pelle? — urlò il capomastro afferrandolo pel bavero. — Un altro po [...]
[...] bocca, rispondeva: — Lasciatemi crepare! A voi non ve ne importa!... Dite così perchè voi non ci avete il sangue vostro in mezzo a quell'acqua [...]
[...] !... Lasciatemi crepare! 67 Mastro Nunzio, vedendo smaniare a quel modo il suo figliuolo, voleva buttarsi a capo fitto giù nella corrente addirittura [...]
[...] da burla... Allora è meglio finirla in una volta!... — E andava tentando l'acqua col piede. — Sentite! — interruppe il figliuolo con voce sorda [...]
[...] rinfacciato... a tuo padre!... Già non conto più nulla io! Non so far più nulla!... Ti ho fatto quel che sei!... Come se non fossi il capo di casa [...]
[...] !... come se non conoscessi ii mio mestiere!... — Ah!... il vostro mestiere?... perchè avevate la fornace del gesso?... e mi è toccato ricomprarvela due [...]
[...] volte anche!... vi credete un ingegnere!... Ecco il bel mestiere che sapete fare!... Mastro Nunzio guarda infuriate il suo figliuolo, annaspando [...]
[...] , agitando le labbra senza peter profferire altre parole, strabuzzando gli occhi per tornare a cercare il posto migliore da annegarsi, e infine [...]
[...] l'anima di mia madre!... con questo po' di tegola che m'e cascata fra cape e collo... capite che non ho voglia di scherzare adesso!... Il capomastro [...]
[...] si intromise per calmarli. — Infine quel ch'è stato è stato. Il morto non torna più. Colle chiacchiere non si rimedia a nulla. Piuttosto venite ad [...]
[...] legna rotte, nella capanna. 68 Pezzi di travi su cui erano ancora appiccicate le immagini dei santi che dovevano proteggere il ponte, buon'anima sua [...]
[...] ! Mastro Nunzio, il quale perdeva anche la fede in quella disdetta, ci sputa sopra un paio di volte, col viso torvo. Tutti piangevano e si [...]
[...] fregavano gli occhi dal fumo, intanto che facevano asciugare i panni umidi. In un canto, sotto quelle quattro tegole rotte, era buttato Nardo, il manovale [...]
[...] me; — si lamentò, — che ora rimango storpio e non posso più buscarmi il pane. Uno dei suoi compagni, vedendo che non poteva muoversi, gli ammucchiò [...]
[...] un po' di strame sotto il capo. Mastro Nunzio, sull'uscio, coi pugni rivolti al cielo, lanciava fuoco e fiamme. — Giuda Iscariota! Santo [...]
[...] . — Finchè c'è la salute, il resto è niente!... Gesualdo gli lanciò addosso un'occhiataccia furibonda. — Parla bene, chi non ha nulla da perdere [...]
[...] !... — No, no, vossignoria!... Non dite così, che il Signore vi gastiga!... Mastro Nunzio, appoggiato allo stipite dell'uscio, stava masticando da un po [...]
[...] ' la sua idea, fra le gengive sdentate. Infine la buttò fuori, rivolgendosi verso il figliuolo all'improvviso: — E sai cos'ho da dirti? Che non ne [...]
[...] tutto il paese dovesse macinarsi le ossa notte e giorno, e le mie prima degli altri!... santo e santissimo! La lite s'accese un'altra volta [...]
[...] . Mastro Nunzio che strillava e si lagnava di non esser rispettato. — Vedete se sono un fantoccio?... un pulcinella?... il capo della casa... signori [...]
[...] cielo come Dio la mandava, col capo nelle spalle, bagnato sino alle ossa, il cuore dentro piu nero del cielo nuvolo che aveva dinanzi agli occhi; il [...]
[...] per tutta la faccia scura. — Eccomi qua, come volete voi... ai vostri comandi... Pero, dite la verità, voi parlate col diavolo, eh? il canonico [...]
[...] . Non son discorsi da farsi qui, in istrada... C'era il letto ancora disfatto nella camera del canonico; tutt'in giro alle pareti un bel numero di [...]
[...] gabbioline, dove il canonico, gran cacciatore al paretaio, teneva i suoi uccelli di richiamo; un enorme crocifisso nero di faccia all'uscio, e [...]
[...] i suoi guai: il padre che si ostinava a fare di testa sua, per mostrare ch'era sempre lui il capo, dopo aver dato fondo al patrimonio... Gli era [...]
[...] farsi aprire la vena e a lasciarsi cavar dell'altro sangue per pagare, allora il padre gridava che gli si mancava di rispetto. La sorella ed il [...]
[...] , sissignore. La prima cazzuola per incominciare a fare il muratore dovette prestarmela mio zio il Mascalise... E mio padre che strepitava perchè lasciavo [...]
[...] il mestiere in cui ero nato... E poi, quando presi il primo lavoro a cottimo... gridava ch'era un precipizio! Ne ho avuto del coraggio, signor [...]
[...] dall'altra!... che volete, vossignoria! il sangue si ribella!... Ho taciuto sinora per aver la quiete in famiglia... per mangiare in santa pace un [...]
[...] , perchè sono venuto qui da voi... quando vi ho detto per prima cosa... Vi ho detto: «Eccomi qua, come volete voi...» — Ah!... ah!... — rispose il [...]
[...] canonico alzando il capo come un asino che strappi la cavezza. Poi lasciò stare il nicchio che andava spolverando attentamente, e gli fissò addosso [...]
[...] questa maniera! Allora vuol dire che non conoscete chi vi è amico e chi vi è nemico, Benedetto Dio! Ho piacere che abbiate toccato con mano se il [...]
[...] ? Una mano lava l'altra. Aiutami che t'aiuto, dice pure lo Spirito Santo. Voi, caro don Gesualdo, avete il difetto di credere che tutti gli altri [...]
[...] dinanzi con quella faccia. — Sarà il caldo... saranno tutti quegli uccelli... — balbettò l'altro un po' scombussolato. — Vorrei vedervi nei miei [...]
[...] dai giurati che non ci sarebbero contrari... Peccato che il barone Zacco abbia già dei sospetti per l'affare della gabella!... Lasciatemi pensare [...]
[...] ... Mentre terminava di legarsi il mantello al collo andava raccogliendo le idee, colle sopracciglia aggrottate, guardando in terra di qua e di là [...]
[...] persona, se mi promettete... Ma badiamo, veh!... E il canonico sgranò gli occhi. Don Gesualdo stese la mano verso il crocifisso. — No, dico per l'altro [...]
[...] ; ma il canonico aveva già infilato l'uscio. — Voi m'aspetterete già, nel portone. Un momento, vado e torno. Tornò fregandosi le mani: — Ve l'avevo [...]
[...] aprire lo studio, e fece il viso di condoglianza a don Gesualdo. — Brutto affare, eh? Mi dispiace! — Sotto si vedeva che gongolava. Il canonico [...]
[...] furono lontani, e il notaio con la chiave nella toppa li guardava ancora ridendo, il canonico gli soffiò nell'orecchio, a mastro-don Gesualdo: — E [...]
[...] l'hanno fatto giurato. Appena it canonico se ne fu andato su per la scala rotta e scalcinata, arrivò il cavaliere dal poderetto, montato su di un [...]
[...] lacero da campagna. — Non ne facciamo nulla, — disse il canonico ritornando poco dopo. — è una bestia! Crede di fare il cavaliere sul serio... Deve [...]
[...] ? Andate a benedire il ponte, insieme al canonico? Don Gesualdo si sfogò infine con lui, appuntandogli contro le coma, con tutt'e due le mani. — Vi stava [...]
[...] chiudere la bocca a tutti gli sfaccendati? Nel salire per la stradicciuola dei Margarone incontrarono il marchese Limòli, che andava a fare la sua [...]
[...] passeggiatina solita della sera, dal Rosario a Santa Maria di Gesù, sempre solo e con l'ombrello rosso sotto il braccio. 74 canonico, rispondendo alla [...]
[...] Gesualdo, dietro il canonico, calò di nuovo gli occhiali sul naso. — Ho tanto da fare!... Ah, sì!... la cauzione?... Volete che il comune vi aiuti a [...]
[...] di soffiarmi il naso... Vedremo... sentiremo... In quella entrò Canali, il quale veniva a cercare Margarone, sorpreso di non vederlo all'ora solita [...]
[...] . Anch'esso sapeva del ponte, e sembrava che si divertisse mezzo mondo a prolungare le condoglianze — il veleno che gli scorreva sotto il facccione [...]
[...] !... — Don Filippo, ora che aveva l'appoggio, si rivoltò anche lui: — Bisogna fare il passo secondo la gamba, mio caro!... Volevate pigliare il cielo a [...]
[...] pugni... Il posto a chi tocca, caro amico!... Non bisogna mettersi in testa di dare il gambetto a un paese intero!... Don Gesualdo allora perse la [...]
[...] pazienza. Si alzò di botto, rosso come un gallo, e aprì la bocca per sfogarsi. Ma il canonico gliela tappò con una mano. — State zitto! Lasciate [...]
[...] dovrei averli tutti contro?... Non fo male a nessuno... Fo gli affari miei... — Eh, caro don Gesualdo! — scappò a dire infine il canonico. — Gli [...]
[...] tutti parenti... Voi siete l'estraneo... siete il nemico, che diavolo! II canonico si fermò su due piedi, in mezzo alla piazzetta, di fronte al [...]
[...] come due spilli, il viso a lama di coltello che sfuggiva da ogni parte: — Vedete?... quando sarete entrato nel campo anche voi... Quella è la [...]
[...] dote che vi porterebbe donna Bianca!... E denaro sonante per voi che avete le mani in tanti affari. Mastro-don Gesualdo tornò a lisciarsi il mento [...]
[...] , come quando stava a combinare qualche negozio con uno piu furbo di lui; guardò il palazzo; guardò poi il canonico, e rispose: — Però caparra in [...]
[...] mano, eh? signor canonico? Prima voglio vedere come la pigliano i parenti di lei. — A braccia aperte la pigliano!... ve lo dico io! Fate conto che il [...]
[...] fiume tornò a rifarvi il ponte meglio di prima, e andate a dormirci su. Nel vicoletto lì accanto, vicino a casa sua, trovò Diodata che stava [...]
[...] tolleravano soltanto in campagna, pei servigi grossi. Appena la ragazza vide il suo padrone ricominciò a piangere e a lamentarsi, quasi fosse caduto [...]
[...] addosso a lei il ponte: — Don Gesualdo, che disgrazia! Mi sarei contentata d'annegarmi io piuttosto!... Son venuta a vedervi, vossignoria... con [...]
[...] fin qui a piedi!... apposta per farmi il piagnisteo... Come non ne avessi abbastanza dei miei guai!... Ora dove vai a quest' ora? La fece entrare [...]
[...] ?... A voi non bolle il sangue?... Burgio, piu pacifico, cercava di svignarsela, facendo le spalle grosse, chinando il testone di bue. 76 — Ecco [...]
[...] !... Nessuno si da pensiero dei guai che ci capitano!... Io sola mi mangio il fegato! II fratello Gesualdo, colla bocca amara, le andava cantando [...]
[...] qualcosa da mettere sotto il dente, dopo una giornata simile. Frugava nel cassone del pane. Speranza sempre dietro, come il gastigo di Dio. — Fra poco [...]
[...] tutta al diavolo!... Santo, che tornava affamato dal bighellonare in piazza tutta la giornata, al trovare il fuoco spento diede nelle furie, come [...]
[...] sentisse alfine quegli occhi fissi su di lei, voltò il viso pallido e sbattuto, e si trasse indietro bruscamente. — Adesso accende il lume, — riprese don [...]
[...] comando... Tu di', che te ne pare? Diodata volse le spalle, andando verso il fondo della stalla per dare una manciata di biada fresca alla mula, e [...]
[...] rispose dopo un momento, colla voce roca: — Vossignoria siete il padrone. E vero... Ma veh!... che bestia! Devi aver fame anche tu... Mangia [...]
[...] , mangia, poveretta. Non pensar solo alla mula. VI Don Luca il sagrestano andava spegnendo ad una ad una le candele dell'altar maggiore, con un [...]
[...] quasi deserta in quell'ora calda, inseguiti a male parole dal sagrestano. Donna Bianca Trao, inginocchiata dinanzi al confessionario, chinava il [...]
[...] vagamente nell'avvenire, nell'ignoto, come una vita nuova, un nuovo azzurro. Il sole di sesta scappava dalle cortine, in alto, e faceva rifiorire le [...]
[...] importanti! Nell'ombra del confessionario biancheggiò una mano che faceva il segno della croce, e donna Bianca si alzò infine, barcollando, chiusa nel [...]
[...] colla canna. — Ehi? ehi? zia Filomena?... E tardi oggi, a tardi. Sta per suonare mezzogiorno, e il confessore deve andarsene a desinare. La vecchia [...]
[...] levò il capo istupidito, e si fece ripetere due o tre volte la stessa cosa, testarda, imbambolata. — Sicuro, sto per chiudere la chiesa. Potete [...]
[...] mandarla via, borbottando, trascinando le ciabatte. Poi, mentre il prete infilava l'uscio della sagrestia, don Luca dovette anche dar la caccia a quei [...]
[...] da accecare, tossendo, spurgandosi, fermandosi a soffiarsi il naso, brontolando: — Neppure in chiesa!... non si può raccogliersi a far le orazioni [...]
[...] !... Donna Bianca si alzò in piedi, segnandosi, colle labbra ancora piene di avemarie. Il sagrestano le rivolse la parola direttamente, mentr'essa [...]
[...] sì col capo, col sorriso breve, rallentando il passo per cortesia. — Un bravo uomo! un uomo di giudizio! Quello sì che ve lo può dare un buon [...]
[...] levare il capo. Il sagrestano che la guardava negli occhi bassi, seguendola passo passo, riprese più forte: — Gli hanno detto di no... tale e quale come [...]
[...] ve lo dico adesso... II canonico è rimasto di sale!... Nessuno si sarebbe aspettato quella risposta, non è vero?... il canonico, donna Marianna [...]
[...] Ferdinando, ch'è peggio di un ragazzo, poveretto!... Egli era riuscito a fermare donna Bianca, piantandosele dinanzi, cogli occhi lucenti, il viso acceso [...]
[...] malattia, com'è vero Iddio!... Sono andato a trovarlo alla Canziria... Faceva trebbiare il grano... — Don Gesualdo, ch'è questa la maniera di [...]
[...] prendersela?... Ci lascerete la pelle, vossignorial... — Lasciatemi stare, caro don Luca, che so io!... dacchè il canonico mi porta quella bella rispostal [...]
[...] da confessarvi, c'è l'arciprete Bugno sfaccendato... buono anche quello! un servo di Dio... Però vedendo il canonico Lupi che s'avanzava verso di [...]
[...] loro, inchinandosi a ogni altare, colla destra stillante d'acqua benedetta, il nicchio pendente dall'altra mano: — Benedicite, signor canonico [...]
[...] Motta, e ho detto: Ecco donna Bianca che fa la sua visita alle Quarant'ore, e da il buon esempio a me, indegno sacerdote... 81 — Giusto... qui [...]
[...] c'è il signor canonico!... Se avete qualche altro peccato da dirgli, donna Bianca... — Io non posso, mi dispiace! Monsignore non mi ha data la [...]
[...] confessione, perchè sa che me ne manca il tempo... — Indi aggiunse con un certo risolino, lisciandosi il mento duro di barba. — Poi i vostri fratelli [...]
[...] non vorrebbero... Donna Bianca, rossa come se avesse avuto sul viso tutto il riflesso della cortina che velava l'altare del Crocifisso, finse di non [...]
[...] per commissione di vostra zia. Sapete il grosso affare che hanno insieme, colla baronessa? — Donna Bianca fece segno di no. — Un affare grosso... Si [...]
[...] tratta di pigliare in affitto le terre di tutti i comuni della Contea!... Don Gesualdo ha il cuore più grande di questa chiesa!... e i conquibus [...]
[...] : — Bisogna vedere quel che ha raccolto alla Canziria, bisogna vedere! — Ah, ah! venite di lassù? — Sissignore, — rispose il sagrestano, cavando fuori il [...]
[...] ! — Un cuor d'oro! — interruppe il canonico. — Generoso, caritatevole!... Peccato che... E si diede della mano sulla bocca. — Quello che stavo [...]
[...] sua! Ora vi lascio pei fatti vostri. Tanti saluti a don Diego e a don Ferdinando! Donna Bianca imbarazzata voleva andarsene anche lei; ma il [...]
[...] ... Il canonico insisteva anche lui: — No, no, restate, donna Bianca, fate gli affari vostri. — Poscia, appena egli lasciò ricadere la portiera [...]
[...] , don Gesualdo!... e poi le mani in pasta da per tutto. Non si mura un sasso che non ci abbia il suo guadagno Domeneddio in terra! Ponti, mulini [...]
[...] , fabbriche, strade carreggiabili!... il mondo sottosopra mette quel diavolo! Fra poco si andrà in carrozza sino a Militello, prima Dio e don Gesualdo [...]
[...] consigliato la stessa cosa che vi dico io... Non ho udito nulla, per non violare il suggello della confessione, ma padre Angelino è un uomo di giudizio [...]
[...] sembrava convulso. Indi alzò verso il crocifisso gli occhi umidi di lagrime, colle labbra pallide serrate in una piega dolorosa. Con quelle labbra [...]
[...] , grattandosi rabbiosamente il capo, con gli occhietti scintillanti che andavano come frugandola tutta da capo a piedi per trovare il punto debole [...]
[...] pensarci voi! Non siete più sotto tutela, alla fin fine!... Mi scaldo il sangue per voi... perchè sono buon servo della vostra famiglia... una [...]
[...] gran casata!... peccato che non sia più quella di prima!... Ora che avreste il mezzo di far risorgere il nome dei Trao!... Questo si chiama dare un [...]
[...] . Don Gesualdo spiccherebbe di lassù il sole e la Luna per farvi piacere!... Non ci vede più dagli occhi!... Sembra un pazzo addirittura. Donna [...]
[...] tondi su di una faccia a punta, gialla e incartapecorita, e un fazzoletto lacero da malata, legato sotto il mento; nient'altro sulle spalle, da [...]
[...] ?... la pentola sta per bollire... — Perchè l'hai messa a bollire così presto? Il sole è ancora qui, sul limitare... L'arciprete fa un casa del [...]
[...] , tenendo ancora la cotta sotto il braccio, litigava colla moglie, stecchito nella sottana bisunta quant'era enorme il ventre della donna: — Tu ci hai [...]
[...] avanti. — I nipoti di don Gesualdo! — riprese il sagrestano ammiccando in mo- do significativo a donna Bianca nel tornare indietro. — Stanno lì a [...]
[...] portiera, onde trattenerla ancora un momento: — Lui fa proprio compassione!... Una faccia da malato!... Mi parlò tutto il tempo di vossignoria... Dice [...]
[...] che forse il canonico Lupi non avrà saputo fare l'imbasciata... che vorrebbe parlarvi... per vedere... per sentire... Donna Bianca si fece di [...]
[...] pretesto dei fiori per la Madonna... Sì? Cosa mi dite? Essa chinò il capo rapidamente, nel passare sotto la cortina, ed uscì fuori. Don Luca credette di [...]
[...] , sospettassero che mi manda il canonico... Dopo vespro spicciò lesto lesto il servizio della chiesa e corse alla Canziria: cinque miglia di [...]
[...] crollatina, e vi casca fra le braccia; ve to dico io! Dovreste correre al paese e scaldare il ferro mentre è caldo. Però don Gesualdo non fece una [...]
[...] ... Non ho sempre il vento in tasca per trebbiare a comodo mio!... L'aia era vasta quanto una piazza. Dieci muli trottavano in giro, continuamente [...]
[...] , cariche d'altra messe; dei garzoni insaccavano il grano e lo portavano nel magazzino, dove non cessava mai la nenia di Pirtuso che cantava «e [...]
[...] spegnere un incendio. Don Gesualdo sempre in moto, con un fascio di taglie in mano, segnando il frumento insaccato, facendo una croce per ogni barile di [...]
[...] perdere adesso!... Vino, qua! Date da bere a don Luca!... Sì, sì, verrò; ma quando potrò... Per ora non posso muovermi, cascasse il mondo [...]
[...] !... Diodata!... bada che il vento spinge la fiamma verso I'aia, canto e santissimo!... No, don Luca! non sono in collera pel rifiuto dei suoi fratelli [...]
[...] ragazze! Capite, vossignoria? Ciolla ci ha la mano... Ne parlerei io stesso a Ciolla in segretezza, senza stare a rompervi il capo, vossignoria; e vi fa [...]
[...] fare una bella figura. Con un bottiglione di vino poi ve lo chetate, il Ciolla. Don Gesualdo non voile sapere di lettera: — Non per risparmiare il [...]
[...] . — Dicevo per piantare meglio il chiodo. Ma voi siete il padrone. Don Luca se ne tornò tutto contento, con un agnello e una forma di cacio. Per [...]
[...] prudenza mandò la moglie a fare l'imbasciata, sotto un pretesto: 86 — Circa a quel discorso che siete intesi con mio marito, vossignoria, dice che il [...]
[...] confessore verrà dopodomani a prendere la risposta!... II confessore domenica aspetta la risposta!... — Don Ferdinando che aveva udito aprire il [...]
[...] portone, comparve in quel momento come un fantasma. — Il confessore!... — riprese a dire la gna Grazia senza che nessuno le domandasse nulla [...]
[...] . — Donna Bianca voleva confessarsi!... Oggi non può, il confessore... E domani neppure... Domenica piuttosto, se gli fate sapere che siete pronta... La [...]
[...] , misurandolo ad occhio, palpandolo colle mani. E dopo che la sagrestana se ne fu andata, come un'anatra, reggendo il grembiule pieno sul ventre enorme [...]
[...] venti cafisi; un sacco di farina in fondo a una cassapanca grande quanto un granaio; il cestone di vimini che aspettava ancora il grano della [...]
[...] alzarsi più! E il medico non viene neppure, perchè ha paura di non esser pagato... dopo tanti denari che s'è mangiati nell'ultima malattia della [...]
[...] agli usci, lungo il corridoio, implacabile e dolorosa, per tutta la casa... Bianca sussultava ogni volta, col cuore che le scoppiava, chinandosi ad [...]
[...] dinanzi a lui, quel giorno in cui don Ferdinando le aveva detto che il fratello stava peggio, nella cameretta sudicia, sdraiato su quel lettuccio che [...]
[...] cercare di fuggire il suo destino, badando solo di non incomodare gli altri, e tenersi per sè i suoi guai e le sue miserie. Volse il capo, vedendo [...]
[...] meglio... povera Biancal... Tu come stai?... Perchè non ti sei fatta vedere?... perchè?... Le accarezzava il capo con quella mano scarna e sudicia di [...]
[...] , sai!... il tuo fratello che ti vuol tanto bene... povera Bianca!... — Don Ferdinando mi ha detto... — balbettò essa timidamente. — Vo- lete un [...]
[...] po' di brodo?... Il malato da prima fece segno di no, guardando in aria, supino. Poi volse il capo, fissandola cogli occhi avidi dal fondo delle [...]
[...] . Neppure il medico voleva: — No, no! Cosa mi fa il medico?... Tutte imposture!... per spillarci dei denari... Il vero medico è lassù! ... Quel che vorrà [...]
[...] troveranno belli e morti all'improvviso che sarà una vergogna per tutto il parentado!... Neppure di quel negozio del matrimonio non me ne avete detto [...]
[...] , crollando il capo. Gli altri non fiatavano: Bianca a capo chino; don Ferdinando aspettando che parlasse suo fratello, cogli occhi di barbagianni [...]
[...] logore: un ecceomo! Andava errando per la stanza, stralunato, facendo gesti e discorsi incoerenti, tossendo, tirando il fiato a stento, soffiandosi [...]
[...] il naso, quasi suonasse una tromba. — Mastro-don Gesualdo!... Saremmo arrivati a questo, che una Trao sposerebbe mastro-don Gesualdo! Tu [...]
[...] paura per l'avvenire?... Si fregò il mento peloso colla mano ischeletrita, seguitando ad ammiccare, cercando di rendere furbo il sorriso pallido [...]
[...] la gran risorsa della famiglia, quando avessero avuto i denari per far valere le loro ragioni contro il Re di Spagna: dei volumi gialli, logori e [...]
[...] della famiglia che bagnava le radici nel sangue di un re libertino, come portava il suo stemma - di rosso, con tre gigli d'oro, su sbarra del [...]
[...] medesimo, e il motto che glorificava il fallo della prima autrice: Virtutem a sanguine traho. S'era messi gli occhiali, appoggiando i gomiti sulla sponda [...]
[...] . Aveva veduto sempre quei libracci sparsi sulle tavole sgangherate per le sedie zoppe. Così essa non rispose. Suo fratello volse finalmente il capo [...]
[...] che la sorella non prendeva la chiave, e tornò daccapo: — Anche tu, Bianca?... Dici di sì anche tu?... Essa, accasciata sulla seggiola, chinò il [...]
[...] capo in silenzio. — E va bene!... Giacchè tu lo vuoi... giacchè non hai il coraggio di aspettare... Donna Mariannina seguitava a perorare la causa [...]
[...] sulle spalle di don Diego il quale 91 sembrava che non udisse, cogli occhi inchiodati sulla sorella e un tremito per tutta la persona. A un [...]
[...] sbigottita, faccia a faccia col fratello che sembrava un cadavere, dopo che la zia e don Ferdinando furono usciti. Il pover'uomo esitò ancora prima di [...]
[...] aggiungere quel che gli restava a dire, fissando la sorella con un dolore più pungente e profondo. Poscia le afferrò le mani, agitando il capo [...]
[...] sopraffatto da uno scoppio di pianto. Ella più morta che viva scosse il capo lentamente e biascicò: — No... no... Non è per questo... Don Diego lasciò [...]
[...] , s'aspettavano gli sposi. Davanti alla porta c'era un crocchio di monelli, che il ragazzo di Burgio, in qualità di parente, s'affannava a tener [...]
[...] ai balconi illuminati. Verso un'ora di notte arrivò il marchese Lima, facendosi largo colla canna d'India. Vide il lume, vide le foglie d'arancio, e [...]
[...] marchese!... bacio le mani!... E rimase un po' confuso, non vedendo altri che il Limòli. - Servo, servo, caro don Santo!... Non baciate più nulla [...]
[...] ... ora siamo parenti. 93 In cima alla scala comparve anche donna Sara Cirmena, la sola di tutto il parentado della sposa che si fosse degnata di [...]
[...] venire, con un moggio di fiori finti in testa, il vestito di seta che aveva preso le pieghe come la carta, nel cassettone, i pendagli di famiglia che [...]
[...] novitè? — Nulla, nulla, — rispose il marchese salendo adagio adagio. — Son uscito prima per non far vedere ch'ero solo in chiesa, di tutti i [...]
[...] punta delle dita. — Come? Non c'è nessuno ancora? — esclamò il marchese, giunti che furono nella camera nuziale, parata come un altare. Compare [...]
[...] Santo rannicchiò il capo nel bavero di velluto, al pari di una testuggine. — Per me non manca... io son qui dall'avemaria... Tutto è pronto [...]
[...] son venuto per tener d'occhio il trattamento... E aprì l'uscio per farglielo vedere: una gran tavola carica di dolci e di bottiglie di rosolio [...]
[...] , ancora nella carta ritagliata come erano venuti dalla città, sparsa di garofani e gelsomini d'Arabia, tutto quello che dava il paese, perchè la [...]
[...] . — Bello! Bello! — approvo il marchese. — Una cosa simile non l'ho mai vista!... E questi qui, cosa fanno? Ai due lati della tavola, come i giudei [...]
[...] del Santo Sepolcro, ci erano Pelagatti e Giacalone, che sembravano di cartapesta, così lavati e pettinati. — Per servire il trattamento, sissignore [...]
[...] marchese si schermì: — Grazie, figliuol mio!... Ora mi rovini il vestito, bada! — Di là ci sono anche le tinozze coi sorbetti! — aggiunse don Santo. 94 [...]
[...] : — Largo!... A voi!... Guardatevi!... — Le mule, tolte allora dall'armento, ricalcitravano e sbuffavano, tanto che il canonico Lupi propose di smontare [...]
[...] lì dov'erano, e Burgio s'era già alzato per scavalcare lo sportello. Ma le mule tutt'a un tratto abbassarono il capo insieme, e infilarono il [...]
[...] portone a precipizio. — Morte subitanea! — esclamò il canonico, ricadendo col naso sui ginocchi della sposa. Salivano a braccetto. Don Gesualdo con [...]
[...] una spilla luccicante nel bel mezzo del cravattone di raso, le scarpe lucide, il vestito coi bottoni dorati, il sorriso delle nozze sulla faccia rasa [...]
[...] di fresco; soltanto il bavero di velluto, troppo alto, che gli dava noia. Lei che sembrava più giovane e graziosa in quel vestito candido e [...]
[...] spumante, colle braccia nude, un po' di petto nudo, il profilo angoloso dei Trao ingentilito dalla pettinatura allora in moda, i capelli arricciati [...]
[...] dinanzi a tanti occhi e a tanti lumi. — Evviva gli sposi! evviva gli sposi! — si mise a gridare il canonico, messo in allegria, sventolando il [...]
[...] fazzoletto. 95 Bianca prese il bacio della zia Cirmena, il bacio dello zio marchese, ed entrò sola nelle belle stanze, dove non era anima viva. — Ehi [...]
[...] ? ehi? bada che perdi il marito! — le gridò dietro lo zio marchese fra le risate generali. — Ci siamo tutti? — borbottò sottovoce donna Sarina. Il [...]
[...] duole il capo... Manda a salutare la nipote, e don Gesualdo anche... — Vai in cucina, da questa parte — gli rispose il marchese. — Di' che ti diano [...]
[...] silenzio; ciascuno guardando di qua e di Ià per fare qualche cosa, ed ammirando coi cenni del capo. Alla fine il canonico credette di dover rompere [...]
[...] il ghiaccio: — Don Santo, sedetevi qua. Avvicinatevi; non abbiate timore. — A me? — rispose Santo che si sentiva dar del don lui pure. — Questo è [...]
[...] tuo cognato, — disse il marchese a Bianca. II notaro ripigliò di lì a un momento: — Guardate! guardate! Sembra lo sbarco di Cristoforo Colombo [...]
[...] ! Vedevasi sull'uscio dell'anticamera un mucchio di teste che si pigiavano, fra curiose e timide, quasi stesse per scoppiare una mina. Il canonico fra [...]
[...] gli altri monelli scorse Nunzio, il nipotino di don Gesualdo, e gli fece segno d'entrare, ammiccandogli. Ma il ragazzo scappò via come un selvaggio [...]
[...] ; e il canonico, sempre sorridendo, disse: - Che diavoletto!... tutto sua madre... Il marchese, sdraiato sulla sedia a bracciuoli, accanto alla [...]
[...] — aggiunse il canonico ridendo. 96 — è vero; sei alquanto pallida... Ti sei forse spaventata in carrozza? — Sono mule troppo giovani... appena tolte [...]
[...] dall'armento... non ci sono avvezze... Ora usano dei cavalli per la carrozza — disse il canonico. — Certamente! certamente! — si affrettò a [...]
[...] rispondere don Gesualdo. — Appena potrò. I denari servono per spenderli... quando ci sono. II marchese e il canonico Lupi tenevano viva la conversazione [...]
[...] quegli specchi nei quali si vedeva tutto, vestito di nuovo, ridotto a guardare come facevano gli altri se voleva soffiarsi il naso. — II raccolto è [...]
[...] andato bene! — disse il marchese a voce più alta, perchè gli altri lo seguissero dove voleva arrivare. — Io ne parlo per sentita dire. Eh? eh [...]
[...] pioggerella ch'è caduta ha ridotto la strada una pozzanghera!... Io stavo per rompermi il collo. Però dicono che fa bene alle vigne. Eh? eh? massaro [...]
[...] Fortunato?... — Sissignore, se vuol Dio!... — Saranno tutti a prepararsi per la vendemmia. Noi soli no, donna Sarina! Noi beviamo il vino senza pregare [...]
[...] !... certo!... — Un momento!... — esclamò il canonico balzando in piedi. — Mi pare di sentir gente!... Santo, che stava all'erta, cogli occhi fissi [...]
[...] sul fratello, gli fece segno per sapere se era ora d'incominciare iI trattamento. Ma il canonico rientrò dal balcone quasi subito, scuotendo il capo [...]
[...] l'orecchio fine!... Chi aspettate, voi? 97 — Donna Giuseppina Alòsi, per bacco!... Quella almeno non manca mai! — L'avrà trattenuta il cavaliere [...]
[...] ... si lasciò scappare il marchese, perdendo la pazienza. Santo, che s'era gia alzato, tornò a sedere mogio mogio. — Con permesso! con permesso [...]
[...] ! — disse il canonico. — Un momento! Vo e torno! Donna Sarina gli corse dietro nell'anticamera, e si udì il canonico rispondere forte: — No! Qui vicino [...]
[...] Dio!... La prova e che il ragazzo La Gurna, Corradino, viene da me per la villeggiatura. Lui non ci ha colpa, povero innocente! — No, no, è meglio [...]
[...] star seduti in una bella sedia soffice come questa, che andare a buscarsi il pane di qua e di là, come i La Gurna!... quando si può buscarselo anche [...]
[...] !... E avere una buona tavola apparecchiata, e la carrozza per far quattro passi dopo, e la vigna per la villeggiatura, e tutto il resto!... La [...]
[...] buona tavola sopratutto!... Son vecchio, e mi dispiace che il marchesato non possa servirsi in tavola... II fumo è buono soltanto in cucina... La so [...]
[...] arricciano più il naso!... Se torno a nascere, voglio chiamarmi mastro Alfonso Limòli, ed esser ricco come voi, nipote mio... Per godermi i miei denari [...]
[...] fra me e me... senza invitar nessuno... no!... — Tacete!... Sento il campanello! — interruppe donna Sarina. — è un pezzo che suonano mentre voi [...]
[...] moglie, la quale portava sotto il braccio un tovagliuolo che pareva un sacco, quasi fosse venuta per lo sgombero. Al primo momento don Luca rimase [...]
[...] imbarazzato, vedendo il fratello di Speranza che gli aveva mandato a dire mille improperi con suo marito Burgio; ma non si perse d'animo per [...]
[...] questo, e trovò subito il pretesto: 98 — C'è il canonico Lupi?... Mia moglie, qui, m'ha detto ch'era montato in carrozza cogli sposi... La gnà Grazia [...]
[...] allora entrò svolgendo adagio adagio il tovagliuolo, e ne cavò una caraffina d'acqua d'odore, tappata con un batuffoletto di cenci. — L'acqua [...]
[...] il canonico Lupi, rosso in viso, sbuffando, asciugandosi il sudore. E a prevenire ogni domanda si rivolse subito al padrone di casa, sorridendo [...]
[...] , e rimasero fermi ai loro posti, aspettando a chi toccasse aprire la marcia. Il canonico si sbracciava a far dei segni a compare Santo, e vedendo [...]
[...] che non capiva, gli soffiò colla voce di petto, come in chiesa, allorchè sbagliavasi la funzione: — A voi!... Date braccio alla cognata!... Ma il [...]
[...] cognato non si sentiva di fare quella parte. Infine glielo spinsero dietro a forza. Lo zio Limòli intanto era passato avanti colla sposa, e il [...]
[...] e due, per evitare il pericolo. — Non vuol nulla!... — tornò dicendo il cognato don Santo, quasi si fosse tolto un gran peso dallo stomaco. — Io [...]
[...] , per me, gliel'ho offerto!... — Neanche un bicchierino di perfetto amore? — entre a dire il canonico con galanteria. La zia Cirmena si mise a ridere [...]
[...] , e Santo guardò il fratello, per vedere cosa dovesse fare. — Eh! eh!... — aggiunse il marchese con la sua tosserella. — Eh! eh!... — Qualcosa [...]
[...] , zio? — Grazie, grazie, cara Bianca... Non ho piu denti nè stomaco... Sono invalido... Sto a vedere soltanto... non posso fare altro... Il canonico [...]
[...] si fece pregare un po', e quindi trasse di tasca un fazzoletto 99 che sembrava un lenzuolo. Intanto la zia Cirmena s'empiva il borsone che portava [...]
[...] al braccio, dov'era ricamato un cane tutto intero, e ce n'entrava della roba! Il canonico invece, che aveva le tasche sino al ginocchio, sotto la [...]
[...] che c'è stato!... Mia sorella specialmente!... M'hanno fatto andare tutto in veleno anche il giorno delle nozze!... Com'essa gli ispirava confidenza [...]
[...] , abbassando la voce: — Sembrava che piangessero il morto, quando siamo andati a prendere la sposa!... due gufi, tale e quale!... Si rintanavano di [...]
[...] !... Infine se si è indotta a questo passo... Fece un altro segno, coll'indice e il pollice in croce sulla bocca. E sbirciando colla coda dell'occhio che [...]
[...] rientravano in sala anche Bianca e suo marito, disse forte, come in seguito di un altro discorso, mostrando il fazzoletto pieno: — Sono le mie [...]
[...] parole. — Tanta salute! — interruppe il sagrestano vedendo la signora. — Sarà una festa per quei ragazzi, quando arriveremo a casa!... Cinque [...]
[...] maschi!... La roba ce l'avete!... Ora pregheremo il Signore di darvi i figliuoli... Vogliamo vedervi come Grazia fra nove mesi... II marchese per [...]
[...] ficcava da per tutto, in bocca, nelle tasche, dentro la camicia. Nunzio, il ragazzo di Burgio, entrato come un gatto, si era arrampicato sulla tavola [...]
[...] tornò di corsa il sagrestano, ansante, con un'aria di gran mistero: — C'è qui tutto il paese!... giù in istrada, che stanno a vedere!... Il Barone [...]
[...] Zacco, i Margarone, la moglie di Mendola anche... tutti i primi signori del paese!... Fa chiasso il vostro matrimonio, don Gesualdo!... E se ne [...]
[...] andò com'era venuto, frettoloso, infatuato. La zia Cirmena borbottò: — Che seccatura!... Ci fosse almeno un'altra uscita!... Il canonico invece [...]
[...] risa soffocate anche, uno scalpiccio furtivo. 101 Due che tornavano indietro dalla parte di Santa Maria di Gesù si fermarono, vedendo aprire il [...]
[...] fatto fare? Donna Sarina e il marchese Limòli si erano avvicinati anch'essi al balcone. Quest'ultimo allora disse: — Adesso potete andarvene, donna [...]
[...] della famiglia almeno!... — Ah? ah?... — sogghignava intanto il marchese. Donna Sarina gli ribattè sul muso, frenando a stento la voce: — Non mi [...]
[...] andremo noi!... Ehi, ehi, canonico... Mi par che sarebbe tempo d'andarcene!... Un po' di prudenza!... — Ah! ah!... Ah! ah! — chiocciava il canonico [...]
[...] !... sentite, zio!... — E lo tirò in disparte per parlargli sottovoce, con calore. — Sono pazzi! — interruppe il marchese ad alta voce, accalorandosi [...]
[...] anche lui. — Pazzi da legare! Se torno a nascere, lo dirò anche a loro, voglio chiamarmi mastro Alfonso Limòli!... — Bravo! — sghignazzò il [...]
[...] essere invitato di nuovo pel battesimo... il canonico Lupi ed io... noi due soli... Non ci sara neppure bisogno della cugina Cirmena!... — Poca [...]
[...] brigata, vita Beata! — conchiuse I'altro. 102 Don Gesualdo li accompagnò sino all'uscio, solleticato internamente dai complimenti del canonico, il quale [...]
[...] di quelli che hanno il pugno stretto... giacchè dovete esser soci fra poco. — Eh! eh! — rispose don Gesualdo che si sentiva ribollire in quel punto [...]
[...] i denari male spesi. — C'è tempo! c'è tempo! Ne deve passare prima dell'acqua sotto il ponte che non c'è più... Diteglielo pure, alla signora [...]
[...] vorrei che la signora baronessa Rubiera avesse a vergognarsi d'avermi per compagno... diteglielo pure! — Ha ragione! — aggiunse il marchese [...]
[...] fermandosi a metà della scala. — Ha l'amor proprio dei suoi denari, che diavolo!... La cugina Rubiera avrebbe potuto degnarsi... Non si sarebbe guastato il [...]
[...] dato a tutti quanti! — Sapete cosa ho da dirvi? — si mise a strillare allora il marchese levando il capo in su. — Che se non avessi il vitalizio [...]
[...] simili a un branco di pecore; poscia, dopo Nanni l'Orbo, sfilarono dietro tutti gli altri, col sorriso goffo, il berretto in mano, le donne salutando [...]
[...] sino a terra come in chiesa, imbacuccate nelle mantelline. 103 — Questa è Diodata, — disse Nanni l'Orbo. — Una povera orfanella che il padrone [...]
[...] marito con lui. II camparo aggiunse altre informazioni, ridendo: — Si correvano dietro! Bisognava far la guardia a loro pure!... Il padrone mi [...]
[...] l'Orbo pel primo, che si teneva i fianchi. Solo Diodata, rossa come il fuoco, colle lagrime agli occhi, s'affannava a ripetere: — Nossignore [...]
[...] , senza profferire una parola; soltanto i fiori che le si agitavano sul capo parlavano per lei. — Ora basta! — conchiuse il padrone. — Andatevene [...]
[...] ?... — Sissignore... Dice per questo!... ch'è il padrone... Non mi lasciano andare in pace!... tutti quanti! — Aspetta! aspetta, che piglio un bastone [...]
[...] !... — Ora ricomincia il piagnisteo! — sbuffò lui. — Non ho un momento di pace, questa sera!... — Nossignore... senza piagnisteo... Tanta salute a [...]
[...] tu... il pane non te lo farà mancare... E quando verrà la malannata, ricordati che c'è sempre il mio magazzino aperto... Sei contenta anche tu? di [...]
[...] '? Essa rispose ch'era contenta, chinando il capo piu volte, giacchè aveva un gruppo alla gola e non poteva parlare. — Va bene! Ora vattene via [...]
[...] gli leggessero anche a lui il cruccio segreto in cuore, cominciò a gridare per non pensarci, quasi fosse in collera. — E senza cercare il pelo [...]
[...] nell'uovo!... senza pensare a questo e a quell'altro... 105 Il Signore c'è per tutti... Anche tu sei una povera trovatella, e il Signore ti ha aiutato [...]
[...] !... Al caso poi, ci son qua io... Farò quello che potrò... Non ho il cuore di sasso, no!... Lo sai! Vai, vai; vattene via contenta!... Ma Diodata [...]
[...] scuotevano dalla testa ai piedi. Allora il suo padrone scappò a bestemmiare: — Santo e santissimo!... santo e santissimo! In quel momento comparve la [...]
[...] zia Cirmena in cima alla scala, con lo scialle in testa, il borsone infilato al braccio, e gli occhi umidi di lagrime, come si conveniva alla [...]
[...] collo. — Non ho bisogno di farvi la predica... Siete un uomo di giudizio... Povera Bianca!... Sono commossa, guardate! Cercò nel borsone il fazzoletto [...]
[...] fazzoletto, e chiamò il servitore che aspettava giù col lampione. — Don Camillo! Accendete, ch'è ora di andarsene. Don Camillo? ehi? cosa fate? dormite [...]
[...] altre... Siamo fatti di un'altra pasta... tutta la famiglia... Mi pare di lasciare il sangue mio nelle vostre mani adesso!... Non ho avuto figliuole [...]
[...] a dormire su di una sedia, com'è vero Dio!... Essa balbettò qualche parola inintelligibile, un gorgoglio di suoni timidi e confusi, e chinò il capo [...]
[...] ubbidiente, per cominciare a togliersi il pettine di tartaruga, colle mani gracili e un po' sciupacchiate alle estremità di ragazza povera [...]
[...] mangiavo il fegato e ridevo?... Riderà meglio chi ride l'ultimo!... Via, via, perchè ti tremano cosi le mani?... non sono tuo marito adesso?... a [...]
[...] promettevano la sposa amorevole e ubbidiente che gli avevano detto. Allora egli tutto contento, con una risata larga che gli spianò il viso ed il cuore [...]
[...] meglio di una regina, se andiamo d'accordo come dico io!... Tutto il paese sotto i piedi voglio metterti!... Tutte quelle bestie che ridono adesso e [...]
[...] che vuole... e buone gambe pure... per arrivare dove vuole... Tu sei buona e bella!... roba fine!... roba fine sei!... Essa rannicchiò il capo [...]
[...] . — Tutto quello che desideri... Voglio che sii contento tu pure!... Com'era di luglio, e faceva un gran caldo, si tolse anche il vestito, aspettando [...]
[...] cominciava a fargli girare il capo, balbettando e anfanando, in maniche di camicia, stringendosi sul cuore che gli batteva fino in gola quel corpo [...]
[...] delicato che sentiva rabbrividire e quasi ribellarsi; e come le sollevava il capo dolcemente si sentì cascar le braccia. Ella si asciugò gli occhi [...]
[...] tocca! Neanche il giorno delle nozze, santo e santissimo!... Dimmi almeno che hai!... — Non badate a me... Sono troppo agitata... — Ah! quel Ciolla [...]
[...] pigliasse un accidente. Annaspa alquanto per cercare il cappello, e fece per andarsene. Ma giunto sulla soglia tornò indietro a precipizio, colla [...]
[...] schiuma alla bocca, quasi fuori di sè, gridando: — Quattro e quindici!... E si fermò ansante dinanzi alla scrivania dei giurati, fulminando il suo [...]
[...] ginocchia. Indi alzò il capo, e ribattè con voce calma: — Cinque onze! II barone diventò a un tratto come un cencio lavato. Si soffiò il naso [...]
[...] ; calcò il cappello in testa, e poi infilò l'uscio, sbraitando: — Ah!... quand'e così!... giacch'è un puntiglio!... una personalità!... Buon giorno a [...]
[...] fuori tanto di lingua. Allora si alzò in piedi il baronello Rubiera, pettoruto, lisciandosi la Barba scarsa, senza badare ai segni che gli faceva [...]
[...] !... Dico io!... 112 — Per l'amor di Dio, — gli soffiò nelle orecchie il notaro Neri tirandolo per la falda. — Signor barone, non facciamo pazzie [...]
[...] !... — Cinque onze e sei! — replica il baronello senza dar retta, guardando in giro trionfante. — Cinque e quindici. Don Nini si fece rosso, e [...]
[...] aprì la bocca per replicare; ma il notaro gliela chiuse con la mano. Margarone stimò giunto il momento di assumere l'aria presidenziale. — Don [...]
[...] sulle spalle... sia detto senza offendervi... Onestamente... «Guardami quel che sono, e non quello che fui» dice il proverbio... Ma il comune [...]
[...] fare il suo interesse! Don Filippo posò gli occhiali sullo scartafaccio; volse un'occhiata stupefatta ai suoi colleghi a destra e a sinistra, e [...]
[...] le mani addosso al suo figliuolo che buttava così i denari. Burgio stentava a frenarlo. Margarone suonò il campanello per intimar silenzio. — Va [...]
[...] , fingendo di soffiarsi il naso. — Sicuro!... Chi garantisce per voi?... La legge dice... — Mi garantisco da me, — rispose don Gesualdo posando sulla [...]
[...] !... — strillò il barone Zacco rientrando infuriato. — Signori miei!... guardate un po'!... a che siam giunti!... — Cinque e quindici! — replica don Gesualdo [...]
[...] tirando un'altra pressa. — Offro cinque onze e quindici tarì a salma per la gabella delle terre comunali. Continuate l'asta, signor don Filippo. Il [...]
[...] baronello Rubiera scattò su come una molla, con tutto il sangue al viso. Non l'avrebbero tenuto neppure le catene. 113 — A sei onze! — balbettò [...]
[...] ! — gridò il notaro levando tutte e due le mani in aria. — Per legalità dell'offerta!... fo le mie riserve!... E si precipitò sul baronello, come [...]
[...] !... quando volete buttare il denaro dalla finestra!.. andate a giuocare a carte!... giuocatevi il denaro di tasca vostra soltanto!... Don Ninì sbuffava [...]
[...] peggio di un toro infuriato. Peperito aveva chiamato con un cenno il canonico Lupi, e s'erano messi a confabulare sottovoce, chinati sulla [...]
[...] scrivania, agitando il capo come due galline che beccano nello stesso tegame. Era tanta la commozione che le mani del canonico tremavan sugli [...]
[...] scartafacci. Il cavaliere lo prese per un braccio e andarono a raggiungere il notaro e il baronello che disputavano animatissimi in un canto della sala. Don [...]
[...] questi senza muoversi. — Sentite!... C'è quell'affare della cauzione... Il ponte se n'è andato salute a noi!... C'è modo d'accomodare quell'affare [...]
[...] ! testa di corno! — ricominciò ad inveire il barone sottovoce. Don Filippo, dopo il primo momento d'agitazione, era tornato a sedere asciugandosi il [...]
[...] sudore gravemente. Intanto che il canonico parlava sottovoce a mastro-don Gesualdo, il notaro da lontano cominciò a far dei segni. Don Filippo si [...]
[...] pallido sotto la barba di quattro giorni, tirava il suo compagno pel vestito. II notaro era riuscito a cacciare il baronello contro il muro, mentre [...]
[...] testimoni per metter tutto nel verbale. — Va bene! Si mettera tutto nel verbale!... Scrivete che il baronello Rubiera ha fatto l'offerta per incarico [...]
[...] ! nemico di Dio! — si udì gridare mastro Nunzio nella folla dell'altra sala. Successe un parapiglia. II notaro e Peperito spinsero fuori dell'uscio il [...]
[...] baronello che strepitava, agitando le braccia in aria. Dall'altro canto il canonico, convulso, si gettò su don Gesualdo, stringendoglisi addosso [...]
[...] ?... — Non temete, canonico. Ho fatto i miei conti. Non mi scaldo la testa, io. Don Filippo Margarone suonava il campanello da cinque minuti per avere [...]
[...] un bicchier d'acqua. I suoi colleghi s'asciugavano il sudore anch'essi, trafelati. Solo don Gesualdo rimaneva seduto al suo posto come un sasso [...]
[...] , tremante di collera, coi capelli Bianchi irti sul capo, rimorchiandosi dietro il genero Burgio che tentava di trattenerlo per la manica della giacca [...]
[...] , come un pazzo. 115 — Signor don Filippo!... sono il padre, sì o no?... comando io, sì o no?... Se mio figlio Gesualdo è matto!... se vuol [...]
[...] strappava i capelli e urlava quasi l'accoppassero. — Per l'amor di Dio! per l'amor di Dio! — supplicava il canonico, correndo dall'uno all'altro. — I [...]
[...] gridare il canonico; — non era sangue del figlio vostro? non li ha guadagnati lui, col suo lavoro? — Tutti quanti erano in piedi, vociando. Si udiva [...]
[...] Canali strillare più forte degli altri per chetare don Ninì Rubiera. II barone Zacco, avvilito, se ne stava colle spalle al muro, e il cappello [...]
[...] sulla nuca. Il notaro era sceso a precipizio, facendo gli scalini a quattro a quattro, onde correre dalla baronessa. Per le scale era un via vai di [...]
[...] curiosi: gente che arrivava ogni momento, attratta dal baccano che udivasi nel Palazzo di Città. Santo Motta dalla piazza additava il balcone [...]
[...] dinanzi agli occhi. — Com'è vero Dio!... lo l'ho fatto e io lo disfo!... — urlava il vecchio Motta inferocito. — Largo! largo! — si udì in mezzo alla [...]
[...] . Quasi lo soffocavano dalla ressa. II canonico si buscò uno strappo alla zimarra, mentre il barone stendeva le braccia per leggere il biglietto [...]
[...] : — C'è qui il baronello Rubiera che vuole stringervi la mano! — Padrone! padronissimo! Io non sono in collera con nessuno. — Dico bene!... Che diavolo [...]
[...] !... Oramai siete parenti!... E tirando pel vestito il baronello li strinse entrambi in un amplesso, costringendoli quasi a baciarsi. Il barone [...]
[...] Zacco corse a gettarsi lui pure nelle loro braccia, coi lucciconi agli occhi. — Maledetto il diavolo!... Non sono di bronzo!... Che sciocchezzal [...]
[...] pace! Viva la concordial... Se ve l'ho sempre detto!... — Guardate cosa mi scrive vostra zia donna Marianna Sganci!... — disse il canonico commosso [...]
[...] , porgendo la lettera aperta a don Gesualdo. E fattosi al balcone agitò il foglio in aria, come una bandiera bianca; mentre la signora Sganci dal [...]
[...] , perfino Santo Motta, scamiciato, e li spinse nelle braccia dei nuovi parenti. II canonico abbracciava anche comare Speranza e il suo bambino [...]
[...] finito! Andiamo via! Non facciamo ridere il paese!... — E il notaro cercava di condurli a spasso tutti quanti. — Un momento! — interruppe don [...]
[...] . — Villano! testa di corno! Don Filippo, in mezzo a quel trambusto, fu costretto a sedere di nuovo sul seggiolone, sbuffando. Vuotò di un fiato il [...]
[...] bicchiere d'acqua, e suonò il campanello. — Signori miei! — vociava il segretario, — l'ultima offerta... a sei onze e quindici! — Tutti se n'erano [...]
[...] andati a discutere strepitando nell'altra sala, lasciando solo don Gesualdo dinanzi alla scrivania. Invano il canonico, inquieto, gli soffiava [...]
[...] Gesualdo! — gridò il notaro quasi stesse per crollare la sala. Rientrarono nuovamente in processione: il barone Zacco facendosi vento col cappello [...]
[...] ; il canonico e Canali ragionando fra loro due a bassa voce; don Nini, più restio, in coda agli altri. II notaro con le braccia fece un gesto [...]
[...] giorni si riapre sul prezzo di prima; si fa un'offerta sola... Io no... e nemmeno loro!... Il canonico Lupi!... in nome vostro, don Gesualdo... Ci [...]
[...] piccola senseria per me e il canonico... E il rimanente lo dividete fra voi tre, alla buona... d'amore e d'accordo. Vi piace? Siamo intesi [...]
[...] trionfante che il notaro tornava a volgere intorno, quella risposta cadde come una secchia d'acqua. Il notaro per primo rimase sbalordito; indi fece una [...]
[...] giravolta e s'allontanò canterellando. Don Ninì scappò via senza dir nulla. II barone stavolta finse di calcarsi il cappello in capo per davvero [...]
[...] . Lo stesso canonico saltò su inviperito: — Allora vi pianto anch'io!... Se volete rompervi le corna, il balcone è lì, bell'e aperto!... Vi offrono [...]
[...] dei buoni patti!... vi stendono le mani!... Io vi lascio solo, com'è vero Dio! Ma don Gesualdo si ostinava, col suo risolino sciocco, il solo che non [...]
[...] perdesse la testa in quella baraonda. — Siete una bestia! — gli disse sempre ridendo. Il canonico spalancò gli occhi e tornò docile a vedere [...]
[...] quel che stava macchinando quel diavolo di mastro-don Gesualdo. Il notaro, prudente, seppe dominarsi prima degli altri, e tornò indietro col sorriso [...]
[...] di terra!... Don Gesualdo si strinse nelle spalle. 118 — Caro notaro, forse che voglio ficcare il naso nei vostri libracci, io? — Quand'è così [...]
[...] , don Gesualdo, state a sentire... discorriamola fra di noi... Il puntiglio non conta... e nemmeno l'amicizia... Badiamo agli interessi... A ogni frase [...]
[...] piegava il capo ora a destra e ora a sinistra, con un fare cadenzato che doveva essere molto persuasivo. — Se le volete tutte, ve le faremo pagare [...]
[...] il doppio, ed ecco sfumato subito metà del guadagno... senza contare i rischi... le malannate!... Lasciateci l'osso, caro don Gesualdo! tappateci [...]
[...] la bocca... Abbiamo denti, e sappiamo mordere! Andremo a rotta di collo noialtri e voi pure!... Don Gesualdo scrollava il capo, sogghignando, come [...]
[...] a dire: — Nossignore! Andrete a rotta di collo voialtri soltanto! — Seguitava a ripetere: — Forse che io voglio cacciare il naso nei vostri [...]
[...] scartafacci? Poi, vedendo che il notaro diventava verde dalla bile, volle offrirgli una presa lui. — Vi spiego il mistero in due parole, giacchè vedo [...]
[...] un cuore grande quanto il piano di Santamargherita, caro notaro. Perciò spingerò l'asta sin dove voialtri non potrete arrivare. Ma badate! a un [...]
[...] certo punto, se non mi conviene, mi tiro indietro, e vi Iascio addosso il peso che vi rompe la schiena... — E questa è la conclusione?... — Eh? eh [...]
[...] ? Vi piace? II notaro si volse di qua e di la, come cercasse per terra, si calcò il cappello in capo definitivamente, e volse le spalle: — Salute a [...]
[...] entusiasmo, appena rimasero soli. — Che botta, eh? don Gesualdo! Che tomo siete voi!... La mia mezzeria ci sarà sempre? Don Gesualdo rassicurò il [...]
[...] Gesualdo invece, più calmo, riprese il suo denaro e il taccuino zeppo di cifre: — Io sarò sempre qua, signor don Filippo, quando aprite di nuovo [...]
[...] l'asta. — Signori miei!... guardate un po'... a che siam giunti! — brontolava Margarone. Per la scala del Palazzo di Città, e per tutto il paese era [...]
[...] famiglia, e il prezzo a cui erano salite. La gente si affacciava sugli usci, per veder passare ma- stro-don Gesualdo. — Guardate un po', signori miei, a [...]
[...] grande, nella bella sala gialla. — Nipote mio, I'avete fatta grossa! Avete suscitato l'inferno in tutto il parentado!... Sicuro! La moglie del cugino [...]
[...] Zacco e venuta a farmi vedere i lividori!... Sembra ammattito il barone!... Prende a sfogarsi con chi gli capita... Ed anche la cugina Rubiera [...]
[...] ... dice ch'è un proditorio! che il canonico Lupi vi aveva messi d'amore e d'accordo, e poi tutt'a un tratto... E vero, nipote mio? Son venuta [...]
[...] . Eh? che ne dite? Bianca guardava timidamente ora lei ed ora il marito, rannicchiata in un cantuccio del canapè, colle braccia sul ventre e il [...]
[...] Mariannina, la quale continuava a sollecitarla: — Eh? che ne dici? Adesso sono anche affari tuoi. Bianca tornò a guardare il marito, e tacque [...]
[...] . Adesso siete marito e moglie, come vuol Dio. Anch'essa è la padrona... — Sissignore, è la padrona. Ma io sono il marito... — Vuol dire che ho [...]
[...] ne intendi, di'? Bianca disse di sì, chinando il capo, ubbidiente. — Sia per non detto. Non ne parliamo più. Ho fatto il mio dovere da buona zia [...]
[...] fabula! — esclamò costui entrando come in casa propria, col cappello in testa, il mantello ondeggiante dietro, fregandosi le mani. — Sparlavate di me [...]
[...] , eh? Mi sussurravano le orecchie... — Voi piuttosto, buonalana! Avete la cera di chi ha preso il terno al lotto! — Il terno al lotto? Mi fate il [...]
[...] tranquillamente, tirando su una presa, — così, per discorrere... — Ah! ah! — rispose il canonico; e si mise a guardare in aria. La zia Sganci osservava [...]
[...] bene la sera del matrimonio... — E gli altri pure, signora donna Mariannina! — rispose il canonico con una risatina. — Fu un'epidemia!... — No! no [...]
[...] ?... — Donna Mariannina s'interruppe. — Ma abbiamo detto di non parlarne più. Lui però si duole di non poter venire a fare il suo dovere... Dissidi ce n'è [...]
[...] viso, indi divenne smorta come un cencio; ma non si mosse nè disse verbo. Il canonico rispose lui invece, masticando ancora l'amaro. — Lo sappiamo [...]
[...] cercato di dare il gambetto a me pure!... a me che le avevo proposto l'affare!... Si è messa d'accordo cogli avversari! Tutti contrari!... I parenti [...]
[...] della moglie schierati contro il marito!... Uno scandalo che non s'è mai visto... Hanno bandito un nuovo appalto per il ponte... onde fargli perdere [...]
[...] Lentini!... — Di là almeno non ci capita addosso qualche altro parente!... — ha detto il barone Mendola, colla sua stessa bocca, nella farmacia [...]
[...] . Donna Marianna diventava di cento colori, e si mordeva le labbra per non spifferare il fatto suo. Don Gesualdo invece se la rideva tranquillamente [...]
[...] chiacchiere che non vanno al mulino. Ciascuno fa il suo interesse. — Dico per rispondere a donna Mariannina. Volete sentirne un'altra, eh? la più bella [...]
[...] ? Si sono pure messi d'accordo per vendere il grano a rotta 122 di collo, e far cascare i prezzi. Una camorra! Il baronello Rubiera ha detto che [...]
[...] n'ho venti salme anch'io, capite, vossignoria! Una birbonata! Il canonico andava scaldandosi maggiormente di mano in mano, rivolto a mastro-don [...]
[...] , — disse la signora Sganci alzandosi. — Già il mondo non finirà per questo. — Come la nipote s'era alzata anch'essa dal canape, mortificata da tutti [...]
[...] quei discorsi, colle braccia incrociate sul ventre, donna Mariannina continuo ridendo e fissandole gli occhi addosso: — è vero, Bianca, che il mondo [...]
[...] stessi, sempre con quel bel risultato! Poi, quando la zia Sganci se ne fu andata, prese a brontolare contro di Bianca, che non si era messo il [...]
[...] goderne nè noi nè gli altri! — Lasciamo stare queste sciocchezze, e parliamo di cose serie! — interruppe il canonico che s'era riannuvolato in viso [...]
[...] . — C'è un casa del diavolo. Cercano di aizzarvi contro tutto il paese, dicendo che avete le mani lunghe, e volete acchiappare quanta terra si vede [...]
[...] giacchè non l'ho avuta sotto il suggello della confessione Abbiamo la setta anche qui! E spiegò cos'era la faccenda: far legge nuova e buttar giu [...]
[...] ! Ogni villano che vuole il suo pezzo di terra! pesci grossi e minutaglia, tutti insieme. Dicono che vi è pure il figlio del Re, nientetemeno! il Duca [...]
[...] . — Me ne importa a me: Rivoluzione vuol dire rivoltare il cesto, e quelli ch'erano sotto salire a galla: gli affamati, i nullatenenti!... — Ebbene [...]
[...] d'acchiappare anche il mestolo un quarto d'ora, e di dare il gambetto a tutti quei pezzi grossi che non era riescito ad ingraziarsi neppure sposando una di [...]
[...] stata colpa tua. Tutti i negozi non riescono a un modo. Poi se capita di fare il bene, nel tempo stesso... II canonico cominciava a capacitarsi [...]
[...] , cogli occhi e la bocca di traverso, pensieroso, e appoggiava anche lui il discorso del socio: — Non si voleva torcere un pelo a nessuno... se si [...]
[...] arrivava ad afferrare il mestolo un po' di tempo... quante cose si farebbero... — Voi dovreste fame una!... — interruppe don Gesualdo. — Parlare con [...]
[...] e il figlio del Re, potete esserci anche voi! - Caspita! Al figlio del Re non gliela tagliano la testa, se mai! — Non temete, che non gliela [...]
[...] che dico. Bianca cominciò allora a balbettare: — Oh Signore Iddio!... Cosa pensate di fare?... Un padre di famiglial... — Il canonico, indeciso, la [...]
[...] guardava turbato, quasi sentisse il laccio al collo. Don Gesualdo per rassicurarlo soggiunse: — No, no. Mia moglie non sa cosa dice... Parla per [...]
[...] soverchia affezione, poveretta. — Poscia, mentre accompagnava il suo socio in anticamera, soggiunse: — Lo vedete? Comincia ad affezionarmisi. Già i [...]
[...] povera gente! Roba del comune... Voleva dire che ciascuno ci aveva diritto!... Allora tanto valeva che ciascuno si pigliasse il suo pezzetto! Fu [...]
[...] il barone Zacco colla coda fra le gambe, gli mostrò la pistola che portava nel manicone. — La vedete, signor barone?... Adesso è finito il tempo [...]
[...] cella, e pigliarsi una tenuta a Passaneto, e la figliuola di Margarone in moglie, la più giovane. Il notaro ch'era venuto a levar dallo studio certe [...]
[...] a discorrere sottovoce. Don Filippo 127 allibbiva ad ogni gesto che il notaro trinciava in aria; ma si ostinava a dir di no, giallo dalla paura [...]
[...] . L'altro gli strinse forte il braccio, attraversando la viuzza della Masera per salire verso Sant'Antonio. — Li vedete? li sentite? Volete che ci [...]
[...] . Dirimpetto, sul marciapiede del Caffè dei Nobili, don Anselmo il cameriere aveva schierate al solito le seggiole al fresco; ma non c'era altri che il [...]
[...] marchese Limòn, col bastone fra le gambe, il quale guardava tranquillamente la folla minacciosa. — Cosa vogliono, don Anselmo? Che diavolo li piglia [...]
[...] disopra della folla si vide il baronello Rubiera colla frusta in aria, e la testa del suo cavallo che sbuffava spaventato. II campiere che gli stava [...]
[...] Sant'Agata comparve un momento anche il signor Capitano, per intimorire la folla ammutinata colla sua presenza. Si piantò in cima alla scalinata [...]
[...] timore dei vetri. Di tanto in tanto, nel terrazzo dei Margarone, al disopra dei tetti che si accavallavano verso il Castello, compariva la papalina e [...]
[...] posero a tavola con compare Santo. — Avete visto com'è andata a finire? — Ciolla soleva desinare in fretta e in furia col cappello in testa e il [...]
[...] , d'inverno anche con lo scaldino sotto il tabarro, bighellonando, dicendo a ciascuno la sua, sputacchiando di qua e di la, seminando il terreno di bucce [...]
[...] seconda dell'ombra, d'inverno in senso inverso, cercando il sole. E le cose tornarono ad andare per suo verso, al pari di Ciolla. Giacinto mise [...]
[...] piu piccolo rumore. Ma del resto ogni cosa aveva ripreso l'aspetto solito delle domeniche. L'arciprete Bugno che stava un'ora a leccare il sorbetto [...]
[...] col cucchiarino; il marchese e gli altri nobili seduti in fila dinanzi al Caffe; Bomma predicando in mezzo al solito circolo, sull'uscio della [...]
[...] madre di lui, sorda come una talpa, dal Rosario a Santa Maria di Gesù: le orecchie pelose e stracche delle mule che ciondolavano fra la folla, il [...]
[...] fuggi fuggi: una specie di rissa dinanzi all'osteria. Don Liccio Papa cercava d'arrestare Santo Motta, perchè aveva gridato la mattina; e il [...]
[...] Bastiano! — E si misero a discorrere sottovoce, tirandosi in disparte. Dalla Maddalena scendeva lemme lemme il notaro, col bastone dietro la [...]
[...] schiena. Bomma cominciò a fargli dei segni da lontano; ma il notaro finse di non accorgersene; accennò al Capitano che s'avviava verso il Collegio, ed [...]
[...] entrò in chiesa anche lui dalla porta piccola. Il Capitano passando dinanzi alla farmacia fulminò i libertini di un'occhiataccia, e borbottò [...]
[...] , rivolto al principale: — Badate che avete moglie e figliuoli!... — Sangue di!... corpo di!... — voleva mettersi a sbraitare il farmacista. In quel [...]
[...] momento suonava la campanella della benedizione, e quanti erano in piazza s'inginocchiarono. Poco dopo, Ciolla, che ingannava il tempo sgretolando [...]
[...] delle fave abbrustolite, seduto dinanzi alla bottega del sorbettiere, vide una cosa che gli fece drizzar le orecchie: il notaro Neri che usciva di [...]
[...] chiesa insieme al canonico Lupi, e risalivano verso la Maddalena, passo pas-so, discorrendo sottovoce. Il notaro scrollava le spalle, guardando [...]
[...] sottecchi di qua e di là. Ciolla tentò di unirsi a loro, ma essi lo piantarono lì. Bomma, da lontano, non li perdeva di vista, dimenando il capo [...]
[...] . — Badate a quel che fate!... Pensate alla vostra pelle!... — gli disse il Capitano passandogli di nuovo accanto. — Becco!... — voleva gridargli dietro [...]
[...] il farmacista. — Badate a voi piuttosto!... — Ma il dottore lo spinse dentro a forza. Ciolla era corso dietro al canonico e al notaro Neri per la [...]
[...] via di San Sebastiano, e li vide ancora fermi sotto il voltone del Condotto, malgrado il gran puzzo, quasi al bum, che discorrevano sottovoce [...]
[...] , gesticolando. Appena s'accorsero del Ciolla se la svignarono in fretta, l'uno di qua e l'altro di là. Il notaro continuò a saltare per la [...]
[...] stradicciuola sassosa, e il canonico scese apposta a rompicollo verso San Sebastiano, fermando il Ciolla come a caso. — Quel notaro... me ne ha fatta una [...]
[...] !... Aveva il consenso di massaro Sbrendola... un contratto bell'è buono... e ora dice che non si rammenta! — Va la, va la, che non me la dai a bere [...]
[...] ! — mormorò Ciolla fra di sè, appena il canonico ebbe voltate le spalle. E corse subito alla farmacia: — Gran cose c'è per aria! Cani e gatti vanno [...]
[...] , quando venne a cercarlo in gran mistero il canonico, travestito da pecoraio. Bianca fin lì lì per abortitire dallo spavento. 130 — Don Gesualdo [...]
[...] , incespicando qua e là, pigliandosela col canonico, che metteva in quell'impiccio un padre di famiglia. — Se fate così!... — balbettò il canonico; — se mi [...]
[...] se siete un uomo!... Sono contento, vedi, Bianca! Sono contento d'andare magari verso il precipizio, per vedere che cominci ad affezionarti a me e [...]
[...] viva. Sul terrazzo del Collegio una mano ignota aveva spento finanche il lampione dinanzi alla statua dell'Immacolata: una cosa da fare accapponar [...]
[...] la pelle, quella sera! Egli allora si senti stringere il cuore da una tenerezza insolita, pensando alla casa e ai parenti. — Povera Bianca! Avete [...]
[...] visto? è buona, sì, in fondo... Non lo credevo, davvero!... — Zitto! — interruppe il canonico. — Se vi fate conoscere alla voce, è inutile [...]
[...] andava in su verso la piazza, e il canonico disse piano: — Vedete?... E uno dei nostri!... Va dove andiamo noi. Era in un magazzino di Grancore, già [...]
[...] in fondo c'era uno stanzone buio dove si capiva che stava molta gente a confabulare insieme dal sussurrio che si udiva dietro l'uscio. Il canonico [...]
[...] disse: — è qui! — e fece il segnale convenuto. 131 Tutti e due col cuore che saltava alla gola. Per fortuna in quel momento giunse un altro [...]
[...] congiurato, imbacuccato come Toro, camminando in punta di piedi sui sassi del cortile, e ripetè il segnale istesso. — Don Gesualdo, — disse il notaro [...]
[...] Neri cavando il naso da una gran sciarpa. — Siete voi? Vi ho riconosciuto al canonico che sembra un cucco, poveraccio! Il notaro la pigliava [...]
[...] allegramente. Narrava che a Palermo avevano fatto il pasticcio; avevano ammazzato il principe di Aci e s'erano impadroniti di Castellammare: — Chi [...]
[...] comanda adesso è un prete, certo Ascenso! — Ah? — rispose il canonico che si sentiva in causa. — Ah? — Silenzio per ora!... Andiamo adagio! Sapete com'è [...]
[...] ?... a chi deve prima attaccare il campanello al gatto! E ogni galantuomo non vorrebbe mettere il piede in trappola. Ma se siamo in tanti... C'è [...]
[...] anche il barone Zacco stasera. — Che aspettiamo ad entrare, signori miei? — interruppe don Gesualdo a quella notizia, coraggioso come un leone [...]
[...] . Quando tornarono ad uscire, dopo un gran pezzo, erano tutti più morti che vivi. Bomma sforzavasi di fare il gradasso; Tavuso non diceva una parola; e [...]
[...] il notaro stava soprapensieri anche lui. Zacco corse ad attaccarsi al braccio di don Gesualdo, quasi fossero divenuti fratelli davvero. — Sentite [...]
[...] alla pistola: tutti con un gran batticuore. Si udirono abbaiare dei cani. — Fermo!... — esclamò il canonico sottovoce, afferrando il braccio armato [...]
[...] era balenata una sottana bianca, il farmacista borbottò col fiato ai denti: — L'abbiamo scappata bella, parola d'onore! — Il barone invece strinse [...]
[...] forte il braccio di don Gesualdo senza dir nulla. Poi lascio andare ciascuno per la sua strada, Bomma in su, verso la Piazza Grande, il canonico a [...]
[...] pie della scalinata che saliva a San Sebastiano. — Da questa parte, don Gesualdo... venite con me. — E gli fece fare il giro lungo pei Cappuccini [...]
[...] faccia a faccia il suo amico novello con certi occhi che luccicavano al buio. — Don Gesualdo, avete sentito quante belle chiacchiere? Adesso siamo [...]
[...] tutti fratelli. Nuoteremo nel latte e nel miele, d'ora in poi... Voi che ci credete, eh? 132 L'altro non disse nè sì nè no, prudente, aspettando il [...]
[...] farci venire voi, caspita! Io non fo misteri. Giuochiamo a tagliarci l'erba sotto i piedi fra di noi che abbiamo qualcosa da perdere, ed ecco il [...]
[...] ? che voglio fare? La pigliate su quel verso? Mi fate lo gnorri?... Allora sia per non detto... Ciascuno il suo interesse! Fratelli! Carbonari [...]
[...] ! Faremo la rivoluzione! metteremo il mondo a soqquadro anche!... Io non ho paura!... — Nel calore della disputa il Barone si era addossato all'uscio [...]
[...] !... dove andate?... c'è la giustizia a casa vostra! Quello che temeva il canonico! quello che temeva Bianca! Egli correva al buio, senza saper dove [...]
[...] , con una gran confusione in testa, e il cuore che voleva uscirgli dal petto. Poi, udendo colui che gli arrancava dietro, con un certo rumore quasi [...]
[...] picchiasse in terra col bastone, gli disse: — E tu chi sei? — Nardo, il manovale, quello che ci lasciò la gamba sul ponte. Non mi riconoscete più [...]
[...] notte. II Capitano e altri Compagni d'Arme erano in casa di don Gesualdo. Lassù, verso il Castello, vedevansi luccicare dei lumi; c'era pure una [...]
[...] udivano di tanto in tanto delle voci: un mormorio confuso, dei passi che risuonavano nella notte, dei cani che abbaiavano per tutto il paese. Don [...]
[...] a chiamare Nanni l'Orbo. Lo conosci? il marito di Diodata? 133 Cominciava ad albeggiare. Ma nelle viottole fuori mano che avevano preso non [...]
[...] s'incontrava ancora anima viva. La casuccia di Diodata era nascosta fra un mucchio di casupole nerastre e macchie di fichi d'India, dove il fango [...]
[...] . Diodata al vedersi comparire dinanzi il suo antico padrone ansante e trafelato si mise a tremare come una foglia. — Che volete da me a quest'ora [...]
[...] pelle... Don Gesualdo con una faccia da funerale brontolò: — Parla! Sbraita! Hai ragione! Adesso hai ragione tu! — Considerate dunque il vostro [...]
[...] , bisogna mantenerli come fossero miei... perchè sono il marito di Diodata... La gente dira magari che li ho messi al mondo io!... — Basta! Basta! Se [...]
[...] salvare la pelle, potete rimanere tutto il tempo che vi piace. Sono un buon diavolaccio, lo sapete!... S'era fatto tardi. Compare Nanni [...]
[...] dei trabanti governavano i cavalli, e il Comandante fumava al balcone, in pantofole, come in casa sua. Nanni l'Orbo tornò ridendo a crepapelle [...]
[...] . Prima di entrare però bussò al modo che aveva detto, tossì, si soffiò il naso, pure si trattenne un può a discorrere ad alta voce con una vicina che [...]
[...] . — Prosit! prosit, don Gesualdo! A casa vostra ci ho trovato dei forestieri, tale e quale come voi qui da me. Il baron Zacco corre ancora!... L'hanno [...]
[...] ... Non che non mi fidi... sapete bene... per la vita e per la morte. Nessuno l'ha più visto, il notaro! Dicono ch'è nascosto nel monastero di San [...]
[...] Sembrava che si divertisse a fare agghiacciare il sangue nelle vene al prossimo suo, quel briccone! Udivasi infatti un vocio di comari, un correre di [...]
[...] scarponi grossi, strilli di ragazzi. Diodata s'arrampicò sino all'abbaino del granaio per vedere. Poi Nanni venne a dire: — E il viatico, Dio [...]
[...] liberi!... Va in su verso Sant'Agata. Ho visto il canonico Lupi che portava il Signore... cogli occhi a terra!... una faccia da santo, com'è vero [...]
[...] ! Guardatevi!... Infatti Bianca la sera innanzi s'era visto capitare a tre ore di notte il Capitan d'Arme, un bell'uomo colla barba a collana e i baffi [...]
[...] alla militare, che recava il biglietto d'alloggio. Bianca, giù inquieta per suo marito, non sapendo che fare, aveva mandato a chiamare lo zio Limòli [...]
[...] , il quale giunse sbadigliando e di cattivo umore. Invano il Capitan d'Arme, accarezzandosi i baffi che aveva lasciato crescere da poco, che diceva [...]
[...] colla voce grossa: — Non temete!... Calmatevi, bella signora!... Noi militari siamo galanti col bel sesso!... — Poi — aggiunse il marchese [...]
[...] — questi qua sono militari per modo di dire; come io ho fatto il voto di castità perchè sono cavaliere di Malta. Il Capitano si accigliò, ma l'altro [...]
[...] , quando si faceva delle scappatelle insieme a vostro padre... Allora il voto mi dava noia come vi dà noia adesso quella stadera che portate appesa al [...]
[...] , per rispondere dei furti campestri... E una bella somma... Vi rimane in tasca tale e quale... poichè il territorio a tranquillo!... Una bagattella [...]
[...] soltanto pei dodici soldati che vi tocca mantenere... due tarì al giorno per ciascuno, eh?... 136 — Basta, corpo di... bacco!... — gridò il [...]
[...] Capitan d'Arme battendo in terra la sciabola. — Sembrami che vogliate burlarvi di me, corpo di... bacco! — Ehi, ehi! Adagio, signor capitano! Sono il [...]
[...] marchese Limòli, e ho ancora degli amici a Napoli per farvi scapitanare e tagliare i baffi novelli, sapete! Capita in quel momento il ragazzetto [...]
[...] : — Eh? che diavolo vuoi? Ma Bianca mise un grido straziante, un grido che fece rimanere lo zio a bocca aperta, e scappò per la casa cercando il [...]
[...] nella farmacia di Bomma, se volgevano gli occhi in su, verso il Castello, al di sopra de' tetti, solevano vedere don Diego e don Ferdinando Trao, uno [...]
[...] ritiravano il capo come la lumaca. Dopo qualche minuto infine aprivasi il balcone grande, stridendo, tentennando, a spinte e a riprese, e compariva [...]
[...] cogli occhi. Don Ferdinando lo seguiva passo passo, attentissimo; accostava anche lui it viso scialbo a ciascuna pianta, aguzzando il muso [...]
[...] , aggrottando le sopracciglia. Poscia appoggiavano i gomiti alla ringhiera, e rimanevano come due galline appollaiate sul medesimo bastone, voltando il capo [...]
[...] biancastre. Allora sorrideva e appuntava il dito scarno e tremante, spingendo col gomito il fratello, il quale accennava di sì col capo e sorrideva lui [...]
[...] piu, e scuoteva dalla testa ai piedi lui e il fratello che gli dava il braccio, come andasse facendo la riverenza a ogni vaso di fiori. E fu [...]
[...] l'ultima volta. D'allora in poi s'erano viste raramente insieme le teste canute dei due fratelli, dietro i vetri rattoppati colla carta, cercando il [...]
[...] sole, don Diego sputando e guardando in terra ogni momento. Il giorno in cui avvenne quel parapiglia nel Palazzo di Città, che le voci si udivano [...]
[...] San Giuseppe si fermò dinanzi al portone dei Trao, per l'omaggio tradizionale alla famiglia, le finestre rimasero chiuse, malgrado il vocio della [...]
[...] : — Vedrete quant'è miracolosa quell'immagine! Tanta salute e provvidenza a tutti, in casa vostra! E gli affidò anche il bastone d'argento del santo, da [...]
[...] prima dell'alba, o tornando a notte fatta, vedevano sempre il lume alla finestra di don Diego. E il cane nero dei Motta uggiolava per la piazza, come [...]
[...] un lamento. Poi, verso nona, bussava al portone il ragazzo di don Luca, portando 139 un bicchiere di latte. Di tanto in tanto veniva don [...]
[...] Giuseppe Barabba, con un piatto coperto dal tovagliuolo, il servitore del Fiscale che recava un fiasco di vino. A poco a poco diradarono anche quelle [...]
[...] visite. L'ultima volta il dottor Tavuso se n'era andato scrollando le spalle. I ragazzi del vicinato giuocavano tutto il giorno dietro quel portone [...]
[...] che non si apriva piu. Una sera, tardi, i vicini, che stavano cenando, udirono la voce chioccia di don Ferdinando chiamare il sagrestano, lì [...]
[...] dirimpetto: una voce da far cascare il più di bocca. E subito dopo un gran colpo al portone sconquassato, e dei passi che si allontanarono frettolosi [...]
[...] . Fu giusto quella notte che arrivava la Compagnia d'Arme. Una baraonda per tutto il paese. Al rumore insolito anche don Diego aprì un istante gli [...]
[...] dei Trao, domandò inquieto: — Che c'è?... Cosa succede? — Don Diego!... — rispose il sagrestano; e fece il segno della croce, quasi massaro [...]
[...] . Sono stato sempre un povero diavolo!... Bacio la mano di chi mi dà pane... — Il dottore!... quello sì!... deve avere la tremarella addosso a [...]
[...] quest'ora!... E anche il canonico Lupi, dicono!... Buona sera!... I muri hanno orecchie al buio! Infatti ii dottor Tavuso, ch'era il capo di tutti i [...]
[...] !... Un padre di famiglia!... Andate a chiamare i suoi parenti piuttosto... il viatico, ch'è meglio!... La zia Sganci non volle neppure aprire [...]
[...] . Barabba rispose dietro il portone, chiuso con tanto di catenaccio: — Buona donna, questi non son tempi di correre di notte per le strade. Domattina [...]
[...] , quasi il suo fidanzato corresse a buttarsi in un precipizio. — Non temere... no! — rispose lui con la voce grossa. All'udir gente nella piazzetta, dal [...]
[...] un cane!... Non c'è nessuno in casa!... Rimpetto al palazzo nero e triste dei Trao splendeva il balcone lucente dei Margarone, e in quella Luce [...]
[...] nulla, simile a una a mummia. Di tanto in tanto andava a guardare in viso suo fratello; guardava poi don Luca, stralunato, e tornava a chinare il [...]
[...] sapere ogni momento che ora fosse; poi, verso mezzanotte, non domandò piu nulla. Stava cheto, col naso contro il muro, e la coperta sino alle [...]
[...] orecchie. Grazia, di ritorno, aveva accostato l'uscio, messo il lume accanto, sul tavolino, ed era andata a dare un'occhiata a casa sua. II marito si [...]
[...] l'accompagnò lui stesso in camera sua, per liberarsi almeno da quella noia. Don Ferdinando sognava che il cane nero dei vicini Motta gli si era [...]
[...] don Luca, levò il capo verso il balcone, e domandò cosa c'era con un cenno del capo. II sagrestano rispose anche lui con un gesto della mano [...]
[...] Rutilio Benincasa. Donna Giovannina s'affacciò asciugandosi ii viso; ma non si vide altro che il sagrestano, il quale correva a chiamare Tavuso, lì a [...]
[...] serva di Tavuso gli soffiò attraverso il buco della serratura: — chetatevi che il dottore non esce di casa, se casca il mondo! E più malato degli altri [...]
[...] labbra!... Andate a chiamargli il prete piuttosto... lì, al Collegio, c'è il canonico Lupi che s'arrabatta a dir messe e mattutino fin dall'alba, per [...]
[...] pestar altro... non posso! Ma, vedendo passare Ciolla ammanettato come un ladro, si morse la lingua, e chinò il capo sul mortaio. — Signori miei [...]
[...] '!... manica di birbanti!... Un paese come il nostro, che prima era un convento di frati!... Al castello! al castello! Don Liccio, eccovi le chiavi!... Grazie [...]
[...] su e giù pel Rosario; Canali a braccetto con don Filippo verso la casa della ceraiuola; don Giuseppe Barabba portando a spasso un'altra volta il [...]
[...] ricamata al braccio, il cappellino carico di piume, scutrettolando, ridendo, cinguettando, rimorchiandosi dietro don Bastiano Stangafame, il tenente [...]
[...] , tutti i colleghi di suo marito, il quale se ne stava a guardare da vero babbeo, colla canna d'India dietro la schiena, mentre i suoi colleghi [...]
[...] , facendo risuonare da per tutto il rumore delle sciabole e il tintinnio degli speroni, quasi ci avessero le campanelle alle calcagna. Le ragazze [...]
[...] Margarone, stipate sul terrazzo, si rodevano d'invidia. — Specie il tenente ci aveva dei baffoni come code di cavallo, e due file di bottoni lungo il [...]
[...] ventre che luccicavano da lontano. Talchè in quell'aria di festa suonò più malinconico il campanello del viatico. Correvano anche delle voci sinistre [...]
[...] : — Una Battaglia c'è stata!... dei condannati a morte!... — Uno di quell che portavano il lanternone dietro il baldacchino disse che il viatico [...]
[...] andava dai Trao. — Un'altra grande famiglia che si estingue! — osservò gravemente l'Avvocato Fiscale scoprendosi il capo. La signora Capitana [...]
[...] manto gin per le spalle, il viso ansioso e pallido. Donna Fifì Margarone si tirò indietro dal balcone con una smorfia, appena la vide sboccare [...]
[...] Macrì colla figliuola, e il barone Mendola che stava lì vicino; un va e vieni per la casa, un odor d'incenso e di moccolaia, una confusion. In fondo [...]
[...] vide altro, in mezzo a tutti quei parenti che le si affollavano intorno, sbarrandole il passo: — No!... lasciatemi entrare! Apparve un momento [...]
[...] Macrì ripeteva: — Aspetta!... aspetta!... Tornò la moglie del sagrestano, ansante, portando dei candelieri sotto il grembiule. Suo marito, che si [...]
[...] affacciò di nuovo all'uscio, venne a dire: — C'è il viatico... l'estrema unzione... Ma non sente... — Voglio vederlo!... Lasciatemi andare! — Bianca [...]
[...] !... presto!... Donna Agrippina corse in cucina. S'aprì l'uscio un'altra volta su di un luccichio di processione. Il prete, il baldacchino, i lanternoni [...]
[...] del viatico passarono come una visione. Il marchese, inchinandosi sino a terra, borbottò: — Domine, salva me... — Amen! — rispose il sagrestano [...]
[...] . — Ho fatto quel che ho potuto... solo come un cane!... due volte dal medico!... di notte!... Anche dal farmacista!... 144 dice che il conto è [...]
[...] i denti facevano tintinnare il bicchiere, quasi fuori di se, fissando addosso alla gente gli occhi spaventati. — Lasciatemi! lasciatemi entrare [...]
[...] ! Lo zio marchese si affrettò a cavare il fazzoletto, per asciugarle tutta l'acqua che si era versata addosso. II barone Mendola e la zia Macrì [...]
[...] stavano discorrendo nel vano del finestrone: — Una malattia lunga!... Tutti così quei Trao!... non c'é che fare!... — Guarda! — esclamò il barone che [...]
[...] mio!... — Non fate a quel modo, donna Bianca! — disse piano don Luca. — Se ci sente ancora, il poveretto, figuratevi che spavento!... Essa si [...]
[...] !... Fuori, dalla casa e dal cuore!... fuori!... da per tutto! — Zitta!... — balbettò don Ferdinando mettendo il dito tremante sulla bocca. — Poi!... poi [...]
[...] ... Il marchese indicò l'uscio dell'altra stanza con un cenno del capo. La zia Cirmena, accasciata sul seggiolone, col fazzoletto agli occhi [...]
[...] Agrippina rispose sottovoce, compunta, facendo il segno della croce: — Or ora!... cinque minuti fa! Don Giuseppe venne recando in fascio le bandiere [...]
[...] : — Ecco!... Il falegname è avvertito. Il barone Mendola s'alzò per andare a sentire cosa volesse. — Va bene, va bene, — disse Mendola. — Or ora si [...]
[...] pensa a tutto. Don Luca? ehi? don Luca? Appena il sagrestano affacciò il capo all'uscio, si udirono delle strida che laceravano il cuore [...]
[...] : — Avete pensato a ogni cosa, eh, don Luca? — Sissignore. Il catafalco, le bandiere, tante messe quanti preti ci sono. Ma chi paga? — Andate [...]
[...] ! andate! — interruppe vivamente la Cirmena, spingendo per le spalle il sagrestano verso la camera del morto, dove cresceva il trambusto. — Mi dispiace [...]
[...] ! — osservò la zia Macrì alzandosi per vedere dov'era arrivato il sole. — Mi dispiace che si fa tardi, e a casa mia non c'e nessuno per preparare un [...]
[...] ch'è un affar serio! — è permesso? Si può? Era il vocione del cacciatore che accompagnava la baronessa Mendola, col cappello piumato, le calze [...]
[...] imbottite di noci. La vecchia, senza bisogno di udir altro, diritta e stecchita come un fuso, andò a prendere il suo posto fra i parenti che al suo [...]
[...] voce alta: — E la Rubiera? e la cugina Sganci? Ora che si fa? Bisogna avvertire il parentado per le esequie... — Eccola lì! — disse donna Sarina [...]
[...] all'orecchio della Macri. — Cascasse il mondo... non manca mai!... Avete visto il subbuglio che c'è per le strade? La cugina rispose con un sorriso [...]
[...] pallido, facendo segno che la vecchia non aveva paura di nulla perche era sorda. — II fatto è... — cominciò il barone. Ma in quel momento portavano [...]
[...] Bianca svenuta, le braccia penzoloni, donna Agrippina e il sagrestano rossi, ansanti, e col fiato ai denti. — Quasi fosse morta! — sbuffò il [...]
[...] sagrestano. — Gli pesano le ossa!... — La zia Macrì consigliò: — Lì, lì, nella sua camera!... — Il fatto è... — riprese il barone Mendola sottovoce [...]
[...] , tirando in disparte il cugino Limòli e donna Sarina Cirmena, — il fatto è che bisogna concertarsi pel funerale. Adesso vedrete che spuntano fuori i [...]
[...] parenti del cognato Motta... Faremo un bel vedere!... al fianco di Burgio e di mastro Nunzio Motta!... Ma il marito non si può lasciarlo fuori [...]
[...] qualche altra obiezione. Ma il marchese Limòli disse il fatto suo: — Lasciate correre, cugina cara!... Tanto!... il morto è morto, e non parla [...]
[...] pianerottolo per dire a Barabba di correre a casa Sganci. — Ci vogliono denari, — disse piano tornando indietro. — Avete sentito il sagrestano? Le [...]
[...] intanto il contrasto fra la moglie del sagrestano, che voleva fame uscire don Ferdinando, e lui che si ostinava a rimanere: come un guaiolare di [...]
[...] Ferdinando strascicando le gambe, coi capelli arruffati, la camicia aperta, il viso di un cadavere anch'esso, recando uno scartafaccio che andava [...]
[...] mostrando a tutti quanti: — Ecco il privilegio!... Il diploma del Re Martino... Bisogna metterlo nell'iscrizione mortuaria... Bisogna far sapere che [...]
[...] biascicando, colle lagrime agli occhi: — Una cum regibus!... Il mio povero fratello!... Una cum regibus!... — Va bene, va bene, — gli rispose il [...]
[...] : — Signori miei!... se sapeste!... Casco dalle nuvole!... — Zitto! — gli fece segno il marchese, — zitto! Che cos'è adesso?... Nella camera di Bianca [...]
[...] urlo che fece trasalire tutti quanti. L'uscio fu sbatacchiato 148 con impeto, e ne uscì all'improvviso il marchese, stravolto. Un momento dopo si [...]
[...] mie verghe non ne traligna l'ossequio. Si che sorgenti men fallaci e piu stabili le sole preci ne reputo. Il favor di un vostro sguardo a quel che [...]
[...] sull'uscio del palchetto, mentre donna Fifì compitava la letterina. — Me l'ha data lui stesso, il baronello, per consegnarla di nascosto alla prima [...]
[...] donna. Ma, per carità! Son padre di famiglia!... Non mi fate perdere il pane. Donna Fifì, gialla dalla bile, non rispose neppure. Di nascosto, dietro [...]
[...] il parapetto, spiegazzava la lettera con mano febbrile. Indi la passò alla mamma che balbettava. — Ma sentiamo... Cosa dice?... — Me ne vo [...]
[...] , — riprese il barbiere umilmente. — Torno sul palcoscenico perchè adesso lei ammazza il primo amoroso, e devo pettinarla coi capelli giù per le spalle [...]
[...] ... Mi raccomando, donna Fifì!... Non mi tradite!... — Ma che dice? — ripetè la mamma. Nicolino cacciò il capo fra di loro, e si buscò una pedata [...]
[...] . Agli strilli accorse don Filippo, che stava passeggiando nel corridoio, perchè il palco era pieno zeppo. — Che c'è?... Al solito! Facciamo [...]
[...] ribellare tutto il teatro... soltanto noi!... Canali cacciò anche lui il capo dentro il palchetto. — State attenti! Ora c'e la scena in cui s'ammazzano [...]
[...] signora Capitana, nel palco dirimpetto, minacciava di svenirsi ogni momento, colla boccetta d'acqua d'odore sotto il naso. — perchè non si fa [...]
[...] slacciare dal Capitan d'Arme? — disse Canali che aveva di tali uscite. Il barone Mendola, il quale stava facendo visita a donna Giuseppina Alòsi nel [...]
[...] una spallata. — Ne volete sentire una nuova? — seguitò Canali ostinandosi a cacciare il capo nel vano dell'uscio. — C'è un casa del diavolo, dalla [...]
[...] ! — tossì don Filippo gravemente. Dalla platea intimarono pure silenzio, giacchè s'alzava il sipario. Donna Bellonia allora cavò fuori gli occhiali [...]
[...] per leggere il biglietto, dietro le spalle di Fifì. — Ma che dice? Io non ci capisco niente!... — Ah, non capite?... Non me ne ha scritta mai una [...]
[...] cosi bella!... l'infame! il traditore!... Il fatto è che Ciolla, il quale si piccava di letteratura, ci s'era stillata la quintessenza del cervello [...]
[...] , malgrado le proteste di quelli ch'erano seduti dietro 151 e non vedevano niente. Lo stesso Canali, commosso, si soffiava il naso come una tromba [...]
[...] , dimenando i fianchi, saettando il collo a destra e a sinistra al pari di una testuggine, mandando baci e sorrisi a tutti quanti sulla Punta delle [...]
[...] dita, colle labbra cucite dal rossetto, il seno che le scappava fuori tremolante ad ogni inchino. — Sangue di!... corpo di!... — esclamò Canali che [...]
[...] teste, delle risate, dei curiosi che appuntavano il cannocchiale verso il palchetto dei Margarone. Don Filippo, onde far cessare lo scandalo, si mise [...]
[...] affaccendata, con la boccettina d'acqua d'odore in mano, e il barone Mendola voltando la schiena al teatro, scuotendo per le braccia un ragazzetto [...]
[...] bianco al par della camicia, abbandonato sulla seggiola. — Gli è venuto male al piccolo La Gurna... — disse il barone Mendola 152 dal palco di donna [...]
[...] fanciullo, pallido, con grandi occhi intelligenti e timidi, guardava ancora la scena a sipario calato. Donna Giuseppina, dopo che il nipotino si fu [...]
[...] riavuto alquanto, offrì per cortesia la sua boccetta d'odore ai Margarone. Don Filippo seguitò a brontolare sottovoce: — Tale e quale come il ragazzo La [...]
[...] in gala, colla giamberga verde bottiglia, i calzoni fior di pomo, soltanto il corvattone nero pel lutto del cugino Trao. Andava così facendo [...]
[...] visite da un palco all'altro, per non pagare il posto. — Non vi scomodate... un posticino... in un cantuccio... Voi, Canali, potete andare da donna [...]
[...] Giuseppina, qui accanto, che non c'è nessuno!... No, no, in verità, nessuno!... Sarino, il suo figliuoletto, quello alto quanto il ventaglio, sapete [...]
[...] la canzone?... e Corradino La Gurna, il ragazzo della zia Trao... Donna Giuseppina lo conduce dove va per servirle di paravento... quando aspetta [...]
[...] della Capitana, faceva segno verso di loro col fazzoletto bianco, fingendo di soffiarsi il naso. Mendola nel voltarsi sorprese pure donna Giovannina [...]
[...] , dopo la recita!... — E terminò la frase all'orecchio di don Filippo, il quale rispose: — Ehm!... ehm!... — Ti do uno sgrugno, — minacciò [...]
[...] intanto la mamma sottovoce, mangiandosi cogli occhi Giovannina. — Ti fo venire adesso il raffreddore!... — Sicuro! — riprese il barone ad alta voce [...]
[...] perchè non capissero le ragazze. — Padrone del campo veramente e il padre nobile, quello che avete visto col barbone bianco. Finta che litigano ogni [...]
[...] appunto in camera sua. Però ci sono gli avventizi, i devoti spiccioli, capite? quelli che vanno a portare la loro offerta... il figlio del notaro Neri [...]
[...] tolto con mal garbo il guardaspalle al Capitan d'Arme, e l'aveva dato al tenente, il quale glielo accomodava sugli omeri nudi in barba al suo [...]
[...] superiore, adagio adagio, facendo il comodo suo, senza curarsi di tutti quegli occhi che avevano addosso. Don Bastiano Stangafame dall'altro lato, col [...]
[...] ventaglio in mano, e il marito, pacifico, che guardava e taceva. Mendola diede una gomitata a Margarone, e tutti e due si misero a guardare in aria [...]
[...] , grattandosi il mento. Canali osservò dal palco accanto: — Un po' per uno, non fa male a nessuno!... — Badate a voi piuttosto!... badate [...]
[...] !... — Sì, sì, l'ho visto venire... Adesso scappo, prima che giunga il cavaliere... S'imbattè col Peperito giusto sull'uscio del corridoio. — Oh, cavaliere [...]
[...] produzione come questa che fa correre tutto il paese... Si diceva... come va che il cavaliere?... Peperito esitò alquanto, cercando la risposta, non [...]
[...] sapendo se dovesse mettersi in collera, e poi gli sbattè l'uscio sul muso. — Ora fanno il quadro degli innocenti! — soggiunse Canali ridendo. — Vado in [...]
[...] sentir altro... E il vestito della donna!... avete visto, nel chinarsi?... — Eh! eh!... — rispose don Filippo accennando alle sue ragazze [...]
[...] . — Precisamente! Una mamma non potrà condurre in teatro le figliuole. — è giusto! — osservò allora don Filippo. — Dovrebbe interessarsene l'autorità... Il [...]
[...] all'orecchio di donna Bellonia per confidarle ciò che affermava il tenente: — lo dico di no, invece. Guardate donna Giovannina... è grassa quasi [...]
[...] quanto la prima donna, eppure non si vede... Un po'... sì... da vicino... forse pel busto che stringe troppo... — Graziosissimo!... — borbottò il [...]
[...] parola il Capitano Giustiziere. — Aspettano il rescritto di Sua Maestà, Dio guardi... Un'idea del marchese Limòli, per far passare il nome dei [...]
[...] sorriso fra i denti gialli; Nicolino dietro a Canali il quale distribuiva delle bruciate; anche donna Giuseppina Alòsi aveva aperto l'uscio del suo [...]
[...] tanta gente nel corridoio. Donna Fifì gli rivolse un'occhiataccia, e tiro sgarbatamente per un braccio il fratellino che gli si arrampicava [...]
[...] addosso onde frugargli nelle tasche. II Capitano d'Arme accarezzò il ragazzo, e disse guardando nel palco dei Margarone con certi occhi arditi: — Che [...]
[...] stringere la mano che il Capitano le stendeva alla moda forestiera, con un molle abbandono. — Via, entrate un momento, — disse donna Bellonia al [...]
[...] ! — borbottò costei ch'era furiosa contro la sorella. — Mi tocca sempre cedere il posto, a me!... — Mamma... lascialo andare... s'è in lutto!... La [...]
[...] ragazze, si rivolsero al baronello, il quale finse di non capire. — Se vi seccate!... — borbottò donna Fifì, — giacchè state lì come un grullo [...]
[...] ... Ma farei volentieri uno sproposito per la prima donna!... Anche il nome ha bello!... Aglae... — Agli... porri!... che nome!... — sogghignò il [...]
[...] ... voglio dire... — Dite, dite pure!... Già lo sappiamo!... Mendola fiutò la burrasca e si alzò per svignarsela: — Il resto lo so. Buona sera. Con [...]
[...] tosta!... Sissignore! la lettera con le melenzose!... eccola qua!... — e gliela fregò sotto il naso, scoppiando a piangere di rabbia. Don Ninì da [...]
[...] prima rimase sbalordito. Indi scattò su come una furia, cercando il cappello. Sull'uscio s'imbattè in don Filippo, che accorreva al rumore. — Siete [...]
[...] vostra! 157 E partì infuriato sbatacchiando l'uscio. Don Filippo che era rimasto a bocca aperta, appena il baronello se ne fu andato, si cacciò nel [...]
[...] sentirmi dire!... Non dovevate portarmelo in casa quel facchino!... La rottura fece chiasso. Dopo cinque minuti non si parlava d'altro in tutto il [...]
[...] teatro. Poco mancò che la produzione non terminasse a fischi. Il capocomico se la prese colla prima donna, che lo guastava con le prime famiglie del [...]
[...] paese. Ma lei giurava e spergiurava di non conoscerlo neanche di vista, quel barone, e gliene importava assai di lui. L'udirono mastro Cosimo il [...]
[...] falegname e quanti erano sul palcoscenico. Don Ninì furibondo andò subito il giorno dopo a cercare Ciolla, il quale se ne stava pei fatti suoi, dopo [...]
[...] quelle ventiquattr'ore passate in castello sottochiave. — Bella figura m'avete fatto fare colle vostre melenzose!... La sa a memoria tutto il paese [...]
[...] placava. Diceva che non voleva saperne più di colui, uno sciocco, un avaraccio, il barone Melenzose!... Se mai, non le sarebbe mancato un pretendente [...]
[...] tutto il paese. Il barone Mendola narrava che ogni sera si vedevano le Nozze di Cana dal suo buco. Regali sopra regali, tanto che la baronessa [...]
[...] donna Fifì voglio avere la soddisfazione! Voglio farla morir tisica! Fu una delusione il primo incontro. La signora Aglae faceva una parte di povera [...]
[...] cieca, e aveva il viso dipinto al pari di una maschera. Nondimeno lo accolse come una regina, nel bugigattolo dove c'era un gran puzzo di moccolaia [...]
[...] , e lo presentò a un omaccione, il quale stava frugando dentro il cassone, in maniche di camicia, e non si volto neppure. — Il barone Rubiera [...]
[...] , distinto cultore... Il signor Pallante, celebre artista. Poi volse un'occhiata alla schiena del celebre artista che continuava a rovistare [...]
[...] scusarsi che in teatro non era venuto a causa del lutto; ma in quella si voltò il signor Pallante colle mani sporche di polvere, il viso [...]
[...] occhiaie nere; andò a chiudere l'uscio in punta di piedi, e poscia si voltò verso il giovane, con una mano sul petto, un sorriso pallido all'angolo della [...]
[...] bocca. — è strano come mi batte il cuore!... No... non è nulla... sedete. — Don Ninì cercò una sedia, colla testa in fiamme, il cuore che gli [...]
[...] alla fiamma del lume a olio che fumava. Sopraggiunse un'altra visita, Mommino Neri, il quale trovando Il Rubiera diventò subito di cattivo umore [...]
[...] , e non aprì bocca, appoggiato allo stipite, succhiando il pomo del bastoncino. La signora Aglae teneva sola la conversazione: un bel paese... un [...]
[...] . — Se sono d'incomodo anch'io... - E cerco il cappello che aveva in mano. — Oh no!... voi, no! — rispose lei con premura, chinando il capo. — Si [...]
[...] . — Si va in scena! — aggiunse il vocione del signor Pallante. — Spicciati! Allora essa, levando verso don Ninì il viso rassegnato, con un sorriso [...]
[...] il suo regno... il suo altare!... Tutti l'ammiravano!... dei cuori che faceva battere!... — Ah! sì!... Le ho data tutta me stessa... Me le son [...]
[...] , socchiuse di nuovo l'uscio, sporgendo il braccio e l'omero nudi: — Barone, se aspettate alla fine dell'atto... quei versi che desiderate leggere li [...]
[...] Bianca gli s'era abbandonata fra le braccia, trepidante; nè quando una Margarone aveva chinato il capo superbo, mostrandosi insieme a lui, in mezzo [...]
[...] il perchè, una sera, al buffo, lì sulla soglia, mentre Pallante era salito avanti ad accendere il lume: — è geloso!... Son sua!... sono stata sua [...]
[...] palpitante delle emozioni che dà l'arte... la pietà... il sacrificio... non sapeva ella stessa come... mentre il cuore volava lontano... sognando altri [...]
[...] ! — si udì il vocione di su la scala. — Li vuoi fritti o al pomodoro? Sul viso di lei, dolcemente velato dalla semi-oscurità, errò un sorriso [...]
[...] angelico. — Vedete?... Sempre così!... Sempre la stessa devozione!... Ciolla che era il confidente di don Ninì gli disse poi: — Come siete sciocco! Quello [...]
[...] lì a un... pentolaccia! Si pappano insieme la roba che mandate voi e il figlio di Neri. Infatti aveva incontrato spesso Mommino sul palcoscenico [...]
[...] d'incenso che svolgevasi da un vasetto di pomata il quale fumava per terra. All'uscio che metteva nell'altra stanza era inchiodato un bellissimo [...]
[...] sciallo turco, macchiato d'olio; e dietro lo sciallo turco udivasi il signor Pallante che russava sulla sua gelosia. Essa, spalancando quegli occhi [...]
[...] neri che illuminavano la stanza, mise un dito sulle labbra, e fece segno a Rubiera d'accostarsi. «Insomma l'ha stregato!» scriveva il canonico [...]
[...] battere il capo... La baronessa giura che sinchè campa lei non paga un baiocco. Ma non ha altri eredi, e un giorno o l'altro deve lasciargli tutto [...]
[...] il suo. Come vedete, un buon affare, se avete coraggio...» «Quanto?» rispose mastro-don Gesualdo. «Quanto gli occorre al baronello Rubiera? S'è [...]
[...] denari. II barone è un galantuomo... e il tempo è più galantuomo di lui. Dice bene il proverbio che la donna a causa di tutti i mali! Commediante [...]
[...] poi! V Don Ninì aveva sperato di tenere segreto il negozio. Ma sua madre da un po' di tempo non si dava pace, vedendolo così mutato [...]
[...] , dispettoso, sopra pensieri, col viso acceso e la barba rasa ogni mattina. La notte non chiudeva occhio almanaccando dove il suo ragazzo potesse trovare i [...]
[...] denari per tutti quei fazzoletti di seta e quelle boccettine d'acqua d'odore. Gli aveva messi alle calcagna Rosaria ed Alessi. Interrogava il [...]
[...] fattore e la gente di campagna. Teneva sotto il guanciale le chiavi del magazzino e della dispensa. Come le parlasse il cuore, poveretta! Il cugino [...]
[...] aspettare che lo chiamassero. La Rubiera che seguiva da un pezzetto quel va e vieni, di sotto 163 gli occhiali, si chinò infine a fissare il Ciolla [...]
[...] , appoggiandosi al muro di rimpetto, col cappello sull'occipite e in mano il bastone che sembrava la canna dell'agrimensore, aspettando. La baronessa per [...]
[...] , — rispose Ciolla; e intanto s'avviava verso il portone. Rosaria tirò la funicella e si mise a borbottare: — Che vuole adesso quel cristiano? A [...]
[...] momenti è ora d'accendere il fuoco. Ma intanto si udiva lo schiamazzo degli animali nel cortile e i passi di Ciolla che saliva adagio adagio. Egli entrò [...]
[...] sbarazzato una seggiola del canovaccio che vi era ammucchiato sopra, e stava ad ascoltare, grattandosi il capo. — Va a vedere se la gallina ha fatto [...]
[...] . — I cenci vanno all'aria, signora mia, e chi ha fatto il danno invece se la passa liscia. Benedetta voi che ve ne state in casa, a badare ai [...]
[...] ... Infine cos'era il palazzetto dei Rubiera?... Quelle cinque stanze lì?... 164 La baronessa fingeva d'abboccare alle Lodi, dandogli le informazioni che [...]
[...] voleva, accompagnandolo di stanza in stanza, spiegandogli dove erano stati aperti gli usci che mettevano in comunicazione il nuovo col vecchio [...]
[...] stanze lì. Tutto il resto e roba vostra. Nessuno puo metterci le unghie nella roba vostra finchè campate... Dio ve la faccia godere cent'anni! una casa [...]
[...] si è messo in testa di ficcarvisi in casa... a poco a poco... da qui a cent'anni... come fa il riccio... La baronessa era tornata sul balcone a [...]
[...] prendere aria, senza dargli retta, per cavargli di bocca il rimanente. Egli nicchio ancora un poco, disponendosi ad andarsene, cavandosi il cappello [...]
[...] Trao!... Vedete dove va a ficcarsi il diavolo, che la bambina di mastro-don Gesualdo va proprio a nascere in casa Trao!... Ci saranno tutti i [...]
[...] pensare. Nella piazzetta di Sant'Agata c'era una gran curiosità, come giungevano gli invitati al battesimo in casa Trao, e don Luca il sagrestano che [...]
[...] andava e veniva, coi candelieri e gli arnesi sacri sotto il braccio. Speranza ogni momento si affacciava sul ballatoio, scuotendo le sottane [...]
[...] , noi!... Nessuno ci ha invitati al battesimo di mia nipote... Si vede che non è sangue nostro... Anche il vecchio Motta s'era rifiutato, la mattina [...]
[...] , levando in su il fiasco che aveva alla bocca. Poi, asciugandosi le labbra col dorso della mano, gli piantò addosso un'occhiataccia. — Vacci tu al [...]
[...] ... la gabella... Mastro Nunzio voleva snocciolare la Titania dei rimproveri, intanto che ci si trovava. Ma Gesualdo, il quale aveva già la casa [...]
[...] piena di gente, e capiva che non gli avrebbe mai fatto chinare il capo se aveva detto di no, se ne andò colle spalle e il cuore grossi. Non era [...]
[...] , ora ch'è nata una bambina in questa casa! Barabba e il cacciatore della baronessa Mendola avevano dato una mano a scopare, a spolverare, a rimettere [...]
[...] arrampicava alla schiena, andava ficcando il naso da per tutto, col viso lungo, le braccia ciondoloni dalle maniche troppo corte, inquieto, sospettoso [...]
[...] . — Ora dovete abbracciarvi fra di voi, e non tenere in corpo il malumore, con quella creaturina che c'è di mezzo. — Vi saluto, vi saluto [...]
[...] , tutti quanti. Già i tempi erano mutati; il paese intero era stato sottosopra ventiquattr'ore, e non si sapeva quel che poteva capitare un giorno [...]
[...] figliuola!... Sono una bestia... Son rimasta una contadina... tale e quale mia madre, buon'anima... col cuore in mano... Bianca tutta adornata sotto il [...]
[...] femmine... Se si potesse andare a sceglierli al mercato... A don Gesualdo non gli mancherebbero i denari per comprare il maschio. — Non me ne [...]
[...] l'osso del collo... La gente cattiva... i birboni anche l'aiutano... Ma io non pago, no!... Oh, questo poi, no! — Zia! — balbettò Bianca con tutto il [...]
[...] indietro un'occhiata brutta. — Ah, siete qui? — disse il baron. — Siete sempre presente come il diavolo nelle litanie, voi! Il marchese, che [...]
[...] doveva essere il padrino, si era messa la croce di Malta. Don Luca venne a dire che il canonico era pronto, e le signore passarono in sala, con un [...]
[...] la Macrì, col naso contro il muro, si alzò per calmarla. — Zitta... Non ti far scorgere!... Dinanzi a coloro bisogna far buon viso... Tutt'a un [...]
[...] corsero al balcone coi ceri in mano. Persino il canonico in cotta e stola. Era Santo, il fratello di don Gesualdo, il quale festeggiava a quel modo il [...]
[...] allegria... La zia Sganci trionfante gli mise sulle braccia la figliuola: — Eccovi Isabella Trao! — Motta e Trao! Isabella Motta e Trao! — corresse il [...]
[...] apposta il nipotino La Gurna; gli riempiva le tasche e il fazzoletto. Le Zacco invece, poichè la maggiore, contegnosa, non aveva preso nulla [...]
[...] voluto nascere nella casa materna. Il canonico Lupi arrivò anche a congratularsi col marchese Limòli il quale aveva pensato al mezzo di non [...]
[...] lasciare estinguere il casato alla morte di don Ferdinando. — Sicuro, sicuro, — borbottò don Gesualdo. — Era già inteso... V'avevo detto di sì allora [...]
[...] . è il padrone di casa. — Vedete? — osservò la zia Rubiera. — A quest'ora c'è già pel mondo chi deve portarvi via la figliuola e la roba [...]
[...] Gesualdo rideva anche Iui, faceva buon viso a tutti. Alla fine arrischiò anche una barzelletta: — E quando si marita vi lascia anche il nome dei Trao... La [...]
[...] dote, no, non ve la lascia!... La Rubiera che stimò il momento propizio, e non voleva perdere l'occasione, lo tirò a quattr'occhi vicino al letto [...]
[...] ... Se mai... Perchè non lo domandate a lui?... Questa è bella!... Io non sono il confessore di vostro figlio... Mendola irruppe nella camera narrando [...]
[...] fra le risate la scena che aveva avuta con quell'orso di don Ferdinando il quale non voleva venire a far la pace col cognato. La Rubiera, senza dir [...]
[...] . Ma il bicchiere le tremava talmente nelle mani che si verso tutta l'acqua addosso. — Non importa, non importa, — aggiunse il marito. — Adesso [...]
[...] nessuno ci vede. 173 E si mise ad asciugare il lenzuolo col fazzoletto. Poi tolse in braccio la bambina che vagiva, ballottandola per farla chetare [...]
[...] . Un'aria di cerimonia insomma. — Che c'è? — chiese il marchese entrando. — Cosa accade? — Io non so nulla! — esclamò donna Giovannina la quale [...]
[...] indugiava in anticamera, accarezzando la ragazza. Le aveva preso con due dita il ganascino da canonico, ammiccando con malizia, guardandosi intorno per [...]
[...] Bastiano, eh? il Capitan d'Arme?... Don Bastiano infatti era lì, nel salotto, vestito in borghese, con abiti nuovi fiammanti che gli rilucevano addosso [...]
[...] , superbiosa, tubando sottomano col forestiero per farle dispetto. — Oh, oh, — disse il marchese, salutando don Bastiano ch'era rimasto un po' grullo [...]
[...] spalline. Don Bastiano si teneva sulle generali, lodando il paesaggio, il clima, gli abitanti, sottolineando le parole con certi sguardi espressivi [...]
[...] rivolti a donna Fifì, la quale fingeva di guardare fuori dal balcone cogli occhi pieni di poesia, e chinava il capo arrossendo a ciascuno di quei [...]
[...] a spasso Nicolino. - Ah, bene! bene! La Rubiera si morsicava le labbra aspettando che il cugino Limòli avviasse il discorso sul tema che sapeva [...]
[...] intanto ai fatti suoi, chiacchierando del più e del meno, cercando le parole, col sorriso distratto in bocca. Solo il marchese sembrava che [...]
[...] pigliasse un grande interesse ai discorsi del capitano, quasi non fosse fatto suo. Poi, sbirciando il viso rosso di donna Giovannina che stava a spiare [...]
[...] sotto il grembiule, vergognosa di esser stata scoperta a quel modo, vestita di casa. Limòli, senza accorgersi di nulla, domandava sottovoce a donna [...]
[...] Bellonia: — Quando la maritiamo quella bella figliuola? Prima tocca alla maggiore, è naturale. Ma poi ricordatevi che ci son qua io per fare il [...]
[...] sensale... gratis et amore, ben inteso... Siamo amici vecchi!... Donna Bellonia andava facendogli gli occhiacci, sebbene il marchese fingesse di non [...]
[...] badarci. Poi gli disse sottovoce: — Cosa dite!... che idee da metterle in testa!... Ancora è troppo giovane... quasi quasi ha ancora il vestito [...]
[...] corto... — Vedo! vedo! — rispose il marchese sbirciando le calze bianche di donna Giovannina. Donna Fifì aveva condotto il capitano ad ammirare i 176 [...]
[...] suoi fiori sul balcone. Colse un bel garofano, l'odorò a lungo socchiudendo gli occhi, e glielo porse. — Vedo, vedo, — ripete il vecchietto. La [...]
[...] ed abbracci, il marchese si rivolse al capitano. — Mi congratulo!... Mi congratulo tanto... davvero... don Bastiano. — Perchè?... Di che cosa [...]
[...] gentile per ciascuna; accarezzava paternamente donna Giovannina che teneva ancora il broncio. — Che c'è? che c'è? Cosa vuol dire? Le ragazze [...]
[...] ? — Diamine! Non ci voleva molto. Anche per la Giovannina bisogna mettersi il cuore in pace... — Ma sì, ma sì! Con tanto piacere me lo metto il [...]
[...] cuore in pace... Una civetta!... Avete visto il giuochetto del garofano? Saremmo stati freschi mio figlio ed io... Quasi quasi se lo meritava [...]
[...] la strada e il terrazzo. Canali fece un 177 certo viso, e fermò la baronessa per salutarla, menando il discorso per le lunghe, sgranandole in [...]
[...] baronessa cercava di scavar terreno anch'essa, in aria disinvolta, facendosi vento e menando il can per l'aia. — Infine... delle sciocchezze [...]
[...] sua creatura... Non dico per vostro figlio... Un buon giovane... un cuor d'oro... Il male è che s'è lasciato abbindolare... circondato da falsi [...]
[...] queste che si fanno sottomano, se mai... Avranno fatto il contratto da qualche notaio forestiere... II notaro Sghembri di Militello, dicono... Ma via [...]
[...] ... Non c'è motivo poi di mettersi in quello stato per una cosa simile... Avete una faccia che non mi piace. Rosaria, ch'era a ripulire il pollaio [...]
[...] !... Voglio far donazione!... Chiamatemi il notaro... subito!... 178 Don Ninì stava bisticciandosi colla sua Aglae, in quella stanzaccia di locanda che [...]
[...] per lui era diventata un inferno dal momento in cui s'era messo sulle spalle il debito e mastro-don Gesualdo. Il letto in disordine, i vestiti [...]
[...] si avvinghiò al collo, discinta, senza badare al Pallante che accorreva dalla cucina ne ad Alessi il quale spalancava gli occhi e si fregava le [...]
[...] svenimento. Piantò lì dov'era la povera Aglae lunga distesa sul pavimento come all'ultimo atto di una tragedia, e Pallante che le tirava giu il vestito [...]
[...] !... Lui se lo mangia il fatto mio! — II figliuolo colle buone e colle cattive tentava di calmarla: — Non vedete che state poco bene? Volete ammalarvi [...]
[...] ancora, spaventato all'idea 179 che udissero i vicini e gli venissero in casa colla giustizia e il notaro, maledicendo in cuor suo la prima donna [...]
[...] e chi gliela aveva messa fra i piedi, turbato, se si appisolava un momento, da tanti brutti sogni: mastro-don Gesualdo, il debito, della gente che [...]
[...] dal macellaio, con tutto il sangue al viso e la lingua ciondoloni. La bile, i dispiaceri, tutti quegli umori cattivi che doveva averci accumulati [...]
[...] al balcone e disperandosi mentre i vicini bussavano e tempestavano che il portone era chiuso a chiave. Da lì a un po', medico, barbiere, parenti [...]
[...] , curiosi, la casa si riempi di gente. Proprio il sogno di quella notte. Don Ninì narrava a tutti la stessa cosa, asciugandosi gli occhi e [...]
[...] soffiandosi ii naso gonfio quasi suonasse la tromba. Appena vide giungere anche il notaro Neri non si mosse più dal capezzale della mamma, domandando al [...]
[...] medico ogni momento: — Che ve ne sembra, dottore? Riacquisterà la parola? — Col tempo, col tempo, — rispose infine il medico seccato. — Diamine [...]
[...] vederla!... Sono infine il sangue suo... Morirebbe d'accidente lei per la prima, se dovesse lasciare la sua roba a questo e a quello... PARTE [...]
[...] , ricamare, il latino dell'uffizio anche, e ogni cosa come la figlia di un baron; tanto più che, grazie a Dio, la dote non le sarebbe mancata, perchè [...]
[...] Bianca non prometteva di dargli altri eredi. Essa dopo il parto non s'era più rifatta in salute; anzi deperiva sempre più di giorno in giorno, rosa dal [...]
[...] baco che s'era mangiati tutti i Trao, e figliuoli era certo che non ne faceva più. Un vero gastigo di Dio. Un affare sbagliato, sebbene il [...]
[...] starsi zitto e non parlarne più, per non darla vinta ai nemici. — Nulla, nulla gli aveva fruttato quel matrimonio; nè la dote, nè il figlio maschio, nè [...]
[...] l'aiuto del parentado, e neppure ciò che gli dava prima Diodata, un momento di svago, un'ora di buonumore, come il bicchiere di vino a un [...]
[...] pover'uomo che ha lavorato tutto il giorno, là! Neppur quello! — Una moglie che vi squagliava fra le mani, che vi faceva gelare le carezze, con quel viso [...]
[...] , con quegli occhi, con quel fare spaventato, come se volessero farla cascare in peccato mortale, ogni volta, e il prete non ci avesse 184 messo [...]
[...] su tanto di croce, prima, quand'ella aveva detto di sì... Bianca non ci aveva colpa. Era il sangue della razza che si rifiutava. Le pesche non si [...]
[...] innestano sull'olivo. Ella, poveretta, chinava il viso, arrivava ad offrirlo anzi, tutto rosso, per ubbidire al comandamento di Dio, come fosse [...]
[...] pagata per farlo... Ma egli non si lasciava illudere, no. Era villano, ma aveva il naso fino di villano pure! E aveva il suo orgoglio anche lui [...]
[...] poco da vivere, non avrebbe voluto separarsi dalla sua figliuoletta. Ma il padrone era lui, don Gesualdo. Egli era buono, amorevole, a modo suo [...]
[...] Iddio quando paragonava la casa in cui il Signore l'aveva fatta entrare con quella in cui era nata. Lì suo fratello stesso desiderava di giorno il [...]
[...] , quell'uomo! Gli stessi parenti di lei glielo dicevano: — Tu non hai parole per ringraziare Dio e tuo marito. Lascia fare a lui ch'è il padrone, e [...]
[...] cerca il meglio della tua figliuola. Poi considerava ch'era il Signore che la puniva, che non voleva quella povera innocente nella casa di suo marito [...]
[...] , e la notte inzuppava di lagrime il 185 guanciale. Pregava Iddio di darle forza, e si consolava alla meglio pensando che soffriva in penitenza [...]
[...] bisogna avvezzarli al giogo da piccoli, ciascuno secondo il suo stato... Lo so io!... E non ho avuto chi mi aiutasse, io! Quella piccina è nata vestita [...]
[...] figlie dei primi signori, la sua figliuola l'aveva; e i meglio bocconi, le primizie che offriva il paese, le ciriegie e le albicocche venute apposta [...]
[...] seconda mano, le quali dovevano contentarsi delle cipolle e delle olive nere che passava il convento a merenda, si rifacevano parlando delle ricchezze [...]
[...] che possedevano a casa e nei loro poderi. Quelle che non avevano nè casa nè poderi, tiravano in ballo il parentado nobile, il Capitano Giustiziere [...]
[...] ch'era fratello della mamma, la zia baronessa che aveva il cacciatore colle penne, i cugini del babbo che possedevano cinque feudi l'uno attaccato [...]
[...] chi poteva spendere e chi no. Una gara fra i parenti a buttare il denaro in frascherie, e una confusion generale fra chi era stato sempre in prima [...]
[...] pigliavano parte anche le monache, secondo le relazioni, le simpatie, il partito che sosteneva oppure voleva rovesciare la superiora. Ci si [...]
[...] conto di chi la paga, e i suoi figliuoli vanno scalzi. — A casa tua c'è stato l'usciere per fare il pignoramento. - La piccola Alimena arrivò a [...]
[...] nascondersi nella scala del campanile, una domenica, per vedere se era vero che il padre d'Isabella portasse la berretta. Egli trovava la sua [...]
[...] figliuoletta ancora rossa, col petto gonfio di singhiozzi, volgendo il capo timorosa di veder luccicare dietro ogni grata gli occhietti maliziosi delle [...]
[...] colla barba ispida. Tale e quale sua madre. — Così il pesco non s'innesta all'ulivo. — Tante punture di spillo; la stessa cattiva sorte che gli [...]
[...] ; ma intanto gli tornavano in mente le parole di suo padre, gli stessi rancori, le stesse gelosie. Poi rifletteva che ciascuno al mondo cerca il suo [...]
[...] interesse, e va per la sua via. Così aveva fatto lui con suo padre, così faceva sua figlia. Così 187 dev'essere. Si metteva il cuore in pace, ma [...]
[...] speso per farla educare come una signora, le compagne in mezzo alle quali aveva voluto farla crescere, le larghezze e il lusso che seminavano la [...]
[...] superbia nel cuore della ragazzina, il nome stesso che le aveva dato maritandosi a una Trao — bel guadagno che ci aveva fatto! — La piccina diceva [...]
[...] . — La figlia della ceraiuola, ch'era del suo partito, aggiunse tante altre storie: — Il baronello era uno spiantato. La Margarone non aveva più voluto [...]
[...] i vizii del paese; occupavasi dei fatti altrui ora che non aveva da nasconderne dei propri. Allorchè incontrava il cavalier Peperito gli faceva un [...]
[...] certo visetto malizioso che la ringiovaniva di vent'anni, dei sorrisi che volevano indovinare molte cose, scrollando il capo, offrendosi [...]
[...] graziosamente ad ascoltare le confidenze e gli sfoghi gelosi, minacciando il cavaliere col ventaglio, come a dirgli ch'era stato un gran discolaccio lui, e [...]
[...] voglio servire nemmeno da comodino, capite?... fare il gallo di razza... capite? Su di ciò donna Giuseppina potrà mettersi il cuore in pace [...]
[...] ! Adesso sciorinava in piazza tutte le porcherie dell'Alòsi, che se vi mandava a regalare per miracolo un paniere d'uva voleva restituito il paniere; e [...]
[...] festa per lui, quando si vide arrivare in paese la signora Aglae che veniva insieme al signor Pallante a fare uno scandalo contro il barone Rubiera, a [...]
[...] riscuotere ciò che le spettava, se il seduttore non voleva vedersela comparire dinanzi all'altare. Essa giungeva apposta da Modica, sputando fiele [...]
[...] dovevano essere interessi gravi. Chi spiegava la cosa in un modo e chi in un altro. Il baronello, quelli che s'affrettarono a fargli i mirallegro [...]
[...] onde tirargli di bocca la verità vera, se li levò dai piedi in poche parole. La Sganci che aveva combinato il negozio stava zitta colle amiche le [...]
[...] : — Che volete? Ciascuno fa il suo interesse. Vuol dire che il barone Rubiera ci ha trovato il suo vantaggio a sposare la signora Alòsi. La verità [...]
[...] di prima. E attaccata alla sua roba come un'ostrica, ostinandosi a vivere per non pagare. Il debito intanto ingrossava d'anno in anno: una cosa [...]
[...] che il povero don Ninì ci perdeva delle nottate intere, senza poter chiudere occhio, alle volte: e alla scadenza, capitale e usura, rappresentavano [...]
[...] una bella somma. Il canonico Lupi, che andò in nome del baronello a chiedere dilazione al pagamento, trovò don Gesualdo peggio di un muro: — A [...]
[...] che giuoco giochiamo, canonico mio? Sono più di nove anni che non vedo nè frutti nè capitale. Ora mi serve il mio denaro, e voglio esser pagato [...]
[...] aperto gli occhi, troppo tardi, quando non c'era piu rimedio, quando si trovava sulle spalle il peso dei suoi errori. Ma proprio non poteva pagare [...]
[...] posso... Ma son galantuomo, mi pare!... Mia madre, da qui a cent'anni, non ha a chi lasciare tutto il suo. Bianca cercava di scusarsi. — Suo [...]
[...] marito era il padrone. Faceva tutto di testa propria, lui. Non voleva che gli mettessero il naso nelle sue cose. — Allora perchè sei sua moglie [...]
[...] ? — ribattè il cugino. — Bella ragione! Uno che non era degno di alzarti gli occhi in viso!... Deve ringraziare Iddio e l'ostinazione 190 di mia madre se [...]
[...] gli è toccata questa fortuna!... Dunque farai il possibile per indurlo ad accordarmi questa dilazione? — E tu cosa gli hai detto? — domandò don [...]
[...] il barone Rubiera prima aveva messo sottosopra cielo e terra per trovare i denari da pagare don Gesualdo; e infine donna Giuseppina Alòsi, la [...]
[...] di queste uscite buffe alle volte, da solo a solo con sua moglie, quando era contento della sua giornata, prima di coricarsi, mettendosi il [...]
[...] grossi e bianchi, passandosi anche la lingua sulle labbra, quasi gustasse già il dolce del boccone buono, da uomo ghiotto della roba. Isabella fatta [...]
[...] rivedere. II marito, onde confortarla, in quello stato, le disse: — Vedi, noi ci ammazziamo per fare il suo meglio, ciascuno come può, ed essa un [...]
[...] giorno non penserà neppure a noi. Così va il mondo. Anzi devi metterti in testa che tua figlia non puoi averla sempre vicina. Quando si marita anderà [...]
[...] via dal paese. Qui non ce n'è uno che possa sposarla, colla dote che le darò. Se ho fatto tanto per lei, voglio almeno sapere a chi lo dò il sangue [...]
[...] mio. Adesso che ti parlo è già nato chi deve godersi ii frutto delle mie fatiche, senza dirmi neppure grazie... 191 Aveva il cuore grosso anche lui [...]
[...] fanciulla, un po' gracile ancora, pallidina, ma con una grazia naturale in tutta la personcina gentile, la carnagione delicata e il profilo aquilino [...]
[...] portava nell'educandato l'alterigia baronale da ogni angolo della Sicilia. Al parlatorio lo chiamavano il signor Trao. Quando volle saperne il [...]
[...] conosceva di nome la famiglia dei Trao, una delle prime laggiù, ove il duca suo fratello possedeva dei feudi. La duchessina aveva il nome e il [...]
[...] parlare alto, sebbene stesse in collegio senza pagare, talchè le compagne lasciarono passare il Trao. Ma don Gesualdo dovette lasciarlo passare anche [...]
[...] il viso per riconoscerla: — Una Trao! Non c'è che dire. — Lo zio marchese ne lodò gli occhi, degli occhi blu che erano due stelle. «Degli occhi [...]
[...] che vedevano il peccato», disse il marchese, il quale aveva sempre pronta la barzelletta. Allorchè la condussero dallo zio don Ferdinando, Isabella [...]
[...] volgere intorno gli occhi sospettosi, pensando a tutt'altro. A un tratto andò a chiudere a chiave il cassetto della scrivania. — Ah!... mia [...]
[...] ... Sembrava che cercasse le parole, cogli occhi erranti, evitando quelli della sorella e della nipote, con un tremito leggiero nelle mani, il viso [...]
[...] raddrizzò così che parve altissimo, con un'ombra negli occhi chiari, un rimasuglio del sangue dei Trao che gli colorava il viso scialbo. — No... no [...]
[...] ... Non voglio nulla... Non ho bisogno di nulla... Vattene ora, vattene... Vedi... ho tanto da fare... Una cosa che stringeva il cuore. Una rovina [...]
[...] Sganci, la sua casa medesima fredda e malinconica, il palazzo cadente dei Trao che aveva spesso rammentato laggiù con infantile orgoglio, tutto [...]
[...] vasi di fiori polverosi, facendo la calza, vestita di nero, enorme! In fondo al vicoletto rannicchiavasi la casuccia del nonno Motta. Allorchè il [...]
[...] scamiciato il quale levò il capo da un basto che stava accomodando, senza salutarli. Mastro Nunzio gemeva in letto coi reumatismi, sotto una [...]
[...] voci di colèra. A Catania c'era stata una sommossa. Giunse da Lentini don Bastiano Stangafame insieme a donna Fifì la quale pareva avesse già il [...]
[...] bella come la Madonna, la quale ballava sui cavalli ammaestrati in teatro, e andava spargendo il colèra con quel pretesto, era stata uccisa a furor [...]
[...] ; anzi non 195 trovandosi denari spiccioli, quei galantuomini dissero che sarebbero ripassati a prenderli il giorno dopo. Invece spuntò il giorno [...]
[...] chiudere anche lo sportello della cisterna. I galantuomini, rammentandosi io bel soggetto ch'era il Ciolla, quello ch'era stato in Castello colle [...]
[...] manette, sedici anni prima, si armarono sino ai denti, e si misero a perlustrare il paese, se mai gli tornava il ghiribizzo di voler pescare nel [...]
[...] Corrado La Gurna, vestito di nero, col fazzoletto agli occhi. I cani abbaiarono tutta la notte. Il panico poi non ebbe limiti allorchè si vide [...]
[...] fatica da quattr'uomini, colla testa pendente da un lato, il faccione livido, la lingua pavonazza che usciva a meta dalle labbra bavose, gli occhi [...]
[...] soltanto vivi e inquieti, le mani da morta agitate da un tremito continuo. E dietro, il baronello invecchiato di vent'anni, curvo, grigio, carico [...]
[...] era costretta a rimanere in paese stava a guardare atterrita. Nelle chiese avevano esposto il Sacramento. Tacquero allora vecchi rancori, e si [...]
[...] videro fattori restituire il mal tolto ai loro padroni. Don Gesualdo aprì le braccia e i magazzini ai poveri e ai parenti; tutte le sue case di [...]
[...] pietra sul passato, gli avessi fatto anche un tradimento... Abbiamo il colèra sulle spalle... Il sangue non è acqua infine! Non possiamo lasciare [...]
[...] quel povero vecchio solo in mezzo al colèra... Mi pare che la gente avrebbe motivo di sparlare dei fatti nostri, eh?... — Voi avete il cuore buono [...]
[...] ! — balbettò la moglie sentendosi intenerire. — Voi avete il cuore buono! 196 Ma don Ferdinando non si lasciò persuadere. Era occupatissimo ad [...]
[...] posso lasciar la casa, — rispose. — Ho tanto da fare!... Vedi quanti buchi?... Se viene il colèra... Bisogna tapparli tutti... Inutilmente la sorella [...]
[...] casa?... — Ah! ah!... — rispose lui con un sorriso ebete. — La notte non me lo soffiano il colèra!... Chiudera tutte le fessure... guarda! E tornava [...]
[...] !... 197 I Margarone partirono subito per Pietraperzia; tutti ancora in lutto per don Filippo, morto dai crepacuori che gli dava il genero don [...]
[...] Sganci, se la condusse a Passaneto, e ci prese le febbri, povera vecchia. Zacco e il notaro Neri partirono per Donferrante. Era uno squallore pel [...]
[...] paese. A ventitrè ore non si vedeva altri lungo la via di San Sebastiano che il marchese Limòli, per la sua solita passeggiatina del dopopranzo. E gli [...]
[...] di andar con lei a Mangalavite: — Hai paura di non trovarmi più?... No, no, non temere; il colèra non sa che farsene di me. Mentre Bianca e la [...]
[...] !... Nessuno ha il mio cuore, no!... Una povera donna senza aiuto e che non sa dove andare!... Se mi date la chiave delle due camerette che avete [...]
[...] laggiù a Mangalavite, vicino alla vostra casina!... le camere del palmento... Siete il solo parente a cui ricorrere, voi, don Gesualdo!... — Sì, sì [...]
[...] casina, a Mangalavite, era un gran casamento annidato in fondo alla valletta. Isabella dalla sua finestra vedeva il largo viale alpestre [...]
[...] fiancheggiato d'ulivi, la folta macchia verde che segnava la grotta dove scorreva l'acqua, le balze in cui serpeggiava il sentiero, e più in su l'erta [...]
[...] venivano a raccontare il giorno dopo di aver sorpreso delle ombre che s'aggiravano furtive sui precipizi; la zia Cirmena giurava di aver visto dei razzi [...]
[...] solitarii e luminosi verso Donferrante. E subito spedivano gente ad informarsi se c'erano stati casi di colèra. Il baron Zacco, ch'era da quelle [...]
[...] parti, rispondeva invece che i fuochi si vedevano verso Mangalavite. Don Gesualdo, meno la paura dei razzi che si vedevano la notte, e il sospetto [...]
[...] , godendosi il fresco e la libertà della campagna, ascoltando i lamenti interminabili e i discorsi sconclusionati dei suoi mezzaiuoli. Alla moglie [...]
[...] , che l'aria della campagna faceva star peggio, soleva dire per consolarla: — Qui almeno non hai paura d'acchiappare il colèra. Finchè non si tratta [...]
[...] di colèra il resto a nulla. — Lì egli era al sicuro dal colèra, come un re nel suo regno, guardato di notte e di giorno — a ogni contadino aveva [...]
[...] procurato il suo bravo schioppo, dei vecchi fucili a pietra nascosti sotto terra fin dal 12 o dal 21 e teneva dei mastini capaci di divorare un uomo [...]
[...] arrivato persino Nanni l'Orbo con tutta la sua masnada, strizzando l'occhio, tirandolo in disparte per dirgli il fatto suo: — Don Gesualdo... qui [...]
[...] soltanto il sangue nostro è disperso di qua e di là... Lo fanno apposta... per farci stare in angustie... per lasciarci la spina dentro!... Non parlo di [...]
[...] dispiacere che doveva procurargli la figliuola, il pover'uomo! Isabella ch'era venuta dal collegio con tante belle cose in testa, che s'era immaginata di [...]
[...] quell'altezza, e dove il tramonto intristiva rapidamente la sera. Poi dei giorni sempre uguali, in quella tebaide; un sospetto continuo, una [...]
[...] umida in permanenza dinanzi al cancello per affumicare tutto ciò che veniva di fuori, — le rare lettere ricevute in cima a una canna, attraverso il [...]
[...] fumo — e per solo svago, il chiacchierio della zia Cirmena, la quale arrivava ogni sera colla lanterna in mano e il panierino della calza infilato [...]
[...] zia Cirmena per scusarlo parlava del gran talento che aveva quel ragazzo, tutto il santo giorno chiuso nella sua stanzetta, col capo in mano, a [...]
[...] labbra carnose, a dirle in un orecchio delle cose che le facevano avvampare il viso, che le facevano battere il cuore, quasi ci avesse nascosto il [...]
[...] , lo stormire delle frondi, il sole caldo, le accendessero il sangue, penetrassero nelle sottili vene azzurrognole, le fiorissero nei colori del [...]
[...] viso, le gonfiassero di sospiri il seno nascente sotto il pettino del grembiule. — Vedi quanto ti giova la campagna? — diceva il babbo. — Vedi come [...]
[...] , che le stringeva il cuore a volte, un desiderio vago di cose ignote. Di giorno in giorno era un senso nuovo che sorgeva in lei, dai versi che leggeva [...]
[...] , dai tramonti che la facevano sospirare, un'esaltazione vaga, un'ebbrezza sottile, un turbamento misterioso e pudibondo che provava il bisogno [...]
[...] alla finestra, fantasticando, guardando il cielo che formicolava di stelle. La sua anima errava vagamente dietro i rumori della campagna, il pianto [...]
[...] cugino La Gurna. Penetrava in lei il senso delle cose, la tristezza della sorgente, che stillava a goccia a goccia attraverso le foglie del capelvenere [...]
[...] , lo sgomento delle solitudini perdute lontano per la campagna, la desolazione delle forre dove non poteva giungere il 203 raggio della luna, la [...]
[...] neppure fare udire il suo respiro; come non osava quasi mostrare tutta la sua tenerezza alla figliuola dinanzi al marito, timida, con quegli occhi tristi [...]
[...] , e l'espressione degli sguardi che correvano inquieti all'uscio dicevano il resto. Quasi dovesse nascondere le carezze che faceva alla sua [...]
[...] creatura, le mani tremanti che le cercavano il vìso, gli occhi turbati che l'osservavano attentamente. — Che hai? Sei pallida!... Non ti senti bene? La [...]
[...] gli occhiali di tanto in tanto, chinavasi verso il lume, oppure se la pigliava col nipote che scriveva così sottile. — Ma che talento, eh! Come [...]
[...] amministratore... che so io... per soprintendere ai lavori di campagna... dirigere una fattoria, quel ragazzo varrebbe tant'oro. Il cuore mi dice [...]
[...] così giovane, così inesperta, senza sapere ancora cosa volesse dire esser povero ricco, s'avesse a scaldare il capo per tutte quelle frascherie [...]
[...] tanta gente ci avrebbe fatti su dei disegni. Insomma a lui non piacevano quei discorsi della zia e il fare del nipote che le teneva il sacco con [...]
[...] scappellotti tutt'e due, la signorina che mettevasi alla finestra per veder volare le mosche, e il ragazzo che stava a strologare da lontano, di cui [...]
[...] vedevasi il cappello di paglia al disopra del muricciuolo o della siepe, ronzando intorno alla casina, nascondendosi fra le piante. — Don Gesualdo [...]
[...] aveva dei buoni occhi. Non poteva indovinare tutte le stramberie che fermentavano in quelle teste matte, — i baci mandati all'aria, e il sole e le [...]
[...] sul sentiero, nell'aria ingenua d'Isabella che scendeva a cercare le forbici o il ditale quando per combinazione c'era in sala il cugino, nella [...]
[...] carta che aveva trovato vicino alla fontana, dei calcinacci scrostati dal sedile, facendo il nesci: — Don Gesualdo, che c'è stato vossignoria, lassù [...]
[...] davvero, con prudenza, per evitar gli scandali, aspettando che terminasse il colèra per scopare la casa, e finirla pulitamente con donna Sarina e [...]
[...] , sputa fuori il fatto suo. — Ah... le canzonette? Roba che non empie pancia, cari miei! — La zia Cirmena si risentì alfine: — Voi pigliate tutto a [...]
[...] mandarla via come fa il sensale nel conchiudere il negozio, vociando cosi forte che sembrava in collera, fra le risate: — Be'... pigliateli, se vi [...]
[...] !... — borbottò don Gesualdo. — Ah!... Ma visto che non era il momento, cacciò indietro la bile e voltò la cosa in scherzo: — Anche a lei... le piaccìono le [...]
[...] rimettere le seggiole a posto, a chiudere le finestre, come a dire: — Adesso andate via. — Però siccome il giovane voltava le spalle senza [...]
[...] occhiali, infilando il paniere al braccio senza salutar nessuno. — Guardate s'è questa la maniera! Così si ringraziano i parenti della premura? Io [...]
[...] corte, a un correre a precipizio. Poi si udì una voce sconosciuta in mezzo al chiacchierìo della sua gente. Dal cancello s'affacciò il camparo [...]
[...] all'indietro, asciugandosi il sudore. Donna Sarina voleva sapere a ogni costo cosa fosse avvenuto, fingendo d'aver paura. — Nulla... Le stoppìe [...]
[...] fuorivia che narrava gran cose, accalorato, gesticolando, mostrando il vestito ridotto in brandelli. — Nulla, nulla, — ripetè don Gesualdo [...]
[...] ammutinata, comare Lia che aveva lasciato d'impastare il pane, sua figlia accorsa anche lei colle mani intrise di farina. — Che c'è? che c'è? Voi [...]
[...] , mastro Nardo, andate avanti colla mula. Vi raggiungerò per via. Lì, da quella parte, pel sentiero. Non c'è bisogno di far sapere a tutto il vicinato se [...]
[...] . Temeva che i sorci ballassero mentre non c'era il gatto. Mentre la moglie l'aiutava a infilarsi gli stivali, andava facendole certe raccomandazioni [...]
[...] ci son io, intendi? — Bianca da ginocchioni com'era alzò il viso attonito. — Svegliati! Come diavolo sei diventata? Tale e quale tuo fratello don [...]
[...] Ferdinando sei! Tua figlia ha la testa sopra il cappello, te ne sei accorta? Abbiamo fatto un bel negozio a metterle in capo tanti grilli! Chissà [...]
[...] ne sei accorta anche tu! E non mi dicevi nulla!... Tutte così voialtre donne... a tenervi il sacco l'una coll'altra!... congiurate contro chi [...]
[...] stomaco pieno di dispiaceri... E sto benone io!... Ho la pelle dura. E se ne andò col dorso curvo, sotto il gran sole, ruminando tutti i suoi guai. Il [...]
[...] , sospettosi. A Callari s'era trovato un cadavere dietro una siepe, gonfio come un otre: l'aveva scoperto il puzzo. La sera, dovunque, si vedevano dei [...]
[...] pancia piena di fichi d'India. — Vostro padre l'ha voluto lui stesso il colèra, sissignore. Tutti gli dicevano: Non aprite se prima il sole non è [...]
[...] alto! Ma sapete che testa dura! Il colèra ce l'ha portato alla Salonia un viandante che andava intorno colla bisaccia in spalla. Di questi tempi [...]
[...] continua a predicare di scopar le case, di pigliarsela coi maiali e colle galline, per tener lontano il colèra! Adesso il veleno ce lo portano le [...]
[...] loro ogni cristiano che mandano al mondo della verità si pigliano dodici tarì dal re! E l'arciprete Bugno ha avuto il coraggio di predicarlo [...]
[...] s'era innocente o no. So che ha acchiappato il colèra anche lui, perchè teneva in casa quelle bottiglie che mandano da Napoli per far morire i [...]
[...] cristiani. o non so niente. Il fatto è che i morti fioccano come le mosche: Donna Marianna Sganci, Peperito... III Allorchè giunsero alla Salonia [...]
[...] pizzicato il naso e gli aveva lasciato il segno delle dita sotto gli occhi, un'ombra di filiggine che gli tingeva le narici assottigliate, gli [...]
[...] un po' di grana, per non morir di fame dove andavano, appena avrebbe chiusi gli occhi il vecchio. Nel cortile c'erano anche le mule cariche di roba [...]
[...] . Don Gesualdo afferrò pel vestito Bomma, il quale stava per andarsene anche lui. — Che si può fare, don Arcangelo? Comandate! Tutto quello che si [...]
[...] tardi. La china non giova...una perniciosa coi fiocchi, caro voi! Ma però non muore di colèra, e non c'è motivo di spaventare tutto il vicinato, come [...]
[...] fanno costoro! 213 Il vecchio stava a sentire, cogli occhi inquieti e sospettosi in fondo alle orbite nere. Guardava Gesualdo che si affannava [...]
[...] intorno al farmacista, Speranza la quale strillava e singhiozzava aiutando il marito ne' preparativi della partenza, Santo che non si muoveva [...]
[...] , istupidito, i nipoti qua e là per la casa e nel cortile, e Bomma che gli voltava le spalle, scrollando il capo, facendo gesti d'impazienza. Speranza [...]
[...] man bassa sulla roba, io e mio marito, appena chiude gli occhi nostro padre... — Non sono ancora morto, no! — si lamentò il vecchio dal suo cantuccio [...]
[...] . Allora si alzò come una furia l'altro figliuolo, Santo, con la faccia sudicia di lagrime, vociando e pigliandosela con tutti quanti: — Il [...]
[...] viatico che non glielo date, razza di porci?... Che lo fate morire peggio di un cane?... — Non sono ancora morto! — piagnucolò di nuovo il moribondo [...]
[...] . - Lasciatemi morire in pace, prima!... — Non e per la roba, no! — gli rispose il genero Burgio accostandosi al letto e chinandosi sul malato come [...]
[...] , come un pezzo di legno; soltanto ogni volta che gli facevano inghiottire a forza la medicina, gemeva, sputava, e lamentavasi ch'era amara come il [...]
[...] veleno, ch'era morto, che non vedevano l'ora di levarselo dinanzi. Infine, perchè non lo seccassero, voltò il naso contro il muro, e non si mosse [...]
[...] il russare di Santo. I nipoti erano già partiti colla roba, insieme agli altri inquilini, e un gatto abbandonato s'aggirava miagolando per la [...]
[...] fattoria, come un'anima di Purgatorio: una cosa che tutti alzavano il capo trasalendo, e si facevano la croce al vedere quegli occhi che luccicavano [...]
[...] dava segno di vita. Poi, tre volte, si udì cantare la civetta. Quando Dio volle, a giorno fatto, dopo un pezzo che il giorno trapelava dalle [...]
[...] fessure delle imposte e faceva impallidire il lume posato sulla botte, Burgio si decise ad aprire l'uscio. Era una giornata fosca, il cielo coperto, un [...]
[...] in testa, fregandosi gli occhi, piangendo come un ragazzo. Il più turbato di tutti però era don Gesualdo, sebbene non dicesse nulla, guardando il [...]
[...] , minacciava di correre al paese per buttarsi nella cisterna, di lasciarsi morir di fame: — Cosa ci fo più al mondo adesso? Ho perso il mio sostegno! la [...]
[...] colonna della casa! — Quel piagnisteo durò la giornata intera. Inutilmente il marito per consolarla le diceva che don Gesualdo non li avrebbe [...]
[...] Speranza. — è morto, ora, mio padre! Non c'è nessuno che pensi a noi! Gesualdo che l'aveva lasciata sfogare un pezzo tentennando il capo, cogli [...]
[...] , — interruppe Burgio. — No! Parole che scappano nel brucio, cognato. Intanto bisognava pensare a seppellire il morto, senza un cane che aiutasse, a [...]
[...] . Poi Santo e don Gesualdo dovettero fare il resto colle loro mani. Burgio però stava a vedere da lontano, timoroso del contagio, e sua moglie [...]
[...] piagnucolava che non le bastava l'animo di toccare il morto. Le faceva male al cuore, si! Dopo, asciugatisi gli occhi, rifatto il letto, rassettata la [...]
[...] casa, nel 216 tempo che mastro Nardo preparava le cavalcature, e aspettavano seduti in crocchio, ella attaccò il discorso serio. — E ora, come [...]
[...] . Don Gesualdo però non aveva capito l'antifona, col viso in aria, cercava il verbo. — Come restiamo intesi? Perchè? Di che cosa? — Per discorrere [...]
[...] ... secondo vi dice la coscienza... Voi siete il maggiore, voi fate le parti... e ciascuno di noi piglia la sua... Pero se ci avete il testamento [...]
[...] parole, balbettava: — L'eredità?... Il testamento?... La parte di che cosa?... Allora Speranza infuriò. — Come? Di questo si parlava. Non erano tutti [...]
[...] figli dello stesso padre? E il capo della casa chi era stato? Sinora aveva avuto le mani in pasta don Gesualdo, vendere, comprare... Ora [...]
[...] dal cielo? — Burgio, più calmo, metteva buone parole; diceva che non era quello il momento, col morto ancora caldo. Tappava la bocca alla moglie [...]
[...] ; cacciava indietro il cognato Santo, il quale aveva aperto tanto d'orecchi e vociava: — No, no, lasciatela dire! — Infine volle che si [...]
[...] sorella non gli dava più retta, seduta su di un sasso, fuori dell'uscio, borbottando fra di sè. Massaro Fortunato toccò pure degli altri tasti: il [...]
[...] pezzetto lì 217 fuori a tenersi il broncio. Poi don Gesualdo propose di condurseli tutti a Mangalavite. Il cognato Burgio serrava l'uscio a chiave, e [...]
[...] della cavalcatura, colla schiena curva, e il vento che le gonfiava lo scialle dietro. Don Gesualdo montò a cavallo lui pure, e se ne andò [...]
[...] lavorato tanto... per tirare su i figliuoli... per lasciarli ricchi... Ora è sotto terra! Vi rammentate, vossignoria, quando è rovinato il 218 ponte, a [...]
[...] Fiumegrande, e voleva annegarsi?... Ecco cos'è il mondo! Oggi a te, domani a me. II padrone gli rivolse un'occhiata brusca, e tagliò corto [...]
[...] : — Zitto, bestia!... Anche tuo!... Potevano essere due ore di notte quando arrivarono alla Fontana di don Cosimo, con una bella sera stellata, il cielo [...]
[...] circondavano la casina, e s'udirono delle voci, un calpestìo precipitoso come di gente che corresse; lungo il sentiero che saliva dalla valle si udi un [...]
[...] la viottola in fila. Nanni l'Orbo aggiunse soltanto, di lì a un po': — Si fece la festa, eh? — E come il padrone continuava a tacere, conchiuse [...]
[...] volte. Andavano in silenzio, lungo il muro, quasi ci vedessero al buio. A un certo punto l'Orbo accennò delle pietre sparse per terra, una specie di [...]
[...] breccia fra le spine che coronavano il muro, e disse piano: — Vedete, vossignoria? — L'altro afferme col capo, e scavalcò il chiuso. Nanni l'Orbo [...]
[...] Nanni con quel fare misterioso. — Se non ero io, che ho l'orecchio fino... Dicevo a Diodata: Finchè manca il padrone bisogna stare coll'orecchio [...]
[...] . Il giorno dopo, ricevendo le visite di condoglianza, vestito di nero, colla barba lunga, appena donna Sarina ebbe fatto l'elogio del morto e del [...]
[...] , senza tanti complimenti. — Sapete, donna Sarina?... il servizio che dovreste farmi sarebbe d'andarvene. Patti chiari e amici cari, non è vero? Ho [...]
[...] verde. S'aggiustò il vestito, sorridendo, pigliandola con disinvoltura: — Bene, bene. Ho capito. Una volta che vi servono quelle due stanzuccie... Se [...]
[...] il padrone. Ciascuno sa i fatti di casa sua. Soltanto, se permettete, vado prima a salutare mia nipote. Non so cosa potrebbero pensare se me ne [...]
[...] Madonna!... — Non diceva altro, con una confusione dolorosa nelle idee, la testa in fiamme, il sole che le ardeva sul capo, gli occhi che le [...]
[...] , premendosi il petto colle mani, trasalendo a ogni passo, spiando il cammino con l'occhio ansioso. Un uccelletto spaventato fuggì con uno strido acuto [...]
[...] che si piegavano ondeggiando mollemente, e dicevano: Vieni! vieni! vieni! Attraverso guardinga il viale che scendeva alla casina, col cuore che le [...]
[...] delle fantasticherie. S'udiva il martellare di una scure in lontananza; poi una canzone malinconica che si perdeva lasso, nella viottola. Che [...]
[...] agonia lunga! Il sole abbandonava lentamente il sentiero; moriva pallido sulla rupe brulla di cui le forre sembravano piu tristi, ed ella aspettava [...]
[...] , affettava di non poter mettere il piede nel cortile, coll'aria misteriosa, finchè il padrone andò a sentire quel che diavolo volesse, dandogli una [...]
[...] . — II sangue a sangue. Avete da ridirci? Tutti e due... hanno voluto portare il lutto alla buon'anima di vostro padre... per rispetto, senza secondi [...]
[...] parla soltanto del pezzo di terra ch'è sotto la fontana... Se non fate come il riccio che poi allarga le spine... — Sissignore! Che vuol dire [...]
[...] ... La signorina, lassù, sotto il gran voce... Don Gesualdo guardò dove diceva l'Orbo, e si sbiancò subito in viso. A un tratto, mutò cera e maniera, e [...]
[...] sentisse lì un gran smarrimento, un gran dolore. Bianca al vederli arrivare a quel modo si mise a tremare come una foglia. Il marito le consegnò la [...]
[...] figliuola con un'occhiata terribile, tentennando il capo. Ma non disse nulla. Si mise a passeggiare per la stanza, asciugandosi tratto tratto col [...]
[...] fazzoletto il fiele che ci aveva in bocca. Poi aprì l'uscio di colpo e se ne andò. Girava da per tutto come un bue infuriato, sbattendo gli usci [...]
[...] portarmi quelle forbici alla vigna? — Non sono rientrati ancora i puledri? Me li fara storpiare quell'animale di Brasi! Gli darà ora il fatto suo [...]
[...] momento il padrone!... Assassini! nemici salariati!... — Martino! il lume accendi, Martino, per mungere le pecore! Mi verserai per terra tutto il [...]
[...] latte, cosi al buio, bestia!... — Ancora non hanno acceso il lume lassù? Che fanno? Recitano il rosario?... Concetta! Concetta! Siamo ancora al [...]
[...] difende i pulcini, con un viso che nessuno le aveva mai visto; il viso stralunato dei Trao, in cui gli occhi luccicavano come quelli di una pazza sul [...]
[...] pallore e la magrezza spaventosa, coprendo col suo il corpo della figliuola ch'era stesa bocconi sul letto, col viso nel guanciale, scossa da sussulti [...]
[...] saliva alla gola, colle ossa rotte, il cuore nero come la pece. — Avete ragione!... Io sono il tiranno! Ho il cuore e la pelle dura, io! Sono il bue da [...]
[...] ogni cosa in bocca al Lupo... il mio sangue e la mia roba!... Avete ragione!... Bianca volle balbettare qualche parola. Allora egli si voltò infuriato [...]
[...] capire la ragione a quelle teste dure. — Via via, Isabella!... è una sciocchezza, capisci!... è una sciocchezza guastarsi il sangue... Non voglio [...]
[...] guastarmi il sangue... Ho tanti altri guai! Ci ho il cuore grosso!... Vorrei che tu vedessi un po' quanti guai ci ho in testa!... Ti metteresti a [...]
[...] ridere, com'è vero Dio!... Vedresti che sciocchezza tutto il recto!... Ancora sei giovane... Certe cose non le capisci... Il mondo, vedi, a una [...]
[...] manica di ladri... Tutti che fanno: levati di lì e dammi il fatto tuo... Ognuno cerca il suo guadagno... Vedi, vedi... to lo dico?... Se tu non avessi [...]
[...] nulla, nessuno ti seccherebbe... è un negozio, capisci?... Il modo d'assicurarsi il pane per tutta la vita. Uno che è povero, uomo o donna, sia [...]
[...] mezzo per arrivarci, ciascuno come può... Uno, poniamo, ci mette il casato, e un 224 altro quello che sa fare di meglio... le belle parole, le [...]
[...] ?... Il discorso gli morì in bocca dinanzi al viso pallido e agli occhi stralunati coi quali lo guardava la figliuola. Anche la moglie non sapeva dir [...]
[...] sulle spalle, sino a quel giorno! che aveva dovuto chinare il capo alle speculazioni sbagliate del padre! ch'era stato la provvidenza del cognato [...]
[...] lui perch'era ricco, e pigliando le difese dei suoi parenti che non avevano nulla! Il notaro Neri gli faceva anche l'avvocato contrario, gratis e [...]
[...] tengo se non lo mando in galera, quel ladro! Venderò la camicia che ho indosso. Voglio il fatto mio, il sangue di mio padre... — Fu peggio ancora la [...]
[...] 226 prima volta che il giudice le diede causa persa: — Signori miei, guardate un po'!... Tutto si compra coi denari al giorno d'oggi!... Ma [...]
[...] don Gesualdo, s'intromise a farla da paciere. Una domenica riuni in casa sua tutti i Motta, compreso il marito di comare Speranza ch'era una [...]
[...] vuoi?... Io non ci ho colpa. Mi condussero dall'avvocato... Cosa dovevo fare?... Perchè l'abbiamo chiesto il consiglio dell'avvocato?... Quello che [...]
[...] quali non sapevano difendersi. Anche Santo stava zitto, come un ragazzo che ne ha fatta una grossa. Fortuna che c'era lei, a dire il fatto suo: — Che [...]
[...] vuoi che ti dia, l'Alia o Donninga? Vuoi che mi spogli io per empire il gozzo a voialtri che non avete fatto nulla? Ho figli. La roba non posso [...]
[...] toccarla... — La roba tua?... sentite quest'altra! Allora vuol dire che nostro padre buon'anima non ha lasciato nulla? E il negozio del gesso che [...]
[...] in parapiglia. II barone dovette mettersi a gridare e a fare il diavolo perchè non si accapigliassero seduta stante, invece di rappacificarsi [...]
[...] ... Ci si struggeva l'anima, la disgraziata! E lui doveva rodersi il fegato e mandar giù la bile, per non far di peggio. Una sera finalmente la [...]
[...] sorprese alla finestra, con un tempo da lupi. — Ah!... Continua la musical... Che fai qui... a quest'ora?... A prendere il fresco per l'estate [...]
[...] si lagnava. Ci perdeva la giovinezza e la salute. Non mangiava più; ma non chinava il capo, testarda, una vera Trao, colla testa dura dei Motta [...]
[...] roba, no! Il giudizio di capire chi le voleva bene e chi le voleva male, il giudizio di badare ai suoi interessi, no! Non era neppure docile e [...]
[...] vi manca di giorno in giorno? — L'avrebbe aiutata, sottomano, anche a fare uno sproposito, anche a rompersi il collo. Avrebbe tradito il marito [...]
[...] vista a quella maniera. Una volta, dietro al medico il quale veniva per la ragazza, egli vide capitare una faccia che non gli piacque: una vecchia [...]
[...] del vicinato che portava la medicina del farmacista, come don Luca il sagrestano e sua moglie Grazia portavano in casa Trao le sue imbasciate [...]
[...] convento, lì al Collegio di Maria, come quando era bambina, carcerata! Sua moglie ebbe un bel piangere e disperarsi. Il padrone era lui [...]
[...] ! — rispose il marito. — Non ha neppure compassione di te quell'ingrata! Ci siamo ammazzati tutti per farne un'ingrata! Ha perso l'amore ai parenti [...]
[...] ... lontana di casa sua! Il tradimento glielo fecero lì, al Collegio: dell'altra gente beneficata da lui, la sorella di Gerbido che faceva la portinaia [...]
[...] nella spezieria per far comodo a don Corrado La Gurna, il quale mettevasi subito a telegrafare, appena la ragazza saliva apposta sul campanile. Lo [...]
[...] fece aprir la porta dai suoi complici, e spiccò il volo. Fu il due febbraio, giorno di Maria Vergine. C'era un gran concorso di devoti quell'anno [...]
[...] . Invece il Signore doveva aver voltati gli occhi dall'altra parte quella mattina. Appena tornò dalla santa Messa, quel giorno segnalato, trovò la [...]
[...] bocca, non ci vedeva dagli occhi. Non vedeva lo stato in cui era la poveretta. Voleva correre dal giudice, dal sindaco, mettere sottosopra tutto il [...]
[...] morire!... tutti e due!... In mezzo a quelle furie capita la zia Cirmena, col libro da messa in mano, il sorriso placido, vestita di seta [...]
[...] per accomodar la frittata. Io non ci ho il pelo nello stomaco, come tanti altri. Non so tener rancore. Sapete che mi sono sbracciata sempre pei [...]
[...] parenti. Mi avete messo sulla strada... col colèra... con un orfanello sulle spalle... Ma non importa. Eccomi qua ad accomodare la faccenda. Ho il [...]
[...] cuore buono, tanto peggio! mio danno! Ma non so che farci! Ora bisogna pensare al riparo. Bisogna maritar quei due ragazzi, ora che il male è fatto [...]
[...] . Non ci è più rimedio. Del resto sul giovane non avete che dire... di buona famiglia. Don Gesualdo stavolta le perse il rispetto addirittura, con [...]
[...] la vergogna di tutto il parentado!... — Ah! ah! la vergogna. Andate là che avete ragione a parlare di vergogna, voi!... mezzana! Ci avete tenuto [...]
[...] , tenne la lingua a casa anche lei. Intanto il marchese lavorava sottomano a cercare un marito per Isabella. Era figlia unica; don Gesualdo, per [...]
[...] amici; ne parlò alle persone che potevano aiutarlo in simili faccende, il canonico Lupi, il notaro Neri. Quest'ultimo gli scovò finalmente colui [...]
[...] che faceva al caso: un gran signore di cui il notaro amministrava i possessi, alquanto dissestato è vero nei suoi affari, ingarbugliato fra liti e [...]
[...] quest'ultimo fu un altro par di maniche. Lui non voleva lasciarsi mangiar vivo. Neanche un baiocco! Il suo denaro se l'era guadagnato col sudore [...]
[...] della fronte, la vita intera. Non gli piaceva di lasciarsi aprir le vene per uno che doveva venire da Palermo a bersi il sangue suo. — Di dove [...]
[...] corna, e chiudere gli occhi sul prezzo. Bisogna chinare il capo, per amore o per forza. Del resto non avete altri figliuoli... Almeno sapete di [...]
[...] scopar la casa... se lui deve tirare il diavolo per la coda... Sarà un affar serio, intendi? Vengono le quistioni, i pentimenti, i musi lunghi. I musi [...]
[...] , creperebbero d'invidia... Ma so che c'è per aria il progetto di farti sposare un gran signore. Saresti principessa o duchessa! Altro che donna tal [...]
[...] stettero zitti tutti quanti. Egli infine prese la parola, un po' turbato anche lui, cogli occhi gonfi, che il sangue infine non è acqua, e il [...]
[...] cuore non l'aveva di sasso. — Me l'hai fatta grossa! Questa non me la meritavo. Ci siamo tolto il pan di bocca, io e tua madre, per farti ricca [...]
[...] !... Vedi com'è ridotta, poveraccia?... Se chiude gli occhi è un cadavere addirittura!... Ma sei il sangue nostro, la nostra creatura, e ti abbiamo [...]
[...] possiamo farci, se tuo padre non vuole? Lui è il padrone. Lui deve mettere fuori i denari della dote. Lo fa pel tuo meglio; cerca il tuo vantaggio [...]
[...] ho fatto il possibile. Ma senza denari non si canta Messa. Corrado non ha nulla; tu non hai nulla neppure, se tuo padre si ostina a dir di no [...]
[...] , è un affare serio!... 234 Il marchese Limòli poi gliela cantava su un altro tono: — Figliuola mia, quando uno non è ricco, non può darsi il gusto [...]
[...] il cuoco in cucina, la carrozza che t'aspetta, e le tue buone rendite garantite nell'atto dotale, potrai darti il lusso di pensare alle altre cose [...]
[...] ... Verso la Pasqua giunse in paese il duca di Leyra, col pretesto di dar sesto ai suoi affari da quelle parti, che ne avevano tanto di bisogno. Era [...]
[...] un bell'uomo, magro, elegante, un po' calvo, gentilissimo. Si cavava il cappello anche per rispondere al saluto dei contadini. Aveva lo stesso [...]
[...] dimostrava pia di quarant'anni. II giorno della processione, del Cristo risuscitato ci fu il Caffè dei Nobili pieno zeppo di signore. Le Zacco con [...]
[...] dar nell'occhio ai signori forestieri. Il duca s'era tirato 235 dietro lo zio balì, onde sembrar più giovane — dicevano le male lingue: un [...]
[...] ! — osservò la Capitana. Sul più bello, mentre la statua dell'Evangelista correva balzelloni da Gesù a Maria, e il popolo gridava: viva Dio resuscitato [...]
[...] ! capitò la carrozza nuova di don Gesualdo Motta. Lui con la giamberga dai bottoni d'oro e il solitario al petto della camicia, la moglie in gala [...]
[...] , con un cenno del capo, e lo presentò alla nipote. Il duca e il balì di Leyra fecero un gruppo a parte, sul marciapiede del Cafè dei Nobili, colla [...]
[...] famiglia di don Gesualdo e il marchese Limòli. Tutt'intorno c'era un cerchio di sfaccendati. 236 Il baron Zacco attaccò discorso col cocchiere per [...]
[...] il mondo! — Nessuno badava più alla processione. C'era un bisbiglio in tutto il Caffè. Don Ninì Rubiera, da lontano, col cappello in cima al [...]
[...] ha già i capelli bianchi? ch'è una mummia?... Sei pazza? Egli pure era invecchiato, floscio, calvo, panciuto, acceso in viso, colle gote ed il naso [...]
[...] due cugini. Però invidiavano mastro-don Gesualdo il quale era arrivato a quel posto, e donna Bianca che aveva fatto quel gran matrimonione. La sua [...]
[...] sui salamelecchi che le faceva il duca di Leyra, inguantato, con un cravattone di raso che gli reggeva il bel capo signorile, giocherellando con un [...]
[...] bastoncino sottile che aveva il pomo d'oro. La signora Capitana fece osservare a don Mommino Neri, il quale era diventato un rompicollo, dopo la [...]
[...] è il modo in cui le dice!... Ogni parola come se ve la mettesse in un vassoio... Il signor duca andò poi a presentare i suoi omaggi in casa Motta [...]
[...] . Don Gesualdo si fece trovare nel salotto buono. Avevano lavorato tutto il giorno a dar aria e spolverare, le serve, lui, mastro Nardo. Il signor [...]
[...] originaria del paese. Desiderava fare il suo dovere con don Ferdinando Trao, e visitare il palazzo, che doveva essere interessantissimo. Con la ragazza [...]
[...] , di sfuggita, lasciò cadere il discorso sulle opere allora in voga; raccontò qualche fatterello della societa; narrò aneddoti del tempo in cui era [...]
[...] per vederlo passare. Dopo, la sera non si fece altro che parlare di lui, in cucina, fin le serve, e mastro Nardo, i quale sgranava gli occhi. Il balì [...]
[...] di Leyra e il marchese Limòli poi avevano intavolato un altro discorso, così, a fior di labbra, tenendosi sulle generali. Il giorno dopo intervenne [...]
[...] anche il duca, il quale confessò prima di tutto ch'era innamorato della ragazza, un vero fiorellino dei campi, una violetta nascosta; e dichiarò [...]
[...] 238 sorridendo, che quanto al resto... d'affari voleva dire... non se n'era occupato mai, per sua disgrazia!... non era il suo forte, e aveva [...]
[...] pregato il notaro Neri di far lui... Un vero usuraio, quel notaro, sottile, avido, insaziabile. Don Gesualdo avrebbe preferito mille volte trattare [...]
[...] il negozio faccia a faccia col genero, da galantuomini. — No, no, caro suocero. Non è la mia partita. Non me ne intendo. Quello che farete voi [...]
[...] altri sarà ben fatto. Quanto a me, il tesoro che vi domando a vostra figlia. Però le trattative tiravano in lungo. Mastro-don Gesualdo cercava [...]
[...] difendere la sua roba, vederci chiaro in quella faccenda, toccar con mano che quanto ci metteva il signor genero nell'altro piatto della bilancia fosse [...]
[...] tutto oro colato. Il duca aveva dei gran possessi, a vero, mezza contea; ma dicevasi pure che ci fossero dei gran pasticci, delle liti, delle [...]
[...] ipoteche. Del notaro Neri non poteva fidarsi. L'altro sensale, il marchese Limòli, non aveva saputo badare nemmeno ai suoi interessi. Voleva [...]
[...] intromettercisi il canonico Lupi, protestando l'amicizia antica. Ma lui rispose: — Vi ringrazio! Grazie tante, canonico! Mi è bastato una volta sola! Non [...]
[...] ci si smarriva. Intanto la figliuola, dall'altra parte, aveva sempre quell'altro in testa. Scongiurava il babbo e la mamma che non volessero [...]
[...] sacrificarla. Andava a piangere dai parenti, e a supplicare che l'aiutassero: — Non posso! non posso! — Ai piedi del confessore aprì il suo cuore [...]
[...] , tutto! il peccato mortale in cui era!... — Quel servo di Dio non capiva nulla. Badava solo a raccomandarle di non cascarci più e le metteva il cuore [...]
[...] capirla? Vostra figlia dovete maritarla subito. Datela a chi vi piace; ma non c'è tempo da perdere. Avete capito? — Eh?... Come?... — balbettò il povero [...]
[...] lui!... Talchè don Gesualdo, stretto da tutte le parti, tirato pei capelli, si lasciò aprir le vene, e mise il suo nome in lettere di scatola al [...]
[...] pregava inginocchiata dinanzi a quell'altare, coi gomiti sulla seggiola e il viso fra le mani! Fuori aspettava la lettiga che doveva portarsi via [...]
[...] gli sposi. Fu una decisione e un malumore generale fra i parenti e in tutto il paese. Dei pettegolezzi e delle critiche che non finivano più [...]
[...] Corradino La Gurna... Sicuro Una lettera per fuori regno. Me l'ha fatta vedere il postino in segretezza Non so che dicesse; ma non mi parve [...]
[...] il cuginetto che si disperava e penava lontano. «Addio! addio! Se ti ricordi di me, se pensi ancora a me, dovunque sarai, eccoti l'ultima parola [...]
[...] questi luoghi che mi parlano ancora di te!... Andrò lontano... Nelle feste, in mezzo alle pompe della capitale, dovunque sarò nessuno vedrà il [...]
[...] I Erano appena trascorsi sei mesi, quando sopravvennero altri guai a don Gesualdo. Isabella minacciava di suicidarsi; il genero aveva preso a [...]
[...] segreto sino al povero padre, il quale corse a rotta di collo alla villa di Carini, dov'era confinata la duchessa per motivi di salute. Ritornò poi [...]
[...] invecchiato di dieci anni, pigliandosela colla moglie che non capiva nulla, maledicendo in cuor suo la Cirmena e tutto il parentado che gli dava [...]
[...] soltanto bocconi amari, costretto a correr dietro al notaio per accomodare la faccenda e placare il signor genero a furia di denari. Fu un gran colpo [...]
[...] pel poveretto. Tacque alla moglie il vero motivo, per non affliggerla inutilmente; tenne tutto per sè; ma non si dava pace; parevagli che la gente [...]
[...] lo segnasse a dito; sentivasi montare il sangue al viso quando ci pensava, da solo, o anche se incontrava quell'infame della Cirmena. Lui era un [...]
[...] Donninga che le aveva assegnato in dote, e gli facevano piangere il cuore ogni qualvolta tornava a vederle, date in affitto a questo e a quello [...]
[...] ; dicevasi in paese che il signor duca vi seminasse a due mani debiti fitti al pari della 244 grandine, la medesima gramigna che devastava i suoi possessi [...]
[...] , dove aveva sentito la prima volta il rimescolio di mettere nella terra i piedi di padrone! Donninga per cui si era tirato addosso l'odio di [...]
[...] tutto il paese! le buone terre dell'Alia che aveva covato dieci anni cogli occhi, sera e mattina, le buone terre al sole, senza un sasso, e sciolte [...]
[...] Isabella aveva potuto stringere la penna colle sue mani, e firmare tanti debiti? Maledetto il giorno in cui le aveva fatto imparare a scrivere [...]
[...] primaverile, che brucia il gran in erba. Due o tre volte, in circostanze gravi, era stato costretto a lasciarsi cavar dell'altro sangue. Tutti i suoi [...]
[...] risparmi se ne andavano da quella vena aperta, le sue fatiche, il sonno della notte, tutto. E pure Isabella non era felice. L'aveva vista in tale [...]
[...] febbre, l'avvelenavano coll'odore sottile di quei foglietti stemmati, lui che aveva fatto il cuoio duro anche alla malaria. Il signor duca invece [...]
[...] trattava simili negozi per mezzo del notaro Neri — poichè non erano il suo forte. — E alla fine, quando mastro- don Gesualdo s'impennò sul serio [...]
[...] porta... — II decoro?... Io me ne lustro gli stivali del decoro! Io mangio pane e cipolle per mantenere il lustro della duchea! Diteglielo pure al [...]
[...] ! una famiglia che si estingueva per esaurimento, diceva il medico. Soltanto il marito, ch'era sempre fuori, in faccende, occupato dai suoi affari [...]
[...] quell'altro! — Faceva come quegli uccelletti in gabbia i quali provano il canto della primavera che non vedranno. Il letto le mangiava le carni [...]
[...] ! — sospirò infine don Gesualdo che vedeva la moglie in quello stato. — Farò anche questa!... Pagherò anche stavolta perchè il signor duca ti faccia [...]
[...] rivedere la figliuola!... Già son fatto per portare il carico... Il medico andava e veniva; provava tutti i rimedi, tutte le sciocchezze che leggeva nei [...]
[...] rispose burbero: — Allora perchè mi chiamate? Dovette anche pregarlo e scongiurarlo di continuare a fare il comodo suo, quantunque non giovasse a [...]
[...] nulla. La vigilia dell'Immacolata parve proprio che la povera Bianca volesse rendere l'anima a Dio. Il marito ch'era andato ad aspettare il medico [...]
[...] servono in queste occasioni!... — Ah, adesso me lo dite? Adesso capite la ragione? Me ne congratulo tanto! Saleni ricominciò la commedia: il [...]
[...] polso, la lingua, quattro chiacchiere seduto ai piedi del letto, col cappello in testa e il bastone fra le gambe. Poi scrisse la solita ricetta, le [...]
[...] alla larga. Finanche le serve, temevano del contagio. Zacco era il solo parente che si rammentasse di loro nella disgrazia, dacchè avevano fatto [...]
[...] adesso? Il cugino Rubiera dirà all'asta per gli altri due tronchi di strada!... Sissignore! quella bestia!... Eh? eh? che ne dite?... Lui che non [...]
[...] di creatura innocente, recandosi alla bocca di tanto in tanto il fazzoletto che ricacciava poi sotto il guanciale insieme alla mano scarna. Le [...]
[...] cugine Zacco stavano sedute in giro dinanzi al letto, colle mani sul ventre. La mamma per rompere il silenzio balbettò timidamente: — Sembra un po [...]
[...] ' più calma... da che siam qui noi... Le figliuole a quelle parole guardarono tutte insieme, e approvarono col capo. Il barone s'accostò al letto lui [...]
[...] sa il fatto suo. Poi, quando si hanno dei mezzi!... quando non manca nulla! Ne conosco tanti altri invece... ben nati... di buona famiglia... cui [...]
[...] manca di giorno il pane e di notte la coperta!... vecchi e malati, senza medico nè speziale... Si chinò all'orecchio di don Gesualdo e spifferò il [...]
[...] resto. Bianca l'udì o l'indovinò, con gli occhi luminosi che fissavano in volto la gente, e cavò di sotto il guanciale la mano scarna e pallida che [...]
[...] sembrava quella di una bambina, per far segno al marito d'avvicinarsi. Don Gesualdo s'era chinato su di lei e accennava di sì col capo. Il barone [...]
[...] vedendo che non era più il caso di misteri parlò chiaro: — Non verrà! Don Ferdinando è diventato proprio un ragazzo. Non capisce nulla, poveretto [...]
[...] agitò di nuovo in aria quella mano che parlava da sola. — Eh? Che dice? Cosa vuole? — domandò il barone. Donna Lavinia, la maggiore delle ragazze [...]
[...] , s'era alzata premurosa per servirla in quel che occorresse. Donna Marietta, l'altra sorella, tirò invece il papà per la falda. Bianca s'era chiusa [...]
[...] in un silenzio che le affilò come un coltello il viso smunto, sì che il barone stesso se ne avvide e mutò discorso. — Domeneddio alle volte ci [...]
[...] figlio a togliersi dal collo il debito e don Gesualdo... Eh? Ho parlato or ora con vostro marito dei gran progetti che ha don Ninì pel capo [...]
[...] ... Don Gesualdo stava zitto, sopra pensieri. Poi, siccome il barone aspettava la risposta della cugina Bianca, col risolino fisso in bocca, brontolò [...]
[...] : — No, non c'è tanto da ridere... Dietro il paravento dev'essere anche il canonico Lupi. Zacco rimase interdetto: — Quel briccone? quell'intrigante [...]
[...] pel capo adesso! Ma il barone non si dava pace: — Che? Non ve ne importa? Grazie tante! Sapete cosa dicono pure? Che vogliono levarci di mano le [...]
[...] terre del comune!... Dicono che stavolta hanno trovato il modo e la maniera... e che nè voi nè io potremo rimediarci, capite?... Don Gesualdo si [...]
[...] strinse nelle spalle. Sembrava che davvero non gliene importasse nulla di nulla adesso. Il barone a poco a poco andà calmandosi, in mezzo al coro dei [...]
[...] suoi che mormoravano sottovoce contro il canonico. — Un intrigante!... un imbroglione!... Non si fa nulla in paese che non voglia ficcarci il naso [...]
[...] lui!... — Donna Marietta, più prudente, tirò il babbo per la falda un'altra volta. — Scusate! sensate! — aggiunse lui. — Si chiacchiera per dire [...]
[...] d'acqua. Come 249 si udì suonare il campanello dell'uscio voleva anche correre a vedere chi fosse. — Una Spada a due mani! — esclamò sottovoce il [...]
[...] Bianca poi si butterebbe nel fuoco!... — La mamma sorrideva lei pure discretamente. In quella sopraggiunse la serva ad annunziare che c'era il barone [...]
[...] Rubiera con la moglie. — Lui? Ci vuole una bella faccia tosta!... - saltò su il barone cercando il cappello che teneva in testa. — Vedrete che [...]
[...] il barone. — Vuol dire che desidera parlarvi a quattr'occhi, don Ninì!... Allora noi non ci moviamo. Restiamo a far compagnia alla cugina [...]
[...] non tagliava sino a maggio. Donna Giuseppina invece s'era aggobbita, aveva il viso floscio e grinzoso nel cappuccio rotondo, i capelli di un [...]
[...] grigio sudicio, mal pettinati, lisciati in fretta con le mani e fermati dal fazzoletto di seta che portava legato sotto il mento, le mani corrose e [...]
[...] moglie che ha cessato di far figliuoli e non deve neppure piacere al marito. E sulla bocca sdentata teneva fisso un sorriso di 250 povera, il [...]
[...] sorriso umile di chi viene a sollecitare un favore, mentre don Ninì cercava le parole, girando il cappellaccio fra le mani, con quella sciarpa sino al [...]
[...] ... Don Nini approvava coi gesti e con tutta la persona che aveva lasciato cadere sul canapè facendolo scricchiolare; e subito intavolò il discorso per [...]
[...] cui erano venuti — sua moglie volle assolutamente che il cugino sedesse in mezzo, fra due fuochi. — Abbiamo quell'affare del nuovo appalto, caro [...]
[...] moglie. — Siamo venuti per questo... Come sta la cugina? — Come Dio vuole!... Come ci avessi il gastigo di Dio sulle spalle!... Non ho testa di [...]
[...] : — Ditemi un po' vi fidate voi di Zacco? Eh? vi fidate? Don Gesualdo, malgrado il malumore che aveva in corpo, mosse la bocca a riso, come a dire che non [...]
[...] suoi guai. Indi abbozzò un sorriso svogliato. — Come è vero Dio! — soggiunse il baron Rubiera. — Ho visto il progetto, sì, al palazzo di città [...]
[...] ! Dicono che il comune ci guadagna, e ciascuno avrà il suo pezzo di terra. 252 Allora don Gesualdo cavò fuori la tabacchiera, fiutando un agguato [...]
[...] . — Cioè? cioè? — Don Gesualdo! — chiamò la serva dall'uscio. — Un momento, vossignoria... — Fate, fate pure il comodo vostro! — disse donna Giuseppina [...]
[...] appena don Gesualdo entrò nella stanza dell'inferma. — Son io che ho mandato a chiamarvi, — disse il barone col sorriso furbo. Ma lui non rispose [...]
[...] sentire il resto. Qui ci siamo noi. Andateci pure, se no vi restano lì fino a domani! Don Ninì stava ancora seduto sul canapè, sbuffando dal caldo [...]
[...] : il servizio da caffè, i fiori di carta sotto le campane di cristallo, l'orologio che segnava sempre la stessa ora. Vedendo don Gesualdo di ritorno [...]
[...] gli disse subito: — Vi ha fatto chiamare il barone Zacco? Non c'era motivo... Qui non si fanno misteri... — Non si fanno misteri! — ripigliò il [...]
[...] , appuntando in faccia a questo e a quello gli occhi come due spilli, masticando un sorriso con la bocca nera. Caccia indietro del tutto il marito, e si [...]
[...] prese tutto per sè il cugino Motta. — Sì, il rimedio c'è!... c'è! — E stette un po' a guardarlo fisso per fare più colpo. Poscia, tenendo [...]
[...] ... — disse il barone. — No! no!... Lasciate che gli spieghi io... Le terre del comune devono darsi a censo, eh? a pezzi e a bocconi perchè ogni [...]
[...] credito. Avete capito? Bisogna evitare per quanto si può che ci mettano mano i villani. Quelli non se lo lasciano scappare mai più il loro pezzetto [...]
[...] so di dove viene! — Ah! oh! capite? vedete?... — rispose il barone trionfante. — Prima di tutto bisogna tappare la bocca a Nanni l'Orbo... Col [...]
[...] arruffapopolo... capace di aizzarci contro tutto il paese. Voi che ci avete mano dovreste chiudergli la bocca. Don Gesualdo tornò a sedersi [...]
[...] , pentito d'essersi lasciato trasportare dal primo movimento, grattandosi il capo. Ma il barone Zacco, che stava di la coll'orecchio teso, non seppe più [...]
[...] , — riprese don Gesualdo, — questa bella pensata di pigliarci sottomano le terre del comune chi l'ha fatta? Allora non fu più il caso di fingere. Donna [...]
[...] ciascuno, che non fa male a nessuno!... Essa rideva così che le ballava il ventre dalla bile. — Ah??? — esclamò il barone pavonazzo in viso, e cogli [...]
[...] fermo, parlandogli piano, con le mani negli occhi. Don Gesualdo stava zitto, lisciandosi il mento, con quel risolino calmo che faceva schiattare la [...]
[...] gente. I due baroni da lontano tenevano gli occhi fissi su di lui, come due mastini. Infine egli scosse il capo. — No! no! Ditegli al canonico Lupi [...]
[...] vuol dire che il mio non è più mio, e ciascuno 255 vuole la sua parte!... — Don Gesualdo, duro, scrollava il capo; badava a ripetere: — No! no! non [...]
[...] mi ci pigliano! — Tutt'a un tratto il barone Zacco afferrò don Ninì per la sciarpa e lo spinse verso il canapè quasi volesse mangiarselo [...]
[...] , sussurrandogli nell'orecchio: — Volete sentirla? Volete che ve la canti? E segno che quello lì ci ha il suo fine per farci rimaner tutti quanti siamo con [...]
[...] fare il miracolo... — Don Ninì con la bocca coperta grugnì anche lui qualche parola che non potè udirsi. — Un momento. Vengo con voi, — esclamò [...]
[...] Zacco. — E fingendo di cercare il cappello e la canna d'India s'accostò a don Gesualdo nel buio dell'anticamera. — Sentite... Fate male, in parola [...]
[...] !... Poi, mia moglie ha detto di no. Avete udito voi stesso. Il barone stava per montare in furia davvero! — Ah!... vostra moglie?... Le date [...]
[...] non la finiva più. Sembrava che non potesse staccarsi dal letto dell'ammalata, rincalzando la coperta, sprimacciandole il guanciale, mettendole [...]
[...] sotto mano il bicchier d'acqua e le medicine, con la faccia lunga, sospirando, biasciando avemarie. Voleva pure che restasse la sua ragazza ad [...]
[...] sollevarsi, onde passargli un braccio al collo, come non le restasse che lui per attaccarsi alla vita, agitando il viso che si era affilato maggiormente [...]
[...] gente di campagna, lontano dagli occhi del padrone, faceva quel che voleva; le stesse serve scappavano ad una ad una, temendo il contagio della [...]
[...] portare al fiume, temendo di perdere le altre pratiche, disse chiaro il fatto suo: — Don Gesualdo, scusate tanto, ma la mia pelle vale quanto la vostra [...]
[...] ingrassati nella sua casa! Ora tutti l'abbandonavano quasi rovinasse, e non c'era neppure chi accendesse il lume. Sembrava quella notte alla Salonia, in [...]
[...] cui aveva dovuto mettere colle sue mani il padre nel cataletto. Nè denari nè nulla giovava più. Allora don Gesualdo si scoraggiò davvero. Non [...]
[...] il marito di lei, sospettoso, guardandosi intorno, badando do- ve metteva i piedi, sputacchiando di qua e di là: — Quanto a me... anche la mia pelle [...]
[...] la malattia di vostra moglie... Siamo povera gente... Voi siete tanto ricco; ma io non avrei neppure di che pagarle il medico e lo speziale... 258 [...]
[...] compenso. Gli toccava chiudere gli occhi e chinare il capo. Nanni l'Orbo, tutto contento del negozio che aveva fatto, conchiuse: — Quanto a noi siete [...]
[...] impadronirsi di tutto il suo. Era diventata tale e quale una bambina, sospettosa, irascibile, capricciosa. Si lagnava che le mettessero qualche cosa [...]
[...] nel brodo, che le cambiassero le medicine. Ogni volta che si udiva il campanello dell'uscio c'era una scena. Diceva che mandavano via la gente per [...]
[...] gente nella quistione di spartirsi i feudi del comune, ciascuno il suo pezzetto, come voleva Dio, e quanti figliuoli ogni galantuomo aveva sulle [...]
[...] attaccò una gran discussione su quest'argomento con Canali, e andò a finire a pugni, adesso che non era piu il tempo delle prepotenze e ognuno diceva [...]
[...] le sue ragioni. II giorno dopo mastro Titta era andato da Canali a radergli la Barba, allorchè 260 suonarono il campanello e Canali andò a vedere [...]
[...] colla saponata al mento. Mentre affilava il rasoio, mastro Titta allunga il collo per semplice curiosità, e vide Canali il quale parlava [...]
[...] egli stesso il perchè... un presentimento, vedendo Gerbido appostato alla cantonata della Masera, colla carabina sotto!... Gli tornarono in mente le [...]
[...] affrettata a casa prima che suonasse l'avemaria. Più in là incontrando Nanni l'Orbo, che stava da quelle parti, il cuore gli disse che Gerbido [...]
[...] . — Fatemi questo piacere, compare Nanni! Venite a casa piuttosto! Il tabacco ve lo darò io, e da vostra moglie ci andrete domani. Non son tempi [...]
[...] ! Appena mastro Titta udì il rumore della schioppettata, due minuti dopo, disse fra sè: — Questa è compare Nanni che se l'è presa. Don Gesualdo quel [...]
[...] apposta nella strada per vomitargli addosso delle ingiurie. Gli aizzava contro i figliuoli, poichè il marito non voleva guastarsi il sangue — era [...]
[...] che ciascuno gli diceva la sua, e chi poteva gli tirava la sassata. Come sapevasi che sua moglie stava peggio, il marchese Limòli era venuto a [...]
[...] Gesualdo faceva la storia della malattia, e il cognato gli voltava la schiena, senza dir nulla, rivolto alla sorella, la quale guardava or questo ed [...]
[...] trovava, a testa scoperta, urlando per le strade. In un momento la casa di don Gesualdo fu tutta sottosopra. Venne anche il barone Zacco, sospettoso [...]
[...] , inquieto, masticando le parole, guardandosi dinanzi e di dietro prima d'aprir bocca. — Avete visto? è fatta! Hanno ammazzato il marito di Diodata [...]
[...] il portone, tanti scossoni per la povera ammalata. A un certo punto Zacco venne a dire, tutto stravolto: — A Palermo c'è un casa del diavolo... La [...]
[...] ebbe il coraggio neppure di chiedere s'era giunta l'ora. Soltanto, cogli occhi lustri interrogava tutti quanti, ad uno ad uno. 263 Ma gli [...]
[...] rispondevano con delle mezze parole. Il barone allungava il muso, sua moglie alzava gli occhi al cielo, colle mani giunte. Le ragazze, già prese dal [...]
[...] Gesualdo voleva mandarli a riposare. — No, — disse il barone, — non vi lasceremo solo questa notte. Allora don Gesualdo non fiatò più, giacchè non [...]
[...] della moglie. Poi tornava a passeggiare nella stanza vicina, borbottava fra di sè, scrollava il capo, si stringeva nelle spalle. Infine si rivolse a [...]
[...] smorfia. — I suoi parenti?... Ah, va bene... Come volete... Domani... a giorno fatto... Ma il pover'uomo non seppe più frenarsi, le parole gli cuocevano [...]
[...] oggi verremo e domani verremo! Come se avesse dovuto campar cent'anni quella poveretta! Dice bene il proverbio: lontano dagli occhi e lontano dal [...]
[...] , e accennava di sì, sforzandosi di tenere aperti gli occhi 264 che le si chiudevano da soli. Egli, che non sentiva nè il sonno nè nulla, tornava a [...]
[...] brontolare: — Che notte! che nottata eterna! Com'è lunga questa notte, Domeneddio! Appena spuntò il giorno aprì il balcone per chiamare Nardo il [...]
[...] Gesualdo corse in persona ad aprire, credendo che fosse il medico o qualchedun altro di tutti coloro che aveva mandato a chiamare. Invece si trovò di [...]
[...] faccia il canonico Lupi, vestito di corto, con un cappellaccio a cencio, e il baronello Rubiera che se ne stava in disparte. — Scusate, don [...]
[...] Gesualdo... Non vogliamo disturbarvi... Ma è un affare serio... Sentite qua... Lo tirò nella stalla onde dirgli sottovoce il motivo per cui erano venuti [...]
[...] , e dammi ii fatto tuo! — Vuol dire che difendete il Borbone? Parlate chiaro. — Io difendo Ia mia roba, caro voi! Ho lavorato... col mio sudore [...]
[...] ... Allora... va bene... Ma adesso non ho più motivo di fare il comodo di coloro che non hanno e non posseggono... — E allora ve Ia fanno a voi [...]
[...] , capite! Vi saccheggiano la casa e tutto! Il canonico aggiunse che veniva nell'interesse di coloro che avevano da perdere e dovevano darsi la mano, in [...]
[...] quel frangente, pel bene di tutti... Se no, non ci avrebbe messo i piedi in casa sua... dopo il tiro che gli aveva giocato per l'appalto dello [...]
[...] stradone... — Scusate! Giacchè volete fare il sordo... Sapete che avete tanti nemici! Invidiosi... quel che volete... Intanto non vi guardano di buon [...]
[...] occhio... Dicono che siete peggio degli altri, ora che avete dei denari. Questo è il tempo di spenderli, i denari, se volete salvar la pelle! A [...]
[...] !... Mi dispiace che m'hanno visto venire con mia moglie, l'altra sera... — Già, — osservò il canonico, — siamo giusti. Chi poteva avere interesse [...]
[...] che compare Nanni non chiacchierasse tanto?... Una bocca d'inferno, signori miei! La storia di Diodata la sa tutto il paese. Ora vi scatenano [...]
[...] ascoltar le vostre chiacchiere. — E volse loro le spalle. 266 — Ah, soggiunse il canonico andandogli dietro su per le scale. — Scusate, non ne [...]
[...] e il baronello. Don Ninì si fermò all'uscio col cappello in mano, senza dire una parola, e il canonico, che se ne intendeva, dopo un po' fece [...]
[...] reggo. C'era già don Ferdinando Trao al capezzale, come una mummia, e la zia Macrì, la quale asciugava il viso alla nipote con un fazzoletto di [...]
[...] tela fine. Le Zacco erano pallide della nottata persa, e donna Lavinia non si reggeva più in piedi. Sopraggiunse il marchese Limòli insieme al [...]
[...] togliessero prima del tempo la sua povera moglie. — Ah!... — borbottò il marchese. — Che commedia, povera Bianca! Noi restiamo qui per assistere [...]
[...] . Tratto tratto guardava timidamente di sottecchi il cognato che aveva gli occhi gonfi, la faccia gialla e ispida di peli, e faceva atto [...]
[...] d'andarsene, impaurito. — No, — disse il marchese. — Non potete lasciare la sorella in questo punto. Siete come un bambino, caspita! Entrò in quel mentre [...]
[...] il barone Mèndola, col fiato ai denti, cominciando dallo scusarsi a voce alta: 267 — Mi dispiace... Non ne sapevo nulla... Non credevo... — Poi [...]
[...] , vedendosi intorno quei visi e quel silenzio, abbassò la voce e andò a finire il discorso in un angolo, all'orecchio del barone Zacco. Costui tornava [...]
[...] vero stralunato di qua e di là, ma si vedeva che non gli dava retta. In quella tornò ad uscire il prete, strascicando i piedi, con una commozione che [...]
[...] , col cuore gonfio anche lui. Bianca ora stava supina, cogli occhi sbarrati, il viso come velato da un'ombra. Donna Agrippina preparava l'altare sul [...]
[...] fazzoletto ricamato. — Sensate! Perdonate! Io non ci ho il pelo nello stomaco... Ho sentito che mia nipote... Il cuore l'ho qui, di carne!... L'ho [...]
[...] tenuta come una figliuola!... Bianca!... Bianca!... — No, zia! — disse donna Agrippina. — S'aspetta il viatico. Non la disturbate adesso con [...]
[...] messa in grazia di Dio!... Alle volte il Signore fa il miracolo. — Le misero sul petto la reliquia della Madonna. Donna Agrippina si tolse il [...]
[...] cingolo della tonaca per ficcarglielo sotto il guanciale. La zia Cirmena portava esempi di guarigioni miracolose: tutto sta ad avere fede nei santi e [...]
[...] nelle reliquie benedette il Signore può far questo ed altro. Lo stesso don Gesualdo allora si mise piangere come un bambino. — Anche lui [...]
[...] ! — borbottò donna Sarina, fingendo di parlare all'orecchio della Macrì. — Anche lui, il cuore non l'ha cattivo in fondo. Non capisco però come Isabella [...]
[...] ? che cosa? — domandò la Cirmena. — Ssst! ssst! — interruppe donna Agrippina. Il barone Mèndola si chinò all'orecchio di Zacco per dirgli qualche [...]
[...] cosa. L'altro scosse il testone arruffato e gonfio due o tre volte. La baronessa approfittò del buon momento per indurre don Gesualdo a pigliare un [...]
[...] po' di ristoro dalle mani stesse di Lavinia. — Sì, un po' di brodo, due giorni che non apriva bocca il pover'uomo!... Come passarono nella stanza [...]
[...] venire. - Sissignore! Hanno messo la bandiera sul campanile. Dicono c'è il 269 segno di abolire tutti i dazi e la fondiaria. Perciò or ora faranno la [...]
[...] dimostrazione. Il procaccia delle lettere ha portato la notizia che a Palermo l'hanno già fatta... e anche in tutti i paesi lungo la strada [...]
[...] sporse il capo dall'uscio dell'anticamera, e chiamò a voce alta: — Marchese! Marchese Limòli! Rimasero a discutere sottovoce nell'altra stanza [...]
[...] . Pareva che il barone mettesse buone parole con un terzo che era arrivato allora, e il marchese andasse scaldandosi. — No! no! è una porcheria! — In [...]
[...] parte ogni riguardo. — Affacciatevi un momento, don Gesualdo! Fatevi vedere, se no succede qualche diavolo!... C'era il canonico Lupi, che [...]
[...] portava il ritratto di Pio Nono, il baronello 270 Rubiera, giallo come un morto, sventolando il fazzoletto, tant'altra gente, tutti gridando: — Viva [...]
[...] !... abbasso!... morte!... Don Gesualdo, accasciato sulla seggiola, colla chicchera in mano, seguitava a scrollare il capo, a stringersi nelle [...]
[...] spalle, pallido come la camicia, ridotto un vero cencio. il marchese assolutamente voleva sapere cosa cercasse quella gente, — Eh? che cosa? — Vogliono [...]
[...] la vostra roba! — esclamò infine il Barone Zacco fuori dei gangheri. Il marchese si mise a ridere dicendo: — Padroni! padronissimi! - In quel [...]
[...] Giunse poco dopo una lettera d'Isabella, la quale non sapeva nulla ancora della catastrofe, e fece piangere gli stessi sassi. Il duca scrisse anche lui [...]
[...] - un foglietto con una lista nera larga un dito, e il sigillo stemmato, pur esso nero, che stringeva il cuore — inconsolabile per la perdita della [...]
[...] ricordo della morta, una bazzecola, una ciocca di capelli, il libro da messa, l'anellino nuziale che soleva portare al dito... Al notaro poi scrisse [...]
[...] per chiedere se la defunta, buon'anima, avesse lasciati beni stradotali. — Si seppe poi da don Emanuele Fiorio, l'impiegato della posta, il quale [...]
[...] scovava i fatti di tutto il paese, giacchè il notaro non rispose neppure, e solo con qualche intimo, brontolone come s'era fatto coll'età, andava [...]
[...] dicendo: — Mi pare che il signor duca sia ridotto a cercare la luna nel pozzo, mi pare! La povera morta se n'era andata alla sepoltura in fretta [...]
[...] che aveva i magazzini pieni di roba, e mandava ancora l'usciere in giro per raccogliere il debito degli altri. — A strillare più forte erano i [...]
[...] debitori che s'erano mangiato il grano in erba prima della messe. Gli rinfacciavano pure di essere il più tenace a non voler che gli altri si [...]
[...] pigliassero le terre del comune, ciascuno il suo pezzetto. Non si sapeva donde fosse partita I'accusa; ma ormai era cosa certa. Lo dicevano tutti: il [...]
[...] canonico Lupi armato sino ai denti, il Barone Rubiera colla cacciatora di fustagno, come un povero diavolo. Essi erano continuamente in mezzo ai [...]
[...] in sagrestia. Se non ha cuore neppure pel sangue suo!... Non mi fate parlare, chè domattina devo dir messa! — Nobili e plebei, passato il primo [...]
[...] , o la coccarda di Pio Nono, e lo schioppo ad armacollo. Don Nicolino Margarone s'era fatto capitano, cogli speroni e il berretto gallonato. Donna [...]
[...] , vestita di tre colori, il casacchino rosso, la gonnella bianca, e un cappellino calabrese colle penne verdi ch'era un amore. Le altre dame ogni [...]
[...] luminaria pin tardi. Le sole finestre che rimanessero chiuse erano quelle di don Gesualdo Motta. Lui il solo che se ne stesse rintanato come un lupo [...]
[...] , nemico del suo paese, adesso che ci s'era ingrassato, lagnandosi continuamente che venivano a pelarlo ogni giorno, la commissione per i poveri, il [...]
[...] prestito forzoso, la questua pei fucili!... Lui lo mettevano in capo lista, lo tassavano il doppio degli altri. Gli toccava difendersi e litigare [...]
[...] non veniva, si scaldavano il capo a vicenda, discorrendo delle soperchierie patite, delle invernate di stenti, mentre c'era della gente che aveva [...]
[...] faccia alla bandiera inalberata sul Palazzo di Città, ch'era giunto alfine il momento di restituire il mal tolto, di farsi giustizia colle [...]
[...] capponi, come il genitore, che s'era acquetato subito, quando il cognato aveva mandato un gruzzoletto, allorchè Bianca stava male, dicendo che [...]
[...] raccolto, l'erede di Pirtuso, che litigava ancora con lui per certi denari che il sensale s'era portati all'altro mondo, tutti coloro che gli erano [...]
[...] fra tutti quanti, delle quali ciascuno aspettava il suo pezzetto, di giorno in giorno, e ancora non se ne parlava, e chi ne parlava lo facevano [...]
[...] uccidere a tradimento, per tappargli la bocca... Si sapeva da dove era partito il colpo! Mastro Titta aveva riconosciuto Gerbido, l'antico garzone [...]
[...] di don Gesualdo, mentre fuggiva celandosi il viso nel fazzoletto. Cosi tornò a galla la storia di Nanni l'Orbo il quale s'era accollata la ganza di [...]
[...] don Gesualdo coi figliuoli, dei poveri trovatelli che andavano a zappare nei campi del genitore per guadagnarsi il pane, e gli baciavano le mani [...]
[...] Gesualdo si vide comparire a quell'ora Nunzio, il più ardito. — Il nome del nonno, sì glielo aveva dato; ma la roba no! — Per poco non [...]
[...] , ubbriaco fradicio, pretendeva il fatto suo lì su due piedi, e gliene disse di tutte le specie, a lei e a lui. Lo zio Santo, che s'era accomodato [...]
[...] . Il povero don Gesualdo andò a coricarsi più morto che vivo. 275 In mezzo a tanti dispiaceri s'era ammalato davvero. Gli avvelenavano il sangue [...]
[...] tutti i discorsi che sentiva fare alla gente. Don Luca il sagrestano, il quale gli s'era ficcato in casa, quasi fosse gia l'ora di portargli l'olio [...]
[...] canto, pretendeva che don Gesualdo dovesse aprire i magazzini alla povera gente, se voleva salvare l'anima e il corpo. Lui ci aveva cinque [...]
[...] figliuoli sulle spalle, cinque bocche da sfamare, e la moglie sei. Mastro Titta, quand'era venuto a cavargli sangue, gli canto il resto, colla lancetta [...]
[...] sangue, e sono ancora quello di prima, io! Don Gesualdo, malato, giallo, colla bocca sempre amara, aveva perso il sonno e l'appetito; gli erano [...]
[...] venuti dei crampi allo stomaco che gli mettevano come tanti cani arrabbiati dentro. Il baron Zacco era il solo amico che gli fosse rimasto. E la gente [...]
[...] diceva pure che doveva averci il suo interesse a fargli l'amico, qualche disegno in testa. Veniva a trovarlo sera e mattina, gli conduceva la [...]
[...] canto poi faceva il viso brusco se Diodata aveva la faccia di farsi vedere ancora lì, da don Gesualdo, con il fazzoletto nero in testa, carica di [...]
[...] lasciarvela bazzicar fra i piedi colei, ora ch'è vedova!... Dopo che l'avete avuta in casa anche da zitella... Il mondo, sapete bene, ha la lingua [...]
[...] cugino don Gesualdo, a ficcare il naso in tutti i suoi affari, a correre su e giù con le chiavi dei magazzini e della cantina. Gli consigliava [...]
[...] pure di mettere a frutto il denaro contante, se ce ne aveva in serbo, caso mai le faccende s'imbrogliassero peggio. - Datelo a mutuo, col suo bravo [...]
[...] : — Ah! La mia roba? Voglio vederli! Dopo quarant'anni che ci ho messo a farla... un tarì dopo l'altro!... Piuttosto cavatemi fuori il fegato e [...]
[...] tutto il resto in una volta, chè li ho fradici dai dispiaceri... A schioppettate! Voglio ammazzarne prima una dozzina! A chi ti vuol togliere Ia roba [...]
[...] levagli la vita! Perciò aveva armato Santo e mastro Nardo, il vecchio manovale, con sciabole e carabine. Teneva il portone sbarrato, due mastini [...]
[...] feroci nel cortile. Dicevasi che in casa sua ci fosse un arsenale; che la sera ricevesse Canali, il marchese Limòli, dell'altra gente ancora, per [...]
[...] tutta la famiglia. — Peccato che 277 con voi ci si rimette il ranno e il sapone! — gli disse però più di una volta. Sua moglie infine, vedendo che [...]
[...] , infine... Tu, Lavinia, vai di là, chè ho da parlare col cugino don Gesualdo... Ora che non c'è più la mia ragazza, apritemi il cuore, cugino mio [...]
[...] ... e ditemi chiaro la vostra intenzione... Quanto a me ci avrei tanto piacere... ed anche il barone mio marito... Ma bisogna parlarci chiaro... Il [...]
[...] comodo vostro... Ma intanto non è giusto... capite bene!... Sono madre... E stavolta, risoluta, ordinò alla figliuola di prendere il manto e [...]
[...] , invece di annoiarsi con quel villano di mastro-don Gesualdo che passava la sera a lamentarsi, tenendosi la pancia, all'oscuro, per risparmiare il [...]
[...] grossi. Intanto che aspettava, il barone Zacco volle fare il suo dovere colla baronessa madre, ch'era stato un pezzo senza vederla. La trovò nella [...]
[...] sua camera, inchiodata nel seggiolone di faccia al letto matrimoniale, accanto al quale era ancora lo schioppo del marito, buon'anima, e il [...]
[...] crocifisso che gli avevano messo sul petto in punto di morte, imbacuccata in un vecchio scialle, e colle mani inerti in grembo. Appena vide entrare il [...]
[...] un'occhiata feroce, rizzando più che poteva il capo piegato sull'omero, mentre donna Giuseppina la sgridava come una bimba, asciugandole il mento con un [...]
[...] , rannicchiando il capo nelle spalle, quasi aspettando di essere battuta: — Vedete? Santa pazienza! — Ve l'ho detto, — conchiuse il barone. — Avete il [...]
[...] purgatorio in terra, per andarvene diritto in paradiso. Indi giunse don Ninì a prendere le chiavi della cantina. Trovando il cugino fece un certo [...]
[...] accompagnava cogli occhi, senza poter pronunziare una parola, sforzandosi più che potesse di girare il capo a ogni passo che faceva il figliuolo, con [...]
[...] delle chiazze di sangue guasto che le ribollivano a un tratto nel viso cadaverico. Zacco allora cominciò a snocciolare il rosario contro di mastro [...]
[...] , quell'uomo! Figuratevi! neanche quello stolido di don Ferdinando!... Si contenta di non uscire più di casa pur di non essere costretto a mettere il [...]
[...] vestito nuovo che gli ha mandato a regalare il cognato... Sin che campa, avete inteso? Quello a un uomo di carattere! Infine sono stanco, avete capito [...]
[...] ! 279 Vedete, signori miei, un barone Zacco che gli lustra le scarpe e s'inimica coi parenti per lui! L'altro chinava il capo, contrito. Confessava [...]
[...] bonaria. — Son venuto a fare il Figliuol Prodigo, via! Siete contenti? Donna Giuseppina era contenta a bocca stretta. Suo marito guardò prima lei [...]
[...] , poi il cugino Zacco, e non seppe che dire. — Bene, — riprese Zacco un'altra volta. — So che stasera quei ragazzi vogliono fare un po' di chiasso per [...]
[...] Gesualdo!... Marito e moglie si guardarono negli occhi. — Son padre di famiglia! — tornò a dire il barone. — Devo difendere i miei interessi [...]
[...] ... Scusate... Se giochiamo a darci il gambetto fra di noi!... Donna Giuseppina prese la parola lei, scandolezzata: — Ma che discorsi son questi [...]
[...] moglie: — Venite in teatro questa sera, per la cantata dell'inno. Fatevi vedere insieme a noialtri. Ci sarà anche il canonico. Dice che non fa [...]
[...] in aria le chiavi della cantina. La vecchia, che non aveva perduto una parola di tutto il discorso, sebbene nessuno badasse a lei, si mise a [...]
[...] grugnire in una collera ostinata di bambina, gonfiando apposta le vene del collo per diventar pavonazza in viso. Ricominciò il baccano: nuora e [...]
[...] gli manca, eh? Mangia come un lupo! Rosaria non la finiva pin su quel tono. Il barone Zacco penso bene di accomiatarsi in quel frangente. — Dunque [...]
[...] baccano, uscirono in piazza, lasciando la prima donna e il signor Pallante a sbracciarsi da soli, colle bandiere in mano. In un momento si riunì una [...]
[...] grazia di Dio? — Quasi pestavano 282 anche lui, nella furia. Giacalone e i più infervorati proposero di sfondar l'uscio della chiesa e portare il [...]
[...] vedevano correre nel paese alto, — un finimondo. A un tratto, quasi fosse corsa una parola d'ordine, la folla s'avviò tumultuando verso il Fosso [...]
[...] parevano cannonate. Si udiva la vocetta stridula di Brasi Camauro il quale piagnucolava come un ragazzo: — Signori miei! Non c'è piu religione! Non [...]
[...] magazzino. Allora i galantuomini, vociando anche loro, spingendo, tempestando, cacciarono indietro i più riottosi. Il canonico Lupi, aggrappato alla [...]
[...] inferriata della finestra, tentava di farsi udire: — ... maniera?... religione!... la roba altrui!... il Santo Padre!... se cominciamo... — Altre [...]
[...] porticina del vicoletto che pareva volessero buttarla giù. Poi il rombo della tempesta che 284 sopravveniva. La sera stessa un'anima caritatevole era [...]
[...] stretto nelle spalle. Ma al vedere adesso che facevano sul serio, balzò dal letto cosi come si trovava, col fazzoletto in testa e il cataplasma sullo [...]
[...] Nardo e quei pochi di casa che gli erano rimasti affezionati pel bisogno si raccomandavano l'anima a Dio. Finalmente il barone Mèndola riesci a farsi [...]
[...] le mani in tasca per forza!... Giacchè mi pagano a questo modo!... Ho fatto del bene... Ho dato da campare a tutto il paese... Ora gli fo mangiar [...]
[...] la polvere, al primo che mi capita!... Proprio! Era risoluto di fare uno sterminio. Per fortuna irruppe nella stanza il canonico Lupi, e gli si [...]
[...] ! Colle armi da fuoco non si scherza! — Aveva il fiato ai denti, il cranio rosso e pelato che gli fumava come quando era giovane, e balbettava [...]
[...] meritate! Volete far mettere il paese intero a sacco e fuoco? Non m'importa di voi, 285 bestia che siete! Ma certe cose non bisogna lasciarle [...]
[...] testarda di mastro-don Gesualdo che risicava di comprometterli tutti quanti; lo mettevano in mezzo; lo spingevano verso il muro; gli rinfacciavano [...]
[...] , contro la canaglia; ma pel momento ci voleva prudenza, lasciar correre, chinare il capo. — Dite di sì... tutto quello che vogliono, adesso... Non c'è [...]
[...] il il notaio per mettere in carta le vostre promesse... Un po' di maniera, un po' di denaro... Meglio dolor di borsa che dolor di pancia... Don [...]
[...] Gesualdo, seduto su di una seggiola, asciugandosi il sudore colla manta della camicia, non diceva pia nulla, stralunato. Giù al portone intanto il [...]
[...] barone Rubiera, don Nicolino, il figlio di Neri, si sbracciavano a calmare i più riottosi. — Signori miei... Avete ragione... Si farà tutto quello [...]
[...] afferrare pel collo un tale che stava per cacciarsi dentro il portone socchiuso, approfittando della confusion e della ressa che facevasi attorno [...]
[...] pace mescendo da bere a chi ne voleva, mentre il canonico di lassù precava: — Domani! Tornate domani, chi ha bisogno... Adesso non c'è nessuno in casa [...]
[...] ... Don Gesualdo a fuori, in campagna... ma col cuore a anch'esso qui, con noialtri... per aiutarvi... Sicuro... Ciascuno ha da avere il suo pezzo [...]
[...] 286 di pane e il suo pezzo di terra... Ci aggiusteremo... Tornate domani... — Domani, un corno! — brontolò di dentro don Gesualdo. — Mi pare che [...]
[...] maiale! — gli urlò infine all'orecchio il canonico che perse la pazienza. Gli altri allora l'assaltarono tutti insieme, colle buone, colle [...]
[...] piangere gli lasciavano. Finchè lo indussero a scappare dalla parte del vicoletto. Mèndola corse a bussare all'uscio dello zio Limòli. Al baccano, il [...]
[...] , mentre abbozzava un sorriso malizioso. — Ah?... la festa?... a don Gesualdo?... è giusto! è venuto il vostro tempo, caro mio... Siete il campione [...]
[...] ?... Lui pure? Cosa vogliono dunque?... Dove andiamo di questo passo? Mèndola gli spiegò che don Gesualdo era il pretesto per dare addosso ai piu [...]
[...] denarosi; ma lì non sarebbero venuti a cercarne dei denari. Il vecchio accennava di no anche lui, guardando intorno, con quel sorrisetto agro sulla [...]
[...] dove soleva accendere il lume. E in quel sudiciume il marchese ci stava come un principe, sputando in faccia a tutti quanti le sue miserie [...]
[...] piedi, mentre il marchese continuava a brontolare: — Guardate cosa ci capita! Ne ho viste tante! Ma questa qui non me l'aspettavo... Pure gli offrì [...]
[...] . L'agitazione, la bile, il malanno che ci aveva in corpo... La notte passò come Dio voile. Ma il giorno dopo, all'avemaria, tornò Mèndola intabarrato, col [...]
[...] ! e vogliono stanarvi anche di qua per costringervi a mantenere ciò che ha promesso il canonico... Ciolla in persona... l'ho visto laggiù a far [...]
[...] sentinella... Il marchese, ch'era tomato arzillo e gaio fra tutto quel parapiglia, aguzzando l'udito, ficcandosi in mezzo per acchiappar qualche parola [...]
[...] riceverli!... — Certo, certo, — ripeteva il marchese. — Se vi cercano vuol dire che 288 hanno bisogno di voi. Di me non vengono a cercare sicuro! Vogliono [...]
[...] Gesualdo imbestialito. — Scusate, non si tratta soltanto di voi adesso, — osservò Mendola. - E che dietro di voi ci siamo tutto il paese [...]
[...] !... Sopraggiunse il canonico, grattandosi il capo, impensierito della piega che pigliava la faccenda. Durava la baldoria. Una bella cosa per certa gente [...]
[...] ! Quei bricconi s'erano legate al dito le parole di pace ch'egli si era lasciato sfuggire in quel frangente, e stavano in piazza tutto il giorno ad [...]
[...] maniera di compromettere tanti padri di famiglia, per causa vostra! — In casa Trao! — suggeri il canonico. — Vostro cognato vi accoglierà a braccia [...]
[...] aperte. Nessuno sa che c'è ancora lui al mondo, e non verranno a cercarvi sin lì. — Il marchese approve anch'esso: — Benissimo. è una bella [...]
[...] pensata! Cane e gatto chiusi insieme... — Don Gesualdo s'ostinava ad opporsi. — Allora, — esclamò il canonico, — io me ne lavo le mani come Pilato. Anzi [...]
[...] correre tutto il paese! Il canonico rideva sotto il naso, scuotendo il capo. Grazia intanto aveva acceso un mozzicone di candela, e li guardava in [...]
[...] !... — Nossignore! — interruppe il canonico. — Qui siete in casa vostra. C'è la quota di vostra moglie. Ah, caspita! Avete avuto pazienza sino adesso... Ora [...]
[...] per tutto. Andava a cacciare il naso nell'andito oscuro, dietro l'usciolino. Trovava belle barzellette, ricordando le vecchie storie. Quanti casi [...]
[...] , potete fare le vostre meditazioni sulla vita e sulla morte, per passare il tempo. Che commedia, questo mondaccio! Vanitas vanitatum! Don Gesualdo [...]
[...] , lesinandogni il pane e il vino. — Sissignore, l'hanno tutti dimenticato, lì nel suo cantuccio, come un cane malato!... Ma io il cuore non mi dice... Siamo [...]
[...] stati sempre vicini... buoni servi della famiglia... una gran famiglia... Il cuore non mi dice, no! Dietro di lei veniva una masnada di figliuoli [...]
[...] Dio. — Lasciatemi entrare! è sangue mio infine! Ora ch'è in questo stato mi rammento solo di essere sua sorella. — Lei, il marito, i figliuoli. Mise [...]
[...] a rumore tutto il vicinato. Don Gesualdo lasciò il letto sbuffando. Non lo avrebbero tenuto le catene. — Voglio tornare a casa mia! Che ci sto a [...]
[...] messo ogni cosa a sacco e ruba. — Non vuol dire se siamo in lite. Al bisogno si vede il cuore della gente. Gli interessi sono una cosa, e l'amore [...]
[...] : — Questo è il sangue vostro! Questi non vi tradiscono! — Lui, combattuto, stanco, avvilito, non ebbe neanche la forza di ribellarsi. Così, a poco [...]
[...] . La sorella, colle chiavi alla cintola, frugando, rovistando, mandando 291 il marito di qua e di là, pei rimedi, e a coglier erbe medicinali. Come [...]
[...] non era tornato a fare il generoso colla roba altrui, ora che Ciolla e i più facinorosi erano partiti a cercar fortuna in città, con bandiere e [...]
[...] trombette. Il canonico, onde chetare gli altri, aveva preso il ripiego di sortire in procession, colla disciplina e la corona di spine; e così gli [...]
[...] ! — sbraitava comare Speranza. — E questo va bene. Ma se torna a fare il camorrista, qui da noi, lo ricevo come va... tal quale Vito Orlando [...]
[...] ribellarsi al cognato e alla sorella; pensava ai suoi guai. Ci aveva un cane, lì nella pancia, che gli mangiava il fegato, il cane arrabbiato di San [...]
[...] ..Domani mi alzerò... 292 Ma non ci credeva piu neppur lui, e non si alzava mai. Era ridotto quasi uno scheletro, pelle e ossa; soltanto il ventre era [...]
[...] gonfio come un otre. Nel paese si sparse la voce che era spacciato: la mano di Dio che l'agguantava e l'affogava nelle ricchezze. Il signor genero [...]
[...] sconsolate d'Isabella, la quale non si era ancora riavuta dal gran colpo che aveva ricevuto poco prima. Speranza, che era presente mentre il fratello [...]
[...] s'inteneriva sulla lettera, sputa fuori il veleno: — Ecco! Ora vi guastate il sangue, per giunta! Potreste andarvene all'altro mondo... solo e [...]
[...] marito però va al sodo! Don Gesualdo non rispose. Ma di nascosto, rivolto verso il muro, si mise a piangere cheto cheto. Sembrava diventato un [...]
[...] scuoteva il capo, come a dire che non gliene importava, oramai. In quella sopravvenne Speranza, e fece una partaccia a quella sfacciata che veniva a [...]
[...] tentarle il fratello in fin di vita, per cavargli qualcosa, per pelarlo sino all'ultimo. Una sanguisuga. Ci s'era ingrassata alle spalle di lui [...]
[...] ! Non le bastava? Ora calavano i corvi, all'odor del carname. Il malato chiudeva gli occhi per 293 sfuggire quel supplizio, e agitavasi nel letto [...]
[...] avete bisogno... Comandate. Che ne fareste adesso di quella strega? Vi mangerebbe anima e corpo. Neanche il viatico potreste ricevere, con quello [...]
[...] a chiamare il figlio di Tavuso, il quale tornava fresco fresco da Napoli, laureato in medicina, — un ragazzotto che non aveva ancora peli al [...]
[...] mento e si faceva pagare come un principe. — Però don Gesualdo gli disse il fatto suo, al vedergli metter mano alla penna per scrivere le solite [...]
[...] imposture: — Don Margheritino, io vi ho visto nascere! A me scrivete la ricetta? Per chi mi pigliate, amico caro! — Allora, — ribattè il dottorino [...]
[...] infuriato, — allora fatevi curare dal maniscalco! Perchè mi avete fatto chiamare? — Prese il cappello, e se ne andò. Ma siccome il malato soffriva [...]
[...] tutti i tormenti dell'inferno, nella lusinga che qualcheduno trovasse il rimedio che ci voleva, per non far parlare anche i vicini che li accusavano [...]
[...] di avarizia, dovettero chinare il capo a codesto, chinare il capo a medici e medicamenti. Il figlio di Tavuso, Bomma, quanti barbassori c'erano [...]
[...] , non diceva nulla, cercava di cogliere le parole a volo; guardava sospettoso le mani che scrivevano. Soltanto, per non buttare via il denaro [...]
[...] , per smungerlo, per succhiargli il sangue, medici, parenti e speziali. Lo voltavano, lo rivoltavano, gli picchiavano sul ventre con due dita, gli [...]
[...] rimedi, come negli ultimi giorni di Bianca, buon'anima. Egli borbottava, tentennando il capo. — Siamo già ai medicamenti che costano cari! Vuol [...]
[...] dire che non c'è piu rimedio. — Il denaro a fiumi, un va e vieni, una baraonda per la casa, tavola imbandita da mattina a sera. Burgio, che non [...]
[...] fin nella camera dell'infermo, il quale tendeva l'orecchio, smanioso di sapere quello che facevano della sua roba, e anche lui si metteva a [...]
[...] strillare dal letto: — Lasciatemi andare a Mangalavite. Ci ho tutti i miei interessi alla malora. Qui mi mangio il fegato. Lasciatemi andare, se no crepo [...]
[...] Vincenzo Capra, il dottor Muscio di Caltagirone, chi volete... Denari non ve ne mancano... A quelle parole don Gesualdo montò in furia: — I denari [...]
[...] , stando zitto, tenendosi il mento, pensando ai casi suoi. Infine volle sapere: — II consulto? Che mi fa il consulto? Bomma perse le staffe: — Che vi [...]
[...] in tasca... Io fo lo speziale... Non è affar mio... Non me ne intendo. Vi ho curato per amicizia... — Come l'altro tentennava il capo, diffidente [...]
[...] , col sorriso furbo sulle labbra smorte, il farmacista mise da banda ogni riguardo. — Morto siete, don minchione! A voi dico! Allora don Gesualdo [...]
[...] volse un'occhiata lenta e tenace in giro, si soffiò il naso, e si lasciò andar giù sul letto supino. Di lì a un po', guardando il soffitto [...]
[...] , aggiunse con un sospiro: 296 — Va bene. Facciamo il consulto. La notte non chiuse occhio. Tormentato da un'ansietà nuova, con dei brividi che lo [...]
[...] : Lontano dagli occhi, lontan dal cuore! Il mondo e fatto cosi, che ciascuno tira l'acqua al suo mulino. Il mulino suo, di lui, era di riacquistare la [...]
[...] , e cercava di dormire. Voleva che i medici forestieri che aspettava il giorno dopo gli trovassero miglior cera; contava le ore; gli pareva [...]
[...] mill'anni che fossero li dinanzi al suo letto. La stessa luce dell'alba gli faceva animo. Poi, allorchè udì le campanelle della lettiga che portava il [...]
[...] Muscio e don Vincenzo Capra si sentì slargare il cuore tanto fatto. Si tirò su svelto a sedere sul letto come uno che si senta proprio meglio [...]
[...] tornarono a palpare e a interrogare il malato, scrollando il capo, con certo ammiccare sentenzioso, certe occhiate fra di loro che vi mozzavano il [...]
[...] , signori miei! — esclamo allora il pover'uomo pallido come un morto. — Sono io il malato, infine! Voglio sapere a che punto sono. Il Muscio [...]
[...] abbozzò un sorriso che lo fete più brutto. E don Vincenzo Capra, in bel modo, cominciò a spiegare la diagnosi della malattia: Pylori cancer, il pyrosis [...]
[...] . — Eh, eh... guarire... certo... siamo qui per cercar di guarirvi... — Il Muscio, più brutale, spiffero chiaro e tondo il solo rimedio che si [...]
[...] potesse tentare: l'estirpazione del tumore, un bel caso, un'operazione chirurgica che avrebbe fatto onore a chiunque. Dimostrava il modo e la maniera [...]
[...] , accalorandosi nella proposta, accompagnando la parola coi gesti, fiutando già il sangue cogli occhi accesi nel faccione che gli s'imporporava tutto [...]
[...] , quasi stesse per rimboccarsi le maniche e incominciare; tanto che il paziente spalancava gli occhi e la bocca, e tiravasi indietro per istinto [...]
[...] ; e le donne, atterrite, scapparono a gemere e a singhiozzare. — Madonna del Pericolo! — cominciò a strillare Speranza. — Vogliono ammazzarmi il [...]
[...] . Voglio vederci chiaro nel mio affare... 298 — Che discorsi son questi! — interruppe il Muscio dimenandosi sulla seggiola. — Io fo il chirurgo [...]
[...] , amico mio. Io fo il mio mestiere, e non m'impiccio a far scommesse da ciarlatano! Credete di trattare col Zanni, alla fiera? — Allora non ne facciamo [...]
[...] figliuola e il genero del pericolo che correva don Gesualdo. Lui non dava più retta. Diceva che di santi e di reliquie ne aveva un fascio, lì [...]
[...] mali passi. Coraggio ne aveva, e aveva il cuoio duro anche. Mangiava e beveva; si ostinava a star meglio; si alzava dal letto due o tre ore al [...]
[...] velo nero. La stessa casina, colle finestre chiuse, la terrazza dove Bianca e la figliuola solevano mettersi a lavorare, il viale deserto, fin la [...]
[...] sua gente di campagna che temeva di seccarlo e se ne stava alla larga, lì nel cortile o sotto la tettoia, ogni cosa gli stringeva il cuore; ogni [...]
[...] poco a poco. Voleva che la sua roba se ne andasse con lui, disperata come lui. Mastro Nardo e il garzone dovettero portarlo di nuovo in paese, pie [...]
[...] morto che vivo. Di lì a qualche giorno arrive il duca di Leyra, chiamato per espresso, e s'impadroni del suocero e della casa, dicendo che voleva [...]
[...] condurselo a Palermo e farlo curare dai migliori medici. II poveretto, ch'era ormai l'ombra di se stesso, lasciava fare; riapriva anzi il cuore alla [...]
[...] . Non vedeva l'ora d'andarsene, quasi dovesse lasciare il suo male lì, in quella casa e in quei poderi che gli erano costati tanti sudori, e che gli [...]
[...] voltavano appena, sfilavano attraverso gli sportelli della lettiga. Speranza, e tutti i suoi, in collera dacchè era venuto il duca a spadroneggiare, non [...]
[...] si erano fatti più vedere. Ma Nardo aveva voluto accompagnare il padrone sino alle ultime case del paese. In via della Masera si udì gridare [...]
[...] : - Fermate! fermate! — E apparve Diodata, che voleva salutare don Gesualdo l'ultima volta, lì, davanti il suo uscio. Pere, giunta vicino a lui, non seppe [...]
[...] trovare le parole, e rimaneva colle mani allo sportello, accennando col capo. — Ah, Diodata... Sei venuta a darmi il buon viaggio?... — disse lui [...]
[...] padrone... Affacciò il capo allo sportello, cercando forse degli altri, ma siccome pioveva lo tirò indietro subito. — Guarda che fai!... sotto la [...]
[...] pioggia... a capo scoperto!... è il tuo vizio antico! Ti rammenti, eh, ti rammenti? — Sissignore, — rispose lei semplicemente, e continuava ad [...]
[...] tante volte, il campanile perduto nella nebbia, i fichi d'India rigati dalla pioggia che sfilavano di qua e di là della lettiga. V Parve a don [...]
[...] cortinaggi e tappeti che non si sapeva dove mettere i piedi — sin dallo scalone di marmo — e il portiere, un pezzo grosso addirittura, con tanto di [...]
[...] . Lo stesso duca, all'ora di pranzo, si vestiva come se andasse a nozze. Il povero don Gesualdo, nei primi giorni, s'era fatto animo per contentare [...]
[...] inquieto, le fauci strette da tutto quell'apparato, dal cameriere che gli contava i bocconi dietro le spalle, e di cui ogni momento vedevasi il [...]
[...] quattr'occhi la figliuola, e dirò il fatto suo. II duca, per fortuna, lo tolse d'impiccio, dicendo ad Isabella, dopo il caffe, col sigaro in bocca e il [...]
[...] ore, le sue abitudini... Poi, col regime speciale che richiede il suo stato di salute... — Certo, certo, — balbettò don Gesualdo. — Stavo per [...]
[...] mostrava proprio un buon figliuolo col suocero. Gli riempiva il bicchierino; lo incoraggiava a fumare un sigaro; lo assicurava infine che gli [...]
[...] trovava miglior cera, da che era arrivato a Palermo, e il cambiamento d'aria e una buona cura l'avrebbero guarito del tutto. Poi gli toccò anche il [...]
[...] tasto degli interessi. Mostravasi giudizioso; cercava il modo e la maniera d'avere il piacere di tenersi il suocero in casa un pezzo, senza timore che [...]
[...] gli affari di lui andassero a rotta di collo... Una procura generale... una specie d'alter ego... Don Gesualdo si sentì morire il sorriso in [...]
[...] bocca. Non c'era che fare. Il genero, nel viso, nelle parole, sin nel tono della voce, anche quando voleva fare l'amabile e pigliarvi bel bello, aveva [...]
[...] dirgli: 303 — Te'! per la buona parola, adesso! Pazienza il resto! Fai quello che vuoi! Talchè don Gesualdo scendeva raramente dalla figliuola. Ci si [...]
[...] !... Ma anch'essa ritirava le coma come fa la lumaca. Stava chiusa, parlava di rado anche della mamma, quasi il chiodo le fosse rimasto lì, fisso [...]
[...] ... accusando lo stomaco peloso dei Trao, che vi chiudevano il rancore e la diffidenza, implacabili! Perciò lui doveva ricacciare indietro le parole [...]
[...] piedi nudi negli zoccoli, cantavano, vociavano, barattavano delle chiacchiere e degli strambotti coi domestici, i quali perdevano il tempo alle [...]
[...] misurato col desiderio, e sognato la notte, e acquistato palmo a palmo, giorno per giorno, togliendosi il pane di bocca: le povere terre nude che [...]
[...] roba! Chi sapeva quel che era costata? II signor duca, lui, quando usciva di casa, a testa alta, col sigaro in bocca e il pomo del bastoncino [...]
[...] nella tasca del pastrano, fermavasi appena a dare un'occhiata ai suoi cavalli, ossequiato come il Santissimo Sagramento, le finestre si chiudevano in [...]
[...] fretta, ciascuno correva al suo posto, tutti a capo scoperto, il guardaportone col berretto gallonato in mano, ritto dinanzi alla sua vetrina, gli [...]
[...] stallieri immobili accanto alla groppa delle Toro bestie, colla striglia appoggiata all'anca, il cocchiere maggiore, un signorone, piegato in due [...]
[...] a passare la rivista e prendere gli ordini: una commedia che durava cinque minuti. Dopo, appena lui voltava le spalle, ricominciava il chiasso e [...]
[...] la baraonda, dalle finestre, dalle arcate del portico che metteva alle scuderie, dalla cucina che fumava e fiammeggiava sotto il tetto, piena di [...]
[...] sguatteri vestiti di bianco, quasi 305 il palazzo fosse abbandonato in mano a un'orda famelica, pagata apposta per scialarsela sino al tocco della [...]
[...] visite come un'anima di purgatorio. Arrivava di tanto in tanto una carrozza fiammante; passava come un lampo dinanzi al portinaio, che aveva appena il [...]
[...] per questo. Lui invece passava il tempo a contare le tegole dirimpetto, a calcolare, con l'amore e la sollecitudine del suo antico mestiere, quel [...]
[...] che mangiavano, e inghiottivano il denaro come la terra inghiottiva la semente, come beveva l'acqua, senza renderlo però, senza dar frutto, sempre [...]
[...] gonfiava il cuore al vedere i passeri che schiamazzavano su quelle tegole,il sole che moriva sul cornicione senza scendere mai giù sino alle [...]
[...] martellava sul capo, consumato lentamente dalla febbre, roso dai dolori che gli facevano mordere il guanciale, a volte, per non seccare il [...]
[...] domestico che sbadigliava nella stanza accanto. Nei primi giorni, il cambiamento, l'aria nuova, forse anche qualche medicina indovinata, per sbaglio [...]
[...] , avevano fatto il miracolo, gli avevano fatto credere di potersi guarire. Dopo era ricaduto peggio di prima. Neppure i migliori medici di Palermo [...]
[...] ! Venivano l'uno dopo l'altro, dei dottoroni che tenevano 306 carrozza, e si facevano pagare anche il servitore che lasciavano in anticamera [...]
[...] . L'osservavano, lo tastavano, lo interrogavano quasi avessero da fare con un ragazzo o un contadino. Lo mostravano agli apprendisti come il zanni fa vedere [...]
[...] alla fiera il gallo con le coma, oppure la pecora con due code, facendo la spiegazione con parole misteriose. Rispondevano appena, a fior di labbra [...]
[...] , se il povero diavolo si faceva lecito di voler sapere che malattia covava in corpo, quasi egli non avesse che vederci, colla sua pelle! Gli avevano [...]
[...] lasciavano sfinito, senza forza di muovere il capo, vedendo già l'ombra della morte da per tutto. — Signori miei, a che giuoco giuochiamo [...]
[...] signori tornavano a ripetere la stessa pantomima, ne afferrò uno per la falda, prima d'andarsene. — Signor dottore, parlate con me! Sono io il malato [...]
[...] natura... — Sicchè il poveraccio dovette mandar giù tutto, e rivolgersi alla figliuola, per sapere qualche cosa. — Che hanno detto i medici? Dimmi la [...]
[...] mi manca nulla... Ma io non ci sono avvezzo, vedi... Mi par di soffocare qui dentro... Neppur lei non ci stava bene in quella casa. Il cuore glielo [...]
[...] ; il duca passava quasi sempre una mezz'oretta nel salottino della moglie dopo pranzo; andava a darle il buon giorno ogni mattina, prima della [...]
[...] regalava dei gioielli, ch'essa aveva fatto ammirare al babbo, in prova del bene che le voleva il marito. — Ah, ah... capisco... dev'essere costata una [...]
[...] ora insolita la campana che annunziava il duca; e dei pallori mortali, certi sguardi rapidi in cui gli pareva di scorgere un rimprovero. Alcune [...]
[...] , una voce che lo fece rizzare spaventato sul letto. Ma sua figlia il giorno dopo non gli volle dir nulla; sembrava anzi che le sue domande [...]
[...] l'infastidissero. Misuravano fino le parole e i sospiri in quella casa, ciascuno chiudendosi in corpo i propri guai, il duca col sorriso 308 freddo [...]
[...] poteva farci? Ne aveva abbastanza dei suoi guai. Il peggio di tutti stava lui che aveva la morte sul collo. Quand'egli avrebbe chiuso gli occhi tutti [...]
[...] stoffe di seta che gli toglievano il sole. I denari che spendeva per far andare la baracca, i rumori della corte, il cameriere che gli tenevano [...]
[...] , alle volte, cogli occhi accesi dalla disperazione. — Non è per risparmiare... Sarà della roba buona... Ma il mio stomaco non c'è avvezzo [...]
[...] tanti! Vedete, me n'è rimasto il lievito qui dentro!... — Era tornato diffidente. Temeva che non vedessero l'ora di levarselo di torno, per [...]
[...] quello che ci vorrà spenderemo, non è vero? Ma il male lo vinceva e gli toglieva ogni illusione. In quei momenti di scoraggiamento il pover'uomo [...]
[...] duca, officioso, tutto gentilezze come il suo padrone quando apparecchiavasi a dare la botta. S'informò della salute; gli fece le condoglianze per [...]
[...] d'alleggerirlo d'ogni carico... finchè si sarebbe guarito... se credeva... investendolo per procura... A misura che colui sputava fuori il veleno [...]
[...] alla figliuola allibbita, col sorriso paterno, il fare bonario: — Sì... voglio darvi in mano tutto il fatto mio... per alleggerirmi il carico [...]
[...] procura... la donazione... tutto ciò che vorrete... Lì conosco il notaro... so dove metter le mani... Ma prima rimandatemi a casa mia... Tutto quello [...]
[...] muoversi. Sembravagli che gli mancassero le forze d'alzarsi dal letto e andarsene via perchè gli toglievano il denaro, il sangue delle vene, per [...]
[...] vita, per far atto d'energia e di volonta. Voleva far testamento, per dimostrare a se stesso ch'era tuttora il padrone. Il duca finalmente, per [...]
[...] paese gli avevano fatto credere che rassegnandosi a lasciarsi aprire il ventre... Ebbene, sì, sì! Aspettava il consulto, il giorno fissato, sin dalla [...]
[...] . — Parlate liberamente, signori miei. Tutto ciò che si deve fare si farà! Gli batteva un po' il cuore. Sentiva un formicolio come di spasimo anticipato [...]
[...] 312 tra i capelli. Ma era pronto a tutto; quasi scoprivasi il ventre, perchè si servissero pure. Se un albero ha la cancrena addosso, cos'è infine? Si [...]
[...] taglia il ramo! Adesso invece i medici non volevano neppure operarlo. Avevano degli scrupoli, dei ma e dei se. Si guardavano fra di loro e [...]
[...] biasciavano mezze parole. Uno temeva la responsabilità; un altro osservò che non era più il caso... oramai... II più vecchio, una faccia di malaugurio [...]
[...] il momento di pensare ai casi suoi. Non c'era più da scherzare adesso! Aveva tanti interessi gravi da lasciare sistemati... — Taci! taci! — borbottò [...]
[...] no? Devo far testamento... Ho degli scrupoli di coscienza... Sissignore!... Sono il padrone, sì o no?... Ah... ah... stai ad ascoltare anche tu [...]
[...] muggire come un bue, col naso al muro. Ma poi, se veniva gente, stava zitto. Covava dentro di sè il male e l'amarezza. Lasciava passare i giorni [...]
[...] che il fiato gli andava mancando, a poco a poco, acconciavasi pure ai suoi guai; ci faceva il callo. Lui aveva le spalle grosse, e avrebbe tirato in [...]
[...] lungo, mercè la sua pelle dura. Alle volte provava anche una certa soddisfazione, fra sè e sè, sotto il lenzuolo, pensando al viso che avrebbero [...]
[...] fatto il signor duca e tutti quanti, al vedere che lui aveva la pelle dura. Era arrivato ad affezionarsi ai suoi malanni, li ascoltava, li [...]
[...] accarezzava, voleva sentirseli lì, con lui, per tirare innanzi. I parenti ci avevano fatto il callo anch'essi; avevano saputo che quella malattia durava [...]
[...] anni ed anni, e s'erano acchetati. Così va il mondo, pur troppo, che passato il primo bollore, ciascuno tira innanzi per la sua via e badò agli [...]
[...] affari propri. Non si lamentava neppure; non diceva nulla, da villano malizioso, per non sprecare il fiato, per non lasciarsi sfuggire quel che non [...]
[...] quella faccia desolata, e poi teneva il sacco al marito, e lo incarcerava lì, sotto i suoi occhi, col pretesto dell'affezione, per covarselo, pel [...]
[...] , 314 mentre suo padre stava colla morte sul capo. Si rodeva dentro, a misura che peggiorava; il sangue era diventato tutto un veleno; ostinavasi [...]
[...] prese la mano e scoppiò a singhiozzare. — Taci, — riprese, — finiscila. Se cominciamo cosi non si fa nulla. Ansimava perchè aveva il fiato corto, ed [...]
[...] che gli lacerava il cuore, che gli pareva un malaugurio, quasi suo padre stesse per chiudere gli occhi. — Ma no, parliamone! — insisteva lui. — Sono [...]
[...] discorsi seri!. Non ho tempo da perdere adesso. — Il viso gli si andava oscurando, il rancore antico gli corruscava negli occhi. — Allora vuol dire [...]
[...] . Gli tremava 316 la voce, gli tremavano le mani, gli si accendeva tuttora il sangue in viso, gli spuntavano le lagrime agli occhi: — Mangalavite, sai [...]
[...] il viso per leggerle negli occhi se l'avrebbe ubbidito, per farle intendere che gli premeva proprio, e che ci aveva quel segreto in cuore. E [...]
[...] figliuola. E voleva dirle delle altre cose, voleva farle altre domande, in quel punto, aprirle il cuore come al confessore, e leggere nel suo. Ma ella [...]
[...] chinava il capo, quasi avesse indovinato, colla ruga ostinata dei Trao fra le ciglia, tirandosi indietro, chiudendosi in se, superba, coi suoi guai e [...]
[...] il suo segreto. E lui allora sentì di tornare Motta, com'essa era Trao, diffidente, ostile, di un'altra pasta. Allentò le braccia, e non aggiunse [...]
[...] rapidamente. Il servitore che gli avevano messo a dormire nella stanza accanto l'udì agitarsi e smaniare prima dell'alba. Ma siccome era avvezzo a [...]
[...] chiamarla, — rispose il domestico, e tornò a coricarsi. Ma non lo lasciava dormire quell'accidente! Un po' erano sibili, e un po' faceva peggio di [...]
[...] un contrabbasso, nel russare. Appena il domestico chiudeva gli occhi udiva un rumore strano che lo faceva destare di soprassalto, dei guaiti rauchi [...]
[...] rispondeva; continuava a sbuffare supino. II servitore tolse il paralume, per vederlo in faccia. Allora si fregò bene gli occhi, e la voglia di [...]
[...] tornare a dormire gli andò via a un tratto. — Ohi! ohi! Che facciamo adesso? — balbettò grattandosi il capo. Stette un momento a guardarlo cosi, col [...]
[...] letto, spalancò le vetrate, e s'affacciò a prendere una boccata d'aria, fumando. Lo stalliere, che faceva passeggiare un cavallo malato, alzò il capo [...]
[...] verso la finestra. — Mattinata, eh, don Leopoldo? — E nottata pure! — rispose il cameriere sbadigliando. — M'è toccato a me questo regalo [...]
[...] ! L'altro scosse il capo, come a chiedere che c'era di nuovo, e don Leopoldo fece segno che il vecchio se n'era andato, grazie a Dio. — Ah... così... alla [...]
[...] chetichella?... — osservò il portinaio che strascicava la scopa e le ciabatte per l'androne. Degli altri domestici s'erano affacciati intanto, e [...]
[...] morti non si parla. — Si vede com'era nato... — osservò gravemente il cocchiere maggiore. — Guardate che mani! — Già, son le mani che hanno fatto [...]
[...] la pappa!... Vedete cos'è nascer fortunati... Intanto vi muore nella battista come un principe!... — Allora, — disse il portinaio, — devo andare a [...]
[...] chiudere il portone? — Sicuro, eh! E roba di famiglia. Adesso bisogna avvertire la cameriera della signora duchessa. [...]
[...] bene, o che si potrebbe star meglio. Il movente dell’attività umana che produce la fiumana del progresso è preso qui alle sue sorgenti, nelle [...]
[...] proporzioni più modeste e materiali. Il meccanismo delle passioni che la determinano in quelle basse sfere è meno complicato, e potrà quindi osservarsi [...]
[...] con maggior precisione. Basta lasciare al quadro le sue tinte schiette e tranquille, e il suo disegno semplice. Man mano che cotesta ricerca del [...]
[...] meglio di cui l’uomo è travagliato cresce e si dilata, tende anche ad elevarsi, e segue il suo moto ascendente nelle classi sociali. Nei Malavoglia [...]
[...] vivaci, e il disegno a farsi più ampio e variato. Poi diventerà vanità aristocratica nella Duchessa de Leyra; e ambizione nell’Onorevole Scipioni [...]
[...] , per arrivare all’Uomo di lusso, il quale riunisce tutte coteste bramosìe, tutte coteste vanità, tutte coteste ambizioni, per comprenderle e soffrirne [...]
[...] , se le sente nel sangue, e ne è consunto. A misura che la sfera dell’azione umana si allarga, il congegno delle passioni va complicandosi; i [...]
[...] che ci può essere di artificiale nella civiltà. Persino il linguaggio tende ad individualizzarsi, ad arricchirsi di tutte le mezze tinte dei mezzi [...]
[...] stesso è necessaria alla spiegazione dell’argomento generale. Il cammino fatale, incessante, spesso faticoso e febbrile che segue l’umanità per [...]
[...] , tutte le contraddizioni, dal cui attrito sviluppasi la luce della verità. Il risultato umanitario copre quanto c’è di meschino negli interessi [...]
[...] si domanda al certo come ci va. Solo l’osservatore, travolto anch’esso dalla fiuamna, guardandosi attorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli [...]
[...] che restano per via, ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall’onda per finire più presto, ai vinti che levano le braccia disperate, e piegano il [...]
[...] capo sotto il piede brutale dei sopravvegnenti, i vincitori d’oggi, affrettati anch’essi, avidi anch’essi d’arrivare, e che saranno sorpassati [...]
[...] al nuovo arricchito – alla intrusa nelle alte classi – all’uomo dall’ingegno e dalle volontà robuste, il quale si sente la forza di dominare gli [...]
[...] altri uomini; di prendersi da sè quella parte di considerazione pubblica che il pregiudizio sociale gli nega per la sua nascita illegale; di fare la [...]
[...] legge, lui nato fuori dalla legge – all’artista che crede di seguire il suo ideale seguendo un’altra forma dell’ambizione. Chi osserva questo [...]
[...] spettacolo non ha il diritto di giudicarlo; è già molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione, e rendere [...]
[...] parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poichè da che il mondo era mondo, all’Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li [...]
[...] non rimanevano che i Malavoglia di padron ’Ntoni, quelli della casa del nespolo, e della Provvidenza ch’era ammarrata sul greto, sotto il lavatoio [...]
[...] Malavoglia, erano passate senza far gran danno sulla casa del nespolo e sulla barca ammarrata sotto il lavatoio; e padron ’Ntoni, per spiegare il [...]
[...] miracolo, soleva dire, mostrando il pugno chiuso – un pugno che sembrava fatto di legno di noce – Per menare il remo bisogna che le cinque dita [...]
[...] s’aiutino l’un l’altro. Diceva pure, – Gli uomini son fatti come le dita della mano: il dito grosso deve far da dito grosso, e il dito piccolo deve far da [...]
[...] dito piccolo. – E la famigliuola di padron ’Ntoni era realmente disposta come le dita della mano. Prima veniva lui, il dito grosso, che comandava [...]
[...] le feste e le quarant’ore; poi suo figlio Bastiano, Bastianazzo, perchè era grande e grosso quanto il San Cristoforo che c’era dipinto sotto [...]
[...] l’arco della pescheria della città; e così grande e grosso com’era filava diritto alla manovra comandata, e non si sarebbe soffiato il naso se suo [...]
[...] padre non gli avesse detto «sòffiati il naso» tanto che s’era tolta in moglie la Longa quando gli avevano detto «pìgliatela». Poi veniva la Longa [...]
[...] , una piccina che badava a tessere, salare le acciughe, e far figliuoli, da buona massaia; infine i nipoti, in ordine di anzianità: ’Ntoni, il [...]
[...] , quando lo scappellotto era stato troppo forte; Luca, «che aveva più giudizio del grande» ripeteva il nonno; Mena (Filomena) soprannominata «Sant’Agata [...]
[...] . Padron ’Ntoni sapeva anche certi motti e proverbi che aveva sentito dagli antichi: «Perchè il motto degli antichi mai mentì»: – «Senza pilota barca [...]
[...] non cammina» – «Per far da papa bisogna saper far da sagrestano» – oppure – «Fa il mestiere che sai, che se non arricchisci camperai» – «Contentati [...]
[...] padron ’Ntoni passava per testa quadra, al punto che a Trezza l’avrebbero fatto consigliere comunale, se don Silvestro, il segretario, il quale la [...]
[...] ». Nel dicembre del 1863, ’Ntoni, il maggiore dei nipoti, era stato chiamato per la leva di mare. Padron ’Ntoni allora era corso dai pezzi grossi del [...]
[...] paese, che son quelli che possono aiutarci. Ma don Giammaria, il vicario, gli avea risposto che gli stava bene, e questo era il frutto di quella [...]
[...] rivoluzione di satanasso che avevano fatto collo sciorinare il fazzoletto tricolore dal campanile. Invece don Franco lo speziale si metteva a [...]
[...] soldato, come se don Franco ce l’avesse in tasca; tanto che lo speziale finì coll’andare in collera. Allora don Silvestro il segretario si [...]
[...] , avrebbero saputo trovare a suo nipote un difetto da riformarlo. Per disgrazia il ragazzo era fatto con coscienza, come se ne fabbricano ancora [...]
[...] ad Aci Trezza, e il dottore della leva, quando si vide dinanzi quel pezzo di giovanotto, gli disse che aveva il difetto di esser piantato come un [...]
[...] mandare le notizie ogni volta che tornava qualche conoscente dalla città, che poi gli avrebbero mandati i soldi per la carta. Il nonno, da uomo, non [...]
[...] figliuolo: – Va a dirle qualche cosa, a quella poveretta; non ne può più. Il giorno dopo tornarono tutti alla stazione di Aci Castello per veder passare [...]
[...] il convoglio dei coscritti che andavano a Messina, e aspettarono più di un’ora, pigiati dalla folla, dietro lo stecconato. Finalmente giunse il [...]
[...] risate e il baccano erano tali che sembrava la festa di Trecastagni, e nella ressa e nel frastuono ci si dimenticava perfino quello stringimento [...]
[...] colla mano, ed ella rimase colla falce in pugno a guardare finchè il treno non si mosse. Alla Longa, l’era parso rubato a lei quel saluto; e [...]
[...] molto tempo dopo, ogni volta che incontrava la Sara di comare Tudda, nella piazza o al lavatoio, le voltava le spalle. Poi il treno era partito [...]
[...] confortare comare la Longa, le andava dicendo: – Ora mettetevi il cuore in pace, che per cinque anni bisogna fare come se vostro figlio fosse morto, e [...]
[...] nell’apparecchiare il deschetto, o a proposito di certa ganza che ’Ntoni sapeva fare meglio di ogni altro alla funicella della vela, e quando si [...]
[...] trattava di serrare una scotta tesa come una corda di violino, o di alare una parommella che ci avrebbe voluto l’argano. Il nonno anzimando cogli ohi [...]
[...] ! ooohi! intercalava – Qui ci vorrebbe ’Ntoni – oppure – Vi pare che io abbia il polso di quel ragazzo? La madre, mentre ribatteva il pettine sul [...]
[...] telaio – uno! due! tre! – pensava a quel bum bum della macchina che le aveva portato via il figliuolo, e le era rimasto sul cuore, in quel gran [...]
[...] sbalordimento, e le picchiava ancora dentro il petto, – uno! due! tre! Il nonno poi aveva certi singolari argomenti per confortarsi, e per [...]
[...] confortare gli altri: – Del resto volete che vel dica? Un po’ di soldato gli farà bene a quel ragazzo; chè il suo paio di braccia gli piaceva meglio di [...]
[...] portarsele a spasso la domenica, anzichè servirsene a buscarsi il pane. Oppure: – Quando avrà provato il pane salato che si mangia altrove, non si [...]
[...] lagnerà più della minestra di casa sua. Finalmente arrivò da Napoli la prima lettera di ’Ntoni, che mise in rivoluzione tutto il vicinato. Diceva che [...]
[...] le donne, in quelle parti là, scopavano le strade colle gonnelle di seta, e che sul molo c’era il teatro di Pulcinella, e si vendevano delle [...]
[...] aveva mandato anche il suo ritratto, l’avevano visto tutte le ragazze del lavatoio, come la Sara di comare Tudda lo faceva passare di mano in [...]
[...] mano, sotto il grembiule, e la Mangiacarrubbe schiattava dalla gelosia. Pareva San Michele Arcangelo in carne ed ossa, con quei piedi posati sul [...]
[...] che l’aveva fatto; e la povera Longa non si saziava di guardare il tappeto e la cortina e quella colonna contro cui il suo ragazzo stava ritto [...]
[...] impalato, grattando colla mano la spalliera di una bella poltrona; e ringraziava Dio e i santi che avevano messo il suo figliuolo in mezzo a tutte [...]
[...] quelle galanterie. Ella teneva il ritratto sul canterano, sotto la campana del Buon Pastore – che gli diceva le avemarie – andava dicendo la [...]
[...] sgorbi, che sembravano ami di pesceluna, e non potevano dir nulla di buono. Bastianazzo dimenava il capo e faceva segno di no, che così non andava [...]
[...] bene, e se fosse stato in lui ci avrebbe messo sempre delle cose allegre, da fare ridere il cuore agli altri, lì sulla carta, – e vi appuntava un dito [...]
[...] ve lo dico io che quel ragazzo avrebbe dovuto nascer ricco, come il figlio di padron Cipolla, per stare a grattarsi la pancia senza far nulla [...]
[...] ! Intanto l’annata era scarsa e il pesce bisognava darlo per l’anima dei morti, ora che i cristiani avevano imparato a mangiar carne anche il venerdì [...]
[...] della Locca, o qualchedun altro. Il re faceva così, che i ragazzi se li pigliava per la leva quando erano atti a buscarsi il pane; ma sinchè erano [...]
[...] voltare i giovanotti quando andava a messa. «L’uomo è il fuoco, e la donna è la stoppa: viene il diavolo e soffia». Perciò si doveva aiutarsi colle [...]
[...] Campana di legno sapea pure che la Provvidenza se la mangiava inutilmente il sole e l’acqua, dov’era ammarrata sotto il lavatoio, senza far nulla [...]
[...] ; perciò si ostinava a fare il minchione. – Eh? non vi conviene? lasciateli! Ma un centesimo di meno non posso, in coscienza! che l’anima ho da [...]
[...] darla a Dio! – e dimenava il capo che pareva una campana senza batacchio davvero. Questo discorso avveniva sulla porta della chiesa dell’Ognina, la [...]
[...] Piedipapera, il quale colle sue barzellette riuscì a farli mettere d’accordo sulle due onze e dieci a salma, da pagarsi «col violino» a tanto il mese [...]
[...] . Allo zio Crocifisso gli finiva sempre così, che gli facevano chinare il capo per forza, come Peppinino, perchè aveva il maledetto vizio di non sapere [...]
[...] quarant’onze se la sentisse sullo stomaco. Ma le donne hanno il cuore piccino, e padron ’Ntoni dovette spiegarle che se il negozio andava bene [...]
[...] . Bastiano intanto smoccolava la candela senza dir nulla. Così fu risoluto il negozio dei lupini, e il viaggio della Provvidenza, che era la più [...]
[...] vecchia delle barche del villaggio, ma aveva il nome di buon augurio. Maruzza se ne sentiva sempre il cuore nero, ma non apriva bocca, perchè non era [...]
[...] affar suo, e si affaccendava zitta zitta a mettere in ordine la barca e ogni cosa pel viaggio, il pane fresco, l’orciolino coll’olio, le cipolle, il [...]
[...] cappotto foderato di pelle, sotto la pedagna e nella scaffetta. Gli uomini avevano avuto un gran da fare tutto il giorno, con quell’usuraio dello [...]
[...] zio Crocifisso, il quale aveva venduto la gatta nel sacco, e i lupini erano avariati. Campana di legno diceva che lui non ne sapeva nulla, come è [...]
[...] il sabato verso sera, e doveva esser suonata l’avemaria, sebbene la campana non si fosse udita, perchè mastro Cirino il sagrestano era andato a [...]
[...] portare un paio di stivaletti nuovi a don Silvestro il segretario; in quell’ora le ragazze facevano come uno stormo di passere attorno alla fontana [...]
[...] tutta nera di nubi. Menico della Locca, il quale era nella Provvidenza con Bastianazzo, gridava qualche cosa che il mare si mangiò. – Dice che i [...]
[...] . II Per tutto il paese non si parlava d’altro che del negozio dei lupini, e come la Longa se ne tornava a casa colla Lia in collo, le comari si [...]
[...] affacciavano sull’uscio per vederla passare. – Un affar d’oro! – vociava Piedipapera, accorrendo colla gamba storta dietro a padron ’Ntoni, il quale [...]
[...] era andato a sedersi sugli scalini della chiesa, accanto a padron Fortunato Cipolla, e al fratello di Menico della Locca che stavano a prendere il [...]
[...] fresco. – Lo zio Crocifisso strillava come se gli strappassero le penne mastre, ma non bisogna badarci, perchè delle penne ne ha molte, il [...]
[...] Iddio! e a lui lo zio Crocifisso gli dava retta, perchè egli era il mestolo della pentola, una pentola grossa, in cui bollivano più di duecento onze [...]
[...] all’anno! Campana di legno non sapeva soffiarsi il naso senza di lui. Il figlio della Locca udendo parlare delle ricchezze dello zio Crocifisso, il [...]
[...] , diceva pure, e aspetta che la Santuzza gli faccia segno di andarla a raggiungere nella stalla, per dirsi insieme il santo rosario. Oppure al [...]
[...] soldi e il vino che non ti ha dato. Allora si misero a quistionare, perchè padron ’Ntoni sosteneva che lo zio Crocifisso alla fin fine era cristiano [...]
[...] , e non aveva dato ai cani il suo giudizio, per andare a sposare la figliuola di suo fratello. – Come c’entra il cristiano e il turco? ribatteva [...]
[...] darà. Il sole oggi si coricò insaccato – acqua o vento. – «Quando il sole si corica insaccato si aspetta il vento di ponente», ag- giunse padron [...]
[...] ’Ntoni. Piedipapera non poteva soffrire quello sputasentenze di padron Cipolla, il quale perchè era ricco si credeva di saper tutto lui, e di dar a bere [...]
[...] voi il ponente in poppa alla Provvidenza. Lo sapete il proverbio «Mare crespo, vento fresco». Stasera le stelle sono lucenti, e a mezzanotte [...]
[...] cambierà il vento; sentite la buffata? Sulla strada si udivano passare lentamente dei carri. – Notte e giorno c’è sempre gente che va attorno per il [...]
[...] ognuno pensava dove potevano andare quei carri a quell’ora. – Prima di mezzanotte la Provvidenza avrà girato il Capo dei Mulini, disse padron ’Ntoni [...]
[...] , e il vento fresco non le darà più noia. Padron ’Ntoni non pensava ad altro che alla Provvidenza, e quando non parlava delle cose sue non diceva [...]
[...] del papa; gli diceva perciò Piedipapera. Colà ci fareste bella figura anche voi! li sentite come gridano? – Questo è don Giammaria, disse il [...]
[...] teneva là, a portata di mano, sotto il mortaio di cristallo, perciò quistionavano tutto il giorno con don Giammaria, il vicario, per passare il tempo, e [...]
[...] ci pigliavano delle malattie dalla bile; ma non avrebbero potuto stare un giorno senza vedersi. Il sabato poi, quando arrivava il giornale, don [...]
[...] poteva star sull’uscio, sotto il lampione, quando mastro Cirino l’accendeva, e qualche volta veniva don Michele, il brigadiere delle guardie doganali [...]
[...] ; e anche don Silvestro, il segretario comunale, tornando dalla vigna, si fermava un momento. Allora don Franco diceva, fregandosi le mani, che [...]
[...] pareva un piccolo Parlamento, e andava a piantarsi dietro il banco, pettinandosi colle dita la barbona, con un certo sorriso furbo che pareva si [...]
[...] vedeva che la sapeva più lunga degli altri, tanto che don Giammaria non poteva patirlo e ci si mangiava il fegato, e gli sputava in faccia [...]
[...] parole latine. Don Silvestro, lui, si divertiva a vedere come si guastavano il sangue per raddrizzare le gambe ai cani, senza guadagnarci un centesimo [...]
[...] . – Ecco don Silvestro che fa l’uovo, osservò il figlio della Locca. – Don Silvestro fa le uova d’oro, laggiù al Municipio, rispose Piedipapera. – Uhm [...]
[...] invece della penna. – Che ce la dareste voi vostra nipote Mena? disse alfine padron Cipolla volgendosi a padron ’Ntoni. – «Ognuno all’arte sua, e il [...]
[...] la Mena con suo figlio Brasi, e se il negozio dei lupini andava bene, la Mena avrebbe avuto la sua dote in contante, e l’affare si sarebbe [...]
[...] in paese che la Longa aveva saputo educarla la figliuola, e ognuno che passava per la stradicciuola a quell’ora, udendo il colpettare del telaio di [...]
[...] Sant’Agata diceva che l’olio della candela non lo perdeva, comare Maruzza. La Longa, com’era tornata a casa, aveva acceso il lume, e s’era messa [...]
[...] le avevano bucherellato il sacco come un colabrodo, e pareva che l’avessero fatto apposta, come se ci avessero il giudizio dei cristiani; così il [...]
[...] piena, da che gli era morto il gatto, una bestia che valeva tant’oro, ed era morto di una pedata di compare Tino. – I gatti grigi sono i migliori, per [...]
[...] Sant’Antonio l’avevano ammazzata così, che i ladri le avevano rubato il gatto tre giorni avanti, e poi glielo avevano riportato mezzo morto di fame a [...]
[...] miagolare dietro l’uscio; e la povera donna non sentendosi il cuore di lasciar la bestiola sulla strada a quell’ora, aveva aperto l’uscio, e così [...]
[...] Anna, quando l’era morto il marito, e le aveva lasciato quella nidiata di figliuoli, che Rocco, il più grandicello, non le arrivava alle ginocchia [...]
[...] Zuppidda, la moglie di mastro Turi il calafato, la quale stava in fondo alla straduccia, e compariva sempre all’improvviso, per dire la sua come il [...]
[...] raccontavano che andava tutto il giorno in giro a piedi scalzi, a far la spia, col pretesto del suo fuso, che lo teneva sempre in aria perchè non [...]
[...] frullasse sui sassi. Ella diceva sempre la verità come il santo evangelio, questo era il suo vizio, e perciò la gente che non amava sentirsela cantare [...]
[...] quella sua Barbara che non aveva potuto maritare, tanto era superba e sgarbata, e con tutto ciò voleva dargli il figlio di Vittorio Emanuele [...]
[...] . – Bel pezzo, la Mangiacarrubbe, seguitava, una sfacciata che si è fatto passare tutto il paese sotto la finestra «A donna alla finestra non far festa [...]
[...] », e Vanni Pizzuto le portava in regalo i fichidindia rubati a massaro Filippo l’ortolano, e se li mangiavano insieme nella vigna, sotto il [...]
[...] mandorlo, li aveva visti lei. – E Peppi Naso, il beccaio, dopo che gli spuntò la gelosia di compare Mariano Cinghialenta, il carrettiere, andava a [...]
[...] passa, e con don Michele il brigadiere, che ci ha la rabbia del marito, con tutti quegli anni e quella carne che ci ha addosso, la poveraccia! – Alla [...]
[...] minori di lui. Forse che mi son perduta d’animo per questo? Ai guai ci si fa il callo, e poi ci aiutan a lavorare. Le mie figliuole faranno come ho [...]
[...] bambini stettero a sentire, e poi si rimisero a pigolare tutti in una volta, e il più grandicello, appollaiato su di un gran sasso, rispose dopo un [...]
[...] Mena aveva lasciato il telaio e s’era affacciata al ballatoio anch’essa. – Oh! Sant’Agata! esclamarono le vicine; e tutte le facevano festa [...]
[...] lavatoio, e poi non ci avevo legna per il focolare. La ragazzina accese il lume, e si mise lesta lesta ad apparecchiare ogni cosa per la cena [...]
[...] bollire, vieni un po’ qua. Nunziata lasciò Alessi a custodire il focolare, e corse ad appollaiarsi sul ballatoio, accanto alla Sant’Agata, per godersi [...]
[...] il suo riposo anche lei, colle mani in mano. – Compar Alfio Mosca sta facendo cuocere le fave; osservò la Nunziata dopo un po’. – Egli è come te [...]
[...] fa il bucato da sè, e si rattoppa le camicie – la Nunziata sapeva ogni cosa che faceva il vicino Alfio, e conosceva la sua casa come la pianta della [...]
[...] mano; – Adesso, diceva, va a prender la legna; ora sta governando il suo asino – e si vedeva il lume nel cortile, e sotto la tettoia. Sant’Agata [...]
[...] chiusa, e se voleva maritarsi non prendeva uno il quale non possedeva altro che un carro da asino: «carro cataletto» dice il proverbio. Ella ha [...]
[...] ; e la Nunziata poi si sentiva il cuore gonfio dal disprezzo che gettavano su di compare Alfio, pel solo motivo che era povero, e non aveva [...]
[...] andremo, se il negozio dei lupini va bene; l’ha detto il nonno. Poi ci pensò su, e soggiunse: – Compar Alfio ci suole andare anche lui, a vendere le [...]
[...] altro, che se la mettesse in tasca! Ella gli è sempre per casa, come il gatto, col pretesto di portargli i buoni bocconi, e il vecchio non dice di no [...]
[...] tasca! Ognuna diceva la sua dello zio Crocifisso, il quale piagnucolava sempre, e si lamentava come Cristo in mezzo ai ladroni, e intanto aveva [...]
[...] denari a palate, chè la Zuppidda, un giorno che il vecchio era malato, aveva vista una cassa grande così sotto il letto. La Longa si sentiva sullo [...]
[...] stomaco il debito delle quarant’onze dei lupini, e cambiò discorso, perchè le orecchie ci sentono anche al buio, e lo zio Crocifisso si udiva discorrere [...]
[...] . Don Silvestro rideva come una gallina, e quel modo di ridere faceva montare la mosca al naso allo speziale, il quale per altro di pazienza non [...]
[...] , perchè non sapreste dove metterla! gli gridava don Giammaria; e don Franco, ch’era piccino, ci si arrabbiava e accompagnava il prete con parolacce che [...]
[...] Silvestro il segretario, il quale si beccava anche quel po’ di stipendio di maestro elementare: – A me non me ne importa – ripeteva – Ma ai miei tempi non [...]
[...] vostri affari ve li sapete fare. – E il mio catechismo lo so, aggiunse lo zio Crocifisso per non restare in debito. Nel calore della disputa don [...]
[...] Giammaria aveva perso il battuto, sul quale avrebbe attraversato la piazza anche ad occhi chiusi, e stava per rompersi il collo, e lasciar scappare [...]
[...] che rubava l’olio, di don Silvestro che chiudeva un occhio, e del sindaco «Giufà», che si lasciava menare per il naso. Mastro Cirino, ora che era [...]
[...] impiegato del comune, faceva il sagrestano come Giuda, che suonava l’angelus quando non aveva nulla da fare, e il vino per la messa lo comperava di [...]
[...] arruffapopolo, con quella gamba storta! – E quando lo vedeva arrancare per la piazza faceva il giro lungo, e lo seguiva con gli occhi sospettosi, per [...]
[...] scavare cosa stesse macchinando con quell’andatura. – Quello là ha il piede del diavolo! borbottava. – Lo zio Crocifisso si stringeva nelle spalle, e [...]
[...] sentenze: – Sentite a me; prima della rivoluzione era tutt’altra cosa. Adesso i pesci sono maliziati, ve lo dico io! – No; le acciughe sentono il [...]
[...] maledetti vapori che vanno e vengono, e battono l’acqua colle loro ruote. Cosa volete, i pesci si spaventano e non si fanno più vedere. Ecco cos’è. Il [...]
[...] figlio della Locca stava ad ascoltare a bocca aperta, e si grattava il capo. – Bravo! disse poi. Così pesci non se ne troverebbero più nemmeno a [...]
[...] Cipolla indispettito, io me ne lavo le mani, e non me ne importa un fico, giacchè ci ho le mie chiuse e le mie vigne che mi danno il pane. E [...]
[...] Piedipapera assestò uno scapaccione al figlio della Locca, per insegnargli l’educazione. – Bestia! quando parlano i più vecchi di te sta zitto. Il [...]
[...] ’Ntoni col naso in aria, osservò: – Se il maestrale non si mette prima della mezzanotte, la Provvidenza avrà tempo di girare il Capo. Dall’alto del [...]
[...] ! – e incontrandosi naso a naso con don Michele, il brigadiere delle guardie doganali, il quale andava attorno colla pistola sullo stomaco, e i calzoni [...]
[...] dentro gli stivali, in cerca di contrabbandieri: – A questi altri non glielo fanno il conto di quel che mangiano. – Questi qui mi piacciono [...]
[...] confabulare di nascosto con lo zio Santoro, il padre della Santuzza. Quelli che mangiano il pane del re devono tutti far gli sbirri, e sapere i [...]
[...] recitare il rosario colla Santuzza, ed è un tesoro per fare la guardia, meglio di come se gli avessero messo un fazzoletto sugli occhi. Maruzza [...]
[...] come il paese stesso andava addormentandosi, si udiva il mare che russava lì vicino, in fondo alla straduccia e ogni tanto sbuffava, come uno che [...]
[...] si volti e rivolti pel letto. Soltanto laggiù all’osteria, dove si vedeva il lumicino rosso, continuava il baccano, e si udiva il vociare di Rocco [...]
[...] Spatu il quale faceva festa tutti i giorni. – Compare Rocco ha il cuore contento, disse dopo un pezzetto dalla sua finestra Alfio Mosca, che pareva [...]
[...] non ci fosse più nessuno. – Oh siete ancora là, compare Alfio! rispose Mena, la quale era rimasta sul ballatoio ad aspettare il nonno. – Sì, sono [...]
[...] anche l’appetito. – Non ce l’avete il cuore contento voi? – Eh! ci vogliono tante cose per avere il cuore contento! Mena non rispose nulla, e dopo un [...]
[...] , quasi s’accendessero, e i tre re scintillavano sui fariglioni colle braccia in croce, come Sant’Andrea. Il mare russava in fondo alla stradicciuola [...]
[...] , adagio adagio, e a lunghi intervalli si udiva il rumore di qualche carro che passava nel buio, sobbalzando sui sassi, e andava pel mondo il [...]
[...] ballatoio aspettando il nonno. Il nonno s’affacciò ancora due o tre volte sul ballatoio, prima di chiudere l’uscio, a guardare le stelle che luccicavano [...]
[...] più del dovere, e poi borbottò: – «Mare amaro!» Rocco Spatu si sgolava sulla porta dell’osteria davanti al lumicino. – «Chi ha il cuor contento [...]
[...] sempre canta» conchiuse padron ’Ntoni. 43 III Dopo la mezzanotte il vento s’era messo a fare il diavolo, come se sul tetto ci fossero tutti i [...]
[...] gatti del paese, e a scuotere le imposte. Il mare si udiva muggire attorno ai fariglioni che pareva ci fossero riuniti i buoi della fiera di [...]
[...] Sant’Alfio, e il giorno era apparso nero peggio dell’anima di Giuda. Insomma una brutta domenica di settembre, di quel settembre traditore che vi lascia [...]
[...] ammarrate alle grosse pietre sotto il lavatoio; perciò i monelli si divertivano a vociare e fischiare quando si vedeva passare in lontananza qualche vela [...]
[...] sbrindellata, in mezzo al vento e alla nebbia, che pareva ci avesse il diavolo in poppa; le donne invece si facevano la croce, quasi vedessero [...]
[...] che vi aveva in mare colla Provvidenza e suo figlio Bastianazzo per giunta, e il figlio della Locca, il quale non aveva nulla da perdere lui, e in [...]
[...] Pizzuto, diceva che non avrebbe dato due baiocchi di Bastianazzo e di Menico della Locca, colla Provvidenza e il carico dei lupini. – Adesso tutti [...]
[...] bettola di suor Mariangela la Santuzza c’era folla: quell’ubbriacone di Rocco Spatu, il quale vociava e sputava per dieci; compare Tino Piedipapera [...]
[...] , mastro Turi Zuppiddu, compare Mangiacarrubbe, don Michele il brigadiere delle guardie doganali, coi calzoni dentro gli stivali, e la pistola appesa [...]
[...] vanno oggi in chiesa; sono in collera con Domeneddio, per quel carico di lupini che ci hanno in mare. Il vento faceva volare le gonnelle e le foglie [...]
[...] secche, sicchè Vanni Pizzuto col rasoio in aria, teneva pel naso quelli a cui faceva la barba, per voltarsi a guardare chi passava, e si metteva il [...]
[...] sembrava avesse il paracqua in testa, fingendo aver discorsi grossi con don Silvestro il segretario, perchè sua moglie non lo mandasse in chiesa per [...]
[...] Piedipapera, padron ’Ntoni vuol fare il protestante come don Franco lo speziale. – Se fai di voltarti per guardare quello sfacciato di don [...]
[...] , poveretto, era cieco, e non faceva peccato se non andava a messa; così non perdevano tempo all’osteria, e dall’uscio poteva tener d’occhio il banco [...]
[...] occhiataccie di qua e di là, che pareva ce l’avesse con tutto il paese, e a quelli che volevano sentirla ripeteva: – Comare la Longa non ci viene in chiesa [...]
[...] , eppure ci ha il marito in mare con questo tempaccio! Poi non bisogna stare a cercare perchè il Signore ci castiga! – Persino la madre di Menico [...]
[...] giovanotti! La Santuzza scuoteva il capo, e diceva che mentre si è in chiesa non bisogna sparlare del prossimo. – «Chi fa l’oste deve far buon viso a tutti [...]
[...] voglio più starci fra le Figlie di Maria se ci lasciano la Santuzza per superiora. – Allora vuol dire che l’avete trovato il marito? rispose la [...]
[...] Zuppidda. – Io non l’ho trovato il marito, saltò su la Vespa con tanto di pungiglione. Io non sono come quelle che si tirano dietro gli uomini anche [...]
[...] in chiesa, colle scarpe verniciate, e quelli altri colla pancia grossa. Quello della pancia grossa era Brasi, il figlio di padron Cipolla, il quale [...]
[...] era il cucco delle mamme e delle ragazze, perchè possedeva vigne ed oliveti. – Va a vedere se la paranza è bene ammarrata; gli disse suo padre [...]
[...] strofette con una voce di naso che avrebbe toccato il cuore a satanasso in persona. Fra un’avemaria e l’altra si parlava del negozio dei lupini, e della [...]
[...] , nessuno è contento del suo stato e vuol pigliare il cielo a pugni. – Il fatto è, conchiuse compare Zuppiddu, che sarà una brutta giornata pei [...]
[...] donna per la casa, dietro le spalle. I fannulloni preferivano godersi all’osteria quella domenica che prometteva di durare anche il lunedì, e fin [...]
[...] gli stipiti erano allegri della fiamma del focolare, tanto che lo zio Santoro, messo lì fuori colla mano stesa e il mento sui ginocchi, s’era [...]
[...] ridere della barzelletta, e poi stettero a guardare dall’uscio il mare nero come la sciara, senza dir altro. – Padron ’Ntoni è andato tutto il [...]
[...] giorno di qua e di là, come avesse il male della tarantola, e lo speziale gli domandava se faceva la cura del ferro, o andasse a spasso con quel [...]
[...] tempaccio, e gli diceva pure: – Bella Provvidenza, eh! padron ’Ntoni! Ma lo speziale è protestante ed ebreo, ognuno lo sapeva. il figlio della Locca [...]
[...] fratello Menico tu resti il barone della casa. – C’è andato perchè lo zio Crocifisso voleva pagargli la mezza giornata anche a lui, quando lo [...]
[...] mandava colla paranza, e i Malavoglia invece gliela pagavano intiera; rispose il figlio della Locca senza capir nulla; e come gli altri sghignazzavano [...]
[...] di mare, e udendolo urlare a quel modo trasaliva e si grattava il capo senza dir nulla. La piccina piangeva, e quei poveretti, dimenticati sulla [...]
[...] sciara, a quell’ora, parevano le anime del purgatorio. Il piangere della bambina le faceva male allo stomaco, alla povera donna, le sembrava quasi [...]
[...] per dare un’occhiata verso il mare, e vedere di che umore si addormentasse il vecchio brontolone, andavano a domandare a comare la Longa di suo [...]
[...] marito, e stavano un tantino a farle compagnia, fumandole in silenzio la pipa sotto il naso, o parlando sottovoce fra di loro. La poveretta, sgomenta [...]
[...] da quelle attenzioni insolite, li guardava in faccia sbigottita, e si stringeva al petto la bimba, come se volessero rubargliela. Finalmente il più [...]
[...] duro o il più compassionevole la prese per un braccio e la condusse a casa. Ella si lasciava condurre, e badava a ripetere: – Oh! Vergine Maria! Oh [...]
[...] disperato e corse a rintanarsi in casa. – Che disgrazia! dicevano sulla via. E la barca era carica! Più di quarant’onze di lupini! IV Il [...]
[...] pensa». Egli era un buon diavolaccio, e viveva imprestando agli amici, non faceva altro mestiere, che per questo stava in piazza tutto il giorno [...]
[...] «coll’interesse non c’è amicizia». Comprava anche la pesca tutta in una volta, con ribasso, e quando il povero diavolo che l’aveva fatta aveva [...]
[...] , ed hanno un braccio lungo e l’altro corto, come San Francesco; e anticipava anche la spesa per la ciurma, se volevano, e prendeva soltanto il [...]
[...] anche gli attrezzi, e finiva che la barca si mangiava tutto il guadagno, tanto che la chiamavano la barca del diavolo – e quando gli dicevano perchè non [...]
[...] ci andasse lui a rischiare la pelle come tutti gli altri, che si pappava il meglio della pesca senza pericolo, rispondeva: – Bravo! e se in mare [...]
[...] cervello, e non sapeva dir altro che «Quel che è di patto non è d’inganno», oppure «Al giorno che promise si conosce il buon pagatore». Ora i [...]
[...] suoi nemici gli ridevano sotto il naso, a motivo di quei lupini che se l’era mangiati il diavolo; e gli toccava anche recitare il deprofundis per [...]
[...] chiesetta scintillavano, e il mare era liscio e lucente, talchè non pareva più quello che gli aveva rubato il marito alla Longa; perciò i confratelli [...]
[...] avevano fretta di spicciarsi, e di andarsene ognuno pei propri affari, ora che il tempo s’era rimesso al buono. Stavolta i Malavoglia erano là [...]
[...] , seduti sulle calcagna, davanti al cataletto, e lavavano il pavimento dal gran piangere, come se il morto fosse davvero fra quelle quattro tavole, coi [...]
[...] cominciava ad andare attorno per spegnere i lumi colla canna. I confratelli si affrettavano a scavalcare i banchi colle braccia in aria, per cavarsi il [...]
[...] buon nome e si guadagna il paradiso, – questo aveva detto a coloro che gli domandavano dei suoi lupini: – Coi Malavoglia sto tranquillo perchè son [...]
[...] cose senza risparmio, in onore del morto; e tanto costava la messa, tanto i ceri, e tanto il mortorio – ei faceva il conto sulle grosse dita [...]
[...] ficcate nei guanti di cotone, e i ragazzi guardavano a bocca aperta tutte quelle cose che costavano caro, ed erano lì pel babbo: il cataletto, i ceri, i [...]
[...] fiori di carta; e la bambina, vedendo la luminaria, e udendo suonar l’organo, si mise a galloriare. La casa del nespolo era piena di gente; e il [...]
[...] e le mani nelle tasche, scrollava il capo e diceva: – Povera comare Maruzza! ora cominciano i guai per la sua casa! Gli amici portavano qualche [...]
[...] cosa, com’è l’uso, pasta, ova, vino, e ogni ben di Dio, che ci avrebbe voluto il cuor contento per mangiarsi tutto, e perfino compar Alfio Mosca [...]
[...] sentiva il cuore che gli sbatteva e gli voleva scappare dal petto, come quelle povere bestie che teneva in mano. La dote di Sant’Agata se n’era andata [...]
[...] , buon’anima, che nessuno se lo sarebbe aspettato, un uomo nel fiore dell’età, e che crepava di salute, poveretto! C’era pure il sindaco, mastro Croce [...]
[...] Callà «Baco da seta» detto anche Giufà, col segretario don Silvestro, e se ne stava col naso in aria, talchè la gente diceva che stava a fiutare il [...]
[...] parole, e quando vedeva ridere il segretario, rideva anche lui. Don Silvestro per far ridere un po’ tirò il discorso sulla tassa di [...]
[...] spiegata bene, che non mancava di farla cascare nel discorso ogniqualvolta si trovava a visita da morto. – Almeno avete il piacere di essere parenti [...]
[...] di Vittorio Emanuele, giacchè dovete dar la sua parte anche a lui! E tutti si tenevano la pancia dalle risate, chè il proverbio dice «Nè visita di [...]
[...] morto senza riso, nè sposalizio senza pianto». La moglie dello speziale torceva il muso a quegli schiamazzi, e stava coi guanti sulla pancia, e la [...]
[...] faccia lunga, come si usa in città per quelle circostanze, che solo a guardarla la gente ammutoliva, quasi ci fosse il morto lì davanti, e per [...]
[...] questo la chiamavano la Signora. Don Silvestro faceva il gallo colle donne, e si muoveva ogni momento col pretesto di offrire le scranne ai nuovi [...]
[...] donna bisognava che avesse il giudizio nelle mani, come s’intendeva lei; e non fosse di quelle fraschette che pensano a lisciarsi e nient’altro [...]
[...] , «coi capelli lunghi e il cervello corto», chè allora un povero marito se ne va sott’acqua come compare Bastianazzo, buon’anima. – Beato lui [...]
[...] , e peccare contro il prossimo, come tanti ce ne sono. Maruzza allora, seduta ai piedi del letto, pallida e disfatta come un cencio messo al bucato [...]
[...] cent’anni, la guardava, e la guardava, scrollando il capo, e non sapeva che dire, per quella grossa spina di Bastianazzo che ci aveva in cuore, come [...]
[...] se lo rosicasse un pescecane. – La Santuzza ci ha il miele in bocca! osservava comare Grazia Piedipapera. – Per fare l’ostessa, rispose la Zuppidda [...]
[...] , gabbando il prossimo, e vendendo l’acqua sporca a peso d’oro, e se ne infischiavano delle tasse coloro! – Metteranno pure la tassa sul sale! aggiunse [...]
[...] bruciarle nel focolare. Mastro Turi il calafato stava per levare il pugno e incominciare: – Benedetto Dio! –; ma guardò sua moglie e si tacque [...]
[...] coltello! Ognuno raccontava i suoi guai, anche per conforto dei Malavoglia, che non erano poi i soli ad averne. «Il mondo è pieno di guai, chi ne [...]
[...] ha pochi e chi ne ha assai», e quelli che stavano fuori nel cortile guardavano il cielo, perchè un’altra pioggerella ci sarebbe voluta come il [...]
[...] dal muricciuolo infuriato, e se la prese con gli ignoranti, che avevano le orecchie lunghe come gli asini. – Che non lo sapevano che il telegrafo [...]
[...] portava le notizie da un luogo all’altro; questo succedeva perchè dentro il filo ci era un certo succo come nel tralcio della vite, e allo stesso [...]
[...] l’aveva detta; e per questo ci avevano messa la legge che chi rompe il filo del telegrafo va in prigione. Allora anche don Silvestro non seppe più che [...]
[...] cosa poteva valere la casa? Ognuno allungava il collo sul muro dell’orto, e ci dava una occhiata, per stimarla così a colpo. Don Silvestro sapeva [...]
[...] è tutt’oro quello che luccica, andava dicendo; e mostrava ad ognuno il pezzo da cinque lire nuovo. Ei sapeva che sulla casa c’era un censo di [...]
[...] cinque tarì all’anno. Allora si misero a fare il conto sulle dita di quel che avrebbe potuto vendersi la casa, coll’orto, e tutto. – Nè la casa nè la [...]
[...] dove stavano a piangere il morto. – Sicuro! lasciò andare alfine don Silvestro come una bomba; c’è l’ipoteca dotale. Padron Cipolla, il quale aveva [...]
[...] scambiato qualche parola con padron ’Ntoni per maritare Mena con suo figlio Brasi, scrollava il capo e non diceva altro. – Allora, aggiunse [...]
[...] compare Turi, il vero disgraziato è lo zio Crocifisso che ci perde il credito dei suoi lupini. Tutti si voltarono verso campana di legno il quale [...]
[...] era venuto anche lui, per politica, e stava zitto, in un cantuccio, a veder quello che dicevano, colla bocca aperta e il naso in aria, che sembrava [...]
[...] stesse contando quante tegole e quanti travicelli c’erano sul tetto, e volesse stimare la casa. I più curiosi allungavano il collo dall’uscio, e [...]
[...] si ammiccavano l’un l’altro per mostrarselo a vicenda. – E’ pare l’usciere che fa il pignoramento! sghignazzavano. Le comari che sapevano delle [...]
[...] misero a piangere anche loro, sebbene il babbo fosse morto da tre giorni. Il vecchio andava di qua e di là, senza sapere che facesse; Maruzza invece [...]
[...] pareva che non ci avesse altro in testa: – Ora non ho più niente da fare! – No! rispose padron ’Ntoni, no! chè bisogna pagare il debito allo zio [...]
[...] Crocifisso, e non si deve dire di noi che «il galantuomo come impoverisce diventa birbante». E il pensiero dei lupini gli ficcava più dentro nel cuore la [...]
[...] spina di Bastianazzo. Il nespolo lasciava cadere le foglie vizze, e il vento le spingeva di qua e di là pel cortile. – Egli è andato perchè ce [...]
[...] l’ho mandato io, ripeteva padron ’Ntoni, come il vento porta quelle foglie di qua e di là, e se gli avessi detto di buttarsi dal fariglione con una [...]
[...] pietra al collo, l’avrebbe fatto senza dir nulla. Almeno è morto che la casa e il nespolo sino all’ultima foglia erano ancora suoi; ed io che son [...]
[...] le rosicava il cuore, di sapere cos’era successo in quella notte, che l’aveva sempre dinanzi agli occhi, e se li chiudeva le sembrava di vedere [...]
[...] ancora la Provvidenza, là verso il capo dei Mulini, dove il mare era liscio e turchino, e seminato di barche, che sembravano tanti gabbiani al sole, e [...]
[...] Fortunato, che stringevano il cuore; e si udiva mastro Turi Zuppiddo il quale cantava a squarciagola, con quei suoi polmoni di bue, mentre [...]
[...] Mena a piangere cheta cheta in cucina. – Poveretta! mormorava il nonno, anche a te è crollata la casa sul capo, e compare Fortunato se ne è andato [...]
[...] vecchi; e vedendo Luca lì davanti, che gli avevano messo il giubbone del babbo, e gli arrivava alle calcagna, gli diceva: – Questo ti terrà caldo [...]
[...] , quando verrai a lavorare; perchè adesso bisogna aiutarci tutti per pagare il debito dei lupini. Maruzza si tappava le orecchie colle mani per non [...]
[...] le restituissero loro il suo figliuolo, e non voleva sentir ragione. – Fa così perchè ha fame, disse infine la cugina Anna; adesso lo zio Crocifisso [...]
[...] se l’avessero lasciata sola non avrebbe pensato più ad accendere il fuoco, e a mettere la pentola, che sarebbero tutti morti di fame. «I vicini [...]
[...] sempre fra i piedi, come una nidiata di pulcini, chè la Nunziata voleva averle libere le mani, lei. – Tu sai il fatto tuo! le diceva la cugina Anna [...]
[...] per far passare la doglia alla mamma, e il primo che glielo disse, qualche tempo dopo, fu compare Alfio Mosca, dinanzi al rastrello dell’orto, che [...]
[...] spiegando il come e il quando l’aveva sentito dire dalla Vespa, in casa dello zio Crocifisso, tutt’a un tratto si fece rossa rossa. Anche compare [...]
[...] sentito dire nel cortile di Campana di legno, mentre stavo spaccando il carrubbo che fu schiantato dal temporale di Santa Chiara, vi rammentate [...]
[...] fece quel servizio che sapete col carico dei lupini. La Mena teneva in mano il nottolino del rastrello, ma non si risolveva ad aprire. – E poi, se non [...]
[...] è vero, perchè vi fate rossa? Ella non lo sapeva, in coscienza, e girava e rigirava il nottolino. Quel cristiano lo conosceva soltanto di vista, e [...]
[...] non sapeva altro. Alfio le andava snocciolando la litania di tutte le ricchezze di Brasi Cipolla, il quale, dopo compare Naso il beccaio, passava [...]
[...] casa c’è il censo di cinque tarì all’anno. – Si vedrà! si vedrà! un giorno o l’altro si vedrà se ne dite o non ne dite delle bugie, – seguitava la [...]
[...] vostre lusinghe, ne avrei trovato cento di mariti, e Vanni Pizzuto, e Alfio Mosca, e il cugino Cola, che mi stava cucito alla gonnella, prima di [...]
[...] sapreste quel che dovete fare, e lo vedreste che non ci ho altro per il capo. Ella gli voltava le spalle corrucciata, e senza avvedersene andava [...]
[...] la pupilla degli occhi suoi, e pensava sempre al suo bene. – Senti, le disse, ho pensato di darti il debito dei Malavoglia, in cambio della chiusa [...]
[...] Crocifisso montò in bestia anche lui, e le disse che lo sapeva cosa voleva farne, che voleva farsela mangiare da quel pezzente di Alfio Mosca, il quale [...]
[...] vene anche lui! – Sta a vedere che ora mi fate il geloso! esclamò la Vespa. – Sicuro che son geloso! esclamò lo zio Crocifisso, geloso come una [...]
[...] aveva un bel passare e ripassare davanti la casa dei Malavoglia, che perfino la gente si metteva a ridere, e diceva che ei faceva il viaggio alla [...]
[...] casa del nespolo come quelli che hanno fatto il voto alla Madonna dell’Ognina. I Malavoglia lo pagavano a furia di sberrettate; e i ragazzi, appena [...]
[...] lo vedevano spuntare in fondo alla stradicciuola, scappavano come se vedessero il ba-bau; ma sinora nessuno di loro gli parlava di quei denari dei [...]
[...] lupini, e i Morti eran lì che venivano, mentre padron ’Ntoni pensava a maritare la nipote. Egli andava a sfogarsi con Piedipapera, il quale [...]
[...] gironzava sempre da quelle parti, perchè le avevano detto che il suo Menico era andato nella barca dei Malavoglia, e credeva che dovesse [...]
[...] . Volete succhiargli il sangue a padron ’Ntoni? Già non avete perso nulla, perchè i lupini erano tutti fradici, lo sapete! Ei non sapeva nulla [...]
[...] ; sapeva soltanto che il sangue suo era nelle mani di Dio. E i ragazzi dei Malavoglia non osavano giocare sul ballatoio quando egli passava davanti alla [...]
[...] bollire il sangue, per la gelosia della chiusa. – Mi uccella la nipote per portarmi via la chiusa! brontolava con Piedipapera. Un fannullone! che non [...]
[...] queste parti mia nipote la Vespa, quando Alfio Mosca viene a portare il carico del vino a vostra figlia la Santuzza, state a vedere cosa fanno fra [...]
[...] da dirle, e quando poi la vedeva non sapeva come muover la lingua, e guardava il tempo che faceva, e le parlava del carico di vino che aveva preso [...]
[...] Alfio sorrideva come se gliele facessero a lui quelle carezze. – Ah! se il mio asino fosse vostro, comare Mena! – Mena crollava il capo e il seno le [...]
[...] si gonfiava pensando che sarebbe stato meglio se i Malavoglia avessero fatto i carrettieri, chè il babbo non sarebbe morto a quel modo. – «Il mare [...]
[...] è amaro, ripeteva, ed il marinaro muore in mare». Alfio che aveva fretta d’andare a scaricare il vino della Santuzza, non sapeva risolversi a [...]
[...] partire, e rimaneva a chiacchierare della bella cosa che era il fare l’oste, un mestiere col quale si ha sempre il suo guadagno, e se aumenta il prezzo [...]
[...] . Questa povera bestia se lo guadagna il pane. Quando ci avrò messi da parte un po’ di soldi comprerò un mulo, e potrò tirarmi su a fare il [...]
[...] , perchè prima dobbiamo pagare il debito dei lupini. – Io ci ho piacere, rispose Mosca, chè così non ve ne andate dal vicinato. – Ora poi che torna [...]
[...] ’Ntoni da soldato, col nonno e tutti gli altri, ci aiuteremo per pagare il debito. La mamma ha preso della tela da tessere per la Signora. – Bel [...]
[...] ; volevo domandarvi se il vino che portate alla Santuzza è della stessa botte di quello della settimana scorsa. – Io non lo so; il vino me lo danno [...]
[...] nei barili. – Aceto da fare l’insalata! rispose la Zuppidda, un vero veleno; così si è fatta ricca la Santuzza, e onde gabbare il mondo si è messa [...]
[...] Mena non sapeva nulla. – Hanno portato adesso la notizia, e padron ’Ntoni è corso verso il Rotolo, per vederla che stanno rimorchiandola verso il [...]
[...] paese, e pareva che ci avesse le gambe nuove, il vecchio. Adesso colla Provvidenza i Malavoglia potranno tirarsi su un’altra volta, e la Mena sarà di [...]
[...] consegnare il vino alla Santuzza. – A me non vuole dir nulla! borbottò la Zuppidda. Come se non li avessi visti co’ miei occhi. Vogliono nascondere il [...]
[...] gli scogli, e la schiena in aria. In un momento era corso sulla riva tutto il paese, uomini e donne, e padron ’Ntoni, mischiato nella folla, guardava [...]
[...] di nessuno, e il poveretto si sentiva quel calcio nello stomaco. – Bella provvidenza che avete! gli diceva don Franco, il quale era venuto in maniche [...]
[...] Fortunato Cipolla; e compare Mangiacarrubbe, il quale era pratico del mestiere, disse pure che la barca aveva dovuto sommergersi tutt’a un tratto, e [...]
[...] senza che chi c’era dentro avesse avuto tempo di dire «Cristo aiutami!» perchè il mare aveva scopato vele, antenne, remi e ogni cosa; e non aveva [...]
[...] lasciato un cavicchio di legno che tenesse fermo. – Questo era il posto del babbo, dove c’è la forcola nuova, diceva Luca il quale s’era arrampicato [...]
[...] sulla sponda, e qui sotto c’erano i lupini. Ma di lupini non ne rimaneva uno solo, chè il mare aveva tutto lavato e ripulito. Per questo Maruzza [...]
[...] qualche cosa, sentenziò alfine mastro Zuppiddu il calafato, e dava anche lui dei calci coi suoi piedacci nella Provvidenza. Con quattro lapazze ve la [...]
[...] Crocifisso ch’era lì anche lui a vedere, colle mani dietro la schiena. Siamo cristiani, e bisogna godere del bene altrui; il proverbio dice: «Augura bene [...]
[...] fare e sbuffavano e si affannavano a tirare e a spingere anche loro la barca davanti alla porta di mastro Zuppiddo il calafato, dove c’erano i sassi [...]
[...] grossi per tener su le barche, e il ramaiuolo pel catrame, e una catasta di coste e di fasciame appoggiate al muro. Alessi era sempre accapigliato [...]
[...] minacciava piagnucolando: – Ora che viene mio fratello ’Ntoni da soldato!... Infatti ’Ntoni s’era fatto mandare le carte, e aveva ottenuto il suo [...]
[...] congedo, sebbene don Silvestro il segretario avesse assicurato che se ci stava altri sei mesi a fare il soldato, avrebbe liberato suo fratello Luca [...]
[...] dalla leva. Ma ’Ntoni non voleva starci più nemmeno sei giorni, ora che gli era morto il padre; Luca avrebbe fatto come lui, che s’era pianta la [...]
[...] di superiori. – Per me, disse Luca, ci vado volentieri a fare il soldato, in cambio di ’Ntoni. Così, come tornerà lui, potrete mettere in mare la [...]
[...] padre Bastianazzo, che aveva un cuore grande come il mare, e buono come la misericordia di Dio. Una sera, dopo che tornarono le barche dal mare [...]
[...] amici, mentre tornavano dalla stazione; in un momento la casa e il cortile si riempirono di gente, come quando era morto Bastianazzo, tempo [...]
[...] davanti alla casa dei Malavoglia, seduta contro il muro, ad aspettare Menico, e voltava il capo di qua e di là per la straduccia, ad ogni passo che [...]
[...] Tudda. – Se n’è andata ad Ognina con suo marito, gli disse la Santuzza. Ha sposato Menico Trinca, il quale era vedovo con sei figliuoli, ma è ricco [...]
[...] come un maiale. Si è maritata che non era compiuto il mese dacchè a Menico Trinca gli era morta la prima moglie, e il letto era ancora caldo, Dio [...]
[...] . Ma era passato del tempo anche per cotesto, e si suol dire «lontan dagli occhi, lontano dal cuore». ’Ntoni ora portava il berretto sull’orecchio [...]
[...] vedeva che era un bel cetriolo, e l’avrebbe barattato volentieri con quel disutilaccio di Rocco Spatu, il quale non valeva niente, e l’aveva preso [...]
[...] divertirono a prendersi a pugni con compare Pizzuto, il quale non aveva paura nemmeno di Dio, sebbene non avesse fatto il soldato, e andò a rotolare per [...]
[...] quelli che stavano a vedere. Quel Rocco è forte come mastro Turi Zuppiddo. Se volesse lavorare se lo buscherebbe il pane! – Io le mie devozioni so [...]
[...] dirmele con questo qui! diceva Pizzuto mostrando il rasoio, per non darsi vinto. Insomma ’Ntoni si divertì tutta la giornata; però la sera, mentre [...]
[...] tanto d’occhi, e Mena gli toccava il berretto e la camicia colle stelle, per vedere com’eran fatti, il nonno gli disse che gli aveva trovato [...]
[...] è tanto vecchio, ci si perde quel che gli si dà!... – È vecchio ma sa il mestiere, rispose Piedipapera; non ce li perdete i danari; e suo nipote [...]
[...] bisogno d’andare a giornata; diceva padron ’Ntoni. La mattina, quando egli andò a svegliare il nipote, ci volevano due ore per l’alba, e ’Ntoni [...]
[...] avrebbe preferito starsene ancora un po’ sotto le coperte; allorchè uscì fuori nel cortile sbadigliando, il tre bastoni era ancora alto verso l’Ognina [...]
[...] , colle gambe in aria, la Puddara luccicava dall’altra parte, e il cielo formicolava di stelle, che parevano le monachine quando corrono sul fondo [...]
[...] tornare a casa! – Sta zitto, chè il nonno è lì a mettere in ordine gli attrezzi, e si è alzato un’ora prima di noi, gli rispose Alessi. Ma Alessi [...]
[...] era un ragazzo che somigliava tutto a suo padre Bastianazzo, buon’anima. Il nonno colla lanterna andava e veniva pel cortile; fuori si udiva passare [...]
[...] allargare il cuore. – Ah! esclamò stirandosi le braccia. È una bella cosa tornare a casa sua. Questa marina qui mi conosce. – Già padron ’Ntoni diceva [...]
[...] sempre che un pesce fuori dell’acqua non sa starci, e chi è nato pesce il mare l’aspetta. Nella paranza lo canzonavano perchè la Sara l’aveva [...]
[...] ed uomini di guerra durano poco» dice il proverbio, per questo la Sara ti ha piantato. – «Allora la donna è fedele ad uno, quando il turco si fa [...]
[...] Napoli ci avevi il vestito di panno, e il berretto collo scritto, e le scarpe ai piedi, disse Barabba. – Che vi son delle belle ragazze come qui, a [...]
[...] rossi nei capelli, il corsetto ricamato, e le spalline d’oro come quelle del comandante. Un bel pezzo di ragazza così, che portava a spasso i bambini [...]
[...] ; stiamo qui a grattarci la pancia, o a fare il mestiere? – È la maretta che ci accula; disse ’Ntoni. – Staglia da quella parte, figlio di porco, gli [...]
[...] pace, disse che era ora di far colazione. In quel momento spuntava il sole, e un sorso di vino si beveva volontieri, pel fresco che s’era messo [...]
[...] . Allora quei ragazzi si misero a lavorare di mascelle, col fiasco fra le gambe, mentre la paranza mareggiava adagio adagio fra il largo cerchio dei [...]
[...] sugheri. – Una pedata per di dietro a chi parla per il primo! disse lo zio Cola. Per non buscarsi la pedata tutti si misero a masticare come buoi [...]
[...] ’Ntoni. – Ahi! borbottava intanto lo zio Cola. Ora che il silenzio era rotto, Barabba chiese a ’Ntoni Malavoglia: – Me lo dai un mozzicone di sigaro [...]
[...] fondo, colla schiena contro il banco e le mani dietro il capo, cantavano delle canzonette, ognuno per suo conto, adagio adagio, per non addormentarsi [...]
[...] , che infatti socchiudevano gli occhi sotto il sole lucente; e Barabba faceva scoppiettare le dita, come i cefali sguizzavano fuori dell’acqua [...]
[...] padre? disse Barabba; laggiù al Capo, dove c’è l’occhio del sole su quelle case bianche, e il mare sembra tutto d’oro. – Il mare è amaro e il [...]
[...] marinaro muore in mare; rispose ’Ntoni. Barabba gli passò il suo fiasco, e dopo si misero a brontolare sottovoce dello zio Cola, il quale era un cane per [...]
[...] che senza di lui la paranza non andrebbe, aggiunse Barabba. Sbirro! – Ora gli dirà che il pesce l’ha preso lui, per l’abilità sua, con tutto il mare [...]
[...] s’affacciavano dall’acqua, e tutto il fondo della paranza sembrava pieno d’argento vivo. – Padron Fortunato ora sarà contento, mormorò Barabba, tutto rosso [...]
[...] altri; e poi quando abbiamo messo assieme un po’ di soldi, viene il diavolo e se li mangia. – Di che ti lagni? gli disse il nonno, non te la dà la [...]
[...] sciatica piegava il vecchio come un uncino, rimaneva nel cortile a rifar le maglie alle reti, o raccomodar nasse, e mettere in ordine degli [...]
[...] spalle, e Alessi andava a raccattar dei gamberi lungo gli scogli, o dei vermiciattoli per l’esca, che si vendevano a dieci soldi il rotolo, e alle volte [...]
[...] , coll’acqua sino ai ginocchi e il sole sulla testa, per fare quarant’onze! I Morti erano venuti, e lo zio Crocifisso non faceva altro che passeggiare [...]
[...] per la straduccia, colle mani dietro la schiena, che pareva il basilisco. – Questa è storia che va a finire coll’usciere! andava dicendo lo zio [...]
[...] Crocifisso con don Silvestro e con don Giammaria il vicario. – D’usciere non ci sarà bisogno, zio Crocifisso, gli rispose padron ’Ntoni quando [...]
[...] , prendendosi per frutti quelle settantacinque lire che Maruzza aveva raccolto soldo a soldo in fondo alla calza nascosta sotto il materasso [...]
[...] prende Campana di legno. Il nonno, colla Maruzza, si consolavano a far castelli in aria per l’estate, quando ci sarebbero state le acciughe da [...]
[...] facevano sul ballatoio, o dopo cena; ma ’Ntoni che veniva da lontano, e il mondo lo conosceva meglio degli altri, si annoiava a sentir quelle [...]
[...] chiacchiere, e preferiva andarsene a girandolare attorno all’osteria, dove c’era tanta gente che non faceva nulla, e anche lo zio Santoro, il quale era [...]
[...] il peggio che ci potesse essere, faceva quel mestiere leggiero di stendere la mano a chi passava, e biascicare avemarie; o se ne andava da [...]
[...] sotto il caldarotto della pece, quando c’era compare ’Ntoni. – Voi siete sempre in faccende, comare Barbara, le diceva ’Ntoni, e siete il braccio [...]
[...] vengo per vedere a che stato è la Provvidenza. – È a buon stato, e il babbo ha detto che per la vigilia di Natale la metterete in mare. Come [...]
[...] s’avvicinava la novena di Natale i Malavoglia non facevano altro che andare e venire dal cortile di mastro Turi Zuppiddo. Intanto il paese intero [...]
[...] all’oscuro, mentre ’Ntoni di padron ’Ntoni correva a fare il gallo di qua e di là, e Barbara Zuppidda gli diceva: – Almeno ci penserete che ho [...]
[...] , col censo che hanno sulla casa, e tutti quegli imbrogli dell’ipoteca che son saltati fuori all’ultimo. Il Natale eccolo qua, ma i Malavoglia [...]
[...] ? Spremete il sasso per cavarne sangue! Aspettatemi sino a giugno, se volete farmi questo favore, o prendetevi la Provvidenza e la casa del nespolo. Io [...]
[...] colle chiacchiere della Provvidenza e della casa del nespolo. Egli ci perdeva l’anima e il corpo, ci aveva rimesso il sonno e l’appetito, e non [...]
[...] poteva nemmeno sfogarsi col dire che quella storia andava a finire coll’usciere, perchè subito padron ’Ntoni mandava don Giammaria o il segretario [...]
[...] il sensale. – Ma quel servizio lì potrebbe farmelo! disse a un tratto fra di sè – e non dormì più quella notte, tanto gli piacque la trovata – e [...]
[...] andò a trovare Piedipapera appena fatto giorno, che ancora si stirava le braccia e sbadigliava sull’uscio. – Voi dovreste fingere che mi comprate il [...]
[...] mio credito, gli disse, così potremo mandare l’usciere dai Malavoglia, e non vi diranno che fate l’usuraio, se volete riavere il vostro denaro, nè [...]
[...] hanno i capelli lunghi ed il giudizio corto. – E se ne andò zoppicando a bere l’erbabianca da compare Pizzuto. – Vogliono dargli il cattivo Natale a [...]
[...] vi pigliano la casa. Infatti la vigilia di Natale venne apposta l’usciere in carrozza pei Malavoglia, talchè tutto il paese si mise in subbuglio; e [...]
[...] come i pulcini nella stoppa, ed ora mandano l’usciere per tirarci il collo. – Cosa faremo? diceva la Longa. Padron ’Ntoni non lo sapeva, ma infine si [...]
[...] mastro Turi l’aveva rattoppata allora allora, e al poveraccio gli tremava la voce come quando gli era morto il figlio Bastianazzo. – Io non so niente [...]
[...] , gli rispose Campana di legno. Io non c’entro più. Ho venduto il mio credito a Piedipapera e dovete sbrigarvela con lui. Piedipapera appena li vide [...]
[...] venire in processione cominciò a grattarsi il capo. – Cosa volete che ci faccia? rispose lui; io sono un povero diavolo e ho bisogno di quei danari, e [...]
[...] della Provvidenza non so che farne, perchè non è il mio mestiere; ma se la vuole lo zio Crocifisso vi aiuterò a venderla. Or ora torno. Quei [...]
[...] s’aspettava Piedipapera, il quale comparve finalmente adagio adagio – ma quando voleva sapeva arrancare speditamente colla sua gamba storpia [...]
[...] , avevano inteso dire, si sarebbe mangiato il canterano, la casa e tutti loro. – Qui ci vuole un consiglio di don Silvestro il segretario, suggerì Maruzza [...]
[...] avvocato, il dottor Scipioni, il quale stava di casa in via degli Ammalati, di faccia allo stallatico dello zio Crispino, ed era giovane, ma quanto a [...]
[...] venticinque lire. L’avvocato Scipione stava facendo delle spagnolette, e li fece andare e venire due o tre volte prima di dar loro pratica; il [...]
[...] , così il creditore si stancherà più presto di rimetterci le spese. Non potranno prendervi nulla, perchè la casa è dotale, e per la barca faremo [...]
[...] il reclamo in nome di mastro Turi Zuppiddo. Vostra nuora non c’entra nella compera dei lupini. L’avvocato seguitò a parlare senza sputare, senza [...]
[...] grattarsi il capo, per più di venticinque lire, talmente che padron ’Ntoni e i suoi nipoti si sentivano venire l’acquolina in bocca di parlare anche [...]
[...] ? Il nonno guardò il nipote, e ’Ntoni guardò il nonno. – Nulla, rispose alfine padron ’Ntoni. Ha detto di non far nulla. – Non gli pagheremo [...]
[...] ha detto di non pagare? ’Ntoni si grattò il capo, e il nonno soggiunse: – È vero, i lupini ce li ha dati, e bisogna pagarli. Non c’era che dire [...]
[...] . Adesso che l’avvocato non era più là, bisognava pagarli. Padron ’Ntoni scrollando il capo borbottava: – Questo poi no! questo non l’hanno mai fatto [...]
[...] i Malavoglia. Lo zio Crocifisso si piglierà la casa, e la barca, e tutto, ma questo poi no! Il povero vecchio era confuso; ma la nuora piangeva in [...]
[...] bimba, andarono di nuovo in processione dal segretario comunale, per chiedergli come dovevano fare per pagare il debito, senza che lo zio Crocifisso [...]
[...] mandasse dell’altre carte bollate, che si mangiavano la casa, la barca e tutti loro. Don Silvestro, il quale sapeva di legge, stava passando il [...]
[...] , e rinunziare all’ipoteca della dote, quantunque i lupini non li abbiate presi voi. – I lupini li abbiamo presi tutti! mormorava la Longa, e il [...]
[...] don Silvestro intanto rideva sotto il naso. Poi mandò a chiamare lo zio Crocifisso, il quale venne ruminando una castagna secca, giacchè aveva finito [...]
[...] non era affar suo. – Io sono come il muro basso, che ognuno ci si appoggia e fa il comodo suo, perchè non so parlare come un avvocato, e non so dire [...]
[...] Silvestro sudò una camicia per fargli entrare in testa che infine i Malavoglia non potevano dirsi truffatori, se volevano pagare il debito, e la [...]
[...] . – Don Silvestro conosce il mio debole; io non so dir di no. Stasera parlerò con Piedipapera, e gli dirò di aspettare sino a Pasqua; purchè comare [...]
[...] , va bene, rispose don Silvestro; lo so che per gli amici avete il cuore grande quanto il mare. Piedipapera davanti alla gente non voleva sentir [...]
[...] , lui e sua moglie Grazia, dopo che l’avevano persuaso a comprare il debito dei Malavoglia, e quelle erano cinquecento lire l’una meglio dell’altra [...]
[...] casa. La gnà Maruzza ci metterà la mano anche lei. Non lo sapete che al giorno d’oggi per avere il fatto suo bisogna fare come si può? – Allora [...]
[...] Piedipapera s’infilò il giubbone di furia, e se ne andò via bestemmiando, che facessero pure come volevano, lo zio Crocifisso e sua moglie, giacchè [...]
[...] lui non contava per nulla in casa. VII Quello fu un brutto Natale pei Malavoglia; giusto in quel tempo anche Luca prese il suo numero alla [...]
[...] leva, un numero basso da povero diavolo, e se ne andò a fare il soldato senza tanti piagnistei, che oramai ci avevano fatto il callo. Stavolta [...]
[...] ’Ntoni accompagnando il fratello col berretto sull’orecchio, talchè pareva fosse lui che partisse, gli diceva che non era nulla, e anche lui aveva fatto [...]
[...] il soldato. Quel giorno pioveva, e la strada era tutta una pozzanghera. – Non voglio che mi accompagniate – ripeteva Luca alla mamma; – già la [...]
[...] stazione è lontana. – E stava sull’uscio a veder piovere sul nespolo, col suo fardelletto sotto il braccio. Poi baciò la mano al nonno e alla mamma, e [...]
[...] abbracciò Mena e i fratelli. Così la Longa se lo vide partire sotto l’ombrello, accompagnato da tutto il parentado, saltando sui ciottoli della [...]
[...] stradicciuola ch’era tutta una pozzanghera, e il ragazzo siccome era giudizioso quanto il nonno, si rimboccò i calzoni sul ballatoio, sebbene non [...]
[...] li avrebbe messi più, ora che lo vestivano da soldato. – Questo qui non scriverà per danari, quando sarà laggiù, pensava il vecchio; e se Dio gli [...]
[...] accompagnato alla stazione. – Mamma! disse Luca tornando indietro, perchè gli piangeva il cuore di lasciarla così zitta zitta sul ballatoio, come [...]
[...] dimenticò finchè le chiusero gli occhi; e sino a quel giorno si portò fitta nel cuore quell’altra spina che il suo ragazzo non assisteva alla festa che [...]
[...] si fece quando misero di nuovo in mare la Provvidenza, mentre c’era tutto il paese, e Barbara Zuppidda s’era affacciata colla scopa per spazzar [...]
[...] ! disse ’Ntoni. – Sentite, andateci il lunedì alla sciara, quando mia madre va alla fiera. – Al lunedì il nonno non mi lascerà pigliar fiato, ora [...]
[...] tutti gli amici, e la Provvidenza, mentre camminava verso la marina, barcollava sui sassi come avesse il mal di mare, in mezzo alla folla. – Date qua [...]
[...] sembrava tutt’altra cosa, lucente della pece nuova, e con quella bella fascia rossa lungo il bordo, e sulla poppa il San Francesco colla barba che [...]
[...] per la paura, ora che era venuto l’usciere. – Viva San Francesco! gridava ognuno come vedeva passare la Provvidenza, e il figlio della Locca [...]
[...] bella giornata per voi altri; le diceva Alfio Mosca dalla sua finestra dirimpetto; dev’essere come quando potrò comprare il mio mulo. – E l’asino [...]
[...] poi: – Ora che ci avete in mare la Provvidenza, vi mariteranno con Brasi Cipolla. – Il nonno non mi ha detto nulla. – Ve lo dirà dopo. – Ancora c’è [...]
[...] far qui. Padron Cipolla invece, malgrado che i Malavoglia si fossero messi di nuovo a cavallo, continuava a scrollare il capo, e andava [...]
[...] ricchezza mobile, a padron ’Ntoni. – Fin l’acqua che si beve ci faranno pagare. Ora dice che metteranno il dazio sulla pece. Per questo padron ’Ntoni [...]
[...] lo zio Crocifisso, che ha venduto a Piedipapera il credito dei lupini. – Ora, se la ruota non gira pei Malavoglia, la casa del nespolo se la piglia [...]
[...] sguazzava dentro, si godeva il fresco, dondolandosi mollemente nell’acqua verde, che le colpettava attorno ai fianchi, e il sole le ballava sulla vernice [...]
[...] vogliono vederci bene anche al sole, che era un bel sole d’inverno, e i campi erano verdi, il mare lucente, e il cielo turchino che non finiva mai [...]
[...] . Così tornano il bel sole e le dolci mattine d’inverno anche per gli occhi che hanno pianto, e li hanno visti del color della pece, e ogni cosa si [...]
[...] , e c’era il suo paracqua d’incerata in un cantuccio e le sue scarpe quasi nuove sotto il letto. Mena, mentre imbozzimava l’ordito, aveva il cuore [...]
[...] nero anch’essa, pensando a compare Alfio, il quale se ne andava alla Bicocca, e avrebbe venduto il suo asino, povera bestia! chè i giovani hanno [...]
[...] tramontare il sole tante volte. – Ora che hanno rimesso in mare la Provvidenza, disse infine Maruzza, vedendo la figliuola pensierosa, tuo nonno ha ripreso [...]
[...] ricco e non ha nulla da fare, e se ne sta in piazza tutto il giorno; rispose Mena. – Sì, e suo figlio Brasi ne ha della grazia di Dio. Ora che [...]
[...] aiutano a levarci il debito dei lupini, si potrà cominciare a pensare alle altre cose. Tuo nonno non ci dorme, sta tranquilla, e quanto a questo non [...]
[...] ve lo farà sentire che avete perso il padre, chè è come un altro padre, lui. Poco dopo arrivò padron ’Ntoni carico di reti, che pareva una montagna [...]
[...] Provvidenza. – Perchè non vi siete fatto aiutare da ’Ntoni? gli rispose Maruzza tirando per un capo, mentre il vecchio girava in mezzo al cortile come un [...]
[...] come un amo, e il nonno gli disse: – Guarda che qui fuori c’è quella povera Locca; suo figlio è in piazza senza far nulla, e non hanno da mangiare [...]
[...] . – Maruzza mandò Alessi dalla Locca, con quattro fave, e il vecchio, asciugandosi il sudore colla manica della camicia, soggiunse: – Ora che ci [...]
[...] abbiamo la nostra barca, se arriviamo all’estate, coll’aiuto di Dio, lo pagheremo il debito. – Ei non sapeva dir altro, e guardava le sue reti, seduto [...]
[...] sotto il nespolo, come se le vedesse piene. – Adesso bisogna far la provvista del sale, prima che ci mettano il dazio, se è vero – andava dicendo [...]
[...] , perchè non me lo dice il cuore, dopo l’affare dei lupini; ma trenta lire ce le darebbe per la prima volta che andiamo in mare colla Provvidenza [...]
[...] ! – Poveretta! esclamò il vecchio sorridendo, al vedere la gallina nera che passeggiava pel cortile colla coda in aria e la cresta sull’orecchio, come se [...]
[...] , aggiunse, e lunedì, se compare Alfio va a Catania, potete mandare a venderli al mercato. – Sì, anche queste aiutano a levare il debito! disse padron [...]
[...] soldi l’uno. Il nonno la guardò in faccia e le disse: – Tu sei una vera Malavoglia, la mia ragazza! Le galline starnazzavano nel terriccio del [...]
[...] cortile, al sole, e la chioccia, tutta ingrullita, colla sua penna nel naso, scuoteva il becco in un cantuccio; sotto le frasche verdi dell’orto, lungo [...]
[...] il muro, c’era appeso su dei piuoli dell’altro ordito ad imbiancare, coi sassi al piede. – Tutta questa roba fa denari, ripeteva padron ’Ntoni; e [...]
[...] buttato il colera anche per i pesci! Compare Mangiacarrubbe diceva di sì col capo, e lo zio Cola tornava a parlare del dazio del sale che volevano [...]
[...] . – E ne hanno inventata un’altra! aggiunse mastro Turi il calafato, di mettere anche il dazio sulla pece. Quelli a cui non gliene importava della [...]
[...] metterci la camicia della moglie per stoppa. Allora si levarono le grida e le bestemmie. In questo momento si udì il fischio della macchina, e i [...]
[...] carrozzoni della ferrovia sbucarono tutt’a un tratto sul pendio del colle, dal buco che ci avevano fatto, fumando e strepitando come avessero il [...]
[...] ! Nel villaggio successe un casa del diavolo quando volevano mettere il dazio sulla pece. La Zuppidda, colla schiuma alla bocca, salì sul [...]
[...] ballatoio, e si mise a predicare che era un’altra bricconata di don Silvestro, il quale voleva rovinare il paese, perchè non l’avevano voluto per marito [...]
[...] mangiare il fatto mio da questo e da quello! Che razza di cristiani, eh? Perchè non l’aumentano sul vino il loro dazio? o sulla carne, che nessuno ne [...]
[...] Zuppiddu si dimenava sul ballatoio colla malabestia ed il patarasso in pugno, che voleva far sangue, e non l’avrebbero trattenuto nemmen colle [...]
[...] diceva che il popolo levava la testa; e come vedeva passare don Michele, colla pistola appesa sulla pancia, gli rideva sul naso. Anche gli uomini [...]
[...] piazza colle mani sotto le ascelle, e la bocca aperta, ad ascoltare il farmacista il quale predicava sottovoce, perchè non udisse sua moglie [...]
[...] il popolo aveva ad essere re. Invece certuni torcevano il muso e gli voltavano le spalle, dicendo: – Il re vuol essere lui. Lo speziale è di quelli [...]
[...] il dazio sul vino. – Santo diavolone! stavolta andava a finir male, per la madonna! Il vino buono faceva vociare, e il vociare metteva sete [...]
[...] , intanto che non avevano ancora aumentato il dazio sul vino; e quelli che avevano bevuto levavano i pugni in aria, colle maniche della camicia [...]
[...] rimboccate, e se la prendevano persin colle mosche che volavano. – Questa è come una festa per la Santuzza! dicevano. Il figlio della Locca, il quale non [...]
[...] radere, e portava il rasoio in tasca, e vomitava improperi da lontano, e sputava addosso a coloro che se ne andavano pei fatti loro, coi remi in [...]
[...] collo, stringendosi nelle spalle. – Quelli sono carogne, che non gli importa un corno della patria! sbraitava don Franco, tirando il fumo dalla [...]
[...] pipa come se volesse mangiarsela. Gente che non muoverebbe un dito pel suo paese. – Tu lasciali dire! diceva padron ’Ntoni a suo nipote, il quale [...]
[...] voleva rompere il remo sulla testa a chi gli dava della carogna; colle loro chiacchiere non ci danno pane, nè ci levano un soldo di debito dalle [...]
[...] spalle. Lo zio Crocifisso, il quale era di quelli che badano ai fatti propri, e quando gli cavavano sangue colle tasse si masticava la sua bile dentro [...]
[...] recitare paternostri e avemarie per digerire la collera contro quelli che strillavano, ed era gente che voleva mettere a sacco e a fuoco il paese, e [...]
[...] comprato il credito dei lupini, perchè Piedipapera non le aveva mai possedute cinquecento lire, e i Malavoglia avevano sempre sul collo i piedi di suo [...]
[...] zio Crocifisso, il quale poteva schiacciarli come formiche, tanto era ricco, ed ella aveva avuto torto a dirgli di no, pei begli occhi di uno il [...]
[...] Filippo l’ortolano, stava tappato in casa, con tanto di catenaccio, e non metteva fuori nemmeno il naso; per questo Brasi Cipolla si era buscato un [...]
[...] sott’acqua durante la maretta, e non si facevano vedere, anche quelli che erano teste di pesce, e lasciavano il sindaco col naso in aria a cercare la [...]
[...] don Silvestro. – Io non mi lascio menar per il naso da nessuno! saltava su Baco da seta. Il sindaco lo faccio io, e non don Silvestro. Don [...]
[...] Silvestro diceva invece che il sindaco lo faceva sua figlia Betta, e mastro Croce Callà portava i calzoni per isbaglio. Così, fra tutt’e due, il povero [...]
[...] Baco da seta stava fra l’incudine e il martello. Adesso poi che era venuta la burrasca, e tutti lo lasciavano a strigliare quella mala bestia della [...]
[...] vogliono il dazio della pece, don Silvestro ci penserà lui a trovare qualche altra cosa. Don Silvestro, invece era più fermo; continuava ad andare [...]
[...] Vanni Pizzuto bestemmiava forte toccando il rasoio dentro la tasca dei calzoni. Don Silvestro senza badarci, andava a far quattro chiacchiere collo [...]
[...] zio Santoro, e gli metteva due centesimi nella mano. – Sia lodato Dio! esclamava il cieco, questo è don Silvestro il segretario, chè nessun [...]
[...] a dire che vogliono ammazzarli tutti, il sindaco e il segretario; l’hanno detto Vanni Pizzuto, Rocco Spatu, e compare Cinghialenta. Vanni Pizzuto [...]
[...] l’abbiamo ciascuno la sua, e ognuno deve badare ai suoi interessi, e non fare giudizi temerari contro il prossimo. Compare Cinghialenta e Spatu spendono [...]
[...] speziale, il quale gli piantava la barba in faccia, e gli diceva che era tempo di finirla, e buttar tutto a gambe in aria, e far casa nuova [...]
[...] . – Volete scommettere che questa volta va a finir male? ribatteva don Silvestro, mettendo due dita nel taschino del farsetto per cavar fuori il dodici [...]
[...] gonnella dalla figlia, e il sindaco lo fa lei; – a massaro Filippo poi non gliene importa un cavolo, e padron Cipolla, aveva la superbia di non [...]
[...] voler fare il sindaco neanche se l’accoppavano. – Tutti una manica di borbonici della consorteria; dei minchioni che oggi dicono bianco e domani [...]
[...] nero, e l’ultimo che parla ha ragione lui. La gente fa bene a strillare con questo governo che ci succhia il sangue peggio di una mignatta; ma i [...]
[...] pensare anche a rinnovare il Consiglio; padron ’Ntoni non ce lo volevano, perchè egli aveva la testa stramba, ed era stato causa della morte di [...]
[...] quelli che si stringevano nelle spalle e se ne andavano coi remi in collo; e al nipote, il quale avrebbe voluto correre in piazza anche lui, a [...]
[...] arrivare coll’asino tutto ansante e colle orecchie basse. – Sì che me ne importa, ma bisogna camminare per pagarla, la tassa; se no si pigliano il [...]
[...] pelo con tutto l’asino, e il carro pure. – Dice che vogliono ammazzarli tutti, Gesummaria! Il nonno ha raccomandato di tener la porta chiusa, e non [...]
[...] ? non lo sapete che è il sindaco, e vi ammazzeranno anche voi? – Egli dice che non gliene importa a lui; che fa il muratore, e deve allestire [...]
[...] quel muro della vigna per conto di massaro Filippo, e se non vogliono il dazio della pece, don Silvestro ci penserà lui a qualche altra cosa. – Ve [...]
[...] mare. – La colpa è di don Silvestro, seguitava poscia a sbraitare di qua e di là, per tutto il paese, e di quell’imbroglione di Piedipapera, il quale [...]
[...] non ha barche, e vive alle spalle del prossimo, e tiene il sacco a questo e a quello. – Volete saperne una? Non è vero niente che ha comprato il [...]
[...] sapeva il fatto suo, e come Betta l’accoglieva colla bocca spalancata peggio di un cane arrabbiato, e mastro Croce Callà s’era lasciato scappare il [...]
[...] consigli erano quelli di Giuda, che aveva venduto Cristo per trenta denari, e così egli voleva riescire a buttar giù il sindaco pei suoi fini, e [...]
[...] fare il gallo in paese. Sicchè la domenica in cui doveva radunarsi il Consiglio, don Silvestro, dopo la santa messa, andò a ficcarsi nello stanzone [...]
[...] del municipio, dove c’era prima il posto della Guardia Nazionale, e si mise tranquillamente a temperare le penne, davanti alla tavola d’abete, per [...]
[...] ingannare il tempo, mentre la Zuppidda e le altre comari vociferavano nella strada, filando al sole, e volevano strappare gli occhi a tutti loro [...]
[...] . Baco da seta, come corsero a chiamarlo dal muro della vigna di massaro Filippo, s’infilò il giubbone nuovo, si lavò le mani, si spolverò dalla calce [...]
[...] . – Non ci vado se non viene don Silvestro! ripeteva con gli occhi fuori della testa; – don Silvestro lo sa trovare, un ripiego. – Il ripiego ve lo trovo [...]
[...] io – rispondeva Betta. Non lo vogliono il dazio sulla pece? E voi lasciatelo stare. – Brava! e i denari di dove si prendono? – Di dove si [...]
[...] dovete far contenti quelli che sono in maggior numero. – Ecco come discorrono le donne! Quasi fossero quelli che mi tengono su! Tu non sai nulla. Il [...]
[...] ? – Allora lasciate stare i consiglieri e mandate via il segretario, quell’imbroglione di don Silvestro. – Brava, e chi lo fa il segretario? chi lo [...]
[...] ogni sorta d’improperi alle spalle di don Silvestro, ch’era il padrone del paese, e se li teneva tutti in tasca. – Brava, soggiunse Baco da seta [...]
[...] mani dietro la schiena, e zufolando un’arietta. – Eh, non vi perdete d’animo, mastro Croce, che non casca il mondo per questa volta! – Mastro [...]
[...] Peppi Naso il macellaio, tutto unto e colla faccia rossa, che non aveva paura di nessuno al mondo, e compare Tino Piedipapera. – Quello lì non ha [...]
[...] nulla da perdere! vociava dall’uscio la Zuppidda, e ci viene per succhiare il sangue alla povera gente, peggio di una sanguisuga, perchè vive alle [...]
[...] spalle del prossimo, e tiene il sacco a questo e a quello per far le birbonate! Razza di ladri e di assassini! Piedipapera, sebbene volesse far [...]
[...] comunale, il quale era incaricato del buon ordine, e per questo ci aveva il berretto col rosso quando non faceva il sagrestano: – Fatemi tacere quella [...]
[...] linguaccia là. – Eh, a voi vi piacerebbe che nessuno parlasse, eh! compare Tino? – Come se tutti non lo sapessero il mestiere che fate, che poi [...]
[...] vostra moglie fa il comodino alla Vespa, la quale viene tutti i giorni a mettersi sulla vostra porta per cercare Alfio Mosca, e voi altri tenete il [...]
[...] si dibatteva contro don Silvestro il quale la spingeva fuori tirandola pei capelli, e poi se la menò in disparte dietro il rastrello della chiusa [...]
[...] . – Infine che volete? le disse come furono soli, a voi che ve ne importa se mettono il dazio sulla pece? forse che lo pagate voi o vostro marito [...]
[...] , il quale stava rincantucciato nel cortile a cardar stoppa, pallido come un morto, e non voleva escire per tutto l’oro del mondo, gridando che [...]
[...] gli facevano fare qualche sproposito, santo Dio! Per aprire il sinedrio, e vedere che pesci si pigliavano, ci mancava ancora padron Fortunato [...]
[...] filare lungo il muricciuolo della chiusa. Infine mandarono a dire che non venivano perchè avevano da fare; e il dazio, se volevano, avrebbero potuto [...]
[...] metterlo senza di loro. – Il discorso di mia figlia Betta tale e quale! brontolava mastro Croce Giufà. – Allora fatevi aiutare da vostra figlia Betta [...]
[...] ! esclamò don Silvestro. Baco da seta non fiatò più e continuò a masticarsi fra i denti il suo brontolìo. – Ora, disse don Silvestro, vedrete che [...]
[...] i Zuppiddi verranno loro stessi a dire che mi danno la Barbara, ma voglio farmi pregare, io. La seduta fu sciolta senza concludere nulla. Il [...]
[...] piede del diavolo, e cominciò a dirgli il fatto suo, che era una carogna, e si guardasse bene dal dir male dei Zuppiddi e di quel che facevano [...]
[...] ; sicchè si azzuffarono perbene, e Piedipapera, il quale ne sapeva più del diavolo, si lasciò cadere a terra tutto in un fascio con ’Ntoni [...]
[...] . Morde peggio di un cane corso, compare Tino! ’Ntoni aveva ancora il sangue agli occhi, e voleva fare un precipizio. – Sentite, comare Venera [...]
[...] , disse allora davanti a tutto il mondo, per me se non mi piglio vostra figlia non mi marito più. – E la ragazza sentiva dalla camera. – Questi non son [...]
[...] ! disse allora ’Ntoni. – Te la pigli? esclamò il nonno. – Ed io chi sono? e tua madre non conta per nulla? Quando tuo padre prese moglie, ed è quella [...]
[...] che vedi là, me lo fece dire a me prima. – Allora viveva tua nonna, e venne a parlarmene nell’orto, sotto il fico. Ora non si usano più queste cose [...]
[...] ? – Maledetta la mia sorte! cominciò a gridare ’Ntoni strappandosi i capelli e pestando i piedi. Tutto il giorno a lavorare! all’osteria non ci [...]
[...] ? – Senti! gli disse il nonno rizzandosi su a stento pei dolori che gli mangiavano la schiena. – Va a dormire che è meglio. Questi discorsi non [...]
[...] dovresti farceli mai davanti a tua madre! – Mio fratello Luca sta meglio di me a fare il soldato! brontolò ’Ntoni nell’andarsene. VIII Luca [...]
[...] , poveretto, non ci stava nè meglio nè peggio; faceva il suo dovere laggiù, come l’aveva fatto a casa sua, e si contentava. Non scriveva spesso, è [...]
[...] vero – i francobolli costavano venti centesimi – nè aveva ancora mandato il ritratto, perchè da ragazzo lo canzonavano che aveva le orecchie d’asino; e [...]
[...] invece di tanto in tanto metteva nella lettera qualche biglietto da cinque lire, che trovava modo di buscarsi servendo gli ufficiali. Il nonno [...]
[...] pagare il debito, aveva fatto il conto che colla salatura delle acciughe si sarebbe pagato Piedipapera, e la casa restava libera per la dote della [...]
[...] il bue per le corna», tornava a ripetere. Mena aveva spesso il cuore nero mentre tesseva, perchè le ragazze hanno il naso fine, ed ora che il nonno [...]
[...] compare Alfio insieme al carro dell’asino, colle mani sotto il grembiale, perchè faceva freddo e tutte le porte erano chiuse, e per la stradicciuola [...]
[...] bambini, e il rumore delle scodelle, dove stavano cenando, sicchè nessuno poteva udire. – Ora dei denari che ci vogliono per Piedipapera ne [...]
[...] abbiamo la metà, e alla salatura delle acciughe pagheremo anche il resto. Alfio a quel discorso lasciò l’asino in mezzo al cortile, e venne sulla strada [...]
[...] , aggiunse Mosca, quando uno è ricco come il figlio di padron Cipolla, che può prendersi la moglie che vuole, e può stare dove gli piace! – Buona [...]
[...] un momento per grattarsi il capo! Vergogna! – e brontolava ancora per la strada, mentre Piedipapera chiudeva l’uscio, tirandole dietro tanto di [...]
[...] il candeliere. Come se non si vedesse che sta qui per compare Alfio, e poi la Zuppidda va spargendo che noi ci troviamo il nostro conto a fare [...]
[...] padron ’Ntoni, mentre il vecchio e tutti fanno il diavolo, e non ne vogliono sapere. Chiudi la finestra. Oggi sono stato mezz’ora a godermi la [...]
[...] commedia che facevano ’Ntoni con la Barbara, che mi dolgono ancora le reni dallo stare chinato dietro il muro, per sentire quello che dicevano. ’Ntoni [...]
[...] era scappato dalla Provvidenza, col pretesto di andare a pigliare la fiocina grande pei cefali; e le diceva: – Se il nonno non vuole, come faremo [...]
[...] voglio far ridere tutto il paese. Don Silvestro come gliela raccontai, disse che scommetteva di fare cascare la Barbara coi suoi piedi, come una [...]
[...] pera matura. Non ci mettere il saliscendi all’uscio, perchè aspetto Rocco Spatu che deve venire a parlarmi. Don Silvestro, per far cascare comare [...]
[...] Barbara coi suoi piedi ne aveva almanaccata una, che il frate il quale dà i numeri del lotto, non l’avrebbe trovata. – Voglio levarmi davanti, aveva [...]
[...] andava a far la barba a mastro Turi che aveva la sciatica, ed anche don Michele, il quale si annoiava a passeggiare colla pistola appesa alla [...]
[...] pancia, senza far nulla, quando non era dietro il banco della Santuzza, e faceva l’occhietto alle belle ragazze, per ingannare il tempo. La Barbara da [...]
[...] il fegato, e per dispetto seguitava a passare e ripassare per la via, attorcigliandosi i baffi, e col berretto sugli occhi. La domenica poi si [...]
[...] metteva il cappello colla piuma, e andava a scaricarle un’occhiataccia dalla bottega di Vanni Pizzuto, mentre la ragazza andava a messa colla mamma [...]
[...] Michele? Anche voi le avete fatto il cascamorto. Ma quella è una ragazza che fa mangiare agro di limone. Don Michele non diceva nulla, si spazzolava [...]
[...] , si arricciava i baffi, e si metteva il cappello davanti allo specchio. – Ci vuol altro che cappelli colla penna per quella lì! sogghignava Pizzuto [...]
[...] ragazzaccio di Malavoglia. Don Silvestro ebbe la premura di andare a raccontare ogni cosa a ’Ntoni, e che don Michele il brigadiere, era un uomo il quale [...]
[...] non si lasciava posare le mosche sul naso; e doveva avercela con lui. – Io gli rido sul mostaccio, a don Michele il brigadiere! rispose ’Ntoni [...]
[...] lo guardava bene in faccia, ammiccando gli occhi, come deve fare un giovanotto di fegato che è stato soldato, e non si lascia portar via il suo [...]
[...] come il pane, se non fosse stato pel cappello colla penna. – Si mangiano! diceva Vanni Pizzuto a tutti coloro che andavano a farsi radere la barba [...]
[...] ’Ntoni Malavoglia un giorno o l’altro si mangiano come il pane! È quel benedetto cappello colla penna che gli lega le mani a don Michele. Egli [...]
[...] pagherebbe qualche cosa a Piedipapera se glielo levasse davanti, quel cetriolo di ’Ntoni. – Tanto che il figlio della Locca, il quale era sempre a [...]
[...] gironzare tutto il giorno, colle braccia penzoloni, allorchè li incontrava si metteva loro alle calcagna, per vedere come finiva. Piedipapera, quando [...]
[...] un gallo d’India, chè così lo tenevano da conto nel paese. Vanni Pizzuto tornava a dirgli: – Il brigadiere pagherebbe qualunque cosa per avere in [...]
[...] notte. – Non sarebbe poi una cosa sbagliata! ruminava fra di sè; tutto sta a prendere Piedipapera per il collo, e in un giorno buono. Il giorno [...]
[...] gli mancava il fiato quella sera, e non aggiunse altro. Nella notte si udirono delle fucilate verso il Rotolo, e lungo tutta la spiaggia, che [...]
[...] che portano lo zucchero e il caffè, e i fazzoletti di seta di contrabbando. Don Michele ier sera andava per le strade coi calzoni dentro gli [...]
[...] stivali e la pistola sulla pancia! Piedipapera stava nella bottega di Pizzuto a bere il bicchierino, prima dell’alba, che c’era ancora il [...]
[...] quello cos’era stato quel diavolìo, e se si erano visti Rocco Spatu e Cinghialenta, e si sberrettava con don Michele, il quale aveva gli occhi [...]
[...] gonfii e gli stivali polverosi, e voleva pagargli per forza il bicchierino. Ma don Michele era già stato all’osteria, dove la Santuzza gli diceva [...]
[...] fossa anche degli altri? – E il mio dovere dove lo lasciate? Se li coglievo colla pasta in mano stanotte c’era un bel guadagno per noi, sangue di un [...]
[...] cane! – Se vogliono farvi credere che egli era massaro Filippo, che tentava di far entrare il suo vino di contrabbando, non ci credete, per [...]
[...] quest’abito benedetto di Maria che ci ho sul petto, indegnamente! Tutte bugie di gente senza coscienza, che si danna l’anima a volere il male del [...]
[...] . – Giacchè vi dice di prenderlo, prendetelo, aggiungeva Vanni Pizzuto. Se compare Tino paga lui vuol dire che ne ha da spendere. Denari ne ha, il [...]
[...] furbaccio! tanto che ha comprato il debito dei Malavoglia; ed ora lo pagano a bastonate. Don Michele si lasciò tirare a ridere un po’. – Sangue di Giuda [...]
[...] ! esclamò Piedipapera battendo il pugno sul banco, e fingeva di mettersi in collera davvero. A Roma non voglio mandarlo, quel ragazzaccio di [...]
[...] il paese. Potete star tranquillo, don Michele! E se ne partì zoppicando e bestemmiando come se non ci vedesse più dagli occhi, mentre andava [...]
[...] po’ di lievito, per caso. – Ho incontrato or ora compare Mosca; disse allora lui per far quattro chiacchiere. – Era senza il carro, e scommetto [...]
[...] penso per ora a maritarmi; ma certo che da me si troverebbe quel che ci vuole. A buon conto il mio pezzo di chiusa ce l’ho, e nessuno ci tiene le [...]
[...] fare! lasciate fare! che non è sempre bel tempo, e il vento se le porta all’aria le frasche. Oggi ho da parlare con vostro zio Campana di legno [...]
[...] subbuglio il paese che un galantuomo non era più sicuro di starsene in casa sua colla sua roba, e quando erano venuti a domandargli se voleva [...]
[...] fare il sindaco, egli aveva risposto – Bravo! e i miei affari chi me li fa? Io bado ai fatti miei. – Intanto padron ’Ntoni pensava a maritare la [...]
[...] nipote, che l’avevano visto andare attorno con compare Cipolla – l’aveva visto lo zio Santoro – e aveva visto anche Piedipapera che faceva il mezzano [...]
[...] alla Vespa, e serviva di comodino a quello spiantato di Alfio Mosca, il quale voleva arraffarsi la sua chiusa. – Ve lo dico io che ve l’arraffa [...]
[...] ! gli gridava Piedipapera nell’orecchio per persuaderlo. – Avete un bel strillare e fare il diavolo per la casa. Vostra nipote è cotta come una pera [...]
[...] mettersi il cuore in pace. – Che se la pigli anche il diavolo! esclamò alfine lo zio Crocifisso stordito dalle chiacchiere di compare Tino. – A me [...]
[...] mio come il sangue di Gesù Cristo che c’è nel calice della messa, e par roba rubata, che tutti fanno a chi piglia piglia, compare Alfio, la Vespa [...]
[...] e i Malavoglia. Ora incomincio la lite e mi piglio la casa. – Voi siete il padrone. Se dite di far la lite la faccio subito. – Ancora no [...]
[...] . Aspettiamo a Pasqua; «l’uomo per la parola e il bue per le corna»; ma voglio esser pagato sino all’ultimo centesimo, e non darò più retta a nessuno per [...]
[...] ragazze avevano seminato il basilico alla finestra, e ci si venivano a posare le farfalle bianche; fin le povere ginestre della sciara avevano il loro [...]
[...] nespolo sembrava avesse un’aria di festa; il cortile era spazzato, gli arnesi in bell’ordine lungo il muricciuolo e appesi ai piuoli, l’orto tutto [...]
[...] un’altra volta il brusìo della gente che chiacchierava nella stradicciuola. – Comare Mena la fanno sposa, si diceva. Sua madre ha tutta la roba [...]
[...] del corredo per le mani. Era passato del tempo, e il tempo si porta via le cose brutte come le cose buone. Adesso comare Maruzza era tutta in [...]
[...] padron Fortunato suo padre, e tutto il parentado. – Qui ci è compare Cipolla che è venuto a farvi una visita; disse padron ’Ntoni, facendoli entrare [...]
[...] , come se nessuno ne sapesse niente, mentre nella cucina c’era preparato il vino e i ceci abbrustoliti, e i ragazzi e le donne avevano i vestiti [...]
[...] d’addosso, come il basilisco, e stava appollaiato sulla scranna colle mani fra le gambe, che se le fregava di tanto in tanto di nascosto dalla contentezza [...]
[...] . – È venuto con suo figlio Brasi, il quale adesso si è fatto grande – seguitava padron ’Ntoni. – Sicuro, i ragazzi crescono, e ci spingono per le [...]
[...] monelli diedero il sacco al tondo, che invano la Nunziata colla bambina in collo cercava di trattenerli, parlando basso come se fosse in chiesa. I [...]
[...] vecchi in questo tempo si erano messi a discorrere fra di loro, sotto il nespolo, colle comari che facevano cerchio e cantavano le lodi della [...]
[...] vostra nipote è cresciuta, osservò padron Fortunato – e sarebbe tempo di maritarla. – Se il Signore le manda un buon partito noi non vogliamo altro [...]
[...] l’uso, ma non alzava gli occhi dal grembiule, e Brasi si lamentava con suo padre, quando se ne andarono, che ella non gli avesse offerto il piatto [...]
[...] fosse un mulo davanti a un sacco d’orzo! Guarda che ti sei lasciato cascare il vino sui calzoni, Giufà! e mi hai rovinato un vestito nuovo! Padron [...]
[...] desiderare, ed ora aggiusteremo tutte le altre nostre cosuccie, e potrete dire «Lasciò detto il povero nonno, il riso con i guai vanno a vicenda [...]
[...] tutta la sua roba. Mena si fece bianca e smise di tessere. Nella casa di compar Alfio c’era il lume, e ogni cosa sottosopra. Egli venne a picchiare [...]
[...] salutarvi tutti, comare Maruzza, padron ’Ntoni, i ragazzi, e anche voi, comare Mena. Il vino di Aci Catena è finito.– Ora la Santuzza ha preso [...]
[...] porta il mio asino. Finchè dura il lavoro vi starò; ma vorrei tornar presto qui, se c’è da buscarmi il pane. – Guardatevi la salute, compare Alfio [...]
[...] qualche cosa, ma il cuore non le resse. – Anche voi ve ne andate dal vicinato, ora che vi maritano, aggiunse Alfio. Il mondo è fatto come uno [...]
[...] vedrà più il lume di compar Alfio, alla sera, disse Nunziata, e la casa rimarrà chiusa. Compar Alfio aveva caricato buona parte delle sue cosuccie sul [...]
[...] ’ nella giornata. Mena non diceva nulla, e stava appoggiata allo stipite a guardar il carro carico, la casa vuota, il letto mezzo disfatto, e la [...]
[...] , che posso dirvi addio anche a voi! disse Alfio. – Sono venuta a salutarvi, – disse lei, e ci aveva il pianto nella gola. – Perchè ci andate alla [...]
[...] porto meco alla Bicocca, e dappertutto ove andrò. Ma questi oramai sono discorsi inutili, e bisogna fare quel che si può. Anche il mio asino va dove [...]
[...] di avere chiuso anche il cuore, e d’averci chiusa sopra quella finestra, pesante come una porta di palmento. – Ma così vuol Dio. Ora vi saluto e [...]
[...] me ne vado. La poveretta piangeva cheta cheta, colla mano sugli occhi, e se ne andò insieme alla Nunziata a pianger sotto il nespolo, al chiaro di [...]
[...] luna. IX Nè i Malavoglia, nè alcun altro in paese sapevano di quel che stavano almanaccando Piedipapera collo zio Crocifisso. Il giorno di [...]
[...] Pasqua padron ’Ntoni prese quelle cento lire che ci erano nel canterano, e si mise il giubbone nuovo per andare a portarle allo zio Crocifisso [...]
[...] ? Sapete che non c’entro, ed è affare di compare Piedipapera. – È tutta una cosa, perchè il debito mi pare di avercelo sempre con voi, quando vi [...]
[...] bestemmiare e a buttare il berretto per terra, al solito suo, dicendo che non aveva pane da mangiare, e non poteva aspettare nemmeno sino [...]
[...] fate fare quello che non posso, maledetto sia il giorno e il minuto in cui mi misi in quest’imbroglio! e se ne andò stracciando il berretto vecchio [...]
[...] . Padron ’Ntoni tornò a casa ancora pallido, e disse alla nuora – Ce l’ho tirato, ma ho dovuto pregarlo come Dio, – e tremava ancora il poveretto [...]
[...] . Però era contento che padron Cipolla non ne sapesse nulla, e il matrimonio della nipote non andasse in fumo. La sera dell’Ascensione, mentre i [...]
[...] chiacchiere colla Barbara e le aveva confidato che il nonno aveva detto: – Prima deve maritarsi la Mena. – E dopo vengo io! – conchiuse ’Ntoni. La [...]
[...] Barbara perciò aveva mandato in regalo alla Mena il vaso del basilico, tutto ornato di garofani, e con un bel nastro rosso, che era l’invito di farsi [...]
[...] comari; e tutti le facevano festa a Sant’Agata, persino sua madre s’era levata il fazzoletto nero, perchè dove ci sono sposi è di malaugurio [...]
[...] portare il lutto; e avevano scritto anche a Luca, per dargli la notizia che Mena si maritava. Ella sola, poveretta, non sembrava allegra come gli altri [...]
[...] , e pareva che il cuore le parlasse e le facesse vedere ogni cosa in nero, mentre i campi erano tutti seminati di stelline d’oro e d’argento, e i [...]
[...] , e teneva la tela e la matassa del cotone, e ogni volta che andava alla città portava qualche cosuccia. Il cuore tornava ad aprirsi col bel tempo [...]
[...] , i ragazzi guadagnavano tutti, chi più chi meno, e la Provvidenza si buscava il pane anch’essa, e facevano il conto che coll’aiuto di Dio a San [...]
[...] seppe per tutto il paese che quella domenica comare Grazia Piedipapera andava lei a spartire i capelli della sposa, e a levarle la spadina d’argento [...]
[...] invitato lo zio Crocifisso, e tutto il vicinato, e tutti gli amici e i parenti, senza risparmio. – Io non ci vengo! borbottava lo zio Crocifisso a [...]
[...] , e non si tratta della roba vostra. Ancora c’è tempo per mandare l’usciere; l’ha detto l’avvocato. – Voi siete il padrone, e farò come dite voi [...]
[...] . Comare Venera la Zuppidda faceva il diavolo perchè avevano invitato comare Grazia a pettinare la sposa, mentre sarebbe toccato a lei, che stava per [...]
[...] lasciar correre. Comare Venera, tutta pettinata, e colle mani intrise di farina, che s’era messa apposta ad impastare il pane, per far vedere che [...]
[...] mandato a comare Mena; e ’Ntoni il quale era venuto a prenderle, lo rimandarono mogio mogio, che il giubbone nuovo gli cascava di dosso. Madre e [...]
[...] figlia poi stavano a guardare dal cortile, mentre infornavano il pane, la babilonia che c’era in casa dei Malavoglia, tanto che le voci e le risate [...]
[...] sentita una cannonata dal cicaleccio e dalla festa. Piedipapera sembrava che facesse il solletico, alle donne, tante ne diceva, mentre l’avvocato [...]
[...] me ne posso andare! rispondeva Brasi il quale voleva dire le sue barzellette anche lui, e gli seccava che lo lasciavano in un cantuccio come un [...]
[...] gli altri. Allora la cugina Anna finse che le scappasse di mano il boccale, nel quale c’era ancora più di un quartuccio di vino, e cominciò a [...]
[...] gridare: – Allegria! allegria! «Dove ci sono i cocci ci son feste», e il vino che si spande è di buon augurio. – Un altro po’ me lo versava sui calzoni [...]
[...] anche questa volta! brontolò Brasi, il quale dacchè gli era accaduta quella disgrazia sul vestito stava guardingo. Piedipapera s’era messo a [...]
[...] cavalcioni sul muro, col bicchiere fra le gambe, che sembrava il padrone, per quell’usciere che poteva mandare, e disse: – All’osteria non c’è [...]
[...] nemmeno Rocco Spatu, oggi tutta l’allegria è qui, e pare di essere dalla Santuzza. – Qui è meglio assai! osservò il figlio della Locca, il quale era [...]
[...] per cascare il mondo. Alla spezieria c’erano i soliti sfaccendati, che si dicevano le orazioni, col giornale in mano, o si piantavano le mani sulla [...]
[...] faccia, chiacchierando, quasi volessero accapigliarsi; e don Giammaria rideva e ci tirava su una presa, che si vedeva di là il piacere che gli [...]
[...] faceva. – O perchè non sono venuti il vicario e don Silvestro? domandò Piedipapera. – Gliel’ho detto anche a loro, ma vuol dire che hanno da fare [...]
[...] quando casca un asino sotto il carico, e tutti si affollano a vedere cos’è stato, talchè anche le donnicciuole guardavano da lontano colla bocca aperta [...]
[...] paladini di Francia alla Marina di Catania, e la gente stava ad ascoltare colle orecchie tese, fitta come le mosche. – Il figlio di Maruzza la Longa ci [...]
[...] era anche lui sul Re d’Italia, osservò don Silvestro, il quale si era accostato per sentire. – Ora vado a dirlo a mia moglie! saltò su mastro Turi [...]
[...] sapeva nulla, poveraccia! e rideva ed era in festa coi parenti e gli amici. Il soldato non finiva di chiacchierare con quelli che volevano [...]
[...] con del fegato sotto la camicia. Sentite, quando si è visto quello che hanno veduto questi occhi, e come ci stavano quei ragazzi a fare il loro [...]
[...] dovere, per la madonna! questo cappello qui lo si può portare sull’orecchio! Il giovanotto aveva gli occhi lustri, ma diceva che non era nulla, ed era [...]
[...] perchè aveva bevuto. – Si chiamava il Re d’Italia, un bastimento come non ce n’erano altri, colla corazza, vuol dire come chi dicesse voi altre [...]
[...] donne che avete il busto, e questo busto fosse di ferro, che potrebbero spararvi addosso una cannonata senza farvi nulla. È andato a fondo in un [...]
[...] . Padron Cipolla era accorso anche lui a vedere cos’era quella folla. – Voi ci credete? sogghignò egli alfine. Son chiacchiere per chiappare il soldo del [...]
[...] padron Cipolla, è come quando il Comune di Aci Trezza litigava pel territorio col Comune di Aci Castello. Cosa ve n’entrava in tasca, a voi e a me [...]
[...] ? – Ve n’entra! esclamò lo speziale tutto rosso. Ve n’entra... che siete tante bestie!... – Il guaio è per tante povere mamme! s’arrischiò a dire [...]
[...] , quando state sull’impagliettatura colla carabina in pugno, in quel gran silenzio, non sentite altro che il rumore della macchina, e vi pare che [...]
[...] quel punf! punf! ve lo facciano dentro lo stomaco: null’altro. Poi, alla prima cannonata, e come incomincia il parapiglia, vi vien voglia di [...]
[...] ballare anche voi, che non vi terrebbero le catene, come quando suona il violino all’osteria, dopo che avete mangiato e bevuto, e allungate la carabina [...]
[...] non sono marinari, e non sanno come si fa a stare nel sartiame col piede fermo sulla corda e la mano sicura al grilletto, malgrado il rollìo [...]
[...] . Tutti al loro posto però, quei ragazzi, nelle batterie o sul bastingaggio. Il nostro comandante domandò se avevano bisogno di nulla. – No, grazie [...]
[...] le spalle, poveretti loro! – A me mi sembrano tanti pazzi costoro! diceva padron Cipolla soffiandosi il naso adagio adagio. Che vi fareste [...]
[...] ammazzare voi quando il re vi dicesse: fatti ammazzare per conto mio? – Poveracci, non ci hanno colpa! osservava don Silvestro. Devono farlo per forza [...]
[...] , perchè dietro ogni soldato ci sta un caporale col fucile carico, e non ha a far altro che star a vedere se il soldato vuol scappare, e se il [...]
[...] soldato vuol scappare il caporale gli tira addosso peggio di un beccafico. – Ah! così va bene! Ma è una bricconata bell’e buona! Tutta la sera si [...]
[...] c’entrava più, se n’era lavate le mani. Ora era affare di Piedipapera; ma gli dispiaceva, in coscienza. Il giorno dopo cominciò a correre la voce [...]
[...] sotto il grembiule a domandare se comare Maruzza ci avesse il suo Luca laggiù, e stavano a guardarla con tanto d’occhi prima d’andarsene. La [...]
[...] della via, quasi aspettasse più presto del solito il suocero e i ragazzi dal mare. Le vicine le domandavano pure se Luca avesse scritto, o era [...]
[...] occhioni sbarrati e lucenti, e diceva sempre di sì, come quando l’avevano mandato a fare il soldato – talchè sentiva anche lei una sete, un’arsura da [...]
[...] della nuora come un cagnolino. Alcuni gli dicevano: – Andate a Catania che è paese grosso, e qualcosa sapranno dirvi. Nel paese grosso il povero [...]
[...] vecchio si sentiva perso peggio del trovarsi in mare di notte, e senza sapere dove drizzare il timone. Infine gli fecero la carità di dirgli che [...]
[...] – conchiuse l’impiegato, chiudendo il registro. Fu a Lissa; che non lo sapevate ancora? La Longa la portarono a casa su di un carro, e fu malata per alcuni [...]
[...] disteso sulle ginocchia della madre, colle costole nere e i ginocchi rossi di sangue, fosse il ritratto del suo Luca, e si sentiva fitte nel cuore [...]
[...] sarà maritata, rispondeva ’Ntoni, il nonno ci darà la camera di sopra. – Io non ci sono avvezza a star nella camera di sopra, come i colombi [...]
[...] : – Verrà tutta sua madre, la Barbara; pensa a non farti mettere il basto da principio, se no ti succede come a me. Però comare Venera aveva dichiarato [...]
[...] conclusione se la prendevano coll’avvocato, il quale non finiva mai di scrivere le sue carte prima di mandare l’usciere. – Ci sarà stato padron ’Ntoni a [...]
[...] soperchierie che fanno montare la mosca al naso; la Zuppidda si fidava perchè le dava di spalla quel cetriolo di ’Ntoni Malavoglia, il quale faceva il [...]
[...] minchione se ne sta a casa», che non doveva lasciarvi mettere la mano alla nuora, e poichè aveva fatto il pasticcio se lo mangiasse. «Guai a chi casca [...]
[...] Piedipapera, vi lasceremo la Provvidenza, che potrete sempre guadagnarvi il pane, e resterete padroni, e non verrà l’usciere colla carta bollata [...]
[...] . Compare Tino non aveva fiele in corpo, e andava a parlare a padron ’Ntoni come se non fosse fatto suo, passandogli il braccio attorno al collo, e gli [...]
[...] nemmeno, in coscienza mia! Il povero vecchio non aveva il coraggio di dire alla nuora che dovevano andarsene colle buone dalla casa del nespolo [...]
[...] non erano tornati più, che ancora c’era lì il letto di Luca, e il chiodo dove Bastianazzo appendeva il giubbone. Ma infine bisognava sgomberare con [...]
[...] tutte quelle povere masserizie, e levarle dal loro posto, che ognuna lasciava il segno dov’era stata, e la casa senza di esse non sembrava più [...]
[...] nespolo oramai era di Piedipapera, e loro dovevano sgomberarla; ma almeno nessuno li vedeva colla roba in collo. Quando il vecchio staccava un [...]
[...] ch’erano ammonticchiati nel mezzo della camera, per riposarsi un po’, e guardavano di qua e di là se avessero dimenticato qualche cosa; però il nonno [...]
[...] sfasciate, e in un canto il nespolo, e la vite in pampini sull’uscio. – Andiamo via! diceva egli. Andiamo via, ragazzi. Tanto, oggi o domani!... e non [...]
[...] si muoveva. Maruzza guardava la porta del cortile dalla quale erano usciti Luca e Bastianazzo, e la stradicciuola per la quale il figlio suo se ne [...]
[...] era andato coi calzoni rimboccati, mentre pioveva, e non l’aveva visto più sotto il paracqua d’incerata. Anche la finestra di compare Alfio Mosca [...]
[...] casa, e il vecchio, nell’andarsene posò di nascosto la mano sulla porta sconquassata, dove lo zio Crocifisso aveva detto che ci sarebbero voluti due [...]
[...] rivendere ogni cosa allo zio Crocifisso, per riavere i suoi denari. – Che volete, compare Malavoglia? gli diceva passandogli il braccio attorno [...]
[...] Bastianazzo, e lo buttò nell’orto, dove avrebbe servito all’ingrasso. Il nespolo intanto stormiva ancora, adagio adagio, e le ghirlande di margherite [...]
[...] , colla calzetta al collo, e frugava per ogni dove, ora che era roba di suo zio. – «Il sangue non è acqua» – andava dicendo forte, perchè udisse anche [...]
[...] il sordo. A me mi sta nel cuore la roba di mio zio, come a lui deve stare a cuore la mia chiusa. Lo zio Crocifisso lasciava dire e non udiva, ora [...]
[...] che dirimpetto si vedeva la porta di compare Alfio con tanto di catenaccio. – Adesso che alla porta di compare Alfio c’è il catenaccio, vi [...]
[...] metterete il cuore in pace, e lo crederete che non penso a lui! diceva la Vespa all’orecchio dello zio Crocifisso. – Io ci ho il cuore in pace [...]
[...] per la messa, e nessuno li salutava più, nemmeno padron Cipolla, il quale andava dicendo: – Questa partaccia a me non la doveva fare padron ’Ntoni [...]
[...] . Questo si chiama gabbare il prossimo, se ci aveva fatto mettere la mano di sua nuora nel debito dei lupini! – Tale e quale come dice mia moglie [...]
[...] roba, bietolone! gli gridava il babbo, per andarla a buttare con chi non ha niente! Gli avevano ripreso persino il vestito nuovo a Brasi, ed ei si [...]
[...] , neanche se l’ammazzavano, ora che non volevano dargli la moglie, e gli avevano ripreso persino il vestito nuovo delle nozze; per fortuna la Mena non [...]
[...] il muro, o tra i fichidindia. La cugina Anna che scopriva ogni cosa dal greto dov’era a stendere la tela, diceva con comare Grazia: – Ora quella [...]
[...] stessa, senza dir nulla. Adesso aveva tanto da fare nella casa nuova, dove bisognava mettere ogni cosa a un altro posto, e non si vedeva più il [...]
[...] spalle; ma la ragazza cantava come uno stornello, perchè aveva diciotto anni, e a quell’età se il cielo è azzurro vi ride negli occhi, e gli [...]
[...] uccelli vi cantano nel cuore. Per altro il cuore non ce lo aveva mai avuto per quel cristiano, lo disse all’orecchio della mamma, mentre ordivano la [...]
[...] compar Alfio, non ci avrebbe voltate le spalle anche lui. Ma quando sarà il tempo del vino tornerà qui. Le comari, poverette, non avevano [...]
[...] fatto ai poveri Malavoglia. Ella aveva il cuore buono, la gnà Grazia, e non diceva come suo marito: – Lasciali stare coloro, che non hanno più nè [...]
[...] anche lei doveva badare ai fatti suoi. Così va il mondo. – Ciascuno deve badare ai fatti suoi: quello che diceva a ’Ntoni di padron ’Ntoni comare [...]
[...] piatto!» – Bella cosa, rispondeva ’Ntoni. Ora che i miei parenti sono in mezzo alla strada mi dite di piantarli anch’io! Come se la caverà il nonno a [...]
[...] affacciava sull’uscio chinava gli occhi sui cannelli, e allungava il muso anche lei. Talchè il poveraccio si faceva giallo e verde e di cento colori, e [...]
[...] fare il soldato! – E si strappava i capelli e si dava dei pugni nella testa, ma non sapeva risolversi a pigliare la risoluzione che ci voleva, da [...]
[...] il naso in sù, che la Barbara non era quella che ci voleva per suo figlio ’Ntoni, perchè era avvezza come una signorina, e non sapeva quel che ci [...]
[...] , compare ’Ntoni, «I pesci del mare son destinati a chi se l’ha da mangiare»; mettiamoci il cuore in pace voi ed io, e non ci pensiamo più. – Voi [...]
[...] potete mettervelo il cuore in pace, comare Barbara, ma per me, «Amare e disamare non sta a chi lo vuol fare». – Provate, che ci riescirete anche [...]
[...] aveva il cuore grosso, il povero ’Ntoni, e non voleva lasciarla così. Ma ella doveva andare a riempir la brocca alla fontana, e gli disse addio [...]
[...] , correndo lesta lesta, e dimenando i fianchi con bel garbo – chè Zuppidda la chiamavano perchè il nonno di suo padre s’era rotta la gamba in uno scontro [...]
[...] di carri alla festa di Trecastagni, ma Barbara le sue brave gambe ce le aveva tutte e due. – Addio, comare Barbara! rispose il poveraccio, e così [...]
[...] vi voglia, per questo egli ne aveva le tasche piene di quella vita; preferiva piuttosto di non far niente davvero, e starsene in letto a fare il [...]
[...] malato, come quando era seccato del servizio militare, e il nonno poi non stava a cercare il pelo nell’uovo come il dottore della fregata. – Che hai [...]
[...] poi abbaierai come il nonno. – Ad abbaiare adesso non ci guadagni nulla nemmeno; rispondeva il ragazzo. – Hai ragione, perchè la vita è bella [...]
[...] ! – Bella o no, non l’abbiamo fatta noi così com’è, conchiudeva il nonno. La sera mangiava ingrugnato la sua minestra, e la domenica andava a gironzare [...]
[...] attorno all’osteria, dove la gente non aveva altro da fare che ridere e spassarsi, senza pensare che il giorno dopo si tornava a fare quel che si [...]
[...] , almanaccando su quei mestieri in cui non ci era nulla da fare. La domenica almeno si godeva quelle cose che si hanno senza quattrini, il sole, lo star [...]
[...] visto da soldato, col ricordo delle quali ingannava il tempo nei giorni di lavoro. Gli piaceva stendersi come una lucertola al sole, e non far [...]
[...] altro. E come incontrava i carrettieri che andavano seduti sulle stanghe – Bel mestiere che fanno! borbottava. Vanno in carrozza tutto il giorno! e [...]
[...] se vedeva passare qualche povera donnicciuola, che tornava dalla città, curva sotto il carico come un asino stanco, e andava lamentandosi per via [...]
[...] , secondo il costume dei vecchi: – Vorrei farlo io quello che fate voi, sorella mia! le diceva per confortarla. Alla fin fine è come andare a [...]
[...] spasso. X ’Ntoni andava a spasso sul mare tutti i santi giorni, e gli toccava camminare coi remi, logorandosi la schiena. Però quando il mare [...]
[...] era cattivo, e voleva inghiottirseli in un boccone, loro, la Provvidenza e ogni cosa, quel ragazzo aveva il cuore più grande del mare. Il sangue [...]
[...] dei Malavoglia! diceva il nonno; e bisognava vederlo alla manovra, coi capelli che gli fischiavano al vento, mentre la barca saltava sui marosi [...]
[...] paese c’erano tante barche che spazzavano il mare colla scopa. Anche in quei giorni in cui le nuvole erano basse, verso Agnone, e l’orizzonte [...]
[...] , e ognuno diceva che quelli di padron ’Ntoni andavano a cercarsi i guai col candeliere. Padron ’Ntoni rispondeva che andava a cercarsi il pane, e [...]
[...] pesca che saltellava nelle nasse e riempiva il fondo della barca come fosse d’argento; e padron ’Ntoni soleva rispondere prima che nessuno avesse [...]
[...] donne pestavano il sale fra i ciottoli, e quando contavano i barilotti ad uno ad uno, e lo zio Crocifisso veniva a vedere quel che avevano fatto [...]
[...] , per gettare la sua offerta a occhi chiusi, e Piedipapera gridava e bestemmiava per dire il prezzo giusto, chè allora facevano piacere le grida di [...]
[...] che portava Piedipapera nel fazzoletto, e diceva: – Questi sono per la casa! Questi altri sono per la spesa. La Mena aiutava anch’essa a pestare il [...]
[...] stavano facendo, la sua dote. – Per me, diceva ’Ntoni menando il remo adagio adagio perchè la corrente non li facesse derivare dal cerchio delle reti [...]
[...] , mentre il nonno pensava a tutte quelle cose: – per me desidero questo soltanto, che quella carogna della Barbara s’abbia a mangiare i gomiti quando [...]
[...] ci avremo il fatto nostro anche noi, e s’abbia a pentire d’avermi chiusa la porta in faccia. – «Il buon pilota si conosce alle burrasche [...]
[...] »; rispondeva il vecchio. Quando saremo un’altra volta quel che siamo sempre stati, ognuno ci farà buon viso, e torneranno ad aprirci la porta. – Chi [...]
[...] ». Per questo il Signore le aiuta, costoro, con tutte quelle bocche che hanno in casa. – Quando la Nunziata va a far legna nella sciara, o il fagotto [...]
[...] ha mandata la grazia di Dio! Il ragazzo tirava e puntava i piedi, e sbuffava che pareva facesse tutto lui. Intanto ’Ntoni cantava, sdraiato sulla [...]
[...] pedagna e colle braccia sotto il capo, a veder volare i gabbiani bianchi sul cielo turchino che non finiva mai, e la Provvidenza si dondolava [...]
[...] sulle onde verdi, che venivano da lontano lontano fin dove arrivava la vista. – Che vuole dire che il mare ora è verde, ed ora è turchino, e un’altra [...]
[...] volta è bianco, e poi nero come la sciara, e non è sempre di un colore come dell’acqua che è? chiese Alessi. – È la volontà di Dio, rispose il [...]
[...] nonno, così il marinaro sa quando può mettersi in mare senza timore, e quando è meglio non andarci. – Quei gabbiani hanno una bella sorte, che volano [...]
[...] sempre in alto, e non hanno paura delle ondate, se il mare è in tempesta. – Allora non hanno da mangiare nemmeno loro, povere bestiole [...]
[...] tempo non dura tutto il tempo», osservò il vecchio. Ma quando era mal tempo, o che soffiava il maestrale, e i sugheri ballavano sull’acqua tutto [...]
[...] il giorno, come se ci fosse chi suonava il violino, o il mare era bianco al pari del latte, o crespo che sembrava che bollisse, e la pioggia si [...]
[...] rovesciava sino a sera sulle loro spalle che non ci erano cappotti che bastassero, e il mare friggeva tutto intorno come il pesce nella padella [...]
[...] non si finiva più, e il nonno badava a ripetere «Mare bianco, scirocco in campo» o «mare crespo, vento fresco» come se fossero là per imparare i [...]
[...] proverbi; e con quei benedetti proverbi, mentre la sera stava a guardare il tempo dalla finestra col naso in aria, diceva pure «Quando la luna è [...]
[...] diceva ’Ntoni. Non era meglio restarci in letto un altro par d’ore? – «Acqua di cielo, e sardelle alle reti!» rispondeva il vecchio. ’Ntoni si dava [...]
[...] l’anima al diavolo, coll’acqua a mezza gamba. – Stasera, gli diceva il nonno, la Maruzza ci farà trovare una bella fiammata e ci asciugheremo tutti [...]
[...] mostrava ai suoi ragazzi il bel fuoco che fiammeggiava nella cucina della Longa, in fondo al cortiletto della straduccia del Nero, che c’era il [...]
[...] muro basso e dal mare si vedeva tutta la casa, colle quattro tegole sotto cui si appollaiavano le galline, e il forno dall’altro lato della porta [...]
[...] prenderne delle altre, il nonno si metteva le mani alla bocca per chiamare – Mena! oh Mena! – E Mena sapeva cosa voleva dire, e venivano tutti in [...]
[...] tutti la pelle, per amor del guadagno, come Bastianazzo, mentre erano all’altezza dell’Agnone, verso sera, e il cielo era tanto fosco che non si [...]
[...] vedeva più neppur l’Etna, e il vento soffiava a ondate che pareva avesse la parola. – Brutto tempo! diceva padron ’Ntoni. Il vento oggi gira [...]
[...] peggio della testa di una fraschetta, e il mare ha la faccia come quella di Piedipapera quando vuol farvi qualche brutto tiro. Il mare era del color [...]
[...] della sciara, sebbene il sole non fosse ancora tramontato, e di tratto in tratto bolliva tutt’intorno come una pentola. – Adesso i gabbiani devono [...]
[...] essere tutti a dormire; osservò Alessi. – A quest’ora avrebbero dovuto accendere il faro di Catania, disse ’Ntoni, ma non si vede niente. – Tieni [...]
[...] sempre la sbarra a greco, Alessi, ordinò il nonno, fra mezz’ora non ci si vedrà più peggio di essere in un forno. – Con questa brutta sera e [...]
[...] ’ sarebbe meglio trovarsi all’osteria della Santuzza. – O coricato nel tuo letto a dormire, non è vero? rispose il nonno; allora dovevi fare il segretario [...]
[...] , come don Silvestro. Il povero vecchio aveva abbaiato tutto il giorno pei suoi dolori. – È il tempo che muta! diceva lui, lo sento nelle ossa io [...]
[...] . – Ho in testa, disse a un tratto ’Ntoni, che stasera dovremo dare al diavolo la pesca che abbiamo fatta. – Taci! gli disse il nonno, e la sua [...]
[...] voce in quel buio li fece diventare tutti piccini piccini sul banco dov’erano. Si udiva il vento sibilare nella vela della Provvidenza e la fune [...]
[...] che suonava come una corda di chitarra. All’improvviso il vento si mise a fischiare al pari della macchina della ferrovia, quando esce dal buco del [...]
[...] . – Tienti forte! tienti forte! gli gridava il nonno in quel fracasso delle onde che lo volevano strappare di là, e buttavano in aria la Provvidenza [...]
[...] e ogni cosa, e facevano piegare la barca tutta di un lato, che dentro ci avevano l’acqua sino ai ginocchi. – Taglia! taglia! ripeteva il nonno [...]
[...] ! Alessi s’era aggrappato al timone, e all’udire quelle parole del nonno cominciò a strillare – Mamma! mamma mia! – Taci! gli gridò il fratello [...]
[...] col coltello fra i denti. Taci o ti assesto una pedata! – Fatti la croce, e taci! ripetè il nonno. Sicchè il ragazzo non osò fiatare più. Ad un [...]
[...] tratto la vela cadde tutta di un pezzo, tanto era tesa, e ’Ntoni la raccolse in un lampo e l’ammainò stretta. – Il mestiere lo sai come tuo padre [...]
[...] , gli disse il nonno, e sei Malavoglia anche tu. La barca si raddrizzò e fece prima un gran salto; poi seguitò a far capriole sulle onde. – Dà qua [...]
[...] il timone; ora ci vuole la mano ferma! disse padron ’Ntoni; e malgrado che il ragazzo ci si fosse aggrappato come un gatto anche lui, arrivavano [...]
[...] certe ondate che facevano sbattere il petto contro la manovella a tutt’e due. – Il remo! gridò ’Ntoni, forza nel tuo remo, Alessi! che a mangiare [...]
[...] ritto contro la pedagna, ci dava l’anima sui remi come poteva anche lui. – Tienti fermo! gli gridò il nonno che appena si sentiva da un capo all’altro [...]
[...] della barca, nel fischiare del vento – Tienti fermo Alessi! – Sì! nonno sì! rispose il ragazzo. – Che hai paura? gli disse ’Ntoni. – No, rispose il [...]
[...] la macchina del vapore. Il mare ci vince. Il nonno si tacque e stettero ad ascoltare la burrasca. – La mamma adesso dev’essere sulla riva a vedere [...]
[...] se torniamo; disse poi Alessi. – Ora lascia stare la mamma, aggiunse il nonno, è meglio non ci pensare. – Adesso dove siamo? domandò ’Ntoni dopo [...]
[...] un altro bel pezzo, col fiato ai denti dalla stanchezza. – Nelle mani di Dio, rispose il nonno. – Allora lasciatemi piangere, esclamò Alessi che [...]
[...] . – Hai un bel cantare, ma nessuno ti sente, ed è meglio starti cheto, gli disse infine il fratello con la voce mutata che non si conosceva più [...]
[...] nemmen lui. Sta zitto che adesso non è bene far così, nè per te, nè per gli altri. – La vela! ordinò padron ’Ntoni; il timone al vento verso greco, e [...]
[...] poi alla volontà di Dio. Il vento contrastava forte alla manovra, ma in cinque minuti la vela fu spiegata, e la Provvidenza cominciò a balzare [...]
[...] nessuno fiatava, perchè quando il mare parla in quel modo non si ha coraggio di aprir bocca. Padron ’Ntoni disse soltanto: – A quest’ora laggiù [...]
[...] dicono il rosario per noi. E non aggiunsero altro, correndo col vento e colle onde, nella notte che era venuta tutt’a un tratto nera come la pece [...]
[...] . – Il fanale del molo, – gridò ’Ntoni, – lo vedete? – A dritta! gridò padron ’Ntoni, a dritta! Non è il fanale del molo. Andiamo sugli scogli. Serra [...]
[...] ! serra! – Non posso serrare! rispose ’Ntoni colla voce soffocata dalla tempesta e dallo sforzo, la scotta è bagnata. Il coltello, Alessi, il [...]
[...] portò via sibilando. Allora i due fratelli poterono sbrogliare del tutto il troncone dell’antenna e buttarlo in mare. La barca si raddrizzò, ma [...]
[...] padron ’Ntoni non si raddrizzò, lui, e non rispondeva più a ’Ntoni che lo chiamava. Ora, quando il mare e il vento gridano insieme, non c’è cosa che [...]
[...] non piangeva più dal terrore. Il nonno era disteso in fondo alla barca, colla testa rotta. ’Ntoni finalmente lo trovò tastoni e gli parve che [...]
[...] misericordioso li udì, mentre andava per la burrasca in soccorso dei suoi devoti, e stese il suo mantello sotto la Provvidenza, giusto quando stava per [...]
[...] notizia, e coll’acqua fresca e le fregagioni gli fecero riaprir gli occhi. Il povero vecchio, come seppe dove si trovava, che ci voleva meno di un’ora [...]
[...] per arrivare a Trezza, disse che lo portassero a casa su di una scala. Maruzza, Mena, e le vicine, che strillavano sulla piazza e si battevano il [...]
[...] mani la boccetta, e accorsero anche Piedipapera, comare Grazia, i Zuppiddi, padron Cipolla e tutto il vicinato, nella strada del Nero, chè in [...]
[...] brusìo pel paese, di notte o di giorno, quasi non chiudesse più gli occhi, e aspettasse sempre il suo Menico. Sicchè la gente si accalcava nella [...]
[...] stradicciuola davanti alla casa dei Malavoglia, come se ci fosse il morto, tanto che la cugina Anna dovette chiuder l’uscio sul mostaccio a tutti [...]
[...] Maruzza! – Allora era inutile mandarci per la scala, che dopo non ci lasciano entrare in casa per vedere cos’è! strepitava il figlio della Locca [...]
[...] . La Zuppidda e la Mangiacarrubbe avevano dimenticato tutti gli improperi che si erano detti, e cianciavano davanti alla porta, colle mani sotto il [...]
[...] quella notte non restava nemmeno la semenza. Il meglio era fare come quelli che non fanno nulla, e si guadagnano la loro giornata egualmente, come [...]
[...] don Michele, a mo’ d’esempio, il quale era grasso e grosso meglio di un canonico, e andava sempre vestito di panno, e si mangiava mezzo paese, e [...]
[...] tutti lo lisciavano; anche lo speziale, il quale voleva mangiarsi il re, gli faceva tanto di cappello, col cappellaccio nero. – Non è nulla [...]
[...] scrollando il capo; come vi sentite, compare ’Ntoni? – Per questo padron Fortunato non gli ha voluto dare il figlio alla Sant’Agata, diceva [...]
[...] intanto la Zuppidda, che l’avevano lasciata sulla porta. Ha il naso fine quell’omaccio! E la Vespa aggiungeva: – «Chi ha roba in mare non ha nulla [...]
[...] venuta così forte che stava per portarsi via il malato. Il poveraccio non si lagnava più, nel suo cantuccio, colla testa fasciata e la barba [...]
[...] lunga. Aveva solo una gran sete, e quando Mena o la Longa gli davano da bere afferrava il boccale con le mani tremanti, che pareva volessero [...]
[...] rubarglielo. Don Ciccio veniva la mattina; medicava il ferito, gli tastava il polso, voleva veder la lingua, e poi se ne andava scrollando il capo. Una [...]
[...] notte persino lasciarono accesa la candela, quando don Ciccio aveva dimenato il capo più forte; la Longa ci aveva messo accanto l’immagine della [...]
[...] Madonna, e dicevano il rosario davanti al letto del malato, il quale non fiatava più e non voleva nemmeno dell’acqua, e nessuno andò a dormire, tanto [...]
[...] strada facevano ballare i bicchieri sulla tavola, e trasalire coloro che stavano a vegliare il malato; così passò anche tutta la giornata, e le [...]
[...] tutti i suoi ad uno ad uno, cogli occhi spenti, e domandava cosa aveva detto il medico. ’Ntoni era accanto al capezzale e piangeva come un ragazzo [...]
[...] , chè il cuore l’aveva buono, quel giovane. – Non piangere così! gli diceva il nonno. Non piangere. Ora tu sei il capo della casa. Pensa che [...]
[...] , persino la piccola Lia, giacchè le donne non hanno giudizio in quelle circostanze, e non si accorgevano che il poveretto si turbava in volto al [...]
[...] vederle disperarsi, come se stesse per morire. Ma egli continuava con voce fioca: – Non fate tante spese quando non ci sarò più. Il Signore lo sa [...]
[...] ! supplicavano le donne singhiozzando, come se egli avesse voluto andarsene di sua volontà. – Per carità non dite così. Egli scuoteva il capo tristamente, e [...]
[...] rispondeva: – Adesso che vi ho detto quello che volevo dirvi, non me ne importa. Io sono vecchio. Quando non c’è più olio il lume si spegne. Ora [...]
[...] metteteli da parte e ricomprate la casa del Nespolo. Lo zio Crocifisso ve la venderà, se ci avrà il suo guadagno, perchè è stata sempre dei [...]
[...] serio come fosse già un uomo. Le donne credevano che il malato avesse il delirio, udendolo chiacchierare e chiacchierare, e gli mettevano delle pezze [...]
[...] , disse padron ’Ntoni, e potrete andare a chiamare don Giammaria. Quei poveretti aspettavano il giorno come il Messia, e andavano ad ogni momento a [...]
[...] chiamatemi il prete, che voglio confessarmi. Don Giammaria venne quando il sole era già alto, e tutte le vicine, come udirono il campanello per la [...]
[...] stradicciuola del Nero, accorrevano a vedere il viatico che andava dai Malavoglia, ed entravano tutte, perchè dove va il Signore non si può chiudere [...]
[...] borbottava fra i denti, e mastro Cirino gli metteva il cero sotto il naso al malato, giallo e stecchito come un altro cero anche lui. – E’ sembra il [...]
[...] , e andava sempre dove sentiva il Signore – come una cornacchia! – diceva lo speziale. Don Ciccio arrivò che c’era ancora il vicario coll’olio santo [...]
[...] il viatico? Quello dobbiamo dirvelo noi altri medici, quando è l’ora; e mi meraviglio del vicario che è venuto senza la polizza del viatico. Ora [...]
[...] volete saperlo? non c’è bisogno del viatico. Se sta meglio, vi dico! – È il miracolo della Madonna Addolorata! esclamava la Longa; la Madonna ci ha [...]
[...] fatto il miracolo, perchè il Signore ci è stato troppe volte in questa casa! – Ah! Vergine benedetta! esclamava Mena colle mani giunte. Ah [...]
[...] li ammazzo! Le comari aspettavano sulla porta per veder passare il morto, che dovevano venirselo a prendere da un momento all’altro. – Poveretto [...]
[...] ! brontolavano anch’esse. – Quel vecchio ha il cuoio duro; se non batte il naso per terra come i gatti, non muore. State attenti a quel che vi dico [...]
[...] nelle spalle. – Se muore il vecchio, la vedrete come casca quella casa! In questa arrivò la Nunziata, lesta lesta, colla brocca sul capo. – Largo [...]
[...] messa sulla porta, tutta pettoruta a dire alle comari: – Il nonno sta meglio. Ha detto don Ciccio che il nonno per adesso non muore; e non le [...]
[...] tutti gli stivaloni, per salvare la vita ai Malavoglia, vi par poco? tre persone! ed era stato a un pelo di lasciarci il cuoio anche lui, tanto che [...]
[...] anni, e se si mette in testa che ad aspettare ancora il marito comincia a far la muffa, se lo piglia, colle buone o colle cattive. Volete [...]
[...] scommettere dodici tarì che si parlano dalla finestra? – E tirò fuori il pezzo da cinque lire nuovo. – Io non voglio scommettere niente! rispose Pizzuto [...]
[...] Vanni Pizzuto vuol scommettere dodici tarì che ora don Michele il brigadiere va a parlare colla Barbara Zuppidda, la sera. Volete buscarveli voi quei [...]
[...] dodici tarì? – O anime sante del purgatorio! esclamò baciando il rosario lo zio Santoro, il quale era stato ad ascoltare tutto intento, cogli [...]
[...] , non temete – aggiunse don Silvestro sghignazzando. – Sono compare Tino, e Rocco Spatu, aggiunse il cieco dopo essere stato attento un altro po [...]
[...] : siete compare Cinghialenta. E siccome era sempre là, a dir delle barzellette con questo e con quello, sapeva ciò che accadeva in tutto il paese [...]
[...] , e allora per buscarsi quei dodici tarì, come i ragazzi andavano a prendere il vino per la cena, li chiamava – Alessi, o Nunziata, o Lia, – e [...]
[...] , finchè c’era stato bisogno, era corso di qua e di là senza fiato, e s’era strappati i capelli anche lui. Adesso che il nonno stava meglio [...]
[...] cogli occhi, e così passava il tempo, cianciando e sputacchiando. Quando gli pagavano poi qualche bicchiere di vino, se la prendeva con don Michele [...]
[...] mandare a prendere il vino e berselo nella bottega di Pizzuto, solo col suo fiasco, per amor della pace. Massaro Filippo, invece di esser contento che [...]
[...] figura com’è vero Dio! – Massaro Filippo ha bisogno d’aiuto, diceva Pizzuto. Non lo vedete? Quella Santuzza si mangerebbe anche il Crocifisso! La [...]
[...] pulita meglio dei suoi bicchieri. Ma quella volta donna Rosolina, che era gelosa di suo fratello il vicario, e si confessava spesso anche lei per [...]
[...] osservò che suo fratello il vicario si soffiò il naso più di cinque volte. – Cosa aveva oggi la Santuzza che non finiva più? domandò perciò a don [...]
[...] Giammaria quando furono a tavola. – Niente, niente, – rispondeva suo fratello stendendo la mano verso il piatto. Ma ella che gli conosceva il debole [...]
[...] lasciava il coperchio sulla zuppiera e lo tormentava a furia di domande, sicchè infine il poveretto dovette dire che c’era il sigillo della [...]
[...] gli andarono in veleno, e borbottava fra di sè perchè non lo lasciavano mai quieto. Dopo pranzo prese il cappello e il ferraiuolo, e andò a fare una [...]
[...] Mariangela e la Zuppidda, sotto il sigillo della confessione. E si mise alla finestra per vedere quanto ci stava suo fratello, nella casa di comare [...]
[...] di nessuno, e sua figlia non l’avrebbe data a uno che si mangiava il pane del re e faceva lo sbirro, ed era nel peccato mortale colla Santuzza [...]
[...] per giunta, glielo aveva detto don Giammaria sotto sigillo di confessione, ma ella se lo teneva nelle ciabatte, il sigillo della confessione, quando [...]
[...] volta, per fare il paio! Ora che gli danno la medaglia a don Michele, l’appenderanno insieme a quella di Figlia di Maria che ci ha la Santuzza. – E [...]
[...] sporgeva il capo fuori dall’uscio per vedere se ci fosse sua moglie alla finestra di sopra. – Eh! la chiesa e la caserma! Il trono e l’altare [...]
[...] . – Amici un corno! rispondeva don Giammaria. Con quelli che ci hanno levato il pan di bocca? Io ho fatto il debito mio. Io non ho bisogno di loro [...]
[...] Crocifisso, il quale ci aveva la testa più dura di un mulo. – Non lo vede che ha i piedi nella fossa? diceva. Che vuol portarsi anche questo [...]
[...] uccellarli. Già si sapeva che razza di civetta fosse la Barbara; ma faceva specie che ci cascasse anche uno come don Silvestro, il quale sembrava un [...]
[...] donna Rosolina gli sbatteva la finestra sul naso, allorchè il segretario stava a guardare in aria dalla porta dello speziale, e non voltava nemmeno [...]
[...] il capo quando metteva al sole sul terrazzino la conserva dei pomidoro; una volta poi volle andare a confessarsi ad Aci Castello, perchè ci aveva [...]
[...] venire il capo grosso davvero. – Chi ve l’ha detto? – Lo dice tutto il paese. – Lasciatelo dire. E poi, volete saperla? io faccio quel che mi piace [...]
[...] sbagliata. Vuol dire che «acqua passata non macina più», e «buon tempo e mal tempo non dura tutto il tempo». Pensateci che il proverbio dice: «Chi [...]
[...] io li aveva messi in una Banca per conto vostro, sotto il mio nome, per non far scoprire la cosa a vostro fratello il quale vi avrebbe domandato di [...]
[...] occhi addosso come se fosse stata roba vostra!... – Sì! ho fatto come se fosse stata roba mia! – rispondeva il segretario con la faccia tosta [...]
[...] quattro e quattr’otto che bisogna fare il bucato alla vecchia società. – E allorchè veniva ’Ntoni a prendere il medicamento pel nonno: – Tu sei il [...]
[...] popolo. Finchè sarai paziente come il somaro ti toccheranno le bastonate. – La Signora, che faceva la calzetta dietro il banco, per mutar [...]
[...] discorso domandava: – Come sta ora il nonno? ’Ntoni non osava aprir bocca davanti la Signora, e se ne andava brontolando, col bicchiere nelle mani. Il [...]
[...] , tanto che la gente andava a vederlo per curiosità; ed il poveraccio chinava il capo a questo e a quello, come un pappagallo, e sorrideva, tutto contento [...]
[...] di trovarsi là, nel suo cappotto, accanto all’uscio, con Maruzza che gli filava accanto, il telaio della Mena che si udiva nelle stanze, e le [...]
[...] che facevano, e passava il tempo ad ascoltare le voci dei vicini, dicendo: – Questa è comare Venera che strapazza suo marito. – Questa è la [...]
[...] cugina Anna che torna dal lavatoio. Poi se ne stava a vedere l’ombra delle case che si allungava; e quando non c’era più il sole sulla porta lo [...]
[...] mettevano contro il muro dirimpetto, ch’egli somigliava al cane di mastro Turi, il quale cercava il sole, per sdraiarsi. Infine, cominciò a stare sulle [...]
[...] olio ancora alla lucerna, eh, padron ’Ntoni? La sera, quando tutti i suoi erano in casa, coll’uscio chiuso, mentre la Longa intonava il rosario, se [...]
[...] la godeva a vederseli vicini, e li guardava in faccia ad uno ad uno, e guardava i muri della casa, e il cassettone colla statuetta del Buon [...]
[...] Pastore, e il deschetto col lume sopra; e ripeteva sempre: – Non mi par vero di essere ancora qui, con voialtri. La Longa diceva che lo spavento le aveva [...]
[...] sino a quel giorno le eran rimasti come due spine dentro il petto, tanto che era andata a confessarsene con don Giammaria. Però il confessore le [...]
[...] aveva data l’assoluzione, perchè coi disgraziati succede così, che una spina scaccia l’altra, e il Signore non vuole ficcarcele tutte in una volta [...]
[...] , perchè si morirebbe di crepacuore. Le erano morti il figlio e il marito; l’avevano scacciata dalla casa; ma adesso era contenta che fosse [...]
[...] riescita a pagare il medico e lo speziale, e non doveva più niente a nessuno. A poco a poco il nonno era arrivato a dire: – Datemi da fare qualche cosa [...]
[...] mastro Turi, a vedere la Provvidenza, e stava lì a godersi il sole. Infine era tornato a imbarcarsi coi ragazzi. – Tale e quale come i gatti! diceva [...]
[...] la Zuppidda; che se non danno il naso per terra son sempre vivi! La Longa aveva pure messo sulla porta un panchettino, e vendeva arancie, noci [...]
[...] , ova sode ed ulive nere. – State a vedere che a poco a poco arrivano a vendere anche il vino! diceva la Santuzza. Io ci ho piacere, perchè son gente [...]
[...] volevano fare i negozianti. Il negozio andava bene perchè le uova erano sempre fresche, tanto che la Santuzza, ora che ’Ntoni bazzicava all’osteria [...]
[...] . Avevano comprato anche una buona provvista di barilotti, e il sale per le acciughe, se San Francesco mandava la provvidenza, la vela nuova per la barca [...]
[...] si dondolava adagio adagio sulla finestra. Il vecchio si arrampicava sul muro dell’orto, dove ci avevano seminate delle cipolle che facevano come [...]
[...] insieme, quei denari della casa, dovete venderla a noi, perchè è stata sempre dei Malavoglia; «ad ogni uccello il suo nido è bello» e desidero [...]
[...] una tegola nuova, od una cazzolata di calcina al muro del cortile, per far crescere il prezzo. Lo zio Crocifisso lo rassicurava così: – Non [...]
[...] cosa, eh? Che direste voi se la vostra casa la vendessi a un altro? Piedipapera il quale era sempre lì per la piazza, appena c’erano due che [...]
[...] discorrevano, a cercare di buscarsi la senseria, si ficcò nel discorso anche lui. – La Vespa ora ci ha per le mani Brasi Cipolla, dopo che andò in aria il [...]
[...] di mio zio! – Parlava di voi, zio Crocifisso; e gli lasciava toccare la medaglia, sapete dove la tiene? Campana di legno faceva il sordo, e [...]
[...] dimenava il capo, come Tartaglia. Piedipapera continuava: e Brasi disse: – Allora che facciamo? – Io non lo so quel che volete fare – rispondeva la [...]
[...] Vespa, ma se è vero che mi volete bene, in questo stato non mi lascerete, chè quando non vi vedo mi pare che il cuore l’abbia diviso in due, come due [...]
[...] di grosso nel paese, e mi butterò in mare bella e vestita come sono. Brasi si grattava il capo, e seguitava: – Per me, io vi voglio; ma mio padre [...]
[...] , dimenticandosi che era sordo. Quella strega ha il diavolo che la pizzica sotto la gonnella! E dire che tengono la medaglia della Madonna sul petto! Bisognerà [...]
[...] dirlo a padron Fortunato, bisognerà! Siamo galantuomini o no! Se padron Fortunato non sta in guardia, quella strega di mia nipote gli fa il tiro [...]
[...] di rubargli il figlio, poveretto! E correva per la strada come un pazzo. – Mi raccomando, non dite che li ho visti io! gridava Piedipapera [...]
[...] andandogli dietro. Non voglio mettermi in bocca a quella vipera di vostra nipote. Lo zio Crocifisso in un attimo mise sottosopra tutto il paese, che voleva [...]
[...] non fosse buona nemmeno la figlia di Vittorio Emanuele, chè aveva piantato la Malavoglia senza dire: vi saluto! Mena però non s’era messo il [...]
[...] ricchezza per tutto il paese; le barche tornavano cariche, colla gente che cantava e sventolava i berretti da lontano, per far segno alle donne che [...]
[...] grattarsi il capo. Verso l’avemaria sulla riva c’era una fiera addirittura, e grida e schiamazzi d’ogni genere. Nel cortile dei Malavoglia il lume stava [...]
[...] Nunziata, perchè c’era da guadagnare per tutti, e lungo il muro si vedevano quattro file di barilotti già belli e preparati, coi sassi di sopra [...]
[...] il fatto nostro anche noi, e ce ne infischiamo di don Michele e di don Silvestro! I rigattieri correvano dietro a padron ’Ntoni coi denari in [...]
[...] mano. Piedipapera lo tirava per la manica dicendogli: – Questo è il tempo d’approfittare. Ma padron ’Ntoni teneva duro a rispondere: – Ne parleremo [...]
[...] ad Ognissanti; allora le acciughe avranno il loro prezzo. No, non voglio caparra, non voglio legarmi le mani! So io come vanno le cose. – E [...]
[...] fatto la grazia di lasciarmi chiudere gli occhi contento. Nello stesso tempo avevano fatte tutte le provviste per l’inverno, il grano, le fave [...]
[...] guadagnati col telaio, e diceva: – Ce n’è di tutti. – Non ve l’avevo detto che per menare il remo bisogna che le cinque dita della mano si aiutino [...]
[...] , che andava pel mondo, chi sa dove; e allora smetteva di cantare. Per tutto il paese non si vedeva altro che della gente colle reti in collo, e [...]
[...] donne sedute sulla soglia a pestare i mattoni; e davanti a ogni porta c’era una fila di barilotti, che un cristiano si ricreava il naso a passare per [...]
[...] sardelle e di salamoia, perfino nella spezieria dove aggiustavano il mondo a modo loro; e don Franco voleva insegnare una maniera nuova di salare le [...]
[...] acciughe, che l’aveva letta nei libri. Come gli ridevano in faccia, si metteva a gridare: – Bestie che siete! e volete il progresso! e volete la [...]
[...] repubblica! – La gente gli voltava le spalle, e lo piantava lì a strepitare come un pazzo. Da che il mondo è mondo le acciughe si son fatte col [...]
[...] sale e coi mattoni pesti. – Il solito discorso! Così faceva mio nonno! seguitava a gridare loro dietro lo speziale. – Siete asini che vi manca [...]
[...] soltanto la coda! Con gente come questa cosa volete fare? e si contentano di mastro Croce Giufà, perchè il sindaco è stato sempre lui; e sarebbero capaci [...]
[...] che era in rotta colla Betta di mastro Croce, perchè il sindaco voleva farlo lei, e suo padre s’era lasciato mettere la gonnella al collo, talchè [...]
[...] oggi diceva bianco e domani nero, come voleva la Betta. Egli non sapeva dir altro che – Il sindaco son io, caspitina! – come glielo aveva [...]
[...] rosicate tutto il paese! Ma me non mi mangerete, no! chè non ci ho la smania di maritarmi, e bado agli interessi di mio padre. Don Franco [...]
[...] predicava che senza uomini nuovi non si faceva nulla, ed era inutile andare a cercare i pezzi grossi, come padron Cipolla, il quale vi diceva che per [...]
[...] grazia di Dio ci aveva il fatto suo, e non aveva bisogno di fare il servitore del pubblico per niente; oppure come massaro Filippo il quale non [...]
[...] pensava ad altro che alle sue chiuse e alle sue vigne, e solo ci aveva prestato orecchio quando s’era parlato di levare il dazio sul mosto. – Gente [...]
[...] Signora a suo marito; questi sono affari che non ti riguardano. – Io non sto parlando; – rispose don Franco lisciandosi la barba. E il [...]
[...] vicario, ora che aveva il disopra, e la moglie di don Franco era là, che ei poteva tirare le sassate dietro il muro, si divertiva a fare arrabbiare lo [...]
[...] pretesto, va a girandolare pel paese, e davanti all’osteria, tale e quale come Rocco Spatu. Il sinedrio si sciolse come tutte le altre volte, senza [...]
[...] . – Quello è un uomo che ha stomaco, e se ha da dire qualche cosa ce la chiude dentro e non parla più. Tutto il paese sa che ha truffato le [...]
[...] alle ragazze, e avevano dei fazzoletti di seta in ogni tasca del giubbone; sicchè il paese era in rivoluzione per loro. ’Ntoni, quando la sera [...]
[...] intanto ingannavano il tempo a contare storie e indovinelli, buoni pei ragazzi, i quali stavano a sentire con tanto d’occhi intontiti dal sonno [...]
[...] gente passa il tempo a scialarsi tutto il giorno, invece di stare a salare le acciughe; e le donne, vestite di seta e cariche di anelli meglio della [...]
[...] , come quando i ragazzi spiegavano gli indovinelli: – Io, disse Alessi, il quale vuotava adagio adagio i barilotti, e li passava alla Nunziata, – io [...]
[...] Catania; che uno il quale non ci sia avvezzo si perde per le strade; e gli manca il fiato a camminare sempre fra due file di case, senza vedere nè mare [...]
[...] nè campagna. – E’ c’è stato anche il nonno di Cipolla, aggiunse padron ’Ntoni, ed è in quei paesi là che s’è fatto ricco. Ma non è più tornato a [...]
[...] pungenti, quattro zoccoli e una scopa. – Il bue! rispose tosto Lia. – Questo lo sapevi! chè ci sei arrivata subito; esclamò il fratello [...]
[...] . – Vorrei andarci anch’io, come padron Cipolla, a farmi ricco! aggiunse ’Ntoni. – Lascia stare, lascia stare! gli disse il nonno, contento pei barilotti [...]
[...] che vedeva nel cortile. Adesso ci abbiamo le acciughe da salare. Ma la Longa guardò il figliuolo col cuore stretto, e non disse nulla, perchè ogni [...]
[...] meglio ventura». Le file dei barilotti si allineavano sempre lungo il muro, e padron ’Ntoni, come ne metteva uno al suo posto, coi sassi di sopra [...]
[...] nel cortile. – Chi deve mangiarsi queste sardelle qui, cominciava la cugina Anna, deve essere il figlio di un re di corona, bello come il sole [...]
[...] , il quale camminerà un anno, un mese e un giorno, col suo cavallo bianco; finchè arriverà a una fontana incantata di latte e di miele; dove [...]
[...] scendendo da cavallo per bere troverà il ditale di mia figlia Mara, che ce l’avranno portato le fate, dopo che Mara l’avrà lasciato cascare nella [...]
[...] fontana empiendo la brocca; e il figlio del re, col bere che farà nel ditale di Mara, si innamorerà di lei; e camminerà ancora un anno, un mese e un [...]
[...] giorno, sinchè arriverà a Trezza, e il cavallo bianco lo porterà davanti al lavatoio, dove mia figlia Mara starà sciorinando il bucato; e il figlio [...]
[...] ascoltava a bocca aperta, che pareva vedesse il figlio del re sul cavallo bianco, a portarsi in groppa la Mara della cugina Anna. – E dove se la porterà [...]
[...] vorrei andarci col figlio del re, se non dovessi tornare più. – La vostra figlia non ha un soldo di dote, perciò il figlio del re non verrà a [...]
[...] adesso, dopo essere stata tutto il giorno al lavatoio, per farsi la dote. Non è vero, Mara? Almeno se non viene il figlio del re, verrà qualchedun [...]
[...] altro. Lo so anch’io che il mondo va così, e non abbiamo diritto di lagnarcene. Voi, perchè non vi siete innamorato di mia figlia, invece [...]
[...] d’innamorarvi della Barbara che è gialla come il zafferano? perchè la Zuppidda aveva il fatto suo; non è vero? E quando la disgrazia vi ha fatto perdere il [...]
[...] ragione di chiamarvi Cuor contento. – E se non fossi Cuor contento che si cambiano le cose? Quando uno non ha niente, il meglio è di andarsene come [...]
[...] fece compare Alfio Mosca. – Quello che dico io! esclamò ’Ntoni. – Il peggio, disse infine Mena, è spatriare dal proprio paese, dove fino i sassi [...]
[...] vi conoscono, e dev’essere una cosa da rompere il cuore il lasciarseli dietro per la strada. «Beato quell’uccello, che fa il nido al suo paesello [...]
[...] ». – Brava Sant’Agata! conchiuse il nonno. Questo si chiama parlare con giudizio. – Sì! brontolò ’Ntoni, intanto, quando avremo sudato e faticato [...]
[...] per farci il nido ci mancherà il panico; e quando arriveremo a ricuperar la casa del nespolo, dovremo continuare a logorarci la vita dal lunedì al [...]
[...] Mosca, il quale come vedeva prendere il basto, gonfiava la schiena, aspettando che lo bardassero! – Carne d’asino! borbottava; ecco cosa siamo [...]
[...] toccargli il cuore. Ma ei diceva di no, che sarebbe stato meglio per lui e per loro; e quando tornava poi sarebbero stati tutti allegri. La povera [...]
[...] donna non chiudeva occhio in tutta la notte, e inzuppava di lagrime il guanciale. Infine il nonno se ne accorse, e chiamò il nipote fuori [...]
[...] spalle; ma il vecchio seguitava ad accennare di sì col capo, e sputava e si grattava il capo cercando le parole. – Sì, sì, qualcosa ce l’hai in testa [...]
[...] che lamentarsi». – Bella consolazione! Questa volta il vecchio trovò subito le parole, perchè si sentiva il cuore sulle labbra: – Almeno non lo [...]
[...] . – Ricchi! diceva, ricchi! e che faremo quando saremo ricchi? ’Ntoni si grattò il capo, e si mise a cercare anche lui cosa avrebbero fatto. – Faremo quel [...]
[...] la testa sul petto. – Tu sei un ragazzo, e non lo sai!... non lo sai!... Vedrai cos’è quando non potrai più dormire nel tuo letto; e il sole non [...]
[...] entrerà più dalla tua finestra!... Lo vedrai! te lo dico io che son vecchio! – Il poveraccio tossiva che pareva soffocasse, col dorso curvo, e [...]
[...] dimenava tristamente il capo: – «Ad ogni uccello, suo nido è bello». Vedi quelle passere? le vedi? Hanno fatto il nido sempre colà, e torneranno a [...]
[...] la tua salute non ho paura, vedi! «Il buon pilota si prova alle burrasche». Tu hai paura di dover guadagnare il pane che mangi; ecco cos’hai [...]
[...] ! Quando la buon’anima di tuo nonno mi lasciò la Provvidenza e cinque bocche da sfamare, io era più giovane di te, e non aveva paura; ed ho fatto il mio [...]
[...] , e tuo fratello Luca, benedetto! che non ha avuto paura di andare a fare il suo dovere. Tua madre l’ha fatto anche lei il suo dovere, povera [...]
[...] sorella trova il lenzuolo tutto fradicio! E nondimeno sta zitta e non dice di queste cose che ti vengono in mente; e ha lavorato, e si è aiutata [...]
[...] come uno zingaro. In conclusione ’Ntoni si mise a piangere come un bambino, perchè in fondo quel ragazzo il cuore ce l’aveva buono come il pane; ma [...]
[...] il giorno dopo tornò da capo. La mattina si lasciava caricare svogliatamente degli arnesi, e se ne andava al mare brontolando: – Tale e quale [...]
[...] l’asino di compare Alfio! come fa giorno allungo il collo per vedere se vengono a mettermi il basto. – Dopo che avevano buttato le reti, lasciava [...]
[...] Alessi a menare il remo adagio adagio per non fare deviare la barca, e si metteva le mani sotto le ascelle, a guardare lontano, dove finiva il mare [...]
[...] rispondeva che non aveva niente. E infine glielo disse cosa aveva, che il nonno e tutti gli altri ne volevano la pelle di lui, e non ne poteva più. Voleva [...]
[...] allegri tutti. Maruzza scuoteva il capo tristamente, guardandolo sempre negli occhi, e diceva di no, di no, che lei non l’avrebbe trovata più. – Mi [...]
[...] son più quella! Allora, quando fu di tuo padre e di tuo fratello, ero più giovane e forte. – Il cuore si stanca anche lui, vedi; e se ne va a pezzo [...]
[...] a pezzo, come le robe vecchie si disfanno nel bucato. Ora mi manca il coraggio, e ogni cosa mi fa paura; mi pare di bevermi il cuore, come quando [...]
[...] l’onda vi passa sulla testa, se siete in mare. Tu vattene, se vuoi; ma prima lasciami chiudere gli occhi. Ella aveva il viso tutto bagnato; ma non [...]
[...] , in mano di chi resteranno quei poveri orfanelli! Ah! Maria Addolorata! Ella se lo teneva abbracciato, colla testa sul petto, quasi il suo ragazzo [...]
[...] piangete più così! Lo vedete il nonno come si è arrabattato tutta la vita? ed ora che è vecchio si arrabatta ancora come se fosse il primo giorno, a [...]
[...] tirarsi fuori dal pantano! Ecco come siamo destinati! – E tu credi che dei guai non ne abbiano tutti? «Ogni buco ha il suo chiodo, chi l’ha vecchio [...]
[...] e chi l’ha nuovo!» Guarda padron Cipolla che corre dietro il suo Brasi, perchè non vada a buttare il ben di Dio, pel quale ha sudato e lavorato [...]
[...] tutta la vita, nel grembiule della Vespa! E massaro Filippo, così ricco com’è, che guarda il cielo, e recita avemarie per la sua vigna ad ogni [...]
[...] nuvola che passa! E lo zio Crocifisso che si leva il pan di bocca per mettere da parte i soldi, ed è sempre a litigare con questo e con quello! E tu [...]
[...] ?... E noi, se arriviamo a ricomprare la casa del nespolo, quando ci avremo il grano nel graticcio, e le fave per l’inverno, e avremo maritata Mena [...]
[...] , che cosa ci mancherà? Dopo che io sarò sottoterra, e quel povero vecchio sarà morto anche lui, e Alessi potrà buscarsi il pane, allora vattene [...]
[...] dove vuoi. Ma allora non te ne andrai più, te lo dico io! chè lo comprenderai quello che ci avevamo tutti qua dentro il petto, quando ti vedevamo [...]
[...] ostinato a voler lasciare la tua casa, eppure si continuava a fare le solite faccende senza dirti nulla! Allora non ti basterà il cuore di lasciare [...]
[...] il paese dove sei nato e cresciuto, e dove i tuoi morti saranno sotterrati sotto quel marmo, davanti all’altare dell’Addolorata che si è fatto [...]
[...] , stanca, e disfatta, in quel momento in cui non aveva nulla da fare, e si metteva a sedere anche lei, colle mani in mano, e il dorso diggià curvo [...]
[...] come quello del suocero, che stringeva il cuore. Ma non sapeva che doveva partire anche lei quando meno se lo aspettava, per un viaggio nel quale [...]
[...] si riposa per sempre, sotto il marmo liscio della chiesa; e doveva lasciarli tutti per via, quelli cui voleva bene, e gli erano attaccati al [...]
[...] cuore, che glielo strappavano a pezzetti, ora l’uno e ora l’altro. A Catania c’era il colèra, sicchè ognuno che potesse scappava di qua e di là, pei [...]
[...] torcevano il muso, se si parlava di vendere una dozzina di barilotti d’acciughe, e dicevano che i denari erano scomparsi, per la paura del colèra [...]
[...] . – Che non ne mangia più acciughe la gente? – diceva loro Piedipapera. Ma a padron ’ntoni, e a chi ne aveva da vendere, per conchiudere il negozio [...]
[...] a mo’ dei gamberi, la Longa andava a portare le ova e il pane fresco di qua e di là per le casine dei forestieri, mentre gli uomini erano in [...]
[...] ci pensò dopo, che uno sconosciuto, il quale pareva stanco anche lui, poveraccio, c’era stato seduto pochi momenti prima, e aveva lasciato sui sassi [...]
[...] delle gocce di una certa sudiceria che sembrava olio. Insomma ci cascò anche lei; prese il colèra e tornò a casa che non ne poteva più, gialla [...]
[...] cogliere dell’erba santa, e delle foglie di malva. Mena tremava come una fronda, mentre faceva il letto; eppure l’ammalata, seduta sulla scranna, stanca [...]
[...] uomini che sono in mare! – Lia si sfogava a piangere. Mentre padron ’Ntoni tornava a casa coi nipoti, e vide l’uscio socchiuso, e il lume [...]
[...] la morte se li avesse succhiati, e le labbra nere al pari del carbone. In quel tempo non andavano intorno nè medico nè speziale dopo il tramonto; e [...]
[...] più. La Lia piangeva in modo da spezzare il cuore; e tutti gli altri, bianchi come un cencio, si guardavano in faccia quasi chiedendosi aiuto l’un [...]
[...] l’altro; e si stringevano il petto per non scoppiare a piangere davanti alla moribonda, la quale nondimeno se ne accorgeva bene, sebbene non ci [...]
[...] già non si sentiva più, ’Ntoni! A te che sei il maggiore raccomando questi orfanelli! – E sentendola parlar così, mentre era ancor viva, tutti gli [...]
[...] il viso disfatto e affilato al pari di un coltello, e le labbra nere. Ma pure Mena non si stancava di baciarla nella bocca, e parlarle, come se [...]
[...] potesse sentirla. ’Ntoni si picchiava il petto singhiozzando: – O mamma! che ve ne siete andata prima di me! e volevo lasciarvi! – Alessi non se la [...]
[...] qualche medicina, avrebbe aperto la spezieria anche di notte, che non aveva paura del colèra; e diceva pure che era una minchioneria il credere che [...]
[...] il colèra lo buttassero per le strade e dietro gli usci. – Segno che è lui che sparge il colèra! – andava soffiando don Giammaria. Per questo nel [...]
[...] . Poi, a poco a poco, cominciarono a mettersi il fazzoletto nero al collo, e ad uscire nella strada, come le lumache dopo il temporale, colla faccia [...]
[...] . E quando passava don Michele o qualcun altro di quelli che mangiavano il pane del re, e portavano il berretto col gallone, li guardavano cogli [...]
[...] mastro Cirino non si faceva più vivo, e lasciava stare di suonare mezzogiorno e l’avemaria, chè mangiava il pane del Comune anche lui, per quei dodici [...]
[...] quella povera orfanella che aveva il fazzoletto nero come lei. La Nunziata, o la cugina Anna, venivano di tanto in tanto, col passo leg- gero e il [...]
[...] viso lungo, senza dir nulla; e si mettevano sulla porta a guardar la strada deserta, colle mani sotto il grembiule. Quelli che tornavano dal mare [...]
[...] andavano di fretta, guardinghi, colle reti in collo, e i carri non si fermavano nemmeno all’osteria. Chissà dove andava il carro di compar Alfio? e [...]
[...] Piedipapera, con una faccia di affamato, guardandosi intorno; o lo zio Crocifisso, che ci aveva la sua roba di qua e di là, e andava a toccare il polso ai [...]
[...] suoi debitori, chè se morivano gli rubavano il debito. Il viatico andava anch’esso di fretta, nelle mani di don Giammaria, colla sottana [...]
[...] rimboccata, e un ragazzo scalzo che suonava il campanello, perchè mastro Cirino non si vedeva più. Quel campanello, nelle strade deserte, dove non passava [...]
[...] nemmeno un cane, e perfino don Franco teneva chiusa metà della sua porta, faceva stringere il cuore. La sola persona che si vedesse andare di qua e [...]
[...] alla riva, e nemmeno il colèra la voleva, poveretta. I forestieri erano fuggiti anch’essi, come gli uccelli quando viene l’inverno; e il pesce [...]
[...] non trovava chi lo comprasse. Sicchè diceva ciascuno: – Dopo il colèra verrà la fame. Padron ’Ntoni aveva dovuto metter mano ai denari della casa [...]
[...] uscir di mente. – ’Ntoni come vedeva spendere i denari tentennava il capo anche lui. Finalmente, quando il colèra finì, e dei denari raccolti con [...]
[...] ! Mena lo guardò cogli occhi timidi, ma dove ci si vedeva il cuore, tale e quale come sua madre, e non osava proferir parola. Ma una volta, stringendosi [...]
[...] , se tu vai, come la Nunziata quando l’è partito il padre. – No! diceva ’Ntoni, no! Io non posso aiutarti se non ho nulla. Il proverbio dice «aiutati [...]
[...] guardavano sbigottiti; ma il nonno si lasciava cadere la testa sul petto – Ora non hai più nè padre nè madre, e puoi fare quello che ti pare e [...]
[...] piace, gli disse alfine. – Finchè vivrò a quei ragazzi ci penserò io, quando non ci sarò più, il Signore farà il resto. La Mena, poichè ’Ntoni voleva [...]
[...] lontano lontano, a tante cose passate, che il cuore ne era tutto gonfio. – Dalla casa del nespolo non posso passarci più – diceva quando stava a [...]
[...] roba del fratello, piangeva come se non dovesse vederlo più. Infine, quando ogni cosa fu in ordine, il nonno chiamò il suo ragazzo per fargli [...]
[...] , e il suo tabarro foderato di pelle, chè oramai lui era vecchio, e non gli serviva più. I ragazzi vedendo il fratello maggiore affaccendarsi nei [...]
[...] sulle spalle, e le scarpe in mano, come all’ultimo momento gli fossero venute meno il cuore e le gambe tutt’a un tratto. E guardava di qua e di là [...]
[...] per stamparsi la casa e il paese, ogni cosa in mente, e aveva la faccia sconvolta come gli altri. Il nonno prese il suo bastone per accompagnarlo [...]
[...] , e aveva vista la mamma piangere ogni notte, che all’indomani trovava il lenzuolo tutto fradicio, nel rifare il letto. – Addio ’Ntoni! gli gridò [...]
[...] dietro Alessi facendosi coraggio, come il fratello era già lontano; e allora la Lia cominciò a strillare. – Così se n’è andato mio padre, disse [...]
[...] a giornata qualcheduno, o compare Nunzio, che era carico di figliuoli, e aveva la moglie malata, o il figlio della Locca, il quale veniva a [...]
[...] piagnuccolare dietro l’uscio che sua madre moriva di fame, e lo zio Crocifisso non voleva dargli nulla, perchè il colèra l’aveva rovinato, diceva, con [...]
[...] tanti che erano morti e gli avevano truffati i denari, talchè aveva preso il colèra anche lui, ma non era morto, aggiungeva il figlio della Locca, e [...]
[...] scuoteva il capo tristamente. – Adesso ci avremmo da mangiare, io e mia madre e tutto il parentado, se fosse morto. Siamo stati a curarlo due [...]
[...] spesso a pagare lo zio Nunzio, o il figlio della Locca, e si doveva metter mano a quei soldi raccolti con tanta fatica per la casa del nespolo [...]
[...] . Ogni volta che Mena andava a pigliare la calza sotto la materassa, lei e il nonno sospiravano. Il povero figlio della Locca non ci aveva colpa [...]
[...] ; avrebbe voluto farsi in quattro per guadagnarsi la sua giornata; era il pesce che non voleva farsi prendere. E quando tornavano mogi mogi, sbattendo i [...]
[...] remi e colla vela allentata, il figlio della Locca diceva a padron ’Ntoni: – Fatemi spaccar della legna, o legar dei sarmenti; io posso lavorare [...]
[...] in casa per parlarne, di tanti che c’erano prima! Il meglio era vendere la Provvidenza, che non rendeva nulla, e si mangiava le giornate di [...]
[...] Provvidenza. La domenica andò sulla piazza a parlarne a Piedipapera, dopo la messa. Compare Tino scrollava le spalle, dimenava il capo, diceva che [...]
[...] , era come certe donnaccie che sapeva lui, colle rughe sotto il corsetto; e tornava a darci dei calci nella pancia, col piede zoppo. Del resto il [...]
[...] , tirandolo in disparte verso l’abbeveratoio, lo zio crocifisso rispondeva a spallate, e dimenava il capo come Peppinino, e voleva scappargli dalle [...]
[...] lo zio crocifisso non voleva sentir parlare di niente, che quasi quasi gli spuntavano le lagrime, con quella faccia gialla, ora che aveva preso il [...]
[...] colèra; e tirava per andarsene, e voleva lasciargli il giubbone nelle mani. – Non me ne importa! ripeteva. Non me ne importa niente. Voi non sapete [...]
[...] cosa ci ho qui dentro, compare Tino! Tutti vogliono succhiarmi il sangue come le sanguisughe, e prendersi il fatto mio. Ora v’è anche Pizzuto che [...]
[...] una bocca di più, no! che ha le mani benedette quella donna, e non lo perderete il pane che gli darete da mangiare! Ci avrete una serva in casa [...]
[...] prendersi padron ’Ntoni. – Sì, lo prendo se viene a dirmelo lui! Lo credereste che mi porta il broncio dacchè mandai in aria quel matrimonio di mio [...]
[...] figlio colla Mena. Eh? bell’affare che ci avrei fatto! Ed hanno il coraggio di portarmi il broncio per giunta! Don Silvestro, massaro Filippo, ed [...]
[...] venire il pensiero di maritarlo, e correva dietro a tutte le donne come un gatto in gennaio, ch’era una sollecitudine continua pel povero padre. Ora [...]
[...] che veniva dalla messa; oppure lo aspettava sulla porta, colle mani sul ventre, e il fazzoletto di seta in testa, e gli lasciava andare un’occhiata [...]
[...] assassina, di quelle che rubano il cuore, e si voltava ad aggiustarsi le cocche del fazzoletto sul mento per vedere se le veniva dietro; o [...]
[...] scappava in casa com’ei compariva in capo alla straduccia, e andava a nascondersi dietro il basilico ch’era sulla finestra, con quegli occhioni neri che [...]
[...] era sempre là intorno, a gironzare colle braccia penzoloni, il naso in aria e la bocca aperta, come Giufà. La Mangiacarrubbe dal suo canto stava [...]
[...] collane. – Mena invece non ci metteva neppure il naso alla finestra, perchè non ci stava bene, adesso che le era morta la mamma, e aveva il [...]
[...] andare anche al lavatoio, e alla fontana, e a portare il pane agli uomini, quando erano a giornata; sicchè non era più come Sant’Agata, quando nessuno [...]
[...] arrivava alla casa dei Malavoglia, rallentava il passo e guardava dentro, per vedere le belle ragazze che crescevano nella casa dei Malavoglia [...]
[...] agli occhi, là vicino, colle finestre chiuse, e il nespolo che si affacciava sul muro del cortile. Maruzza non aveva potuto morire in quella casa; nè [...]
[...] accanto a lei le diceva: – O che l’hai finita oggi la tua tela? – oppure: – Lunedì ci andrai a vendemmiare da massaro Filippo? Ora che viene il tempo [...]
[...] delle ulive avrai sempre da buscartela la tua giornata, anche se non hai roba da lavare; e potrai condurvi il tuo fratellino, che ora glieli [...]
[...] disparte, come se avessero già i capelli bianchi. – Hanno imparato presto perchè hanno visti guai assai! diceva padron ’Ntoni: il giudizio viene [...]
[...] situare. Bisogna arrivare a comprare la barca; la barca poi ci aiuterà a comprare la casa. Il nonno vorrebbe avere un’altra volta quella del nespolo [...]
[...] , e anche a me mi piacerebbe, chè saprei dove andare a occhi chiusi, o di notte, senza battere il naso; e c’è il cortile grande per gli attrezzi, e in [...]
[...] due salti s’è al mare. Poi, quando le mie sorelle saranno maritate, il nonno verrà a stare con noi, e lo metteremo nella stanza grande del cortile [...]
[...] , che c’entra il sole; così, quando non potrà più venire sul mare, povero vecchio, se ne starà accanto all’uscio nel cortile, e nell’estate ci [...]
[...] avrà lì vicino il nespolo per fargli ombra. Noi prenderemo la camera dell’orto, ti piace? e ci avrai accanto la cucina; così avrai ogni cosa sotto la [...]
[...] scaletta per essere in cucina o nell’orto. – In cucina vuol essere rifatto il focolare, disse Nunziata. L’ultima volta che ci cuocevo la minestra [...]
[...] mangiare il pane e costano poco. Quando non abbiamo denari per la minestra ne mangiamo sempre coi miei piccini. – Per questo se ne vendono tante [...]
[...] , affacciandosi sull’uscio, è segno che il giorno dopo farà bel tempo e potrà andare al lavatoio. – La cugina Anna era nello stesso caso, perchè la sua [...]
[...] chiusa e la sua vigna erano il lavatoio, e la sua festa era quando aveva della roba per le mani, tanto più ora che suo figlio Rocco faceva festa [...]
[...] all’osteria da un lunedì all’altro, per smaltire il malumore che gli aveva ficcato in corpo quella civetta della Mangiacarrubbe. – Ogni male non [...]
[...] viene per nuocere – le diceva padron ’Ntoni. – Forse in tal modo metterà giudizio, il vostro Rocco. Anche al mio ’Ntoni gli gioverà stare lontano da [...]
[...] casa sua; così quando tornerà, e sarà stanco di girare il mondo, ogni cosa gli sembrerà buona, e non si lamenterà più di tutto; e se arriviamo [...]
[...] , la sera quando si torna a casa stanchi, e che la giornata è andata bene; e veder il lume in quella camera dove l’avete visto tante volte, e ci [...]
[...] colla porta chiusa, come se quelli che se ne sono andati avessero portato la chiave in tasca per sempre. – ’Ntoni non doveva andarsene! soggiunse il [...]
[...] mentre egli è lontano, non gli parrà vero quando tornerà, disse Mena, e verrà a cercarci qui. Padron ’Ntoni scosse il capo tristamente. – Ma ancora [...]
[...] non rispondeva nulla; ma tutto il paese sapeva che ’Ntoni doveva tornare ricco, dopo tanto tempo ch’era andato a cercar fortuna, e molti già lo [...]
[...] aveva quella sorta di madre che sapete, e Rocco Spatu, il quale ce l’aveva alla taverna l’animo. Ma per fortuna delle donnicciuole, tutt’a un [...]
[...] scarpe. Se fosse stato vero che torna- va ricco, i danari non avrebbe avuto dove metterli, tanto era lacero e pezzen- te. Ma il nonno e i fratelli gli [...]
[...] conosceva più la Lia, tanto s’era fatta grande, e gli dicevano: – Ora non ci lascerai più, non è vero? Il nonno si soffiava il naso anche lui, e [...]
[...] il coraggio di metter piede nella strada. Come lo vedevano tutti gli ridevano sul naso, e Piedipapera andava dicendo: – Avete visto le [...]
[...] ricchezze che ha portato ’Ntoni di padron ’Ntoni? – E quelli che ci avevano messo un po’ di tempo a fare il fagotto, colle scarpe e le camicie, prima di [...]
[...] avventurarsi a quella minchioneria di lasciare il paese, si tenevano la pancia dal ridere. Quando uno non riesce ad acchiappare la fortuna è un [...]
[...] pugno di paglia, invece di tirar calci, e mettersi sotto i piedi il carretto, e sdraiarsi sull’erba colle zampe in aria. Aveva ragione lo speziale [...]
[...] , era di quelli che avevano acchiappato la fortuna, e la teneva negli scarabattoli, e si godeva il ben di Dio stando sulla porta della bottega, a [...]
[...] chiacchierare con questo o con quell’altro, e quando aveva pestato quel po’ d’acqua sporca nel mortaio, aveva fatto il suo lavoro. Che bel mestiere gli [...]
[...] aveva insegnato suo padre a colui, di fare danari coll’acqua delle cisterne! Ma a ’Ntoni suo nonno gli aveva insegnato il mestiere di rompersi le [...]
[...] braccia e la schiena tutto il giorno, e arrischiare la pelle, e morir di fame, e non aver mai un giorno da sdraiarsi al sole come l’asino di [...]
[...] Mosca. Un ladro di mestiere che si mangiava l’anima, per la madonna! e ne aveva fino al naso, che preferiva fare come Rocco Spatu, il quale almeno non [...]
[...] che di pescare un marito il quale lavori peggio di un cane per dar loro da mangiare, e comprarle dei fazzoletti di seta, quando si mettono sull’uscio [...]
[...] la domenica, colle mani sulla pancia piena. Piuttosto voleva starci lui, colle mani sulla pancia, la domenica e il lunedì, ed anche gli altri [...]
[...] giorni, giacchè è inutile affaticarsi per nulla. Così ’Ntoni faceva il predicatore, come lo speziale; almeno aveva imparato questo nel viaggio, ed [...]
[...] anche all’osteria della Santuzza. Ora non vi andava più di nascosto all’osteria della Santuzza, che s’era fatto grande, e il nonno non gli avrebbe [...]
[...] tirato le orecchie, alla fin fine; ed egli avrebbe saputo rispondere il fatto suo se gli rimproveravano di andare a cercarsi quel po’ di bene che [...]
[...] poteva. Il nonno, poveraccio, invece di prenderlo per le orecchie, lo prendeva colle buone. – Vedi, gli diceva, ora che sei qua tu ci arriveremo [...]
[...] sempre in carrozza, ecco quello che faceva. Gente appetto dei quali don Franco ed il segretario lavoravano come tanti asini a sporcar cartacce, e [...]
[...] non gli andava affatto, a lui ch’era nato padrone, l’aveva detto anche il nonno. Vedersi comandare a bacchetta, da gente che erano venuti su dal [...]
[...] perchè il nonno ve lo conduceva, e non gli bastava ancora l’anima di dir di no. Ma quando il soprastante gli stava addosso come un cane, e gli [...]
[...] una barba e l’altra, ed anche Piedipapera, che era il suo mestiere di chiacchierare con questo e con quello per cercare le senserie. E si [...]
[...] discorreva di ciò che succedeva in paese, di quello che donna Rosolina aveva raccontato a suo fratello, sotto il sigillo della confessione, quando era [...]
[...] stato il tempo del colèra, che don Silvestro le aveva truffato 25 onze, e non poteva andare dal giudice, perchè le 25 onze donna Rosolina le aveva [...]
[...] rubate a suo fratello il vicario, e si sarebbe saputo il motivo per cui aveva dato in mano a don Silvestro quel denaro, per sua vergogna! – Poi [...]
[...] madre avesse 12 tarì, e glieli prendessi, che passerei per ladro? Di ladro in ladro vennero a parlare dello zio Crocifisso, il quale aveva perso più [...]
[...] farsi scrivere al Municipio, presente don Silvestro. – Non è vero che se la piglia per gli orecchini, diceva Piedipapera, il quale poteva saperlo [...]
[...] . Gli orecchini e le collane alla fin fine sono d’oro e d’argento colato, e avrebbe potuto andare a venderli alla città; anzi ci avrebbe guadagnato il [...]
[...] Pizzuto sputacchiando. – Cercano il marito per farsi mantenere da lui! aggiunse ’Ntoni. Tutte le stesse! – E Piedipapera seguitò: – Lo zio [...]
[...] Crocifisso allora corse trafelato dal notaio, che aveva il fiato ai denti. Così se la piglia la Vespa. – Bella sorte, eh? quella della Mangiacarrubbe [...]
[...] ! esclamò ’Ntoni. – Brasi Cipolla, da qui a cent’anni che muore suo padre, se Dio vuole, sarà ricco come un maiale, disse Spatu. – Adesso suo padre fa il [...]
[...] diavolo, ma col tempo chinerà il capo. Non ha altri figli, e non gli resta altro che maritarsi, se non vuole che la sua roba se la goda la [...]
[...] ? Qui prese parte al discorso lo speziale, il quale veniva a fumare la sua pipa sulla riva, dopo desinare, e pestava l’acqua nel mortaio che così [...]
[...] il mondo non andava bene, e bisognava buttare in aria ogni cosa, e rifar da capo. Ma con quella gente lì, era proprio come pestar l’acqua nel [...]
[...] mortaio. Il solo che ne capisse qualche cosa era ’Ntoni, che aveva visto il mondo, e aveva aperto un po’ gli occhi come i gattini; da soldato gli [...]
[...] avevano insegnato a leggere, perciò andava anche lui sulla porta della spezieria, a sentire quello che diceva il giornale, e a chiacchierare collo [...]
[...] speziale, il quale era un buon diavolaccio con tutti, e non aveva pel capo i fumi di sua moglie, la quale lo sgridava – O tu perchè t’immischi [...]
[...] scranne; e spiegava loro parola per parola quello che diceva il giornale, mettendoci il dito, che il mondo avrebbe dovuto andare come era scritto là [...]
[...] . Don Franco, arrivando sul greto quando gli amici tenevano quei discorsi, ammiccava a ’Ntoni Malavoglia, il quale rimendava le maglie delle reti [...]
[...] tutti fratelli, l’ha detto Gesù, il più gran rivoluzionario che ci sia stato, e i suoi preti al giorno d’oggi fanno i birri e le spie! Non lo [...]
[...] . – Tutte e due vi dico! Coteste che si confessano ogni domenica hanno il sacco grande da metterci i peccati; per questo la Santuzza porta la [...]
[...] medaglia sul petto! per coprire le porcherie che ci stan sotto. – Don Michele perde il tempo colla Zuppidda; il segretario ha detto che vuol farla [...]
[...] speziale tirandosi la barba. – Tutto il sistema è così; pagar degli sfaccendati per non far niente, e farci le corna, a noi che li paghiamo! ecco che [...]
[...] ? Fanno la schiuma alla bocca, e sembra che vogliano prendersi pei capelli di momento in momento, ma poi ridono sotto il naso dei minchioni che ci [...]
[...] dalla testa. – Vedete la conseguenza del sistema! La conseguenza è che tutti diventano canaglia. Non vi offendete, compare ’Ntoni. «Il pesce puzza [...]
[...] dalla testa». Anch’io sarei come voi, se non avessi studiato, e non avessi quel mestiere da guadagnarmi il pane. Infatti dicevano che era un bel [...]
[...] che doveva cuocersi le corna al sole, e cavarsi gli occhi colle maglie delle reti, e prendersi il granchio alle gambe e alla schiena per guadagnarsi [...]
[...] il nipote gli arrivava a casa ubbriaco, la sera, faceva di tutto per mandarlo a letto senza che gli altri se ne avvedessero, perchè questo non [...]
[...] testa bassa. Ma poco a poco ci fece il callo, e diceva fra di sè: – Così domani faremo ancora domenica! Il povero vecchio cercò tutti i mezzi di [...]
[...] toccargli il cuore, e di nascosto gli fece persino esorcizzare la camicia da don Giammaria, e spese tre tarì. – Vedi! gli diceva, questo non c’è mai [...]
[...] sono più in sensi non penso alla mia disgrazia. – Che disgrazia! Tu hai la salute, sei giovane, sai il tuo mestiere, che ti manca? Io che son [...]
[...] per andar lontano. E son vecchio!... Quando il nonno riesciva a toccargli il cuore, ’Ntoni si metteva a piangere. I fratelli, che sapevano [...]
[...] tutto, si rincantucciavano, appena lo sentivano venire, come ei fosse un estraneo, o quasi avessero paura di lui; e il nonno, col rosario in mano [...]
[...] , borbottava: – O anima benedetta di Bastianazzo! O anima di mia nuora Maruzza! fatelo voi il miracolo! – Come Mena lo vedeva arrivare colla faccia [...]
[...] pallida e gli occhi lustri, gli diceva: – Entra da questa parte, che ci è il nonno! – E lo faceva entrare dalla porticina della cucina; poi si metteva [...]
[...] a lavorare di buonavoglia come prima; anzi, si alzava prima degli altri, e andava ad aspettare il nonno alla marina, che ci volevano due ore a far [...]
[...] giorno, i Tre Re erano ancora alti sul campanile del villaggio, e i grilli si udivano trillare nelle chiuse come se fossero lì accanto. Il nonno [...]
[...] l’anime sante di sua madre e di suo padre che hanno fatto il miracolo. Il miracolo durò tutta la settimana, e la domenica ’Ntoni non volle nemmeno [...]
[...] cui non aveva nulla da fare, e non finiva più. Oramai non era un ragazzo per passare il tempo ad andare per le ginestre nella sciara, cantando [...]
[...] come suo fratello Alessi e la Nunziata, o a spazzare la casa come Mena, e nemmeno un vecchio come il nonno per divertirsi ad accomodare i barilotti [...]
[...] voci e le risate all’osteria. Tanto che andò a dormire per non sapere che fare, e il lunedì tornò a fare il muso lungo. Il nonno gli diceva: – Per [...]
[...] te sarebbe meglio che non venisse la domenica; perchè il giorno dopo sei come se fossi malato. Ecco quello che era meglio per lui, che non venisse [...]
[...] mai la domenica! e gli cascava il cuore per terra a pensare che tutti i giorni fossero dei lunedì. Sicchè, quando tornava dal mare, la sera, non [...]
[...] sottovoce d’entrare dalla cucina che in casa c’era il nonno. – A me non me ne importa! rispondeva. Il giorno dopo si levava stravolto e di cattivo [...]
[...] umore; e cominciava a gridare e bestemmiare dalla mattina alla sera. Una volta successe una brutta scena. Il nonno, non sapendo più che fare per [...]
[...] toccargli il cuore, l’aveva tirato nell’angolo della cameruccia, ad usci chiusi, perchè non udissero i vicini, e gli diceva piangendo come un [...]
[...] ragazzo, il povero vecchio: – Oh ’Ntoni! non ti rammenti che qui c’è morta tua madre? Perchè vuoi darle questo dolore a tua madre, di vederti fare la [...]
[...] , allorchè non ha pane da dare agli altri suoi figliuoli, e non le basta il cuore di ridere? «Chi va col lupo allupa» e «chi pratica con zoppi [...]
[...] si metteva a cantare con loro, per scacciare la malinconia. Infine il povero padron ’Ntoni non osava più mostrarsi per le strade dalla vergogna [...]
[...] . Il nipote invece, per evitare le prediche, veniva a casa colla faccia scura; così non gli rompevano la devozione con le solite prediche. Già le [...]
[...] ! diceva lo speziale a don Silvestro, e a padron Cipolla, e a chi voleva sentirlo. – Vede le cose all’ingrosso, così alla carlona, ma il sugo c’è [...]
[...] ; non è colpa sua se non sa esprimersi meglio; è colpa del governo che lo lascia nell’ignoranza. Per istruirlo gli portava il Secolo e la Gazzetta di [...]
[...] , per colpa del fratello, tanto i Malavoglia erano caduti in bassa fortuna. Ora tutto il paese sapeva che don Michele passava e ripassava per la [...]
[...] era vanerella peggio di suo fratello ’Ntoni, e le piaceva starsene sulla porta a far vedere il fazzoletto colle rose, che ognuno le diceva [...]
[...] aspettare il fratello che tornava a casa ubbriaco, si sentiva così stanca ed avvilita che le cascavano le braccia quando voleva tirare in casa la [...]
[...] Michele, aveva preso a ben volere ’Ntoni, per quel modo di portare il berretto sull’orecchio, e di dondolare le spalle camminando che aveva preso [...]
[...] da soldato; e gli metteva in serbo sotto il banco tutti i piatti coi resti che lasciavano gli avventori; e un po’ di qua un po’ di là gli riempiva [...]
[...] anche il bicchiere. In tal modo lo manteneva per l’osteria grasso e unto come il cane del macellaio. Al bisogno poi ’Ntoni si disobbligava facendo [...]
[...] a pugni con quegli avventori della malannata, che cercano il pelo nell’uovo all’ora del conto, e gridano e bestemmiano prima di pagare. Cogli [...]
[...] amici della taverna invece era allegro e chiacchierone, e teneva d’occhio anche il banco, allorchè la Santuzza andava a confessarsi. Sicchè, tutti [...]
[...] colà gli volevano bene come se fosse a casa sua; tranne lo zio Santoro il quale lo guardava di malocchio, e borbottava, fra un’avemaria e l’altra [...]
[...] spalle ’Ntoni Malavoglia, grasso come un canonico; segno che ci aveva il suo piacere, e non aveva più bisogno di nessuno. – Sì, sì! brontolava lo [...]
[...] tempo di finirla, che il vino nuovo non può tenerlo più nella cantina, e bisognerebbe farlo entrare in paese di contrabbando. – Massaro Filippo [...]
[...] pensa al suo interesse. Ma io, vedete, dovessi pagare il dazio due volte, e il contrabbando, don Michele non lo voglio più, no e poi no! Ella non [...]
[...] tutto cuore. ’Ntoni si guadagnava il pane in tal modo, e quando il nonno gli rimproverava il suo far nulla, e la sorella lo guardava tristamente [...]
[...] , cogli occhi fissi, rispondeva: – Forse che vi costo qualche cosa? Dei denari della casa non ne spendo, e il mio pane me lo guadagno da me. – Meglio [...]
[...] sarebbe che tu morissi di fame, gli diceva il nonno, e che avessimo a morire tutti oggi stesso! – Infine nessuno parlava più, seduti dov’erano, e [...]
[...] e gli zufoli di canna, a fare il baccano e un casa del diavolo sino a mezzanotte, talchè la Vespa l’indomani s’alzò più verde del solito, e se la [...]
[...] il marito, onde stare in grazia di Dio, mentre le altre erano sempre nel peccato mortale, e facevano mille porcherie, sotto l’abitino della Madonna [...]
[...] avrebbe vuotato il sacco in una settimana; e diceva che la padrona adesso era lei, tanto che tutti i giorni c’era il diavolo dallo zio Crocifisso. Sua [...]
[...] Maria! E lui strillava che era rovinato; che non era più padrone del fatto suo; che v’era tuttora il colèra in casa, e volevano farlo morire di [...]
[...] questo, avrebbe mandato al diavolo la chiusa e la moglie; chè già lui di moglie non ne aveva bisogno, e l’avevano preso per il collo, facendogli [...]
[...] vallone, e sotto il ponte, colla schiuma alla bocca, giurando e spergiurando che se li trovava voleva dar loro tante di quelle pedate, e farsi venire le [...]
[...] l’aveva rovinato a non rapire Brasi una settimana prima. – Questa è stata la volontà di Dio! andava dicendo picchiandosi il petto; la volontà di Dio [...]
[...] avvelenava il pane in bocca, e gli faceva soffrire le pene del purgatorio, notte e giorno. Per giunta poi si vantava di essergli fedele, che non avrebbe [...]
[...] ronzavano sempre attorno a tentarla come ci avesse il miele nelle gonnelle. – Se fosse vero andrei a chiamarglielo io stesso colui! borbottava lo [...]
[...] facessero le corna, giacchè ’Ntoni faceva quel mestiere. – Allora potrei mandarla via quella strega che mi son cacciata in casa! Ma ’Ntoni il [...]
[...] mestiere lo faceva dove era grasso, e ci mangiava e beveva, che era un piacere a vederlo. Ora portava la testa alta, e se la rideva se il nonno gli [...]
[...] diceva qualche parola a bassa voce; adesso era il nonno che si faceva piccino, quasi il torto fosse suo. ’Ntoni diceva che se non lo volevano in casa [...]
[...] un po’ di riposo, finchè era giovane, e non abbaiava la notte come il nonno. Il sole c’era lì per tutti, e l’ombra degli ulivi per mettersi al [...]
[...] infine si aveva sonno, ci era lì la chiusa dove pascevano i montoni di compare Naso, per sdraiarsi a dormire il giorno, o la stalla di comare suor [...]
[...] Mariangela quand’era notte. – Che non ti vergogni di far questa vita? gli disse alfine il nonno, il quale era venuto apposta a cercarlo colla [...]
[...] sembrate un arco di violino, e sino a vecchio avete fatto sempre la stessa vita! Ora che ne avete? Voi altri non conoscete il mondo, e siete come i [...]
[...] gattini cogli occhi chiusi. E il pesce che pescate ve lo mangiate voi? Sapete per chi lavorate, dal lunedì al sabato, e vi siete ridotto a quel modo [...]
[...] ne ho! Non ne abbiamo avuti mai, e ci siamo guadagnato il pane come vuol Dio; è per questo che bisogna darsi le mani attorno, a guadagnarli, se no [...]
[...] si muore di fame. – Come vuole il diavolo, volete dire! Che è tutta opera di Satanasso la nostra disgrazia! Ora sapete quel che ci aspetta, quando [...]
[...] non potrete più darvele attorno le mani, perchè i reumatismi le avranno ridotte come una radica di vite? Vi aspetta il vallone sotto il ponte per [...]
[...] andare a creparvi. – No! no! esclamò il vecchio tutto giulivo, e gettandogli al collo le braccia rattratte come radiche di vite. I denari per la [...]
[...] casa ci sono già, e se tu ci aiuti... – Ah! la casa del nespolo! Credete che sia il più bel palazzo del mondo, voi che non avete visto altro [...]
[...] ? – Lo so che non è il più bel palazzo del mondo. Ma non dovresti dirlo tu che ci sei nato, tanto più che tua madre non ci è morta. – Nemmeno mio [...]
[...] padre non ci è morto. Il nostro mestiere è di lasciare la pelle laggiù, in bocca ai pescicani. Almeno, finchè non ce la lascio, voglio godermi quel [...]
[...] dote di Mena? e la dote di Lia?... Ah! sangue di Giuda ladro! che malasorte è la nostra! Il vecchio se ne andò desolato, scuotendo il capo, col [...]
[...] vicine ora tiravano di lungo dinanzi alla porta dei Malavoglia, come durasse il colèra, e la lasciavano sola, accanto alla sorella col fazzoletto [...]
[...] bassa voce, col capo chino, e le mani sotto il grembiule, ed anche quando tacevano, senza guardarsi in viso, pensando ognuno ai casi suoi [...]
[...] strada con gli occhi stanchi. Oramai come si vedeva che i vicini li avevano abbandonati, le si gonfiava il cuore di riconoscenza ogni volta che don [...]
[...] Michele con tutto il suo berretto gallonato non sdegnava di fermarsi sulla porta dei Malavoglia a far quattro chiacchiere. E se don Michele trovava [...]
[...] orecchini lunghi; chè allora, in parola d’onore, gli fareste tenere il candeliere a molte signore della città. – La veste di lana e seta non fa per me, don [...]
[...] , sulla santa parola d’onore! Pensava a tutt’altro lui, se non lo sapeva comare Lia!... E si fregava il mento, o si stirava i baffi guardandola come il [...]
[...] farmi quest’offesa, comare Malavoglia? Restate lì, che nessuno vi mangia. Così, mentre aspettavano gli uomini dal mare, passavano il tempo; ella [...]
[...] ? – Che verrei a farci nella città? – Quello è il posto per voi! Voi non siete fatta per star qui, fra questi villani, in parola d’onore! Voi [...]
[...] merito, vedete! – E dovette avvolgere un’altra volta il fazzoletto nella carta e metterselo in tasca. D’allora in poi, quando vedeva spuntare il naso [...]
[...] di don Michele, Lia correva a ficcarsi in casa, per paura che volesse darle il fazzoletto. Don Michele aveva un bel passare e ripassare, e far [...]
[...] brontolare la Zuppidda colla schiuma alla bocca, e aveva un bell’allungare il collo dentro l’uscio dei Malavoglia, che non vedeva più nessuno, talchè [...]
[...] saper che fare. – Voi non l’avete voluto il fazzoletto di seta, comare Lia, diss’egli alla ragazza, la quale s’era fatta rossa come un papavero, ma [...]
[...] fratello con Cinghialenta, la sera, verso il Rotolo, e con quell’altro buon arnese di Rocco Spatu, quando vanno a passeggiare nella sciara, come se [...]
[...] l’imbrunire, come se andassero a pescar pipistrelli. Ditegli questo, comare Mena, e ditegli pure che chi gli dà quest’avvertimento è un amico il quale [...]
[...] non sa che le guardie doganali hanno il tanto per cento sui contrabbandi, e per sorprenderli bisogna dar la parte a uno della combriccola e farlo [...]
[...] dice pure il proverbio. Mena sbarrava gli occhi, e impallidiva, senza capir bene quel che ascoltava; ma sentiva già la paura che suo fratello avesse [...]
[...] dirvi tutto questo, sarei fritto. Io mi giuo- co il mio berretto gallonato, per il bene che vi voglio a voi altri Malavoglia. Ma non mi piace che [...]
[...] nella notte, aspettando il fratello dietro l’uscio sino a tardi, tremando di freddo e di paura, mentre egli andava cantando per le strade con [...]
[...] hanno visto sulla sciara e verso il Rotolo. Guardati di Piedipapera. Sai il detto dell’antico che gli disse Gesù Cristo a San Giovanni: «degli [...]
[...] . Poi si levava di là frettoloso, e se ne andava all’osteria, a smaltire l’uggia, e se incontrava quelli del berretto gallonato, faceva il giro lungo [...]
[...] Michele e dei suoi galloni, che era ben pagato per succhiare il sangue del povero. Bella cosa! Don Michele non aveva bisogno di cercare di aiutarsi in [...]
[...] buscarsi come poteva un pezzo di dodici tarì. E quell’altra prepotenza che per sbarcare la roba di fuori regno, bisognava pagare il dazio, come fosse [...]
[...] roba rubata! e doveva metterci il naso don Michele coi suoi sbirri! Loro erano padroni di mettere le mani su ogni cosa, e prendere quello che [...]
[...] . – E di quegli impiegati di Satanasso! – aggiungeva il vicario. A don Giammaria gli cuoceva tuttora delle venticinque onze che gli erano scappate di [...]
[...] casa. Ora donna Rosolina aveva perso anche la testa, colle venticinque onze, e correva dietro a don Michele, per farsi mangiare il resto. Come lo [...]
[...] noi. – Dei fannulloni pagati per portare il fucile, e non altro! sogghignava lo speziale; come i preti, che prendono tre tarì per la messa. Dite la [...]
[...] fate pagare a sangue d’uomo? rimbeccava il vicario colla schiuma alla bocca. Don Franco aveva imparato a ridere come don Silvestro, per far dannare [...]
[...] l’anima a don Giammaria; e continuava senza dargli retta, chè aveva sperimentato il mezzo migliore per fargli perdere la tramontana: – In mezz’ora [...]
[...] si guadagnano la loro giornata, e poi sono a spasso tutto il giorno; tale e quale come don Michele il quale sembra un uccellaccio perdigiorno [...]
[...] cane, e vuol fare il prepotente perchè ci ha la sciabola. Ma, sangue della madonna! una volta o l’altra voglio dargliela sul muso la sua sciabola [...]
[...] , per fargli vedere che me ne infischio, io! – Bravo! esclamava lo speziale, così va fatto! Bisogna che il popolo mostri i denti. Ma lontano di qua [...]
[...] occhio, tante gliene aveva dette quel paneperso di suo padre, piagnucolando fra un’avemaria e l’altra, dopo che massaro Filippo non mandava più il [...]
[...] vino all’osteria! Le diceva che gli avventori cominciavano a diradare come le mosche a Sant’Andrea, dacchè non ci trovavano più il vino di massaro [...]
[...] Filippo, al quale erano avvezzi come il bambino alla poppa. Lo zio Santoro ogni volta ripeteva alla figliuola: – Che vuoi farne di quell’affamato [...]
[...] di ’Ntoni Malavoglia? Non vedi che ti mangia tutta la roba senza frutto? Tu lo ingrassi meglio di un maiale, e poi va a fare il cascamorto colla [...]
[...] , e la gente ha schifo di beverci nei bicchieri. Don Michele sì che ci stava bene sulla porta, coi galloni nel berretto. La gente che paga il vino [...]
[...] passato di qua, ed io volevo farlo entrare; ma ei dice che è inutile venirci, giacchè il mosto non può farlo passare più di contrabbando, ora che [...]
[...] occhi anche lei, giacchè tutto quello che le diceva suo padre era il santo evangelio, e non trattava più ’Ntoni come prima. Se c’era un rimasuglio [...]
[...] fare il viso lungo, e la Santuzza gli rispose che i fannulloni non le piacevano, e lei e suo padre se lo guadagnavano il pane, così pure avrebbe [...]
[...] spaccar legna, brontolando, o a soffiare nel fuoco, per fare meno fatica. Ma gli era duro lavorare tutto il giorno come un cane, peggio di quello che [...]
[...] la strada. La Santuzza allora cominciò a fare il diavolo, e rispondergli che era venuto apposta per farle fare peccati, mentre aveva l’ostia in [...]
[...] quando ho saputo che correte dietro le donnacce come la Vespa e la Mangiacarrubbe, ora che sono malmaritate. Correte a trovarle, che ora ci hanno il [...]
[...] truogolo in casa, e cercano il maiale. – Ma ’Ntoni giurava che non era vero, e a lui non gliene importava di queste cose; alle femmine non ci [...]
[...] Filippo mi ha detto che il mosto non può tenerlo più nelle botti, e lo venderà ad altri se tu non fai la pace con don Michele, e non ti riesce di [...]
[...] faceva la sdegnosa, protestando che non avrebbe mai piegato il capo a don Michele, dopo la partaccia che colui le aveva fatto. – Lascia fare a me [...]
[...] Michele; sono tuo padre o no, santo Dio? ’Ntoni, dacchè la Santuzza gli faceva degli sgarbi, bisognava che pensasse come pagare il pane che gli [...]
[...] l’ultimo colpo per me che sono vecchio! – ripeteva il nonno; e chi lo vedeva passare colle reti in spalla, per andare a giornata, diceva: – Questa è [...]
[...] Cinghialenta per la sciara e verso il Rotolo, e a discorrere sottovoce fra di loro, colla faccia scura, a guisa di lupi affamati. Don Michele [...]
[...] tornava a dire alla Mena: – Vostro fratello vi darà qualche dispiacere, comare Mena! Mena era ridotta ad andare a cercare il fratello sulla sciara [...]
[...] anche lei, e verso il Rotolo, o sulla porta dell’osteria; e piangeva e singhiozzava, tirandolo per la manica della camicia. Ma egli rispondeva [...]
[...] dico che tutto il paese si mangerebbe i gomiti dall’invidia! – Ma tu cosa vuoi fare? ripeteva Mena colla faccia pallida. Pensa alla mamma, ’Ntoni, e [...]
[...] pensa a noi che non abbiamo più nessuno! – Niente! Voglio svergognare lui e la Santuzza davanti a tutto il paese, quando vanno alla messa! Voglio [...]
[...] dir loro il fatto mio, e far ridere la gente. Già non ho paura di nessuno al mondo; e mi sentirà anche lo speziale lì vicino. Mena infatti aveva un [...]
[...] , specialmente la domenica, e si metteva sugli scalini della chiesa per vedere che faccia facevano quei svergognati che venivano lì a gabbare il mondo, e [...]
[...] Mangiacarrubbe, col naso nella mantellina, senza guardar più nessuno, ora che aveva acchiappato il marito. La Vespa, tutta in fronzoli, e con tanto di [...]
[...] rosario in mano, andava a pregare il signore di liberarla di quel castigo di Dio di suo marito; e ’Ntoni sghignazzava loro dietro: – Ora che l’hanno [...]
[...] pescato il marito non hanno più bisogno di nulla. Ci è chi deve pensare a dar loro da mangiare! Lo zio Crocifisso aveva persa anche la devozione [...]
[...] , dacchè si era messa la Vespa addosso, e non andava nemmeno in chiesa, per stare lontano dalla moglie almeno il tempo della messa; così si dannava [...]
[...] lasciai trascinare dalla Vespa; maledetto sia il giorno che ci misi i piedi! Ma compare Piedipapera che fiutava la senseria, gli diceva [...]
[...] pure: – Almeno la Mangiacarrubbe non ne compra più collane e fazzoletti di seta, ora che ha acchiappato il marito. La vedete come viene a messa con [...]
[...] che sono al mondo per farci dannare l’anima. Che ci credete che non compra più nulla? Tutta impostura per minchionare padron Fortunato, il quale va [...]
[...] il figliuolo. Io per me gli regalerei la Vespa, se la volesse! Tutte le stesse! e guai a chi ci capita, per sua disgrazia! che il Signore leva il [...]
[...] per la testa – ripeteva Piedipapera, cacciando fuori tanto di lingua dietro le spalle di padron ’Ntoni, e accennando coll’occhio a suo nipote, il [...]
[...] quale andava ad appollaiarsi sui muri, con un pezzo di giubbone sulle spalle, saettando delle occhiataccie sullo zio Santoro, il quale aveva preso a [...]
[...] chiesa, dicendo all’uno: – Il Signore vi dia la provvidenza! e a quell’altro: – Tanta salute! – e come gli passò accanto don Michele gli disse pure [...]
[...] tornò a bazzicare dalla Santuzza, diceva: – Fecero pace cani e gatti! Vuol dire che ci era sotto qualche cosa per tenersi il broncio. – E come massaro [...]
[...] della bettola peggio di un cane rognoso, senza un baiocco in tasca per andare a bere sul mostaccio a don Michele, e piantarsi là tutto il giorno [...]
[...] , coi gomiti sul desco, a far loro mangiare il fegato. Invece gli toccava star sulla strada come un cagnaccio, colla coda fra le gambe e il muso a [...]
[...] , col pugno sul fianco, e il giubbone vecchio sulle spalle, che pareva ci avesse un vestito di velluto, girando gli occhiacci intorno per [...]
[...] stuzzicare chi sapeva lui. Don Michele, per amore dei galloni, fingeva di non vederlo, e cercava di andarsene; ma ’Ntoni ora che don Michele faceva il [...]
[...] minchione si sentiva cuocere il fegato, e gli rideva e gli sghignazzava sul mostaccio, a lui e alla Santuzza; e sputava sul vino che beveva [...]
[...] dell’uscio colla scopa, tanto era affamato. Allora ’Ntoni cominciò a fare il diavolo, gridando e rompendo i bicchieri, che l’avevano messo fuori [...]
[...] per tirarsi in casa quell’altro baccalà col berretto gallonato; ma gli bastava l’anima di fargli uscire il vino dal naso, se voleva, perchè lui non [...]
[...] dei pugni, e a rotolarsi sotto le panche, che volevano mangiarsi il naso, mentre la gente li prendeva a calci e a pugni per separarli; e ci riescì [...]
[...] infine Peppi Naso colla cinghia di cuoio che s’era levata dai calzoni, e dove arrivava levava il pelo. Don Michele si spolverò la montura, andò a [...]
[...] raccattare la sciabola che aveva persa, e se ne uscì borbottando fra i denti, senz’altro, per amor dei galloni. – Ma ’Ntoni Malavoglia, il quale [...]
[...] dell’osteria, mostrandogli il pugno, e asciugandosi colla manica il sangue che gli colava dal naso; e gli prometteva che voleva dargli il resto quando [...]
[...] l’incontrava. XIV Quando ’Ntoni Malavoglia incontrò don Michele per dargli il resto fu un brutto affare, di notte, mentre diluviava, ed era scuro [...]
[...] che non ci avrebbe visto neppure un gatto, all’angolo della sciara verso il Rotolo, dove bordeggiavano quatte quatte le barche che facevano finta [...]
[...] Rocco Spatu e Cinghialenta. Ma ’Ntoni aveva fatto il sordo perchè «ventre affamato non sente ragione»; e don Michele non gli faceva più paura, dopo [...]
[...] che si erano rotolati a pugni e a cazzotti sotto le panche all’osteria; inoltre gli aveva promesso di dargli il resto quando l’incontrava, e non [...]
[...] gli darò il rimanente dove l’incontrerò; e se l’incontro al Rotolo glielo dò al Rotolo! – ripeteva coi suoi amici, e ci avevano tirato anche il [...]
[...] , che sapeva la legge, diceva sputacchiando: – Finchè c’è il lume sulla porta abbiamo il diritto di star qua! – e si appoggiava al muro per star meglio [...]
[...] che portavano la medaglia di Figlia di Maria. – E ci sta sul morbido meglio che su di un fascio d’erba fresca! – diceva ’Ntoni, il quale aveva il [...]
[...] vino chiacchierone; mentre Rocco, pieno come una botte, non fiatava più, colle spalle al muro. Lo zio Santoro intanto a tastoni aveva ritirato il [...]
[...] quanti, lei e don Michele! Cinghialenta era il solo che stesse in sensi per tutti, e lo tirava pel giubbone, e gli diceva: – Lascia stare per stasera [...]
[...] dargli quello che gli aveva promesso. Tutt’a un tratto si trovò davvero naso a naso con don Michele, il quale ronzava lì intorno anche lui, colla [...]
[...] avete paura di don Michele. – Stasera sei ubbriaco! ma ti farei vedere se ho paura di don Michele! Ora che ho venduto il mulo non voglio che [...]
[...] nessuno venga a vedere come mi guadagno il pane, sangue di un cane! Là si misero a cianciare a voce bassa a ridosso del muro, intanto che lo [...]
[...] Pizzuto, disse Cinghialenta. Egli è padrone di tenere la porta aperta sino che vuole, e senza lume fuori. – È scuro che non ci si vede! disse il [...]
[...] figlio della Locca. – Bisogna bere qualche cosa, col tempo che fa; rispose Rocco Spatu. Se no ci romperemo il naso nella sciara. Cinghialenta si mise a [...]
[...] ! saltò su ’Ntoni; e vedrete se il fatto mio lo saprò fare meglio di voi altri! Compare Pizzuto non voleva aprire a quell’ora, e rispondeva che era in [...]
[...] letto; ma siccome continuavano a picchiare, e minacciavano di svegliare tutto il paese e di far correre la guardia a mettere il naso nei fatti loro [...]
[...] . – Sì, l’abbiamo visto anche noi; adesso sta recitando il rosario colla Santuzza. – Che lo sai d’onde viene don Michele? gli domandò Pizzuto [...]
[...] Spatu dopo che ebbe bevuto. – Peggio per loro se vengono a mettere il naso nei fatti miei; ho qui il mio temperino che non fa tanto chiasso come le [...]
[...] loro pistole. – Noi ci buschiamo il pane come possiamo, e non vogliamo far male a nessuno! aggiunse Cinghialenta. – O che uno non è più padrone di [...]
[...] farsi sbarcare la roba dove vuole? – Loro stanno a spasso come i ladri, per farsi pagare il dazio di ogni fazzoletto da naso che volete portare a [...]
[...] . Ma a quel discorso il figlio della Locca posò il bicchierino senza accostarlo alla bocca, giallo come un morto. – Che sei già ubbriaco? gli [...]
[...] ci mette il naso, chè con don Michele e le sue guardie siamo come pane e cacio. Di compare Piedipapera non mi fido, perchè l’altra volta mi fece le [...]
[...] che arrischia di perdere il posto; ma con me non avete questo timore, e mi darete quel ch’è giusto. E sì che a compare Piedipapera non gli ho mai [...]
[...] negato la senseria, e gli dò il bicchierino ogni volta che viene qui, e la barba gliela faccio per niente. Ma santo diavolone! se mi fa le corna [...]
[...] speziale. Ogni volta che si fa il colpo egli voga al largo, per provare che lui non ci entra in tutto quel che può succedere. È volpe vecchia e le palle [...]
[...] delle guardie non lo coglieranno mai, sebbene sia zoppo come il diavolo. Poi domattina, a cose fatte, verrà a riscuotere la senseria, colla [...]
[...] sarà nessuno al Rotolo, soggiunse il figlio della Locca, ed è meglio tornarsene a casa. ’Ntoni, Cinghialenta e Rocco Spatu, che erano sulla soglia [...]
[...] , davanti alla pioggia che scrosciava come il pesce nella padella, rimasero un momento zitti, guardando nel buio. – Minchione che sei! esclamò [...]
[...] disgrazia, voi non m’avete visto stasera! Il bicchierino ve l’ho dato per l’amicizia, ma in casa mia non ci siete stati. Non mi tradite, che non ho [...]
[...] Cinghialenta. ’Ntoni fece segno di star zitti, e di scantonare per la viottola, onde evitare di passare davanti alla sua casa, chè Mena o il nonno [...]
[...] mai, aspetta don Michele! ’Ntoni allora voleva mangiargli l’anima, mentre si trovava il coltello in tasca, e Cinghialenta chiese loro se erano [...]
[...] ubbriachi, a volersi quistionare per delle sciocchezze, mentre andavano a fare quello che sapevano. Mena infatti aspettava il fratello dietro l’uscio [...]
[...] vostro fratello. Ma apritemi, che se mi vedono qui perdo il pane. – Oh vergine Maria! cominciò a dire allora la ragazza. Oh vergine Maria [...]
[...] pericolo come vostro fratello. Allora, se mi accade qualche disgrazia, pensateci che son venuto ad avvertirvi ed ho arrischiato di perdere il pane [...]
[...] per voi! Allora Lia alzò il viso dalle mani, e lo guardò cogli occhi pieni di lagrime. – Dio ve la paga, don Michele, la carità! – Io non voglio [...]
[...] Michele! Don Michele se n’andò, ed ella rimase dietro l’uscio a dire il rosario per suo fratello; e pregava il Signore che lo mandasse da quelle parti [...]
[...] . Ma il Signore non ve lo mandò. Tutti e quattro, ’Ntoni, Cinghialenta, Rocco Spatu e il figlio della Locca, filavano quatti quatti lungo i muri della [...]
[...] , disse Cinghialenta. La pioggia continuava a cadere, e dalla sciara non si udiva altro che il brontolare del mare là sotto. – Non ci si vede [...]
[...] Cinghialenta. Ma devono essere laggiù da un pezzo. – Allora è meglio tornarsene a casa, aggiunse il figlio della Locca. – Tu ora che hai mangiato e [...]
[...] bevuto non pensi ad altro che a tornartene a casa; ma se non stai zitto ti butto in mare con una pedata! gli disse Cinghialenta. – Il fatto è [...]
[...] andarcene, piagnucolò il figlio della Locca, giacchè nessuno risponde. Tutti e quattro si guardarono in volto, sebbene non si vedessero, e [...]
[...] pensarono a quel che aveva detto ’Ntoni di padron ’Ntoni. – Che facciamo? tornò a dire il figlio della Locca. – Scendiamo sulla strada, propose [...]
[...] venderci tutti per un bicchiere di vino. – Ora che non hai più il bicchiere dinanzi, gli disse Cinghialenta, hai paura anche tu. – Andiamo, sangue [...]
[...] del diavolo! Vi farò vedere se ho paura. Nello scendere adagio adagio per gli scogli, tenendosi bene per non rompersi il collo, Spatu osservò [...]
[...] : – La nostra pelle non vale un baiocco. – Chi va là! udirono gridare a un tratto dietro il muro della strada. – Fermi! fermi tutti! – Tradimento [...]
[...] scavalcato il muro si trovò naso a naso con don Michele, il quale aveva la pistola in pugno. – Sangue della madonna! gridò Malavoglia tirando fuori il [...]
[...] grandine, e lo gettarono a terra. – Ora come farà mia mamma! piagnucolava il figlio della Locca, mentre lo legavano peggio di Cristo. – Non stringete [...]
[...] tanto forte, sangue della madonna! urlava ’Ntoni; lo vedete che non posso più muovermi! – Va là, va là, Malavoglia! gli rispondevano. Il tuo conto [...]
[...] loro il cuore; mentre i vicini, si voltavano dall’altra parte, e tornavano a dormire, sbadigliando: – Domani sapremo cos’è stato. Sul tardi [...]
[...] , appena principiò a rompere l’alba, la gente si affollava davanti alla bottega di Pizzuto, che c’era ancora il lumicino; e lì si faceva un gran [...]
[...] chiacchierare di quel che era successo, in quel diavolìo della notte. – Hanno sorpreso il contrabbando e i contrabbandieri; raccontava Pizzuto, – e don [...]
[...] , tutta spettinata, bianca come un cencio, e non sapeva che dire. Padron ’Ntoni, come se gli parlasse il cuore, domandò: – E ’Ntoni? Sapete dov’è ’Ntoni [...]
[...] . – Hanno ammazzato don Michele! – Ah! mamma mia! – gridò il vecchio cacciandosi le mani nei capelli; ed anche la Lia si era cacciate le mani nei capelli [...]
[...] ’Ntoni di padron ’Ntoni dietro la grata, dopo che aveva dato la coltellata a don Michele; oppure correvano nella bottega di Pizzuto, il quale [...]
[...] faccia tosta. – Al giorno d’oggi, aggiungeva padron Cipolla, giallo dalla bile, i veri ladri vi rubano il fatto vostro di mezzogiorno, e in mezzo [...]
[...] . – Sapete cosa c’è scritto alla Vicaria di Palermo? «Corri quanto vuoi che qui t’aspetto!» e «il malo ferro se lo mangia la mola». Poveri diavoli [...]
[...] altro mestiere, ed è un malarnese, come Malavoglia, e il figlio della Locca! – Tutti dicevano di sì, che quando capita un figlio di quella fatta è [...]
[...] tuo figlio! Cosa vuoi da me? Già il pane non te lo portava nemmeno lui! – La Locca ci guadagna! osservava don Silvestro. Ora che non ha più quel [...]
[...] come tornavano a conchiudere che «il malo ferro se lo mangia la mola», padron Fortunato soggiungeva: – È un buon affare anche per padron ’Ntoni [...]
[...] manterrà il re. Ma padron ’Ntoni invece di pensare a risparmiare quei soldi, adesso che il nipote non glieli mangiava più, seguitava a buttarglieli [...]
[...] casa, nè di nulla! – diceva egli col viso pallido come quello di ’Ntoni, quando l’avevano condotto in città fra gli sbirri, e tutto il paese era [...]
[...] andato a vederlo colle mani legate e il fagotto delle camicie sotto il braccio, che glielo aveva portato piangendo Mena, di sera, quando nessuno [...]
[...] poteva vederla. Il nonno era andato a cercare l’avvocato, quello delle chiacchiere, che adesso, dopo aver visto passare anche don Michele, mentre [...]
[...] lo portavano all’ospedale, in carrozza, colla faccia gialla lui pure, e la montura sbottonata, il povero vecchio aveva paura, e non stava a [...]
[...] cercare il pelo nell’uovo colle chiacchiere dell’avvocato, purchè gli sciogliessero le mani a suo nipote e lo lasciassero tornare a casa; giacchè gli [...]
[...] d’andar con lui dall’avvocato, perchè diceva che quando a un cristiano accade una disgrazia come quella dei Malavoglia, bisogna aiutare il prossimo [...]
[...] colle mani e coi piedi, fosse pure un birbante da galera, e fare il possibile per levarlo di mano alla giustizia, per questo siamo cristiani e [...]
[...] galera; ma il dottor Scipione gli batteva sulla spalla, e gli diceva che non era dottore se non gliela faceva cavare con quattro o cinque anni di [...]
[...] prigione. – Cosa ha detto l’avvocato? domandò Mena appena vide comparire il nonno con quella faccia; e si mise a piangere prima di udire la [...]
[...] risposta. Il vecchio si strappava quei pochi capelli bianchi, e andava come un pazzo per la casa, ripetendo: – Ah! perchè non siamo morti tutti! – Lia [...]
[...] di Pizzuto; sicchè il paese intero si mise in subbuglio, e la gente si affollava colla carta bollata in mano, e giurava che non sapeva nulla [...]
[...] sarebbero contenti di acchiappare un pretesto per farmi sparire dalla faccia della terra. La gente si logorava il cervello a sapere che cosa [...]
[...] gli pareva vero che il suo ’Ntoni fosse là, dietro a quelle grate, coi soldati a guardia. L’avvocato poi tornava dal chiacchierare con ’Ntoni [...]
[...] voleva anche sapere se lo tenevano colle mani legate. – Lasciatelo stare dov’è, gli rispondeva il dottor Scipione. In queste cose è meglio farci [...]
[...] le giornate rincantucciati in casa, coll’uscio chiuso. Finalmente arrivò il giorno della citazione, e bisognava che quelli che ci erano scritti [...]
[...] andassero al tribunale coi loro piedi, se non volevano andarci coi carabinieri. Ci andò persino don Franco, il quale lasciò il cappellaccio nero per [...]
[...] quella manica di giudici e di sbirri che uno ve lo mettono dietro la grata come ’Ntoni Malavoglia in un batter d’occhio. Tutto il paese era andato a [...]
[...] vedere che faccia ci avesse dietro la grata ’Ntoni di padron ’Ntoni, in mezzo ai carabinieri, e giallo come una candela, che non ardiva soffiarsi il [...]
[...] naso per non vedere tutti quegli occhi d’amici e di conoscenti che se lo mangiavano, e voltava e rivoltava nelle mani il suo berretto, mentre il [...]
[...] presidente, col robone nero e la tovaglia sotto il mento, gli spifferava tutte le birbonate che aveva fatto, ed erano scritte senza che vi mancasse una [...]
[...] l’ha detto l’avvocato. – Che vi venga il colèra! soffiò loro lo speziale facendo gli occhiacci. Volete che andiamo tutti in galera? Sappiate che colla [...]
[...] : – Questa è la verità. Li ho visti io cogli occhi miei, e lo sa tutto il paese. Quella mattina nella casa dei Malavoglia c’era stata una tragedia, che [...]
[...] il nonno, come aveva visto partire tutto il paese, per andare a sentire condannare ’Ntoni, aveva voluto correre cogli altri, e Lia, coi capelli [...]
[...] arruffati, gli occhi pazzi e il mento che le ballava, avrebbe voluto andare anche lei, e cercava la mantellina per la casa senza dir nulla, ma colla [...]
[...] ci devi andare! – e non le diceva altro. Il nonno aggiungeva che loro dovevano stare in casa, a pregare la Madonna; e il piagnisteo si udiva per [...]
[...] tutta la strada del Nero. Il povero vecchio appena fu alla città, nascosto dietro una cantonata, vide passare suo nipote in mezzo ai carabinieri, e [...]
[...] grata in alto, coi cappelli dei carabinieri, e le baionette che luccicavano. ’Ntoni però non si vedeva, in mezzo a tutta quella gente, e il povero [...]
[...] carrucola di un pozzo. Diceva di no, che non era vero che ’Ntoni Malavoglia avesse fatto tutte quelle birbonate. Il presidente era andato a scavarle [...]
[...] fuori per cacciare nei guai un povero figliuolo, poichè questo era il suo mestiere. Ma infine come poteva dirlo il presidente? L’aveva visto lui [...]
[...] forse ’Ntoni Malavoglia quella notte, col buio che faceva? «Alla casa del povero ognuno ha ragione» e «La forca è fatta pel disgraziato». Il presidente [...]
[...] senza darsene per inteso lo guardava cogli occhiali, e i gomiti appoggiati sui libracci. Il dottor Scipione tornava a dire che voleva sapere [...]
[...] dov’era il contrabbando! e da quando in qua un galantuomo non potesse andare a spasso all’ora che gli pareva e piaceva, massime se ci aveva un po’ di [...]
[...] quel momento l’avvocato il quale diceva che ’Ntoni era un ubbriacone. Ad un tratto rizzò il capo. Questa era buona! questa che diceva l’avvocato [...]
[...] se don Michele non se l’era data da sè la coltellata, apposta per mandare in galera ’Ntoni Malavoglia? Ebbene volevano saperlo? Il contrabbando [...]
[...] tornava a far segno col capo, che se l’avessero fatto giurare davanti al Crocifisso l’avrebbe giurato, e lo sapeva tutto il paese, la storia della [...]
[...] Santuzza con don Michele, il quale si mangiava le mani dalla gelosia, dopo che la Santuzza s’era incapriccita di ’Ntoni, e s’erano incontrati di [...]
[...] notte con don Michele, e dopo che il ragazzo aveva bevuto; si sa come succede quando non ci si vede più dagli occhi. L’avvocato continuava: – Potevano [...]
[...] ! Allora padron ’Ntoni non udì più nulla, perchè le orecchie gli si misero a zufolare, e vide per la prima volta ’Ntoni, il quale s’era alzato [...]
[...] anche lui nella gabbia, e strappava il berretto colle mani, facendo certi occhi da spiritato, e voleva parlare, accennando col capo di no, di no! I [...]
[...] vicini portarono via il vecchio, credendo che gli fosse venuto un accidente; e i carabinieri lo coricarono giusto nella camera dei testimoni, sul [...]
[...] dall’altra porticina anche lui, pallido, in mezzo ai carabinieri, ammanettato come un Cristo. La gnà Grazia si mise a correre verso il paese, e arrivò [...]
[...] portarono il nonno sul carro, e Mena era corsa ad incontrarlo, che oramai non si vergognava più della gente, Lia uscì nel cortile e poscia nella [...]
[...] avevano più niente da perdere, e don Michele almeno le avrebbe dato il pane. Padron ’Ntoni adesso era diventato del tutto un uccellaccio di camposanto [...]
[...] , diceva che «la fame fa uscire il lupo dal bosco», e «cane affamato non teme bastone»; ma di lui non volevano saperne, ora che era ridotto in quello [...]
[...] stato. Ognuno gli diceva la sua, e gli domandava cosa aspettasse colle spalle al muro, lì sotto il campanile, che pareva lo zio Crocifisso quando [...]
[...] in casa non c’era nessuno. Adesso la casa era grande come il mare, e ci si perdevano dentro. I denari se n’erano andati con ’Ntoni; Alessi era [...]
[...] sempre lontano, per guadagnarsi il pane, di qua e di là; e la Nunziata faceva la carità di venire ad accendere il fuoco, quando la Mena doveva [...]
[...] andare a prendere il nonno per mano, verso l’avemaria, come un bambino, perchè di sera non ci vedeva più, peggio di una gallina. Don Silvestro, e gli [...]
[...] altri del paese, dicevano che Alessi avrebbe fatto meglio a mandare il nonno all’Albergo dei poveri, ora che non era più buono a nulla; ma questa [...]
[...] ! – tanto che certuni andavano a chiedergli ridendo dove fosse arrivata. Alessi tornava a casa il sabato, e gli veniva a contare i denari della [...]
[...] settimana, come se il nonno avesse ancora il giudizio. Egli rispondeva sempre di sì, col capo; e bisognava che andasse a nascondere il gruzzoletto sotto [...]
[...] due ci sarebbero arrivati. Ma il vecchio scrollava il capo, colla testa dura, e ribatteva che adesso non avevano più bisogno della casa; e [...]
[...] , sotto il mandorlo, nel momento in cui non ci era nessuno, e pareva dovesse dirle qualcosa di grosso; però muoveva le labbra senza parlare, e [...]
[...] mani in croce, no! per la Madonna dell’Ognina, non è vero! Egli si mise a tentennare il capo, col mento sul petto. – Allora perchè se n’è fuggita [...]
[...] anche lei? perchè se n’è fuggita? E l’andava cercando per la casa, fingendo di aver perso il berretto; toccava il letto e il canterano, e si metteva [...]
[...] sapeva, in coscienza, nè nessun altro del paese. Una sera si fermò nella strada del Nero Alfio Mosca, col carro, che ci aveva attaccato il mulo adesso [...]
[...] ; ma il mulo era grasso e col pelo lucente. – Vi rammentate quando sono partito per Bicocca? diceva lui, che stavate ancora nella casa del nespolo [...]
[...] ! Ora ogni cosa è cambiata, chè «il mondo è tondo, chi nuota e chi va a fondo». – Stavolta non potevano dargli nemmeno un bicchiere di vino, pel ben [...]
[...] chiacchierare da una finestra all’altra. Perciò guardava di qua e di là i mobili e le pareti, come se ci avesse il carro carico sullo stomaco, e sedette [...]
[...] , vedendo che non gli dicevano nulla. – Quando uno lascia il suo paese è meglio che non ci torni più, perchè ogni cosa muta faccia mentre egli è [...]
[...] chiacchiere con lei. – I denari ce li abbiamo, disse a compar Alfio, il quale era quasi un parente, da tanto che lo conoscevano. – A Ognissanti mio [...]
[...] fratello entra garzone da massaro Filippo, e il minore prenderà il suo posto da padron Cipolla. Quando avrò collocato anche Turi, allora mi [...]
[...] mariterò; ma bisogna aspettare che io abbia gli anni, e che mio padre mi dia il consenso. – O che tuo padre pensa più che sei al mondo! disse Alfio [...]
[...] . – Compreremo la casa del nespolo, aggiunse Alessi; e il nonno starà con noi. Quando torneranno gli altri ci staranno pure; e se tornerà il padre della [...]
[...] Nunziata ci sarà posto anche per lui. Di Lia non fecero parola; ma ci pensavano tutti e tre, mentre stavano a guardare il lume, colle braccia sui [...]
[...] ginocchi. Finalmente compare Mosca si alzò per andarsene, perchè il suo mulo scuoteva la sonagliera, quasi l’avesse conosciuta anch’esso colei che compar [...]
[...] s’intromettesse coi Malavoglia per fargli conchiudere il negozio. Adesso quando l’incontrava per le strade lo salutava, e cercava di mandargli anche la Vespa [...]
[...] quella croce di su le spalle. Ma quella cagna della Vespa non voleva sentir parlare di compar Alfio, nè di nessuno, adesso che ci aveva il suo [...]
[...] capelli. – Mi toccano tutte a me, le disgrazie! – si lamentava lo zio Crocifisso; e andava a sfogarsi con compare Alfio, e si picchiava il petto come [...]
[...] aver sudato tutta la vita ed essermi levato il pan di bocca per raggranellarlo a soldo a soldo. Ora mi tocca vederlo in mano di quella serpe, la [...]
[...] a compare Alfio, – seguitava lo zio Crocifisso vedendo accostarsi padron Cipolla, il quale andava bighellonando per la piazza come un cane di [...]
[...] bile! ci hanno scacciato fuori di casa nostra, quelle carogne! hanno fatto come il furetto col coniglio. Le donne son messe al mondo per castigo dei [...]
[...] com’è fatto il mondo! c’è gente che va cercando questo negozio del matrimonio colla lanterna, mentre chi ci si trova vorrebbe levarsene. Padron [...]
[...] Fortunato stette un po’ a fregarsi il mento, e poi lasciò andare: – Il matrimonio è come una trappola di topi; quelli che son dentro vorrebbero uscirne [...]
[...] Zuppidda coi suoi piedi, vanno dicendo; e se comare Venera non trova di meglio, bisogna che la lasci cascare. Padron cipolla continuò a fregarsi il [...]
[...] ’Ntoni ora scuoteva il capo, e diceva di no. – Adesso della casa non abbiamo che farne, perchè Mena non si può più maritare, e dei Malavoglia non ci è [...]
[...] andrà via dal paese. Anch’egli stava per andarsene. Il più del tempo lo passava in letto, come un gambero sotto i ciottoli, abbaiando peggio di un cane [...]
[...] ’ rispondeva che rubava loro il tempo e la minestra, e voleva che gli contassero i denari messi sotto la materassa, e se li vedeva squagliare a poco [...]
[...] a poco, borbottava: – Almeno se non ci fossi io non spendereste tanto. Ora non ho più niente da far qui, e potrei andarmene. Don Ciccio, il quale [...]
[...] veniva a tastargli il polso, confermava che era meglio lo portassero all’ospedale, perchè lì dov’era si mangiava la carne sua e quella degli [...]
[...] altri, senza utile. Intanto il poveraccio stava a vedere quello che dicessero gli altri, cogli occhi spenti, e aveva paura che lo mandassero [...]
[...] provvidenza, per fargli allargare il cuore; gli diceva che avrebbero comprato un vitellino a San Sebastiano, ed ella bastava a procurargli l’erba e il [...]
[...] . Il vecchio, colle mani sul bastone, approvava del capo, guardando i pulcini. Ci stava così attento, poveretto, che arrivava fino a dire che se [...]
[...] avessero avuto la casa del nespolo si poteva allevarlo nel cortile, il maiale, giacchè quello era un guadagno sicuro con compare Naso. Nella casa del [...]
[...] appena il medico se ne fu andato, mentre stava a parlare ancora sull’uscio con Mena che piangeva, e Alessi il quale diceva di no e batteva i piedi, fece [...]
[...] settimana. Mandami via quando non ci sarà in casa la Mena e Alessi. Direbbero di no perchè hanno il buon cuore dei Malavoglia; ma io vi mangio i soldi [...]
[...] della casa, e poi il medico ha detto che posso starci degli anni qui dove sono. E qui non ci ho più nulla da fare. Però non vorrei camparci degli anni [...]
[...] , laggiù all’ospedale. La Nunziata si metteva a piangere anch’essa e diceva di no, tanto che tutto il vicinato sparlava di loro, che volevano fare [...]
[...] i superbi senza aver pane da mangiare. Si vergognavano di mandare il nonno all’ospedale, mentre ci avevano tutti gli altri di qua e di là, e dove [...]
[...] cascare la sorella di Sant’Agata, come tante altre. – Quel povero vecchio dovrebbero mandarlo all’ospedale, per non fargli avere il purgatorio prima [...]
[...] stare senza l’aiuto di don Michele. Ora la moglie di Cinghialenta veniva di tanto in tanto a fare il diavolo davanti all’osteria, coi pugni sui [...]
[...] fianchi, strillando che la Santuzza le rubava il marito, e perciò quando costui tornava a casa ella si buscava delle frustate colle redini della [...]
[...] cavezza, dopo che Cinghialenta aveva venduto il mulo, e non sapeva più che farsene delle redini, che la notte i vicini non potevano chiuder occhio [...]
[...] dalle grida. – Questo non va bene! diceva don Silvestro, la cavezza è fatta per il mulo. Compare Cinghialenta è un uomo grossolano. – Egli andava a [...]
[...] gli pare e piace. Il padrone è mio marito. – Tu lasciali dire, – rispondeva suo marito. – Poi lo sanno che se vengono a toccarmi il naso ne faccio [...]
[...] tonnina! La Zuppidda adesso predicava che il capo della casa era suo marito, ed egli era il padrone di maritare la Barbara con chi gli piaceva, e se [...]
[...] voleva darla a don Silvestro voleva dire che gliela aveva promessa, e aveva chinato il capo; e quando suo marito aveva chinato il capo, era peggio di [...]
[...] un bue. – Già! sentenziava don Franco colla barba in aria, – ha chinato il capo perchè don Silvestro è di quegli che tengono il manico del mestolo [...]
[...] di là, sino all’Ognina e ad Aci Castello, e trascurava la conserva dei pomidoro e il tonno sottolio, per darsi a Dio. Don Franco allora si sfogava [...]
[...] tutti quelli che bazzicano col Governo, e mangiano il pane del re, son tutta gente da guardarsene. E si sfogava soltanto con don Giammaria, e con [...]
[...] don Ciccio il medico, quando lasciava l’asinello alla spezieria per andare a tastare il polso a padron ’Ntoni, e ricette non ne scriveva, perchè [...]
[...] ? tornavano a dire gli altri, – e perchè se lo tengono in casa a farselo mangiare dalle pulci? Tanto che, pesta e ripesta, il medico ripeteva che andava e [...]
[...] veniva per niente, e faceva il viaggio del sale, e allorchè c’erano le comari davanti al letto del malato, comare Piedipapera, la cugina Anna o [...]
[...] lui me la farà la carità di portarmi all’ospedale sul suo carro. Così padron ’Ntoni se ne andò all’ospedale sul carro di Alfio Mosca, il quale ci [...]
[...] aveva messo la materassa ed i guanciali, ma il povero malato, sebbene non dicesse nulla, andava guardando dappertutto, mentre lo portavano fuori [...]
[...] reggendolo per le ascelle, il giorno in cui Alessi era andato a Riposto, e avevano mandato via la Mena con un pretesto, che se no non l’avrebbero [...]
[...] guardare di qua e di là per stamparsi in mente ogni cosa. Alfio guidava il mulo da una parte, e Nunziata, la quale aveva lasciato in custodia a Turi il [...]
[...] vitello, i tacchini, e le pollastre, veniva a piedi dall’altro lato, col fagotto delle camicie sotto il braccio. Al vedere passare il carro ognuno [...]
[...] si affacciava sulla porta, e stava a guardare; e don Silvestro disse che avevano fatto bene, per questo il Comune pagava la sua rata all’ospedale [...]
[...] disse un’avemaria pel poveretto. Solo la cugina Anna e comare Grazia Piedipapera si asciugavano gli occhi col grembiule, come il carro se ne andava [...]
[...] lentamente sobbalzando sui sassi. Ma compare Tino rimbeccò alla moglie: – O perchè mi fai il piagnisteo? Che son forse morto io? A te che te ne [...]
[...] importa? Alfio Mosca, mentre guidava il mulo, andava raccontando alla Nunziata come e dove avesse vista la Lia, ch’era tutta Sant’Agata, e ancora non [...]
[...] discorrevano lì davanti, e si udiva colpettare tutto il giorno quel telaio di Sant’Agata, e quelle galline che la conoscevano soltanto all’aprire [...]
[...] che faceva il rastrello, e la Longa che la chiamava pel cortile, che ogni cosa si udiva da casa mia come se fosse stato proprio là dentro! Povera [...]
[...] Longa! Adesso, vedi, che ci ho il mulo, e ogni cosa come desideravo, che se fosse venuto a dirmelo l’angelo del cielo non ci avrei creduto, adesso [...]
[...] penso sempre a quelle sere là, quando udivo la voce di voialtre, mentre governavo l’asino, e vedevo il lume nella casa del nespolo, che ora è [...]
[...] , ed io frustai il mulo per passare presto, e son certo che quella poveretta avrebbe voluto piuttosto che il mulo le fosse camminato sulla pancia, e [...]
[...] . – I denari per la roba ci sono già; a San Giovanni venderemo anche il vitello. – Bravi! così, quando ci avrete i denari da parte, non c’è [...]
[...] pericolo che vi sfumino in un giorno, come accadrebbe se il vitello venisse a morire, Dio liberi! Ora siamo alle prime case della città, e tu potrai [...]
[...] dava i pugni nella testa e si strappava i capelli, come non trovò più il nonno nel suo letto, e vide che gli riportavano la materassa arrotolata; e [...]
[...] bisogna che la facciate di nuovo voi altri. Egli voleva tornare a fargli il conto della roba e del vitello, di cui avevano chiacchierato lungo la [...]
[...] , quando stavano a chiacchierare da un uscio all’altro, colla luna, e si udiva tutto il giorno il colpettare del telaio di Sant’Agata, e le galline [...]
[...] ora andava a rincattucciarsi per leggere il giornale, e si sfogava a pestare nel mortaio tutto il giorno per passare il tempo. Anche padron Cipolla [...]
[...] pigliava la Zuppidda. – E mi diceva che il matrimonio è come una trappola di topi! andava brontolando allora lo zio Crocifisso. – Ora state a fidarvi [...]
[...] nonno, e perfino quel che mangiava, e quando si vedeva passare uno si sapeva dove andava, e le chiuse erano di quelli che c’erano nati, e il pesce [...]
[...] , mentre stava accanto a lei, seduto davanti alla casa, colle spalle al muro, a sminuzzare gli sterpolini della siepe per ingannare il tempo. Anche [...]
[...] ho il mulo e il mio carro, e il pane non ve lo farei mancare giammai, comare Mena. Ora perdonatemi la libertà! – Non mi avete offesa, no, compare [...]
[...] nulla, e ci ho il mulo invece dell’asino al carretto, e i vostri parenti non potrebbero dir di no? – Ora non son più da maritare; tornava a dire Mena [...]
[...] col viso basso, e sminuzzando gli sterpolini della siepe anche lei. Ho 26 anni, ed è passato il tempo di maritarmi. – No, che non è questo il motivo [...]
[...] per cui non volete dirmi di sì! ripeteva compar Alfio col viso basso come lei. – Il motivo non volete dirmelo! – E così rimanevano in silenzio a [...]
[...] sminuzzare sterpolini senza guardarsi in faccia. Dopo egli si alzava per andarsene, colle spalle grosse e il mento sul petto. Mena lo accompagnava [...]
[...] ; – e così ella era salita nella soffitta della casa del nespolo, come le casseruole vecchie, e s’era messo il cuore in pace, aspettando i figliuoli [...]
[...] della Nunziata per far la mamma. Ci avevano pure le galline nel pollaio, e il vitello nella stalla, e la legna e il mangime sotto la tettoia, e [...]
[...] le reti e ogni sorta di attrezzi appesi, il tutto come aveva detto padron ’Ntoni; e la Nunziata aveva ripiantato nell’orto i broccoli ed i cavoli [...]
[...] la Mena si portava in collo pel vicinato, quasi li avesse messi al mondo lei, quando faceva la mamma. Compare Mosca scrollava il capo, mentre la [...]
[...] . Voi pel primo ve ne pentireste. Lasciatemi stare, che non sono da maritare, e mettetevi il cuore in pace. – Avete ragione, comare Mena! rispose [...]
[...] compare Mosca; – a questo non ci avevo mai pensato. Maledetta la sorte che ha fatto nascere tanti guai! Così compare Alfio si mise il cuore in pace [...]
[...] , e Mena seguitò a portare in braccio i suoi nipoti, quasi ci avesse il cuore in pace anche lei, e a spazzare la soffitta, per quando fossero [...]
[...] quel viaggio lontano, più lontano di Trieste e d’Alessandria d’Egitto, dal quale non si ritorna più; e quando il suo nome cadeva nel discorso, mentre [...]
[...] si riposavano, tirando il conto della settimana e facendo i disegni per l’avvenire, all’ombra del nespolo e colle scodelle fra le ginocchia, le [...]
[...] chiacchiere morivano di botto, che a tutti pareva d’avere il povero vecchio davanti agli occhi, come l’avevano visto l’ultima volta che erano [...]
[...] andati a trovarlo in quella gran cameraccia coi letti in fila, che bisognava cercarlo per trovarlo, e il nonno li aspettava come un’anima del purgatorio [...]
[...] gli si vedeva in faccia che aveva tante cose da dire, e spezzava il cuore con quella pena che gli si leggeva in faccia e non la poteva dire. Quando [...]
[...] nel cuore come un coltello. Così successe ai Malavoglia quando il lunedì tornarono col carro di compar Alfio per riprendersi il nonno, e non lo [...]
[...] trovarono più. Rammentando tutte queste cose lasciavano il cucchiaio nella scodella, e pensavano e pensavano a tutto quello che era accaduto, che [...]
[...] bianchi, e diceva che aveva perso il riso della bocca, perchè non aveva tempo di stare allegra, colla famiglia che aveva sulle spalle, e Rocco che tutti [...]
[...] dei Malavoglia ce n’erano due vagabondi; e Alessi si tormentava il cervello a cercarli dove potevano essere, per le strade arse di sole e bianche di [...]
[...] polvere, che in paese non sarebbero tornati più, dopo tanto tempo. Una sera, tardi, il cane si mise ad abbaiare dietro l’uscio del cortile, e lo [...]
[...] stesso Alessi, che andò ad aprire, non riconobbe ’Ntoni il quale tornava colla sporta sotto il braccio, tanto era mutato, coperto di polvere, e [...]
[...] guardando in giro le pareti, come non le avesse mai viste; fino il cane gli abbaiava, chè non l’aveva conosciuto mai. Gli misero fra le gambe la [...]
[...] nel piatto; ma gli altri non avevano fame, tanto avevano il cuore serrato. Poi ’Ntoni, quando si fu sfamato e riposato alquanto, prese la sua [...]
[...] il cuore dal petto, e Mena gli disse tutta smarrita – Te ne vai? – Sì! rispose ’Ntoni. – E dove vai? chiese Alessi. – Non lo so. Venni per vedervi [...]
[...] . Andrò lontano, dove troverò da buscarmi il pane, e nessuno saprà chi sono. Gli altri non osavano fiatare, perchè ci avevano il cuore stretto in una [...]
[...] andarsene. – Ve lo farò sapere dove sarò; disse infine, e come fu nel cortile, sotto il nespolo, che era scuro, disse anche: – E il nonno? Alessi non [...]
[...] tremante, quasi avesse freddo: – È morta anche lei? Alessi non rispose nemmeno; allora ’Ntoni che era sotto il nespolo, colla sporta in mano [...]
[...] dicevano. Alessi che gli vide negli occhi il desiderio, lo fece entrare nella stalla, col pretesto del vitello che aveva comperato la Nunziata, ed era [...]
[...] grasso e lucente; e in un canto c’era pure la chioccia coi pulcini; poi lo condusse in cucina, dove avevano fatto il forno nuovo, e nella camera [...]
[...] : – Qui pure il nonno avrebbe voluto metterci il vitello; qui c’erano le chioccie, e qui dormivano le ragazze, quando c’era anche quell’altra [...]
[...] sgridando Brasi Cipolla per la strada, e ’Ntoni disse: – Questa qui l’ha trovato il marito; ed ora, quando avranno finito di quistionare, andranno a [...]
[...] dormire nella loro casa. Gli altri stettero zitti, e per tutto il paese era un gran silenzio, soltanto si udiva sbattere ancora qualche porta che si [...]
[...] chiudeva; e Alessi a quelle parole si fece coraggio per dirgli: – Se volessi anche tu ci hai la tua casa. Di là c’è apposta il letto per te. – No [...]
[...] ! rispose ’Ntoni. Io devo andarmene. Là c’era il letto della mamma, che lei inzuppava tutto di lagrime quando volevo andarmene. Ti rammenti le belle [...]
[...] chiaro di luna, che si sentiva chiacchierare per tutto il paese, come fossimo tutti una famiglia? Anch’io allora non sapevo nulla, e qui non volevo [...]
[...] starci, ma ora che so ogni cosa devo andarmene. In quel momento parlava cogli occhi fissi a terra, e il capo rannicchiato nelle spalle. Allora [...]
[...] se ne andò colla sua sporta sotto il braccio; poi quando fu lontano, in mezzo alla piazza scura e deserta, che tutti gli usci erano chiusi, si [...]
[...] fermò ad ascoltare se chiudessero la porta della casa del nespolo, mentre il cane gli abbaiava dietro, e gli diceva col suo abbaiare che era solo in [...]
[...] mezzo al paese. Soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai fariglioni, perchè il mare non ha paese nemmen lui, ed è di [...]
[...] tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole, anzi ad Aci Trezza ha un modo tutto suo di brontolare, e si [...]
[...] a guardare il paese tutto nero, come non gli bastasse il cuore di staccarsene, adesso che sapeva ogni cosa, e sedette sul muricciuolo della vigna [...]
[...] di massaro Filippo. Così stette un gran pezzo pensando a tante cose, guardando il paese nero, e ascoltando il mare che gli brontolava lì sotto. E ci [...]
[...] passi per le strade buie. Sulla riva, in fondo alla piazza, cominciavano a formicolare dei lumi. Egli levò il capo a guardare i Tre Re che [...]
[...] luccicavano, e la Puddara che annunziava l’alba, come l’aveva vista tante volte. Allora tornò a chinare il capo sul petto, e a pensare a tutta la sua [...]
[...] storia. A poco a poco il mare cominciò a farsi bianco, e i Tre Re ad impallidire, e le case spuntavano ad una ad una nelle vie scure, cogli usci chiusi [...]
[...] , che si conoscevano tutte, e solo davanti alla bottega di Pizzuto c’era il lumicino, e Rocco Spatu colle mani nelle tasche che tossiva e [...]
[...] guardare il mare, che s’era fatto amaranto, tutto seminato di barche che avevano cominciato la loro giornata anche loro, riprese la sua sporta, e disse [...]
[...] : – Ora è tempo d’andarmene, perchè fra poco comincierà a passar gente. Ma il primo di tutti a cominciar la sua giornata è stato Rocco Spatu. [...]
[...] attestare la verità. Ma se il lettore non ve la riconoscerà a nulla gioveranno le attestazioni mie e le tue. Non è dunque per chiamartene testimone [...]
[...] , che metto il tuo nome sul libro; mi piace affermare qui la nostra vecchia amicizia, invocando il ricordo di quell'Alpe che tante volte ci [...]
[...] il sacco dell'avena ed impugnate le redini alzava il piede per salire a cassetta, le quattro brenne braveggiavano e s'inalberavano come cavalli [...]
[...] gambe dei viaggiatori per allogarvi allo scuro il sacco dell'avena e mille involti e pacchi e pacchetti, nulla curando le impazienze di quelli [...]
[...] sali e scendi, e gomiti e cune di rigagnoli, scarnata come un greto, chiusa qua e là fra il monte e il fiume, un accidente di strada, ghiacciata [...]
[...] ventiquattr'ore, una in salita la notte, l'altra in discesa il giorno. Prima di lui, ogni due mesi, per quel tratto di strada era un cavallo [...]
[...] chi lo chiamava Giac, rispondeva invariabilmente un Crac secco come una frustata. Il suo vezzo era passato negli altri e l'accoppiamento di [...]
[...] quelle due voci era diventato nella valle quasi un segno di riconoscimento che affermava il diritto di cittadinanza e stabiliva fra lui e ogni altro [...]
[...] rapida della testa, che gli gettava il cappello indietro sulla nuca, mentre le labbra accennavano ad un bacio così improvviso e frettoloso, che [...]
[...] appena dava loro il tempo di vederlo, non di adombrarsene. Scherzava a tono con ogni condizione di persone e dava ad ognuno la notizia che lo poteva [...]
[...] servizio: districare le redini impigliate in un gancio, accorciare una tirella, assestare il primaccino e intanto intavolava discorsi da tirarsi [...]
[...] per le lunghe, lasciando indovinare che al fondo ci sarebbe stato il lecco di qualche notizia, di qualche storiella saporita, finchè usciva in [...]
[...] faccio a metà prezzo, ma che il padrone non lo sappia. Il padrone lo sapeva e toccava i quattrini. Quel tratto di strada fruttava ora, un buon [...]
[...] terzo di più che non solesse per il passato. La notte, l'inverno, tutto il tempo della corsa zufolava quattro o cinque note di una sola canzone [...]
[...] , Forca, Forchetta, Forchina e Forcona, bella bianca, ti piace la stalla, eh? — bada che t'inzuppi, leva i ferri o ti levo il pelo, — avanti Rancio [...]
[...] , sono qui, eccolo in aria il castiga rozze, il castiga brenne, il castiga some, ciac, ciac, lo senti? — Oh, oh, oh! no, con me! non si fanno i [...]
[...] , vi insegno il mestiere. Certe volte il mestiere lo insegnava ai viaggiatori che gli sedevano vicino, e allora erano sperticati elogi delle sue [...]
[...] l'astuccio di cuoio dove riporla in riposo, e via discorrendo. * ** Il padrone di Giac, oste del Cannon d'Oro, teneva la posta da quindici anni, e [...]
[...] il padre prosperava, era chiamata mademoiselle dai forestieri, e soura Gin [signora Giovannina] da quelli di casa; mentre al padrone, venuto su [...]
[...] dal nulla, il nome di Pèro [Pietro] non s'era mai potuto nobilitare con un sour, ed era somma grazia se negli ultimi anni, più la pancia che la [...]
[...] , questi ebbe da soura Gin otto giorni di paga ed il congedo immediato. Barba Gris attribuiva quelle cortesie a saggezza amministrativa: Giac [...]
[...] rocacciarsele; giovialone con tutte le donne, a tu per tu diventava un sultano freddo e non curante e faceva grazia a lasciarsi adorare. Un giorno il [...]
[...] volesse ad ogni costo per marito. Giac non visto udiva il colloquio. — Che ne dite voi? — Dateglielo. — È un accidenti che può far la sorte di una [...]
[...] Gris in disparte, e senza preamboli gli chiese la mano di soura Gin. Il grosso uomo gli piantò in faccia gli occhi stralunati, gli strappò di [...]
[...] mano la frusta e rispose: — Questa è la penna con cui vuoi scrivere il contratto? Fila, o te la misuro sulla groppa. — Non volete? Padrone! 8 E [...]
[...] crollatina di spalle. — Essa riprese: — Queste sono due mila e settecento lire che ho raspato in quattro anni di governo. Sono mie. Il padre mi ha [...]
[...] detto ogni cosa, bisogna costringerlo, se ti sposo senza il consenso, mi leva dal testamento: è un cane. — E lei non mi sposi. — Con questi [...]
[...] scriverai Concorrenza in giallo che sembri oro. Attacchi tre cavalli, il quarto starà di ricambio, in sei mesi li avrai accoppati ma di qui là [...]
[...] dagli occhi asciutti tutto il fuoco della sua giovinezza, sentendo di potersela pigliare solo allungando la mano. In quel discorso, tronco [...]
[...] pazienze. Ogni parola acquistava dalla voce e dall'accento una doppia portata. Passava per il cervello, un cervello mercantile ordinato e spedito, ma [...]
[...] assentimento che la facesse trionfare come di una vittoria insperata. Il danaro era sulla tavola. — Essa seguitava: Un cavallo, lo trovi a Donnas, che [...]
[...] è il grigio di Loutrier; ha otto anni; ora è sfiancato, ma lo rifaremo. Loutrier l'ha comprato tre mesi fa dall'Ebreo, ora lo rivende perchè [...]
[...] smette il negozio per la morte del figlio; ce n'è un altro da vendere a Verres dal fornaio, quell'alto alto, colle barbette lunghe: per trecento [...]
[...] lire te lo buttano dietro; puoi provare se Viano il conducente ti vende la Bella, è ombrosa e scappa, ma nelle tue mani...! 10 Non si può dire [...]
[...] vigorosamente in una stretta dove raccolse tutto il fuoco della sua impaziente verginità, e tutta la tenerezza dell'animo. E il giovane seguitava a [...]
[...] , ripreso il bicchiere che aveva deposto, lo tese verso di lui. — Non vuoi toccare? — Topa — rispose Giac, toccando col movimento del suonatore [...]
[...] seguito 11 dalla ragazza. Sull'uscio, questa gli pose una mano sulla spalla; il giovane si voltò brusco, la levò di peso e tenendola tutta inerte [...]
[...] persona, irrigidita, gli occhi morenti di languore, gli soffiò sul viso: — Vuoi? — Pas de bétise, rispose il giovine, in francese, e via di [...]
[...] straccioni dei quali Barba Gris diceva ridendo con Giac: Quanto li paghi? e: Caro rispondeva il vetturino. — I cavalli erano tre bestiaccie grame [...]
[...] , scarnate e spellate che giungevano svogliate perfin della stalla e duravano un'ora a gonfiare la cinghiaia soffiando come mantici e tossendo, il muso [...]
[...] che lo avevano subillato, che già si pentiva, ma che oramai, finchè duravano le rozze, bisognava tirare il carro, ma una volta crepate... — Io non [...]
[...] ti ripiglio però, me ne duole, ma il tuo posto è preso. — Pazienza, cercherò altrove, l'ho fatta e la pago. Con Gin, mai una parola, nè [...]
[...] apertamente nè di nascosto: — la ragazza, aveva indovinato il giuoco e lo secondava; solo quando egli sedeva alla tavola degli stallieri, essa dal vano [...]
[...] intanto aveva pubblicato il cartellone colle tariffe estive, affiggendolo a tutti i caffè e gli alberghi del circondario. 13 Fu il giorno 23 [...]
[...] filetti verdi sui razzi. E la parola concorrenza trombonata da un cartellone sull'alto dov'era scritta a lettere bianche sul fondo nero, e il [...]
[...] l'asma cardiaco, Barba Gris sentì irrompere in cortile il vetturone, alla furia composta dei cavalli e al rullo sordo ed eguale delle ruote 14 lo [...]
[...] scambiò per una carrozza signorile. Si vestì, scese colla fretta lenta cui era costretto, e trovò la figliuola già affaccendata a servire il [...]
[...] servizio pubblico. Uscì inquieto. La diligenza, stava sotto la tettoia, senza cavalli, il timone nudo piantato come una lancia nel ventre [...]
[...] . L'aggirò in silenzio, fiutando un nemico, non lesse la parola concorrenza, scritta troppo in alto, ma il nome: America gli fece inarcare le ciglia [...]
[...] mia, roba mia! cantò il giovane, senza fermarsi. Barba Gris dovette sedere sull'abbeveratoio; il cuore gli rullava nel petto come poc'anzi le [...]
[...] carezzarle a palmate come donne sfacciate, zufolando allegro una fanfara dei bersaglieri. Come riebbe il fiato, urlò traverso l'uscio. — Dove li hai [...]
[...] rubati i quattrini? — Eredità del barba. In quella squillò in istrada la cornetta della posta, e la vecchia diligenza imboccato il portone al passo [...]
[...] , andò gemendo a fermarsi dirimpetto la sala da pranzo. Ne scesero un carabiniere e il cuoco venuto da un albergo di San Remo a far la campagna [...]
[...] estiva al Cannon d'Oro. — Ladro! borbottò l'oste avviandosi alla sua stanza, dove si tappò per tutta la giornata. E Giac trovò così il destro di [...]
[...] consegnare a Gin il conto di quella prima corsa, datata dal 24 giugno, giorno di San Giovanni, onomastico della ragazza. 16 * ** La [...]
[...] concorrenza fu tosto accanita e rabbiosa. Adesso anche la diligenza postale andava alla stazione a far gente, strillando il ribasso dei prezzi; ma [...]
[...] filava d'un fiato; è vero che il tempo perduto nel cambio tornava nella forza dei cavalli freschi, ma questo non bastava a ricomprare il primo [...]
[...] luccicare l'occhio acceso dell'alto fanale. Allora in luogo di tenersi da banda per cercare il sodo e scansare le carreggiate, l'America prendeva il [...]
[...] quattro appaiati. Le discese poi finivano sempre per darla vinta a Giac, il cui polso di ferro, reggeva le bestie sospese alle redini, mentre [...]
[...] le frustate e le grida stimolanti e il peso della carrozza le precipitavano in una corsa tempestosa e corretta. Barba Gris in principio stava ogni [...]
[...] interamente con Giac per non nimicarlo al Cannon d'Oro, e non perdere almeno avventori all'albergo. Il soverchio ribasso dei prezzi tentato dal [...]
[...] rasserenatosi il cielo, un merciaiolo parlò, giungendo, di guasti gravi lungo lo stradale. Pochi minuti dopo Lasquaz, l'usciere, recò che alla diligenza [...]
[...] erano morti fulminati il cocchiere e due cavalli. Ignorava se alla posta o alla concorrenza, la notizia proveniva dal forte di Bard, avvisato per [...]
[...] soccorsi. L'oste, mancategli le gambe, sedeva sullo scalino della cucina guardando intorno e tenendosi il petto. L'asma lo soffocava, ma non c'era [...]
[...] sfinito del padre la tratteneva; il cortile era pieno di gente e ne veniva sempre. A quell'ora tutte e due le carrozze erano in grande ritardo. La [...]
[...] sonagli. E tacque di nuovo. Un altro tempo di ansia silenziosa. Il cane del fornaio, dall'altro capo del paese, abbaiava forte come di notte [...]
[...] ; l'acqua della fontana chiaccherava nell'abbeveratoio. 19 Si udì lontano il pêê pêê della cornetta. Allora il vecchio sorse come respinto da una [...]
[...] trombettava più vicino, poi il carrozzone sboccò nel cortile. Il vecchio ballando sempre mosse ad incontrarla, ridendo con degli ah! singhiozzanti. Come la [...]
[...] in tempo a trattenere i tre cavalli che quasi gli erano addosso. L'America incolume aveva raccolto parte del carico e il postiglione mal concio [...]
[...] della diligenza postale. Avvicinandosi al paese aveva suonato la cornetta in segno di gioia per il pericolo scampato. Barba Gris era morto. Giac [...]
[...] in val d'Aosta tanto cresciuti di numero e di baldanza, che il Re aveva trovato di non potersene altrimenti liberare se non accogliendo fra i [...]
[...] proprii guardacaccia alcuni degli stessi contravventori, i più audaci e fortunati. Tutti conoscono la gran passione che il Re aveva per la caccia [...]
[...] quell'altissimo gruppo di montagne che si chiama il Gran Paradiso. Ma la caccia sovrana faceva gola ai touristes, la carne di stambecco è prelibata e [...]
[...] seguiva che parecchi degli stessi guardacaccia, se veniva loro il destro, tiravano la sua brava schioppettata e l'inverno salivano alle più alte [...]
[...] odiavano cordialmente le guardie, perchè erano guardie e perchè rubavano loro il mestiere e ne nascevano spesso delle scene violenti e nelle [...]
[...] montanaro rincasava col braccio e colla gamba fasciati alla meglio, la moglie impasticciava con erbe la ferita, faceva rapprendere il sangue con [...]
[...] polvere da schioppo 23 o tabacco trito, l'uomo stava per dei giorni al buio, nella tana umida, sotto il soffio sonnifero delle vacche [...]
[...] , masticando cicche e bestemmie e in paese lo dicevano sceso a qualche fiera del Piemonte e tutti conoscevano l'accaduto e nessuno fiatava. Poi il [...]
[...] feritore ed il ferito andavano insieme alla bettola, si puntellavano a vicenda tornandone briachi e sapevano tutti e due che alla prima salita in [...]
[...] montagna guai trovarsi a tiro. Morto il Re, nei primi mesi fu una cuccagna generale di cacciatori ed uno sterminio di stambecchi e camosci. Un giorno [...]
[...] , sul finire della primavera Gregorio Balmet e Vincenzo Marquettaz detto il Rosso, partirono per le vette della Nouva, colle altissimo che si [...]
[...] si sviluppa in 24 forma di un anfiteatro vastissimo del quale i punti estremi sono la Becca di Nona ed il Monte Emilius da un lato e dall'altro [...]
[...] la Grivola colla sua affilata lama di ghiaccio. Dalla Grivola alla Becca di Nona l'occhio gira per i nevati del Lauzon, per il Gran Paradiso [...]
[...] . Il colore quieto ed eguale, che addolcisce l'asprezza delle linee sembra impedirvi ogni moto violento. Le case basse dal largo tetto sporgente [...]
[...] hanno l'aria di chioccie covanti; il velluto nuovo dei 25 prati non ha un sol pelo irto. La foresta dorme immobile, rigida; le roccie non [...]
[...] , estingue per larghi tratti di corso il luccicare del torrente, spinge il nero profilo su per le pinete e mette in mezzo alla gaia fioritura estiva [...]
[...] acutissime e le nevi sfolgoreggiano accese di una luce insostenibile. I due cacciatori avevano lasciato il sentiero che sale al colle della Nouva e [...]
[...] piegando a diritta seguivano nel suo più basso lembo il nevato che volge verso Lavina. La giornata splendida e la montagna pulita come un vetro [...]
[...] di fresco, ma il luogo di rifugio non poteva essere 26 lontano; su pel nevato e di lì al ghiacciaio non erano ascesi perchè essi li avrebbero [...]
[...] avvertiti e poco discosto a diritta, giusto nella direzione delle peste, il pianoro era bruscamente troncato da un burrone che scendeva a picco [...]
[...] fino alla valle. Là certo i camosci, e dovevano essere in molti, si erano nascosti in una gran rovina di massi enormi ed il loro si confondeva [...]
[...] col colore della roccia viva. Ma accostati non potevano fuggire. Il burrone, benchè strettissimo, era troppo largo anche al salto del più [...]
[...] dirupo, e gli altri fuggirono a salti verso il ghiacciaio. Neanche la pena di portarli a spalle fino alla piana; i camosci c'erano caduti da sè; una [...]
[...] . Stavano per tornare quando il Balmet accennò 27 subitamente al Rosso la cresta opposta del burrone dicendo: — Le guardie. Erano due com'essi [...]
[...] , armati com'essi, fermi a guardarli. — Il colpo è fatto, — rispose il Rosso, — scendiamo. Diffatti le guardie non potevano, per la distanza [...]
[...] nella discesa; una volta padroni dei camosci, a nasconderli ci pensavano essi. Il Balmet non perdeva d'occhio il nemico. — Hanno un cannocchiale [...]
[...] . — Si? A me! E senza pure un secondo di esitanza, il Rosso si pose a ricaricare il fucile dopo di aver minacciato con un gesto le guardie. — Giù [...]
[...] ! — gridò il Balmet, e si gettò lungo e disteso sulla roccia. Dall'altra partì una schioppettata; il Rosso lasciò cadere l'arma, urlò un Cristo [...]
[...] , tentò un passo verso il compagno e rotolò a terra. Le guardie, fatto il colpo, erano scomparse. Balmet si precipitò verso il Rosso. Era vivo ed in [...]
[...] sensi; con uno sforzo violentissimo s'era raccolto a sedere e stava tastandosi colla destra 28 il braccio e la gamba sinistra gridando: I porci [...]
[...] di neve e lo cacciò nelle ferite dopo averle denudate; il Rosso lasciava fare imprecando sempre colla stessa parola ai feritori. — Puoi [...]
[...] reggerti? — Impossibile. — Come scendere? — Portami. Ma il Balmet non poteva bastare al peso, il ferito era un demonio di omaccione alto e pieno, da [...]
[...] . Come vi fu adagiato, il Balmet gli diede la fiaschetta dell'acquavite, un grosso pane, uno straccio di carne salata, si levò di dosso la giacca di [...]
[...] l’una pomeridiana. Il sole batteva 29 a perpendicolo e l'aria tremava e fumava. Il nevato sudava e si squagliava in rigagnoletti, i quali [...]
[...] nuvola che l'oscurasse, stagnava ad un tratto, per rilamentarsi, tornato il sole, come un fanciullo piagnucoloso. Nei larghi fortemente inclinati, in [...]
[...] era sparita ed un'erbetta minuscola e tenerissima luccicava al sole. Il Rosso rimaneva immobile, le gambe distese sull'erba, la schiena [...]
[...] appoggiata ad un sasso, muto nella rabbia e negli spasimi delle ferite. 30 Ad ora ad ora allungava il braccio sano, raspava quel po' di neve che gli [...]
[...] veniva fatto e mutava empiastri alla piaga; così aveva fermato il sangue. Misurando colla memoria lo spazio che lo separava dalle prime case [...]
[...] , contava il tempo che gli rimaneva d'attesa prima che tornasse il compagno. A quest'ora è giunto all'abetaia; avrà preso per il Clapey, il terreno è [...]
[...] ostacoli, si lambiccava il cervello a cercarne; e forse alle prime case della gente non ce n'era; pazienza saranno un'ora, due ore di più, che [...]
[...] aveva minacciato di schiaffi il giorno addietro, e tirava i conti al bilancio delle sue buone azioni, ripensando i mille minuti servigi resi qua [...]
[...] conosceva. Che idea di fare così il galluccio su tutte le stie! Bel profitto glie ne restava. Ogni nuovo torto che si scopriva gli dava una [...]
[...] trafittura più acuta che non facessero le ferite. Ma era un fanciullo ad accorarsi così. Egli sarebbe 32 ben corso ad aiutare un altro, il primo [...]
[...] guardie non si doveva forse dar tutti? Ogni idea che gli veniva gli durava un gran pezzo, non già che la rivolgesse per vederne il fondo o se [...]
[...] fossero già scuri, la valle stava tutta sdraiata al sole come una pigra, e le acque seguitavano le loro chiacchere da comari. Ma il soffio [...]
[...] grigi un istante curvandosi, e si risollevavano più rigogliosi, ed il soffio passava e saliva sempre rapidissimo. Gli abeti più vicini agitarono le [...]
[...] tratto portati in alto da un'ondata echeggiante; il ferito ebbe un fremito gelido, e poi tornò la calma ridente di prima. Ma il segno era dato [...]
[...] ! Quella potente onda di suoni aveva chiusa come in un crescendo finale, la grande sinfonia diurna; il sole aveva un bel risplendere ancora, la [...]
[...] di amarezza acuto, ma non se ne rendeva ragione e non sapeva dargli nome nè corpo. Più che un sospetto, era una tentazione. Rifacendo il [...]
[...] cammino che doveva seguire il Balmet, battendo mentalmente a tutti gli usci dei casolari, discutendo fra il timore e la speranza tutte le probabilità [...]
[...] di soccorsi, era giunto a dimenticare il suo stato presente ed il dolore delle piaghe, e gli pareva di essere egli sano e disposto, che 34 [...]
[...] cercasse aiuto pel compagno ferito. Ma nella sua corsa gli tornava, con una insistenza sempre crescente, il pensiero dei tre camosci uccisi immobili [...]
[...] roccia, o sotto la neve, e di venir poi la notte caricarli sul ciuco ed a tirarne e serbarne tutto il profitto? Anche respingendola, quell'idea lo [...]
[...] faceva sorridere di compiacenza. E quando il primo soffio gelato lo richiamò bruscamente alla coscienza de' suoi dolori, quell'idea non lo [...]
[...] compiaciuto, che l'avrebbe respinta, e poi discussa e poi seguita. Allora il sospetto dell'abbandono gli si infisse nella mente e la tardanza del soccorso [...]
[...] dal burrone gli era giunto il rumore di pietre smosse e rotolanti. Guardò di nuovo. Due dei camosci erano scomparsi ed un uomo, il Balmet di [...]
[...] . L'ombra era venuta, tutta la valle era scura, il sole fuggiva dai prati e dalle foreste e metteva sulle ghiacciaie all'intorno dei colori [...]
[...] solo laggiù in fondo sul Monte Bianco duravano le carezze della luce. I dorsi nevosi furono ancora per qualche minuto più oscuri che il cielo, ma [...]
[...] 36 fu la maggiore bianchezza e la valle rimpicciolita perdette ogni forma. La gran conca di Cogne fu muta e nera come un sepolcro. Il ferito [...]
[...] mattina era ancora vivo: il giorno gli tornò qualche speranza remota, e sovratutto una lucidezza nettissima di mente. Del Balmet era inutile sperare [...]
[...] ; ma le guardie fatto il colpo erano forse discese a denunziarlo e l'autorità sarebbe certo salita a cercare di lui. Volendo serbarsi in vita per [...]
[...] quell'attesa, tornò a trascinarsi fino al luogo dove il Balmet lo aveva deposto e dove egli la sera prima aveva lasciato quel po' di provviste [...]
[...] un senso torpido di gravezza gli davano bisogno di muoversi e gli impedivano ogni movimento. La mattinata fu serena ed il meriggio cocente. Il [...]
[...] in bocca per promuovere la saliva e intanto seguitava a guardare diritto dinanzi a sè nell'aria e per la valle dove il verde dei prati 38 gli [...]
[...] avvertite e poi correvano a congiungersi alla gran fiumana grigia che oscurava il cielo sulla valle. Nei seni, delle nebbiuzze sottili filavano su [...]
[...] ardente. Il Rosso fissava quel solo punto luminoso con una intensità da maniaco. Gli pareva che tutto quell'accumularsi di nembi fosse inteso a suo [...]
[...] danno; le nuvole erano nemici che volevano accerchiarlo e soffocarlo. Ma il Monte Bianco vegliava alla sua salvezza e gli diceva di confidare [...]
[...] , 39 di non si muovere, che c'era lui, che con un soffio avrebbe sbarazzato il cielo tornandolo pulito come uno specchio. La lotta fu lunga ed [...]
[...] accanita. Le nuvole s'accavallavano, si addensavano, diradavano, fuggivano, tornavano con moti convulsi, rigando il cielo di righe bianche [...]
[...] muoversi, sempre fisso nella raggiante gloria della grande montagna. La campana di Cogne suonò l'Ave Maria, le nubi vinsero, il Monte Bianco fu [...]
[...] velato ed il Rosso chiuse gli occhi; morto. Il cielo s'abbassò fino a toccarlo! nella valle pioveva fitto e lassù sulle alture della Nouva [...]
[...] , rimproverandomi di averlo giudicato male. Il modo con cui mi s'era offerto, il suo contegno, lo sguardo, il vestire, il passo, l'accento e perfino [...]
[...] , e volevo recarmi in Val d'Ajaz all'albergo 42 del Fiery dove avevo dato la posta a parecchi amici. Per il Colle delle Cime Bianche, che è il [...]
[...] , toccare il piccolo Cervino, una delle più mansuete vette del Monte Rosa, e scendere poi da quello in valle d'Ajaz. — Ma, avendo la valigia [...]
[...] escursione al piccolo Cervino, ma altresì il mio passaggio più diretto per giungere al convegno. La vigilia del giorno che dovevo partire, stavo [...]
[...] ritorno, quando venne il padrone a dirmi di aver trovato il mio uomo. — L'avete mandato a cercare? — È qui. — Quando è arrivato? — Ora. — Viene dal [...]
[...] che stassera non capiti un mulattiere che mi passi la valigia per le Cime Bianche. — La porto io. — Allora mi ci vorrebbe una guida per il Cervino [...]
[...] . — Vengo io. — Voi volete portare la mia valigia lassù? — Quanto pesa? — Saranno quattro miria. — Bella roba! Mi dà quindici lire. Il prezzo [...]
[...] guida? — Sicuro. — Avete il libretto? — No. Ho il certificato di congedo assoluto. Ero in artiglieria. — Come vi chiamate? — Tutto per quindici [...]
[...] lire? E si mise a ridere con un'aria acerba. — Basta, il nome glie lo dico gratis. Mi chiamo Giacomo Balma. Le accomoda? Visto che il suo ghigno [...]
[...] d'insolito: non sapevo dire che fosse, ma 45 la avvertivo dissimile dall'altre; più tardi me ne diedi conto: il suo passo non faceva rumore [...]
[...] , sembrava sfiorare la terra. Appena avviato s'era messo a discorrere, ma fosse il sonno o il senso di disagio che mi dava la sua compagnia, non gli [...]
[...] risposi. Tentò due o tre argomenti, poi smesse e prese a zufolare affrettando il passo. Per salire al piccolo Cervino, si passa il colle del Saint [...]
[...] partendo dal Giomen si sale tosto per il dorso erboso del monte e si affronta poi il ghiacciaio in alto, dov'è quasi piano e quindi meno rotto [...]
[...] dai crepacci. Il mio uomo prese invece ad aggirare il monte nella sua falda più bassa, finchè non ebbe trovato una specie di canale inciso nella [...]
[...] distratta non avverte la fatica; senza contare che il lavoro compiuto appare evidente e l'altezza guadagnata vi ripaga dello sforzo. Ma in certi punti [...]
[...] il canale era così scosceso da impensierire. Sul principio, Jacques, nei punti più 46 ardui si voltava e mi porgeva la mano, ma fresco di [...]
[...] , lo scordavo e quando levavo la testa seccato di trovarmi solo, il canale mi appariva vuoto fino alla cima. Dov'era andato colui? Il suo aspetto [...]
[...] testa, eccolo un'altra volta a suo posto, ma lontano lontano e sempre incurante di me. In principio avevo pensato che in certi punti il canale [...]
[...] divenisse impraticabile e che convenisse uscirne per ripigliarlo più sopra, ma mano mano che procedevo mi accorgevo che il passaggio c'era sempre [...]
[...] 47 umore; il fondo quasi liscio della roccia si era fatto sdrucciolevole per una vena d'acqua, ed egli s'era fermato per darmi mano che non [...]
[...] abbandonate la strada così spesso? Che fate in giro? — Sono della razza dei bracchi, mi piace fiu tare intorno il terreno. — Bene, ora non mi lascierete [...]
[...] più. — Come comanda. Cercai di intavolare io il discorso, ma questa volta era lui che non ci mordeva. Era spuntato il sole, egli s'era levata [...]
[...] ? No, non credevo; il pane lo avevo veduto levarselo di saccoccia e il suo turbamento al dubbio di esser sorpreso doveva pure avere una ragione [...]
[...] conosceva la vita della città e leggeva sempre i giornali. Anche sapeva che avevo scritto delle opere per il teatro, un'altra miniera d'oro; ma se [...]
[...] volevo dargli retta egli sì che me ne avrebbe raccontate delle storie, e fatti conoscere dei birbanti! Ah, loro vengono qui per il gusto di provare [...]
[...] in saccoccia la pistola) ma c'è qui il giudice, il giurato, il pretore, il presidente, e tutti gli accidenti della terra, e se vogliono venire [...]
[...] ; spezzava il discorso e saltava da un soggetto all'altro come spinto da un tumultuoso getto d'idee e pauroso di smarrirle discorrendo. Aveva certo [...]
[...] tutto. Eravamo ai primi nevati. Il canale s'era allargato e la montagna intorno non aveva un filo d'erba. Era tutta una rovina di massi giganteschi [...]
[...] tutta nelle mani delle guardie. Come ebbe rifatto l'involto, lo ripose nel fondo e tornò a me col viso rischiarato e fidente. Ora che il suo [...]
[...] secreto era stato lui a dirmelo, non temeva più di me. — Questo è il più alto magazzino; le guardie non salgono mai sin qui, sanno che a queste [...]
[...] alture non c'è più pastori che possano far da 51 testimonio occorrendo, e che qui comando io. E questo è il mio aiutante di campo, aggiunse [...]
[...] , togliendo, da una fenditura lì presso, una carabina da doganiere. Il contadino non può persuadersi che il contrabbando sia una azione colpevole, il [...]
[...] suo senso morale non arriva alla nozione degli artificiali diritti dello Stato. Sa che il rubare e il far violenza nel prossimo sono atti [...]
[...] disonesti, ma non può concepire per disonesto il comprare un oggetto là dove lo si trova a miglior mercato, e lo smerciarlo dove lo pagano caro. La [...]
[...] qui un odio violentissimo contro le guardie e il fermo proposito e la fredda capacità di fare a schioppettate se occorre. Le guardie lo sanno e [...]
[...] bene spesso quando incontrano il contrabbandiere in luoghi aspri e deserti, se non sono in tale numero da schiacciarlo o se non presumono alla [...]
[...] a comodo degli avvocati difensori. La mia guida s'era trovata una volta, inerme, sotto il tiro di due doganieri e n'era scampata per miracolo [...]
[...] , aveva perduto la carabina. — Quella carabina che le ho mostrato, — aggiungeva Jacques, con un piglio trionfatore. — Ma che vitaccia! E il [...]
[...] montagna, il sonno gelido, invincibile avanguardia della morte. Oh egli li conosceva quei valichi, passo a passo, ne aveva contate tutte le roccie e [...]
[...] il monte, frantumato dai fulmini e roso dalle acque, 53 cede al minimo peso e precipita in lavine micidiali. Nessuna guida poteva stargli a [...]
[...] paro. A lui non occorrevano corde per traversare il ghiacciaio, nè bastone ferrato per reggervisi. Misurava i salti e li spiccava coll'occhio e il [...]
[...] salito un'altra volta, perchè sulle vette era inutile cercare. Sul ghiacciaio, che, valicato appena il Teodulo, sale verso il Breithorn, trovammo [...]
[...] fresco e la neve era tutta vergine e piana. Dopo avere aggirato senza frutto tutto quanto il ghiacciaio, verso l'imbrunire ci cascò l'animo e la [...]
[...] d'Aventina; 55 oggi salirono coi pastori a pigliarlo. Domani verrà il pretore per l'atto. Era seduto sulla neve, i piedi neri per la cancrena [...]
[...] : la tormenta lo ha preso e fermato, il freddo gli ha dato la cancrena ai piedi, dovette sedere e si addormentò. Jacques aperse il sacco, lo [...]
[...] rimboccò fino a scoprire la testa del morto, lo baciò sulla bocca gli fece un segno di croce col pollice, sulla fronte, poi richiuse il sacco e disse [...]
[...] così via. Il villaggio si allunga nel senso della valle e questa è così stretta che non dà spazio a due case di fronte; un torrentello rabbioso [...]
[...] ; la montagna è erta e delle case, quello che è primo piano sulla facciata verso la via, di dietro è piano terreno. Nei mesi della state il sole [...]
[...] inclinati il monte li intercetta. Quei paesani non vedono mai l'ombra delle loro case, non conoscono i bei lembi oscuri di terreno contorniati da [...]
[...] terreni luminosi, nè l'affievolirsi graduale dei raggi nelle ore del tramonto. Là il sole dardeggia o tace, vi piomba come un fulmine, arde un [...]
[...] regna costante impedisce i crepuscoli o almeno non li lascia avvertire, la notte ed il giorno si seguono rapidamente come per l'abbassarsi o il [...]
[...] levarsi repentino di una cortina. I villani leggono per così dire il nome di ogni mese sulle alture delle montagne; in novembre il sole non giunge [...]
[...] lucide sudanti per l'umido. Quando l'aria è tranquilla il paese manda un odore eguale di stalla, di latte, di fieno, con qualche nota caprina [...]
[...] da uno spesso strato di melma, di letame e di pagliume che la fa meno sdrucciolevole ed assorda il rumore dei passi sicchè pare che la gente vi [...]
[...] via si vedono le donne salire su per le scale di legno e passare lungo i ballatoi senza rendere il menomo suono. Un forestiere che vi giungesse a [...]
[...] campana di vetro racchiude il busto in cera di una vecchia vestita da signora, certo qualche parente morta della padrona. La faccia ha l'orribile [...]
[...] perfezione dei ritratti calcati nella maschera tolta sul cadavere; la cera trasudata traverso la tinta di carminio ritorna al viso morto il [...]
[...] colore invano falsificato ed una polvere finissima filtrata malgrado il panno che orla la bocca della campana, mette su quelle guance dei rilievi [...]
[...] passi il tavolato traballando fa zoppicare il cassettone ed i ricci dondolano gravemente, col piccolo fruscio asciutto delle foglie secche. Io [...]
[...] bisbetica o manesca, al contrario: amava di soccorrere le miserie dei compaesani e tutto il villaggio era indebitato con lei; ma il suo aspetto [...]
[...] vedono! Di più nell'osteria c'era una camera dove non era mai entrata anima viva e dove tutte le sante notti dell'anno il lume durava acceso fino [...]
[...] , quarant'anni addietro accusata di infanticidio e tradotta dinnanzi il tribunale, questo l'aveva assolta, essendo accorso tutto il paese a giurare che [...]
[...] sergente doganiere il quale pretendeva di averla ravvisata una notte nell'atto che sotterrava un involto, aiutata da un omaccione alto e robusto [...]
[...] sont gris, il sergente non aveva già denunziato il fatto appena seguito, bensì tre mesi dopo, quando cioè un caso fortuito ebbe rivelato il [...]
[...] cadavere del neonato e durante quei tre mesi tutti lo sapevano, il sergente aveva cercato invano 63 di sedurre la fanciulla, cosicchè nella sua [...]
[...] fattucchiera che spandeva intorno, i paesani avevano deposto così unanimi in suo favore ed il cappellano istesso, un vecchio andato di poi diritto in [...]
[...] , perchè vidi la padrona assai prima che il busto e questo non accrebbe la sensazione disgustosa ricevuta dalla vista di quella, tanto essa aveva [...]
[...] nell'irrigidire leggermente la gamba appena fatto il passo, locchè dà una scioltezza saltellante a tutta la persona. I suoi modi, l'atteggiarsi [...]
[...] appariva improvvisa come un fantasma. In fin di cena avendo io avanzato mezzo il vino della bottiglia, essa, venuta a sedermisi accanto, ne [...]
[...] ebbi spento il lume, dopo lo sbattere di qualche uscio e lo stridere di qualche chiavistello, tacque nella casa ogni rumore di esseri viventi [...]
[...] accertarmi della sua essenza mi persuadevo che non era rumore d'acqua. L'acqua dei torrenti montani non manda il suono eguale che sogliono i larghi [...]
[...] piove. Il mormorio che sentivo 66 era invece senza fine eguale, non si allargava in ondate per l'aria, non mi giungeva pei vetri della finestra [...]
[...] spettacoli di quella sera: la valle stretta e desolata, il paese deserto, le case mute, le finestrucole rischiarate da una luce bianca di fuoco fatuo [...]
[...] , l'osteria fredda e vasta come un convento e il racconto dell'infanticidio e quella donna e quel viso di cera morto che mi aveva fatto spegnere il [...]
[...] e la debellavano. Non c'era verso che potessi durare per la via delle spiegazioni semplici ed ovvie, che anzi ragionavo il mio errore con una [...]
[...] stato morboso da cui intendevo levarmi. Nella febbre che mi agitava, credetti persino che il mormorìo provenisse dalla campana di vetro posata [...]
[...] confuso che mi atterriva. Accesi il lume. La stanza aveva due usci; uno metteva nel corritoio e l'altro in un camerone attiguo, vuoto. Mi levai [...]
[...] agitati ballarono sinistramente sul viso terroso, spolverandone i rilievi; la cuffia cannellata tremò tutta ed io portai correndo il mio grottesco [...]
[...] mi sentii sollevato. Ma il mormorìo seguitava. Apersi la finestra. La brezza gelida della notte mi rincorò; d'altronde il rumore naturale [...]
[...] dell'acqua corrente, tornò a parermi per un momento la sola causa delle mie paure. Ma quando il freddo m'ebbe fatto rinchiudere i vetri, ecco di [...]
[...] mia candela gettava sprazzi di luce sui mobili e improvvisava forme fantastiche. Di quando in quando sostavo per avvertire il mormorìo, a volte [...]
[...] chiarore, smorto, diffuso, meno intenso che il riflesso delle nevi nelle notti serene d'inverno, immobile come le luci il cui centro è 69 lontano [...]
[...] . Il mormorìo invece era vicinissimo ma la sua causa durava misteriosa, anzi era accresciuta di mistero. Risoluto a scoprirla, spensi il lume a fine [...]
[...] mistero doloroso al quale seguiva la fila delle Ave Marie e dei Pater che essa recitava con voce chiara e con misurata lentezza, mentre il vecchio li [...]
[...] masticava confusi, come avesse la lingua tarda e spessa e la bocca bavosa. Alla filza delle Ave Marie, seguirono il requiem e le litanie della [...]
[...] Madonna che apparivano dedicate a qualche determinata persona, poichè il ritornello ribatteva sempre: ora 70 pro eo, ora pro eo. — A volte, la [...]
[...] , così imperioso che tosto l'altra si studiava di farle eco con docilità. Dopo l'ultimo Oremus, la vecchia senza rifiatare intonò il Miserere, ma [...]
[...] sprezzo mortale ed una inesorabile fermezza. E il vecchio, dominato, quasi snebbiato da quegli sguardi, balbettava finchè questi lo tenevano [...]
[...] dell'assentire che l'altro faceva col capo e del grugnito che mandava frettoloso alla fine di ogni versetto, per non essere colto a tacere. Terminato il [...]
[...] tutto il liquore e disse beato: — Buono! Buono! Com'è buono! Poi la donna lo prese per un braccio, staccò la lucerna dalla muraglia e tutti e [...]
[...] due mossero per uscire. Io mi gettai nell'angolo oscuro del focolare, li vidi traversare la cucina, sentii tirare il chiavistello della porta di [...]
[...] fuori e una canzonaccia rauca e trascinata mi annunziò che 72 il briaco era all'aperto nel gran silenzio notturno della via. La vecchia tornò [...]
[...] dolore mortale senza lacrime. Quando risalii nella mia stanza il mormorio era cessato, ma non potei chiudere palpebre in tutta la notte. Io mi sono [...]
[...] fitto in mente che la padrona dell'osteria vada espiando così coll'antico amante e complice, l'antico dolce peccato e il delitto d'infanticidio di [...]
[...] che il tribunale l'aveva assolta per difetto di prove; che essa attiri l'indurito briacone alla preghiera, colla promessa di abbondanti [...]
[...] libazioni, che gli affretti la morte in questo mondo per assicurargli il perdono e la salvezza nell'altro. — Ma io sono un romantico impenitente e forse [...]
[...] calunnio quella disgraziata. LA MINIERA DI COGNE In val di Cogne presso il Gran Paradiso, che è il maggior gruppo di montagne interamente [...]
[...] italiano, c'è una delle più ricche miniere di ferro di tutta Italia. Delle più ricche, non delle più produttive, perchè mentre il minerale vi si [...]
[...] trova quasi allo stato nativo, il suo giacimento è in posizione così elevata e così discosto dalle strade carreggiabili da renderne disagevole e [...]
[...] o stagnano le altre industrie paesane, la miniera di 74 Cogne, che sarà un giorno la prima ricchezza di quei luoghi, è ora il segno a cui [...]
[...] una stradaccia spaventosa, simile ai canaloni che i grossi massi incidono rovinando per l'erta e squarciando il terreno. Il luogo ha l'austera [...]
[...] al piccone o agevolano l'azione dello scalpello, dove non batte il sole o cala il vento o sporgono scaglioni o non stagnano acque. A misura che [...]
[...] tagli di lama affilata. Gli assalitori, tutti in vista, danno per il numero l'idea di un accanimento rabbioso, di una smania di farla presto finita [...]
[...] fondo erompe crocchiando dall'unta petrosa guaina. La mattina il sole vi giunge tardi. — La caverna puzza ancora di polvere per le mine [...]
[...] li fa parere pigri come di persona intirizzita. A quell'ora il lavoro sa di pena, una pena lunga ed oscura che sconti qualche grave colpa [...]
[...] tenebrosa. Martellano in silenzio: questi solitari a colpi di piccone, quelli appaiati reggendo uno colle due mani il ferro da mina e l'altro [...]
[...] affondandolo a mazzate. A vederli dalla bocca della grotta, i loro movimenti hanno una rigidità automatica. A ogni colpo di mazza, quegli che regge il [...]
[...] precisione col piombare della mazzata che par di sentire scricchiolare il congegno che lo produce. L'alba li raccoglie e l'aurora li trova al lavoro [...]
[...] . E via per dell'ore, muti, instancabili, senza un minuto di posa, perchè il gelo non incolli loro alla pelle la camicia inzuppata di sudore [...]
[...] dell'accordo e i muggiti dati al cielo aperto e ai rinascenti tepori. Come tarda il sole! Sulla 77 montagna di rimpetto, le cime, le roccie, i nevati [...]
[...] , le ghiacciaie, le foreste, ne ridono tutte e si scaldano e fumano di vapori mentre là nell'antro impigrisce il crepuscolo mattinale e i colpi [...]
[...] delle mazze d'acciaio battono i minuti delle ore eterne. Gran cammino e grandi faccende deve fare il sole prima di giungere alla miniera! Deve [...]
[...] , inargentare i neri dirupi. Poi, come la valle lo attira, deve cercarn il fondo, accendere come un faro la punta del campanile, increspare i raggi [...]
[...] sul tetto della chiesa tutto ondato di muschi, nelle case che gli protendono la facciata petrosa rigare di strisce dorate il buio afoso delle [...]
[...] . Allora, quando il primo filo luminoso orla il margine dell'altipiano dove giace la miniera e sembra una biscia lunghissima che lo fasci, i minatori [...]
[...] muscoli. Allora il lavoro diventa verboso; l'aria intepidita concede le soste riposatrici; la luce, rilevando le asprezze della roccia, mostra [...]
[...] quanta sia l'opera compiuta, scrive quasi sulle pareti il compito della giornata. E via a picconate sulle creste sporgenti; le scaglie volano per [...]
[...] e l'altro, vanno e vengono da un capo all'altro della grotta, come spola attraverso il telaio, le arguzie ed i motti salati; ogni atto, ogni [...]
[...] scodinzolando e medita seco stessa quale possa essere la ragione di quel grande affannarsi che vede e quando l'ha trovata, protende il muso e lancia [...]
[...] che non le costa fatica. Così passano le bianchezze meridiane, finchè il sole ripaga la grotta del suo tardo apparire. Adesso tocca alla montagna [...]
[...] dirimpetto, il cruccio dell'ombra e l'invidiosa vista dell'altrui splendore. Sulla sua costa orientale le ghiacciaie allividirono; le navate [...]
[...] argentati ripresero la tinta nera e giù nella valle si spense il faro del campanile, e la chiesa, le case, il fiume rimpiccioliti si immersero nella [...]
[...] gli occhi accesi di una collera cieca. Il lavoro non sa più di pena, la lotta inferocita è premio a se stessa. L'inerte nemica deve cadere [...]
[...] stritolata; si spianerà il suo dorso, ostacolo al sole mattutino, verserà dalle piaghe le ferree viscere, darà alle officine della valle e da queste [...]
[...] . * ** L'opera più grave e veramente terribile è quella di calare il minerale fino al basso della 81 valle. Ne colmano certi cassoni quadrati che posano [...]
[...] farebbe una boccata. Perciò altro non occorre che guidarla perchè non piombi e disperda il carico. Se la miniera fosse in continuo esercizio [...]
[...] , correrebbero giù per la china i grossi tubi capaci d'inghiottire in un'ora il prodotto di ogni giornata; ma chi arrischia spese durevoli [...]
[...] nell'alterna vicenda degli abbandoni e delle riprese? La strada non è che un gran solco lungo la costa. Seguendo il principio che la linea retta è la [...]
[...] svoltata improvvisa ad angolo retto, orla il sommo del dirupo e risvolta verso il basso appena trova una pendenza che basti a starci ritto un uomo [...]
[...] avvezzo alla montagna. Messo per quella china e spinto dalla slitta carica, un mulo ne avrebbe, al primo viaggio, rotte le gambe e fiaccato il filo [...]
[...] supplizio peggiore di quello che sopportano quei disgraziati. I grossi pesi macinarono il suolo sassoso, cosicchè vi si affonda fino al ginocchio [...]
[...] di minerale: abbrancano solidamente le due sbarre, irrigidiscono le gambe e si slanciano nella voragine. Il loro corpo fa, precipitando, una [...]
[...] linea quasi orizzontale, quasi parallela al terreno, tanto che, la palma del piede non tocca mai la terra; vi affondano invece il calcagno e [...]
[...] menano le gambe rigide come stantufi. — A mano a mano che scendono, la corsa invelocisce; il peso gravissimo, che al piano non smoverebbero in [...]
[...] quattro, li schiaccia e li travolge, l'abisso li attira: sentono nelle orecchie l'uragano delle corse sfrenate e ai polsi il martello del sangue [...]
[...] sbattuto; hanno negli occhi la visione lampeggiante della vertigine e nelle fauci il picchiettare della polvere filtrata attraverso le labbra e i [...]
[...] , non sorgono per indicare il cammino, bensì per consacrare il punto donde altri prima di loro piombo nell'abisso smisurato, donde essi [...]
[...] . Scaricato il minerale e ripreso fiato, eccolo un'altra volta su per l'erta, tirandosi dietro la slitta. — Fanno per lo più due corse al giorno, ma non [...]
[...] ricevuta dalla velocità, nè di darmi giusto conto di questa. Rammento 84 invece, per quanto fu lungo il tragitto, lo stato disgustoso [...]
[...] dell'animo mio e l'immobilità e il silenzio di tutti. E rammento pure che giunti al fondo, avevamo tutti le mani, il viso, il collo, neri come carbone [...]
[...] e grigio di polvere, malgrado le vestimenta, il resto del corpo, e che per tornarci al pristino colore, ci vollero tre giorni di frequenti ed [...]
[...] diverse stanze. Per lo più delle due casette 86 una è destinata al servizio, l'altra all'abitare. Da una parte la stalla, la cucina, il fienile [...]
[...] , un'officina da falegname e le camere dei domestici; dall'altra le camere da letto ed un salone a terreno, dove il padrone l'estate riceve i [...]
[...] quali noi le conosciamo alla piana, quelle di lassù non hanno che il dolce penetrante calore e la morbida atmosfera. Non vi si vede un palmo di muro [...]
[...] combinino simmetricamente. Dei regolini sagomati a cornice scompartiscono le pareti ed il soffitto in larghi quadri eguali all'uso svizzero e [...]
[...] danno alla stanza un'aria di agiatezza accurata. Tutto vi è pulito ed ordinato. Un assito, che non giunge al soffitto, taglia la stanza per il suo [...]
[...] lungo, impedisce la vista delle vacche e permette che il calore del loro fiato s'allarghi attraverso il vano lasciato in alto. Bisogna vedere che [...]
[...] mondezza di stalla; la più nervosa e schifiltosa signora delle città accetterebbe 87 di dormirvi senza arricciare il naso. Nemmeno il sospetto [...]
[...] . Quella gente industriosa e calma nella lunga stagione d'inverno lavora sempre a migliorarsi il nido con minutezza infantile. Ogni nuovo bisogno [...]
[...] giungono al tetto per via di tronchi d'abete sovrapposti, mentre delle più agiate il muro tiene tutta l'altezza. Così le une come le altre non [...]
[...] hanno mai più di due piani oltre il terreno, ogni piano apre sulla facciata quattro o sei finestre e nel mezzo una porta che mette ad un ballatoio [...]
[...] a destra verso il torrente ed il corpo di mezzo, cioè la scala, essendo ultimate, il Lysbak era venuto a dimorarvi colla moglie e la figliuola [...]
[...] , il Lysbak aveva dopo due anni venduta quella parte di casa ed i prati in giro al padre di Guglielmo, il quale, raffazzonatala alla meglio, ci [...]
[...] caporale di artiglieria a Pisa. 89 Fra il Lysbak ed il padre Rhedy non si era però, malgrado la vicinanza, stretta nessuna sorta di amicizia [...]
[...] . Tutt'altro. Il primo, sempre col pensiero alle speculazioni tentate per rifarsi e fallite, respingeva col silenzio le vanterie del secondo e non [...]
[...] diviso da uno steccato che segnava i confini delle due proprietà e ciascuno viveva dalla sua. Quando Guglielmo veniva in licenza, il padre e la [...]
[...] domestica gli empivano la testa con sfoghi di vanità offesa, e Guglielmo, che non ne sapeva altro, dava retta e faceva muso anche lui. Il padre [...]
[...] Lysbak ed il padre Rhedy morirono 90 lo stesso mese. Guglielmo, ricco di un ventimila lire, finito il servizio militare aveva vendute le vacche [...]
[...] quattro lingue: il tedesco che è la lingua di Gressoney, l'italiano, il francese e l'inglese. Malgrado questo grosso fardello di scienza, nessuno [...]
[...] , che menano in pastura le vacche, e sembrano villane ripulite. L'ingegno si piega ad imparare, ma il corpo è troppo solido per dirozzarsi dalla [...]
[...] non rivolgono in se stessi il loro sapere, non s'interrogano, non deducono, non anelano a maggiori conoscenze. Lasciano le cognizioni [...]
[...] steccato Guglielmo aveva cominciato 92 a scambiare con Teresa e sua madre dei discorsi pratici e piani da buon vicino. Il Lysbak presso a [...]
[...] lasciare alle due donne un gruzzolo che le facesse vivere meno a disagio. La vedova aveva chiuso il contratto e la casa era stata venduta con la [...]
[...] , essendo in giro pel mondo, le poverette volevano così lasciare uno spiraglio aperto alla fortuna, caso mai egli tornasse in paese milionario. Il [...]
[...] toccasse loro rialzarlo; il vero padrone trovava inutile levarne uno nuovo per poi riatterrarlo appena avveratasi la sua speranza ed a [...]
[...] vacche non si poteva durare, e avendone comprate due, aveva pregato Teresa che ne assumesse la cura per spartirne il profitto. Il nuovo [...]
[...] padrone, di quando in quando, tornava all'assalto di Rhedy per comprargli il suo 94 pezzo di casa, e tenendolo questi a bada, aveva finito per ideare [...]
[...] vendere non ne aveva, che lo faceva per cortesia, perchè sapeva a che mirasse il compratore. E intascati i quattrini il giovane li impiegava in [...]
[...] compera di legnami; in paese dicevano che voleva farsi negoziante, ed egli assentiva. * ** Il giorno che vendette l'ultima pezza di prato Teresa [...]
[...] stava nell'aia a guardare il padrone che se ne partiva soddisfatto. Era sul finire d'ottobre, una giornata serena e fredda, meno trista però che al [...]
[...] tornerà ad un solo padrone. Ma resta a vedere chi sarà quel padrone. E perchè Teresa non rispondeva, il giovine aggiunse: — E se fossi io [...]
[...] . Allora il giovane cominciò a dirle il suo amore, e che le voleva bene da un pezzo, che se n'era accorto quel dato giorno, in quelle date [...]
[...] circostanze, e rammentava i luoghi, l'ora e il tempo che faceva, e mille piccoli fatti e mille parole. Parlava concitato, la guardava con una tenerezza [...]
[...] , piena di grazia. Guglielmo l'aveva tirata a sedere su di un trave, sotto il ballatoio della casa; imbruniva, l'aria del ghiacciaio soffiava [...]
[...] tagliente come una lama; la madre era in casa in faccende; la si sentiva scendere e salire, battendo il tacco degli zoccoli sugli scalini di legno [...]
[...] , ma neanche per l'avvicinarsi de' suoi passi i due non si muovevano. Il giovane aveva passato il braccio intorno la vita dell'amante e l'attirava [...]
[...] a sè con una forza lenta e crescente; essa lasciava fare, sicura, sentiva il fiato caldo di lui passarle sulla faccia e la mano cedere alla [...]
[...] violenza del suo respiro. Come fu quasi scuro, Teresa si levò tenendo per mano il Rhedy e lo condusse in casa dove disse ogni cosa alla madre [...]
[...] . Pensiamo se questa ne fu contenta! Cenarono insieme e Guglielmo espose tutti i suoi propositi, il suo piano di vita. A Gressoney-la-Trinitè mancava un [...]
[...] l'albergo, e scaduto il termine utile per il riscatto, egli avrebbe pagato e buona notte. La madre obbiettò che per tenere un albergo non basta la [...]
[...] svizzero e là imparasse il mestiere. Colle cognizioni e colla salute di Teresa non era difficile trovare impiego; il meglio era partir subito. Ma [...]
[...] ; che bella vita cominciava per loro! I montanari sanno aspettare, la vicinanza addolciva l'attesa e quasi le cresceva sapore. Breve, il giovane [...]
[...] , alla trasparenza del ghiaccio, aprirvi delle larghe bolle d'aria biancastre. Che silenzio intorno! Il villaggio dormiva accovacciato. La [...]
[...] chiesa, poi per tutta la giornata non andava intorno anima viva. Il cugino di Guglielmo giungeva la mattina di buon'ora, imbacuccato e rimpicciolito [...]
[...] poi tutti e due accaniti piallavano, segavano, connettevano le tavole, senza posare un minuto. La sera il cugino scappava a dormire e Guglielmo [...]
[...] seguitava il lavoro. Teresa e la madre vivevano tranquille dalla loro, lavorando anch'esse alla casa futura. Intaccando un po' di capitale, la [...]
[...] madre aveva comprato tela da lenzuoli e da tovaglie e percallo 99 da tende; la mattina Teresa tagliava per il lavoro della giornata e poi insieme [...]
[...] mangiatoia ed il grattare ruvido della loro catena contro gli orli del passante di legno. Ben altra allegria risuonava nell'officina di Guglielmo! Egli [...]
[...] cantava tutto il giorno. Al reggimento aveva imparato certe canzoni napoletane dalle cadenze disinvolte, le quali passavano una dopo l'altra [...]
[...] . Poi egli e il cugino andavano a desinare nella stalla 100 colle vicine e bisognava sentire che chiacchere festose, che risate schiette intorno [...]
[...] alla polenta. Ma il maggior lavoro era il notturno. Dopo cena, partito il cugino, fatto un po' l'amore a bassa voce colla fidanzata, Guglielmo [...]
[...] aveva osato qualche mezza parola in proposito; ma il Rhedy aveva negato come uno sfacciato e Teresa non aveva aggiunto verbo. Guglielmo stava [...]
[...] cheto a contare i passi della fidanzata su per la scala, la sentiva entrare in camera, andare e venire via per il tavolato sonoro con quei cento [...]
[...] , e gli sguardi erano così intensi che pareva dovessero forare i vetri e penetrare nella camera. Spenti il lume ed i rumori, Guglielmo tornava [...]
[...] pensarci arrossiva come un fanciullo. Era sicuro che Teresa seguiva sveglia il suo lavoro; sapeva che ogni martellata rispondeva nel cuore [...]
[...] dell'amante, ma voleva che le giungesse il solo rumore dell'opera; l'opera sola era necessaria e premeva, l'opera costruiva l'edifizio della loro felicità [...]
[...] , del loro avvenire, il canto a quell'ora sarebbe stato una vanteria grossolana. * ** A inverno finito la casa fu lesta. Guglielmo il giorno [...]
[...] di Pasqua condusse le due donne a visitare il nuovo quartiere, tutto olezzante di resina. La sera invito a desinare il sindaco, il 102 parroco [...]
[...] , il segretario e parecchi amici; la mensa fu allestita nel gran salone da pranzo del nuovo albergo, e si bevve agli sposi. Il domani Teresa parti [...]
[...] Cime Blanche, poi il Colle del San Teodulo. Mai nessun lord d'Inghilterra ebbe, per traversare le ghiacciaie, più numeroso e valoroso corteo. Fu [...]
[...] un viaggio di due giorni, e la sera del secondo si giunse a Zermatt. Là Teresa era aspettata per un impiego di guardarobiera. Il padrone [...]
[...] pieni di lacrime. Quel cielo azzurro di là era il cielo della Svizzera, e pensava che al piano in poche ore avrebbe superata la distanza che lo [...]
[...] separava da Zermatt; invece qui c'era di mezzo il gran gigante, coi suoi mari di ghiaccio, colle sue rupi precipitose, irto di pericoli, minaccioso [...]
[...] di morte ad ogni momento. Ma il tempo correva, ed erano mille pensieri e mille faccende. Comprò i mobili, gli utensili 103 di cucina, sempre [...]
[...] gravi com'era la sua indole. In principio d'agosto tutto fu all'ordine. Guglielmo una bella sera, annunziò alla vecchia che il domani sarebbe [...]
[...] andato a Zermatt. La più corta era valicare il Lysjoch e scendere diritto per il ghiacciaio del Gorner: un otto o dieci ore di cammino. Ma il passo [...]
[...] cammino per le Cime Bianche; alle undici era al lago, a mezz'ora dal colle. Di là, la strada solita, sale fino al colle, traversa il ghiacciaio del [...]
[...] . Guglielmo aveva camminato otto ore, ma chi ha fatto il mestiere di guida non conosce stanchezza. Se non che la meta vicina lo faceva impaziente [...]
[...] . Il ghiacciaio del Teodulo si stende lungo il versante italiano; ancora tre ore e mezzo prima di giungere al culmine, prima di gettare lo sguardo [...]
[...] . Il passo fra le rupi è faticoso e difficile, il ghiacciaio in cima è spaccato in mille sensi da crepacci senza fondo, ma i contrabbandieri lo [...]
[...] spicciarsi senza più guardare il cielo. Eccolo per le rupi: vi s'arrampicava come un gatto, a quattro gambe, silenzioso e vigilante. Come saliva [...]
[...] ghiaccio liscio, finchè sprofondavano senza rumore nell'acqua. Guglielmo fu sulla vetta in mezz'ora. Colava di sudore, il freddo gli ghiacciava i [...]
[...] mortale; le nuvole posavano gravemente sulla neve livida in una immobilità stagnante, ma ad un tratto il vento vi si impigliava un'altra volta [...]
[...] , il freddo le addensava in grani di grandine durissima che rigiravano senza posa, la neve del ghiacciaio, secca come arena, entrava nelle spire [...]
[...] dello scampo, si sentiva morire. * ** La bufera durò a lungo, poi svanì in un soffio e tornò il sole. Guglielmo, riavutosi dal mortale stupimento [...]
[...] , volle riporsi in cammino. Era stato fino allora appoggiato a forza di braccia sul bastone ferrato, curvo per salvare il viso dalla tempesta [...]
[...] dosso la giacca e ne li avvolse, li rivestì di neve e li espose al sole. Il sole scioglieva la neve, ma i piedi non sentivano nulla anche [...]
[...] scarmigliata e disperata. Poi scrisse colla matita sul libretto da guida il suo testamento. Fu presto scritto: Lascio tutto il mio a Teresa Lysbak [...]
[...] , mia fidanzata. Il giorno moriva, quando fu preso da un sonno invincibile. I bassi lembi del Mon Rosa erano già scuri, le pinete ed i prati che [...]
[...] fragori delle meteore. Il suolo alpino, nell'estate è sonoro. Giù dagli estremi vertici rocciosi dove la ghiacciaia per troppo dirupo non regge [...]
[...] caduta i colpi ed i proiettili. Dalle creste affilate donde il ghiacciaio che si adagia sovra uno dei dorsi della montagna strapiomba sull'altro [...]
[...] , formando quelle che gli alpinisti chiamano cornici, il sole stacca spesso enormi volumi di ghiaccio vivo e li scaglia giù per abissi smisurati [...]
[...] rendendo il rombo di una cannonata che gli echi trascinano, aggirano e rimenano più volte là donde è partito. Le ghiacciaie, spaccandosi in [...]
[...] di risate giovanili, che a sentirle di lontano sembrano un concerto col sordino di cui vada smarrito il motivo e solo si avverta l'accordo [...]
[...] soavissimo dei suoni. Quando poi dalle regioni del ghiaccio scendete alle chine erbose trovate da per tutto il terreno pur ora ridato al sole e ancora [...]
[...] regioni. Qui, la vista non è sola a darvi l'accorgimento della realtà. Cercate pure il più solitario rifugio, chiudetevi nella stanza più [...]
[...] , aggiungete il vento quasi continuo e i frequenti uragani e vedrete quale immenso concerto commuova l'estate l'aria delle montagne. Però al concerto [...]
[...] conosce ancora i canti campestri, e il rincasare dei prodotti vi è accompagnato da melodie spesso gravi come l'ora in cui si compie e pieni il [...]
[...] hanno l'aria stentata e intirizzita di una pianta esotica che si voglia far crescere in terreno non propizio. Il canzoniere alpino è tutto [...]
[...] poderetti lunghi e larghi talora come l'ombra che manda il corpo del padrone nell'ora del tramonto: ed è gente di bassa statura. Tali poderetti sono [...]
[...] disseminati qua e là, rubati alle frane, al pruneto ed alla roccia e circondati spesso di luoghi incolti e deserti. Il contadino quindi va solo [...]
[...] al lavoro e ne ritorna solo. Manca il ritorno dai campi a frotte, pieno di chiacchiere e di risate, dove i piccoli aiuti vicendevoli fanno [...]
[...] germogliare le simpatie e imbastiscono i matrimoni, dove regna il ricambio delle notizie borghigiane: e man mano per strada la frotta s'ingrossa per [...]
[...] nuovi giungenti che sbucano dai campi vicini, finchè quando s'affaccia al paese s'allinea in due righe per tutto il largo della strada e il [...]
[...] . Sull'Alpe erbosa i pastori ingannano talora il lungo ozio con nenie che sanno di preghiera, e gli Alpinisti che vi passano per diporto [...]
[...] recano di pieno meriggio una tenebra fitta dove stagnano soffocati i suoni e le voci, o quando il temporale che brontolò un pezzo nella valle [...]
[...] smarrita nella caligine la traccia e l'odore della stalla o s'aggira inquieto o scorrazza atterrito per il terreno fatto di subito sdrucciolevole [...]
[...] e dirupante qua e là in precipizi senza fondo. Allora il pastore deve aggirare tutto il campo paschivo, e, ficcando gli occhi per la nebbia [...]
[...] colla tormenta che lo accieca e gli flagella il viso, rintracciare e dar la rincorsa alle giumente 115 o imbizzarrite o istupidite e se alcuna si [...]
[...] corna della bestia e tempestandole di pugni il muso umido, finchè non l'ha sviata dal pericolo. Il peggior lavoro lo fanno i pastori di pecore e [...]
[...] di capre. Il gregge non ha ovili. Tutta la montagna oltre i prati fin dove c'è un magro filo d'erba o qualche roccia muscosa gli appartiene: e [...]
[...] quando scende la notte il cane ed il pastore lo rintracciano e lo raccolgono entro un recinto chiuso da una rete allacciata a piuoli che si chiama [...]
[...] parco e imparcare il gregge l'operazione dell'assembrarlo. Le capre, nomadi per natura, si avventurano in luoghi dove e più agevole giungere [...]
[...] raggiungerle, ne vada anche della vita, e industriarsi a scamparle. Le Alpi ne hanno parecchie di croci che segnano il luogo dove è morto un pastore [...]
[...] sogliono sempre paragonare ad un gran fiume procelloso subitamente rappreso, e il paragone è giustissimo. Di là sorgevano i fianchi nudi e [...]
[...] micidiale. Stavamo per scendere sul letto del ghiacciaio quando il rumore di pietre smottate e rovinanti per la morena di contro ce ne trattenne [...]
[...] . Ristemmo per osservare la frana, e in quel posare dei discorsi, proprio dell'attesa, ci pervenne, sempre dalla morena di contro, il suono di un [...]
[...] spalancata di un crepaccio. Egli non sapeva il pericolo e in ciò forse era la sua salvezza. Il mandriano dell'Alpe è così domestico dei luoghi [...]
[...] selvaggi che non ne avverte la selvatichezza. Per chi ha il passo sicuro, una sporgenza di pochi centimetri vale quanto il più largo stradale e [...]
[...] all'occhio esercitato un abisso di cento metri non fa più senso che un muro di cinque. Ma se la sera il ragazzo non fosse rincasato, quelli che lo [...]
[...] il ragazzo è un servitorello preso, a mantenerlo, per la sola stagione estiva. Una volta trovato il corpo, il pretore, il medico e il cancelliere [...]
[...] tutela sociale che lo scordò da vivo. Ma a volte 118 non lo si rintraccia più; la montagna serba il vispo suonatore di buccina. Il ghiacciaio [...]
[...] li raccoglieva una delle consuete conferenze primaverili, il curato di X m'invitò a tener loro compagnia a pranzo. È difficile incontrare un [...]
[...] ferro ed una forza fisica ragguardevole; le gambe 120 lunghe e diritte ed il busto incurvato formavano una persona alta rimpicciolita, potrei dire [...]
[...] , quasi bianchi, la fronte spaziosa, gli occhi vivi ed accorti, il naso grosso e ai lati della bocca un solco lungo e profondo. La bocca esprimeva [...]
[...] bruttezza del corpo. A capo di tavola sedette il vicario con me a destra ed il curato d'X a mancina; dopo di questi veniva un grosso prevosto [...]
[...] che russava da sveglio e poi il gobbo che ho detto, cosicchè la tavola essendo rotonda, il gobbo mi sedeva quasi dirimpetto. Fu il solito pranzo [...]
[...] di preti; il vino frizzante del paese sciolse ben presto l'imbarazzo cagionato dalla mia presenza e il latino degli aforismi gaudenti mise nei [...]
[...] quattro tonsurati. A sentirli, il vicario saliva sulla torre della chiesa vicarile donde dominava le quattro soggette parrocchie; ma quella torre ne [...]
[...] vedeva 121 delle belle! Il vecchio vicario glorificato per peccatacci ai quali era da gran tempo insufficiente, lusingava di rimbalzo con [...]
[...] . La torre della chiesa vicarile tornava in campo ogni momento; dicevano che per vederci meglio il vicario ci saliva in buona compagnia, e se la [...]
[...] torre non era crollata finora, ne potevano venire dei terremoti. Oh lo sapevano tutti! Il vicario, per non essere distolto dalla sua vigilanza [...]
[...] cielo con aria scandolezzata, giungeva le mani e sclamava: Che gente! Che gente! Così durò il pranzo, suonando ciascuno a distesa il grande inno [...]
[...] della malizia sporca ed untuosa, finchè dopo tre ore tutti ci levammo e il grosso prevosto russante si tirò dietro incollata alla madida sottana [...]
[...] la scranna coperta di tela incerata. Il gobbo aveva riso cogli altri, ma pareva più ridere del loro riso che dei loro discorsi. Qualche volta [...]
[...] , non appena rivolgesse in mente il fatto o la parola che gli avevano dato l'aire. La giornata che il mattino prometteva bellissima, 123 poco alla [...]
[...] volta s'era oscurita. Quando ci levammo di tavola il vento cominciò a far ballare i vetri, quando ebbimo bevuto il caffè cominciò a nevischiare [...]
[...] albero sottile di mandorlo o di pesca, tutto fiorito e di là dalla Dora, nei prati, sull'erba arsa dall'inverno, vinceva il verde tenerissimo dei [...]
[...] scricchiolii secchi come fa la carta da parato quando per vento si stacca dal muro. I mandorli fioriti, dei quali il candore muto della neve faceva [...]
[...] risaltare la bianchezza carnosa piena di vita, e i peschi rosati si agitavano furiosamente, seminando le tenere foglioline che il vento aggirava [...]
[...] , sollevandole in spire vorticose. Per certo, a vedere quel tempaccio, le serve dei curati rimaste in casa si partivano o mandavano il campanaro [...]
[...] luce quieta, affievolita ancora dal loggiato ad archi sul quale mettevano due finestre, mentre una terza che si apriva verso il vecchio camposanto [...]
[...] . Poi stesero il tappeto sulla tavola, tolsero dal cassetto dello scrittoio; dove era chiuso col breviario, un mazzo di tarocchi ed uno di essi lo [...]
[...] comando: Pontificemus. Il vicario dormiva in una larga sedia a braccioli, la testa rovesciata sul muro, coll'aria tranquilla di un santo. Il [...]
[...] vigorosamente. Le carte grasse ed unte aderivano l'una all'altra così che per staccarle 125 occorreva ai giuocatori inumidire il pollice al labbro [...]
[...] inferiore, rovesciandolo fin sopra il mento. Nel silenzio della stanza si sentiva di quando in quando la nota da scacciapensieri che mandavano le [...]
[...] dita attingendo umori e poi il fioccare misurato e piano delle carte sul tappeto. Il gobbo tamburellò un momento sui vetri, vi appoggiò la fronte [...]
[...] come per rinfrescarla, poi prese il cappello ed il bastone e con un: Buona sera risoluto, piantò la compagnia. Benché a tavola e dopo non avessi [...]
[...] durezza, tanto che, venuto in dubbio di riuscirgli importuno, rivolgevo meco stesso il migliore pretesto per congedarmi. Ad un tratto si fermò e [...]
[...] ; uno di quei tempi ventosi dal cielo eguale e lontano che lasciano vedere le più alte cime allividite dalla falsa luce nebulosa. Il mio curato [...]
[...] gagliarda e sfrontata; tutta la persona dal tricorno fermamente calcato sulle tempia, contro il vento, alle grosse scarpe rattacconate, mostrava [...]
[...] colleghi egli primeggiava, ma poteva anche essere il monocolo nel regno dei ciechi, mentre io lo avevo sulle prime immaginato di acutissima vista. Già [...]
[...] il vederlo così abbandonato e scorretto della persona me lo aveva fatto cadere dall'animo e provavo una orgogliosa compiacenza al pensiero che [...]
[...] vita e dalla tradizionale docilità del proprio ministero, avevo intravveduto una lotta drammatica fra il vescovo e la coscienza, fra il diritto [...]
[...] umano e la credenza cieca, mi ero gettato nel mio errore colla gioia ardente del cercatore di miniere che scopre i filoni dell'oro, e vedevo il [...]
[...] . Quello che più mi indispettiva era il vederlo abbandonarsi così senza resistenza e rivelarsi intero senza pur cadere in sospetto della mia [...]
[...] non mi venne mai fatto di girare il discorso ad una conclusione e troncarlo di netto mi pareva scortesia. 129 D'altronde, apprendevo da lui [...]
[...] , conoscevo il mio compagno come per lunga dimestichezza. Era un uomo pratico, che si adagiava comodamente nella sua solitudine esercitando l’ufficio [...]
[...] prete pulito che sa di cera, d'incenso, di tabacco da naso e di vecchia pergamena, avrebbe invogliato a dimorarvi in solitudine il più ostinato [...]
[...] bianco le linee asciutte di due o tre campanili. Il curato mi domandò subito se avevo da fare quella sera giù nella valle, e come gli ebbi [...]
[...] nettamente nell'attigua cucina i passi, la voce asmatica ed il continuo affaccendarsi. Strano personaggio quella domestica! Benché tenesse il primo [...]
[...] posto in casa e tutto facesse capo a lei ed il prete si fosse creduto in obbligo di 131 dirle il mio nome, il mio stato, donde venivo, dove mi [...]
[...] è che non vuol mangiare? Quel signore? Già, bocche fine, bocche fine. Ehm ehm, bocche fine! — Ma il naso in camera da pranzo non ce lo mise mai [...]
[...] e quando pregai il curato che me la facesse conoscere, mi rispose: la poveretta è mezza cieca e non vuole esser veduta da quelli che non può [...]
[...] vedere. Dopo cena riappiccicammo il discorso intavolato per via, io interrogando e rispondendomi il prete colla solita docilità, se non che di [...]
[...] concetto che mi ero formato dell'essere suo. Oltre a ciò, sentivo di non essere più padrone del discorso, di non poterlo più girare per il mio [...]
[...] altrimenti che con una data domanda certo da lui preveduta. Che lavoro faticoso mi toccava di fare per non smarrire il filo della conversazione [...]
[...] quante dalla prima all'ultima e, me lo lasci dire, nella forma precisa in cui me le ha fatte. E non creda che me ne abbia avuto per male o che il [...]
[...] più. Ho seguito il procedere delle idee correnti, anzi ne ho rimontato il cammino. Le interrogazioni intorno alla mia vita, le quali vent'anni [...]
[...] precise, rigide, hanno alle volte il piglio imperativo del giudice inquirente. Ne ho dedotto che gli uomini universali del piano hanno mutato [...]
[...] filosoficamente le dure condizioni della vita. Il saper poco di molte cose giova a chi vive fra gli uomini che si dicono colti, ai quali basta di potersi [...]
[...] grado di soddisfare pienamente. Il giorno che gli umanitari della città avranno tempo e voglia di provvedere ai casi nostri e quindi bisogno di [...]
[...] strada all'opera loro perchè se il provvedere è dei molti, il conoscere è di pochi o di un solo, ed al provvedere occorre anzitutto la conoscenza del [...]
[...] misurato, che mi faceva arrossire per la vergogna. Non gestiva. Era ritto in piedi coi due pugni chiusi sulla tavola, la testa alta ed il bel [...]
[...] ragioni che lo avevano spinto al sacerdozio. — Oh, una storia singolare, signor mio. S'immagini che feci il cuoco durante parecchi anni. Sicuro [...]
[...] . Mio padre era sguattero in un albergo d'Aosta ed io, allevato in cucina e messo al mestiere paterno, entrai appena seppi tenere il mestolo in [...]
[...] mano, al servizio di quel vescovo, donde mi tolse la coscrizione. Allora non ero gobbo o così poco che non appariva, il pane di munizione non mi [...]
[...] rime uniformi, i quali in cucina ed al reggimento, mi avevano valso il nomignolo di Torototella. Però avevano sugo e forma ed erano schietti, e [...]
[...] Monsignore, il quale, gran giovialone, buono come il pane e santo uomo per giunta, mi fece chiamare mentre stava a tavola, mi pose un bicchiere in mano [...]
[...] e mi pregò gliene dicessi delle altre, locchè feci ben volentieri. Alle corte, il vescovo mi propose di farmi studiare tanto da venire ammesso [...]
[...] levò uno scartafaccio e venne a sedermisi di rimpetto. — Intende il gergo valdostano? — Sicuro. — Allora stia a sentire. Creda il lettore che non [...]
[...] aggiungo nulla di mio, che quei versi li ho veramente intesi, che il prete gobbo me li lasciò alcuni giorni per le mani e che ne fui [...]
[...] caldissimamente ammirato. Nessuno li avrebbe detti opera d'un prete; non v'erano nominati nè la religione, nè la fede, nè Dio, nè il demonio, nè i santi [...]
[...] poesia raccontava la visita che un pastore faceva al suo vicino, lassù sull'alpe, ma non il pastore bellimbusto tutto nastri e bubbole, cogli [...]
[...] , chi facendo all'amore, chi lavorando e lo sciancato sul primo piano che domanda l'elemosina, e il cagnetto che fa la sua brava pisciatina sulla [...]
[...] cuna di un bambino e in fondo la forca, gli sbirri e l'appiccato; il tutto festoso, vivacissimo, con un saporito accento di caricatura [...]
[...] , distribuito qua e là a seconda della gaia filosofia corrente, che fa 138 quasi il commento del quadro e tradisce le simpatie dell'artista? Or bene [...]
[...] grave, pieno di pensiero. Cominciava all'ora dell'imbrunire e giungeva fino alla mezzanotte. Prima viene la vecchia a mungere il latte nella [...]
[...] ciotola verde, dove il primo getto schiaffeggia la vernice ed il secondo e gli altri si ammorzano cadendo nella spuma, la quale giunta all'orlo [...]
[...] tinge in bianco il pollice della mano che vi pesca dentro. Prima di mutar ciotola, la vecchia succhia dal pollice la panna grassa o la fa succhiare [...]
[...] fanno le ruote dei pozzi e certe tabacchiere a vite. Vengono i discorsi degli uomini, nascosti dietro il fumo acre della pipa catarrosa, e le [...]
[...] ardente che dà la buona sera a tutto il mondo e va dritto a serrarsi 139 daccanto la sua bella. La stalla è grande e vi convengono i vicini poveri [...]
[...] ed i vicini dei vicini; le ragazze da marito sono molte e l'uscio lascia entrare spesso il vento gelido e gli innamorati ardenti; ma una volta [...]
[...] che li ha fatti sedere uno d'accosto all'altra e li ha avviati per i discorsetti a bassa voce, il prete non si cura altro di loro e solo li fa [...]
[...] intervenire nella gran scena come figure di seconda mano, ne ricava degli incidenti comici o dei ritornelli maliziosi. Il poemetto si rigira [...]
[...] seguendo il discorso generale, fa la storia di questo e di quello, raccoglie i motti salati e le arguzie paesane, salta di sbalzo nel dramma [...]
[...] rumori vari della stalla, si sentono tutti. Le vacche stropicciano la catena nell'anello che le assicura alla mangiatoia. A volta rompono il [...]
[...] ragazze stimolate da pizzicotti ricevuti là dove non faranno mai vedere il segno, trillano dei gridolini allegri e rispondono con manrovesci arditi [...]
[...] . La poesia sincera non ha maestri, nè scuole; il mio gobbo non pensava certo di intonarsi con tanta giustezza 141 col suo tempo e se qualcuno [...]
[...] . Il luogo freschissimo d'estate e riparato l'inverno dai venti gelidi, è una specie di vallata minuscola, dove corre una miseria di torrentello [...]
[...] , poco più che un rigagnolo, il quale precipita dalle cime a furia di cascate e di sprazzi col piglio di un rodomonte che voglia recare al basso [...]
[...] la desolazione e la rovina, e poi, incontrato il rialzo che ho detto, gli manca la forza di scavalcarlo, fa un gomito, si acquieta, muta colore [...]
[...] giusto al punto del gomito nell'interno della curva che vi disegna il torrente; aveva un bel prato all'intorno ed il ponticello era destinato [...]
[...] esclusivamente al suo servizio. Ne era padrone un tal Vincenzo Bionaz, il quale l'aveva comprata ed era venuto a dimorarvi colla moglie e due amori di [...]
[...] bimbi, lo stesso anno che il nostro prete, da vice curato, era stato promosso a curato della parrocchia. Vincenzo, robusto ed intelligente [...]
[...] vissuto per comprendere il sentimento d'orgoglio che danno ai parenti i bambini sani e belli. È una compiacenza continua che va fino alla [...]
[...] due figli di Vincenzo morirono del crup in una stessa notte in poche ore. Il morbo li colse improvvisamente e li strozzò prima che padre e madre [...]
[...] li credessero pure minacciati. L'indomani il padre andò alla miniera, la madre attese alla casa, senza lacrime e senza lamenti; solo Vincenzo [...]
[...] tornandone, parve rifuggire dalla presenza della moglie e questa del marito. La donna era incinta di due mesi; il curato venuto a confortarli fu [...]
[...] , Vincenzo tornò ad un tratto alle prime tenerezze, l'assistette gravemente ed amorevolmente, accolse il bambino con lagrime di gioia, domandò [...]
[...] perdono alla moglie delle durezze passate, insomma tornò ad essere l'uomo di una volta. Il bambino era bello e sano come i primi, e pensate con [...]
[...] vennero, i suoni non facevano volgersi quella testolina e non ne rompevano il sonno, gli occhi fissavano gli oggetti senza guardarli, le labbra [...]
[...] parenti faceva all'altro, a cui nessuno credeva, finchè venne il giorno dell'orribile certezza. Il nuovo nato era un cretino. Da quel giorno la [...]
[...] provava un fiero, angoscioso accanimento contro dell'altro, e si sentiva il cuore gonfio di accuse pazze. Non litigavano, non tradivano quasi mai i [...]
[...] morta e disperata. Il bambino cresceva adiposo e pallido, l'occhio vagamente inquieto, le labbra grosse piene di dolore e di bontà. Lo svegliarsi [...]
[...] voti a tutti i santi del paradiso, promettevano quadri e candele alla Madonna dell'Oropa, la Madonna Nera, il gran taumaturgo dei montanari. Ma [...]
[...] i nomi dei due morti. Talvolta il padre, chiamandolo e vedendolo sordo, dava in una risata sgangherata e ripeteva quei due nomi per delle ore [...]
[...] colla cadenza sonnolenta di una nenia; poi aveva finito per chiamarlo: la bestia, e il primo giorno che lo chiamò così, la madre furiosa l'aveva [...]
[...] , magari fino in America, per togliersi da quell'inferno, non ebbero mai il coraggio di farlo. Una volta, dopo che s'ebbero pacatamente e [...]
[...] freddamente manifestato il vicendevole proposito di separarsi, Vincenzo disse: Non saremo buoni da tanto; il cretino ci ha dato del suo. Quando il [...]
[...] , e lo fissava con occhi ardenti che pareva dovessero accendergli il fuoco nell'anima e divorarlo. Che tempeste di baci su quelle guancie floscie e [...]
[...] sulla bocca bavosa. Il più era quando il bambino dormiva. Allora, l'errore diventato 147 possibile, essa lo allargava per tutti i versi [...]
[...] segnare sulla faccia del bambino il luogo preciso dove la pelle se ne increspava, dove faceva la deliziosa bucherella che tira i baci. E i due morti [...]
[...] sempre presente, sempre vivissima, che le lacerava il cuore, ed era la paura che il fanciullo si svegliasse. Giungeva fino a dimenticare il [...]
[...] perchè di tale paura, ma non la paura istessa; a volte le pareva evidente e naturalissimo che al primo aprir gli occhi il figliuolo sarebbe morto, e [...]
[...] . Sarebbe stata felice se il bambino fosse vissuto in un sonno senza fine. 148 Le tenerezze del padre erano più rare e di più breve durata [...]
[...] . Bastava un filo di luce ad impedirle o a soffocarle. Ma la sera qualche volta il pover'uomo spariva furtivamente dalla stalla. Saliva scalzo ed [...]
[...] fretta. Quando furono nell'aia, il padre vide Gian-Paolo seduto in terra scaldarsi le piccole membra al sole in un'attitudine timidamente contenta e [...]
[...] ; Vincenzo non aveva vizi ed Anna era economa ed industriosa; tolto il pensiero di accumulare per la discendenza, poterono concedersi cento piccoli [...]
[...] desolata intorno a sè. La domestica pensava a dargli il mangiare all'ora dei pasti, e a metterlo in letto. Di sette anni, egli andava lentamente a [...]
[...] cercarsi al sole un po' di spazio dove sedere; in primavera, il suo corpo grosso e deforme sembrava sporcare i prati dove stava sdraiato e donde [...]
[...] fissava le cose senza smuoversene, con una tristezza incosciente. Pareva che il vuoto immenso del cervello gli desse una sensazione incessante di [...]
[...] estiva in un villaggio di montagna? Che ora grave ed allegra! Si direbbe che in tutto il mondo non ci sia e non ci sia stato mai un uomo cattivo [...]
[...] si muoia di fame e di dolore, che si viva all'odio ed all'invidia, non c'e il male, non c’è l'infermità, tutti gli uomini entrano ora per [...]
[...] gioirvi nella placida ombra che gettano le montagne, la terra manda 151 odori freschi ed esilaranti, il suono delle acque sembra il respiro della [...]
[...] richiedessi d'aiuto, non farebbe un passo in mio sostegno; bisognoso, non potrebbe richiedere l'aiuto mio, il ricambio fraterno delle forze vitali non [...]
[...] segue fra me e costui, la catena degli esseri è rotta fra di noi, il mio bambino, vedendolo alla luce del sole lo deriderebbe e qui, nella mezza [...]
[...] primi anni di sacerdozio, il curato vagheggiava l'idea di studiare la grave infermità alpina, nella speranza non già di guarirla, che sapeva non [...]
[...] sofferenze, aggiungere qualche forza al disgraziato ponendolo in condizioni igieniche confortevoli, abbonire il malo animo dei parenti, vincere [...]
[...] santa da poter formare la ragione ed il premio della propria vita. Ma in paese, quando egli ci venne, non v'era che uno scemo, un vecchio [...]
[...] agiatezza degli abitanti dovuta alla vicina miniera facevano che i casi di vero e proprio cretinismo vi erano rarissimi, tanto che il curato [...]
[...] aveva agevolmente rinunziato ad ogni proposito rigeneratore, contento di non poterlo mandare ad effetto. La nascita di Gian-Paolo gli rimise il [...]
[...] venuto il tempo di provvedere e lo stesso giorno dopo vespro eccolo incamminarsi verso la casetta di Vincenzo per cominciare la cura. Sei mesi [...]
[...] sghignazzate, egli aveva finito per addomesticarsi e cercare la compagnia; dopo vespro, sotto la pergola della via maestra dove era il giuoco delle [...]
[...] boccie, egli aveva il suo bravo posto consueto sul trave degli spettatori, un posto riconosciuto per suo, e dal quale se mai altri vi sedeva, si [...]
[...] sicuro di trovare apparecchiato il sollazzo del seguente discorso: Qui es tu? domandava a Gian-Paolo, quello dei giovinotti che faceva gli onori [...]
[...] di casa. Ed il cretino, spremendo fino a gonfiarsi le vene del gozzo, e masticando i suoni e l'abbondante saliva, veniva finalmente a capo di [...]
[...] scilinguare: Le mousieu. Ed era un coro di risate schiette come per uno spasso mai prima goduto. Finalmente il giorno del Santo Patrono, quando [...]
[...] cercare dove sia rotto il congegno del cervello, e svitarne tutte le ruote per vedere di rimontarlo. Ahimè, altro che rotto! ne mancano delle [...]
[...] lunghissima serie di essi genera qualche cosa che può somigliare l'abitudine. Ecco il solo filo a cui attaccarsi; occorre rinnovare a sazietà le [...]
[...] sensazioni piacevoli e le ingrate, non soddisfare ai bisogni prima che siano diventati dolorosi, perchè il piacere del loro soddisfacimento si [...]
[...] colleghi colla pena della privazione. È uno studio lento e continuo. Il canonico-vicario, al quale il nostro curato tenne qualche parola dell'ardua [...]
[...] pigliarsela; ciò non lo riguarda; egli andrà in paradiso, anche senza avere educato dei cretini, e ci andrà forse con più ragione che non il [...]
[...] curato, perchè non è d'un animo religioso il ribellarsi ai decreti della Provvidenza. Anche il curato da giovane aveva vagheggiato il pensiero di [...]
[...] benefico e datore di vita era troppo astratto il concetto. Come mostrare a quell'ingegno chiuso, che il sole, i prodotti della terra, la terra [...]
[...] istessa e la vita universale sono benefizi continui della mente eterna? Rimaneva il Dio terribile dei tuoni e delle rovine, il Dio che smuove la [...]
[...] valanca, che arma ed inferocisce la natura contro se stessa; ma dato pure gli venisse fatto di atterrire il fanciullo e di dare un nome ed una [...]
[...] loro sollecitudine, il prete dopo prove e riprove, s'era convinto che in essi l'amore paterno 157 era morto affatto e che non c'era via di [...]
[...] poterlo risuscitare. Ma il fanciullo, non era viziato, poverino, e chissà che una volta svegliato in lui l'amore figliale, questo non riuscisse a [...]
[...] Gian-Paolo. Non è più la domestica che gli dà il mangiare, o che lo mette a letto; il curato assiste a tutti i pasti della famiglia ed impone [...]
[...] al padre ed alla madre, gente devota ed ossequiosa, di scodellare essi la minestra di Gian-Paolo. Gian-Paolo è ghiotto di confetti, ed il curato [...]
[...] porta ogni domenica le ciambelle alla casa dei Bionaz, ma non se ne fa mai il visibile distributore. Certe volte induce i parenti a ritardare [...]
[...] apparire soltanto col cibo. La prima volta che il fanciullo sorrise al giungere di Vincenzo, il prete ne ebbe una contentezza infinita: quando lo [...]
[...] sfuggirsi. Gian-Paolo conobbe i pericoli e li sfuggì, chiuse gli usci contro il vento, riparò colla mano la fiammella della lucerna, sterrò il [...]
[...] fossatello che cinge l'aia dopo i grossi acquazzoni, portò al sole il vaso dei garofani che Anna amava tenere nella stanza. * ** Gian-Paolo aveva [...]
[...] vent'anni. Una sera di maggio, il curato stava correggendo certi versi suoi, destinati ad un amico parroco in un paesello remoto dove non capita [...]
[...] mai anima viva. Il giorno innanzi era piovuto a catinelle dodici ore filate, ma il cielo s'era rifatto di quel sereno che dura e non era seguita [...]
[...] ; tutto il paese è sugli usci; il fragore cresce, empie l’aria, batte ai monti di là dalla valle e ne ritorna rombo continuo, squarciato di [...]
[...] coraggiosi si avventurano fino alla chiesa, il campanaro suona a martello, mille voci disperate di bambini e di donne strillano, le vacche dalle [...]
[...] inquieti che girano per le vie, segno che lo scroscio minaccioso è giunto fino a loro. S'è rotto un sacco di montagna, il rigagnolo che [...]
[...] stagnanti si forma per tronchi caduti e terra franata una chiusa, che impedisce il corso dell'acqua, fino a che questa col peso non l'abbia [...]
[...] sfondata. Allora il grande volume raccolto precipita improvvisamente e ne seguono le più terribili rovine fra quante si conoscono in montagna. In [...]
[...] mezz'ora la piena passa, ed il torrente torna rigagnolo. I Bionaz desti al frastuono e al tremito della casa sentirono l'acqua gorgogliare per le [...]
[...] tavole dell'impiantito e sollevarle. Vincenzo, sfondata con un pugno la finestra ed affacciatosi, vide la morte. Il torrente rompeva alla casa come [...]
[...] Vincenzo atterrito. Anna teneva il lume, passarono correndo nel 160 camerone tramezzato d'assi, dove dormivano Gian-Paolo e la fantesca; questa [...]
[...] salirvi, l'acqua avrebbe scavalcato il monticello morenico che separava la casa dal villaggio e si sarebbe sfogata per la china. Anche contro [...]
[...] l'urto dei massi e dei tronchi travolti, quello era il rifugio più sicuro; stavano sul lembo estremo del tetto dalla parte della valle; l'acqua si [...]
[...] frangeva all'estremità opposta, verso il monte, e la casa era tramezzata da due muraglie maestre Intanto erano accorsi il curato e mezzo il paese [...]
[...] diverse finestre, e le ombre passare da una stanza all'altra, poi il lumicino sorgere sul tetto nero e la famiglia trascinarsi carponi su per le [...]
[...] tegole fino a scavalcare il comignolo. Lassù il lume si spense. — Siete lì? Siete lì? Coraggio. L'acqua cala. — Tenetevi saldi. Non può durare [...]
[...] . — Gettate una corda. Coraggio. 161 Tutti gridavano smaniosi, non potendo altro, di recare ai pericolanti il conforto di voci amiche, ma di là non [...]
[...] veniva parola, forse il muggito dell'acque, forse le voci istesse, coprivano la risposta. — Silenzio! tuonò il curato. E come la gente tacque [...]
[...] , riprese gridando e facendosi portavoce delle mani: — Ci siete tutti? — Sì, rispose Vincenzo. — Tutti? ribattè il curato con accento severo di [...]
[...] inquisitore. Anna si guardò attorno e disse piano al marito: — E Gian-Paolo? — È in basso. — Tutti? tutti? ripeteva il prete corrucciato e [...]
[...] salisse dal tetto come un alito caldo e soffocante: veniva col vento dall'altro capo della casa, là dove rompevano le onde, strisciava lungo il [...]
[...] fiamma divampò immensa, rischiarando la scena mortale e centuplicandone l'orrore. Il fienile ardeva. Traversandolo in furia per cercarvi la scala [...]
[...] , Anna vi aveva appiccato il fuoco. La gente dall'altra, correva esterrefatta sul poco monticello, si urtava, urgeva alle prominenze del terreno [...]
[...] tremendi di fiera che vincevano il fragore dell'acque e il rombo ventoso della vampa. Poi la folla tacque, allibita. Fra gli archi del fienile [...]
[...] , in mezzo alla fornace era apparsa la figura mostruosa di Gian-Paolo. Allora fu visto uno spettacolo prodigioso. Il cretino, ruggendo e [...]
[...] enormi di fieno nero e facendosene riparo, lottava solo con una avvedutezza istintiva e disperata contro il fuoco che lo avvolgeva. Puntando a [...]
[...] , scorrazzavano per le fiamme, snodandosi in moti disordinati e convulsi. La nativa lentezza, il nativo impaccio delle membra, sembrava squagliarsi al [...]
[...] fuoco, il sangue, bollendo in quel calore d'inferno, sembrava vendicare in un'attimo, la tardità di tanti anni, sembrava che le forze mancategli [...]
[...] istupidita, le gran masse fiammanti piombare e spegnersi fischiando nel gorgo. Il silenzio subitaneo della folla e la sua attonitaggine le [...]
[...] prete, ma la sua povera 164 figura, allentata in loro ogni fibra paterna, s'era tosto dileguata. E Gian-Paolo seguitava il suo titanico cimento [...]
[...] . Nessuno potè dire quanto durò la battaglia. Più volte, il curato e gli altri lo credettero morto e lo rividero più volte risollevarsi con più acceso [...]
[...] accanimento, finchè fu sgombro il fienile e salvata la casa. Dopo due giorni, Gian-Paolo moriva per la febbre delle scottature. LA GUIDA La [...]
[...] stagione finita appendono un cero, credete pure che il Santo se lo è meritato. Bel mestiere, del resto, e pulito, che sveglia l'ingegno e [...]
[...] il più delle volte essa li coglie a tradimento e li stramazza fulminati: perciò molti sogliono fare il segno della croce prima di avventurarsi a [...]
[...] ? — Secondo le gambe. — C’è pericolo? — Bisogna vedere. — Ma il tempo promette? — Finora è bello. E non ne cavate altro. Smargiassate od anche [...]
[...] di qualche picco di secondo o di terz'ordine, dove il peggior rischio è di farcisi tirare a braccia o di lasciarci un polmone, ma lo fanno senza [...]
[...] importunare, ma raccolgono, non intavolano il discorso. Stimolano bensì alle grandi ascensioni gli alpinisti provetti, ma allora più che il [...]
[...] sommità della terra. Parecchie guide valdostane di Valtournanche, seguirono il Wimper nelle sue escursioni sulla Cordilliera delle Ande, e ve ne [...]
[...] , essi sembrano patire l'afa e la noia estive, e camminare e respirare a disagio; il loro volto non si rischiara, il loro ingegno non s'apre. Amano [...]
[...] l'alta montagna, per il suolo che va studiato, 168 per l'aria che vi si respira, per gli spettacoli grandiosi e selvaggi che presenta, per le [...]
[...] ammirazione che per virtù della nativa compostezza esprimono sempre con misura. Non hanno del Cicerone nè la verbosità spesso balorda, nè il [...]
[...] l'uomo non si fa servile che in mezzo al fasto ed all'ozio, ed essi non conoscono nè l'una cosa nè l'altra. Il fasto dei gran signori non può [...]
[...] quelli che l'hanno piana e per nulla. Quando vedono gli alpinisti affrontare le improbe fatiche del cammino, essi cui il riposo è tanto arduo [...]
[...] premio, non possono credere che quelli ne rifuggano per diporto e li sospettano di mire occulte. Il villano in cui v'imbattete per strada vi domanda [...]
[...] di un museo, nè sono in tale numero da disputarsi a furia di profferte il cliente, nè la paga che ne tirano è così sproporzionata al servizio [...]
[...] tacitamente al viaggiatore quante maggiori comodità il luogo può fornire, non serbando a se stessi che il pretto necessario, cioè tanto spazio di [...]
[...] roccia nuda che basti per starci al chiuso. Se la comitiva è numerosa e le guide non ci capiscono tutte, si danno il cambio per turno, mezze alla [...]
[...] cui soffio la neve si fa più dura e stagnano tutti fino al fondo i rigagnoletti, allora si martellano di pugni il petto e le coscie, perchè il [...]
[...] sangue impigrito e la stanchezza non li abbandonino ad un sonno mortale. Buona e salda gente, che il domani di una tale notte si mostrano svegli e [...]
[...] il forestiero ne li ringrazia, negano allegri disagio e fatica, se trova che gli dettero il suo e nulla più, sono disposti a convenirne [...]
[...] comandare. Una volta giunti nei luoghi dove il pericolo può essere continuamente imminente, prendono occorrendo un accento tronco ed imperativo di [...]
[...] precipitò quasi sempre in tragedia e ci rimasero, di buon giusto, il viaggiatore e, a torto, la guida. Ricordo che una sera a Gressoney capitarono [...]
[...] , scendendo dal Colle d'Ollen, dopo di aver valicato il Lysjoch, due alpinisti che io conoscevo. Avevano una guida caduno e fra queste 173 il [...]
[...] circostanti. Il Maquignaz lasciava dire, lasciava fare, e lasciò partire il messo senza mettere verbo, sorridendo nella barba e mostrando negli occhi [...]
[...] dire che non ci ho gusto. Il fatto era seguito così: Erano tre viaggiatori e tre guide. Il giorno innanzi, partiti dal Riffel sopra Zermatt e [...]
[...] valicato il Lysjoch, volevano pernottare all'altissimo albergo del colle d'Ollen. Verso le quattro pomeridiane, superati i passi difficili della [...]
[...] sommità, traversavano il ghiacciaio della Vincent pyramide quando su Val di Sesia, salirono le solite nebbie. Maquignaz, che stava in capo alla [...]
[...] lunga consuetudine. A un punto il viaggiatore, ora smarrito, disse: A destra. Maquiguaz si voltò, rilesse la carta, si guardò attorno e rispose [...]
[...] della comitiva, sapeva la strada; non c'era nè tempo nè agio di fare esperimenti, se Maquignaz voleva darsi il lusso di 175 trovarne una nuova [...]
[...] dell'uomo pagante lo mordeva acerbamente. Le nuvole tenevano già mezzo il cielo, le creste verso il colle d’Ollen fumavano per la tormenta, il sole [...]
[...] impallidiva e passavano sul viso dei disputanti i primi veli leggieri e fuggenti di nebbia. Il viaggiatore cocciuto aveva una guida sua, un buon [...]
[...] stavano 176 cogli altri due. Un'occhiata li mise d'accordo, presero ognuno a braccetto il proprio cliente, e li strapparono mezzo sbalorditi [...]
[...] dell'Ollen sul far della sera, vi aspettarono in preda ad un'ansietà angosciosa i dissidenti, tutta la notte e il giorno seguente, indi scesero a [...]
[...] Gressoney, sperando di trovarceli. Ne furono raggiunti il giorno di poi. I due disgraziati, mezz'ora dopo abbandonato il grosso della brigata, si [...]
[...] aggiravano sbigottiti in luoghi per fortuna più paurosi che mortali; il cacciatore di Val d'Orco, sapeva più evitare i mali passi che uscirne [...]
[...] . Tuttavia riuscirono a lasciare il ghiacciaio, ma la notte li colse per roccie scoscese, 177 meno disagevoli, ma più pericolose che non fosse il gran [...]
[...] affamati. Il buon Maquignaz non osò andarli ad incontrare per non parere vanitoso del trionfo, ma l'alpinista, chiamatolo a sè, lo volle abbracciare e [...]
[...] il cacciatore ebbe dalla guida provetta una fiera strapazzata che io intesi, la quale terminò con questo consiglio: — Se i signori si vogliono [...]
[...] . La penultima giornata del nostro viaggio si valicava il colle delle Cime Bianche, ancora coperto di neve, per giungere a Fiery in valle d'Ajaz [...]
[...] , donde il domani, pel colle della Betta Forca, dovevamo scendere a Gressoney, termine delle mie escursioni. Siccome non ero mai stato a Gressoney [...]
[...] , glie ne chiedevo per strada: — Il vostro nome, Lysbak, mi fa supporre che siate nativo di quel paese, perchè il torrente che vi corre si chiama [...]
[...] appunto il Lys. — Sì signore, sono di Gressoney. — È una bella vallata? — La più bella di quante io conosca. — È naturale che voi la giudichiate [...]
[...] famiglia. Il tono asciutto delle sue risposte mi fece capire che quello non era luogo da discorsi, infatti affondavamo nella neve molle fino alle [...]
[...] contento di voi, porgetemi il bicchiere, tocchiamo insieme e bevetene un sorso. — Grazie signore, non bevo. — Che idea! Un uomo della vostra fatta! Vi [...]
[...] spiace il vino? — Non ne bevo. — Per farmi piacere, Lysbak, un sorso. Il vino cementa l'amicizia. — Non sono vostro amico, signore; vi servo [...]
[...] d'allora. Ad ora ad ora pareva si compiacesse di attardarmi per strada, di raddoppiarmi il cammino, andava di qua e di là come un bracco [...]
[...] trillo acutissimo, agitando al vento il cappello adorno di un bel fiocco di Edelweis. Aveva gli occhi lucenti, il viso animato, lo si vedeva [...]
[...] è il colle, signore. — Là, dove spuntano quelle lingue di nebbia? — Appunto. Ahi ahi, quelle lingue di nebbia annunziano tempesta: sono cattive [...]
[...] batter d'occhio il cielo s'era oscurato: la nebbia invadeva invadeva, serrata, uniforme finchè andò a posarsi all'ingiro sui fianchi delle montagne [...]
[...] , tagliandone con una riga diritta tutte le cime e livellandole. Il colle non si vedeva più; camminavamo allora in un ripiano erboso, il cielo [...]
[...] forma, il volume ed il colore e che si manifesta contemporaneamente a tutti i sensi; al tatto, cui pure cede senza resistenza; all'olfatto ed al [...]
[...] più erta mi toglieva il respiro; poi venne un soffio di vento 185 a scompigliare, senza diradarlo, l'enorme viluppo grigio che mi avvolgeva; un [...]
[...] vento gelato che mi fece correre per il filo della schiena i grossi brividi della febbre e mi lasciai cadere sull'erba sfinito, senza voglie [...]
[...] . — Siamo sul colle; se non vi strapazzavo a quel modo, vi coglieva il male della montagna; il sonno gelido. Come vi sentite ora? Mi guardava con [...]
[...] autorevolezza intelligente, di capitano. — Bisogna scendere subito, che il freddo non vi assideri un'altra volta; d'altronde con questa nebbia c’è [...]
[...] più; meglio scendere purchessia; una volta nella valle, ci saremmo raccapezzati; ma, a sentirlo, egli conosceva il luogo e a pochi passi da noi [...]
[...] smentirlo udimmo lo scampanellare di molte vacche vicine e non dovevano essere sull’erba ma chiuse nella stalla, perchè il suono giungeva raccolto e [...]
[...] conviene trattenersi venite. Parlava vibrato, con collera mal contenuta ma la mia stanchezza ed il malessere erano troppo dolorosi perchè mi [...]
[...] soffio caldo delle vacche e riposare al chiuso; perchè mi torturava a quel modo? A Gressoney ci saremmo giunti il domani, gli avrei pagata una [...]
[...] il luogo, lasciatevi condurre. —Non m'ingannate, Lysbak, non me ne allontanate. Mi afferrò la mano e mi portò sull'uscio: — Io vi aspetto qui [...]
[...] . — Perchè non entrate? — Vi aspetto. — Padrone. — Entrai solo. Era il solito cascinale pastorizio; dissotto, una lunga stalla; dissopra, due [...]
[...] camere da abitare. Appena aperta la porta, sentii sul viso il tepore umido che saliva nella stanza per le tavole dell'impiantito. 188 Delle due [...]
[...] donne che sedevano accanto al fuoco, la più giovane mi venne incontro senza parlare e andò frettolosamente a serrar fuori la nebbia. Oh il [...]
[...] di casa due donne vestite di panno scarlatto, belle tutte e due, certo madre e figliuola. Il loro vestite e gli arredi intorno accusavano una [...]
[...] tovaglia sulla tavola e vi disponeva la scodella di maiolica bianca, la posata lucente che pareva d'oro, il bicchiere e la bottiglia del vino; la [...]
[...] intestarsi a non salire? La ragazza aveva raccolte e chiuse fra le ginocchia le pieghe della sottana, che non le giungesse il fuoco, cosicchè il [...]
[...] panno 189 teso disegnava una salda giustezza di forme. Ad ogni soffio, il seno coperto appena da una camicia di tela bianca di bucato, si gonfiava [...]
[...] dormire fino al domani senza pensiero d'altro cammino. E poi era appena il mezzogiorno, che fare lassù tante ore? E la mia guida? Pagai largamente il [...]
[...] ristoro ricevuto e benché le due donne mi invitassero a rimanere, uscii pieno di coraggio. Il tempo non era mutato; lo stesso fumo rassegato di [...]
[...] poc'anzi: pareva il tardo crepuscolo di un giorno di gennaio. E Lysbak? Dov'è Lysbak? Guardandomi intorno intensamente mi parve di scorgerlo a [...]
[...] venne verso di noi. — È detta — mormorò Lysbak fra i denti, e si voltò tutto dall'altra parte. — Avete scordato il cannocchiale e ve lo riporto [...]
[...] i notari. Verso il 1830, quando Daniele Lysbak venne in possesso dell’eredità paterna, il suo avere era computato a cento mila lire, locchè a [...]
[...] permette di scaldare l'inverno la casa col fiato di quattro o cinque vacche e di raddoppiare il numero la state, di tenere un mulo od un cavallo [...]
[...] più gli uomini tentano talora un po' di contrabbando, perchè il contrabbando è una caccia più avventurosa e pericolosa di ogni altra. Daniele [...]
[...] paese conoscono il suo vino di Carema; l'elmo d'oro di sua moglie è più pesante che non quello di Maria Lanther, la moglie del barone dieci 193 [...]
[...] riportò un bel cronometro d'oro, il primo che si vedesse in Gressoney e quel cronometro lo regalò l'anno appresso a Jose il capraro, allorchè [...]
[...] felicemente e Maria Craut la sarta del villaggio e levatrice a ore perdute gli annunziò che il nuovo venuto era un maschio, egli aperse l'uscio [...]
[...] di casa e malgrado il freddo polare che soffiava dal Monte Rosa, vi rimase piantato una buona ora, finchè non ebbe sparato cento e un colpi dai [...]
[...] principesco fracasso, il piccolo Natale venne su proprio come un principe. Era bello, intelligente, buono e temerario, cosicchè tutti i cuginetti [...]
[...] 194 le rendite erano un po' calate e a fare i conti ne sarebbe risultato roso qua e là anche il capitale; ma Daniele i conti non li faceva e [...]
[...] marcie il ragazzo si sdraiava sull'erba al sole e dormiva col capo sulle ginocchia del padre, che stava immobile, beato, finchè non si svegliasse [...]
[...] , a guardarlo dormire ed a cacciargli le mosche dal viso. Natale aveva 12 anni quando un giorno il padre si partì per la Svizzera con un branco [...]
[...] di pecore, che menava al mercato di Sion nel Vallese. Per il solito gusto spavaldo di frodare la dogana, egli contava di scostarsi dai sentieri [...]
[...] primi nevati e poi se ne tornò solo a casa. Verso la mezzanotte, Daniele con un suo pastore traversava il ghiacciaio dell'Aventina 195 quando gli [...]
[...] le poteva durare. Ma quando i due tornarono e chiamarono Daniele, Daniele non rispose. Il sole alto batteva nelle pareti azzurre della gola [...]
[...] per afferrarlo e costringerlo a starsene cheto, egli scappò loro di mano e si diede a correre solo per il ghiacciaio con 196 grave pericolo di [...]
[...] bisognò contentarlo. Sospeso nella fenditura senza fondo, una lanterna accesa da una mano, ed un'ascia dall'altra, il fanciullo chiamava: Padre [...]
[...] ferma piena d'intrepidezza, che allentassero o tirassero. Dopo di lui scesero altri, il ghiacciaio fu tentato per ogni senso, ma tutto invano [...]
[...] soldato 197 avrebbe servito il Re. Era forte come un leone. Una volta, che la valanca nel suo passaggio aveva schiacciato una casa, seppellendo la [...]
[...] vecchia donna che vi dimorava, egli accorso con mezzo il paese e sentendo dei gemiti fra le macerie, sollevò solo sulle spalle il più grosso [...]
[...] trave del tetto e lo tenne sospeso finchè non ne fu levata salva la donna: e i presenti al fatto giuravano che ad ogni altro il peso avrebbe [...]
[...] fiaccato il filo delle reni. Poi raccolse la donna in casa propria perchè le mancavano i mezzi di rifarsi il tugurio. La vecchia aveva una figliuola [...]
[...] di corredo. Allora bisognò fare i conti, e il patrimonio si trovò ridotto ad una sessantina di mila lire, tanto da vivere discretamente, ma rigar [...]
[...] paterna che guai toccargliela. Ridurre le spese ostensibili, rinserrarsi in una vita più modesta, confessare cioè che veramente il patrimonio era [...]
[...] scemato, e che il morto là del ghiacciaio non era stato troppo previdente! Mai più! Maria Maddalena era povera? Ragione di più per non [...]
[...] umiliarla; il più bel panno scarlatto che fiammeggi nei prati, sarà quello della sua veste, calzerà gli stivaletti inverniciati, avrà la collana d'oro e [...]
[...] il fazzoletto di foulard fatto venire apposta da Lione, e la domenica, a messa, un abito di seta e magari i guanti neri se occorre, i guanti [...]
[...] dell'impiantito, i vetri, gli usci, e senza che nessuno le vedesse mai una macchia indosso. Era il suo gran lavoro, la pulizia. Natale istesso [...]
[...] , quando tornava la sera sfinito dalla dura fatica agreste, nuova per lui, dopo avere falciato il fieno o fatto legna su nelle alte foreste o [...]
[...] rinsolcato il campo delle patate, se appena avesse gli scarponi inzaccherati, quegli sguaiati scarponi che rigano le tavole, non doveva pensare a [...]
[...] riposarsi o a far vaporare il sudore gelato alla fiamma del camino, se prima non s'era calzato di fresco e mutata la grossa giacca sudicia con una [...]
[...] bicchiere di Barolo o di Caluso bianco; sono doveri di convenienza. E quando il caffè è nell'armadio bello e tostato, e la bottiglia del liquore [...]
[...] vanno più, locchè in fin d'anno fa un bel risparmio, sapete; peccato che la vecchia madre non curasse di tenere il libro delle spese (ma già [...]
[...] ; raccomandandogli nel nome di quell'essere che doveva venire al mondo, che non toccasse il capitale per carità, che bastasse coi redditi anche a costo di [...]
[...] sacrifizi. Era la prima volta che gli parlava di tali cose e perchè vedesse che non c'era malo animo in lei, gli regalò il suo bell'elmo d'oro, dono [...]
[...] del povero Daniele il giorno delle nozze, che egli lo regalasse alla nuora; tanto alla sua età quei gingilli non convenivano più. Ma non dire a [...]
[...] Maddalena li aveva visti passeggiare un'ora intera su e giù per il prato e la sera tanto adoperò che seppe ogni cosa. — Ha ragione tua madre, il [...]
[...] ? — interruppe la moglie. — Mia madre? — Sì, il sermone che ti ha fatto l'altro giorno. — Oh, Maria! Mia madre andrebbe a piedi fino ad Ivrea a vendere [...]
[...] danari è lei che li tiene, se gliene domanderai per sciuparli forse te li darà lo stesso ma ne avrà dispiacere. — E non sono qui io? — disse il cugino [...]
[...] l'avrebbe fasciata per un impero. Stava fermo a guardarla poppare inghiottendo la saliva come se il latte scendesse in gola a lui e quando [...]
[...] l'ingorda che era cercava il seno materno agitando le manine e dimenando con impazienza la testa, egli rideva, rideva, ammirato ed intenerito. Qualche [...]
[...] le sue grosse mani da gigante daccanto il viso di Lena e si confortava pensando che finchè quelle gli fossero durate non sarebbe mancato nulla [...]
[...] melagrano, anzi un melagrano aperto; si tirava i baci delle comari colle sue arie leziose di signora e sopra tutti adorava suo padre il quale [...]
[...] hai ragione, ma non facciamo dispute, che non lo sappia il paese. E quando essa ebbe promesso di tacere: — Non basta, questi primi giorni non [...]
[...] sapresti celarle il tuo rancore. Tu non fosti mai a Torino, io ho bisogno di un po' di svago, andiamoci insieme e ci porteremo la Lena. — Ecco [...]
[...] fecero il viaggio. Ma nel fondo del cuore il brav'uotno sentiva che la vecchia ci vedeva giusto e le aspre parole della moglie lo avevano [...]
[...] sollevarla nel suo giudizio e li ingrossava. — Ho torto, ho torto, fu un momento di viltà il mio; io stesso non sono così poltrone quale mi [...]
[...] faccio, saprei pure all'occorrenza mostrarmi uomo, ma non è il caso per ora, non è il caso. E il grande bisogno che aveva di pace e di amore gli [...]
[...] quell'anno passava l'inverno a Gressoney, invitò mezzo il paese alla cena del ceppo, e dopo cena a fare i giovani, due salti al suono [...]
[...] ? Vediamo, Lena, figlia mia, quanto ci vorrebbe a farti contenta? — Padre, lo scarlatto fino costa almeno un terzo di più. Poi ci vuole il giubbino [...]
[...] che accompagni. Il doppio a dir poco. — È troppo, — affermò coraggiosamente Natale, e guardava la vecchia. Maria Maddalena prese gli abiti [...]
[...] ripresenta: se non fosse proprio il doppio, se cento lire bastassero... — Senza contare, — interruppe Maria Maddalena, — senza contare che a [...]
[...] Pont San Martino lo scarlatto bello non si trova: bisogna mandare a Biella, locchè fa alla misera dieci lire di più. — Per questo il padre ci [...]
[...] colla neve su per le scogliere della Mologna! — Il padre conosce la montagna e l'inverno. A Natale non pareva vero di uscirne a così buon mercato [...]
[...] obbiezioni della vecchia; non era il passo del Lysjoch, in fin dei conti, la Mologna! Bella cosa! Dieci ore, al più dodici di cammino, e le prime e [...]
[...] le ultime piane come la mano. Avrebbe portato con sè da mangiare per strada e in due giorni il giro era fatto. Partì la notte istessa verso le [...]
[...] ritorno! Come mi guarderà dolcemente dicendomi: Grazie, padre! Perduta, per la fatica, la facoltà di seguire il filo di un pensiero, quelle [...]
[...] : Grazie, padre, grazie padre, e ne rise. Sulla vetta il sole si oscurò senza vento e l'aria parve addolcita: segno di neve. E la neve sopraggiunse [...]
[...] la terra. I fiocchi fitti, il sudore, l'arsura lo acciecavano, mentre egli precipitava a salti furibondo ed atterrito. A un punto dovè fermarsi e [...]
[...] ! Perchè gli era venuto? Non l'avrebbe cacciato mai più: lo sentiva mordergli il cervello ed il cuore, avrebbe dato la vita per poterlo [...]
[...] delirio dell'agonia la propria figliuola. Giunse a Biella sull'imbrunire, corse difilato a comprare il panno, poi riprese la strada dei monti per [...]
[...] dormire al primo cascinale dove non pagare la nottata. Il ritorno fu agevole, il tempo essendosi rimesso, e l'indomani sera Natale riabbracciò [...]
[...] invitarla risoluto di rompere il cerchio delle preferenze. Essa rispose ridendo aver promesso a Necio il geometra e lo chiamò ad alta voce da un [...]
[...] capo all'altro della sala. Lo sfregio era patente. Il cugino aspettò ritto in piedi che finisse 211 il giro, poi si accostò a Necio e gli diede [...]
[...] una forte spallata, dopo di che uscirono insieme nell'aia e si bastonarono di santa ragione, finchè il geometra ebbe mezza rotta la testa. Il [...]
[...] che al giungere di queste aveva già aperta la porta ed acceso il lume. Lena infilava lesta l'uscio della sua stanza, ma il padre la prese con [...]
[...] apparve 212 terribile. Scagliò sulla moglie tutto il sacco de' suoi rancori, martellava a colpi di parole rapide ed incisive; la moglie e la [...]
[...] nella sua stanza. * ** Il giorno dopo Natale apparve l'uomo di prima; se non che dopo cena, invece di sedere come al solito nella stalla e [...]
[...] tutte le sere. Ma avvezzo alla sobrietà propria degli uomini attivi, il vino tracannato a quell'ora non gli dava gusto e lo ammalava senza [...]
[...] bere, ma il male era fatto; la moglie era andata piagnucolando per tutto il paese a raccontare gli stravizi del marito e tutti dicevano: — Peccato [...]
[...] l'affetto della famiglia. Quel tale Frantz che era salito per levar Daniele dal crepaccio, accompagnando un giorno due Inglesi attraverso il ghiacciaio [...]
[...] addietro. Una roccia non poteva essere, in quel luogo il ghiacciaio era altissimo e compatto. 215 — È Daniele — pensò. Le ghiacciaie respingono spesso [...]
[...] . Frantz aveva indovinato. Il corpo del povero Daniele stava disteso sulla neve, riconoscibile come se fosse morto poche ore innanzi; solo la [...]
[...] guancia esposta al sole prendeva ad allividire, ma l’altra ed il resto della persona duravano intatti. Gli Inglesi acconsentirono volentieri di tornare [...]
[...] bene, io! Fu la sua orazione funebre. Poi lo mise da sè nel sacco che legò alla bocca con mano ferma e non volle che altri portasse il doloroso [...]
[...] singhiozzando da rompersi il petto, questa pallidissima e gli occhi sbarrati. Natale ebbe appena veduta la figliuola che dovette cedere il carico ai [...]
[...] quello solo potesse essere il suo sostegno e scoppiò, baciandola, in pianto dirotto. 217 La sera dopo seppellito Daniele, la famiglia parve tornata [...]
[...] portante nel mezzo una lastra d'ottone con suvvi inciso il nome di Daniele Lysbak e reggente una croce. Risalito al paese, si mise tosto per [...]
[...] acquistò il nome di guida insuperabile ed in fin di stagione ebbe raccolto un gruzzolo di cinquecento lire. — Questi andranno a fare pazientare tuo [...]
[...] . Resistette persino alle preghiere di Lena la quale, bisogna dirlo, non parve impermalirsi del rifiuto. Il giorno che giunse da Ivrea la colonna [...]
[...] anche 219 qui. Se il Signore lo voleva in Paradiso, ce l'ha chiamato lo stesso. Natale levò il pugno serrato, poi si contenne e scappò correndo [...]
[...] debitaccio di quel briccone di Natale. — All’osteria non lo si vede più — Beve in casa, beve in casa e poi ci maltratta quante siamo. E il debitaccio [...]
[...] scoppiò che era grosso davvero. Ventimila lire tra capitale e interessi, delle quali il cugino voleva essere pagato subito o avrebbe mandato [...]
[...] ad attizzare il fuoco, in apparenza tranquillo. Maria Maddalena fece un lungo esordio compunto: essa aveva voluto che i due vecchi parenti [...]
[...] , essa avrebbe sostenuto senza pure un lamento, il rovescio; essa era avvezza alla miseria perchè, non arrossiva a confessarlo, era nata povera e [...]
[...] cresciuta guadagnandosi il pane. Ed eccola raccontare la propria vita dal giorno che era entrata nella casa dei Lysbak. Chi era stato a levar [...]
[...] l'altra, chiare, determinate! Ogni fatto aveva la sua brava data e il come e il dove. I festeggiamenti alla bambina appena venne al mondo [...]
[...] , l'eleganza del piccolo corredo, lo scampanare a festa per il battesimo, e due torcie, una non bastava! Tutto questo, essa lo predicava sempre al vento [...]
[...] . Non è vero, Natale? Poi la casa rifornita più del bisogno e il vino di Barolo e di Caluso e il viaggio a Torino, al quale il marito l'aveva [...]
[...] costretta dandosi per malato. Anche il lusso delle malattie, miei cari, delle malattie che guariscono viaggiando. E quella 222 pazzia di portarvi la [...]
[...] vi smentisce. Oh! se Lena non fosse presente, non dico; ma fu buono avviso il vostro di farla rimanere. Voi lo accusate di prodigalità che non è [...]
[...] bontà eroica, una fierezza eroica, una eroica viltà. Oh! il pover'omo soffriva! Gli era venuto un tic nervoso ai lati della bocca che non si [...]
[...] chetava. Era bianco come un cencio e andava asciugandosi il sudore. Compiva camminando cento piccoli atti abituali, riponeva a suo posto delle cose [...]
[...] che incontrava spostate, attizzava il fuoco, metteva acqua nella scodella della stufa, levava di sulla stufa il porta fiammiferi, che questi non [...]
[...] coscienza inesorabile della realtà attuale, lo costringeva solo ed immobile nell'abisso del dolore senza misura. E Maria Maddalena, come il picchio [...]
[...] selvatico che perfora i tronchi beccando sempre nel piccolo cerchio, seguitava a trapassargli il cuore a colpi di ingratitudine. Era venuta la [...]
[...] volta di quella scena dopo il ballo dal Lanther, una scenaccia che Lena ne fu malata dallo spavento; e Natale taceva. Poi venne il vizio del bere [...]
[...] all'avvenire della figliuola, avrebbe firmato un atto 224 di procura generale alla moglie perchè questa pagasse i debiti e ristorasse il patrimonio. Tre [...]
[...] giorni dopo la firma dell'atto, Maria Maddalena vendeva al cugino tutto il patrimonio dei Lysbak, valutato a sessanta mile lire, per le venti [...]
[...] mila a cui sommava il debito. Fu ben inteso una finta vendita: il cugino s'impegnava secretamente di lasciare a Maria Maddalena ed alla figliuola [...]
[...] la reale proprietà ed il possesso delle quaranta mila lire che avanzavano e Natale rimase così spoglio di ogni avere. Come la cosa fu saputa nel [...]
[...] villaggio, si ridestò in favore del poveretto la pietà paesana e tutti lo consigliarono che impugnasse di lesione il contratto. Egli non ne [...]
[...] volle sapere; si mise a giornata da questo e da quello a portar carichi di legna e a far commissioni. Il denaro che ne tirava lo metteva in casa e [...]
[...] viveva in apparenza così tranquillo come per il passato. In giugno, Maria Maddalena e la figliuola salirono colle vacche al cascinale della Betta [...]
[...] Forca. A Natale rimanevano alcuni lavoretti da sbrigare nella valle, sicchè le raggiunse più tardi. Il terzo giorno che stava con loro, la [...]
[...] carità del cugino il quale consentiva per la sua 225 bontà a lasciarle godere quei pochi stabili; ma che il cugino aveva espressamente dichiarato [...]
[...] tranquilla la sua scodella di polenta con latte guardando il padre con occhio indifferente. Egli si levò e scese piano piano al villaggio. Per [...]
[...] guida l'estate e l'inverno il manuale. 226 Io lo incontrai quell'anno istesso, un mese preciso dal giorno che sua moglie l'aveva cacciato di [...]
[...] sollazzevole e mansueto. Appena la valle è rinverdita, si mette a tracolla la corda ed il cannocchiale, si arma della picca e via per le montagne. Passa [...]
[...] , appunta qua e là il cannocchiale come vi cercasse cosa di grandissimo rilievo, raccoglie cappellate di fragole e mazzi di Edelweis. Ed ogni sera [...]
[...] di aver fatto una buona giornata. * ** La Lena sposò quest'anno Necio il geometra e si fece gran festa per le sue nozze. UN MINUETTO Mio padre [...]
[...] era nativo di Celano, negli Abruzzi, donde era sceso in Roma giovanissimo nel seguito di monsignor Calafimi, quando Sua Santità il Papa [...]
[...] Innocenzo III insignì questo pio prelato del titolo di Canonico Lateranense, e lo chiamò al servizio della propria persona. Il buon Monsignore teneva [...]
[...] Sguinzo, famoso costruttore 230 e suonatore d' organi, presso il quale in pochi anni mio padre divenne altrettanto buono artefice quanto [...]
[...] conciliazione l'animo dei litiganti. — Benchè in altro modo che non quello sperato da Monsignore, tuttavia a mio padre fu dovuta la pace, perchè il [...]
[...] argomento di quella composizione in la minore che ancora usano di sonare in Aosta per il funerale dei Vescovi. 231 I cittadini Augustani furono [...]
[...] venticinque anni, sana e padrona dispotica di tre buone montagne, gli fece scrivere una lettera, alla quale indugiando egli a rispondere, il [...]
[...] Vescovo in persona gli domandò se la voleva sposare. Questo fu il principio dei suoi guai, perchè Monsignore, impermalitosi del rifiuto, cominciò a [...]
[...] mostrarglisi meticoloso ed acerbo; ma mio padre era paziente e contava col tempo di riguadagnarne le buone grazie. Due anni dopo il suo arrivo [...]
[...] Lautou, proprietaria di miniere. Il giorno che giunse in Ollomont cadde un rovescio d'acqua impetuosissimo 232 e ne franò in più luoghi la strada [...]
[...] che mette in Aosta, cosicchè gli fu impedito il ritorno non solo per quella sera, ma pei due giorni seguenti. La padrona della spinetta era una [...]
[...] fu venduta e mio padre, dopo tre giorni, ridiscese in Aosta e andò diretto dal Vescovo a partecipargli il fermo proposito in cui era venuto di [...]
[...] a tollerare ogni cosa, pure di non perdere l'impiego; ma il Vescovo, intesa la notizia, gli disse asciutto asciutto che non se ne maravigliava [...]
[...] perchè la vedovella soleva dare la caparra del matrimonio a quanti capitavano in Ollomont. L'accusa era assurda, il vecchio Lautou essendo morto [...]
[...] giorni per toccare il fitto della miniera; ma mio padre non ebbe cuore di trangugiarla in pace, levò la voce, rimbeccò a dovere la calunnia ed il [...]
[...] calunniatore; breve, il Vescovo lo congedò chiamandolo affamato italiano ed intimandogli 233 di non mettere più mai piede sull'organo, nè in [...]
[...] persona alla miniera che dava buon reddito, la casa era bella ed agiata e la vita eguale. La sera, appena mi avevano coricato, il babbo sedeva al [...]
[...] cembalo nel peilo attiguo alla grande camera da dormire; per l' uscio spalancato io vedevo dal mio letto il tavolino dove lavorava la mamma [...]
[...] del babbo un'ombra gigantesca che entrava per l'uscio e saliva sulla volta bianca della mia stanza fin sopra il mio capo. Rammento ancora certe [...]
[...] loro teste e le loro labbra s'incontravano sulle mie guancie mettendo l'uno il bacio dove l'altra prima lo aveva messo. Altre volte avanti cena il [...]
[...] per le sue rimendature. A mezzo discorso il babbo cominciava a dire: smetti, Marianna, che ti cavi gli occhi, ed essa faceva il viso [...]
[...] affaccendato, esagerando a parole il gran da fare che le davano quegli omaccioni (ero un omaccione anch'io) tanto per sentirsi ripetere l'invito. Ma il [...]
[...] babbo dopo avermi ammiccato, fingeva di seguitare il discorso con me solo a bassa voce, bisbigliandomi dei suoni che parevano parole e scattando [...]
[...] io sull'altro. Quelli nella festa continua della mia vita erano i momenti nei quali avvertivo il piacere. Che spasso quando il babbo prendeva a [...]
[...] mia parte di commedia per dare verosimiglianza alla cosa. E lasciato lo scherzo, il babbo ripigliava il racconto ma io non ne seguivo il filo [...]
[...] miei parenti conobbero più tardi il dolore e la miseria e morirono disperati; ma io sono certo che la vita diede loro quanta maggiore felicità è [...]
[...] concessa all'uomo. Ricordo ancora il viso raggiante che aveva la mamma certi giorni e gli sguardi umidi e lunghi che la mattina quando il babbo [...]
[...] ebbe a patire del nostro rovescio, ma a noi non rimasero che le braccia ed il coraggio. Per fortuna io ero stato messo giovanissimo allo [...]
[...] studio della musica e suonavo il mandolino ed il violino con gran dolcezza, leggendo a prima vista e superando felicemente ogni difficoltà. Mio padre [...]
[...] dall'infortunio e dalla integrità di mio padre, e non potendo d'altronde tirarne altro partito, il nuovo padrone della casa aveva 237 acconsentito di [...]
[...] compiaciuta della mia età quasi infantile, mi carezzava, m'inorgogliva con ogni maniera di elogi vantando di me il viso, il parlare, i modi e [...]
[...] sopratutto il valore musicale del quale presagiva miracoli; cosicchè, mentre gli altri suonatori e mio padre intesso, intimoriti della grandezza del [...]
[...] dimentico e, tranne le ore date alle prove, passavo la intera giornata nella sua compagnia. Rammento anzi che il babbo, temendo la mia [...]
[...] d'allora richiesto al babbo se volesse dar lezione di gravicembalo in parecchie famiglie di villeggianti; ma il babbo, non potendo abbandonare [...]
[...] la miniera, aveva rispettosamente respinta la proposta. Volendo ora rimettersi all'antica professione, veniva da sè che il primo aiuto dovesse [...]
[...] , tutto ciò combinava ad accorciarmi la via e a rendermi il cammino delizioso. Ma sopratutto mi accompagnava e cresceva ad ogni passo una [...]
[...] trepidanza continua, che a volte mi stringeva il cuore e che avvertendola mi faceva arrossire e vergognarmi del mio rossore. Nei due anni passati [...]
[...] asciutto. Il babbo mi guardò fiso, poi sorrise con gran dolcezza e mi baciò sulla fronte. Fu il primo, fu il solo bacio di mio padre che mi [...]
[...] tornò doloroso. Quando giungemmo ad Issogne la contessa era uscita a diporto. Fummo tosto condotti al conte il quale ci accolse cortesemente, con [...]
[...] compassionevole povertà di forze e d'intelletto. Era basso, magro, trasandato, le ciglia ed i capelli rossastri ed ispidi, il viso lentigginoso [...]
[...] che pareva unto, le labbra sottili, la guardatura incerta e falsa. La sua persona, i modi, il parlare contrastavano talmente colla grandezza del [...]
[...] bella, quale me la avevano rappresentata le sottili trepidanze sofferte; ma il suo aspetto, in luogo di scombuiarmi l'anima, me la tranquillò [...]
[...] , si era d'un tratto composto il turbamento di tutto l'essere mio e fatta meno ombrosa e battagliera la mia pubertà; tanto che, quando quella sera [...]
[...] mia cameretta ed aspirandovi il profumo di che i miei abiti s'erano impregnati nelle stanze ed al contatto della contessa, rivedevo ne' suoi [...]
[...] , così continuamente uguale da non lasciar luogo a sospetti intorno alla tranquillità dell'animo suo. Dopo cena, ridottosi il conte nel suo quarto [...]
[...] profonda camera da letto, e là, lunga distesa sul canapè, stava ad ascoltare le lamentazioni singhiozzanti ed il chiacchierìo trillato del mio [...]
[...] create dalla mia mente, ed affinarsi e centuplicarsi il mio valore artistico, fino ad esprimere con maravigliosa evidenza i desiderii di voluttà [...]
[...] esercitava man mano più sensibile. Ogni sera, dopo il tempo dato alla musica, essa soleva licenziarmi con due baci schietti sulle guancie, che nel [...]
[...] momento di riceverli, mi facevano sovvenire di quelli che a casa ogni sera scambiavo colla mamma, ma giunto nella mia stanza, ma spento il lume [...]
[...] vedevo ormai da otto giorni ad ogni ora del giorno? Ogni suo atto, che non fosse di premurosa bontà, verso il babbo o verso di me, tradiva una [...]
[...] indolente e gaia rinunzia ai piaceri del mondo; perfino il sole o la pioggia, che sono tanta parte della 246 vita oziosa fra i monti, e dai quali si [...]
[...] l'interrompevo, il filo delle note, o non avvertiva il mio silenzio, o mostrava di non curarlo. Che pena mi dava la sua irrequietezza! Un dolore [...]
[...] baldanza che mi annunziava prossimo il trionfo delle mie memorie e vendicavo le incertezze dei giorni trascorsi. Per 247 meglio vederci e seguire [...]
[...] , guardando la notte placida nella gran valle dormiente. A un punto aprì gli sportelli. Il suono grave della Dora entrò nella stanza recandovi una [...]
[...] chiamò seco e mi domandò: — Vuol piovere, è vero? — Nella stretta strombatura il mio braccio sfiorava il suo e vi sentivo correre dei piccoli [...]
[...] brividi come se il freddo la penetrasse, e ad ora ad ora un rabbrivido più violento, che veniva, quello, veniva diritto dal cuore. Dovevano pure [...]
[...] essere basse e nere le nuvole, dacchè non si vedeva nè il cielo, nè le montagne, nè la valle, nè in questa la bianchezza luccicante del fiume. C'era [...]
[...] spalancata d'intorno, come per avvicinarsi alle cose invisibili e cogliere il menomo suono prima che venisse smarrito nelle tenebre. Ed io 248 che [...]
[...] indovinavo più che non vedessi la fissità del suo sguardo, acuivo il mio e quasi trattenevo il respiro, preso da un'ardente smania di secondarla [...]
[...] , il fascio di luce che usciva dalla finestra appariva rigato da rade fila d'argento, dalla gola di Challant aperta dirimpetto al castello [...]
[...] , scendeva ingrossandosi un rombo sordo e fra i pioppi in riva al fiume susurrava il vento. Poi il rovescio scrosciò improvviso e rovinoso martellando [...]
[...] gli stecconi delle pergole ed i tetti delle case e muggendo per l'aria e sulla terra come un torrente infuriato. E il castello parve subitamente [...]
[...] s'era scordata di me e ancora ripeteva: — Vattene, vattene. — A me pareva che un peso immenso mi saldasse alla terra. L'uragano crebbe, il [...]
[...] e le finestre erano ben chiusi, solendo il conte ogni sera prima di andare a letto fare il giro della casa in compagnia di due domestici ed [...]
[...] traballavano come sotto il peso di passi e gli usci martellavano a rapidi colpi contro gli stipiti come se alcuno li tentasse. Negli intervalli di [...]
[...] calma il vento cigolava negli spiragli delle bussole e alitando terra terra sugli impiantiti vi bisbigliava accenti sommessi e carezzevoli e [...]
[...] famigli, nè il padrone, per vigilante che fosse, avrebbe sospettato della sua presenza, di tanti piccoli insidiosi rumori si componeva il fragore [...]
[...] uscire sulla scala dall'estremo opposto e benchè poco pauroso per indole, tuttavia quell'idea mi fece gelare il 251 sangue; poi vinsi il ribrezzo e [...]
[...] del pranzo. A tavola, guardandola, mi maravigliavo di che il conte e mio padre non avvertissero il mutamento seguito nelle sue fattezze. Era [...]
[...] fresca e trasparente, colorirsi e vibrare, nutrita da un sangue più giovane e più sottile; le labbra sembravano fatte più carnose e più soave il suono [...]
[...] viso! Egli doveva esser bello e nobile come il sole! Non gli invidiavo la sua felicità e non ne ingelosivo, solo sentendomi fatto così interamente [...]
[...] sguardi d'amore, se dopo tante ore, glie ne durava negli occhi tanta dolcezza! Verso la fine del pranzo entrò il maggiordomo ed avvertì il conte di [...]
[...] il conte. — Il vento piuttosto avra aperto una finestra. — No, signor conte, le imposte sono tutte chiuse, la macchia è nel mezzo della sala e [...]
[...] lasciarvi la stessa macchia che osservaste sul tavolato. C'è traccia di quelle? — Non ho guardato, signor conte! 253 — Somaro! Il domestico [...]
[...] s'inchinò ed uscì. La contessa non aveva messo parola nè mostrata di ascoltare il discorso; ma io che la guardavo fiso, le vedevo irrigidirsi le righe [...]
[...] della faccia. Il domestico tornò a riferire che il solaio non aveva traccia di umidità. — A che ora avete notato la macchia? — Stamane appena [...]
[...] levato. Il signor conte sa che la sala degli arazzi la spazzo io. — Vuol dire che nessuno prima di voi era entrato là dentro. — Nessuno. Il viso [...]
[...] sdegnosamente e si levò di tavola; il conte fu di un salto fra lei e l'uscio come per impedirle di uscire. Era imminente qualche violenza che prevedevo [...]
[...] mi trattiene la sera a suonare il mandolino. — Lo so, ma uscendo dalle sue stanze..... — Non potevo stillare pioggia naturalmente, ma, nel più [...]
[...] forte dell'uragano, alla signora contessa ed a me parve di udire un uscio sbattere al vento. La signora contessa voleva mandarmi ad avvertirne il [...]
[...] signor conte. Preferii scendere io stesso ad accertare la cosa. Il vecchio mi scrutava immobile; io seguitai con intrepidezza: — Sotto l'atrio [...]
[...] tutto era chiuso; allora traversai il cortile e l'orto fino all'uscio che mette all'androne dell'armi. — E quello? Come ho fatto ad indovinare [...]
[...] indugiai di un minuto e rammento di aver pensato: il conte gioisce sicuro di cogliermi in fallo. Egli aspetta da me la bugia verosimile; in quella è [...]
[...] il tranello. L'uscio era normalmente chiuso, dunque... — Quello era aperto, — risposi. — Infatti! — mormorò involontariamente il vecchio [...]
[...] . Seppi di poi che la sera innanzi il castaldo, 255 nel voler dar due giri alla chiave, aveva rotto la serratura. Allora proseguii sicuro: — Ero [...]
[...] risalito; la contessa m'aspettava nella sala degli arazzi, voleva farmi rientrare nelle sue stanze, avevo ricusato per non recarvi il rigagnolo che [...]
[...] conte premiò degnamente la trionfante menzogna. La contessa ruppe in una risata spasmodica invincibile e più il marito si adoperava a farsi [...]
[...] perdonare il sospetto, più essa gli trillava sul viso l'oltraggio dei gorgheggi singhiozzanti che finirono per metterla in fuga, e dietrole il pover'uomo [...]
[...] uscio sbattuto con violenza mi disse che la contessa s'era chiusa nel suo quarto. Il conte respintone ridiscese. Lo stesso giorno il castello [...]
[...] ebbe una visita: il cavaliere di Valesa, venuto a cavallo dalla sua terra di Montaldo presso Ivrea. Al primo vederlo, giovane sui ventotto anni [...]
[...] , bello di viso, maschio ed asciutto di forme, elegantissimo, un secreto avvertimento mi disse: Eccolo. 256 Ma sbagliavo: Il cavaliere [...]
[...] , dimorato un pezzo a Parigi, era poco familiare colla nobiltà piemontese; la contessa lo conosceva appena; il conte dovette rammentarle fatti e [...]
[...] , lasciando il cavaliere che doveva dormire in castello, col conte e con mio padre. Ed eccomi di nuovo al mandolino ed eccola di nuovo distesa [...]
[...] sofferto? — mi disse. — Di che? — La notte passata, traversare il cortile con quel tempaccio! La guardai trasognato. Come poteva fingere 257 a [...]
[...] mentito. Ebbe il coraggio di aggiungere: — Un'altra volta, se anche te ne prego, non badare alle mie paure, ma non ti mettere a rischio di [...]
[...] pigliarti un malanno. Uscii, il cuore grosso di rancore e in luogo di andare a letto, mi appostai nella stanza attigua, risoluto di smascherare questa [...]
[...] volta la sua incredibile falsità. La notte passò tranquillissima; il cavaliere di Valesa partì sul fare dell'alba, insalutato ospite, e [...]
[...] . Seguirono i giorni più tristi e più soavi della mia vita e li ripenserei quasi con dolcezza se l'agonia della poveretta non fosse durata oltre il [...]
[...] animi degni di lei. A segno che venne due volte in un mese. Mia madre morì la vigilia di Natale, mio padre il 18 gennaio. Eravamo scesi insieme [...]
[...] in Aosta per suonare ad un ballo: appena terminata la festa alle sei della mattina c'eravamo incamminati a piedi verso Ollomont; a Porossan il [...]
[...] primi mesi fui sbalordito dal colpo. Colla primavera mi tornò l'uso della mente e la voglia di vivere, ma i miei paesi mi serravano il cuore [...]
[...] , s'inalberavano e rinculavano. E la gente a ridere, e la dama a crucciarsi quasi disposta al guado, se non che il mercante con grandi premure ne la [...]
[...] essa riavutasi, 260 trasse la borsa e senza guardarmi, mi porse uno zecchino d'oro. — Non mi riconosce? — Chi siete? - Giulio, il figlio del [...]
[...] , piccino, tu sei di buon augurio. Ignorava le mie disgrazie, ne pianse, mi rincorò, mi promise di farmi uno stato; il domani andava a Corte al castello [...]
[...] undici della mattina ecco arrivare una carrozza con un biglietto per me. Il biglietto diceva: Vieni subito. Quella sera c'era ballo a Corte [...]
[...] ; ammalatosi il primo violino, la contessa mi aveva proposto surrogante vantandomi per eccellentissimo; bisognava far le prove e improvvisarsi un [...]
[...] coscienza della realtà e la padronanza dei sensi. Rammento che accordando il violino, me ne sentii così fortemente echeggiate nel petto le note [...]
[...] da averne tronco il respiro. Tremavo di non poter leggere la musica nè governare la mano. E ancora la sala era vuota. Che sarebbe stato di me [...]
[...] quando fossero entrate le dame e la folla dei cortigiani e il Re e la Regina, mio sogno e mio terrore, e sopratutto la contessa colle braccia e le [...]
[...] nel cervello un vento di tempesta, e a chiudere gli occhi mi prendeva il capogiro. Perchè ero lì? Che ci facevo? Mi balenavano alla mente sprazzi [...]
[...] sembrava rimorso. Dal mio posto vedevo tutto lo spazio destinato alle danze. Gli altri palchi che come 263 il nostro, incorniciavano la sala [...]
[...] basso, fuori di una sola, si spalancarono insieme e irruppe nel gran vano il popolo delle dame e dei cavalieri che si allineò silente in cerchio [...]
[...] fissando, già pronto l'inchino, la porta chiusa. Il maestro levò la bacchetta. Puntai i piedi a terra, come in carrozza quando i cavalli [...]
[...] infuriano per le chine... La sonata finita; ero ancora lì, non mi avevano scacciato, anzi il maestro mi aveva detto contento: — Che arcata, piccino mio [...]
[...] bella! Non era il Re quel vecchio che le parlava sorridendo? Eppure i suoi occhi erravano intorno inquieti frugando la folla. Poi il viso le [...]
[...] splendette di gioia. Mi riprendevano le smaniose curiosità provate ad Issogne. Oh questa volta, se avessi potuto seguire il suo sguardo, l'avrei [...]
[...] tradita; troppo, troppo gli ardevano gli occhi d'amore. Il Re si 264 volse a parlare con un'altra donna. Ora la contessa discorreva col cavaliere di [...]
[...] Valesa; lo riconobbi e mi rinaquero i primi sospetti; ma ridevano insieme sinceramente senz'ombra di turbamento e fu il cavaliere a chiamarle [...]
[...] cominciarono le danze. La contessa pareva tutta data al corretto governo della sua persona. Mi sfuggiva, mi sfuggiva un'altra volta, già il [...]
[...] viso le si era ricomposto, già aveva ripreso il dominio sicuro di sè; eppure il cuore mi diceva: saprai, saprai, lo proverai l'amaro trionfo della [...]
[...] certezza, la vedrai rapita e morente squagliarsi per la voluttà e avrai cercato e provocato il tuo martirio e forse la tua rovina. Questa parola [...]
[...] , ricantandomela a sazietà, l'avevano quasi privata di senso. Ma perchè la sentii risonare più forte e minacciosa quando il maestro ci diede l'attenti [...]
[...] per il secondo minuetto? Eppure nulla di notevole era seguito nella sala; la contessa mi aveva guardato due o tre volte salutandomi cogli occhi [...]
[...] , era sempre attorniata da un nuvolo di cicisbei, rideva e discorreva animatamente. 265 Ricordo benissimo: era il minuetto di Boccherini, lo [...]
[...] , eppure, sapevo, come se avessi inteso il loro discorso, sapevo che la contessa avrebbe ballato quel minuetto col cavaliere di Valesa. Quando vidi [...]
[...] pareva che in quel minuetto dovessi entrarci ancor io a fare il terzo fra di loro; mi dicevo: a me! come se mi accingessi ad agire e intanto la [...]
[...] coppia aveva preso il mezzo della sala e i primi accordi bisbigliavano pianissimo. Che c'era mai sulle corde del mio violino? Di che pece le avevo [...]
[...] di sguardi e movenze, e a me tornava il sottile affinamento delle facoltà artistiche già 266 provato nelle morbose sere d'Issogne. Durante la [...]
[...] quella donna mia salvezza e mio tormento. L'orchestra s'era tutta taciuta per la maraviglia del mio sonare, il maestro mi guardava dubitoso di [...]
[...] caldezze d'amore e le ironie, e il trionfo della insperata vittoria. Oh non era più una danza quella! Tutti sentivano 267 come io governassi ogni [...]
[...] moto della coppia amante, come il mio arco reggesse le fila dei loro destini e come incrudelissi ad affinare loro la delizia di quel momento fino a [...]
[...] adoranti e rovesciamenti come di giunco assalito della bufera e procaci profferte e dinieghi cupidi ed abbaridoni d'amore. Nella sala stagnava il [...]
[...] dettava e rinnovava angoscie e rapimenti pure seguendo fedelissima le note scritte; il minuetto digradava in ridda, pure serbando la struttura della [...]
[...] corda del mio violino, la contessa traballò come colta da vertigine e cadde inerte nelle braccia del cavaliere, ed io, toccato il parossismo [...]
[...] della follia, scaraventai in aria il violino che piombò spezzandosi nel mezzo della sala e irruppi per fuggire fra i miei compagni che mi [...]
[...] Cappella Regia di Sua Maestà il Re di Sardegna. IL RE VITTORIO EMANUELE in Valle d'Aosta Il Re Vittorio Emanuele piantava le tende per la caccia a [...]
[...] enormi massi grigi rovinati dalle vette e fiancheggiato da una fitta foresta di abeti. Quando il Re dalla piana saliva al campo, tutta la valle [...]
[...] era sulla strada maestra; 270 la notizia della sua venuta si spandeva da per tutto come il rimbombo di una cannonata. Nei luoghi fissati per lo [...]
[...] 48. Il Re chiamava per nome i sindaci, gli osti, gli stallieri, le guide ed i cacciatori, conosceva gesta e miracoli dei maggiori alpinisti [...]
[...] scambio dei cavalli seguiva in dieci minuti, perchè il Re amava di non perdere tempo ed era impaziente di giungere ai luoghi freschi. A mano a mano [...]
[...] un burrone un giorno di nebbia e del figliolo che Rosa aveva fatto a Tonio, il quale, briccone, stava ora sui lavori in Francia, senza pensiero [...]
[...] quella circostanza amava di fare una piccola mostra di sovranità, per rendere il dovuto omaggio ad un Sovrano maggiore di lui: a Domine Iddio [...]
[...] nel quale egli credeva. Poneva due carabinieri in gran tenuta, la spada sguainata ritta lungo il braccio rigido, ai due lati dell'altare ed egli [...]
[...] la scranna in piazza, all'ombra e sedutovi cominciava la rassegna di tutto il villaggio che gli si affollava intorno. Discorreva in piemontese [...]
[...] saccoccie ed era chiaro che aveva pensato a provvedersene prima di lasciare il campo. Le ragazze più vistose avevano tutte un nomignolo di sua [...]
[...] soverchia mai, nè il Re Vittorio Emanuele era uomo da tollerare gli si mancasse di rispetto. Bensì sapeva proporzionare gli atti e le parole alla [...]
[...] condizione delle persone ed attribuire ad ogni atto o parola altrui il suo giusto valore. Così, se mai, mentr'egli teneva il circolo piazzaiuolo [...]
[...] bene li conosceva, disse ad alta voce: «Chi sono quei villani che non salutano il Re?» E poi, contento della lezione, riprese la celia [...]
[...] . * ** Tutti sanno quale famoso cacciatore egli fosse e come non fallisse mai il suo colpo; quelli che lo avvicinarono, lo narrano gelosissimo della [...]
[...] , dove il Re sapeva di ufficiali superiori o di magistrati o di uomini politici alloggiati negli alberghi vicini. Chi la riceveva 274 si [...]
[...] e la provenienza della vivanda, e non mancavano mai di proporre, in fin di tavola, il toast al coronato cacciatore. * ** Il sussiego e [...]
[...] l'etichetta non salirono mai oltre i mille metri sul livello del mare: il Re, accampato sopra i duemila, amava di vivervi da gran signore ospitale e [...]
[...] sulle ghiacciaie del Gran Paradiso. Un giorno degli ultimi di luglio, egli andò per diporto fino all'accampamento del Re a Vallontéj, e poichè il [...]
[...] Re era alla caccia e 275 si sapeva non sarebbe tomato prima di sera, pregò il generale Bertolè-Viale che gli lasciasse visitare l'accampamento e [...]
[...] farvi alcuni disegni che intendeva mandare e mandò infatti, al Graphic di Londra. Il generale accondiscese, e, a disegni finiti, avendo mostrato [...]
[...] sul fare dell'alba, il nostro studente è svegliato bruscamente da più colpi battuti contro la finestra della sua bassa camera d'albergo. Stanco [...]
[...] tanto che egli corre in camicia ad aprire la finestra per dare il fatto suo al notturno disturbatore. Pensate come rimase trovandosi di fronte a Sua [...]
[...] Maestà il Re d'Italia, il quale da cavallo aveva picchiato ai suoi vetri e rideva ora della sua attonita confusione. — Prima di tutto si vesta [...]
[...] , che a queste arie gelate c'è da pigliarsi un malanno e poi si riaffacci che le voglio parlare. Come fu vestito e tornato alla finestra, il Re [...]
[...] gli disse: — Senta, ho veduto il disegno che lei ha fatto per Bertolè, e vorrei averne uno che raffiguri 276 tutto il mio campo. Io vado ora a [...]
[...] quel disegno e di portarmelo colà fra una settimana. Ho dato ordine che non smontino il campo finchè lei non vi sia salito. È inteso? L'altro a [...]
[...] scusarsi di non saper fare cosa degna del Re e il Re a lodargli il disegno che aveva veduto; breve: si rimase che il lunedì venturo lo studente [...]
[...] sarebbe andato ospite della Maestà Sua a Valsavaranche. Vi andò, valicando in dieci ore il colle del Lauzon, uno dei più alti dell'Alpi e giunse [...]
[...] al campo che imbruniva. Era l'ora del pranzo; il Re lo accolse con quell'affabilità bonaria che bandisce il sussiego e pareggia i gradi; era il [...]
[...] signor Savoia che riceveva in casa propria il signor X, e lo trattava come si conviene ad un ospite; lo volle vicino di tavola e gliene fece [...]
[...] gli onori mettendo il discorso su argomenti che lo potessero interessare, interrogandolo famigliarmente, e famigliarmente rispondendo alle di lui [...]
[...] domande, raccontando aneddoti piccanti o avventure di caccia, passandogli i piatti perchè vi tornasse e mescendogli un Barolo squisito, che il [...]
[...] giovine disavvezzo alle Corti, aveva fin dai primi sorsi lodato calorosamente. Il Re amava 277 di vantare la propria robustezza. Venuto il [...]
[...] lettuccio dove si coricava bello e vestito. La mattina alle 3, cioè sul primo albeggiare, quando da quelle alture si vede fuggire verso Francia il [...]
[...] cielo nero scintillante di stelle, e salire dai gioghi nostrani il chiaro cielo diurno, egli si levava e usciva a passeggiare fumando in mezzo al [...]
[...] e spiccare agli albori crescenti i dorsi e incidersi i seni della montagna, e il primo raggio del sole fulminare le pareti cristalline e [...]
[...] colori, e la giornata gli passava a far studi dal vero. Il secondo giorno, venutigli a mancare i cartoncini, ebbe da un domestico per dipingervi [...]
[...] , il coperchio di una scatola di sigari d'Avana, e discorrendone a tavola capitò a dire come tali tavolette si prestino mirabilmente agli studi [...]
[...] ad olio. Ed ecco l'indomani sera giungere al campo il mulattiere delle provviste, con un carico di scatole da sigari d'ogni forma e d'ogni [...]
[...] dimensione; il Re aveva egli stesso telegrafato a Torino perchè gli fossero spedite, e la cosa era seguita con una sollecitudine veramente regale [...]
[...] . Dopo pranzo Vittorio Emanuele soleva passeggiare collo studente nei pressi del campo richiedendogli il nome dei più vistosi fiori, o discorrendo [...]
[...] dei grandi fenomeni alpini. Il giovane, incoraggito, lo interrogava alla sua volta intorno a questo o a quel Sovrano o personaggio della storia [...]
[...] contemporanea e ne traeva notizie curiosissime e ritratti compendiati in pochi tocchi sagaci e pieni di colore. Finito il passeggio, buona notte [...]
[...] signori: ognuno entrava nella sua tenda fino al domani. Lo studente era al campo da otto giorni, ed il nono la comitiva che ho detto di sopra [...]
[...] , doveva giungere a Cogne, dove ci s'era data la posta. 279 La sera dell'ottavo giorno il giovane avvertì il generale Bertolè che l'indomani gli [...]
[...] bisognava partire e rivalicare il colle del Lauzon. — Badi — gli disse il generale — che gli ospiti di Sua Maestà non se ne vanno se non quando [...]
[...] vorrebbe partire, troverà il Re in piedi, e sentirà da lui quello che gli conviene di fare. La mattina, come Vittorio Emanuele lo vide sbucare [...]
[...] venga a trovare quest'altr'anno; capiti qui quando saprà che ci sono e mi farà piacere. 280 Il cavallo era sellato e aspettava. Il Re aggiunse [...]
[...] in tono grave: — Venga qui — e lo prese per le due mani — lei è giovane e ha voglia di studiare. Seguiti sa, perchè il mondo è di chi se lo [...]
[...] particolare del suo soggiorno nel campo del Re e l'indomani un sergente di caccia ci portò il promesso stambecco che divorammo allegramente [...]
[...] campo un gran foglio, illustrato a modo di pergamena gotica, dove il Teja disegnò il ritratto di ognuno di noi, e io postillai ogni ritratto con [...]
[...] due versi dichiarativi. Il Re ne fu contentissimo e ci mandò ad invitare tutti a pranzo per il giovedì venturo, tempo permettendolo. Ma dopo due [...]
[...] giorni cadde una tale nevicata che il colle del Lauzon divenne impraticabile. Tuttavia tre dei nostri vi si avventurarono: 281 lo studente, il [...]
[...] Teja ed il Pittara, i quali giunsero a Valsavaranche più morti che vivi. Il Teja raccontò questa sua visita nel Pasquino ed il Pittara ne ricavò [...]
[...] che le valli alpine, e più quella d'Aosta, siano un semenzaio di leggende e di tradizioni popolari. Ve ne sono invece pochissime e scolorite. Il [...]
[...] , al Guerrino il Meschino, alla Bella Maghelona e loro discendenti, s'accompagnano e succedono il Saint-Clair delle Isole e il Conte di Montecristo [...]
[...] . Anche gli ingegni popolari perdono idealità; amano ancora il maraviglioso, ma lo vogliono spiegabile. Al demonio va scemando credito ogni [...]
[...] trovai indizio di pronostici, tranne i soliti e sperimentali riguardanti il tempo e questi espressi sempre con saviezza dubitativa. Di credenze in [...]
[...] , come per cosa che non li riguarda e che non torna il conto di considerare. In sostanza, il montanaro è poco immaginoso. 286 Parlo, ben inteso [...]
[...] degli antichi signori. Mi rispose con molta sicurezza che il Castello era appartenuto al duca di Borgogna. Rimasi. La Valle d'Aosta appartenne [...]
[...] signori di Challant; il castello fu edificato da un Aimone di Challant verso il 1350, nè più uscì della famiglia finchè questa non andò estinta sul [...]
[...] principio del secolo corrente. Tutta la vita castellana del castello di Fenis appartenne dunque 287 alla Casa di Challant, spenta la quale, il [...]
[...] castello decadde in cascinale ed il padrone, di signore in semplice proprietario. Come mai la remota dominazione borgognona aveva potuto far [...]
[...] scordare la recente signoria dei Challant, e la perdurante sovranità Sabauda? Ma l'oste non conosceva nè il primo nè il secondo regno Burgundo, nè [...]
[...] il casato dei Challant, nè del Sabaudo altro che il nome del Re felicemente regnante; solo del suo duca di Borgogna aveva piena certezza, come [...]
[...] guardia ad un grosso serpe. Il serpe non dava fastidio ad anima viva, stava tutto il giorno a crogiolarsi al sole sul muricciolo che fiancheggia ]a [...]
[...] strada e la notte si rannicchiava per la petraia. Un giorno, scostatosi il vecchio per certi suoi bisogni, passò un forestiero il quale ebbe [...]
[...] ribrezzo del serpe e lo uccise con una cannata. In quella tornò il guardiano e, veduto il serpe morto, si cacciò disperatamente le mani nei capelli [...]
[...] relazione corresse fra questa e il duca di Borgogna, come quella favola bastasse ad infeudare il castello alla casa Borgognona, l'oste non mi [...]
[...] seppe dire. Mi rifece la storia del serpe tre o quattro volte, sempre colle stesse parole e tirandola sempre alle stesse conclusioni. Il castello [...]
[...] era stato dominio del duca di Borgogna perchè il serpe era Margherita di Francia; il serpe era Margherita di Francia, perchè il castello [...]
[...] riva del torrentello che fiancheggia il paese. Capita una tribù 289 di formiche rosse e mi assale. Alla prima puntura mi levo stizzito e [...]
[...] stropicciando i piedi reco fra di loro lo scompiglio e la morte. — Ah! Monsieur! vous faites du mal aux bêtes du bon Dieu; il vous arrivera malheur [...]
[...] versanti della Val Tournanche: uno cinge la costa del monte verso Aosta; l'altro piega verso Ivrea. Il primo menava le acque a Nus, il secondo al [...]
[...] villaggio di Saint-Vincent. — Vedete, — mi disse il vecchio — quel ruscello là in alto? (Chiamava ruisseaux gli acquedotti ed accennava a quello [...]
[...] molte opere costose e difficili: bisognò in parecchi luoghi forare il monte, in altri appoggiare muraglie a pareti liscie e precipitose di macigno [...]
[...] . Più volte gli operai scoraggiti furono per abbandonare l'impresa, ma li sostenne e li rincorò lo zelo di un buono uomo di Nus, il quale li [...]
[...] , portava i maggiori pesi, durava le maggiori fatiche, non dava pace a nessuno, tanto aveva a cuore il compimento dell'opera. Erano già superati i [...]
[...] maggiori pericoli e non rimaneva che poco e facile lavoro, quando il brav'uomo rovinò da un ponte e morì. Come tutto fu lesto e la fonte fu immessa [...]
[...] nel nuovo letto, gli operai che ne seguivano il corso videro una biscia nera e sottile precedere l'acqua come a mostrarle il cammino. Un [...]
[...] sorgenti. Appena scavato il pozzo, se l'acqua non vi pullula in abbondanza, vi gettano dentro un gruppo di anguille e vogliono che l'effetto sia [...]
[...] sicuro. Dall'anguilla al serpe, presso i villani, poco ci corre, e non è a stupire se una volta attribuito il potere di rintracciare le [...]
[...] desistere, quando le donne proposero di volgere in messe a pro delle anime loro, tutto il filato dell'inverno. E fila, e fila, gli uomini tutto il [...]
[...] giorno alla muratura, le donne tutta la notte alla rocca ed al fuso; finchè fu compito il ruscello e il filo venduto fruttò un bel gruzzolo. Il [...]
[...] , lo sciagurato cantava: L'eau s'en va et moi je bois. L'eau s'en va et moi je bois. Tanto che l'acqua tornò indietro e il ruscello rimase asciutto [...]
[...] per sempre. La favola è meschina ed immorale, ma io spendo la moneta che trovo. Il vecchio che mi raccontò la storia dei due acquedotti era un [...]
[...] codino ed una barba tra il bianco e il giallo, lunghissima e scarmigliata. Le sopracciglia, tra bianche e gialle ancor esse, spiccavano folte, ad [...]
[...] angolo retto da una fronte prominente che ombreggiava il viso fino alla bocca. Il viso, anzi il capo intero era tutto peli: ne scaturivano da ogni [...]
[...] parte; pareva rimpinzito di crino perdere il soverchio per tutte le vie. Le narici e le orecchie ne avrebbero fornito da fare il pizzo ad uno [...]
[...] occhiaie e per il largo collo della camicia la si 293 vedeva ripullulare sul petto. Sull'ultimo lembo carnoso dell'orecchio dov'era infitto l'anello [...]
[...] figura mobilissima commentava e coloriva ogni parola, anzi il viso preparava quasi le parole e le annunziava; attore drammatico, quell'uomo avrebbe [...]
[...] fatto ridere e piangere il pubblico senza profferir verbo, col solo valore della maschera come lo chiamano i comici. Ai movimenti del viso, la [...]
[...] del maggiore interesse certe soste ansiose piene di mistero. Durante il racconto, vigilava cogli occhi, se gli prestavo fede. A un certo punto [...]
[...] , bisogna dire che mi sia sfuggito un risolino involontario, perchè tronò il discorso, mi fissò corrugato e mi disse: — Non credete? — Accompagnò [...]
[...] sè, che mi parve derivare dalla coscienza di un sapere negato al più degli uomini. Seguitando il discorso, mi disse aver egli ricevuto dal cielo [...]
[...] il dono di conoscere le malattie e di guarirle, e la scienza umana dei medici non valere nulla appetto alla sua. 295 Ora quel vecchio è morto da [...]
[...] iperbolica dovette avere nei sogni, quella barba dogale! I bimbi che lo conobbero, non troveranno mai più per il mondo un essere vivente che lo somigli [...]
[...] quali miracoli gli saranno attribuiti, che potenza verrà via via acquistando il suo nome! A mano a mano che la sua lunga carcassa andrà [...]
[...] di lui, invocherà nei supremi pericoli la sua memoria, lo collocherà a mezza altezza sulla scala degli esseri sovrumani, fra i 296 santi ed il [...]
[...] demonio. Egli che del demonio aveva tanta paura! Quando sul punto di lasciarlo, lo richiesi del suo nome per scriverlo sul taccuino, il povero [...]
[...] uomo ebbe un sospetto mortale e ricusò di netto. — Ma perchè? — gli domandai. — Signore, io non conosco il vostro. — Ve lo dico subito. — Non ve lo [...]
[...] domando. E seguitava a guardare me ed il taccuino, coll'aria di un uomo pentito d'avere attaccato discorso, nè mi valsero i ragionamenti coi [...]
[...] più stralunati il taccuino e facendosi il segno della croce, balbettò già volto alla fuga: — Vous pouvez être le diable! E scappò via. Aveva [...]
[...] temuto ch'io volessi segnare il suo nome nel registro dei dannati per l'eternità. Certo il vecchio, tornato in paese, raccontò d'essersi imbattuto in [...]
[...] Bergniffe, perchè la paura muta in certezza ogni sospetto! E la vivacità del suo racconto e il suo visibile smarrimento, vinsero 297 forse la [...]
[...] miscredenza dei pochi spregiudicati. Che discorsi quella sera! Se il diavolo non fosse agli sgoccioli, la leggenda sarebbe creata. E chissà che [...]
[...] non vada già formandosene il nucleo primitivo, che poi svanirà come una bolla, stretto dalla crescente incredulità. O forse il Demonio è più [...]
[...] sfiorato appena il sommo delle erbe, si squagliano e svaniscono, come le monachine quando vanno a letto. Tuttavia la gente del luogo li guarda con [...]
[...] tristezza temendo che un capriccio di stagione non li insaldi durevolmente alla terra. Quando il terreno dura bianco per lo spazio di due giorni [...]
[...] dove prima era tutto bianco il terreno appare tutto screziato di colori vivi, così in Settembre e talora al finire d'Agosto, una sola notte [...]
[...] giornata della partenza è festosa. Il popolo migrante serpeggia a frotte per le chine, si nasconde nei seni, riappare sulle spianate, prima la [...]
[...] biancastra dei pastori, e il fardello che portano, coperte fioreggiate, stoviglie e grossi paiuoli rubicanti al sole come scudi, fanno insieme una [...]
[...] confondono calandosi nell'enorme imbuto della valle. Di lontano, quell'accordo rammenta le allegrie dei campanili il giorno di Pasqua. Lo ascoltano [...]
[...] dall'alto i pochi valorosi che vi dimorano tutto l'anno e vi sentono l'estremo saluto che manda loro il consorzio umano da cui vivranno separati per [...]
[...] , da credersi essi confinati agli estremi limiti del mondo. Dal giorno che gli ospiti estivi lasciarono l'alpe, ai pochi rimasti è tolto il [...]
[...] sacrificio e di eroismo. Mentre nella valle e più al piano il sole è ancora torrido e le vendemmie cantano sui colli, mentre i laghi e le pendici [...]
[...] formicolano di gente festosa e suona intorno per la campagna la dolce egloga autunnale, ad essi già pesa sul capo il 302 basso cielo e sta nel [...]
[...] il termometro oltrepassa spesso i 30 gradi R. sotto lo zero. La neve non vi scende a falde fuorchè in estate; l'inverno è un tempestare [...]
[...] finestra che li respinga. Tuttavia, benchè quello del Gran San Bernardo sia riputato, e con ragione, il più disagevole e pericoloso fra gli ospizi [...]
[...] , credo che ve ne hanno altri di più penoso soggiorno. Là almeno, una certa regola monacale inganna il tempo e fa meno amaro l'esilio. Vi sono [...]
[...] . Le amicizie devono serrarsi e caldeggiarvi con impeti d'amore. La sera, nella grande e confortevole sala da pranzo, qualche novizio suona il [...]
[...] di tenerezza soffocati e rinascenti, quante piccole vipere tentatrici devono suscitare in quei cuori! I piccoli consorzi sono il compendio dei [...]
[...] pericoloso il valico, non vi dimora che un rettore con due servitori e due vecchie domestiche. L'abate Chanou, cavaliere e canonico, è un uomo colto [...]
[...] scientifico. Venne giovanissimo a reggere l'ospizio e non volle più dipartirsene, malgrado le vistose offerte che gli rinnova spesso il vescovo 305 [...]
[...] , non c'era, in tutta la casa, traccia di carta stampata o manoscritta. Ora il suo studio ha le pareti raddoppiate di scaffali, dove stanno alla [...]
[...] repubblicana. Il nostro prete andò a stanarlo in qualche buco di vallata dove l'inverno le strade hanno un metro di neve, e vistolo affamato e [...]
[...] mestiere. Quelli furono, nella vita dell'abate, gli anni buoni e ridenti. Il vecchio aveva visto mille cose coll'occhio savio del filosofo disperato e [...]
[...] pare le raccontasse a tratti vigorosi ed efficaci. Il prete, troppo colto per compiacersi di conversare coi domestici, trovava in lui un [...]
[...] indole del romito attivato dalla curiosità scientifica e letteraria. Entrambi amantissimi della lettura, un inverno divorarono insieme il [...]
[...] romanzo postumo del Flaubert: Bouvard et Pecuchet, pubblicato nella Revue politique. Mai il verbo divorare applicato alla lettura di un libro [...]
[...] Chateaubriand, mi diceva l'abate, cui nessuna meschineria critica soffocava la larga ed ingenua facoltà di ammirare. Un anno, il legatore non salì. Come [...]
[...] , qualche volta, preso della impazienza di una voce umana che parlasse, non il gergo valdostano, ma la lingua letteraria, conforto e sollievo [...]
[...] respingevano intera e netta ogni parola. L'eco era diventata il suo interlocutore. Una volta, ed 308 era d'estate, lo intesi sfogare con quel [...]
[...] quell'eco era la sola buona compagnia che egli avesse per otto mesi d'inverno, mi sentii stringere il cuore per la pietà. Un animo così caldo [...]
[...] rifugio mi aveva colto la neve e il cantoniere voleva persuadermi a passarvi come che sia la notte, minacciandomi se partivo, Dio sa che pericoli. Ma [...]
[...] le fanno traditrici. Dopo mezz'ora ero seriamente pentito, ma tardi; benchè non fossi che a un terzo di cammino (tanto la neve mi contrastava il [...]
[...] procacciò forse a quel villaggio il nome rablesiano che non si merita. Dopo cena passammo nel suo studiolo e seduti tutti due a cavallo della stufa [...]
[...] abburattava la neve nello spazio vuoto fra le doppie impannate. Un tempo perverso! 310 Bisogna sentirle in Dicembre queste sinfonie, mi dice il prete [...]
[...] muraglie da fortezza e le doppie imposte e gli usci doppi e le bussole ed i coltroni, la fiammella della lampada, accesa tutto il giorno, sventola da [...]
[...] . Era un urlo gigantesco nel quale si distinguevano mille urli minori; sembrava la chiamata, il lamento supremo e disperato di un essere [...]
[...] mostruosamente grande che si avvicinasse lentamente, a cui rispondeva un non so quale allegro accordo di suoni metallici che stringeva il cuore d'angoscia [...]
[...] e di paura. 311 Il prete chiamò i domestici e uscimmo sul ripiano della scaletta esterna che domina la strada. Dal versante italiano ci giungeva [...]
[...] un coro di muggiti nettamente distinto e lo scampanellare di una sterminata mandra di bovine. — Ah, la fiera! la fiera! gridò il prete atterrito [...]
[...] precipizio povere bestione 312 moribonde. A dugento passi dalla casa, malgrado il vento ed il frastuono, le si sentivano soffiare per la immane fatica [...]
[...] che facevano a rompere col petto la muraglia di neve che le contrastava. Perchè erano venute man mano affondandosi e le zampe toccavano il suolo [...]
[...] duro, cosicchè ad ogni passo mettevano il muso sull'enorme scalino bianco, continuamente rinnovato. Vedendo quei lumi accesi e quella gente in [...]
[...] aspetto, le prime si fermarono guardandoci coi grandi occhioni stupidi e levando il muso per muggire, ma il fiato rotto mozzava loro la voce; e [...]
[...] , acciecate dal vento, non avvertendo nè il camminare nè il sostare, avanzandosi perchè spinte dalle giungenti, sostando perchè impedite dalle [...]
[...] uno scampanellare serrato, e man mano che venivano, trovando la strada fatta, andavano mugolando e fiutavano il rifugio. Quante ve n'erano ferme [...]
[...] 313 innanzi l'Ospizio? Il prete diceva un dugento a dir poco e ne dovevano giungere almeno altrettante. Che farne? Dove metterle? Già [...]
[...] cominciavano a tempestare; quelle che stavano vicino alla stalla e odoravano il fieno non volevano saperne di tirare innanzi, e l'onda crescente [...]
[...] , singhiozzando, tutti ad una volta con gesti larghi e rapidi che contrastavano colla pesantezza montanara. Ma il Rettore era impotente a [...]
[...] , fateli salire all'Ospizio se vi riesce, che io vi apro anche la mia camera. Allora quelli si misero ad un'impresa disperata, ma il Rettore li [...]
[...] . — Metteteci delle tavole che facciano un piano, suggerì il Rettore. Ma non giovò nemmeno questo: le tavole parevano insaponate e non vi reggevano [...]
[...] nemmeno i piedi nudi degli uomini. Allora gli uomini si videro perduti. Era passata un'ora e il freddo diveniva insostenibile. Il prete li [...]
[...] , partendo, i negozianti piangevano come fanciulli, mentre il sole improvvisava rigagnoli nella neve e nel cielo purissimo scintillava la vetta del [...]
[...] unità ideale di paesello. Una povera chiesa, una povera catapecchia parrocchiale, un pilone colla scritta: Albo pretorio, ecco il Comune. 316 [...]
[...] loquacissimo pappagallo. Le rare volte che capitava gente, il pappagallo strillava: Ai arrrme! (all'armi!) con piglio sergentesco. Poi discorreva [...]
[...] col prete. Io intesi questo dialogo, mentre il brav'uomo stava preparandomi una tazza di caffè. — Provost que chi fè? — Fou 'l cafè. - Fe 'l [...]
[...] cafè? (Prevosto che fate? — Fo il caffè. — Fate il caffe?) e terminava, in un Ah rauco di approvazione. La sera alle undici, mentre il prete stava [...]
[...] immerso nello studio, il pappagallo, gli diceva imperiosamente: — Provost 'ndoma a deurme? - (Prevosto andiamo a dormire?) e il padrone obbediva [...]
[...] volta dagli ufficiali dello Stato Maggiore Sardo, che nome avesse la giogaia che separa il Monte Bianco dalla Valle del Piccolo San Bernardo, il [...]
[...] rettore dell'Ospizio rispose: — Si chiama: «Miravidi». Era il nome che egli nella caldezza del suo amore per quell'Alpe le aveva imposto, che [...]
[...] aveva serbato fino allora per sè solo, godendosi la dimestichezza di fare a nomignoli colla montagna; ma venutogli il destro di registrarlo e di [...]
[...] . Il nome di Miravidi fu segnato, credo, su qualche carta e meriterebbe di essere su tutte. Quella costiera vide infatti e vede tuttavia mirabili [...]
[...] l'azzurro lago di Combal, più cangiante che un cielo estivo in giorno tempestoso, nel quale il ghiacciaio della Brenva immerge i suoi procellosi [...]
[...] fulmini. Di là sono vette, di qua, creste; di là, il monte s'adagia e 319 oscura il cielo col profilo bianchissimo dalle curve larghe e gravi [...]
[...] del Ruitor le cui acque formano in alto il lago di Santa Margherita e scendono poscia nella fertile conca della Thuille per via di stupende [...]
[...] cascate fra i boschi. Donde viene quel nome di Ruitor? Di quale termine celtico o gaelico è derivato? Il linguaggio alpino è pieno di tali vocaboli [...]
[...] nuove desinenze serbando il nocciolo antico, ci recano la voce e in parte rispecchiano l'animo dei primissimi stabili abitatori di queste [...]
[...] ignoro e sanno i filologi, e più ancora che sa il popolo ed i filologi non sanno. Già ai tempi di Roma si disputava intorno l'origine di tali nomi [...]
[...] traversando l'Alpe di quel nome, locchè certo non fece, e che il nome di Alpe Graja, dato all'attuale Piccolo San Bernardo provenisse da Greca [...]
[...] alcuni la discendenza da un Cordelus, figlio di Statielo, che si vuole fosse uno dei capi dell'esercito di Ercole, quando il semi-dio traversò [...]
[...] l'Italia. Ercole valicò dunque il colle del Piccolo San Bernardo? Se mai, fu tornando dalle favolose colonne, dopo di avere congiunto insieme il [...]
[...] Mediterraneo e l'Oceano. Vi andò seguendo la costiera Libica; ne sarà tornato per Spagna e Gallia, donde per l'Alpe Graja o per il Colle di Tenda [...]
[...] sarà sceso in Italia. Ma il viaggio ed il valico sembrano piuttosto una mera favola dei Romani ellenizzanti; favola ispirata forse dalla [...]
[...] maravigliosa asperità di queste regioni. Se è vero che ai tempi di Cesare, una strada carreggiabile valicasse il giogo del Piccolo San Bernardo (Alpis [...]
[...] il giorno prima di affrontare l'ultimo giogo, l'esercito cartaginese cadde e lo superò, in un agguato tesogli dalle popolazioni indigene, e vi [...]
[...] dovunque, sta il fatto dell'agevole strada e la affermazione di L. Celio, il quale, a soli cinque anni dalla discesa di Annibale, scrive che [...]
[...] questi passò per Cremonis jugum nel quale Cremonis jugum si ravvisa il Monte Crammont, ultimo della catena di Miravidi, all'ombra del quale chi [...]
[...] abitanti delle terre vicine, se chiamano: Cerchio 323 d'Annibale, un cerchio druidico, tuttora visibile sulla spianata presso l'Ospizio. Il [...]
[...] Monte Bianco, la cui testa, il Penn gaelico, soverchia la costiera di Miravidi e sta spiando oltre nella valle, avrebbe dunque veduto passare le [...]
[...] schiere Puniche, i cavalieri Numidi e le nuove moli degli elefanti. E, ad Annibale, se vi passò, e a Cesare, il quale vi passò di certo, apparve [...]
[...] il profilo. Le costiere o presero o perdettero spazio, si aprirono porti o si chiusero, s'internarono alcune città litorali, e, delle rimaste [...]
[...] , variò affatto l'aspetto ed il colore. Le pianure, o furono tosate di foreste o imboschirono e fruttificarono per diverse colture. Chissà se date [...]
[...] le spalle ai monti della Sabina, Coriolano più riconoscerebbe la campagna romana? Dovunque entra come elemento del quadro, l'opera dell'uomo, il [...]
[...] scoscendimenti e nuove rovine. Qui, grazie il loro dolce pendio non è verosimile che 324 le chine circostanti, abbiano addolcito o inasprito il [...]
[...] traccia, senza abbattere e senza edificare; il suolo ha una immobilità morta: nulla trasforma e nulla cancella. Sulla grande spianata della sommità [...]
[...] , le pietre che segnavano il tempio druidico, emergono ora dalla terra come già emersero quando vi convenivano i Salassi preganti. Oramai è corso [...]
[...] un secolo dall'anno che il mal guidato esercito piemontese invernò attendato su quelle alture, impotente difesa regia contro le schiere della [...]
[...] prima repubblica francese; e il suolo serba ancora le traccie d'ogni tenda, sicchè si può contarne il numero e aggirarle tutte quante e [...]
[...] che la colonna fosse prima consacrata al Dio Penn il Dio delle sommità, l'altissimo inaccessibile e che l'occhio del Dio vi sovrastasse in [...]
[...] mai rinvenisse il divino occhio, che salverebbe dalla cecità il genere umano. Gli eruditi in quel masso di marmo cipollino, alto sette metri per [...]
[...] , come noi nelle nostre, quelli delle galliche e della latina! Dopo Cesare, gli eserciti romani valicarono più volte il colle del Piccolo San [...]
[...] solo, povero ed esule, Adalberto, figlio virtuoso (se non gli fu attribuito a virtù il non essere salito al trono) del turbolento Berengario [...]
[...] , marchese d'Ivrea e re d'Italia. Verso il mille, quando il terrore del finimondo, le frequenti pestilenze e le carestie, volsero in Europa gli [...]
[...] forse della Mansione romana, edificò il nuovo Ospizio pei viandanti. Ospizio e fortezza forse ad un tempo, contro i Saraceni che infestavano le [...]
[...] stesso dove innalzò 327 il maggiore de' suoi Ospizi; sul Monte Giove, che fu poi il Gran San Bernardo. Approdavano sulla costa Nizzarda, donde per [...]
[...] la Provenza ed il Piemonte, erano saliti fino in Savoia, in Moriana, in Tarantasia e sul lago di Ginevra o nel Vallese. Così occuparono i [...]
[...] maggiori valichi marittima della Cozia e della Pennina: il Monte Ginevra, il Cenisio ed il Monte Giove. Padroni della Tarantasia e della Valle d'Aosta [...]
[...] , dalla quale mosse a snidarli nel 942, re Ugo di Provenza, e certo che essi tennero il passo che congiungeva le due Provincie, e, se Bernardo [...]
[...] affrontasse pure sull'Alpe Graja. Chissà che il pacifico ricovero, non sia stato dapprincipio edificio prettamente belligero; locchè non [...]
[...] di poi alla rigida disciplina monacale e si proposero come compito quotidiano, continui miracoli di abnegazione e di carità. Da quel tempo il [...]
[...] Piccolo San Bernardo 328 ebbe normali abitatori, se non che ne venne a poco a poco scemando il numero, sicchè la casa eretta per convento, finì [...]
[...] micidiale che una battaglia. Durante due secoli, il XIII ed il XIV, in luogo dei soldati sfiniti e sbigottiti, l'Ospizio vide passare con norma [...]
[...] . Ogni sette anni il Sovrano superava il colle e scendeva, con signoresca accompagnatura, nelle terre de' suoi fedeli vassalli Valdostani. Quel [...]
[...] valico consacrava la sua sovranità. Entrando in Val d'Aosta per il passo del Piccolo San Bernardo, il Conte di Savoia trovava sul confine tutta la [...]
[...] sacra, la sola degna di passarvi principescamente il principe, di meritare al principe l'omaggio della sudditanza. Appena varcato il confine, ogni [...]
[...] magistratura, i piccoli ed i grandi vassalli deponevano il potere e l'alterigia. Nè tale rinunzia era dei soli litiganti, ma di quanti sedevano col [...]
[...] sovrano nella corte di giustizia; nè costituiva una prestazione feudalesca dovuta al Sovrano. Sovrano era il Conte di Savoia in Valle d'Aosta [...]
[...] , sempre e per qualunque via vi accedesse, ma solo passando per il Piccolo San Bernardo, egli esercitava della sovranità, la più sacra prerogativa, la [...]
[...] Savoia, il principe Tommaso di Carignano, perseguito dalle soverchianti forze del re Luigi VIII; valicato il colle, si accampò sulla montagna che [...]
[...] fronteggia il villaggio della Thuille, dove appaiono ancora i resti dei suoi ridotti. Nei 1691, regnando Vittorio Amedeo II, un esercito francese [...]
[...] , raggiungono a Bard il Vendome, occupano tutti i castelli, tengono per due anni la valle sotto il retto ma doloroso governo del marchese di Kercado, e [...]
[...] infeste. Al villaggio della Thuille, il primo che s'incontri scendendo dal Piccolo San Bernardo in Italia, durano anche oggi il terrore e la memoria [...]
[...] pochi soldati, sbarrarono loro il passo. 331 Il luogo è tale da non potersi a forza superare senza grandissima strage; il Mouroy, fallitogli il [...]
[...] primo impeto, abbandonò l'impresa, sgombrò la Valdigne, e il Piccolo San Bernardo lo vide tornarsene scornato in Savoia. Vera battaglia non vi fu [...]
[...] il nome del capitano nemico, nè la data dell'impresa, nè la cagione della guerra; ma il fatto smarrito in una incerta nebbia leggendaria [...]
[...] , amplificato dagli anni, prende nelle loro menti una grandezza epica, e il luogo, già più aspro e solenne delle Termopili, diventa altrettanto glorioso [...]
[...] . Nel 1742, Carlo Emmanuele III guadagna il Piccolo San Bernardo con un fiorito esercito e scaccia di Savoia gli Spagnuoli. Carlo Emmanuele [...]
[...] conosceva il valico; vi era passato undici anni addietro, quasi solo, pensieroso e presago forse degli imminenti drammi domestici. Veniva di [...]
[...] Ciamberì e affrettava verso Torino temendo non ve lo precedesse per il Moncenisio il padre Vittorio Amedeo, geloso di riprendere l'abdicato potere [...]
[...] può dire i disagi, gli stenti, il freddo, le malattie, gli scoramenti patiti dalle milizie piemontesi durante l'inverno del 1793? In regioni [...]
[...] . Comandava un austriaco, salito agli alti gradi militari per perizia dipiomatica, più curante di infeudare all'Austria il regno Sardo, che di [...]
[...] combattere il comune avversario repubblicano. E mentre sulla spianata e sui fianchi del colle il vento divelleva le tende e la neve turbinando [...]
[...] spegneva il fuoco dei bivacchi, mentre la canna gelida dei fucili spellava le mani ai soldati e le 333 orribili malattie dei paesi nordici spopolavano [...]
[...] il campo, il duca di Monferrato vi traeva seco un seguito di cinquanta domestici, due dei quali specialmente destinati a preparare il caffè [...]
[...] della Sua Altezza Reale. Qui finisce la triste storia del Piccolo San Bernardo. Il frequente scorrazzare di eserciti nostrani e stranieri fu a [...]
[...] questi monti più causa di danno che di gloria. Il loro valico non fu mai interamente conteso ai soldati che vi salivano da questa o da quella parte [...]
[...] ; le sorti delle guerre non si decidevano fra queste gole selvaggie: nessuno di questi luoghi ebbe il gramo compenso di dar nome a giornate [...]
[...] , dissanguate, arse, queste terre, che diedero agli eserciti piemontesi i migliori soldati, non ne ebbero onori di lapidi e di monumenti; il detto: felici [...]
[...] esercita quietamente il suo sacro ministero. Le balze echeggiano l'estate per colpi di cannone, e sulle creste, dove parve temerario il camoscio [...]
[...] nell'Alpe la grande fortezza italica, e forse, quando un nuovo esercito straniero salisse a tentarlo, il valico sarebbe ora, per la prima volta [...]
[...] per secoli combattè e disarmò la nemica natura. E già, anch'essa ha quasi compita l'opera sua. La scienza vinse la pietà: sotto il tunnel del [...]
[...] dai mari del Nord. Questo fatto spiega la diversa struttura dei due versanti, dei quali il meridionale precipita per via di immani scoscendimenti [...]
[...] nella valle del Po, e s'allunga, e si spiana e digrada negli ondulati altipiani della Svizzera il settentrionale. Ci sono tre diverse regioni [...]
[...] , Graie o Pennine, avverte 336 subito il limite ed il carattere di ogni regione. Appena lasciati i deserti nevosi, la regione alpina gli sorride con [...]
[...] , una conca verde dove il torrente corre quieto come un ruscello e spesso dilagando alimenta le lussuriose vegetazioni. I villaggi vi sono lindi ed [...]
[...] agiati, anzi non hanno di villaggio che il nome e il campanile, tanto le case si sparpagliano qua e là volte a quel poco sole di cui tutte [...]
[...] vogliono la sua parte. Il centro, la parrocchia, raccoglie appena intorno a sè tre o quattro fuochi: quello del parroco, la casa comunale, la scuola [...]
[...] , spesso un albergo, qualche volta il tabaccaio che smercia pane, droghe, fettuccie, carta, chiodi, olio di ricino e confetti. Il resto del [...]
[...] sua pezza di prato, il suo orto glorioso di quattro o cinque girasoli e il tronco mozzato infitto nella terra che getta acqua per un tubetto di [...]
[...] della state. L'inverno, quelli del paese o s'industriano trafficando intorno per il mondo o si tappano nelle stalle e vi impigriscono in minuterie [...]
[...] tranquille, e pulite che sembrano trastulli. Per essi il lavoro invernale, meglio che di sostentare la vita, è un mezzo di ammazzare la [...]
[...] rivestita la parete, un piano che faccia da tavolino e rialzarlo senza che ne appaia la mostra, si lambiccano il cervello a perfezionare le [...]
[...] morsette di legno destinate ad assicurare contro il vento i panni sciorinati al sole, o a trovare un nuovo congegno per l'aspo o una nuova zangola [...]
[...] per sbattervi il burro. I più utilitarii fanno mestole o cucchiai di legno, o riparano le minute avarìe della casa. Da ciò deriva alla casa [...]
[...] apparecchiato per la consueta guerra contro le stagioni. Del gran nemico alpino che è la valanga, tutti, lassù, sanno misurare il peso e l'impeto e [...]
[...] il pericolo diventa consuetudinario, l'uomo industrioso ne scampa o se ne giova; il solco squarciato dalla valanga serve l'estate a guidare in [...]
[...] avventano l'una sull'altra e incassano il torrente. In luogo dei declivi ammorbiditi da una foresta fitta d'abeti o dal bel cuscino dei prati, rovine di [...]
[...] massi titanici fra i quali il monte lacerato mostra la sua ignea ossatura. Una vegetazione arborea bastarda, dove intisichiscono insieme gli [...]
[...] sbattute, e via la strada si sviluppa, tagliata quasi sempre a mezza costa, dominante dall'alto il torrente, attraversante gruppi di case cui [...]
[...] , d'estate la folta ombra dei castani, e d'inverno, la montagna di contro, rubano il pochissimo sole, sicchè anche quando è più secca la canicola [...]
[...] grandiosa. Mentre in alto il prato e la foresta attestano solamente la feracità del suolo e rammentano le beate leggende dell'Eden, qui le varie ardue [...]
[...] colture accusano la fatica dell'uomo. E colla fatica, il bisogno e gli stenti. I grossi borghi tagliati in mezzo dalla via maestra, non sono più [...]
[...] disseminati per le praterie, ma si aggruppano avari di spazio e respirano poca aria dalle viuzze strette e senza sole. Il terreno ha troppo [...]
[...] dell'uomo. Ma quale vita! E quale lavoro! Quel poco pane il villano deve cercarselo dove lo trova, contendendolo al sole, alla neve, alle frane, ai [...]
[...] impercettibili, sospesi a mezza costa 342 con un abisso sul capo ed uno ai piedi, terribilmente pittoreschi, dei quali l'estate nasconde il miserrimo [...]
[...] alpestre la valanga non ha il suo corso normale e prevedibile. Essa non è flagello di ogni anno, mentre la fame lo è di ogni giorno. Ciò spiega [...]
[...] segnava sul cielo, perchè raggiando i contorni si scomponevano e il cielo partecipava del monte e questo di quello; e non era un colore quell'albore [...]
[...] vera montagna di neve insuperabile. Si parlava di scavarvi un tunnel ma era impresa di più settimane. Il villaggio lontano in realtà da Ronco [...]
[...] uno di quegli enormi solchi oscuri che il sole estivo incide sui fianchi delle montagne. Nessuna traccia del torrente: il fondo della valle saliva [...]
[...] sollevare intera, tanto era soda e compatta. Ora il sentiero sfiorava la superficie della neve; dai rami degli alberi vicini giudicavo di quanto [...]
[...] ed io lo scavalcai. In certi luoghi i muri salivano d'un tratto fino a tre o quattro metri d'altezza e l'andito si oscurava sinistramente: il [...]
[...] apparivano sezioni d'alberi che un uomo non avrebbe abbracciato. A volte la spaccatura cadeva nel punto preciso dove era seguito lo schianto, il [...]
[...] palla da fucile che fora il vetro senza frantumarlo. Per lo più non si avverte il silenzio che al cessare di un suono. Là il silenzio era così [...]
[...] . Il tetto delle case a valle copre due terzi della strada ed è a sua volta mezzo coperto dal tetto delle case a monte, sicchè la strada non [...]
[...] vede mai il cielo. La luce vi scende obliquamente per il vano che corre fra l'altezza del primo tetto e quella del secondo. Quando piove, l'acqua [...]
[...] schiacciati sotto il peso. Traverso la neve il giorno filtrava nella viuzza con una luce verdognola, fievolissima, una luce da cripta o da acquario. E [...]
[...] ! Avevo da un'ora oltrepassato i tuguri e non potevo levarmela dagli orecchi. Chi ha la mala abitudine di scrivere la notte, conosce certo a prova il [...]
[...] supplizio dei suoni. O 351 versi o prosa, quando egli smette di lavorare e cerca il sonno, sente la cadenza ritmica della strofa o del periodo [...]
[...] di sostanza armonica, che ingombrano la mente e la spossano più che non faccia la cosciente attività del lavoro. Così mi ingombrava il cervello un [...]
[...] di una grande nevicata alpina, non può comprendere l'esaltazione che ne deriva ai sensi ed all'intelletto. Gli scrittori Russi, il Tourguèneff [...]
[...] sopra tutti, raccontano e commentano stupendamente simili errori del cervello. Ma forse l'immacolata e durevole bianchezza e il profondo silenzio [...]
[...] dalle più iperboliche descrizioni, mi parvero sempre tenui e mansuete. Inverno da dilettanti o di parata, che viene per la mostra e che il primo [...]
[...] , traverso i suoi cristalli, nulla traspare della bruna faccia terrestre, il suolo ch'essa ricopre ne ha modificata la struttura; le linee, i [...]
[...] violenti contrasti sorgono ad ogni passo. Quel dolce candore così radioso sotto il sole meridiano, così soavemente rosato al tramonto, se appena [...]
[...] il cielo si appanna o cessano i raggi, diventa subitamente spettrale. Nell'attimo che il sole va sotto, voi passate di scatto dalle più [...]
[...] fulgente gloria del cielo. Ma quella gloria è un'agonia. Il manto gemmato si muta sull'attimo in lenzuolo sepolcrale e nell'aria passa la morte [...]
[...] . Passa senza un sofflo, senza un brivido, nella immobilità rigida delle cose. E allora il cielo, la valle, le montagne, la neve, vi diventano [...]
[...] subitamente nemiche e vi sentite l'anima piccina, vi cadono le forze, vi prende lo sgomento della pochezza umana. Il mare più torbido, i più [...]
[...] 354 grandi sconvolgimenti delle cose c'è un'esuberanza di vita. L'uomo è trascinato a combattere e soccombe lottando, il pericolo determinato [...]
[...] . Qui, che cos'è che vi minaccia? Cercatevi attorno: gli elementi non infuriano e non vi assalgono, stanno inerti in attesa. Il nemico è in voi [...]
[...] , nell'animo vostro sgominato dalla gran morte circostante. Ad ogni passo sentite di affondare nel nulla, vi pare che il mondo vitale vada sempre [...]
[...] . E mille dubbi minacciosi si affacciano ingrossandosi a vicenda. Se si aprisse il suolo, se smottasse il monte, se vi travolgesse la valanga, se [...]
[...] vi assiderasse il freddo, se smarriste la strada, se, se, se, quanti ne può mettere la mente sviata, che fare? dove cercare aiuto? a che [...]
[...] abbrancarsi? per chi urlare nella notte? E allora tutti i pericoli immaginari creano il pericolo reale dello scoramento e vi viene voglia di gettarvi per [...]
[...] morta di ogni cosa. Vi pare che la notte fitta farebbe dileguare quei fantasimi. Come tarda a giungere la piena notte! il sole è sotto da gran [...]
[...] tempo, a quest'ora già al piano è buio pesto, perchè non qui? La piena notte è già venuta, e di più non raffittisce, il cielo è nerissimo, ma [...]
[...] sulla terra albeggia un chiarore di lampada funeraria. Oh! allora come vi assalgono i ricordi domestici e il miraggio delle stagioni ridenti. Allora [...]
[...] dolci notti di primavera? Ricordo che imbruniva quando giunsi in vista di Ronco; il villaggio mi appariva nero e fumante mezzo miglio lontano [...]
[...] il sole fu sotto, appena vidi smorire e allividire quella immensa bianchezza, sentii che non potevo più fare un passo in salita. Mi parve che [...]
[...] valle silenziosa e spettrale. Giunsi a Pont verso le nove di sera, presi tosto una carrozza e non ebbi pace finchè non ebbi veduto da Cuorgnè il [...]
[...] . FLAUBERT MILANO TIPOGRAFIA DEGLI OPERAI (SOC. COOP.) Corso Vittorio Emanuele 12-16 1901 Giorgio rivide il Casone del Terraggio di Porta [...]
[...] Ernesto. Guardando, gli risorgevano gli anni in cui aveva sculacciato per il terriccio con la ragazzaglia del Casone. La penultima tegola del [...]
[...] subito qualche trasformazione. A momenti non riconosceva più Marianna, l'ortolana che occupava il dorso della muraglia scrostata tra l'osteria e [...]
[...] l'entrata dell'edificio. Gli sembrava invecchiata. Era lì che inaffiava il largo della verzura, pigiata tra il mucchio delle cipolle e dei [...]
[...] rapanelli rossi, con il cavo della mano che attingeva al secchio posato sul ventre. Gli anni le avevano calcato uno zinzino le spalle nello stomaco [...]
[...] sottosopra le gonnelle delle donne avariate, la sua mutria era divenuta la conversazione del quartiere. L'oste Gianmaria, il bislongone che aveva [...]
[...] gironzolava intorno con le mani sulla schiena e la stuzzicava a sfogarsi. Sapeva della fuga della sua ragazza. Ma il Casone era pieno di queste [...]
[...] , come una volta, i frizzi audaci che rasentavano la rivelazione. Giovanna, il ventre comune che faceva parlare il vicinato tutto l'anno, entrava e [...]
[...] usciva senza punto slegarle la lingua. Il suo cuore cuoceva di dolore. Adalgisa, nella quale erano condensati i suoi trasporti di donna, se [...]
[...] di schiaffi, perchè era il mestiere che lo esigeva. C'erano le ordinazioni e con le ordinazioni non si scherzava. Finita la mattinata, non si [...]
[...] ricordava più della brutalità che le nasceva in mezzo al lavoro. Le andava vicino e le dava magari dei baci caldi e impetuosi. Il padre era stato una [...]
[...] corpo, carne della sua carne. Il padre era stato un donnaiuolo e un sudicione, ma Adalgisa era stata concepita in un momento in cui l'uomo le [...]
[...] aveva dato con il succo della giovinezza la virginità dei baci. Non c'è che un periodo breve della vita in cui l'amante sia veramente sincero. E [...]
[...] questo breve periodo essa se l'era goduto fino all'ultimo secondo. Il resto non le apparteneva. Riandando le giornate del suo godimento materno [...]
[...] orecchie cicatrizzato dai geloni degli inverni crudeli, con il naso lungo che puntava verso terra, coi peli del colore del sale grosso che gli [...]
[...] giravano sotto il mento e gli davano l'aria di lupo di mare. Gli usci degli inquilini non avevano segreti per lui. Egli sapeva dove c'erano gli [...]
[...] l'entrata al bisogno e dove di notte non si rincasava che saltuariamente. Parlando con Paolino, il chiavaiuolo che leggeva il Secolo e che [...]
[...] s'ostinava a credere che il progresso di quarant'anni aveva alterato anche le abitudini del portone del Terraggio, egli s'arrabbiava e numerava gli usci [...]
[...] negra, frustandosi la pelle per mettere da parte i risparmi, ma non ha mai abbandonato il suo porcile. Cuoce sul pattume della sua stanza con la [...]
[...] stracci, con la sua immondizia, senza mai sentire il bisogno di dire all'imbianchino di rischiararle le pareti. I suoi guadagni sono in fondo al [...]
[...] pagliericcio incrostato di melma. Mangia come una volta quando era una pitoccona che assecchiva nella miseria. Si pulisce il naso col dorso [...]
[...] infracidito della mano, e perde dappertutto la puzza del suo tafanario immerdato. Il chiavaiuolo si lasciava spuntare il risolino e limava col colpo [...]
[...] lungo come chi sa di essere a tu per tu col testardo. Parlare di tovagliolo dove si mangia pane e coltello era imitare il medico di Santa Corona [...]
[...] si potevano dire il privilegio di tre o quattro famiglie. La pelle dei loro piedi era un cuoio che resisteva ai chiodi vecchi e arrugginiti [...]
[...] . Adesso non ci sono più piedi nudi, tranne quelli della minutaglia tribolata. — Credi tu che sia stato il progresso che abbia insegnato loro a [...]
[...] mio padre. Accendo gli zolfanelli sul muro, vado per la strada in maniche di camicia, e mi metto in bocca il fondo sugoso della mia pipa come un [...]
[...] mutava, nessuno si sentiva infastidito dai pidocchi grossi come il riso. Ora le sue braccia non bastano più. Essa manda al lavatoio cinque o sei [...]
[...] donne e non riesce sempre in fine di settimana a dare a tutti un po' di biancheria pulita. Il bucato costa e, quando la gente lo paga, vuol dire che [...]
[...] di progresso ce n'è stato. Chi sacrifica il grappino, o qualche cosa di più necessario, per la pulizia del corpo, si è elevato. Martino dondolava [...]
[...] . Bastava guardarsi a torno. A quattro passi da loro, rasente il muro, sotto la ringhiera, dove di solito asciugavano le lenzuola sulla corda, si [...]
[...] , per diobacco! Alla domenica viene giù una frotta di donne che si scambiano il servigio di pettinarsi e di cercarsi tra i capelli i trottapiani [...]
[...] Rosa è il gusto di quasi tutte le nostre donne. Paolino, con la sua flemma e la sua lima che andava avanti e indietro sulla chiave chiusa nella [...]
[...] violenta, come per soffocare la voce di chi lo insultava. Il suo ragionamento era che i suoi genitori gli avevano dato un mestiere. Da [...]
[...] trent'anni egli maneggiava allo stesso posto la pialla del padre e come il padre inchiodava casse da morto per l'appaltatore. Non c'era anima viva che lo [...]
[...] pigione in tempo, perchè questo era il primo dovere dell'operaio onesto. Ma nè lui, nè i suoi di casa avevano mai potuto darsi il lusso di una [...]
[...] , il progresso non può essere progresso. Paolino se la cavava con delle spallate. A parlare con gli ignoranti non c'era sugo. Anche un orbo poteva [...]
[...] vedere il perchè questo inchiodatore di casse da morto non riusciva a saldare le partite domestiche. Perchè era un senza testa che prolificava [...]
[...] colle bestie, io! Giorgio era il figlio del padrone di casa. Egli era in giro col lutto al braccio a farsi riconoscere. Non aveva che [...]
[...] ereditato il ticchio della palpitazione delle palpebre ogni volta gli si parlava d'interessi. Del padre non aveva che la tendenza al pancione e [...]
[...] la tenacità nel far denari. Il padre era spalluto, capelluto, con il faccione schiacciato e inondato di salute e con le pupille vivide [...]
[...] circondate di macchioline luminose. Era un uomo alla buona che ciarlava con il cuore in mano e che non nascondeva ad alcuno la sua origine. Figlio di un [...]
[...] viaggio verso il dazio. La mattina delle pesche egli si era seduto nella bottega in Verziere come un dittatore. O morire sotto di lui o rimanere [...]
[...] "vivere e lasciar vivere". L'esasperazione degli altri lo aveva fatto passare per un assassino del mestiere. La Gigiona, che aveva il negozio vicino [...]
[...] al suo, s'era levata in piedi come una vipera e gli era andata coi pugni sul naso a dirgli che non era la maniera di mettere il coltello alla gola [...]
[...] della gente che non gli aveva fatto nulla di male. Con le mani nel tascone in mezzo al grembiale azzurro, giurava che se il suo uomo non fosse [...]
[...] quando non ce n'erano si aveva il diritto di farsi giustizia con le cinque dita della mano. Negli spacci all'ingrosso, lungo le due linee parallele [...]
[...] prigione. Lo si diceva, nè più nè meno, che il boia dei fruttivendoli. Gli si mandavano tutte le maledizioni e gli si auguravano morti crudeli. Agli [...]
[...] altri che comperavano dai grossisti, il colpo napoleonico aveva fatto buona impressione. Godevano di vedere umiliata la superbia di quella manata [...]
[...] sulla faccia delle ingiurie atroci se appena qualcuno si arrischiava a mettere le mani nel fogliame secco per adocchiare il primo "corso" e [...]
[...] , detto il "Molle" per quella sua cascaggine di stare in piedi. Ma dico e dirò sempre che un uomo come lui era necessario. Ci voleva, parola d'onore, ci [...]
[...] a male, ne faceva fare la cernita e il cambio della fracida. — È giusto, diceva, che chi compera non debba essere imbrogliato da chi vende [...]
[...] combinato l'interesse del fruttivendolo con quello del negoziante. Perché il suo ideale era quello di ridurre i suoi guadagni a dei centesimi [...]
[...] . Guadagnare poco e vendere molto. Ecco dove tendeva Pasquale. Il quantitativo doveva rappresentare la sua ricchezza. E vinse. Con la sua fortuna [...]
[...] venuta su a vista d'occhio, il Verziere gli si era prostrato e aveva finito per abituarsi a pensare col cervello di Pasquale Introzzi. Egli aveva [...]
[...] compiuto una vera rivoluzione. Con lui il commercio della frutta si era esteso eliminando gli inadatti e si era assodato sulla base della concorrenza [...]
[...] conoscevano che l'invidia. Ma era convinto che quella era la strada e che un giorno o l'altro il Verziere sarebbe stato dominato da un gruppo di [...]
[...] negozianti uniti si elevano, perdono la qualità rapace, s'accorgono che il denaro dei compratori ha dei diritti ed innalzano la classe alla rettitudine [...]
[...] professionale. Se campo! si diceva egli sovente battendosi la fronte. Ma come tutti i pionieri di un ideale, egli è morto senza vedere il [...]
[...] s'era mai veduto tanto lusso e tanto cordoglio, come il 20 settembre 1867. Il convoglio, preceduto dalla croce in alto, e da una filata di preti [...]
[...] la punta delle scarpe degli uni sui calcagni degli altri. Per un'ora il Verziere rimase una fiera di parapioggia sotto l'acquazzone che [...]
[...] finestre ed i balconi erano gremiti di fruttivendole che piangevano, commosse dalla musica che rompeva loro il cuore. La monotonia della marcia [...]
[...] funebre faceva nascere il singhiozzo da un capo all'altro della processione. Alla nota patetica, se non avessero avuto vergogna, si sarebbero [...]
[...] messi tutti a piangere. La Gigiona, lassù, tra la folla del balcone a ventre, sopra il tabaccaio Saporiti, si teneva il fazzoletto alla bocca per [...]
[...] . — Povero Pasquale! In mezzo alla processione il singhiozzo era più forte. Si vedevano gli uomini maturi che si asciugavano il faccione e si stringevano [...]
[...] le mani come per implorare il perdono del Signore. Era una verità sacrosanta che uno alla volta si doveva andare al cimitero, ma nessuno voleva [...]
[...] l'inferriata che lascia andare gli occhi sui teschi, biascicando preci in suffragio dei defunti. Agostino, detto il "Molle", leggicchiava il drappellone al [...]
[...] tenersi il ventre. Il "marito virtuoso" gli aveva aperto il rubinetto e non poteva che ridere. Gli altri lo credevano ubbriaco. — Vergogna [...]
[...] proprietario. Il suo amministratore, Tommaso Ghiringhelli, un uomo fatto che conosceva gli interessi degli Introzzi assai meglio degli eredi, lo [...]
[...] . Bisogna contentarsi di blindarle dove il pericolo è maggiore e di imbiancarle ogni tre o quattro anni per nascondere le magagne che indispongono gli [...]
[...] inquilini. Sono case alle quali non bisogna pensare che per la demolizione — una cosa sconsigliabile fino a quando producono. Anche il signor [...]
[...] . — Tirate innanzi come faccio io, e verrà il giorno che rifaremo tutto dalla base al tetto. Provatevi, signor Giorgio, a concedere a uno il muratore e [...]
[...] all'altro l'imbianchino, e vedrete che tutto il vicinato avrà bisogno di imbiancare la stanza, di tappare i buchi o di mettere a posto qualche [...]
[...] onorava la memoria del padre. Ma Ghiringhelli era uomo di cifre e l'uomo di cifre non poteva occuparsi del cuore. Il rappresentante di una savia [...]
[...] noterelle alla mano, diceva al signor Giorgio che c'erano alcune passività che toglievano anche l'idea di un indulto. Il num. 38 del terzo piano [...]
[...] pittore vi si era tolta la vita invece di sloggiare o pagare l'affitto. — Vedete come fanno gli spiantati: si ammazzano piuttosto che fare il loro [...]
[...] dovere. Se ne vanno e lasciano gli altri negli impicci. Il signor Pasquale fu tanto disgustato dagli artisti che non ne volle più sapere [...]
[...] e buttata sul focolare spento. I calzoni e il giacchettone sporchi e pezzati erano in terra vicino alle pezze dei piedi marce e alle scarpe [...]
[...] maledizione della povera gente. Tognazzo, dopo essere stato il modello degli inquilini per tanti anni, dopo avere avuto la stanza piena di mobilia, si era [...]
[...] impietosire, diceva rivolto a Giorgio, le loro disgrazie diventeranno le vostre. Lo prese per il pugno e lo scosse con qualche violenza [...]
[...] dormire. Tanto e tanto all'affitto non c'era da pensare. Ma Ghiringhelli che voleva comunicargli lo sfratto, gli riprese il pugno tirandolo verso [...]
[...] possiamo tirare la croce, disse l'amministratore degli Introzzi. Giorgio e Ghiringhelli ripresero il loro giro e Margherita, la 27, dimenticando [...]
[...] le villanie dell'ultima volta, passò il gradino sul quale aveva giurato di non mettere più piede, e adagio adagio, colla schiena alla parete [...]
[...] nel cortilone a pettinarsi. — Che c'è? Che cosa c'è? Le si pigiarono intorno come sbigottite esse stesse di trovarsi dinanzi il 28 lungo e disteso [...]
[...] sentirsi gelare il sangue. Provava dei tremori alle gambe. L'opinione di tutte era che il povero Tognazzo doveva essere crepato come un cane [...]
[...] visto. Le più vecchie si facevano il segno della croce e dicevano che doveva essere stregato se non poteva tener chiusi gli occhi. Qualcuna voleva [...]
[...] dieci. Il gioco del lotto era diventato birbone e ormai col nuovo governo non guadagnavano più che i signori. Un tempo, quando c'erano gli austriaci [...]
[...] portavano loro i numeri. Sul Tognazzo non c'era dubbio. Egli era un morto che poteva rovinare il lotto. C'erano semplicemente dei numeri che bisognava [...]
[...] buttar via e il guaio era che si potevano buttar via proprio quelli che potevano venire. Il libro dei sogni parlava chiaro. Morte, senza alcuno di [...]
[...] notte, 50; occhi spalancati 22. — Il 22 è venuto la settimana scorsa, disse Luigia. — Va bene, ma può venire anche stavolta. C'è nella ruota [...]
[...] , cadavere 61, numero della stanza 28, non ammogliato 10, capelli castani 27. Ci sono degli ambi e dei terni per tutto il vicinato. Margherita si [...]
[...] sceglieva i più buoni. Il fuoco spento perchè rappresentava la desolazione, il cadavere perchè era tutto l'uomo e gli occhi spalancati perchè non [...]
[...] perdevano mai. — Io giuoco 3, 22 e 61. Giovanna metteva al posto del fuoco spento il 55, la miseria. Il fuoco poteva essere spento anche perchè [...]
[...] non aveva voluto accenderlo. Ma la miseria era lì bella e buona che nessuno poteva negare. Anche la Luigia era di questo parere. Il fuoco era spento [...]
[...] fecero il giro delle ringhiere. Giorgio era più equilibrato del suo ragioniere. Con la stampa che cacciava il naso dappertutto, anche negli [...]
[...] capitare una disgrazia al medico o a uno della Congregazione di carità e il nome degli Introzzi andare in pubblico come quello di quei padroni di [...]
[...] casa che hanno per ideale la proprietà senza doveri. Lui amava il denaro come suo padre, forse più di suo padre, ma ci teneva a non essere inumano [...]
[...] di casa. Tanto più vedeva il suo edificio in rovina, quanto più il suo pensiero si rovesciava su tutto quell'ammasso di stanze malfatte, mal messe [...]
[...] , arieggiate, con le latrine inodore, con le pompe a ogni piano, con gli acquai in ogni abitazione, con il lavatoio comune a tettoia e con la buca delle [...]
[...] pensieri filantropici venivano stroncati dalla scena che si svolgeva un po' dappertutto, lungo le ringhiere di ogni blocco. Il marito, con gli [...]
[...] . Non si era mai visto uno sporcaccione come lui che dava più botte alla madre dei suoi figliuoli che bocconi di pane. Se fosse stato il loro uomo [...]
[...] violenza, si ravviava i capelli, si asciugava gli occhi con la punta del grembiale e accarezzava i bimbi che piangevano intorno alle sue gambe. Il [...]
[...] calzolaio incanagliva piangendo. Si toglieva il grembiale a petto e lo sbatteva sul desco dei ferri dicendo che la sua era una vita da cane. Un [...]
[...] quando voleva, in santa pace, senza essere tormentato da quella vipera che gli toglieva il fiato. Non era possibile che la durasse con una [...]
[...] singhiozzando e contando gli spiccioli che aveva nel taschino del panciotto stracciato. La Pina, finito di piangere, continuava ad accarezzare il bimbo [...]
[...] che si era presa in braccio e a dire alle donne che avevano voluto difenderla di occuparsi delle loro case che n'avevano tanto bisogno. Il suo [...]
[...] . — Sporcaccione sarete voi, pettegole! Ghiringhelli non aveva smesso di leggere le note. Non era il primo marito bestiale che vedeva. Le famiglie di [...]
[...] . La rassegnazione della povera donna che soffocava il crepacuore nella faccia del piccino, meritava almeno un po' di tregua. Ghiringhelli alzò il [...]
[...] sul pavimento abbracciati dalla collera alcoolizzata. Il suo mestiere era di curare gl'interessi dei suoi amministrati. Se avesse dato loro ascolto [...]
[...] , li avrebbe mandati al fallimento più di una volta. Anche Pasquale, ridendo, gli diceva sovente che aveva il pelo sullo stomaco. Ma poi conveniva [...]
[...] piccoli perdoni che giovano solo a far perdere completamente al popolo il senso della responsabilità individuale. Ora si trattava di un caso più [...]
[...] difficile. C'era la 49 che occupava due stanze da parecchi anni e che da parecchi anni pagava regolarmente. Alla scadenza il padre di Giorgio [...]
[...] diceva al ragioniere: Ghiringhelli, registri il semestre della 49, al primo piano del blocco A, che mi ha mandato i denari. — Va bene, gli rispondeva [...]
[...] lui con qualche colpo di tosse che traduceva il dubbio e non se ne parlava più per altri sei mesi. Dalla morte di Pasquale era diventata una [...]
[...] scapaccioni e i patimenti. A dieci anni correva per il cortile a piedi nudi e svegliava negli uomini che la vedevano il desiderio acre di [...]
[...] disseminati per le spalle, con il seno nudo che pareva un nido di piaceri, perdeva dovunque il sentore della vergine che ha già scaldata la carne [...]
[...] di fumo, quando il fuoco era acceso. Si lasciava ingravidire senza pensarci, con la stessa spensieratezza di tutto ciò che faceva. Il primo abbraccio [...]
[...] lasciò sdraiare nel pomeriggio di una domenica soleggiata, in un prato rasente il viale del Sempione, dal figlio di un facchino che le aveva [...]
[...] . Piegava, perdeva la conoscenza, non era più padrona di sè. Fu di molti senza mai essere di alcuno. Il suo gusto era di slacciarsi dagli [...]
[...] . Essa scompariva per qualche settimana e ricompariva a riassumere il servizio di lavandaia che lavora per proprio conto come se nulla fosse [...]
[...] avvenuto. Usciva dagli strazi materni ammantata di un pallore che illeggiadriva la grandiosità delle sue forme sempre in fiore. Pasquale, il padrone [...]
[...] . Certe volte che la vedeva con le sue cosce di donna fatta e con il largo della sua carne sana e rosea, si sentiva preso da una voglia birichina di [...]
[...] dove mancava il padre. Con gli anni questa bellezza selvaggia aveva finito per dargli dei capogiri e per incendiargli i sensi. In Verziere, seduto [...]
[...] , proprio, perchè era della ingratitudine nera. Sovente, quando era da lei, apriva il partafoglio gonfio di biglietti di banca e le diceva [...]
[...] pagarle. — Non sono di quelle, io, sai! Allora Pasquale le faceva passare la sua mano enorme per il dorso come un solletico e le diceva che era una [...]
[...] cosa. I miei figli ne hanno anche troppo. Ho incominciato anch'io a guadagnarmi il pane con la carriuola del fruttivendolo. Se non ne hanno [...]
[...] abbastanza facciano come il padre: lavorino. Io voglio che tu non abbia più bisogno di romperti le braccia come fai oggi, e che tu possa conservarti [...]
[...] conveniva parlare. Ma quando registrava il semestre della 49 gli veniva una voglia pazza di aggiungervi tre!!! Non era possibile credere che il suo [...]
[...] bocca aperta. Non le pareva vero che Pasquale, quantunque vigoroso e in gamba, avesse potuto avere il cuore di un tocco di ragazza di quella [...]
[...] continuare le tradizioni paterne, migliorandole dove erano deficienti. Secondo il suo debole parere sarebbe stato necessaria una stufa nell'angolo per [...]
[...] del signor Pasquale, buon'anima. Il brav'uomo non se ne poteva dar pace. Diceva che la colpa era sua e che toccava al padrone trascurato di [...]
[...] riparare al malfatto. — Mi mandava il suo medico e alla sera stava qui a farmi compagnia, seduto nella poltrona rossa che vedono là in fondo. Era un [...]
[...] cuore d'oro, il signor Pasquale. Figlio e amministratore si piegavano con la faccia illuminata dalla compiacenza. Al sabato il Casone si [...]
[...] polenta nei fazzoletti colorati che non avevano mangiate al lavoro. Il Cortilone era cosparso di capannelli di operai in maniche di camicia, di [...]
[...] dell'aumento del pane, come di una birbonata del sindaco. Se la andava avanti di questo passo, diceva il 61 del quarto piano, blocco B, si poteva [...]
[...] finire per fare il ladro. C'era il figlio della 74, della sesta ringhiera, il quale passava nove mesi dell'anno in prigione, e stava meglio di loro [...]
[...] fuori a frustarsi le ossa. Un poveraccio di fabbro con una e ottanta al giorno doveva nutrire sei persone; col pane a quaranta centesimi il chilo [...]
[...] , non aveva altra alternativa che patire la fame o fare dei debiti. Il 39, della seconda ringhiera del blocco A, conveniva anche lui che non si [...]
[...] testa. Era però certo che prima di loro non si andava tanto a cercare il pelo nell'uovo. Per conto suo..... — Cacone! Tutti si erano voltati [...]
[...] staccava un giovine alto, forte, in giacca di velluto oliva chiaro, con cravatta nera giù per la camicia di cotone azzurro, con il cappello floscio [...]
[...] dall'ala rotonda, che pipava nella radica che gli sbatteva l'acceso sulla faccia. — Cacone! Luigione voleva buttarglisi addosso e mangiargli via il [...]
[...] naso. Era un pezzo che gli prudevano le mani e che aveva voglia di sfogarsi con uno di codesti arruffapopoli che mettevano sottosopra il Cortilone [...]
[...] . Lui era lì che lo aspettava. Solamente domandava il permesso alla compagnia di cavarsi la giacca per sentirsi più libero. Ma gli altri si [...]
[...] dovuti ammazzare tutti coloro che la pensavano diversamente, là là, si avrebbe dovuto lavorare di coltello tutto il giorno. Con un po' di calma si [...]
[...] sarebbe veduto che tutti e due erano d'accordo. — Coi rivoluzionarii, mai! — Coi caconi, mai! Con il sole che affondava dietro la brace del cielo [...]
[...] le gambe e di padri che masticavano l'ultimo boccone e calcavano il tabacco nel gessino che annerivano con compiacenza. Le aristocratiche del [...]
[...] fianchi e con una audacia che faceva arrossire più di una compagna. Per lei il dizionario non aveva parole proibite. Quando vedeva la 84 del [...]
[...] Lanzone. Le sorelle Bigliani, che vestivano della stessa stoffa e dello stesso colore e che l'una non cambiava mai il fazzolettino da naso senza [...]
[...] , quello che mangiava l'una mangiava anche l'altra, il desiderio della Proserpina era il desiderio di Elvira e sovente salivano le scale a braccetto [...]
[...] . L'Annunciata era il cavallo di battaglia della lingua della stiratrice. La inchiodava alla croce della vergogna con dei sottovoci che facevano il [...]
[...] suoi denti erano falsi. Non capiva come gli uomini potessero essere tanto imbecilli da perdere il tempo con una senza cuore che dimenticava i figli [...]
[...] avere udito il tonfo dell'occhio sbattutto violentemente nell'acqua. Quantunque nessuna avesse simpatia per una donnaccia che si faceva rompere i [...]
[...] capelli per vedere meglio. Ripresero il combattimento come due lottatrici decise a lasciarvi la vita. L'una abbracciata all'altra in una stretta [...]
[...] amiche e, col dito puntato verso il portone d'uscita, additava loro la Gigia che dava il braccio all'Annibale che l'aspettava. — Il ludro di [...]
[...] tutte le donne insaziabili. — Vedete che ora si adatta anche coi borghesi! La sera era afosa, il cielo aveva ai margini delle strisce che parevano il [...]
[...] . Il vecchio tintore, dalle mani piene di crene azzurrate, raccontava al pubblico del quarto piano del blocco A, che questo non era ancora nulla [...]
[...] . Con il caldo del '55, l'anno famoso della cometa con la coda di fuoco, i poveri cadevano per le vie come estenuati da una pestilenza e i signori [...]
[...] . Qualcuno si sentiva venir meno, si faceva vento col fazzoletto e diceva che si moriva. Antonio, il figlio della povera vecchia del 65 che andava [...]
[...] donna incinta intorno a queste disgrazie. Il tintore gli teneva le mani per impedirgli di menare pugni alla cieca. — Portate dell'acqua con uno [...]
[...] che il Signore se lo tirasse in cielo. Tenetegli giù le gambe e voi, Peppino, buttatevi attraverso il suo stomaco. Anche suo padre, buon'anima [...]
[...] il popolo, bestione, perde. Si continua a giocare gli stessi numeri per dei mesi e si è obbligati a cambiarli dalla disperazione. La Giovanna, la [...]
[...] aveva riveduto Tognazzo disteso sul letto, con la faccia scarna e gli occhi striati. Era un avviso che il povero morto le dava di non dimenticarli [...]
[...] nell'ombra, con le loro teste che sparivano e ricomparivano, sembravano una moltitudine di paesani in tumulto. Giuliano, il giovine forte, in giacca di [...]
[...] sragionava come il Luigione, l'operaio cacone che sparlava dell'operaio. Gli faceva male di sentire a buttar giù una classe che lavorava tanto [...]
[...] via a piè pari il periodo scolastico. Correvano a bottega quando gli altri fanciulli andavano a scuola. Se non ci fosse di mezzo la miseria, si [...]
[...] veduto una società un po' diversa da quella in cui viveva. Non gli pareva giusto che si dovesse faticare tutto il giorno per stentare la vita come [...]
[...] i pitocchi che facevano nulla. I senzacasa gli rimescolavano il sangue. Diceva che era inumano di lasciarli a torno per le strade in quella [...]
[...] quando hanno perduto tutto durante il viaggio. Una volta, che il suo amico Stefano si era lasciato uncinare il braccio nelle ruote della macchina [...]
[...] , pianse come un ragazzo. Era uno dei migliori lavoranti e un uomo a cui tutti volevano del bene. Gli sanguinava il cuore di vedere un povero padre [...]
[...] doveva stare attento, ma la responsabilità dei disastri non poteva essere tutta sua. Il grido venuto giù dalla scala C decompose l'assemblea che si [...]
[...] deliziava a sentire un giovine che parlava con una semplicità che innamorava. Era il solito Giovanni che si era ubbriacato. Al sabato non andava a [...]
[...] piede nella stanza, dava della porca alla moglie e della vaianella alla figlia — due mangiapani che lui era stufo di vedersi in casa. Il giorno che [...]
[...] gli era venuto in mente di sposarla, doveva rompersi una gamba tre volte. Il suo dovere l'aveva fatto. La madre aveva 39 anni e la figlia 20, e [...]
[...] ha ricevuto il primo colpo sulla testa. — Non ci sto più in questa casa! Casa del demonio, casa d'inferno! diceva annodandosi al collo il [...]
[...] la gente non avrebbe mancato di sparlare e di dar ragione a chi non ne aveva. — Facciano! dicano! rispondeva lei, accomodandosi il cappello di [...]
[...] il padre della sua morosa era di sopra a fare il prepotente, entrò nella stanza con la faccia spaurita. Era un tocco di vergogna che un uomo di 40 [...]
[...] occhi rossi, non ci sarebbero di queste disgrazie. Dabasso il cortile e il cortilone si erano spopolati. Non c'erano più che poche persone sparse [...]
[...] mano in mano. Virginia, la figlia di Giovanna, la 32, era al suo posto di tutte le sere nell'inquadratura esterna del lavorerio di Luraschi, il [...]
[...] fabbricatore di casse da morto, con la bocca sulla bocca di Angelino, il figlio della Pina, la moglie del calzolaio manaccione, che se la [...]
[...] sporca e si tiravano l'uno su l'altra come matrimoniati. Peppina, la locandaia, quando usciva a votare il baslotto dell'acqua dei piatti, non poteva [...]
[...] lungo che ricordava il cavallo. I rari capelli grigi, bipartiti per le pareti craniche, le spandevano per la testa un po' della beghina e gli [...]
[...] , morto dopo la cacciata dei tedeschi. Peppina, a furia di risparmi e di buona amministrazione, era riuscita a compiere il sogno del genitore, che [...]
[...] avevano fame, metteva sul tavolo una scodella nera, colma di minestra, col cucchiaio di latta attraverso e diceva di mangiare senza cerimonie. Fu il [...]
[...] ad una donna più giovine di Peppina. Le informazioni che le aveva dato il delegato, al quale aveva comunicata la sua idea di sposarlo, erano di [...]
[...] condanne senza che ci fosse mai un delitto. Il primo momento fu perchè era senza domicilio e non aveva mezzi di sussistenza, il secondo perchè [...]
[...] venne trovato attorno senza lavoro, il terzo per vagabondaggio e il quarto perchè colto di notte in un atteggiamento sospetto. Dopo la prima [...]
[...] condanna si è continuato a considerarlo pericoloso e a ricondannarlo come vagabondo recidivo fino al giorno in cui il magistrato si credette in [...]
[...] . Passavano via e gli auguravano la buona sera o il buon giorno, magari con l'aggiunta dello state bene, Andrea. L'azienda, a poco a poco, se l'era fatta [...]
[...] che si era messo a pulirli, scintillavano come cristalli e il rame della cucina ricordava la vigilia di Natale, quando le donne preparano tutto che [...]
[...] pare uno specchio. Le stanze avevano i catini di stagno che luccicavano e i pitali, sotto il letto, non avevano più il fondo incrostato di [...]
[...] stanchezza, dava un bacione alla moglie, prendeva una scranna liscata e andava col virginia in bocca a sedere tra l'entrata ed il cortile, dove godeva [...]
[...] un piattone di frittura, si misero a dargli del lasagnone e a dirgli che non doveva far tanto il superbioso perchè lo conoscevano bene. — Quei [...]
[...] . — Per lasciarvi sola col vostro mantenuto! Venga qui lui a mandarci via! Andrea si sentiva il sangue alla testa. Erano loro che provocavano e che [...]
[...] andavano proprio a prenderlo per i capelli. Armato di un randello che teneva dietro il banco per precauzione, andò loro a intimare l'uscita [...]
[...] . — Uscite tutti o vi faccio uscir io a randellate! Il più giovane degli accattabrighe prese il bicchiere, buttò il vino in faccia a Andrea e con la [...]
[...] poteva spaccare il braccio in due. Intanto Peppina era nel cortilone che gridava: soccorso! aiuto! ammazzano mio marito! La lotta fra i tre si [...]
[...] che faceva di tutto per mangiargli via l'orecchio o strapparglielo. Il secondo, bassotto, con una grinta che metteva freddo, snodato come un [...]
[...] saltimbanco, gli aveva fatto cadere il bastone con un pugno alla nuca che pareva di piombo. La voce di Peppina aveva radunato quattro o cinque [...]
[...] sangue da tutte le parti, stordito dai colpi che lo malconciavano, con un sforzo supremo afferrò il coltellaccio sul tavolo, e, come uomo che non [...]
[...] in cui gli altri due erano in terra e Andrea, inorridito, si guardava le mani imbrattate di sangue con uno scoppio di pianto. Il cielo si [...]
[...] sommersi nell'ombra intetravano il silenzio del Terraggio. Dal marciapiede lontano del corso Magenta si sentivano le strimpellature gaudiose della [...]
[...] chitarra di Gaetanino che veniva a casa con Alfredo, il violinista, e con lo Strambo, il quale completava la compagnia dei tre suonatori ambulanti con [...]
[...] la pizzicatura della mandola che straziava il cuore delle ragazze. Quando arrivavano loro nei cortili dei quartieri popolari, era una festa. I [...]
[...] squisito. Il canto e la musica trascinavano la moltitudine a partecipare con le ondulazioni del corpo e con il susurro alle espressioni appassionate [...]
[...] stesso, faceva uscire il codazzo de' patimenti femminili. Parevano ondate di lamenti, gemiti di amore traditi, lacrime di giovani dimenticate [...]
[...] , irruzioni di dolori sentiti, ambasce che disfacevano come aliti supremi di amanti sfortunati. Lo Strambo, con il viso paffutello, con gli occhi [...]
[...] che era proprio un peccato che un artista come lui non avesse le gambe come gli altri. Nelle settimane in cui avevano fatto il giro degli [...]
[...] edifici popolari, esulavano per i grandi cascinali milanesi, ove venivano accolti come membri della famiglia ritornati da un viaggio. Le paesane, con il [...]
[...] seno nel busto colorato e le maniche della camicia orlate di azzurro che lambivano loro il gomito, uscivano dalle stalle con le larghe scodelle di [...]
[...] latte appena munto, mentre le reggiore offrivano agli ospiti una tafferia di pane giallo fresco di tre giorni. Gaetanino, il più vecchio dei soci [...]
[...] del burlesco anche nelle narrazioni lacrimevoli. Più di una volta tutto il cascinale si teneva la pancia in mano e gridava: basta! o ci farete morire [...]
[...] torcere delle risa, raccontava loro panzane condite di lepidezze che tramutavano la stalla in un teatrino dialettale. Il suo naso soffiava come una [...]
[...] sera diventava silenzioso, non fumava mai meno di tre virginia e qualche volta gli prendeva il ticchio di offrire un bicchiere di quel buono agli [...]
[...] amici che entravano. Gli andava a genio di far sapere alla gente la loro indipendenza e il loro benessere. Alfredo, trascinato al sentimentalismo [...]
[...] zizzania e si finisce per prendersi a coltellate. Tutto il Terraggio ne era un esempio. Non vi si trovava una famiglia che non finisse la [...]
[...] voleva domandargli se gli occorreva qualche cosa. — Andate all'inferno! le rispose. Il vicinato scioglieva il problema che univa i tre suonatori [...]
[...] ambulanti con delle turpitudini. Di orecchio in orecchio si riempiva il casone di dicerie che sbalordivano e disgustavano. — Ecco il perchè [...]
[...] odiano l'altro sesso! — Odiano le donne perchè si amano tra loro. Sono degli uomini schifosi che il padrone di casa dovrebbe cacciar via a pedate. Non [...]
[...] . — Sporcaccioni! La donna invece aveva incominciato il suo lavoro di decomposizione. Alfredo da un po' di tempo non aveva più la bonarietà e la [...]
[...] po' più di mestizia nelle sue canzoni, ma evitava il loro contatto più che poteva. Uscendo da un portone per passare in un altro, preferiva [...]
[...] l'avevano a male di vederlo imbronciato dalla mattina alla sera. Gaetanino si studiava di cavargli il segreto per consolarlo. Ma Alfredo si [...]
[...] dirgli che stasera bisognava festeggiare l'avvenimento con un pranzetto che avrebbe ordinato lui al Gianmaria. — Voglio che mangiamo il risotto coi [...]
[...] funghi, stasera! Alfredo si sforzava e rideva delle loro risate senza divenire allegro. Strambo intuiva che il suo male era un male [...]
[...] l'ultimo dei paltonieri! Le donne, puah! Era così. Dopo il pranzo ridiveniva pensoso, e di notte, alla chetichella, mentre gli altri russavano [...]
[...] gli increspava il sangue e lo metteva davanti al corpo della donna nuda con le braccia avviticchiate a un uomo che le suggeva i baci. Nell'attimo [...]
[...] raso. Nella tempesta, impallidiva con le labbra tremanti e si disfaceva il sogno con dei trasporti tragici che gli davano l'oppressione lunga di [...]
[...] diceva che il suo era un brutto sogno. Che aveva lui di comune con l'Annunciata? L'Annunciata era libera, padrona di sè. Non gli aveva mai dato altro [...]
[...] l'aria gelata gli portava via le orecchie e gli intirizziva il naso. Andava via lemme lemme, con le mani nelle saccocce del soprabito, senza [...]
[...] accorgersi che le falde gli si calcavano l'una sull'altra e lo seppellivano. Ai piedi del gradino si scosse il materiale bianco di dosso, percuotendo [...]
[...] il pilastro più volte col cappello e risvegliando il vecchio Siliprandi che si era scelto per domicilio lo spazio a fianco della scala dal giorno [...]
[...] . Siliprandi, con delle frasi incoerenti, si raggomitolava sempre più sotto il marsinone stracciato e si rimetteva a russare. Alfredo, che lo aveva veduto [...]
[...] scendere lentamente negli squallori della vecchiaia che va di porta in porta a mendicare un boccone di pane, lo riprese per il braccio e con uno [...]
[...] Peppina. E gli diede una manata di soldi. — Buonasera. — Buonasera. Salì il piano, passò sulla ringhiera affondando nella candidezza fino al [...]
[...] frignona e lasciava che sul suo corpo passasse il quartiere. Pasquale, il padrone di casa, le aveva frustato il letto e Giorgio, più brutto del [...]
[...] fatta crepare d'invidia. Le sarebbe passato sotto il naso, a braccio dell'Adalgisa, la figlia dell'ortolana, bella, forse più bella di Annunciata [...]
[...] scarlatta, con il galone alla schiena, con dei modi da grande signora. Salutava i vicini cogli inchini, andava a spasso calzandosi dei guanti a [...]
[...] testa come rintocchi d'agonia. Il miagolamento dei gatti per i tetti gli andava per le orecchie come una confusione di voci umane che lo [...]
[...] , riprendeva il suo posto appesa al suo collo, pelle contro pelle, con la bocca sulla bocca, a suggergli dolcemente l'anima. Allora si brutalizzava [...]
[...] da sè, stiracchiandosi e rivolgendosi boccone, come per ritrovare il coraggio di levarsela dal letto. Inutile! La perfida gli si riadagiava lungo il [...]
[...] corpo, carne contro carne, con la mano che gli remigava per lo stomaco e l'alito che gli andava per la guancia come una fiammata. Il letto era [...]
[...] , contro lo stesso uscio, incurante delle falde che il vento gli sbatteva sulla faccia come tanti schiaffi. Coi piedi nel soffice gelato e gli occhi [...]
[...] esasperavano fino alla collera. Ciò che stava facendo era semplicemente umano. L'amava, l'amava, l'amava! Il sangue gli andava al cervello come [...]
[...] un'eruzione di fuoco. Non sentiva più che il bisogno di finirla con questa donna che lo inseguiva dovunque come una persecuzione. Agitato, coi [...]
[...] pensieri che sovraneggiavano i tremiti, con la schiena addossata all'uscio e coi piedi puntati alla ringhiera, si diceva che il suo strazio era [...]
[...] durato anche troppo. E nell'incoscienza della sua forza sentiva il catenaccio della serratura che si piegava lentamente e l'uscio che si apriva [...]
[...] febbricitanti che palpeggiavano le coltri, uscì dagli ardori che lo bruciavano con il balbettamento della febbre fredda. Il letto era vuoto, le [...]
[...] brunastra, con gli occhi che lampeggiavano e la boccuccia che si apriva ammantata di rosso acceso. Nei mesi d'assenza aveva imparato il coccottismo di [...]
[...] gettato il lusso dalla finestra per il Cortilone dei poveri. Quando qualcuno glielo domandava, il suo nasino subiva quella leggera palpitazione che [...]
[...] occhiate d'orrore delle amiche e degli amici di Edoardo. Se prendeva parte alla conversazione, vedeva delle smorfie e si sentiva premere il piedino [...]
[...] indietro. Le correggeva il linguaggio a tutte le ore e in qualunque luogo e dava della bestia al maestro che stava lottando per farle entrare [...]
[...] nella testolina qualche frase italiana. Guai se le scappava una parola del Casone! Era capace di tenerle il muso fino a pranzo e di punirla andando [...]
[...] a dormire nell'altra stanza. Dinanzi le chiese, Adalgisa non sapeva trattenersi dal fare il cenno con la testa e dal piegarsi uno zinzino sulle [...]
[...] qualcuno a pranzo, lui continuava a raccomandarle di non bere quando aveva il boccone in bocca, di non far sentire il romorio delle mascelle come i [...]
[...] ruminanti e di non prendere i pezzi di pollo con le mani. Andava a tavola confusa, svogliata, incapace di dire due parole. Se rovesciava il [...]
[...] bicchiere che faceva ridere la tavolata, metteva di malumore il suo uomo, il quale, dopo, pestando i piedi, le dava dell'ineducata e della senza cervello [...]
[...] ! — Ho veduto la Bice lasciarsi baciare da Ottavio sulla bocca senza che il suo amico desse fuori. Sai perchè tu sei così permaloso e sofistico [...]
[...] gratitudine dell'affezione vera. — Ma tu non hai pensato, gli diceva il suo intimo amico Alfonso Beltramelli, che in Adalgisa è il fondaccio plebeo [...]
[...] acerbe e le villanie che un gentiluomo non diceva mai a una signorina. Perchè contraddirle di portare il cappellino in un modo piuttosto che nell'altro [...]
[...] sai che io ti voglio bene anche senza gingilli. — Non far la cattiva! È detto. Io voglio che il tuo braccio abbia delle perle opaline. È un [...]
[...] piacere per me il vederti elegante. Prima di arrivare al caffè egli ricominciava il suo sistema educativo, ch'era di riprenderla e impedirle di [...]
[...] incrociare le posate, di rimettere gli stuzzicadenti nel sandalino di porcellana dopo essersene servita, di mangiare senza il tovagliolo puntato sotto la [...]
[...] gola e di far bere il vino di bottiglia alla cameriera alla loro presenza. L'ultima sera si erano avvicinate le sedie. Le finestre erano [...]
[...] spalancate. Faceva caldo. Seduti l'uno vicino all'altra, si confondevano il cognac in bocca. Entrambi, inghiottiti dal benessere, si accarezzavano e si [...]
[...] premevano dolcemente le labbra sulle labbra. — M'ami? — T'amo! Edoardo le cingeva il vitino con una sfuriata di baci che lo eccitavano a premersela [...]
[...] su sè stesso. Il tepore lo inebriava. Le scioglieva i capelli morbidi come la seta con le mani trepide e si diffondeva le trecce come una [...]
[...] , si ravviava i capelli e si riabbottonava coi pudori della vergine oltraggiata. Lui impazziva. Si alzava, le correva dietro, la prendeva per il [...]
[...] fino a quando si convinceva che la separazione era necessaria. Non andavano d'accordo. Il temperamento dell'uno non era fatto per il temperamento [...]
[...] l'esistenza! Doveva saperlo prima che cosa sono gli uomini della sciccheria! Puntandosi il cappellino andava innanzi e indietro fiera della sua risoluzione [...]
[...] avesse voluto rimalmenarlo, e con un'occhiata di disprezzo scese le scale a precipizio. Adalgisa nel cortilone non ritrovava più il suo ambiente. Le [...]
[...] leticare con delle sudicione come loro. Il malassieme del Cortilone l'aveva già disgustata. Non le andava più. Senz'essere divenuta aristocratica [...]
[...] piedi. Le unghie orlate di immondizia la nauseavano. Se il vento buttava indietro il fumo e annuvolava la stanza, spalancava la finestra e l'uscio e [...]
[...] l'aveva accolta a braccia aperte col bacione affettuoso senza punto domandarle dove era stata e che cosa aveva fatto in tutto il tempo, si doleva di [...]
[...] fino alla sommità del seno, affascinava. Dal suo ritorno c'erano degli scicconi che comperavano essi stessi il sedano e il lattughino rosso e sottile [...]
[...] bionda e leggera come la luce, piacevano i finocchi veronesi e il songino novello. Seppelli, quello dalla caramella nell'occhio, coi guanti sempre [...]
[...] piccini piccini. La scarola bionda e l'insalata col radicchio a fittone facevano venire l'acquolina in bocca al Guglielmotti, il negoziante di seta di [...]
[...] beveva come un uccellino, intingendovi le labbra e sorridendo con una curva incipiente a chi glielo offriva. Bevendo, il Pinellone faceva [...]
[...] descriveva tutto un orto col frutteto a spalliera per goderne i muri, e coi quadrati con la bordatura coltivata di fragole. Il più chiassoso dei [...]
[...] clienti nuovi era il Bentoni, il maggiordomo generale della casa col biscione nello stemma, che faceva la fortuna dell'ortolana che lo serviva. Vi [...]
[...] andava alla mattina in calesse col Giovannino in cravatta bianca a fianco, discendeva stringendo la mano alla tosa e dando il buongiorno a Marianna [...]
[...] mentre il cavallo voltava il vicolo, le raccomandava di tenergli un garofano giallo macchiettato che sarebbe venuto a farsi inocchiellare alle [...]
[...] cinque. Prima di scomparire dal corso si voltava a gettarle un bacio che qualche volta gli veniva ricambiato. Il Bentoni era un tutt'assieme [...]
[...] rovesciavano gli occhi e gli si alteravano i lineamenti. Il suo costume mattutino era semplice. Indossava una giacca di velluto di seta finissimo [...]
[...] stato cocchiere e sua madre cameriera dei signori dei quali egli era maggiordomo. La cronaca diceva che il Bentoni era figlio di Massimo, il [...]
[...] l'altro. Era sempre lui, Bentoni, che fissava i mensili, che li aumentava, che metteva il visto ai conti prima di passarli all'amministrazione, che [...]
[...] riceveva i fattori di campagna e che sopraintendeva all'interesse generale della casa. Il chiosco sontuoso, edificato sul pietrone immenso tra [...]
[...] . Era un chiosco di mogano rossiccio con una fronte di vetrate lungo il porticato a colonne di bronzo istoriate, dinanzi alla quale correvano [...]
[...] , il maggiordomo vi radunava i suoi amici a deliziarsi il ventre con dei pranzi che incominciavano con lo Chablis e le ostriche, passavano [...]
[...] rassomigliavano a Massimo erano il fondo religioso e l'avversione profonda per il matrimonio. Non era un chiesaiuolo che sginocchiasse su per i [...]
[...] gradini degli altari, ma credeva alla necessità religiosa. Il popolo doveva essere terrorizzato dai castighi di una vita oltre tomba se non lo si [...]
[...] fuori dei Consigli e del Parlamento che il mondo si nauseasse delle Camere legislative e delle pubbliche amministrazioni. Fino a quando i nemici [...]
[...] . Teneva un registro particolare delle forze che si contendevano il seggio, prendeva parte attivissima ai meetings privati, torreggiava nelle [...]
[...] disposizione dei comitati cattolici tutte le carrozze e tutti i tiri a due e a quattro dei conti Vittone. Il giorno in cui il quarto collegio elesse un [...]
[...] repubblicano, non ne volle più sapere. Egli si era convinto che il suo partito si era condannato a morte da sè stesso e che tutti i suoi sforzi e [...]
[...] proprio conto. Ma non avrebbe sciupata una cartuccia di più per la bandiera di un esercito che l'aveva vigliaccamente abbandonata. Il matrimonio lo [...]
[...] aveva stomacato. Era un legame ch'egli aveva creduto santo fino al giorno in cui venne a smagarlo la tragedia domestica del padrone. Tra il conte [...]
[...] Massimo e donna Elena, la figlia del marchese Stangoni, il rappresentante di una delle più illustri famiglie della nobiltà milanese, nessuno aveva [...]
[...] mai sospettato il minimo dissapore. Li aveva sorpresi a scambiarsi dei baci dietro le colonne marmoree del salone rosso, come se non avessero [...]
[...] di baci sulla bocca di un altro. Si ricordava come se fosse adesso. Era una sera di Natale. Il pranzo era passato come un trionfo. Il ceppo aveva [...]
[...] raccontando i nataloni dei loro avi, le cui preparazioni incominciavano un mese prima e la cui chiusura avveniva un mese dopo. A mezzanotte il conte [...]
[...] un'allegria. Nessuno si era accorto che tra il conte e la contessa era nato da un anno un odio che non si scioglieva in una tempesta, soltanto [...]
[...] per non macchiare il biscione con uno scandalo aristocratico. I Vittone, nei due secoli della loro esistenza, non contavano un'adultera. La [...]
[...] tradizione di conservare il casato mondo dai peccati plebei non era mai stata interrotta. C'era voluto una Elena a contaminarla. Una donna uscita da una [...]
[...] donna che aveva fatto parlare il mondo per le sue avventure e le sue fughe notturne dalle lenzuola maritali. La sera della scena storica Massimo [...]
[...] gli si era appoggiato al braccio, asciugandosi la fronte madida di sudore freddo. Gli disse che a mezzanotte bisognava che tutto il personale di [...]
[...] il conte che andava in su e in giù a passi concitati e con le mani nelle tasche dei calzoni, mentre donna Elena, premendo il bottoncino del [...]
[...] imperiosa il conte. Venite che vi aiuterò io a spogliarvi, questa sera! Non appena donna Elena fu nella stanza il conte si lanciò sulla contessa [...]
[...] con tale violenza da obbligare Bentoni a chiudersi in bocca il grido con la mano. La percosse a destra e a sinistra delle guance, le strappò il [...]
[...] doppio filare di perle che le cingeva il collo e le ingiunse di levarsi l'anello che aveva disonorato. — Non piangete, baldracca! Dovevo [...]
[...] nelle braccia dei vostri drudi! Donna di tutti!! Elena, pallida come una morta, si copriva il volto con le mani. Tentava, tratto tratto, di [...]
[...] vinta. In ginocchio, con le mani giunte, supplicava il conte di imporle quel qualunque castigo che gli sarebbe piaciuto. Era giusto che espiasse la [...]
[...] colpa dei suoi misfatti. — Donna da casa tollerata! Dopo che m'avete saccheggiato il cuore e mi avete portato via come una ladra il mio onore e [...]
[...] la mia quiete, venite a domandarmi il castigo che meritate, per ricominciare domani la vostra orgia di seduzione! È troppo tardi. Il vostro [...]
[...] delitto è di quelli che non si espiano. Diveniste una santa io vedrei sorgere dietro voi i vostri amanti che hanno distrutto il mio santuario. Dio solo [...]
[...] può perdonarvi. Tacete, vi ripeto. Il vostro pianto mi irrita. Fece alcuni passi come se stesse cercando il mezzo di uscire dalla situazione [...]
[...] ingarbugliata. — Vi lascio la scelta, disse gravemente il conte, tra una morte violenta e una morte più atroce, lunga, lenta, che vi ricordi a ogni [...]
[...] minuto che siete stata la ganza del marchese Talmacchi, tradito per il conte Pio, e Pio per il suo cavallerizzo! Donna da suburra! La contessa [...]
[...] singhiozzava, il conte Vittone era divenuto calmo. — Non vi torcerò un capello. Deploro di essermi sporcate le mani. Voi mi avete obbligato a [...]
[...] . Nessuno, tranne il Bentoni, deve sapere che tra noi e voi è un abisso che nessuno può colmare. Voi abiterete le stanze che vi verranno assegnate, e [...]
[...] nelle quali passerete la maggior parte del vostro tempo. Le lettere che scriverete le darete a Bentoni, il solo testimonio di questa nostra [...]
[...] leggendo. Divorava un romanzo dopo l'altro senza mai stancarsi. Di notte non spegneva il lume che tardi, quando la sua vista incominciava a [...]
[...] intorbidirsi. Il più delle volte mandava a dire che i suoi malanni non le permettevano di scendere a colazione. E il conte se la cavava con qualche [...]
[...] sempre il conte che rimaneva assente. Il conte che prima rifiutava gli inviti, ora era sempre in casa altrui o nei restaurants, come un giovanotto [...]
[...] . Solo qualche scettico si meravigliava che la contessa avesse potuto diventare cronica dall'oggi al domani. Il conte non fu dolente. Per lui era [...]
[...] plastico. Il conte morì molti anni dopo, convinto che il matrimonio inquinava il sangue nazionale e popolava il paese di figli spurii. Bentoni [...]
[...] rimase il confidente intimo dei suoi pensieri fino all'ultimo. Nelle ore sconsolate, gli ripeteva che il suo posto sarebbe stato a vita, a [...]
[...] scioglieva, lasciando alla società il compito dei bastardi, anzichè il matrimonio che costringeva il marito a sentirsi chiamare padre dei figli [...]
[...] il cuore più del tempo ch'erano state con lui. Uscendo dalle loro braccia se ne andava con nessun altro ricordo fuorchè una grande spossatezza [...]
[...] domandò una domenica che andavano alle corse di San Siro. — Te ne voglio! Sferzò il cavallo con un grido che infuriò la bestia tra il pêle-mêle dei [...]
[...] all'altro, si perdevano nel polverone in fondo, che saliva come una nuvolaglia e nascondeva il cielo. — Fila, Rosmonda! E Rosmonda, snella, slanciata [...]
[...] , con il collo teso, con la froge in una palpitazione eterna, passava tra i ruotabili come una bestia che sfiora lo stradone. Sul grande stand [...]
[...] della gelosia. Ma poi lo ammansava col tepore del suo braccio e tutti e due, come una coppia felice, protendevano il collo verso i gruppi che [...]
[...] marchesa Spuma, alta, con il collo alabastrino che usciva netto e carnoso dalla toilette verdemare, la cui grazia rivelava la mano insuperabile del [...]
[...] Worth, il sarto dell'ex imperatrice dei francesi. Lo stellone di brillanti appeso alla striscia solferino del collo reale diffondeva una [...]
[...] fosforescenza che obbligava a chiudere gli occhi. La favorita dell'aristocrazia era Lara, montata dal fantino in maglia nera, con croce rossa sul petto. Il [...]
[...] fantino era Lanterre, il vincitore invincibile dei primi premi. Lungo, assecchito, con una testa rotonda come un piccolo globo e il naso [...]
[...] alle corse di Epsom e seconda a quelle di Chantilly. Arcuava la testa altezzosa con dei nitriti repressi dalla mano che l'accarezzava e raspava il [...]
[...] terreno come insofferente del morso che le impediva di lanciarsi nello spazio. Il suo nome passava di bocca in bocca e i book-makers non davano [...]
[...] più che due contro uno. Gli altri cavalli erano sconosciuti, tranne Lord Endel, il morello chiazzato di bianco alle culatte, che era stato a un [...]
[...] cinerognolo, sotto il parasole rosso di una signorina tutta scicche che si tirava su, flemmaticamente, il guanto alla moschettiera giù a calza sul [...]
[...] polso. Con la emozione alla gola si sentì il bisogno di precipitarsi su loro con gli schiaffi roventi per la faccia sguaiata di tutti e due. Credeva [...]
[...] di averlo dimenticato, e non appena lo rivedeva sentiva le fiamme della collera per il viso. Lo accusava, mentalmente, di essere vile, di non [...]
[...] Bentoni, come se avesse avuto paura di cadere in terra. — Ti senti male? — Ho avuto una specie di capogiro. È passato. Sto meglio. Ridato il [...]
[...] segnale, il pubblico si protese cogli occhi sui cavalli che filavano l'uno con la testa sul collo dell'altro, come se nessuno avesse voluto tentare di [...]
[...] signore sedute gli incidenti della corsa. Il secondo giro era incominciato. Lara aveva lasciato prendere il suo posto a Lady Flower, ma nessuno vi [...]
[...] dava importanza. Era il gioco del fantino per suscitare della commozione. Due siepi erano state saltate e Lara aveva ripreso il posto, lasciandosi [...]
[...] alla coda tutti gli altri. Dappertutto si tirò il fiato. Brava! brava Lara! Emma, con le sue lotte contro le ombre, s'impennava con dei gridi di [...]
[...] cavalla capricciosa e rimaneva indietro qualche volta mezzo giro che poi riguadagnava colla velocità della cavalla che si sente il fuoco alla [...]
[...] entusiasmo. Bentoni invece, il quale alle corse aveva la mania di tenere per gli ignoti, vi arrischiò due biglietti da cento. Al terzo giro, a cento [...]
[...] materassaio ambulante, senza dolersi di avere voltato il dorso alla bottega che lo aveva ridotto un cencio a diciotto anni per quattro lire la settimana [...]
[...] che rientrava. Quello dell'orario era il chiodo che egli ribadiva a martellate tutte le volte che si trovava al circolo coi compagni. — Va bene [...]
[...] , diceva loro, il vostro pane intellettuale, ma ci vogliono meno ore di bottega se volete che si senta la voglia di prendere in mano un libro [...]
[...] giovanotti grandi e grossi stessero laddentro tutto il giorno a nutrirsi di polvere di capecchio e di stoppa per meno di 2 lire. Non pochi [...]
[...] qualche volta un lacrimone negli occhi. Il garzone che andava in giro con lui da sei anni non aveva ricevuto che uno sberlotto che si era meritato [...]
[...] qualche miglio quadrato. Le famiglie che serviva gli aumentavano il lavoro di anno in anno e trasmettevano di vicina in vicina e di porta in [...]
[...] porta il suo nome di buon materassaio onesto. Perchè Giuliano faceva il lavoro con coscienza, senza guardare in faccia alla ricca o alla povera [...]
[...] , che univa il traliccio o le due fodere, pareva fatta col filo di ferro. Non si sfaceva più che con la forbice o con il coltello. La signora [...]
[...] Giumelli, di San Vittore Grande, diceva alle amiche che il suo materassaio trapuntava i materassi e i cuscini con garbo d'artista. Il fiocchetto rimaneva [...]
[...] . Facendo il suo dovere si congratulava di rendere dei veri servigi sociali. Una famiglia che riposa bene, diceva lui, si alza di buon umore e attende [...]
[...] passava neppur per la mente. Il padre gli aveva insegnato di buon'ora che la farina del diavolo finiva per andare in crusca e che il più furbo era il [...]
[...] galantuomo. Il galantuomo non corre i pericoli del ladro e ha del lavoro fin sopra i capelli da un capo all'altro dell'anno. Non era ancora uscito [...]
[...] dai bisogni assoluti, perchè il padre gli aveva lasciato una famiglia grossa. Ma tra sè e sè si contentava di avere fatto di tutto per impedire [...]
[...] che i suoi di casa andassero a bubbolare di freddo e a mendicare sul lastrico il boccone della vita. Sua madre, che ne aveva cinquantotto, non era [...]
[...] fabbrica della Sala, la guantaia che serviva le prime case signorili di Milano, inclusa quella dei Vittone. Nelle domeniche il fratello cercava di [...]
[...] riprendere il filo perduto nell'arruffamento della seta. Giuliano, fumacchiando, ascoltava e si lasciava trascinare dai suoi pensieri di riforma [...]
[...] cogli occhi che portano attorno la tristezza di un'occupazione troppo lunga. La 33 della prima scala del blocco C le tipicava. Tutto il Cortilone [...]
[...] l'aveva veduta venir su un pezzo di ragazzotta che fioriva per la strada e tutto il Cortilone aveva assistito alla sua sfioritura lenta, di anno in [...]
[...] l'uccideva e disturbava tutta la scuola. Essa gli diceva l'altro giorno, tra un colpo e l'altro di tosse che rivelava il catarro nello stomaco, che [...]
[...] avrebbe avuto bisogno di lavarsi i polmoni, imbrattati della polvere della pelle dei guanti di fabbrica, con un po' d'aria di mare. Ma il mare era [...]
[...] quello della guantaia. Le pulitore tenevano le mani tutto il giorno nella bacinella degli acidi e in pochi anni i loro denti perdevano lo smalto e si [...]
[...] . Ma i fiori artificiali gli mettevano dei brividi. Tutti quei colori, che giocondavano la vista, nascondevano il veleno sottile che passa dai pori [...]
[...] arrossisce gli orli. No, no, bastava Candida nell'inferno sociale ove si muore senza pietà per accumulare una fortuna per il padrone e produrre il [...]
[...] lusso per gli ingrati. Non voleva che Altaverde morisse stinta e appassita come tutte le altre. Lui aveva delle buone braccia per tenere lontano il [...]
[...] lupo dall'uscio. E finchè c'era lui, alle sue sorelle non sarebbe mancato il pane. Consolato dalla sua energia, se la prendeva tra le gambe e le [...]
[...] cui non si deperiva e non si perdeva così facilmente l'anima per salvare il corpo. Pur troppo, bisognava pensare anche a questo. Annunciata era [...]
[...] non tenevano i ferri che per buttare della polvere negli occhi ai gonzi! Il mestiere della sarta lo si imparava in cinque o sei anni e, quando lo [...]
[...] domeniche e nelle giornatacce, Giuliano si dimenticava sulla seggiola vicino alla finestra o al focolare, a leggere il libro che gli avevano prestato o [...]
[...] accese, come se fosse giunto trafelato da un lungo viaggio a piedi. Era il soggetto che lo aveva commosso, che lo aveva fatto palpitare, che lo [...]
[...] riforme, che allargava con la esperienza che andava facendo. Sovente, con la fantasia che gli si svegliava a mano a mano che il libro lo [...]
[...] mondo il popolo che ne sapeva meno di loro e che più di loro aveva bisogno di istruirsi e di ammansare le violenze negli esempi degli altri. I [...]
[...] l'un l'altro. E tuttavia il libro religioso, ch'egli rileggeva per abitudine, gli dislocava le mascelle dagli sbadigli e lo lasciava istupidito [...]
[...] storia commovente di una povera ragazza di campagna, andata in fondo a un pozzo asciutto a nascondere la vergogna di aver partorito il figlio dei suoi [...]
[...] come di una persona che ha poco fiato da buttar via. Il povero cristo era tormentato da un'angina cronica che si era buscata in fabbrica a lavorare [...]
[...] condizione di tante poverette con una semplicità evangelica. Facevano male a prendere il posto dei loro amici, dove la mercede dei sessi non era uguale [...]
[...] . Lo sapeva. Ma le sgraziate non avevano diritto di scelta. Bisognava pur mangiare a questo mondo, anche a costo di togliere il boccone dalla bocca [...]
[...] biasimare nè quelle che prendevano, nè quelli che lasciavano. Il suo compito era più semplice. Lui non diceva che quattro parole alla buona, tra amici [...]
[...] , per cercare di far nascere nell'operaio il sentimento della rigenerazione che non gli sembrava ancora germogliato. Ed era il sentimento che [...]
[...] vent'anni e le imbruttisce anche prima. Gli piangeva il cuore di vedere tanta gioventù femminile sciuparsi per delle inezie negli opificii, senza una [...]
[...] onoratamente come deve vivere la gente che lavora tanto, e tanto onestamente. E a poco a poco diveniva afono e continuava il discorso coi gesti e con [...]
[...] andare per il corpo una dolcezza che la inghiottiva. Con le manucce delle ragazze alle spalle, i trasporti materni le inumidivano gli occhioni e la [...]
[...] ricacciavano, col pensiero, tra i suoi figli perduti tra i figli degli altri senza poterli distinguere. Era il rimorso che le risorgeva e la [...]
[...] rendeva inconsolabile. E sfogava la sua ambascia in tante tenerezze, celando il viso nel visino paffuto di Ginevra, la piccina che rideva e le [...]
[...] viscere senza voltarsi indietro. Trovava solo qualche scusa pensando al dolore. Forse era stato il dolore atroce che l'aveva resa insensibile e [...]
[...] che punisce i delitti della sgravidanza, perchè almeno nella espiazione della pena la madre senza cuore potesse trovare un po' di balsamo per il [...]
[...] deferenza e aggiungeva, qualche volta, il sorriso della cortesia. Ma non prendeva parte alla loro conversazione che con qualche parola che gettava, tra i [...]
[...] lasciava fare ai suoi di casa perchè amava il quieto vivere. Ma quando Annunciata saliva da loro con delle grembialate di legna e un litro di vino con [...]
[...] le castagne arrosto, gli veniva voglia di prenderla per un braccio e metterla alla porta. Non era in casa sua che si mangiava il frutto della [...]
[...] prostituzione. Tutti sapevano delle sue relazioni con Giorgro, il padrone del Casone. Lo si vedeva venire avanti e indietro a tutte le ore, e coloro [...]
[...] . Era uno scandalo che andava di blocco in blocco a ingrossare il pettegolezzo del ballatoio. Si sapeva che Annunciata era audace e che sfidava il [...]
[...] ginocchio, egli aveva trovato il suo uscio spalancato e le sue stanze vuote. Egli era andato a cercarla per il letto con il cuore tremante senza trovarvi [...]
[...] neppure il caldo del suo corpo. Poteva essere una calunnia, perchè si sapeva che il violinista le moriva dietro e la pedinava nelle sue [...]
[...] che andava intorno col cappello in mano non era il suo ideale. Essa voleva che le persone si guadagnassero la vita con del lavoro utile. Il [...]
[...] mezzo per sostituire l'amorazzo alla passione vera e per soffocare il grido materno stato rispettato perfino dalle belve. Poi si riammansava e [...]
[...] ritornava a ragionare sulla diceria che correva per il Casone. Non era possibile che una donna con tanta esuberanza d'affetti potesse dimenticare i [...]
[...] avrebbero ruinato, ma ci teneva a togliersi il peso dallo stomaco. L'Annunciata si sentiva commossa, ma non voleva accettare. Perchè lei quello che [...]
[...] bene. Il pranzo avvenne lo stesso. Enrichetta aveva messo sul tavolo la tovaglia del giorno di Natale che teneva via nel cassettone da quando aveva [...]
[...] il marito. Giuliano e Annunciata erano faccia a faccia e le ragazze occupavano il resto del tavolo, lasciando alla mamma il posto vicino al fuoco [...]
[...] alla lombarda, stato preparato da Giuliano. Egli aveva una vera passione per lo stufato, specialmente se vi aveva messo il suo zampino. Egli diceva [...]
[...] all'Annunciata, tagliando il pane, che ci sarebbe voluto un po' di scuola per la cucina delle nostre donne, che cocevano i piatti tutti a un modo [...]
[...] rivivere i morti, era uno studio. Lui non l'aveva mica fatto come si doveva, perchè gliene era mancato il tempo. Ma non poteva essere cattivo. Aveva [...]
[...] fatto rosolare la cipolla fino all'indoratura nella grascia fresca, stiacciata con la gobba del cucchiaio, e il manzo lo aveva infarcito di [...]
[...] che mollificavano lo stomaco e rinfrescavano il ventre. Senza minestra i ragazzi ingialliscono come se avessero l'itterizia. Anche sua madre [...]
[...] , buon'anima, pensava che la minestra era la biada dell'uomo. E guai se la si mangiava senza pane. Aveva il coraggio di darle un'orecchiata. Giuliano non [...]
[...] negava la bontà della minestra, ma lui aveva letto in un libro che era più nutriente la carne. C'era un popolo, del quale non ricordava il [...]
[...] paese, che non conosceva la minestra e che era divenuto, per questo fatto, il più forte del mondo. I cinesi, che si nutrivano di riso, erano soldati [...]
[...] di straccio. La carne rinforza, il riso indebolisce. Lui non era bevitore, perchè un bicchiere di vino gli andava subito alla testa. Ma gli [...]
[...] piaceva vedere gli altri a bere. Annunciata beveva. Era il suo mestiere che lo esigeva. Senza qualche bicchiere di vino non avrebbe potuto resistere [...]
[...] alla fatica, con le braccia nell'acqua tutto il giorno e le ginocchia all'umido tutta la settimana. Adesso non lavorava più sola, perchè la [...]
[...] stufato aveva sollevato il bisbiglio della contentezza e Annunciata si lasciava convincere da Giuliano di andare in seconda, perchè lei non si ricordava [...]
[...] . Stracciava il pane a bocconi, lo immergeva nel succo del tondo premendovelo e voltandovelo con la forchetta e se lo metteva in bocca con voluttà da [...]
[...] denari, era sempre nelle mani del medico per farsi mandare giù quello che non poteva digerire. Lei aveva finito per credere chi il male dei [...]
[...] figli sani come il corallo, aveva mai patito la noia di un'indigestione. Giuliano assentiva. I signori si curano troppo e con le porcherie che [...]
[...] ingollava ogni giorno. Era il salsamentario di porta Magenta, Osnati, il quale, un tempo, pareva un bonzone di salute. Ritiratosi dal negozio per [...]
[...] godersi i frutti dei suoi sudori, è diventato magro come un uscio. Ora, che ha tutti gli agi e che si alza dal letto dopo il caffè e il giornale come [...]
[...] benessere. I poveri invece soffrono del contrario. Non ne hanno mai abbastanza. In tutto il casamento che conteneva, a dir poco, mille e cinquecento [...]
[...] anime, non c'erano forse che poche vecchie che avessero lo stomaco sdruscito. — Il medico di Santa Corona, diceva Giuliano, spende poco per la [...]
[...] . — Voialtri siete gente che crede in niente e io non vi ascolto. Il vento non mi ha mai tradito. Due ore prima che il mio povero marito morisse, ho [...]
[...] sentito una trombonata per la cappa del camino che mi spense il fuoco. Quando lo Zaccaria, sotto la nostra stanza, voltava gli occhi dall'altra [...]
[...] parte, ci fu per il camino il diavolo. Il vento andava su e giù e urlava come se fosse stato indemoniato. Zaccaria era morto. Annunciata vuotò il [...]
[...] avuto ripugnanza per il legame a vita, si sarebbe maritata tante volte dalla paura. Il fatto che stava per raccontare era vero, come era vero che [...]
[...] . Si stava bevendo intorno al focolare un po' di vino come in quel momento, con una fetta di panettone che le aveva portato la mattina il prestinaio [...]
[...] Giuliano dondolando la testa, le macchine, creda, avranno la biancheria. I vecchi ci raccontano che il vapore era odiato dai vetturali e dai paesani [...]
[...] che lo vedevano passare per la campagna come il diavolo. Ma la gente non viaggia più in carrozza. Tra pochi anni lei vedrà che il bucato, come è [...]
[...] trova sempre modo di mangiare. Dopo una pausa ricominciò la storia degli spiriti. A mezzanotte diede loro il loro dovuto con le buone feste e un [...]
[...] bicchierino di rosolio che si trovava sul tavolo tale e quale glielo aveva regalato il liquorista. Se n'erano andate tutte. A pensarci le [...]
[...] queste storie erano il frutto dell'immaginazione. Annunciata lo pregava di tacere perchè su certi fatti non le piaceva scherzare. Quello che [...]
[...] in aria. Se ne ricordava come di una cosa avvenuta ieri sera. Scappò verso l'uscio spaventata. Nel Cortilone c'era ancora il viavai degli inquilini [...]
[...] verso l'armadio. Tese l'orecchio con una paura del diavolo. Credeva che qualcheduno si fosse nascosto sotto il letto. Nessuno! A poco a poco si [...]
[...] avvicinò all'armadio, pensando che il colpo non fosse che nella sua testa o fosse l'effetto di qualche cosa caduta nella stanza di sopra. Aperse [...]
[...] l'armadio con un randello in mano per precauzione. Nessuno! Non c'era che il disastro. Le tazzine erano precipitate sui piatti e tutti assieme si erano [...]
[...] dell'ospizio di maternità andava a portarle la notizia che il suo Andreino di tre anni era morto del male del gruppo. — Crediate o non crediate, questo è [...]
[...] volare in cielo. Ci fu un attimo di sosta. Il vento ruggiva per la gola del camino e il fumo imperversava a buffate per la stanza. Tutti erano [...]
[...] ripassavano per la mente i suoi delitti materni e si struggeva. Andreino, vivo, sarebbe stata la sua gioia. Il Signore non ha voluto vederla felice. Con [...]
[...] fosse stato bisogno. E dicendo queste parole, nascondeva il viso irrorato in quello di Attuccia per non farsi vedere a piangere come una disperata [...]
[...] . Bisognò aprire la finestra e l'uscio per non morire soffocati. La rocche dei camini, vedute dalla sedia, attraverso il largo della finestra [...]
[...] sugli altri e si contorcevano seguendo la furia dell'aria che passava a volumi. Il cielo si sopraccaricava di nubi e, tramezzo a esse, tralucevano [...]
[...] lampi che annunciavano il temporale con dei boati spaventevoli. Giuliano, trasecolato, non sapeva staccare gli occhi da quel torso vigoroso di [...]
[...] , prese il bicchiere e lo vuotò di un fiato. Questo sfogo le faceva bene perchè le diminuiva il peso del rimorso. Non sapeva perdonarsi la [...]
[...] crudeltà inconsapevole di avere deposto i figli appena fatti senza un pensiero al mondo per il loro avvenire. Qualche volta avrebbe voluto consegnarsi [...]
[...] alla giustizia per farsi punire. — La mia scusa è nei miei anni. Non avevo alcun discernimento tra il bene e il male. Credetelo, Giuliano. Il mondo [...]
[...] mi crede più cattiva di quello che sono. Darei il mio sangue per disfare il malfatto. I miei figli sono tutti perduti. I primi due furono gettati [...]
[...] i bimbi che mi avevano obbligata per tanti mesi a curvare la fronte dinanzi la gente sfacciata che mi guardava il ventre grosso. Prima ancora che [...]
[...] del sangue e non sono riuscita che a calmare il tumulto del cuore, col dubbio che mi invadeva la persona. Quali erano i miei due o le mie due, se [...]
[...] sarai buona, ti terrò a cresima. Essa non aveva nessuno al mondo e disperava che il Signore volesse concederle la grazia di avere un altro bimbo [...]
[...] schiena, con un "ricordami" d'oro al collo, con dei guanti bianchi come il latte, con un sottanino dalla balzana insaldata, con la camicia a grandi [...]
[...] fiorami, con le calze lunghe fino al ginocchio e con gli stivaletti dal fiocchetto dinanzi che le dovevano stare a meraviglia. Il corridoio [...]
[...] momenti terribili. Il padre, che non sapeva lavorare di lunedì, aveva finito per essere a spasso tutto l'anno, salvo le giornate in cui lo si chiamava [...]
[...] qualche soldo. Il figlio era la sua tribolazione. O era in prigione, come quello della 74 del blocco B, o lo si cercava. Più di una volta si [...]
[...] cavalletti di legno. Quando non era in prigione e lo correggeva per il suo bene, le si rivoltava come una iena molestata durante il pasto e la [...]
[...] aveva piena la cuffia di mantenere dei lazzaroni. La madre, divenuta il materasso dei figli, taceva come istupidita. Di sera, sola, senza pane [...]
[...] era lo straccivendolo, dal cui uscio scappava una puzza che dava le vertigini. Vivacchiava raccogliendo tutti i rifiuti. Si alzava quando il [...]
[...] Casone era ancora addormentato, e usciva col suo sacco oleoso e il suo chiodo a uncino per non ritornare che a sera fatta. Raccoglieva brandelli d'abiti [...]
[...] mezzo marcito dall'acqua piovana, in un tavolo zoppo e reso concavo dalle raspature fatte con il coltello, in due laveggi sfaldellati, in una [...]
[...] lucernetta a olio e in una vecchia cogoma di latta per il fondo di caffè che la moglie faceva bollire e ribollire senza mai trovarlo cattivo. La [...]
[...] per la previdenza che avevano di mettere da parte trenta centesimi al giorno. Il naufragio era rappresentato dall'Agata Maddaloni, la donna più [...]
[...] spettacolosi e delle braccia che sollevavano ancora il vespaio in un cervello di tacchino. Lavorava in giornata nella cucina del Gianmaria a pulire [...]
[...] piatti e a tenere le posate sempre d'argento e il rame sempre d'oro come voleva il padrone. I suoi parti la infastidivano solo perchè giurava [...]
[...] tutti gli anni che non voleva più figli. Si sgravava a mezzanotte, dopo che aveva sgobbato tutto il giorno, e alla mattina, alle sei, era in piedi [...]
[...] come gli altri giorni, dandosi del coraggio con un grappino che le portava la vicina dopo il suo uscio. Diceva che erano delle smorfiose le donne [...]
[...] sottane o sbottonava i calzoni e faceva loro venir le culatte rosse. Amava il marito a suo modo. A volte veniva a casa con un piatto di carne [...]
[...] avanzaticcia e un boccale di vino che le aveva dato di nascosto il garzone di cantina e sedeva a tavola col suo uomo, dando ai figli dei pezzi di [...]
[...] andare a romperle le scatole. Ch'essa di uomini ne avevo fin che ne voleva. Il brutto venne quando il Maddaloni le andò a casa ciuco come un [...]
[...] . Le loro parole la irritavano e le facevano alzare il braccio che li metteva in fuga. Il suo uomo era il suo uomo, e quando il suo uomo commetteva [...]
[...] delle birbanterie la moglie aveva il diritto di rompergli i connotati. E finiva invece per rompergli la testa con un colpo di sgabello. A poco [...]
[...] a poco discesero sull'ultimo gradino della fame senza soccorso. Il Gianmaria, stufo di avere in casa una riottosa che tirava nella schiena i [...]
[...] osteria. Con undici figli tutti vivi il quadro divenne straziante. In una settimana furono obbligati a vendere il superfluo e il necessario. Non [...]
[...] quasi tutte le mattine. Il delegato della carità pubblica, che aveva dovuto fare il callo ai quadri piangevoli, metteva loro sul tavolo un paio di [...]
[...] lire, ripetendo che ce le metteva della sua saccoccia. Dovevano pensare a trovarsi del lavoro, perchè di poveri ce n'erano degli altri. Il marito [...]
[...] un braciere di carbone. Ma il carbone costava del denaro. Una sera in cui il padre non era rientrato e i ragazzi piangevano l'uno addosso [...]
[...] pazza cercava tra loro quello che avrebbe dovuto sacrificare. Il più piccino, il maggiore, quella dai capelli biondi o quella dalle trecce nere [...]
[...] ? E il senso materno le saliva alla gola e le riempiva gli occhi e la obbligava a tirarseli intorno per dir loro di aver pazienza, che sarebbe andata [...]
[...] a prendere il pane. Da vendere non c'era più nulla. Non dormivano più che su un mucchio di cenci e non si coprivano più che con le loro vesti [...]
[...] figli di coricarsi senza cena. Il quarto uscio era occupato da una famiglia di decaduti. Il padre era stato furiere nell'esercito e si era ammogliato [...]
[...] borghese, sposò una vecchia conoscenza che aveva dimenticato seguendo il reggimento in Sicilia. Un giorno si incontrarono sul marciapiede milanese e [...]
[...] riallacciarono l'amicizia. Lui era a spasso, pieno della speranza che il primo impiego ministeriale vacante sarebbe stato suo. Lei era figlia della [...]
[...] colori intonati al blasone, il fazzoletto diventava il ricamo di una artista. C'era stato un tempo in cui si voleva che la Silvia mandasse i suoi [...]
[...] sulla fronte, col nasino regolare, con la bocca che non faceva sforzi per non sconciarsi, con la faccia di un pallore virginale, con il collo [...]
[...] le vesti che le andavano giù a piombo sopra le sottane floscie, e si teneva il busto chiuso fino alla fossetta della gola. Col corpo ben fatto [...]
[...] che facevano assieme un fuoco luminoso. Alla magistrale aveva imparato a parlare con qualche eleganza e a infarcire il linguaggio di qualche parola [...]
[...] francese. — Creda, sapeva dire, che le iniziali disegnate in questo modo sarebbero très-belles. Suo padre, che era il guardaportone, e sua madre [...]
[...] , che era la portinaia, non avevano bisogno dei suoi guadagni. Il padre grosso e grasso non aveva vizii, all'infuori di bere una mezza bottiglia [...]
[...] i pochi denari che dedicava per il mese di campagna o per qualche settimana al mare. Nessuno poteva dire nulla sul suo conto, perchè nessuno [...]
[...] il sottovoce, si ritirava con aria di annoiata sulla sedia di lavoro. Il martedì e il giovedì, dalle due alle sei, erano i giorni in cui faceva [...]
[...] prime rose del primo abbraccio. A ventisette anni, con un romanzetto volgare che le aveva dato il disgusto della vita, la sua bellezza si era [...]
[...] aveva in orrore la montura dei sottufficiali. Le parve di avere incontrato il suo giovine povero. Si commosse, si lasciò corteggiare e indurre a [...]
[...] il suo individuo nudo, perchè anche gli abiti che indossava per la cerimonia erano stati pagati dalla Silvia. Ma le faceva il sommo regalo di [...]
[...] l'avevano fatta piangere su questa volgarità che le persone si compiacevano di ripetere con tanto piacere. Il marito, con una adattabilità [...]
[...] avevano la preferenza nei pubblici impieghi; così lui e la moglie vivevano tranquilli che un giorno o l'altro sarebbe loro capitato in casa il plico [...]
[...] della nomina ministeriale. Il solo dubbio era sulla destinazione. Forse sarebbe toccato loro di andare in qualche parte d'Italia antipatica. Ma o [...]
[...] sue mani che incominciavano a tremare, stavano per farle perdere il resto. Il padre di Arturo, di Annibale e di Bice, in parecchi anni, non aveva [...]
[...] petroliere che davano il fuoco alla più grandiosa capitale del mondo, dovettero far sammichele e portare le loro carabattole nel Cortilone, perchè [...]
[...] tanto. Silvia non aveva mai rimpianto il malfatto. Al marito non aveva mai fatto un rimprovero. Lo lasciava fare come voleva, ascoltava [...]
[...] pazientemente e con interesse le sue storie, che il tale gli aveva promesso di interessarsi del suo caso, scrivendone direttamente al ministro, e [...]
[...] aspettava con lui, di anno in anno, con la stessa fede, la lettera di nomina col bollo ministeriale. Silvia condensava il suo amore senza trasalimenti [...]
[...] , contenti come la madre di tutto ciò che si dava loro. Arturo era stato il più maltrattato dalla natura. Aveva l'aspetto di un uccello di rapina, con un [...]
[...] naso rosso come quello di un beone, una bocca smisuratamente larga e una voce che segava i nervi. Il padre era qualche volta obbligato a dirgli [...]
[...] rossicci pesanti e ruvidi e pareva che lo stomaco le avesse inghiottito il collo, tanto la testa era vicina alle spalle. La ragazza aveva fatto le [...]
[...] raggranellavano cinque lire la settimana. Il fitto di centoventi lire per la stanza a due finestre, veniva pagato con grande fatica e le buone abitudini di [...]
[...] delle famiglie che mancano di tutto. Non erano dei decaduti come Achille Vaselloni, ma a Cremona avevano vissuto agiatamente. Il padre era un cuor [...]
[...] conosciuto come l'erba bettonica. Bastava domandare di Alessandrino, il pancione, perchè tutti vi mandassero in piazza, sotto i portici a destra, ove erano [...]
[...] i suoi banchi allineati, tra una colonna e l'altra, dinanzi al Bottegone. Lo si chiamava il Bazar all'aria aperta. Erano filate di vetrine [...]
[...] capelli da signora, di bijoutteria di similoro piena di cristalli fosforescenti, di allaccia guanti, di corni per sdrucciolare il piede nelle calzature [...]
[...] cavaturaccioli col manico d'avorio e di ferro bianco, di elastici a striscia larga e piccina e di altre cianfrusaglie che completano il negozio del [...]
[...] venditore a prezzi varii. Due volte la settimana lasciava sotto i portici la moglie e la figliuola e lui, con l'asino e il figliuolo, andava nei [...]
[...] ragliava fino a quando andava il padrone a accarezzargli le nari che palpitavano di collera e a dirgli parole dolci come a un bimbo. — Brutto [...]
[...] sul muso. Tonino, contento, riprendeva il viaggio con maggior lena, dondolando il collo a destra e a sinistra per far sentire col dlin, dlan [...]
[...] della campanuccia che il masciader era di passaggio. D'inverno Alessandrino s'imbacuccava in un grande tabarro di panno nero che gli batteva sulle [...]
[...] calcagna e gli teneva caldo le orecchie col bavero di pelle di lontra, e d'estate gettava sulla cassa lunga il giacchettone di velluto smuntato [...]
[...] col carniere gonfio di carta e cordicella per fare i pacchi della vendita, e seguiva, a piedi, dalla parte opposta alla polvere, il carrettone col [...]
[...] coperchio a schiena alta, sommerso nel gran sole, sotto il cappellone di paglia a cono che gli ombreggiava i piedi, portando sull'orecchio, come [...]
[...] avesse qualche cosa da comperare dal masciader e che non saldasse il conto se aveva qualche arretrato. Vendeva loro un mucchio di roba. Vendeva [...]
[...] fiammeggianti per la testa e il seno delle donne, delle braccia di cotone e di percallo e di lana per le vesti, dei veli neri e bianchi lunghi, che mandavano [...]
[...] prezzo, la lasciava senza risposta. Lui si contentava di vivere, ma non poteva dar via la merce sotto il costo con una famiglia da mantenere. A [...]
[...] tempo per niente. Le giornate diventavano bige anche col sole rutilante, se il raccolto era andato a male. Se la tempesta aveva rovesciato il [...]
[...] frumento che biondeggiava sulle spighe o distrutto in una nottata il grano che manteneva il pane tutto l'anno, la gente non aveva voglia di comperare [...]
[...] stracco col muso tra le gambe, come se fosse stato consapevole della brutta giornata che aveva fatto il padrone, e rimestava i pensieri che aveva [...]
[...] dei mesi, guardando continuamente in cielo e pregando notte e giorno il Signore di essere buono e di permettere loro di mietere il frutto bagnato [...]
[...] il Signore Iddio in ginocchio, nel luogo sacro, con la fronte umiliata al suolo e le mani unite. La coltura a irrigazione, nell'alto e nel basso [...]
[...] le manifestazioni della vita contadinesca. Irrigando i prati per l'allevamento del bestiame, il proprietario di terre inaugurava l'espulsione [...]
[...] senza quattrini anche nelle stagioni perverse. Alessandrino, il pancione, ritornava dai suoi giri come un cane frustato a più riprese dalla crudeltà [...]
[...] bigattiere. Erano dolori che Alessandrino capiva, perchè anche lui pativa della stessa malannata del contadino. Se il paesano impoveriva il [...]
[...] sullo stradone di Vescovato, più morto che vivo, mentre gli rimanevano ancora dieci chilometri da fare per vedere il Torrazzo. Ne rimase [...]
[...] mercanzia con la polvere che raccoglieva lungo gli stradoni, ammazzava l'asino e rifaceva il cammino bestemmiando di non volerne più sapere della [...]
[...] per tanti secoli i loro genitori. I nuovi venuti preferivano la bottega, a costo di pagare il doppio di quello che si pagava al suo banco. E se si [...]
[...] centesimi. Le famiglie cospicue, che mandavano di solito a prendere il lucido, si erano stancate, perchè le serve dicevano che il suo lucido [...]
[...] . Dicevano che ce ne voleva un cavagno per accendere il fuoco. E tuttavia erano della stessa ditta Medici, che inviava fiammiferi a mezzo mondo. Il [...]
[...] bazar del tutto a una lira, il quale occupava otto botteghe illuminate a gas, aveva finito per rovinarlo. Chi andava da lui sceglieva e sbatteva [...]
[...] nella vetrina ogni cosa non appena ne sentiva il prezzo. Gli si rispondeva che ce n'erano dei più belli per una lira al grande bazar! Questo modo [...]
[...] di bloccargli la via all'esistenza alterò il suo carattere di bonario e gli mise in capo l'idea che a Cremona, dove era nato e ove aveva fatto [...]
[...] il crepacuore e per dimenticare che a Cremona c'era tanta gente perversa, e leggeva su tutte le facce la delizia della gente che indovinava che [...]
[...] centesimo, perchè non voleva che si dicesse che Alessandrino, il pancione, era un mal paga, e con la moglie e i due figli prese il treno per la [...]
[...] dicevano che cercavano dei fabbri o dei falegnami. I suoi capelli erano un ostacolo insuperabile. I padroni li vedevano volentieri come il fumo negli [...]
[...] domicilio le ordinazioni per venticinque lire il mese, a patto che pagasse i vetri che avrebbe rotto. Le donne costano meno e trovano più facilmente [...]
[...] . Ma la moglie di Alessandrino dovette correre delle giornate per entrare in una cucina come donna di grosso. Qui le si domandava il benservito, là [...]
[...] punto interrogativo, se ne commosse e la raccomandò tanto all'avvocato Tarquini, che al lunedì susseguente entrò al suo servizio per otto lire il [...]
[...] mese e una tazzina di minestra al giorno. L'avvocato Tarquini era un democraticone che affiggeva il suo amore per il popolo anche sui muri. Diceva [...]
[...] di vivere per i grandi ideali che dovevano redimere il genere umano e di sognare un governo di galantuomini. In casa però era taccagno. Era una [...]
[...] venderle in blocco al calzolaio. Due dita di vino lasciate nel bicchiere da chi aveva bevuto abbastanza le rimetteva nella bottiglia per il pranzo del [...]
[...] domani. La moglie di Alessandrino, il pancione, che non aveva mai servito e che in casa sua, a Cremona, non si lasciava andar via nessuno senza [...]
[...] vuotare il boccone, passava di meraviglia in meraviglia e diceva a sè stessa che i milanesi non erano tanto generosi come si diceva. Il marito [...]
[...] , e dovevano fare il tirocinio come in tutti i mestieri. Il ragazzo intanto guadagnava più che a Cremona, dove guadagnava niente. Con cinque lire [...]
[...] . Il posto per la ragazza sarebbe venuto fuori. Non si poteva fare tutto in una volta. Era un pezzo di giovanotta, forte come una quercia, che [...]
[...] in anno, ne passarono cinque, senza contare molte giornate di sole. Il padre, di dispiacere in dispiacere, aveva dovuto lasciare il posto per il [...]
[...] letto dell'Ospedale maggiore, ove era andato a cercare il rifacimento dello stomaco sgretolato che non digeriva più neppure il pane bianco. A casa [...]
[...] sotto il naso. Gli usciva un alito che lasciava credere che avesse lo stomaco purulento. L'inappetenza prolungata lo intristiva e lo rendeva [...]
[...] diceva che il sacco vuoto non sta in piedi. Spesso credeva di avere la cassa dell'apparecchio digestivo piena di fumo. Si sentiva delle lunghe [...]
[...] oppressioni che lo soffocavano e che lo facevano correre sulla ringhiera a tirare il fiato. Provava delle vertigini che lo obbligavano a prendersi nelle [...]
[...] moltiplicava le rughe trasversali che davano il disegno d'una scalinata veduta da lontano in un quadro, e sotto i suoi occhi le vescichette vuote avevano [...]
[...] adagio, il pancione, ringiovaniva, riprendeva il buon umore, inghiottiva fettone di polenta in un boccone e divorava baslotti di minestroni che [...]
[...] tenevano il cucchiaio in piedi. Mangiava sempre con ingordigia, masticando male o ingoiando i bocconi intieri. Erano gli ultimi raggi di un sole [...]
[...] piena campagna, a mangiare il cibo sano dei piccoli centri, a bere il nostranello che trepidava nel bicchiere, la vitaccia degli alveari umani [...]
[...] limargli lo stomaco e a smagrarlo con dei digiuni interminabili. Allora era una pena. Vedeva voltare sulla tagliola il culo di polenta fumante e [...]
[...] tirava degli sbadigli da slogarsi le mascelle. La minestra, anche se gli si diceva che gli avrebbe fatto bene, gli ripugnava. Il medico di Santa [...]
[...] lasciavano come dissanguato e non gli ridavano che un appetito da convalescente che non distingue più il sapore dei cibi. Mangiava e gli pareva di avere [...]
[...] perduto il senso del gusto. Ora era in letto macerato dalle astinenze, senza forza di alzare il braccio per tenere in mano una scodella [...]
[...] poteva sprofondare il pugno e la fossetta della gola era adimata con le ridondanze di pelle dell'uomo in fin di vita. Le braccia, che tirava fuori per [...]
[...] rinfrescarle nei momenti in cui l'oppressione allo stomaco gli toglieva il respiro, parevano randelli articolati con delle sporgenze al gomito e [...]
[...] all'ultima oncia di carne. La domenica in cui Enrichetta aveva avvertito il fumo che le soffiate di vento sbattevano nella stanza con collera [...]
[...] degli "Oh Signore, fatemi morire". Il pranzo era finito e Giuliano era uscito con Candida, Altaverde e Annunciata a fare una passeggiata fino al [...]
[...] dazio e la moglie di Alessandrino correva ancora per il prete, perchè aveva paura che le voltasse via da un momento all'altro senza i conforti della [...]
[...] religione. La povera donna in tutto il giorno non aveva fatto che piangere con dei singhiozzi che volevano romperle il petto. Senza il marito [...]
[...] voglia di sopravvivergli. E così piangeva perdutamente, soffocando il dolore nel fazzoletto che si teneva alla bocca. Don Paolo, grassotto, con un [...]
[...] occuparsi d'altre questioni politiche. Per lui il mondo non aveva più bisogno che di tenere da conto l'anima. D'indole buona, voleva bene alla sua [...]
[...] quattro. Gli era toccato di correre al Casone del Terraggio tre volte. A dare un'occhiata a una sua penitente, a portare il santissimo sacramento [...]
[...] alla locandiera Peppina, ch'era andata all'altro mondo senza dire addio al marito in galera, a confessare Alessandrino, che stava male e che il [...]
[...] dicendogli che il sommo Iddio non abbandonava gli afflitti. Alessandrino girava gli occhi senza comprendere. Aveva già incominciato a perdere la [...]
[...] nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Verso le due il malato era più di là che di qua. La madre avrebbe voluto che i figli [...]
[...] altri, come chiamava i suoi genitori. Diceva che il suo mestiere di giornalaio era matto. Dopo una giornata di cinque lire, attraversava una [...]
[...] lasciarlo morire senza vedere i figliuoli, gli cambiava la camicia e gli distendeva sotto il mento il lenzuolo pulito per la comunione. L'infermo [...]
[...] sembrava inconscio. Aveva sovente degli scotimenti come se il suo spirito imperversasse nel suo corpo per trovarne l'uscita. La fronte gli si [...]
[...] , pregando, coi singhiozzi che rompevano il cuore, di non lasciarla in terra sola. — Oh, Signore, fate la carità a una povera donna! Don Paolo entrò [...]
[...] seguito dai fedeli e da parecchie donne del Cortilone che non mancavano mai di dire una prece per il prossimo in agonia. C'era tra loro la [...]
[...] Giovanna, quella che non poteva guardare i morti in faccia, la Luigia, che aveva scelto i numeri del lotto dinanzi il Tognazzo disteso sul letto [...]
[...] che portavano i segni della brutalità del marito. Genuflesse, brontolavano le orazioni con le mani alla faccia chinata verso il suolo. — Pace [...]
[...] , disse il sacerdote, a questa casa! Si avvicinò al letto del moribondo, gli aprì l'occhio coll'indice e il pollice, come per vedere se fosse ancor [...]
[...] vivo, prese il calice che gli porgeva il chierico e alzò l'ostia sacra. — Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo! Si [...]
[...] inferiore, come se si fosse addormentato in quel momento. Il prete si fece dare un po' d'acqua e gliene versò sopra una goccia per aiutarlo a [...]
[...] trangugiare il Signore, senza farlo toccare i denti. L'ostia, che si era appiccicata alla lingua, si sciolse in una poltiglia bianchiccia e a poco a poco [...]
[...] convulsioni che durarono un attimo, emise dei gemiti cavernosi che gelarono il sangue nelle vene degli astanti. Non era morto, ma la fine non era lontana [...]
[...] . — L'aiuto nostro nel nome del Signore. La gente che era con lui rispose: — Che ha fatto il cielo e la terra. — Il Signore sia con voi. — E [...]
[...] nell'anima tua, risposero i fedeli. Il prete riprese: — Reca, o Signore Gesù Cristo, in questa casa, l'eterna felicità, la divina prosperità, la serena [...]
[...] letizia, la carità fruttuosa, la sempiterna salute; si allontani da questa casa il demone della colpa e la ricreino gli angeli della pace e nessuna [...]
[...] ogni timore e dona a noi la salute. Le donne assentivano a tutto ciò che diceva il prete, ricominciando febbrilmente le preci e battendosi [...]
[...] ripetutamente il petto, e il sacerdote guardava il soffitto, come per cercare l'inspirazione divina. Il moribondo rovesciava gli occhi e con le mani [...]
[...] orecchie, le nari, la bocca, le mani, i piedi e le reni. — Per questa unzione santa e per sua piissima misericordia ti perdoni il Signore le colpe che [...]
[...] . — Siami, o Signore, la torre della mia fortezza contro il nemico dell'anima. Nessun segno di vita. — Dammi, o Signore, la retribuzione secondo le [...]
[...] mie opere. Fa il bene, o Signore, a quelli che ho danneggiati. Perdona, o Signore, quelli che mi hanno fatto del male. Il polso pareva alle [...]
[...] ultime oscillazioni. Egli era stato benedetto, le donne avevano biascicato molte orazioni, e il prete, come rapito dall'estasi mistica, diceva [...]
[...] nome degli angeli e dei santi. Sia oggi la pace la tua dimora, e la tua casa sia la santa Sionne. Il sacerdote gli prese la mano nelle mani [...]
[...] , perdonami, considera la mia fragilità, perdonami. Il sacerdote, ispirato dalla eloquenza che gli usciva dal cuore, vedeva il cielo che si [...]
[...] , gli angeli, i santi. I singhiozzi salivano con le parole calde del prete e coi singulti della povera donna nell'angolo, che perdeva il suo bene [...]
[...] felicità. Entra nella eternità beata, per la quale, o anima cristiana, fosti creata. Il morente tirò alcune fiatate aspre come una sega in moto [...]
[...] , spalancando le labbra e ritraendo ingordamente la lingua fin sotto il velopendolo e rimanendo così senza vita. In un attimo egli era diventato [...]
[...] era contratta, tenendogli aperta la bocca come un abisso spaventevole. Il prete gli raccolse le mani e gli mise il crocefisso sul letto. La moglie [...]
[...] mostriciattolo, con delle protuberanze davanti e di dietro che gli si andarono sviluppando cogli anni, inghiottendogli il collo fino al di sopra della [...]
[...] così ripulsiva che nessuno, neppure la madre che la tirava grande a schiaffi e a pedate, sentiva il bisogno di proteggere la sua verginità dagli [...]
[...] sè il disastro della sua furia. Il momento era venuto. Era una sera di maggio con l'aria tepida e col cielo che pareva un'immensa cupola chiara [...]
[...] ippocastano affollato e fiorito e Pietro se la immaginava allungata sull'erba sotto il peso di un uomo che se la sgingottava tra le braccia. Gli calò sulle [...]
[...] pupille una foscaggine che gli intetrò la scena svolgentesi sotto il largo fogliame che susurrava alitato dall'arietta che rinfrescava la [...]
[...] temperatura e, incalzato dalla gelosia, andò difilato, di corsa, verso il capannello, che si sciolse a gambe levate, a si gettò sulla donna come un cane [...]
[...] alzò come una smemorata, col corpo indolenzito dalle strette del gobbo, che le si era attorcigliato alla vita come un serpente. Il malefiziato in [...]
[...] piedi, coi capelli sottosopra, cogli occhi che lampeggiavano di lussuria, si rifece il gruppo della cravatta rossa, si calcò il cappello sulla [...]
[...] testa, le passò il braccio sotto il braccio e si avviarono verso casa senza scambiarsi una parola. Sull'angolo, Pietro, entrò dall'acquavitaio a [...]
[...] mani che l'avrebbero strangolata come una gallina. La sera in cui le disse: domani andremo coi testimoni a prendere il consenso, la ragazza si limitò [...]
[...] a rispondere che non aveva scarpe e che la settimana doveva darla alla mamma perchè l'aveva mantenuta. Il vicinato, vedendoli passare, faceva [...]
[...] non riuscivano a convincersi che ci fosse una legge divina che permettesse a un mostro come il gobbo e a una infelice come Vittoria di unirsi in [...]
[...] matrimonio per produrre dei bimbi deformi come il padre e scrofolosi come la madre o orribili come i genitori. Ma la cosa era un fatto compiuto [...]
[...] Angelucci, orlatrice, di anni 18, intendevano contrarre tra di loro matrimonio. Bastò l'annuncio per sollevare il susurro. Le donne e le ragazze che [...]
[...] li conoscevano si facevano il segno della croce come per scongiurare una disgrazia. Ma don Paolo continuò l'annuncio, aggiungendo che chi [...]
[...] il falso incorreva in colpa mortale e nella pena della scomunica. Il chiacchierio della folla femminile fu sul canonico impedimento. Non c'era [...]
[...] sapevano che era lui che l'aveva fatta crepare a botte e a spaventi. Una volta il bilanciere Antonio gliela strappò di mano tutta sanguinolenta. E per [...]
[...] , negli angoli e sotto il tavolo. Il letto era sempre sfatto e le lenzuola stracciate non si distinguevano dal colore della coperta. Le pareti erano [...]
[...] anno, senza che la moglie sentisse il bisogno di romperle con un colpo di scopa. L'ammattonato era molle di cacherie, di sputacchi neri del [...]
[...] corpi, dal loro tavolo e dal loro focolare. Il primo frutto della loro unione fu un piccino che fece meravigliare il vicinato. Era grassottello, con [...]
[...] il latte. Il secondo fu una bimba vispa, con degli occhi fulvi come i capelli, con un nasino che si slargava alla base, e delle guance che in certe [...]
[...] che hanno la pelle fresca e sana. I primi due invece di svilupparsi e crescere, si immiserivano, il primo rimanendo come era nato, il secondo [...]
[...] entrambi si andavano arcuando come se le loro ossa fossero troppo pastose per non piegarsi sotto il peso del corpicino. Invecchiavano sculacciando [...]
[...] per il pattume della casa e della scala, emettendo dei gridi sgarbati e mangiando quel diavolo che capitava loro tra le manucce. La madre, che [...]
[...] orribilmente. I denti uscivano dalle gengive aguzzi, addossati e irregolari. Sotto il mento avevano sovente dei gonfiori che l'olio d'amandorla non [...]
[...] delle escrescenze lungo i tagli che commovevano le vicine fin nell'imo delle viscere. Il padre si era riversato tutto in Franceschino, un monello [...]
[...] rachitico in fasce che lacerava i capezzoli della madre che gli dava il latte. A cinque anni era un demonio che percoteva i fratelli e le sorelle e [...]
[...] invecchiava e più si sviluppava in lui il genitore con la sua testa massiccia, coi suoi orecchioni fioriti di esantemi, coi suoi occhi illuminati dalla [...]
[...] come lui, rompeva le scodelle e buttava il coltello e la forchetta in faccia alla madre, se lo seccava. Antonietta teneva più della madre. Con una [...]
[...] allegra. Pareva una sposa appena uscita dalle mani della sarta e dell'orefice. Era vestita di seta, con uno spillone d'oro dove il seno ascende [...]
[...] solferino che le fasciava il collo dalla pelle brunastra, facendole spiccare tutto il nero della toeletta. Coi suoi guanti a quattro bottoni in mano [...]
[...] , con la veste succinta per non insudiciarla e lasciar vedere il candore della sottana inamidata, non sapeva dove stare. Andava da una parte e [...]
[...] capelli. Così e così. Vedi come ti stanno divinamente! Sembri una madonna. Mettiti questi stivalucci di pelle di marocchino. Sono morbidi come il pelo [...]
[...] questa sottana di madapolam come la mia. Aspetta che te l'allaccio senza farti il gruppo grosso che fa male alla schiena. C'è ancora un po' di [...]
[...] apprettatura perchè non è stata che inzuppata nell'acqua. Una volta che tocchi il fosso, diventa floscia come un foulard finissimo. Così, carina. Non [...]
[...] ? E poi ci si chiama stupide se crediamo a queste cose che fanno gelare il sangue! Qui non ci sono fandonie, non ci sono. Noi non sapevamo neppure [...]
[...] della malattia del poveraccio. Lo sapevate, voi? Neppur io lo sapevo. Giuliano ha un bel fare dei risolini. Ma il fumo gli avrà dato da pensare [...]
[...] . Non ne ho il menomo dubbio. Lo ha visto coi suoi occhi, e coi proprii occhi non si mentisce. Trentasei ore dopo era già bello e seppellito, come [...]
[...] , Enrichetta, di passare davanti l'uscio del gobbo, un uomo che deve essere tutto ulceroso. Sono obbligata a turarmi il naso. Mi pare di sentire [...]
[...] possono infettare il corridoio. Il dottore, venuto a trovarmi l'altra mattina, mi diceva che sono pericolosi perchè perdono noduletti dovunque passano [...]
[...] . Proprio così, ha detto così il medico che ne era anche lui tutto spaventato. Non ci voleva che un padrone senza cervello per dare alloggio a creature [...]
[...] che portano indosso tante malattie da ammazzare tutto il Casone. Ma non abbiate paura, Enrichetta, che ne parlo io a Giorgio. Lui è così occupato [...]
[...] negli affari che non sa neanche che ci siano degli inquilini pieni di tumori contagiosi. Il gobbetto, quello che assomiglia tanto al padre, ha un [...]
[...] tumore nel fianco e sbatte il catarro in terra quasi col piacere del padre. E io ho una paura maledetta della marcia verdastra del suo stomaco [...]
[...] . Quando la vedo mi metto una mano alla bocca come se avessi paura che mi andassero in gola i noduletti. Il gobbetto mi fa venir freddo. È testardo [...]
[...] via tutti se si vuole disinfettare il corridoio. Di fuori al loro uscio ci sono i neracci degli sputi assecchiti. Puah! mi vien voglia di [...]
[...] vomitare il caffè e latte di ieri. La Gigina ha i polmoni andati. Se fossi la madre di tutta questa minutaglia sciancata e dissanguata, morirei dal [...]
[...] dolore. C'è quell'altra più piccina, come si chiama? che ha la faccia piena di pustole. È un orrore. La poverina non ha colpa. Il padre di tutta [...]
[...] parola. Povera donna! Lavora come una bestia da soma e le ore libere le consuma portando i figli all'ambulanza ospitaliera. Il padrone di casa [...]
[...] agli affitti e gli affitti, diceva lo stesso Giorgio, non sono tutto. Il padrone ha dei diritti, si capisce. Ma gli inquilini non ne sono senza [...]
[...] capitare un accidente da un momento all'altro. E poi? Lui ha la sorella, è vero, ma non va d'accordo. I loro affari sono completamente separati. Il [...]
[...] leggiadre come la mia Altaverde. To' un bel bacione. Aspetta a metterti il velo in testa, che voglio puntarti tra i capelli questa camelia candida [...]
[...] hanno sempre più della madre. È lei che ne ha lo stampo e che dà loro la robustezza. Sei pronta? No, ti manca il velo. Guardati nello specchio. Non [...]
[...] invidieranno, ne sono sicura. I dolci li compereremo dopo la cresima. Dove hai il libricciuolo delle preghiere? Eccotelo. È coperto di velluto con le [...]
[...] sono io che invito. Vi pare? Non c'è di che ringraziarmi. All'osteria c'è meno incomodo e si sta meglio. Andiamo, Altaverde. Mi metterò il cappello [...]
[...] fermo in casa che due minuti. Puoi aspettarmi anche di fuori. Ma no, entra. Dov'è il mio cappello? È nell'armadio. Eccomi pronta. Aspetta che [...]
[...] prendo i guanti che dimenticavo sul tavolo. Il tempo è splendido e non c'è bisogno d'ombrello. Va adagio, carina, senza appoggiarti ai muri o alle [...]
[...] raccomanda perchè il padrone non la mandi via. Santo cielo, non sono io la padrona di casa! Se tutti facessero a questo modo i padroni andrebbero in [...]
[...] entrato adesso. Ecco che ci saluta. Non è lui che cresima, sai. È il vescovo. Sta attenta quando verrà la tua volta che ti benedirà battendoti [...]
[...] io la porta. C'è il tendone ovattato pesante che ti rovinerebbe l'abito. Così, passa. Prendi dalle mie dita l'acqua benedetta e fatti il segno [...]
[...] passare dinanzi le cose sacre senza un inchino. È la riverenza che deve fare ogni buon cristiano. Non spaventarti. È san Giorgio che uccide il drago. Il [...]
[...] drago è il diavolo. Dio gli ha comandato di ammazzarlo. Così si puniscono i cattivi. Va avanti che saremo delle prime. È una chiesa sempre piena [...]
[...] di villani. Entrano in processione. Guarda quanta gente. Si sente l'odore di stalla. Mettiti, come me, il fazzolettino al naso. Vengono a vedere [...]
[...] l'arca di san Gervaso e Protaso. Fa una riverenza alla colonna in cima alla quale è il serpente. Non lo vedi? Dall'altra parte del pulpito, là in [...]
[...] , sarebbe morta senza il serpente. Lo meriterebbe, sai. Con la camicia ancora sporca, è una sfrontata che fa già all'amore, invece di mangiare [...]
[...] della polenta. Se fosse mia la prenderei a sculacciate, e gliene darei tante da farle venir su le vesciche. Prendiamo il posto. Come sta, signora [...]
[...] tanto la Carmela. Verrò a trovarla, lasci fare. Inginocchiati e sta raccolta che ho visto il vescovo entrare in sagristia. Vedrai che esce con la [...]
[...] mitra e il pastorale. Recita le orazioni che ti hanno insegnato a dottrinetta. Te le ricordi? Che stupida! Mettiti questo fazzoletto sotto le [...]
[...] . Ringrazia il Signore che tu sei tra le fortunate. Sta attenta che viene. Non avere paura. Non dice che due parole. Senti che incomincia coi ragazzi in [...]
[...] lontano i malanni. Riverisco, signora Pastini. Tanti saluti alla sorella che non vedo da un pezzo. Le saluterò Giorgio, va bene, grazie. Passa il tuo [...]
[...] braccio sotto il mio, che non abbiamo che mezz'ora. Giorgio ci aspetta al numero cinque, in piazza Fontana, a far colazione. Ci sono stata delle [...]
[...] la voglia di mangiarne dell'altro. Prenderemo il calesse Brumista? Dalla Baj in piazza del Duomo. Una ragazza cresimata senza bomboni starebbe [...]
[...] , ma ho paura che si sciupino nella carta. No? Lei ne sa più di me. Mi dia, intanto che fa il conto, un vermutte con seltz e una bibita di menta per [...]
[...] piazza Fontana. Non è che a due passi. To' che ci siamo. Ecco Giorgio. Mi aspettavi da un quarto d'ora? Pago il brumista e sono da te, caro. No [...]
[...] decente. Ho il calendario appeso nella prima stanza, ma non c'è momento dell'anno che gli dia un'occhiata. Me ne duole, Giorgio. Tu sai che non ci ho [...]
[...] paio di maniche. È come essere all'osteria. Questi ravioli sono eccellenti. Bada di non lasciar cadere le gocce sulla veste Giorgio, allacciale il [...]
[...] se non mi devono piacere gli uccelletti allo spiedo. Guarda, me ne lecco anche le dita. Lasciamo, per carità, da parte il tuo bruciore di cuore [...]
[...] , le facevo tribolare. Si sa, quando si è ragazze! Non ero però delle più cattive. Sì, quello lo accetto di cuore. Lo zabaglione è sempre stato il [...]
[...] non posso offrirti che la bellezza del diavolo. E che cosa direbbe il Casone? Ci sarebbe da morirne dalla vergogna. No, adesso non voglio più [...]
[...] niente. Non sono abituata al caffè, ma se è per farti un piacere, figurati. Sì, sì, ti prometto domani di darti la risposta. Tu la vuoi ora? Il Signore [...]
[...] mi è testimone che io ho fatto di tutto per il tuo bene. Se ti preme tanto, è detto. La mia parola è sacra. Ma tu sei a tempo a disdirti anche [...]
[...] volta detta è sacra, non avere paura. Ah, come si sta bene all'aria! Pareva proprio Natale. Fino dalle prime ore il sole rovesciava la luce [...]
[...] calda sui tetti e il vicinato era già tutto in piedi, cogli usci spalancati, con l'allegria che andava di ringhiera in ringhiera, cogli augurii [...]
[...] che passavano di uscio in uscio, coi nomi degli intingoli che cuocevano e disperdevano un odore che faceva mettere il dito in bocca a chi doveva [...]
[...] mangiarli. Da una parte e dall'altra c'erano vicini che uscivano con la chicchera a far vedere a tutti che prendevano il caffè come i signori [...]
[...] , versandoselo sul piattino e bevendoselo con delle soffiate per raffreddarlo. Antonio, l'epilettico, cui il cerusico Pinta aveva completamente guarito [...]
[...] le mani e dicendo alla mamma di dargli la giacca, che voleva scendere a scaldarsi lo stomaco con un bicchierino d'erba ruta. Il vecchio tintore [...]
[...] del quarto piano, con le sue mani screpolate da mezzo secolo, col cappello pieno di pugni e il gessino in bocca, saliva con la corba piena di [...]
[...] il salsamentario e con del buon vino da cinquanta al litro. Giuditta, del terzo piano, blocco B, andava giù a portare una fetta di panettone al [...]
[...] povero Siliprandi, il quale si ostinava a credersi inquilino del Casone, sdraiandosi tutte le notti nel cavo disotto la scala. Il povero uomo le [...]
[...] scarpe sfondate che riassumevano il padrone. — Prendete, Siliprandi, che vi farà bene. Non aveva voglia di mangiare. Era stracco, intirizzito, sporco [...]
[...] risvolti di lontra alle maniche. Il suo cappello alla Rembrandt, circondato da una superba piuma di struzzo, le buttava sulla faccia una fierezza [...]
[...] bruna che innamorava. Sapete la novità, Marianna? Giorgio, il padrone di casa, sposa, indovinate? Potreste cercare mille anni senza indovinare [...]
[...] . Sposa un vaso comune. Sposa Annunciata, proprio, com'è vero che sono viva. Voi potete credere o non credere. Ma lui la sposerà senza il vostro [...]
[...] consenso. Me lo ha detto Alfredo, il violinista, che l'ha saputo da Giuliano, il materassaio, sapete, quello che sta di sopra. Ma bisogna dir niente [...]
[...] perchè mi ha raccomandato il silenzio. Anche a me pare impossibile che un padrone di casa, per quanto brutto come Giorgio, possa sposarsi una [...]
[...] dì delle feste. Addio, se passate di là vi offrirò il rum del Gianmaria, che è buonissimo. Eccomi, seccate! Una volta, alla festa, ci si lasciava [...]
[...] in pace. Ora non c'è più quiete neanche nelle feste di Natale. Il mondo va tutto all'incontrario. La si chiamava per una manata di prezzemolo [...]
[...] alla prossima volta. Il prezzemolo poi non lo faccio mai pagare alle mie avventore. Martino, con la gola della camicia a punte inamidate, col [...]
[...] pioggie, aveva l'abitudine ogni anno di pagare il cicchetto di Natale agli amici che lavoravano nello stesso spazio. Il suo cicchettaio era il [...]
[...] . Con la stretta di mano si erano comunicata la notizia che stavano tutti bene. Luraschi, il falegname, vestito di fustagno nuovo, sotto il [...]
[...] cappellone nero fresco ancora dell'anno scorso, era già stato in Duomo a sentire le tre messe con la moglie e i figli e aveva già bevuto il rum caldo [...]
[...] con loro in santa Margherita. Paolino, il chiavaiuolo, era in piedi dalle cinque, e aveva già fatto il giro di parecchie botteghe. Lorenzo, il [...]
[...] , aspettando che Martino precedesse gli invitati. Se nascesse un'altra volta non farebbe certamente il barbiere, un mestiere birbone che lo obbligava a [...]
[...] stare in gamba quando tutti gli altri, compresi i prestinai, facevano baldoria! Un pubblico come il suo non lo si trovava a farlo apposta. Un [...]
[...] pubblico che lo lasciava lì magari tutta settimana ad acchiappare le mosche e a guardare il soffitto, e che poi, in domenica, nell'ora in cui si ama [...]
[...] che bisognava mangiare per stare in piedi, avrebbe strappato giù i piattelli più di una volta e dato un chiodo alla bottega. Il chiavaiuolo lo [...]
[...] pacificava assicurandolo che tutti i mestieri avevano qualche guaio. Il suo, che non s'imparava che cogli anni, era dei più prepotenti. Un signore o [...]
[...] la faccia pulita in domenica, non andava mica a trovare il parrucchiere in giovedì. — Alla vostra salute. — Tanti augurii. — Buone feste [...]
[...] , obbligando i nuovi venuti a passare davanti o dietro loro, come se fossero stati i padroni del sito. Lungo il banco, tra coloro che vuotavano il bicchiere [...]
[...] , con l'altra, picchiavano, di tanto in tanto, il soldo per un altro bicchiere di raccagna. Ai tavolini c'erano anche delle donne che bevevano coi [...]
[...] a cercarsi degli altri grattacapi. — Ci vorrebbero qui quei signori che dicono che noi abbiamo il pelo sullo stomaco, lasciando sciupare ai [...]
[...] dell'ubbriaco. Libertà per tutti. Ciascheduno doveva avere la libertà di spendere i proprii denari come si sentiva. Si era in un luogo pubblico e il padrone [...]
[...] che io proteggo l'ubbriachezza. E, uscito dal banco, lo prendeva per il collo del palto peloso e a urti lo metteva alla porta, tra la gente che [...]
[...] voluto prendere le difese dell'ubbriaco per dire che non era il modo di trattare la gente che alzava il gomito in una giornata come quella. Ma la [...]
[...] maggioranza era con Martino che dava addosso all'eterno ubbriacone della scala C, che disonorava il Casone e maltrattava la famiglia con delle [...]
[...] volevano una ventina, larghe e lunghe due volte quelle di prima e qualcheduno brontolava se gliela si metteva al collo con delle macchie. C'era il [...]
[...] bottega. Un soldo di più e la salvietta pulita che costa un soldo vuol dire che il parrucchiere prende meno che dagli altri avventori che si [...]
[...] . Il Cortilone si era andato popolando di donne che portavano lo scaldino di terra sotto il grembiale. Dove il sole era largo si erano agglomerate [...]
[...] quelle che si scambiavano il servigio della pettinatura. Erano sedute sulle scranne gregge, in sottane colorate con la balzana a sbrendoli che [...]
[...] non giungeva loro ai polpacci, in corpetti di percallo a fiorami e ravvolti negli scialli di lana a maglia, coi capelli sciolti per il collo o giù [...]
[...] per le spalle come mantelli del parrucchiere. Le sedute avevano nel grembiale il pettine, il pettinino, le stringhe per attorcigliare le trecce, le [...]
[...] forcelle per tenerle appese e la bottigliuccia per ungerle. Le pettinatrici, in piedi, dietro le teste, passavano il pettine coi dentoni lunghi [...]
[...] nel mezzo delle capigliature fitte e le sgarbugliavano come lo stalliere la criniera del cavallo, spruzzandosi, ogni volta, il palmo della sinistra [...]
[...] ammazzarne. Pareva che le crescessero sotto le dita. — Al tuo posto mi laverei la testa col sapone di Como. Il sapone ti sgrassa la pelle e li lascia [...]
[...] . — Andate via, sporcaccionone! Il marito della Pina entrava dal portone cogli occhi spaventati, con il grembiale arrotolato sullo stomaco, con le [...]
[...] il cammino con dei passi precipitati, come se il corpo tendesse a rotolarsi sul suolo, e andando spesso ai muri ove tentava di accendere il [...]
[...] indietro coi pugni tesi e la bocca piena di bestemmie. Dinanzi al quadrato delle donne con il collo nudo e con le ridondanze del seno tremolanti [...]
[...] sotto i leggeri indumenti rimaneva sospeso cogli occhi del bue che vede avvicinarsi il cencio rosso. Qualche secondo dopo schiattava in una risata [...]
[...] trasudava di liquori. Era un'indecenza che ci fossero al mondo dei malcreati come lui. Il calzolaio si lasciava battere, continuando a ridere e a [...]
[...] sua. Arrovesciandosi le maniche per il gomito, mostrava a tutti la muscolatura delle braccia pelose come quelle di un uomo e diceva che era pronta [...]
[...] vigliaccona a loro per quel suo straccio di marito catarroso che non avrebbero voluto neppure arrostito con le cipolle! — Avanti! Il primo [...]
[...] smettesse di tentare alla cieca di agguantare la rivale per il collo. Martino, Luraschi, Paolino e Lorenzo, che si trovavano pigiati nella folla, si [...]
[...] , borbottava e faceva capir loro che avrebbero fatto meglio a mettere il naso negli affari propri. Che ne sapevano loro del perchè e del come? La Pina, che [...]
[...] meno lunga. Il proverbio parlava chiaro. La lingua senza ossa, fa rompere le ossa. Teresa era riuscita a piantare le unghie nella veste della [...]
[...] . La Pina era finita. Divenne bianca come una morta e cadde in terra svenuta con un grido che chiamò fuori il resto del vicinato sulle ringhiere [...]
[...] della svenuta nel cavo del grembiale. Non è niente. E, dicendolo, le puliva il naso ingroppato di sangue e le umettava le labbra e le tempie per [...]
[...] che le erano scappate sotto i fianchi e con una grembialata si nettava il viso graffiato e spruzzato di sangue, soddisfatta di avere data una [...]
[...] lezione alla Pina che prendeva sempre le parti del marito anche quando il suo uomo aveva torto marcio. Pochi minuti dopo, il Cortilone aveva [...]
[...] completamente dimenticato la zuffa. Le pettinatrici avevano ripreso il lavoro di fare le trecce e i rialzi con delle risate che sbronciavano fino gli [...]
[...] imbronciati. Giuditta andava in giro con la zaina dell'amore nella quale ciascuno intingeva le labbra e perdeva il livore nato in un momento di furia [...]
[...] si era sfogata, non nutriva rancori. Non aveva fatto che il suo dovere. Come moglie doveva difendere il marito, anche se era un beone con le [...]
[...] mani bucate come il suo. Carico di lucilina era un altro uomo. Diventava un porcone col fiato che bruciava chi gli stava vicino. Fuori, aveva il [...]
[...] sparpagliavano lentamente e si lasciavano alle spalle il Guercio, un tipo che sognava continuamente di mandare in rovina il lotto con una quintina [...]
[...] . Nessuno aveva mai messo la testa nel suo abbaino che portava il numero 194, blocco C, perchè puzzava come una latrina e annunciava l'ambiente a [...]
[...] sui cavalletti. Nel Casone passava per un avarone che aveva il morto in fondo alla calza nascosta nel pagliericcio, per lasciarsi credere un [...]
[...] sbattevano sul selciato le estremità incatramate di palta indurita. Il giorno di Natale aveva l'abitudine di passarlo in casa della Peppina, la [...]
[...] Ponte Vetero, dove c'erano sempre i maccheroni al salto e le minestre nelle quali stava in piedi il cucchiaio. Intanto che il suo pensiero [...]
[...] ondeggiava, la vicina del terzo piano del blocco che rasentava, gli versava in testa, inavvertitamente, il pitale, e chiudeva la finestra per non [...]
[...] spacco il didietro con un calcio! Gina stava per uscire. Era sull'uscio che faceva le ultime confidenze, con la punta viperina della invidiosa [...]
[...] elegantizzava il busto col taglio aderente, col collo risvoltato, con la doppia guarnizione sul davanti, tra i bottoni di seta e le guipure bianca [...]
[...] schiudevano un'anta sola per poche ore della mattina. Lei non aveva i capelli grigi. Ma da otto o dieci anni, il Natale non era più il Natale [...]
[...] dei nostri vecchi. Sì, è vero, il cappello di felpa rossa, con la callotta alta e le tese larghe, si adattava alla sua fisonomia pienotta. Gli aveva [...]
[...] a pennello. Il suo era un capriccio. E in giornata sono poche quelle che possono appagarselo. S'intende, lei non era mica di quelle che si [...]
[...] lasciano comperare le cose dagli uomini, come certe sue conoscenze. Non sapeva se si era spiegata. E tossiva con gli occhietti rivolti verso il fondo [...]
[...] . Carolina, con la sua camicetta di flanella stampata, col davanti a pieghettine e il suo giro di velluto oliva scuro intorno al collo, non era [...]
[...] meritava. Se voleva andare con loro? Diavolo! Non c'era neanche da parlarne. Con tutto il piacere. Sarebbe stata una consolazione per quella [...]
[...] taffettà nero drappeggiato aveva un superbo fermaglio d'argento cesellato, pieno di pietruzze luminose, che si vedeva tutte le volte che teneva il [...]
[...] manicotto di lontra lungo il rovescio del mantello. Carolina e Ginevra, con la scusa di accompagnare la Gigia fin sulla porta, andavano incontro [...]
[...] d'alchermes con Marianna di sopra a vestirsi, e pizzicottava ora il braccio di Carolina e ora quello di Ginevra, per attirare la loro attenzione sullo [...]
[...] sfarzo di Adalgisa, la quale si lasciava ingenuamente ammirare, domandando anzi loro se le stava bene il cappello che le pareva fosse troppo largo [...]
[...] . Le incresceva di aver preso il manicotto, perchè il sole scottava, e dicendolo si tirava giù il guanto alla moschettiera dalla mano grassottella e [...]
[...] bianca come il pancino di una quaglia, e mostrava l'anello all'anulare, con un brillante fosforescente e grosso come la capocchia di un chiodo [...]
[...] in giù, facendo dei passetti come amiche che cercano una soluzione, rompendo il silenzio con parole affrettate, passando da una inezia all'altra [...]
[...] signori e sapeva il francese da poter assistere alle rappresentazioni teatrali a Parigi senza perdere una parola. Ella aveva assai più imparato con [...]
[...] lui che con l'altro, pieno delle futilità rigide della classe dei pivelli aristocratici del suo tempo. Il solo guaio era che il secondo amante [...]
[...] insisteva per il matrimonio. Da un po' di mesi si intestardiva a volerla sposare. Pochi anni sono, Adalgisa non capiva la donna senza marito. A [...]
[...] casa della mamma piangeva sovente di non avere il padre e la biasimava, dicendole che era una brutta cosa di mettere al mondo dei figli senza i [...]
[...] genitori. Adesso non aveva cambiato idea, ma si sentiva ancora troppo giovane per imporsi il giogo del matrimonio. Non stavano bene anche così come [...]
[...] Montpensier di felpa bigia, montato di piume castagne che si dividevano alla callotta per discendere coi ciuffi sui margini dell'ala. Il costume [...]
[...] rispettano, e cavava il portamonete quando trovava qualche povera donna che le faceva gli augurii con una riverenza per commuoverla. Adalgisa si [...]
[...] banca. Non era ancora venuto il giorno di fargliela scontare. Ma non era lontano. Guai a lei se si fosse permessa una sola smorfia. Avrebbe fatto uno [...]
[...] sopra. — Buone feste, signora Annunciata! Si sentiva nell'aria che il vicinato incominciava a considerarla qualche cosa nel Casone. Invece di [...]
[...] testa e dei sorrisi graziosi. — Buone feste! Le quattro che aspettavano Marianna erano divenute pallide. Adalgisa la vedeva avanzarsi con il rancore [...]
[...] che le andava su dal ventre alle labbra che tremavano come se avesse avuto il convulso. Fingendo di guardare il manicotto penzolone per il [...]
[...] illividivano il viso. A mano a mano che si avanzava, la collera le si sbrigliava per il cervello e il sangue le infuriava per le vene, come se tutto [...]
[...] tendesse a precipitarla sulla nemica. Carolina la guardava con delle strizzatine d'occhi e Ginevra le pizzicava il braccio per distrarla. Annunciata [...]
[...] passava accanto a loro salutando dall'altra parte Giuseppe, il tintore del blocco A, che si era tolto il cappello per augurarle le buone feste [...]
[...] spingevano a correrle con le mani alla gola e farle pagare, con la strangolatura, l'insulto di averla battuta in mezzo a tutti. Era il sedimento della [...]
[...] orecchie d'Adalgisa, entrava una vittoria guidata dal signor Giorgio, il quale faceva fare al cavallo una larga curva per metterlo con la testa verso [...]
[...] l'uscita. La salutava con una scappellata e le additava il cuscino che l'aspettava. Non era ancora seduta che le giungeva all'orecchio la parola [...]
[...] atroce di Adalgisa, seguita dalle approvazioni clamorose delle altre. Annunciata si sentì il cuore passato a parte a parte dal coltello della [...]
[...] vettura, dicendo che aveva dimenticato qualcosa, e si avviò verso loro tirandosi giù lentamente il guanto dalla mano che voleva punire la sfacciata [...]
[...] volevano la loro parte non avevano che da parlare. Poi, con la stessa indolenza, ritornò, adagio adagio, calzandosi il guanto, al predellino [...]
[...] perdevano lacrime, le quali le andavano giù, serpeggiando per il rosso delle guance, fino al collo, come una tenerezza che l'invitava a sciogliersi e a [...]
[...] secco, si era volta verso l'Adalgisa che agitava il manicotto in aria come una furia e si svociava con la bocca piena di lacrime, scoppiando in [...]
[...] , l'amante di Virginia, al quale spuntava la peluria bionda sotto il naso, era più sbracato e veemente. La prendeva su, idealmente, in una bracciata e [...]
[...] puzzolento e poi le mettono alla porta per il porcaio cittadino! E sputava dallo schifo su queste ragazze che si svergognavano nel letto dei maturi [...]
[...] piuttosto che pensare alle necessità della vita! Se fosse stato lui il padrone di casa, le avrebbe fatte bastonare tutte le volte che si fossero [...]
[...] faceva la santacchiona ora che invecchiava, gli faceva venir su il panettone dell'anno scorso. Ne aveva fatte delle belline anch'ella ai suoi giorni [...]
[...] tutte le donne ammaccate del Terraggio, senza che qualcuna sapesse mai renderle pan per focaccia. Adesso il frizzo di Marianna era spento perchè [...]
[...] giungeva la carrozza con Bentoni che fermava il cavallo di botto e si toglieva la tuba con una curva e un sorriso. Marianna indossava un ulster di [...]
[...] bristol nero, lungo come la veste, il quale dava un po' più di forma al suo corpo, e aveva in testa una capote nera che le metteva sul viso un'aria [...]
[...] da furbacchiona che faceva nascere, tra la pivelleria che adocchiava il crocchio femminile, la maldicenza trivializzata dalla frase implacabile di [...]
[...] dall'altra parte, che così io resterò tra voi due. — Addio, buone feste! — Buone feste a tutte! Il cavallo, che raspava il suolo dall'impazienza di [...]
[...] rimettersi in cammino, si metteva al trotto e si slanciava fragorosamente verso il corso, inseguito dagli uh sordi e lunghi della pivelleria che [...]
[...] manifestava, con dei rutti, il suo immenso disprezzo per tutta quella carrozzata di prostituzione privata. L'andirivieni dei padellotti che [...]
[...] andavano e venivano dal prestinaio continuava, quantunque il prestinaio Taschini andasse dicendo alle donne che il forno stava per morire e che anche [...]
[...] di respingerle. Certe poste lo conoscevano da quando, da ragazzo, andava di uscio in uscio col gerlo in ispalla a portare il pane alle famiglie [...]
[...] in margine alla sua. Se il capo di casa rimaneva sul lastrico o vittima di qualche accidente, Taschini continuava a registrare sul libretto [...]
[...] raccontavano, come un padre burbero che impensieriva a mano a mano che il disastro intetrava, e concludeva che a ogni modo bisognava pensarci e [...]
[...] fare qualche cosa. Nessuno poteva dirgli bugie, perchè il proprietario del vecchio prestino di porta Magenta era come lo storico di tutta la [...]
[...] naturale, senza destare scalpore o suscitare alcuna commozione tra i vicini che vedevano incassare i vicini per il foppone, come poveracci che avevano [...]
[...] , elencando la percentuale dei morti e delle disoccupazioni e aggiungendo il vizio che sovraneggiava nella classe. Quando il delegato della miseria non [...]
[...] sapeva a chi ricorrere per non lasciarsi gabbare dalla popolazione più o meno sulle braccia della Congregazione di Carità, andava da lui, il quale [...]
[...] lui, il prestinaio, li metteva nella casella intitolata: povertà cronica. Perchè era una folla di bisognosi anche quando trovava lavoro e lavorava [...]
[...] l'altro, come tanti ingordi, senza pensare al domani, e lungo il resto della settimana si contentavano dei pezzacci di pane, delle croste dei paiuoli [...]
[...] popolazione che accendeva il fuoco di rado, e che si coricava invariabilmente al buio, anche d'inverno, quando la bruma notturna discende nel [...]
[...] . Raccontava sovente a don Paolo, il suo vecchio amico che non sapeva passare dalla bottega senza entrare a stringergli la mano, che aveva dei casi [...]
[...] dei disgraziati, si informava della loro sventura, li incoraggiava o li pregava a continuare a mandare a prendere il pane, e, magari, se ne [...]
[...] , col pretesto che non aveva tempo da perdere. Nessuna donna, povera o arcipovera, usciva nella giornata di Natale senza il panettone ch'egli [...]
[...] sapere che c'era qualche donna che pativa la fame. Così il fornaio lo dava specialmente alla sgraziata che comperava mezza libbra di pane in un [...]
[...] prestinaio, mezza in un altro e mezza in un altro ancora per far su del panettone da sfamare tutta la famiglia. E ogni donna, durante il Natale [...]
[...] , fino alle tre pomeridiane, quando dava il chiodo alla bottega, aveva diritto di mettere il padellotto nel suo forno. A un'ora si poteva dire che [...]
[...] il Natale si svolgeva nell'aria. Si fiutavano i profumi scappati dalle casseruole e si sentivano gli sbattacchiamenti delle ante che chiudevano [...]
[...] ermeticamente le ultime botteghe dei padroni che si tappavano in casa per impedire ai seccatori di andare a disturbarli. Il tabaccaio, che era sempre [...]
[...] correndo o sollecitando il passo, dando le buone feste in fretta agli ultimi sbevazzoni che rincasavano mollemente, col cappello sbattuto indietro e [...]
[...] col tabarro slacciato e appeso per un filo alle spalle, come se per loro non facesse freddo. Nel Casone il tepore delle cucine che indiavolavano [...]
[...] Montevecchia che vendeva il girovago dalla cavagna coperta di carta rossastra, stracchini che mettevano sete e facevano mangiare tanto pane. In [...]
[...] mezzo a questo silenzio esterno che dava l'idea di essere in una città morta, pareva di sentire il sordo fragore di dentiere di ferro che [...]
[...] riempiva, si andava sviluppando il chiasso allegro dei piatti sbattuti o strisciati sui piatti e dei coltelli affilati sui coltelli per affettare i [...]
[...] crepapelle, e, qua e là, si vedevano sbucare, di tanto in tanto, degli inquilini con le facce infiammate sotto il tovagliolo maculato dei rossi delle [...]
[...] bevande o insudiciato dei nerazzi dei cibi, con in bocca il virginia o la pipa colma e infocata, a chiamare degli altri vicini per domandar loro se il [...]
[...] pranzo e si inanellava il motto condito di buon umore col motto audace, e si rincorreva col frizzo la ragazza che metteva fuori il faccino e si [...]
[...] adagiarsi nelle viscere della gente come una dolcezza. Il Cortilone incominciava a ripopolarsi e Lorenzo, il parrucchiere, che occupava le stanze a [...]
[...] pianterreno vicino alla bottega, usciva con la bottiglia in una mano e il bicchiere nell'altra a dare della voce a Martino che gli stava sulla [...]
[...] spendeva. Amava la partita alle bocce d'estate e d'inverno, la giocata a tarocchi di sera, il bicchiere della staffa prima del desinare e un po' di [...]
[...] vacca al fuoco tutti i giorni, perchè lui era di opinione che senza carne il tronco di carne non poteva stare in piedi. Dava in casa quello che [...]
[...] mille ciascuno, una Lega divenuta arcipotente, perchè nessuno poteva comperare oggetti impegnati o roba all'incanto senza il suo consenso, e [...]
[...] oltre il bilione. Il modo di lavorare della Lega, la quale aveva chiuso l'elenco dei membri alla cifra tonda di duecento, senza lasciarsi [...]
[...] il Lorenzo, a rappresentare la parte di compratori e dare all'asta un'apparenza di gara con degli aumenti di cinquanta centesimi o di una lira fino [...]
[...] a quando la roba in vendita veniva deliberata a un incaricato dai leghisti. — Supponete, diceva Lorenzo spiegandone il metodo agli amici, che [...]
[...] domani il Monte di Pietà metta all'incanto gli oggetti o la roba non ritirata in tempo. Una ventina di noi — perchè non siamo più di una ventina [...]
[...] lire sottomano e s'intestardiscono di volerli portar via a qualunque prezzo, credendo di farla al competitore, il quale continua [...]
[...] di dimostrare che nulla può essere comperato senza il loro permesso. E quando la strizzatina d'occhi ci ordina di abbandonarla all'ostinato che [...]
[...] persiste come un giuocatore che perde, allora vuol dire che la società si contenta di punirlo facendogliela pagare il doppio o il triplo di [...]
[...] cinquecento lire. I leghisti se li contendono facendoli salire a mille e più lire. Il leghista, al quale sono stati aggiudicati, mette il di più nella [...]
[...] nessuno rincarisce la roba senza lasciare un margine largo per il bottegaio, passano al caffè col cognac e al sigaro, e l'incaricato, per turno o [...]
[...] per acclamazione, si mette a contare i biglietti nella zuppiera, deduce dal totale il dieci per cento per la cassa collettiva che è, come si [...]
[...] direbbe, la loro cassa di resistenza, si paga il conto all'oste e poi si divide il resto per il numero dei leghisti che hanno partecipato all'asta [...]
[...] lingua a stento! Guarda che il fiasco è in cucina. Sii buona e fa presto. Che cosa si dividono i leghisti? Somme da far venire l'acquolina in bocca [...]
[...] buttava in aria le mani come una maledizione. Martino e Paolino andavano d'accordo nel biasimare il bagarinaggio che rendeva le aste una vera [...]
[...] la vita in quel modo. Ma in nome del cielo, se tutto il commercio fosse stato nelle mani di monopolisti spietati come quelli, un giorno o l'altro [...]
[...] voi, Luraschi, prendete il bicchiere. Alla vostra! È inutile parlarne. Voi, che se uscite dal Cortilone è per attraversare la strada e andare dal [...]
[...] trafelata per salvare il suo scialle o le sue boccole di sposa o le lenzuola del suo letto. Anzi se la vedono, l'aiutano a riprendere le cose [...]
[...] sue senza lasciarle pagare un centesimo. Non sono degli strozzini che svaligiano la pitoccheria. Il loro commercio è meno immorale di quello che [...]
[...] l'asta una estrazione del lotto. Può darsi che a qualcuno capiti il terno, ma la folla di coloro, che esibiscono a caso, ci rimette sempre di saccoccia [...]
[...] . Con i leghisti invece i prezzi non escono dal normale e lasciano uno spazio per il venditore e per il compratore. Comperate un oggetto da loro [...]
[...] , senza intromettervi nell'asta, e vedrete che vi costerà meno, molto meno di quello che spendereste a mettervi tra loro e il banditore. E adesso [...]
[...] . È il mio giovine che mi sostituisce tutte le volte che sono assente. Egli è un po' malcontento per la cassetta. È anno di carestia, caro mio [...]
[...] più salario ai padroni. Sciocchi! Non sarete voi che cambierete il mondo. Il mondo è sempre andato così e così ha sempre da andare. Beviamo! Alla [...]
[...] nostra salute e crepi l'avarizia! Di fuori il cicaleccio si diffondeva, andando di piano in piano e rumoreggiando dove erano i crocchi degli amici [...]
[...] bella se i giorni della settimana fossero tutti come il Natale. Si mangerebbe a crepapelle e si diventerebbe tanti Michelacci. Qualcuno rideva [...]
[...] buono di fare quello che faceva il tuo capitano? No? Alla buon'ora! Così non sapresti fare il ricco. Voialtri, con cento mila lire, prendereste [...]
[...] delle sbornie, come faccio io. Fatemi il piacere! Senza i ricchi che spendono e spandono, i poveri morirebbero di fame. Non siamo noi che andiamo a [...]
[...] parrucchieri, i guantai, i lavoranti in carrozze, i sellai, i pasticcieri. Fatemi il piacere! I signori sono necessari come il pane da mangiare. Baldino [...]
[...] , il figlio della 74 della sesta ringhiera, blocco B, era stato tirato in casa di Angelino, il figlio della Pina, con altri giovanotti del Casone [...]
[...] . Angelino voleva bene a Baldino prima perchè aveva sculacciato con lui per il cortilone, poi perchè era cresciuto, si può dire, insieme. Anche dopo [...]
[...] , Baldino, e sta su allegro che la provvidenza c'è per tutti. Gli amici, rincuorati da Angelino, gli si erano tirati intorno, lasciandogli il posto [...]
[...] all'ingrosso. Stavano lì quieti e silenziosi e davano sulla voce a Vittorina tutte le volte che si muoveva e distraeva la loro attenzione. Il figlio della [...]
[...] , delle giornate in cui indossava la casacca del recluso. Gli amici lo ascoltavano a bocca aperta, trattenendo il respiro per non perdere una [...]
[...] tra una cinquantina di detenuti riuniti sotto il porticato del Cellulare ed era andata al tribunale a assicurare i giudici che lui era proprio [...]
[...] quello che l'aveva alleggerita del portamonete. Invece Baldino aveva sempre avuto della ripugnanza per il piccolo malvivente che arrischia la libertà [...]
[...] serva che andava a letto prima delle nove. — Tranne il novizio, i miei quattro compagni eran vecchi del mestiere. Il novizio, che ci aveva dato [...]
[...] le informazioni sull'interno e sulle abitudini della casa, era stato per tre anni scrivano dell'avvocato che stavamo per derubare. Il nostro capo [...]
[...] era un uomo coraggioso, che non indietreggiava dinanzi il pericolo e che aveva già portata la catena a parecchi magli nel bagno penale di [...]
[...] discutesse i suoi ordini o che mettesse in dubbio la capacità di servirsi di qualsiasi mezzo per salvare gli associati. Il primo a entrare in casa [...]
[...] dovevo essere io perchè ero più snello, più agile e più pieghevole. Il mio corpo, che era stato nelle mani dei saltimbanchi due o tre anni, si [...]
[...] fossero state di gomma elastica. Aspettammo il momento propizio, cioè quando la via era deserta e abbandonata dal questurino, e poi, in un [...]
[...] attimo, saltai sul collo di un compagno, il quale venne preso sulle spalle da un altro per farmi da scala per aggrapparmi al davanzale della [...]
[...] i frantumi, passai la mano per il buco, l'apersi e saltai dentro senza fare maggior rumore del gatto sui tappeti. Prima di muovermi e aprire il [...]
[...] serva. Era la prima volta e il mio cuore batteva in modo da togliermi il fiato. In mezzo al silenzio mi pareva ch esso facesse un rumore così [...]
[...] rasente il buco, sentivo la respirazione affannosa della donna senza poter capire se dormisse. Stavo per convincermi che russava, quando la sentii [...]
[...] voltolarsi nel letto facendolo scricchiolare e tossire con dei colpi secchi, tirando su il catarro che sbatteva in terra con violenza. Non avevo [...]
[...] paura perchè mi aveva imposto il capo di non averne, tuttavia sentivo la testa che sudava e provavo la tortura di essere punto in tutte le parti da [...]
[...] , l'uno dietro l'altro, passammo nello studio ove era la cassa forte. Nessuno diceva una parola. Ciascheduno aveva in saccoccia il suo lanternino [...]
[...] e il capo dava gli ordini con dei semplici segni che tutti capivamo. Il male era che la parete destra dello studio lo divideva dalla stanza della [...]
[...] serva, la quale avrebbe potuto svegliarsi al minimo rumore. Ci mettemmo al lavoro. Il capo si era tolto gli ordigni del mestiere di sotto al [...]
[...] panciotto e, dopo avere dato un'occhiata alla cassa, si mise senza indugio a trapanarla. Intanto che il trapano lavorava, un altro gli stava sopra [...]
[...] avrebbe potuto fare la punta del ferro che si arroventava col va e vieni che gli faceva fare il tirante. Due altri aspettavano il buco per [...]
[...] veccnia e di impedirle, a qualunque costo, di disturbare il loro lavoro. Ero al buco da un quarto d'ora e a ogni momento che le seghe gemevano mi [...]
[...] udivano dei tonfi e dei movimenti di ferri che mi facevano correre il gelo alla testa. Al momento in cui erano riusciti a cacciare la mano nel [...]
[...] udivo i piedi nudi che correvano per il tappeto e le mani che cercavano a tentoni. Poi intesi lo zolfanello strofinato sulla scatoletta. Un altro [...]
[...] si sarebbe dato alla fuga. Io rimasi al mio posto senza interrompere il lavoro dei miei compagni. Attesi la servente senza paura. Lasciai che [...]
[...] mettesse la mano sulla maniglia per aiutarla ad aprirla. C'incontrammo. La donna lasciò cadere il candelliere mandando un grido che non le lasciai [...]
[...] finire. Le fui sopra con la mano alla bocca e con il coltello aperto negli occhi che le ingiungeva di tacere. Con le mani giunte promise di non [...]
[...] compagni se n'eran già andati col bottino da una ventina di minuti. Io chiusi l'uscio d'entrata come se fossi stato il padrone di casa, discesi le [...]
[...] scale contento del mio lavoro, ritornai nella strada, buttai nel tombino la chiave dell'avvocato e raggiunsi i miei compagni al luogo di ritrovo. Il [...]
[...] andavano? Molte volte si erano promessi di pedinarli e scoprire come diavolo sciupavano il tempo, ma finivano sempre col concludere che facevano [...]
[...] gli facevano dimenticare il tempo e che lo trasportavano in ambienti migliori. La solitudine della cella gli aveva fatto imparare la voluttà di [...]
[...] una volta o l'altra, se il colpo andava bene, c'era modo di uscire dalla miseria negra per del tempo e anche per sempre. Era chiaro, che se non [...]
[...] sua breve carriera contava delle nottate che gli avevano fruttato più di dieci mila lire e due anni passati da un'orgia all'altra. Adesso che il [...]
[...] voluto essere il capo. Elegante, con le tasche sempre ben fornite, con un'abitazione di parecchie stanze ammobigliate principescamente, con degli [...]
[...] amici che avevano relazioni con la società alta, sarebbe passato sotto il muso dei mardochei senza destare sospetto. Tranne i principali attori [...]
[...] alla testa delle squadre, nessuno degli associati avrebbe dovuto conoscerlo personalmente o sapere il suo nome. Con le conoscenze personali delle [...]
[...] autori. Certo che non bisognava evitare di servirsi dell'arma da taglio o da fuoco dove il pericolo era maggiore a lasciare in vita qualche [...]
[...] , il quale gli aveva suggerite tutte queste idee, era riuscito, in pochi anni, coi furti, a farsi una posizione invidiabile e a sposare una contessa [...]
[...] occhi l'avevano affascinata o ipnotizzata da non darle modo nè di premere il bottone del campanello, nè di chiamare la servitù, mentre lui, il [...]
[...] convinto che senza la sorveglianza egli avrebbe potuto sviluppare il suo progetto e diventare uno dei più agiati e dei più ricchi di Milano. Senza [...]
[...] sorveglianza non lo lasciava andare in mezzo alla folla, gli proibiva di portare il bastone, di rincasare dopo il tramonto del sole, di uscire prima [...]
[...] che spuntasse il sole e gli ingiungeva di non andare mai sul marciapiede e di non girellare per le vie con due compagni. Se trovava da lavorare [...]
[...] , gli agenti andavano a informare il padrone del suo stato di servizio. Andava a letto? Gli incaricati della polizia andavano a visitarlo tutte le [...]
[...] andava e si veniva e si sostava con le mani sotto le ascelle o il grembiale, per dirsi che o bene o male anche quest'anno il Natale era passato. La [...]
[...] il figlio con una serqua di improperii, facendo sapere a tutti che un sorvegliato all'ora che suonava doveva essere in letto. Sapeva per [...]
[...] la mano sul seno che era diventato il suo dolore di testa. In prigione bisognava portargli il soccorso e in casa faceva disperare. Bisognava [...]
[...] uscivano e andavano a spasso senza seccature. Nei suoi panni avrebbe già fatto il diavolo a quattro. Avrebbe voluto vedere la faccia tosta che [...]
[...] avrebbe potuto tenerla in casa. Pasqualino, che andava via a ventate, a seconda che il vino lo buttava a destra o a sinistra, era d'accordo con la [...]
[...] avrebbe rotto il muso e sarebbe ritornato dabbasso. Era buono, ma non bisognava toccarlo, perchè allora diventava un leone. I chiarori dei lumi [...]
[...] dietro le finestre gettavano qua e là dei bagliori foschi e rendevano il nebbione, nel quale era avvoltolata la gente che si sparpagliava, più [...]
[...] visibile. Fumacchiava come sospeso sur un immenso letamaio ed era attraversato da una fitta di spruzzi che andavano a umettare il selciato e a rendere [...]
[...] più lubrica la palta in terra. Con la temperatura intiepidita, non pochi vicini, senza badare all'umidore che intristiva, passavano per il [...]
[...] Cortilone e s'avviavano a bere l'ultimo mezzo, di nascosto dalle donne, dal Gianmaria, il quale aveva lasciata socchiusa l'entrata di dietro [...]
[...] . Siliprandi ciabattava per il lungo e per il largo imbronciato, menando il randello per l'aria, percotendo le muraglie sul suo passaggio, fermandosi di botto [...]
[...] bastone che inseguiva il vuoto, parlando tra sè come un matto, tenendo in alto la faccia come se fosse stato a colloquio con Dio. I barcollamenti [...]
[...] risollevandosi, tentava di tirarsi giù il palamidone per respirare e buttava sui sassi boccate di risotto arrossato che non sapeva piu tenersi nello stomaco [...]
[...] perchè il caldo gli aveva fatto un po' di male. Vergogna! Vergognaccia! E ne eruttava delle altre boccate, inaffiandole del vino che gli veniva su [...]
[...] ha fatto peso un po' di risotto! Era una cosa che poteva capitare a chiunque. Vergogna! Il cortile incominciava a girargli intorno e il [...]
[...] asciugandosi la bocca con la manica slabbrata del zimarrone e poi ricominciava a percorrere il terreno ineguale, mettendo i piedi in tutte le pozzanghere e [...]
[...] prendendo delle rincorse che gli facevano rasentare il suolo. Vomitava che pareva che si tirasse su lo stomaco, e il porco! precipitava da [...]
[...] voluti vederli per dir loro quello che stava bene! — Gajnna! Era il grido che lo stordiva come una mazzolata tra coppa e collo. Naufragato nel [...]
[...] il collo al birbone che gli aveva buttato sulla testa il gajnna! Se avesse potuto averlo nelle mani lo avrebbe messo sotto i piedi e gli avrebbe [...]
[...] strappato la lingua! E a tentoni, col bastone innanzi, tentava di infilare il vuoto, dando continuamente nelle muraglie, perdendosi [...]
[...] animalesco. I pomelli degli zigomi gli si erano pezzati del rosso del mattone e il naso, che aveva della rana incollata sulla faccia, era coperto dalla [...]
[...] il Natale in famiglia e si era saziato, tra un rutto e l'altro, di riso in cagnone e aveva bevuto un fiasco di vino coi piedi sul focolare [...]
[...] che erano ammalati, scattava con gli occhi corruscati dalla vendetta e si metteva a pestarla a sangue. I vicini avevano pregato il padrone di [...]
[...] sopprimere loro lo strazio quotidiano di sentire un bruto che maltrattava i suoi di casa peggio di un assassino, e il signor Giorgio aveva fatto [...]
[...] andarsene, dicendo a sè stesso che nessuno poteva metterlo in piazza quando pagava l'affitto. Sapeva da che parte gli era stato giocato il tiro e [...]
[...] ripeteva di cambiargli il nome se non avrebbe rotto il didietro a quella troia di Annunciata che aveva fatto fuoco per farlo scacciare. Era una spudorata [...]
[...] che ogni sporcaccione poteva rovesciare sulla sponda di qualunque sentiero. Il padrone, che se la godeva, per ingraziarsela faceva benone a [...]
[...] piangere sentire un boia come lui sbattere i figli e la moglie sul muro, senza poter entrare a fracassargli la testa. Anche il Natale non [...]
[...] avevano potuto passarlo in santa pace. Non era ancora spuntata l'alba che la stanza risuonava delle grida dei ragazzi che il padre rincorreva e [...]
[...] scappellottava l'uno contro l'altro, dando il resto alla madre che faceva di tutto per proteggere le sue viscere. Alla sera, con la gola rasa di liquori e [...]
[...] una martire votata alla morte. Si lasciava piantare le ditate assassine nei fianchi, affondare il pugno nelle mammelle, sbattere i denti in bocca [...]
[...] , strappare i capelli a manate, piantare il calcagno nel sedere senza mai dire una parola. Ci si era abituata e lo lasciava fare senza versare una [...]
[...] lagrima, asciugandosi il sangue dalla bocca o dal naso col grembiale o con la balzana della veste, accarezzando o baciando i figli per confondere [...]
[...] la sua ambascia con una ondata di tenerezza. Ma il troppo era troppo. Il padre, che aveva acciuffato il Richetto per i capelli e lo aveva [...]
[...] lasciato cadere di peso al suolo, le aveva rimescolato il sentimento della rivolta che in lei dormiva. Con le molle del fuoco in mano e il fanciullo in [...]
[...] dell'ira levava in alto le molle, tenendole per i piedi, in atto di spaccargli il cranio. I vicini avevano dischiuso l'uscio, ma nessuno si [...]
[...] aperto. Era una famiglia che bisognava lasciare nel suo brodo. Il Luzzera, che aveva passato il Natale in casa del Vaselloni, non era di questo [...]
[...] stato militare come il suo ospite, aveva nel suo programma la protezione della donna e dei bimbi. Il Cristaboni gli faceva nascere la rivoluzione [...]
[...] toccarle un capello. E, dicendo questo, entrava a raccogliere il bimbo che fiatava ancora, e, con delle maledizioni per il padre che avrebbero dovuto [...]
[...] consegnare agli agenti di polizia, lo metteva nelle braccia della madre ingrossando la voce per eccitare il toro. Ma Cristaboni non se ne dava per [...]
[...] inteso. Seduto sulla seggiola vicino al tavolo, premeva il tabacco nel gessino e cercava la zolfanello per accenderlo. — Brutto vigliacco! Il [...]
[...] pazienza. Poteva anche morire, per la sua vita da cane che conduceva. Ma i figli erano i suoi figli e voleva loro bene. E baciucchiava il Richetto [...]
[...] , cingendogli i fianchi con la contorsione del serpente boa che vi toglie il respiro e vi stramazza al suolo sfiorito come un cadavere. In terra, senza [...]
[...] dargli tempo di prendere fiato, gli andò addosso con una filata di calci a ammaccarlo dappertutto. Le donne e i fanciulli alternavano il pianto alle [...]
[...] grida, il corridoio si affollava di persone e Cristaboni scappava inseguito dall'assassino! assassino! fin giù per le scale male illuminate che egli [...]
[...] la pioggia scrosciava. Non si sentivano più che le voci che manifestavano il godimento di andare a mettersi sotto le coltri e il pan! pan! degli [...]
[...] dense, rotte qua e là dalla fioca luce che tremolava sotto il labbro del bicchiere sull'assicella coperta di lana rossa, inchiodata ai piedi della [...]
[...] Beata Vergine dipinta sulla muraglia del largo tra lo svolto delle due scale. Il cielo era nero e sottosopra, con le nubi, che in un dato luogo si [...]
[...] prorompeva per le tegole e per i sassi con fragore, pareva stesse per ammansarsi. Ma subito dopo il firmamento sussultava con dei sordi muggiti [...]
[...] . I lampi lasciavan vedere il terreno inondato e spumeggiante dalla pioggia che correva in tutte le direzioni per trovarsi uno sfogo. Siliprandi [...]
[...] russava allo stesso posto, coi piedi nei guazzi e il corpo adagiato nel liquido. I tre suonatori ambulanti entrarono, braccio sotto braccio, con [...]
[...] il collo del soprabito in piedi, trascinandosi da una parte e dall'altra, cantando a perdita di gola come sotto una volta serena, soffermandosi [...]
[...] . Durante la cernita non mancava mai di fare considerazioni che rivelavano il suo cuore. Le piangeva l'animo di contare per dei capi delle ragnatele [...]
[...] verde. Se uscivano o andavano a spasso con la loccheria dai calzoni a campana, si cingevano il collo di un mezzo foulard magenta che le colorava e [...]
[...] contro una frase scollacciata della pivelleria che passava. Diventarono zitellone senza lasciarsi inacidire il carattere di mattacchione e senza [...]
[...] come per perderne la memoria. Il loro gusto per gli abbracciamenti senza strascichi non differiva in nulla. Tutte e quattro davano la preferenza [...]
[...] loro il vino e il letto e più di una volta si comunicavano i compiacimenti individuali e si scambiavano gli uomini con la facilità con cui si [...]
[...] un minuto per una lacrima di mistrà o una marena annegata nello spirito. Il mistrà era più forte di lei. Si lasciava sedurre e si ostinava dopo a [...]
[...] lavoro alla gola. Divenuta sciaticosa, erano loro che tiravano innanzi il carro e che le tenevano assieme le clienti per pura amicizia. Non erano [...]
[...] entrava nel Cortilone. Andava via la Scavalcatetti e prendeva il suo posto la Senzanaso. Tanto più si avvicinavano le dieci, quanto più la moltitudine [...]
[...] che aspettava l'apertura dei cancelli ingrossava. All'entrata c'era il portiere pancione, con le ganasce lardose e lucide, che non si lasciava [...]
[...] commuovere nè dalle preghiere, nè dalle narrazioni strazianti, nè dalle lacrime delle persone nelle cui orecchie imperversava il rantolo dei loro cari [...]
[...] le uova fresche e il formaggio grattugiato, lo scongiurava di lasciarla passare in nome della santissima Vergine, perchè l'agonia di suo marito [...]
[...] , e poi avevano anche il triste coraggio di lamentarsi! Si aveva ragione di dire che le cose gratis disgustano e fanno nascere desiderii smodati [...]
[...] nel letto della carità pubblica per mettersi in sesto il corpo a spese dei milanesi. Invece di lasciarli passare prima degli altri, godeva a [...]
[...] lasciarli sull'acciottolato a trepidare dal freddo. In certe giornate di umor nero i paesani diventavano il suo materasso. Andava loro idealmente [...]
[...] non si faceva tempo a scaricare un cadavere nella stanza mortuaria, che ci era già là una folla che aspettava di prendere il suo posto. Prima di [...]
[...] portiere egli era stato becchino. In allora c'erano dei momenti di tregua. Ora non si sapeva più il giorno in cui la sala di osservazione aveva un [...]
[...] letto vuoto. Staccato il campanello a un cadavere, lo si attaccava a un altro per ricominciare da capo. E perchè poi questa operazione? I morti [...]
[...] non si risvegliano. Ma se qualcuno di loro facesse lo scherzo di tornare indietro, chi lo sentirebbe? Il becchino che lavora tutto il giorno ha [...]
[...] altro per la testa che stare là con le orecchie in piedi. Il sistema andava sempre peggiorando. In tant'anni da che lui era portiere, i letti si [...]
[...] queste scene quotidiane, che si ripetevano di ora in ora, di giorno e di notte. Il brougham 298 vi aveva condotto una suicida che si era sparato due [...]
[...] di rinascere altrove. Pareva dissanguata. Era biancastra e livida, con le labbra stinte e il seno sbottonato e strisciato di sangue nerastro e [...]
[...] , del formaggio grattugiato per migliorargli il pantrito, la zuppa, la minestra, e degli ossi detti di morto con le mandorle che facevano tanto bene [...]
[...] vecchio rimbambito che diceva che bisognava lasciar fare il mestiere a chi lo sapeva e che facevano male a dare agli ammalati quello che i medici [...]
[...] che combatteva il lavoro del medico. Ci sarebbe voluto un po' di staffile per certa gente! Se non ci fossero state alle entrate delle sale le [...]
[...] credere che ci potesse essere un uomo alla porta dell'ospedale con il suo cuore di piombo. Lui era grasso e faceva bene a ridere della povera gente [...]
[...] . Avrebbero però voluto vederlo in letto addolorato dai malanni, se avesse avuto il coraggio di pronunciare le stesse sciocchezze! Loro sì che [...]
[...] tiravano su con dei rossi d'uova, con dei bicchierini di marsala, con dei brodi di gallina, con delle ale di pollanche che piluccavano tutto il giorno [...]
[...] . Una volta c'era più misericordia. Non tagliavano giù la povera gente a fette come ora. Si aveva un po' più di rispetto per il corpo umano. E si [...]
[...] il naso e per le orecchie, e vi frugano su e giù come se foste di carta pesta. C'era lì la sorella di una contadina che parlava con orrore dei [...]
[...] che si guariva con delle pappine di linosa. Ah, il bel giovamento che le aveva fatto l'operazione! La settimana scorsa era più morta che viva [...]
[...] dolori della terra per venire a questo bel risultato. Lasciateli almeno morire come vuole il Signore, senza tante torture. E la donna che diceva [...]
[...] questo si infagottava le braccia nello scialle e si voltava dall'altra parte per non essere obbligata a vedere Marco che faceva il gradasso [...]
[...] che guarivano il mal d'occhi con dell'acqua benedetta o con dell'acqua fresca di Caravaggio, sbattuta nelle occhiaie parecchie volte al giorno, per [...]
[...] cataratta che non le faceva il menomo male. Ci vedeva un po' meno, ecco tutto. E ora? I ferri erano i ferri. E ora lei non era più lei. La sua vista [...]
[...] anch'ella un sacro orrore per le operazioni chirurgiche. Una mattina le era venuto il cattivo pensiero di andare all'ambulanza medica a farsi [...]
[...] curare lo stomaco che digeriva male da un po' di tempo e le dava coliche che la piegavano di notte in due. Il medico era un piccolotto con una gran [...]
[...] . Si vedeva che veniva anche Zaccaria, il figlio della lavandaia. L'omone che stava con la schiena al fusto del lampione, tagliava l'aria con la [...]
[...] filanda e cresceva diritta come un asparago. Cinque mesi prima di condurla all'ospedale aveva ricevuto un colpo contro il filatoio. Il medico [...]
[...] si inumidivano gli occhi. All'Ospedale maggiare le hanno trapanato il cranio come se fosse stato quello di una marmotta o di una scimmia. I [...]
[...] certi momenti si scaldava più il cervello o l'ano e me l'hanno fatta morire! La disgrazia dell'omone sollevò l'indignazione. Eran tutti d'accordo [...]
[...] l'ammalato dell'ospedale. Se si tagliava, era perchè bisognava tagliare. — Bestioni! È un peccato che non abbia io il coltello in mano [...]
[...] . Meritereste proprio che vi si facesse a fette! Zaccaria andava innanzi con la punta del virginia di brace che gli accendeva ancora di più il faccione di [...]
[...] brentatore, con le mani nel paltò cannella, il cappello nocciuola sull'occhio, e una cravatta a colori fatta in quattro. Gli avevano mandato una [...]
[...] avesse imparato il mestiere della madre, perchè una disgrazia poteva sempre capitare da un giorno all'altro. Le clienti c'erano, i posti al lavatoio [...]
[...] donna. Ma a un giovanotto robusto come lui non poteva mancare. Non aveva che da mettere in terra il cappello per trovarsi imbarazzato nella scelta [...]
[...] . Lui lasciava dire, buttando in aria il fumo, mettendo semplicemente, tra un elogio e l'altro, una spallata o una smorfia. Non gli era mai [...]
[...] piaciuto il mestiere della mamma. Era un mestieraccio che riempiva la casa di camicie fetide e di stracci che l'acqua finiva di consumare e di [...]
[...] faceva il tintore, un mestiere che lo teneva nell'acqua mica male. Ma loro, in fabbrica, avevano i riguardi che non hanno le lavandaie. Si tenevano i [...]
[...] Lione. La moltitudine era divenuta silenziosa e era tutta rivolta verso Marco, il quale stava all'entrata con le code della marsina di panno [...]
[...] copricapo. Le loro scarpe, dalla suola grossa due dita e costellata di chiodi, erano appesantite dalla mota che avevano raccolto lungo il viaggio, e [...]
[...] fila la tela in casa e l'imbianca per i campi che coltiva. Il resto era poveraglia cittadina. Tube lavate, cotte dalla pioggia, abbrustolite dal [...]
[...] primavera. Bocche invecchiate, appassite, sdentate e bocche fresche e colorite come il sangue del maiale, occhi ammantati di vivezza, occhi loschi [...]
[...] trepidava per i suoi cari, che aveva pensato una settimana per mettere assieme il soccorso, che si lasciava empire di lacrime prima di entrare e [...]
[...] , assottigliandosi all'imbocco del portone e riuscendo sotto il portico come portata o spinta dalla fiumana. Marco impallidiva tutti i mercoledì e tutte le [...]
[...] orecchio da mercante anche quando si parlava per il suo bene. Ci sarebbe voluto una catastrofe. I teatri sono stati migliorati dagli incendi. Con dei [...]
[...] bene che un giorno o l'altro doveva avvenire un massacro. Ma l'amministrazione non provvedeva. Aspettava il disastro. Peggio per lei e per il [...]
[...] disastro. La sua coscienza era tranquilla. E finiva dicendo, come al solito: così va il mondo, bimba mia. Gigia si ostinava a dire che la Luigia [...]
[...] numero 7 della sala Anastasia, tra una giovine e una vecchia che avevano poco da campare, perchè in tutto il tempo che vi rimase non avevano aperto [...]
[...] operate. Convennero che sarebbe stato meglio interrogare il primo infermiere. — Di grazia, l'ammalata Luigia Ponticelli? L'infermiere, con le [...]
[...] , nè che cosa volevano. A momenti bisognava dir loro anche il sesso delle persone che cercavano. Ci sono i compartimenti, i letti numerizzati, le [...]
[...] sale con tanto di nome e cognome e tuttavia si vedevano lì disorientati, cogli occhi in aria, indecisi se andare da questa o da quella parte. Il [...]
[...] quell'altra sposina, con la testa che pareva un sole di spadine, piangeva a lasciare nelle mani delle suore il cestino con le uova fresche tolte [...]
[...] , Carolina e Gigia, tagliavano i panni alle donne votate al Signore e alla Madonna che avevano il fegato sano di impedire ai parenti di fare quello [...]
[...] che univa il susurro ai susurri della conversazione generale; questa diventava, negli angoli, un brontolio sordo che passava per le orecchie come [...]
[...] faceva impallidire e venire il mal di capo a più di una visitatrice. Carolina tossicchiava e col fazzoletto bianco alla bocca domandava scusa [...]
[...] andavano, senza fermatine, al letto che li aspettava, e senza badare agli altri, con il viso in aria come tanti allocchi. La 32, con le braccia [...]
[...] secche come due bastoni e le occhiaie bluastre, faceva paura, e obbligava la Gigia a fare uno sforzo per tenersi in gola il vomito che le veniva a [...]
[...] sentirla schiarificare e buttare nella sputacchiera il catarro con fracasso. Zaccaria, con gli occhi sempre al soffitto, diceva di toccar via, che [...]
[...] il 77 doveva essere quasi in fondo. Gigia era dolente che Adalgisa avesse mancato di parola. Le aveva detto che sarebbero passati dai gradini del [...]
[...] che non avesse gran cuore. Parecchi infilavano il vano tra i due letti e si curvavano sulle ammalate con dei baci a fior di pelle. C'erano delle [...]
[...] . Pareva che lo facesse a posta. Un accidente poteva capitare a tutti. Ma tutte le volte, tutte le volte che c'era in giro il pubblico era una [...]
[...] il cuscino, coi pallori dell'operata che aveva perduto molto sangue, con le alture del seno che ansavano sotto il lenzuolo e con le braccia [...]
[...] perchè erano sei giorni che s'aspettava la sua scampanellata. Da due giorni il professore andava dicendo che domani le avrebbe ordinato un [...]
[...] stento le palpebre quando la si schiaffeggiava per risvegliarla. Era un mestiere per il quale ci voleva molto cuore e uno stomaco di bronzo [...]
[...] . Senza quest'ultimo si sarebbe tirata su l'anima. Certi bisogni venivano quando venivano, e non si poteva discutere. Il guaio era che si doveva [...]
[...] minuto in queste sale. Bisognerebbe avere cento braccia. Il male è il male, non c'è che dire. Ma sanno farselo valere! Ingrandiscono delle inezie. Ci [...]
[...] del numero, no. Il figlio di Zaccaria le aveva detto il 17 o il 37. Era più facile che fosse al secondo che al primo. La sala era grande, ma non [...]
[...] il porro con tre peli sul mento erano indimenticabili. Bentoni, con la tuba e coi guanti in mano, diceva che senza annoiarsi a passare di letto [...]
[...] prenderla per il braccio. Le aveva fatto impressione l'ammalata. Poveretta, non doveva avere più di 30 anni. Faceva pietà a vederla, col viso così [...]
[...] doverli lasciare soli sulla terra. Il letto di Luigia era affollato. C'erano la Scavalcatetti, la Bislunga, la Senzanaso, la Morettona, la Ginevra, la [...]
[...] Gigia, la Carolina, il Zaccaria e le tre ultime lavandaie che lavavano al fosso di Porta Tenaglia per conto dell'ammalata. C'erano alcune donne [...]
[...] del Cortilone che si pettinavano vicino al suo uscio e poco dopo giungevano il Bentoni, la Marianna e l'Adalgisa. Si salutavano con dei cenni di [...]
[...] mano e di testa e si mettevano il dito sulle labbra per dirsi che bisognava star zitti e lasciare quieta la povera donna che stava male. La [...]
[...] , aveva deposto il cartoccio nel cassetto del tavolino da notte, e era rimasto alla sponda in un atteggiamento di persona addolorata. Luigia girava [...]
[...] svogliatamente gli occhi affannati, moveva le labbra come se avesse voluto dire qualche cosa e restava lì ammutolita. Il pensiero di tutti i [...]
[...] rendevano orribile. Zaccaria guardava il soffitto, guardava le persone che passavano, guardava i letti e trasmetteva negli altri l'idea che egli [...]
[...] infermiere era toccato pulirle più di una volta la tela incerata gialla che distendono sotto il mento delle operate. Una notte aveva avuto degli [...]
[...] scotimenti che avevano fatto accorrere l'inserviente di servizio e dato da pensare alla superiora venuta con la bottiglia del marsala. Il marsala poteva [...]
[...] essere buono, ma nel letto dell'ospedale faceva venir in mente il prete con l'olio santo. In tutto questo tempo non era stato possibile farle [...]
[...] trangugiare un cucchiaio di brodo. E quando non si mangia, cattivo segno. I medici venivano tutte le mattine, le toccavano il polso e passavano agli [...]
[...] le donne che circondavano il letto di Luigia erano unanimi nel credere che i dolori sciatici non si curano all'ospedale. Se la Luigia si fosse [...]
[...] ricordava perchè era stata là lei a aiutarla, a resistere fino allo svenimento. Il corpo le gocciolava come un gran pezzo d'arrosto allo spiedo e i [...]
[...] dispendiosa. Perchè la donna che possedeva il segreto non domandava nulla. Se gliene davano, se li metteva in saccoccia; se non gliene davano, li [...]
[...] salutava con lo stesso sorriso e augurava loro il buon viaggio. La donna di Cassano guariva in un modo semplice. Applicava un vescicantone al calcagno [...]
[...] loro parlantina. Si voltavano a destra e a sinistra, e si fermavano con la faccia sulla faccia dell'ammalata. Pareva che il silenzio li mettesse [...]
[...] tutti d'accordo che il caso della mamma di Zaccaria fosse dei più disperati. Dirimpetto a lei c'era una donna lunga con le spalle larghe e la testa [...]
[...] tiravano le tendine e il letto scompariva lasciando il pubblico col punto interrogativo nel cervello. La 76 aveva indovinato. Era andata [...]
[...] pensava a fare qualche cosa, i medici, che non lavorano sulla propria pelle, avrebbero continuata la strage. La 76 riprese la storia. Il giorno dopo [...]
[...] delle buone parole, assicurandolo che il primario le aveva confidato che non si trattava che di cosa passeggiera. Loro, dell'ospedale, l'avevano [...]
[...] mandato a chiamare d'urgenza perchè erano obbligate a far il loro dovere. Ma gli si ripeteva di avere fiducia in Dio. Dio non abbandona gli [...]
[...] afflitti. Stanotte il medico e l'infermiera di guardia hanno dovuto accorrere due volte per somministrarle qualche goccia di morfina e farle [...]
[...] incominciano a star meglio, e altre operate prendono il loro posto di gridare e dar fuori come matte. Alla vista di stamane i medici si erano [...]
[...] dall'infermiera. Stamattina il primario le aveva detto inutilmente di lasciargli vedere la lingua senza che la povera donna cessasse dal tremare come una [...]
[...] foglia e le infermiere non sono mai riuscite ad aprirle la bocca per costringerla a bere una goccia di marsala, il vino che spaventa tutte le ammalate [...]
[...] bianche come il latte, con la testa imboscata di capelli neri come l'ala del corvo. Indugiava con compiacenza sulle fughe alabastrine dei colli [...]
[...] dalla rete sottile delle voglie smodate con degli scotimenti bruschi e furiosi che lo rinsensavano. Era il suo vecchio male di donnaiuolo che lo [...]
[...] , si mise a correre verso l'uscita senza voltarsi indietro. — Zaccaria! Nessuno aveva capito il dramma che si era svolto tra lui e la 56 [...]
[...] viso bianco come il lino che glielo incorniciava. Il suo pensiero era tutto votato a consolare gli infelici. Talvolta passava da un letto all'altro [...]
[...] cervella nel tegamino delle fritture, con un panino lucido. E il primario la contentava fin dove poteva, perchè l'amministrazione non permetteva [...]
[...] il giorno prima con un drastico che faceva loro buttar fuori tutto, le teneva d'occhio perchè nessuno desse loro qualcosa da mangiare e alla [...]
[...] . Non avere paura. Va là che il primario non è primario per niente. Col cloroformio non senti neache la puntura di uno spillo. Piuttosto dimmi se sei [...]
[...] che non è nulla! Ti aspetto. Andava al letto della 77, le spiegava il lenzuolo arruffato sulla coperta e le domandava come si sentisse. Luigia [...]
[...] rimaneva immobile, con gli occhi sempre più vitrei e il colore della bocca paonazzo. — Con una febbre come la tua non si può star bene in due minuti [...]
[...] . Ma non avere paura che all'ospedale non si muore. I ricchi che si curano a casa muoiono assai più che i poveri. Lo dice sempre il nostro primario [...]
[...] dolce che ti farà bene! Assaggia questa ala di pollo! Bevi questo vino di bottiglia! E a furia di star bene l'ammalato crepa. Il cuore dei tuoi [...]
[...] sorelle. E di questo parere era un po' anche Marianna. Ma Bentoni dissipava ogni dubbio, assicurandole che il digiuno, quando si aveva la febbre, era [...]
[...] quale aveva mangiato, di nascosto, il pane della sua vicina nella sera dell'operazione. Adalgisa si era messa a parlare sottovoce, in fretta [...]
[...] vendicata facendo dare lo sfratto alla madre. Brutta carogna! Le potevano barattare il nome se non si fosse presa una rivincita come si doveva [...]
[...] . Non si sarebbe lasciata sorprendere, come il Natale, in mezzo al Cortilone, quando pensava a tutt'altro che a farla fuori a pugni. Ella non era [...]
[...] vendicativa e tutti lo sapevano. Ma c'erano cose che gridavano vendetta in cielo. Anche vestita di seta, sapeva rimboccarsi le maniche e lasciare il [...]
[...] donnaccia che bisognava lasciare nei suoi vizii. Il posto adesso era stato preso dalla mamma di quell'Altieri materassaio che fingeva di avere un [...]
[...] primo piano! Lo si sentiva, a ora tarda, passare in punta di piedi verso il suo uscio e lo si risentiva ripassare verso mattina come un ladro [...]
[...] salame sugli occhi! Ecco lì un giovine, che potrebbe essere felice, capace di tirarsi in casa un avanzo della strada se non ci fosse il padrone [...]
[...] dato il dispiacere di abbandonare la vecchia ortolana. La Gigia non comperava molto, perchè era in casa sola. Ma non avrebbe mai comperato un [...]
[...] porro al banco dell'Altieri. Se tutto il Cortilone avesse fatto come lei, sarebbe morta di fame. Carolina non comperava che di tanto in tanto dei [...]
[...] fagiuoli secchi, perchè andava di sopra a mangiare la minestra dalla 79. Ma per quanto stava in lei, l'Altieri non avrebbe visto il becco d'un [...]
[...] spendeva il suo tempo nelle case di malaffare. Certo nessuno sapeva niente di preciso e non era cosa che la riguardava. Ma il proverbio non falla [...]
[...] giornata di commozione generale. Le quattrocento ottantatre famiglie si fregavano gli occhi per paura che non fosse vero. Chi tirava il fiato dalla [...]
[...] soddisfazione, chi si stropicciava le mani con dei finalmente! e chi levava il pugno in alto, cogli occhi sul 12 del primo piano del blocco C [...]
[...] , dicendo apertamente che erano contenti che fosse venuto il rendimento dei conti per quell'uomo che era stato la tribolazione di tutti. Gli inquilini [...]
[...] , accompagnando le parole con dei gesti che parevano imprecazioni. Ai miei inquilini del Terraggio di Porta Magenta. Con il presente siete avvertiti che [...]
[...] pestava i piedi se appena lo si faceva aspettare il tempo di togliere il denaro, che costava tanti sudori, dal cassettone. Bastava lamentarsi degli [...]
[...] accidenti sinistri che capitano ai poveri diavoli per vedere i colpi di spalla che traducevano la sua indifferenza. C'era tutto il Casone che poteva [...]
[...] far fede della sua bontà d'animo. Il povero Siliprandi era ancora nel sottoscala come un documento. Bisognava essere di sasso per metter fuori [...]
[...] dell'uscio un vecchio della sua età, in un inverno in cui gelava il fiato sulle labbra, con delle notti serene che producevano il ghiaccio [...]
[...] grosso quattro dita. Il pittore del numero 30, al terzo piano del blocco C, era stato spinto alla morte dal Fioravanti che lo tormentava quando il [...]
[...] poveretto non aveva quattrini. Non occorreva una grande memoria per ricordarsi che il collettore d'affitti aveva il cuore della jena del serraglio in [...]
[...] tra quelle dinanzi il blocco A a ricordare tutto il male che aveva fatto al Tognazzo, un uomo che sarebbe stato incapace di ammazzare una mosca. Gli [...]
[...] che per quello che si vedeva coi propri occhi, ma aveva una grande paura che il 28 fosse morto dallo spavento di essere, un giorno o l'altro [...]
[...] , messo sulla strada. La Giovanna, lì presente, che era di sopra con lei nel giorno in cui gli avevano posto il crocefisso sul letto, poteva dire se [...]
[...] diceva una bugia. Il Fioravanti usciva dal blocco C, con la sua faccia piatta e sconvolta, e le donne scappavano come se fosse stato il diavolo [...]
[...] passare dappertutto, senza dargli il buon giorno come le altre volte, quando bisognava tenerlo buono, e si voltavano gli occhi dall'altra parte per [...]
[...] disprezzo. La Pina, giù dabbasso con le donne che si pettinavano, diceva che Dio solo sapeva quello che le aveva fatto soffrire il Fioravanti [...]
[...] dargli dell'imbriaco con la voce del brontolone che mandava il sangue in acqua. E concludeva chiamandolo il boia del Casone. Fioravanti, che aveva [...]
[...] un'intelligenza malvagia, capiva che il suo regno era finito. Udiva alle spalle le mormorazioni della gente che lo considerava il nemico dei [...]
[...] poveri che aveva angariato per tanti anni. Anche quelli che gli avevano fatto l'amico fino a ieri lo evitavano come un cane rabbioso. Il collettore se [...]
[...] ne meravigliava, come se non fosse stato lui il tirannello che aveva negato la pennellata dell'imbianchino, la riparazione urgente, un po' più [...]
[...] d'olio nei lumini per le scale, la scopata all'anno per il Casone e un po' di fiato a chi era caduto in qualche miseria. Siliprandi era troppo [...]
[...] sull'acciottolato, con la faccia rincupita dagli ultimi patimenti, coi peli della barba ingiallita dalla sporcizia, senza la forza di agitare il bastone e di [...]
[...] alzarsi a fare il rodomonte. Ma, spossato com'era e senza voce, diceva che ora poteva morire contento perchè Iddio lo aveva esaudito. Era stato [...]
[...] lui a pregarlo ogni giorno di punire il suo carnefice. — Sono stato io che ho supplicato il Signore di castigarti. Adesso muoio contento. E [...]
[...] assumeva il colore della collera verde. Gli passava per la mente la frase che gli diceva sempre il Ghiringhelli, quando andava a portargli i denari [...]
[...] : che chi fonda sul popolo fonda sul fango. Lo vedeva bene che cos'era il popolo. Un mucchio d'ingrati. E dicendolo, il bianchiccio intorno le sue [...]
[...] cuore che piangeva per i patimenti degli altri, e buttandosi su Giuliano, lo smortone che aveva fatto il morto fino all'ultimo. Lui era cristiano [...]
[...] e si trovava soddisfatto a fare del bene, ma qualche volta doveva convenire che si era obbligati a pentirsene. Ai tempi in cui il materassaio [...]
[...] avrebbe avuto il dispiacere di avere covato la serpe col calore della sua compassione. Vedeva come in uno specchio la mano che gli aveva menato [...]
[...] il colpo e gli faceva nascere il rimorso di averla risparmiata. Era la mano dell'Annunciata che lo ringraziava di non averla agguantata per il [...]
[...] modesta, che nascondeva tutto e ingannava tutti. Non era più il vizio sbrigliato nei colori chiassosi. Era il calcolo, era la riflessione, era il [...]
[...] ingratitudine. La sua vendetta era nel domani. Domani non avrebbero trovato più il Fioravanti che gridava, perchè con gli straccioni bisognava gridare se [...]
[...] non si voleva lasciarseli venire sullo stomaco, ma il Giuliano Altieri, il sornione che faceva le cose sottacqua e non aveva coscienza che per il [...]
[...] proprio interesse. Il suo difetto era quello di essersi lasciato aprire da tutti come un armadio. Diceva le cose che aveva di dentro senza paura [...]
[...] cascati ai piedi. Più guardava gli inquilini sparsi per il cortile e più sentiva il ribrezzo di trovarsi in mezzo a una gentaglia che non sapeva [...]
[...] il suo tempo a insegnare l'elevatezza dei costumi e la gratitudine alla feccia umana. Volgendo il passo verso la parte più rumorosa del cortilone [...]
[...] avanzare di un punto. Non era per vantarsi se diceva ch'egli era ormai il più vecchio del Casone. Vi era entrato assai prima che Pasquale Introzzi [...]
[...] ne divenisse il padrone e aveva veduto nascere gli inquilini sparpagliati per i numeri delle ringhiere a nidiate. E poteva dire con sicurezza che [...]
[...] e di decenza non vi può essere progresso. Guardate intorno, Martino, e vedrete quante facce mi vorrebbero divorare vivo. Era così il giorno in [...]
[...] cui io presi il posto di Piantanida. Dall'oggi all'indomani tutto il Casone gli aveva voltato il dorso. — Mondo! Martino non era sciocco da lasciarsi [...]
[...] commuovere dalla manata di un villanaccio che non gli era mai andato ai versi. Adesso che lo vedevano tutti come il fumo negli occhi andava a [...]
[...] che aveva sottomano con l'occhio che parlava con quello di Paolino. Paolino martellava il ferro sull'incudine con grande veemenza, come se avese [...]
[...] simpatia. Ma dal giorno in cui il collettore di affitti strascinò giù dalle scale il povero Siliprandi, mortificandolo con tutti i nomi che fanno [...]
[...] . — Avrei capito, riprese Fioravanti con la parola melata, che il signor Giorgio avesse dato la preferenza a voi, Martino. Siete qui da tanti anni [...]
[...] occuparmi degli affari degli altri. Se volete la mia opinione, è che sono contentone che il signor Giorgio abbia scelto un giovinotto come Giuliano [...]
[...] schietto e lasciatemi in pace. — Ho parlato bene? domandò l'inverniciatore a Paolino, mettendogli il braccio sotto il braccio. — Hai parlato da galantuomo [...]
[...] . Non c'è più che la mano di Dio che possa fare il miracolo. Il padrone che ci conosce bene non avrebbe mai avuto il coraggio di commettere le azioni [...]
[...] il caffè prima di andare in Verziere, discendeva col sapone e coll'asciugatoio alla pompa, si lavava e si rinfrescava fino al busto con l'acqua a [...]
[...] ondate e risaliva a sorseggiare il caffè, al suo tavolino di lavoro, rischiarato dalla lampada posta sull'alzata di legno, fino alle sei e tre [...]
[...] , il materassaio di sua madre. Invece di contrariarlo e dirgli che sarebbe stato una pazzia per lui di farsi in quattro per percorrere una strada [...]
[...] , gli rendeva facili le cose più difficili, senza mai fargli perdere l'amore per la popolazione alla quale apparteneva. Lo chiamava il Michele [...]
[...] Lando del Casone e gli prometteva di narrargliene, un giorno, la storia. Gli diceva che il suo sistema di leggere qualunque libro gli capitava in [...]
[...] mano, per andare alla conoscenza dei vocaboli che gli occorrevano per capire ciò che leggeva, non era il migliore. Il suo sistema era troppo lungo [...]
[...] da capo. Paragonava la lingua a una immensa mole alla quale ciascuna generazione aveva portato il suo materiale. Non si poteva mettere in piedi [...]
[...] dolcezza Filippo. L'importante è che tu ti metta nella testa che la lingua è assolutamente indispensabile per il lettore che desideri fare qualche [...]
[...] conoscenza coi grandiosi magazzini intellettuali. Prendi il vocabolario che hai sul tavolo. A guardarlo spaventa, non è vero? Pare che la vita di un [...]
[...] tutta la lingua parlata da saltar via. Tutti noi sappiamo il significato di sole, occhio, acqua, scarpa, tavolo, uomo. Tu leggi da un pezzo. Ed [...]
[...] ecco dell'altro materiale da dedurre. Il dizionario è carico di arcaismi. È tutta zavorra da buttare in mare. Perchè tu non hai bisogno d'imparare [...]
[...] il vecchiume inservibile, se vuoi lasciare un po' di posto alla lingua nuova, alla lingua del tuo tempo, alla lingua sublime che produce la gente [...]
[...] nata dopo il dizionario. Che t'importa, per esempio, di sapere dalla lingua iperpopolare interciso, quando tu hai tagliato, capito da tutti [...]
[...] piccolo bagaglio ventun mila e novecento vocaboli. Il che vorrebbe dire che fra dodici mesi saresti possessore di una cinquantina di mila parole. E [...]
[...] fitto delle tenebre cerebrali si scioglieva come un razzo che gli squarciava il buio e gli faceva vedere la linea retta che doveva condurlo alla [...]
[...] che arde. Scoppiettare è un po' più forte. Perciò farai scoppiettare le dita, la frusta, e anche la legna e il carbone. Ma terrai a mente che il [...]
[...] dubbii sulla esattezza, di adoperare una parola piuttosto che un'altra, di correggere la pronuncia difettosa o impopolare, e di sentire il profumo [...]
[...] via Goito, alle sette precise. Uscendo dal Casone s'era incontrato con don Paolo, al quale sottopose un'oscurità lingustica che il dizionario [...]
[...] , rimase lì come fulminato. Non s'aspettava un'interrogazione a bruciapelo di quella fatta. Ma a poco a poco si riebbe e si mandò su per il naso una [...]
[...] larga presata di tabacco, aspirandosela a più riprese col suo sorriso di gran bonaccione. — Non hai mica intenzione di rubarmi il mestiere [...]
[...] . Le indolenzivano il corpo e la facevano voltare da destra a sinistra senza trovare requie come se avesse avuto l'argento vivo nella pelle. Sui [...]
[...] dovuto svegliare tre o quattro volte per domandarle se aveva bisogno di accendere il lume o di chiamare la cameriera. E lei aveva rinunciato [...]
[...] in cucina che si faceva il caffe, pensierosa. Macinava e le venivano in mente i racconti di coloro che patiscono l'insonnia. Era un male da [...]
[...] . Avevano ordinato tutto al tappezziere della casa Berretta, in Santa Eufemia, senza parlare di economia, raccomandandogli solo il letto, perchè [...]
[...] che la portano a casa. Da che era nato il vapore c'era troppo smania di arricchire. Il materassaio che andava in giro era forse l'unica persona [...]
[...] rimasta onesta. Certo di Giuliano non si poteva dire che bene. Era un giovine serio, pieno di educazione, che si levava sempre il cappello quando [...]
[...] non abusa. Chi carica i conti per poi contentarsi di ridurli, deve essere ladro. Il galantuomo dice sette, perchè ne vuole e ne vale sette. Non [...]
[...] un'operazione coniugale che si dovesse consumare per dei bisogni corporali e delle necessità sociali. Perchè senza il contentamento della bestia gli [...]
[...] delle forze perdute. L'amore che perde il suo carattere di funzione normale diventa parossismo. È la sbornia dei sensi. Il disaccordo tra loro era [...]
[...] volontà del Signore. Con la mano di Dio dappertutto, il domani non le aveva mai fatto paura. Gli uccelletti erano i suoi testimoni. Volavano [...]
[...] senza un pensiero per il loro vitto. Ci voleva un po' di fede. Con la fede si poteva andare in capo al mondo con le tasche vuote. Se non fosse stato [...]
[...] così ella sarebbe morta cento volte. Cento volte le era capitato di trovarsi senza i denari per il sapone del fosso. E pure era lì ancora [...]
[...] si protegge o non si difende, perisce. La società è costituita in un modo che nessuno può essere il fabbricatore del proprio destino. Chi cessa di [...]
[...] lottare, cessa di vivere. Il volere è potere, era una fiaba dei filosofi. Tutto il Casone era là a dimostrare l'inutilità dello sforzo personale [...]
[...] braccia si frustavano e valevano meno. Il volere è potere glielo aveva spiegato l'amico Buondelmonti. — Sai che cosa vuol dire? Vuol dire di essere più [...]
[...] . Ma soli, con la sola forza di lavoro, si soccombe. Il tuo Dio è impotente. La volontà individuale è impotente. Nella società moderna non c'è che [...]
[...] il numero; non c'è più che il numero grosso dei non arrivati che possa misurarsi col numero piccolo degli arrivati. Non c'è che l'aggregazione [...]
[...] degli individui che sia capace di contribuire alla elevazione del proletariato. Ricordatelo. E ogni giorno Giuliano scaldava il proprio pensiero [...]
[...] . Il segreto era nel calamaio. Bisognava saper mettere il nero sul bianco. Spiegare agli altri quello che si sentiva, quello che si voleva, quello [...]
[...] il contatto dei lettori. Le idee della società futura devono avere un profluvio di lettori. E correndo verso l'Annunciata il graticcio gli era [...]
[...] aveva trovato. La cura per la malattia sociale che incancreniva il corpo era quella. Era l'associazione, l'associazione delle associazioni, la [...]
[...] confederazione delle associazioni. Era la solidarietà del popolo minuto, il debole protetto dal forte. Non c'era altro. Lì dentro era la fine della [...]
[...] tribolazione, la fine dei patimenti, la fine delle ingiustizie. Lì dentro erano il necessario e il superfluo. Ah sì, era tempo di dare un po' di [...]
[...] , voleva che tutti vivessero, che ciascuno avesse la sua parte di godimento. Lavorare senza distruggere il piacere della vita, doveva diventare l'ideale [...]
[...] di ogni società fondata sull'uguaglianza economica. — Non è all'87? gli domandò il garzone. Fu come se una mano lo avesse scosso nel cuore del [...]
[...] principi. Pareva la residenza di un musicista che avesse avuto bisogno di una pace immensa. L'entrata era di ferro. Si premeva il bottoncino e le [...]
[...] due cancellate coperte di lastre si disgiungevano automaticamente e ammettevano il visitatore in uno spazio inquadrato dai cancelli pure coperti [...]
[...] di ferro. Il custode non apriva che alle persone che si potevano ricevere. Alle altre diceva che non c'erano in casa e richiudeva l'usciolino a [...]
[...] staccata dall'edificio signorile. I cristalli fiammeggiavano, il pavimento di marmo faceva sdrucciolare chi non era abituato a camminare sul levigato e [...]
[...] tutto, tener calcolo di tutto. La responsabilità di ogni cosa era sulle sue spalle. Prima del matrimonio vedeva l'entrata di Annunciata come il [...]
[...] mastino l'intruso. Con la testa bassa, con gli occhi che spiavano, col rancore nei brontolii sordi che avrebbero voluto esplodere. Dopo il contratto [...]
[...] nuziale accettò il fatto compiuto. Non c'era alcuno più devoto di lui. La riveriva coll'inchino corretto e aveva abituato la servitù a chiamarla donna [...]
[...] Annunciata. Non permetteva il frizzo. Chi alludeva al passaggio della padrona dal Casone alla Palazzina, arrischiava di essere denunciato. Le sue [...]
[...] diventato il suo miglior amico, appunto perchè non l'aveva mai udito, neppure lontanamente, alludere al passato della signora. Se giungeva quand'ella [...]
[...] provava un vero compiacimento. Perchè Giuliano diceva bene, sempre bene di lei, senza dimenticare mai di aggiungere il "donna" come aggettivo [...]
[...] illustrativo. Fisicamente Gustavo era proprio il custode della casa di lusso. Faceva piacere a vederlo coi capelli spartiti con precisione da una leggiera [...]
[...] basette nere, monde, regolate dalla forbice, con le labbra turgide, coi denti puliti come l'avorio, colla pozzetta al mento che perdeva il [...]
[...] all'avambraccio e con i grandi bottoni di madreperla che le andavano fino ai piedi. Si buttò un po' di polvere di riso sulle guance per nascondere il pallore [...]
[...] pareva di essere punta, succhiata, trafitta. Forse erano le zanzare. Ma le zanzare non potevano andare nella lana senza farsi schiacciare. E poi il [...]
[...] loro letto aveva la zanzariera. Era una molestia che la teneva con gli occhi aperti. Il suo dubbio era tutto nella lana. Da che mondo è mondo ella [...]
[...] aveva sempre sentito dire che i materassi andavano fatti in casa. Le vecchie ne sapevano più delle giovani. Il tappezziere di casa Berretta poteva [...]
[...] gli passava nel cervello come un fluido tepido che gli desse una sensazione piacevole. Fu il dunque! che lo distolse dall'intontimento. — Vado [...]
[...] alla testa. Se ne vergognava come di un pensiero abbominevole. Il tradimento lo rivoltava. Il matrimonio poteva essere quello che si diceva. Ma [...]
[...] l'adulterio è dei criminali che nascondono la loro libidine nei pretesti. È la forma più vile dell'inganno. È il veleno versato nella tazza di chi [...]
[...] ascolta le parole dolci d'amore. Non gli entrava il tranello. Tradire un uomo o una donna col quale o con la quale si passano le notti e i giorni e si [...]
[...] dividono le gioie e i dolori della vita gli pareva un delitto. E nell'impeto delle parole oneste si caricava sulle spalle il materasso e discendeva [...]
[...] per le scale, tenendoselo con tutte e due le mani, felice di aver trionfato sulla turpitudine. Scucito il materasso, non gli fu difficile di [...]
[...] metterla sottosopra per vedere nel sole il polverone che faceva tossire e tirar su i polmoni. Con dei clienti che pagano i conti a occhi chiusi, si [...]
[...] poteva essere meno ladri. Così il suo progetto di accomunare gli interessi dei lavoranti gli si rivelava sotto un aspetto al quale non aveva pensato [...]
[...] . Il commercio e l'industria, allargando la loro base di operazione, perdono l'avidità individuale e diventano, si può dire, più umani. E mentre [...]
[...] produzione, scomparire lentamente la povertà e l'ignoranza delle classi lavoratrici e aumentare il benessere nazionale. Il guadagno non poteva essere [...]
[...] dubbio. C'erano migliaia di persone che vivevano mollemente nel lusso per il solo fatto di avere impiegato un capitale in un'azienda commerciale o [...]
[...] col carretto o con la corba della propria produzione non uscivano più che in carrozza. Il tugurio era diventato un palazzo signorile. Dalla [...]
[...] fatto lavorare? In un modo semplice. Il capitale aveva fatto da sè. Non si era associato, non aveva diviso, aveva imperato. Sotto la sua dominazione di [...]
[...] ferro, il valore delle braccia era rimasto al puro costo del vitto. Come rimediarvi? E le bacchette che fremevano sul graticcio traducevano la [...]
[...] letizia del suo pensiero d'avere finalmente trovato il bandolo della matassa ingarbugliata tra lavoro e capitale. Il rimedio era nella cooperazione [...]
[...] l'abitazione malsana, nauseabonda, pestilenziale. Moltiplicando le sei mila lire per il numero delle settimane, si raccoglievano, in un anno, L [...]
[...] padroni milionari che avevano incominciato con qualche centinaio di lire e con del semplice credito. Con un milione versato, il credito non si [...]
[...] sarebbe fatto chiamare due volte. Si sarebbe anzi presentato col cappello in mano. Il milione poteva duplicarsi, triplicarsi, quadruplicarsi a piacere [...]
[...] senza operai, il capitale poteva andare a dormire. Poi, con un'altra sfuriata che portava in alto la lana divenuta leggera e candida, vide [...]
[...] l'errore grossolano del suo progetto. Senz'accorgersene, stava edificando sul terreno borghese. Il credito non poteva venire che dalla borghesia. Il [...]
[...] che voleva dire che il capitale cacciato dalla porta rientrava dalla finestra. Ah, no! Bisognava riflettere, studiare bene questo nemico che aveva [...]
[...] basta, bisogna vedere di raddoppiarla a ogni costo. Ma è necessario evitare di cadere in bocca al lupo. Da un pezzo il custode vociava che il [...]
[...] rigenerazione umana. Il suo progetto lo assorbiva completamente. Avrebbe voluto che ci fosse stato Buondelmonti a farlo passare fra gli scogli che [...]
[...] gli si drizzavano in piedi minacciosi. Dove i cooperatori andrebbero a prendere il materiale di lavorazione? La sua mente non trovava uscita. La [...]
[...] società era il lavoro di tanti secoli. Non la si poteva capovolgere in un giorno. Non si poteva fare che un passo alla volta. Era doloroso, ma [...]
[...] era così. L'importante, per loro, era di comperare tutto a contanti e tutto di prima mano. Il legname alla segheria, le stoffe alla fabbrica, la [...]
[...] rispetto al contratto, dare a ciascuno il suo, all'operaio una mercede che inchiuda il superfluo e al compratore del lavoro che non senta della [...]
[...] speculazione. — Se non vieni a bere il punch te lo porto qui e te lo butto in faccia, parola d'onore! Non è così che si fa con chi ti usa delle [...]
[...] farà bene. Ce n'è anche per il garzone. So bene che il padrone non ti chiama filantropo per nulla. I tuoi principii non ti permetterebbero di [...]
[...] berlo da solo. Anch'io ho contratto un po' del tuo vizio. È un vizio cardiaco. Ma è meglio avere del cuore che essere come il mio padrone di una volta [...]
[...] . Dio lo abbia in gloria. Era un accidentaccio che avrebbe fatto denari sui pidocchi. Alla servitù misurava i bocconi di pane, figurati poi il [...]
[...] vino! — E perchè non te ne sei andato? — Ingenuo! Fai il filantropo e non capisci che bisogna mandare giù dei bocconi amari, molto amari, sotto gli [...]
[...] imbiancarti i capelli in una notte. Se tu sapessi! Non vi trovi che l'intrigo e la menzogna. La moglie ha la maschera, il marito ha la maschera e i [...]
[...] andar via con l'idea che il santuario domestico sia una grande istituzione. Per noi domestici c'è il linguaggio brutale. C'è la verità vera che [...]
[...] di due lire al giorno. Quando non c'è il padrone o il padroncino, c'è il servitore. Sì, ho una pensione. Ma me la sono guadagnata. Ho servito [...]
[...] , non aveva vergogna di farmi alzare di notte a tutte le ore per andare in cerca del suo uomo, il quale era sempre l'uomo del momento. Perchè [...]
[...] che era a letto con un'altra. Quando aveva dei capricci, si contentava anche degli avanzi. Se rincasavo senza il maschio che si era ficcata nella [...]
[...] sulla faccia con parole da far arrossire una prostituta. Vedo la tua smorfia. Ti meravigli che io abbia fatto il ruffiano. Io mi meraviglio di te [...]
[...] . Dammi il nome del servitore a della cameriera che non lo abbia fatto. Non si può fare diversamente che cambiando professione. Sono tutti impastati [...]
[...] delle case senza miseria, parla con noi, che ti possiamo narrare gli orrori delle famiglie dorate. Gli stessi padroni ignorano il fango delle loro [...]
[...] sono discesi. Salvo poche eccezioni, non è che l'abito che li distingue dalla folla. Il loro linguaggio, quando non è banale, è violento come [...]
[...] quello che loro capitava nelle mani. A tavola soli non finivano mai il pranzo senza avvelenarselo con degli insulti atroci. Farabutto! carogna [...]
[...] . Il marito andava con delle donne, la moglie con degli uomini. Non fare l'incredulo. Ti dico che la moglie l'ho vista io parecchie volte, attraverso [...]
[...] il buco della serratura, adagiata sull'uomo o in braccio all'uomo o sotto l'uomo. Tu sei occupato ed io ho qualcosa da fare. Ma se vieni a [...]
[...] , senz'essere stato domestico. Indossate, o signori increduli, la nostra livrea, passate degli anni sotto il tetto dell'abbondanza e poi venite a [...]
[...] darmi del maiale, se potete. Va, va pure. Ne parleremo un altro momento con più comodo. E il custode non si dava pace neppure dopo che Giuliano [...]
[...] si era rimesso al lavoro. Continuava a parlare tra sè e a dire che, dopo tutto, non aveva torto neppure il materassaio. Certe cose non si potevano [...]
[...] credere che vedendole. Il nostro senso si rivolta dinanzi certi quadri. Non voleva ricordarsi di donna Elena, la moglie di Massimo Vittone, perchè [...]
[...] un vaccaio. Donna Elena, della quale era stato il confidente e il portalettere, non era che una volgare adultera. La madre aveva i vizii più [...]
[...] tappeto, come il giorno che era nata, si faceva insultare come la più svergognata delle donne della strada. Nessuno, vedendola, poteva supporre ch'ella [...]
[...] discendesse negli abissi della intemperanza carnale. Perchè c'era in lei il chic della matrona. Rideva senza affettazione, senza mai rivelare [...]
[...] neppure la punta della sua lascivia. Il marchese aveva più di cinquant'anni, e non si fidava che del suo cameriere privato, ora in pensione con tre [...]
[...] lire al giorno. Ah, se volesse parlare Frustavino! Il mondo, a un certo momento, sarebbe obbligato a tapparsi le orecchie. Una sera che era brillo [...]
[...] , e che era appena tornato da Parigi, ove andava sovente col padrone, gliene raccontò una che era più ridicola che sconcia. Il padrone andava a [...]
[...] Parigi a scaricarsi della impurità una volta al mese. Partiva il ventisette ed era di ritorno al trentuno a al primo. Non vi si fermava che una [...]
[...] spiaceva a Frustavino. Gli rincresceva di mangiare e di dormire in una casa del carnimonio. Il marchese non aveva però la stessa ripugnanza. Tutte le [...]
[...] . L'importante era tutto nella storia di Frustavino. — Sai, gli disse Frustavino prendendolo sotto il braccio, che non mi meraviglierei se il nostro padrone [...]
[...] ... Promettimi il segreto. Sono confidenze che non si fanno che agli amici. Sai perchè ho paura che impazzisca? Gli è venuto il ticchio di fare la [...]
[...] bestia. — Non ti capisco. — Lo so bene. Per capire certe cose bisogna vederle. Il padrone si sveste e fa la bestia. Va intorno per la stanza [...]
[...] ' più quieto. Il padrone ruggiva. Non aveva più nulla di umano. Sudava, si disperava voltato sulla schiena, agitando le gambe e le mani come un [...]
[...] più dove era andato a finire, doveva confessare che il povero Giorgio stava più male di quello che si sospettava. L'orologio che aveva fatto [...]
[...] aggiustare centinaia di volte, le era venuto a costare più che nuovo. Aveva un bel dirle l'orologiaio che si trattava di un remontoir che valeva il [...]
[...] suo prezzo. Il castello si fermava per delle inezie. O perchè non lo aveva caricato alla stessa ora, o perchè l'aveva deposto sul comò invece di [...]
[...] . Voleva unicamente il godimento artistico, l'estasi cerebrale, la voluttà che si consuma nella contemplazione di una bella statua. Ma la voce di [...]
[...] il fascino di una armonia. Le parole di Annunciata non avevano per lui il significato dei pensieri che rappresentavano. Ma un doppio senso, un [...]
[...] senso intimo, il senso di un'anima che si rivela a un'altra anima. Il disastro dello stomaco di Giorgio gli diventava un dramma. Racchiudeva il [...]
[...] dramma delle sofferenze infinite, il martirio della moglie che ha il marito senza avere l'uomo. E la donna, ch'egli vedeva nel sole vermiglio [...]
[...] . Bacia, ribacia, dissetati. La mia gioventù è tutta tua. Suggi. Ancora, ancora, ancora! Tu non devi soffrire, non voglio che tu soffra. Nelle notti il [...]
[...] mio seno sarà il tuo capezzale. Abbracciami, abbraccia l'uomo che vuol farti sua per sempre. Tu sarai la mia vedova. Il tuo marito non sarà più [...]
[...] che uno stomaco per le medicine. Annunciata gl'interruppe il dramma, pregandolo di salutarle la mamma e le ragazze. Il trambusto era [...]
[...] la lucerna a svegliare coloro che dovevano andare con lui a Caravaggio. La stazione era lontana e il treno non aspettava nessuno. — Su, che è [...]
[...] tardi! A certi usci doveva spaventarli a colpi di calcagno. — Giuditta? Oh, Giuditta? Levatevi una buona volta! Luraschi, che abitava il 126 e [...]
[...] il 127 del blocco C e che aveva detto a tutti che sarebbe stato in piedi prima degli altri, era ancora in letto che dormiva della quarta. — Su [...]
[...] , lasciava bussare e ribussare senza rispondere. — Presto, in piedi se non volete perdere il treno! All'uscio di Carmela gli era toccato di servirsi del [...]
[...] vergine Maria, aiutatemi a riavere il sangue della mia salute! Abbiate pietà di una povera derelitta che sarà buona, che verrà ogni anno a [...]
[...] la comitiva al santuario era Leopoldo Gioberti, il facchino 335 di piazza Mercanti, il quale occupava, da due anni, il 27 e il 28 del blocco A [...]
[...] , senza paura, come si diceva, di vedere le ombre di Tognazzo e di Margherita in giro, di notte, per le stanze e per il Casone. Gioberti aveva [...]
[...] baracconi di piazza Castello a tener testa contro i lottatori di mestiere. La sua faccia bionda e rossa di salute pareva avesse conosciuto il freddo [...]
[...] tossiva si piegava in due e si teneva lo stomaco con le mani. Durante gli impeti convulsionarii si sentiva il catarro che gli si rimescolava senza che [...]
[...] il povero Gioberti! Prima della malattia s'impipava della religione. La sua religione era il denaro. Con del denaro in saccoccia non aveva paura [...]
[...] aveva castigato per il male che aveva fatto alla religione col suo cattivo esempio, non poteva più ascoltare coloro che parlavano dell'Altissimo con [...]
[...] di Caravaggio, sicuro che sarebbe stato l'ultimo, perchè nessun santuario l'aveva mai superato in miracoli. Aveva la parola di don Paolo, il quale [...]
[...] commemorativi che non ti lasceranno nascere neppure il dubbio sulle grazie ottenute. Perchè ogni fedel minchione può leggere nei quadretti i nomi, i [...]
[...] casa, perchè sciupereste il tempo. Dio vi legge nell'anima. Sa i vostri meriti e i vostri demeriti. Voi sapete la storia sacra. Egli ha scelto [...]
[...] può andare a piedi. Chi vuol venire deve darmi due lire e centesimi venti per il biglietto di terza classe. A Treviglio, se avremo tempo, faremo una [...]
[...] di stravaccare. Parlavo con te, Antonio. Tu che sei il più sano quando non ti piglia il tuo malaccio, pensa a Cristoforo, il maniscalco al terzo [...]
[...] ! Si fa presto a dire ai padri di stare attenti. La gente che lavora ha altro per il capo che pensare alle proprie figliuole. Tu, Tencia, che non sei [...]
[...] proprio in fin di vita, puoi dare una mano alla moglie di Vaselloni, la quale può appena stare in piedi. Fatevi coraggio. Silvia, date il [...]
[...] braccio alla Tencia, e magari incamminatevi verso la stazione. Coloro che non hanno le gambe buone dovrebbero andare innanzi, perchè il vapore è una [...]
[...] siete? Occupatevene voialtre donne. Voi, Carmela, e voi, Giuditta, fate loro da madre. Il vostro malanno non vi impedirà di curarvi dei ragazzi [...]
[...] . Portate pazienza. È questione di ore. Cristo, per redimere, ha patito ben altro. Si è lasciato mettere in croce e fracassare il costato. Quando mi [...]
[...] cristiano che ha sete danno il veleno, come hanno fatto con Gesù Cristo. Non perdetevi d'animo. E gli altri? Ci avviciniamo alle due e nessuno si è ancora [...]
[...] mosso. Il treno parte alle cinque e un quarto. Chi perde la corsa si batta il petto. Badate che la festa della Madonna non viene che una volta [...]
[...] dico. E si mise a tossire con dei colpi convulsionarii che gli facevano agitare le braccia dalla disperazione, mentre gli si gonfiavano il collo e le [...]
[...] che si scioglieva dolcemente nella tranquillità della notte stellata. Il miserere nobis andava lontano e traduceva il sospiro e lo strazio della [...]
[...] che alcuni dei pellegrini avrebbero dovuto fare sacrifici enormi per procurarsi il pane del viaggio e che parecchi sarebbero forse ritornati [...]
[...] senz'appetito e non aveva più potuto mangiare. L'atonia dei nervi resisteva a tutte le cure. Il trentatreesimo un amico gli si è precipitato nel salotto come [...]
[...] un disperato a comunicargli il suo disonore. — Sei perduto, sei scoperto! Ormai tutti sanno che tu sei un falsario! L'accusato si alzò, si agitò [...]
[...] sono i casi, si diceva mentalmente il fornaio, che può guarire la Madonna di Caravggio. Ma il cieco tornerà cieco, il tubercolotico, tubercolotico [...]
[...] , il gobbo, gobbo. Ah, sì! Magari, fosse vero! Ci sarebbe proprio bisogno di un Dio che vedesse e provvedesse! Se è vero che il sangue di Cristo ci ha [...]
[...] lavato via il peccato originale, di che cosa possono essere colpevoli i ragazzini puniti negli occhi, nelle gambe, nelle braccia? Grazie al [...]
[...] Signore io sto bene, e non sono malcontento del resto. Ma ho una grande paura che il repubblicano che ha detto: "Noi non sappiamo nulla dell'esistenza di [...]
[...] non abbiamo però modo nè di affermare nè di negare l'esistenza dell'essere supremo. Ed ecco il dubbio! Il dubbio è nel mio cervello malato di [...]
[...] religione. Dov'è Dio, in questo momento? Non vado innanzi per non perdere il rispetto a don Paolo e per non diventare ciò che non voglio: un ateo. Io [...]
[...] ricominciare il Kyrie, eleison e mettersi in cammino, quando da quasi tutte le ringhiere si udirono degli aspettate! aspettate! — Bisogna far presto, santo [...]
[...] Dio! Dal terzo piano del blocco C veniva giù Ersilia coll'indolenza di un avanzo di crociera. Ravvolta nello scialle a chiazze smunte, con il suo [...]
[...] piegava verso terra, che andava adagio come se fosse stata di vetro. La Betta si teneva il ventre per paura di irritare il suo tumore che le dava [...]
[...] una maschera che avrebbe fatto ridere in un altro momento. Il marito di Agata Maddaloni vi andava per guarire dalla doppia ernia che s'era fatto [...]
[...] spingendo sulle travi una gigantesca botte di cantina. Il cinto che gli aveva dato l'Ospedale maggiore era grosso, ruvido, malfatto, col ferro che [...]
[...] avesse pensato avrebbe potuto andarvi l'anno scorso. E a quest'ora il suo quadro commemorativo si sarebbe trovato sulla muraglia cogli altri [...]
[...] . Perchè se guariva voleva proprio fare il dispetto all'ospedale di lasciar là il suo ricordo col cinto che faceva venire la febbre. — Kyrie, eleison [...]
[...] troppo. — Ah, se non costasse così tanto! La 52 e la 38, le giuocatrici del lotto, davano in tutta secretezza alla Maddalena il biglietto dei numeri [...]
[...] mollificare la gola lungo il viaggio, la medaglietta di san Carlo Borromeo e la corona del rosario da far benedire. Il vecchio tintore del quarto piano [...]
[...] , blocco A, era divenuto piccino piccino e quasi trasparente. Gli anni gli avevano fatto perdere il lavoro senza dargli il diritto all'esistenza, e [...]
[...] ringiovanisce. I vostri piedi hanno camminato più dei nostri e sono vecchi. Al fuoco, starete meglio. Il tintore si mise in saccoccia le calze tutto [...]
[...] alle imprecazioni sussurrate dalla folla che non la voleva. C'era e ci rimaneva. Era un suo diritto, il diritto degli ammalati, il diritto di [...]
[...] vociferava che era grazie a quella famiglia di ulcere e di sputi sanguigni che il male terribile s'era infiltrato nelle abitazioni. Bastava dare [...]
[...] desolazione dovunque erano passati. Erano il colera, erano la peste, erano la scrofola che torturava e uccideva. E se non gridavano: via! via! era [...]
[...] perchè c'era ancora in loro il sentimento cristiano. — Buona donna, le disse Gioberti con la voce che sentiva dell'amarezza, voi non siete più del [...]
[...] ! gli rispose mettendo in terra Martina e piantandoglisi sotto il naso con le braccia incrociate. Toccatemi, se siete buono! Franceschino, il [...]
[...] a sè stesso che sarebbe bastato lui solo per quell'omone che faceva il bulazzo con le donne. Ma non voleva sporcarsi le mani con un sacco di merda [...]
[...] e giù per il suolo, come un calcasassi. Ma Cristaboni diventava pericoloso appunto quando era alla mercè del nemico. Perchè in allora le sue mani [...]
[...] agguantavano quello che potevano agguantare e diventavano una cosa con la cosa agguantata. Gioberti, non essendo riuscito a strappargli il collo [...]
[...] , si sentì le dita d'acciaio del nemico salire per il gilè verso la gola. Impaurito, fece uno sforzo supremo per liberarsene, buttandolo a qualche [...]
[...] distanza dal luogo della lotta. Ma era troppo tardi. Il suo collo era come in un cerchio di metallo che si stringeva e gli faceva venire gli [...]
[...] occhi alla superficie. — Vigliacco! urlò Cristaboni. Il vicinato era in piedi e discendeva a frotte coi pugni chiusi, coi bastoni in aria, con le [...]
[...] e dimenando la testa come una belva che inferocisce per inghiottire il pezzo di carne che resiste agli strappi. Uomini e donne gli furono sopra [...]
[...] quasi capire il misfatto. Ma dopo un momento di esitazione, si soffermò con gli occhi sul cadavere e con un atto supremo di disprezzo gli [...]
[...] scaraventò in volto il pezzo di lingua. — Vigliacco! Giuliano si era abbandonato al lavoro della penna con l'ardore dell'apostolo. Prendeva il [...]
[...] materiale che gli produceva il Casone, lo puliva, lo decomponeva, lo studiava, lo circondava di osservazioni e lo distribuiva nel casellario dei gruppi [...]
[...] poi estendere il suo studio di sociologo alle classi della città intera. Ma, a mano a mano che procedeva, la zona del suo lavoro si affollava di [...]
[...] inchiudevano problemi i quali parevano insolubili, come quelli che pullulavano intorno il cadavere di Siliprandi. Costui era stato trovato coperto di una [...]
[...] pelle secca e grinzosa che metteva in rilievo le sue ossa e i suoi tendini e rivelava le privazioni di un lungo periodo. Il suo viso rappresentava [...]
[...] il marasma senile. Con lui, sul tavolo, si pensava alla vecchiaia condannata dall'indifferenza sociale al supplizio lento della fame. Chi si poteva [...]
[...] accusare del delitto sociale? Dinanzi a quale tribunale si doveva svolgere il vecchio drammone dei pitocchi invecchiati nell'indigenza? E si [...]
[...] voltava verso Filippo Buondelmonti dicendo che mentre maturava il tempo della pensione ai vecchi e agli impotenti, lui, che aveva patito la sua parte [...]
[...] , la carità pubblica e privata è il solo anestetico che possa lenire le sue sofferenze. — In te parla l'ombra di tuo padre. Tuo padre ha sofferto [...]
[...] e ti ingiunge, a tua insaputa, di lasciare che la mano ricca soccorra il povero. Se tu tiri via su questa strada diventerai filantropo, va [...]
[...] a spese dei ricchi. La paura della miseria è la caratteristica della tua classe. Marat, caro mio, è uno dei tuoi avi. Senti, come lui, il [...]
[...] tormento momentaneo. Marat non era un avvenirista. Egli studiava il pauperismo nelle cantine, dove si nascondeva a scrivere l'Amico del Popolo, e laggiù [...]
[...] , al buio, il riformatore, avido di supplizi, invece di andare fin dove si doveva andare, si lasciava prendere dal furore isterico di mandare gli [...]
[...] delle questioni. È mancato il personaggio che insegnasse ai terroristi che il lavoro umano è l'unica cosa che possegga un valore economico e che nel [...]
[...] fucilato in mezzo al tumulto. L'uomo di genio non è un pedagogo che si pietrifica nella forza del lavoro. È l'aquila che porta in alto il futuro senza [...]
[...] dimenticare il presente. — Mi piace la tua similitudine. Mi rincresce di dover sverginare la casella dei casi immorali. Avrei preferito che [...]
[...] . Se ne fossi colpevole, sentirei il peso del mio dolore tutta la vita. Certo è che i delitti sessuali del Casone sono dovuti all'ambiente. Alla [...]
[...] mancanza dello spazio, alla mancanza dei letti. È orribile che ci sia una società che abbia un codice contro il duro destino degli esseri e non pensi [...]
[...] . Perchè la lotta di classe è della società del sopravalore. Tu sai che cosa voglio dire. Supponiamo di essere cento calzolai. Il padrone ci [...]
[...] domanda dodici ore di lavoro al giorno. Lui ci procura i locali, il corame, la pelle, lo spago e tutte le altre cose necessarie alla produzione della [...]
[...] di altre spiegazioni. Tutta quell'accumulazione di ore rappresenta la sua ricchezza. È così che lui va in carrozza e noi a piedi. Che lui abita il [...]
[...] vent'anni non sanno neanche cosa siano la fatica e la penuria. I nostri.... Guarda giù nel cortilone. È il lavoro non pagato che ci fa assistere a [...]
[...] questi orrori. E dal lavoro non pagato è uscita la teoria marxista la quale farà scomparire la lotta di classe, eliminando il capitalista. E senza [...]
[...] del padre addosso la pelle della figlia, o del fratello su quella della sorella o della madre si scalda, e l'incesto si compie. Non è il vizio che [...]
[...] lo provoca. È il tepore della stessa coltre. Senti che cosa mi ha raccontato la madre, Elisa Giuncati, del 17, al primo piano del blocco C. La donna [...]
[...] col marito dal giorno del loro sposalizio. Hanno avuto tre ragazze, la maggiore delle quali ha diciotto anni e mezzo. Il padre guadagna dalle [...]
[...] dieci alle undici lire per sei giorni di dodici ore. La famiglia è delle più quiete. In tutto il tempo che abita il Casone non è stata in arretrato [...]
[...] regolarmente e nessuna di esse ha mai dormito fuori della propria casa. Il padre è stato veduto alticcio di rado. Due delle ragazze dormivano in un [...]
[...] di darle due stanze perchè suo marito ha contratto delle abitudini riprovevoli con la figlia, ora in uno stato interessante. "Adesso il male è [...]
[...] è di impedire che si ricominci". Io l'ho contentata subito. Ho fatto sloggiare il 18 a mie spese mettendolo al 22. La caduta di certe famiglie [...]
[...] impensierisce. Ce ne erano due o tre che potevano essere citate a modello. Non facevano del lusso, perchè qui non è il sito di farne. Ma mangiavano [...]
[...] carne al giovedì e alla domenica, bevevano a cena, vestivano decentemente, e chi lavorava portava a casa il settimanale, contentandosi di spendere [...]
[...] radicanaglia senza testa. Con una giornata di quattro lire e la moglie che andava per le case con il pesce fresco due giorni alla settimana, i [...]
[...] A, il migliore, tenute pulite dalle donne che le scopavano tutti i giorni e cambiavano le tendine alle finestre ogni tanto. Al pranzo della [...]
[...] domenica mettevano giù la tovaglia. Tra noi del Casone non c'erano che Lorenzo, il parrucchiere, Martino, l'inverniciatore, e Paolino, il chiavaio [...]
[...] l'urto, che, alterandogli il sistema nervoso, lo abbia sottoposto alla legge della stanchezza. Fatto sta che lo stabilimento, dopo tanti anni, è stato [...]
[...] obbligato a metterlo sul lastrico. Non vi andava che due o tre volte la settimana, e, spesso, al secondo pasto, rientrava mezzo ubbriaco. Ora il [...]
[...] arroventato. Se parla di Lamarmora diventa un macellaio. Lo prende per i capelli e lo diguazza nel sangue dicendo che il traditore del suo paese [...]
[...] merita i bottoni di fuoco. Mette Sella su una catasta di legna e assiste al suo supplizio con la pipa in bocca. — Tu hai affamato il popolo e io godo [...]
[...] delle tue torture! Come è triste casellare il Luigione col marito della Pina e col Giovanni, veterani degli alcoolizzati! I ciechi dovrebbero [...]
[...] morire. Fanno paura. Danno a quello che dicono un senso profetico e assumono il fare degli antiveggenti. Ogni domenica che vado da Bernardino a [...]
[...] prendere l'affitto, mi vengono i brividi. Non appena sente i miei passi tutto il suo essere diventa sensibilissimo. Protende il collo, drizza le [...]
[...] quando ode la mia voce che gli dà il buon giorno, le sue larghe occhiaie con in fondo la gelatina schiacciata e lucida si atteggiano a una immobilità [...]
[...] dalla vita. Portateceli via! perchè ci impietosiscono e ci disgustano. Portateceli via! perche ci ricordano l'infelicità dell'esistenza e il cuore [...]
[...] sociale! Oh, come siete teneri! Guardate qui, in questa stanza. Preferite fargli mendicare il pane nella strada, con la mano tesa, piuttosto che [...]
[...] trenta centesimi. Il marito, un sellaio, prese l'uscio dopo averla ingravidita una seconda volta. Sola, povera, con un bimbo nella culla e uno nel [...]
[...] partorienti di Santa Caterina alla ruota, e ne uscì portandosi via il suo fanciullo e allattandoselo essa stessa. Profuse il suo amore ora sull'uno, ora [...]
[...] sull'altro, adorandoli tutti e due, senza mai ricordarsi del padre e mandandolo via con una frase sdegnosa il giorno in cui tentò di rientrarle [...]
[...] , divennero i suoi idoli. Lavorava come una bestia da soma per non lasciarli patire. Di notte si vedeva illuminato il suo finestrino e si pensava alla [...]
[...] che ella mandava a scuola, e poi correva alla fabbrica, raccomandando alla vicina di vedere che il suo Attilio e il suo Romeo non mancassero di [...]
[...] sani, bellocci, forti come torelli. Mise Attilio, il maggiore che amava sopra ogni cosa il disegno, a fare il meccanico, convinta che sarebbe [...]
[...] divenuto uno dei primi operai, e Romeo a fare il tessitore, perchè aveva una speciale predilezione per i lavori del telaio. I figli ricambiavano [...]
[...] l'affezione materna con lo stesso affetto. Uscivano dagli stabilimenti e correvano a casa a baciare la mamma, come fanno i figli dei signori. Il giorno in [...]
[...] ! — Addio, mamma! Addio, Romeo. La madre che aveva preveduto il giorno fatale della coscrizione, aveva nascosto nella calza tutto quello che i [...]
[...] degli altri. — Addio! addio! Non si videro più. Il ragazzo fu tra i soldati che rimasero feriti dalle poche palle papaline che volevano impedire [...]
[...] sull'altra con una violenza che annunciava la catastrofe. I suoi di casa seppero otto giorni dopo che il povero figliuolo era morto all'ospedale [...]
[...] morire anche me di crepacuore, e tutto sarà finito! Ma il fratello dimagrava, scoloriva, diventava terreo. Qualche mese dopo tossiva come se i suoi [...]
[...] tamburo o una tromba militare per darle i tremiti o per vederla scappare per il blocco della casa come se avesse paura che venissero un'altra [...]
[...] volta a prendere il suo Attilio. È divenuta cupa, malinconica, lavora a sbalzi, è indifferente al bene e al male e non sa più concepire che un [...]
[...] pensiero: — Hanno ammazzato il mio figliuolo! E quando don Paolo la rimprovera di non andare più in chiesa, essa si asciuga gli occhi con la cocca [...]
[...] cessato di pregarlo in ginocchio! È un pezzo che non prendo la penna in mano. Il colera non me ne ha dato tempo. Che giornate! Sudo a pensarci. Ci [...]
[...] sono state notti senza riposo. Sembrava il finimondo. Dappertutto si aveva bisogno di noi. Parlo di donna Annunciata, di Buondelmonti e di me [...]
[...] . Abbiamo fatto il nostro dovere senza chiasso, gareggiando l'un l'altro a nostra insaputa. La fortuna dei nostri ammalati è stata di avere il [...]
[...] Buondelmonti, il quale pareva una illustrazione medica stata in India a studiare il morbo. Conosceva tutto, indovinava tutto, ordinava tutto. I due [...]
[...] medici mandati dalle autorità sanitarie facevano anch'essi il loro dovere, ma da salariati. Il denaro rende burocratici. Si può dire che venivano a [...]
[...] che dedica sè stessa alle sventure sociali con esempi di abnegazione che ci rivelarono il tesoro degli affetti umanitarii del suo cuore. Non [...]
[...] meloni e tutti i legumi che potessero disturbare il ventre, abituava le donne a bere il thè olandese caldo senza zucchero, con delle semplici gocce [...]
[...] . Ogni mattina giungeva il carro del macellaio con due chilogrammi di carne per ogni famiglia, vale a dire per ogni stanza. L'individuo solo [...]
[...] lavare il suolo con secchi d'acqua che contenevano tanto acido fenico da ammazzare tutti i miceti che i colerosi avessero potuto perdere. Si [...]
[...] spaventassero gli ammalati e perchè diceva che la paura era il morbo nero del colera sporadico. — Signor Buondelmonti, mi protegga. Non è vero ch'ella mi [...]
[...] ha dato l'incarico di tranquillare il Casone e far credere agli inquilini che non si tratta che di una malattia comune? Faceva anche quello che [...]
[...] le infermiere fanno con disgusto. Prendeva in mano il pitale delle deiezioni, le inondava di acido fenico, le faceva vuotare dabbasso nella buca [...]
[...] oppiate. Era la prima a entrare dove c'erano dei cadaveri. Il giallo degli occhi e il paonazzo delle labbra dei morti non la facevano tornare [...]
[...] che asciugavano il pianto delle donne desolate e vedovate dal contagio. Il giorno in cui le vittime passarono le dieci la tranquillità apparente del [...]
[...] Casone si convertì in un panico più spaventevole del colera. Il cognac e l'acquavite avevano perduta la virtù di rianimare la gente rassegnata al [...]
[...] mandava il Taschini ogni due o tre ore con delle corbe di pane fresco tutte le volte che dovevano mettersi ai pasti. La cassa che vedevano sulle [...]
[...] sarebbero messi a piangere. C'erano di quelli che si facevano pregare a bere il bicchierino per il quale, in altri momenti, si sarebbero fatti in [...]
[...] salute. "Alzati, Antonio, gli disse la madre di Dio, e va a casa contento. Il Signore Iddio ha accolto la tua preghiera". E dopo essere stato [...]
[...] guarito, è morto. Sua madre non sa darsi pace. — Ah! dunque, diceva giorni sono, non c'è giustizia in cielo! Il cielo non ha proprio avuto compassione [...]
[...] di Antonio. Egli è morto come un dannato. I crampi allo stomaco durante il raffreddamento del corpo erano così inesorabili che nel delirio il [...]
[...] povero diavolo si scarnificava il petto con le unghie. Buondelmonti non ha potuto salvarlo neppure coi clisteri di etere solforico. È spirato con [...]
[...] se avesse subite le convulsioni di un delirio violento. — Ah, dunque non c'è giustizia in cielo! No, non c'è giustizia in cielo. Il cielo non ha [...]
[...] : mistero! — Tu non sai, mi diss'egli un giorno in cui sentivo il dubbio, che san Pietro ha pianto per trenta anni l'errore di avere rinnegato il [...]
[...] colpisce in questo attimo in cui il mio edificio religioso è crollato? Ah, me ne ricordo. Voi mi avete detto che anche Pascal, il grande Pascal, dopo [...]
[...] Pascal, il grande Pascal, dai diciotto anni non fu che un povero ammalato. Un ammalato, si capisce, disprezza la scienza e si prostra all'ignoto [...]
[...] credo più, non posso più credere che il Dio dei miseri sia così spietato, così inumano, così crudele con la gente che ha sofferto, che ha patito [...]
[...] Annunciata. Essa aveva veduto che il Dio che avevamo chiamato tante volte in aiuto era rimasto sordo, implacabilmente sordo. Buona Annunciata, tu [...]
[...] della mia vita. Ti ricordo, ti potrei descrivere. Il morbo ti aveva lasciata sul letto informe, con tutte le tracce di essere stata abbattuta dalla [...]
[...] violenza. Il tuo corpo, qua e là lividastro, qua e là nerastro, faceva paura. Le tue mammelle ampollose sembravano state vuotate e lasciate sul [...]
[...] tue ragazze si disperavano con un pianto che schiantava il cuore, e si buttavano sul tuo cadavere in disfacimento con le esclamazioni della [...]
[...] ambascia che li soffocava. La scena rappresentava tutto ciò che c'è di lugubre, di tragico, di spaventevole. Annunciata fu il balsamo che passò sui [...]
[...] braccia, e suggendola avidamente senza spegnere la mia sete urente. Senza ch'ella pronunciasse una parola mi sentii padrone del mio bottino. Il suo [...]
[...] corpo, vinto, s'era abbandonato dolcemente sul mio e non ci slacciammo che quando sentimmo il passo pesante di Buondelmonti. — E non te ne [...]
[...] di facciata. Non appena gli si è girato intorno si sente il bisogno di voltargli la fronte verso il grandioso viale lungo due chilometri e [...]
[...] che avrebbe potuto sbarazzarsi degli individui che la tenevano con un semplice spintone. Puntando le gambe si vedeva il donnone dalle cosce [...]
[...] enormi, dai fianchi enormi, dalle braccia enormi. Il suo viso era il ritratto della salute. Pienotto, rotondo, colorito. I suoi occhioni lucenti si [...]
[...] . La ragazza pareva invasa dagli spiriti. Col cavo dei piedi puntato sui gradini e il corpo rovesciato indietro sugli uomini, si sbracciava [...]
[...] donne che seguivano la spiritata si battevano il petto come contrite e preparate alla morte. Qua e là si udivano le litanie con l'ora pro nobis della [...]
[...] massa calcata per il portico come un turbamento collettivo. Alla porta la paesanotta ritentò di sciogliersi dalle mani che la tenevano adimando i [...]
[...] fianchi ed elevando sulla moltitudine il seno scoperto, il quale mostrava, a quelli giù dai gradini, i due piccioli rossi piantati nella carne [...]
[...] bianca. Nello sforzo supremo urlava e indemoniava. Ci fu un momento in cui gli uomini parvero lì per piegare sotto il divincolamento della ragazza [...]
[...] di oscillazioni frenetiche. Il predicatore dovette smettere e rimanere sul pergamo in un atteggiamento di vittima, con la destra sul braccio [...]
[...] volta verso il corpo della maleficiata che sovente scompariva dalla superficie e sovente risorgeva agitando la testa scarmigliata come una [...]
[...] pellegrini avevano sospese le litanie e si tenevano il fiato. Rimanevano lì trasecolati a vedere la potenza dello spirito infernale in una donna [...]
[...] rotonda di ferro a scacchi delle elemosine, la parola che tutti aspettavano: miracolo! miracolo! miracolo! Il miracolo era compiuto. La donnona si [...]
[...] staccò ammansata, sfinita, come se avesse subita un'abbondante cavata di sangue. Il suo corpo, mezzo nudo dagli strappi della lotta, cadeva su sè [...]
[...] forza malefica se n'era andata. Essa era vinta, prostrata. Riavuti i sensi, si sentì impudica. Con le braccia nude si coperse il seno nudo e scoppiò [...]
[...] mettendo nella voce il gaudio del loro cuore. — Sancta Maria. — Ora pro nobis. Tu vuoi delle spiegazioni. Io non ti posso dare che delle [...]
[...] mie supposizioni sono che una ragazza di campagna non poteva spingere la commedia fino al punto da sopraffare il senso della conservazione della [...]
[...] lavorato il cervello di una ragazza probabilmente isterica, probabilmente disposta alla esaltazione. Provati a dire a una di queste idiote: tu sei [...]
[...] diventa, nella sua immaginazione, il nodetto grigio della sua anima dannata. Non sta più tranquilla. I suoi sonni passano tra un incubo e l'altro. Ella [...]
[...] sente la mano infernale che tira la coltre del suo letto. Vede il diavolo dalle ali nere che le danza intorno con risate diaboliche. Ode il [...]
[...] sogghigno degli spiriti che l'hanno invasa e s'alza con le palpebre enfiate e con gli occhi pieni di vibrazioni che riproducono il tormento della [...]
[...] sua follia. Sogna di giorno. Vede l'ombra dello spirito malvagio dappertutto. Ne sente il fruscio dei piedi. Cade il suo canestro ed è stato lo [...]
[...] spaventarla. Il medico non capisce nulla. Non vede il dramma religioso che si svolge nella piccola scatola della cretina. E dopo qualche suggerimento [...]
[...] l'abbandona. Il prete prende il suo posto. Egli crede, egli deve credere all'esistenza degli spiriti. La ragazza diventa per lui un caso di [...]
[...] finisce col santuario. Perduta la fiducia negli aiuti umani tu non hai più che la morte volontaria o il Cristo della croce. Pochi hanno il coraggio di [...]
[...] . Certo è che il loro furore non poteva essere più vero. Il terrore per la casa di Dio veniva manifestato con tutti gli eccessi degli accessi [...]
[...] ghignata che metteva freddo, impazzire in un arrabattamento che traduceva il disordine mentale in eruzione. Con uno sforzo erculeo riuscì a sbattere i [...]
[...] spalla sinistra, parecchi la frasca e il fiore giallo o rosso nel bindello del copricapo e molti la paglia del virginia sull'orecchio. La loro [...]
[...] erano sedute lungo due panche e le vecchie sulle scranne di lisca. Qualche volta il trabalzo mandava le une sulle altre, suscitando la risata [...]
[...] collettiva. Le giovani si tenevano per il braccio e cantavano anch'esse, come gli uomini, una canzone lenta e malinconica che mi strascicava per le [...]
[...] orecchie come la marcia funebre. Le vecchie filavano il lino sulla conocchia tenuta sotto l'ascella, torcendolo col fuso che abbandonavano nel vuoto [...]
[...] coperta da un piccolo cachemire dai colori vivaci che lasciava vedere un po' di nuca, come il fichu in testa alle signore. Le brianzuole maritate [...]
[...] fascetta a colori sorgente dalle vesti come un armatura di bacchette di balena a sorreggere il seno pieno di latte che tremolava e traboccava. Prima [...]
[...] vedevano ai due lati dello stradone, i baracconi che vanno a tutte le fiere. Il baraccone degli animali feroci, il baraccone della donna mostro, della [...]
[...] donna pesce, della donna cannone, della donna che cucisce coi piedi; il baraccone dei saltimbanchi spiantati, stracciati, affamati, i quali [...]
[...] venditrice d'immagini, l'uomo con al collo centinaia di corone e con le mani piene di medaglie, il banco di refe, d'aghi, di spilli e di bottoni di [...]
[...] per i fianchi paesani. Di zoccolai ce n'erano un po' di qua e di là, un po' sotto il portico e un po' all'aria aperta, documento irrefutabile che [...]
[...] maledettamente i piedi! Per il largo della piazza c'erano le rivelatrici dell'avvenire, le donne che dall'alto delle scranne invitano la gente a farsi predire [...]
[...] il futuro. Erano donne tra i trenta e i quaranta, brutte, lercie, con gli occhi e la bocca della megera. La loro sfacciataggine era tale che mi [...]
[...] faceva ridere. Per dieci centesimi preannunciavano gli avvenimenti più importanti della vita. Alcune traevano l'oroscopo guardando il palmo della [...]
[...] mano, altre facendo il giuoco delle carte. Parlavano male. Strapazzavano l'italiano in un modo orribile. Adattavano le predizioni alle persone che [...]
[...] essere più alta. L'abitudine corregge tutto. Il corpo nudo in mezzo a loro non destava desideri. — Non volevo disonorarli. Volevo semplicemente [...]
[...] assieme. — Ditemi qualcosa dei miei genitori. — Avete in tasca qualche cosa di loro? Le diedi una lettera dicendole che era di mio padre e il mio [...]
[...] fazzoletto bianco per quello di mia madre. Dopo un po' d'esitazione, si mise la lettera e il fazzoletto sotto gli occhi, li guardò attentamente e [...]
[...] poco dopo disse senza impallidire. — Giovane, vostra madre è morta quando eravate piccino. Voi la rimpiangete sempre. Ma il padre che avete è un [...]
[...] aperta, dove il contadiname va a mangiare per due o tre soldi il risotto giallo come la buccia del limone, la minestra dura come la mota e i pezzacci [...]
[...] limpidissima. È una fontana sbucata spontaneamente dal suolo, subito dopo l'apparizione della Madonna, il 26 maggio 1432. La leggenda aggiunge che la [...]
[...] sulle spalle tutta l'erba falciata per il bestiame. — Oh! Madonna, si dice che supplicasse, da voi sola aspetta soccorso la povera vostra serva! Deh [...]
[...] ! non abbandonatela... — So il resto. — Comparve la Madonna in persona. Era una signora alta, avvenente, dall'aspetto venerando, dal portamento [...]
[...] maestoso. Indossava un abito ceruleo, con il capo cinto da un velo candido. — Oh Madonna santissima! gridò la Gioannetta. — Sì, rispose la madre [...]
[...] gettò un ramo secco, dicendo: — Fatemelo fiorire, o Madonna, se siete buona! Immantinenti il ramo si rivestì di fronde verdeggianti e di fiori che [...]
[...] , immergere le gambe storte e i monconi delle braccia, spruzzare e strofinare il ventre e lo stomaco addolorati o atrofizzati, inaffiare le croste [...]
[...] della testa, lavare i tagli marciosi del collo e bere a sorsi l'acqua che riceveva il pus delle fistole, le gocce sanguigne delle parti malate [...]
[...] , il sudiciume della pelle non avvezza al lavamento, come un elisir, come una bevanda che desse loro l'estasi della consolazione paradisiaca! Non [...]
[...] cielo che in terra. Coloro che vaneggiavano slargavano le braccia penzoloni come se fossero stati stanchi del supplizio di aspettare la grazia. Il [...]
[...] il Signore e la Madonna e sorrideva con gli occhi opachi in alto, aspettanti la mano divina che portasse via la cateratta e li inondasse di luce [...]
[...] , che sentiva per il piede un fluido che gli dava piacere. Il poveraccio ha dovuto andarsene con la gruccia sotto l'ascella. La madre di un ragazzo [...]
[...] che aveva perduto un occhio si curvava, si levava dalla Fontana con il cavo della mano pieno d'acqua, e lasciava cadere nell'occhio sgraziato, a [...]
[...] goccia a goccia, il liquido, pregando a alta voce la Madonna di guarirle il suo Nicoletto. — Oh Madonna di Caravaggio, fatemi la grazia! E questa [...]
[...] impostura dura da secoli! Le generazioni si cambiano, le rivoluzioni scientifiche squarciano il velame dei misteri e le moltitudini continuano a [...]
[...] gli altari prima di avere i cittadini, è perita nel sangue ed ha veduto risorgere il Cristo, il gerente responsabile di tutte le menzogne [...]
[...] Santuario, la quale è una vera fiera religiosa ove si vendono il pane impastato con l'acqua del sacro fonte, l'olio per le lampade, le candele, i [...]
[...] fondo. Al centro del banco era il custode sacerdote o un sagrestano in cotta che non faceva tempo a registrare. Egli era alle prese con una [...]
[...] funzione di gente che aveva eternamente la coda oltre il porticato. Registrava messe sopra messe senza stancarsi, senza affrettarsi, senza confondersi [...]
[...] , senza perdere la flemma. Agli impazienti che gli mettevano i denari sotto il naso, diceva col sorriso dell'uomo grasso che non va mai in collera [...]
[...] : — Lasciate fare che verrà anche la vostra volta. Domandava a tutti, con grazia, il nome e il cognome, il numero delle messe e quali messe. E a [...]
[...] Santuario. Così non ti devi meravigliare se ti dico che ho veduto degli uomini e delle donne lasciar là cinquanta e cento e più lire. Il ventisei [...]
[...] maggio, l'anniversario della apparizione, è, per il Santuario, una giornata coi fiocchi, una giornatona feconda di parecchi biglietti da mille. A [...]
[...] sinistra, a poca distanza dal custode sacerdote, era il frate occupato con la gente che voleva accendere candele e lampade nel Santuario. Anche lui [...]
[...] d'olio. Gli altri, il grosso dei fedeli, volevano l'olio per delle novene, e tante candele per tante giornate. A nessuno di quei fanatici è forse mai [...]
[...] meraviglierebbe, mi ricorderebbe troppo il mercato. Il mercimonio sulle miserie fisiche e morali di una popolazione tanto infelice, mi farebbe [...]
[...] tirarsi indietro. Gli indemoniati dagli spiriti maligni sospendevano il movimento verso l'altare, lieti tutti di lasciarli passare e guarire prima [...]
[...] delle grazie fatte. E, qua e là, dove potevo, leggevo che un cieco aveva ricuperata la vista, che il ginocchio di una donna, stata in letto quattro [...]
[...] anni straziata da fierissimo male e ridotta in fin di vita, il 26 maggio 1881, nell'ora anniversaria dell'apparizione, ha potuto esclamare: oh cara [...]
[...] appesi come tanti testimoni indiscutibili. Da tutte le parti, in alto e in basso, si trovano tavolette illustrate delle persone che attribuiscono il [...]
[...] miracolo alla B. V. per averne pronunciato il nome nel momento del pericolo. Ci sono ruote di carrozze trascinate da cavalli impetuosi che sfiorano il [...]
[...] che si fermano di botto per dar tempo a una ragazzina di attraversare il binario, mentre una madre lontana agita le mani come un'ossessa e grida: Oh [...]
[...] a capello, dirò così, del treno che passa senza neppure scorticargli un dito, per la semplicissima ragione che aveva avuto il buon senso di gridare [...]
[...] , là dove basta pronunciare il nome della B. V. per buttar via il cinto e appenderlo alla parete! Là dove si insegna che la medicina e la chirurgia [...]
[...] salute che si battevano il petto, congiungevano le mani, dicevano parole sconnesse, guardavano trasognati, singhiozzavano con la preghiera in [...]
[...] dalle infestazioni del demonio e dalle piaghe stomachevoli. E mi misi nella corrente che si scaricava lentamente verso il sacrario della Madonna [...]
[...] taumaturga. Nell'atto di mettere il piede sul gradino del semicircolo dell'altare per passare dalla parte delle sagristie, venne su dallo speco [...]
[...] fece più volte il segno della croce, e dopo essersi nascosto il viso nelle mani, innalzò il ringraziamento col canto delle litanie. A sentirli [...]
[...] tutti assieme si prova una emozione che non si può esprimere. Il mio pensiero era disfatto. Tu volevi la prova, mi dicevo, ed ecco la prova [...]
[...] parole in latino e far toccare le cose alla statua. Così, dal loro posto, senza muovere i piedi, continuavano il moto del mezzo giro. I pellegrini [...]
[...] ancora il coro di ringraziamento: Sancta Virgo virginum, ora pro nobis. Giorgio era in piedi senza una goccia di sangue. Il suo viso dilavato [...]
[...] era così forte che si sentiva soffocare. Con le parole crudeli che gli tumultuavano ancora per il cervello, credeva di essere vittima di un [...]
[...] . Signori che parlate di riabilitazione, andate a studiare quest'Annunciata che sa baciare il marito con la passione della moglie innamorata, calda [...]
[...] ritornare alla mala vita e vi troverete col problema allo stesso punto! Il vizio non esce dalla carne della Messalina. È ereditario, è eterno. Passa [...]
[...] da un corpo all'altro e rimane immortale. E vedendola andare verso il salotto tese il braccio. — Vattene! vattene! È odiosa la vita del [...]
[...] tradimento! — E di chi è la colpa? Tu mi dici d'andarmene, e io non ti obbligherò a chiamare il custode per mettermi alla cancellata. Ma di chi è la colpa [...]
[...] prostituta per il semplice fatto di essermi data a un altr'uomo. No, no, tu non mi convincerai mai d'esser stata infedele. Io sono troppo sana per [...]
[...] voglio i tuoi baci, i baci dell'uomo geloso! L'uomo geloso mi fa paura come il cane idrofobo. Ti ho detto che mi è stato imposto. Dovevo parlare al [...]
[...] . Nessun medico poteva guarirmi, Giorgio. Te lo dissi, te lo ridissi. Ma tu non capivi o fingevi di non capire. E io son rimasta sola a sciogliere il [...]
[...] innanzi e indietro, coi fianchi che la gravidanza aveva reso ancora più possenti, diventava invincibile quando levava il braccio che si snudava e [...]
[...] infine, tu, povero Giorgio, non ne avevi colpa. Io era incalzata ed ho dovuto sciogliere da sola il problema dell'impotenza. La sovrana voluttà [...]
[...] costato una lacrima. Sovente sono stata lì lì per gettarmi al tuo collo e implorarne il consenso. Ma tu vedi come la gelosia degli uomini è perversa [...]
[...] ! Oscura la ragione, rimescola il sangue e spesso incita all'assassinio. Gli uomini sono ostinati. Preferiscono la menzogna. Tutti sanno come si [...]
[...] svolge la vita. Tu lo sai, tu me ne hai parlato. Tu mi hai spalancato l'uscio di parecchi santuari. Non voglio, Giorgio, essere di quelle. Il mio [...]
[...] abbominio, un orrore. Si sfascia la famiglia, si capovolge l'ordine sociale. Confessalo, Giorgio, che è il loro punto debole. Come sarebbero più saggi [...]
[...] . Ho errato, ne convengo. Ma se è immorale l'adulterio imposto da condizioni speciali, che cos'è allora il marito che prende moglie nella tua [...]
[...] condizione, per esempio? Non sei tu venuto meno, non hai tu contravvenuto al contratto, non mi hai tu defraudata, non hai tu calpestato il mio diritto [...]
[...] di essere madre? Giudichi il cielo. Io non avrei voluto accusarti, ma poichè tu lo vuoi, sia. Noi siamo pari. Forse non lo siamo. Forse c'è [...]
[...] qualche cosa di più a mio favore. Forse io dovrei essere il tuo giudice. Ma mi metto al tuo livello. Siamo tutti e due immorali. Ah, sì, tutti e due [...]
[...] sotto il lavoro di un altro, foss'anche un capolavoro. Il bastardo diventerebbe la mia persecuzione. Me lo vedrei dinanzi e penserei agli [...]
[...] amorazzi di mia moglie.... Mai, mai, mai! Tuo figlio è tuo e dev'essere tuo. — E sarà mio. E a mio figlio darò il mio nome, non avere paura. Uomini [...]
[...] ostinati! E sia.... E sia pure! Tu hai scelto, non è vero? Hai votato per l'impotenza generativa, come tutti gli uomini del tuo tempo! Il rimorso [...]
[...] con le mani al dorso. — Magari! Te lo auguro. Perchè il tuo scioglimento è tutto a tuo danno, povero Giorgio. Tu, egoista, tu geloso, non vedi la [...]
[...] vita negra del malmaritato costretto a portare la catena dei ricordi e a consumare nell'inedia, tra una mantenuta e l'altra. — La vedo. Pagherò il [...]
[...] vizio, purchè il vizio non segga alla mia mensa coniugale. — Sia fatta la tua volontà, Giorgio. Io non domandavo di meglio che il rispetto alla [...]
[...] legge divina e umana. Ma sono donna infine, e al mio diritto di donna non rinuncio, dovesse il matrimonio andare in rovina. Annunciata, con gli [...]
[...] occhi pieni, presa dal singhiozzo, si mise la mano al cuore come se avesse voluto ritardare lo schianto. — Il mio pianto è ancora della forza [...]
[...] , Giorgio. Non si esce mica dalla casa di un uomo come te senza piangere. Non è il tuo lusso che mi fa parlare. Il lusso non è mai stato una necessità [...]
[...] che al mio diritto di donna non rinuncerei mai. Tu sai che io sono madre e che non potrei rinunciare a mio figlio. In casa tua diventerebbe il tuo [...]
[...] compagna a dimenticarmi. Voi sapete che il destino non è nelle nostre mani. Porto la mia croce con rassegnazione. Ve lo dico piangendo. Non si spezza la [...]
[...] come voi. Abbraccerò un ideale e gli dedicherò i miei giorni. Non il vostro ideale, perchè non sono socialista. Io sono un semplice umanitario [...]
[...] . Consolerò la povertà. Ecco tutto. Giuliano, voi sapete che io avevo in animo di demolire il Casone per dare ai miei inquilini un edificio più [...]
[...] consentaneo alla vita moderna. Il mio tipo, come vi ho detto, sarebbe stato quello del Peabody. Con questo non vi lego le mani. Da tempo voi [...]
[...] studiate i problemi delle popolazioni povere e l'abitazione modello non può esserne stata esclusa. Il Casone è di voi due. Ne ho scritto al mio notaio [...]
[...] , il quale è incaricato di trasmettervene l'atto di rinuncia. Demolitelo e rifabbricatelo. Ghiringhelli è il mio ragioniere e il mio confidente [...]
[...] . Non ringraziatemi. Perchè vi impongo un obbligo: l'obbligo di dare al nuovo edificio il mio nome. Così mi parrà di essere sempre con voi [...]
[...] pagare. Con la notifica di licenziamento momentaneo saranno condonati a tutti loro gli arretrati e gli affitti in corso e verranno avvertiti che il mio [...]
[...] ragioniere si assume la responsabilità di pagare il settimanale delle stanze che andranno ad abitare fino al giorno dell'inaugurazione del [...]
[...] EDIZIONE NAZIONALE DELLE OPERE DI GIOVANNI VERGA NUOVA SERIE VOLUME III NOVELLE RUSTICANE Il reverendo p. 3 Cos'è il re p. 17 Don [...]
[...] Licciu Papa p. 29 Il Mistero p. 39 Malaria p. 49 Gli orfani p. 61 La roba p. 71 Storia dell'asino di San Giuseppe p. 81 Pane nero p [...]
[...] . 101 I galantuomini p. 139 Libertà p. 151 Di là del mare p. 163 IL REVERENDO Di reverendo non aveva più nè la barba lunga, nè lo [...]
[...] scapolare di zoccolante, ora che si faceva radere ogni domenica, e andava a spasso colla sua bella sottana di panno fine, e il tabarro colle rivolte [...]
[...] , se si fosse rammentato del tempo in cui lavava le scodelle ai cappuccini, e che gli avevano messo il saio per carità, si sarebbe fatta la croce [...]
[...] primarie casate del paese, nè ad inchiodare nei suoi bilanci il nome di tutti quei mezzadri che lavoravano e pregavano Dio e la buon’annata per lui, e [...]
[...] bestemmiavano poi come turchi al far dei conti. «Guarda ciò che sono e non da chi son nato» dice il proverbio. 3 Da chi era nato lui, tutti lo [...]
[...] sapevano, chè sua madre gli scopava tuttora la casa. Il Reverendo non aveva la boria di famiglia, no; e quando andava a fare il tresette dalla [...]
[...] nella bella stanza coi vetri alla finestra, e il letto a cortinaggio, e non la teneva per lavorare, o per sciuparsi le mani in alcun ufficio [...]
[...] fare, e passano i giorni in chiesa a picchiarsi il petto pel peccato mortale – ma non quando c’era lo zio, ch’ei non era di quei preti i quali [...]
[...] , paternamente, o dallo sportellino del confessionario, dopo che s’erano risciacquata la coscienza, e avevano vuotato il sacco dei peccati propri ed altrui [...]
[...] pretendeva di essere un sant’uomo, no! I sant’uomini morivano di fame; come il vicario il quale celebrava anche quando non gli pagavano la messa [...]
[...] ; e andava attorno per le case de’ pezzenti con una sottana lacera che era uno scandalo per la Religione. Il Reverendo voleva portarsi avanti; e ci [...]
[...] ci fu lui in convento volavano le panche e le scodelle in refettorio ad ogni elezione di provinciale; il padre Battistino, un servo di Dio robusto [...]
[...] come un mulattiere, l’avevano mezzo accoppato, e padre Giammaria, il guardiano, ci aveva rimesso tutta la dentatura. Il Reverendo, lui, stava [...]
[...] chiotto in cella, dopo di aver attizzato il fuoco, e in tal modo era arrivato ad esser reverendo con tutti i denti, che gli servivano bene; e al [...]
[...] padre Giammaria che era stato lui a ficcarsi quello scorpione nella manica, ognuno diceva: – Ben gli sta! 5 Ma il padre Giammaria, buon uomo [...]
[...] camicia e senza un soldo in tasca, a confessare per l’amor di Dio, e cuocere la minestra per i poveri. Il Reverendo, da ragazzo, come vedeva suo [...]
[...] filava al buio per risparmiar l’olio della lucerna, aveva detto: – Io voglio esser prete! – Avevano venduto la mula e il campicello, per mandarlo a [...]
[...] scuola, nella speranza che se giungevano ad avere il prete in casa ci avevano meglio della chiusa e della mula. Ma ci voleva altro per mantenerlo al [...]
[...] seminario! Allora il ragazzo si mise a ronzare attorno al convento perchè lo pigliassero novizio; e un giorno che si 6 aspettava il provinciale [...]
[...] , e c’era da fare in cucina, lo accolsero per dare una mano. Padre Giammaria, il quale aveva il cuore buono, gli disse: – Ti piace lo stato? e tu [...]
[...] stacci. – E fra Carmelo, il portinaio, nelle lunghe ore d’ozio, che s’annoiava seduto sul muricciuolo del chiostro a sbattere i sandali l’un contro [...]
[...] l’altro, gli mise insieme un po’ di scapolare coi pezzi di saio buttati sul fico a spauracchio delle passere. La mamma, il fratello e la sorella [...]
[...] ! Il padre Giammaria l’aveva preso a ben volere perchè era lesto come un gatto in cucina, e in tutti gli uffici vili, persino nel servir la messa [...]
[...] comune, o da giurare il vero dinanzi al Pretore. Di giuramenti, nel 1854, dovette farne uno grosso davvero, sull’altare, davanti alla pisside [...]
[...] , mentre diceva la santa messa, chè la gente lo accusava di spargere il colèra, e voleva fargli la festa. – Per quest’ostia consacrata che ho in mano [...]
[...] – disse lui ai fedeli inginocchiati sulle calcagna – sono innocente, figliuoli miei! Del resto vi prometto che il flagello cesserà fra una settimana [...]
[...] . Abbiate pazienza! Sì, avevano pazienza! per forza dovevano averla! Poichè egli era tutt’uno 7 col giudice e col capitan d’armi, e il re Bomba gli [...]
[...] mandava i capponi a Pasqua e a Natale per disobbligarsi, dicevasi; e gli aveva mandato anche il contravveleno, caso mai succedesse una disgrazia [...]
[...] . Una vecchia zia che aveva dovuto tirarsi in casa, per non fare mormorare il prossimo, e non era più buona che a mangiare il pane a tradimento [...]
[...] , aveva sturato una bottiglia per un’altra, e acchiappò il colèra bell’e buono; ma il nipote stesso, per non fare insospettir la gente, non aveva potuto [...]
[...] amministrarle il contravveleno. – Dammi il contravveleno! dammi il contravveleno! supplicava la vecchia, già nera come il carbone, senza aver [...]
[...] riguardo al medico ed al notaio ch’erano lì presenti, e si guardavano in faccia imbarazzati. Il Reverendo, colla faccia tosta, quasi non fosse fatto [...]
[...] suo, borbottava stringendosi nelle spalle: – Non le date retta, che sta delirando. – Il contravveleno, se pur ce l’aveva, il re glielo aveva [...]
[...] mandato sotto suggello di confessione, e non poteva darlo a nessuno. Il giudice in persona era andato a chiederglielo ginocchioni per sua moglie che [...]
[...] . Una volta, col barone istesso, durarono una mezza giornata a tira e molla. Il barone faceva l’amabile, e il Reverendo seduto in faccia a lui, col [...]
[...] . Qui è caduto l’asino, e tocca a noi tirarlo su. – Finchè si pappò l’aggiudicazione, e il barone tirò su la presa, verde dalla bile. Cotesto [...]
[...] darsi l’assoluzione da sè. – Tutto sta ad averci il prete in casa! – sospiravano. E i 9 più facoltosi si levavano il pan di bocca per mandare il [...]
[...] figliuolo al seminario. – Quando uno si dà alla campagna, bisogna che ci si dia tutto, diceva il Reverendo, onde scusarsi se non usava riguardi a [...]
[...] al tre tarì della messa. Lui non ne aveva bisogno. Tanto che Monsignor Vescovo, nella visita pastorale, arrivando a casa sua, e trovandogli il [...]
[...] breviario coperto di polvere, vi scrisse su col dito «Deo gratias!» Ma il Reverendo aveva altro in testa che perdere il tempo a leggere il breviario [...]
[...] , e se ne rideva del rimprovero di Monsignore. Se il breviario era coperto di polvere, i suoi buoi erano lucenti, le pecore lanute, e i seminati [...]
[...] padrone. I poveretti slargavano tanto di cuore. – Seminati che sono una magìa! Il Signore ci è passato di notte! Si vede che è roba di un servo di [...]
[...] ogni nuvola che 10 passava, sapevano che il padrone diceva la messa pella raccolta, e valeva più delle immagini dei santi, e dei pani benedetti per [...]
[...] scacciare il malocchio e la malannata. Anzi il Reverendo non voleva che spargessero i pani benedetti pel seminato, perchè non servono che ad [...]
[...] quelle buone, senza spendere un soldo, e le regalava ai suoi contadini. Ma alla raccolta, giungeva a cavallo, insieme a suo fratello, il quale gli [...]
[...] consegnati al tuo figliuolo. – Tanti tumoli di grano anticipati per le sementi – coi frutti – a tanto il mese. – Fa il conto. – Un conto [...]
[...] imbrogliato. Nell’anno della carestia, che lo zio Carmenio ci aveva lasciato il sudore e la salute nelle chiuse del Reverendo, gli toccò di lasciarvi anche [...]
[...] l’asino, alla messe, per saldare il debito, e se ne 11 andava a mani vuote, bestemmiando delle parolacce da far tremare cielo e terra. Il [...]
[...] aveva chiesto lo svincolo e s’era pappato il podere definitivamente. Solo gli seccava per quei denari che si dovevano pagare per lo svincolo, e [...]
[...] dava del ladro al Governo il quale non rilascia gratis la roba dei beneficii a chi tocca. Su questa storia del Governo egli aveva dovuto inghiottir [...]
[...] di pagare, e il solo pensarci gli mutava in tossico il vino a tavola. Ora davano addosso al Santo Padre, e volevano spogliarlo del temporale. Ma [...]
[...] quando il Papa mandò la scomunica per tutti coloro che acquistassero beni delle manimorte, il Reverendo sentì montarsi la mosca al naso, e borbottò [...]
[...] : – Che c’entra il Papa nella roba mia? Questo non ci ha a far nulla col temporale. – E seguitò a dir la santa messa meglio di prima. 12 I [...]
[...] di Dio, perchè quest’inverno siamo rimasti senza fave e senza grano a causa vostra. – A causa mia! Che li faccio io il bel tempo o la malannata [...]
[...] venite allora a confessarvi? Questo è il diavolo che vi tenta per farvi perdere il sacramento della penitenza. Quando vi mettete a fare tutti quei [...]
[...] figliuoli non ci pensate che son tante bocche che mangiano? E che colpa ci ho io poi se il pane non vi basta? Ve li ho fatti far io tutti quei [...]
[...] confusione fra il prete che alzava la mano a benedire in nome di Dio, e il padrone che arruffava i conti, e li mandava via dal podere col sacco vuoto [...]
[...] e la falce sotto l’ascella. – Non c’è che fare, non c’è che fare – borbottavano i poveretti rassegnati. – La brocca non ci vince contro il sasso, e [...]
[...] avevano fatto togliere la messa e la confessione. Ebbene? E poi? Egli non aveva bisogno del vescovo nè di nessuno. Egli aveva il fatto suo ed era [...]
[...] trionfata la eresia, colla rivoluzione, a che gli serviva tutto ciò? I villani che imparavano a leggere e a scrivere, e vi facevano il conto meglio di [...]
[...] voi; i partiti che si disputavano il municipio, e si spartivano la cuccagna senza un riguardo al mondo; il primo pezzente che poteva ottenere il [...]
[...] gratuito patrocinio, se aveva una quistione con voi, e vi faceva sostener da solo le spese del giudizio! Un sacerdote non contava più nè presso il [...]
[...] giudice, nè presso il capitano d’armi; adesso non poteva nemmeno far imprigionare con una parolina, se gli mancavano di rispetto, e non era più [...]
[...] buono che a dir messa, e confessare, come un servitore del pubblico. Il giudice aveva paura dei giornali, dell’opinione pubblica, di quel che [...]
[...] gli avevano fatto il malocchio e la iettatura; quel po’ di grazia di Dio che mangiava a tavola, gli dava gran travaglio, la notte; mentre suo [...]
[...] fratello, il quale faceva una vita dura, e mangiava pane e cipolla, digeriva meglio di uno struzzo, e sapeva che di lì a cent’anni, morto lui, sarebbe [...]
[...] stato il suo erede, e si sarebbe trovato ricco senza muovere un dito. La mamma, poveretta, non era più buona a nulla, e campava per penare e far [...]
[...] scomunicati che avevano spodestato il Santo Padre, e gli aveva fatto levar la messa dal vescovo. – Non c’è più religione, nè giustizia, nè nulla [...]
[...] ! – brontolava il Reverendo come diventava vecchio. – Adesso ciascuno vuol dire la sua. Chi non ha nulla vorrebbe chiapparvi il vostro. – Levati di lì [...]
[...] la chiesa. La volontà di Dio non vogliono farla più, ecco cos’è! 15 COS’È IL RE Compare Cosimo il lettighiere aveva governato le sue mule [...]
[...] sbadigliare in faccia alla gente che era venuta per vedere il Re, e c’era tal via vai quella volta per le strade di Caltagirone che pareva la festa [...]
[...] rubassero. Giusto in quel momento vennero a dirgli che il Re voleva parlargli. Veramente non era il Re che voleva parlargli, perchè il Re non [...]
[...] parla con nessuno, ma uno di coloro per bocca dei quali parla il Re, quando ha da dire qualche cosa; e gli disse che Sua Maestà desiderava la sua [...]
[...] tasca, come uno qualunque. Compare Cosimo avrebbe dovuto esserne contento, perchè il suo mestiere era di fare il lettighiere, e proprio allora [...]
[...] stava aspettando che venisse qualcuno a noleggiare la sua lettiga, e il Re non è di quelli che stanno a lesinare per un tarì dippiù o di meno, come [...]
[...] tanti altri. Ma avrebbe preferito tornarsene a Grammichele colla lettiga vuota, tanto gli faceva specie il dovervi portare il Re nella lettiga, che [...]
[...] la festa gli si cambiò tutta in veleno soltanto a pensarci, e non si godette più la luminaria, nè la banda che suonava in piazza, nè il carro [...]
[...] trionfale che girava per le vie, col ritratto del Re e della Regina, nè la chiesa di San Giacomo tutta illuminata, che sputava fiamme, e ove c’era il [...]
[...] Santissimo esposto, e si suonavano le campane pel Re. Anzi più grande era la festa e più gli cresceva in corpo la paura di doverci avere il Re [...]
[...] vigore, come se il Re pesasse il doppio di tutti gli altri. Lo stallatico era pieno di soldati di cavalleria, con tanto di speroni ai piedi, che non [...]
[...] portava il Re; e giusto era venuta tanta acqua dal cielo in quei giorni che la gente doveva avere addosso la rabbia di vedere il Re per mettersi in [...]
[...] il torrone. Ah, come doveva godersi la festa tutta quella gente che comprava 19 il torrone, e si strascinava stanca e sonnacchiosa per le vie ad [...]
[...] aspettare il Re, e come vedeva passare la lettiga colle sonagliere e le nappine di lana, spalancava gli occhi, e invidiava compare Cosimo, il quale [...]
[...] avrebbe visto il Re sul mostaccio, mentre sino allora nessuno aveva potuto avere quella sorte, da quarantott’ore che la folla stava nelle strade [...]
[...] non finiva più, aspettando il Re, per dargli il buon viaggio, e suonava con tutte le sue campane per dirgli che era ora di andarsene. Che non li [...]
[...] spegnevano mai quei lumi? e che aveva il braccio di ferro quel sagrestano per suonare a distesa notte e giorno? Intanto nel piano di San Giacomo [...]
[...] appena vide arrivare la lettiga voleva soffocare compare Cosimo e le sue mule, che credeva ci fosse dentro il Re. Ma il Re si fece aspettare un bel [...]
[...] pezzo; a quell’ora forse si infilava i calzoni, o beveva il suo bicchierino d’acquavite, per risciacquarsi la gola, che compare Cosimo non ci aveva [...]
[...] . Dietro la cavalleria si rovesciò un’altra ondata di gente, 20 e poi la banda, e poi ancora dei galantuomini, e delle signore col cappellino, e il naso [...]
[...] suo marito, che non par vero! 21 Il Re invece era un bel pezzo d’uomo, grande e grosso, coi calzoni rossi e la sciabola appesa alla pancia; e si [...]
[...] tirava dietro il vescovo, il sindaco, il sottointendente, e un altro sciame di galantuomini coi guanti e il fazzoletto da collo bianco, e vestiti di [...]
[...] nero che dovevano averci la tarantola nelle ossa con quel po’ di tramontana che spazzava la nebbia dal piano di San Giacomo. Il Re stavolta [...]
[...] grazia per suo padre, il quale si era dato le mani attorno per buttare il Re giù di sella, ed era stato condannato ad aver tagliata la testa. Il Re [...]
[...] dovettero portarla via svenuta dalla consolazione. 22 Vuol dire che il Re con una sua parola poteva far tagliare la testa a chi gli fosse [...]
[...] piaciuto, anche a compare Cosimo se una mula della lettiga metteva un piede in fallo, e gli buttava giù la moglie, così piccina com’era. Il povero [...]
[...] giovava il sole e la bella giornata a compare Cosimo? se ci aveva il cuore più nero del nuvolo, e non si arrischiava di levare gli occhi dai ciottoli su [...]
[...] 23 i grappoli delle ulive, lungo le siepi, nè pensava al gran bene che aveva fatto tutta quella pioggia della settimana, chè gli batteva il cuore [...]
[...] come un martello soltanto al pensare che il torrente poteva essere ingrossato, e dovevano passarlo a guado! Non si arrischiava a mettersi a [...]
[...] portassero, si godevano la strada piana ed asciutta, il sole tiepido e la campagna verde, scodinzolavano e scuotevano allegramente le sonagliere, che [...]
[...] messa in lettiga per ingannare il tempo, in un linguaggio che nessuno ci capiva una maledetta; guardava la campagna cogli occhi azzurri come il fiore [...]
[...] riempire d’orzo le mule per portare quella miseria, regina tal quale era! Ma ella poteva far tagliare il collo alla gente con una sola parola, così [...]
[...] tentazione di mettersi a saltare e ballare per la strada, e di far tagliare la testa a compare Cosimo. Sicchè il poveraccio per tutta la strada non fece [...]
[...] arrivarono alla Zia Lisa, che era accorsa una gran folla a vedere il Re, e davanti ad ogni bettola c’era il suo pezzo di maiale appeso e scuoiato per la [...]
[...] giubbone chissà quanto tempo, se non fosse stato per sua moglie che andò a metterli in fondo alla calza sotto il pagliericcio. 25 Gli amici e i [...]
[...] conoscenti, che erano curiosi di sapere come erano fatti il Re e la Regina, venivano a domandargli del viaggio, col pretesto d’informarsi se aveva [...]
[...] acchiappato la malaria. Egli non voleva dir nulla, che gli tornava la febbre soltanto a parlarne, e il medico veniva mattina e sera, e si prese [...]
[...] pagare il debito, compare Cosimo non si dava pace pensando che pure quelle erano le mule che gli avevano portato la moglie sana e salva, al Re [...]
[...] , povere bestie; e allora non c’erano le strade carrozzabili, chè la Regina si sarebbe rotto il collo, se non fosse stato per la sua lettiga, e la gente [...]
[...] diceva che il Re e la Regina erano venuti apposta in Sicilia per fare le strade, che non ce n’erano ancora, ed era una porcheria. Ma allora [...]
[...] campavano i lettighieri, e compare Cosimo avrebbe potuto pagare il debito, e non gli avrebbero pignorato le mule, se non veniva il Re e la Regina a far [...]
[...] le strade carrozzabili. E più tardi, quando gli presero il suo Orazio, che lo chiamavano Turco, tanto era nero e forte, per farlo artigliere, e [...]
[...] grazia! e il Re con una parola l’aveva 26 mandata via contenta. Nè voleva capire che il Re d’adesso era un altro, e quello vecchio l’avevano [...]
[...] buttato giù di sella. Diceva che se fosse stato lì il Re, li avrebbe mandati via contenti, lui e sua moglie, chè gli aveva battuto sulla spalla, e lo [...]
[...] conosceva e l’aveva visto proprio sul mostaccio, coi calzoni rossi, e la sciabola appesa alla pancia, e con una parola poteva far tagliare il collo [...]
[...] alla gente, e mandare puranco a pignorare le mule, se uno non pagava il debito, e pigliarsi i figliuoli per soldati, come gli piaceva. 27 DON [...]
[...] tutta la stradicciuola, che si vide comparire da lontano lo zio Masi, l’acchiappaporci, col laccio in mano; e il pollame scappava schiamazzando [...]
[...] collo il nodo scorsoio. – Ah! Madonna santissima! Cosa fate, zio Masi! – gridava la zia Santa, pallida come una morta. Per carità, zio Masi, non mi [...]
[...] acchiappate la multa, che mi rovinate! Lo zio Masi, il traditore, per pigliarsi il tempo di caricarsi la maialina sulle spalle, le sballava di [...]
[...] il pane. La zia Santa gli correva dietro come una pazza, colle mani nei capelli, strillando sempre: – Ah! zio Masi! non lo sapete che mi è costata [...]
[...] dovettero anche ricorrere alla protezione del barone, il quale aveva la finestra di cucina lì di faccia nella stradicciuola, e la salvò per miracolo, 30 [...]
[...] facendo vedere alla Giustizia che non era il caso di ribellione, perchè l’acchiappaporci quel giorno non aveva il berretto col gallone del [...]
[...] municipio. – Vedete! esclamavano in coro le donne. – Ci vogliono i santi per entrare in Paradiso! Questa del berretto nessuno la sapeva! Però il barone [...]
[...] aggiunse il predicozzo: – Quei porci e quelle galline bisognava spazzarli via dal vicinato; il sindaco aveva ragione, chè sembrava un porcile [...]
[...] . – D’allora in poi, ogni volta che il servo del barone buttava la spazzatura sul capo alle vicine, nessuna mormorava. Soltanto si dolevano che le [...]
[...] piuttosto mangiato il naso come il pane. Lì, davanti al giudice, seduto al tavolino, che 31 pareva Ponzio Pilato, quando massaro Venerando l’aveva [...]
[...] citato per riscuotere il credito della mezzeria, non seppe che rispondere. La chiusa dei Grilli era buona soltanto per far grilli; il minchione [...]
[...] stivaloni come un’anitra ingrassata, non potè stare di domandare al cancelliere se era vero che gli vendevano la mula. – Silenzio! interruppe il giudice [...]
[...] che si soffiava il naso, prima di passare a un altro affare. Don Licciu Papa si svegliò di soprassalto sulla panchetta, e gridò: – Silenzio! – Se [...]
[...] municipio, il banditore gli vendeva la mula. – Quindici onze la mula di compare Vito Gnirri! Quindici onze una bella mula baia! Quindici onze! Compare [...]
[...] massaro Venerando. – Cosa mi farete pignorare, quando non avrò più nulla? anticristo che siete! – E voleva levargli il battesimo dalla testa, se [...]
[...] non fosse stato per don Licciu Papa lì presente, collo sciabolotto e il berretto gallonato, il quale si mise a gridare tirandosi indietro: – Fermo [...]
[...] quelli che hanno da spendere. Questo lo sapeva anche curatolo Arcangelo, che quando era stato in causa col Reverendo per via della casuccia, perchè il [...]
[...] Reverendo voleva comprargliela per forza, tutti gli dicevano: – Che siete matto a pigliarvela col Reverendo? È la storia della brocca contro il [...]
[...] sasso! Il Reverendo coi suoi denari si affitta la meglio lingua d’avvocato, e vi riduce povero e pazzo. Il Reverendo, dacchè s’era fatto ricco, aveva [...]
[...] ingrandito la casuccia paterna, di qua e di là, come fa il porcospino che si gonfia per scacciare i vicini dalla tana. Ora aveva slargata la [...]
[...] . – Va bene, va bene, – rispondeva fra di sè il Reverendo. – Teste di villani! Bisogna farci entrare la ragione per forza. E dalla finestra del [...]
[...] Reverendo piovevano sul tetto di curatolo Arcangelo cocci di stoviglie, sassi, acqua sporca; e riducevano il cantuccio dov’era il letto peggio di un [...]
[...] porcile. Se curatolo Arcangelo gridava, il Reverendo si metteva a gridare sul tetto, più forte di lui. – Che non poteva più tenerci un vaso di [...]
[...] Giustizia. Vennero il giudice, il cancelliere, e don Licciu Papa, a vedere 34 se il Reverendo era padrone d’inaffiare i suoi fiori, che quel giorno non [...]
[...] ci erano più alla finestra, e il Reverendo aveva il solo disturbo di levarli ogni volta che doveva venire la Giustizia, e rimetterli al loro posto [...]
[...] appena voltava le spalle. Il giudice stesso non poteva passare il tempo a far la guardia al tetto di curatolo Arcangelo, o ad andare e venire [...]
[...] inferriata, e il giudice, e il cancelliere, e tutti, guardavano cogli occhiali sul naso, e pigliavano misure che pareva un tetto di barone, quel [...]
[...] tettuccio piatto e ammuffato. E il Reverendo tirò pure fuori certi diritti vecchi per la finestra senza inferriata, e per alcune tegole che sporgevano [...]
[...] sul tetto, che non ci si capiva più nulla, e il povero curatolo Arcangelo guardava in aria anche lui, per capacitarsi che colpa avesse il suo [...]
[...] tetto. Ei ci perse il sonno della notte e il riso della bocca; si dissanguava a spese, e doveva lasciare la mandra in custodia del ragazzo per correre [...]
[...] dietro 35 al giudice e all’usciere. Per giunta le pecore gli morivano come le mosche, ai primi freddi dell’inverno, chè il Signore lo castigava [...]
[...] avanzava il danaro da comprarsi la corda per impiccarsi a un travicello. Voleva mettersi in collo la sua bisaccia e andarsene colla figliola a [...]
[...] stare colle pecore, chè quella maledetta casa non voleva vederla più, finchè era al mondo. Ma allora uscì in campo il barone, l’altro vicino, il quale [...]
[...] ci aveva anche lui delle finestre e delle tegole sul tetto di curatolo Arcangelo, e giacchè il Reverendo voleva fabbricarsi la cucina, egli aveva [...]
[...] pure bisogno di allargare la dispensa, sicchè il povero capraio non sapeva più di chi fosse la sua casa. Ma il Reverendo trovò il modo di [...]
[...] , gli ridusse il prezzo di un buon quarto. Nina, la figlia di curatolo Arcangelo, come dovevano lasciare la casa e andarsene via dal paese, non finiva [...]
[...] di piangere, quasi ci avesse avuto il cuore 36 attaccato a quei muri e a quei chiodi delle pareti. Suo padre, poveraccio, tentava di consolarla [...]
[...] , che sapevano tutta la storia, si strizzavano l’occhio fra di loro borbottando: – Al Carramone il signorino non potrà più andarla a trovare, di sera [...]
[...] e a gridare: – Scellerata! adesso con chi vuoi che ti mariti? Ma la Nina non pensava a maritarsi. Voleva soltanto continuare a stare dov’era il [...]
[...] c’era cascata, col veder tutti i giorni alla finestra il signorino, che dapprincipio le rideva, e le mandava i baci e il fumo della pipa, e le [...]
[...] e tondo a suo padre: – Voi andatevene dove volete, che io me ne sto qui dove sono. – E il signorino le aveva promesso che la campava lui. 37 [...]
[...] qui, nessuno saprà le nostre disgrazie, – diceva. Ma il giudice gli rispose che la Nina aveva già gli anni del giudizio, ed era padrona di fare [...]
[...] quel che gli pareva e piaceva. – Ah! è padrona? – borbottava curatolo Arcangelo. – Anch’io son padrone! – E appena incontrò il signorino, che gli [...]
[...] non l’aveva fatto apposta, di cercare d’ammazzare il signorino, con un randello di pero selvatico, ch’era del suo mestiere, e se ne serviva per [...]
[...] darlo sulle corna ai montoni quando non volevano intender ragione. Così fu condannato soltanto a 5 anni, la Nina rimase col signorino, il barone [...]
[...] allargò la sua dispensa, e il Reverendo fabbricò una bella casa nuova su quella vecchia di curatolo Arcangelo, con un balcone e due finestre verdi. 38 [...]
[...] IL MISTERO Questa, ogni volta che tornava a contarla, gli venivano i lucciconi allo zio Giovanni, che non pareva vero, su quella faccia di [...]
[...] sbirro. Il teatro l’avevano piantato nella piazzetta della chiesa: mortella, quercioli, ed anche rami interi d’ulivo, colla fronda, tal quale, chè [...]
[...] nessuno si era rifiutato a lasciar pigliare la sua roba pel Sacro Mistero. Lo zio Memmu, al vedere nella sua chiusa il sagrestano a stroncare e [...]
[...] l’ha messo il prete l’olio santo, per dare così senza pietà su quell’ulivastro? – Ma sua moglie, pur colle lagrime agli occhi, andava calmandolo [...]
[...] : – È pel Mistero; lascialo fare. Il Signore ci manderà la buon’annata. Non vedi quel seminato che muore di sete? 39 Tutto giallo, del verde-giallo [...]
[...] vederlo. – Questa è tutta opera di Don Angelino, brontolava il marito, per farsi la provvista della legna, e chiapparsi i soldi della limosina [...]
[...] . Don Angelino, il pievano, aveva lavorato otto giorni come un facchino, col sagrestano, a scavar buche, rincalzar pali, appendere lampioncini di carta [...]
[...] rossa, e sciorinare in fondo il cortinaggio nuovo di massaro Nunzio, che si era maritato allora allora, e faceva un bel vedere nel bosco e coi [...]
[...] lampioni davanti. Il Mistero rappresentava la Fuga in Egitto, e la parte di Maria Santissima l’avevano data a compare Nanni, che era piccolo di [...]
[...] statura, e si era fatta radere la barba apposta. Appena compariva, portando in collo Gesù Bambino, ch’era il figlio di comare Menica, e diceva ai [...]
[...] ladri: «Ecco il mio sangue!» la gente si picchiava il petto coi sassi, e si mettevano a gridare tutti in una volta: – Miseremini mei, Vergine Santa [...]
[...] ! Ma Janu e mastro Cola, che erano i ladri, colle barbe finte di pelle d’agnello, non davano retta, e volevano rapirle il Sacro Figlio, per portarlo [...]
[...] ad Erode. Quelli aveva saputo sceglierli il pievano, da fare i ladri! Veri cuori di sasso erano! chè il Pinto, nella lite che aveva con compare [...]
[...] Janu pel fico dell’orto, gli rinfacciava d’allora in poi: – Voi siete il ladro della Fuga in Egitto! Don Angelino, collo scartafaccio in mano [...]
[...] , badava a ripetere dietro il tendone di massaro Nunzio: 40 «Vano, o donna, è il pregar; pietà non sento! – Pietà non sento!» Tocca a voi, compare Janu [...]
[...] nella folla borbottavano: – Compare Nanni fa il minchione perchè è vestito da Maria Santissima. Se no li infilerebbe tutti e due col coltello a [...]
[...] serramanico che ci ha in tasca. Ma come entrò in scena San Giuseppe, con quella barba bianca di bambagia, il quale andava cercando la sua sposa in [...]
[...] colle mani, se il Mistero non fosse stato che dovevano corrersi dietro senza raggiungersi. Qui stava il miracolo. – Se i malandrini arrivavano ad [...]
[...] acchiappare la Madonna e San Giuseppe, tutti insieme, ne facevano tonnina, ed anche del bambino Gesù, Dio liberi! Comare Filippa, la quale ci aveva il [...]
[...] marito in galera per avere ammazzato a colpi di zappa il vicino della vigna, quello che gli rubava i fichidindia, piangeva come una fontana, al [...]
[...] , e l’avevano chiuso nella stia di ferro, per fargli il processo, col berretto fra le mani, e i capelli divenuti per intero una boscaglia grigia [...]
[...] l’erano portato via per mare, che non ci era mai stato, il poveretto, colla sporta in spalla, e legato coi compagni di galera, a resta come le [...]
[...] malandrini! – diceva Don Angelino asciugandosi il sudore col fazzoletto da naso. E Trippa, il macellaio, picchiava sulla grancassa – zum! zum! zum [...]
[...] il grugno a quei due birbanti di Janu e di compare Cola, gridando: – Lasciate stare il patriarca San Giuseppe! sbirri che siete! – E massaro [...]
[...] passava per la testa che un giorno o l’altro il pievano glie la avrebbe fatta vendere per quei due tarì del censo. Due tarì all’anno infine cosa sono [...]
[...] ? Il difficile era di metterli insieme tutti e due alla scadenza, e Don Angelino gli rispondeva, stringendosi nelle spalle: – Cosa posso farci [...]
[...] , fratel mio? Non è roba mia; è roba della Chiesa. – Tale e quale come mastro Calogero, il sagrestano, il quale ripeteva: – «Altare servi, altare ti dà [...]
[...] chiaro come di giorno nella piazzetta. Nanni stava appiattato dietro il campanile, per sorprendere chi andasse da comare Venera, chè due o tre volte [...]
[...] non era vero, giurava per l’anima di suo marito, e chiamava a testimonii il Signore e la Madonna appesi a capo del letto, e baciava colle mani in [...]
[...] dici! – Egli non sapeva che la Venera s’era incapricciata di mastro Cola quando l’aveva visto a fare il ladro del Mistero colla barba di pelle [...]
[...] d’agnello. – Or bene, pensò allora – qui bisogna mettersi alla posta del coniglio come il cacciatore, per accertarsi della cosa cogli occhi proprii [...]
[...] giorno, due, tre, finchè il diavolo lo tentò colla luna che trapelava sino al letto dalle fessure delle imposte, e gli metteva dinanzi agli occhi [...]
[...] , nell’ombra, solo in mezzo alla piazza tutta bianca di luna, e in un silenzio che si udiva suonare ogni quarto d’ora l’orologio di Viagrande, e il [...]
[...] all’uscio della Venera, e bussar piano, una, due volte, poi più lieve ed in fretta, come uno che gli batte il cuore dal desiderio e dalla paura, e [...]
[...] Nanni si sentiva picchiare anche lui dentro il petto quei colpi. Poi l’uscio si schiuse, adagio adagio, con uno spiraglio più nero dell’ombra, e si [...]
[...] Cola dall’uscio della vedova, gridando – Figlio mio! figlio mio! I vicini si affacciavano coi lumi, e solo rimaneva chiuso quell’uscio contro il [...]
[...] quale la madre disperata imprecava così: – Scellerata! scellerata! Mi hai assassinato il figliuolo! 45 La madre, ginocchioni accanto al letto del [...]
[...] mala Pasqua le aveva dato il Signore! Giusto il venerdì santo, mentre passava la processione, col tamburo e Don Angelino incoronato di spine? Ah [...]
[...] ! che nero faceva in quella casa! e dall’uscio aperto si vedeva il sole, e i seminati belli, chè la gente quella volta non aveva avuto bisogno di [...]
[...] pregare Dio per la buona annata, e lasciava solo Don Angelino a battersi le spalle colla disciplina; anzi quando il sagrestano era andato a far [...]
[...] vedeva altro che quegli occhi appannati del figliuolo e quel naso affilato. Gli avevano chiamato il medico; ci avevano condotta comare Barbara, quella [...]
[...] della buona ventura, e la povera madre s’era levati di bocca tre tarì per fargli dire una messa da Don Angelino. Il medico scrollava il capo [...]
[...] . – Qui ci vuol altro che 46 la messa di Don Angelino; – dicevano le comari – qui ci vorrebbe il cotone benedetto di frà Sanzio l’eremita, oppure la [...]
[...] candela della Madonna di Valverde, che fa miracoli dappertutto. – Il ferito, col cotone benedetto sullo stomaco, e la candela davanti alla faccia [...]
[...] moribondi che dicono di star meglio. Il medico invece diceva di no; che non avrebbe passato la notte. E Don Angelino, per non screditare la mercanzia [...]
[...] , ripeteva: – Ci vuole la fede per fare i miracoli. Se non c’è la fede è come lavare la testa all’asino. I santi, le reliquie, il cotone benedetto [...]
[...] candela benedetta, presto presto e coi denti stretti: – Signore! Signore! Voi me la farete la grazia! Voi mi lascerete il mio figliuolo, Signore [...]
[...] ! – E il figliuolo ascoltava, intento, cogli occhi fissi sulla candela, e cercava di sorridere, e dire di sì col capo anche lui. Tutto il villaggio [...]
[...] impazzì a strologare i numeri di quel fatto: ma chi ci 47 vinse l’ambo fu solo la gnà Venera. Anzi ci avrebbe preso il terno se ci metteva anche il [...]
[...] aveva fatto il ladro del Mistero. Però la gnà Venera dovette spatriare dal paese, perchè nessuno gli comperava più il pane del panchetto, e la [...]
[...] lo avevano acchiappato di notte vicino alle prime case del paese, dove aspettava il ragazzo che soleva portargli il pane di nascosto. Gli fecero il [...]
[...] nasce e vi muore il sole di brace, e la luna smorta, e la Puddara, che sembra navigare in un mare che svapori, e gli uccelli e le margherite bianche [...]
[...] della primavera, e l’estate arsa; e vi passano in lunghe file nere le anitre nel nuvolo dell’autunno, e il fiume che luccica quasi fosse di metallo [...]
[...] , fra le rive larghe e abbandonate, bianche, slabbrate, sparse di ciottoli; e in fondo il lago di Lentini, come uno stagno, colle sponde piatte [...]
[...] irsuto. Quando risuona il campanaccio della mandra, nel gran silenzio, volan via le cutrettole, silenziose, e 49 il pastore istesso, giallo di [...]
[...] febbre, e bianco di polvere anche lui, schiude un istante le palpebre gonfie, levando il capo all’ombra dei giunchi secchi. È che la malaria v’entra [...]
[...] malaria acchiappa gli abitanti per le vie spopolate, e li inchioda dinanzi agli usci delle case scalcinate dal sole, tremanti di febbre sotto il [...]
[...] , dinanzi all’aia screpolata, all’ombra delle alte biche di paglia dove dormono le galline colla testa sotto l’ala, e l’asino lascia cascare il capo [...]
[...] , colla bocca ancora piena di paglia, e il cane si rizza sospettoso, e abbaia roco al sasso che si stacca dall’intonaco, alla lucertola che striscia [...]
[...] , alla foglia che si muove nella campagna inerte. La sera, appena cade il sole, si affacciano sull’uscio uomini arsi dal sole, sotto il [...]
[...] un’altra volta, e il cielo azzurro e tutt’intorno la campagna riderà al sole. E non si sa neppure dove stia e perchè ci stia tutta quella gente che alla [...]
[...] solchi fumano quasi avessero sangue nelle vene appena c’entra il vomero in novembre. Allora bisogna pure che chi semina e chi raccoglie 51 caschi [...]
[...] come una spiga matura, perchè il Signore ha detto: «Il pane che si mangia bisogna sudarlo». Come il sudore della febbre lascia qualcheduno [...]
[...] il basto dell’asino, o su di una scala, come si può, con un sacco sulla faccia, e si va a deporlo alla chiesuola solitaria, sotto i fichidindia [...]
[...] spinosi di cui nessuno perciò mangia i frutti. Le donne piangono in crocchio, e gli uomini stanno a guardare, fumando. Così s’erano portato il [...]
[...] d’autunno, come ripassavano le anitre, egli si metteva il fazzoletto in testa, e non si faceva più vedere sull’uscio che ogni due giorni; tanto [...]
[...] che si era ridotto pelle ed ossa, e aveva una pancia grossa come un tamburo, che lo chiamavano il Rospo anche pel suo fare rozzo e selvatico, e [...]
[...] perchè gli erano diventati gli occhi smorti e a fior di testa. Egli diceva sempre prima di morire: – Non temete, che pei miei figli il padrone ci [...]
[...] candela sotto il naso. Lo zio Menico, il capraio, che se ne intendeva, disse che doveva avere il fegato duro come un sasso e pesante un rotolo e [...]
[...] femmine! Ma i maschi morivano appunto quando erano grandi, nell’età di guadagnarsi il pane. Oramai egli lo sapeva; e come le febbri vincevano il ragazzo [...]
[...] cefali, di anguille grosse come il braccio, e poi diceva al figliuolo, ritto dinanzi al letto e colle lagrime agli occhi: – Tè! mangia! – Il resto [...]
[...] lo pigliava Nanni, il carrettiere per andare a venderlo in città. – Il lago vi dà e il lago vi piglia! – Gli diceva Nanni, vedendo piangere di [...]
[...] nascosto compare Carmine. – Che volete farci, fratel mio? – Il lago gli aveva dato dei bei guadagni. E a Natale, quando le anguille si vendono bene [...]
[...] , nella casa in riva al lago, cenavano allegramente dinanzi al fuoco, maccheroni, salsiccia e ogni ben di Dio, mentre il vento urlava di fuori come [...]
[...] che la madre divenne curva come un gancio dai crepacuori, e il padre che era grosso e grasso, stava sempre sull’uscio, onde non vedere quelle [...]
[...] lo coglieva la febbre, e persino andò a buttarsi nel lago dalla paura della morte. Ma il padre che sapeva nuotare lo ripescò, e lo sgridava che [...]
[...] quel bagno freddo gli avrebbe fatto tornare la febbre peggio di prima. – Ah! singhiozzava il giovanetto colle mani nei capelli, – per me non c’è più [...]
[...] quel modo, e suo marito grasso e grosso avevano il cuoio duro, e rimasero soli a guardar la casa. La malaria non ce l’ha contro di tutti. Alle volte [...]
[...] uno vi campa cent’anni, come Cirino lo scimunito, il quale non aveva nè re nè regno, nè arte nè parte, nè padre nè madre, nè casa per dormire, nè [...]
[...] trasportare il concime, a scorticare le bestie morte, a fare gli uffici vili; e 54 pigliava delle pedate e un tozzo di pane; dormiva nei fossati, sul [...]
[...] scalzo, con due lembi di mutande tenuti insieme da una funicella sulle gambe magre e nere; e andava cantando a squarciagola sotto il sole che gli [...]
[...] gli aveva mangiato il cervello e la polpa delle gambe, e gli era entrata tutta nella pancia gonfia come un otre, l’aveva lasciato contento come una [...]
[...] teneva a dormire sotto la tettoia, sullo strame dei cavalli, che quando si tiravano dei calci, Cirino correva a svegliare il padrone gridando uuh [...]
[...] indovinasse. E d’allora in poi ogni giorno aspettava il treno, senza sbagliare di un minuto, quasi avesse l’orologio in testa; e mentre gli fuggiva [...]
[...] dinanzi, gettandogli contro la faccia il fumo e lo strepito, egli si dava a corrergli dietro, colle braccia in aria, urlando in tuono di collera e di [...]
[...] minaccia: uuh! uuh!... L’oste, anche lui, ogni volta che da lontano vedeva passare il treno sbuffante nella malaria, non diceva nulla, ma gli [...]
[...] sputava contro il fatto suo scrollando il capo, davanti alla tettoia deserta e ai boccali vuoti. Prima gli affari andavano così bene che egli aveva [...]
[...] preso quattro mogli, l’una dopo l’altra, tanto che lo chiamavano «Ammazzamogli» e dicevano che ci aveva fatto il callo, e tirava a pigliarsi la [...]
[...] quinta, se la figlia di massaro Turi Oricchiazza non gli faceva rispondere: – Dio ne liberi! nemmeno se fosse d’oro, quel cristiano! Ei si mangia il [...]
[...] prossimo suo come un coccodrillo! – Ma non era vero che ci avesse fatto il callo, perchè quando gli era morta comare Santa, ed era la terza, egli [...]
[...] sino all’ora di colezione non ci aveva messo un boccone 56 di pane in bocca, nè un sorso d’acqua, e piangeva per davvero dietro il banco [...]
[...] avesse anche lui il suo bravo omicidio sulle spalle, quantunque tirasse a prendere la quarta moglie. Pure la moglie ogni volta la cercava giovane e [...]
[...] appetitosa, chè senza moglie l’osteria non può andare, e per questo gli avventori s’erano diradati. Ora non restava altri che compare Mommu, il [...]
[...] cantoniere della ferrovia lì vicino, un uomo che non parlava mai, e veniva a bere il suo bicchiere fra un treno e l’altro, mettendosi a sedere [...]
[...] là. Il poveraccio, dacchè s’era levato dinanzi agli occhi il solo uomo che gli avvelenava l’esistenza, non ci aveva più che due nemici al mondo: la [...]
[...] sull’uscio, col fazzoletto in testa e il tabarro addosso. Si ricreavano guardando il seminato che veniva su prosperoso e verde come il velluto, o le [...]
[...] aveva animo di cantare. La sera calava tanto triste, nello stallazzo vuoto e nell’osteria buia. A quell’ora il treno passava da lontano fischiando [...]
[...] , e compare Mommu stava accanto al suo casotto colla bandieruola in mano; ma fin lassù, dopo che il treno era svanito nelle tenebre, si udiva [...]
[...] malaria non ci era. Infine quando non potè pagar più l’affitto dell’osteria e dello stallazzo, il padrone lo mandò via dopo 57 anni che c’era stato [...]
[...] , e «Ammazzamogli» si ridusse a cercare impiego nella ferrovia anche lui, e a tenere in mano la bandieruola quando passava il treno. Allora stanco [...]
[...] di correre tutto il giorno su e giù lungo le rotaie, rifinito dagli anni e dai malanni, vedeva passare due volte al giorno la lunga fila dei [...]
[...] capo chino, rincantucciato su di una panchetta di terza classe; le belle signore che affacciavano allo sportello il capo avvolto nel velo [...]
[...] luminaria delle strade, e le botteghe sfavillanti. Poi il treno si perdeva nella vasta nebbia della sera, e il poveraccio, cavandosi un momento le scarpe [...]
[...] comari che impastavano il pane, e riprese: – M’hanno detto – vattene da comare Sidora. – Vien qua, vien qua, gridò comare Sidora, rossa come un pomodoro [...]
[...] , dal bugigattolo del forno. Aspetta chè ti farò una bella focaccia. – Vuol dire che a comare Nunzia stanno per portarle il Viatico, se hanno [...]
[...] mandato via la bambina. Osservò la Licodiana. Una delle comari che aiutavano ad impastare il pane, volse il capo, seguitando a lavorare di pugni nella [...]
[...] grandi occhi spalancati, e poscia tornando a chinare il capo, e a lavorar in furia colle cocche del grembiale, biascicò sottovoce: – È a letto [...]
[...] . – Non sentite che c’è il Signore? rispose la Licodiana. Ora le vicine si son messe a strillare sulla porta. – Quando avrò finito d’infornare il [...]
[...] pane, disse comare Sidora, corro anch’io un momento a vedere se hanno bisogno di niente. Compare Meno perde il braccio destro, se gli muore [...]
[...] soffiava il naso col fazzoletto. – Però, aggiunse la comare che impastava il pane, ei ci ha una santa mano ad ammazzare le mogli. In meno di tre anni [...]
[...] un cantuccio, per sfogarsi il cuor grosso, che aveva tenuto a bada giocherellando col grembiale. – Vien qua, vien qua, riprese comare Sidora. La [...]
[...] comare Sidora dava mano a scoperchiare il forno. – Povera comare Nunzia! venne a dire una vicina affacciandosi sull’uscio. Adesso ci vanno i [...]
[...] sopra. – Dove vai? Le gridò dietro comare Sidora. Resta dove sei. A casa c’è il ba-bau colla faccia nera, che si porta via la gente. L’orfanella [...]
[...] , senza toccarla. Ad un tratto vedendo arrivare il babbo, si alzò lieta, e gli corse incontro. Compare Meno entrò senza dir nulla, e sedette in un [...]
[...] pezzo di pane in bocca dal crepacuore. Guardava le comari come a dire: Poveretto me! Le donne, al vedergli il fazzoletto nero al collo, gli fecero [...]
[...] cerchio intorno, colle mani intrise di farina, compassionandolo in coro. – Non me ne parlate, comare Sidora! ripeteva lui, scuotendo il capo e colle [...]
[...] ieri, che stava tanto male, s’era levata di letto per andare a governare il puledro slattato adesso. E non voleva che chiamassi il medico per non [...]
[...] a scrollare il capo, e a gonfiare le spalle, quasi la sua disgrazia gli pesasse assai. – Quanto a trovarvi un’altra moglie – aggiunse la Licodiana [...]
[...] questo una bella dote, roba che valeva tant’oro! E mi tocca restituirla, poichè non ci son figliuoli! Adesso me l’ha detto il sagrestano che veniva [...]
[...] Licodiana. – Questo dico io. Ma non me ne parlate, chè ci ho tuttora la bocca amara come il fiele. 64 – Non son discorsi da farsi adesso. Appoggiò [...]
[...] parlate di mangiare, che mi sento un nodo nella gola. Comare Sidora gli mise dinanzi, su di uno scanno, il pane caldo, colle olive nere, un pezzo di [...]
[...] formaggio di pecora, e il fiasco del vino. E il poveraccio cominciò a mangiucchiare adagio adagio, seguitando a borbottare col viso lungo. – Il [...]
[...] preparava una minestra da leccarvene le dita. Ora mi toccherà comprare il pane a bottega, da quel ladro di mastro Puddo; e di minestre calde non ne [...]
[...] la vegliavo, che avevo zappato tutto il giorno a dissodare sulla costa, e mi sentivo russare io stesso, seduto accanto al letto, tanto ero stanco [...]
[...] bimba, intenerita, sporgeva di nuovo il labbro, e si metteva i pugni sugli occhi. – No, non potete farne a meno – ripeteva comare Sidora. – Bisogna [...]
[...] cercarvi un’altra moglie, per riguardo di questa povera orfanella che resta in mezzo a una strada. – Ed io, come rimango? e il mio puledro? e la [...]
[...] . 66 – Guardate piuttosto la povera comare Angela! Prima le è morto il marito, poi il figliuolo grande, e adesso le muore anche l’asino [...]
[...] una morta. Compare Meno si diede a girare intorno alla bestia, toccandole le orecchie, guardandola negli occhi spenti, e come vide che il sangue [...]
[...] , quand’ebbe finito di sfornare il pane, venne nel cortile anche lei colla cugina Alfia, che si era messa la veste nuova, e il fazzoletto di seta in [...]
[...] voi gli muoiono come le mosche, e ci perde la dote. Poi la Santa è troppo giovane, e ci sarebbe il pericolo che vi riempisse la casa di figliuoli [...]
[...] più giovane, ed ha il fatto suo: la casa e un pezzo di vigna. Compare Meno mise gli occhi sulla cugina Alfia, la quale fingeva di guardare [...]
[...] scuoiare l’asino? Almeno pigliate i denari della pelle. 69 LA ROBA Il viandante che andava lungo il Biviere di Lentini, steso là come un [...]
[...] deserti di Passaneto e di Passanitello, se domandava, per ingannare la noia della lunga strada polverosa, sotto il cielo fosco dal caldo [...]
[...] , nell’ora in cui i campanelli della lettiga suonano tristamente nell’immensa campagna, e i muli lasciano ciondolare il capo e la coda, e il lettighiere [...]
[...] , come gli pesasse addosso la polvere, e il guardiano sdraiato 71 bocconi sullo schioppo, accanto al vallone, levava il capo sonnacchioso, e [...]
[...] a marzo. Erano gli ulivi di Mazzarò. E verso sera, allorchè il sole tramontava rosso come il fuoco, e la campagna si velava di tristezza, si [...]
[...] incontravano le lunghe file degli aratri di Mazzarò che tornavano adagio adagio dal maggese, e i buoi che passavano il guado lentamente, col muso [...]
[...] udiva il fischio del pastore echeggiare nelle gole, e il campanaccio che risuonava ora sì ed ora no, e il canto solitario perduto nella valle [...]
[...] . – Tutta roba di Mazzarò. Pareva che fosse di Mazzarò perfino il sole che tramontava, e le cicale che ronzavano, e gli uccelli che andavano a [...]
[...] rannicchiarsi col volo breve dietro le zolle, e il sibilo dell’assiolo nel bosco. Pareva che Mazzarò fosse disteso tutto grande per quanto era grande la [...]
[...] terra, e che gli si camminasse sulla pancia. – Invece egli era un omiciattolo, diceva il lettighiere, che non gli avreste dato un baiocco, a [...]
[...] eccellenza vuol dire povero diavolo e cattivo pagatore; ma egli portava ancora il berretto, soltanto lo portava di seta nera, era la sua sola grandezza [...]
[...] , e da ultimo era anche arrivato a mettere il cappello di feltro, perchè costava meno del berretto di seta. Della roba ne possedeva fin dove [...]
[...] un pagliaio, quando il vento spazzava la campagna gelata, al tempo del seminare, o colla testa dentro un corbello, nelle calde giornate della mèsse [...]
[...] . Egli non beveva vino, non fumava, non usava tabacco, e sì che del tabacco ne producevano i suoi orti lungo il fiume, colle foglie larghe ed alte [...]
[...] come un fanciullo, di quelle che si vendevano a 95 lire. Non aveva il vizio del giuoco, nè quello delle donne. Di donne non aveva mai avuto sulle [...]
[...] tutta quella gente, col biscotto alla mattina e il pane e l’arancia amara a colazione, e la merenda, e le lasagne alla sera, ci volevano dei denari a [...]
[...] spendere, e per la sola fondiaria il re si pigliava tanto che a Mazzarò gli veniva la febbre, ogni volta. Però ciascun anno tutti quei magazzini grandi [...]
[...] come chiese si riempivano di grano che bisognava scoperchiare il tetto per farcelo capire tutto; e ogni volta che Mazzarò vendeva il vino, ci [...]
[...] voleva più di un giorno per contare il denaro, tutto di 12 tarì d’argento, chè lui non ne voleva di carta sudicia per la sua roba, e andava a [...]
[...] comprare la carta sudicia soltanto quando aveva da pagare il re, o gli altri; e alle fiere gli armenti di Mazzarò coprivano tutto il campo, e ingombravano [...]
[...] le strade, che ci voleva mezza giornata per lasciarli sfilare, e il santo, colla banda, alle volte dovevano mutar strada, e cedere il passo [...]
[...] , 75 coll’affaticarsi dall’alba a sera, e andare in giro, sotto il sole e sotto la pioggia, col logorare i suoi stivali e le sue mule – egli solo [...]
[...] calamita, perchè la roba vuol stare con chi sa tenerla, e non la sciupa come quel barone che prima era stato il padrone di Mazzarò, e l’aveva raccolto [...]
[...] per carità nudo e crudo ne’ suoi campi, ed era stato il padrone di tutti quei prati, e di tutti quei boschi, e di tutte quelle vigne e tutti quegli [...]
[...] armenti, che quando veniva nelle sue terre a cavallo coi campieri dietro, pareva il re, e gli preparavano anche l’alloggio e il pranzo, al [...]
[...] minchione, sicchè ognuno sapeva l’ora e il momento in cui doveva arrivare, e non si faceva sorprendere colle mani nel sacco. – Costui vuol essere rubato [...]
[...] per forza! diceva Mazzarò, e schiattava dalle risa quando il barone gli dava dei calci nel di dietro, e si fregava la schiena colle mani [...]
[...] poco a poco Mazzarò divenne il padrone di tutta la roba del barone; e costui uscì prima dall’uliveto, e poi dalle vigne, e poi dai pascoli, e poi [...]
[...] . Il barone gli dava ancora del tu, ma non gli dava più calci nel di dietro. – Questa è una bella cosa, d’avere la fortuna che ha Mazzarò! diceva la [...]
[...] andare in galera, e come quella testa che era un brillante avesse lavorato giorno e notte, meglio di una macina del mulino, per fare la roba; e se il [...]
[...] quale non produceva nemmeno lupini, e arrivava a fargliela credere una terra promessa, sinchè il povero diavolo si lasciava indurre a prenderla in [...]
[...] affitto, per specularci sopra, e ci perdeva poi il fitto, la casa e la chiusa, che Mazzarò se l’acchiappava – per un pezzo di pane. – E quante [...]
[...] strapparsi i capelli e picchiarsi il petto per scongiurarlo di non metterli in mezzo alla strada, col pigliarsi il mulo o l’asinello, che non avevano [...]
[...] da mangiare. – Lo vedete quel che mangio io? rispondeva lui, – pane e cipolla! e sì che ho i magazzini pieni zeppi, e sono il padrone di tutta [...]
[...] teneva mai 12 tarì, tanti ce ne volevano per far fruttare tutta quella roba, e il denaro entrava ed usciva come un fiume dalla sua casa. Del resto a [...]
[...] voleva arrivare ad avere della terra quanta ne ha il re, ed esser meglio del re, chè il re non può nè venderla, nè dire ch’è sua. Di una cosa [...]
[...] oliveti che velavano la montagna come una nebbia, e se un ragazzo seminudo gli passava dinanzi, curvo sotto il peso come un asino stanco, gli lanciava [...]
[...] il suo bastone fra le gambe, per invidia, e borbottava: – Guardate chi ha i giorni lunghi! costui che non ha niente! Sicchè quando gli dissero che [...]
[...] , e avevano un bel gridargli: «Arriccà!». Compare Neli, come lo vide vispo e cocciuto a quel modo, che si leccava il muso alle legnate, mettendoci [...]
[...] su una scrollatina d’orecchie, disse: «Questo è il fatto mio». E andò diritto al padrone, tenendo nella tasca la mano colle trentacinque lire [...]
[...] . – Il puledro è bello – diceva il padrone – e val più di trentacinque lire. Non ci badate se ha quel pelame bianco e nero come una gazza. Ora vi [...]
[...] faccio vedere sua madre, che la teniamo lì nel boschetto perchè il puledro ha sempre la testa alla poppa. Vedrete la bella bestia morella! che mi lavora [...]
[...] tiene le orecchie! Un asino che tiene le orecchie ritte a quel modo lo potete mettere sotto il carro o sotto l’aratro come volete, e fargli [...]
[...] il vostro parentado! Compare Neli lo sapeva meglio di lui; ma non era minchione per dir di sì, e stava sulla sua colla mano in tasca, alzando le [...]
[...] spalle e arricciando il naso, mentre il padrone gli faceva girare il puledro dinanzi. – Uhm! – borbottava compare Neli. – Con quel pelame lì, che par [...]
[...] devo regalarvi per l’asino di san Giuseppe? Il padrone allora gli voltò le spalle infuriato, gridando che se non conoscevano le bestie, o se non [...]
[...] avevano denari per comprare, era meglio non venire alla fiera, e non far perdere il tempo ai cristiani, nella santa giornata che era. Compare Neli [...]
[...] lo lasciò a bestemmiare, e se ne andò con suo fratello, il quale lo tirava per la manica del giubbone, e gli diceva che se voleva buttare i denari [...]
[...] per quella brutta bestia, l’avrebbe preso a pedate. 82 Però di sottecchi non perdevano di vista l’asino di san Giuseppe, e il suo padrone che [...]
[...] cavalli, e si fermava a guardare, e contrattava ora questa ed ora quella delle bestie migliori, senza aprire il pugno che teneva in tasca colle [...]
[...] : – Quello è il fatto nostro. La padrona dell’asino di tanto in tanto correva a vedere cosa s’era fatto, e al trovare suo marito colla cavezza in mano [...]
[...] , gli diceva: – Che non lo manda oggi la Madonna uno che compri il puledro? E il marito rispondeva ogni volta: – Ancora niente! C’è stato uno a [...]
[...] contrattare, e gli piaceva. Ma è tirato allo spendere, e se n’è andato coi suoi denari. Vedi, quello là, colla berretta bianca, dietro il branco delle [...]
[...] asino, per vedere se si vendeva. Ma il marito le disse: – Vattene! Se vedono che aspetti, non conchiudono il negozio. Il puledro intanto badava a [...]
[...] frugare col muso fra le gambe delle somare che passavano, massime che aveva fame, tanto che il padrone, appena apriva bocca per ragliare, lo faceva [...]
[...] cercare quello dei ceci abbrustoliti. – Se aspettiamo sino all’avemaria, potremo averlo per cinque lire meno del prezzo che abbiamo offerto. Il [...]
[...] sole di maggio era caldo, sicchè di tratto in tratto, in mezzo al vocìo e al brulichìo della fiera, succedeva per tutto il campo un gran silenzio [...]
[...] stasera non c’è da far la spesa; e poi sai che cinque lire il puledro se le mangia in un mese, se ci resta sulla pancia. – Se non te ne vai [...]
[...] all’asino di san Giuseppe si fermava a guardarlo; e sì che il padrone aveva scelto il posto più umile, accanto alle bestie di poco prezzo, onde non [...]
[...] l’asino di san Giuseppe, che tutta la fiera si metteva a ridere al vederlo. Il puledro, dal tanto aspettare al sole, lasciava ciondolare il capo e [...]
[...] le orecchie, e il suo padrone s’era messo a sedere tristamente sui sassi, colle mani penzoloni anch’esso fra le ginocchia e la cavezza nelle mani [...]
[...] , guardando in aria, che il padrone dell’asino torse il capo anche lui per non far vedere di star lì ad aspettarli; e l’amico di compare Neli [...]
[...] vero, ma il colore non fa nulla, per quello che vi serve. E domandò al padrone: – Quanto vi dobbiamo regalare per l’asino di san Giuseppe? La [...]
[...] padrona dell’asino di san Giuseppe, vedendo che si ripigliava il negozio, andava riaccostandosi quatta quatta, colle mani giunte sotto la mantellina [...]
[...] . – Non me ne parlate! – cominciò a gridare compare Neli, scappando per il piano. – Non me ne parlate che non ne voglio sentir parlare! – Se non lo [...]
[...] vuole, lasciatelo stare – rispose il padrone. – Se non lo piglia lui, lo piglierà un altro. «Tristo chi non ha più nulla da vendere dopo la fiera [...]
[...] compare Neli pel giubbone; poi tornava a parlare all’orecchio del padrone dell’asino, il quale voleva tornarsene a casa per forza coll’asinello, e gli [...]
[...] far la spesa, e a Turiddu gli è tornata la febbre; ci vuole il solfato. – Santo diavolone! – strillava suo marito. – Se non te ne vai, ti faccio [...]
[...] assaggiare la cavezza! – Trentadue e mezzo, via! – gridò infine l’amico, scuotendoli forte per il colletto. – Nè voi, nè io! Stavolta deve valere la [...]
[...] mia parola, per i santi del paradiso! e non voglio neppure un bicchiere di vino! Vedete che il sole è tramontato? Cosa aspettate ancora tutt’e due [...]
[...] ? E strappò di mano al padrone la cavezza, mentre compare Neli, bestemmiando, tirava fuori dalla tasca il pugno colle trentacinque lire, e gliele [...]
[...] dava senza guardarle, come gli strappassero il fegato. L’amico si tirò in disparte colla padrona dell’asino, a contare i denari su di un sasso [...]
[...] , mentre il padrone dell’asino scappava per la fiera come un puledro, bestemmiando e dandosi dei pugni. 87 Ma poi si lasciò raggiungere dalla moglie [...]
[...] , tirandosi dietro il ciuco per la scesa, diceva: – Com’è vero Dio, glie l’ho rubato il puledro! Il colore non fa niente. Vedete che pilastri di gambe [...]
[...] lire e cinquanta che era costato, e la paglia che si mangiava. Intanto badava a saltellare dietro a compare Neli, cercando di addentargli il giubbone [...]
[...] per giuoco, quasi sapesse che era il giubbone del padrone nuovo, e non gliene importasse di lasciare per sempre la stalla dov’era stato al caldo [...]
[...] , accanto alla madre, a fregarsi il muso sulla sponda della mangiatoia, o a fare a testate e a capriole col montone, e andare a stuzzicare il maiale [...]
[...] visto nascere il puledro, tutto bianco e nero colla pelle lucida come seta, che non si reggeva ancora sulle gambe, e stava accovacciato al sole [...]
[...] , che allungava il collo ragliando verso l’uscio della stalla; ma quando non ebbe più le poppe gonfie di latte, si scordò del puledro anch’essa. – Ora [...]
[...] trebbiatura il puledro, legato in fila per il collo colle altre bestie, muli vecchi e cavalli sciancati, trotterellava sui covoni da mattina a sera, tanto [...]
[...] che si riduceva stanco e senza voglia di abboccare nel mucchio della paglia, dove lo mettevano a riposare all’ombra, come si levava il venticello [...]
[...] , mentre i contadini spagliavano, gridando: Viva Maria! 89 Allora lasciava cascare il muso e le orecchie ciondoloni, come un asino fatto [...]
[...] per altro che per lasciar morire di sete e far trottare sui covoni. Alla sera tornava al villaggio colle bisacce piene, e il ragazzo del padrone [...]
[...] ramerino, e l’asino avrebbe voluto darci una boccata, se non l’avessero fatto trottare sempre, tanto che gli calò il sangue alle gambe, e dovettero [...]
[...] portarlo dal maniscalco; ma al padrone non gliene importava nulla, perchè la raccolta era stata buona, e il puledro si era buscate le sue trentadue [...]
[...] lire e cinquanta. Il padrone diceva: «Ora il lavoro l’ha fatto, e se lo vendo anche per venti lire, ci ho sempre il mio guadagno». Il solo che [...]
[...] volesse bene al puledro era il ragazzo che lo faceva trotterellare pel sentiero, quando tornavano dall’aia; e piangeva mentre il maniscalco 90 gli [...]
[...] bruciava le gambe coi ferri roventi, che il puledro si contorceva, colla coda in aria, e le orecchie ritte come quando scorazzava pel campo della fiera [...]
[...] , e tentava divincolarsi dalla fune attorcigliata che gli stringeva il labbro, e stralunava gli occhi dallo spasimo quasi avesse il giudizio [...]
[...] , quando il garzone del maniscalco veniva a cambiare i ferri rossi qual fuoco, e la pelle fumava e friggeva come il pesce nella padella. Ma compare Neli [...]
[...] gridava al suo ragazzo: – Bestia! perchè piangi? Ora il suo lavoro l’ha fatto, e giacchè la raccolta è andata bene lo venderemo e compreremo un [...]
[...] mulo, che è meglio. I ragazzi certe cose non le capiscono, e dopo che vendettero il puledro a massaro Cirino il Licodiano, il figlio di compare Neli [...]
[...] il cuore a lui, mentre gli asini son fatti per essere legati dove vuole il padrone, e mutano di sorte come cambiano di stalla. Massaro Cirino il [...]
[...] annate vanno di male in peggio, talchè abbiamo venduto anche il mulo». Massaro Cirino aveva aggiogato l’asino all’aratro, colla cavalla vecchia che ci [...]
[...] andava come una pietra d’anello, e tirava via il suo bravo solco tutto il giorno per miglia e miglia, dacchè le lodole cominciano a trillare nel [...]
[...] cielo bianco dell’alba, sino a quando i pettirossi correvano a rannicchiarsi dietro gli sterpi nudi che tremavano di freddo, col volo breve e il [...]
[...] di strame sul basto, sotto il giogo, e stentava di più a strappare le zolle indurite dal gelo, a furia di spallate: «Questo mi risparmia la cavalla [...]
[...] che è vecchia, diceva massaro Cirino. Ha il cuore grande come la Piana di Catania, quell’asino di san Giuseppe! e non si direbbe». E diceva pure [...]
[...] di zappare il seminato pareva la barba del diavolo, tanto era rado e giallo, come se l’avessero bruciato coi fiammiferi. «Malgrado quel maggese [...]
[...] che ci avevo preparato!» piagnucolava massaro Cirino strappandosi di dosso il giubbone. «Che quell’asino ci ha rimesso la pelle come un mulo! Quello [...]
[...] avessero messo le immagini dei santi infilate alle cannucce, e avessero speso due tarì per farlo benedire dal prete. «Il diavolo ci vuole!» andava [...]
[...] cielo turchino senza una goccia d’acqua. Allora 93 compare Luciano il carrettiere, incontrando massaro Cirino il quale si tirava dietro l’asino [...]
[...] colle bisacce vuote, gli chiese: – Cosa volete che vi regali per l’asino di san Giuseppe? – Datemi quel che volete. Maledetto sia lui e il santo che [...]
[...] brontolare la moglie di massaro Cirino dopo che il negozio fu conchiuso. – A compare Luciano gli è morta la mula, e non ha denari da comprarne [...]
[...] ricchezza! L’asino imparò anche a tirare il carro, che era troppo alto di stanghe per lui, e gli pesava tutto sulle spalle, sicchè non avrebbe durato [...]
[...] per la discesa era peggio, perchè tutto il carico gli cascava addosso, e lo spingeva in modo che doveva far forza colla schiena in arco, e con [...]
[...] rialzare. Ma compare Luciano sapeva che gli portava tre quintali di roba meglio di un mulo, e il carico glielo pagavano a cinque tarì il quintale [...]
[...] la gente che saliva a piedi lemme lemme dietro il carro, vedendo quella povera bestia che puntava le zampe senza forza, e inarcava la schiena, col [...]
[...] compare Luciano rispondeva: – Se lo lascio fare, quindici tarì al giorno non li guadagno. Col suo cuoio devo rifare il mio. Quando non ne potrà più [...]
[...] . Gliel’ho preso per un pezzo di pane a massaro Cirino, ora che è impoverito. In tal modo l’asino di san Giuseppe capitò in mano di quello del gesso, il [...]
[...] erbacce che potevano strappare lungo il cammino. Quello del gesso non lo voleva 95 perchè era tutto coperto di cicatrici peggio delle altre sue bestie [...]
[...] , colle gambe solcate dal fuoco, e le spalle logore dal pettorale, e il garrese roso dal basto dell’aratro, e i ginocchi rotti dalle cadute, e poi [...]
[...] vi servirà a riconoscere i vostri asini da lontano. – E ribassò ancora due tarì sulle sette lire che aveva domandato, per conchiudere il negozio [...]
[...] terra e le orecchie a paracqua sotto i saccarelli del gesso, torcendo il groppone alle legnate del ragazzo che guidava il branco. Pure anche la [...]
[...] , lei, suo marito e il suo Turiddu, senza danari per comprare il solfato, chè degli asini di san Giuseppe non se ne hanno da vendere tutti i giorni [...]
[...] , nemmeno per trentacinque lire. L’inverno, che il lavoro era più scarso, e la legna da far cuocere il gesso più rara e lontana, e i sentieri [...]
[...] gelati non avevano una foglia nelle siepi, o 96 una boccata di stoppia lungo il fossatello gelato, la vita era più dura per quelle povere bestie; e il [...]
[...] padrone lo sapeva che l’inverno se ne mangiava la metà; sicchè soleva comperarne una buona provvista in primavera. La notte il branco restava allo [...]
[...] da parte a parte, malgrado il loro cuoio duro, e tutti quei guidaleschi rabbrividivano e tremavano al freddo come avessero la parola. Pure c’è [...]
[...] tanti cristiani che non stanno meglio, e non hanno nemmeno quel cencio di tabarro nel quale il ragazzo che custodiva il branco dormiva raggomitolato [...]
[...] tetto come spade, quasi fosse all’aperto, e il vento faceva svolazzare quei quattro cenci di coperta. Prima faceva la lavandaia, ma quello era un [...]
[...] magro mestiere, chè la gente i suoi stracci se li lava da sè, quando li lava, ed ora che gli era cresciuto il suo ragazzo campava andando a vendere [...]
[...] della legna al villaggio. Ma nessuno aveva conosciuto suo marito, e nessuno sapeva d’onde prendesse la legna che vendeva; lo sapeva il suo ragazzo [...]
[...] per vendere l’asino di san Giuseppe che non ne poteva più – potreste portare al villaggio dei fasci più grossi, ora che il vostro ragazzo è [...]
[...] vecchia muore in casa del pazzo». Almeno così il povero asino di san Giuseppe visse meglio gli ultimi giorni; giacchè la vedova lo teneva come un tesoro [...]
[...] una montagna, che non gli si vedevano le orecchie, andava facendo dei castelli in aria; e il ragazzo sforacchiava le siepi e si avventurava nel [...]
[...] limite del bosco per ammassare il carico, che madre e figlio credevano farsi ricchi a quel mestiere, tanto che finalmente il campiere del barone colse [...]
[...] il ragazzo sul fatto a rubar frasche, e lo conciò per le feste dalle legnate. Il medico per curare il ragazzo si mangiò i soldi del fazzoletto, la [...]
[...] provvista della legna, e tutto quello che c’era da vendere, e non era molto; sicchè la madre una notte che il suo ragazzo farneticava dalla febbre [...]
[...] , col viso acceso contro il muro, e non c’era un boccone di pane in casa, uscì fuori smaniando e parlando da sola come avesse la febbre anche lei [...]
[...] l’occhio di pesce morto, il muso freddo, e per la pelle gli correva un brivido. La donna intanto pensava al suo ragazzo che farneticava, col viso rosso [...]
[...] dalla febbre, e balbettava: – Ora come faremo? Ora come faremo? 99 – Se volete venderlo con tutta la legna ve ne do cinque tarì – disse il [...]
[...] carrettiere, il quale aveva il carro scarico. E come la donna lo guardava cogli occhi stralunati, soggiunse: – Compro soltanto la legna, perchè l’asino [...]
[...] ci era ancora il prete colla stola, scoppiò subito la guerra tra i figliuoli, a chi toccasse pagare la spesa del mortorio, chè il reverendo lo [...]
[...] roba della casa. Ogni volta che il medico spiegava il foglio di carta sul ginocchio, per scrivere la ricetta, compare Nanni gli guardava le mani con [...]
[...] aria pietosa, e biascicava: – Almeno, vossignoria, scrivetela corta, per carità! Il medico faceva il suo mestiere. Tutti a questo mondo fanno il [...]
[...] loro mestiere. Massaro Nanni nel fare il proprio, aveva acchiappato quelle febbri lì, alla Lamia, terre benedette da Dio, che producevano seminati [...]
[...] barone – rispondeva lui – che può fare quello che gli pare e piace! I fratelli, che erano come le dita della stessa mano finchè viveva il padre, ora [...]
[...] – dicevano gli altri. Carmenio fece il suo fagotto, e andò pastore da curatolo Vito, che aveva un pezzetto di pascolo al Camemi; e Lucia, per non [...]
[...] ; e quando si riposava, alla porta del casamento, colle spalle al muro, nell’ora che sui campi moriva il sole, e taceva ogni cosa: – Compare Santo [...]
[...] , se Dio vuole, quest’anno non le avrete perse le vostre fatiche! – Compare Santo, se il raccolto vi va bene, dovete prendere la chiusa grande [...]
[...] nessuno la voleva. Essa, poveretta, per questo motivo faceva festa a ogni cane che passasse, e si levava il pan di bocca per regalare a compare Santo [...]
[...] Castelluccio. – Pigliate questo, per amor mio, compare Santo. È di quel che beve il padrone. – Oppure: – Ho pensato che l’altra settimana vi [...]
[...] mancava il companatico. Egli non sapeva dir di no, e intascava ogni cosa. Tutt’al più per gentilezza rispondeva: – Così non va bene, comare Nena [...]
[...] : – diceva la Nena, seduta sul muricciuolo verso il sole che tramontava. – Io non ho nè terra, nè case; e quel po’ di roba bianca ho dovuto levarmela di [...]
[...] bocca col pane che mi mangio. Mio padre è un povero camparo, che vive alle spalle del padrone; e nessuno vorrà togliersi addosso il peso della moglie [...]
[...] senza dote. Ella aveva però la nuca bianca, come l’hanno le rosse; e mentre teneva il capo chino, con tutti quei pensieri dentro, il sole le [...]
[...] come il fiore del lino, e il petto che gli riempiva il busto, e faceva l’onda al par del seminato. – Non vi angustiate, comare Nena – gli diceva [...]
[...] . – Mariti non ve ne mancheranno. Ella scrollava il capo per dir di no; e gli orecchini rossi che sembravano di corallo, gli accarezzavano le guance [...]
[...] ’, la vuoi per forza? Santo, colle spalle al muro e le mani dietro la schiena, non osava levare il capo; ma accennava di sì, di sì, che senza la [...]
[...] nulla. Una cosa sola abbiamo a dirti, io e tua madre qui presente: pensaci prima di maritarti, che il pane è scarso, e i figliuoli vengono presto. La [...]
[...] sciancata. E poi ci sarebbe stato l’altro guaio, di vedersi nascere i nipoti zoppi. – Tu ci hai a pensare – ripeteva al suo ragazzo. – Pensa che il [...]
[...] pane è scarso, e che i figliuoli vengono presto. Poi, il giorno di Santa Brigida, verso sera, Santo aveva incontrato a caso la Rossa, la quale [...]
[...] coglieva asparagi lungo il sentiero, e arrossì al vederlo, quasi 104 non lo sapesse che doveva passare di là nel tornare al paese, mentre lasciava [...]
[...] ricadere il lembo della sottana che teneva rimboccata alla cintura per andar carponi in mezzo ai fichidindia. Il giovane la guardava, rosso in viso [...]
[...] il verso. La nepitella e il ramerino facevano festa, e la costa del monte, lassù fra i fichidindia, era tutta rossa del tramonto. – Ora andatevene [...]
[...] lo fuggivano e cercavano gli asparagi in mezzo ai sassi, e nel viso che era infocato come se il tramonto vi battesse sopra. – No, compare Santo [...]
[...] squagliava. In quella arrivò il babbo, e la ragazza scappò via spaventata. Il camparo aveva il fucile ad armacollo, e non sapeva chi lo tenesse di far la [...]
[...] voglio sposarla per davvero. Non per la paura del fucile; ma son figlio di un uomo dabbene, e la Provvidenza ci aiuterà perchè non facciamo il [...]
[...] male. 106 Così la domenica appresso s’erano fatti gli sponsali, colla sposa vestita da festa, e suo padre il camparo cogli stivali nuovi, che ci si [...]
[...] dondolava dentro come un’anitra domestica. Il vino e le fave tostate misero in allegria anche compare Nanni, sebbene avesse già addosso la malaria [...]
[...] tasche del giubbone, gongolava, guardando i capelli rossi della sposa, il filato, e tutta l’allegria che ci era per lui quella domenica. Il camparo [...]
[...] toccava quando avrebbe chiuso gli occhi il genitore. Ora infatti le toccava cuocere il pane e scopar le stanze per la cognata, la quale come Dio [...]
[...] Castelluccio. Quel mariuolo del camparo aveva fatto il suo interesse a maritare la figliuola senza dote, e doveva pensarci compare Santo a mantenerla [...]
[...] . Dacchè aveva la Nena vedeva che gli mancava il pane per tutti e due, e dovevano tirarlo fuori dalla terra di Licciardo, col sudore della loro [...]
[...] fronte. 107 Mentre andavano a Licciardo, colle bisacce in ispalla, asciugandosi il sudore colla manica della camicia, avevano sempre nella testa e [...]
[...] dinanzi agli occhi il seminato, chè non vedevano altro fra i sassi della viottola. Gli era come il pensiero di un malato che vi sta sempre grave in [...]
[...] il peso della gravidanza, nè il dolore delle reni, come se ad ogni filo verde che liberava dalle erbacce, facesse un figliuolo. E quando si [...]
[...] netteva la zappa sull’erba del ciglione – Tanta era stata la semente; tanto avrebbe dato se la spiga veniva a 12, o a 10, od anche a 7; il gambo non era [...]
[...] robusto ma il seminato era fitto. Bastava che il marzo non fosse troppo asciutto, e che piovesse soltanto quando bisognava. Santa Agrippina [...]
[...] benedetta doveva pensarci lei! – Il cielo era netto, e il sole indugiava, color d’oro, sui prati verdi, dal ponente tutto in fuoco, d’onde le lodole [...]
[...] viottola, fra i sassi, sul tetto dei casolari, verde come la speranza; e Santo, camminando pesantemente dietro la sua compagna, curva sotto il sacco [...]
[...] dello strame per le bestie, 108 e con tanto di pancia, sentivasi il cuore gonfio di tenerezza per la poveretta, e le andava chiaccherando, colla voce [...]
[...] rotta dalla salita, di quel che si avrebbe fatto, se il Signore benediceva i seminati fino all’ultimo. Ora non avevano più a discorrere dei [...]
[...] capelli rossi, s’erano belli o brutti, e di altre sciocchezze. E quando il maggio traditore venne a rubare tutte le fatiche e le speranze dell’annata [...]
[...] , colle sue nebbie, marito e moglie, seduti un’altra volta sul ciglione a guardare il campo che ingialliva a vista d’occhio, come un malato che se ne [...]
[...] va all’altro mondo, non dicevano una parola sola, coi gomiti sui ginocchi, e gli occhi impietriti nella faccia pallida. – Questo è il castigo di [...]
[...] Dio! – borbottava Santo. – La buon’anima di mio padre me l’aveva detto! E nella casuccia del povero penetrava il malumore della stradicciuola nera [...]
[...] e fangosa. Marito e moglie si voltavano le spalle ingrugnati, litigavano ogni volta che la Rossa domandava i danari per la spesa, e se il marito [...]
[...] moglie, sinchè rimase in letto, le preparava il brodo, le scopava la casa, le mondava il riso, e le si piantava anche ritto dinanzi, acciò non le [...]
[...] altrui. La suocera, poveretta, cercava di metter pace in quei litigi, e ripeteva: – La colpa è mia che non son più buona a nulla. Io vi mangio il [...]
[...] moglie, il pensiero dell’altro figlio lontano, che le stava fitto in cuore come un chiodo, il malumore di Lucia, la quale non aveva uno straccio di [...]
[...] all’ombra, rispondeva, alzando le spalle: – Cosa volete che ci venga a fare! Per far vedere il vestito di seta che non ho? Nel crocchio delle [...]
[...] vicine ci veniva pure qualche volta Pino il Tomo, quello delle rane, che non apriva bocca e stava ad ascoltare colle spalle al muro e 110 le mani in [...]
[...] porta, facendosi il basso da sè – huum! huum! huum! – Alle volte i giovinastri che tornavano a casa tardi, lo conoscevano alla voce, e gli rifacevano [...]
[...] il verso della rana, per canzonarlo. Lucia intanto fingeva di darsi da fare per la casa, colla testa bassa e lontana dal lume, onde non la [...]
[...] quello delle rane, non mancava mai di affacciarsi all’uscio, col fuso in mano. Il Tomo appena tornava dal fiume, gira e rigira pel paese, era sempre [...]
[...] Tomo. Ma la mamma non voleva che spendessero per lei. 111 Il Tomo, vedendo che Lucia lo guardava di soppiatto, col mento sul seno, rallentava il [...]
[...] malizioso peggio di un asino rosso, Pino il Tomo, e aspettava che le comari se ne andassero per dire alla gnà Lucia: – E’ ci vuol la pioggia pei [...]
[...] paese, e nessuno mi compra le mie rane. Vi capacita? Alla ragazza quel «sorella mia» le scendeva al cuore dolce come il miele, e ci ripensava tutta [...]
[...] la sera, mentre filava zitta accanto al lume; e ci mulinava, ci mulinava sopra, come il fuso che frullava. La mamma, sembrava che glielo leggesse [...]
[...] vedeva altro che la finestra di rimpetto, nera dalla pioggia, o qualche vicino che tornava a casa, sotto il cappotto fradicio. Ma Pino il Tomo non [...]
[...] buscarsi il pane in qualche altro modo – rispondeva la cognata. – Quello è un mestiere povero, di chi non sa far altro. Santo, che un sabato sera [...]
[...] aveva inteso la chiacchiera, per amor della sorella, le faceva il predicozzo: – A me non mi piace questa storia del Tomo. Bel partito che sarebbe [...]
[...] per mia sorella! Uno che campa delle rane, e sta colle gambe in molle tutto il giorno! Tu devi cercarti un campagnuolo, chè se non ha roba, almeno è [...]
[...] : – Dove lo trovo il campagnuolo? – Come se stesse a lei a trovare! Quello solo che aveva trovato, ora non si faceva più vivo, forse perchè la Rossa [...]
[...] si lasciò scappare una parolaccia «Arrabbiata!» – Arrabbiata tu! che m’hai rubato il fratello! Allora sopravveniva Santo, e le picchiava tutte e [...]
[...] il guadagno che ci han fatto loro! Piuttosto voglio andare a servire! Qui se si fa vedere un cristiano, ve lo scacciano via. – E pensava a quello [...]
[...] addirittura; e la sciancata aveva roba da pigliarsi il marito che gli pareva e piaceva. – Guardate qua, compare Pino – gli diceva: – questa è tutta roba [...]
[...] sarei contento – diceva il Tomo. Ma pensava agli occhi neri di Lucia, che lo cercavano di sotto all’impannata della finestra, e ai fianchi della [...]
[...] bighellonare in piazza tutto il giorno, dall’ortolano, dal beccaio, dal pescatore, colle mani dietro la schiena, e il ventre pieno, a vedere contrattare [...]
[...] la roba. – Quello è il suo mestiere, 115 di fare il vagabondo! – diceva la Rossa. E Lucia rimbeccava che non faceva nulla perchè aveva la moglie [...]
[...] consigliato, di pigliarsela lui la sciancata, e la colpa era sua di essersi lasciato sfuggire il pan di bocca. – Quando siamo giovani – predicava [...]
[...] le strillavano intorno, tirandola per le vesti e pei capelli. – Almeno il Signore Iddio non dovrebbe mandarci la croce dei figliuoli [...]
[...] dal sacco la lattante per darle la poppa, seguitando a camminare. Suo marito andava innanzi, curvo sotto il carico, e si voltava appena per darle [...]
[...] il tempo di raggiungerlo tutta affannata, tirandosi dietro la bambina per la mano, e col petto nudo – non era per guardare i capelli della Rossa [...]
[...] , oppure il petto che facesse l’onda dentro il busto, come al Castelluccio. Adesso la Rossa lo buttava fuori al sole e al gelo, come roba la quale [...]
[...] figliuoli. – Almeno si aiutavano l’un l’altro come due buoi dello stesso aratro. Questo era adesso il matrimonio. – Pur troppo lo so anch’io [...]
[...] cui il tramonto impallidiva sui tetti nerastri dirimpetto, e le comari chiamavano a raccolta le galline. Soltanto, quando veniva il dottore a [...]
[...] altrettanto per noi. E accadde pure che Carmenio al Camemi aveva acchiappato le febbri. Se il padrone fosse stato ricco gli avrebbe comperato le [...]
[...] medicine; ma curatolo Vito era un povero diavolo che campava su di quel po’ di mandra, e il ragazzo 117 lo teneva proprio per carità, chè quelle quattro [...]
[...] quel pezzetto di pascolo al Camemi, dove la malaria quagliava come la neve, e Carmenio aveva presa la terzana? Un dì che il ragazzo si sentiva le [...]
[...] ? – E Carmenio si svegliò alle busse ed ai calci dello zio Cheli, il quale 118 si mise a correre come un pazzo dietro le pecore sbandate, piangendo [...]
[...] ed urlando. Ci volevano proprio quelle legnate per Carmenio, colle ossa che gli aveva già rotte la terzana! Ma gli pagava forse il danno al vicino [...]
[...] cogli strilli e cogli ahimè? – Un’annata persa, ed i miei figli senza pane quest’inverno! Ecco il danno che hai fatto, assassino! Se ti levassi [...]
[...] ve lo rendono in tal maniera! Potevo forse stare nella malaria a guardare le pecore? Ora lo zio Cheli finisce di farci impoverire a spese! – Il [...]
[...] ? Mi colse a tradimento, là, sotto il pietrone! – Ma tant’è dovette far fagotto su due piedi, dir addio al credito di due onze che ci aveva con 119 [...]
[...] del maggese dello zio Cheli. – Non dire il motivo per cui lo zio Vito ti ha mandato via! – suggeriva la mamma al ragazzo – se no, nessuno ti [...]
[...] lo prese per la sua mandra di Santa Margherita, dove il curatolo lo rubava a man salva, e gli faceva più danno delle pecore nel seminato. – Ti [...]
[...] darò io le medicine; così non avrai il pretesto di metterti a dormire, e di lasciarmi scorazzare le pecore dove vogliono. Don Venerando aveva preso a [...]
[...] benvolere tutta la famiglia per amor della Lucia, che la vedeva dal terrazzino quando pigliava il fresco al dopopranzo. – Se volete darmi anche la [...]
[...] perdeva terreno di giorno in giorno, e almeno alla mandra non le sarebbero mancate le ova, il latte e il brodo di carne di pecora, quando ne moriva [...]
[...] qualcuna. La Rossa si spogliò del meglio e del buono per metterle insieme un fagottino di roba bianca. Ora veniva il tempo della semina, loro non [...]
[...] grembiale; ed anche la Rossa, poveretta. In quel momento avevano fatto la pace, e si tenevano abbracciate, piangendo insieme. – La Rossa ha il cuore [...]
[...] buono – diceva suo marito. – Il guaio è che non siamo ricchi, per volerci sempre bene. Le galline quando non hanno nulla da beccare nella stia, si [...]
[...] si suole, per dimostrare la gratitudine al padrone. Aveva pane e minestra quanta ne voleva, un bicchiere di vino al giorno, e il suo piatto di carne [...]
[...] suo conto. Il partito ce l’aveva già sotto gli occhi nella stessa casa: Brasi, lo sguattero che faceva la cucina, e aiutava anche nelle cose di [...]
[...] campagna quando bisognava. Il padrone s’era arricchito allo stesso modo, stando al servizio del barone, ed ora aveva il don, e poderi e bestiami a [...]
[...] dure, lavare i piatti, scendere in cantina, e governare il pollaio; con un sottoscala per dormirvi che pareva uno stanzino, e il letto, il [...]
[...] o tre anni ci avrebbe avuto un gruzzoletto, e poteva «andare al mondo», se il Signore la chiamava. Brasi da quell’orecchio non ci sentiva. Ma gli [...]
[...] e malizioso di can volpino. Mentre lavavano i piatti o mettevano legna sotto il calderotto, egli inventava ogni monelleria per farla ridere, come [...]
[...] se le facesse il solletico. Le spruzzava l’acqua sulla nuca e le ficcava delle foglie d’indivia fra le trecce. Lucia strillava sottovoce, perchè [...]
[...] ragazza sola in cucina, le pigliava il ganascino, e voleva accarezzarla con due dita. – No! no! – replicava Lucia. – A me questi scherzi non mi [...]
[...] piacciono. Se no piglio la mia roba e me ne vado. – Di lui ti piacciono, di lui! E di me che sono il padrone, no? Cosa vuol dire questa storia? Non sai [...]
[...] che posso regalarti degli anelli e dei pendenti di oro, e farti la dote, se ne ho voglia? Davvero poteva fargliela, confermava Brasi, che il [...]
[...] padrone aveva danari quanti ne voleva, e sua moglie portava il manto di seta come una signora, 123 adesso che era magra e vecchia peggio di una mummia [...]
[...] quanta carne mettevano al fuoco. Era ricco, sì, ma sapeva quel che ci vuole a far la roba, e litigava tutto il giorno con sua moglie, la quale aveva [...]
[...] ! – rispondeva il padrone. – Vedrai che bella dote! e quanti verranno a cercartela la tua onestà! Se i maccheroni erano troppo cotti, se Lucia portava [...]
[...] essere serviti come il re! Che non si rammentano più 124 quando lui mangiava pane e cipolla sotto un olivo, e lei gli coglieva le spighe nel campo [...]
[...] , già tempo. Il padre di Brasi era carradore, nientemeno! e la colpa era del figliuolo che non aveva voluto attendere al mestiere, e si era [...]
[...] incapriccito a vagabondare per le fiere, dietro il carretto del merciaiuolo: con lui aveva imparato a cucinare e a governar le bestie. Lucia ricominciava la [...]
[...] litania dei suoi guai: – il babbo, il bestiame, la Rossa, le malannate: – tutt’e due gli stessi, lei e Brasi, in quella cucina; parevano fatti [...]
[...] sottoscala, o nel cantuccio del forno, quando non c’era Brasi. Ormai a quel cristiano gli voleva bene, collo stare insieme davanti al fuoco tutto il giorno [...]
[...] . I rabbuffi, le sgridate del padrone, li pigliava per sè, e lasciava a lui il miglior piatto, il bicchier di vino più colmo, andava in corte a [...]
[...] ! – rispondeva lui. – Voi altri credete che all’osteria ci sia il diavolo. Io son nato da maestri di bottega, mia cara. Non son mica un villano! – Lo [...]
[...] dico per vostro bene. Vi spendete i soldi, e poi c’è sempre il caso d’attaccar lite con qualcheduno. Brasi si sentì molle a quelle parole e a quegli [...]
[...] occhi che evitavano di guardarlo. E si godeva il solluchero: – O a voi cosa ve ne importa? – Nulla me ne importa. Lo dico per voi. – O voi non vi [...]
[...] seccate a star qui in casa tutto il giorno? – No, ringrazio Iddio del come sto, e vorrei che i miei parenti fossero come me, che non mi manca nulla [...]
[...] . Ella stava spillando il vino, accoccolata colla mezzina fra le gambe, e Brasi era sceso con lei in cantina a farle lume. Come la cantina era [...]
[...] tacevano entrambi, e udiva il fiato grosso di lui, e il gorgogliare del vino. Ma pure mise un grido soffocato, cacciandosi indietro tutta tremante [...]
[...] povera me! che ho fatto? Il vino del padrone!... – Eh! lasciate correre; chè ne ha tanto il padrone. Date retta a me piuttosto. Che non mi volete bene [...]
[...] ? Ditelo, sì o no! 126 Ella stavolta si lasciò prendere la mano, senza rispondere, e quando Brasi le chiese che gli restituisse il bacio, ella [...]
[...] l’altro. – Ah! – disse Brasi, grattandosi il capo. – Andiamo di sopra, che può venire il padrone. Lucia era tutta contenta dopo quel bacio, e le [...]
[...] , rispondeva: – Che premura hai? Poi è inutile mettersi il giogo sul collo, quando possiamo stare insieme come se fossimo maritati. – No, non è lo [...]
[...] in 127 giù; voleva farsi Figlia di Maria; voleva prendere il suo buon nome e gettarlo dalla finestra! A che le serviva, senza dote? Voleva [...]
[...] rompersi il collo con quel vecchiaccio del padrone, e procurarsi la dote colla sua vergogna. Ormai!... Ormai!... Don Venerando l’era sempre attorno, ora [...]
[...] , di Pino il Tomo che l’aveva piantata per andare a mangiare il pane della vedova! La lasciava colla tentazione degli orecchini e delle 20 onze [...]
[...] le diceva: 128 – Come siete bella così, comare Lucia! – Ah! vi piaccio così? Va bene, va bene! Brasi ora che vedeva gli orecchini e tutto il resto [...]
[...] , si sbracciava a mostrarsi servizievole e premuroso quasi ella fosse diventata un’altra padrona. Le lasciava il piatto più colmo, e il posto [...]
[...] al banco. Così non si stava più al comando altrui. Il padrone se voleva far loro del bene, lo poteva fare senza scomodarsi, giacchè 20 onze per lui [...]
[...] di guadagnarsi il pane come poteva. Povertà non è peccato. Ma Lucia si faceva rossa, o pallida, o le si gonfiavano gli occhi di pianto, e si [...]
[...] nascondeva il volto nel grembiale. Dopo qualche tempo non si lasciò più vedere nemmeno fuori di casa, nè a messa, nè a confessare, nè a Pasqua, nè a [...]
[...] Natale. 129 In cucina si cacciava nell’angolo più scuro, col viso basso, infagottata nella veste nuova che le aveva regalato il padrone, larga di [...]
[...] vestiti smessi e gli stivali rotti. Allorchè scendeva in cantina gli dava un bel gotto di vino, dicendogli: – Tè! bevi alla mia salute. E il pancione [...]
[...] gli ballava dal tanto ridere, al vedere le smorfie che faceva Brasi, e al sentirlo barbugliare alla Lucia, pallido come un morto: – Il padrone è [...]
[...] , il fratello, udì la cosa in piazza qualche mese dopo. E corse dalla moglie trafelato. Poveri erano sempre stati, ma onorati. La Rossa allibì [...]
[...] la dote. Una vera provvidenza di Dio! – Non monta! – Tornava a dire di tanto in tanto il fratello, il quale non sapeva capacitarsene. – Almeno [...]
[...] lontano verso il mare, colla mano sugli occhi, senza dir nulla. La campana del Monastero Vecchio, in cima al paese, suonava per scongiurare la malanotte [...]
[...] , sbigottito, colle mani nei capelli. Il casolare era dall’altra parte del torrente, in fondo alla valle, fra due grossi pietroni che gli si [...]
[...] fichidindia, lassù, che c’è gente. La mandra si vedeva tuttora sulla roccia, verso il cielo, per quel po’ di crepuscolo che si raccoglieva in cima ai [...]
[...] terrore pazzo, quasi sentissero il lupo nelle vicinanze, e a quello squillare brusco di campanacci sembrava che le tenebre si accendessero di tanti [...]
[...] occhi infuocati, tutto in giro. Poi le pecore si arrestavano immobili, strette fra di loro, col muso a terra, e il cane finiva d’abbaiare in un [...]
[...] , nelle tenebre, di tanto in tanto si udivano i campanacci della mandra che trasalivano. Dallo spiraglio si vedeva il quadro dell’uscio nero come la [...]
[...] fondo, che pareva si vedesse soltanto il rumore del torrente, laggiù, a montare verso il casolare, gonfio e minaccioso. Se sapeva, anche questa [...]
[...] ! prima che annottasse correva al paese a chiamare il fratello; e certo a quell’ora sarebbe qui con lui, ed anche Lucia e la cognata. Allora la mamma [...]
[...] – ditelo a me che son qui con voi! Ma la mamma non rispondeva. Dimenava il capo anzi, come volesse dir no! no! non voleva. Il ragazzo le mise la [...]
[...] candela sotto il naso, e scoppiò a piangere dalla paura. – O mamma! mamma mia! – piagnucolava Carmenio – O che sono solo e non posso darvi aiuto [...]
[...] , laggiù al piano – come un silenzio fatto di bambagia. Ad un tratto arrivò soffocato il suono di una campana che veniva da lontano, ’nton! ’nton [...]
[...] non fiatava, colla faccia scura. Accese il fuoco, fra i due sassi del focolare, e si mise a vedere come ardevano le frasche, che facevano una [...]
[...] Agrippina legata al polso, che s’era fatta nera dal tempo. Nella stessa tasca ci aveva il suo zufolo di canna, che gli rammentava le sere d’estate [...]
[...] gonfiassero; e il diavolo del San Michele Arcangelo, nella immagine appiccicata a capo del lettuccio, digrignava i denti bianchi, colle mani nei [...]
[...] quell’angustia non pensava a nascondere il suo stato. Attorno al lettuccio della morta si strappavano i capelli, e si davano dei pugni in testa, senza [...]
[...] il medico e lo speziale, ora che ho 20 onze. – Ella è in Paradiso e prega Dio per noi peccatori; conchiuse la Rossa. Sa che la dote ce l’avete, ed [...]
[...] è tranquilla, poveretta. Mastro Brasi ora vi sposerà di certo. 137 I GALANTUOMINI Sanno scrivere – qui sta il guaio. La brinata dell’alba scura [...]
[...] , e il sollione della messe, se li pigliano come tutti gli altri poveri diavoli, giacchè son fatti di carne e d’ossa come il prossimo, per andare a [...]
[...] sorvegliare che il prossimo non rubi loro il tempo e il denaro della giornata. Ma se avete a far con essi, vi uncinano nome e cognome, e chi vi [...]
[...] ho dato il sangue mio alla vostra terra! – Per questo ti pago, birbante! Ti pago a sangue d’uomo! Io mi dissanguo 139 in spese di cultura, e poi se [...]
[...] non si può cavargli la pelle pel suo debito. Per ciò chi non ha nulla deve pagar la terra più cara degli altri, – il padrone ci arrischia di più – e [...]
[...] se la raccolta viene magra, il mezzadro è certo di non prender nulla, e andarsene via con la falce sotto l’ascella. Ma l’andarsene in tal modo è [...]
[...] anche una brutta cosa, dopo un anno di fatiche, e colla prospettiva dell’inverno lungo senza pane. È che la malannata caccia ad ognuno il diavolo [...]
[...] in corpo. Una volta, alla messe, che pareva scomunicata da Dio, il frate della cerca arrivò verso mezzogiorno nel podere di don Piddu, spronando [...]
[...] tre mesi non piovve dal cielo altro che fuoco. Fra Giuseppe si asciugava il sudore anche lui col fazzoletto da naso. – Avete caldo, fra Giuseppe? Ora [...]
[...] vi faccio dare un rinfresco! E glielo fece dare per forza da quattro contadini arrabbiati come lui, che gli arrovesciarono il saio sul capo, e gli [...]
[...] Saridda perchè non crescesse tanto presto. Al festino del sindaco, il martedì grasso, aveva acchiappato finalmente uno sposo, chè Pietro 142 Macca dal [...]
[...] tinello li aveva visti stringersi la mano con don Giovannino, mentre andavano annaspando nella contraddanza. Don Piddu s’era levato il pan di [...]
[...] tentazioni davanti il portone del sindaco, per tutti quei peccati che si facevano là dentro, e dal sindaco dovettero chiudere le finestre, se no la [...]
[...] gente dalla strada rompeva a sassate tutti i vetri. Donna Saridda se ne tornò a casa tutta contenta, come se ci avesse in tasca il terno al lotto; e [...]
[...] casata di don Piddu, che fra poco ci fanno il pignoramento? Don Giovannino non badava alla dote. Ma il disonore del pignoramento poi era un altro par [...]
[...] di maniche! La gente si affollava dinanzi al portone di don Piddu, a vedergli portar via gli armadi e i cassettoni, che lasciavano il segno bianco [...]
[...] : 143 – Pagheremo domani – pagheremo doman l’altro. – E tornavano a casa rasente al muro, lei colla faccia nascosta dentro il manto – ed era sangue di [...]
[...] baroni! Il dì del pignoramento donna Saridda, colle lagrime agli occhi, era andata a chiudere tutte le finestre, perchè quelli che son nati col [...]
[...] , mettevano da parte il don, e lo trattavano a tu per tu. Almeno un povero diavolo, sinchè ha le braccia e la salute, trova da buscarsi il pane. – Quello [...]
[...] che diceva don Marcantonio Malerba, quando cadde in povertà, carico di figliuoli, la moglie sempre gravida, che doveva fare il pane, preparare la [...]
[...] Marcantonio, quando stavano a ventre vuoto tutto un giorno, non dicevano nulla, ed il più grandicello, se il babbo lo mandava a comprare un pane a [...]
[...] credenza, o un fascio di lattughe, ci andava di sera, a viso basso, nascondendolo sotto il mantello rattoppato. 144 Il papà si dava le mani attorno [...]
[...] nessuno. Poi la domenica andava a fare il galantuomo insieme agli altri nel casino di conversazione, ciaramellando in crocchio fra di loro, colle [...]
[...] mani in tasca e il naso dentro il bavero del cappotto; o giuocavano a tressette colla mazza fra le gambe e il cappello in testa. Al tocco di [...]
[...] mezzogiorno sgattaiolavano in furia chi di qua e chi di là, ed egli se ne andava a casa, come se ci avesse sempre pronto il desinare anche lui. – Che [...]
[...] posso farci? diceva. – A giornata non posso andarci coi miei figli! – Anche i ragazzi, allorchè il padre li mandava a chiedere in prestito mezza [...]
[...] fossero già grandi. Quando venne il fuoco da Mongibello, e distrusse vigne e oliveti, chi aveva braccia da lavorare almeno non moriva di fame. Ma i [...]
[...] ogni cosa. La gente che non ci aveva interesse andava a vedere il fuoco fuori del paese, colle mani in tasca. – Oggi aveva preso la vigna del tale [...]
[...] , domani sarebbe entrato nel campo del tal 145 altro; ora minacciava il ponte della strada, più tardi circondava la casetta a mano destra. Chi non [...]
[...] dei maccheroni. – Signor don Marco, la lava ha deviato dalla vostra parte, e più tardi avrete il fuoco nella vostra vigna. – Allo sventurato gli [...]
[...] cadde di mano la forchetta. Il custode della vigna stava portando via gli attrezzi del palmento, le doghe delle botti, tutto quello che si poteva [...]
[...] stoviglie, spaccandosi per lasciar vedere il fuoco rosso che bolliva dentro. Da lontano, prima ancora che fossero raggiunti, gli alberi più alti [...]
[...] che s’accendessero ad una ad una nel tenebrore della campagna silenziosa, lungo il corso della lava. La moglie del custode della vigna andava [...]
[...] rovina, pensando che il padrone non aveva più bisogno di custode, e li avrebbe licenziati. E il cane di guardia uggiolava anch’esso dinanzi alla vigna [...]
[...] che bruciava. Il 146 palmento, spalancato, senza tetto, con tutta quella roba buttata nel cortile, in mezzo alla campagna spaventata, sembrava [...]
[...] gli attrezzi del palmento. – Lasciate stare. Ormai non ho più nulla, e non ho che metterci nelle botti. Baciò il rastrello della vigna un’ultima [...]
[...] son fatti di carne e di ossa come il prossimo. Prova donna Marina, l’altra figlia di don Piddu che s’era buttata al ragazzo della stalla, dacchè [...]
[...] cercavano di dormire col naso contro il muro, andò a trovare dietro il pagliaio il ragazzo, il quale si faceva rosso e balbettava ogni volta che [...]
[...] ella gli ficcava gli occhi addosso, e l’afferrò pei capelli onde farsi dare un bacio. Don Piddu sarebbe morto di vergogna. Dopo il pignoramento, dopo [...]
[...] avevano rubato, e restituissero il mal tolto. Quegli otto giorni degli esercizi spirituali, galantuomini e villani tornavano fratelli come al tempo di [...]
[...] predicavano l’inferno e il purgatorio. Quell’anno don Piddu non avrebbe voluto andarci, perchè non aveva di che pagare la sua parte, e poi non [...]
[...] potevano rubargli più nulla i suoi garzoni. Ma lo fece chiamare il giudice, e lo mandò a farsi santo per forza, onde non desse il cattivo esempio [...]
[...] . Quegli otto giorni erano una manna per chi ci avesse da fare nella casa di un povero diavolo, senza timore che il marito arrivasse improvviso di [...]
[...] sua. Certo quando rincasò prima dell’alba era pallido come un morto, e sembrava invecchiato di cent’anni. Questa volta il contrabbando era stato [...]
[...] sorpreso, e come i donnaiuoli tornavano in convento, trovavano il padre missionario inginocchiato dietro l’uscio, a pregare pei peccati che gli [...]
[...] ci aveva negli occhi. Ah! quel che aveva trovato! lì, a casa sua! in quel camerino di sua figlia che nemmeno c’entrava il sole!... Il ragazzo di [...]
[...] come se gli leggesse in faccia il parricidio. Allora egli fuggì via colle mani nei capelli. Ma il confessore che gli consigliava di offrire a Dio [...]
[...] fazzoletto a tre colori, suonarono le campane a stormo, e cominciarono a gridare in piazza: «Viva la libertà!». Come il mare in tempesta. La folla [...]
[...] chi non aveva niente! – A te, guardaboschi! che hai venduto la tua carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno! E il sangue che fumava [...]
[...] ! 151 Don Antonio sgattaiolava a casa per le scorciatoie. Il primo colpo lo fece cascare colla faccia insanguinata contro il marciapiede. – Perchè [...]
[...] ? perchè mi ammazzate? – Anche tu! al diavolo! – Un monello sciancato raccattò il cappello bisunto e ci sputò dentro. – Abbasso i cappelli! Viva la [...]
[...] libertà! – Te’! tu pure! – Al reverendo che predicava l’inferno per chi rubava il pane. Egli tornava dal dir messa, coll’ostia consacrata nel [...]
[...] pancione. – Non mi ammazzate, chè sono in peccato mortale! – La gnà Lucia, il peccato mortale; la gnà Lucia che il padre gli aveva venduta a 14 anni [...]
[...] satollarsi, mentre la sbrandellavano sugli usci delle case e sui ciottoli della strada a colpi di scure. Anche il lupo allorchè capita affamato in [...]
[...] una mandra, non pensa a riempirsi il ventre, e sgozza dalla rabbia. – Il figliuolo della Signora, che era accorso per vedere cosa fosse – lo [...]
[...] speziale, nel mentre chiudeva in fretta e in furia – don Paolo, il quale tornava dalla vigna a cavallo del somarello, colle bisacce magre in groppa [...]
[...] . Pure teneva in capo un berrettino vecchio che la sua ragazza gli aveva ricamato tempo fa, quando il male non aveva ancora colpito la vigna. Sua [...]
[...] Paolo! – Il primo lo colse nella spalla con un colpo di scure. Un altro gli fu addosso colla falce, e lo sventrò mentre si attaccava col braccio [...]
[...] sanguinante al martello. Ma il peggio avvenne appena cadde il figliolo del notaio, un ragazzo di undici anni, biondo come l’oro, non si sa come [...]
[...] , dal terrore, cogli occhi e la bocca spalancati senza poter gridare. Lo rovesciarono; si rizzò anch’esso su di un ginocchio come suo padre; il [...]
[...] torrente gli passò di sopra; uno gli aveva messo lo scarpone sulla guancia e glie l’aveva sfracellata; nonostante il ragazzo chiedeva ancora grazia [...]
[...] colle mani. – Non voleva morire, no, come aveva visto ammazzare suo padre; – strappava il cuore! – Il taglialegna, dalla pietà, gli menò un gran [...]
[...] sarebbe stato notaio, anche lui! 153 Non importa! Ora che si avevano le mani rosse di quel sangue, bisognava versare tutto il resto. Tutti! tutti [...]
[...] i cappelli! – Non era più la fame, le bastonate, le soperchierie che facevano ribollire la collera. Era il sangue innocente. Le donne più feroci [...]
[...] ancora, agitando le braccia scarne, strillando d’ira in falsetto, colle carni tenere sotto i brindelli delle vesti. – Tu che venivi a pregare il buon [...]
[...] colpi di scure! La baronessa aveva fatto barricare il portone: travi, carri di campagna, botti piene, dietro; e i campieri che sparavano dalle [...]
[...] finestre per vender cara la pelle. La folla chinava il capo alle schiopettate, perchè non aveva armi da rispondere. Prima c’era la pena di morte chi [...]
[...] tenesse armi da fuoco. – Viva la libertà! – E sfondarono il portone. Poi nella corte, sulle gradinate, scavalcando i feriti. Lasciarono stare i [...]
[...] . Il figlio maggiore, di 16 anni, ancora colle carni bianche anch’esso, 154 puntellava l’uscio colle sue mani tremanti, gridando: – Mamà! mamà! – Al [...]
[...] balcone, tenendo avvinghiato il bambino, chiudendogli la bocca colla mano perchè non gridasse, pazza. L’altro figliolo voleva difenderla col suo corpo [...]
[...] altro per i fianchi, un altro per le vesti, sollevandola al di sopra della ringhiera. Il carbonaio le strappò dalle braccia il bambino lattante [...]
[...] , senza mezzogiorno, senza avemaria, come in paese di turchi. Cominciavano a sbandarsi, stanchi della carneficina, mogi mogi, ciascuno fuggendo il [...]
[...] compagno. Prima di notte tutti gli usci erano chiusi, paurosi, 155 e in ogni casa vegliava il lume. Per le straducciole non si udivano altro che [...]
[...] finestre delle case deserte. Aggiornava; una domenica senza gente in piazza nè messa che suonasse. Il sagrestano s’era rintanato; di preti non se ne [...]
[...] sulla coscienza il vicino. Poi, quando furono in molti, si diedero a mormorare. – Senza messa non potevano starci, un giorno di domenica, come i [...]
[...] cani! – Il casino dei galantuomini era sbarrato, e non si sapeva dove andare a prendere gli ordini dei padroni per la settimana. Dal campanile [...]
[...] penzolava sempre il fazzoletto tricolore, floscio, nella caldura gialla di luglio. E come l’ombra s’impiccioliva lentamente sul sagrato, la folla si [...]
[...] gli sarebbe toccato di sua parte, e guardava in cagnesco il vicino. – Libertà voleva dire che doveva 156 essercene per tutti! – Quel Nino Bestia [...]
[...] , e quel Ramurazzo, avrebbero preteso di continuare le prepotenze dei cappelli! – Se non c’era più il perito per misurare la terra, e il notaio per [...]
[...] ? – Ladro tu e ladro io. – Ora che c’era la libertà, chi voleva mangiare per due avrebbe avuto la sua festa come quella dei galantuomini! – Il [...]
[...] taglialegna brandiva in aria la mano quasi ci avesse ancora la scure. Il giorno dopo si udì che veniva a far giustizia il generale, quello che faceva [...]
[...] tremare la gente. Si vedevano le camice rosse dei suoi soldati salire lentamente per il burrone, verso il paesetto; sarebbe bastato rotolare dall’alto [...]
[...] lunghe, stavano sul monte, colle mani fra le cosce, a vedere arrivare quei giovanetti stanchi, curvi sotto il fucile arrugginito, e quel generale [...]
[...] piccino sopra il suo gran cavallo nero, innanzi a tutti, solo. Il generale fece portare della paglia nella chiesa, e mise a dormire i suoi ragazzi [...]
[...] turco. Questo era l’uomo. E subito ordinò che glie ne fucilassero cinque o sei, Pippo, il nano, Pizzanello, i primi che capitarono. Il taglialegna [...]
[...] , tutto bucherellato da finestre colle inferriate; e se le donne volevano vedere i loro uomini, soltanto il lunedì, in presenza dei guardiani [...]
[...] , dietro il cancello di ferro. E i poveretti divenivano sempre più gialli in quell’ombra perenne, senza scorgere mai il sole. Ogni lunedì erano più [...]
[...] minacciavano col fucile. Poi non sapere che fare, dove trovare lavoro nella città, nè come buscarsi il pane. Il letto nello stallazzo costava due soldi; il [...]
[...] 159 bella cosa, per vendicarsi di lui che gli aveva ammazzato il padre. Alla donna che aveva di tanto in tanto certe ubbie, e temeva che suo marito [...]
[...] cenci. Il processo durò tre anni, nientemeno! tre anni di prigione e senza vedere il sole. Sicchè quegli accusati parevano tanti morti della [...]
[...] tabacco. I giudici sonnecchiavano, dietro le lenti dei loro occhiali, che agghiacciavano il cuore. Di faccia erano seduti in fila dodici [...]
[...] se ne andarono a confabulare fra di loro, e gli imputati aspettavano pallidi, e cogli occhi fissi su quell’uscio chiuso. Come rientrarono, il [...]
[...] !... Il carbonaio, mentre tornavano a mettergli le manette, balbettava: – Dove mi conducete? – In galera? – O perchè? Non mi è toccato neppure un palmo [...]
[...] altro che il sordo rumore della macchina, e il muggito delle onde che si perdevano verso orizzonti sconfinati. A poppa, dietro le loro spalle, una [...]
[...] spalle. Aveva preso il braccio di lui mollemente, coll’abbandono dell’isolamento in cui erano, e s’era appoggiata al parapetto, guardando la striscia [...]
[...] fosforescente che segnava il battello, e in cui l’elica 163 spalancava abissi inesplorati, quasi cercasse di indovinare il mistero di altre [...]
[...] dell’orizzonte. Prima di separarsi stettero un altro po’ sull’uscio della cabina, al chiarore vacillante della lampada che dondolava. Il cameriere [...]
[...] , rifinito dalla fatica, dormiva accoccolato sulla scala, sognando forse la sua casetta di Genova. A poppa il lume della bussola rischiarava appena [...]
[...] tristamente: – Domani! sospirò. Egli chinò il capo senza rispondere. – Vi ricorderete sempre di questa ultima sera? Egli non rispose. – Io sì [...]
[...] ! – aggiunse la donna. 164 All’alba si rividero sul ponte. Il visetto delicato di lei sembrava abbattuto dall’insonnia. La brezza le scomponeva i morbidi [...]
[...] passavano a poppa, dondolando i vasti scafi che sembravano vuoti, con i pochi uomini a bordo che si mettevano la mano sugli occhi per vedere passare il [...]
[...] della costa che sembrava unita, si aperse lo stretto come un fiume turchino, e al di là il mare che si allargava nuovamente, 165 sterminato. La donna [...]
[...] fece un’esclamazione di meraviglia. Poi voleva che egli le indicasse le montagne di Licodia e la Piana di Catania, o il Biviere di Lentini dalle [...]
[...] leggenda, mentre egli li accennava ad uno ad uno. Colà la Malaria; su quel versante dell’Etna il paesetto dove la libertà irruppe come una vendetta [...]
[...] ; laggiù gli umili drammi del Mistero, e la giustizia ironica di Don Licciu Papa. Ella ascoltando dimenticava persino il dramma palpitante in cui loro [...]
[...] il giovane. La donna non rispose e chinò il capo. Poi gli strinse forte la mano sotto la pelliccia e si scostò di un passo. – Non addio [...]
[...] mente gli passavano delle larve sinistre, i fantasmi dei personaggi delle sue leggende, col cipiglio bieco e il coltellaccio in mano. Il velo [...]
[...] foglie secche turbinavano dietro la soglia come il fruscìo di una veste. Che faceva essa? Sarebbe venuta? L’orologio rispondeva sempre di no, di no [...]
[...] stormivano sul tetto, e in fondo, dietro i viali sgocciolanti, si apriva il sentieruolo fiorito di margherite gialle e bianche. Di là sarebbe [...]
[...] comparso il suo ombrellino bianco, di là, o al disopra del muricciuolo a destra. Una vespa ronzava nel raggio dorato che penetrava dalle commessure, e [...]
[...] . Quante ore passarono in quella povera stanzuccia affumicata? Quante cose si dissero? Il tarlo impassibile e monotono continuava a rodere i vecchi [...]
[...] , passandosi le mani sugli occhi, aprì l’uscio per vedere il sole che tramontava. Poscia, risolutamente, gli buttò le braccia al collo, dicendogli: – Non ti [...]
[...] di cani. Lontano ammiccava nelle tenebre un lume solitario. Finalmente arrivò 168 il treno sbuffante e impennacchiato. Partirono insieme; andarono [...]
[...] cui le foglie bianche fremevano senza vento, felici di sentirsi soli, nel gran silenzio. Indugiavano a tarda sera, per veder morire il giorno sulle [...]
[...] un aspetto malinconico; poi il raggio color d’oro si fermava un istante su di un cespuglio in cima al muricciuolo. Anche quel cespuglio aveva la [...]
[...] sua ora, e il suo raggio di sole. Degli insetti minuscoli vi ronzavano intorno, nella luce tepida. Al tornare dell’inverno il cespuglio sarebbe [...]
[...] scomparso e il sole e la notte si sarebbero alternate ancora sui sassi nudi e tristi, umidi di pioggia. Così erano scomparsi il casolare del gesso [...]
[...] , e l’osteria di «Ammazzamogli» in cima al monticello deserto. Soltanto le rovine sbocconcellate si disegnavano nere nella porpora del tramonto. Il [...]
[...] Biviere si stendeva sempre in fondo alla pianura come uno specchio appannato. Più in qua i vasti campi di Mazzarò, i folti oliveti grigi su cui il [...]
[...] , di compare Carmine, o di altri. Le larve erano passate. Solo rimaneva solenne e immutabile il paesaggio, colle larghe linee orientali, dai toni [...]
[...] padroni nel succedersi l’uno all’altro avevano dimenticato sulla porta, abbaiava tristamente ai rari viandanti che passavano. Poi il cespuglio si [...]
[...] gente, e sorgere e tramontare il sole tante volte laggiù! Addio! Anch’essa è lontana. Un giorno venne dalla città una cattiva notizia. Era bastata [...]
[...] una parola, di un uomo lontano, di cui ella non poteva parlare senza impallidire e piegare il capo. Innamorati, giovani, ricchi tutti e due, tutti e [...]
[...] due che s’erano detti di voler restare uniti per sempre, era bastata una parola di quell’uomo per separarli. Non era il bisogno del pane, com’era [...]
[...] accaduto a Pino il Tomu, nè il coltellaccio del geloso che li divideva. Era qualcosa di più sottile e di più forte che li separava. Era la vita [...]
[...] in cui vivevano e di cui erano fatti. Gli amanti ammutolivano e chinavano il capo dinanzi alla volontà del marito. Ora ella sembrava che temesse e [...]
[...] reclinato il capo sulla spalla di lui, e gli aveva detto sorridendo: – L’uggia per le camelie! – Delle camelie ce n’erano tante e superbe, nella [...]
[...] come di sangue, e glie la aveva messa nei capelli. Addio, tramonti lontani del paese lontano! Anche lui, allorchè levava il capo stanco a fissare [...]
[...] rivedevano nella vertigine del carnevale. Egli era andato alla festa per veder lei, coll’anima stanca e il cuore serrato d’angoscia. Ella era là difatti [...]
[...] , splendente, circondata e lusingata in cento modi. Pure aveva il viso stanco anch’essa, e il sorriso triste e distratto. I loro occhi [...]
[...] , alla tal’ora e nel tal luogo. Avvenga che può! voglio vedervi! – Il seno bianco e delicato le tempestava dentro il merletto trasparente, e il [...]
[...] ventaglio le tremava fra le mani. Poi chinò il capo, cogli occhi fissi ed astratti; lievi e fugaci rossori le 172 passavano sulla nuca del color [...]
[...] della magnolia. Come batteva forte il cuore a lui! come era squisita e trepidante la gioia di quel momento! Ma allorchè si rividero l’indomani non [...]
[...] era più la stessa cosa. Chissà perchè?... Essi avevano assaporato il frutto velenoso della scienza mondana; il piacere raffinato dello sguardo e [...]
[...] della parola scambiati di nascosto in mezzo a duecento persone, di una promessa che val più della realtà, perchè è mormorata dietro il ventaglio e in [...]
[...] , senza guardarsi, quasi senza parole, si erano detto che il cuore turbinava loro in petto ad entrambi nel trovarsi accanto. Quando si lasciarono, e [...]
[...] lagrimosa dietro il suo ragazzo, robusto giovanotto in uniforme da bersagliere, col sacco in spalla, che cercava l’uscita di porta in porta. Il [...]
[...] treno si mosse. Prima scomparve la città, le vie formicolanti di lumi, il sobborgo festante di brigatelle allegre. Poi cominciò a passare come un lampo [...]
[...] dinanzi a un uscio. Sul muricciuolo di una piccola stazione, dove il convoglio si era arrestato un momento sbuffante, due innamorati avevano lasciato [...]
[...] scritto a gran lettere di carbone i loro nomi oscuri. Egli pensava che anch’essa era passata di là il mattino, e aveva visto quei nomi. Lontano [...]
[...] stamberghe che schieravano in fila teschi umani e scarpe vecchie. Di tratto in tratto si udiva il sibilo di un treno che passava sotterra o per [...]
[...] aria, e si perdeva in lontananza, verso gli orizzonti pallidi, quasi con un desiderio dei paesi del sole. Allora gli tornava in mente il nome di quei [...]
[...] biondi e calmi passeggiavano lentamente pei larghi viali del giardino tenendosi per mano; il giovane aveva regalato alla ragazza un mazzolino di [...]
[...] , sedettero accanto, parlandosi sottovoce colla calma espansione del loro affetto. Il sole tramontava nell’occidente smorto; e anche là, nei viali [...]
[...] solitari, giungeva il suono di un organino, con cui un mendicante dei paesi lontani andava cercando il pane in una lingua sconosciuta. Addio [...]
[...] memoria e nel suo cuore. – E allora avrebbe voluto mettere il nome di lei su di una pagina o su di un sasso, al pari di quei due sconosciuti che avevano [...]
[...] scritto il ricordo del loro amore sul muro di una stazione lontana. 175 [...]
[...] . Dopo un momento d'esitazione riprese la strada, dirigendosi al vicinato di Sant’Ursula, che è all'estremità di Nuoro. Era ai primi di settembre: il [...]
[...] stendevano davanti alle casette di pietra. Il roteare d'un molino a vapore interrompeva, in lontananza, il silenzio meridiano; e quel rumore ansante e [...]
[...] mandorlo e da meschini pergolati; e finalmente si fermò ed entrò in una bettola sulla cui insegna stava issata una scopa. Il bettoliere, un toscano [...]
[...] il suo buco - e dovette alzarsi per lasciar sedere l'avventore. Lo guardò, lo riconobbe, e gli sorrise coi suoi grandi occhi chiari e maliziosi [...]
[...] . - Salute, Pietro - gli disse, con un bizzarro linguaggio, nel quale sul puro senese il dialetto sardo s'era impresso come la patina sull'oro; - che [...]
[...] cosa cerchi da queste parti? - Qualche cosa cerco! Dàmmi da bere, - rispose Pietro con un certo disprezzo. Il toscano gli diede da bere, guardandolo [...]
[...] lunghe file silenziose, rapivano il grano, egli, addormentato a bocca a terra, aveva sognato di sposare la fanciulla. Sabina era graziosa: bianca [...]
[...] sogno, aveva preso tempo per risolversi, e ancora non s'era deciso a dichiararle la sua simpatia... - Chi è questa Sabina? - domandò, guardando il [...]
[...] bicchiere vuoto rosso di vino. - Bah, non fare lo sciocco! La nipote di zio Nicola Noina! - disse il toscano. Egli dava il titolo di zio o zia, che i [...]
[...] forestiere. - si schermì il bettoliere, che aveva preso 8 in mano una specie di piumino di ritagli di carta e scacciava le mosche da un cestino di [...]
[...] frutta messo in mostra vicino alla porta. - Un forestiere vicino ne sa più di un compaesano lontano. Senza smettere di scacciare le mosche, il [...]
[...] ! E tu non battezzi il tuo vino? - esclamò Pietro, versando al suolo le ultime goccie dal bicchiere. Sentiva già un istintivo bisogno di difendere [...]
[...] , per amor proprio, il suo futuro padrone. - Nessun bettoliere, a Nuoro, vi dà il vino schietto come il mio - proseguì l'altro. - Domanda allo [...]
[...] stesso zio Nicola che se ne intende... - Ah, è vero, egli è un ubbriacone? - domandò Pietro. - Dicono fosse ubbriaco quando, il mese scorso, cadde da [...]
[...] badare alle cose sue. - E la moglie che donna è? - Una donna che non ride mai, come il diavolo. Una vanitosa. Il vero prototipo delle vostre [...]
[...] principalesse, che credono d'aver il mondo entro la loro cuffia perchè posseggono una vigna, un chiuso, una tanca, cavalli e buoi. - E ti par poco, piccolo [...]
[...] prodigo. Ma lo tengono dentro il pugno, così, veh, il povero zio Nicola! - Questo non m'importa - disse Pietro, guardando il pugno chiuso del [...]
[...] , spazza il cortile e la strada davanti al cortile. Una vergogna, per gente ricca come loro. - Lavorare non è vergogna. E poi, non dicevi tu, poco [...]
[...] provviste e il cassetto colmo di monete. È una donna schiacciante. Zio Nicola la chiama Madama reale. Non si degna neppure di uscire a prendere il fresco [...]
[...] sfondo ardente della straducola - lui, il padrone, non è superbo? - Oh, è un burlone ciarliero; niente altro. Si beffa un po' di tutti, e si mostra [...]
[...] il forestiere. - Pare che vadano d'accordo: del resto non fanno mai sapere agli altri i fatti loro. - Tu però sembri bene informato; quasi quanto [...]
[...] api all'alveare - riprese il toscano, con un bel paragone che fece sorridere Pietro. - Io ascolto e ripeto... - Quando avrò bisogno di saper qualche [...]
[...] venuto dal continente per sposarsi con una donna niente « specchio d'onestà ». Avrebbe voluto sapere altre cose, ma ebbe timore che il bettoliere [...]
[...] andasse poi a riferire le sue domande ai Noina, e si alzò. 12 - Spero rivederci, Pietro. Fa il contratto con zio Nicola, sai: è un buon uomo [...]
[...] disprezzo le catapecchie ammucchiate qua e là intorno allo spiazzo e lungo la straducola polverosa. Pietro spinse senz'altro il portone rosso [...]
[...] spinse la porta ed entrò. - Volevo parlare con zio Nicola. - Ora lo chiamerò. Siediti. Il giovane sedette davanti al focolare spento, e zia Luisa [...]
[...] uscì nel cortile e salì la scala col suo passo lento e grave. La cucina rassomigliava a tutte le cucine sarde: larga, col pavimento di mattoni, e il [...]
[...] letto di canne annerite dal fumo; grandi casseruole di rame lucenti, arnesi per fare il pane, spiedi enormi e taglieri di legno pendevano dalle [...]
[...] il lavoro di Maria. Dov'era a quell'ora la fanciulla? Forse era andata a lavare, nel torrente della valle, perchè durante il tempo che Pietro [...]
[...] stette lì ella non si lasciò vedere. Solo, dopo un momento, rientrò zia Luisa, bianca, impassibile, con la bocca stretta e il corsetto allacciato [...]
[...] nonostante il caldo soffocante; e il passo d'un uomo zoppo risuonò nel cortile. Appena il giovane servo vide la figura bonaria, il viso colorito e gli [...]
[...] occhi brillanti di zio Nicola, si rallegrò tutto. - Come va? - chiese il proprietario, sedendosi con qualche stento su una larga sedia di paglia [...]
[...] freddi, ella pareva un idolo egiziano, e incuteva una soggezione religiosa quanto il marito inspirava confidenza. - So che cercate un servo - disse [...]
[...] Pietro, spiegando e ripiegando la sua lunga berretta nera. - Se mi volete, vengo io. Finisco ora a settembre il servizio da Antoni Ghisu, e se volete [...]
[...] . Lavoro di giorno e dormo di notte. Rispetto il padrone, le donne, i bambini. Considero 15 come mia la casa ove spezzo il pane e bevo il vino [...]
[...] rabbioso - esclamò - e infatti mi pare che ti arrabbi, ora. Vuoi il bastone? Gli porse il bastone, accennandogli di bastonare qualcuno, e Pietro rise [...]
[...] rosicchiavo la cordicella e scappavo. Ma ben presto conobbi il dolore. Mia madre morì, il letto della nostra casetta sprofondò: conobbi il freddo, la [...]
[...] . - Questi pezzenti! Muoiono di fame e sognano di ammogliarsi! - pensava. - Basta, - disse zio Nicola, battendo il bastone sulla pietra del focolare [...]
[...] - ora parliamo del nostro affare e vediamo di combinare. E combinarono. II. Il quindici settembre Pietro entrò al servizio dei Noina. Era di [...]
[...] sera; una sera nuvolosa e tetra, il cui ricordo rimase impresso nella mente del giovine servo come il ricordo di un triste sogno. Le donne lo [...]
[...] accolsero con freddezza, quasi con diffidenza, ed egli si sentì triste quando entrò nella cucina ancora buia e attaccò il suo cappotto nell'angolo vicino [...]
[...] alla porta. Maria accese il lume e versò da bere al nuovo venuto. - Bevi, - gli disse, guardandolo acutamente - Salute a tutti, - rispose Pietro [...]
[...] : e mentre beveva il vino rossastro, il vino di media qualità riservato ai servi ed alle persone povere, anche egli fissò la giovane padrona. Così [...]
[...] adorna di filetti rossi. Le sua figura era elegante e pittoresca, nonostante la poca nettezza delle sue vesti da lavoratore. Anche il suo volto era [...]
[...] bellezza tagliava la delicata punta del naso, il labbro inferiore e il mento di Maria. Quando ella rideva, due fossette apparivano sulle sue guancie [...]
[...] . Zia Luisa, col corsetto allacciato e il capo avvolto nella benda gialla, preparava la cena; zio Nicola non era ancora rientrato. 19 Pietro [...]
[...] valle: tu sai dov'è? - chiese Maria. - Altro che, - rispose Pietro, sollevando la testa col solito gesto sprezzante. - Il chiuso confina con la vigna [...]
[...] Baddemanna, - disse la vecchia padrona. - Ci costa, e Nicola Noina ha speso, oltre che i suoi soldi, tutto il suo tempo per coltivarla; ma almeno sappiamo [...]
[...] che abbiamo una vigna! - Lo sappiamo, - rispose il servo, come una eco, ma con voce triste. - Verrò spesso a trovarti, - disse Maria, curvandosi [...]
[...] per deporre una bottiglia vicino a Pietro. Poi gli mise davanti, su uno sgabello, un canestro col pane d'orzo, il formaggio, un piatto con carne e [...]
[...] pomi di terra, e aggiunse: - Mangia. Ecco il babbo che viene. Nel cortile silenzioso s'udì il passo zoppicante di zio Nicola, e Pietro si rallegrò [...]
[...] continuò, poco animata. Dopo cena Pietro chiese il permesso di uscire; incontrò altri giovani paesani coi quali s'era dato appuntamento, e tutti [...]
[...] insieme formarono il coro del canto nuorese e andarono a cantare davanti alla porta delle loro innamorate. Anche Pietro volle cantare sotto le finestre [...]
[...] il ruscello, in fondo al podere, vedeva Maria vagare tra i filari delle vite, lassù, nella vigna illuminata dal sole ancora violento. Al di sopra [...]
[...] elci immobili pareva guardassero pensosi l'orizzonte opposto. Una vegetazione selvaggia copriva i fianchi della valle; tra il verde cinereo dei [...]
[...] fichi d'India e degli olivi brillava il verde smeraldino della vite, e la vitalba s'intrecciava al lentischio lucente. Qualche roccia, forse un [...]
[...] , in semplice gonnella d'indiana grigiastra, col bustino di velluto verde che appariva come una macchia un po' più morbida e viva fra il verde della [...]
[...] quasi maturo, spiccava con una canna i fichi d'India dorati. Come certi insetti verdi che prendono il colore del cespuglio ove son nati, ella pareva [...]
[...] il fico d'India, ella non sapeva nascondere le spine, e Pietro la guardava 22 con occhi torvi, accorgendosi che ella lo disprezzava, non solo [...]
[...] dignitosa: Pietro cominciava ad odiarla, e desiderava andarsene presto dal chiuso per non veder più il viso ipocrita e gli occhi scrutatori che lo [...]
[...] , vegliava, non toccava un solo frutto. Un giorno, in ottobre, mentre egli tagliava i pampini perchè il sole penetrasse meglio fino ai grappoli [...]
[...] , riparandosi gli occhi con la mano per guardar meglio verso il confine della vigna, dove s'allineavano i peri dalle foglie gialle, carichi di frutti [...]
[...] mosche, gli insetti nascosti tra i pampini, il picchio che batteva il becco sul pioppo bianco del ruscello, l'usignuolo che gorgheggiava sul noce [...]
[...] , le foglie che sussurravano, ogni pietruzza che rotolava sulla china, ripetevano le due buone parole. Solo nella serenità chiara del crepuscolo, il [...]
[...] giovine servo sentiva il suo cuore palpitare di gioia. Tutto ciò che v'era di torbido nella sua anima ardente e scontrosa dileguavasi come la [...]
[...] scintilla brillò tra il pioppo ed il noce, nell'acqua corrente. Pietro risalì verso la capanna, e si stese su un muricciuolo, con gli occhi perduti verso [...]
[...] soavemente la tinte dei pampini e 25 degli olivi, che il riflesso della luna spruzzava di perle. Un coro di grilli saliva dai cespugli: s'udiva il [...]
[...] vaghi, melanconici, sempre eguali, accrescevano il senso di silenzio e di solitudine dominante intorno al giovine servo. Egli sentiva inconsapevolmente [...]
[...] la dolcezza dell'ora. Il sonnolento benessere del riposo e del fresco, dopo una calda giornata di lavoro, gli copriva la persona come una coltre [...]
[...] d'uomo giovane, immagini di poeta contadino. - Verrà Sabina. - E il mondo dei sogni, dei desideri, delle immagini si allargava, si allargava in [...]
[...] grandi cerchi crepuscolari; il presente si confondeva con l'avvenire, il bisogno ardente di baci impetuosi con la speranza di mangiare un giorno [...]
[...] nello stesso canestro con la donnina bionda e buona massaia. - Ella verrà, - pensava il servo, con un brivido di voluttà. - Se quell'altra indiavolata [...]
[...] ci lascierà soli, io la prenderò e la bacerò così, come un pazzo. Ella ha la bocca fresca come una ciliegia... Il desiderio ardente si smorzava in [...]
[...] un sogno positivo: - Avremo una casetta, un carro, un paio di buoi: ella farà il pane, io andrò in qualche lavorazione per guadagnare di più [...]
[...] podere; ma a misura che le ore passavano, Pietro sentiva una inquietudine insolita. Verranno? Non verranno? Il sole varcò il centro del cielo, le [...]
[...] ombre degli ulivi cominciarono ad allungarsi. Ed ecco, il cane, legato sotto i peri dorati, cominciò ad abbaiare, ergendosi sulle zampe posteriori [...]
[...] cavalli che allungavano il collo per strappare qualche foglia dagli alberi. Pietro non s'era mosso, nonostante il suo vivo desiderio di andare incontro [...]
[...] alle fanciulle, ma il cuore gli batteva, e appena Maria varcò il limite della vigna egli si alzò e salutò. - Ebbene, Pietro, che nuove? - gridò [...]
[...] Sabina, tirando forte la corda del cavallo. - Da quando non ci vediamo! Egli la guardò fisso e le sorrise. - Dà qui, - disse, aiutandola a legare il [...]
[...] aveva cacciato il muso entro un cespuglio e si scuoteva tutto. Sabina era molto ben vestita, con un bustino di velluto rosso e la camicia bianchissima [...]
[...] ; il fazzoletto slegato lasciava scorgere il collo nudo, lungo e bianco, circondato da cordoncini di seta nera. La sua bellezza delicata e pura non [...]
[...] ' socchiusi, lo affascinavano. 28 Legato il cavallo, ella sedette per terra e si levò le scarpe. Il servo la guardava con insistenza, ed ella se ne [...]
[...] questa bestia infernale che ti somiglia. Egli non rispose. S'avvicinò e legò il cavallo. Un'ombra gli aveva oscurato il viso. Anche Maria si levò [...]
[...] le scarpe e ricominciò a gridare, incitando il servo a sbrigarsi. - Presto, presto. presto. Tu hai del tempo, Pietro Benu, ma noi abbiamo fretta [...]
[...] . Presto, che il diavolo ti comandi. Allora egli s'arrampicò su una pianta, con un cestino al braccio, e cominciò a staccare le pere. Le due cugine [...]
[...] coglievano i frutti dai rami bassi, e ridevano fra loro, ammiccandosi e spingendosi. Qualche volta tendevano il grembiule già a metà colmo e Pietro [...]
[...] lasciava cadere qualche pera meno matura che rimbalzava fra le altre. - A me, ora. - No, a me. - Sempre a te, - disse Maria, tendendo il suo [...]
[...] . - Sì, a te; attenta, te la butto sul seno! - egli rispose, sorridendo e fissando il viso sollevato dl lei. 29 Infatti il bel frutto maturo le [...]
[...] sfiorò il petto, balzò sul grembiale, ne fece cadere il contenuto. - Ah, - gridò Sabina, infantilmente spaventata, mentre Maria curvavasi giù a [...]
[...] raccogliere le pere cadute per terra. - Maria, non sgridarmi! Col viso tra il fogliame d'oro Pietro rideva come un bambino. Un momento si fermò e guardò [...]
[...] stato? - chiesero, sollevando entrambe il viso. - Ebbene, sono stato io! Esse risero, e per la prima volle Pietro s'accorse delle fossette di [...]
[...] , scivolando agilmente dal pero. Giunto a terra salutò l'albero spoglio facendo un segno di addio. - All'anno venturo, se vivremo! Maria gli tolse il cestino [...]
[...] . - Ho da dirti due parole, - egli rispose, abbracciando il tronco d'un altro pero. Ella capì, ella sapeva già quali erano queste « due » grandi e [...]
[...] misteriose parole. Ella le attendeva, e avrebbe volato udirle subito. Ma la cugina 30 ritornava. Un fugace rossore colorì il viso pallido [...]
[...] di salire verso il cielo. Sì, ella lo amava, poichè aveva arrossito e tremato. I loro occhi avevano parlato. De quel momento i due giovani non [...]
[...] risero, non scherzarono, non parlarono più. Pietro coglieva le pere dai rami alti; le due cugine quelle dei rami bassi. Qualche pera cadeva da sè. Il [...]
[...] sole attraversava il fogliame lucente, e i bei frutti, tiepidi e molli, profumavano l'aria d'intorno. Invano Maria cercò di riaccendere la [...]
[...] conversazione: gli altri due tacevano. Sabina, ridiventata pallida, non osava più sollevare il volto e nascondeva tra le foglie del pero le mani tremanti [...]
[...] ; Pietro, con le gambe aperte e i piedi appoggiati su due rami, sentiva nel viso tutto il calore del sole pomeridiano, e i suoi occhi pareva [...]
[...] fare il giro del podere, cugina? 31 - Sicuro, - rispose Sabina. - Vuoi girare anche te, Pietro Benu? - chiese allora Maria, deridendo il giovane [...]
[...] servo che s'affannava intorno ai cavalli scalpitanti. - Il diavolo vi raggiri, - egli rispose, indispettito. Le ragazze si misero a ridere, e [...]
[...] corsero via, giù per il piccolo sentiero soleggiato, spingendosi per le spalle. Non seppe veramente perchè, Pietro diventò triste. Seguiva con lo [...]
[...] sguardo le due cugine e le vedeva scendere giù per il sentiero, correndo e ridendo. Poi esse scomparvero fra le macchie e riapparvero vicino al [...]
[...] ruscello, coi loro corsetti colorati come fiori. Il riso sonoro di Maria si fondeva col rumorìo dell'acqua corrente: Sabina, curva sulla piccola [...]
[...] cascata sotto il noce, si lavò il viso e lo asciugò col lembo della sottana. A un tratto ella guardò in alto, lontano, verso il punto ov'era Pietro, e [...]
[...] , un aratro. E Maria, ora che sapeva il segreto del suo cuore, lo avrebbe continuamente deriso. 32 Quasi certo che le due ragazze si beffavano [...]
[...] di lui, Pietro volse le spalle indispettito e s'allontanò. - Addio, - gli disse Sabina, tirandosi dietro, su per la china, il cavallo carico. Egli [...]
[...] rideva di me; ella mi vuol bene. Ma io son povero, e il povero è come l'ammalato; ogni piccolo urlo lo fa soffrire. Basta, rimedierò. Ella verrà [...]
[...] falciuola spiccherò i grappoli ed ella li raccoglierà, ci diremo tante cose. Poi io l'aiuterò a caricarsi il cestino sul capo, e ci guarderemo: forse [...]
[...] nell'aria pura del primo crepuscolo: la brezza trasportava già, fino ai piedi di Pietro, le foglie cadute dai peri. III. Ma il giorno della [...]
[...] maliziosamente socchiusi, e scosse la testa. - Il padrone non glielo ha permesso. Poi Maria salì alla capanna per cuocere i maccheroni: a mezza china si [...]
[...] raccoglieva i grappoli spiccati da lui. 35 Ella si offese, si allontanò, e dal fondo della vigna cominciò a gridare: - Eccolo là, il puledro che [...]
[...] dà i calci; se sei di malumore, oggi, ebbene appiccati a quel fico come Giuda. Lo vuoi il legaccio della mia scarpa, di', tu, occhi da gatto [...]
[...] coi maschi desiderosi. Solo Pietro taceva, scontento, lontano. E nessuno si curava di lui. Due giovanotti presero a cantare, senza smettere il [...]
[...] si venne alla prosa, e verso il tramonto i due poeti rivali si azzuffarono. Solo allora Pietro sorrise, ma d'un sorriso quasi feroce; poi aggiogò [...]
[...] i buoi ad un carro colmo d'uva, slegò il cane, prese il pungolo. Una colonna di nebbia bianca saliva dietro la montagna, sopra i boschi di Monte [...]
[...] tingendo di violetto il tramonto melanconico. Varcando il rozzo cancello di rami che dava sullo stradale, Pietro non degnò neppure d'un ultimo [...]
[...] amava: altrimenti sarebbe venuta. Le altre donne, per il momento, gli riuscivano odiose; gli sembravano tutte civette, fatue, o sensuali o beffarde [...]
[...] vicenda. Niente; solo quei due vecchi stracci di zie curve sotto il peso d'una vita di miseria: due piccoli fantasmi senza voce. Egli si sentiva solo [...]
[...] . Quella sera lo stradale era animato più del solito; carri carichi lo attraversavano, lenti e gravi, seguiti o guidati dal conduttore che trascinava il [...]
[...] sopra delle roccie, fra i burroni che dominano il ponte di Caparedda. E le voci dei guidatori risuonavano sempre più sonore, fra il roteare monotono e [...]
[...] sordo dei carri pesanti. Pietro solo non cantava, istintivamente assorto in quella triste calma di crepuscolo autunnale: vedeva il solco dei carri [...]
[...] che lo precedevano, respirava l'aria umida, sentiva le voci melanconiche della valle, e la sua anima s'oscurava sempre più come il cielo e le cose [...]
[...] intorno. E, al solito, nessuno si curava di lui: solo Malafede, il lungo cane nero e scarno dalle reni tremanti e la fronte segnata da una macchia [...]
[...] bianca, lo accompagnava, serio, con la coda e le orecchie pendenti. Il cane seguiva il segno lasciato sulla polvere dal pungolo che Pietro si [...]
[...] trascinava dietro; ma ogni tanto guardava il giovane servo coi piccoli occhi rossi, dimenava la coda e sbadigliava con un piccolo guaito. - Che vuoi [...]
[...] ! Intanto, andiamo: sta buono. Il cane guaì più forte, sollevò le orecchie, un po' confortato. Non era la prima volta che servo e cane discorrevano [...]
[...] bettoliere toscano, il giorno dopo incontrandola non la guardo neanche in faccia, ed ella fa altrettanto. Cane e servo, servo e cane: è lo stesso. A un [...]
[...] . 39 Ella gli si avvicinò, fissandolo. - Prova! - lo sfidò. Egli strinse il pungolo in mano; poi scosse la testa col suo gesto sprezzante. - Non [...]
[...] è niente! - disse allora la ragazza. - Facciamo pace. Cos'hai Pietro Benu? Hai mangiato delle cavallette, oggi? Tè, Malavì; Tè, Malavì! Il cane [...]
[...] . E gli parve di non credere alle malignità della piccola paesana. Questo fu il seme. * * * La sera cadeva, sempre più vaporosa e melanconica [...]
[...] . Ecco le prime case di Nuoro, sopra gli orti erbosi; ecco, fra due muri alti, il viottolo ripido e sporco, dove Pietro doveva passare. I buoi [...]
[...] arrampicavano sul carro come scarafaggi. - Andate via o vi pungo, - gridò Pietro, feroce, agitando il pungolo. Malafede abbaiò; i monelli si ritrassero [...]
[...] verso il muro, urlando e ridendo. Una stella brillava sull'alto del viottolo, sopra le povere case velate dalla vaporosità della sera. Pietro [...]
[...] ... basta, neanche bisognava pensarci!.. Il suo sogno tormentoso lo riconduceva sempre a 41 Sabina. Ella sola poteva aver divulgato il segreto [...]
[...] , passava sull'alto del viottolo. Era lei? Ah, vederla, gridarle un'insolenza, un vituperio; chiudere così il breve sogno nato nell'aja, morto nella vigna [...]
[...] maritata, ora. - disse la donna; e mentre riempiva il grembiule di grappoli guardava Pietro coi grandi occhi neri cerchiati, pieni di un misterioso [...]
[...] languore. - Verrò da te, stasera, - egli insistè con voce ardente. - Prendi ancora, prendi: ti darei tutto, il carro, l'uva, il mio cuore... - Stà [...]
[...] , col suo bastone, il suo berrettone, il barbone rossastro di fiera addomesticata. 42 - Salute, Pietro Benu; stanotte canteremo un po' di [...]
[...] siete servo della vostra gamba, - disse Pietro con ironia. Zio Nicola volse il suo barbone roseo verso il giovine e sollevò il bastone. - Ah, tu [...]
[...] , padrone! Bisogna vedere chi è il padrone, fra me e te... Intanto erano giunti. Il cane, andato avanti, raschiava il portone con le unghie e guaiva [...]
[...] allegramente. Zia Luisa aprì. - Eccovi finalmente, - disse, gettandosi indietro sull'omero il lembo della benda. - E Maria dov'è? - È rimasta [...]
[...] indietro con le vendemmiatrici. - Poca roba! - disse zia Lisa, guardando con degnazione il carro dell'uva, mentre Pietro slegava i buoi - Poca roba [...]
[...] Noina, Pietro provò una sensazione dolorosa, come se un masso gli premesse 43 il cuore. Era avvezzo a svegliarsi pensando a due occhi dolci velati [...]
[...] sempre più nitida dell'alba invase la cucina. Poi Maria si tolse il fazzoletto, si lavò, e a testa nuda, con le maniche della camicia rimboccate [...]
[...] fino ai gomiti, preparò il caffè. Mentre la caffettiera sussultava forte sui carboni accesi, ella macinò il caffè, e solo allora parve accorgersi di [...]
[...] poco a poco questo vago piacere si fece intenso, ardente, diventò fascino, desiderio. Pietro sentì il sangue animarsi nella sue vene, caldo e [...]
[...] palpitante; ma appena egli ebbe coscienza del suo desiderio se ne vergognò, arrossì e chiuse le palpebre. 44 Per alcuni istanti non udì che il [...]
[...] rumore monotono della macinina del caffè, e gli parve un rombo risuonante entro il suo cervello. Maria gelosa della cugina povera? Ebbene, perchè no [...]
[...] desiderio provato il giorno della raccolta delle pere, ma sempre un po' crudele. - Ella è ricca, è ambiziosa, - pensava egli, ad occhi chiusi, - non [...]
[...] labbra. Ella non deve aver mai baciato uomo. Ed ora, anche ora mi guarda. Se mi alzassi e la baciassi? Maria continuava a macinare lentamente il [...]
[...] più neri e lucenti del solito, e il busto flessuoso e pieno si disegnava provocante nel corsetto slacciato. Pietro l'accarezzò tutta con lo [...]
[...] , doveva essere anche buona, era il frutto squisito serbato per la bocca d'un uomo ricco e distinto. - Ti sei svegliato? Stavo per chiamarti. Alzati [...]
[...] cortile per lavarsi con l'acqua del pozzo, mentre Maria batteva la mano sul macinino per scuoterne il caffè che vuotava entro la caffettiera bollente [...]
[...] . * * * Il sole era appena spuntato, che già il lavoro ferveva nel cortile e nella cantina. Si pigiava l'uva, e la fatica più grave toccava appunto [...]
[...] al giovine servo. Sotto la tettoia, sopra il grosso tinaccio nero, stava il pigiatoio, entro il quale Pietro, nude le gambe e le braccia, la testa [...]
[...] davanti al tinaccio, e 46 vuotavano entro il pigiatoio i cestini dell'uva scelta. Le chiazze violacee del mosto macchiavano le vesti e il viso un [...]
[...] gettavano nei cestini di canna che le donne si caricavano sul capo e vuotavano nel pigiatoio sui piedi saltellanti dl Pietro. Come il giorno prima [...]
[...] nella vigna, uomini e donne parlavano e ridevano gaiamente. Zio Nicola pareva il più spensierato di tutti. Il sole invadeva lentamente il cortile [...]
[...] api che la molestavano: le fanciulla imprecava, minacciava di chiamare zia Luisa, e poi rideva. - Vecchio vizioso, vi possa toccare il fuoco [...]
[...] punge il collo... - Lasciatela pungere, barba di caprone... Vuol dire che trova del miele. - Come, dall'ape ti lasci pungere e da me non ti lasci [...]
[...] incitate a lavorare? E cosa fa la padrona? - Che vuoi? Neppure lei sa cosa farsene di me! - sospirava il padrone. Invece di zia Luisa ogni tanto [...]
[...] veniva fuori Maria, con un fazzolettino giallo sul capo. La sua camicia e il suo corsetto verde smagliavano al sole e richiamavano lo sguardo di [...]
[...] Pietro. Egli guardava il bel viso di lei, le labbra lucenti aperte al riso, e una fiamma fugace gli attraversava la fronte. Ma se qualche volta ella [...]
[...] , inquieta per il disordine del cortile, e per le mosche che penetravano anche nella cucina, si avvicinava al tinaccio e al carro e sollecitava [...]
[...] in alto, che non si vedano le gambe... Una volta ella salì la scaletta e guardò entro il tinaccio; poi sollevò gli occhi e guardò tranquillamente [...]
[...] gambe; quando ho finito ho finito, - sentiva una strana gioia sollevargli il cuore. 48 Perchè? Che aveva in sè la giovine padrona, quel giorno [...]
[...] allacciato e la benda intorno al viso impassibile, preparava il desinare per i lavoratori: carne di pecora con patate. ln una pentolina a parte [...]
[...] una donna superba, ma in fondo sono buona. Soltanto... penso sia bene imporsi al mondo; altrimenti il mondo ci calpesta. - Sì, - continuò e [...]
[...] parte i ricchi, dall'altra i poveri. Far del bene, sì, questo lo approvo, ma non umiliarsi, non abbassarsi. Il povero Nicola, invece, si umilia [...]
[...] ereditato un po' dal padre; 49 non sente tutto il decoro della sua posizione; ma è tanto giovane, eppoi è anche furba. Ah, ella farà certo un buon [...]
[...] un laureato ricco, non uno di quelli che cercano un appoggio nella famiglia della sposa. A mezzogiorno la pigiatura era finita; il desinare pronto [...]
[...] . - Buon appetito, - disse il padrone, allungando la sua gamba. - Moglie mia, cos'è questo brodino che m'hai preparato? Almeno oggi che ho lavorato [...]
[...] di vitella? Maria gli porse il piatto desiderato. - Avete dei buoni denti, figliuoli miei, chè potete masticare questa roba qui; la carne del [...]
[...] Luisa, che neppure per mangiare s'era slacciato il corsetto. - Finiscila, chiacchierone. Appena si furono alquanto sfamati, i giovani ripresero a [...]
[...] scherzare. - Zia Luisa, me li prestate cento scudi? - diceva il giovinotto. - Se ti procuri una buona garanzia. - rispose la vecchia padrona [...]
[...] , proseguendo lo scherzo, ma senza scomporsi. - Eccola qui! - disse il giovine, battendo la mano sulla spalla d'una della ragazze, poverissima. Tutti [...]
[...] povertà. - La salute è il più bel gioiello; con quel pegno lì tu puoi trovare non cento ma mille scudi, - sentenziò zio Nicola, dall'alto della [...]
[...] sua sedia; la sua figura quasi maestosa, dal barbone jeratico, dominava il quadro. Maria, però, era diventata nervosa. 51 - Certo, - disse [...]
[...] mi assale il malumore... - Figuriamoci allora quando hai fame; ma già, tu non sai che cosa sia la fame, - egli aggiunse; e bevette, poi versò [...]
[...] di vino, e parecchie volte Maria passò con la caraffa in mano e si curvò per versare il vino nel bicchiere del servo. Egli beveva e diventava [...]
[...] vivacemente, sollevò ancora il bicchiere. Maria avvicinò la caraffa. - Ma io ho sofferto la fame, - egli disse, incoscientemente, già mezzo [...]
[...] , non lontano dalla porta della cucina. Il vino e il calore del meriggio gli davano una specie di febbre; il ronzìo delle mosche e delle api si fondeva [...]
[...] col ronzìo interno della sua testa in fiamme. Così egli vide il giovinotto e le ragazze andarsene e i padroni ritirarsi per far la siesta nella [...]
[...] loro camera. Maria rimase in cucina. Attraverso il suo dormiveglia da ebbro, Pietro udiva la giovine padrona andare e venire, rimettere in ordine la [...]
[...] cucina, macinare il caffè. E gli pareva di seguire 53 ancora con lo sguardo l'alta e attraente persona di lei. Egli aveva bisogno di [...]
[...] desiderare una donna, e ora che il suo amor proprio ferito respingeva la figura mite della povera serva, ora il suo desiderio lo spingeva verso la ricca [...]
[...] . IV. Per due settimane egli rimase in paese, aiutando zio Nicola a rimettere il vino nelle botti, o lavorando in un orto vicino; poi salì sulla [...]
[...] lei ad una spiegazione; ma a poco a poco anche questo desiderio dispettoso svanì. Per due settimane il cuore di Pietro tacque, ma assopito e [...]
[...] gonfio come la terra durante il periodo invernale. Qualche sera il padrone si tratteneva a lungo nella cucina ove già il fuoco ardeva, e invitava [...]
[...] allegro, però; Zente allegra il ziel l'aiuta, - diceva in italiano. - Una volta avevo le scarpe rotte; e pensai: appena incontro un proprietario, mi [...]
[...] levo una scarpa e gliela sbatto sul muso. Indovina chi ho incontrato! - Il padre di zia Luisa! - disse Pietro, beffardo. Il padrone lo guardò con [...]
[...] occhi brillanti. - Sei il diavolo, tu? Come hai fatto a indovinare? - gridò, battendo lievemente il bastone sulla spalle del servo. - Ma è davvero [...]
[...] resto il padrone si vantava sempre di atti più o meno eroici da lui compiuti durante la sua giovinezza, ed esagerava le sue avventure amorose: una [...]
[...] ... Questi discorsi esaltavano Pietro. - Se non ci fosse quel nibbio ingordo di zia Luisa... - egli pensava. E il vino, il tepore del fuoco, il [...]
[...] sposarsi bene, avere l'amore e la roba, questa è davvero la felicità! - Chi sposerà Maria? - egli pensava sovente. - Il tale, o il tale! Forse un signore [...]
[...] straniera, non girovaga come la razza di zio Nicola. - Se avessi un piccolo capitale! - desiderava. - Non so leggere nè scrivere, ma il senso [...]
[...] , col berretto ripiegato sotto l'orecchio. * * * Così venne il tempo dell'aratura e della seminagione del grano. Il terreno che Pietro doveva [...]
[...] e gli altipiani più deserti e melanconici del Nuorese. Il giovane servo doveva passare lassù tutto il tempo della seminagione, solo coi buoi e col [...]
[...] bettola del toscano, anche con la speranza di trovarvi la moglie, la facile Francesca. Ma nella bettola c'era solo il toscano tranquillo, curioso e [...]
[...] che Sabina ti ha dato corcofica (1). - Oh, va al diavolo, - disse Pietro, ridendo sinceramente all'idea che il toscano avesse tanta stima di [...]
[...] , ridendo sguaiatamente. - Di fichi secchi? Zia Luisa strinse la bocca, perchè non amava si scherzasse sulle sante cose, e Maria spalancò il [...]
[...] scherzo, perchè le donne di Lollovi sono le più misere del circondario; ora quasi si commosse e non osò guardare Maria. Il padrone lo accompagnò per un [...]
[...] anche a quella boriosa della padrona. Immerso nei suoi pensieri, di tanto in tanto egli pungeva forte il bue rosso dalla schiena coperta di chiazze [...]
[...] bianche, - segno evidente che la bestia era passata in luogo ove stava nascosto un tesoro, - e il bue rosso trottava pesantemente. Malafede abbaiava [...]
[...] per incitare l'altro bue, e così Pietro arrivò presto al sentiero dirupato che scende alla valle di Marreri. La giornata era umida e tiepida, il [...]
[...] cielo lattiginoso. Sulla punta dell'aratro, capovolto sul carro, il vomero brillava con un tenue splendore d'argento nuovo. Nella lontananza [...]
[...] devozione per il piccolo San Francesco, « Santu Franzischeddu », e, sebbene con poca fede, si fece il segno della santa croce. 61 Egli credeva in [...]
[...] aronzu (1), egli sentì bisogno di pregare, come una donnicciuola. Intorno a lui il paesaggio, sublime di tristezza, taceva sotto il crespuscolo [...]
[...] argenteo. Era un luogo desolato: prati melanconici sovrastavano alle chine coperte di folte macchie di lentischio, di ginepro, di cisto selvatico, il [...]
[...] cui verdissimo ondulare veniva qua e là rotto da roccie grigie e nere che nell'incerto crepuscolo davano l'idea di mostri pietrificati. Tutto il [...]
[...] preistorico. Pietro s'inginocchiò per terra, si fece il segno della croce e pregò: gli sembrava d'essere in una chiesa senza pareti; le stelle ardevano [...]
[...] sull'orizzonte, ceri lontani accesi da spiriti invisibili: il ginepro esalava un odore d'incenso. Pietro aveva paura come se stesse per morire: una [...]
[...] malattia mortale s'era sviluppata in lui, ed egli ne sentiva tutto il pericolo. 62 - Dio mio, San Francesco mio, toglietemela dalla mente [...]
[...] . Misericordia di me; toglietemela dalla mente. Ella non fa per me, e il mio desiderio può farmi commettere delle pazzie... Anima della madre mia, aiutami [...]
[...] stelle. * * * Sì, dopo la sua partenza, dopo il segno di croce col quale egli aveva salutato il « piccolo San Francesco » per renderselo amico e [...]
[...] gliela rimettevano dentro il cuore, gliela offrivano tutta, più seducente e bella che mai. Arrivò un momento in cui egli non ebbe più la forza di [...]
[...] , andando lentamente dietro i pazienti buoi rossi che trascinavano l'antico aratro sardo. Giunto alla fine del lungo solco batteva il pungolo sul fianco [...]
[...] tristi, e le loro narici nere fumavano come fumava la terra smossa. Il profilo dell'alta persona del servo spiccava tra i vapori violacei della sera [...]
[...] , contribuiva a render più intenso il raccoglimento del giovine lavoratore. La passione smuoveva il suo cuore come il vomere la terra: e come la terra egli [...]
[...] non se ne domandava il perchè. Qualche volta si disperava ancora, ma non invocava più l'aiuto di San Francesco o dell’anima beata di sua madre [...]
[...] di Lollovi con un canestro colmo di formaggio sul capo e una gallina in mano, attraversavano il sentiero a fianco del terreno lavorato da Pietro [...]
[...] . Un saluto semplice, rozzo, animava per un attimo la solitudine; poi il cavallo si perdeva fra i ginepri, la donnicciuola fra i radi olivastri del [...]
[...] pendio; poi ancora silenzio. E Pietro lavorava e sognava, sotto il cielo autunnale sempre ineffabilmente triste e velato dalle nebbie grigio-rosate [...]
[...] . Anche per mangiare si ritirava lassù: qualche giorno faceva cuocere delle patate, altre volte si contentava di abbrustolire il pane sul quale [...]
[...] come il fuoco profumato del ginepro illuminava e rallegrava la capanna desolata. * * * La terra fu tutta arata e quasi tutta seminata. L'inverno [...]
[...] lucido e freddo dissipò le nebbie autunnali. A giorni pioveva, ma per lo più il tempo mantenevasi freddo e asciutto. La tramontana sbatteva le sue [...]
[...] grandi ali ghiacciate, su dai monti d'Orune; Pietro spandeva intorno a sè la semente che il vento portava lontano e la terra accoglieva sempre [...]
[...] avremo finito il lavoro. Verrà Natale; canteremo con zio Nicola e ci prenderemo una sbornia solenne. 66 A voce alta non osava dire altro; ma [...]
[...] siccome non poteva più star zitto, si metteva a cantare. Cantava a voce spiegata, qualche volta cercando di ripetere anche il coro che accompagna i [...]
[...] amore capriccioso e sensuale, inspirato alla giovine padrona dal servo bello e ardito, ma il sogno d'una gioja ignota, al di là di ogni desiderio [...]
[...] della valle, perchè giusto in quei momenti di speranza, quando egli tornava puro come un fanciullo e il pensiero di Maria lo faceva arrossire [...]
[...] , l'immagine ardente di lei, che di solito lo accompagnava, migrava lontano, tornava nella cornice della casa paterna. * * * Ma a misura che s'avvicinava il [...]
[...] giorno del ritorno, il senso della realtà riafferrava il giovine innamorato. 67 Qualche viandante gli portava le notizie dei suoi padroni, e [...]
[...] alla gamba. - E il medico cosa dice? Possibile che egli non trovi un rimedio? - Eh, altro che vorrebbe trovarlo: tanto più che, dicono, vuole [...]
[...] sposare Maria. - Che, il medico? Ah, ah, ah! - Perchè ridi? - Perchè la mia padrona non sposerà certo un medico. - Sposerà il figlio del re, allora [...]
[...] il suo lungo lavoro. Intorno a lui anche la terra taceva, addormentata in un riposo fecondo. La sera cadeva; grandi nuvole bluastre macchiavano [...]
[...] il cielo pallido: piegato sulle ginocchia, Pietro stette a lungo immobile, con gli occhi chiusi, formando una macchia stessa, una cosa stessa con la [...]
[...] pietra su cui stava seduto, con le onde brune della terra smossa che lo circondava. Dormiva. Dormì così a lungo, come il granello fra le zolle [...]
[...] , Malafede non mancava di abbaiargli contro, forse credendolo l'occhio maligno di un ladro. V. Maria, a quell'ora, dormiva il suo sonno pieno e [...]
[...] Pietro. Sabina aveva lasciato il servizio, e aiutava le sue ricche parenti a fare il pane e i dolci di pasta, sapa e uva passa, che ogni buona [...]
[...] massaia nuorese non manca di preparare per la festa di Tutti i Santi. Fin dall'alba Maria accese il forno, preparò la farina lievitata, le mandorle [...]
[...] , la sapa e il miele; 70 poi venne Sabina, e tutte assieme, le due cugine e zia Luisa, gramolarono la pasta, inginocchiate per terra intorno ad [...]
[...] pareti e sul pavimento. Dopo una notte di pioggia ritornava il sereno autunnale; per tutto il vicinato intorno alla casa dei Noina, rinfrescato e [...]
[...] cantavano ancora, le galline erranti per le viuzze scuotevano le ali umide, fregavano il becco per terra, sui ciottoli bagnati e lucenti, lo immergevano [...]
[...] : dalla sua bella gola dorata il riso sgorgava come il canto dalla gola d'un uccello. Anche Sabina scherzava e rideva: raccontava che il suo ex-padrone [...]
[...] mano bianca di pasta per raccogliere sotto il fazzoletto i capelli che le coprivano la fronte. Qualche volta, per il troppo ridere, le due cugine [...]
[...] rallentavano il lavoro; allora zia Luisa apriva la piccola bocca sdegnosa e diceva severamente: - Le fanciulle oneste non si vantano di certe cose [...]
[...] , guardava se la pentola bolliva e riattizzava con un lungo bastone il fuoco del forno. Mentre le tre donne impastavano la farina con la sapa per [...]
[...] farne dei piccoli pani dolci, rientrò zio Nicola, ch'era stato alla bettola per bere il solito bicchierino di acquavite, e portò una notizia [...]
[...] interessante: - Ho visto passare un prete che recava la santa Comunione ad un malato, laggiù, al Corso. Ho domandato chi era il malato grave e mi dissero [...]
[...] ! - Davvero? - chiese Maria. - Sciocchezze, - gridò zio Nicola. - Favole da donnicciuole. - Il marito di zia Tonia era un ladro famoso morì in reclusione [...]
[...] il bastone contro il forno. - Storielle! Intanto quella povera vecchia ha solo una catapecchia e un pezzetto di terreno con due macchie di [...]
[...] ? - gridò zio Nicola, curvandosi per riattizzare il fuoco del forno. - E poi Pietro rifiuterebbe forse l'eredità: l'eredità di un ladrone! È onesto [...]
[...] , Pietro! - Ma egli vive con la zia, quando non è al servizio, - osservò Maria. - Ma lasciate stare il fuoco, babbo: ecco che il fumo vien tutto fuori [...]
[...] il breve colloquio nella vigna, l'avesse trascurata e quasi disprezzata. Però, chi mai conosceva l'avvenire? Forse Pietro, diventando erede di una [...]
[...] , attizzando ogni tanto il fuoco, nonostante le proteste di Maria. Fra le altre cose egli raccontò la storia del marito di zia Tonia Benu, un [...]
[...] un famoso ladro; l'anima sua non fu accolta neppure nell'Inferno, ed ora vaga per il mondo, assieme con altri sette spiriti di preti malvagi, coi [...]
[...] . Tutto ciò che vedeva era suo. « Passava vicino ad un gregge, adocchiava la più grossa pecora e il giorno dopo questa spariva; pareva che egli [...]
[...] rubasse con gli occhi. Una volta passò vicino ad un ovile e adocchiò una grossa pecora nera di razza spagnuola: il pastore lo vide, e per sottrarre la [...]
[...] pecora nera agli artigli del ladro la uccise, la sventrò e l'appese ad un ramo della capanna. Ma il ladro trovò il modo di farla sparire egualmente [...]
[...] quali dava forme interessantissime: anelli, scacchi, piramidi, croci e persino cappelli da prete. Zio Nicola s'arrabbiò, battè il bastone contro il [...]
[...] risponderò io con questo qui. E brandì il bastone, pronto a colpire i calunniatori del suo servo. 75 Verso il tramonto le donne smisero di lavorare [...]
[...] , dopo aver deposto il pane e i dolci entro i canestri d'asfodelo: la cucina calda odorava di sapa e d'uva passa colta. - Ora dovrei andare alla [...]
[...] aveva colmato di pane e dolci il grembiale. Nella casetta di Sabina la vecchia nonna filava, badando alla piccola mola tirata da un asinello [...]
[...] grigio bendato e silenzioso. La pietra della macina, l'asinello e il viso affumicato di zia Caderina avevano lo stesso colore cenerognolo, e parevano [...]
[...] L'asinello s'era fermato, come per ascoltare, e zia Caderina gridò invano: - Va, va! Solo quando le due cugine furono uscite l'animale riprese il suo [...]
[...] presso il rigagnolo annusarono i piedi della piccola serva bruna, poi, invece di bere, continuarono a rincorrersi fra i cespugli. Il guardiano [...]
[...] cominciò a fischiare per richiamarle; il monello cessò di sputare, e così le donne finirono di riempire le anfore, e venne il turno delle due cugine [...]
[...] Benu; il che veramente non accadeva troppo spesso. - Ad ogni modo, - insistè, - egli tornerà presto? - Ma non so. Egli disse che sarebbe tornato [...]
[...] . - Dopo quel giorno... ho sempre atteso. Quando lo sento nominare, vedi, il cuore mi batte forte. Se egli almeno si spiegasse!... - E poi? - insistè [...]
[...] Maria, pensierosa. - Pietro è un bravo giovine. E poi è anche bello! E poi, se la zia gli lascia il suo avere... - Che mi importa? Io voglio lui [...]
[...] vedeva la vecchia nonna che filava ancora e il vecchio asinello che girava sempre intorno alla mola. Maria sentì un impeto di compassione, rivedendo [...]
[...] il melanconico quadretto. - Povere creature! - pensò, guardando la vecchia e l'asinello; - stanno sull'orlo della fossa e lavorano ancora. Che [...]
[...] oscurità sempre più densa della sera. Le pareva di prender la cugina e il servo sotto la sua protezione, con benevola pietà da regina. E avrebbe [...]
[...] , spingendoli rapidamente al ritorno. Il vomero era consumato, il carro colmo di radici dl lentischio. Nonostante la sua fretta e la sua ansia, il giovine [...]
[...] leggesse sul volto i sentimenti che lo agitavano: il braccio gli cadeva inerte, il pungolo cessava la sua opera crudele; allora i buoi rallentavano [...]
[...] il passo e Malafede frugava qua e là per le macchie imbrullite, nere o rosee come mucchi di carboni semispenti. Soffiava la tramontana acuta; il [...]
[...] cielo basso e plumbeo prediceva la neve; ma Pietro sentiva un calore interno ardergli il petto: le sue mani 82 nere scottavano, una vena gli [...]
[...] , un cerchio ardente gli stringeva la fronte, e la pulsazione continua alla tempia sinistra sembrava il picchiare di un martello che fermava quel [...]
[...] rientrò in paese. Nonostante il suo desiderio di attaccar discorso con qualcuno, non si fermò, non salutò i pochi passanti, finchè non giunse alla porta [...]
[...] dei suoi padroni. Il roteare del suo carro riempì la straducola con un rumore da torrente. Malafede si slanciò in avanti, con la coda dritta, e [...]
[...] abbaiò. Passando davanti alla bettola illuminata, Pietro intravide, dietro il banco, il viso soave e ardente 83 della bella Francesca, e un [...]
[...] egli avrebbe voluto sacrificare ben altro che un desiderio impuro! Il portone era chiuso: egli picchiò col pungolo, e subito, nel silenzio improvviso [...]
[...] questa supposizione, che pure egli sentiva vana, gli riempì il cuore di gioia. Malafede fiutava e raspava il portone; e come tardavano ad aprire [...]
[...] sera. - disse, spingendo i buoi dentro il cortile. E solo quando zia Luisa si volse per chiudere il portone, egli guardò la giovine padrona e le [...]
[...] i buoi e rimesso a posto il carro, entrò in cucina, dove Malafede fiutava ogni angolo. - Macchè! macchè! Ho avuto un po' di febbre, queste ultime [...]
[...] sere, ma come dice Maria, la mia pelle non è fina tanto da risentirsi di simili cose. E il padrone dov'è? - Febbre! febbre! Febbre interna, forse [...]
[...] chinò gli occhi, tanto il sorriso di lei gli faceva male. Ah, quanto, quanto ella era lontana da lui! Lontana come una donna savia da un pazzo, al [...]
[...] Pietro, che si era alzato 85 rispettoso e sorridente, rise e battè il bastone per terra. - Ah, bravo, - disse, sedendosi al posto di zia [...]
[...] voi potreste passare questa notte coi vostri amici. - Alla larga! - gridò il padrone, allargando le braccia. - Gli amici vengono, oggi per bere il [...]
[...] vostro vino, e parlar male di voi domani. Il miglior amico è il servo fedele. Ed anche il cane, non dico: qua' Malavì! Diavolo, sei brutto come un [...]
[...] caraffa e il bicchiere. - Tu non andrai alla messa? - domandò Pietro. - Io? Io no, davvero! Me ne vado subito a letto, appena avrò cenato. Io non ho [...]
[...] da incontrare nessuno, alla messa. E anche voi, babbo, fareste bene d'andare a letto... Pietro non udì ciò che il padrone rispose. Maria non aveva [...]
[...] guardò con riconoscenza, e bevette quasi con voluttà il vino offerto da lei. - Le donne vanno a letto; tanto meglio, - riprese il padrone. - Di notte [...]
[...] le donne non devono far altro che andare a letto; questa è la mia opinione. Noi, dunque, Pietro Benu, chiuderemo il portone e non apriremo neanche [...]
[...] se viene il diavolo. Accenderemo un gran fuoco, metteremo accanto a noi una bottiglia di vino, e canteremo... - Ma io non so cantare, - osservò [...]
[...] amici miei sono il servo, il cane, il bastone! Sì, anche il bastone! Ecco però un amico che l'anno scorso non avevo! - concluse, rattristandosi e [...]
[...] chinando il capo. Ma tosto lo sollevò, scosse il barbone. - Ebbene, se anche tu non vuoi restare, va' pure! Canterò da solo! - Resterò, resterò [...]
[...] sua presenza come in quella sera fredda sentiva il calore piacevole del fuoco. 87 * * * Ecco, il servo mise tre grossi tronchi sul focolare [...]
[...] , e spiegò due stuoie di giunco sul pavimento caldo; il padrone preparò due bottiglie di vino, una delle quali, più rossa dell'altra, risplendeva [...]
[...] riflettendo la fiamma; e la scena omerica cominciò. Zio Nicola e il servo sedettero sulle stuoie, e il padrona sollevò una delle bottiglie, guardandola [...]
[...] attraverso la fiamma. Poi guardò così anche il bicchiere, entro il quale al riflesso del fuoco il vino scintillava come rubino; e cominciò a [...]
[...] cantare. « Questo è il sangue ardente della botte, e bevendolo noi scaldiamo il nostro cuore. Beviamo, dunque, e riscaldiamoci, poichè fuori cade la [...]
[...] neve ed anche su di noi cade la neve degli anni. Non fidarti, tu, giovinotto; anche per te passeranno gli anni, il tuo cuore diventerà freddo e [...]
[...] occorrerà molto vino per riscaldarlo. Cosa ne dici, tu? » Pietro rispose: « Il mio cuore è già freddo, perchè io sono un povero servo e nessuna donna [...]
[...] mi guarda, e nessun piacere può sorridermi. Io bevo, ma neppure il vino può riscaldare il mio cuore ». « Tu sei un bugiardo e un vanitoso [...]
[...] non ti sorridono. Ora ti proverò il contrario... ». Fuori soffiava una violenta tramontana; grandi nuvole, chiare e dense, come enormi blocchi di [...]
[...] neve, s'avanzavano dai monti d'Orune: qualche falda di neve cominciava a cadere; nessun rumore, tranne il soffio rabbioso del vento, giungeva fino ai [...]
[...] cantavano ancora; le bottiglie erano vuote, e il loro splendore era passato negli occhi dei due cantori. Qualche volta Pietro riusciva a comporre [...]
[...] gli pareva di non essere ubbriaco, e che non lo fosse neppure il padrone; e la confidenza che zio Nicola gli dava lo rendeva felice e ardito. E [...]
[...] . Nascose il viso fra le mani, pensò a lungo: ad un tratto staccò le mani dal volto ardente e fissò come un pazzo, attraverso le dita aperte, lo [...]
[...] , abbassando le mani. Ma zio Nicola, col capo reclinato sulla mano, non rispose. Pietro lo guardò e si accorse che il padrone dormiva. Allora avvenne in [...]
[...] , scrollando il capo col suo gesto sprezzante. - Dormiamo, dormiamo... Si sdraiò sulla stuoia, poi si sollevò e guardò ancora il padrone. - Non [...]
[...] orecchie gli ardevano, le palpebre, sebbene pesanti, non volevano chiudersi del tutto: striscie rosse solcavano le pareti, il letto, il pavimento [...]
[...] tutto scoppiava e si sperdeva in mille e mille scintille d'oro. Era il fuoco che scoppiettava. 91 * * * - Che bel cantare avete fatto stanotte [...]
[...] ! Meglio un bandito che un ubbriacone! - Ebbene, - disse a un tratto il servo, guardandola, - io non mi ubbriacherò mai più, te lo prometto! Queste [...]
[...] bettoliere: stette lì a chiacchierare e a difendere i suoi padroni, dei quali il toscano parlava male. Nei giorni seguenti egli lavorò in un orto [...]
[...] sentiva uno smarrimento di desiderio. Discorsi quasi puerili si svolgevano tra la vecchia padrona e il giovine servo: zia Luisa vantava la sua roba [...]
[...] , Pietro si divertiva a lodare la roba degli altri. - Ho visto oggi il servo di Franziscantoni Careddu: scendeva all'abbeveratoio coi buoi del padrone [...]
[...] che non distingui il bestiame bello dal bestiame brutto. Il mio giogo, devi sapere, costa cento scudi sonanti... Ed ecco zio Nicola rientrava [...]
[...] trascinando le sue gambe e battendo il bastone per terra: al solito era mezzo brillo e pretendeva che Pietro cantasse con lui una gara estemporanea. Per [...]
[...] contentarlo Pietro cantava, ma si seccava, tanto più accorgendosi che anche le donne si annoiavano. - Fatemi il santissimo piacere di finirla [...]
[...] . - disse Maria una sera, sollevando il viso, indispettita. - Almeno tu, Pietro, finiscila! - Donnicciola! - gridò zio Nicola, sollevando il bastone [...]
[...] . Maria glielo strappò di mano e si mise a ridere. A un tratto però vide che Pietro, improvvisamente ammutolito, le guardava il collo con uno sguardo [...]
[...] da pazzo: e portandosi la mano al petto s'accorse d'aver la camicia sbottonata. Senza dubbio Pietro vedeva il neo bruno con tre peli d'oro, grande [...]
[...] quanto una lenticchia, che ella aveva un po' sotto la fossetta della gola. Ella rimise entro l'occhiello il bottone d'oro della sua camicia, ma [...]
[...] scherzò oltre; chiese del vino forte e bevette due bicchieri uno dopo l'altro. Maria Franzisca era tornata al banco, ma Pietro s'accorse che il [...]
[...] accennava a ritirarsi. - E la padrona? - domandò Pietro, attaccando il suo cappotto al solito chiodo. - Si sentiva stanca, è andata a letto. E il [...]
[...] babbo dov’è? - domandò Maria serenamente, senza neppure sollevar la testa. - Rientrerà tra poco; l'ho lasciato con Salvatore Brindis, - mentì il [...]
[...] servo, che staccò il cappotto dal solito chiodo e lo appese allo spigolo della porta. Egli non sapeva che fare per nascondere il suo turbamento; si [...]
[...] , col ditale di argento sulla punta del dito medio, aumentava la sua commozione. Uscì nel cortile e cautamente chiuse il portone, affinchè zio [...]
[...] Nicola, rientrando, non sorprendesse il colloquio pericoloso che egli voleva aver con Maria. La notte invernale era limpida e fredda; la luna [...]
[...] illuminava il cortile, dove le zappe e i vomeri brillavano come fossero d'argento; l'orologio di Santa Maria suonò le ore, con lunghe vibrazioni tremolanti [...]
[...] : tutto era silenzio e gelo. Solo il cuore di Pietro ardeva e tumultuava. Egli afferrò un grosso tronco nero coperto di musco gelato, lo sollevò [...]
[...] . Pensava confusamente che gli sarebbe stato facile alzarsi, balzare sulla giovine padrona e cogliere sulle sue labbra il bacio che egli desiderava [...]
[...] come il febbricitante desidera un frutto fresco; ma non osava muoversi. Per un po' i due giovani tacquero; poi Maria, vedendo Pietro seduto quasi [...]
[...] ai suoi piedi, disse una cosa che lo colpì e lo turbò maggiormente. - Pietro, ti aspettavo. Ho da dirti una cosa. Egli sollevò il viso e la guardò [...]
[...] così trascurata? Ella ti vuol bene... Che dici tu? Maria non smise il suo lavoro; parlava con calma, e non dimostrava d'interessarsi oltre misura [...]
[...] 98 alla causa da lei perorata; neppure si scosse per il prolungato silenzio di Pietro. Egli non sapeva che dire; pareva colto da stupore e [...]
[...] fissava gli occhi quasi smarriti sulla fiamma che cominciava a lambire il tronco, il cui musco s'era già tutto incendiato come una minuscola brughiera [...]
[...] l'ardore che ora lo bruciava era come il fuoco che si sarebbe spento solo dopo aver incenerito il tronco. Finalmente Maria sollevò la testa, ma senza [...]
[...] troppa curiosità. Prese il rotolo del refe, fece scorrere il filo attraverso le dita, lo ruppe coi denti, e mentre infilava l'ago sollevandolo verso la [...]
[...] sguardo disperato. Quella sera Maria era più bella del solito, o almeno tale appariva al servo. La tela ch'ella cuciva le copriva il grembo e cadeva [...]
[...] fino al pavimento; la camicia di lei, bianchissima, aveva riverberi di neve; fra tutto questo candore il collo di lei pareva più roseo, e il viso [...]
[...] più affascinante: e la fiamma del lume e il chiarore del fuoco la circondavano d'una luce suggestiva. Gli angoli della cucina si perdevano [...]
[...] segreto! Ma Pietro ebbe un'astuzia da innamorato. - Le parlai in segreto! Ebbene, sì, è vero, - disse, chinando gli occhi e prendendo in mano il [...]
[...] bastone di ferro bucato, che serviva per soffiare e attizzare il fuoco. - È vero, si? Vedi dunque, Pietro... Egli fece un segno sulla cenere con la [...]
[...] punta del bastone. - Sì, dissi a Sabina che dovevo confidarle una cosa... ebbene, sì, il mio amore... ma non per lei, per un'altra donna. Volevo [...]
[...] , chinando il capo, col gomito sul ginocchio e il dito col ditale sulle labbra. Pietro provava un'angosciosa sensazione di paura; eppure in quel [...]
[...] momento non ricordava affatto zio Nicola, zia Luisa, e che egli era il servo della donna alla quale stava per svelare la sua passione insensata. Maria [...]
[...] , senza stupore, senza indignazione; ma arrossì e rise. - Scherzi, Pietro Benu? Egli riacquistò subito il senso della realtà; ricordò ancora il padrone [...]
[...] , la padrona, la distanza sociale che lo separava dalla bella fanciulla beffarda, alla quale aveva finalmente aperto il suo cuore; ma non ebbe più [...]
[...] paura. Oramai erano di fronte: il segreto non li separava più, e un istinto selvaggio animava Pietro come doveva animare l'uomo primitivo davanti [...]
[...] oltre il gusto di ascoltarlo. Con ostentata lentezza ripiegò la tela, ficcò l'ago nel rotolo del refe, si tolse il ditale e si dispose ad andarsene [...]
[...] , svincolandosi. Egli le recinse la vita con un braccio, avvicinò il viso di lei al suo e la baciò sulle labbra; poi la lasciò. Tremava tutto, e come [...]
[...] sarebbe andato? La sua vita, ormai, non aveva più scopo. Rimise in ordine il cucito di Maria, ch'ella nella fuga aveva lasciato sparso per terra, e [...]
[...] sedette sulla scranna, aspettando il ritorno del padrone. - Appena rientra gli racconto tutto, poi vado via. Ebbene, egli forse mi perdonerà. Gli dirò [...]
[...] : sono uomo anch'io; la passione mi ha tolto il senno. Voi che siete uomo di mondo, padrone mio, 104 voi che stasera stessa avete peccato [...]
[...] nell'atto del bacio, gli serpeggiò per tutta la persona. Allora, nonostante tutti i suoi timori e le sue incertezze, chinò il viso fra le mani e si [...]
[...] sprofondò in un sogno di amore: aveva qualche cosa da ricordare, e fra il ricordo e il desiderio, entrambi disperati, la sua passione diventava [...]
[...] più che mai folle e feroce. VIII. Maria pianse di rabbia e d'umiliazione, ma poi il sonno profondo della giovinezza la vinse e le raddolcì il [...]
[...] , la sollevarono, la strinsero. Era Pietro. Come aveva fatto la sera prima, egli avvicinò il viso di lei al suo, tenendole la testa ferma con la [...]
[...] veramente baciata, ella confuse l'impressione della realtà con quella del sogno: un senso di dolcezza mai provato le invase il cuore. Ma subito dopo [...]
[...] sopraggiunse la reazione. Pietro Benu, il suo servo, l'aveva baciata! Ella era stata baciata da un servo! Vergogna suprema! Non esistono [...]
[...] stette lungamente a guardare nel cortile silenzioso. Nuvole scure salivano sull'orizzonte e coprivano il cielo freddo e chiaro; un gallo cantava [...]
[...] , Malafede abbaiava nel cortile. Maria si sentì triste e contrariata, dimenticando alquando la sua sgradevole avventura per ricordarsi che doveva fare il [...]
[...] bucato! Con quel tempaccio lì! Venisse una buona volta il bel tempo: il cortile ritornerebbe pulito e gaio come una sala, la campanula [...]
[...] rifiorirebbe. E Pietro non starebbe più in paese; ritornerebbe in campagna, passerebbe il tempo a mietere e raccogliere il grano: ella, certo, non andrebbe [...]
[...] più a trovarlo! Ella sospirò, ricadendo nel ricordo della scena accaduta la sera prima, e quasi per sfogare il suo dispetto si mise a rifare il letto [...]
[...] camera attigua. Allora ella uscì nella scaletta e scese nel cortile. Il finestrino della porta di cucina era aperto, ma non si udiva alcun rumore [...]
[...] . Che Pietro fosse uscito? L'idea che il giovine, per non subire lo sfratto minacciato da lei, se ne fosse già andato, le sollevò il cuore. Ma entrando [...]
[...] notte insonne e tormentosa; non aveva neppure spiegato la stuoia, e al barlume livido che penetrava dal finestrino il suo viso appariva pallido come [...]
[...] il viso di un malato. - Egli non ha dormito, - pensò Maria; e suo malgrado, provò pietà di lui. Le parole di Pietro le tornavano in mente. « Non [...]
[...] , umiliazione, pietà, desiderio di vendicarsi, desiderio di non provocare il servo, ed anche una certa soddisfazione d'amor proprio, le agitavano il cuore [...]
[...] : guardava con disprezzo il viso pallido del dormente; ma, senza volerlo, i suoi 109 occhi si fermavano sulle labbra di lui, e sentiva ancora [...]
[...] sulla bocca il gusto dei baci ch'egli le aveva dato in sogno. Intanto accudiva silenziosamente alle faccende solite; non voleva svegliare il [...]
[...] giovine, ma non sapeva se per vergogna di farsi rivedere da lui, o per non interromperne il sonno... Ma Pietro dovette sentire la presenza di lei [...]
[...] , perchè, mentr'ella frugava fra la cenere cercando una brage, egli si svegliò di soprassalto e la guardò spaurito. - Perchè hai lasciato spegnere il [...]
[...] fuoco? - disse Maria, senza guardarlo. Egli si sollevò, s'inginocchiò e si curvò per riaccendere il fuoco. - Poco fa ardeva ancora... non so come s'è [...]
[...] ... Egli dunque non ha mai dormito fino a poco fa, - pensò Maria, ritta presso il focolare. Egli battè l'acciarino sulla pietra focaia e riaccese il [...]
[...] appena troverò una scusa. Tu sei tanto buona e mi perdonerai: io non solleverò più gli occhi per guardarti... Ella gli volse le spalle, e per il [...]
[...] , allacciandosi il corsetto che di solito le donne nuoresi, quando stanno a casa, tengono slacciato. - Io vado a veder le maschere. - Faresti meglio [...]
[...] invano una dichiarazione amorosa da parte di Francesco, ed ora non l'aspettava più. D’altronde il giovine proprietario non le piaceva affatto; le [...]
[...] il giovine fidanzato venne a cercare zio Nicola, e guardandolo bene, Maria provò una strana impressione; le parve che egli si rassomigliasse [...]
[...] 112 a Pietro. Non seppe perchè, ella sospirò, e per tutto il giorno provò una vaga tristezza. Qualche volta anche in lei, non impulsiva nè di [...]
[...] dove l'amore soltanto regnava, l'amore che domanda la bellezza e la forza, la dolcezza e il piacere, e non la ricchezza e le altre vane doti dell'uomo [...]
[...] avviò versa la scaletta. Egli la seguì, ma timido e rispettoso. - No, fammi vedere almeno il tuo viso, Maria; vieni un momento in cucina, poi me [...]
[...] contento; se vuoi, vado via. - No, è meglio che tu resti; possono averti veduto. Aprirai tu, quando il babbo ritorna... Buona notte. Ella uscì e appena [...]
[...] ancora e non potè riaddormentarsi. Ma una gioia fino allora ignota le gonfiava il cuore al pensiero che fra pochi istanti avrebbe riveduto Pietro. Ella [...]
[...] non sapeva bene il perchè di questa gioia, nè si domandava che cosa sarebbe accaduto, ma 114 il pensiero di corrispondere alla passione del [...]
[...] dargli questa felicità, che procurava anche a lei tanto piacere? All'alba si vestì, si pettinò accuratamente e scese: il cuore le batteva d'ansia [...]
[...] brivido li investì entrambi, al solo contatto delle loro mani. - Addio; verrai nella vigna? - Chissà! Egli partì, ma l'aspettò invano, e il sabato sera [...]
[...] , ti ho aspettato sempre. Il tempo era bello... Hai avuto paura di venire? - Non ho avuto tempo, - ella rispose con voce fredda. Ma d'improvviso si [...]
[...] animò, lo guardò, parve prendersi il perfido gusto di provocarlo, di fargli capire che non aveva paura di lui. - Verrò quest'altra settimana. Ci [...]
[...] ; ella s'avvicinò alla porta e guardò fuori; il sole batteva già sul muro del cortile; zia Luisa poteva scendere da un momento all'altro [...]
[...] ardente, nei brevi convegni che seguirono dopo il primo colloquio d'amore; ella gli si abbandonava quasi completamente, con passione spontanea e [...]
[...] vorrai aspettarmi! Io venderò subito la casetta, la terra, tutto, e farò il negoziante. Vedrai... vedrai... Maria si lasciava baciare, ma non [...]
[...] sempre di notte, e durante il convegno chi più tremava d'una sorpresa era 120 Pietro. Ogni tanto egli s'affacciava alla porta e spiava, e in [...]
[...] quei brevi istanti Maria pareva ritrovasse il senso della realtà perchè cambiava fisionomia, s'oscurava, qualche volta piangeva. - No, io non sarò [...]
[...] potenza misteriosa e incolpava il giovine servo d'essersi fatto amare. - Che vuole da me? - si domandava. - Io non posso sposare un servo... Egli [...]
[...] pura, o almeno baciata solo da lui. Non osava parlarle di matrimonio anche perchè temeva ch'ella credesse il suo amore interessato. E di giorno in [...]
[...] giorno, mentre in lui la passione diventava calma e profonda, e la sua anima si rasserenava davanti alla luce di un avvenire 121 felice, il [...]
[...] . Il cielo era azzurro, la valle tutta verde e morbida come una immensa culla di velluto; tutto invitava all'amore, e per un momento Pietro si [...]
[...] ch'ella si pentisse di averlo amato: ma ebbe il torto di farglielo capire. Maria ripartì, e quando fu sola nello stradale rabbrividì pensando al [...]
[...] , e pianse di rabbia e d'amore. Si morsicava le labbra e sentiva ancora il fuoco delle labbra di Pietro; si ficcava le unghie nelle palme delle [...]
[...] menzogna, di disubbidienza verso i genitori, d'inganno verso il suo inferiore. Ma Dio era grande e misericordioso: con una buona confessione l'anima [...]
[...] , s'appoggiò alla ringhiera, sotto il raggio pietoso della luna. Poi rientrò nella sua cameretta e pianse ancora. Perchè egli era un servo? E perchè [...]
[...] intorpidivano le sue mani, oscuravano i suoi occhi. 124 Zio Nicola le rimproverava sovente il disordine in cui ella teneva ora i registri e le [...]
[...] arrivavano fino al Rosana, il quale non cessava di guardare Maria quando l'incontrava in chiesa o per la strada. Quell'anno Maria non fece neppure il [...]
[...] precetto pasquale: non aveva la forza di confessarsi, temeva che il sacerdote non l'assolvesse dal peccato di amare e baciare un uomo che ella non [...]
[...] intendeva sposare. - Io sono doppiamente peccatrice. - ella pensava, - perchè inganno i miei genitori e inganno Pietro. Intanto arrivò il tempo [...]
[...] , nell'altipiano, ove il suo cuore s'era aperto all'amore come la terra alla semente. Maria mantenne la promessa, e Pietro potè vedere la bella persona di lei [...]
[...] ergersi fra l'oro delle spighe come un papavero fiammante. La valle esultava di messi, all'ombra dei monti selvaggi; il cielo ardeva; i mietitori [...]
[...] curvi, stanchi, ma compresi da una gioia quasi religiosa, tagliavano le spighe e tacevano. Solo qualche fanciulla cantava e rideva, e il gorgheggio [...]
[...] fiore vivente, e il sole abbronzò e indorò anche il suo viso. Fra le mietitrici c'era anche Sabina, che in quel tempo perdè l'ultima speranza [...]
[...] dell'amore di Pietro. Nel silenzio del meriggio, quando le falci abbandonate sui covoni brillavano come argento, e tutto il paesaggio, giallo di messi e [...]
[...] ogni tanto tra le macchie, e vide, non vista, che Pietro e Maria, dietro il muro della capanna, si baciavano perdutamente, obliosi d'ogni prudenza [...]
[...] sulle labbra dell'altra, al cospetto del cielo e dalla terra, come i mietitori coglievano le spighe mature. X. La notte tra il sette e l'otto [...]
[...] piccolo involto con la colazione e il desinare, e teneva gettata sul braccio o sull'omero la tunica (gonna) di gala da indossarsi solo lassù nel luogo [...]
[...] favole, rubata dall'orco; i suoi capelli erano così lunghi ch'ella gittò la sua treccia per la finestra e il figlio del re se ne servì come d'una [...]
[...] corda per salire fino a lei. - Dio guardi i tuoi capelli, Maria Noina: lascia ch'io li tocchi per evitarti il malocchio... Preghiamo, - propose Rosa [...]
[...] S'ispina, invidiosa delle lodi che le compagne rivolgevano a Maria. Questa guardò una stella che tremolava sopra il santuario del monte Gonare, e [...]
[...] intonò a voce alta il rosario. Ma la prima a ridere scioccamente fu Rosa, e le compagne non poterono proseguire. Allora Maria propose che ciascuna [...]
[...] pregasse per conto proprio, e tutto fu silenzio. La luna illuminava il vasto paesaggio desolato, le grandi tancas inaridite dall'estate e qua e là [...]
[...] brezza, e pareva volessero staccarsi, seguire il soffio che li accarezzava; ma poi ricadevano sulla spalle della giovane donna, come stanchi e [...]
[...] pentiti del loro capriccio. A un tratto le ragazze si fermarono, ascoltando. Nel profondo silenzio che precedeva l'alba s'udiva il trotto di parecchi [...]
[...] , che montava una calabrina (2) bianca, alta, irrequieta, dalla testa fina e la coda abbondante. (1) Cavalle. (1) Cavalla. 130 Il giovinotto [...]
[...] non era bello, ma aveva una cert'aria di fiera distinzione: col cappottino nero di orbace e di velluto, dal cappuccio rigettato sulle spalle, il [...]
[...] dalla bisaccia una zucca piena di vino. - Grazie, - disse vivacemente Maria. - Il vino bevetelo voi, o datelo alle vostre donne, che possano [...]
[...] cascare dalla groppa dei vostri cavalli! Così al ritorno potrete pigliar noi. - Brava! - gridò il vecchio. - Vedi che seguo il tuo consiglio! - E mise la [...]
[...] . - Salute, Maria Noina; vai tu pure alla festa? - chiese il giovinotto dalla cavalla bianca, curvandosi sulla sella, e parlando piano. - Che bel [...]
[...] manto ti copre le spalle; Dio guardi i tuoi capelli. Mi dispiace non poterli toccare. 131 - Salute, Francesco Rosana, - ella disse, sollevando il [...]
[...] viso e scuotendo indietro i capelli che le arrivarono fin sulle ànche. E finse di veder solo allora il giovine. Egli la guardava dall'alto con due [...]
[...] occhi avidi; ma incontrando lo sguardo un po' malevolo e beffardo di lei, si fece timido, si raddrizzò in sella e rallentò il freno alla cavalla [...]
[...] , si sbatteva la coda sui fianchi, mordeva il freno. Francesco dovette allontanarsi, seguire i suoi compagni; ma per lunga tratta tenne il viso [...]
[...] sorridente rivolto verso Maria. - Le cosa è fatta! - disse malignamente Rosa. - Che cosa? - Il matrimonio. Non vedi che egli è innamorato come una [...]
[...] . 132 - È brutto, è brutto. Ha gli occhi belli, ma non guarda mai in viso: ha il naso che sembra il becco d'un avoltoio. - Chi disprezza [...]
[...] compra... Maria pensava a Pietro, lontano, solo là nella vigna. E sentiva che era giunto il momento di sacrificarlo, e provava pietà di lui, ma come [...]
[...] pensava sempre a Pietro ed a Francesco: il primo s'allontanava dietro di lei, al di là, al di là nello spazio silenzioso; Francesco s'avvicinava [...]
[...] della montagna, coperte di boschi che ondeggiavano indorati dal sole nascente. In cima al monte il santuario si profilava grigio tra le roccie [...]
[...] , - risposero le ragazze. Più in alto incontrarono gente di Olzai, paese noto per il caratteristico sentimento religioso dei suoi abitanti; una donna [...]
[...] nor bidimus mai (1). Infatti il santuario della Madonna di Gonare si vede da tutto il circondario fuorchè dalla chiesa di Olzai, ov'è Santa Barbara [...]
[...] . A poco a poco la montagna si popolava; pei sentieri saliva una folla variopinta: i paesani, le donne, i pastori d'Orane, il villaggio più vicino [...]
[...] fra la calca, in mezzo a un gruppo d'uomini che ammirandola oltre il necessario le rivolgevano frasi galanti e scherzavano a proposito dei suoi [...]
[...] le mosche la molestano. - Peccato che non si lasci mettere il freno. - Predu Maria, prova a montare in sella. Maria arrossiva, ma fingeva di pregare [...]
[...] bizantina. Il sole era già alto e penetrava nel bosco quando Maria e le compagne arrivarono all'accampamento (1) Questa ragazza. 136 dei [...]
[...] venditori, intorno alle catapecchie ove qualche famiglia di Nuoro e di Orane passava il tempo della novena. Prima di fare l'ultima salita fino alla [...]
[...] alberi non vide la calabrina bianca. Allora si distrasse alquanto, scosse indietro i capelli e si guardò attorno. Il luogo non era bello; gli [...]
[...] incontratisi per caso lassù, e fra i quali spiccava con bizzarro contrasto la 137 figura di qualche borghese. E il vino e i liquori rallegravano [...]
[...] avviarono nuovamente verso la chiesa. Il sentiero s'allargava, aspro, a scalinata, quasi tutto tagliato sulla roccia, fra massi enormi e macchie e [...]
[...] folla e arrivare fino all'altare. Il caldo era intenso, e il volto della fanciulla ardeva, bellissimo nella cornice dei capelli sciolti. Francesco [...]
[...] Rosana, appoggiato alla balaustrata dell'altare, si scosse tutto nel vederla, e la fermò toccandole dolcemente il braccio. - Sei arrivata ora? - le [...]
[...] domandò con voce sommessa. - Ora - ella rispose, avanzandosi senza guardarlo. Depose il cero, s'inginocchiò e volle pregare. - Maria mia di [...]
[...] Gonare, ecco sciolto il voto che feci quando mio padre cadde da cavallo. Tu lo hai salvato, Maria, ed io sono venuta scalza ed a capelli sciolti, e ti [...]
[...] , spingendosi verso il sacrista rosso, i suoi capelli sfiorarono il suolo. 140 Francesco non cessava un momento di guardarla, e talvolta i loro occhi [...]
[...] tristezza. Sì, il sogno era finito; la realtà cominciava. D'altronde ella si sentiva triste, ma non molto. Francesco era brutto, ma aveva una [...]
[...] sacre in onore della Madonna, con un motivo melanconico che pareva il lamento di un popolo abbandonato. Sas roccas distillan perlas, Sas mattas [...]
[...] assai; vicino a lei parecchie donne d'Orotelli si porgevano di mano in mano una fiala, nella quale introducevano il dito mignolo 142 che poi si [...]
[...] passavano religiosamente sulle palpebre. - Cos'è? - domandò Maria. - È il miracoloso olio della lampada di Nostra Signora, che preserva dal mal [...]
[...] accetterei, bella mia... - Va in pace, allora... - Maria, - disse Francesco, - vuoi che domandi il binoccolo a quel signore? Guarderemo verso Nuoro. - Ma [...]
[...] sì, Francesco, - ella rispose, sorridendogli. Francesco domandò il binoccolo e lo avvicinò agli occhi di lei; e mentre ella guardava, le cinse [...]
[...] e cominciarono a scherzare e fare allusioni maliziose. Poi tutta la comitiva dei Nuoresi ridiscese verso il bosco. A metà strada Maria si fermò [...]
[...] non erro, - disse allora Francesco, parlando in italiano, - questo è il monte dei miracoli. - Miscredente! - esclamò Maria, appoggiandosi al masso [...]
[...] Ritornati nel bosco, i Nuoresi s'indugiarono alquanto intorno a una comitiva di paesani che ballavano il ballo sardo; poi fecero alcune compre e [...]
[...] del cavallo di Francesco, e cinse col suo braccio la vita del cavaliere. E la comitiva s'avviò. Il giovane proprietario sentiva il busto di Maria [...]
[...] . - Sei gelosa? - chiese l'altra. - Di chi? Di quel porco spino? - Chi è il porco spino? - domandò uno della comitiva. - Tu. - rispose la ragazza [...]
[...] , terreo, con le mascelle sporgenti e la rada barbetta nera, la fronte bassa, corrugata, il naso aquilino che gli dava un'aria d'uccello da preda. Ma i [...]
[...] suoi occhi eran dolci, il sorriso buono; eppoi egli vestiva con eleganza, calzava stivaletti signorili, portava l'orologio, il fazzoletto bianco con [...]
[...] chiesetta dello Spirito Santo appartenevano a Francesco; era suo il bosco dove la comitiva s'indugiava a meriggiare, suo il ruscello, sue le vacche [...]
[...] pascolanti; e tutto questo formava come una magnifica cornice intorno alla figura non bella del giovine possidente. Il sole cominciava a declinare [...]
[...] quando la comitiva riprese il viaggio. Il pasto, il vino, l'ora, rendevano allegri, ma d'un'allegria alquanto sentimentale, i cavalieri e le [...]
[...] con dolcezza. Il sole calava sul cielo turchino; una dolcezza ardente era nel paesaggio deserto, sul cui fondo dorato lo ombre degli alberi e [...]
[...] prima d'arrivare a Nuoro, dichiarò il suo amore alla fanciulla. - Maria, - disse, - vorrei farti una domanda. Oggi tu sei stata così gentile con me [...]
[...] , che finalmente ho il coraggio d'aprirti tutto il mio cuore. - Parla, - ella rispose semplicemente. La voce però le tremava alquanto, e un velo [...]
[...] ad amare un servo. Che avrebbe detto Francesco Rosana se avesse saputo?... Siccome ella taceva, il giovine le strinse la mano, sollecitando la [...]
[...] risposta. Ella si morsicò il labbro inferiore, guardò lontano, e per un istante ebbe l'idea generosa di confessare la sua passione disgraziata; ma [...]
[...] quel disgraziato servo... Ella chinò il viso, e due lagrime di dolore caddero sul suo seno commosso. Ma fu un istante. Già si scorgevano le prime [...]
[...] i pensieri tristi, e sollevò fieramente il viso. La comitiva rientrò trionfalmente in città, e Francesco propose ai cavalieri di condurre a cavallo [...]
[...] . - In estate c'è fresco nell'orto - egli riprese. E aggiunse, sottovoce: - Prenderemo il fresco sotto il pergolato, non è vero, Maria? - Non so [...]
[...] ? - Comare mia, l'abbiamo smarrito per la via, poichè i sorci hanno bucato le nostre bisacce! - diceva scherzando il giovine proprietario, mentre Maria [...]
[...] annunziò che Maria ritornava, seduta in groppa alla cavalla di Francesco Rosana. Un lieve rossore colorì il viso scialbo di zia Luisa: poi ella si [...]
[...] toccò il corsetto, per assicurarsi che era allacciato, si ricompose la benda intorno al volto, strinse le labbra e attese, solenne e imponente. Appena [...]
[...] vide i due giovani e distinse la mano di Francesco posata su quella di Maria, la vecchia gatta capì che il matrimonio era bell'e concluso e si [...]
[...] sentì giustamente assalita da un impeto di gioia. 149 - Salude sos festaresos, - salutò, agitando il fuso. - Non smonti dunque, Francesco [...]
[...] che Maria lo tormentasse così per provare il suo amore, e attese, sempre più impaziente. Già i regali fioccavano, da casa Rosana a casa Noina: quasi [...]
[...] ogni giorno le vicine o il bettoliere curioso vedevano arrivare una donna di servizio, che teneva sul capo un canestro ben coperto da un [...]
[...] tovagliolo bianco. - Sarà un canestro di frutta, - diceva il bettoliere, scacciando le mosche dalla sua botteguccia. 151 - No, saranno dei biscotti [...]
[...] qualche cosa. Perchè poi, dopo tutto, non si sa nulla: non si sa se si sposano o no. - Maria ha domandato un mese di tempo per decidersi, - diceva il [...]
[...] uccelli lo sanno! Chi non conosce il segreto?... Misurate bene il grano, zia! Ella pensò a Pietro, che in quei giorni si trovava nella vigna. Sapeva [...]
[...] anch'egli la notizia? Un lieve, involontario spavento l'assalì. - No, no. - disse, versando il grano polveroso nella sacca del bettoliere. - Io non [...]
[...] ricco, così simpatico, così (1) Coperti dl zucchero. 152 gentile? Sembra un cavaliere vestito in costume, - cominciò ad adulare il toscano [...]
[...] Francesco, e consigliavano Maria d'accettarlo per sposo. Intanto Pietro aveva compiuto il suo anno di servizio e rinnovato il contratto per un [...]
[...] altr'anno. Maria, veramente, aveva cercato di convincere zio Nicola a non rinnovare il contratto, ma egli l'aveva guardata da capo a piedi con disprezzo [...]
[...] dalla realtà, come relegato in un'isola di sogni. Il tempo era dolce, sereno; la vigna maturava all'ombra della montagna cinerea sulle cui falde i [...]
[...] sua via, come una pietra che bisognava saltare con pericolo? Spesso, bisogna dirlo, bastava il ricordo degli occhi e dei baci del povero servo [...]
[...] perchè Maria rivolgesse il suo rancore contro Francesco; quel ricordo destava in lei un tumulto di passione e di rimorso, la incatenava al passato, la [...]
[...] giovane proprietaria e le diceva: - L'hai visto passare?... Fa pena davvero! È diventato magro... Eh via, sei più dura di queste mandorle: hai il [...]
[...] cuore nero, tu! E dire che egli è così ricco, così grazioso! Il più bel giovine di Nuoro; il più ben vestito! Bada di non pentirti, Maria! Ed ella [...]
[...] chiederle chi era il « grosso partito » rifiutato, ma pensò a Francesco Rosana, e non osò trattenerla più a lungo. Poveretta, aveva la febbre. La seguì [...]
[...] con gli occhi, mentre ella attraversava il cortile illuminato dalla luna, e gli parve che ella piangesse. * * * Per segreta suggestione di Maria [...]
[...] , zia Luisa fece partir Pietro subito dopo la vendemmia. Come l'anno passato, egli si recava sull'altipiano, per la seminagione: il suo carro era [...]
[...] carico di sementi e di provviste; il vomere intatto brillava sulla punta dell'aratro. Era una sera di luna, una sera di ottobre, dolce e tiepida [...]
[...] ad un contadino il suo carro ed i buoi, legò il cane perchè non lo seguisse, e rifece la via... Camminava quasi incoscientemente, come un [...]
[...] sonnambulo, spinto da una forza misteriosa. Il cuore gli batteva d’angoscia e di amore. S'aggirò cautamente intorno alla casa dei padroni, vide zio Nicola [...]
[...] . Ella lo guardava, tremante di paura e di pietà. Ah, sì, il povero servo la amava, la amava più che non l'amasse il ricco proprietario; ma che poteva [...]
[...] ella fare? Per un attimo ebbe l'idea generosa di rivelare a Pietro tutta la verità: ma il coraggio le mancò. Mentì ancora, mentì sempre. - Ma non [...]
[...] l'avidità di un affamato. Ella non potè resistere; lo baciò e pianse disperatamente, e così il loro ultimo bacio fu macchiato dalle lagrime del [...]
[...] riposarsi accanto al fuoco: anche Malafede s'aggirava intorno al viandante, fiutandogli le vesti e leccandogli le mani. Ma il giovine aveva fretta. Curvo [...]
[...] sull'apertura della capanna, porgeva il cestino e salutava. - Dammi almeno qualche notizia dei miei padroni - disse Pietro. - Maria s'è finalmente [...]
[...] decisa a fidanzarsi con Francesco Rosana. Il toscano dice ch'è stato lui a convincerla, - rispose l'altro, ridendo. - Cosa mi racconti? - gridò [...]
[...] Pietro, slanciandosi quasi violentemente contro il viandante. - Oh, come, non lo sapevi?... - disse una voce. Oh, che era? Una voce umana, o la voce [...]
[...] del vento, o il latrare del cane? Pietro non seppe: udì un urlo, poi un rumore stridente, come d'una sega che gli aprisse il cranio, che gli [...]
[...] mostro che gli si avventava addosso per strozzarlo. Fu un attimo. Il viandante non finiva di pronunziare la sua frase « come, non lo sapevi? » che [...]
[...] già la vertigine di Pietro era cessata. - No, non è possibile - disse il servo, ridendo forte. - Tu t'inganni, Maria ha rifiutato Francesco. Lo [...]
[...] disse a me. L'altro aveva fretta d'andarsene: nella penombra non aveva veduto il viso sconvolto di Pietro, e quindi rispose tranquillamente: 158 [...]
[...] l'entrata (1) in casa Noina. E del resto, cosa c'importa? Addio. Mettiti a bagno (2). Il viandante s'allontanò, ma Pietro fischiò per richiamarlo [...]
[...] cavalli su una strada rocciosa; vedeva grandi macchie violette volteggiare nell'aria fredda della notte. Ma a poco a poco si riebbe. Guardò il cielo [...]
[...] Giuda tradì Cristo. Dev'essere stata la famiglia a imporle il fidanzamento. Ed ella, timida e paurosa, ha ceduto... Come ella deve soffrire [...]
[...] ! Chissà, forse è stata lei a farmi avere la notizia, ed ora mi aspetta... Più andava, più il dubbio del tradimento si dileguava dalla sua anima smarrita [...]
[...] davanti a lui, Nuoro stendeva le sue casette nere e silenziose: qualche fanale rosso brillava nel buio; una campana annunziava il cuoprifoco, l'ora [...]
[...] alle spalle, gli gelò il sudore, lo avvolse tutto come in un lenzuolo funebre. Sì, dove andava? Fra pochi istanti sarebbe arrivato, sarebbe [...]
[...] rientrato nella casa dei padroni. Francesco Rosana forse era già partito; ma fosse pure ancora là, che avrebbe fatto egli, il povero servo? Avrebbe [...]
[...] anelito quasi umano, e prima ancora ch'egli avesse 161 avuto tempo di voltarsi, Malafede lo raggiunse e gli passò avanti. - C'è il cane [...]
[...] , - disse Pietro a voce alta: - come si fa ora? Imprecò, fischiò, ma il cane, tutto fremente di gioia e di stanchezza, correva dritto verso il paese [...]
[...] . Allora Pietro pensò che doveva rientrare subito a casa: ma a misura che s'avvicinava, il cuore gli tornava a battere forte, e i pensieri gli si [...]
[...] si fermò. Malafede raschiava il portone e guaiva: egli lo afferrò per il collare e lo trascinò fino allo svolto del muro. Il cane si scuoteva [...]
[...] e il cane stettero lì, dietro il muro, agitati da una lotta innocua ma ostinata? Egli non calcolò il tempo, ma gli parve lunghissimo [...]
[...] , poi salutò: - Buona notte, Maria. 162 - Addio, Francesco. Pietro si sentì morire: il cane gli sfuggì di mano; egli si rizzò, s'avvicinò, si [...]
[...] guardò spaventata, ma il cane era già in cucina e zio Nicola s'affacciava alla porta gridando: - C'è qui Malafede! Oh, che diavolo vuol dire? Ah, ci [...]
[...] tutto per lui era finito. Entrò e chiuse il portone. - Buona notte. - disse poi, attraversando il cortile. - Ah, voi non m'aspettavate certo [...]
[...] tizzone ardente dal focolare, scuoterlo in giro, appiccare il fuoco a tutto, a tutti, perire in questo incendio d'odio e di disperazione. E non mosse [...]
[...] una mano, non sollevò gli occhi. Il dolore lo paralizzava. 163 - Tu sembri un cadavere - disse zia Luisa, guardandolo con uno sguardo meno [...]
[...] . Ma giacchè sei qui riposati: ripartirai domani mattina. Sì, ti darò il chinino; ne ho comprato giusto una boccetta; anche Maria ha avuto la [...]
[...] stesse, zia Luisa filava, zio Nicola stringeva il bastone fra le gambe, Maria volgeva le spalle, riordinando alcuni bicchieri in un vassoio deposto sopra [...]
[...] il forno. Ma Pietro provava l'impressione di trovarsi in un mondo nuovo, in un luogo triste e quasi lugubre: gli pareva di esser morto; sì [...]
[...] , qualcuno lo aveva percosso con una pietra, sul cranio, e l'aveva ucciso; il Pietro che ora respirava in lui era un altro, e riviveva in un luogo di [...]
[...] intagliato. - Vi dico che ho la febbre, - ripetè Pietro, irritato. 164 - Eh, diavolo, mi pare che hai anche il delirio, bello mio! Non gridare così [...]
[...] ! Se hai la febbre, coricati, - disse il padrone. - Ma almeno un bicchiere lo bevi, eh? Dà qui da bere, Maria. Voltati dunque; oh che vedi ancora la [...]
[...] aver bevuto Francesco. E respinse con ribrezzo il bicchiere che Maria venne lentamente a porgergli. Ah, il cuore gli si infrangeva: avrebbe dato [...]
[...] tutto il resto della sua vita per trovarsi solo con Maria e domandarle la spiegazione di quello che a lui pareva un abbominevole mistero. Ma ella [...]
[...] pose il bicchiere a zio Nicola, poi s'allontanò ancora, fece lentamente il giro della cucina, uscì e non rientrò più. - Ha paura di me, - pensò il [...]
[...] come un lontano galoppo di cavalli, una fiamma gli bruciò il viso, una nube rossa gli passò davanti agli occhi. Uccidere, uccidere! Bisognava uccidere [...]
[...] Nicola, questo cinghiale rosso e sciocco... Ma dopo che zia Luisa si fu ritirata, il padrone sollevò il bastone e lo battè lievemente sulle spalle del [...]
[...] . Spiegò un gran fazzoletto turchino, lo scosse sul fuoco, poi si soffiò rumorosamente il naso. - Sì, buone notizie, almeno si dice così. - Prendi [...]
[...] mio! Il cuculo non canta più... Sì, bello mio, zia Luisa lo vuole, Maria lo vuole, tutto il mondo lo vuole... - Chi? - Chi? Sei sordo? Non ho [...]
[...] ; ma gli avvocati, dice zia Luisa, sono spiantati. Dunque, sai tu chi ha fatto la domanda di matrimonio? Indovina un po'. Pietro sollevò il capo [...]
[...] , fece il suo solito gesto sprezzante. - Il sindaco, bello mio; il sindaco in pelle ed ossa. - annunziò il padrone: e voleva essere ironico, ma non [...]
[...] Pietro; ma ripetè il suo gesto sprezzante e s'interruppe. - Dicono? Che cosa dicono? Rispondi, eh! Dicono?... - Dicono che Maria non è innamorata di [...]
[...] le cose nella loro brutta realtà. Maria lo aveva tradito volontariamente: e chissà da quanto tempo ella covava il tradimento! 167 Sì, ella lo [...]
[...] aveva tradito baciandolo, come Giuda aveva tradito il Signore. Tutto era finito. * * * Rimasto solo, Pietro si abbandonò tutto alla sua rabbia e [...]
[...] alla sua disperazione. Uscì nel cortile e s'avvicinò alla scaletta; s'aggirò qua e là, spiando il modo di poter arrivare fino alla camera di Maria [...]
[...] Pietro credeva di sentire ancora la voce sommessa di lei: la cara mano si posava ancora sulla sua... Tutto il resto era un sogno crudele. Ma d'un [...]
[...] tratto la voce mutava; diventava quella d'un uomo, una voce alquanto nasale che pronunziava parole ricercate; sì, il rivale stava lì, seduto [...]
[...] davanti al fuoco, un sogghigno di scherno gli sollevava il labbro superiore, l'ombra 168 del suo profilo acquilino vagava sulla parete come il [...]
[...] profilo d'un uccello di rapina. Maligne visioni apparivano: ecco, zia Luisa rideva di gioia; il suo insolito riso aveva qualcosa di lugubre, quasi [...]
[...] d'osceno; il suo fuso cigolava, emetteva una stridio misterioso come di porta arrugginita che s'apra lentamente; zio Nicola raccontava le sue antiche [...]
[...] sparivano, il fuoco si spegneva a poco a poco. E nella penombra rossastra si delineava un gruppo: un uomo e una donna avvinti, con le labbra unite. Erano [...]
[...] loro: Maria e Francesco. Pietro balzò su, coi pugni stretti, si slanciò, attraversò il focolare, verso l'insopportabile apparizione. Ma dal [...]
[...] testa contro il tetto. Pietro tornò a sedersi per terra e si portò le mani alla testa: sì, gli pareva davvero d'aversela fracassata. Di nuovo udì il [...]
[...] galoppo lontano di molti cavalli, un rumore di pietre cadenti su pietre; e il sangue gli velò ancora gli occhi. Un lieve rumore nel cortile lo [...]
[...] speranza per rammollire il cuore del disgraziato. 169 Perchè disperarsi così presto? Dopo tutto, il matrimonio non era celebrato ancora! Eppoi [...]
[...] Maria il dolore riafferrò l'anima del tradito: e Maria era l'amata, era l'unica; era l'aria che egli respirava, il sangue che lo animava, il dolore [...]
[...] qualche colpa, qualche errore che giustificasse il tradimento di Maria. Nulla. Egli non aveva fatto altro che amarla. E neppure nei momenti di rabbia [...]
[...] seduttrici, quali malie di sguardi e di parole avrà egli adoperato per rubarmi il cuore di Maria. Ah, quella festa di Gonare, mai non fosse 170 [...]
[...] questo sacro focolare, - disse a voce alta, stendendo la mano verso il fuoco. - Qui, qui, il giorno delle nozze, prima che ella diventi sua! Sangue [...]
[...] : poi tutto tacque, tutto sparve. Il ricordo dei giorni oramai spariti per sempre gli raddolcì il cuore. Ed egli scoppiò in pianto. Dopo la morte di [...]
[...] d'amore, - disse Pietro, accingendosi alla partenza. - Spero mi farete ritornare per le nozze. - Va' là, per le nozze faremo il pane col grano [...]
[...] che il suo viso scialbo esprimesse la minima espressione di affetto per il servo sofferente. - Curati, hai capito? Per lavorare occorre della gente [...]
[...] vecchia: « per le nozze di Maria faremo il pane col grano che tu semini » e un barlume di speranza gli rischiarava la mente. - C'è tempo, dunque [...]
[...] . Aspettiamo. E così ritornò al suo posto di lavoro, e seminò con amarezza il grano che « doveva servire per fare il pane delle nozze ». Ah [...]
[...] ingentilito durante il periodo felice del suo amore, tutto cadeva, come al cessare della primavera cadono le ali delle farfalle. Restava solo il [...]
[...] bruco, immondo e devastatore. Sogni tormentosi turbavano il suo riposo: le sue notti erano più tristi dei suoi tristi giorni. Quasi sempre egli [...]
[...] sognava un corteo di nozze che attraversava l'altipiano e calpestava il grano nascente: egli s'adirava, prendeva un fucile e colpiva lo sposo. Una notte [...]
[...] , poi, sognò una lunga strada grigia fra due siepi nere: una via senza fine, che attraversava tutto il mondo. Egli la percorreva, con un fascio di [...]
[...] egli non sapeva dove era diretto. Laggiù, in fondo, dove il cielo scuro confinava con le siepi nere, si nascondeva un fantasma terribile come i [...]
[...] la sua tela senza farmi sospettare di niente. Io non riuscirò neppure a chiederle: « perchè hai fatto così? ». Eppure mangio il suo pane e dormo [...]
[...] sotto il suo tetto. Mi ha tradito senza che io me ne accorgessi. Bisogna che anch'io diventi maligno, calcolatore, astuto... E diventava maligno [...]
[...] , calcolatore, astuto; e il suo dolore aumentava, cresceva nella solitudine, liberamente, come era già cresciuto il suo amore: come una pianta selvatica [...]
[...] , di combattere contro il destino. Legò il cane e partì: arrivò in pese verso le nove. Il portone del Noina era chiuso. Egli picchiò, con la [...]
[...] Pietro: gli venne il desiderio di picchiare forte al portone, d'abbatterlo a colpi di pietra; ma poi pensò: - A che serve? Uno scandalo inutile [...]
[...] del bandito. Zia Tonia conservava quest'arma come una reliquia; Pietro gliela portò via senza scrupolo. Fu il suo primo passo. Ma non seppe perchè [...]
[...] nubi livide, egli ricordò vagamente il sogno della via grigia senza fine, animata da fantasmi. 176 - Dove andrò, dove finirò? - si chiese [...]
[...] e a momenti, fermandosi dietro qualche macchia, sentiva una bizzarra impressione: gli pareva che il suo rivale dovesse passargli davanti, nel [...]
[...] chiarore vago del sentiero silenzioso: egli sollevava l'arma e sparava. Un grido interrompeva il silenzio pauroso della valle; poi di nuovo tutto [...]
[...] taceva. Pietro sentiva il suo cuore battere violentemente: aveva l'impressione d'aver già commesso il delitto. Ma poi si scuoteva, si svegliava del suo [...]
[...] folta e inesplorata. E riprese il lavoro. Gli pareva di essere un altro, di essersi svegliato da un lungo sogno 177 - Come ero stupido! - pensava [...]
[...] . - Avrei potuto esser felice e non ho voluto. Ah, il giorno in cui ella venne nella vigna! Avrei potuto diventare il suo amante, costringere i suoi [...]
[...] avete svegliato con una sassata... Ah, tu non hai voluto aprire la tua porta, Maria Noina: è giusto, tu sei la padrona, io sono il servo. Ma bada a te [...]
[...] ancora sotto quel tetto fatale. Riuscirò a parlarle, le dirò tutto ciò che mi rode il cuore... Intanto lavorava. Era una giornata triste, livida e [...]
[...] fredda. Verso sera soffiò il vento di tramontana e Pietro volle accendere il fuoco. Ma si accorse di aver smarrito l'acciarino, probabilmente durante la [...]
[...] . Il fumo riempiva la capanna, scossa da un vento furioso che pareva volesse portarla via: i contadini, seduti accanto al fuoco, facevano arrostire [...]
[...] . - Che odore di carne rubata, - disse Pietro, prendendo un tizzone. E stava per andarsene, ma i contadini dissero: - Se non accetti il nostro invito [...]
[...] crederemo che vuoi farci la spia. Resta: la carne rubata fa ingrassare. Eh, che, non abbiamo il diritto di mangiar bene anche noi, qualche volta [...]
[...] stato così stupido, invece! Anche dopo il pasto pantagruelico egli rimase nella capanna: si sdraiò vicino all'apertura otturata da rami e da [...]
[...] del vento e il russare dei contadini. - Qualcuno può rubare i miei buoi, - pensava. - Ebbene, che li rubi pure: qui c'è caldo, non mi muovo. Dopo [...]
[...] volta s'udiva davvero, attraverso il vento, il caratteristico urlo di Malafede: pareva una voce umana, rauca e lamentosa, e Marianedda, la piccola [...]
[...] diranno i miei padroni quando sapranno? E lei? Mi crederà davvero un ladro? Ad un tratto incontrarono il padrone della pecora, il quale aveva [...]
[...] offeso. Bobòre, te lo giuro, come è vero Dio. Lasciami libero: io sono un uomo perduto. - Pietro, - disse il pastore, - Io ti credo, ma non ho [...]
[...] dissero: - L'abbiamo trovata morta, vicino alla siepe... Morta di mal di Dio... - Che il diavolo vi appenda; questo si vedrà.. - Io sono innocente [...]
[...] , - gridava Pietro. 181 - Cammina, intanto. - ripeteva il carabiniere, spingendolo col calcio del fucile. - Bobòre, - supplicò Pietro. - va [...]
[...] li vide. Interrogati dal giudice, i contadini dissero che Pietro era innocente; tuttavia egli attese invano, per tutto il giorno, l'ora della [...]
[...] carcerato, e lo confortò e gli raccontò storielle allegre. Egli aveva dovuto far surrogare il servo, ma disse a Pietro: - L'anno venturo ti riprenderò al [...]
[...] camerata salutò i compagni di sventura, stringendo loro la mano, chiedendo il loro nome ed informandosi minutamente dei loro affari. Pareva [...]
[...] fatto male! Se tu avessi rubato, ora non avresti sofferto. Così avresti avuto l'utile e il conforto. Pietro sorrise. 183 - Chi non ruba non [...]
[...] è uomo! - riprese l'altro. - Dimmi una cosa. C'è o non c'è Dio? Se c'è, ed è giusto, egli deve aver fatto il mondo perchè gli uomini se lo godano [...]
[...] ». E il giudice mi crederà, in fede mia, mi crederà. - Ma io potrò deporre contro di te, e ripetere quanto tu ora mi dici! - esclamò Pietro. L'altro [...]
[...] le contraddizioni delle selvaggie teorie dell'Antine. D'altronde pareva che il giovine camerato scherzasse; e poi egli era così simpatico ed [...]
[...] suggestionare da lui. Poco dopo il suo arrivo egli cominciò a raccontare storie temibili di banditi, colorandole poeticamente; gli altri carcerati gli [...]
[...] si raccolsero intorno, silenziosi e attenti, animati da una fiamma di curiosità morbosa. Anche Pietro sentiva il suo cuore palpitare, acceso da un [...]
[...] leggere, tuttavia esaminava attentamente il foglio e lo toccava con rispetto. 185 Anche Pietro guardò lungamente la lettera e sospirò [...]
[...] ostacolo, come il vento spazza la paglia. Mentre io... io sono vile! - Ecco, - disse, restituendo la lettera, - bisogna che anch'io impari a leggere e a [...]
[...] progressi meravigliosi. Alla vigilia della sua liberazione egli potè leggere e capire una intera colonna di giornale e scrivere il suo nome e quello di [...]
[...] del vento e dai gridi acuti delle sentinelle, il prigioniero sentiva uno spasimo nostalgico, ricordando le notti passate accanto al fuoco, nella [...]
[...] pensava a Francesco Rosana con un delirio d'odio: pronunziando il nome del rivale digrignava i denti. Accusava Francesco persino della sua presente [...]
[...] disgrazia, pensando che se non fosse tornato una notte a Nuoro per rubare il revolver della zia, non avrebbe smarrito l'acciarino e non sarebbe [...]
[...] ribellione contro il mondo e contro la sorte gli fermentavano in fondo all'anima. E sul terreno vergine di quest'anima sconvolta, le perverse teorie del [...]
[...] scherzoso e talvolta serio, - siamo tutti eguali come i figli d'uno stesso padre. Dio è 187 il padre di tutti, e quando fece il mondo disse agli [...]
[...] loro parola esprimeva un sentimento immorale; di taluni il solo alito pareva avvelenasse l'aria fetida del carcere. E respirando quest'aria, Pietro [...]
[...] sentiva il suo cuore indurirsi, le sue idee corrompersi, quasi fermentate da un maligno lievito. Egli capiva istintivamente che un enorme [...]
[...] squilibrio, - come diceva Antine, - rendeva il mondo simile ad una bilancia; da una parte della quale 188 gli uomini cadevano in basso, sotto il peso [...]
[...] l'Antine, - perchè non vogliamo capire che siamo tutti eguali e che il mondo appartiene a tutti. Guarda, per esempio, gli uccelli dell'aria; essi sono [...]
[...] tutti coperti all'istesso modo e prendono il cibo dove lo trovano e fanno il nido dove loro piace. Perchè gli uomini non dovrebbero imitarli [...]
[...] stupido; mi lascio offendere senza reagire, e non sono capace di prendere il bene dove lo trovo. Che colpa ne ho io? Ah sì! - diceva Pietro con [...]
[...] potesse sorgere ed impedire il matrimonio di Maria: Francesco poteva ammalarsi e morire; Maria poteva 189 pentirsi, ricordare, ritornare al passato [...]
[...] loro senza esser certi della sua colpa? Sì, aveva ragione l'Antine, il mondo era una bilancia; da una parte si scendeva, dall’altra si saliva [...]
[...] ... * * * La notizia che Maria e Francesco dovevano sposarsi presto mise il colmo al calice amaro che Pietro cercava invano di allontanare dalle sue [...]
[...] qualche corvo dal grido rauco. - Non v'è Dio? Non v'è Dio! - pensava il carcerato. - Se ci fosse non farebbe soffrire così un innocente! Un giorno [...]
[...] però, la giustizia riconobbe il suo errore, e Pietro fu rilasciato libero. 190 - Appena anch'io uscirò dal carcere verrò a cercarti, - gli [...]
[...] brutto sogno, e provò la gioia del convalescente che guarisce dopo esser stato vicino a morire. Coi nervi vibranti e il volto sbiancato dalla [...]
[...] . Bevi; il vino ti ridonerà un po' di colore. Verrai alle nozze? Egli bevette, ma il vino gli parve veleno. Uscì e attese Maria girovagando attorno [...]
[...] , e pensò che 191 avrebbe potuto farlo quella stessa sera, mettendosi in agguato dietro il portone dei Noina... Ecco, gli pareva di veder [...]
[...] giungere il fidanzato, felice e sicuro; bastava un po' di coraggio per gettarsi sopra Francesco e strangolarlo. E poi ancora il carcere, la reclusione [...]
[...] , il buio eterno in questo e nell'altro modo. Ah, no! L'idea di ritornare in carcere era così spaventosa, che vinceva la passione e l'odio di Pietro [...]
[...] del tiepido sole di febbraio. Dopo le ultime pioggie, il tempo s'era raddolcito; si sentiva già la primavera, e nel cortile e nella casetta gaia [...]
[...] era un continuo via vai di gente; ogni momento il portone s'apriva per lasciar entrare donne in costume, attillate, che recavano sul capo torte e [...]
[...] entrava nella dispensa e vuotava il grano, riponeva le torte, e nei recipienti da restituirsi ai donatori metteva un bel pezzo di carne bovina, un cuore [...]
[...] il frumento ed il vino: - Zia Maria Rosana una torta di mandorle. - Il signor Antonio Maria Zoncheddu un presente di grano. 194 - Donna [...]
[...] rispondeva; ma appena si trovava sola balzava di qua e di là, rubacchiava quanti più dolci poteva e se ne riempiva le tasche, il seno, le calze... Maria [...]
[...] grano le portavano » poi andavano a bere il caffè. Maria ringraziava con sussiego, dicendo fra sè che non tutti gli auguri erano sinceri; zia Luisa [...]
[...] vogliono e non vuotate il vassoio nel loro grembiale! - Lascia fare, figlia, - disse zia Luisa, accomodandosi la benda intorno al capo. - Questi son [...]
[...] fingere bene... Sabina sorrise, poi andò incontro ad un'altra donna, prese la córbula, entrò nella dispensa. Un'ombra le oscurò il viso. Pietro [...]
[...] confessare a sè stessa che, dopo il fidanzamento di Maria, la speranza e la pietà avevano di nuovo acceso in lei la fiamma di un amore pronto al perdono [...]
[...] ed all'oblio. Per un tacito accordo il nome di Pietro non era più stato pronunziato fra lei e Maria; e Sabina 196 scusava la ricca cugina per [...]
[...] il suo breve errore, e perdonava perchè sperava. Ora egli tornava. Da mesi Sabina non l'aveva più riveduto. La notizia delle sua visita ai padroni [...]
[...] toccava anche di segnarli perchè la ragazzetta, sazia e imbottita di dolci, aveva abbandonato il suo posto. Verso l'imbrunire giunse il fidanzato [...]
[...] rattristava. Che voleva, che veniva a fare il disgraziato? Dopo la sera della sua scarcerazione Pietro non era più tornato. Con sua grande meraviglia [...]
[...] finito di smorzare il fuoco indegno che le aveva acceso disgraziatamente il cuore. Non amava Francesco, ma le pareva d'aver dimenticato Pietro: il [...]
[...] rendere un centinaio di scudi, e Maria, 198 restando presso i parenti, avrebbe goduto meglio la sua felicità. C'era l'utile e il dolce [...]
[...] . Francesco finì con l'accettare. La camera di Maria fu rimessa a nuovo, tinta d'azzurro e di rosa; il letto nuziale, fatto venire da Sassari, le sedie, i [...]
[...] quadri, lo specchio, formarono la meraviglia di tutto il vicinato. Per mesi e mesi non si parlò d'altro. Del resto la fama della camera e del [...]
[...] diceva che la sposa di Francesco Rosana avrebbe indossato il costume delle dame paesane, cioè gonna di panno ricamata in oro, e corsetto con bottoni [...]
[...] era così leggera? Beata lei che poteva dimenticare, e vivere di piccolezze! Ma no; ad un tratto il bel viso calmo e sorridente della sposa si [...]
[...] pensavi? Tira un po' la coperta, così: ecco il cuscino. Non s'è visto mai un più bel letto di sposi. - Pensavo... Francesco vuol condurmi al suo [...]
[...] il pavimento. Presto, presto: levati di lì. Usciu, usciu... (1). Sabina spazzò e Maria passò nella camera attigua. Zio Nicola intanto s'era alzato [...]
[...] , aveva indossato il costume delle feste, e già andava e veniva, attraverso il cortile e la cucina strascinando il suo bastone, e dando ordini e [...]
[...] . - Che meraviglia di presenti, zia Luisa - le dicevano queste vicine, adulandola; - non s'è mai visto una cosa simile. Ma che « trattamento » il [...]
[...] spose, con ricche tunicas (1) pesanti e cinture e corsetti strettissimi, e con le mani coperte di anelli, compirono il loro obbligo. Ritta davanti [...]
[...] allo specchio, Maria non rifiniva di guardarsi, girandosi e rigirandosi, torcendo il collo per vedersi le spalle; ma la luce dello specchio era [...]
[...] ! - esclamò. Vestita da sposa, coi fianchi prominenti, la vita fortemente stretta da una cintura d'oro, e il busto ben disegnato dal corsetto di raso [...]
[...] bianco ricamato, Maria era di una bellezza classica: la benda bianchissima che lasciava trasparire il colore roseo della cuffietta, e non nascondeva i [...]
[...] lunghi pendenti di corallo, le circondava il viso come di un'aureola lunare. Solo un'altra volta Francesco l'aveva veduta altrettanto bella [...]
[...] , sebbene d'una diversa bellezza: la notte di Gonare. E glielo disse, avvicinandosele, carezzevole, e aggiustandole con mani un po' tremanti il nastro [...]
[...] dunque comunicarti in peccato mortale! - Se i baci son peccati, quanti ne faremo! Ella s'avviò: un'ombra le oscurò nuovamente il viso: il ricordo [...]
[...] dei baci di Pietro le attraversava la mente. Ma subito altre cure la richiamarono alla realtà, e il sorriso della sposa felice tornò a illuminarle [...]
[...] gli occhi. Il corteo nuziale fu ordinato da zia Luisa. 203 - Prima voi, - ella disse, consegnando ad un bambino e ad una bambina in costume [...]
[...] tra zio Nicola e il fratello di zia Luisa. Seguivano altri parenti ed amici; niente donne. Zia Luisa, ferma sul portone, guardò allontanarsi il [...]
[...] ritardo per godersi lo spettacolo. Suo malgrado Maria si turbava sempre più: non vedeva, non sentiva; le gambe le tremavano e il cuore le saltava in [...]
[...] fanciulla, ma legata eternamente ad un uomo che non amava. Eppure non si sentiva infelice; ma un arcano sentimento di paura le faceva battere il [...]
[...] cuore. E inoltre temeva di veder da un momento all'altro ricomparire la figura minacciosa e dolente di Pietro Benu. Ma il corteo arrivò felicemente in [...]
[...] finito; non c'era più niente da temere; il passato era morto. Dai finestroni della chiesa deserta pioveva qualche chiazza di sole sulle panche [...]
[...] , pregò, promise a Dio d'essere una buona moglie; disse il sì con voce ferma e forte, e solo quando furono usciti di chiesa osò guardare lo sposo. Sua [...]
[...] , per tutta la vita. Il suo nome non era più Maria Noina, era Maria Rosana. Amen. Quasi felice, camminò a fianco dello sposo che non cessava di [...]
[...] cosa dire: sono tutta turbata. La gente, intanto, sapendo che doveva ripassare il corteo, s'affacciava alle finestre, alle porte, usciva nelle vie [...]
[...] . Una torma di monelli circondò gli sposi. E all'uscita dal Municipio cominciò per questi e per il loro seguito uno strano tormento. Dalle finestre e [...]
[...] , faceva arrossire Maria e sorridere Francesco. Nelle straducole del vicinato dei Noina, la pioggia di grano e il fracasso dei piatti diventarono [...]
[...] sposi cominciò a piangere, e piangendo li abbracciò e li baciò. Anche lungo la guancia di Maria scese una lagrima; il lembo della benda l'assorbì [...]
[...] svegliò prestissimo e si mise a lavorare con più ardore del solito; ma il suo pensiero volava lontano, penetrava nella casa degli sposi, li [...]
[...] accompagnava alla cerimonia. Egli vedeva Maria vestita da sposa; vedeva Francesco sorriderle; seguiva il corteo rumoroso e lieto. Maria splendeva di [...]
[...] , solo, schiavo tradito e dimenticato... Un sudore freddo gli bagnava la nuca; le tempie gli pulsavano; il desiderio di ritornare in paese e di recarsi [...]
[...] debolezza. Si tastò il polso, s'asciugò il sudore; poi s'avviò. Ma giunto a Nuoro, invece di coricarsi si levò, indossò il costume delle feste e si [...]
[...] diresse al luogo fatale. Un impulso cieco lo spingeva: egli s'avviava verso la casa del Noina come l'assassino ritorna nel luogo ove ha commesso il [...]
[...] tettoia. Era circa la una: il sole inondava il cortile; dalla cucina usciva un acuto odore di carni arrostite e di caffè tostato. S'udivano risate [...]
[...] , tintinnii di bicchieri, tutto il chiasso del banchetto nuziale. Pietro guardava verso la loggia con occhi ardenti. Doveva salire? Doveva entrare in [...]
[...] il primo convegno d'amore, e strinse i denti quasi per reprimere un grido di rabbia e di dolore. Una donna apparve sulla porta della cucina, con in [...]
[...] ? - egli domandò, attraversando il cortile. - Non tanta. Vieni: zio Nicola sarà contento di vederti! 208 Egli la seguì su per la scala [...]
[...] Nicola e gli mise una mano sulla spalla. Il padrone, già mezzo brillo, si scostò e fece sedere Pietro accanto a lui; poi gli pose un piatto davanti [...]
[...] ignoti, e sentiva solo il battito del suo cuore. Ma a poco a poco si calmò: vide davanti a sè il piatto, lo respinse e poi si guardò attorno. I [...]
[...] serviva Maria con esagerata premura. Ella aveva smesso il costume da sposa, ma sotto il bustino di broccato conservava la splendida camicia [...]
[...] una donnicciuola, - gli disse zio Nicola, rimettendogli il piatto davanti. - Il carcere ti ha fatto diventar bello! Ma perchè diavolo non vuoi [...]
[...] zio Nicola: - ora mi alzo e ti bastono. Maria volse rapidamente gli occhi in giro, guardò per un attimo il viso ridente di Pietro, poi abbassò le [...]
[...] veduto? Ella alzò le spalle: il giovinotto girò lo sguardo attorno, ma non vide che volti sorridenti e rosei. La festa era al colmo; tutti ridevano [...]
[...] capelli rossastri e la barba selvaggia, tagliava destramente a piccoli pezzi un bel porchetto arrostito. Il coltello a serramanico, che il pastore [...]
[...] sulla crosta rossa del porchetto. Quando 211 questo fu trinciato, il pastore si leccò con disinvoltura le dita, pulì il coltello col [...]
[...] bravo! Bravo, compare; se il re fosse qui presente vi eleggerebbe scalco dei suoi gatti. Tutti risero, fuorché Sabina per dolore, zia Luisa per [...]
[...] decoro e Maria per dispetto; sì, ella cominciava a stizzirsi nel veder Francesco bere un po' troppo. Pietro ne avrebbe certamente riso. Il largo piatto [...]
[...] col porchetto fece il giro della tavola; e Francesco, frugandovi a lungo, procurò per Maria i rognoni che tagliò a pezzetti e coprì di sale. La [...]
[...] !... - Eh, non piangere per questo! Piuttosto... - ella mormorò, rattenendo la mano ch'egli tendeva verso il bicchiere, - mi farai il piacere di non bere [...]
[...] avevano colorito persino il viso scialbo di zia Luisa, due spettri convenuti al banchetto per portarvi il malaugurio. Ma i convitati non badavano a loro [...]
[...] ; i piatti delle vivande si seguivano, facevano il giro della tavola, sparivano senza che alcuno pensasse più a servirsi; le parenti di Francesco [...]
[...] , che contavano le portate, fecero scorrere due volte tutte le dita delle mani: sì, venti portate, non c'era male. Ecco finalmente il caffè ed i [...]
[...] giovane istranzu, cioè d'un paese vicino, si alzò, col bicchiere in mano. Tutti s'aspettarono un brindisi, ma il giovinotto sollevò il bicchiere, mosse [...]
[...] il viso nel tovagliuolo, per non lasciarsi scorgere a ridere. - È ubbriaco. Zio Nicola s'alzò, fece un cenno al giovane istranzu, e questo tacque [...]
[...] . Allora il padre della sposa sedette a cavalcioni sulla sua sedia, battè il bastone sulla tavola, e cominciò la disputa nuziale. Invitò i poeti [...]
[...] sull'orecchia e stette ad ascoltare, preparandosi a rispondere. Dalla porta spalancata penetrava il sole al declino; si scorgevano sul cielo intensamente [...]
[...] ricco; hai tu qualche coppia di buoi da vendere? Il possidente non si meravigliava che l'ex-servo possedesse un « piccolo capitale ». Pietro non [...]
[...] parecchie coppie di buoi e di giovenche. - rispose il proprietario. - Vedremo, - disse Pietro, pensieroso. - in aprile forse non avremo tutto il [...]
[...] denaro necessario, ma combineremo lo stesso. Dove hai le vacche? - Nella Serra. Come si chiama il tuo socio? - Giovanni Antine: un giovane svelto [...]
[...] Pietro. - ma, credi pure, io non ho trovalo alcun acchisorju: son quindici anni che (1) Tesoro. 215 faccio il servo, ed ho risparmiato qualche [...]
[...] , - propose. Affacciandosi sulla scala vide che nel cortile gli invitati ballavano il ballo sardo. Seduta sui gradini della scala, una bella fanciulla in [...]
[...] costume suonava la fisarmonica e guardava il circolo dei ballerini che saltellavano tenendosi per mano. Ma quando Pietro e il giovane proprietario [...]
[...] scesero nel cortile, la suonatrice rallentò le note, sollevò il mento roseo che teneva appoggiato alla fisarmonica e gridò: - Ohè, chi suona, ora [...]
[...] . - Suona, Pietro Benu; ti fa male la pancia che sei così di malumore? - gridò il giovine istranzu ubbriaco. - Non so suonare. - egli rispose [...]
[...] senza vita pareva a Sabina la mano di un morto. Tre giovanotti riuniti nel centro del cortile intonarono a voce il motivo del ballo sardo: la nota del [...]
[...] , il circolo dei ballerini animati dalla caratteristica musica vocale, saltava e strisciava, serpeggiante, ora restringendosi, ora allargandosi [...]
[...] ; qualche giovinotto emetteva di tanto in tanto un grido selvaggio, di gioia un po' beffarda, e i cantori proseguivano il loro strano: Bimbaràmbàra [...]
[...] mbài, bimbarambòi. Ma a misura che il sole declinava dietro il portone, e l'ombra invadeva il cortile, gl'invitati diventavano seri e pensierosi [...]
[...] : ognuno ricominciava a pensare ai fatti suoi e pareva svegliarsi dall'ebbrezza di quel giorno di nozze. A poco a poco il ballo, i canti, i suoni [...]
[...] cessarono; molte persone partirono. Francesco attirò Maria in un cantuccio: sedettero ed egli le prese una mano. Il moto del ballo e la digestione [...]
[...] sopra si udiva il tintinnio dei bicchieri e le voci rauche ed allegre degli amici di zio Nicola, ma nell'angolo ove s'erano ritirati gli sposi, sotto [...]
[...] la volta della scala, regnava una pace soave, quasi triste. Il sole era scomparso; l'ombra aveva invaso il cortile; sul cielo limpidissimo si [...]
[...] vaga, che sembrava il riflesso del cielo e forse era il riflesso d'un sogno triste... Pietro intanto era risalito nella stanza ove zio Nicola [...]
[...] s'ostinava a tentare ancora qualche verso. - I tempi cambiano, - disse il contadino anziano dal viso roseo e la barba nera. - Un tempo si cantava fino [...]
[...] divertirsi. Le nozze sembrano funerali. - Ho anche osservato una cosa, - disse il pastore che aveva trinciato il porchetto arrostito. - Un tempo si usava [...]
[...] . - Voglio baciarla io. - esclamò il contadino, battendo le mani. - È vero che bisogna baciarla mentre le si fa un dono. Il dono io gliel'ho già fatto, ma [...]
[...] il bacio lo voglio ancora... - Ebbene, se la baci tu la bacio anch'io, - disse il giovine proprietario. - Francesco Rosana vi romperà le costole [...]
[...] . - Tutto quello che vuoi. - Bene, datemi mezzo marengo. Zia Luisa cambiò il denaro e Pietro tenne entro il pugno la monetina d'oro. - Andiamo [...]
[...] il suo pugno la monetina d'oro palpitasse forte come cosa viva. - Addio, zia Luisa, - gridò, mettendo la testa entro la porta di cucina. - Addio [...]
[...] strana. Pietro e il compagno s'avvicinavano agli 220 sposi: Francesco, che si era alquanto curvato su Maria, si sollevò e sorrise. Il giovine [...]
[...] giovanotti attraversarono il cortile e se ne andarono: Maria mostrava a Francesco la monetina donatale da Pietro; egli sorrideva e diceva scherzando [...]
[...] : - Ah, me l'hanno fatta! Guai però se gli altri cercano d'imitarli! - Stupido, - pensò Sabina, voltando le spalle agli sposi. - Il bacio di [...]
[...] Pietro è stato il bacio di Giuda; e tu sorridi! * * * Pietro vagò tutta la sera in compagnia del suo nuovo amico. Andarono nella bettola del [...]
[...] « forestiere » e la bella Maria Franzisca li inebbriò di vino e di sguardi provocanti. Pol il toscano s'avvicinò e sedette vicino a loro. - Che belle nozze [...]
[...] baciato la sposa, - disse il giovine proprietario. - Io non ci ho trovato nessun gusto, però... - Ci troverà più gusto lo sposo, - disse la moglie [...]
[...] del bettoliere, alla quale il marito volgeva le spalle; e il suo sguardo nero, scintillante, attirava con una specie di fascino magnetico gli occhi [...]
[...] sgradevole, rassomigliava a Maria. E mentre il toscano e il giovine possidente parlavano male di Francesco, burlandosi delle sue maniere affettate, l'ex [...]
[...] Franzisca? Ella aprì il cassetto e disse con intenzione: - Stanotte mio marito va ad Oliena. Ho messo tutti gli spiccioli nella sua borsa. Pietro s'era [...]
[...] il compagno vagarono per le bettole; poi l'ex-servo incontrò altri suoi conoscenti e tutti assieme andarono a cantare davanti alle porte delle [...]
[...] diligente; altre donne venivano a lavorare in casa, quando si doveva preparare il pane d'orzo per i servi di Francesco. Nel cassetto del canterano [...]
[...] . Nell’ovile, anzi, avevano divisato di passarci tutto il mese di maggio, come usano molti pastori nuoresi allorché si sposano. Francesco veramente [...]
[...] non era un pastore: era un possidente ed aveva una discreta rendita; ma siccome il bestiame e i pascoli (tancas) rappresentavano la sua più grossa [...]
[...] le lunghe nevicate i pastori nutrivano il bestiame con la sida, cioè con le fronde e le foglie della quercia. Maria battè infantilmente le mani [...]
[...] alla proposta di passare il maggio nell'ovile, tanto più che cominciava ad annoiarsi della sua vita sfaccendata di sposa ricca. 225 - Sono [...]
[...] troppo felice, ho fin quasi paura - pensava, mentre trapuntava una collana (1) per il suo Francesco, con una pazienza ed un'abilità da Aragne. - Non [...]
[...] gioia al pensiero di poter presto diventar madre. - Senza figli, Maria Santissima, a che serve la vita, il benessere, il denaro? (1) Colletto per [...]
[...] camicia. 226 Ah, senza confessarlo apertamente, ella finiva con dire a sè stessa che qualche cosa le mancava: la scatola dei biglietti, il [...]
[...] coprivano le macchie; il puleggio e la rosa selvatica imbalsamavano l'aria tiepida e pura. Le montagne lontane circondavano il panorama come d'un [...]
[...] il freno. Pareva sentisse la gioia della bella giornata, il piacere dell’aria libera: quando attraversava qualche piccolo corso d'acqua, vicino al [...]
[...] affacciava il muso bianco e nero sulla muriccia della tanca e muggiva bonariamente. Maria, abbandonata sulle spalle di Francesco, si lasciava cullare dal [...]
[...] passo tranquillo e cadenzato della cavalla, e provava una dolcezza quasi triste; il tepore del sole, il profumo delle erbe, e tutto quel fascino di [...]
[...] illanguidiva tutta. Eppure la stretta ardente della mano di Francesco non riusciva a far divampare il fuoco del desiderio che le covava entro il cuore [...]
[...] dalla groppa di Maseda, e guardò se il sudore della cavalla le aveva macchiato la sottana. - Mi pare d'aver dormito, - disse, facendo qualche passo [...]
[...] per sgranchirsi le gambe. Francesco si mise ad armacollo il fucile che aveva sempre tenuto sul davanti della sella, e fischiò per avvertire del loro [...]
[...] arrivo il pastore. Ben presto giunsero, saltando ed abbaiando, i cani dell'ovile, e tutta la tanca, poco prima silenziosa, risuonò di voci amiche [...]
[...] di ferula, fatto dai pastori, formava tutto il mobilio dell'abitazione preistorica. Sopra un'asse disposta sotto il tetto di frasche, stavano le [...]
[...] sgabello, finchè arrivò il servo pastore, verso il quale ella nutriva un'istintiva antipatia. Era un grosso e rozzo giovanotto dal nome duro: Zizzu [...]
[...] , arso e aquilino d'arabo: la mastrucca, sopragiacca di pelle lanosa, completava il suo aspetto d'uomo selvaggio. Nonostante questo aspetto, Zizzu [...]
[...] Croca aveva maniere garbate ed una voce dolce, quasi femminile. - Lasciate fare a me, - disse, poichè Maria e Francesco si preoccupavano per il [...]
[...] capanna: qui, in quest’angolo, faremo un bel giaciglio di felci, sulle quali stenderemo il materasso, i cuscini e le coperte che arriveranno da Nuoro [...]
[...] . Infatti s’avviò verso il ruscello, sulla cui riva le felci spiegavano i loro ventagli dentellati, ne falciò un mucchio e prima di portarle nella [...]
[...] capanna lasciò che il sole ne assorbisse la rugiada. Verso mezzogiorno arrivò il servo con un carro carico di roba: materassi, cuscini, coperte [...]
[...] , provviste. Maria mise in ordine ogni cosa; poi i due sposi se ne andarono a veder le vacche e a visitare tutta la tanca. Il sole quasi ardente inondava [...]
[...] , animavano la solitudine divina del bosco, nei cui ceruli sfondi, dietro le roccie e i muricciuoli verdi di musco, il cielo pareva un mare lontano: un [...]
[...] sposa, cingendole la vita col braccio, e guardandola con occhi amorosi: - Una volta ho visto una Bibbia con le figure colorate: c'era il paradiso [...]
[...] color caffè-latte, dal muso roseo e le corna nascenti, volgevano lentamente il capo e scuotevano la coda, quasi salutando i loro giovani padroni [...]
[...] alla confezione del formaggio, aiutando i pastori a versare il latte ed a preparare i recipienti. Le vacche uscivano una dopo l'altra delle mandrie [...]
[...] , e si fermavano vicine al pastore quando Francesco le chiamava per nome. Dalle grandi mammelle rosee il latte pioveva tiepido e 232 fumante [...]
[...] entro il paiuolo di rame o nei recipienti di sughero. Attraverso la siepe i vitelli guardavano curiosi, coi grandi occhi attenti, e dall'estremità [...]
[...] tremanti, quella funzione così sacra e solenne nella sua semplicità primitiva. Più tardi Maria passava nuovamente al fuoco il formaggio, dopo [...]
[...] , si ripiegava sul focolare acceso e rimescolava destramente il formaggio entro la casseruola di rame. E quando il cacio diventava tutto una pasta [...]
[...] e lo gettava nell'acqua fresca; poi ne cominciava subito un altro. Francesco ed il pastore eseguivano anch'essi, col cacio così ridotto, graziosi [...]
[...] dei parenti. Francesco provava un certo gusto nell'eseguirli. Maria preparava il pranzo, ed il pastore veniva ammesso alla mensa patriarcale [...]
[...] dei padroni; il più delle volte pranzavano all'aperto, sotto una quercia, e dopo il pasto i due sposi vagavano per la tanca, visitavano gli ovili [...]
[...] vicini, talvolta si spingevano fino alla chiesetta dello Spirito Santo, solitaria e nera come una roccia tra il verde dei campi silenziosi. Se non [...]
[...] mare lontano. Quando si svegliava Maria preparava il caffè, poi sedeva davanti alla capanna, all'ombra della roccia, e trapuntava una camicia, mentre [...]
[...] Francesco leggeva un numero arretrato della Nuova Sardegna, o il poema sardo « Su Triunfu d'Eleonora d'Arborea » del poeta Dore di Posada. La [...]
[...] fischio, qualche voce lontana; l'ombra della quercia si allungava sull'erba e il sole declinava con dolcezza infinita. 234 Verso l'imbrunire [...]
[...] taceva e odorava; le estreme foglie delle quercie tremolavano, vicine agli astri; il pastore dalle vesti selvagge, accoccolato davanti alle [...]
[...] mandrie, recitava il rosario. Poi i due sposi si raccoglievano nel loro letto di felci, e la notte soave spiegava le sue ali di velo sulla natura [...]
[...] addormentata. * * * Così i giorni passavano. Uno dei pastori, il più giovine, un ragazzo malaticcio e silenzioso, recava ogni sera a Nuoro il prodotto [...]
[...] qualche viandante nuorese s'indugiava un momento nel loro ovile. Però Turulia, il pastore anziano, litigava spesso con Francesco per cose da nulla [...]
[...] prima volta sola nell'ovile: Francesco però le aveva promesso di ritornare presto, e per ingannare il tempo ella s'avanzò fino alle roccie che [...]
[...] dominavano il sentiero. La luna illuminava già la tanca; ad occidente il cielo conservava una tinta rossa infocata. Appoggiata ad una roccia, Maria [...]
[...] vedeva ai suoi piedi il viottolo assiepato e più in là un angolo del sentiero che attraversava la tanca limitrofa. A un tratto le parve di udire i passi [...]
[...] rapidamente il tratto di sentiero che si scorgeva dalla roccia. Ella credette di riconoscerlo, e se un fantasma le fosse apparso in quell'istante non le [...]
[...] svelto, con la sua sopragiacca di pelle giallognola; nessun altro paesano nuorese aveva il portamento fiero di Pietro Benu, ed ella poteva ben [...]
[...] interminabile serenata. - No, mi sono ingannata, - pensò Maria; e ritornò verso la capanna. Una vaga inquietudine la spingeva; accese il lume e [...]
[...] saremo ritornati in paese vedrai. Ma a notte alta il servo ritornò con la vacca zoppicante, e disse di averla trovata in fondo ad una perca (1 [...]
[...] trovarli; un altro giorno eran venute le parenti di Francesco. Il tempo mantenevasi sereno; il cielo conservava quella limpidità luminosa che [...]
[...] , - disse Sabina; e se ne andò fra le macchie in cerca di fiori, dai quali succhiava il miele. (1) Burrone. 238 Dopo mezzogiorno ella si [...]
[...] , lo amava più che mai; perchè egli non ritornava a lei, ora che Maria dava i suoi baci ad un altro? XVII. Il giorno dopo altre due vacche [...]
[...] mancarono dalla tanca. Francesco non s'incollerì, ma diventò pallido, e guardò il servo con occhi torvi. - Andiamo, - gli disse; - anche questa volta [...]
[...] più d'una mezz'ora. Seduta davanti alla capanna, ella guardava davanti a sè, al di là della radura, verso il bosco, dal quale Francesco doveva [...]
[...] lavorare e di far la buona massaia. Mia madre sarà stanca, poveretta; sì, bisogna ritornare. Ricordi vaghi, ombre fuggenti, le sfioravano il pensiero. Sì [...]
[...] non è stato giovane? Chi non ha cercato di aprire il misterioso libro dei sogni? - Chi è senza peccato scagli la prima pietra, - pensava Maria, che [...]
[...] trascorsa. La sera cadeva, dolce e profonda, una sera quasi estiva; il cielo aveva già perduto la trasparenza primaverile: incurvavasi un po' denso e [...]
[...] rischiarava la cima grigia della roccia sovrastante alla capanna, cominciarono a inquietare Maria. Già le lontananze s'offuscavano, il bosco [...]
[...] diventava sempre più nero sotto il cielo 241 cinereo, e Francesco non tornava. A poco a poco, ai pensieri dolci e vaghi seguì in Maria un sentimento [...]
[...] non torna vuol dire che qualche cosa glielo impedisce. Ella s'alzò, attraversò la radura, fissò gli occhi in lontananza. Nessuno. Il grosso cane [...]
[...] dell'ovile abbaiò: il suo latrato di cane giovane, chiaro come una voce umana, riempì per un momento il silenzio profondo della sera calda. Maria si [...]
[...] ancora, si guardò attorno. Non aveva mai, come in quella sera, sentito il mistero del crepuscolo, delle ombre invadenti. Che accadeva laggiù, dietro [...]
[...] , che è accaduto? Ella camminò, camminò, varcò il prato, attraversò il bosco. L'ombra s'addensava sotto le quercie, nera, quasi palpabile. Maria [...]
[...] provava una strana impressione: le pareva che dei veli si squarciassero al suo passaggio, e il zirlare dei grilli che s'interrompeva 242 [...]
[...] tanca, saltò la muriccia, varcò un altro prato: il suo turbamento cresceva, il cuore le batteva violentemente. - Francesco? Francesco? Silenzio. Un [...]
[...] avviata, proseguì verso l'ovile di Antonio Pera. - Antoni, Antoni, - cominciò a gridare. Il punto rosso per un momento si spense; una figura nera [...]
[...] attraversò di corsa il prato. - Chi è? - Sono io, Antoni Pera, - ella gridò con voce ansante. - Maria! Che è accaduto? - Ah, Antoni, che paura [...]
[...] ! Francesco non è venuto al tuo ovile? Dov'è andato? Ho tanta paura. - È venuto qui, mezz'ora fa, circa; è ripartito subito, dicendo che faceva il giro [...]
[...] possono veder le traccie, con questo buio? - disse Maria. Nella capanna non c'era nessuno: il cane abbaiava furiosamente, e Maria credette di [...]
[...] gridare: - Francesco? Francesco? Solo i cani rispondevano. Il pastore accese il fuoco nella capanna, poi uscì e disse a Maria: - Se non hai paura [...]
[...] di star sola un momento, vado e guardo se posso trovarlo. - Va, va, per l'anima dei tuoi morti, va! Il pastore s'allontanò a grandi passi. Maria [...]
[...] s'erano calmati: soltanto uno, in lontananza, abbaiava ancora. Finalmente il pastore tornò. - Dev'essere proprio come ho detto io: devono aver trovato [...]
[...] , balzando in piedi e torcendosi le mani con disperazione. Il pastore cercava di rassicurarla, ma ella non udiva le parole di lui: provava una penosa [...]
[...] piante, non si sarebbero mosse; gli uomini non potevano nulla contro il fato mostruoso che doveva avvolgere Francesco. - Francesco? Francesco [...]
[...] di me? Egli sa che sono qui sola, di notte... Il pastore sentiva che ella aveva ragione, ma la confortava: - Non è poi tardi: guarda le stelle [...]
[...] l'ovile di Antoni: Maria barcollava e il pastore doveva sostenerla. Nella capanna trovarono un pastore anziano, il quale persuase Maria a riposarsi ed [...]
[...] chissà, il puntiglio o l'idea di acciuffare i ladri gli ha fatto dimenticare il suo dovere. Per punirlo, sta qui: così quando egli ritorna nel vostro [...]
[...] può far del male a Francesco Rosana? 246 Maria sedette sul sacco: il suo viso sembrava di cera. Chi poteva far del male a Francesco Rosana [...]
[...] ? Ella sola lo sapeva. - Oggi, - disse il pastore, mentre Antoni si allontanava ancora, - Oggi ho sentito Francesco questionare col servo. E che, non [...]
[...] Turulia litigare. Maria tacque e socchiuse gli occhi. Il pastore la credette assopita e uscì fuori. Ma ella non dormiva: la disperazione cresceva [...]
[...] sembrava di udire il passo leggero di Francesco avvicinarsi; apriva gli occhi e guardava, ma al barlume giallognolo del fuoco scorgeva solo il profilo [...]
[...] ; verranno fra poco. 247 Ella richiuse gli occhi, mentre grosse lagrime ardenti le solcavano il viso e le bagnavano le labbra tremanti. « Sta [...]
[...] denti stretti e le unghie ficcate nelle palme delle mani pulsanti... Perchè non si muoveva? Perchè non gridava?... Ah, le pareva che il rimorso la [...]
[...] , vedrai. Sta tranquilla. Verranno! Ah, se ciò fosse! Se tutto non fosse che un brutto sogno! Ora tutto taceva; l'oriente s'imbiancava, il bosco [...]
[...] rabbrividiva lievemente, in attesa della luna, le stelle parevano più grandi e più brillanti, e la notte seguiva il suo corso, insensibile al dolore delle [...]
[...] creature smarrite nella terra silenziosa. Maria piangeva e pensava: - Che accadrà se Francesco è morto, come io temo? Io devo tacere, per il mio [...]
[...] , per l'onore della sua memoria. Le mie labbra non devono aprirsi, o questo sarà il mio più terribile castigo. Ma che 248 accadrà, mio Dio, che [...]
[...] . All'alba Francesco tornerà: che dirà non trovandomi nel nostro ovile?... La stanchezza la vinceva: il sonno cadeva su lei come una coperta di [...]
[...] ancora; Antoni non tornava, il pastore anziano andava e veniva dalla capanna alla muriccia della tanca. - Zio Andria, zio Andria, nessuno viene; che [...]
[...] essere accaduta una disgrazia, - pensò Maria. E d'un tratto sentì un coraggio supremo animarla: affrettò il passo, varcò la muriccia, s'inoltrò nel [...]
[...] bosco e seguì il piccolo sentiero sul quale la luna, attraverso i rami della quercie, gettava un ricamo giallognolo, un chiarore vago e triste [...]
[...] . Spinta dal suo dolore e dal coraggio della disperazione, Maria camminava sotto il bosco, nella notte morente, come una figura da leggenda: le cose [...]
[...] più tragiche, il chiarore della luna calante, il bosco misterioso, la paura, il presentimento, il rimorso, la disgrazia e il delitto la circondavano [...]
[...] ; ma ella passava fra tutte queste cose con quella sua forza di volontà inconsapevole che formava il suo carattere e la guidava attraverso la vita [...]
[...] come attraverso un bosco tenebroso. Non piangeva più: voleva sapere, voleva convincersi: il suo maggior dolore era l'incertezza. 250 Arrivò [...]
[...] davanti alla capanna e si fermò qualche tempo ad ascoltare. La radura taceva; tacevano i prati d'un grigio verdastro sotto la luna: taceva il bosco [...]
[...] , dov'era il cancello. Le pareva di udire, a intervalli, una voce lontana; attraversò il letto del ruscello, dove correva un filo d'acqua gialla sotto lo [...]
[...] unirsi al tremolio della stella del mattino. Maria riprese il triste viaggio: si sentiva tutta umida di rugiada, tutta fredda di angoscia e di [...]
[...] sorpresa e di dolore, poi si unirono tentando d'impedirle il passo. Ma ella vedeva... Non gridò, non disse parola: respinse uno degli uomini che la [...]
[...] ; e l'allodola proseguiva il suo canto, e dall'alto delle roccie solo la luna pareva vigilasse il cadavere, come un cero funebre. XIX [...]
[...] sacerdoti venissero e portassero via la salma di Francesco. La sventura ed il lutto eran piombati come fulmini sulla casa dei felici; e le cose tutte, in [...]
[...] quell'ambiente già così tranquillo e ordinato, pareva ne restassero sbalordite. Il disordine regnava in tutte le camere; levate le cortine [...]
[...] velluto nero e di trine d'oro, ardevano otto lunghi ceri; nella camera attigua, dove s'era dato il pranzo nuziale, zio Nicola, col viso terreo a gli [...]
[...] , tragicamente pensierosi, di quegli uomini fieri che non mentivano il loro dolore. 253 Tutti avevano amato Francesco; la sua morte pareva a tutti [...]
[...] ; nessuno osava parlare forte, e i gridi e i singulti delle donne riunite in cucina giungevano affievoliti, come da un luogo remoto. E fuori il sole di [...]
[...] , l'antica scena funebre, resa più caratteristica dal chiaroscuro dell'ambiente. Il focolare era spento, la finestra chiusa; solo dalla porta [...]
[...] , tutte avvolte nelle loro pesanti tuniche e il viso seminascosto dalle bende nere e gialle di lutto. Ogni tanto la porta s'apriva. La viva luce [...]
[...] il sole splendesse ancora e il cielo fosse ancora puro; entrava qualche altra parente che aveva cura di richiudere subito la porta e tutto [...]
[...] dietro la porta due donne commentavano a bassa voce il racconto della giovine vedova. - Com'è stata coraggiosa! Io sarei morta mille volte se mi [...]
[...] avrebbe veduto il cadavere... - Oh, l'avrebbe veduto egualmente: non è donna da lasciarsi ingannare, Maria! E che coraggio, dopo! Volle aspettare [...]
[...] non v'è alcun dubbio? - insinuò l'altra, mentre Maria raccontava i sospetti che Francesco nutriva contro il servo. - Eh, no, sorella cara! Ci sono i [...]
[...] pastori che li hanno uditi questionare. Vedendosi scoperto, il servo ha ucciso Francesco. Le ferite sono del suo coltello, che fu rinvenuto in [...]
[...] fondo al sentiero... - Zesùs, Zesùs (1), - sospirò l'altra, e si asciugò gli occhi con la manica della camicia. In quel momento s’udì il canto funebre [...]
[...] . I gemiti e le grida raddoppiarono; molte donne s'avvicinarono alla giovine vedova svenuta, altre uscirono nel cortile. Solo zia Luisa conservò il [...]
[...] suo contegno solenne; sputò lievemente sul viso cadaverico della svenuta e le slacciò il corsetto. La vedova rinvenne subito, si sollevò, rigida [...]
[...] , ma accorgendosi che il suo sposo veniva portato via per sempre, cominciò a mandare acute grida. Nel cortile Sabina, col viso bianchissimo circondato [...]
[...] da una benda nera, distribuiva i ceri alle persone che volevano seguire il funerale. Altre donne l’aiutavano in questa pietosa faccenda. Ben [...]
[...] confratelli vestiti di bianco, sparve all'angolo della via: il portone fu chiuso. Sulla casa tragica risuonante di grida, sul cortile, sulla scala fiorita [...]
[...] , il sole giocondo brillava sempre più caldo, e le rondini 257 si posavano sul muro o s'inseguivano cantando. Sabina rientrò in cucina e [...]
[...] dei medici, l'affermazione dei testimoni, le conclusioni della giustizia illuminata, ella sola scrutava, col suo mite sguardo, il mistero dalla [...]
[...] vita e nell'altra colui che ha assassinato l'uomo più mite della terra, il mio figlio di latte, il garofano mio. - Francesco Rosana, - diceva la [...]
[...] zia del morto, - oh, tu, che eri il più bel sogno di tutte le fanciulle nuoresi, tu che eri il fiore dei giovani, quando baldo e fiero sulla tua [...]
[...] trapassino il cuore, assassino! Ah, figlio mio di latte, tu dunque non rivedrai più la tua sposa: tu non cullerai i tuoi figli, come io, che non ero tua [...]
[...] ? Ieri il sole era pallido e le nubi coprivano i monti, perchè anche il cielo piangeva la morte di questo giovine amato e generoso. - Eri giusto e [...]
[...] Sette dolori, ed i tuoi parenti cammineranno a testa curva per tutto il resto della loro vita. 259 - Perchè sei tu andato nel tuo ovile, conducevi [...]
[...] ; la messe ingiallirà, ma il padrone non benedirà più col suo sguardo l'abbondanza della raccolta. - Eri onesto e giusto, bianco come l'agnello [...]
[...] appena nato; perciò ti hanno sgozzato, ed il tuo sangue colorì i rovi dello Spirito Santo. - Persino i banditi s'inchinavano davanti a te: eri onorato [...]
[...] . Sia maledetto il latte che nutrì il tuo assassino; spuntino rovi sul suo cammino; che la giustizia lo afferri e ne faccia strazio. - Con sette colpi [...]
[...] di pugnale bucarono il tuo cuore come si buca un pezzo di sughero: settanta anni ed altri sette duri la pena di colui che ti ha ucciso a [...]
[...] tradimento. - Dio è buono: egli chiamò a sè il padre tuo e la madre tua prima di questo giorno nefasto; ma chi conforterà la tua sposa, o nipote mio bello [...]
[...] . Il fuoco non fu quel giorno acceso in casa Noina e nessuno pensò a preparare il pranzo: ma verso mezzogiorno tre donne portarono tre grandi [...]
[...] cestini, entro i quali i parenti e gli amici dei Noina mandavano il desinare bell'e pronto. Zia Luisa ringraziò, solenne e maestosa nel suo dolore; tutti [...]
[...] dall'assassino; il coltello si affondava nelle carni dell'infelice, il suo sangue sprizzava lontano... Un buio misterioso e denso come un velo nero [...]
[...] avvolgeva la figura dell'assassino. Chi era? Il servo o Pietro Benu? Questo mistero era il maggior tormento della vedova. Poi ella si scuoteva, si [...]
[...] procedeva cauto come un bandito... Nei suoi sogni tormentosi Maria faceva ipotesi spaventevoli: Pietro aveva ucciso il servo, poi, col pugnale di questo [...]
[...] rimasero chiuse; ella non accusò nessuno, e non imprecò contro il servo scomparso. La fama della sua bontà, del suo coraggio, del suo dolore [...]
[...] : - Abbi pazienza, fatti coraggio, - ed ella finì col convincersi che bisognava aver pazienza e farsi coraggio. Poi tutto ritornò calmo intorno a lei: il [...]
[...] fazzoletti neri per tutte le parenti povere che volevano portare il lutto per Francesco; distribuirono copiose elemosine in suffragio dell'anima [...]
[...] riesce bene! Le finestre ed il portone rimasero lungo tempo chiusi. XX. Una sera, otto o nove giorni dopo i funerali di Francesco, mentre zia [...]
[...] , avanzandosi. Un vivo rossore colorì il viso pallido di Maria: Pietro prese uno sgabello, sedette e la guardò fisso. - Perdonatemi, - egli disse [...]
[...] ferito come feriva lo sguardo di lei, cupo e profondo; ma il giovine non si turbò. 264 Stavano seduti entrambi nel medesimo posto ove s'erano [...]
[...] scambiati tanti baci; chiusi dalla medesima cerchia ove s'era svolto il loro romanzo di passione; qualche cosa del passato gravava nell'aria; la [...]
[...] più; mi ha da lungo tempo dimenticata. Il mio dubbio è stato un delirio. Pietro era mutato anche fisicamente; sembrava più alto, più vecchio [...]
[...] ; scarno, coi capelli irti e gli occhi freddi e indifferenti: il suo viso abbronzato era quasi duro, aveva una espressione che Maria non conosceva ancora [...]
[...] . Ma a misura che ella raccontava lentamente, con voce bassa, ancora un po' rauca per il lungo 265 pianto, e rievocava con particolari [...]
[...] suggestivi la terribile scena della scoperta del cadavere di Francesco, il viso di Pietro pareva rammollirsi, la maschera si sformava, la bocca esprimeva [...]
[...] convinceva dell'innocenza di lui. Egli era sempre il fanciullo d'una volta, apparentemente fiero, buono e pietoso in fondo. La sua fisionomia [...]
[...] di vacche l'Antine ricordò il servo Turulia. In quel tempo tutti credevano che il presunto assassino di Francesco si fosse rifugiato, con altri [...]
[...] più tardi il fatto da lui narrato risultò vero, e tutti i proprietari ai quali erano stati rubati tori e vacche ne incolparono il servo di Francesco [...]
[...] Rosana e i suoi amici latitanti. Maria era convinta oramai che il vero assassino di Francesco era Turulia; tuttavia qualche volta si sentiva [...]
[...] . - E che volete! - egli rispose, scrollando la testa col suo solito gesto sdegnoso. - Il bisogno, dicono, fa correre il vecchio. Tanto più dovrebbe [...]
[...] far correre il giovine! Ho avuto la fortuna d'incontrare un uomo che mi vuol bene, e che ha voluto in me non un servo, ma un socio. Cammino per [...]
[...] ! - rispose scherzando il giovine; ed i suoi occhi corsero a Maria. Ella ascoltava e taceva, coi gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani. Ogni [...]
[...] ?... Zia Luisa, venite, datemi un litro d'olio. Presto, la padrona m'aspetta, e poi devo andare a casa mia, dove m'attende il fidanzato. - Tu [...]
[...] , - non ti credevo così cattiva... No, non a questo punto... No... - Appunto perchè sono stata cattiva, ho paura... Egli si tolse rapidamente il [...]
[...] ... Vedi come tremo... come un bamboccio... Tremo, perchè il dolore che tu ora mi hai dato supera 270 tutti gli altri... Ah, no, non credevo [...]
[...] passò oltre. La fanciulla lo seguì con lo sguardo e scosse la testa. * * * E l'indomani mattina Sabina si recò ad un appuntamento che il suo [...]
[...] condizione si chiamerebbe fortunata di sposarlo. Che altre speranze ho io? Sentiva ancora il freddo saluto che Pietro le aveva rivolto. Il dubbio [...]
[...] in questa vana passione? Ma per quanto ella fosse mite e ragionevole, un segreto desiderio di vendetta la spingeva. Il suo spasimante era fratello [...]
[...] di Antonio Pera, il pastore il 271 cui ovile era vicino all'ovile Rosana. Qualche parola sfuggita a Giuseppe, a proposito di Pietro Benu, aveva [...]
[...] , ma giunta davanti alla chiesetta della Solitudine si fermò. Era il luogo dell'appuntamento. Giuseppe non era ancora giunto, ed ella, alquanto [...]
[...] cavallino rosso. Appena vide Sabina balzò di sella, legò il cavallo e corse sorridendo verso la fanciulla. - Egli non è più tanto giovine, ma ha [...]
[...] da me? - Che voglio? Lo sai! Sai che devo partire. Ho finito di seminare il grano, e vado a lavorare in una foresta; starò lontano due mesi [...]
[...] Giuseppe è, per il popolino nuorese, valida quasi quanto il matrimonio: orribili sventure castigano lo spergiuro. - Lasciami pensare un momento, - disse [...]
[...] porta: Sabina depose l'anfora per terra e guardò se si vedeva gente nella strada. Nessuno; solo il cavallino rosso, immobile e paziente, aspettava [...]
[...] il suo padrone. L'aurora disegnava già i suoi archi rosei dietro la chiesetta solitaria. La fanciulla raggiunse il fidanzato e con lui penetrò [...]
[...] nella povera chiesetta grigia. Giuseppe si levò 273 la barretta, se la gettò sull'omero, si fece il segno della croce. - Giuseppe, - disse Sabina [...]
[...] vaneggi... - No, non vaneggio. Vedi, se tu non avessi saputo qualche cosa, avresti subito pronunciato il nome di Turulia... - Appunto, è lui [...]
[...] ... Nel mondo c'è posto per tutti. Però... - Però?... - Però... dimmi... Ora non insisto; ma se ti domanderò il nome dell'assassino, quando saremo [...]
[...] , se Maria Noina e Pietro Benu dovessero sposarsi... Il contadino spalancò gli occhi e strinse rapidamente le labbra, quasi per impedire alla sua [...]
[...] contava trentatrè anni: in tutto il vigore della sua giovinezza matura, sano, agile, meno scarno e bruno d'un tempo, egli era bellissimo, e le domeniche [...]
[...] , allorchè tutto vestito a nuovo e con l'orologio e il fazzoletto bianco in tasca, si recava alla messa di mezzogiorno, qualche ragazza benestante [...]
[...] : solo zia Luisa, pur mostrandosi affabile quanto il suo carattere solenne glielo permetteva, non mancava qualche volta di ricordargli la sua origine e [...]
[...] muratori che fabbricavano un muro, venne a cercarlo l'Antine. Il piccolo uomo intraprendente s'era vestito da borghese; aveva i capelli grigi, ma [...]
[...] il suo viso sbarbato conservava l'espressione giovanile che lo rendeva tanto simpatico. Da qualche anno l'Antine aveva sposato una ragazza povera [...]
[...] , non credevo che mia moglie mi facesse questo torto! - esclamò l'Antine, un po' serio, un po' scherzoso. - Bisogna vedere se il torto è suo [...]
[...] , - rispose Pietro maliziosamente. - Sarai il padrino, come hai promesso? - E la madrina chi è? - Sceglila tu stesso... - Ah, quella che io sceglierei non [...]
[...] accetterebbe! - Prova: ad ogni modo, pregala tu, Pietro; forse a te non darà un rifiuto. Se ella vorrà, faremo il battesimo di sera. Sarà una [...]
[...] ... - Non vantarti tanto: non sei uno stinco di santo, poi! Bene, versa pure dalla damigiana, diavolo, non far complimenti. 278 Pietro versò il vino [...]
[...] . Pietro scosse la testa, e sollevò il bicchiere: il suo viso era diventato triste. - Non scherzare, diavolo; sai che non mi piace... Piuttosto, dimmi [...]
[...] sai che il mio capitale è ben meschino, mentre la gente crede ch'io stia per diventar ricco... - Tu puoi diventarlo: perchè non ti decidi a [...]
[...] foglia sarà secca! A quando sarete vecchi entrambi!... Vedi, tu mi fai arrabbiare, Pietro, - esclamò l'altro, battendo il bicchiere sul tavolo. - Vedrai [...]
[...] , morsicandosi il pugno. - Taci. 279 - Ah, sì, Pietro Benu; tu sei nato per aver fortuna e... invece! Basta: tu sei un mezzo uomo, un uomo di ferula [...]
[...] vantarti tanto! Il servo l'ho ucciso io; tu hai ucciso il padrone... Ti chiami sfortunato, perchè hai ucciso il tuo rivale? Diavolo, conosco tanta gente [...]
[...] che direbbe il contrario... - Bella fortuna! - continuò Pietro con voce triste. - La fortuna sarebbe stata di... Basta, non voglio ricordare! Eppoi [...]
[...] . Uscirono. Strada facendo l'Antine fece vedere a Pietro una lettera di un impresario, il quale lo pregava di reclutare scorzini e carriolanti per [...]
[...] una 281 lavorazione, cioè per il taglio di una foresta in Algeria. « Vorrei anche delle donne per la pulitura della scorza; potrebbero venire [...]
[...] la mogli degli scorzini e dei carriolanti. C'è alloggio sufficiente ». - Può darsi, - disse Pietro. - che qualche povera diavola voglia seguire il [...]
[...] marito. Possiamo cercare. La moglie dell'Antine espresse anche lei il desiderio di veder la sua bambina tenuta a battesimo da Maria. Pietro allora [...]
[...] , per non destare sospetti nella giovane puerpera, promise di « esplorare il terreno ». - Dopo farò la richiesta ufficiale, - disse, scherzando [...]
[...] , l'Antine. Uscirono di nuovo assieme e si avviarono verso la casa di zio Nicola. - Va là, fa tu da paraninfo ora; dopo lo farò io, - diceva il [...]
[...] piccolo negoziante. - Vedrai che finirai col darmi quest'incarico. Deciditi, via. Sai che cosa mi ha detto l'altro giorno il Toscano? che Franzisc'Antoni [...]
[...] passati tanti anni, il lutto più stretto opprimeva ancora la giovine vedova. Ella usciva di rado, passava nelle viuzze più solitarie, sempre stretta [...]
[...] sottratta alla vita, mentre la gioventù le vibrava nel sangue e il desiderio della felicità le turbava l'anima. Qualche volta si domandava se voleva [...]
[...] guardarla come la guardava lui: sotto il suo sguardo ella si sentiva quasi mancare. La sua volontà, sempre così ferma e vigile, si piegava solo [...]
[...] il desinare, sola, scalza e modestamente vestita. - Buon giorno, Maria, - disse Pietro, entrando e avvicinandosele. Ella si volse, un po' turbata [...]
[...] con te. - Siediti dunque. Avete fatto già il battesimo? - ella disse, prendendo una sedia e spolverandola, sebbene l'avesse già spolverata fin [...]
[...] il suo turbamento. Nella cucina pulitissima, il cui pavimento era qua e là spruzzato d'acqua, regnava una dolcezza, un tepore di focolare acceso [...]
[...] al passato, che non ricorderai la mia bassa condizione d'un tempo, come io non ricordo il tuo tradimento... Ricominciamo una nuova vita. Io ti [...]
[...] scosse la testa china. Pietro le mise una mano sulla fronte e la costrinse a sollevare il viso ed a guardarlo. Anch'egli era pallido, con le labbra [...]
[...] qua e là coi paesani di sua conoscenza. Fra gli altri c'era Giuseppe, il marito di Sabina, vestito a festa, con la barba già un po' grigia, ma [...]
[...] accuratamente pettinata: i contadini e gli artigiani 287 suoi amici lo circondavano e lo invitavano a festeggiare il suo Santo conducendoli a bere [...]
[...] , lo scossero, protestando e cercando di far cadere il campione fraudolento. - Oh, tu, diavolo, abbasso! Non bisogna far così. Giù, giù!... Ma [...]
[...] l'altro continuava a salire; la sua persona magra ma non svelta si ripiegava e s'allungava sul fusto con mosse lente, ma sicure. In alto il bizzarro [...]
[...] trofeo tremolava tutto, il cerchio s'aggirava intorno alla cima dell'albero e il sole traeva ancora una scintilla dalla molla di metallo della [...]
[...] moglie? C'è l'alloggio. (1) L'albero di cuccagna. 288 - Mia moglie non ha bisogno di raschiare scorza, - rispose il contadino. - Tuttavia [...]
[...] , vedremo... Glielo dirò. - Eccola là: domandaglielo subito, perchè mi occorre sapere il numero delle persone che vogliono andare alla lavorazione [...]
[...] dei fischi, l'uomo magro saliva, saliva sull’albero; ancora uno slancio ed eccolo arrivato. Per un momento la folla ansiosa tacque; il sole [...]
[...] scomparve; il cerchio si fermò. - Bravo! - gridò l'Antine, agitando il braccio verso il vincitore, che era arrivato a toccare il cerchio e ne aveva [...]
[...] strappato la borsa. Per reazione, allora, tutti applaudirono: l'uomo scivolò giù, tirandosi dietro il cerchio, e arrivato a terra, nonostante le proteste [...]
[...] freschezza d'un tempo; i capelli biondastri le sfuggivano ancora, qua e là, sulla fronte e sulle orecchie, incorniciando un visetto magro e giallognolo; il [...]
[...] sciupano presto. Dopo il suo matrimonio, le sue relazioni con la famiglia Noina erano quasi cessate; ella non aveva tempo di andare a trovare i [...]
[...] parenti ricchi, e questi non si ricordavano di lei. Sabina aveva dimenticato il passato. Quando verso sera attendeva il marito, seduta sul limitare [...]
[...] avvicinarsele, un lievissimo rossore le colorì il viso. Egli era così bello, così ben vestito, con gli occhi ardenti di felicità! Quanti anni, quanti [...]
[...] secoli erano trascorsi dopo (1) La fame. 290 quel giorno d'autunno, in cui egli le aveva promesso di « dirle qualche cosa! » Come il mondo [...]
[...] baciava la sua bambina per nascondere il lieve turbamento che la trionfante presenza di Pietro le destava; - vuoi o no andare con tuo marito? Sei troppo [...]
[...] giovine per restar sola tre mesi a casa. - Ad ogni modo non cercherei te per farmi compagnia! - rispose pronta Sabina. Poi s'informò se per il [...]
[...] , tre povere donne seguirono i loro uomini. XXII. Il secondo matrimonio di Maria si ordiva nel massimo segreto. Nessuno ne sapeva nulla; neppure [...]
[...] aveva licenziata la serva, e neppure il bettoliere toscano era riuscito, fino agli ultimi giorni, a sapere le novità di casa Noina. Grandi meraviglie [...]
[...] per questo! - osservò il bettoliere, che già ricominciava a scacciar le mosche col pennacchio di carta. - Un giorno ho sentito zia Luisa e zio [...]
[...] Nicola litigare aspramente. Sentivo pronunziare il nome di zio Pietro Benu, e zia Luisa diceva al marito: « È naturale che ti sia simpatico, Corvo con [...]
[...] corvo non si cavan gli occhi! » Voleva 292 dire che si somigliano. Si vede che zia Luisa non vuole Pietro per genero. Il bettoliere indovinava [...]
[...] . Quando Maria aveva annunziato il suo fermo proposito di sposar Pietro Benu, zia Luisa aveva arrossito. Poche volte in vita sua ella aveva [...]
[...] poco non si disse onorato della domanda di Pietro; zia Luisa dimenticò il suo « decoro » fino a piangere con vere lagrime. - Pietro Benu? Il mio [...]
[...] se ti avessero ammazzato una seconda volta! - Il diavolo ti pianga! - gridò zio Nicola, battendo il bastone per terra. - Non lo hai pianto la [...]
[...] . - Non per me... ma per la gente, per il decoro della famiglia! - Calmati, madama reale, - le disse zio Nicola, che spesso la chiamava ironicamente [...]
[...] come andrà a finire! Ma poi si rassegnò e pregò che le usassero almeno due favori. Primo: che il matrimonio si facesse nel massimo segreto. Secondo [...]
[...] presenza vi dispiace. Non vi do torto; vi rispetto e venero. Desidero che il matrimonio avvenga subito. Che dobbiamo aspettare? Da tanti anni abbiamo [...]
[...] atteso ciò che più premeva: il consenso di Maria. Dunque? La mia casa non è ultimata, ma ci si può abitare. Fra giorni io parto per Cagliari; là [...]
[...] cose indifferenti. Una sera Maria nominò per caso il suo defunto marito, e notò una lieve espressione di disgusto sulle labbra di Pietro. Appena [...]
[...] egli fu uscito, zio Nicola le disse: - Bada, non si deve mai ricordare il primo sposo in presenza del secondo; non farlo più. - Ma se prima lo [...]
[...] , innocua se è scarica, pericolosa se carica... Il fidanzato è un'arma carica; non bisogna urtarla... Alla quarta visita l'« arma carica » insistè per [...]
[...] fissare il giorno delle nozze. Ardeva e spasimava d'incertezza e di passione: ogni volta che entrava guardava Maria con occhi avidi, scrutando se sul [...]
[...] desiderio perchè egli dimenticasse ogni altra cosa e vibrasse tutto di piacere selvaggio. Dopo il primo colloquio non s'erano trovati più soli: zia Luisa [...]
[...] accompagnava Pietro fino al portone quando egli se ne andava, 295 e pareva vigilasse e si prendesse il gusto crudele di separare i due [...]
[...] ; pensava a lui come mai, neppure durante i primi mesi del suo amore, aveva pensato. Qualche volta il suo antico orgoglio risorgeva: l'idea di dover [...]
[...] passione, al desiderio ardente di un amore sfrenato. I lunghi anni di vedovanza avevano come rinnovellato la sua verginità e smussato il suo carattere [...]
[...] primitivo. Le pareva di aver provato tutte le gioie e tutti i dolori, tranne l'amore. Era stata invidiata, adulata; aveva pagato a caro prezzo il [...]
[...] suo tradimento; ora i suoi trent'anni ardevano di desiderio. Ella smaniava di godere, voleva riacquistare tutto il tempo perduto, la giovinezza [...]
[...] sprecata inutilmente: ma in tutto ciò v'era qualche cosa d'impulsivo. Il caldo primaverile, il benessere, le quiete della casa, la solitudine [...]
[...] , acuivano in lei questo 296 improvviso trionfo del sensi, questo risveglio della giovinezza stanca di dormire. Ma quando il desiderio non l'accecava [...]
[...] diverte, ecco tutto: chissà... - pensava. Il sesto giorno cominciò ad inquietarsi. - E Pietro che non torna e non scrive!... Deve essergli accaduta [...]
[...] nella sua camera. Egli le domandava perdono del lungo indugio, diceva di averle scritto una cartolina, ch'ella non aveva ricevuto, e le esprimeva il [...]
[...] ricchissimo broccato; e questa gentilezza intenerì alquanto la futura suocera. * * * - Ebbene, - ella disse a Pietro, il giorno dopo le [...]
[...] Pietro, con le sue continue gentilezze, l'avevano alquanto rabbonita. - Fate vedere il corsetto che Pietro vi ha regalato, - le dicevano le vicine [...]
[...] , - rispondeva zia Luisa, ripiegando il broccato e avvolgendolo nella carta velina. Fino alla vigilia del matrimonio tutti ne ignorarono la data precisa [...]
[...] le seconde nozze; Pietro era il più impenetrabile. Non parlava con nessuno del suo matrimonio, sollecitava i muratori perché terminassero la casa, e [...]
[...] soffriva all'idea di passare 299 la luna di miele presso i Noina e di occupare il posto del morto. - Nel suo letto... - pensava rabbrividendo [...]
[...] come un'ombra gli offuscò gli occhi. - Sono molti anni che io non compio il precetto pasquale, - disse con tristezza. - Ho tanto sofferto che non [...]
[...] , sia. Ma anche tu mi devi fare un piacere: non ho osato domandartelo prima. Per il tempo che abiteremo qui, nella casa di tuo padre, lascia che faccia [...]
[...] portare nella camera dove dormiremo il letto che ho acquistato a Cagliari. Tu capirai... lo desidero... A sua volta Maria si fece pensierosa e [...]
[...] triste. Era la sposa che doveva fornire il letto nuziale, e Pietro quasi la offendeva proponendole un letto suo; ma d'altra parte egli aveva ragione [...]
[...] . Ecco, la perspicacia di zio Nicola non aveva preveduto il caso, e Maria, stordita dalla passione e dall'incalzarsi 300 degli avvenimenti, non [...]
[...] aveva indovinato il giusto desiderio di Pietro di non dormire dove Francesco Rosana aveva dormito. Allora vennero ad un accordo: Pietro si sarebbe [...]
[...] ; ricordava il chiasso, la magnificenza, il lusso e l'allegria delle sue prime nozze; ora tutto procedeva in silenzio, in segreto. Non era stata neppure [...]
[...] ripulita la casa, non invitato un parente, un amico, all'infuori dei due testimoni indispensabili. Eppure questa volta il cuore della sposa [...]
[...] palpitava di gioia, le sue mani tremavano nel preparare il letto nuziale. Scese in cucina, spazzò, accese il fuoco e preparò il caffè: un lieve rossore le [...]
[...] colorì il viso stanco. Verso le due risalì nella sua camera e cominciò a svestirsi, ed a misura che si levava e riponeva nella cassa gli [...]
[...] periodo della sua vita cadeva 301 e spariva con quelle vesti nere che le avevano stretto il corpo e l'anima tragicamente. Le pareva, strappandosi [...]
[...] da quell'involucro funereo, di metter le ali come la farfalla uscente dal bozzolo; ma quando sul corittu d'orbace ripose il giubboncello di panno [...]
[...] dolore le solcarono il viso. S'inginocchiò, mise i gomiti sul coperchio della cassa e pregò. Una visione tragica le apparve ancora una volta nella [...]
[...] nel cortile... Ella balzò in piedi e cominciò a indossare il costume da sposa: un costume modesto, dalle tinte smorzate, senza ricami nè fronzoli [...]
[...] così giunsero davanti alla chiesetta silenziosa. La cerimonia fu lunga. Il sacerdote, assistito da un vecchio paesano che sembrava un apostolo, calvo [...]
[...] raccoglimento quasi triste. Quell'ora solenne, che era stata il sogno e lo spasimo di tutta la sua giovinezza, non lo commoveva troppo; gli pareva d'esserci [...]
[...] non gli agitava il cuore, una dolcezza di riposo e un senso di pace lo rendevano felice. 303 Ecco, finalmente era giunto, come il viandante [...]
[...] spaventoso; il fuoco brilla nel focolare, il vino aromatico scintilla nel bicchiere capace: è tempo di riposarsi, di bere e inebbriarsi. Solo, di [...]
[...] scacciando sdegnosamente lontano da sè ogni timore, e guardasse il viso innamorato della sposa, perchè la gioia della realtà lo riavvolgesse tutto [...]
[...] ardente. 304 Anche al ritorno dalla chiesa il corteo passò inosservato: gli sposi procedevano, silenziosi, commossi, a testa china; soffiava un [...]
[...] accompagnatori, la parente e zio Nicola li seguivano guardandoli con ammirazione. Anche il prete diceva: - Dio li benedica; sembran due fiori dello [...]
[...] stesso cespuglio. Zia Luisa aspettava dietro il portone; non pianse nè bacio gli sposi, come l'altra volta, ma gettò su di loro una manata di grano e [...]
[...] augurò senza scomporsi troppo: - Buona fortuna! Buona fortuna! Anche le due donne, che erano venute per aiutarla a servire il caffè e i dolci [...]
[...] , gettarono manate di grano sugli sposi; poi corsero a prendere i vassoi e salirono nella camera di zia Luisa. Il sacerdote, appena entrato, s'affrettò a [...]
[...] benedire il letto, scambiandolo per quello degli sposi. Zio Nicola provò tale un impeto d'ilarità, che dovette piegarsi ed appoggiarsi al bastone [...]
[...] , ridendo fragorosamente. - Chissà che faccia un altro figlio, ora, mia moglie! Ah, ah, un altro, ora! Tutti risero; Maria attirò il sacerdote [...]
[...] paura del maschio, del predatore violento, la illanguidiva, accresceva in lei il piacere della dedizione. Le pareva d'esser portata via da un vento, da [...]
[...] ; ritornava 306 ad esser la ninfa ignuda che aspettava il fauno tra l'erba a cui era ignota la falce. Egli arrivava: un velo cadeva intorno a loro [...]
[...] , spariva il mondo, la casa, il passato e l'avvenire. Qualche volta Pietro si mostrava inquieto, melanconico, specialmente se, rientrando, non trovava [...]
[...] pensava. 307 Sentiva un lieve peso alla testa, ma i suoi pensieri erano meno torbidi e il suo respiro meno ansante del solito; ella ricominciava [...]
[...] cucina? S'alzò e andò a vedere. Era il gatto che aveva fatto cadere un coperchio: ella rimise tutto a posto, rincorse il gatto che attraversò di [...]
[...] corsa il cortile, poi sedette nuovamente e guardò fin dove arrivava l'ombra della casa, per indovinare l'ora. - Son le dieci: Pietro rientrerà forse a [...]
[...] mezzogiorno. Le pareva di vederlo: egli spingeva il portone, entrava e se non la scorgeva subito la chiamava. Ella gli andava incontro: si [...]
[...] sposo, Maria ricadde in quella specie di ossessione amorosa che da tanti giorni la turbava: un nodo le strinse la gola, il suo respiro si fece [...]
[...] camicia, ed andò ad aprire. Era il portalettere, un omone rosso dai grandi baffi gialli, che guardò Maria da capo a piedi, quasi per assicurarsi [...]
[...] ? Ella non sa ancora che mi sono sposata? Ridiscese, richiuse il portone e aprì subito la lettera. Era senza firma, ma ella riconobbe la calligrafia [...]
[...] col coltello di questo hanno ucciso Francesco. Il cadavere di Turulia fu nascosto fra le roccie della tua tanca dello Spirito Santo, in un [...]
[...] Turulia. I pastori dei dintorni, Antonio Pera, zio Andria ed altri, conoscono il segreto: essi videro i due assassini, che sono pure due ladri, perchè [...]
[...] fatto voto di tacere se tu non ti decidevi a sposare il tuo antico servo. « Prego Maria Santissima che questa lettera ti arrivi a tempo: fa [...]
[...] attraversò il cortile e si lasciò cadere sulla seggiolina dove poco prima stava seduta. Il suo viso si fece livido, si contrasse; le sue mani e la sua [...]
[...] testa tremarono. Per qualche tempo ella rimase così, come sopraffatta da una leggera convulsione e da una completa incoscienza, poi sollevò il capo e [...]
[...] istintivo bisogno di protezione, di sollievo, e desiderò il ritorno di Pietro. - S'egli venisse subito! - pensò, guardando la lettera. - Gliela farei [...]
[...] attimo ella ricordò tutto il suo triste romanzo, cominciato come un idillio e finito in tragedia. Ricordò tutto. Rivide Pietro che attaccava [...]
[...] 311 il suo cappotto alla parete di cucina, dietro l'angolo della porta... Era una giornata fosca e triste... Ella gli aveva versato da bere e lo [...]
[...] ricordava, sì, ed era superba come una figlia di re. Perchè era poi caduta tanto in basso? Aveva ascoltato il suo servo, ed a poco a poco s'era [...]
[...] il sapore dei baci di lui, e non si accorgeva che questi baci le avvelenavano la vita. Eppure, se egli tornasse! Se egli tornasse e con uno di [...]
[...] lui, l'accusa contro il servo scomparso, le parve una rivelazione. - Egli è il suo complice, - pensò, - non c'è dubbio... Non c'è dubbio! Sì, ad un [...]
[...] , come l'aveva veduto pochi momenti prima nel suo sogno amoroso: egli la chiamava, s'avvicinava, si gettava su lei, e il suo abbraccio la soffocava [...]
[...] della lettera, che aveva destato il suo delirio di paura, le ritornò in mente e la calmò. « Maria, sii prudente ». Chiuse il portone con la spranga [...]
[...] violenza, sovrapponendosi, mischiandosi ai suoi terrori, alla sua angoscia, alla sua speranza, e rendendo più torbido il caos della sua mente [...]
[...] , tutti gli avvenimenti dei suoi lunghi anni di vedovanza: 314 i dubbi che l'avevano tormentata dopo la tragedia; il giuramento di Pietro, la sua [...]
[...] lunga attesa, la sua evidente astuzia, la sua crescente fortuna, il desiderio di tener nascosto il loro matrimonio, la ripugnanza a sentir nominare [...]
[...] , così offeso, che nel ricordare quella scena Maria sentiva ancora un impeto di gioia sollevarle il cuore. Allora respirava, per un attimo, come il [...]
[...] giurato, sulla santa croce ha giurato... ed io l'ho creduto! Perchè, Signore, perchè avete ritirato da me il raggio di luce che mi rischiarava [...]
[...] rondini in amore. * * * E il sole proseguiva il suo corso, e la linea dell'ombra s'avanzava sempre, fatale. Pietro poteva tornare da un momento [...]
[...] turbamento. Levò la spranga e lasciò il portone chiuso come al solito, col solo saliscendi, poi si ritirò nella sua camera. Nello scorgere il letto, bianco [...]
[...] il suo dolore feroce, seguì la disperazione per il bene perduto. La sua angoscia si fece più cosciente e più profonda. Ella si buttò ginocchioni [...]
[...] misteriosa, erano come un segno mnemonico che le ricordava orrende cose. Ella rivide il sangue di Francesco coagulato sull'erba e sulle pietre del [...]
[...] sgozzato... Lagrime di tenerezza le solcarono il viso al ricordo di Francesco. E quel ricordo la commosse come forse mai l'aveva commossa; e per la [...]
[...] . Se Francesco fosse vissuto ella lo avrebbe amato di vero amore, - ella pensava, - di quell'amore comandato da Dio, vasto e profondo, eterno come il [...]
[...] tempo, sempre eguale e sempre dolce, e non dell'amore carnale che l'aveva bassamente unita ad un servo... - Egli, il servo vile, egli mi ha [...]
[...] perduto, mi ha assassinato... - ella disse a voce alta, gettandosi sul letto e affondando disperatamente il viso fra i guanciali. - Ha ragione mia madre [...]
[...] castigata per questo? Oh, no, Signore, il castigo sarebbe troppo orribile... Che ho fatto io? Dalle tenebrose lontananze della sua coscienza, una voce [...]
[...] sarebbe diventato egualmente un ladro e all'occasione un omicida, pur di raggiungere il suo scopo: arricchirsi, sposarla. Ah, sì, ella ricordava bene [...]
[...] aveva fatto! Egli era nato col suo destino sulle spalle. Misera lei che era caduta fra i suoi artigli come il passero fra gli artigli del nibbio [...]
[...] aspetto, come tante volte lo aveva confusamente intraveduto. Ella era ancora la padrona: egli il servo, ma il servo ladro, grassatore, nemico: era il [...]
[...] servo che rubava al padrone, che lo uccideva per usurpargli 319 il posto. Anche in amore era un violento, un predatore; ed ella ora lo sentiva [...]
[...] , e tutto il suo rancore d'altri tempi, il suo misterioso odio di razza si sviluppava in lei come un male nascosto che finalmente aveva il suo [...]
[...] sfogo. - Che fare, ora, che fare? Ed a misura che il male aumentava, la domanda risuonava più forte. L'idea di perdonare neppure le passò per la [...]
[...] chi domandare consiglio? A sua madre? Per il decoro della famiglia, nonostante il rancore nutrito contro Pietro, zia Luisa sarebbe stata capace di [...]
[...] consigliarle il silenzio. A suo padre? Egli era buono, ma vuoto e leggero: egli forse avrebbe riso di lei, rimproverandole di non aver sposato [...]
[...] amare di lagrime: - Andrò dal giudice. * * * Il giudice era la colonna, l'unica colonna del suo mondo crollato, contro la quale ella potesse [...]
[...] appoggiarsi. Era il padre, l'amico, il difensore e il giustiziere; l'unico che non l'avrebbe tradita. Egli solo, con la sua potenza formidabile, poteva far [...]
[...] parlare i morti, frugare tra le roccie, squarciare il mistero; egli solo poteva costringere i vivi ed i morti a pronunziare le verità, e punire i [...]
[...] colpevoli o salvare gl'innocenti. In un momento Maria fece il suo piano. - Andrò segretamente dal giudice. Dopo tutto egli è un uomo e capirà la [...]
[...] alzò, ricominciò a vagare qua e là intorno alla camera, si accostò allo specchio e quasi non riconobbe il suo viso alterato e verdognolo. Sembrava [...]
[...] una maschera. L'ombra del dubbio la circondò ancora: e la figura del giudice cambiò aspetto, da amica diventò nemica e minacciosa. Il giudice è come [...]
[...] quale era la sorgente del suo male. Troppe cose contro di lei potevano risultare, se il giudice investigava bene. Gli uomini della giustizia [...]
[...] potevano condannare Pietro: ma la gente avrebbe condannato lei. La gente! No, la gente doveva ignorare il dramma, come aveva ignorato l'idillio: per la [...]
[...] gente ella doveva sacrificarsi ancora, per tutta la vita... * * * Sembrandole di nuovo che Pietro attraversasse il cortile si gettò ancora sul [...]
[...] le aveva destato terrore era stato il « ladrone ». Ella se lo figurava alto come una quercia, con due grandi occhi di gatto e due mani simili ad [...]
[...] , quando zio Nicola russava nella camera attigua, aveva desiderato di vedere il « ladrone ». - Io griderò, - pensava con un brivido di piacere [...]
[...] angoscioso, fatto di curiosità e di terrore. - Mio padre si alzerà, prenderà il fucile e lo ucciderà. * * * Ma Pietro non viene, ed ella si calma di [...]
[...] nuovo, pronta e vigile, decisa a combattere da sola il nemico. Ella è nata per combattere, per lottare, per ferire a tradimento. Ella ha sempre [...]
[...] ella avesse parlato. Ma il mondo tutto è pieno di tradimenti e d'insidie: l'uomo deve lottare con l'uomo 324 per avere la sua parte di sole e [...]
[...] passa e il pericolo si avvicina, ella si munisce di tutte le sue armi femminili, che sono i suoi istinti primitivi, dominati da una volontà implacabile [...]
[...] ; ed è passata come una figura leggendaria attraverso il bosco nero, nella notte tragica, ed è andata incontro al suo triste destino, pronta a [...]
[...] , pronto all'assalto, egli, il « ladrone ». Finalmente si avverava il barbaro sogno della bambina ricca: ed ella aveva paura, come nella sua infanzia, ma [...]
[...] si affannava troppo per un così piccolo male. - Ti senti meglio, ora? Un poco, sì, vero? Ma cosa è stato? Ma cosa sarà? È da molto? Il fuoco è [...]
[...] : voleva sapere chi era venuto, quella mattina, e se il male era cominciato da molto tempo, e che cosa poteva averlo causato. 326 A un tratto, i [...]
[...] nascere! Eppure!... Riaprì gli occhi, li fissò sul volto di Pietro. E le parve che, in un attimo, il viso di lui si fosse trasformato, diventando [...]
[...] sentiva che egli medesimo, con la sua cieca passione, era per lei il miglior protettore. Egli l'avrebbe difesa anche contro sè stesso, egli che per [...]
[...] la bimba della favola nella tana del « ladrone ». Ella sentiva che questo era il suo maggior dolore: restare con lui! averlo sempre vicino, sempre [...]
[...] il fiele e l'aceto, come a Gesù. Pietro s'era scostato e la guardava sempre: ma il suo sguardo non era più desolato e inquieto. Anch'egli capiva, o [...]
[...] credeva di capire. Il male di Maria era troppo esagerato. - Piangi? - le disse, riavvicinandosele. - È così forte il dolore? E non vuoi che chiami [...]
[...] il medico?... Io vado, mando una vicina. Puoi star sola un momento? Maria, rispondi! Col busto ripiegato, le mani intorno alla fronte, gli occhi [...]
[...] : - Va pure! Va tu; non chiamare le vicine. 328 Egli uscì. Ella pensò: - Egli ha paura: egli ha capito: egli non chiamerà il medico: nessun [...]
[...] medico della terra può guarire il nostro male. Dio mio, Dio mio, che faremo noi? * * * « Che faremo noi? » Per la prima volta, dopo quelle due [...]
[...] lunghe ore di incubo, alla associò al suo il dolore di Pietro. La presenza di lui, per quanto odiosa ed insopportabile, le aveva ricordato mille cose [...]
[...] , talvolta. Col denaro e con la volontà si arriva a tutto. Il denaro, ch'ella aveva amato tanto, amato più di sè stessa, le avrebbe dato almeno il [...]
[...] conforto di arrivare fin dove ella voleva: fino alla verità. - Solo Pietro tacerà, - ella pensava, morsicando il fazzoletto imbevuto di aceto. - Egli [...]
[...] quando anche egli avesse parlato, ella non l’avrebbe certo accusato al giudice. Come nessun medico poteva guarire il loro male, nessun giudice poteva [...]
[...] indossano? Perchè cibare o vestire o curare dalla culla alla tomba quegl'ingrati fuchi che spremono il vostro sudore e che vorrebbero anzi bere il [...]
[...] vostro sangue? Avete riposo? conforto? calma? asilo? cibo? il balsamo d'amore? Che cosa dunque pagate così caro colla vostra paura, col vostro dolore [...]
[...] vi trafigge fu da voi temperata? Con l'aratro, con la zappa, con la vanga, col telaio, scavatevi la fossa, tessete il vostro lenzuolo funebre [...]
[...] . GL'IPOGEI. CAPITOLO PRIMO. Londra e Napoli. Così al cominciamento del secolo cantava il poeta dell'ideale, il poeta che più che altro mai [...]
[...] dell'Inghilterra alzava la sua voce contro il paese nativo per la crudeltà sua o piuttosto pel suo obblìo dei bambini sulle strade di Londra. Lo Shelley e la [...]
[...] fieri ed orgogliosi di ogni cosa britannica, gl'Inglesi, che non si commuovono alle lodi straniere e ne sprezzano il biasimo, arrossirono e non [...]
[...] abissi di miserie e di degradazione esistano in Italia, in questo «giardino d'Europa,» ove, secondo il detto comune, si gratta la terra e si semina, e [...]
[...] pensano l'aria ed il sole a provvedere cibo per tutti, ove, come disse il Byron, «i campi d'oro perenne, solcati soltanto dai raggi del sole [...]
[...] , basterebbero» per il granaio del mondo: Thou, Italy! whese ever golden fields Plough'd by the sun beams solely, would suffice Far the world's granary [...]
[...] generosa e coraggiosa del popolo, che senza discutere o patteggiare, correva sulle barricate e versava il proprio sangue in ogni campo di battaglia [...]
[...] ; lieto, se sopravvissuto, di vedere decorato il suo capitano, di sentire lodata la compagnia, alla quale apparteneva, non sperando nè sognando [...]
[...] necessità della vita, qualche scuola per chi ha scarpe e abbastanza decenti per frequentarla. Nient'altro. Dacchè nulla esso per sè sperava, il [...]
[...] disinganno non venne per sopraggiunta alle sofferenze. Ignaro de' suoi diritti, avvezzo all'ingiustizia, o accetta con rassegnazione il duro destino, o [...]
[...] dovendo subire qualche nuova vessazione, come quando, per esempio, il mugnaio scema troppo il sacco di granturco, guadagnato con tanta fatica, o gli [...]
[...] si vende il deschetto se ciabattino, ovvero si mettono all'asta i cenci di casa, dice soltanto con patetica ironia: «Si stava meglio quando si [...]
[...] prendono sempre dalla stampa il do della solfa, anch'essi narrano, discutono e propongono, nè verrebbe mai in alcuno la fantasia di dire: «Zitto, parlate [...]
[...] scrive o si parla delle enormità che uno vede o sente, gridasi d'intorno «acqua in bocca;» non isvegliate il leone che dorme. Ma il bendare gli occhi per [...]
[...] non vedere il fucile appuntato non impedisce al condannato di ricevere in pieno petto le palle, nè il silenzio oggi sull'inaudita miseria [...]
[...] esistente in Italia impedirebbe che il misero, quando un barlume di diritto gli penetri nel cervello, od uno spasimo troppo acuto gli trafigga il corpo [...]
[...] !» Ripeto che credo fermamente sia ignorato, da chi potrebbe porvi rimedio, il vero stato del povero in Italia. Difatti ci si vive lungo tempo senza [...]
[...] , seguirono le visite che feci lungo il Po, nella ricca e fertile Lombardia, durante le inondazioni del 1872. Quale miseria permanente, assoluta [...]
[...] propria vita per trarre a salvamento la roba dei padroni, era cosa da destar meraviglia. Ed il contadino lombardo sa il suo conto meglio del [...]
[...] contadino meridionale, e più d'uno lì, parlando di certi proprietarii, i quali non vollero pagare per il rinforzo delle sponde e così impedire una [...]
[...] loro dipendenti. 8 Ancora più triste mi riescì una visita al Manicomio femminile di San Clemente di Venezia, ove il chiaro filantropo e medico [...]
[...] , remigano e lavorano la terra, per poi finire all'ospedale dei pazzi, o sotto il Ponte dei Sospiri. Mi convinsi da ultimo che in nessun paese [...]
[...] della terra il povero è più laborioso e più miserabile dell'Italiano. Sopraggiunsero poi le Lettere Meridionali, rivelatrici dello stato di Napoli [...]
[...] . Quelle lettere mi fecero senso grandissimo, perchè non dettate da poeta che sogna l'ideale, nè da romanziere che scruta il secreto delle commozioni [...]
[...] d'introduzione erano di color piuttosto bianco e nero che rosso e rosa. E in questo modo nessun pregiudizio di parte mi occupava il pensiero, e per [...]
[...] dotti; riserbandomi di leggerli uniti colle note che stesi ogni sera dopo le varie gite. Eppure, arrivato il momento di lasciar Napoli, io sentiva [...]
[...] lessavano teste, piedi, budella d'animali; poi si spellavano le teste e i piedi, e l'acqua e il sangue si versavano nella corte, dove restavano in [...]
[...] buca, e questa in comunicazione con un forno, il cui fumo passava la notte per essa, entrando nella corte. Così quando le porte di quelle camere [...]
[...] senza finestre si chiudevano, ci restavano dentro il puzzo delle budella, del petrolio ed il fumo. Più di tutto alle donne dava noia il petrolio e [...]
[...] , dicevano, che capelli aveva! Il fondaco che si trova in questo stato, mi fu assicurato esser proprietà d'una ricchissima Opera pia, cioè dello Spedate [...]
[...] infatti s'era messa in comunicazione col pozzo! »Ho una memoria assai confusa di ciò che vidi nel terzo fondaco. Era di state, il puzzo incredibile [...]
[...] , la stanchezza di ciò che avevo veduto, ed il sentirmi ripetere dai compagni: – In questa strada vedrà dal principio al fine la medesima scena [...]
[...] scorso ottobre, andai a Londra. Mi presentai con una lettera ad uno dei capi della Polizia, e fu fissato che il giorno dopo alle 7 pomeridiane [...]
[...] . »1° Quando entrai nel cab, il detective cominciò il suo discorso così: – Signore, sono trent'anni che io servo nella Polizia di Londra. Posso sul [...]
[...] fa. Tutto è mutato. Il Parlamento ha fatto leggi sopra leggi per migliorare le condizioni dei poveri. – »Ciò che si poteva vedere al mondo di più [...]
[...] rischio e pericolo, si possono dire pubblici stabilimenti. Il riscaldamento, la circolazione dell'aria, la misura delle stanze e dei letti, la [...]
[...] frequenti come si pretende, ciò dipende dal clima peggiore, non dalla maggiore miseria. Se a Napoli ci fosse il clima di Londra, un numero assai grande [...]
[...] paragonare al puzzo e al sudiciume di alcuni ridotti di Napoli. Nelle case dei più poveri il detective entrava con un rispetto incredibile, e più [...]
[...] volte trovai insieme colla miseria estrema una fierezza e indipendenza singolare. Più volte ricusarono di riceverci in casa, ed il detective diceva [...]
[...] : – Andiamo oltre, il domicilio è inviolabile. Noi abbiamo tanto diritto di entrare qui, se non ci vogliono, quanto di entrare in casa sua se non ci [...]
[...] dimentichi il discorso del detective. – Il Parlamento inglese ha fatto leggi sopra leggi pei poveri. – Quando le faremo noi? Per ora stiamo sempre al [...]
[...] , che ella ha sempre militato sotto la bandiera di un partito politico che non è il mio; allora io non risponderci nulla a chi mostrasse d'ignorare [...]
[...] individui ordinati in società e dal Governo che coll'istituzione del sistema del governo locale arroga a sè il diritto di provvedere all'igiene [...]
[...] assoluto di quella di Napoli, e che, giunta a quel grado, il peso di un sol grano di sabbia di più significhi la morte. Accettai dunque l'offerta del [...]
[...] quegli argomenti, per cui avevo più pronto il materiale. Ora riproducendoli, seguirò piuttosto l'idea che m'informava nelle gite: ed era, da una parte [...]
[...] . Il lettore si ricorderà che l'autore descrive queste grotte, ove vivevano o morivano venti o trenta famiglie, e da dove la Scwhabe ha sottratto a [...]
[...] contagiosa, perchè il tifo regnava nella grotta), destava sempre più il mio desiderio di visitare il luogo, da cui furono tolte. Accompagnata da un amico e [...]
[...] da un delegato di Pubblica Sicurezza, andai dunque al quartiere di Monte Calvario al di sopra dei giardini di Santa Lucia al Monte. Il delegato, i [...]
[...] , restano otto grani per vivere. Ognuno deve possedere 12 la propria ruota per avvolgere il canape e svolgerlo in fili più o meno sottili; e miseri [...]
[...] fanciulli affamati girano lunghe ore il perno fissato nell'asse della ruota. Però, uscita una volta dalle orribili caverne e fermatami a parlare colle [...]
[...] ricchissima milady Inglese aveva provveduto a molte e che alle altre aveva pensato il Municipio. «Siamo noi le infelici, – soggiunsero, – qui rimaste; e [...]
[...] Lei non vede il peggio; bisogna aspettare l'estate, quando non c'è una goccia d'acqua da dissetarci, quando per due mesi la Vergine maledetta non [...]
[...] ? Vi dico che laggiù stanno ancora peggio di voi quassù, e chi vuol capacitarsene ci vada.» E qui indicava un sito, di cui non ricordo il nome, al [...]
[...] famiglie differenti e quello l'unico alloggio per tutte; averle il Municipio snidate dalle grotte dando loro una mezza mesata, ossia lire cinque per [...]
[...] famiglia. Soggiunsero di non posseder più ruote, ossia istrumenti per esercitare il proprio mestiere, nè avere altro lavoro, nè altri mezzi per [...]
[...] sarebbe stato meglio averle lasciate sul Monte Calvario, ove almeno, se dovevano passare la notte nelle grotte, potevano di giorno almeno sotto il [...]
[...] baldacchino dei cieli rinfrescarsi il corpo e lo spirito coll'aria balsamica. Di fatto Monte Calvario è una delle sezioni meno infelici dei poveri di [...]
[...] giorno e di notte, ed il giorno di mercato abbiamo visto gli asini relegati in una piazza, i banchi e i botteghini confinati sui lastrici, la carne [...]
[...] ed il pesce esposti per la vendita sani e freschi. Moltissime case imbiancate facevano risaltare di più l'indecenza di certi palazzi coll'accumulata [...]
[...] le catapecchie, anche un gran signore, consigliere, commendatore, deputato, imbiancasse il palazzo proprio. Costui si appellò al sindaco di [...]
[...] allora, il quale rispose che un Napoletano con tanti titoli aveva 13 il diritto di conservarsi sporco a suo piacimento. Il vice-sindaco rappresentava [...]
[...] al sindaco che la sua autorità sarebbe compromessa, e che non oserebbe forzare gli altri a fare ciò che costui rifiutava. Il sindaco volle [...]
[...] rispettato il deputato e la sua sporcizia. Il vice-sindaco, con la pelle fina proverbiale in Italia, si dimise dall'officio. Così fece gl'interessi [...]
[...] questa penisola. Un Anglo-Sassone non la può capire. Il Bright e il Cobden furono soli nel domandare alla Camera la revoca delle leggi sul grano, e [...]
[...] non li rimeritarono che con derisione e con insulti i loro colleghi, con brickbats (selci) e con uova guaste il popolo. Ciò fece raddoppiare i loro [...]
[...] sforzi; stettero eglino sulla breccia finchè vissero, ed il libero commercio è opera loro. «Speriamo, – mi disse il popolo di Porto, – che col [...]
[...] nuovo Municipio ci ritorni il vecchio vice-sindaco.» Lo speriamo anche noi, perchè continui l'opera cominciata, e porti la nettezza, che si [...]
[...] sotterranei: per arrivare ad uno, passando per il Chiassuolo, fu difficile vincere il ribrezzo che mi assaliva per quattro dei cinque sensi, perchè il solo [...]
[...] quattordici lire; eppure scommetto che le mura interne non odorarono di calce dopo il 1837, quando grazie alle stragi fatte dal colèra queste tombe [...]
[...] dodici anni, sei scheletri che mi ricordavano l'ossario di Solferino. E di che potevano nutrirsi? Il padre, poco abile al lavoro per recente tifo [...]
[...] bottega di pane, non aspetta altro che il fornaio vòlti la testa per involare quell'appetitoso ciambellone coll'uovo di Pasqua nel centro. Primo [...]
[...] sotto il loro coltello, o nel loro laccio. E le ragazze? Troppo facile, troppo terribilmente sicuro torna il leggere il libro della loro vita. Senza per [...]
[...] Pendino, per vedere la povertà onesta che lotta senza speranza di vincere. Ivi nel sotterraneo di una casa appartenente al Demanio, o, come dice il [...]
[...] popolo, al demonio, se i carabinieri non l'hanno già cacciata, troveranno una famiglia di cinque persone, fratelli e sorelle. Il padre morì di tifo [...]
[...] cinque persone che debbono campare con cinquantasette centesimi il giorno, e pagare nove lire al mese per quella pozzanghera che abitano. Questo [...]
[...] la notte non vi si muoia asfissiati. Al dire di tutto il vicinato, il padre, laborioso e sobrio, lavorava e manteneva con quanta decenza può [...]
[...] sproporzionata pigione. Oggi le ragazze non possono pagare, ed il giorno in cui io abbandonai Napoli – un sabato – mi dissero, che erano già state [...]
[...] avvertite che il lunedì i carabinieri le avrebbero messe sul lastrico. Nè io indico questa famiglia come più miserabile di un centinaio di altre che [...]
[...] , così coraggiosamente ed onestamente sopportata, esistesse in qualunque città inglese, il rettore della Chiesa anglicana, ovvero il pastore [...]
[...] città, ai giardini pubblici, ovunque il dolce far niente era anche rallegrato dal sole e dalla bellezza della natura. Se mai queste nostre parole [...]
[...] faccia, al numero 4, o ad altro dei vicini, che molto hanno a cuore cotesti derelitti. Volendo poi esplorare il quartiere di Pendino in lungo ed in [...]
[...] giacciono al di sotto del livello della strada e del cortile, onde la feccia del cortile vi s'infiltra. Chi teme ch'io carichi le tinte, interroghi il [...]
[...] nelle loro teste, e mentre la pettinatrice sta in piedi e la pettinata seduta in terra, questa si occupa a sbucciare piselli e fagiuoli per il vicino [...]
[...] mercato, e credo che colui, il quale ha assistito a questa operazione, preferisca di sbucciare da sè i proprii legumi. La pigione di tutti questi [...]
[...] decenza, e si può dire per la vita stessa. E se alcuno di codesti bassi fu chiuso per ordine del Municipio, che il visitatore si dia la pena di [...]
[...] verificare dove finirono gl'infelici cacciati. Spesso il Municipio ne chiuse per forza, ma gli abitanti sono gettati sul lastrico, e nove volte sopra [...]
[...] esplorato i fondaci, dopo esser calato nei bassi, dopo essersi arrampicato sulle grotte, crede esaurito il novero delle miserie dei poveri di Napoli [...]
[...] letto vidi tre persone, e nella locanda, ove contai 95 letti, il cesso per tutti consisteva in una buca aperta in mezzo alla cucina. Le persone [...]
[...] un'altra locanda mi s'è indicato il ricovero prediletto dei fanciulli da sette a dodici anni, orfani, o abbandonati dalle loro famiglie, che non [...]
[...] sanno distinguere un poliziotto amico da uno nemico. Nudo il capo, scalzi i piedi, coperti di piaghe, sotto i pochi cenci che indossano, portano [...]
[...] di vigilanza. E chi non sa, o sa poco, del vizio o del delitto, impara dai più grandi. Quando eglino non riescono a guadagnarsi il grano per pagare [...]
[...] molti, e se son donne moltissime, chiudano il libro, dicendo che certi argomenti non devonsi trattare pubblicamente. Ma a male pubblico, pubblico [...]
[...] ideate e formulate dai soli uomini una classe d'iloti, il cui solo destino è di soddisfare ai più brutali istinti dell'uomo; e finchè le donne [...]
[...] la prima volta, se non per amore, o a cagione della suprema miseria e della fame. Prendete il mesto registro di qualunque Ufficio di Sanità e vi [...]
[...] sensuali sotto l'imperio della ragione? Dove la madre, la quale chiarisca il proprio figlio che monachismo e libertinaggio peccano ugualmente contro le [...]
[...] urgente adunque la necessità di prevenirlo nell'età delle più fiere tentazioni. Ma la madre non se ne occupa punto per falso pudore. E il padre, se [...]
[...] modo. I genitori non si sgomentano, se il loro figliuolo diventa immorale e libertino; non s'attristano eccessivamente, se esso seduce o abbandona [...]
[...] anche ogni genere di male è vecchio; il canibalismo, l'omicidio e via via, e contro ogni altro male la società reagisce, cerca rimedio, inventa pene [...]
[...] tutti i paesi abbiano per iscopo supremo, non di combattere il vizio, ma di provvedere che i viziosi godano l'impunità. Fino all'anno 1864 [...]
[...] senza speranze di riabilitazione, vengono volontarie ai membri del Comitato per aiuto e protezione. A Devonport, ove, il sîgnor Marshall e sua moglie [...]
[...] vittime presentaronsi ad esso, varianti in età da' tredici a' quarantasei anni. Leggendo il giornale tenuto da coteste persone, c'è da piangere su [...]
[...] sembra questa un'opera degna del cuore della donna? Non procurerebbe alla donna le lodi, onde il Cristo, in cui esse fanno professione di credere [...]
[...] , rimeritò il buon Samaritano? E come possono mettersi all'opera, se ricusano di conoscere le cause e gli effetti di così orrenda piaga sociale? Non [...]
[...] mi proposi, nè sarebbe ora il caso, di ripetere le argomentazioni degli abolizionisti e degli antiabolizionisti. Basti dichiarare che io mi [...]
[...] schierai sotto la bandiera dei primi: indottavi da considerazioni a priori, confermate da fatti che mi accadde di vedere. Il right honorable James [...]
[...] igienico. In un opuscolo 18 sulla Statistica esposta annualmente dal Governo inglese intorno all'azione di questa legge, si prova la fallacia e il [...]
[...] , e che essendo le leggi applicate in Inghilterra solamente in sedici distretti, se in essi il numero delle prostitute diminuì, gli è perchè le [...]
[...] al vizioso si rieccita la tentazione e si moltiplica il numero dei viziosi. Ma se avessi mai titubato su questa materia, prima della mia visita a [...]
[...] Napoli, se per avventura diedi troppa importanza alla questione igienica e parvemi più autorevole il voto dei medici di quello dei filantropi, dopo [...]
[...] gli iniziali addetti, a visitare il Sifilicomio e le case delle tre categorie, in cui sono relegate queste infelici. Or la penosa investigazione da [...]
[...] frutta larga somma al Governo; e finchè governava il Ministero ultimo, non un soldo distraevasi per rendere abitabile un solo asilo a favore di quelle [...]
[...] dell'Ufficio Sanitario. Colui che sopraintendeva all'Ufficio durante il mio soggiorno, e mi fu largo di notizie e di lumi, e difatti mi conduceva nelle [...]
[...] seguito una severa inchiesta. Quando, per esempio, una di loro esprimeva il desiderio di voler ritirarsi o tornare a' suoi parenti o ridursi in [...]
[...] altro paese, egli non permetteva mai che il suo debito verso la casa ne la impedisse: dimostrando sempre che quelle inumane megere trafficatrici si [...]
[...] erano già lucrato il cento per cento sulle loro clienti; ed egli non permetteva mai che la Polizia registrasse per forza una ragazza, la quale [...]
[...] assistito una sola volta sentasi da tanto di sottomettersi ad una seconda prova. Un solo quesito vorrei porre: dove il vantato beneficio igienico, quando [...]
[...] costo di più d'un milione all'anno, si fondarono i Sifilicomii. Vuolsi con essi impedire il contagio: se non che i figli nati di donne, mandato a [...]
[...] . Ella vòltasi con fiero piglio: «Io che altro posso fare? Non son costretta a prendere il libretto nell'istante, in cui mi licenziate? Non debbo [...]
[...] servirmene se voglio? Mi dareste voi lavoro onesto, se anche fossi morente di fame?» Il chirurgo non rispose, nè poteva rispondere. 19 Sulla scala [...]
[...] quel luogo. Non dimostrava quattordici anni. La fermai e le parlai. Mi disse che cominciò a undici anni ad esercitare il mestiere, ch'era malata, e [...]
[...] abbandonato il mestiere. «Vi pare! – rispose: – fra tre mesi avrò il libretto.» Questa risposta mi fece inorridire più di qualunque altra intesa da quelle [...]
[...] ripensando ai covili, ove tutta una famiglia dorme nello stesso letto, e varie famiglie nella stessa stanza, mi persuasi che ella non aveva perso il [...]
[...] prostitute registrate non superano le tremila; superano il doppio le clandestine. Anche qui l'Ufficio Sanitario non pretermise cura per iscoprirle [...]
[...] : «Che volete! il libretto ci spoetizza.» Povera poesia! Egli mi disse un giorno: «Spesso, e in passato ancora più d'adesso, giovani del basso popolo [...]
[...] esemplari, e sono di tale una severità colle proprio figlie quale non si riscontra in altre madri del basso ceto. Il Regolamento esercita un'altra [...]
[...] contadine della Venezia e della Lombardia. Andai un giorno in un vicolo abitato da esse per verificare il motivo che allontanava i ragazzi e le ragazze [...]
[...] per ottenere dal Municipio le fedi di nascita necessarie. Non si può nemmeno varcare la soglia della porta municipale senza mancia al bidello. Il [...]
[...] vicolo sboccava proprio in Toledo, e durante il colloquio passava una carrozza di prostitute che andavano alla visita. «Quelle sì, – dissero le mie [...]
[...] cosa per i figli, fin che piccoli. E quelle signore ci seducono anche i maschi quando adulti. E il loro lusso e il loro ozio sono spettacolo [...]
[...] spiegare la distinzione fra il tollerare, il sancire, il premiare e promuovere il vizio? Insomma al Regolamento delle prostitute non viene e non può [...]
[...] venir fatto, neppure con spionaggio alla francese, di arrestare e confinare una terza parte di costoro. E quand'anche potesse, troveremmo il [...]
[...] le spingono. Riordinato il sistema generale del pauperismo in Italia, questa famiglia d'infelici rinverrà naturalmente il proprio posto nella [...]
[...] quale sotto quell'infamissimo governo, e sotto il feudalismo, discese ad uno stato di miseria indescrivibile; e da ultimo che questa gente, in battaglia [...]
[...] perfettamente individuata. In altre parti d'Italia il Comune ha assimilato le classi sociali, ma in Napoli il sentimento del Comune non mise mai radice [...]
[...] componevansi di lazzaroni. Il solo Garibaldi riuscì a produrre una momentanea fusione, ma anch'egli fu avvertito che, se non assistesse al miracolo [...]
[...] non pèrdono la loro specialità. Il popolano agiato mangia la stessa qualità di cibo del povero; maccheroni, pesce, legumi crudi, e abbiamo avuto [...]
[...] carni cotte), fruttivendolo, venditore di commestibili per il proprio quartiere, venditore di lupini, di pine, cantiniere, carbonaro, tintore [...]
[...] trasmettonsi fedelmente dalle une alle altre generazioni. E quando manca il lavoro, i lazzaroni non si dànno per perduti: un fazzoletto o una catenella [...]
[...] scippata, qualche frutto, sottratto alla vigilanza del contadino che conduce al mercato il suo asino, qualche soldo guadagnato portando fagotti alla [...]
[...] le locande di 1a, 2a e 3a categoria; e se non si posseggono i due soldi per il letto, vi sono i portici e il lastrico. Spensierati e senza l'idea [...]
[...] : i galantuomini non pagano ai cocchieri lazzaroni più di mezza lira la corsa, mentre il forestiere paga settanta centesimi, secondo la tariffa; i [...]
[...] fabbricanti di pipe debbono dare pipe compìte quattro per un soldo; i facchini che sbarcano il carbone guadagnano da settanta a settantacinque [...]
[...] centesimi al giorno; e ne guadagnano settantacinque quegl'infelici costretti, come una volta i condannati in Inghilterra, di girare tutto il giorno la [...]
[...] macchina medioevale per torcere e ammatassare il cotone. Difficilmente troverete un lazzarone che sappia leggere e scrivere. Ed abbastanza strane [...]
[...] scendiamo fra i popolani nei quartieri bassi, non si esagera affermando totalmente ignota la nozione del bene e del male. In amore il lazzarone è [...]
[...] gelosissimo, e sfregia col rasoio la donna infedele alla sua promessa; sfregia pur quella, con la quale i genitori impediscono il matrimonio, anche se [...]
[...] tutte le altre donne: lavorano un po', ciarlano, hanno famiglia, hanno figli, e non sono punto sfuggite dalle non prostitute. Il mestiere notturno è [...]
[...] in coscienza loro onesto, quanto onesto il furto. E come possedere idee di moralità? Vivono nelle stesse camere varie famiglie: dormono nello [...]
[...] stesso letto padre, madre, fratelli, sorelle. Al teatro anatomico, ove si sezionano i cadaveri dei poveri che non pagarono il mortorio, fra le ragazze [...]
[...] dai dodici anni in su non si notò nessuna vergine. Questo stato di cose, il fatto che nessun galantuomo sposerebbe e nemmeno sedurrebbe una [...]
[...] lazzarona (fatto non verificatosi nemmeno fra schiavi e bianchi in America, ove invece il solo nome del bianco negavasi alla negra e alla creola), spiega la [...]
[...] ricchi, operai o signori!» Ma ove si scenda nei quartieri bassi, avvertonsi subito il colore linfatico, le glandule enfiate, cicatrici di piaghe [...]
[...] , nasi rosicchiati: i quali segni indicano che il temperamento linfatico traligna in iscrofoloso. V'è differenza persino nella struttura ossea. Mi fu [...]
[...] diritti e ben piantati. E nelle donne, mentre quelle dell'alto sono sempre snelle e ben formate, hanno 22 la vita proporzionata, il petto ampio [...]
[...] Municipii non pensarono, o ci pensarono poco, a migliorare la condizione dei poveri in genere; e il poco operato si ristrinse a favore dei poveri o [...]
[...] quale traversa i quartieri superiori, Foria, la Marina, il Corso Vittorio, i nuovi quartieri del Museo, di Mergellina, il nuovo Rione Principe Amedeo [...]
[...] evitare convulsioni morali paragonabili a quelle del Vesuvio. «Che volete, – domanda il Villari, – che faccia dell'alfabeto colui, a cui manca l'aria [...]
[...] e la luce, che vive nell'umido e nel fetore, che deve tenere la moglie, e le figlie nella pubblica strada tutto il giorno? Non otterrete mai nulla [...]
[...] apparecchiereste una delle più tremende rivoluzioni sociali. »Non è possibile che comprendendo il loro stato restino tranquille.» Verissimo. Dall'altra [...]
[...] moltiplicano come i conigli e divorano la sostanza dei laboriosi e di chi sdegna stendere la mano per l'elemosina. Trovare il modo di costruire le due [...]
[...] is the question, sulla quale il Governo riparatore e i Municipii progressisti, e ogni individuo che vuol essere tenuto buon cittadino, debbono [...]
[...] darsi la mano per rinvenire la risposta fruttuosa. E in quanto a Napoli, il primo passo è di trovare il modo di fare scomparire il fenomeno delle due [...]
[...] caste. PARTE SECONDA. LA RICCHEZZA DEI POVERI. CAPITOLO PRIMO. Introduzione. Come venivo visitando il popolo stesso nelle sue tane, mi fu dato [...]
[...] di esaminare alcuni degl'Istituti di Napoli, ricchissimi e numerosi. Leggendo il capitolo sulle Opere pie, nell'Italia Economica del 1873, fecemi [...]
[...] profonda impressione la seguente statistica. Esistono in tutta la Penisola 20,123 di queste istituzioni. Il patrimonio di tutte insieme somma a [...]
[...] lire 1,190,932,603, e la rendita complessiva a lire 84,585,240. Il dottor Pietro Castiglioni, l'autore di quel capitolo, dimostrando l'origine e [...]
[...] assimilazione che ne fa penetrare il succo vivificatore nel corpo sociale, fu introdotta in Italia con la Legge 3 agosto 1862 sull'amministrazione delle [...]
[...] Opere pie, e col Regolamento per l'esecuzione della medesima, del 27 novembre 1862. Destinata ad effettuare il massimo snodamento, questa legislazione [...]
[...] impacciava il conseguimento dello scopo delle pie istituzioni; mentre non aveva saputo impedire il dissesto finanziario e il decadimento di non [...]
[...] beneficenza, e gli enti morali destinati al soccorso delle classi meno agiate, ancorchè vi sia immischiato uno scopo ecclesiastico, o il suo [...]
[...] reggimento sia affidato a persone ecclesiastiche sì regolari come secolari, obbligando queste a tenere l'amministrazione distinta, separati i redditi e il [...]
[...] patrimonio. Il legislatore esclude soltanto i Comitati di soccorso e le altre istituzioni mantenute per temporanee obbligazioni di privati, e la [...]
[...] amministrazione statutaria o regolamentare, vi provvede col Decreto reale, udito il voto della Deputazione provinciale. E quando venisse a mancar [...]
[...] il fine di un'Opera pia, o al suo fine più non corrispondessero gli statuti, o l'amministrazione e la direzione di essa, stabilisce che il fine [...]
[...] possa mutarsi, e gli statuti e le amministrazioni o direzioni riformarsi, discostandosi il meno possibile dalle intenzioni dei fondatori, e lasciandone [...]
[...] la iniziativa e proposta ai Consigli comunali o provinciali, sulla quale decide il Decreto reale, previo l'avviso della Deputazione provinciale e [...]
[...] il voto favorevole del Consiglio di Stato. Aveva io dunque ragione di credere che in sedici anni lo spirito di questa legge tanto lodata avrebbe [...]
[...] informato il corpo delle Opere pie. Nel libro intitolato: Studio di Sociologia, che contiene i più profondi pensieri della mente inglese intorno alla [...]
[...] amministrative, alle quali mirano oggi il Governo riparatore e i Municipii liberali, che crediamo fare cosa utile riproducendolo: «Coloro, i quali [...]
[...] pigra genesi del fenomeno sociale; – ma quanti si persuasero che la struttura, le funzioni, il crescere delle società sono tante evoluzioni, staranno [...]
[...] lungo tempo a contemplare il continuo e lento sviluppo, attraverso al quale cause remote producono tardi risultati. »È difficile di apprezzare al [...]
[...] effetti. – La madre debole, cedendo al figlio perverso, guadagna il beneficio immediato della pace, e non prevede il male di dissensioni croniche [...]
[...] conducono alle conseguenti. Giudicando del bene e del male politico, il legislatore volgare pensa presso a poco come la madre intorno al figlio perverso [...]
[...] tracciare le conseguenze di un'azione. »Prendiamo l'esempio fornito dalle nostre leggi sui poveri, Poor Laws. Quando il villeinage scomparve e i [...]
[...] robusti mascalzoni, la quale preferiva il rubare al lavorare, come dice lo Shakespeare, e nel tempo di Riccardo II diedesi autorità ai giudici e ai [...]
[...] mantenere i proprii poveri, promulgando leggi severissime contro il vagabondaggio, che si puniva con la morte senza il conforto della religione, nessuno mai [...]
[...] quali nei Distretti rurali amministravano il fondo dei poveri, pagherebbero il salario ad una parte dei contadini che lavoravano i campi loro [...]
[...] riflessioni e l'utilità della loro applicazione, e dacchè tutto il mondo è paese, ciò che è vero per l'Inghilterra è vero anche per Napoli; e volendo [...]
[...] dei poveri in Inghilterra per incoraggiare l'ozio, il pauperismo, l'improvvida moltiplicazione della specie, corrisponde in Italia e in Napoli [...]
[...] esempio, il capitolo delle Opere pie, e troviamo che nei cinque compartimenti riuniti delle Provincie napoletane gli abitanti sommavano a 6,787,289 [...]
[...] , e il numero delle Opere pie era di 8418, con un patrimonio totale di 200,940,434 franchi. Un patrimonio di dugento milioni, ben amministrato [...]
[...] veramente la pena di essere visitate dai sotterranei al tetto; e in primo ordine sta il maestoso Albergo dei Poveri. Ci sono istituzioni per tenere i [...]
[...] fanciulli poveri d'ambo i sessi dai due ai sette anni, per dar loro gratuitamente l'educazione fisica ed intellettuale, per nutrirli durante il [...]
[...] accogliere, educare ed istruire donzelle napoletane, che abbiano perduto il fiore della verginità, e le orfane donzelle in pericolo di perderlo. Veramente [...]
[...] , che formò nei tempi passati ciò che oggi si chiama il Patrimonio delle Opere pie, non si può contrastarci l'affermazione che quel patrimonio [...]
[...] e che sussistono cose peggiori da vedere, e rivelazioni più gravi da fare, di quelle contenute in queste nostre pagine. CAPITOLO SECONDO. Il [...]
[...] derivavano da tanti poveri che inondano la popolatissima città.» – Il Decreto riconosce il diritto dei vecchi, dei ciechi, degli storpi e degl'inabili alla [...]
[...] mestiere. – Durante il dominio francese amministravalo una Giunta nominata dal re Giuseppe; e l'arricchirono molti beni di monasteri soppressi [...]
[...] . Aggiungivi piccoli lavori di bronzo e di pietre del Vesuvio. La fabbrica di vetro e di cristallo colorato andò molto rinomata; così il lanificio [...]
[...] , ove lavoravano 120 poveri, e la manifattura di tele, che occupava cento uomini e cinquanta donne, provvedevano di panni l'Ospizio e il restante [...]
[...] mantenuto con decoro. D'allora in poi troviamo un fatto singolare. – Le rendite crescono, i poveri mantenuti scemano, il trattamento peggiora sempre. Le [...]
[...] annessi il 28 aprile 1876 ascendono a 2545. Di questi ne sono mantenuti a carico delle Provincie, dei congiunti, o di pubbliche Autorità, o del [...]
[...] quaranta sei mila seicento ottanta lire, nette da tasse e da tributi. E ignoriamo il debito odierno, oltre il deficit. Vediamo ora il trattamento dei [...]
[...] gratuiti e dei paganti. 28 Il vino prescritto dall'antica tariffa è abolito. Due volte la settimana un chilogrammo di carne vaccina spartesi fra [...]
[...] di frutta. Il giovedì, carne la mattina. Gli altri giorni, 421 grammi di maccheroni la mattina, 51 grammi di semola la sera. Il pane di ogni [...]
[...] giorno 535 grammi per gli uomini, 428 per le donne. S'immagini l'appetito ne' giorni senza carne, e sono cinque sopra sette. Il pane, del tutto [...]
[...] aggiunge la vita sedentaria variata dallo star lungo tempo ginocchioni e non mai da passeggiate o esercizii ginnastici. Il colore terreo e la carne [...]
[...] floscia di tutte senza eccezione chiama l'attenzione del meno veggente visitatore sulle violate leggi elementari dell'igiene. Il trattamento [...]
[...] buona qualità il trattamento dei Sordo-muti. In quanto alla mondizia lo Stabilimento lascia molto a desiderare; i dormitorii, segnatamente dei [...]
[...] . I letti quasi si toccano; le latrine sono schifose, e a pian terreno; e sale tal puzzo da indurre nella supposizione che il sottosuolo sia una [...]
[...] umidità e cattivo odore pertutto, eccettuati il refettorio, la chiesa, il teatro. Passai allora alla parte femminile, e quivi la polizia era [...]
[...] veramente lodevole; ma i dormitorii affollati, le stanze umide, i lunghi corridoi senza ventilazione di sorta, rendono triste il soggiorno delle povere [...]
[...] credersi venuti da Parigi. Ma il guaio sta qui; le ragazze uscendo non hanno appreso un mestiere, perchè il lavoro è diviso e suddiviso, sicchè una sa [...]
[...] fare le foglie, un'altra i petali, una terza il gambo, e così via via, e nessuna può cominciare e compiere una ghirlanda. Si mira al guadagno e si [...]
[...] . C'è la tipografia, ove un direttore ha il quartiere gratuito coll'obbligo d'insegnare a 20 alunni, i quali per otto mesi non ricevono mercede, e [...]
[...] e 29 bravi tipografi, ma ora il lavoro è poco e non si ammaestrano i piccoli. Di fatto trovo solamente iscritti sei vecchi e sei giovani [...]
[...] . Nella calzoleria il capocalzolaio lavora e fa lavorare per proprio conto, e, se non erro, riceve uno stipendio. Ha l'obbligo di mantenere sette operai [...]
[...] visto molti ragazzi che giocavano e si bisticciavano; una vera babilonia. Il sarto disse mancare di lavoro da dar loro, e gli allievi di capacità [...]
[...] camera, ove esala tale fetore, che abbiamo dovuto andarcene al più presto. Certissimo il danno della salute, e il profitto intellettuale, considerando [...]
[...] scultore valente; altri lavori di altri allievi, specialmente certe teste in terra cotta, sono ritratti viventi. Il disegno è largo e corretto, il [...]
[...] sopravvedere o ammaestrare o curare l'anima o il corpo. Aggiungi 11 ecclesiastici, 10 inservienti e 12 cappellani. Il culto figura sul bilancio [...]
[...] inferiore che voglia presentarsi ad un superiore, deve prima per la via gerarchica fare chiedere il suo assenso.» Art. 34: «Ogni reclamo o domanda, sia [...]
[...] ? Il capo IV del Regolamento di disciplina parmi tanto ameno da meritare la riproduzione. Esso riguarda, per la parte maschile, il saluto.4 Art. 40 [...]
[...] . – Ogni individuo della famiglia deve il saluto al SS. Sacramento, alle LL. MM. il Re e la Regina, alle persone della Famiglia reale, ai Ministri di [...]
[...] , deve il saluto al Superiore di qualunque colonna della tabella A, ed al Superiore di qualunque corpo dell'Esercito. Il saluto è dovuto in ogni tempo [...]
[...] ciechi salutano, scoprendosi il capo, levandosi in piedi, se sono seduti, e togliendosi di bocca il sigaro o la pipa, se fumano, quando il [...]
[...] superiore dice loro: «Salutate,» o quando il quartigliere annunzi l'avvicinarsi d'un superiore o d'altra persona, alla quale, secondo il capo IV del [...]
[...] Regolamento, pei reggenti è dovuto il saluto. Speriamo che l'autore dell'Art. 44 abbia provveduto un contatore apposta per numerare i saluti, e che i [...]
[...] tutti i decorati dell'Ordine militare e civile di Savoia, e della medaglia al valor militare, civile o di marina. Tutti i superiori, che ricevono il [...]
[...] saluta una sola volta. Art. 41. – Gl'individui che incontrano il SS. Sacramento mettono il ginocchio a terra e si scoprono il capo. Art. 42. – In [...]
[...] prendendo la posizione di attenzione. Art. 44. – Ogni individuo della famiglia saluta le LL. MM. il Re e la Regina, e le persone della reale Famiglia [...]
[...] simile modo, a sei passi di distanza, i Ministri di Stato in divisa, le Insegne nazionali, ed il Sopraintendente ed i Governatori. Art. 45. – In ogni [...]
[...] avesse in bocca la pipa o il sigaro, deve alzarsi in piedi e volgersi verso di lui, togliendosi di bocca il sigaro o la pipa. Art. 47. – L'inferiore [...]
[...] che parla ad un superiore deve stare nella posizione del saluto sino a che il superiore accenni di cessarlo, rimanendo quindi nella posizione di [...]
[...] attenzione. Art. 48. – I graduati che si presentano ad un superiore in una stanza si scoprono il capo, ed aspettano per accomiatarsi di esserne [...]
[...] prossimità del SS. Sacramento fa scoprire il capo agli alunni, comandando: Ginocchio a terra. E come se questo capitolo non bastasse, è replicato [...]
[...] 1860!» E noi rispondiamo adesso come allora: «Il popolo lo chiamava il serraglio, e fu ed è il nome appropriato.» Nè basta la buona volontà del [...]
[...] tale Istituto? – Essi non possono migliorare il cibo, nè trasformare ciarle in pane, e molto difficilmente possono rifiutare un ospite se proposto [...]
[...] , obbligarlo al lavoro se abile. – E ai bambini e bambine sopprimere il lusso nell'istruzione, e, in quel cambio, cibo, aria, esercizii e quell'educazione [...]
[...] che alla porta mendicano; nè udremmo la risposta frequente nei giovani carcerati, richiesti donde vengano: «Dall'Albergo dei Poveri.» Ci pensi il [...]
[...] nuovo Municipio. Là ci sono 1,235,786 lire che appartengono di diritto ai poveri e non ai benestanti, mentre nei fondaci o nei bassi il vero povero [...]
[...] , per lo stato di salute assai più florido di quello delle altre ragazze rinchiuse. Il vitto, affatto insufficiente in generale, è, per queste [...]
[...] non vi odano. Non solamente risposero a tutte le domande della maestra sulla nascita, sui nomi del padre e della madre, sull'età, il numero e il [...]
[...] appena terminato l'esame, cominciarono ad interrogarmi: «Chi sei? Donde vieni?» e saputo il nome e la patria, scrissero il primo sulla lavagna, e [...]
[...] ;» – «ed io d'argento,» un'altra fece; «ed io di bronzo,» una terza; «ed io la menzione onorevole,» una quarta. Pregai la Suora d'indicarmi il [...]
[...] !» ripigliai, «io intesi che questo fosse l'unico Istituto governativo per i Sordo-muti, in tutte le sedici Provincie napoletane. Com'è possibile che per il [...]
[...] chiusa allora,» mi rispose uno, «e rimane chiusa tuttavia; nuovo nel mio ufficio, non conosco il colpevole, nè da me dipende il rimediarvi.» Io [...]
[...] scuola fu chiusa dallo Scialoia; che il Bonghi deputato protestò, ma che il Bonghi ministro non la riaperse. Finalmente, la mercè d'una visita [...]
[...] Sordo-muti, è certo che il Governo napoletano, ad imitazione di quello di Roma, istituiva nel 1790 la scuola dei Sordo-muti 33 nel locale del [...]
[...] riprodurla in Francia, in Germania, in Irlanda e perfino in Filadelfia. E nell'Archivio generale dell'ex-Regno, sotto il titolo: Ministero dell'Interno [...]
[...] medesima, tanto pe' maestri e il direttore, quanto per gli allievi; ed in quel tempo fu esplicitamente dichiarato la vigilanza della scuola doversi [...]
[...] Gesù Vecchio e fornilla di tutto il necessario, e di più fu stabilito un insegnamento pei maestri che avessero in animo di dedicarsi all'educazione [...]
[...] dei Sordomuti, formandosi così una scuola magistrale. Il metodo fisico, cioè l'insegnamento della parola al Sordo-muto, apparteneva integralmente [...]
[...] favella non si può con organi troppo deboli o indurati. Il Cazzolini, direttore, riuscì in modo straordinario a dare la parola ai Sordo-muti, e per [...]
[...] verità il Governo pose grande amore all'andamento dell'Istituto e gli assegnò 1600 lire mensuali con nuovo rescritto, e le lezioni davansi in [...]
[...] insufficiente appannaggio, si risolse che dovesse sopperirvi il largo patrimonio dell'Albergo dei Poveri. Ed ecco il genuino motivo dell'interrogazione del [...]
[...] . Fece la storia, e la fece bene, fino all'anno 1862, quando scoppiò il conflitto fra la Direzione governativa e l'Amministrazione dell'Albergo dei [...]
[...] Poveri. Egli mostrò che il Ministro, per non romper fede alla regola dell'economia fino all'osso, toglieva dal bilancio la somma di 17,772 lire, quasi [...]
[...] disponibilità il Corpo insegnante della scuola. Al lungo, ma giusto discorso dell'Abignente il Commissario regio riconobbe l'esattezza della storia [...]
[...] dell'Interno, dall'onorevole Lanza radiata nel 1870, passò nel bilancio dell'Istruzione Pubblica. Egli però difese il Ministero della Pubblica Istruzione [...]
[...] , dando torto all'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri. Disse che il Ministro fu attivissimo, ma che l'Amministrazione dell'Albergo persistette [...]
[...] nelle strane pretese di volere il denaro stanziato nel bilancio del Ministero di Pubblica Istruzione, e di ricusare il personale addetto [...]
[...] all'istruzione e qualsiasi ingerenza governativa. Soggiunse altresì che il Ministero aveva fatto calda raccomandazione al nuovo Prefetto, e che certamente lo [...]
[...] zelo del Mordini sarebbe riuscito a dipanare la matassa. L'Abignente rispose: «Temere che il povero Ministro 34 credesse di esser vivo essendo [...]
[...] tornata, il Bonghi pronunciò nuovo discorso forbito, eloquente e concludente. Egli qualificò la condotta del Ministro come violenta e fiacca. E fu tale [...]
[...] . Violenta contro lo Stabilimento dei Sordo-muti, contro il suo Direttore che ci aveva messo intelligenza, impegno, passione, nell'istruire ed [...]
[...] . Fiacca, perchè il Ministro non seppe fronteggiare le esigenze dell'Amministrazione. L'onorevole Bonghi rese, dunque, grande servizio ai Sordo-muti [...]
[...] Ministero abbandonandoli nello stato, in cui li mise il suo violento e fiacco predecessore: cioè senza scuola, e in balia dell'Albergo dei Poveri. Ci [...]
[...] punse il dubbio che forse le 17,775 lire promesse non fossero veramente iscritte sul bilancio dell'Istruzione Pubblica, e tornati in Roma abbiamo [...]
[...] vani Istituti d'Italia: Personale di Milano......L. 20,500 » di Parma............1,200 » di Torino...........2,200 E per il materiale degl'Istituti [...]
[...] Bonghi, il suo Segretario generale Belli si dichiarò incompetente a rispondere e l'onorevole Abignente cortesemente acconsentì a differirle fino alla [...]
[...] ad esistere questa scuola, bisogna ricordarsi la decisione dei Tribunali competenti, che obbliga il Reale Albergo dei Poveri ad aiutare tutti i [...]
[...] delle Provincie, dei Congiunti, o della pubblica Autorità. 36 Così il Reale Albergo dei Poveri con una rendita di 1,238,784. lire mantiene [...]
[...] di ogni necessario materiale, anche se si dovesse trasferirla ad altro luogo. Del rimanente, come può accadere conflitto fra il Governo e [...]
[...] era dipinto; l'evidenza dell'abuso d'illecito potere da una parte, della paura abbietta dall'altra. Nel 1860 la Reale Casa dell'Annunziata era il [...]
[...] ; dopo il raffronto delle statistiche e della storia di questo con altri Brefotrofii in Italia e all'estero, non ci rimane il minimo dubbio che per [...]
[...] miracolo a Napoli, l'abbondanza di acqua; chi osserva la pulizia delle balie, la decenza degl'indumenti, il decoroso contegno di questo donne, tutte [...]
[...] modelli per aria, comodità e nettezza. Le cucine e il refettorio destano appetito a chi ha, già mangiato, la qualità del cibo è buona e la quantità non [...]
[...] tutto lodando e convinti che il meglio sarebbe nemico del bene. Ma pur troppo appena aperte le cortine di quei letti, i visini sparuti, malaticci [...]
[...] , sofferenti delle creature vi stringono il cuore. Più di cento ne abbiamo esaminati; non dieci avevano il peso, la carnagione, la voce della [...]
[...] che il Direttore e le Suore mi avvertirono d'un numero stragrande di bambini a cagione delle feste, e mi soggiunsero di dover tenere a mente che [...]
[...] esposizione dei bambini, del professore Niccola Crescenzio, impariamo che la mortalità dei bambini nel Brefotrofio di Napoli durante il secolo presente [...]
[...] ondeggia fra il 95 ed il 30 per cento. C'era dunque un tempo, in cui questa mortalità si ristrinse al 30 per 100? e uno, in cui salì fino al 95! E si [...]
[...] può tracciare il minimum ed il maximum al numero più o meno dei bambini allattati nell'interno dello Stabilimento o dati a balia fuori. Il minimum [...]
[...] avvenne nel 1849, quando sopra 2226 ne uscirono a balia 1038 e non ne morirono che 567; mentre il maximum si toccò nel 1811, quando ammessi ne [...]
[...] furono 2424 e ne morirono 2121: più del 95: precisamente quando il sistema dell'allattamento interno diventò la moda o la necessità. E che a questa [...]
[...] causa debbasi la tremenda mortalità, lo prova il fatto che nonostante tutti i miglioramenti igienici introdotti dopo il 1860: pulizia, nutrimento [...]
[...] ; dal momento che nel 1862 si diminuì il numero dato fuori, e si agglomerò quello dell'interno, si accrebbe il numero dei morti fino al 52 per 100, e [...]
[...] registri, a onore di chi ha impiantato l'Ufficio e di chi tiene il Segretariato, assottiglia di non poco la soddisfazione che si sente per le riforme [...]
[...] rispetto per la Ruota, dopo la narrazione del De Crescenzio scomparvemi affatto. E l'abolizione di essa è il primo passo verso la riforma del [...]
[...] accrescesse il numero degl'infanticidii. E fu provato che l'obbligo della presentazione documentata del bambino, cioè dell'estratto dello Stato [...]
[...] , i bambini erano già stati per più o meno tempo allattati da esse, sicchè il fatto della maternità era cosa non più segreta; e sapevasi che quasi [...]
[...] 373 del Codice Civile, che impone alla levatrice o a chiunque abbia assistito al parto di fare la dichiarazione di nascita. Ora tra il fare tale [...]
[...] dichiarazione una o due volte non corre divario, e bisogna ben tenere in mente che, mentre i Tedeschi e gli Austriaci obbligano la madre di dare il [...]
[...] il Codice non obbliga la denuncia del nome della madre; anzi chi abbia assistito al parto di un bimbo non legittimo non denuncia il nome o la [...]
[...] professione o il domicilio della madre, se questa non acconsente alla dichiarazione. E difatti noi abbiamo visto una quantità di fedi, ove dichiarasi [...]
[...] dal Sindaco che la madre vuole restare sconosciuta. Se poi desiderasi la prova che l'abolizione della Ruota non ha violentato il sentimento della [...]
[...] popolazione, bisogna ricordare che per alcuni mesi fu reso facoltativo il mettere gli esposti nella Ruota o presentarli nell'Ufficio, e che, nei [...]
[...] bambini morti in tre mesi nell'interno sarebbero in gran parte vissuti mercè l'aria della campagna e tutto il latte di una donna per ciascheduno almeno [...]
[...] non ne sarebbe morto che il numero ordinario. E viene dunque il quesito: Dato il denaro che esiste per i Trovatelli, chi ne aveva più diritto: le [...]
[...] oblate, alunne e vecchie mantenute a nulla fare, le alunne giovani, a cui s'insegna il canto e 39 il disegno e alle quali si dànno abiti di [...]
[...] necessità e di lusso, cioè merinos grigio chiaro ornato di celeste, o quelle povere creaturine, alle quali il latte e l'aria avrebbero conservata la vita [...]
[...] prima ci sembrava semplice il rimedio di tanti mali, cioè l'allattamento artificiale. In Inghilterra e in Isvizzera le balie sono rarissime: latte di [...]
[...] bisogna arrendersi alle loro asserzioni disinteressate. Sicchè resta a speculare il modo di risolvere l'arduo problema del come assicurare a tutti i nati [...]
[...] di genitori ignoti il diritto di vivere, uguale a quello di tutti gli altri membri della società. Questo, e questo solo è lo scopo del Brefotrofio [...]
[...] al dì d'oggi. E in Napoli deve conseguirsi più facilmente che altrove, perchè il popolo è buono e amorevole, e mi si assicura che mai i bambini [...]
[...] Madonna» li protegge. Ma i tempi son duri e i viveri cari e il gratuito allevamento diviene sempre più raro, sicchè bisogna trovare modo di pagare le [...]
[...] balie esterne, e per le femmine come per i maschi anche trovare il modo d'indurre la famiglia adottiva a tenere seco sempre le femmine come tiene i [...]
[...] maschi. CAPITOLO QUARTO. Il sistema dell'Alunnato del Brefotrofio dell'Annunziata. Ammesso che lo scopo dei Brefotrofìi sia di provvedere alle [...]
[...] necessità della vita per le creature abbandonate dai genitori, ai quali la Legge in Italia non impone nemmeno l'obbligo di dare ai figli il proprio [...]
[...] servito finora il Brefotrofio di Napoli, come altri Istituti, per un vizio di ordinamento che lo rende dannoso invece di utile: vera causa questa [...]
[...] elementari e ad insegnar loro il mestiere del padre di detta famiglia, salvo a profittare del loro lavoro per un dato numero di anni in compenso del [...]
[...] divenire utili ed onesti cittadini. Oggi che, forse per la prima volta durante quindici anni, il Municipio di Napoli opera in accordo col Governo, oggi [...]
[...] sarebbe il momento per il capo di detto Municipio d'intendersi col Ministro della Marina per avere uno o due bastimenti ancorati in Napoli: e coi [...]
[...] uscire da capo e da capo ritornarvi secondo il loro libito. Sicchè accadeva e tuttora accade che il desiderio della libertà e la ripugnanza al [...]
[...] semplici recluse avevano comune la stanza e talvolta ricevevano il pane e 21 centesimo al giorno; e per vivere dovevano lavorare sotto gli ordini [...]
[...] ed il capriccio delle oblate, che maltrattavano le une e guastavano le altre, secondo che erano più o meno docili ed utili. Nessun refettorio [...]
[...] , nessuna sorveglianza. La Casa della Madonna mutata in postribolo. Chi vuol conoscere quella Casa legga il Ranieri; nulla vi è esagerato, mi dicono [...]
[...] non se ne fanno; l'Alunnato è un progresso dal Conservatorio; ma il vizio del sistema, dapprima accennato, rimane, nè si può correggere, senza [...]
[...] e insegnano, come abbiamo detto, a lavorare all'ago, a far guanti, ricami, fiori, e oltre alle classi elementari, il canto corale, il disegno di [...]
[...] ornato e il lineare. Ogni alunna, oltre il vitto eccellente, ha tre vestiti, uno da casa, uno di mezza tenuta, ed uno di gala. Ora qual sorte attende [...]
[...] . Nè si dica questa un'affermazione arrischiata. Il Direttore dell'Annunziata mi disse che le allieve di questa Casa dànno un grande contingente alla [...]
[...] ottenere poi questo bel risultato! E il denaro così male speso rappresenta la vita mancata alla metà delle creature, che per economia si alleva [...]
[...] mettete alla porta. Ora a quell'età la donna nè trova marito agevolmente, nè si adatta a vita nuova. Bisogna dalla nascita della bambina prefìnire il [...]
[...] altrove. Il professore De Crescenzio nel libro citato, in cui molti de' guai da noi narrati sono esposti, dimostra che un anno per l'altro nella [...]
[...] di dimostrazione. Chi dunque meglio della balia può fare da madre alla creatura? Mancata la madre propria e il genitore, parmi la cosa più naturale [...]
[...] e più facile per offrire alla disgraziata un avvenire. E qui viene la Casa materna dell'Annunziata, dando alla madre adottiva il soccorso [...]
[...] figlia adottiva! Il De Crescenzio fa un calcolo che per 2139 esposte, date al di là di sette anni lire 2,50 al mese per le fanciulle, con premio per [...]
[...] il collocamento definitivo di esse, premio di 60 lire per il tenutario e di 20 per il delegato che sorveglia e s'interessa, inchiusa la dote per 275 [...]
[...] fanciulle da pagarsi al tempo del matrimonio di 60 lire per ognuna, il totale delle spese sarebbe di 207,360 lire per la famiglia esterna. Questo [...]
[...] riprendere la tutela, l'Ospizio può avere il diritto di farne delle apprendiste di quel mestiere, onde mostransi atte, di farle ammettere ad una Scuola [...]
[...] normale, ad un Ufficio telegrafico, alle Poste, di aprir loro insomma, nè più nè meno, lo stesso avvenire, il quale è aperto alle ragazze nate da [...]
[...] possono essere dirette e governate da donne intelligenti di amministrazione, d'igiene, di tutto ciò che costituisce una buona direttrice? Fa pietà il [...]
[...] pensare che oggi, con tante donne che non sanno guadagnarsi il pane, a cui l'ozio pesa e il tedio della vita diviene malattia, ogni volta che ci [...]
[...] Carità, così dette, che non sono che tante gesuitesse, mosse dall'unico scopo di far servire il proprio ingegno, la disciplina perfetta, l'abilità [...]
[...] grande, a procurarsi proselite, a creare nuove generazioni di femmine che mettano il confessore prima del marito, la contemplazione celeste prima dei [...]
[...] doveri terrestri, di madre, di sposa, di cittadina. Faccia il nuovo Municipio una statistica delle religiose impiegate e lautamente pagate e [...]
[...] intelligenti direttrici da qui a quattro anni. Vedrà che troverà con poche spese il modo di mettere al posto tutte quelle alunne dei numerosi Stabilimenti che [...]
[...] nemmeno continuino a formare una casta a parte, inutile, oziosa, infelice. In quanto alla Casa di Maternità, che il De Crescenzio vorrebbe vedere [...]
[...] accanto ad ogni Brefotrofio «come vivaio delle balie per il servizio del baliatico interno (di cui anche egli deplora l'esistenza), e come Istituto [...]
[...] rispondere all'altro quesito secco: «Perchè non concedere alla madre quel compenso di baliatico che dovrete dare ad un'altra per far nutrire il suo bambino [...]
[...] vorrebbe quest'unione che quando i genitori fossero in grado di mantenere i proprii figli. Questa società riconosce il suo dovere di conservare la vita e [...]
[...] una Casa di Maternità per «le sole illegittimamente incinte,» e annetterla a un Brefotrofio che pagherebbe la madre per il latte che dà al proprio [...]
[...] serbano sobrii, economi e laboriosi pur di sposare la fanciulla amata, eviterebbero il legame, quando fossero sicuri di vedere allevare i proprii [...]
[...] figli dalla loro madre – amante e non sposa di lui – a spese dello Stato. Non bisogna mai dimenticare il fatto sopra ricordato, che in Napoli già [...]
[...] che il Brefotrofio inventato da papa Innocenzo, spaventato dal gran numero d'infanticidii, provati dalla quantità di neonati pescati nelle reti dei [...]
[...] inflitta dalla società ai figli illegittimi di genitori sconosciuti. CAPITOLO QUINTO. Ospizio dei Santi Pietro e Gennaro Extra-Moenia, e il Collegio [...]
[...] , che come il Brefotrofio soggiacquero a quelle riforme che un'intelligente filantropia ha consigliate, guidate e praticate; nè più in là esse [...]
[...] 1862 sulle Opere pie. L'Ospizio, conosciuto sotto il nome di San Gennaro dei Poveri, sulle colline di Capodimonte, è una fabbrica vasta e splendida [...]
[...] , sana e amena, tanto che ci nasce il desiderio di saperlo dedicato a quei poveri tisici condannati a languire e a spegnersi in quell'orrenda grotta [...]
[...] vecchi decrepiti pagati un tanto a testa secondo che eglino portano o no la bandiera. Non è più assurdo che il costume inglese di fare seguire il [...]
[...] Consiglio scolastico, circoscritta alle classi elementari, più il canto corale. Veramente eccellenti sono: la scuola di cucire con e senza macchina [...]
[...] più di due non devono le sacre funzioni nei giorni festivi, e ogni festa le alunne debbono uscire per passeggiare, e così il giovedì quando non [...]
[...] dell'Ospizio, compiti i 25 anni, passano nella classe delle ricoverate. Ora per le alunne povere sembrami assai preferibile il collocamento presso famiglie [...]
[...] oneste, come ho avvertito per le «figlie della Madonna;» ma ammesso che il Convitto debba stabilire l'età da 16 o tutto al più da 20 anni per il [...]
[...] tutto. Il creare una classe, per cui lo Stato o un Istituto di beneficenza deve provvedere lavoro se può, tetto e cibo in ogni caso, dinota [...]
[...] accrescere il numero degli oziosi che non troveranno mai impiego stabile, finchè l'asilo rimarrà loro aperto. Inoltre opino che l'Ospizio di San Gennaro [...]
[...] in tal caso questi hanno da esistere per le fanciulle povere fino all'età di sedici o venti anni. Nè qui il più inveterato idolatra «della volontà [...]
[...] varii donatori senza obbligo espresso; mentre certi suoi beni, come il Feudo di Selvalonga, passarono in mano privata, senza che siasi rinvenuto [...]
[...] modo di consultare il donatore. La Provincia ha dunque libera la mano, e può operare senza ferire il più superstizioso adoratore della volontà dei [...]
[...] morti. Il Collegio di San Vincenzo Ferreri riformato, di cui parlerò, offre per la sua storia e nel suo insieme tutti gli elementi per lo studio [...]
[...] dell'Oblatismo non solo, ma per quello dei resultati, a cui conduce il sistema di tenere in ozio le donne, dette alunne, dopo una certa età. A tal [...]
[...] un Commissario regio, che operava con grande energia. In questo Ospizio, fondato per le orfane derelitte in sulla via pubblica, il Commissario [...]
[...] frequentare le due classi elementari aperte nel 1862. Il Commissario cominciò a separare le fanciulle dalle vecchie, ad aprire scuole di lettere [...]
[...] , e un po' di disciplina fra le alunne. Le oblate misero la rivoluzione in casa; tali furono le scene, tale il linguaggio osceno, da mettere [...]
[...] .» Finalmente aspersero di acqua ragia il letto della Direttrice, che dovette chiudersi in camera. 45 Qui s'esaurì la pazienza del Commissario, il quale [...]
[...] centesimi al giorno di pensione. Anche le vecchie donzelle alunne guardarono di mal occhio questi cambiamenti. Ognuna aveva il proprio confessore, ora [...]
[...] invece ce ne sono pochi per tutte. Esse abitano in luride stanze, col fornello sotto il letto, colla roba da mangiare nella camera, gelose l'una [...]
[...] passano il centinaio, debbono esser mantenute fino alla morte, e così occupano il posto di tante orfanelle, che avrebbero il diritto di entrare [...]
[...] , come dicono i Napoletani ormai per qualunque abuso di potere o per estorsioni. E il Commissario regio, invece di ricordarsi delle tanto buone [...]
[...] affidato il Collegio. – Per suore fanno bene. La Direttrice è un'energica Milanese, che le vecchie alunne hanno in santo timore, benchè ella cerchi [...]
[...] di urtare i loro pregiudizii il meno possibile, e dirige la Casa egregiamente. Le scuole di cucire, di stirare e specialmente di rammendare sono [...]
[...] dimessa, e tutt'altro che giovanile, delle santocchie, e gli esercizii spirituali prendono troppo il posto della ginnastica. C'è questo di buono [...]
[...] di Risparmio per cominciare la propria carriera nel mondo. Con poche modificazioni, e sotto direzione laica, il Collegio di San Vincenzo Ferreri [...]
[...] potrebbe trasformarsi in eccellente convitto per le fanciulle abbandonate fino a 16 anni; sempre però riducendo il numero a quelle, alle quali non [...]
[...] viene dato di trovare collocamento in qualche famiglia onesta fino dalla tenera età. Ben inteso non prolungando mai oltre l'età prefissa il soggiorno [...]
[...] mano? La dittatura del Garibaldi avea tolta l'ingerenza del Clero nelle amministrazioni delle Opere pie, e il decreto fu confermato e perfezionato [...]
[...] disordini il giure pubblico e privato di tutti, massime dove si tratta di perpetuare abusi e pregiudizii di altre età e di altri costumi. I giornali [...]
[...] parlarono, si pubblicarono opuscoli e memorie, ed il Reale Istituto di Incoraggiamento bandì un concorso per chi avesse presentato Memorie intorno agli [...]
[...] dello Spinelli rivelava molti abusi, e fra le altre cose il fatto che 54 tra Conservatorii e Ritiri, con un'annua rendita di 716,688 lire, non 46 [...]
[...] contenevano che 2669 persone, incluse 487 pigionanti, che il 22 % fu speso in amministrazione e culto, senza le somme legate per messe. Egli ci [...]
[...] , epilogando il detto dai suoi predecessori, mostrò l'urgenza di provvedere alla riforma, e il Prefetto ne era convinto, ma interrogatone il [...]
[...] disagi, che fan troppo distacco dalla vita fin allora menata. Guardai il libro delle Opere pie della Provincia, e ne trovai undici destinate a questo [...]
[...] ? – Bisogna chiederne al prete. – Dove è il prete? – Assente. Vidi una tavola coperta di monete di rame, come nella strada della Sezione Mercato, ove i [...]
[...] ragazze tenevano per turno il banco di cambio. Le donne affermarono che c'erano 137 oblate e qualche pentita. M'importava vedere lo Stabilimento [...]
[...] , perché il Direttore della SS. Annunziata mi aveva detto che vi stavano rinchiuse undici delle sue pecorelle smarrite, e lasciando i nostri biglietti [...]
[...] di visita, avvertimmo che si sarebbe ritornati fra poco. Ed infatti tornammo fra un'ora, e ci aprì il prete, e ci condusse in una stanza di fuori [...]
[...] , ove c'intrattenne a discorrere di antichità e di storia, e malgrado della nostra impazienza ci disse che era affatto senza importanza il visitare lo [...]
[...] Stabilimento, che una volta s'era presentato alla porta il Prefetto, e che le oblate avevano rifiutato di lasciarlo entrare, e che questi aveva [...]
[...] lodato il rigore della consegna. Si capiva facilmente che egli guadagnava tempo per lasciar preparare per la visita. Finalmente ci accompagnò nel [...]
[...] maiali, asini ed uomini vivono insieme. Nessun refettorio; ognuna provvede da sè cogli scarsi centesimi che dà il luogo, e fa cucina da sè in [...]
[...] cose che ne derivano, scappammo a tempo per non isvenire. Discesi, ritrovammo il prete, che presiedeva alla tavola coperta di rame. «Avete visto [...]
[...] ?» ci domandava beffardamente. «Abbiamo visto,» risposi. Il medico spese qualche parola sullo stato nefando, sulla probabilità che morissero tutte, se [...]
[...] ci entrasse il colèra o il tifo, ed il prete sogghignando rispose, che non avevano quattrini nè gente di servizio per la mondizia. Noi risapemmo [...]
[...] nominato dall'Arcivescovo, dal parroco o dal sacerdote.» Ricordiamo sempre che ove c'è Oblatismo, non c'è nemmeno il voto di castità, che tutte le [...]
[...] oblate vanno e vengono e ricevono chi vogliono di fuori, che il grado di libertà di ciascheduna dipende dal più o meno grande favore del prete [...]
[...] dominante, e che anche in quegli Istituti, ne' quali il prete non governi apparentemente, ei vi regna e vi comanda. E ciò in diretta opposizione delle [...]
[...] leggi 61, 62, 64! Pensare poi che colla miseria esistente in Napoli, colle difficoltà finanziarie, ond'ha da lottare il presente Municipio di Napoli [...]
[...] cui 21 oblate; Rosario al Largo delle Pigne, con lire 43,000, per una famiglia di 38 persone, fra cui 32 oblate. Per non tediare il lettore con [...]
[...] una lista di cifre, concludiamo col Collegio della SS. Concezione di Monte Calvario, il quale con una rendita di 115,000 lire mantiene solamente 35 [...]
[...] oziosi le Case dette dei Poveri. Fingendo di essere il capo del Governo, così il Carlyle finisce un discorso : «Agli indigenti e incompetenti [...]
[...] corrisposto. Lavorate, avrete il salario; rifiutate, evitate la fatica, disubbidite, io vi ammonirò e cercherò di eccitarvi al ben fare. Se tutto è [...]
[...] lavoro!» M'immagino il santo orrore che tale linguaggio desterà in Italia, in cui oggi sembra che la pietà e la commiserazione sia tenuta in serbo [...]
[...] per gli oziosi, per i viziosi e per i rei. Quando fu udito in Inghilterra, essa rinnegava il suo più grande scrittore, il suo più originale [...]
[...] pensatore. Ma poi s'avvide che egli aveva ragione, e le nuove leggi dei poveri ne sono il benefico risultato CAPITOLO SETTIMO. Istituti ospitalieri [...]
[...] . Lessi che si cambiano i Governatori di varie Opere pie in Napoli, e fra le altre dell'Albergo dei Poveri e dell'Ospedale degl'Incurabili. Ma il [...]
[...] cambiare gli uomini, senza cambiare il sistema dalla base alla cima, tornerà cosa vana. Non mi propongo di parlare a lungo dell'Ospedale [...]
[...] difficilmente in Europa oggidì esiste un luogo così infelice e disadatto ad alleviare le sofferenze e a curar le malattie dell'umanità, quanto il [...]
[...] provinciale, si legge: «Venuto il Pio Luogo a celebrità di beneficenza, divenne tosto la riunione dei primi luminari delle scienze medico-chirurgiche [...]
[...] -chirurgiche, non mi stimo giudice competente; ma per tutto il resto le lodi suonano sarcasmo. Parlate cogli ammalati ivi raccolti, con quei che hanno avuto la [...]
[...] , e che dovettero ben presto ritirarsi dall'impresa, per non soccombere. Parlate con un altro pietoso, che vedendo il ributtante pasto dato agli [...]
[...] aveva interesse a fare scomparire il pietoso, aveva messo la nuova pasta ad ammuffire in cantina. La razza degl'infermieri negli Ospedali è in genere [...]
[...] trista; sembra che la presenza costante dei patimenti indurisca, invece d'intenerire, il cuore. Era la nostra gran difficoltà nel 1860, quando non [...]
[...] pennello, venuto il momento del rancio, il cibo era scarso e cattivo. Un giorno il Garibaldi, durante una sua visita, prometteva a tutti che [...]
[...] avrebbero avuto qualunque cosa che il medico, passando la rivista, non avesse giudicato dannosa. La domane trovai prescritto un numero notevole di petti [...]
[...] pietanze. Ridiscesi in cucina allora, coll'energico Direttore di quell'Ospedale, il compianto Morosini, e ci vennero veduti delicatamente accomodati e [...]
[...] panati tutti i petti per il pranzo degl'infermieri. Messi dei Garibaldini capicucina, gl'infermieri civili si ammutinarono e minacciarono. Li [...]
[...] presta agli esercizii spirituali ha il corpo rinfrancato con brodi ristretti e bocconcini squisiti, mentre i renitenti son trattati ad acqua salata, e [...]
[...] ad ossa da rosicchiare. L'Ospedale degl'Incurabili ha una rendita di 830,395 lire, spende per il culto 17,277 lire, ed Achille Lazzaro nel 74 [...]
[...] affermava che il costo dell'amministrazione ascese al 57 per cento. Egli nel suo capitolo sugl'Istituti ospitalieri espone molte utili osservazioni, e [...]
[...] altrove ci sieno letti vuoti. Egli propone il rimedio di una unificazione legislativa con decentramento amministrativo, e questa proposizione, come [...]
[...] parte, e mal retribuiti, e faticosi, da giustificare il Fusinato nel dire Arte più misera, Arte più rotta Non c'è del medico Che va in còndotta [...]
[...] dispensano medicine gratuite, ed il costo è presso a poco di un milione di sterline, e questo senza includervi un gran numero d'istituti privati, per aiutare [...]
[...] infermeria propria. E che questi Istituti stiminsi necessarii, lo prova il fatto che in tutte le chiese una domenica all'anno è dedicata al così detto [...]
[...] milione; e mi son domandato: Quanta ne gode il povero? Si sa che questi Monti ebbero origine nella generale reazione contro l'usura praticata dagli [...]
[...] Ebrei. Fu il Padre Bernabò da Terni dell'ordine dei Frati Minori, che prima indirizzò ai ricchi una commovente preghiera di trovare i mezzi per [...]
[...] l'esempio; Roma dipoi, il Piemonte solamente, quando l'interesse in piazza salì al 30 per cento. Gli altri paesi di Europa copiarono questi Istituti [...]
[...] riforme si vennero introducendo nei Banchi principali di Napoli: come poco tempo fa il povero non poteva impegnar la sua roba se non dandola ai sensali [...]
[...] salire le scale; che il furto non più esiste; e che le aste avvengono alla luce del sole, presiedute da tre diversi membri dell'Amministrazione [...]
[...] pacco, numerato e registrato, in quell'immenso labirinto di camere e scansie, si può in un batter d'occhio metter la mano. Restituendo il pacco, lo [...]
[...] si apre, ed il possessore verifica il contenuto. Per dire il vero rimasi attonita del prezzo pagato per cenci e per altri oggetti venduti all'asta [...]
[...] . Difficilmente, portati a una bottega, avrebbero essi ottenuto tal somma. Il sistema che obbliga lo stimatore ad essere responsabile per le somme [...]
[...] date su certi oggetti, fa sì che non troppo ragguardevoli siano le somme prestate, ciò che stimola il proprietario a ritirare l'oggetto, per non [...]
[...] perderlo. Ma qui come negli altri Istituti ricordati bisogna cangiare il sistema non rimediabile nei particolari. Le Banche di Napoli, come credo [...]
[...] abuso. Mentre il pegno di gemme, di oggetti preziosi, di oggetti di lusso insomma, commuove poco l'anima, confesso che la miseria di Napoli non mi [...]
[...] cortese, se questi letti furono spesso disimpegnati. «Al più presto possibile, – mi rispose, – perchè bisogna pensare che chi impegna il letto [...]
[...] parte, utensili di rame o di ferro per la cucina. Con molta accuratezza e precisione il Ragioniere della Cassa di pietà mi ha posto sott'occhio [...]
[...] il movimento dei pegni del 76, sia degli oggetti preziosi, sia dei metalli rozzi. Mentre i pegni degli oggetti preziosi rimangono quasi invariabili [...]
[...] esercitano anche le feste: a Natale e a Pasqua, per lo meno, il povero vuol mangiar bene, e benchè sia facile, per chi si siede regolarmente due [...]
[...] volte, e fu obbligata a rimetterli, e ogni volta le toccò di 51 pagare l'uno per cento di nuovo, sicchè ammesso che la pentola o il paiuolo siano [...]
[...] stati quattro volte impegnati e spegnati, l'infelice in un anno avrebbe pagato il 10 per cento d'interesse. I pegni consentiti dal Monte di pietà [...]
[...] mesi. Sicchè il Monte di pietà per il povero risolvesi nella più spietata delle istituzioni. Che dire poi di quella infinità d'istituzioni dette [...]
[...] prestiti senza pegno alle infime classi del popolo, Monte per culto. Monte speciale per doti a povere donzelle e per scuola popolare. Ormai il [...]
[...] elemosina 4250 lire; mentre se ne spendono 6771 nell'amministrazione, 54,000 per il culto. Come spendasi il resto, nessuno lo sa; in tasca dei preti [...]
[...] a messe mattutine, a ufficii vespertini, Marta e Maria novelle. A Maria, il Monte detto di Beneficenza dava un sussidio mensuale, a Marta tutto [...]
[...] diretti, sarebbero provvidenziali, ma in quelli esistenti va via il 60 per cento in amministrazione. In quanto a mantenere un Monte speciale per [...]
[...] legati: «Il dono di ciò che non è più nostro, ma che è divenuto proprietà di un altro.» Tommaso Hare, che ha studiato e ponderato molto l'argomento [...]
[...] sollevare il carattere, arricchire l'intelletto, ed accrescere la potenza dell'uomo. Ma nessuna generazione deve imporre sulle generazioni successive [...]
[...] l'obbligo perpetuo di amministrare in modo prescritto quei frutti della terra, per produrre i quali ci vuole il lavoro delle generazioni nuove [...]
[...] le diminuzioni delle rendite. Nelle molte gite nei sotterranei di Napoli, se chiedevo il nome del proprietario della più lurida fra le luride [...]
[...] agli speculatori, il Municipio progressista e il Governo riparatore possono andar d'accordo sui modi più adatti per utilizzare ed economizzare ogni [...]
[...] cosa posseduta; o cespite di rendita; e mentre si stanno combinando i modi, devesi studiare e concretare un progetto di legge per regolare il [...]
[...] degli uomini buoni e grandi di tutti i tempi all'usura. Il grande Alighieri, egli scrive, ch'è l'osservatore più acuto ed in uno il giudice più [...]
[...] intemerato de' suoi tempi, non serbò il silenzio sopra questa pagina secreta del passato. Dalle serene regioni degli affetti, dalle miserande lotte di [...]
[...] fratelli che straziano il bel paese, dalle virtù o dalle colpe di coloro che potevano appellarsi alla violenta ragione della spada, egli discende [...]
[...] bene spesso fino al popolo. Il suo canto non è l'epopea d'eroi divinizzati, ma bensì la rivendicazione animosa dei diritti dell'uomo. Tutte queste [...]
[...] lo guida a raffrontare il passato al presente; lo invita a dipingere con incantevole sorriso la semplicità degli antichi costumi, lo infiamma d'ira [...]
[...] . Così narravasi che, sul cadavere d'un usuraio, Sant'Antonio proferisse queste parole: Dove è il tuo tesoro, ivi è il cuor tuo, – e la tradizione [...]
[...] popolare, sì pronta ad accogliere ogni fatto che abbia il prestigio del maraviglioso, racconta che il cuore si rinvenne ancor caldo fra i mucchi di [...]
[...] Teologia, chiede al maestro come usura offende la divina bontade. 53 Virgilio epiloga allora con l'usata austerità il dogma sociale del Medio Evo [...]
[...] , che non era diverso da quello di Roma pagana; riprova siccome opera non naturale ed irreligiosa il trar guadagno dai prestiti; e chiarisce il [...]
[...] ha tempo da perdere in aspettare il comodo del lento ed affaccendato impiegato, è sempre costretto moralmente a ricorrere ai sensali. E tanta è [...]
[...] ) il padre di un Brigadiere di Pubblica Sicurezza, persona, nel resto, proprio di buonissimo cuore.» CAPITOLO NONO. Conclusione della Parte [...]
[...] ciò è cambiato, ossia il tempo delle inchieste, dei poteri eccezionali è finito. Il Governo ha messo la falce alla radice dell'albero marcio, ha [...]
[...] vicerè, in data 27 marzo 1648. Lo scopo della istituzione era il Mutuo soccorso e la celebrazione di Messe per le anime del Purgatorio. L'Opera pia [...]
[...] generalizzata la divozione alle anime del Purgatorio, e così si accrebbe di molto il numero degli ascritti e le entrate diventarono più ingenti [...]
[...] . Allora venne ampliato il tempio, acquistando dal Principe di Marsiconuovo un giardino ed un edificio. Ha Statuto approvato con R. Decreto 25 aprile 1867 [...]
[...] esazioni delle rendite, e pel disordine amministrativo, il Patrimonio dello Stabilimento avea patito non poca diminuzione di capitali, e versava in [...]
[...] efficienza economica e morale dello Stabilimento, egli avrebbe adottato uno stretto rigore di giustizia e di amministrazione per raggiungere il pareggio [...]
[...] del bilancio e risollevare il prestigio dell'Istituto. «La fratellanza, accorsa numerosa come non mai da gran tempo era avvenuto, udì con grande [...]
[...] le esigenze della società moderna. «Questo è il patrimonio di quegli Istituti e Lasciti che la legge chiama, con linguaggio che serba l'impronta [...]
[...] Deputazioni provinciali non avevano avuto il tempo di approvare 15,211 resoconti; 1330 Opere pie mancavano di registri, di protocolli, di deliberazioni [...]
[...] , di archivii; 4429 mancavano perfino di qualsiasi inventario! – È il disordine eretto a sistema. «Nella capitale del Regno, sotto gli occhi del [...]
[...] Legge 3 agosto 1862 è una legge assurda: essa è fatta per perpetuare lo sperpero, il disordine, lo sviamento della beneficenza, e, diciamolo pure [...]
[...] necessario anzitutto penetrare a fondo in questa «selva selvaggia e aspra, e forte,» che è il patrimonio delle Istituzioni di beneficenza: di [...]
[...] che il Parlamento ordini e organizzi una inchiesta in tutte le Istituzioni di beneficenza, per poi studiare e votare una legge con cui questo [...]
[...] . Ecco ciò che non bisogna dimenticare. «Il Governo e il Parlamento non mancheranno alla loro missione. Ordinando un'inchiesta, si farà conoscere [...]
[...] desiderano conoscere le condizioni sociali di Napoli. Importantissimo è il libro: Le Opere Pie di Napoli, Studii storico-critici e Proposte di [...]
[...] ; giudicate la nostra opera.» E, per dire il vero, se i membri dei Municipii passati poco o nulla operarono per rimediare allo stato normale e [...]
[...] da me all'egregio Autore per sapere che cosa è stato fatto d'allora in poi, riferiamo la sua risposta: 57 «Dopo il 1866 poco o nulla si è fatto [...]
[...] del Serino; ma non pare che avrà alcuno buon successo per qualche articolo del contratto, che è un errore igienico ed è un errore economico. Il [...]
[...] concessionario non è riuscito quindi ad organizzare una Società, nè so se vi riuscirà. Per le cloache nulla si è determinato, nè il Municipio ha mostrato [...]
[...] una sola opinione nel modo di sanificare; mentre il modo da me proposto sino dal 1863 è stato dalla scienza e dalla esperienza di altri tredici [...]
[...] ha fatto quello che ha voluto. Perocchè questo è proprio il paese della libertà, come s'intende da molti: ognuno è libero di fare quel che vuole [...]
[...] , purchè non cerchi il permesso. Aggiungo, che i pubblici orinatoi e le pubbliche latrine sono aumentati di numero, ma sempre con i difetti da me già [...]
[...] notati nelle mie opere: in guisa che il sottosuolo è divenuto di più in più infetto. Nella Riviera di Chiaia si è fatto qualche cosa per le cloache [...]
[...] . Però le fogne che ora si aprono a mare, non hanno il necessario declivio, e così le materie escrementizie rimangono sotto la strada e le abitazioni di [...]
[...] avanti il 1860 e Napoli d'oggi, vi si troverebbe una notevole differenza derivante in buona parte dall'abbellimento dei muri esterni; sennonchè è da [...]
[...] lunga, popolando di palazzi. Solo vuolsi lamentare che il sistema delle latrine non è quello che dovrebbe essere, ed è tutto abbandonato al [...]
[...] scomparvero, tra le quali merita ricordo il girare che facevano i maiali per la città, pei quali il basso popolo avea una specie di venerazione e li [...]
[...] più celebre Guida di Roma – quella di Murray – si legge che il clima di Roma è calunniato, che la maggior parte delle febbri dette romane sono [...]
[...] Napoli senza maravigliarsi, non già che molti si ammalino, ma che tutti non muoiano – che il colèra e il tifo non facciano tavola rasa nei fondachi [...]
[...] , nei bassi, nei sotterranei e specialmente nelle locande; e non si può spiegare il sopravvivere del maggior numero che al modo di quella vecchia, la [...]
[...] pessimamente albergata tra il luridume, tra i ristagni delle acque di rifiuto, e tra la mal consigliata dispersione di sostanze escrementizie. Non vi [...]
[...] incontrastabile, diciamo, che se l'interesse del Comune sotto il rapporto della sanità pubblica è supremo interesse della Provincia e dello Stato [...]
[...] , la Provincia e lo Stato hanno il dovere santissimo di non trascurarlo abbandonandolo al Comune, che non sa, non vuole e non di rado non puote come [...]
[...] dovrebbe occuparsene. Nè crediamo d'ingannarci su questo punto. Imperocchè se lo Stato ha il dovere di tutelare tutt'i diritti dei cittadini, non [...]
[...] vi ha diritto più sacro di quello che riguarda la vita ed il benessere materiale della Nazione, su cui si appoggiano, come su vera base, tutti gli [...]
[...] altri diritti ed interessi di ordine morale e civile.» E il dottor Freschi opina che l'igiene pubblica e privata entri nella polizia sanitaria, e [...]
[...] che a comporre una buona legislazione sanitaria in armonia con tutto l'organismo civile delle odierne Società richiedesi il concorso intelligente [...]
[...] del medico, del legislatore e dell'amministratore, dovendo la legge essere il risultato di questo triplice ordine di cognizioni. Il Romanelli dice [...]
[...] che il Consiglio provinciale di Sanità dovrebbe col mezzo del Prefetto proporre al Governo un'inchiesta sulle condizioni igieniche della città di [...]
[...] non regoli l'igiene pubblica in Italia, tutti i palliativi e tutti i cambiamenti di Governatori degli Ospedali lasceranno il tempo che trovarono [...]
[...] come il vento garbino. Importantissimo è il libro: Le Opere Pie di Napoli, Studii storico-critici e Proposte di riforma, per Achille Lazzaro, e il [...]
[...] suo gran pregio deve ravvisarsi in ciò: che ogni Opera Pia è stata dall'Autore visitata, onde il libro in certo modo compie quello compilato a spese [...]
[...] delle ragioni e dei criterii che lo condussero a questo o a quell'altro proponimento; sicchè il lettore, quand'anche non s'accordi colle sue [...]
[...] . ec., e del movimento commerciale, e l'inventario di ciò che Napoli e le Provincie posseggono. Il libro: Provincie Napoletane, del Franchetti, mi [...]
[...] ha fatto profonda impressione, benchè letto dopo il mio ritorno da Napoli, mentre faceva varie escursioni nella Campagna Romana per vedere i [...]
[...] Calabresi e gli Abruzzesi, di cui egli parlava, nell'atto di lavorare quell'infelice e malsana terra. A questo libro andrebbe bene aggiunto il capitolo [...]
[...] fornitomi da un ingegnere, che visse molto tempo in Benevento, che io pubblico, tacendo il nome dell'Autore, chè così ei m'impose per modestia [...]
[...] il gran pregio di essere scritto sul luogo e di non essere ispirato da pregiudizii politici o da spirito partigiano; ciò che scema il valore di [...]
[...] recentemente, nato dal popolo, figlio d'un macellaio, visse fra il popolo e scrisse la iliade del suo dolore e della sua miseria. Narrava storie [...]
[...] ; provocò molte ire e dispetti da una parte, ma pervenne alla sua mèta. Il Littl Dorritt racconta le sofferenze e le tristi conseguenze delle prigioni [...]
[...] per i debitori, e tali prigioni furono abolite. Si può dire che ogni romanzo del Dikens produsse l'abolizione dei mali indicati da esso. Il Mastriani [...]
[...] gran parte tradotti per chi vuole penetrarsi delle radicali riforme introdotte in Inghilterra. Imperocchè in uno scritto così breve come il [...]
[...] il pauperismo delle generazioni future, a causa della confusione della istruzione elementare al tempo delle mie visite. I miei quesiti erano [...]
[...] rivolti al partito clericale, il quale accusava del malfatto i Moderati e i Radicali ad essi succeduti nell'amministrazione municipale, e questi [...]
[...] elementari il Commissario regio, che mi fu molto cortese e per ordine del quale mi si consegnò il seguente specchio: MUNICIPIO DI NAPOLI. ISTRUZIONE [...]
[...] il passo. L'ignoranza genera e alimenta la miseria. Non si può dunque parlare dei mezzi di redimere il povero, senza accennare a quell'uno [...]
[...] inutile, certo non basta; bisogna accoppiarvi, mentre sono innocenti, l'educazione al lavoro, porgere quei mezzi di procacciarsi il vivere che la [...]
[...] società non esita a dar loro, una volta che hanno commesso contravvenzione alle sue leggi; e qui, pregando il lettore di studiare l'ultimo Rapporto del [...]
[...] Training Ship, sotto il sindacato della Scuola distrettuale dei poveri detta Forest Gate. I giornali europei segnalarono lo splendido contegno di [...]
[...] questi ragazzi, quando al principio dell'anno presente il bastimento arse. Il Rapporto per il 74-75 dimostra che da questo bastimento 59 ragazzi [...]
[...] entrarono nella reale Marina, e 114 nella Marina mercantile, e la loro condotta riuscì esemplare, e il salario che essi hanno dai capitani mercantili è [...]
[...] rifiutare chi non si presenta decentemente vestito. Anzi il professore Trinchera pose, in mia presenza la questione ad una delle principali Autorità [...]
[...] scolastiche. Tutti in coro risposero di no, ma tutti ammisero che, venendo all'atto, il no mutasi in sì. Infatti interrogai centinaia di madri nei più [...]
[...] dell'infimo popolo napoletano. Narrare partitamente i casi di cotesta scuola occuperebbe troppo spazio, sebbene tornerebbe molto istruttivo il [...]
[...] possibile quella scuola due Ministri d'Istruzione Pubblica del partito moderato, benchè in gran parte il loro aiuto fosse reso inefficace, dal [...]
[...] Municipio clericale; ma intanto lo Scialoja diede alla signora Schwabe il diroccato, ma sanissimo stabile dell'ex-Collegio medico e 30 mila lire di scorta [...]
[...] . Questo, finora, è tutto l'aiuto governativo; il resto, e passa le 100 mila lire, la signora Schwabe lo ha messo del proprio, e tassando i suoi [...]
[...] potente aiuto, e so da buona fonte che il presente Ministro d'Istruzione Pubblica adoprerà ogni potestà sua per dare a quella scuola parte dei [...]
[...] , con amore e con rara economia il convitto. Vi ha un Direttore italiano impratichito nella difficile professione della pedagogia in Inghilterra [...]
[...] eletta compagnia di persone interamente devote al faticoso lavoro sono dovuti il raro ordine e l'armonia ammirati in questa scuola, e associate con [...]
[...] loro sono molte maestre toscane e napoletane, le quali vengono man mano perfezionandosi nel sistema. 64 E mentre il Governo ed i privati possono [...]
[...] consolidare e allargare la scuola, il Municipio farebbe opera egregia stabilendovi una Scuola normale. Si sa quanto costi, quanto sia difficile [...]
[...] alla sera. Così in breve tempo potrebbe il Municipio aprire almeno una scuola in ognuno dei 12 quartieri della città. All'ex-Collegio medico di [...]
[...] chi paga poco e chi paga di più, ma vi ha parità di trattamento, e se non guardate le scarpe, non distinguereste il figlio del deputato A, del [...]
[...] che ad un solo grembiale manchi un bottone od un nastro. Suonata l'ora della scuola, i maschi grandi vanno in un'ala separata, ove il Direttore e [...]
[...] , ed hanno tutti i giocattoli ed il materiale per lavoro che fa parte del sistema. L'intero metodo del Fröbel essendo basato sull'attività spontanea [...]
[...] , e avendo per iscopo di avviare i bambini a formarsi e produrre da sè, la ginnastica occupa il maggior tempo. Gli esercizii fisici alternàtivi [...]
[...] difficoltà consisteva nel far mangiare questa minestra ai poveri. I bambini civili la divoravano, e il vero lazzarello preferiva un torso di cavolo alla [...]
[...] tutti i locali di esso appartenessero alla scuola, il Giardino d'Infanzia potrebbe ricevere almeno 500 fanciulli, e quella di Sant'Aniello [...]
[...] avendocelo concesso il Garibaldi nel 1860 pei feriti. Domandai chi occupava il resto del palazzo, e mi fu risposto: «Vedove e parenti o sedicenti [...]
[...] vedove e parenti dei militari morti.» 65 Ma se il Ministro di Guerra désse un'occhiata alle fedi di nascita di quelle inquiline, ne scoprirebbe [...]
[...] pensatori, ma che voleva le femmine allevate nei riti più rigorosi del Cattolicismo. Nell'ottobre del 1862, scrive il direttore Pietro Rossi, alcune fra [...]
[...] si addicono, in queste si coltivavano i lavori di cucito e di ricamo; ma oltre il leggere e lo scrivere, fatto senza riflettervi sopra, null'altro [...]
[...] , avea la mente ed il cuore pieni di pregiudizii e superstizioni. In conseguenza si doveano prima di tutto persuadere le famiglie che le giovinette [...]
[...] dicevano, massime contrarie alla dottrina cattolica. A tutto questo deve aggiungersi la triste condizione della scuola per il luogo angusto e tanto [...]
[...] elementare per il tirocinio, è frequentatissima. Ho assistito a tutta una lezione, e le composizioni erano eccellenti. Le istitutrici e le amministratrici [...]
[...] quelle buone istitutrici cercassero di far seguire il proprio esempio. Le lezioni, a cui assistetti date da un prete, che conobbi all'asilo, erano [...]
[...] nè altri abusi ebbero luogo durante i tre anni, nei quali il cav. Girolamo Nisio, che ha lasciato tanto desiderio di sè nei maestri e negli [...]
[...] che nè lo Stato, nè la Provincia, nè il Municipio ci pensavano, egli e i signori che gratuitamente hanno prestata l'opera loro, fondarono un [...]
[...] Poveri e l'Ospedale degli Incurabili li accettavano il meno possibile; restò a carico del Rodinò e de' suoi amici gran parte dei raccolti, e queglino [...]
[...] infermità del corpo o per la condizione dei tempi mancarono i guadagni ed il modo di vivere. Che tragedie, che misteri, che rivelazioni, che prove di mal [...]
[...] governo di un paese in mano de' preti! che ammaestramenti per un Governo che vuol meritare il titolo di riparatore, non devonsi trovare [...]
[...] privata riescì fatto di ottenere, a favore dei rei o di oziosi, aiuto, e di farlo mancare ai veri miserabili. Il bilancio è veramente lodevole [...]
[...] più all'anno per continuare il lavoro così bene avviato. Eppure nè dalla Provincia, nè dal Municipio, nè dalla carità privata, le si potettero [...]
[...] ottenere. Il Municipio, che ha speso in tredici anni un milione e mezzo per la sola mendicità, non si capacitò del suo tornaconto nell'aiutare questo [...]
[...] comunicazione con una Casa di lavoro, come fu domandato, stabilendo relazioni facili fra la Questura e il Potere giudiziario, anzichè lasciarla cadere [...]
[...] del tutto e render necessario il ricominciamento ab ovo? Non m'intertenni alquanto a lungo di un istituto morto per mero debito di giustizia verso [...]
[...] l'operoso iniziatore a me personalmente ignoto, ma perchè riconosco nella sua compagine il germe del futuro ordinamento del pauperismo in Napoli, di [...]
[...] cui parlerò poi. Del suo lavoro avanza solamente il Convitto delle fanciulle cieche. Mi rincresce di non aver avuto tempo di visitare [...]
[...] quest'Ospizio, che mi dicono eccellente, e che oggi il Municipio soccorre con cinquemila lire all'anno. Gli Ospizii per i ciechi e per i sordo-muti sono fra [...]
[...] carceri, le visite lunghe e particolareggiate a queste carceri mi han fatto quasi meravigliare che il numero de' rei non fosse ancor più grande; tale è [...]
[...] il contrasto fra gli agi che essi godono e lo stento dei liberi e innocenti. Quando il filantropo Howard cominciava la sua crociata contro il [...]
[...] . Diceva che una settimana di quelle sporche, fetide, crudeli case di tortura era peggio di un anno di qualunque altra sofferenza: terribili per il [...]
[...] dolore inflitto, di efficacia sicura nella loro corruttela, colpendo gl'innocenti con un senso di disperazione, provocando il colpevole a delitti [...]
[...] ancora più audaci. Il grande Beccaria viveva contemporaneo dell'Howard; ambedue nei rispettivi paesi seppero persuadere i loro concittadini che la [...]
[...] società ha il diritto di proteggersi, non di vendicarsi, che lo scopo della punizione del reo deve ristringersi a protestare energicamente contro il [...]
[...] male e prevenire il crimine, a dissuadere coll'esempio la consumazione di altri delitti. Al principio di questo secolo, una donna quacchera contribuì [...]
[...] dell'individuo è il risultato della colpa della società, della disuguaglianza, dell'ingordigia dei capitalisti, delle guerre fatte a pro di un potente [...]
[...] , dell'ignoranza inculcata dai preti e permessa dallo Stato. Dunque si compensi il delinquente per il male che la società l'ha condotto a fare.» Ed [...]
[...] protestare contro questo eccesso di reazione fu Tommaso Carlyle, che in un opuscolo intitolato: Le Prigioni-modello, dimostrava il lato esagerato del [...]
[...] cantine, al deschetto del ciabattino, nelle umide bottegucce, vendendo sardelle incrociate con pipe; lottando insomma di tutta forza per tenere il [...]
[...] per i reggimenti del diavolo. Sì, tassando il misero venditore di sardelle, fate quelle sugose minestre per gli eletti di Satana.» Entra poi nello [...]
[...] Stabilimento stesso, assaggia il pane, il cacio, la minestra, la carne, trova tutto eccellente. Entra nella camera di lavoro, ove in ariosi [...]
[...] come vivo in mezzo alle umane disgrazie, il mondo giammai non avrà.» Parla col Direttore dello Stabilimento, che gli dice non essergli permesso di [...]
[...] contro il suo paese, ridotto ad una «Universale Società Protettrice di oziosi e di ribaldi.» Quando io leggeva quest'opuscolo ventisei anni sono, mi [...]
[...] pareva non scevro di esagerazione il Carlyle, sebbene egli fosse lo scrittore idolatrato dalla gioventù d'allora; ma quando io visitava le [...]
[...] esempio, che nei casi più flagranti di delitto, o il Giurì non la applica o trova circostanze attenuanti; e se il giudice condanna, il pubblico [...]
[...] manda al capo dello Stato una petizione per grazia, e il reo finisce per essere oggetto di commiserazione, invece di giusta riprovazione. Divengono [...]
[...] informava le legislazioni penali, è bandita, e giustamente, perchè la vendetta offusca la mente di chi la esercita, come il cane idrofobo comunica il [...]
[...] proprio veleno ad altre vittime, e così di mano in mano. Tutti accettano che debbasi trovare il modo di convincere del misfatto il reo, ispirargliene [...]
[...] ottenere questo scopo, bisogna fare in modo che, venuto il dì dell'uscita dalle carceri, tale sia stata la punizione che, quando Dio non lo privi [...]
[...] poco 13,000. Ma il credere che queste cifre ci dieno un'idea del numero dei veri delinquenti, è una vera illusione, e la sarà sempre, finchè la [...]
[...] Polizia resterà tale qual'è. Nè i Moderati nè i Progressisti vogliono persuadersi che i poliziotti di Napoli si conservino, quali erano sotto il [...]
[...] Borbone, profondamente corrotti. Sotto i Moderati, continuavano il sistema appreso sotto il Borbone, il sistema dell'arbitrio e della prepotenza [...]
[...] : arrestavano, minacciavano, bastonavano da orbi, liberavano chi li pagava. Tali grida vennero udite contro il modo d'operare dei poliziotti, che i [...]
[...] , fino a vedersi vietata l'uscita dalla loro sezione non accompagnati, nelle poche ore di libertà. Si sono quindi proibiti rigorosamente il volpino [...]
[...] (nerbo) e le bastonate, e si pretende che queste guardie, avvezze ad insegnare il dovere al lazzarone col bastone, si conducano con garbo, e [...]
[...] trattino gli arrestati con tutte le regole della civiltà; e risulta che essi si trovano come pesci fuori dell'acqua, non fanno il servizio e non sanno [...]
[...] .» L'Autorità avvedendosi che i mariuoli alzavano la testa, ne mandò molti a domicilio coatto, ciò che il Napoletano teme più di qualunque altra punizione, ma [...]
[...] nuovi il nuovo Regolamento rimarrà inefficace. Da questa corruttela nella Polizia emerge la gran difficoltà di scoprire i rei. Costoro riescono [...]
[...] sempre a mantenere corrispondenza di fuori; spesso se la famiglia di un arrestato paga bene la Polizia, questa disdice il già detto, e confessa di [...]
[...] essersi ingannata. Per quanto faccia il Direttore delle Carceri giudiziarie, per quanto cerchi di depurare il personale, di classificare i detenuti, di [...]
[...] non farsi luogo a procedere, dopo il lungo tempo di ozio e di convivenza con malvagi ritornano alla società col senso dell'ingiustizia sofferta [...]
[...] ozio forzato e alla fastidiosa disciplina. Il presente Comandante ha proprio trasformato l'Isola: a forza di farvi lavorare i galeotti ci sono strade [...]
[...] bellissime, che conducono dal basso all'alto dell'Isola, su cui sorge la fortezza. C'è una cascina magnifica con grande numero di vacche, il latte [...]
[...] e il burro delle quali vincono in bontà quelli assaggiati da me in Napoli. Il vino, che vi si fabbrica di varie qualità, gareggia col Capri, e [...]
[...] l'allevamento dei conigli piglia proporzioni ragguardevoli. Se il Governo volesse col tempo annettervi una conceria e una fabbrica di cappelli e [...]
[...] , notansi in tutti le tracce della lunga e persistente carriera del delitto: furberia ed astuzia ne costituiscono il carattere più spiccato. Sono in [...]
[...] numero di 1100, divisi in 70 camere, calcolandovi 11 metri cubi d'aria respirabile nei dormitorii per ciascun detenuto. Le punizioni permesse: il [...]
[...] banco di rigore, il puntale, cioè un aggravamento di catene, la cella isolata. Le ricompense in uso nei Bagni: il passaggio di classe, la nomina a [...]
[...] veggo che il Direttore, il quale conosce ad uno ad uno tutti quei signori e distrusse la camorra che vi esisteva in tutta regola, disprezzando le [...]
[...] minacce e sfidando il tentato ammutinamento, presentò 33 proposte di grazie. Ma mentre nove soltanto di queste sono state accolte, le grazie [...]
[...] Direzione, sono 41! Considerata la natura degl'individui, il numero delle infrazioni disciplinari in un anno reputasi scarso e di poca importanza: 245 in [...]
[...] tutto; e nessun condannato a cella di rigore con pane, acqua e ferri; un solo a cella e vitto legale da uno a sei mesi. Il lavoro di questi galeotti [...]
[...] . Hanno altresì minestra e una razione di carne ogni quindici giorni, e il Regolamento del 1860 concede loro una misura di 14 centilitri di acquavite [...]
[...] . Hanno inoltre il vitto del lavorante, e se viene fatto un maximum di lavoro, vi ha la retribuzione del vitto di ricompensa. Mentre negli altri [...]
[...] feriscono il personale di custodia a cagione del vitto e del trasporto in altri Stabilimenti, a Nisida si additano tre sole categorie di reclami: 89 [...]
[...] galere obbligandone gli ospiti a menare un sol anno di vita del povero, ancora intemerato, o, come direbbe il Carlyle, un anno di vita di coloro [...]
[...] che lottano per tenere il diavolo tentatore fuori di casa, tutti o quasi tutti commetterebbero qualche reato lieve o grave per tornare ai comodi [...]
[...] , o ai Bagni, l'individuo che fin allora aveva conosciuto solamente il pubblicano, l'ufficiale di leva e lo sbirro, principia ad accorgersi che ci [...]
[...] canapa, con una o due coperte di lana e con guanciale. Quanti carcerati avranno dormito su tal letto, la prima notte del carcere, il miglior sonno della [...]
[...] loro vita! Trascorso il periodo di esperimento, il detenuto introducesi in laboratorio per esercitarvi un mestiere, possibilmente il suo proprio [...]
[...] condita d'olio e d'aceto, se cruda: più il vitto di ricompensa del lavorante; più 25 centilitri di vino, tre volte la settimana. Questo per le Case [...]
[...] di pena, dove il lavoro è ad economia. Nelle Case poi, in cui il lavoro va per appalto, invece di detto vitto di ricompensa, ha due decimi della [...]
[...] , i quali durante sei mesi non avessero subito alcuna punizione disciplinare, il passaggio ad una Colonia penale agraria. Le punizioni sono: 1 [...]
[...] tenere a mente, che le più gravi punizioni non le può infiggere il Direttore da se solo, ma ci vuole una sentenza del Consiglio di disciplina, composto [...]
[...] del Direttore presidente, del Vice-Direttore e di un impiegato. Assistono a questi Consigli il Cappellano, l'Ufficiale sanitario e la Superiora [...]
[...] di reclusione! – Cinico, insubordinato, di pessimo esempio ai compagni, indarno e Cappellano e Direttore vuotarono tutto il serbatoio delle [...]
[...] ammonizioni e delle persuasioni. Egli vanta il proprio delitto e sospira il giorno, in cui potrà tornare a commetterne un altro. Or bene, l'ho trovato in [...]
[...] insistette. Il figlio in un accesso di sdegno aggredì l'insultatore. Non lo uccise, e fu condannato a dodici anni; e il mostro stupratore a dieci! In [...]
[...] altro camerone egregio con finestre al settentrione, vetri, impannate e tutto il necessario per l'arte della pittura, trovai un famigerato falsario [...]
[...] , che col padre si esercitò in questa professione per parecchi anni, rovinando molte famiglie. Il padre n'era già uscito, graziato. Ed io pensando alla [...]
[...] persuasi che il pittore falsario godendo ogni comodo di vitto, potendo ricevere anche clienti per farsi ritrattare, e mettere da parte danaro per [...]
[...] l'avvenire, non avrà troppa fretta di abbandonare quel dolce fruttifero soggiorno. So bene che il fatto della perduta libertà costituisce da sè solo una [...]
[...] diminuzione di pena? E secondo quali norme applicasi questa diminuzione? Il Regolamento generale per le Case di pena statuisce che quando il Consiglio [...]
[...] fogli di matricola, spedire il plico al Guardasigilli, a cui spetta di promuovere le sovrane disposizioni. Oltre alle condizioni, che tanto [...]
[...] naturalmente limitano simili proposte a pro dei soli detenuti di esemplare condotta, il Regolamento vuole che il titolo di condanna del candidato alla [...]
[...] ... 235 Ora domandiamo prima: perchè non si è confessata la verità davanti il Comitato Centrale internazionale? E poi perchè non si è indagato se [...]
[...] . Trascorso un certo tempo, il Direttore propone una remissione della restante pena o una commutazione o una riduzione. Più della metà delle sue proposte [...]
[...] prima che fosse vibrato il colpo mortale. Direttore, guardie, compagni rimasero attoniti, perchè costui aveva tenuto un'esemplare condotta [...]
[...] miseria e fame. Ora mi condanneranno da capo.» Nelle Case di pena per tutta l'Italia abbiamo il 30 per cento di recidivi. In Napoli essi superano il [...]
[...] procedere per i mali morali e sociali. L'Italia finora non riconosce la necessità che o Stato o Provincia o Comune abbia il dovere di tutelare i [...]
[...] raccolte per legge a favore dei poveri amministravano press'a poco come voleva il prete o il più ricco della parrocchia. I più sfacciati e oziosi [...]
[...] erano largamente assistiti; i veri bisognosi, se timidi, letteralmente negletti. Inoltre il ribrezzo dell'onesto e laborioso artigiano per la Casa di [...]
[...] lavoro giugneva a tale, che esso sarebbe morto prima di entrarvi. Nondimeno il costo alla Nazione per il mantenimento dei poveri era sì alto [...]
[...] , cotanta la vergogna di sentirsi dire ad ogni momento che nella ricca Inghilterra i poveri morivano di fame, che il Parlamento fece frequenti inchieste [...]
[...] e nuove leggi. Finalmente venuto al potere il partito liberale col Gladstone, fu propagata l'idea del dovere di un Governo di sorvegliare tutti [...]
[...] gl'interessi della Nazione, d'impedire il male pur acconsentendo alle Provincie e ai Comuni illimitata facoltà di far il bene, e di obbligarli ad [...]
[...] applicare rigorosamente tutte le leggi emanate dal Governo centrale. James Stansfeld, il campione d'Italia nei giorni della sventura, il Ministro che [...]
[...] sotto il Palmerston introdusse nel Ministero della Marina quegl'innovamenti radicali, quei miglioramenti che furono una vera rivoluzione e di cui [...]
[...] e organizzò quel vasto sistema di Governo locale che dipende dall'istituzione, nuova per l'Inghilterra, chiamata il Local Government Board. Egli [...]
[...] povero; essa entra in tutti i bilanci dei Municipii come parte fondamentale dell'amministrazione. Il sistema non dura che da nove anni, e già tutti [...]
[...] i danni riconosciuti in Inghilterra come conseguenza di quello stesso sistema si manifestano anche colà tali e quali. Il pauperismo è accresciuto [...]
[...] nelle Case di ricovero gl'incapaci al lavoro; e mano mano anche gli altri paesi che cominciarono ad ammettere il diritto dell'individuo ad essere [...]
[...] si concedette il diritto di rifarsi sui guadagni dell'operaio pei soccorsi dati in momenti critici, e riversossi sui padroni la responsabilità del [...]
[...] mantenimento dei proprii operai. In Norvegia, la stessa esperienza. Il diritto per tutti riconosciuto nel 1845, venne limitato nel 1863 agli orfani [...]
[...] e ai pazzi. Il paese fu diviso in 660 distretti con una Commissione in ciascuno, e a ogni membro della Commissione assegnato il proprio distretto [...]
[...] separato. Per un certo tempo le Commissioni distrettuali ebbero la facoltà di applicare una tassa pel mantenimento dei loro poveri. Ma il Governo [...]
[...] pauperismo. In Austria i Comuni rispondono dei proprii poveri, e ove manca il ricovero speciale, tutti i benestanti devono a turno provvedere tetto e [...]
[...] cibo per gl'incapaci al lavoro. Il mantenimento dei poveri in Francia è un sistema molto complicato, ed ha tutti i vizii e le virtù [...]
[...] dell'accentramento, perchè lo Stato riceve e distribuisce tutti i soccorsi. Non c'è tassa dei poveri, lo Stato non guarentisce il mantenimento a chicchessia, ma il [...]
[...] successivi accettato il dogma che il mantenimento del povero fosse debito nazionale, fu istituito un libro di carità pubblica, ove s'inscrisse il nome di [...]
[...] confiscarono e si vendettero tutti i beni delle Opere pie: goccia nell'oceano. Il pauperismo aumentava così spaventevolmente, che tutti i beni della Nazione non [...]
[...] presidente, amministra il soccorso interno ed esterno. In Parigi la Commissione dipende dal Prefetto della Senna e dal Ministro dell'Interno; ha [...]
[...] più di 6000 impiegati, e il sindacato di 18 Ospedali, 10 Asili, 3 Case di rifugio, 20 Ufficii di beneficenza, 57 Case di soccorso. La rendita [...]
[...] annuale fissa di questi istituti ascende a circa 12,500,000 lire. Le spese interne ed esterne ad un milione; il Municipio di Parigi contribuendo al [...]
[...] , arriva a mitigare qualunque forma di miserie. Il Brefotrofio, l'Orfanotrofio e l'Istituto dei lattanti raccolgono tutti i miserelli; le Scuole di carità [...]
[...] e le Colonie agrarie, gli adolescenti; gli Ospedali e le Case di ricovero, gl'infermi e gl'incapaci; il Monte di pietà serve per tutti. E il [...]
[...] signor L. Hemilton, il console autore del Rapporto sulla Francia, trova il sistema eccellente. Non così sembra a noi. Pensiamo come il signor Harvey che [...]
[...] dice: «L'operazione di questi ufficii è di organizzare un sistema gigantesco di piccole elemosine atte a raffermare il pauperismo, impotenti a [...]
[...] soddisfarlo.» E il signor De Watteville, interrogato sull'utilità di questi doni, rispose secco: «Nessuna: e si può affermare che l'indigente non [...]
[...] .» Il Belgio ha esagerato i difetti del sistema francese, obbligando ogni Comune a instituire un Ufficio di beneficenza. Sir Henry Baron dice che nel [...]
[...] Belgio il 40 per cento degli operai figura nel registro dei miserabili, e una volta inscritti sulla lista degli Ufficii di beneficenza [...]
[...] , l'indipendenza è perduta, nè mai si riacquista: dappertutto si trova che il pauperismo cresce in proporzione dei fondi stanziati pel suo sollievo, e che le [...]
[...] Provincie più ricche sono quelle che hanno inscritto il maggior numero di poveri. In Inghilterra v'ha il 4 e mezzo per cento di poveri. Nel Belgio il [...]
[...] radicalmente un bisognoso – e che nel Belgio invece trattasi di un sistema di minuta elemosina alle moltitudini. Leggendo il Rapporto del Baron, risulta [...]
[...] chiaramente che il Belgio diventò la terra classica del pauperismo in virtù dell'enorme numero dei suoi istituti per sollevarlo, e dell'attitudine [...]
[...] non sussiste sistema nazionale, nè pauperismo nel vero senso della parola: troppo recente l'emancipazione dei servi; sufficiente il lavoro in [...]
[...] confronto alla popolazione; grande la carità privata. Sicchè eccettuate alcune Provincie del Baltico, ove, secondo il Regolamento, ogni parrocchia deve [...]
[...] mantenere i proprii poveri, la quistione non è stata pubblicamente discussa. Resta da esaminare il Rapporto del signor Herries sul pauperismo in Italia [...]
[...] conoscere il numero dei poveri e il modo con cui questi vengono trattati; nè la si può criticare, perchè non esiste in Italia un'organizzazione che [...]
[...] quello che ha.» Le Opere pie dividonsi in ventiquattro categorie, e nel 1861, esclusa la Venezia e Roma, sommavano a 20,123. Il patrimonio [...]
[...] rappresentava la somma di 1,190,932,603 franchi! Di questa ingente somma si spendeva il 14 per cento per culto, stipendii e onorarii pagati a Ministri del [...]
[...] culto, oltre al reddito delle Diocesi, delle Parrocchie, dei Canonicati, dei Conventi, dedicati unicamente a provvedere il pane delle anime del volgo [...]
[...] , il pane del corpo dei soli eletti, i ministri di Dio. Il Veneto possiede 715 Opere pie, con un patrimonio di 93,252,608. Le Romagne 473, con un [...]
[...] . Tutti erano divisi in quartieri e si bastonavano scambievolmente, quando un individuo che aveva il diritto di mendicare in un rione, tentava [...]
[...] scortati dai soldati. Ben inteso che tutti pagavano lo scotto ai preti per Messe a suffragio delle anime del Purgatorio. Ci si narra che dopo il 1870 [...]
[...] nous avons changé tout ça. Ma chi vive a Roma sa che la mendicità, lungo il Corso e nelle case, ove persone ben vestite vanno e domandano e trovano [...]
[...] l'elemosina con insistenza e alterigia, costituisce una delle molte piaghe della città eterna. Epilogando, si può dire: sconosciuto in Italia il [...]
[...] bilancio. Oggi stesso siede la Commissione nominata per l'inchiesta sulle Opere pie. Speriamo che saprà riformare quella fatale legge del 1862, che il [...]
[...] tempi, in cui saranno più maturi i frutti, per quel lavorìo progressivo di assimilazione che ne fa penetrare il succo vivificatore nel corpo sociale [...]
[...] .» (Vedi il già citato capitolo Opere Pie nell'Italia Economica, compilato dal dottor Pietro Castiglioni.) Questa legge nella sua applicazione alle [...]
[...] semplice regola del tre: se tanti sono i poveri in Italia e tanta la rendita, quanto tocca a ciascheduno? Moltiplicato il secondo e terzo termine [...]
[...] insieme e dividete per il primo. – Ciò fatto, si vedrà se in complesso i fondi delle Opere pie bastino oggi a mantenere chi non ha i mezzi di [...]
[...] guadagnarsi la vita: beninteso, noi non ammettiamo mai che nè lo Stato, nè i Comuni, nè la carità privata debbano mantenere chi è capace di lavoro. Il [...]
[...] Reichstag della Confederazione della Germania del Nord nel 1870-71 stabilì certi principii fondamentali per sindacare il pauperismo, lasciando [...]
[...] assolute necessità della vita, assistenza medica, decente sepoltura. E il paese per questo scopo fu diviso in Unioni locali (Consorzii) o [...]
[...] Ortsarmenverbände, che consistono in una o varie parrocchie, secondo la grandezza e la ricchezza e il numero dei poveri. Due anni di residenza stabiliscono [...]
[...] 79 il diritto, e le Autorità possono soccorrere il petente ammettendolo alla Casa di ricovero o fornendogli lavoro. Ci sono anche Consorzii [...]
[...] provinciali, Landarmenverbände, per assistere quei che non hanno i due anni necessarii di residenza in un Comune. In Prussia il Parlamento obbliga i [...]
[...] annessa, che sono ricercati anzichè schivati. Ogni visitatore prende la sua strada – tutti i bisognosi si dirigono a lui. Se il bisogno è urgente, può [...]
[...] discussione generale i casi dubbii che il voto risolve. La Corte è la Commissione che decide tutte le questioni, e davanti alla quale gl'Ispettori [...]
[...] soccorso; non ha nessun interesse di negare il necessario o di dare il superfluo ed essendo il loro intento quello di diminuire il pauperismo, egli è [...]
[...] spinto a predicare l'economia, l'industria, ed a cercare lavoro per il petente. Il povero domanda e riceve soccorso; ciò fa sì che questo cesserà [...]
[...] tosto che cessi l'assoluto bisogno: il povero non può dare nulla ad intendere a chi viene a verificare personalmente, e ha mezzi da punirlo. Se [...]
[...] l'aiuto non porgesi in modo da spingere il povero a fare tutto il possibile per non averne più bisogno, diviene un incentivo all'ozio, un premio allo [...]
[...] sperpero; così dicevano gl'iniziatori di tale sistema. Le istruzioni ad ogni visitatore, fra gli altri articoli, contengono il seguente: «Che può [...]
[...] mendici che costavano 225,000 lire annue. In quell'anno M. von der Heydt inaugurava il sistema ora esposto; e adesso, benchè aumentata la popolazione [...]
[...] ha per così dire classificato e perpetuato il pauperismo come stato sociale! A Helberfeld la povertà non suona delitto, ma disgrazia; non si [...]
[...] punisce, ma trattasi come una malattia che guarisce il più presto possibile. Qui il ricco trovasi in contatto giornaliero colla povertà; il povero [...]
[...] s'abitua a riguardarlo come il medico, a cui tutto deve dire e nulla nascondere, e precisamente perchè l'ingerenza altrui è per se stessa fastidiosa, il [...]
[...] povero trova lavoro più presto per esser più presto liberato dalla vigilanza del visitatore. E dacchè nessun visitatore può per il Regolamento [...]
[...] occuparsi di più di quattro casi alla volta, non regge la scusa della mancanza di tempo. Egli può osservare, scrutare, soccorrere, o proporre il 80 [...]
[...] soccorso o la punizione senza rubare tempo ai proprii affari. E in quel modo che ogni individuo deve fare il suo dovere come un militare, così [...]
[...] ognuno aiuta o è aiutato pel bene comune. CAPITOLO TERZO. Tentativi inglesi. – Il Local Government Board e le Società private. Il Parlamento inglese [...]
[...] . Il solo Presidente e gl'impiegati sono retribuiti. Questa legge trasferisce al Local Government Board tutte le attribuzioni che per lo passato [...]
[...] . – Miglioramenti pubblici e delle città. – Abitazioni degli artigiani ed operai. – Tasse locali. Il risultato dell'inchiesta fatta dalla Commissione fra i [...]
[...] . Nè meno notevoli furono le inchieste sull'igiene. Bisogna proprio dire che tutto il male non viene per nuocere, perchè ciò che fa d'uopo chiamare una [...]
[...] rivoluzione nelle leggi sanitarie inglesi è dovuto per nove decimi al fatto che per un pelo il tifo, preso a cagione di cattiva fognatura, non [...]
[...] uccise il Principe di Galles erede del trono. Durante anni ed anni, uomini di scienza, medici e filantropi venivano dimostrando che la schiatta [...]
[...] fiacchi. Ma quando il tifo livellatore osò attaccare l'inviolabile sangue reale, allora si mise mano all'opera, e il ferro penetrò nella radice del [...]
[...] male. Nel 1871 fu stabilito il Local Government Board; nel 72 costituita una Commissione di salute pubblica centrale; il paese diviso in distretti [...]
[...] Commissione. E il Medico e il Commissario possono entrare dappertutto, interrogare o esaminare documenti, citare tutti i nomi, multare e punire chi [...]
[...] rifiuta di prestare aiuto. Citiamo a caso un Regolamento sui lavori di alcali. I proprietarii debbono condensare il 95 per cento del gas. A chi [...]
[...] casa, deve tenere spalancate le finestre, i letti esposti all'aria durante quattr'ore; avere il pavimento spazzato ogni giorno e lavato una volta la [...]
[...] settimana: quattro volte all'anno deve imbiancare il soffitto e le pareti con calce, e quattro volte all'anno ogni oggetto di lana o di colore [...]
[...] locandieri vanno ammoniti, multati, e finalmente la loro casa chiusa, se si mostrano renitenti alle leggi. 81 Ogni anno il Governo stampa un Rapporto [...]
[...] nostra attenzione la lettura della prima parte, ove figura l'amministrazione delle leggi per il sollievo dei poveri; ma tale lettura [...]
[...] soccorsi ai poveri a casa propria, toltine casi eccezionali. Riforma terza. – Trattamento e istruzione dei bambini dei poveri. Per capire il [...]
[...] oziosi e anche coloro che si aiutano, non perchè malati o infermi, ma perchè per il momento senza lavoro, si possono tenere con tanta disciplina e tanta [...]
[...] ozia. In ogni luogo il numero e il sistema degli Ospitali aumenta e migliora. In Londra ogni distretto dei poveri ha ospedale ad hoc, il numero dei [...]
[...] il distretto di una data categoria. Solamente gli Ospedali e le Scuole diurne debbono essere sufficientemente frequenti e vicine. Venendo alla [...]
[...] diminuito largamente il numero di coloro che ricevevano soccorsi alla propria casa, e adoperavan tali soccorsi per lavorar meno o per comprarsi [...]
[...] famiglie in numero di 200 persone; non uno di costoro approfittò dell'offerta. Il difficilissimo dei problemi è il quid agendum dei figli orfani o [...]
[...] dubbio l'interesse dei contribuenti e il soccorso dei poveri trovano miglior presidio oggi che non dieci anni fa; e, coadiuvato così potentemente come [...]
[...] lo è dalla nuova Legge sull'istruzione pubblica elementare, non può a meno di ridurre il pauperismo delle generazioni future al minimo possibile [...]
[...] caritatevoli; e il suo compartimento detto d'inchiesta è specialmente servizievole nello scoprire e palesare e far punire gl'impostori. Secondo l'ultimo [...]
[...] forniti di lavoro. Avendo il signor Peek dato 25 mila lire per tre anni alla Società da essere impiegate nell'istruzione di quei poveri che non vengono [...]
[...] aiutati altrimenti, la Società si mise in comunicazione colle Commissioni scolastiche, e i Rapporti tornano molto istruttivi per il numero dei [...]
[...] carità.» In altri fu verificata l'inutilità di qualunque aiuto, perchè il padre o la madre l'avrebbe speso nel bere; e la necessità d'inviare i figli ad [...]
[...] di questa Società sono riprodotti da tutta la stampa inglese, ne nasce il doppio beneficio di salvare gl'individui caritatevoli dalla frode e [...]
[...] signori d'Inghilterra si propaga nelle Provincie, e le Associazioni si vanno formando in molte delle principali città. Il suo sempre crescente buon [...]
[...] . «La Chiesa è il nemico mortale di ogni nuova speranza sociale, come lo fu sempre di qualunque nuova verità scientifica. (L'Autore citato parla [...]
[...] l'alleata della tirannide, l'organo dell'oppressione sociale, il campione della schiavitù della mente. »Qual sorta di abilità politica può mai [...]
[...] , uno dei capi del partito liberale nel Parlamento, direttore della più avanzata Rivista inglese, il Fortnightly Review, meritano bene di essere [...]
[...] tornar utile agli altri. Oggi prevale la moda, anche in Italia, d'innalzare alle stelle il nuovo sistema d'istruzione pubblica, introdotto in [...]
[...] che il Clero sa mettere in opera, quando i mezzi aperti di opposizione gli falliscono, per congratularsi così presto che siangli stati accorciati i [...]
[...] segno. Le varie fasi che traversò l'Inghilterra dal principio del secolo, quando lo Stato non ispendeva un centesimo per educare il popolo, fino [...]
[...] ai dissenzienti dalla Chiesa stabilita il merito dell'iniziativa dell'istruzione popolare, la Chiesa stabilita, per mezzo del Clero o [...]
[...] moralità, così spettagli anche il dovere di rendere l'istruzione accessibile ad ogni bambino e bambina, e di costringere i genitori, affinchè essi [...]
[...] questo accordavasi con J. B. Say, il maggior economista francese, e con M. Duruy e M. Emilio Delaveleye, i più sensati scrittori della Francia e del [...]
[...] delle vie e nell'ignoranza, non avendo nessuno pensato a loro.» In tale risposta l'epitome della situazione. Il Villari, scrivendo nel Sessantasette [...]
[...] questo sistema colla legge del 1870. Solamente il Gladstone, allora ministro, mancò al suo partito, forse involontariamente, sopraffatto dalle arti [...]
[...] subdole del Clero. Tanto quella legge, quanto il recentissimo Atto dell'ultima Sessione, raddoppiano e rafforzano la supremazia della Chiesa [...]
[...] lotta ricordò, a cagione del fervore suo, l'agitazione avvenuta per il libero commercio. I preti anglicani dissero dal pulpito che, vincendo i [...]
[...] liberali, la Bibbia sarebbe bandita dall'Inghilterra: quale assicurava le sue pecorelle, che gli Angeli aspettavano il risultato dell'elezione; quale [...]
[...] , che non i chiesastici in tre. Ma il difetto del sistema è di permettere, che sotto qualsiasi pretesto il denaro pagato da tutti possa spendersi [...]
[...] pagare le tasse per i bambini poveri, concentra daccapo il potere in mano della Chiesa, la quale riceve già il 73 per cento della somma totale [...]
[...] dalle contribuzioni private, gl'Ispettori dicono, che il 90 per cento dei bambini, i quali escono dalle scuole, non sa 85 nulla, che l'unico [...]
[...] esame superato è quello della Sacra Scrittura e del libro delle preghiere comuni. È una commedia il leggere gli annunci nei giornali, intorno alla [...]
[...] , deve saper suonare l'organo in chiesa, deve condurvi i bimbi e vivere nella casa del prete; altro annunzio dice, che il maestro, oltre a servir da [...]
[...] chierico, insegnare il canto e suonare l'armonium, DEVE ESSERE BECCHINO. Il prete impera sulle scuole, e quel maestro che non si piega alla sua [...]
[...] volontà, viene licenziato e maltrattato. Testè il Vicario di Dudley scrisse in una lettera pubblica, a proposito di un maestro con cui aveva avuto [...]
[...] qualche dissidio: «Sono io il presidente della Commissione e non lui, e non permetterò mai che egli m'insulti apertamente senza insegnargli che le [...]
[...] obbligati a frequentare l'istruzione religiosa, ma il prete ed i suoi servi possono impedire che coloro, i quali non frequentano le dette classi, vengano [...]
[...] maestri pervengono a così fatta maturità di pensiero religioso, a spese della geografia, dell'aritmetica e della grammatica. In Lancaster, ove il [...]
[...] Clero è onnipotente, delle donne maritate nel 1870 il 40 per cento non seppe scrivere il proprio nome, facendo invece del nome una croce. In un [...]
[...] distretto, sopra 194 persone, 120 firmarono colla croce. Mentre dunque l'Inghilterra ha fatto moltissimo nell'estendere il numero delle sue scuole, poco [...]
[...] giorno, parecchi Stati mantennero la tassa scolastica, ora tutti (senza eccezione) hanno scuole gratuite, ed il sistema introdotto nel Connecticut [...]
[...] multa di cinque franchi e le spese; la seconda, il figlio è mandato ad una scuola industriale, con l'obbligo del parente di pagare due franchi e [...]
[...] , ottenuto il consenso del Segretario di Stato, e un sussidio in denaro dal Parlamento; e a queste Scuole industriali possono esser mandate bambine [...]
[...] del 77 non possono essere obbligati alla scuola per tutto il giorno, e i Comitati di educazione possono far Regolamenti separati, per permettere ai [...]
[...] l'anno 77 crescono le difficoltà; e giunto il 1881, nessun fanciullo minore di quattordici anni può essere impiegato, se non produce il certificato di [...]
[...] provvedimento non rimanga lettera morta, come il Comitato d'istruzione locale ha pieni poteri di punire e multare i parenti che non mandano i figli a scuola [...]
[...] , così ha uguale potere di multare i proprietarii o anche i loro dipendenti, se costoro impiegano un fanciullo senza il dovuto certificato. Ci sono [...]
[...] scuola 250 volte all'anno. E quell'affittuale o contadino o genitore che impiega anche adesso un fanciullo senza il certificato, paga la multa di 50 [...]
[...] ha autorità di pagar la tariffa. Quando il Comitato locale non eseguisce i proprii doveri, cioè non eseguisce la Legge sull'istruzione pubblica [...]
[...] del 76, il Ministero dell'Istruzione Pubblica manda ufficiali apposta, e il Municipio è costretto di supplire alle spese, senza però aver punto [...]
[...] indicarsi su speciale tabella, in ogni sala della scuola, e i parenti possono ritirare i bambini durante dette ore. Per stimolare i parenti e i figli il [...]
[...] Ministero dell'Istruzione Pubblica pagherà per tre anni le spese della scuola, quando il ragazzo o ragazza abbia passato il quarto esame all'età di [...]
[...] ° Il così detto Fondo scolastico di ogni Parrocchia. E quando questi fondi reputansi insufficienti, le Autorità possono aggiungere una tassa locale [...]
[...] grande progresso; ma, scrutatala, il guadagnato si residua a poca cosa. Il Clero formerà sempre parte, e gran parte, delle Commissioni, e troverà [...]
[...] acquisto al paese. Ma perchè non abolire quell'intricato sistema di provvedere il denaro per l'educazione? Una tassa locale, la quale non toccasse [...]
[...] a Caio. E sopprimendo affatto l'istruzione religiosa nelle Scuole elementari, toglierebbesi il pomo della discordia. Nè ci si favelli [...]
[...] diritto. Ma sembrami aperta violazione della libertà l'obbligare i bambini a inghiottire la pillola religiosa sotto pena di perdere il pane quotidiano [...]
[...] . Mio fratello, a cui scrissi per le ultime notizie intorno all'istruzione elementare in Inghilterra, mi risponde: «Il Governo nulla paga per [...]
[...] l'insegnamento religioso come tale; paga un sussidio di non più di 17 scellini a testa, secondo il progresso degli allievi negli studii secolari. E ciò a [...]
[...] istruzione religiosa. » Ciò abbiam fatto per dar il gambetto alle miserabili scuole dette nazionali e che sono clericali. 88 » Verrà presto il [...]
[...] nostro turno, e l'istruzione religiosa verrà del tutto esclusa. È il più gran movimento dei nostri tempi. A tutta prima, il popolino non era punto [...]
[...] 343. I Commissarii o Ispettori hanno il potere di entrare in ogni luogo e a qualunque ora del giorno per esplorare tutti gli Stabilimenti pubblici e [...]
[...] . L'Ispettore deve visitare e approvare ogni locale prima di permetterne l'uso, obbligare il locandiere a registrarlo come tale, e quegli può [...]
[...] lavarsi; d'imbiancare le mura e il soffitto due volte all'anno, di notificare il nome di tutti gl'inquilini; di far bucato ogni 15 giorni; di lavar le [...]
[...] umanitarie sono moleste a questi principi mercanti, come fu odiosa l'abolizione della schiavitù ai tenutari di schiavi. Il grand'uomo di Stato americano [...]
[...] politico piuttosto che un altro, da cui queste leggi emanano; abbiamo avuto in 11 anni tre elezioni generali, e in ogni Sessione il Parlamento le [...]
[...] rinvigorisce e rinforza i poteri degli esecutori; nè ci vengano a dire che volendo far bene alle classi povere si riesce a danneggiarle. Quando il Governo [...]
[...] inglese chiude un basso o un sotterraneo, vede e provvede che ci sia una casa a non maggior prezzo, ove il povero inquilino possa ricoverarsi [...]
[...] ; quando costringe il contadino o l'operaio a non approfittare del lavoro del suo piccino, dimostrata l'impossibilità dei parenti di dargli cibo che [...]
[...] ; che il ricchissimo sarà costretto a lavorare alquanto, se il povero ha da lavorar meno e goder di più. Ma questo lavoro beneficherà il ricco [...]
[...] quanto il povero e nella salute e nella moralità. Credo non ci sia popolo longanime come l'italiano. Io scrivo dalla Provincia mantovana, donde emigrano [...]
[...] loro un equo salario o di metterle almeno a parte dei proprii lauti guadagni applicando il sistema della mezzadria, attenendosi al principio della [...]
[...] protesta dell'uomo, che per secoli ha bagnato il suolo de' suoi sudori a fine di provvedere all'ozio e al lusso altrui; l'ultima protesta di chi [...]
[...] semina, perchè altri raccolga. I poveri illusi che vanno al Brasile, coloro ai quali l'Oceano non aperse pietosa tomba durante il disastroso viaggio [...]
[...] seguire il suo esempio, consigliandoli di mettere a profitto la sua triste esperienza. E se ciò accadde? succederà in Italia una rivoluzione tanto [...]
[...] più tremenda, quanto che senza alternativa. 90 Pensi adunque il Governo riparatore a disseppellire quelle montagne di quesiti e risposte fatte [...]
[...] sistema d'immigrazione, ossia di passaggio di lavoranti dai luoghi, ove manca il lavoro, ai luoghi, ove mancano le braccia, parrebbe più sano [...]
[...] tanta autorità da potere svelare il vero stato del contadino, proponendo rimedii adattati alle regioni. A tal'uopo eglino debbono ascoltare in [...]
[...] persona o col mezzo di rappresentanti fidati il contadino quanto il proprietario, imperocchè ogni regione ha i suoi proprii guai. Il Franchetti ci [...]
[...] men che nobili in chi pigliasi l'assunto di lumeggiare il deplorabile stato del povero, ponendolo in antitesi a quello del ricco: «Ho vissuto per [...]
[...] potuto dormire, Dio sa come!, fare spesso un lungo tragitto, zappare tutto il giorno, ritornarci; ed ancora non è terminata la via crucis, perchè [...]
[...] esausta nell'estate e se nell'inverno essa spiccia acqua torbida. Or il Municipio perchè non provvede l'acqua? – sarebbe non difficile condurre [...]
[...] copiosa acqua mediante un tubo; ma il Municipio sta in mano dei Signori, e i Signori hanno altro da pensare che all'acqua per la povera gente; eglino [...]
[...] possiedono le loro brave cisterne, che riempiono d'inverno. La povera gente paghi il macinato e il dazio consumo e triboli per aver l'acqua [...]
[...] . » Orbene, l'inverno bisogna che questa si rassegni all'acqua torbida per bevere e cucinare; nell'estate poi c'è il cisternone del Comune. Il quale però si [...]
[...] apre in date ore, onde possiamo figurarci la folla ed il tempo, acciocchè ciascuno ne attinga, e possiamo figurarci quanto devono esser gradite [...]
[...] si fatte noie dopo aver lavorato tutto il giorno! Negli anni di siccità l'acqua del cisternone finisce. Ed allora? – Il condotto porta [...]
[...] contemporaneamente l'acqua alla fontana pubblica ed alla fontana del Barone. D'estate viene sempre un filo d'acqua. Però il Barone ha elaborata in modo la [...]
[...] forza l'acqua del Barone. Oibò! essa è troppo rispettosa. Invece veggonsi in questo caso quelle infelici donne appressare il labbro alla cannella della [...]
[...] fontana, oppure cacciarvi il dito dentro, e ritirarlo, e fare uscire così un poco di acqua, che viene richiamata da quel poco di vuoto ottenuto, e [...]
[...] olio e di aglio soffritto. Della qual cosa e di pane e fagioli componesi generalmente il loro cibo. È materia di lusso il raro piatto di maccheroni [...]
[...] (senza alcuna somministrazione di cibo). Venne il 1860; il prezzo del denaro decrebbe per equiparare a quello dell'estero; o in altri termini i generi [...]
[...] tutto cotesto perchè? Perchè il ricco non voleva diminuire la propria rendita, e doveva rifarsi delle tasse aumentate, diminuendo la mercede del [...]
[...] generi. Quindi il grano non si vende nel luogo, ma a Foggia, e per trasportarvelo ci vogliono robusti e numerosi muli. Pochi proprietarii ne posseggono [...]
[...] , ed eglino soltanto possono fare tutto il commercio. Per cui si costituisce da sè naturalmente un monopolio, che costringe il povero contadino, il [...]
[...] quando riesca avversa, il contadino cade davvero in piena balia dei proprietarii, che si trasformano in usurai e prestano una porzione del loro grano [...]
[...] per riceverne il doppio alla futura raccolta. E mentre con una mano prestano da giudei, con l'altra fanno l'elemosina con isfarzosa ed avvilente e [...]
[...] avara ostentazione. Soleva il Barone del paese nell'inverno, ogni settimana, distribuire due centesimi ad ogni povero che si recasse a questuare alla [...]
[...] non fa altro che ordinare chinino, ed il chinino costa caro e non si può comprare da chi vive così male; epperò le febbri li estenuano e li [...]
[...] avviliscono sempre più, finchè la Madonna opera il miracolo di guarirli o di mandarli all'altro mondo; che è meglio per loro; perchè se guariscono [...]
[...] . 92 » Non vi succede mai un furto. Questa gente vive di abnegazione. » Da poco morì il Barone di un paese vicino, Baselice. Questi fin dopo il 1860 [...]
[...] oggimai passata in giudicato – che nessuno può aiutare un popolo od un individuo, se questi non aiuta se stesso. E in Italia, se lo Stato ed il [...]
[...] parziali e di breve durata, finchè i Pionieri di Rochdale praticarono il principio di cooperazione. Cominciarono con 500 lire, messe insieme a forza di [...]
[...] proprie, gabinetti di lettura: e cotanto soprabbonda il capitale sociale da doversi impiegare in altre imprese industriali. Non solamente in ogni [...]
[...] centrale all'ingrosso: e nel 1872 questa Società fece affari per 50 milioni, e d'allora in poi ogni trimestre crebbe dal 37 al 60 per cento. Oggi il [...]
[...] molto tarderà il tempo, in cui il lavoro detterà al capitale la legge, invece di riceverla: in altre parole, il capitale sarà nelle stesse mani che [...]
[...] provveggono il lavoro necessario per la produzione e per la distribuzione della ricchezza. Venendo all'atto pratico, guardiamo questo principio in [...]
[...] trimestre il profitto fra la compera all'ingrosso e la vendita al minuto, sempre al prezzo della giornata, spartesi fra i compratori, riserbandosene una [...]
[...] data quota per chi diede il capitale. Se detti socii sono veramente saldi nel voler portare i principii della cooperazione alle ultime loro deduzioni [...]
[...] , non ritirano il capitale, ma lo lasciano accumulare, e fanno nuove compere, e mano mano che crescono gl'individui impiegati nel vendere, se i [...]
[...] dividere il profitto alla fine del trimestre, con la mira d'indurre molte genti a servirsi da loro, vendono gli oggetti a prezzi minori. Ne [...]
[...] parte ogni giorno i soldi che risultano dalla differenza tra i prezzi di questa bottega (la propria bottega) e quelli soliti delle altre. Il patto [...]
[...] imprescindibile in tutte le Società è quello dei pronti contanti, il quale offre tre vantaggi: 1° Che il povero, non facendo debiti, non è schiavo [...]
[...] di nessuno, nè obbligato di servirsi ad una bottega e di accettare le cattive qualità dei generi e gli alti prezzi che il creditore gl'impone; 2 [...]
[...] botteghe, ove si dà a credito, il bottegaio aggiunge il 20% a questo scopo; e il 20% rappresenta virtualmente una tassa sui buoni pagatori, in [...]
[...] , forse non esiste il medesimo fondo di onestà e di probità fra la gente, la quale si fa assolvere i peccati ogni settimana dai preti, che trovasi [...]
[...] bottega da voi con questo sistema.» I cattivi popolani napoletani sanno bene associarsi per il male; la camorra ha origine tra essi; e aggi si associano [...]
[...] egregiamente per il furto, e neppure da un lazzaroncino di dieci anni voi cavereste il nome dei complici. Ora le stesse forze morali che fanno buona [...]
[...] prova nel male, possono essere vòlte al bene; basta che qualche devoto al bene dell'umanità si ponga all'opera. Nel principio si capisce che il [...]
[...] dell'anno non ebbero per verità che 450 lire. Ma con questa somma assunsero lavori per loro conto, ed alla fine di otto anni il capitale sommò a lire [...]
[...] fornaio li provvide di pane per 350 lire, colla condizione che eglino gli dessero il primo pianoforte fatto. Ora negoziano per 200,000 lire. Per [...]
[...] della più disgraziata classe della popolazione. 94 Il sistema cooperativo tornerebbe utilissimo nella fabbrica delle case per i poveri. E qui [...]
[...] dodici anni. Il prestatore di danaro non corre rischio di sorta, perchè ha ipoteche sul suolo e sulle case fino ad estinzione del debito. E poi in [...]
[...] sotto la direzione del signor Schulze Delitzch. Lo scopo di esse consiste nel rendere direttamente accessibile il capitale all'operaio. Evidentemente [...]
[...] , essendo tutti individualmente responsabili, tutti hanno cura di accertarsi dell'onestà e della diligenza dei singoli membri. Il self help (aiuto [...]
[...] di sè) costituendo il caposaldo di ogni associazione e rimanendo esclusi dall'associazione tutti i lavoratori di dubbia fede, il rischio diventa [...]
[...] minimo. Un candidato che vuol essere ammesso all'associazione, deve esporre tutto il proprio stato, quel che guadagna, se ha debiti, ed esibir prove [...]
[...] vigilanza reciproca, il capitale viene costituito dalle sottoscrizioni dei membri stessi e da prestiti ottenuti sulla loro illimitata [...]
[...] responsabilità: e secondo l'undecimo Rapporto dei Commissarii, esistevano in Germania 498 Associazioni di credito, composte di 170 mila membri, e il denaro [...]
[...] perchè, posto il quesito del come risolvere il problema di distruggere la miseria e far progredire le classi oggi così infelici, gli sforzi delle [...]
[...] Bastimenti-Scuola sono di un'utilità incontrastabile e che quanto più si può moltiplicarli, tanto più si diminuisce il numero dei poveri, e si [...]
[...] accresce il servizio effettivo della Marina nazionale. L'Italia ha molte scuole, è vero; ma i fanciulli sporchi, ignudi, scalzi, di cui io parlo [...]
[...] di campanelli apprendono a rubare il fazzoletto, la catena, la borsa, l'orologio. Quando acquistano tanta destrezza da estrarre l'oggetto senza far [...]
[...] Polizia li trova, esercitando il mestiere, li mena alle Carceri giudiziarie, ed è proprio a queste carceri che vorrei si guardasse. Dite dunque che [...]
[...] il Ministro dell'Interno, il superstite del Pisacane, il ferito di Sapri, il galeotto di Favignana, il quale di carceri napoletane deve saperne un [...]
[...] , a fare degli studii in questi luoghi, ove il reo o supposto reo si ferma a mezza via, fra il reato commesso e la pena che deve espiare. Se la [...]
[...] certamente al rigoroso sequestro dei camorristi, per quanto sono conosciuti. Dirà di certo che il reo è assai meglio vestito, nutrito, albergato, del [...]
[...] .» Della popolazione media delle Carceri giudiziarie in Italia, che somma a 43,944, il Napoletano fornisce 17,402! In questa Provincia la proporzione per [...]
[...] varie Provincie. Il totale dei maschi al di sotto di 16 anni saliva a 2453, e secondo il Curzio, quelli al di sotto di 21 anno toccano la cifra di [...]
[...] 9993 in tutto il Regno, eccettuata la Venezia. Ma passando alla categoria dei minorenni, pei quali l'Autorità giudiziaria o amministrativa ha [...]
[...] autorizzato il ricovero forzato, troviamo che dei 1844 rinchiusi in una Casa di custodia o in un Reclusorio, 528 appartengono alle Provincie Napoletane [...]
[...] Case di custodia, da Carceri giudiziarie, evasi ricuperati, ec. Qui, come nelle Case di custodia, il costo individuale giornaliero è in media di 80 [...]
[...] lavorare del fanciullo napoletano. Io mi meravigliai nel vedere il lavoro fatto da piccoli fabbri-ferrai, e ottonai, e fabbricanti di organi, ed a [...]
[...] sentire la banda musicale, e notai che l'abbrutimento, il vizio, la paura e la sfacciataggine che si vedevano sulle fisonomie dei ragazzi nelle [...]
[...] ereditarie, che il vizio e la miseria trasmettono di generazione in generazione, abbisognano di moto, di luce, di sole, di aria viva. E poi uscendo [...]
[...] già costati all'Erario una somma enorme. Su i 20 e più milioni che il sistema carcerario costa allo Stato, i minorenni figurano per almeno tre milioni [...]
[...] . L'impedire, il prevenire il male, reputasi certamente più savio che il rimediarvi, quando per negligenza esso è già avvenuto. E qui, intanto che [...]
[...] il Ministro dell'Interno prende i provvedimenti per l'avvenire, mandando uomini atti allo scopo – il Ministro di Marina può cominciare [...]
[...] immediatamente il lavoro preventivo. 96 Egli trova invenduti e invendibili i bastimenti, di cui il suo predecessore ottenne la condanna per voto della [...]
[...] , invece di distruggerli per prezzo di materiale, il Ministro di Marina proponesse alla Camera di assegnarne uno ad ogni Porto italiano, e almeno [...]
[...] due a Napoli, come scuola di mozzi, Training Ships, essi diverrebbero di altrettanta utilità a difesa della patria, quanto il Duilio, corazzata a [...]
[...] ragazzo in Inghilterra costa 500 lire all'anno, mentre in Italia ne costa appena 300. Quando in gennaio due di questi bastimenti presero fuoco, il [...]
[...] Goliath e il Warspite (quest'ultimo durante la notte), fu tale la disciplina, il coraggio e il sangue freddo dei piccirilli, che non s'udì un grido [...]
[...] si salvarono, e il paese, fiero, colpito da ammirazione per tale nobile condotta, presto rifece i danni per sottoscrizione privata. Ora supponiamo [...]
[...] – in cinque anni saranno certamente 400 di meno che presenterannosi alla porta delle carceri; 400 di più che faranno suonare alto il nome d'Italia sul [...]
[...] si spenda qualche danaro ad adattare i vecchi bastimenti a scuole di mozzi, e poi, quando venga quel giorno, in cui il Ministero metta veramente [...]
[...] parecchi ricchi possidenti, pregevoli agricoltori, quasi ognuno ha un campicello. C'è mercato il sabato e un tantino il giovedì; Pretura, un caffè che per [...]
[...] . Benchè il paese sia puramente agrario, gli artigiani potrebbero passarsela benissimo, se non ci fossero 14 chiese, più di 30 preti, 32 osterie e [...]
[...] botteghe di liquori (detti sampagnin o sgagna). I preti hanno organizzato il Circolo Cattolico, a cui va aggiunto un Sotto-Circolo di artigiani, i [...]
[...] quali contribuiscono un tanto al mese per Messa ebdomadaria; il resto del loro guadagno, salvo alcune eccezioni, va nelle bettole. Il denaro [...]
[...] minestra, ed è tanto buona, che i signori, che pagano cinque lire al mese, sono contenti che i loro figli se ne cibino. Ebbene, il Circolo Cattolico e i [...]
[...] celeste, mandano i bimbi, e il Medico condotto m'assicura che questi furono ricostrutti fisicamente da non riconoscersi più, cotanto sono floridi e [...]
[...] festivi, secondo il Calendario cattolico, i preti proibiscono che lavorino, e guai se lavorano! Adesso abbiamo passate appena le feste di Pasqua [...]
[...] ancora raccolgono gli arcipreti e i preti la decima, il cinquantino, il quarantino. E così fieramente il terrore dell'Inferno tiranneggia le donne di [...]
[...] servizio, massime le contadine, che nei giorni di magro anche quando devono sobbarcarsi alle fatiche del bucato o pulire il rame, si rifiutano ad [...]
[...] più un pane e un po'di caffè nero. E il povero bracciante che suda e nutresi male e dorme peggio e patisce la mal'aria della macerazione della [...]
[...] canapa e del lino sotto il cocente sole d'agosto, e non può ripararsi bastevolmente dal freddo all'inverno e finisce all'Ospedale con la pellagra, si [...]
[...] mestieri di un ordine del Ministro, avendomene dato permesso il Sindaco e le rispettive Autorità. Vidi adunque la Casa di ricovero, l'Ospedale civico, e [...]
[...] il così detto Monte di pietà; e ogni visita mi ha confermato quanto scrissi sulle Opere pie di Napoli; esser cioè inutile cambiare gl'individui [...]
[...] contribuenti, trasmettonsi direttamente al Prefetto di 5 Per Decreto più recente furono chiuse addirittura tutte le classi. 98 Rovigo, il quale [...]
[...] ? Queste ragazze che variano dall'età di cinque a ventidue anni, tutte linfatiche, che vanno alla Messa alla mattina, dicono il Rosario tutto il giorno [...]
[...] ...................» 14.00 __________ Totale. L. 614.84 Il rendimento di [...]
[...] , mi informai se il Medico condotto ha obbligo di visitare frequentemente questa Casa: mi fu risposto: «Avrebbe obbligo, ma il Direttore, medico egli [...]
[...] pure, fa da sè. Epperò per questa Casa di ricovero il Comune paga inutilmente maestri e medici!» All'Ospedale le cose vanno peggio. Quest'Ospedale [...]
[...] eseguisce nel cortile, ove si ammazzano i maiali: non c'è sala separata per i malati da chirurghi e da medici; per il che tutte le operazioni si [...]
[...] Lendinara è il solo per i Comuni del distretto: e per ogni malato questi Comuni pagano lire 1,50 il giorno; lieve cosa in confronto al prezzo dei viveri [...]
[...] , ma grave, se ragguagliata al costo delle Suore. E anche qui il Direttore è a vita: e tempo fa, durante un'inchiesta, tante e tali rivelazioni [...]
[...] escirono fuori intorno allo sperpero e alla insipiente amministrazione, che un uguale risultamento in azienda privata avrebbe indotto il proprietario a [...]
[...] sola cosa parmi lampante, ed è che sarebbe meglio assai per il povero che esso non esistesse. Mercè la cortesia del Direttore ho potuto esaminare il [...]
[...] vende all'asta, e se resta invenduto, egli ne è responsabile. Ora, il povero non sa leggere: si ricorda della stagione, nella quale ha impegnato [...]
[...] , supponiamo, il 20 giugno o il 3 settembre. Il tempo segnato trascorre, 100 il suo rotolo di tela si vende, e probabilmente al tempo della vendita ei ne [...]
[...] ha già pagato due volte il valore con gl'interessi pagati! Io conosco una famiglia di povera gente, che illustra la nessuna pietà e la spietata [...]
[...] natura di cosa fatti Istituti Pii. Il padre raccoglieva il quarantino per l'arciprete: aveva moglie e tre figlie. Stavano bene, possedevano una [...]
[...] avrebbe prestato a questi miseri la sommai necessaria per rifarsi del danno sofferto, qualche persona caritatevole diede una materassa con lenzuolo. Il [...]
[...] padre discese allo stato di bracciante, le figlie al tempo della sciagura erano nell'infanzia. Il padre ammalò e morì di pellagra. E tutto ciò che le [...]
[...] specchiata. Ebbene, che cosa ha fatto in favor loro il Monte di pietà? Ha succhiato il 6 per cento d'interesse per 10 anni sopra un rotolo di tela [...]
[...] in caso di malattia una riserva qualsiasi. Il Comune non le provvede di medicine, e non c'è istituzione alcuna nel paese che porga loro un fil [...]
[...] d'aita. Porteranno tutto al Monte, e consumato che abbiano il ricavato, il Monte venderà ed elleno resteranno senza nulla. Or se le prigioni erano [...]
[...] al loro oggetto. Nè sono questi i soli danni. A Lendinara si prende il 1/2 per cento ad ogni rinnovamento di polizza o di pegno; laonde un povero [...]
[...] costretto ad impegnare e a disimpegnare un istrumento di lavoro o un utensile di cucina mese per mese, finisce per isborsare il 12 per cento. Quando [...]
[...] accade una vendita, bisogna pagare tasse allo Stato, il cursore del Comune, i facchini pel trasporto degli oggetti e colui che registra. E anche [...]
[...] tutto questo gravita sul povero consolato da così fatta pietà. Ho letto il Regolamento, approvato prima dall'Austria, poi dalla provinciale Autorità [...]
[...] cenci agglomerati non è nemmeno assicurato contro l'incendio? Assicurato è adunque il capitale dato a mutuo, ma non gli oggetti di pegno. Per il [...]
[...] dire: «Amici, il denaro destinato ai vostri bisogni l'abbiamo prestato altrove, e per nove anni non lo possiamo ritirare!» Parmi provato che nei [...]
[...] piccoli come nei grandi centri dell'Italia il povero, oltre che oppresso da tasse e da oneri ingiusti ed iniqui, è anche defraudato di ciò che è suo [...]
[...] ; e che una vera riforma delle Istituzioni pie implica restituzione. A me sembra necessaria una legge che ridia ai poveri tutto 101 il frutto [...]
[...] che con buona amministrazione può essere duplicato di quel miliardo, centonovanta milioni, 932 mila 606 lire, che costituiscono il loro patrimonio [...]
[...] quasi facile come quella di un podere. Immaginiamo che il Parlamento voti una legge, assegnando alle Provincie tutte le Opere pie e il rispettivo [...]
[...] certa somma; una Banca centrale per la Provincia con agenzie nei rispettivi Comuni; Banchi che piglino il posto dei Monti di pietà, rivolgendoli [...]
[...] discorrendo. Portate le proposte davanti il Consiglio provinciale, ne seguiranno le deliberazioni. Così ogni Comune sarà interessato nel buon [...]
[...] andamento di tutti gl'Istituti: perchè in ciascheduno sì troveranno cittadini suoi, da ciascheduno si spenderà il denaro di tutti per il bene di tutti [...]
[...] come presentemente dal solo Prefetto, il quale raramente legge lo specchio generale, e non mai gli allegati; e di solito firma a occhi chiusi [...]
[...] , avendo ben altre cose, alle quali attendere. Nè basta questo sindacato. Il Governo, esecutore delle leggi votate dal Parlamento, ha l'obbligo di [...]
[...] verificarne la generale e rigorosa esecuzione. Epperò o il Ministro dell'Interno o meglio un Collegio speciale, come il Local Government Board, avrà uno [...]
[...] Stato Maggiore d'Ispettori e di Medici, che a turno e sempre improvvisi visitino tutti questi Istituti e ne riferiscano al capo, il Presidente [...]
[...] mancanze e i difetti; e il Presidente chiamerà all'ordine i Consigli provinciali e questi i Sindaci; e se ciò non bastasse, invierà Commissarii per [...]
[...] se il patrimonio presente basterebbe a sollievo di tutti i miseri che, per colpa della società, delle guerre e degli sconvolgimenti politici ed [...]
[...] , tassando il superfluo. Ma oggi in Italia non si può negare nè affermare che quel patrimonio basti; tale è la dilapidazione, tanti gl'impiegati oziosi [...]
[...] normali per maestre e per levatrici? Si otterrebbero così due benefizii: il povero, vecchio, vecchia, orfano e orfana, disgraziato o infermo [...]
[...] , avrebbe una persona che ha cuore e senso d'umanità per tutrice: queste donne penserebbero 102 a migliorare il loro stato, ad addolcire le loro [...]
[...] si paga il suo lavoro la metà di meno di quello degli uomini, pur confessandolo eseguito altrettanto bene, e, spesso, meglio. Scuole normali per [...]
[...] direttrici di Opere pie per infermiere, per Istituti di sordo-muti e ciechi, ne assicurerebbero il buon andamento, e salverebbero un numero [...]
[...] grandissimo di donne dall'unico mestiere, oggi ad esse non contrastato, la prostituzione. Ci pensi il Governo riparatore, ci pensino i Municipii [...]
[...] il vedere un sonnambulo sull'orlo di un precipizio e non tentare di salvarlo, sarebbe delitto: che questi miseri per ora non sanno leggere, e [...]
[...] nessuna cosa nel loro passato li persuade che anima viva si pigli pensiero di loro. Per il che gli sforzi di quanti vorrebbero inaugurare uno stato [...]
[...] sorte del popolo, il progresso sociale avverandosi di pari passo coll'istruzione ed avvenendo parallelo alla giustizia e all'umanità di chi sta in [...]
[...] speciale di fare il poco possibile nel limitatissimo spazio consentitomi. E credo che quest'obbligo esista per tutti i miei condiscepoli. Le ultime [...]
[...] costrinse più d'una generazione a dedicarsi all'emancipazione dell'Italia. E durante quella lotta di tutti gl'Italiani contro il nemico comune, il [...]
[...] sciagura, se ne avvide coll'intelletto intuitivo d'amore, essendogli mancati il tempo e l'agio di penetrare negli abissi di miseria, che pure [...]
[...] : tutta la forza dell'uomo eminentemente puro e morale per dipingere il male e l'iniquità di quelle dottrine; e, col tatto esercitato dell'uomo uso a [...]
[...] discepoli: «Continuate il mio insegnamento; fate questo in memoria di me.» E fu l'ultima parola. Con tal grido scoppiò il cuore del Prometeo moderno; di [...]
[...] colui, la cui vita fu un lungo, accettato dolore; di colui che rapì per i figli suoi il fuoco della libertà, sfidando gli Dei, soggiacendo [...]
[...] , legando ai discepoli l'obbligo sacro di tradurre in azione il novissimo suo pensiero; di dedicarsi ognuno con opera indefessa all'alto fine di [...]
[...] moltitudini sono condannate all'ignoranza assoluta, e ad intollerabile sofferenza, il corpo sociale non può risanare, nè l'anima sociale [...]
[...] rigenerarsi. Base del sistema del Mazzini è il dovere. E il dovere implica una cosa da farsi. Nel passato era dovere creare una patria; perciò bisognava [...]
[...] cospirare, tentare, ritentare, sfidare prigione e morte sulla forca o sulle barricate. Oggi la patria esiste, e il dovere parmi consista nell'aiutare [...]
[...] stato di cose come quello che esiste oggi in Napoli e in Sicilia e in minor grado altrove, l'officio è mancato; quando non si voglia appropriarsi il [...]
[...] detto del Calhoune: La libertà dei Bianchi è fondata sulla schiavitù dei Negri. Per la qual cosa il dovere emerge chiarissimo. Il ripetere i detti e [...]
[...] le frasi e gl'insegnamenti del Mazzini senza confortarli di applicazione pratica ai bisogni di ogni dì, il desolarsi per la perdita del maestro [...]
[...] fatto pel più intimo dei miei fratelli, l'hai fatto per me.» E dev'essere per noi incentivo doppio il ricordarci che abbiamo lasciato trascorrere [...]
[...] comunicazione d'una domanda d'interrogazione che fu presentata, or sono più giorni, dall'onorevole Bertani, che è la, seguente: «Il sottoscritto [...]
[...] risoluzione circa il tèma dei Sordo-muti di Napoli da lui tanto prediletto. Alla mia parola, assai meno efficace di quella dell'onorevole Abignente [...]
[...] , supplisca il buon volere, l'importanza dell'argomento, la benevola attenzione del Ministro dell'Istruzione Pubblica, e l'evidenza delle cose che sto [...]
[...] responsabile il Governo? Ne è responsabile l'Albergo dei Poveri di Napoli? Il Governo ha l'obbligo di concorrere per quella scuola con una somma, che [...]
[...] costituisce il particolare patrimonio di quell'Istituto ora chiuso, patrimonio che data da molto tempo, quasi da un secolo: e l'Albergo dei Poveri [...]
[...] , che, quale più quale meno, ci abbiano colpa il Governo e l'Albergo dei Poveri in litigiosa vicenda. E dall'uno e dall'altro è quindi urgente che [...]
[...] all'educazione ed istruzione di quei disgraziati. E con questi due mezzi: la tradizione che stimola e conforta il sentimento caritatevole 6 Questa [...]
[...] sua applicazione. Nel 1875 era appunto Ministro per l'Istruzione Pubblica l'onorevole Bonghi, altro cittadino napoletano, il quale, certamente [...]
[...] , o qualche cosa gli mancò per riparare a tanto danno della patria sua. Ora abbiamo approvato il bilancio definitivo per la pubblica istruzione del [...]
[...] 1876, e l'articolo 24, che riguarda gl'Istituti pei Sordo-muti, è muto anch'esso per quello di Napoli. So che pende un litigio tra il Ministero della [...]
[...] riguardo alla pretesa già avanzata in altra circostanza dall'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri di Napoli, di non permettere che il Ministro della [...]
[...] Pubblica Istruzione, il quale ha stanziata questa somma di 17,777 lire, non abbia da avere influenza in quella scuola stessa? Attendo dalla [...]
[...] tra il Rappresentante del Ministero e il Commissario che ha l'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri. Uno dei periodi di questa lettera [...]
[...] riguardante questo capo diceva così: «Io, infine, sono tanto convinto delle buone ragioni, onde è confortato il Governo (e il Governo è quello che vuole che [...]
[...] Bonghi, tanto si fece e tanto si disse, che questa somma di 17,772 lire fu trasportata al bilancio della pubblica istruzione. Restava sempre il [...]
[...] , obbligo che aveva però il suo compenso in quelle parecchie migliaia di ducati che il Governo si dispose a pagare. Dunque questa scuola, per decreti [...]
[...] DONATO. E il danaro? MINISTRO PER L'ISTRUZIONE PUBLICA. Anche del danaro, mi chiede l'onorevole Bertani, Del danaro risponderò poi. Ora seguitiamo il [...]
[...] somma che paga il Governo non serve solo all'insegnamento, ma anche al mantenimento di alcuni posti gratuiti. Ora, nel 1872, quella somma fu versata [...]
[...] collega Bertani non fosse precisa. In quell'anno il ministro Scialoia (facendo l'unica cosa che veramente si doveva fare, imperocchè una scuola [...]
[...] che non va si sospende o si chiude, e in tal caso si cancella il fondo stanziato per essa), il ministro Scialoia, dico, con un Decreto del 24 luglio [...]
[...] , fatta secondo il suo giusto e naturale procedimento. Infatti, le disponibilità che cominciano nel 1873, si protraggono fino al 1875, come vuole [...]
[...] la legge. Ora, che cosa, si fa per la scuola? S'interroga, si tratta, ma non si viene a conclusione definitiva finchè nel 1875 il Ministro nomina [...]
[...] suo rappresentante il Mordini, prefetto della Provincia. Il Commissario (mi pare che era un Commissario), il Commissario dell'Albergo dei Poveri (era [...]
[...] il De Zerbi) tratta per l'Albergo; e si viene concludendo fra di loro a stabilire come debba essere riaperta la Scuola dei Sordomuti nell'Albergo [...]
[...] dei Poveri. Ma pare che alcune cose là siano mobili; comincia il Commissario a ritirarsi; poi, quando si è sul punto di attuare ciò che è convenuto [...]
[...] fra le due Autorità, quella che rappresenta l'Albergo dei Poveri e quella che rappresenta il Ministro della Pubblica Istruzione, il Consiglio [...]
[...] nuove correzioni. In questo mentre, in mezzo a tali trattative, il Ministero della Pubblica Istruzione è affidato a me; ed io cerco di venire ad una [...]
[...] conclusione: nè del perchè ci si debba venire è il caso che io dica i motivi. Abbiamo sul bilancio della pubblica istruzione uno stanziamento, il [...]
[...] una dolorosissima necessità. Non vi dirò il grido di dolore delle sedici Provincie Napoletane. Queste si volgono al Ministero e dicono: perchè non [...]
[...] versa su questo punto. Ed ecco una delle interrogazioni che mi ha fatto l'onorevole Bertani. Dunque, se era conveniente che il Ministero si [...]
[...] doveva creare una specie di convitto, il quale fosse capace di albergare almeno un cento alunni; con una scuola ed anche con una clinica speciale [...]
[...] la questione che ha trattenuto il Ministero è questa. L'Albergo dei Poveri disse: Ma può 108 avvenire che il Governo cessi dal contribuire; può [...]
[...] avventura cessasse, portare per l'avvenire un qualche peso all'Albergo dei Poveri, nè restargli onere alcuno pel mantenimento del mentovato Istituto. E il [...]
[...] Provincie Napoletane che fanno una questione per l'Albergo dei Poveri, non ci hanno mica dato il mandato di trattare per esse. L'Amministrazione non [...]
[...] Poveri di dare quest'insegnamento; andremo noi a liberarlo da quest'obbligo, il quale nasce se non dalla sua fondazione, certo dalle vicende della [...]
[...] sua fondazione? Il sussidio, cui si era obbligato lo Stato, fu regolarmente ogni anno stanziato; pel fatto del Governo la scuola può essere riaperta [...]
[...] scritto quella lettera che è del 2 maggio, alla quale però non abbiamo ancora avuto risposta. Ma io dico che il Ministero della Pubblica Istruzione [...]
[...] condizioni più favorevoli, perchè vogliamo che la scuola essenzialmente stia, e renda buoni risultati. Facendo così il nostro dovere, e usando quei [...]
[...] dell'Interno; si versano nelle mani del Prefetto, il quale, come ho detto, doveva far fronte con questo allo stipendio dei professori, che non erano [...]
[...] a quei Sordo-muti che stavano nell'Albergo dei Poveri. Nel 1873 abbiamo il medesimo stanziamento, ma questo fondo non resta libero e disponibile [...]
[...] . Questa è la situazione della scuola. Io credo che quelle parole che ho letto prima, indicano la risoluta volontà del Governo di fare il suo dovere. Ciò [...]
[...] come il Governo e come la Camera desiderino che l'istituzione viva, sarà lieta di renderne facile l'attuazione. PRESIDENTE. Il deputato Bertani ha [...]
[...] io mi procurai da buone fonti; soltanto vorrei osservare che non capisco il titolo di spesa per pensioni ai Sordo-muti. MINISTRO PER L'ISTRUZIONE [...]
[...] l'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri è in oggi retta da un Commissario, nella aspettazione che si riorganizzi il Consiglio d'Amministrazione e, se io non [...]
[...] m'inganno, durante questa aspettazione, durante questo stato provvisorio, il Commissario ha creduto di tener sospesa la decisione circa la grave [...]
[...] differenza che esiste tra il Consiglio cessato dell'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri e le recenti proposte e ripulse ministeriali. A me fu [...]
[...] ciò manifestato da una informazione, che non ha invero l'autorità di un documento, ma viene da buona fonte e mi dice che il Commissario, nella [...]
[...] Sentenza di tribunale che dava ragione all'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri), pregava il Ministro a differire ancora per poco ogni risoluzione [...]
[...] , tanto che fosse ricostituito il governo del Pio Luogo. E il Ministro vi ha acconsentito. La risoluzione dell'affare è aggiornata adunque fino [...]
[...] dubbio l'attendibilità della pretesa dell'Albergo dei Poveri, che forse andava al di là di quello che il Ministro avrebbe voluto concedere. Comunque [...]
[...] , io confido nelle intenzioni e nella sollecitudine dell'onorevole ministro Coppino, il quale mi auguro che, dopo i due Ministri che lo precedettero [...]
[...] convertito in rendita da pochi anni in qua, vendendo una parte o tutto il suo patrimonio in stabili, rendita che si eleva ad un milione e duecento [...]
[...] l'anno; mentre il Governo dà in appalto altri mantenimenti d'Istituti e di Carceri e di Orfanotrofii, e d'Istituti insomma che dipendono da lui, per 80 [...]
[...] centesimi, per 58 centesimi, per testa e per giorno, e credo che il mantenimento delle alunne dell'Educandato di Napoli costi appunto 50 centesimi [...]
[...] l'uno. Se questi dati sono veri, come ho motivo di credere, non solo mantengo il viso fiero coll'Albergo dei Poveri; ma poichè l'onorevole Ministro [...]
[...] sorgeranno contestazioni, mi riservo a dare, lo dirò con una frase napoletana, ai miei contradittori il resto del carlino. (Si ride.) DI SAN DONATO [...]
[...] . PRESIDENTE. Parlerà dopo. MINISTRO PER L'ISTRUZIONE PUBLICA. Io, lasciando che il resto del carlino se lo disputino tra loro gli onorevoli [...]
[...] ospitare gratuitamente questi infelici. Ora, le pensioni governative sono qui come dappertutto; imperocchè il Governo, concorrendo in moltissime opere [...]
[...] l'onorevole Bertani, le pensioni, di cui egli parlava, hanno consumato il fondo del 1872; dappoi tutto rimase a carico dell'Albergo dei Poveri. È [...]
[...] quindi sciolto il suo dubbio. Dirò ancora una parola in risposta ad un'altra sua osservazione, o dubbio che si voglia chiamare. Ho sentito, disse egli [...]
[...] , a parlare di Amministrazione e di Consiglio, mentre so che l'Albergo dei Poveri ha un Commissario. Verissimo; ma bisogna ritenere che il [...]
[...] commissario De Zerbi, il primo che trattò e conchiuse, dava la sua dimissione, od altrimenti si ritirava dall'ufficio. Le sue proposte andarono innanzi al [...]
[...] Consiglio dell'Albergo dei Poveri; del quale ho qui i verbali, che non leggerò, perchè ho detto il punto del dissenso, e le cui conclusioni sono nel [...]
[...] dilazione sarà breve, e tale fu significata alle Provincie che instavano presso il Ministero, nè ci abbatteremo più una seconda volta ad una vicenda [...]
[...] di meritarmi il resto del carlino, come minacciava di dare l'onorevole nostro collega Bertani, io chiedo licenza alla Camera per dire poche parole [...]
[...] hanno dato all'Albergo dei Poveri (il che io mi augurerei) la rendita che l'onorevoli Bertani ha citato alla Camera. Egli è vero che l'Albergo dei [...]
[...] soggetti alla tassa fondiaria. Venuto il Regno d'Italia, non so se regolarmente, ma certo senza carità, ha messo tra le tante imposte gravissime anche [...]
[...] condizione dell'Albergo dei Poveri, e troverà che, grazie alle cure specialmente dell'ultima Amministrazione, il modo come sono trattati i poveri ivi [...]
[...] . Oramai il povero che ivi è ricoverato, non vive più di ozio, e può essere utile a qualche cosa. 112 Dimenticavo ancora una penosa eredità in [...]
[...] permesso di fargli delle osservazioni. Ma sentiva il dovere di rilevare qualche inesattezza e di fare in modo che la Camera non fosse rimasta sotto [...]
[...] domandare il sollecito riordinamento della Scuola dei Sordo-muti. BERTANI. Io non posso impugnare che l'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri abbia [...]
[...] , che è al di sotto delle esigenze igieniche e dello scopo caritatevole, cui è destinato. Io tengo fermo intanto tutto quello che ho detto circa il [...]
[...] cifra di 600 lire, come spesa per ogni ricoverato, sia adeguatamente ridotta a quella che il Governo paga per i ricoverati in altri Ospizii, dove sonvi [...]
[...] . – Il resto del carlino, l'onorevole Bertani diede al duca Di San Donato, sindaco di Napoli, in un lungo articolo inserito nella Capitale, avendo fatti [...]
[...] venir da Napoli precisissimi dati, fatti e statistiche, e il Duca sindaco non fiatò, nè per quanto ci consta finora la Scuola dei Sordo-muti si è [...]
[...] come e dove si debba e si possa riattivarla.... Io dico che il Ministero della Pubblica Istruzione ha risoluto di volere che questa scuola, come per [...]
[...] prima, indicano la risoluta volontà del Governo di fare il suo dovere.» Il Discorso risale a 17 mesi fa! Che il Governo avrebbe voluto fare il suo [...]
[...] dovere, siamo persuasi; ma perchè non costringere l'Albergo dei Poveri a compire il proprio? E se i reggitori presenti vi si oppongono, perchè non [...]
[...] sono destituiti? Perchè il Governo, che non esita in casi meno urgenti di fare sentire il suo potere, non arroga a se stesso la direzione di tanti [...]
[...] infelici? «Non vi dico il grido di dolore delle sedici Provincie Napoletane,» esclamò l'onorevole Coppino nel giugno del 1876. 113 E non teme egli [...]
[...] che quel grido non si trasmuti nella interrogazione terribile di Jehova a Caino? Può rispondere il Governo riparatore come Caino? Egli stesso ci dice [...]
[...] portato là dentro la scuola stabilendo un contributo.» Egli dunque riconosce il diritto dei Sordo-muti alla scuola, che fu un dì fornita di tutto il [...]
[...] avevali orbati. Per quale ragione dunque può il Governo riparatore dell'Italia una privarli più a lungo, o permettere che altri li privino di questo [...]
[...] diritto sacrosanto, quanto è sacrosanta la miseria? Qui non c'è scusa o uscita possibile. Per il Governo del Regno d'Italia «volere è potere.» FINE [...]
[...] . Condizione speciale di Napoli PARTE II. – LA RICCHEZZA DEI POVERI CAPITOLO I. Introduzione CAPITOLO II. Il Reale Albergo dei Poveri CAPITOLO III [...]
[...] . La Reale Casa dell'Annunziata. CAPITOLO IV. Il sistema dell'Alunnato del Brefotrofio dell'Annunziata CAPITOLO V. Ospizio dei Santi Pietro e [...]
[...] Gennaro Extra Moenia, e il Collegio di San Vincenzo Ferreri CAPITOLO VI. Santa Maria succurre miseris CAPITOLO VII. Istituti ospitalieri [...]
[...] europee. – Continuazione CAPITOLO III. Tentativi inglesi. – Il Local Government Board e le Società private CAPITOLO IV. Tentativi inglesi [...]
[...] scuole, in cui vaneggiava il popolo dotto quarant'anni fa, rimane oggi appena qualche reliquia, e le giovani generazioni hanno o inventato nuove [...]
[...] . Con un verso e mezzo Virgilio descrive insuperabilmente il campo de' Rutuli dormenti: VI e nell'Inferno dantesco Beatrice affretta Virgilio [...]
[...] con sola una voltata d'occhi. Oggi abbiamo la descrizione verista, «potente, se volete (dice il Carducci), ma che annoja e non finisce mai.» Ad [...]
[...] ajutare il risorgimento della virtù stilistica gioverebbe forse una larga e seria cultura di quel genere letterario che ha radice nella piena [...]
[...] realtà della vita, e di cui il Bozzetto è l'ultima e più semplice espressione. E non abbiamo dunque Bozzetti? Ed è proprio questo il momento di [...]
[...] venirceli a chiedere? Noi non neghiamo il numero; ma che fa il numero nel campo dell'arte? Tutti sanno che cosa è rimasto della recente fioritura [...]
[...] contare i travicelli e a osservare S'egli eran pari o callo, e s'eran sodi, Se v'era dentro tarli, o buchi, o chiodi. Il Fucini, di vicino a [...]
[...] Lamporecchio anche lui, è, come il Berni, sano ed allegro, ma non gli manca il sentimento dei mesti e gravi problemi dell'età sua. È [...]
[...] democraticamente campagnolo come l'Auerbach, ma ha il tocco descrittivo più macchiajolo, e però più conveniente al bozzetto. Qui si presenterebbe a tentarmi [...]
[...] il tema VIII dell'obiettività dell'arte secondo le teorie del Flaúbert, dello Zola e del Verga. Ma non farò al lettore un brutto tiro, nè mi [...]
[...] metterò con sì poca vela in questo mare, dove naviga da padrone il mio vecchio amico Capuana. Basti qui riferire l'ultima conclusione, che [...]
[...] cuore umano (dice il Verga), che sarà il frutto della nuova arte, svilupperà talmente e così generalmente tutte le risorse dell'immaginazione, che [...]
[...] che il Diario potrà mai sostituire il Dramma e il Romanzo. Ci saranno sempre parecchi uomini impelagati nelle realtà miserabili IX della vita [...]
[...] quest'arte riflessa e sepolta sotto la grave mora dell'erudizione, il fenomeno storico dell'arte fuciniana. Quando Neri dice ridendo: ...io imprincipiai [...]
[...] raccoglimento; e il Fucini ha, oltre l'ingegno, abito costante d'osservazione e raccoglimenti forti e vivaci. A persuadersi della spontaneità e [...]
[...] : l'esaltazione dell'immensamente piccolo. Il Fucini dei Sonetti si ritrova tutto nelle Veglie, e alcuni di questi personaggi hanno stretta parentela con [...]
[...] Neri guardia nazionale e giurato. Se il De-Amicis vorrà parlare anche delle Veglie, non avrà che a continuare il bell'articolo che pubblicò nelle [...]
[...] consiglio. Se il Fucini riuscirà ad allargare il cerchio della sua arte, e s'armerà di un po' d'ira, di quell'ira buona, s'intende, che XIII il Giusti [...]
[...] lo stile e gonfia le gote, si sciupa come (ne' paragoni un po' di mitologia non guasta) come Minerva a sonare il flauto. Anzi, a proposito di [...]
[...] flauto, permettimi, amico Fucini, di ricordarti questi versi che il Giusti cantava a sè stesso: Lascia la tromba e il flauto al polmone Di chi [...]
[...] c'è nato o se l'è fitto in testa, Tu de' pagliacci all'odierna festa Fischia il trescone. GIOVANNI PROCACCI. IL MATTO DELLE GIUNCAJE. Quella [...]
[...] per me in quel momento l'aspetto di tristissime cose. E mi sentivo stringere il core, e quasi avrei pianto senza saperne il perchè. Il caldo era [...]
[...] a mano che il sole calava dietro le colline dal lato opposto del padule, si stendeva su quello un leggiero velo di nebbia bianchiccia, rendendo [...]
[...] violenza, che il delitto ne diventa spesso il termine funesto. E idillj soavi e drammi sanguinosi si svolgevano dinanzi alla mia immaginazione, e la [...]
[...] quell'ambiente mefitico i mesi e gli anni interi, lavorando con l'acqua fino alla cintola e il fango fino alle ginocchia, intonò un canto malinconico [...]
[...] sai, gran Dio, Se mai lo rivedrò l'angiolo mio; Dimmelo te, gran Dio;... ma il mio lamento Vola e si perde su l'ali del vento. " Ho bisogno di [...]
[...] andar solo, vado; con te non vengo." "Ma sarà bono di maneggiare il barchino?" Lo guardai ridendo. "O senta, veh. Una dozzina sono nel canaletto [...]
[...] subito dopo il ponte; altri sei a quello delli Sparacannelle, e due, quelli meglio, al canale traverso:... che lo sa il canale traverso?" "Non [...]
[...] , verso le Svolte, troverà il Matto di certo." Una mezz'ora dopo, ajutandomi col forcino a 8 sfondare le foglie di copripentole e quei viluppi [...]
[...] una dozzina di libbre di pesce fra lucci, tinche e anguille, quando, non sapendo dove trovare chi mi indicasse il canale traverso, mi alzai in piedi [...]
[...] ." "O aspetti, veh." 9 Così dicendo si alzò e reggendosi con la destra ad un ramo, si spenzolò tenendo nella sinistra il cappello, e: "Lo [...]
[...] butti, lo butti qui; se va nell'acqua lo ripiglio io." Tirai il sigaro nel suo cappello; lo prese e mi ringraziò di nuovo, mettendosi subito a [...]
[...] stritolarlo nella pipa. "Che vado bene per andare al Canale delle Svolte?" "Sissignore; eccolo subito lì.... O chi è lei?" "Sono il figliolo del sor [...]
[...] Giuseppe." "Senti, senti! del sor Giuseppe! O il sor Federigo come verrebbe a essere di lei?" "Zio. O che lo conosci?" "Se lo conosco! Siamo [...]
[...] .... Lì,... guardi.... lì era quel demonio.... e m'impostò lo schioppo, e rideva! e il pinsacchio restò a lui.... ma non lo mangiò!..." "Come! E un [...]
[...] quest'assassino, lo veniva a conoscere se dentro a queste costole c'era qualcosa.... E ora mi chiamano il Matto!" "Ah! sei il Matto delle [...]
[...] creatura, e forse chi sa!... Ma Dio benedetto, però, ci pensò lui a quel cane di vecchio, perchè il giorno preciso dell'anello, appena esciti di [...]
[...] sedere con le braccia incrociate 14 su le ginocchia e il mento su quelle, quasi aggomitolato sopra sè stesso, fissando nell'acqua gli occhi invetrati [...]
[...] . A che pensavo io? Quale poteva essere la causa di un brivido che mi gelava? Il ribrezzo o la compassione? Non lo so.... L'avrei volentieri [...]
[...] invitato a seguitare, ma non me ne dava il core. Dopo qualche momento però, sempre tenendo gli occhi ficcati al suolo, proseguì: "Doveva finire a [...]
[...] quella maniera!... Sapevo che lui se n'era anche vantato e m'era stato perfino fatto sapere che mi voleva far cavare il sonetto!... Ma io li [...]
[...] levò il pinsacchio s'era nel folto, e io non avevo visto lui nè lui aveva visto me. Gli si tirò quasi insieme; io un batter d'occhio prima di [...]
[...] , che v'avevo io fatto di male? "Il prim'impeto fu di tirargli, ma Dio benedetto mi dette tanta forza che mi voltai per tornare indietro [...]
[...] . "Quest'assassino, che avrebbe dovuto attaccare 16 il voto alla Madonna del Rosario, cosa ti fa? Comincia a ridermi dietro e a urlare: — T'avevi a [...]
[...] , mi mandava a chiamare perchè ci discorressi. E il giorno che gli ripresi il su' figliolo minore che era cascato nel pollino, cominciò a piangere [...]
[...] mi guardò tanto fisso fisso.... 18 "La mattina dopo, quando m'aspettavo che il padrone m'ordinasse di menarli a caccia, mi sento invece [...]
[...] chiamare dal fattore nello scrittojo e mi dice: — Il padrone ha risaputo tutto; dice che gli dispiace, ma che vi dà licenza subito, sul tamburo! a voi [...]
[...] , questo è il vostro schioppo e queste son cinquecento lire che vi regala. — "Le cinquecento lire non le volli; presi solamente lo schioppo e me [...]
[...] ne venni." Fece una breve pausa; s'asciugò il sudore con una manica della cacciatora e continuò: "Ora son nov'anni che son qui! mi chiamano il [...]
[...] nell'acqua fino alla pancia, un vecchio Restone quasi non reggendosi in gambe, il quale movendo festosamente la coda, andò con fatica a mettere [...]
[...] le zampe davanti sul barchino del suo padrone, e guardandolo con occhi lustri, mandò con voce rauca un latrato di gioja. Il Matto lo accarezzò [...]
[...] ruvidamente tirandogli un orecchio, e siccome il cane sentì male, si mise a guaire. "Zitto, zitto, Moro," disse il Matto;" eppure lo sai che se [...]
[...] secco che sparì, senza toccargli un dente, nella gola del povero Moro, come un sasso buttato nell'acqua. Il cane rimase un momento a guardarlo con [...]
[...] la testa alta e leggermente inclinata sopra una parte come per domandargli: "Ce n'è altro?" Il Matto guardò lui con tenerezza e scotendo il capo [...]
[...] l'ammazzerei!" "O se ti morisse? "Morirei anch'io." In questo momento lo vidi puntare il forcino con furia vertiginosa, e datasi una vigorosa spinta [...]
[...] all'orecchio, ma quasi impercettibile, la voce della fanciulla che ripeteva la sua canzone: Dimmelo te, gran Dio,... ma il mio lamento Vola e si perde su [...]
[...] l'ali del vento. * ** Circa due mesi dopo, tornando in padule, domandai alla solita guardia: "O il Matto?" "Glielo dicevo che era un mezzo [...]
[...] barocciajo, che incontrandomi per la strada aveva fermato il mulo per mostrarmi un bel cagnolino da lui trovato 26 la sera avanti sul greto [...]
[...] d'Arno, mentre era per buttarsi nell'acqua e traversare il fiume a guado. "Lo prenderei tanto volentieri," risposi, "perchè dopo esser così festoso [...]
[...] . Dunque, mi comanda nulla lei, di lassù?" "Se vedi il sor Luigi e il sor Roberto, salutameli tanto." "Non pensi, sarà servito. A rivederlo signoría [...]
[...] segue, lo seppi qualche giorno dopo. Circa due miglia lontano dal punto dove c'eravamo lasciati, Pasquale trovò da esitare il cane per una [...]
[...] dozzina di carciofi a una famiglia di contadini 27 che stavano lungo la via maestra. Concluso il contratto con la consegna del cane da una parte e dei [...]
[...] carciofi dall'altra, il capoccia chiese al barocciajo: "Dico bene: o come si domanda egli quest'animale?" "Io lo chiamavo Pillacchera, perchè [...]
[...] . To', Pillacchera, to'." E il canino corse a leccar la mano del nuovo padrone che lo menò in casa. Il povero Pillacchera non dette nel genio al [...]
[...] resto della famiglia, ed anche lo stesso capoccia, dopo il mezzogiorno, aveva già cominciato a lavorare di pedate alla sua usanza, perchè l'aveva [...]
[...] un'altra. Finalmente, su la sera, la famiglia si radunò tutta in cucina per la cena. Dopo aver messo in tavola il tegame della minestra, la massaia [...]
[...] sospettosi, serrandosi l'uno addosso all'altro, perchè ormai, col calar della sera, s'era fortemente insinuato nell'animo di tutti il dubbio [...]
[...] dire il rosario. In un momento di silenzio, Pillacchera, che 29 s'era rintanato sotto la madia, stimolato dalla fame, esci di là sotto adagio [...]
[...] sotto la madia. "Animo, Angiolo" disse il capoccia al maggiore de' suoi figlioli. "Io, con quell'animale in casa, la nottata non la passo. Fanne quel [...]
[...] che ti pare, ma levamelo di lì." Angiolo non rispose. Il capoccia che intese di che si trattava, replicò: "Se hai paura, piglia con te chi ti [...]
[...] pare, ma levami quella bestia di casa, se no mi dánno." Angiolo legò il cane con una cordicella e s'avviò, strascicandoselo dietro, verso l'uscio [...]
[...] antidiabolica, si levò uno scarpone di vacchetta e lo tirò con tanta rabbia contro il povero Pillacchera, che lo ridusse ad allontanarsi zoppicando e [...]
[...] mandando lamentosi guaiti. Angiolo ed il suo compagno tornarono presto e con aria molto soddisfatta; la cena fu terminata tranquillamente, ed il [...]
[...] rosario, cotesta sera, fu detto di quindici poste. Il giorno di poi, su tutte le cantonate del paese vicino si leggeva questo avviso [...]
[...] motivo al padrone di licenziarli dal podere ed alla massaja di convincersi 31 sempre più che il Diavolo in forma di cane era stato in casa sua [...]
[...] aria lietissima, entrare con lui in un legno di vettura e prendere la via della campagna. Il vento della mattina, impregnato del profumo dei [...]
[...] fiori di mandorlo, si divertiva ad arruffare i folti baffi del Colonnello il quale, tutto buonumore, offrendo a Pasquale mi sigaro d'avana gli [...]
[...] ?" "Perdinci bacco! o che n'hanno a aver fatto?" In un trasporto d'allegrezza il Colonnello abbracciò Pasquale; gli parlò dell'affezione di sua figlia per [...]
[...] la piccola Perla e dello stato di disperazione nel quale da tre giorni si trovava; lodò il sistema toscano della mezzeria e parlò con entusiasmo [...]
[...] 32 dell'indole mite e de' costumi semplici e patriarcali de' nostri contadini. Il cavallo intanto divorava la via a trotto serrato e dopo poco [...]
[...] , di sopra ad una svoltata a secco della strada, dalla quale si dominava la vallata, Pasquale grido: "Eccola laggiù!" "Chi?" domandò con impeto il [...]
[...] Colonnello. "La casa....." Dieci minuti dopo erano già arrivati. Il Colonnello tirò fuori il portafogli perchè era impaziente di ricompensare [...]
[...] avere scambiato fra loro poche parole, la massaja rientrò in casa brontolando e voltandosi indietro a squadrare sospettosa il Colonnello che [...]
[...] mosche al cavallo, "Dio del cielo!" gridò a un tratto spaurito, "o che è stato?" "Queste buone creature!...." esclamò il Colonnello 33 con angosciosa [...]
[...] ironia, queste buone creature!" e stringendo convulsamente il portafogli, tornò frettoloso alla vettura.... La povera Perla, sotto il nome di [...]
[...] non fu loro possibile d'agguantarne nemmeno uno. Finalmente uno si lasciò prendere, ma con gran fatica, e dopo aver addentato ripetutamente il [...]
[...] capoccia alle gambe ed alle mani. Costui aspettò ansioso il desiderato avviso su le cantonate, ma comparve in vece un certo malarello che in tre [...]
[...] la vedeva: mugli che pareva un liofante.... Arrabbiato? O senta, veh! il dottore è padrone di dire quel che gli pare e piace; ma quello lì, e [...]
[...] mento appoggiato ad una mano, tende l'occhio addolorato alle pendici del colle e tristemente s'abbandona ai suoi pensieri. Il sole bacia le sue [...]
[...] , povera Lucia! Il padre suo morì di febbre in Maremma; la madre è lontana, ha la sua casetta su quelle montagne azzurre laggiù in fondo in fondo [...]
[...] , ed è vecchia per gli stenti ed inferma,... se a quest'ora non è già a riposarsi nel cimitero di fianco alla chiesa. E il fratello? Chi sa [...]
[...] madre ed il fratello erano così da lei chiamati, ma non erano tali. L'avevano allevata e tenuta cara finchè I'Ospizio dei Trovatelli passò loro [...]
[...] !" Una folata di vento più forte le portò via il fiore dai capelli; si alzò lesta per riprenderlo e il core le fece un balzo d'allegrezza al rapido [...]
[...] fruscìo che sentì tra le foglie a pochi passi da lei e credè ritrovata la sua capretta. Il ramarro, spaventato dal movimento di Lucia, s'era [...]
[...] lasciato cadere dal ramo del fico salvatico, e, strisciando come una saetta, era corso a refugiarsi nel cavo d'una ceppa di castagno. Raccolse il [...]
[...] fiore e se lo accomodò più forte tra i capelli. A Lucia era caro quel fiore come tutti gli altri che ogni mattina coglieva per adornarsene il capo [...]
[...] quel povero fiore. Lucia guardò il sole, e vedendo il suo disco mezzo tuffato sotto l'orizzonte lontano, sentì il proprio sgomento farsi maggiore e [...]
[...] : "Bianchina, Bianchina bella, Bianchina mia" corse, corse affannata verso il cespuglio dal quale era partito il belato, e, ficcandosi smaniosa tra i suoi [...]
[...] lacrimavano di stanchezza, avventando faville assetate agli occhi suoi, alle sue spalle, al suo colmo seno, e credè messo dalla sua capretta il belato che [...]
[...] il ruvido Togno scaltramente aveva imitato, ed era corsa.... ed era corsa, povera Lucia! lieta e sicura come l'usignolo innocente corre [...]
[...] gorgheggiando nella bocca del rospo che digiuno lo guarda. Il vento è cessato; di quel ciuffo di frassini nessuna foglia si muove, e il sole già [...]
[...] . Tutti le 42 mossero lieti incontro; Lucia sola non si mosse nè si rallegrò. Aveva il viso acceso, un livido in una gota e i capelli e le vesti in [...]
[...] disordine.... "Se ti senti male, va' a letto," le disse Rosalba fattasi cortese dopo il ritorno della capra. E Lucia s'avviò stanca alla sua [...]
[...] cameretta.... Cercò il fiore per offrirlo alla Regina degli Angioli, ma l'aveva perduto! Sentì una stretta al core, dette in uno scoppio di pianto [...]
[...] e cadde sul suo letticciuolo dove aspettò il giorno spasimando. Togno quella sera non aveva sonno. Aguzzò tutti i pali per i gelsi della colmata [...]
[...] sentire; la vecchia e fida Gigia si mise al galoppo scotendo allegra la groppa umida e fumante; Fiore sbadigliò pensando alla cena, e il sor Pasquale [...]
[...] levando per un momento la destra, che il freddo gli aveva intorpidita, dall'involto che gelosamente si teneva sulle ginocchia, s'asciugò con un [...]
[...] moto rapido il naso e con altrettanta rapidità la rimesse al posto, brontolando un «Oh!» di compiacenza che voleva dire: finalmente siamo [...]
[...] il cavol fiore coltò nel suo campicello della fonte; buttò in padella quattro manate di bròccioli saltellanti, pescati la mattina da' suoi [...]
[...] sera, o almeno in quel momento, il sor Pasquale non voleva carezze nè dai figlioli nè 47 dal cane: domandò che ore erano, brontolò una buona [...]
[...] desinare. "Lo lascino stare stasera il babbo," disse Fiore ai ragazzi mentre faceva il letto alla Gigia; "lo lascino stare perchè stasera non è serata [...]
[...] ; si guardarono fra loro, tossirono, sghignazzarono, s'asciugarono coi tovaglioli la bocca e tutto il resto, e dimenandosi sulle seggiole [...]
[...] dalla quale doveva comparire il marito. Era quasi un par di minuti che la zuppiera mandava la sua nuvola di fumo appetitoso ad investire il lume [...]
[...] a petrolio attaccato al palco sul mezzo della tavola quando comparve Fiore nella stanza, e appena entrato: " 'O il padrone?" domandò! "Ma dove [...]
[...] scodello, perchè, se no, questi taglierini mi diventano un pastone." Il sor Pasquale in quel momento era felice. S'era già alleggerito del misterioso [...]
[...] parroco e alla sora Flaminia, la quale in quel momento pensava che il suo marito doveva avere per la testa qualcuna delle sue solite grullerie, e [...]
[...] pregustando, come dicevo, le gioje di tale sorpresa, dimenticò perfino il malumore che gli avevano messo addosso alcune persone incontrate in 51 [...]
[...] il nome, tutto inzaccherato e con gli stivali motosi sempre in piedi, scese in mezzo alla sua famiglia. Nel movimento d'allegrezza che si [...]
[...] slogato il pollice della mano destra a scapaccionare Cecchino per un caso simile. La sora Flaminia allora sempre più si persuase che Pasquale [...]
[...] mani vuote. La prima volta tornò con una dozzina di pezzuole di seta tutte di cotone; la seconda, con la bibbia del Diodati per il priore che gli [...]
[...] ," domandò a Pasquale che guardava il suo oriolo da tasca, "o quello delle castagne l'hai veduto?" "Chi?... Ah!! zitta, zitta, via!" rispose [...]
[...] Pasquale indispettito. "Guarda con che mi vieni fòri ora!" "O non sei andato apposta al mercato?" "Fiore!" chiamò il sor Pasquale. "Fiore!" E 53 [...]
[...] passata di mente. 'Gnamo, 'gnamo, finiamola con queste seccature! guardate se questo è il momento!... Andate, andate, Fiore, e fate chetare [...]
[...] quell'accidente di cane, se no vengo di là e lo stronco. O a chi abbaja?" 54 "C'è il contadino novo...." "Ah! ditegli che stia zitto anche lui." La [...]
[...] signora Flaminia stava zitta e non alzava il capo dalla scodella. "Andate, andate," disse poi anch'essa a Fiore; "con Luc'Antonio ci ho parlato io [...]
[...] ," disse; "il fattore delle monache t'ha rimandato questa ricevuta perchè tu ci faccia la data che ci manca." Il sor Pasquale rimase sconfitto. Guardò [...]
[...] come giustificarsi, e ripetè a tutti che stessero zitti mentre nessuno fiatava. L'ora solenne, intanto, s'avvicinava a gran passi. Il sor Pasquale [...]
[...] della cara sorpresa, e la sua vittoria contro gli eterni dubbi, contro il tormentoso malumore della sora Flaminia sarebbe stata completa. Voleva [...]
[...] un tappo di sughero sbagliandolo col pane; e un'altra, vuotò l'ampolla dell'aceto nel bicchiere di Cecchino, credendo di mescergli il vermutte [...]
[...] potendo più reggere. "Ci manca poco!" e dette un sogghigno e rimpiattò furbescamente la testa fra le spalle e il petto, come uno spinoso al quale si [...]
[...] gli altri. "A nulla!" disse un'altra volta il sor Pasquale; quando, cavato fuori l'oriolo sotto la tavola, sentì rintuzzarsi il dolore che gli era [...]
[...] cupo un'altra volta; tratteneva il respiro, ma il core gli si vedeva battere sotto il corpetto di pelle d'agnello, quando ad un tratto mandò un [...]
[...] signor Pasquale, e il cuculo mandò a breve intervallo tondo e sonoro, il suo secondo cuccù in mezzo al silenzio generale; eppoi mandò il terzo e il [...]
[...] sor Pasquale arrantolò allora un «Ah!» di ruvida gioja verso la sora Flaminia, e il cuculo, continuando, mandò il suo quarto lamento, eppoi [...]
[...] aperte sulla spalliera della seggiola, rimase con la sua fresca bocca spalancata ripigliando a stento respiro. Il sor Pasquale era rimasto come [...]
[...] veniva 58 prima a fare il burro, bastò a tenerli al posto. La sora Flaminia, intanto, dopo aver cantato l'inno alla sua vittoria con quella [...]
[...] figli, ora la moglie senza poter pronunziare parola che accusasse il suo profondo turbamento. Fiore interruppe quel silenzio doloroso comparendo [...]
[...] sulla porta a domandare a bassa voce, tutto spaurito: "Hanno sentito nulla loro? O che è stato?" "Fiore, accendetemi un lume," disse il sor [...]
[...] che Pasquale aveva commesso nella furia rimettendo l'oriolo, il cuculo cantò allegramente le sei. Il sor Pasquale allora dette la via a tutto il [...]
[...] accanto, empiendogli continuamente il piatto e il bicchiere; e lo stesso Toppa, incalorito dagli ossi del lesso e dalle lische dei bròccioli che il [...]
[...] sor Pasquale gli dette e gli fece dare, insudiciò nella nottata anche il salotto bono, e stette tutto il giorno di poi nell'orto a mangiare il [...]
[...] palèo che scaturiva di sotto la neve. Il contadin novo, che era venuto per parlare di stime morte, fu fatto passare in salotto e anche con lui il [...]
[...] sor Pasquale si sfogò quanto potè. Lo chiamò sempre galantuomo, lo prese tre o quattro volte per il ganascino, gli dette da bere, e poi gli [...]
[...] parlò d'un po' di tutto: di politica, d'orioli, di storia, di geografia e del lunario novo; gli disse che le stelle eran mondi come il nostro, che [...]
[...] bussola quando il contadino gli entrava nelle stime morte; e allora, giù! attraverso, mescolava stime 60 morte e cuculi vivi, e stime vive e [...]
[...] raccattati tutti, come feriti sul campo di battaglia, da Fiore e dalla sora Flaminia che li portarono a letto. Allora il sor Pasquale si chetò [...]
[...] ; licenziò il contadino, soffiò il lume della tavola, e, presa la sua lucernina, s'avviò soddisfatto e rosso com'un pomodoro verso la sua camera [...]
[...] anni! e come tutto è cambiato anche in quella famiglia di buoni campagnoli! Belli quei giorni per il sor Pasquale! che gioje sconfinate erano per [...]
[...] d'autore e della somma favolosa che doveva essergli costato e della impossibilità di trovare il compagno, perchè quello doveva esser venuto di 61 [...]
[...] la prima volta il priore! O quando lo fece vedere al cappellano che ebbe paura? O il sindaco che non ci voleva credere! Ma quel prato, che [...]
[...] casa che Cecchino, ora giovinotto 62 di ventidue anni, destinato a continuare nell'amministrazione del piccolo patrimonio. E anche il povero Toppa [...]
[...] agli ultimi quando rideva di core, e il sor Pasquale è su a letto malato: oggi sta un po' meglio, ma è malato gravemente. La sua forte costituzione [...]
[...] , che pareva dovesse condurlo senza difficoltà oltre la settantina, restò profondamente scossa alla morte del primo figliolo, ma per allora il [...]
[...] fissazione per una di quelle strane combinazioni che si crederebbero opera soprannaturale, se il caso non ce ne fornisse esempi continui. Fosse [...]
[...] il tonfo di un uscio sbatacchiato, fosse una dimenticanza di caricarlo o qualunque altra malaugurata accidentalità, il fatto si è che il suo [...]
[...] appunto alla morte del primo ed a quella dell'altro figliolo. "Quando si fermerà un'altra volta, tocca a me!" diceva sospirando il povero sor [...]
[...] , che il medico credè suo debito dire alla sora Flaminia che pensasse a parlarne col parroco; e la sora Flaminia mandò un sospiro e disse che [...]
[...] l'avrebbe fatto. Ma la misura era presso a poco inutile, perchè il taciturno don Silvio, già da un par di settimane, passava quasi intere le [...]
[...] marito che non parlasse. Lo trovò infatti che stava un po' meglio; se non che un'ora dopo Fiore correva ansante a chiamare il medico per il padrone [...]
[...] che da un momento all'altro aveva fatto un peggioramento da mettere in pensiero. Quando entrò il medico, Pasquale gli sorrise e gli disse: "Mi [...]
[...] ?" "Anzi...." rispose il medico. E Cecco e la sora Flaminia corsero subito a spalancare ogni cosa, e alla folata di maestrale che inondò la camera [...]
[...] , Pasquale mandò un sospiro di contentezza e disse: "Ah! come mi fa bene!" 66 I boscajoli cantavano nella faggeta, e il medico e il priore si misero [...]
[...] alla finestra a contemplare silenziosi l'orizzonte che di là si stendeva immenso sulla pianura lontana. Dopo qualche momento, il priore, sentendo [...]
[...] sonare il mezzogiorno alla sua parrocchia, si ricordò del desinare, uscì dalla finestra andando verso Pasquale per congedarsi, e lo vide con [...]
[...] gli occhi fuori dell'orbita che, senza articolar parola, ma indicando di voler parlare, stendeva un braccio tremante verso il suo oriolo da tasca [...]
[...] appeso a capo del letto. Corsero là tutti, intesero, staccarono l'oriolo dal muro e glielo mostrarono. Il sor Pasquale si alzò a sedere sul [...]
[...] due minuti, l'oriolo di cima scala le aveva sonate, e il cuculo era rimasto in silenzio! La sera di poi quando la campana della parrocchia [...]
[...] sonava alle forre della montagna l'avemaria 67 della sera, il sole mandò i suoi ultimi raggi a riflettersi sulle fronti aduste e madide di sudore [...]
[...] di un gruppo di boscajoli che inginocchiati sui tronchi de' faggi abbattuti, accanto alle loro scuri luccicanti, dicevano il primo De profundis [...]
[...] all'anima benedetta del povero signor Pasquale. LA FATTA. "E allora," disse furibondo il signor Cavaliere, "quando uno è testardo fino a questo [...]
[...] punto, si fa così." Tirò fuori il roncolo, si chinò e ficcandolo nel terreno acquitrinoso del prato, levò un piccolo piallaccio sul quale era una [...]
[...] teneva sempre in bocca pel dolor di denti, e senza neanche guardare i suoi compagni disse: "Io me ne vo!" I suoi compagni erano due: il Guardia della [...]
[...] bandita nella quale si trovavano a caccia, e il sor Alceste, figlio del segretario comunale e promesso sposo alla figlia del signor Cavaliere [...]
[...] , il quale alla 72 improvvisa sfuriata del futuro suocero, rimase allibito a bocca spalancata a guardare ora il Guardia, ora il signor Cavaliere [...]
[...] neanche una volta indietro. Aveva già passato il ponte della Fossaccia quando il Guardia si risentì: "Sangue d'un cane! quelle lì non son le [...]
[...] , per los Deo santissimo benedetto!" Il sor Alceste sospirava. E il Guardia continuò: "Lei signoria ha fatto da omo a non riscaldarsi. Ma quando [...]
[...] , o che son mosse quelle da un signore par suo? E ora che ha preso la fatta con sè, com'essere, che ne vorrà fare?" E il sor Alceste guardò la [...]
[...] buchetta fatta dal roncolo del sor Cavaliere e sospirò di nuovo. "Se a me, per esempio, mi dicessero: Cerri, te lo vòi giocare il cane? Mi gioco [...]
[...] benedetta m'avesse fatto la grazia di vedergliela fare." Il signor Alceste non dava segni d'attenzione; per cui il Guardia gli domandò: "Che si deve [...]
[...] , indicando d'aver nel naso qualche cosa di buono davvero. "Avanti! avanti, sor Alceste, venga via, venga 74 via," diceva il Guardia a mezza voce [...]
[...] seguitando il cane. E il sor Alceste, tutto cascante e sempre pallido come un morto, si avviò dietro al Cerri, che badava a dire: "Non faccia furia [...]
[...] Vittorio Emanuelle.... Il Cerri non finì. Burrasca, dopo una braccata furiosa, aveva agguantato roba. Gianni riconobbe subito il posto dove, il [...]
[...] giorno avanti, il Piovano aveva fatto colazione con quel signore forestiero, cambiò colore, corse, s'avventò a Burrasca, e fu in tempo a fargli [...]
[...] posare la seconda buccia di cacio con una tal pedata furibonda, che se l'avesse colto in pieno, il povero Burrasca avrebbe finito per sempre di [...]
[...] far digiuni. 75 "Gianni," disse finalmente il sor Alceste, che assorto ne' suoi pensieri non aveva visto la scena che era accaduta, "se ti vuoi [...]
[...] trattenere, fai pure il comodo tuo; io arrivo qui dal contadino a bere un bicchier d' acqua e me ne vado." Ma Gianni non poteva intendere, perchè [...]
[...] il padre d'Alceste, tutto rannuvolato in viso, bussava alla porta del signor Cavaliere suo buon amico; ma la serva gli disse che era fuori [...]
[...] Ginevra tutta sottosopra: e io direi di lasciarle stare." "Ritornerò più tardi." Il signor Cavaliere intanto, dopo aver sigillato 76 accuratamente [...]
[...] in una cassettina di truciolo il piallaccio colla fatta, era andato a consegnarla al procaccia insieme con una lettera, raccomandandogli di [...]
[...] depositare il tutto in proprie mani della persona alla quale era diretto, via tale, numero tale, secondo piano a destra; "Procaccia, mi raccomando [...]
[...] !" "Lei non dubiti." All'or di notte tutto il paese era al fatto dell'accaduto. La serva del Cavaliere l'aveva detto con segretezza, dalla finestra [...]
[...] sulla corte, all'ortolana; e l'ortolana l'aveva detto, come in confessione, al su' marito, il quale, dopo dieci minuti, l'aveva fatto risapere a [...]
[...] braciere di rame coi capi abbassati su quello a mescolare il fumo e lo sfriggolìo delle loro pipe lerce di gruma. Di lì partì la bomba; e un [...]
[...] molti lasciaron perfino la briscola e il fiasco, perchè, secondo loro, l'affare era serio. In farmacia, dopo l'otto, v' eran già cose gravi e lo [...]
[...] dimostravano anche al difuori i capannelli di curiosi che vi passeggiavano davanti, accostandosi il più possibile alla vetrata; e lo dava a [...]
[...] divedere 78 anche il Piovano che al rumore che veniva di là dentro era sceso sul cimitero in ciabatte e colla pipa per ascoltar meglio e per domandar [...]
[...] notizie ai passanti. "A me non me la cantate, caro speziale, perchè io l'ho vista!" diceva il Sindaco passeggiando concitato in su e in giù per [...]
[...] la bottega. "Me l'ha fatta vedere prima di portarla al procaccia; e per me il Cavaliere ha ragione!... Che ne dice lei, maestro? Eppure c'era [...]
[...] anche lei!" Il maestro della banda era di parere contrario; ma non volendo compromettersi, badava a strisciare la groppa al gatto che gli era [...]
[...] mitologia l'aveva sulle dita quasi più della storia. "Sissignore! lei, precisamente lei, dieci minuti fa, prima che entrasse il signor Sindaco, si [...]
[...] spassionava tutto in un'altra maniera!... Giano della 79 Bella sissignore, caro il signor maestro dei miei tromboni!" "Ma se lei avesse un po [...]
[...] ' d'educazione," saltò su il maestro masticando veleno, "lei non offenderebbe, e lei è un ignorante!" Il medico, che in quel momento smaltiva [...]
[...] tirata, con quanta forza aveva, dal medico, 80 il quale urlando: "Vado via per non compromettermi," prese la porta e se n'andò. Di fuori intanto [...]
[...] s'eran già formati i partiti; ed il medico ebbe una salva di fischi dalla metà di que' venti o trenta che s'eran radunati, mentre l'altra metà [...]
[...] batteva le mani e urlava "bravo!" a squarciagola. E lo speziale, che era corso sull'uscio, gridava da sentirlo a un miglio di distanza: "C'è il [...]
[...] tribunale, però, per la canaglia di cotesta risma! c'è il tribunale! e domani.... stasera.... subito... ! tanto lo vo' dire a tutti, sissignore, a [...]
[...] tutti che quel disgraziato delle Case Ros..." Ma non finì perchè il Sindaco gli tappò la bocca col pastrano, e con uno spintone lo rificcò in [...]
[...] bottega. Il maestro della banda uscendo, dopo poco, colla coda fra le gambe dietro al Sindaco, si provò a dirgli: "Sa? e' son gente quelle che [...]
[...] solo." E si allontanò soddisfatto e altamente compreso dal suo dovere, mentre il maestro schizzando bile se n'andò anch'egli a casa, dove [...]
[...] Giuseppina, povera creatura, fin dopo la mezza notte sonata. Ce ne passa tante, poverina, con quell'omaccio! Il Piovano, che per raccattar [...]
[...] picchiati, e gli avevan rotto un vetro che costava du' franchi. In fattoria, poi, il sor Gustavo e il Rapalli (un fiero agente elettorale che prima [...]
[...] d'aver sette ponci in corpo non andava a letto) avevan fatto una scommessa di cento lire. "Poco giudizio, poco giudizio!" osservò il Piovano. E [...]
[...] andò a letto alle nove con un dolor di capo da impazzare, e il povero sor Alceste non trascurò, è vero, per distrarsi, la sua occupazione geniale [...]
[...] , altri dispiaceri alla mamma, inzuppò un biscottino nel rosolio e alle nove e un quarto si ritirò. Siamo all'ottavo giorno dopo l'accaduto. Il [...]
[...] postino è disperato perchè il signor Cavaliere da sei giorni non gli lascia pelle addosso, e lo minaccia 83 di fargli perdere il posto, perchè [...]
[...] pane.... Sissignore! E quando la lettera ci sarà, accidenti a chi gliel'ha scritta!" Il postino si lasciò andare un po' troppo, lo disse anche [...]
[...] il Nardini; ma era compatibile, perchè bisogna sapere che il Rapalli da due anni si scordava di dargli il Ceppo, e il povero postino l'avrebbe [...]
[...] infilato, tantopiù che da otto mesi, facendo il Rapalli all'amore con una di Certaldo, tutte le settimane c'era due o tre lettere che parevan processi [...]
[...] il postino, fermandosi a dare una cartolina alla Biagiotta. "Che v'hanno fatto, che v'hanno fatto, postino?" domandò la Biagiotta che a sentir [...]
[...] Guardia Cerri l'avete saputo?" "Che gli hanno fatto?" 85 "Dice che è sotto processo, perchè quel giorno che il signor Cavaliere e Alcestino si [...]
[...] monotona del paese era in quel giorno apparentemente la medesima, ma gli animi bollivano. Il segretario era ben visto da una gran parte della [...]
[...] popolazione per la sua bontà; il Cavaliere era nelle grazie dei più pei suoi quattrini. E i partiti s'erano definiti nettamente in questa occasione, e [...]
[...] si guardavano in cagnesco. Il procaccia s'era fermato davvero a bussare alla porta del Cavaliere, ed era già entrato quando Cencio tabaccajo, che [...]
[...] era sull'uscio a sbirciare, chiamò il Rapalli "Sor Rapalli, sor Rapalli." "Che c'è?" domandò il Rapalli che era occupatissimo a non far nulla [...]
[...] dal caffettiere difaccia, per arrivare all'ora di desinare. "Il procaccia è andato dal sor Cavaliere. Secondo me ci ha la risposta di quella roba [...]
[...] . Vada, vada." 87 "Vado subito. E voi, Cencio, fatemi il piacere: mandate ad avvisare il sor Gustavo che a quest'ora dev'essere in quel posto di [...]
[...] certo." Il Rapalli andò dal Cavaliere; Gostino corse a cercare del sor Gustavo, e Cencio rimase a far gente sulla bottega. La notizia si sparse [...]
[...] come il baleno; lo speziale fece capolino dagli impostoni socchiusi di sopra alle spalle di sua moglie; il Piovano scese sul cimitero [...]
[...] affettando la più grave indifferenza; il fabbro e il calzolajo vennero fuori coi loro arnesi in mano figurando di guardare il tempo, e dopo poco tutti [...]
[...] gli abitanti del paese, eccetto il Segretario e il sor Alceste che la Biagiotta giura d'aver visti alla finestra a guardare dalle stecche della [...]
[...] davanti all'Appalto, dove Cencio s'era preso col Nardini, il quale sosteneva essere impossibile anche per un professore il decidere sulla provenienza [...]
[...] ' fatto precisamente come il signor Cavaliere, perchè per decidere non ci voleva altro che un professore.... oh! aspettate.... come li chiamano [...]
[...] ?... insomma un professore come quello che il signor Cavaliere gli ha mandato a deciferare l'oggetto." "O che volete che vi dica? potrà anche [...]
[...] uno sputo, loro vi sanno dire fino a un puntino se il vostro sangue sarebbe come se uno dicesse.... anche se uno è stregato. Mi rammento che [...]
[...] quando 'l mi' figliolo.... Riverito, sor Gustavo. Vada, vada, perchè c'è roba." Il sor Gustavo passava in quel momento davanti all'Appalto [...]
[...] vincere quella beccaccia che aveva scommesso col Cappellano, ma appena fu in casa, la scena cambiò aspetto. Il Cavaliere aveva una lettera aperta [...]
[...] in mano, scoteva il capo, e guardava desolato in un amaro silenzio il Rapalli, che appoggiato alla spalliera d'una poltrona stringeva le labbra [...]
[...] bisognava stare zitti, e si mise in disparte a sfogliare un album di fotografie senza aprir bocca. Dopo qualche minuto di silenzio, il Rapalli fece [...]
[...] un inchino al Cavaliere; strinse la mano a Gustavo e se ne andò. Appena fu per le scale, s'ingozzò il cappello fino agli occhi, si rizzò il [...]
[...] bavero del giubbone foderato di pelle di lepre, lasciandosi abbassata una punta di quello dalla parte dell'Appalto, escì fuori rasentando il muro [...]
[...] pol sapere di che bestia era questa famosa fatta?" Il Rapalli lo tirò da parte, e, accostatagli la bocca all'orecchio: "Zitto! Cencio," gli [...]
[...] d'ogni partita di calabresella; ma questa volta il baccano fu tanto forte che il vecchio Batone mezzo addormentato nel canto del fuoco fece un tale [...]
[...] il tempo che vi avevan trovato. "O di che cercate costì nella cenere, babbo?" domandò Cencio che nel voltarsi aveva visto il vecchio razzolare a [...]
[...] capo basso inginocchiato sul sodo del camino. "Di che cerco, eh?" rispose Batone fra il desolato e lo stizzito, "di che cerco, eh? Eran [...]
[...] seccasse la gola a quanti siete, non sarebbe il vostro avere.... Eh sie! il pezzo più grosso eccolo qui! va' all'inferno 96 anche te." E con un [...]
[...] -nanna era cessata, ed al rumore di pochi momenti fa era succeduto un profondo silenzio. I quattro giovani si guardavano fra loro, guardavano il [...]
[...] pensiero alla pipa che tutti avevano in bocca, comprendevano abbastanza il suo dolore. "Non vi starò a dire, perchè tutti fumate e ve lo figurerete [...]
[...] portare il cappello alto e dimolto; e tanti signori, ma proprio di quelli di garbo, quando m'incontrano 99 per la strada non hanno scrupolo nè [...]
[...] , partecipò all'attenzione degli uomini, adagio adagio si pose a sedere sull'altra panca del camino facendo macchinalmente la calza, e guardò il [...]
[...] visitare, perchè sul più bello, quando se la teneva come una reliquia, perchè cominciava a saper leggere quasi come il sor Annibale e a mettere in [...]
[...] quell'animale!" "Dio lo voglia!" rispose la Carlotta, e si chinò sulla culla a respirare il fiato della sua creatura. "Dunque, già," riprese Batone, "quella [...]
[...] d'allora. Il Signore abbia misericordia dell'anima sua!" Batone tacque; nessuno degli ascoltanti disse parola, perchè ognuno conosceva l'accaduto [...]
[...] un rèmolo che se la frullava in tondo come una penna, e che urlava da schiantare il core: — Oh, mojo, oh, mojo! mamma, mamma, mojo! — Batone [...]
[...] , hai sangue nelle vene? tiralo fòri fino all'ultima gocciola perchè ora è tempo. 105 "Mi sentii una vampata al cervello; tutto il freddo che [...]
[...] campeggiava la sua bruna figura scabra e robusta come il tronco d'un vecchio cerro, con una mimica più eloquente della rozza parola, così [...]
[...] proseguiva il suo racconto: "Subito che gli fui sopra: — Ferma — gli urlai. — Ferma, ti salvo.... Se non mi lasci andare, s'affoga.... per carità!... ahi [...]
[...] Batone, e ritornò a sedere in fondo alla sua panca, brontolando: "Com'è finita male! com'è finita male! e non se lo meritava.... Il destino, il [...]
[...] destino!" E per alcuni minuti rimase immobile col capo alto appoggiato alla mensola a guardare le faville che si perdevano crepitando su per il bujo [...]
[...] sei bicchieri e un fiasco di vino, era ritornata al suo posto. Batone la guardò, e: "Carlotta, accendimi il lume; voglio andare a letto." "No, no [...]
[...] , se no ci fate torto." E gli si accostarono porgendogli ognuno il proprio bicchiere colmo. Batone non voleva parere, ma era commosso, e ricusò [...]
[...] lume, ma il suo braccio tremava e nel portarselo alla bocca se lo versò mezzo giù per la barba. "Ah! lo vedete!" disse indispettito, "non son più [...]
[...] i bicchieri. "Sì, sì; voi altri chiamatela allegria, e io la chiamo vecchiaja. Carlotta, il lume." Lo prese e accompagnato dagli sguardi de' suoi [...]
[...] giovani amici, con passo vacillante si allontanò nel fondo della stanza, grattandosi il capo e brontolando: "Eran diciott'anni che ci fumavo [...]
[...] , quella sera che m'invitò a cena a mangiare le pappardelle sulla lepre. Il sei di decembre dell'anno passato, te ne ricorderai e se non te ne [...]
[...] . — Io son fatto peggio delle gru; più cattivo è il tempo, e più sento il bisogno d'essere in giro. E volli uscire con lo schioppo in cerca di [...]
[...] montagna, snidate dal rigore della stagione e dalla fame: il babbo, la mamma, due ragazzetti sotto i dodici anni e una bambina che, come seppi dopo [...]
[...] , ne aveva otto appena compiti. Il babbo, un ometto sulla cinquantina, basso, già curvo, con le gambe a roncolo, stava avanti alla piccola [...]
[...] scaturiva la lama d'una roncola e il manico d'una manderetta raccomandate alla cintola, e teneva per il ferro una scure, servendosene come di 116 [...]
[...] come il babbo, con più uno straccio di pezzola passata sopra al berretto e legata sotto la gola per difendersi il collo dalla neve. Il primo, con [...]
[...] stratte misurate il fratello minore che gli andava dietro frignando e zoppicando, forse pei geloni ammaccati dentro un paio di scarponi da uomo [...]
[...] sfondati e senza legacciolo. Questo piccolo disgraziato, a forza di rasciugarsi il moccio e le lacrime con la manica della giacchetta, se l'era ridotta [...]
[...] a ondate gravi come tutti gli abitanti delle montagne, la quale, avendo infilato il braccio sinistro nel manico d'un paniere, teneva la mano [...]
[...] stracci fermati al polso con fili di ginestra. La strada doveva a loro sembrare in quel momento poco faticosa, perchè il vento se li portava quasi in [...]
[...] col vecchio capofila, e affrettando il passo, in pochi salti gli fui accanto. "Stagionaccia, galantuomo," dissi per attaccare discorso [...]
[...] passato ci menai questo solo," disse accennandomi con una spallata il bambino che misurava il passo, il quale nel sentirsi rammentare perse il tempo [...]
[...] per guardarmi, e dando un inciampicone negli zoccoli di suo padre, andò a battere il naso nel sacchetto delle castagne che il vecchio teneva a [...]
[...] dirla giusta, pochi fin qui me l'hanno ricusata la capanna per dormire e un tozzarello di pane. Lì ci abbiamo de' necci," e mi accennò il [...]
[...] maggio le braccia robuste, e il vento canta alla primavera tra le sue fronde sonore. Canta alla primavera che ride intorno odorata, e nuota [...]
[...] mille insetti felici; e il polline giallo, commosso da tante ebbrezze, vola col vento a preparare altri profumi, altri fiori alla eterna giovinezza [...]
[...] accanto all'altro all'ombra della querce, godono tranquilli il riposo del meriggio. "Fa caldo oggi, sapete! fa caldo." E così dicendo, la [...]
[...] giovereccia vecchierella si allenta il busto, si scioglie il nodo alla pezzuola che le fascia la testa, e facendosi vento con quella, si abbandona [...]
[...] resupina col capo tra i fiori rossi del suo fascio di lupinella. Il vecchio la guarda distratto; una folla di nebbiose reminiscenze gli corre alla [...]
[...] sapete Dove per me s'è aperto il paradiso, Guardatevi allo specchio e lo vedrete Tutto dinanzi a voi nel vostro viso.... Oh! com'era bella, com'era [...]
[...] le volevano bene. La stanza del suo telajo situata a terreno dava sulla via; lì era il ritrovo favorito delle sue liete vicine, e fra i discorsi [...]
[...] , i canti e le cordiali risate, moveva sempre di là un festoso baccano che riempiva di buon umore il viso delle povere nonne, sedute lì presso [...]
[...] non volevano allungare; lo Spagnolino buttava i piedi a gallo, e Rocco, povero Rocco! aveva la lisca. E lo strapazzavano e gli facevano il verso [...]
[...] , che tutta rossa e confusa gliene dava mille pur non volendogliene dare nemmeno una. Dio avrà perdonato a Maso la profanazione, perchè anche il [...]
[...] povero priore morto non credeva di far male quando voltandosi al Dominus vobiscum guardava il cielo, il viso di Gioconda, e riportava puri i suoi [...]
[...] ...., ma il destino non li volle uniti. Quando lui tornò da fare il soldato, dove stette diciotto anni, la trovò sposa e madre di quattro bambini [...]
[...] 131 morte tutto l'affetto della sua Gioconda: a Maso restò sempre l'amore. "E ora è tardi!" pensò Maso, alzando adagio adagio il capo, dal suo [...]
[...] fascio di trifoglio. "È tardi!" e si mise a guardare il viso della sua Gioconda mezzo addormentata col capo tra i fiori di lupinella, per [...]
[...] deporvi un bacio, ma Gioconda, sentendo 132 un alito caldo sulla faccia, aprì gli occhi, colse il pensiero del vecchio nel sorriso che gli [...]
[...] brillava negli occhi imbambolati, e guardandolo fisso e sorridendo anch'essa: "E ora che avete? vecchio pazzo!" gli disse. Il vecchio non rispose, ma [...]
[...] dell'erba a mostrare al cielo ridente le loro povere bocche larghe e sdentate. Il vento prese quelle voci, e portandole a volo aggiunse anche [...]
[...] quella rauca nota alle misteriose armonie del creato. IL MERLO DI VESTRO. Il benemerito signor canonico Sinigaglia, capitato in paese per la [...]
[...] comunicarono i priori e i cappellani indigeni ed esotici del circondario da preparare più che comodamente il letto alla pappatoria della mattina [...]
[...] seguente, dovendosi festeggiare appunto il giorno dipoi, nella pievanía, la festa del titolare, il beato San Remigio martire. La conversazione era stata [...]
[...] , mangiarono un libero pensatore per uno ed empirono il pavimento di gusci di ballotte biasciate. Vestro schizzava dalla contentezza trovandosi in [...]
[...] mezzo ad un elemento così omogeneo ai suoi principii ultra-cattolici, e si fece diventare il naso gonfio e rosso come un peperone dalle gran prese [...]
[...] personaggio che quella sera erasi degnato di onorare la sua povera merceria. E il Canonico gonfiava come un tacchino, rosso scarlatto e tutto [...]
[...] già da un bel pezzo. "Birbanti!" diceva tra sè il povero Canonico, ripensando alle 137 sue amarezze, "birbanti!" e stringeva forte la mano e si [...]
[...] il buon reverendo, il quale non finiva mai di lodare a gloria il trattamento tanto più gradito, quanto più semplice e spontaneo offertogli dal [...]
[...] prima volta la sua voce quando mostrò il suo merlo, tanto bravo, al signor Canonico, il quale, dopo averlo esaminato con severa attenzione, si [...]
[...] cappellani esotici ed indigeni dettero, a quella domanda, in una gran risata, per la quale la dignità del Canonico restò alquanto offesa. Ma il Piovano [...]
[...] quale anche il signor Canonico si compiacque di prender parte battendo con una mano sulla zucca bernoccoluta di Vestro come per dire: "Ah! gran [...]
[...] cervello bizzarro c'è qui dentro! che matto, che matto!" "Eppoi, sa? lustrissimo; il bello si è che c'è quel calzolaro là difaccia.... lo [...]
[...] fargli dispetto. Ma che crede che ci si faccia poche risate?... Eh? Cappellano." "Ma ci s'è ammattito tanto a ammaestrarlo!" osservò il Cappellano [...]
[...] ; "quante mattinate ci s'è perso di là nell'orto a fischiare perchè imparasse...." E tirato il Canonico in un cantuccio, gli raccontò come Vestro e [...]
[...] lui avevano davvero ammaestrato il merlo a dire a quella maniera, perchè "deve sapere che quel vile ci ha il su' figliolo più piccolo, al quale [...]
[...] , specialmente quando passa qualche sacerdote, domanda: — Palestro — senta che nome! — Palestro, chi ci sta lassù? — accennandogli il cielo. E [...]
[...] il su' figliolo, una creatura di tre 139 anni, signor Canonico ! gli risponde.... gli risponde a quella maniera." Il Canonico fece un atto [...]
[...] d'orrore, al quale corrisposero gli altri preti dando un'occhiata in cagnesco alla bottega di Ciuciante, il quale era dentro a lavorare, e la cui ombra [...]
[...] birbone ci ha 'l su' ragazzo a letto. Badate che non gli salti il ticchio di farvi qualche bravata." Ma Vestro, un po' pel vinsanto che aveva in 140 [...]
[...] bottega ad aspettare il canto del merlo. Ai preti garbò poco quella faccenda, perchè, sia detto qui fra noi, avevano una paura maledetta di quel [...]
[...] birbone, e furono contentissimi di sentire che il merlo non apriva bocca. Ma Vestro non la intendeva così, e "Ora, ora sentiranno!" disse. Prese il [...]
[...] foglio delle mosche, lo svolse e sporgendo un braccio fuori dell'uscio, le fece vedere al merlo, il quale, volteggiando rapido per la gabbia [...]
[...] cassetta, si ficcò il cappello, e: "Signori, mi scusino.... Signor Canonico, mi compatisca;... bisogna che chiuda. E lei, signor Piovano, se mai domani [...]
[...] vicinato. Ciuciante, battendo il tempo col martello sopra un tomajo, cantava a gárgana spiegata la vecchia aria: Nè lingua, nè becco, nè gola [...]
[...] non ha.... Povero merlo! come farà a cantà? * ** "Nulla, Filandro, stamattina?" domandava il Piovano entrando groppon gropponi nel capanno [...]
[...] d'andare a dire che non si son levati la fame." "Mah! faccia lei signoria." "Va' a pigliare il merlo, lesto...." "Signor padrone!" "Che c'è [...]
[...] c'è stato sugo!" Il merlo buttato in un cantuccio del capanno, fece un par di capriole sbatacchiando l'ali, aprì la coda a ventaglio, la torse [...]
[...] lentamente di qua e di là, tremò, spalancò il becco, lo richiuse e s'allungò stecchito accanto alle due stipajole. * ** Vestro ha già sonato [...]
[...] Perzillo, il tenditore del Palazzi, che era laggiù in fondo dalla piletta. Ora fa lo stesso garbo a Tentoni. E il Tentoni ? Ha scosso il capo [...]
[...] è cotta?" "Fra cinque minuti li mando a tavola." "Dunque, via!" Questo dialogo accadeva in sagrestia fra la serva e il Piovano, il quale insieme [...]
[...] imbecille che sono!... — Il girarrosto andava, e le zampe degli uccelli si voltarono tremolando e sfrigolando dalla parte del fuoco. Ma [...]
[...] ricomparvero presto nere e intirizzite a turbare l'animo del povero Vestro, il quale.... "Signore Dio," disse, "tenetemi le vostre sante mani in capo; se no [...]
[...] mi rovino." Dette una lunga fregata con la penna e si abbassò col viso per osservar meglio.... Ma il girarrosto andava, e i buzzi dei più [...]
[...] le groppe gialle, ripassarono i — tac — il girarrosto si fermò. 147 Filandro che rientrava in cucina carico di scodelle vuote, quando vide il [...]
[...] ammazzato il merlo?" "A.... ahi!" "Chi me l'ha ammazzato? Dillo, dillo, dillo; se no ti strozzo per la dannazione dell'anima mia!" "Io no [...]
[...] permio, ahi!" "Dunque chi?" "Il signor Piovano; ma io.... No, no, Vestro! no, permio, lo sciupate!... Ma che siete impazzato? Smettete via [...]
[...] veniva in tavola. I commensali 148 tutti, compreso il benemerito signor Canonico, cominciavano a impensierirsi seriamente per quel famoso [...]
[...] cantuccino dello stomaco lasciato appositamente per il tordo. Per fortuna che a divagarli fu intavolata in tempo una disputa animatissima sulla non ancora [...]
[...] opinano i più, una breve tregua ai loro tormenti durante il supremo giudizio,» nella quale il canonico Sinigaglia, mi dicono, disse delle cose [...]
[...] bellissime,... ma l'arrosto non veniva. Il Piovano non era soltanto impaziente pel ritardo, ma siccome gli era parso d'aver sentito poco avanti un [...]
[...] troverebbe parecchi cambiamenti, come ne troverebbe anche nell'indole e nelle abitudini del cattolico merciajo. Sulla mensola di legno che sosteneva il [...]
[...] mano quello spadone lungo lungo di lingue di fuoco, ha ceduto il posto a una cattiva litografia di Ugo Bassi, anche quella colorata; e il [...]
[...] , quando passa la comunione, se una folata di vento porta fino alle sue orecchie il suono dell'organo o le voci dei già suoi fratelli della [...]
[...] compagnia che cantano a coro, la faccia di Vestro si turba e la sua bocca si atteggia ad un sorriso beffardo e quasi feroce, il quale, qualche volta [...]
[...] Vestro quando Vestro non va da lui. Stanno allegri che è un gusto, e per il 20 settembre hanno fissato una cena e un gran bandierone da mettersi [...]
[...] fuori la mattina. Il Cappellano è un pezzo che non si vede, ed anche il Piovano ha dovuto finalmente proibirsi di passare davanti alla merceria [...]
[...] , perchè due volte che s'è provato a farlo gli è costato una spietata amarezza all'anima il vedere Vestro che correva subito a prendere sulle [...]
[...] ginocchia il figliuolo minore 151 di quel birbone, e gli domandava ad alta voce, perchè lo sentisse: — Su, su, Palestro, diglielo a Tato; chi ci sta [...]
[...] lassù? — E il figliuolo di Ciuciante, una creaturina di tre anni.... Basta: Dio gliela perdoni, perchè questa è grossa davvero! TORNAN DI MAREMMA [...]
[...] fermezza. Si asciugavano il sudore della faccia senza che fosse caldo, sospiravano forte, e barattando fra loro occhiate dolorose e pochi [...]
[...] vederli tanto affannati." "Hanno il mal del povero, glielo dico io cos'hanno; quel malaccio che si tira dietro le sette piaghe peggio della [...]
[...] carestia. Se lo crede, da un par d'ore che son qui m'hanno straziato il core che mi par d'essere come quando s'è fatto un sognaccio colla febbre [...]
[...] dell'anima. Lo vede quello appoggiato al banco che si gratta la barba? Quello lì è il babbo d'un giovanotto che s'innamorò della figliola di quell'altro [...]
[...] . Son tutt'e due di per in su; il posto come si chiama non gliel'ho domandato; ma dev'essere dimolto lontano, perchè dianzi alle dieci quando [...]
[...] mi sono arrivati, erano stracchi che non ne potevan più, e m'hanno detto che s'eran partiti 158 a levata di sole. Insomma, per fare il discorso [...]
[...] , si direbbe il giovanotto, che non s'era ma' mosso da casa, perchè pare che avesse poca salute, fece un cor risoluto, s'attruppò con de' pecorai [...]
[...] ? suona mezzogiorno ora alla Pieve." Si levarono il cappello, dissero l'Angelus Domini appoggiandosi coi gomiti ai regoli della vetrata e, dopo essersi [...]
[...] che il giovanotto...." "Ah! sissignore. Se sentisse che bella lettera! Quello, secondo me, dev'essere un giovanotto che deve aver letto dimolto [...]
[...] cose, eppo' da ultimo dice che il dì otto, che sarebbe oggi, ritornava, e che mandava un bacio a tutti e anche alla su' Giuditta. Eppoi, prima [...]
[...] sa dov'hanno la testa," mi rispose la padrona e continuò: "Il su' babbo del giovanotto dice che gli rispose subito la settimana passata che [...]
[...] l'aspettavano a gloria, e che la ragazza era addirittura fuor di pericolo." "Eppoi?" "Eppoi, per fare il discorso breve, la ragazza cominciò a [...]
[...] peggiorare appena andato via il postino; 161 la sera, peggio; la mattina dopo, peggio che mai, e ieri sera, per fare un discorso solo, rese l'anima a [...]
[...] ." Così dicendo, il babbo della ragazza, che aveva sentito le ultime parole del racconto, si buttò attraverso alla tavola già apparecchiata per loro [...]
[...] all'improvviso per andare da lui; ma tornai subito al mio posto, preso da un senso di rispetto per la santa disperazione di quell'uomo. Il suo [...]
[...] compagno gli si avvicinò, gli pose le mani sulle spalle e si piegò su lui per dirgli qualche parola di consolazione; ma il pianto gli serrava la [...]
[...] gola. E allora guardava noi e accennava il suo compagno, e si contorceva e si mordeva le labbra con un'espressione ora di stupido dolore, ora di [...]
[...] dell'amico a lamentarsi: "Dio ci vedeva nel core, non ci doveva gastigare così!" "Che mondo, eh, Verdiana?" dissi sbacchiando il cappello e il pugno [...]
[...] sulla tavola. "Che vòl che gli dica? Ho cinquant'anni sonati e a un affare a questa maniera non mi c'ero ancora ritrovata." Il vecchio, sentendo [...]
[...] ignoranti. Mi faccia la carità, signore, perchè io, ormai lo sento, appena lo vedo mi manca il core e mi tradisco. Mi prometta di non lasciarci [...]
[...] .... non lo bevo davvero." "O il vostro compagno?" "Ora s'è dato un po' di pace; lasciamolo stare." "Come volete." Il vecchio tornò adagio adagio dal [...]
[...] suo compagno e tutti e due si misero di nuovo a guardare silenziosi in fondo alla via. "Non lo finisce il cacio?" mi domandò la padrona. 164 "Non [...]
[...] spalle dei vecchi la campagna allegra e gli alberi sottili della via che tremolanti alla brezza del marino lasciavano il loro cotone, il quale [...]
[...] quando: "Il cartello di sull'uscio non l'ho mica fatto mutare ancora, sa?" mi venne a dire a bassa voce la padrona. "Che cartello?" "O non si [...]
[...] ricorda che l'altra volta ci rise tanto e mi disse che era pieno di spropositi?" "Ah! sì, sì." "Aveva ragione, sa? Un giorno il figliuolo [...]
[...] 165 stette quasi un'ora per ricopiarlo tal quale; eppoi, dopo, fra lui e il signor Cappellano ci hanno studiato tanto e m'hanno detto che lo [...]
[...] bianco da pastori. I vecchi si alzarono con impeto e si misero a guardar bene facendosi ombra agli occhi con la 166 mano. Ma il cane, dopo aver [...]
[...] sentite i campanacci delle pecore?" "Sta' ! son loro davvero, Gian Luca," disse il babbo della ragazza. "Animo! fatevi core, e andiamogli incontro [...]
[...] e smaniante lo chiamava senza essere ascoltato. "Che sarà stato, Verdiana?" "Vergine santissima! che sarà stato?" Il vecchio passò davanti alla [...]
[...] , mandando un lamento ad ogni sospiro. "Ma che è accaduto, che è accaduto?" Il vecchio Marcello me lo disse: il giovinotto impaziente di rivedere la sua [...]
[...] ragazzi che li cavalcavano; passò il nuvolo di polvere sollevato da questa truppa tumultuosa, si allontanò adagio adagio il tintinnío de' campanacci [...]
[...] ora, di tutto quel baccalà che me ne faccio?" LO SPACCAPIETRE. Quando il sole piomba infocato sulle groppe stridenti delle cicale, e il ramarro [...]
[...] ficcandoti nell'ossa il freddo e la noia, lo spaccapietre è al suo posto. Un mazzo di frasche legate a ventaglio in cima d'un palo lo difende [...]
[...] dal sole nell'estate ; un povero ombrello rizzato fra due pietre e piegato dalla parte del vento, lo ripara dalla pioggia nell'inverno. Il [...]
[...] barocciajo che la mattina passa scacciando con una frasca i tafani di sotto alla pancia del mulo trafelato, gli dà il bon giorno: il contadino 172 [...]
[...] tornando la sera fradicio e intirizzito dai campi, gli augura la buona notte. E all'ombra di quelle frasche o sotto il riparo di quell'ombrello [...]
[...] l'accollatario, che è un vero galantuomo, sia capace di defraudarlo; ma perchè molte sono le cause che possono assottigliargli il guadagno o allontanarlo [...]
[...] affatto dai lavoro. Di frequente la pietra che ha da spezzare è troppo forte, e il lavoro non gli comparisce; qualche volta gli si guasta il [...]
[...] martello, e perde tempo a riadattarlo; non di rado nell'inverno il maltempo infuria così impetuoso che lo scaccia dal lavoro; spesso, quando il [...]
[...] altra volta, col braccio tremante per la stanchezza, e questo accade più spesso, cala il martello in falso e si percuote sul dito, ammaccandoselo [...]
[...] abbandonare il lavoro, perchè lo spasimo non gli permette di continuare. E i cinquanta o gli ottanta centesimi allora non vengono, e la fame si [...]
[...] ferma alla sua casa e lo veglia e l'assiste e non l'abbandona, finchè non l'ha ricondotto estenuato e pallido presso il monte di pietre che da otto [...]
[...] galantuomo, gli misurerà puntualmente il lavoro fatto, e puntualmente gli darà i suoi venti o trenta centesimi, trascurando i rotti in più della [...]
[...] di carne da lavoro. Ah! ma questo che conosco io 174 è stato sempre un signore, il Creso degli spaccapietre, perchè fino a sessanta anni sonati [...]
[...] , stomaco di cammello e muscoli di leone,ha guadagnato sempre il massimo che può fruttare il suo lavoro, e la polenda gialla o il pane bigio non [...]
[...] bere un dito di vino e senza ammalarsi. Ma le sue mani pajono due pezzi informi di carne callosa, il suo viso screpolato piuttosto che solcato [...]
[...] schiena fortemente curvata, il corpo intero di mummia, lo spirito consumato dai dolori. Se gli domandi delle sue sventure, egli ti agghiaccia [...]
[...] figliola maritata partorì alla macchia dov'era andata a far legna, e fu trovata morta lei e la creatura; il genero, che pareva tanto un buon [...]
[...] giovane, scappò con una donnaccia e finì per le prigioni dopo avergli lasciato un nipotino che era la sua consolazione. Ma anche quello il Signore [...]
[...] ; ma se rammenta il su' povero Gigino, posa il martello, si prende la testa fra le mani e dondolandola come fa l'orso nella gabbia, racconta la [...]
[...] ciliegio. Sopraggiunse il contadino gridando da lontano; il 176 bambino, per scender presto, cadde; si fece male a una gamba, non potè fuggire e fu [...]
[...] tutti non fecero altro che dire peccato, perchè delle creature belle in quella maniera non era tanto facile vederne. Finito il racconto, rimane [...]
[...] un momento fermo a pensare; poi ripiglia il martello e continua il suo lavoro. La sua donna è cieca da un occhio, e di quella disgrazia la [...]
[...] aveva fatto qualche tozzo di pane, verso il mezzogiorno glielo portava dove era a spezzare e si fermava lì a tenergli un po' di compagnia, e [...]
[...] svoltava la pezzòla del pane, passò un signore in calesse che buttò via un mozzicone di sigaro acceso il quale andò a cascare vicino al monte de [...]
[...] rimedio. — Da quella mattina non è stata più lei: gli dole sempre il capo, non si regge più ritta dalla debolezza e non sa come curarsi, perchè il [...]
[...] viene incontro per chiederla a lei, vede andar sotto il sole senza aver fatto nè un centesimo nè un boccone di pane. Allora s'accuccia per [...]
[...] abitudine accanto al fuoco spento, dove aspettando il marito e dicendo la corona s'addormenta. Un giorno che, meno brusco del solito, mi parlava [...]
[...] quest'uomo s'ammalerà, il medico, andando a suo comodo dopo la terza chiamata, lo troverà agonizzante; il prete invitato per carità a spicciarsi [...]
[...] , vorrà finire il suo desinare e lo troverà morto; il becchino, guardandogli i piedi scalzi e il camicione topposo, gli reciterà la breve orazione [...]
[...] : Accidenti a chi ti ci ha portato! FIORELLA. Percorrendo il crinale di quel monte che staccandosi dall'Appennino a Serravalle va a perdersi con [...]
[...] distinguere nulla di definito nel largo e verde orizzonte, finchè quetato il primo stupore, potei scorgere vicina a me una bionda fanciullina di [...]
[...] tra le frasche, il quale di sotto al suo cappellaccio di lana bianca, mi sorrideva timido e malizioso. La fanciullina, quando vide scoperto il suo [...]
[...] compagno, lo chiamò con queste parole: "O di che ti vergogni, grullo? Vieni fòri!" Il ragazzetto si accostò a noi adagio adagio, tenendo il [...]
[...] càrpine?" dissi loro in tono tra il serio e il burlesco. Si guardarono in viso e dettero in uno scoppio di risa. "Ah! ridete anche?" Un'altra [...]
[...] , che faccio il chiasso? Ma che credevi davvero che gli volessi far del male? Andiamo, andiamo, via; sta' zitta e dimmi piuttosto come ti chiami [...]
[...] lui come si chiama?" "Pipetta." "Pipetta è il soprannome; io domandavo del nome: com'è il suo nome?" "O che lo so? Lo chiaman tutti Pipetta." E [...]
[...] per la fiducia, a salti, a sbalzelloni andò per l'acqua correndo; e fece in seguito parecchi di quei viaggi e molto allegramente, perchè il mastice [...]
[...] , Prato e Pistoja, distinte come gruppi più folti di pratoline in mezzo ad un'ampia prateria, e dietro alle spalle il mare lontano, domandandomi se [...]
[...] basso le casucce dove ora abitavano sprofondate nell'ombra d'una stretta forra, presso alle quali un molino lavorava mandando fino a noi il [...]
[...] simpatia di que' due spensierati monelli. Ogni volta che mi scorgevano da lontano mi correvano incontro. Il buon Pipetta m'insegnava le brigate di [...]
[...] merenda e a preparare il fuoco per arrostire le castagne. Le mie visite ai giovani amici erano frequenti nell'autunno, ma raramente nelle altre [...]
[...] robusti. D'un altro fatto m'accorsi anche col tempo. Il germe d'un amore selvaggio, nato e sviluppato in quelle solitudini dove tale passione [...]
[...] si manifesta in tutti gli esseri con le forme del dolore, dalla lodola che sospesa come un punto d'oro nelle alte regioni dell'aria canta il suo [...]
[...] canti allegri erano cessati; al mio arrivo non mi correvano più incontro festosi, e il più delle volte li sorprendevo seduti a qualche distanza [...]
[...] fra loro immobili e taciturni. "Fiorella, tu sei innamorata!" le dissi una sera che inutilmente si sforzava di nascondermi il suo turbamento nel [...]
[...] veder tardare il ritorno del 189 suo amico da un prossimo casolare. Si fece rossa come un fiore di melagrano e corse a cercare un capretto [...]
[...] , quelli di lei m'hanno fatto sapere che se non compro altre venticinque pecore, non me la dànno." "Se il male sta tutto qui," dissi a mezza voce [...]
[...] in questi giorni mi deve arrivare il foglio della visita. Non so chi sia stato, ma gli hanno anche detto che a primavera ci sarà la guerra di [...]
[...] portano via e ti mandano alla guerra, quando tornerai cercami laggiù sotto. — E si chetò e non disse altro per tutta la sera." Il nostro colloquio [...]
[...] ." Pipetta si allontanò frettoloso ed io andai verso la ragazza. La trovai che piangeva; ma questa volta il suo pianto era diverso da quello [...]
[...] disperati che mai. "Ma che cos'hai, per l'amor del cielo, che cos'hai? Eppure tu mi conosci; tu sai tutta l'amicizia che ho per voi due, tutto il bene [...]
[...] tremare e a lamentarsi: "Me lo portano via, me lo portano via!" Io non sapevo che mi fare, solo a quel modo, senz'altra compagnia che del cane, il [...]
[...] subito quassù o va' a casa sua che venga qualcuno di corsa; ma corri di volo!" Cinque minuti dopo il povero Fiorancino, tutto ansante, arrivò da [...]
[...] fa era stato portato da un donzello del comune, il quale aveva detto qualche cosa di coscrizione. Fiorella si riebbe dopo poco e si mostrò assai [...]
[...] tranquilla; ma in ogni modo volli che la mettessero a letto, perchè mi parve che avesse un po' di febbre. Dissi a quella gente che a mandare il [...]
[...] medico ci avrei pensato io, e me ne venni a casa. Tornai il giorno di poi e, con mia grata sorpresa, trovai Fiorella a sedere sulla porta di casa [...]
[...] , che mi dette il buon giorno sorridendo mestamente. Mi raccontò che Pipetta era di leva e che fra quattro giorni sarebbe andato a Samminiato [...]
[...] repugnanza, di farle credere che il suo Pipetta sarebbe tornato presto, perchè di guerra non se ne parlava nemmeno. Le dissi che in fin dei conti [...]
[...] tutto il male non viene per nuocere, perchè tutti e due erano un po' troppo giovani; che qualche mese di separazione non avrebbe fatto che [...]
[...] accrescere il loro amore, e tante altre cose che io credei adatte ad assicurare quella rassegnazione che pareva già avesse nell'animo. Essa mi prestò [...]
[...] sera, poche ore dopo il mio ritorno, ero già in sella che galoppavo verso il monte. Quando passai davanti alla casa del dottore era alla finestra [...]
[...] . Giuseppe! — disse poi al suo 196 servitore — portagli il cavallo nella stalla e buttagli un mannello di fieno." "La prego, dottore, mi dica presto [...]
[...] caro, mi riuscì sapere quello che era accaduto durante la mia assenza. Il giovanotto andò alla visita, fu trovato bonissimo, e il giorno dopo era [...]
[...] madre la pregava d'uscir di lì, perchè il sole non le bruciasse il cervello. "Ma lei, dottore," dissi interrompendolo, "non fece, non provò, non [...]
[...] rimandassero quel ragazzo almeno per un giorno, e ci risposero un'altra volta di no. Feci scrivere al priore; il signor Leopoldo telegrafò alla [...]
[...] dietro per fermarmi, corsi alla stalla, saltai in groppa e via come il vento. A mezza strada incontrai Fiorancino che da lontano mi fece cenno di [...]
[...] fermarmi. Rallentai un po' il galoppo e quando gli fui vicino: "Ma eh?!" mi disse, "di lui poi non me lo sarei ma' creduto!" "Che è stato?" "O [...]
[...] che non lo sa che quando rasciugarono il bottaccio del mulino?..." "Affogato!" 199 "Sissignore. Perchè pare che invece di tornare a Firenze [...]
[...] , il cavallo mi s'impennò come se avesse avuto ombra e dette indietro sbuffando. La madre di Fiorella uscì di casa gridando: "Me la pestate! me la [...]
[...] accovacciata sul ciglio della via che dondolando il capo cantava sommessa un'aria malinconica con una voce che pareva lontana, lontana, lontana [...]
[...] . Scesi da cavallo e corsi da lei chiamandola per nome; ma non si mosse nemmeno. Le sedei accanto, presi il suo capo fra le mie braccia e cominciai a [...]
[...] disparte: "Maria, povera donna!" le dissi prendendole una mano. "Ah! caro signore.... guardi a che ci siamo ridotti!" Il ritrécine del molino [...]
[...] . SERENO E NUVOLE. Il primo sole del novembre si affaccia malinconico alle ultime cime della montagna già biancheggianti per la neve caduta di fresco [...]
[...] , e il villaggio dorme ancora sotto un freddo e splendido sereno d'autunno. I cacciatori son già tutti partiti dopo che Doro ha sonato la campana [...]
[...] . Quintilio, per il solito, a quell'ora aveva già aperto e spazzato la bottega; Graziano era già comparso in maniche di camicia ad attaccare fuor [...]
[...] dell'uscio il solito coscio di vitella al solito gancio, e il barbiere, che viene tutte le mattine a lavarsi il viso in mezzo di strada, aveva già [...]
[...] fumando, bestemmiando e dicendo male del prossimo fra uno sbadiglio e l'altro. Ma stamani è silenzio. Dormono sempre per rimettere il sonno [...]
[...] . Ma jeri, che era domenica, ci entrò finalmente di mezzo il Priore, e le cose furono appianate con soddisfazione di tutti. Pierone dette parola a [...]
[...] ragazzate. Soltanto accettò di trovarsi la sera a cena all'osteria di Giannaccio per bere il bicchiere dell'addio e per fare du' salti di trescone [...]
[...] vassoj ricolmi sparivano prima d'aver finito il giro della comitiva. La mamma di Chiarastella stette tutto il giorno a ridere, a levar l'olio a [...]
[...] loro riconoscenza per la grazia ricevuta. Fu in somma un'allegrezza generale, non tanto per veder felice e contento il povero Cecco e quella bona [...]
[...] questa è fatta," diceva il Priore compiacendosene, "e, per grazia di Dio, non ci si pensa più. " Que' giovanotti di Vallicella, che avevan [...]
[...] . Andarono a prender Cecco a casa, e sonando allegramente attraversarono spavaldi il paese, con gran sigaroni accesi e cappelli sbertucciati, per andarsene [...]
[...] tutte portate in corte, meno quella sulla quale montarono i sonatori, e cominciò la festa. 208 Il vino lavorava; ma lavorava bene, perchè tutti eran [...]
[...] e smanacciate il movimento della stanza. Ed anche per loro erano risate da crepare tutte le volte che una coppia delle più sfrenate, presa dal [...]
[...] , col cappello sugli occhi e mordendosi i baffi distratto. Forse in quel momento ciascuno si pentì dell'idea della serenata, perchè il silenzio si [...]
[...] fece generale, ma nessuno ebbe il coraggio di proporre di tornarsene indietro. Sarà quel che sarà. Chiarastella dopo le commozioni della giornata [...]
[...] trovarsi d'accordo col passagallo. 210 Si alzò allora sopra un gomito e stette più attenta ad ascoltare. — L'ottava! — Lo stornello! — Il rispetto! Sì [...]
[...] , sì il rispetto! — Lo canti te? — No, non sono in vena — Allora te! — No, no! — Lui, lui! — Sì sì, lui, lo canta lui! — Vi fu una breve disputa, e [...]
[...] mai.... E i sonatori dettero nel passagallo. Verde la foglia speranza d'amore, E quando nacque, bella, tu lo sai.... Qui di nuovo il passagallo [...]
[...] , speranza cara, La croce avanti e noi dentr'alla bara. 211 Gli applausi furono pochi e stanchi, perchè se il rispetto era molto piaciuto, altrettanto [...]
[...] aveva rattristato gli amici. E già uno de' più accorti si preparava ad interrompere con un allegro stornello il tono troppo malinconico che aveva [...]
[...] la forza, si avventò carponi fra i piedi de' compagni a mordergli a sangue la mano. La foglia l'ebbe Cecco, ma in quel momento balenò sinistro il [...]
[...] lampo d'un coltello. "Ah! Cane vigliacco! Chi è stato l'assassino che ha tirato fòri il coltello?!" 212 "Nessuno!" gridò subito Cecco. "Era [...]
[...] l'anello, era l'anello!" E alzò all'aria la destra, nel cui indice luccicava un largo anello d'argento. Pierone rimesse in tasca il coltello e si [...]
[...] allontanò succhiandosi il sangue al morso della mano. La serenata non andò più avanti. I sonatori tiraron diritto per Vallicella, e gli altri [...]
[...] tornarono verso il paese affrettando il passo e senza scambiare una parola. Alla svoltata che menava alla casa di Cecco si fermarono un momento per [...]
[...] il bravo rifiutando la compagnia degli amici, e se n'andò innanzi adagio e circospetto tenendosi in mezzo alla strada e guardandosi ora alle [...]
[...] !" L'orologio della torre sonò i tre quarti dell'undici, e Cecco, ormai rassicurato, si fermò a 213 guardare e a rimettere il suo; poi tirò fuori la [...]
[...] era andato sempre avanti nella fiducia di poter placare il suo nemico; ma 214 quando gli fu a una diecina di passi, Pierone gli si avventò [...]
[...] stomaco; ma non c'era riparo e ad ogni scarica si sentiva toccato come dal fuoco ora nelle mani, ora nelle braccia, dove il coltello di quel [...]
[...] furibondo lo poteva arrivare. L'orrore del pericolo dette a Cecco il sangue freddo. Stette un istante con l'occhio alla lama, prese il tempo e si [...]
[...] verso il villaggio. Pierone lo raggiunse alle prime case e gli si avventò più furibondo che mai. Cecco, difendendosi alla peggio e rinculando sempre [...]
[...] dentro al caseggiato, incominciò allora a gridare ajuto con quella voce squarciata che ti dice tutto e ti ficca il gelo nell'anima, e subito si [...]
[...] di vanghe. Ma troppo tardi, perchè Graziano macellaro che fu il 216 primo a correre gridando e scotendo all'aria la mannaja delle vitelle, quasi [...]
[...] all'alto, dopo la levata del sole, s'è messo a nevicare, il vento è rinfrescato e giù pei poggi si rincorrono le ombre delle nuvole ad investire il [...]
[...] della piazzetta, in fondo alla quale un cane della campagna passa arruffato dal vento e fiuta sospettoso il terreno. SCAMPAGNATA. È inutile [...]
[...] , caro mio; ci sono certe occasioni nelle quali è impossibile dire di no. Ti pressano, ti conquidono, ti obbligano con tante premure che il [...]
[...] affari? "Per un giorno," ti rispondono, "non cascherà il mondo." Fa troppo caldo? "Venga la mattina pel fresco." La via dalla stazione al paese [...]
[...] lassù: la vede quella palazzina con quella torricella sul tetto? è quella. Che lo conosce lei il sor Cosimo? Buon signore quello! O il su' fratello [...]
[...] Bistino, il su' figliolo maggiore del sor Cosimo; ma ora è a Volterra in Seminario, dove dice che si fa tanto onore che neanche per le vacanze [...]
[...] non lo 221 voglion mai rimandare. È dimolto bravo quel ragazzo! E quando c'era lui, anche il Cappellano alla su' tesa, col su' ajuto [...]
[...] .... pigliavan più uccelli loro in un giorno che a tutte quest'altre tese in una settimana.... Guardi; lei pigli di qui e su, e ci va' a battere il capo [...]
[...] giornata di riposo in campagna, che affrettai il passo per anticiparmi la contentezza d'un'ora di pace fra le pareti patriarcali di questa buona [...]
[...] sonato il campanello, un giovanotto, in maniche di camicia e col grembiule bianco tirato su e fermato alla cinghia dei calzoni, mi venne ad aprire [...]
[...] sorridendo. "C'è il signor Cosimo?" "Eh! sissignore. Passi, passi. Lei è quel signore di Firenze che jeri mandò a dire che facilmente sarebbe [...]
[...] venuto, eh?" "Sì." E allora venga, venga. M'ha detto il padrone che lo faccia passare nel salotto bono, e ora vien subito anche lui. Bravo signore [...]
[...] accorgermi che il mio arrivo aveva destato, davvero, rumore, perchè si sentiva su, al primo piano, un gran sbatacchio d'usci e un gran vai vieni di [...]
[...] campana d'un Gesù bambino di cera, che si vedeva sulla cantoniera, trillavano come se desse il terremoto. Dopo qualche minuto sentii raspare alla porta [...]
[...] cagnesco. "Che siete quel forestiero che doveva venire?" "Sì, piccirillo." Affettando dolcezza per ammansirlo, stesi la mano a prendergli il [...]
[...] magnifica del signor Cosimo, il quale cordialmente sorridendo mi buttò le sue manone sulle spalle, dicendomi tre volte: "Bravo, bravo, bravo!" Poi [...]
[...] nell'occhio le frittelle d' nto e le sgocciolature di vino e di caffè che il sor Cosimo aveva sui calzoni e sulla camicia. E, per dire il vero [...]
[...] portate da rinfrescarsi a questo signore." E al bambino che era ritornato dietro al servitore: "E lei vada subito a lavarsi il muso e si pulisca [...]
[...] il naso, porco!" E con un altro scapaccione lo rimesse fuor dell'uscio. "E di frutte, caro lei, anche quest'anno, nulla!" ''Ah!" "Eh! che vòl [...]
[...] .... quando cinquanta, quando sessanta sì e no.... Ma poi che roba! imbacan tutte! Scusi, venga con me in granajo.... Ma, no.... Sento il mi' fratello che [...]
[...] non gli dispiace, tengo in capo perchè è la mia abitudine. S'accomodi, s'accomodi pure." Ci fu un momento di silenzio, eppoi il sor Cosimo [...]
[...] lei è di Firenze, eh?" Mi domandò il Cappellano. "Per servirla." 227 "Annataccia, caro signore. Se non piove non si fa la prima. Anno, in questo [...]
[...] un maladetto falco che m'ha rovinato, guardi, mezza questa mano. O a Firenze ne pigliano?" "Per dir la verità, non ne ho domandato." "O il [...]
[...] la verità.... non lo so." "O dunque, o che non sa nulla lei?" "Le dirò.... Parliamo piuttosto di lei. Mi diceva ora il signor Cosimo...." "Io [...]
[...] torno un momento alla tesa. Il desinare, dite, Cosimo, per che ora?" "Ditegliela voi a quelle donne l'ora che vi fa comodo." 228 "Ah! eccone una [...]
[...] , accennò di sì col capo entrando nella stanza, mentre il Cappellano, insalutato ospite, se n'andò alla tesa. Mi venne incontro pari pari, mi domandò [...]
[...] come stavo, mi disse che ci aveva piacere prima che io le rispondessi "bene" e si piantò a sedere a guardarmi. Il sor Cosimo che faceva tutte le [...]
[...] su' sposa?" "Benissimo: grazie." "La saluti." Eppoi, guardando il marito come per domandargli se mi doveva dire altro, si rimise zitta a [...]
[...] contemplarmi. Per fortuna il signor Cosimo mi levò dall'imbarazzo di trovare un tema per la conversazione e la riattaccò colla politica. Ed essendoci [...]
[...] risata, e le risposi a caso di no. "E allora costerà dimolto, eh?" "Sì.... mi pare sette lire il metro." "Ah, fanno a metri loro! Dev'esser roba [...]
[...] con disinvoltura ostentata, e con un inchino a occhi strizzati: "Oh! signore," mi disse, "ella è il benvenuto in questo modesto abituro [...]
[...] attenzione quando mi sento arrivare una gran manata sulle spalle, e il sor Cosimo mi dice: "Sentirà come scrive in poesia quella ragazza! Ce l'hai costì [...]
[...] alla signora Olimpia che teneva sempre il dito nel libro: "Che cosa legge di bello, signorina?" "Do un'occhiata al Leopardi." "Ah!... Ah!..." E [...]
[...] il sor Cosimo: "Bello! bello! bello!" "Lo conosce anche lei, signor Cosimo?" "Perbacchissimo! Ce lo lesse domenica passata alle frutte che ci [...]
[...] fece pianger tutti come bambini." "No, Cosimo, avete inteso male. Il signore voleva dire di questo libro qui." "Ah! io!? chè, chè, chè! Dicevo del [...]
[...] sonetto io. Ma poi lo sentirà.... E gli devi dire anche quello di quando vestirono abate il figliolo del Calamai. O quello! Eppoi.... Ma che [...]
[...] ; per dire la verità...." "Vedete, Cosimo, se avevo ragione quando se ne parlò l'altra sera colla signora Amalia!" 233 "Ma lo credo!" disse il sor [...]
[...] stata te, eppoi venga a ragionare. Tanto, è inutile," disse poi mezzo stizzito, "m'hanno a tirar fòri quanti gli pare; ma come il Metastasio [...]
[...] è dell'immortale Torquato:... Sogna il guerrier...? Sogna il guerrier le...?" "Si, sì: questo è vero," riprese interrompendolo la signora [...]
[...] Olimpia che al discorso del fratello aveva sempre mosso la testa approvando. "Il Metastasio va lasciato stare; ma anche questo qui, badate, Cosimo, è [...]
[...] carino ma carino dimolto. E anche lui ha scritto con que' versi uno più lungo e 234 uno più corto che mi piacciono tanto perchè c'è il comodo di [...]
[...] metterci quanti vocaboli si vole.... Ma come son difficili! e come li tratta bene anche il Clasio!" "O quello!" saltò su il sor Cosimo; "o [...]
[...] . . . . . . . O le Mie Prigioni!?" Io ero rimasto rintontito. "Bravo! bravo Gostino: posa costì sulla tavola e mesci al signore," disse il sor Cosimo a [...]
[...] fanno appassire loro l'uve?" "Andate, andate, Gostino," gli disse la signora Olimpia. "Lesto, Gostino," continuò il sor Cosimo, "andate a [...]
[...] allora mi furono tutti addosso, cominciando dalla signora Flavia e non escluso il servitore stesso perchè assaggiassi anche di quelle. Il signor [...]
[...] Cosimo mi reggeva il braccio, Gostino mesceva e le due donne mi scongiuravano con gli occhi perchè non volessi far loro il torto di rifiutare [...]
[...] solamente dovevano avere uve squisite, ma anche vasi e cantine eccellenti. Non l'avessi mai detto! "Gliele voglio far vedere," disse subito il sor [...]
[...] altro scalino," ora "abbassi il capo," e mostrandosi finalmente più meravigliato di me di quella bellezza la quale non era altro che una stanza [...]
[...] coppaja; eppoi lo scrittojo che il su' fratello prete lo voleva fare dove ci levarono la stalla ma che 237 c'era umido.... Eppoi su al primo [...]
[...] guardi che occhiata!... e quello è l'orto. Dopo s'anderà anche lì; ma prima gli voglio far vedere anche il secondo piano." Andammo anche al secondo [...]
[...] stanzone dove fanno i bachi allo stambugio dove il Cappellano mette in chiusa i fringuellotti da accecarsi, si fermò davanti a una porta per la quale [...]
[...] , facendomi prima alcuni segnali che volevano prepararmi ad ammirare qualche cosa di veramente straordinario, il sor Cosimo mi introdusse in una [...]
[...] .... Nientemeno che il sor Angiolo!!" 238 "Andiamo!" esclamai così per dare un po' di soddisfazione ai suoi entusiasmi. E lui, presa sul serio la mia [...]
[...] esclamazione, mi tessè sul tamburo il panegirico del sor Angiolo, il quale era, nientemeno che il fratello dell'arciprete Dòdoli e nipote del [...]
[...] , perchè la messa cantata dell'undici la dice il Proposto delle Siepòle che è il Dio della furia. Bon omo, però, veh! Ah! E con lui ci troverebbe [...]
[...] il su' pascolo anche lei perchè, chieda e domandi, lui sa ogni cosa. Ne parli anche colla mi' sorella.... qui ci dorme Gostino.... e sentirà che [...]
[...] , fatemi il santo servizio, accidenti a questi lavori! e ditegli che si parino intanto loro e che io fra dieci minuti vengo; se no, se la cantino da [...]
[...] sè e non mi scorcino...." "Vede?" mi disse il sor Cosimo, "lui è sempre a quella maniera. Quando non piglia uccelli diventa una bestia. Venga [...]
[...] di sciorinarmi e di riposarmi un momento, mi messi dietro al sor Cosimo che, per paura del fratello, allungava tanto il passo da tenergli dietro [...]
[...] a fatica. * ** Attraverso a una caligine grassa di sudore e di moccolaja, osservavo la scena. Nell'emiciclo del coro, i cantori, fra i quali il [...]
[...] o un do-re-mi-fa bricconcello 241 che faceva voltare subito lietamente il sor Cosimo verso di me e il Cappellano verso l'organo con due occhi da [...]
[...] basilisco che mettevan terrore. Le montagne stanno ferme e gli uomini camminano. Quando il sor Cosimo, infilato in fretta l'uscio della Canonica [...]
[...] , m'ebbe lasciato sotto il porticato della chiesa, mi dette nell'occhio un uomo decentemente vestito, la cui fisonomia non m'era punto nuova; e [...]
[...] , pronunziò a bassa voce il mio nome; mi venne allora subito in mente il suo, mi voltai e ci abbracciammo con una stretta e un bacio così [...]
[...] vecchi compagni d'Università.... e quante avrei da dartene io!" E qui un assalto di domande: — E del tale che ne fu? — e il tal altro che fa [...]
[...] agiata, la più culta, la più rispettabile persona del paese, un certo signor Cosimo...." "Il mio ospite!" "Sei da lui?" "Sono da lui." "O come mai [...]
[...] nessun altro." "Merita il conto di presentartene qualcuno, perchè son degni della tua attenzione. Non sarebbero cattivi se non li facesse pessimi la [...]
[...] loro ignoranza orgogliosa. Tutti celebri, però! tutti brava gente; tutti ammirati, perchè il resto è più ciuco di loro. Vedi quello che celebra? È [...]
[...] molte sue nipoti. Non mi vuol bene, 245 ma mi tollera dopo che lo curai d'una indigestione di cacio salato e baccelli." Il Proposto delle Siepòle [...]
[...] cielo. "È vecchiotto, però!" osservai. "Sopra la sessantina. E quello che gli sta alla destra," continuò il medico, "è il suo Cappellano, il quale [...]
[...] loro non se la dicano molto per ragioni di nepotismo. Però non si lasciano mai; e l'occupazione del Cappellano, quando seguita il principale, è [...]
[...] d'annacquargli i moccoli. A ogni primiera ammazzata, il Proposto, un giuraddio! e il Cappellano un bacco. E così vanno avanti salvando l'apparenza [...]
[...] e l'anima; ma il Proposto qualche volta la crede una umiliazione e se n'ha per male, e lo rimprovera; e, nella stizza, gli scivolan giù i [...]
[...] perdii come chicchi di corona sfilati; e il Cappellano coi suoi — bacco, bacco — ripara a tutto, impassibile alle minacce 246 e pronto al martirio [...]
[...] piuttosto che cedere. È il primo cacciatore di lepre dei dintorni e giuocatore di briscola da sfidare la piazza. I popolani l'adorano, perchè dice [...]
[...] scolarucci che può raccapezzare a una lira il mese, e campa non si sa come, mantenendosi, nella sua miseria, illibata nel reputazione di cittadino [...]
[...] a capirsi, o non se ne occupano, o lo rammentano con disprezzo. "Quell'altro è il fratello del sor Cosimo, che tu conosci. Ti dirò qualche cosa [...]
[...] anche di lui; ma ora inginocchiamoci, perchè siamo alla elevazione." 247 Tutto il popolo si prostrò in un solenne raccoglimento e l'organo [...]
[...] , allargandone il tempo, travestì da adagio maestoso l'allegro del Trovatore: — Di quella pira l'orrendo fuoco. — Alla cerimonia della consacrazione [...]
[...] tenne dietro il solito rumore confuso di stropiccío di piedi, di tintinnío di medaglie, e l'indispensabile scarica di tossitone generale. E l'aria [...]
[...] si faceva sempre più pesa e nauseante quando il medico riattaccò sotto voce la conversazione. "E il fratello del sor Cosimo, detto di soprannome [...]
[...] maravigliato. "Tutti i giorni?!" "Sulla mia parola d'onore." Il sor Cosimo mi sorrideva di fondo alla chiesa e mi accennava all'organo come per [...]
[...] Cosimo," 248 continuò il Dottore, "è lo Stelloni mugnajo, assessore della pubblica istruzione. Il sor Cosimo lo prescelse alla carica, perchè [...]
[...] , vista l'antipatia che fin da bambino lo Stelloni aveva dimostrato per le scuole, potè tranquillizzare il Consiglio che lui delle spese inutili [...]
[...] il maestro aveva ragione, il benigno compatimento dell'Assessore si convertì in un odio implacabile, e ora cerca tutte le gretole per poterlo [...]
[...] Consiglio tutto quello che il signor Cosimo propone. Si è immortalato con due iscrizioni che ha fatto porre col proprio nome in lettere majuscole [...]
[...] fece ridorare a sue spese il ciborio alla cappella de' sette dolori. Braccò il sindacato per far passare un braccio di strada obbligatoria dalla [...]
[...] interruppe il nostro colloquio. Il Cappellano delle Siepòle lo annunziò a occhi chiusi, 250 a giugulari iniettate e a gote livide sull'ultimo [...]
[...] minuti buoni, finchè dopo un i... i... i... i che pareva non dovesse finir più, rotolò sfiatato: issa est. Il sagrestano s'avventò collo spegnitoio [...]
[...] alle candele; i preti allicciarono verso il desinare, e il popolo, dopo un breve raccoglimento, s'affollò alla porta per uscire. Quando fummo [...]
[...] sotto il porticato, il medico mi lasciò subito per fuggire l'incontro de' suoi padroni, non senza avermi prima ripetuto caldissimamente che dopo [...]
[...] desinare fossi andato da lui, che mi avrebbe accompagnato alla stazione e che aveva cose importantissime da dirmi. Il sor Cosimo venne correndo a [...]
[...] ritrovarmi, accompagnato da varie persone alle quali mi presentò, dandomi di gran manate sulle spalle, scansando il lei e dicendomi un monte di [...]
[...] villanie per dare a credere che con me ci aveva confidenza. Aspettammo un momento il Cappellano e le donne, e tutti insieme ci avviammo, come [...]
[...] disse il sor 251 Cosimo e ripetè la signora Flavia, a far penitenza. * ** Al momento d'andare a tavola il sor Cosimo mi disse, dandomi uno [...]
[...] avevano alterato per nulla il solito desinare delle altre domeniche. "Dio mio!..." esclamai, fingendo di esser mortificato; ma in realtà perchè non ne [...]
[...] le mele cotogne e lo spigo. "Ecco qui," ribattè il sor Cosimo; "noi non si fa complimenti: un po' di minestra, un po' di lessuccio, du' altri [...]
[...] gingilli come il solito e s'è finito." Si segnò e recitò il benedicite. 252 Il bambino che appena entrato in salotto era rimasto a bocca aperta [...]
[...] c'è!" Il signor Cosimo gli lasciò andare un calcio di sotto la tavola, che per fortuna non lo prese; ma fra i commensali si sparse istantaneamente [...]
[...] un silenzio glaciale. Le donne sospirarono; gli uomini rimasero a guardare il bambino con due occhi da incenerirlo, e io mi voltai al signor [...]
[...] Cosimo, a domandargli che cosa il bambino aveva detto. Il mio strattagemma riuscì perfettamente e tutte le fisonomie erano già rasserenate quando [...]
[...] senza cappello interrogando con gli occhi la padrona come per domandargli: — Ora va bene? — La signora Flavia gli rispose di sì col capo; ma il [...]
[...] l'avevan seccato e mi disse che pigliassi un altro po' di pollo. Questa gentilezza di Gostino fu il segnale dell'attacco. Il vino aveva cominciato [...]
[...] a rallegrare la comitiva e più che altri il sor Cosimo. Un contadino venne a dire che al paretajo del signor Cappellano avevano fatto un tiro di [...]
[...] sette frusoni, per cui anch'egli rallegrò il suo umore, e mi trovai allora investito in pieno dalla spaventosa valanga delle cortesie di [...]
[...] cotesta buona gente. Gostino messe a sdrucciolo il piatto del pollo sul mio, e giù una frana di ciccia da sfamare un can da pagliajo, fatta rovinare [...]
[...] impossibile." "Dunque è segno che il pollo non gli piace!" E giù, anche una targa di manzo. E bisognò che mangiassi ogni cosa, tormentato a doppio dal [...]
[...] di ripienezza e di caldo, e, come se tutto il resto non bastasse, le mosche insistenti dell'autunno mi finivano di conciare impaniandomisi al [...]
[...] sudore che mi colava a gore giù per le gote!... E il sor Cosimo sempre più feroce m'assaliva con una cucchiajata d'erba perchè era roba leggiera [...]
[...] , e il prete, con una stiappa di ciccia 255 che mi buttava nel piatto da lontano; e in quel tempo Gostino badava a predicarmi di dietro che non [...]
[...] mangiavo nulla, e la signora Flavia a lamentarsi che non mi fosse piaciuto il desinare! "Ecco l'arrosto! ora siamo in fondo; coraggio!" Ma [...]
[...] coll'arrosto cominciarono le bottiglie. Il prete n'agguantò per il collo una di vinsanto; il sor Cosimo, una d'aleatico e Gostino una di vermutte [...]
[...] mussante. "Aspettate! no.... no.... aspettate, Gostino," gridavano le donne parandosi coi tovaglioli. E il sor Cosimo, posato l'aleatico: "Ah! permio [...]
[...] . Qua, qua, Gostino, la voglio stappare da me." Il sor Cosimo in piedi con la bottiglia spianata, cercava un posto della stanza dove rivolgerne [...]
[...] impunemente la bocca, ma non lo trovava. Su c'era il soffitto dipinto; giù la stoja nova; di faccia le donne che s'eran buttate il tovagliolo in capo [...]
[...] e si tappavan gli orecchi con le dita; a destra, il prete e la credenza bona.... 256 "Alla finestra, sor padrone," gli gridò Gostino. "Bravo [...]
[...] : "Giurammio! o come mai?..." E per assicurarsi meglio continuò a mandare in su col dito pollice il tappo che finalmente cascò giù a piombo ai piedi [...]
[...] del boja come la testa d'un decapitato. "Un'altra, Gostino; sùbito!" E quell'altra venne; ma appena tagliato lo spago fu una catastrofe. Il [...]
[...] vino schizzò via soffiando com'un gatto arrabbiato; e il sor Cosimo che girava in tondo per scansare ogni cosa, infradiciò invece ogni cosa fra i [...]
[...] il sor Cosimo ormai, visto compromesso il suo decoro di enologo premiato da sè 257 stesso alla mostra che fecero per la fiera anno di là [...]
[...] la tempesta delle gentilezze mi si scatenò addosso più furibonda che mai dopo il buonumore suscitato nei miei aggressori dalla riuscita [...]
[...] dell'ultima bottiglia. Mi trovai il piatto pieno a cupola di uccelli che mi piovevan da tutte le parti; e uno me ne tirò nel viso il bambino fra le risate [...]
[...] la vita." E guardò sorridendo dietro alle mie spalle. Mi voltai e vidi il Cappellano che branditi due bravieri per le gambe, rigido come la [...]
[...] attitudini soavi e mostrando qualche volta, nei momenti più seri, una gentile pietà per la mia posizione. E i nostri discorsi durante il pranzo [...]
[...] — e di risa sgangherate tutte le volte che avevano scoperto un nuovo tranello per farmi scoppiare. "Le poesie, Olimpia, le poesie!" urlò il signor [...]
[...] Cosimo alla sorella: "il sonetto del Calamai." Io mi volsi subito alla signora Olimpia per leggerle negli occhi la gravità di quello che mi si [...]
[...] bambino mi parve di scorgere qualche cosa che sapeva di paura. Guardavano tutti il signor Cosimo in aria pietosamente interrogativa, eppoi si [...]
[...] volgevano in un punto verso il fondo della tavola alla sua destra. In quel tempo il signor Cosimo chiamò con 260 voce alterata Gostino, il quale [...]
[...] prestarmi in ajuto; ma il sor Cosimo mi trattenne dicendomi con aria mista di dolore e d'umiliazione che non mi spaventassi perchè era cosa [...]
[...] consueta. "Fra un par d'ore non è altro. Insulti di core. Quando lui s'aggrava un po' di cibo...." "Ma perchè non cerca di moderarsi? " Il sor [...]
[...] quello!" "E il medico che dice?" "Ah!" esclamò il sor Cosimo. "Giusto! lei lo conosce quel.... quel.... Il medico ride, glielo dico io quel [...]
[...] che dice il medico; il medico ride; e quando si mandò a chiamare la seconda volta per una di queste solite mancanze, dopo che gli ho fatto avere [...]
[...] 261 cosa dice il medico?! Ma in casa mia non ci ha messo più piede, e spero bene.... eh, Flavia?" Gostino venne a dire qualche cosa nell'orecchio [...]
[...] al padrone, il quale gli rispose indispettito che ci buttasse un po' di segatura, che ci ripulisse subito e la facesse finita. "Ooooh! allora [...]
[...] allegri perchè tanto non è nulla. Flavia, il caffè dove ce lo dai? qui o nell'orto?" "Lasceremo decidere al signore." "Nell'orto, nell'orto," dissi [...]
[...] . Il signor Cosimo si allontanò dicendomi che tornava subito. La signora Flavia corse dietro a Gostino che era venuto a chiedergli le chiavi della [...]
[...] legnaja; il ragazzo s'era addormentato attraverso 262 a due seggiole, e la signora Olimpia pure mi lasciò frettolosamente dicendomi che una forte [...]
[...] tra i ferri, 263 a guardare a bocca aperta quello che si faceva dentro. Il sor Cosimo mi prese per un braccio e portandomi avanti, mi presentò al [...]
[...] rimboccate perchè aveva già principiato a rigovernare, a portarci il caffè. Pareva che la conversazione avesse dovuto continuare animatissima [...]
[...] monosillabi, finchè il Segretario non entrò negli affari del Comune. Prima un po' di maldicenza, eppoi tirò fuori due fogli da far firmare al [...]
[...] sor Cosimo, il quale chiese subito a Gostino il calamajo. Firmò mettendosi gravemente gli occhiali e dopo rimase qualche momento a guardare di [...]
[...] all'anno?! — "E il vajolo, Stelloni?" "Pare che si promulghi sempre di più, caro signor Cosimo. E, quel che è peggio, si fa maligno," rispose [...]
[...] lo Stelloni, tirando in su col naso e accavallando le gambe. E qui il colloquio cominciò a farsi animato. E quasi che lo Stelloni con quel [...]
[...] — promulghi — avesse gettato la prima pietra d'un grande edifizio, il Proposto delle Siepòle cominciò a parlare de' suoi fiori estatici, che lui gli [...]
[...] aveva già messi in casa per paura delle brinate. Il suo Cappellano mi disse che lui non era agrario, perchè limoni nell'orto non ce n'avevan mai [...]
[...] dicevano più il vero e un po' perchè il su' cane più bravo era rimasto alienato nella vista degli occhi, pare, dal grand'umido preso in padule [...]
[...] punto nè poco. Il signor Cosimo, poi, per non restare al disotto, deplorò di non potermi far vedere gli scherzi acquatici che avevan fatto intorno [...]
[...] sonno, che spalancava tutte le volte che veniva più forte il rumore de' cocci dalla cucina dov'era Gostino a rigovernare. E la signora Olimpia [...]
[...] questo, ora quel fiore, Nauseata, disprezzante.... Ahi! dicea.... "Sempre poetessa la signora Olimpia," gridò il Proposto delle Siepòle, "sempre [...]
[...] poetessa! Son suoi cotesti versi, signora Olimpia, son suoi?" 266 "Ora poi, Olimpia, non se n'esce, se no si fa tardi," saltò fuori il sor [...]
[...] Cosimo. "Il sonetto del Calamai, e subito, perchè quello è una bellezza." "È una meraviglia," osservò il Proposto. "E io, guardi, l'ho qui.... l'ho [...]
[...] tutto qui, che lo ridirei come se l'avessi davanti stampato.... Non n'ho sentiti altri! Gioisci, o giovin garzon: t'attende intanto Il divin [...]
[...] Paracleto. "Ah! perdio!..." "Bacco!" Il Proposto delle Siepòle dette un'occhiata in tralice al Cappellano; e la signora Olimpia si preparava a [...]
[...] dire il sospirato sonetto quando s'affacciò sull'uscio di casa don Paolo con gli abiti, le braccia, la bocca, gli occhi, i capelli e ogni cosa a [...]
[...] che gli levava il respiro. E: "Alla tesa, Cosimo, hanno fatto altro?" "Altri cinque, don Paolo," gridò Gostino di cucina. "Cinque! Dunque siamo [...]
[...] arrivati a quindici oggi?!" gridò don Paolo rianimandosi come per incanto. "Gostino, la mazza e il cappello." Il sor Cosimo ci fece d'occhio per [...]
[...] poco sarebbe sonato a vespro, si disimpegnarono bravamente e andammo noi quattro: il sor Cosimo, il Segretario, l'assessore Stelloni e io, con gran [...]
[...] e che io gli avrei fatto il favore di portarglielo. Ma il tempo passava. Eran già sonate le tre; alle sei il treno partiva, dal paese alla [...]
[...] ," osservò il Segretario, "che ora l'appalto lo troverebbe chiuso." "Gliela do io, e la scrive ora quando si torna a casa," mi disse il sor Cosimo. Era [...]
[...] come un calvario. Al capanno accadde una scena violenta perchè trovammo il tenditore addormentato. Si stette lì una mezz'ora senza prender nulla [...]
[...] tornammo diritti a casa, perchè il sor Cosimo volle farmi vedere la coltivazione nuova, eppoi il bosco disfatto: e di lì don Paolo volle passare dal [...]
[...] paretajo vecchio per farmi fare il confronto con quello nuovo. Lo Stelloni, per quattro passi di più, volle che arrivassimo in cima al poggio [...]
[...] fitte, fitte. E allora tutti giù a gran furia, perchè senza il sor Cosimo e senza lo Stelloni, in coro non avrebbero neanche principiato. A casa [...]
[...] , vidi da lontano il medico sulla farmacia che mi faceva cenno come per domandarmi: "O dunque?" Io gliene feci un altro come per rispondergli: "Non [...]
[...] di strepitoso come, in quella occasione, avrebbe dovuto fare un forestiero per bene. Ma ero fioco in verità, e anche il sor Cosimo mi tenne per [...]
[...] , stando sempre a guardarmi dopo che era finito ogni cosa, mi videro sfilare con gli altri in canonica dove il Piovano volle per forza, se no se [...]
[...] ne sarebbe avuto per male, che si pigliasse un dito d'aleatico. Il Proposto delle Siepòle attaccò subito la briscola con tre contadini, e noi ci [...]
[...] movemmo per venircene.... "A meno che," mi disse il sor Cosimo, piantandomisi di faccia a squadrarmi con occhi supplichevoli, "a meno che, per [...]
[...] , il dottore mi salutò accennandomi che ormai ci saremmo riveduti a Firenze, e tirai avanti come un reo d'alto tradimento che di mezzo alla forza [...]
[...] capisce; la testa mi bruciava e me la sentivo come impiombata. Oh! casa mia, casa mia!... Ma il sospiro m'ebbe a restare attraverso quando, nel [...]
[...] il vetro rotto.... Gli ha in tasca Gostino e alla stazione glieli darà. «2° Cinque metri.... o se no sette braccia.... come crede meglio [...]
[...] .... di roba come quella del su' vestito e mandarla giovedì per il procaccia....» "O della pania gliel'avete messo, Flavia?" 274 "Ci ho messo tutto [...]
[...] . Ora state zitto...." — «per il procaccia che rimette lì sùbito fuori della porta San Frediano dove sopra c'è scritto: Rimessa e stallaggio.» "O [...]
[...] del vino?" domandò il sor Cosimo. "Eccolo qui subito." «3° Dire allo Scatizzi vinajo in Borgognissanti — lei lo conoscerà di certo — che se volesse [...]
[...] . "Eccovi servito anche voi:" «4° Tre libbre di pania da quello in quella traversa di Via Calzaioli che va in Ghetto....» — "Il pentolo l'avete messo in [...]
[...] di galoppo.... "Aaah!... Come va Gostino?" "Come vòl che vada? Dieci lire il mese, eppo' vorrebbano anco la pelle, Dio der Cielo!" 276 "Bella [...]
[...] serata!" "Il tempo è bono, sissignore." Appena fuori del paese, detti una occhiata al ricordo della signora Olimpia, e lasciai libero il petto a [...]
[...] una di quelle risate capaci di rimettere a nuovo un cristiano. Era l'autografo del sonetto di quando vestirono abate il figliolo del Calamai [...]
[...] . FINE. INDICE. PREFAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. V Il Matto delle Giuncaje . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 [...]
[...] . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125 Il merlo di Vestro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135 Tornan di Maremma [...]
[...] qualche anno fa — avete il gran torto di badar troppo alla critica e al pubblico. Il vostro ufficio dovrebb’essere uno solo: produrre e bene [...]
[...] . Ma come si fa? Quando il libro esce fuori a cercar II la ventura di un buon successo, è impossibile restar indifferenti, non tendere un [...]
[...] sensazioni, dei suoi sentimenti, delle sue idee. É riuscito? Sì o no? Mi par naturalissimo che egli cerchi di saperlo. Allora si accorge che il [...]
[...] pei Promessi Sposi del Manzoni e per le poesie del Leopardi. Forse il D’Azeglio e il Guerrazzi badavan molto all’arte quando scrivevano i loro [...]
[...] romanzi storici? Forse il Niccolini pensava, soprattutto, all’arte quando scriveva le sue tragedie? Forse i nostri poeti pensavano unicamente [...]
[...] n’è rimasto di IV tanti lavori? Nè una pagina, nè una scena, nè una strofa; dobbiamo avere il coraggio di affermarlo ad alta voce. Aprite [...]
[...] Foscarini, il Giovanni da Procida, l'Arnaldo da Brescia e, dopo la gran fatica di declamarne una o due scene, non anderete più avanti. — Ah [...]
[...] io, ma un grande insegnamento: l’amore, il rispetto, il culto disinteressato dell’arte. Vi par poco? Come vedete, non siamo superbi. Voi [...]
[...] lode; possiamo farcene un merito. Prima di metterci a scrivere guardammo attorno, davanti, addietro a noi. Che vedemmo? Vedemmo il romanzo [...]
[...] moderno già grande, già colossale in Francia, col Balzac, e neppur in germe in Italia. Sotto il piedistallo del monumento che il Balzac si è [...]
[...] lasciata a mezzo dal maestro: il Flaubert, i De Goncourt, lo Zola, il Daudet, e dicemmo risolutamente: bisogna VI addentellarsi con [...]
[...] ; quella prosa moderna, quel dialogo moderno bisognava, insomma, inventarlo di sana pianta. I toscani, che avrebbero potuto darci il gran soccorso [...]
[...] nostre sensazioni complesse, IX le nostre moderne passioni. Non siamo mica greci noi; siamo italiani di dopo il sessanta, e tali vogliamo [...]
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[...] dell’alta classe e della borghesia differiva, esteriormente e interiormente, così poco da un parigino delle stesse classi che il coglierne la [...]
[...] agli strati più bassi della società dove il livellamento non è ancora arrivato a render sensibili i suoi effetti; e vi demmo il romanzo, la [...]
[...] novella provinciale, (più questa che quello) per farci la mano, per addestrarci a dipinger dal vero, per provarci a rendere il colore, il sapore [...]
[...] il Moro dello Shakespeare — non vi siete nemmeno accorti, ripeto, che la novella italiana è già riuscita ad essere un prodotto originale, una [...]
[...] contenteremmo di uno ogni tre anni. — Grazie: siete discreti! — Ma voi altri romanzieri italiani XIII avete il fiato corto. Messo fuori un volume [...]
[...] , mediocre, vi par di aver fatto le dodici fatiche di Ercole e vi riposate, per degli anni; o state a ponzare, a ponzare. Il Carducci ve l'ha [...]
[...] ammalato... Il romanzo e il teatro sono per noi due baie peggio che quella di Assab... La poesia tira il gambetto... Gli credete al Carducci? — Lo [...]
[...] punto di tirare il gambetto mentre vive chi ha saputo scrivere l'ode Alle Fonti del Clitummo, per citarne una sola. Lo rispettiamo e rammiriamo [...]
[...] , anche quando il suo XIV sdegno generoso gli impedisce di osservar freddamente e giudicar con rettitudine. Il Carducci, per mostrarsi [...]
[...] giusto, non dovrebbe far altro che voltarsi addietro e guardare il cammino che egli ha percorso prima di salire all’altezza dov’ora siede, solitario [...]
[...] , dovremmo parlare XVI quasi a quel modo... Ma abbiamo forse avuto il tempo di prender dei bagni di filologia? Abbiamo dovuto contentarci del [...]
[...] di mare, e udendolo urlare a quel modo trasaliva e si grattava il capo senza dir nulla. La piccina piangeva, e quei poveretti, dimenticati sulla [...]
[...] sciara, a quell'ora, parevano le anime del purgatorio. Il piangere della bambina le faceva male allo stomaco alla povera donna, le sembrava [...]
[...] , passando dalla sciara per dare un'occhiata verso il mare, e vedere di che umore si addormentasse il vecchio brontolone, andavano a domandare a [...]
[...] comare la Longa di suo marito e stavano un tantino a farle compagnia, fumandole in silenzio la pipa sotto il naso, o parlando sottovoce fra di [...]
[...] rubargliela. XVIII Finalmente il più duro o il più compassionevole la prese per un braccio e la condusse a casa. Ella si lasciava condurre, e [...]
[...] si consolano qualche poco scorgendo che quello strumento non par più lo stesso (e neppure il suonatore) allorchè il virtuoso, così, come per [...]
[...] quell'occasione, non giova a nulla. Il virtuoso, che filava così bene le XXI sue melodie, non arriva a prendere l’intonazione giusta con quella [...]
[...] , il tempo è marcato bene, ma, ma... manca un che, ddu certu non so chi dell’abate Meli. E i poveri diavoli che stanno a sentirlo, di tratto in [...]
[...] Comune dalla sintassi, non c’è da farne gran cosa. Il Carducci (e dev’esserne arrabbiatissimo) ha dato la stura alla inondazione della metrica [...]
[...] barbara; lo Stecchetti alla pioggia di fango dei sonettucci pornografici. Se il Rapisardi non ci ha covato una nidiata di poeti epico-didattico [...]
[...] quel comodissimo mestiere. Ed è per così poco che voi vi indegnate, che voi ingrossate la voce e predicate il finimondo? Guardate qui [...]
[...] . Questa trentina di volumetti stampati a Pisa dal 1748 al 1799, sono XXIII il Parnasso degli italiani viventi. De Rossi, Bondi, Pignotti, Antinori [...]
[...] Parnasso degli italiani viventi insieme col Monti e col Parini!... Non mi fate divagare. Noi abbiamo avuto forse il torto di far un gran salto e [...]
[...] pretendere che il pubblico lo facesse dietro a noi. Dal romanzo storico-politico, siam sbalzati, di lancio, al romanzo di costumi contemporanei [...]
[...] testina di cartone verniciato; e invece ha risposto col voltarsi in là, turandosi XXV il naso col fazzoletto.... Che si aspettavano dunque [...]
[...] incominciamo appena ora! Ma se non abbiamo avuto neppure il tempo di apprendere bene il mestiere, di scioglierci la mano! Dei capolavori? Si fa presto a [...]
[...] , attorno a noi, in alto e in basso. Non ci sarà mai nè un romanziere naturalista, nè un novelliere verista il quale, abbia tanto coraggio da [...]
[...] inventar nulla che rassomigli, da lontano, alle continue e terribili assurdità della vita reale. E se il romanziere e il novelliere rispondono [...]
[...] peggior dell’accusa. Vorrà dire che essi non hanno saputo XXVIII indovinare il segreto processo di quel fatto vero, che nella loro [...]
[...] artista colui che ripete, nella forma letteraria, il segreto processo della natura. Ho qui un documento che dovrà far gola al Verga se gli capiterà [...]
[...] processo si rileva che la Puglisi non volle mai sposare il suo amante). La Puglisi aveva una sorella nubile XXIX e per una di quelle [...]
[...] inesplicabili anomalie dell’amore (l'osservazione è del cancelliere o del pretore) aveva costretto il suo amante a sposarla, imponendo però che i [...]
[...] novelli sposi dovessero convivere con lei e far vita comune; così durava per conseguenza la unione amorosa con il Maugeri. « E durò finchè [...]
[...] l’infelice moglie morì (sic). « Morta costei, continuava la tresca, quando la Puglisi volle che il marito impalmasse la pur troppo bella e buona [...]
[...] saperlo, era ricca, e il Maugeri era da lei tenuto come figlio di famiglia, tanto da esser costretto a domandarle un soldo. XXX Dessa [...]
[...] il marito finge di mutar vita; le si riunisce. « Incominciarono le sevizie, le sporche ingiurie e i sacrifizi di quella XXXII povera [...]
[...] ammazzare la Greco. Ma costui non avvezzo al sangue erasi negato. « Il 26 gennaio (1872) la Puglisi finse una malattia, ma stava a letto vestita [...]
[...] e teneva al capezzale un farmaco che non prendeva; anzi il 27 lo fece gettar via. Un cognato propalava la malattia, invitava gente e parenti [...]
[...] altri. Il Maugeri finge di voler dare a bere agli amici, e manda la moglie a comperare il vino. Si offerse la Sciacca, ma il Maugeri non volle [...]
[...] permetterlo. « La moglie ubbidì, ma vide uscendo un’ombra che si nascose al suo apparire. Comperò il vino, ma ritornando a casa, in sul limitare [...]
[...] è colpita da un nembo di proiettili, e cade a terra profferendo: ahi, mi ammazzaru! « Esce il marito, e gli amici; costoro piangono; ma il [...]
[...] quando il Sindaco lo fa arrestare, la moribonda lo dice innocente; ed interrogata dalle amiche del perchè, manifesta loro di temere, che appena [...]
[...] ..............30 Elementi diversi.............5 Totale 100 Ma è ancora nulla, finchè l’immaginazione non interviene e non vi soffia su il suo gran [...]
[...] spiraculum vitae. Allora soltanto non avrete più campo di fare distinzioni di sorta; il miracolo è riuscito. Quegli elementi disgregati son [...]
[...] : un’opera d’arte. I documenti umani intesi in tal modo — e mi pare che sia il vero — se non scadon di pregio, non hanno però la straordinaria [...]
[...] . La novella fa un commento vivo, drammatico, interessantissimo a questi versi un po’ freddini. Il Dottor Z***, un gran fisiologo pel quale il [...]
[...] matto e da ciarlatano dai suoi colleghi (la cosa accade sovente, anche fuor delle novelle) il Dottor Z*** bruciò tutte le sue osservazioni [...]
[...] addietro, comunicate all’autore. Il fotofono cerebrale applicato al cadavere di un armatore olandese suicida avea dato, in quel caso, i XXXIX [...]
[...] ; e ci corrono i brividi addosso. Allora mi tornò in mente il romanzo dello stesso autore, pubblicato alcuni mesi prima, La femme d'Henri [...]
[...] quanti avran terminato il volume esclamando: Dio! come mancano XL d’immaginazione questi romanzieri naturalisti! Che il volgo dei lettori dica [...]
[...] l’immaginazione e la fantasia, rimpiangano il nodo, l’imbroglio, la favola, la machine - chiamatela come diavolo voi volete - dei romanzi di [...]
[...] trenta anni fa; che delle persone di talento si lamentino di veder perdere a poco a poco il segreto di costruire l’ossatura di un romanzo come ai [...]
[...] bei tempi di Dumas il vecchio e di Eugenio Sue, e ripetano anch’essi a carico degli scrittori moderni: mancano di fantasia! mancano [...]
[...] d’immaginazione! - mi pare, scusate, una enormità inconcepibile. Dunque essi credono sul serio che XLI lo Zola, il Verga e tutti gli altri non [...]
[...] meno, tanto sforzo di fantasia e d’immaginazione quanto il Dumas nel suo Mille e una notte francese da lui intitolato il Conte di Montecristo [...]
[...] assolutamente tutto, e che debba esser bastato allo Zola lo studiare e il prender delle note intorno all’alcoolismo degli operai parigini, e al [...]
[...] Verga il vivere per qualche mese, durante la villeggiatura, fra i pescatori di Aci-Trezza, perchè tutti e due abbian potuto poi scrivere la [...]
[...] il carattere di un’opera d’arte moderna - restringiamoci alla novella e al romanzo - non è più quello di prima. L’opera d’arte - può darsi [...]
[...] che sia anche una decadenza - è diventata seria: troppo seria! dicono XLIII i maligni. Infatti non è divertente. Il romanziere ruba il [...]
[...] vivi vivi i suoi personaggi; ma egli pianta il bisturi in quelle carni palpitanti con la stessa spietata indifferenza di un anatomico. Almeno [...]
[...] io non vorrei vedere il sangue sul coltello e sulle mani dell’operatore, mi diceva un giorno una signora gentile quanto colta, a proposito di [...]
[...] un nuovo romanzo. La signora su questo punto aveva ragione. Però ella non pretendeva che il romanzo moderno tornasse all'antico: non [...]
[...] moderna, questa smania di positivismo di studi, di osservazioni di collezione di fatti, noi non possiamo cavarcela di dosso. È il nostro sangue [...]
[...] , è il nostro spirito; chi non la prova può dirsi un uomo di parecchi secoli addietro smarritosi per caso in mezzo a noi. Ed è naturale quindi [...]
[...] arte, e son rimaste deluse. Sarà sempre da vedere se gli XLV artisti abbiano sbagliato il modo, o ecceduto nella misura. Vuol forse dire [...]
[...] d’essa; se non che si combinano un po’ diversamente. Il romanziere, il novelliere guarda di qua e di là, osserva, prende nota. Se non poggia [...]
[...] un piede sopra un fatto vero, non si crede punto sicuro, e non si avventura a metter l'altro innanzi. Il Verga - parliamo di cose nostre, non [...]
[...] circoscrive il suo terreno. Non gli basta che quei suoi personaggi siano italiani - il contadino XLVI italiano è un’astrattezza - egli va più [...]
[...] d'immaginazione? Qui vi casca l’asino. — Inventano, creano, signori belli! Tutto quel materiale accumulato è roba morta. Voi, io, il più [...]
[...] un’opera d’arte, se non avremo la fantasia, l’immaginazione che dovrà dar vita nuova alla materia raccolta. Quando il materiale è lì pronto, il [...]
[...] fatti; ma egli non saprebbe che XLVIII farsene se non sapesse anche di potere arrivare a cavarle di mano la cosa più importante: il vivo [...]
[...] ; e quando riesce - non vi paia una bestemmia - si mette quasi pari con Dio. Il romanziere moderno è uno scienziato, aggiungiamolo subito [...]
[...] , dimezzato. Lo scienziato, appena creato o scoperto un processo (val tutt’una) è più fortunato di quello: può riprodurne il fatto a piacere, quante [...]
[...] volte gli garba, e può servirsi di tal processo per scopi più belli e più ragionevoli che non siano quelli della XLIX Natura. Il suo fatto [...]
[...] avviene fuori di lui; è il suo schiavo. Il romanziere moderno, invece, dopo che ha scoperto o creato un processo (ripetiamolo: val tutt’una [...]
[...] ) non può verificare il fatto, non può riprodurlo a suo piacere. È un’inferiorità naturale, invincibile: non sappiamo che farci. Ma voi vi [...]
[...] un’identica cosa. Vi dirò anzi che il romanziere moderno ne adopera oggi in maggior quantità che non quelli del passato. Come potete affermare di no [...]
[...] i libri; sono i libri che fanno i lettori. Intendo dire che tra il gusto della folla e quello dei veri scrittori c'è sempre, da principio, un [...]
[...] il vostro gusto intanto si modifica, si raffina e le forme dell’arte anche. Se s’impantanassero tutti e due sarebbe bella e finita. L’arte [...]
[...] un cane che si degnasse di leggerli. Il Boccaccio, per esempio... — Oh Dio! Sarà sempre il Boccaccio e sarà letto eternamente e LIV [...]
[...] fare un pastiche, come il Balzac coi suoi Contes drolatiques, ma sul serio, per tornare all'antico, per riannodarsi alla tradizione nazionale [...]
[...] per un nuovo frutto, cerca e trova il fortunato individuo che le occorre, come ne avea trovati degli altri, uno, dieci secoli avanti — essa non [...]
[...] , indefinitamente, usque ad mortem; giacchè la morte è legge universale e neppur le forme del pensiero vi si sottraggono. Per LVI questo, se il [...]
[...] Boccaccio potesse tornare al mondo, con tutto il suo gran Prencipe Galeotto, avrebbe molto, ma molto da imparare da un novellierucolo di primo [...]
[...] pelo, senza che intanto potesse dirsi che il novellierucolo di primo pelo valga un sol pelo del Boccaccio. Per questo non dovremmo parervi mezzi [...]
[...] grulli se vi dicessimo che voi vi spericolate irragionevolmente perchè la formola dell’arte impersonale non ha ancora trovato il suo Boccaccio [...]
[...] . Fidate nella divina onnipotenza della Forma (coll’effe maiuscolo) e il nuovo Boccaccio arriverà.... se dee arrivare. Arriverà anche che i [...]
[...] cosa, poichè la mente dell'uomo penetra per suo mezzo la natura, e la mano dell'uomo per suo mezzo la doma; allarga intorno all'uomo il campo [...]
[...] sublima, spiega, comunica l'emozioni sue; rivela ogni altezza, ogni abbiezione sua; fa luce dentro il cor suo; e vi conferma gl'ideali, che gli sono [...]
[...] pensatore possa mettere il sentimento e l’immaginazione molto più in su della riflessione scientifica e addossare all’opera d’arte una funzione [...]
[...] ch'essa non ha. E quando sentiamo un grande artista come il Carducci, dopo di averci paragonati ai cagnetti piccini che vedendo un cagnone alzar la [...]
[...] cianca dietro una cantonata vogliono far lo stesso e il cagnone si volta e con un ringhio e una stretta di denti li scaraventa in mezzo alla [...]
[...] i miti inverni sui colli che riguardano il divino Tirreno; e finir col rallegrarsi che i nostri nepoti metteranno in pezzi le nostre brutte [...]
[...] . Il luogo, la disposizione dell’animo mi avevano aiutato a farmeli rileggere senza preconcetti, dimenticando ogni discussione critica, perfino [...]
[...] romanzo fosse stato pubblicato nel 1827! Ora gli ho riletti diversamente. Prima di aprire il libro mi son rinfrescato nella memoria i giudizi dei [...]
[...] un’impressione artistica, ma il risultato d’una specie di processo, un giudizio spassionato e sereno.... Ebbene?... L’impressione si è rinnovata; certi [...]
[...] metà di questo secolo soltanto i Promessi Sposi sono l’opera d’arte che resti in piedi? E, chiuso il libro, ripensando alle discussioni 3 [...]
[...] dunque una cosa difficile, estremamente difficile, il vedere in un’opera d’arte nient’altro che l’opera d’arte? * * * Giacchè l’importante [...]
[...] , l’essenziale mi sembra questo per l’appunto. Quando ci preoccupiamo troppo delle cose secondarie o estranee all’arte, vuol dire che il nostro [...]
[...] criterio comincia a falsarsi; quando arriviamo a metterle molto più in su di essa, vuol dire che il nostro criterio è completamente falsato. Questo [...]
[...] vale tanto pel Manzoni quanto per lo Zola che sembra stia al polo opposto. Dico: sembra, badate! — I Promessi Sposi è il libro della reazione [...]
[...] religiosa.... Ma voi non siete qui chiamato a giudicare il contenuto del libro. Elaborato dall’immaginazione e dal sentimento dell'autore, 4 [...]
[...] l'artista vi ha posto sotto gli occhi? Sì, o no; la risposta dovrebbe essere questa. — I Rougon-Macquart sono il manuale del materialismo [...]
[...] , del pessimismo contemporaneo... Ma è l’identica cosa! Il contenuto, le intenzioni o le pretensioni scientifiche (dite come vi pare) dello Zola [...]
[...] risposta dovrebbe essere questa. * * * Invece, anche dagli intelletti più acuti ed arguti, si fa precisamente il contrario: il contenuto vien preso [...]
[...] per unica norma nel giudizio di un’opera d’arte. E non si bada che, quando capita in mano di un vero 5 e grande artista, il contenuto [...]
[...] (spesso malgrado ogni intenzione dell’autore) riman sempre una cosa affatto secondaria e indifferente, non già perchè perda il suo intrinseco [...]
[...] come forza viva ed operante, nella sua libera personalità, direbbe il De Sanctis; collo scader di pregio del contenuto, col suo passare dallo [...]
[...] stato di verità a quello di errore (cosa che accade sovente) il valore dell’opera artistica dovrebbe venir meno. E intanto vediamo che dura e [...]
[...] noi: quel loro misticismo è roba romantica già passata di moda: e il libro resta come un documento storico da cui l’arte moderna non ha nulla [...]
[...] . Secondo me, si ha torto nell’un caso e nell’altro, quantunque per lo Zola ci sia un'aggravante, come dicono i legali. Il Manzoni non ci ha [...]
[...] detto nulla delle sue intenzioni artistiche nei Promessi Sposi; nè prima nè poi. Ha fatto come il Signore, ha abbandonato il suo mondo alle [...]
[...] ». Benissimo! Ma che c’importa, che cosa deve importarci di tutto questo? Ammettendo anche che il Manzoni avesse torto nel condannare il romanzo storico [...]
[...] a compire da romanzieri. Nei diversi momenti, due loro diverse facoltà vengono poste in azione. Quando il critico parla in essi, l’artista [...]
[...] abbiamo davanti a noi Don Abbondio, Perpetua, Don Rodrigo, Don Ferrante, Padre Cristoforo, il Cardinale, Renata, Lisa, Gervasia, l’Abate [...]
[...] Faujas, Lantier, Dionisia e tutto il resto? * * * E metto lo Zola di faccia al Manzoni per far meglio risaltare l'evidenza della nostra assurdità [...]
[...] non ci dovrebbe essere più neppure il vestigio, almeno tra le persone che, dopo tanto disputare, mostrano di occuparsi d’arte da produttori e da [...]
[...] . Perciò si è fatto sempre e si continua a fare una maledetta confusione tra il contenuto e la forma; e, trattandosi d’arte, non si dovrebbe parlare [...]
[...] suo carattere individuale. Fortunatamente l’Arte è molto al di sopra dei nostri particolari ghiribizzi. Quando il suo soffio creatore spira [...]
[...] nulla: sono, in parte, un’eredità delle forme precedenti che sussistono in lui tuttavia. Così il colorito eccessivo, la frase impennacchiata e [...]
[...] certe movenze dell’azione che si incontrano nello Zola. Ma fra Walter Scott e il Manzoni c’è di mezzo un abisso; e quando lo Scott, rispondendo [...]
[...] , qualcosa di più che un complimento. * * * La conchiusione è: che quello che deve interessarci nello studiare i Promessi 11 Sposi non è il [...]
[...] il modo come sono applicate e giustificate dai personaggi dei suoi romanzi, ma quello che coi Rougon-Macquart si è stabilmente introdotto, o [...]
[...] miracolo del Decamerone. Nè parrebbe assurdo, come son sicuro che parrà a molti, il vederli messi a riscontro dei Rougon-Macquart; se pure non [...]
[...] sarà chiamato una 12 profanazione il porre Padre Cristoforo, Don Abbondio, Perpetua e la signora di Monza accanto al Coupeau, al Lantier, a [...]
[...] la quale abbia, insieme coi caratteri dell’arte universale, il carattere nostrano, se dinanzi ad un’opera d’arte così squisita, così elevata [...]
[...] hanno nulla che vedere con essa? Come pretendere che i nostri giovani avviati pel difficile sentiero dell’arte, possano mettere il piede sopra [...]
[...] un terreno solido, se non sanno scorgere, per dirne una, nessuna relazione tra il sentimento profondamente umano che ha prodotto i Promessi Sposi [...]
[...] rimanga più nulla da imparare da Don Abbondio e da tutto il mondo manzoniano creduto un mondo morto, come quello della luna. Raccontano che il Rosini [...]
[...] solesse dire ai suoi amici: — il povero Sandro non mi sa perdonare d'aver ammazzato colla mia Monaca di Monza i suoi Promessi Sposi — e che andato [...]
[...] Monaca di Monza desidera vederlo — Il Manzoni, 14 quel giorno perdette un po’ la sua calma abituale e gli fece rispondere: — Don Alessandro [...]
[...] prega l’autore della Monaca di Monza a manifestargli il suo nome giacchè non lo conosce. A noi che crediamo così prosuntuosamente di aver [...]
[...] ammazzato i Promessi Sposi unicamente perchè non siamo più nè mistici, nè quietisti, nè idealisti o non so che cos’altro, il Manzoni, dalla sua alta [...]
[...] , generazione venuta su dopo il quarantotto, non intendiamo più quasi nulla del gran complesso di sentimenti e di idee che formarono quella gloriosa [...]
[...] rivoluzione; quando penso che il secolo decimottavo, del quale possiamo studiare da vicino qualcuna delle reliquie viventi, ci fa lo stesso effetto [...]
[...] 16 filosofia, furono, si può dire, agli antipodi di quello che siamo ora noi. Dicono: c’è il documento scritto, c’è il documento archeologico [...]
[...] potranno servirvi da controlli. Abbiamo i poeti, gli storici, i comici, i tragici: abbiamo le statue, le pitture antiche, le rovine, e poi tutto il [...]
[...] » (I). (I) F. Cavallotti. La Sposa di Mènecle. Prefazione XIII. 17 Infatti il Cavallotti ha pubblicato la sua Sposa di Mènecle con una [...]
[...] possano, all’occorrenza, confermare o schiarire. Il Cavallotti, si sa, è un erudito di prima forza; e se le note della commedia hanno un ugual [...]
[...] volume di essa, questo devesi soltanto alla sua moderazione; potevano facilmente diventare il doppio, il triplo. Bisogna aggiungere che esse non [...]
[...] non avrebbe ottenuto giammai. Il poeta aveva avuto un’altra fortuna, quella che capita soltanto ai cercatori, ai curiosi, agli studiosi [...]
[...] appassionati: il soggetto gli era venuto dinanzi quasi bello e completo in un’arringa dell’oratore Iseo, intitolata appunto dell’Eredità di Minècle [...]
[...] . Il documento era preziosissimo per la sua natura e la sua estensione. C’era l'emozione dell’oratore, l’evidenza della narrazione dei fatti, una [...]
[...] dirlo, la riuscita è completa. Ma è proprio sicuro il Cavallotti della realtà greca della sua sentimentale Aglae e del suo non meno [...]
[...] sentimentale Elèo? È proprio sicuro che questi versi: Te fuggo com’esule che disse l'addio, Ma volge la testa tornando a guardar; E fugge... ma il [...]
[...] siegue più lungo il desio... E fugge... ma indietro vorrebbe tornar! Mia trista, mia trista battaglia del core! Scrutarla non cerchi pupilla d’uman [...]
[...] sarebbe tempo di rassegnarsi a credere, come ha ben detto il Taine, che non vi possano essere altre tragedie greche che le tragedie greche, nè [...]
[...] lutter ensemble, d’en assurer le développement et de conclure par un dénouement logique ». Ed ecco, sous un nouveau jour, il tipo d’Orfeo. La [...]
[...] ) Charles Grandmougin. — Orphèe, drame anticque. Paris, Lévy, 1882. 24 Infatti egli ha avuto fin scrupolo di far discendere il poeta [...]
[...] di prove. Il Grandmougin, che non è un poeta volgare, non ha avuto neppure il sospetto che tutto questo era perfettamente antiartistico [...]
[...] splendori abbaglianti della leggenda, continuino a parlarci serenamente il lor divino linguaggio! 3 dicembre 1882. GABRIELE D’ANNUNZIO (I [...]
[...] ) « Canto novo » è, da cima a fondo, un’ebbrezza di luce e di colori. Il paesaggio meridionale vi celebra i suoi trionfi col selvaggio rigoglio dei [...]
[...] ciliegi scoppiano le ondulazioni argentine delle risate di Lalla; e in cima alla scogliera il terribile profilo del Rossaccio si disegna e poi [...]
[...] sparisce nel gorgo marino...; ma sono apparizioni fugaci, visioni d’un minuto. Il paesaggio riprende subito la sua foga sinfonica, tormentata [...]
[...] alla Wagner, dove i rossi e i gialli mandan fuori rantoli profondi ed urli da ottoni, dove il verde e l’azzurro cantano, al pari di violini e di [...]
[...] , in un crescendo vertiginoso, mentre il bianco, l'opalino, il violetto, il verde mare mormorano e sospirano da flauti e da viole, travolti da [...]
[...] , con una sincerità ingenua che finisce coll’ispirar simpatia e riuscire gradita. Anche quando si tien chiusa dentro il limite letterario, ha [...]
[...] breve pentametro spira in un pispiglio languido di dattili... rompetemi il dattilo in bocca, fervidi baci della fanciulla mia; Per te germogli [...]
[...] capriccio se il maestro di musica ricerca con tanta faticosa insistenza il colorito, se il pittore vive con una continua preoccupazione del gamma [...]
[...] cromatico, se il poeta si sforza di far sentire l’uno e l’altro con una brutalità di tecnicismo che urta i nervi a molta 31 buona gente? Con chi [...]
[...] prendersela se la critica non sfugge neppur essa alle allucinazioni del colorito, al capogiro delle sinfonie, e se poi, invece di parlare il [...]
[...] forma di sensazioni, di sentimenti irriflessi e di attività di pensiero; nè per nulla il nostro organismo è ormai ridotto molto più sensibile [...]
[...] ? Perciò essa diventa analitica, eccessivamente cesellata, spesso contorta; come se una convulsione la scuotesse tutta in quel suo avido inseguire il [...]
[...] un’altra, e fa suoi i mezzi, il processo e perfino i ripieghi di questa. E 33 così oggi abbiamo la sinfonia poetica, il notturno poetico [...]
[...] ; abbiamo la marina, il paesaggio, il quadretto di genere poetici, dove la parola scusa da note, da disegno, da colori; ma dove il ritmo del verso [...]
[...] batte la cadenza coll’andantino, col mosso, coll’allegro, col crescendo e fa sentire il pedate e lo smorzo; ma dove la frase stende il colore [...]
[...] quando veggo il D’Annunzio toglier di pugno i pennelli e la tavolozza al Michetti per dipingere queste splendide marine del Canto novo, non che [...]
[...] biasimarlo, batto le mani. Principalmente perchè il Michetti gli ha insegnato il suo segreto, quello cioè di non dipingere una marina ideale, una [...]
[...] vivente e sensiente. Le marine abbondano nel Canto novo. Il poeta non sa saziarsi del suo Adriatico, e lo canta sotto tutti gli aspetti; sicchè [...]
[...] soverchiamente di taluni eccessi di queste forme (e dovrei aggiungere di questi artifizi) il quadro non resta però così fuori di lui che qua e là [...]
[...] poetico. Nel Primo vere non accadeva così. Il poeta lì si divertiva con quella sfida alla tavolozza, con quella lotta puerile tra l’abilità della [...]
[...] parola e l’abilità della mano; e il suo sentimento non v’interveniva. Il cielo pien di nuvole rosse a levante; di contro un incendio ampio [...]
[...] novo l'emozione è sempre così spiccata che non possa facilmente venir confusa colla sensazione. Da tutto il volume si sprigiona una freschezza [...]
[...] giovanile; un alito di salsedine marina ci punge le nari; un forte sentore di terra in rigoglio ci si spande d’attorno. Il poeta ignudo le [...]
[...] cosa: infatti qui abbiamo l'angoscia che lo sugge colle sue mille ventose viscide di polipo; più in là i polipi avidi con mille ventose indi a il [...]
[...] pispigliano. Cantano i venti: O voi cui viva pe’ tronchi la linfa, qual per le vene il sangue vivo a li umani sale... ...Ecco e deste le foglie [...]
[...] , stringa lo schiavo etiope il lunato arco d’argento e nel felino avvampi occhio un desìo. L’onde pel sole come serpi immani verdi [...]
[...] s’incalzino a la spiaggia... Ridi? Ne l’insueto saffico un’antica larva mi tenta. C'è nel Canto novo il sentimento della Natura, lo so bene, e [...]
[...] vivissimo. Il D’Annunzio riserba per esso i più preziosi tesori del suo colorito di stilista e i più fragranti fiori delle sue poetiche immagini. Ma è [...]
[...] falco, diritto in arcioni, star in ascolto con feroce angoscia se rechi il vento clamor di battaglia. Ed è bello vedergli portar nella prosa, come [...]
[...] rappresentazione della realtà lo spiracolo creatore, il far dei versi, anche stupendi, non sia il meglio che egli possa fare! 4 giugno 1882 [...]
[...] si guardan tra loro forse un po’ sorprese di trovarsi insieme, come ha già notato il loro autore. Ma quando si è dirimpetto a un’opera d’arte [...]
[...] che lo ha spinto a concepire quell’opera e che manifestansi in essa. Così, rileggendo i Medaglioni, il mio interesse non era tutto accaparrato [...]
[...] di quelle creature che han lasciato il loro profumo di donna nella storia e si chiamarono la Pompadour, la Du Barry, Sofia Arnould, Giulia [...]
[...] gli guidavano la mano nei tocchi rapidi e delicati; e tentavo di spiegarmi quell'emozione che finiva col coprire il peccato di un pudore [...]
[...] verginale, con lo spandere un’onda 44 redentrice di perdono sulla passione ardente e sincera. Il libro mi spingeva a poco a poco in un'altra [...]
[...] passeggiavamo insieme sui Lungarni di Firenze ragionando di arte, mentre l’Arno passava quasi silenzioso, riflettendo il cielo stellato, sotto gli storici [...]
[...] allora erano novità ed intuizioni di stile e di forme poetiche; e la sua voce tremava e il verso assumeva un accento, un’espressione che la fredda [...]
[...] , Io seguiva in ciel le Pleiadi, Io seguiva il grande Orione E la Luna che in silenzio Navigava la cerulea Onda tiepida dell’aere Infinito [...]
[...] . — E senza requie, Senza tregua, senza sonno, Sotto il ponte succedevansi Cupe, rapide, sinistre Le grand’onde; ed i grand’alberi Della riva [...]
[...] protendevano Lunghe l'ombre sovra l'acque Che, correndo, le rompevano. Ed era proprio così in quel momento, presso il cancello delle Cascine [...]
[...] , nella calma di quella notte autunnale di cui i ruggiti dei leoni rompevano, dalle gabbie del 46 Giardino dei Semplici, il maestoso [...]
[...] ritrovavo tutto il Nencioni in ogni linea, in ogni frase di quel volumetto assai meglio che non l'avessi prima riconosciuto nei medaglioni sparsi nei [...]
[...] giornali; così anche gli stessi difetti, o meglio le stesse mancanze, che ora il volume fa più visibili, servivano a rivelarmi perchè in un [...]
[...] preferenze e capricci. Come in tutti gli amanti, si verifica dentro di lui quel processo di eliminazione che è il fenomeno più caratteristico [...]
[...] il valore di pregi o non diventano la maggiore delle attrattive, spesso l’unica attrattiva. Perciò talvolta egli chiude gli occhi [...]
[...] volontariamente, o non vuol vedere che da un lato solo. Osservate il medaglione della Krüdner, una strana figura di donna che ama misticamente, che si [...]
[...] certamente la più curiosa, la più piccante. Ma che volete che egli se ne facesse d’una maîtresse che il Gentz ha chiamato vecchia e bruttissima [...]
[...] ; lo stile del Nencioni ne ha tutte le finezze, tutte le sfumature, tutte le mollezze. Non vi accostate troppo la mano; c’è il pericolo di [...]
[...] profondamente pensate. Il soggetto n’è rischiarato di una luce viva, fatta scaturire dalle sue stesse intime viscere, senza sforzo, senza sottigliezze [...]
[...] goethiano; ma originale la fa apparire e divenire il complesso delle idee che rende importantissimo questo studio dell’Eterna leggenda. Però il Bonghi [...]
[...] del Mago d’Antiochia e la Margherita del Fausto del poeta? Mi par di no. Anzi mi pare che il ragionamento, esattissimo, del suo ultimo articolo [...]
[...] . Nel caso presente, qual’è il concetto astratto da cui sono scaturite le due leggende di Cipriano e di Fausto? Rispondo collo stesso Bonghi; è il [...]
[...] meglio che possa fare: « Traversa i secoli, nella coscienza popolare, un pensiero che il sapere non basti a soddisfare l'animo e possa, quando [...]
[...] eccede, corromperlo. C’è qualcosa, si crede o s’immagina, oltre il sapere, ed esso oltrepassa da parte sua il reale ed il vero. Non basta a [...]
[...] nutrire la vita e la confonde. Empie la mente e lascia vuoto il cuore; sicchè all’uomo bisogna un più potente, un più fresco alito per sentirsi [...]
[...] rappresentato materialmente dalla bellezza di lei. Il sentimento prodotto da questa non va più oltre del possesso nella sua indeterminatezza di [...]
[...] diavolo: il Crocifisso è più grande di te? — Sì, di certo: è più grande di tutti. — Adunque io lascio te e divento amico del Crocifisso. Ed ecco [...]
[...] di lei, come il Bonghi conchiude. Perchè se così fosse, la leggenda dovrebbe avere una forma affatto diversa: e l'azione avrebbe dovuto [...]
[...] . Cipriano ha trovato un punto dove fermarsi nelle sue corse a traverso il mondo reale e il mondo della scienza di allora. La bellezza di Giustina lo [...]
[...] dannazione attraggono, occupano intieramente lo spirito ardente e appassionato di Cipriano. E non il ragionamento, è il sentimento, il sentimento [...]
[...] l’aspetto della pura e semplice sensazione. Se non che qui interviene il dolore, la realtà della vita, per lanciar di nuovo Fausto nella sua [...]
[...] , sussiste sempre, perchè è fuori di lei, ed essa non n’era che una forma caduca e passeggiera. Perciò era logico, era inevitabile che il poeta la [...]
[...] Gloriosa; ma in questo caso il Goethe avrebbe dovuto dimenticare che era un poeta; ed egli, odiatore acerrimo d’ogni astrattezza in poesia, voleva [...]
[...] arida essenza. È abbastanza che ci faccia dare dal coro la sintesi del poema, con quei versi che, me lo perdoni il Bonghi, a me non 58 [...]
[...] paiono punto strani. Se l'eterno femminino non volesse dire il sentimento, cioè l'indefinito, il vago opposto alla riflessione, al determinato [...]
[...] solo istante; ed ecco che, subito dopo, riprende il suo viaggio di purificazione, di divinizzazione; ed ecco daccapo l’ignoto, l’indefinito, il [...]
[...] . Nei primi secoli cristiani la religione era l’ideale e il reale ad una volta. Nei tempi moderni l’ideale e il reale s’incarnano nella scienza [...]
[...] nell’altro non è la donna che salva o dà impulso a salvarsi, bensì quello che il Goethe battezzò, con una frase da gran poeta l'eterno femminino, e [...]
[...] la seconde fois, les Latins ont conquis la Gaule », è una piccola malizia... da latino, direbbero a Parigi. Il Daudet ha abituato il pubblico [...]
[...] ai romanzi contemporanei trasparentissimi, pepati come il pettegolezzo di una conversazione elegante, gustosi come le indiscrezioni susurrate [...]
[...] largamente del suo diritto di osservatore e di artista; ma quando con quei suoi occhietti di miope ha sbirciato le miserie, le colpe, il ridicolo (I [...]
[...] lettore e d’ammiccargli, da birichino, con una civetteria quasi femminile. Vuol fargli sapere che sotto il personaggio dell’arte c’è il personaggio [...]
[...] tutta Parigi e fu registrato dai giornali. L’artista in queste malizie, fortunatamente, perde poco o nulla, e il libro, commercialmente [...]
[...] , intanto guadagna di molto. Non è una malignità l'affermare che il Nabab e Les Rois en exil siano stati un po’ aiutati così ad arrivare oltre le [...]
[...] un terzo. Questo non significa che il Daudet speculi sul pettegolezzo dei suoi lavori, bassamente. Il romanzo moderno è uno studio psicologico [...]
[...] elementi della realtà per ricavarne un insieme che non sia precisamente reale. Significa soltanto che il Daudet mette una punta di malizia nel [...]
[...] questa punta di malizia traspariva dal titolo e bastava. Nel nuovo romanzo, poichè il titolo non diceva nulla, ha voluto mostrarla nella [...]
[...] grassi godimenti materiali, che freme d’attorno a quella torreggiante figura del caorsino e minaccia d’abbatterla; e (I) Allora il Gambetta era [...]
[...] ancora vivo. 64 apriamo il libro già belli e avvertiti, leccandoci anticipatamente le labbra pel piccante manicaretto che stiamo per gustare [...]
[...] dinanzi il grande uomo della provincia, Numa Roumestan, che distribuisce a destra e a manca saluti alla buona, strette calorose di mano [...]
[...] del tamburo di Valmajour, il primo tamburino della Provenza; quella festa ci richiama in mente altre riunioni della stessa natura, delle quali [...]
[...] abbiamo lette le descrizioni nei giornali, quando il latino dalle larghe spalle e dalla parola possente andava attorno, per convertire le turbe [...]
[...] nera capigliatura che le mangia metà della fronte, quel viso con tutto 65 il sangue a fior di pelle, con quei begli occhi dorati, di ranocchio [...]
[...] cause, ci ricordano anch’essi il latino dalle larghe spalle e dalla parola possente, che, sotto il secondo Impero, frequentava ancor studente il [...]
[...] studio del Crémieux, nel processo Baudin lanciava, invece della difesa del cliente Delescluze, il suo terribile atto d’accusa contro l’Impero in via [...]
[...] di sfasciarsi. Ma l’illusione arrestasi qui. Di mano in mano che si procede nella lettura, il personaggio dell’arte si rimpicciolisce, prende [...]
[...] le proporzioni comuni, e il lettore prova un vivo dispetto contro l'autore che, colla malizia della sua epigrafe, 66 lo ha fatto cadere in [...]
[...] inganno. Il romanzo, convien dirlo, non lascia d’essere attraente. Le reminiscenze della infanzia di Numa, il viaggio al monte Cordoue in [...]
[...] privi di rilievo; ma non son tali da fare che la figura e il carattere di Numa acquistino l'alta importanza lasciata supporre dalla malizia [...]
[...] si scorge poco. Si direbbe che il Daudet, arrivato alle strette, non abbia più avuto il coraggio dal suo forte soggetto richiesto, ed abbia [...]
[...] che domina davvero la Francia. Poi, questa volta, il tema imponeva al romanziere un’attitudine seria. Non era il caso di ripetere, con più vaste [...]
[...] vivace, impressionabile, lo stile caldo e pittoresco, ed insieme la osservazione acuta e il buon senso che sorride; proprio quel che ci vuole per [...]
[...] lavori. Eppure questo nuovo romanzo è riuscito sbiadito, a dispetto di tutto il sole che l'autore vi ha profuso. Quando noi vediamo la rigida [...]
[...] altrettante colpe di origine. La 70 razza! Il Daudet non vede altro. E, da meridionale, si scalda, alza la voce, si batte i fianchi, sgrana gli occhi [...]
[...] avvertirlo, d’un matrimonio d’amore. Però il futuro marito deve piacere alla ragazza, una parigina puro sangue, che non può soffrire i meridionali da [...]
[...] fa sentire il fascino della sua voce, ma la travolge in quel suo fiume di generosa eloquenza 71 che ha parlato così appassionatamente di [...]
[...] grandi gesti del mestiere. Avrebbe forse fatto diversamente un giovane parigino un po’ furbo che stesse ad uccellare alla dote? Pare che il Daudet [...]
[...] meridionale. E finisce il capitolo esagerando alla sua volta, da vero meridionale che si sia ben montata la testa: Fiamme et vent du midi, vous êtes [...]
[...] irresistibles! come se Numa Roumestan avesse operato un miracolo. Il Daudet ce l’ha un po’ con questa 72 sua creatura e le aggrava addosso la [...]
[...] l'uomo del mezzogiorno questo facea le veci di tutto: il blasone gli nascondeva la donna. — Ma no; molti mariti parigini fanno lo stesso in tutti i [...]
[...] mesi dell’anno.... Il Daudet gli amministra intanto un assai grave gastigo. « Bruscamente, senza dire una parola, ella si slanciò, attraversò [...]
[...] il piccolo salotto, andò diritta alla porta del gabinetto, la spalancò e cadde rovescioni. Non avevano neppur messo il paletto! » Rosalia riceve [...]
[...] più serio, e già egli prepara un’evoluzione verso il partito imperialista. Un giorno, a tavola, Numa si sfoga a canzonare quei di Froshdorf; li [...]
[...] rassomiglia al Pegaso di legno di don Chisciotte inchiodato fermo al suo posto mentre il Cavalier della Mancia, cogli occhi bendati, crede di [...]
[...] viaggiare su di esso pegli azzurri spazi del cielo. — Il suocero consigliere si mette in sospetto. Tieni d’occhio il tuo grand’uomo; mi pare che [...]
[...] ciurli nel manico, egli dice alla figlia. E Rosalia, sorprende, poco dopo, il marito mentre scrive una lettera all’Imperatore con la quale egli [...]
[...] accetta il posto di consigliere di Stato: Figlio della Vandea del mezzogiorno, cresciuto nella fede monarchica e nel culto rispettoso del passato [...]
[...] non ci fa una bella figura. Ma se mi dite che è per la razza, per la indifferenza meridionale intorno l’onesto e il disonesto, io vi rispondo di [...]
[...] no. Nessun parigino ha mai fatto altrettanto? La cosa è un po’ difficile a esser creduta. E tutto il romanzo va di questo passo intramezzato [...]
[...] illusione duri a Parigi, dopo il ridicolo che colpisce il suonatore nella festa musicale al Ministero e nel suo debutto all’Opèra; ma che [...]
[...] l’illusione sia così profonda da intaccare i germi vitali della povera ragazza, ecco, è.... meridionale addirittura. E il Daudet non se n’accorge. Una [...]
[...] cosa intanto sorprende: il difetto di colorito in un soggetto meridionale. Una cosa intanto fa pensare: la mancanza di quei contrasti così [...]
[...] e tante volte che i suoi quadri mancano di proporzioni nei diversi episodi e abbondano di contrasti eccessivamente ricercati. Ed ecco che il [...]
[...] vivace romanziere si sorveglia, si rattiene, anche a costo di riuscire, egli! un po’ grigio e monotono: ed ecco che architetta il suo lavoro [...]
[...] Burgravi che paiono il borbottamento d’un Eschilo rimbambito, tutti han tentato la prova della scena prima di presentarsi al pubblico sotto la [...]
[...] la scena. Ah! i tempi son mutati. Oggi non basta più l'essere un fantasma e il poter declamare dei versi sublimi per osar di salire il [...]
[...] dibatta fra le strette della realtà, che parli il nostro linguaggio, che indossi i nostri vestiti, che ci faccia sentire quei singhiozzi rotti [...]
[...] , quegli scoppi di pianto e tutte le ribellioni e le ironie che ci sconvolgono il cuore perchè son cosa nostra: bisogna, insomma, chiamarsi [...]
[...] Torquemada. Infatti il poeta ha esitato lunghi anni 79 intorno alla sorte di questo lavoro. E rassegnandosi finalmente a metterlo fuori in [...]
[...] volume, pare voglia dirci: — Prendetelo qual è, dramma, lirica, poema, visione...; a me non ne importa nulla. È il mio concetto, la mia emozione [...]
[...] la terribile figura del grande Inquisitore di Spagna. Il poeta le ha ficcato dentro l'anima quelle sue pupille di veggente ed ha carpito il [...]
[...] dominò il re, che lottò col papa, che non si curò 80 d’altro al mondo fuorché del suo terribile tribunale e delle sue tremende Istruzioni [...]
[...] sauver l’homme. Oui, l'homme amnistié J'ai cette obsession. En moi l'amour sublime Crie, et je combatterai l'abîme par l'abîme! Que faut-il? Le [...]
[...] qualunque rancore politico e religioso; e il non aver visto in esso null'altro che l'altezza del giustiziere che percuote inesorabile, perchè ama [...]
[...] fortemente, che ammazza il corpo, l'accidente, perchè vuol salvar l'anima, l'essenziale, è un lampo di genio degno di Victor Hugo e di [...]
[...] qualunque altro grande poeta. Lo Shakespeare, il gran creatore di uomini, non l'avrebbe concepito altrimenti. Senza dubbio, a tanta forza d’ideale [...]
[...] avrebbe dato un Torquemada tutto d’un pezzo, senza scoraggiamenti, senza paure. Si sarebbe rammentato che ci fu un tempo in cui il Torquemada della [...]
[...] 83 pedoni; si sarebbe rammentato che il grande Inquisitore, accoppiando all’assoluta certezza della fede le superstizioni dell'alchimia [...]
[...] dato, insomma, una creatura vivente, non un’astrattezza. — Prendetelo qual è, dramma, lirica, poema, visione; a me non ne importa nulla. È il mio [...]
[...] la vita; il dramma è qui! Nel mondo del pensiero, può darsi; nel mondo dell’arte, no davvero. È puerile, o senile, (a vostra scelta) il 84 [...]
[...] figurarsi che chiamando Francesco di Paola il concetto astratto dell'ascetismo egoistico, occupato soltanto della propria salvezza spirituale [...]
[...] ; che chiamando Borgia il concetto astratto del godimento fisico e bestiale dei piaceri della carne; che chiamando Torquemada il concetto [...]
[...] les rentrer de force au paradis! e allorché, venuto terzo fra loro, il Borgia canta il suo inno epicureo alla vita, al piacere, al trionfo dei [...]
[...] sensi: Je suis une faim, vaste, ardente, inassouvie. Mort, je veux t’oublier; Dieu, je veux t'ignorer! e il santo domanda, atterrito: Qu’est [...]
[...] della regina Isabella, del marchese Fuentel e di Gucho il buffone del re; gli è parso sufficiente dar in preda alla mistica esaltazione di lui i [...]
[...] condannato dai superiori del suo ordine, han sollevato la lastra sepolcrale con l'asta di ferro d’una croce. Che vorremmo di più? Il poeta, ormai lo [...]
[...] sappiamo, non cerca una realtà artistica ma un velo che adombri il suo concetto, ma una immagine senza consistenza che lo lasci agevolmente [...]
[...] trasparire. Non gli preme che quello, soprattutto. Il resto è una concessione che egli ci fa, a malincuore. Perciò tutto gli par buono e sufficiente [...]
[...] , 87 anche il bambinesco, anche l’assurdo. — Vous me sauvez. Je jure, enfants, de vous le rendre! dice Torquemada, sulla fine del prologo [...]
[...] croce per stemma. — Cielo! — esclama Don Sancio, spaventato. E il dramma finisce. * * * Tutto questo è artificiale, meschino, supremamente [...]
[...] ridicolo. Quel Torquemada che ha indetta la sua crociata contro il peccato, contro la bestemmia, contro i brutali rinnegatori del sangue di Gesù [...]
[...] senza dubbio il sublime della follia del divino... Sì, senza dubbio. Ma la forma, ma la vita? Il poeta voleva darci, mi pare, un’opera d’arte; un [...]
[...] altro le più risposte malizie del suo mestiere; una costruzione, è superfluo il dirlo, solidamente piantata, da mano maestra.... Ma il risultato [...]
[...] , quelle figure erano un mero pretesto per lui! Egli — ce l’ha detto dopo — s’era sentito gonfiare il petto, dallo sdegno, dinanzi allo spettacolo [...]
[...] oltre il Reno c’è un uomo 94 « au front dégarni, à la moustache épaisse, aux yeux sombres, profonds, fixes et insondables, a la bouche [...]
[...] umani, ma incarnazioni complessive, essenze di esseri, entità, in una parola! Il pubblico se n’era accorto prima che l'autore lo confessasse; e [...]
[...] , come nella natura, il gran segreto della vita. Voi siete padrone, padronissimo di mettere sotto quelle forme vive tutto quello che voi volete [...]
[...] : religione, filosofia, politica, tutto; potrete anche credere, nel caso particolare in cui siamo, che il teatro sia chiamato a cercare la [...]
[...] ora, alla rappresentazione, capivo quanta potenza drammatica avea profuso il Dumas in quel personaggio, il solo che 96 apparisca vivo e [...]
[...] mal un seul étre innocent, si tu me fais obstacle dans ce que Dieu me commande, aussi vrai que Dieu existe, je te tue! Ma il Dumas col suo [...]
[...] rappresentanzione arriva a nascondere la crudezza dei mezzi con cui la catastrofe vien prodotta. C’è là, in un angolo, il fucile che attende [...]
[...] ; l’autore ha troppo fretta di far provare il suo piombo vendicatore alla malefica bestia! Poichè non si trattava di esseri umani, ma di essenze, ma [...]
[...] dubbio una buon’azione della quale Dumas pensatore e cittadino può andare orgoglioso, ma non una vera opera d’arte. Il meglio (e ne converrà il [...]
[...] Dumas artista) il meglio sarebbe stato ch'essa fosse riuscita, nello stesso tempo, e l'una e l’altra. 5 Novembre 1882. UN ROMANZO [...]
[...] GIAPPONESE (I) Se non sbaglio, questo è il secondo romanzo giapponese che vien tradotto in una lingua europea. Il primo tentativo fu fatto dal [...]
[...] Pfizmaier nel 1847, quando diede alla luce in Vienna un racconto di Tane Hico pubblicato al Giappone nel 1821. Il nostro Severini lo tradusse in [...]
[...] italiano, correggendo i mille errori d’interpretazione del testo nei quali era incorso il professore tedesco; ma confessò (I) Les fidéles ronines [...]
[...] non era arrivato a capire, e che per parecchi altri dubitava di avere ben reso l'originale. Il racconto di Tane Hico è una graziosa storia di [...]
[...] note a piè di pagina e una breve introduzione sulla storia dei quarantasette rônini, hanno commesso il sacrilegio artistico di rimaneggiare tutto [...]
[...] il lavoro, spostando l'ordine dei capitoli e colmando le pretese lacune con estratti di altri lavori innestati nel testo. Non conoscendo [...]
[...] quella caratteristica particolare che ne avrebbe formato il maggior pregio. La quale però dev’essere grande davvero se, a dispetto di tante [...]
[...] venerazione e di culto. « Furono uomini leali e perciò patriotti! Essi han dato un esempio che sarà sempre imitato, e verrà tempo in cui il loro [...]
[...] 103 valore sarà riconosciuto anche in alto ». Questo scriveva l’autore nel 1848; e nel 1869 il Mikado Montsouhito insigniva la tomba del capo [...]
[...] qualunque cagione trovasi sciolto dal diretto legame di vassallaggio verso un principe — daïmio. Il motivo che fece diventar rônini i samurai [...]
[...] del principe d’Ako fu il seguente. Nel dicembre del 1698 il presidente del Consiglio degli Anziani di Yedo, saputo che dovevano arrivare alla Corte [...]
[...] del Taicum tre inviati della Corte imperiale di Kioto, destinò a riceverli Asano-Takumi- no-Kami (Campomattino) principe d’Ako e il principe [...]
[...] Kamai Suma (Pozzo della tartaruga). — Essi dovevano prendere gli ordini dal Kira, Gran cerimoniere del Taicum. Avido, venale, insolente, il Kira [...]
[...] 104 perdettero la pazienza e decisero di vendicarsi ammazzandolo. Il primo consigliere del principe Kamai Suma capì subito il pericolo in cui si [...]
[...] trovava il suo signore, e pensò di presentarsi segretamente al Kira con ricchi doni che disse inviati direttamente da quello. Il principe [...]
[...] Asano Takumi-no-Kami non fu così fortunato. Il suo primo consigliere era lontano. Pure, siccome questi conosceva benissimo l'avida natura del Kira [...]
[...] , pensò d’inviare un messo con dugento rios d’oro ai due consiglieri che stavano presso il principe, ordinando che li presentassero subito al [...]
[...] grandissimi segni di rispetto, mentre Sua Eccellenza il principe d’Ako fu trattato peggio del solito. — Principe d’Ako, mi si è sciolto il nastro di un [...]
[...] calzaretto; annodatemelo. 105 Il principe si rassegnò anche a quest’insolenza, giurando in cor suo di farne vendetta più tardi. — Come [...]
[...] siete goffo questa mattina! — soggiunse il Kira. — Sembrate un contadino! Il principe non ne potè più e tirò fuori la sua sciabola: — Difendetevi [...]
[...] , cavalier Kira! Io non sopporto simili affronti! Il Kira, invece, cominciò a urlare, cercando di scapparsela, già ferito alla testa; e il [...]
[...] principe l’avrebbe finito se un ufficiale accorso agli urli non lo avesse trattenuto pel braccio. Un’ora dopo il principe d’Ako riceveva l'ordine [...]
[...] di ritirarsi nella sua residenza e di considerarsi come prigioniero. La prigionia e la morte del principe occupano il secondo capitolo del romanzo [...]
[...] , uno dei più belli di tutto il libro. Credo far cosa grata ai lettori, dandone un lungo brano; così potranno formarsi un concetto più [...]
[...] immediato del romanziere giapponese. Il principe d’Ako aspettava tranquillamente la sentenza del Consiglio degli Anziani; 106 vestito del suo abito [...]
[...] ufficiale, ginocchioni presso un piccolo tavolino, intingeva nell’inchiostro il suo pennello. Egli scriveva con rapido movimento una poesia [...]
[...] ispiratagli dalla pianta di man-rio dalle diecimila bacche d'oro che trovavasi sul davanzale della finestra colle foglie coperte di neve: « Il man [...]
[...] -rio cresce e si abbellisce sotto le nevi dell’inverno. — L’ingiustizia contro il suo signore rivela e accresce la fedeltà del samurai [...]
[...] ». Terminato di scrivere, egli voltò la testa verso la pianta, e « il sole nascente inondò coi suoi raggi obbliqui quella scena, e fece scintillare i [...]
[...] cristalli della neve come grappoli di stelle. « Mentre il padrone era assorto nel suo geniale lavoro, le persone di casa andavano e venivano [...]
[...] susurri. L’uscio principale era chiuso. Davanti di esso era stata costruita una barriera provvisoria di bambù verde per indicare che il [...]
[...] di uscire. Una profonda tristezza regnava in tutta la casa; solo il capo di famiglia era calmo. « Nel mezzo del suo dolce fantasticare, un [...]
[...] paravento fu rimosso con cautela dietro di lui, e la principessa Belviso, sua moglie, entrò nella stanza. L’aspetto della principessa rivelava il [...]
[...] gran turbamento del suo cuore. Ella si avanzò verso il marito, si lasciò cadere con abbandono sul pavimento, e, chinata la fronte fino a [...]
[...] toccare la stuoia, con voce commossa disse: « — Spero che il mio signore si senta bene! « Il principe la guardò teneramente, e rispose: « — Sto [...]
[...] bene, Belviso. E voi perchè siete così triste? « La principessa represse il suo dolore e disse: « — Mio signore, come potrei mostrarmi lieta [...]
[...] signore — esclamò; — voi vi aspettate la più grande sventura! Il Kira è onnipotente presso il Taicum, e i suoi amici faranno ogni sforzo per [...]
[...] . Le vostre azioni vi tradiscono. « — Mio signore, le mie azioni? « — Sì — e mostrò il man-rio. — Voi non potrete mai ingannarmi. Ieri sera, nel [...]
[...] , chinò la testa, posò le mani sui suoi ginocchi e vi appoggiò la faccia. Il principe la guardò con gli occhi quasi in lagrime, e le mise una mano [...]
[...] presente pericolo? « Il principe Campomattino non le fece nessun rimprovero per quel grido di donna e di sposa; si contentò di rispondere [...]
[...] : « — Son certo che il Roccagrossa ha fatto il suo dovere. 110 « La principessa abbassò la testa e si afferrò, convulsa, al marito, sapendo [...]
[...] bene che fra non molto dovea dividersi per sempre da lui. Il principe si sforzò di darle coraggio, e quando fu un po’ calma la condusse per mano [...]
[...] singhiozzi, come se il cuore fosse per scoppiarle. La sua prima dama di compagnia si avanzò rapidamente, chiuse il paravento che separa le due stanze [...]
[...] nella gran sala con tutti gli onori di rito, essi diedero a leggere al principe la sentenza del Consiglio. Il principe la portò riverentemente [...]
[...] testimoni — rispose impassibile il capo dei commissari. « Un paravento fu rimosso: tutto era preparato per la solenne cerimonia. Il principe si [...]
[...] cavò l'abito ufficiale: avea già indosso sotto di quello il shisomoukou (abito bianco che si mette pel lutto o pei sacrifizii). Sedette sulle [...]
[...] lettera che avea cavato dal seno. « I due samurai si allontanarono con riverenza. « Era una scena commoventissima. Nel 112 centro stava il [...]
[...] , pronti a rendere al loro capo gli estremi onori. « Fuori, tutto era tranquillo. Un leggiero strato di neve copriva il suolo. Nella casa regnava un [...]
[...] . « Il principe Campomattino contemplò dai paraventi aperti a metà il magnifico spettacolo che si stendeva fuori sotto i suoi occhi e dato ad esso [...]
[...] la confisca dei beni e l’estinzione del nome del loro signore, non pensarono che a vendicarne la ingiustissima morte. Il consigliere [...]
[...] . Il consigliere Roccagrossa, che si sapeva particolarmente sorvegliato dalle spie del Kira, finse di abbandonarsi ai liquori inebbrianti, alle [...]
[...] dimentico del suo giuramento di vendetta. Ma il giorno che il cavalier Kira si stimò sicuro e accettò un invito in casa di suo genero, il [...]
[...] consigliere Roccagrossa convocò rapidamente i rônini rimasti fedeli (erano quarantasei) e con essi assaltò di notte quella casa, scovò il vile Kira [...]
[...] in un ripostiglio di carbone dove s’era nascosto; e, siccome invitato a darsi la morte quel vile non ne avea il coraggio, egli lo uccise e gli [...]
[...] arrestarli. Quando ebbero comunicata la sentenza che li condannava a compire l'harakiri, cioè il suicidio aprendosi il ventre, essi non domandarono [...]
[...] (Paradiso), ove furono bene accolte dallo spirito del loro amatissimo signore ». Le diverse avventure dei rônini mentre cercavano di raggiungere il [...]
[...] ; scene di passione gentili come l'altro episodio graziosissimo della signorina Tranquilla; scene dove anche il supernaturale ha la sua parte, quando [...]
[...] il dio Volpe prende le sembianze di un familiare del cavalier Fianco della Costa, caduto ammalato d’occhi lontano dalla sua famiglia, e lo [...]
[...] serve umilmente fino all’arrivo di quel familiare che così fa scoprire lo strano raddoppiamento di persona. « Se il lettore desidera assicurarsi [...]
[...] . Nei Tales of old Japan del Mitford si legge che nel 1868 un rônin andò ad aprirsi il ventre fra quelle tombe perchè avevano rifiutato di [...]
[...] accettarlo fra i samurai della famiglia Coscia di Nagato ritenuta da lui la più nobile del paese. Il Mitford potè vedere le reliquie dei rônini [...]
[...] episodi dell’impresa. Le molte versioni spurie della storia dei quarantasette devon esser prodotte da tale divieto. Pare che il romanzo del Tamenaga [...]
[...] sia una delle versioni più pure. Ve n’ha alcune dove tutto è arruffato in modo da rendere il racconto irriconoscibile. Un principe giapponese [...]
[...] volesse dedicarsi il nostro valente professor Severini, sarebbe superfluo il raccomandargli di darci una semplice letterale traduzione e non [...]
[...] un sacrilego rimaneggiamento simile a questo che il giapponese Shiouiro Saito e il signor Edwar Grecy hanno osato di fare. 20 Maggio 1882 [...]
[...] sempre con ricercata eleganza, affabile di modi, conversava con arguzia, e aveva motti pieni di malizia fina e delicata dei quali il suo sorriso [...]
[...] una certa elevatezza che rende rispettabile il suo carattere anche quando chiama un sorriso sulle labbra. Appena sposato, mette in una [...]
[...] , gli istinti e faceva il chiasso insieme con essi. Era convinto che quelle creature avessero piena coscienza di loro stessi e che si [...]
[...] professore di letteratura greca invece del suo maestro, il Solari, messo sgarbatamente a riposo quando l'università genovese fu riformata; ma [...]
[...] il Romani non accettò per non essere complice di recata offesa all'onore di un grand'uomo e non affiggere colui verso il quale nutriva [...]
[...] , egli rifiutava le offerte del conte Pachta, allora commissario imperiale in Milano. Il conte 122 Pachta avea saputo attirarsi con buone [...]
[...] resto.... — Il suocero era corso da Milano a Torino colla buona novella; ma il Romani non avea voluto neppur sentirne parlare: il suo patriottismo [...]
[...] — fatto a me, al mio decoro e al mio paese ». Per la stessa ragione parecchi anni avanti (1816) aveva rifiutato il posto di poeta cesareo [...]
[...] della Corte di Vienna. Bisognava rinunziare alla cittadinanza sarda e diventare suddito austriaco. Il Romani preferì non toccare i quattromila [...]
[...] fiorini annui 123 dello stipendio, non godersi le dolcezze del bel soggiorno viennese e rinunziare all’onore non piccolo di essere il successore [...]
[...] quell’anima si compenetravano, si armonizzavano per una certa vaporosità d’idee propria di lui e di quei tempi. Il conte di Cavour gli diceva un [...]
[...] giorno: — Lei, caro Romani, è troppo classico! — Io non sono nè classico, nè romantico — rispondeva — Voglio anch’io il progresso, purchè io sappia [...]
[...] italiana... Ecco a che estremo vuolsi condurre la nostra letteratura! » Questo scriveva nel 1843, pei romantici; e aggiungeva: « E invano il cielo [...]
[...] d’Italia sorride sereno, invano il sole si compiace di questa terra fiorente, e invano ogni sasso, ogni tomba, ogni tempio parla a noi di antiche [...]
[...] imiterete voi mai nella generosa ambizione di conservare le patrie ricordanze e di conservare inviolato il più santo palladio d’un popolo, quale si [...]
[...] , contro i così detti realisti colpevoli, secondo essi, di abbandono della morale e della gentilezza italiana! Il Romani è più sicuro e più autorevole [...]
[...] componimento tutto dialogato togliere via il dialogo, suo primo elemento? E poi vi par facile soddisfare a tutte le esigenze della musica; prestarsi [...]
[...] buon gusto che il Romani aveva certamente, e sarebbe stoltezza il negarlo. Però egli non si accorgeva che la sua difesa del librettista diventava [...]
[...] la completa condanna del preteso lavoro poetico. Non si accorgeva che, dopo il Metastasio, nell'opera in musica le parti sono invertite, e [...]
[...] , ora invece essa ha preso il primo posto, ha invaso il campo e ridotto la poesia un vero pretesto per la sua personalità di opera d’arte [...]
[...] indipendente. Il fatto è che voi potete citare Temistocle la Clemenza di Tito, Artaserse, tutti, 127 fino a uno, i melodrammi del Metastasio [...]
[...] ; potete citare le sue strofe sentenziose, i suoi versi già diventati patrimonio del linguaggio comune, senza che vi venga in mente il nome d’uno [...]
[...] fossero a questo destinati. Potete fare di più. Staccare assolutamente dall’opera del poeta la fioritura musicale, restituire il lavoro drammatico [...]
[...] serviranno soltanto ad agevolarvi i richiami dell’orecchio e il piacere della memoria; e vi parrà forse impossibile che possano stare da loro, come [...]
[...] , quel qualcosa fuor del verso, fuor della strofa, fuori dell’azione, quella vera opera d’arte che può farne senza; insomma: il sentimento indefinito [...]
[...] soffiato su nessun personaggio il vostro spiraculum vitae. Cotesto vostro lavoro di riduzione, di eliminazione, di condensazione è, come [...]
[...] è più ardito) come il perfezionamento del melodramma metastasiano. * * * Ahimè! Al cospetto del pubblico è probabile possa anche contar poco [...]
[...] tutto il bagaglio lirico ed epico dell’autore. 129 Ahi! vi han deliri e spasimi Che non si puon ridire; Piaghe, che incanto o balsamo Mai [...]
[...] non potrà guarire; Vi han cori nati a gemere Com’arpe eolie ai venti; Alme inquiete, ardenti Cui breve spazio è il suol. Forse a te pur sòn [...]
[...] augello Ai climi ond’ei migrò. Questa e le altre elogie hanno, insieme colle romanze, il pregio della musicalità; paiono far vibrare [...]
[...] anticipatamente il motivo che dovrà risvestirle. Io di tua sorte interrogo Le spume fuggitive, I venti che sospirano Tra l'alghe delle rive, Gli [...]
[...] canzoni, nei poemi tentati e prudentemente lasciati lì, c’è sempre il riflesso della sua gentile e mite persona, nella forma mite e gentile; ma [...]
[...] Romani, l'apparenza d'uno studente di provincia ed era trascurato nei vestiti. Il Romani, accurato, attillato, soleva canzonarlo per questo [...]
[...] . Dopo la prova generale del Pirata, il Romani lo tira da parte e gli domanda: — È con cotesto vestito da collegiale che tu monterai sullo sgabello a [...]
[...] dirigere l'orchestra, domani? — Sì — risponde il Bellini, facendo una spallucciata: — oramai è troppo tardi per ordinarne uno nuovo [...]
[...] . — Provati questo — replica il Romani, cavandosi il suo. 131 Il vestito gli stava a pennello. La sera dopo, il Bellini si presentava al pubblico [...]
[...] della Scala dentro i panni del suo amico... Un’altra volta il Romani, pregato e ripregato, erasi indotto ad andare a Parma per assistere alle prove [...]
[...] alle leggi del paese, tagliandosi i baffi perchè negli Stati ducali nessun forestiero poteva portare i baffi al di là del terzo giorno. Il Romani [...]
[...] cavò di tasca l'orologio e disse: — Sono ancora in tempo! Parto immediatamente! E sarebbe partito davvero, se il conte Sanvitale non correva [...]
[...] , domiciliato a Milano, di portare barba e baffi nei suoi ducali stati. 24 Settembre 1882. GIUSEPPE MACHERIONE (I) Come è triste il rovistare dopo [...]
[...] tanto in tanto, con la evidenza di un’allucinazione e facea sussultare il nostro cuore. Un gesto, un motto, un aneddoto, e la gentile figura ci [...]
[...] un profumo di altre primavere; sensazione dolce e penosa nello stesso punto, perchè il passato prende sempre qualcosa delle misteriose [...]
[...] attrattive dell’avvenire — una velatura, una sfumatura — per cui ci sembra assai migliore del presente, anche quando il presente lo superi in bontà [...]
[...] trasformati con noi? Che desolazione! Che 135 rovine! E come il superbo rigoglio della vita nuova trionfante ci pare un vigliacco insulto a [...]
[...] scritto del signor Russo intorno a Beppino Macherione, un poeta siciliano morto a ventun’anno del 1861 a Torino. Io conobbi il Macherione [...]
[...] la vita. E come seppi che il mio nuovo amico ne avea già pubblicato un volume, fui preso da una specie di venerazione per lui che aveva già [...]
[...] sorveglianza della polizia. Bisognava andar a consegnare quella lettera e il volume delle poesie di Beppino al capitano di un legno mercantile [...]
[...] genovese ancorato nel porto, presso la banchina, dove prendeva il suo carico di zolfo. Una grossa tavola metteva in comunicazione la banchina col [...]
[...] legno e si piegava sotto il passo dei facchini che andavano e venivano colle grosse lastre dello zolfo sulle spalle e coi sacchi vuoti sul [...]
[...] braccio. Due poliziotti sorvegliavano l’operazione e parevano messi lì apposta per noi. Ci accostammo, fingendo indifferenza. Poi il Macherione [...]
[...] disse: — Non ho mai visto caricare una stiva: montiamo? — Senza il permesso del capitano? — rispose uno di noi. — Non sarà così scortese da [...]
[...] mandarci via. E montò, ridendo; noi gli andammo dietro, barcollando sulla tavola che dondolava. Il capitano, uno dei tanti Capitan Dodero 139 [...]
[...] della Riviera, ci accolse gentilmente. Avendogli manifestato lo scopo della nostra visita, ci rispose che egli non conosceva personalmente il [...]
[...] Guerrazzi, il quale non dimorava in Genova ma in Livorno, dove il bastimento non approdava. Però si incaricava di fargli ricapitare la lettera e [...]
[...] il volume: era orgoglioso di poter servire a quello scambio di generosi sentimenti. Non capivamo dentro i panni, dalla gioia. Quella cabina ci [...]
[...] scottate dai forti liquori del capitano. Due mesi dopo il Guerrazzi rispondeva da Livorno al Macherione, ringraziando tutti dei saluti e lui [...]
[...] battagliera, l’Arte redentrice, alla Berchet, alla Niccolini, alla Guerrazzi, alla Prati, il Prati dei Canti politici. I versi del Macherione [...]
[...] oggi si sorriderà nel sentire che il Macherione sognava un poema sulla Lega Lombarda, come altri sognava un teatro storico da far un riscontro [...]
[...] nell'interesse di tutta l'umanità; sarebbero quattro o cinque gruppi principali, come la Repubblica, l’Impero, i Barbari, il Papato, la Riforma [...]
[...] , la Rigenerazione. La storia d'Italia è la storia del mondo, e il mio lavoro sarebbe nazionale eminentemente al tempo stesso che universale [...]
[...] . Ma quando io penso che anche il suo forte ingegno si sarebbe modificato e rinnovato al soffio dell’arte contemporanea; quando penso che anche [...]
[...] prometteva di essere un valoroso e che era degno di lasciare un’orma incancellabile nella via della gloria! Il Macherione pareva invaso dalla [...]
[...] faccia e si era storto il naso a 145 furia di appoggiarvi un dito o il pomo della mazza di una parte. In quel momento i nostri urli naturalmente [...]
[...] raddoppiarono; domandavamo già il bis della lezione parodiata... quando la vecchia contadina che ci aveva aperto venne a pregarci di non far [...]
[...] molto chiasso: — Su c’era il professore che dormiva. — Quale professore? — Il professore Pizzarelli, il padrone. Era lui! Tableau. * * * E fu [...]
[...] quella una delle ultime volte che io vidi il Macherione. Il sessanta ci disperse chi qua, chi là. Egli fu un po’ volontario tra le squadre che [...]
[...] spirito, che è quanto dire una continua aspirazione e una rapida ascensione verso il più alto ideale dell’arte. E non egli soltanto, ma rivive [...]
[...] con lui un mondo che pareva perduto per sempre; fatti e persone delle quali il ricordo (I) Bernardo Celentano, Notizie e lettere intime [...]
[...] cancellava anche nella memoria di coloro che furono attori e testimoni di quella rivoluzione artistica per cui è stato possibile il trionfo [...]
[...] sgombrare questa via dai rovi che la sbarravano, dai sassi che la rendevano impraticabile, e il colmare gli scoscendimenti, e l'appianare [...]
[...] cui ci sentiamo scossi e incantati. Quelli che hanno ammirato dopo vent’anni il suo meraviglioso Consiglio dei Dieci e il sorprendente abbozzo [...]
[...] del Tasso che dà i primi segni di pazzia proveranno un acre diletto nell’apprendere tutto il processo per cui son passati quei quadri, e se li [...]
[...] vedranno come ridipingere sotto gli occhi, nello studio dell’artista. « Ho ripreso il quadro dei Dieci e son bell’ e avanti; già ho ritoccato [...]
[...] barba; sarebbe anch’essa fatta a quest’ora, ma mi manca il modello. Tutte queste pieghe le ho fatte tutte addosso, a modelli diversi secondo i [...]
[...] caretteri; e quantunque le abbia dovute fare di un fiato, in una sola seduta 150 per ritenere il partito spontaneo del vero, pure non sembrano [...]
[...] 1861). « Mi hanno criticato la espressione dell’ultima figura che si gratta il capo distratta, chi come troppo ignobile, e chi come tradita perchè [...]
[...] . Il pittore Pollak lo avea visto sull’uscio dello studio che prendeva un po’ di fresco. — Mi fa bene — egli disse al Pollak, 151 Poi si era [...]
[...] rimesso a dipingere, cantando al suo solito ad alta voce. Il canto non gl’impediva di lavorare con intensità di riflessione. Si sentiva pieno [...]
[...] di forza: l'avvenire gli sorrideva. Il giorno innanzi avea scritto al fratello Luigi : « Io lavoro sempre con tutta l'anima mia, con calore a [...]
[...] affrettato a rivoltare il Tasso al muro, pur riuscendo a muovere il pesante cavalletto ov’era già situato in cornice; e poi, nell’accostarsi al [...]
[...] sofà, avea chiesto un sorso d’acqua. Quando il modello corse a porgergli il bicchiere, lo trovò già caduto e privo di sensi; e appena 152 [...]
[...] splendida aureola di un martire dell’arte. Giacchè è il fuoco dell’arte che consumollo; è nella lotta per l’arte che la sua fibra audace e forte, per [...]
[...] troppa tensione, si spezzò. Il signor Luigi Celentano non ha fatto un meschino lavoro di compilatore. I suoi personali ricordi e le lettere di [...]
[...] Bernardo a lui formano un insieme così organico che il volume ne ritrae tutto il fascino e l'interesse di un’opera d’arte. Nulla di più [...]
[...] dell'altro. Ma nella lontananza era una cosa diversa. Bernardo, in ogni lettera al suo caro Luigi, mostra una venerazione di neofita verso il suo [...]
[...] ragione di dire che 154 ho pochi veri amici: ma che pochi? tu solo sei il mio vero amico, tu che palpiti con me, tu che entri a parte delle [...]
[...] tracciò. Quando questa lettera, scritta il 27 luglio e arrivata a Napoli il 28, veniva tirata su col solito panierino ove il postino l'avea riposta [...]
[...] ) Wil’hem Getziier è figlio di un povero pastore protestante nel piccolo villaggio di AErhielsberg. Nato il 29 maggio 1839, ebbe a maestro suo [...]
[...] padre che intendeva di farne un pastore come lui. La madre, una giovane donna assai culta, gl’insegnò la musica e il disegno. Visse fino ai [...]
[...] diciott’anni una vita, com’egli dice, quasi selvaggia, perdendosi ogni giorno per la campagna con un libro sotto il braccio e la colazione in [...]
[...] sull’orizzonte — le loro fantastiche torri — il sole lanciava i suoi fiammanti — raggi, simili a quelli delle glorie — dei quadri degli antichi [...]
[...] silenzio — contro cui brontolava, in lontananza, — il mare biancheggiante sulla riva. « E poi dai prati e dalle valli — vedevo sollevarsi [...]
[...] lentamente — il latteo vapore della nebbia — che si addensava, si addensava, — come un altro cielo che a poco poco — inghiottisse nel suo abbisso la [...]
[...] terra. « E in quell’immensità si perdeva — l’animo mio spaurito e tremante; — e provavo un assottigliarsi — soave di tutto il mio corpo, — come [...]
[...] poesie ma di nascosto del padre, perchè questi giudicava la poesia un'occupazione indegna di un vero uomo, d'un cristiano, sebbene il Re David [...]
[...] avesse composto i salmi: però non si sapeva se questi fossero stati proprio scritti in versi. 157 Una mattina (agosto 1857) il Getziier era [...]
[...] tornare a casa. Passò la notte in una capanna di carbonai, facendosi raccontare antiche leggende e ripetere canti popolari. Il giorno dopo [...]
[...] , egli racconta nei suoi Ricordi di giovinezza, domandandogli perdono della mia scappata. Il brav’uomo rispose: « che questa era la volontà di [...]
[...] l'aiutò in tutti i modi. Due anni dopo il Getziier sposava Iudith Boyerch, la figlia unica del suo protettore, una bionda e linfatica creatura [...]
[...] , innamorata di lui e dei suoi versi. Il primo volume delle poesie del Getziier (1859) fu dedicato alla sua fidanzata: « Queste melodie che [...]
[...] cara — far dire alla gente del nostro paese — che il tuo cuore di amante non si è ingannato! » L’augurio del poeta non andò a vuoto. I suoi [...]
[...] ) Echi del mondo incivilito (1866), Voci della foresta (1871), tre raccolte dove il Getziier ha tentato quasi tutti i generi poetici, la piccola [...]
[...] lirica, la leggenda epica, l'apologo, il dramma medioevale, l'idillio, la satira; e sempre con felicissima riuscita. Getziier è un poeta intimo [...]
[...] fatto davvero risuonare sotto il fosco cielo della Danimarca gli echi del mondo incivilito. (Windspiel). Infatti, ordinariamente, la sua poesia è [...]
[...] rimarrebbe allo stato di semplice imitazione, in lui si trasforma in una creazione geniale che ha tutto il sapore della originalità. Il suo mistero del [...]
[...] , e condannato; — e i veri giudei furono — i miei e i vostri peccati. » 160 È il piccolo prologo. Poi comincia l'azione: un’azione che [...]
[...] tra Pilato e sua moglie: « La moglie di Pilato. Ho fatto un brutto sogno: — ho sognato un cielo di sangue — e il velo del tempio — che si [...]
[...] squarciava in due. — Si spegnevano il sole e la luce — e tutte le stelle del firmamento — e una voce gridava forte: — Pilato ha condannato il [...]
[...] caldi e freddi, — o capricci di spiriti — notturni, perturbatori. — Ecco il gran Sacerdote; — lasciami solo con lui. — 161 Non senti fuora [...]
[...] il popolo — che urla come mare in tempesta? » Non posso trattenermi dal trascrivere il coro delle donne gerosolimitane e il lamento di Maria [...]
[...] sotto la croce. « Donne. Che strazio inaudito — vedere il figliuolo di Dio — colla croce sulle spalle — e il volto insanguinato! — Non ha [...]
[...] angioli il cielo — o squadre di serafini — per toglierlo alle empie mani — di questi carnefici spietati? « Signore, Signore! — Come siete sfigurato [...]
[...] colla parola! » Commoventissimo mi sembra il lamento di Maria a piè della croce. « Maria: Figliuolo, mio dolce figliolo — che pendete da [...]
[...] questa croce! — Ecco perchè nel seno — vi portai nove mesi! — Ecco perchè dal petto — vi diedi il latte nutriente — che vi alimentò — bambino [...]
[...] nelle fasce! « Figliolo, mio dolce figliuolo! — Ecco perchè quelle labbra — apersero il sigillo — del sepolcro di Lazzaro! — Ecco perchè il vostro [...]
[...] sputo — misto a un po' di polvere — rese agli occhi ottenebrati — il soave riso del sole! « Figliuolo, mio dolce figliuolo! — Ecco perchè [...]
[...] 162 questi piedi — camminarono sulle acque — come su terreno solido! — Ecco perchè quel petto — fu pieno di carità — e vi batteva il cuore — più [...]
[...] acuti chiodi — lacerano ed insanguinano! — O piedi che vi squarciate sotto il peso del suo corpo! « Sono mute quelle labbra, — che ridiedero vita [...]
[...] 163 spunta nel vano — il sole, il mio sole sfolgorante; — e porge attento orecchio, — mentre le ridono gli occhi. « Pispigliate pure, o [...]
[...] — appoggiata sull’arco, col volto sospeso, e il seno « della vergine dea si gonfia dalla commozione; — mentre un cenno della sua mano tien lungi — i [...]
[...] suoi cani fedeli, — che agitano la coda e la guardano intenti. » Il poeta ama il mezzogiorno, l’oriente, forse per contrasto. L'ode La fontana [...]
[...] , — tua madre, si distende fra il capel venere — e una folla di pianticine villane. « Con arte industre ti formai — una via facile, riparata da ogni [...]
[...] grotta ove la fonte — mia madre, si distende fra il capel venere — e una folla di amiche pianticine. « Avrei continuato nella natia ombra fresca — il [...]
[...] un accento originale: ecco una di quelle piccole liriche dove il Getziier è proprio lui, un vero poeta del Nord. Nella foresta, per la snellezza [...]
[...] in una traduzione in prosa! Però il lettore può esser sicuro di trovarvi l'accento, l'intonazione dell’originale: è qualche cosa. « Nella [...]
[...] bella fanciulla — quando il braccio. « Ardito d’un amante li cinge; e gloriosa — recavi da una sponda all’altra, rapidamente, — i tuoi fieri [...]
[...] , dal tuo seno melmoso, al mare, al mare — sfasciata ti trascini! » Il Getziier ha già annunciato la prossima pubblicazione di un altro volume [...]
[...] di 167 poesie dal titolo tedesco Frômmingkleit!, tutto di piccole liriche che segneranno, dice il Bluhend, una nuova evoluzione del suo [...]
[...] fra non molte, se le primizie che il Fanfulla della Domenica oggi presenta ai lettori troveranno presso il pubblico italiano una benigna [...]
[...] incoraggiavano il presunto traduttore; nessuna che avvertisse il giornale di esser stato messo in mezzo da un burlone. Se qualcuno dei tanti nostri [...]
[...] Vita dei campi e di queste Novelle rusticane del Verga. Ed ecco ora il Reverendo, compare Cosimo, Nanni, compare Carmine, Mazzarò, Lucia, don [...]
[...] Marco e tutti quest’altri che vengono a tener bella compagnia a Jeli il pastore, al Rosso malpelo, alla Lupa, all’amante di Gramigna; ed ecco [...]
[...] quel povero asino di S. Giuseppe la cui storia interessa e stringe il cuore (*) Giovanni Verga — Novelle rusticane, con disegni di Alfredo [...]
[...] , che l’asino aveva l’occhio di pesce morto, il muso freddo, e per la pelle gli correva un brivido.... « — Se volete venderlo con tutta la legna [...]
[...] ve ne do cinque tarì, disse il carrettiere, il quale aveva il carro scarico. E come la donna lo guardava cogli occhi stralunati soggiunse [...]
[...] qualcosa di personale, una specie d’intervenzione dell’autore fra i suoi personaggi e il lettore. Il Verga è di quei pochi scrittori moderni che [...]
[...] hanno il coraggio e la forza (la forza soprattutto) di spingere il processo artistico dell’impersonalità fino all’estremo limite possibile. Ne [...]
[...] avremo fra poco un’altra splendida 174 prova. Pare che colle Novelle rusticane lo scrittore voglia prender congedo dalla sua Sicilia. Il suo [...]
[...] Milanesi che faranno un bel riscontro a questi maravigliosi quadretti della vita siciliana: il processo artistico dell’impersonalità conterà senza [...]
[...] mentre passavate distratto. Leggete il Reverendo, la prima delle novelle rusticane. È una figura altamente comica nel vero senso della parola [...]
[...] , cioè di quelle che rasentano il tragico, come le concepivano Molière, Shakespeare, Balzac. Ogni parola che dice è una rivelazione; ogni gesto [...]
[...] strapazzo. Aveva detto: — Io voglio esser prete? — E i suoi poveri parenti avevano venduto la mula e il campicello per mandarlo a scuola [...]
[...] « nella speranza che se giungevano ad avere il prete in casa ci avevano meglio della chiusa e della mula. Ma ci voleva altro per mantenerlo al [...]
[...] seminario! » Allora il ragazzo si mette a ronzare attorno il convento dei cappuccini e si fa frate. « La mamma, il fratello e la sorella [...]
[...] ! » Di queste risposte, di queste frasi, di questi terribili lampi umani ce n’è uno ad ogni rigo. Il reverendo aveva buttato la tonica su un fico [...]
[...] era un correre dietro al tre tarì; egli non ne aveva bisogno. Monsignore il vescovo, nella visita pastorale, gli trova il breviario coperto di [...]
[...] polvere e ci scrive su col dito: Deo gratias. Ma il reverendo aveva altro in testa che perdere il tempo a leggere il breviario, e se ne rideva [...]
[...] del rimprovero di Monsignore. Se il breviario era coperto di polvere, i suoi buoi erano lucenti, le pecore lanute, e i seminati alti come un [...]
[...] uomo. » Quando il papa mandò la scomunica per quelli che acquistavano i beni delle corporazioni religiose abolite, il Reverendo « sentì montarsi [...]
[...] la mosca al naso e borbottò: — Che c’entra il papa nella roba mia? Questa non ci ha a far nulla col temporale. — E seguitò a dir la santa messa [...]
[...] meglio di prima. » Il comico che rasenta il tragico è magistralmente concentrato nella chiusa, in quel ragionamento di persona soddisfatta [...]
[...] che vorrebbe ora godersi tranquillamente il suo posto al sole guadagnato colle sue ladre fatiche come dicono i contadini laggiù. 177 E l’umore [...]
[...] facevano coi salamelecchi e offrendogli una presa di tabacco. Una volta, col barone stesso, durarono una mezza giornata a tira e molla. Il barone [...]
[...] faceva l'amabile, e il Reverendo, seduto in faccia a lui, col tabarro raccolto fra le gambe, ad ogni offerta d’aumento, gli presentava la [...]
[...] l’aggiudicazione, e il barone tirò su la presa, verde dalla bile. » Ho detto l'onnipotenza della forma, perchè quella che produce i miracoli, qui come in [...]
[...] ogni vera opera d’arte, è assolutamente la forma. E per forma non intendo soltanto la lingua, lo stile, ma tutto il complesso di mezzi artistici e [...]
[...] di facoltà 178 creative che serve a infondere in un’opera d’arte il soffio divino della vita. Quelli che credono la forma qualcosa di [...]
[...] , ma è anche qualche cosa di più; come la pittura è ugualmente il disegno e il colore, ma anche qualche cosa di più. Il lettore che incontratosi [...]
[...] quella faccia di sbirro; il lettore 179 che, incontratosi in queste righe del Verga, può fermarsi a riflettere che non c’è affatto la [...]
[...] grammatica, è un uomo disgraziato a cui la natura ha voluto negare ogni più piccolo senso d’arte. La lingua, la grammatica, il bello stile per loro [...]
[...] l'occasione, si son tutti infischiati delle regole ed hanno avuto il gran coraggio di sgrammaticare. Infatti non ha il diritto di sgrammaticare [...]
[...] , adoperati dallo scrittore, la lingua, lo stile, il disegno, il colorito si compenetrano talmente con essa che, mutati o alterati in qualche [...]
[...] punto, non ne muterebbero e non ne altererebbero la fisonomia, da ridurla l’opposto di un’opera d’arte? Riscrivete il periodo quasi sgrammaticato [...]
[...] la quasi sgrammaticatura gli dà, io m’indurrò a credere che le novelle del Verga potrebbero essere scritte altrimenti. E che il Verga, ove la [...]
[...] nostra volta, potenti ed originali del pari. 14 Gennaio 1883. II. (*) — Il teatro naturalista? disse il Sardou facendo una delle sue [...]
[...] . — Non lo nego. — Oh, non ve ne faccio colpa! È una illusione generosa, lo riconosco, un’illusione elevata. Portare la verità, l'osservazione, il [...]
[...] metodo scientifico là dove finora non c’è stato altro che la menzogna, l’inganno, il capriccio, la fantasia!... La tentazione è potente [...]
[...] . — Ah, non mi domandate il mio parere su questo; potrei dirvi delle cose che forse vi farebbero perdere quel po’ di buona opinione che avete di me [...]
[...] annuso il vento che spira. Parigi ha delle fissazioni che durano qualche tempo, delle vere malattie contagiose che scorrono da un quartiere [...]
[...] all'altro e poi montano in vagone e via per la provincia, per l'Europa talvolta... Vi ricordate, dopo il 70? Non si parlava d’altro che di spie. Se [...]
[...] contavo. La donna spia! ecco l’amo... Il pubblico doveva mordere, per forza; non vedeva altro in quel momento. Quando il pubblico è preoccupato [...]
[...] da un sentimento, in teatro diventa più bête che altrove. Tutto sta nel sapergli fare il tiro... E questo, checché ne dica lo Zola, è mestiere [...]
[...] 185 permettete, per un solo minuto, che il pubblico rifletta, non c'è commedia che regga... — L’attualità: è il punto solido dove un [...]
[...] commediografo deve poggiare il piede. Il resto è affare di manipolazione, di fattura, di pratica, di colpo d’occhio. Pare che lo Zola cominci a capirlo [...]
[...] : leggete: è segnato col lapis rosso. Mi porse il volume dello Zola Nos auteurs dramatiques che era aperto sul tavolino. Il brano segnato [...]
[...] parlava dei Bourgeois de Pont-Arcy. « Fabrice a une explication avec Bérangère, « et, au lieu de tout lui dire, il « se contente de lui jurer qu’il [...]
[...] surprendre là tout le secret de « ce qu’on nomme le métier du théàtre. » — Vedete? dice anche mestiere, m’interruppe Sardou, riprendendo il [...]
[...] , caro signore, bisogna tener calcolo di questo: che il pubblico va in teatro per provare delle emozioni, non per fare degli studi di psicologia [...]
[...] un minuto secondo, se no, addio! Il pubblico vi scappa di mano e l’effetto è perduto. Dicono che io mi sia formato una ricetta per comporre le [...]
[...] mie commedie. Certamente. Ma vario le dosi. Sto scrivendo una commedia per Sara Bernhadt. Che cosa ho fatto? Come il solito, ho aperto la [...]
[...] finestra, e ho annusato il vento... Nichilismo! non si parla d’altro. Tiens! Tiens! Voilà mon affaire! 187 Son sicuro di aver messo il piede [...]
[...] sul punto solido: il resto verrà da sè. Un autore inesperto si ingolferebbe nella questione politica, si perderebbe fra le congiure... No [...]
[...] , convien deviare, deviare dolcemente; ed io butto il pubblico in un dramma domestico... Un’assurdità, figuratevi! Ho creato una Russia a posta, e dei [...]
[...] nichilista che non è nichilista: è il tiro che faccio sempre e che mi riesce sempre. I miei personaggi cammineranno tutti sul filo di un rasoio. Sotto [...]
[...] Zola, calculer la dèviation qu'il faut donner au vrai!... Ora mi son messo in testa di afferrare il pubblico pel bavero dell’abito, a questo modo [...]
[...] avrà bevuto il veleno e dato gli ultimi tratti, nessuno in teatro dovrà riflettere e ragionare. Il problema è questo. La soluzione... sarà quella [...]
[...] pubblico! Errore: non bisogna mai dire cose inutili... Che importa per l’emozione, il sapere se sia il cianuro, il curare, il volgarissimo fosforo [...]
[...] : però, ne convengo, la morte è sempre di effetto sul teatro... E torno a quello che vi dicevo in principio: il teatro naturalista? È [...]
[...] parigini, mi sembra inutile aggiungere altre parole intorno alla Fedora rappresentata al Valle nelle sere scorse. Sardou ha sciolto benissimo il [...]
[...] suo problema. Il pubblico resta inchiodato lì per quattro atti senza fiatare, senza ragionare... È vero che dopo, ripensando... Ma è inutile. Che [...]
[...] m’importa del dopo? direbbe Sardou. E fino a un certo punto io non credo che abbia torto. 15 Aprile 1883. III. (*) Il conte Armando [...]
[...] assai superficiale: il suo latino non è sempre sicuro; ma la sua causerie diverte, come un piccolo tour de force di rettorica, come una bizzarria [...]
[...] paradossale. Par di sentir discorrere un uomo di altri tempi, un marchese della Seiglière, pel quale il mondo è rimasto, o meglio avrebbe dovuto [...]
[...] , il causeur fino ed elegante lascia intravedere la sua preoccupazione, una specie di vanità di vecchio dandy che 193 vuol mostrarsi [...]
[...] destra Clausel de Consergues, lo chiamò: « mon éminent ami! » — Voilà vingt ans que je travaille pour arriver à ce mot! — disse ingenuamente il [...]
[...] deputato. Pochi giorni dopo, il Clausel de Consergues commetteva lo sbaglio di attribuire allo Chateaubriand un articolo del Conservateur che [...]
[...] era stato scritto dal de Salvandy. — Il faut que vous soyez bien bête! gli rispose l'autore dei Martiri, stizzito. Il Pontmartin non può perdonare [...]
[...] qu'on jette sur le pavé. Un particolare curioso: « Fort lettré, mais probablement fort retardataire en littérature (notate il probabilmente d’un [...]
[...] , entre le monarque spirituel et l’écrivain immortel, une sourde antipathie, qui devait finir par une rupture. » Fu allora che il Du Villèle esclamò [...]
[...] : — Nous en ferons un libéral! E il Pontmartin dice tristamente: « Il n’y a réussi que trop bien! » Nella sua qualità di legittimista [...]
[...] , d’idealista, di cattolico, il Pontmartin ha una grande antipatia per il Balzac e una grandissima 195 per lo Zola. Quando ha parlato di quest’ultimo [...]
[...] terrible et charmante, et il faut que ma passion soit bien tenace pour avoir résisté à cette longue serie de deboires que vous tracez si [...]
[...] faveur est souvent plus dangereuse que la disgrace ». 26 Novembre 1882. IV. (*) Si è pubblicato il primo volume dell’epistolario di [...]
[...] molte cose della sua vita; ed è tanta da farle perdonare anche il torto della sua condotta col Musset, se mai ci fu torto. Giacchè questo punto [...]
[...] che gli diè le primizie del suo cuore e poi ritenne per sempre metà del 199 cognome di lui; disse: Il cuore di quella donna è un cimitero; non [...]
[...] c'è altro che le croci di coloro che lei ha amato. Ah! io avrei voluto vedere un po’ il cuore di Giulio Sandeau! Quasi quasi mi par più giusta [...]
[...] la malignità del Sainte-Beuve, quando affermava che i due amanti, la Sand e il Musset, avean ragione a pensare tutto il male che dicevano [...]
[...] sincera. S’ama quando si può, non quando si vuole. E il voler giudicare il caso di Venezia ad un’altra stregua, appunto perchè si tratta di [...]
[...] gran poeta e un sensale di vini si equivalgono. Dicono che il Musset, nei primi mesi del suo amore, 200 scrivesse alla Sand delle lettere [...]
[...] . Je suis, hèlas! comme le lac dont une commotion violente a ridé la surface. Les eaux finissent par reprendre leur première tranquillitè, mais il [...]
[...] reste néanmoins, et longtemps encore, certains petits frissons qui trahissent les tempètes passées. 7 Maggio 1882. V. (*) Il dottor [...]
[...] dell'antichissima poesia tedesca fu scoperto dal Docen nel 1817 ed è stato variamente cementato da molti eruditi, talchè il Piper ha creduto bene [...]
[...] di dare ultimamente una bibliografia di esso. Il Faifalik crede che l'anonimo autore del Muspilli abbia tratto profitto dalla poesia pagana [...]
[...] , perchè vi s’incontrano parole e forme rarissime nell’antico alto tedesco e pochissimo usate nel nono secolo. Il significato della (*) Aristide [...]
[...] letterale del Baragiola: « Quando il corno celeste vien suonato E il giudice su la via ergesi (quei ch'ivi giudicar deve morti e viventi) allora [...]
[...] giudicare e giudicare deve morti e vivi 203 gli sta d’intorno una quantità di angeli di buoni uomini il cerchio è così grande: ivi vengono [...]
[...] al lor giudizio quanti risorgono dalla (pena, sì che lì nessuno degli uomini osa celar cosa, Viene poi portata la santa croce, alla quale il [...]
[...] del mondo e che la gran notte degli Dei, quando Sartr, il re del fuoco, doveva levarsi colla sua sfolgorante schiera per attaccare Odino nel [...]
[...] diverso. Dovrà accadere, dice, una battaglia fra gli Dei buoni (Odino e suo figlio Thôrr), e gli Dei malvagi (il lupo marino Fenriswolf, il [...]
[...] malvagio Loki e Sartr). Odino sarà ferito; e 204 appena il suo sangue stillerà, tutte le forze maligne, fin allora tenute in soggezione [...]
[...] giudizio universale è tutt’altra. Il volervi trovare un’adattazione della leggenda pagana mi pare una delle tante solite stiracchiature della [...]
[...] delle invasioni gotiche e longobarde. C’è mancato ben poco che il Gregorovius, un tedesco che ama tanto l'Italia e gli Italiani, non abbia detto [...]
[...] , come d’uno stormo di uccelli. Verrà il momento che il cuore in calma... ». La indovinate fra mille? È poesia giapponese. Ma state ancora a [...]
[...] sentire: « Se il sole si fosse nascosto dietro gli azzurri monti e fosse la notte già scura come le more di rovo, io ti uscirei certo incontro; e tu [...]
[...] , sorridente e fulgido come il sole che sorge, qui ne verresti. Con le 208 tue braccia bianche come sarte d’ailanto ti stringeresti al mio [...]
[...] antichissima; ed è il professore A. Severini che ce la regala insieme colla graziosa leggenda di Jasogami e Camicoto, dopo averci fatto l’altro non [...]
[...] poesia primitiva. Il Severini racconta, nella prefazione, che il Massarani, quando ebbe in mano quel Libro di Giada che poi tradusse così [...]
[...] innocente e graziosa finzione. — Ma come? Perchè ne sospetta? — disse il Severini. — Perchè vi si trova — rispose il Massarani — quel [...]
[...] malinconico sentimento della natura, quella specie di blando Weltscherz che è cosa tutta moderna. 209 Il dubbio del Massarani era naturalissimo. Lo [...]
[...] che ritornare al suo punto di partenza? Lasciamo lì tale spinosa questione — anche perchè non è questo il posto dove potrebbe trattarsi con [...]
[...] larghezza — e torniamo al Giappone, o meglio, a quel rivolo d’arte giapponese che il Severini ci appresta, per notare un riscontro curioso [...]
[...] . Quando il Cami Jacci-Hoco giunge alla casa della bella Nunacava Hime e si mette a cantare la sua nagauta, dopo di aver detto il suo nome e i suoi [...]
[...] il cingolo della mia spada, io non ho ancora sgruppato il mio lucco; io son qui ritto, o fanciulla, a spingere la stridente imposta della tua [...]
[...] porta; io son qui ritto a tirarla; e intanto, mentre ancora sul fosco monte l’upupa si lamenta, già chioccia il silvestre fagiano, già 210 [...]
[...] canta il domestico gallo. Ahimè! ahimè! questi uccelli già cantano. Oh, malmenatemi, strangolatemi questi uccelli! » Va! Gli amanti saranno [...]
[...] sempre gli stessi! La Giulietta dello Shakespeare si dispererà ugualmente che l'allodola già annunzi il prossimo apparire del giorno! E i grandi, i [...]
[...] la eterna voce del cuore! 29 Ottobre 1882. VII. (*) A proposito dello stile dei De Goncourt, il signor Giulio Lemaitre fa alcune curiose [...]
[...] opportunamente il Lemaitre, che gli inventari dei de Goncourt ont une âme. Alla indecisione dei contorni, alla mancanza di precisione delle [...]
[...] dice di più. Ma il poeta si fida troppo della nostra immaginazione. I De Goncourt invece non si fidano punto. La ragione sta in quello che ho [...]
[...] comme des 213 arborisations d’agate sur un fond d’opale... Anatole prit à gauche... Il était dans une petite clairière. L’éclaircie était [...]
[...] mélancolique, douce, hospitalière. La lune y tombait en plein. Il y avait dans ce coin le jour caressant, enseveli, presque angélique de la nuit [...]
[...] dell’armonia, una trascuratezza che arriva qualche volta allo scorretto, allo sgrammaticato. Parrebbe che il signor Lemaitre abbia ragione [...]
[...] stessa vivacità delle cose reali? 215 La risposta è imbarazzante. Poi il miglior metodo di giudicare di uno stile non è certamente quello [...]
[...] di staccare una frase di qua, un periodo di là, in maniera da falsarne isolatamente il valore, come direbbero i pittori. Io ho il grave sospetto [...]
[...] alcune parole del discorso in risposta al suo. Il Renan gli ha detto: « Avec quelques maitres exquis, dont vous devenez aujourd’hui le confrère [...]
[...] bourgeoises, prétendues images d’un monde qui, s’il est tel qu’on le dit, ne vaut pas la peine d’ètre représenté. Loin de songer à une imitation [...]
[...] ingegno — il Bonghi — scriveva a proposito del nuovo romanzo del Verga, Il marito d’Elena. Che può importarci, ha egli detto, di cotesti vostri [...]
[...] elevata. L’azione, il sentimento, il personaggio che rimangono di nessun interesse sono, invece, quelli che non arrivano alla pienezza della vita [...]
[...] artistica, quelli dove il concetto non trova la completa sua forma. Ma allora la questione muta aspetto. Non dovrà dirsi: questi fatti, questi [...]
[...] piccola borghesia di provincia. Ma il suo studio, in molti punti eccellente, non raggiunge nell'insieme la necessaria vitalità artistica di [...]
[...] assumono quella stupenda solidità alla quale il Verga ci ha abituati in altri recenti suoi lavori, in Pane nero, per esempio, un piccolo racconto [...]
[...] accade in questa povera famiglia, dispersa dopo la morte del capo di casa. Lucia va a far la serva e il vecchio padrone la insidia. « Don [...]
[...] tenendosi il pancione. — No! No! — Ella pareva una gatta inferocita. — Piuttosto pigliava la sua roba, e se n’andava via E che mangi? E dove [...]
[...] gli occhi. » Infatti Brasi, quando sa che Don Venerando darà anche le vent’onze, non trova più difficoltà a prendere in moglie la Lucia. « Il [...]
[...] . » Questa è la morale di Brasi. 222 « Santo, il fratello, udì la cosa in piazza, qualche mese dopo. E corse dalla moglie trafelato. Poveri [...]
[...] nuvole. — Un monde qui ne vaut pas la peine d'être représenté! Ma è appunto il regno dell’assurdo, 223 del falso, del convenzionale [...]
[...] , dell’artificiale, il mondo del vostro Cherbuliez, signori accademici, quello che non mette conto di rappresentare nell’arte! 18 Giugno 1882 [...]
[...] ERRATA-CORRIGE Pag. 19, lin. 16: povero cuore. povero amore (testino) >> 145, >> 2: di una parte. da una parte. >> 160, >> 11: il sole e la luce. il [...]
[...] . PROPRIETÀ LETTERARIA Stab. Tip. Ditta E. Trevisini, Via Larga, 13. ILEOTIFO I. Il giardino, un piccolo quadrato di pochi metri, era ingombro di [...]
[...] rachitici e nani: le cicorie spigate ombravano i cespugli, formati rasente il suolo dalle fogliuzze a cuore delle viole, qualche stelo di vainiglia [...]
[...] Istituta; né la malattia, nè il sesso di quest'infermo; non toccava a lei l'ingerirsene. A lei doveva bastare il pensiero che una creatura di Dio [...]
[...] la chiamava il dovere. A pena mise piede nell'ingresso della casa mobiliata, una zaffata d'acido fenico le riempì le nari e la gola; ma era un [...]
[...] intorno lo sguardo esperto, fissandolo un momento su 'l corpo lungo disteso che sollevava ritmicamente le coltri col respiro affannoso: il malato era [...]
[...] assopito, col viso rivolto verso il muro. Poi ella si diresse al cassettone, dove stavan aggruppate alla rinfusa bottigliette d'ogni grandezza [...]
[...] cosa un piccolo termometro clinico che segnava quaranta gradi e nove. Strinse le labbra ed inarcò le ciglia. Il marinaio le stava rispettosamente [...]
[...] avanti il collo taurino, che usciva nudo dal risvolto del bavero di tela turchiniccia, e teneva le braccia accosto ai fianchi, come in attesa di [...]
[...] inquilino. Mi disse che si trattava di tenerlo pochi giorni, perchè il tenente doveva tornare ad imbarcarsi per la Spagna, per il Giappone, che so io [...]
[...] settimana in casa mia non c'è più pace, nè giorno, nè notte. Io mi sono prestata quanto ho potuto; ma anch'io ho i miei interessi, e il sonno mi [...]
[...] proprio il cuore. Così buono! Ma con certi malacci c'è poco da scherzare!... E dopo un'infinità d'altre ciarle del genere, la signora Carmela [...]
[...] presa d'antipirina dentro l'ostia nel cavo del cucchiaio, poi venne verso il capezzale, e passando il braccio sinistro sotto il primo cuscino del [...]
[...] vaga e dilatata su quella ignota figura di donna, così prona sopra di lui da sfiorargli quasi il viso col petto. Tutti e due si fissarono per un [...]
[...] il braccio; accomodò le coltri, le rincalzò ai lati; quindi parve dileguarsi tra l'ombre alte e nere che il lume proiettava dirimpetto [...]
[...] cucchiaio di brodo al paziente, quando ella tornava al suo posto, riprendeva il rosario, facendo scorrere senza rumore su la cima delle sue [...]
[...] bocca. Anche l'ordinanza, il cui profilo ampio e svelto si disegnava diritto, poco discosto dal letticciuolo, se ne stava affatto immobile: tranne [...]
[...] giardino; ma subito tornava a regnare più che mai grave il silenzio. — Il mare è d'argento! — balbettò l'infermo — Incantevole!... Un quarto [...]
[...] gli apparisse come un bene supremo, forse l'unico rimedio per non più pensare, per non più patire. La suora seguitava a sgranar lento il [...]
[...] rosario; 15 il marinaro seguitava a sventolare: tutti e due dolcemente, tacitamente, errando chi sa dove col pensiero. Il malato a momenti s'assopiva [...]
[...] , forse, più della febbre gli bruciava il cuore e le carni, fatto com'era di delicata tenerezza e di desiderii brutali: un vero amore da uomo di [...]
[...] affannosamente: - Orribile!... orribile.... il riverbero su la sabbia!... Scotta gli occhi... il cervello, la gola! Ondeggia tutto.... Oh, un pozzo, Dio [...]
[...] cera del malato: il quale tornò anche questa volta a richiuder subito gli occhi, come sotto un'impressione di pena. Forse quella pietosa mano [...]
[...] di superstiziosa paura, affrettandosi a balbettar avemarie, quasi scongiuri contro il demonio, che parea la tentasse; e si raccomandava, si [...]
[...] , ma da lei quanto dissimile! Quella era elegante e bionda, ora tutta sorriso, ora tutta fierezza; il suo corpo carnoso, ma snello, modellavasi [...]
[...] . È vero che in realtà la seducente forma muliebre, ritratta con le più poetiche tinte dall'appassionato delirante, non aveva mai posato 22 il [...]
[...] , impossibile a eliminarsi, a scacciarsi: come la fatalità. Una notte la febbre ascese a quarantun grado. Il medico, se n'era andato scrollando [...]
[...] il capo, come chi ormai si rassegna a non più lottare con una forza invincibile; e uscendo aveva pronunziata la solita frase sacramentale, il più [...]
[...] un malato grave, che in vece non c'è proprio più nè speranza, nè fiato. Il paziente giaceva supino, immobile, come nello stupore della morte. La [...]
[...] , gli colava da un angolo della bocca su la guancia, e andava giù a bagnar il cuscino. Ritta in mezzo alla camera, con le mani giunte e le dita [...]
[...] con note lente e tenute. Suor Istituta si scosse, come còlta da una ispirazione. - Facciamogli fare un bagno! - diss'ella al soldato. Il marinaro [...]
[...] curve delle gambe sotto le fitte pieghe della cotonina, come si modellano perfettamente, anche sotto il soverchio drappeggio, le forme di certe [...]
[...] statue della decadenza romana. Ma ella non sentiva nè l'impaccio delle sottane fradice, nè il brivido che mette nelle ossa l'umidità dei panni [...]
[...] . Quando il bagno fu pronto, la suora e l'ordinanza sollevarono adagio adagio dal letto, dove giaceva sprofondato, il povero ufficiale che, quasi [...]
[...] anche un po' di forza sembrava tornar nelle membra all'infermo, avvivato da sempre più frequenti sorsi di marsala. Quando di lì a due ore il [...]
[...] medico, tolto di 28 sotto l'ascella il termometro, constatò ch'esso segnava appena 38 gradi, stropicciò con un lembo del fazzoletto il vetro dello [...]
[...] strumento, poi il vetro degli occhiali, perchè il brav'uomo non credeva a sè stesso. Allora suor Istituta, con la sua vocina da preghiera [...]
[...] male ripetere qualche bagno... Sì, sì, lo ripetano pure... - 29 III. Quando il malato fu fuori di pericolo, egli rimase in uno stato singolare [...]
[...] d'atonia per ore e ore, con le pupille vitree fisse dinanzi a sè nel vuoto, con le braccia abbandonate lungo il corpo su le coltri, mentre le mani [...]
[...] l'appetito del suo convalescente, il quale stizzivasi come un bimbo delle privazioni che gli venivan consigliate; ma finiva quasi sempre col [...]
[...] queste frasi d'umiltà e di rassegnazione un po' rapidamente, a mezza voce, come ripetendo a sé stessa una giaculatoria, che fosse il ritornello [...]
[...] obbligato della sua esistenza. Soltanto una volta scoppiò in una risatina infantile, 31 quando il tenente, in tono corrucciato e confidenziale, le [...]
[...] disse: - Ma che lei pretenda di schiaffarmi in paradiso per forza, è troppo! - A mano a mano che la convalescenza progrediva, il giovane [...]
[...] mostravasi più nervoso e irascibile; a segno che in certi momenti trattava quasi con egual severità il suo soldato e l'infermiera. In vece, certe sere [...]
[...] qualche suo compagno, evocando genti e paesi lontani dall'aspetto singolare e dagli usi mal noti. E allora quelle immagini che prima, durante il suo [...]
[...] dalla poesia del descrittore. Giammai, un accenno, nè meno il più vago, usciva dalle labbra di lui intorno alla donna così appassionatamente [...]
[...] , sparpagliando su'l pavimento i fogli che s'ammucchiavan su la tavola, sbattendo gli usci tra sibili e mugolii lugubri e frementi. Il tenente era stato molta [...]
[...] , con le labbra serrate, come una bimba che si fa forza per trattenere il pianto. 35 Il soldato, svelto e ubbidiente, correva, sempre scalzo, dove [...]
[...] , quando la sera fu scesa, il temporale estivo scoppiò in tutta la sua rumorosa violenza. Lampi e tuoni si succedevano senza interruzione [...]
[...] giardino, i cui rami si torcevano, gemevano, schiantavano. Il vento ululava peggio d'una belva. La suora, tremante, con la sua corona stretta [...]
[...] ; da che il malato, per un suo capriccio fisico, aveva assolutamente voluto che la finestra restasse spalancata. - Respiro! Respiro! Adesso respiro [...]
[...] ! - In quel medesimo momento, una raffica più forte dell'altre portò dentro un'ondata di pioggia che s'abbattè su 'l pavimento: il lume si spense [...]
[...] terrore, erasi buttata presso il letto dell'infermo. Questi diede in una di quelle risate spontanee, giovanili 37 e sane, che certo non lo [...]
[...] soggiunse continuando a ridere: - Ha paura che il diavolo si presenti da vero? - Ella ebbe un brivido per tutto il corpo; un brivido che le [...]
[...] di voce dolcissima. Il malato la guardava fisso, come attratto verso di lei da un fascino nuovo e singolare. Perchè mai era così bianca, quasi [...]
[...] ?... - La suora mise un altro piccolo grido, come quando lo scoppio della tempesta l'aveva spaurita, ma più soffocato e come interno; si fece il tempo [...]
[...] . Quando il lume, ch'ora sembrava giallo, rischiarò la camera, il volto di suor Istituta parve roseo: ella sorrideva; era tornata serena; non [...]
[...] sè il tenente, con un senso d'ironia dispettosa. Chiese da bere; poi serrò gli occhi, forse per dormire, forse per pensare. IV. Era il primo [...]
[...] , lo aveva attirato presso la soglia della finestra, distante pochi passi, dove il piccolo giardino presentava, nel quadrato dello stipite come [...]
[...] desinare. Il malato fissava tutto con la meraviglia di chi tornasse alla nostra vita e riprendesse coscienza delle cose, dopo un soggiorno nell'aer [...]
[...] avidamente inghiottiva. Fu sonato il campanello. - Non voglio visite, veh! - ordinò il convalescente, riappoggiando la testa alla poltrona, 41 [...]
[...] ch'erasi fatta trascinare lì accanto alla finestra. Ma il soldato tornò d'un balzo: era pallidissimo. - Signor tenente! - disse, come se le [...]
[...] nebbia sur una luce d'oro, le s'avvolgeva scompostamente intorno alla testolina bionda. - Nina! O mia Nina! - gridò il tenente, rizzandosi in [...]
[...] vita, angelo! Se tu sapessi come t'amo!.. - Ma avvedendosi d'improvviso che la suora di carità e il soldato di marina stavan lì attoniti [...]
[...] guardando la scena, il convalescente ordinò brusco, col suo piglio da superiore: - Lasciateci! Chiamerò se ho bisogno. - I due uscirono tosto, sfilando [...]
[...] s'incontrarono i desiderii delle loro anime semplici: l'una evocante l'immenso oceano e le sue tempeste; l'altra il piccolo chiostro tutto silenzio [...]
[...] : i soli luoghi capaci di far dimenticare. LA GENTE POVERA Benchè il palazzo - uno dei soliti casamenti nuovi, senz'ombra di gusto [...]
[...] architettonico - fosse molto grande e soleggiato, la portineria, situata su 'l cortile, era angusta e quasi buia: un'unica stanza, il cui uscio a vetri [...]
[...] . Dietro un paravento vecchio, ormai incolore, stava il letto matrimoniale a panchette, che aveva a capo un'immagine della Madonna Addolorata [...]
[...] buscarsi qualche soldo, bastandole a pena le quindici lire mensili che le passava il padrone dello stabile, a comprare il pane per sè e per i [...]
[...] crescere un po' meno rustici delle pecore. Il guaio più grosso della povera, donna era stato, si capisce, la morte del marito, avvenuta l'anno [...]
[...] prima. Tanto quanto, mentre viveva lui, la famigliuola tirava innanzi alla meglio, perchè di giorno il brav'uomo lavorava da facchino in una [...]
[...] gran drogheria, i cui numerosi clienti all'ingrosso non lesinavan la mancia a chi portava loro il genere; e di sera ei s'industriava anche a sonar [...]
[...] il clarino in un teatro di quart'ordine, dove gli spettacoli si succedevano senza interruzione. Ma fu, a punto, nell'uscire accaldato dal teatro [...]
[...] , che una bella notte il poveraccio prese il 48 malanno destinato a portarlo sotto terra. Gli venne la tosse, avvertimento a cui non diede [...]
[...] quell'inutile consiglio era dato senza convinzione; e a punto perchè c'eran di mezzo tre creature, si strapazzava seguitando il doppio mestiere, con [...]
[...] maggior cocciutaggine che forza fisica, la quale gli veniva meno ogni giorno, ogni ora. Ma giunse il momento in cui dovette rinunziare al teatro [...]
[...] : non aveva più fiato per il clarino; il suo cuore, allora, ebbe uno schianto; e si può dire ch'ei si sentisse più afflitto, 49 più finito di [...]
[...] quando gli portarono i sacramenti. Perchè bisogna sapere, che la sera, nel togliersi il camiciotto di tela turchiniccia, per indossare un vestito di [...]
[...] panno scuro, liso, è vero, al colletto e a' gomiti, a forza d'aver servito, ma ancora decente, e se non altro da galantuomo libero, diceva il [...]
[...] attesa che il maestro concertatore desse il segnale d'attaccare le prime battute, e provava qualche nota, qualche breve volata su 'l clarino [...]
[...] , con una sensazione geniale d'intimo benessere. Non esistevan più lo zucchero e il caffè, nè le latte del petrolio, nè i pacchi delle stearine; in [...]
[...] , dal camino al paravento, seguendo di lontano, col pensiero, tutto quel che avveniva in quell'ora nel suo teatro. Il clarino che lo aveva [...]
[...] intanto lo straziava, inacerbita da un nodo alla gola, che il malato 51 manco a sè stesso confessava ch'era di lacrime. Così il disgraziato disse [...]
[...] , mentre su gli occhi dalla cornea ingiallita stendevasi un velo che lo faceva traballare. Già più d'una volta il principale glielo avea detto: - Non [...]
[...] te lo aver a male, Peppe, ma tu hai bisogno di riguardi, e il servizio del mio negozio non fa più per te. - Il facchino si levava il berretto e [...]
[...] , s'era buttato a sedere su la bilancia, sfinito, il principale, nel passargli accanto, si fermò a parlar con lui della sua salute. Si vedeva [...]
[...] ch'era determinato di non più tenerlo. Quel tisico, oltre a non servirlo ora come prima, gli faceva pena e disgusto insieme; gli metteva il [...]
[...] e cavernosa, a scatti. - Mi rincresce, Peppe - disse il droghiere - ma così la non può durare. Più qua, col tempo, non dico di no, se tu starai [...]
[...] labbra al principale. Il facchino fissava, con occhi spersi, quella figura volgare e bonaria traboccante di salute, piantata lì, con le mani [...]
[...] licenziato, aveva rivolta l'identica interrogazione a sè medesimo. Il principale si strinse nelle spalle, dondolandosi come uno cui non riesca di [...]
[...] lunghi, sempre più rapidi, e s'alzò di botto dalla bilancia, per seguire il principale, che gli doveva dare la mesata intera, e anche una piccola [...]
[...] regalía, tanto per farlo andare a casa contento; questo voleva darsi a credere il droghiere, per isgombrar dalla propria coscienza qualche [...]
[...] leggera nuvola di rimorso. Ma quando il facchino, con un foglio rosso 55 da cento lire stretto nella mano madida e tremante, passò oltre la soglia [...]
[...] e quelle cose ei non le avrebbe rivedute più, il mercante tirò un fiato lungo, come chi si leva di dosso un gran peso. Peppe, strascicato che si [...]
[...] fu in casa, alla moglie paurosamente meravigliata di vederlo tornare a quell'ora insolita, consegnò il biglietto da cento lire. - Che vuol dire [...]
[...] ? - chiese Lucia, che non capiva perchè tenesse in mano quella somma maggiore della consueta. Ma il sorriso, ch'ella aveva abbozzato, le sfiorì [...]
[...] subito nell'udire il suo uomo sentenziar fioco, gravemente: - Son gli ultimi, sai! - Da quel momento, gli stenti della povera famigliuola di [...]
[...] gli occhi. Che cosa gli frullasse per il capo in quelle giornate eterne, nelle quali soltanto la tosse, a colpi più duri e sconquassanti, gli [...]
[...] la tosse del tisico, il rumore 57 dell'acqua cadente rumorosamente dalla cannella aperta e l'urto de' panni fradici, sciacquati e battuti su la [...]
[...] , bastava che Checco, l'ultimo di que' bambini, il quale contava poco più di quattro anni, s'ostinasse a ottener da lei un sasso, una scatola da [...]
[...] cheti perchè il babbo stava male, e la mamma aveva da fare, e c'era bisogno di 58 pace in casa: poi avrebbero mangiato tutti, più tardi, un po [...]
[...] donne popolane dabbene, sollevava il pensiero a quell'Addolorata, la cui immagine stava presente nel suo tugurio, e la pregava in cuor suo di [...]
[...] farle la grazia. Quale grazia? Nè anche lei avrebbe potuto precisarla. Che il marito, ridotto ormai in quello stato, potesse, per miracolo [...]
[...] , guarirle da un giorno all'altro, non c'era da pensarci. Il povero Peppe era nè più nè meno d'una lucerna cui manchi l'olio. E pure, chi sa? Dio può [...]
[...] indefinita come le sue speranze di bene... E il marito la rimbrottava di continuo: la materassa non era stata abbastanza battuta; il brodo era troppo [...]
[...] consimili, considerando, nel suo strazio, che a lui la materassa pareva più dura di prima, perchè il corpo gli si era scarnito; ch'ei sentiva troppo [...]
[...] sale nel brodo, perchè ormai il palato non gli diceva più il vero; e se gli mancava l'aria, voleva dir che i polmoni gli funzionavano male; e se il [...]
[...] , Madonna Santa! Il peggio fu quando il tisico, giunto proprio agli estremi, si mise a letto per non più rialzarsi. Essendo insofferente d'ogni [...]
[...] lì - diceva egli alla moglie - tanto, devo avvezzarmi a non li veder più! Quanto a denari, il foglio delle cento lire era finito da un pezzo [...]
[...] principale di suo marito insediato dietro il casotto a cristalli spoliti dove teneva la cassa. Il grosso industriale, intento com'era ad allinear cifre [...]
[...] , a monosillabi più che altro, a grugniti, i quali avrebbero dovuto significare il rincrescimento del padrone, che riconosceva d'aver perduto un [...]
[...] volta, dopo aver aspettato un pezzo di parlare 63 al principale, che il ministro del negozio, i commessi e i facchini, con tono fra sguaiato e [...]
[...] sprezzante, le dicevano fosse sempre occupato, quando ella vide il sor Luigi passarle innanzi figurando di nè pur guardarla, la poveretta corse [...]
[...] via a scoppiare in singhiozzi su la strada; si mise a camminare rasente i muri per non cadere e si coprì il viso con la pezzuola colorata, già [...]
[...] contro un bicchiere, per chiamar Santino, che si gingillava davanti all'uscio, non andando più a scuola, a fine di assistere il padre quando la [...]
[...] mamma era assente. - Che vuoi, babbo? - chiedeva il bimbo accorrendo. Più col girare degli occhi spauriti che con la 64 voce quasi spenta [...]
[...] inaspettata. l'infermo aveva, secondo il consueto, chiamato il fanciullo presso di sè: - Dammi... Dammi... - E accennava vagamente qualcosa [...]
[...] , sollevando a pena una mano. Santino gli porse il bicchiere; il padre voltò il viso dalla parte opposta, dispettosamente. — No.. no.... dammi [...]
[...] .... - ripeteva inquietandosi. 65 Santino corse al camino, a prendervi la tazza del brodo, che stava lì in caldo. Chi sa, forse il babbo si sentiva bisogno [...]
[...] di sostenersi un po' lo stomaco. Ma quando ei gli portò al letto la chicchera, il malato ebbe uno scoppio di collera, che si tradusse in una [...]
[...] specie di rantoloso ruggito, e diede, più forte che potè, un pugno su le coltri. Il ragazzetto guardavasi qua e là da torno incerto, spaventato [...]
[...] ; non capiva che cosa si volesse da lui. Finalmente il tisico raccolse un po' di fiato e urlò selvaggiamente: - Il... clarino!... - guardando fisso [...]
[...] la parete dov'era appeso, ben ravvolto nel suo morbido astuccio di panno verde, l'antico strumento. Il figliuolo s'arrampicò sopra una seggiola [...]
[...] , e dopo non pochi sforzi, afferrato il clarino, lo portò all'infermo. Questi lo prese fra le mani scarne che gli 66 tremavano per la debolezza [...]
[...] letto, fracassandosi in terra, egli nascose il viso spettrale nel cuscino e pianse, l'ultima volta. La sera gli somministrarono l'estrema unzione [...]
[...] ebbe come un inconscio sollievo. Il padrone dello stabile aveva fatto ripulire la portineria, 67 e dare a dirittura tre mani di bianco alla [...]
[...] materassa del letto era stata ribattuta; rifoderato il coltrone, ch'era tutto macchiato di unto e di medicinali; e la Lucia aveva ripreso a [...]
[...] cucir di bianco. Al mattino, quando ella avea rassettata la sua casetta e fatto anche qualche servizio nel casamento, si sedeva al tavolino, e il [...]
[...] tic-tac fitto fitto della macchina risonava per ore, senza interruzione. Alle tre tornavano i bambini dalla scuola; e nel cortile principiava il [...]
[...] tarchiata e bruna dei Lantoni, nativa del circondario di Firenze; la quale (lo diceva anche la sua signora) aveva d'oro il cuore e di bronzo la voce, ci [...]
[...] alla tavola dove sua madre cuciva a macchina, egli, con davanti il quaderno a righe azzurrognole, faceva da bravo il suo còmpito, ripetendo [...]
[...] . Sembrava che in quei momenti il fanciullo non udisse lo schiamazzo de' compagni in torno a lui; e quando quella pettegola della Marietta entrava [...]
[...] le lagrime che gli lavavano il viso, Santino alzava appena il capo di su lo scritto. - Ha troppo giudizio per la sua età: ho paura che non mi [...]
[...] spazzar bene la stanza, cansando pianino il paravento; sapeva accendere il fuoco e mettere a scaldar l'acqua in pentola. Ma quel che più consolava la [...]
[...] vedova, quel che faceva, quasi direi, che senza saperlo ella nutrisse un'intima predilezione per il suo figliuolo maggiore, era la tenerezza di [...]
[...] Checco erano profondamente addormentati, una da capo e l'altro da piedi del letto, e nella camera s'udiva soltanto il loro respiro regolare [...]
[...] , stava in quella posizione un pezzo. Lucia gli passava lentamente le dita fra i ricci castagni, gli faceva, con un sorriso beato, il 72 solletico su [...]
[...] 'l labbruccio inferiore, poi chiedeva sottovoce: - Le vorrai sempre bene a mamma, così?... - Il bimbo non fiatava: una piccola capata in su [...]
[...] , verso il viso materno era la tacita risposta. A volte si mettevano a ricordare insieme il povero babbo morto, tanto affezionato, tanto faticatore [...]
[...] mestiere che gli facesse portare a casa tanti soldi, tanti da comprar sempre il pane, il carbone, l'olio... Dopo ciò, madre e figlio andavano [...]
[...] anch'essi a letto: lei dalla parte della Marietta, lui da quella del fratellino, quieti. Un giorno il bimbo tornò a casa sbiancato; intanto che faceva [...]
[...] il cómpito, s'interruppe più d'una volta per chinare il capo su la carta, e quando sua madre gli scodellò la minestra di 73 fagioli, non potè [...]
[...] inghiottirne che due cucchiaiate, a forza. - Che hai? Che ti senti? - chiese Lucia. - Nulla, non ho fame. - Così dicendo il bimbo s'appoggiava su [...]
[...] Santino non mostrò d'udire, e muto, svogliato, stette lì, fin che la famiglia non ebbe terminato il povero pasto. La Marietta e Checco, allora [...]
[...] , corsero in cortile a ruzzare, e il fratello maggiore andò a sedersi su le ginocchia della mamma. - Tu ti senti male, bambino! - esclamò la vedova [...]
[...] , agitata. - Mi duole il capo - rispose lui, strascicando le parole, come se gli costasse fatica di pronunciarle; e conchiuse: - Mamma, voglio [...]
[...] madre - che dopo la morte di Peppe ella aveva lavato nel ranno e tenuto alla guazza notturna - i panni che portava giornalmente, e perfino il [...]
[...] , alzando gli occhi e chiamando in soccorso il Cielo nella sua nuova disgrazia. Quella notte, Lucia non si coricò. Il bambino era rimasto lì [...]
[...] madre, a ogni istante, gli posava la palma della mano su la fronte, tirandogli su i ricci, che dovevan dargli troppo caldo; poi stendeva il [...]
[...] braccio sotto le coltri e gli tastava il ventre e i piedi: scottavano... - Madonna! Madonna cara, che nottata! - badava a ripetere la vedova. Il [...]
[...] poco o vo' morite presto - sentenziava con uno scoppio di voce l'Adele, scrollando il capo; e seguitava, sempre brusca, ma in fondo piena di bontà [...]
[...] alla Lucia, aumentò ancora. Il poverino era giunto a non pronunziar più parola; inconscio, mandava dei lievi gemiti inarticolati, quando la [...]
[...] madre, per levarlo dal sudore che gl'inzuppava la camicia e i lenzuoli, lo sollevava a pena a pena, con ogni precauzione, passandogli sotto il corpo [...]
[...] aveva mandato, perfin preparato con lo sciroppo di menta, perchè, secondo lei, l'olio di ricino è il rimedio che guarisce tutti i mali dei bimbi [...]
[...] ; ora sedeva al tavolino, dove la sua macchina da cucire posava silenziosa, e incrociatevi sopra le braccia, si nascondeva il viso: quasi che, non [...]
[...] cacciarne il pensiero tormentoso, insistente, che la perseguitava come una fissazione; poi scoppiava in pianti dirotti, spasmodici, che [...]
[...] , dicevan le vicine, le facevano bene; ma che invece la sconquassavano tutta. Il terzo giorno, il medico condotto, ch'era stato chiamato con premura [...]
[...] , se ci porto il ragazzo! Dovessi vendermi le panchette del letto, dovessi far... che ho da dire? Santino non lo levo di casa. - Il medico, con [...]
[...] , avete torto: specialmente trattandosi d'una malattia contagiosa. - In tanto, promise di tornare il domani, al più presto possibile. Ma su la sua [...]
[...] , il quale avrebbe voluto a ogni costo veder il figliuolo consacrarsi alla carriera militare; l'unica, gridava il vecchio caparbio, fatta per [...]
[...] l'uomo che si sente uomo. E il dottorino, non tanto nauseato da quel contatto obbligatorio con ogni sorta di male, quanto seccato dal far visite giù [...]
[...] signore ridenti, evitava quanto più poteva il suo malinconico dovere. Ciò non ostante, nella condotta affidata a lui, pochi ammalati se ne lagnavano [...]
[...] . Era buono con tutti; educato a segno di levarsi il cappello su la soglia di qualunque 81 tugurio, e dimostrava una certa simpatia per i [...]
[...] piegare il viso su 'l suo bambino e sentirne l'alito cocente, o per mettergli fra l'aride labbra un pezzettino di ghiaccio; quindi ripigliava [...]
[...] passato che un quarto d'ora? Quando vide il primo biancheggiar dell'alba, le parve di riaversi, come se anche nell'intimo suo si diradassero un po [...]
[...] tutto il corpo punteggiato di pustole rosse. - L'è una zizzola! - masticava l'Adele, scrollando il capo, impensierita su 'l serio. Tornò verso [...]
[...] sera il medico, e s'accigliò nel vedere il malatino. La madre lo guardava fisso, spiando su 'l viso di lui che cosa ella dovesse sperare o temere [...]
[...] lire; oltre di ciò per tenere il bambino coperto di ghiaccio da capo a' piedi, affinché l'eruzione sfoghi ben tutta, quando anche avrete [...]
[...] comprato la borsa di gomma elastica, che ci vuole, non vi basteranno sette o otto lire al giorno. Rifletteteci, mia cara. Qui, il malato, per quanti [...]
[...] sacrifici facciate, mancherà, per forza, di molte cose; mentre all'ospedale, dov'hanno tutto il necessario, lo curerebbero ammodo. Io, per conto [...]
[...] magari più, se c'è il bisogno; poi ci sono gl'infermieri, che han pratica delle malattie quasi quanto noi dottori. Rifletteteci, mia cara. - 84 [...]
[...] mezzo al cortile, il dottore che usciva. Subito dopo chiamò forte: - Adele! Adele! - Aveva in testa un progetto. Dal giorno che l'antico padrone [...]
[...] biancheria le restavano appena due paia di lenzuoli per cambiare 85 il letto: un paio a dosso, uno al fosso, come si suol dire; l'anello [...]
[...] matrimoniale impegnato ad un montino, Dio sa dov'era ito; ma almeno non aveva fatto delle faccette con nessuno. Quando, però, udì il dottore parlar di [...]
[...] tutte quelle lire che ci volevano ogni giorno per i medicamenti di Santino, il pensiero le ricorse tosto al sor Luigi. Chi avrebbe potuto [...]
[...] volta: così, lui, del suo, non ci rimetteva niente, e tutti eran contenti. Su lo spedale la madre non fermava affatto il pensiero; le sarebbe [...]
[...] fate il piacere di starmi un momento dal bambino? Vado e torno. - - Accidèmpoli! Vo' m'avete messa in corpo una paura birbona! Tremo tutta! — fece [...]
[...] i suoi era mutato tutto, parve mozzarle un istante il respiro. Ma Santino aspettava: ella si fece coraggio: entrò. Il principale scriveva al suo [...]
[...] solito posto. Al veder Lucia fermarsi, ritta, dinanzi al suo casotto, alzò il capo e la guardò; poi chiese: - Che cosa volete da me? - 88 [...]
[...] Ella cominciò timidamente: - Non sono più venuta, sor Luigi, se lo ricorda? per non incomodarla... Peppe mi morì... già lo saprà... e oggi ho il [...]
[...] bimbo maggiore, Santino, col vaiolo. Sta male... creda, male!... - - Mi dispiace - brontolò il droghiere, rimettendosi a vergar numeri. - Scusi [...]
[...] ; se la disturbo, ma il dottore mi ha detto... che per le medicine e il ghiaccio... ci vorranno... anzi non basteranno... sette o otto lire... al [...]
[...] pregarmi di che? - domandò con freddezza il grosso negoziante, come se non gli passasse per la mente ch'ella fosse lì aspettando un soccorso, una [...]
[...] carità, da lui. 89 - Di darmi qualcosa per... - Il droghiere posò la penna, e fissò in viso la vedova. - Ma voi - disse - credete, me ne avvedo [...]
[...] da un pezzo, che il denaro io lo zappi. Venite sempre con queste storie di disgrazie, di malattie, di morti, che so io, come s'io fossi il [...]
[...] Padre Eterno... - - Nossignore.... mi perdoni... creda.... ho creduto... - Lucia si sentiva smarrire il cervello. Ma dunque, se quell'uomo non [...]
[...] ... - - Non presto nulla - dichiarò l'uomo; e, dopo un istante, poi che Lucia s'era coperto il viso col fazzoletto, per nasconder le lacrime e [...]
[...] a piegar la fronte rannuvolata su' suoi libri. La vedova lo guardava trasognata: un torpore del sangue, come un formicolío, le invase il corpo [...]
[...] proprio che se non fosse stato per questo, non sarei venuta più, no, no, non sarei venuta più!.. - - Basta, ho altro da fare! - vociò il principale [...]
[...] , stizzito da quella noiosa insistenza; e soggiunse, come parlando tra sè: - Maledetto il buon cuore! Se a questa gentaglia si fa tanto di dare un [...]
[...] dito, vi piglia il braccio, vi piglia! - Lucia uscì. Come le gambe la ressero, camminò fino a casa, e si buttò su la sedia accosto al [...]
[...] venne meno il coraggio di farle altre chiacchiere, fossero pure a fin di bene e per distrarla. L'aiutò, invece, a ripulire qualcosa - dove [...]
[...] gravità della situazione le pesava su 'l cuore. Più presto di quel che credevano si fece rivedere il giovane medico condotto. - Brutto segno! - pensò [...]
[...] l'Adele. Allora Lucia con una voce che non aveva più suono umano, ma risoluta, disse: - Signor dottore, prima di notte porto il bambino [...]
[...] seguiva, cadaverica, il rapido moto della sua penna - debbo avvisarvi che il regolamento proibisce ai parenti di visitare i malati. Gli è per evitare [...]
[...] i contatti con gli esterni, capite, che potrebbero propagare il vaiolo. Una volta entrati lì, si rivedono soltanto guariti, o... - - Nè meno [...]
[...] tardi, raccolta ch'ebbe la sua creatura entro il lenzuolo e le coperte, fra le quali giaceva, Lucia sollevò di peso quel corpicino quasi inerte [...]
[...] collo: - C'è quello che comanda? - - Il direttore? - rispose l'interpellato con tono di superiorità - Il direttore adesso non si può vedere [...]
[...] . - - Ma ho qui la domanda... Il bambino mi sta male... - - Si chiama il medico di guardia, in questo caso. - - Chiamate chi volete, ma chiamatelo [...]
[...] presto - supplicò la donna. - Io non mi reggo più. - Il pancione in livrea le indicò una panca di legno, dicendo con lo stesso tono di voce [...]
[...] : 95 - Sedete lì. - Lucia sedette. Il fanciullo, che pareva un fagotto di panni, restava immobile, pesante, tutto abbandonato. Ella non osava [...]
[...] tirargli su neanche un lembo dello scialle per vederlo in faccia, temendo di fargli pigliar fresco; e ogni momento avvicinava la bocca verso il [...]
[...] capo di lui, e susurrava: - Santino! Cuore di mamma! - Ma la creatura non le rispondeva. Scese, dopo un po' di tempo il medico di guardia, e [...]
[...] constatato lo stato del vaioloso, ordinò che lo si mettesse per quella notte nella stanza d'osservazione. Mentre il bimbo stava per essere trasportato [...]
[...] d'ora per farsi trascinare fin là in carrozza, e poco men che due ore per andarci a piedi, anche camminando di buon passo. Ora, il maggior [...]
[...] dolore che lacerava il cuore di Lucia, da che non aveva più davanti a sè lo spettacolo del suo fanciullo in lotta con la morte, era di non potersi [...]
[...] recar tutti i giorni, a tutte l'ore, là dove egli stava rinserrato fra gente estranea, alla quale il poverino doveva pur essere indifferente come [...]
[...] male, quando gli mutan la camicia! Chi sa se badano che il lenzuolo non gli s'aggrinzi sotto! Ci vuol così poco a impiagarsi! Brodo, ghiaccio, ne [...]
[...] potersi esprimere, stordito dall'intensità della febbre, e allungare il labbruccio inferiore nel desiderio d'un sorso fresco; ella sentiva come [...]
[...] abbandonata. Veniva il portalettere, veniva gente a chieder di questo o di quell'altro inquilino, e non c'era alcuno per rispondere. Lei si figurava il [...]
[...] brontolío dei casigliani, il malumore del padrone, se fosse giunto a saper la faccenda, e correva verso San Francesco de' Poverelli, correva col [...]
[...] si struggeva lì una mezz'ora, avvolgendosi e svolgendosi macchinalmente una punta del fazzoletto intorno a due o tre dita della mano. Il tempo [...]
[...] volta, dissero a sua madre che il medico lo aveva messo a un quarto di vitto, poi a metà. Un'altra volta seppe che gli era stato permesso [...]
[...] d'alzarsi, e allora ebbe due terzi di vitto, non ostante che, a dar retta a lui, avrebbe mangiato anche il desinare del personale di servizio; tanto [...]
[...] Provvidenza. Un giorno, la superiora delle monache addette all'ospedale, le disse che il bambino, ormai perfettamente ristabilito, non avrebbe certo [...]
[...] pigliarsi quattro metri di frustagno marrone, per farne un vestitino nuovo a Santino. Fissò di pagarlo un tanto il mese. Ora che non aveva più [...]
[...] stringeva al petto l'involto del frustagno. E come unse e riordinò con compiacimento la sua macchina per cucire il vestitino, non appena 103 [...]
[...] Checco, poverini! vedendoli così allegri, sani, chiassoni... Il vestitino era già pronto; la Lucia se l'era già rigirato fra le mani chi sa quante [...]
[...] Naldi, invitandoli a ritirare il fanciullo dallo spedale di San Francesco de' Poverelli. Era guarito. La vigilia del ritorno di lui, la madre [...]
[...] non 104 trovava il verso d'andare a letto: un'altra ferrata alla camicina con l'amido dal goletto lustro e interito; un'altra stiratina alle calze [...]
[...] Lucia, che non aspettava gente a quell'ora. - Son io, Trevisani: apri. - Era il tenente: l'inquilino nuovo. La portinaia gli aperse. Un bel giovane [...]
[...] corporatura. Aveva il viso sconvolto, gli occhi cerchiati di rosso. - Mia moglie sta poco bene - disse - ha abortito. - - Oh Dio, come mai [...]
[...] ? — chiese la Lucia, 105 incrociando le braccia in atto di rincrescimento. - Non so... proprio non so... senza motivo. Son solo... vieni su, fammi il [...]
[...] adesso, era tutt'altra cosa. L'idea d'abbracciare fra poche ore il suo Santino, il suo tesoro, le metteva a dosso un'energia singolare: vedeva ogni [...]
[...] coperchio polveroso, trovato per caso in una credenza fra altra roba alimentare che il tenente avea riportata dal campo, la madre già vedeva il [...]
[...] come a' suoi bei tempi, quando ancora non conosceva tribolazioni. Se Santino fosse rimasto in portineria, certo sarebbe morto come il padre. Povero [...]
[...] giorno, appena vide aperta la finestra di cucina dei Lantoni, corse dall'Adele. - Abbiate pazienza - le disse: - il tenente m'è stato a tormentar [...]
[...] ! - - Come? - - Non era lui, no, no, non era lui - asserì l'Adele entrando e buttandosi sur una sedia. Poi raccontò per filo e per segno il fatto [...]
[...] . Aveva dovuto pazientare un secolo: non fa niente; il portiere, un buzzone schifoso che si dava Dio sa che importanza, le aveva significato che [...]
[...] , poi il medico di guardia: tutta una processione. Avevan detto: - Che mai dite che non è lui?- E l'Adele: - Nossignori che 'unn'è lui! - - Il [...]
[...] malattia l'avrà fatto dimagrare. - In vece, questo bimbo qui gli è grasso e robusto, e il nostro gli era mingherlino, piuttosto civile. - - È stato [...]
[...] ben nutrito - osservò il dottore. 112 - Poi, Santino gli aveva gli occhi celesti, e questo qui gli ha neri! - - Ve lo volete portar via, si o no [...]
[...] ? - chiese il direttore, ch'era sopraggiunto in mezzo a questa discussione. - Io no, ecco! - dichiarò l'Adele - o come ho a fare a portar via uno [...]
[...] che cosa la si facesse, accorata, con un diavolo per pelo. La madre ascoltò tutto il racconto per filo e per segno, senza batter palpebra; un [...]
[...] un ragazzino; e chiese di Lucia Naldi, quella che aveva un malato a San Francesco de' Poverelli. Il bimbo indossava il vestito color marrone [...]
[...] cucito a macchina, di sera, quando le fatiche diurne erano finite; portava le calzette a costola, il berretto con l'àncora. Ma il vestitino gli [...]
[...] era larga e lungo: ci stava come in un sacco, goffo, impacciato, malinconico. - Vi riporto il vostro figliuolo, per ordine del direttore - disse la [...]
[...] inchiodato le piante al suolo. Fissò il ragazzo con le pupille dilatate, con le labbra strette, con tutta la faccia che si protendeva in atto di [...]
[...] eccezionale stupore. 114 - Ma non è il mio, questo! - gridò ella. - Chi, questo? — chiese l'infermiera con tono d'incredulità. - Questo, questo qui [...]
[...] ! - - Eh diamine! Siete matta! Nome, cognome, età, sta scritto tutto su la tabella. Come volete che non sia il vostro? Guardatelo bene. - - Non è [...]
[...] il mio, vi dico! - badava ad affermare la portinaia - Santo Dio, volete che una madre non riconosca il suo figliuolo? - - Si sa, ha avuta una [...]
[...] malattia che cambia tutti. Gli è come se uno si mettesse una maschera, credete a me. - - Non può cambiare il sangue, la malattia! Questo bambino [...]
[...] nè anche mi conosce. Vieni qua, dimmi come ti chiami - fece la Lucia, attirando verso di sè il fanciullo, intento a fissar la stanza dove si [...]
[...] l'abito marrone da lui indossato, del quale, particolarmente sembravano interessarlo i bottoni e le tasche. - Come ti chiami? - ripetè la Lucia. Il [...]
[...] bambino alzò lo sguardo un po' selvaggio; poi lo tornò subito a chinare, e rimase muto. Allora la Lucia lo respinse dolcemente: - Non è il mio [...]
[...] ! - Non è il mio! - esclamò sicura - Riportatevelo pur via, chè oggi stesso vengo a pigliar Santino. - E siccome, a punto la Marietta e Checco [...]
[...] , questo? Ditelo voi! - I ragazzi smisero di ridere; squadrarono il nuovo arrivato con atto di diffidenza, poi se ne allontanarono un po' ammusoniti [...]
[...] , facendo segno di no, col capo. 116 - Vedete? Vedete bene che non è il mio! - tornò a protestare la Lucia. L'infermiera insistè un altro poco [...]
[...] faccenda nella quale è immischiato senza sua volontà; e, ripreso per mano il fanciullo da lei condotto, se ne andò con un indifferente [...]
[...] : - Arrivederci. - Lucia aveva la febbre a dosso. Saper guarito il suo Santino, saper di poterlo riabbracciare, e in tanto non averlo in casa! Lasciò [...]
[...] andar tutto, servizio, bucato: salì soltanto a scusarsi con la Trevisani: e partì. All'ospedale, le dissero che il direttore non c'era. Bisognava [...]
[...] fila di sedie impagliate. A sinistra, uno scaffale ingombro di registri luridi, per gli anni e per la polvere. Non osando passeggiare, per il [...]
[...] riscuotere, le rimescolava il sangue, le dava come un colpo nel petto e una stretta alla gola. Teneva fissi gli occhi su la porta: una porta mezzo [...]
[...] sgretolata, da cui sperava, a ogni istante, di veder comparire il suo bambino. Ma il tempo passava: nulla, nulla! Dopo un gran pezzo, che a lei [...]
[...] con le labbra il movimento di chi parla, quasi avesse ripetuto a sè, in silenzio, ogni parola di lui, per meglio intenderla, per crederla [...]
[...] . Egli riprese ancora: - E, dunque... in questa confusione, è capitata al bambino che vi avevo rimandato la tabella del bambino vostro, morto il sei [...]
[...] di marzo, cioè pochi giorni dopo che ce lo avete portato. - Morto? - chiese lei, calma, con lo stordimento incosciente d'un bue che riceve il [...]
[...] , con la bocca mezzo aperta, cadente. - Del resto, - soggiunse il direttore - le cose sono state fatte ammodo; i genitori di quell'altro [...]
[...] ragazzo hanno ordinato un mortorio decente al bambino vostro, credendolo il loro; questo deve consolarvi. E in ultima analisi, - concluse - con la [...]
[...] di parole vaghe, assordante come uno scrosciar d'acque invisibili. Non rispose mai. Soltanto, quando il direttore s'alzò, ella capì che doveva [...]
[...] e di trine che spariva dietro l'uscio; ne ascoltò un istante il fruscio su 'l tappeto 127 del corridoio; poi, appoggiati i gomiti su la tavola [...]
[...] , in atto confidenziale, scrollò leggermente il capo. - Povera Matilde! - susurrò quasi a sè stesso. E voltandosi a' suoi commensali: - Chi [...]
[...] , poverina! In vece, per conto mio, quando udivo il suo passo svelto su' mattoni o la sua fresca vocetta che rispondeva al brontolìo della madre [...]
[...] di chartreuse tutti di seguito, astrattamente, e Bertino Fragni s'accostò più che mai alla tavola. Il pittore riprese: - Dopo queste faccende, la [...]
[...] ragazza trottava lesta lesta verso il suo magazzino e fino a un'ora di notte era tutta una tirata di lavoro. Spesso, al suo ritorno [...]
[...] , c'incontravamo per le scale. Io scendeva per recarmi in Galleria, al Gnocchi, dove s'era formata una combricola di glorie in erba cui davamo il nome [...]
[...] mie che il pubblico loda e paga, per l'entusiasmo pazzo d'una di quelle ore giovenili. Matilde, lei, povera piccina, saliva al nostro quinto [...]
[...] larghi e sformati 132 dove il pieduccio le ballava; sìcche ci avevo preso gusto a fermarla. - Buona sera, come sta? Ha fatto tardi, eh? O non ha [...]
[...] sceglieva le strade con molti lampioni. Nel carnevale, si sa, c'era il lavoro a monti in magazzino, e non si poteva finir prima. Ma non era mica [...]
[...] un arpione lo scialletto a maglia e il cappello di paglia, e di mangiar finalmente quel po' di minestra su l'acqua che la mamma avea preparata [...]
[...] fiorami gialli in testa, legata sotto il mento, e una a fiorami rossi incrociata su 'l seno, piegava il naso fin quasi al piatto, biasciando [...]
[...] , puliti; più là il letto, con a capo un gran ramo d'ulivo ombreggiante una Madonna di carta colorata e un quadretto nero con una medaglia al valor [...]
[...] militare: memoria del padre morto in guerra: una reliquia. Matilde, mangiando, raccontava il gran da fare che c'era in magazzino. Madama era [...]
[...] di stoffe dalle morbidezze di velluto, da' riflessi di raso, di quell'onde 135 di tralci e di merletti in cascate d'argento, era il contrasto più [...]
[...] forte, l'antitesi più potente che si potesse opporre a quell'interno miserabile. Un giorno, il proprietario del nostro palazzo fece sloggiar le [...]
[...] dovetti prender io pure le mie carabattole e andare ad alloggiare altrove. Ora, sentite. Una sera, al Gnocchi, mentre me ne stavo secondo il solito in [...]
[...] mezzo al 137 così detto cenacolo, viene una coppia, maschio e femmina, a sedersi al tavolino dirimpetto, Il maschio mostrava una cinquantina [...]
[...] tornava allora da Vienna o da Parigi dov'era andata a scuola; portava una parrucchina fulva come il granturco e s'era ingrassata a furia di [...]
[...] , insistendo su' particolari delle nostre prime relazioni e facendogliene vedere il lato gentile, ella protestava energicamente ch'io non l'avevo mai [...]
[...] più. Fu la sua sola vendetta, povera Matilde! - Il fragore delle voci e delle risa misto a un tintinnio di posate e di cristalli cresceva 141 [...]
[...] sigari; s'infilarono i soprabiti e uscirono. Ma il pittore si fermò di botto. - Scusatemi se non vengo con voi - disse a' due giovanotti [...]
[...] . Che c'era di nuovo? Qualche convegno amoroso, si capisce. Ma per quella volta la sua bella poteva aspettare!... E a troncare il battibecco [...]
[...] , Bertino spalancò l'uscio della stanza dove avea luogo la cena ed annunziò il tradimento meditato dal Sermanni. Allora sì che fu un vocio da stordire [...]
[...] incespicando nello strascico di damasco del proprio vestito, e tra risa sgangherate gridò: - Disertore! disertore! - buttandogli il suo bicchiere colmo [...]
[...] di sciampagna. AL MONTE DI PIETÀ. AL MONTE DI PIETÀ Il sole estivo della prima ora pomeridiana saettava il fitto selciato della piazza e le case [...]
[...] dalle finestre ermeticamente chiuse al caldo, mentre il vento stracco e afoso incanalavasi a sbuffi cocenti nel vasto androne del Monte di [...]
[...] procaccine, così dette, che 146 S'intrattenevan fra loro di cose famigliari, interrompendo ogni momento il racconto delle proprie e delle altrui [...]
[...] qua! - Molte donnicciuole con fagotti sotto il braccio, avvolti dentro un panno in cui dovrà esser segnato il numero corrispondente alla [...]
[...] come un vecchio fazzoletto che il bucato abbia stinto a chiose, col naso violaceo per le frequenti libazioni, rotondo e lucido per il lieve [...]
[...] di labbra; ma non appena spuntava oltre il cancello nello stanzone d'ingresso una figura un po' meno miserabile, ecco subito le profferte di far [...]
[...] esse il pegno echeggiare in coro. La figura meno miserabile, uomo o donna che fosse, fermavasi allora con una di quelle megere, scambiando [...]
[...] si sa mai, perchè nessuno la ravvisasse in quel luogo; e camminava con andatura spedita, volgendo, però, il, capo di qua e di là, come qualcuno [...]
[...] delicato da rivelarne subito il molto valore. La sensala trottò verso le scale; l'altra rimontò di slancio nella carrozzella dove si stese a mezzo [...]
[...] scuro destinate a chi aspetta il suo turno per accostarsi allo sportello donde scaturiscono i soldi presi a usura. 151 Quasi in fondo a una di [...]
[...] bianchi: il lutto delle vedove povere. Mostrava più di trent'anni; ma considerando quanto invecchino la miseria e la fatica, si capiva ch'ella [...]
[...] bande, con la classica semplicità delle Madonne. Quando il piccino, su'l punto di piangere, cominciava a stropicciarsi le palpebre inarcando [...]
[...] qualche sospiro represso, che usciva dalla metà in là come l'eco d'un singhiozzo, seguitava a stringere il bimbo al proprio seno, la cui curva nè [...]
[...] all'altra, lungo le panche, correvan come fili elettrici domande e confidenze; il bambino si lamentava a intervalli, fioco. Quando venne il suo [...]
[...] d'altre infelici. Col braccio che non sorreggeva il fanciullo la donna avanzò il piccolo fagotto, che l'impiegato, uno sbiadito giovanottello in [...]
[...] braccio il pegno rifiutato fissandovi sopra lo sguardo, forse non persuasa ancora di dover perdere quell'ultima speranza di pane. Che doveva fare, che [...]
[...] pallore cinereo le si stese su 'l viso; sentì come se il terreno le traballasse sotto i piedi, poco mancò che il bambino non le cascasse di braccio [...]
[...] .... Ma nell'atto che fece per serrarselo più forte al petto, gli occhi le si posarono sopra la propria mano che reggeva il figlio, e le rimasero [...]
[...] due o tre secondi come affascinati dal cerchietto d'oro, la fede nunziale che le brillava all'anulare. 156 L'impiegato ordinò: - Lasciate il [...]
[...] posto agli altri! - e già stendeva la mano per prendere il pacco che un braccio di vecchia gli allungava, quando la vedova, rialzata la testa, con [...]
[...] un gesto di improvvisa risoluzione, si levò l'anello, il quale stentava assai a uscire dal suo solco, e glielo porse dicendo: - Prenda questo [...]
[...] ! - L'uomo sparì, portandosi l'oggetto in una stanza interna. Il bambino, stanco di star chiuso in quell'afa puzzolente, si lagnava ormai senza [...]
[...] qualcosa, come per rifarsi d'aver taciuto la notte; e battono i martelli, stridono le seghe, le cazzuole raschiano, spalmando la calce; tutto il [...]
[...] rumoroso lavoro edilizio va innanzi in un'onda sempre più vasta di suoni. Sur un ponte di legno posto al quarto piano, Nanni, il maestro muratore [...]
[...] ; a forza di veder levarsi e tramontare il sole su fabbricati nuovi gli si eran fatti bigi i capelli, bigia la barba, bige le sopracciglia folte [...]
[...] . Il suo mestiere, Nanni lo considerava uno dei migliori che si possan fare. Non capiva, trattandosi del proprio sentimento, quanto ci fosse di [...]
[...] , finito il suo còmpito cotidiano, raddrizzando a fatica, con una strizzatina delle labbra, le reni indolite, l'operaio sorrideva, sereno e [...]
[...] soddisfatto, quando la sera, 164 su 'l vespero, osservava il lavoro a grado a grado fornito. Par nulla, eh? E pure, mattone su mattone, mestolata su [...]
[...] ; ci cresceva l'erba, che a pena era buona per il pascolo delle bestie; e scava, scava, s'eran gettate le fondamenta di una casa, poi di due, di [...]
[...] strade create di fresco, ancora sterrate e senza numeri alla porta, c'eran venuti i bambini a far il chiasso fra' monticelli di terra e di sassi che [...]
[...] pane, di carne, di legumi, che sporgevano 165 fuori le ceste multicolori: la vita con tutto il brulichio e il frastuono de' popolosi quartieri [...]
[...] galantuomo non aveva che una passione: la sua figliuola. Ormai era un pezzo che, fuggendo il villaggio nativo su la riva dell'Arno, perchè [...]
[...] , ma pareva creata apposta per piacere a certi maschi: era la donna nelle sue forme più spiccatamente carnali. Aveva larghi i fianchi e il petto [...]
[...] , stremenziti in grossissime trecce i lunghi capelli d'un castagno caldo a ciocche chiare, quasi bionde, come se il sole, cui esponeva la [...]
[...] testolina, glie l'avesse segnata di raggi; il viso rotondo le fioriva di roseo; e gli occhi, alquanto sporgenti, d'un turchino verdognolo, le ridevan [...]
[...] poteva andar a 167 comprare un gingillo per il desinare, senza che garzoni e padroni, tutti i bottegai, non le dicessero qualche paroletta [...]
[...] mangiare ai loro uomini. A pena inteso lo sparo del cannone di Sant'Angelo, annunziante il mezzogiorno, levava dal canestro la roba; il pentolo [...]
[...] per terra il mezzo litro di vinetto bianco dei Castelli (chi lo poteva più assaggiare il vino 169 toscano?) e sedutasi accanto al padre su [...]
[...] all'ultimo briciolo tutto quanto la Rachele aveva preparato per il desinare, il vecchio sdraiavasi dove si trovava, tirandosi la falda del cappello a [...]
[...] cencio su gli occhi, e faceva quella siesta de' muratori, cui non disturba 170 nè il sole, nè il vento, nè gl'insetti vagabondi per l'aria [...]
[...] aperta; mentre la sua figliuola, rimesso il mezzo litro, il pentolo e i due cucchiai nel paniere (il coltello a serramanico se l'era già riposto [...]
[...] in vernacolo il suo soprannome, la mascella inferiore prominente, 171 quasi quadra, coperta d'una barbetta di brevi ricci nerissimi che [...]
[...] di chi parla a sè stesso senza giungere a persuadersi; e i cupi suoni che gli uscivan dal petto, anzi dal cuore, il giovanotto li accompagnava [...]
[...] , a voler bene alla Rachele. Da prima, le lasciava gli occhi a dosso, senza osar nè meno di darle il buon giorno; 173 ma pensava a lei da quando si [...]
[...] dell'amore. Per parte sua, la ragazza trattava Peppe tale quale trattava gli altri, rivolgendogli il discorso, quando capitava l'occasione, con [...]
[...] Rachele aspettava di sentir sonare il mezzogiorno, il giovanotto le venne accosto, e senza cominciare come fan gl'innamorati a chiacchiere 174 su 'l [...]
[...] sono povero? - - Povera, sono anch'io, che c'entra? - Egli insistè: - Non ho nè il vizio del gioco, nè il vizio del vino, ve lo giuro; tutto [...]
[...] a me non ci pensiate. - - Volesse la Madonna che non ci pensassi! - mormorò il respinto; e senza aggiunger sillaba prese la corsa giù per la [...]
[...] scala 175 di tavole, che rintronò cupamente sotto il suo passo precipitoso. La Rachele si volse dalla parte donde l'uomo era scomparso; non rideva [...]
[...] gialle. - Gli è un fetaccio! - aveva detto Nanni, posando, con una scrollata di testa, il bicchiere su la tavola d'un'osteria fuori porta, dove [...]
[...] silenziosa e minacciosa, il maestro muratore si risolvette di dir al giovanotto, 177 con buona maniera, che gli si levasse di torno; tanto, non [...]
[...] l'animo suo, e più che il suo quello della figliuola. Peppe, piantato ritto su le gambe larghe, con le mani infilate nella cinghia dei calzoni [...]
[...] , dondolava le ànche guardando obliquamente il vecchio; e quando questi ebbe finito di parlare, gli rispose con lentezza, scandendo ogni parola con [...]
[...] l'accento umile e risoluto del meridionale provocatore, mentre accentuava ogni sillaba col solito dondolío delle ànche: - Io ho messo il [...]
[...] pensiero alla figlia vostra, e il pensiero mio non lo rimovo, magari tornasse Cristo al mondo. Del resto, - soggiunse. come chi vuol confortarsi con [...]
[...] cazzuola per rimettersi al lavoro, mentre il giovanotto, sollevando il mento prominente e saettandogli un'occhiata di sfida, diceva, con dubbio [...]
[...] buon garbo: - A più tardi. - Il vecchio aveva quietamente terminato il suo pasto con la figliuola; Peppe non s'era visto; e più d'un sorriso [...]
[...] faceva tardi. Allora, di vicino a un ponte su cui la Rachele stava per passare tornandosene via col paniere vuoto, sorse d'improvviso il calabrese [...]
[...] , accostandosi a lei per modo che il suo fiato ardente le sfiorò il viso. 180 - Tiratevi addietro! o che siete matto? - - gridò ella impaurita [...]
[...] - brontolò il calabrese con voce strozzata. La Rachele, riannodatesi più strettamente le cocche del fazzoletto a fiorami gialli, prese la via per [...]
[...] andarsene; ma quando, impettita, col seno erto che il busto contadinesco le spingeva alto sotto la gola, traversò il ponte per raggiungere la [...]
[...] tavola su cui passava la fanciulla. L'infelice mise uno strillo acuto, terribile, nell'attimo che, al sentirsi sfuggir il suolo di sotto a' piedi [...]
[...] , irriconoscibile. LA ROSONA. LA ROSONA I. Ampia, bruna, severa, quella badia medioevale sorgeva a mezzo il colle fiesolano, tutto ammantato di campi e [...]
[...] cima al suo stesso colle, tra folti gruppi di cipressi puntuti, il monastero di San Francesco; su'l pendio dirimpetto, ricco d'ulivi, il castello [...]
[...] merlato dei Salviati; e a sinistra, in fondo, di là dal Mugnone incassato tra i macigni, che un ponte snello e arcuato attraversa, il Cupolino [...]
[...] , brulla 186 montagna tutta pietra, co' larghi fianchi profondamente spaccati dalle cave. All'esterno, la badia conservava il suo primitivo [...]
[...] Lorenzo di Mugello, o giù da piè dell'erta ripida, angusta e diritta che porta a San Domenico, il villaggio aristocratico limitato in un'unica [...]
[...] questo modo avea perduto quasi a fatto il proprio carattere. Certi lunghi corridoi, è vero, nonostante che al candor di calce delle loro pareti [...]
[...] , accompagnata da una specie 188 di mugghio sordo somigliante alla nota d'un organo; e il gran cortile con in giro la doppia fila di logge a [...]
[...] colonne agili ornate di foglie d'acanto, con al centro il pozzo di pietra alto su' circolari gradini rabescati di musco color ruggine, in qualche [...]
[...] queta ora del giorno, mentre il sole batte in pieno su 'l quadrato silenzioso della meridiana, forse consentivano ancora che la fantasia tornasse [...]
[...] fucili e tamburi si schierava a far gli esercizi militari; 189 parecchie bambine, prendendosi per mano tutte in fila, intonavano il monotono [...]
[...] ritornello: Ecco l'ambasciatore Col tallerarillallera... i più tumultuosi scavallavano correndo dietro il cerchio, che bacchettavano; facevano a [...]
[...] que' villeggianti aveva stabilito una specie di Circolo, un luogo di ritrovo per il quale ogni capo di famiglia versava una tenue somma mensile [...]
[...] all'uncinetto o d'un ricamo in lana, il quale però andava poco innanzi, lasciando libera l'attenzione a qualche pettegolezzo tutto locale e femminile [...]
[...] certo avevano pensato gran parte della settimana. 192 Allora s'apriva il pianoforte per attaccare furiosamente qualche ballabile, o per [...]
[...] villeggianti del circondario vedute alla messa; allora qualche fanciullo solitario che giocava fuori, sgattaiolato dentro il refettorio, saliva [...]
[...] nella perfetta purezza d'ogni opera del Brunellesco, il quale, rifabbricandola, amò lasciarle parte della facciata etrusca, incrostata di marmi [...]
[...] dalla cappella della Madonna, regnava sempre in quella chiesa la solitudine più completa; e il sole a traverso 194 gli alti finestroni, vi faceva [...]
[...] , non visto da anima viva, il suo eterno giro obliquo, sagomando con leggiere penombre i nudi altari di pietra scolpita, e i sepolcri d'abati e di [...]
[...] austera per ognuno di questi umili sagrati monastici, non solo non rinvenivi il minimo segno che distinguesse le tombe dal resto del terreno, ma nè [...]
[...] pur ti capacitavi che un tempo codesto luogo avesse potuto avere il suo tradizionale quadrato di bossolo, così ravviato, nitido e 195 regolare [...]
[...] mai le ciocche del basilico, seminato il sabato santo quando si sciolgono le campane. Questo era tutto l'orto della Rosona, la quale abitava lì [...]
[...] braccia giovani e virili, era venuta col suo piccolo gruzzolo a ritirarsi in quel singolare alloggio, il quale, perchè accosto al camposanto e [...]
[...] , la libertà d'un deserto e quel pezzetto di terra: non tanto per il bocconcino d'orto che ci avea rilevato, quanto per il comodo che faceva [...]
[...] dissimular con due note in falsetto quella brusca vociona, che fin dalla sua prima giovinezza le aveva procurato dalla gente il soprannome [...]
[...] accrescitivo di Rosona. Tranne in quelle ore che girellavano qua e là 199 per il camposanto razzolando la terra in cerca d'insetti e di semi, le galline [...]
[...] della Rosona non la lasciavano nè giorno nè notte. Dopo il mezzodì, finito ch'ella aveva da desinare e di risciacquar alla peggio i due cocci [...]
[...] copriva la testa pelata. Allora il chiavistello dell'usciolino sciancato, che dal camposanto metteva su l'erta a fianco della badia, strideva; la [...]
[...] Rosona veniva fuori, e con dietro tutto il branco delle sue galline, s'avviava verso Fontelucente, a farvi legna. Il bosco era piuttosto lontano [...]
[...] . Su i sassi di quel sentiero che, girando a mezzo il colle fiesolano, serpeggia a traverso i campi, i vecchi 200 piedi della Rosona, enfiati e [...]
[...] senza calze dentro un antico paio di scarpe da uomo, andavano innanzi difficilmente e con lentezza. Ma a lei poco importava il passar del tempo [...]
[...] , se s'imbatteva in esse un carro tirato da buoi. Non di meno, rasentando l'aia di qualche contadino, la Rosona si sforzava ad affrettare il [...]
[...] detta la poetica cascatella della Madonna, che zampilla tra 'l capilvenere più limpida del cristallo di ròcca), il bosco, a dolce declivio su 'l [...]
[...] passava una fune, ella trascinava il fastello fin su qualche masso sporgente: e piegata la schiena, con un altro sforzo finiva d'assicurarsi su le [...]
[...] spallucce il carico delle legna. Al solito, dietro di lei, ogni tanto chiamate con le due note in falsetto, quando la vecchia si fermava a [...]
[...] della Rosona non usava d'accendere il lume; ma oramai padrona e polli conoscevano il luogo, e mentre nell'antico camposanto non era anche scesa [...]
[...] l'ombra del crepuscolo, nella stanza di sotto il portico, già invasa dal buio fitto, tanto la donna quanto le sue bestie s'erano già disposte al [...]
[...] perchè la bestia avesse tempo a frollarsi per il domani. Con una manciata di becchime, la Rosona si faceva sotto il portico, e chiamava: - Bìri [...]
[...] frettolosa avidità le galline raccoglievano e inghiottivano il granturco, la donna, occhiata quella da sacrificare, a un tratto l'acchiappava d'un [...]
[...] quell'agonia, tirava a suo comodo il collo sottile, tra le cui penne tiepide e morbide le si affondavano con voluttà crudele le dita scarne e rugose [...]
[...] le libbre, e l'interno compiacimento le si traduceva in un'orribile smorfia ch'era il sorriso rimasto a quelle labbra paonazze. III. Una [...]
[...] nessuno. Allora s'inoltrarono per il portico e penetrarono nella stamberga, dove li attendeva uno spettacolo da mettere ribrezzo. La vecchia, cólta [...]
[...] . L'asta pubblica seguiva in una di quelle sale senza un padrone fisso che si sogliono adoperare a un tal uso: luoghi, il cui addobbo muta d'aspetto [...]
[...] vendita, anche il pubblico, che frequenta codesta specie di teatro della vita reale, è misto e mutabile. Nelle prime file di sedie a impagliatino [...]
[...] , presso il banco, stanno intente parecchie facce esotiche, con occhiali d'oro su 'l naso e veli turchini su' cappelli di paglia, a caccia di [...]
[...] , in fondo alla sala, verso la porta d'ingresso. Dietro il banco di legno lucido, su cui a mano a mano si mostrano gli oggetti e si distendono le [...]
[...] quale si direbbe che stia a cuore più l'interesse altrui che il suo proprio. Qualunque oggetto è portato davanti a questo signore da una specie [...]
[...] . Allora l'oggetto circola per la sala, perchè lo si esamini, e il lotto comincia. A canto al perito sta ritto il banditore: un omino secco e [...]
[...] vibrante, come il martello ch'ei tiene in mano; non ostante l'apparenza immobile, è d'un attività febbrile. Con un solo sguardo di que' vispi [...]
[...] occhietti senza colore determinato, passa in rivista quanta gente è raccolta nella sala. Non gli sfugge il più piccolo segno. Un inclinazione del [...]
[...] che un otto è venduto, si toglie la penna di su l'orecchio e scrive: scrive in un lungo e voluminoso registro. Il giorno volgeva al tramonto [...]
[...] . S'era dato via quasi ogni cosa. Il sole, stupendo sole di mezzo maggio, proiettava i suoi bagliori estremi verso il soffitto della sala, di [...]
[...] sbrigarsi, si andavan liberando rapidamente: il più grosso, quello a cui s'eran vólte le brame più intense della giornata, era toccato a una specie di [...]
[...] Ercole bianco e rosso, il cui nome parve un trofeo di consonanti allo scritturale con la penna su l'orecchio. Era una scrivania Luigi XVI a [...]
[...] dal mattino, stabilitosi in una sedia delle prime file, con flemma tutta settentrionale, senza più muoversi, ne aveva tranquillamente aspettato il [...]
[...] , l'Ercole saltò di botto a quattro mila. Di subito il silenzio si fece nella sala. Il perito atteggiò, fra la barbetta brizzolata, 217 la bocca a una [...]
[...] disegni turchini e a riflessi metallici color viola, ben conservato, assai raro. 218 Mentre nella sala lo si stava osservando, il perito, direttore [...]
[...] della vendita, narrò che il piatto era stato rinvenuto nientemeno che dentro l'Alhambra e vi tessè una specie di leggenda orientale poco [...]
[...] verisimile, ma molto atta a invogliar più che mai di quella ceramica iridata le due graziose rivali. Il perito lo alzava, lo metteva in buona luce [...]
[...] , Se ne chiedono... mille lire. Il banditore: Mille lire, se ne chiedono. (a mezza voce) C'è compratore a quattrocento. Il perito: Che quattrocento [...]
[...] voce d'uomo nella sala: Quattrocentosessanta! Qualcun altro fa un cenno. Il banditore: Novanta! Quattrocentonovanta!... cinquecento! Il piatto passa [...]
[...] da una persona all'altra; chi annuisce lodando, chi scrolla il capo con gesti negativi. Una giovane signora bruna, la cui casa a Roma è nota [...]
[...] come un museo, s'agita su la sedia, vuol rivedere il piatto per la decima volta e ne mostra gran desiderio. Una signora tedesca che le siede a canto [...]
[...] : Cinquecento cinquanta! Il banditore (a un batter di palpebre de' begli occhi romani): Seicento! Seicento! E si libera! Uno!... Il perito [...]
[...] : Adagio! Quella signora forestiera laggiù vorrebbe rivedere... (dopo un cenno della signora) Seicentocinquanta! 220 Il banditore: Seicentocinquanta [...]
[...] ! Seicentocinquanta si libe.... Il perito (interrompendolo): Ma è regalato, un oggetto come questo!... (alza ancora la ceramica che riflette [...]
[...] vivissime tinte). La signora romana accenna. Il perito (allegro): Settecento! Il banditore (scandendo le sillabe): Settecento! Settecen.... La signora [...]
[...] tedesca (imbizzita): Ottocento! La romana (sottovoce): Cinquanta! Il perito: Questo è il più bel piatto del genere ch'io abbia visto. Uno simile è [...]
[...] nella collezione di quel Rothschild morto da poco. Che arcobaleno!... La tedesca (seccamente): Mille! Il banditore (con un crescendo): Mille lire [...]
[...] ! Mille lire! E si libera! Uno! due!... La signora romana: Milletrecento! Il banditore (rallentando): Milletrecento! Milletrecento.... 221 Il [...]
[...] sera!... Il banditore: Mille trecento! (accelerando) Milletrecento! E si delibera! La tedesca (decisa): Quattrocento! Il banditore: Mille.... La [...]
[...] romana (ridendo): Cinquecento! Il banditore (più forte che mai): Millecinquecento! Il perito (con un sorriso mondano rivolto alla bella bruna): La [...]
[...] signora quando vuole.... vuole! Il banditore: Millecinquecento! E si libera! La signora tedesca, rigida, indispettita, s'alza come una molla e [...]
[...] se ne va. Il banditore batte i tre colpi: Uno! due! e tre! Intanto la vincitrice vagheggia con visibile soddisfazione i bagliori violacei del suo [...]
[...] 222 bel piatto moresco, e cinguetta vicino alla lunga barba bianchiccia di uno scultore celebre. Finalmente era venuto il turno dei dipinti [...]
[...] briglia sciolta, curvo su 'l collo dell'animale fremente. Da un bosco vicino devono partire de' colpi di fucile, perchè se ne scorge il fumo tra gli [...]
[...] alberi. C'era una piccola tela di soggetto mitologico, Il matrimonio di Bacca: grasso e ridente, il lieto dio tien alta, in mano una fiaccola [...]
[...] giovane assai bella, forse una colta, ma capricciosa cortigiana; da che anche allora, anzi specialmente allora, l'abito non faceva il monaco. 224 I [...]
[...] biondi capelli, che dietro le pendevano sciolti, quali raggi aurei, lungo il collo, eran coperti su l'alto del capo da un velo verde [...]
[...] leggiadramente ravvolto a mo' di diadema e tempestato di gemme. Il viso, minuto e d'un ovale perfetto, doveva aver perso alquanto del suo diafano color di [...]
[...] luce de' larghi occhi bruni e in un sorriso civettuolo e sdegnoso d'un fascino strano. Tutta l'acconciatura rivelava il gusto più fino. La [...]
[...] gamurra a maniche aperte era di velluto rosso contrattagliato a fondo di broccato d'oro; e ne usciva fuor dello scollo il petto alto e colmo [...]
[...] inconsapevole 225 simpatia, il sorriso di parecchi tra gli astanti. La figura, come figura, era adorabile; ma il dipinto non piacque. - Una dama [...]
[...] del cinquecento! - prese a dire il perito. - Le tinte sono ben conservate. Non è d'autore illustre, capisco... ma c'è chi ne offre un centinaio di [...]
[...] lire. Si comincerà, mettiamo, da... cinquanta. Facciamo presto, mi raccomando, signori. Il banditore: Cinquanta lire! Cinquanta lire! E si [...]
[...] libera. Il perito: Si dice che questa dama fosse la duchessa di Gragnano. Per conto mio, non posso garantirlo.... Ma il fatto sta che il costume è [...]
[...] molto ricco. Un antiquario: Dàgliene sessanta! Il banditore: Sessanta lire! Sessanta.... Un pittore a un altro (sottovoce): A me fa comodo per [...]
[...] il mio quadro della Cena dei Borgia... (forte). Settanta! 226 L'altro pittore (a mezza voce): Ma fammi il piacere! Non vale un soldo! Il [...]
[...] banditore: Settanta lire! Un compare camorrista (osservando che i Pittori contrastano): Ottanta! Il banditore: Ottanta lire!... Il perito (facendo lo [...]
[...] spiritoso): La duchessa Di Gragnano per ottanta lire! A' suoi tempi, Credo ch'ella valesse un po' di più! Il banditore (continuando): Ottanta lire [...]
[...] ! (lentamente) E si libera! Uno!... (breve pausa). Il pittore (che pensa all'acconciatura di Lucrezia Borgia): Novanta! Il banditore (affrettando [...]
[...] ): Novanta lire! Novanta lire! E si libera! Uno! due!... Il ritratto, tenuto ritto dal perito, e presentato ora a destra, ora a sinistra, pareva volger [...]
[...] In quel frattempo il martello era caduto tre volte. La voce era d'un giovanetto su' diciotto anni, vestito modestamente d'una giacchetta color [...]
[...] ' capelli neri e abbondanti. E poichè il perito sembrava cercarlo, allungando il collo, il giovane, impacciato sotto tanti sguardi, rasentò la [...]
[...] lunghe dalle nocche sporgenti gli tremavano. - Non importa che paghi adesso. Basta il suo nome. Le manderemo, se crede, il quadro a casa - disse il [...]
[...] perito con cortesia, ma evidentemente seccato di questa interruzione. - No, no, ora, ora.... La porto io stesso 228 - insistè l'acquirente, il [...]
[...] cui nome ignoto fu prontamente allineato nel registro dallo scritturale. Il giovine, rosso fino alla punta de' capelli, preso con uno sguardo tra [...]
[...] diffidente e incerto il ritratto muliebre per la cornice, se lo portò via con passo rapido e con addosso il fremito convulso d'uno che l'avesse [...]
[...] rubato. Subito un altro lotto circolava.... II. E il quadro, da vero, poteva dirsi rubato. Quella carta da cento, nuova e rosea, che n'era stata [...]
[...] il prezzo, era ella proprietà assoluta del giovanetto, così ch'e' potesse disporne liberamente e a suo capriccio? In una piccola città di [...]
[...] tranquillo sorriso le coniugali querimonie contro il destino; senonchè, morto il marito di una tisi senile, da lui battezzata per impoverimento di [...]
[...] sapersene 230 spiegare il perchè, avea mutato a dirittura carattere. Si sarebbe detto che quelle parole, sempre le medesime, intese per sì lungo tempo [...]
[...] decaduta, avrebbe potuto recarsi in una grande città, far valere i suoi titoli e procurarsi un posto ragguardevole, magari a Corte. In vece, il [...]
[...] sentita sorgere vaga e timida l'idea che il figlio, un bambinello nato tardi, potesse un giorno ottenere dal mondo quel che spettava a suo padre [...]
[...] quel vinto, era come la sacra eredità paterna gelosamente custodita al figliuolo. Il ragazzo, non affatto privo d'intelligenza, teneva, non di [...]
[...] semiaperte, nel cui spiraglio, tra la frangia delle ciglia, si confondevan luminosamente il biancicor delle rame pallide e il barbaglio del cielo [...]
[...] invisibile e irresistibile; quasi che la linfa scorrente fra la terra e dentro le piante, il fruscio 234 dell'erba, il susurro dell'acque, lo stormir [...]
[...] delle foglie, il canto degli uccelli, il soffio del vento, tutti i rumori fievoli e vasti della natura, si fondessero in sillabe, s'armonizzassero [...]
[...] prati e de' boschi lo attirava, penetrandolo di una languida ebbrezza che gli fluttuava nelle vene e gli annebbiava il cervello. E allora avean [...]
[...] un segreto. Dio liberi, pensava la poveretta, se in paese si fosse risaputo che la vedova d'un nobile si umiliava a servire il pubblico! Il [...]
[...] quel modo il suo casato! Così che, rinchiusa tra le pareti claustrali d'un ampio salotto gelido e nudo, con a' piedi un vecchio bracco bianco e [...]
[...] color marrone, dal muso sonnolento allungato su le zampe davanti, ella, da mattina a sera tarda, piegava su 'l lavoro il viso, non più fresco nè [...]
[...] roseo, costretto in un paio d'occhiali; e sotto l'incrociarsi meccanicamente veloce de' ferri sottili, la calzetta s'allungava; sotto il taglio [...]
[...] preparava per sè stessa il corredo. A volte, le dolevano le spalle, a volte gli occhi: ma che importava, se a furia di lavoro ella riusciva a [...]
[...] ignorava quanto mai costassero alla madre sua quelle piccole somme! La loro lontananza durava da sei mesi. Da sei mesi il giovane si era iscritto [...]
[...] quando erale morto il marito; e allora le scriveva lettere piene di passione ardente, che la vedova, tralasciando il lavoro, 238 leggeva e [...]
[...] pena il tempo era sereno, egli se ne andava fuor d'una porta, seguendo, a capriccio, la strada che gli appariva più pittoresca; e camminava [...]
[...] . Così egli aveva vissuto, non troppo malamente, fino alla primavera, il tempo de' più caldi languori dell'organismo, il tempo dei più [...]
[...] immaginosi desideri del pensiero; così aveva vissuto fino a quell'aureo, stupendo vespro di maggio, quando accadde la vendita. III. Dunque il [...]
[...] , il roseo foglio del riscatto era giunto dal paese, - in mezzo a una lettera piena di raccomandazioni, di sgorbi e di baci, - destinato al [...]
[...] , il giovane girò la chiave nell'uscio, badando a non far rumore, ed entrato nella stanza, di nuovo richiuse a chiave. Poi, collocata dirimpetto [...]
[...] al balcone aperto una poltroncina, unico lusso di quella dimora da studente povero, vi posò ritto il quadro. Di desinare, per quella sera, non se [...]
[...] ne parlava; nè si parlava d'accendere il lume, perchè l'ultimo mozzicone di candela erasi spento da sè, la notte innanzi, consumandosi fino [...]
[...] all'estremo e agonizzando vicino al guanciale dove il fanciullo dormiva con le novelle del Hoffmann su le coltri. Ma egli non sentiva nessuno [...]
[...] stimolo d'appetito, e, per fortuna, la serata era stupenda: una di quelle sere quasi estive in cui il cielo è così terso che il crepuscolo sembra [...]
[...] fatto d'un velo trasparente e fosforescente. Appoggiato con la schiena al tavolino, il giovane si mise a contemplar fisso il ritratto. 242 Chi [...]
[...] vero, come il perito aveva accennato, quell'audace duchessa di Gragnano, su la quale corre qualche storiella delle più scollacciate? O era una [...]
[...] l'oblio d'ogni cosa umana. Limpida e colma, già la luna allagava il piccolo balcone dal parapetto basso coperto 243 di ellera, che di giù dalla [...]
[...] la stanza, sfumandone armoniosamente la penombra. Ma perchè il quadro, non anche sfiorato dal raggio silenzioso, restava confuso in quella [...]
[...] ; a segno che il volto, il petto e le mani del ritratto si disegnavano fantasticamente tra il nero, come in certe sembianze d'un'apparizione di [...]
[...] sogno. Il giovane continuava a fissarla. La bianca striscia lunare, facendo insensibilmente il suo giro, venne a poco a poco a colpire in pieno [...]
[...] velo verde, su 'l capo, sprizzavan bagliori; il broccato della gamurra ammorbidiva le sue curve; le roride carni del seno alto e colmo, per metà [...]
[...] !... Dov'era una donna che somigliasse a colei? Egli voleva saperlo e cercarla; cercarla e farsene amare; cercarla e sentir contro il proprio 245 [...]
[...] cuore palpitante il sussulto di quel candido petto che, come una coppia di gigli, sbocciava fuor dallo scollo; aver quelle dita sottili fra [...]
[...] ' capelli.... Cercarla e beverne il respiro; lasciar que' larghi occhi bruni affondarglisi fin dentro l'anima, e farsi portar via l'anima dai baci di [...]
[...] di luce insensibilmente si andava ritirando. Allora, muto, stupefatto, con le pupille sbarrate, il fanciullo poeta scorse la bionda ridente [...]
[...] figurina scintillante di gemme, dagli sguardi, da' labbri, dai seni provocatori, lei, lei, il suo unico amore, staccarsi dalla cornice, ormai [...]
[...] ignote, rasentar lenta, lenta, la parete, e lenta, lenta, allontanarsi, e lenta, lenta, scomparir dietro il terrazzo, fra l'edera.... La stanza [...]
[...] rimase al buio. Abbarbagliato dalla fantastica iridescenza lunare, inebbriato dalla feminea visione, il giovane aprì le braccia, supplicando sommesso [...]
[...] nell'onda argentea dei raggi che la luna spandeva umidi e ammalianti da mezzo il cielo alto. Forse in quell'ora, lontano lontano, nel notturno [...]
[...] litanie della Vergine, pensava che, mercè tanti sacrifici, almeno lui, poverino, il suo bimbo, sarebbe, un giorno o l'altro, felice. UN [...]
[...] OMICIDA. UN OMICIDA Spesso, quasi ogni giorno, la moglie del generale comandante il Corpo d'esercito, una delicata signora del settentrione d'Italia [...]
[...] , soleva, dopo fatto il bagno, salir nella barca del forte a farvi una passeggiata in mare prima dell'ora di pranzo. In contro al sole, i [...]
[...] muraglioni giganteschi di quella gran mole oscura ch'è il Castel dell'Ovo, proiettavano una larga ombra nera su l'acque, meno cupe e tragiche a mano [...]
[...] , somiglia il letto di qualche oceanina cullato dal mare, a volte su la curva della riva, ornata di palazzi e di ville multicolori, come [...]
[...] d'un'immensa ghirlanda di fiori, la signora s'abbandonava, le membra ancor sopite dalla dolce spossatezza che dà il bagno, alla calma voluttà di [...]
[...] del cuore, quel poveraccio, se cantava a quel modo. Sì che quando, nel chiacchierar del bagno, il generale le disse che «il suo barcaiolo [...]
[...] l'imbrunire così sola fra cielo e mare con un assassino! C'è da impaurir una leonessa! Non ci sarebbe più andata, non c'era verso! Chi glie ne dava il [...]
[...] coraggio? Ma il generale le spiegò, sorridendo, ch'egli medesimo aveva permesso, dietro proposta del comandante il forte, che Merulla venisse [...]
[...] , era un ottimo diavolaccio, Merulla, e d'una intelligenza! Adesso la signora sorprendevasi a fissar il suo barcaiolo come se per quegli occhi [...]
[...] fieri e malinconici avesse potuto guardargli nell'interno; le pareva impossibile ch'ei maneggiasse così tranquillo il remo innocente con la stessa [...]
[...] Posillipo. Il giorno era stupendo: il mare liscio come un favoloso zaffiro. L'uomo, in segno di rispetto, quasi per ringraziar dell'onore che la [...]
[...] quel gesto che significa: - Lo sa Dio! - poi disse: - Da quando venni via per far il soldato. Son tredici anni. - E... per quale reato vi [...]
[...] condannarono? 256 Ormai il dado era tratto. Una curiosità d'osservatrice più che di femmina le aveva spinta quella domanda su le labbra. Voleva [...]
[...] racconto: ora glie lo racconto. Allora Merulla raccolse i remi, e vogando a lente bracciate, sempre più verso il largo, mentre il ritmo leggero [...]
[...] Santo - Tinuzza la chiamavano - abitava accosto a casa mia. Non aveva altro di bello che i capelli, biondi come il sole. Da noi le bionde son [...]
[...] rare; quasi non se ne vedono. E io me ne innamorai, così, senza rifletterci. Facevo il carrettiere, come mio padre. Che notti tranquille ho [...]
[...] incontro e rideva; rideva sempre, lei. Ogni tanto, quand'ero nella stalla a governare i muli, mi sentivo far il solletico dietro un orecchio, su 'l [...]
[...] collo; era lei, entrata senza far rumore, che mi stuzzicava con un suo ferro da calza. Un giorno, non ostante il rispetto che 358 m'ero giurato [...]
[...] ? - Tinuzza si stringeva nelle spalle, diventava rossa come il fuoco, poi più sbiancata di prima. - Maledetto quel momento traditore! - esclamava 259 [...]
[...] figlia. - Voglio saperlo! - vociava il vecchio. - Voglio saperlo subito, o faccio una pazzia! Lei doveva dibattersi: si capiva dalle voci [...]
[...] soffocate, rotte, fra cui soltanto articolava chiaro qualche: no! no! reciso. Il sangue mi diede un tuffo. Lasciar maltrattare così quella creatura, che [...]
[...] di suo marito, il quale teneva ancora Tinuzza per un braccio tutto contorto e arrossato a chiazze. - Che c'è? - tonai, di su la porta [...]
[...] . - Lasciatela stare! Un grande stupore apparve su 'l viso del vecchio, che si sollevò per guardarmi. Poi, tenendo sempre stretto come in una morsa il [...]
[...] . - Lasciatela stare, vi dico! - ripetei, vedendo che la ragazza piangeva, forse per il dolore del polso. Allora Lo Santo dovette aver la visione [...]
[...] strega. - Ah, infame! Ah, schifoso! Ma il padre le impose silenzio: - Taci, ora. Infame e schifosa sei tu che non hai saputo insegnar l'onore a tua [...]
[...] il vecchio, - o in chiesa o... dove sai. - Così dicendo accennava al suo fucile appeso al muro. Io feci un gesto che significava: Non dubitate [...]
[...] il braccio illividito e aveva ricominciato a ridere. - Ricòrdati però una cosa, - soggiunse Lo Santo parlando alla figlia; - tu esci di qui [...]
[...] , ma non c'entri più. Male femmine in casa mia non ci stanno! Di lì a meno d'un mese ci eravamo già sposati. Il male era ch'io non avevo ancora [...]
[...] una portinaia vedova, la quale, presso il padrone dello stabile figurava d'aver presa seco, per favore, una sua cugina. Lì capitavo sempre a [...]
[...] , quanto è vero che questo è un innocente - asserivo io prendendo in collo il mio bambino, che già aveva imparato a conoscermi e mi tendeva le braccia [...]
[...] faccia. Tinuzza, lei, quasi ci si divertiva, perchè il suo carattere non somigliava al mio. - Hai fatto presto da vero a farti l'amorosa! - mi [...]
[...] sergente furiere di cavalleria col quale m'ero accompagnato per istrada. Era anche lui del mio paese; ma faceva già il militare da qualche anno [...]
[...] s'era unita a noi, dietro un mio cenno, e rideva di Puddu Cassione, che la guardava mordendosi i baffi e mormorando: - Passa, passa il tempo [...]
[...] ! - Son vecchia, lo so - disse lei, forse per il gusto che provava a farsi ripetere che, crescendo, s'era fatta bella. Lui rise rumorosamente, col [...]
[...] il bambino, che quel giorno era stato affidato alla sora Rosa. Tinuzza invece, non ostante che lo allattasse, non sembrava ricordarsene; a segno [...]
[...] il giorno dipoi. - Ciccu sta più volentieri con la sora Rosa che con me. Iersera l'ho trovato che dormiva. Essa gli aveva dato da succhiar un [...]
[...] portati da casa si campava da gente onesta. Il mio maggior piacere era di fuggir l'oppressione, la monotonia del quartiere, e andarmene in [...]
[...] campagna insieme alla mia sposa e a mio figlio, ch'ella portava in braccio. Là ci mettevamo in libertà, su qualche prato. Lei 273 posava a terra il [...]
[...] pozzette, per afferrar quel che vedeva anche lontano. Sdraiato accanto a lui, io gli facevo il solletico su le gambe sotto i calzerotti a rigoline [...]
[...] , e, mentr'egli si rovesciava su la sottana di sua madre, ridendo, da pazzarello, e mostrava quattro dentini bianchi come il latte appena spuntati [...]
[...] giubba; li toccava; ci si specchiava il visetto roseo che appariva lì su l'ottone allargato e gonfio come una palla. - Una seconda volta [...]
[...] , sembra che il mio piccino prendesse dell'umidità. Tanto è vero, che il giorno dopo piagnucolò di continuo; nè latte nè minestra gli volevano [...]
[...] stordito d'un ubbriaco. Anche 275 il giorno dopo, in piazza d'armi, barcollavo; toccai appena qualche boccone del rancio e, quando fui libero, corsi a [...]
[...] casa. Il bambino stava peggio. Mi parve che Tinuzza me l'annunziasse con tanta indifferenza, che mi misi a insultarla. - O che forse non è [...]
[...] creatura: gli dava la zinna, e lui non la voleva; gli dava la farinata, lo stesso; aveva anche chiamato il medico; o che cosa doveva far di più [...]
[...] ? Io stavo intontito a guardare il mio bimbo. Mi ero seduto su la sponda del letto e gli appressavo la bocca su le labbra enfiate da cui usciva [...]
[...] un alito infocato. Lo chiamavo: Ciccu, Ciccu! Non apriva nè pure gli occhi! Il catarro gli serrava la gola per modo che, respirando penosamente [...]
[...] denti: - Maledetto il momento che fu generato! - Ma non si spiegava chiaro per paura di me, sapendo che adoravo il bambino. Quando furono le [...]
[...] importare a te, che non potrai più mettere il naso fuori. E di Ciccu, chi ti dà notizie, allora? Io, lo sai che in quartiere non ci vengo; già [...]
[...] , neppure mi farebbero passare. In quel momento un urto convulso sollevò 277 il pettuccio del piccolo malato; la tosse che doveva uscire a colpi [...]
[...] cercavo di farlo star un po' meglio; ma inutilmente spalancava gli occhi, apriva la boccuccia: il catarro gli metteva in gola come un involto di [...]
[...] parlava di politica col ministro del negozio, quietamente. Quando mi videro arrivare così trafelato e che gli raccontai il fatto, il medico [...]
[...] s'alzò, rivolse ancora quattro parole al farmacista a proposito del discorso da me interrotto, e mi seguì fino a casa. 278 Visitato il piccino, disse [...]
[...] scarlatto per la febbre, e a capo basso, di corsa, tornai al quartiere. Prima che ne varcassi la cancellata, sonava il silenzio. Andai in prigione, si [...]
[...] capisce. La vita militare non conosce riguardi. Il regolamento... non esiste altro al mondo. Allora scrissi due righe a Tinuzza. Ero disperato [...]
[...] , mi sarei dato la testa contro i muri: le dicevo che per cinque giorni avrei dovuto star chiuso senza veder nè lei nè il bambino; il bambino [...]
[...] sopra tutto mi premeva; badasse a curarlo, a non fargli mancar nulla, a chiamare 279 il medico quante volte al giorno c'era bisogno; magari ci [...]
[...] fosse voluto tutto quel poco che avevamo in casa; vendesse pure anche la biancheria, non m'importava, per amor del bambino. Il domani, questa [...]
[...] lettera fu rimessa a mia moglie da un mio compagno informato della faccenda. Il caso volle - dico il caso, vede, signora, non dico la fortuna [...]
[...] fuori di prigione, all'ora dell'uscita, mi precipitai a casa. Il cuore mi batteva; mi sembrava che i miei piedi si mangiassero la strada. Bella [...]
[...] Madre! Come l'avrei trovato, il bambino? Penetrai come un fulmine in portineria, e mentre cercavo d'aprir l'uscio di camera di mia moglie, la [...]
[...] , aspettate! - Perchè non c'è? Dov'è andata? O non è malato il bambino? La vedova mi guardava, smarrita. - Ma che cosa è accaduto, per la Madonna [...]
[...] la mia forza, apersi. Volevo veder il mio Ciccu; non intendevo ragione. Ma il bambino non c'era; il letto era vuoto: soltanto un po [...]
[...] che seguì, il furiere se l'era svignata. - Il barcaiolo tacque. Il crepuscolo s'oscurava diffondendo una tinta di mistero su la distesa enorme [...]
[...] il parrucchiere), col naso lungo sormontato da un paio di lenti d'oro e la testa perfettamente calva, come d'avorio tornito. Non rispose, ma [...]
[...] fiatò forte su 'l cristallo della finestra e, appannato che l'ebbe, vi tracciò su lentamente con l'indice una E maiuscola; si scostò, piegando il [...]
[...] buffo d'una messa cantata? - ribattè il Bencini. - Siamo giunti a Napoli circa una ventina di giorni or sono; tu hai, grazie a Dio, salute da [...]
[...] vendere, e pure dal terzo giorno del nostro arrivo non ti sei quasi più mosso di casa. - Mi piace questa casa - disse semplicemente il conte [...]
[...] bestia! - Bencini - disse ancora Sampieri col tono di chi prende una risoluzione finale - fosti tu mai innamorato? Il Bencini ebbe un gesto [...]
[...] l'amore non ci abbia.... - In questo caso posso risparmiarti la noia - interruppe il conte un po' stizzito. L'avvocato che in tanto s'era messo a [...]
[...] di, più, per la prima volta in vita sua Questa è carina da vero, e non me l'aspettavo. Ma sentiamo, dunque, il tuo romanzo, perchè capisco che tu [...]
[...] spiri dalla voglia di raccontarmelo. Butta fuori! - E a chi dovrei parlarne se non a chi n'è la causa? - sospirò il conte. 291 - Io ne sono la [...]
[...] causa? Io? - gridava l'avvocato cascando dalle nuvole, preso, questa volta, da un impeto d'ilarità romorosa. - Sì, tu, tu solo - insistè il [...]
[...] che t'ha rubato il cuore, eh? - continuava, ridendo, l'amico. - E mi permetti di nominarla? Sampieri anch'egli sorrideva con una strana [...]
[...] elastica, l'ombrello da acqua e il velo verde pisello; Miss Gingerly, che c'empie le tasche di libriccini evangelici... e.... - Stupido [...]
[...] ! - l'interruppe il conte in tono di supremo disgusto. - Dunque, non è lei? E allora sarà la contessa Bobriskoff, quella russa divisa dal marito che pare [...]
[...] una tavolozza ambulante, tanti sono i colori coi quali s'illude di appianarsi e rifarsi il viso; ti avrà preso al laccio con le sue trecce [...]
[...] scrollava la testa, negando. - Come? - ripigliava l'altro - e tu macchineresti di portar la discordia e il disonore in quella coppia di pacifici [...]
[...] olandesi de' quali ora non ricordo più il nome - un nome in ick o in ock - che mangiano silenziosamente 293 e formidabilmente accosto accosto come due [...]
[...] colombi? Oh, uomo immorale! Ma che seduzioni hanno mai per te gli occhi tondi, chiari e a fior di testa della signora e il suo naso largo [...]
[...] facciona di luna rossa della vedova Alford, la proprietaria della pensione; ma perdincibacco, perdi il tempo, sai, caro! oh, se lo perdi! perchè [...]
[...] il posto è bell'e accaparrato dal capitano Borise, quel lupo di mare napoletano, brav'uomo, sì, ma tagliato con l'accetta. Lui, nella grassa [...]
[...] vedova ha subodorati parecchi soldi, e non se la lascia sfuggire. 294 - Cretino! Vero cretino! - masticava, come bestemmiando, il buon Sampieri [...]
[...] la corte a quella bambina? - No, caro; intendo semplicemente d'offrirle il titolo di contessa Sampieri. - A quella bimba? - Bimba! Bimba, poi [...]
[...] il conte tutto lieto. - Che forse io non mi chiamo Antonio... Tonino? Lo diceva in napoletano, ecco. Ora - seguitava ragionando - se pretendessi [...]
[...] ? Il conte volse gli occhi in torno per assicurarsi ch'erano proprio soli, poi confessò sottovoce, visibilmente contento di sè: - Il primo passo è [...]
[...] , capisco, perchè scrive in barbarico, ma non si tratta di ciò; l'autore è il preferito di Miss Alford, e il titolo del suo nuovo libro mi [...]
[...] ; quest'idea è il più bel giorno della tua vita! - declamò con enfasi canzonatoria il Bencini. - Soltanto io direi.... La conversazione sarebbe durata [...]
[...] dell'altro se il leggiadro lupus in fabula non avesse spalancata proprio in quel momento la porta del salone. Emma Alford era una figura tutta [...]
[...] l'azzurro cupo e il grigio, si velavan sotto le ciglia nere che ne raddolcivano l'espressione un po' birichina. Ma la maggior bellezza di Emma erano i [...]
[...] artifizio, ma in una foggia grecamente elegante, e dietro il collo gliene cadeva qualche ciocca giù per le spalle. La bocca era rosea, un po [...]
[...] su a dire Emma, 299 non a pena il conte ebbe richiuso l'uscio, eseguendo l'ultimo inchino. - Ahi, si comincia male! - pensava l'avvocato [...]
[...] .... Ma in vece dà certi sguardi paurosi! Iersera mamma e il capitano risero Dio sa quanto di lui. Io presi le sue difese, perchè, poveretto [...]
[...] senso - (qui ebbe un gesto di ribrezzo, passandosi rapidamente il fazzolettino su la bocca). - De malo in peius... - badava a pensare il [...]
[...] Bencini; pure non volendo darsi subito per vinto, s'arrischiò a dire: - Cara signora Emma, lei è troppo severa. 300 Il mio amico Sampieri non è un [...]
[...] l'amico, che in qualche modo voleva entrare in argomento, dichiarò alla signorina, che il conte Sampieri, essendo scapolo e perfettamente libero, non [...]
[...] aveva figli e... per conseguenza nè pure nipoti; poi abbordò il soggetto del libro: - Vedo che lei legge il nuovo romanzo del Paoli. 301 [...]
[...] perfino un nodo di nastro celeste - il mio colore - alla scena... a una scena che fa venire i brividi.... Il visino roseo le si era fatto rosso come [...]
[...] le donne di raccontar le loro faccende intime. 302 Il Bencini, stuzzicato da una certa curiosità, le si fece più vicino: - E... mi dica [...]
[...] , signora Emma, - domandò - lei dunque sa presso a poco chi le ha mandato questo romanzo? - Se lo so! È il più bel giovane del mondo, e pieno di [...]
[...] delicatezza, di delicatezza muta.... Oh, se sapesse.... In quel punto il conte Sampieri rientrò nel salone, impaziente, agitato, nervoso, e di li a [...]
[...] pochi minuti una cameriera venne ad avvertire Emma che sua madre la chiamava. - E bene? - chiese il timido amatore, quando si ritrovò solo con [...]
[...] dicendoti che le donne vanno prese con garbo, vanno conquistate a furia di delicatezze? E il bravo conte fissava l'amico, piantato dinanzi a lui co [...]
[...] ' pollici infilati al panciotto sotto le ascelle, agitando su 'l petto le altre dita tese e dimenando il capo con piglio di profonda soddisfazione [...]
[...] posta, ecco che la campana annunziante il pranzo a tavola rotonda principiò il suo gaio squillo per l'appunto in quell'istante; e mentre il [...]
[...] Bencini, determinato a salvar a ogni costo dal ridicolo 304 il suo compagno, si preparava a combatterne la follia amorosa, magari ripetendogli parola [...]
[...] per parola tutta la conversazione testè avuta con la ragazza, il conte, infatuato e felice, se lo prese a braccetto e se lo trascinò fuori [...]
[...] di loro due, erano già occupati. A un capo stava l'opulenta signora Alford, dirigendo il servizio del pranzo con maestosa correttezza; al capo [...]
[...] opposto, il tarchiato Borise, capitano di lungo corso, da' forti lineamenti del viso barbuto, arso dal sole, parlava a voce alta e comandava a [...]
[...] ' camerieri come a tanti marinai di bordo. In giro, erano i forestieri della pensione, poco numerosi per il momento. 305 Lo sguardo del conte si [...]
[...] questi onorevoli signori il tenente Antonio di San Teodoro - disse la padrona di casa accennando il nuovo ospite con un gesto largo e dignitoso [...]
[...] . Il tenente s'alzò e s'inchinò con perfetta eleganza; parecchi commensali risposero cortesemente al saluto, e qualche signora che 306 abitando [...]
[...] posto vuoto, a cui il povero uomo dovette rassegnarsi, pur prevedendo tutte le delizie che avrebbe godute in mezzo a quelle due sninfie [...]
[...] pagherebbe sa Dio quanto a Londra o a Parigi, dove roba così non si sogna! - esclamò il capitano Borise, asciugandosi la folta barba col [...]
[...] particolari la questione gastronomica, discutendo i pregi e i difetti delle cucine de' vari paesi. A mezzo il pranzo la signora Alford si volse [...]
[...] d'insistere perchè qui siamo come in famiglia... - (il conte rifiutava) - L'aria di mare suol mettere appetito.... E se lei non mangia bisognerà [...]
[...] dire ch'è innamorato! Sampieri già consacrava un'occhiata eloquente ad Emma, quando il capitano lasciò cader su la tavola un pugno che fece [...]
[...] voltare tutti quanti. - Mannaggia all'anema é màmmete! - gridò tossendo nel tovagliolo, perchè il vino gli era andato a traverso in uno scoppio di [...]
[...] ' commensali. Rosso fino al cranio nudo e lucido, il conte Sampieri assunse un tono di rabbia e insieme di confusione singolarmente sollazzevole [...]
[...] ... queste libertà.... Signor capitano.... Il Borise ch'era un uomo di buon cuore e non aveva altra menda tranne una volgarità troppo schietta [...]
[...] , s'accorse d'aver offeso il gentiluomo, e subito si scusò; ma a modo suo e certo con più sentimento che tatto: - Signor conte - disse - mi dispiacerebbe [...]
[...] assai che voi prendeste su 'l serio quel che aggio dillo pe' pazzia' - (il conte s'inchinò ringraziando, e il marinaro ricominciò). - Ho avuto [...]
[...] torto, lo confesso, di permettermi uno scherzo con un signore rispettabile come voi - (il conte, assentendo, s'inchinò di nuovo fino a toccar [...]
[...] la tavola) - e che per età potrebbe essermi padre. Qui il conte non assentì e non ringraziò per nulla, ma lanciò al capitano un'occhiata di [...]
[...] traverso da incenerirlo. 310 Senza a fatto curarsi de' vari discorsi degli altri, la signorina Alford e il bruno bersagliere continuavano la loro [...]
[...] altro galantuomo in condizioni d'animo diverse da quelle del conte Sampieri avrebbe, a occhio e croce, mangiata la foglia. Il dono anonimo del [...]
[...] romanzo desiderato attribuivasi da Emma Alford al tenentino dei bersaglieri, il quale pareva essere con la ragazza in rapporti di cuore molto [...]
[...] belle labbra rosse che negavano. Ma il dabben uomo era innamorato; e l'amore, si sa, più si va innanzi nella vita e più ci stringe e ci raffittisce [...]
[...] la benda su gli occhi. - Questo non prova nulla - si ripeteva il pertinace buon uomo, lieto di trovar buoni argomenti alla sua fissazione [...]
[...] . - Anzi prova che Emma è sensibile alle attenzioni d'un uomo delicato; poi, ragione di più perchè si commuova quando saprà chi fu il vero donatore [...]
[...] Salerno e viene a Napoli a ogni morte di papa? - (E guardava il giovane San Teodoro con un risolino di sprezzo) - Cattivo sistema il farsi bello col [...]
[...] sol d'agosto, caro il mio minchione! - concluse finalmente con una scrollata di capo che significava la sua trionfante pietà. E così pensando [...]
[...] badava a sbirciare di sotto le lenti d'oro il suo rivale e a sorbirsi un dopo l'altro parecchi bicchieri di bordeaux: fin che l'avvocato Bencini [...]
[...] seguiva a Napoli il patrio sistema educativo per le giovanette, tale e quale come se si fosse trovata a Nuova- York. La fanciulla guardò con un [...]
[...] sorriso il conte Sampieri che si sbracciava a ringraziar lei e la madre di tanto onore e di tanto piacere; poi guardò il tenente. - Perdono [...]
[...] casa prima di mezzanotte. 314 - Il diavolo ti porti a Salerno e anche più in là! - imprecò tra' denti il povero deluso, mentre la ragazza si [...]
[...] raso celeste; quello che vi piace tanto! - e corse via. - Ora ritengo che dopo quanto t'è accaduto sotto il naso, tu sarai bell'e guarito [...]
[...] ! - diceva l'avvocato Bencini all'amico, in tanto che s'avviavano a braccetto verso Posillipo. Ma su le labbra del conte s'affacciava il solito risolino [...]
[...] ; sì che, credi a me, il meglio che tu possa fare gli è di non pensarci più, proprio più a fatto, come se codesta gente non l'avessimo mai [...]
[...] veduta. 315 - Io? - rispose il conte, fermandosi a guardare il compagno negli occhi. - Io non pensar più a lei? Io rinunziare alla mia felicità? E [...]
[...] in onor di che santo dimmi un po'? - In onore del buon senso, perdio! - proclamò il Bencini. - No, carissimo, no; meno che mai ci rinunzio. Anzi [...]
[...] ! - sentenziò Sampieri, il quale nella pensione Alford si era sciolto da parecchi pregiudizi tutti nostrani. - Anzi, nella libertà che si accorda loro da [...]
[...] , e un uomo che le frequenti giudica dalla fanciulla quel che sarà la donna. L'altro scrollava il capo con riera incredula; il conte ripigliava [...]
[...] .... - Sampieri, fammi il piacere di smettere, 317 perchè mi fai uscire da' gangheri, con questi ragionamenti da grullo! - disse l'avvocato, visibilmente [...]
[...] stizzito. Ma il vecchio ostinato non cedeva. - Va bene, va bene, acqua in bocca! Ma vedrai se a forza d'attenzioni discrete e gentili io non [...]
[...] , la padrona e il capitano Borise giocavano a scopa; in torno alla tavola del centro, ingombra di giornali esteri, per la maggior parte illustrati [...]
[...] guardava il mare. Un grande orologio di bronzo, su 'l caminetto, sonò lentamente i tre quarti e poi le undici. Il capitano, alzato il capo dal [...]
[...] anche a me, corpo d'un cane! - pensò con dispetto il conte. Ma la madre si mostrava perfettamente tranquilla. - Non è ancora mezzanotte, e [...]
[...] . Il conte sospirò più forte, e forse questa volta il suo sospiro era una protesta contro gli usi americani, testè da lui tanto lodati. Ma [...]
[...] fatti di gardenie, per simulare il marmo; e in vece del getto d'acqua una cascata di rose trattenute, da fili d'argento. Un profumo! Una 321 [...]
[...] genere! - Di questo valore! - corresse il capitano - Tanto più - continuò - che i napoleoni non gli sfondano le saccocce! Si rise, in torno, del [...]
[...] in carattere, non deve aver un soldo in tasca, ma vice, versa spendere come se ci avesse un milione 322 Il conte Sampieri gongolava in silenzio [...]
[...] nelle sue stanze, molto soddisfatto di sè e delle proprie avventure galanti. Il mattino seguente, il brav'uomo s'alzò e uscì innanzi giorno, nè [...]
[...] al nuovo arrivato: da che l'ottima donna, da vera settentrionale ch'ella era, intendeva tutto, fuor che il digiuno. - Oggi... io... oggi... vede [...]
[...] avanti. Emma, my darling, àlzati e senti se il signor conte ha la febbre - ordinò alla figliuola; poi si mise a spiegare a' suoi ospiti come Emma [...]
[...] birichino, tastava il polso del vecchio, che le abbandonava la mano, guardandola beatamente fisso, di sopra le lenti. - No, no, miss Emma, il [...]
[...] conte non ha febbre - insinuò con rispettosa confidenza San Teodoro. - Il conte è innamorato, come diceva benissimo ieri la signora Alford. Emma [...]
[...] scoppiò in una sonora risata di bimba; gli altri risero meno rumorosamente; ma in quella che il capitano apriva bocca per lasciarne andare [...]
[...] generale salutò quel trionfo di fiori che lentamente i camerieri trasportavano nella stanza, in tanto che Emma, a cui s'univano la madre e il capitano [...]
[...] , 325 badava a colmar di dolci rimproveri e di effusioni di gratitudine l'ufficialino: il quale si difendeva, in vano, giurando su tutti i toni e [...]
[...] ín tutti i modi ch'egli non ne intendeva una buccicata. Quando il cicaleccio si fu alquanto acquetato, Emma andò a posar la testa bionda su [...]
[...] carattere di Totò queste premure senza parole... - e seguitando ad aspirare il profumo acuto, mormorò: - I bellissimi fiori dovranno appassire [...]
[...] , ma il ricordo resta.... L'avvocato guardava fisso fisso il suo amico. - Che diamine faccio io? - gridò il tenente guardando l'orologio - M'ero [...]
[...] stazione! Rapido come un lampo, balzò a riprendere la sciabola che aveva deposta in un canto, e affibbiandosi il cinturino, salutava in fretta e [...]
[...] furia la società; poi volò giù a precipizio per le scale; ma Emma, afferrando una manata dei tralci di rose che figuravano il getto della [...]
[...] fontana, senza udir un grido soffocato d'ira e di dolore del povero conte Sampieri - a cui nessuno, tranne il Bencini, badava - corse al balcone e [...]
[...] buttò i fiori nella carrozzella che si portava via San Teodoro. Quando la fanciulla rientrò nella sala, il vecchio n'era scomparso. L'amico si mise [...]
[...] finalmente, dopo più d'un'ora di palpiti, trovò il conte dentro la Villa, solitariamente accasciato sur una panchina, come un povero diavolo che [...]
[...] ginocchia - Chi poteva immaginare che quell'animale si sarebbe appropriato così tutto il merito?... mentre son io che ho regalato il mazzo ad [...]
[...] ?... - Intendo di farla mia moglie, capisci? - dichiarò il conte risoluto. - La passione, eh? dà ogni scaltrezza, e io ho trovato un mezzo [...]
[...] che tutti i tuoi espedienti ingegnosi, tutte le tue delicatezze mute sieno state soltanto buone ad avvantaggiare il tuo rivale, il bel Totò [...]
[...] tu non mi giuri su 'l tuo onore che domattina stessa andiamo via di qui. Ma il conte era nello stato acuto della passione. Partire! Partire ora [...]
[...] proprio ch'egli aveva trovato il modo di conquistare il paradiso? No, no, e poi mille volte no, che non partiva! E fece e disse tutto quel che [...]
[...] stizza che gli faceva l'ostinazione del conte, il Bencini protestò energicamente su 'l proprio intervento in una ridicolaggine come quella; e sa [...]
[...] occhi pieni di lagrime, quando s'accorse che il cervello del suo vecchio amico ci andava di mezzo, si calmò e cercò di calmare l'altro; ascoltò [...]
[...] con pazienza i progetti di lui, e gli promise il suo appoggio a conseguirne l'adempimento. Poco dopo l'avvocato tornava solo alla pensione. IV [...]
[...] le dirò? ha lasciato andare uno schiaffo al maleducato che si permetteva.... Lei capisce le conseguenze.... Il duello ha avuto luogo mezz'ora [...]
[...] ci siamo! - pensava il Bencini. - È un uomo, vede, che s'interessa a lei più che alla propria vita, un uomo che l'ama, che l'adora.... 332 Emma [...]
[...] ; il capitano sbraitava in dialetto; e quatto quatto il conte Sampieri, con un braccio al collo, umile in tanta gloria, si godeva in disparte [...]
[...] l'effetto della sua alzata d'ingegno. D'improvviso entrò il tenente di San Teodoro. - Ch'è stato? - gridò egli, facendosi strada nel gruppo delle [...]
[...] ? - Ferito? ferito io? - protestava San Teodoro, toccandosi il petto quasi per persuadere sè stesso che non sognava. - Io sono andato alla stazione [...]
[...] ; il treno partiva in quel momento, e sono rimasto in terra, ecco la cosa. Emma ripigliava con un fil di voce: 334 - Taci, taci, so tutto. Oh, non [...]
[...] furiosamente quell'altra manina. Lì in torno erano tutti commossi, perfino il capitano. L'avvocato Bencini approfittò di quel momento per [...]
[...] avvicinarsi al conte Sampieri; sciolse la sciarpa che gli avvolgeva il braccio, poi gli disse, sicuro, questa volta, del fatto suo: - Ora, mio caro [...]
[...] , possiamo preparare il bagaglio per partire domattina. 335 - No, anzi, partiamo stasera - pregò il conte. E la sera, quando furono seduti uno di [...]
[...] fronte all'altro in una carrozza di prima classe, l'avvocato Bencini disse all'amico: - Se mai, per tua disgrazia, ti tornasse il ghiribizzo di [...]
[...] a me: nell'anima d'una donna, con tante delicatezze è difficile entrare... massime alla nostra età. IL NATALE IN FAMIGLIA. IL NATALE IN FAMIGLIA [...]
[...] Il barone si mise il cappello in testa, come se fosse stato solo; accese un sigaro d'avana, poi si voltò verso Leda Degli-Angeli, seduta sur [...]
[...] un mezzo sorriso, indifferente. E poi che vide il barone togliersi di bocca il sigaro, rovesciò la bella testa su la spalliera della poltrona, e [...]
[...] gli porse la fronte al saluto abituale. L'uomo la baciò a fior di labbra, e uscì. Allora, Leda, posate le molle, abbandonò il fuoco, i cui [...]
[...] guarnizione, lasciavan come una vaporosità da fantasmagoria. S'era méssa a passeggiare su e giù per il salotto, con le braccia incrociate. 341 [...]
[...] - Finalmente! - esclamò sottovoce, parlando a sè stessa, quando ebbe inteso il tonfo cupo del portone del villino che si richiudeva dietro il barone. E [...]
[...] meglio questo indirizzo: «Alla signora Giovannina Bitossi, ferma in posta.» La giovane donna ruppe il sigillo, e si pose avidamente a leggere [...]
[...] : 342 «Mia cara Nina, «Lunedì mattina il babbo scese al Borgo, e Menico, il procaccia, gli consegnò la tua lettera col vaglia delle trenta lire [...]
[...] . Io con tuo padre ti mandiamo tanto a ringraziare. Ma ci rincresce se tu avessi a restare senza soldi per farti il necessario in queste feste [...]
[...] possono far comodo. «Figlia cara, ti mandiamo la benedizione per queste sante feste del Santo Natale, e sabato notte, se il Signore mi fa la grazia che [...]
[...] voluto a quel modo allungare il rozzo scritto. 344 Erano parecchie ore che se lo teneva nascosto in petto, pensando ogni poco, con gran desiderio [...]
[...] cara, partitasi dalla casa paterna nell'inverno 345 di una mala annata, in cui il fratello maggiore faceva il soldato in Africa e il padre [...]
[...] urlava peggio d'un cane a catena, inchiodato sul letto dai dolori nelle ossa, partitasi per cercar a Roma un servizio che procurasse il pane a lei [...]
[...] e qualche picciolo d'aiuto alla famiglia, aveva finito invece... Com'era successo il fatto? Dio mio, come succedono quasi tutti questi fatti [...]
[...] ; e si era vestita da cittadina, col cappello. Così passarono un paio d'anni di benessere relativo; fino al giorno in cui il vedovo significò [...]
[...] Degli-Angioli 347 (era il nome affibbiatole da un poeta tutto preziosità, che l'avea amata una settimana) avea vissuto, ora mostrandosi [...]
[...] spesso glielo consentivano i suoi affari di banca e la sua parentela aristocratica e numerosa, il barone veniva a visitarla, a tenerle compagnia [...]
[...] , accompagnano il marito mezzo ubbriaco, ma si trascinano per la manina qualche bambinello sorridente. 349 «... Ci rincresce se tu avessi a restare [...]
[...] senza soldi per farti il necessario in queste feste...» Leda lesse ancora; e un sospiro le salì dal petto: un sospiro in cui qualcosa d'interno, di [...]
[...] quando il fratello maggiore, terminato il servizio militare, era tornato a casa, a lavorare nel campo con più robustezza di braccia, con più [...]
[...] voglia di prima; anche quando il padre avea riacquistata interamente la salute. «A me non ci dovete pensare» - scriveva la giovane ai suoi, con la [...]
[...] le lagrime, per modo da offuscare il vetro, annebbiandole la stanca vista. Lentamente, con le pupille dilatate, fisse sui tizzi che s'erano a [...]
[...] , sotto il terrazzo, echeggiò il ritornello nasale, pastorale, monotono di una zampogna: una delle solite zampogne che certi montanari, per antico uso [...]
[...] portate dal vento, ora distinte, ora confuse, come un mormorio di voci infantili che pregassero. Da nove giorni, tutto il tempo della novena [...]
[...] Natalizia, le zampogne sonavano quasi senza interruzione in onor del Fanciullo Divino, il Redentore dei peccati del mondo. Poco dopo, qualche nota più [...]
[...] tramontana soffia tanto forte che a momenti, in quelle notti, mozza il respiro. Intorno, un biancicore uniforme copriva ogni 353 cosa: campi, alberi [...]
[...] oscillanti sul cielo quasi tutto sgombro di nuvole, tranne in un lembo remoto, dove ancora vagava qualche fiocco sfilacciato di vapor candido. Il [...]
[...] padre, cautamente, andava innanzi con in mano una lanterna, esplorando la strada col proiettare ora qua ora là il chiarore della fiammella, che [...]
[...] mettevano un piede in fallo; ogni tanto rompendo il silenzio con un motto burlesco. Poi seguivan le donne: prima la madre, che pregava [...]
[...] devotamente il Bambino Gesù ad alta voce; quindi Giovannina con la sorella Giulietta, quasi una bambina, attaccata alla sottana, perchè avea paura delle [...]
[...] tenebre, del freddo, di tutto. Il cammino era lungo; ma a loro non sembrava tale: conoscevano tutti gli alberi, tutte le svolte dell'erta [...]
[...] strato diamantino. Un formicolio d'ombre nere, tutte sfigurate da' cappotti, brulicava già davanti alla spianata della chiesa: il popolo della [...]
[...] parrocchia, ch'era sparso in casolari nascosti ne' campi, a mezza costa dei monti, tra i boschi, dovunque giungeva il rintocco pio della campana [...]
[...] squillante a festa. 355 Appena sonava il cenno, la chiesa riempivasi; e subito s'aprivano i baveri de' ferraioli, si calavano di capo gli scialletti [...]
[...] , scoprendo il viso giocondo di tutti que' montanari, che prima parevano mascherati. Un tepor dolce si spandeva di lì a poco tra le pareti [...]
[...] . Il priore, bravo vecchio che Giovannina avea sempre veduto a quel posto, recitava di sèguito le sue tre messe di rito, e infine benediceva 356 [...]
[...] il suo popolo con gli occhi lustri di pianto, con la voce che gli tremava in gola. In tanto, dentro, sonava l'organo, allegramente, un'antica [...]
[...] , pastoralmente. La ragazza, la madre, la sorellina, il padre, i fratelli, e con essi tutti coloro ch'erano in chiesa, ricevevan quella benedizione [...]
[...] gioia, saltellando 357 in torno ai padroni davanti alla porta dove avean fatto la guardia; il fuoco s'era mantenuto vivo; scintillava, anzi, più [...]
[...] che mai nell'ampio camino che allargava il suo manto di pietra; la legna scoppiettava, susurrando una cantilena piana piana, in armonia col [...]
[...] , a lei, invece, sembravano secoli!... In tanto, era proprio sul punto di tornare un'altra volta il Natale. Là su, ne' suoi posti, l'avrebbero [...]
[...] festeggiato 358 secondo il solito, religiosamente, semplicemente. Ma essa, Leda, come lo avrebbe fatto? Sola? O pure in compagnia di persone [...]
[...] mentre la giovane s'abbandonava alle sue memorie e tornava addietro con esse, riprese il suo monotono ritornello; ma in lontananza, come se [...]
[...] rivedere il suo villaggio, il Natale di là su, e innanzi tutto, oh! innanzi tutto, la sua vecchia mamma, dalla faccia chi sa come rugata, ma forse [...]
[...] sempre il cuoco - fu la risposta. Mentre l'Adele se ne andava, la padrona la richiamò: - Ascolta qui... Se... per caso, tornando, tu non mi [...]
[...] trovassi, non stare in pena. Forse parto per qualche giorno... - La signora non fa il Natale a Roma? - chiese ancora la cameriera. Leda, senza badare [...]
[...] , riprese: - Se in questo tempo venisse il signor barone, gli dirai che sto bene, ma che mi annoiavo... Gli spiegherò al mio ritorno... Hai [...]
[...] Roma: poveri panni rimasti quasi nuovi, ma sgualciti per il molto tempo ch'eran rimasti piegati. L'oggetto che primo le venne in mano fu il [...]
[...] l'infilò presto; era larga e sgraziata. E indossò il corpetto; 362 troppo corto di vita, troppo corto di maniche. Ah, c'era anche il grembiule [...]
[...] soffocato, rauco, quasi bestiale, si coperse il viso con tutte e due le mani e scoppiò in un pianto dirotto... Nessuno la vide attraversare la casa [...]
[...] , soldati in congedo, ed altri ordinari compagni di via. Aveva il biglietto fino a Castelnuovo. Di lì al Borgo la portava la diligenza del [...]
[...] viaggio l'avevano affranta. Era stata muta tra le vicine loquaci; seria tra le risate e i motti scurili degli uomini. Ma venne il momento di [...]
[...] suo paese, il quale stava fermo col 364 legno sgangherato innanzi alla porta d'uscita della piccola stazione. L'uomo, cui quella voce non giungeva [...]
[...] nuova, guardò la femmina. - Dove andate? - le domandò. - Al Borgo, anzi, a Montaguzzo. O non mi riconoscete?... Giovannina... Il procaccia si [...]
[...] accanto sè, Menico, lungo il cammino, le andava rivolgendo diverse domande: - Si sta bene, eh, a Roma? Ella fece con la testa un cenno che il bravo [...]
[...] mise a cercare per tutto il Borgo un veicolo qualsiasi che la portasse su dai suoi. Nulla. La vigilia del Natale ciascuno se ne stava a casa [...]
[...] ottenerlo. Chi riconduceva poi la bestia al Borgo? Allora, ella si determinò a far la strada a piedi, senz'altra compagnia che il desiderio di [...]
[...] poco si fermava per guardare: là era Casalfranco, là Roccapicco, là Torrarsa; e si fermò tante volte, che fece notte. Quando si vide intorno il buio [...]
[...] , cominciò a correre; tale quale nella sua infanzia, quando avea fatto tardi e temeva d'essere sgridata dal babbo. A momenti le mancava il fiato [...]
[...] : le gambe non la reggevano più: un sudore freddo le inumidiva le tempie, ghiacciato vieppiù dalla tramontana. Quando aperse il vecchio [...]
[...] chinato il viso su la spalla, e non le diceva nulla: piangeva. Fu una sera felice. Sotto la cappa ospitale del camino di antica pietra, dove eran [...]
[...] bollivan le castagne. Soltanto, invece delle novelle di fate, Leda udì dal suo fratello maggiore il racconto della vita dei soldati d'Africa: vita [...]
[...] l'ora di recarsi alla messa; e come prima, come sempre, uscirono tutti in processione; il padre, innanzi agli altri, ormai lento nel camminare [...]
[...] così benefico quel tepore, accresciuto sul proprio corpo dalla lana del suo umile scialletto, di popolana; così sereno il sorriso che le volgeva [...]
[...] mezzi o giù di lì nel 1891 e mezzi nel 1894, poi una seconda volta tutti uniti nel 1906, escono ora alla luce una terza volta tutti salvo il 36 [...]
[...] di quella che hanno ricevuto presso molti compilatori d'Antologie come il Targioni-Tozzetti, il Pascoli, il Cesareo, il Viazzo, il Nannelli, il [...]
[...] Salvadoretti, il Martina e presso vari pubblici insegnanti che se ne sono serviti nelle loro scuole come saggio di toscano vivo e parlato; ai quali [...]
[...] tutti mando il ringraziamento a voce e l'attestato della mia interna riconoscenza. II. Certi di questi Racconti son novelle di meraviglie; altri [...]
[...] accaduti al mio paese o in quel vcinato. Per amor di varietà poi v'ho messo alcuni Caratteri e parlate prese dal vero che mi parevano degne di nota: il [...]
[...] ridendo: pure il cielo mi salvi dal fare l'apostolo; io mi contento di non render peggiore chi legge. Hanno avuto le novelle fra noi così mala voce [...]
[...] in altri tempi, che molti le guardano ancora con sospetto. Ma per questo capo va franco, lettore, tu puoi leggere e dare a leggere il volumetto a [...]
[...] chiunque ti parrà, inoffenso pede, benchè il sale, il pepe e l'italo aceto non vi manchi, anzi vi sia buttato a piene mani. IV. Intitolo questo [...]
[...] , studiandolo continuamente in tutte le manifestazioni del pensiero, vii. cogliendo dalla sua bocca tutto il giro delle sue Tradizioni, compilandone il [...]
[...] tra due guanciali, chè senza il mio vero popolo alla mano non fermai peso di dramma: qui è tutta lingua nata, qui nulla lingua falla, per ripetere [...]
[...] certanza e te ne sto pagatore a qualunque prezzo tu vuoi. V. Forse a qualcuno, lucchese come sono lucchese io, parrà duro il credermi, quando [...]
[...] testa. Ed io gli ripeto che senza il mio popolo alla mano non fermai peso di dramma. Che se alcuno non ha mai sentito certi vocaboli, e certe [...]
[...] sonerà per caso all'orecchio traversando il mercato, o comprando, esempigrazia, un paio di guanti, e poi non la risentirai più forse in due anni [...]
[...] tratti di una bellissima lettera di Giovanni Norchiati al Varchi, il quale si meravigliava di certe parole fiorentine, dicendo di non conoscerle, e di [...]
[...] non saperne il significato: « Non vi maravigliate punto se alquanti verbi e nomi ci sono che voi non gli sapete, perchè, ancorchè uno sia nato ed [...]
[...] allevato in questa città, non sa egli però ogni cosa; e questo lo pruovo in me, il quale, benchè nascessi in Poggibonzi, pure venni piccolo fanciullo [...]
[...] questo è l'autore dell'Ercolano, che tanto aveva studiato il parlar vivo della sua Firenze! Quanto a me posso dire che non sono uscito una volta di [...]
[...] la sua capacità a disferenziarle coi colori della parola. Così è il gran mare delle lingue parlate. VI. Veramente molti credono che per imitare il [...]
[...] , uomo di fibra forte, e specialmente fognando affatto il c duro e dicendo la 'osa, la 'asa, una mi' amia. E sono anch'essi come il Furio di Catullo [...]
[...] x. - qui tum mirifice sperabat se esse locutum - quanto più bacava il c. Ma il fatto è ben altro da quello che credono. perchè l'essenza del [...]
[...] della così detta grammatica, l'ortografia e la retta pronunzia. Ma chi facesse consistere il parlar popolare in quei difetti accennati su sopra [...]
[...] senz'altro, sarebbe simile a chi versasse un suo beverone in boccie fatte appunto appunto come quelle dei Certosini e si desse a credere che il suo [...]
[...] beverone è vera Chartreuse! VII. Ma perchè molti di questi racconti o bene o male vanno per le scuole, non credo inopportuno spiegare il modo che ho [...]
[...] Andarono; si dice Bigna, Gna e Mia, e si dice pure Bisogna da tutti comunemente; si dice il can, el can, er can, er cane e si dice pure il cane, e [...]
[...] luogo e di tempo; «poichè, dice il Witney nella Vita del Linguaggio, è cosa evidente che niuno pensa precisamente nella stessa guisa, e che ognuno ha [...]
[...] vuole; ho conservato però la maniera popolare ogni qualvolta quella letteraria mi avrebbe falsato il tuono alla casalinga del racconto e ridotti i [...]
[...] frustone; l'e parimente pleonastico in varie forme di proposizioni comparative, ipotetiche e temporali in senso di anche, allora; il più premesso ad una [...]
[...] loro fede»; quella forma di periodo anacolutico che i grammatici chiamano di Nominativo assoluto, com'è questo del Boccaccio: « Il Zima vedendo ciò [...]
[...] gli piacque» e l'«Io... mi pare» famigerato di G. Yillani; quell'altra bella figura, per cui si deve ricavare il soggetto da un verbo o altra cosa [...]
[...] odierna in confronto di quella del Trecento; e tante altre cosette più o meno diverse dal filo della pura grammatica. Il che facendo sono stato in [...]
[...] carattere per lo stile e ho seguito l'esempio di tanti eccellenti scrittori, non eccettuato nemmeno il Manzoni. Quanto poi all'opportunità del farlo [...]
[...] , vedi ciò che dice il Cesari di tali fatti nel Dialogo delle Grazie, ciò che ne dice il Ranalli al § 50 e segg., Cap. II, Vol. II degli Ammaestramenti [...]
[...] , il Fornaciari passim nelle note degli Esempi, e specialmente 257, 477, 453, 937, 136 Vol. I. E prima di loro vedi quello che ne ha detto il [...]
[...] . Idiotismi; e leggi poi, o rileggi la quindicesima delle Lettere critiche del Bonghi al Bianchi, e nell'Idioma Gentile del Deamicis il grazioso e [...]
[...] giustissimo Capitolo intitolato Gli Ardiri. Guardino bene per altro i giovanetti che tutte queste cose valgono per il genere popolare, e [...]
[...] e sono approvati, ma in certi altri luoghi ed in certe altre persone offenderebbero l'occhio e il sentimento. IX. Questo genere popolare toscano [...]
[...] , alle quali pare abbia imposto silenzio Alessandro Manzoni. Gli sono avversari in modo speciale quelli che chiamano il Toscano un dialetto come [...]
[...] quest'ultimo mezzo secolo, persuasi come sono che grammatice loqui e latine loqui sia tutt'uno. Questi però, pensino che il pane non si giudica [...]
[...] , perchè, mutandole, svanirebbe il colorito locale. Ma quando so o temo che non abbiano a essere intese dagli estranei, soggiungo l'equivalente [...]
[...] ottengo due fini: aiuto il forestiero ad intendere, e suggerisco la forma o dizione legittima al paesano. XI. D'una cosa invece mi pare di doverti [...]
[...] in grande: leggi romanzi, commedie, drammi, novelle, racconti, bozzetti, ne troverai da farne alla palla ed empirtene fino agli occhi. Il vero [...]
[...] peggio parla; se pure il pane, ripeto, s'ha da giudicare col gusto e non colla vista. Senza le altre moltissime autorità che io potrei cercare a [...]
[...] conferma di quest'asserzione, Luigi Fornaciari xvi. dice nel Secondo Discorso contro il soverchio rigore dei grammatici § 14: «In contado rimane il [...]
[...] circonvicini, che detto avrebbe?» Infatti il Lucchese, liguroide più che etrusco, tutto dato al lavoro e all'industria, non è di straordinaria [...]
[...] fantasia, nè è il più bel parlatore, nè il raccontatore più vispo, sciolto e ricco della Toscana. Certo, se io fossi stato delle campagne senesi, pistoiesi [...]
[...] o fiorentine , il mio piatto avrebbe avuto altro gusto; pure, se non ho potuto ammannirti rombi, tartufi e petti di pernice, spero di non [...]
[...] . xvii. INDICE I ........... Le precauzioni non sono mai troppe..................... II.. ........ Il poeta estemporaneo . III.. ...... La visita di [...]
[...] S. Pietro ai suoi. IY ......... Ma che pretensioni! .. . V .......... Se queste en le parole, figuriamoci i fatti! VI.. ....... Marzo e il Pastore [...]
[...] . VII ....... La ricetta del Redi VIII ..... Un furbacchione. . IX ........ La camicia della felicità. X .......... Hanno rispartito il mondo. XL [...]
[...] ....... La mosca e il bove XVI.. ... Un vecchietto malizioso. XVII ... Bennardone XV III.. Una malìa . XIX ..... Una moglina sicura X [...]
[...] ...~ ...... Padron, bandiera! . XXI.. ... La passione per il rumme . XXII... Una sbornia a ferma là! XXIII. Pecchino XXIV.. O che bel canzonare il prossimo [...]
[...] o salame! 110 XLII......... Perchè Rosina smise di dire il Rosario. 111 XLIII....... Zizzania 113 XLIV ........ L'anhianino che va all'inferno 115 [...]
[...] prigione 122 XLIX........ Pulizia per forza. 125 L................ La buona fé mi caccia, Ma il legno è di barcaccia 128 LI ............... Fila, Ghita [...]
[...] ............. Un avvezzo 139 LVIII.. ......... La voglia di ciccia 140 LIX .............. Il diavolo nel piatto 142 LX ................ Va là con un Dio solo [...]
[...] ! 144 LXI.............. I discorsi son discorsi 145 LXII ............ Il padre e il figliuolo pizzicagnoli 147 LXIII .......... Una scappellata giusta [...]
[...] regola della bòtta... 161 LXVIII.. ..... Il boccone della creanza 162 LXIX ........ : .. Troppa grazia Sant'Antonio! 165 LXX ............ L'uomo [...]
[...] che cerca il miccio ivi LXX.I.. ......... Una madre che ha il figliuolo soldato 167 LXXII ......... Certe elemosine 171 LXXIII.. ..... Una [...]
[...] briacone 183 LXXVII ...... Il resto ve lo dirò dal manfano 184 LXXVIII.. .. Quanto costa la vita d'un uomo 186 LXXIX ........ Iacopino 188 LXXX [...]
[...] ......... Chi ce la vuole e chi 'un ce la vuole .. . io non ce la voglio!... 194 LXXXI.. ..... Il cuore è il primo a vivere e l'ultimo a morire .195 LXXXII [...]
[...] XCV ...... Come il Bello s'appiccò 235 XCVI .... Una buona moglie e il suo contrario 240 XCVII .. Un perdono di nuovo genere 243 XCVIII. Ognun [...]
[...] vuol dir la sua 245 IC ........... Se le scuse Valessero! 257 C ............ Il Gomitolo della vita. 258 Vocabolarietto 2671 I. Le precauzioni non [...]
[...] gambe e colle braccia, e lì sannotti in quel pane. Il capitano per caso lo vide in quella conformità: «Per mio Santo! e voi avete il coraggio anche [...]
[...] di mangiare!?» - « Sor capitano, dov'entra questo (e mostrò il pane) non c'entra acqua! ». Eppure colla morte a due dita bisognò ridere! II [...]
[...] . Il poeta estemporaneo Una volta uno di questi improvvisatori che vanno per il mondo alla ventura, ma meglio sarebbe dire alla sventura, era ito a [...]
[...] t'inventa? Prima di sedere a tavola stillò tanto e girò e rigirò tanto e poi tanto il discorso, che fece un patto coll'oste che, se avesse cantato [...]
[...] un'ottava che all'oste gli piacesse veramente, lui non avrebbe pagato nulla di quanto avesse mangiato. L'oste ci stette, perchè tanto dipendeva da lui il [...]
[...] dire: mi piace o non mi piace. E il poeta pianta le ginocchia sotto la tavola, e lì ordina che ti ordino! mangia e beve come un papa, si sciala a [...]
[...] a poeta che neanco il Tasso; svenò la vena, messe mano alle ottave, e sguainò le più belle che avesse in bottega, e quando era in fondo, diceva [...]
[...] all'oste: Vi garba questa? - E l'oste: no. Vi garba questa? E l'oste sgrollava la testa: noe! Il povero poeta l'aveva preso per tutti i versi; aveva [...]
[...] lodato il suo vino, la sua cucina, il suo parentato, lui, la moglie, le figliuole; ma l'oste duro! non si lasciava smovere; a ogni ottava una [...]
[...] sgrollatina di testa e un bellissimo noe. Allora il poeta vedendo che non ci era scampi, e che era rimasto alla sua stessa trappola, non sapendo a che [...]
[...] era tanto mammalucco, e chi aveva mangiato doveva pagare il conto, e finiva: Borsa che sei di dietro, vien davanti, L'oste vuol dei quattrini e non [...]
[...] stridesse, perchè i patti eran chiari e limpidi come l'acqua, e i patti legano i savi e i matti, dice il proverbio. III. La visita di S. Pietro ai suoi [...]
[...] Una volta S. Pietro volse fare una visita a casa sua per vedere i suoi, che non aveva più visti da tanto tempo. Avuto il permesso, venne giù e [...]
[...] ! che è mai? il vero mai. Non ci siete neanche per ferro vecchio; pare che se ne siano scordati affatto ». - «Ma bravi! Ma bravi bravi» - E la cosa [...]
[...] coi suoi. Va a casa, e li trova poveri mendichi, nudi bruchi, affamati, rifiniti, magri che tralucevano; e tutto il giorno a raccomandarsi a Dio [...]
[...] , paternostri, avemmarie; e tutti pregano e tutti fanno dei voti, e si pentono dei loro peccati; insomma non si fa altro che sentire il nome vcstro [...]
[...] da tutte le parti». - «Si eh!? O vedi che se ne sono ricordati!» IV. Ma che pretensioni!... Venticinque o trent'anni fa giù per il nostro [...]
[...] aveva delle ragionacce spallate. Sùbito che la su' donna fu grossa, lui gli cominciò a dire: « M' hai a far Vittorio, m'hai a fare il nostro re, e vo [...]
[...] , s'incontrò con un lupo. In più che si furono sborniati, dissero ognuno fra sè: « Ora ci siamo! » e senza tante paure si fanno avanti. Comincia il lupo con [...]
[...] una cera da arrogante: «È un pezzo che fra i miei e i tuoi ci sono delle quistioni da partire; ora sarebbe venuto il momento». - Fa l'uomo: «Hai [...]
[...] proprio da vero, che ci dovessimo riscaldare un po' colle parole; allora il fatto riuscirebbe meglio». - «Il tuo discorso mi capacita; cominciamo [...]
[...] ! un'impallinata nel didietro. Il lupo a quel gran colpo e a quella popò di grandinata nelle natiche, si dette alla fuga dicendo: « Se questo en le [...]
[...] parole, figuriamoci i fatti! » VI. Marzo e il Pastore Una mattina, là sul cominciare della primavera, un pastore uscì colle pecore, e [...]
[...] diluvio! Il pastore però che l'aveva squadrato ben bene in viso, e non gli era parso schietta farina, aveva fatto tutto all'incontrario. La sera nel [...]
[...] mutare». «Sì? bravo! Addio». E si partono. Ma il pastore, invece d'andare al piano, va al monte, e Marzo giù acqua e vento e grandine al piano [...]
[...] ; un vero gastigo di Dio. La sera trova il pastore: «O pastore, buona sera; e oggi come t'è ita?» «Benone. Sai? sono andato al monte, e ci è stato [...]
[...] nuvoloni su dietro l'alpe.... Non mi voglio allontanare da casa». «Fai bene, ti consiglierei anch'io» . Insomma, per far la corta, il pastore gli [...]
[...] . Eccoti che viene la mattina dopo, e il pastore cava le pecore e, cucciolo cucciolo, va al piano come aveva detto, con credendo oramai nell'essere [...]
[...] Aprile, che non ci fosse più da stare in pensieri di qualche bussata. Ma quando è là una cert'ora che tutto il branco delle pecore era sparto per le [...]
[...] prata, comincia una ventipiova da fare spavento, acqua a ciel rotto, vento e neve e grandine; una tempesta che il pastore ci ebbe da fare e da dire a [...]
[...] riportar dentro le pecore. La sera Marzo va a trovare il pastor e che era là nel canto del fuoco senza parole e tutto malinconioso, e gli dice: «O [...]
[...] li doveva star più a aspettare, e era a letto ammalato d'uno di quei tre c che fan paura ai vecchi. Non c'è da dire che il su' pane non l'avesse [...]
[...] mangiato; ma tanto di morire non ne voleva sapere: si sa, la morte la fuggono anco i bisci. « Il medico, diceva quell'ometto che me ne ragionava, fa [...]
[...] è la ricetta del Redi?» «Non la sa? O senta che l'è bellina. Una volta lo vennero a chiamare, il Redi, perchè andasse da una, signora che non [...]
[...] istava troppo bene di salute. Il Redi gli era un medico ... ma oo! di quei bravi. 13 Va dunque, monta su e s'accorge alla prima occhiata che l'aveva [...]
[...] addosso il male peggio di tutti, il mal della vecchiaia. Si fa al letto, la saluta, e comincia a dirle che cos'aveva e che si sentiva; insomma a [...]
[...] andarsene. Tutto a un tratto alla signora e' gli venne in mente che il dottore non gli ha lasciato nessuna ricetta da pigliare; chiama gente: «Andate [...]
[...] se gli facesse grazia di mettere sopra un foglio di carta che cosa può prendere per il suo male». Il Redi, la lo sa meglio di me, gli era anche [...]
[...] sberrettano, come si scappellano: come si piegan facile nel fil delle rene! E il maestro di tutta la casata è Bòbbola. Chiunque incontri per la via [...]
[...] : «Riverito! Riverito! Sta bene? È stato sempre bene? Servo suo! Ben visto il sig. Tale! Ben venuto il sig. Tale altro! Bene arrivato! Come va la mamma? Che [...]
[...] fa la sua signora consorte? - Signor Pievano! Signor Conte! Signor Marchese! Signor Professore! Ben visto il nostro Cecchino! Come va il nostro [...]
[...] : « Eh! sor Custode, avessi un po' una civetta ammaestrata così come il signor Bòbbola! quanti pittieri c'è nel vicinato? li vorrei chiappar tutti [...]
[...] una civetta così capace a far gl'inchini e a strisciar le riverenze come il signor Bòbbola, quando l'avessi posata sulla cròccia, tutti i pettirossi [...]
[...] talli di rosa, il Signore e Sant' Ansano benedetto ve li conservi! » E poi metteva mano a dare il tabacco prima di entrare in discorso: «S' ha a [...]
[...] cascare il discorso sulla sua solita gita degli altri anni, sui restauri e sui bisogni della chiesa, sulle Messe, sul bene per l'anime del Purgatorio [...]
[...] qualcosina ci metteva, disse al Custode (e me l'ha raccontato il Custode colla su' bocca stessa) che per sei fiaschi d'olio gli ci eran voluti ventiquattro [...]
[...] a chiedere, ma di tasca sua non ci voleva rimetter nulla!» Più di quello che costava l'olio, figlio e po' d'un tètte! ... Il Custode fece presto a [...]
[...] dargli lo sfratto di sagrestia, e quella cuccagna gli finì. Ora è invecchiato, e va per le chiese a strizzare i gallonzoli e a picchiarsi il petto [...]
[...] , perchè anche il diavolo quando fu vecchio si fece frate; però il lupo perse il pelo ma non il vizio, e se in paradiso me lo mettono accanto, da [...]
[...] quell'altra parte ci vo' un carabiniere. Mi fido e conto! Anni fa, quand'era più in gamba, comprava il giornale, anzi si teneva in tasca il giornale [...]
[...] bello preparato, con secondo fine, e se incontrava, per esempio, il Rettore o il Custode o qualcuno che avesse le loro idee, gli si aggrostava e [...]
[...] cominciava a entrare in materia; spiegava il giornale, trovava que' punti che sapeva lui: « Ma eh! Signor Rettore, ma eh! Signor Agostino, a quel [...]
[...] povero Pio Nono quello che gli fanno! Ma eh?! proibire 18 il Corpus Domini nella tale città?! Ma eh!, ha veduto? una bomba in chiesa a Livorno [...]
[...] sullo sfacèto, come diceva lui, della Religione. Lasciava il Sor Agostino, e co' luccioloni sempre agli occhi, voltava canto e trovava o il [...]
[...] Capobanda, o il Tenente in riposo Tal e, o l'Uffiziale di Posta Tal altro, che sapeva di che umore peccavano, e lui subito sciorinava il giornale: «Ma [...]
[...] eh! il Signor Papa, belle pretese! Non voler e nemmeno che i predicatori benedicano l'Italia! Ma eh! i cari Gesuiti nella tale città quello che [...]
[...] tramavano di fare! Fortuna che gli han mozzato le penne maestre; se no, l'Inquisizione di una volta sarebbe uno zuccherino! Ma non è più il tempo che [...]
[...] orti dei pomidori; s'accostava ai punti dove colla 19 coda dell'occhio vedeva che c'erano più belli e graniti, e con una mano teneva il foglio [...]
[...] eccoti Bòbbola va alla bottega con una boccetta di vetro scuro. C'era la padrona secondo il solito: - «Buona sera, sora Tonina: me l'empirebbe di rumme [...]
[...] la boccetta vuota; l'empie, la ripesa, e l'importo era venti centesimi - «Sarebbe ventuno, ma tiriamo via, e vada per il buon peso!» Paga e se ne [...]
[...] va. Dopo due giorni rieccotelo per il rumme. La padrona voleva pesare la boccetta, ma lui fa: - « È quella dell'altro giorno, se ne rammenta?» che [...]
[...] parte. E cosi ogni due o tre giorni veniva a prendere il rumme e durò un bel pezzo. Un giorno invece di trovarci la padrona, ci trovò il marito [...]
[...] . Mette sul banco venti centesimi e la boccetta perchè gliel'empia. Il padrone dà un'occhiata e dice: - «Eppure mi pare che ne abbia a tenere più di [...]
[...] stesso prezzo, il galeotto!! E così: Coll'arte e coll'inganno viveva mezzo l'anno; Coll'inganno e coll'arte viveva l'altra parte! IX. La [...]
[...] annatacce cattive, e il soldo si lasciava vedere in faccia. Delle città che ci erano poi non ve ne prego dire! Ce n'era più di mille tutte grandi [...]
[...] mancava nulla! L'oro si può dire che ci era sparto colla pala. Che città! E il palazzo del re?!.. era un'occhiata; in una gran piazza, con un bel [...]
[...] per di grasso, nè per il magro, che, se il re avesse parlato, il cuoco non avesse potuto ammannire lì per lì subito, àmme e tutt'uno, qualsiasi [...]
[...] piatto. Tutto il reame erano in pace; i popoli confinanti d'amore e d'accordo, e il re benvisto da tutti gli altri re conoscenti, e in armonia con [...]
[...] , bella, bianca e rossa, latte e rose; aggraziata, con certi capelli biondi, proprio d'oro, fini che li portava via il fiato; con due occhi, due occhi [...]
[...] figliuola e una moglie d'un re. E be', questa moglie, se il suo marito gli si accostava per dargli la mano, quando era lì vicino, lei all'improvviso [...]
[...] nel più meschino sguattolo della sua cucina; si sarebbe ridotto a spaccare i sassi nelle strade come il più omo miserabile dell'universo. Le aveva [...]
[...] quelli più lontani, dove si spiegava il fatto com'era, e che tutti quelli che credevano di poterci far qualcosa, venissero pure tutti, chè sarebbero [...]
[...] luna, ma fra tutti in quanti erano, non furon capaci di levare un ragnolo da un buco: 25 quando il re si accostava, e lei diventava marmo! Si [...]
[...] l'aveva frustato a studiarlo lo doveva saper tutto a mente. Anco lui andò, esaminò, sperimentò, fece le sue domandite; la guardò in bocca, gli tastò il [...]
[...] da questo terribile felomeno, bisogna far di avere la camicia di una persona felice: quando lei l'avrà in dosso, non gli piglierà più il brutto male [...]
[...] >>. Questo era un rimedio facile a dire, ma nelle spezierie non ce lo tengono. Pure il re, che ne aveva provate tante, e tante anche di veramente [...]
[...] passi buttati al vento. Allora il re pensò di andare lui stesso da sè, e correre tutto il suo regno, se ritrovasse mai 26 una persona felice [...]
[...] , non trovava quello che gli ci voleva; perchè tutti, chi per un capo e chi per quell'altro, avevano il loro impiccato all'uscio. Uno sarebbe stato [...]
[...] felice, non gli mancava nulla, ma il figliuolo veniva su l'arca di tutti i vituperì, disperato, bestemmiatore, briacone, e giocatore poi che avrebbe [...]
[...] giocato, non mica solamente la su' parte di sole, ma anche il su' posto in paradiso. Quell'altro non avrebbe avuto nulla che lo disturbasse, ma gli [...]
[...] incarnato, una vipera velenosa, che non lascia bene avere nè bestie nè cristiani. Dal giorno che mise il piede in casa lei, non c'è più stato un'ora [...]
[...] di 27 quiete. Io mi rodo l'anima, m'appezzo dentro a dovermela vedere innanzi mattina e sera, ma il mi' figliuolo ha la benda agli occhi, e mi [...]
[...] bellissime creaturine di figliuoli?» - «Eh maestà! le apparienze ingannano; se mi potesse leggere nel cuore, vedrebbe allora le mie felicità! Il mi' omo [...]
[...] per invidia, perchè vorrebbero 28 che il sole battesse solamente sul loro tetto. E ora ci hanno messo una causa in tribunale che, chi la perde [...]
[...] sirena? Quello deve avere il cuore nello zucchero; domandiamoli se è felice» - «Eh be' mi' signori, Chi canta per amore e chi per rabbia E chi per [...]
[...] prigione; quell'altro il padre o la madre allo spedal dei matti ; chi non aveva un boccone da sfamarsi; questa era stata tradita e abbandonata [...]
[...] certo vicinato, dove senton dire di una donna, che tutti a voce popolo, dicevano che era felice. Figuratevi come fece il cuore al nostro re, che aveva [...]
[...] passato sette colletti. Il re entrò dentro e disse chi era; e lei non si perdette mica; subito gli offerse da sedere una panchetta mezzo sgambata [...]
[...] « Si accomodi, Maestà, si accomodi; di certo non sarebbe stanza per un sovrano pari suo ma lei è tanto bono!. .. Non ci è nemmeno il pavimento! Che [...]
[...] vuole, maestà, creda che i piedi giù dal letto non ci avanzano, e bisogna che facciamo il passo secondo la gamba». - « Eh niente niente, sposa [...]
[...] disturbi non lo potrei dire: il lavoro è un passatempo che frastorna la cattiv'aria, e intanto canto. 30 Saranno strillacci, gua', ma mi fa pro [...]
[...] , mi vengon proprio dal cuore ! Dice il dettaggio: non si canta bene se dal cuor non viene. O che gli ho a dire? mi par d'ingrassarci a dare due [...]
[...] marito che è il più buon uomo del mondo, e bell'uomo anche, ma sebbene l'occhio ne voglia la parte sua, quello non è niente. Le bellezze non si [...]
[...] figliuoli di principi ed imperatori. Ma già lo dice anco il dettaggio: canini e gattini e figliuoli di contadini son bellini quando son piccinini [...]
[...] . Il più grande è con suo padre a lavoricchiare qualcosa tanto per assuefarsi; gli altri due, c'è su qui una buona donnetta che ci ha gusto a vederli [...]
[...] assollecito. Il più cicchino poi è su nel diecolo che dorme, povero angelino! e non lo vorrei svegliare. Il mi' omo va a opre, e qualcosa busca; e [...]
[...] dice il proverbio; quando il corpo è pieno... e poi abbiamo tanto di quell'appetito che i grostelli secchi del pan nero ci paiono zuccherini. Pane [...]
[...] meritato. Ma vi tocca lavorare! O come si passerebbe il tempo a non far nulla? Lo vedo le domeniche; senza quei figlioletti sarei una donna spersa [...]
[...] . La sera il mi' omo torna allegro in viso, e quando entra in casa, gli pare cento anni che non mi ha vjsto, e a me mille che non ho visto lui. Ci [...]
[...] di dormir sulle piume; 32 come ci addormentiamo ci facciamo tutto un sonno fino alla mattina». Il re stava a bocca aperta estatico e intenerito a [...]
[...] saprei che desiderare: per come si può essere nel mondo, felicissima! » Allora il re si rifà da principio, e racconta alla donna per filo e per [...]
[...] me la volete forse dare? Avete paura di non avere la vostra ricompensa? Io sono il re, e tanto m'è cento che mille». Lei stava sempre a capo basso [...]
[...] il mi' bimbino piccolo era quasi gnudo; ne avevo una sola; me ne sono servita per lui, e ora delle camice non ne ho più verune, nè su, ne addosso [...]
[...] . E poi se si vuol sincerare .... E si sbottonò 33 un poco il vestito da collo, e non ci aveva nulla sotto ». Il re s'ebbe a svenire dal gran [...]
[...] venuto il proverbio: Chi ha la camicia non può esser felice. Dunque, figliuoli, concludeva Drea, è tempo perso dire: Io son nato colla sperpetua [...]
[...] addosso; la fortuna l'ha con me ; non me ne va una per il suo verso; a chi sorte a chi sporte; se mi metto a fare i cappelli io, nascono gli uomini [...]
[...] l'oste ne cuoce: Chi d'abeto e chi di noce - Ognun porta la sua croce: Chi la porta volentieri - L'ha di fico più leggieri. X. Hanno rispartito il [...]
[...] mondo Questo Drea era anche lui uno di quelli che o per burla o per da vero, dicono che il mondo è fatto male, e che non c'è giustizia: a chi [...]
[...] » - «O' è che hanno riscompartito il mondo!» - «Ero un bilo io?! Te lo dicevo che non 35 poterne stare? Te lo dicevo che ci si doveva venire? E ci [...]
[...] venga perdendo voga; e rappresenta la cocciutaggine che non conosce ragione, e il me ne infischio di chi ha sposato una massima e opera e va avanti [...]
[...] diritto per la sua strada a ogni costo, nè gli preme un corno dell'ultima riuscita, quand'anche ci avesse a rimettere il nodo del collo, ma la vuol di [...]
[...] d'un bel solco di sedani che dicevano mangiami mangiami. Diventò nero come il babao; soffiava come un toro! «Giurammio e non sagrato! di qui avanti [...]
[...] come se svelgesse le cipolle. Avevano scelto apposta una serata di lume di luna. Quando fu tutto all'ordine, fanno il segnale stabilito; e uno di [...]
[...] scendiamo, se ci fosse da chiamare il dottore!» - «Ho eletto: doman vedremo chi èglie ». - «Ma potrebbe essere qualcheduno dei nostri!» - «Ho detto [...]
[...] 38 era nel luogo a potare, venne uno a dirgli da parte del padrone: «Ha detto il signor Federigo che oggi in giornata capitiate in su, chè vi vuol [...]
[...] quello che il predicatore diceva. Al predicatore invece gli parve che quell'uomo dormisse, e (poca prudenza!) tutto a un tratto lasciò in tronco il [...]
[...] , il primo della panca tale, che dormiva!» Drea che era tutto orecchi, a sentirsi accennare così preciso, alzò il capo e a ghigna tosta disse bello [...]
[...] gioventù che usa oggigiorno!» XIII. Le tre domande Se fossi io quello che comanda e regola tutto, vo' dire se fossi il Signore io, via, mi vorrei [...]
[...] bocca: chiedete, e tutto quello che vorrete vi sarà concesso!» Vorrei fare questa cosa per vedere un po' il mondo, dopo, come anderebbe; per vedere [...]
[...] del fuoco, uno di qua e uno di là. Il giorno la moglie era ita per legna, e ne aveva fatto un bel fascetta. Se ne stavano dunque lì a quel calduccio [...]
[...] due vecchietti si sentirono ritornare il fiato in corpo, e principiarono a ringraziarlo. - « O mago, buon mago, siate 42 il ben venuto e il [...]
[...] bene arrivato, e Dio vi renda il merito della vostra carità. State pur sicuro che di poveri e di sciagurati ce n'è degli altri, ma come noi [...]
[...] solita voce disse: - « Ebbene, fate attenzione, il mio aiuto è questo: pensate a quello che vi ci vuole, fate tre domande, e qualunque cosa con queste [...]
[...] quell'aria affogata». Intanto che stavano tutti attenti, colla testa fissa lì a pensare, il fuoco era calato, e il marito per ravvivarlo prese le molle [...]
[...] inutile. Compistò tanto, e disse tanto, ma il vecchio si era fissato di voler morir sano e intiero come Dio l'aveva fatto, e non volle cedere. Così [...]
[...] che non la volle neanche il gatto. Ecco quanto guadagnarono que' due poveracci col poter chiedere le grazie che volevano ! E se fino allora erano [...]
[...] in sulla porta: «Buongiorno!» - «O tale, buon giorno e ben visto; passate oltre; che fate? State bene?» «Si va là là, mai il peggio». «Ma passate [...]
[...] . La mosca e il bove Si dà certi imbecilli nel mondo che vengon cento miglia dopo il nulla, e si pensano d'esser tutto. A starli a sentire, son [...]
[...] loro quelli che dànno la mossa ai tremoti, e portano il sole alla montagna. Senza loro, buona notte, sonatori! Addio 47 ogni cosa! Loro fanno [...]
[...] quei be' gorgheggi, con quelle bellissime rifioriture, una sempre differente dall'altra. Il cucco stava a sentire, senza però smettere il suo [...]
[...] santo nuovo, un certo nome strambo che non si trova neanche sui nostri lunari. Ebbero il loro bravo permesso puntualmente; ma perchè non doveva [...]
[...] ; avevano sparato mortaletti mattina e sera, e ci avevan chiamato a fare il panegirico un frate predicatore il più famoso che si conoscesse. La [...]
[...] chiesa era tutta parata di damaschi a strisce d'oro e d'argento; per aria ci erano tante e poi tante lumiere, e il pavimento era tutto sparso di timo e [...]
[...] di mortella, l'altare era una selva di ceri, e un giardino di fiori; e il santo se ne stava lassù in cima, in mezzo a quei lumi, sotto un [...]
[...] bellissimo baldacchino di seta. Tutta la gente lo venivano a vedere stupefatti, tutti lo pregavano, tutti ci pigliavano il perdono, e, nel passargli davanti [...]
[...] cucchiaiata. - «E poi?» «Rifagiolus», e se ne riaddocciò un'altra più bella. - «Ho inteso, disse il padre, Bennardone andasti e Bennardon tornasti [...]
[...] ci crediamo di essere, di fare e di brigare, e invece il mondo è sempre lì o là di lì; e se gli scia bigotti volassero, com'è vero Cecco, tre quarti [...]
[...] della gente non poserebbero mai i piedi in terra. Gli spiriti, le streghe, gli stregoni, le malìe, le fantasime, il linchetto, il buffardello, gli [...]
[...] vecchiumi 52 smessi, e roba dell'uno avanti il mille, e son cose d'oggi vive e verdi, che tanti e tanti ci credono come angeli, ci stanno a bocca [...]
[...] venivano via a manate, giù come nevicare, tanto che in pochissimo tempo rimase quasi pelata. Figuratevi il dolore di quella povera figliola, e la su [...]
[...] cava nessun dalla testa che non gli sia stata fatta una malìa». Allora il muratore disse serio serio: - «Ma dimmi un po' la verità; c'è qui una [...]
[...] cominciarono a tremare le gambe sotto, e aveva quasi paura a essere solo con quell'altro. Ma poi 55 si fece animo e disse: - «Il rimedio c'è [...]
[...] ?» - «Andiamo a vederla. Il rimedio forse c'è, ma bisogna che mi danni l'anima, bisogna che l'anima mia vagghi dannata. Ma che non lo sappia nessuno per [...]
[...] , io son mutolo». Vanno dunque alla casa e trovan per appunto la madre e la figliuola sole. Dice il damo : - «A vévamo ragione che una malattia non [...]
[...] forsi il rimedio c'è». Allora il muratore ricontò anche a loro com'era ita, e disse: - «Abbiate pazienza e perdonatemi; se mi credevo che fossete [...]
[...] fu subito: - «Ma il rimedio c'è? » - « Il rimedio c'è, non posso dire che non ci sia; ma figuratevi, bisogna che mi danni l'anima. Ci sono sette [...]
[...] croci, e su ognuna di queste croci mi ci tocca sputare tre volte! E poi ci ho un libbrone che a mala pena si puol portare sotto il braccio, e a [...]
[...] tutte le facciate c'è un santo, e mi tocca leggerlo tutto di cima in fondo tre volte, e sopra il viso di ognuno di questi santi sputarci tre volte per [...]
[...] ogni lettura. Propio bisogna che mi danni in carne e ossa». 56 - «Ma pure il male voi ce l'avete fatto, e noi voi non vi avévamo offeso in nulla [...]
[...] ! E poi, se mai, pregheremo anco noi per la vostra anima ; a sfare il male non deve miga essere peccato. - « Vedrò, guarderò ... » - « E quando ci [...]
[...] quando viene?» - « Quando tocca la mezza notte, è lì precisa, senza scapellare il minuto». - « E allora che succede?» - « Succede che mi s'empie la [...]
[...] non vo' nulla». Così si lasciano; ma passa un giorno, passa due, passa tre, passa un mese, e i capelli seguitavano a cascare, e il muratore non si [...]
[...] concluse: «Lui ha fatto il male e lui deve fare il rimedio; se no, ci dovessi rimettere anco mille franchi, dovessi anco vendere la casa dove stiamo [...]
[...] , la vendo apposta, e vado a Lucca, cerco d'un ebreo e gli faccio fare il giuoco dello staccio, e allora chi ha fatto la malìa deve camminare e [...]
[...] camminare per sette anni sempre senza fermarsi mai. Lo dico e lo faccio, e allora vedremo come se la pensa il vostro figliuolo». - «Il mi' figliuolo una [...]
[...] malìa?! Silvio una malìa?! Ma io ho paura che vi abbia dato volta il cervello. 58 Ma non lo sapete che è un mattaccio, e se può inventare delle [...]
[...] pregando, e parte minacciando l'ebreo e il giuoco dello staccio. Tornato il figliuolo a casa, la madre gli fece una grossa rinfrusta degli scherzi [...]
[...] guarisce da sè; m'ha detto anche il nome, ma io non me ne ricordo; insomma i capelli devono ritornare anco meglio di prima, ma ci vuole un po' di [...]
[...] . Quando gli parve il tempo, una domenica sera che aveva alzato anche un po' po' il gomito, andò da loro, e raccontò che aveva fatto lo scongiuro, e [...]
[...] diavoli, uno più brutto e più arrabbiato dell'altro, nel tempo che io leggern il libro; chi gridan, chi urlava, chi si buttava via come un disperato e [...]
[...] la testa dalla rabbia che li mangia va. Io gli ho guarda ti fissi fissi, e poi ho detto: «Io comando! chi è di voi il capo diavolo?» Allora uno [...]
[...] , il più nero, ha detto: « Sono io, che cosa comandi? » « Io comando che a Beppina « Ritornino i capelli meglio di prima. « Io comando che quella [...]
[...] ragazza bella « Torni a rilucere come una stella. « Che sulla sua testa di nuovo i capelli « Principino a crescere più folti e più belli». E il capo [...]
[...] presto presto i capelli devono cominciare a rispuntarvi. Ora voi altre vedete in che stato è l'anima mia: pregate il Signore per me; se no, io sono [...]
[...] come il dottore aveva detto: dopo poco tempo i capelli cominciarono a rivenire. Allora sì che credettero in verità all'incantesimo e alla [...]
[...] bene, perchè a occhi aperti la tua non la potrebbe pigliare altro che il porco!» xx . Padron, bandiera! Ecco qui il perchè quando i [...]
[...] poi il bottegaio era ito via, andava di là e ce ne staccava un bel pezzo, e poi guardava se il resto era assai per le misure che aveva preso. Se [...]
[...] il vestito ci riusciva, sta ben per appunto, e non era nulla; se poi non ci veniva più, metteva la roba da parte, e quando tornava il padrone diceva [...]
[...] santo. Si confessò, ma tutti non li volle dire; le striscie di panno rubate le aveva lasciate addietro. Quando il prete fu uscito di camera, lui ti [...]
[...] che il sarto aveva preso agli altri. Si spaventò l'omo che capì subito la faccenda, e cominciò a tremare come una vergola. Richiamò il prete e gli [...]
[...] raccontò ogni cosa per filo e per segno; si pentì, ebbe l'assoluzione, e il diavolo scomparve. Però queffuomo non morì, si vede non era la su' ora [...]
[...] , ma guarì, e poi riscese in bottega. La paura di Brucino non gli era anco passata, ma aveva il vizio tanto incarognito nelle ossa, che quando [...]
[...] cominciò a rivedere le pezzate della stoffa, si sentiva consumar dentro dalla bramosia di farci il solito strappo. Però se ne asteneva; anzi per [...]
[...] bel rotolo di certa roba fina che insino allora non se n'era vista di compagna; dette gli ordini di quello che voleva; lasciò il rotolo, e se ne andò [...]
[...] . Come fu ito via, il padrone spiegò la pezzata e gli riempiva l'occhio che era una bellezza, e gli venne la tentazione tanto soda che agguanta le [...]
[...] forbici e stava per tagliare. Il ragazzo se ne accorge e gli dice: « Padron, bandiera! » 65 « Di questa non ce n'era!» risponde il padrone, e [...]
[...] zìcchete! ne stacca un bellissimo pezzo e lo mette in cantera. «Tanto all'inferno ci ho a ir per altro!» avrà detto fra sè. Dice pur bene il [...]
[...] buon. XXI. La passione per il rumme Anche questa qui di Manfrollino dice la stessa cosa. Manfròllo era briaco fisso da una settimana [...]
[...] promesse! Una mattina che il dottore a caso entrò in bottega del Tosco, ti chiappa Manfròllo che si era fatto mescere il solito mezzo bicchiere di [...]
[...] ), allora sono quattrini storti, non ne fa fallita una. Una volta era nato il primo maschio a un suo fratello, e naturalmente fu invitato anco lui [...]
[...] di quello che fa strizzar l'occhio! Ti puoi figurare se l'angelo era fatto o no! Se ne venne via a notte chiusa e per istrada, per mettere il colmo [...]
[...] all'opera, entrò da un certo Trivellino a bere il bicchierin di rumme. È anco lui di quell'idea, sai? che il rumme sul vino lega bene e fa passare [...]
[...] la sbornia. Ne avrebbe voluto anco dell'altro, ma avendolo visto con quel po' po' d'accollo già, tanto fecero che dopo il primo, lo spinsero fuori [...]
[...] e lo persuasero a anelare a casa. Noi èramo lì fuori a sedere dopo cena a prendere il fresco, quando, eccoti che si sente nella redola fuori del [...]
[...] callare Topo che sbraitava e ragionava fra sè e pareva l'avesse con t utt o il mondo. Filze di madonne che faceva scurir l'aria! Alla bella meglio [...]
[...] , tentenna di qua, barcolla di là, pigliando tutta la strada quant'era larga, imbocca il callare e si fa avanti dov'èramo noi. Riconobbe il mi' zio [...]
[...] ; bigna riribere ! » Il mi' zio per far la burletta, gli porta la fiasca dell'acqua, e Topo s'avventa alla fiasca con tutte e due le mani: «Ecce ancilla [...]
[...] . Parlava porcivile, come fanno delle volte i briachi, battendo il c duro che quasi si scorticava il palato, e diceva: « O quella dei karabinieri di [...]
[...] prendere un omo per il petto e strapponarlo a quel modo kome se fosse un cane, si puol patire? Quella è una barbarìa! Che facciano il su' dover e di [...]
[...] serpente che ti mangi di cima in fondo?» XXIII. Pecchino Temistocle non poteva dormire, perchè le grandi vittorie di Milziade gli levavano il [...]
[...] sonno; Alessandro il Grande non poteva dormire e piangeva la notte, quand'era quel bello stellato, perchè vedeva lassù per aria tanti mondi e lui [...]
[...] anche Pecchìno non trovava il sonno una volta, e senti il perchè. Pecchìno non aveva mestiere fisso, perchè non era stato capace d'impararne nessuno [...]
[...] durava poco 71 da per tutto e presto gli davano il ben servito dal gran vizio che aveva d'imbriacarsi. Come si raccapezzava una lira in tasca, era [...]
[...] rilevarsi ! » Salta il letto e comincia a rivestirsi, e nell'infilarsi il panciotto sentì qualcosa di tondo; cerca nel taschino e non trova nulla; tasta [...]
[...] dormivo! Figlio e po' d'un cane! eri tu quello che mi levavi il sonno!» In tre salti riè all'osteria, si sgarganella due poncini da quindici, e uno [...]
[...] bello alto. XXIV O che bel canzonare il prossimo! C'era una volta un contadino povero scannato, ma miserabile al più non possum, parte [...]
[...] mangian bene, bevon meglio, e se la passano tranquillamente, come dice il proverbio: Senza moglie, senza figli, Senza debiti, e senza fastidi. 73 [...]
[...] «Come!? gli rispose il prete, e avresti il coraggio di paragonare il tuo stato col mio? E non ti vergogni?! Da me a te ci corre più che da me al papa [...]
[...] preparato il tuo bravo desinare che me n'impipo, o un bel tombolo di polenta incaciata, o la zuppa coi suoi cavolini teneri teneri ch'è un desio a [...]
[...] pretendi? le chiavi? Io invece, il più delle volte, ci avrò, a far ben bene, una minestraccia fatta in casa, una gallinaccia vecchia, cotta in un [...]
[...] anni fa! Vedi che fra te e me non c'è neanche il confronto, e tu mi vorresti invidiare!! » E chi gli avesse un po' sfibbiato un bel paio 74 di [...]
[...] certi maccheroni di pasta tondi, forati nel mezzo. Noi staccavamo le capocchie de' fiammiferi e le 'nfilavamo in questi maccheroni, e poi si rompeva il [...]
[...] qua e là a sedere per terra o inginocchioni, col sedere sulle calcagna. Eccoti che viene che scoprono il Bambino, e tutti allora cominciano a dare in [...]
[...] scoprono il canestro o aprono il fagotto, che sono tutte robe da mangiare, pane, cacio, ciccia, salame, vino e lì le profèrgono a Gesù bambino: Tene [...]
[...] tutta la notte fuori, e lì grida e urla, canta e schiamazza; passeggiano a su e a giù per il paese fino a giorno per isvaporare il gran vino che [...]
[...] hanno imbottato». XXVI. Chi fa, fa a sè Questo era il proverbio dello zi' Paolo, e raccontava la storiellina. C'era una volta un romito [...]
[...] gli venne a fastidio d'avere ogni momento quel negozio a favola, perchè un po' un po' s'intende, ma il troppo stroppia. Gli tiravano dei bottoni [...]
[...] Creatore e sgomberare la casa da quella rotta. Però, che ti fanno? La prima volta che il romito capitò di mattinata, pigliano del veleno, lo mettono in [...]
[...] , padrino, se mai gli chiappasse la fame per istrada». Lui ringrazia, l'accomoda nella bisaccia, e si mette in istrada verso il suo romitorio. Ci [...]
[...] mancava poco ad arrivarci, quando trovò lì a sedere sopra un ciglio, ad asciugarsi il sudore, il figliuolo più grande di quella famiglia che gli [...]
[...] darmi». Dice il romito: «Gua', ci ho per appunto questa focaccia qui che me l'han data i vostri nel venir via; non fate complimenti; mangiàtela voi [...]
[...] piglia, e con quella popo' di sguscia che si rimpastava, ci comincia a dare san notti da lupo. Il romito lo saluta e parte; e il ragazzo si avvia [...]
[...] divincolava, e lì si dibisciava dai grandi strizzoni, e urla e grida, ma nessuno lo sentiva in mezzo alle selve. La faccio corta: il giorno dopo lo trovarono [...]
[...] in un basso, dove s'era rotolato dallo spasimo, morto diacciato, e in faccia nero come un carbone. Il romito non riseppe mai nulla; ma quelli [...]
[...] della famiglia capirono subito tutto, quando il frate ritornò, e contò quello che era passato fra lui e il ragazzo, e che gli aveva dato la schiacciata [...]
[...] possono stare, per dargli a divedere che non ci si crede, si dice: «O un lupo o un ciocco ...» e il dettaggio è nato così: Uno di quelli che quando apron [...]
[...] , cala! Anche meno, diceva il Cannelli! Una ventina di lupi nei nostri monti?! Bun! Spalancate le finestre! Non ce n'è tanti in tutta l'Italia [...]
[...] ' suoi tempi è stato il più grosso birbante di tutto questo vicinato. A quello che dice la gente, e che si sa di positivo, ce ne ha tante sulla coscienza [...]
[...] che neanche il papa basterebbe a sgrumargli l'anima: ha tenuto mano ai ladri, ha tenuto mano ai figliuoli di famiglia perchè portassero via in [...]
[...] casa, ha rubato lui anco l'osso del collo; manesco per il coltello che di niente infilzava un uomo; di donne non se ne ragiona; una bocca poi una [...]
[...] che passasse in un'altra stanza dove c'era il caminetto acceso; e lui a scusarsi, a dire che era tardi, che non poteva, che a casa l'aspettavano [...]
[...] testa, e giù unto dalla berretta per la fronte e per il collo, grondava come una bruscola. Il boia! Pigliava quei pezzi d'olio duro accagliato, li [...]
[...] quattro o cinque di que' filistei addosso. Lo misero alla porta, e gli fecero baciare il chiavistello. Fu più la paura che il danno, ma tanto una [...]
[...] una volta ammazzò il porco. Quando è là da una cert'ora, va a trovare un suo amico che era un boia, ma oo! da farci proprio l'aceto dei sette [...]
[...] ladri, e gli comincia il discorso: «Oggi ho ammazzo il porco, e mi tocca darlo mezzo al padrone; non miga nulla, mezzo! capisci?, a quel birbante. Lui [...]
[...] non fa un accidente; se ne sta a sedere bello e riposato in barba di gatto; mangia e ingrassa e canzona il prossimo; 83 io sempre pesto e macolo [...]
[...] accomodato. È tempo sciloccoso; stasera metti fuori il porco, attaccato sotto la tettoia del forno, colla cosa che non ti vada a male; stanotte, là da [...]
[...] di qua; gli racconti la faccenda; lui ci alloggia; toppe non ci se ne può attaccare, ed ecco fatto, il porco è tutto tuo!» Dice quell'altro [...]
[...] barbò: sgancia il maiale, se lo carica sulle spalle, e tela. - Il contadino, birbone e mammalucco, sulla mezza notte va per fare il tiro, e non ce [...]
[...] ! 84 Alla punta dell'alba corre dall'amicone: - «O Dio! se tu sapessi! il porco m'è sparito da vero, non ce l'ho trovato più da vero!» E quell'altro [...]
[...] inutile». - «Ma il porco non c'è più in verità». - «Hai bene a dir così! La parte l'hai imparata bene; ripetila così al padrone, e vedrai, ci crede [...]
[...] alla prima» . E così rimase alla su' tagliòla, e gli stette come il ciuffino ai bimbi. xxx. Menicotto Successe a questo contadino quasi lo [...]
[...] volta li portava fuori della vigna, li posava lì sul viottolo, ritti appoggiati al ciglio della brania e così a belle bracciatelle il mucchio era [...]
[...] arrivato alla misnra giusta. Nel mentre che Menicotto era ito per gli ultimi, quell'altro sbuca fuori, agguanta tutto il baccellaio in una bracciata [...]
[...] Brogin di Coppori, che stette chierico sei anni e poi tornò a casa, perchè il collare gli segava la gola, diceva lui. S'ha a morire, sì, ma non si [...]
[...] . «Una mattina èramo iti (è lui stesso che fa il racconto) èramo iti ai beccaccini in padule, io (prima l'asino e poi il basto) io e Angelo che lo [...]
[...] fare, ragazzi? Questo è un guastasangue; non c'è altro che ingollar bili. Il meglio è farla smessa per oggi, e tornarci un altro giorno. - Tutti [...]
[...] nè saggina, nè granturco, nè niente. Torniamno addietro; nulla! Anzi non si sentiva più neanche la voce. Quando risiamo nel solito punto, eccoti il [...]
[...] lamentino, ma un lamento fino, sottile che strappava il cuore. Ora pareva che venisse di per aria, ora di sottoterra; e noi lì balocchi a stillare [...]
[...] ! a quattro o cinque metri, lo spezzai per il mezzo, di netto, a taglio netto. Sto un po' a vedere che sapeva fare; e nel mentre che la parte di [...]
[...] ranocchino! Aveva ragione di lamentarsi! E il gridare gli giovò anco in corpo al serpente. Mi par di vederlo alla mossa che fece quando mise fuori il [...]
[...] così) e poi dopo, con quella po' po' di schioppettata 89 lì, non avere neanche un pallino addosso, e il serpente essere spezzato a fil di [...]
[...] rasoio da poter uscir fuori! Un dito più in qua, addio ranocchietto! In somma quel ranocchio lì può attaccare il voto, perchè un'altra così non la [...]
[...] letto è un grand'asino o un gran birbante; e il proverbio dice: finchè c'è fiato, c'è speranza». XXXII. Ignoranza vera Una domenica avanti [...]
[...] vespro il rettore di un paese, come usa, insegnava la dottrina ai ragazzetti. Ce n'era uno grande e grosso e tarullo, che non ne infila va una, che è [...]
[...] una? per il suo verso, e come apri va bocca erano spropositi che fioccavano. Dopo un po' di tempo il prete va là anco 90 a lui, e per fargli una [...]
[...] domanda facile, gli dice: «Quando morì Nostro Signor Gesù Cristo?» E quello restò lì melenso a bocca aperta senza risponder nulla. Allora il prete [...]
[...] gli fece la stessa domandita, ma un po' arrabbiatello, alterato, via: «Quando morì Nostro Signor Gesù Cristo?» E il ragazzo allora si alzò tutto [...]
[...] confuso, e borbottò a mezza bocca: «O Dio! non sapevo neanche che fosse malato!» Ne hanno di curiose i ragazzi. Il rettore vecchio del mio paese [...]
[...] . Allora il rettore gli domandò: «E delle bugie quante ce ne avete?» E il ragazzo tutto turbato e confuso: «Quattro e una ucernetta!» XXXIII [...]
[...] malizie, e gl'insegnò 91 tutti i modi per rubare il più sicuramente possibile. Quando furono cresciuti, e gli parve ora che si potessero francare [...]
[...] che per andare a caccia si veston di moda: cappellone a brigante colla piuma da una parte a tutta cuglia, giacchetta di velluto attillata, il [...]
[...] mala pena sapeva tirare a fermo ! a volo poi non coglieva in un pagliaio; anco lui come il potestà: mira qui e coglie là; eppure tutte le volte eran [...]
[...] barroccino e via a orecchi ritti da quel cacciatore! Gli unsero per bene la mano, perchè lasciasse fare, e tesero il trabocchetto. La mattina dunque [...]
[...] l'amicone va in padule puntualmente secondo il combinato e caccia secondo il solito. Que' giovanotti la sera, là verso l'oretta che doveva tornare, si [...]
[...] il primo, questo beccaccino qui ha roba giù per la gola!» - Dice quell'altro - « E questa pappardella l'ha di dietro nel deretano!» - «È un foglio [...]
[...] tutte e due a mezzo tiro dalla sua posta, bisognò si cont entasse di vederle scappare. Lo portava via il diavolo dalla sipia; resie da fare scurir [...]
[...] avevano presa una viva. Gli parve d'essere 95 sul cavallo d'Orlando; va difilato in che quelli, e la compra. - «Ora gli assesto il colpo dove mi pare [...]
[...] a me, e mi potrò anco giurare che l'ho ammazzata io». - La lepre era legata per il collo con una funetta. Agguanta la funetta e va un pezzo in là [...]
[...] per il colle, e intanto pensava fra sè come inventare il modo d'averla chiappata: --«I cani hanno attaccato fiato giù in un forrone; era fiato buono [...]
[...] : e lì urla e lì gnattisci ! L'hanno levata e lei a salti via per il colle! Trova uno scepone e non può traversare, e lei via! gronda gronda, viene [...]
[...] , lì era invecchiato e più di quindici giorni non era mai stato lontano. Finchè campò il padron vecchio, benchè il fattore gli facesse intendere [...]
[...] fatto all'antica e co' mutamenti non ci aveva il suo santo; e poi uno scasso costa sempre, e lui i quattrini li tirava via come i denti; tanto più [...]
[...] del mi' nonno, ulivo di mi' padre e vite mia; l'uliveto doveva venire, e intanto si perdeva il fruttato di tutti quegli anni». Venuti i padroni [...]
[...] nuovi, gente nata signora, che certe idee non le hanno, stettero a q nello che diceva il fa ttore e gli dettero carta bianca, e lui che non vedeva [...]
[...] l'ora, messe subito mano a tirar giù la selva. Povero Tistino! come ci restò! Fu una vera stilettata! Perse il mangiare, perse il bere, perse la voglia [...]
[...] di dire, non usciva più, neanco alla messa, neanco sull'uscio! Ho sempre in visione come se fosse ora q nel giorno che il dottore mi disse: «Vieni [...]
[...] , e ogni tanto guardava fuori con certi occhi confusi e spersi che faceva pena. Il dottore sapeva bene cli che si trattava e che medicine da [...]
[...] ). 98 Poverini! Eccoli laggiù stesi per terra! Eran venuti su con me! Avevo sempre il gonnellino, me ne ricordo come se fosse ora, quando il mi' nonno [...]
[...] cavare i nidii delle passere, e ora non ci enno più! Non so più in che mondo mi sono! 'un mi rinvengo più neanche da che parte si leva il sole [...]
[...] , sicchè lo fanno poi senza malizia e senza nemmeno accorgersene: è la loro ortografia per ripigliare il fiato, per ammirare e interrogare. E arrivano al [...]
[...] padre a un figliuolo perchè aveva schiacciato un moccolo: « Non si dice così!. .. (e qui il ceffone) Dio! ... (e qui il moccolo). Se te lo sento dire [...]
[...] un'altra volta, ti stacco la testa dal collo! Dio!. .. (e qui un'altra moccolo per meglio ribadire il precetto )». E certi mestieri pare che lo [...]
[...] salita e le vacche principiano a montare; la salita specialmente da primo è molto a petto. Le campane erano accompagnate da due frati; Chiocchetta, il [...]
[...] ... Lui che aveva i due frati uno di qua e uno di là, andava per le buone, se li ringollava; non aveva il coraggio di dargli l'aire secondo il solito [...]
[...] . O loro mi dànno il permesso e allora bene sta; o loro non me lo dànno e "io me lo piglio da me, chè non vo' mettere i capelli bianchi su per questa [...]
[...] montata». I due frati allungano il passo e cominciano a correre per non sentire; e Chiocchetta si fa alle vacche e giù moccoli e bacchiate «Dio qui [...]
[...] dopo! E il buon esempio ce lo dette Noè. Noè aveva là sopra settecento anni e non era mai stato un'ora in ozio, ma sempre a fare, sempre a trafficare [...]
[...] qualcosa in casa o fuori. 102 Un giorno dopo desinare che era là in uno scasso nuovo a piantare delle viti, gli apparve il Signore e gli disse [...]
[...] : - «Noè, oramai la tua ora è sonata: preparati, chè stasera a sotto di sole devi morire!» Noè chinò il capo e disse: - «Sia fatta la vostra volontà [...]
[...] ». E il Signore disparve. Allora Noè guardò il sole e disse: - «Prima che tramonti, ci son due o tre ore; in questo tempo una ventina di magliuoli [...]
[...] li pianto al sicuro, e sarà tutta fatica risparmiata a quei ragazzi» e lì assiduo al lavoro. Il Signore stimò tanto il pensiero di Noè, che per [...]
[...] Garfagnana e il Modanese, un paesucolo di gente, si sa come usa delle volte, di gente un po' gentettaccia da vero, viziati, briaconi, ladri [...]
[...] gli davano retta, la colpa era loro, e che a lui gli pareva di potere star tranquillo in coscienza. Poi a poco per volta menò bellamente il discorso [...]
[...] il Signore chiederà ragione anco a tutti i parroci e rettori e curati del modo come avran custodito il gregge che gli era affidato. «Il giorno del [...]
[...] Giosaffatte, eccoti che verrà Nostro Signor Gesù Cristo. Si spalancherà il cielo e in mezzo a raggi di sole verrà il gran Giudice a giudicare i vivi e i [...]
[...] tanti e tanti altri, verrà il momento anche per me. Si sentirà in quel gran silenzio la voce di Gesù che mi chiamerà: «Signor don Tognon!» - E mi [...]
[...] fortuna a non esser forcelluto! (e accennava il broncone) se era forcelluto, me li cavava tutti e due!» XL. Tognino Un pastore tutti gli anni [...]
[...] svernare in sulla marina poco distante da Viareggio. Per quanto fosse un uomo assestato e faticasse come un buttero, ogni anno era sempre il solito [...]
[...] , avea raccapezzato fior di denari e se la passava da un principe. Sentilo ora sentilo or ora, il pastore cominciò a fissarci il chiodo, e a furia di [...]
[...] ' vedere come è fatta quella befana della mi' stella!» E senza stare a scrutignarla tanto, va e vende tutte quelle bestiole che erano state il suo [...]
[...] padrone di una paranza, la carica, e per una bellissima giornata di mare tranquillissimo tiran su le vele e si mettono in viaggio per verso Napoli. Il [...]
[...] pareva già d'avere le tasche piene zeppe di maranghini. Arrivato a Napoli il suo noce gli andava via come il pepe; faceva un affarone d'oro, e lì [...]
[...] , ite e venite, guadagnava il quarantacinque o cinquanta per cento sulla compra fatta. A Napoli (sempre nel suo cervello) ricaricava la paranza di [...]
[...] aumentavano; così in poco tempo il suo capitale era raddoppiato Dio lo sa quante volte. In quattro e quattr'otto doventava un signore; maranghini a [...]
[...] palate! Cavalli e carrozze! Palazzi in città e ville in campagna! La gente gli si scappellava distante un miglio! Non era più Tognin, ma il Signor [...]
[...] almeno sarò un galantuomo!» Intanto, senza che nemmeno se ne fosse accorto, eccoti che il cielo si rannuvola, il vento comincia a tirar forte, fa [...]
[...] buttate via, e lui stesso, anco lui! a sudare per far più presto. Così la 109 paranza alleggerita alla peggio e alla meglio la scampò. Ed eccoti il [...]
[...] pecore se ne ruminavano tranquillamente, il cielo era limpido e sereno e non si scorgeva un nuvolino per quanto l'occhio poteva arrivare. Il mare [...]
[...] era un coppo d'olio e la sua superficie brillando così ai raggi del sole pareva che invitasse la gente; ma il pastore, scottato dall'acqua calda, lo [...]
[...] una volta un uomo avaro tirchio che in casa, fra le altre cose, teneva tutto sotto chiave, anco la granata. Quando ammazzava il porco, faceva i su [...]
[...] ' insaccati, i presciutti e tutto il resto, e poi metteva tutto in cantina serrato a due mandate. Ci aveva un figliuolo che avrebbe dato sotto [...]
[...] voleva almeno un salametto. Pensa pensa per averlo, eccoti quello che stillò. Con un ferro allargò ben bene il retino della graticola di cantina [...]
[...] ; poi prese un gatto, gli legò una corda a una zampa di dietro e lo mandò dentro. Il gatto come sentì l'odorino, saltò sopra un salame e co' denti e [...]
[...] colle granfie lo teneva stretto. Il ragazzo, visto che l'aveva augnato sodo, cominciò a ritirare la fune e il gatto veniva a culo addietro per forza [...]
[...] , ma il salame non lo lasciava; e così uscì fuori dell'inferriata. Il ragazzo gli voleva levare la preda 111 di sotto, ma la bestia ferma alla [...]
[...] fede! Allora lui piantò un calcagno sulla corda e tira va il salame per il culaccino e diceva: «O coscia o salame!» Ecco perchè om si sente ripetere [...]
[...] così; ed è lo stesso che dire: «O dente o ganascia!» XLII. Perchè Rosina smise di dire il Rosario Una povera donna ragionava un pezzo fa con [...]
[...] . - «Il più che mi faceva dolore, era quando mi toccava mettere i figliuoli a letto senza cena, senza un boccon di cena; q nelle eran passioni!» - «Io [...]
[...] poi a quello non mi ci son mai ritrova». - «Va! allora 'un hai provato nulla!» - «A stentare di companatico, e 'un averne anco nulla, sì, ma il pane [...]
[...] preso il sonno, accendevo il fuoco, mettevo il paiuolo su, e facevo la polenta. Di quelle consolazioni! La provvidenza era Mannarone. Veniva, sentiva [...]
[...] qualcosa, poverini! ... Mi convense smettere di dire il Rosario, per non vederli patire! » XLIII. Zizzania Zizzania all'ultimo dovè finire a [...]
[...] ramato. E be', lui aveva sentito dire che se la vite rimane al coperto dalla guazza e dalla pioggia, il male non ce la può, e l'uva resta [...]
[...] legittima. Una mattina 114 dunque eccoti Zizzania scappa fuori a dire che il rimedio contro la peronospora l'aveva trovato lui. - «Vedete quante [...]
[...] col Comune, perchè non sapevano fare il bene del popolo mandando a male tante budella! Quando dunque fu voluto portare al Manicomio questa volta [...]
[...] siete voi, maialoni! e il matto sono io! Ma la colpa è del legnaiolo, che ha messo il chiavaccio dalla vostra parte; se il chiavaccio era di qua, il [...]
[...] sbagliò il colpo, e se il povero anchianino 116 non era lesto a far civetta, lo cuccava nella testa. Lui allora si risentì e disse: «State fermi [...]
[...] aveva fatto il mammalucco tanti anni per doventar papa, ma rivendeva cento volte in galera quanti 117 ne aveva dintorno. Nella sostanza era buono, ma [...]
[...] mani accoppiate e cogli occhi bassi come un Sanluigi; la sera a cantare il Vespro e a dar le torcie per la Benedizione; più tardi per l'osterie a [...]
[...] le faccia tutte come me non si può dare!» E infatti, salvo di rubare e d'ammazzare, era il primo a tutto. E i chiodi come ci aveva gusto a [...]
[...] capitava il fagiano, e lui lo pelava. Lui diceva: «A' mi' debiti c'è sempre chi ci pensa: io ci penso fino alla sera; e chi l'ha da avere, ci pensa fino [...]
[...] !? Ti credevi di non averle a tirare le calze tu, perchè avevi il borsotto allegro?! ma Chiarina 'un guarda in bocca a nessuno! - Chi deve eredare [...]
[...] tentar la fortuna anco lui, chè! solamente per fare una girata, veder del mondo e uscire dalla vita solita di tutti i giorni; ma gli mancava il Pisis [...]
[...] , e per mettere insieme il viaggio ecco quello che stillò; me lo disse lui stesso colla su' bocca: - «Ora, vedi, io mi son messo a fare il buon [...]
[...] ragazzo, sto ammodo, e non faccio più l'ignorante, così mi' padre mi piglia a voler bene; e quando vedo che è il momento, dico a mi' padre che vorrei [...]
[...] colpa sua suissima e non di nessuno altro. L'anno dopo là verso gli ultimi di Carnevale si travestì e andò a fare il matto su da Marlia e da S [...]
[...] distanza d'un palmo. Era tutto una zuppa; fumava come un laveggio. Ci colse una marmocchiaia che non gli uscì più da dosso; gli si ammalò il [...]
[...] colmo: uno si fiacca il nodo del collo giù da un precipizio, uno affoga in un botro; un altro si busca un occhiello nella pancia e quell'altro [...]
[...] finisce in un fondo cli speclale marcio spappolato; ma tant'è, quancl'hanno davanti il fiascaccio del vino o la bottiglia della zozza, non conoscon più [...]
[...] nè Cristi nè Madonne! il loro ritornello è: «Giacchè Dio l'ha messo al mondo, Vo' veder se vedo il fondo» Passano dalla chiacchierina alla [...]
[...] e quando aveva alzato il gomito, non desse noia a una mosca, la ciucca una volta gli costò salata. Ecco come andò: quando morì il Francese, quel [...]
[...] ! Volentieri! Anco lui mi pagaya lo zozzino quando mi trovava dal Tosco. Volentieri, povero monsiù ! Indove s'ha a mettere?» - «Qui» e gl' insegnò il [...]
[...] un lampo». - «Lassa fare a me; te l'a ccomodo come nel letto, che non è stato mai così bene!» Ceccarino va via e Biccio mette il Fran cese duro [...]
[...] li daresti i tui? »; e intanto levò la mano, e il Francese nel chinarsi in avanti per cascare, pareva che accennasse di sì colla testa. « Ah! bravo [...]
[...] Francese gl' infila i suoi, e lo riaccomoda ritto. «Ora guardami le scarpe! Guarda qui: E se Dio non ci consola, Prima il tacco e poi la suola [...]
[...] messo! Me li dài a me ? Tanto tu oramai le tu' figure le hai fatte; me li dài?» E lo rilascia va andare e il Francese si china va e diceva di sì [...]
[...] cominciò a ricoprirlo. «Il battilacche te lo lascio; tanto mi sarebbe stretto! Mersù, monsiù, salute a me, finchè non torni tu a ripigliarmele [...]
[...] . Ceccarino s'accorge de' calzoni e vuol dire qualcosa, ma Biccio fa: - « O Ceccarino! che ci aresti da apponere? Me gli ha dati il Francese stesso [...]
[...] , la famiglia si risentì, fu fatto il processo, Biccio fu costretto a cantare e si cuccò due o tre mesi di S. Giorgio, e gli disse bene, perchè lo [...]
[...] lei l'aveva: era sciattona e aveva a schifo l'acqua come il fumo negli occhi. Certe volte usciva fuori con un viso tanto sudicio e col taccolino alto [...]
[...] passata due ditina dintorno agli occhi precisamente come fanno i gatti; e quel po' poino lì pulito faceva parere più sudicio tutto il resto. Lui [...]
[...] andò in bestia! Gliene disse e gliene ridisse poi! - «E ringrazia Dio che siamo in mezzo alla strada! se no, te lo laverei io il mostaccio a suon di [...]
[...] va via bestemmiando come un turco. E lei rossa dalla vergogna dovè tornare a casa sgomenta, perchè aveva paura che questa volta dicesse da vero. Il [...]
[...] scorbacchiarla e dargli una lezione che non gli uscisse più di mente. E lì subito, senza lasciarla freddare, va da un suo amico e gli conta il fatto, e la [...]
[...] dove qualche volta lei veniva a discorrere col damo, quando sentiva un certo fischio. La ragazza, com'è facile immaginare, non aveva bene di sè per il [...]
[...] modo come s'erano lasciati, e la colpa era tutta sua. Arrivano dunque nel chiassetto lui colla pertica e il compagnone col pennello. Il damo fece [...]
[...] il solito fischio: lei si sentì riavere! «Se Dio vuole! è tornato!» E corre al finestrino e sporge la testa fuori, e lui che era lì pronto col [...]
[...] cominciò a strefinare e strusciare per il viso e per il collo; e tutti e due dicevano: 128 «Lavati il grugno, lerciona, lavati, e poi schiaccerai [...]
[...] le nocelle! » Fu un po' barbina, ma gli stette come il basto all'asino! L. La buona fé mi caccia, Ma il legno è di barcaccia Volete sapere il [...]
[...] tempo, certi forestieri dissero a quelli di questa casa che in un monte lontano, c'era il corpo di un Santo così potente che a pigliare un pezzetto [...]
[...] di legno di quello della cassa dov'era e presentarlo agli indemoniati, i diavoli scappavano via peggio del vento. 129 Era per appunto vicino il [...]
[...] , o che o come, fatto si è che si scordò del legno da dover prendere, dell' indemoniata e tutto. La sera chiusero la custodia del Santo, e il [...]
[...] sicuri che, venuto il legno, lei era bella e guarita. Finalmente lo scorgono da lontano : «Eccolo! eccolo! Dov'è il legno? Dov'è il 130 legno [...]
[...] pezzo di legno fu subito liberata, e si sentì una vociaccia che disse: La buona fé mi caccia, Ma il legno è di barcaccia. E ora si seguita a dire [...]
[...] così, specialmente quando facciamo una cosa più per la bontà di chi ce la chiede, che per il merito della cosa in sè stessa. LI. Fila, Ghita [...]
[...] diceva: «O Infingardia, ne vuoi del brodo? - «Sì». - «Vatti piglia il piattello». - «Non più, non più». - E per la pigrizia d'alzarsi rimaneva più [...]
[...] nel grembiale, e se ne stava lì rimbozzolita a covare il freddo. Allora su' madre, che tutti i giorni doveva mettere la pentola al fuoco, gli [...]
[...] quelle giornate lunghe della state, che son quei caldi che si affettano col filo, e il sole pare che non arrivi mai al monte, e Ghita. là [...]
[...] accoccolata per terra, colla rocca al lato e il fuso vuoto, o appoggiata a un muricciolo, sornaca, a che era un desio; oppure se ne stava come una melensa a [...]
[...] avea mai visto il mare. Una volta ci andò e lo trovò in cattiva, infuriato con que' cavalloni; mugghiava, bimbi miei! ... Quando lo vide così [...]
[...] pur poco di quello che si frigge voialtre ragazze! Neanche lo dovéssete portare per medaglia alla corona, il marito! Non avete in bocca altro che [...]
[...] era, ma non aveva altri meriti. E voleva di riffa il su' Sigarino; per 134 le buone e per le cattive voleva sposare il su' Sigarino, perchè era [...]
[...] vizì. Gli dicevano: «Ragazza mia, farai dei lunari, saran famate.» E lei: «Quando mi manca il pane e il vin, Piglio per la man Sigarin [...]
[...] ». «Stianterai di fame, patirai di tutte le necessità». E lei: «Quando mi manca il vino e il pan, Piglio Sigarin per la man»• Lo prese e se lo ritrovò il suo [...]
[...] , gli toccò andare al servizio, e poi si trovò malissimo nel mondo, e finì a Marsiglia in uno spedale. Si fa presto, bimba, a dir di sì e a baciare il [...]
[...] sicuramente il vostro meglio, e se non sono contenti, è positivo che ci hanno le loro ragioni ». «Ma mi vuol tanto bene, poverino, me ne vuol tanto che [...]
[...] quante ce ne passava. «Povera a me meschina! mi picchia, mi bastona, mi tratta peggio d'un cane». Il prete cercava di consolarla e 136 di confortarla [...]
[...] a aver pazienza, che oramai non si poteva più tornare indietro. Tutto a un tratto sonò quel campanello dell'altra volta, e il prete: «Sentite come [...]
[...] dice il campanello? Tientelo tientelo, tientelo tientelo!» Povera testina! Tu ti credi che il marito duri sempre a starti cucito alle gonnelle e [...]
[...] che coscienza! Si mette lì e dà la stura al bottaccio: ce ne aveva di quelle che quattro pelano un bu: roba! ... roba!. .. Il prete gonfiava [...]
[...] ... gioventù ... , poca testa: .. son fumino ... piglio foco nell'acqua ... l'occasione ...» Alla fine ne disse una così grossa, che il prete fece [...]
[...] : sapevo anco il nome, ma quello non verte. Era scalza e aveva le sottane tirate su 139 quasi fino a mezzo polpaccio, perchè aveva sguazzignato [...]
[...] necessità gran cose insegna. Ci avvezziamo a tante cose per non poterne fare di meno! ... Vo' avvezzare il mi' somarello a star senza mangiare; vo [...]
[...] meno, tanto che dopo otto o dieci giorni non gli dette più nulla. Quel povero miccetto, poverino! andava là là per isconsumo, ma il padrone [...]
[...] ' levare, tanto me la levo». Eccoti che s'avvicina Santa Croce, e lui disse: «Oh! il giorno di S. Croce vado a Lucca, e mi vo' cavare la voglia di [...]
[...] fare il dotto; guardò il foglio in tralice con aria d'importanza e posò il dito sulla prima parola. «Portatemi questa qui!» Era minestra fina col [...]
[...] brodo. «Buona, ma buona buona! Questa ci voleva per preparare il letto sullo stomaco» . - «E ora che comanda?» - «Questa qui». E mette il dito [...]
[...] sulla seconda. Gliela portano: risotto alla milanese. Lo principia a mangiare e gli piaceva, ma gli cominciò a dispiacere di ingombrare il posto alla [...]
[...] ciccia. - «E ora?» dice il servitore. Posa il dito un po' più giù: - «Questa». Eran maccheroni alla napoletana! « O la ciccia non arriva più [...]
[...] ? ». - « E ora? » Mise il dito assai più basso: capellini fatti a uso pasta asciutta! Cominciava a esser pieno. «Per mio! o la ciccia non viene?» -«Ora [...]
[...] quel servitore! - E così succede agli asini che voglion parer di sapere. LIX. Il diavolo nel piatto Trovare il diavolo nel piatto o nel [...]
[...] riconosceva subito per un Gesù. Il romito dunque s'attaccava alla bocca la lucia con certe succhiate da vero tedesco, e diceva tutto intenerito: « O bone [...]
[...] Jesu, quando te videbo! » E non c'era pericolo che passass e una volta senza che vedesse il fondo. Dàgli oggi dàgli domani, a quell'altro gli venne a [...]
[...] ci fece dipingere un diavolo, un bruttissimo diavolo con tanto di corna, e la prima volta che ritornò il frate, invece di mettergli davanti [...]
[...] te videbo! O bone Jesu, quando te videbo!» quando tutto a un tratto, invece di scoprire il Gesù, scoperse il diavolo! Dice: «Al buon Gesù un po [...]
[...] ! LX. Va là con un Dio solo! ... Un prete di que' bestialotti che portano il berrettino sulle ventiquattro, un giorno, prima di vespro [...]
[...] , insegnava la dottrina ai ragazzi. Va là a uno, e gli domanda: «Quanti Iddii ci sono?» E il ragazzo: «Tre». «Come, tre?» «Quattro». «Come quattro [...]
[...] )». Allora quel povero figliuolo sgomento: «Ce ne son nove!» Non l'avesse mai detto! ... Il prete dà in bestia, perde il lume dagli occhi e a suon di [...]
[...] aveva avuto. Intanto arriva un suo compagno, e nel vederlo gli domanda perchè è lì, e perchè piange. 145 « Ero in chiesa alla dottrina, il prete mi [...]
[...] paese del pian di Lucca c'era tempaccio fa per rettore un prete secco, allampanato e giallonaccio che pareva tutto il ritratto delle cattive annate [...]
[...] durare sette giorni; lo teneva in una sacchetta di cambrì, e l'ottavo giorno, invece di riprovvederlo, nella pentola ci bolliva la sacchetta. il [...]
[...] manigoldo, per risparmiare un giorno! 146 Era usuraro poi, che libbera nos mille volte domine! Arebbe messo il laccio al collo anche a su' padre [...]
[...] . E non faceva miga le cose a sciabigotto: voleva il pegno in mano e l'omo in prigione. Una domenica mattina alla spiegazione del Vangelo predicava [...]
[...] dall'altare, e predicava per appunto contro questi stoccatori ladri che dànno il denaro in prestito, e vogliono l'otto, il nove e anca il dodici [...]
[...] summum al summum, il cinque; ma più di così, non si può in coscienza, e si commette un grossissimo peccato». Finita la messa, un tale che aveva sentito [...]
[...] dugento scudi, e però era venuto da lui sperando che non gli avrebbe detto di no. Il prete gli disse che era contento, «tanto più che i quattrini [...]
[...] li sapete maneggiare e il vostro patrimonio è pulito». - «Allora, dice quell'altro, può preparare la scritta, e domani vengo a pigliarli [...]
[...] ». - « Sta bene ». Il giorno dopo eccotelo pronto, e il prete legge la scritta, dove dice come qualmente gli dava i quattrini al dieci per cento. Come al [...]
[...] male! LXII. li padre e il figliuolo pizzicagnoli C'era in un paese lassù nei monti, nel paese di ... ora non mi viene in mente il nome (ma [...]
[...] avviata che non se ne dà; era un viavai continuo di gente senza mai remorare. Vendeva di tutti i generi, sapete, com' usa in campagna, ma il più [...]
[...] discorrendo; ma una vendita, vi dico, uno spaccio così nemmeno in città, perchè tutto il dintorno anche a gran distanza bisognava cascar lì. Fiori va [...]
[...] , specialmente così solo di maschi. Dio solamente sa quello che avrebbe fatto per quel figliolo! Gli aveva chiamato il maestro in casa per le prime cose, e [...]
[...] per la bottega, e farsene il baston della sua vecchiaia. Questo ragazzo poi aveva capacità anco per la musica; e siccome il prete sonava l'organo [...]
[...] assai bene, ce lo mandò a imparare; e veramente tutto quello che il rettore via via gl' insegnava, l' i{nparava a modo 149 e verso. Ora viene che [...]
[...] Gigi, il ragazzo, cresce, e arriva a diciannove o venti anni. Arriva a questi diciannove o venti anni e s' innamora, ma oh ! bimbi miei, uno di [...]
[...] figliole s' hanno a maritare con meno che sia possibile, e i figliuoli moglie senza dote non l'hanno a pigliare!). Il padre poi sul figliuolo [...]
[...] ruggine, un po' per queste immaginazioni, agguanta Pietro per un baffo, e si butta al no; il figliuolo si butta al sì, e seguita per la sua strada senza [...]
[...] dar retta a nissuno. Pur no, pur sì, il padre dice: «In casa mia non ci si mena». - «E io la menerò fuori»• Non bastarono nè amici, nè parenti [...]
[...] , nè il parroco, nè nessuno (oramai s'eran piccati; e l'amore la varava a buono): non ci fu verso di accomodarli. Ve la faccio corta; a mala pena [...]
[...] Gigi ebbe l'età, e fu libero di sè, mette all'ordine ogni cosa, e ti sposa quella ragazza. Il padre non gli dette neanco l'ombra d'un quattrino; ma [...]
[...] lui però qualche risparmio di suo l'aveva; la fanciulla non era povera affatto, anzi il padre s'era sforzato, e qualcosa di dote l'aveva portata [...]
[...] buono, e ti mette su una bottega di salumi compagna a suo padre, anzi a poco per volta la fornì anche meglio, e di tante altre robette che il padre [...]
[...] stintignare il centesimo, talmente che in un àmme quella nuova bottega prese una voga che non si può dire: Gigi qui, 151 Gigi là, non c'era altro [...]
[...] . Lui dunque eccotelo in auge, e ogni giorno più s'ingrandiva; ma la bottega di suo padre ebbe una gran botta, e sempre più gli calava il da fare [...]
[...] : di quello che prima faceva, puta, dieci ora non faceva più neanche cinque. Come ci rimase quell'uomo! non si dice a parole. Perse il mangiare, perse [...]
[...] il bere, perse il dormire; non trovava più requie nè riposo, sempre abbaruffato e scontrafatto in viso come uno che è fuori di sè. Si metteva lì [...]
[...] nessuno; e chi è che mi fa la guerra? il mi' figliuolo. Chi è che mi tira alla vita? il mi' figliuolo. Questa è la ricompensa del gran bene che gli ho [...]
[...] voluto! Questa è la ricompensa delle gran pene, e dei grandi pensieri che mi son dato per lui. Ecco il bel guadagno che ho fatto a tirarlo su [...]
[...] . Non aveva più parole fatte, e anco a interrogarlo non rispondeva, lì seduto sopra una seggiola come uno scemo senza più il pensiero a nulla; nulla [...]
[...] l'aspetterebbe neanche a centomila miglioni di miglia. Gigi dunque seguitava il suo negozio; s'era allargato e guadagnava bene. Ora accadde che in [...]
[...] paese ci fu la ricorrenza di una gran festa. Il rettore l'aveva invitato a desinare, e poi dopo, al vespro, sonava l'organo come aveva fatto la [...]
[...] mattina alla messa cantata. Il pranzo fu proprio da preti, un pranzo che aveva nome Signor pranzo. 153 La funzione era ita un po' per le lunghe, e [...]
[...] punta dei capelli, e la testa gli si empi di paure; però cercò di farsi animo: fa un passo o due e striscia il bastone in terra «Chi va là ?» Allora [...]
[...] bicchiere di più, a quel buiore gli parve di riconoscere quella testa di chi era. Fu così grosso il colpo dello spavento che gli si troncarono le gambe [...]
[...] . Alla bella meglio fanno una barella e lo portano a casa. Viene il dottore, e trova che non è morto. Gli fanno tutte le cure, e dopo un gran pezzo [...]
[...] testa, e alla meglio e alla peggio, riaccozzando tutte quelle cose che lui barbottava, poteron capire com'era ito il fatto. Non fu più possibile di [...]
[...] calmarlo. Gli si piantò addosso un febbrone che faceva ballare il letto: insomma non valicò nemmeno una settimana che il povero Gigi morì, morì [...]
[...] intendesse nemmeno, ma quando poi ebbe capito che il suo figliuolo era morto, come se gli avessero portato una bellissima 155 notizia, si rizza su [...]
[...] una scappellata che parve un'adorazione. Meino lo vide e dice: « A chi te lo sei levo il cappello? A chi l'hai fatta la riverenza? A quel Indro lì [...]
[...] tirargli la carrozza a quel maialone! » LXIV. Drea che mena un cavallo Una volta Drea passava giù per il Ponte con un cavallo, non so se per [...]
[...] vendere o per altro. In somma era una carogna di cavallo, un santantonio che faceva pietà, magro, secco, tutt'ossi e per non poter mostrare il cuore [...]
[...] e si da va di gran colpi per il petto, e delle volte, così quasi mezzo fuori di sè, gli veniva fatto d'alzare la voce che tutti, chi era in chiesa [...]
[...] poi, là sulla sera, quando il romito fu rimasto solo a pregare, secondo il solito, Gesù che lo chiamasse con sè in paradiso, spendolarono giù un [...]
[...] bel paniere tutto infioccato e cantavano: O romitino santo, Ha detto il buon Gesù Che tu mandi il sacchetto E poi verrai tu! Figuratevi il cuore [...]
[...] di quel pover'uomo! Ci credette come un bimbo; rimase estatico e poi quando si rinvenne, corse di gambe per il sacchetto, lo posò ammodo ammodo nel [...]
[...] paniere e poi si mise lì colle braccia in croce, buttato inginocchioni, ad aspettare, credendo da un momento all'altro di spiccare il volo verso il [...]
[...] paradiso. Quei marugèi tiraron su bellamente il morto e tela! E il romitino, aspetta aspetta, d'andare in paradiso non se ne faceva nulla; nè oggi [...]
[...] , nè domani, nè fra un mese, nè fra due. Bisognò il pover'uomo che si rassegnasse a rimanere nel mondo, finchè fosse piaciuto al Signore. Colla su [...]
[...] teneva nel solito posto. Dopo una certa man di tempo a quelle birbettaccie gli venne in mente di ripetere il giochetto. Vanno su, fanno il buco; e [...]
[...] quando il buon fraticello 159 se ne stava pregando, rispendolano il solito canestrino e cantano: O romitino santo, Ha detto il buon Gesù, Che tu [...]
[...] gli dia il sacchetto E poi verrai tu. Il romitino, che aveva mangiato la foglia, si voltò per assù con un certo ghignetto sardonico, s'appoggiò al [...]
[...] naso il dito grosso della mano tasteggiando gli altri come sonar l'organo, e canticchiò sulla stessa aria: O Angelini santi, Direte al buon Gesù [...]
[...] domandassero il permesso! ... LXVII. Alla regola della bòtta... Questo è un modo proverbiale che significa: all'idea! secondo quello che [...]
[...] nella testa, che gli fece schizzare il cappello di qui là. Lui credette di avergli fiaccato il collo di netto; agguanta la più corta e gambe mie [...]
[...] stato; e quello che ne aveva 162 toccate, così a cieconi cominciò a raspare per terra se trovava il cappello. Gli dicono: «Che fai?» - «Cerco il [...]
[...] mi' cappello». - «Da che parte è ito?» - «Alla regola dellla bòtta deve esser qua!» LXVIII. Il boccone della creanza Il boccon della creanza [...]
[...] creanza finir tutto. Colla fame piuttosto bisogna rimanere, ma il boccone della creanza va lasciato! Se no, uno parrebbe troppo lupo, che non avesse [...]
[...] quello che passa il convento! Farete penitenza! » L'omo aveva una fame che s'affettava col filo; a sentirsi invitare gli si alzò il cuore un palmo [...]
[...] : che cerca il cieco altro che la vista? Prima però fece du' smorfie per non parere. - «Ma dove volete andare a quest'ora bruciata? Chiama e rispondi [...]
[...] di qui all'osteria! ci avreste da allungare il collo! Rimanete qui. La schiocca, la polenta, è quasi a tiro; cacio e ricotta e buon cuore non ne [...]
[...] manca, e in tavola il fiasco c'è; non sarà vin santo, ma 'un è neanco acqua della secchia». In somma tanto dissero che l'amico restò e mise anche lui [...]
[...] vederlo. Aveano invitato il matto ai sassi e l'orso alle pere; la polenta col suddetto cacino era la su' passione! Aveva l'acquina in bocca, e con [...]
[...] quella popo' di sguscia che si rimpastava, non ve ne prego dire che boccate faceva! E gli altri non istavano a mondar nespole! Il tombolo era bello [...]
[...] bocca, ma avrebbe digrumato anco il paiuolo. Fra tutti però lo pregarono tanto, che una la prese «per gradire la massara che aveva fatto quella [...]
[...] gli era successo nel tempo che non si eran più visti, e ne aveva contate di bellocce, ma tutte vere. Allora ci rigirò il discorso e ne contò una [...]
[...] gonfiarla di più. - «Ma sete matto sperticato! Vi gira il pian di cima! Ma via! questa non istà nè in ciel nè in terra! Questo non s'è mai dato [...]
[...] per iscrittura! Bun ! Allargati, lenticchia, il campo è grande! O grosse o nulla! » -- «Come?! non ci credete?» - «Io no!» - «Neanch'io!» - « Neanche [...]
[...] peggio; allora dice: « Sant'Antonio, se mi fate la grazia che io possa montare sul cavallo, vi faccio dire una messa» e intanto spicca il lancio. Ma [...]
[...] fu tanto forte che traboccò da quell'altra parte; allora disse: «Troppa grazia, Sant'Antonio!» LXX. L'uomo che cerca il miccio Una volta un [...]
[...] uomo, là sulla fine di Maggio, aveva menato il miccia a pascere, e l'aveva lasciato 166 bello libero, perchè si scialasse meglio, e intanto lui [...]
[...] attendeva a altro. Dopo un po' gli vien fatto di voltarsi e non vede più il su' miccio; guarda di qua, cerca di là, il miccio era sparito. Va un [...]
[...] una ragazza, e sbucare quatto quatto di dietro alla scepe un giovanotto e venire tutti i due verso la quercia. E lui, curioso, lascia stare il [...]
[...] ragionare per la fine, e a scrutignare il perchè e il per come del malinteso, e in un àmme la pace fu fatta. Quel giovanotto era fuori di sè, era beato [...]
[...] bacia questo» e si levò di seno il suo ritratto. Era venuto un incanto! Così accomodata, con un bel vestito nuovo che gli andava come una pittura [...]
[...] , pareva la figliuola di un principe. Lui rimase stupito; l'agguantò e se lo strinse alle la bbra e cominciò a dir forte: - «Ho visto tutto il mondo [...]
[...] !» - «E il mi' miccio l'ate visto?» gridò l'omino di sulla quercia. Poveri figliuoli! essere scoperti e scorbacchiati così! ... Piglian la fuga giù [...]
[...] per le prode uno di qua e uno di là, e via! Come allicciavano! Parevano due dispacci! LXXI. Una madre che ha il figliuolo soldato Questa qui [...]
[...] ; e me la fa rileggere tante volte, che quando esce di lì, l'ha quasi imparata a mente, e va a ridire a tutti quello che gli ha scritto il suo [...]
[...] Checca. Quando poi mi dice quello che gli devo scrivere e rispondere, non finisce mai: - «Oh! signora maestra, gli potessi mandare il mi' cuore [...]
[...] mettano il su' 169 nome». Io scrivo e glielo leggo: - «Sta bene?» - «Sì, così, brava signora maestra!» - «E poi gli ho a dire altro?» - «E poi gli ha [...]
[...] fece affari della botte grossa a trenta franchi la soma, che sono i prezzi correnti dei nostri vini di qui, perchè tanto, a aspettare, c'era il caso [...]
[...] sarà Napoli, signora maestra? me lo figuro tanto lontano io! Chi lo sa com'è lontano il mi' figliolo! Lo potessi un po' vedere il mi' Checco [...]
[...] ! Avessi un po' l'ali ! Ma guardi le rondini ... fossi un po' una rondine anch'io per andare a rivedere il mi' Checco!» E lì si consuma e lì sta [...]
[...] gli fa vedere un chicco di zucchero: - «Nino, lo vuoi il pippo di zucchero?» - «Sì» ma lui dice: «Tì, nonna, tì». - «Se tu dici: Checco, vieni! te lo [...]
[...] do»• E il bimbo con quel suo vocino: - «Checco, veni!» E allora lei gli mette lo zucchero in bocca, lo bacia nel viso e se lo stringe forte forte [...]
[...] è un discorso serio che fece una volta un mio conoscente. Era un uomo piuttosto grossolanotto; sapeva leggere per il su' sconsumo, e la sua firma [...]
[...] cento razze di persone e sapeva quello che si diceva. Io lo riporto per amor di varietà; chi vuol solamente il fattarello per ridere salti a piè [...]
[...] pari e vada oltre. Chi vuole invece conoscere le idee della gente, può leggere, credo, senza buttar via il tempo, perchè, se ci troverà qualche [...]
[...] pensiero un po' eccessivo, ci troverà pur troppo anche molto di vero. Traversavamo dunque il nostro Ponte un giorno per la fiera di Sant'Ansano in tre o [...]
[...] . (Uno gli lascia un soldo.) Queste sono le vere carità fiorite! Vi dico subito la devota orazione a S. Ansano benedetto, e che il Signore ve ne [...]
[...] renda il merito di qua e di là in paradiso per sempre: Ave Mariam grazia piena Dorninusteco ec. Quest'orazione la offerisco a S. Ansano a pro e a [...]
[...] ballare il mento. Ma io dirò sempre, e quando moio lo lascerò detto, che a lasciar per le strade tutti questi disgraziati, monchi, stroppì, sciancati [...]
[...] seguito lo stesso giorno, gli pare già di averci acquistato un diritto su, e la terza ti vien davanti a muso tosto a pretendere il suo avere! E se per [...]
[...] cento lire (povera donna! lei le dette a fin di bene e va sempre lodata) ma con cento lire messe tanta zizzania per il mondo, che il diavolo in [...]
[...] niente affatto: e tutti a lagnarsi e a frignare e a trovar da ridire su quello che era stato fatto: - «Il tale ha i figliuoli che gli lavorano» - «La [...]
[...] tale ha il marito che è un mascalzone e un sùdicio e quanti ne nasce tanti ne muore» -- «La tal'altra ha la casa di suo e dà anche una stanza a [...]
[...] pigione» - «Tizio è stato sempre un giocatoraccio e in vita sua ne ha fatte più di Cacco, e ora gli dànno la limosina, e chi ha fatto sempre il [...]
[...] galantuomo, schiànti!» --- «Caio è piovuto Dio lo 176 sa di dove e viene a portar via il pane a quelli del paese! Vada a casa sua, vada, e n'esca di [...]
[...] centesimi il giorno! ... e tre figliuoli che voglion mangiare!... Se ci era una persona che gli si provenisse qualcosa, ero io .... to' una lira [...]
[...] miseria; ma gatta ci cova; è un pezzo che m'ero ammoscata. Tanto 'un si sanno i giri mancini tra il lusco e il brusco dietro il poggio dalla parte del [...]
[...] quei poveracci che han diviso i quattrini. E è una donna che ha sempre guadagnato lei e il suo marito e non han mai speso un centesimo; a vari [...]
[...] tirchi che spaccherebbero la léndina per a vere il pidocchio, e hanno fior di roba al sole, e tanto era così sfacciata da volere la su' parte anco lei [...]
[...] meriti!» o almeno un « Grazie!»; disse invece: «O Dio! me ne vien così poghi?! Per così poghi ! ...» come dire che così pochi non meritava neanche il [...]
[...] ». Un altro, quando vide che gli clàvamo tre franchi, disse: «È tutto questo il gran regalo della Prin cipessa? se li poteva tener per sè». Che [...]
[...] portare a casa! anco scomodavvi, poveracci! a venir fin quassù! Dio ve ne renda il merito, il Signore e la Madonna! Pregherò sempre per voialtri [...]
[...] ito via, si voleva su' madre, e fa: «O mamma, come bestemmia pappà! Sarà vero, ma lo porta via il diavolo ... ! Almeno lo porta s e via quando 'un ha [...]
[...] il panciotto!» LXXIV. Ogni muta una caduta C'era una volta un ortolano che teneva un miccetto per portare gli erbaggi nei paesi circonvicini [...]
[...] usci come un babbeo, e pregò il Signore che gli facesse mutare stato e fortuna, chè così non poteva più durare. E il Signore lo mise nelle mani d'un [...]
[...] che visitava e le nuove compagnie che trovava ogni tanto in quanto. Ma presto si dovette accorgere che stava meglio prima , per chè oltre il dovere [...]
[...] andare anche su per i colletti e l'esserglisi raddoppiato il carico, il ciottolaio, quando il povero ciuco alle salite non ce la poteva sfangare [...]
[...] brace, ricominciò a pregare il Signore perchè lo liberasse da quella vita e gli desse qualche altro padrone un po' più cristiano. Il Signore non [...]
[...] sputo, poverina; non si sa fare animo e non vuole che gliene facciano. «Siete buon confortatori voi perchè non vi sente il capo; ma se fossete ne [...]
[...] mi' piedi lo vedreste! ...» E così, mi scusi, è proprio come dice il proverbio: 182 se la fa addosso e non vuole essere spazzata! E ha intenzione [...]
[...] si sa più se son donne o strefinaccioli da spazzare il forno; figuriamoci quella cencetta lì! La sa la risposta del leone? Gliela conto io: Una [...]
[...] forte! Che gambe! Che artigli! Che ganasce! Tu campi mille anni. Chi è mai capace d'ammazzarti?» Risponde il leone: - «L'uomo» - «Come?! L'uomo è [...]
[...] a bocca aperta. Dice uno «Come vero dDiòsse! 'un ti pare un corridoino del Paradiso?» Lo contai il giorno dopo dove c'era anco Manfrollo e lui fa [...]
[...] uno accanto all 'altro, e il letto lassù in cima allo stanzone. La sera mi spoglierei lì sull'entrata e poi foroni dell'ottanta da un tino [...]
[...] ' mi' panni. Non se ne san servire de' quattrini questi signoroni!» LXXVII. Il resto ve lo dirò dal manfano Dio 'l sa quante volte avrete [...]
[...] sentito dire questa parola, e forse ci è il caso che non sappiate 185 di dove raccontano che sia venuta. Se non lo sapete, ve lo dico io; ma prima di [...]
[...] tutto vi dirò che manfano è il buco grosso che è sopra le botti, e anco quello che è nel fondo del tino, che nel fiorentino si dice cocchiume. Ora [...]
[...] , pensarono di rizzare il pulpito sul piazzale. Stilla stilla, dopo averne messa avanti chi una e chi un'altra, risolvettero di pigliare una botte, pararla [...]
[...] di fnori benissimo con dei parati rossi, colle su' campanelle indorate, e farci una ringhiera torno torno alla meglio, perchè il prete ci si potesse [...]
[...] all'ordine, e quand'è una cert'ora, tutta la gente era là pigiata che non ci sarebbe cascato un pippolo di panico. Ed eccoti il predicatore monta su [...]
[...] e comincia 186 la sua predica, e a poco per volta, secondo il suo solito, cominciò a riscaldarsi, arroventarsi e darci dentro con tutti e cinque [...]
[...] sguindolava su per il pulpito come uno spiritato, batte una ciancata tanto soda, che la botte si sfondò, e brututun! giù ogni cosa e il predicatore [...]
[...] ! ma la predica non è finita: state attenti, che il resto ve lo dirò dal manfano!» LXXVIII. Quanto costa la vita d'un uomo Quello che parla ora [...]
[...] vigilia cli questo incanto, piglio da parte questo Rana e gli spiego il fatto: - «Domani va il cottimo così e così; il tale mi dà noia; senti, io ti [...]
[...] mio, quando tutto a nn tratto si rivolta e mi fa: - «Sapete? ci ho pensato meglio; a bastonarlo non mi ci provo; 'un vo' rapini ! porta il rivolvere [...]
[...] ; posso fallire il colpo, e dopo? ...» - «No no! ammazzarlo no! Oibò! ti pare?» - Lui mi tentava, mi prometteva che per lo stesso prezzo l'avrebbe [...]
[...] mi fate torto!» E in questura e su per i tribunali tante volte arzigògolano e si vuotano il cervello a capire come mai uno abbia ammazzato un [...]
[...] ; spalancava la finestra di qualunque stagione si fosse; chiappa va il davanzale con tutt e e due le mani, si sporgeva in fuori quanto poteva e guardava [...]
[...] su per aria dalla parte della bufera. Quando il temporale ci dava dentro da vero, che lui sentiva lo schianto dei fulmini e vedeva tutto il mondo [...]
[...] ! Benone! Aù!!» e quanto più gli crocchiavano in capo, e più si rallegrava e saltava per la camera mezzo fuori di sè su per le seggio le e su per il [...]
[...] avesse avuto il suo avere; e' incappellava, dava in bestia, e l'attaccava col vento e co' torbati: «Vento ladro! Vento sùdicio! Torbati sciabigotti [...]
[...] , 190 non la mandiamo sull'aceto». Quell'altro, che non attecchiva il desinare colla cena e non aveva un soldo da far cantare un cieco, si [...]
[...] raccomandava, prega va, la rimanda va d'oggi in domani, ma i soldi non li rendeva. - «Sentite, Domenico, rigiratela come vi pare, io il mio lo rivoglio [...]
[...] per in casa, ora come ora, non mi ce ne male; ma io il mio lo rivoglio e non sono in istato da buttar via quattrini; sapete che mi dovete 191 [...]
[...] sano e vegeto!...» - «Sì, ringraziando Dio; ma io 'un m'ho a ammalar mai? Sono eterno io?» - «Ma Iacopino! ... » - «O Iacopino o Iacopone il mio lo [...]
[...] ?, maestro porco! I lavori van fatti a regola d'arte, e quando spendo il mio, lo vo' spendere giustificato. Se fossi morto, me le pigliereste le misure [...]
[...] ? dunque me le avete a prendere anche vivo». - «Allora venite qui». Cava fuori il metro e gli prende le misure per lungo e per largo; e così si [...]
[...] Iacopino va a aprir lui. Era il legnaiolo colla cassa da morto sulle spalle. - «O! bravo Domenico, l'avete già fatta? Passate, passate». La moglie [...]
[...] dentro e ci si sdraia bello lungo. -« Metteteci il coperch io». Domenico lo copre e lui cli dentro: - «Bravo maestro! ci sto preciso! Nè largo nè [...]
[...] , in questo lavoro, per la somma che vi avanzavo, ci andate per la pari o ci rimettete?» - «Il conto non l'ho fatto; ma voi, Iacopino, di sotto non [...]
[...] ci rimanete al sicuro». - «Lo vedo anch'io. Be', vi rifarò tre lire». Va su, prende il foglio della ricevuta e lo rende al legnaiolo e per di più [...]
[...] così ho riavuto il mio? se no: addio Nerin Neron fra le due grotte! (Non ve ne abbiate in per male, ve' Domenico). A suo tempo vedrai che sarà una [...]
[...] ? Bravo Domenico, fatemi il piacere, mettetemela sotto il letto; così non ingombra posto ...» - «Sotto il letto no! Maria Santa! sotto il letto no [...]
[...] ; io non ci dormo più ...» - «Fatemi il piacere, Domenico, portatemela su in soffitta. Questa mattarngia qui si pensa che non sia tutt'uno fra avere [...]
[...] un po' vedere se, a levarla di casa, fra cento anni saresti sempre qui a soffiare il naso ai pitori! Portatela in soffitta, Domenico; per ora ci [...]
[...] palanche. 195 Ora noi usiamo dire così quando facciamo una cosa di nostra idea senza interrogare la volontà degli altri. LXXXI. Il cuore è il [...]
[...] . Il prete gli s'è accostato e la chiamava per nome 196 e lei non rispondeva. Allora gli ha messo la bocca vicino a un orecchio e gli ha detto [...]
[...] !» LXXXII. Come si spiegano tanti babbalei Nostro Signore o Iddio, è lo stesso, quando ebbe fatto il mondo e tutti gli altri animali, fece anco [...]
[...] l'uomo; e per farlo a modo e verso con tutti i timpani e che fosse degno di lui, si mise lì con tutto il suo studio e ammannì un grandissimo caldaione [...]
[...] uomini si forma vano, piglia va una mestolatina di quella pappetta e gliela metteva dentro la testa: il cervello, to'! Ma o che si sbagliasse 197 [...]
[...] nel conto degli uomini o nella quantità del cervello, il fatto si è che con quel caldaione non so mai quanti rimanevano senza. Rimettersi di bel [...]
[...] . L'uomo sfortunato C'era una volta un uomo il più disgraziato che si potesse dare nel mondo. Aveva tentato tutte le vie per uscir e dalla miseria [...]
[...] divorava dentro vivo; quando tutt'a un tratto gli apparse il diavolo. - «C'è da piangere? O 'un son qua io?! Mira, eccoti qui cinquecento scudi un [...]
[...] la pensa!» Ma aveva già l'acquina in bocca. Vanno di là e raccontano il negozio alla donna, patti e condizioni, tutto per filo e per segno [...]
[...] . Risponde lei: - «Mi piace e ci sto; ma ci vo' mettere una condizione anch'io». -- «Che condizione?» dice Brucino. - «Se fra un anno preciso il mi' omo [...]
[...] non ti può ridare i tu' soldi, l'anima sua è tua, ma purchè tu, prima di poterla pigliare, 199 tu ritrovi tre cose». Figuratevi ! il dia volo che [...]
[...] poveraccio quand' ebbe i cinquecento scudi in mano gli parve d'essere il più omo ricco del mondo e di potere seri vere al Papa: «Carissimo cugino [...]
[...] , e rivestirsi alla meglio, chè mostravan le gomita, ridotti propio, come dice il proverbio, con uno zoccolo e una ciabatta. Con quelli che gli [...]
[...] ; tanto più ora che il diavolo ci si era messo di piccia a mandargli tutto a trottoloni e a rovesciargli addosso il corbello delle disgrazie; di [...]
[...] maniera che, per farvela lunga e corta, passato l'anno e venuto il momento di rirendere la somma, 200 era asciutto come l'esca e pulito come una [...]
[...] cinquecento scudi, se no ....» - «Va sulla scogliera del fiume nel punto dove il razzaio è più tirente e buttaci questo sacco di panico e digli che lo [...]
[...] ritrovi tutto fino a un pippolino». Vanno; l'uomo rovescia nella corrente il sacco e dice: «Ritrovami tutti i granellini fino a uno!» E il diavolo [...]
[...] il diavolo via a volo come un tappo 201 di saetta! corri di qua, scappa di là, vòltati da una parte, prìllati da quell'altra, torna indietro [...]
[...] , schizza in avanti, gira, frulla e rigira, in un lampo le ripiglia tutte e rimette il corbello pieno in mano a quel poveraccio. Torna dalla moglie co [...]
[...] diavolo: «A noi». - «Che ho a fare?» - «Trovare la terza cosa». - «Lo sapevo; ma si deve camminar molto? È un pezzo che aspetto e io ho il tempo contato [...]
[...] questa!» e mandò un gran suono per via di que' fagiuoli mezzi crudi! E il diavolo restò lì propio come Berlicche, senza sapere nè che dire, nè che fare [...]
[...] farina della tu' donna, perchè tu di tuo, mammalucco, non ci arrivavi». E l'omo rideva. - «Ghigna, ghigna, ladrone! ma il sole non è anche andato [...]
[...] sotto, e prima che il giuoco resti, c'è il caso che tu o quel bel 202 mobile della tu' moglie mi capitiate tra le granfie, e allora ride ben chi [...]
[...] ride l'ultimo!» «Bellissima novella da vero! dirà il lettore; meritava proprio il conto di metterla alle stampe! E che morale ne ricavi?» E c'è [...]
[...] quell'altra a mala pena ci si capiva fra il mòzzo e il muro; quando fu precisamente contro la porta, pùnfete! un mattonaccio nella testa! e giù in terra [...]
[...] e facevano il passa passa o la lombardata, come dicono nel Fiorentino, dal dentro al fuori, e l'ultimo di sulla soglia che era giù bassa li [...]
[...] fuori fu una disgrazia che lì ci fossero degli scervellati. Anche il figliuolo d'un birbante è nello stesso caso: la colpa è del padre, ma il [...]
[...] lontano e giocarono di mezzo paolo, ventotto centesimi. Sputò quell'altro il primo; sbagliò e si sputò ai piedi. «Per die! vincerò questa volta!» e [...]
[...] dovuto stare due mesetti per via di certi sgrngnoni dati giusto in sul giuoco al suo avversario. Il bellissimo giuoco del pidocchio dunque consiste [...]
[...] fermi fino al segno delle mosse. Data la mossa: uno! due! tre! li lasciano liberi, e il primo che esce fuori del circolo, il suo padrone vince. O [...]
[...] be', quella volta che giocò lui, il suo pidocchio s'accucciò lì bello pari come fosse nel suo nidio e quello di quell'altro arrancava verso la [...]
[...] sera del venerdì Santo faceva la predica della Passione secondo il solito. Era un predicatore di spolvero, da dire: in fin qui ci si arriva, ma più [...]
[...] non se ne sapevano votar la bocca dalla gran maraviglia. Quella sera faceva dunqne la predica della Passione, e ci si era messo con tutto il cuore e [...]
[...] , e tutto il popolo gli venne incontro colle palme d'olivo, scotendo le per allegria; e giù giù, passo passo, lo menò in nel pretorio di Pilato; e [...]
[...] ! » pareva che da un momento all'altro il mondo dovesse andare in subisso! Il predicatore stesso ci rimase così buffo, e gli parve una cosa tanto [...]
[...] noia con quelle aringhe salate rabbia, e con quei cavoli così sciapiti. La sera non ne poteva più. Dice al servitore: - «Per domani tirerai il [...]
[...] pezzi d'opere, diceva tutto. Sentire una cosa e impararla era lo stesso. Questo signore tutte le sere all' istess'ora diceva il Rosario, colle sue [...]
[...] litanie specialmente. Il pappagallo a forza di sentirle dire, aveva imparato ogni cosa a modo e verso, e te le ripeteva di cima in fondo senza sgarrare [...]
[...] sulle punte degli alberi; e dicevano che le cimoline anco più tenere non si piegavan nemmeno. Ci andò per insino il Vescovo con dietro un traino di [...]
[...] ne furon visti. Poi si rinvenne il pampino com'era ita la faccenda; ma tanto ci furon di quelli che non si volevan persuadere». LXXXVII. Una [...]
[...] a vederla, un po' per sapere meglio il fatto, un po' per portare qualcosa a quella povera donna di sua madre, che è veramente miserabile con que [...]
[...] portare» - «Sentite? anca lei come tutti gli altri: non te la posso portare! (e gli faceva il verso). - «Ma vedi, Antonietta, poverina, il Signore [...]
[...] l'ha voluta lui ....» - «Chi è il Signore? L'ho fatta io, non l'ha miga fatta lui. È padron lui? È mia la bimba, e la vo' qui con me. O portatemela [...]
[...] suo; e con quello che studiò dopo, si fece largo fra tutti gli altri, andò avanti, avanti, avanti, tanto che fu creato cardinale; e poi (il mondo [...]
[...] eh?!) quando morì il papa, riuscì eletto papa lui. Dunque diventò papa, era papa, e sapeva tenere anche il suo posto che nessuno poteva trovar mai [...]
[...] doppio. Quando fu il momento, eccoti per tutta Roma un grande scampanio; don don, don don, don don, che assordava gli orecchi. Il papa che era quasi [...]
[...] cardinale che aveva dato l'ordine, gli rispose: - «È nato il Messia» - «Ne' corbelli ce l'avevo!» disse il papa. La prima educazione, s' ha voglia di [...]
[...] avvezzano nei primi anni. LXXXIX. Un tientiammente Sai tu come si chiama l'Agosto? Si chiama il mese dell'arrostito, dell'appestato e dello [...]
[...] questo il noce è dedicato a s. Lorenzo; e però chi vuole che i noci vengano bene, li pianta e li trapianta in quel giorno, che è il dieci d'Agosto [...]
[...] . Per s. Lorenzo c'è anche un'altra costumanza; c'è l'uso che la notte della vigilia i dami portano agli usci delle dame il ramo di noce colle noci su [...]
[...] . Questo è un grande onore, e le ragazze se ne tengono, la mattina, quando vedono il ramo, e ce lo levan tardi, perchè si risappia e si ridica: «La tale [...]
[...] ci aveva il noce stamani; ci è uno che gli vuol bene». Il ramo del noce è onore; ma ci è anche la maniera di far dispetto e vergogna; e allora ci [...]
[...] colla canapa ci si fa la fune e il cordino; l'ontano vuol dire: «cùrati i fignoli, marciona»; perchè la foglia dell'ontano è rinfrescante, e aiuta [...]
[...] la suppurazione. Il pino poi vuol dire: «se tu hai della rosa addosso, gràttatela con uno di questi pini». E però le ragazze che han paura di qualche [...]
[...] bel bello Tn ti prendi un gran cappello. Ora intanto ti saluto Con il fiasco e coll'imbuto; E all'uso dei Lucchesi Spero che ci siamo intesi; E [...]
[...] rimpastano, e li rimpolpettano, adattandoli alle persone volta per volta. Il primo d'Agosto poi c'è un altr'uso che usa di certo anco in altri posti [...]
[...] : chiamato il Fieragosto, 219 che per i lavoranti di tutti i generi che stanno sotto un padrone, è giornata di cònia da mezzo giorno in là [...]
[...] ; perchè i padroni fanno ai sottoposti un desinare, o una merenda, per esempio una smaccheronata, o una mangiata di pollo fritto e vino a cascare. Il [...]
[...] più delle volte però il padrone dà un tanto, e ci pensino un po' loro a tutto il reto. Per avere quel quid la mattina vanno là (scelgono sempre il [...]
[...] subito l'antifona, e dà quello che crede. Tante volte ci vanno colla domanda scritta in mano, che per lo più è in poesia, dicono il solito [...]
[...] anni appicciano fior di sommette. Una volta i muratori andarono con questi versi qui: Fin dai tempi dei tempi il primo Agosto Fu solito chiamarsi [...]
[...] nostro ci convien pagare. Ricchi siamo di voglie, e poverini Abbiamo di palanche i borsellini. Come faremo dunque il Fieragosto Con un po' di [...]
[...] e coltelletto; E se il pan solo s'annoda al gargozzo, Non ci resta altro che correre al pozzo. L'acqua è buona, ma a spenger la calcina; L'acqua [...]
[...] Ci rivolgiamo a Vostra Signoria. Poi quando il mosto avremo nei polmoni, Lavoreremo giù come leoni. Certi del suo buon cuor la ringraziamo, E cento [...]
[...] giovanastri scapestrati, e anche òmini colla barba brizzolata, che stavano allegri, e spesso spesso ci incastrava la cena, o il merendina, o la [...]
[...] , quando gli passava il piatto davanti, ci cascava su Attila flagellum Dei: quare me ripulisti! e poveraccio chi veni va dopo! E poi era uno zuccon [...]
[...] della lega, calzolaro, per Fieragosto gli furono regalati due capponi, un paio di capponi da levarcisi il cappello, grassi che colavano. Scappa subito [...]
[...] da Biroldo, che si poteva dire il ca po, e per di più era anco cuoco finito: «Biroldo, m'è stato regalato così e così un paio di capponi; si [...]
[...] Giovannin di Bùrico non gli avevan detto nulla; l'avevano a noia come il fumo negli occhi; ma lo rinvenne subito anco lui; e siccome anche senz'invito [...]
[...] cordesco per fare il brodo buono, perchè voglion la minestra col brodo, minestra fina, o grandine o. . . . . .» - «Ohe grandine e che neve? Che brodo [...]
[...] ? Che lesso? Il brodo è da malati; e chi è che mangia più il lesso? il lesso l'hai a dare ai contadini. Io non vo' minestrine! I capponi li devi [...]
[...] l'oste, e devi far quello che ti dicono. Maccheroni, hai capito? maccheroni, e arrosto o stufato. Più tardi ripasso». E va via. Il Cieco non restò [...]
[...] . Hai inteso? E lui avrà i maccheroni che si merita». E corre a prepararglieli. 221 Dopo poco riviene Giovannino, e il Cieco gli dice che stava [...]
[...] ». Biroldo intanto aveva apparecchiato il trabocchetto ed aveva avvisato tutti gli altri della sua idea. Quando scoccan le settè eran tutti lì [...]
[...] d'autorità più 'n su. Beppe era un contadino di quelli di Botro, e era il capo di casa. Aveva in cantina una botte di vino che avrà tenuto da [...]
[...] alla soppiatta dagli altri di casa; ma il suo fratello più piccolo se ne accorse, e anco lui, quando gli riusciva 226 sgusciarci credendo di [...]
[...] , quando capitava il bello, infilavano alla botte, e: «Beppe be'? vo' bere anch'io!» Ci avevano poi i muratori giusto a fare un'apertura nei muri di [...]
[...] dopo il tocco gli sfruconarono una trombonata a veccioni dietro, che gli conciarono una groppa come un'or'di notte; dove poi gli funno ricavate le [...]
[...] benedizione, com'usa, e nel mentre faceva il Segno della Croce sul popolo, disse: «Montes et omnes colles descemlant super vos et maneant semper». 228 [...]
[...] contare il gran guasto che aveva fatto nel formaggio. Finito che ebbe, gli domandarono come gli eran parsi gli uccelletti. Rispose serio: «Pochi, ma [...]
[...] bene, è una vergogna, a una persona che riveste il vostro carattere e deve servir d'esempio e di modello agli altri». E poi tante e tante altre [...]
[...] pacificam ente senza scomponersi; lasciò parlare il vescovo fino a che gli parve, e quando ebbe finito, con quella sua faccia fresca rispose [...]
[...] cosa che finirà poco beve. Spiombettare poi è una parola dei muratori, e vuol dire cercare il piombo coll'archipendolo; 230 e a questo [...]
[...] proverbio ci va il suo fattarello attaccato. C'era una volta un muratore che murava una casa, e tirava a far presto, mettendo sasso sopra sasso, a occhio e [...]
[...] croce, pur di arrivare in cima. Ma si sa: mastro occhio, mastro porco; e il muro veni,a su una vendetta. Passava di lì spesso un suo conoscente [...]
[...] : «Buon giorno maestro, il lavoro comparisce, ma questo muro va male, qui strippa in fuori, qui ritorna in dentro, badateci». «Eh, alla fine si [...]
[...] spiombetta!» rispondeva il maestro «alla fine si spiombetta!» E tutte le volte quello diceva le stesse cose del muro storto, e questo ripeteva la solita [...]
[...] canzone che in fine si spiombettava. Un giorno poi ripassò quel tale e vide il muro per le terre, e il muratore lì che si grattava la testa; e [...]
[...] di loro, e il Supera c'è in tutto. C'era una volta uno di questi falsi romiti che per le sue stagioni, e anche fuori di stagione, bastava gli [...]
[...] capitasse il trucco, andava di qua e di là alla cerca per Santa Maria in casa e si manteneva due belle gote lustrenti alle spalle di questi poveri [...]
[...] , apre l'arcone che era pieno di farina, e il romito mette giù il sacco e para, e lei a belle palettate ci tirava dentro la farina. Quando ce ne fu così [...]
[...] ?» «Ce ne manca sempre»• E la vecchietta seguita a versar giù tanto che fece il colmo al sacco. «Ci sarà, ora?» «Ora poi c'è da vero». «Me [...]
[...] l'assicura?» «State a me, fidatevi pur di me che ora c'è proprio». «Allora se c'è (agguanta il sacco per i pedicini e lo ricapovolge nell'arcone ), se c'è [...]
[...] passere? XCIV. Chi dice quello che non deve, si sente rispondere quello che non vuole «Ogna tempus abente, diceva Drea e anche a fare il bene ci [...]
[...] vuole occhio, se no il bene doventa male, e si fa peggio». La risposta che dètte Bùrico a prete Nòccolo sarà un po' troppo ardita, ma se la meritò e [...]
[...] punta dei capelli, ficcanaso, entrante che in tutto voleva mettere il ·becco, e saccentare in ogni cosa, e fare le prediche anche quando non era [...]
[...] ; e poi, a poco alla volta gli prillò il discorso come parve a lui e gli cominciò 235 a fare una rinfrusta da portargli via il pelo «e che [...]
[...] fiatò sino in fondo. Stava zitto e gonfiava. E il prete finì il sermone con queste precise parole: «Convertisciti, figliolo, convertisciti, perchè [...]
[...] ! XCV. Come il Bello s'appiccò Una mattina d'inverno quattro o cinque de' soliti sfannullati come c'erano una volta, stavano 236 alla pidocchina [...]
[...] è alla disperazione, quando ....» - «Sei disperato? Pogo male, c'è il rimedio pronto senza spendere un centesimo, gratis et amme Dei! Schiaffati [...]
[...] vero, che aveva su da ottant'anni, il prete ci sudò una camicia per farcelo accomodare! Se quancl'uno è morto ritornasse un'altra volta, fosse [...]
[...] anco dopo cent'anni, vada il carro e i buoi! ma la zizzola è che quand'uno ha tirato la fiatata universale, finitibus este, disse Prete Pioppo! E per [...]
[...] quello mi svagò un forbicio il Bello di Brancoli, quando si volse ammazzare. Lo chiamavano il Bello da tanto che era brutto: un viso che faceva [...]
[...] imbrogliato tutti, e che faceva la pelle a qualcheduno, o se la faceva per sè. Infatti un giorno che il diavolo l'aveva acciuffato peggio del solito per [...]
[...] 238 della fune, e la lascia così tutta lunga; e da quell'altro capo ci fa il suo bravo laccio corrente, lo struscia col sapone e tutto, e c'infila [...]
[...] il laccio diceva da vero, pronto rimontò lo scalino e se l'allentò e cominciò a gridare : «La vo' finire! La vo' far finita! Vo' andare [...]
[...] all'inferno!» e riscendeva con tutti i riguardi; ma quando si sentiva mozzare il fiato, risaltava subito su e dava negli urli! La moglie, che era a governare [...]
[...] all'inferno! Intanto corre gente; si spar ge che il Bello si voleva appiccare; una diceria ! Ohi l'attacca col fattore, chi col prete, chi colla [...]
[...] , ma quand'ebbi il laccio al collo, tutt'a un tratto mi parve 239 di vedermi lassù pendolane, con un palmo di lingua fuori, e cogli occhi sbuzzati [...]
[...] tira vento?!» E però anco tu, Luvigino, la pensi bene a volerla vedere fino in fondo. Di che te la pigli? Perchè t'ha lasciato la dama? O che il [...]
[...] , delle donne ne toccherebbe sette per uno .... e una gobba per contentino! XCVI. Una buona moglie e il suo contrario «Lodala pure che se lo [...]
[...] che levarla a cielo. Il Piccucci, per povera, una meglio non la poteva trovare. La mattina è la prima a levarsi; alla punta del giorno è già su [...]
[...] al su' lavoro lì fitta e ribadita sino a mezzogiorno, perchè il desinare lo fa la suocera. In somma si fa voler bene da tutti. Anche colle cognate [...]
[...] vanno ora non ci erano mai andate». «Proprio il ritratto di Bettaccia nato e sputato! Lei, se la mattina nessuno la va a svegliare, a mezzogiorno [...]
[...] vestiti è scenta che fa pietà, li butta tutti giù per la cannaccia della gola. Il vino lo puppa come i moscini. Tempo addietro ci fu una trag edia in [...]
[...] piaghe D'Egitto. Una volta aveva bello e smallato i panni per fare il bucato e gli aveva già inconcati; ci aveva accomodato il ceneraccio e ci aveva [...]
[...] neanche un soldo 242 alla mano. E lei che ti fa? Ti rivuota il ceneraccio e va a vendere la cenere per cinque soldi e ci compra tanto vino e lì [...]
[...] , ce n' ho un nodo grosso grosso e non mi vogliono andar giù; dammi un po' un bicchierino di rumme, gli fa buono!» e in una gozzata giù il [...]
[...] . Per tutto il tempo che campò ebbe sempre il gruppo dei vermi alla gola e morì bruciata come una stoppa dai bicchierini». XCVII. Un perdono di [...]
[...] a tempo a accorgersi dell'assalto e poi bòtte con un pilloro per uno in mano e lì botte dove còglie, còglie! Lo frollarono, lo macinarono come il [...]
[...] lì con mille rimedì lo fecero rin venire; ma pareva che spirasse da un momento all'altro. Subito venne il prete e gli si mise attorno per [...]
[...] confessarlo, e lui non si tirava addietro. Prima però di dargli l'assoluzione il prete gli disse che bisognava perdonare a quelli che l'avevano picchiato: e [...]
[...] muore deve perdonare; ma se campo, ci rivedremo nella macchia!» Allora il prete che se la vedeva a male, ci si mise con più impegno; e Io cominciò a [...]
[...] esortare in tutte le maniere, e lo scongiura va a perdonare per amor dell'anima sua, chè il perdono è un obbligo espresso, chi non vuole andar [...]
[...] croce lui perdonò a quelli che l'avevano crocifisso!« E il malato rispose: «È vero, ma lui morì!» XCVIII. Ognun vuol dir la sua La bocca alla [...]
[...] anni, chè gliel'aveva promesso da tanto tempo. La mattina dunque alla punta dell'alba, si mettono in viaggio col loro asinello, il padre a cavalcioni [...]
[...] sul basto e il figliolo dietro in sulla groppa, e si atteneva alla vita di suo padre. Van su su, chianna chianna, e cominciano a scontrar gente [...]
[...] miccetto! O galantuomo, dove avete intenzione di portarlo il ciuco, alla fiera o alla sardigna?» - «Ora chi sarà più bestia, chi è sopra o chi è [...]
[...] sotto?» - «Lo so io a chi starebbe bene il basto come il giubbetto alle scimmie.... 246 Già chi non vuol bene alle bestie non vuol bene neanche [...]
[...] ai cristiani!» Ho inteso, disse il padre, e, per fare smettere la gente, saltò giù, mise il figliuolo sul basto ammodo, e lui andava a piedi. Avran [...]
[...] fatto a mala pena dugento passi, ed eccoti dell'altra gente: «Gua' gua' ! il ragazzo sull'asino bello e impacciato, e il vecchio a piedi! » «Ci [...]
[...] grosso, lasciare che si stra pazzi così quel pover'uomo di tu' padre». Allora il padre mette giù in terra il ragazzo e monta su lui. Il primo branco [...]
[...] di gente che trovano, principiano a sentir dire: - «Mi garba, per mio santo!, mi garba in verità! Chi è il primo prossimo? sè stesso. O dategli un [...]
[...] . Io dico già che ...! Vi pensate che sia d'acciaro il vostro figliuolo?» - «Insomma non vi va neanche a questo mo', diceva fra sè quel poveraccio [...]
[...] tondo. - «Dice il proverbio: montanini scarpe grosse cervelli fini; ma voialtri 247 questa volta avete fatto minchione anche il proverbio [...]
[...] per contentar la gente, e non ci son riuscito, anzi ho fatto sempre peggio; ora di qui avanti chi vuol cantare cauti, io faccio il mio comodo [...]
[...] ». - Rimontan su com'eran da principio, lui sul basto e il ragazzo dietro, e così vanno alla fiera, e la gente gracchiasse pure ! Qui la novella [...]
[...] stravera, anzi tutta verità sagrosanta. Tutti dunque voglion dire, e ciacciare, appuntare e tassare il prossimo, sentenziare a diritto e a traverso [...]
[...] , fare i maestri a casa degli altri e rivedere agli altri le buccie e le costure. Ma il più buffo si è che quanto più una persona avrebbe da badare a [...]
[...] vecchio o quando è morto sulla bara?» Se poi ogni tanto fai una gita, o festi qualche santo o fai un po' di luneddiana: - «Guardatelo il fannullone [...]
[...] , il bighellone. L'arte di Michelaccio sì che gli piace, mangiare e bere e anelare a spasso; ma Duralla era un gran santo. Ci ha la polla in casa [...]
[...] ? Li finì anco il Bonvisi; finì le fave anco l'olocco, e ne aveva quattordici 249 magazzini, e ne mangia va una il giorno. Alla fine si contano [...]
[...] trovarci da ridire. Vai alla messa e alle funzioni: - «Attenti che passa il paolotto, il baciasanti e il biasciarosarì ! Va a baciar Cristo, ma è il [...]
[...] bacio di Giuda. Bacchettoni e colli torti, tutti il diavol se li porti; bacchettoni e sgraffiasanti se li porti tutti quanti. Per imbrogliar meglio il [...]
[...] essere un po' ravviato e pettinato: - «Eccolo il damerino in tutta crusca! Eccolo il figurino di Parigi! Uhu ! ! quanta ne fa! Come si stima ! Povero [...]
[...] , puta il caso, studierà un po', anderà alla scuola per imparare qualche cosa; eccoti subito: - «Largo alla dottoressa! Largo alla professora! La [...]
[...] a nettar l'insalata. Va a lavare i piatti e a rifare i letti. O zucca piccina, a fasciare i figliuoli e a pulirli bisogna imparare, e non il [...]
[...] positiva, per istringere il partito, allora poi àpriti cielo e terra! Perchè non c'è altra cosa che arroventisca 251 la lingua delle persone [...]
[...] maligne come i matrimoni, quando se ne comincia a parlare sul serio: - «Chi!? Ghita piglia il tale? Già fai per ridere! Povera ragazza, ma non ha [...]
[...] mio t'amo e ti vo' bene! e quando sarà finita, sentirai beghe, e che bòtte han da volare! Per quella ragazza lì il bene stare è finito. E poi è un [...]
[...] conoscere; e s'arrisica a pigliar moglie con quella salute lì? Quelli en coraggi da leoni. Però è struito! Il libro delle quaranta facciate come lo [...]
[...] ; ogni strada ci ha un ripesco. Questo però ha di buono, che il vino non gli piace... quando è cattivo. Che è che non è, lo riportano a casa in due [...]
[...] : sbornie a comunione! il maiale! Almeno non alzasse le mani, e non bestemmiasse! ... Gesù Maria! bisogna tapparsi gli orecchi e scappare! Quelli en [...]
[...] esser matti o ciechi . Quel che mi dispiace è di quei poveri innocenti che nasceranno.... Ora intanto siamo in gaudeamus! Ma poi viene il suspiramus [...]
[...] , perchè il veleno che hanno nel cuore le ragazze rinvecchignite, passa tutte le parti: - «Se Cecco piglia Ghita? Ha fatto l'ultima. Pover'uomo [...]
[...] ette. Chi è che non conosce su' madre? E poi che numero è quel damo lì? Chi l'ha tenuto il conto? La chiamano la spuppabamboli, figurati! Ha [...]
[...] il vento quando nascette. Sua madre si scordò di fargliele. Ma gua'! ... fosse di buona famiglia, transeat, chiuderei anche un occhio, e vada per [...]
[...] . - Per ora fa la mogia e la mamma cheta, ma sentirà poi, pornr'uomo! il pepe e il sale, con quel serpente in casa. Ora è Suor Modesta, ma lasciagli [...]
[...] d' inverno. Bella moglie mezzo paradiso ... e mezzo pane. Oo! per questo quella lì è una di quelle che a un bisogno lo guadagnano anco tutto il [...]
[...] vede proprio che ci ha dei peccati grossi da scontare! Il suo purgatorio si vede che lo deve avere di qua ! Ma è impossibile che durino assieme con [...]
[...] altro. Mangia e beve e dorme la grossa tutte le mattine: sole o non sole, alle dieci si leva! e il suo più gran lavoro è quello di pulirsi l'ugne [...]
[...] ; ecco il suo più gran lavoro! E non è mica più neanche tanto tenerina, non è mica più tanto giovinetta! Lei dice che ha diciannove anni! Senza [...]
[...] mugellese ha cent'anni e mostra un mese! Sarebbe stata di leva con Cecchino della Mea che ha già finito il soldato, figuratevi! Ne ha più di una [...]
[...] ! Ora c'è rimasto il più furbo; ne ha girate tante e poi ha fatto come il moscon d'oro! Chi si contenta gode! Ma pure se ci avessi che fare quant'è [...]
[...] regina. Ora accadde che s'ammalò e venne a un caso di morte, ma lei non ci aveva neanco un pelo che ci pensasse. Subito fu fatto venire il prete [...]
[...] se il Signore l'avesse disposto ne' suoi consigli, morireste volentieri?» - «Ha a morire il Sargentin, che non ha quattrini!» Il Sargentino [...]
[...] infatti era un pover'uomo tribolato in canna e più in terra della porcacchia. Allora il prete la cominciò a prendere per le buone, la fece lunga, ma la [...]
[...] guanciali mi fan male, mi riscaldano il sedere». - «A sentire quelle sinfonie, quella bella musica .... » - «O catto! la musica l'ho avuta sempre su [...]
[...] ' corbelli!!» C. Il Gomitolo della vita Questa novella qui non è di quelle nostrali, ma me la contò un lucchese che era stato non so mai quanti [...]
[...] come un tallo di rosa. Ci avevano lì accanto alla casa, al palazzo, via, un bellissimo giardino, dove ci erano tutti i divertimenti; e il più stava [...]
[...] . Fossi un po' già come il tale, che legge e scrive ammodo, come mi vorrei divertire cli più!» Ora un giorno successe che l'avevano già chiamato due [...]
[...] : «Bambino, io sono il tuo genio; ho sentito i tuoi lamenti, e vedo i tuoi pensieri, e conosco i tuoi desiderì, e perciò sono venuto a trovarti. Ti [...]
[...] , stammi a sentire, e fai bene attenzione. Guarda (e intanto gli mostrò un gomitolo di filo) questo è il filo della tua vita. Se tu lo sdipani, se tu tiri [...]
[...] e sfai il gomitolo, la tua vita passa e tu arrivi subito a tutti i punti che tu vuoi. Se ti viene a fastidio lo stato presente, e tu tira il filo [...]
[...] , chè muterai. Bada però, il fine del filo è il fine della tua vita. Hai inteso? Adelio». Lo baciò in sulla fronte e scomparve. Il bimbo era rimasto [...]
[...] lì ammirato, con certi occhioni spalancati a vedere quel bellissimo angelo, ma non aveva avuto paura niente. Quello che gli aveva eletto il suo [...]
[...] genio, tutto tutto non l'aveva inteso, ma però aveva capito benissimo che quando era noiato dello stato presente, se tirava il filo, sarebbe passato [...]
[...] subito. Restò lì pensieroso un pezzo, poi andò a rimpiattare il gomitolo, e corse dove l'avevano chiamato. Il giorno dopo eccoci alle solite [...]
[...] : divertimento e poi studio: lui si annoia va, e disse fra sè: «Ohe sarebbe se sfacessi un po' poino di gomitolo?!» Va, tira un poco il filo, ecl eccotelo [...]
[...] capitolo; i servitori lo chiamavano il signorino, e principiavano a rigarci diritti. Però il padre e la madre pensavano che leggere e scrivere [...]
[...] un'altra noia! Dopo un poco di tempo non ci si poteva più vedere nè patire. Diceva : «Fossi come il tale! Potessi andare anch'io all'Università! Che [...]
[...] all'amore con una, gli sarebbe parso di toccare il cielo con un dito: «Quanti dei miei compagni hanno un'amante, e io no! Come sono felici, e io che [...]
[...] , il più bel fiore di quel giardino, era la sua cara amante, innamorata di lui e lui di lei. Che momenti furono quelli per lui le prime volte che si [...]
[...] pareva che il paradiso non ci sarebbe stato per nulla. Ma i suoi non erano anche contenti; bisognava finire gli studì, e diventare uomo. Quelle erano [...]
[...] della passione, gli parevano il principio dell'eternità! Non potendo più resistere, tirò il filo: l'Università era finita, e lui aveva sposato la [...]
[...] ». Va al gomitolo, e in un batter d'occhio sono tutti grandicelli tanti ometti e ragazzine per benino. Con che occhi li guardavano il padre e la [...]
[...] , la vita e la morte sono nelle mani di Dio. A un caso di noi, poveri i nostri figliuoli! Specialmente quelle ragazze. Le ragazze sole per il mondo è [...]
[...] condizione da pari loro. Quello fu un vero giubbilo per il padre e per la madre; ma nel vedersi rimasti lì soli si annoiavano. «Se ci fosse almeno [...]
[...] qualche nipotino! Ci servirebbe di spasso in questa solitudine. Così pare d'essere in un deserto». Tira il filo, e il nipotino desiderato non si [...]
[...] fece aspettare, anzi due o tre, e quello fu un grandissimo sollievo per il nonno. Ma intanto nel voltarsi gli venne fatto di guardarsi nello [...]
[...] specchio, e si vide tutta la barba e tutti i capelli bianchi. A mala pena si era accorto di averci qualche filo brinato. Torna a vedere il gomitolo, e era [...]
[...] , se no ci ammazzeremmo da noi, lì tun tun, ite e venite, perchè coi desiderì ci portiamo sempre avanti, e vorremmo veder subito finito il giorno, il [...]
[...] dell'uomo, sia 265 lunga quanto si vuole e sia felice come può essere, se si mette insieme tutto il tempo che realmente si gode, un'ora qua, una [...]
[...] , ci troviamo alla morte senza sapere come ci siamo arrivati. E quel ministro finì con queste parole: «Volete passare il meno peggio questi quattro [...]
[...] nostrali toscane, ho messo il puro valore del punto dove sono usate. Assai più a lungo n'è parlato nel mio Vocabolario Lucchese, ed ito dalla R [...]
[...] . Accòllo. Sbornia, perchè i briachi pendono in avanti. Adempiute. Adempite. Ma è il briaco che sproposita per parlar meglio. Aescato. L'esca sono mosche [...]
[...] . Mordace, Pungente. Assollicitarsi. Affrettarsi, Stradare il lavoro. Attrottoloni. A trottoloni, A rotoloni. Auscare. Scorgère; Cogliere, Sorprendere [...]
[...] . Mallegato. Anche a Pistoia e altrove. Da noi ha l'ò largo. Bischinco. Sgarbo, Dispetto. Il Fanf. ha Bischenca. Bòbbola. Coccola di cipresso; ma qui è [...]
[...] nomignolo. Bofonchiare. Mugghiare, Borbottare, Dir l'avemmaria della scimmia. L'ha anche il Fanf. 271 Bofonchio. Vespone. Bufo. Bordocchèi [...]
[...] . Alterazione del francese Brodequin. Stivali, Stivaloni. Dictio ludicra. Nel Fiorentino: Brodocchèi. In Val di Cecina: Boldrocchèi. Bottegaio. Tanto il [...]
[...] venditore quanto l'avventore o cliente. Dicono così anche a Livorno. Bracco bracco. Mogio mogio; Lento lento; Grondon grondone. Brània. Il Fanf [...]
[...] Piane Brucìno. Il diavolo. Dictio ludicra. Bruscola. Busca, Gabbia di giunchi per istrizzar le olive. Anche nel Pisano, dappertutto. Bucchia [...]
[...] . Ceneracciolo. Tela grossa che si mette sulle conche per fare il bucato. Ceragia. Ciliegia (L'amico). L'amico Sédici. Certiduni. Certuni. Che. In che [...]
[...] . Roba da masticare; o roba che si mastica. Ciangottare. Cianciugliare. L'ha pure il Fanf. Cicchino. Piccino, Piccolino. Diminutivo da Cieco, Piccolo e [...]
[...] . Cintello. Centello. Ciocca d'orecchio. Fra il collo e il lobo esteriore. Ciottolo. Coccio. Proprio e metaf. Anche livornese e pisano. Ciucca [...]
[...] . Dimanda, Anche fiorentino popolare. Dovéssete. Doveste. Il Lucchese distingue molto opportunamente la seconda plur. del Pass. remoto dalla seconda [...]
[...] Plur. dell'Imperf. Cong. Anche nelle Colline Pisane: Dovéssite. Èglie. È. Erbucci. Metaf. Tutte le altre preghiere dopo il Rosario, o in chiesa [...]
[...] scriversi senza virgola, come: muro muro, siepe siepe ), non dire: lungo la gronda, lungo il lembo estremo. Guattire. Voce del cane che ha trovato [...]
[...] fiato. Il Fanf. la dice voce poco usata. Da noi fra i cacciatori è comunissima. Guatto. V. sopra. L'atto del guattire. Gubbio. Ghebbio o Stomaco [...]
[...] . Acerbo, Duro, Agro. Coll'accento sull'u comunissimo; anch e altrove. Infrecciare. Imbrogliare. Ingubbiarsi. Empirsi il gnbbio, cioè impinzarsi di cibo [...]
[...] . In più che. Tostochè. Ubi primum. Lacca. Mancia, Sbruffo, Regaluccio in danari. Lacche. Il dietro delle cosce dove finisce la natica. Là di lì [...]
[...] . Lucia. Recipiente di terra cotta. Nelle campagne livornesi e pisane vaso di terra cotta, con un manico e un beccuccio, da tra vasare il vino. 275 [...]
[...] Luneddiana. Luneddiare, cioè non far nulla il lunedì. Maggiano. Paese a quattro circa miglia verso il ponente di Lucca, dov'è il Manicomio [...]
[...] . Néccio. Castagnaccio cotto fra due testi infocati. Nel discorrendo; come per es. Nel levandosi il sole, e simili, sono forme popolari = nel [...]
[...] discorrere, nel levarsi il sole. Nentrare. Entrare come Nescire per uscire. Nizzire. Macolare. Ammaccare. Far livido. Non Ve ne prego dire; o a dire. Non [...]
[...] centesimi. Comune in tutta la Toscana. L' ha anche il Petrocchi. Paino. Bellimbusto, Zerbino. Ganimede. Comune anche ad altri dialetti. Il Rigut [...]
[...] . non l'ha, ma vedi. il giornale Il Borghini, Anno I, Pag. 327. Pallino. (Far quella accanto al). Fare una rovina. Dal giuoco delle bocce; quella [...]
[...] accanto al pallino è buona e il levarla è un rovinare il giuoco. 276 Pampino. Bandolo. Pappà. Babbo. La forma nostra conserva la doppia consonante [...]
[...] , Sembrerebbe. Pate. Il nostro popolo usa più: Io pato, che io patisco. È la forma antica. V. Parad. 20, 94 Patita. Dama , Amante. Anche Fanf [...]
[...] . Nel testo però è un nomignolo. Pendana. Trecciaia. Festone. Tralci di vite tirati da albero ad albero. Personaccia (Quella). Eufemismo. Il Diavolo [...]
[...] . Peruginaro. Votacessi, perchè il Perugino è il Pozzo nero. Piccia (Di). Di buzzo buono, Con tutte le forze. Pigliarsi. Bisticciarsi, Accapigliarsi [...]
[...] . Regno da re per analogia, come Ducato da Duca ecc. Rèdola. Viottola attraverso i campi per dove può passare il carro. V. Fanf. Ricintellare [...]
[...] prigioni a Lucca. Sannotto. Morsotto. Sant' Anna. Paese presso Lucca dov'è il Cimitero urbano. Sbilurciare. Sbirciare. Guardare con occhi attenti e [...]
[...] . Sfilzar bugie. Da faloppa che è il bozzolo falso, cioè non duro, rimasto a mezzo. Sgargiare. Millantarsi, Sbravazzonarsi. Sgovorato. Che ha una [...]
[...] si coccola il viaggio. Tremarino. Rosmarino. Ramerino. Trono. Tuono. Infatti Intronare viene di qui. Turchine (Parole) Magiche, Potenti di potenza [...]
[...] . Ventipiovolo. Gran bussata d'acqua e vento. Verte (Quello 'un). Non modifica, non muta, non cambia il fatto. Via Via significa pure: Molto, Affatim [...]
[...] che tutti erano stati leoni di forza. Dopo aver saputo, per esempio, che Margaritone, il padre di Stefano, quando la domenica per qualche faccenda [...]
[...] sentimento avito, e quindi necessario e quasi religioso, della razza Casamontese. E al primo pugno di Margaritone il Fiorentino gli cadeva disteso a [...]
[...] d'oggi di questi non ne rinasce, diceva Stefano un sessant'anni fa, ma allora a vent'anni non si sapeva quello che fosse donna, e non c'era il mal [...]
[...] venereo. Vicino a morte Margaritone volle che gli aprissero la finestra per riprendere ancora un respiro d'aria mentre il sole passava le macchie [...]
[...] nere, e spandeva d'un turbine d'oro diffuso la pianura verdeggiante di Poggio Sole. - 3 - Il moribondo aveva intorno al letto i figliuoli che non [...]
[...] dicevano niente, ma seguivano il respiro affannoso del padre, finchè cessò, e il prete, avendogli accostato un moccolino acceso alle labbra [...]
[...] scappare il prete: ma i figliuoli stettero fermi a vedere morire il padre com'era obbligo loro sacrosanto: e infatti morì anche lui, anche [...]
[...] mantenere il buon regime delle legnate. Se non che, mancato Eolo, o la forza legittima che li aveva sino allora infrenati, i venti si scatenarono [...]
[...] chi a ponente, ed essendo tutti forzuti, ognuno avrebbe voluto o comandare a tutti, o esser solo. Quanto a Stefano, stava per lui il diritto [...]
[...] volta dal conte Pula che non sapeva fare il padrone, ma lui il contadino lo sapeva fare, quel migliaretto ora doveva dividerlo in quattordici [...]
[...] del marito, quand'egli se n'accorgeva. Tra per questa vicinanza incomodissima de' fratelli dunque, tra perchè il conte Pula aveva venduto la [...]
[...] che un'occasione per andar via, la quale gli venne offerta dal suo fratello Ferdinando. - 5 - Costui era il solo de' suoi fratelli con cui non [...]
[...] messo a vendere il vino di fattoria al finestrino del loro vecchio palazzo. Avendo dunque questo Ferdinando preso in affitto un podere vicinissimo [...]
[...] visitare il podere, ne calcolò così a un di presso le staiate di terra, il reddito delle piante, esaminò il bestiame, gli piacque la casa [...]
[...] poteva ripromettersi da Ferdinando il pagamento dell'annuo livello almeno per una ventina d'anni, per non trovarsi poi a dover questionare con [...]
[...] Stefano tenne duro, il vinaio dovè mettere le carte in tavola; cioè dovè mostrare una grossa somma che teneva riposta - 6 - molto celatamente [...]
[...] di mantenere il segreto, il quale importava a tutt' e due, fecero allegramente l'affare, convenendo che Stefano avrebbe coltivato il podere, e [...]
[...] il vinaio pagatone il fitto, rifacendosi poi alla raccolta delle ulive e alla vendemmia. Tutto quel segretume del resto non importava, perchè [...]
[...] ospiti non ci rimase che Ferdinando vinaio giù al finestrino della cantina. Perchè il conte Pula, contrattando la vendita, stabilì che non fosse in [...]
[...] facoltà di nessuno il poter privare il suo servo fedele, Ferdinando Casamonti del fu Margaritone, delle stanze a terreno dove il detto [...]
[...] in sommo grado il genio della magnificenza, come si vide benissimo quando il granduca - 7 - Ferdinando III, nel 1818 (l'anno in cui presso a [...]
[...] poco incomincia questo allegro racconto), onorò la città della sua augusta presenza. Furono giorni memorabili quelli, a detta dei nonni. Il [...]
[...] campanone sonava: le genti maravigliate accorrevano agli sbocchi, alle piazze a vedere il principe, e impetrarne il clementissimo patrocinio: sfilavano i [...]
[...] alterissima, tremendissima, e il cacciatore frappato d'oro e le piume al vento! Nel suo palazzo poi in quei giorni fu tal profusione di pompe, di [...]
[...] feste e di cortesie che il Granduca stupì di tanta liberalità in cittadino privato. Che maraviglia dunque se l'anno dipoi il conte, uscendo per sempre [...]
[...] mezzo il nero palagio: e non era più costretto ora a reprimere l'allegria baccante dei bevitori, nè il passeraio delle serve a cui, allungando [...]
[...] troppo spesso le mani, porgeva il fiasco dal finestrino. Il qual finestrino vedevasi sempre aperto colà sotto l'immagine della Vergine, un volto [...]
[...] soave del quattrocento, scolpito in pietra, e inquadrato nella muraglia: fuorchè la domenica dopo pranzo era chiuso il finestrino, e la via [...]
[...] taceva, perchè a quell'ora il vinaio giocava alle bocce al podere con gli altri amici e con Stefano, oppure bevevano allegramente il fiasco su nella [...]
[...] loggia del casolare. II. Quel casolare appariva oltre il muro della strada, sulla collina, circondato, e in parte anche nascosto, dagli [...]
[...] dal vento, e che guardavano il cimitero, eran tetre così incavate nella grossa muraglia grigia. - 9 - Tra il cimitero e la casa non era che [...]
[...] dinanzi alla scena, che qui era il cimitero di faccia: una scena fissa, con un severo portico intorno, le cui ali estreme erano rimaste interrotte per [...]
[...] era mica un giorno! era dal secolo scorso, cioè cinquant'anni, che il vecchio Drea, il becchino, zappava quel cimitero fondato sopra un tranquillo [...]
[...] convento di frati domenicani: e come dovunque, ove sono e dove furono conventi, anche qui il paese è bellissimo e l'aria sana. Le prime colline [...]
[...] stradelle romite col vecchio muro da una mano, e dall'altra il tufo selvaggio e cavernoso, da cui pendono i lunghi roghi giù dalle siepi continue. Dove [...]
[...] il muro s'abbassa, ecco aprirsi la campagna in vario prospetto, e gli ulivi imbiancar le pendici, i cipressi nereggiare attorno le ville [...]
[...] , e la turrita città balenare lungi dall'alto come imperante ancora, nella sua maestà religiosa e repubblicana, il vago paese: poi la via romana [...]
[...] si perde deserta fra quelle crete aride quasi vi fosse passato a desolarle uno di quei demoni cornuti dall'ali di pipistrello, come il [...]
[...] che altrove non si ritrova: un incanto quale avrebbe una musica indefinibile dove la giocondità fosse immedesimata con una tristezza di morte. Il [...]
[...] sempre il silenzio: non c'è caso che mai lo turbi il rumore della città vicina da cui non viene che il suono delle campane: quel suono così armonioso e [...]
[...] panchina di pietra, - 12 - su cui talora viene a sedersi il gabelliere ozioso. Se non fosse il passeggio de' visitatori del cimitero, quella [...]
[...] era il minore, Amerigo. La vicinanza del camposanto portò subito Stefano ad ingerirsene, tanto più che Drea, il vecchio becchino, il primo ad [...]
[...] grave, e con quella prece che si ripete insistente quasi accompagni il volo - 13 - dell'anima cristiana per l'infinito, s'avanzava verso il prossimo [...]
[...] cimitero; Stefano, incappato anche lui, era già corso a aspettarla nell'atrio. Dava una mano a levar di spalla ai fratelli il feretro, a deporlo [...]
[...] in mezzo, e a rialzarlo dopo le preci, le ultime benedizioni e gli ultimi incensamenti del sacerdote, di cui seguiva parola per parola il latino [...]
[...] Drea dunque, Stefano accettò l'incarico di succedergli, a patto però che quando il suo figliuolo Domenico, ossia Filusella, fosse stato più grande [...]
[...] (allora non aveva più di dodici o tredici anni), fosse dato a lui il posto di fossaiuolo effettivo. Avutane formale assicurazione, Stefano volle [...]
[...] sotterraneo a fare una fossa. Quella al ragazzo parve la cosa più terribile che mai potesse accadergli. Il mondo, da quanto ne aveva udito, era [...]
[...] , Filusella lo sentiva tra 'l sonno, ed era il lupo mannaro che s'immergeva dentro le fonti, nè avrebbe smesso d'immergersi nelle fonti ed urlare [...]
[...] agonizzante. Queste e altre simili cose riempivano di scrupoli curiosi, d'ubbie e di vaghi ma profondi terrori il buon Filusella, chiamato Tenenosse da [...]
[...] . - 15 - Quella mattina, non era ancora giorno e non si sentiva pel buio che cantare il gallo vicino, a cui rispondeva un altro gallo lontano, e [...]
[...] poi un altro più lungi ancora. Bisognava aprire sulla via il cancello nero di ferro, bisognava passare l'atrio già tutto pieno di tombe, bisognava [...]
[...] lieve che pareva il primo grado per cui il suono può essere percepito dal nostro orecchio. Cominciò tutto a tremare, e s'arrestò guardando con gli [...]
[...] occhi sbarrati in quel punto. " Son ossa che vanno in polvere, Tenenosse! " gridò suo padre, a cui Drea, il vecchio becchino, aveva già detto di [...]
[...] chiuso, gli rimesse addosso tanta paura, che cominciò a tirare a tirare suo padre, non volendo più sapere d'andare avanti. " È stato il coperchio [...]
[...] stendeva la mano su i morti: e i morti anch'essi, dentro le loro gelide sepolture di cui erano piene le muraglie e il terreno, parevano ascoltare in un [...]
[...] , animo, Tenenosse! o che hai paura degli stinchi dei morti! fossero vivi, direi! sono tristi in città! ma il morto è morto: dove lo metti sta, e non [...]
[...] rifiata: animo! incominciamo: ecco io ti faccio qui il segno - 18 - con lo zappone: bisognerà fare una buca fonda per quel morto che è gonfiato [...]
[...] neri incappati della Misericordia, con le braccia conserte al seno, la circondavano oranti, e il sacerdote in stola nera agitava il turibolo [...]
[...] altr'uomo stava per essere calato giù nell' abisso, su cui sorvola presto l'oblio e resta sempre il mistero. III. Filusella dunque s'era [...]
[...] paese e rimpiangesse in segreto il podere di Poggio Sole. A Poggio Sole non vedeva che poche case sparse, e la Pieve di San Giovan Battista [...]
[...] parevano i cartelloni d'una réclame, ma Giovanna vedeva bene che erano sepolture: vedeva bene colà sotto il portico que' busti immobili sulle erme [...]
[...] scheletro lungo guardava proprio la finestra della camera di Giovanna, e pareva che la chiamasse. Pareva l’eternità: il sole lo feriva al mattino appena [...]
[...] falce. Tutto sommato dunque il luogo non era allegro, e Giovanna ne riceveva tali impressioni, - 21 - che poi la sera le s'affollavano intorno [...]
[...] occorreva d'avvicinarsi alla finestruola vedeva lo scheletro lungo biancheggiante alla luna, e i cipressi neri, irti come se speculassero il cielo [...]
[...] immenso in gran silenzio.... E il cane ululava giù dall'aia deserta, o un moscone riempiva tutta la cucina del suo ronzio, quasi lui solo fosse rimasto [...]
[...] vivo, o il vento agitava sotto la finestra i rami del fico inchinato sul pozzo, fischiava dai vetri rotti, spazzava con furore e gemiti il tetto e [...]
[...] del marito e del figliuolo Amerigo, le sopraggiunsero nuove ambasce nella loro realtà ben più gravi, e incessanti. Il marito, con quella città sì [...]
[...] la padrona del luogo. Stefano che non bestemmiava, che passando per le vie si levava il cappello a tutti i tabernacoli che santificavano allora [...]
[...] eretici non vi fosse stato alcun obbligo di coscienza, quando gliela poteva accoccare se n'ingegnava senza uno scrupolo al mondo, facendo il proprio [...]
[...] inferiore e nemica, e perciò degnissima, non meno degli eretici, d'essere strapazzata, ingannata e derisa. Il contadino dunque che porti colà [...]
[...] un'aria di sfida è come colui il quale allungasse la miccia accesa, stando di contro a una batteria di cannoni già parata a colpirlo; quando invece [...]
[...] gl'insegnò a intonare più destramente il proprio contegno alla socievole sinfonia. Oppose l'indifferenza, la calma, un'aria minchiona alle [...]
[...] bestemmiatori, ma accompagnando in cuor suo con " un accidente che ti pigli! " il cordiale saluto. Insomma imparò anche lui la tattica del contadino [...]
[...] gli parve dovere d'ottimo padre quello di risparmiare un simile stato almeno al suo figliuolo minore, almeno a Amerigo, che gli pareva il più [...]
[...] , aveva ragionato così: — Il mi' fratello, di contadino che era, divenuto vinaio, s'è arricchito: e perchè non potrebbe fare altrettanto Amerigo [...]
[...] aveva visti nel portafoglio di suo fratello. Era così certo dunque d'avere avviato bene il figliuolo che di questa sua stessa cieca fiducia fu [...]
[...] presa anche Giovanna, la quale del resto si credeva, a paragone di suo marito, una sciocca; e il marito non ne aveva migliore stima. Giovanna [...]
[...] , dopo qualche mese, il fanciullo parve a Giovanna che le si venisse trasformando in un altro a certi segni che comparvero in lui, onde il sogno [...]
[...] picchiare agli usci, per il gusto di sentirsi gridar dietro dalle finestre: chi è?... chi è?... Quando queste impertinenze venivano agli orecchi di [...]
[...] Stefano, erano botte sicure, e le botte, se non gli levarono il cattivo che ormai gli aveva intaccato l'osso, nondimeno affransero e maturarono [...]
[...] così bene il ragazzo, che, verso i quattordici anni, parve finalmente domata la sua naturale perversità. Aveva cessato d'essere un birichino di [...]
[...] barattarsi il viso volpescamente! " Lo vedete eh, lo vedete se la medicina ha giovato? " disse un giorno Stefano a Giovanna, che scrollò sospirando il [...]
[...] quasi si compiacque, in quel momento, che il marito potesse illudersi ancora, e perchè d'altronde sapendolo irremovibile, non voleva abbandonare [...]
[...] inutilmente il figliuolo all'ira del padre. Ma siccome Amerigo, non temendola punto, a lei non si curava di celare la sua condotta; così lei [...]
[...] ' suoi occhi: nè certo ci volevano gli occhi di bove che il marito le attribuiva, per inorridire -31 - alla grottesca mostruosa oscenità di quelle [...]
[...] mattina aveva ancora le lacrime sulle gote! E ora, a dar retta a lei, avrebbe dovuto levare 1 Il commercio di tali libri sembra rifiorito, o [...]
[...] almeno è più palese, dopo il riscatto: non parlo di quella fotografia che è mezzana della prostituzione, ma certo de' libri assai licenziosi, se [...]
[...] discorsi degli uomini, e disprezzava i ragazzi, coi quali faceva il superiore, il prepotente e il superbo: assumeva spesso una serietà da uomo fatto [...]
[...] ne spasimarono: fu il loro bacio segreto, fu il loro ideale romantico di più giorni. Insomma, e di dentro e di fuori, egli era divenuto affatto [...]
[...] ma accoglie il precetto giustamente autorevole, onde la disciplina, onde l'ossequio a leggi, a doveri, a consuetudini buone; sì, tutto questo [...]
[...] un beccamorti, e Amerigo invece un vinaio danaroso e civile. Se mai, ciò che crucciava Stefano era il non essere pienamente sicuro che tali [...]
[...] il padre vero dal putativo; nè valeva che Stefano dicesse che Gustavo invece era tutto, ma tutto il ritratto di Gasparino. Questi due babbi poi [...]
[...] damerini, e parevano aver tuffato il capo nell'orcio da tanto che avevano unti e lisci i capelli. Gustavo con quel viso di frate ghiottone che [...]
[...] biascica paternostri sotto il cappuccio e tiene il coltello, che vi s'inchina sorridendo da ebete, e guarda dove colpirvi, Gustavo non dispiaceva [...]
[...] nascondere il frodo. Ma Amerigo, più simpatico e più sorriso dalle ragazze, era in quella taverna come Adone tra le Veneri e Bacco. Quanto alla Beppa [...]
[...] nella ventraia, che il poveretto restò lì boccheggiante con gli occhi in fuori a ponzare senza respiro come un rospo impalato. - 38 [...]
[...] copertamente agli orribili sforzi che faceva Gustavo onde riavere il respiro, diceva tra sè chiotto chiotto: " Crepa, schianta, figlio d'un cane [...]
[...] di non sapere stare alla celia, quasi che non ci fossero delle celie seccanti come quella così puerile, e che non finiva più. Il vinaio, ritto [...]
[...] maraviglia.... Stefano continuava a fumarsela cheto cheto e pareva pensare a tutt'altro, come se non fosse accaduto nulla. Il vinaio finalmente gridò [...]
[...] riprender fiato, e cominciò a gemere come se fosse per morire. Amerigo urlava anche lui difendendosi, e il vinaio, battendo le nocche sul banco, badava a [...]
[...] faceva all'amore con la Zaira, s'impostò contro il padre in attitudine e viso ribelle, e il padre, provocato da quell'aria, lo strinse ai polsi, e [...]
[...] meno facile a lodare e vituperare secondo il vento) si trovò tutta unita a condannare Amerigo, un po' in odio a Stefano che li aveva atterriti, e un [...]
[...] po' per il gusto di sentirsi in molti a dare addosso a uno solo. Il non aver saputo regger la celia era un'ingiuria al diritto - 40 - che hanno [...]
[...] generale riprovazione, il silenzio della Beppa e di Gustavo dava come un senso di serietà e d'importanza più grave all'offesa. Amerigo e Gustavo non [...]
[...] per lei lo spiare e l'indurre per cervellotiche analogie, il dissimulare, l'antivedere anche al di là del possibile, il non lasciare scorger mai [...]
[...] che cosa covasse in seno, e il rappresentare sempre, anche senza motivo, una triste e misera commediola, era per la Beppa il colmo di quella [...]
[...] Gustavo, quantunque ottusissimi, avevano nondimeno sopra Amerigo, giovinastro tutto dato all'amore, il vantaggio che sulla mosca sventata - 41 [...]
[...] - ha appunto il giudizioso e vigile ragno. I loro occhi lo seguitavano da per tutto come il raggio d'una lanterna cieca: sapevano che prima o [...]
[...] . Quando il vinaio udì che proprio il danno era fatto a lui e non a un altro, poer uomo! n'ebbe sì offeso il senso morale, che gli balenò [...]
[...] Gustavo; e il padre glielo credè trovandone le ragioni nel loro interesse di dare scacco matto al figliuolo. Affermava dunque anche lui con [...]
[...] terribile violenza, che quella era una calunnia, e ripeteva che il suo figliuolo era la perla dell'onestà e che non era capace di toccare neanche un [...]
[...] capo di spillo. La marea montò in modo da trascinare tutta quanta la taverna in una stessa bufera di voci. Il vinaio finalmente trovò il modo [...]
[...] saetta. Per più giorni fu quiete nella taverna, ma il vinaio era pieno di sospetti: non sapeva se l'uno fosse ladro o l'altro calunniatore; e [...]
[...] s'era proposto con la Beppa di venirne in chiaro. Ma - 43 - per quanto gettassero l'esca, il pesce non abboccava. Il vinaio era quasi per render [...]
[...] l'onore al nipote, quando una sera gli fecero venire il capriccio di mandarlo, il nipote, a prendere un mazzetto di sigari al solo appalto che [...]
[...] fosse aperto dopo il teatro, in quella stagione che tutti andavano in visibilio al Maometto II del Rossini. Amerigo tornò coi sigari, e si [...]
[...] rallegrò di trovare la gran taverna affatto vuota con la candela di sego accesa sul banco: Gustavo era sceso in cantina a infiascare il vino, e [...]
[...] qua e là, tirar su i pesi del vecchio orologio a pendolo, smuovere il letto sulle rotelle, trascinarvi accanto la sedia, buttar le scarpe [...]
[...] .... Ed io non dormo mai, Ti voglio bene assai, continuava Gustavo: e Amerigo, il bravo e prudente giovane, ascoltando tutti que' rumori [...]
[...] , occhieggiava qua e là come il topo, o come ognuno che sia per commettere un'azione tanto vergognosa quanto pericolosa: Ma tu non pensi a me! Anima [...]
[...] fatto al loro celeste patrono copiose e devote offerte nelle ciotole del vinaio.... ciotole in cui sacrilegamente Amerigo, tirato pian pianino il [...]
[...] cassetto, intinse la mano: ma non l'ebbe appena ritratta che di dietro un vecchio paravento, il quale nascondeva l'uscio del mezzanino, apparve [...]
[...] gridavano in trionfo al vinaio indignato: " S'aveva ragione noi eh? s'aveva ragione? " " Ladro! " ripeteva ancora il vinaio fremente stringendo con [...]
[...] avida mano il bastone, " i ladri io già, li vorrei impiccar tutti! tutti! tutti! ma tanto va la gatta al lardo che vi lascia lo zampino, e lui ce [...]
[...] l'avrebbe lasciato se gli potevo arrivare una bastonata! impara, Gustavo, e se continuerai a servirmi bene, tu solo, figliuolo mio, sarai il mio [...]
[...] erede! " e l'abbracciò intenerito. La Beppa, che in certe cose aveva buon cuore, era anche lei commossa fino alle lacrime. - 45 - Il giorno [...]
[...] all'aia giaceva il cane che accompagnava, levando un poco l'afflitto muso e con occhi stanchi, gli uccelli i quali attraversavano il cielo [...]
[...] sentiva male), come un brigante che tema d'essere colto, guardava, là in un canto dell'aia, di dietro il biondo e folto pagliaio, l'apparire del babbo [...]
[...] , per leggergli subito in viso se la cosa l'avesse o no risaputa. Ed ecco che il babbo apparì: Amerigo subito si nascose dietro il pagliaio [...]
[...] , Giovanna sospirò, Carmelinda cessò di canterellare, il cane scodinzolò così a mezza coda, più per dovere verso il padrone, che non perchè si [...]
[...] rallegrasse di rivederlo. Dal padrone non aveva avuto mai una carezza, - 46 - ma calci e sassate per ricacciarlo nell'aia (chè quello era il suo posto [...]
[...] ) quando la bestia si provava a venirgli dietro. E quella mattina, il povero cane s'allontanò a coda attratta, voltando e rivoltando il muso a [...]
[...] vispissimi e neri occhietti un balenío irrompente d'occhiate: scoteva il capo, mordevasi il labbro, batteva il tacco: tutto questo era come un prologo [...]
[...] acquistata per sempre, e il gusto matto che ne dovevano avere Gustavo e la Beppa. L'immagine odiosissima di que' due gli passava - 47 [...]
[...] - attraverso a que' cupi pensieri, contrapponeva ad essi la sua ilarità schernitrice, il cachinno, la baldanza del suo trionfo, ed era uno spasimo per [...]
[...] tabacchiera un tempo aveva abbellito le tasche del gran panciotto settecentista d'un conte Pula, e poi il buon vinaio, amando di circondarsi di qualche [...]
[...] malaccorti che voglion passar da onesti, sapeva ben lei quand'era il momento buono di farvi un tiro. " Come! " gridò Amerigo uscendo di dietro il [...]
[...] poverini! " gridarono Giovanna e Carmelinda e si slanciarono con Filusella a trattenere Stefano, mentre il cane si premeva tutto al pagliaio e [...]
[...] maniera il santo nome di Dio! sì, avete ragione, babbo: ci penserà Dio a punirlo: voi, babbo, avete fatto quel che potevi: venite via, babbo! venite [...]
[...] lasciò trascinare dalle braccia nerborute di Filusella giù per il poggio. La sera, mentre i suoi cenavano in gran silenzio, Amerigo venne sulla [...]
[...] d'altre botteghe per il figliuolo: la Beppa e Gustavo e gli avventori avevano sparso subito ai quattro venti che Amerigo lo zio l'aveva cacciato [...]
[...] per ladro, e non si trovò padrone che lo volesse. Quanto alla città dunque non era più il caso di parlarne, non poteva più sperare di trovarci [...]
[...] un collocamento. Dovè quindi rimettersi - 50 - a lavorare la terra, e quelle fatiche sotto il sole, la pioggia e la ghigna acerrima, inesorabile [...]
[...] falcaccio così rapace che Stefano pareva tendere per comodo di costui, e non per sè. Lasciava il falco che Stefano, dopo aver teso, s'allontanasse, e [...]
[...] poi si levava in aria, o dominava a ali ferme e librate tutto il gioco degli uccellini. Questi si posavano stanchi e famelici sugli archetti, e vi [...]
[...] restavano presi e stritolati per le gambucce: il falco piombava, divorava, e risaliva a misurare a larghe ruote lo spazio. Fin qui siamo in [...]
[...] succhia temerariamente il sangue dell'uomo: nè l'uomo (che divora tutto quanto può divorare, fino alle lumache e alle cieche d'Arno) è meno feroce del [...]
[...] il falco nel momento che aveva incontrato anche lui la sorte delle sue vittime, cioè, piombandovi sopra, s'era impigliato nello spago dell'arco, e [...]
[...] . Suo padre lo prese, e tenendolo alquanto su sospeso per le grandi ali (il falco avventava beccate, drizzava e girava la coda, chioccava, soffiava [...]
[...] andasse pure liberamente dove voleva. Il falco pelato, disartigliato e cieco s'alzò su dritto come getto di fontana in aria, quasi a ricercarvi la [...]
[...] contadini accorsi a vedere il supplizio dell'animale, e mentre egli volava essi lo guardavano beanti e saltanti di gioia. IV. Stefano, bisogna pur [...]
[...] dirlo a sua lode, non mancava d'un certo rozzo e semplice senso di giustizia, per il quale avrebbe voluto, in tutte le cose, che il giusto fosse [...]
[...] premiato e il reo punito: se non che nessuno gli appariva più reo di quello che danneggiava lui o il suo interesse. In questo caso un cotal senso del [...]
[...] giusto, e la severità del corrispondente giudizio divenivano sì imperiosi da rendere assolutamente impossibile che, alle sue mani, il reo si [...]
[...] salvasse: nell'altro caso invece, cioè quando il danno non era fatto a lui ma al prossimo, allora il reo poteva anche sperare nella clemenza di Stefano [...]
[...] . A dire il vero, parlando delle altrui bricconate, egli non temperava mai questa sua dura giustizia con un po' di misericordia, era un Minosse [...]
[...] udiva la domenica dal piovano e le opere agricole, a cui non contrasta se non l'ira dei venti, o la grandine o il gelo o la pioggia; egli, fuori [...]
[...] si poteva incontrare in questo e quello, senza dire tra sè: « Che razza di farabutti! » E quindi poi avveniva che il ricordo di tante brutte e [...]
[...] avuto il suo corso, e ciò servisse d'esempio a tutti gli altri falchi di que' dintorni. E siccome un tale atto di somma giustizia egli l'aveva potuto [...]
[...] badarci poco. Il guaio era però che le nubi s'erano solo un po' allontanate, non sciolte; e quindi bastava un nulla a ridestare in quell'uomo [...]
[...] il buon ordine e il terrore in famiglia. - 57 - Ma non tutto può la vigilanza e il rigore, che se costringono da un lato, dall'altro aguzzano [...]
[...] . Così anche Amerigo trovava il modo, schermendosi continuamente con le bugie, i sotterfugi e le scappatoie, di fargliela in barba a suo padre, e di [...]
[...] , e correva a fiume: intorno era un'oscurità fitta, diluviante, senza il menomo bagliore nè prossimo nè lontano: e tutto taceva, perfino i cani, in [...]
[...] non che, rivoltando quelle grosse vangate di terra, gli tremavano i polsi e le gambe, e il peso qualche volta lo strapiombava: era uno sforzo [...]
[...] terribile d'equilibrio, un combattere affannoso col sonno, il marasmo, e la spossatezza, un tacito implorare che sonassero presto le otto al Carmine [...]
[...] , di cui vedeva il campanile con la cupoletta rotonda sopra le mura, perchè a quell'ora suo padre se n'andava in piazza. E appena suo padre aveva [...]
[...] ogni momento gli cadeva di mano, e restava lì pallido, grondante, con gli occhi fissi tra il sonno e la veglia e il timore di suo padre. La madre [...]
[...] verdissima e lussureggiante languiva immobile sotto il sole bianco, e Amerigo e suo padre, muti e frettolosi, sterpavano e zappavano nella valle [...]
[...] allora in tutta l'umanità del suo affetto paterno. Gettò via la zappa, corse a raccogliere il figlio, e lo portò sotto le piante che coprivano la [...]
[...] peschiera d'un'ombra rigogliosa e selvaggia: veduto che nulla giovava spruzzargli il viso spaventevole, sollevò quel corpo teso, e reggendolo sulle [...]
[...] braccia, risalì il colle a passi veloci, chiamando Carmelinda, chiamando Filusella e Giovanna. La casa s'empì di gridi, e furono subito [...]
[...] apprestati quegli amorosi soccorsi che il figliuolo non trova se non nella casa de' suoi genitori. Giovanna, cessando subito ogni grido, non attese che [...]
[...] contrazioni del viso, e riebbe il conoscimento. Ma continuava a star male: diceva di non vedere per la camera buia se non guizzi e strisce di fuoco, e visi [...]
[...] per tornarsene a lavorare diceva, ma invece era per correre di nuovo in città, dove lo richiamava una seduzione per lui irresistibile. Il medico [...]
[...] caso nuovo nella forte, invincibile razza dei Casamonti; nè egli seppe reprimere il suo disprezzo per un figliuolo sì tralignante da lui e [...]
[...] dall'avo, il formidabile terrore de' Fiorentini, Margaritone: un figliuolo da cui non si poteva ricavar nulla: nè un vinaio, nè un contadino! che ci [...]
[...] pensasse sua madre dunque! lui non poteva contare ormai che in Filusella - 62 - il quale lavorava forte, non gli aveva dato mai dispiaceri, e già [...]
[...] solchi gli avessero messo in cuore il loro silenzio. Discorreva poco anche con Carmelinda: una bruttacchiola mora, con un inferno di capelli [...]
[...] nerissimi sotto il cappellone tondo di paglia, voce soave e fortemente argentina, e certi occhi che, come le sue mosse risolute e veementi [...]
[...] - 63 - le ciglia sugli occhi che le brillavano vivi, voleva levarselo di torno, intanto che non poteva negargli il più dolce de' suoi sorrisi di [...]
[...] al freddo del sotterraneo che metteva i brividi anche d'estate, quando il sole era alto! Ma ora Filusella vi scendeva sicurissimo: agricoltore e [...]
[...] re delle fosse, egli non aveva colaggiù altra compagnia che il suo scettro, cioè lo zappone, ed il lanternino: un lanternino sì fioco che [...]
[...] pareva fatto apposta per non disturbare troppo presto l'oscurità e il sonno dei morti; e nondimeno egli ora inoltravasi in quel buio sepolcrale con [...]
[...] il caffè col filo (così Stefano chiamava la polenda), Filusella scendeva il colle, e per più ore non udiva intorno a sè che gli uccelli volanti [...]
[...] per la campagna, e il grillo tra l'erba, e lo scorrere solingo d'un rigagnolo, e il cigolío assiduo dell'aratro fendente. Egli stava dietro [...]
[...] all'aratro, e ove il solco in pendio era più scabro, affrettava con una placida voce e una lunga mazza, simile a un’asta antica, l'operosa lentezza [...]
[...] ai quali la vigna assortiva i suoi pampani giocondi; e sul poggio slanciava un cipresso il fusto pieghevole e nudo, fronzuto solo alla vetta [...]
[...] vasto e beato silenzio e per quell'aperto fulgore dell'aria trascorreva il suono lieto del mezzogiorno che veniva dalla città e dalle parrocchie [...]
[...] bicchiere o due di vinello, era tutto quello che passava il convento, ma a lui bastava. - 65 - Mentre la famiglia mangiava con un gagliardo [...]
[...] al paiuolo dove bollivano le rape per il maiale, o il pastone pei polli: Amerigo solo era inquieto: girellava e guardava aspettando che suo padre [...]
[...] , ornata da lunghi nastri o gialli, o bianchi, o rossi, o celesti; le buccole d'oro lucente, e il vezzo di perline minute come quello che biancheggiava [...]
[...] al collo nero della madonna. Era questa un'immagine antichissima e miracolosa che molte volte, secondo l'urgenza campestre, fe' brillare il sole [...]
[...] ringiovanito. In quel giorno la vecchia casa di Stefano, il sole, e i campi deserti, tutto pareva diffuso di quel dolce riposo domenicale: anche i morti [...]
[...] ' contadini giocavano alle bocce all'ombra d'una lunga sfilata d'alberi frondosi. Era della compagnia anche Ferdinando, il vinaio. Egli però non sempre [...]
[...] si degnava di giocare; ma puntellando il fianco al grosso bastone o accavallandovi sopra il polpaccio, stava a vedere, sorridendo con l'aria del [...]
[...] bottoni di metallo indorati a fuoco, e in capo la tuba torta come precisamente la portava il conte Pula. Ma il viso plebeo e goffo del vinaio benestante [...]
[...] fraternizzava col tanfo e con l'oscurità della sua taverna; anche il suo naso, che ormai aveva preso un colore superbo di fico brogiotto, pareva avere [...]
[...] spaccio dei vini per mezzo del fiasco giocato con gli avventori: era dunque sempre un contendersi e giocar fiaschi in brigata, e il vinaio [...]
[...] , volendo dare il buon esempio pel primo, non rimaneva indietro. Le botti si vuotavano, le ciotole s'empivano di crazie e di soldi, ma spesso la sera il [...]
[...] a quarti di luna, aveva anche lui i suoi capricci, le sue ammirazioni, i suoi malumori: era facile entrargli in grazia, ma più facile ancora il [...]
[...] umana, che il fanciullo e l'adolescente possano trovarsi a dover dipendere da cotali, e anche da peggiore e più dissennata genía. Ripeteva egli [...]
[...] pure peraltro ai ragazzi delle belle massime educative e disinteressate come questa: che bisognava fuggire il vizio e amar la virtù: massima [...]
[...] anche in ciò Amerigo disubbidiva suo padre, il quale era sempre a raccomandare il rispetto e la deferenza allo zio, il più ricco, il più furbo de [...]
[...] ' Casamonti; il solo da cui potessero i suoi figliuoli aspettarsi un'eredità. Ma Amerigo, come ogni individuo corrotto, era indisciplinato [...]
[...] , petulante e simulatore: lui solo era riuscito a mutare quel domestico dispotismo in licenza, e ingannare suo padre, il - 70 - quale di quando in [...]
[...] uomini, come dice il Machiavelli, divengon savi, se Giovanna non gli avesse fermato il braccio adducendo che Amerigo non era in grado ancora di [...]
[...] rimettersi alla fatica. Ma il disordine, il malcontento e l'angoscia andavano crescendo in quella famiglia che già a Poggio Sole aveva atteso sì [...]
[...] sempre ozioso, e l'ozio è il padre di tutti i vizi...." " È sempre malecio, " interruppe Giovanna, supplicando con gli occhi il vinaio perchè [...]
[...] riportarmi il diavolo in casa? non ce n'è abbastanza? " gridò Giovanna sdegnata. " Chetatevi voi, poco giudizio! " tonò Stefano, " lo dovreste [...]
[...] ringraziare invece! il padre dev'essere informato di tutto, e invece voi mi davi ad intendere quel che pareva a voi! pezzo d'infame, ci ritornerai a casa [...]
[...] pianta va piegata finchè l'è tenera, se no dopo non s'è più a tempo: ma pare a voi il non informare Stefano de' suoi portamenti! sì brava! fatemi [...]
[...] rivolgendosi a Giovanna, " e questo è il malato! aspetta che ti medico io! anzi guarda gli voglio andare incontro, " e col legno in mano, aprì l'uscio [...]
[...] per andar fuori. " Noe noe, " gli disse il vinaio trattenendolo spaventato, " ora non c'è bisogno che tu faccia una pubblicità. " " Lasciami [...]
[...] cucina, e facendosi mulinare il legno dietro le spalle: " son diventato Berlicche?..." Giovanna dissimulando, e trepidando, tentò d'avvicinarsi [...]
[...] che da loro non riceveva un baiocco? — E mentre, pensando a tali cose, ella tremava come una rosa al vento sinistro, il vinaio riprese a dire con [...]
[...] gemè dal profondo del cuore, " o che gusto ci avete? " " Dice bene! " gridò Stefano. " Addio, Stefano! " disse il vinaio, e se n'andò contento [...]
[...] d'avere adempiuto come zio il proprio dovere. Anche lui, come frequentemente riscontrasi negli adulti, provava una certa compiacenza ad aggravare [...]
[...] Carmelinda che, volgendogli il tergo, inginocchiata sul ciglio del camposanto, vi stendeva un rotolo di tela che gli aveva regalato il su' Filusella [...]
[...] per la sua festa, e in quella tela pareva a Carmelinda di possedere un tesoro. Il vinaio si fermò un poco a guardarla, e volle vedere se almeno [...]
[...] il solletico e premere le mammelle da un'insolita mano, vi corse subito furiosa e disperata con l'ugne.... Il vinaio, ridacchiando e dondolando [...]
[...] il capo, uscì nella strada: poi, guardandosi la mano graffiata a sangue, fece le sue riflessioni sulla stupida rusticità di certe contadine [...]
[...] altro pensiero che quello delle donne, del sigaro e del caffè: o i quattrini chi te li dà? " " Che ve n'importa a voi? " " Sono il tu' zio [...]
[...] , birbaccione, imbecille! va a lavorare, porcone! " " Sentite, benchè siete il mi' zio, io butto giù la grinta anche a voi, se continuate! avete [...]
[...] , ora mi ricordate anche il cassetto! ma non vi basta, Dio...! d'avere sparlato di me da per tutto?... Dio...! " " No, io vedi, non ci penso più [...]
[...] ! Dio...! " E voltate le spalle allo zio, a cui lo sdegno e il timore impedirono di soggiungere una parola, rientrò in città, e continuando a [...]
[...] lo zio indiavolato, vomitando un turbine d'improperie: quelle improperie che non aveva avuto il coraggio di dirgli in faccia. Stefano se ne stava [...]
[...] seduto sulla panca in cucina, davanti al nero tavolone, e dalla sua cupa taciturnità si vedeva bene che ci pensava, ma non voleva parlarne: il suo [...]
[...] sdegno e il suo dolore erano troppo fieri perchè potessero aprirsi a parole. Una tal condotta era ormai così apertamente, così sacrilegamente [...]
[...] che aveva corrisposto così male alle sue speranze. Il dolore di Giovanna invece, più che dalle speranze deluse, più che dalla condotta riprovevole [...]
[...] , siete tutta causa voi! dice bene Ferdinando: voi con tante ciance, con tanti fichi! io a' figliuoli gli ho voluto bene, ma poi il medico pietoso non [...]
[...] casa c'era una bocca inutile di meno! Ma Giovanna, che avrebbe voluto sfogare il proprio affanno almeno con Carmelinda, non indovinando che anche [...]
[...] afflitta, la nuora dovesse essere allegra. S'affacciò alla finestra, e guardando di faccia il cimitero che pareva dormire nella luce meridiana, e [...]
[...] di sua madre e anche di Stefano, di ritornare a casa. " Ma, " continuò a dire Natale, " lui m'ha risposto che il contadino non lo vuol fare [...]
[...] . " " O che vuol fare? " " Il signore: era tutto vestito in coglia che nemmanco lo riconoscevo alla prima: con la zazzera tutta unta e liscia, e sopra [...]
[...] le parve un’eternità il sonno sulla madia di Filusella cullato al solito dall'acciottolío di Carmelinda, ma non dalla cantilena flebile, perchè [...]
[...] quello che accadeva in famiglia.... Oh.... finalmente era sola!... si mise la teglia in capo, e sulle spalle il suo scialletto di lana rosso e nero [...]
[...] , sparso di piante che coi rami sfrondati sopravanzavano il vecchio muro, e tremolavano nell'occaso aperto tra le case nere e rilucente in quel [...]
[...] tratto. Il tristo palazzo aveva tutte le finestre grandi murate a mezzo, e l'altra parte era nascosta, come ne' monasteri, da persiane quadre e [...]
[...] stettero ad ascoltare una donna che parlava gridando, e parlava appunto di lui! E diceva a' suoi ascoltatori che il padre, un villanaccio [...]
[...] , l'aveva cacciato fuori di casa, povero giovinotto; e siccome non poteva impiegarsi pel suo cattivo nome di ladro (il su' zio l'aveva trovato al [...]
[...] scialluccio, fe' due o tre passi rasente rasente il muro, e ciò che soffrisse non ci son parole per - 84 - dirlo. Capì da quel discorso che Amerigo [...]
[...] .... Amerigo era perso! e non poteva salvarlo! Dopo un po' d'incertezza e d'indugio, tra il desiderio e la paura d'incontrare Amerigo [...]
[...] , declinando già il giorno, s'allontanò risoluta piangendo come chi non ha più speranza, come chi ha visto morire una persona cara: s'allontanò [...]
[...] avete gli occhi? " Camminava veloce, agile come se Dio la portasse: per le strade della città le pareva spirasse non aria, ma fuoco: il fuoco che [...]
[...] cacciato di casa Amerigo? non se n'era andato da sè? non aveva abbandonato i suoi genitori, non aveva abbandonato il lavoro per vivere infame [...]
[...] si trovò sola fuori di porta, ella gettò un gran sospiro guardando il cielo infinito che s'imbruniva al crepuscolo, stellandosi raramente. Ma [...]
[...] zio lo mandava a sollecitare il saldo d'un vecchio conto di vini prelibati da certa signora Olimpia Misei che teneva Zaira per cameriera [...]
[...] fidatissima. Sin d'allora la cameriera e il ragazzo del vinaio cominciarono a sorridersi, nell'anticamera della signora e per le scale, con quella [...]
[...] il suo rigoglio muliebre: Psiche pallida, dalle nerissime ciglia, era divenuta Giunone, ma una Giunone alla Rubens, con due braccia gladiatorie ed [...]
[...] , era poi sì florido da parer proprio che al marzo, ancora un po' frigido, fosse successo a un tratto il luglio infocato. Ma quando si dice il [...]
[...] con lui d'una glaciale e corretta severità. Il poliziotto allora le intimò di rispettare la legge, e non facendo differenza tra la cecca e il [...]
[...] divenga la donna quando non sappia, o possa dimenticarsi fino a tal punto, che il cuore ha pure le sue esigenze nobili ed elevate, e queste vogliono [...]
[...] naturale e costante del fondo, ed era un'altera frivolezza nella cieca perversità. Ma in tutto il resto Zaira riusciva così bene ad assimilarsi la [...]
[...] molto ad accrescerne l'introito quotidiano. Zaira ne aveva appeso il ritratto in quella sua camera, testimone assiduo al suo letto; e dal ritratto [...]
[...] degradazione, occorreva a Zaira d'avere un appoggio in taluno, il quale, cedendo al fáscino de' suoi vezzi meretricii, la difendesse contro le [...]
[...] avere attinto abbastanza da sì bel capitale. Quella vecchiaccia nefanda se ne stava tutto il giorno sprofondata, con la sua pinguedine a sfascio [...]
[...] rannicchiato: invece russava, riaprendo gli occhi giudaici e sgomitolandosi ad ogni sonata di campanello. Il suo corpaccio disfatto restava sì [...]
[...] confuso con l'ombra di quell'angolo, accrescendone la massa, che si celava perfettamente a chiunque entrava, il quale non vedeva, in quella [...]
[...] che egli vi aveva portato naturalmente di suo, i morbi pestiferi della strada e della taverna, i tristi esempi che inviliscono il cuore, e [...]
[...] , aveva di dolce - 93 - quella nuova esistenza, ed erano i comodi, l'ozio e la libertà, valse a fargliene accettare, a rendergliene tollerabile il [...]
[...] vituperio, il quale veniva inoltre (e questa era la lusinga maggiore) come aggraziato dal fáscino femminile: quel fáscino che ogni donna [...]
[...] , qualunque ne sia l'indole, la condizione, il costume, sol che sia un po' avvenente, può sempre esercitare sul predisposto a subirlo. Il fáscino di [...]
[...] che si respira in certe casucce campestri, quell'armonia sana che è tra il lavoro dell'agricoltore e le evoluzioni immancabili, eterne della [...]
[...] scarpini appuntati di raso rosso dai tacchi d'oro, il profumo e la mollezza delle sue carni vellutate e monde, i suoi occhi belli e neri, ma dove [...]
[...] , alla sua incapacità di stimar le cose per quel che valgono, senza lasciarsene talmente ingannare il senso e la fantasia da smarrirne l'intrinseco [...]
[...] ricercata; e più gli piaceva, e più l'ammirava. Aveva preso anche lui, alla sua maniera, il gusto del fastoso, del prezioso, del raffinato, del [...]
[...] messo il tricorno, la parrucca incipriata, i nei e lo spadino per parer più bello, più seducente a Zaira; come pure avrebbe ambito moltissimo di [...]
[...] imporre col lampo e il tintinnio de' gioielli. Talora affettava un certo passettino da Ganimede o da gingillo elegante, che proprio gli [...]
[...] , quando il sole le riscalda nel pieno del mezzodì; questo istinto era degenerato in Amerigo, così come egli era venuto su, in una sfrenata depravazione [...]
[...] , e sommergendolo quasi sotto il profluvio delle sue molli carezze, l'assicurava che, insensibile e fredda con gli altri, a lui solo apparteneva [...]
[...] tutto il suo cuore, a lui solo apriva amorosa le braccia: oppure a quelle smanie rispondeva con una gelida noncuranza, certissima che egli, a ogni [...]
[...] schiavo per la sua medesima via. Amerigo, quando il sentimento della propria ignominia opprimevalo più cocente, s'allontanava fremendo da quella [...]
[...] , malediceva il suo destino, piangeva, giurava di non più rivederla; e dopo un giorno o due ella se lo vedeva di nuovo ricomparire innanzi più fiacco [...]
[...] , più ebete, più degradato di prima; e quindi più suo. Svogliato o inabile contadino, respinto, per il cattivo nome che avevano sparso di lui, da ogni [...]
[...] terribile cruccio, il quale però, come il fulmine, tonava e passava. Ma siccome questi fulmini, che gli si vedevano guizzare nelle pupille nere [...]
[...] pane a casa non gli mancava, bastava se lo sudasse, e invece ha trovato a star meglio; ma non s'affacci al mi' uscio perchè non è più il mi [...]
[...] ' figliuolo! e guai a lui, se fa tanto di capitarmi tra' piedi! " " Ognuno è figlio delle proprie azioni, " gli disse con nobile gravità il vinaio: e [...]
[...] brutto argomento. - 99 - Del resto anche Filusella veniva a dire lo stesso quando esclamava che l'onore e il disonore è di chi se lo fa: e [...]
[...] soggiungeva che tra lui e suo fratello ormai c'era il mare, senza che quel mare vi fosse nè ponte, nè bastimento per passarlo. Così padre e figliuolo [...]
[...] scavalcarlo, e rubargli il posto. Alcuni mesi prima era stato servo di quella casa in Via dell'Amore un certo Tognaccio, un figuro che dopo aver [...]
[...] Tognaccio le dette subito un saggio della sua abilità improvvisando sulla chitarra oscenità rimate, e rifacendo così bene il verso del merlo che [...]
[...] entrava mai l'aria aperta nè il sole. E per un po' l'andò bene, finchè egli cominciò a tentare dei colpi: cominciò cioè a farla da principale [...]
[...] . Restò per le strade a fare il cinico plebeo, canzonando questo, imbrogliando quell'altro, nè valevan le bastonate a fargli passar la mattana, o [...]
[...] , compiacendosene moltissimo, che Amerigo era il tal dei tali, mandato via di bottega perchè ladro, gli fu detto, famoso, allora volle conoscerlo e farselo [...]
[...] anellino d'oro, donatogli da Zaira, lasciandogli il collo nudo, gli ricadeva a svolazzo sul petto; conferivano ad Amerigo un'aria sfacciatamente [...]
[...] , Dio!... che, se voglio, ci ritorno! " " Provati, Dio!... e ci troverai il padrone! " " E chi è il padrone? " " Io! " " Ah lei è il padrone [...]
[...] , " gli rispose Tognaccio con due occhi magnetici, " non la credevo così aristocratico: lei è il padrone e io lo sguattero: lei è nel campanile, e io [...]
[...] poco in sinistro, e, dondolandosi, se n'andò: ma non s'era allontanato una trentina di passi, che - 105 - incominciò in un chiassuolo a fare il [...]
[...] l'influsso malefico di Zaira e la sua abiezione morale gli facevano tollerare la permanenza in quel luogo, non per questo però tollerava il [...]
[...] cavallerescamente, e il pubblico v'ammira e vi stima: ma poi le - 106 - cose, posato il guanto, qualche volta in privato, quando nessuno vede nè ode [...]
[...] piovano di sfera in isfera sotto i passi di Dio vagante per il mistero infinito. Quella sera era molto buia la vecchia città: alle cantonate (dalle [...]
[...] crescere il mistero de' suoi vecchi palazzi, e delle anguste viuzze che scendono ad essa sì rotondamente ampia e maestosa. Solo di quando in quando [...]
[...] , donne, processioni e pontificali: e la piccineria, il sotterfugio, l'ipocrisia, il cianciume sciocco, la floscia arrogante docilità, il soffocamento [...]
[...] , in questa sacra terra di Dante; nè altrove credo che fosse cielo più puro e più alto: maledetti tempi che ci lasciaste il vostro influsso [...]
[...] cinque paoli un baril di vino, e che vino! allora minime le imposte, gl'impiegati tutti onesti; e se a stenterello si permetteva d'esilarare il [...]
[...] che quella casa fosse lasciata aperta tutta la notte ai rumori: giustissimi reclami, pei quali il provvido governo ordinò severissimamente che [...]
[...] molto stracchi e molto sonnolenti a quell'ora. Per questa ragione anche quella sera gli sbirri lasciavan pure che, dopo l'undici, il lume [...]
[...] il passo di qualche persona educata, quando udirono un branco di maschere urlanti che s'avanzavano, con la romba del vento cupo, giù per le vie [...]
[...] . La Margolfa, tentando invano d'alzarsi dalla sua portantina, subito gridò che fosse chiuso il portone, e fu - 110 - chiuso, che già le maschere [...]
[...] canzonare, le trattavan di tutti i titoli: e tra gli urli, i fischi, e le imprecazioni, imitavano pure ogni sorta di bestie: chi faceva il cane, chi il [...]
[...] gatto, chi l'asino e chi il galletto. " Volete la serenata? " gridò uno che vestiva un costume d'arlecchino rubato poche ore prima a un [...]
[...] . Nessuno lo conosceva, ma tutti lo riconobbero per uno dei loro a quella laida canzone; e finchè durò, accordando con la voce chi il trombone e chi [...]
[...] il contrabbasso, le maschere ballarono, girarono a tondo nella buia e ventosa viuzza: le risa, le chiamate delle donne accompagnavano quel - 111 [...]
[...] nonostante una mano tirò la corda, e il portone si spalancò. Le maschere, stringendosi tutte in un gruppo, si cacciarono a mani sporte nell'uscio [...]
[...] s'avviticchiavano alla vita, al collo, alle gambe, o che volevano violentemente aprirsi il varco in quell'orribile stipamento, o che respingevano [...]
[...] tanto disordine, tappandosi con le due mani le orecchie. - 113 - Il maestro zazzeruto (un vecchietto romantico dai capelli ritinti, che [...]
[...] per i nervi di tutti!... Il maestro zazzeruto sonava di lena carnevalesca, e a quel suono quell'osceno viluppo di corpi in lotta si smezzò, s'allargò [...]
[...] brutalmente. Il vecchietto, con nervosi moti di testa, pestava attentissimo in su e in giù la tastiera, e quei legni sconnessi facevano un gran rumore [...]
[...] ora stava cupo a guardare, ora girellava come cercando qualcuno; ovvero si slanciava, si rotolava tra le gambe delle donne, faceva il granchio [...]
[...] tela. Finalmente il maestro zazzeruto s'ebbe stancato i diti: affermò col capo due volte, diede, con non minore energia, le due battute finali sulla [...]
[...] ! il che mi fa credere che tu sia il perno a cui si reggono, sospese e trasmutabili in una musica eterna, tutte le cose create: e noi stessi non [...]
[...] moriamo se non quando si ferma il moto ritmico delle vene?... Ecco spiegata la vita: la vita è il ritmo. Così dev'esser davvero, perchè quella canaglia [...]
[...] , al cessare della musica del maestro, come se si fosse strappato il filo che l'aveva sino allora tenuta su, s'arrestò, vacillò, s'urtò [...]
[...] guardandosi il busto, urlavano disperate e sorprese per tanti sdruci; s'asciugavano la faccia, s'asciugavano il seno coi fazzoletti già intrisi [...]
[...] inseguite dai cani. Zaira s'era slacciato il rosso corsetto, distendendosi e stirandosi mollemente elastica su i guanciali: pareva una tigre dopo [...]
[...] il pasto, e anche un florido melograno che una forte libecciata avesse tutto sconvolto e sbattuto. In quel mentre un signore educato venne a [...]
[...] , o spalancata a un enorme sbadiglio. Nè il riposo lo trovavano tutti: alcuni pareva che lo cercassero invano, esercitando continuamente e [...]
[...] convulsamente il senso del tatto su di sè, sulle donne, sulla stoffa del divano, e muovendosi sempre: altri invece si distinguevano per la fissità dello [...]
[...] poco era succeduto a tanto baccano il silenzio: quel tristo e solenne silenzio che segue al falso tripudio; o se qualche voce sorgeva di quando in [...]
[...] donne, udendo cose che parevano impossibili ancora a loro, ne sorridevano compiacenti tra la nausea e i sospiri: e dopo il riso, torcendo [...]
[...] orribilmente il collo e la bocca, e ingrossando il petto, c'era uno stiramento lungo lungo di braccia. La Margolfa, vedendo che ancora non se n'andavano [...]
[...] ? " disse arlecchino mettendosi in mezzo della sala a sedere in terra, a gambe incrociate. E per vedere di rattizzare un po' il fuoco, attraversò sulle [...]
[...] , sorse in piedi il maestro zazzeruto, e, battendo l'una palma nell'altra, esclamò: " Olà! facciamo l'ultima danza: la danza delle villi e delle [...]
[...] romanticamente a preludiare su i tasti fiochi. Le coppie, a quell'appello musicale, erano già in procinto di riprendere il ballo, quando Amerigo, rimasto sino [...]
[...] allora a vagare fuori di casa, comparve in sala pallido e truce da far paura. Il non vedervi Zaira lo rincupì maggiormente, - 119 - e guardato [...]
[...] s'era mai levato la maschera. " È una spia! " gridò uno, e tutti gli altri: " È una spia! è una spia! " " Se fossi una spia sarei il più birbante [...]
[...] ! o che sei impazzato? sta' bono! " " E tombola, assassino! " Intanto, tra gli strilli delle donne, il pallore e lo scompiglio di tutti, Tognaccio [...]
[...] dare che un colpo solo ma che sia buono e non consenta all'avversario di renderlo, s'avventò su Amerigo, e fuggì.... Amerigo, tratto il coltello [...]
[...] anche lui, si spinse innanzi fuori dell'uscio, e vibrando di gran forza il colpo nel vuoto, precipitò per la scala buia. Tutte le maschere [...]
[...] uccelli dai nidi, richiamati dall'alba nascente, si slanciavano fischiando a volare per il cielo radioso. IX. Quando Stefano e Giovanna accorsero al [...]
[...] letto del figliuolo ferito, nella sala della clinica chirurgica allo spedale, il sole brillava chiaro, e un raggio mattutino penetrava pure a [...]
[...] indorare l'alto soffitto di quel malinconico camerone. Il clinico s'era fermato appunto allora al letto d'Amerigo con gli scolari che apprendevano [...]
[...] una parola, fu arte muta davvero. Il clinico, ravvolto nella sua toga, passò oltre con gli scolari a seguitar la dotta lezione, e Giovanna e [...]
[...] - 122 - stordimento, e incominciò a passarsi il fazzoletto sugli occhi con una forza affannosa, per cui pareva volesse cancellare perfino i [...]
[...] , e altri giacenti, e taluno con su i piedi il passaporto, cioè la stola nera. Un odore nauseabondo quale si sente nei vecchi spedali, un odore [...]
[...] sotto le scrostature del barbaro intonaco, scappava l'ala acuta di qualche serafino biondo o il lembo azzurro di qualche Vergine medioevale. Poi [...]
[...] riguardata come pericolosa alla docilità della mano, e quindi era proscritta dagli ufizi e più dalle scuole. Il cancelliere, uomo molto di società [...]
[...] e per il suo spirito molto accetto nelle sale più signorili, pareva alquanto seccato: nondimeno, come degnandosi, sollecitò, eccitò, incoraggiò [...]
[...] il moribondo a parlare: tese l'orecchio, ma inutilmente. Alla fine, cogliendo sulle labbra d'Amerigo un nome di donna, alzò sodisfatto la penna [...]
[...] degli infermi; anche il Cristo della muraglia pareva aspettasse di far qualcosa dopo aver ricevuto il suo saccente suggerimento. Purchè fosse [...]
[...] ammirato il suo spirito forte, nulla arrestava il suo zelo. A una giovane servigiale ripugnava di toccare qualche cadavere, e lei diceva: " Ecco come [...]
[...] si fa! ecco come si fa! " e lo brancicava e lo rivoltava e lo trascinava lei sola il cadavere nel fetente lenzuolo. Peccato che tanto zelo non [...]
[...] valesse a guadagnarle l'amore degl'infermi che l'odiavano a morte! Il sacerdote continuava al letto d'Amerigo le sue preci latine, e Giovanna, caduta [...]
[...] tempissimo allo spedale, quasi certa di sentire che il su' figliuolo era morto. Procedendo là per l'infermeria, tra quelle due lunghe file di letti [...]
[...] , aspettavasi con acutissima pena di veder vuoto il letto dove l'aveva lasciato la sera prima: invece egli c'era ancora, invece respirava ancora [...]
[...] , s'era un po' ritratta da lui, ma sol per concedergli una languida e breve vigilia, o per prolungargli il tormento ineffabile d'una disperata agonia [...]
[...] trascorsa, e desiderare altri costumi e altro amore. Privo d'ogni antecedente preparazione, e di quel consiglio che solo può darci il lume prezioso [...]
[...] le sostanze impure e limacciose del fondo. Nessuna forza quindi di resistenza contro gl'istinti nell'età in cui il giovane più ne prova la [...]
[...] letto: Tognaccio assetandolo di vendetta, e Zaira di voluttà. E pensava come scansare suo padre per correre subito da Zaira il primo giorno che [...]
[...] l'avessero licenziato dallo spedale. Ma quando il medico gli permise d'alzarsi, ebbe appena forza di trascinare la sua scarna persona, che [...]
[...] , più miracolosa assai, della tosse: inoltre non doveva tralasciare di guadagnarsi il patrocinio di tutti i santi languidi e cretinelli inventati da [...]
[...] levarsi il bianco berretto dello spedale per salutarla. Agli altri infermi faceva ira a vedere con quali e quanti umili segni d'ossequio quel [...]
[...] sciocca di più. Qual disinganno dunque non ebbe la poveretta quel giorno che Amerigo, tutto umile e rispettoso, venne a domandarle il permesso [...]
[...] quello sguardo e a quella domanda che esprimevano tanto chiaro la consapevolezza del motivo per cui Amerigo chiedeva il permesso d'uscire, e la [...]
[...] ferma risoluzione di rifiutarlo, Amerigo restò un po' attonito a guardare quella viperella velata: poi battè il piede in terra, e la caricò [...]
[...] polizia, ma sentito il parere del medico, questi rispose che quel tisico non era in grado di sostenere nessuna pena disciplinare, perchè [...]
[...] , quantunque potesse reggersi in piedi, tuttavia il male era sì maturo che poco più gli restava da vivere in questo mondo: allo spedale, dopo lo scandalo [...]
[...] suoi panni, e che andasse a morire altrove: indegno d'aver ricovero in luogo pio. Così gli disse giustamente il direttore nel congedarlo [...]
[...] a basse ingiurie contro la monaca, così ora il medesimo cieco impulso lo spingeva, appena uscito dallo spedale, in Via dell'Amore. Rabbrividiva [...]
[...] battè e ribattè. " O che picchiate? " gli disse una bracina che aveva aperto da poco tempo la nera botteguccia là in faccia: " codesta casa il [...]
[...] quelle monache, sapete, che una volta entrate in convento il mondo l'hanno veduto: non escono se non morte da quel rifugio: o che avete?..." " Ma è [...]
[...] aveva infetta tutta l'anima di quel morbo, e il leppo gliene saliva al pensiero in immagini ardentissime; mentre per la scomparsa misteriosa di [...]
[...] scendevano per il viso emaciato. " O come mai," poi Stefano ripigliò, " t'hanno lasciato uscire, essendo rimasti intesi, che, o io - 134 - o Filusella [...]
[...] ' signori dello spedale a rimandargli il figliuolo in uno stato che miracolo se non era morto per via! " Eppure, " ei seguitava a dire, " de' panieri di [...]
[...] far pochi salti più, altrimenti se ne sarebbe occupato il bargello. E raccontatogli tutto, Stefano non ebbe che rispondere; si convinse sempre più [...]
[...] che quel figliuolo era pessimo, e lo voleva, tornato a casa, rimproverare aspramente. Ma appena lo rivide, colà seduto in una scranna presso il [...]
[...] parso uno spettro, se non fosse stato il frequente tossire, e quegli occhi grandi, infossati che guardavano disperatamente muti e lucenti. La [...]
[...] fiamma schioccava allegra nel gran camino sotto il paiuolo, e Giovanna o Carmelinda vi restavano ritte dinanzi a rimetter legna, e badare che il [...]
[...] paiuolo non traboccasse: nessun parlava. L'amico Tognaccio gliel'aveva ben calzato il coltello fino al polmone: la piaga esterna s'era richiusa, ma [...]
[...] un'imagine - 136 - di cera verdastra, con due fiaccole divoratrici negli occhi. E siccome il nostro buon prossimo, quando vi vegga sì malandato [...]
[...] poteva tossire e tossire, senza che lo sentisse nessuno. Era di luglio, e oltre il verde fruttuoso di tanti alberi di cui era piena la china [...]
[...] verdissime, e il fumo dei casolari saliva nella pace del cielo.... E morire!... Perfino i foschi campanili della città, e le mura grige che la [...]
[...] circondano tra le ombre degli ulivi, erano avvolti in un puro e luminoso riflesso che ne - 137 - ricreava la secolare tristezza.... Il sole animava [...]
[...] tutto: animava le fronde, i fiori, le acque, gli uccelli, gl'insetti, le lucertole, le farfalle.... E morire!... E il cielo era tutto un puro [...]
[...] zaffiro con due o tre nuvolette che sedevano come neve lucente sulle montagne chiare, in un mar di splendore: e dalla valle saliva il canto d'una [...]
[...] lo stesso strazio? Ma quanto all'uomo, il sentimento della propria morte in mezzo alla vita può recare anch'esso qualche dolcezza a un'anima pura [...]
[...] una specie di voluttà - 138 - nel vedere agonizzare gli agnelli, e i mansueti tremanti vitellini che il coltello di suo padre aveva colpiti per [...]
[...] settembre. Gli agricoltori pei campi, i cittadini dalle finestre delle loro case, guardavano il cielo, invocavano acqua acqua, e il cielo, sempre in [...]
[...] : gli alberi si lasciavano placidamente cadere il velo delle foglie ingiallite che scendevano come lacrime al suolo; e gli alberi umidi ergevano [...]
[...] col domandare a Giovanna perchè piangesse; ed era lo stesso che domandare all'abete perchè gema dalla ferita che v'aprì il boscaiuolo, o [...]
[...] e poi le richiuda quando il tempo s'inforca. Ma quello di Stefano era pure un modo anch'esso d'esprimere il proprio affetto, quasi la moglie [...]
[...] , reprimendo il suo pianto, avesse potuto reprimere e non accrescere la violenza del suo interno dolore. Piuttosto sarebbe da domandare perchè di [...]
[...] bene, dei quali ogni essere, brevemente vivendo, esperimenta il potere. E noterò un altro cambiamento singolare che, dopo la morte d'Amerigo [...]
[...] , avvenne in Giovanna. Mentre prima non poteva sull'imbrunire entrar sola nel cimitero senza temere di sentirsi a un tratto soffiare in viso il [...]
[...] sotterrato il figliuolo in quel cimitero verde, là sotto casa sua, in un cantuccio riserbato - 142 - a' più poveri, Giovanna non aveva più [...]
[...] paura dei morti. Il sole estivo, cadendo, aveva ricinto l'occaso d'una cintura di bronzo dorato, e per la campagna, sulle cime dei colli, tra le viti [...]
[...] e gli olivi, rimanevano ancora quegli opachi riflessi senza luce che sono come il sorriso che avanza alla vita. Per i viali del cimitero, mesti [...]
[...] trambasciato di madre? Ma in famiglia, nè lei nè altri, ricordavano mai Amerigo. Lo ricordavano soltanto dicendo il rosario la vigilia dei morti [...]
[...] marroni: la fiamma avvampava e sbalzava i suoi riflessi mobilissimi per la stanza; e di fuori s'udiva abbaiare Pronto, il can da pagliaio, così [...]
[...] carità d'un congiunto. E dopo il rosario era sciabà. Il vin nuovo, al lume della lucerna posata in mezzo, smagliava accesi rubini per i bicchieri [...]
[...] prove - 144 - di forza e di coraggio o sue o di suo padre, il tremendo Margaritone, terrore dei Fiorentini. Così passavano gli anni veloci [...]
[...] : Giovanna s'era fatta una vecchiarella pensierosa, anche Filusella imbiancava; Carmelinda aveva sempre i capelli nerissimi, ma il personale sformato [...]
[...] veduto) intorbidato il giudizio anche a suo padre. La passione delle fatiche campestri non gli era punto scemata a suo padre, ma gli era sorta [...]
[...] trafficante vinaio, e un erede dello zio. Tutti i suoi rigori e tutte le sue asprezze contro il figliuolo non erano derivate infine che da un sommo [...]
[...] affetto di padre, il quale fa tutti gli sforzi possibili per incamminare e spingere il figliuolo per quella via che dovrà un giorno portarlo a essere [...]
[...] cittadino rispettato e felice. Il figliuolo invece era finito male, senza che perciò le speranze di Stefano avessero cessato di rivolgersi sempre [...]
[...] a quel segno dell'eredità del fratello, anche perchè il fratello tali speranze seguitava, a pro suo, ad alimentarle con quelle paroline che costan [...]
[...] cupido che costituiva il fondo del carattere di Stefano, il cui sogno era di comprare quel podere che ormai poteva dirsi creazione delle sue mani [...]
[...] , tanto avevalo migliorato; e vagheggiava pure di ritondarlo laggiù col camperello del suo vicino, dove lungo il fosso si stendeva quella nera e [...]
[...] barbaro per le donne, ma poi feci sempre le cose con giudizio, e non ebbi mai il mal venereo. " Ed era pur troppo vero che il vinaio da un pezzo in [...]
[...] gli portava i doni della campagna: panieri pieni di frutta vistose: pere burè, pesche vermiglie come il sangue, e il moscadello più dolce, e i [...]
[...] in bottega. Il vinaio la mattina ne tagliava un piccolo tasserello, e poi faceva scorrere per la polpa del cocomero, o rumme o il rosolio di [...]
[...] perfetto amore, che gli regalava padre Pio, un frate carmelitano suo amico: quindi calava il cocomero nella cisterna del palazzo, una bella cisterna [...]
[...] dalla sera alla mattina! La sera il vinaio, perchè gli amici bevessero e giocassero, sbevucchiava anche lui continuamente e s'ingalluzziva faceto [...]
[...] mettere alla confidenza di tutto il vostro fratello, e di mettervelo d'intorno: che mancavan forse contadini per andare a pigliar per l'appunto lui [...]
[...] n'importa a me? " " Ma te l'ho detto tante volte che io lo - 151 - presi il mi' fratello, perchè nessuno era capace come lui e di tanta fatica [...]
[...] ha che fare il contadino?... è la terra che è grassa: qualunque contadino avrebbe fatto altrettanto, anzi meglio, perchè vostro fratello non è di [...]
[...] ! ma invece, se batto la capata prima di lui, resterà a denti asciutti il porcone, perchè se mai.... a voler fare le carte giuste, prima di lui c'è [...]
[...] lo dico per il vostro figliuolo che vi vuol - 152 - tanto bene, ve lo dico per levarvi un pensiero, ve lo dico anche per la tranquillità della [...]
[...] Beppa gli voltò le spalle, e se n'andò via indispettita. Il vinaio restò alquanto pensoso e corrucciato: indi s'alzò dalla sua vecchia poltrona, e [...]
[...] , e intanto i dolori lo facevano sobbalzare e gli strappavano dei lamenti. - 153 - Dispiacendogli che potessero supporre non lontano il suo fine [...]
[...] ne' bagni di Rapolano, anche quella l'abbandonava. Allora tutto il pensiero di quest'uomo solo, e non amato da alcuno, raccoglievasi tremebondo [...]
[...] , ciò era solo per quel portafoglio spiato, agognato da essi come i cani agognano il pasto che poi si disputeranno a zannate Con aspri ringhi e [...]
[...] affrettar la partenza, ma poi il portafoglio lo ferma, e lo ricaccia di nuovo nell'incertezze. Dove metterlo? a chi affidarlo?... Portarlo con sè no [...]
[...] , perchè si sentiva il lume della vita vacillare sì scarso in tutte le membra, da non poter vincere la paura che non gli dovesse mancare, da un [...]
[...] momento all'altro, fuori di casa sua.... E allora il suo tesoro?... quali mani rapaci non sarebbero state lì pronte a frugarlo e portarglielo via [...]
[...] , senza che egli, muto e inerte cadavere, - 154 - avesse potuto dir nulla, e accusare l'infame!... La possibilità d'un ladro postumo che, oltre il [...]
[...] !... Per non correre questo rischio dunque, quasi propendeva di consegnare il portafoglio alla Beppa, ma quel fantasma del ladro gli risbucava allora [...]
[...] più che mai bieco e sinistro nella brutta figura di Gasparino, il marito di colei. Gasparino era tomo, sapendo di avere il morto in casa, di [...]
[...] l'eredità e privarne il figliuolo non suo, e così vendicarsi dei torti di quella moglie odiata; torti che la Beppa non aveva fatti soltanto al marito [...]
[...] inoltre come fidarsene di lei con quella lingua? dunque alla Beppa no! piuttosto il portafoglio l'avrebbe buttato nella cisterna che affidarlo a quella [...]
[...] , fra tutti, il partito peggiore.... Appoggiandosi al bastoncello, cominciò a girellare passin passino per le sue quattro stanzette sempre [...]
[...] aduggiate dall'aria tetra e colata del cortile signoresco. Guardava qui, guardava là, aguzzando que' suoi occhi lubrici tra il coniglio pauroso e la volpe [...]
[...] scaltra: guardava per vedere d'escogitare un nascondiglio: il nascondiglio più segreto, più impenetrabile che fosse possibile mai, e non riesciva [...]
[...] civettescamente a non parlargli più, a fargli il muso, e cessò pure di raccomandargli la cura di Rapolano. Ma ormai la fiducia in quelle terme, le [...]
[...] rilasciato alla buona grazia, alla cortesia del bagnante, il quale poi era anche padrone di non dar nulla. — " Tre paoli! " gridarono quella sera gli [...]
[...] . - 157 - " Avrà cinquant'anni per gamba, " soggiunse il vinaio ridendo, e poi subito facendosi serio: " tre paoli! ma si gira! ehm, se [...]
[...] ' lunghetto il viaggio: mi dà pensiero con queste doglie trenta miglia!... e quanto ci mette la diligenza? " " Cinqu'ore. " " Cinqu’ore!... basta [...]
[...] uno ad uno se n'andarono tutti, cantando e fischiando per la strada. Il vinaio, facendo un gran rumore, finse di chiudere la taverna, ma ne lasciò [...]
[...] raccomandarle il silenzio, e insieme voleva alleggerirsi di quel pensiero, misto di sospetto e di malumore, in cui lo metteva da un pezzo in qua il [...]
[...] pesta femminile, accompagnata da una timida tosserella. Il vinaio, che stava lì sulle spine a aspettare, aprì piano piano l'uscio, la Beppa entrò [...]
[...] . Il vinaio, venendole dietro col bastoncello, s'ingegnava di prenderla con le buone e di portarle con voce soave delle ragioni che erano ottime [...]
[...] , ma essendo contrarie ai desiderii di lei, ella persisteva a tacere o molleggiare: il vinaio le faceva delle moine, ed ella gli voltava dispettosa [...]
[...] le spalle: era un continuo voltargliele e rivoltargliele, e, per parte del vinaio, un continuo andarle dietro e girarle attorno. Il vinaio alla [...]
[...] fine si buttò stanco a sedere, soffiando, battendo il bastoncello, agitandosi sulla sedia, e sospirando. Ella s'accorse subito d'aver troppo [...]
[...] confidarle, prima ch'egli partisse per Rapolano, dove facilmente poteva lasciar le cuoia, il segreto del portafoglio. L'assalì dunque, disperata e [...]
[...] ! " Ci ho già pensato! ci ho già pensato! " ripetè con angoscia il vinaio; " ma perchè non lasciarmi in pace tanto che torni da Rapolano? quando [...]
[...] mi vendicherò! a chi lascerò il mio non lo so! no, non lo so! e ve ne dovrete pentire, infami infami! assassini! " La Beppa, quantunque non [...]
[...] sospetti che avevano riguardo alle sue disposizioni testamentarie, e al luogo o alle mani in cui avesse depositato il suo capitale. Era meglio dunque [...]
[...] . " " Laus Deo! così mi piace! " disse il vinaio, e le dette le cento lire: quindi, tolto da un ripostiglio un bel paniere di frutta, gliele mise [...]
[...] certo dubbio natole a un tratto, che il portafoglio l'avesse dato a custodire al fratello. " Sì, abbiamo regolato le partite dell'olio [...]
[...] frutta! " rispose la Beppa ridendo: " ho capito via: v'ha mandato il becchino a darvi il buon viaggio. " - 162 - " E io le do a te, " disse [...]
[...] il vinaio. " Io mangiare le frutta del becchino? no veh! no davvero!, Dio me ne liberi! odoran di morto, odoran di camposanto lontano un miglio [...]
[...] . " " Perchè ricordare il camposanto ora? non mi dar questo dispiacere, Beppina! o sappian di morto o di vivo, son buone: sentile, portale a [...]
[...] casa. " " Ben, via, n'accetterò una sola per gradire: datemi ora un dito di vino per bere alla vostra salute. " " Con tutto il cuore, Beppina, " e [...]
[...] anche a farlo cantare. " No sai: il medico me l'ha proibito per via delle doglie. " " Bevete bevete! i medici non sanno nulla: sono una massa [...]
[...] d'ignoranti e d'impostori: il vino rigoverna lo stomaco. " " Anche a te, Beppa, ti piace di sentirtelo scorrere...." e fece un certo gesto, e [...]
[...] sogghignando tirò giù un sorsellino. " Lo credo! " " Le donne quando hanno bevuto sono più calorose, " osservò il vinaio ritornato arzillo, - 163 [...]
[...] - e posò sulla tavola il suo mezzo bicchier di vino. " Allora si sta ferme come minchione, " disse la Beppa lisciandolo tortuosamente con una [...]
[...] , bisogna empirli! " e ricolmò il bicchiere al vinaio che rimase esitante e voglioso a guardarlo. " Siete furbo voi eh? vorreste farmi bere eh? ma se [...]
[...] non bevete voi, non bevo neppur io, carino! " ella soggiunse, guardandolo con rapace e sorridente procacità. Il vinaio subì il fascino di [...]
[...] . La Beppa, non essendo riuscita a strappargli il segreto del portafoglio, se n'andò via col rammarico d'una gatta coscienziosa a cui sfuggì il [...]
[...] topolino, ma molto si fida della sua zampa. - 164 - Se però quegli amplessi e quei quattro o cinque bicchieri non produssero subito il loro effetto [...]
[...] insopportabile di fuoco per tutto il corpo, ora aveva il braccio e ora il piede informicolati, si sentiva continui brividi, continue scosse [...]
[...] taverna, panciuto e tronfio, battendo con vivacità il bastoncello, e ficcando il dito a stimpanarsi forte l'orecchio. Si fece sull'uscio a strolagare [...]
[...] il cielo, e vedendolo squallido e abbassato su i tetti, con quella sudicia nuvolaglia che aspetta il vento e il fulmine che la squarci, credè [...]
[...] petrolio) e respingendo Gustavo, volle a ogni costo scendere solo in cantina a trombare il vino, e misurare quanto ne lasciava nelle botti avviate [...]
[...] . Puntava il bastoncello, avanzava il piede per iscendere un altro scalino, e la lucerna nella mano paralitica gli tremava, ed egli alzandola a [...]
[...] guardare la scala buia e lunga, pareva, scendendo, avventurare il corpo sopra un abisso. Nella taverna, di sopra, non v'erano, a quell'ora, che Gustavo [...]
[...] e due manovali, bianchi di calcina e di gesso, che mangiavano il loro pane e cipolla, bevendovi un quartuccio di vino: tacevan le voci umane, e le [...]
[...] mosche, riempiendo a torme nere i sudici tavoloni, e stando immobili per il muro, che vi parevano appiccicate, anch'esse presentivano il turbine [...]
[...] goccioloni a martello su i tetti ottenebrati e le vie. - 166 - Il vinaio non ritornava: Gustavo scese in cantina, e, dopo pochi momenti, risalì [...]
[...] mano! " I due manovali scesero in furia anche loro, e trovarono il vinaio colà dove l'aveva visto Gustavo: lo trovarono disteso per terra, con le [...]
[...] spalle appoggiate a una botte, in mano la tromba da vino, e la testa giù penzoloni sul petto. Gli rialzarono un poco il mento, v'accostarono la [...]
[...] che il burattinaio butta là, dopo la commedia. " È morto! è morto! " gridò Gustavo, e ruppe in un pianto. I due manovali lo presero risoluti [...]
[...] , Angiolina? — O come mai? — Come si fa presto a fare il ruzzolone, davvero! — Gli vo' dire un rosario, povero Nando — Aveva sempre le buscherate [...]
[...] testamento? — Mah! c'è chi dice di sì, e chi dice di no — Io dico che ha lasciato tutto alla Beppa — Dicono che il capitale l'abbia lasciato a Gustavo [...]
[...] di giudizio — Eh il conto suo lo sapeva, e deve aver lasciato molti quattrini - 168 - — Non si può dire che abbia lasciato nè venti, nè trenta [...]
[...] confidenzioso — Io dico che rinvivisce a fargli vedere il fiasco o la Beppa! — Gnamo gnamo, porta rispetto! — Oh, povero Nando, chi l'avrebbe detto ieri [...]
[...] all'enormità della - 169 - circostanza: tale rappresentazione si potrebbe dividere in varie scene. Scena prima: Ella guardò il morto [...]
[...] raggiungere nella disperazione il massimo effetto. Scena seconda: Passò quindi a una varietà d'atti e d'attucci con la testa e col corpo, dondolandosi [...]
[...] avanti, dondolandosi indietro, appoggiandosi a questo, appoggiandosi a quello per non svenire, con la destra premendo il cuore, e torcendo il capo [...]
[...] come vediamo fare alla gatta quando si lecca. Scena terza: Cominciò a muoversi intorno scongiurando gli astanti a ripeterle il funestissimo caso [...]
[...] pareva si fosse posta in diretta corrispondenza con la bell'anima del defunto. Scena quinta: S'alzò, si fece il segno della croce, sostò immobile un [...]
[...] poco, si tenne un poco il fazzoletto sugli occhi, e così bendata fu presa - 170 - da un tremito convulso piangendo: quindi si strinse al seno il [...]
[...] suo Gustavo, e poi se lo ristrinse un'altra volta in disparte, domandandogli se il povero Nando aveva il portafoglio in saccoccia. " No, " le [...]
[...] rispose il figliuolo piagnucolando, " andate di sopra; è tutto aperto, in qualche luogo lo troverete: presto! " " Mettiti sulla porta, " ella gli [...]
[...] vide che nessuno badava a lei, essendosi di nuovo tutti rivolti a guardare il morto e a discorrerne, girò, più rapida d'una biscia che si ripone [...]
[...] domandava a Stefano dove corresse tanto, egli rispondeva: " È morto il mi' fratello: " con quella stessa voce con cui avrebbe annunziata [...]
[...] : Filusella, tenendosi stretto al petto con le due mani il cappello, gli veniva dietro timido, silenzioso, senza guardar nessuno. Stefano ruppe la pressa [...]
[...] cagione delle nere occhiaie e delle livide rughe, un certo moto d'ombre che lo rendeva più spaventoso. Stefano si scoprì tacitissimo il capo e si [...]
[...] presso il morto, a cui allora, scorrendo a fretta a fretta la corona, bisbigliava il rosario: nessuno, fuorchè Gustavo, l'aveva vista andare e venire [...]
[...] . Ma in quel momento il suo viso non poteva serbar sempre quella maschera di falso cordoglio: di - 172 - sotto la maschera trapelava spesso tale [...]
[...] imperiosità e tale dispetto, che pareva covare in seno un'ingiuria atroce, e star lì pronta ad aspettare il momento di far valere un proprio [...]
[...] che le dava e quelle che riceveva da lei, che pur seguitava a bisbigliare fervidamente il rosario, erano come un irrompere di mute saette: una [...]
[...] far voi! " " Io sono il fratello. " " E io son l'amica. " " E chi è stato il primo, " egli domandò, " ad avvedersi del morto giù in cantina [...]
[...] per la cura di Rapolano. " " Non è vero, e se il portafoglio non si trova, tu l'hai rubato! " tonò Stefano vibrandogli contro l'indice teso [...]
[...] veniste dal povero Nando! " " Io l'ho rubato? ah villanaccio! " gridava Gustavo. " Io? l'ho rubato io? " gridava Stefano battendosi il petto, ed [...]
[...] appartenuta alla nostra medesima religione) ci leviamo sempre benignamente il cappello, anche quando il suo umile stato l'abbia sempre sottratta da [...]
[...] - 174 - tra la gente che circondava il cadavere un mormorio e poi un clamore sincero d'indignazione. Come!... il povero Nando era appena [...]
[...] polsi e alla vita, stiravano innanzi il collo, gonfiavano innanzi il petto tentando di rompere tante braccia, e avventarsi a Gustavo: e Gustavo [...]
[...] le buone non bastavano, come disse il capitano nel suo rapporto, gli sbirri cominciarono a far piazza pulita in altra maniera.... Questo si [...]
[...] , malmenati e frugati. Ma il portafoglio non venne fuori.... La Beppa, per farla chetare, il poco cavalleresco capitano le diè uno schiaffo, che fu [...]
[...] dragoni napoleonici, si gettarono qua e là - 176 - a sedere per le panche dell'oscura taverna, e ora guardavano il morto, e ora ghignavano facendo [...]
[...] orribili boccacce ai quattro delinquenti silenziosissimi e truci.... Intanto il cancelliere del tribunale, seguito dal capitano e dal [...]
[...] coadiutore, frugava tutta la casa, e apponeva su tutte le cose del morto il regio sigillo. Stefano si pentiva d'essersi lasciato trascinare dall'ira [...]
[...] : quanto gli avrebbe giovato di più la prudenza! Poteva darsi, anzi era probabilissimo, che suo fratello avesse riposto il portafoglio su in casa [...]
[...] sentiva discorrere per le scale della cantina, e poi su al mezzanino. Ma finita la visita, il cancelliere riscese in bottega, e disse che il [...]
[...] ...." disse quindi la Beppa. " Fate silenzio! aspettate d'essere interrogata, " gridò il capitano degli sbirri. " Vi permetto di parlare, " disse il [...]
[...] cancelliere più civilmente, " e lei, coadiutore, scriva. " " Ieri questo villanaccio...." " Male! s'incomincia male! " esclamò il cancelliere [...]
[...] quest' omo venne, lustrissimo, a visitare quel poveromo là.... il povero Nando, che doveva andare a' bagni di Rapolano, e che son certa e sicura [...]
[...] due braccia come Sansone quando abbracciò le colonne. " Silenzio! " gl'intimò il cancelliere. " Ne sono certa e sicura, sor cancelliere, " ripetè [...]
[...] asserirlo? " " Me lo disse ieri sera il povero Nando. " A quella menzogna improvvisamente scaricatagli dalla Beppa, gli occhi di Stefano parvero [...]
[...] quelli d'un falco, quando a un'orrenda beccata dell'avversario erge il collo repentino per avventarsi. Alla Beppa invece era parso di dire una [...]
[...] verità, tanto desiderava che Stefano apparisse agli altri, come senza alcun dubbio appariva a lei, il vero ladro del portafoglio. " Posso parlare [...]
[...] il cancelliere, e rivolgendosi di nuovo alla Beppa, con astuzia curialesca le domandò: " E dite, che somma conteneva quel portafoglio? " " Io [...]
[...] non lo so, " ella rispose sdegnata come - 179 - se quella domanda del cancelliere l'avesse offesa nell'onore, " so che il povero Nando non trovava [...]
[...] ? " " Parlate. " " Ragionare è un conto, " gridò Stefano, " e voler dire una cosa è un altro! ah dunque il mi' fratello gli disse a lei d'averlo dato a [...]
[...] me il portafoglio? " " Sì: non è vero Gustavo? " " È vero, è vero! " " Oh impostori! calunniatori! inventori! bugiardi! ah se non fossi legato [...]
[...] sarebbe venuto il momento di farvela vedere: chi vi scamperebbe? chi? assassini! Filusella, non senti? " Filusella sentiva pur troppo e tutto pesto [...]
[...] e malconcio, col suo cappelluccio fangoso che gli era caduto ai piedi, guardava con fulmineo stupore la Beppa, Gustavo, il cancelliere, gli [...]
[...] sbirri, il su' babbo: voleva dire e stava per dire un monte di cose alla volta, e non trovò il verso di dirne una. " Bugiardi! " seguitava a dire [...]
[...] tutto! per tutto! e se trova il portafoglio mi faccia tagliar la testa: il portafoglio l'ha avuto lei! gliel'ha cavato di sotto lei al mi' fratello [...]
[...] ! lei! sì lei!..." " Calunnia! calunnia! calunnia! " strillava la Beppa volgendo il viso per non vedere Stefano, e alzando inorridita le braccia [...]
[...] il cancelliere, " che davanti al magistrato non son permesse contro chicchessia le parole ingiuriose? " " Quella buona donna allora. " " Non son [...]
[...] permessi neppure i sarcasmi! " gridò il cancelliere. " Quella donna, " ripigliò Stefano, abbassando gli occhi furibondi, e parve ringoiare un [...]
[...] ruggito. Dopo qualche minuto di tremendo silenzio, - 181 - il cancelliere, squadratili tutti e quattro, disse soavemente: " Basta per oggi: vadano [...]
[...] pure. " E scortati dagli sbirri furono condotti tutti e quattro, frementi e sospirosi, in prigione. XII. Il fatto levò rumore, gli sbirri furon [...]
[...] lodati per la prontezza con la quale eran corsi a metter fine al disordine, e il nome del morto profanato, del povero Nando, correva per le bocche [...]
[...] di tutti. Non trovavano parole bastanti a condannare la venalità di quel villanaccio che, invece di piangere il fratello, aveva pensato solo [...]
[...] ai quattrini, facendo tutto quel putiferio. Con questa lodevole indignazione mostravano tutti una tal purità di sensi e tanto disprezzo per il [...]
[...] danaro, che certo era una vera compiacenza, una dolce maraviglia l'udirli. Tutto il torto lo davano a Stefano, perchè la Beppa se ne stava lì [...]
[...] zitta zitta accanto al morto a dirgli il rosario, tutta immersa nella preghiera e nell'afflizione, e non avrebbe aperto bocca a ripeter nulla, e [...]
[...] tanto meno poi in quel momento, se non era il primo Stefano a provocarla, incolpando lei ed il figliuolo d'aver rubato il portafoglio. Così diceva [...]
[...] il vinaio mettervi mille volte i biglietti di banca, e lo portava sempre con sè, non osando di mostrare troppo apertamente d'essere ricco, ma [...]
[...] lasciandolo un poco subodorare per essere più stimato e più riverito. Tutti dunque affermavano con assoluta certezza che il vinaio aveva lasciato [...]
[...] gran capitali: e chi diceva venti, e chi cinquanta, e chi ottanta, e chi centomila. Dov'erano andate tutte queste ricchezze?... chi era il [...]
[...] ladro?... questo era l'importante, questo era ciò che si voleva sapere. S'aspettavano dunque da un giorno all'altro che il ladro fosse scoperto [...]
[...] scommessa l'ha vinta il tale, oppure il tal altro: — ma fallirono, perchè riuscite vane le perquisizioni in casa di Stefano e della Beppa [...]
[...] , non è a dire a quali censure non rimase esposto il governo; censure che erano tollerate perchè non di natura politica, ma dicevano tutti che i [...]
[...] danari dello Stato erano spesi molto male a pagare degl'impiegati così inetti, così pimmei. Su quei quattro intanto rimase il sospetto del pubblico [...]
[...] severissimo. Quando Stefano dunque, uscito di prigione, come unico erede del fratello ne riaprì la cantina per vendere il vino che ancora rimaneva [...]
[...] serve e le ciscranne della strada, anch'esse indignate contro di lui; fu costretto a ribassare grandemente il prezzo, e allora ci fu tal folla di [...]
[...] tuba, la canna d'India, il rotolò con la nappa, e le giubbe: quindi se ne tornò con quei pochi al podere, e nell'antico palazzo dei conti Della [...]
[...] Pula si vide chiuso finalmente anche il finestrino della cantina: un finestrino che colpiva così chiuso col suo silenzio, dopo che per tanti anni [...]
[...] aveva raccolto intorno a sè tutto il buonumore e tutto il chiacchierio di quella malinconica strada. Tornato al podere, la fatica e l'aria libera e [...]
[...] , sicchè favoleggiavano di somme troppo maggiori del vero, e il cruccio e il rammarico crescevano in proporzione del danno che credevano d'aver [...]
[...] fallace, quantunque, per sua disgrazia, fosse la sola che il caso potesse offrire ai sogni ardenti della sua cupidigia. Questa sua cupidigia [...]
[...] condotto a realizzare il suo sogno, contadino e rozzo e inesperto di troppe cose come egli era, non potevano che traviarlo, e frullargli il tormento [...]
[...] lì in quel magro capitaluccio insufficiente ad assicurare al figliuolo e ai nipoti la proprietà del podere, mentre sperava il podere di poterlo [...]
[...] perdeva l'affezione anche alla terra, parendogli tutto inutile il sudore che vi aveva sparso ogni giorno. Tanto ormai era vecchio, si vedeva [...]
[...] sarebbe occorso campare per arrivarci! Il suo Filusella dunque e i suoi nipoti sarebbero rimasti sempre poveri, sempre contadini disprezzati e schiavi a [...]
[...] alla Beppa e a Gustavo di rubargli l'eredità: un’eredità a cui come il primo dei Casamonti, e per la lunghissima servitù prestata al fratello, lui [...]
[...] solo aveva diritto! Egli ragionava così: e la coscienza di questo preteso diritto, il sentimento dell'offesa e del danno conseguiti - 188 [...]
[...] - alla violazione di esso, cambiavano il suo cuore in una vera fucina d'odio; tanto che se egli fosse stato meno capace di quelle riflessioni a cui lo [...]
[...] portava il pensiero della galera e della sua totale rovina, sarebbesi abbandonato tutto a seguire quegl'impulsi violenti che trascinano sempre al [...]
[...] male, se il timore non li rintuzzi, o la ragione, per nostra disgrazia sempre più tarda di essi, non sorga in tempo a mostrarcene l'ingiustizia, o [...]
[...] il caso non ci metta sott'occhio la verità. Una sera seguiva quest'ordine o questo precipizio d'idee, tutti dormivano in casa (Giovanna era morta [...]
[...] letto anche lui, sapendo che il letto da un pezzo in qua gli negava il sonno, gli era increscioso. Stava seduto in un vecchio seggiolone di cuoio [...]
[...] trovare in così povera casa. Ma que' seggioloni erano sparsi un tempo per tutto il grande e rovinato palazzo dei conti Della Pula, e quello era rimasto [...]
[...] , pensando che gli avrebbe fatto comodo per riposarvisi la sera, dopo il lavoro. In famiglia lo riguardavano tutti con una specie di riverenza, e [...]
[...] , fuorchè il babbo, nessuno vi si sedeva. La figura di Stefano acquistava da quella nobile sedia, in faccia a quel vasto camino, l'apparenza maestosa [...]
[...] una tal quale finezza tutta toscana di tratti, e il labbro sottile; come era bieco talora e cupo il suo sguardo! come concentravasi in un pensiero [...]
[...] rubato loro! — Tanto il vecchio odio contro la Beppa e Gustavo, e l'abitudine di vederseli sempre di fronte a contendergli, con vigilanza e [...]
[...] di nutrire e accrescere quel suo odio in tale certezza, tanta voluttà provava il miserabile cuore di quell'uomo nell'attizzare e aspreggiare la [...]
[...] davanti agli occhi, o come se fosse rimasto sorpreso innanzi a un'improvvisa rivelazione: scattò su in piedi, e andò tentoni cercando il lume per la [...]
[...] aveva trovato il mezzo di ricordarsi che quel seggiolone antico dove sedeva, esso solo gli era sfuggito, perché, non dovendolo vendere, l'aveva [...]
[...] . Andava tentoni, e picchiando qua e là, le mani tremanti, cercava il lume, e s'impazientiva di non trovarlo subito nel momento.... Lo trovò, l'accese [...]
[...] , e curvò la lunga schiena a guardare con attenzione grandissima il seggiolone troneggiante innanzi al basso camino. Di sopra il bel cuoio a [...]
[...] di sotto l'alto e duro guanciale, - 192 - ne sentì in un angolo ricucita e sovrapposta la tela. Capovolse la sedia, e toltosi il coltellaccio [...]
[...] di tasca, sbranò la tela da un capo all'altro, strappò via un grosso batuffolo di crini di cui era imbottito il guanciale, vi cacciò dentro la [...]
[...] scava e scava finchè talora trova il modo d'arrivare alla luce, o di scorgere il vero. Gli corsero i rigori da capo a piedi a pensare che anche [...]
[...] guardando come rimbecillito o trasecolato il seggiolone capovolto e squarciato, e il grosso portafoglio che stringeva nel pugno. Era quel medesimo [...]
[...] portafoglio che il - 193 - suo fratello tanti anni prima s'era tolto di tasca quel giorno che fecero insieme il contratto del podere! " Oh [...]
[...] tante volte! che tu possa essere benedetto in eterno,... e questa lettera sigillata? dev'essere il suo testamento, e se avesse lasciato tutto a me [...]
[...] ! allora io non ho che mostrarlo, e poi comprare il podere: non so leggere! non so leggere! " Dopo un po' di consiglio preso con sè medesimo, si [...]
[...] beccamorti, ad ottenere il quale aveva dovuto anche lui sottoporsi da ragazzo a quella prima stroppiatura dell'uomo, che è la cattiva scuola. Egli [...]
[...] dimostravano con quella musica discorde, intollerabile a orecchi desti, quanto il loro sonno fosse profondo. " Svégliati! " " O madonna! madonna! " gridò [...]
[...] Carmelinda, alzandosi a sedere sul letto, e sporgendo le mani contro l'ignoto che veniva affannoso di notte a violare il suo talamo. " Zitta: son [...]
[...] io, il babbo! non mi vedete? " " Sì: o che volete? " " Ho bisogno di parlare a Filusella; chiamatelo anche voi: chiamatelo, via presto [...]
[...] !... scotetelo forte! " " Filusella! Filusella! il babbo vi vuole! " Ma ce ne vollero delle chiamate negli orecchi e degli strattoni prima che il beccamorti [...]
[...] , soffiandogli negli orecchi: " Svégliati, perdio!... che il portafoglio del povero Nando è trovato! " " E dove l'avete trovato? " egli rispose, ficcando [...]
[...] all'uscio a guardar nel campo in cui rideva la luna: " era nel portafoglio; dev'essere il suo testamento. " Filusella, non leggeva troppo spedito [...]
[...] , nè il vinaio aveva una molto chiara calligrafia: nondimeno tanto fecero che arrivarono finalmente a capire l'ultima volontà del defunto [...]
[...] Firenze, e colà maritatasi a un ombrellaio: e di tutti era indicato dal testatore coscienzioso il domicilio e il mestiere. Quanto poi al proprio [...]
[...] fratello Stefano, con lui il testatore non credeva d'aver obbligo alcuno, perchè troppo bene s'era servito da sè nelle raccolte del podere.... " Oh [...]
[...] , anima buggerona! " sclamò Stefano a questo punto: — e aveva sempre mostrato in ogni cosa, continuava a dire il testamento, di non ascoltare [...]
[...] ! questi quattrini son miei: io sono venuto al mondo prima di loro, io sono il più vecchio dei Casamonti, io al mi' fratello gli ho fatto il servitore [...]
[...] tutta la vita, io per lui ho sofferto la carcere, ho sofferto perfino il nome di ladro!... È Dio benedetto che ha voluto così per riparare [...]
[...] all'ingiustizia d'un fratello ingrato! sì ingrato! e io sarei il più gran baggiano di questo mondo, se ora non mi prendessi tutto: questa è roba mia [...]
[...] ! quando scrisse questo foglio dicerto aveva bevuto, tu sai che aveva il vizio di bere: no, questo non è un testamento in regola! " E accostatolo [...]
[...] al lume, il testamento andò in fiamme, ed egli soggiunse: " Ecco, ora è festa finita! domani darai - 198 - questi tre paoli al cappellano [...]
[...] l'operato del babbo, e si rallegrava tutto pensando che quell'oro era anche suo: l'oro — il quale, come diceva quel tale abate ai discepoli [...]
[...] girare il fuso e cantarellare sulla porta di casa, chiamando ora l'uno e ora l'altro de' suoi figliuoli, e Filusella continuò in cappa nera e con [...]
[...] le cigne in mano a attendere zitto zitto la Misericordia col morto, nell'atrio del camposanto. Stefano anzi raddoppiò il lavoro premendogli [...]
[...] dire, l'erba del campo, o meglio i cardi e l'ortiche di quel tratto incolto che s'estendeva fra il cimitero e la casa del contadino; in quel [...]
[...] limite il caso aveva voluto che fossero seppellite alcune delle lingue più operose del luogo. Sarebbe troppo contrario al bel costume di prodigare la [...]
[...] sarebbe lode troppo modesta il riconoscere soltanto del sale in ciò che erano venute producendo incessantemente. Ora quel loro sale lo facevano tutto [...]
[...] il - 200 - giorno e la notte, ma senza apparecchio meditato e ingegnoso, senza falsi ingredienti, senza rumore di cilindri, senza strepito di [...]
[...] rotelle, nè di pulegge. Ammiriamo dunque anche in questo fenomeno il provvido magistero della sapientissima natura che non produce nulla [...]
[...] istituto d'educazione, gustava molto di queste patate. " Le patate, " ella diceva a Stefano, " sono il cibo più sano, più leggiero e più nutritivo [...]
[...] che Stefano, da qualche tempo, era divenuto un altr'uomo: la divina misericordia finalmente gli aveva ammollito il cuore, perchè era più [...]
[...] trattabile, più giusto nel peso, più rispettoso, anzi ora era rispettosissimo!... e non stava più tanto a leticare come prima per il soldo e il [...]
[...] quattrino. Carmelinda (a cui Filusella erasi ben guardato di confidare il segreto) faceva ben capire, parlandone sulla porta del podere, che quel [...]
[...] lo sapeva prendere quella donna. E Carmelinda ne sorrideva giovialmente e se ne gloriava. Quelli poi che, per il piacere di sentirlo inveire [...]
[...] cristiana rassegnazione: " Non me n'importa, il Signore non l'ha voluto, e ci vuol pazienza! nacqui povero e povero morirò: non l'avete visto sulla [...]
[...] mai di pungere il cuore di chi la pensa e la compie. Se oggi Stefano appariva più ragionevole e calmo perchè non più attristato dall'odio e dal [...]
[...] rammarico delle speranze fallite, quante altre cure - 202 - non l'agitavano! l'agitavano la paura, il sospetto, e di quando in quando un po' di [...]
[...] che Stefano era divenuto migliore nel modo che il mondo vuole che uno sia tale. E se oggi dall'onda della fortuna (una fortuna più trista che buona [...]
[...] malsano, tra la necropoli etrusca e il mare infinito. In que' luoghi Stefano si dava per un fattore, vendeva la cattiva vaccina che ci aveva portato [...]
[...] - 204 - di 15 francesconi l'uno, che il nonno gli legava alla tasca della giacchetta, temendo non li perdesse. Ma Argo già mugolava, e la gente [...]
[...] bel giorno che egli aveva comprato il podere del cimitero sborsando un acconto di novemila lire, e prendendo tempo all'intiero pagamento dieci [...]
[...] Stefano, nulla che lo provasse ladro dell'eredità del vinaio, che ormai dormiva da cinqu'anni il sonno eterno. La Beppa e Gustavo non se ne potevano [...]
[...] indagini e le ricerche: per cui il vicario, seccato da queste pretese irragionevoli, come definitiva conclusione un giorno disse a Gustavo: " Vi [...]
[...] questa somma fu da lui aumentata mediante il frutto del 5 per %, mediante le raccolte abbondantissime, e i guadagni della vendita in piazza [...]
[...] rigorose: perchè per parte vostra e di vostra madre è proprio una fissazione e anche una malvagità quella di venirci sempre a far perdere il tempo [...]
[...] tanto poco praticabili che il rimedio era peggiore del male; e non una parola che mirasse piuttosto a calmare e non incitare di più gli spiriti di que [...]
[...] , e si perde in mezzo alle crete. Ebbero l'avvertenza, per aver libera alle spalle la ritirata, di non scostarsi troppo dalla siepe che cingeva il [...]
[...] ! o ladri! o bifi! o spoglia morti! uh uh ih! " così furono salutati da coloro laggiù di lontano nella valletta verde. Il cane riempiva de' suoi [...]
[...] occhi intenti a guardare. Gustavo e i suoi amici, vedendoli sì pazienti, raddoppiarono l'urlata, e si gettarono in mezzo a pestare il grano, a [...]
[...] aria, giù per il pendio del colle molto scosceso, e coloro, quando si sentirono ronzare vicino i poderosi bastoni, schizzarono dalla siepe che il [...]
[...] d'avere associato al suo odio contro Stefano degli alleati; e quali alleati! " Bisogna pigliarlo a solo quando non ha il cane! " dissero, e [...]
[...] secoli, tra le mura d'un antico baluardo: dietro il tetto spuntano tra i rami degli ulivi le campanuzze delle monache di Sant'Anna. Una volta ci [...]
[...] abbandonata a ricordare nella sua gentile e decadente umiltà la bella architettura di certe modeste dimore del cinquecento. Ma il luogo è quasi deserto [...]
[...] agli agguati. " Eccolo! " Stefano aveva passato il vecchio arco che dalla città mette nel prato delle Burella, e si avviava solo solo verso quella [...]
[...] sonare querule ed argentine le ventiquattro, e tacevano vibrandone ancora il suono per l'aria oscura: il vecchio contadino, venendo oltre, non li vide [...]
[...] spiare. " Dunque tu l'hai comprato il podere col sangue levato dal portafoglio di mi' padre! " disse Gustavo, volendo indurre il contadino ad [...]
[...] attaccarla pel primo. " Ma tu non sei il figliuolo di Gasparino? " - 210 - domandò Stefano senza mostrare inquietudine alcuna, se non nel ciglio [...]
[...] aggrottato e nell'occhio attentissimo. " No: io sono il figliuolo di Nando, e tu, assassino, m'hai spogliato! " " Che dici mai! tu sei figliuolo [...]
[...] ...." " Oh! tu che dai a tutti, a me non mi dai! " gridò un abbaiatorello smilzo come un'anguilla, levando su il dito indice fino a toccare il mento [...]
[...] del vecchio. A quel nuovo insulto egli non si potè più tenere: volendosi aprire il passo, ne prese uno alla vita, e lo rovesciò come l'orso [...]
[...] rovescia a pancia all'aria il mastino, per adoprare le branche contro un altro mastino che l'azzanna da tergo. E così ne caddero altri, mentre tutti [...]
[...] rialzarsi ancora da terra; e si rialzò, ma sospinto di nuovo a tergo ricadde con Gustavo che ancora stringeva, e lo coprì con tutto il corpo, e lo [...]
[...] montagne ridenti. Gustavo, riavuto dopo poco il conoscimento, inorridì a trovarsi Stefano sempre addosso, ma che non si moveva più, e sanguinava [...]
[...] proprio il gemito d'una persona che moriva laggiù sola in fondo al prato, vicino alla casa dell'arcidiacono, e bisognava soccorrerla. Corsero a [...]
[...] monastero e la folla vociferante e brulicante pel prato. Il medico verificò la morte di Stefano, riconobbe come gravi le ferite di Gustavo; ferite che [...]
[...] formalità che domanda la legge, il Capo-Guardia della Misericordia battè la mano: a quel cenno gl'incappati alzarono su i due cataletti, otto di loro vi [...]
[...] sottentrarono con la spalla, e il nero corteo s'avviò allo spedale tra i bagliori funerei delle torce che spandevano per quelle vie anguste e [...]
[...] morto passò rapido innanzi, in mezzo al rumore delle corone che cingevano i fianchi, e giunse assai prima allo spedale. Il cadavere di Stefano fu [...]
[...] deposto subito sul marmo della sala anatomica. Il regio procuratore, il medico fiscale, il chirurgo maggiore, e un praticante di medicina in [...]
[...] gabbanella circondavano l'ucciso, aspettando che il - 214 - pappino l'avesse spogliato. Toltagli la camicia sanguinosa, apparvero quelle solide [...]
[...] proprio dei corpi spenti: e tutti coloro sporsero il collo. Egli aveva cinta e ben fiancata la vita da una larga fascia di cuoio, la quale sosteneva ben [...]
[...] saldo, aderente alla carne, un... " Un portafoglio! " gridarono tutti. " Dev'essere il famoso portafoglio! " soggiunsero, e visto che conteneva [...]
[...] particolari del suo cantuccio, e non tutti gli altri che accadono in ogni angolo della terra, e di cui oggi ogni ciabattino che legga il giornale [...]
[...] polizia. La Beppa, quantunque avesse il figliuolo in serio pericolo allo spedale, nondimeno, tra le lacrime e le smorfiette, non poteva celare la [...]
[...] sua gioia per il trionfo, ella diceva, dell'innocenza. Quella povera donna infatti aveva detto la verità affermando che il portafoglio era stato [...]
[...] che venissero a perdere ogni traccia del portafoglio, quando lui invece, il giorno che avvenne quel tafferuglio nella taverna, l'aveva addosso [...]
[...] !... già l'aveva addosso il portafoglio! oh, che imbecilli! — Così s'andava dicendo, e parlando di Gustavo si compiacevano di dipingerlo peggio d'un [...]
[...] le deposizioni di alcuni, ai quali Stefano, ne' primordi della sua carriera piazzesca, aveva fatto sentire il valore delle sue mani, che egli era [...]
[...] una pellaccia d'uomo violento e attaccabrighe, ci volle poco ai testimoni dell'altra parte, perchè il contrasto o l'effetto fosse anche più forte [...]
[...] , e ridondasse tutto a carico del villano, a rappresentare Gustavo quale sarebbe il docile agnello a petto al lupo crudele. Il sospetto che [...]
[...] Gustavo fosse stato il ladro del portafoglio era l'unica ombra che avesse - 217 - offuscato, per qualche anno, la sua onesta riputazione: ora la [...]
[...] persona. Dunque, per farla breve, Gustavo fu assolto: e tanto può il contagio della falsa sentimentalità, o d'un'idea ingrossata dal consenso [...]
[...] , ci mancò poco, ed ebbero pena mite. Il desiderio della parte peggiore del volgo, cioè della maggioranza, fu del resto benissimo interpetrato [...]
[...] dall'uomo di legge, dal difensore, il quale nella narrazione oratoria rappresentò Stefano per la figura più tetra e sinistra che mai fosse sorta [...]
[...] signori, andò di per sè medesimo incontro al proprio inevitabile, al proprio meritato destino. E valga il vero!... Non fu egli che avendo ricevuto [...]
[...] dal fratello Ferdinando il portafoglio in fiduciosa custodia, con la cospicua somma che in detto era contenuta, in luogo di produrlo [...]
[...] immediatamente, come doveva, in faccia agli eredi testamentari (imperciocchè io non dubito che in detto portafoglio non si trovasse contenuto pure il [...]
[...] testamento olografo del defunto), sel tenne invece nascosto e indebitamente se l'appropriò quando il fratello Ferdinando venne in compendio a morire [...]
[...] , anche il credito, anche il guadagno, anche il mezzo di procurarsi un onorato pane venne a mancargli? Non fu egli che comperando coi danari [...]
[...] sottratti agli eredi, e molto verisimilmente - 219 - allo stesso Gustavo di Gasparino, il podere del cimitero, suscitò naturalmente in Gustavo la [...]
[...] consolante speranza che, dove fosse riuscito a scoprire in lui il vero e unico autore del furto, avrebbe potuto rimuovere da sè l'ingiusto odioso [...]
[...] amici suoi, non dubitò invece (primo a trascendere alla violenza e nell'ira) di provocare in essi il giusto e legittimo diritto della difesa [...]
[...] addottrinato e imparziale può la verità anche da un piccolo segno o menomo indizio apparire, questo è il punto dove io mi voglio fermare, questo è [...]
[...] l'Achille de' miei argomenti. Perchè basta che riportiate, o signori, e sia pur per poco, il pensiero alla posizione in cui e l'uno e l'altro, cioè il [...]
[...] morto Stefano Casamonti e il ferito Gustavo Cirimbelli, furono trovati colà giacenti sul prato delle Burella, teatro nefasto del deplorevole [...]
[...] ognuno che ha fior di senno il naturalissimo impulso che, come essi confermano ad una voce, trascinò gli amici di Gustavo Cirimbelli a quell'atto [...]
[...] maggiore. Ed essendo essi ora chiamati a rispondere di quell'atto, sia mite, o magistrati, sia mite, se vuol'essere giusto, il vostro giudizio: sì, o [...]
[...] il dilemma è questo: o essi, esclusa l’intenzione d'ucciderlo, tentavano in tutti i modi che lor si porgessero acconci di far desistere Stefano [...]
[...] Casamonti dalla sua feroce violenza, ovvero abbandonavano il caro compagno ed amico, come tra gli artigli d'una belva s'abbandona la preda, in [...]
[...] balía di Stefano, il quale era già per farne orrendo e - 221 - ultimo scempio. E quale di noi, o signori, quale di quanti siamo qui raccolti [...]
[...] dell'implacabile, dell’inesorabile suo nemico.... ec. ec. ec.... Alcuni pochi, non persuasi o annoiatissimi, sbadigliavano e scotevano il capo, ma i [...]
[...] più si lasciavano rapire dalla parola, dal gesto, dalle sbracciate di toga dell'oratore che, levandosi e rimettendosi il berrettone, e asciugandosi [...]
[...] la collottola e il viso, si sporgeva tutto dalla tribuna, - 222 - e quando gridava più forte un mormorío di consenso scorreva per l'aula [...]
[...] occhi, e, mostrandosi impietosite, dicevano di comprendere ciò che dovevano sentire per lui le madri degli accusati. Nè vi mancò il giudizio d'un [...]
[...] letterato (giudizio che poi fu ripetuto anche dai non letterati), il quale sentenziò che egli univa a demostenica forza lo splendore di Cicerone [...]
[...] : dopo il qual giudizio quell'oratore, senza far altro, si godè per tutta la vita la nomea di bellissimo ingegno. In mezzo a tante ciarle, a [...]
[...] rivolsero qualche parola benigna che consolò il beccamorti. Ma più tardi, trovandosi solo sotto la volta del sotterraneo, il beccamorti dava giù certi [...]
[...] nulla che valesse a giustificare suo padre. Dicendo che suo padre una sera il portafoglio l'aveva trovato nell'imbottitura del seggiolone, era [...]
[...] il portafoglio zitto zitto intascato, distruggendo un documento che attestava in ben altro modo la volontà del fratello? Inoltre con una simile [...]
[...] figliuolo di Ferdinando Casamonti. Ma questi non avendolo riconosciuto legalmente per figlio, e mancandone il testamento, Gustavo, per quanto [...]
[...] più prossimo, e questi era Filusella. Ma il tribunale non aveva ancora pronunziato questa sentenza a favore di Filusella, che ecco muovergli [...]
[...] chiesuccia miserabile, Innocenzo, smesso il ciccaiolo perchè le cicche, avendo Leopoldo rincarato i sigari, era come cercar le perle, coltivava [...]
[...] l'industria degli ossi e de' vetri rotti, Filippo, detto Rubaciuchi, faceva il negoziante di tube vecchie portandole a spasso ben lustre: insomma [...]
[...] erano disperatissimi tutti, ma cittadini. Però quando seppero che potevano anch'essi concorrere legittimamente all'eredità, allora il loro cuore [...]
[...] prossima e irrepugnabile parentela costituiva un diritto per il quale l'eredità del defunto Ferdinando Casamonti, già vinaio del nobilissimo Francesco [...]
[...] Della Pula, in Via del Carroccio, era devoluta al di lui nipote Domenico, detto il Filusella dei morti; - 226 - come mai lo stesso diritto non [...]
[...] , Pasquale, Pietro, Filippo, Girolamo, Giovanni, Fortunato, Agostino?... — Filusella corse subito a trovare un procuratore, il quale, essendo un [...]
[...] poco Filusella finì il podere, fuorchè la parte che dovè cedere per legge agli zii. " Ecco quello che si guadagna," allora gli disse un prete [...]
[...] disse il buon sacerdote tanti anni prima della spaventevole ruina del temporale!... Onde Filusella spesso poi ripeteva a' suoi figliuoli: " Se [...]
[...] sono la colpa e il rimorso. E d'allora in poi il cimitero s'estese tanto che oggi la pace dei tumoli erbosi ricuopre anche il luogo dove sorgeva [...]
[...] fra il desiderio di restarmi fedele ed i paurosi presentimenti delle mie scelleratezze, posso promettere che, procedendo insieme, non incontreremo [...]
[...] di Toto Setoli, un fornaio al Pellegrino, che lo aveva raccolto per carità. Poi il cascherino era passato garzone di banco; poi era andato ad [...]
[...] . E da quel momento, la sua barca aveva sempre avuto, come si dice, il vento in poppa. Ma si susurravano delle brutte storie: il fallimento di Toto [...]
[...] Setoli, dopo due anni di abile concorrenza da parte dell'antico garzone; il suo schiattare di dolore e di rabbia. Prima di stender le gambe, gli [...]
[...] era pure toccato di veder Ferramonti lasciare la botteguccia dirimpetto, per occupar da padrone quella dov'era entrato cascherino. Era stato il colpo [...]
[...] di grazia. Setoli n'era morto mandando a Ferramonti mille maledizioni, predicendogli che nella nuova bottega appunto avrebbe trovato il suo [...]
[...] castigo, se c'era una giustizia divina. Gregorio ci aveva riso su. Il trasloco lo metteva all'onore del mondo. Riapriva la bottega rinnovata [...]
[...] sbizzarriti, il fornaio aveva avuto ben altro pel capo a cui pensare! Gli piovevano le protezioni; si slanciava nella grande industria, approvvigionando [...]
[...] seminari, conventi, educandati e caserme. Per anni ed anni, il forno Ferramonti aveva avuto un lavoro da sbalordire, conservando le sue apparenze [...]
[...] modeste di bottega aperta nel cuore di un quartiere popolare. Con tutto ciò, poco dopo il Settanta, senza che nei moventi della sua risoluzione [...]
[...] nel fiore della salute, lo aveva preso il disgusto di un'opera destinata a morire con lui. Eransi a poco a poco dileguate certe sue [...]
[...] dinastia di Ferramonti fornai, padrona di far la pioggia ed il sereno nell'Arte Bianca della piazza. Gl'invidiosi ridevano, trovando che il castigo [...]
[...] minacciato da Toto Setoli colpiva appunto da questa parte Gregorio. In realtà egli era un padre disgraziatissimo. Mario, il suo primogenito, sciupato [...]
[...] sfrenato, capace di ogni porcheria. Era stato il primo ad uscir di casa, nel Sessantotto, a ventidue anni, dopo una scena ignobile. Padron [...]
[...] Gregorio non aveva più avuto relazioni con lui, lasciandolo vivere una vita equivoca d'avventura. Nondimeno, per gran tempo, Mario aveva trovato il mezzo [...]
[...] di spiluccare i quattrini del papà in collera: faceva debiti vergognosi, vere truffe da rischiarci la galera. Il fornaio pagava per risparmiare al [...]
[...] rammentava un passato non confessabile. E non era bastato loro che la povera donna ne morisse di vergogna: dopo aver spinto essi stessi il padre a [...]
[...] cacciar via Mario come un cane, il loro odio s'era inasprito alla scoperta che il vecchio continuava a pagare i debiti del reietto. L'onore della [...]
[...] era messo per scherzo! Si contavano a migliaia gli scudi carpiti da lui. E Pippo risparmiavasi il pudore delle perifrasi: c'era dunque un patto [...]
[...] andare in galera un maledetto figlio di prete? Infine, padron Gregorio si vide costretto a levarsi di fra i piedi anche il secondo rampollo. Gli [...]
[...] appunto dispetto al padre, ebbe la matta idea d'impiegare i tremila scudi nell'acquisto di un negozio di ferrarecce a S. Eustacchio. Il fornaio fu [...]
[...] miserabile famiglia aveva messo da parte qualche diecina di lire, oltre i tremila scudi truffati al bestione da essi raggirato! Allora, disilluso, il [...]
[...] vecchio Ferramonti vendette il forno, gettandosi in una esistenza di sfaccendato che rimastica i propri dolori ed i propri rancori. Bastava parlargli [...]
[...] dei figli maschi per fargli perdere il lume degli occhi: non voleva neppure udirne il nome; li malediceva, raccontando le loro infamie [...]
[...] , ripromettendosi di fargliele pagar salate tutte in una volta. Era difficile prevedere in qual modo. Non cessava dall'amare il danaro e dall'accumularne [...]
[...] contegno, aveva raccattato le maldicenze della strada, per farne onta alla madre, per vessare il padre, per dare un pretesto all'odio suo contro Mario [...]
[...] d'intelligenza e di attività, ch'era sulla via di crearsi un grosso patrimonio. Lei stessa, del resto, aveva allettato il droghiere, incontrandolo ai [...]
[...] aveva affatto preveduto di trovare nella bottega di ferrarecce anche la moglie. Nondimeno il suo matrimonio fu proprio la conseguenza necessaria [...]
[...] di firmare il contratto, il giovine Ferramonti capì la gravità del suo colpo di testa. Mandando al diavolo l'Arte Bianca per fare un dispetto al [...]
[...] padre, s'era figurato che il traffico delle ferrarecce fosse preferibile a tutti: un pezzo di ferro è un pezzo di ferro, che ha il suo prezzo [...]
[...] mestiere, ch'egli non aveva neppur sospettato. Gli mancava tutta una iniziazione piena di difficoltà e di astruserie. Pensò di prendere il largo [...]
[...] ; ma era già troppo tardi per la parola impegnata e per le esigenze della sua vendetta contro il padre, che sarebbe mancata colla confessione di quel [...]
[...] , una rovina gli avrebbe offerto il mezzo di giustificare una risoluzione chiassosa. Aveva bisogno di parer rispettabile; s'era per questo rassegnato [...]
[...] terribile. Ebbene! ci provasse padron Gregorio a vedere il figlio suo ridotto agli estremi! ne sarebbero nate delle belle!... Tuttavia egli non [...]
[...] lasciare fra le mani la bottega, come si lascia un giocherello ad un bambino, perchè lo mandi in pezzi, se glie ne piglia il capriccio. Ne parlò ai [...]
[...] , ci sarebbe! — insistè sorridendo, convinta. Corrispondeva allo sguardo che Pippo teneva fiso in lei, incerto fra una speranza rinascente, ed il [...]
[...] della stessa casa, era il male di portarsi giù, qualche ora del giorno, i loro lavori donneschi, per una diecina di giorni. In capo a questo periodo [...]
[...] , il signor Ferramonti non avrebbe avuto più nulla da imparare. Prendeva la cosa sopra di sè. I vecchi Carelli si consultarono cogli occhi [...]
[...] era proprio bene imaginato, ed il signor Pippo se ne sarebbe trovato contento. Rimasero così. Pippo accettò disilluso, costrettovi dalle [...]
[...] il suo tratto, una bellezza affascinante di signorina. I Carelli la custodivano come si custodisce un tesoro, la mandavano vestita da principessa [...]
[...] si erano mai conosciuti intrigucci o passioncelle di gioventù. Forse i possibili aspiranti alle sue preferenze, pensando che il matrimonio era il [...]
[...] avrebbero agito al suo posto: non le si poteva rimproverare il minimo atto, la più innocente civetteria per trarsi dietro i cascamorti. Sarebbe stato [...]
[...] negare la giustizia divina il dubitare sull'avvenire suo. Era un tipo di bruna; ma di bruna calma, senza linee capricciose, senza bagliori [...]
[...] confermarono. Una volta scesa in bottega, Irene provò col fatto, che il traffico delle ferrarecce non aveva segreti per lei. Bisognava vedere come [...]
[...] lusingava i compratori, come li solleticava, come li domava, rendendo vano il mercanteggiare di qualche arrabbiato che trovava i prezzi esagerati! come [...]
[...] accreditava la merce! Aveva certe affabilità insinuanti di venditrice discreta, che ha già chiesto il meno possibile per simpatia del cliente [...]
[...] ; certi sospiri di donna che reprime il dispiacere di privarsi di una cosa cara e preziosa. Il suo colpo d'occhio sicuro non la ingannava mai, nella [...]
[...] cui sono indicati. Pareva nata e vissuta sempre nella bottega, e si sarebbe detto che ne avesse fatto il suo piccolo mondo. Ma ciò era il meno [...]
[...] sfuggire; ma ve n'erano altre a cui bisognava invece necessariamente assoggettarsi. Per esempio, il commercio del ferro in verghe e della ghisa [...]
[...] da rifondere: sarebbe stato un sogno pensare ad aver questi generi di prima mano. I fratelli Mazzei ne esercitavano il monopolio di grossisti, e di [...]
[...] anche il mezzo di superare questa prima difficoltà, una guerra aperta coi Mazzei avrebbe significato il fallimento nel termine di tre o quattro mesi [...]
[...] , fino al punto d'esserne intimidito. Era una cosa incredibile: Irene non lasciava il suo fare modesto e semplice, non aveva un atto che tradisse [...]
[...] ammirabile, dando certi schiarimenti brevi e precisi, che bisognava capire per forza. Allora Pippo cercò di rubare il tempo alle lezioni, assentandosi [...]
[...] dalla bottega, mendicando argomenti estranei. Un giorno si accorse di aver trovato il fatto suo, senza averci pensato. Da un quarto d'ora la ragazza [...]
[...] fuori... Sfuggiva a Pippo la confessione dei suoi rancori di fratello e di figlio, tutto il dramma di cupidigie in lotta che aveva sgominato la [...]
[...] furibonde, che avrebbero fatto gelare il sangue nelle vene. Nel suo risentimento contro il padre, egli arrivava fino al punto di giustificare i ladrocini [...]
[...] del fratello Mario. Meritava ben peggio, il vecchio esoso: a girare il mondo non si sarebbe trovato un ugual mostro traditore del sangue suo. Faceva [...]
[...] . E riducevasi a non aver neppure il coraggio di scusarsi. Allontanavasi pallido, sfatto, giurando a se stesso che non le avrebbe dato più tale [...]
[...] giovine commerciante che il domani, lei e sua figlia, sarebbero rimaste in casa. Se ne andarono verso le due dopo mezzogiorno, l'ora di pranzo [...]
[...] valeva ben più che una dote. Lei sola, coi suoi modi da signorina e colla sua grande abilità, avrebbe fatto prosperare il negozio, attirandovi una [...]
[...] sentì di non poter più sopportare lo spasimo. Lo pigliava l'idea funebre di attaccare un nodo scorsoio ad un gancio della bottega, e di passarvi il [...]
[...] collo. Ma questo eccesso gli dette il coraggio che gli mancava. Una domenica mattina, all'improvviso, salì dai vecchi Carelli a far loro sapere che [...]
[...] perdeva la testa appresso ad Irene, e che desiderava la ragazza per moglie. Si mostrarono sorpresi, incerti, combattuti fra il desiderio di fargli [...]
[...] risolversi come il cuore e la ragione le avrebbero suggerito. Non era un linguaggio da buoni amici e da galantuomini?... Ebbene: domandavano il tempo [...]
[...] necessario per ben riflettere, ringraziando in ogni modo il signor Ferramonti. La condussero per le lunghe altri sei giorni. Il povero Pippo dimagriva a [...]
[...] successo qualche grosso guaio. Ma il sabato successivo dissero di sì, dopo avere ottenuto da Pippo le più formali rinuncie a qualunque [...]
[...] pretensione di assegni dotali presenti o futuri. Il matrimonio fu affrettato, prendendo il tempo strettamente necessario per le formalità legali. III [...]
[...] . Nonostante la coadiuvazione d'Irene, il traffico delle ferrarecce non prosperò quanto Pippo si era aspettato. Ci vollero dei mesi perchè i guadagni [...]
[...] bottega, dirigendo lei di fatto il traffico, consigliando e guidando il marito nelle cose più minute ed in quelle più gravi. Poi era comparsa [...]
[...] accatastati sugli scaffali, ammucchiati negli angoli oscuri, invadenti il pavimento colla ruvidezza plutonica dei grossi ferrami. Lei portava [...]
[...] importava rinunciare all'utile di un così prezioso aiuto. E d'altra parte, il rinunciarvi era forse un abile tratto di previdenza e di scaltrezza [...]
[...] lei così cieca, che non la interrogava neppure. Si limitava ad aspettarla all'opera, con una muta ansietà, rendendosi frattanto il suo schiavo [...]
[...] trattava bene negli abiti, nel vitto, nei divertimenti. Irene trasformava il marito, facendone un uomo possibile; ma non si accorgeva che, sotto un [...]
[...] certo punto di vista, lo peggiorava. Infatti, s'egli era più spigliato, più corretto, se gli si affinavano i tratti, ed il suo linguaggio diventava [...]
[...] acre e mortale questo antico veleno: la chiusura del forno a via del Pellegrino; le vendite di stabili che rivelavano nel vecchio Ferramonti il [...]
[...] egli farla morire di dolore, di vergogna e di raccapriccio? Lo supplicava come si supplica il Signore: domandava di essere risparmiata, come la [...]
[...] prova suprema di amore che Pippo potesse darle... E dove la giovane donna potè, si fece mediatrice di pace. Così, prese vivamente ad attenuare il [...]
[...] , pensando al dispiacere, alla vergogna, ed ai furori di suo padre; ma non aveva perciò affettato meno il contegno di un borghese onesto offeso [...]
[...] aver disprezzato un droghiere pieno di quattrini e di speranze!... Del resto, Pippo non dubitò un istante che lo scopo di Paolo Furlin, il rapitore [...]
[...] , non si risolvesse a prendersi sulle spalle una calìa della forza di Teta, per tirare ai quattrini del vecchio fornaio. Ed il giovine trafficante di [...]
[...] ferrarecce provava una sorda paura del nuovo avversario contro il quale avrebbe forse dovuto lottare un giorno o l'altro. Era la diffidente [...]
[...] cercava di mettersi in guardia per tutelare, al caso, i propri interessi, venne fuori il miserabile accomodamento dei tremila scudi accettato da [...]
[...] Furlin. Il trafficante di ferrarecce ghignò, sollevato: infine, anche per questa volta, il diavolo non era così brutto come si dipingeva. Sta a vedere [...]
[...] cognati e per cogliere di sorpresa il marito con certe rivelazioni quasi incredibili. — Davvero, — diss'ella col suo sorriso buono — tua sorella e tuo [...]
[...] . Suo marito doveva perdonarle, ma ella soffriva troppo di tutte quelle discordie di famiglia. E del resto, anche il caso ci si era messo di mezzo [...]
[...] l'ultima frase col parlar lento e misterioso che usava, quando voleva decidere il marito a secondarla ciecamente. Infatti egli non seppe resistere [...]
[...] un uomo di macigno? Il passato era il passato: ci si poteva mettere su un piastrone. Se i Furlin venivano, egli non avrebbe sbattuto loro la porta [...]
[...] nella stessa guisa. Poco appresso, Pippo entrò nel salotto come per caso; fratello e sorella si abbracciarono, ricambiandosi il bacio della pace [...]
[...] angelo di donna. Questi simpaticoni si trovano nel commercio. Io amo il commercio. Sono impiegato perchè mi ci hanno voluto i miei parenti, perchè [...]
[...] non ebbi il coraggio di dare un dispiacere a mia madre. Che volete, la va sempre così: un niente decide del vostro avvenire. Cose del mondo [...]
[...] pensava che il cognato poteva esser benissimo una brava persona; ma che i suoi meriti non gli toglievano un'aria d'armeggione e d'intrigante. Era anche [...]
[...] scaltrezze. Si persuadeva sempre più che non era quello il tipo da rapire per amore una ragazza sul genere appunto di Teta. E lo colpiva il [...]
[...] il padrone. Le aveva dunque dato a bere qualche filtro, il furbo impiegato?... Nondimeno, Furlin era in buonissima vista, già segretario al [...]
[...] non molto. Il ratto di Teta lo aveva danneggiato momentaneamente, fino ad esporlo al rischio di un trasferimento nelle amministrazioni [...]
[...] provinciali; ma il matrimonio sollecito ed i buoni precedenti dell'impiegato avevano dissipate le nuvole. Non si parlava più della scappata, se non per [...]
[...] a poco, crebbe nel concetto di Pippo. Costui cominciava a sentire come un solletico dolce: il germogliare, nel proprio cervello di bottegaio, di [...]
[...] sorpresa dall'ora tarda, promettendo di rivedersi il più frequentemente possibile. Ma Paolo non se ne contentò: perchè la domenica prossima i [...]
[...] oggetti: maniglie, arpioni, toppe, chiodi. Non erano affari molto grassi; ma assicuravano un guadagno positivo, e preparavano il terreno ad operazioni [...]
[...] logica d'uomo interessato, rammaricò il tempo perso a fare il sostenuto. Quante vantaggiose combinazioni erano probabilmente andate a monte nel [...]
[...] un solletico vago di amor proprio, nell'agguerrire, nello spingere, nel lanciare quella cara ritrosa. Il quartiere in via di Torre Argentina [...]
[...] ch'egli attendesse personalmente alla bottega a S. Eustacchio. E si coglieva il primo pretesto per piantarlo, mandandolo centomila volte a casa del [...]
[...] diavolo, tacitamente. L'averlo per marito, era il solo torto che si rimproverasse ad Irene. Ne valeva molti. Ma se Pippo era cieco per se stesso, non [...]
[...] lo era per la sorella. Ne rideva a perdifiato, il bestione. Era dunque possibile ridursi così? Una serva non sarebbe stata più sottomessa, non [...]
[...] respirarvi più liberi, ad incontrarvi figure e caratteri coi quali potevano intendersi. Il passaggio attraverso il mondo burocratico aveva soltanto [...]
[...] appunto di casa Minelli, Pippo lasciò trapelare alla moglie il suo malumore, mostrandosi rabbuiato ed astratto. Lei non parve disposta a volere [...]
[...] donna con un accento intraducibile. — Dovevo dirle il contrario, quando me lo ha domandato? Pippo allibì. Moglie e marito tacquero. Egli era [...]
[...] penoso fantasticare di molte ore, aveva imbastito il suo discorso: una trovata d'uomo abile che mette in salvo la propria dignità e rattoppa i piccoli [...]
[...] dissidi della vita coniugale. Attaccò, appena dato alla moglie il buon giorno. — Non sei scontenta di me, non è vero? — Niente affatto. Perchè [...]
[...] unicamente trovava il danaro per vivere da signore... — Per l'amor di Dio! — interruppe Pippo, — non tocchiamo questo tasto... La giovine donna [...]
[...] messe da parte... Si fermò un momento, come una donna che ricaccia in gola un'apologia. Tradivasi il suo desiderio di veder Pippo riconciliato anche [...]
[...] col fratello, la pena che le costava il rassegnarsi a quella crudele scissura di famiglia. — Vedi bene — riprese riscotendosi: — la parentela di [...]
[...] indovinerà subito di non doverci parlare di tuo fratello. Fece grandi elogi della sua nuova amica. Il marito di lei, uomo oltre i cinquant'anni [...]
[...] esaltato. Flaviana lo aveva sposato appunto per questo; lo diceva da sè. Erale piaciuto il suo passato avventuroso di esilii, di prigionìe politiche [...]
[...] , di guerre combattute, ritrovandoci il tipo cercato dal suo cervellino amante dello straordinario. E si doveva appunto a queste medesime [...]
[...] ventitre anni, la sua indole allegra e libera, quella sua geniale bellezza di bruna grassotta, esposta a mille insidie. Non cessava di amare il [...]
[...] affare tra lui ed il vecchio Barbati. Le aveva certo ispirato interesse pel suo spirito e per le buone fortune colle donne. È una qualità che val [...]
[...] fosse un don Giovanni irresistibile: — ha sempre tirato alle femmine, e non so che polvere ci abbia per addomesticarsele... Da quel momento il [...]
[...] innanzi così. Vedeva Irene soffrire nello sforzo continuo di lasciare il marito padrone dei propri sentimenti, di non urtarli neppure colla più [...]
[...] lieve allusione. Rammentava com'ella era stata felice il giorno in cui s'era fatta la pace coi Furlin. Perchè non le procurava un altro momento [...]
[...] simile, acquistando il merito di farlo spontaneamente? Bisognava risolversi; parlarne a Teta; indurre lei pure ad accettare il progetto. La cosa [...]
[...] , Paolo. Egli e Mario sono già buonissimi amici. Si stimano molto. Mio marito crede Mario la testa forte della famiglia; ritiene che avremo il [...]
[...] mancanza di scaltrezza. Che importava ad ambedue, se Mario era il bastardo della famiglia e li aveva derubati in altri tempi? Adesso potevano sfruttarlo [...]
[...] , renderselo utile. Proprio era il momento di guardare le cose pel sottile!... Ambedue rammentarono nello stesso tempo di avere udito parlare tre o [...]
[...] sulla fronte, coll'atto di un uomo che ha il cervello in ebullizione. — Non ci pensare. Aspetta stasera. — Debbo avvertire Irene? — Si capisce [...]
[...] ingannavano il tempo. D'improvviso Irene balzò in piedi correndo alla porta. Ebbero appena il tempo d'indovinare il motivo del suo grido di gioia [...]
[...] , — balbettò avvicinando il cognato al sofà; — siedi. — Sei molto gentile, — diss'egli, ricambiando cordialmente le gentilezze di lei. Per un breve [...]
[...] dalle braccia del fratello, con un lieve principio di fastidio. Forse coglieva il lato umoristico della scena; ma gli pareva che bastasse [...]
[...] ; dipingeva il viso fatto da Mario al sentire che si andava a casa di suo fratello. Del resto, era appunto bastato dirgli di venire. Oh, Mario si era mostrato [...]
[...] nostre lagrime. Portava nel salotto dei Ferramonti il suo tratto d'uomo elegante. Aveva trentacinque anni; conservava la figura snella, distinta [...]
[...] . Nondimeno il suo viso appassito ed il suo sorriso freddo e scettico accusavano una stanchezza di libertino. Non somigliava certo a padron Gregorio [...]
[...] conversazione comune, la voce di Pippo scoppiò ad un tratto: — Aspettate un poco! Mi dimenticavo il meglio... Si alzò superbo; sparì. Ma ricomparve poco [...]
[...] ch'egli faceva ai parenti, secondando un istinto di munificenza bottegaia. Mario sorrise. Ritrovava nel fratello il figlio di padron Gregorio; nel [...]
[...] salotto di Irene un riflesso delle abitudini e dei gusti di via del Pellegrino. Aveva una curiosa famiglia. Ed il viso di Teta si era contratto per [...]
[...] energie, la sapienza dissimulatrice di un carattere eccezionale di donna. Ebbe il presentimento confuso di un dramma futuro nel quale Irene [...]
[...] tratto verso di lei. E mentre il vino bevuto riscaldava i cervelli ed animava i discorsi, egli fantasticava stranamente. Irene era un'amabile donnina [...]
[...] , dopo tutto! il suo fascino era pieno di mistero. Dove intendeva dunque di arrivare? A mezzanotte stavano ancora insieme, un po' in cimberli. Mario [...]
[...] matto! — sorrise lei. — No, dico davvero. Ho dei progetti. — Se ne riparlerà. — Appunto. Adesso non c'è tempo, e non è il luogo. Spero che sarai [...]
[...] altro goccetto per stare allegri anche quando Mario non c'è. L'animazione crebbe. I due cognati asciugavano il fondo delle bottiglie emulandosi [...]
[...] principessa. Ebbene, il mondo va così appunto. Furlin diventò drammatico. Parola d'onore! non valeva la pena d'esser zelanti, di posseder titoli, di [...]
[...] mostrare attitudine ed amor proprio. Che importava il merito? il miglior sistema era quello di farsi mandare innanzi a scapaccioni, a forza di [...]
[...] nelle libagioni. Avrebbe voluto richiamare indietro il cognato, che si allontanava farfugliando; chiedergli che cosa intendesse di dire. Irene lo [...]
[...] funzionario, godendosi per un istante lo stupore muto del fratello. Si volse ad Irene ridendo: — Per te ho serbato la stessa porzione. È il mio [...]
[...] primo regalo. Si capisce che non mi darai il dispiacere di rifiutarlo. — Che razza di storia è questa? — balbettò Pippo, strozzato dallo sbalordimento [...]
[...] lire ad Irene e diecimila lire a Paolo. Serbava il resto per sè. Non era un bravo ragazzo? La sua figura giganteggiava in mezzo agli appetiti della [...]
[...] . Mario spiegò loro il meccanismo dell'affare, minutamente, facendoli fremere, inchiodandoli muti ad ascoltarlo, a ricevere dalle sue parole [...]
[...] quinti del suo capitale di venti milioni, e col versamento del decimo sulle azioni di cinquecento lire, collocava presso il pubblico l'ultimo quinto [...]
[...] del capitale, puramente e semplicemente. La sottoscrizione durava due giorni: il 17 ed il 18 maggio, tempo sufficiente per coprire varie volte [...]
[...] l'offerta. Il giuoco sarebbe cominciato alla sottoscrizione pubblica. La schiera volante dei preparatori, che aveva fiutato la disposizione del [...]
[...] second'ordine, come Rinaldo Barbati, figuravano soltanto isolatamente, come eccezione. Il Consiglio di Amministrazione era una raccolta di [...]
[...] nell'anemia del credito, ch'è il suo sangue vitale. Avrebbe promosso tutte le industrie, rinvigorite tutte le iniziative serie ed oneste. Nei [...]
[...] suoi affari e diventare il centro industriale e commerciale di una vasta regione. Insomma, il terreno era ben preparato. Importava saper cogliere il [...]
[...] determinare un successo assolutamente imprevedibile. In ogni modo, non si correva affatto il pericolo di vedersi restare in mano neppure uno dei titoli ad [...]
[...] . — Mi credi così ricco da trovar dentro al cassetto il danaro pel versamento dei decimi? — diss'egli; ma non aggiunse altro, rinunciando alla fatica [...]
[...] primo decimo. Semplicizzeremo. Ritirerò a credito, per poche ore, i titoli miei e vostri; escirò; venderò; rientrerò per pagare il nostro debito, e [...]
[...] giorni. VI. — Eccomi qua, cognatina; ti porto il tuo danaro, — disse Mario, entrando nella stanza da lavoro d'Irene, e stringendo la mano alla [...]
[...] Mario dava al suo dono. Egli cavò di tasca una busta; riscontrò il danaro contenutovi: milleottocento quarantasette lire e venticinque centesimi [...]
[...] . Appunto. Era la parte di sua cognata. — Tanto! — esclamò lei, sorpresa: — come va? — Il guadagno è stato maggiore del previsto. Abbiamo buon fiuto, eh [...]
[...] tutto il suo viso. Lei non avrebbe imaginato tanta bontà d'anima, tanta generosità. Come avrebbe potuto dimostrare a Mario, che non era un'ingrata [...]
[...] ... Cioè!... A quale scopo? — soggiunse con una ingenuità simulata, mentre scrutava il cognato. Egli non rispose subito. Guardò a sua volta la [...]
[...] giovine donna, quasi diffidente. Poi prese il suo partito. — Supponi ch'io voglia trovare un mezzo qualunque per dimostrarti la mia simpatia: ecco lo [...]
[...] scopo. Farò i tuoi piccoli affari; sarò il tuo banchiere privato. Lasciami una parte del danaro che ti ho fatto guadagnare. M'impegno a costituirti [...]
[...] gratitudine eterna, ed un affetto di buona cognata, ci è forse bisogno di patti? Voglio dirti tutto il mio pensiero: ho forse l'egoismo della paura. Mi [...]
[...] possibile. — Allora, impediscimi di cadere. Sii con me per questo. Mi consiglierai; m'indicherai la falsa strada quando correrò il pericolo di [...]
[...] bada alla scelta, perchè potresti andare a picco quando meno lo credi. Egli la lasciava parlare, ritrovando il proprio sorriso d'uomo sicuro, in un [...]
[...] vuol bene, ti è stata utile, può ancora giovarti, molto. Non merita, per te, neppure il rimprovero di leggerezza e di volubilità che le fanno. Allora [...]
[...] gettò fremente sopra una sedia. Ebbe un singulto che parve un ruggito. — Se tu ci avessi messo un po' di buona volontà, il nostro colloquio non [...]
[...] che il non averti meco mi spingerebbe verso di te a tutti gli eccessi, a tutte le crudeltà. Pensaci. Aspettò che la giovine donna gli rispondesse [...]
[...] . Quando la vide ostinata nell'atteggiamento e nel mutismo di dianzi, non seppe nascondere più oltre il vero carattere della sua commozione. — Non è [...]
[...] abbandonò incosciente. S'inebbriava, sentendo il fremito di quella vaga persona, il fiotto ardente di quel giovane sangue. Indovinava il palpito del [...]
[...] tremare le labbra semiaperte e vezzose della donna; e il grido del trionfo gli saliva dal petto. Irene gli si abbandonava. — Persuaditi una buona volta [...]
[...] nulla, assolutamente nulla da chiedergli. Al caso, le circostanze li avrebbero ambedue consigliati. Mario doveva condursi, come se il loro abboccamento [...]
[...] comprendendo ancora. — E il capitale che volevi farmi crescere indefinitamente? Oh, la testa sventata!... Ella rideva; lo burlava, con un riso [...]
[...] provocatore, godendosi la sua confusione. Poi, quando vide ch'egli a sua volta abbracciava il partito di riderne, gli lanciò un'ultima frecciata: — Hai [...]
[...] fatto dunque da burla? — No, tu mi fai perdere il cervello, solamente. Allora, mi nomini tuo agente di affari? — Necessariamente. Mi renderai conto [...]
[...] una parola. Però ella aveva negli occhi e nel viso il desiderio dell'uomo votatosi a lei. Mario le si avvicinò tanto, che parve volesse riscaldarla [...]
[...] ! — esclamò vivamente, trasalendo, la giovine donna: — questo mai, mai! Rammentati che sono tua cognata... — Oh, il grande ostacolo! Mai? Ma s'è il [...]
[...] ancora nel vedere il cognato riaccostarsele. Ed egli pure era tremante come lei. Non imponeva: supplicava colle mani giunte. Ma perchè voleva esser [...]
[...] raccoglievano intorno ad Irene come parenti che si vogliono reciprocamente il maggior bene, senza cercare e senza desiderare l'intervento di estranei. Avevano [...]
[...] innocui, coi quali una brigata di gente per bene ammazza il tempo, cercando di dimenticare le cure gravose e le noie della vita. La stagione perduta [...]
[...] : — avete i vostri affari; li curate come meglio vi piace; siete uomini liberi. Io no. Sento tutto il peso della mia schiavitù, io. Sfido! sono [...]
[...] impiegato contro voglia, per combinazione... Era il suo ritornello obbligato. Nondimeno si lasciò facilmente consolare fino alla pubblicazione [...]
[...] gli rimproverava spesso le sue escandescenze di ribelle. Disgraziatamente, l'elenco non portò il suo nome. Non volle creder subito alla realtà [...]
[...] meglio le cose. Poi, quando non potè più illudersi, ebbe vergogna di confessare il proprio insuccesso. Assistè un lungo mese in disparte alle [...]
[...] conversazioni della famiglia, non domandando, anzi respingendo conforti; chiudendosi in fondo al cuore il suo livido affanno. Più tardi rivelò il segreto [...]
[...] a forza di mezze parole sfuggitegli dalle labbra nei momenti di abbandono e di oblio. Allora, trovata una via di uscita, il suo veleno schizzò fuori [...]
[...] croce, che non si era mai dato il pensiero di sollecitare. Ma costretto a controgenio di vivere nella baraonda burocratica, non ne poteva più. Gli [...]
[...] saltava troppo agli occhi il marcio che v'era dentro; lo indignavano troppo le prepotenze, le ingiustizie e le miserie che si succedevano intorno a [...]
[...] superiori. Ripeteva i cancans di cui erano piene le pensioni a sessanta lire al mese e le trattoriacce che dànno la zuppa a tre soldi ed il lesso [...]
[...] quali Furlin, Barbati e Pippo si accapigliavano da buoni amici rissosi. Quando il funzionario aveva svelato una nuova magagna dell'amministrazione [...]
[...] d'esser compatito: diventava un gladiatore contro due opposizioni che si alleavano per combatterlo, lui, l'uomo d'ordine, il difensore convinto del [...]
[...] potere costituito. Rinaldo Barbati gli serbava i suoi più neri sarcasmi di tribuno; un'ironia olimpica di tutto il viso, le cui grandi masse, le [...]
[...] sistema, e la piaga non poteva sanarla, perdio! che il popolo stanco di pagar lui per tutti. Ma l'ora del rendimento dei conti doveva suonare [...]
[...] , rovinando tutti gli interessi, facendo a chi le commette più marchiane. Ma l'accordo fra Pippo e Barbati non andava oltre il presentimento e l'augurio [...]
[...] comune di una catastrofe. Il trafficante di ferrarecce era clericale; clericale accanito, colle intransigenze del piccolo bottegaio e del romano [...]
[...] stata la rovina della città, lo sbandamento dei forestieri che la empivano di quattrini, il colpo mortale agli ozi del popolino ed ai guadagni facili [...]
[...] andava al sodo: per lui l'importante era aver la pancia piena, e l'animo tranquillo. Considerava il resto, miserabili sciocchezze indegne di un uomo [...]
[...] che pensa all'utile proprio, e vuol tenere il capo a partito. Del resto, alle sfuriate dei due amici, egli opponeva la calma mordace e cocciuta [...]
[...] dell'uomo sicuro del fatto suo. Il prossimo ristabilimento del potere temporale era per lui un articolo di fede inconcusso. Ascoltava con una suprema [...]
[...] . Se ne sarebbero accorti allo stringer dei conti. L'Europa, che aveva difeso sempre il Papa, perchè ne aveva bisogno, stava adesso colle mani in [...]
[...] l'ordinario. I tre politicanti, intorno al tavolo di mezzo, avevano totalmente dimenticato il gruppo, raccolto più vicino ad una finestra aperta, dove [...]
[...] gangheri, catechizzava i suoi interlocutori. Gliene avevano dette!... Gli avevano fatto perdere il lume degli occhi per certe notizie di malumori in [...]
[...] Francia contro il Ministero De Broglie, che ravvivavano disparate speranze nel cuore dell'agente d'affari radicale e del trafficante retrogrado. Il [...]
[...] fratelli d'Italia, ed il patatrac. L'altro aveva appurato da fonte certa che le agitazioni rosse in Francia decidevano i Governi a farla finita coi [...]
[...] frammassoni ed i rivoluzionari d'ogni gradazione e d'ogni paese. Anzi, per un momento, il successo della serata s'era dichiarato per lui, di fronte [...]
[...] del trono. Forse, dopo l'89, dopo i trionfi della scienza e del pensiero moderno, dopo la propaganda civile che risveglia il popolo al sentimento [...]
[...] fede. Non avete tutte le libertà? Nella stampa, nei comizi, dovunque, sorvegliate il Governo, godete l'esercizio di ogni diritto fino alla licenza [...]
[...] vostri versarono il sangue sui campi di battaglia, sotto la bandiera monarchica. E noi, quando ci avete offerto le vostre braccia e le vostre [...]
[...] rispondere? Aspettò. Barbati, un po' sconcertato, cercava le parole. Un gran ridere a due, i timbri di voce incrociati di Flaviana e di Mario, riempì il [...]
[...] salotto. Teta, un po' scandalizzata, rimproverò il fratello: — Via, Mario: basta! ti spingi troppo. Mario narrava un'avventura scabrosa. Lo aveva [...]
[...] tempi; perchè doveva esser necessariamente così? — tonò Furlin. Adesso indirizzavasi a Pippo. Affannavasi a dimostrargli, che il peggior nemico del [...]
[...] Papato era il Papato stesso. La breccia di Porta Pia avrebbe riportato la religione alla semplicità delle sue origini, e ne avrebbe quindi iniziato [...]
[...] solennemente, che l'Italia liberale è anche profondamente cattolica. Quale spettacolo augusto e quale insegnamento, vedere il popolo affollarsi nelle [...]
[...] chiese e ricorrere a Dio coll'osservanza sincera del culto, dopo avere voluta e conquistata la sua libertà! Di chi la colpa, se il Papa voleva [...]
[...] proprio i nervi. Ti fa male il caldo? Bisogna che tu ti scuota. Vogliamo andate a prendere il gelato? Flaviana accettò la proposta con un grido di gioia [...]
[...] serve? — obbiettò Irene. — Se fossi di cattivo umore, il gelato non mi guarirebbe, m'imagino. Non mi sento proprio di muovermi. — Allora confessi [...]
[...] , del viso fattosi pallido. Mario invece si limitò ad aggrottare le sopracciglia, mettendosi in guardia. Fratello e sorella comprendevano il pericolo [...]
[...] nelle sue parole. Bisognava bene aspettarsi qualche cosa di simile. Era il castigo che la famiglia si meritava per l'abbandono in cui aveva lasciato [...]
[...] il suo capo. Ed ora il male non aveva forse più rimedio possibile. Padron Gregorio aveva troppo lungamente covato i suoi giusti rancori, ed era in [...]
[...] fortuna ch'egli liquidava grado a grado, sottraendola agli attacchi possibili di successioni naturali e legittime. — Il vecchio infame! — ghignò Teta [...]
[...] furibonda e sgomenta — lui vuole esser lo stesso, sempre!... — Per carità, — supplicò Irene; — ti dico che il torto è nostro. Vuoi dare anche lo [...]
[...] spettacolo di una cieca collera, perchè il mondo ci disprezzi? Fissò la cognata con occhi freddi e dominatori; poi li volse in giro indolente, con [...]
[...] una espressione di disinteresse. Per conto suo, non dava un pensiero alla fortuna del suocero. Ciò che le stringeva il cuore era l'odio del padre [...]
[...] di suo marito, i pericoli ai quali il povero vecchio esponevasi, provocando le avidità d'una estranea per diseredare i figli. La sua dolce voce [...]
[...] passava con una cantilena pigra e fievole, calmando i fremiti coi quali il cognato e la sorella si ribellavano all'idea della spogliazione. Il suo [...]
[...] . No! il partito radicale non poteva più e non doveva più aspettare. Era colpa di un Governo che sconfessava le sue tradizioni. Perdio! non s'era [...]
[...] sangue, erano dimenticati, respinti, perseguitati, resi impotenti a raccogliere il più lieve vantaggio, mentre i beniamini gavazzavano pasciuti [...]
[...] ? Il salotto andò sossopra. Si rivolsero tutti ad Irene; la trassero dall'ombra, dov'era rimasta. Chi le aveva detto che padron Gregorio voleva [...]
[...] avuto mai il coraggio di proporre alla tua famiglia... Ma mi dimentico che non se ne deve parlare... me lo hai proibito ripetutamente... No, no! Non [...]
[...] l'intendevano in tal modo. Volevano assolutamente conoscere i segreti desideri d'Irene; i progetti ch'ella non aveva avuto il coraggio di manifestare [...]
[...] comprendevano perchè Mario, ad un tratto, si fosse chiuso in un riserbo d'uomo quasi indifferente. Non era però il momento di cercarne le cause. Tutti [...]
[...] strappare il loro padre dalla dissennata risoluzione; lei, che non aveva pronunciato contro il vecchio una sola parola cattiva. Non ammettevano che si [...]
[...] il signor Gregorio che i suoi figli volevano riconquistarne l'affetto, puramente e semplicemente. Eh?!... Pippo, i Furlin, gli stessi Barbati [...]
[...] , guardarono Irene senza comprenderla. Ma lei non li lasciò gran fatto in dubbio. Spiegava che il suo sogno, in primo luogo, era appunto di riconciliare [...]
[...] il padre coi figli, e poi salvare padron Gregorio dai pericoli di un passo falso, indipendentemente da qualunque altra considerazione. Dovevasi [...]
[...] dichiarò che se il suocero le avesse per esempio manifestato l'intenzione di consacrare una parte cospicua dei propri capitali in beneficenze [...]
[...] Irene avrebbe consigliato di fare. Parevano guadagnati dal suo stesso disinteresse. VIII. Il dì appresso, Mario chiese alla cognata delle [...]
[...] aperti, e di tradurre il sogno in un linguaggio ardente. Ella era infelice. Non rammentava un giorno della propria esistenza, che segnasse una [...]
[...] tregua alla rivolta segreta contro il proprio destino, onde aveva il cuore avvelenato. Sentiva nei suoi nervi, nel suo sangue e nel suo cervello qualche [...]
[...] all'esterno di perdere il suo sangue freddo; senza farsi conoscere; valendosi delle armi che avrebbe avuto a portata di mano. Non aveva disegni prestabiliti [...]
[...] . Stava in agguato delle occasioni, pronta ad acciuffarle, ed a condursi a seconda di esse. Escludeva un mezzo soltanto: il mercimonio della propria [...]
[...] esprimere ancora tali massime, associandovi il pensiero delle proprie condizioni, sentivasi anche da questa parte ben disgraziata! Avrebbe voluto [...]
[...] morire, tanto la vergogna schiacciava il suo orgoglio, per non aver saputo in realtà sottrarsi alle viltà del suo sesso, e per esser caduta, lei pure [...]
[...] scesa con lui nella colpa, con acredini di voluttà che la facevano impazzire, crescendo in proporzione ai rimorsi che le straziavano il cuore. Mario [...]
[...] poteva ben ridere quando gli spiegava queste cose: non cessavano, per ciò, dall'esser tali. Egli avrebbe veduto: il lor peccato sarebbe stato la [...]
[...] causa della loro perdita. Ma facevano di tutto, perchè la disgrazia avvenisse il più tardi possibile. La loro dissimulazione e le loro precauzioni [...]
[...] sue sortite romantiche. La verità era che, in cinque mesi, il loro amore era andato appena sei o sette volte più in là dei trastulli innocui e [...]
[...] , come se avessero avuto comune il destino per legge sociale e per legge soprannaturale. Una sciocchezza enorme! Poi lo irritava il desiderio insaziato [...]
[...] del possesso di lei; il modo incompleto ond'ella gli si era data, dopo le prime volte. Pareva che tutto quel fuoco si fosse spento ad un tratto, ed [...]
[...] lo ha affascinato, pallida, insensibile alla calda sensualità degli amplessi dell'amante. Egli vedeva sulle sue labbra il sorriso triste della [...]
[...] : aspettava con fremiti di donna bramosa il giorno in cui avrebbero potuto, essa e lui, amarsi liberamente, imponendo al mondo lo spettacolo del loro [...]
[...] amore. Ma aveva fisso il chiodo d'essere una donna onesta, e di non saper mancare senza raccapriccio ai doveri inerenti a tale mestiere! Così Mario, a [...]
[...] preparato di lunga mano il terreno a totale insaputa sua. Gli piacque anche meno la risposta pronta ed evasiva della giovine donna. — Ti prego [...]
[...] vinta ad un tratto. Ebbene, sia pure: ella aveva fatto sorvegliare il suocero, senza avvertirne Mario. Ma, e per questo? Meritava forse di esserne [...]
[...] rimproverata? Aveva forse alzato un dito prima di mettere a parte della cosa il cognato? Ella aveva voluto risparmiargli le noie e le imprudenze [...]
[...] abbordare il suocero. Così, mentre Mario la rimproverava, ella si vendicava coll'annunciargli di aver predisposto mezzi eccellenti anche pel successo [...]
[...] desidera più vivamente! — lamentò la giovine donna, in un abbandono di malinconia. — È il nostro destino, non è vero? Non ne parliamo più. D'ora in poi [...]
[...] interessarla a procurare un incontro fra padron Gregorio ed Irene. Per maggior fortuna, il marito della signora Lalla, un curiale molto stimato dalla [...]
[...] . Irene otteneva da Mario, come lo aveva ottenuto dagli altri, un mandato di fiducia, senza esporre neppure il suo piano. Non si comprometteva [...]
[...] voler accumulare il danaro ed a goderne, per gettarlo dalla finestra. Ebbene! a me, questo non basta. Voglio per te una posizione sicura; la stima e [...]
[...] strano che gl'ispirava sua cognata, ardevagli anche in quel momento il sangue. Lei comprese senza dubbio; volle affermare il proprio potere dinnanzi alla [...]
[...] passione che avvampava; domarla. Sviò il discorso, sollevandolo attraverso plaghe azzurre. Essi sarebbero giunti al loro scopo per la via retta [...]
[...] raddoppiano quando la coscienza non ha nulla da rimproverarsi. Oltre a ciò, il premio che si ottiene è più completo... S'interruppe da sè, nello [...]
[...] scorgere il livido pallore sparso sul viso di Mario. Ma non se ne spaventò. Si avvicinò al cognato con atto intraducibile di sorella affettuosa [...]
[...] colpevoli col cognato? Aveva fatto sforzi eroici, in quella simulazione di semplicità, per non tradire l'ebbrezza del trionfo che le gonfiava il petto e [...]
[...] metteva nelle sue carni strani fremiti. Ma, finito il colloquio, allorchè Mario partì, domato e mistificato da lei, un sorriso intraducibile [...]
[...] fare... IX. Padron Gregorio Ferramonti, la sera, fino alle dieci, pigliava il fresco ai tavolini esterni del caffè delle Alpi in via Banco Santo [...]
[...] Spirito. Aveva la sua piccola corte di ricco bottegaio in ritiro: tre o quattro vecchioni, che occupavano con lui le ore d'ozio a rimpiangere il [...]
[...] principio dell'estate, al trovare il posto già occupato da avventori più solleciti, avevano afflitto per ore intiere il padrone del negozio ed il [...]
[...] diserzione in massa. Il Caffè delle Alpi aveva finito col tener nascosto il loro tavolino, per collocarlo al posto soltanto quando il primo della brigata [...]
[...] compariva a prenderne possesso. I quattro o cinque amici sdegnavano il resto della clientela sparsa intorno agli altri tavolini: dei gruppi allegri [...]
[...] e chiassosi di bassi ufficiali, e poche coppie di borghesi capitate a prendere il gelato od il caffè, per caso. La vita fervida del quartiere [...]
[...] corrente umana irrompente dal lato di Campo di Fiori e perdentesi nel buio della piazza di Ponte, d'onde il Tevere esalava ad intervalli un'aria [...]
[...] una coppia equivoca, od il passare rasente i muri di una femmina in cerca di avventure, strappasse loro un'osservazione mordace. Avvezzi allo [...]
[...] Ferramonti era il capo riconosciuto ed accettato della brigata. Godeva la superiorità che gli derivava dai suoi quattrini, la più legittima e la più [...]
[...] uomini, non li stimava, e soprattutto ne diffidava: tre motivi per indurlo a negare l'onore ed il piacere della sua relazione a chi avesse potuto [...]
[...] commercia e pagando la dovuta provvigione. Questo se si ha credito. Se non si ha credito, segno che non si vale un baiocco, ed allora il miglior [...]
[...] voleva mettersi completamente al coperto, appunto perchè acconsentiva a metter fuori il suo danaro per solo tratto di condiscendenza e di buon cuore [...]
[...] far saltare decorosamente i quattrini raggruzzolati da papà! Ma che burletta preparava loro, il vecchio Gregorio! Per averne un'idea, bastava [...]
[...] potesse arricchirne parenti lontani, affatto sconosciuti, la più logica conclusione era che il vecchio fornaio, malgrado le sue minacce, avrebbe [...]
[...] di Torre Argentina! Padron Gregorio torceva il naso tutte le volte che gli nominavano il genero e la nuora. L'idea di poterli un giorno o l'altro [...]
[...] mutismo selvatico, sorbendo il suo caffè, come se avesse ingoiato del veleno. Evidentemente, aveva ragione di dolersi con qualcuno dei suoi [...]
[...] altri si guardavano allibiti, per scoprire chi fra loro poteva essere il colpevole, e quale colpa avesse potuto rimproverarsi. Poi [...]
[...] un viluppo di parole oziose, il suo pensiero veniva chiarendosi. Almeno si fosse trattato di qualcuno che non lo conosceva! Ma trovare una persona [...]
[...] teneva alla sua amicizia, non doveva mai più nominargli la nuora. — Si tratta di lei? — domandò il curiale Frati, interpretando la comune curiosità [...]
[...] . Ne convennero tutti, quantunque non sapessero bene di che potesse trattarsi. Il curiale Frati prese la mano sui compagni, ammonendo Ferramonti di [...]
[...] padron Gregorio, interrompendo vivamente il curiale. — Capite? è lei, che vien fuori a parlarmi di mia nuora come di un angelo sceso dal cielo [...]
[...] . Avete capito? Va bene? Mutiamo discorso. Parlarono di grani, che accennavano a sensibili ribassi sul mercato. Ma il curiale Frati non si [...]
[...] volta per sempre. Il curiale era in buona fede; ma la moglie gli rise in faccia, invitandolo lui stesso ad impicciarsi nei propri affari. Ella [...]
[...] sapeva quello che faceva, lei! Aveva spuntato il dente del giudizio, e non le servivano più le lezioni. Però, durante quasi due settimane, la signora [...]
[...] , per Cristo, di far passare da vecchio rimbambito un uomo che aveva sempre il cervello a posto, e che soprattutto teneva a mostrare di avercelo [...]
[...] . Ebbene, la sortita di Lalla Frati fu come la rottura di una diga. Ferramonti non era più padrone di mettere il naso fuori di casa, senza vedersi [...]
[...] Ferramonti vi annegò. Non sapeva darsi pace. Viveva meditando propositi feroci, nel sospetto che tutto il rione si divertisse alle sue spalle. Non [...]
[...] rabbia e di bile. Ma allora trovò nella signora Lalla Frati il conforto di un'amicizia discreta e consigliatrice. Era costretto a riconoscere in [...]
[...] quella donna delle qualità ottime. Lei trovava modo di calmargli il dispiacere; pigliava sopra di sè l'impegno di far cessare gradatamente le ciarle [...]
[...] che avvelenavano il suo povero amico. Peraltro essa voleva farlo convenire di avercene un pochino di colpa: non s'era mai visto un uomo della sua [...]
[...] qualità e coi suoi mezzi, viver così, solo come un cane. Si capiva: il mondo, persuaso che le cose non potevano durar sempre in tal modo, doveva [...]
[...] riconosceva di dover mutare sistema di vita; cercava il mezzo; ci si affannava in buona fede. Talvolta trovava molto assennate certe osservazioni [...]
[...] incidentali della signora Lalla. Sicuro, il rimedio sarebbe stato là, pronto: mostrare al mondo, che si vuol bene a qualcuno. Il vecchione non [...]
[...] godeva più del suo isolamento; non si cullava più, soddisfatto, nei suoi odi contro la parentela. Ora invece ne subiva la necessità, sentendone il duro [...]
[...] Scozzi. Era la figlia di un erborista a Borgo Pio. Il ridicolo cresceva. Mimma Scozzi, bellissima, non s'era maritata ancora, per certe storie [...]
[...] compromettenti. Non aveva un soldo, e suo padre, il semplicista, era gobbo. Si diceva fissato il matrimonio a settembre, aggiungendosi che padron [...]
[...] Gregorio faceva una dote di diecimila scudi alla propria fidanzata. Poi Ferramonti ci ebbe il colpo di grazia. Una mattina, il gobbo Scozzi semplicista [...]
[...] padron Gregorio di riparare ad una tale indegnità? Oh, il gobbo poteva raccontare di averla passata bella! Ferramonti, imbestialito, se lo era cavato [...]
[...] si mise a letto. Sentiva che il ricordo di quell'incidente grottesco non gli avrebbe lasciato più pace. Si rifugiò più che mai nell'amicizia della [...]
[...] signora Lalla. Provava il bisogno che quella donna lo ascoltasse, lo consigliasse. Ma lei pure non sapeva offrirgli che parole inconcludenti; era [...]
[...] proprio abbandonato da tutti! E lei non si difendeva. Chiusa in un riserbo misterioso, lasciava comprendere di non trovare il coraggio per una [...]
[...] rapidi e leggieri e di parole concitate, femminee, percorse il quartiere. — Che c'è dunque? Ho fatto scappar qualcuno? — domandò lui, cercando di [...]
[...] fuggita appunto per non incontrarsi con lui. E fu il principio di una confessione completa: Irene veniva quasi ogni giorno, all'unico scopo di chieder [...]
[...] Mario; ma non stimava di aver raggiunto lo scopo principale e migliore dei propri desideri. Ella sarebbe stata felice il giorno soltanto che padron [...]
[...] po' di bene. Ma quello che già aveva fatto, le dava il diritto di tenere alta la testa in ogni contingenza. Per esempio, non c'era lingua maledica [...]
[...] andare colle gambe all'aria insieme alla bottega, dopo sei mesi. Non la conoscevano ancora. Invece, lei aveva preso a dirigere il negozio e ad [...]
[...] istradare il marito, facendone a un tratto un commerciante avveduto. Padron Gregorio poteva prendere delle informazioni: adesso, per lei, la firma di [...]
[...] cercava lei stessa; spingeva innanzi il marito ad aiutarla, dandogli l'imbeccata. La seduzione incalzava. Si servirono anche della bellezza d'Irene [...]
[...] . Un angelo, che avrebbe consolato il suocero soltanto con una delle sue occhiate soavi, con uno dei suoi sorrisi pieni d'incanto, colla sua voce [...]
[...] intravvedute, erano l'ignoto, il mistero; un fascino al quale non aveva armi per resistere. — Ma insomma, questa ottava maraviglia non si fa più vedere [...]
[...] passare tre o quattro giorni, senza trovare il verso di concretare l'ora ed il modo dell'abboccamento. Ritornava alle sue resistenze dispettose [...]
[...] fare accendere i lumi a mezzodì; sbavate di vento caldo, da togliere il respiro; un balenìo sinistro, un ruggire profondo di tuoni. La tempesta [...]
[...] scarica di cannoni ripercossa cento volte dall'eco scosse la casa tutta quanta. Padron Gregorio s'affrettò a salire; tirò violentemente il campanello [...]
[...] : entrando volle scherzare: — Che razza di risciacquata! Roma fa il primo ba... Non finì. Nel bagliore di un altro lampo, scorse ritta dinnanzi a sè [...]
[...] , con uno strido, si avvinghiò al collo del suocero. E per un lungo istante l'uno e l'altra rimasero così, sbalorditi e tremanti, udendo il diluviare [...]
[...] ringalluzziva tutto. Provava egli pure il fascino esercitato da Irene su tutti coloro ch'ella aveva voluto attrarre a sè. Forse qualche cosa di più [...]
[...] . Nell'abbracciarlo, essa gli aveva lasciato quell'odore sugli abiti, intorno al collo, nelle carni. Egli se ne sentiva come saturare il cervello [...]
[...] l'incarico di consolare un vecchiaccio brontolone? — Perchè non posso mostrarvi a nudo il mio cuore? — diss'ella ineffabilmente commossa. Ma, con uno [...]
[...] brontolone, peggio per voi! Allora, volete darmi un bacio, papà mio? Gli offrì la fronte. Baciò lui, dopo essere stata baciata. Cercava di divertire il [...]
[...] suocero, e di farlo ridere, come per proposito deliberato a non ricascare nel sentimentale. Doveva senza dubbio costarle uno sforzo; ma il vecchione [...]
[...] interruppe ruvidamente: — Basta così! Mi guasti tutto il bello del nostro incontro. Ma forse giova. Bisogna intenderci subito. — Che ho fatto [...]
[...] incontrati. Ma se pensi di riavvicinarmi ai miei figli, perdi il tempo, capisci? Sono un mucchio di canaglie; non dimenticherò mai i dispiaceri che mi [...]
[...] hanno dato. E voglio che tu mi giuri di non rinominarmeli mai più. Irene, tremante, chinò la testa. Un singhiozzo le gonfiava il petto. Ferramonti la [...]
[...] guardò lungamente, afflitto; rimase alcuni minuti sopra pensiero. Poi si scosse. — Dammi retta: pensiamo a cose allegre. Guarda: il tempo s'è fatto [...]
[...] un'angoscia che doveva lacerarle il cuore. Aveva fatto una passeggiata a piedi. Nell'uscir di casa, non aveva previsto la pioggia. Ed era là, col [...]
[...] spiovesse. Infatti, lo si poteva preveder prossimo. Il tuono non rombava più che da lontano. La bufera, ridottasi ad una pioggia senza vento, fitta e [...]
[...] . L'aria circolava libera, purificata dai fetori di sporchizie che fermentano al sole. Si pensava alle gazzarre dei bambini dopo il bagno. Le [...]
[...] carrozzelle correvano in ogni direzione. Suocero e nuora non seppero uscir più dal tema del tempo. Tuttavia il loro imbarazzo svaniva, a poco a poco [...]
[...] Irene, prima che il suocero potesse indicarle un altro appuntamento. Padron Gregorio parve colpito. Infine si risolse. — Sia pure: qui! A rivederci [...]
[...] , nuoruccia. — A rivederci, papà! Ebbene, il vedersi in casa d'estranei acquistava un sapore piccante; un'idea come di appuntamento amoroso e [...]
[...] clandestino. Il vecchio Ferramonti se ne sentiva turbato ed ingolosito. Bisognava dire che Irene ne avesse, dei curiosi capricci! il condursi così, come [...]
[...] : presentiva nei suoi lucidi intervalli lo scopo della giovine donna, di cui portavasi addosso il profumo nel suo vagabondeggiare di vecchio [...]
[...] . Intravvedeva l'assedio paziente, sagace e formidabile alla sua fortuna; e, più ancora, capiva che avrebbe capitolato. Ma la tentazione ed il [...]
[...] la padrona. Lo meditava, tenendo nascosto il disegno con una cura gelosa, perchè nulla ne trasparisse al di fuori. Anzi, avrebbe messo alla prova [...]
[...] il disinteresse della nuora; ed al più leggero dubbio sulla sincerità dei suoi procedimenti, le avrebbe luminosamente provato che non era nè un [...]
[...] imbecille nè un rimbambito. Ma lei conducevasi ammirabilmente, senza offrire il menomo appiglio alla diffidenza. Non aveva le caute allusioni ed i [...]
[...] giri insidiosi di frase, che preparano un attacco, nè i silenzi ostentati ed ostinati della dissimulazione. Il tema degl'interessi materiali [...]
[...] propri. Mostrava di amare il danaro, come deve amarlo una donna nata e vissuta nell'ambiente del traffico. Con egual candore, confessava inoltre di [...]
[...] amare i godimenti onesti che il danaro permette. Avrebbe voluto guadagnar molto per potere accumulare e spendere in pari tempo: due piaceri che gli [...]
[...] di diseredare i figli. Al contrario, il suo rincrescimento si manifestava con certi rabbuiamenti di espressione, con certe tristezze, con certe [...]
[...] sostanza, bisognava bene che lo riconoscesse lei pure: suo suocero non aveva torto. Forse l'odio di lui poteva ritenersi eccessivo. Questo era il [...]
[...] . Lei supplicava il suocero di tacere, di non ucciderla di dolore; si ricusava ad ascoltarlo. S'era sua nuora, non cessava per questo d'esser moglie [...]
[...] pietà, essa mutò registro: diventava aggressiva; imponeva il silenzio, fiera dei suoi doveri di moglie e di cognata. Padron Gregorio poteva arrivare [...]
[...] le quali non avrebbero cavato un ragno da un buco? Davvero, non c'era scusa possibile. Il passato è passato: quando non ci si può rimediare, è [...]
[...] vano pensarci su. Del resto, dipendeva dal sistema di vita che padron Gregorio aveva adottato, non c'era da dubitarne. Il suo rintanarsi in una [...]
[...] poltronaggine selvaggia dopo aver sempre lavorato in mezzo agli uomini, avrebbe guasto il sangue più sano e pervertito il carattere migliore. Perchè [...]
[...] , senza perifrasi, l'idea di un matrimonio. Sicuro: era già più che sott'intesa in tutti quei giri di frase, che lasciavano il vecchio in prolungati [...]
[...] dirò che ce n'è d'avanzo. — Manco male! Allora si combina? — E via a correre! Mi sembri il barbero vincitore! — Non vi capisco... — Mi capirai. La [...]
[...] tua vedova Remedi, la conosco, presso a poco. Suo marito faceva il cartolaio a via Frattina, non è vero? Bene! ebbero la fortuna attraverso; ma [...]
[...] delle difficoltà; trova il modo; avvisa tuo marito; digli che la intendiamo così noi due; e basta! Vedrai: troverà i suoi buoni motivi per [...]
[...] da Lalla Frati. Ella mostravasi costantemente inquieta: certo il suocero diffidava di lei. L'accoglieva e la trattava assai bene; ma qualche cosa in [...]
[...] di un nuovo progetto: avrebbe secondato il desiderio del suocero, gli avrebbe trovato lei stessa una moglie. Provocò una di quelle esplosioni in cui [...]
[...] testa. Pippo stesso scoteva il suo giogo di marito domato, ritrovando l'occasione di mostrarsi furioso. Nessuno di loro avrebbe sopportato in pace un [...]
[...] ladrocinio simile. Parlavasi di andare a cavar fuori il cuore di quel vecchio birbaccione che trattava così il sangue suo. Furlin, sempre [...]
[...] ripugnante da propositi che potessero compromettere, dimostrava che il vecchio Ferramonti doveva ritenersi impazzito. E suggeriva mezzi tortuosi per farlo [...]
[...] trattava più d'impedire a padron Gregorio il matrimonio; si trattava di mettergli a fianco un'amica della famiglia. I Furlin ebbero un'ultima velleità [...]
[...] , messo al bivio risolutamente dalla moglie di scegliere fra l'ubbidirla ciecamente ed il dichiararsele apertamente contro. Egli aveva scelto il [...]
[...] la cognata. Ella era stata con lui più sincera: in un momento di espansione, lo aveva assicurato che il matrimonio del vecchio Ferramonti non [...]
[...] conoscenza di cui poteva garantire, ne decise la scelta. Furono fatti dei passi; la vedova rispose come Irene riferì al suocero; il disegno si [...]
[...] e persuadendosi che quella donna, santa fino all'imbecillità, avrebbe necessariamente considerato come suo dovere riconciliare il vecchio [...]
[...] esasperavano, la sera, intorno a lei. Dubitava ancora della riuscita! Il suocero continuava a non volerla vedere che dalla Frati, in casa di estranei [...]
[...] salotto di via Torre Argentina fremette il sospiro della vittoria. Irene annunziò che il suocero l'aveva autorizzata a cercare. Oh, egli era l'uomo [...]
[...] stupiti fra loro, quasi dubbiosi che le desse di volta il cervello. Ma non si veniva a capo di nulla. Era la settimana in cui padron Gregorio credeva [...]
[...] . Tutto ciò svanì nella sorpresa suscitata dall'avvenimento che mandava a monte il matrimonio, e che faceva entrare Irene in casa del suocero. Tornando [...]
[...] , lasciava dei sordi sospetti in quel pugno di gente scettica per i sentimentalismi della filantropia e del disinteresse. Il domani Mario si procurò [...]
[...] si parla di un padre il cui pensiero rinverdisce antiche affezioni e mette nel cuore una folla di pentimenti. Avevano avuto torto: erano pronti a [...]
[...] riconoscerlo e ad umiliarsi in qualunque modo per ottenere il perdono. Irene doveva prometter loro d'informare il suocero sui loro attuali sentimenti [...]
[...] troppo. Ella si limitava ad assicurare che non avrebbe dimenticato nessuno. Anche il suo contegno cambiava. Stimava forse giunto il momento di [...]
[...] piombava sui conciliaboli di via Torre Argentina: il sordo presentimento di una lotta preparatasi insidiosamente, dove alcuni sentivansi sopra un [...]
[...] , e il domani Irene stimò necessario scrivergli un bigliettino per invitarlo a passare un momento da lei. Quando egli arrivò, trovò la cognata già [...]
[...] donna nel modo che tu, spesse volte, mi hai consigliato. — Credi? Può darsi — bisbigliò Irene conservando il suo fare mordace. — Continua pure [...]
[...] . Vorrei conoscere il tuo pensiero. Mario trasalì, come un cavallo di razza che morda il freno. Si sentiva lanciato sopra un terreno pericoloso [...]
[...] commuovi ai corrucci ed alle gelosie di Flaviana, e se congiurate insieme, io non vi temo. Anzi vi sfido. Ecco! Avviluppò il cognato con una occhiata [...]
[...] lunghissima e profonda. Le sue parole presero una lentezza appassionata. — Solamente, tu mi procuri una ben dura esperienza. Il tuo amore non [...]
[...] costringermi a dirti ciò che avrei voluto risparmiarti? Lo sai, che la pazienza non è la mia virtù predominante. Irene rialzò vivamente il capo [...]
[...] fortuna dovrà appartenerti. A mio favore ci sarebbe soltanto il tuo capriccio, la tua debolezza, la tua passione per me. Ma non c'è dubbio, che invece [...]
[...] . — Flaviana non ne sospetta l'esistenza. Sospetta invece il disegno di far nascere in me la passione, come un mezzo. La giovine donna si alzò. La sua [...]
[...] , parve aver preso il suo partito: — Vuoi dimenticare tutto quello che ci univa? Io ti sciolgo; ti ridò intera la tua libertà. — Credi dunque di [...]
[...] spezzato il suo cuore. Si nascose il viso fra le mani, e pianse lagrime di angoscia e di furore, mentre il cognato la guardava interdetto [...]
[...] dinnanzi così, fremente e sconvolta. — Che m'importa? Va dunque a dire a Pippo che mi hai avuta! È il solo mezzo di scuoterlo: è il solo mezzo di [...]
[...] perdonerebbero tutti i tuoi torti pel merito di averla smascherata... — Ascoltami... — fece Mario. Cercava di farle comprendere il gran [...]
[...] raccolti intorno a me per sorvegliarvi e per raggirarvi meglio. Avrei voluto incontrare qualche difficoltà, che lusingasse il mio amor proprio. Invece [...]
[...] occasione. Sono stata assurda... Non si può! non si può!... Spasimava. Si ribellò contro il proprio destino, balbettando frasi scucite. Mario guatava [...]
[...] so più mentire. Che m'importa ormai la mia fama? che m'importa il resto? Io ti amo; basto io sola per te, e sono gelosa, io! Allora, bisogna che tu [...]
[...] . Bisogna che tu rifletta seriamente. Si tratta d'impegni tremendi, che non consentirebbero nè prudenze, nè finzioni. Il meno che ci potrà accadere, sarà [...]
[...] incartarci il salame. In compenso, le “Banca Italica” andavano alle stelle, ed egli era stato così bestia da non conservarne, nel suo cassetto, neppur [...]
[...] resto, il suo nuovo socio aveva sempre lavorato appunto in articoli di vestiario e di mobilio. Bisognava, perdio! essere idioti ed invidiosi, per [...]
[...] ? Nell'intimità egli dimenticava volentieri le sue rigidezze di tribuno. Quando ne aveva il tempo, evocava gioconde imagini di sensualità, con una mordace [...]
[...] : — Perchè non ti metti in saccoccia l'arrosto, il formaggio e le frutta? Te lo ruberanno il tuo Metastasio! Flaviana, seccata, si giustificò [...]
[...] Federico per socio? Vuol dire ch'ero sicuro anticipatamente del fatto mio. Il pensiero è libero, ed il valore d'un uomo non si misura niente [...]
[...] ditta commerciale “Barbati e Compagno”, il compagno si cambiava a periodi più o meno lunghi, secondo gli umori e l'influenza di Flaviana. Un [...]
[...] giorno la società scioglievasi naturalmente, senza che si stimasse, da nessuna parte, guastarsi il sangue con delle spiegazioni. Un mese dopo, il socio [...]
[...] . Allora, perchè non salisse la senapa al naso a nessuno, e perchè le apparenze fossero salve, si era stabilito di non mettere in piazza il contratto [...]
[...] facendogli luccicare gli occhi. Perchè dunque Flaviana non si divertiva a far chiacchierare ed a far disperare il suo galante e cattolico [...]
[...] era lasciata distrarre dai suoi doveri di sposa del Signore pel birbante, e gli aveva permesso, non solamente di toglierle il soggolo, ma di farle [...]
[...] ancora a tavola, era colpa sua. La povera Flaviana aveva inghebbiato il cibo come un pollastro da ingrasso. Del resto, anche Federico era [...]
[...] discorsi sulla convulsione finanziaria che la città attraversava. Correva una voce: a Como avevano scoperto il Gerente della Banca dell'Agro romano [...]
[...] sul punto di guadagnare il confine, e lo avevano tratto in arresto. — E tu hai tanto aspettato a dirmelo! — esclamò Barbati. Egli aveva quella [...]
[...] furfanti che glie le avevano fatte perdere. Non la finiva più; il suo risentimento esplodeva con un fraseggiare iroso di galantuomo indegnamente [...]
[...] ingannato. Ad un tratto si calmò; si rivolse alla moglie sorpreso: — Perchè non fai portare il caffè? Lei dette gli ordini indolentemente. Aveva [...]
[...] mangiato le frutta ed il formaggio con una lentezza ostentata e dispettosa. Pareva che avesse rinunciato al teatro; la sua espressione non prometteva [...]
[...] che addomestica e sollecita una penitente gustosa. Vinse. Flaviana cominciò a sorridergli, mentre la domestica recava il caffè. E riebbero tutti [...]
[...] si riallacciarono. Per una rapida associazione d'idee, presero a parlare della Banca Italica. Calcolavano che il cancan del rialzo si sarebbe [...]
[...] prolungato ancora tre mesi. Oh, il pubblico! che gabbia di merli! Ma frattanto i furbi del momento lavoravano al sicuro, e dei bagliori lividi [...]
[...] dei guadagni sorprendenti di Mario in quel rialzo della “Banca Italica”. Non si capiva d'onde il fortunato briccone avesse cavato fuori dei titoli [...]
[...] assolutamente sconvolta. In sostanza, la rottura coi Ferramonti non aveva somigliato alle solite. I Barbati digerivano ancora il fiele di una disfatta [...]
[...] là perchè la Ferramonti li aveva voluti, servendosene per uno scopo affatto diverso da quello da loro imaginato. Il risveglio fu crudele. Flaviana [...]
[...] conobbe interamente Irene alla notizia che il matrimonio di padron Gregorio andava a monte, e ch'ella restava incaricata di tener compagnia al [...]
[...] suocero, senza che per questo apparisse la probabilità di una riconciliazione fra il padre ed i figli. Poi il nuovo contegno d'Irene compì [...]
[...] l'esperimento. I Barbati si accorsero appunto ch'erano stati ciechi stromenti nelle mani di un'intrigante emerita, perdendo, per proprio conto, il loro tempo [...]
[...] conclusioni avrebbero scosso un'indole di granito. Infatti ella vide che Mario pure era scosso, e, per un istante, il cuore di lei palpitò [...]
[...] mezzo per prolungarne l'abitudine. Appunto come due seccatori ostinati, il funzionario e sua moglie continuarono a presentarsi seralmente dalla [...]
[...] fece più trovare. Fu il licenziamento completo. Mario e Pippo, dal canto loro, si erano resi irreperibili. Si sarebbe detto che l'accensione dei [...]
[...] segreto. In quanto a Pippo, si divertiva. Andava al caffè; aveva preso il gusto del teatro. Povero Pippo! era ben giusto che si divertisse un pochino [...]
[...] testa alla vipera! E tuttavia, una parola sola sarebbe bastata per perderla, se il loro interesse non avesse imposto un silenzio assoluto e [...]
[...] guardingo; un contegno di cani bastonati che leccano la mano a chi li percuote. Ne sapevano di belle! La decadenza ed il disonore piombavano sulla casa [...]
[...] diventava schifoso d'abbiezione; tremava dinnanzi alla moglie come un ragazzino scemo dinnanzi all'orco, ed avrebbe tenuto il candeliere a quella tal [...]
[...] cosa, senza batter ciglio, solo che a lei fosse saltato il capriccio di comandarglielo. All'infuori di tali sfrenate maldicenze, Pippo subiva in [...]
[...] improvvisa di vizi e di corruttele che quell'uomo non aveva avuto mai dianzi. Trascurava la bottega; scialacquava il suo danaro; sfrenavasi in lui il [...]
[...] crapulone ed il libertino da trivio. Forse cercava delle consolazioni e degli stordimenti. Nel gennaio i Furlin seppero che aveva preso [...]
[...] assolutamente per abitudine il tornare a casa, ogni sera, briaco come un vero maiale. Frattanto Irene mostravasi interamente assorbita nelle cure del suocero [...]
[...] , come timorosa di rendersi indiscreta. Poi, a poco a poco, le visite si erano prolungate. Non era più necessario che il vecchio Ferramonti fosse ad [...]
[...] ; e se padron Gregorio non c'era, lo aspettava, facendo il proprio comodo. Egli a sua volta usciva, rientrava, la lasciava, la ritrovava, come se [...]
[...] tutto il resto della giornata. Allora parve persuadersi lei pure; non trovò in ogni modo obbiezioni valide da contrapporre; ed anche quelle momentanee [...]
[...] non si badasse a spese. Era il presente a sorpresa che il suocero volle fare alla nuora; e quella galanteria di camera, tappezzata pure a nuovo da [...]
[...] una carta di Francia, dove strillava un luccichio di fiori d'oro sopra un fondo celeste pallido, divenne il sacrario di Irene, l'angolo che [...]
[...] nessuno, neppure padron Gregorio, poteva profanare, senza il permesso della giovine donna. Il vecchio palpitò di gioia, quando seppe che Irene aveva fatto [...]
[...] ! E spesso il vecchione, rammollito dalla tenerezza, fantasticava degli affanni segreti, dei rimpianti misteriosi, delle malinconie mute e [...]
[...] degli uomini! S'invecchia nella fatica e nei dispiaceri per incontrare la creatura che vi dà tutte le delizie del paradiso, quando il corpo è logoro e [...]
[...] non resta che aspettare la visita del becchino! Era una sciocchezza inesplicabile: il pensiero di padron Gregorio volgeva spesso ad idee funebri [...]
[...] esterna, qualunque associazione d'idee. C'era il caso di vederlo impallidire e fremere all'improvviso, nel mentre una barzelletta gli usciva dalle [...]
[...] passeggere nel sereno trascorrere di una esistenza accarezzata dal soddisfacimento d'ogni desiderio. Il vecchio diventava un vero sibarita. Irene lo [...]
[...] ! ... E la squisitezza dei cibi era il meno. Il pranzo dissipava gli ultimi riserbi esistenti tra suocero e nuora; eccitava una piena e gioconda [...]
[...] bambina, spingevasi fino a sedere sulle ginocchia del suocero, per accarezzarlo colle mani gentili, per tenere il suo viso acceso di vecchio [...]
[...] , vicinissimo al proprio, splendido di gioventù e di bellezza. E sempre, ella odorava di quell'odore inebbriante di verbena! Rideva a sentire il suocero [...]
[...] fremere tutto sotto di lei. Soffriva egli dunque molto il solletico? Ma non mancava qualche nube, in quella felicità, chiusa nel segreto di quattro [...]
[...] insidiose associazioni d'idee; specialmente il pensiero fisso che Irene aveva un'altra casa dalla quale veniva ogni mattina, e dove era obbligata a [...]
[...] interrotta da certi sospiri improvvisi. Infine, il segreto affanno che stringeva il cuore d'Irene, scoppiò. Buon Dio! il destino non era giusto con [...]
[...] lei! E quella esclamazione sfuggitale, fu il preludio di nuove confessioni. Ella doveva riconoscere che padron Gregorio trattava i suoi figli [...]
[...] d'esserci riuscita; ed ora doveva crudelmente disingannarsi. Pippo non l'ascoltava più; trascurava il negozio fiorente; s'impantanava nei vizi [...]
[...] da angosciosi smarrimenti; qualunque cosa sapesse dirle il suocero, ella non riusciva a frenare i propri raccapricci, e li dissimulava soltanto per [...]
[...] notte, nelle strade più turbolente di Roma. E non ne aveva mai avvertito il suocero, per motivi ch'egli poteva bene imaginare. Poi l'incidente le [...]
[...] . Ella voleva che questa facile vena di gaiezza fosse comunicativa anche per padron Gregorio. Il primogenito di casa Ferramonti cominciò ad entrare [...]
[...] . Gli oziosi potevano sbizzarrirsi a piacere: Irene riabbandonavasi alle sue audacie di donna che sfida il mondo, dopo averlo voluto ingannare [...]
[...] formavansi negli angoli scuri dei vicoli e sulle soglie dei portoni; dei bottegai dimenticavano la clientela per correre sull'uscio a spiare. Il momento [...]
[...] solenne era il ripassare di Mario colla cognata. La coppia rifaceva la strada contorta ed angusta, nella luce rossastra dell'illuminazione, che [...]
[...] arroventava il polverìo sottile sollevatosi dal selciato e sbatteva sulle muraglie bige e gobbe delle vecchie case. La seguiva un'onda di pensieri [...]
[...] due figure recanti nel pandemonio il turbamento e l'incongruenza di un'apparizione elegante. XIV. Sul finire di febbraio, all'avvicinarsi dei dieci [...]
[...] l'avrebbe accompagnata senza farsi molto pregare. Ebbene, non c'era bisogno d'altro. Padron Gregorio non lasciava scorgere tutto il suo pensiero: egli [...]
[...] avrebbe ben preferito che Irene restasse con lui; ma capiva che, in fondo, gli sarebbe stata gratissima di trovarsi costretta a fare il contrario [...]
[...] piacere. Proprio così: non volle ammettere che il suocero aveva pure secondato qualche di lei piccola tentazione; mostrò ostinatamente di averlo [...]
[...] ubbidito a controgenio. Egli avrebbe potuto rivelarle il perchè vero delle proprie insistenze, e soggiungere che s'era in tempo ancora di non farne [...]
[...] nulla; ma non ne ebbe il coraggio. Parlò di un vestito che voleva regalarle per la prima festa alla quale sarebbe intervenuta. Ella accettò, con una [...]
[...] dubitato. Era saltato in testa a lui stesso il capriccio di veder Irene riapparire nel mondo, in mezzo alle feste carnevalesche, ed egli stesso aveva [...]
[...] imposto alla giovine donna di trovarne il modo. Fu una fantasia subitanea ed imperiosa di amante, che Irene non riuscì a sventare, punta forse a [...]
[...] sua volta da una sorda tentazione delle ebbrezze e degli stordimenti che il disegno prometteva. In realtà Mario, come tutti gl'innamorati, facevasi [...]
[...] , restava ad avvelenare il suo amore, determinando certe esigenze, che rendevano dispotica la sua relazione con lei. Egli dimenticava i motivi di cupidigia [...]
[...] partita, inducendo Irene a lasciare in pace il suocero ed il suo danaro, per prendere il largo con lui. Non sarebbe mancato il mezzo di utilizzare [...]
[...] leggero lo scandalo, che spesso tornava ai suoi calcoli provocare. Bisognava ch'egli diventasse assolutamente il solo rifugio e la sola speranza di [...]
[...] , egli amava la cognata con trasporti d'imaginazione e di sensualità crescenti. Era ben lontano il tempo in cui la giovine donna lo aveva esasperato [...]
[...] , neppure per un minuto, la sazietà! sempre la febbre, sempre il delirio, sempre un fascino strano, indicibile! Era l'eterna passione dell'amore [...]
[...] . Irene cedeva all'amante con una docilità assoluta, trovando sempre il modo d'essere quello che i capricci ed i pervertimenti della passione di lui [...]
[...] commesso il più piccolo errore; aveva visto la fortuna sorridergli, amica costante. Con un po' più di ardire e di fiducia da parte d'Irene, egli avrebbe [...]
[...] una parte meschinissima dei suoi profitti ad aumentare le prime mille lire affidate a Mario. Accumulava il resto, senza impieghi, nascondendolo alla [...]
[...] vista di tutti, evitando di parlarne anche incidentalmente. Il solo Mario sapeva ch'ella era in possesso di somme rilevanti ed infruttifere, e non [...]
[...] un'altra passione, così bene dissimulata, che lo spirito più acuto le avrebbe invece attribuito il difetto contrario: la passione del danaro che si ha [...]
[...] spese della casa, nella quale, volendolo, avrebbe potuto risparmiarsi di metter mai più il piede. I guadagni della bottega di ferrarecce [...]
[...] squagliavansi prodigiosamente. Anzitutto il traffico, abbandonato in mano di commessi, che si perfezionavano nell'arte dei prestigiatori colle scorte di [...]
[...] abbrutimento che aveva delle spaventose progressioni, doveva conservar netto l'intuito dell'utile che ritraeva dalla moglie. Era il marito più [...]
[...] Irene si sbizzarrisse la notte col cognato, dopo essersi sbizzarrita il giorno col suocero. Egli, poi, era orgoglioso di una tal donna. Andava [...]
[...] l'ammirazione di un fratello verso il fratello da cui la famiglia riceve lustro ed onore. Lo diceva un uomo destinato a far vedere di che cosa fossero capaci [...]
[...] avevano abbandonato, mentre sentiva tanto il bisogno di vedersi intorno facce amiche e cuori affezionati pronti a soccorrerlo. Che serve? Sapeva ben lui [...]
[...] ghermiva il fascino di qualche cosa di nuovo, d'ignoto, di stravagante, di misterioso. Mario specialmente si montava la testa: ai veglioni pubblici [...]
[...] un folle progetto si maturò rapidamente nel suo spirito. Prima non ebbe il coraggio di esporlo; ma questa riluttanza momentanea lo esasperò [...]
[...] una volta ceduto, i due amanti dimenticarono il dissidio, per regalarsi un'anticipazione di piacere turbolento nel figurarsi il piacere che li [...]
[...] festa di un Circolo dov'erano invitati, fino alle undici; poi sarebbero tornati a casa perchè Irene potesse indossare il suo costume da maschera, e [...]
[...] sarebbero andati al Politeama. Naturalmente, non c'era un minuto da perdere. Quella mattina, padron Gregorio vide la nuora soltanto verso il [...]
[...] mezzodì. Ma le ore da lei occupate altrove, erano state messe molto bene a profitto. Veramente, Mario sapeva a perfezione il modo di far fare dei [...]
[...] miracoli alla gente. Prodigava il danaro colla generosità di un principe; offriva il doppio di quello che gli domandavano, purchè non gli parlassero di [...]
[...] difficoltà. Scelsero un costume del Direttorio, di raso perla: le braccia nude, le spalle nude, il seno scoperto fino quasi ai capezzoli, la cintura [...]
[...] ; tutt'insieme un amore, una meraviglia costosissima. Il martedì sera, nel rientrare in casa, Irene trovò pronto ogni cosa. Ebbe sensazioni ineffabili [...]
[...] , come di una vergine che sta per vestire il suo abito da sposa. Era insieme la paura ed il fascino: un domandarsi confuso se avrebbe avuto mai il [...]
[...] carnevale, attraverso le chiuse finestre, filtrava gli strepiti della strada popolata, il roteare continuo dei legni, i gridi delle maschere, le [...]
[...] !... — Mi pare che possiamo andare, — diss'ella. — Perchè non scendi a ordinare il legno? Mario si alzò da sedere. La vide presso il letto, occupata [...]
[...] . Rise, alzando le spalle con un moto vivace. Prese il mantello: aveva freddo. — Lascia stare un minuto soltanto! — pregò Mario con un'inflessione [...]
[...] profonda della voce. — Perchè resti laggiù? Non ti ho vista ancor bene... vieni qua. Ella scosse il capo, superiore a quella nuova ragazzata; ma non [...]
[...] seppe negare il favore che l'amante le domandava. Gli si avvicinò com'egli aveva voluto; gli restò dinnanzi, aspettando ch'egli l'attirasse [...]
[...] , pieni d'ironia. Alzava le mani agitate da una vaga convulsione, accennanti ad un pensiero intimo e cupo, che non trovava il modo di esprimersi. Essi [...]
[...] venire a darvi un'occhiata... Si volse di nuovo alla moglie. Ma vedendo ch'ella s'era gettata sulle spalle il mantello, gettò quasi un grido. — Che [...]
[...] sguardo inesprimibile il soccorso di Mario. Questi fermò per un braccio il fratello. E per un lungo istante i tre si guardarono, pallidi e frementi [...]
[...] . Infine, Pippo indietreggiò svincolandosi. Il ghigno sarcastico dell'ubriacone ricomparve. Egli si giustificava: — Hai creduto volessi mangiartela [...]
[...] ritirava infatti; raggiunse la porta; sparì. Mario ed Irene, nel silenzio in cui dormiva la casa, sentirono il suo passo pesante allontanarsi. — Non [...]
[...] perder tempo! — bisbigliò Irene con voce concitata: — va' subito ad ordinare il legno. Ma che cosa aspetti? Va' dunque! Lo spinse fuori per le [...]
[...] quel momento avrebbe rinunciato anche alla fortuna del suocero, pur di cancellare il passato. Ma se ciò era impossibile, perchè lo sarebbe stato del [...]
[...] pari... Udì un rumore di passi cauti, ed ebbe appena il tempo di rialzar la testa. Aveva Pippo nuovamente dinnanzi. Lo interrogò balbettando [...]
[...] comprese; dissimulò il freddo raccapriccio ond'era invasa. — Impazzisci davvero? — diss'ella: — ti seduce, per caso, l'idea di un po' di galera [...]
[...] ? Ebbene! Mario torna a momenti. Coraggio! fagli trovare tua moglie sgozzata. Con un gesto teatrale, gettò lontano il mantello che la copriva. Rimase [...]
[...] col petto nudo, aspettando che il marito la colpisse. Egli invece piegò sotto un fascino doloroso; agitò le labbra convulse, e per un istante parve [...]
[...] uscita. Due grosse lagrime scesero lente da' suoi occhi smarriti, rigandogli silenziosamente le gote. E sparì. Irene raccolse il mantello, se ne [...]
[...] avvolse, si pose il cappellino del costume in testa, affrettandosi convulsa, raffazzonando ogni cosa in pochi minuti secondi. Non si contentò di [...]
[...] non veder più il marito e di non sentirlo. Lo cercò, attraverso il buio appartamento, ponendosi ad orecchiare cauta alla porta dello stanzino che gli [...]
[...] scale. Lei gli corse incontro senza dargli tempo di entrare; discese, dimenticando due candele rimaste accese in camera. XV. Il sabato successivo [...]
[...] strinse nelle spalle, mostrando il dispiacere di un uomo che vorrebbe sfuggire da una posizione scabrosa. — Vuoi dunque che ci guastiamo un'altra [...]
[...] volta il sangue? — Non c'è pericolo. Non abbiamo da dirci che poche parole, chiare. Voglio soltanto domandarti se ti sei reso ben conto dello stato [...]
[...] dirò io. Ella dipinse quelle condizioni: una vergognosa rovina. Se non se ne fosse occupata lei, il fallimento sarebbe stato dichiarato da un paio di [...]
[...] il geloso! Proibiscigli dunque di metter più i piedi in casa tua! — Glie lo dirai tu? — Perchè no, se lo desideri? Si guardarono lungamente, in [...]
[...] guastarsi colla moglie e col fratello? E d'altra parte, non subiva forse la legge comune ai mariti? Un'improvvisa risoluzione d'uomo che ha preso il [...]
[...] ancora? — No. Anzi rimane il più interessante. Bisogna che tu ti persuada, che le cose non possono andare innanzi così. Mario non ha i capitali del [...]
[...] parola a tuo favore, senza vederlo imbestialire, senza correre il pericolo di disgustarmi per sempre con lui. Vuoi proprio saper tutto? Ebbene! non mi [...]
[...] , bisognava, una buona volta, aprir gli occhi ed essere uomo. Con un po' di buona volontà, il male fatto potevasi ancora riparare. Perchè dunque non lo [...]
[...] sempre suo marito. Si faceva affettuosa, trattando Pippo da vero bamboccione: chi avrebbe mai detto che un Ferramonti poteva perdere il giudizio al [...]
[...] conferma. Domandò che il marito glie lo giurasse, non fu paga, fin che non ebbe udito dalla sua bocca il giuramento, pronunciato in modo solenne [...]
[...] . Terminarono così il colloquio, senza mettervi più una frase dura. Irene era sicura del fatto suo: la scossa data al marito sarebbe stata efficace. Se [...]
[...] mai, ella era pronta a rincarare la dose, quando il bisogno lo avesse voluto. Il suo fascino durava intero; aveva mezzi diversi per esercitarlo; e [...]
[...] da sè l'amante, di evitare ch'egli se ne risentisse e potesse nuocerle, per vendetta, presso il vecchio Ferramonti. Lasciava pel momento da [...]
[...] . Anzi cercava deliberatamente di guadagnare il suo posto di satellite in quell'Olimpo, facendovi accettare anche la sposa. La educava con cura [...]
[...] moglie: una perdita di tempo assolutamente inutile. Essi, i Furlin, potevano senza timore alcuno darsi il lusso di trarsi da parte e di pensare a cose [...]
[...] ; ed il suo odio per la cognata, condannato al silenzio ed all'immobilità, avvelenava tutto il suo sangue. Un mercoledì, tornando dal suo uffizio [...]
[...] , Furlin la trovò stravolta e livida, con una fissazione da mettere i brividi, negli occhi inferociti. Ella, del resto, ne spiegò subito il motivo [...]
[...] . — Sai? ho incontrato la Barbati. Pare ch'ella si tenga informata un po' meglio di noi. Me ne ha dette delle belle. Il funzionario ci si arrabbiò sul [...]
[...] . — Sta bene! Te ne pentirai quando non ne sarai più in tempo. Il marito la guardò; n'ebbe pietà. Sorrise. — Mi credi davvero un imbecille? — Ma che [...]
[...] sarebbe stato il caso di vedere Mario e Pippo contentarsi di una discreta porzione di legittima e farsi docili. No, no! Bisognava proprio che il furto [...]
[...] Mario, Pippo ed Irene; il cozzo nel quale i due fratelli, secondo ogni possibile previsione umana, erano destinati a soccombere; poi l'entrata in [...]
[...] gl'incomodi dei vecchi eccessivamente robusti ed eccessivamente nutriti. Aveva in rivoluzione il sangue che gl'imporporava le gote da gaudente [...]
[...] appresso soltanto il giorno, con le sue mille carezze da gattina amorosa: anche la sera ell'era presente, più bella, più affettuosa che mai, nelle ore [...]
[...] lunghe e raccolte in cui cessano i rumori esterni, e le intimità solleticano più dilettosamente la pelle ed il cuore. Lei non aveva mai voluto [...]
[...] eccessive. Perdevano il tempo in ragazzate, dimenticando l'universo mondo. Dovevano certo finire, un qualche giorno, col non spiccicarsi più un minuto [...]
[...] nella pura fronte della giovane donna il segreto delle sue mire! Trattavasi ancora di quelle gioie dei figli, i maschi; dell'idea di riconciliarli [...]
[...] col padre. A sentirla, la nuoruccia, il ravvedimento di Pippo era qualche cosa di prodigioso, uno spettacolo veramente edificante. Ed ella ne [...]
[...] attribuiva tutto il merito a Mario, si mostrava più che mai affezionata al cognato, portando nella casa del suocero il fremito ineffabile della sua [...]
[...] dovere di padre? Non voleva proprio mai lasciarsi intenerire il cuore? Egli aveva cessato completamente di opporsi a tali discorsi, ripugnando [...]
[...] guadagnar tempo. Ma, dagli ultimi giorni di marzo, Irene aveva piantato il chiodo ch'egli cominciasse a buon conto col permettere a Mario di [...]
[...] presentarsi a lui. Una ricaduta nei soliti incomodi che il vecchio soffriva, dette pretesto alla giovine donna di condurgli appunto in casa il figlio [...]
[...] , all'impensata. Ferramonti n'ebbe il sangue in subbuglio; ma dopo la prima impressione, riflettendo che l'incontro s'era già reso inevitabile da [...]
[...] qualche tempo, prese il partito di assoggettarvisi con disinvoltura. D'altra parte, Mario si condusse benissimo. Mostrò d'interessarsi molto alla [...]
[...] esistere. Poi rammentò lui stesso il passato, riconobbe i propri torti, alluse ad errori giovanili crudelmente scontati. Sicuro; le circostanze mutano [...]
[...] riflesso d'ironia brillava nei suoi sguardi, e caratterizzava il suo sorriso bonario. Esaminava Mario con insistente attenzione, come per rendersi [...]
[...] rammentargli pettegolezzi antichi. Nondimeno era affabile. Sviò a tempo il discorso, facendolo cadere sopra argomenti neutri ed innocui. Non pronunciò [...]
[...] sottintendeva l'acquiescenza di future visite, tenute entro certi limiti di discrezione. — Sei contenta di me? — chiese il vecchio alla nuora, non [...]
[...] appena partito Mario. Bisognava. Ferramonti reclamava il premio della propria condiscendenza, tutta una giornata di carezze, di feste e di ragazzate [...]
[...] o qualche atto di Mario doveva avere impressionato Ferramonti, che il suocero la sorvegliava, e che cercava del figlio perchè una indagine fosse [...]
[...] da una nuova complicazione. Mario restava il suo peso più grave. Era per lei una lotta continua il moderare ed il deludere le esigenze della [...]
[...] caricare fino al cinismo le tinte della propria cupidigia; metter l'amante al bivio, o di lasciarla compier l'opera iniziata presso il suocero, o di [...]
[...] Pippo era l'ingordigia del danaro paterno; per Mario il desiderio del possesso pieno, pubblico, liberamente goduto, della giovine donna. Costei [...]
[...] rispetto a Mario dipendeva dall'esistenza del suocero, presso il quale l'altro avrebbe potuto vendicarsi dell'abbandono di lei, coll'usare le sole [...]
[...] , non era donna da ripugnare a qualunque mezzo necessario per ottenerla. Per disgrazia, il tempo che passava senza costrutto le facea smarrir la [...]
[...] . Era l'osso che i suoi figli potevano ancora rodere con certezza, s'egli moriva prima di risolversi a fare con tale rimasuglio di sostanza il giuoco [...]
[...] feroce, nel dimostrare alla nuora come, in termine di mezz'ora, egli avrebbe potuto levarsi il gusto di regalare quei pezzi di carta al primo [...]
[...] ritenere certa del fatto suo, fin che il capitale restava alla Banca. Dibattevasi nella penosa ricerca di un mezzo per indurre il suocero a ritirarlo ed a [...]
[...] conservarlo in casa. Non le riusciva. Di certo il vecchio credevasi immortale, ed avrebbe avuto tempo di farsi sotterrare dieci volte prima di [...]
[...] , dalla nuora, aveva cacciato un grido da sbalordirla. Parlava proprio sul serio? Le dava niente di volta il cervello? Poi Irene tremò, udendo delle [...]
[...] frasi che parevano rispondere all'intimo pensiero di lei: credeva forse che se il gruzzolo restava alla Banca, non avrebbe trovato la strada di [...]
[...] cascarle in mano? Ella, pallidissima, fissò il suocero. Lo vide ridere bonariamente, lontano dal dare alle proprie parole il significato da lei temuto [...]
[...] . Però il vecchio non parlava a caso; voleva avvertirla che il capitale sarebbe stato suo. E nel vederla smarrita, egli si abbandonò ad un'ilarità [...]
[...] rumorosa d'uomo commosso. Povera Irene! non se lo era aspettato davvero? Ebbene, era proprio così: quando il suo vecchio brontolone avesse tirato le [...]
[...] avanzava di un passo. Erano visite oziose, che si diradavano e che si accorciavano col ripetersi. Il vecchio Ferramonti, poco avezzo ai mezzi [...]
[...] piedi. Irene poteva dire quel che voleva; ma il vecchione imbambolato trovava che se ne stavano troppo bene soli, lontani dalle seccature e dai [...]
[...] seccatori. Ma di seccature, ne capitò una sesquipedale, improvvisamente. Una mattina, Irene trovò il suocero fuori di sè. Non ebbe il tempo di [...]
[...] domandarne il perchè. Al vederla, il vecchio, con atto tragico, le pose in mano una lettera col timbro postale della città, e la invitò a leggerla ad [...]
[...] fare. Il colpo partiva senza dubbio da qualcuno che aveva studiato attentamente Irene da vicino. Lei stessa non s'era reso conto ancora dei propri [...]
[...] sformò. Ripeteva le parole del foglio automaticamente, senza pause e senza inflessioni; arrivò fino in fondo. Il passo grottesco che le profetava la [...]
[...] galera, fu il suo colpo di grazia. Gittò un grido rauco, lasciandosi cadere di mano la lettera. — Dio mio! Dio mio! — balbettò. Volgeva intorno gli [...]
[...] occhi spaventati, nel raccapriccio, come a cercare un aiuto in quell'istante terribile. Poi, con un singhiozzo, si coprì il viso. — Dimmi che non è [...]
[...] ! Non sapeva più dire altro. Aveva egli pure dei moti d'automa nei quali non entrava la sua volontà. Ed un disinganno immenso accasciava il [...]
[...] ritorno alla vita; uno scoppio violento d'ira. Ella balzò sopra il foglio, se ne impadronì, sfolgorante di sinistra energia, ed ebbe una frase [...]
[...] dall'accento terribile: — Saprò chi sei!... Sorrideva, sicura di se stessa. Dimenticava il suocero, tutta occupata nel pensiero ardente della propria [...]
[...] padron Gregorio. — Voi? — diss'ella. — Che ci entrate voi? S'era fermata, squadrando il vecchio. Ella commetteva un altro dei suoi errori: rinunciava [...]
[...] infame doveva averla scritta il demonio in persona. Quale colpa ce ne aveva lui, povero vecchio? Poteva negare, Irene, di aver riconosciuto ella stessa [...]
[...] il vaneggiamento di un istante, dopo una notte intiera di martirio. Adesso padron Gregorio si rendeva conto delle gelosie, delle invidie e delle [...]
[...] labbra i rimproveri. E parlarono della loro vendetta. — Ci riusciremo! — esclamò il vecchio; — dovessi spenderci fin l'ultimo dei miei scudi e [...]
[...] cognato, il forestiero... — Furlin? — Furlin. Irene trasalì. Rammentava le sorde paure che le incutevano Paolo e Teta. Ferramonti la vide di nuovo [...]
[...] rialzò il capo. Interruppe: — No, no! non ci lasciamo sviare dalle supposizioni. Non è Paolo. Ne sono sicura. — Ma come puoi dirlo? — balbettò [...]
[...] effetto ella ne avrebbe chiesto il permesso al marito, ed ottenerlo, questa era la cosa impossibile. Irene temeva il cognato perchè lo sapeva [...]
[...] scaltro, e dotato di tutte le qualità che ci vogliono per render capace un uomo di aspettare il momento giusto e l'occasione favorevole, per agire a [...]
[...] altri al pericolo che il vecchio Ferramonti, disgustato e disilluso, si risolvesse a disperdere la propria fortuna per sottrarla definitivamente ai [...]
[...] casi! E per pagare a dovere chi avanzava, il precipitare le cose non era il sistema più conveniente. XVII. Ferramonti non istette più bene [...]
[...] frenava tali irruenze. L'agitazione forsennata del vecchio restava come la sua garanzia ultima. Sapeva perfettamente che il suocero tornava a lei [...]
[...] avrebbe fuso il cuore di qualunque altra donna al posto suo. Nonostante le dissensioni della nuora, Ferramonti aveva voluto occuparsi a cercare l'autore [...]
[...] della lettera anonima. N'era stato buono il profitto!... Nient'altro che veder compiuta l'opera della denuncia. Il vecchio non ignorava più la sozza [...]
[...] calunnie dei nostri nemici? — propose egli, sul finire di un desinare, mentre pigliavano il caffè insieme. Un pomeriggio caldo di maggio mandava [...]
[...] la interrogò: — È deciso? — Ma sì! È deciso. — Non ti figuri di che si tratta? — No. Che importa? — Anzi, importa. Chiudi la finestra. Il [...]
[...] fatto mai calcolo sulla mia fortuna. La regalerò agli ospedali, per esempio. Pagherò la mia parte di paradiso, da vero sovrano. Ti piace il mio [...]
[...] da questo pensiero, e non mi parrà di aver pagato troppo caro il vederti render giustizia, amor mio! Cambiò discorso. Irene prese il primo pretesto [...]
[...] dell'esperimento che il suocero tentava su lei. Sentiva che il suo contegno, nel giro di pochi giorni, decideva del suo avvenire. Ed era certa di tenere la [...]
[...] fortuna pei capelli. Ella fu immensa di finezza. Respirava sollevata: rideva lieta, come alleggerita da un gran peso. Il suo disinteresse splendeva [...]
[...] di semplicità ineffabile. Ella certo ignorava il proprio sacrificio; nessun'altra donna al suo posto avrebbe saputo imitarla. E padron Gregorio [...]
[...] sorrise. Buon Dio! aveva forse perduto mai il tempo, lei, nel figurarsi delle cose alle quali non poteva arrivare? Ferramonti dette in uno scroscio di [...]
[...] modo di impiegare il mezzo milione, secondo i suoi gusti. Non occorreva sgranar tanto gli occhi! era proprio così! Il vecchio ridiventò serio [...]
[...] camera mia. Ella ritenne che il suocero volesse condurla di là per consegnarle una carta che l'autorizzasse a ritirare i titoli deposti alla Banca [...]
[...] dartela. La chiave è nel primo cassetto del comò. T'insegnerò come si fa per aprire. Hai capito? Irene chinò la testa senza rispondere. Il colpo era [...]
[...] bisogno alcuno? Ma insomma! era tempo di farla finita, altrimenti lui ci avrebbe preso cappello sul serio! Il vecchio rimase nell'ebbrezza dilettosa di [...]
[...] tale scena tutto il resto della giornata, ed i giorni successivi. Non usciva più, insofferente di perdere un'ora lontano dalla giovine donna [...]
[...] giustificazione: non dovevano cercare ancora il nemico misterioso che li aveva fatti soffrire tanto con la lettera anonima? Non era naturale che [...]
[...] questo pensiero tornasse ad agitarla, adesso che le circostanze le permettevano di consacrarvisi interamente? In realtà, senza averne informato il [...]
[...] suocero, anzi premendole che non ne sapesse nulla, ella aveva già trovato. Ci si era messo di mezzo il caso: un incontro fortuito con Flaviana [...]
[...] il suo limite estremo. Pippo, riconciliato colla moglie, e tornato alle cure del guadagno con una febbre smaniosa d'uomo ingordo, rivolgeva spesso [...]
[...] alla giovine donna delle domande ciniche. Ebbene? come andavano le cose al Pellegrino? Crepava sempre di salute il genitore? C'era sempre [...]
[...] brividi addosso. Il vecchio Ferramonti si vendicava di tali scelleratezze collo spettacolo insultante della sua prosperità. Avrebbe ucciso un toro [...]
[...] , che lo avevano infastidito dal principio della primavera, si facevano più frequenti. Il peggio era ch'egli si ostinava sempre a non voler sentir [...]
[...] . Bisognerebbe aver visto quello che seppe mettere insieme il giorno del Corpus Domini. Alle tre — l'ora di andare a tavola — la stanza da pranzo, nella [...]
[...] pile di piatti, aspettava la festa che avrebbe fatto piazza pulita sui suoi ripiani. Ferramonti era andato a fare una lunga camminata ed a bere il [...]
[...] il fritto; ma Irene, al vederlo scalmanato, lo mandò in camera a cambiarsi ed a riposarsi, disponendo che s'indugiasse qualche altro minuto [...]
[...] davvero! C'era da far risuscitare un morto! Per conto suo, il vecchio goloso sentiva un solletico allo stomaco e l'acquolina in bocca. Una molle [...]
[...] passione gonfiava i suoi occhi ridenti, passava con un lieve fremito sulle sue narici dilatate a fiutare intorno. Nondimeno il pranzo non cominciò [...]
[...] : era una vera viltà! Poi, coi fumi delle vivande, e col gorgoglio del sangue fattosi ardente nei corpi pasciuti, i due commensali avvertirono il caldo [...]
[...] . Lo sprazzo di sole che occupava nei pomeriggi un lembo della stanza, battè sulla tenda, filtrò attraverso il tessuto, con un barbaglio diffuso [...]
[...] collocasse davanti, bene, col garbo che ci vuole per far figurare le cose. — Volete farci sopra un meditazione? — scherzò Irene al vedere il [...]
[...] tornare al pasto. Poi si rammentò che non avevano ancora stabilito come passare il resto della giornata. Egli non avrebbe sgradito di pigliare un [...]
[...] ! Allora restava così stabilito. E adesso non c'era da far niente di meglio che vedere se il signor pasticcio manteneva le sue promesse. Ferramonti [...]
[...] prese il coltello; per abitudine antica, sbirciò l'affilatura della lama, e parve contento. Ma d'improvviso, invece di tagliare, si alzò; guardò di [...]
[...] . S'alzò, urtando il tavolo e rovesciando una bottiglia piena, che andò a spezzarsi accanto alla testa del vecchio, sul pavimento. Chiamò aiuto nello [...]
[...] slanciarsi a soccorrere il caduto. Ma non perdeva la testa; doveva aver già compreso di che si trattasse. All'apparire delle due donne e di un [...]
[...] il suocero: — Rosa, corri a cercare il medico. Voi altri allontanate la tavola, avvicinate il sofà. Subito! Ferramonti era caduto bocconi; poi [...]
[...] , coll'ultimo suo movimento, si era rigirato sopra un fianco. Si sarebbe detto già morto, senza un rantolo soffocato che gli sollevava il petto a [...]
[...] . — Non sarà nulla: uno dei disturbi soliti; un po' più forte. Avevano disposto il sofà secondo i desiderii di lei. Allora, sempre con cenni brevi e [...]
[...] ; gli aveva tolto gli stivaletti ed avvolti nella lana i piedi. Soltanto il suo pallore estremo ed un lieve tremito delle sue mani accusavano la sua [...]
[...] agitazione. La donna ed il garzone rimasti, obbendendola ed imitandola, rendevano dei servigi molto efficaci. — Occorrerà certo del ghiaccio [...]
[...] , — osservò, indirizzandosi al garzone. — Bisogna che tu vada subito a comprarne. Il medico la udì nell'entrare. Fece un cenno vivace di assentimento. Egli [...]
[...] all'ammalato; lo esaminò, scosse il capo, aggrottò per un momento le sopracciglia. — Prima di tutto, — disse, — bisogna levarlo di qui, e porlo sul letto [...]
[...] un'applicazione di sanguisughe e di ghiaccio alla testa. All'ora di accendere i lumi, il medico non si era ancora allontanato. Non aveva fatto alcuna [...]
[...] non c'è grande accordo fra il padre ed i figli. Non so se il vederli... S'interruppe dinnanzi all'insistenza di quei due occhi scrutatori, penetranti [...]
[...] subito per andare a dare delle disposizioni. Quando rientrò, il medico, dal capezzale dell'ammalato, la invitò vivamente ad avvicinarsi. Ferramonti [...]
[...] , — consigliò il medico. — Non c'è niente di meglio a fare, per ora. Anche la mia presenza è inutile. Tornerò verso mezzanotte. Irene rimase un quarto [...]
[...] ed a rimettere ogni cosa in ordine nella stanza da pranzo. Certa di non essere pel momento disturbata, aprì il primo cassetto del comò, prese la [...]
[...] chiave del forziere e si avvicinò da quella parte coi movimenti cauti e sospettosi di una ladra presa dalla commozione. Il suocero non le aveva date [...]
[...] ancora le lezioni promessele; ma aveva aperto per due volte in sua presenza il forziere dove si custodiva ancora il danaro occorrente per le spese [...]
[...] . Ma d'improvviso ebbe un moto felino: frugò il forziere; s'impadronì del foglio che cercava, piegato e deposto nel fondo; lo cacciò in tasca [...]
[...] forze che l'avevano sostenuta le mancarono ad un tratto. Si gettò sopra la sedia più vicina, respirò forte, comprimendosi colla mano il cuore [...]
[...] conservava un'immobilità di cadavere. Uno sciapìto odore di sangue diffondevasi a poco a poco, saturava l'ambiente. Il dramma accaduto metteva la sua [...]
[...] dimenticava tutto, tutto: anche il suocero. Quando vinse la propria commozione e fu in grado di rialzarsi, una gioia strana scintillava nei suoi [...]
[...] non poter dire apertamente che avrebbe preferito sapere il cognato cento miglia lontano. Il solo Mario aveva lasciato che gli altri prendessero [...]
[...] tornava via. Non restava mai più di quanto era strettamente necessario e voluto dalla convenienza. Irene e Teta curavano il moribondo. Peraltro, Teta [...]
[...] pietà delle sue sofferenze. Un consulto di celebrità mediche, voluto anche questo da Furlin, il secondo giorno di malattia, aveva servito soltanto [...]
[...] bottegaio, che non adorava proprio più che il dio Quattrino. Del resto, egli si dava le arie di un buon diavolaccio: bisognava rammentarsi di [...]
[...] essere tra parenti, che non vogliono far ciarlare il mondo. Gli altri approvavano con dei cenni lievi del capo, con ammiccamenti degli occhi pensosi e [...]
[...] dominò alta e triste colle preghiere e cogli ammonimenti che il cattolicismo destina agli agonizzanti. La camera era già trasformata in una cappella [...]
[...] mortuaria. Avevano fatto del comò una specie di altare, stendendovi sopra una tovaglia e collocandovi un crocifisso fra due ceri, il vasetto [...]
[...] dell'olio santo, una stola. Il parroco, in cotta, sedeva leggendo le preghiere nel suo libro, con una solennità di convenzione affatto meccanica. Il suo [...]
[...] loro toccata. In mezzo alle mestizie ed alle tristezze ostentate, il legale Frati strappava l'anima col suo dolore chiassoso. Era comparso [...]
[...] il povero Ferramonti; era stato il suo ultimo, il suo più intimo amico! Fra un gemito e l'altro, costringendosi a calme subitanee, dopo essersi [...]
[...] asciugato violentemente gli occhi, il legale abbordava, uno dopo l'altro, i membri della famiglia. Profferiva i suoi servigi per qualunque bisogno [...]
[...] . In quella sciagurata circostanza, sarebbe stata per lui una consolazione il potersi render utile. Alle tre del pomeriggio il parroco, colla [...]
[...] disperazione non diminuirebbe certo la nostra sventura. — Sì, — balbettò Teta; — ma tu non perdi il padre, tu! — D'altra parte, — proseguì egli, — dobbiamo [...]
[...] forse di avere oltrepassato, in quel momento, i limiti della convenienza. Ma, dinnanzi alle mute interrogazioni della famiglia, compiè il suo [...]
[...] lampeggiarono; ma Irene, sbalordita di sentire il cavaliere Furlin così esattamente informato, non seppe nascondersi il colpo che la faceva impallidire [...]
[...] spogliazione. I Furlin si fecero un cenno d'intelligenza, ed il cavaliere Paolo riprese il suo aspetto desolato: — Ma è possibile occuparsi ora di simili cose [...]
[...] qualche cosa di più, tu! — E se lo sapessi? — diss'ella, squadrando il marito con un'occhiata terribile. — Ti pare il momento di mettere a campo certi [...]
[...] belle! Anch'egli si allontanò. Diffidava di se stesso, e non voleva fare una scena in presenza degli estranei che riempivano la casa. Il legale [...]
[...] circondato di confortatori, intesi ad impedire che il suo affanno avesse uno scoppio di disperazione. Udì tutto il frasario della filosofia che si sfodera [...]
[...] nelle occasioni funebri. Il suo dolore era certamente legittimo; era anzi un dovere, e dimostrava quanto egli fosse un buon figlio. Ma un uomo [...]
[...] deve farsi una ragione. Che cosa avrebbe ottenuto, se si fosse lasciato spingere all'eccesso? Suo padre, infine, pagava alla natura il tributo [...]
[...] che proprio Mario si mostrasse il più addolorato tra i Ferramonti. Quando si dice la voce del sangue! O povero monsignore, che dormiva da dodici [...]
[...] anni il sonno eterno sotto una lastra di Santa Maria della Pace e ch'era morto senza aver forse saputo ottenere da Mario una mezza parola di [...]
[...] rimpianto!... Basta! bisogna proprio confessare che l'uomo è un bizzarro animale, qualche volta! Padron Gregorio morì sull'imbrunire, esattamente come il [...]
[...] parroco aveva previsto. Pippo, Teta ed il cavaliere Furlin erano presenti. Fu uno spegnersi di esistenza privo di scosse, inavvertito ai più. Il [...]
[...] parroco annunciò che tutto era finito; Paolo chiuse gli occhi al cadavere, e s'inginocchiarono tutti pregando, mentre il prete aspergeva. Irene e [...]
[...] stanza appartata, coll'intervento del legale Frati. Era per fissare il trasporto funebre ed il seppellimento. La funebre tristezza che impallidiva i [...]
[...] andarono molto per le lunghe, e conclusero col rimettersi interamente a quello che avrebbero disposto il legale Frati ed il cavaliere Furlin. Ogni [...]
[...] proprio riposarsi. Pippo e Furlin appoggiarono vivamente il legale. Essi pure si proponevano di gettarsi sul letto, verso mezzanotte. Il giorno [...]
[...] profondi, che sformavano il suo viso chinato sul petto. XIX. La sera dopo, quando anche Pippo rientrò in casa sua, cercò immediatamente della moglie [...]
[...] . Aveva il pretesto di parlarle del trasporto funebre. Si erano fatte le cose decorosamente. Si era chiamata la compagnia delle Stimate, trenta frati [...]
[...] adesso, fammi il favore: lascia questi discorsi. Vuoi mangiar qualche cosa? E per levarsi di torno il marito, ella accusò un male di testa orribile [...]
[...] . Non ne poteva più, davvero; le pareva d'impazzire. Si coricava... Il domani Pippo, appena alzato, trovò un'altra sorpresa: Irene era già uscita per [...]
[...] volta intascatili, non avrebbe voluto avere più nulla che fare colla famiglia Ferramonti, ed avrebbe trovato ben lei il mezzo di levarsi di fra i piedi [...]
[...] ragionevole montarsi la testa con fantasie che nessun fatto positivo confermava. Alla Banca Romana nessuno aveva toccato il capitale della famiglia, e [...]
[...] uomo di mondo, fredda e beffarda. Nondimeno il suo sguardo era cupo. Non aveva più riveduto Irene; non aveva cercato nemmeno di rivederla. Forse fu [...]
[...] sorpreso di non trovarla alla riunione; ma non chiese di lei. Il cavalier Furlin, giovandosi della sua posizione di padrone di casa e di erede [...]
[...] , lasciando alla sorte il deciderne l'assegnazione rispettiva. Libero ciascun erede di alienare la propria parte; ma vincolato a preferire, a parità di [...]
[...] offerta, il coerede che avesse desiderato l'acquisto. E poichè l'adesione in massima fu unanime, quel diavolo di Furlin trasse fuori un mucchio di [...]
[...] spezzare le proprietà, e fra le ventimilacinquecento lire di crediti lasciati da padron Gregorio, quindicimila erano di sicura riscossione. Era il [...]
[...] mezzo di rotondare le partite, valutando questa parte dell'asse ereditario, novantacinquemila lire in totale. Bastava stabilire che il possessore [...]
[...] Banca, — proseguì il cavaliere. — Ce ne sbrigheremo anche più sollecitamente, se potremo ritirare i titoli senza che l'ufficio di registro se ne [...]
[...] , guardandolo con occhi sospettosi ed accesi. Pippo fu il primo a rompere il silenzio. — Che cosa ti bestemmii? — domandò: — che ne sai tu, per [...]
[...] parlare, interpretò il pensiero comune: — Non facciamo un'ingiuria al povero papà; tanto più che non avrebbe senso comune, perchè non esistono [...]
[...] quel momento. Ella era già in lutto rigoroso: il suo viso mostravasi di un pallore marmoreo. Non andò a baciare la cognata; ma, con un saluto lieve [...]
[...] parlare con una sicura lucidezza di idee, nonostante il lieve tremito della voce. — Mio padre voleva ch'io non venissi sola. Non l'ho ubbidito, appunto [...]
[...] sconvolto. Furlin, pronto, sentì il bisogno di usare mezzi eroici, vedendo anche Mario trasalire e prepararsi ad affrontare il fratello. Impazzivano [...]
[...] funzionario titolato; calmava gli animi con un gesto solenne delle mani e della testa. Poi si volse ad Irene, come per invitarla a spiegar meglio il proprio [...]
[...] risponderle al vederla raccogliersi un istante. — In ogni caso, — aggiunse, — il mio difensore naturale dovrebb'essere mio marito. — Parli proprio [...]
[...] sul serio? — domandò Mario, esprimendo il nuovo stupore che l'ultima frase suscitava in lui. Ella non mostrò neppure di averlo inteso. Ma la [...]
[...] bene che tu ti appoggi a qualche atto che non conosciamo ancora. A buon conto, un testamento non è. Ebbene, noi abbiamo il diritto d'esser molto [...]
[...] rivolse subito agli altri soggiungendo: — Avevamo fatto dei castelli in aria: il fisco avrà la sua parte, fino all'ultimo centesimo. E mi pare che [...]
[...] non valga proprio la pena di perdere il tempo in altri discorsi. Irene, sempre in piedi, guardò il marito in atto interrogatorio, come aspettando [...]
[...] aveva mirato a sopraffarli con un colpo di scena, il suo scopo era stato completamente raggiunto. Lasciava dietro di sè cresciuto il concetto della [...]
[...] propria potenza, avendo già vinta una prima battaglia. Il cavaliere Furlin, l'uomo della fiducia inalterabile nel trionfo finale della propria causa [...]
[...] prendere il largo, evitando fin'anche di pronunciarsi sulle precauzioni che il cognato aveva preparato già, e che si sfiatava a spiegare, perchè i [...]
[...] cronaca forense. Irene aveva prodotto un atto col quale il defunto Gregorio Ferramonti la dichiarava proprietaria dei capitali deposti alla Banca, in [...]
[...] del merito. Le relazioni della famiglia subirono l'influenza del nuovo stato di cose: Mario ed i Furlin, riappaciati definitivamente, ostentavano il [...]
[...] della propria onestà. Irene aveva ripreso il sapiente lavorìo di donna che si crea una fama di bontà, e si provava di nuovo a sedurre i cuori. Intorno [...]
[...] a lei stringevansi le amicizie vecchie e nuove, occupate ad ammirare il sacrificio ch'ella aveva compiuto nel consacrarsi interamente alle cure [...]
[...] i quali, dopo essere stati cattivi figli e pessimi parenti, osteggiavano il compimento di un atto nobilissimo di gratitudine? D'altra parte [...]
[...] e che fa volare il danaro in un turbine di pazzi piaceri. Aveva delle amanti che gli costavano un occhio del capo; giuocava nelle case clandestine [...]
[...] avanti in tal modo. Si accreditava la voce ch'egli avesse trovato il mezzo di mangiarsi in erba l'eredità paterna grazie a qualche anticipatore, o [...]
[...] a turbargli il pensiero. Un dramma segreto, intimo, occupava tutto il suo essere, sfatando l'importanza di questa rovina fatale, ch'egli prevedeva [...]
[...] senza il più lieve fremito. Meritava proprio la pena di preoccuparsene? Sarebbe finita, ed egli voleva proprio finirla, cercando di riuscirvi come [...]
[...] un suo pari era ucciso da una donna che aveva posseduta, che poteva schiacciare ancora con una parola, e della quale subiva il disprezzo ed il [...]
[...] tradimento con una vile rassegnazione da imbecille! Quest'idea sola gli toglieva il lume dagli occhi! No! non avrebbe lasciato dietro di sè tale [...]
[...] , assumendo il carattere di un progetto definito. Ritornava a Roma perchè subiva l'attrazione misteriosa degli sciagurati che vanno a cadere sulla stessa [...]
[...] scena dove si è svolto il dramma che li uccide. Giustificava a se stesso la ricomparsa con mille pretesti assurdi, che lo avrebbero fatto ridere [...]
[...] stordimenti di una esistenza febbrile non riuscivano a placare certamente il suo dolore; ma gli risparmiavano almeno certe crisi di viltà, in [...]
[...] forza nella cella di un manicomio, dove si sarebbe visto dinnanzi, nel delirio, bello, infernale, inesorabile, eterno, il fantasma d'Irene, per [...]
[...] straziargli il cuore, per farlo morire, oncia ad oncia, forsennato! No, non era possibile durarla più a lungo! Indugiava proprio, per dare alla gente [...]
[...] il diritto di ridere alle sue spalle? Un mercoledì il cavaliere Paolo Furlin comparve improvvisamente da lui, per dargli una notizia spiacevole [...]
[...] : il tribunale aveva pronunciato una sentenza incidentale, che ammetteva Irene a produrre la prova testimoniale sulla circostanza che il debito, od [...]
[...] dichiarante. Furlin veniva per sentire se Mario avesse in quella congiuntura qualche suggerimento o qualche disposizione da dare. Mario guardò il [...]
[...] sparpagliò. Mario andava ad invitar Fosca, una ragazza che abitava in via del Teatro Valle. S'incamminò coll'aria beata di un fannullone che gusta il [...]
[...] in piazza Sant'Eustacchio, tenne, senza farci caso, il lato dove si apriva la bottega di Pippo. Ma nel raggiungere la vetrina, si trovò appunto [...]
[...] altrove il capo, deciso a fare l'astratto, cercando di tornare indietro. — Ebbene, — disse Mario ridendo; — si tratta la gente così? L'altro [...]
[...] , disorientato, balbettò qualche monosillabo. Non sapeva evidentemente come contenersi e sporse quasi incosciente la mano, che il fratello gli strinse subito [...]
[...] servente. Ma tu! Quale motivo hai di farmi il broncio? Pensi sul serio che Furlin ed io non difendiamo anche la tua causa personale? Sorprese nel [...]
[...] cosa contro di te, forse? Non ci siamo visti da un pezzo, perchè il caso non l'ha voluto. Adesso ci vediamo. È semplice. Aveva preso il partito di [...]
[...] venuto per uno scopo, aveva dovuto certo prevedere anche il caso di vedersi respinto per agire in conseguenza. Allora il meglio era di non lo lasciar [...]
[...] esser cascato là per andare da Fosca. Lo disse al fratello ridendo, e nel salutarlo, attribuì all'allegra ragazza tutto il merito del riavvicinamento [...]
[...] accaduto. È proprio vero quello che dicono presso a poco le sacre carte: le vie del Signore sono infinite e misteriose! Però Mario, nonostante il [...]
[...] minuti, colla sua espressione calma ed un po' grave. Pippo spiava la moglie ed il fratello, con un vago sogghigno d'uomo a cui non potrebbe [...]
[...] il fratello, colpito anche dal tono singolare delle ultime parole; ma non gli riuscì quel giorno, come non gli era riuscito in altre simili occasioni [...]
[...] , di accertarsi se le dettava un pensiero segreto, che non stimava ancor giunto il momento opportuno per esprimersi senz'ambagi. Gli pareva [...]
[...] talvolta che Pippo fosse emancipato dalla moglie molto più di quello che volesse parere. Il buon marito aveva dei rapidi sussulti allorchè si parlava di [...]
[...] . Non gli sfuggivano le occhiate lunghe ed equivoche di coloro che fiutavano in lui il galeotto od il cadavere. Molti si domandavano certamente a [...]
[...] sorriso e coi suoi sguardi pieni di gelida ironia. Indovinava di aver pienamente raggiunto il suo scopo, e sentiva come una funebre impressione di [...]
[...] nervosi. Quel miserabile sapeva senza dubbio Mario sull'orlo di un precipizio; ebbene! per sfuggire il pericolo di porgergli il più piccolo aiuto, egli [...]
[...] barcamenarsi e farsi strada da sè, non è vero? Sono degni del manicomio, quelli che si lasciano intenerire il cuore da un birbaccione in disdetta, ed [...]
[...] arrischiano il proprio perchè non affoghi. Lui, Pippo, non avrebbe dato un centesimo al suo parente più stretto, se lo avesse visto morire di fame [...]
[...] infliggere al suo cadavere l'ultimo sfregio di compassionarlo. Invece, egli vedeva ogni giorno il fratello, gli faceva un viso amico, ritornava in [...]
[...] mantenendosi onesti, ed empiendosi la bocca di paroloni vuoti di senso! Il primo appuntamento in casa di Pippo era stato fissato per tre giorni [...]
[...] . Finalmente, con uno sforzo di volontà, riuscì a tirare il cordone del campanello. Ormai non gli era più possibile allontanarsi. — Avvisa Pippo che [...]
[...] c'è suo fratello, — disse alla domestica che gli aveva aperto. — Ma il signor Pippo non c'è, — osservò la ragazza. — Avvertirò la signora [...]
[...] , — mi dispiace piuttosto per te, ed il torto è proprio mio. Ho anticipato. — Aspetteremo. Bisogna pure abituarci a stare di nuovo insieme, giacchè [...]
[...] Pippo ti vuole. — Credi dunque che avremo il tempo di abituarci, come tu dici, a star di nuovo insieme? — domandò Mario con una strana e sottile [...]
[...] ironia. Ella mantenne la sua calma sicura ed un candore ostentato di donna che non indaga i sottintesi delle parole che ascolta. — Il difficile [...]
[...] . Intendi di partir presto? — Prestissimo. Me ne accadrebbero di belle, se non mi risolvessi! Ma non merita il conto parlarne. Ella fece un lieve [...]
[...] ... — Per contentare Pippo, puramente e semplicemente... Cioè! sicuro! anche per una mia curiosità particolare. Il tempo vola così veloce, che il passato mi [...]
[...] pare un sogno lontanissimo... — Vuoi ascoltare un mio consiglio? — diss'ella, pronta e gelida; — dimentica, allora, che il passato abbia [...]
[...] esistito. È il solo mezzo che tu abbia per contentare tuo fratello nelle sue fantasie, e te ne avverto pel caso che il contentarle ti premesse. Vedi bene [...]
[...] abusarne. Mario alzò le spalle, disprezzando di rilevare il sarcasmo velenoso. Riprese a parlare colla sua calma spaventevole. — Ti ripeto che non si [...]
[...] darò il disturbo inutile di viaggiare. Io mi uccido, mia cara! — Avrai tempo a riflettere che commetteresti una pazzia. Te lo impediranno tutti [...]
[...] quelli a cui confiderai il tuo progetto. Tacquero un'altra volta, ed un'altra volta Mario sorrise, come affatto insensibile alle mortali derisioni [...]
[...] continuare! Non ne posso più, capisci? Pagherai salata la scena teatrale che hai avuto il capriccio di farmi. Sei un miserabile! Era livida [...]
[...] dètte un passo indietro. Quella figura livida ed inesorabile le faceva gelare il sangue nelle vene. Era per la giovine donna qualche cosa come [...]
[...] Pippo ti sorprenda in cotesto stato. Irene respirò forte. Vinceva il terrore di un istante, e sentiva rinascere la propria audacia in faccia a [...]
[...] delle sue chiacchiere, creandosi un cruccio vano, un ostacolo tormentoso, scendendo inutilmente nell'adulterio. E riebbe il sorriso di disprezzo [...]
[...] allontanò dirigendosi in fondo al salotto, verso una sedia dove aveva lasciato il cappello. Ma, immobilizzata dallo spavento, la giovine donna vide il [...]
[...] , ed un colpo smorzato nella cavità cranica del suicida rimbombò. Lei gridò ancora come una pazza. Invece di correre verso il cognato, indietreggiò [...]
[...] ' inclinata verso la spalla destra, colla mano penzoloni, stringente ancora il revolver. Il sangue gli scorreva a fiotti dal naso, imbrattandogli la [...]
[...] l'altra dallo stesso raccapriccio. Pippo comparve in quel momento; fu il primo a precipitarsi dentro. Aveva solo inteso, fra l'agitazione della gente [...]
[...] calmarsi, di farsi coraggio e di uscire; ma più ancora le chiedevano come fosse accaduto il fatto, s'ella vi era stata presente, perchè non aveva [...]
[...] , svincolandosi rabbiosamente da chi la teneva. — Vi dico che non ho bisogno d'alcuno! Non aveva cessato un momento di guardare il cadavere di Mario. Vi si [...]
[...] più. Il cadavere di Mario assorbiva di nuovo il suo spirito. Ed una rabbia forsennata saliva in lei. Prevedeva tutto il danno che le avrebbe recato [...]
[...] calma suprema della morte, per sputargli in faccia, per strappargli il cuore. Allora, non seppe più frenarsi. La videro stravolta, nella crisi della [...]
[...] ebbero di che sbizzarrirsi oltre ogni desiderio. Per giunta al resto, si seppe che Irene aveva abbandonato il marito. Si raccontavano i particolari [...]
[...] di una scena inaudita accaduta il giorno stesso dei funerali di Mario, un assalirsi furibondo fra marito e moglie dinnanzi alla gente, senza un'ombra [...]
[...] tempi s'erano riassembrati a corteggiarla, le si scagliavano contro con maggiore veemenza. Era uno scoppio di reazione: il rancore di averle creduto [...]
[...] Irene non fosse capace di tutto. N'ebbero la loro parte anche la polizia, i tribunali, il Governo: che ci stavano a fare per Dio? Quando s'era mai [...]
[...] . La sentenza risolutiva fu pronunciata il cinque dicembre. Il tribunale dichiarava illegale e nullo il documento presentato, chiamando gli eredi [...]
[...] accanimento dei suoi delitti veri e supposti; gli avvocati dei Furlin, davanti ai tribunali, avevano trovato così utile alla loro tesi il [...]
[...] denunciarla nell'aula stessa della giustizia come una creatura mostruosa di cui tutto il mondo aveva orrore, ch'ella si aspettava di continuo vedersi [...]
[...] finire di gennaio, mentre il marito, logorati i polmoni dall'etisia senile che ne faceva un fantasma, riducevasi in condizioni disperate. L'antico [...]
[...] volgare e perfida che le rimanevano. Gli uomini di legge che era obbligata a consultare si affaticavano invano a proporle il tentativo di una transazione [...]
[...] Tantali, per dei mesi, per degli anni forse, e non voleva far loro grazia di un minuto secondo. Che le importava il resto? L'influenza del tempo la [...]
[...] più che per questo. Se la sua fortuna doveva esserne inghiottita, non le sarebbe mancato il mezzo, appresso, di rifarne un'altra. In maggio ebbe [...]
[...] riceveva, impresse al suo essere come una scossa elettrica che ne ritemprava la fibra, spazzandone via le prostrazioni, restituendole la facoltà ed il [...]
[...] trova libero, e che vorrebbe il mondo intero partecipe alla gioia della sua libertà. Durante un mese intero, la sua loquacità di bottegaio s'era [...]
[...] dimenticasse tutti gli episodi terribili della storia di casa Ferramonti, per rammentarne soltanto i ridicoli. Il cervello gli dava di volta: appariva [...]
[...] Furlin, ridiventati suoi intimi, lo sorvegliavano. Lo sviluppo graduale della malattia che gli uccideva l'intelligenza, prima di uccidergli il corpo [...]
[...] , lo rendeva inadatto a condurre più oltre il negozio di ferrarecce. Allora i garzoni di bottega poterono levarsi il gusto di vedere anche il [...]
[...] cavalier Paolo col naso sopra i libri commerciali, perder la bussola in note ed in affari di cui non capiva il primo principio. Le vendite ricadevano in [...]
[...] prepararlo alla proposta con ogni riguardo, e con uno scaltro giuoco di approcci mascherati. Lui ricalcitrò, fu violento, accusò la sorella ed il cognato [...]
[...] germogliato sorda ed indefinita nel suo cervello sconvolto. Per qualche tempo divertì il pubblico vaneggiando intorno a Paolo ed a Teta, più ancora che lo [...]
[...] mese e mezzo, ingrossando, infuriandosi. Ad un tratto cessò, quando il cavaliere Furlin prese il partito d'imporgli di prepotenza la vendita [...]
[...] , grazie a Paolo che aveva saputo a tempo pescare l'acquirente ben disposto. In un lucido intervallo d'intelligenza, Pippo riconobbe che il cognato [...]
[...] dimostrar loro la sua gratitudine! Bastava che avessero avuto un po' di pazienza, il tempo necessario a lui per rimettersi un po' in salute e per [...]
[...] , quando da una guardia municipale, quando da qualche amico pietoso. Una mattina, svoltando l'angolo fra il Corso e via Condotti, s'incontrò faccia a [...]
[...] , come se non avesse riconosciuto il marito, senza che un solo tratto del suo viso si alterasse. Svoltò la cantonata, e sparì. Pippo non ne imitò [...]
[...] scale, in casa dei padroni, giuntovi forse da molto tempo. Era rimasto là, dimenticando che occorreva suonare il campanello per farsi aprire. Entrò [...]
[...] brevi intervalli di calme ebeti, o di torpori profondi, che non rallentavano però il brivido eterno delle membra dell'ammalato. Il fenomeno nervoso [...]
[...] che il disgraziato avrebbe potuto morire in uno degli accessi. Sul fare del giorno la fierezza del male fu vinta. Pippo riposò dieci lunghe ore [...]
[...] lasciare il letto, apparvero le conseguenze della crisi attraversata. Egli era demente. Aveva perduta la memoria. Viveva del presente, incapace di [...]
[...] automa nelle funzioni di quella sua meccanica animalità, in cui era soppressa anche la resistenza passiva. Ma il curarlo in casa, ridotto così [...]
[...] causa. Pippo ricominciò a tremare ed a piangere lungamente, accasciato sopra una sedia. Ma, questa volta, il suo dolore ebbe degli spasimi, dei [...]
[...] giorno non pianse più, non vide, non sentì più nulla; disimparò anche a pronunciare parole, eccetto il nome di sua moglie, che ripeteva giorno e [...]
[...] aspettava appunto la sua morte, e si occupava a ricostruire la propria fortuna. Che importava se il nome di lei era stato trascinato nel fango di [...]
[...] dolori! per qualche cosa il suo pallido viso recava le tracce indelebili di un affanno segreto! Insomma, il suo fascino ricominciava lento [...]
[...] . Mostravasi piena di pio fervore, e a poco a poco, con sottili accorgimenti, metteva dalla sua la turba delle pinzochere, il mondo misterioso e potente [...]
[...] , che il suo spirito d'intrigo almanaccava, depose le armi; rinunciò al ricorso. Allora il suo trionfo di donna onesta, la sua apoteosi di vittima [...]
[...] Ferramonti, colla scusa di prender lei in moglie, era andato a rimpannucciarsi. Ma sì! proprio lei, era stata il demonio in gonnella!... quell'altro, il [...]
[...] forestiero scritturale, sceso a Roma colle scarpe che ridevano e coi gomiti al sicuro dalle soffocazioni, quello era il galantuomo! Se ritornava [...]
[...] !... Una sera, pochi momenti dopo il tramonto, Irene sedeva vicino al balcone aperto di una stanza che le serviva da gabinetto da lavoro e da [...]
[...] di vapori ondeggiava sulla metropoli. Nei limiti estremi dell'orizzonte, dietro il Vaticano, l'azzurro del cielo cangiava da una intonazione di [...]
[...] vermiglio ad un colore di porpora scintillante, indicando il lembo abbandonato dal sole. Pensieri tetri tenevano assorta la giovine donna. I mille [...]
[...] . Ella si volse di repente; soffocò quasi un grido. — Sei tu? — balbettò. — Pare. Mi dispiace che tu ti guasti il sangue, almanaccando così. Per fortuna [...]
[...] stasera ho il mezzo di distrarti: ti porto una notizia che desideravi. Il sopraggiunto si assise, senza aspettare l'invito della giovine donna. Era [...]
[...] ' pingue, dai modi bruschi. Una passione intensa ardeva nello sguardo col quale egli accarezzava la persona abbrunata, il viso bianco e mesto d'Irene [...]
[...] sventure. Voglio tutto il tuo amore, tutta la tua fiducia e la tua devozione intera. Tu mi fai mancare al giuramento che avevo fatto a me stessa, di [...]
[...] portarono in giro lo spettacolo dei loro visi angosciati. Poi il cavalier Paolo rassegnò le sue dimissioni. Si montava la testa con mille progetti [...]
[...] LA BIONDINA ROMANZO DI MARCO PRAGA MILANO FRATELLI TREVES, EDITORI 1910 I Il sole entrava dall'ampio finestrone a inondare di luce lo [...]
[...] di compassi e di regoli, spioveva una gran luce dall'ampia vetrata. Tutto, là dentro, era semplice, rigido, severo, ordinato; tutto, fuorchè il breve [...]
[...] fissata da borchiette d'oro: e, steso dinanzi ad essi, un rosso tappeto a fiorami oscuri; e, sulla parete, a coprire il bianco della muraglia, una stoffa [...]
[...] . Aveva comperato essa il divano e le poltroncine, e il tappeto, e un giorno era capitata là con tutta quella roba recata da un operaio della [...]
[...] ch'era nella sua persona. Avea messo il piccolo divano di sbieco, nell'angolo: poi, salita in piedi su di esso, appiccicò con quattro chiodi il [...]
[...] drappeggio; poi stese il tappeto; e mise le poltroncine ai due lati del divano. — Adesso esci un momento. — Perchè? — Te ne prego. Esci in corte [...]
[...] porticina dello studio, ch'era all'angolo opposto a quello da lei trasformato, lo chiamò: — James! James! corri, adesso, vieni, vieni presto. — Oh! il [...]
[...] tuo ritratto! — disse lui, con stupore, ma senza scomporsi molto, senza alzare troppo la voce. — Il tuo ritratto. Un'improvvisata. Bellissimo. Chi [...]
[...] ! costerà molto. Non spendi troppo, Adelina, in cose superflue? — Nulla, nulla, nulla. È il regalo di un'amica mia che à sposato un fotografo [...]
[...] cattivo, però. Il mio ritratto lo chiami una cosa superflua. Vivi qua dentro dalla mattina alla sera: appena mi vedi una mezz'ora durante il giorno [...]
[...] se vengo a farti una visitina. Almeno avrai il mio ritratto dinanzi agli occhi. Credevo ti dovesse far piacere! Invece!... — Sì, tanto piacere [...]
[...] deputato, per mancanza di sedili. Ma la tua mogliettina pensa a tutto. Nevvero? Anzi, sai che cosa ò pensato, adesso che 4 c'è il salottino, qui [...]
[...] ? Io verrò ogni giorno, porterò con me il mio lavoro ed un libro, e rimarrò a lungo, a tenerti compagnia. Eh? — Ti annoierai, piccina. — E quando [...]
[...] . Giacomo, innamorato di sua moglie lo era stato sempre: ma non era nel suo carattere di dirlo e di dimostrarlo troppo: poi, gli mancava anche il tempo [...]
[...] . E Adelina, nei primi tre anni di matrimonio, s'era acconciata facilmente a questa vita. Tutto il giorno era libera: l'officina lontana, fuori [...]
[...] molte linee di tram nell'Alta Italia, e aveva la sua sede principale a Milano, e quivi il suo direttore tecnico, James Burton. Un valore [...]
[...] d'industria, avrebbe debellato in modo assoluto il sistema della trazione a vapore e a cavalli, e avrebbe fatta la fortuna di lui. Così, egli rubava al sonno [...]
[...] esperimenti nuovi. Era questa la fissazione di quell'uomo tenace e di genio: farsi una fama e una fortuna. Giacomo era il minore di sette fratelli. Era [...]
[...] ». Chi s'era dato al commercio, chi all'ingegneria: il maggiore, innamorato del mare, aveva percorsi gli studi navali, ed era ufficiale, adesso, nella [...]
[...] accettata, pensando che anche qui avrebbe potuto lavorare e studiare. Quando avrebbe risolto il problema del quale si era invaghito, sarebbe tornato in [...]
[...] franca e leale di un buon tipo di 5 vecchio ambrosiano, il cavaliere Cristoforo Galli, fabbricante di candele e di saponi, uno dei consiglieri di [...]
[...] amministrazione della «Società dei tram dell'Alta Italia». Il buon vecchio lavoratore, che, nato poverissimo, s'era fatto una fortuna colle sue [...]
[...] candele e coi suoi saponi, aveva subito simpatizzato col giovinotto, il quale, sin dai primi discorsi, aveva espresse delle idee così sane, così giuste [...]
[...] di lavoro e di risparmio; e cinque figliuoli, due maschi e tre femmine; e le mogli dei figlioli; e il marito di una delle femmine: e i bimbi loro. I [...]
[...] maschi erano a capo degli affari e dirigevano la fabbrica: il marito della figlia maggiore, anche lui, già commesso nell'azienda, era adesso il [...]
[...] dall'altro, avevano tutti una scala e un ingresso speciale. — Non bisogna vedersi troppo, non bisogna vivere troppo assieme — diceva il vecchio — per [...]
[...] può riunir tutti; e, in molti, si mangia meglio e di più: e quando si mangia molto e bene si campa vecchi! Il buon Galli, incaricato, lui, dal [...]
[...] Consiglio d'amministrazione, di ricevere all'arrivo il nuovo direttore, lo aveva subito, lo stesso giorno, invitato a pranzo. E come il giovanotto [...]
[...] d'inchini; ma il suo faccino grinzoso, circondato da una cuffietta viola, era tutto un sorriso impacciato ma gioviale e bonario che aveva incoraggiato [...]
[...] il forastiero. I giovanotti sapevano di francese quel pochetto che avevano imparato alla scuola. Un po' più ne sapeva il genero, che aveva viaggiato [...]
[...] Bourget e del Maupassant. Tutti avevano avuta una parola gentile, una espressione forse un poco volgare ma piena di cordialità. A tavola, il vecchio [...]
[...] , gli parlava, gli spiegava, lo interrogava, gli faceva da interprete. Il vecchio rideva, e mentre rimpinzava di vivande il piatto dell'ospite e gli [...]
[...] riempiva il bicchiere, esclamava ogni tanto: — Ah! ah! finalmente m'accorgo che non ò spesi inutilmente i miei denari per far studiare queste [...]
[...] ognuna aveva daccanto i propri figlioli, otto o nove in tutto, bambocci tra i due anni ed i cinque, seduti sulle sedie alte di giunco; perchè il [...]
[...] , come quello d'ogni giorno, nell'intimità delle persone note: ed erano cominciate le grida e gli strilli, e le risate e le birichinate che il nonno [...]
[...] pranzo, aveva già scordato le ansie e le paure che, malgrado la gagliardia del carattere, lo avevano accompagnato, giovane e solo, durante il lungo [...]
[...] suoi baci sulle ciglia di lei. E, lasciando quella sera la casa di Galli, prima di rientrare alla locanda aveva sentito il bisogno irresistibile [...]
[...] , dov'era tornato sovente, ospite gradito dei loro pranzi e delle festicciole che, durante il carnovale, il vecchio ambrosiano offriva al sabato di ogni [...]
[...] volte, a quest'ora. Ogni tanto mia moglie à un gran discorso da farmi: «Sai? la tale mi à proposto il tale. Sai? la tale mi à parlato di un bravo [...]
[...] , naturalmente, non combinerò nulla se non vedrò che c'è la simpatia.... Vedete, caro Burton, il mio gran lavoro, tutta la mia preoccupazione, durante [...]
[...] queste festine, è di studiare, senza farmi scorgere, il contegno delle due ragazze. Io, seguo i loro sguardi: cerco d'indovinare dove si posano [...]
[...] si tradiscano, io esamino il soggetto: se mi va, se à le qualità che voglio, piglio la ragazza e le dico: «È quello lì che ti piace?» Se diventa [...]
[...] rossa, so il fatto mio. Allora osservo lui: capisco subito se lui corrisponde. Se sì, lo piglio e gli dico: «Sei un bravo ragazzo. Ti piace? La vuoi [...]
[...] un soldo e guadagnava dugento lire il mese: poche, per metter su famiglia. Cosa ò fatto? Gli ò raddoppiato lo stipendio, e l'ò messo in grado [...]
[...] alla dozzina. E sì che mio 7 genero è quasi sempre in viaggio. Ma quando è qui, sa fare il suo dovere! — E giù una grossa risata, mentre vuotava un [...]
[...] buon bicchiere di barolo. Questo discorso, con poche varianti, il vecchio Galli l'aveva fatto per tutto il carnevale, a Giacomo, regolarmente [...]
[...] , ogni sabato. E mentre tracannava il barolo, lo guardava colla coda dell'occhio; avesse potuto sperare di non fare un buco nell'acqua, la conclusione [...]
[...] sincere, di quelle del maschio alla femmina. Le ballerine scelgono ed invitano esse il cavaliere. E invitano tutti gli indifferenti, e ballano con [...]
[...] metteva in mezzo alla sala, battendo le mani, e gridava: — La «poule des dames»? La «poule des dames»? Appena il ballo cominciava si poneva in [...]
[...] , ridendo, l'aveva corretto. E, ingenuamente civettuola, gli aveva proposto di insegnargli per bene il ballo e la lingua. Così, senza farsi scorgere [...]
[...] , in quell'indugiarsi presso di lui, l'espressione inconscia e schietta di una simpatia che, forse, era il rispecchio della sua simpatia vivissima [...]
[...] per la fanciulla bionda. Allora, quella sera, aveva deciso di parlarne al suo vecchio amico. Il matrimonio s'era concluso contro il consiglio del Galli [...]
[...] . Il buon vecchio s'era mostrato contrariato in volto dalle parole di Giacomo. Però questi, a tutta prima, non ci aveva fatto caso. In quella [...]
[...] contrarietà aveva supposto si celasse il dispetto di veder posposte le sue figlie ad un'altra. Tuttavia la franchezza del vecchio lo colpì. Le sue prime [...]
[...] complimento, di una parola gentile di protesta. Ma Giacomo taceva. — Il grave si è che non à e non avrà mai un soldo di dote. Allora Burton aveva preso [...]
[...] supposto che ella potesse crederla una difficoltà. — Giovanotto,... — aveva cominciato il Galli quasi in tono predicatorio; poi, correggendosi [...]
[...] guadagnate che quattromila lire. Non è molto: non bastano per sposare una ragazza che non à il becco d'un quattrino.... Che non possiede neppur la [...]
[...] ancora il vecchio. — Le mogli sono come i mariti le vogliono. — Lo credete? In Inghilterra, forse. In Italia no. Del resto, questo è affar vostro, caro [...]
[...] il mio Burton. Ma c'è dell'altro; ed è ciò che mi trovo in obbligo di dirvi, perchè mi fate l'onore di consigliarvi con me. — Dell'altro! — Ecco [...]
[...] qua. Vi ò detto che la signorina Adelina Olivieri è orfana. E lo è dall'infanzia. La madre morì mettendola al mondo. Il padre poco appresso. Essa fu [...]
[...] non si addirrebbe nè ai suoi mezzi nè alla sua età. Si dice cha un vecchio banchiere sia il suo.... amico intimo e.... che provveda.... Il Galli [...]
[...] bruciapelo, aveva sconcertato un poco il buon vecchio. Infatti, perchè la riceveva a casa sua? Perchè, se aveva così poca fiducia nei sentimenti, nei [...]
[...] principî di Adelina, aveva permesso che diventasse l'amica intima delle sue figliole? — Ecco, caro il mio Burton — aveva ripreso a dire il vecchio [...]
[...] cominciai a dare queste festicciole, mia figlia espresse il desiderio di avervi la sua amica. Come rifiutare questo invito? Con che scusa? Potevo dirle [...]
[...] , da parte mia, alla signora Cavalli se.... — Se ve la darebbe in moglie? — aveva interrotto il vecchio, con un po' di dispetto che invano aveva [...]
[...] ! — Non le parrà vero. — Vorrei saperlo di positivo. — Entro domani, caro il mio Burton. — Poi, dopo un momento di silenzio, con grande affettuosità [...]
[...] e bonomia, dimenticando ormai il dispiacere di vedersi sfumare un caro disegno e il dispetto provato per la nessuna impressione che le sue [...]
[...] tanto più il bisogno qui, dove vivo solo e senza parenti. La signorina Olivieri mi piace e spero di non dispiacere a lei. Quello che mi avete detto del [...]
[...] felici. — Ed io ve lo auguro con tutto il cuore, mio caro Burton. Due mesi dopo, Adelina era la moglie di Giacomo. I suoi capelli biondi, i suoi occhi [...]
[...] egli aveva previste, in quella misura e con quella continuità che bastavano a dargli il benessere dello spirito e del cuore. Nella sua officina, nel [...]
[...] sognata, che aveva preveduta anzi, il giorno delle sue nozze. Aveva affittato un quartierino in via Principe Umberto, tenuto per bene, con molta [...]
[...] mai un quattrino, e non c'era mai un conto da pagare. La sera, raramente Giacomo usciva di casa. Si alzava troppo presto il mattino: non poteva [...]
[...] concedersi il lusso di star fuori tardi la notte. Però non voleva sagrificare Adelina. L'accompagnava dalla zia, o ve la faceva accompagnare dalla [...]
[...] anni così, felici. Una volta soltanto accadde qualcosa che colpì Giacomo. Alcuni mesi dopo il matrimonio seppe che Adelina aveva cessato di andare in [...]
[...] casa Galli. Allora glie ne chiese il perchè: — È semplicissimo. Il Galli, tu lo sai, l'avevi capito certamente, ti aveva messi gli occhi addosso [...]
[...] per far di te il marito di Virginia o di Clara. Non puoi immaginare il dispetto che à provato quando tu, invece, ài scelto me. E se tu avessi veduto [...]
[...] pena di contrariare e che è meglio compatire. Pensò del pari che, forse senza accorgersene, il Galli aveva esagerato parlando della zia. Quando la [...]
[...] ed esprimeva idee giuste e rette. Però, quando vide che, per forza di circostanze, doveva permetterle che il più grande ed assiduo appoggio morale [...]
[...] meno che con chiunque. Le confessò, attenuandolo e togliendogli ogni sapore di malevolenza, il discorso del vecchio amico. — Ah! ah! vedi se [...]
[...] colore. Mi convinco ogni giorno più che la vera felicità, il vero benessere, non lo si trova che nella propria casetta. Qui, noi due.... Oh! a [...]
[...] proposito! Giurerei che il Galli à avuto il coraggio, anche, di elevare dei dubbi sull'amicizia della zia pel banchiere.... Non dir di no! Eh! una [...]
[...] ! eh! mio caro, se ne vedono e se ne imparano tante! Ed anzi, credo che sia bene: servono a metterci in guardia e ad evitare il male, anche solo le [...]
[...] nè avrebbe immaginato si potessero dire da donna a uomo o da uomo a donna), pure il sovrano e completo e non mai stanco abbandono dei sensi ch'egli [...]
[...] , o, meglio, di piacerle, il che era più pratico e più rassicurante per un marito della sua natura. I loro amplessi erano lunghi e d'ogni notte: e [...]
[...] sua sorella colà dimorante, gravemente ammalata, quasi in fine di vita. Bianca aveva implorata questa prova d'amicizia, di prestarle il suo aiuto [...]
[...] morale in quella circostanza dolorosa: non avrebbe avuto il coraggio di mettersi in viaggio sola, coll'angoscia nel cuore, col dubbio crudele di [...]
[...] trovare, arrivando laggiù, una morta. Adelina aveva chiesto a Giacomo il permesso di partire: e questi l'aveva accordato, non senza rammarico. Ed era [...]
[...] assenza. Da allora s'era operato il mutamento nelle abitudini di Adelina; da allora essa aveva lasciate quasi tutte le sue conoscenze, e aveva [...]
[...] a Londra della Banca Dumenville e C. di Parigi. Nei frequenti viaggi che il principale faceva alla capitale inglese, John gli aveva parlato di [...]
[...] sul conto di suo fratello. Una frase, in ispecie, francamente detta da lui, lo aveva impressionato: «Se gli studi di James avranno il risultato che [...]
[...] dimentichiamo mai l'orgoglio di razza. Ma per il naturale attaccamento che vi debbo, signore, io potrò indurre mio fratello a far sì che voi, insieme con dei [...]
[...] , più che promesso, chiesto il permesso al suo procuratore di Londra, di fermarsi a Milano, in uno dei suoi frequenti viaggi in Italia, e di parlare a [...]
[...] James. Quel giorno, dunque, egli attendeva il banchiere. Era arrivato due giorni prima e lo aveva preavvisato, con un biglietto molto cortese, della [...]
[...] sua visita. E la visita giungeva in buon punto. Gli 13 studi di Giacomo erano compiuti. Non avrebbe arrischiato ancora di affermare: — Il problema [...]
[...] è risolto, — perchè da uomo pratico voleva veder funzionare regolarmente il meccanismo che aveva inventato. Però tutte le esperienze fatte fino [...]
[...] troppo, e senza rivelare il proprio segreto a Dumenville, autorizzarlo a fare le prime pratiche a Londra per la costituzione di una società che [...]
[...] conveniente, James avrebbe chiesto un congedo alla Società dei Trams e si sarebbe recato a Londra per il periodo necessario a quelle esperienze [...]
[...] . Adelina, vedendolo uscire, quel mattino, più di buon'ora, glie ne chiese il perché. Ma egli lo tacque. Voleva, con una improvvisata, rivelare a sua [...]
[...] moglie il grande avvenimento quando fosse una cosa compiuta. E uscì, e camminò lesto, allegro, e si mise a lavorare di lena. Aprì le ampie vetrate [...]
[...] . Dalla campagna che circondava l'officina e il suo studio, entravano pel finestrone gli effluvi caldi di primavera. Il cielo era terso. Sotto le [...]
[...] grondaie era un cinguettare allegro di rondini ritornate il giorno innanzi come annunziatrici della lieta novella. Tutto sorrideva dinanzi a lui. Ed [...]
[...] un'idea, ma confortato da una grande speranza. Ricordava il suo primo arrivo a Milano, e la conoscenza fatta col buon Galli, e il suo primo [...]
[...] della sua vita. Quell'incontro, quelle nozze erano state la prima grande fortuna che il destino gli serbava. La sua esistenza, in quei quattro anni [...]
[...] l'avrebbe compensato dei baci di Adelina: poichè si trattava di gioire. Il giorno, soltanto, in cui l'avesse colpito la sventura; nel momento [...]
[...] fosse ad attenderlo in casa, il loro colloquio sarebbe breve. Avrebbe provato il bisogno 14 irresistibile di uscire all'aperto, di correre la città, di [...]
[...] ficcarsi tra la folla per comunicare alla folla il proprio entusiasmo. Poichè è questa la triste sorte delle madri: di aver brevi momenti di gioia [...]
[...] trovati nelle persone e negli avvenimenti, augurî che non avevano fallato mai. Non fallirebbe neppur questo, lo sentiva. Giacomo era adesso il [...]
[...] nell'ultimo breve tratto di cammino, diventa nervoso ed inquieto; e rifà le cinghie ai mantelli, e ripone il berretto, e chiude le valigie, e [...]
[...] sempre l'economia? — Allora lui le avrebbe rivelato il gran segreto. — Siamo ricchi! Siamo.... quasi ricchi! — Ah! non era questa una della ragioni che [...]
[...] miracoli di pazienza? Nulla. Era all'officina, tutto il santo giorno, lui. — Non sei venuta, oggi, perchè? — Mah! mi sono fatta una veste. Guarda! — E [...]
[...] invidia, senza desiderio. Sarebbe andata da chi voleva: egli avrebbe pensato soltanto a riempirle il borsellino. E la casa? Lei ricamava per lunghe ore [...]
[...] , lei, talvolta, si picchiava le dita, facendo il tappezziere; lei, ricopriva, i mobili con stoffe pseudo-antiche, con pezzi di damasco arabescato [...]
[...] , ridendo; — Io! — Sempre lei, che pensava e provvedeva a tutto, senza chiedere un soldo di più. E la cucina? — Poveretta, non usciva, spesso, il [...]
[...] Gasparino, il portinaio dell'officina, lo scosse dalle sue meditazioni. — Entrate. Gasparino entrò e gli porse una carta da visita: — Questo signore [...]
[...] . — Il signor James Burton? — Il barone Dumenville? — rispose Giacomo in francese, come in francese era stata fatta la domanda. Il banchiere afferrò [...]
[...] poltroncine ch'erano nell'angolo, al lato opposto alla porta, egli osservò il suo visitatore. Era un giovanotto sui trentacinque anni, elegantissimo [...]
[...] , biondo, alto, nerboruto. Vestiva il doppio petto nero, dei calzoni bigi. Portava le scarpe a vernice, e i guanti bianchi colle cuciture ricamate in [...]
[...] nero. In una mano aveva il cappello a cilindro caratteristico di tutti i francesi, coll'ampia tesa diritta. Probabilmente aveva lasciato il soprabito [...]
[...] nella sua carrozza. Il viso non era nè bello nè brutto, ma aveva alcunchè di distinto e spirava una grande giovialità. Portava la lente all'occhio [...]
[...] indovinare che figura potesse avere il visitatore aspettato con tanto interesse. Le molte cure del suo lavoro, tutti gli altri pensieri più intimi e [...]
[...] rendersene conto, Giacomo aveva subìta una sgradevole impressione dal 16 fatto che il barone gli aveva rivolto la parola in francese, mentre a lui [...]
[...] . Forse che in certi momenti della vita tutti gli uomini si eguagliano, e le impressioni sono identiche per tutti?... E, mentre il banchiere parlava [...]
[...] quale stava il banchiere, e vi si era seduto, volgendo le spalle alla porticina dello studio. Il francese pareva essersi accorto dell'imbarazzo in cui [...]
[...] come di sorpresa e di paura. Bambina! Aveva veduto un estraneo, ed sera fuggita! E, mentre egli levava lo sguardo, vide il barone alzarsi di scatto [...]
[...] , cogli occhi pieni di allegro stupore fissi sulla porticina. Un attimo solo, chè, interrotto subito il discorso, attraversò correndo lo studio e [...]
[...] aveva spinto il barone a quell'atto, si alzò anche lui e, calmo, si diresse all'uscita. Stava per dire: — «Badate, è mia moglie, perdonate se è [...]
[...] due passi fuori, nella corte, cercò ancora. Inutilmente. Allora rientrò. E porgendo le due mani a Giacomo, e trascinandolo ancora verso il divano [...]
[...] l'antipatia per quell'uomo accresceva, domandò: — Ma.... chi era? — La mia biondina! — ripetè il banchiere. Poi, fatuo, sedendo: — Mia.... pardon.! Una [...]
[...] piccola avventura della quale non ò che a gloriarmi; ma infine.... Giacomo allora ebbe un impeto di rabbia feroce. Fu lì lì per afferrare al collo il [...]
[...] pentimento sincero nella voce: — Oh! perdonatemi, signor Burton.... Forse.... senza volerlo.... Burton capì il pensiero e comprese ch'era bene troncare [...]
[...] di credere, ad ogni modo, che l'esclamazione e la confessione mi sono sfuggite. Ma fu tale e tanto il mio stupore! La combinazione era così [...]
[...] — Scusate, signor barone, se vi interrompo; ma ò un ordine da dare al capofabbrica. Due minuti, e.... riprenderemo il discorso sulla strana avventura [...]
[...] . — Oh! non ne vale la pena! — rispose ridendo il banchiere. E aggiunse: — Fate pure.... non ò nessuna premura. Burton uscì. Aveva bisogno di un [...]
[...] momento di tregua, di respirare un po' d'aria. Poi avrebbe ascoltato il resto. Ah! sì, l'avrebbe obbligato a parlare, a dir tutto. Oh! ma non ci sarebbe [...]
[...] necessario, indispensabile. Saper tutto. E lo saprebbe. — Eccomi a voi, barone, colla viva curiosità di udire l'avventura che à rallegrato il vostro [...]
[...] contrario anzi, — interruppe Dumenville, nel quale si risvegliava il banchiere in cerca di grassi guadagni. — Al contrario, noi stiamo per legare oggi [...]
[...] sapere! Il tono franco, allegro, sincero, col quale Giacomo pronunciò le ultime parole, finì di rinfrancare il banchiere. Nella comune risata che [...]
[...] previsto, una mezz'ora prima, incontrandosi per la prima volta. — A proposito, e fin che mi ricordo riprese il barone — oggi pranzate con me, non è [...]
[...] questa locanda. César, il cameriere del primo piano, mi à riconosciuto 19 ieri mattina, entrando nella mia stanza; e credo che ciò abbia facilitata [...]
[...] . Il primo cameriere vi entra in camera la mattina con un vassoio ricolmo di sigari finissimi di contrabbando. Perchè di contrabbando, dovrebbero [...]
[...] , fingendo di sbagliarmi, suono sempre due volte il campanello: perchè il cartellino dice: — «Une fois, pour le garçon — deux fous pour la femme de [...]
[...] di sottintesi: — E se il signor barone non sapesse oggi come far passare un paio d'ore.... Io, pratico della cosa, capii a volo, e risposi: — Sì: ma [...]
[...] purchè si tratti di qualcuna che ne valga la pena. César abbandonò la maniglia, posò di nuovo il vassoio degli sigari, e cavò di tasca il suo [...]
[...] portafogli, dicendo: — Naturalmente! Conosco e so distinguere le persone. — Poi soggiunse: — Il signor barone si trattiene molti giorni a Milano? La [...]
[...] domanda mi parve indiscreta; e, senza capirne bene il perchè, mi riuscì imbarazzante. — Allora — riprese César, — il signor barone avrà tutto ciò che [...]
[...] l'indirizzo. Poi me la porse, su un piccolo vassoio, correttamente, dicendo: — Il signor barone scuserà se le consegno una lettera chiusa. Ma è [...]
[...] capito dopo la ragione della domanda di César: «Il signor barone si trattiene molto a Milano?» e mi trovai contento di aver risposto «due giorni al [...]
[...] ; essi arrivano, César li invia, pagano, e partono il dì appresso. Nessun timore, quindi, di incontrarli poi per la strada; nessun timore che [...]
[...] , durante le nostre.... trattative, che chiamandola «la Biondina». Perchè il nome, naturalmente, non si viene a sapere.... Ma non è quello che [...]
[...] importa di più! — concluse il barone ridendo. 20 — La signora Bianchi? — chiese Giacomo con un leggiero tremito nella voce, che Dumenville, assorto [...]
[...] , cui premeva assicurarsi di ben altro, e presto: perchè sentiva che non avrebbe resistito a lungo. — Vi basti questo particolare, — disse il [...]
[...] , sarebbero riserbate delle strane sorprese. È così in tutto il mondo: e vi posso accertare, caro Burton — ve lo affermo perchè vedo che i vostri [...]
[...] .... — Sì. Mi à colpito il suo musetto civettuolo. E poi, il ritratto, un ritratto casto, severo, mi ispirava fiducia e.... mi lasciava delle curiosità [...]
[...] .... Infatti la Bianchi mi aveva assicurato che è maritata.... Ma chissà? la biondina, Niniche (mi à detto che si chiama Niniche, ma deve essere il suo nome [...]
[...] . Voleva sapere dell'altro. E chiese: — Ma la Bianchi non ne conosce il nome? — Mi à giurato che no. Quando deve avvertirla che.... c'è un cliente [...]
[...] Dumenville, — anticipate, naturalmente, nelle mani della Bianchi. — E il convegno avvenne in casa della stessa Bianchi? — chiese ancora James Burton [...]
[...] viuzze strette e semioscure.... non ne ricordo più nulla.... Il banchiere si alzò, e trasse l'orologio di tasca. — Perbacco! le quattro. Abbiamo fatto [...]
[...] tardi e.... senza concludere nulla. Voi mi obbligherete — aggiunse ridendo — a trattenermi un giorno di più a Milano. E si volse per raccogliere il [...]
[...] cappello che aveva posato sul divano. Nel curvarsi, egli intravvide il ritratto di Adelina mezzo nascosto tra le pieghe del drappeggio. Si [...]
[...] è mia moglie! Ma la tensione dei nervi e dello spirito era stata troppo lunga. E cadde a terra, svenuto. Il giorno appresso scendeva dall'omnibus [...]
[...] forestieri scrisse il suo nome: Marchese C. A. di Morecambe, Inghilterra. Chiese una camera e un salotto. Gli furono assegnati i n. 17 e 18 al primo piano [...]
[...] , delirando, il terribile segreto che si erano reciprocamente svelato senza volerlo. Lo stupore, doloroso stupore, era stato grande anche pel barone [...]
[...] ; e, colpito dalla feroce rivelazione, aveva appena avuto il tempo, mentre Giacomo cadeva, di impedire che la sua testa battesse sul nudo terreno [...]
[...] catena d'argento che lo circondava alla vita, sotto il panciotto, e della quale i due capi andavano a cadere nelle tasche dei pantaloni. Tutto ciò [...]
[...] aveva fatto senza affrettarsi troppo. Il prolungarsi dello svenimento non poteva avere nessuna conseguenza grave, e serviva, invece, a lui, per [...]
[...] dubbio sulla identità della biondina, capì bene che era impossibile ormai. Pensò un momento se non fosse il caso, perfino, di umiliarsi sino ad [...]
[...] ? Non si risolveva alla fin fine in un bene per Burton? Egli era stato sino allora la vittima incosciente di un obbrobrio ignominioso: e il caso gli [...]
[...] lucroso affare, lui, il cacciatore di denari!), non avesse mai intrapreso quel viaggio in Italia, nè pensato mai a far la conoscenza di Burton [...]
[...] prendere il primo treno di Francia. Perchè in più bizzarra e fastidiosa situazione non si era forse mai trovato un uomo. Egli si vedeva dinanzi un [...]
[...] provocato e accompagnato il fatto — non avesse visto in lui che il rivale, l'uomo che aveva posseduta sua moglie, che aveva contaminato il suo talamo [...]
[...] , questi, con un riso amaro che agghiacciò il sangue nelle vene al barone, aveva aggiunto: — Vedete i bizzarri casi della vita! Io stringo la mano ad [...]
[...] ciglia, e sapendo di pronunciare delle parole superflue, ma come uno sfogo: — Vi prego di credere che non lo sapevo, e che non ne approfittavo. Il [...]
[...] per togliersi a delle meditazioni troppo angosciose, quasi impaziente di effettuare il disegno, di mettere in attuazione il programma, che già [...]
[...] — in un attimo — si era prefisso. Ma bisognava togliere di mezzo il barone. E, fissandolo in volto, avea ripreso a dire: — Voi vorrete sapere [...]
[...] certamente che farò, e, lo immagino, mi offrite il vostro ajuto e la vostra assistenza. Vi ringrazio; ma non ò bisogno di voi. Quello che farò è [...]
[...] una moglie che si dà per denaro e.... in quei modi, non val manco la pena d'ammazzarla. Anzi, appunto per evitare il pericolo di lasciarmi [...]
[...] d'amministrazione della nostra società. Ora andrò da lui. Egli avvertirà la zia di mia moglie, perchè se la prenda in casa. Poi verrà avviato il regolare [...]
[...] procedimento per il divorzio. È questa una grande liberazione, il divorzio, che mi è resa possibile dalle leggi del mio paese. E, nel frattempo, mi [...]
[...] apparente: ben diverse erano le sue intenzioni, ben altro il disegno che aveva formato nella sua mente; ma gli premeva di levarsi d'attorno il [...]
[...] avuto cura di indicargli il suo indirizzo a Roma, per ogni evenienza: Hôtel Bristol. Giacomo, rimasto solo, aspettò che la carrozza del banchiere [...]
[...] fosse lontana, poi prese il cappello e il soprabito, ed uscì. A Gasparino, che lo salutava alla porta, disse: 24 — Badate che per tre giorni non [...]
[...] verrò in officina: debbo recarmi fuori di Milano. Avvertitene il capofabbrica: di me credo non ci sarà bisogno: ad ogni modo, per qualunque occorrenza [...]
[...] casa sua. Il suo piano era fatto e stabilito, senza incertezze, e lo avrebbe compiuto senza titubanze. Fingere di partire, partire anzi, ma [...]
[...] Bianchi; comperare sua moglie, coglierla in flagrante con.... sè medesiano — bizzarro adulterio! — e poi.... e poi.... Qui il suo piano si arrestava. Si [...]
[...] . Era dunque maestra nell'arte di dissimulare! Ma perdio! ma perdio! Il modello delle mogli era la cliente di una mezzana! E se egli avesse invocata [...]
[...] la testimonianza di Dumenville: ebbene: Adelina sarebbe capace di affrontare il barone e di dirgli, a fronte alta, senza arrossire: «Voi mentite [...]
[...] sua moglie!... Che avrebbe detto, che avrebbe fatto, lei? Come avrebbe giustificato, non il tradimento, ma la degradazione sua? Come, perchè, per [...]
[...] quali circostanze era precipitata così, sino a diventare una di quelle che si pagano? Perchè la era diventata: aveva sposato una vergine, lui. Il [...]
[...] cavalluccio sfiancato della vettura da piazza trotterellava adagino. E il tragitto era lungo. Ad un tratto, un dubbio doloroso assalse Giacomo: che la [...]
[...] vendetta così dolcemente feroce che meditava potesse sfuggirgli di mano. Infatti: Adelina entrata in istudio, e scorto il banchiere, poteva aver [...]
[...] supposto e temuto che il banchiere a sua volta avesse riconosciuta lei. Poi, c'era il suo ritratto in istudio che Dumenville avrebbe potuto osservare [...]
[...] .... Un'altra difficile prova stava dunque per subire, più difficile di quanto non avesse pensato a tutta prima, quando gli era balenato alla mente il suo [...]
[...] quell'annuncio: con naturalezza, con affettuosità.... Allora, a un tratto, ricordò quel che aveva pensano il mattino. Sporse la testa della portiera e [...]
[...] chiamò il cocchiere: — Di'! Vai sul Corso, e fermati alla bottega del Ventura; sai, quella gran bottega nuova, prima di arrivare a San Pietro [...]
[...] . Egli domandava il prezzo, soltanto, affrettato. E la ragazza vantava i meriti dell'una e dell'altra, e tentava fargli acquistare quella di prezzo [...]
[...] , il più gran sagrificio che poteva permettersi per un regalo alla sua bella: e chiedeva il prezzo minimo, addirittura, senza tentar di [...]
[...] imbrogliarlo, quell'uomo rozzo che comperava ad occhi chiusi. — Il signore vuol darmi l'indirizzo? — No. Porto io stesso. Mettete in una scatola. Ò la [...]
[...] provvederebbe a tutto. Ma che il suo disegno si effettuasse! Il cavalluccio sfiancato trotterellava verso via Principe Umberto. Adelina aspettava, in casa, più [...]
[...] morta che viva. Erano passate due ore terribili per lei. Il.... forastiero di ieri, là nello studio di suo marito! Perchè? Che era dunque accaduto [...]
[...] laggiù alla palazzina, s'era parlato molto di lei.... Cioè, il forastiero aveva tentato di parlare di lei, di strapparle delle confidenze, e di indurla [...]
[...] ? Ah! sì: le aveva rivelato il suo nome di battesimo: Oscar. Glie lo aveva rivelato, senza ch'ella lo chiedesse, nell'entusiasmo che il suo corpo [...]
[...] allo specchio. Che faccia aveva? Stravolta? No.. Ma l'agitazione era dentro, terribile, e più terribile ancora l'incertezza. Il suo partito era [...]
[...] . Negare, negare! Ma che la faccia non rivelasse la preoccupazione e la paura, nel primo incontro con Giacomo. Era quello il momento scabroso da [...]
[...] superare. Poi, poi, udita la denunzia, allora non avrebbe più paura. Era sicurissima di sè, delle sue forze. Soltanto il primo incontro la spaventava [...]
[...] rispondere, non temerebbe più. Allora sarebbe naturale l'arrossirle del volto, e il tremito nella voce, e il sussultare di tutta la persona. Ma chi era [...]
[...] , quella fuga. Non sarebbe stato prudente, tra i due pericoli, scegliere il minore? Dominar la sorpresa, entrare? Darsi nelle mani del francese, sì [...]
[...] il francese? E dato che l'avesse riconosciuta, era possibile che avesse rivelata l'avventura del dì innanzi?... Come, perchè, l'avrebbe rivelata? La [...]
[...] Bianchi non gli aveva detto, non glie l'aveva confermato lei stessa, che Niniche non era una donna qualunque? Che il mistero di cui il convegno [...]
[...] Niniche fosse.... conosciuta, almeno, dall'uomo col quale si trovava in quel momento? Non aveva capito il suo dovere di tacere, non aveva sentito un [...]
[...] resistito alla tentazione di soddisfare la propria curiosità, fosse pure il più corretto dei gentiluomini? Non aveva sperato che questo nuovo [...]
[...] incontro gli fornirebbe il mezzo di sapere chi fosse veramente Niniche? Vi aveva rinunziato? Ben lungi, certamente, dal supporre la verità [...]
[...] le era corso appresso.... Era la prova evidente che non l'aveva riconosciuta! Dio fosse ringraziato! Era salva!... Alle sei, il suono del [...]
[...] sette. Perchè anticipava, oggi? Aveva udita una carrozza fermarsi, abbasso. Suo marito non arrivava mai in carrozza. Il francese, forse?... Liberatosi [...]
[...] seguisse subito, il francese le direbbe che era successo.... e lei prometterebbe tutto, salvo a non mantener nulla.... E quando giungesse suo marito [...]
[...] è? — susurrò Adelina senza muoversi. — Il signore. À mandato su il portinaio con questa scatola per lei. Passava il padrone di casa e si è fermato a [...]
[...] . Così à detto il portinaio. — Che contiene? 28 — Non so. Apriamola e vedremo. Adelina interrogava così la fantesca, senza saperne il perchè. Non [...]
[...] capiva. Le pareva che Carolina potesse, dovesse illuminarla. Carolina posò la scatola sul letto, sollevò il coperchio, e disse, con un po' di sorpresa [...]
[...] fortuna». Adelina spalancò gli occhi, in faccia alla serva, interrogando. — È un regalo che le fa il signore. Sì, era un regalo. Dunque? dunque non era [...]
[...] , rimanendo immobile sulla soglia. — Che vuol dire? — chiesa Adelina, sforzandosi di sorridere. — Il bigliettino l'ài visto? — Sì. — E dunque? — E [...]
[...] . — Ringraziami dunque. — Sì.... ma non capisco. — Ora ti dirò tutto. Poi volgendosi a Carolina, — Bisogna togliere subito dal solaio il baule e [...]
[...] alle 7.55, pel Gottardo. E a Carolina, ancora: — Presto, presto. Preparate il baule; poi verrò io. — E non pranzi, prima? — No, pranzo al buffet [...]
[...] curiosità rendeva persino imprudente. — Dunque? — che è successo? Giacomo si tolse la giacca, il panciotto, rimboccò le maniche della camicia, e cominciò [...]
[...] : nessun batticuore, nessun timore di tradirsi. Agirebbe sicuro, via, diritto sulla strada ormai tracciata, verso il punto prefisso. Se avesse incontrata [...]
[...] Adelina súbito dopo il racconto di Dumenville, l'avrebbe strozzata, forse. Ma superato il primo momento d'ira e di dolore, si sentiva adesso [...]
[...] di riuscirvi con quel dono e con quel biglietto. Trovandola calma, sicura di sè, si vedrebbe facilitato il cómpito proprio. La sfrontata finzione di [...]
[...] colle stesse armi, ma sorretto, lui, dalla certezza che nella lotta egli avrebbe la vittoria finale, completa, terribile. Ora, superato il primo [...]
[...] incontro, doveva parlare, raccontare. Avrebbe cercato di rimanere il meno possibile dinanzi a sua moglie, per non esigere troppo dalle proprie forze. E [...]
[...] mani, cominciò: — Sei venuta alla fabbrica, tu, oggi. — E, senza lasciarle il tempo di rispondere — Debbo sgridarti di non essere entrata. Sei una [...]
[...] bambina, sempre. Ài vista una persona che non conoscevi, e via, come fosse il diavolo. Se tu fossi entrata, ti avrei presentata: a quel signore, il [...]
[...] , — disse Adelina, ritta, cogli occhi che seguivano attenti ogni movimento di lui. E Giacomo, calmo, riprese: — La mia scoperta è fatta: il mio [...]
[...] ? — chiese lui. Adelina si fece forza, e susurrò: — Puoi immaginare!... non trovo le parole.... — E Dumenville che è il capo della casa nella quale è [...]
[...] .... — E l'avrai visto sulle buste delle lettere che ricevo da Londra. — Ebbene? — Ebbene, Dumenville si fa iniziatore della società che compererà il [...]
[...] mio brevetto.... Mezzo milione, almeno; ed io il direttore generale.... — Mezzo milione?! — chiese Adelina. Lo stupore era troppo forte. Le faceva [...]
[...] negli occhielli i bottoni d'oro. Un dono di sua moglie, quei bottoni! Adelina non si scuoteva, ancora. Forse Giacomo capì il pensiero di lei. — Ti [...]
[...] me, il tuo piccolo grido di sorpresa; alzò, gli occhi; ma tu eri già sparita. Senza averti veduta, capì che una donna si era affacciata alla porta [...]
[...] . — Provo il mio abito nuovo! — Che pazzia! Adesso? — Adesso sì, e ti accompagno alla stazione. Le era sfuggita nella gioia. Giacomo sussultò [...]
[...] , lasciava scoperto il seno, un seno piccolo, eretto, da vergine. E mentre Giacomo, in mutande, cercava i pantaloni da calzare, essa corse alla porta e vi [...]
[...] . Ma la calma dei sensi, malgrado il contatto, lo aiutò. — No, bambina, mi farai perdere la corsa: Dumenville mi aspetta alle sette e mezzo, e debbo [...]
[...] quel momento era sparito ogni pericolo per Giacomo. Aveva terminato di vestirsi, di furia. Di furia aveva fatto il baule, come vien viene, aiutato da [...]
[...] di nulla. E poi, per ogni occorrenza, mi farò prestare qualcosa dalla zia.... Sulla porta, mentre il portinajo scendeva le scale col baule sulle [...]
[...] , era salito in vettura, e s'era fatto portare dal Galli. Il Galli pranzava. Lo fece chiamare in anticamera. — Oh! che buon vento? A quest'ora [...]
[...] ? — Una disgrazia. Ò ricevuto due ore or sono un dispiaccio da Glasgow. Mia madre è moribonda. — Oh! — Parto alle 7.55. La prego di avvisare il Consiglio [...]
[...] . 32 — Grazie, signor Galli. Mi occorre anche un favore. — Quattro, caro il mio Burton. — Nella ristrettezza del tempo non ò avuto modo di recarmi [...]
[...] biglietto per Como. Dieci minuti dopo partiva; e il giorno appresso, a mezzodì, arrivava a Milano il marchese di Morecambe. La notte, a Como, all'Hótel [...]
[...] illuminata dalla candela. Non il dolore, non l'ira, non il pensiero dell'offesa, gli avevano impedito di dormire: ma la preoccupazione, soltanto, del suo [...]
[...] disegno che andava studiando in tutti i particolari, ed il timore di non vederlo compiuto. A Como, prima di partire, aveva fatto un acquisto: una [...]
[...] rivoltella; per ogni evenienza. Si fece servire in camera la colazione, ma non mangiò; ebbe cura pertanto di nascondere il cibo: temeva di tutto [...]
[...] ? — Nossignore. — César non c'è? — Sissignore. — Mandatemelo. E César era venuto. — Il signor marchese mi chiama? — Siete César? — Il signor [...]
[...] interesso alle pinacoteche. 33 — Il signor marchese potrà impiegar bene il pomeriggio d'oggi, e benissimo quello di domani, se si trattiene a [...]
[...] » il pomeriggio di oggi stesso? — Signor marchese: il «benissimo» non lo si à sempre sotto mano. César parlava serio, in posizione d'attenti, come [...]
[...] il più corretto e rispettoso dei servitori alla presenza del suo padrone. Decisamente, questa era una parte come un'altra del suo servizio di primo [...]
[...] cameriere di una grande locanda. — Il signor marchese vuol fare da sè la propria scelta, o si affida a me? — No, no, sceglierò io. — E aggiunse [...]
[...] ridendo: — Potremmo avere gusti differenti. — Il signor marchese mi permette di consegnarle una busta chiusa e un indirizzo? — Naturalmente. E prese la [...]
[...] avviarsi. — Ch'io trovi dei sigari quando ritornerò. — Che qualità preferisce il signor marchese? — In ogni cosa, sempre la migliore. César s'inchinò [...]
[...] stupiva. Davvero, ci si riconosce nelle grandi occasioni. Ma una curiosità lo pungeva, adesso. Leggere il bigliettino che avrebbe dovuto consegnare alla [...]
[...] Bianchi. E non vi seppe resistere. Quali erano le qualità che bisognava possedere per avere il diritto di comperare sua moglie? Allora bagnò con [...]
[...] domani sera — anche il 3 se non basta il 2. Attendo quanto m'è dovuto per l'affare d'ieri l'altro. — Filippo». Benone! Bisognava dunque, proprio, essere [...]
[...] un forastiero, possibilmente nobile, certamente ricco, e ripartire subito. «Anche il 3 se il 2 non basta». Occorrerebbe insistere! E quel buffone si [...]
[...] serviva di lui — la bella occasione! — per ricordare il proprio credito. Quale? Quello che si riferiva a Dumenville, evidentemente. Gli spettava [...]
[...] . Come vivessero, i vicini, la portinaia, il padrone di casa, tutti potevano constatarlo. Sull'uscio della loro abitazione c'erano appiccicati due [...]
[...] cartellini: «F. Bianchi, perito giudiziale», sull'uno; «Z. Bianchi, sarta», sull'altro. Il signor Faustino stava fuori quasi tutto il giorno: la sua [...]
[...] fallita. Il vecchio Sinigallia, l'antiquario del primo piano, lo trovava quasi sempre come perito o come banditore quando si recava a dar la caccia a [...]
[...] della roba vecchia messa all'incanto. E lo raccontava in portineria: 34 — Quel signor Faustino sa il suo mestiere. Non c'è pericolo che mi lasci [...]
[...] discussioni sulle vendite e sugli acquisti fatti nella giornata. Il signor Faustino aveva cura, anche, di avvertirne il suo buon vicino, quando [...]
[...] andirivieni di ragazze, tutto il giorno, in casa sua. Poi, adesso, s'era acquistato un altro merito: guariva la sciatica meglio della famosa donna di [...]
[...] : — Oh! signora Zaira, è il suo decotto che mi à guarita, e non tutti gli empiastri che mi avevano dati all'ospedale. — Eh! eh! — rispondeva la [...]
[...] parte si cominci. Così, anche per questa ragione, era ogni giorno e tutto il giorno un va e vieni di gente dalla Bianchi. Gente d'ogni età e [...]
[...] d'ogni condizione, perchè di fronte al male siamo tutti eguali come il Signore Iddio ci à creati. E che buona donna, quella signora Zaira: dai ricchi [...]
[...] consolazione sul seno della portinaia: — A chi lo dite?! una santa donna, ecco. Non ci fosse il paradiso, bisognerebbe inventarlo per mettercela lei [...]
[...] , quando il bene è fatto a fin di bene, nessuno à diritto di metterci il naso. Poi, la signora Zaira aveva un'altra virtù. E non ne faceva mistero, perchè [...]
[...] non era una megera delle solite, non era una di quelle imbroglione che speculano sulla credulità dei gonzi: faceva il gioco delle carte. Ma, ohe [...]
[...] innamorare i giovanotti, o per trovare marito. Niente, niente! Il gioco delle carte, semplice e puro, alla luce del sole, con un mazzo qualunque, e senza [...]
[...] destino che noi non sappiamo cosa sia, che è nell'aria insomma, ma che è una cosa certa e sicura, non può darsi che sia scritto in qualche sito? Il giorno [...]
[...] che nascete, si scrive il vostro destino. Dove? Nelle carte. Ma bisogna saperlo leggere. Ed io ci ò fatta la pratica. Ma niente soperchierie [...]
[...] pazienza: se risponderanno di no, vi metterete il cuore in pace.... e penserete ad un altro». Dico bene?... E non è mica da credere — aggiungeva per [...]
[...] Domeneddio. Ma non imbroglio mica la gente, io. Quando ci leggo sicuro, dico: «È sicuro!» Quando sono incerta, dico: «Badate, mi pare così, ma il vostro [...]
[...] del mio disturbo, sanno che i loro denari li spendono bene. Se ce ne veniva della gente, anche per il gioco delle carte! E che gente! Signore [...]
[...] , signorone con tanto di pelliccia, perchè il mal d'amore è comune ai poveri ed ai ricchi. Infatti, non era difficile veder ferme dinanzi al numero 53 di [...]
[...] che, in fondo in fondo, erano la vera e lauta fonte di lucro. Tutto il resto, la sartoria, i medicamenti, e anche il gioco delle carte, erano lustre [...]
[...] persino alla cartella n. 3! Naturalmente però, dove metteva il maggior entusiasmo e adoperava tutta la sua arte sopraffina, era nel trattare il genere [...]
[...] più elevato e i casi più difficili. Essa non si limitava all'offerta. Riceveva anche le domande. La sua bravura, il suo tatto erano tanto noti in [...]
[...] riusciti mai. «Già — era il suo assioma — a 'sto mondo è tutta quistione di denaro. Venisse Rothschild domani da me, e mi dicesse: «Credito aperto [...]
[...] , quando occorreva. Allora, bene inteso, tanto di mediazione e tanto d'affitto. «Perchè l'indoratore (il padrone di colà) a Pasqua e a San Michele [...]
[...] , una di quelle, che si comperano a prezzo fisso, una di quelle che si posseggono il giorno stesso che se ne fa la conoscenza? Ma non era assurdo [...]
[...] , pareva avesse lavorato, minuto per minuto, ad un unico intento: conquistarsi la riconoscenza di suo marito, centuplicarne l'affetto. E come il [...]
[...] suo affetto si era ingigantito, dì per dì; come era nata, ora per ora, nel suo cuore, la riconoscenza per questa donna buona ch'era il sorriso dolce [...]
[...] della sua esistenza, ch'era il raggio di sole caldo nella sua casa! E questa donna che aveva un bacio e un augurio, ogni mattino, per lui, quando si [...]
[...] gridargli: — Bada, mascalzone, tu parli di mia moglie, della più onesta delle creature! — O, almeno, passato il primo impeto di furore, vinto il primo [...]
[...] dubbio e il primo scoramento, non avrebbe dovuto correre da Adelina, e dirle, francamente, 37 quanto era avvenuto: e chiederle perdono d'aver [...]
[...] rimaneva a tenergli compagnia. S'era comperato un pianoforte, trovando modo di pagarne il prezzo a piccole rate, come aveva fatto per la macchina a cucire [...]
[...] commettere adesso? Ma se Adelina, innocente, pura, onesta, l'avesse saputo quello che stava per fare, non avrebbe avuto il diritto di sputargli in faccia [...]
[...] , di abbandonarlo per sempre, come il più abbietto degli esseri? Oppure non ne sarebbe morta di dolore?... Perchè non tornava indietro? Perchè non [...]
[...] , nascondendo a tutti il lurido disegno che aveva concepito, e nell'attuazione del quale, per fortuna, era ancora in tempo a ritrarsi? Perchè? E ieri [...]
[...] dovuto essere se tutto quanto aveva udito da Dumenville fosse stato il frutto di un errore o di una menzogna? È vero: c'era stato un momento in [...]
[...] le aveva mai regalato uno spillo, che era sempre stato il marito, soltanto il marito, per quanto onesto e buono e affettuoso, lui, ieri, nientemeno [...]
[...] , sulla scala: «Me la lego a un dito, sai? — dovrai pregarmi in ginocchio!» Oh! se l'avrebbe pregata in ginocchio! Com'era dolce il pensare a tutto ciò [...]
[...] . Come sarebbe dolce il convincersene.... E perchè non ci aveva pensato prima? E perchè non se ne convinceva adesso? Che strano e crudele dubbio lo [...]
[...] , gli tintinnò nelle orecchie: «La mia biondina!» Il grido giulivo di Dumenville, ieri, là nello studio, la sua esclamazione di sorpresa, così sincera [...]
[...] , in quel momento, gli fece un effetto strano. E gli ricordò che era quegli il ministro di un culto non suo, il culto di sua moglie, che essa [...]
[...] sciatto e scipito là dentro: i mobili, i ninnoli, il modo come questi e quelli erano disposti. Pure, nella stanza spirava un profumo di calma e [...]
[...] rendeva simpatica. 39 Giacomo, che aveva fretta, volle evitarle il perditempo dei preamboli, non solo, ma l'imbarazzo del parlar francese. E le [...]
[...] porse il biglietto di César, rivolgendole la parola in italiano. — Ò questo biglietto per lei. Trovò la forza di fingere bene, affettando un accento [...]
[...] accento, avrebbe voluto potersi truccare anche il viso, rendersi irriconoscibile persino a sè stesso, nello specchio che gli stava dinanzi, sul [...]
[...] venirgli dinanzi agli occhi non ci avesse travato il ritratto di Adelina — (perchè era ben deciso a veder tutto, fosse pure ricorrendo alla violenza!) — o [...]
[...] orrore lo avrebbe preso di sè stesso, di quello che ora stava per compiere! Oh! come sentiva che non avrebbe avuto la forza e il coraggio di fingere con [...]
[...] sua moglie, di nasconderle quanto aveva fatto, ciò di cui aveva dubitato, e l'inchiesta che aveva compiuta, e il piano mostruoso che aveva [...]
[...] , cercando di giustificarsi, non invocando il timore della dignità offesa, o il sentimento d'orrore che lo aveva invaso, ma soltanto l'amore immenso [...]
[...] , smisurato, insensato, che nutriva per lei, così intenso, così pazzo da annebbiargli la vista, da fargli perdere il retto criterio, la giusta visione [...]
[...] invocando un perdono che sentiva non avrebbe meritato. Ma essa, cara e dolce creatura, glie lo avrebbe concesso, il perdono; e questa grazia suprema lo [...]
[...] renderebbe il suo schiavo devoto, riconoscente, felice, fino alla morte. La Bianchi, letto il bigliettino, era uscita e rientrava adesso recando [...]
[...] , dominandosi, con tono forzatamente calmo e fintamente annoiato, disse: — Signora, i suoi usi mi sono noti: un amico mio che ebbe il piacere di [...]
[...] .... a Roma e a Napoli.... Fu il mio viaggio di nozze. Ecco un'idea che gli era venuta, chiacchierando, e che gli era sembrata buona. — Ah! il signore [...]
[...] , subito, per ribattere il chiodo: — Anzi, tante volte sono stato in Italia, e non mi ero mai fermato neppure un giorno a Milano. Mi avevano detto che [...]
[...] sceglie che lei. È tanto carina! — conchiuse la vecchia, come il fabbricante che vanta l'articolo di sua invenzione e del quale à la privativa [...]
[...] da un'idea fissa: quella di ammirare l'immagine della biondina. Lei mi faccia vedere il ritratto, soltanto, perchè possa accertarmi che risponde [...]
[...] Bianchi. — So con chi tratto. Giacomo ebbe un sussulto udendo queste parole. Il senso letterale soltanto, lì per lì, lo aveva colpito. Ma si rinfiancò [...]
[...] subito e disse a sè stesso, ancora una volta: «Coraggio, siamo alla fine!» La vecchia, allora, mise da parte il primo plico, e levò dalla cassetta il [...]
[...] secondo, un po' meno voluminoso dell'altro. Sciolse il nastro, e dispose sulla tavola, in bell'ordine, le fotografie che vi erano contenute [...]
[...] d'abbonamento». Ma Giacomo non si entusiasmava punto. — Ò capito: non è il suo genere questo. A lei la molta roba non piace. Ò da dirgliela? L'approvo [...]
[...] . Se fossi un uomo non avrei i gusti che à la gran maggioranza degli uomini. Quando ànno detto: «Che gambe!» ànno espresso il non plus ultra [...]
[...] anche a lei. To'! ricorda un poco la Biondina. Giacomo afferrò il ritratto, istintivamente, e lo fissò a, lungo. La Bianchi credette di scorgere in [...]
[...] mandano fiori, e ti battono le mani e il tuo successo aumenta ogni sera, e la carriera sarà presto fatta. Se domani ài un amante, questo allontana tutti [...]
[...] , assolutamente? Raccolse le ondine e le fate ed i paggi, e li rinchiuse nella loro busta. Poi, con delicatezza, con circospezione, sciolse il [...]
[...] nastrino che chiudeva il terzo involto. Giacomo si sollevò ritto sul busto, e fissò gli occhi su di esso. Il cuore gli martellava; le mani e le gambe [...]
[...] : perchè uno è inutile che glie lo mostri. Il nodo del cordoncino era tanto stretto che non riusciva a scioglierlo. E intanto chiacchierava; quei [...]
[...] particolari potevano interessare il visitatore. — Vuol che l'aiuti? — disse Giacomo, allungando una mano verso il plico. — Grazie. Ecco fatto. — Oh [...]
[...] ! vediamo dunque. — Un momento! E la vecchia prese le cinque fotografie, volgendone il dorso verso Burton, perchè non le vedesse. Poi ne scelse una e [...]
[...] ritratto, i miei concittadini! Che sorpresa!... Una disgraziata, sa? Il marito, un porco, ubbriacone, le à mangiato il fatto suo.... Una storia [...]
[...] dolorosa. Burton aveva preso il ritratto, senza guardarlo, e aspettava. — Questa invece è la figlia di un magistrato, diventato pazzo: vive colla madre [...]
[...] , dà lezioni di cembalo. Sì, ci vuol altro che il cembalo per sbarcare il lunario. 43 Va bene, e poi? — chiese Giacomo, la cui curiosità ed [...]
[...] , prese il ritratto, si sprofondò nella poltrona, sollevandolo all'altezza degli occhi per farsene schermo alla faccia. — Eh? Che cosa le pare [...]
[...] una curiosa rassomiglianza, il piccolo neo sulla guancia sinistra, vicino all'orecchio. Ed era, inoltre, la stessa fotografia ch'egli aveva in [...]
[...] giunto in via Speronari. In quell'istante, che aveva segnato il vero principio dell'attuazione del suo feroce disegno, se n'era spaventato, era [...]
[...] . Entrato là, cominciato il colloquio colla Bianchi, quell'orgasmo, quell'agitazione erano diventati febbre divoratrice. Ora, a un tratto [...]
[...] sceso a quella porta di via Speronari, là dove veniva a tendere il laccio che doveva procurargli la frenetica voluttà della vendetta. Così, fissi [...]
[...] avevano accompagnata la rivelazione di Dumenville non gli avevano data la prova certa, indiscutibile? E il contegno di sua moglie? L'agitazione di lei [...]
[...] Bianchi, per tentar di sapere qualcosa di più; come sarebbe guardingo e prudente per ottenere quanto più presto, oggi stesso se era possibile, il [...]
[...] ! Esiste dunque questa curiosa sorta di felicità nella vita! La felicità morbosa e crudele che, dopo il tormento del dubbio, è data dalla certezza [...]
[...] acquisita, sia pure di aver subito il maggiore degli oltraggi, e dalla visione netta e sicura di una vendetta pronta e feroce. Mentre contemplava il [...]
[...] ben dovuto parlare! Avrebbe dovuto giustificarsi, spiegargli, raccontargli, il come e il perchè. Oh! in quel momento, pigliata di sorpresa, non [...]
[...] Galli, quando aveva cercato di dissuaderlo da quelle nozze? E perchè, in tal caso, non aveva detto tutto il buon vecchio, che pure gli dimostrava [...]
[...] tanto affetto e tanta stima? Il ritratto sorrideva. Adelina sorrideva a suo marito, lì, nella casa di quella donna. C'era qualche cosa di epicamente [...]
[...] , anche il Galli! Anche il Galli, che l'aveva conosciuta bambina, perchè la Bianca, l'Adelina e le sue figliole erano state compagne di scuola. La [...]
[...] aver trovato, in questa inaspettata rivelazione, il bandolo dell'intricata matassa. Che mistero stava dunque per squarciare?... La Caradelli? Oh [...]
[...] ultimo sfogo e una desiderata ragione di sussistere, di non morire, in quel cumulo nuovo di pensieri e di supposizioni che il ritratto della Caradelli [...]
[...] due non mi à detto niente. La Biondina.... è maritata, anche lei? — Si, da un anno. — Ah! Ma il marito non la mantiene? — Eh! — osservò [...]
[...] , così strana per lui: «I bisogni delle donne sono tanti!» Era dunque nascosto in questa frase, susurrata dalla Bianchi senza darvi importanza, il [...]
[...] . 46 Giacomo fece il furbo alla sua volta. — Non me la dà ad intendere, questa. Ella sa benissimo chi è, dove sta, eccetera, eccetera. E poichè sa che [...]
[...] . — E gli consegnò un foglietto sul quale aveva scritto il nome di una via, ed il numero. — Sarà introdotto, e troverà la Biondina. Sa non ci fosse di [...]
[...] già, non avrà che da attendere qualche minuto. Burton si alzò: — Sta bene. E il prezzo! — aggiunse con un tremito impercettibile nella voce [...]
[...] . — L'amico suo che le parlò di me e della Biondina, le avrà detto forse.... Giacomo cavò il portamonete, ne tolse un biglietto da cinquecento lire e lo [...]
[...] buttò sulla tavola. Lo pungeva il desiderio di tentare, se era possibile, di spendere meno: tanto per sapere a che prezzo minimo si comperavano i [...]
[...] favori di sua moglie. Ma capì la necessità di non sollevar sospetti di alcuna natura. Prese il cappello, ed uscì, accompagnato dalla Bianchi, che [...]
[...] locanda, scoppiò in un pianto dirotto, angosciosamente disperato. 47 III. Il treno diretto era partito il mattino da Parigi e correva velocissimo [...]
[...] verso il Mediterraneo. Bianca Caradelli, vestita a bruno, raggomitolata in un angolo dello scomparto, immobile, gli occhi pieni di lagrime, riandava [...]
[...] colla mente il suo passato tenebroso, senza trovarvi un ricordo buono, dolce, sereno. L'ultimo dolore, la morte della bimba adorata, avvenuta tre [...]
[...] distrutta poco a poco in quei cinque anni di vita parigina, piena di orgie forzate e di dolori immeritati. Ritornava in patria, adesso, vinta. Il [...]
[...] treno correva velocissimo: pure il viaggio era lungo, e le ore parevano eterne. Bianca si alzò e tolse dalla reticella una piccola sacca nera. Si [...]
[...] rincantucciò di nuovo: alzò il velo fittissimo che le ricopriva la faccia: aprì la sacca, ne tolse un pacchetto di lettere. Erano quelle di Adelina [...]
[...] , amorosamente conservate in ordine di data. Bianca svolse il primo foglietto e lo lesse. Poi altri, scorrendo appena le lettere meno importanti; rileggendo [...]
[...] propri dolori, egoisticamente compiacendosi dei dolori altrui? Oppure voleva ritrarne il coraggio di ripresentarsi all'amica, convincendosi che la [...]
[...] otto giorni e mi paiono otto secoli! E perchè ài aspettato tanto a scrivermi e a darmi il tuo indirizzo? Così per otto giorni, ò provato, oltre al [...]
[...] , il lavorìo dell'allogarsi in una casa nuova. Ma via, tutto codesto nuovo non doveva farti dimenticare l'amica.... Oh! come è vero che lontan [...]
[...] autorizzata da una tua lettera.... 48 Chè se la lontananza vuoi che sia sinonimo di abbandono, devi avere almeno il coraggio di dirmelo. La zia ti saluta [...]
[...] . Io.... ti bacio. ADELINA. 9 maggio 1884. Tesoro, tesoro, tesoro! Sì, tu ài tutte le ragioni, io ò tutti i torti! Il viaggio, le persone nuove [...]
[...] , tutto il brouhaha parigino!... Avevi fatto anche troppo mandandomi quella sette linee. Ed io ò avuto il coraggio di lamentarmi e di rimproverarti! Ma [...]
[...] superbia, adesso, perchè sei a Parigi. Che tu abbia a formare la mia educazione, a darmi il la insieme coll'ultimo figurino della moda, sta bene. Ma un [...]
[...] poco alla volta, con affetto, con indulgenza. Infondimi la scienza nuova da amica, da sorella, senza salire in cattedra.... Sai che se il presente ci [...]
[...] divide, il passato ci unisce. E non posso accordarti nessuna superiorità,.... Siamo unite per la vita e per la morte. Qui, il solito tran-tran [...]
[...] . Una vita noiosa, senza raggio di sole poichè tu non ci sei più. Vivo di ricordi; e affretto col desiderio il tuo ritorno. Bianca mia! Vedi, io sono [...]
[...] beati! ce le scrivevamo per ridere.... cioè no, sul serio, ma per ingannare il tempo, invece di fare i cómpiti e di studiar le lezioni. E ce le [...]
[...] fontana, e là le leggevamo.... Senti; in questi due anni passati insieme qui a Milano, dopo il collegio, non ò mai rimpianto quella vita; anzi! Ma [...]
[...] adesso che dobbiamo vivere divise, lo credi? la rimpiango. Piuttosto il collegio, che lontana da te.... Almeno, là, molte ore le avevamo per noi, per [...]
[...] noi sole, tutte per noi! Che fai in questo momento? Mi pensi? In casa niente di nuovo. Fuori, poco o nulla. La zia mi cerca marito. Il banchiere [...]
[...] mia, non essere gelosa: il marito è ancora di là da venire.... molto di là da venire. E tu, piuttosto? Tu? Questa improvvisa partenza mi è parsa un [...]
[...] pochino misteriosa. Perchè la tua mamma, un bel giorno, un brutto giorno, ti à detto: «Andiamo a Parigi?» E, detto fatto, avete preso il treno, e [...]
[...] uno zio?... Dimmi la verità: è un marito che vogliono darti? Il figlio di qualche amica che abita costi? Dimmi la verità, ti scongiuro. Dimmi se [...]
[...] , — cioè quasi tutte, bada! — dirigile ferme in posta. Ò già trovato il mezzo di andarle a prendere. Ò durata una fatica, iersera, per non mostrare la tua [...]
[...] allegra, a causa della tua lettera buona. Bellissimo il figurino di quella capotine che mi ài mandato. Stamane sono uscita colla cameriera, e sono [...]
[...] agucchiato per due ore; credo di essere riuscita a copiare il modello per bene. E mi sta che è un amore. La sfoggierò stasera, chè zio Totò mi conduce [...]
[...] intendeva col maestro di geografia. La mamma della Parodi, un'altra santa donna, povera signora disgraziata, eccetera, eccetera, il modello delle [...]
[...] mamme. E chi non si era accorto che veniva a vedere l'Enrichetta proprio nell'istessa mezz'ora che veniva il papà della Sangalli? — Uscite di [...]
[...] ), io e te saremo costrette a scriverci di nascosto, perchè il mondo non permette che due ragazze si amino come ci amiamo noi e si dicano 50 quello [...]
[...] poco nesso in quello che ti scrivo: ma ripensaci un momento e vedrai che il nesso c'è. Sto leggendo un libro divertentissimo che ò trovato in casa [...]
[...] salve: e il mondo avrebbe perdonato l'incontro, perchè combinato con tutti i riguardi dovuti; mentre avrebbe gridato all'obbrobrio se fossimo [...]
[...] arrivati tutti e tre insieme in una sola vettura. È così, Bianca mia. Me ne convinco ogni giorno di più. Il mondo perdona sempre ad una donna di avere [...]
[...] nessuna delle nostre amiche, fino alla Zeta, avrà diritto di elevare il minimo dubbio, di arrischiare la più piccola supposizione. Come vedi, faccio [...]
[...] esperienza, tesori di esperienza. E se, un dì o l'altro, dovrò proprio prendere marito per levare alla zia il peso di me stessa, entrerò nel mondo ben [...]
[...] partita, qualcosa dentro il cuore mi diceva che ti perdevo per sempre!... Per sempre? Ah! no. Cascasse il mondo, ma ci dobbiamo rivedere: non so [...]
[...] Adelina. Oh! la verità, la verità orribile non l'aveva detta, e le era parso — allora — che non l'avrebbe detta mai! Il treno s'era fermato [...]
[...] . Il treno si rimise in cammino. 12 luglio 1885. Mia cara Bianca, Ecco, oggi, impensatamente, un argomento nuovo, per il quale avrò modo di variare [...]
[...] il tema solito delle mie lunghe lettere di ogni giorno. Ma è un argomento serio e doloroso e grave. Grave anche per me. Perchè quanto è accaduto [...]
[...] d'esperienza: e una illusione di più se n'è andata. Il preambolo è lungo; ma, che vuoi, non so neppure come cominciare. Per la prima volta in vita mia [...]
[...] perdonerai? Ascoltami. Tra Orlandi.... Ecco la prima volta che non mi sento più il coraggio di scherzare su di lui! Ecco la prima volta che non posso e non [...]
[...] , salvo una quindicina di giorni che zia Ermelinda mi teneva con sè, il resto delle vacanze lo passavo colle mie compagne che non lasciavano il [...]
[...] convitto: e si andava ad Arona. L'anno scorso (il primo che mi trovavo.... in famiglia — chiamiamola così) sai che abbiamo fatto: si gironzolò sulle Alpi [...]
[...] dalla zia. Dappertutto, il pericolo di trovare dei milanesi, o, per lo meno, della gente che si conosce: e l'Orlandi è noto più della bettonica. La zia [...]
[...] apprendere anche prima di maritarsi: ma so valutare il bene ed il male; so che importanza bisogna dare quaggiù — considerato il mondo com'è — e [...]
[...] considerato anche che non sarebbe in nostro potere di mutarlo — che importanza bisogna dare al bene ed al male: — so che il bene è sempre da lodarsi meno di [...]
[...] quello che si vorrebbe, e il male è da rimproverarsi sempre meno di quello che si dovrebbe. Sono scettica, in una parola, e pessimista. Per natura [...]
[...] , ed anzi propensa, a non stupirmi di nulla: cioè sì, a stupirmi quando trovo il bene ed il buono assoluti, in qualcuno e in qualcosa: a stupirmi [...]
[...] che ci sia ancora qualcosa di veramente buono, e qualcuno cui sembri valga la pena di operare il bene. Come vedi, entrata nel mondo (per così dire [...]
[...] ci proponevamo di entrare nel mondo erano i soli possibili e pratici, dato il mondo qual'è; e che i metodi di vita che ci proponevamo di seguire [...]
[...] , quali si fossero le circostanze della vita, erano quelli soli che ci avrebbero procurato il benessere e la felicità, e il rispetto della folla, della [...]
[...] nel raccontarti quello che ò udito oggi. Senti: non so che avverrà di me: non so che cosa mi riserbi il destino. Ma se.... finirò male (sì, sì, oggi [...]
[...] ò di queste idee, di questi dubbi, ed è giusto che li abbia), se finirò male, vorrò ben vedere che curiosa faccia avrà quel tale che troverà il [...]
[...] suoi futuri doveri. Ma molti anni sono passati senza che l'Orlandi si sia deciso a realizzare il sogno della zia. Egoista e calcolatore, egli non à [...]
[...] spese. Credevo di dovergli dei palchi in teatro! No: gli devo il pane che mangio, le vesti che indosso, la casa nella quale abito. È lui che paga! Ah [...]
[...] tutto è svanito, tutto è perduto. Conosco il passato, e prevedo l'avvenire. Ed io che scherzavo nelle mie lettere — ricordi? — sui rapporti tra zia [...]
[...] quello che sono, di quello che valgo, di quello che posso sperare. Tu vedi che non è bello il punto di partenza. Come sarà quello d'arrivo? Seguiterò a [...]
[...] , della signora Orlandi milionaria; la sua pupilla, forse; la sua erede. Povera donna! Ma il fatto è che, oggi, completata la mia educazione, io non [...]
[...] meno di scendere in istrada ed offrirmi al primo uomo che passa.... Ma me ne manca il coraggio, e mi pare di non averne il diritto. Non mi sento il [...]
[...] coraggio (vedi che sono sincera), non mi sento il coraggio di affrontare una soluzione onesta, virtuosa: se lo trovassi, capisco che non ci [...]
[...] resisterei. E ciò, malgrado il disgusto di cui mi sento invasa, oggi, dopo quello che ò udito ed appreso. Che farci? Quella che sono moralmente, non la [...]
[...] confessarmi qual sono, a te sola che puoi comprendermi. E mi pare di non avere il diritto di disporre liberamente di me...., del mio corpo, per parlare [...]
[...] la disonestà che mi circonda.... È.... non so che cosa. Non saprei spiegarti il sentimento che provo, altrimenti che ripetendoti la frase di prima [...]
[...] : mi pare di non averne il diritto: cioè, che io non posso, non posso — capisci? — concedere questo diritto a me stessa. Fossi amata ed amassi, ah [...]
[...] strada qualunque: quella del Municipio.... od un'altra. Perchè non ci si decide da sè. Bianca: spunta il sole. Ò trascorsa la notte a scriverti, ad [...]
[...] aprirti l'anima ed il cuore. E mi pare di già un sollievo. Oh! campassi mille anni e mi capitassero le più bizzarre avventure, non dimenticherei mai [...]
[...] questa notte del 12 luglio 1885! Non so neppure se faccio bene, se ò il diritto di inviarti tutti questi foglietti pieni di parole e di lagrime [...]
[...] . Aspetto una buona lettera. Ti bacio ADELINA tua. 17 luglio 1885. Ài ragione, Bianca. Non ò il diritto di disporre di me e della mia vita. E non ò il [...]
[...] scrivi che, frammezzo agli errori dell'esaltazione, ritrovavi me stessa, e vedevi di già i germi del ravvedimento che il mio senso pratico non [...]
[...] , dinanzi a me. Non so dove conduca. Ma la strada la vedo. Quando il momento verrà, incomincierò risolutamente il mio cammino. E a seconda del compagno [...]
[...] , ci si forma come si può e come gli eventi vogliono, e come il destino comanda. La tua strada è più facile della mia. Tuttavia, dal modo come mi [...]
[...] un'arma in mano, ti avrei colpita! N'è passato del tempo! Si invecchia, e.... si ragiona. Ti mariti? È bello? È ricco? Come si chiama? Ugo? Ugo, il [...]
[...] . Non è bello come in italiano! Curioso! io faccio di queste disquisizioni su un nome immaginario! Chissà se il tuo sposo si chiama così? Perchè tu [...]
[...] non me ne dici nulla! Ed anzi, se ti risparmio una scena di gelosia, non posso risparmiarti i più serii rimproveri per il lasciarmi che fai così [...]
[...] pratica! E perchè non dirmene nulla sinora? Se il matrimonio è deciso, non l'avrai mica conosciuto ieri.... questo Hugues! La cosa sarà maturata [...]
[...] tra di noi, e nulla muterà dopo il tuo matrimonio. Aspetto e ti bacio. ADELINA tua. Senti che idea: non potresti fare il tuo viaggio di nozze in [...]
[...] , marzo 1886. Mia Bianca, Dunque, malgrado il tuo matrimonio, io debbo seguitare a scriverti al vecchio indirizzo e al tuo nome di famiglia: Bianca [...]
[...] anche di questo.... (scrivimi.... tutto!) visto il grande mistero del quale circondi.... il tuo nuovo stato. Del resto, sono cattiva di scherzare così [...]
[...] , raccontami il tuo viaggio attorno alla.... nuova casa. Sarà più interessante — almeno per me — del «Voyage autour de mon jardin» di Alfonso Karr [...]
[...] incontrano altri nomi in tutti i romanzi. Scrivimi a lungo. Dimmi che mi vuoi un po' di bene anche dopo e malgrado il tuo matrimonio. Gontran mi ti à [...]
[...] ). Bianca mia bella, mammina bella! Mammina! Ecco una parola che m'intenerisce, malgrado tutto il mio scetticismo, la noia e il disgusto che ò della [...]
[...] neppure che cosa voglia dire essere figlia! Mamma e figlia: due parole di cui non so e non saprò forse mai il significato. Come è triste, come è [...]
[...] sconsolante!... Oh! non per le perdute speranze nell'avvenire, sai? ma pel ricordo del passato! È Natale, il secondo che passiamo divise, noi due. Ma il tuo [...]
[...] mia mamma: Giuseppina. Per me, il Natale sarà molto triste. Lo passeremo io e la zia, qui in casa, noi due sole. Totò è ammalato: pare abbia fatta [...]
[...] una indigestione di paté de fois-gras. Zia Ermelinda è uscita: mi à detto che starà fuori tutto il giorno, a girar le chiese. È da Totò, a tenergli [...]
[...] iersera ò ballato. Lo credi? avevo quasi dimenticato anche il ballo, in questi tre anni di vita uggiosa, monotona e casalinga. Per fortuna mi sono [...]
[...] propria sorte. Infine, nella sua mente è passata un'idea luminosa: — Che, Totò non si decida, a sposarmi, più ancora che per il timore di diventare [...]
[...] un marito, per la paura, per il terrore di diventare un padre? — Il padre di Adelina? (Come tu capisci, sarebbe un padre.... molto putativo [...]
[...] , mi parla di qualcuno che potrebbe essere un marito, io la secondo, non elevo obbiezioni, e se il qualcuno mi capita sotto mano, centúplico le arti [...]
[...] sollevarla da questa noia, da questo peso che è il mio io! Ed è giusto. È giusto, perchè le ambizioni e le aspirazioni di zia Ermelinda sono generate da [...]
[...] tiene a regolarizzare una posizione equivoca; ci tiene a diventare la signora Orlandi, unicamente per il proprio decoro, per la propria tranquillità [...]
[...] d'animo e di coscienza. Vorrebbe poter dare a sè stessa un attestato d'onestà al quale il mondo à già posto la firma, ma che essa, in coscienza [...]
[...] solo viene messa al bando, se in un momento d'oblìo, o di spensieratezza, o di passione, si è tradita e à dimenticato che il mondo vuol far finta [...]
[...] , il rispetto del mondo lo à, ma non le basta. Vuole il rispetto di sè stessa. È commendevole. Oh Dio! certamente ci sarebbe una morale più assoluta [...]
[...] il metro comperati da Bocconi; avvolgi quelli in un frak purchessia, magari da nolo, in mancanza di meglio; mettili tutti assieme nella casseruola [...]
[...] della sala da ballo; falli ben bene rimescolare a furia di polke, di galoppi e di mazurke; aggiungi un po' di limonata (ci sta, anche il doppio [...]
[...] conflitto degli interessi; qualcuna cui sarà mancato il condimento della dote per tenere assieme la polpetta.... Ma, tutto ben considerato, nessuna [...]
[...] lunga. Ti dirò domani le mie impressioni. La zia mi chiama: vuol dire che Totò se n'è andato. Oh! mi annunciasse il suo matrimonio! Sai, Bianca [...]
[...] . 7 gennaio (1887). Eccomi qua, Bianca mia, alla mia lettera quasi quotidiana. E per non annoiarti colle mie solite malinconie, o per annoiarti il [...]
[...] meno possibile, riprenderò il tema di ieri: la festa dei Galli. Se ti dicessi che mi ci sono divertita, direi una bugia. Che vuoi? mi accorgo ogni [...]
[...] così scipito, di così provinciale, di così.... onesto (là, la parola mi è cascata — era nella penna, non ce ne ò colpa io!) da farti rimescolar il [...]
[...] sangue, quando non ti addormenti in piedi. Già, comincierò col dire che il ballo come ballo, cioè il ballo come fine non l'ò mai capito: lo capisco [...]
[...] sarà dato di amare (i giovinotti sono otto o dieci o quindici, più o meno rispettabili, più o meno ricchi, più o meno belli, che ànno tutti il tipo [...]
[...] frais di nessun genere perchè, francamente, non ne torna il conto; dunque? Tu capirai che il non divertirsi in casa Galli non è una posa. Oh! quei [...]
[...] ballerini, Bianca mia! quando te ne avrò descritto uno, te li avrò descritti tutti. Il signor Anselmo Gerli. Giovinotto sui 28 anni, forse 30, forse [...]
[...] le cui punte giungono sino alla spalla: le falde lunghe, che arrivano al polpaccio: il panciotto aperto a cuore perfetto, mette in mostra uno [...]
[...] quando Anselmo Gerli entra in salotto: in fine della festa è una cosa che mette pietà. Il colletto della camicia è posticcio e qualche volta, nella [...]
[...] bella fodera scarlatta, o verde, od azzurra. Tutto ciò potrebbe far credere che, finanziariamente, il signor Anselmo la tiri coi denti. Niente [...]
[...] affatto. È figlio di un mercante di frutta che à un giro d'affari di milioni ogni anno. Il signor Anselmo è occupato nella casa. All'alba contratta in [...]
[...] rispondi in italiano, e allora lui si trova in obbligo di continuare la conversazione in lingua: — Si comincia a sentire il caldo, minga vero? — Il [...]
[...] dire scottato?), ma in complesso non si può mica lamentarsi. Quello che c'è di bello l'è il ballo. La Bessone l'è proprio un amorino. — E la sua [...]
[...] graziosissimi: 62 Quando sei alla queue, il signor Anselmo si accorge di un piccolo vano tra due coppie un po' dinanzi a noi. Allora ti trascina piano [...]
[...] tutta la fila. Oppure, sempre alla queue: Il signor Anselmo adocchia di sopra alla spalla del ballerino che gli sta dinanzi, la camelia che egli tiene [...]
[...] all'occhiello. Allora ti stringe un poco il braccio per richiamare la tua attenzione, dà una strizzatina d'occhi, furbescamente, come a dire: — sta [...]
[...] a vedere adesso! — e poi, piano piano, passando il proprio braccio sopra la spalla dell'amico, gli ruba il fiore. Risatte, rimproveri, proteste [...]
[...] . Allegria generale! Come vedi, mia Bianca, persone e discorsi onestissimi, scherzi innocenti e lieti. Il signor Carlo Valenzini, capo contabile alla [...]
[...] Banca cooperativa dei suburbi. Id. id. Il signor Giuseppe Buttarelli, mercante di coloniali. Id. id. Il signor Arturo Cantaluppi, capomastro. Id. id [...]
[...] . Il signor Giacomo Beretta, pilatura di riso. Id. id. Eccetera, eccetera. Le ragazze, un poco meglio. Già, prima di tutto, noi donne abbiamo sempre [...]
[...] grande, dei mugnai, come i padri. Le figliole invece possono tessere fonti di connubî e d'incroci di razze che formano il sogno dorato di molti papà [...]
[...] che non è un sogno tanto difficile a realizzare. Quanti marchesi spiantati non ànno introdotto nel loro stemma avito il porchetto ingrassato che [...]
[...] il suocero gli à recato ricoperto di marenghi? Ma bisogna che della figlia, quando à l'età da marito, si possa dire: «Guardatela: che grazia! Uditela [...]
[...] (io e te ne sappiamo qualcosa) non sempre delle colombe, non sempre colla mente ingenua e lieta e coll'animo aperto e schietto. Ma parlano il [...]
[...] francese, il tedesco e l'inglese: suonano: danzano: dipingono: son maestre nel ricamo: sanno come ci si contiene in società.... E, fors'anco [...]
[...] d'arancio! Ebbene, senti: malgrado il mio scetticismo, malgrado la corruzione dell'animo e del cuore (una ragazza che sa, che à capito, che à vissuto [...]
[...] sposare un Buttarelli e.... il perdermi per sempre, preferirei il perdermi. E avverrà così, sai? Perchè potrebbe accadere che uno di codesti scemi, in un [...]
[...] che raccontarti e descriverti le festine di casa Galli? Immagina il peggio che tu puoi dal punto di vista che ò discusso: sarai sempre un gradino [...]
[...] te lo ripeta? Mi ma-ri-to Faccio la presentazione: Il signor James Burton, di Glasgow (Inghilterra), mio fidanzato. Tu lo guardi; e cosa vedi? Vedi [...]
[...] avvenire. E questi è il signor James Burton, 64 direttore tecnico della Società Internazionale dei Tramway a vapore che à sede a Milano. Mio [...]
[...] , intendiamoci!), ma che non à neppure un soldo di dote: anzi, non à neppure il corredo, perchè se la zia glie lo offrisse (almeno quello!) non potrebbe [...]
[...] serva che gli facesse il pranzo, o, tutt'al più, di una dama di compagnia che gli curasse la gotta! Ebbene: crepi l'astrologo, e schiatti l'invidia [...]
[...] coltura, la probità, il lavoro, e.... la distinzione (il mio dadà) in persona! E perchè il signor James Burton sposa la signorina Adele Olivieri [...]
[...] più neppure un minuto da dedicarti. (Ne sei gelosa un pochino? Dimmi di sì, mi farebbe tanto piacere!) Ma che vuoi? Pare che il matrimonio sia una [...]
[...] cosa molto seria. Le formalità da compiere — perchè il mio fidanzato vuol far presto, anzi prestissimo — (benedetto lui!) — le compere.... Oh! le [...]
[...] sconfinata, da una allegria senza limiti, e da.... una generosità che è il colmo del disinteresse. — Bisogna fare, bisogna procurarsi, bisogna comperare [...]
[...] , tutt'oggi. Trentasei fazzoletti!? Ma, zia, sei matta? Che diavolo credi, che il matrimonio mi darà il raffreddore in permanenza?... Sei toilettes? Ma [...]
[...] per farne che? Quelle che ò non bastano? Otto cappellini? Ma dovrò metterli sotto il letto, nella piccola casa! E via, e via! 65 Infine, ò dovuto [...]
[...] supporre stesse nei limiti delle rendite proprie e assolute e personali della zia. E lavorerò io, durante il mese che mi separa dalle nozze, a [...]
[...] prepararmi il.... corredo nuziale! Così è, Bianca mia. Questo periodo di tempo tra la promessa e il matrimonio, che io credo debba essere il più bello [...]
[...] , il più dolce, il più sereno, il più felice nella vita di ogni donna è amareggiato anche questo, per me, da un pensiero fosco, increscioso [...]
[...] debbo parlare. T'interessa forse, anzi certamente, anche questo, a causa dell'affetto che mi porti. Ma oggi ò il dovere di soddisfare anzitutto la tua [...]
[...] giusta curiosità. Come si è concluso questo matrimonio? Come? Non so bene neppure io. Il Galli è uno degli amministratori della Società dei trams [...]
[...] cápita qualche malanno! Aggiungi che queste nozze sono un piccolo trionfo per me. Il Galli aveva già messi gli occhi su Burton per farne il [...]
[...] può far gola a molti. — Quello è per me — aveva certamente detto in cuor suo. Non che gli premesse; ma il Galli papà glie lo aveva fatto capire [...]
[...] , che avrebbe desiderato un matrimonio coll'inglese. Perchè il vecchiotto è furbo: e quantunque James non sia ricco, aveva capito che c'è in lui la [...]
[...] stoffa di un grand'uomo. Quanto a Clara, come gusti, in fondo, avrebbe preferito, io suppongo, il primo Gerli o il primo Buttarelli venuto. Perchè il [...]
[...] Gerli e il Buttarelli posseggono dei cavalli per condurre i sacchi di farina alla stazione o le patate in verziere: e quei cavalli si possono [...]
[...] molto volgare, lo so: ma io avevo una buona scusa: per me, il cercarmi marito era un caso di coscienza, mentre tutte queste manovre sono, starei per [...]
[...] ? Scrivimi senza indugio, a lungo. ADELINA tua. Mi piace tanto anche il nome del mio fidanzato: Giacomo: un nome comune, ma forte, rude, da uomo. E [...]
[...] , mancavano — nientemeno — i mobili della stanza da letto: mancava il letto nuziale, non ancora ultimato! Come vedi.... impossibile sposarsi! Tanto più che [...]
[...] , da gente di spirito, sopprimiamo (come ài fatto tu) il viaggio di nozze. James è tanto occupato alla fabbrica! Abbiamo deciso che, invece, ci [...]
[...] recheremo per una quindicina di giorni in Isvizzera il mese venturo. Percui, posdomani, uscendo dal municipio, ci recheremo a casa nostra (nostra [...]
[...] !...; mi fa un certo effetto!) direttamente, senza cerimonie, senza pranzi di nozze. Francamente, zio Totò a tavola mi avrebbe seccato. Insomma, il mio [...]
[...] (i miei futuri suoceri che non conosco altro che in fotografia) mi ànno mandata la loro benedizione. Poveretti! E il loro regalo anche: mille lire [...]
[...] ; Totò un braccialetto con uno smeraldo circondato di brillantini (lo venderò alla prima occasione; non voglio portarlo); e il tuo regalo, tanto carino [...]
[...] , tanto affettuoseo, e del quale ti ringrazio ancora con cento bacioni belli. I Galli ànno dovuto fare bonne mine à mauvais jeu. Lui, il vecchio, un [...]
[...] buon diavolo dopo tutto, à regalato a James una spilla: il pensiero è gentile, tanto più se si pensa che, proprio, non aveva nessun obbligo di [...]
[...] . Come sai, mio marito deve stare all'officina tutto il giorno. Che potrò far di meglio, per occupare il mio tempo, che di scriverti, a lungo, come [...]
[...] per il passato, quando non avevo nulla da fare? Ma in questo mese! Il mattino l'occupavo tutto a lavorare: e il pomeriggio, zia Ermelinda mi [...]
[...] annunciare il mio matrimonio! Questo avvenimento l'à resa tanto felice, che à sentito il prepotente bisogno di comunicarlo a mezzo mondo. Persino [...]
[...] zia Ermelinda. Si direbbe che il mio matrimonio le paja un augurio e debba preludere al suo. E Dio lo volesse! La sera, poi, James è sempre venuto a [...]
[...] detto mai? Dopo il primo giorno, quello della promessa, che pronunciò quella famosa frase: — L'amo signorina: spero che saremo felici, — più una [...]
[...] ' in intimità e non aver da far tutto il dì delle nozze. Voglio dire che diventare marito e moglie dovrebbe essere più facile — mi pare — se lo si [...]
[...] nessun tremito, nessuna commozione, nessuna titubanza, nel pronunziare il gran «si», e nell'attaccarmi al braccio di mio marito per tutta la vita. 68 [...]
[...] — Boulevard Poissonières 12 Paris — Tout bien. — enchantée — tendresses. ADELINA. 6 maggio 1887. Credo e spero, Bianca mia, che il mio dispaccio di [...]
[...] ieri mattina ti abbia — nel suo laconismo — completamente informata di tutto: degli avvenimenti e delle impressioni. Il dispaccio rendeva la [...]
[...] situazione. Sono contenta, ecco. Fu il primo giorno ieri, dacchè sono nata, che, levandomi il mattino, guardandomi attorno, aprendo le finestre per [...]
[...] lasciar entrare il bel sole tepido di maggio, appoggiandomi al davanzale e rimanendo a guardare giù nella via, il mondo mi è parso meno brutto, e ò [...]
[...] trovato che — forse — valeva la piena di essere nata e di vivere. Nella strada era il formicolìo della gente affrettata e il rotolar delle carrozze e [...]
[...] ò desiderato di aver presto un bambolino, anch'io, da condurre ai giardini, il mattino. James, ieri, è venuto a casa anche a far colazione: ciò in [...]
[...] via straordinaria, perchè era il primo giorno della nostra vita in comune. Poi è tornato all'officina. È rincasato alle sei: abbiamo pranzato e [...]
[...] — sai, quella tal cameriera. Essa à imparato anche un po' di cucina. Io e James ce ne accontentiamo. E per me fu un gran sollievo il non trovarmi con [...]
[...] una faccia nuova nel primo inizio del mio ménage: debbo fare anch'io il mio tirocinio, e Bettina mi ci aiuta e mi consiglia. Sarebbe stato un [...]
[...] grave impiccio il dover pensare alla spesa giornaliera! 69 Infine, ancora una volta: sono contenta. Soltanto, — è curioso! — mi pare di essere [...]
[...] un'altra. Chissà: è lo stordimento? è tutto questo nuovo, morale e materiale, che mi attornia? è il nuovo stato? è la nuova casa? sono le nuove cure? la [...]
[...] non mi riesce. Il mio antico stile si è esaurito, forse, nel dispaccio di ieri. Era l'ultimo messaggio di Adelina Olivieri.... quantunque non lo fossi [...]
[...] .... ADELINA. Bianca interruppe ancora — a questo punto — la lettura. Rimase col foglietto tra le mani, pensierosa, fissando, senza vedere, il [...]
[...] vita, e la paragonava a quella dell'amica. Chi più degna — tra loro — di compianto e d'aiuto? Il treno correva velocissimo. Le Alpi biancheggiavano [...]
[...] , vicinissime ormai. Poche ore, ancora, e Bianca toccherebbe il suolo d'Italia. 27 maggio 1887 Sai, mia cara Bianca, che io non ti racconterò più [...]
[...] ne ò una delle tue ogni quattro o cinque delle mie. Pazienza! So che ài più cure di me: la mamma, il marito, la bimba: e poi, la vita parigina [...]
[...] , molto diversa della mia, scipita e borghesuccia: so che non puoi disporre di molto tempo come me che sono sola tutto il giorno, e quando ò letto un'ora [...]
[...] , e lavorato un'altra ora, e gironzolato per la città per altre due, il meglio che mi resta a fare è di mettermi a tavolino per scriverti. Pazienza [...]
[...] , le mode, la première al «Vaudeville», il grand prix d'Auteuil, magari un pizzico di Boulanger.... E che me ne importa? Cioè sì, me ne importa e [...]
[...] lettere potresti dirigerle a casa mia che non sono punto compromettenti. Già, mio marito è fuori tutto il giorno, ed è più facile che io riceva e [...]
[...] , o il dieci per la Svizzera. Staremo assenti una ventina di giorni: e per questo tempo ti dò vacanza: tanto, gironzoleremo sui monti, e non saprei [...]
[...] (faccio passeggiare pei salotti il mio nuovo titolo di Signora!); leggo molto. E tu? Suvvia, squarciami i veli della tua esistenza. Perchè, sai [...]
[...] volontà che ci manca! Che ci posso fare? È il destino! Non à permesso che io sapessi che cosa vuol dire essere figlia: e non permette, adesso, che [...]
[...] , eterna, interminabile. James non lo vedo che all'ora del pranzo: alle nove è stanco, perchè si è levato all'alba e à lavorato tutto il giorno: ed è un [...]
[...] debito di coscienza per me il permettere che se ne vada a letto. Io lo seguo poco appresso. Se volessi, uscirebbe a passeggio con me, dopo pranzo [...]
[...] : ma mi fa pena il chiederglielo. Dunque, vado a letto prestissimo anch'io. Ne viene di conseguenza naturale che mi alzi presto; alle otto, alle nove [...]
[...] del mattino. E per arrivare all'ora del pranzo, ce ne vuole! Ti assicuro, è una fatica improba. Leggo molto: ò letto tutto il leggibile e, forse [...]
[...] che il rispondere sinceramente a quella domanda, può voler dire tradirsi, scoprirsi completamente, mettere a nudo il carattere suo. E la donna non [...]
[...] amori (per gli uomini a per le cose) che l'autore à dati e fatti provare ai protagonisti dei suoi romanzi. Ed è questa la vera ragione per cui il libro [...]
[...] tutto. Il libro deve rifar la gente! Frottole, Bianca mia, da raccontarsi ai ragazzi di scuola. E mi arresto.... perchè un gran dubbio mi coglie [...]
[...] migliore soluzione di questo problema che comincia a impaurirmi. Ma sono maritata da sei mesi. Aspettiamo e.... con coraggio. Te beata! Il desiderio [...]
[...] pensato e deciso che non c'era proprio una ragione al mondo di guastarsi il sangue e di rovinarsi l'esistenza: ti basti il dire che dal mio [...]
[...] , ò preso il mio coraggio a due mani e mi sono emancipata. Da quindici giorni esco quasi ogni sera: vado in casa della zia, o della Clelia, o della [...]
[...] antipatici: niente di quegli uomini la cui unica scienza è il sapersi fare il nodo alla cravatta come se lo fa il Principe di Galles. Clelia è [...]
[...] circondata di pochi intimi simpaticissimi. Il senatore Duranti, il dottor Malusardi, il maestro Colorno e Giovenzani sono i quattro immancabili di [...]
[...] ogni sera. Come vedi, niente di compromettente. Il più.... irresistibile sarebbe Giovenzani, il romanziere gentiluomo e raffinato del quale ti ò [...]
[...] mandato e avrai letto il romanzo uscito l'anno scorso. Ma anche lui à quasi quarant'anni ed à il buon gusto di non far la corte. Si chiacchiera di [...]
[...] mi riaccompagna: più sovente il Giovenzani che abita in via Manzoni e fa, quindi, la mia strada. I nostri quattro amici chiamano me e Clelia le due [...]
[...] vedovelle. Dalla Rossi il circolo è più largo: ci va più gente: più signore sopratutto. E le serate vi sono meno simpatiche. Come vedi, il fatto [...]
[...] cioè, che non so precisamente che cosa sia un amore colpevole: ma che il mio non è tale. Non parrà strano, a te che mi conosci e che dividi le mie idee [...]
[...] , per assenza di senso morale. Il più ardito, o il più pratico; il più bello o il più elegante; un ufficiale di cavalleria col tintinnare della [...]
[...] sciabola e degli speroni; il conte A, o il marchese B colla lustra delle loro corone; o il milionario C che può spendere profumatamente in tutto ciò che [...]
[...] serve a far la corte a una donna, senza, naturalmente, che questa donna ne abbia il minimo lucro o vantaggio materiale; uno insomma di codesti [...]
[...] eterni corteggiatori di mestiere, riesce, anche più presto di quello che sperava. Un bel giorno la signora accetta il convegno, e gli arriva in casa [...]
[...] . Perchè una caratteristica di questa colpa che è l'adulterio, è che il mondo la scusa tanto più quanto più dura. L'adulterio di un giorno è un capriccio [...]
[...] ; quello d'un anno è una passione; quello di tutta la vita è una fatalità, innanzi alla quale ci si inchina. Nel primo caso si deride il marito [...]
[...] , donna che si è data così, per curiosità, è una creatura indegna: il suo è un amore colpevole. Ma il mio amore è ben altro. Mio marito va a letto [...]
[...] alle nove, ogni sera. Per otto mesi di matrimonio io mi acconcio a una vita da monastero. Ma alla fin fine me ne stanco: sento il bisogno di vivere [...]
[...] feste, dai teatri, da tutti i luoghi così detti di perdizione. No. Il mio luogo di svago favorito è la onesta casa di una onesta signora, dove non [...]
[...] . Riaccompagnandomi la sera, nel breve tratto di via, si è mostrato nulla più che un gentiluomo: à spinto la sua riservatezza sino a non offrirmi il braccio, sino a [...]
[...] averlo pensato, quasi senza accorgercene, ci troviamo, lui ad offrirmi il suo braccio, io a cercarlo. E procediamo, adagio, senza parlare; e passiamo [...]
[...] cosa si è parlato, dalla Clelia, come sempre. E mentre lui mi abbraccia, io chiudo gli occhi, e mi dimentico. È un amore colpevole, il mio? ADELINA [...]
[...] compostezza insieme. Credo di non aver neppure arrossito, vedendolo. Ogni essere messo al mondo senza che gliene venga chiesto il permesso (vecchio [...]
[...] , senza sorrisi, senza affetto d'intorno a me; perchè ò toccati i venticinque anni maledicendo il giorno che venni al mondo; perchè il cuore mi si [...]
[...] qualcosa di buono, di intimamente buono mi si presenta; oggi che provo e constato che il cuore non era morto; oggi che trovo uno scopo alla vita; oggi [...]
[...] sento, insomma, un essere completo, uguagliato agli altri, quaggiù, dove l'uguaglianza è il dono più bello che la natura à decretato e al quale [...]
[...] legislatori. Cretini! Come se il cuore fosse un orologio che si carica a epoca fissa!... come se i legislatori amassero tutti la moglie loro e [...]
[...] — come lo chiamano le amiche mie che si fanno far la corte un mese, fissando in precedenza il giorno che diranno di sì. No. Oggi sono stata da lui.... e [...]
[...] di lui. Non so, Bianca, se le mie confessioni continueranno. Non so se ti spedirò questi foglietti in cui verso l'anima mia. Essi sono il mio [...]
[...] affetto, con tanta tenerezza vi amo, che ò paura del mio amore, per il danno che vi potrebbe arrecare. L'amore è sovente, troppo sovente, sinonimo di [...]
[...] sventura. Il dolore di farvi del male, sia pure senza volerlo, sarebbe così grande, così intenso, che neppure tutte le felicità che mi dareste, voi [...]
[...] , adesso, e il ricordo di esse, poi, un giorno, basterebbero a lenirlo. Mi aveva fatto sedere di contro a lui, e mi susurrava queste parole, a fior [...]
[...] di labbro, fissandomi. E io non osavo più di guardarlo. Sul tavolino accanto era un libro: il suo romanzo. Lo avevo preso fra le mani, e lo tenevo [...]
[...] ? Non ò paura. Amo, per la prima volta in vita mia; voglio amare, voglio provare l'amore. Ne ò il diritto. — Non voglio farvi del male. — Non me ne [...]
[...] avete l'onestà di prevenirmene. Egli cadde ai miei ginocchi. — No, ti giuro. Non l'amo più. Amo te, te sola, te lo giuro, Dély, te lo giuro; e ò il [...]
[...] ti amo, ma non posso rinunciare a te.... Martedì. Anche oggi ò passate tre ore con lui, in casa sua, nella sua bella casa severa, che pare il [...]
[...] tempio dell'arte e della distinzione. Che grande amore, che dolce amore è il nostro, in cui la sensualità non è che una concessione che lo spirito fa [...]
[...] sereno! È un amore intellettuale il nostro. È una fusione delle anime.... Giovedì. Non siamo gelosi. Mi à detto che vuol bene a quell'altra. Che [...]
[...] . Non è un tradimento il nostro. Ci concediamo — noi — quello che non possiamo, che non potremmo concedere ad altri. Il nostro amore non è amore [...]
[...] che il dovere ci impone di dare, lo diamo: stima ed affetto nel campo morale: cure, riguardi, assistenza, nell'ordine materiale delle cose. La folla [...]
[...] , se conoscesse il nostro segreto, ci condannerebbe, forse. Ma ci basterebbe il rispetto di pochi eletti a compensarci della condanna. I pochi eletti [...]
[...] : tu che conosci l'anima mia e il mio pensiero, mi comprendi certamente. Mi comprendi, certamente, e, più che tutto, perchè sei una donna [...]
[...] risolve in un bene per mio marito. Non ò mai capito come e perchè l'amore per un uomo debba, recare di conseguenza l'odio per un altro. E il mio [...]
[...] , il coraggio, e la volontà di adempirli. Anzitutto perchè la sua stessa nobiltà, la sua stessa elevatezza mi migliora, mi rende buona, mi nobilizza [...]
[...] che è il gran problema della sua esistenza; mio marito non chiede a me che di essere una massaja, una buona, un'attenta, una devota massaja. Ed io [...]
[...] : tutti, nessuno escluso: serenamente e volonterosamente: appunto perchè so che sono dei doveri: appunto perchè so che debbo adempirli. L'anima e il [...]
[...] corpo ànno due vite ben diverse, ben distinte in me. Così James è felice; e benedice, dopo più che un anno di matrimonio, il dì che mi à sposata. Tu [...]
[...] . Parto domani per Saint-Moritz. Parto colla zia. James; anche lui, mi à incoraggiato ad accettare l'invito, poichè il caldo mi à proprio spossata [...]
[...] invitata. La verità è che le mie spese le farò da me — e sempre per quella tale ragione che tu sai — colle mie piccole economie. Il braccialetto di [...]
[...] Totò mi à fruttato ottocento lire. Ne ò di troppo per la mia cura. Ò decisa zia Ermelinda a lasciare gli scrupoli, e a scegliere il soggiorno di [...]
[...] Saint-Moritz, dove Totò ci raggiungerà. Ormai à perduta ogni speranza di matrimonio: à quarantasei anni: può permettersi il lusso di sfidare le [...]
[...] lei. Ma gli ò giurato di essere buona. Scrivimi lassù. ADELINA. Saint-Moritz, 22 luglio. .....Essa è qui sola. Il marito, banchiere e milionario, à [...]
[...] presentato, le à presentato poi, oggi durante il pranzo, me e la zia. Essa mi à accolto con non troppa cordialità. Sospetta forse? Non so. Sfoggia un [...]
[...] giurato di essere buona. E la sarò. Il luogo è magnifico. Ma che me ne importa? Saint-Moritz, 3 agosto .....Decisamente essa non mi può soffrire [...]
[...] , lei che viene dal nulla: i milioni del marito, soltanto, le permettono di far la duchessa e di cambiare il suo nome volgare di Giovannina in [...]
[...] quello di Jeanne! Che m'importa? Eugenio m'ama: ed è ben diverso il tono della sua voce quando, anche in mezzo alla gente, si rivolge a lei dicendole [...]
[...] : — Signora Jeanne, — da quando invece mi chiama: Signora Dély. — Dély, il bel vezzeggiativo che egli à creato per me. C'è un tremito nella sua voce [...]
[...] , quando pronuncia, il mio nome.... Saint-Moritz, 10 agosto. .....Ebbene no, non ò voluto, dargliela vinta! Pareva che il suo soggiorno qui dovesse [...]
[...] durare tutt'al più sino al 12 corrente. Ma à udito che il 20 ci sarà un gran ballo: à telegrafato a Milano perchè le inviassero una toilette nuova [...]
[...] Ermelinda che era meglio andassi a salutare James e a chiedergli il permesso di prolungare la mia assenza. James fu commosso da questo mio pensiero gentile [...]
[...] aguzza il talento! Poi sono andata dalla sarta. Che portento di donnina è la mia sarta! Non solo mi à promesso pel 19 un abitino bianco che sarà un [...]
[...] amore: non solo non mi chiede che le paghi il conto e mi presta un fido illimitato: ma à spinto la sua cortesia e la sua fiducia sino a farmi un [...]
[...] sospetto il passo è breve, e.... Dimmi, Bianca, ti pare che io sia una donnina che ragiona? Che pensi di me? Ciao, tesoro; sono felice! ADELINA [...]
[...] tenersi con sè Eugenio. Egli anderà due o tre volte a trovarla, durante il settembre e l'ottobre. Non di più, me lo à promesso. Rimangono qui sino a [...]
[...] lunedì, e verranno a Milano assieme. Quella spudorata non si gena di nulla. À avuto il coraggio di pregarnelo — commedie, naturalmente — in pieno [...]
[...] circolo, ieri l'altro sera — «Giovenzani, sarete il mio cavaliere, sino a Como?» Dio! l'avrei strozzata! E quel babbeo di marito?... Veramente c'è [...]
[...] forza, non ò il coraggio, Bianca, di raccontarti per disteso quello che avvenne. Ti basti questo: essa, la Guglielmi, à scoperto tutto, e ci à [...]
[...] sorpresi, ieri l'altro, in casa di Eugenio. A avuto il coraggio di venir là, sapendo che io vi ero. E ci veniva per la prima volta, perchè in casa di [...]
[...] : — Bisognava aver il coraggio di avvertirmene, almeno! E, con un tono indefinibile di ironìa e di odio, di scherno e di rabbia: — Non avrei avuto la [...]
[...] il presentimento si è avverato. E sono io che devo inchinarmi, oggi, e rassegnarmi. Eugenio me ne à convinta. E ci lasciammo, per sempre [...]
[...] quale scopo? Bianca, Bianca, come avrei bisogno di te, oggi, delle tue carezze, delle tue parole buone! Vieni, vieni. Trova il mezzo di fare una [...]
[...] . Avessi un bambino, almeno!... Ma no, il mio destino crudele mi à negata anche questa gioia della maternità. Sento che sarebbe un conforto, adesso [...]
[...] ; un rimedio, forse.... 13 marzo 1889. ...Tanto fa! Se è questo il mio destino, ebbene, che il destino si compia! 82 Mi sono logorata l'anima e il [...]
[...] . — Sì, mi farà bene. E ò accettato il consiglio. Da quindici giorni, Bianca mia, faccio una pazza vita. Voglio imitare la Guglielmi. Anzi, voglio [...]
[...] donne, molti giovinotti. E mi fanno una corte! Uno tra gli altri, un tenente di cavalleria — il marchese di Centomonti — un napoletano, stupido come [...]
[...] occhi, direi che il destino à voluto così. Una magra scusa: ma ne ànno veramente di migliori le donne che fallano? Senonchè non cerco affatto di [...]
[...] giustificarmi. Riconosco che la gente cosidetta per bene à tutto il diritto di condannarmi. Ma non me ne importa niente. Ò spinto l'apatismo sino a [...]
[...] che ci sia al mondo un uomo che mi piace più di lui. Soltanto, mio marito à il difetto di starmi lontano la giornata intera. La giornata è molto [...]
[...] lunga. E quando mi sono martoriata per delle ore pensando al mio primo ed unico amore, ad Eugenio, e il martirio 83 diventa parossismo, nella [...]
[...] martorio.... e sarò io debitrice vostra». Il senso morale se ne va, chissà dove, così lontano, che, dopo la colpa, non rimane della colpa neppure il [...]
[...] , nel fazzoletto. E le più sceme insulsaggini non mi indignano più, purchè sieno pronunciate coll'erre. Precipito. Non lascerò il Centomonti. Non [...]
[...] forme esteriori? E avanti, in questo sconforto in cui si annega l'ultima bricciola di onestà. Tutto ciò che mi rimane di buono è il coraggio che ò di [...]
[...] ritrarre nessun lucro, neppur minimo, neppure indiretto, da questa colpa che è la mia distrazione e il mio sollievo. E arrivo, in ciò, sino alla [...]
[...] meticolosità. Centomonti mi manda ogni mattina dei fiori. (Come è.... da lui questa forma di corte che il segretario galante insegna!). Un giorno [...]
[...] da.... avallante: un tesoro. Qualche volta, quando vedo aumentarsi ad ogni fine di mese il mio debito, mi spavento per un istante. Allora è lei [...]
[...] miglior partito il riderne di gusto. Viene sovente a vedermi in casa, scegliendo le ore che non c'è nessuno. E ogni volta mi fa questo discorso: — Non [...]
[...] sovranamente ridicola. Un giorno, mi disse: — Volete, piccina (piccina è il vezzeggiativo che la sua alta mente à saputo inventare per me), volete che vi [...]
[...] , pronunziano, mettendo al posto di Eugenio il nome dell'amante.... del primo amante. E sono sincere in quel momento che la pronunziano, come sono [...]
[...] poco puliti, avea dovuto abbandonare Milano, e aveva deciso di cercar fortuna a Parigi, il gran centro a cui affluiscono i fuggitivi di tutto il [...]
[...] potrebbe essere il padre fra i tanti. Il giorno che quella bambina era nata, Bianca aveva pianto d'angoscia e di tenerezza. Aveva sentito di amare [...]
[...] , per la prima volta in vita sua, sinceramente. E questo primo amore potente e sincero era sua figlia. Le aveva dato il nome di Ester, il nome della [...]
[...] di collegio. E questo qualcosa, che la riattaccava al passato, era appunto il ricordo di quel legame — nel quale c'era un piccolo segreto di cui [...]
[...] , forse, fatta donna e se il suo destino fosse stato diverso, avrebbe arrossito — e che ora, nella esistenza che conduceva trascinatavi suo malgrado [...]
[...] — aveva dovuto conservare con Adelina. Non aveva trovato mai il coraggio di interromperla: aveva trovata, invece, la forza di fingere. E quella [...]
[...] era venuta a rammentarle il passato: ed ogni giorno, imprecava a quelle lettere che le riaprivano nel cuore una acerba ferita; ma le benediceva poi [...]
[...] , un grande sollievo di mettersi al tavolino 86 per scrivere all'amica: come un raggio di sole che, per un istante, veniva a rischiarare il buio [...]
[...] della sua esistenza: come un bagno morale che le sollevava il cuore e le rigenerava lo spirito, dopo il mattutino bagno di latte in cui la cocotte [...]
[...] desiderio insoddisfatto...» E Bianca rimaneva, a lungo, con quelle lettere tra mano, mentre il labbro inconsapevolmente ghignava, e gli occhi [...]
[...] dettagliata, non aveva avuto il tempo e il coraggio di narrare. E Adelina l'avrebbe consolata. Anzi, pareva a Bianca che avrebbe trovato un conforto [...]
[...] soltanto nel rivedere la sua città e la buona amica d'infanzia, nel rivivere per pochi giorni la vita dal passato. Poi sarebbe ripartita. Il suo destino [...]
[...] malgrado, non era di quelle che l'accettano senza ribellioni e senza rimpianti, e che il giorno del primo mercato elevano una immane barriera tra [...]
[...] il passato e l'avvenire, tutto dimenticando del passato, come se l'essere si sdoppiasse e alla cortigiana novella fosse negata persino la facoltà del [...]
[...] ricordare. Bianca invece, ricordava il passato, l'aveva ricordato sempre; e dal ricordo nascevano la nausea e lo sconforto. Per questo — e non per [...]
[...] miserie, il denaro che si era trovata a possedere quasi suo malgrado, quasi senza avvedersene. Voleva vivere giorno per giorno, bene o male, a [...]
[...] seconda della fortuna o del caso. E vivrebbe, poichè questo era il suo destino, così, di codesta vita: ma senza cavarne alcun frutto che le potesse [...]
[...] riacquistarsi il rispetto della folla. L'idea di arricchire non le era mai passata per la testa: o, se le era passata, ne aveva provato orrore: quell'oro [...]
[...] , ricordantele ad ogni istante il modo com'era stato acquisito, l'avrebbe umiliata più che il tu con cui la trattavano gli amici. Tornerebbe dunque a [...]
[...] sua bimba. Per molte ore della giornata, per tutta la giornata talvolta, quando la necessità, o il diritto accordato per forza a qualcuno — non [...]
[...] l'obbligavano a mettersi in fronzoli e a ricevere, ma poteva concedersi il lusso e la gioia di chiudere la porta a tutti, essa si rincantucciava in [...]
[...] una camera appartata del suo alloggio, e si abbandonava alla voluttà di essere soltanto una mamma. Quella camera era il suo sacrario. Nessuno mai [...]
[...] ci aveva messo piede: neppure il profumo, neppur l'eco della corruzione erano giunti sin là. Là, c'era la bimba, c'era la sua vita. E la ninnava, e [...]
[...] Adelina: a Bianca. — Perchè torneresti a Parigi? A far che? Non ti ripugna di ritornare là dove ài provato il più gran dolore della tua vita [...]
[...] il dolore di pensare e di ricordare, non ragionava e non approfondiva più. Forse, questa volta, insistendo presso Bianca perchè rimanesse, il [...]
[...] le condizioni di lei fossero tali, anzitutto perchè il possesso del suo segreto gliela rendeva più sicura, più fidata, più utile forse; poi perchè [...]
[...] aveva bisogno.... ebbene, tutto il resto non le importava nulla. Leggendo la rivelazione di Bianca, non aveva avuto un senso di rivolta, non aveva [...]
[...] rinnovato il mercato di sè stessa. Colle ultime cinquecento lire avrebbe rifatto il triste viaggio, e ricominciata la sua triste vita. Ma, intanto, si [...]
[...] sarebbe sempre tanto di guadagnato: sarebbero sempre delle ore tolte e rubate a quella vita che l'indignava, che le ripugnava, di cui il solo pensiero la [...]
[...] faceva arrossire. Intimamente buona ed onesta, Bianca si beava di questa rigenerazione che il caso le aveva procurata: e si doleva soltanto che [...]
[...] non potesse durare per sempre, e pensava con raccapriccio al giorno in cui avrebbe dovuto riprendere il suo cammino sciagurato. Nei primi giorni, un [...]
[...] conoscenze erano finite. Allora si vergognava, e aveva paura di ciò che faceva: aveva essa il diritto d'ingannare così la buona fede altrui? Non era [...]
[...] ne rideva, e l'incoraggiava dandole della sciocca. — Il mondo è tutto un inganno! Quelli che ài paura d' ingannare, t'ingannano alla loro volta [...]
[...] non si convinceva del facile ragionamento, ma si lasciava cullare dalla compiacenza dolce e insperata che le causava il rispetto di cui si trovava [...]
[...] circondata, essa che, donna, non aveva 89 conosciuto ancora che fosse il rispetto per la donna. Si era sempre sentita chiamare la petite Blanche [...]
[...] stata una brava moglie, una madre affettuosa, una donna rispettabile e rispettata se il destino lo avesse permesso. E in quei momenti di tenerezza [...]
[...] un semplice disegno: quello di fingere, il dì che il peculio fosse esaurito, la propria rovina economica: e cercarsi del lavoro, un lavoro purchessia [...]
[...] volta, aveva provato in sua vita: di essere una donna onesta. Questo, il proponimento semplice e buono. Ma Adelina, nella sua discesa disastrosa [...]
[...] . Era il «Corriere di Napoli ». Un piccolo brano era segnato a lapis, rosso. Quel brano diceva: «Eugenio Giovenzani è tra noi. Questo nome non [...]
[...] riuscirà nuovo certamente alla lettrice amante dell'arte aristocratica e raffinata. Il suo romanzo «La Sfida» fece chiasso tre o quattr'anni or sono, e [...]
[...] lo strapazzo del viaggio à seriamente nociuto alla sua fibra, già intaccata dal male, ed ora deve guardare il letto ed essere seriamente curato [...]
[...] auguriamo che l'aura nativa ritorni alla salute il giovine e simpatico artista». Chi aveva inviato ad Adelina quel giornale? Essa non lo sapeva [...]
[...] a pregarlo. — Ma.... — Ricusi? Temi di perdere il tuo denaro? — Oh! Adelina! — E allora? — Ma dimmi, dimmi: pensa a quell'altro.... — A chi [...]
[...] . Scoprirà. Potrebbe vendicarsi. — Prima di tutto non mi ama. Mi à presa perchè il prendermi era la cosa più facile di questo mondo. Ma gli preme [...]
[...] quell'ultimo bacio Adelina uscì trasformata. Il suo cuore era morto con Eugenio: Eugenio se l'era recato nella tomba con lui. Quando portarono via [...]
[...] il cadavere, strappandolo a viva forza agli abbracci di lei, essa rimase, come istupidita, sorretta da Bianca, gli occhi fissi, immobili, trasognati [...]
[...] . Aveva vissuta tutta la sua vita, in quei due mesi. Ora, tornerebbe a Milano: riprenderebbe la sua esistenza calma, regolata, d'un tempo. Il suo [...]
[...] ora, e il cuore si era avvizzito per sempre. Non avrebbe amato più. Oh! come lo sentiva! Oh! come ne era sicura! Non era stato un giuramento vano [...]
[...] , ispirato dalla pietà, quello fatto ad Eugenio. Era un convincimento saldo e profondo. Egli, di lassù, non dovrebbe 91 ringraziarla di mantenere il [...]
[...] giuramento. S'anco volesse amare, d'ora innanzi, non lo potrebbe. Durante il viaggio del ritorno, di notte, mentre Bianca dormiva, Adelina teneva [...]
[...] cromatiche. E pensava al passato. Il passato le pareva un sogno. Era lei, Adelina, che aveva amato, odiato, tradito? Come aveva fatto tutto quello che aveva [...]
[...] fatto? E Centomonti? Si era data a lui? Come? Perchè? Che era avvenuto? Possibile che il dispetto, la noia, una sovraeccitazione morbosa [...]
[...] l'avessero buttata tra le braccia di quel bel cretino cogli sproni? Come mai l'amore vero, profondo, santo, per Eugenio, non l'aveva salvata? Come mai il [...]
[...] ricordo di quell'amore non era stato il suo angelo tutelare? Oh! se, allora, Eugenio le avesse scritto! Poichè non era il corpo di lui, soltanto, che [...]
[...] il rispetto di sè stessa. E non era la propria degradazione che ora la stupiva e l'addolorava. Ma il tradimento di quell'amore che — adesso che era [...]
[...] vita. Si sentiva persino allegra, di quell'allegria quieta che viene dalla sicurezza di sè, dalla rassegnazione per il passato, dalla visione netta [...]
[...] . Allora la vecchia si svelò: disse con bei modi il mezzo, lento forse, ma sicuro, di togliersi dall'imbroglio. Adelina, rossa di vergogna, la scacciò [...]
[...] . E corse da Bianca. Ma Bianca non potè aiutarla che in minima parte. Il peculio, ultimo frutto della vergogna a cui si era tolta, e in cui si [...]
[...] pagarti. Perdonami, perdonami, sono una disgraziata. E tu, che farai? — Tornerò a Parigi. E il mio destino, Adelina. Allora, da Parigi, potrò aiutarti [...]
[...] ! Tutta l'anima sanguinava pronunziando quelle parole. Oh! i suoi sogni! Oh! le sue speranze! Oh! il ricordo della bimba morta, che l'avrebbe [...]
[...] , come colta da una súbita idea, come attaccandosi all'ultima speranza, corse dall'Orlandi. — Oh! che buon vento? — chiese il banchiere, fissandola cogli [...]
[...] appena in tempo ad evitare che le labbra oscene del vecchio si posassero sulle sue guancie. Si alzò, fremente, ed uscì. Il giorno dopo, la Bianchi [...]
[...] introduceva con gran cura nella cartella riservatissima che portava il n. 3, il ritratto della Biondina. Adelina aveva pensato che, tra le due [...]
[...] mercato. Il darsi ad Orlandi o ad un altro le sarebbe parso ancora più abbietto. Anzi, non l'avrebbe materialmente potuto. Il mercato, per quanto [...]
[...] , nella sicurezza del mistero che l'interesse medesimo della Bianchi le assicurava, le pareva di mancare il meno possibile ai suoi doveri di moglie, e [...]
[...] un anno a darsi regolarmente ad ogni chiamata della Bianchi, senza sgomento dapprima, senza titubanze e senza ripugnanze poi. Il recarsi a quella [...]
[...] palazzina era — ormai — divenuto un fatto normale, una necessità della sua vita, come l'uscir presto il mattino per dirigere la fantesca nella [...]
[...] spesa giornaliera, come il tagliarsi e il cucirsi una veste: necessità imposte dal bisogno di fare economia per pagare i suoi debiti. Poco a poco [...]
[...] , sepolto in fondo al cuore il ricordo del suo unico amore; senza possibilità che l'amore rinascesse, e tranquilla in questa sicurezza della pace [...]
[...] acquisita per lo spirito e per il cuore, una pace che nulla e nessuno avrebbero più turbata; la sua vita diventò regolare, ordinata, metodica. Dopo le [...]
[...] non la rinnoverò certamente». E allora una nube le passava dinanzi agli occhi: non il rimorso, ma il dolore, anzi il rincrescimento soltanto di non [...]
[...] pensiero che anche quest'ultimo strappo alla fedeltà coniugale non durerebbe sempre, ma un anno, due anni al più, quanto occorreva a pagare il suo [...]
[...] indagando, avrebbe potuto scoprire (avrebbe scoperto anzi certamente, poichè le cambiali erano tra le mani della Bianchi), tutto il passato, e le [...]
[...] per lei, tra le due degradazioni si doveva scegliere quella che le concedeva di conservare almeno l'apparenza dell'onestà. E il suo ritratto era [...]
[...] andato presto a tener compagnia a quello della Biondina. Le due amiche vivevano così della medesima vita. Erano i due ubbriachi, nei quali il vino è [...]
[...] andato più alle gambe che alla testa: ed ànno la mente ancor libera: e capiscono il loro stato: e vedono la porta di casa e vorrebbero arrivarci. Ma [...]
[...] c'è? Non ò chiamato. — Il signor marchese vorrà perdonarmi, ma.... — Che ora è? — Le dieci. — Ebbene, che volete? — Ò una comunicazione da farle [...]
[...] un dovere di restituirle il denaro che.... — Non è ciò che importa!... — A meno che il signor, marchese non volesse accettare una sostituzione [...]
[...] .... — No! — gridò Burton, che si sentiva il sangue salire alla testa, per l'ira, per il dispetto, causati da quel contrattempo. Poi, rifacendosi e [...]
[...] dominandosi un poco: È quella là che mi premeva, non un'altra.... 95 César, vedendo tutto quell'interesse, tutto quell'accanimento, pensò che il [...]
[...] marchese britannico s'era proprio pigliata una cotta per questa Biondina, e, ciò che era anche più curioso, dopo averne soltanto ammirato il ritratto. Ma [...]
[...] continuò: — Che se poi il signor marchese può trattenersi qualche giorno a Milano, non è impossibile, anzi oserei dire non è improbabile che la [...]
[...] adirata per il rifiuto di oggi, che la obbligava a fare una cattiva figura verso un signore della sua distinzione, si sfogava con me, poc'anzi, e mi [...]
[...] denaro, non ne aveva più di bisogno! Ma dopo il riconoscimento del proprio errore, aveva subito trovato il rimedio. La sua mente si acuiva nel frenetico [...]
[...] Bianchi e le disse: — Sentite, o mi fate avere la Biondina, oggi, senza indugio, o non concluderemo nulla tra noi. Egli capiva bene che il minacciare [...]
[...] alla vecchia la rescissione del contratto, la restituzione del denaro, la rinuncia al lucro, era il miglior mezzo di indurla ad adoperare ogni suo [...]
[...] ancora io. Vi scongiuro di venire per il bene vostro. Non c'è altro mezzo di vedervi in modo sicuro. Venite, per la vostra salvezza. — Oscar [...]
[...] , ricordando la commedia giuocata il giorno prima. — Ma che storie! — esclamò James facendosi rosso in viso per l'ira che lo riaccendeva. — Che [...]
[...] d'insinuare ancora la Bianchi. James prese il cappello e accennò a congedarsi. — Come volete! Stasera debbo partire per affari urgenti. Non posso [...]
[...] rimanere ai comodi vostri, e per un'avventura che — dopo tutto — mi preme assai poco. Favoritemi il mio denaro. — Dio buono! Sa che è un benedetto [...]
[...] foss'altro, la necessità assoluta per lei, di recarsi al convegno. Supponesse qualunque cosa: che il solo Dumenville avesse scoperto chi era: o che [...]
[...] involontariamente, dopo il suo incontro nello studio di lui, di James, nell'officina, egli avesse rivelata la cosa al marito; supponesse pure [...]
[...] un'ortaglia, e giunsero ad una casetta rustica, perduta tra il verde degli alberi. Salirono una piccola scala e arrivarono ad una stanza superiore. La [...]
[...] soffitto, illuminata da due piccole finestre che guardavano sull'ortaglia vasta e verdeggiante che egli prima aveva attraversata. Tra il mobilio [...]
[...] , tutt'attorno; all'orecchio di James, non arrivava che il báttito cadenzato di una zappa, e, a tratti, l'armonia dolce, malinconica, di una canzone susurrata [...]
[...] guardato attorno per ogni lato, dopo aver esaminato palmo palmo il luogo dove si trovava; si lasciò cadere, involontariamente, a sedere sul letto. Ma il [...]
[...] istintivamente di aver posate la membra, fosse pure per un attimo solo, là dove si era compiuto il mercato di sua moglie. E rimase, cogli occhi fissi [...]
[...] della propria sventura? Non aveva fatto anche troppo, non si era dominato anche troppo? La sua anima, il suo cuore, la sua mente, non avevano dato — in [...]
[...] trovar modo di frenarsi in quel colloquio con Adelina, egli aveva sentito il bisogno di crearsi una specie di sovraeccitazione: e, come antidoto [...]
[...] all'esulcerazione dell'animo, non aveva trovato di meglio che di darsi in balìa ad una allegria artificiosa: egli aveva fatto come il solitario [...]
[...] capito ch'era necessario — per evitar di tradirsi, di perdere la calma e il sangue freddo, di saltarle al collo e strozzarla — ch'era necessario [...]
[...] — in quei brevi istanti che avrebbe passati accanto a lei — se non a dimenticare tutto quanto era avvenuto e stava per accadere, a renderne il ricordo [...]
[...] Adelina coll'orgasmo e il batticuore di un innamorato che è al suo primo convegno lungamente invocato, finalmente promesso. Appena la vedesse entrare [...]
[...] sè stessa e il suo nome. Tante volte?... Quante?... Chissà?... E chi erano stati i suoi rivali di un giorno o di un'ora?... E dov'erano adesso? Oh [...]
[...] ragione dell'insulto: no, non ne avrebbe il 98 diritto: gli riderebbero in faccia; ma per osservarli, uno ad uno, per contarli.... per far dei confronti [...]
[...] . Eppure, adesso, avrebbe voluto sapere quanti erano stati. Ecco la più acuta curiosità che lo pungeva, adesso, ecco il particolare che gli premeva di [...]
[...] oggetto. Lì, lì, dunque, essa lo aveva tradito. Tradito? Si fermò su questa parola, e il suo pensiero fu trascinato per nuovi sentieri. Tradito! E [...]
[...] poteva dirsi un uomo, tradito, lui? Da chi? Dov'era questo rivale? Chi era l'amante di sua moglie? E poteva dirsi un amante? Il viso di James cambiò [...]
[...] caso era il suo! Egli, domani, oggi stesso, potrebbe ripresentarsi in pubblico, senza paura di sorprendere un sorriso di scherno, di far cessare [...]
[...] , forse; ma il tradimento esisteva? Un tradimento che lo potesse urtare e intaccare nel sentimento, se non nella dignità certamente intaccata e [...]
[...] compromessa? Come marito, sì, senza dubbio, era stato offeso, orribilmente offeso. Ma come maschio? Il suo amor proprio non doveva, anzi, trovar ragione [...]
[...] vecchietta di poc'anzi. Adelina, certamente. Non le vedeva il viso, ma la statura, il portamento, erano i suoi. Allora si ritrasse dalla finestra [...]
[...] scostò dalla porta, che rinchiuse a chiave, e la attirò verso il mezzo della stanza. Attese ancora un istante, indeciso: poi, tenendola sempre [...]
[...] stretta ad un braccio, coll'altra mano le strappò il velo che la copriva; poi, violentemente la spinse verso il divano, abbandonandola. Adelina cadde [...]
[...] Bianchi e liberarsi dalla orribile, obbrobriosa schiavitù; ora, proprio ora, si vedeva scoperta, tradita: tutto il suo bell'edificio di speranze e di [...]
[...] la visione della morte la spaventava. La spaventava il pensiero di quel colloquio, in cui avrebbe dovuto umiliarsi, non per chiedere perdono o [...]
[...] obbligava a ringraziare: la forma che le concedeva — nel mistero che circondava il mercato — di camminare a testa alta, di non temere la malignità o [...]
[...] qui, ora, come si sentirebbe la forza, lei donna, di sbranarlo! Il mattino, quando le era giunto l'invito della Bianchi, se n'era indignata, per un [...]
[...] istante; poi ne aveva riso. Dopo il colloquio con suo marito, dopo l'annuncio festoso della grande fortuna conquistata, non ci aveva pensato, alla [...]
[...] , per la Francia: forse non la riconoscerebbe in seguito: la riconoscesse, negherebbe: o, alla peggio, saprebbe comperare il suo silenzio!... Ed era [...]
[...] » — aveva risposto Adelina. Allora, quando le era giunto il biglietto della mezzana, fissantele il convegno, si era indignata. La ripiombava, quel [...]
[...] il debito, e gli interessi; e pagherò il tuo silenzio per l'avvenire. Sono ricca: non ò più bisogno di te!» Poi le aveva risposto, subito, che non [...]
[...] , aveva chiusi gli occhi, come per ascoltare una ispirazione, come per leggersi dentro, ciò che il cuore le dettava di fare. Ma poichè era Oscar che [...]
[...] comparsa all'officina e il ritorno a casa, mentre aveva aspettato, là, nel vano della finestra, l'arrivo di suo marito. Ed ora le si offriva il mezzo [...]
[...] raccontargli una storia terribile e dolorosa, che avrebbe inventata lì per lì, e fargli giurare il segreto.... E se non l'avesse riconosciuta, là [...]
[...] rabbia e di dispetto. Cretina! era caduta nel tranello. Come mai il tranello le era stato teso, come si era potuto tenderglielo così bene, non [...]
[...] singhiozzi si facesse meno frequente e convulso. Poi disse, calmo: — Parla. Ma il pianto ricominciò, ancor più affannoso, come se la voce di lui [...]
[...] parlare. Devi dirmi il come e il perchè. Allora Adelina si alzo in piedi, raccolse il velo, con fare deciso, e mosse verso la porta. No! non avrebbe [...]
[...] parlato. L'ammazzasse, ne aveva il diritto. Glie lo aveva chiesto lei stessa che l'ammazzasse. Parlare, no! Non aveva nulla da dire. Non poteva [...]
[...] umiliarsi a tal punto. Implorare? Invocare? Che cosa? Non aveva nulla da implorare. La vita? Era inutile ormai. Il perdono? Sentiva che non aveva [...]
[...] ad un braccio, la attirò a sè, violento, e la ributtò verso il letto. Essa ci cadde quasi, ma si rizzò subito, e rimase, appoggiandosi con una mano [...]
[...] lei mano mano. E la vista di quell'arma, che le faceva paura, le dava adesso il coraggio temerario di chi si sa vicino a morire, inevitabilmente [...]
[...] della sua stessa audacia. Ed attese. James rimaneva impassibile, gli occhi fissi su di lei, aspettando alla sua volta. E come il silenzio si prolungava [...]
[...] , egli sedette, quasi, sul tavolo, tranquillamente. Ma il movimento di lui spaventò Adelina, che credette giunta la fine. E riprese subito [...]
[...] tuo letto! Mi concedevi tanta libertà! Purchè il pranzo fosse pronto, quando rincasavi, e ben cucinato; non chiedevi di più a tua moglie. Ed io [...]
[...] ! Allora, invece di farmi un'amante, ò fatto dei debiti. Ài mai aperto la mia guardaroba, tu? ài mai cercato di vedere il conto della sarta e della [...]
[...] modista? ài mai chiesto chi pagava i palchi alla Scala o il soggiorno a Saint-Moritz? Li pagavo io! Io, perchè ero così onesta da non lasciarmeli [...]
[...] tentava di indovinare quale effetto facevano su James. James, impassibile, ascoltava. Allora, dopo una pausa, portandosi il fazzoletto agli occhi [...]
[...] cercato e non ò trovato il coraggio di venire da te, di confessarti tutto. Ò temuto di avvelenare per sempre la tua vita, di spezzare la tua [...]
[...] esistenza, di distruggere il tuo avvenire. Ò chiesto aiuto, soccorso, a chi onestamente poteva concedermeli. Ò trovato degli infami più infami della [...]
[...] Bianchi. Un uomo, che dopo essere stato per vent'anni l'amante di mia zia, avrebbe voluto essere il mio amante, e, a prezzo del mio amore, avrebbe [...]
[...] . La voce di lui la scosse; il tono col quale pronunciò quelle due parole le fece paura, di nuovo; e la sua impassibile freddezza le risvegliò l'ira [...]
[...] la vergogna che provavo, e il disprezzo che sentivo per me stessa. È inutile, nevvero? Poichè non cerco scuse! Poichè non mi crederesti e avresti [...]
[...] il diritto di non credermi! Avrei potuto risparmiarmi tutto ciò! Avrei potuto trovarmene uno solo, sempre quello, che mi amasse e mi pagasse [...]
[...] premevi! Volevo rispettarti! E ò scelto il ludibrio che fosse il peggiore, per me e il minore per te! Era così facile di avere un amante: ma ti avrebbe [...]
[...] riuscita!... Ammazzami, adesso, se vuoi: ma non andar attorno a dire il perchè mi ài ammazzata: non ti presteranno fede! Mi credevano la più [...]
[...] onesta delle donne, ti credevano il più fortunato dei mariti. Si arrestò, di nuovo. La sovraeccitazione istessa, le impediva di continuare. James dopo [...]
[...] . Quando le fu vicino e alzò il revolver su di lei, diede un piccolo grido, si buttò bocconi sul letto, si raggomitolò su sè stessa, e tentò nascondere [...]
[...] , colla bava alla bocca, cogli occhi injettati di sangue, e trovò ancora il fiato e la forza di gridargli: — Vigliacco!... Ebbene, sappi tutto. Ti [...]
[...] ò tradito, sì.... ò amato un altro uomo.... ò avuto un amante.... James sparò ancora, a bruciapelo; il corpo di lei rigirò su sè stesso, e cadde a [...]
[...] campagna con Consoli e Pietro Abate. Il 14, con una bella giornata, noi eravamo sulla strada di Aci. Verso Cannizzaro un elegante calesse [...]
[...] signorile oltrepassò la nostra modesta carrozza da nolo. Giammai si è tanto umiliati dal contrasto come in simili casi. Consoli, ch'era forse il più [...]
[...] matto della compagnia, gridò al cocchiere: – Dieci lire se passi quel calesse! Il cocchiere frustò a sangue le rozze, che cominciarono a [...]
[...] cederle e Consoli che le voleva ad ogni costo, mentre il legno correva alla meglio. Tutt'a un tratto i cavalli si arrestarono; Abate ed io [...]
[...] , e tre o quattro pescatori; il feretro, coperto di raso bianco e velato di nero, era portato da quattro domestici abbrunati, e una carrozza [...]
[...] chi era morto ad un domestico in lutto che seguiva, anch'egli a piedi, il convoglio, e ci fu risposto: la contessa di Prato. – Ella! – esclamammo [...]
[...] tutti ad una voce, come se fosse stato impossibile che la morte avesse potuto colpire quella fata, che aveva fatto il fascino di tutti. Non [...]
[...] sapevamo spiegarci per quali circostanze la contessa fosse morta in quel luogo e Angiolini ne accompagnasse il feretro; per un movimento [...]
[...] istintivo ed unanime scendemmo da carrozza, e, a capo scoperto, seguimmo il mortorio sino alla chiesetta. Raimondo Angiolini entrando in chiesa venne a [...]
[...] : – La contessa di Prato. – Ella! – fu ripetuto di nuovo. Raimondo abbassò il capo tristamente. – Morta... la contessa!... morta qui! – esclamò [...]
[...] contessa!... Anche Brusio era uno dei nostri compagni d'Università, buon giovanotto, alquanto discolo; ma, per quanto ci torturassimo il cervello, non [...]
[...] troppo ben tracciati nel loro sviluppo per essere casuali, e che fanno supporre quello che il coltello anatomico non ci ha potuto far trovare [...]
[...] nelle fibre del cuore umano. – Vogliamo saperlo allora! – saltò su a dire Consoli, – siamo tutti amici di Brusio. Angiolini, malgrado il suo [...]
[...] scetticismo di medico, volse uno sguardo alla bara, posta fra quattro ceri, nel mezzo della chiesa, mentre il prete celebrava la messa [...]
[...] . – Comprendete benissimo, amici miei, che questo non è il luogo, nè l'ora. Ricondotti a quella triste meditazione tutti fissammo a lungo e in silenzio [...]
[...] quella cassa coperta di raso e velata di nero, su cui il più allegro sole d'inverno, che scintillava sui vetri della modesta chiesuola, mandava a [...]
[...] rigogliosa, fidente, espansiva, con il canto allegro dei pescatori che lavoravano sul lido e il cinguettare dei passeri sul 5 tetto della chiesa, a [...]
[...] cui faceva un triste contrapposto il silenzio funereo di quel recinto, interrotto solo dal mormorare del prete che officiava, e la luce velata [...]
[...] immaginammo solo e annientato in quelle camere ancora profumate da lei, ancora stillanti di quell'amore che inebriandoli aveva ucciso il più [...]
[...] fragile dei due esseri; ora solo, perduto nell'immensità di quel dolore profondo che sbalordisce come il fulmine. Sentimmo che nulla potevamo fare [...]
[...] che Pietro me ne dia prima il permesso. Addio. 6 Tre mesi dopo rividi Angiolini al Caffè di Sicilia. Gli domandai di Brusio: era ritornato [...]
[...] apparenze, in modo che neanche gli amici di Brusio potessero penetrarne il segreto. Dal canto mio non ho fatto che coordinare i fatti, cambiando i [...]
[...] nomi qualche volta, ed anche contentandomi di accennare le iniziali, quando, anche conosciuto il nome, le circostanze per le quali è ricordato [...]
[...] a braccetto, passeggiavano pel gran viale del Laberinto che dovea trasmutarsi in Villa Pubblica, con quella oziosità noncurante che forma il [...]
[...] una signora, abbigliata con gusto squisito, appoggiandosi con il molle e voluttuoso abbandono che posseggono solo le innamorate o le spose nella [...]
[...] del giovane alto e bruno che stava a diritta, il quale non sembrò accorgersene. – La bella donna! – esclamò il suo compagno, un giovane biondo [...]
[...] , come per rompere quel silenzio, che durava da un pezzo. L'altro, istintivamente, alzò il capo e guardò la signora, che, o naturalmente, o [...]
[...] per l'istinto della donna, avea volto a metà il viso verso di loro, parlando con l'uomo che l'accompagnava. Il bruno sembrò esaminarla di un lungo [...]
[...] siciliana; – ripigliò il bruno, che si chiamava Pietro. – Chi te lo dice? – Tutto: il suo genere d'eleganza, la sua andatura... il modo stesso con [...]
[...] cui accolse la tua esclamazione. – L'ha udito dunque! – mormorò il biondo, arrossendo come un collegiale. – Raimondo, amico mio, sarai [...]
[...] un imbecille qualunque sotto il naso? – Ma quest'imbecille può anche essere un amante... e allora... – E allora ragion dippiù per ascoltare ciò [...]
[...] , bada!) sotto il pretesto di riderne; presente che deve rendere innamorato quel povero allocco per dieci gradi dippiù. Raimondo rise [...]
[...] , ciò che non impedisce che abbia delle belle forme, le quali sarebbero più eleganti, se avesse il segreto, come l'hanno molti, di saperle fare [...]
[...] drammi al teatro di Siracusa, dei quali si era parlato il giorno dopo soltanto, o non si era parlato affatto) allo scoraggiamento massimo, alla [...]
[...] disillusione più completa di tutti quei sogni rosati, che pur riempiono un gran vuoto, rispondono ad un gran bisogno in quell'età in cui il [...]
[...] cuore e l'immaginazione vivono anch'essi la loro vita. 11 Il compagno che gli passeggiava allato è molto più piccolo; biondo, piuttosto grasso [...]
[...] subiscono l'influenza come un satellite. Raimondo, il biondo, ha però il merito di essere come il compimento del carattere infiammabile, sovente [...]
[...] assennato, ed impedisce a Pietro di commettere mille pazzie, poichè Raimondo ha la voce dolce ed insinuante ed il carattere conciliativo; sembra [...]
[...] freddo, dalla platea, che avea il valore di un biglietto gratis. Abbiamo insistito, forse di soverchio, su questi dettagli fisici e morali [...]
[...] agitarli nelle scene di un racconto intimo. Scopriamo sin dal principio il meccanismo, per non attirarci la taccia, poscia, di aver fatto agire [...]
[...] delle marionette, da chi non ne vedesse il filo motore ch'è il cuore. Cinque giorni dopo, all'ora solita, noi incontriamo i due amici, che [...]
[...] passeggiano, colla stessa sbadataggine, sotto gli alberi del Rinazzo; l'uno, il biondo, chiacchierando quasi sempre solo; il suo compagno col capo [...]
[...] basso e le mani dietro le reni. 12 – Mio caro, – diceva il biondo, guardando l'amico negli occhi in aria di malizia, – risponderai almeno [...]
[...] avrebbe avuto l'opportunità di venir fuori oggi, se tu l'avessi data a te stesso il giorno, o piuttosto la sera, che ti venne in mente di [...]
[...] aspettarla sotto il verone, non rischio più di farmi gettare delle immondezze sul capo da qualche serva maligna, che finga di non vedermi, e perchè [...]
[...] !... – Parola d'onore! – esclamò sghignazzando Pietro, – che tu ne sei innamorato cotto. Va, Raimondo, amico mio, tu farai il tuo cammino, coi [...]
[...] tuoi ventidue anni, i tuoi capelli biondi, e il tuo volto fresco e roseo. Il biondo prese quegli scherzi come li prendeva sempre, dalla parte che [...]
[...] avversario dell'esagerazione della scuola francese, e che ora mi copii si bravamente l'Uomo stufo a ventun'anni, lo Scipione del Martino il [...]
[...] , dovesse molto sentire quest'affetto, al quale sacrifica il suo decoro, la pace domestica, e, presso di noi, fors'anche la vita... Quindici [...]
[...] suo amore... In seguito amai una fanciulla... pura siccome un angiolo: come direbbe il signor Darmont nella Traviata; ella aveva tutto ciò che può [...]
[...] l'altra tu esageri un pochino, lasciandoti trasportare, al solito, dalla tua immaginazione. – Può essere anche questo; – rispose sorridendo il [...]
[...] profumata ed involto in una sopracoperta piccolissima color rosa; colla stessa flemma ne prese un sigaro ed un fiammifero. Acceso il foglietto [...]
[...] , cominciò ad accenderne tranquillamente il sigaro. Raimondo ebbe il tempo di leggere le ultime frasi assai tenere del bigliettino, scritto [...]
[...] ? – gli domandò Pietro trionfante, buffandogli in faccia il fumo azzurrognolo del sigaro. – Ho guardato ma non ho visto, come il cieco della Bibbia [...]
[...] produzioni-erba non valgono il fumo delizioso di questo regalia; io ne faccio un altro: Amor di donna, e d'uomo, se si vuole, non dura più di cenere di [...]
[...] Sicilia anche, son poche le donne che sappiano recare così bene il suo pardessus reine-blanche, e che sappiano appoggiarsi con tanta grazia al [...]
[...] , mentre gli parlava. – Hai udito che bella voce! – esclamò Pietro, premendo il braccio del suo compagno; – all'accento mi parve torinese... Io adoro [...]
[...] tutto il Piemonte in questo momento... – Eppure veduta dappresso non è bella... 17 – È adorabile, se non è bella! Essa non ha la bellezza [...]
[...] ... sirena... – To... to... to!... Pietro, amico mio, ne saresti innamorato?... – Io! – rispose il giovane scrollando le spalle, come cadendo dalla sua [...]
[...] sull'amico, poi un altro sulla signora ch'era già molto lontana, e rispose semplicemente, abbassando il capo: – Maddalena non sa neanche [...]
[...] annodarsi il nastro del cappellino come colei. – È graziosa! – esclamò Raimondo. – Dunque ameresti dippiù una donna che avesse bisogno, per essere [...]
[...] questi dettagli dell'assieme, insomma, che servirebbero a formarmi l'aureola della donna che dovrei avvicinare colla riverenza e il delirio dei [...]
[...] , il profumo, la mezza luce, il lusso... tutto ciò che brilla ed affascina, tutto ciò che seduce e addormenta... tutto ciò che può farmi credere [...]
[...] non è, come il mio, debole e creta... E allora io l'amerei... un giorno, un'ora, ma l'amerei... Quanto alle altre donne, le amerò allorchè [...]
[...] scoprirò un cuore nella donna. Pietro, dopo questa scappata, rimase muto alcuni altri secondi, aspirando voluttuosamente, colle narici dilatate, il [...]
[...] in cui impiastricciavi carta. – Hai ragione; bisogna dimenticare quei tempi... – disse il giovane con una forzata allegria, che pure avea una [...]
[...] , parlo da saggio... – Ed anche il merito delle azioni umane, in tal caso... E tu sei superstizioso in quest'idea? 20 – Al fanatismo! – Ma se [...]
[...] . – Ne ho forse il tempo? Sai bene che gli esami son vicini, e non ho ore da sprecare andando a spasso; sai pure che col professore Crisafulli non [...]
[...] capelli, erano irresistibili. – Giacchè siete congiurati, e volete così!... – diss'egli sorridendo, – aspettami cinque minuti, Raimondo; il tempo [...]
[...] di distrazione il mio povero Pietro! È tanto tempo che non fa altro che studiare!... e mi sembra che sia divenuto più pallido... Mi atterrisce [...]
[...] , grazie, Raimondo! – disse la madre, stringendo la mano del giovane – voi siete il degno amico del mio Pietro... Ve lo raccomando!... Siamo tre [...]
[...] terso ed immenso del mare, che riflette tremolante il raggio dolce e pacato della luna, sembra servire di cornice al quadro allegro, vivace, animato [...]
[...] , che formicola colle sue mille seduzioni sotto gli alberi. Pietro si sentì come allargare il cuore e fu grato all'amico di quella piacevole [...]
[...] , stringendo vivamente il braccio dell'amico contro il suo; – è lei!... là!... in mezzo a quei due uomini!... In fondo al viale quasi deserto, perchè [...]
[...] , si fissò sul giovane che la guardava a lungo; e ciascuna volta il cuore di Pietro batteva stranamente in 25 modo più forte; e le sue [...]
[...] guancie pallide e brune si facevano ancor più pallide; e il suo occhio sfavillava più ardente; ed egli affrettavasi, trascinava quasi il suo [...]
[...] cui dava il braccio, verso di cui si piegava sorridendo con una grazia affascinante, avesse rivolto a metà il viso verso di lui e che un lampo [...]
[...] inchinarsi come un giunco sul collo sottile e ben modellato; era partita... Che voleva egli? Che cercava da quella donna, di cui il lusso, il [...]
[...] un'estranea per lui. Cinque minuti dopo riprese il braccio di Raimondo, dicendogli: – Andiamo via! 26 – Così presto? – Non ti annoi a morte qui [...]
[...] facendosi forza; – devono essere le undici, e mia madre a quest'ora mi attende. Guardò il suo orologio e si diresse lentamente verso la sua [...]
[...] abitazione. La signora Brusio, coll'occhio della madre, osservò che il suo Pietro, quella sera, era più pallido e distratto del solito; e che, invece di [...]
[...] eccoti già a correre le strade come uno sfaccendato. – È che lo sono. Avrò sempre il tempo di finire le mie tesi, ed ero una gran bestia a [...]
[...] sento in vena di passeggiare. – Con il caldo che fa non è la miglior cosa. – Andiamo alla Villa. – Sia per la Villa. E i due amici uscirono [...]
[...] , col gesto, coll'atteggiamento... Ebbene! allora saresti il Catone del momento?... – Impossibile! – esclamò il giovane tristamente, come se [...]
[...] vana, orgogliosa, come lo dimostra il fasto di cui si circonda. Soltanto potrebbe impressionarla la bellezza, l'eleganza, la nobiltà, la ricchezza [...]
[...] , il lusso... cose tutte che non posseggo. Dunque o costei è maritata, e non amerà giammai un Don Giovanni in ventiquattresimo che si chiama [...]
[...] quella che è. In tutti questi casi io dovrei dunque essere vile per amarla, o dovrei comprare il suo amore a prezzo di qualche infamia. – Ben [...]
[...] . Raimondo guardò il suo amico di uno sguardo scrutatore e quasi beffardo. 29 – Ti fo riflettere che non ho ancor fatto colazione; abbi dunque la [...]
[...] bontà di concedermi dieci minuti. I due amici entrarono dai fratelli Guerrera. Mezz'ora dopo erano alla Villa. Faceva molto caldo. Il Laberinto [...]
[...] ringhiere, quantunque il sole non vi giungesse ancora, forse per dare alquanto più d'ombra agli appartamenti; e dietro una di quelle si vedeva [...]
[...] una figura di donna, vestita di bianco, quasi coricata su di una poltroncina con tutto il languente e voluttuoso abbandono di una sultana; a [...]
[...] quella vista il cuore di Pietro battè forte, come la sera innanzi. – È dessa! – disse Raimondo – vedi che non t'ingannavo!... Pietro non rispose [...]
[...] , dopo averla divorata a lungo dello sguardo. – Credi che sieno marito e moglie? – domandò l'altro. – È il mistero che questa donna sa rendere [...]
[...] . Parecchie volte, forse a caso, l'occhialetto dell'incognita si rivolse verso il banco di pietra sul quale erano seduti i due amici. – Ti guarda [...]
[...] un bel personaggio da dramma o da romanzo, come un bel fiore... come una bella donna prima venuta insomma... che sa recare con grazia il velo [...]
[...] dieci minuti, – aggiunse dopo aver consultato l'orologio. – Sì, è troppo tardi; siamo qui da più di due ore; – rispose il biondo alzandosi [...]
[...] d'andarcene... – Hai ragione; – rispose Brusio ridendo – partiamo. Due o tre volte, prima di uscire dal giardino, si volse a guardare il verone, sul [...]
[...] non essere affettato, e troppo affettato per non nascondere una preoccupazione: quanto io t'amo! 32 III Il dopo pranzo, e l'indomani, e [...]
[...] tutti i giorni in seguito, la Villa divenne la passeggiata preferita di Pietro, che vi conduceva il suo amico, il quale protestava sempre e [...]
[...] , che mostrava i suoi bellissimi denti di perle. Il giovane dalla barba nera, che Pietro avea veduto una volta con lei alla Marina, veniva [...]
[...] dall'altra sala del caffè, e fermandosi dinanzi al tavolino dov'era ella si levò il cappello, aspettando d'esser salutato. Siccome nessuno gli badava [...]
[...] , egli girò con tutta flemma sui talloni ed uscì. Pietro prese il braccio del suo amico, e lo strascinò via, mormorando: – È meglio che non [...]
[...] raggiungere sul divano il suo amico, ch'era seduto vicino alla signora. – È che Pietro, qui presente, è innamorato cotto; e abbiamo fatto la [...]
[...] innamorato, s'è lecito? – Molto lecito, al contrario! Giacchè non ho il bene di conoscerne neanche il nome... – Ed ella conosce lei, almeno? – No [...]
[...] la giovane ridendo semprepiù come una folle; – e dove abita questa meraviglia? – Al Rinazzo, vicino il Laberinto. – Nella casa [...]
[...] ? – Forestiera. Credo sia piemontese. – La conosco. – Sul serio? – So il suo nome, almeno potrò insegnarglielo e non farle fare più la figura [...]
[...] lusso, questo apparato brillante e vaporoso in cui la farfalla mi fa dimenticare il bruco. 35 – Via, via... vedo bene che scherza... – Dica [...]
[...] , sino all'ora di pranzo. Suo marito... – Un uomo di quasi 38 anni, alto e biondo? – Sì, il conte di Prato; lo conosce? – Me l'immagino. – Suo [...]
[...] pour la quadrille! fu gridato. Pietro si alzò e prese il cappello. – Se ne va, così presto! – Sì; devo andare a finire le tesi... 36 – O a [...]
[...] passare una mezz'ora sotto le finestre della bella?... – Sarebbe agire da stolido, almeno, dopo quanto ella mi ha detto. Ed il giovane sorrise del [...]
[...] vergognandosi di questo monologo, scrollò le spalle con dispetto ed affrettò il passo. – Andiamo a teatro stassera? – disse a Raimondo l'indomani [...]
[...] , appena furono assieme. – Andiamoci, se così ti piace. E le tesi? – Dormiranno anche stassera. Avrò sempre il tempo di finirle. Alla piazza [...]
[...] come uno stolido. – E di chi? 37 – Di una signora ch'è una maga... involta fra i merletti e i velluti... della quale so il nome da ieri [...]
[...] di far tante cose; basterebbe farti amico con suo marito... ed anche col suo amante; ed uno di questi due ti presenterebbe... il resto verrebbe da [...]
[...] !... A Napoli sembra che sieno stati più d'uno; ciò che diede luogo a molti scandali, che finirono con un duello in cui il marito ruppe, con [...]
[...] una sciabolata, il braccio ad uno dei più indiscreti. – E ciò non è bastato? – Ella fa quello che vuole di quest'uomo che comanda col gesto del [...]
[...] suo dito mignolo; e che ha il coraggio di andare a battersi in duello mentre non osa fare la minima rimostranza alla moglie. È la storia di molti [...]
[...] fatto pensieroso. – Fatti presentare: – insistè Antonino. – Io!.. – esclamò, con un accento indefinibile di stupore, Pietro. – Sì; tu sarai il [...]
[...] platea. Poco dopo le dieci si udì il rumore di una carrozza che si avvicinava; ed il solo orecchio di Pietro potè distinguere che il passo [...]
[...] alla porta. La carrozza si fermò infatti alla prima porta, ov'egli si trovava, ed un uomo, nel quale Pietro riconobbe il conte, saltò il primo a [...]
[...] del signor di Prato la sua mano 39 da ragazzina coperta dal guanto bianco; mise lentamente il piede, che sembrava appena accennato nel suo [...]
[...] stivalettino di raso, sul predellino, e saltò sul marciapiede. Con una perfezione di grazia assai distinta, ella tirò con se il lungo strascico [...]
[...] . Soltanto, non potendo, nel tempo istesso, raccorre il burnous che le copriva le spalle, questo, nel momento in cui curvava fuori dello sportello la [...]
[...] sull'ingresso, dimostrava chiaramente di attendere qualcheduno, mentre tutti erano dentro il teatro, le recò forse sorpresa, poichè, passando dinanzi a [...]
[...] da quello sguardo scintillante che s'incrociava col suo e che sembrava assorbirne tutto il fluido, ella si volse un istante verso il conte, che [...]
[...] veste strisciò sui suoi abiti, che le gambe di Pietro tremarono. Pochi minuti dopo egli si diresse lentamente verso la platea. Entrando, il [...]
[...] aspettava sull'ingresso, tre quarti d'ora dopo alzata la tela. Pietro cercò il suo posto e sedette quasi dirimpetto alla loggia della contessa [...]
[...] squarci, quando il suo cuore provava potentemente quello che aveva sentito l'autore, egli rivolgevasi, senza accorgersene anche, verso il palchetto [...]
[...] tratto in tratto, in quei momenti che avevano il potere di strappare Pietro alle sue frequenti preoccupazioni, ella volgeva i suoi limpidi occhi [...]
[...] binocolo che aveva l'indiscretezza di guardarla sì a lungo dalla platea. Una volta infine alzò lentamente il suo, e bruscamente, senza quelle [...]
[...] transazioni che sono assai comuni in teatro per mascherare il vero scopo, ella lo fissò di contro a quello del giovane che si abbassò subito. 41 [...]
[...] Ella rimase alcuni secondi in quella positura; indi lasciò quasi cadere sul parapetto il binocolo, e fece un leggiero movimento di spalle d'impazienza [...]
[...] . Prima di terminare la recita Brusio lasciò il suo posto e si recò sul corridoio. Il suo occhio era acceso e brillante; le sue gote [...]
[...] , abitualmente pallide, si coloravano di un rossigno febbrile. Pochi minuti dopo, prima ancora che il sipario fosse abbassato, udì aprire la porta di [...]
[...] per uno sguardo di quella donna. Le sue vesti lo toccarono senza che ella mostrasse di avvedersi di lui. Solo il conte si volse a fissarlo con [...]
[...] occhio assai cupo e sospettoso. Il giovane scese le scale quasi insieme a lei; la vide montare in carrozza col conte, dopo aver dato la mano [...]
[...] dirti addio... – A domani, non vero? – Non lo so... Avrò forse da studiare tutto il giorno... E s'incamminò lentamente per la Marina. A due [...]
[...] quest'ora? – disse fra di se il giovane sorpreso andando ad aprire. – Son io, Raimondo... son io! Apritemi, di grazia! – udì la voce della signora [...]
[...] Brusio, quasi delirante dietro la porta. 42 – Che c'è, signora?... Dio mio!... ella mi spaventa! – esclamò il giovane introducendo la madre del [...]
[...] . – Pietro non è in casa? – domandò Raimondo vieppiù sorpreso. – Son due ore del mattino e mio figlio non si è ancora ritirato... Ho mandato il [...]
[...] domestico a cercarlo al teatro, e ritornò dicendo che il teatro era chiuso da un pezzo, ma che sulla porta era avvenuta una rissa fra alcuni [...]
[...] , senza alcun accidente. Abbia la bontà di aspettarmi qui. Raimondo, indossato in fretta un abito, prese il cappello ed uscì. Dando campo ad un [...]
[...] notizia che il domestico le avea rapportato, egli si diresse per la strada Stesicorea ed indi per quella Etnea, verso la casa ove abitava la contessa [...]
[...] Raimondo avrebbe stentato a riconoscere, nel suo accento duro e quasi cupo, se gli fosse stata meno famigliare. Si appressò ancora, e vide il suo [...]
[...] amico seduto sullo scaglione del marciapiede, coi gomiti sui ginocchi e il mento fra le mani. – Tu qui!... a quest'ora! – esclamò Raimondo [...]
[...] non era il momento di parlare al suo amico: e sospirando tristamente, poichè allora soltanto scoperse lo spaventoso abisso del precipizio su cui [...]
[...] sudore, che partiva dall'orbita, luccicava un momento solcando le sue guance. Ad un tratto egli afferrò con violenza il braccio di Raimondo. – Guarda [...]
[...] languida e voluttuosa, su di una poltrona, ancora colla veste del teatro, coi capelli ancora intrecciati di fiori; ed un uomo, il conte, ritto dietro [...]
[...] sirena; e di quando in quando, allorchè il conte rimaneva come stordito nel fascino di quelle seduzioni mirabili di voluttà, ella gli prendeva le [...]
[...] mani colle sue manine affilate e bianchissime, e se ne lisciava la fronte, e le nascondeva fra il setoso volume dei suoi capelli, e se le [...]
[...] posava sugli occhi e sulle labbra, ma lentamente, con quel suo abbandono ch'era irresistibile, come se avesse voluto dare il tempo a tutte le [...]
[...] con tuono di chi prende una risoluzione: – Via, Pietro, è tempo di partire! Tua madre ti attende a casa mia! – Mia madre!... – esclamò il [...]
[...] il culto che nudriva della madre, e risponderle in tal guisa. – Andiamo, figlio mio, le tue sorelle ti aspettano... – diss'ella tristamente [...]
[...] , ma evitando di inasprirlo; – grazie, signor Angiolini!... S'incamminarono verso casa; e la madre osservò sospirando che il figliuolo non le [...]
[...] offriva il braccio, e camminava cupo, ed anche indispettito al suo fianco. Sulla scala corsero ad incontrarli le due sorelline ancora pallide e [...]
[...] singhiozzanti, che gridavano: – Mamma! mamma!... L'hai trovato!... È qui il nostro Pietro?!... Le loro festanti acclamazioni furono interrotte dalla [...]
[...] facciamola finita!... E senza neanche prendere il lume si chiuse nella sua camera, sbattendone l'uscio con impeto. – Povero figlio mio [...]
[...] minuti, agitato e smanioso; poscia si fece al verone. La calma serena di quella notte d'estate, il fresco venticciuolo che gli asciugava il [...]
[...] figlio aveva aperto l'uscio, ascoltando ansiosamente il più lieve rumore ch'egli facesse, e che potesse farle indovinare lo stato del cuore di [...]
[...] dormire. Pietro ascoltò, dietro il paravento, il respiro alquanto accentuato di sua madre; credette che dormisse davvero, e non potè frenare le [...]
[...] appoggiati alla ringhiera, egli si assopì in quel vortice luminoso e turbolento che il cuore e l'imaginazione gli creavano, e dove vedeva un'ombra, dove [...]
[...] ... Quando, abbarbagliato da una luce vivissima, egli alzò gli occhi, si avvide con sorpresa che il primo raggio di sole facea scintillare i vetri [...]
[...] . – Diggià! – mormorò egli: – il giorno vien presto al presente!... Sua madre, entrando la mattina nella camera di lui, osservò con dolore che [...]
[...] il letto era intatto, come era stato acconciato la sera innanzi. – Madre mia! – le disse il giovane prendendole una mano, in tuono di pentimento [...]
[...] temo che tu ne possa abusare, poichè sei figlio di un uomo onesto e manterrai onorato il nome che ti diede. In quanto a me... – e la povera donna [...]
[...] minuti che suo figlio tardava a venire, aspettava sin alle due, e spesso sino alle tre, che il noto passo le annunziasse da lungi, nel silenzio [...]
[...] ; e l'indomani, dopo avere interrogato sospirando il letto, spesso colle lenzuola ancora rimboccate, 49 cercava negli occhi smarriti del [...]
[...] lo sguardo di lei qualche volta lo fissava con quel raggio pacato e snervante della sua pupilla cerulea, ciò che faceva delirare il povero [...]
[...] di seduzione del corpo da fata) o al teatro dove la vedeva splendente di tutto il prestigio del suo lusso, profumata da quel vapore inebbriante [...]
[...] la bianchezza vellutata e purissima della sua pelle alla bianchezza pallida delle perle che le cingevano il collo bellissimo; spesso allegra e [...]
[...] ad occhi chiusi, come dormendo ed assorbendo con maggior squisitezza di voluttà le armonie della musica che avevano il potere di commuoverla [...]
[...] , del suo pranzo, della sua passeggiata; conosceva il modo d'ondeggiare delle tende quando ella vi stava dietro, il rumore delle carrucole della [...]
[...] del precipizio; che alimentava il parossismo febbrile, il quale divorava le sue forze e la sua vita, colle sue triste gioie, coi suoi acri [...]
[...] che la corteggiavano si era rivolta verso quell'uomo, seduto sul marciapiede, che si sarebbe scambiato con un mucchio di cenci; ed il conte avea [...]
[...] rallentato il passo per meglio osservarlo. Quando ella si ritirava in carrozza Pietro osservava, qualche volta, al riverbero dei lampioni della [...]
[...] che la prima volta avea supposto un mendico; e che il conte si fermava innanzi al portone qualche minuto a guardarlo. Una notte, negli ultimi [...]
[...] di settembre, verso le due del mattino, Pietro aspettava da un pezzo la contessa che era andata alla serata del prefetto. Il 51 rumore di una [...]
[...] carrozza, che si avvicinava al gran trotto, si fece udire da molto lontano per le strade deserte, e poco dopo il legno passò dinanzi al nostro [...]
[...] ripartì. Pietro udì il passo leggiero di lei che saliva le scale accompagnato dal passo più pesante dell'uomo che la seguiva; udì la porta che si [...]
[...] la dolce voce di Narcisa, col suo accento molle ed armonioso d'indefinibile espressione, fece battere fortemente il cuore del povero giovane [...]
[...] interrotto, colla stessa capricciosa volubilità, per un valtzer allora in gran voga: Il Bacio, di Arditi. Però sembrava che un'attitudine [...]
[...] profondo di quella notte, profumata dal vicino Laberinto e rischiarata dalla luna. Tutt'a un tratto anche il valtzer fu interrotto, ed il giovane udì [...]
[...] i passi di lei che si avvicinava al verone, e vide la sua ombra che intercettava il lume che ne rischiarava il vano. 52 Ella si appoggiò [...]
[...] all'inferriata del verone, colla testa fra le mani, perdendo il suo sguardo nell'orizzonte. La luna, allora nel suo più alto emisfero, la [...]
[...] suo indirizzo, e il sangue gli montò al viso. – Che dite? – rispose la fresca voce della contessa, sebbene parlasse pianissimo. – Parlo di [...]
[...] completa noncuranza, lasciando il verone: – E che ci ho da fare io se quest'uomo è pazzo?... Pietro si alzò, lento, come se le gambe gli si [...]
[...] piegassero sotto; sentendo agghiacciarglisi il sudore sulla fronte; coi denti sbattentisi di convulsione. Di giorno il conte sarebbe rimasto atterrito [...]
[...] , annichilato, come se quella bellissima voce di donna avesse di un sol colpo reciso i muscoli più vitali del suo cuore. Il solo rumore che si udiva era [...]
[...] , con un'ineffabile espressione di disperata amarezza, quel lume che splendeva chiarissimo in quella stanza riboccante d'armonia; si levò il [...]
[...] rumori, quella luce che crescendo gli sembrava rischiarasse tutta l'immensità della sua disperazione, gli parvero odiose... a lui che cercava il [...]
[...] in un angolo il suo cappello: era annichilato. La stanchezza fisica e la morale l'avevano vinta fors'anche sulla sua disperazione; o almeno, in [...]
[...] all'alba avea lasciato il letto, dopo una notte passata fra le lagrime, e stava nel salotto che precedeva la camera di lui, onde vedere se almeno [...]
[...] conturbavano e straziavano il suo cuore. Questa donna, coll'orecchio fissato sulla toppa dell'uscio, stette quasi un giorno intiero ascoltando con [...]
[...] . Pietro passeggiò un pezzo per la camera, strascinandosi o camminando a salti, a seconda delle istantanee trasformazioni che subiva il corso delle [...]
[...] rumori della strada che gli annunziavano che tutto non era morto o almeno in lutto come il suo cuore; odiando fin anche il pensiero di esser [...]
[...] vicino alla sua famiglia, quella famiglia che avea formato il suo culto e per la quale avrebbe dato altravolta tutto il suo sangue. Poi sedette [...]
[...] presso il tavolino, colla testa fra le mani; e vi stette a lungo, coll'occhio arido, lucido, di una straordinaria fissazione. Una febbre ardente [...]
[...] faceva vibrare con forza le sue pulsazioni; allorchè sentì battere sì violentemente le sue arterie ch'egli ne udiva quasi il sordo rumore con [...]
[...] la testa lucida!... comprendo che bisogna annegarne la memoria... annegarla fra il vino... le donne... l'orgia!... Aprì le imposte, per vedere [...]
[...] s'era notte davvero: era buio affatto; raccolse il cappello da terra e se lo calcò sul capo senza nemmeno aggiustarsi i capelli arruffati e [...]
[...] liberamente quando l'aria aperta lo percosse sul volto, rinfrescando il calore delle sue membra ardenti di febbre: quella dolce sensazione gli [...]
[...] egli sentiva però crescere e giganteggiare un fantasma che voleva scacciare con tutte le forze dell'essere suo... che l'atterriva. Sotto il [...]
[...] saperlo, di recare 59 quel che voleva, come per esempio un'insalata, purchè l'accompagnasse di una bottiglia di marsala. Il cameriere guardò [...]
[...] terreo, magro in modo da far luccicare straordinariamente il bagliore che la febbre dava ai suoi occhi, i quali sembravano più grandi; cogli abiti [...]
[...] scomposti; egli stentò un pezzo a riconoscere se stesso, e finalmente un riso amarissimo errò sui suoi labbri violacei. Il cameriere gli recò [...]
[...] quanto avea ordinato; egli cominciò a bere il vino senza toccare l'insalata. Allorchè sentì i polsi battergli più forte, le gote animarsi, i [...]
[...] corse alla Marina; esitò ancora un istante prima di mettere il piede su quella soglia, e finalmente entrò nella bottega che precedeva lo stanzone [...]
[...] lo squadrò dal capo alle piante, come sorpreso che un giovane il quale indossava abiti piuttosto eleganti venisse a cercare una tal festa; poi [...]
[...] danze furono sospese, e tutti si volsero a guardare con curiosità il nuovo venuto; poco dopo incominciò a farsi udire un mormorio di cattivo augurio [...]
[...] contro quell'importuno che veniva a disturbare il loro passatempo. – Egli viene a ridere di noi... il signorino! – esclamò una delle donne, che [...]
[...] Brusio, il quale ancora esitava ad inoltrarsi. – Che vuoi tu? – gli disse colla voce dura dell'imperio che esercitava sui suoi compagni [...]
[...] quando gli fu faccia a faccia, covrendolo quasi col suo largo petto e la sua alta statura. – Non ho da dirlo a te, nè a nessuno quì! – rispose il [...]
[...] ? – rispose sghignazzando il colosso. – Ma sai che qui sei in casa mia, e che se ti prendo fra l'indice ed il pollice ti stritolo?!... – S'è [...]
[...] ! – No! – rispose Pietro bruscamente. Il gigante stese le braccia per afferrarlo; le braccia muscolose del giovane lo ributtarono due o tre [...]
[...] passi all'indietro con un vigore che il bravaccio non avrebbe mai supposto in quel corpo magro e svelto; allora mise un urlo di rabbia; l'urlo della [...]
[...] di uno dei suonatori, che si erano salvati dietro le panche, e a pararsi il colpo con quello. Allora cominciò un combattimento accanito e [...]
[...] incontrava e che gli toglieva il prestigio d'invincibilità nell'opinione dei suoi compagni, ed il giovane alto, sottile, pallidissimo, colle [...]
[...] arruffati e si schiacciava il suo cappello a cilindro. Per fortuna Pietro aveva studiato la scherma del bastone con maggiore attenzione di quanta ne [...]
[...] acclamazioni i combattenti. 62 Brusio non era più uno straniero per loro, un signorino, ora che maneggiava sì bene il bastone. L'uomo [...]
[...] vestito di velluto avea il braccio e le reni solidi come bronzo, e molta abilità in questa maniera di scherma, ciò che gli faceva menar colpi che [...]
[...] calavano giù rombando terribilmente; il giovane però, se non aveva la forza muscolare del suo avversario, lo vinceva nell'elasticità e sveltezza dei [...]
[...] gli venivano. Tutt'a un tratto una legnata violenta di Brusio spezzò la sbarra colla quale il bravaccio parava il colpo alla testa, e si vide [...]
[...] quest'ultimo stramazzare a terra colle braccia stese: aveva il cranio spaccato. Successe uno straordinario tafferuglio: alcuni gridavano evviva [...]
[...] venuto; non è vero? – No! no! Sì! sì! – urlarono alcune voci avvinazzate: – Non vogliamo cappelli! non vogliamo signorini!... Viva il signorino [...]
[...] ! egli ha il pugno di ferro! egli ha vinto Nicola! Nulla avrebbe potuto sedare quello schiamazzo, e Pietro avrebbe corso fors'anche il più grave [...]
[...] , in più grandi proporzioni, era almeno imminente, se non fosse entrato in quel punto il padrone dello stabilimento; il quale, 63 impassibile [...]
[...] sin'allora a quanto era avvenuto, dietro il suo banco della prima camera, accorreva dimostrando nel gesto e nella fisonomia l'importanza della [...]
[...] accordo a nascondere in uno stanzino il mal capitato Nicola, cui, quantunque fosse rinvenuto e mandasse lamentevoli gemiti, nessuno avea badato, a [...]
[...] lavare il pavimento lordo di sangue, e a tirare i suonatori da sotto le panche. – La Fasola! la Fasola! – fu gridato da tutti. Venti braccia [...]
[...] quei corpi, e l'esaltazione avvinazzata di quel tripudio cominciarono ad offuscargli il cervello, come il Marsala non aveva potuto fare; egli [...]
[...] , briaco da quell'orgia; ancora sbalordito del baccano che avea fatto il suo cuore; mormorando come per illudersi anche in quel momento: – Oh [...]
[...] vita indegna ed abietta, di cui egli cercava occupare tutti gli istanti con gli eccessi più sfrenati, per non darsi il tempo neanche di vedere [...]
[...] facesse sentire tutta l'infamia dell'abiettezza in cui affogava le sue memorie e il suo amore, che provava ancora rigoglioso e potente. Fuggiva [...]
[...] di avvicinare. Siamo al Giovedì Grasso. Brusio ha passato più di quattro mesi di questa vita; è divenuto il corifeo di questa canaglia [...]
[...] mischiarsi a quella società elegante che non sentonsi in diritto d'avvicinare coi loro cenci, e per farlo ne cercano il coraggio nella ebbrezza [...]
[...] mascherata numerosa che gli faceva codazzo. Poco prima di mezzanotte fu aperto il ballo. Quella folla ululante irruppe come un torrente limaccioso [...]
[...] delle sue seduzioni irresistibili, come quando si avanzò sul parapetto della loggia colle spalle, le braccia ed il petto nudi nel suo abito [...]
[...] diafano di velo, col suo sorriso sui labbri, il suo sguardo negli occhi, con quel piccolo grappolo d'uva e quell'unica foglia verde a metà nascosti [...]
[...] ornavano le loggie, il denso vapore avvinazzato e fangoso in cui si avvolgeva; non osava d'incontrare un viso ch'egli non voleva vedere per non [...]
[...] gridare colla sua voce più forte, stendendo il braccio con un gesto imperioso verso l'orchestra: – Abbasso il valtzer! Non vogliamo valtzer! Non [...]
[...] , profumate, splendenti di gemme; su quella folla dorata che faceva il più vivo contrasto con quella brutta, cinica, briaca, cenciosa, che [...]
[...] l'accompagnava, quello sguardo fu d'odio immenso, indicibile, e anche di feroce vendetta. – Abbasso gli aristocratici! – gridò egli, Pietro, il giovane [...]
[...] ; finalmente si fece venire il picchetto di Guardia Nazionale ch'era alla porta. In questa una fischiata solenne e generale, partita dai palchi, sembrò [...]
[...] , nè Guardie Nazionali badarono a quell'uomo che usciva, a quella jena assetata di vendetta, che spingeva in avanti il collo anelante come un [...]
[...] braccio del conte, come per farsene schermo. Pietro aveva avuto uno sguardo, un solo, per lei; il coltello gli era caduto di mano; poi era fuggito [...]
[...] egli, correndo all'impazzata pel Molo. Si fermò sull'ultimo limite di questo, quando non vide più dinanzi a sè che il mare bruno ed immenso [...]
[...] riflessi fosforici; su quelle stelle che splendevano sulla sua testa... Due o tre volte avanzò il passo verso quell'abisso che poteva inghiottire la [...]
[...] allorquando gli era parso che il suo cuore si fosse spezzato: – quali diritti ho io al suo amore, alla sua attenzione, fin'anche?... Io, Pietro [...]
[...] che dava alla sua vita, di quell'espiazione che s'imponeva del passato, della speranza che gli brillava negli occhi ridenti, guardò il cielo [...]
[...] darle la lieta notizia, mescolando le sue lagrime a quelle di gioia di lei, che ritrovava il figlio suo; e dandole la sola spiegazione della [...]
[...] lavorava con un entusiasmo quasi accanito, con una lena che soltanto poteva dargli l'esaltazione in cui si trovava; e fece passare tutto il suo [...]
[...] *** e colla signora condusse il discorso sino alla contessa. – A proposito, che n'è di lei? domandò. – Credevo che lo sapeste, voi suo [...]
[...] Parecchie settimane dopo, in Napoli, ad una delle serate che dava il barone di Monterosso, noi ritroviamo Narcisa, accompagnata dal marito e dal [...]
[...] giovanotto ufficiale di cavalleria negli Usseri, che abbiamo incontrato con lei a Catania. Il sottotenente, che apparteneva ad una delle più [...]
[...] , accerchiate da uno stuolo di cortigiani. Il barone di Monterosso venne a complimentare la signora contessa R***, e a dire anche due parole [...]
[...] una celebrità in erba dunque? – Sì, signora contessa: una celebrità che nasce, ma in mezzo ad una splendida aurora. Il suo dramma è stato [...]
[...] Fiorentini, – disse la dama, – stasera mi presenti il suo protetto; lo pregherò di passare da me le sere in cui ricevo. Il barone s'inchinò [...]
[...] sera. Verso mezzanotte il barone si avvicinò di nuovo al divano ove sedevano Narcisa e la contessa, accompagnato da un giovane alto e bruno, di cui [...]
[...] permetta, signora contessa R***, – disse il barone con il garbo di un uomo di società, – che abbia l'onore di presentarle il signor Pietro Brusio [...]
[...] , il giovane autore di cui le feci parola. Pietro s'inchinò in silenzio, mentre la dama originale l'esaminava con tutta flemma, attraverso gli [...]
[...] occhiali, dal capo alle piante, e gli faceva i complimenti d'uso. Anche Narcisa esaminava il nuovo arrivato con una curiosità che andò a finire [...]
[...] nella maggior sorpresa. Ella stentò a riconoscere il giovane incognito che a Catania incontrava ad ogni passo, divorando degli occhi il suo [...]
[...] che dà la giovinezza e l'avvenire, quando si affaccia ridente; il suo vestito irreprensibile sviluppava la forte e maschia eleganza del corpo; si [...]
[...] che l'altiero portamento della fronte, ch'egli non avea saputo rendere grazioso in quel momento come il sorriso a cui aveva forzato il suo labbro [...]
[...] stringeva la mano. Il cerchio degli ammiratori di lei gli si affollava d'attorno, e lo guardava con occhio invidioso. Tutt'a un tratto ella lo vide [...]
[...] diventar pallido come un cadavere, e dirizzarsi sulla persona con un movimento macchinale che non seppe padroneggiare; e ciò fu quando il barone [...]
[...] (che era rimasto al suo fianco frapponendosi fra di lui e Narcisa) si allontanò. Pietro aveva veduto la contessa di Prato, alla quale il [...]
[...] sorpreso, arricciandosi le basette. Egli fu freddo, distratto, impacciato tutto il tempo che rimase a discorrere colla donna celebre. Quando questa [...]
[...] contessa, giammai in tutta la mia vita potrò compiere un lavoro come quello che scrissi in otto giorni, e al quale il pubblico ha avuto la bontà [...]
[...] questo dramma come parto del suo ingegno, ma piuttosto... – Del cuore? – interruppe il giovane: – sì, signora! – Ella ha ragione: in un momento di [...]
[...] non sia il suo Gilberto. – Chi lo sa?... E lo sguardo del giovane, che s'inchinava per allontanarsi, incontrò quello di Narcisa fisso su di lui [...]
[...] con un'espressione che dimostrava più della semplice curiosità. Si ordinavano le coppie per un valtzer; e l'ufficiale venne a presentare il [...]
[...] suo braccio a Narcisa, che vi abbandonò il suo corpo flessibile, splendida di tutta la sua strana bellezza; coi capelli, intrecciati di perle [...]
[...] , cadenti sulle spalle bianchissime e vellutate; col bel seno anelante sotto il velo ed il merletto 76 che lo copriva; col suo sorriso indefinibile [...]
[...] s'intrecciavano ai suoi capelli, e il volume di questi fossero troppo pesanti per quella piccola testa; presentendo nello sguardo sorridente e [...]
[...] scintillante tutto quel torrente d'impetuose voluttà che il valtzer, questo ballo degli innamorati, dovea darle; come appoggiando tutti i delicati [...]
[...] tesori del suo corpo al braccio del suo cavaliere per trarne quella foga d'esaltazione che la musica, l'eccitamento, il contatto del corpo dell'uomo [...]
[...] silfide, che librava, direi, le ali coll'espressione del suo sguardo, per abbandonarsi a tutto il trasporto di quel ballo. Le coppie [...]
[...] cominciarono a girare; la musica eseguiva il Bacio di Arditi. Dopo il primo giro, quando la contessa si fermò, anelante, come cullandosi al braccio del [...]
[...] suo splendido cavaliere, sfiorandogli un'ultima volta il viso coi suoi capelli; colle guance accese, il petto anelante, gli occhi umidi di [...]
[...] ricominciare? – le susurrò all'orecchio l'ufficiale passandole il braccio attorno alla vita da bajadera. – È inutile... mi sento stanca... Non ballo pi [...]
[...] fila sul proscenio. Il sipario non era ancora alzato e la sala era affollatissima. La contessa recava in mano un magnifico mazzo di viole bianche [...]
[...] che posò sul parapetto insieme all'occhialetto. Il dramma fu recitato in mezzo ad una di quelle ovazioni che sembrano strappate agli [...]
[...] che si levava gridando il suo nome, in mezzo all'inebbriamento di quell'ovazione quasi delirante: uno sguardo che andò a posarsi su di un [...]
[...] palchetto di proscenio al second'ordine. Egli vi vide la contessa... verso della quale si chinava sorridendo il biondo giovanotto dalla brillante [...]
[...] , dopo l'ultimo atto, approfittando del tempo in cui il conte era uscito per fare ordinare la carrozza dal jokey che aspettava sul corridoio [...]
[...] colui con il supremo disprezzo degli uomini di spada. – Eppure quest'uomo è celebre! – aggiunse la contessa avvolgendosi nella sua vespertina [...]
[...] ridendo il sottotenente, poichè non sapeva se dovesse prendere la cosa sul serio, sebbene l'espressione affatto nuova della contessa gli desse [...]
[...] molto a pensare. – Ha però sempre il merito della franchezza! – replicò con tutta flemma Narcisa: – quest'uomo io l'amo... poichè la sua [...]
[...] l'indomani, ancora sotto questa impressione, scrisse il seguente 80 biglietto a Narcisa – sarcasmo pungente ed amaro velato dalla forma più delicata [...]
[...] considerazione, ecc.» Suggellò il biglietto, dopo averlo firmato, aspettando con impazienza l'ora convenevole per ricapitarlo. Bisogna [...]
[...] dire che il giovane, esagerando la sua suscettibilità, scrivendo quella lettera di orgoglioso rimprovero sotto le frasi gentili, cedeva ad una [...]
[...] presentato. A mezzogiorno suonò, e disse al domestico che comparve, consegnandogli la lettera ed il mazzo: – V'informerete dalla servitù del signor [...]
[...] , – aggiunse in ultimo, accentuando la parola. – Ascoltate... – disse quindi, mentre il servitore stava per uscire, esitando tuttavia a proferire [...]
[...] aspettatela. Attese con ansietà febbrile i tre quarti d'ora che il domestico impiegò a ritornare colla risposta. Finalmente l'udì sulle scale e [...]
[...] titolo Conte di Prato in litografia, c'era scritto a mano: Prega il sig. Brusio di far trovare alle 8 due suoi amici al Caffè d'Europa. – Un duello [...]
[...] è perchè il signor conte spieghi la personalità sino a sfidarmi per un mazzo rimandato... a meno che... Rimase pensieroso alcuni secondi, senza [...]
[...] compire la frase, girandosi il biglietto fra le dita. – Non importa; – disse quindi riscuotendosi; – quest'uomo è destinato; io lo ucciderò [...]
[...] di Prato e venivo a pregarvi della vostra assistenza. E raccontò ai due amici il fatto della mattina che avea causato la sfida del conte [...]
[...] . – Le condizioni? – domandò il barone. – Vi dò carta bianca; l'appuntamento è per stasera, alle otto, al Caffè d'Europa. Vi prevengo soltanto che [...]
[...] – Diavolo! – esclamò il barone, – l'affare sembra più serio che io non mi fossi immaginato. Il conte è furioso, a quanto pare; ed ha proposto [...]
[...] pistole appoggiate sullo stomaco per quel povero mazzo che c'entra quanto un pretesto?!... Il conte è irritatissimo per l'assiduità che spiegaste [...]
[...] nel far la corte a sua moglie, per cui la seguitaste da Catania a Napoli; e si è servito di questo pretesto per sfidarvi onde evitare il [...]
[...] rumore. – Vi assicuro che non ho ancora l'onore di essere conosciuto personalmente da quella signora... – Il conte però sembra che vi conosca molto [...]
[...] bene... A domani! A mezzanotte Brusio rientrando trovò una lettera che il cameriere gli disse aver recato due ore avanti una giovane assai [...]
[...] elegante, che erasi annunciata per la cameriera della contessa di Prato. Egli aprì con febbrile impazienza la lettera profumata, della quale il [...]
[...] bellissimo carattere inglese era tracciato con mano incerta e vi lesse: «Signore, «Il conte l'ha sfidato. – Le condizioni di questo duello sono [...]
[...] delitto. 83 «A Napoli si è molto parlato del suo scontro di un mese fa con un giornalista il quale ancora guarda il letto; si dice ancora che [...]
[...] ella è un terribile tiratore; il conte anche lui possiede questa sciagurata destrezza... E questi due uomini, che si odiano a morte, andranno [...]
[...] ! signore!... lo ripeto: questo è delitto!... questo è il più spietato assassinio legale!... O il conte resta ucciso ed io avrò il rimorso di [...]
[...] invoco questa memoria per scongiurare tale disgrazia... Questo duello non deve aver luogo! Si ritratti, signore; il conte accetterà le sue più [...]
[...] semplici scuse, e le basterà di fare il primo passo perchè egli le venga incontro a stringerle la mano. Se ha una madre pensi a questa madre, se ha [...]
[...] un'amante pensi all'amante, signore... e farà il più nobile sacrifizio che amor proprio d'uomo possa fare evitando questo duello. Narcisa [...]
[...] per contro rinvenne la moglie che supplicava il duellista famoso per la vita del marito; egli non vide, non seppe scorgere tutto ciò che [...]
[...] fatto la sua speranza, come se avesse cercato interpretare tutto il senso di quei puntini che la seguivano, e trovarvi quello 84 che il suo [...]
[...] cuore voleavi vedere; ma quei puntini potevano anche nascondere, come spesso, il nulla. Se Narcisa gli avesse scritto semplicemente: Pietro, non [...]
[...] uccidete mio marito, ritrattatevi: egli non si sarebbe ritrattato, ma non avrebbe neanche fatto il passo che fece, rimandandole la lettera, come [...]
[...] parvero la completassero, e ne fossero la degna risposta, mormorando fra i denti stretti dal sarcasmo: – Ah! costei ha paura che io le uccida il [...]
[...] marito!... costei si rivolge al giovane di Catania, e ne accenna la memoria, come si farebbe di un balocco ad un fanciullo per ottenere il suo [...]
[...] può amare – e questa donna mi chiedesse una viltà – io la negherei a questa donna. – Alla signora contessa di Prato posso assicurare che il [...]
[...] ciò, malgrado i torti che si figurava aver ella verso di lui, da farle il sacrifizio della vita senza neanche pensarci, senza neanche farglielo [...]
[...] alla contessa di avervela io data nel punto di montare in carrozza. Fate avanzare. – La carrozza! – gridò il cameriere. I briosi cavalli lo [...]
[...] terreno, al Vomero, vi trovarono il conte coi suoi due padrini; tutti si salutarono levandosi i cappelli. – I signori hanno da offrire [...]
[...] ritrattazione da parte del loro primo? – domandò uno dei testimoni del conte a quelli di Brusio. – No, signore; – rispose breve il barone. Colui [...]
[...] sembrò sorpreso, poichè era forse prevenuto dalla contessa di aspettarsi tutt'altro, e cominciò a misurare il terreno d'accordo cogli altri [...]
[...] dal più coraggioso, o dal più arrabbiato, che approfittando dell'eventuale cattivo esito dell'avversario, può venire a fare il suo colpo a 15 ed [...]
[...] è novizio, nè inesperto, fermo al suo posto (dopo aver mirato un momento con freddezza) avea tratto il suo colpo, il quale avea spezzato un [...]
[...] ramoscello, che sorpassando il muro del giardino, a cui volgeva le spalle il conte, si stendeva sulla testa di quest'ultimo. Il conte (che si era [...]
[...] fermato dopo tre o quattro passi, facendo l'atto di chi prende la mira più accuratamente per tirare, onde prevenire il giovane) rassicurato dal [...]
[...] 20 passi; la palla andò a scalfire il braccio sinistro di Brusio. 87 – L'onore è salvo! – gridarono i padrini. Il conte, salutò, e andò a [...]
[...] da cinque minuti, e che mostrava aver molta fretta di vederla; – disse il cameriere a Brusio, appena questi fu di ritorno. – Ha detto il suo [...]
[...] m'abbia conosciuto; – gli disse, – e avrà la bontà di perdonarmi se ho rischiato d'essere importuno per affrettarmene il piacere. – Io non [...]
[...] involontariamente. – Cui ella ha salvato il marito rischiando la vita. – Io? No! sono stato sfortunato: ecco tutto. 88 – So che a trenta [...]
[...] sostanza: Io non mi ritratterò, ma posso assicurare la signora di Prato che non le ucciderò il marito: Se la contessa avesse avuto la bontà di [...]
[...] se ella m'intende. – Non molto, veramente. – Eppure è sì chiaro! – aggiunse il vecchietto con un sorriso malizioso. – È adorabile quella [...]
[...] rappresentava il suo ***; cosa che il conte ha preso in mala parte, per cui n'è seguito lo scontro di stamattina... Quello di più delicato, che la contessa [...]
[...] non volle, non seppe nascondermi, è che ella stessa avesse fatto pregare lei, signore, di venire ad un accomodamento, onde il sangue non fosse [...]
[...] che volessero dire quelle parole: Alla signora contessa di Prato posso assicurare che il conte, suo sposo, non correrà alcun pericolo: e che la sua [...]
[...] son 90 corso a ringraziar lei di cuore, a stringerle la mano per la contessa e per me, essendo sicuro di prevenire il desiderio della signora [...]
[...] ferita al braccio non può chiamarsi una disgrazia) e che io, dopo aver fatto il possibile per venire all'aggiustamento che ella mi raccomandava [...]
[...] volerlo, le avesse reso un servigio che sarà male accolto dalla signora. – Male accolto!?.. e perchè? – Giacchè il conte n'è uscito illeso [...]
[...] quell'uomo che ha avuto la scortesia di rifiutarvi un sommo favore (poichè non è provato ch'io abbia risparmiato il conte) e che è andato a [...]
[...] scaricare la sua pistola contro il petto di vostro marito? 91 Il vecchietto rimase un momento confuso, come colpito da quella riflessione; ma [...]
[...] desolatissima se il minimo accidente le fosse accaduto... L'ho udita con questi orecchi esclamare, torcendosi le braccia: Mio Dio! se quel giovane [...]
[...] rendere a lei un servigio... di farle un buon ufficio presso quella signora... io le darei un attestato di quanto ella ha fatto per scongiurare il [...]
[...] persona, ed io le sono devotissimo anima e corpo. Senza aspettare che il suo interlocutore fornisse il compito dei suoi enfatici ringraziamenti [...]
[...] questo perdono ai suoi piedi». 92 Piegò il foglio e fece mostra di rimetterlo così aperto all'amico della Prato. – Non occorre di suggellarlo [...]
[...] faceva fare a quel seduttore di 58 anni. A mezzogiorno il conte rientrò in casa e domandò della moglie: – La signora contessa è uscita in carrozza [...]
[...] ; – rispose il suo cameriere. – Uscita diggià! – esclamò il conte con qualche sorpresa. – Ed ha lasciato pel signore questo biglietto. Il [...]
[...] conte non dissimulò un movimento di collera, ed esitando ad aprire la lettera, disse bruscamente al domestico: 93 – Va bene! lasciatemi. Il [...]
[...] donna volubile e galante, appassionata ed impetuosa. Quasi nell'ora istessa un elegante calesse si fermava dinanzi il portone di una graziosa [...]
[...] . Nell'anticamera, ad un domestico che incontrò, la donna domandò se il signor Pietro Brusio era in casa. – Sì, signora; ma non è visibile, poichè [...]
[...] ripassare verso le sei, o di lasciare il suo biglietto; poichè quando è nel suo gabinetto il signore non vuol essere disturbato assolutamente [...]
[...] -biglietti una carta di visita e piegandola: – ditegli che aspetto. Non vi sgriderà certamente per questo. Il tuono di sicurezza e di superiorità [...]
[...] in sala, – diss'egli sollevando la portiera di un uscio; – il signore ci sarà a momenti. Per giungere al salotto si attraversava una piccola [...]
[...] spiaggia incantata della Marinella che ha il bel golfo di Napoli per orizzonte, e in fondo Capri e Sorrento. Quella specie di stufa, dove vegetavano le [...]
[...] più belle piante esotiche, circoscriveva come in una atmosfera separata dalla città clamorosa, il salotto ed il gabinetto da studio che vi era [...]
[...] contiguo. I rumori esterni sembravano estinguersi sulla sabbia finissima del viale, come il più lieve alitare di vento moriva sulle grandi [...]
[...] foglie di quelle piante immobili nelle loro masse svariate. Il salotto era addobbato con lusso; ma quel pensiero tutto originale che avea disposto [...]
[...] lo stanzone dei fiori prima di giungervi, e il giardino sulla terrazza, sembrava aver presieduto nei minimi dettagli alla situazione di tutti [...]
[...] sfumature voluttuose che tanto piacciono alle signore galanti; il passo si arrestava sui tappeti vellutati, come se temesse 95 di destare un'eco [...]
[...] che potesse strappare dalla deliziosa preoccupazione che faceva nascere quell'atmosfera. Il cameriere scomparve senza far rumore per uno degli [...]
[...] tavolino da albums, piccolo capolavoro nel suo genere; subendo anch'essa, senza accorgersene, il fascino che esercitava sui sensi quel luogo [...]
[...] , vestito del rigoroso abito nero, come se volesse dare a divedere di apprezzare tutto il valore della visita che riceveva; ancora pallido, ma di [...]
[...] quel pallore che ci fa brillare gli occhi, quando la gioia troppo potente della felicità sembra chiamare al cuore tutto il sangue. Una benda di [...]
[...] seta gli teneva al collo il braccio sinistro. Un momento però egli sembrò ondeggiare indeciso, mentre fissava i suoi occhi scintillanti su quel [...]
[...] quegli occhi che lo fissavano del loro sguardo più bello, mentre il sorriso più dolce errava sui labbri di lei. Come se avesse temuto di rompere [...]
[...] : – Non ci sono per nessuno. Quando vi voglio suonerò. Andate. Non si udì sul tappeto, molto spesso, il passo del cameriere che si allontanava [...]
[...] . Ella, nella sua positura da sirena, lo fissava sempre senza parlare. 96 Il giovane non pensava neanche a proferire la più semplice formola [...]
[...] sorriso. – Non ha ella rischiata la vita per me, perchè io venga a rischiare quelli che il mondo chiama riguardi per lei?... Gli stese la [...]
[...] destra, dopo essersi tolto il guanto; egli esitò a prendere quella mano, che forse, per fargli provare in tutta l'intensità il brivido del suo [...]
[...] contatto, gli si metteva nuda fra le sue. – Ho ricevuto il suo biglietto dal signor Briolli. Se lei ha molto a farsi perdonare, io ho molto a [...]
[...] della tacita ammirazione con cui il giovane si teneva quella mano sulle palme, e, arrossendo impercettibilmente, fece un movimento per ritirarla [...]
[...] contessa riprese: – Uno dei testimoni di mio marito, il signor Briolli mi ha fatto conoscere tutta la generosità della sua condotta... Se io [...]
[...] ... – Non mi parli di ciò! – interruppe quasi brusco il giovane, come se avesse temuto di destarsi. – Noi abbiamo torti reciproci, – aggiunse [...]
[...] – Confessatelo allora; forse vi verrà perdonato. – Contessa!... – È molto grave adunque perchè non abbiate il coraggio di questa [...]
[...] confessione? – Le vostre parole me lo danno; io ho commesso l'indegnità d'insultarvi rimandandovi il mazzo e l'anello, e poco fa anche il biglietto [...]
[...] , quando paragonavo il suo stato a quello di coloro che mi amavano come lui ma che potevano dirmelo o almeno provarmelo, aspirare almeno ad un mio [...]
[...] veduto che me creandola, prendermi la mano, sorridendo del suo triste sorriso, e farmi passare in rassegna il suo cuore coi suoi palpiti, le sue [...]
[...] susurrò, quasi sulle labbra, colla sua voce più bella e più carezzevole: – Son venuta a vedere il tuo gabinetto da studio... Pietro... Quel [...]
[...] braccia, come un caro fanciullo, e la divorò dei baci, singhiozzando in un sublime delirio: – Tu sei il mio Dio! ed io non avrò mai forza per amarti [...]
[...] come vorrei!!!... La portiera ricadde ondeggiante dietro di loro. Pochi giorni dopo, verso il tramonto, due giovani che s'avvincevano colle [...]
[...] terrazza, guardavano il sole che tramontava dietro quel mare azzurro che si stendeva immenso 101 ai loro piedi ed ove si specchiavano Ischia e [...]
[...] ... malgrado che io chiuda gli occhi, malgrado che io torturi disperatamente il mio cervello, per crederlo, che ciò che io provo di sì immenso [...]
[...] sogno della mia fantasia, come ti sognai nel mio dramma... e ti sognai delirante, stringendomi la testa infuocata fra le mani, premendomi il cuore [...]
[...] passeggio, al braccio di un altr'uomo, fra l'ammirazione di quanti la vedevano, facendo palpitare il mio cuore col fruscio del suo strascico sulle vie [...]
[...] stancai a vedere dalla strada, per due mesi intieri, sotto la sua casa, ascoltando il minimo rumore che mi venisse da lei, che mi accennasse la sua [...]
[...] presenza facendomi trasalire;... che quella donna che proferì quelle parole... quella notte... dal verone;... che mi torturò il cuore colle note [...]
[...] strillanti del suo valtzer, quando mi parve che il mio cuore fosse rotto;... che quella donna ch'io non osavo avvicinare per non rompere il 102 [...]
[...] cerchio luminoso che la circondava d'aureola, per non rapirle un atomo di quella atmosfera profumata della quale si circondava, che faceva il [...]
[...] pianoforte le note di quel valtzer che m'inseguirono spietatamente quando fuggivo delirante come se fuggissi il cuore che sanguinava dirotto; bisogna [...]
[...] che io mi segga su quel marciapiede, colla fronte fra le mani, come allora; e che io ascolti lo stormire di quegli alberi, il suono di [...]
[...] quell'orologio, il murmure lontano di quel mare, il fruscio della tua veste;... e che io vegga il lume che rischiara la tua camera;... e che la tua voce [...]
[...] , 15 mesi fa, quando seguitavamo quella sconosciuta, della quale cominciavo a subire il fascino inenarrabile, tu mi avessi detto: – costei, per [...]
[...] donna che ha il sorriso ammaliatore, gli sguardi inebbrianti col loro raggio pacato, le promesse più affascinanti nel suo voluttuoso abbandono [...]
[...] tutta un fremito di voluttà, io li ho sentito palpitare fra le mie braccia... Essa è vissuta sotto il mio tetto; ha passeggiato al mio [...]
[...] arcani e misteriosi; è la voluttà con tutti i suoi sussulti più ardenti; è il delirio con tutti i suoi sogni più febbrili. Io non arriverò mai [...]
[...] rasata e candida si posa sulla fronte; e quando quegli occhi fanno passare nei miei baleni di quest'amore che al primo urto scintillano come il [...]
[...] cozzo di due spade, e che inebbriano come un veleno. «Questa donna che vivea pei piaceri, della quale il lusso era il bisogno come l'aria è [...]
[...] il bisogno dell'uomo, questa donna non esce più quasi mai; rifiuta tutti gli inviti; si alza all'alba, per venire ad appoggiare la sua testa [...]
[...] sulla mia spalla, mentre io lavoro; per venire a spargermi il tavolino di fiori ch'ella ha colti per me... per dirmi di quelle parole che ella sola [...]
[...] le sempre nuove sensazioni che costei mi faceva provare, in quell'ora, seduta accanto a me sui cuscini della carrozza. «Noi lasciavamo il [...]
[...] calesse per correre, di notte, come fanciulli, tenendoci per la mano, sedendoci a terra quando eravamo stanchi. 106 «Il sole ci sorprendeva spesso [...]
[...] come quella di una farfalla, sfidava i pericoli della corsa, superando gli slanci impetuosi di Arbek, il mio focoso cavallo, con tutta la [...]
[...] tetto... ho veduto la sua camera... Qual camera! se la vedesti, Raimondo!... «Un uomo che non avesse mai conosciuto Narcisa ne immaginerebbe il [...]
[...] severo e più diafano il colorito, veli dappertutto, e fiori, e un profumo appena sensibile, ma molle, delizioso: il profumo della sua pelle [...]
[...] felicità che il Paradiso non mi potrebbe mai dare, ho un pensiero che mi è quasi terrore, che mi agghiaccia il bacio sulle labbra... e ciò [...]
[...] per farmi perdonare il mio lungo silenzio fra le sue braccia. Addio, addio! Narcisa mi chiama; domani forse ti scriverò più a lungo. Il tuo [...]
[...] Pietro.» ––––––– Sig. Raimondo Angiolini – Siracusa. Aci-Castello, *** Novembre 186* «Signore, «Pietro mi ha parlato sì spesso di lei, che il [...]
[...] son sola... e non ho nessuno a cui aprire il mio cuore; per mezzo di cui far pervenire, in queste memorie, i miei ultimi ricordi a lui! «Qual [...]
[...] triste quello che ho a dirle, signore!... Oh, è ben triste!... Io ho soltanto la forza di scriverne poichè è il solo conforto che mi rimanga, poichè [...]
[...] . Pensai che quest'uomo, di cui molte duchesse avrebbero fatto il loro amante, aveva passato quattro mesi sotto i miei veroni; pensai a quest'uomo [...]
[...] cui l'amore, ch'io gli aveva ispirato, aveva solcato le guancie ed elevato il cuore sino al genio... e l'amai... l'amai come mai avevo amato [...]
[...] , recava nel cuore tesori ineffabili di passione, in cui assorbiva tutto il mio essere. Quest'uomo per sei mesi, sei intieri mesi, mi formò una [...]
[...] vita di baci e di carezze. «Noi non uscivamo quasi mai. La sera ci recavamo sulla terrazza che guarda il mare e restavamo là spesso sino a giorno [...]
[...] la mia felicità. «Quando venne a stringermi la mano, quando udii il rumore della sua carrozza che si allontanava non potei frenare le lagrime, e [...]
[...] mi misi al pianoforte per distrarmi. «Mi venne sotto le mani il Bacio di Arditi, quel valtzer ch'egli mi fa ripetere sì spesso marcandone il [...]
[...] movimento coi suoi baci sulla mia testa. Quelle note mi parvero che piangessero, e chiusi il pianoforte con impazienza. «Lo aspettai al verone [...]
[...] sino a mezzanotte: non veniva ancora. Ebbi timore di lasciargli scorgere il mio affanno, se mi fossi lasciata trovare aspettandolo, e mi ritirai [...]
[...] nel mio appartamento. Presi un libro a caso, ma non potei leggerlo. «Verso le tre udii finalmente la carrozza che rientrava sotto il portone, e [...]
[...] i passi di lui sulla scala. Ma egli non venne a cercarmi. «Divorata dall'impazienza, suonai per domandare di lui. «– Il signore è ritornato [...]
[...] , – mi rispose la mia cameriera, – ma è rientrato quasi subito nelle sue stanze. «Non era venuto almeno, come faceva ogni sera, a darmi il bacio [...]
[...] della buona notte. 111 «Ebbi un istante il pensiero d'andare da lui, ma lo soffocai, colle mie lagrime, fra i guanciali. «L'indomani [...]
[...] che quelle parole fossero simulate. «No! non era possibile in lui... nel mio Pietro!... il più nobile cuore ch'io abbia conosciuto: era il suo [...]
[...] ogni giorno forze novelle per sopportarne la piena. «Il giorno che ci fu recato un invito per una serata che dava C***, Pietro mi disse [...]
[...] ?!... Sai bene che per me i godimenti che dà la società, il gran mondo, non hanno più attrattive... – gli risposi. 112 «– Bisogna forzarti; non [...]
[...] bournous bianco sulle spalle, di cui il cappuccio era tirato sulla testa: aveva il corpo svelto ed elegante, l'andatura molle ed incantevole, il [...]
[...] ne avvedessi. Sentii stringermi il cuore da una mano di ferro... Ti seguii trepidante, divorando degli occhi il tuo passo, i tuoi movimenti, il [...]
[...] allegre coppie che si aggiravano per le sale; ascoltando il suono di quella musica festante. Due o tre volte mi sembrò di vedere la tua figura [...]
[...] puoi vivere sempre come vivi!... «Quella vita che aveva formato il mio paradiso, adunque, quella vita che noi non avevamo vissuto che per amarci [...]
[...] lusso. «– Queste parole mi fanno male, Pietro! – supplicai stringendomi contro il petto il suo braccio. «– Perchè? – domandò egli sorpreso [...]
[...] nell'appoggiarmi al suo braccio, nel sentire palpitare contro il mio polso quel cuore che ancora palpitava per me. Tre o quattro volte alzai gli [...]
[...] contornava il suo tavolino, e dei quali spargevo le foglie sulla carta in cui egli scriveva; o, quand'egli lo voleva, andavo al pianoforte e gli [...]
[...] suonavo il pezzo che domandava. «Egli usciva sempre la sera per darsi un poco di distrazione, che le occupazioni assidue del giorno gli rendevano [...]
[...] attrattive, cercando avidamente il mio sguardo e il mio sorriso. Egli è troppo generoso e nobile per potermi parlare come mi parla e guardarmi [...]
[...] come egli lo fa se il rimorso di un altro affetto lo facesse arrossire. No! il mio Pietro è troppo elevato per scendere sino alla [...]
[...] dissimulazione... egli avrebbe piuttosto la forza brutale di abbandonarmi. «Eppure questa certezza, che per molte sarebbe una consolazione, per me è il [...]
[...] più crudele disinganno, perchè mi toglie persino la speranza dell'avvenire... Quello che scrivo mi scotta le mani, come mi brucia il cuore [...]
[...] ... Avrei sempre la speranza di riavere il cuore di Pietro che si allontanasse da me per un'altra donna, poichè egli dovrebbe, tosto o tardi [...]
[...] muoiono con essa... «È dunque morto il suo cuore per me... Dio mio?!... «No! egli mi ha parlato ancora di quelle parole, tenendo la mia mano fra [...]
[...] perdute che egli si rimprovera come una colpa sua, colpa che però non ha, di cui il pentimento gli dà la forza di stordirsi nelle mie carezze sino [...]
[...] , impaziente d'attendere più oltre, e andai a cercarlo dove sapevo trovarsi ogni sera. «Feci fermare il legno dinanzi al Caffè di Sicilia e mandai il [...]
[...] . Io gli strinsi la mano, poichè ero assai commossa, e non risposi. «La carrozza attraversò tutto il corso Vittorio Emanuele e prese la strada [...]
[...] d'Ognina. Fuori l'abitato volli scendere e prendere il braccio di lui. Il calesse ci seguì ad una cinquantina di passi. 118 «Entrambi [...]
[...] sentivamo di avere un penoso discorso da intavolare, che non avevamo il coraggio di incominciare, e che perciò ci faceva rimanere in silenzio [...]
[...] . «Provava il bisogno però di parlargli, di aprirgli il mio cuore; per averne la forza pensai alle sere istesse passate al fianco di lui... sere di cui [...]
[...] le rimembranze erano ancora palpitanti di piacere, e a misura che il mio pensiero le vedeva più vive, che il mio cuore batteva più forte, che [...]
[...] intieri mesi: gli amici, il mio avvenire, gli impegni assunti; anche una madre che adoravo, la più buona, la più santa fra le madri, che aveva [...]
[...] piegarmisi sotto. «– È giusto, – mormorai quindi a metà soffocata: – tua madre ha ragione!... «Ebbi il coraggio supremo di non piangere. Egli [...]
[...] . «E rimase muto... E non una parola di più... come se avesse temuto ch'io mi pentissi di ciò che gli avevo accordato. «Ripresi il suo braccio per [...]
[...] parole però mi perdettero. «Pietro non capì il vero senso appassionato, addolorato, ansioso, che dava loro il mio cuore in quello stato, proferendole [...]
[...] quelle fredde parole che soffocavano in lui il risentimento, che fa supporre per sempre l'amore, per esprimere la calma ed inflessibile decisione [...]
[...] della mente. «Mi sentivo morire, e caddi annichilata sul muricciolo accanto alla strada; Pietro mi diede il braccio, mi sollevò, e mi strascinò [...]
[...] penso a mente più serena, io non risento tutto il pentimento di quelle parole delle quali gli chiesi perdono a mani giunte, colle espressioni più [...]
[...] parole;... se il suo cuore non fosse stato morto per me, egli non avrebbe potuto prendere quella risoluzione. «Era finita dunque per me [...]
[...] , come se le parole avessero potuto illudermi, quando tutto parlava in lui chiaramente. «Passai una notte d'inferno, lacerando coi denti il merletto [...]
[...] dei guanciali inzuppati di lagrime. «Quando il chiarore incerto che penetrava dalle tende del verone cominciò ad oscurare il globo [...]
[...] d'alabastro della lampada da notte, mi alzai, ancora vestita degli abiti che indossavo la sera scorsa... Esitai un istante prima di tirare il cordone del [...]
[...] campanello: volevo illudermi ancora su tutta l'estensione della mia sventura. «– È alzato il signore? – domandai alla cameriera che veniva a [...]
[...] prendere i miei ordini. 123 «– Anzi Giuseppe, il suo cameriere, crede che non sia nemmeno andato a letto; poichè l'ha udito passeggiare tutta [...]
[...] , con triste civetteria; non volevo accrescere il suo dolore colle tracce del mio; volevo attaccarmi a lui con tutte le risorse di quell'eleganza [...]
[...] lume ancora accesso dinanzi, sebbene morente. «Oh, signor Raimondo, mi perdoni questi dettagli, sui quali insisto con il doloroso piacere che si [...]
[...] l'uscio aperto della sua camera da dormire vidi il letto scomposto, colle lenzuola lacerate e cadenti a terra, ed un cuscino sul tappeto accanto ad [...]
[...] dormito, Pietro... – gli risposi colle lagrime agli occhi. «Egli volse i suoi in giro per l'appartamento, quasi avesse voluto nasconderne il [...]
[...] disordine; li abbassò, e rimase muto. «Non aveva voluto confessarmi che ancor esso avea sofferto: sentii stringermi il cuore dolorosamente. «Venni [...]
[...] ad appoggiarmi alla sua spalla, come nei bei giorni in cui sentivo un brivido percorrerlo allo sfiorargli il volto coi mie capelli, e lo guardai [...]
[...] bacio commosso non aveva il febbrile trasporto di una volta, che gli avrebbe fatto stringere il mio corpo fra le sue braccia fino a soffocarmi [...]
[...] mia mano alle labbra. «Mi portai l'altra al cuore, per comprimerne i battiti, dei quali il rumore mi spaventava. «Oh, signor Raimondo... un [...]
[...] notturne... Siamo ai 28 di Ottobre, il 13 di Novembre partirai. «Speravo ch'egli soffocandomi dei suoi baci, avesse annullata la sua risoluzione [...]
[...] occhi in volto come cercandovi la spiegazione di quel desiderio; – e domani partiremo. Vuoi che usciamo assieme oggi? «Quella domanda fu il mio [...]
[...] in quel momento. «Mi voltai a cogliere un fiore da un vaso di porcellana per recare il fazzoletto alla bocca... Mi sentivo soffocare... Ebbi [...]
[...] appena la forza di mormorargli: «– No... no... grazie... Non uscirò tutta la giornata... «Io stessa non udii il suono di quelle parole... Forse [...]
[...] neanche egli le avrà udite... Uscii barcollando, operando uno sforzo supremo per dominare il mio dolore immenso, aggrappandomi alle tende che [...]
[...] incontravo per non cadere... Nel mio salotto caddi su di una duchesse, annichilata. 126 «Pietro passò al mio fianco tutto il giorno. Mi faceva una [...]
[...] ai limiti della commozione, senza il trasporto però della passione, di quell'amore caldo, cieco, irresistibile, quale egli me l'avea fatto [...]
[...] mie lagrime; soffocare gli urli disperati del mio cuore, perchè m'impedivano di vedere, di sentire come ogni ora di più il cuore di lui si [...]
[...] angoscia, ho letto chiaramente in quel cuore... troppo chiaramente, per mia sventura!... la sorpresa, la tristezza 127 di lui, direi anche il [...]
[...] , e non ritorna che a sera, stanco, spossato, come se avesse voluto nella stanchezza dei sensi addormentare il rimorso del suo amore perduto, e [...]
[...] ... «Qualche volta ho trovato l'indomani il suo fazzoletto e i suoi guanciali umidi: al sapore acre ho conosciuto che erano lagrime... 128 «Lui! questo [...]
[...] deliziosa, malgrado le ore crudeli che vi ho provate. Si dice che il dolore rende fosche le tinte più brillanti del luogo ove si prova [...]
[...] caro anche il dolore di quest'agonia che posso provare vicino a lui. «Nel momento in cui scrivo per parlare di lui, per illudermi con lui... sola [...]
[...] genio e di sentimento nel suo dramma, capì appena tutto il senso di quelle parole. «Mi diede il braccio, come per nascondermi il suo imbarazzo [...]
[...] , e mi accompagnò alla salita che precede l'ingresso della rocca «I muri della torre principale che guardano il paesetto, sembrano di [...]
[...] quale mormora il mare di un sordo rumore, e che fa venire le vertigini al solo guardarlo. «Pietro passò innanzi e mi porse la mano raccomandandomi [...]
[...] di non guardare il precipizio per non avere la vertigine; all'incontro io provavo un'affascinante sensazione nel mirare quella gola oscura, a [...]
[...] caverna, su cui l'assito che ci sosteneva si piegava sotto il peso dei nostri corpi scricchiolando. «– Se cadessimo qui, abbracciati! – esclamai io [...]
[...] , e che supponevo anche in lui. «– Quale pazzia! – mormorò egli stringendo il mio braccio, come per prevenire l'effetto di un capogiro, e [...]
[...] accelerando il passo, che avea reso ardito e sicuro, quasi per garantire la mia vita ch'eragli sospesa. 130 «Egli non ha detto: Che cara pazzia [...]
[...] !... Ha detto semplicemente: Quale pazzia!... «Ho veduto dalla sommità di quelle torri questo mare azzurro che si confonde con il ceruleo [...]
[...] Siracusa? – domandai poscia, come non accorgendomene, cedendo ad un intimo impulso. «Pietro mi additò un punto tra mezzogiorno e ponente, dietro il [...]
[...] Capo Passaro che si vedeva distintamente, ove dovea essere il suo paese natale. «– Perchè non mi conduci a Siracusa piuttosto? – gli dissi [...]
[...] mani, e rispose, dopo avere esitato un istante: «– Se lo vuoi... «– No! io non lo voglio... Ciò che io voglio è il tuo amore! il tuo amore [...]
[...] più lo vedevo allontanarsi da me... Un momento il mio piede si stese sul precipizio e la mia mano strinse più forte la sua per allacciarlo in [...]
[...] un modo che nulla sarebbe valso a rapirmelo mai più... «– No! no! gridò il mio cuore gemente: no!... ch'egli viva! ch'egli sia felice!... io [...]
[...] ... anche con un'altra!... 132 «Un'altra!... Ecco quell'idea terribile, sanguinosa, che mi ha attraversato il cuore come un ferro infuocato, e [...]
[...] pescatori su quelle onde azzurre come il cielo. «Quand'egli è solo, pensieroso, vicino a me... provo un momento di dubbio, d'incertezza... Mi pare [...]
[...] di quanto io l'amavo in quel momento; mi pareva impossibile ch'egli dovesse lasciarmi il dopodomani. «Egli baciava le mie mani, e sostava per [...]
[...] di una lusinghiera speranza; – ieri ti pregai di condurmi a Siracusa... con te... «Egli non potè più frenare il pianto, e scosse la testa [...]
[...] . «Quel silenzio durò cinque minuti. «Quando risollevò il volto fui atterrita dallo spaventevole pallore che copriva i suoi lineamenti solcati [...]
[...] mi fanno care le reminiscenze che non potrò dimenticare giammai, e che formano ora il mio inferno... Eppure, te lo giuro sul mio onore, io non [...]
[...] mi trovo colpevole... no!... che soltanto queste reminiscenze mi restino ora vicino a te... Tu hai il diritto di disporre di me, in tutto... Io [...]
[...] col soffiare su tutte quelle sensazioni che formavano il mio amore... che cerco invano da due mesi... e spegnerle per me. Nel tremito ardente [...]
[...] strada, ti vedevo al verone, ciò che formava il delirio dei miei sogni; che nei primi trasporti del possederti, quando mi pareva di divenir [...]
[...] apprezzarlo e cuore per perdonarmelo... come mi hai perdonato tutto quello che ti ho fatto soffrire da due mesi, che mi son rimproverato, e di cui il [...]
[...] vicino, che la stanchezza dell'animo non vincesse anche il desiderio ineffabile che ho di quest'amore... e che tutto questo tesoro di diletti [...]
[...] è più proseguire, soffocato dalla violenza della sua commozione; tenendosi il petto colle mani increspate da una violenta contrazione [...]
[...] amaramente tutta la disperazione del disinganno. 136 «No! lo sento... il suo cuore non può più rinascere per me! Egli tenta lusingarsi nelle [...]
[...] sue speranze... o piuttosto ha pietà di quello che soffro... «Quand'egli partirà!... Dio! Dio!... Quando non udrò più la sua voce, il rumore [...]
[...] ch'ei parta... «Riprenderò questa lettera all'ultimo istante per farla poi mettere alla Posta a Catania... Domani egli aspetta il suo amico, forse [...]
[...] avuto paura di questo mare burrascoso, di questi nuvoloni che fanno nero e triste il cielo, di questo vento che strappa le ultime foglie degli [...]
[...] lungo che ora sono stanca di piangere. Gli occhi mi bruciano; mi sembra che il petto si rompa... Dio! Dio mio! «Pietro mi sfugge, teme [...]
[...] pare di perdere la ragione!... mi pare di morire! «Ho urlato come una tigre; ho lacerato coi denti le lenzuola, le vesti, il fazzoletto; mi son [...]
[...] l'amo!... ma io l'adoro... come egli si spaventerebbe a provarlo, se lo potesse, quest'uomo che mi fugge!... che ha il cuore morto per me!... «Che [...]
[...] dinanzi... perchè io, da Lui che mi percuote, voglio il sonno... l'oblìo almeno!... «Dio! Dio!... pietà! pietà!... grazia!!!... 138 IX [...]
[...] pallore di cera, coll'occhio brillante di un inusitato splendore che avea dei lampi di felicità, vestita di bianco, il suo colore favorito, sebbene [...]
[...] , accanto a Pietro, nella sua attitudine solita; allacciandogli il collo con le sue belle braccia; figgendo avidamente gli occhi negli occhi di lui [...]
[...] il godimento sino al delirio... – Oh! Narcisa! Narcisa! – esclamava egli come un pazzo, – Narcisa di Napoli... di Catania!... t'ho trovata [...]
[...] tempo istesso che io provo questo godimento supremo, che mi comunica il tuo corpo da fata fra le mie braccia, non posso analizzarti col mio sguardo [...]
[...] braccia, baciandolo del suo bacio languido e divorante nella sua molle seduzione; e posò il suo viso sul volto di lui, mischiando i ricci dei [...]
[...] suoi capelli ai suoi... – Che hai, Narcisa? – le gridò Pietro spaventato dal freddo sudore di cui gli inumidiva il volto il contatto di lei. – Oh [...]
[...] suo sguardo. Pietro s'inginocchiò ai suoi piedi; ella ebbe il coraggio di cambiare in un sorriso la contrazione di spasimo dei suoi labbri [...]
[...] . – Suonami il valtzer... il Bacio... fammi contenta... Pietro esitava. – Ma che hai? Dio mio! sei pallida da far paura... – È nulla, ti dico... è [...]
[...] , verso il punto dove risuonavano quelle note festanti. Ella vi giunse, anelante di fatica e di piacere, e si aggrappò alla spalla di Pietro per [...]
[...] sfuggire. La pelle del suo viso si era fatta arida, e le vene cominciavano ad iniettarsi di sangue. Pietro, stordito, spaventato, afferrò il [...]
[...] cordone del campanello. – È giunto il signor Angiolini: – disse un domestico sulla soglia. – Presto! presto! che corra... soccorso! Ella muore [...]
[...] tempo in domande inutili, corse a lei, distesa sul divano, e le prese il polso. 142 Le pulsazioni erano deboli, lente, mancanti; osservò la pelle [...]
[...] arida, picchettata in alcuni punti delle braccia di bollicine incolori; il volto acceso e che cominciava a farsi livido; gli occhi fissi, che [...]
[...] !... – Un momento! Avrete almeno questo; – e spezzò il cordone del campanello, strappandolo con violenza. – Recate un bicchiere d'acqua e del [...]
[...] lascerò un minuto... Io sarò forte, Raimondo! Il medico si strinse con impazienza nelle spalle, e tentò di far bere a Narcisa il bicchier d'acqua [...]
[...] che gli avevano recato ove avea sciolto del sapone. Ella ne inghiottì avidamente due o tre sorsi, afferrando il bicchiere come se avesse voluto [...]
[...] parlando a sè stesso: – È l'oppio in forti dosi... Ora il delirio... dopo la coma... – Che sete! Dio mio, che sete! – mormorava Narcisa colla voce [...]
[...] animava come se contemplasse deliziose visioni che il suo occhio sbarrato e fisso poteva vedere soltanto. Ella mormorava frasi interrotte, appena [...]
[...] allora i suoi tratti esprimevano un immenso affanno... in cui ella mormorava: – Oh Pietro!... il valtzer!... il valtzer!... Pietro che aveva [...]
[...] braccia, perchè le braccia di lei potessero ancora circondare il collo di Pietro che non volevano abbandonare; e disse a Brusio che sembrava [...]
[...] istupidito: – Non c'è più che un miracolo che possa prevenire la coma, che possa salvarla; bisogna prolungare questo delirio per dare il tempo [...]
[...] lineamenti perdettero la loro rigida alterazione per esprimere il piacere più intenso che quel suono certamente le procurava o che determinava i [...]
[...] labbri si agitarono come per baciare; e il suo capo si avanzava tentoni come se avesse voluto incontrare quello di lui;... e la sua pupilla [...]
[...] difficoltà di proferire, il torpore della mente, l'inerzia delle forze, l'agonia insomma. – Pietro m'ami ancora?! 145 – Sì! sì! t'adoro [...]
[...] !... – singhiozzò egli tentando inumidire l'aridità di quella pelle coll'umido dei suoi labbri, di scacciare il torpore di quelle membra, la pesantezza di [...]
[...] il volto di lui per baciarlo. – Oh, no!... non ti ho mai amato come t'amo!... Narcisa!... Narcisa!... non mi abbandonare!... – Grazie [...]
[...] quella fisonomia. Finalmente sopraggiunse il sonno. Pietro rimaneva, com'ella l'aveva attirato rovesciandolo nella sua caduta, ancora [...]
[...] , orrenda. A pena il medico, colla mano sul petto di lei a numerare i battiti del cuore, potè discernere il punto in cui il sonno del veleno si [...]
[...] mischiò al sonno della morte. Pietro rimase istupidito come un pazzo; per un mese intiero. Il secondo rivide sua madre; poi gli amici. Un anno dopo [...]
[...] , e dissipando il più allegramente possibile lo scarso suo patrimonio. Misteri del cuore! 147 [...]
[...] ritiro. Come bella donna, bisogna dirlo, era agli sgoccioli; ma se la cronaca non mente, ella l'aveva fatta al tempo prima che il tempo, 8 la [...]
[...] facesse a lei, il che significa, ragazze , che se la Rosa Spiccorlai non aveva letto il Nuovo Testamento (giacchè leggere non era il suo forte [...]
[...] , presentava nell'espressione un complesso di malignità, di ignoranza, di istinti volgari, cui poco curavano i suoi ammiratori, paghi di vederle il [...]
[...] non accorgersene, ella ripeteva il detto con somma compiacenza, picchiando allegramente la parte incriminata. Si vede che la nostra gaia comare [...]
[...] mercanti di grassi e di salami, si era ritirata dagli affari in condizioni poco buone. 10 Carlo Spiccorlai, il marito, ex-pizzicagnolo [...]
[...] , toccava la settantina e lo si diceva il più grande originale del torso Garibaldi. Reso quasi impotente da una paralisi alle gambe, il vecchio [...]
[...] Spiccorlai se ne stava tutto il giorno disteso in un'ampia poltrona di pelle unta e sdruscita, col gomito appoggiato a un tavolino altrettanto unto [...]
[...] vedova di pedine; sovr'essa il suo strano proprietario passava le ore curvo, borbottando, e facendo segni cabalistici colle sue lunghe dita [...]
[...] sue facoltà mentali, amministrava la piccolissima sostanza che gli era rimasta, calcolando con esattezza da matematico il valore d'un centesimo [...]
[...] assente tutto il giorno, andava al teatro colle amiche o cogli amici vestiva di seta o di cotone, cantava o piangeva — indifferenza assoluta. 12 [...]
[...] Era allora che le vicine dicevano: Ah! costei porta proprio i calzoni. Il vecchio non vedeva nulla, non si immischiava di nulla. Soltanto in [...]
[...] due o tre occasioni culminanti della loro vita coniugale, il vecchio si era rizzato sulla poltrona, e puntando l'indice formidabile aveva detto [...]
[...] scivolate come ombre lungo i muri verdastri, lasciando sulle pietre umide la impronta delle loro mani. La disperazione, la malattia , il rimorso [...]
[...] — fors'anche il vizio — dovevano essere i geni 13 famigliari di quelle cupe e strette volte, di quei corridoi senz'aria e senza luce, di quelle [...]
[...] porticine basse, annerite, grumose, sulle quali quattro generazioni avevano deposto a strati e a croste il loro sudiciume e il loro sudore [...]
[...] gonne per poter scendere incolume l'orribile scala, il vecchio col naso applicato alle sbarre della finestra le gettava uno sguardo beffardo e [...]
[...] degli angoli bui, più vi era intorno a lui di bruttezza e di schifo il vecchio gongolava. Dalla specola della sua finestretta vedeva le macchie [...]
[...] fetore insopportabile; allora il vecchio non mancava mai di aprire la finestra. Litigi ne accadevano di raro. S'erano accomodati a quel genere [...]
[...] d'esistenza; lui si divertiva a vederla imbizzire — lei cercava altrove dei compensi. Durante una piovosa giornata d'ottobre , il portalettere [...]
[...] maledetta casa un tale Carlo Spiccorlai? Ohe! La domanda era rivolta alle grondaie gocciolanti e alle travi tarlate, ma parve l'udisse il vecchio [...]
[...] pizzicagnolo che aperse la finestra e cacciò fuori il suo naso adunco. — Cosa c'è? — Una lettera! — Vengo. Non furono scambiate altre parole; il [...]
[...] vecchio richiuse la finestra, il portalettere si rifugiò sui primi gradini della scala deciso a non andare avanti. Nè dovette aspettar molto [...]
[...] . Un passo leggero, un'ombra bruna, una scarna mano di donna che si allungò tremante e l'incidente ebbe termine. Il giovinotto uscì allargando i [...]
[...] ? Incominciamo dall'ombra. Carlo Spiccorlai era il maggiore di un numero straordinario di fratelli; fra lui e l'ultimo nato — una femmina — correvano [...]
[...] sembrò il virgulto di una timida betulla innestato al tronco di una quercia poderosa. Rimasta senza madre, ebbe a soffrire gli urti di tutte quelle [...]
[...] modo ad avere la terza persona della famiglia, un po' meno d'una serva, un po' più d'un cane. Il vecchio bisbetico non parlava con lei più che [...]
[...] colla Rosa, però non aveva per la sorella il ghigno beffardo che riserbava alla moglie; anzi qualche volta il suo piccolo occhio giallo la seguiva [...]
[...] , di tutto il suo orgoglio codardo. 18 A lei, bella e piena di salute, riuscì facilissima quella specie di superiorità fisica che impone [...]
[...] portentosa magrezza. Era molto facile a lei, donna e padrona, dare di ogni cosa il peggiore alla malcapitata parente — il pane raffermo, la minestra [...]
[...] acida, le lenzuola ruvide, il posto più disagiato; contraffarla, deriderla, dire che non sapeva vestirsi, nè muoversi, nè parlare; che pareva una [...]
[...] . Aveva attinte le sole consolazioni della sua mesta vita nei piaceri dello spirito; la sua mente era bella se poco leggiadro era il suo corpo, e [...]
[...] , alla volgarità maligna e brutale. Amarilli — anche il suo nome non andava 20 esente dai sarcasmi — piangeva in segreto e dimagrava sempre [...]
[...] mano! * Il vecchio aveva presa la lettera e la guardava sospettoso ed incerto. Amarilli commossa — i soggetti di commozione erano cosi [...]
[...] rari in quella famiglia — curiosa anche, dopo aver pronunciato: chi sarà mai! aspettava in silenzio. Ma il vecchio non aveva fretta. A settanta [...]
[...] 21 anni certe impazienze non si provano più — dovesse cadere il mondo, con un piede nella fossa che importa? Analizzò la scrittura, la carta [...]
[...] , il timbro: la depose, la riprese, era forse commosso anche lui, ma a capirlo bisognava essere bravi. Amarilli gettò un'occhiata inquieta verso [...]
[...] madre è morta stamattina; sono sola; sono povera; non conosco nessuno. Mi hanno detto che lei è mio parente; la mamma morendo, pronunciò il suo [...]
[...] nome. Posso presentarmi in sua casa? Posso venire a chiederle un asilo per il momento, finchè sarà decisa la mia sorte? 22 » Perdoni a una [...]
[...] su il vecchio ghignando — la contessina che chiede un pezzo di pane al vecchio pizzicagnolo rimbambito. Venga, venga la contessina! — Carlo, non [...]
[...] ridere su una tomba appena chiusa. Giovanna ha sbagliato lasciando la sua famiglia, ma che colpa ne ha la fanciulla? Il vecchio non l'ascoltava [...]
[...] . Si imaginava il gusto che avrebbe la Rosa nel trovarsi per i piedi una nipotina e rideva come un matto. Amarilli, avvezza a quegli strani modi [...]
[...] casa; combattuta fra il dolore e la 23 pietà, palpitante, smarrita, avrebbe voluto correre in traccia della dolente e dimenticava quasi che [...]
[...] foglio di carta e lo fece osservare timidamente al fratello. — Denari! Sempre denari! Voltati di là. — Dove? — Di là, verso il muro; non [...]
[...] guardarmi. Amarilli si volse. C'era sul muro un ragno dalle lunghe gambe acrobatiche che correva, correva su verso il soffitto. Amarilli guardò quel [...]
[...] ragno e sentì nel medesimo tempo un rumore secco, stridente. - Non voltarti! — gridò il vecchio. Passarono cinque minuti. II ragno ridiscese [...]
[...] dondolandosi a un lungo filo argenteo. Amarilli pensava ch'esso era molto felice, perchè il filo incominciato sulle travi cadenti di quell'antro [...]
[...] era uscita? Nel tavolino non si vedevano cassette, il vecchio non s'era mosso e non poteva muoversi; alla magia Amarilli non ci credeva, ma da [...]
[...] parte di suo fratello nulla poteva sorprenderla. Prese la carta, un po' riluttante. Carlo Spiccorlai, prevedendo delle obbiezioni, intuonò il suo [...]
[...] ; Amarilli lo stemperò con una goccia d'aceto. — Bada che lo sprechi! — gridò il vecchio. Scritta la lettera, Amarilli tremante per paura di un [...]
[...] rifiuto; chiese una busta. — Una busta?... Sciocchezze. Amarilli pazientemente soggiunse che il foglio lacero e friabile non poteva reggere al viaggio [...]
[...] due centesimi... Il vecchio prese tempo a riflettere. Amarilli si aspettava ch'egli dicesse ancora: «Voltati di là», ma invece disse: — Scendi [...]
[...] dal birraio e fatti prestare una busta; egli o sua moglie ne avranno. Sciolto così il problema ed evitata la spesa dei due centesimi, si presentò [...]
[...] assai più terribile quella del francobollo. Il vecchio non ne volle sapere, anzi andò in furia gridando: — Ci penserà lei, la contessina. — Per [...]
[...] avanti un argomento inconfutabile; ma suo fratello rispose asciutto: — Dunque non facciamone nulla! Se la povera ragazza avesse posseduto il valore [...]
[...] di un centesimo sotto la cappa del cielo, il francobollo era subito trovato; tuttavia la sua imaginazione vivace, aiutata dal fervido cuore [...]
[...] ?... Alcuni giorni prima la vicina le aveva offerto di guadagnare qualche cosa ricamando un grembialino per il suo bimbo; ma Amarilli, che [...]
[...] faceva tutto in casa sotto l'occhio inquisitoriale della cognata, non ardì accettare. Ora il caso era disperato. Pensò che facendosi anticipare pochi [...]
[...] soldi avrebbe comprato il francobollo e forse ne avanzava per provvedersi una candela e lavorare di notte. La moglie del birraio acconsentì [...]
[...] madre! 27 Ed ora sì il vermiglio della più calda emozione imporporava le guancie emaciate della zitella. Madre!... Questa parola santissima [...]
[...] capo la doppia aureola delle martiri cristiane — il raggio della fede e le stigmati del dolore. Era bella e sublime. * Voci rauche e discordanti [...]
[...] voluto ritardarsi il piacere 28 di fare andare sua moglie in tutte le furie, e le aveva raccontata premurosamente la novità della lettera. Se [...]
[...] ? Avrebbe avuto la compiacenza il signor Carlo Spiccorlai, di avvertirla fino in qual parte del mondo si estendeva la sua simpatica parentela? Cugini [...]
[...] peperone, tenendo coll'altra il cappello che s'era strappato violentemente dalla testa, 29 aveva tutta l'aria di voler slanciarsi sul vecchio; ma [...]
[...] scheletro batteva il tamburello sul tavolino. Non parlava. Che cosa avrebbe detto? Egli non era una sciocca femminetta da sfogarsi in contumelie; la [...]
[...] divertiva; faceva come il gatto che sta cheto e gode vedendo il topolino dibattersi fra le sue zampe. — Vecchio rimbambito! — urlava la Rosa [...]
[...] strana figura di vecchio mago, esclamò tra ironico e il giulivo; — Lascia aperto. La Rosa se ne vuole andare. Se io scrivessi un poema epico in [...]
[...] ottantasette canti, mi cadrebbe bene qui il paragone di una belva furiosa che alle prese con un'altra, se un innocente animale qualunque viene a [...]
[...] parlato al vecchio in favore di quella pettegola che doveva arrivare, ma quando si mangia il pane degli altri si dovrebbe avere maggior discrezione [...]
[...] che le braccia (?) delle lu- certole sono corte), altro che tirar fuori il fazzoletto per asciugare delle lagrime invisibili? O perchè non andava [...]
[...] lei colle sue belle frasi di poetessa a pagare tutti i mesi il conto del fornaio? Sapeva soltanto come si fa a regolare una famiglia, lei, di [...]
[...] soggetto, ma sempre nel massimo trasporto della collera, la Rosa variava piacevolmente il divertimento del vecchio cattivo che ghignava: 32 [...]
[...] lineamenti delicati, e la treccia dei tuoi ammirabili capelli neri ti ondeggia sulle spalle come una coda da cavalleggiero. Chi fu il barbaro che [...]
[...] del vecchio. Egli li lasciava fare, li lasciava ridere alle 33 sue spalle, ma dentro di sè diceva: riderà bene chi riderà l'ultimo. Il nipote [...]
[...] della Rosa era un giovinastro di professione commesso, ma di fatto quasi sempre ozioso. Lo avevano sopranominato il Moretto e teneva a fare [...]
[...] complimenti pepati e il suo modo spiccio di entrare in materia. — Con Renato almeno si sta allegri — diceva la signora Rosa, e Renato compiacente la [...]
[...] sollazzava in mille diverse maniere: facendo uscire dal naso il fumo della sua pipa, cacciandosi uno spillo nel polpaccio 34 Parte prima. delle [...]
[...] gambe e cantando con gesti analoghi: «Cicerinella aveva uno mulo.» Se si trovava in tasca qualche giornale - il giornalismo è la letteratura [...]
[...] matrona tripudiando e gongolando. — Il suo ampio petto si alzava e si abbassava, davvero, come il mantice di un organo, o se più vi piace, come [...]
[...] silenziosamente la mano. 36 Il maligno vecchio, guardando questa pantomima, pensò che il giovinastro doveva avere ancora dei debiti e dal fondo del suo [...]
[...] vita; non poteva staccare il pensiero dall'orfana giovinetta e se l'immaginava buona, cara, sensibile. 37 Rifece, di rimembranza in [...]
[...] terribile dove l'affetto non scendeva in campo che armato fino ai denti, e dove il sorriso anche più mite aveva sempre qualche cosa di ironico e di [...]
[...] seguire il suo amante — e aveva ancora davanti lo sguardo misto di compassione e di sprezzo 38 che Giovanna le aveva rivolto in risposta [...]
[...] della sorella, quantunque il cuore indulgente volesse assolverla, ed ora mille dubbi l'assalivano sul destino dell'orfana, frutto di quei [...]
[...] quante volte, Cenerentola di quarant'anni, aveva pianto fuggente sulle ali azzurre della speranza il suo ideale morto di consunzione! Perchè si [...]
[...] gruppo in gola; la sua immaginazione spossata si riscaldava di cento immagini giovanili e il volto sconosciuto di Editta le sorrideva come una [...]
[...] promessa di migliore avvenire. A due passi da lei Renato e la Rosa sghignazzavano oscenamente. Intanto il vecchio Spiccorlai guardava l'una e [...]
[...] quanto la circondava. Veniva a chiedere un pane in quella casa, lei, vestita come una dama! La Rosa non c'era fortunatamente, ma il sucido vecchio [...]
[...] immobile sulla sua poltrona l'aveva agghiacciata di spavento, e quelle mura, quella tristezza, quella miseria le avevano strappato il primo grido [...]
[...] involontario: — Qui?... oh mai, mai! — Donne... — incominciò il vecchio senza pur salutarla, ma una mano tremante 41 venne a cercare la mano [...]
[...] tanta vergogna nella voce di Amarilli che a sua volta anche Editta arrossì. Sciolse, con un sospiro, il gancio della mantellina e sedette sulla [...]
[...] sua valigia colla testa fra le mani. Dolcemente, in silenzio, Amarilli le si fece accanto. Portavano il lutto tutte e due — e in quella buia [...]
[...] di Amarilli una lieve ruga... Il braccio scarno della zitellona si era avanzato fino a cingere la vita flessuosa della fanciulla; i loro cuori [...]
[...] pauroso il brontolio del vecchio, interrotto a quando a quando dalle sue strane esclamazioni. Amarilli si alzò e chiuse l'uscio della cameretta [...]
[...] . Così erano proprio sole, la Rosa chi sa quando sarebbe venuta. Amarilli non ebbe 44 il coraggio di parlarne, sembrandole di anticipare un [...]
[...] sfortunato nelle sue intraprese, vedendo sempre il mondo attraverso le sue illusioni, e avendo delle illusioni rosee come l'alba. Buono, gentile, colto [...]
[...] madre ricamava nel vano di una finestra tutta ornata di fiori e i canarini cinguettavano nella loro gabbia dorata e il sole coronava splendidamente [...]
[...] giunse il prezzo di una delle sue opera. L'autore dei Miserabili 46 aveva probabilmente fame, i creditori lo assediavano, mancava di tutto [...]
[...] belle cose che per lui erano il maggiore dei bisogni; forse qualche volta il pane scarseggiava anche a loro... ma la poesia mai. Le creature [...]
[...] questo modo Editta uscì dall'adolescenza, e una giovinezza fulgida prometteva nuove gioie all'affetto e all'orgoglio dei genitori. Il poeta incompreso [...]
[...] ispirazioni. Intanto passava il tempo felice. Un giorno si pianse assai nella graziosa cameretta davanti alla finestra inghirlandata di viole — i [...]
[...] canarini non osavano cantare e il sole, il gaio sole, illuminava una ben triste scena. Vergy era morto, sorridente, nelle sue eterne illusioni! Da [...]
[...] Editta, vita intima, raccolta, elevata a pensieri nobili e gentili, vita in cui il sentimento predominava, vita da poeti e da innamorati, tra i [...]
[...] fiori e il cielo. 48 Si pensi l'orribile contrasto della casa Spiccorlai, dove non batteva mai il sole, dove non risuonava mai un bacio [...]
[...] , dove tutto era lurido, gretto, meschino. Editta ne fu talmente impressionata che ammalò. Ebbe la febbre. Il medico non venne, perchè in casa [...]
[...] alle sue cure, la fanculla risanò. — Voleva ben dire... smorfie; smorfie! — borbottava la Rosa. * Il vecchio, contro ogni abitudine, aveva [...]
[...] tentato di fare un discorso. Davvero. Appena Editta uscì dal letto egli l'apostrofò nei seguenti termini, senza preamboli: — Il consiglio ch'io [...]
[...] rimpianto dei cari esseri che aveva perduti, trascorreva le ore e i giorni muta, come trasognata. Il suo corpo era a Milano, pur troppo, nella immonda [...]
[...] ; anche quella era una povera esiliata, un'anima tolta alla sua missione di luce e d'amore, una stella creata per il cielo e caduta nel fango [...]
[...] portata nel cantuccio più lontano della stanza, sperando forse che una qualche parete si avesse ad aprire per inghiottirla, il galante 51 [...]
[...] lasciate che vi guardi, corpo di Dio! mi piacete... — scosse per aria le cinque dita della mano destra dopo essersi succhiato il mignolo con una [...]
[...] mimica espressiva. — Mi piacete, sacredieu! Eh? conosco il francese. — Andiamo! — aveva gridato la Rosa, facendo gli occhiacci; e Renato capì che [...]
[...] manifestarono il giorno dopo e i seguenti in mille modi ingegnosissimi. Stando seduti tutti insieme intorno al tavolo, Editta sentiva [...]
[...] gli sprezzi e le beffe di Renato, vide che c'era qualche cosa di peggio — il suo amore. * Parlare col vecchio Spiccorlai era cosa affatto [...]
[...] , bigliettino che Editta aveva raccolto colle molle e messo a bruciare sul fuoco come un ragno. Il vecchio rise molto, rise tanto che Amarilli [...]
[...] picchiava la scacchiera e rideva, rideva! Amarilli tentò commuoverlo narrandogli il passato di Editta, la sua vita placida, le abitudini signorili; fece [...]
[...] sacrifici pur che Editta avesse meno da soffrire. Fu eloquente, vera, magnanima. 54 Ma il vecchio rideva. Nel suo dispregio generale per le [...]
[...] al vecchio marito! Ma al contrario di tutti i mariti the si vendicano al momento dell'offesa o per lo meno in un breve tempo seguente, il [...]
[...] vecchio preparava una vendetta postuma e godeva nel portare giorno per giorno il suo sassolino alla fabbrica. La Rosa petulante nelle sue vesti di [...]
[...] seta gli passava accanto senza degnarlo d'uno sguardo, ma la guardava ben lui e forse pregustava il diletto che avrebbe provato la sua ombra [...]
[...] vagolando dopo morto intorno ai vivi disillusi. Non vaneggiava, no, non delirava il vecchio strambo quando lo si udiva ridere e 55 borbottare tra [...]
[...] midollo delle sue vecchie ossa — ed oh! quante boccaccie, quanti impeti d'ira repressi sconvolsero il bel volto della Venere di quarant'anni [...]
[...] febbrile la fanciulla riunì le sue poche robe sempre muta — guai se avesse parlato! — le balenava negli occhi tutto il sangue degli Spiccorlai. Due [...]
[...] lagrime intanto cadevano lente lente sulle guance della zitellona. Svaniva il suo raggio di sole, la sua speranza d'affetto, l'ultimo suo sogno [...]
[...] dirupo scosceso o un pantano pieno di nebbie, che noi anteponiamo ai giardini più ridenti. È per solito il paese, la collina, la valle, il dirupo [...]
[...] , il pantano che 58 abbiamo visto traverso il velo color di rosa dei quindici anni — è il luogo dove i nostri cuori si sprigionarono dalle [...]
[...] fasce dell'adolescenza e videro e sentirono e amarono per la prima volta. Quell'istante dolce e solenne in cui il bocciolo diventa fiore, quel [...]
[...] rumorose, le villeggiature eleganti della società 59 milanese, il treno si ferma ed io sola mi inoltro per i sentieri, bianchi fra due righe di [...]
[...] sasso un alberello e dove dai muri di granito piove l'edera attorcigliata in graziosissimi festoni. Il sole sembra giocare a rimpiattarello dietro [...]
[...] i cocuzzoli delle fitte colline, entro i boschi di abeti, giù per le stradicciuole che costeggiano i campi di vite e di grano turco; non è il sole [...]
[...] , ripercotendosi sull'erba fina e fresca. La ruota intermittente di un povero mulino, il passo di un asinello, il canto di un fanciullo rompono tratto [...]
[...] tratto la quiete, e l'eco che non si desta a quei brevi rumori conserva al paesaggio il suo tipo di calma, di serenità, di pace. Un poeta [...]
[...] vorrebbe andarvi per cantare e un filosofo per vivervi. Oltre l'Adda c'è un paese il cui nome 60 pare una dedica alle capre forse abitatrici una [...]
[...] volta di quei dirupi. Ora di capre non se ne vedono più; ma il nome resta e il paese si distende stretto e lungo come una tela posta ad [...]
[...] — appena qualche vecchia grinzosa distende i pannilini al sole o qualche rustica vergine delle mani incallite annaffia il fido garofano. Fuori del [...]
[...] paese corre in su una bella via ridente e giovane, saltando burroni e vallicelle, perdendosi sotto il frascame delle robinie e dei biancospini [...]
[...] il paese, fino a Cisano, dove il fraterno amore mutando nome, si uniscono pudicamente in matrimonio sotto l'arco di un ponticello e da quello [...]
[...] meraviglie ai suoi centomila lettori. Poeticissima, ma umile, senza effetti trascendenti, senza cascate, senza abissi, senza orizzonti. Il suo [...]
[...] sole profumando la valle. Al di sopra di questo piccolo mondo, che 63 vive fra i sassi, si innalza il gran mondo dei castani, dei pioppi, degli [...]
[...] . Il padre ricco, solo al mondo, senza 64 ambizione e senza desiderii, non vivea che per quella sua unica ragazza; punto bella, punto distinta [...]
[...] , priva d'ogni ingegno e d'ogni grazia, ma che per lui rappresentava il compendio delle perfezioni umane. Erano italiani e viaggiavano per svago [...]
[...] . Da vent'anni — che tanti ne contava la figlia — il padre non l'aveva mai abbandonata. Amici, relazioni, progetti d'una volta, abitudini [...]
[...] , inclinazioni, tutto egli aveva lasciato per lei. Il suo amore cieco e geloso, passivo come quello di uno schiavo, umile come quello d'un cane, si [...]
[...] molti, o erano così puerili e limitati che il padre non rifiniva di lodare la sua bontà e moderatezza. Un abito, un pasticcietto, dormir tardi la [...]
[...] lettera morta, e il padre, che pur non era volgare, che aveva passato la gioventù ben altrimenti che satollandosi di dolciumi, non 65 aveva [...]
[...] una ghiacciata di lamponi, avevano scambiato, il dolce nome d'amica. La ricca, brutta e goffa, ammirava l'eleganza innata della fanciulla [...]
[...] bella e distinta. La manìa di copiare Editta per rapirle il segreto delle sue grazie, la conduceva spesso nel modesto appartamento del poeta, e se [...]
[...] mutua stima, qualche cosa insomma che ne faceva un po' le veci. Durante la malattia di Vergy, il signor Bruno dimostrò interesse più affettuoso [...]
[...] povera di prima, Editta pensò che poichè il suo destino la condannava a mangiare il duro pane degli altri, meglio era guadagnarselo e acquistare [...]
[...] colle proprie fatiche il diritto di essere indipendente. Presa questa risoluzione repentina, violenta, com'era violento il suo carattere, e [...]
[...] cristallini, senza scintille, giravano lenti nell'orbita con una espressione di dolcezza sciocca. La bocca dischiusa, il labbro pendente [...]
[...] scoprivano i denti verdastri, guasti dall'eccesso dello zucchero. Aveva le spalle un po' curve, il petto e le anche stretti, il ventre grosso. Lunghi [...]
[...] sudicio. Padre e figlia non parlavano, però il padre guardava lei intensamente, e il giornale gli sfuggiva a poco a poco dalle mani cacciato [...]
[...] lucerna col suo scialle da viaggiatrice sul braccio e l'altro braccio pendente a raccogliere il lembo della gonna, la ragazza si staccò dal camino e [...]
[...] sorridendo con stupore mormorò: ah! intanto che un chiodo, rattenendola per il vestito, vi faceva uno strappo. Bruno si mostrò immensamente [...]
[...] ebbe bisogno di cercare una frase conveniente per esporre il motivo della sua venuta, nè di doversi umiliare a dire: Sono qui da voi perchè non [...]
[...] insegnare una pettinatura che stava tanto bene. 70 — Sai? — disse la giovane istitutrice con un piglio di serietà amichevole — riprenderemo il corso [...]
[...] testa e il lavoro mi fa male le braccia. Noi anderemo a spasso, mia cara, e la sera mi leggerai Il ritorno di Rocambole; è molto interessante [...]
[...] per il cervello... e poi... La fronte del povero padre si rannuvolò. Lo stesso pensiero, sempre quello, profondo e doloroso gli si dipingeva [...]
[...] raccomando — disse il povero padre seguendo Editta sui primi scalini — me la tenga allegra; ha bisogno di distrazioni, di discorsi con fanciulle della [...]
[...] sua età. Come ha fatto bene a venire! È Dio che l'ha ispirata. Le suggerisca, lei come lei, il decotto di catrame; a me non vuol dar retta. La [...]
[...] raccomando! — E trovandosi solo, al buio, in fondo alla scala lasciò cadere silenziosamente una lagrima. * Quante ne ho conosciute! — dice il poeta [...]
[...] fronti spensierate e serene; la vita le aspetta ne' suoi vortici frementi, l'amore le chiama... povere colombe che non vedranno il nido! Oggi [...]
[...] doveva avere il tempo per lo meno di pagare quanto aveva costato — tutte le ansie, tutte le veglie, tutti i sacrifizi — doveva essere il conforto [...]
[...] sempre perchè le era andato un non so che a 75 traverso; del rossore degli zigomi accusava il fuoco del caminetto; del pallore delle guance, il [...]
[...] freddo preso fuori. Impossibile farle prendere medicine; aveva fissato il chiodo sulla floridezza della propria salute e nessuno poteva smuoverla [...]
[...] una goccia d'umore fecondo circola nelle radici, la primavera compie il miracolo, ma quando quella goccia manca, soffiano invano le tiepide aure [...]
[...] ! Marzo era passato co' suoi venti impetuosi spazzando la cima delle alpi e portando giù nelle valli il profumo delle prime viole. Le colline [...]
[...] praterie lombarde, dove avevano svernato, salivano ai monti le mandre giulive, facendo tintinnire i sonagli cui accompagnava il canto lento dei [...]
[...] due fanciulle scendevano spesso il sentiero che dal paese conduce alla Sonna, ma ben presto Rachele trovò questa passeggiata monotona e preferì [...]
[...] la via maestra dove almeno si incontrava qualcuno; ma appunto per questi qualcuno non potevano andarvi sole, essendo il decoro e le convenienze [...]
[...] trovandosi necessaria, chiedeva il permesso di rimaner sola — e tutta sola slanciavasi come giovane gazzella giù per i sentieri del torrente; sedeva [...]
[...] che governa il suo cuore come un orologio? Ha ragione il fanatico che attraversa la vita spiritalmente guardando oltre la tomba? O dobbiamo noi [...]
[...] credere al poeta? Che mai doman possa avvenir, non cerca E qualunque la sorte a te conceda Giorno di vita, in tuo profitto il volgi; Nè i [...]
[...] sfuggiva spesso. Credeva di essere positiva, ma il capo le spaziava nelle nubi fra sogni dorati e splendori rosei. Cresciuta in mezzo ai libri e [...]
[...] luogo come per trovarsi libera coi suoi pensieri. Ella fantasticava lungo il corso del placido torrentello senza curarsi dei perfettamori che [...]
[...] idealisti. Vi è una poesia che è luce, ma ve n'è una che è nebbia; questa nebbia appunto avviluppava il cervello di Editta che avrebbe voluto il [...]
[...] mondo popolato da eroi, e che incontrando degli uomini, si ritraeva sdegnosa. Era troppo sagace per rappresentare il personaggio della fanciulla [...]
[...] sensitiva, trascurava di cercare il lato buono, quello da cui si sopporta. Così, appena giunta in casa Spiccorlai, ella indovinò, è vero [...]
[...] pareva piccolezza non fosse invece il sacrificio di una grande virtù. Come si vede, Editta, balzata da una vita placida e gioconda contro gli [...]
[...] : il passato luminoso e l'avvenire buffo. Era stata avvezza ad amare soltanto suo padre e sua madre, la loro cameretta, i loro libri, le loro [...]
[...] passeggiava sotto gli alberi carichi di frutti, ignorando che la natura li maturava per lei. Ma il grano nascosto nella terra, la larva nel [...]
[...] bozzolo, il pensiero nel cranio, tutto ciò che vive sotto le apparenze della morte ha il giorno del gran risveglio. Passione, affetti, sensibilità [...]
[...] dalla vista del paese; un meschinissimo mulino posto sull'altra riva della Sonna ne era il termine abituale. 82 II mugnaio era sempre in giro [...]
[...] volte Editta sentiva il cuore gonfio di affetti e un bisogno d'espandersi che si traduceva in una cupa malinconia; era allora più che mai taciturna [...]
[...] Sonna, sempre nel silenzio di quella valle romita che nemmeno gli uccelli attraversano coi loro gorgheggi e che il mormorio dell'acqua appena anima [...]
[...] di cadenze regolari e gravi. 83 Il passo leggero di Editta non smuoveva i ciottoli del sentiero; le foglie immobili sul suo capo lasciavano [...]
[...] piovere puri e vermigli gli ultimi raggi del sole; il giorno moriva. Editta si accorse in tempo di essersi dilungata oltre il consueto, e [...]
[...] ritornando sulla via fatta, cercò un ponticello di legno, una semplice tavola che il mugnaio gettava al mattino e che - la fanciulla ne concepì subito [...]
[...] il sospetto perchè la tavola non c'era più — ritirava al cader del sole come un castellano geloso. Era uno spiacevole contrattempo; però si [...]
[...] sua fierezza; chi sa, sarebbe forse arrivata ad accarezzare colla sua manina sdegnosa il bimbo della mugnaia — ma il mulino era chiuso. La [...]
[...] — ma certamente fu un po' inquieta. Che fare? L'acqua non era alta, verissimo, ma bisognava per lo meno essere inseguiti o avere il fuoco alle [...]
[...] dall'altra parte; ma l'ora era tarda; Rachele doveva aspettarla senza dubbio, e il signor Bruno che cosa avrebbe pensato? Editta si pose a correre [...]
[...] piccole si affondavano e quelle grosse ella non poteva smuoverle. Ogni istante che passava rendeva la situazione peggiore. Già il sole era scomparso [...]
[...] dietro i monti; la piccola valle si chiudeva nelle ombre del crepuscolo, e il silenzio vi era più solenne che mai. Editta accumulò le pietre e [...]
[...] . Anche Editta comprese più il gesto che le parole. Le parve naturale che un uomo avvezzo quei piccoli incidenti della vita di campagna, e [...]
[...] lo sconosciuto; il suo sguardo fu rapido come un lampo, ma bastò per farle comprendere il grosso sbaglio che aveva commesso. Un rossore intenso [...]
[...] le coperse la fronte, un tremito, un'agitazione strana le fecero battere il cuore a precipizio. Ritirò la mano dal taschino ed ebbe appena [...]
[...] tanto fiato per balbettare una innocente bugia: — Sì... il fazzoletto. — Se vuole... — replicò l'altro facendo l'atto di ripassare il torrente [...]
[...] ch'ella voleva dargli. — Chi sarà quell'uomo? — domandò Rachele. — Qualche affittaiolo di Cisano — rispose il padre. — Scommetto — interruppe la [...]
[...] cuoca che non aveva voluto perdere la descrizione e se ne stava sull'uscio in attitudine famigliare e modesta — scommetto che è il signor [...]
[...] Giovanni! Alla profezia fatta dalla cuoca con accento convinto, Bruno rispose: — Può darsi. Dunque Bruno conosceva il signor Giovanni. 88 [...]
[...] Rachele non disse nulla; dunque lo conosceva anche lei e le premeva poco. La serva tornò in cucina e il discorso cambiò; ma Editta non fece altro [...]
[...] il suono della sua voce, i gesti, l'espressione. Parole non ne erano corse molte, ma le sembrava che si fossero dette tante, tante cose. A me [...]
[...] conosciuto la vita. Nella sua avventura Editta non considerava che il lato poetico, cioè non tanto l'avventura in sè stessa come il romanzetto che vi [...]
[...] s'aggirava intorno, il mistero, l'ignoto. Chi era il signor Giovanni? Ecco la gran quistione. All'indomani, domenica, la giovane istitutrice, che [...]
[...] penoso il fuoco; anzi Editta vi accostò dolcemente i suoi piedini. — Ha freddo? — domandò la premurosa Margii. — Ieri mi sono bagnata un poco [...]
[...] ... (terza bugia), e credo che l'umido mi sia rimasto nelle ossa. — Ah! può dire di essere stata fortunata. Se non capitava il signor Giovanni [...]
[...] : Chi è il signor Giovanni? — eppure l'orgoglio, la ritrosia, un senso indomito e selvaggio le ricacciarono in gola quella parola. Margii lasciò [...]
[...] cadere il coperchio sulla cuccuma, avendo cura di tenerlo sollevato con un fuscellino — il perchè non si sa — e soggiunse: — Il signor Giovanni è [...]
[...] disse; e mandò giù il caffè ancora bollente. Margii intanto s'era rimessa alle sue faccenduole. Editta si alzò, depose la tazza sul tavolo e [...]
[...] Margii; era con Rachele e con Bruno — andavano a messa. — Oggi non è cantata — disse la cuoca facendosi sulla soglia — perchè il signor curato [...]
[...] ; aveva il sorriso dolce come un bambino e lo sguardo fiero come un soldato. Era bello; era sopratutto pittoresco, vestito di abiti comuni, con [...]
[...] . Dapprima lo aveva creduto un lavorante, ora le pareva poco crederlo principe. Chi frena una giovane immaginazione? Il nome di Giovanni, troppo [...]
[...] dei sedici anni. Intanto Editta sotto il portico di casa fece una sosta, e lasciando andare avanti Bruno colla figlia, finse di interessarsi a certe [...]
[...] in mano, ella vide la ragazza, e senza smettere dal mondare il suo riso le rivolse la parola come costumano tutte queste buone donnicciuole [...]
[...] reali questo dovere imaginario e forse il più simpatico a quelle anime ingenue ed espansive. Margii dunque le rivolse la parola: 95 — Ha [...]
[...] sentito messa, signorina? È stata corta eh? lo avevo detto. E il signor Gio- vanni l'ha veduto? Editta, che un momento prima non cercava altro, si [...]
[...] morse le labbra per il dispetto di doverne parlare: — Come sai tu, Margii, che quella persona era in chiesa? - L'ho visto. Ero qui dalla [...]
[...] è medico; non è niente, nè un signore, nè un contadino, nè un operaio, quantunque lavori tutto il giorno nel suo campo e nel suo orto e abbia [...]
[...] poveri e cogli ignoranti. Insomma, è il signor Giovanni. Io l'ho visto nascere; suo padre era organista qui, ma lui è stato via molto tempo, poi [...]
[...] sua convinzione. Eppure Editta subì questo discorso come Una doccia di acqua fredda. Ad ogni parola di Margii il principe si dileguava, l'eroe [...]
[...] superbi, la sua amara fierezza. E però fu mesta tutta il giorno, malcontenta, irascibile. Margii che non era diventata vecchia per nulla, vide [...]
[...] tutte queste variazioni, e al quarto cambiamento d'umore sollevò sulla fanciulla il suo occhio chiaro, intelligente, pieno di benevolenza, come per [...]
[...] domandare a sè stessa: Oh! vecchia Margii, la riconosci quest'aria? Ma un altro avvenimento ruppe il filo alle investigazioni della buona [...]
[...] , dormì malissimo e all'indomani una striscia di sangue rigava il suo guanciale. Le passeggiate di Editta furono soppresse; 98 dichiarata la [...]
[...] . Una lagrima gli cadde sulla mano. Buffona! doveva proprio venire lei a rompergli il giuoco — le diede un buffetto e fischiò con maggior lena [...]
[...] . — Sì. — Coi tacchi alti. — Sì. Siccome Rachele tossiva ancora, Bruno si alzò per versarle da bere. La ragazza bevette, ma tenendo in mano il [...]
[...] poichè sono robusta, mi pigliano con impeto, sopraggiunge la tosse e la febbre, ma non è niente. Tu e il medico mettete giù un grande apparecchio (si [...]
[...] propri incantevoli vent'anni! Bruno fu infastidito da quelle voci. Chiuse le imposte e tornò a sedere presso il letto della figlia, muto [...]
[...] , immobile. Rachele era assopita. Nel suo immenso egoismo il padre avrebbe voluto che tutto il mondo dormisse. Essa riposava colla bocca aperta, una [...]
[...] affetto, ritornava costante nel cervello del povero padre. Che importava a lui di tutto il resto? C'è l'amore di patria, è vero, c'è l'amore [...]
[...] , ridere, parlare — ma ora non parlava, nè rideva. Appoggiata al guanciale, la sua faccia livida e in fossata presentava già il profilo d'uno [...]
[...] sua sedia con precauzione. Per una di quelle stranezze alle quali il cervello si abbandona indipendentemente dal cuore, senza transazione, senza [...]
[...] giocondi, sotto il pergolato di una osteria di campagna — e ricordò a puntino tutti i particolari di una chiassosa partita alla morra — la testina [...]
[...] sentiva lui, Bruno, il più ricco, il più felice, il più allegro degli studenti. Un sorriso dove il disinganno aveva versate 103 tutte le [...]
[...] adesso. Non era molto che Editta aveva preso suo posto di infermiera, quando Rachele si svegliò e chiese da mangiare. Editta volle suonare il [...]
[...] campanello, ma l'ammalata la pregò di scendere ella stessa in cucina. A metà scala Editta vide due uomini che fermi sotto il portico discorrevano a [...]
[...] Editta credette di riconoscerlo, e il cuore improvvisamente le diede un balzo. Discese la scala un po' tremante e si prometteva bene di tirar dritto [...]
[...] in cucina, quando il signor Giovanni, levandosi il cappello con tratto cortese, l'obbligò a rendergli il saluto. 104 — E Rachele? — domandò [...]
[...] subito il signor Bruno. — Si è svegliata ora; ha chiesto da mangiare... — Vado io a dare gli ordini a Margii — disse il padre, e lasciò soli i due [...]
[...] giovani. Editta non pensava certamente a fermarsi; ma prima di salire dovette per lo meno fare un cenno di capo a quell'ospite che il padrone di [...]
[...] casa aveva piantato lì in piedi sotto al portico. Editta portava il lutto di suo padre; su quelle vesti nere il pallore del suo volto spiccava [...]
[...] maggiormente, e le occhiaie infossate annunciavano la fatica delle veglie. Il signor Giovanni la guardò intensamente, con profonda attenzione [...]
[...] , e le disse: — Mi pare, signorina, ch'ella abbia sofferto un poco dalla prima volta che la vidi... Editta aveva dominato il palpito involontario [...]
[...] imposte della finestra erano chiuse, e le venne un gran bisogno di aprirle. Attraverso le tende di mussolina vide il signor Giovanni che si [...]
[...] , sembrandole meravigliosa quell'agilità delle dita, finchè tornò il padre seguito da Margii che portava la zuppa. 106 Bruno si accostò a Editta [...]
[...] accorto del suo pallore! 107 * Qualche giorno dopo il signor Bruno incoraggiava la giovane istitutrice a uscire un po' fuori per prendere [...]
[...] una boccata d'aria; Editta rispondeva che non le bastava il cuore di andare a spasso, sola, intanto che la sua amica languiva in letto [...]
[...] . Perchè bisogna dire che Margii discorreva bene. Il buon senso che manca in tante opere d'arte ed in tante parlate accademiche, brillava in tutte [...]
[...] elevare l'anima indipendentemente dalla poesia, e che anche il popolo è accessibile ai sentimenti superiori, alle buone e alle belle cose. 109 [...]
[...] Editta si sentiva più buona, più tollerante; le sue idee erano meno grandiose, ma infinitamente calme e consolanti. La natura prodiga il suo fascino [...]
[...] incominciava ad ascoltare un po' meno se stessa, apriva il cuore a sensazioni nuove, intravedeva gioie non mai sognate e mondi degni della sua attenzione [...]
[...] . Passando dal mulino, Margii volse il capo a salutare la mugnaia che, accoccolata per terra, sorreggeva i primi passi del suo bambino. Senza [...]
[...] molte parole, nè difficili, nè sublimi, ma valsero a irradiare il volto della madre. Editta non le aveva mai trovate quelle parole — era pur [...]
[...] compensato Margii della sua cortesia, e per meritarsi qualche cosa anche lei, tornò indietro pochi passi e si chinò ad accarezzare il piccino [...]
[...] vecchia Margii procedeva impassibile a piccoli passi regolari come il movimento di un pendolo, tenendo colle mani fermo e incrociato sul seno [...]
[...] ? — domandò 111 Editta, accorgendosi che il sentiero saliva gradatamente. — Vedrà, vedrà — rispose la vecchierella con un sorriso misterioso [...]
[...] . Continuava uniforme il verde fitto dei noccioli, dei castagni e delle quercie; la Sonna scompariva a intervalli dietro il gomito di una [...]
[...] collinetta, ma si udiva sempre il gaio mormorìo dell'acqua saltellante fra i sassi, mormorìo dalle cadenze soavi, eppure solenni in mezzo a quel [...]
[...] — disse Editta — conosci tu il padrone di questa casa? Invece di rispondere alla fanciulla Margii apostrofò l'uomo: — Eh! compare Checco, non [...]
[...] della padroncina. Io sono venuta a portarvi la semente dell'erba matricaria; il signor Giovanni sa che cos'è. Va bene; ma entrate intanto [...]
[...] passare nella timonella di Bortolo e ho pensato subito: Il signor Giovanni va a Bergamo. Questa dichiarazione era necessaria. Editta stava [...]
[...] , d'armi e di macchine, e le dicevano: — Qui è l'allevamento dei conigli, là il pollaio modello, su la camera per i piccioni, giù la serra, in [...]
[...] belle cose, ma la chiave l'ha sempre con lui. Che pensava? Non so — non lo sapeva ella stessa. Come trasognata lasciò cadere il mazzo dei [...]
[...] Giovanni! Il ritorno non ebbe minori attrattive per Editta. Ad ogni albero diceva: Egli è passato 115 di qui. Ad ogni sentiero: Egli lo ha [...]
[...] dormente, nel paese delle chimere e dei sogni azzurri. * L'indomani di quel bel giorno il signor Giovanni comparve, cara ombra evocata tutta la [...]
[...] avete lasciati, ho calcato orma gentile del vostro piede, ho respirato il vostr'alito, ho baciato i fiori che lasciaste cadere, pietosa, sulla [...]
[...] presa alla sprovvista. In quell'anima orgogliosa il padrone era entrato d'assalto; ella si trovava atterrata e vinta senza aver quasi combattuto [...]
[...] . Questo stato violento durò due o tre giorni. L'esaltazione cresceva, il riposo non le era più permesso; un turbine di sensazioni acute e [...]
[...] snervanti la rapivano a sè stessa e a' suoi doveri. Quante volte, ella che sapeva a memoria i poeti, ripetè il verso di Leopardi: Oimè, se quest'è [...]
[...] amor, com'ei travaglia. Ma il contro attacco venne, troppo naturale nel suo carattere altero. Chi era alla fine il signor Giovanni? Bello, sì [...]
[...] , simpatico, intelligente, ma chi era? Il figlio di un povero organista — e lui un povero allevatore di animali, un contadino, un dottore senza [...]
[...] comprenderla? Poteva ella amarlo? L'eleganza de' suoi modi era naturale; e il parlare esatto, quasi colto, non poteva essere che un piccolo capitale [...]
[...] di nozioni raccolte qua e là e messe a frutto da una memoria tenace e paziente. Che cosa aveva fatto il signor Giovanni prima di ritirarsi a [...]
[...] si toccavano — non si erano mai stretta la mano in tutto il tempo che si conoscevano. Il desiderio represso fremeva intorno ai loro labbri [...]
[...] . Quando Editta si scosse (perchè era in estasi) e rientro in casa, Giovanni, addossato 120 al muro, sfiorò colle labbra il posto dove la [...]
[...] tutto il mondo, non ad un angolo sconosciuto come questo. Una replica era già sulla bocca del signor Giovanni, che la revocò e disse con calma [...]
[...] : — Io sono felice. Che cosa potrebbe darmi di più il mondo? — Crede che non esistono gioie superiori? — esclamò Editta piccata. — Superiori lo [...]
[...] ignoro; migliori no certo. Bruno, che si trovava presente, approvò con calore la dichiarazione del signor Giovanni. — Quando — continuò il giovane [...]
[...] — io 121 guardo sorgere il sole dietro gli abeti della collina, quando contemplo la luna che si specchia nel torrente e penso che quegli [...]
[...] Giovanni Battista, e le radici sarebbero tutto il nostro nutrimento. Giovanni rispose scherzosamente: — È forse avanzato il mondo, il mondo morale [...]
[...] gli occhi lampeggiavano — e che il grande nome di virtù spezza quotidianamente coi fratelli d'esilio invece di metterlo in rima sulle pagine di [...]
[...] un volume alla moda, quest'uomo, signorina, conduce una vita da bruto? Editta era stanca della disputa. In quel momento le sembrava di odiare il [...]
[...] , che non valeva la pena di discutere un sentimento al quale egli non poteva giungere. Giurò di non parlare più, ma e guardarlo?... Ecco che il [...]
[...] padrone tornava a farsi sentire. Sotto il raggio di quelle pupille appassionate, rese ora malinconiche dall'interna preoccupazione, Editta [...]
[...] sentiva le punture del tiranno ignoto. Nessuna cosa avrebbe potuto tormentarla maggiormente di quella battaglia fra il suo cuore e il suo orgoglio [...]
[...] , fra i pregiudizi antichi e le sensazioni nuove. Giovanni si accorgeva della lotta? Crederei quasi di sì, perchè il suo sguardo che abbandonava [...]
[...] stormivano sul suo capo, la Sonna mormorante che si svolgeva in spire d'argento sul velluto verde della valle non avevano il potere di distrarlo. Mesto [...]
[...] e raccolto, varcò la cinta di oleandri 124 senza fermarsi, come soleva, a fiutare il profumo dei fiori, senza ascoltare le voci misteriose [...]
[...] , l'usignuolo che cantava d'amore! Si chiuse nella sua camera, e il buon contadino che prima di coricarsi faceva la ronda lo vide, seduto al tavolo [...]
[...] cingeva Editta, il suo nobile cuore non si era smarrito a segno da dimenticare la povera Amarilli. Quella mesta figura d'angelo invecchiato le [...]
[...] mattina sul cader di giugno la timonella di Bortolo che faceva il servizio della stazione si fermò davanti alla casa; una gamba 127 lunga e magra [...]
[...] proprio consolava il cuore. La vecchia Margii, la regina di quel palazzo, pulita e linda, col suo scialletto di mussola bianca ricamata, colle sue [...]
[...] quelle gioie intime della casa; guardò sè stessa, il suo meschino abito nero, la sua scialba figura ed ebbe quasi vergogna. Editta comprese [...]
[...] l'emozione di sua zia. Ella che aveva veduto l'antro degli Spiccorlai e il miserabile giaciglio dove la povera donna soleva dormire i suoi sonni di [...]
[...] , Amarilli, si rimise un poco. Davanti al suo dovere si sentì più franca; levò il cappello e lo pose sopra una sedia, con precauzione, in modo che i [...]
[...] . Sembrava che fosse sempre stata in quella 129 camera, vicino a quel letto. Le sue scarpe non facevano rumore, si soffiava il naso in [...]
[...] silenzio posava i bicchieri senza urtare il vassoio; sedendosi sulla poltroncina a' piedi del letto ci aveva un'aria così agiata e piena di garbo [...]
[...] soddisfazione profonda ch'ella sentiva passeggiando 131 sotto il portico, o nella torte o nel piccolo giardino; soffermandosi ad ogni fiore [...]
[...] , ad ogni sasso; mirando il volo delle rondini, il cielo spazzato, i monti, l'erba, la rugiada, il bozzolo dei bruchi, la tana dei grilli, gli [...]
[...] cucina, in mezzo a un raggio di sole che la tenda indeboliva e dentro il quale volteggiavano i granelli di polvere, le festuche, i moscerini [...]
[...] incandescenti, in una massa di luce. Dalla cucina uscivano ondate di vapori caldi, odorosi; e il gatto che dormiva con un occhio tenendo l'altro intento [...]
[...] alla preda, le mosche che fuggivano a sciami cacciate dalla piccola servetta, il cheto brontolìo della pentola, l'urtarsi dei piatti, lo [...]
[...] scorrere della piastra di ferro dall'uno all'altro fornello per moderare il fuoco, perfino il rumore dell'acqua piovente da un robinetto in una vasca [...]
[...] questi tristi momenti l'utilità di Amarilli! Editta non reggeva alle scene strazianti della moribonda; il padre, inebetito, cogli occhi vitrei [...]
[...] , per affezionarsi, di trovare un essere superiore; il suo orgoglio non le permetteva di concedersi che a patto di salire. Ora un pensiero la [...]
[...] aveva sulla bocca il nome della persona cara e avrebbe 134 voluto ripeterlo sempre come il ritornello di una canzone the il suo cuore cantava [...]
[...] in segreto. Ma non erano giorni da parlar d'amore. Rachele camminava rapidamente alla sua ora estrema; il lutto era già nell'aria. * Nella [...]
[...] vendemmie ed ella disse a suo padre che voleva assistervi ad ogni costo. Bruno per mezzo di Amarilli tentò persuaderla a rinunciarvi; il medico [...]
[...] ? Il signor Giovanni aveva una piccola vigna nella quale i grappoli erano già maturi; la pose a disposizione dell'inferma. Una carrozza doveva [...]
[...] prime tinte vermiglie dell'autunno. Il signor Giovanni fece gli onori di casa con modestia e disinvoltura. Editta lo guardava di soppiatto pensando [...]
[...] : Peccato, tanto gentile e chi sa se scrive una pagina senza errori! Fervendo il lavoro, il signor Giovanni non si fece scrupolo di unirsi ai [...]
[...] dalla parte di Editta; in quel momento un uomo guidando un carro vuoto entrò nella vigna, Giovanni con una semplicità dignitosa avviò il trasporto [...]
[...] chiese se si era fatta male. Un vecchio che prendeva poca parte alla vendemmia incominciò il racconto delle vendemmie passate, quelle della sua [...]
[...] attento alla tosse di cui ogni scoppio rimbombava dentro al suo petto come una mitragliatrice che gli prendesse di mira il cuore. - Ecco — disse [...]
[...] Amarilli — questi poveri tralci piangono ora orbati dei frutti che essi avevano nutriti, ma verrà il giorno che rideranno, perchè la consolazione [...]
[...] fiorirà accanto al loro dolore. Tutto si compensa. — Tutto? — mormorò il signor Bruno automaticamente. — Sì, tutto, perchè la speranza è nel [...]
[...] cuore dell'uomo una seconda provvidenza, e nessuno può dire cosa ci prepara il futuro. Il signor Bruno fu riconoscente ad Amarilli per queste [...]
[...] tanto successo, rimase dolcemente confusa. Intanto la vendemmia era finita. Il signor Giovanni venne a sedersi sotto il pergolato sopra un cesto [...]
[...] capovolto. Editta non sfuggiva 138 il suo sguardo dolce e vivace, un po' triste qualche volta, e proponeva a sè stessa il solito dilemma [...]
[...] viva. Editta, rimasta a chiudere la porta, aspettava che il signor Giovanni la salutasse. 139 Ritti, l'uno di fronte all'altra, tenevano [...]
[...] parve alla fanciulla che mentre si voltava per andarsene, un contatto morbido e caldo le sfiorasse l'estremità delle dita. * Il giorno dopo [...]
[...] viaggiare ancora; tu verrai con noi; oh! ci divertiremo. Anche il giorno dopo non si alzò, nè i seguenti. La malinconia tornò a riprenderla [...]
[...] buona notte indicando il cielo col dito come per dire: Sarà quel che Dio vuole! Una mattina, Rachele che si era assopita all'alba si destò [...]
[...] vestito tutto d'erba sparso di pamporcini, il signor Giovanni invece dell'anello ti dava una piccola falce per mietere. Tutti sorrisero trovando il [...]
[...] voce. Più tardi domandò ad Amarilli: — Sto male? — No, carina, ma parla troppo. 142 — Venne il dottore e trovò una febbre piuttosto [...]
[...] gagliarda. L'indomani articolava a stento le parole; il dolore al petto opprimeva sempre; verso sera ebbe un seguito di svenimenti che pose l'allarme in [...]
[...] soffrir molto fra le braccia del padre e di Amarilli. Nessun altro era presente. Che cosa disse Amarilli, che cosa fece per calmare il primo [...]
[...] di tutto. Aiutata da Margii, 143 dispose per i funerali, per il trasporto, per abbigliamento della salma. Intrepida e serena, le cinse [...]
[...] volgendosi ad Amarilli. Furono le prime parole che Bruno pronunciò dopo la morte della figlia. * Terminato il funerale e la messa, dopo aver [...]
[...] , soli, coll'imagine della defunta? Che triste casa 145 sta per diventar questa! Oh! che importa, il bel sole, le camere liete, l'abbondanza [...]
[...] pareti domestiche, 146 corona della intimità di famiglia, che tanto bene parlate a chi vi sa intendere il linguaggio della concordia e [...]
[...] sopportare ogni stento. Anche in ciò l'energia del suo sangue non si smentiva; il corpo piegava alla necessità, l'orgoglio no. Facevano assai [...]
[...] tristamente i loro fardelli di nascosto di Bruno che non voleva lasciarle partire. Il lutto di Editta era cessato, pure lo continuava per un delicato [...]
[...] meno nero del mio avvenire. Il signor Giovanni era venuto tutti i giorni dopo la morte di Rachele, ma in mezzo alla generale tristezza egli pure [...]
[...] fino all'ultimo il suo dovere. 149 Editta e Giovanni si trovavano in piedi sotto il portico. Un fiore di verbena pendeva dalla cintura della [...]
[...] occchi di Giovanni. Editta lo guardava incerta e curiosa. — Perchè parla così? — ripetè il giovane prendendo l'ultimo fiorellino di verbena che era [...]
[...] che cosa c'è nel mio cuore? — domandò Editta buttando via il gambo della verbena. — No — rispose semplicemente Giovanni. — Darei metà della vita [...]
[...] per saperlo. L'altera fanciulla volse altrove il capo. Giovanni, fremente di passione, continuò: — Ella sa bene che io l'amo. Editta voleva [...]
[...] parlare, ma il suo cuore era in sussulto, il cervello non le dava nessuna idea, nè la lingua una sola parola. Egli le prese finalmente le mani —tutte [...]
[...] leale che si stendeva verso di lei per soccorrerla, per proteggerla. — Grazie — disse — ella è un nobile cuore! Era commossa. Sentiva tutto il [...]
[...] valore di una offerta che le assicurava l'avvenire, quella prova certa di essere amata la riempiva di 151 una dolce ebbrezza; ma il pensiero [...]
[...] saremmo felici. No. Egli non disse una sola parola. La guardò intensamente con uno sguardo che dovette passare da parte a parte il cuore di [...]
[...] sotto il 152 portico; uscì fuori, vista la nipote accasciata su quel gradino colle mani sulla faccia, le si fece accanto chiamandola a bassa [...]
[...] voce con dolcezza. Nel riconoscere Amarilli Editta balzò in piedi, le prese il braccio con furia e la trascinò dalla parte del giardino. Là [...]
[...] giuoco due vite. Le disse che il signor Giovanni era un ottimo giovane, rispettabile e gentile; soggiunse chi sa se le sarebbe mai più capitato un [...]
[...] al punto di una dichiarazione. Più volte io ho sorpreso il tuo sguardo che ricambiava il suo; più volte ti ho vista arrossire; come sarebbe [...]
[...] mani la tua felicità, ed è per questo che piangi; comprendi di aver offeso il più generoso degli uomini ed è per questo che ti disperi. Tali [...]
[...] rendeva chiaro il grave errore commesso da Editta e se ne crucciava, temendo con ragione che avesse da pentirsene per tutta la vita. La sera passò [...]
[...] rumore, lontano, monotono, rompeva l'altissimo silenzio. Editta ascoltò quel rumore. Aveva caldo. Il venticello che accarezzandole le guancie [...]
[...] , vi lasciava alla superficie una sensazione fresca come di foglia bagnata non penetrava al di là dell'epidermide; nelle vene il sangue le scorreva [...]
[...] sapeva bene cosa fosse. Si spinse con tutto il busto sul davanzale della finestra tendendo le braccia quasi volesse implorare qualcuno, ed al [...]
[...] brillanti; il loro profumo si mesceva a quelle della mente e del sambuco. Un vapore leggero si alzava dalla terra; la valle destandosi rimoveva al pari [...]
[...] era tranquilla, il paesaggio mutò; i sentieri, nella rugiada della notte, si erano rifatta una verginità che le nascenti margherite e i [...]
[...] addosso; non correva più, volava; il cuore le batteva come una campana a martello. Oltrepassò il mulino senza fermarsi, per evitare le interrogazioni [...]
[...] la casetta bianca, allora le mancò il fiato e si sorresse contro un albero. 158 I colombi tubavano sul cornicione del tetto quasi a darle [...]
[...] il benvenuto, e spiegando le candide ali scendevano fino alla rosea zona degli oleandri, rincorrendosi con graziosi trilli d'amore. Grandi [...]
[...] Amore? Dall'interno della casa si udivano i mille piccoli rumori che annunciano il principio della giornata. Usci aperti, imposte sbattute, 159 [...]
[...] ; avrebbe voluto essere sotterra, poichè al disopra non poteva più vivere, poichè non sapeva amare. Sentiva il cuore pesante, pieno com'era di rimorsi [...]
[...] concentrarono l'eloquenza di due secoli. Chi parlò per il primo? Chi tese le braccia? Chi domandò, chi rispose? Quale fu il più felice fra i [...]
[...] due? Rotte parole e sospiri, strette di mano da non finire mai riempivano la lacuna che il bacio ognora tremante sulle loro labbra e mai concesso [...]
[...] quasi la sua, ed egli dovesse chiudere gli occhi per frenarsi. — Giovanni — disse la fanciulla con accento di nobile modestia — darle il mio [...]
[...] amore era poco; le ho sagrificato il mio orgoglio e per questo sacrificio spero di essere perdonata. Egli volle interromperla, ma internamente era [...]
[...] contento della confessione; il suo maschio cuore gustava la voluttà di aver vinto un nemico degno di lui. — Ho compiuto questo pellegrinaggio [...]
[...] d'amore — continuò Editta esaltandosi — per castigare il mio orgoglio con un atto 161 che il mondo non approverebbe, che la società [...]
[...] segnerebbe col marchio del suo disprezzo se lo sapesse; ma ho fatto il mio dovere con me stessa; mi sono rialzata agli occhi di colui che amo per [...]
[...] meritare il suo perdono e la sua fiducia... — E la sua tenerezza per sempre, o Editta, mia amata e temuta Editta! — rispose Giovanni sorridendo, felice [...]
[...] dividendola, ne porse mezza alla fanciulla. — «Tu mangerai il mio pane... — voleva fermarsi, ma la citazione così spezzata non gli piaceva, e [...]
[...] — tu sei stata il mio Giordano; nel tuo puro lavacro ho cancellato la colpa originale. — Commemoriamo una sì felice conversione — disse Giovanni in [...]
[...] dell'amore che ne congiunge! Il sole aveva toccato la cima dei colli; tutta la valle splendeva. Era un incanto. — Ecco là una rondine che ci [...]
[...] abbandonerà fra poco — disse Giovanni alzando gli occhi al cielo; — essa cercherà un'altra rondine, e anderanno insieme a fabbricare il loro nido lontano [...]
[...] . Ho trovato anch'io la mia rondinella, e il nostro nido lo poseremo in questa valle. Che ne pensa, Editta? Non dissero più altro; ma le loro [...]
[...] mani non si disgiunsero finchè furono in vista delle prime case, e i loro cuori stretti il più possibilmente vicini non cessarono un solo istante [...]
[...] partì sola. L'avvenire delle due donne oramai era mutato; il matrimonio di Editta assicurava alla buona zitellona un tetto amico per il resto dei [...]
[...] presentimenti, perchè il vecchio Spiccorlai tirava l'ultimo fiato quando Amarilli pose piede nella tana di porta Garibaldi. La bella Rosa lo assisteva [...]
[...] amorosamente, aiutata da Renato; per le premure riunite di questi amabili personaggi il vecchio mago morì quasi da cristiano, su un letto decente [...]
[...] , con a fianco una boccia d'acqua e un crocifisso sul petto. La molla che aveva fatta scattare la sensibilità riposta dei due compari — poichè il [...]
[...] lettore sarà ben persuaso che non era roba naturale — l'aveva mossa lui, il furbacchione, colle sue dita da moribondo. Appena si fu accorto che [...]
[...] tutte le forze mancavano alla sua carcassa arruginita, chiamò la moglie, e, mostrandole il famoso tavolino a scacchiera, le disse: — Se sei [...]
[...] così bene i nervi simpatici della signora 165 Rosa che non abbandonò più nè di giorno, nè di notte il suo legittimo consorte e lo circondò [...]
[...] correva e la signora Rosa pagava. Tutti i giorni, per dire il vero, speravano che morisse, ma egli li fece aspettare un bel pezzo, tenendoli [...]
[...] quando il vecchio si decise a finire la commedia, spegnendo i lampioni. — Moglie mia — disse — va a chiamare il notaio; voglio fare le cose in [...]
[...] regola. Il notaio era venuto, c'era stata la consegna del testamento; la signora Rosa, pensando 166 che avrebbe potuto difficilmente [...]
[...] di pelle di cane. Stavano così le cose quando entrò Amarilli e come se il vecchio Spiccorlai non aspettasse altro che lei per soffiare sul [...]
[...] lucignolo, mandò un ultimo bagliore dalle sue pupille fulve e si addormentò per l'eternità. Ma il bello venne dopo, quando si lesse il testamento [...]
[...] sorella Amarilli e alla nipote Editta. Alla moglie nulla. Io scommetterei che il maligno vecchio aveva finto di morire, ma che un occhio [...]
[...] come finì la famiglia Spiccorlai. Amarilli, unica superstite che ne portasse ancora il nome, pose una croce pietosa su queste due tombe e raccolta la [...]
[...] buona Margii, nel riceverla festosamente, potè osservare che il vestito d'orleans era vantaggiosamente sostituito da un tibet nuovo tutta lana, e [...]
[...] : A Rachele. Il povero padre restò colpito; non dubitò più che Amarilli fosse un'anima d'angelo in un corpo di donna. * Oh le belle sere [...]
[...] buona notte. Amarilli e il signor Bruno se lo godevano tutto il focolare, come due castellani antichi seduti ai due angoli, beatamente tranquilli [...]
[...] alla poesia? Avrebbe ella mai creduto di potervi rinunciare? Eppure vi aveva quasi rinunciato e non c'era carità a inasprire così il suo [...]
[...] !... aspetti; questo nome non mi è nuovo. Il volume è recente? — Cinque o sei anni. - Appunto. Ne ho letto le critiche sulla Rivista Europea, sull'Eco del [...]
[...] continente e 171 non so in qual altro giornale. Mi hanno interessata moltissimo, anzi volevo leggere il libro, ma subito non l'ho trovato, e [...]
[...] passava colla sua timonella la fermò davanti la casa di Bruno e consegnò a Margii il libro da darsi alla signorina per parte del signor Giovanni [...]
[...] era nemmen tagliato. Certo il signor Giovanni lo aveva scoperto con molta sua sorpresa dietro qualche sacco di grano, nascosto sotto i cartocci [...]
[...] buono. Sicuro, sicuro. Editta aperse il libro, persuadendo a sè stessa che Giovanni poteva ben essere il Beniamo Franklin della valle. Una [...]
[...] pagina per caso era tagliata. La fanciulla vi lesse dei versi assai belli rivolti a un ideale di donna che il poeta confessava di non aver ancora [...]
[...] trovata. Erano i soli versi amorosi di tutto il volume; gli altri parlavano d'arte, di patria, di questioni sociali; spesso si sprigionavano in [...]
[...] potè difendersi da un vago senso di malessere quando il giovane entrò, la sera, spegnendo la sua pipa di radica, alla cui cannuccia era [...]
[...] e fetente, dove gli animali che devono passarvi la notte rinchiusi e accovacciati gli uni sugli altri vi ammonticchiano il sudiciume [...]
[...] , ammorbando l'aria e dando origine alla maggior parte delle malattie che li decimano. Il mio pollaio è vasto, chiaro, arieggiato e pulito come questa [...]
[...] po' imbarazzati. 175 * Questi piccoli malumori fornirono a Editta il pretesto per uno di quegli sfoghi di lagrime dei quali le donne giovani [...]
[...] tanto tanto, gli aveva recitati a memoria i versi di Leonardo Guerra all'ideale, con una grazia, 176 con un sentimento che il povero giovane ne [...]
[...] una sera memorabile. Anche il taciturno Bruno se ne accorse, lo disse piano ad Amarilli, abbassandosi verso di lei per attizzare il fuoco; la [...]
[...] istante a folleggiare davanti, sì che la calza cadde dalle sue mani oziose e Bruno la raccolse. Ma la voglia di lavorare le era scappata; il fuoco [...]
[...] trovare Margii. Bruno rimasto solo davanti la poltrona vuota di Amarilli, udendo dietro le spalle il sommesso cicalio dei due amanti, pensò che [...]
[...] tenendola così stretta vicino a lui, continuò: — Quando saremo raccolti nel nostro nido e svegliandoci al mattino sotto il padiglione del cielo [...]
[...] , dall'azzurro infinito sgorgherà vivo e sonante l'inno di Dio all'uomo, o Editta, credi che il tuo cuore non sarà elettrizzato e commosso? Nei [...]
[...] detta il cuore; io la sento echeggiare dentro di me armoniosa come i più bei versi. Parla, amico mio! Le ore non contavano piu per loro; si [...]
[...] prevosto, per quale processo ingegnoso doveva risaltare nel bel mezzo della torta un viva, dorato, del più leggiadro effetto. Il signor Bruno teneva [...]
[...] volevano bene, ma era 181 impaziente di vedere in qual modo Giovanni festeggierebbe il suo giorno. Le giunse finalmente un magnifico canestro di [...]
[...] alla prova il suo amore reprimendo un attuccio di dispetto, e disillusa, sì, ma rassegnata, lesse i versi. Sembravano un seguito a quei priori [...]
[...] versi all'ideale che l'avevano tanto impressionata; in questi il poeta alzava un grido di giubilo — l'ideale era trovato, le anime gemelle si [...]
[...] l'agio a Margii di custodire il suo segreto. La venuta del signor Giovanni in quell'ora insolita era una sorpresa di Bruno che lo aveva invitato [...]
[...] a pranzo. I due giovani si salutarono un po' impacciati. Invece di farlo entrare in sala, Editta continuò a passeggiare verso il giardino e [...]
[...] . — Ne ho piacere — rispose il giovane, e si fermò aspettando che la fanciulla soggiungesse qualcos'altro... Ma così subito ella non disse nulla; dopo [...]
[...] sei pallido come un morto. Giovanni, parla... — Non hai dunque capito? — proruppe il giovane con impeto stringendo la fanciulla nelle sue [...]
[...] a lui che l'improvvisa scoperta l'abbarbagliò come il balenare di una luce subitanea in un punto che si è sempre visto buio. Era fiera e [...]
[...] intimorita, era lieta e tremante insieme e vergognosa di non aver saputo indovinare a certi rossori, a certi silenzi, a certi imbarazzi il segreto di [...]
[...] adottato definitivamente il tu. 185 — Perchè volevo essere amato come Giovanni e non come Leonardo. — E se non riescivo ad amarti? — Lo hai [...]
[...] visto; mi ritiravo in silenzio, nè tu avresti mai saputo il mio segreto. — Orgoglioso anche tu, lasciamelo dire. — Ebbene, sì; l'orgoglio, dopo tutto [...]
[...] , e il più nobile fra i peccati. — E noi i più ostinati fra i peccatori. Rifecero, tornando indietro, il viale degli eucalyptus senza guardare [...]
[...] più nè il gelo, nè i rami secchi, nè i passeri che pur li salutavano passando e sembravano gridare: Siate felici! * Poichè «cosa bella e [...]
[...] sul palato dei convitati. 186 Seguirono i brindisi, i lieti discorsi, il caffe fumante; tutto si seguì e tutto passò, fino a che Editta [...]
[...] non mi facevano felice; troppi cardi e troppe erbacce vi spuntano nel mezzo; il rovescio della medaglia supera in laidezza le seduzioni del [...]
[...] il bel tempo in cui si navigava in piena Grecia, zavorrati di classicismo, con Omero per faro. Ah, quanti, quanti sogni grandiosi dietro le [...]
[...] siepi di biancospino, intanto che si pigliavano i cervi volanti! Eravamo tre amici inseparabili; tutto il mondo ci apparteneva, l'avvenire era [...]
[...] Sicilia; ha moglie e cinque figlioli; nelle ore libere insegna l'oboe ai giovani del paese, e allora guadagna il cacio da mettere insieme al suo [...]
[...] che mio padre aveva fondate sulla mia carriera; non volli saperne di essere nè avvocato, nè dottore; volli essere poeta. Andai a Milano, il [...]
[...] focolare letterario d'Italia, e mossi i primi passi nel labirinto, ma ad ogni passo era un disinganno. Non che il pubblico mi fischiasse — pochi [...]
[...] , abbastanza puro, e mi sentivo fuggire l'ideale... Quand'ebbi pubblicato il mio volume: È tutto qui? esclamai fermandomi a contemplarlo dietro i freddi [...]
[...] cristalli della vetrina dell'editore. È tutto qui il mio lavoro?... le mie ansie, le mie veglie, i miei sudori, i miei strazzi, i miei sogni, i [...]
[...] quelle pagine: no, la mia anima non vi si era trastusa, e il pubblico che lo affermava era un imbecille. lo lo avrei stracciato quel libro; io lo [...]
[...] , quando il lavorìo nascosto e geloso del mio cervello fu disseccato come un cadavere 189 d'ospedale a beneficio del pubblico dal primo [...]
[...] sulla fronte il suo verdetto impudente, un'onta inenarrabile mi scosse come di uomo che si trovi venduto, e morsi rabbiosamente, piangendo [...]
[...] rovinava, che i facili trionfi m'avevano guasto il cervello e altre cose ancora; poi mi si dimenticò così bene che nessuno oggi si ricorda di Leonardo [...]
[...] Guerra. — Dimmi il vero — interruppe Editta pensierosa — da allora fino a questo momento non ti colse mai un dubbio, uno sconforto, un rimpianto [...]
[...] con sicurezza. — Ti credo — disse Editta accostando la sua mano al cuore del giovane — la vestale ha custodito fedelmente il sacro fuoco; lo si [...]
[...] sente ardere qui. .......................................... Il dialogo continuò a bassa voce confondendosi in un mormorio indistinto e senza [...]
[...] nome. * Il gran giorno era vicino. Il poeta campagnuolo preparava in segreto il suo nido per renderlo degno della bella paradisea che doveva [...]
[...] ; la valle si metteva in festa. Per molto tempo il torrente era rimasto asciutto, ma da quindici giorni le sue acque erompevano giulive [...]
[...] ripetere l'invito; le piacque quell'atto di deferenza al suo gusto. Bruno, che era presente, volle accompagnarla. Il povero uomo ad onta dei tristi [...]
[...] massaia, Amarilli dovette convenire che Giovanni aveva fatte le cose egregiamente. La camera nuziale, il salottino, la sala grande, i corridoi, la [...]
[...] corte, il piccolo giardino, tutto era nuovo e fragrante, tutto era gentile. 193 — Editta starà bene qui — disse Bruno. — Sì, starà proprio [...]
[...] bene. Quella sua cameretta rosa-pallido è un vero amore; Giovanni sapeva che il rosa-pallido è il colore favorito di Editta. Che cosa non sanno gli [...]
[...] lassù in cima il campanile di Celana. Bruno gettò un solo sguardo fuori; si voltò 194 subito e stando col dorso appoggiato al davanzale [...]
[...] fece cogli occhi il giro della camera. — Lei dunque verrà qui... Ha deciso. — Che domanda, signor Bruno! Sa bene che accompagno mia nipote. Bruno [...]
[...] accompagnandoli parlava sempre — e parlava solo. Quando non restò più nulla da vedere, Amarilli consultando il suo piccolo orologio d'argento disse che [...]
[...] bisognava andare a prendere la sposa; mancava un'ora alle nozze; il tempo esatto per fare la strada e acconciarle sulla testa il velo bianco [...]
[...] — le gridò Bruno. Amarilli rallentò il passo; spezzò un ramo 195 di robinia e si pose a strapparne macchinalmente le foglie. — Vuole [...]
[...] appoggiarsi? — le chiese Bruno raggiungendola e offrendole il braccio. — No, no, oh! no — risposce in fretta Amarilli, presa ancora dalla voglia di [...]
[...] scappare. — Senta — esclamò il signor Bruno con un accento che non era affatto il suo — io non posso rassegnarmi a perderla; assolutamente non posso [...]
[...] vedersi sfuggire Amarilli trovò il coraggio di continuare: — Dopo la morte di mia figlia lei è stata tutto per me; la sua bontà, il suo affetto [...]
[...] hanno consolato il mio cuore affranto; la sua intelligenza è venuta in soccorso della mia solitudine; la sua inalterabile dolcezza ha sopportato [...]
[...] abbandoni; sii la compagna di questa mia povera vita. 196 Parlando così Bruno aveva rubato ad Amarilli il ramo di robinia e lo spogliava delle [...]
[...] ultime foglie; dopo che non gli rimase fra le dita altro che il fusto, si decise a stringere la mano della zitella che rispose tremante a [...]
[...] quella stretta. Il sogno d'oro d'Amarilli si realizzava dunque completamente: una casa, dei fiori, dell'aria, del sole... e una mano nella sua mano [...]
[...] . Per tutto quel giorno, tacitamente, essi custodirono il loro segreto. All'altare, intanto che Editta pronunciava l'eterno sì, un turbamento [...]
[...] strano si dipinse sulla fronte di Amarilli, e il signor Bruno tossì un paio di volte, nascondendo gli occhi nel fazzoletto. Ma chi ci badò? Margii [...]
[...] , l'accorta Margii, quella sì colse a volo alcune parole misteriose pronunciate dai due complici dietro il battente di un uscio, e un sorriso [...]
[...] mani e cercando nella sua memoria la ricetta per una nuova torta. 197 Il resto della giornata si passò felicemente da tutti in casa del [...]
[...] valle, il piccolo nido si aperse e si rinchiuse pudico all'ombra degli oleandri, e gli usignuoli soli, origliando tra i rami, poterono udirne i [...]
[...] conosciuto Giovanni Colombo, commesso in un negozio di telerie; poi il figlio Giuseppe Colombo a capo d'una grande casa di commercio; finchè un [...]
[...] bel giorno Giuseppe Colombo, diventato il signor - 2 - Colombo, abbandonò i negozi e si diede a fare la vita in grande. Commercio, attività [...]
[...] diventata colossale al punto da attribuirle origini più misteriose. In queste difficili evoluzioni il signor Colombo, dotato di un senso pratico [...]
[...] quelle mosse rapide che sviavano le induzioni, il signor Colombo fu creato conte. Nei crocchi intimi, nei colloqui confidenti, si rise un poco del [...]
[...] conte Colombo, ma egli fu imperturbabile; crebbe nella distribuzione de' suoi favori, ammogliò il figlio, l'unico maschio, con una nobilissima [...]
[...] del successo, giocando la partita sovra un punto, come già aveva giuocato la vita. — E il matrimonio religioso quando si fa? - 6 - — È già [...]
[...] tutte le bocche; ognuno voleva dire qualcosa. — E il marito? — Un forastiero. — Tedesco? — Americano. — No, inglese. — Russo. — Nobile? Questo [...]
[...] sulla punta dei piedi, allungando il collo; le ragazze, che davano il maggior contingente al capannello - 7 - de' curiosi, trepidavano, con una [...]
[...] dover ritardare la cerimonia. Appartenevano al contado, avevano il tempo limitato; il conte Colombo, fedele al principio che aveva formato la sua [...]
[...] quella dei matrimoni, aspettava il suo turno, come l'ultimo venuto. Discorreva giocondamente col sindaco, intanto che dall'uscio aperto si sentiva [...]
[...] la voce del segretario che leggeva il verbale; e l'assessore, rigido, sembrava contare i minuti. La sposina si avvicinò all'uscio per vedere [...]
[...] la coppia che l'aveva preceduta sui due seggioloni di velluto cremisi. — Che orrore! Retrocesse, disgustata, portando alla bocca - 9 - il [...]
[...] , si agitarono; tutto il volto della contessa prese un'espressione violenta; le guancie, gialle e flosce, incorniciate nel cappello color rubino [...]
[...] . Il conte Colombo, inchinandosi, col suo sorriso fine e furbo, rispose: - 10 - — Come nelle stazioni ferroviarie... giustissimo...; ma la [...]
[...] legge è uguale per tutti. — I gobbi portano fortuna — disse il sindaco allegramente. — Infatti — saltò su una piccola signora magra — io ne tengo [...]
[...] chiama poker. Una di queste sere ve lo insegnerò. Dimenticava, parlando di giuoco, il matrimonio della figlia. In tutti i crocchi, qui, là [...]
[...] in quando la fronte per far scintillare il pennacchietto del cappellino o gli orecchini di brillanti. Due giovinette non avevano voluto prendere [...]
[...] di bianco, teneva il capo appoggiato alla parete, come per languore, per un molle abbandono che accresceva il fascino della persona scultoria [...]
[...] sua voce vellutata — la felicità non deve esser facile. - 15 - — No. Ho un motto, lo sai? — Il motto degli Arimonti? — Quello di Costanza [...]
[...] Eva a voce bassa — ho un motto: Essere amata. Costanza riflettè un istante, scosse il capo, e disse rapidamente, con sicurezza: — Non basta. Eva [...]
[...] la testa al busto, con una continuità di morbidezza, che dava all'attacco delle spalle il rilievo di un disegno perfetto. Dalla fisionomia, da [...]
[...] tutto l'insieme, spirava una serenità di persona felice, di nervi calmi, di temperamento bene equilibrato, che era come il compendio e il [...]
[...] coronamento della sua plastica bellezza. Il nome di miss Eva Soymour serpeggiò fra i due o tre uomini, ma venne subito soffocato da un sentimento di [...]
[...] il nostro motto. — Avete un motto? — Fu Costanza. — E qual è il motto di Costanza? - 18 - — O tutto o nulla. Il mio è: Essere amata. Quale [...]
[...] preferisci? Il sorriso biricchino tornò a spuntare sotto il cappello color di rosa, la tesa del quale ondeggiò lievemente dall'alto al basso [...]
[...] . — Ma... non saprei. Il primo è troppo serio, il secondo troppo sentimentale. — Tu che motto sceglieresti? — Oh! nessuno. — Tuttavia [...]
[...] sente. — E se mi sentissero? — replicò Lydia con vivacità. — Non è quello che vogliono tutti? - 19 - La cerimonia era terminata. Il sindaco [...]
[...] distribuiva sorrisi, augurii e strette di mano, intanto che il pubblico grosso si allontanava, lasciando la sala vuota. Poi anche gli sposi si [...]
[...] abbiam l'obbligo della parentela come quella povera Costanza. N'è vero, babbo? Ricondurremo Lydia a casa, se lo permetti. Il baronetto Seymour era [...]
[...] molto innanzi cogli anni, tale che sembrava il nonno di sua figlia, ma a vederli insieme si completavano stupendamente; egli, colla bellezza [...]
[...] . Il mare, questa tenace amante, questa Annida che non lascia più chi fu suo prigioniero, lo attirava costantemente. Sulla tolda di un bastimento [...]
[...] , nelle notti stellate del tropico, il baronetto non aveva mai sognata la donna. Fu un inverno, a Napoli, che si innamorò di una povera [...]
[...] creduto di impazzire; ma il suo dolore prese gradatamente la forma di una malinconia perenne. Senza lasciare l'Italia, portò di città in città [...]
[...] , dovunque, il lutto della sua povera morta. Un angelo di bambina, sempre vestita di bianco, lo accompagnava; e quando sul volto della figlia egli [...]
[...] rimpianta, metteva sulle loro fronti il suggello di una sofferenza segreta e misteriosa. II. Te lo dico subito, mia cara Eva, perciò non [...]
[...] . Chi sa come, non è per altro difficile a immaginare, il bimbo cadde nell'acqua, andò a fondo e ritornò a galla qualche metro lontano. La [...]
[...] vede molte cose, ma il farle conoscere sarebbe un mancare di rispetto a sua cognata, che non si occupa affatto di sua figlia. Egli - 26 - fa [...]
[...] darsi anche questo. Ti ricordi il giorno che si è sposata Thea? Quanta malinconia in quel matrimonio! Eppure tutti sembravano lieti; Thea scrive da [...]
[...] rende tutti cattivi. Dicono che il sole si raffreddi a poco a poco e che la terra morirà il giorno che non sarà più riscaldata; così parmi di noi [...]
[...] aperte, quando sopravvenne un forte temporale. Gli alberi del giardino si contorcevano, gemendo, sotto le raffiche impetuose; - 29 - il cielo [...]
[...] pioggia scrosciare, dilagare, diffondersi per tutto il giardino, per la campagna, più lontano ancora, fin dove l'occhio scorgeva l'orizzonte, e [...]
[...] porto così volentieri il nome, e il cui ritratto sta sopra al mio letto. Lo vedrai; è un permesso che mi diede la mamma, poichè voglio tanto bene [...]
[...] . La madre era stata una donna galante, l'avola anche; e la cronaca parla di una Arimonti maritata a un gentiluomo francese che tentò, sotto il [...]
[...] regno di Luigi il Grande, di contendere lo scettro alla Maintenon. Volgeva un periodo infausto per le donne della mia famiglia; ma Jeronima [...]
[...] , suonava l'arpa, e andava a caccia con un vecchio scudiero; era benefica, era buona. Si innamorò di lei il figlio di una famiglia nobile e [...]
[...] influente, ed ella corrispose a un amore che sembrava dovesse avere il più lieto fine. Però, quando il giovane ebbe espresso il desiderio di tali [...]
[...] avrebbe mai - 32 - accolta per nuora una fanciulla di casa Arimonti. Jeronima, innocente, piegò la testa sotto il fiero insulto. Come [...]
[...] dovette soffrire di quella vergogna non sua, come dovette sentire alto, prepotente il bisogno di togliere quella macchia dalla sua famiglia! Il [...]
[...] giovane, sinceramente innamorato, voleva sposarla contro il divieto materno, ma ella era troppo altera per affrontare la prospettiva di essere o [...]
[...] voleva il sacrificio di tutta una vita per redimere casa Arimonti. - 33 - Sono scorsi quasi due secoli, ma mi pare che l'altera purezza di [...]
[...] Jeronima brilli ancora come l'astro della mia famiglia. Il quadro che ho al di sopra del mio letto rappresenta una giovinetta bionda, di un biondo [...]
[...] quei dolci occhi azzurrini, quella fronte più alta che larga, quella bocca pallida dalle labbra sottili, e mettendo il bel cuore di Jeronima [...]
[...] che toccano il senso? L'anima nostra non è un focolare sempre acceso? Io sono fredda, dicono, eppure mi sento capace di tanto amore che ne soffro [...]
[...] testolina non aveva torto. Così sarebbe infatti, se divertirsi e godere volesse esprimere il compimento dei nostri desiderii: ciò che non mi [...]
[...] lasciava qualche vuoto nell'abito; ma il portamento nobile e disinvolto correggeva quel leggero difetto. La fisionomia di don Leopoldo, molto [...]
[...] appunto le braccia accanto al fuoco, e don Leopoldo vi figgeva sopra gli occhi, meditabondo; senonchè, dietro la poltrona, il magnifico [...]
[...] ; gli capitava spesso di chiudere il pianoforte, quando Lydia aveva suonato. - 39 - — Come tutto cambia, tutto — pensava il vecchio gentiluomo [...]
[...] , fissando ora lo sguardo sulla musica all'ingiro. — Ebbrezze, diceva il titolo di una romanza, che attirava l'attenzione per una copertina color [...]
[...] perla, sulla quale spiccava il torso nudo e procace di una donna. Sorrise, rammentando ciò che gli aveva detto un giorno una sua parente educata [...]
[...] ! e — il sorriso scomparve — migliora? — si domandò don Leopoldo. Una ruga apparve sulla sua fronte. Guardava nel vuoto, al di sopra del [...]
[...] guancie, come se gli fosse passato accanto un soffio dei suoi vent'anni. Scosse il capo, dubbioso , preso da un'improvvisa tristezza; e tornò [...]
[...] mani, solamente le mani, tenendo il corpo rigido nell'alto busto, equilibrata a stento sui talloncini delle scarpe. Non era veramente bella, come [...]
[...] allungata nella nuca, aveva un'espressione intelligente e fina; gli occhi erano larghi e ridenti, il nasino camuso, la bocca canzonatrice, il [...]
[...] mento fuggente; tutto il resto del volto di una irregolarità armonica, intonata. Aveva le orecchie piccolissime, non forate, che sembravano due [...]
[...] origine, a furia di arricciature, di polvere di riso, di bagni profumati e d'olio di nocciuole, avevano preso una gradazione chiara, tra il [...]
[...] castagno e il biondo, variabile secondo i giorni e le ore. Per quella circostanza, il capriccio di Lydia li aveva sciolti sulle spalle, soffici [...]
[...] ciocchettina più lunga delle altre le velava tratto tratto gli occhi. Il vestito di crespo, del colore di una pallida rosa, appariva sbuffante [...]
[...] pochi centimetri di raso rosa che coprivano il suo piedino. A questo modo il trionfo era completo, o per lo meno la prova del trionfo, poichè [...]
[...] nessun educatore, ella era cresciuta libera in una società dove tutto è vincolo e finzione; accettando il bello naturalmente perchè non aveva bisogno [...]
[...] di spiegazioni, e ignorando in modo assoluto ù tutto ciò che non aveva un rapporto diretto coi sensi. Era figlia de' suoi tempi; aveva il [...]
[...] la mano con civetteria sotto il mento del vecchio gentiluomo. — Allegro! Egli non aveva nessuna ragione per esserlo; a sessant'anni una festa [...]
[...] ebbe nemmeno il più lontano rimorso: al contrario, credendo che suo zio dovesse interessarsi a tutto quanto interessava lei stessa, continuò [...]
[...] sguardo, che mi fa supporre in lei un'anima sensibilissima. — Oh! sì, sensibilissima — ribattè Lydia; ma dall'accento si capiva che il suo [...]
[...] balli, sai? Ha quattro anni più di me... Senza finire la frase, Lydia attraversò d'un balzo il salotto, dando l'idea di una foglia di rosa [...]
[...] non ebbe cuore di conturbarla. — A un'altra volta — pensò. IV. Lydia fece la sua entrata nella gran sala abbagliante di lumi, senza il menomo [...]
[...] distribuiva passando a braccio teso e scuotendo forte il pugno. Faceva un senso di meraviglia e di pena insieme a vederla con quel viso di bambina [...]
[...] riuscito del suo. Guardò gli uomini con diffidenza e con mediocre interesse; in fondo erano sempre - 52 - quelli: il marchese Gherardi, un colosso [...]
[...] , col collo taurino, le spalle larghe da fattore, un puzzo inveterato di sigaro e di stalla. Il letterato Benelli, duro e impettito, che salutava [...]
[...] piegandosi in due, e che aveva l'aria di dire a tutto il mondo: " io guardo nelle anime vostre come in una casa di vetro; nulla mi sfugge del [...]
[...] cuore umano. " L'avvocato Calmi, lo scettico che nessuna donna aveva fatto palpitare mai, e per il quale una bella ragazza era impazzita, senza [...]
[...] che egli smettesse di sorridere. Il giovane duca di Castel Gabbiano, ultimo dei principi Scatti, un aborto miope, calvo e cretino. Giavazzi che [...]
[...] marina? — È il conte Rambaldi, reduce dal suo gran viaggio nell'India. — Gigi? — esclamò Lydia tornata improvvisamente bambina e tutta rossa di [...]
[...] , ignorante ancora del male che fanno queste freccie invisibili, e continuò a guardare il cadetto di marina, finchè questi se ne accorse, e [...]
[...] fatto alto! Ma il contino, serio, la chiamò all'etichetta dicendo: — Come sta, signorina? Lydia si ricompose subito, stringendo le labbra [...]
[...] , abbassando per metà le palpebre e il tono della voce: - 55 - — Benissimo: e lei? L'orchestra intuonava una polka. — Non ha impegni? Sì, ne aveva [...]
[...] così presto — disse caritatevolmente la ragazza sparuta dagli occhi di faina: — ignora che Rambaldi, affamato di civiltà dopo il suo viaggio tra i [...]
[...] confonderci nelle nostre debolezze. Eva passò oltre, sorridendo dolcemente, e stringendo il braccio all'amica. - 56 - Le guardavano molto; miss [...]
[...] biondo opaco, semplicemente intrecciati, l'occhio calmo, il sorriso malinconico, somigliava senza saperlo alla sua antenata Jeronima: e [...]
[...] voltare il capo per accomodarsi lo spallino dell'abito. Si era fatto così alto che non sapeva capacitarsene, mentre ella era rimasta piccina. E [...]
[...] , come queste... Prese il mazzolino che teneva alla cintura, e lo mostrò al giovinotto. Egli si affrettò a dire: — Bellissimo! Lo violette sono [...]
[...] delitto per dare alcuni fiori ad un amico d'infanzia. Fece — 59 — spalluccie, e continuò a parlare con Gigi il quale intanto sbirciava per la [...]
[...] sala, mordendosi i baffi. — Non vede, in fila, davanti a noi, la contessa Colombo? Chi mai la fa ballare? — Un mio compagno di collegio, il duca [...]
[...] vecchie dovessero passare il loro tempo in poltrona, come sua madre, o in chiesa, o visitando i poveri e facendo dei sermoni in famiglia, come [...]
[...] tutta orecchi quando l'avvocato Calmi, passando a braccio di Benelli, mormorò, additando la contessa e il suo imberbe cavaliere: — È la torre [...]
[...] che prende il volto di una donna, quando un uomo le fa la corte. L'attitudine aggressiva del cadetto diceva: — Vi trovo di mio gusto, siete bella [...]
[...] , e vi amo. Gli occhi della signora rispondevano: - 63 - — Vi devo credere? Sono parole che si spendono per tutte. Il cadetto fece un [...]
[...] dove poteva uno sguardo ardente. Ella restava calma, avvezza a quei fochi, sorridendo sempre ed agitando a larghe ondate il ventaglio. La mano [...]
[...] , tenendo il capo appoggiato alla spalliera e gli occhi erranti verso il soffitto. Rambaldi era molto rosso. Improvvisamente la signora, rizzandosi [...]
[...] sulla vita, con un risolino beffardo, allungò il ventaglio sul mazzetto che il giovine teneva all'occhiello. Egli non esitò. Strappò subito le [...]
[...] dentini stretti — conosci tu la signora Capitelli? — La signora Capitelli? — ripetè il vecchio, seguendo la direzione degli sguardi della [...]
[...] , le lunghe occhiate freccianti, certi movimenti delle spalle; e nel modo di voltare il capo indietro sporgendo il busto, nelle voci scalate [...]
[...] così, come una mesta Cenerentola, ella voleva entrare nel mondo. Ella, il mondo, lo sfidava. Si tolse dallo specchio, disinvolta, con un sorriso [...]
[...] , in piedi tra due piante d'azalee, la chiamarono. Il marchese Gherardi, quell'originale, aveva fatto portar loro dello sciampagna. Alcune lo [...]
[...] caldo che attirava. Qualcuno diceva: — Non è bella, è peggio. — Come fa? — pensava Lydia. Lasciando il divano s'era andata a mettere con [...]
[...] agli occhi che sembrava un uncino. Il giovane ufficiale di marina non le toglieva gli sguardi di dosso. In quell'ora sensuale della cena, le [...]
[...] . Lydia toccò il braccio della compagna, - 71 - sentendosi presa alla gola da mia sensazione bizzarra, come di soffocamento. — Maritata o no [...]
[...] ? — Maritata, certamente. Le è morto un bambino il mese scorso. La visione di una piccola bara, di quattro ceri, di una croce piantata in camposanto [...]
[...] . — Come la Capitelli! — pensò Lydia con amarezza. La contemplarono a lungo con una curiosità minuziosa che saliva, lungo il bel braccio nudo, a [...]
[...] segnava un'orma livida intorno alle loro palpebre. E continuarono così, per il resto della notte, osservando, osservando... V. Il mese di [...]
[...] membra libere nella caldura; qualcuno, sepolto a mezza vita dentro la ghiaia, ergeva il busto immobile, pari ad una sfinge. - 75 - Dall'acqua [...]
[...] sciolte nella lotta radevano la superficie dell'acqua, mentre un bel corpo impavido filava dolcemente alla luce, supino, facendo il morto. A tratti [...]
[...] sono smaliziati; non si lasceranno prendere. Il dialogo seguiva a fior d'acqua fra un giovane Ercole in maglia color ferro e un altro giovane che [...]
[...] sporgeva il petto velloso sopra un paio di mutandine rigate. — Quel duca pare innamorato cotto. — È una disgrazia come un'altra; poteva rompersi [...]
[...] una gamba. — E sarebbe stato peggio. — Chi sa... Il giovane Ercole sparì sotto le onde e ricomparve pochi passi lontano, sbuffando, spruzzando [...]
[...] cavallo, bestemmia, in francese, questo sì, ma bestemmia; l'ho sentita io. E, con tutto ciò, diciotto anni. - 77 - — O venti. — Non mi piace il [...]
[...] nuotatori, e un fazzolettino agitato con vivacità li incoraggiava a proseguire. Era il fazzolettino di Lydia, la quale, ritta sulla prua, posava [...]
[...] d'oro, appesa ad una catenella saldata, segnava il limite della clavicola, e metteva un punto luminoso sulla bianchezza opaca delle carni. In [...]
[...] était jaune comme une orange! - e il duchino, che non aveva letto Musset, continuava a guardarla in estasi. Ma a poco a poco, alla leggerezza [...]
[...] una gamba senza dolore, ella era passata dalla fanciullezza alla maturanza, saltando il faticoso periodo delle prove del cuore. Prendere più [...]
[...] a lei, invidioso e geloso, il duca di Castel Gabbiano nascondeva il cranietto pelato. Quando i giovinotti saltarono nella barca, il fragile [...]
[...] legno ebbe una scossa; Lydia traballò - 82 - e dovette aggrapparsi ad una di quelle braccia che le lasciò il guanto bagnato d'acqua salsa; poi [...]
[...] luccicavano come di sotto alle fontane luccicano i dorsi atletici dei Nettuni. — Avete freddo? — biascicò il duca. — No, vivaddio, non abbiamo [...]
[...] freddo; guardateci piuttosto! Il giovane che aveva parlato si atteggiò, in piedi, nel mezzo della barca, coi garretti tesi, il petto sporgente, il [...]
[...] subito, riattaccando - 83 - il discorso con alcune frasuccie insignificanti. Del resto, che cosa glie ne importava? Si sentiva superiore ad [...]
[...] verso il mare e la testa rovesciata indietro, come in un profondo anelito d'ebbrezza. I due giovinotti si scambiarono uno sguardo malizioso e [...]
[...] disprezzandola, e uno che giurava di amarla senza avere il coraggio di difenderla. Comprese in quel momento quanta viltà si annida nel cuore dell'uomo [...]
[...] , ammiccò anche lei, sentendosi nel petto un'ira sorda e come un velo davanti agli occhi. Avrebbe voluto schiaffeggiare il duca; le faceva [...]
[...] veramente rabbia colla sua faccia da cretino; ma nessun segno della lotta interna apparve a turbare il suo visetto roseo, ch'ella rinfrescava agitando [...]
[...] lievemente il ventaglio. - 85 - Voleva riprodurre le attitudini sapienti della Capitelli; la vita bene appoggiata, i gomiti rientranti [...]
[...] , alto il petto, lo sguardo nuotante in un languore indefinito, e le labbra semichiuse, umide, quasi cercanti il bacio. Una rapida occhiata la [...]
[...] persuase che il suo giuoco riusciva. — Sono imbecilli tutti e tre — pensò; e tale convinzione valse a rasserenarla. Una barca passava. Era carica di [...]
[...] danari da spendere e il contegno di una parigina del quartiere Breda; ma non avendo, in quel momento, abito di sorta, se non un lungo [...]
[...] le entrava sempre più nell'anima. S'era levato il cappello. Il vento marino agitava alcune ciocchette bionde intorno alla sua fronte; il sole [...]
[...] le indorava la sommità del capo, dove i capelli apparivano color di rame, e dietro, sulla nuca, tra le ombre sinuose di una grossa treccia, il [...]
[...] bruno naturale tradiva gli artifici della polvere di riso e dell'olio di nocciuole. — Perchè, — chiese il duca, dopo avere riflesso lungamente [...]
[...] aspettare l'ora della passione; intanto che si è giovani è meglio ridere. Il giovinotto dal petto velloso mormorò piano all'amico: - 88 [...]
[...] - — Vuol serbarsi una pera per la sete. Il dialogo continuò, rotto, a frecciate, a monosillabi, a sottintesi, salato come l'acqua scottante come il sole [...]
[...] che li circondava, e il riso argentino di Lydia volava nella brezza. Sulla rotonda dello stabilimento don Leopoldo inquieto seguiva [...]
[...] coll'occhio l'avvicinarsi della barca. Donna Clara, stesa in poltrona, dava alcuni punti ad un ricamo. — Davvero — si decise a dire il vecchio gentiluomo [...]
[...] dopo avere parecchie volte scosso il capo — questi bagni permettono troppe licenze... non poetiche. Aggiunse questo scherzo innocente per non [...]
[...] Lydia incominciasse a cambiare il terreno de' suoi atti di virtù. La storiella di Belgirate l'ha già compromessa abbastanza, e la società è [...]
[...] venisti a stabilirti con noi, non si disse forse che eri il mio amante? Il Signore sa se questo è vero. — Ed io! — mormorò don Leopoldo [...]
[...] , lentissimamente, sentendosi puro. - 90 - Ma lo prese poi subito il rimorso di non essere stato abbastanza cortese, e si chinò verso di lei, toccando [...]
[...] mezzo secolo; non prendi il mondo come è; sembra che non lo conosca nemmeno il mondo; sei una specie di vecchia zitella... Don Leopoldo arrossì [...]
[...] , chinando il capo. Finiva, come al solito, per cedere a sua cognata, la quale si drappeggiava nel trionfo, avendo sempre nel suo sangue borghese [...]
[...] scioperati che vagheggiano i nostri denari senza neppure conoscere il colore dei nostri occhi; oppure dei mostricciatoli, pieni di vizi e di [...]
[...] memorie ancor vive dello splendore antico, i marchesi Arimonti avevano il loro maniero. Più volte Costanza vi aveva invitata l'amica, ed ora [...]
[...] appunto le sembrava che fosse giunto il momento di accettare. Una breve sosta in città per rinnovare il baule. Agli abiti velati, ai costumi di [...]
[...] mare, ai cappelli di paglia, ai larghi ombrelli foderati di rosa bisognava sostituire gli abiti inglesi di lana oscura, il tocco di feltro colle [...]
[...] . Fece rilegare il volume sotto una bella copertina color perla, col suo nome inciso in oro, accanto a quello di Carducci, e lo pose in fondo al [...]
[...] quelle orribili donne che fanno fuggire gli uomini; guardami, zio, e dimmi, da senno, se ne avresti il coraggio. Ti sembrano piedi questi da [...]
[...] . — Mi pare che ti annoi — mormorò timidamente don Leopoldo. Lydia si fermò pensando: — Qualche volta, non lo nego; ma che - 97 - farci? Il tuo [...]
[...] alla dondolante, che la riportò in alto, mescendo il rumore secco dell'altalena all'eco della sua voce argentina. Una casa severa, delle [...]
[...] in comunanza patriarcale: i vecchi, i figli, le giovani nuore. Nel salotto, il cui gusto sobrio e la maestosa semplicità, non erano alterate da [...]
[...] nessuno di quei ninnoli che il barocchismo moderno - 98 - impone, la marchesa madre lavorava per i poveri; le sue due nuore, sedute al piano [...]
[...] grandiosità serena e sicura, tutto il passato degli Arimonti che si imponeva. Istintivamente Lydia frenò il tintinnio de' braccialetti che le [...]
[...] . — Tutte le mattine vado a visitare i miei - 100 - poveri, e poi ho l'asilo che mi porta via qualche ora. Non puoi credere come il tempo mi passa [...]
[...] violaciocche in un vaso di ceramica antica. — Come il solito, variando sempre e ricascando nelle stesse cose. Trascinai i miei due vecchi un po [...]
[...] tutti laggiù: la Capitelli, i Colombo, i Castel Gabbiano, il conte Narni di Roma; la celebre Santieri, napoletana, fiancheggiata da' suoi amanti [...]
[...] : unico, sai? Ah! sì, lo dico per l'amore del vero; ho - 101 - conquistato il mio posto fra le costellazioni. D'ora in poi, quando i giornali [...]
[...] daranno la relazione di uno spettacolo nuovo, non mancheranno di scrivere il mio nome a fianco degli astri più brillanti. Enfoncée la Capitelli [...]
[...] ! Costanza, ascoltando con benevolenza il chiacchierio della sua amica, gettava sguardi timorosi dalla parte di sua madre; ma la marchesa, che s'era [...]
[...] preso sui ginocchi il fanciulletto biondo, sembrava tutta occupata a narrargli una favola. Le giovani spose erano uscite silenziosamente. Per [...]
[...] la sfìlata degli usci aperti si vedeva il servitore vecchio e grave andare avanti e indietro dal tinello con alte piramidi di piatti. Guardando [...]
[...] , come si nasce ballerini. Il bambino si era addormentato nelle braccia della nonna, colle gambuccie penzoloni, tutto roseo pel calore del grembo [...]
[...] dito sulle labbra, - 104 - e accennò alle due fanciulle di uscire nel parco per non svegliare il piccino. — Hai fibra di donna, — disse [...]
[...] peggiore di quello che sono, ma è certo che il mio cuore non è accessibile alle tenerezze del sentimento. Sono stata iniziata troppo presto ai [...]
[...] misteri del retroscena mondano; tutti i giorni mi convinco sempre più che noi siamo sinceri solamente nell'istante del godimento; il resto è [...]
[...] l'egida di un gran nome protegga da qualsiasi debolezza. Per parte mia, il mio avo materno era negoziante di pellami, e ho il sangue ribelle [...]
[...] perché rido. Costanza la lasciava dire, rigida, avvezza a frenarsi; ma il sollevamento del suo petto tradiva l'emozione. Quell'abbandono [...]
[...] . Dal fondo del viale venivano i fratelli e le cognate di Costanza, tranquillamente allegri, macchiando di punteggiature animate il verde del [...]
[...] parco. Lydia mise in ordine i suoi braccialetti, riprendendo il sorriso civettuolo, sentendosi forte, sentendosi superiore. Rise o motteggiò tutto [...]
[...] il tempo del pranzo, rivolgendosi di preferenza agli uomini con una disinvoltura impertinente; ma alla sera cadde in una malinconia orribile [...]
[...] . Andò a chiudersi in camera, dalla finestra della quale vedeva gli alberi del parco, minacciosi giganti nella chiarezza della notte, e udiva il [...]
[...] , rue 4 septembre. 5° Sabato, conferenza sull'ultima spedizione d'Africa. Andarci si o no? Se ricevo il cappello che deve spedirmi madame [...]
[...] . Sono le due di notte. Giustina (finalmente) si è ricordata di lasciare aperto il calorifero, così la mia camera è calda come un piccolo nido, e [...]
[...] della mia pelliccia, fa sentire la sua nota impertinente... Dei cinque sensi, l'odorato è quello che mi sembra il più idealmente carnale. È certo [...]
[...] che il naso non potrebbe suggerirci un pensiero, tuttavia mi pare che non avrei difficoltà a scrivere un bozzetto, una novellina, un romanzo [...]
[...] perle larga tre dita... Rambaldi le era sempre al fianco, imbecille! Che effetto avrà ottenuto il mio corsage? Dubito che sia una po' troppo alto [...]
[...] di dietro; cogli scolli che usano quest'anno, le male lingue potrebbero sospettare che ho il dorso mal fatto; ma, à bonne revanche! Quello che [...]
[...] guarisca dal mal d'amore? Eppure la Capitelli agitava il suo ventaglio, approvando, tutta attenta alle furie del baritono, ai singhiozzi del [...]
[...] forse? il gentlemen jokey che dichiara di preferire le stalle ai boudoirs? Calmi, che vedrebbe una donna morir d'amore a' suoi piedi senza [...]
[...] ; conviene tenerne nota. Per il 15 sauterie in casa Strutti; al 18 ballo di bimbi dalla marchesa Orombelli; 1.° febbraio gran ballo dai Castel [...]
[...] lo scopo, non so dunque bene di che cosa si tratti; ma infine è una beneficenza. Gherardi dice che pubblicheranno il mio nome sul giornale [...]
[...] ; - 116 - è giusto. Sono persuasa che mammà rimborserà subito il deficit del mio borsellino. 5 gennaio. Ho saputo chi è il giovane bruno visto per [...]
[...] male, mi rovesciai un'unghia nell'aprire un tiretto, lo zio mi fece delle osservazioni, ho perduto un zaffiro al mio anellino e nevicò tutto il [...]
[...] giorno. Si può essere più disgraziati? 10 gennaio. La storia naturale c'insegna che l'uomo è il re degli animali... Oh sì! 11 gennaio. Busti di [...]
[...] . Graziosa la sauterie di ieri sera. Se quei due fratelli Strutti non fossero così stupidi... il fiore della nostra aristocrazia! Si parla tanto [...]
[...] — intanto che sei piccina. — Oh! — rispose, agitando il braccino nudo in atto di sfida — mi divertirò ancor più quando sarò grande come mammà [...]
[...] altri, mi domandò se conoscevo il costume indossato dalla signora Capitelli: Certamente, risposi, non vede che rappresenta la Carità? — a furia di [...]
[...] avere il naso rosso, gli occhi gonfi, la voce gutturale, la perdita del gusto e dell'olfatto, tante miserie in una volta sola. Non manco la [...]
[...] festa per un cappello, ma se la mancavo era proprio il caso di disperarmi. 29 gennaio. N'è abito vieux-rose, nè abito celeste. Una nube, un vapore [...]
[...] . Ho ancora un avanzo di mal di testa. Stupida, stupida la vita. 15 febbraio. Che bel sole! Splendida giornata. Il mio cappellino bolero sul fondo [...]
[...] color avorio della calèche ha ottenuto un successo grandissimo. Quel petit crevè di Giulio Lauto mi ha rubato il mio guanto; sono contenta che [...]
[...] della buona società... ce lo giuocheremo a sorte. 19 febbraio. Il parait qu'il y a des femmes... impossible à écrire. Ma sarà vero? 19 [...]
[...] passato l'inverno sola con sua madre. Non ebbi il coraggio di trattenerla. - 123 - Ella partì, e mi parve che avesse lasciato nella mia [...]
[...] Corso. Per fortuna avevano attaccato il coupé; dico per fortuna, perchè non ho mai riso tanto. Quei giovinotti sono amenissimi quando ci si [...]
[...] dirlo allo zio, nè ad altri. Il pudore dei libri è come il pudore personale: non si arrossisce di essere nudi quando non c'è nessuno che ci vede [...]
[...] comico addirittura. Egli credeva che io non credessi... infine, il pover'uomo mi ha divertita più ancora della commedia di Dumas. 19 marzo. È [...]
[...] quella deliziosa città, nel deliziosissimo mese d'Aprile, e facevano vita quasi in comune, come antichi amici. — Dica il vero, Calmi, che opinione [...]
[...] lunga vestaglia di péuche bianco orlata di cigno: teneva il gomito appoggiato alla balaustra del terrazzo, reggendosi colla mano destra la testina [...]
[...] tempo la loro politica, quella di presentarsi come un rebus indecifrabile; riproduttrici costanti delle Corti d'amore, dove il vincitore del [...]
[...] rebus otteneva il cuore della bella; ma i rebus adesso corrono le terze pagine dei giornali e le figlie dei portinai e gli scolaretti delle [...]
[...] sopra di questa vôlta azzurra c'è il paradiso, e che le stelle sono gli occhi degli angeli. L'ho creduto, e fui molto infelice il giorno che [...]
[...] tutti... gli altri; sensibile e ardente per cedere a voi solo; deve praticare la virtù del sacrificio per lasciare a voi tutto il piacere [...]
[...] ; mostrarsi eroica, paziente e rassegnata per non incomodarvi troppo quando ne siete stanchi; o come le è dovuto attendere il vostro beneplacito per [...]
[...] entrare nelle feste della vita, un vostro cenno ne la farà uscire. Il cattivo esempio ci viene nientemeno che da Salomone. Quel barbaro lasciò [...]
[...] scritto: " La donna saggia sta in casa, fila e tesse vesti per il marito. " Non ha nemmeno soggiunto: e per sè stessa. — Le donne invece — continuò [...]
[...] Calmi naturalmente, seguendo il filo del discorso, con una ironia sottile e leggera — non cercano neppure se l'uomo è bello, eroico, ardente [...]
[...] , preferendo il serpente all'uomo, aveva già indicato il gusto femminile su questo argomento. Lydia si sentiva inquieta e misteriosamente stuzzicata [...]
[...] testina così elegante. Il chiaro nitido della luna permetteva di scorgere tutte le piccole bellezze di cui andava fiera: le orecchie delicate, il [...]
[...] tossendo perchè il fumo le era entrato in gola), ma ho una fede grandissima nell'amicizia. Ah! l'amicizia è una bella cosa! — Oui, j'aime fort [...]
[...] . Ella si piccava su questo argomento, non vedendo il sorriso sarcastico dell'avvocato. — Ma per l'amicizia non le do ragione. Vediamo — soggiunse [...]
[...] sentiva donna. Il fiore sbocciato della sua giovinezza mandava acuti profumi; non amava, ma un uomo era vicino a lei; un uomo che il suo cuore e [...]
[...] diritto. Avrebbe rifìutato il suo amore, positivamente, ma era curiosa di vedere che cosa fanno gli uomini in quel momento. Come mai non pensava [...]
[...] ' distanti l'uno dall'altro, il mignolo rialzato. Sapeva di avere la pelle morbida, gli ossicini minuti, le unghie color di rosa, e tutto questo [...]
[...] meritava bene il piacere di vedere un uomo fuori di sè. — Se fossi maritata — pensò — egli si sarebbe già slanciato; è strano come i [...]
[...] giovanotti desiderano di leggere i libri già tagliati. Alzò le spalle con un movimento pieno di civetteria, gettò indietro il capo, offrendosi tutta [...]
[...] palpitavano lievemente; tutto il volto era soffuso di quella pallida, strana velatura che sulle fisonomie delicate stende la voluttà. Calmi fece [...]
[...] un istante di gioia indicibile; - 139 - una vera gioia aspra, profonda, che la scosse dalla testa ai piedi. Terminò il sorriso, prima [...]
[...] abbandonandosi indietro mollemente, sicura, assaporando il suo trionfo; poi rizzandosi di scatto tentennando il capo, ripetendo: — Sbaglia, sbaglia [...]
[...] sul parapetto del terrazzo, Lydia tornò a guardare la luna, mormorando: — Nulla, nulla, non c'è nulla. Il resto della notte lo passò in [...]
[...] stessa non era mai stata ammalata seriamente, il suo pensiero non si era mai posato a contemplare una infermità, ignorava perfino il nome delle [...]
[...] malattie più comuni. Il - 140 - suo sbigottimento al cospetto della mamma priva di sensi, era toccante e comico ad un punto. La chiamava [...]
[...] , ella ergeva il busto, statuina moderna del dolore, senza cessare di essere elegante. — Avvocato, avvocato, che sarà della mamma mia? Dopo di [...]
[...] avere interrogato inutilmente don Leopoldo, ella si rivolgeva a Calmi. — Or ora verrà il medico; sentiremo da lui. I due uomini, però, si [...]
[...] indifferente, serbava il contegno di una persona educata in presenza dei dolori altrui. — Se si potesse trasportarla sul letto... — È meglio [...]
[...] aspettare il medico. La padrona dell'albergo, donna pratica, aveva portato dei senapismi assicurando che, se non facevano bene, non avrebbero neppure [...]
[...] svenimento. Suggerì: — Se le bagnassimo le tempie con dell'acqua di Colonia? Calmi fece spalluccie. Quando venne il medico, non ebbe bisogno di un lungo [...]
[...] esame per dichiarare il caso gravissimo. Era una paralisi fulminante. Lydia non volle abbandonare sua madre, neanche dietro consiglio del medico [...]
[...] estatici nei quali la sorpresa dominava ancora il dolore. — Tornerò fra qualche ora. Così disse l'avvocato accomiatandosi; erano le tre del [...]
[...] più inquiete, cambiava ogni momento di positura, sospirava, interrogava, stringendosi ora il cuore, ora le tempie. Il medico aveva somministrato [...]
[...] intirizzito, con lo sguardo ebete, le labbra tremanti, trovò il coraggio di rispondere, abbozzando il sorriso dei giorni felici: — Guarirà. Tutti le [...]
[...] nascondevano il vero, come sempre. Verso lo sette donna Clara riacquistò un sembiante di vita: aperse gli occhi e guardò sua figlia. Lydia si [...]
[...] precipitò in ginocchio, tutta volta alla speranza, gridando: — Mamma! mamma! Ma le sue mani, che avevano allacciato il collo dell'inferma, si [...]
[...] , non le aveva mai lasciato il tempo di guardarsi attorno e di riflettere. - 145 - Tutto ciò che vi era in lei di sensibile, nervi affinati [...]
[...] braccia, lasciando il sudore della morte sul suo abito bianco. Niente poteva consolarla, niente frenava il parossismo di quella disperazione, alla [...]
[...] quale Lydia si abbandonava con la voluttà di una sensazione ignorata, mordendo il frutto amaro ma nuovo del dolore. Parlava sempre con tutti [...]
[...] la curiosità della scoperta le faceva prendere diletto nel ripeterla. Il suo dolore era vero e reale; ma questa - 146 - piccola messa in [...]
[...] scena, pur vera e reale anch'essa, intimamente legata al suo modo di sentire, questa irritava il mondo. Non le perdonavano di aver messo a lutto [...]
[...] il salotto, con dei veli neri distesi sui lampadari a dei mazzi di fiori sotto il ritratto della madre defunta. Non le perdonavano la sua posa [...]
[...] di andare al cimitero tutti i giorni, dalle cinque alle sei, in carrozza chiusa, coi cavalli neri, i paramenti neri, il cocchiere vestito di [...]
[...] nero, ed ella stessa chiusa da capo a piedi in un lungo velo funebre, sotto il quale traluceva appena l'oro, l'argento e il rame dei suoi capelli [...]
[...] indietro, affermò che Lydia aveva ordinato delle giarrettiere di velluto con un teschio d'argento al posto della fibbia. Allora il presente non bastò [...]
[...] lei quasi tutte le sere, rinunciando alla società che l'acclamava sempre regina. Erano serate intime, piene di dolcezza. Il baronetto Seymour [...]
[...] passato; ma don Leopoldo si accasciava, si rimpiccioliva, spariva tutto nelle tribolazioni della vita, timido e senza forze; il baronetto invece [...]
[...] fondo a' suoi occhi neri, nel raggio vellutato dello sguardo che sembrava, talvolta, nascondersi all'ombra delle palpebre, ella proteggeva il [...]
[...] aveva pronto il suo raggiante sorriso che accaparrava tutta l'attenzione, e impediva di scrutare più in là. — Che io non mi mariti — diceva [...]
[...] Seymour chinava i bellissimi occhi e non rispondeva nulla. Per un istante Lydia aveva sospettato di - 151 - Mario Avella. Il giovane studioso, che [...]
[...] siciliano. Lydia allora credette di scorgere un lampo di gioia sulla fronte della sua amica, e nella speranza di carpirle il segreto, se c'era, le [...]
[...] disse improvvisamente: — Ho sentito che il ministero ha proposto Mario Avella per una missione importante all'estero. Egli accetta, non è vero [...]
[...] donna? — chiese Lydia, cacciando il volto biricchino tra il volto dell'amica e il ricamo che essa guardava. — Forse. E miss Seymour sorrise [...]
[...] . Da quel giorno, Lydia abbandonò l'idea che Mario Avella corteggiasse Eva; molto più che ad un tratto il giovane sparve, ritornato in Sicilia [...]
[...] , dicevano gli amici, per affari di famiglia. Eva intanto rifiutava ricchissimi matrimoni, e si mostrava sempre meno in società. Verso il principio [...]
[...] dell'inverno la sua salute si fece cagionevole. Il baronetto, che viveva per lei - 153 - sola, la condusse subito in riviera, nel dolce [...]
[...] il terreno sotto ai piedi, e faceva un po' come gli ubriachi, i quali per non confessare di esser brilli bevono ancora. Ella ormai non poteva [...]
[...] trionfi di una classe privilegiata. Aveva portato fino all'adorazione il culto di sè stessa, l'amore dell'eleganza e della bellezza; - 154 - era [...]
[...] satura di omaggi, non sapeva più che cosa chiedere a sè stessa ed agli altri. Il dolore della madre morta l'occupò per molto tempo; ma un giorno [...]
[...] bei capelli biondi sotto la cuffia di una monaca, perchè i tempi sono cambiati e non è più di monache che abbisogna il mondo; ma consacrò tutta sè [...]
[...] , intraprese il pellegrinaggio degli ospedali, dei ricoveri pei vecchi, dei presepi dove le madri povere portano i loro lattanti, degli asili [...]
[...] rachitici; sentì i lamenti degli infermi e il rantolo dei moribondi. I suoi sensi delicati si urtarono a tutte le nausee. - 157 - Le piaghe [...]
[...] dello scrofoloso e il delirio del beone le colpirono, ad un punto, gli occhi, l'odorato e l'udito. Al capezzale di una bambina, dibattentesi fra la [...]
[...] dell'ospedale, coi muri squallidi, i lettini allineati e il grande crocifisso di legno dalle braccia allargate; imagine del dolore eterno in mezzo a quei [...]
[...] abbandonati e maledetti. L'amore, l'infanzia, la casa, tutto ciò che ella aveva conosciuto attraverso il brillante miraggio della ricchezza, ciò che era [...]
[...] tenerezze, fiori rari che sbocciano nel tepore delle serre. I focolari spenti, i talami cenciosi le strinsero il cuore di angoscia e di ribrezzo [...]
[...] carità le mancava; le mancava il tramite che unisce il ricco al povero, quel filo invisibile che è la più pura essenza - 159 - dell'amore [...]
[...] veramente al beneficato che siamo fratelli. Le mancava la conoscenza del dolore fatta su sè stessa, acquistata a prezzo del proprio sangue, il [...]
[...] società. Fu una sera, in palco, nell'occasione di un'opera nuova. Apparve inaspettata, coll'acconciatura, il portamento, la sicurezza di donna fatta [...]
[...] , bizzarramente riunite, tenevano il posto del ventaglio. La guardarono tutti. Lydia restò impassibile sotto l'incrociamento di quegli sguardi [...]
[...] colla testina ritta, il busto sporgente; sicura della linea elegante del collo e delle braccia che mostrava per la prima volta intere, nella loro [...]
[...] i lineamenti, la statura e i capelli; ma passato il momento della sorpresa, durante la quale Lydia era sembrata quasi una novità, si [...]
[...] una certa libertà, non le mancarono ancora i corteggiatori. Le visite ripresero il loro corso, fu invitata ai balli; i complimenti e le [...]
[...] adulazioni piovvero; gli antichi galanti ripresero l'antica strada; i nuovi, per curiosità, vollero tentare; il ventaglio di Lydia si arricchì di [...]
[...] madrigali inediti, e il suo albo di ricordi di cotillons. Per un altro anno trascinò la vita brillante; ma si stancava. Le accadeva spesso di [...]
[...] ogni giorno grazie nuove, una rotondità nascente, un contorno soave, il contrasto di un velluto scuro sulla bianchezza delle carni e la aerea [...]
[...] ben modellate, quantunque esili per il gusto moderno; sapeva che il suo collo lungo e sottile sarebbe da un poeta paragonato a quello del cigno [...]
[...] cercati nelle stoffe soffici e vaporose; la civetteria del rosa e del rosso alleati al nero; la riuscita del color viola, sotto il sole, in una [...]
[...] lontra e del prune. Poteva vestirsi al buio con sicurezza di riuscita; sononchè il rosa e il celeste non le andavano più tutti i giorni... Una [...]
[...] grande malinconia la prendeva, quand'era sola. Apriva il piano, scorreva un libro, gettava giù uno schizzo, fumava una sigaretta: ma tutto senza [...]
[...] cadere molti vetri dalle finestre, Don Leopoldo stava guardando il cielo. Dietro a lui la punta di due scarpine di pelle dorata, alzandosi e [...]
[...] spesso; non avevano nulla a dirsi. Il frasario del vecchio gentiluomo era così noto a Lydia, ed era così antico, ch'ella non si dava nemmeno più [...]
[...] la pena di rispondere; ond'egli aveva smesso anche il tentativo di sostenere la conversazione. Capiva che era diventato un essere affatto [...]
[...] di lagrime, singhiozzante come un bambino, e quando le chiese che cosa avesse, stette molto tempo senza poterne cavare una parola. Il bellissimo [...]
[...] volto di miss Seymour spariva dietro un velo di lagrime, e il suo corpo di giovane dea sembrava accasciato e vinto sotto lo schianto del dolore [...]
[...] . La disgrazia che l'aveva colpita era delle più terribili; non un amore tradito che il tempo sana, non una morte della quale il tempo consola [...]
[...] , ma la distruzione dell'avvenire, che il tempo doveva rendere sempre peggiore. La casa bancaria dove erano investiti i capitali del baronetto [...]
[...] ne provò - 167 - un vero dispiacere. Il suo istinto generoso le suggerì subito di venire in aiuto di quei due sventurati, e offerse [...]
[...] , e fece versare ad Eva nuove lagrime di tenerezza; ma per quanto fosse vivo negli altri il sentimento di gioia per la generosità di Lydia, non [...]
[...] , rinasceva in lei, ingrandito dall'amicizia. Le sembrava che il suo cuore si aprisse, si allargasse ad un'onda di piacere nuovo. Baciava Eva [...]
[...] stesso non lo avrebbe permesso — suo padre, così fiero! egli che alla notizia del disastro non aveva versato una lagrima! Era per il padre che miss [...]
[...] dolcezza ineffabile. Il giorno seguente e gli altri ancora Lydia non visse che per Eva. Andava a trovarla, mettendosi in tasca del danaro [...]
[...] sentiva sempre più impotente. — Quanto sono disgraziata — pensava — se non posso nemmeno esercitare il bene! E cresceva intorno a lei quel terribile [...]
[...] per cercare un posto d'istitutrice. Ma i progetti per l'avvenire esigevano un po' di tempo; intanto il mondo degli sfaccendati vedeva sempre [...]
[...] aveva chiesto la mano di Eva. I due anni trascorsi lontano dal mondo elegante non erano stati infruttuosi per il giovane scienziato; egli aveva [...]
[...] , un matrimonio col marchesino Strutti, il quale erasi molto compromesso con una ballerina. Premeva, ai genitori, che i tre fiori della loro [...]
[...] corona non andassero ad ornare i capelli della saltatrice, ed avrebbero accettato volentieri Lydia, che era ricca e sola, per assicurare il [...]
[...] . — Sì. Un padre sciocco ed una madre civetta, accorgendosi che il loro rampollo, dotato delle medesime qualità, sta per cadere nelle reti di una [...]
[...] al marchese e d alla marchesa Strutti che il marchesino continui ad amoreggiare la ballerina; quello che occorre è una moglie legittima per [...]
[...] - 174 - a questo mondo bisogna essere o una bestia o un Dio. Non sono abbastanza bestia... Prendi nota che il mio dolore è questo. Miss Seymour [...]
[...] voleva protestare, ma Lydia le chiuse la bocca colla mano. — Taci, taci. Tutto quello che potresti dirmi per conto tuo ha il valore di uno, ma [...]
[...] leggerina, saltò al collo di suo zio ridendo e gridando: — Eccolo qui il mio maritino; il mio maritino ubbidiente, che non mi contraddice, che [...]
[...] che restavano al vecchio. XI. Il matrimonio di Eva e di Mario Avella seguì senza pompa alcuna, quasi segretamente. Si adoravano, e non avevano [...]
[...] scintillava una miriade di perline dello stesso colore, ammorbidite da riflessi rosei; il cappellino riprendeva l'abito esattamente, - 176 - e [...]
[...] esclamò Lydia, sforzandosi di sorridere e dandosi di nascosto dei pizzicotti nelle braccia, perchè le sembrava di sentirsi gelare il sangue [...]
[...] ; finalmente, essendosene dato uno più forte degli altri, gettò un griduccio fra la rabbia e il dolore, e questo la sollevò. Rimasta sola, come aveva [...]
[...] sperimentale della vita, ne aveva preso come sintesi il concetto pessimista, trovandosi per tal modo a guisa di una bimba negli abiti di una nonna. Ma [...]
[...] , conoscendo - 178 - perfettamente il lato debole di ciascuno, senz'ombra di illusioni. Discorrevano di tutto con molta disinvoltura, poichè Lydia [...]
[...] uomini; il suo pensiero deflorato non provava più nessuna meraviglia; e il ripetersi frequente di questi fatti, come succede agli artiglieri che per [...]
[...] vivere troppo accanto al rumore perdono - 179 - l'udito, attutiva in Lydia il senso naturale della donna. Essa aveva poi, con la sua [...]
[...] precario, l'attesa febbrile o malinconica dell'ignoto, l'ascoltare con un orecehio solo e lo starsene sopra un piede in attitudine di spiccare il volo [...]
[...] interessarla; e qualunque sia l'età o il grado delle persone che la circondano, essa vi sta come un segugio, col naso per aria fiutando il marito [...]
[...] ; ella aveva preso il dominio con mano d'acciaio, e quando non ordinava, baciava, il che era peggio. Il vecchio gentiluomo figurava in casa come un [...]
[...] boul-dog impagliato. Gli anni gli avevano indebolito il cervello; sorrideva ancora, meccanicamente, mostrando la dentiera ingiallita, ma per [...]
[...] Tolstoï, perchè era alla moda, e di Zola, perchè lo dicevano scandaloso, ma le parve invece noioso. Il suo editore le diede poi tre romanzi [...]
[...] certa delusione. Le piacque solamente Angelus. Il bambino, allevato da due vecchi, che muore per non poter espandere la sua calda giovinezza, la [...]
[...] cui vedeva l'infinita vastità de' cieli in cui spazia il poeta. Sentì correre nelle celle dell'immaginazione una fiamma che la scosse tutta [...]
[...] , il suo cuore aveva avuto palpiti e gemiti che potevano illuderla di essere artista, se all'arte bastasse il cuore che ama e che geme; ma essa [...]
[...] vuole il cuore che ama, che geme e che crea. Lydia si trovò come il fanciullo che un'aquila aveva trasportato in alto. Per un istante dominò il [...]
[...] ad osservare la natura. Il silenzio dei boschi l'attirava specialmente. Quella calma piena di mistero, quelle ombre verdi, esercitavano un [...]
[...] quasi per abbracciare l'ente misterioso che le dava tante dolci emozioni, per adorare il Dio di quel tempio; e l'ente non era visibile, il Dio [...]
[...] le sfuggiva! Una ignota forza, essa lo vedeva bene, univa tutto il creato: l'insetto al filo d'erba, - 185 - il muschio al sasso, l'uccello [...]
[...] alle fronde, il ruscello alla sponda, la farfalla al fiore, l'albero alla terra. — Essa sola si trovava perduta, scompagnata in quella armonia [...]
[...] ondeggiare, per bizzarria, la lunga - 186 - capigliatura. Il moto e le corse all'aria libera calmarono un poco i suoi nervi; si sentì più forte, più [...]
[...] dove prima si era soffermata pensando ai poemi di Coppée, di considerare la natura sotto il suo grande aspetto sintetico, un po' superficiale, ma [...]
[...] dolce; come deve succedere alla maggior parte dei villeggianti e dei così detti amici della campagna, per i quali il più bel punto di un [...]
[...] paesaggio è sempre quello dove si può riposare comodamente, stendendo il tovagliolo. Alle cavalcate si unirono, con facile transizione, le partite di [...]
[...] storielle piccanti, gli aneddoti salaci. Lydia che in casa, sola, era presa dalla più cupa malinconia, portava tuttavia in società il suo brio d'una [...]
[...] continuamente - 188 - al mondo, il mondo la raccoglieva; ed era un combattimento accanito, senza tregua, fatto col sorriso sul volto e il miele nelle [...]
[...] labbra. Ella sarebbe morta prima che cedere. Aveva compreso subito, fin dalla prima comparsa in società, il posto importante che vi tiene la [...]
[...] , tutto ciò che si vieta alla seconda. Credette che il suo ingegno e la sua ricchezza bastassero a darle l'indipendenza, reputandosi assai [...]
[...] esisteva, gliene attribuissero parecchi, e poichè l'invenzione, in tali circostanze, è la più facile delle cose, il numero, la qualità ed il [...]
[...] frizzi, lo invitava a raggiungerla alla corsa, promettendogli il fiore che teneva in petto. Faceva, insomma, quello che aveva sempre - 189 [...]
[...] un cuore femminile, avvezzo a tutt'altre donne, credette fosse il caso di arrischiare tutto per tutto, e la prese d'assalto violentemente, una [...]
[...] , inseguendolo per il viale fino a che lo ebbe cacciato a guisa di un cane. Rientrò in casa eccitatissima, urlando per la rabbia, furiosa che un uomo [...]
[...] bisogno il sentire quei passi - 191 - forti e cadenzati, quelle strette di mano robuste che lasciavano il segno degli anelli sulle sue manine [...]
[...] traverso il fumo degli sigari una fina ebbrezza giungeva fino a lei, ebbrezza che le sue nari respiravano avidamente, come si respira [...]
[...] sibilava il vento, i pioppi si torcevano con flessuosità convulse. Sembrava che una mano brutale strappasse agli alberi le foglie, l'erba ai [...]
[...] riso maligno — so quel che mi resta a fare. Metterò in un cappello il nome de' miei spasimanti e sposerò il primo che esce, poichè è il [...]
[...] incarnato, con - 195 - piccoli labbri corallini; i nodi, azzurri, dominanti tutto il disegno colla sinfonia delicata del loro color di cielo [...]
[...] eguali, coperte di velluto verde; il tappeto a mazzi di rose su fondo bianco; la tappezzeria di carta bigia con fiorami dorati; la psiche [...]
[...] ; dava ordini e contr'ordini. Dapprima le era venuta l'idea di nascondere il letto sotto una specie di tenda araba, formata da tappeti e sorretta [...]
[...] da canne di bambù, riducendo il letto stesso a un mucchio di guanciali. La stranezza di questo - 197 - progetto la tentava assai, vedendo [...]
[...] arabo; ma neppure il medio evo, preso alla lettera, la soddisfaceva, perchè troppo rigido e angoloso. Pensò allora di sciogliersi dal rigorismo di [...]
[...] un letto largo e basso, di una morbidezza impudica. I tappezzieri erano persuasi che quello fosse il letto nuziale della signorina. - 198 [...]
[...] — osservò ancora titubando, don Leopoldo. — E perchè? Il perchè era difficile a dirsi; nè i grandi occhi di Lydia aperti e sereni mostravano di [...]
[...] simpatiche. Stendendo un paravento presso una delle finestre, improvvisò una specie di studiolo, un gabinettino a parte; e quello divenne subito il [...]
[...] cantuccio prediletto. Il paravento era di lacca verniciato in color acqua, della tinta aristocratica che fu tanto di moda nel secolo [...]
[...] ordinando seriamente questi oggetti dentro il pianerino, — lavorerò. Le fotografie di attrici celebri, di bellezze alla moda, facevano capolino [...]
[...] fra le pieghe della tappezzeria, e un enorme ventaglio giapponese, sospeso a mezz'aria come un uccellaccio, terminava di mobiliare il cantuccio [...]
[...] fine dell'anno senza che quasi se n'avvedesse, e per qualche settimana ancora gustò il piacere di far ammirare la sua camera agli amici [...]
[...] . Sulle prime la mostrò loro come una curiosità, fermandosi sulla soglia; poi venne un giorno di pigrizia, in cui trovandosi tanto bene dietro il [...]
[...] muoversi per gli altri. Il suo circolo d'uomini trovò posto accanto al paravento, o bene o male; o dentro o fuori. Si stava un po' pigiati, i [...]
[...] appartenuto al diavolo, venne in pompa magna e a nome delle signore oneste a tentare di convertire Lydia, mostrandole che non era questo il [...]
[...] contegno di una fanciulla per bene. Lydia irritatissima, senza lasciarle finire il sermone, le rispose che poichè quelle signore oneste ricevevano [...]
[...] i loro amici in letto, ella poteva ricevere i suoi in camera. Fu il colpo di grazia. Nessuna donna volle più confessare di esserle amica; si [...]
[...] Leopoldo, quasi rimbambito, non contava più che per il nome. Delle sue coetane qualcuna, maritandosi, aveva preso un altro indirizzo; le nubili, o [...]
[...] accusatori, sdegnava una riforma che umiliava troppo il suo orgoglio. — Non faccio niente di male — era la sua scusa a tutto, la sua risposta a tutti [...]
[...] - In qual modo avrebbe impiegato il tempo? Era la sua domanda di tutti i giorni, il terribile, angoscioso problema. Spesse volte non rispondeva [...]
[...] beneficenza aveva vinto un grazioso revolver, un ninnolo elegante che ella pose subito sopra il suo tavolino, piacendole far pompa di originalità e [...]
[...] accanto al ventaglio, cercando il nuovo ad ogni costo. Ma il nuovo dell'oggi era vecchio domani. Incominciava a provare lo scoraggiamento dei [...]
[...] quella la sua unica amica, ed anche Eva la contraccambiava di amicizia sincera. Pure, dopo il matrimonio di Eva, Lydia si accorse che non c'era [...]
[...] il sangue. Entrò senza farsi annunziare, mormorando un — permesso? — intanto che sollevava la portiera. — Ah! — fece Eva balzando in piedi [...]
[...] la guardava, ancora agitata. La giovane sposa era in abito da mattina, sciolto, colle maniche larghe, aperte dall'alto al basso che lasciavano il [...]
[...] ; era stanca, non aveva neppure pranzato. Il salotto gelido e vuoto non l'attirava; quando le annunciarono Calmi, fece uno sforzo per [...]
[...] realtà di un delicatissimo bigio sfumato. Sui polsi, lasciati scoperti dalla manica, molti giri di perle additavano, senza vincerlo, il candore [...]
[...] solamente ora? — Lei ha incominciato troppo presto, come il fanciullo che gridava al lupo prima che il lupo ci fosse; e per questo dico, ora [...]
[...] . — ... che il lupo c'è! Tacquero un momento. Lydia riprese, gingillandosi con un tagliacarte: — È l'amore che l'ha fatta diventar scettico, lei [...]
[...] ? — No. — Come me. Non ho mai amato. — Io neppure. Il silenzio li riprese: un silenzio calmo, senza imbarazzo, di persone avvezze a star insieme [...]
[...] simpatica. Lydia depose il tagliacarte e incrociando le mani sui ginocchi, riprese: — Dica il vero; lei è meravigliato e un tantino choqué per il fatto [...]
[...] nulla. - 214 - — Benissimo. Ritrovo il mio Calmi in questo accento ironico. Ella deve pensare che sono un mostro di pervertimento. Dopo tutto [...]
[...] . Dimenticare affatto quello che si è, inebriarsi al punto da non capire più nulla e girare in tondo, forse, è il segreto della felicità. Calmi la [...]
[...] ! — Infatti — mormorò Calmi, distratto dalle ombre cupe che ravvolgevano quasi tutta la camera, al di là del paravento. — Infatti... — e si alzò. Il [...]
[...] comperate per il suo grande amore al bello e che sembravano rizzarsi, nell'orgoglio delle loro forme adorate, dominando quella strana camera [...]
[...] mai venire a quell'uomo il pensiero di confrontarmi con un'altra. Ma giungere in frotta, mettermi in fila, numerizzarmi, essere la quinta, la [...]
[...] ch'io me ne sia accorta... - 219 - Calmi scosse il capo. — Non crede che ciò possa accadere? — No. Lydia abbassò gli occhi, e per qualche [...]
[...] minuto il silenzio li dominò entrambi, palpitante di memorie. — È sicuro — mormorò Lydia, tenendo sempre gli occhi sul tappeto — che a lei [...]
[...] dell'uomo. Luccicavano le lame damascate; il rewolver dal suo nido di velluto, mandava tetri bagliori sopra il paravento, dove le dame [...]
[...] verde tenero, nelle delicate trasparenze della seta imitante il cielo. Lydia, senza parlare, accese i candelabri della specchiera, e la luce si [...]
[...] , e gli porse la mano; ma la stretta fu così energica che ruppe il filo delle perline legate a' suoi polsi, sparpagliandole sul tappeto [...]
[...] , spogliandosi, in mezzo alle fotografie di quelle donne belle ed amate, sotto il baldacchino viola, trattenuto alla testiera del letto coi nodi [...]
[...] fanciulle si abbracciarono con molta commozione, ma Costanza era la più forte. Il tempo della lotta — poichè anche per lei c'era stata una lotta, ed [...]
[...] aspra, e dura — non esisteva più. Aveva vinto. Sopra il suo volto di santa, un colorito vivace indicava l'equilibrio del corpo collo spirito [...]
[...] di misericordia e di pietà. Nel lasciarsi, forse per sempre, rammentarono sorridendo il loro motto d'una volta. — Sei rimasta fedele al tuo [...]
[...] chiusa in camera a ripassare i vecchi quaderni pieni di memorie e il giornaletto sul quale, per un intero inverno, aveva scritte le proprie [...]
[...] impressioni. Era invecchiato il giornaletto, nella sua copertina di velluto color oltremare; le cifre d'argento apparivano brune; i fiori secchi della [...]
[...] pazzerella che fui! — pensò; e presa la penna scrisse in fondo, sull'ultima pagina: " Il solco nero, corroso, irto di sassi, che il torrente scava [...]
[...] ; era più culta, più raffinata, ma per l'osservatore esercitato l'avventuriera traspariva - 228 - ancora sotto il torciglione della [...]
[...] : Thèa, per quanto avesse il piede piccolo, non potè entrare nelle scarpine di Lydia; Lydia, a sua volta, trovò che la cintura di Thèa misurava un [...]
[...] Lydia con sè; suo marito, il barone, l'avrebbe vista tanto volentieri. — Ti lascia fare quello che vuoi, tuo marito? — Lo credo bene! La [...]
[...] ? Capisco, ma tuo marito non è in casa tutto il giorno. — Mi occupo... dell'avvenire. — Ah! Lydia sorrise, di un brutto sorriso che aveva imparato [...]
[...] recentemente; duro, forzato, che le segnava una ruga tra le labbra e il mento, e che rassomigliava ad una smorfia. — Tu — disse la signora Avella [...]
[...] signora Avella, senza rilevare il sarcasmo — dovresti abbandonare lei. — Perchè? - 232 - — Sai... è una certa famiglia... — Che importa [...]
[...] ? Thèa è una signora perfetta. — Non è quello che pensa il mondo. — Il mondo è una massa di imbecilli. La signora Avella si morse le labbra. Strinse [...]
[...] , non esercita l'avvocatura; ricco, simpatico, educato... Lydia rise forte: — Proprio Calmi è il solo uomo che non - 234 - mi voglia sposare [...]
[...] una certa alterigia — che il mio caso non è quello di una povera ragazza, obbligata a maritarsi per forza, per non restare a carico dei parenti [...]
[...] parte quattro o cinque colonnelli, un ministro e buon numero di baroni — il sesso forte, non avendo per appannaggio di - 237 - natura che questo [...]
[...] meravigliosa faccia d'uomo ch'io abbia mai vista. — Davvero? — Chi è? — Indovina. - 238 - — Il principe imperiale. Thèa rise molto [...]
[...] , intanto che contemplava il ritratto. — Che bel tipo, non è vero? Oh gli slavi, se li conoscessi! La baronessa aveva fatta questa esclamazione [...]
[...] , scandendo le sillabe. Lydia posò la fotografia a malincuore, e quelle che restavano guardò distratta e svogliata. Prima di lasciare il divano [...]
[...] , tornò a prendere il ritratto di Keptshy e gli diede un'ultima occhiata. Intanto la baronessa, seguendo lo sguardo di Lydia, mormorava colla [...]
[...] farsi, che provavano ad ogni istante il bisogno di stringersi la mano, di scambiare un bacio, di dichiararsi a vicenda che si volevano tanto [...]
[...] , se gli occhi profondi e il sorriso enigmatico non avessero indicato un doppio fondo di pensieri o di sensazioni affatto contrarie all'innocenza [...]
[...] quasi invisibile ed appoggiato fra le trine del busto. — È il ritratto di tuo figlio? — domandò, avanzando la mano con un movimento istintivo. — Sì [...]
[...] , sì, di mio figlio — rispose in fretta la baronessa, sottraendosi alla curiosità dell'amica. I primi quattro giorni trascorsero di volo. Il [...]
[...] quinto, all'asciolvere, la baronessa ricevette una lettera, dopo la quale restò preoccupata e nervosa per il resto della giornata. Sul tardi ebbe [...]
[...] un lungo colloquio colla madre. Lydia immaginò che il barone le avesse - 243 - annunciata qualche cattiva notizia d'affari; ma non rieevendo [...]
[...] stalle uscivano i nitriti dei cavalli; dalla cucina veniva un odore penetrante di caffè bruciato, e sopra ogni cosa dardeggiava il sole, splendido [...]
[...] perfettamente ignoto. Appoggiava sul terreno molle la punta dell'ombrellino, gustando il piacere di passeggiare libera, fuori degli sguardi [...]
[...] pratelline, sulle dolcissime pervinche, ella aveva ancora nella retina dell'occhio le figure procaci della Vie Parisienne, il giornale prediletto di Thèa [...]
[...] , ma questo dualismo bizzarro, solleticando, più che urtando, i suoi nervi, le accresceva il piacere. Non pensava, pensare è una fatica. Assisteva [...]
[...] prospettiva! Che pace, che frescura, che biondezza! Mangiano il filetto di bue coi lamponi, però. Lamponi o fragole? L'acqua di fragole, per la [...]
[...] pelle, ottima, lo dice Mantegazza. Le fragole, della terra promessa... ah! no, era l'uva. L'uva, Mosè, il popolo ebreo... Le ebree non portavano [...]
[...] ... Caprifoglio? Acacia? " Il sentiero non era deserto; qualche contadino passava, grave in volto. Più spesso una o due donne le giungevano alle [...]
[...] - 247 - e la sottana, e attraverso il quale si vedevano le caviglie. Questo particolare fece a Lydia una impressione buffa. Si pose a [...]
[...] guardare quelle donne con maggior interesse, e fu sorpresa di vederne sempre crescere il numero, tutte vestite in ghingheri, colle sottane bianche e [...]
[...] abituata a considerare la messa della domenica come uno dei tanti riti sociali, come il saluto alle persone che si conoscono, come il cedere la [...]
[...] della quale non si capisce nulla, e applaudirla. Il suo pensiero, spoglio di idealità, non aveva mai provato il bisogno di innalzarsi verso un [...]
[...] essere superiore; il suo cuore, senza veri dolori, non era mai stato trascinato allo sfogo consolante della preghiera. Le mancava affatto il [...]
[...] , dal giorno della sua nascita. La chiesuola era nuda di pitture e di marmi. Sull'unico altare stava raccolto tutto il lusso disponibile [...]
[...] : quattro candelabri di rame, due di legno e un mazzo di fiori rusticani, dalie, garofani o rose della madonna. Il prete, con una stola verde e la [...]
[...] cotta bianca inamidata, salì all'altare e si fece il segno della croce. Subito si segnarono tutti, anche Lydia, meravigliata di trovarsi in [...]
[...] vanità trovò ancora una gioia. Sollevò la testina altera, e dal busto di raso, il petto, sotto un impeto d'orgoglio, balzò, procurandole una [...]
[...] bocche, accompagnando il canto del sacerdote. — Che cosa è questo? — chiese Lydia, quasi a sè stessa, involontariamente. Una le rispose: — Le [...]
[...] espressione di giubilo intenso, con un sentimento di riconoscenza mite e profondo. Il canto saliva, intonato, tra i nuvoli d'incenso. Una [...]
[...] devota, ammonendo e consigliando, mentre il mazzo di fiori un po' stridulo nella pompa delle dalie e dei garofani rossi, portava una nota [...]
[...] , radiosamente calma, la linea del cielo. E il canto continuava lento, disteso. A tratti una invocazione più alta, quasi fatta con maggior fervore [...]
[...] affacciava il misterioso enigma della vita, il perchè di tante ebbrezze, di tante lagrime, di tante estasi che essa non conosceva. Ci doveva [...]
[...] oramai così perfezionate che non c'è più bisogno di presentazione. Tuttavia, pour la forme: Il conte Keptsky, mio cugino — la mia cara amica [...]
[...] scintillare gli occhi di Keptsky. — Ha lasciato il reggimento, — continuava Thèa, baloccandosi colle nappe della sua vestaglia, — mio marito è un po' in [...]
[...] aggiungeva altro, muta e immobile, allungata sul divano, dove la sua vestaglia biancheggiava nel crepuscolo. Il silenzio venne a mettersi fra [...]
[...] le due amiche, il grave silenzio di quell'ora; e col silenzio, con l'oscurità, ognuna si sprofondò nei propri pensieri, isolandosi, dimenticando [...]
[...] candore dell'abito, Lydia scompariva, raggomitolata in una profonda poltrona, le braccia strette alla vita. Nell' ampiezza del salotto, il respiro [...]
[...] insetti cercanti il nido. E i pensieri turbinavano leggeri, audaci; venivano le larve, i fantasmi del passato; venivano i sogni, i desiderii del [...]
[...] trasalivano nel silenzio. Da quella oscurità azzurra usciva, raggiante di luce propria, il volto di Keptsky. Esse lo vedevano, nella sua calma di [...]
[...] semidio, nella imponenza della sua altera bellezza; quella fronte elevata, luminosa; la linea della guancia di una purezza classica, il profilo [...]
[...] nobile, il mento fermo e gentile, la bocca perfetta nell'immobilità, affascinante nel sorriso, e gli occhi colore di due cupi zaffiri. Per un [...]
[...] della poltrona, Lydia teneva gli - 259 - occhi ostinatamente fissi sul divano, dove anche il bianco dell'abito a poco a poco scompariva nelle [...]
[...] tenebre, e solo, punteggiato dal raggio di una stella, il ventaglio chinese della baronessa, a fiori rossi, si agitava lentamente, dolcemente [...]
[...] braccia distese sui bracciuoli. Il corpo si addormentava, si dimenticava, e da questo sopore sfuggiva il cervello, libero, sempre più libero [...]
[...] , mentre il corpo le si appesantiva, torpido, e sembrava una massa inerte, anche le sensazioni si confondevano. Aveva la percezione di una [...]
[...] morbidezza, senza poter distinguere se fosse nelle braccia, nelle spalle o al cuore; se fosse il contatto della poltrona o la memoria di una carezza. Si [...]
[...] dello spazio. La sensibilità de' suoi nervi, restringendosi sempre verso il centro, s'era ridotta al solo battito del cuore; improvvisamente [...]
[...] perdette anche questa percezione. Passò un minuto o passò un'ora? Si destò al suono di una musica che pareva un sospiro, pareva il mormorío della [...]
[...] lembi di sogno, a battiti d'ali invisibili, a un vanire dolce di fantasmi sotto il primo agitarsi dei nervi che tornavano alla vita. Dal mondo delle [...]
[...] alcuni passi, brancicando; il divano era vuoto. Da una porticina in fondo che metteva all'altro salotto, un filo di luce rompeva le tenebre [...]
[...] , davanti alla fiamma della candela, mostrava il sorriso fino, spirituale, a cui la freschezza vermiglia delle labbra dava appena una sfumatura di [...]
[...] , ed ella sollevò il capo, gettandogli un' occhiata lunga. Egli prese dalle sue mani il ventaglio chinese, a fiori rossi, e glie lo spiegò sopra [...]
[...] il volto, chinandosi lentamente, guardandola egli pure in fondo agli occhi. In quel momento Lydia si sentì dare un tuffo nel sangue, le pupille [...]
[...] le si velarono, le si piegarono le gambe, e così, senza sapere il perchè, perchè soffriva, perchè moriva, si lasciò sdrucciolare lungo lo [...]
[...] , e che modulava con una abilità strana. Ascoltava meglio ancora che non parlasse, accompagnando il pensiero di chi parlava. Con Lydia, molto [...]
[...] minacciava il volto di Lydia. — Ma... — fece Lydia, imbarazzata per la prima volta in vita sua, sentendo in quel punto che il ritorno le dispiaceva [...]
[...] - sconosciuto tutte le sue teorie sulla vita, sugli affetti; le sembrava naturale e necessario di aprire il suo cuore a Keptsky, ma avrebbe voluto [...]
[...] , per tutta la vita? — Secondo... Girando il capo, Lydia incontrò lo sguardo di lui, profondo, perduto dietro a una visione; e nello stesso [...]
[...] tempo il suo cuore, come se - 268 - Avesse messo l'ali, prese a battere, seguendo quello sguardo, incontro alla visione ignota. Per alcuni [...]
[...] categoria apparteneva Keptsky? Il dubbio non era possibile; egli aveva il migliore amalgama: era tiepido e morbido. La campana dell'asciolvere [...]
[...] diede il primo rintocco. Lo sapevo — disse Lydia fra sè, senza affrettare il passo, fermandosi a cogliere un ramo di geranio. Keptsky pure si [...]
[...] fermò. Lydia alzò il braccio, in una posa che le era famigliare per mettere in mostra la mano diafana, solcata di venine azzurre, colle unghie [...]
[...] mattana, quasi una reazione di tutti i pensieri malinconici che l'avevano tormentata il giorno prima. Uno specchio, nel salotto, l'arrestò. Come [...]
[...] , non ne parlò più dietro una semplice, leggerissima insistenza di Théa. Ognuna di queste persone, compiendo il giro quotidiano dell'esistenza in [...]
[...] motivi per intendersi: l'ingegno sottile, pronto; i gusti raf?nati; l'amore dell'eleganza; il bisogno del piacere. Non mancava nemmeno il contrasto [...]
[...] fisico, che è la più grande attrattiva fra i due sessi; egli alto, forte; lei delicata come una ?gurina di Sévre. L'ammirazione toccò il colmo un [...]
[...] mistero. Alcune sere, quando la contessa aveva potuto afferrare il parroco, accontentandosi di un tarocco o di un tresette; quando la baronessa era [...]
[...] suo fazzoletto. Al che egli soggiungeva: — L'ora? E lei, soffocando la voce: — Quando canta l'allodola. — Il motto d'ordine? Oh! quello poi [...]
[...] , nell'innocente sotterfugio, non vedeva che un modo lecito di soddisfare il suo gusto senza urtare quello dell'amica. Partivano dunque, al galoppo [...]
[...] il giorno, guardandosí negli occhi, essi avevano la gioia del loro segreto. Erano giunti rapidamente all'intimità. Lydia gli raccontava tutto [...]
[...] particolari grotteschi; e poi gli diceva la sua noia alle lezioni di piano, la sua smania per il ballo e per la corsa; il tripudio del primo viaggio [...]
[...] una foga, una irresistibilità di con?denza, d'abbandono. S'ella avesse potuto esaminare il sentimento che la trascinava verso Keptsky; se fosse [...]
[...] stata capace di de?nirlo, avrebbe concluso che Keptsky era per lei il nido, il porto, la protezione, la felicità, l'oblio. Era arte, era religione [...]
[...] , perdendo in briciole la metà della sostanza. Keptsky le si era presentato sul tramonto della sua giovinezza, come il ?nale grandioso di un'opera [...]
[...] sciupata, il riassunto di tante - 277 - forze sperperate, il tratto di genio di un autore incompreso. Finalmente ella amava. Mille rivelazioni le [...]
[...] passava le giornate seduto sopra un muricoiolo, pregando per i suoi ?gli morti, le strappò lagrime di vera pietà. Perfino il cielo, gli alberi [...]
[...] , l'intera natura le apparivano con forme e colori nuovi, più umanamente vivi. Non avendo ancora rivelato a se stessa il suo amore, non chiedeva neppure [...]
[...] restava appena il tempo di godere, e questo - 278 - godimento che non aveva ancora un nome, questo boccioio che non era ancora ?ore, come [...]
[...] ; dobbiamo essere stati amici o parenti; perchè non saprei spiegare diversamente il fatto strano ch'io vi sento in me. Ragionavano spesso di questa [...]
[...] sensazione, che egli attribuiva a forza magnetica. Per convalidare il suo asserto, le diceva che egli non aveva mai potuto pensare all'Italia senza [...]
[...] spiritista? — Sì. Gli spiriti governano il mondo; nulla noi facciamo per noi stessi. Non sempre un angelo ci guida, però credo che uno spirito ci [...]
[...] domini sempre. - 279 - Parlando spesso francese, erano venuti a darsi del voi, naturalmente, quasi senza accorgersene; ma il contegno corretto [...]
[...] donne, non aveva la pretesa di far la corte, la solita corte smaccata e impudente che nella maggior parte dei casi è il solo contrapposto che gli [...]
[...] in un castello della Podolia, senza vedere nessuno, colla compagnia triste di una vecchia governante sempre ubbriaca,; e poi il collegio freddo [...]
[...] , austero, la pedanteria dei maestri, le scappate degli scolari; e poi l'entrata nel mondo, irrompente, da puledro che ha rotto il freno, poi la [...]
[...] brillante divisa degli usseri, la vita gaia di Vienna., e quello che non diceva — ma che Lydia indovinava — il meglio. Come deve essere stato amato [...]
[...] bellezze, e che fu per dieci anni il più adorato dei fantasmi. - 282 - Nelle Mille ed una notte, uno de' miei libri favoriti, ciò che mi [...]
[...] colpiva di più non erano i vasi fatati da cui sorgeva il Genio, le lampade meravigliose, le isole incantate; no, io sognavo le pallide sultane dal [...]
[...] amavo quelle donne, schiave, regine o fate. Errando poi solo nelle foreste, speravo sempre che mi apparisse il dolce volto de' miei sogni. Non a [...]
[...] se egli aveva preso in pace la caduta di quelle ali. Ma come chiederlo? Ella taceva allora, spronando il cavallo, con un bisogno di moto, un [...]
[...] ; continuavano al trotto serrato, cogli occhi fissi sulla lunghezza della strada. A poco a poco rallentavano il passo, le redini cadevano, gli [...]
[...] spinse il cavallo a galoppo, ?nchè giunse a un gruppo di salici, dove il giorno prima egli si era impigliato colla faccia; ne strappò due o tre [...]
[...] , non potè nascondere il proprio dispiacere, che palliava con una ?nta inquietudine per la salute di suo zio. — Non vi vedrò più, Keptsky. — Perchè [...]
[...] ? — Perchè sì. Una voce me lo dice. — Non la voce del cuore. Essa parla a me, in questo momento, e mi dice tutto il contrario. La guardava [...]
[...] parlare a bassa voce con sua cugina. Je vous espliquerai ça plus tard; le disse per ultimo, sorridendo, e venne a riprendere il suo posto accanto [...]
[...] ; il suo nascente amore la rendeva buona. Sentendosi ricca, faceva elemosina d'affetto. Passò due giornate intere presso la poltrona dello zio, a [...]
[...] leggergli la Revue, a cullarlo, a baciucchiarlo. Spesso il suo pensiero era assente, ma la parola le veniva sempre dolce sulle labbra, e se qualche [...]
[...] faceva esclamare: caro il mio vecchietto! — e questo era tutto per lui. Non andò guari che gli parlò di Keptsky. Esso divenne anzi l'unico tema di [...]
[...] i sigari, come per gli uomini, non vi sono nè due strade nè due destini; quanclo non vanno, bisogna far così. E aveva gettato il sigaro dalla [...]
[...] . Si era in agosto, la città spopolata, il caldo insopportabile, e tutte queste noie ella incolpava alla mancanza di Keptsky. Pensava a lui di [...]
[...] nello stesso tempo una gioia. Non avendo amiche nè ritrovi, usciva il mattino per tempo, sola, come già faceva altre volte, prendendo sempre la [...]
[...] Kepbsky sorridendo — vi posso dunque accompagnare? — Certo. — Che dirà il mondo? — Non me ne parlate! - esclamò Lydia con disgusto. — La France c'est [...]
[...] ? Questo nome cadde così improwisamente fra loro due, che il giovane, ad onta del suo - 292 - grande dominio su sè stesso, ebbe un istante di [...]
[...] , nevvero? Guardarono il cielo tutti e due con grande attenzione, sentendo che i loro sguardi si incontravano in quel punto lontano. E poi parlarono [...]
[...] di libri, di giornali, di musica. - 293 - — Vedrete il mio piano; è un capolavoro di eleganza e di sonorità. Io vi accompagnerò, e voi mi [...]
[...] visage me semble plus beau. Egli aveva una voce calda, giovane, che dava brividi di piacere, che sembrava solleticare il midollo delle ossa. Non [...]
[...] discorso cambiò ancora. Egli disse che aspettava lettere da Vienna, che intendeva di prolungare il suo soggiorno in Italia più che fosse possibile [...]
[...] , che l'Italia era stata per lui una rivelazione. — Se mi promettete di non ridere, vi confesserò che io torno a vedere qui il dolce fantasma [...]
[...] della mia infanzia, le pallide sultane - 294 - dai capelli lunghi, dagli occhi di gazzella. Non avete mai sentito voi il desiderio di un mondo [...]
[...] immateriale, di un amore fatto di sogni? — No, non lo aveva mai sentito, ma non' importa; capiva lo stesso, capiva tutto. Egli continuò: — Il [...]
[...] francese? il viale di un parco in una giornata grigia di inverno, un uomo col costume del secolo passato, col tricorno e i calzoni corti? una donna al [...]
[...] tutta, e per un momento chiuse gli occhi, lasciandosi trascinare. Erano alle porte dalla città. — Ora troveremo una carrozza. In?larono il [...]
[...] due sotto il braccio di lui. Gli era cosi vicinissima. — Che cosa pensate? — disse Keptsky, dopo un po' di silenzio. — Non lo posso dire. Ella [...]
[...] pensava che sarebbe morta volentieri in quel momento, se il suo corpo, dissolvendosi, doveva abbracciare quello di Keptsky. Comprese egli ciò che [...]
[...] ; ma Lydia tornò ad aprirlo. - 301 - - A rivederci. Presto. La carrozza si era già mossa, Keptsky le sorrise, da lungi. Il ritorno fu [...]
[...] la Revue uno sciallo di ?anella a scacchi bianchi e neri. La sua povera mente af?evolita era divisa fra due pensieri: il temporale che aveva côlto [...]
[...] sua nipote e il nuovo romanzo incominciato; al punto che quando Lydia entrò, egli le disse per prima cosa: - È incominciato il nuovo romanzo. Poi [...]
[...] si pbse a rimproverarla dolcemente per le sue scappate, accumulando la pioggia, i suoi reumi, il riserbo di una fanciulla, e i parafulmini che [...]
[...] vecchio le facevano l'effetto blando di una ninna nanna. Solamente per acquietarlo, gli raccontò che non era rimasta sola sotto la pioggia, che il [...]
[...] più bello, il più nobile, il più elegante dei cavalieri l'aveva protetta e scortata, ma abbandonandosi alla gioia di nominare Keptsky, si dilungò [...]
[...] Lydia. — Il romanzo nuovo è di Feuillet — continuò don Leopoldo, tornando alla seconda idea. — si chiama La Morte. Lydia non ascoltava. Aveva [...]
[...] davanti agli - 303 - occhi il collo di Keptsky, un pezzettino di collo tra l'orecchio e il mento, bianco, muscoloso, che si perdeva in alto sotto [...]
[...] i capelli castagni tagliati corti, che aveva un profumo forte di giovinezza, il profumo di un prato di fresco. — La Morte — tornò a dire don [...]
[...] Leopoldo, segnando co1l'indice scarno il frontispizio del romanzo. — Che hai, zio? — Vuoi leggere? — Ora no, se non ti dispiace, più tardi; sono un [...]
[...] po' stanca. — La ?anella, Lydia, la ?anella. Il vecchio volle togliersi lo scialle d'in su i ginocchi per metterlo addosso alla ragazza. - No [...]
[...] , che cadde per terra. — Ah! — fece Lydia, trasalendo — ella. vedeva. ancora il collo di Keptsky. XIX. Quando Caimi, sapendo Lydia in città, venne [...]
[...] a trovarla, ella gli disse subito cogli occhi che lampeggiavano: — Mi marito. — Da senno? — Di passione. Sono innamorata. del conte Keptsky, il [...]
[...] quale pur essendo il più bel giovane dell'universo, mi fa l'onore di preferirmi. — Keptsky! — faceva intanto l'avvocato, almanaccando — Non mi è un [...]
[...] : — Il suo Keptsky non si chiama Riccardo? — Sì, Riccardo. La fronte di Calmi si rannuvolò. — Perchè me lo chiede? — Perchè il Keptsky di cui ho [...]
[...] . - 307 - — Dica che sarà un equivoco. — Il conte Riccardo Keptsky, tenente negli usseri della Guardia, non può essere confuso con nessun altro [...]
[...] occhi belli e luminosi, e il sorriso - 309 - e la voce. — Impossibile! — mormorava tra sè — impossibile! Eppure aveva un affanno nel petto [...]
[...] , baciandola sonoramente sulle guancie. Lydía rinascova, le si allargava il cuore. Ah! come aveva potuto dubitare di lui? E su che appoggio? Per delle [...]
[...] ! — interruppe Lydia con un gesto vivace. Si intrattennero ancora, diffusamente, sul matrimonio. La baronessa aveva annunziato il suo ritorno de?nibivo [...]
[...] beata. Era come se avesse subita una operazione da cui dipendeva la sua vita. Il giorno dopo venne Keptsky tenero, amoroso, con un velo di malinconia [...]
[...] . Avrebbe voluto esser regina, per innalzarlo ?uo a lei. Quelle con?denze accrescevano il suo amore, mettendogli accanto una compassione, un [...]
[...] - Egli le parlò a lungo dei suoi dissesti ?nanziari, dell'avere abbandonato il reggimento per un puntiglio d'onore; e de' suoi progetti per l'avvenire [...]
[...] e del desiderio di vivere il loro primo anno di matrimonio in Podolia, nell'antica casa de' suoi avi. Lydia acconsentiva a tutto, in silenzio [...]
[...] , i suoi disinganni per dividere meglio quello di lui, e in tale cruccio profondo, una profonda conteutezza le veniva, pensando che il destino li [...]
[...] aveva riuniti, che tutto si poteva - 314 - ancora dimenticare, cancellare, che sarebbero così felici da non avere nemmeno più odio per il [...]
[...] è un solo Riccardo Keptsky, il quale non è conte, non ò tenente degli usseri poichè ne venne cacciato, e non è nemmeno un uomo onesto avendo [...]
[...] truffato al giuoco. " Lydìa rispose: " Non riconosco nessuno, nemmeno ad un antico amico, il diritto di calunniare l'uomo che io stimo più di tutti [...]
[...] - 315 - di avversa fortuna, ed eccoti un uomo a terra; gli si contesta perfino il titolo di nobiltà. Senza fatica, le tornavano alla mente le numerose [...]
[...] dell'amore il perdono? Non ha detto Gesù: Chi è senza colpa getti la prima pietra? - 316 - Caccíato dal reggimento: Queste parole tornavano a [...]
[...] Titano. Il disgusto della vita le faceva apparire divino l'amore che ella non aveva mai conosciuto, e che la dominava con tutta la violenza delle [...]
[...] passioni in ritardo. Il tempo perduto la incalzva; la minaccia dei capelli bianchi le diceva: affrettati a godere. E Keptsky era ai suoi piedi [...]
[...] andava due volte al giorno. In meno di una settimana fece la conquista di don Leopoldo, per modo che il povero vecchio aspettava Keptsky con una [...]
[...] era già scritto per le carte di regola; il matrimonio ?ssato ai primi di ottobre; tutto scorreva liscio, blando, senza intoppi, in un cielo sereno [...]
[...] arrischiate a trentatrè? Il rimpianto di una giovinezza perduta, perduta così inutilmente, si mesceva alla gioia di questi preparativi. Come era stata [...]
[...] fresca, viva! Come erano stati folti i suoi capelli! e bianchi i suoi denti! e il suo collo rotondo! Oh! se ella potesse dare a Keptsky, oltre il cuore [...]
[...] , l'avvenenza intatta, l'avvenenza di - 320 - una volta; essere sua per l'affetto e per il piacere, essere l'amore, ma anche la passione, ma [...]
[...] anche il tripudio di due giovinezze! Non era innocente; sapeva la larga parte che tengono i sensi nell'amore dell' uomo, e, cresciuta al culto [...]
[...] della forma, adorava troppo il bello per non crederlo indispensabile. Baciava le sue mani, ringrazianlole quasi per essersi conservate in tutta la [...]
[...] disperato della tavolozza, profondendo il vermiglio ai frutti, il biondo alle messi, la voluttà negli occhi della donna. Dopo essersi lavata con [...]
[...] abito che le stava bene, lasciava lo specchio soddisfatta, e nell'espansione del contento, i suoi occhi brillavano, il sorriso si schiudeva fresco [...]
[...] bruciano le carni nell'ora del delirio e sembrano lasciare il solco; non i desiderî che maturano le estasi degli amplessi, e dissolvono in un [...]
[...] istante la vita di molti anni. Ella, vergine e pura, non si era data all'amore; il tempo l'aveva presa. Oh! tornare indietro, tornare indietro! Questo [...]
[...] l'anelito supremo, il grido straziante di Lydia. XX. Prima di af?ggere le pubblicazioni, don Leopoldo volle riunire ad una serata gli amici [...]
[...] intimi, per annunciare in forma uf?ciale il matrimonio. Vennero Calmi, Lante, i Castel Gabbiano, uno degli Strutti, la contessa Colombo, Théa [...]
[...] su cui erano dipinti degli amorini. — Le ho perdonato, sa; siamo generosi. Non le voglio nemmeno chiedere, per non vederla confusa, il suo [...]
[...] di persuaderlo. Era il suo più vecchio amico, dopo tutto, e quella freddezza, quel disprezzo, non potevano lasciarla indifferente. - 324 [...]
[...] - — Calmi, sia ragionevole; le pare ch'io possa dare molto peso a quistioni di titoli, di debiti, di follie giovanili, quando il colpevole [...]
[...] , ravveduto, mi dedica tutta la sua vita, tutto il suo amore? — Senta — disse Calmi, facendo uno sforzo per dominarsi — non è il momento per discorrere di [...]
[...] un gesto grazioso la baronessa indicò Keptsky, che si avanzò sorridendo verso la sua fidanzata; ed egli pure disse, cambiando subito il sorriso in [...]
[...] di Keptsky. - 326 - L'avvocato vide che non era più il caso di indietreggiare nè di mascherarsi dietro mezze parole. Si trovava davanti a un [...]
[...] dovere di galantuomo; egli era in obbligo di chiarire la verità a quella fanciulla che gliela domandava, sul punto di ?rmare il suo avvenire [...]
[...] persuadendo che non giovava illudersi, Keptsky essendo legato più che mai alla baronessa sua complice. — E allora — si pose a gridare Lydia, sotto il [...]
[...] parossismo di una improvvisa reazione, investendo l'avvocato, perchè non ha parlato prima? Perchè ha lasciato che il matrimonio si facesse pubblico [...]
[...] ? perchè non si è presentata lealmente, apertamente, in faccia a tutti, sostenendo la sua accusa? È dunque lei l'ipoorita che non ha il coraggio [...]
[...] sapere, mi pose tra le mani tutto il nodo dell'intrigo. Lydia, che aveva ripreso un apparente dominio di sè stessa, lo pregò a spiegarsi [...]
[...] farla vergognare! L'ironia pungente, disperata di quest'ultima frase colpì l'avvocato più che tutto il resto. Egli tentò ancora di smuoverla da quel [...]
[...] , s'udiva nella camera attigua il bisbiglio di due voci. Lydía tratteneva il respiro. Erano parole staccate, che non si capivano bene; ma una voce chiara [...]
[...] pelle delicata; avrebbe voluto vedere, ma non ebbe bisogno di questo. Per il suo orecchio avido, ogni rumore era una parola distintissima. In quel [...]
[...] braccia di Calmi, il quale la portò di peso in carrozza. Era già sera, ed egli non l'aveva ancora abbandonata un istante. — Grazie, Caimi: ella è [...]
[...] buono, più buono di quanto avrei immaginato; ma è inutile... - 336 - Dicendo " è inutile " Lydia si toccava il cuore, se lo sosteneva come [...]
[...] unpovero membro disfatto; stesa vestita sul suo ampio letto in mezzo alle tede della coperta e ai lacci di amore, il cui vivo azzurro risaltava [...]
[...] sovente per respirare: — Vede il vantaggio di coloro che sono abituati a soffrire?... io non posso, non posso! E il vantaggio di quelli che credono [...]
[...] . Lydia non rispose. Scese dal letto, barcollando un po'. Un lume era acceso dietro il paravento, - 333 - e nel cerchio della luce qualche cosa [...]
[...] composta sui guanciali: le sue manine abbandonate sulla sponda, gli occhi chiusi, i capelli sciolti lungo il petto, tutto il volto di una pallidezza [...]
[...] marmorea che ne accentuava il tipo delicato. Da un nastrino nero che le cingeva il collo un dianmnte scintillava; era ancora vestita. La cameriera [...]
[...] sollevò un lembo della coperta, mostrando a Calmi una chiazza di sangue al posto del cuore e, sul tavolino, il piccolo revolver, che sembrava [...]
[...] . LETTERA I. Dove si parla della città. Napoli, 5 maggio 1877. Eccomi a Napoli; eccomi finalmente in questa terra promessa ad incarnare il sogno dorato [...]
[...] , vidi il nostro caro Enrico che m'era venuto incontro alla stazione. Cascammo l'uno nelle braccia dell'altro come due feriti al core; ci abbracciammo [...]
[...] giù, a trotto serrato per Toledo, Chiaja e la Villa Reale, trasportato come in sogno fra la romba e il brulichìo vertiginoso d'una folla compatta [...]
[...] migliaia e migliaia di cappelli e di teste umane. Che brio, che vita, che baraonda, amico mio, che maraviglioso disordine era quello per il nuovo e [...]
[...] pentola a bollore! Ma ero troppo stanco da potermela godere. Mi doleva il capo, mi frizzavano gli occhi ed avevo tanto bisogno di riposo, che nulla [...]
[...] ricordo confuso come d'una cosa accadutami anni ed anni indietro. Ho negli orecchi il ronzìo di serenate che incontrammo lungo la riviera di [...]
[...] Vesuvio! Dio, Dio, il Vesuvio! il suo pennacchio, i suoi bagliori sanguigni! Ma tutto confuso, tutto annebbiato come il ricordo d'un ballo fantastico [...]
[...] addirittura il visitatore italiano nella illusione di trovarsi mille chilometri lontano dalla sua patria, balestrato per incantesimo su qualche [...]
[...] fabbricati, il sudiciume e la ristrettezza delle vie; il genere di vegetazione che si vede nei giardini della città e nei dintorni; l'abitudine che [...]
[...] sola differenza della lingua, che là saresti importunato per il bascisch e quaggiù non ti lascian pelle indosso per il soldo. Il movimento della folla [...]
[...] descrive il De-Amicis nel suo Costantinopoli. Ma lasciando da parte i confronti, vieni con me, osserviamo Napoli quale è; percorriamo le sue [...]
[...] sventolano al sole e fronde e fiori e persone fra quelli affacciate, ti confermano nella illusione. Il frastuono, le grida, gli scoppi di frusta ti [...]
[...] assordano; la luce ti abbaglia; il tuo cervello comincia a provare i sintomi della vertigine, i tuoi polmoni si allargano; ti senti portato a [...]
[...] scende dal balcone fiorito t'inebria, il raglio potente d'un somaro ti fracassa gli orecchi. E così potrei seguitare all'infinito. La straordinaria [...]
[...] accomoda senza curarsi se sarà ridicolo o se arrecherà ad altri molestia. Le guardie municipali sono impotenti o quasi in tanta baraonda. Il fabbro [...]
[...] la intera città assume l'aspetto d'una immensa bottega di rigattiere. In alcune vie il cielo è quasi nascosto da migliaja di panni stesi ad [...]
[...] un ideale d'incivilimento, il quale forse non ha altro difetto che d'essere un po' troppo a modo suo. Pur troppo verrà anche per questi aridi [...]
[...] prova dispetto o non si eccita piacevolmente dinanzi a un tale spettacolo, invochi e presto i soccorsi dell'arte salutare, perchè il suo sangue è [...]
[...] moltitudine di figli d'Adamo; ma il riflesso della gajezza che predomina su tale scena ti abbarbaglia per modo che le particolarità sfuggono a' tuoi [...]
[...] sensibile vibrazione. È più facile sentirsi provocare una risata omerica dal frate che ti chiede il soldo, offrendoti in cambio i numeri per il lotto [...]
[...] questa mantiene per un lungo tratto fino alle sue estremità, dove sensibilmente s'incurva; il leggiero declivio del suo piano rotabile, per mezzo del [...]
[...] quale, come dalla platea di un teatro, si può da qualunque punto dominarne il movimento al di sopra ed al di sotto di noi senza trovarci affogati [...]
[...] città di un monumento importante e forse ne avranno avuta l'intenzione, ma non vi sono riusciti. Il loro capolavoro che sarebbe il San Francesco di [...]
[...] Paola, malgrado di tutte le pretensioni che ha di somigliare il Pantheon nel suo corpo centrale e di ricordare molto felicemente il porticato del San [...]
[...] Pietro nelle ali, non giunge ad altro che a rammentarti, con la scialba sua faccia e con la fredda monotonia delle sue linee, il goffo bigottismo di [...]
[...] colui che spaventato all'idea della morte ne decretò la costruzione votiva fra la bevuta d'una pozione diuretica e il Memento homo del prete che [...]
[...] qualcuno ne avesse. Non parlo dei Palazzi reali che a giustificare il loro titolo altro non hanno che la mole, poichè tanto nell'esterno quanto [...]
[...] godimento tranquillo della preda. Fughe vergognose, guerre fratricide e sanguinosi ritorni si alternarono a brevi intervalli sotto il loro infausto dominio [...]
[...] . Ed intanto che faceva il povero orso dalle cinquecento mila teste tartassato in mezzo alla barbara tempesta? Si esauriva applaudendo a colui che [...]
[...] termiti e nulla più. E fa veramente maraviglia il notare come l'Architettura sia restata tanto negletta quaggiù in questi ultimi tempi, mentre la [...]
[...] e non mi sono piaciute; di dentro non ne ho viste, ma mi assicurano che oggi si costruisce assai bene. Tanto meglio per il decoro dei costruttori [...]
[...] redini dei più esperti guidatori d'Europa dopo quelli inglesi. Il cavallo più selvaggio diventa un agnello nelle loro mani, il che deve anche [...]
[...] carichi d'ogni ben di Dio che sgambettano, ragliano, sculettano e fanno tante altre cose che è un vero prodigio il sentire che noi pestiamo tanta [...]
[...] roba senza esser mai pestati da loro. Spesso calando per una rapida scesa accade di sentire che il cavallo non cammina più, ma patina andandosene giù [...]
[...] , assistetemi voi.... Ehi! vetturino.... ma che lavoro è questo? vetturino! ? Il vetturino ti guarda e non risponde. ? Bà.... bada! bada a quella [...]
[...] senti rallentare la corsa, il cavallo ha smesso di patinare, cammina regolarmente e siamo in fondo, aaah! ? Non hai anche finito il sospiro di [...]
[...] consolazione che incomincia una salita del trentacinque o quaranta per cento. Il cavallo s'inerpica meglio d'una capra, si divincola, si ripiega su se [...]
[...] stesso, dà falcate e scatta com'un ranocchio, ma il suo piede non attacca sulla lava lustra dall'incessante attrito.... ? Cocchiere, cotesto cavallo non [...]
[...] certo in questo paese. Ad ogni passo incontri qualche cosa di strano e di bizzarramente nuovo che attira la tua attenzione. Il sistema, per esempio [...]
[...] carretto carico d'ortaggio. ? Questo parrebbe il non plus ultra dell'originale, parrebbe che tutti dovessero fermarsi e sbellicarsi dalle risa [...]
[...] senza testa e perfino botteghe di barbieri flebotomi, dove in pochi minuti e per pochi soldi ti levano il sangue, i calli, la barba, i capelli e la [...]
[...] chi può tener dietro a questa fantasmagoria? Il numero di tutti questi urloni che, dal levar del sole a tarda notte, girano continuamente colla loro [...]
[...] brevissima fermata, dove, guardando in aria e arroncigliando le labbra, berciano e gesticolano, finchè non vedono calare il panierino della loro cliente [...]
[...] gambe per la via o un sacerdote con l'altare ad armacollo dire la Messa correndo e il chierico e il popolo dietro per ascoltarla. O che non sarebbero [...]
[...] intonate anche queste con tutto il resto? Io dico di sì. Il lustrascarpe urla invitandoti e fa tonfi battendo la spazzola su la cassetta; il [...]
[...] venditori di giornali coi loro incessanti: ? o Pì, o Pun ? (il Piccolo, il Pungolo) e la romba continua di migliaja di veicoli; e tonfi e botte e [...]
[...] intronate il suono di campane, le ho benedette e fissandomivi con l'attenzione, mi hanno servito di riposo e ne ho preso refrigerio e conforto [...]
[...] . . . . . . . In un bollente vetro Gittato mi sarei per rinfrescarmi. Quante volte dal folto di questo pandemonio, allorchè udivo appena il cannone di [...]
[...] palazzi ed al silenzio de' suoi canali che lascia intendere il fiotto dei remi d'una gondola lontana e il tubare de' colombi su le cuspidi delle sue [...]
[...] matrona, stanca sotto il peso degli anni, povera in mezzo alle sue gemme, ma ricca d'orgoglio per antica nobiltà. Ai piedi del Vesuvio, la voluttuosa [...]
[...] è sembrato essere il carattere di questo popolo. È così instabile, così pieno di contradizioni; si presenta sotto tanti e così disparati aspetti [...]
[...] momento li crederesti deboli donne o fanciulli, in un altro, uomini in tutto il vigore della parola; insomma, la loro indole non saprei in massima [...]
[...] questo ceto, è naturale che un viaggiatore, il quale, come me, non se ne proponga uno scopo di studio, non veda altro che quello. L'aristocrazia [...]
[...] chiama il medio ceto, ho avvicinato soltanto una ventina di rispettabili e care persone, delle quali non saprei dir mai tutto quel bene che si [...]
[...] il vieto inno di moda alla Sirena, senza capire che è tempo di smetterla, perchè di Grazielle, di chitarre e di Sirene se n'è detto già tanto che [...]
[...] ammirarne la eleganza delle proporzioni e per ridere del modo, col quale le adoperano negli usi più comuni della vita. Allorchè parlano, la lingua è il [...]
[...] ostricaro fisico. ? «Avete vongole, compare?» Il compare alza la testa e chiude gli occhi. Dopo un momento, non avendo capito che il signor [...]
[...] » alzando la voce. Ora poi il compare è pieno fino alla gola; v'ha preso per uno stupido e ve lo vuol dimostrare. Rialza la testa, richiude gli [...]
[...] prodigo, il quale risparmia ora un franco in una spesa utile, per darne via mille poi in cose superflue. Il loro vestiario non saprei dirti quale [...]
[...] sia. Sparito il pretto tipo del Lazzaro, il quale aveva stabilito quasi un costume, nelle sue brachette fino al ginocchio, camicia aperta sul petto [...]
[...] grosso volume parlerebbe meno del loro abbrutimento, di quel che lo facciano i luridi cenci che questi atleti della miseria hanno il coraggio di portare [...]
[...] famiglia ha trovato stoffa e guarnizione per provvedere di un intero tout-de-mème da ogni stagione il marito e i suoi guaglioncelli, che fino ad [...]
[...] aveva soltanto due mezze trombe di calzoni, che rette da spaghi gli coprivano le gambe dal ginocchio in giù: il resto della persona era nudo affatto [...]
[...] nudità, ma il senso della vergogna mai. Quanto è portentosa la prolificità di questa gente, altrettanto sono facili i matrimonj. Il pensiero [...]
[...] stracci, il talamo; i ragnateli e un mucchio di paglia, la mobilia. Verranno poi i figli. Tanto meglio. I rigetti dei banchi d'ortolani e di [...]
[...] chiedere il soldo dell'elemosina, provvederanno all'esistenza ed alla educazione loro. Che razza di genìa scaturisca da questo genere di palestra, tu puoi [...]
[...] figurartelo senza torturarti molto il cervello. Eppure, anche con tutto questo, non riescono antipatici, nè sgarbati nè di rozze maniere; anzi [...]
[...] vispi, pronti d'ingegno, spensierati e docili per natura; il turpiloquio e la bestemmia che tanto qualificano la plebe della nostra gentile Toscana [...]
[...] notato il suo spirito, scherza piacevolmente con un compagno. Scaltro e ladruncolo per eccellenza, il Lazzaro rubacchia indubitatamente quando gli [...]
[...] facilità l'orologio, il fazzoletto, il portasigari che fa capolino dalla tasca di petto e gli basta, ed è contento perchè, quando s'è abbuscato qualche [...]
[...] cosa con la sua destrezza, corre subito dal camorrista manutengolo che gli dà forse il quinto del suo guadagno, e con que' pochi vola al primo de [...]
[...] , brontolando e ostentando di mordere il freno, ma in fondo contenti come pasque d'essersela cavata a quella maniera. Se vengono alle mani, però, son cattivi [...]
[...] spedali, nè di ricoveri, nè di benefizii che gl'impongano il minimo legame. Potrei citare, per prova di quanto asserisco, mille esempj che mi sono noti [...]
[...] soccorrere, facendogli settimanalmente la elemosina, un piccolo orfano di circa nove anni, il quale in mezzo a privazioni di ogni genere durante la [...]
[...] dentro; gli dipinse a colori seducenti il suo avvenire e fissò il giorno nel quale lo avrebbe aspettato, per condurlo all'asilo. Il guaglioncello [...]
[...] ribrezzo, e non vi si adattano finchè il bisogno non gli abbia presi per la gola. Da questa tendenza della loro indole e dalla scarsità di opificj che [...]
[...] avventizio nei luoghi di maggior movimento commerciale o al piccolo commercio ambulante per le vie della città, tormentando il prossimo in centomila [...]
[...] quello di battelli postali e navi mercantili nel porto, il lavoro cessa e negl'intervalli migliaia di persone restano disoccupate. Alla stanchezza [...]
[...] per il lavoro fatto si aggiunge l'influenza del clima, e allora chi casca di qua e chi di là, e tutti si buttano allo sdraio sui muriccioli, sui [...]
[...] , almeno ora, il dire che lo ricusino, perchè hanno mangiato. Sono stato troppe volte e sul molo e nei quartieri poveri, dove abbondano gli sdraiati e gli [...]
[...] , e mai mi son sentito rispondere il famoso aggio magnato. Sorgono in piedi come se scattassero per una molla, si stropicciano gli occhi e per pochi [...]
[...] , e scaricandovi addosso un diluvio di eccellenze e di don, come se avessero da voi ricevuto il più grosso favore del mondo. Gli ho osservati nelle [...]
[...] troverà certamente; e giri, e cerchi, e osservi pure a suo piacere, assolutamente non le troverà. Il temperamento di questa gente è troppo [...]
[...] credo. Date Caesari quod Caesaris est, c'insegnò il Cianchi bon'anima maestro di rettorica, e giacchè sono entrato nello sdrucciolo delle eresie, mi [...]
[...] poetiche ariette che questi maestri di musica compongono a tavolino e non il popolo lungo la marina, come generalmente si crede, non lo incontrerai mai [...]
[...] leggenda del cigno. Tutti i poeti hanno esaltato a cielo le dolcissime note e il canto melodioso di questo taciturno abitatore dei laghi, senza [...]
[...] averne mai udita la voce. Bugiardi! Io l'ho sentita questa voce incantevole, l'ho udito davvero il canto di questo voluttuoso amico di Leda, e non ho [...]
[...] calma sociale, e questo lo prova il fatto che spesso l'Arsenale e l'officina di Pietrarsa hanno messo fuori cinquecento ed anche mille operai e la [...]
[...] per il giuoco in genere ed in specie per il Lotto giunge fino alla frenesia, e forse il desiderio di soddisfare a questa sfrenata libidine, se si [...]
[...] istinto, manca loro assolutamente il senso della nettezza. Il dare un'occhiata alle cucine della plebe, alle loro pietanze ed alle mani, con le quali se [...]
[...] che mi parve vedere attingere da quel pozzo. Spinto dalla curiosità, scesi e domandai. Il pozzo era quello della sorgente d'acqua ferruginosa, della [...]
[...] refrisch (il rinfresco). Il concorso degli attingitori è giornalmente di qualche centinaio ed il sistema è sempre il medesimo. A te, come a me, correrà [...]
[...] quel che mi fu risposto. Addentrandosi poi ad osservare più da vicino e più minutamente le condizioni morali, il disordine delle idee di questa [...]
[...] gente e le sue conseguenze, il senso che si prova, dopo averne ammirate le fiacche virtù e sorriso su i piccoli difetti, è davvero di profondo [...]
[...] sconforto, quando siamo arrivati a convincerci che il sentimento della dignità umana è lettera morta per costoro. Per arrivare a levarti un soldo di tasca [...]
[...] a far capriole, a gonfiare il torace e ad imitare voci d'animali, eppoi: ? Signurì, u soldo ? Ed io: ? Vattènn! ? e lui daccapo alla mozione degli [...]
[...] ? Gli detti il soldo e tirai avanti. E questa prostrazione morale, questo non senso del proprio decoro non appartiene soltanto agli ultimi straccioni [...]
[...] sono pronto a fare per voi i più sporchi servigi. ? Hai capito? I padroni, a forza di frustate e di dieta morale, hanno saputo addomesticarsi il cane [...]
[...] pregiudizio non è attaccato il solo volgo, ma, tolte rare eccezioni, la intera città. Corna nelle botteghe; corna nelle case; amuleti alle catene degli [...]
[...] perchè sospette di comunicare il malefico influsso. Passa un gobbo, un cieco, uno storpio, c'è lo scongiuro particolare da farsi per scansare l'atroce [...]
[...] pericolo. Vi passano da destra, il tal segno è opportuno; da sinistra, il tale altro. E chi sa poi quante raffinatezze vi saranno che all'audace [...]
[...] profano non è dato conoscere! La loro scienza è la superstizione; la loro fede l'idolatria. Il ridurre il culto della divinità a idolatria non è un [...]
[...] mortali, è comune, è radicata in ogni classe di devoti; ma il lazzaro Napoletano va più in là, ed il suo Dio, o meglio il suo Santo se lo immagina [...]
[...] credendo che il Santo abbia ceduto alla paura, si pente dell'abuso, si scusa e lo ringrazia col viso inondato da lacrime di tenerezza. Le idee: Dio [...]
[...] l'elemosina. Ricorrere ad una fattucchiera, per avere i numeri del terno ed accendere il lume alla Madonna, perchè sortano dall'urna, è, fra questa [...]
[...] gente, un fatto de' più comuni. Di patria, d'Italia, di nazionalità non occorre parlarne. Essi sono napoletani e basta, ed il resto degl'Italiani, dal [...]
[...] lato Nord son Piemontesi, dal lato Sud cafoni e niente altro; ma del rimanente, neppure per il loro nido sentono nobile affezione, non hanno altre [...]
[...] aspirazioni che il godimento tranquillo della loro miseria. Lasciateli svoltolarsi nel loro fango e date loro chiocciole e maccheroni a poco prezzo [...]
[...] , non chiederanno mai qual forma di Governo regga il loro paese. Amanti all'eccesso degli ornamenti baroccamente sfarzosi, adornano a profusione e [...]
[...] di fiori e di foglie le merci che tengono in mostra alla vendita, anche se del genere più vile. Il gonfio caballero che fa, in pubblico, maggiore [...]
[...] Totonno e Carminiello e Cannatella e il piccolo Cicillo, hanno passato la notte accatastati sopra un pagliericcio muffito, succhiati dalle cimici e [...]
[...] maraviglioso. Il Re non è nelle buone grazie di costoro, perchè sotto il suo regno i viveri sono rincarati; ma se Vittorio Emanuele attraversasse i quartieri [...]
[...] bassi della città adornato di penne di pappagallo, di campanelli e di gemme di Murano, come il capo d'una tribù selvaggia, si prostrerebbero ad [...]
[...] credo di non ingannarmi dicendoti che questo è il vero caso di ripetere ab uno disce omnes. Il Medio Evo, ormai evirato dal dominio spagnolo, e [...]
[...] , dietro al quale cerca onestare le sue azioni anche il più sfrenato birbante. ? Un cerchio di ferro chiuse la città, o meglio, l'intero Regno delle due [...]
[...] Sicilie, all'apparire di questo fatale monarca. Questo cerchio dopo il 1848 fu anche rinforzato e ribadito maggiormente, essendosi maggiormente [...]
[...] rinforzata la paura nell'amato sovrano, e l'isolamento divenne allora assoluto. Il nuovo pensiero che, ingrandendo ad ogni passo, svegliava l'Europa [...]
[...] , energia; il pregiudizio, fede. La frode, il furto, la truffa furono incoraggiati ed anche legalizzati, se a questa frode, a questo furto, a questa [...]
[...] truffa poteva partecipare l'autorità incaricata di reprimerla. Il sotterfugio diventò sistema; dal sistema sorse la generale diffidenza, la quale [...]
[...] , giungendo al suo colmo, non si restrinse fra estraneo ed estraneo, ma fra parenti e parenti e perfino fra padre e figli. Ognuno riguardò il suo simile [...]
[...] per il popolo non se ne parlava o, se se ne parlava, era data nelle mani di coloro che non volevano, che non sapevano, o ai quali veniva imposto di [...]
[...] compartirla secondo le teorie di chi dichiarava opere diaboliche il vapore, il telegrafo, la fotografia e tutte, insomma, le più grandi [...]
[...] manifestazioni dell'ingegno umano. Il vero ingegno, se rivolto alla luce delle scienze, era soffocato sotto la persecuzione; l'onestà sospetta e tenuta [...]
[...] d'occhio. In mezzo alla putredine di una società costituita su tali basi, la peggiore anarchia morale trovò il suo alimento, ed in tempo che da un lato [...]
[...] rare ed eroiche individualità sorgevano sdegnose a fare intendere il loro grido di ribellione fra le torture, le galere e gli esilii, la gran massa [...]
[...] a briscola con chi aveva il dovere d'intimar loro l'arresto, ma la camorra non l'ho veduta mai. Mi è parso vedere qualcuna delle sue mille cause [...]
[...] inebriato, dopo averne sentito parlare da un pazzo! La descrizione più pittoresca; il quadro di un pennello prodigioso; il capitolo d'una penna sublime [...]
[...] fronte, mentre affacciato alla finestra del vagone, mi bruciavo gli occhi guardando il sole che sfacciatamente bello si slanciava nel cielo dalle [...]
[...] gole d'inferno che vomitan fiamme e minacciano distruzione da ogni parte, ma, per il suo scopo, ha fatto peggio che a lasciar correre. ? Ormai lo [...]
[...] ridono, ridono e ridono come nelle ore del chilo devon ridere i beati a pancia all'aria, per le viottole del paradiso. Il treno strisciando turbinoso [...]
[...] Greco, da sembrare una continuazione della vecchia città. ? E noi si guardava maravigliati. Da una parte il Vesuvio che taciturno fumava la sua [...]
[...] questa scena secca e abbrustolita, compariva dall'altro lato il mare biancheggiante di spuma e di vele, e in lontananza i villaggi di Vico, Mèta [...]
[...] alla quale la dubbia caligine del mare lontano diceva agli occhi insaziabili: Ora basta. I miei compagni erano tre: il pittore S. di Firenze, il B [...]
[...] d'intendere tutto il linguaggio di quella natura divina. Migliori compagni non avrei potuto desiderare. Arrivammo a Castellammare. La patria dei più [...]
[...] nulla più, ma le montagne che le stanno a ridosso e il panorama del Golfo che si gode di là, è stupendo. Conservo uno spiacevole ricordo di quella [...]
[...] aver più addosso il portafogli. Non volevo mettere gli amici a parte del mio disturbo, ma non avendo potuto nasconder loro l'imbarazzo, nel quale mi [...]
[...] trovavo e l'alterazione della mia faccia, mi domandarono con ansietà che cosa avessi. ? Mi hanno rubato il portafogli! ? Ma come! ma dove? ma [...]
[...] d'addio. Domandai alquanto indispettito il perchè di quel riso e mi risposero con un'altra risata più grossa della prima. E perchè quelle risa così [...]
[...] crudelmente inopportune? Avevo il portafogli in mano. Dileguata la breve, ma rabbiosa tempesta, mi scusai ad alta voce con gli amici, per aver loro [...]
[...] minuti avevo avuto su la loro onestà, e proseguii il cammino lungo la marina tutto umiliato, parendomi di scorgere in ogni occhio languido che mi [...]
[...] fissava, il dolce rimprovero di Cristo a Pietro: amice, quare dubitasti? Per questa volta avevo avuto torto. La giornata non era riuscita degna della [...]
[...] caro il benefizio di quelli aerei. Il nuvolo dei parasiti ambulanti che ci ronzavano d'intorno, pigolando vigliaccamente l'eterno soldo, era anche [...]
[...] per la desiderata Sorrento. Attraversato rapidamente il breve piano della marina di Castellammare, incomincia subito lo stupendo tratto di strada [...]
[...] Sorrento, il quale di per se stesso altro non è che un meschino e sparpagliato villaggio che, abbordato dalla via di mare, piuttosto che soddisfare al [...]
[...] l'aspetto d'un castello da burattini, collocato in cima a un rozzo muraglione ciclopico. Il Sorrento dei poeti non è Sorrento, ma la strada che conduce a [...]
[...] Natura cantato dalla voce del vento. La madre selva e il glicene flessuosi, attorcigliandosi alle cancellate dei giardini, s'inerpicano di balcone [...]
[...] securi voli, Cantando se ne gìano i rosignoli. I rosignoli mancavano; il resto c'era tutto. A quando a quando s'incontrano gruppi festosi di [...]
[...] scena incantevole che vi sta davanti. Pare che tutto brilli, che tutto si muova, che tutto intuoni una dolcissima armonia intorno a noi; pare che il [...]
[...] borgata piena di bighelloni inconsci del privilegio loro dato dalla natura, d'averli fatti nascere sotto questo cielo meraviglioso, anima il paese [...]
[...] tranquillo che si percorre. Tutto è intonato in questa beata regione: il cielo, il mare e la terra rivaleggiano di splendore, di luce e di vita [...]
[...] divina. Dio che angioli decaduti! Sono brutti i loro visi, ma più brutti poi se li riducono, perchè avendo il costume di tenere in testa una pezzola [...]
[...] (quelli che ho visto io, veh! perchè il caso potrebbe avermi fatto veder lucciole per lanterne), pallidi e di forme così grossolane, che tuttora mi rimane [...]
[...] il dubbio d'essermi ingannato, perchè mi pare impossibile tale anomalia in mezzo alla vita sana e gentile che spira da ogni foglia, da ogni sasso [...]
[...] credetti di perdere il cervello da vero. La strada che corre lungo la riviera alla metà dei fianchi di montagne scoscese, o meglio, di enormi scogliere [...]
[...] castagno, la pianta che segna il principio delle zone frigide, e scendendo verso la marina, il dolce fico d'india, il fiore d'arancio per profumare le [...]
[...] sentiamo nascere il desiderio doloroso di passare su quelle spiagge serene la nostra vita, magari anche di morirvi, quantunque l'idea della morte [...]
[...] sembri tanto strana su quelle magiche rive che, incontrando un trasporto funebre, c'è da maravigliarsene credendolo una finzione. Il giorno del [...]
[...] verità, se quegli abitanti sono capaci di guadagnarsi il pane col sudore che tutti chiamano soltanto della fronte, bisogna riconoscere in loro una [...]
[...] grande virtù, poichè l'unico bisogno potente che si fa sentire in quel clima è il bisogno di non far nulla; la vita d'Adamo prima dello sbaglio e [...]
[...] viaggio che non aprì bocca, altro che sul principio della nostra gita, per chiedermi se gli permettevo di fare abbassare il mantice della carrozza [...]
[...] potevo io pretender da lui? ? Ma non pare anche a lei impossibile che questo sole abbia il coraggio di tramontare dopo essersi veduto tanto bello nello [...]
[...] un'occhiata tenera al mantice calato. ? Ebbi pietà del suo cervello; il mantice fu tirato su ed io me n'andai a cassetta. Non ne ho l'ombra del dubbio, io [...]
[...] conobbi al ritorno anche il nipote, il quale, viaggiando in nostra compagnia, ostentò con molta disinvoltura un profondo dolore e si mostrò [...]
[...] luce e di colori, non è possibile concepire l'idea di mestizia. Le sue case sono bianche e pulite, il mare che strepita fra le ghiaie della sua [...]
[...] spiaggia è limpido e azzurro come il suo cielo; soltanto le rupi che protendono su la piccola città le loro masse brune e minacciose, si proverebbero ad [...]
[...] chiamarsi una strada, ha usurpato il corso del torrente che dovrebbe scaricarsi giù per la stretta forra, dentro la quale è incastrata la capricciosa città [...]
[...] : carrozze, omnibus, tramway, corni, trombe, e il Diavolo che se li porti, turba la quiete serena di quelle spiagge; ed anche il vizio non deve esser [...]
[...] giunto laggiù alla sua ultima espressione, poichè il sangue di quei pacifici marini è fresco e colorito. L'antica razza dei robusti e feroci pirati non [...]
[...] di laidi cavilli alle coscienze più agguerrite che vestan carne sotto la cappa del sole. Chiusi con questa eresia il racconto delle mie [...]
[...] regno beato! e scendendo dalla carrozza segnai sul mio taccuino: arrivato a Sorrento il dì 10 maggio 1877 a ore 11 antimeridiane precise. Mentre [...]
[...] sorrisi. Il nostro cicerone che non mancava mai di levarsi il cappello e di eccellenzarci ogni volta che ci volgeva la parola, pretendeva d'esser tanto [...]
[...] per tale. Mi rispose: ? Eccellenza, non avete bestemmiato il nome d'Iddio e non m'avete detto figlio d'un cane. ? Oh! ? Mandando in burla la cosa [...]
[...] , risposi che non gli avevo detto niente di tutto questo, perchè non me ne aveva presentata l'occasione, ma il viso mi deve esser diventato [...]
[...] mie solitarie campagne le intonano a gola spiegata, facendo la foglia su la cima dei pioppi. Il nemo prophæta in patria sua a nessuno è meglio [...]
[...] applicabile che all'infelice poeta. Il cicerone stesso, che dopo i dottissimi del luogo poteva esser creduto il più dotto, almeno per ciò che [...]
[...] Napoli fa le sue gite giornaliere toccando Sorrento. Ma il battello non venne. Era domenica e la fede puritana degl'Inglesi che formano sempre la [...]
[...] quasi totalità dei passeggeri per una tal gita, aveva impedito al capitano di trovarvi il suo tornaconto, facendola presso a poco a vuoto, onde se [...]
[...] n'era rimasto nelle acque di Santa Lucia col suo puledrino acquatico, il quale, non dandogli biada, lascia strillare i regolamenti e l'orario, ma non [...]
[...] che se ne era letto e sentito dire, diventò per noi un inganno, appena messo il piede dentro alle sue mura, perchè Pompei è più bella, è più [...]
[...] risponderebbe: «Sono tutti scesi stamani ad Ercolano, ove il Divo Augusto assiste allo spettacolo di una battaglia navale. Stasera torneranno.» Pompei [...]
[...] studiare che osteologia, mentre il cadavere di Pompei ha tutte le sue membra intatte; il suo sangue è fermo, ma non ha perduto il suo roseo colore [...]
[...] che trasparisce sotto la pelle gentile. L'anima è partita ed il corpo non si è corrotto. Se si eccettuano le impalcature e le coperte delle case [...]
[...] sembrare impossibile che il Tempo e l'Oblio vi abbiano per tanti secoli battute sopra le ali, quando ne ammiriamo la forza e la vivacità del [...]
[...] presa per il perfetto mantenimento di tante maraviglie, dispiace soltanto il vedere come a nessuno ancora sia venuta la felice idea di ripristinare [...]
[...] una casa, una sola basterebbe, corredandola di tutti i suoi mobili, che nessuno scapito verrebbe a risentirne il già troppo ricco Museo, preparando [...]
[...] ed allegrezza quello che si scorge di lassù. Il Vesuvio solo ha cambiato aspetto vedendolo da quelle mura. Il Vesuvio che osservato da qualunque [...]
[...] paura e me ne dispiaceva per lui. Il mio Vesuvio che da ogni altro luogo non avevo mai guardato senza sentirmi battere il core dolcemente commosso [...]
[...] ferocemente tranquillo fuma ed osserva il cadavere della sua vittima. Non ci trattenemmo lungo tempo in Pompei. Accompagnati da una folla di pensieri lontani [...]
[...] quarto d'ora, durante il quale ci fu strappata malamente ogni poetica illusione, partimmo, ed ora eccomi qui in Napoli a scriverti questa lettera [...]
[...] stati il mio incubo dalla partenza da Firenze fino ad oggi. Ne ebbi sei, maschi e femmine, per compagni di viaggio da Chiusi a Roma; e con quanto [...]
[...] squallore della campagna romana, dove il Tevere sprovvisto di argini e di ripari, corre alla ventura per lo sconfinato piano come un torello [...]
[...] di cibo gli storni, o dal volo di una gazza che, lasciato il nido, fugge spaventata dal fischio della locomotiva, mi abbandonavo ad una folla di [...]
[...] tutti si affollarono allo stesso sportello pestandomi pietosamente i piedi e scuotendomi negli occhi il tabacco dei loro fazzoletti, mentre gli [...]
[...] quelli come mosche su gli usci d'una fabbrica di colla, grattandosi, spulciandosi e spidocchiandosi voluttuosamente, mi tornò alla memoria il verso del [...]
[...] , avresti pensato che io andassi per lo meno a scovare una masnada di briganti nel fondo di una foresta. Il vestito serrato dal primo all'ultimo bottone [...]
[...] ; sprovvisto di qualunque oggetto di valore, come sarebbero anelli, orologio, catena ec., il portafogli appena fornito di qualche franco, e la destra [...]
[...] calzoni, túrati il naso e vieni con me. I vichi di quel gruppo di case addossate al colle del Pizzofalcone, che formano il quartiere di Santa Lucia [...]
[...] persone, il qual numero equivale presso a poco alla popolazione di una grossa città di second'ordine. Le case che li fiancheggiano sono alte; la luce [...]
[...] libera circolazione, perchè priva di sfondo dal lato della collina; il lastrico o non esiste, o è mal connesso, o non si vede, perchè nascosto sotto [...]
[...] uno strato umido d'immondizie di ogni genere in putrefazione; l'aria è grave; il puzzo qualche volta insopportabile. Ieri volli levarmi la [...]
[...] curiosità di fare una gita di piacere là dentro e vidi quello che ti racconto. Appena messo il piede nel primo chiassuolo, credetti ad un tratto di [...]
[...] gesticolando e parlando tutti insieme con voci rauche, in una lingua che non intendevo, mi corsero incontro e mi si affollarono addosso. Il loro aspetto [...]
[...] appunto come le loro anime accasciate sotto il peso enorme della più squallida miseria. Molte erano ammalate d'occhi ed avevano la faccia deturpata [...]
[...] appena s'accorse d'esser presa di mira, smise di grattarsi e stese una mano d'Arpia verso di me. ? Che vuoi? ? le dissi. ? Mi rispose facendomi il cenno [...]
[...] della fame col girarsi in tondo davanti alla bocca il pollice e l'indice aperti. ? Fammi vedere la tua casa e poi ti darò qualche cosa. ? Fu come [...]
[...] un atto come per dirle: ? Tu m'inganni. ? Intese benissimo e insistè: ? Servitevi, servitevi, passate nel mio palazzo. ? Aveva anche il coraggio [...]
[...] di scherzare! Entrai. Il suo palazzo consisteva in un'unica stanza, due scalini più bassa del terreno. L'impiantito era formato di terra umida e di [...]
[...] sudiciume; il buio, fuorchè in prossimità dell'uscio, che lasciava passare la scarsa luce colata dall'alto, era assoluto; il puzzo che sbucava di là [...]
[...] , tanta era l'oscurità che regnava là dentro. Ne accesi uno ed allora potei scorgere tutto il lusso asiatico del palazzo, nel quale era capitato. Il [...]
[...] terreno era ingombro di lordure d'ogni genere; le pareti e il palco erano coperti di ragnateli e di una patina lucida e viscosa; la mobilia [...]
[...] consisteva in qualche pietra che teneva il posto di seggiola rasente al muro ed in un pagliericcio color del terreno, steso in un canto. Una figura umana [...]
[...] d'uscire dal tanfo che mi levava il respiro, quando sentii partire da quel mucchio d'ossa e di sozzure una voce rantolosa che diceva qualche parola che [...]
[...] Grecia, ma la mia, lo sai per prova, non è ? græca fides. ? Su quel pagliericcio ammuffito veniva a dormire la sera il resto della famiglia [...]
[...] , seguitai con le altre megere il disgustoso pellegrinaggio. Non starò a farti una descrizione particolareggiata di quello che vidi in appresso, per [...]
[...] , perchè il tanfo e il caldo umido mandato dai corpi d'una moltitudine d'infelici che languivano là dentro, era insopportabile. Nel fondo d'uno di questi [...]
[...] quelle donne che l'assistevano v'era la levatrice, ma non intesero nemmeno il vocabolo. In un'altra stanza trovai un bambino di tre in quattro [...]
[...] ; i capelli poi si muovevano addirittura sotto il brulichìo di altri insetti. Fui scosso tanto dolorosamente da quella vista che, vinta ogni [...]
[...] a chiedermi scusa, pregandomi però di non toccare il suo figlio, perchè aveva la febbre e appena desto, si sarebbe messo a strillare. Io cedei [...]
[...] e dalla paurosa diffidenza, con la quale seguitò a guardarmi, non mi ci volle molto per capire che il timore della jettatura avea suscitato quel [...]
[...] , raccattata poco fa fra i rigetti d'un'osteria, fermò la mia attenzione e le chiesi di visitare il suo appartamento. Sul principio mostrò diffidenza [...]
[...] che passassi. Il suo letto era una vecchia imposta d'uscio su due seggiole sconquassate. Finsi di non credere che essa dormisse lì sopra e intanto [...]
[...] , ricordandomi della nostra comune amica signora X, la quale stette tre notti intere senza chiuder occhio, perchè il tappezziere tardò a riportarle [...]
[...] il suo letto di piuma con le molle che aveva preso ad accomodare, sentii un sorriso doloroso passarmi su la faccia. Alla vecchia non sfuggì il mio [...]
[...] raccattando qua e là per la stanza, ed una stuoja di giunchi ridotta in brani, e quando ebbe tutto disposto, giurandomi su la Madonna che quello era il [...]
[...] lastrico per la morte del marito, sarebbe venuta per qualche tempo a dormire lì sul terreno nudo coi suoi cinque figlioli, il maggiore dei quali aveva [...]
[...] . In un sottoscala, al solito buio, trovai una giovinetta orfana di circa sedici anni, che preparava il desinare per sei fratellini e sorelline tutti [...]
[...] dalle pareti, languiscono quaranta famiglie composte di circa dugento individui, che hanno il coraggio di sorridere e di scherzare. Vi fu un [...]
[...] giovinotto, il quale conducendomi attraverso ad una quarantina di letti divisi fra loro da cenci d'ogni colore distesi su corde, volle menarmi in ogni [...]
[...] modo a vedere quella ch'ei chiamava la sua galleria, cioè il ramo di caverna, dove aveva il suo letto, e seguitò a scherzare chiedendomi scusa se non [...]
[...] grado un po' superiore ai suoi rumorosi coinquilini, il quale vergognandosi di me, stette sempre rannicchiato nel suo canile, nascondendosi la faccia [...]
[...] fra le mani. Ma se avessi avuto almeno il gusto di sentirmi dire una insolenza, di sentirmi lanciare un insulto su la mia faccia di salute o su i [...]
[...] qualche ora un suo figliolino in fasce, lo trovò ammazzato da queste stesse talpe, che gli avevan rosicato il naso e le labbra. A te farà ribrezzo e [...]
[...] maraviglia il sentir dire di queste cose; a me, sì, fa ribrezzo, ma in quanto a maraviglia, neanche per ombra. La maraviglia dopo aver visto di che si [...]
[...] vede molto fumo per la casa, si può star certi che un po' d'arrosto, o prima o poi, comparirà anche in tavola. L'unico essere, il quale s'occupi [...]
[...] ogni maniera, con quell'amore, con quell'affetto disinteressato che qualifica il vero filantropo, è questo Sole; Lui! questo meraviglioso assessore [...]
[...] il cuore mi batteva forte forte, immaginandomi la vittima là, in mezzo alla via, boccheggiante nel proprio sangue. Che faccio? mi vesto? vado alla [...]
[...] tempo stesso udii dei passi accelerati nella via che nel momento mi fecero credere ad una aggressione, ma il non aver udito nessun grido, nessun [...]
[...] tavolino con la candela accesa davanti, l'orologio da una parte, l'orario delle strade ferrate dall'altra e il lunario nel mezzo facendo studj [...]
[...] comparativi, dei quali ognuno può intendere facilmente la profonda gravità. Erano le 4; il treno per Laura ed Avellino partiva alle 5¼, un po' di [...]
[...] borgata di Mercogliano notabile anche storicamente per il doloroso ricordo dell'eccidio che lassù fu commesso nel 1799 di un drappello di soldati [...]
[...] pagani sorgeva un tempio a Cibele ridotto poi a chiesa cristiana, fu nell'anno 1497 portato in Napoli il corpo di San Gennaro, che dal cardinale [...]
[...] Porta Capuana tenuta fino a quel tempo come il palladio della città. Nella chiesa di Montevergine trovansi ora esposti all'adorazione: una [...]
[...] immagine bizantina di Madonna dipinta, come dicono, da San Luca ed il braccio col quale il santo la dipinse, portativi nel 1310 da Caterina II di Valois [...]
[...] , reduce da Costantinopoli, che ivi è sepolta con suo figlio. Questo è il Montevergine, verso il quale io m'incamminai tutto allegro e curioso e dove [...]
[...] vegetazione quasi tropicale e dove, in mezzo ad una fantasmagoria di quadri uno più dell'altro pittoresco, altro non sentivo mancarmi che il mare ed [...]
[...] il Vesuvio, presi appena tempo per dare una occhiata alla graziosa città, perchè il tempo minacciava un po' d'ogni cosa, con apparato solenne di [...]
[...] seguiva a passo a passo come la mia ombra: ? a Mercogliano! ? D'Avellino non posso dirti quasi nulla, perchè ebbi appena il tempo di girarla a corsa per [...]
[...] non correre il pericolo di trovarmivi imprigionato dal pessimo tempo. È una piccola, ma ridente città, che sorge in mezzo ad un ubertoso altipiano [...]
[...] incassato fra montagne scoscese e severe. Il vino vi è buono, l'aria eccellente, le strade ariose e assai bene selciate; il clima mite e gli abitanti [...]
[...] non lo so. Vi sono due belle piazze, qualche monumento ed un magnifico viale alberato che serve come pubblico passeggio, e per il quale il mio [...]
[...] Mercoglianesi ed Avellinesi, volli tastare il mio egregio Febo, per passare meno peggio il tempo e: ? E tu sei d'Avellino? gli dissi. ? Credei ad un [...]
[...] ad ascoltare i suoi racconti, dei quali il più bizzarro mi parve la storia di un certo santo, di cui ho dimenticato il nome e che, temporibus illis [...]
[...] , fu dai Mercoglianesi rubato a quelli d'Avellino per gelosia de' gran miracoli che faceva. Ma l'onesto taumaturgo, per mostrare il suo sdegno a [...]
[...] coloro che avevan commesso il sacrilego ratto, seppe rifiutarsi con tale insistenza alle preghiere de' suoi nuovi devoti, che finalmente i poveri [...]
[...] bajata. ? Ma l'originalità della nostra conversazione giunse al colmo, quando il mio nobile auriga mi si confessò di punto in bianco ateo. Ateo [...]
[...] tua! guarda che grandine su i raccolti di questi poveri cafoni che avrebbero ragione di mangiarti il core se sapessero.... ? Ah! Madonna, Madonna [...]
[...] santissima di Montevergine! ? Che è stato? ? Una saetta aveva picchiato proprio in un albero alla distanza d'una ventina di passi davanti a noi. Il [...]
[...] cavallo s'era fermato a secco, il mio egregio ateo era sceso da cassetta con un gran lancio ed era venuto a rifugiarsi sotto il mantice accanto a me [...]
[...] che pare il diluvio universale? ? Credo in ogni cosa, signore, credo in ogni cosa. ? E allora come mai dianzi ti vantavi tanto? ? Si fa per dire [...]
[...] , signore, si fa per dire. ? E il mio egregio ateo, modificato sotto l'azione del fulmine e ridotto ozono credente da ossigeno ateo che era, mi raccontò [...]
[...] smesso di piover forte, torna al tuo posto e andiamo, chè non voglio far notte per la strada; animo! ? E il buon Lucrezio tornò mogio mogio a cassetta [...]
[...] , tutto tremante, seminando i frasconi fradici come uno zimbello cascato nel beriòlo. Arrivammo sani e salvi a Mercogliano che il cielo s'era [...]
[...] rifatto tutto sereno, e dopo avere attraversato il paese per quasi tutta la sua lunghezza, in mezzo ad una enorme folla impillaccherata dai piedi alle [...]
[...] ospitalità larga, piena e spontanea, la quale, almeno per noi persone civili, è diventala ormai qualche cosa che va cercata come il fungo porcino: O ne [...]
[...] ' boschi o nulla. ? Fate il vostro comodo, signore, e finchè vi piacerà trattenervi con noi, sarete parte della nostra famiglia. ? Così mi disse il [...]
[...] capo di casa, lasciandomi su la soglia della cameretta che mi aveva destinata. ? Io conservo di queste care persone il più affettuoso ricordo. ? La [...]
[...] preparava umanamente allo spirituale viaggio. Il trambusto che regnava allora nell'unica via lunga, storta e scoscesa, era spaventoso. A molte finestre [...]
[...] , dei quali ogni decorosa comitiva ha il dovere di portar seco almeno uno da Napoli, perchè canti le lodi delle sue donne e de' suoi cavalli, e [...]
[...] di quanto egli va cantando. Alcuni di questi poeti, seduti sui davanzali delle finestre, con le gambe spenzolate, il viso acceso e il bicchiere alla [...]
[...] essere il gran talismano che li preserva dai pericoli. Ognuno pensa tanto alla propria salute e tanto poco a quella degli altri, che ne resultano [...]
[...] gl'identici effetti, come se ognuno, senza badare alla propria, cercasse soltanto la salute altrui. Quando il resultato finale torna, anche se il [...]
[...] respirare un po' liberamente sopra un piazzale erboso, presso al quale mi fu indicato il punto della via che viene da Napoli e dove qualche anno [...]
[...] addietro, durante il tempo della festa, stavano sedute non rammento se due o più persone incaricate di aggiudicare un premio d'onore all'equipaggio che [...]
[...] meglio di tutti e più riccamente compariva addobbato, o al guidatore che faceva il suo ingresso nel paese, percorrendo a carriera la lunga e [...]
[...] ripida salita che lo precede. Chi mi faceva il racconto di questa particolarità, deplorava che tale cerimonia fosse andata in disuso, tanto più che [...]
[...] era divertentissimo, mi diceva, il vedere ogni tanto qualche cavallo che spossato dall'eccessivo strapazzo, appena arrivato, cadeva morto attraverso [...]
[...] attenzione altro che per il tumulto che faceva il popolo davanti alla sua porta. Non avendo potuto incontrare ancora nulla che mi facesse accorgere di [...]
[...] calmare l'arsura agli assetati, ma quella lì aveva tali pregi particolari, da giustificare tutto il fracasso che si faceva intorno a lei, per [...]
[...] mal digeriti, ha la modesta virtù di risanare tutte le malattie e credo qualchedun'altra. Il popolo che lo sa, non scherza: venti o venticinquemila [...]
[...] persone, fra sane e ammalate, si avventano in tre giorni ad annacquare il vino bevuto all'unico bugliolo di rame che è incatenato presso alla cannella [...]
[...] portentoso, tutti lasciano una elemosina e finalmente, pesti e macolati, escono soddisfatti come uscii io: essi per continuare il baccanale per le vie [...]
[...] che si faceva in paese. Poco dopo la mezzanotte però si fece silenzio assoluto e m'addormentai; ma fu breve il mio riposo, perchè alle tre della [...]
[...] mattina si levò di nuovo e più tormentoso il rumore della folla. Trovando allora inutile il mantenere la mia posizione orizzontale, saltai dal [...]
[...] letto, apersi la finestra e guardai la campagna. Lo spettacolo che mi si presentò dinanzi era de' più solenni. Il bujo era sempre folto; uno strato [...]
[...] di nuvoloni neri neri ingombrava il cielo, appoggiandosi sulle più alte groppe delle montagne; giù da ponente l'aria era infuocata dai fulmini d'un [...]
[...] e mossi anch'io per il disagevole pellegrinaggio. Fin verso alla metà del cammino, la passeggiata fu piacevolissima; la burrasca che si era [...]
[...] presentata tanto minacciosa, era andata a sfogarsi attraverso alle gole di altre montagne; i nuvoli sul far del giorno si erano diradati, ed ogni tanto il [...]
[...] sole di primavera si affacciava giallo e sorridente a sferzare le nostre groppe irrigidite dalla sizza umida della notte. ? Il cicaleggio della [...]
[...] folla era piacevole; alcuni gruppi di insaziabili s'erano già accoccolati all'ombra degli ultimi castagni o a ridosso delle rupi ed arruotavano il [...]
[...] sogliono addensarsi i vapori su le montagne, il cielo si oscurò ad un tratto dietro un nuvolone che, rammulinandosi vorticosamente, anneriva e [...]
[...] singhiozzano tenendosi il capo fra le mani, ed altri caduti si lamentano e chiedono pietà alla Madonna, tendendo le braccia verso il santuario. Era [...]
[...] bambini e degli ammalati che, quantunque grondante acqua e intirizzito dal freddo, sentii amaramente il dolore di non poter soccorrere altri che una [...]
[...] dalle risa canzonando quelli rimasti di fuori, quando il rigagnolo, gonfiato a un tratto, scaricò addosso a que' disgraziati una cateratta di broda [...]
[...] riparo, erano rimasti fino allora a supplicare smaniosi inutilmente. Un individuo che a pochi passi da me s'era riparato sotto il ventre del suo cavallo [...]
[...] improvvisa che insiem con la pipa, si trovò spento il riso su le labbra che restarono mute ad un tratto, sotto l'abbondante lavacro che la più tepida [...]
[...] supina e rimase impaniata con le spalle nella mota della via; incominciò a strillare sgambettando e berciando, mentre il vento indiscreto le portò [...]
[...] . Allora, alla peggio, si riordinò la sgominata processione, e coi vestiti e le idee ciondoloni come salci piangenti umani, riprendemmo tutti il [...]
[...] piedi sanguinanti e quasi trascinate dai parenti che amorosamente le sorreggevano, sostenendole sotto le ascelle, venivano avanti piangendo su per il [...]
[...] disgusto e ribrezzo, e affrettavo allora il passo, perdendoli presto fra la densa caligine del nembo che ci avviluppava. Non meno disgustoso era lo [...]
[...] , monchi, ciechi che si buttavano a baciare il terreno sacro o i piedi dei passanti, attraversavano la via recitando preghiere, o esaltando le [...]
[...] , incontrandosi con altri viottoli che venivano dalla pianura, stava un uomo di aspetto lugubre incappato di nero, il quale suonando continuamente con [...]
[...] sopra un teschio umano annerito, mezzo nascosto fra i soldi di rame e la neve; e molti si avventavano a baciare quel teschio e a deporre il loro [...]
[...] fummo a poche centinaja di passi dall'Abbazìa, il cielo si rasserenò ad un tratto; il sole tornò a sfavillare ed a posarsi tepido e sorridente su [...]
[...] le nostre povere groppe ed il panorama delle sottoposte vallate si aprì ampio e luminoso quasi sotto ai nostri piedi. Mi fermai un momento ad [...]
[...] osservare, e correndo con lo sguardo le enormi distese di boscaglie che ingombrano il principato Citra, quasi non interrotte fra Avellino, Nola e Frigento [...]
[...] involontariamente stringere il core, pensando al core di Cipriano, quando mi venne fatto il confronto fra l'ampiezza sconfinata di quell'orizzonte e [...]
[...] l'angustia della cella, dove pochi giorni addietro lo avevo incontrato visitando il Bagno penale di Portoferrajo. Mi venne voglia in quel momento di [...]
[...] feroce e quando mi ricordai che appunto il giorno che lo vidi, era accatenato più corto in un carcere della Linguella, per aver ghermito quaranta [...]
[...] lire a un suo sventurato compagno di pena. L'orizzonte si richiuse fra la nebbia, la neve cominciò a cadere più folta, ed io ripresi il cammino [...]
[...] scene che mi accadde vedere là dentro e sotto i porticati che circondano il piazzale, essendo presso a poco dello stesso genere di quelle che ti ho [...]
[...] le strida, con cui si raccomandano a loro. Quante volte sentendomi fare una vociaccia negli orecchi, mi veniva voglia di persuadere il mio devoto [...]
[...] là in liquide e solide occupazioni in mezzo a un continuo strillare, che mi faceva credere d'esser capitato nel Limbo. Il terreno era ingombro d'una [...]
[...] loro parente o amico che fosse, legava loro al collo o una corda o un fazzoletto e quasi trascinandoseli dietro, muoveva verso il tabernacolo della [...]
[...] Madonna fra la folla che gli faceva ala, mentre il penitente si trascinava in ginocchio strisciando la lingua sul terreno! Non ne voglio più, non ne [...]
[...] sciolti dalle coppie felici che vi tornano dopo il matrimonio. Nella mia vita non avevo ancora veduto uscire da menti volgari un pensiero così altamente [...]
[...] le avarìe dei legni, dei cavalli e delle persone, fanno il loro ingresso in città in una lunga fila, percorrendo a trotto serrato le vie della [...]
[...] Marinella, del Piliero, Largo del Municipio, San Carlo, Castello, strada Santa Lucia, ec., in mezzo al popolo che gli attende e fa ala lungo il loro [...]
[...] Capuana, attaccai questo colloquio col mio Automedonte. ? Dimmi, compare; che cos'è quel gruppo di fabbricati lassù in alto a mezza collina...? ? Il [...]
[...] il Camposanto vecchio, il Camposanto dei poveri, dove sotterrano a macchina.... ? Svolta, e conducimi lassù. ? Io vi conduco dove volete [...]
[...] , signorino, ma non troverete nulla di bello da vedere. ? Tanto meglio. Svolta, svolta. ? Il vetturino, maravigliato di un genere di curiosità che non sapeva [...]
[...] spiegarsi, mi guardò quanto ero lungo e lentamente fece voltare il cavallo. Dopo un quarto d'ora circa mi trovai alla porta del Cimitero. Appena [...]
[...] messo il piede dentro alla soglia, le parole del vetturino «non troverete nulla di bello da vedere» mi tornarono alla mente e quasi mi pentii [...]
[...] d'esservi andato. Non v'era assolutamente nulla da vedere. Due corpi di fabbrica lateralmente all'androne d'ingresso contenenti la chiesa, il quartiere [...]
[...] mio arrivo stava inoperosa in un angolo del piazzale; ecco tutto quello che mi dètte nell'occhio al primo giungere nello squallido carnajo, dove il [...]
[...] cenciosi, che stava seduto presso la porta, mi si annunziò come il custode; ma siccome esitavo ad entrare, mi disse che passassi pure, ed accennandomi [...]
[...] , trattenetevi o tornate stasera verso le sette, chè vi divertirete. ? Nel tempo che il custode mi dava queste notizie io gli badavo appena. Fissatomi su quel [...]
[...] capo scoperto sotto la sferza di un sole infuocato, percorrevano il piazzale in su e in giù lungo le file di sepolture, recitando salmi a bassa voce [...]
[...] e mandando ogni tanto qualche lamento, ora battendosi il petto, ora facendosi segni di croce, ora aprendo le braccia con gli occhi rivolti al cielo [...]
[...] disturbare il loro doloroso raccoglimento. La madre era inginocchiata col capo abbandonato su le spalle della figlia maggiore che le sedeva accanto [...]
[...] ; dei tre bambini, il maggiore prendeva parte alla preghiera e al dolore; il secondo dormiva col capo fra i ginocchi della sorella, ed il terzo si [...]
[...] coi calzoni a mezza gamba, il quale portava qualche cosa su la testa che da lontano non potei subito riconoscere. Entrò canterellando, con una mano [...]
[...] altrettanto. ? L'oggetto che il nuovo arrivato teneva su la testa, era una piccola cassa da morti. In tempo che il custode preparava quella di [...]
[...] deposito, i due facchini ne schiodarono il coperchio e misero allo scoperto lo scarno cadavere di un bambino di circa due anni. Era rinvoltato in pochi e [...]
[...] , erano corsi pizzicottandosi, e saltavano intorno a noi distratti e sorridenti. Preparata in un momento la cassa di deposito, il piccolo cadavere [...]
[...] Treonce, finita di schiodare a suon di pedate la cassa, si allontanò coi pezzi sotto il braccio, fischiando allegramente l'aria della Palumbella [...]
[...] lo stesso trattamento. Ad un cadavere di vecchia vidi cadere, nel levarlo dalla bara, l'unico brandello di panno che le copriva il ventre e restar [...]
[...] battere il cranio su le lastre, con quel rumore sinistro che non si scorda e non si confonde mai con altri. Ma non è nulla! Napoli è distante; i [...]
[...] satrapi sono a pranzo, e questo piccolo rumore non arriverà certo a disturbare il loro placido chilo. Superato il primo ribrezzo, però, mi sentii sempre [...]
[...] là dentro, in poco tempo mi sarei ridotto a prenderla in chiasso e a ballare e ridere come loro. Chiamato da parte il custode, gli domandai: ? A [...]
[...] che ora il seppellimento? ? Principiamo alle 6½, ve l'ho detto dianzi. Verrete a vedere, eccellenza? ? Non è difficile. ? Appena uscito, il cocchiere [...]
[...] gruppi di persone, la maggior parte delle quali se ne venivano conversando e ciarlando allegramente. Mi sorprese tanta folla ed il suo contegno, ma seppi [...]
[...] dopo che, essendo venerdì, vi accorreva numeroso il popolo minuto per procurarsi il terno, ricavando le combinazioni dal numero dei morti, dal loro [...]
[...] avvantaggiarsene, per uscire dalle loro ristrettezze economiche. ? Come troppo spesso il ridicolo è vicino allo spaventoso! La macchina stava già al posto [...]
[...] del viso, perchè avendo passato le sue braccia sul collo di altre due donne che le stavano ai fianchi sorreggendola, lasciava ciondolare il capo in [...]
[...] il sudore coi grembiuli, e le dicevano sotto voce qualche parola che non potevo intendere. L'arrivo del prete mi distrasse e la persi di vista [...]
[...] . ? La folla si aprì in due ali per dargli passaggio, e subito gli si richiuse dietro affollandoglisi intorno. Il silenzio era allora perfetto [...]
[...] tace, perchè la parola è insufficiente. Il vecchio sacerdote recitò la preghiera dei morti; benedisse i cadaveri, e si ritirò, facendo un cenno agli [...]
[...] cominciò subito dopo la funebre operazione. Il sinistro ordigno fece cigolare le sue ruote e la cassa metallica sospesa alle sue catene venne a [...]
[...] biancheggianti e di panni muffiti. Il ribrezzo mi buttò indietro. Il primo cadavere tolto dalla bara venne in pochi secondi collocato nella cassa [...]
[...] metallica che sotto la forza degl'ingranaggi fu sollevata qualche linea sopra il terreno e calata lentamente nella fossa. La folla vi si spenzolò [...]
[...] sopra di nuovo per osservarne la discesa, quando ad un certo punto scattò una molla, il fondo della cassa si era aperto e la prima carogna umana [...]
[...] , con un tonfo sordo, era andata ad occupare il suo posto nel letamajo assegnatole per ultima dimora. La cassa ritornò in su, e questa volta toccava [...]
[...] all'uomo giovine a dare il funesto spettacolo. Due facchini, prendendolo uno per le gambe e l'altro sotto le ascelle, lo depositarono nella cassa [...]
[...] fiatava, e in mezzo al silenzio generale la Grù fece sentire il suo strepito sinistro. Un grido soffocato m'arrivò alle orecchie, e vidi comparire [...]
[...] affannata ed avventarsi su la buca, entro la quale scendeva il cadavere, la giovane donna che poco fa aveva fermato la mia attenzione. Le due [...]
[...] lanterna! ? Levate il piede dalla catena! ? È una creatura d'Iddio! ? Così non si farà niente! ? Ah! madonna, madonna! E tu dove vai? ? Ci cascherete [...]
[...] . Qualche anno fa, il figlio d'un potentato d'Europa, dopo aver sentito parlare di questo cimitero, osservava non so a quale Autorità napoletana [...]
[...] monotona, perchè il mare era troppo tranquillo e la compagnia non troppo adatta alla mia indole ed alla circostanza. Una banda di sei camorristi [...]
[...] mascherati da suonatori che strapazzarono il Verdi, il Rossini e le mie orecchie, finchè non fummo arrivati, ed una comitiva numerosa di pellegrini [...]
[...] marino, padrone dei venti e dell'Oceano che mi brontolava timido ai piedi, bevvi a sorso a sorso il fascino di quell'isola agognata, che mi rivelò ad [...]
[...] allontanare non soddisfatto, ma tutto pace e compunzione, ed ottenni così il mio scopo di restarmene solo, lontano dalle distrazioni ed in compagnia [...]
[...] delle mie stravaganti illusioni. Ma Dio non paga il sabato. C'incontrammo lo stesso giorno alla locanda a tavola rotonda, e me lo trovai proprio [...]
[...] accanto! Che si fa? Per liberarmi da spiegazioni che potevano essere nojose, mi toccò fare il sordo tutto il tempo del desinare, e se soffrissi non lo [...]
[...] strepitosamente. Ma me l'ero meritato. Il battello intanto filava allegramente, e presto arrivammo in prossimità d'una riva solitaria, irta di [...]
[...] fantastico gineceo delle Nereidi, che tutto il mondo conosce sotto il nome di Grotta Azzurra. Che natura meravigliosa è questa! che prodigio della [...]
[...] Huris dalla nera pupilla, e chi sa che capata avrei battuto negli scogli della bassa apertura che mette alla grotta, se il barcarolo non mi avesse [...]
[...] voce pareva non volessero turbare il silenzio di quella riva solitaria, ed un gruppo di bambini saltellanti e di giovinette fresche e gentili mi [...]
[...] furon subito intorno, offrendomi pietruzze colorate e rose. Ero in uno stato di assoluta beatitudine. Mi voltai al mare. Il Vesuvio lontano fumava, e [...]
[...] Napoli con una sottilissima striscia biancastra segnava il limite fra i due campi sterminati d'azzurro, del cielo e del mare. Messomi a sedere [...]
[...] sopra uno scoglio davanti al grande spettacolo, quello che godessi non lo so; che cosa si dicessero fra loro in quei momenti il mio core e il mio [...]
[...] cervello, nemmeno saprei dire; ma so che il core mi doleva, e che le grandi gioje dell'animo somiglian troppo al dolore, tanto è impastata male questa [...]
[...] ripetere domandavo spesso a quella buona gente: ? E quelle rovine? ? Il castello di Temberio. ? E quella casa? ? Hôtel Temberio. ? Lo strapazzo che si [...]
[...] nome questo romantico teatro delle sue ultime orgie sanguinose! Presso la rupe, dove il voluttuoso assassino precipitava in mare le sue vittime [...]
[...] altissima stima che gli umilii. Si tenti dunque la prova; si metta il chiodo maraviglioso, ed io son qua per scommettere che se è di ferro e bene [...]
[...] ammettendo al mistico bacio anche il sospettoso Peppino, il quale, abbandonato dopo poco ogni ritegno, si slanciò fino a cantare con me quel soave [...]
[...] rispetto della Montagna pistojese: Quanti ce n'è che mi senton cantare, Diranno: Bon per lei ch'ha il cor contento. S'io canto, canto per non dir del [...]
[...] , perchè il contegno di quegli ultramarini e ultramontani seguaci d'Apelle, fra quegli scogli, dei quali credono aver acquistato ormai il diritto di [...]
[...] il carattere italiano, che è loro rimasto solo nel tipo. Ma rispettiamo i decreti della Provvidenza, la quale si sarà forse servita di questi mezzi [...]
[...] contornano la città. La girai silenzioso anch'io, parendomi villanìa il disturbare il riposo di quelle casette, che per la scarsità delle loro [...]
[...] panni, ed io dalla via la vedevo campeggiare nell'azzurro del cielo. Il suo viso aveva la tinta di quel bruno lascivo della nigra fanciulla del [...]
[...] Cantico de' Cantici; nerissimi i capelli avviluppati in una pezzuola gialla e rossa; il resto del suo vestiario bianco, bianchi i denti, bianchi i panni [...]
[...] maledetto scogliaccio? Così battezzava l'isola di Capri uno di quei rompicolli, il quale mi parlò, dando in escandescenze, ed invocando fervorosamente un [...]
[...] vidi più bello che mai il maledetto scogliaccio, sul quale passeggiavo. Il viottolo che percorrevo era fiancheggiato di gigli e di ginestre in [...]
[...] , la quale con l'abbecedario sotto il braccio e tutta sorridente se ne tornava dalla scuola. Corse incontro al suo fratello, che da qualche giorno [...]
[...] il suo libretto e incominciò. Dopo che l'ebbi lasciata un po' sfogare coi suoi: bab, bibe bub, le dètti un bel bacione su le sue gotuzze brune e la [...]
[...] di Pietroburgo. Mi fu indicato il padre d'una di queste fortunate isolane e lo invidiai, perchè quando lo vidi era a sedere al sole sopra uno [...]
[...] precipizio in cima alla montagna. Avevo già conosciuto due eremiti di questi paraggi, e per dire il vero non ero rimasto molto edificato nè del loro [...]
[...] cappuccino la mattina verso le nove, quando incomincia il passaggio dei forestieri, per vender loro, affettato, pane, caciocavallo e lacrimacristi, dice [...]
[...] lui, e per prenderli dopo per il collo con ogni riguardo possibile e sopra tutto col santo timor di Dio. Un secondo della medesima stoffa lo trovai [...]
[...] la specie e fui dolcemente toccato dalla onesta parola e dalla spontanea cortesia, con la quale mi accolse nel suo romitorio il buon padre [...]
[...] , d'assenzio, di rosmarino e di mortella, si gode in pianta il panorama intero dell'isola, e tutto il vasto orizzonte fino a perdita d'occhio, dal Monte [...]
[...] buon romito in piacevole conversazione circa due ore, nel qual tempo mi mostrò il suo orticello, i suoi fiori e mi serbò da ultimo la sorpresa [...]
[...] , sul quale s'era arrampicato per far qualche cosa anche lui. Le nostre risa però durarono poco. Il riso non è fatto per destare gli echi delle [...]
[...] descrizione che il monaco me ne fece, dopo avervi assistito dall'alto del suo romitorio, fu sublime. Io stavo incantato ad ascoltarlo, mentre con enfasi [...]
[...] meridionale di gesto e di parola mi descriveva il maestoso spettacolo; e il buon Peppino che stava attento anche lui di su la cima del tetto, ogni [...]
[...] volta che mi vedeva fare atti di meraviglia, non mancava mai di ripetere: ? È vero, signore, me ne ricordo anch'io. ? Il sole vicino al tramonto era [...]
[...] soggiorno di pace. Il monaco mi accompagnò fino su la porta, facendo voti per la mia salute, che io gli contraccambiai di grandissimo core, e prima di [...]
[...] fioriti. ? È il cimitero dei colerosi d'Ana-Capri, ? mi disse il monaco, ? se volete una rosa, prendetela. ? Ci stringemmo la mano e partii. Tutte le [...]
[...] maggio 1877. Per non dimenticare una delle più forti impressioni ricevute nella mia vita, ho scritto il racconto della gita notturna che sere sono [...]
[...] feci al Vesuvio, e che qui sotto ti trascrivo. Leggilo prima tu, se avrai la pazienza di farlo, e dopo fammi il piacere di passarlo alla signora [...]
[...] Napoli il Vesuvio, e la voce incantata della sirena avrà perduto per voi le sue più dolci armonie. Nelle notti stellate, quando la bruna verruca [...]
[...] sparpagliati dal vento si stendono come un velo diafano fra i dardi del sole e il profumo dei colli di Sorrento, piovono su i vostri sensi onde [...]
[...] d'ineffabile malinconìa. Il fascino di questo abbrustolito Prometeo, che ravviva con la sua anima di fuoco tutte le membra della bellissima sfinge [...]
[...] fra tanti prodigi della creazione, dal solitario Miseno all'addormentato Epomèo, e giù per il mare biancheggiante di vele, all'arido scoglio di [...]
[...] senza freno, finchè incontrata la fumante cima del vulcano si poseranno stordite. Il Vesuvio è il core, è l'anima, è il sunto di tutti gli splendori [...]
[...] del Golfo; è il rubino gigantesco che sta come il fermaglio in questa collana di perle composta nel cielo, forse per adornarne il seno di Venere, e [...]
[...] guardato la cima della montagna. Il marinaro la guarda prima di sbrogliare la vela della navicella per leggere nel suo pennacchio la direzione del vento [...]
[...] . L'agricoltore vede dalle nubi che si affollano intorno ai suoi fianchi se una pioggia benefica scenderà presto a rinfrescare i suoi campi; il dotto [...]
[...] primi sintomi della fatale eruzione, vi si saranno rivolti i concittadini di Diomede, dai terrazzi della desolata Pompei. Egli possiede il fascino [...]
[...] della ferocia tranquilla, le attrattive della bellezza ruvidamente accoppiata alla modestia; è il gran delinquente dalle bellissime forme che tutti [...]
[...] ultima corsa giornaliera da Napoli a Portici. D'una ventina d'amici, dei quali doveva comporsi la comitiva, il cielo torbo e minaccioso all'ora [...]
[...] di buone gambe e di buoni polmoni, ed animati dalla più ferma volontà d'inerpicarci ad ogni costo a salutare il nuovo giorno dall'orlo [...]
[...] dell'infuocato cratere. Il Lacrimacristi per le libazioni di rito lo avremmo trovato lassù. Cominciammo a piedi la nostra salita abbastanza taciturni, perchè [...]
[...] serenità della notte, era il denso pennacchio del vulcano. ? Il paradiso e l'inferno si guardavano maravigliati! Quella certa tinta di malumore che [...]
[...] ! Venti volte il vulcano ha vomitato le sue viscere di fuoco su le loro misere abitazioni, venti volte ha ingojato ne' suoi torrenti di lava le mura, il [...]
[...] tabernacolo, la lampada e perfino la immagine del santo, e per la ventesima volta hanno ricostruito la casa e il tabernacolo; hanno ricollocato la [...]
[...] eruzione distruggerà ogni cosa, che importa? Si ricostruirà il tabernacolo, si riaccenderà la solita lampada e si tornerà a dormire sotto i ruggiti del [...]
[...] vulcano, più tranquilli di prima. San Gennaro, o prima o poi, la grazia la farà. Il vigore lussureggiante della vegetazione, in mezzo a tanta [...]
[...] molto in poco tempo. Affrettatevi, affrettatevi, infelici condannate! chi sa che il nuovo autunno, invece che ad accarezzare i vostri frutti [...]
[...] odorati, non vegga le sue brezze correre trepidanti attraverso ad un mare di scorie abbrustolite! Il Piano delle ginestre ce lo siamo lasciato alle spalle [...]
[...] ; ecco i primi campi di lava! Dio, quanta desolazione e quanto silenzio! Il trovarsi di notte dispersi in quelle brune solitudini, dove la [...]
[...] parve di paura e dimenticando il mondo lunare, m'immaginai, ad un tratto, d'inoltrarmi fra gli avanzi torrefatti di una battaglia di Giganti, e [...]
[...] quartiere dei domatori della ignivoma belva. Il Palmieri e Don Diego, dopo avere annunziato all'Europa che quella notte 27 maggio 1877 il vulcano dava [...]
[...] segni d'insolita vivacità, dormivano. Nondimeno trovandomi all'ombra di quell'edifizio mi sentii sicuro, perchè il sismografo vegliava. Il pensare che [...]
[...] anche scoppiando la montagna e scagliando nel sottoposto golfo l'Osservatorio, il Palmieri, Don Diego e la mia comitiva, quello strumento, subito [...]
[...] dopo, ci avrebbe annunziata la catastrofe, mi dava tanta tranquillità che ripreso il mio buon umore cominciai a pensare a cose allegre, e mi tornò [...]
[...] dormiva, una notte, tranquillamente sotto il suo povero tetto, quando il capoccia fu destato dall'insolito schiamazzìo che facevano le galline in [...]
[...] . ? Saltarono il letto senza accendere il lume; dettero l'allarme al resto della famiglia, e qualche minuto dopo, tutti armati di schioppi, di frullane e di [...]
[...] roncole correvano verso il pollajo un trenta passi discosto dalla loro abitazione. Non erano anche arrivati a mezza strada, che una terribile [...]
[...] scossa di terremoto avea trasformato la casa in un monte di macerie. I polli avevano presentito il fenomeno, e dandone coi loro schiamazzi l'avviso [...]
[...] avevano salvato un'intera famiglia da morte sicura. Il fatto è vero; ora fateci sopra quelle riflessioni che crederete migliori. I miei compagni [...]
[...] un pollo valeva un sismografo, anzi vi fu uno tanto esaltato, il quale pretese dimostrare che in certi casi un pollo morto vale un sismografo vivo [...]
[...] , alcune guide che dormivano all'aria aperta intorno ad una fiammata di sterpi, destate dai latrati d'un cane che annunziò il nostro arrivo, ci [...]
[...] sigari, ci rimettemmo in cammino. Percorso un mezzo chilometro circa di un sentiero abbastanza facile e pianeggiante, cominciò il faticoso cammino [...]
[...] più ardita fantasia. Nessuna traccia di vegetazione sotto i nostri passi; da un lato il ripidissimo cono, in cima al quale una enorme nuvola (che [...]
[...] tale pareva da vicino il pennacchio) tinta dalla luna ai suoi ciuffi estremi in un bianco perlaceo, bruna nella parte centrale che rimaneva [...]
[...] ombreggiata dalla chioma, e rossa sanguigna alla base, rifletteva in larghi palpiti il lavorìo che si compieva nella immane fucina, dalla quale [...]
[...] del pennacchio e dall'oscurità, nella quale eravamo, ogni tinta assumeva per i nostri occhi il suo più forte valore. Il verde delle campagne [...]
[...] trasparenza cristallina, che io credo insufficiente qualunque mezzo umano a darne anche una pallida idea. Il silenzio che ci contornava era spaventoso [...]
[...] , e in mezzo a questo silenzio il vulcano mandava a larghi intervalli i suoi rantoli profondi. In quel punto la nostra guida c'indicò un ammasso di [...]
[...] spensierati, partiti allegramente dall'Osservatorio, s'erano inoltrati fino a quel punto per osservare più da vicino il torrente di lava che correva a [...]
[...] destra di chi guarda il cono dal colle di San Salvatore, quando investiti da un getto di gas deleterj caddero asfittici e i loro cadaveri rimasero [...]
[...] che l'avrebbe registrata fra le altre sue fatiche. Il declivio è ripidissimo ed il terreno che si calpesta è formato da minutissimi frammenti di lava [...]
[...] aspettammo che alquanto rinfrancato riprendesse il cammino. Dopo qualche momento si rialzò, riprese la via, ma ricadde di nuovo a sedere, insistendo perchè [...]
[...] per qualche minuto indeciso se avessi dovuto attendere o seguire il più robusto dei nostri compagni che vedevo già lontano e quasi arrivato alla [...]
[...] dubitavo punto di quanto mi diceva, ma che non avrei proseguito in nessun modo senza la compagnia della guida e mi fermai. Il pennacchio che sbattuto [...]
[...] oggi le sue proprietà? ? In pochi discorsi mi trovai preso dal timor pánico ed ebbi un momento assai triste, quando, rinforzato un po' il vento, vidi [...]
[...] poco dopo ci trovammo tutti riuniti. ? Il nostro entusiasmo diventò allora frenesìa. Parole concitate, grida di maraviglia, strette di mano [...]
[...] stesso, se fosse apparso a deriderci avviluppato nel suo mantello di fiamme. Il fumo rabbuffato e sbatacchiato dal vento al di sopra dell'enorme [...]
[...] crepaccio era foltissimo al di dentro; onde di tutto il lavorìo che si faceva nel fondo altro non potevamo scorgere che un incessante bagliore e udire [...]
[...] febbrile curiosità, fummo presi dal fascino e sentimmo irresistibile il desiderio di calare in quell'abisso. La guida ricusò decisamente di accompagnarci [...]
[...] . ? Andremo senza di te; insegnaci la via. ? Non ve la insegno. ? La troveremo da noi. ? Aspettate almeno il giorno. ? Subito. ? Ebbene, se [...]
[...] non essere il mio corpo più grosso di un grano di arena. I miei compagni poi non mi parevano più loro, ma ombre fantastiche attraverso a un sogno di [...]
[...] il pazzo che vede bruciarsi addosso la veste; i nostri corpi avevano perduto il sentimento della loro individualità, e ci sentivamo nulla più che [...]
[...] , dalla quale la nera e irsuta cresta del Somma, la montagna, su la quale Spartaco alzò il grido dei ribelli, si vedeva attraverso alla nebbia di [...]
[...] portate dai nembi di fumo che sbucavano vorticosamente dal fondo. E intanto noi, mentre in mezzo a quella scena orridamente selvaggia, il Globo [...]
[...] . La bocca d'eruzione che vedevamo pochi metri al di sotto di noi, era il punto più spaventoso. Dai formidabili ruggiti che si levavano dal fondo [...]
[...] pareva che un branco di leoni spirassero urlando tra le fiamme di una mostruosa fornace. ? Il fluido che si agitava nel gorgo, abbassando e rialzando a [...]
[...] ne saremmo staccati, malgrado dei ripetuti inviti della guida, se non ci fossimo accorti che il sole incominciava già ad indorare la cima del cono [...]
[...] . La sola idea di non perdere il panorama del golfo al sorgere del sole poteva rompere l'incantesimo che ci teneva incatenati là in fondo. Dopo un [...]
[...] su gli occhi e su la fronte, nè potevo persuadermi che quello che mi stava dinanzi era opera della natura. Pareva il lavoro delicato d'una Fata [...]
[...] gentile; veniva voglia di temere che l'aleggio d'un insetto lo potesse disfare e si tratteneva il respiro, quasi temendo che anche l'alito più lieve [...]
[...] , i nostri occhi hanno dinanzi il sole che sorge fra le criniere nevose degli Appennini; la baja di Castellammare, tutta la riviera di Sorrento fino [...]
[...] tristezza. Il popolo solo ha scolpito le bellezze di questa sua Italia fatata, nella malinconìa de' suoi canti. L'aspetto del panorama si cambiava [...]
[...] vero, la rosea Pompei e la bruna Ercolano sotto la furia del tuo Vesuvio, ma il tuo Vesuvio ti guarda e sospira; anche lui deve amarti, sei troppo [...]
[...] quei diseredati che conoscendola non hanno gustato i vezzi di questa Circe, non possono intendere il core dell'amante ammaliato che, improvvisamente [...]
[...] costretto, deve abbandonarla. Ed io mi cheto e guardando il mucchietto de' miei pochi bagagli lì in un canto che fra poco verranno con me a bordo del [...]
[...] scrivo, per annunziarti la mia partenza, queste ultime righe, che precederanno di qualche giorno il mio arrivo costà, perchè ho intenzione d'andare [...]
[...] che potevo averti scritta del San Carlino e del suo Pulcinella, riserbandomi a farti sentire tutto il meglio che sia stato detto di questo arguto e [...]
[...] compiacenza. Ti risparmio tante e tante altre cose, e ti stringo la mano e ti saluto. Sono già a bordo. Il battello che secondo l'orario doveva salpare [...]
[...] dell'inseparabile taccuino. U SOLECHIANIELLE. Un essere, per il quale le maraviglie del firmamento rientrano nella categoria delle cose superflue (fremi [...]
[...] , ombra onorata di Galileo), è il povero Solechianielle, vulgo, Ciabattino ambulante. Tutto il suo armamentario è rinchiuso in una cesta di truciolo, che [...]
[...] , ecchie e acce, che formano il patrimonio o meglio la miseria mobile del povero ciabattino. Ha una ciabatta in mano e, come fanciulla Umilemente d'onestà [...]
[...] lui non sfuggirà di certo il guajo che affligge tanto molestamente le vostre basse estremità. Non un tacco dolcemente inclinato, non un sorriso [...]
[...] accennerà stendendo il braccio e l'indice verso la parte vulnerata. Quando ha adocchiato la preda è implacabile. Egli conosce perfettamente i suoi [...]
[...] polli; si mette dietro alla vittima continuando ad accennare straziantemente il membro ammalato, ed è capace di seguitarla per un chilometro intero [...]
[...] sostituito la misteriosa ciabatta, perchè il paziente non resti scalzo in mezzo alla via, e tutti e due seduti, questo sul marciapiede e quello su la sua [...]
[...] cesta, incomincia l'opera riparatrice. Allora il ciabattino cambia affatto natura. Da taciturno che era diventa ilare ad un tratto; accende subito [...]
[...] dovrebbe andar cuojo, steccoli dove ha levato bullette e in quattro e quattrotto la scarpa rotta è diventata peggio di prima; il prete è contento [...]
[...] rotte e benefizj vacanti. IL MIRACOLO DI SAN GENNARO. Il famoso miracolo di San Gennaro si è ripetuto quest'anno otto volte, a benefizio dei [...]
[...] popolo è capace di mettere in bollore il proprio sangue per otto volte consecutive, senza perder la pazienza, bisogna dire che è un Santo sul serio, un [...]
[...] commoventissima funzione. Il sacerdote di servizio, mentre presenta al popolo l'ampolla, simile ad un piccolo lampione da carrozza, la guarda, e [...]
[...] incominciando subito a girarsela tra le mani, esclama con voce stentorea: ? È duro! ? A quel fatale annunzio il popolo dà in uno scoppio di strida [...]
[...] pellegrine minacciano uno svenimento, una accenna di cadermi fra le braccia, ma poi non vi cade ed io taccio, osservo e me la godo. Il Santo tarda a fare il [...]
[...] continuamente queste preghiere: ? Faccela, faccela, la grazia, San Gennarino mio bello. ? E se il chierico accennava di no, ripigliavano: ? È duro! Oh [...]
[...] , bello ? ed altre esclamazioni consimili e tutte di sconforto, di pietà e di preghiera. I pellegrini cantavano, il popolo berciava nella cappella [...]
[...] . E questo rumore grandissimo aveva i suoi alti e bassi, ogni volta che il cherico accennava lontana la consumazione dell'incanto o dava [...]
[...] speranze di prossimo bollore. Dopo 29 minuti finalmente vedemmo il sacerdote, il cherico e gli spettatori più vicini a loro, ficcare attentissimi gli occhi [...]
[...] all'aria, serrando le palme; il cherico sventolò, in segno di gioja, un panno bianco, e come scoppio d'uragano, gli organi dettero nelle loro armonie a [...]
[...] turbe che intuonarono l'Inno Ambrosiano. Il miracolo era fatto; il sangue bolliva; Napoli era salva! Io potei accertarmene coi miei occhi, e non [...]
[...] malattia, avevan fatto promessa ai loro santi di vestirsi a quella maniera per un certo dato tempo, ed ora, guariti, scioglievano il voto. Ho [...]
[...] mezzo un mucchio di soldi non sempre vecchio nè piccolo. Che cos'è tutto quell'amminnicolo? È un paretajo, nulla più e nulla meno che un paretajo. Il [...]
[...] Santo fa da richiamo, i gonzi che vi calano lasciando l'elemosina, da tordi, e da capanno la bettola vicina, dove il tenditore mangia e beve [...]
[...] , il capo scoperto, e siede sopra una seggiola impagliata in fondo al circolo degli uditori, ove impostandosi a Giove Tonante, sorride olimpicamente [...]
[...] peggio il tempo d'aspetto tutti hanno trovato una occupazione. Gli ultimi, quelli in piedi, masticano saporitamente la cicca acquistata poco fa dal [...]
[...] grattano. A proposito di questo grattarsi, perchè non sembri che io esageri, non mi pare inutile rammentare qui la sentenza di quel gran filosofo, il [...]
[...] . In mezzo al circo sta il venditore d'arance e di semìne con le sue paniere alla mostra, il quale è anche incaricato del buon ordine. Con una mano [...]
[...] con quell'altra si gratta quando non ha altro da fare. Le due mani di più che ho rammentate, appartenevano al suo ajutante di campo. Il nume intanto [...]
[...] s'è preparato a dare l'oracolo, ha squadrato per la decima volta il brillante uditorio, e dopo avere accennato con la mano di non poter più [...]
[...] reggere il verbo, che è vicino a traboccargli dalle labbra, tutto agitato incomincia: Canto d'Erminia che infra le sue ombrose biande.... Misericordia [...]
[...] morto! Il Rinaldo che declama proprio sotto la torre del Fanale, è un altro tipo; è meno maestoso, ma i suoi tratti sono tanto onesti e [...]
[...] delicati, che se non lo denotano una persona culta, ci manca poco. Quella giacchetta che il Rinaldo volgare di poco fa sdegna indossare, egli la tiene [...]
[...] decentemente sotto il braccio; ha un libro manoscritto nella sinistra e nella destra una bacchetta sbucciata a spirale. I suoi occhi, se non sembrassero [...]
[...] ! Sputa continuamente, cambia alternativamente il posto alla mazza, al libro e alla giacchetta; fa due passi avanti a sinistra, due indietro a [...]
[...] destra; guarda la terra, eppoi il cielo, e quand'ha guardato il cielo, riguarda la terra e rimuta il posto alla mazza, al libro e alla giacchetta, e [...]
[...] risputa con tanta simmetria e con un tal metodo, che in verità stupisce il vedere come in mezzo a tanta complicanza di faccende non s'imbrogli mai. La [...]
[...] statura sua è piuttosto bassa; ha il torace peloso, le braccia pelose, il berretto di pelo e la barba a corona. Non si può dire veramente un [...]
[...] bell'uomo, ma senza dubbio è qualche cosa fra il sagrestano smesso e il gorilla addomesticato. Incomincia a declamare; ascoltiamo. Anche a lui gli [...]
[...] addirittura il patentino per poter declamare anche in tempo di divieto, e aggiunge, e allunga, e accomoda di suo, in un modo così sublime, che il Tasso nelle [...]
[...] serio, perchè ora è il vero momento; il nume s'è impossessato di lui, lui s'è impossessato del senso comune e se le dànno a morte. Ma nol farà [...]
[...] , per bocca del buon Tasso, ragiona il rabbioso Aladino, e, per dire il vero, trovo che le sue idee (quelle d'Aladino) per gobbe son fatte bene; ma il [...]
[...] muccusiello i galera.) ? (Qui è bene avvertire che l'ira del Rinaldo contro il guaglione che non s'è levato di capo la scazzetta al nome del Signore [...]
[...] , è tre volte giustificata, perchè il rituale porta che tutto l'uditorio a quella parola si scopra, anche trattandosi del Signore di Montalbano, al [...]
[...] cui nome il Rinaldo è primo sempre a togliersi il berretto ed a fare una breve pausa ed un inchino in segno di reverenza.) ? Ed io arderò li [...]
[...] ! un'altra ottava, poi, no. Quando il pane della sapienza viene spezzato a tòcchi così grossi, uno solo basta, anzi qualche volta n'avanza per il [...]
[...] giorno dopo. IL MARUZZARO. Il Maruzzaro o venditore di chiocciole, considerato dal punto di vista artistico, è una delle figure più originali dei [...]
[...] miserabili di Napoli. Il Maruzzaro si può quasi dire che al pari della lucciola abbia due esistenze: una il giorno ed una la notte. Durante la [...]
[...] fra gli altri infiniti e rumorosi suoi colleghi. Affetta il pane, lo distende su piccole scodelle, ci versa sopra chiocciole e brodo col suo [...]
[...] romajolo di latta; fornisce gli avventori, risciacqua i piatti, si soffia il naso con le dita modestissimamente e tace. Ma appena scende la notte, il [...]
[...] Maruzzaro cambia affatto il suo aspetto, e da vero chirottero umano e ragionevole cambia le sue abitudini, veste le sue piume più belle, alza il suo [...]
[...] , non lo so; ma il fatto si è che ai primi bagliori notturni del Vesuvio, quando i pipistrelli scaturiscono zirlando dalle gretole dei muri, comparisce [...]
[...] il Maruzzaro a fare intendere alla notte la sua mesta cantilena. Ha una cesta di giunco in capo e su questa cesta sono disposte tre marmitte di [...]
[...] fornello che fumica e scoppietta; nelle due laterali sta il pane affettato e non so quale altro ingrediente della sua ghiotta pietanza. La cesta poi [...]
[...] . La mano destra mantiene in equilibrio il luminoso trofeo, la sinistra sul fianco, e via in cerca di buongustaj dalla Lanterna a Sant'Elmo, da [...]
[...] di liberarmi da un senso di profonda mestizia, ogni volta che un ortolano mattiniero, fermando il suo somarello sotto la mia finestra, annunziava [...]
[...] alle comari del vicinato che la sua insalata era freschissima e bella. Il Maruzzaro ha la più mesta di tutte le cantilene. Si ferma su i quadrivj [...]
[...] ; modula la sua voce, e girando lentamente in tondo sopra sè stesso, empie il silenzio relativo della notte col suo verso malinconico. Un poeta direbbe [...]
[...] che sembra un cigno morente, che inganna col canto la sua ultima ora; io no: amo il pallido Maruzzaro ed il suo grido lamentoso, che nel tardi della [...]
[...] bandiera italiana per tutti i mari della terra, a me, piccolo acaro del globo, par d'avere il globo tra le mani. Uno di questi ansa, fuma, fischia e sbuffa [...]
[...] barche vanno al piroscafo che li condurrà in Sicilia, e il ponte del bastimento formicola già di questi bruni folletti che gridano e cantano, e [...]
[...] sventolando all'aria bianche pezzuole mandano alla spiaggia il loro saluto d'addio, mentre dalla spiaggia si risponde. Il vento agita le penne dei loro [...]
[...] cappelli e il sole inebriato, pazzamente scintilla sul disordinato agitarsi di piume, di bajonette e di lacrime. In questo tempo un altro vapore arriva [...]
[...] fischiando, ed una smotta di piccole barche gli si affollano incontro come gabbiani addosso a una balenottera morente. Il disordine intorno a lui si [...]
[...] , e suono di catene, e centinaja di altri rumori e tutti diversi e insieme confusi si partono intanto dalla piccola città galleggiante. ? A terra il [...]
[...] mezzo a questa babele, sberci di chi chiama il compagno lontano, di chi impreca al santo Diavolo, di chi invoca la Madonna, di chi chiama San [...]
[...] nuova tregenda. E ancora non è finito. Il piroscafo per Palermo si è mosso con apparato maestoso di fumo, di suoni e di canti, e in questo momento [...]
[...] un legno da guerra ha incominciato a tuonare in lontananza il suo saluto, al quale risponde subito la romba delle artiglierie dal porto militare [...]
[...] di catrame e di fossile ingombra l'aria giallastra attraversata da una luce calda e abbagliante. Mi sento stanchi gli occhi ed il cervello. Anche [...]
[...] sensi appena lasciata questa romantica ed impazzata regione, e intanto osservo, mi rattristo e godo. Attraverso ad una selva d'antenne scorgo il [...]
[...] ; addio, addio! Domani all'apparire del giorno cercherò inutilmente nello spazio la tua cima fumante e mi domanderò con tristezza: rivedrò più il Vesuvio [...]
[...] tristissimi e soavi, alla memoria ed al core dell'amico lontano; addio, addio! ? Il bastimento ha cominciato a fremere al gorgoglìo della caldaja che ribolle [...]
[...] quali il nostro Enrico che sarà l'ultimo ad allontanarsi. ? Si parte! addio, mio buon amico, e addio, addio a te dal profondo del core, o Napoli [...]
[...] amo. Addio, Napoli mia, e, se l'ira del tuo vulcano non ti tocchi in eterno, vogli compatire il piccolo figlio d'una delle tue cento fortunate [...]
[...] IL VENTRE DI NAPOLI MATILDE SERAO IL VENTRE DI NAPOLI MILANO FRATELLI TREVES, EDITORI 1884. PROPRIETÀ LETTERARIA Tip. Treves. I [...]
[...] . SVENTRARE NAPOLI. Efficace la frase. Voi non lo conoscevate, onorevole Depretis, il ventre di Napoli. Avevate torto, poichè voi siete il governo e il [...]
[...] seccata con racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere l'altra parte: il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti [...]
[...] ; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i [...]
[...] rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese [...]
[...] opere pie e quanti vagabondi dormono in istrada la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi siano; quanto rende il dazio consumo, quanto [...]
[...] la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà 3 e quanto renda il lotto. Questa altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce [...]
[...] il governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso [...]
[...] giornate, in una luce scialba e morta: nel mezzo della via il ruscello è nero, fetido, non si muove, impantanato: è fatto di liscivia e di saponata [...]
[...] ogni tanto un portoncino nero, ogni tanto un angiporto fangoso, ogni tanto un friggitore, da cui esce il fetore dell'olio cattivo, ogni tanto un [...]
[...] di un villaggio sudicio. Ivi, a un certo punto, non si può procedere oltre: il terreno è lubrico e lo stomaco spasima. * ** In sezione Vicaria [...]
[...] vecchia Napoli affogata, bruna, con le case puntellate, che cadono per vecchiaia. Vi è un vicolo del Sole, detto così perchè il sole non vi [...]
[...] del tribunale, di questa grande e storica Vicaria, sembrano proprio il suo ambiente, vale a dire un putridume materiale e morale, su cui sorga [...]
[...] fatto la rivoluzione, dove hanno tagliato il capo a Corradino di Svevia: sì, sì, ne hanno parlato drammaturghi e poeti. Se ne traversa un lembo [...]
[...] , venendo in carrozza, dalla ferrovia, ma si esce subito alla Marina. Al diavolo la poesia e il dramma! In sezione Mercato, niuna strada è pulita [...]
[...] ; pare che da 8 anni non ci passi mai lo scopino; ed è forse la sudiceria di un giorno. Ivi è il Lavinaio, la grande fonte dove si lavano tutti [...]
[...] i cenci luridi della vecchia e povera Napoli: il Lavinaio, che è il grande ruscello dove la sporcizia viene a detergersi, superficialmente [...]
[...] sono i sette vicoli della Duchesea, in uno dei quali, ho letto in un dispaccio, vi sono stati in un'ora trenta casi; vi è il vicolo del Cavalcatoio [...]
[...] ; vi è il vicolo di Sant'Arcangelo a Baiano. Io sono donna e non posso dirvi che siano queste strade, poichè ivi l'abbiezione diventa così [...]
[...] lasciare in piedi le case che sono lesionate dalla umidità; dove al pianterreno vi è il fango e all'ultimo piano si brucia nell'estate e si gela [...]
[...] umani e tutti gli animali morti; che hanno tutte un pot-bouille, una cosidetta vinella, una corticina interna in cui le serve buttano tutto; il [...]
[...] gente umana, rassomigliano agli antichi, ora aboliti, criminali della Vicaria, sotto il livello del suolo. Voi non potrete sicuramente lasciare in [...]
[...] vizio, non è collerica nella sventura. Questo popolo, per sua naturale gentilezza, ama le case bianche e le colline: onde il giorno di Ognissanti [...]
[...] dipinti, di limoni fragranti, di bicchieri e di bottiglie, un monumentino che è una festa degli occhi: il banco dell'acquaiuolo. Questo popolo [...]
[...] una razza di animali che si compiace del suo fango; non è dunque una razza inferiore che presceglie l'orrido fra il brutto e cerca volonterosa il [...]
[...] , quest'operaio non può 15 pagare un affitto di casa che superi le quindici lire il mese: e deve essere un operaio fortunato. Vi è chi ne paga dieci, chi [...]
[...] appartamentini a meno di trentaquattro lire il mese. Nessun operaio vi andò. Vi andarono degli impiegati con le famiglie, qualche pensionato [...]
[...] mestieri. Napoli è il paese dove meno costa l'opera tipografica; tutti lo sanno: i lavoranti tipografi sono pagati due terzi meno degli altri [...]
[...] , sette, dieci lire il mese di pigione — e come la miseria incombe, la donna, la moglie, la madre, che ha già molto partorito, che ha allattato [...]
[...] lavorare e arrivano ad allogarsi, come sarte, come cappellaie, come fioraie! La mercede è miserissima, quindici lire, diciassette, venti lire il [...]
[...] mese, ma sembra loro una fortuna. Ma sono poche: tutto il resto della immensa classe povera femminile si dà al servizio. La serva napoletana si [...]
[...] alloga per dieci lire 18 il mese, senza pranzo: alla mattina fa due o tre miglia di cammino, dalla casa sua alla casa dei suoi padroni, scende [...]
[...] . Queste serve trovano anche il tempo di dar latte a un bimbo, di far la calza; ma sono, esseri mostruosi, la pietà è uguale alla ripugnanza che [...]
[...] perniciosa, di polmonite, di qualche orrenda malattia. Quante ne avrà prese il colera E tutti gli altri mestieri ambulanti femminili, lavandaie [...]
[...] gioventù, furono amate, si sono maritate: dopo, il marito 20 e la miseria, il lavoro e le busse, il travaglio e la fame. Hanno i bimbi e debbono [...]
[...] abbandonarli, il più piccolo affidato alla sorellina, e come tutte le altre madri temono le carrozze, il fuoco, i cani, le cadute. Sono sempre [...]
[...] ancora il latte, non aveva altro da dargli da mangiare; questo bimbetto l'aspettava, ogni sera, seduto sullo scalino del basso. Diceva il medico [...]
[...] dell'assistenza pubblica: «levagli il latte chè ti si ammala.» Ella chinava il capo: non poteva levargli il latte. Si ammalò di tifo, il bimbo [...]
[...] che mamma cana che ssò stata! Figlio mio, e chi m'aspetta cchiú, la sera, mmocc'a porta?» Il lavoro dei fanciulli? Ahimè, le madri sono molto [...]
[...] realtà, delle piccole serve e che guadagnano cinque soldi la settimana! Ma, per lo più, queste creature restano a casa o nella strada, tutto il [...]
[...] giorno. Nelle campagne, il figlio è una gioia, è un soccorso, è una sorgente di agiatezza; in Napoli, rappresenta una cura di più, una pena materna [...]
[...] napoletane, sapendo che la colonia napoletana in Roma è larghissima, pensò di aprire una pizzeria in Roma. Il rame delle casseruole e dei ruoli vi [...]
[...] luccicava; il forno vi ardeva sempre; tutte le pizze vi si trovavano: pizza al pomidoro, pizza con mozzarella e formaggio, pizza con alici e [...]
[...] una stonatura e rappresentava una indigestione; il suo astro impallidì e tramontò, in Roma; pianta esotica, morì in questa solennità romana [...]
[...] . * ** È vero, infatti: la pizza rientra nella larga categoria dei commestibili che costano un soldo, e di cui è formata la colazione o il pranzo di [...]
[...] moltissima parte del popolo napoletano. Il pizzaiuolo che ha bottega, nella notte, fa un gran numero di queste schiacciate rotonde, di una [...]
[...] tutto il giorno, con questi settori di pizza che si gelano al freddo, che s'ingialliscono al sole, mangiati dalle mosche. Vi sono anche delle fette [...]
[...] di due centesimi, pei bimbi che vanno a scuola; quando la provvigione è finita, il pizzaiuolo la rifornisce sino a notte. Vi sono anche, per la [...]
[...] che sono il fondo del paniere dei pescivendoli; dallo stesso friggitore si hanno, per un soldo, quattro o cinque panzarotti, vale a dire delle 25 [...]
[...] soldo, una vecchia dà nove castagne allesse, denudate della prima buccia e nuotanti in un succo rossastro: in questo brodo il popolo napoletano ci [...]
[...] bagna il pane e mangia le castagne, come seconda pietanza; per un soldo, un'altra vecchia, che si trascina dietro un calderottino in un [...]
[...] intasata, come una conserva e da cui si toglie con un cucchiaio. Il popolo napoletano porta il suo tozzo di pane, lo divide per metà, e l'oste ci [...]
[...] naturale, tutta questa roba fritta è cotta in un olio forte e nero, tutta questa roba è condita in modo piccantissimo, tanto da soddisfare il più [...]
[...] eccitato palato meridionale. * ** Appena ha due soldi, il popolo napoletano compra un piatto di maccheroni cotti e conditi; tutte le strade [...]
[...] dove bolle il sugo di pomidoro, le montagne di cacio grattato, un cacio piccante che viene da Cotrone. 27 Anzi tutto, quest'apparato è molto [...]
[...] pidocchiosi, vi è anche il bacco del maccaronaro. Questi maccheroni si vendono a piattelli di due soldi e di tre soldi; e il popolo napoletano li [...]
[...] chiama brevemente, dal loro prezzo: nu doie, nu tre. La porzione è piccola e il compratore litiga con l'oste, perchè vuole un po' più di sugo, un [...]
[...] lumache, il brodo e anche un biscotto intriso nel brodo; per due soldi l'oste, da una grande 28 padella dove friggono confusamente ritagli di [...]
[...] compratore, badando bene a che l'unto caldo e bruno non coli per terra, che vada tutto sulla mollica, perchè il compratore ci tiene. Appena ha tre [...]
[...] soldi, quattro soldi, otto soldi al giorno per pranzare, il buon popolo napoletano, che è corroso dalla nostalgia familiare, non va più dall'oste [...]
[...] compra un rotolo di maccheroni, una pasta nerastra, di tutte le misure e di tutte le grossezze, che è il raccogliticcio, il fondiccio confuso di [...]
[...] tutti i cartoni di pasta e che si chiama efficacemente la monnezzaglia: e la condisce con pomidoro e formaggio. * ** Il popolo napoletano è goloso [...]
[...] due fette, di quelli che son riusciti male, vale a dire biancastri. Ha anche qualche altra golosità, il popolo napoletano: lo spassatiempo, vale a [...]
[...] gonfia, come se avesse mangiato. La massima golosità è il soffritto: dei ritagli di carne di maiale cotti con olio, pomidoro, peperone rosso [...]
[...] dinamite. 31 * ** Questionario: Carne arrosto? — Il popolo napoletano non ne mangia mai. Carne in umido? — Qualche volta, alla domenica o nelle [...]
[...] grandi feste — ma è di maiale o di agnello. Brodo di carne? — Il popolo napoletano, lo ignora. Vino? — Alla domenica, qualche volta: bianco [...]
[...] , l'asprino, a quattro soldi il litro, o il maraniello a cinque soldi; questo tinge di azzurro la tovaglia. Acqua? — Sempre: e cattiva. IV. GLI [...]
[...] . Come oggi Umberto di Savoia le ha incontrate, diciassette anni fa le ha incontrate il gran re Vittorio Emanuele. Nella spaventosa eruzione del [...]
[...] quarto giorno non uscì il sole; una nuvola fittissima di cenere copriva Napoli, cominciava a piover cenere, come a Pompei; le popolane, in tutti i [...]
[...] quattro quartieri popolari, fu portata in processione la Madonna dell'Aiuto ai Banchi Nuovi, la Madonna di Portosalvo a Porto, il Gesù alla [...]
[...] nella contemplazione del loro Buddha, che è l'arte. Ancora: quando una donna si salva da una grave infermità, per ringraziare Dio, scioglie il voto [...]
[...] rifiuti secchi e porte sbattute in faccia. Non importa, bisogna sopportare, è il voto. Tutto quello che raccoglie, va alla chiesa. Quando un bimbo [...]
[...] vecchie abitanti del Molo che si pretendono sue discendenti, che invadono l'altar maggiore, che non lasciano accostarsi 36 nessuno, che gridano il [...]
[...] Credo mentre si attende il miracolo, e ogni volta che lo ricominciano, alzano il tono, sino all'urlo, che si dimenano come ossesse, che lo [...]
[...] gratificano di vecchio dispettoso, vecchio impertinente, faccia verde, quelle sono la superstizione evidente, nevvero? Ma il buon popolo napoletano [...]
[...] , così ingenuo, così infantile, crede a tanti altri miracoli! Vi è il piede di sant'Anna che si mette sul ventre delle partorienti che non possono [...]
[...] avere il figlio; vi è l'olio che arde nella lampada, innanzi al corpo di san Giacomo della Marca, nella chiesa di Santa Maria la Nuova, e che [...]
[...] fa passare i dolori di testa; vi è il Crocifisso del Carmine che ha fatto sangue dalle piaghe; vi è il bastone di san Pietro che si venera nella [...]
[...] chiesa sotterranea di Sant' Aspreno, primo vescovo di Napoli, ai Mercanti; vi è l'acqua benedetta di san Biagio ai Librai che guarisce il mal [...]
[...] collo o sospeso alla cintura o ha sotto il cuscino, un sacchettino di reliquie, di preghiere stampate: e questo sacchettino si attacca alle [...]
[...] non sono tutti. Quattro o cinque tengono il primato. Quando una napoletana è ammalata o corre un grave pericolo, o grave pericolo corre uno dei [...]
[...] suoi, si vota a una di queste madonne. Dopo scioglie il voto, portandone il vestito, un abito nuovo, benedetto in chiesa, che non si deve [...]
[...] smettere se non quando è logoro. Per l'Addolorata il vestito è nero coi nastri bianchi; per la Madonna del Carmine, è color pulce coi nastri bianchi [...]
[...] farsi il vestito, si fanno il grembiule: quando mancano di sciogliere il voto, aspettano delle sventure in casa. E il sacro si mescola col [...]
[...] si ha questo coraggio, alla nona sera si vede una trave di fuoco attraversare il cielo, sopra ci danza Salomè, la ballerina maledetta: la [...]
[...] voce che si sente subito dopo, pronunzia il nome del marito. Anche san Pasquale è protettore delle ragazze da marito e bisogna dirgli per nove sere [...]
[...] Pantaleone mio - per la vostra castità - per la mia verginità - datemi i numeri, per carità! - Alla nona sera si ode un passo, è il santo che [...]
[...] allucinazioni e cadono in convulsioni. Alcune affermano di aver visto e di aver udito, alla nona sera: ma che mancò loro la fede e il miracolo non [...]
[...] ancora alle sibille: vi è una Chiara Stella, 40 alle Cento Grade, verso il Corso Vittorio Emanuele, una siè Grazia al vicolo di Mezzocannone [...]
[...] napoletano, che circola in tutte le case, è il monaciello, un bimbetto vestito di bianco quando porta fortuna, vestito di rosso quando porta [...]
[...] affitta mai: per vent'anni l'ho vista chiusa, poichè è abitata dagli spiriti. Il napoletano crede agli spiriti che danno i numeri agli assistiti: gli [...]
[...] pellegrinaggio. Un altro, giovane, era al convento di San Martino: anche famoso. Talvolta i giuocatori sequestrano il monaco, lo battono, lo torturano [...]
[...] . Uno ne morì. Prima di spirare pronunziò dei numeri: li giuocarono, uscirono, mezza Napoli vinse al lotto, poichè il Roma aveva riportati questi [...]
[...] numeri. Il popolo napoletano, specialmente le donne, crede alla stregoneria. La fattura trova apostoli ferventi: le fattucchiare, o streghe [...]
[...] : fare quindici nodi ad 42 una cordicella, chiamare il diavolo, uno scongiuro terribile. Si vuol far morire un amante infedele? Bisogna fare un [...]
[...] altro rifugio che in Dio. V. IL LOTTO. Ebbene, a questo popolo eccezionalmente meridionale, nel cui sangue s'incrociano e si fondono tante [...]
[...] si dànno ai porci; e vi sono vivande che non assaggia mai. Ebbene, provvidenzialmente, per un lato, il popolo napoletano rifà ogni settimana il [...]
[...] 46 reale: per sei giorni il popolo napoletano sogna il suo grande sogno, dove sono tutte le cose di cui è privato, una casa pulita, dell'aria [...]
[...] salubre e fresca, un bel raggio di sole caldo per terra, un letto bianco e alto, un comò lucido, i maccheroni e la carne ogni giorno, e il [...]
[...] litro di vino e la culla pel bimbo e la biancheria per la moglie e il cappello nuovo per il marito. Tutte queste cose che la vita reale non gli può [...]
[...] delusione è profonda, la desolazione non ha limiti: ma alla domenica mattina la fantasia rimbalza, rinfrancata, il sogno settimanale ricomincia [...]
[...] . Il lotto, il lotto è il largo sogno che consola la fantasia napoletana; è l'idea fissa 47 di quei cervelli infuocati; è la grande visione [...]
[...] innanzi al portoncino, il contagio del lotto si comunica alla povera cucitrice che viene a portargli le scarpe vecchie da risuolare; da costei [...]
[...] non far più la serva; ma tutte le serve, di tutti i piani, giuocano, tanto la cameriera del primo che ha venti franchi il mese, quanto la [...]
[...] pianerottoli, se li dicono dalle finestre, se li telegrafano a segni. La venditrice di frutta, che sta sotto il sole e sotto la pioggia, giuoca [...]
[...] lavandaia che sta tutto il giorno con le mani nella saponata, la venditrice di castagne che si brucia la faccia e le mani al vapore e al calore del [...]
[...] , ardentemente al lotto. Nella stanza stretta, dove otto o dieci ragazze lavorano da sarte, e il bimbo della sarta 49 dorme nella culla e in un [...]
[...] angolo frigge il lardo nel tegame sul focolare, una dà i numeri, una seconda ne ha degli altri, la maesta sa i veri, tutte costoro giuocano. Le [...]
[...] pettinano per un soldo al giorno, portano in giro i numeri alle loro clienti, ne ricevono in cambio degli altri, sono il gran portavoce dei numeri [...]
[...] . In tutte le officine dove gli operai napoletani sono riuniti a un lavoro lunghissimo così male retribuito, il lotto mette radici profonde; in [...]
[...] vivere male, le disgraziate donne di cui Napoli ha così grande copia, il lotto è una delle più grandi speranze: speranza di redenzione. 50 [...]
[...] * ** Ma non credete che il male rimanga nelle classi popolari. No, no, esso ascende, assale le classi medie, s'intromette in tutte le borghesie, in [...]
[...] della vita più si fa sentire e dove solo il danaro può esser rimedio, ivi il giuoco del lotto prende possesso, domina. Segretamente, giuocano [...]
[...] negromantica del lotto, giuocano disperatamente e hanno sempre il libretto in pegno; tutti i commessi di negozio, che guadagnano quaranta lire il [...]
[...] di borsa, che vivono sopra il taglio di un rasoio e son capaci di ballarci sopra un waltzer, a furia di febbre del giuoco, assaggiano volentieri [...]
[...] nota di sarta che il marito non salderà mai. Anche quelli che dovrebbero esserne salvi, perchè abituati al male, perchè ci stanno sempre in mezzo [...]
[...] , tendendo l'orecchio. Il ragazzo torna correndo, affannato, si pianta alla bocca del vicolo e grida i numeri con voce stentorea: — Vintiquattro [...]
[...] pronunziati, il lotto conduce alla inazione ed all'ozio; come tutte le visioni, esso porta alla falsità e alla menzogna; come tutte le allucinazioni [...]
[...] , delitto. Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di delirium tremens; esso si corrompe e muore pel lotto. Il [...]
[...] lotto è l'acquavite di Napoli. VI. ANCORA IL LOTTO. Il lotto ha una prima forma letteraria, rudimentale, analfabeta, fondata sulla tradizione [...]
[...] sognato un morto? - quarantasette - ma parlava - allora quarantotto - e piangeva - sessantacinque 56 - il che vi ha fatto paura - novanta. Un [...]
[...] giovinotto ha una coltellata da una donna? - diciassette, la disgrazia - diciotto, il sangue - quarantuno, il coltello - novanta, il popolo. Cade una [...]
[...] poveretta e dovrebbe aiutarla. Salvatore Daniele squarta la Gazzarra: biglietto; il popolo dice: chella è mmorta, mo, almeno ce refrescasse a nnuie [...]
[...] , i numeri sono discussi da comitati e sottocomitati; il biglietto è stabilito. Non esce: avevano sbagliato, dovevano mettere questo numero e [...]
[...] pugno a un'altra, e le rompe la faccia; davanti al giudice, si scolpa, dicendo: m'ha chiammata sittantotto; il giudice deve prendere la smorfia [...]
[...] vi discende. Certo, nel popolo non si comprano i numerosi giornali cabalistici, settimanali, dagli strani titoli: il vero amico, il tesoro, il [...]
[...] fulmine, il rivelatore, il corno d'abbondanza, che costano dieci lire all'anno di abbonamento, compilati da una redazione ignota; nè il popolo [...]
[...] dànno, nelle quarte pagine, la fortuna a chi paga le dieci lire. Ma qualche cosa vi trapela: il tal signore sa i numeri, lo aspettano nella strada [...]
[...] corteggiano e studiano tutte le sue parole. * ** Ma il grande aiutatore del popolo, la provvidenza del popolo, la sua fede, la sua credenza [...]
[...] incrollabile, è il monaco. Il monaco sa i numeri: 60 questo è il domma. Se non li dice, è perchè il Signore gli ha proibito di aiutare i peccatori [...]
[...] ; se li dice, e non escono, è perchè nel giuocatore è mancata la vera fede; se li dice e vengon fuori, la novella si spande in un minuto, il [...]
[...] perduto. Il monaco che ha solamente fatto prender un ambo, ha speranza di viver quieto: ma colui che ha dato tre numeri e sono usciti tutti tre, stia [...]
[...] pregare dai bimbi, dalle donne, dalle nonne vecchie; l'aspetteranno in istrada, alla porta della chiesa, presso il confessionale, alla porta del [...]
[...] mandare da un paese all'altro, dal suo superiore; scompare, il popolo dice che se lo ha portato via la Madonna. * ** Il popolo napoletano giuoca [...]
[...] jucà manco nu viglietto; chi ascolta ne resta spaventato. Fra il venerdì sera e il sabato mattina, è tutto un agitarsi di gente che vuol giuocare [...]
[...] famoso, sei e ventidue; il terno famoso, cinque, ventotto e ottantuno; il terno della Madonna, otto, tredici e ottantaquattro. Questi terni, per [...]
[...] fortuna del governo, non escono che ogni venti anni: quando è uscito, dopo moltissimi anni di attesa, l'ambo sei e ventidue, il governo ha pagato [...]
[...] cenato con la vincita, per ricominciare a giuocare, la settimana dopo, con maggior ardore. E ognuno ha il suo biglietto speciale, che gioca [...]
[...] eredità suo padre, morendo, insieme con la cassetta per lustrare: erano usciti degli ambi, tre o quattro volte, in trent'anni; il terno mai. Un [...]
[...] portinaio ne giuocò uno, per quarantacinque anni, senza prendere mai nulla: la prima settimana, che, per un caso singolare, se ne scordò, il terno [...]
[...] uscì — il portinaio morì di dolore. E vi è sempre il biglietto del grande avvenimento, rissa o suicidio, revolverata o veleno; e infine vi è il [...]
[...] media variabile da cinquanta centesimi a due lire la settimana. Quando il napoletano non ha più che due soldi, li va a giuocare al gioco piccolo o [...]
[...] tasca, sotto la gonnella, un registro: viene il giocatore o la giocatrice, deposita due soldi e dice i numeri: in cambio ha un pezzetto di carta [...]
[...] sporca dove sono scritti col lapis i numeri e la promessa, invariabile: uno scudo l'ambo, quaranta scudi il terno. La donna compie il suo giro nel [...]
[...] persone ma esse non compaiono, hanno i loro agenti. Il popolano ha una cieca fede in questi tenitori di gioco piccolo: ma bene spesso, nel [...]
[...] pomeriggio del sabato, se il tenitore ha da pagare molte vincite, si affretta a sparire, con tutti i suoi registri, e non paga nessuno. Che importa [...]
[...] ? La settimana appresso un'altra donna ricomincia il suo giro e la gente ci capita di nuovo, come attratta invincibilmente. Che delizia per chi [...]
[...] giuoca e per chi prende i quattrini, frodare il governo! Ogni tanto la questura arresta quattro o cinque di questi agenti, di queste mezzane, li [...]
[...] . L'aver messo il biglietto a due soldi, non è valso nulla, pel governo: la frode ha continuato, più fiorente, appoggiata su questa grande [...]
[...] avvengono in questo fatale periodo, e che in questi giorni il popolo napoletano si mette nelle mani dell'usura: il vero cancro, di cui muore. VII [...]
[...] . L'USURA. Una povera donna ha bisogno di cinque lire per pagare il padrone di casa, va a cercarle in prestito da donna Carmela che dà il denaro cu a [...]
[...] professione è il prestar quattrini alla povera gente. Donna Carmela è verbosa e affettuosa in questo primo colloquio con la povera donna: la [...]
[...] , vale a dire con quattro lire e mezzo. Il prestito è fatto per otto giorni, l'interesse è di due soldi per lira, si paga anticipato: quindi sulle [...]
[...] iena, bisogna pregarla perchè non gridi, perchè non faccia delle scene, essa vuole il suo denaro, vuole il sangue suo, l'interesse non le serve [...]
[...] irosa di donna Carmela: essa dal mattino è in giro per esigere, ricoglie, e fa tremare uomini e donne, con il suo tòno alto e imperioso. In un [...]
[...] codesti ingrati rodono le fibre e bevono il sangue. E infatti nessuno le dà una coltellata, nessuno la bastona, nessuno la insulta, e quel che è [...]
[...] più forte ancora, nessuno ha il coraggio di negarle i quattrini: l'onestà del popolo napoletano non è neppur capace di truffare una usuraia. Non [...]
[...] mesi e mesi: talchè, molto spesso, il grembiule si è consumato, la veste è lacera, le camicie sono bucate, la povera donna ne ha pagato tre volte [...]
[...] il valore, e il debito rimane sempre uguale; donna Raffaela è furibonda, ella grida come una energumena, vuole strappare dal collo della donna [...]
[...] il fazzoletto che le ha venduto, vuole scioglierle dai fianchi il grembiule e va gridando: Chesta è robba mia! T'aie arrobbato lu sango mio [...]
[...] ! Come l'altra, ella finisce per incassare quattro o cinque volte il capitale; come l'altra, ella è necessaria alla povera gente, la quale non [...]
[...] depreziato vilmente, specie se non è oro: e il primo guadagno è su questo. Vi si paga un fantastico diritto di registro, poi un tanto per la [...]
[...] agenzia esige il cinque per cento d'interesse al mese, senza che nessuno abbia il diritto di lagnarsi. So di una moglie d'impiegato che dovette [...]
[...] impegnare il suo unico vestito di seta, il vestito delle nozze, che era costato duecentocinquanta lire, in una di queste 73 agenzie tenuta da una [...]
[...] grossa donna Gabriela; n'ebbe trentasei lire, di cui ritirò soltanto trentuna, lasciandone cinque per l'interesse, la cartella e il diritto di [...]
[...] registro. Per sei mesi, tremando che non le vendessero il suo vestito e non avendo le trentasei lire, le toccò pagare, ogni mese, cinque lire, vale [...]
[...] a dire che restituì i quattrini presi: al settimo non ebbe neppure quelle cinque lire e il vestito fu venduto. Accorse, per vedere almeno di [...]
[...] prendere il di più, poichè il vestito era nuovo e si era dovuto vender bene: invece era stato liberato per trenta lire, almeno così apparve dal [...]
[...] libro. Ebbe poi il piacere d'incontrare donna Gabriela al teatro col suo vestito indosso e carica di ori e di gioielli, ricomprati all'agenzia [...]
[...] alla passeggiata, portando al collo il laccetto d'oro che ella ha dovuto impegnare, alle orecchie gli orecchini di una vicina, e sulle spalle 74 [...]
[...] il mantello di velluto della signora del terzo piano: e dietro le porte, dietro le finestre, quando l'impegnatrice passa, vi sono dei sospiri [...]
[...] impegnatrici, più astute e più calcolatrici, impegnano di nuovo, ma al Banco, gli oggetti di oro e di valore, guadagnandoci ancora, poichè il Banco [...]
[...] dà onestamente il terzo del valore ed esse neppure il quinto: così aumentano i loro capitali e mettono gli oggetti al sicuro. Ma perchè — si [...]
[...] questi Banchi governativi il tramite è molto lungo — e molta gente non ha pazienza, non sa come fare, vuole sbrigarsi presto, è presa da una [...]
[...] nella penombra discreta delle agenzie private, dove tutto sembra fatto con una grande segretezza; gli è che il venerdì ed il sabato, perchè il [...]
[...] popolo napoletano deve giuocare al lotto, o ha giuocato, la folla è così grande che i Banchi governativi non bastano più e il popolino si riversa [...]
[...] infelicità infinita la gente napoletana. VIII. IL PITTORESCO. Alla mattina, se avete il sonno leggiero, fra i tanti rumori napoletani, udirete [...]
[...] misura; molte per non aver il fastidio di far le scale, calano dalla finestra un panierino dove ci è un bicchiere vuoto e un soldo, e da sopra [...]
[...] protestano che è troppo poco, che il vaccaro è un ladro e fanno risalire il panierino con molta precauzione per non versare il latte; poi [...]
[...] sbattono rabbiosamente le finestre. Queste vacche si fermano innanzi a ogni porta, nel loro giro mattinale: dove le serve dormono ancora, il vaccaro [...]
[...] grida forte acalate u panano; se non sentono, batte forte il campanaccio della vacca. È un quadro pittoresco, mattinale: quelle vacche tutte [...]
[...] incrostate di fango, quel vaccaro dalle mani nere che sporcano il bicchiere, quelle serve scapigliate e discinte, quelle comari dalla camiciuola [...]
[...] che scorrazzano 78 per tutte le vie della città, ogni branco guidato da un capraro con un frustino. A ogni portone il branco si ferma, si butta [...]
[...] a terra, per riposarsi, il capraro acchiappa una capra, la trascina dentro il portone per mungerla innanzi agli occhi della serva, che è scesa [...]
[...] terzo piano, e sul pianerottolo si forma un consiglio di famiglia per sorvegliare la mungitura del latte. Il capraro e la sua capra ridiscendono [...]
[...] , galoppando, dando di petto contro qualche infelice che sale e che non aspetta questo incontro: giù, alla porta è un combattimento fra il capraro [...]
[...] colline. In tutte le città civili, queste mandre di bestie utili ma sporche e puzzolenti, queste 79 vacche non si vedono per le vie: il latte si [...]
[...] compra nelle botteghe pulite e bianche di marmi. A Napoli, no: è troppo pittoresco il costume, per abolirlo. Nessun municipio osa farlo. La [...]
[...] pittoresca, è il sequestro delle strade, fatto per opera dei piccoli bottegai o dei venditori ambulanti. Che quadri di colore acceso, vivo [...]
[...] preoccupati dell'ambiente! Per via Roma, la più importante strada della città, il tratto da San Nicola alla Carità, fino alle Chianche della Carità, vale [...]
[...] , malgrado le premure degli spazzini, non arriva mai a detergersi. Intanto il grande mercato di Monteoliveto, li presso, resta semi-vuoto, con la [...]
[...] malinconia dei grandi fabbricati inutili; quello di San Pasquale a Chiaia è addirittura chiuso; il venditore napoletano non vuole andarci, vuol vendere [...]
[...] nelle strade. Tutto il quartiere della Pignasecca, dal largo della Carità, sino ai Ventaglieri, passando per 81 Montesanto, è ostruito da un [...]
[...] , i generi coloniali, le frutta, i salami, e i formaggi, tutto, tutto nella strada, al sole, alle nuvole, alla pioggia; le casse, il banco, le [...]
[...] famoso per dar la voce: vanno e vengono gli asini carichi di frutta; l'asino è il padrone tranquillo e potente della Pignasecca. Qui il romanzo [...]
[...] sperimentale potrebbe anche applicare la sua tradizionale sinfonia degli odori, poichè si subiscono musiche inconcepibili: l'olio fritto, il salame [...]
[...] rancido, il formaggio forte, il pepe pestato nel mortaio, l'aceto acuto, il baccalà in molle. Nel mezzo della sinfonia della Pignasecca, vi è il [...]
[...] mattina il tonno va a ventisei soldi e il pescivendolo grida il prezzo con orgoglio: ma, come la sera arriva, per il declinare dell'ora e della [...]
[...] merce, il tonno scende a ventiquattro, a una lira, a diciotto soldi; quando arriva a dodici soldi, la gran nota sinfonica del puzzo ha raggiunto il [...]
[...] suo apogèo. La Pignasecca non può mai essere pulita; nessun municipio ha mai osato dichiararla via di sbarazzo. Il quartiere del Sangue di Cristo [...]
[...] polipi e friggitrici di peperoni; nonchè dei loro signori figlioli, in numero indefinito, nudi e bruni come il bronzo. In quella strada, all'aria [...]
[...] aperta, tutto si fa: il bucato e la conserva di pomidoro, la pettinatura delle donne e la spulciatura dei gatti, la cucina e l'amoreggiamento [...]
[...] , la partita a carte e la partita alla morra. La strada di Santa Lucia appartiene ai luciani, che fanno il loro comodo. Le quattro viottole cieche [...]
[...] che salgono da Santa Lucia verso la collina, valgono i fondaci del quartiere Mercato, per il luridume: i cavalcavia uniscono le case pencolanti [...]
[...] cadere tutto il sudiciume di quella gente. Non vi è più marciapiede, verso il mare: i luciani se lo pigliano tutto, per le nasse e per 84 le [...]
[...] bevitori, nella via. I luciani sopportano che il tram passi per la loro via, ma ci bestemmiano contro, spesso e volontieri, poichè è una usurpazione [...]
[...] sullo stomaco, le rosette di perle sostenute con un filo nero all'orecchio, perchè non si spezzi il lobo pel peso. Sono naturalmente rissose e [...]
[...] brutali: vi dànno a bere l'acqua per forza, litigano ogni minuto fra loro, rubandosi gli avventori. Sono indomabili: per poterle governare, il [...]
[...] guardia municipale che voleva loro assegnare una contravvenzione: è vero però che il giorno seguente si quotarono per aiutarne la madre vecchia [...]
[...] , mentre il figlio era all'ospedale. Ma Santa Lucia, tutta pittoresca, resta sempre fuori delle leggi d'edilizia e d'igiene: è un borgo [...]
[...] fortificato. Forse il colera non vi avrà fatto strage: vi è il mare e vi è il sole. Ma che mare nero, untuoso! Ma qual putrefazione non illumina quel [...]
[...] , 86 vedi dei castelletti di fichi d'India, sbucciati: un uomo spinge il carretto, una lampada a petrolio vi fumiga, il carretto si ferma ogni [...]
[...] : e trovare degli uomini che dormono sotto il porticato di San Francesco di Paola, col capo appoggiato alle basi delle colonne: degli uomini che [...]
[...] all'uno e all'altro, che giusto a due passi da via Roma, vi sia il Chiostro di San Tommaso d'Aquino, dove non ci sono più monaci, ma che è un [...]
[...] età il ricordo dell'Annunziata scompare e questa madre fittizia acquista realmente una figliuola. * ** Ma vi è di più: una madre ha cinque figli [...]
[...] . Il più piccolo ammala gravemente, ella si vota alla Madonna, purchè suo figlio guarisca; ella adotterà una creatura trovatella. Il figlio muore [...]
[...] ; ma la pia madre, portando al collo il fazzoletto nero che è tutto il suo lutto, compie il voto, lagrimando. Così, a poco a poco, la creatura [...]
[...] figlia della Madonna. Talvolta il figlio guarisce e il primo giorno in cui può uscire, la madre se lo toglie in 91 collo e lo porta nella chiesa [...]
[...] dell'Annunziata, gli fa baciare l'altare, poi vanno dentro a scegliere la sorellina o il fratellino. E fra i cinque o sei figli legittimi, la [...]
[...] lavoro ha un bambino, ma non ha latte. Vi è sempre un'amica o una vicina o qualunque estranea 92 pietosa che offre il suo latte; ne allatterà due [...]
[...] , che importa? il Signore ci penserà a mandarle il latte sufficiente. Tre volte al giorno la madre dal seno arido porta il suo bimbo in casa della [...]
[...] madre felice: e seduta sulla soglia, guarda malinconicamente il suo figlio succhiare la vita. Bisogna aver visto questa scena e avere inteso il [...]
[...] tono di voce sommesso, umile, riconoscente con cui ella dice, riprendendosi in collo il bimbo: u Signore t'u renne la carità che fai a sto [...]
[...] ritrovarlo, a portargli un soldo di frutta o un amuleto della Vergine; il bimbo ha due madri. lo ho visto anche altro: una povera donna andava in [...]
[...] servizio, non poteva tenere presso di sè il suo bimbo, lo lasciava a un'altra povera donna, che orlava gli stivaletti e lavorava in casa, cioè [...]
[...] nella strada. Ella metteva i due bimbi, il suo e quello della sua amica, nello 93 stesso sportone (culla di vimini), attaccava una funicella [...]
[...] orlava gli stivaletti, mandava avanti e indietro il piede per cullare i due bimbi nello stesso sportone. A un'altra donna che stava in servizio [...]
[...] , un'amica teneva il bimbo; ma veniva a portarglielo, da molto lontano, per farlo succhiare, sudando sotto il sole, con quel bimbo pesante in collo [...]
[...] famme. — Core de mamma soia! Poi l'allattamento finiva, l'amica riprendeva il bimbo non suo, dicendogli: — Jammoncenne alla casa, ja'; core de [...]
[...] una volta suo figlio. * ** È naturale che il popolo non possa fare carità di denaro al più povero di lui, non avendone: ma si vedono e si [...]
[...] sentono carità più squisite, più gentili. Una cuoca si metteva sempre di malumore quando la padrona ordinava il brodo: era soltanto felice quando [...]
[...] malandata fosse più necessario il brodo che i maccheroni: in realtà ella dava la sua minestra, ogni giorno, ai due bimbi della portinaia, e [...]
[...] dell'infermo o della inferma, che lavano di notte, in fretta e in furia, la camicia del carcerato per potergliela portare il giorno seguente, lavata e [...]
[...] ansiosa! lo ho visto una moglie a cui il marito era 96 morto all'ospedale, in un giorno, andare dal direttore, da quanti medici di cui potette avere [...]
[...] , che non le squartassero il marito. L'idea della morte la sopportava, ma l'autopsia la esasperava. * ** Nessuna donna che, mangi, nella strada [...]
[...] , per fare la carità in qualche modo, lasciava che una mendicante venisse a cuocere sul proprio fuoco, sul focolaretto di tufo, il poco di [...]
[...] elemosina a una povera donna — la 99 quale, per miseria, superato il naturale disgusto, lo adoperava a condire il pane o a friggerci un soldo di [...]
[...] scalini e sgravò nella strada. Il tumulto fu grande: ella taceva, ma per pietà, per commozione molte altre donne strillavano e piangevano. E in [...]
[...] lenzuola per la povera puerpera. Una madre offrì la culla del suo bimbo morto; un'altra battezzò il bimbo, facendogli il segno della croce sul [...]
[...] visino; una terza questuò per tutte le case del vicinato; una quarta, serva, si 100 offrì e andò a fare il servizio per la povera puerpera. La [...]
[...] moglie del fornaio divise il suo letto con la puerpera: e il fornaio dormì sopra una tavola per dieci giorni, avendo per cuscino un sacco. E [...]
[...] come preghiera. Serva per pregare chi può, per ricordare a chi deve: non abbandonate Napoli, ora che il colera è finito. Non la abbandonate di [...]
[...] . Quello che mangiano . . . . " 21 IV. Gli altarini . . . . . . . . " 32 V. Il lotto . . . . . . . . . " 44 VI. Ancora il lotto . . . . . . " 55 VII [...]
[...] . L'usura . . . . . . . . . " 67 VIII. Il pittoresco . . . . . . . " 76 IX. La pietà . . . . . . . . . . " 88 [...]
[...] solenne, con una nevicata che lasciò imbiancati per qualche giorno, i tetti e la campagna, e a tutti piaceva stare mezz’ora di più sotto il tepore [...]
[...] cavallo, sopra il ciottolato ineguale della via principale di Mamoiada, risuonò in lontananza. Si fece mano, mano, più vicino, tanto che non [...]
[...] , da un contadino incappucciato. Il passeggiero mattutino si fermò dinanzi ad una casa bassa, con piccole finestre, munite di grosse inferriate [...]
[...] quella brezza mattutina, troppo frizzante, a mala pena, perchè aveva le mani intirizzite, riuscì a legare il piccolo animale ad una inferriata [...]
[...] rauco e strozzato del mastino in catena, allo squillante del botolo, piccolo e ringhioso. L’uomo incappucciato si avviò verso il portone del [...]
[...] . Egli, vedendo che nessuno rispondeva, bussò ancora più forte e chiamò ad alta voce, chinandosi, ed appoggiando le labbra contro il buco enorme [...]
[...] , borbottò il povero diavolo, che tremava verga a verga pel freddo, bisogna essere proprio sordi come quella vecchia strega di donna Clara, per [...]
[...] , donna Clà, apra per San Cosimo, che qui fuori si muore del freddo! — Chi? — O maledetta sorda! Io.... Agostino; ho portato il cavallo! — Qual [...]
[...] canchero! brutta sorda, almeno lasceresti per sempre il paese in pace, lasceresti; ma se Dio vuole, questa vita finirà presto; meglio fare il [...]
[...] centesimi mal guadagnati, vogliono succhiare il sangue dei poveri; ma andate là, pregate che la duri a lungo, chè tanto un accidente non mancherà a [...]
[...] chiavistelli si fece sentire nell’interno del cortile. Finalmente l'ultima stanga fu tolta, ed il portone venne aperto. Donna Clara, con un lungo [...]
[...] tizzo ardente in mano, per rischiarare il suo passaggio nel cortile, ingombro di carri, di tronchi, di tavoloni, di canne e di mucchi di tegole e [...]
[...] un’ora che busso, e muoio del freddo. — Ed il cavallo l'hai potuto prendere? — Sì, signora, l’ho preso; ma lo so io quanto mi è costato: fin dalla [...]
[...] là fuori a gelarsi, presto, presto, portalo dentro, in istalla, che può prendere un malanno da morirne; e poi vieni in cucina, che faremo il [...]
[...] caffè, e ti ristorerai anche tu, brontolone! — Già, il solito caffè, disse Agostino, la posatura bollita e ribollita, bella bevanda; ne faccia [...]
[...] cataplasmi a quel sordidone del marito, vecchia strega sdentata! Intanto aveva sciolto il cavallino dall’inferriata, e lo aveva condotto sotto una [...]
[...] a quell'immensa cucina, per sentirsi ardere le membra. Agostino entrando si tolse il cappuccio, ed il lungo berretto, e salutò umilmente. Un [...]
[...] d’incendio sulle pareti affamate della cucina. Il fumo le aveva verniciate di nero, e le fiamme si riflettevano luccicanti su quell’intonaco di [...]
[...] , ed una gran conchiglia che serviva per corno da caccia. Il tremolare incerto delle fiamme dava anima, dava vita a tutti quegli oggetti, or [...]
[...] a qualcuno di quegli scheletri viventi. Il forno era l’asilo più sicuro dei fuggitivi; là dentro la testa elegante di Fioravanti non si [...]
[...] , accortosi della presenza del servitore, tra uno sbadiglio e l’altro, si rivolse a lui. — Metti il berretto e siedi accanto al fuoco, Agostì, chè [...]
[...] l’operazione, ed appressando la lucerna alla fiamma del ceppo ne accese il lucignolo, e la appese ad un ampio graticciato di bastoni, quadrato, che [...]
[...] stava sospeso sopra il focolare, carico di grossi formaggi, messi là per prendere il fumo ed il calore. — Agostì, quando ti sarai riscaldato [...]
[...] bianchiccio. — Badi, mamma, che l’acqua bolle, disse Taddeo togliendo il coperchio della caffettiera. — Eccomi, eccomi, rispose donna Clara, arrivando [...]
[...] munto la capra? — Sì, signora, ora vengo subito. Cinque minuti dopo nell’immensa cucina di donna Clara non si sentiva altro che il crepitare del [...]
[...] conciliato con la mamma. Intanto il giorno cominciava a spuntare, e, nella vicina chiesa parrocchiale, una campana stridula suonò la prima messa [...]
[...] Chischè, mi pare che sia già suonato a messa, voi l’avete sentito il tocco? — Sì, comà, anzi ho visto prete Ignazio che è passato momenti fa; però [...]
[...] svegliato il servo di don Pantaleo Calarighes; pareva che volesse atterrare il portone, bussando come un indemoniato. Parmi di aver sentito che deve [...]
[...] partire qualcuno. — Ah, sì, sì, me lo ha detto ieri comare Nicolosa Cocorosta, quando uscivamo dalla novena, che oggi sarebbe partito don Zua, il [...]
[...] Pantaleo; per i primi due figli, guai che gli parlassero di studi; diceva che erano tutti danari sprecati; per questo invece... — Questo è il più [...]
[...] piccolo; il beniamino di casa, guai a toccarglielo. — Faccia, faccia, tanto i danari che ha succhiato ai poveri non se li porta certamente [...]
[...] Iddio: l’oro! Lungi dallo splendore di quel metallo, la vita per lui era nulla. Le gioie ineffabili della famiglia, il conforto intimo di aver [...]
[...] dimenticava tutto! Aveva di rado qualche slancio di tenerezza per il suo piccolo Zua, che, più di tutti, gli si assomigliava nelle fattezze; però quelle [...]
[...] erano rare ed aride carezze. Don Pantaleo amava il suo Zua; ma il suo amore aveva un limite; la sacra fame dell’oro lo avrebbe potuto rendere [...]
[...] queste! Don Pantaleo era nato povero; il suo genitore sebbene nobile di nascita, aveva piegato la schiena sulla zappa e sull’aratro, per tirare [...]
[...] aveva un cuore di macigno ed una volontà di ferro. Lavorò, si bruciò sotto il sollione d’Agosto e si intirizzì le membra fra le nevi invernali [...]
[...] ; però egli aveva una meta: la ricchezza! La sera quando tornava al suo tugurio, sbocconcellava un pò di pane d’orzo, e dormiva sulla paglia; ma il [...]
[...] . Dominare il paese, imporsi a tutti con la ricchezza, bene o male acquistata, spogliare il Comune dei suoi averi! ecco il suo sogno costante, la febbre [...]
[...] che lo divorava! E quel giorno venne! Don Pantaleo cominciò ad imprestare i danari ad usure esorbitanti: chiedendo il cento per cento [...]
[...] , angariando i poveri, ingannando i ricchi, rovinando intere famiglie, seminando la desolazione dove giungeva a metter le mani! Il suo sogno si [...]
[...] , opprimendo, spogliando, rovinando il paese. Un giorno che aveva fatto un grosso guadagno, riducendo alla miseria una famiglia di contadini, che [...]
[...] era caduta nella sua rete, don Pantaleo s’era innamorato di donna Clara Isalle. Il lupo aveva trovato la lupa degna del suo amplesso; l’avarizia [...]
[...] , senza tendenza alcuna nè per il bene nè per il male. Parecchie famiglie di Mamoiada intanto avevano fatto tutti gli sforzi per mandare innanzi [...]
[...] i suoi primi figli, ed osò concepire delle speranze sopra il suo piccolo Zua. Egli temeva che l’istruzione avesse potuto avere la rivalsa sulla [...]
[...] dall’ampia scodella del caffè e latte, dopo averne sorbito l'ultima goccia, e s’era messo ad attizzare il fuoco. Taddeo aveva acceso una pipa foderata [...]
[...] cisterna. Sisinnio si accoccolò in un angolo e Taddeo sputò dentro la pipa per spegnerla, esclamando quasi con terrore: — Ecco il babbo! Giusto [...]
[...] di cordoni, e largamente macchiato di grasso, copriva tutto quel carname e quei cenci. Questi era don Pantaleo, il vampiro temuto di Mamoiada [...]
[...] ! Taddeo e Sisinnio, prevedendo imminente il temporale, prima che il padre dalle minaccie venisse ai fatti, mogi, mogi, si alzarono, e presero la [...]
[...] il giorno che perdo la pazienza guai, guai a tutti! Donna Clara capì che non bisognava fiatare; c’era temporale in aria, e don Pantaleo in quei [...]
[...] , perchè sapeva che era l’unico mezzo per calmarlo. Anche questa volta il rimedio ebbe il suo pronto effetto: don Pantaleo gridò ancora un poco [...]
[...] dimenticava tutto, tuffando il muso intabaccato dentro la scodella. V. — E Zua? chiese, più calmo. — Zua non s’è alzato ancora, rispose donna [...]
[...] Clara, indifferente, come se avesse dimenticato tutti i complimenti che, due minuti innanzi, le aveva fatto il marito. — Pure bisogna farlo alzare [...]
[...] ha mandato il figlio a Cagliari! che te ne pare? se alzasse la testa la buon’anima del padre, che cosa ne direbbe? vedendo il nipote tenuto [...]
[...] cari, altrimenti sono certo che avrebbe il coraggio di farsi fare cavaliere; pentolaio miserabile! E, sì, abbiamo un bel dire noi, chi si fa [...]
[...] avanti però è il forestiere, noi staremo sempre terra, terra; noi, nati nobili, non saremo mai nulla, in confronto a questi, che arrivati in paese [...]
[...] vigna? — Oh, vorrei vedere anche questo, proruppe con rabbia don Pantaleo, vorrei vederla cotesta pentolaia, in casa mia. Che ne direbbe il paese [...]
[...] , sempre lo stesso. Ora pare che la fortuna si sia schierata un’altra volta in nostro favore, noi non siamo poveri! Oh il grande errore, di non [...]
[...] della terra. Che male c’è poi? sono contadini, benissimo; ma nelle loro vene scorre il sangue dei Calarighes! Ciò che non hanno fatto i due primi [...]
[...] lo farà l’ultimo. Zua ha dell’ingegno, e si farà onore. Oh come sarei felice di vederlo un giorno mettere il piede sul collo anche a cotesti [...]
[...] ed il mio nome. Mentre don Pantaleo dava sfogo a tutta la bile da lungo accumulata, non potendo soddisfare altrimenti l’invidia bassa che lo [...]
[...] divorava per Pietro Palitta, il quale non aveva altro torto verso di lui, tranne quello di essere in pochi anni diventato ricchissimo, don Zua, dopo [...]
[...] di rigatino oscuro a mala pena conteneva il suo corpo, che già dava segni di precoce sviluppo; dai calzoncini anch’essi troppo stretti, aperti [...]
[...] egli teneva ancora slegati, coi legacci a strascico fra il sucidume sparso per terra. Appena entrato in cucina chiamò la madre da un canto e le [...]
[...] questa però l’ora di mangiar fichi secchi, rispose donna Clara, vieni, cuore mio, e prendi il caffè e latte, poi ti darò i fichi. No, no, ora [...]
[...] , ripetè don Zua, scrollando ripetutamente le spalle, e nascondendo il muso allungato, contro l’avambraccio, sopra un pezzo di manica, lucente, per [...]
[...] il doppio ufficio che era destinata a fare di moccichino e di salvietta; no, li voglio ora, li voglio. — Andiamo, figlio mio, sii buono, te li [...]
[...] , segni cabalistici, geroglifici, ornati, il sole, la luna, un firmamento intiero; una cassa dove era stata riunita tutta l’arte primitiva [...]
[...] una superficie di tre metri quadrati, e che sono capaci di contenere tutto il vestiario di una compagnia intera di commedianti. Donna Clara [...]
[...] dopo averne sollevato a stento con le due mani il pesante coperchio, facendo leva con la testa, riuscì ad appoggiarlo al muro; poi scomparve con [...]
[...] tutto il busto dentro quella voragine. Si intese un gemito, la parte anteriore della cassa scricchiolò, e poi ricomparve il corpo di donna Clara [...]
[...] un’ora e mezza, fu un continuo sfilamento, lungo il cortile, di nobili in decadenza o del tutto decaduti. Taluni, sepolti dentro cappotti che [...]
[...] davano campo ai maligni, di potersi domandare come mai un nobile potesse essere ad un tempo anche sanculotto. Altri credendo indecente il [...]
[...] del paese, ed aveva smesso il costume sardo, vestendo abiti signorili, quando, quarant’anni prima aveva fatto il viaggio di nozze fino a [...]
[...] il colore, ma non una linea della loro forma, venivano indossati solo nelle occasioni solenni, assieme alle relative crinoline. La partenza di [...]
[...] ciascuna di esse un limone, che aveva già da molto perduto il profumo e la freschezza. Sul canterano appeso ad un chiodo, un grande specchio [...]
[...] là che donna Clara riceveva il fiore dell’aristocrazia di Mamoiada, con gran sussiego, e con una soddisfazione intima di quell’omaggio che le [...]
[...] delle visite, quando egli non ne voleva; ma che non si lasciavano mai vedere il giorno fissato per pagargli gli interessi dei suoi capitali. Egli [...]
[...] avrebbe appianato le cose. E mentalmente don Pantaleo, riandava i suoi crediti. Il Sindaco cinquecento lire che non avrebbe più vedute: meno male [...]
[...] che lo menava per il naso, con le lagrime, coi lamenti, con le promesse, senza che si venisse a concludere mai nulla: fortuna che possedeva la [...]
[...] casetta, altrimenti si sarebbe trovato con un pugno di mosche. — Tanti saluti a don Pantaleo, disse in quel momento il Sindaco, che assieme agli [...]
[...] danari, voglio: che non li ho rubati, io, per scialacquarli voi! Due ore dopo don Pantaleo e don Zua partivano da Mamoiada per Nuoro; il primo pieno [...]
[...] di speranza che il suo diletto si facesse onore; il secondo carico di fichi secchi, di mele, di panetti dolci, di castagne e di sudiciume [...]
[...] chiesa, piene di ragnateli. Il predicatore ora appollaiandosi, ora aprendo le braccia, come un grande avoltoio che volesse spiccare il volo [...]
[...] , aveva, a furia di parabole e di minacce, stordito ed annoiato il popolo che l’ascoltava senza capirlo. Quando ebbe finito un gran sospiro di [...]
[...] per i ricami d’oro e d'argento. Il sole, cadente dietro la lontana montagna di Gonari ne incendiava la vetta, dandole la esatta apparenza di un [...]
[...] guancia per far rimbombare di più la voce, intonarono una cantilena che marcava il tempo del ballo sardo. Sulle prime nessuno si moveva. I [...]
[...] giovani si eccitavano l’un l’altro, nessuno voleva cimentarsi per il primo, nessuno ardiva invitare da solo una ragazza. Poco a poco i più arditi [...]
[...] cominciarono a stringersi in catena, e a dondolare il corpo con la cadenza del canto. La catena a mano a mano si allargò; qualcuno trascinò [...]
[...] dolcemente una ragazza, che faceva la ritrosa, nascondendo col grembiale ricamato, il bel volto tinto di carminio pel pudore, e per la contentezza [...]
[...] , prospiciente sulla piazza, pigiate in tre balconi di legno, simili ad ampie gabbie di pollami. Le vecchie criticavano il saltare ardito di questa [...]
[...] bella ragazza, ed il discorrere animato di quell’altra col tale e tal altro giovine, che le stava daccanto; le ragazze invece invidiavano le [...]
[...] figlie del popolo. Il Sindaco, gli assessori, i consiglieri comunali, il brigadiere dei carabinieri comandante la stazione, il maestro di scuola [...]
[...] , e gli altri nobili e signori del paese, formavano crocchio a parte, sopra un’altura che dominava tutto lo spettacolo. Il Sindaco faceva disegni [...]
[...] bilanciando le somme necessarie; i vecchi che volevano morire lasciando il paese come l’avevano conosciuto, si opponevano a queste innovazioni [...]
[...] per proseguire l’argomentazione cominciata in italiano, e che poi finivano malamente in dialetto. Il brigadiere s’attorcigliava i bei baffi neri [...]
[...] , e prendeva pose teatrali, sbirciando le più belle, e facendo dei confronti, assieme al maestro di scuola, il quale impallidiva ogni volta che [...]
[...] , e ridevano rumorosamente, tanto per fare qualche cosa. Il sole intanto era scomparso dietro la montagna di Gonari, la quale spiccava [...]
[...] maestosamente azzurrina nello sfondo d’oro del cielo. VIII. Era già mezzora che il popolo si abbandonava al delirio della danza, quando, nella strada [...]
[...] la corsa, prendendo il trotto, e si avviò verso il crocchio, dove c’era il Sindaco, chiamando forte: — Signor Sindaco! Signor Sindaco! Il [...]
[...] Sindaco si avviò verso di lui sorpreso. Il contadino si piegò, ansante, sul collo del cavallo, e parlò sottovoce. Il Sindaco ascoltò meravigliato, aprì [...]
[...] , una disgrazia, una gran disgrazia! Il brigadiere si avvicinò sollecitamente, tutti gli altri lo seguirono, interrogando con gli occhi il [...]
[...] si è adombrata, gli ha preso la mano, e lo ha sbalzato di sella. Il pover'uomo cadendo ha dato della testa contro un sasso e.... ed è rimasto [...]
[...] lì. — Morto? — morto? chiesero tutti uno dopo l’altro. — Morto! ripetè il Sindaco, purtroppo, morto! oh pover’uomo! Dio, Dio, che disgrazia è [...]
[...] ! aggiunse un terzo. — Una disgrazia immensa per la famiglia e per il paese, ribattè signor Vittorio con voce alterata. Tutti si guardarono in faccia [...]
[...] ; ma tutti erano atteggiati a tristezza; signor Vittorio solo, guardava in terra per paura che gli altri gli leggessero negli occhi il sentimento [...]
[...] fra i danzanti era nato un po’ di disordine, perchè tutti avevano capito che era avvenuto qualche cosa di grave. Il canto fu soprafatto dal [...]
[...] di signori, che stava a guardare, era divenuto l’oggetto dell’attenzione generale. Attorniati dalla folla era diventato il mozzo di una immensa [...]
[...] ruota; il centro oscuro di un gigantesco mazzo di fiori variopinti. La notizia si spargeva, correva di bocca in bocca, cambiata, esagerata [...]
[...] . Luca Zerpedderi, il barbiere, disse che era don Pantaleo che aveva tirato una fucilata a donna Clara. — Non è vero, interruppe Proto Bocco [...]
[...] , macellajo, è donna Clara che ha buttato don Pantaleo nella balza. — Ma che balza vai spacciando, gridò Emanuele Barracellu, il carbonaro, perchè [...]
[...] inventi queste cose? va a sentire ciò che dice il brigadiere; è il toro di don Pantaleo, che gli ha dato una cornata nel ventre e lo ha finito [...]
[...] . — Bella anche questa, cantò nel naso Mattia, il sagrestano, siete una massa di credenzoni tutti! — Quell’infelice di don Pantaleo è caduto da [...]
[...] cavallo, ecco questa è la verità: me lo ha detto adesso il vicario, che tornava anch’egli dalla vigna, e che è arrivato appena in tempo, per [...]
[...] donna Clara? — Donna Clara! — Non è vero, don Pantaleo! — Tutti e due! — Oh povera gente! esclamò con tono canzonatorio il giovinastro, peccato [...]
[...] , a zia Veneranda, pure è stata una morte troppo crudele, Dio ne liberi ogni cristiano, e si fece il segno della croce. — Povera famiglia [...]
[...] campanile della parrocchia, quella sera, l'angelus squillò più allegro e più vibrato del solito. IX. La notte stessa, il corpo di don [...]
[...] cominciò a gremirsi di curiosi. Poco a poco arrivarono tutti i conoscenti ed i congiunti lontani, poi il maestro di scuola, guidando una ventina [...]
[...] di ragazzetti scalzi con la bandiera abbrunata, poi giunse il Sindaco con tutti i consiglieri. Il Sindaco aveva messo l’abito nero ed il [...]
[...] cappello a tuba: la moda di entrambi risaliva a parecchi lustri addietro. Don Simone, il più vecchio degli assessori, invidioso del sindaco, aveva [...]
[...] messo anch’egli il cilindro; una specie di colubrina, che gli ballonzolava sulla parrucca mal ferma, e che faceva contrasto con una giacca di panno [...]
[...] verde, ed un paio di calzoni di tela bianca, con una pezza sotto il ginocchio destro. Signor Vittorio aveva spazzolato l’eterno berretto di [...]
[...] annunziò il brigadiere, il quale aveva colto l’occasione al volo, per indossare la gran tenuta. Egli salutò militarmente, e tutti s’inchinarono [...]
[...] silenziosi, come se fossero stati in chiesa. Il Sindaco gli stese la mano tristamente, ed il brigadiere alzò le spalle e chiuse gli occhi, e con [...]
[...] la mano sinistra accennò il cielo sospirando. — Purtroppo! purtroppo! mormorò fra i denti il sindaco, il quale probabilmente pensava se fosse [...]
[...] possibile far cancellare l’ipoteca, senza saldare il debito per il quale aveva dato in garanzia l’orto; quella maledetta donna Clara era più furba [...]
[...] confraternita. Prete Ignazio, poveretto, il quale doveva ancora a don Pantaleo venti franchi, che si aveva fatto prestare, sotto condizione di [...]
[...] restituirgliene trenta, dopo sei mesi, per farsi una sottana nuova: che la vecchia si poteva appendere ad un fico, aveva fatto tutto il possibile per [...]
[...] indotti ad accompagnare, al cimitero, la salma di don Pantaleo. Pietro Palitta, il nemico giurato del morto, era venuto anch’egli spintovi dalla [...]
[...] mancava più nessuno. Il Rettore di sotto agli occhiali sbirciò i presenti, e con un cenno al sagrestano, gli fece capire che non voleva star lì ad [...]
[...] fatica, perchè deve pesare certo qualche cosa, il corpo del vecchio usuraio. Forse crederanno che la famiglia, per questo servizio, perdonerà i [...]
[...] loro debiti. — Hum, donna Clara prima si fa seppellire viva! Il Rettore, finito il de profundis, asperse la bara d’acqua benedetta, ed accennò che [...]
[...] si incamminassero. Il corteo si mosse silenzioso. A quando a quando, per l’aria tepida risuonava in tono nasale ed annoiato un undis, un eam [...]
[...] , un domine, delle preci dei morti, che si perdevano in lontananza, assieme al bisbigliare delle poche donne che seguivano il feretro, portando i [...]
[...] ceri accesi. X. Zame Laddara, il beccamorti, appena vide che il corteo funebre si avvicinava, scavalcò il muricciuolo cadente del cimitero, e [...]
[...] e là. Spaventati da quel vociare improvviso là dove tutto taceva, alcuni corvi si alzarono gracchiando, e parecchi cani fuggirono saltando il [...]
[...] muro quasi sbigottiti d’essere stati sorpresi mentre violavano gli avanzi di quei poveri morti. Il cimitero era troppo in cattivo stato! I cardi [...]
[...] , la malva, le ferule, il rovo e mille altre erbe, crescevano alte e rigogliose, coprendo le croci nere, sparse in tutto il cimitero, molte delle [...]
[...] marmo, dalle quali il tempo aveva cancellato il nero delle iscrizioni. Tutto il resto era in un doloroso abbandono che stringeva il cuore, e [...]
[...] che rendeva più amara l'idea della morte! Il Sindaco, entrando, notò che la porta era crollata, e toccando col gomito un assessore: — Don Simò [...]
[...] , guardi, guardi; che indecenza! neanche una porta! — Mi pare che ora sia lei, l’incaricato per la manutenzione delle opere pubbliche; mi faccia il [...]
[...] empito la tabacchiera di pezzetti di carta. La bara fu deposta sopra il mucchio della terra tolta dalla fossa, e tutti i presenti la circondarono [...]
[...] . Il rettore borbottò le ultime orazioni, spruzzò la cassa con l’aspersorio, e con uno sguardo ordinò al segrestano di togliere da quella la [...]
[...] trasse fuori un grande portafoglio giallo, l’aperse e cercò in mezzo ad un fascio di carte; ne tolse una piegata e rimise il portafoglio in [...]
[...] stento soffocato, ed il sindaco che gli tirava un lembo dell’abito lo fecero interrompere. Anch’egli allora capì la ragione di quella ilarità: aveva [...]
[...] cominciato il discorso funebre che sei mesi prima aveva letto per la figlia quindicenne di don Ciriaco. Tutto turbato e confuso ricercò in mezzo [...]
[...] alle carte che aveva intascato, e come Dio volle trovò quella che cercava. Si ricompose, soffiandosi il naso per prender tempo, e poi lesse [...]
[...] parola signor Vittorio volle ancora una volta confermare il detto: bugiardo come un discorso funebre. Mentre uscivano fuori dal cimitero alcuni [...]
[...] dei più spiritosi si congratularono con lui, ed egli fingendo di accettare i complimenti rispose: — Se capiterà un’altra volta, il discorso lo [...]
[...] farete voi, e vedremo come ve ne uscirete. — Speriamo che sia per te, disse sotto voce, il maestro di scuola, che aveva ricevuto una lettera di [...]
[...] rimprovero fresca, fresca, dall’ispettore: in seguito ad un ricorso, il quale egli sospettava fosse partito da Signor Vittorio. XI. In [...]
[...] un genio dal padre, aveva fatto il piacer suo; aveva trovato il modo di fargli sborsare molti danari, con mille scuse, e passava la vita [...]
[...] . Aveva sentito decantare dal figlio della padrona di casa, il quale era stato studente a Cagliari, le bellezze di quella città; egli lo aveva [...]
[...] Cagliari, quella terra promessa, ove, il figlio della padrona di casa, aveva visto tante cose, e ne aveva fatto tante altre; dove c’era il mare, coi [...]
[...] anche quando era desto. Non si sa come; ma il miracolo Zua lo aveva fatto. Era passato al primo esame e don Pantaleo aveva dovuto mantenere la [...]
[...] un capriccio di quel bestione, li spendeva i quattrini, il padre, mentre per loro era tutto lesinato, tutto dato a malincuore. La volta che [...]
[...] Sisinnio aveva speso dieci lire a San Cosimo, il padre per poco non lo mangiava vivo, mentre per Zua altro che venti, e cinquanta, e cento lire [...]
[...] conoscenze, con altri studenti, che avevano fiutato il merlo da pelare, e correndo da un divertimento all’altro non pensò più a nulla. Quando, alla fine [...]
[...] dell’anno, riportava la dovuta boccia trovava sempre la scusa pronta per persuadere il padre; il quale si era abituato a vedere in lui una [...]
[...] cominciato a sentire il bisogno di vestire decentemente, se non elegantemente. Quando tornava a Mamoiada era ammirato come un figurino di Parigi, ed [...]
[...] i giovani del paese, che non avevano mai spinto il piede al di là di Nuoro, lo invidiavano segretamente, perchè, le domeniche, coi loro abiti [...]
[...] spelati, diventavano più ridicoli in confronto di Zua, il quale li guardava dall’alto in basso, pavoneggiandosi nelle sue vesti nuove, che [...]
[...] . Egli, partito precipitosamente da Cagliari, era arrivato a Mamoiada, disperato di non aver potuto abbracciare un’ultima volta il padre, che egli [...]
[...] , poi il tempo aveva finito per arrecargli un pò di conforto. Però passava le giornate chiuso in casa a leggere qualche romanzo, rifiutando [...]
[...] qualsiasi svago, evitando la compagnia di tutti e stando costantemente al capezzale di donna Clara, la quale da qualche settimana teneva il letto, per [...]
[...] ogni minimo indizio di ribellione; il morbo le aveva tolto tutto: la robustezza del corpo e la forza della mente. Ora era un essere senza volontà [...]
[...] repentino, e avevano deciso di approfittarne. Zua doveva essere la loro vittima, l'invidia, per tanto tempo repressa, avrebbe avuto il suo libero [...]
[...] fare il signore; ma a sue spese, col proprio sudore, non con le fatiche loro. Oh l'avrebbero voluto vedere allora, come si sarebbe potuto [...]
[...] niente, perchè si sapeva come andavano le proprietà affidate a mani estranee; non se ne sarebbe ricavato il tanto per pagare le imposte. La [...]
[...] congiura tra i due fratelli maturava, ed il tempo in cui don Zua sarebbe dovuto ripartire si avvicinava. Un giorno Zua riunì Sisinnio e Taddeo, e [...]
[...] spiegò loro che aveva deciso di ripartire per continuare gli studi; che aspettava il loro parere per combinare ogni cosa, onde l’andamento della [...]
[...] casa non potesse essere minimamente danneggiato. Fu allora che scoppiò il grido della riscossa dei due fratelli maggiori! Non ebbero più ritegno [...]
[...] che era tempo che anch’egli facesse qualche cosa, per sé e per la famiglia, che il lavorare la terra non lo avrebbe mai disonorato, bensì la [...]
[...] mai trovare un centesimo, neanche dopo aver messo sotto sopra tutto, ed aver scassinato ogni cassa ed ogni armadio, nella speranza di trovare il [...]
[...] sasso, e perciò non aveva mai detto a nessuno il suo segreto. I figli sospettavano che il vicario sapesse dove erano nascosti i danari, perchè [...]
[...] egli verso i fratelli, se il padre li aveva trattati diversamente di lui? Perchè si sarebbero dovuti vendicare? Zua nella solitudine della sua [...]
[...] con la stessa moneta. Avrebbe avuto egli il coraggio di uscire in paese, coi buoi aggiogati al carro, col cavalluccio carico di cipolle e di [...]
[...] patate, con le zappe ed il picco sulle spalle? Egli destinato a grandi cose! Povero padre suo, se avesse potuto rizzare la testa dal sepolcro e [...]
[...] l’umiliazione presente, o la miseria futura. Era poi un gran disonore come egli credeva, l’amministrare il proprio patrimonio, ed il coltivare le sue [...]
[...] terre con le sue mani? Non sarebbe stato peggio il vendere a brano a brano le sue proprietà, e restare poi completamente povero, costretto a [...]
[...] , che miracolo? da che parte spunta il sole quest’oggi? — Cara mia, con te, lo sai, non ho segreti; la necessità fa correre i vecchi, dice il [...]
[...] dottore, mi farò contadino; il lavoro non disonora, è vero Margherita? che ne pensi tu? — In quanto a questo, don Zua, lei grazie al cielo, non va [...]
[...] viveva solo il conte Viale. Io non l’ho conosciuto; ma doveva essere un gran riccone quel conte, altro che i nobili di qui! Vada, vada, don Zua [...]
[...] , che solo il rubare fa disonore, all’uomo; il lavoro onesto no. — E.... scusi, che intenzioni ha? — Ecco: ieri, quando tu eri a lavare al fiume [...]
[...] , sono venuti in casa parecchi negozianti di legnami, che vorrebbero tagliare dieci o venti noci, dall’orto; mi dispiace privarmene, ma il bisogno [...]
[...] incalza, e siccome mi pagano subito, vado e conchiudo l’affare senz’altro. — Vada, vada, e.... buona fortuna, riprese Margherita, aprendo il [...]
[...] portone, perchè ne uscisse don Zua il quale era già montato a cavallo. I pochi oziosi, che si scaldavano in piazza, al sole primaverile, non furono [...]
[...] meno meravigliati di Margherita, vedendo don Zua andare in campagna, a cavallo. In un momento tutto il paese lo seppe. Signor Vittorio uscendo [...]
[...] sentito? — Se l'ho sentito! ero io che difendevo l’asino e la vecchia; ma diciamo la verità queste sono infamie, il conciliatore dovrebbe essere [...]
[...] : — Perchè? forse crede lei che ciò gli faccia disonore? È meglio lavorare la terra che andare a truffare il prossimo, come fa.... qualche altro. In [...]
[...] , imbroglione, erano queste le promesse che mi aveva fatto? Non ero io contenta di pagare il danno, senza pagare altre spese? — Ma che colpa ci ho io [...]
[...] se.... — Che colpa ci ha? ed ha il coraggio di parlare a questo modo, dopo che mi ha mangiato uno scudo, che io mi ho tolto dal cuore, rubandolo [...]
[...] alla mia famiglia, persuasa dalle sue parole. Non è stato lei che mi ha assicurato che avevo ragione io, che il conciliatore mi avrebbe assolta [...]
[...] per la confusione, si asciugava il sudore con un fascio di carte scritte, tingendosi così di nero la faccia, e destando l’ilarità di tutti i [...]
[...] Mastro Corriattu, per osservare, tutto ciò che accadeva, dal vetro rotto di una finestra piccola come una feritoja. XV. Il ghiaccio era stato [...]
[...] guidare una coppia di cavalli inglesi. Tutto il nobilume di Mamoiada, era riunito nel solito piazzale della maldicenza, a fare la critica a [...]
[...] gli avrebbero detto corna alle spalle. Tutti perciò evitavano di separarsi per i primi, e quasi sempre il crocchio si scioglieva completamente al [...]
[...] una scusa chi per l’altra si allontanarono, momentaneamente, finchè don Zua non fu scomparso nello svolto di una strada. Passato il pericolo [...]
[...] , le allusioni sarcastiche, gli insulti triviali contro il povero don Zua, che tanto non poteva rispondere perchè assente. — Pare che il piccolo [...]
[...] lupo abbia succhiato il vero latte dell’usuraio, esclamò don Eusebio, il quale non poteva mandar giù le parole di Zua; — però se crede di [...]
[...] diventare ricco come il padre, strozzando la gente, l’ha sbagliata; prima di tutto, perchè non ha nè l’ingegno, nè la fermezza di don Pantaleo [...]
[...] , mal’anima; in secondo luogo perchè nessuno si lascerà più prendere per la gola. — A costo di vendere il pò del patrimonio, aggiunse don Simone. — Cerca [...]
[...] di sfogare la rabbia con noi, perchè, dai banchi dell’Università, deve tornare a piantar cavoli e patate, fece don Vittorio, il quale era stato [...]
[...] condannato, dal pretore di Fonni per il debito verso gli eredi Calarighes. — Ma di quale Università parla lei, se quel poveretto non ha fatto [...]
[...] neanche la quarta elementare? interruppe il sindaco con disprezzo. Così continuarono a chi poteva dirne di più, mentre altri due o tre, un pò [...]
[...] ad uscire di casa, con l’abito vecchio; il giorno appresso, prese egli stesso la zappa, portandola a bilancia, come soleva portare la mazza, e [...]
[...] così a mano a mano, andò abituando il paese alla sua metamorfosi. Una mattina, dopo averci pensato per molt’ora, prese una risoluzione energica [...]
[...] , e spalancato il portone, uscì coi buoi aggiogati e coll’aratro sulle spalle. In paese qualcuno mormorò ancora; gli scagliarono gli ultimi dardi [...]
[...] della maldicenza; però le cattive lingue non ebbero eco. Il lavoro onesto di don Zua, più che di disprezzo, lo andava sempre più circondando di [...]
[...] e fresche ombre delle querce immense, nella collinetta che sovrastava all’orto, godendone la frescura quando il sole bruciava i fiori ed [...]
[...] ingialliva le messi. Quelle piante erano diventate la sua famiglia; di là vedeva la distesa uguale e piana dell’orto coltivato con le sue mani. Il suo [...]
[...] coll’ondeggiare delle foglie, smosse leggermente dalla brezza. Egli capiva quel susurrare sommesso, ed il suo occhio esercitato correva, da un punto all’altro [...]
[...] occhio tenero e contento, e se ne partiva quasi con mestizia. XVI. Era uno dei primi giorni d’aprile; il sole tramontava in una gloria di [...]
[...] , alle inebrianti voluttà dei sensi; una di quelle sere in cui si sente il bisogno di amare qualcuno, di abbracciare il corpo flessuoso di una [...]
[...] fanciulla adorata, di suggere l’amore dalle sue labbra provocanti ed appassionate. Don Zua nell’orto zappava. Il suo corpo, curvo sulle lattughe, ne [...]
[...] sere profumate di primavera. Una voce armoniosa di donna lo scosse. — Buona sera, don Zua. Zua si rizzò sulle gambe aperte, spinse indietro il [...]
[...] un gigantesco papavero, il corsetto rosso di Boella (Raffaella). Boella era la figlia unica di zio Marco Santoni, uno dei contadini più ricchi [...]
[...] d’ambizione, ed il suo costante pensiero, ed il sogno più ardentemente vagheggiato era quello di sentirsi chiamare, un giorno, donna Boella! Non le [...]
[...] sarebbe importato nulla che il suo futuro marito fosse stato brutto, purché avesse avuto il titolo di cavaliere, ed un impieguccio qualsiasi; non [...]
[...] sempre il pericolo e non ci cadono mai dentro. — Dunque tu hai corso un gran pericolo, chiese don Zua, tra il serio ed il faceto. — Grave? non [...]
[...] venuti. — O smette, o non racconto più il fatto. — E sia, ascolto. — Come dicevo.... m’aiuti lei, dove era rimasta? cioè, non avevo cominciato [...]
[...] mezzo, ed io giù, dentro al pozzo. Ho fatto a tempo ad afferrarmi all’altra tavola e allora: Aiuto, aiuto, gridai con tutto il fiato che avevo in [...]
[...] corpo. Meno male, passava di là il brigadiere, è accorso e mi ha salvata. Ah, ah, ah, è stata proprio curiosa; per un pelo non me ne volavo [...]
[...] diritta all’inferno, perchè chi ha fatto spezzare la tavola è solo il peso dei miei peccati, non quello del mio corpo; ci crede ora che io dovevo [...]
[...] fortuna, sta fresco se non gliene capita altra al mondo di fortuna, lei non avrebbe fatto nè più nè meno di ciò che ha fatto il brigadiere. — È [...]
[...] due servizî; adempirò al mio voto e.... e mi divertirò un poco. Vuol venire anche lei? Via, faccia il voto; vedrà, vedrà come ci divertiremo [...]
[...] altro farò un pò stizzire le dame di Mamoiada, oh che gusto, che gusto! — Boella, gridò in quel momento il babbo di lei, dall’altro lato del campo [...]
[...] , se vogliamo andare son pronto. — Eccomi, vengo; poi rivolta a don Zua: — Dunque siamo intesi, non resta altro che combinare per il viaggio, a [...]
[...] tempo fissando, con l'occhio immoto, il punto ove era scomparsa la gentile vicina. XVII. La notte, quando Zua tornò a casa, rispose [...]
[...] crescevano, se le fave erano troppo mature, se le lattughe erano ancor tenere, e di cento altre cose. Don Zua, che passava tutto il giorno fra quelle [...]
[...] soddisfatta delle risposte del padrone, e quando questi, appena ebbe cenato, se ne scappò via per andare a letto, disse tra sè: — Oggi il padroncino non [...]
[...] glielo potevano dire certamente a Boella; lei non aveva fatto entrare mai nessuno dalla finestra nè aveva nascosto gli innamorati sotto il letto [...]
[...] come quelle superbe dame! Che gli interessava poi, dicessero tutto ciò che volessero i nobili, egli avrebbe fatto il suo gusto. Boella però [...]
[...] avrebbe acconsentito a sposarlo? Non si poteva mai sapere come avrebbe preso il suo amore. Le ragazze, certe volte avevano idee stravaganti, si [...]
[...] Boella lo rendeva felice. Finalmente dormì; ma il sonno fu breve perchè ebbe una brutta visione. Sognò che Boella era caduta di nuovo nel pozzo [...]
[...] ; ma il pozzo era pieno di fiamme. Tra le fiamme vedeva la figura del brigadiere, il quale afferrato ai piedi di Boella si sforzava di tirarla [...]
[...] nel baratro. La meschina si dibatteva; ma inutilmente. Il brigadiere più forte, riuscì a stringerla fra le braccia, e baciandola in bocca, con le [...]
[...] le pronunziava come se qualcuno cercasse di strozzarlo. Io sono accorsa, pensando ad una disgrazia, e, meno male, sia lodato il cielo, non era [...]
[...] , per nascondere a Margherita il rossore, che gli copriva la faccia. A Margherita però, che lo aveva ballato in grembo, quando era fanciulletto [...]
[...] finta di non aver capito niente, ed uscì per portare il caffè al padrone. XVIII. Da quel giorno la pace aveva lasciato per sempre il cuore [...]
[...] gli aveva aleggiato d’intorno, che gli aveva sfiorato il volto, con le lunghe ali dorate; ma che si allontanava sempre fra una nube luminosa [...]
[...] ortaglie. Quella passione lo distruggeva lentamente; succhiava a stilla, a stilla tutto il suo sangue; di lui non rimaneva che una larva, come [...]
[...] vergine, che alimentava tanta rigogliosa ricchezza. I begli occhi di Boella avevano bruciato il cuore di don Zua; ed egli godeva nel sentirsi [...]
[...] sentiva una fiamma cocente avvampargli il viso, ogni volta che il corsetto scarlatto di Boella spiccava allegramente tra il verde delle fave [...]
[...] sul povero don Zua, e ne godeva, soddisfatta. Vedeva il poveretto consumarsi, bruciato da quel fuoco lento, e tutti i giorni, con uno sguardo [...]
[...] delle sue notti agitate, trovava un gran sollievo baciando il talismano. Però il sogno, il brutto sogno in cui parvegli che il brigadiere rapisse [...]
[...] sventure? Il ricordo del brigadiere, accorso a salvare Boella, non avrebbe potuto far cambiare in amore il sentimento di riconoscenza che era nel [...]
[...] cuore della fanciulla? Quante volte non si erano visti dei casi simili? Il brigadiere poi era un bel giovane, nobile anch’esso; ed avrebbe potuto [...]
[...] sempre con indifferenza del brigadiere? Era proprio un gran matto a crearsi di simili fastidi; faceva tutto il possibile per addolorarsi, per [...]
[...] martoriarsi il cuore! Già, la colpa era la sua, ci voleva tanto poco, a dichiararsi alla fanciulla. L’occasione gli si era presentata tutti i giorni [...]
[...] , e non aveva avuto il coraggio di dire una parola. Dopo tutto non era meglio sapere se Boella lo amasse, se volesse essere sua moglie, piuttosto [...]
[...] . Don Zua aveva pensato con ansia, notte e giorno, a quella partenza affrettandola col pensiero; sognando il felice momento in cui il corpo [...]
[...] contatto della donna amata, don Zua aveva nel sangue certi ribollimenti strani che gli davano le vertigini, il suo corpo veniva invaso da una [...]
[...] prurigine voluttuosa, da contrazioni nervose, che lo facevano fremere tutto. Sì, avrebbe sentito il tepore, il profumo, l’abbandono del corpo di [...]
[...] cuore. In quel viaggio si sarebbe spiegato con lei; le avrebbe detto tutto, tutto. A misura che il giorno della partenza si avvicinava, don Zua [...]
[...] cavallo, delle staffe e specialmente degli speroni, che diventarono lucidi come l’argento. Il giorno prima della partenza don Zua era già pronto [...]
[...] combinare l’ora ed il punto della riunione; Margherita starnutiva, ed egli saltava un palmo sulla sedia, perchè gli pareva che di fuori [...]
[...] avessero chiamato: Don Zua! il gatto rovesciava sul cassone storico d’Aritzo, un setaccio appeso al muro, ed egli correva a vedere se qualcuno bussasse [...]
[...] alla porta. Non poteva stare un minuto fermo; andava alla stalla e visitava il cavallo, che pacificamente divorava il foraggio bastevole per [...]
[...] tre. Zua, di quei giorni, avrebbe fatto mangiare per forza il suo cavallo, perchè non voleva fare brutta figura con Boella; poi passava in [...]
[...] e di zio Marco Santoru. Margherita, che, dal famoso sogno di Zua, aveva capito molto, non ebbe più il minimo dubbio, e vedendo don Zua in [...]
[...] ragazza? Margherita, che rammendava i calzoni vecchi di don Zua, si tirò gli occhiali sulla fronte, e sospese il lavoro, guardandolo fisamente [...]
[...] quelle piccole abitudini, quei difettucci, che richiede il tempo in cui viviamo. Oh se tu vedessi le ragazze di città! quelle ti parrebbero [...]
[...] mal umore, perchè aveva capito, con dispiacere, che don Zua sarebbe stato irremovibile; — pensi prima a quello che sta per fare; questo è il [...]
[...] consiglio che gli dà una vecchia, che ha molta esperienza del mondo; perchè, veda, m’è doloroso il doverglielo dire; ma un giorno o l’altro, quella [...]
[...] . Margherita uscì per vedere chi fosse, e poco dopo introdusse zio Marco Santoru. Era questi un vecchietto arzillo, di buon umore, il quale in quel [...]
[...] prima che don Zua riuscisse a fargli rimettere il berretto in testa e a farlo sedere. Il povero vecchio confuso, da tanta buona grazia di don Zua [...]
[...] non sapeva d’onde cominciare il discorso, per combinare la partenza. Don Zua lo tolse d’impaccio dichiarandogli che egli era pronto per [...]
[...] qualunque ora, che in quel caso toccava alle donne il comandare. Zio Marco Santoru temendo d’essere stato già troppo indiscreto, si alzò, e inchinandosi [...]
[...] , pensando che un nobile, qual’era don Zua Calarighes lo trattasse come suo pari; cosa che, al contadino arricchito faceva allargare il cuore per [...]
[...] vostra, rispose Zua, toccando col suo il bicchiere del futuro suocero, e bevette. XX. La notte precedente alla partenza don Zua non dormì. Il [...]
[...] pensiero della sua futura felicità, il desiderio inquieto di dimostrare tutto il suo amore a Boella, occupò le ore della notte, tanto che quando [...]
[...] . La vecchietta avrebbe dormito volentieri ancora un poco, ma fu costretta ad alzarsi per preparare il caffè al padrone. Don Zua domandava ad un [...]
[...] il frammento, ed egli ne parve soddisfatto. Anche Margherita, quando lo vide, al bagliore del focolare della cucina, ne parve assai [...]
[...] , che il fu don Pantaleo quarant’anni innanzi aveva adoperato quando fece il viaggio di nozze con donna Clara, nei paesi vicini. Fatta [...]
[...] quest’ultima operazione don Zua tornò in cucina, prese il caffè per non fare dispiacere a Margherita, non perchè ne avesse voglia, e si fece portare la [...]
[...] tempo, in lontananza, e quando Margherita non lo sentì più, rinchiuse il portone dicendo a sè stessa: — Chi l’avrebbe detto, che un angelo come [...]
[...] finestra per andargli incontro. Marco Santoru era volato ad aprire la porta, e Zua, che aveva legato il cavallo ad un anello conficcato nel [...]
[...] . Il patrizio di Mamoiada non trovò una parola per salutarli; l’apparizione sfolgorante di Boella gli aveva chiuso la voce nella strozza. E [...]
[...] don Zua, e ne arrossì pel piacere; poi vedendo che il povero giovine non poteva trovare una parola da rivolgerle, fu lei che cominciò il discorso [...]
[...] , mettendo in mostra il tesoro dei dentini perlati, con un sorriso incantevole. — Don Zua, lei ci colma di gentilezze, noi non meritavamo tanto [...]
[...] onore, e non sapremo mai ricompensare in nessun modo il disturbo che si ha voluto prendere. Don Zua, che a poco a poco si rimetteva, prese un [...]
[...] pò di coraggio. — Ma ti pare? Boella, io avevo fatto una promessa, e la mantengo, come tu mantieni il tuo voto; e se non fossi stato contento [...]
[...] dopo, al ritorno da S. Mauro, disse Zua rivolgendo a Boella uno sguardo lungo, quasi per farle capire che il favore prima doveva chiederlo a lei [...]
[...] ? non vi pare ancor tempo di alzarvi? la strada è lunga, ed il sole brucia, in questa stagione. — È quel matto di compare Barraca, col resto [...]
[...] , lei deve stare a tribolare mentre voi andate a divertirvi! — A divertirmi? peggio per lei che mi ha fatto fare il voto di andare alla festa [...]
[...] spiegato abbastanza; basta, vedremo, San Mauro farà il miracolo; non è vero? E lei, don Zua che ne dice? Don Zua, che era già sceso giù nella [...]
[...] strada, con Marco Santoru e con la figlia, faceva finta di accomodare qualche cosa nella bisaccia, per nascondere il rossore che gli saliva al viso [...]
[...] immense cortine di liane e d’edera cadevano a sbrendoli, a festoni, a ghirlande, avvolgendo i tronchi giganteschi con ricami fantastici. Il sole [...]
[...] ! Quei canti, quegli idilli, quei profumi innebrianti invadevano il cervello di don Zua, che sentiva il contatto caldo del bel corpo di Boella, la [...]
[...] quale si appoggiava con abbandono sulle sue spalle. Il cavallo aveva rallentato il passo, e a quando a quando si fermava, per brucare i ciuffi [...]
[...] Zua, si direbbe che ha lasciato il cuore a Mamoiada, e che ora siasi pentito di essere venuto alla festa con noi; se è così, non faccia [...]
[...] abbandona più, che mi segue dappertutto, la notte e il giorno; due mesi che io non vedo che te, perchè ti porto scolpita nel cuore. Non ho mai osato [...]
[...] rispose; ma la sua manina strinse fortemente quella di don Zua, ed egli se la portò con passione alle labbra. Il cavallo intanto aveva lasciato la [...]
[...] . Mauro l'anno venturo! Don Zua, stimoli di più il suo cavallo e non lo risparmi troppo. Se crede, Boella può montare in groppa al mio, forse si [...]
[...] grandi occhi dolci. Il fiumicello strepitava sempre fra le rocce, e i cespi di menta mandavano sempre i loro acuti profumi. XXIII. Gavoi [...]
[...] ! esclamò trionfalmente compare Barraca, scuotendo i compagni di viaggio, da quella specie di sonnolenza in cui li avevano immersi il sole caldo [...]
[...] scopritore di nuove terre e di nuovi mondi. Lontano, lontano, infatti, appena visibile fra i vapori erranti del mattino, si distingueva il [...]
[...] , giovanotti! alla sua età, in compagnia di Boella, anch’io avrei impiegato qualche giorno, da Mamoiada a S. Mauro; ma ora il burchiello si regge [...]
[...] famiglia; che vuole? ognuno ha le sue idee; però adesso cambio d’opinione. — Il giorno che lei sposerà.... quella ragazza che noi conosciamo, lo [...]
[...] VINO D’OGLIASTRA Gli uomini, lusingati da quest’ultima parte dell’insegna, bussando con la canna del fucile contro la porticina, svegliarono il [...]
[...] padrone di casa che sonnecchiava sopra una scranna, e comandarono parecchi litri; alle ragazze fu subito apprestato il classico rinfresco dei [...]
[...] contadini sardi, il così detto bianco e rosso, dal padrone dell’osteria, un vecchietto poco pulito, per fare il mestiere di tavoleggiante, ed affetto [...]
[...] da congiuntivite cronica. Però l’arsura che bruciava la gola di quelle ragazze piene di fuoco, non lasciò loro il tempo di fare delle [...]
[...] anche a cinque centesimi l’uno. Zio Marco Santoru interruppe le considerazioni dell’ometto sudicio, per pagare il conto, e Pietro Barraca riaprì [...]
[...] la marcia. — A rivederci in buona salute, disse zio Marco, intascando il resto dello scudo che aveva dato, e contandolo in saccoccia, perchè [...]
[...] l’altissimo campanile, nero, col suo secolare caprifico in cima. Il paese s’inerpicava su per la ripida costa di un colle verdeggiante, e le [...]
[...] traversata dentro il paese, non si videro che poche donne, col loro cappuccio rosso, sedute al sole, malgrado il gran caldo, intente a filare, od a [...]
[...] poco a poco la conversazione cadde e il silenzio fu solo interrotto a quando a quando, da qualche sbadiglio rumoroso dei più affaticati dal [...]
[...] , lasciarono passare inosservato il frizzo di Pietro Barraca. — Intanto ci perdiamo in chiacchiere, riprese don Zua, ma non si pensa a far colezione [...]
[...] insolente, quasi adirate d’essere state disturbate nella loro pace domestica. Il bosco susurrava leggermente, perchè i buffi, freschi e profumati [...]
[...] quella fonte freschissima, quella quercia, che doveva essere il rifugio ambito di molti viaggiatori, nella caldura afosa dell’estate. E Pietro [...]
[...] perchè la zucca storica di Barraca, seguita da molte altre di minori dimensioni, faceva molto spesso il giro della mensa; e volere o no il buon [...]
[...] umore spuntò piano, piano in tutti, anche nei più stanchi. Le donne, dopo il pasto, s’erano ritirate tutte in disparte, e pispigliavano [...]
[...] soffocando il riso coi grembiali, quando riuscivano a far arrossire don Zua, il quale aveva fatto di tutto per avvicinarsi a Boella, scartandosi dal [...]
[...] ragazze che conoscevano perfettamente il suo segreto. Boella era raggiante di gioia e di bellezza. Quel po’ di sole preso nel viaggio aveva leggermente [...]
[...] del monte, Gavoi incendiato dal fuoco di quel tramonto primaverile, naufragava in un mare di luce e di colori. Fu dato il segnale della partenza [...]
[...] rossi, doveva nascondersi qualche bel visino. Diede una ravviatina al pizzo che gli copriva a metà il petto, coperto da molte medaglie, di [...]
[...] grasso, e trattenendo il respiro, cercò di obbligare la pancia canonicale a restringersi, imprigionandola dentro la giubba, prima pacificamente [...]
[...] Zua, il quale cominciava a vedere un rivale in ogni carabiniere fu sdegnato del complimento arrischiato del pingue appuntato, e fremette di rabbia [...]
[...] altrove, riprese il gobbetto, che conosceva il debole dell’appuntato; si vede che lei è nato sotto buona stella, non io povero sventurato. — E [...]
[...] . Il gobbetto sorrise tra sè, malignamente, e tutto lieto d’aver raggiunto lo scopo, si trascinò sulle gambette storte, fino alla caserma, ed [...]
[...] entrò dentro a riscuotere il prezzo delle sue adulazioni. XXV. Da Ovodda a Tiana la traversata non è lunga, poco più di mezz’ora di strada, e si [...]
[...] , il passaggio di un forestiere a cavallo, dentro il paese, in ispecie se di ceto signorile, era in quei tempi argomento di mille discorsi, di [...]
[...] cominciò a distinguere il paese. Dai tetti neri come la pece si innalzavano lunghe colonne di fumo, che pareva stessero immobili, perchè non tirava [...]
[...] avvicinando, il mormorio diventò più chiaro, i canti si ripercossero nitidi e freschi per la convalle, accompagnati dal tintinnio dei campanacci [...]
[...] ? — Si va nel bosco, rispose subito don Zua, il quale, come ogni innamorato, era attirato da un sentimento di poesia, a passare una notte nel bosco [...]
[...] di testa, ci vuole un santo per trattarti. Che dite voi, compare Barrà? — Voi avete ragione da vendere; per noi, tant’è, il bosco o il letto; ma [...]
[...] sue stalle ci sta una mandra di cavalli. Quando monsignor vescovo fa il giro pastorale per la cresima, va sempre in casa sua; e persuadetevi [...]
[...] , dopo aver toccato con lo sprone il cavallo, per avvicinarsi alla porta d’ingresso, vi bussò forte col calcio del fucile e cantò: « Peppe [...]
[...] casu (I). (I) Peppe Lidone, apri la tua porta all’amico di Mamoiada, il quale conduce seco una comitiva di amici leali, venuta a chiederti [...]
[...] venerando vecchio, con la barba bianchissima che gli copriva tutto il petto, venne fuori, tenendo in alto una candela di ferro a quattro becchi [...]
[...] non abbia ancora il bene di sapere chi voi siate; venite avanti, venite avanti, e smontate. — Tutti amici miei, disse Pietro Barraca, (I) La [...]
[...] mia casa è sempre aperta all’amico ed alla sua compagnia. Il mio asilo non è di lusso per ricevere degnamente i forestieri; però tengano per cosa [...]
[...] propria il mio pane ed il mio vino, ed accettino il buon cuore. presentandoli così in massa, poi prendendo don Zua per mano: — Questo è don [...]
[...] Zua Calarighes. — Figlio di? chiese zio Peppe. — Di don Pantaleo, buon’anima, rispose Pietro. — Di don Pantaleo? Sia il ben venuto in casa mia [...]
[...] giovanotti, domestici di zio Peppe Diego, vennero fuori a prendere i cavalli dei viaggiatori. Nelle cucine sarde il fuoco non si spegne mai, nè [...]
[...] d’inverno, nè d’estate; nè di giorno nè di notte; quando un ceppo sta per consumarsi, se ne aggiunge un altro, per alimentarlo sempre come il [...]
[...] , nelle case del basso ceto, siano anche di ricchi proprietari, è la sala di ricevimento, la sala da pranzo, ed il dormitorio dei servi e talvolta [...]
[...] focolare. Il padrone di casa offrì agli ospiti piccole sedie nane, e li invitò a sedersi. Le donne furono affidate alle figlie di zio Peppe, due [...]
[...] loro a Mamojada, per la festa di San Cosimo; e di un fiato vuotò il bicchiere. — Alla vostra salute, e Dio voglia che ci sia dato tanto piacere e [...]
[...] tanta fortuna, rispose don Zua. Zio Peppe Diego sapeva fare le cose ammodo; appena vide il numero dei forestieri che gli era arrivato, fece [...]
[...] fantesca di casa, faceva il suo ingresso fatale nel pollaio, tirando il collo a parecchi sultani di quell’harem pennuto. A don Zua, il quale godeva il [...]
[...] , fra quelle montagne di pasta fumante, e tutto il materiale scavato, precipitava nelle gole avide di quella gente piena di salute, di forza e di [...]
[...] appetito. Alla carica ci si era andati in silenzio, e direi quasi con religiosa venerazione. Il primo a rompere il silenzio fu Pietro Barraca [...]
[...] , che era stato il più sollecito all’assalto. — Buoni, per San Mauro vescovo, esclamò asciugandosi i baffi umidi con la salvietta, valevano più di [...]
[...] clero. — Al diavolo la sottana! riprese Pietro, io con questo principio, mi son trovato sempre bene; in casa mia il prete non c’entra che quando mi [...]
[...] tocca di battezzare il marmocchio, che, per mia disgrazia, annualmente mi regala mia moglie; il mese scorso, fu il settimo; ma se dura così [...]
[...] , un giorno o l’altro sarò costretto di abbandonare il tetto domestico, per non sapere più come mantenere quella ciurmaglia. — Cuor contento il ciel [...]
[...] l’aiuta, soggiunse don Zua. — Fino a un certo punto io sto con lei, santo Dio; ma anche il cielo si stancherà della intemperanza di mia moglie [...]
[...] mostrare la cicatrice di una ferita al petto riportata a Goito, e raccontando il fatto pianse di gioia. — Evviva zio Peppe Diego, gridò don Zua, il [...]
[...] quale si era sentito pieno di entusiasmo, un pò per il racconto del vecchio, ed un pò per i frequenti baci dati al bicchiere. — Evviva! evviva [...]
[...] lungi si sarebbe detta un antico castello medioevale. Il muro di cinta, coi suoi due ampi portoni situati uno ad oriente, e l’altro ad occidente, e [...]
[...] l’ultima salita del lungo viaggio, era arrivata alla sommità di una collina verdeggiante, d’onde si poteva dominare tutto il sottostante spettacolo [...]
[...] allo sguardo, il più bello, il più grandioso, il più ricco dei quadri, ove il colore fosse stato gettato a grandi pennellate, senza risparmio, con [...]
[...] un’arte insuperabile, inarrivabile. — Meritava il viaggio da Mamojada? domandò Pietro Barraca, come se fosse stato egli l’autore di tutto quello [...]
[...] , disse don Zua, già disperato alla sola idea di perdere Boella in mezzo a quel pandemonio. La fanciulla capì il pensiero di don Zua, e gli [...]
[...] strinse nascostamente la mano, quasi per rassicurarlo. Quella tacita promessa pose il cuore in pace dell’innamorato don Zua, il quale dato di sprone [...]
[...] al cavallo disse: — Andiamo; come se si fosse finalmente deciso ad affrontare il pericolo della folla, sicuro che il suo tesoro era messo in [...]
[...] posti in luogo sicuro i propri cavalli, e liberi da ogni pensiero, si decisero a frammischiarsi anche loro in quel mare vivente della festa. Il [...]
[...] primo pensiero fu di andare a ringraziare il Santo, perchè li aveva assistiti nel viaggio. Ci volle del bello e del buono prima di poter [...]
[...] . Ed egli, il buon frate, vescovo, guardava dall’alto della sua nicchia, tutto quel popolo prostrato dinanzi a lui, col suo eterno sguardo [...]
[...] S. Mauro, che esaudisse il suo voto più ardente, che gli concedesse Boella. Anche Boella pregò; ma le sue preghiere erano ferventi come quelle di [...]
[...] rispettoso ed umile; ragazzi laceri, con certe teste arruffate, ove non era mai passato il pettine, vecchi curvi dagli anni, tutti lavorando di [...]
[...] gomiti per arrivare a baciare l’altare del Santo. Quando don Zua potè mettere, assieme a Boella ed ai compagni, il piede fuori dalla chiesa respirò [...]
[...] per soddisfazione. La scena là fuori era tutta diversa, totalmente cambiata. Intorno, intorno alla chiesa, fabbricate contro il muro di cinta [...]
[...] cassa sfondata, chiamando, con voce semispenta, il pubblico; ed un omone permanentemente ubbriaco, intascava i danari pagati dagli avventori [...]
[...] , il chiasso era più spaventevole. Là avevano piantato le loro tende gli Isilesi, i quali si avevano formato una specie di cittadella, coi paiuoli [...]
[...] , che a centinaia avevano portato colla speranza di smerciarli. Per attirare il pubblico percuotevano sui paiuoli, cosicchè pareva che cento [...]
[...] enormi di bellissimi aranci, accanto alla immancabile botte della bionda vernaccia. Il sollione favoriva i Milesi, perchè in quella caldura [...]
[...] soffocante, le capanne venivano prese d’assalto, per godervi un pò d’ombra, ed i frutti dorati sparivano a centinaja. Il laborioso milese non perdeva [...]
[...] sparse a centinaja per la pianura, ove il popolino faceva baldoria, formicolavano di gente piena di allegria; i carri ricoperti con lenzuola [...]
[...] , come se attendessero il segnale del torneo, aspettavano nervosi e impazienti lo scampanìo che annunziasse il muoversi della processione. Dopo [...]
[...] a loro il rettore di Sorgono, con una gran cappa di broccato d’oro, modulando le preci, in toni nasali; appresso una infinità di uomini, tutti [...]
[...] senza berretto, con certe selve di capelli irti e scomposti, recitanti il rosario in cantilena. Seguivano miriadi di donne di tutta l’isola, coi [...]
[...] loro brillanti costumi, i quali spiccavano splendidamente nello sfondo verde smeraldo della collina dirimpetto alla chiesa. Il mormorìo [...]
[...] monotono, il canticchiare sommesso delle preghiere si diffondeva per l’aria tiepida, assieme al canterellìo delle campane, ed allo scoppio di bombe, di [...]
[...] fucili e di pistoloni, sparati durante il passaggio della processione. Molti avevano voluto godere il pittoresco spettacolo da lontano, e perciò [...]
[...] avevano preso d’assalto tutte le alture, tutte le punte più eminenti. Gli alberi erano carichi di spettatori, numerosi come gli stornelli; il [...]
[...] furiose di quel popolo fanatico, sarebbero stati sufficienti a pagare anche un posticino di paradiso. I cavalieri fecero ancora tre volte il giro [...]
[...] fine della processione era il segnale della partenza. In un momento tutti avevano preparato le bisacce, sellato i cavalli, e per parecchie ore non [...]
[...] il vino d’Oliena a due franchi al litro, il motivo di quella commozione. Le tettoie di frasche cadevano, le capanne di stuoie venivano [...]
[...] questo scambio di promesse era finito il lungo dialogo, che don Zua e Boella avevano tenuto sotto voce durante la prima ora di strada. Don Zua si [...]
[...] Zua il giorno della partenza per San Mauro. Lei aveva fatto mille obiezioni, creato mille difficoltà, presentato, con fine astuzia, mille [...]
[...] parere disonorevole il coltivare la terra, in colui che sarebbe dovuto essere suo marito. Se era riuscita nel suo intento, cioè di sposare un nobile [...]
[...] , poveretta, senza che si fosse avverato il vaticinio; però il padre suo tenne a mente quelle strofe indimenticabili, e glie le aveva insegnate [...]
[...] , più snella di un canna. Tu andrai a nozze vestita con abiti di broccato per sposare, a piedi dell’altare, l’amato cavaliere. Sarai il tesoro della [...]
[...] all’uscita dalla messa! Ma perdevano il tempo nell’essere superbe loro, i mariti erano rari, gli anni passavano, e le rughe crescevano; e non [...]
[...] Barraca, siamo già a Sorgono, in un’ora! si cammina come il vento, si cammina, e se domani i cavalli avranno questa buona voglia, in sette ore, da [...]
[...] Tiana, saremo a Mamoiada. A due tiri di schioppo, il campanile di Sorgono s’ergeva maestoso sopra i tetti affumicati del paese, circondato [...]
[...] completamente da pittoreschi boschetti di castagni e nocciuoli, di un verde cupo, che si perdeva in lontananza, fra il viola oscuro delle montagne [...]
[...] avrebbero voluto dire un’avemaria nella chiesa di Sorgono; ma la dichiarazione di Barracca fece cambiar loro di opinione. La comitiva attraversò il paese [...]
[...] sgranando il rosario, e sotto ad una tettoia fabbricata contro il muro della chiesa, parecchi dei vecchi ottimati del paese, a turno mettevano in [...]
[...] finire in un altipiano d’onde si dominava tutto il paesello, che cominciava a macchiarsi di grandi ombre, nuotando in un mare di nebbia e di fumo [...]
[...] mezza entravano in Tiana che era già immerso nel sonno; ma la casa di zio Peppe Lidone era aperta a tutte le ore. Egli, il buon patriarca, questa [...]
[...] festa. Zio Peppe Diego ne fece la descrizione di quarant’anni addietro, quando egli giovinetto di sangue bollente aveva vinto il palio col suo [...]
[...] via a letto, perchè l'indomani bisognava viaggiare tutto il giorno. Gli altissimi letti di legno, coi cortinaggi bianchi a guisa di baldacchini [...]
[...] e l’eco lusinghiera delle sue promesse, non gli lasciarono prendere riposo. XXX. Che don Zua fosse il fidanzato di Boella, a Mamoiada, lo [...]
[...] sapevano anche i santi di legno, che erano in chiesa. I nobili avevano rabbrividito di orrore, per quel traviamento di don Zua, ed il popolo invece [...]
[...] il Rettore le aveva predicate, più di mille volte, queste cose! Ma sì che i cavalieri davano ascolto al Rettore! andavano in chiesa per [...]
[...] adocchiare le belle ragazze, colla intenzione di poter portare poi la disperazione ed il disonore nelle famiglie. Quando si era saputa di certo la [...]
[...] , togliendo a Mamoiada il suo più bel fiore. C’era accorso il vicinato, e don Zua aveva invitato tutti, senza risparmio, trovando per ogni persona una [...]
[...] casa di don Zua, riservandosi il diritto di raccontare le cose, a modo suo, infiorandole di quante bellezze le venivano in mente. Quante cose [...]
[...] non aveva visto la vecchierella, con gli occhi dell’immaginazione! Il corredo di sposa, che don Zua aveva fatto preparare per Boella, gli anelli [...]
[...] , senza metterci piede. E sapete perchè ci andarono? Niente di meno che per dirgli che disonorava il nome dei Calarighes, sposando quella villana, che [...]
[...] , che avrebbe fatto il piacer suo; che non lo stessero a seccare di più, perchè li avrebbe fatti mettere alla porta come due cani rognosi. — E se [...]
[...] , con la superbia che hanno! — Pure, volere o non volere, don Zua farà il suo capriccio, e ben fatto; solo per non darla vinta a quella razza [...]
[...] Dorotea se ne andò, sicura di tenere il segreto, fino a che non avesse trovato un’altra conoscente alla quale confidarlo, mentre zia Chischedda [...]
[...] fatto un taglio di noci colossali, e ne aveva ricavato il tanto per poter vivere modestamente a Nuoro, per un anno; e dopo aver affidato ad un [...]
[...] cupola color di piombo, della parrocchia, sentì il gran vuoto che si faceva nel suo cuore. Solo allora s’accorse che dietro a sè lasciava quanto [...]
[...] di più caro gli restava al mondo! Voltò il cavallo per fissare ancora una volta quella linea azzurrina degli alberi che serravano l’orizzonte [...]
[...] , e dietro ai quali c’era la casetta bianca di Boella; il suo occhio si posò a lungo su quello sfondo amico, e solo si riscosse quando due lagrime [...]
[...] fico, e battendo l’ali con tardo volo s’andò a posare lontano sopra una roccia. Don Zua seguì con l’occhio il volo del sinistro uccello, quasi [...]
[...] petto, per cercare la medaglia, che Boella gli aveva donato. La portò alle labbra e si sentì quasi rassicurato. Il viaggio fu triste. Zua rivide [...]
[...] foggiata a tettoia, che li aveva riparati, l’ultima volta che il babbo lo aveva accompagnato a Nuoro, e ne ebbe una stretta al cuore. Povero [...]
[...] babbo, quanto era felice quel giorno! quante speranze aveva riposto in lui! quanti sogni! Il sole cadeva lentamente, incendiando i monti lontani, ed [...]
[...] rinchiuso nella sua cameretta d’onde non usciva che per andare a prender lezione da un professore, il quale lo preparava a dar gli esami di [...]
[...] maestro elementare. Il suo corpo ed il suo spirito, abituati alla vita libera della campagna, soffrivano in quella volontaria prigionia, ma la sua [...]
[...] tanti anni, quando viveva don Pantaleo. Non ci poteva essere dubbio; don Zua all’esame sarebbe riuscito il primo. Egli affrettava, col pensiero [...]
[...] accasati in paese! Prima si era gridato allo scandalo, perchè lasciavano tanta libertà alle loro donne, e poi tutti avevano allentato il freno! — Se [...]
[...] fosse stata mia figlia, aveva detto zio Salvatore, il quale assisteva al ballo, seduto sopra un muricciuolo, con zio Taneddu e zio Pasquale [...]
[...] , l’avrei accompagnata a calci fino a casa; e con la pipa, che aveva tra le mani, fece una gran croce in terra, per attestare che diceva il vero, e [...]
[...] , ora che avete nominato Bambarru, disse zio Taneddu, mi viene in mente il suo padrone. — Che? — Che? — Ma stia tra noi, veh! perchè non ne [...]
[...] sono certo, e non voglio calunniare nessuno io, che ho poco da vivere, e non voglio dannarmi l’anima; mi hanno detto che il brigadiere fu visto [...]
[...] intorno ed abbassando la voce, è Ciccio Maria, il mio servo. — Ah, brutta strega! — Mala femmina! — E don Zua, quel babbeo, che se ne sta a Nuoro ad [...]
[...] acchiappar le mosche; se avesse continuato a fare il fatto suo qui, a Mamojada, l’avrebbe pensata meglio. Ha tagliato quei noci, che sembravano [...]
[...] famiglia. — È predestinato, è predestinato, ripetè in cantilena zio Pasquale, e contro il destino ci può Dio solo! — Io so che gli hanno fatto [...]
[...] zappare la vigna, il brigadiere ha buoni fianchi e non si stanca presto. — Si dice che il mese entrante prenda il congedo, e si stabilisca qui a [...]
[...] gli scudi farà molte cose a Mamojada! Non lo avete visto sempre, che i forestieri nel nostro paese, trovano il paradiso terrestre, e ci mettono [...]
[...] radici? Vedrete, vedrete! — Povero don Zua! conchiusero i tre vecchietti, alzandosi, ed abbandonando la piazzetta, che il ballo era finito, e tutti [...]
[...] ! spergiura! traditrice! aveva gridato don Zua, pallido come il fior della cenere, strappandosi i capelli; spergiura! e singhiozzante s’era buttato [...]
[...] sul lettuccio, nascondendo il volto fra i guanciali. Margherita, la serva fedele, con gli occhi lacrimosi, in un canto, rispettava silenziosa [...]
[...] accolto le proteste d’amore del bel brigadiere, e si era a lui fidanzata. Il brigadiere si era congedato, e fra poco si sarebbero celebrati [...]
[...] dubbio, quando, una domenica mattina, il rettore lo annunziò pubblicamente in chiesa. Fu allora che Margherita, senza attendere oltre, era corsa [...]
[...] lamento gli uscì di bocca. Il dolore lo aveva soprafatto, al punto che non aveva più forza di piangere. — Ed ora parmi inutile che lei continui a [...]
[...] l’occhio del padrone ingrassa il cavallo; tutte le sue terre han bisogno di essere vigilate, perchè, si sa ciò che se ne trae, quando sono [...]
[...] riuscirò a dimenticarla, forse le perdonerò anche tutto il male che mi ha fatto. — Don Zua, il perdono è delle anime grandi, è una azione degna di [...]
[...] un cuore come il suo; Dio castigherà la cattiva azione e premierà la buona. — Dio! sempre Dio! ma chi è dunque questo Iddio che gode nel veder [...]
[...] che parlava di perdono! perdono per chi? per una scellerata che ha distrutto il mio cuore, facendosi beffe di me, dell’amor mio! no, il mio [...]
[...] don Zua, credendo che egli avesse perduto la ragione, e si fece il segnale della croce. Zua capì il pensiero di lei. — Rassicurati, Margherita [...]
[...] , rassicurati, io non sono pazzo, sono infelice, sì, niente altro che infelice; eccomi ora nuovamente calmo, il dolore mi aveva fatto un po [...]
[...] notizia non durò molto a propagarsi, e l’indomani tutto il paese lo sapeva. Lo seppe anche Boella; ma non se ne impensierì. Non ne morrà [...]
[...] , aveva pensato; un’altra, fra poco, occuperà il posto che avevo io nel suo cuore, e tutti saremo contenti. Lei non doveva sposare un uomo che non [...]
[...] pasticci. Per l’occasione erano state reclutate tutte le amiche di famiglia. Il lavoro era stato distribuito, e chi impastava la farina, chi la [...]
[...] spiccare il volo, via dal canestro; quei pesci dorati che facevano pensate al mare; quelle rose, quei fregi, quegli ornati, fatti con [...]
[...] ; in fine mucchi giganteschi di biscotti, di amaretti, e di mille altre lecornie. Boella con le maniche rimboccate, mettendo in mostra il candore [...]
[...] quel lavorio era per lei; oh! non avrebbe certo sfigurato, il babbo lo aveva detto che non voleva badare a spese, perchè di figlie da maritare ne [...]
[...] sigillato con ceralacca, centinaia di bottiglioni e di damigiane. Dentro a quelli c’era il vecchissimo di Oliena, il quale da nero era diventato [...]
[...] bianco, pieno di potenza, come il cognac; il gradevole vino dell'Ogliastra del color del rubino; la vernaccia di Solarussa e di Siniscola, bionda [...]
[...] come l’ambra; la malvagia di Bosa, indimenticabile dopo che s’è bevuta; il moscato d’Alghero, dolce come un bacio di fanciulla; il nasco e la [...]
[...] . Don Zua, dopo il suo ritorno a Mamojada, s’era rinchiuso nella sua cameretta, e non ne era più uscito. Margherita qualche volta osava entrare da [...]
[...] di un fiato, cercando, in quella bevanda perniciosa, l’oblio dei suoi dolori. Una notte don Zua aveva bevuto più del solito. Fuori il vento [...]
[...] un pugno sul tavolo, con l’occhio fisso nel vuoto, balbettò raucamente: — Boella Santoru, vivi felice col tuo diletto, finchè ne avrai il tempo [...]
[...] ; tu hai voluto lacerare, distruggere il mio cuore; ebbene, vedremo se saprai distruggere la potenza dell’inferno! Al rumore del pugno battuto da [...]
[...] chiamato? — No, cioè si; hai foraggiato il cavallo? — Sissignore, rispose tremante la vecchia, vedendo la faccia scomposta di don Zua. — Bene [...]
[...] a quando il mio odio, la mia vendetta non sarà soddisfatta; fino a quando non vedrò con questi occhi, morire chi ha distrutto la mia felicità [...]
[...] violenza il portone dietro a don Zua; ed egli con una bestemmia si pose in cammino, colla sola compagnia del suo fido fucile, e della violenta passione [...]
[...] che gli bruciava il cervello. Della sua partenza misteriosa non se ne accorse neanche zia Chischedda, la quale, sebbene avesse l'orecchio fino [...]
[...] fatalità che perseguitava l’Ebreo errante; cammina! cammina gridava a don Zua, il desiderio della vendetta. E via, per viottole scoscese, per [...]
[...] a Sorgono. La paura che qualcuno lo vedesse, ed un senso di pietà verso il suo povero cavallo, il quale aveva già camminato quasi dieci ore [...]
[...] , senza prender mai respiro, lo spinsero a fermarsi. Il biancore pallido del mattino, penetrando fra i rami spogli di foglie, completamente coperti [...]
[...] di neve, dava alcunchè di fantastico e di misterioso al bosco. Il vento era cessato, ed un silenzio sepolcrale era subentrato agli schianti [...]
[...] cento secoli, non fosse penetrato il piede umano. La grotta di Nettuno ad Alghero, si sarebbe disabbellita, in quel momento, agli occhi di un [...]
[...] il cavallo della sella, lasciandogli pascolare liberamente la molle erbetta, che cresceva sotto alle macchie del lentischio e del corbezzolo [...]
[...] il Santo miracoloso gli ridonasse l’amore di Boella? Oh no certo, don Zua da qualche giorno non credeva più alla potenza di Dio e dei Santi [...]
[...] alle superstizioni del volgo, si era ad un tratto persuaso intimamente, che ciò che non aveva voluto fare il cielo dopo tante preghiere, lo [...]
[...] giornata, e si era destato intirizzito dal freddo, perchè il fuoco, già da lunga pezza, erasi spento. Soddisfatto che la giornata fosse passata [...]
[...] senza che egli se ne fosse accorto, ravvivò il fuoco, e mangiò un poco delle provviste che gli aveva preparato Margherita. Il cielo si andava [...]
[...] sforzo; fra sei ore avrà deciso il destino; e si preparò a riprendere il suo viaggio. Quella fu una notte terribile! In tutto il Sarcidano, e in [...]
[...] tutto il Mandrolisai la ricordano ancora con spavento, e si fanno il segnale della croce quando ne parlano. Nei paesi crollarono le case a [...]
[...] cominciava a distinguere il paesello illuminato, a volte, da un pallido raggio di luna che tratto, tratto, veniva offuscato da certi nuvoloni neri [...]
[...] misterioso, il quale aveva fatto correre dei brividi freddi per le ossa a molti, al solo pensiero di dovervi entrare. Tutti la dipingevano allo stesso [...]
[...] di gufi, bianchi, come la faccia della morte, e vi ripetevano per più ore il loro luttuoso singulto. Ogni buon cristiano del paese, obbligato a [...]
[...] passare per di là di giorno, si faceva il segno della santa croce, e mormorava sotto voce una avemaria; di notte poi non vi era barba d’uomo che [...]
[...] disturbata, e lei avrebbe esercitato senza inconvenienti, il suo mestiere, coi credenzoni degli altri paesi. Don Zua al chiarore incerto della luna [...]
[...] riconobbe subito la casetta, e vi diresse i suoi passi. Nel paese non si sentiva anima viva; qualche latrato rauco di mastino, e lungi il rombo [...]
[...] legato il cavallo al tronco di un fico là vicino, don Zua si appressò alla porticina e bussò sommessamente. Uno schianto cavernoso di tosse, ed un [...]
[...] momento una freccia di luna forò le nubi, ed andò a illuminare il finestrino. Don Zua, sebbene fosse coraggioso a tutta prova, rabbrividì, ed i [...]
[...] collo; questo è il segnale di riconoscimento che a Nuoro mi ha dato Viperona. Non furono necessarie altre spiegazioni; la maga aveva [...]
[...] entrare Calarighes nel lurido tugurio. Non creda il lettore di trovare nell’abitazione della strega, il corvo spennato, i gufi imbalsamati, i [...]
[...] a toccare; però le dicerie si fermavano lì: nessuno aveva mai visto nè il diavolo, nè il tesoro. La maliarda, dopo essersi assicurata che [...]
[...] involontariamente don Zua. — Io non posso vedere il grado, le carte non me lo dicono, mi dicono però che è militare: ecco qui il fante di spade. È un [...]
[...] , sempre fissando le carte. — Dite il vero? si sposeranno? — Le carte non lo assicurano; però ci sono molte disposizioni in vostro sfavore. — Oh me [...]
[...] , ma.... Don Zua fece scorrere qualche altra moneta. — Sì, lei merita proprio d’essere ben servito, perchè è generoso come un re; però avrà il [...]
[...] vien fatto? Zua accennò di sì. — Per conseguenza sarebbe contento anche se morissero entrambi? Il giovane stette un pò perplesso, pensando che [...]
[...] giuri che manterrà il segreto, e presentò a don Zua un rosario nero. Egli vi pose sopra la mano destra: — Lo giuro per la memoria della mia povera [...]
[...] madre. — Ed ora, ci pensi bene, è deciso a far tutto? — Sì, tutto! — Mi dia il suo fazzoletto. — Don Zua glielo diede, e con esso si lasciò [...]
[...] dovuto essere il cuore dei due fantocci. — Queste, lei le dovrà sotterrare vicino al limitare della porta degli sposi, in modo tale che entrambi [...]
[...] il più difficile. Perchè la magìa riesca bisogna calmare lo Spirito della notte che la seconda, col sacrifizio dell’acqua del teschio. Lei dovrà [...]
[...] andare nel cimitero del suo paese, e quando sarà suonato l’ultimo tocco della mezzanotte, con la mano sinistra dovrà dissotterrare il teschio di [...]
[...] tre volte, facendo il giro della fossa e pronunziando le parole: Satan, gloria, amen; poi uscirà dal cimitero con lo sguardo sempre rivolto [...]
[...] alla sepoltura della fanciulla. Tornato a casa farà bollire, per un’ora, il teschio nell’acqua presa da un fiume, e quindi andrà a versarla là [...]
[...] , prima che abbiano ricevuto la benedizione del prete. E tacque, raggomitolandosi sopra il mucchio dei cenci, vicino al fuoco, sicura che don Zua [...]
[...] , con gli occhi stralunati, e con la testa in iscompiglio, dal tugurio, inforcò il cavallo e scomparve silenzioso nell’ombra. Cammina! cammina [...]
[...] , manca una caffettiera! — Zio Marco, bisogna preparare i vini bianchi! — Zio Marco, i biscotti dove vanno messi? — Zio Marco, è ora di avvisare il [...]
[...] Boella! vorrei essere io, il tuo futuro sposo, ti mangierei a furia di baci! — Adulatrice, rispose la fanciulla, arrossendo di piacere per quel [...]
[...] complimento, il quale aveva per lei assai valore, appunto perchè fatto da una ragazza, che, per bellezza, non era certo da disprezzarsi. — Il [...]
[...] vedeva mal volentieri il matrimonio di Boella col Campidanese, come lo chiamava lei. Don Tottoi Taquisara, l'ex brigadiere, lo sposo di Boella, era [...]
[...] la carriera delle armi, la quale, in dodici anni di servizio, gli aveva creato una posizione modestamente comoda. Il naso fino del carabiniere [...]
[...] appoggiarsi a quella sicura antenna, nelle vicende burrascose della vita, ed eravi riuscito, sacrificandone un altro: il povero don Zua! Quel giorno il [...]
[...] in casa di Marco Santoru. Erano gli amici, ed i congiunti invitati, che venivano per il corteo nuziale. Zio Marco Santoru aveva voluto invitare [...]
[...] anche i cavalieri. — Mia figlia sposa un cavaliere come loro, disse a Pietro Barraca, il quale gli aveva fatto osservare che lo avrebbero [...]
[...] facevano pregare, quando si trattava di mangiar bene, bever meglio, e criticare il prossimo. All’ora fissata nessuno mancava. Si rividero gli stessi [...]
[...] cominciata dalle tignole; tutto il resto era identico; cioè no, prendo errore, don Simone aveva cambiato parrucca, perciò era costretto a tener [...]
[...] continuamente una mano al cilindro, per paura che il crine della parrucca, ancora restio a prender piega, non glielo facesse saltare per terra. Un [...]
[...] sagrestano, con la gran zimarra rossa, venne correndo ad avvisare che il rettore attendeva. Quell’avviso di bocca in bocca corse fino alla camera [...]
[...] da spose, perchè così era il costume (sas accumpanzadoras). Fuori attendeva già lo sposo con gli amici. Egli, secondo le prescrizioni del [...]
[...] corse per la schiena, e non potè trattenersi dal correrle incontro sorridente. La fanciulla chinò il capo ed arrossì ponendoglisi a lato; allora il [...]
[...] corteo partì. La messa non fu certamente da sponsali di povera gente. Il rettore aveva messo la cappa delle grandi solennità, e dietro all’altare [...]
[...] l’ora solenne suonò, ed il fatale sì degli sposi fu pronunziato. Finita la messa, cominciarono gli auguri ed i baci in chiesa, e quindi si [...]
[...] , abbandonato la falda del cilindro per soffiarsi il naso, si ebbe una bella manata di grano in testa, ed il preistorico tubo andò a rotolare in mezzo al [...]
[...] fango. Signor Vittorio, il quale guardava in alto, per ripararsi da un possibile colpo di piatto gli passò sopra schiacciandolo senza pietà. Don [...]
[...] Simone diede un gemito, e per il resto della giornata non ebbe un sorriso. Come avrebbe fatto per l'avvenire? e di quei cilindri, certo, non [...]
[...] sprigionavano da tutte le porte e da tutte le finestre. Il pranzo fu qualche cosa di indimenticabile! C’erano i porcellini di latte, gli agnelli [...]
[...] che il rettore, sotto la sottana, aveva sbottonato il panciotto, allentato i calzoni e le mutande, allargato la fascetta, e si faceva vento con [...]
[...] pranzo, fece un tentativo di epitalamio; ma fu obbligato a ricacciarlo in gola, appunto perchè lo aveva prevenuto don Ciriaco, il quale dopo [...]
[...] perchè era stato troppo.... eloquente. Ciò produsse un momentaneo disturbo, a tavola, e signor Vittorio perdette il filo delle idee. In piazza, una [...]
[...] torrente, ogni volta che si apriva la porta, per recare nuovi cibi, e nuovi vini a quei pantagruelici. Dal cielo azzurro, il sole riversandosi a [...]
[...] torrenti, dentro alle finestre spalancate, illuminava il banchetto, lasciando pietosamente nella penombra gli sposi, i quali sotto al mistero della [...]
[...] vide, a notte, tornare don Zua, bianco più della neve, che copriva il terreno, infangato, stracciato più di un pezzente; — sembra un morto! lei [...]
[...] , il caffè non mi lascierebbe dormire, mentre ho bisogno di riposo, sono andato tanto lontano, sai. — Come vuole che io sappia dove è andato? io [...]
[...] che lusso, mi diceva, cose, cose che non si erano mai viste, in paese! Don Zua non ascoltava più; il pensiero della sua prossima vendetta lo [...]
[...] , scolorita, senza profumo! Avrebbe avuto egli il coraggio di diventare, in un momento, così scellerato? Assassino, assassino, gli gridava nelle [...]
[...] tranquillità della sua vita campestre, rubatagli dagli occhi ammaliatori di Boella, le parole lusinghiere di lei, le promesse, i giuramenti, il suo vile [...]
[...] frenesia. Mancava poco alla mezzanotte; il cimitero era là, a due passi dal paese; ma don Zua non volle perdere tempo. Uscì senza far rumore per [...]
[...] sè stesso diede il primo colpo di zappa, che rintronò secco nelle mura del cimitero; poi il secondo, il terzo, altri dieci, altri cento. La [...]
[...] veder meglio l’ombra. La prima sua idea fu di fuggire; ma egli non aveva più il potere di muoversi; si sentiva inchiodato là, come una croce [...]
[...] gli stringeva il cuore e ne impediva i suoi palpiti. Le ginocchia gli vacillavano, un gelido ribrezzo gli serpeggiò in ogni fibra, e tutta [...]
[...] da quella stretta invisibile, che lo teneva fermo a quel posto; volle gridare, volle fuggire, alzò le mani verso il cielo, chiedendo pietà [...]
[...] , tutto il sangue gli affluì d’improvviso al cervello, e cadde rovescio dentro la fossa scavata. XXXVII. Zame Laddara, il beccamorti, non aveva [...]
[...] , quando vide in lontananza il corpo di don Zua, ebbe sul principio una strana paura. Poi ridendo di sè stesso si avvicinò e toccò, quel corpo [...]
[...] Boella in mani a un altro; che matto! Dio ci dà la vita e noi ce la togliamo. Dopo aver coperto il cadavere di don Zua, col manto funebre che si [...]
[...] dava per il seppellimento dei poveri, corse a darne avviso al Sindaco. Questi, finito il pranzo nuziale, eccitato dai fumi dei diversi vini, si [...]
[...] riscaldava in una argomentazione teologica col rettore, il quale sarebbe andato molto volentieri a letto; ma che per salvare le convenienze [...]
[...] annunziargli che il beccamorti lo richiedeva per un negozio di somma importanza, e riattaccò il discorso. La serva tornò tutta spaventata [...]
[...] lungo in bocca. Il sole si era pudicamente nascosto dietro una nuvoletta bianca, lasciando l’angolo, dove erano gli sposi, naufragante in una [...]
[...] TIRATURA DI CENTO COPIE NUMERATE Sono state tirate inoltre 25 copie non numerate delle quali ciascuna porta il nome della persona a cui è stata [...]
[...] offerta. — Proprietà letteraria. — LUIGI CAPUANA I L PICCOLO ARCHIVIO... CATANIA C. GALATOLA, TIP. EDITORE 1886. IL PICCOLO ARCHIVIO [...]
[...] posso muovermi.... Sedetevi qui, vicino. Se avessi potuto immaginare!.... Per occuparmi m'ero messo a riordinare il mio piccolo archivio [...]
[...] .... Dovrei mostrarmi gelosa, farvi una scena.... FEDERICO. Il passato non può darvi ombra. E poi, per diventar gelosa bisogna, prima di [...]
[...] tutto... MARIA. Intanto il vostro piccolo archivio vi fa dimenticare d’esser cortese. Non mi avete ancora baciato la mano. FEDERICO. Ve le bacio [...]
[...] . Siete raggiante.... MARIA. Di pallor! Si sa. FEDERICO. E il dentista...? MARIA. Oh, no! Salendo le sue scale mi son sentita guarire tutt’a un [...]
[...] . Il mio cuore ha di questi slanci, qualche volta. FEDERICO. Non vi fate più cattiva di quella che non siate; siete cattiva abbastanza! MARIA. Mi [...]
[...] che non c’è nessun pericolo di compromettersi; ed io mi sento tanto forte da tenere il leone a distanza, anche quando egli avesse il suo più fiero [...]
[...] accesso di febbre. MARIA. È poi vero che i leoni hanno la febbre? FEDERICO. Dicono. Ma chi gli ha tastato il polso?... E siete venuta. Su dunque [...]
[...] .... MARIA. Il ministro ha avuto l’idea di traslocare colà mio marito. FEDERICO. Oh! In questo caso, il ministro propone e la donna dispone [...]
[...] . MARIA. Non ho nessuna ragione per non andare. FEDERICO. E me? MARIA. Voi non siete una ragione. Ci amiamo forse? Di tanto in tanto, voi avete il [...]
[...] capriccio o l’amabilità di ripetermelo; io ho sempre il buon senso di non credervi punto. Voi siete così scettico, cosi blasé da non avervi a [...]
[...] . Aiutatemi; siate compiacente. Voi vorreste andare a Napoli.... MARIA. Non son io che voglio andarci, è il ministro che manda colà mio marito; e la moglie [...]
[...] , voi lo sapete, deve seguire il marito: è testuale. FEDERICO. Voi vorreste andare a Napoli. Perchè? MARIA. Giacché volete saperlo....! Corro [...]
[...] dietro a un’avventura, romanticissima. Amo, e mi credo amata; davvero. Un tegolo sul capo! Un fulmine a ciel sereno!.. Il famoso coup de foudre [...]
[...] !.... Un inglese, biondo, bello , fatale come il Lord Byron che non ho avuto 1’onore di conoscere. Abbiamo flirtato.... Si dice? FEDERICO. Se vi fa [...]
[...] insieme il giorno dopo, esatti fino al minuto. Egli deve avermi scambiata per una principessa: niente di male; qui son tutte principesse. Io gli [...]
[...] possa permettermi la più piccola illusione.... MARIA. Che cosa ci avete perduto? FEDERICO. Il ranno e il sapone. MARIA. Parlate da lavandaio. Il [...]
[...] sa di qual figuro; giacché i veri innamorati scelgono sempre il peggio. FEDERICO. Ah! perchè non sono il peggio! Ed io che mi credevo [...]
[...] più sicuri che nella Campagna romana! MARIA. Se credete poi che io sia rimasta qui mezz’ora senza provare il rimorso.... FEDERICO. Di che? MARIA [...]
[...] . D’aver interrotto il riordinamento del vostro piccolo archivio del cuore.... Oh, mi vi siete rivelato sotto un aspetto inatteso! La vostra [...]
[...] completamente ridicolo. Ora, colla storta a un piede e dinanzi il piccolo archivio del cuore disperso sul tavolino, siete sublime addirittura!... Dovreste [...]
[...] farvi fotografare. FEDERICO. Invece di muovervi al riso, tutto questo dovrebbe provarvi che ogni scettico ha il suo quarto d’ora di fede, come [...]
[...] pure ogni credente ha il suo quarto d’ ora di scetticismo: dovrebbe provarvi che quando un uomo del mio carattere arriva fino al punto di rimescolare [...]
[...] fargli battere il cuore; o che il presente gli appaia così squallido, così doloroso da spingerlo a voltarsi addietro, verso l’ideale; perchè, se non [...]
[...] chiapparlo mai. MARIA. Continuate. Mi sento intenerire. Preparo il fazzoletto. FEDERICO. Voi tentate di far la brava... MARIA. No, io tento di restar [...]
[...] seria, per non darvi la mortificazione.... Altri otto minuti. Vorreste intanto farmi il piacere di guidarmi a traverso il vostro piccolo archivio del [...]
[...] . Allora amavo il rustico, l’ideale dell’ideale!... La figlia del mio fattore. Tutte le belle mani di contesse, di marchese, di baronesse, di [...]
[...] purità, il tuo nome è sedici anni! Ogni volta che sento il profumo di fieno fresco... MARIA. Vi vien la voglia di mettervi all’erba. FEDERICO [...]
[...] , tranne che la sartina finiva coll'abbraccarmi e darmi mille bachi. MARIA. Che non fecero di bozzolo? FEDERICO. Altro! Il mio primo rimorso. Se [...]
[...] , ripetuta. E il suo tradimento.... MARIA. Vi tradì? FEDERICO. Per veder di persuadersi, con un altro, in che modo ella potesse ingannare suo [...]
[...] marito che l’adorava!... Fui così bestia, cara amica, da provocare il mio rivale e buscarmi un bel colpo di punta al braccio, guaribile in dieci [...]
[...] giorni. Questa è la lettera di congedo. Monumentale! “Ti amo troppo!... Non ci vedremo più! Lasciami ai miei rimorsi! Clelia. È il nome della [...]
[...] volubilità femminile. Tradii per tradire. Il cattivo esempio della mia prima signora mi aveva così pervertito, che restai sordo ai pianti, alle [...]
[...] passione, potrebbero, in mancanza d'altre, farne fede. “Mi hai lasciata or ora. Stanca delle divine ebbrezze...„ Voi non amate il realismo; salto [...]
[...] silenzio! Che calma! Gli alberi del giardino...„ Una descrizione, credetemi, che il Fogazzaro non sdegnerebbe per sua. “Gli alberi fremono [...]
[...] d’amore sotto i pallidi raggi della luna. I fiori mezzi addormentati si bisbigliano da un’aiuola all’altra... E il cane che abbaia, in lontananza [...]
[...] .„ Due pagine. “In questo momento tu forse dormi. Oh, se sognassi di me!„ Glielo confessai il giorno dopo: a mezzogiorno dormivo ancora. Quando amo in [...]
[...] può guarire; ma il cinismo... FEDERICO. Sono un cinico? Io? MARIA. Se c’è una parola che significhi qualcosa di peggio, suggeritemela; ve la dirò [...]
[...] difendo. Voglio darvi tutto il tempo di giudicarmi con calma e imparzialità.... MARIA. .... Addio. FEDERICO. Neppure a rivederci? MARIA [...]
[...] . Ci rivedremo senza dircelo. FEDERICO. Sentite, Maria. Non mi fate il torto di dare importanza a uno scherzo fatto piuttosto per mettermi [...]
[...] all’unisono del vostro buon umore.... di testa. Da un anno noi ci diamo la maggior pena del mondo per mostrarci l'una all’altro proprio il rovescio di [...]
[...] quelli che siamo. È stato un continuo scambio di assalti, di motti, di frasi nelle quali le parole non avevano per nessuno dei due il [...]
[...] GNÀ PAOLA. Buon giorno, don Micio. MASTRO COSIMO. Buon giorno. Anche il vostro principale dovrebbe reclamare contro quest'abuso di buttare quaggiù [...]
[...] ? (scegliendo le radiche, e buttando via le inservibili). Siamo in tempi di anarchia, come dice il mio principale. La legge! Tra poco vedrete [...]
[...] legge accorda il sette, al massimo. A quest'ora don Cesario lo Storto dovrebbe essere in galera da un pezzo. Invece è rispettato, salutato da ogni [...]
[...] ceto di persone. 223 LA GNÀ PAOLA. Certe volte, il bisogno... DON MICIO. Sissignora! Ho dovuto cascarvi anch'io. Ma questo che significa? Che la [...]
[...] divertirvi con la pesca.... LA GNÀ PAOLA. Va a perdere mezza giornata di tempo. DON MICIO. Ha da vedersela il mio principale con la sua coscienza [...]
[...] uomini con le donne... LA GNÀ PAOLA. La lingua batte dove il dente duole! Badate all'esca, don Micio! MASTRO COSIMO (raccogliendo gli arnesi). Vo [...]
[...] ' via. DON MICIO. Buona pesca! Io però non ho Potuto ancora gustare due triglie di quelle vostre. LA GNÀ PAOLA. Triglie? Bogacce da dieci soldi il [...]
[...] tornato. Ha dovuto andare ad Acireale per una testimonianza. DON MICIO. Il marito della gnà Celestina ha fatto buona riuscita. Lavoratore [...]
[...] , economo; non s'impiccia di niente. LA GNÀ PAOLA. Se non avesse il vizietto del gioco!... DON MICIO. L'uomo non è perfetto! Ora bisogna pensare per la [...]
[...] , e dopo di essersi cavato il capriccio, dicono: Parlate con me? È stata lei, di sua spontanea volontà! E pretendono questo, pretendono quello [...]
[...] ; altrimenti la figlia gli rimane su le braccia e non sempre sola, se non hanno il coraggio di buttare una creatura innocente ai trovatelli. DON MICIO. Ci [...]
[...] DETTO. RIRICCHIA (togliendosi lo scialle). E rientriamo in carcere! (a Celestina). Tu sei nel Paradiso: davanti, il mare; dietro, la campagna! Io [...]
[...] abbiate paura, mamma! Prima che me lo dia.... (facendo il gesto di uno schiaffo). DON MICIO. Scusate! Intendevo che meritavate un prosit per quel [...]
[...] dispiacerebbe? Purchè andasse via dallo Storto. CELESTINA. Lui che c'entra? Lo Storto gli dice: scrivi, e quello scrive, per guadagnarsi il pane [...]
[...] modo suo! CELESTINA. Ride, canta, pare col cervello in aria, e non è vero. Lo zio Cosimo? LA GNÀ PAOLA. Non lo sai? A la pesca. È il suo [...]
[...] anche il mio sangue. CELESTINA. Spero in Dio e nella Madonna, di non dover mai incomodarvi. DON CESARIO. Anni fa, quando ero giovane, dicevo [...]
[...] anch'io così. E poi dovetti sbattere il muso... LA GNÀ PAOLA. (ridendo) Da voi stesso?... Questa è grossa! (a Celestina). Avevi fretta per tuo [...]
[...] lato della porta. Sul braccio ha il lavoro di cucito, che ripone sul piano della seggiola davanti a cui si siede. Comincia a lavorare, facendo le [...]
[...] . Lo domando a te. RIRICCHIA. Io lavoro, per mutare. TESTACCIA. Deve durare ancora... questa storia di don Micio? RIRICCHIA. Quale don Micio? Il [...]
[...] a terra e si rompe il muso! (ride). TESTACCIA. Si comincia per ridere e si finisce per davvero! Perchè lui è giovane di speziale e io scrivanello [...]
[...] arrabbiare. Ed io, per starti vicino, per vederti e parlarti ogni giorno, faccio il servo a questo gran ladro dello Storto!... non ne posso più [...]
[...] parlato il Sindaco e il Parroco... Vi sembra di essere padroni e domini a voialtri uomini: e per ciò la moglie del tuo principale gli ha ornato bene [...]
[...] la testa; e il vilaccio l'ha sopportato prima in casa e ora fuori di casa. DON MICIO (che entrando ha sentito queste ultime parole). Che c'è? Vi [...]
[...] bestia.... DON MICIO. Fa il geloso, pare. DON CESARIO. Di chi?... Pensa prima a sfamarti tu! È vero che la moglie può aiutare. Bisogna vedere però [...]
[...] ti scordare che mangi il suo pane. TESTACCIA. Si provveda d'oggi in poi; non voglio più fare il servo a uno scortica-cristiani. DON MICIO [...]
[...] Solo: Dio in cielo!... Malannaggio!... Malannaggio! DON CESARIO. Senza tanti malannaggio! Pigliati il cappello, e via. Devo darti altre cinque [...]
[...] gnà Paola). Non gli rispondete, pel vostro decoro. (Durante il seguente dialogo, Don Micio parla a bassa voce con Riricchia che sorride e gli [...]
[...] risponde scotendo il capo). TESTACCIA. Chi vuol tenere un piede qua e un altro là.... Gnà Riricchia... LA GNÀ PAOLA. Che discorso è questo?... Troppa [...]
[...] il buono pel cattivo. RIRICCHIA. Il cattivo sareste voi!... Se lo è messo in testa lui, e vuole aver ragione! DON CESARIO. Non gli date l'onore di [...]
[...] alterate subito! RIRICCHIA. Lasciatemi cucire! (a Mastro Cosimo che entra in quel punto con le canne da pesca in ispalla, e il paniere infilato al [...]
[...] le mani. DON CESARIO (osservando il paniere). O che è stato? La pesca miracolosa di S. Pietro? RIRICCHIA. È appena un quarto d'ora che siete [...]
[...] , con la maretta che c'è... Incontrai raisi Mommu, con la pesca di questa notte; era sbarcato allora allora, e mi ha riempito il paniere senza badare [...]
[...] Testaccia. E' impazzito il vostro scrivano! Sangue di qua!... Sangue di là! Si mordeva le mani. Io non volevo dargli retta. Ma quando mi disse: - Badate [...]
[...] a vostra nipote! C'è chi vuol regalarle una collana d'ambra, un paio d'orecchini con pietre diamanti - posai in terra il paniere, e gli scaricai [...]
[...] ... perchè non abbiamo il don e non traffichiamo in quattrini... DON CESARIO. Andiamo, andiamo... Non ci s'intende più. Sarà meglio far quattro passi [...]
[...] ? RIRICCHIA (rimettendosi a cucire). Dovrei prendere il paniere, infilarmelo a un braccio e andar per le vie, gridando: Vivo vivo il pesce! Vivo vivo [...]
[...] farla piangere! MASTRO COSIMO. Chi vuoi bene fàllo piangere! S'intende per insegnamento. LA GNÀ PAOLA (a Mastro Cosimo). Vieni su: scegliamo il pesce [...]
[...] ... due pastiglie di sublimato! DON MICIO. E me lo dite con cotesto viso? RIRICCHIA. Sarebbe la vera prova che mi volete bene! DON MICIO. Darvi il [...]
[...] come mai? RIRICCHIA. Non lo so nemmeno io!... Fatelo per carità! Perchè mi levi di mezzo! DON MICIO. Sento scoppiarmi il cuore!... Ed io che pensavo [...]
[...] ! DON MICIO. Sento scoppiarmi il cuore!... Ma come? Pensate alla morte... e siete così tranquilla? RIRICCHIA. Quando una è decisa! DON MICIO. E non lo [...]
[...] sapete che ammazzarsi con le proprie mani è peccato mortale? RIRICCHIA. Il Signore perdona, egli che vede nei cuori! DON MICIO (si passa la mano [...]
[...] ... SCENA ULTIMA MASTRO COSIMO, LA GNÀ PAOLA, E DETTI. MASTRO COSIMO (don Micio). Per l'appunto! LA GNÀ PAOLA. Questo è per voi. (Gli presenta il [...]
[...] piatto col pesce). DON MICIO (imbarazzato col piatto in mano). Grazie! Grazie! E vorrei prendermi un piatto migliore... se c'è il vostro consenso [...]
[...] ... se posso ricevere l'onore... RIRICCHIA (ridendo) Io... Io gli ho risposto di sì! (Leva il piatto di mano a don Micio e lo porge alla madre [...]
[...] ). LA GNÀ PAOLA (fuori di sè dalla contentezza, dà il piatto a Mastro Cosimo, e abbraccia Riricchia). Che fortuna, figlia mia! MASTRO COSIMO. Ma queste [...]
[...] ragazze del giorno di oggi! Ah, signor don Micio! Si figuri! Si figuri! (Porge di nuovo sbadatamente il piatto a don Micio). DON MICIO. Il vero [...]
[...] regalo vivo è questo qui... (Vorrebbe abbracciare Riricchia, il piatto gli traballa in mano e parte del pesce va per terra. Riricchia si scansa [...]