[...] vivaci, e il disegno a farsi più ampio e variato. Poi diventerà vanità aristocratica nella Duchessa de Leyra; e ambizione nell’Onorevole Scipioni [...]
[...] , se le sente nel sangue, e ne è consunto. A misura che la sfera dell’azione umana si allarga, il congegno delle passioni va complicandosi; i [...]
[...] particolari che lo producono; li giustifica quasi come mezzi necessari a stimolare l’attività dell’individuo cooperante inconscio a beneficio di [...]
[...] della sua opportunità a raggiungere lo scopo del movimento incessante; e quando si conosce dove vada questa immensa corrente dell’attività umana, non [...]
[...] spettacolo non ha il diritto di giudicarlo; è già molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione, e rendere [...]
[...] parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poichè da che il mondo era mondo, all’Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li [...]
[...] avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che avevano sempre avuto delle barche sull’acqua, e delle tegole al sole. Adesso a Trezza [...]
[...] , una piccina che badava a tessere, salare le acciughe, e far figliuoli, da buona massaia; infine i nipoti, in ordine di anzianità: ’Ntoni, il [...]
[...] padron ’Ntoni passava per testa quadra, al punto che a Trezza l’avrebbero fatto consigliere comunale, se don Silvestro, il segretario, il quale la [...]
[...] rivoluzione di satanasso che avevano fatto collo sciorinare il fazzoletto tricolore dal campanile. Invece don Franco lo speziale si metteva a [...]
[...] ridere fra i peli della barbona, e gli giurava fregandosi le mani che se arrivavano a mettere assieme un po’ di repubblica, tutti quelli della leva e [...]
[...] delle tasse li avrebbero presi a calci nel sedere, chè soldati non ce ne sarebbero stati più, e invece tutti sarebbero andati alla guerra, se [...]
[...] smascellava dalle risa a quei discorsi, e finalmente disse lui che con certo gruzzoletto fatto scivolare in tasca a tale e tal altra persona che sapeva lui [...]
[...] , avrebbero saputo trovare a suo nipote un difetto da riformarlo. Per disgrazia il ragazzo era fatto con coscienza, come se ne fabbricano ancora [...]
[...] pilastro su quei piedacci che sembravano pale di ficodindia; ma i piedi fatti a pala di ficodindia ci stanno meglio degli stivalini stretti sul ponte [...]
[...] tornarono ad Aci Trezza zitti zitti e a capo chino. Bastianazzo, che si era sbrigato in fretta dal disarmare la Provvidenza, per andare ad aspettarli [...]
[...] in capo alla via, come li vide comparire a quel modo, mogi mogi e colle scarpe in mano, non ebbe animo di aprir bocca, e se ne tornò a casa con loro [...]
[...] . La Longa corse subito a cacciarsi in cucina, quasi avesse furia di trovarsi a quattr’occhi colle vecchie stoviglie, e padron ’Ntoni disse al [...]
[...] figliuolo: – Va a dirle qualche cosa, a quella poveretta; non ne può più. Il giorno dopo tornarono tutti alla stazione di Aci Castello per veder passare [...]
[...] il convoglio dei coscritti che andavano a Messina, e aspettarono più di un’ora, pigiati dalla folla, dietro lo stecconato. Finalmente giunse il [...]
[...] comare Tudda, a mietere l’erba pel vitello; ma comare Venera la Zuppidda andava soffiando che c’era venuta per salutare ’Ntoni di padron ’Ntoni [...]
[...] colla mano, ed ella rimase colla falce in pugno a guardare finchè il treno non si mosse. Alla Longa, l’era parso rubato a lei quel saluto; e [...]
[...] qualche povero diavolo, che si tenevano ancora stretti ai pali dello stecconato, senza saper perchè. Quindi a poco a poco si sbrancarono anch’essi, e [...]
[...] nell’apparecchiare il deschetto, o a proposito di certa ganza che ’Ntoni sapeva fare meglio di ogni altro alla funicella della vela, e quando si [...]
[...] telaio – uno! due! tre! – pensava a quel bum bum della macchina che le aveva portato via il figliuolo, e le era rimasto sul cuore, in quel gran [...]
[...] confortare gli altri: – Del resto volete che vel dica? Un po’ di soldato gli farà bene a quel ragazzo; chè il suo paio di braccia gli piaceva meglio di [...]
[...] portarsele a spasso la domenica, anzichè servirsene a buscarsi il pane. Oppure: – Quando avrà provato il pane salato che si mangia altrove, non si [...]
[...] pizze, a due centesimi, di quelle che mangiano i signori, e senza soldi non ci si poteva stare, e non era come a Trezza, dove se non si andava [...]
[...] ; già lui non ci ha colpa, è fatto così; è fatto come i merluzzi, che abboccherebbero un chiodo arrugginito. Se non l’avessi tenuto a battesimo su [...]
[...] comare Tudda, tornava a dire: – Sicuro! le donne vestite di seta aspettavano apposta ’Ntoni di padron ’Ntoni per rubarselo; che non ne avevano [...]
[...] impalato, grattando colla mano la spalliera di una bella poltrona; e ringraziava Dio e i santi che avevano messo il suo figliuolo in mezzo a tutte [...]
[...] aveva pescato un camerata che sapeva di lettere, e si sfogava a lagnarsi della vitaccia di bordo, della disciplina, dei superiori, del riso lungo e [...]
[...] avesse perso i gattini. Padron ’Ntoni andava di nascosto a farsi leggere la lettera dallo speziale, e poi da don Giammaria, che era del partito [...]
[...] ve lo dico io che quel ragazzo avrebbe dovuto nascer ricco, come il figlio di padron Cipolla, per stare a grattarsi la pancia senza far nulla [...]
[...] ! Intanto l’annata era scarsa e il pesce bisognava darlo per l’anima dei morti, ora che i cristiani avevano imparato a mangiar carne anche il venerdì [...]
[...] come tanti turchi. Per giunta le braccia rimaste a casa non bastavano più al governo della barca, e alle volte bisognava prendere a giornata Menico [...]
[...] della Locca, o qualchedun altro. Il re faceva così, che i ragazzi se li pigliava per la leva quando erano atti a buscarsi il pane; ma sinchè erano [...]
[...] di peso alla famiglia, avevano a tirarli su per soldati; e bisognava pensare ancora che la Mena entrava nei diciassett’anni, e cominciava a far [...]
[...] voltare i giovanotti quando andava a messa. «L’uomo è il fuoco, e la donna è la stoppa: viene il diavolo e soffia». Perciò si doveva aiutarsi colle [...]
[...] zio Crocifisso Campana di legno un negozio di certi lupini da comprare a credenza per venderli a Riposto, dove compare Cinghialenta aveva detto [...]
[...] che c’era un bastimento di Trieste a pigliar carico. Veramente i lupini erano un po’ avariati; ma non ce n’erano altri a Trezza, e quel furbaccio di [...]
[...] ; perciò si ostinava a fare il minchione. – Eh? non vi conviene? lasciateli! Ma un centesimo di meno non posso, in coscienza! che l’anima ho da [...]
[...] darla a Dio! – e dimenava il capo che pareva una campana senza batacchio davvero. Questo discorso avveniva sulla porta della chiesa dell’Ognina, la [...]
[...] Piedipapera, il quale colle sue barzellette riuscì a farli mettere d’accordo sulle due onze e dieci a salma, da pagarsi «col violino» a tanto il mese [...]
[...] seppe del negozio dei lupini, dopo cena, mentre si chiacchierava coi gomiti sulla tovaglia, rimase a bocca aperta; come se quella grossa somma di [...]
[...] affar suo, e si affaccendava zitta zitta a mettere in ordine la barca e ogni cosa pel viaggio, il pane fresco, l’orciolino coll’olio, le cipolle, il [...]
[...] lupini e li mostrava a Dio e alla Madonna, chiamandoli a testimoni. Infine, rosso, scalmanato, fuori di sè, fece una proposta disperata, e la piantò [...]
[...] in faccia allo zio Crocifisso rimminchionito, e ai Malavoglia coi sacchi in mano: – Là! pagateli a Natale, invece di pagarli a tanto al mese, e ci [...]
[...] avrete un risparmio di un tarì a salma! La finite ora, santo diavolone? – E cominciò ad insaccare – In nome di Dio, e uno! La Provvidenza partì [...]
[...] il sabato verso sera, e doveva esser suonata l’avemaria, sebbene la campana non si fosse udita, perchè mastro Cirino il sagrestano era andato a [...]
[...] portare un paio di stivaletti nuovi a don Silvestro il segretario; in quell’ora le ragazze facevano come uno stormo di passere attorno alla fontana [...]
[...] denari potete mandarli a sua madre, la Locca, perchè suo fratello è senza lavoro; aggiunse Bastianazzo, e questa fu l’ultima sua parola che si udì [...]
[...] . II Per tutto il paese non si parlava d’altro che del negozio dei lupini, e come la Longa se ne tornava a casa colla Lia in collo, le comari si [...]
[...] affacciavano sull’uscio per vederla passare. – Un affar d’oro! – vociava Piedipapera, accorrendo colla gamba storta dietro a padron ’Ntoni, il quale [...]
[...] era andato a sedersi sugli scalini della chiesa, accanto a padron Fortunato Cipolla, e al fratello di Menico della Locca che stavano a prendere il [...]
[...] Iddio! e a lui lo zio Crocifisso gli dava retta, perchè egli era il mestolo della pentola, una pentola grossa, in cui bollivano più di duecento onze [...]
[...] quale a lui gli era zio davvero, perchè era fratello della Locca, si sentiva gonfiare in petto una gran tenerezza pel parentado. – Noi siamo [...]
[...] parenti, ripeteva. Quando vado a giornata da lui mi dà mezza paga, e senza vino, perchè siamo parenti. Piedipapera sghignazzava. – Lo fa per tuo bene [...]
[...] , per non farti ubbriacare, e per lasciarti più ricco quando creperà. Compare Piedipapera si divertiva a sparlare di questo e di quello, come [...]
[...] , diceva pure, e aspetta che la Santuzza gli faccia segno di andarla a raggiungere nella stalla, per dirsi insieme il santo rosario. Oppure al [...]
[...] figlio della Locca: – Tuo zio Crocifisso cerca di rubarle la chiusa, a tua cugina la Vespa; vuol pagargliela la metà di quel che vale, col darle ad [...]
[...] intendere che la sposerà. Ma se la Vespa riesce a farsi rubare qualche cos’altra, potrai pulirti la bocca della speranza dell’eredità, e ci perdi i [...]
[...] soldi e il vino che non ti ha dato. Allora si misero a quistionare, perchè padron ’Ntoni sosteneva che lo zio Crocifisso alla fin fine era cristiano [...]
[...] , e non aveva dato ai cani il suo giudizio, per andare a sposare la figliuola di suo fratello. – Come c’entra il cristiano e il turco? ribatteva [...]
[...] naso. – Lo dite a me che ci ho a limite la vigna, disse allora padron Cipolla gonfiandosi come un tacchino. – Li chiamate vigna quei quattro [...]
[...] ’Ntoni. Piedipapera non poteva soffrire quello sputasentenze di padron Cipolla, il quale perchè era ricco si credeva di saper tutto lui, e di dar a bere [...]
[...] le corbellerie a chi non aveva denari. – Chi la vuol cotta e chi la vuol cruda, conchiuse. Padron Cipolla aspetta l’acqua per la sua vigna, e [...]
[...] voi il ponente in poppa alla Provvidenza. Lo sapete il proverbio «Mare crespo, vento fresco». Stasera le stelle sono lucenti, e a mezzanotte [...]
[...] ognuno pensava dove potevano andare quei carri a quell’ora. – Prima di mezzanotte la Provvidenza avrà girato il Capo dei Mulini, disse padron ’Ntoni [...]
[...] nulla, e alla conversazione ci stava come un manico di scopa. – Voi dovreste andare a mettervi con quelli della spezieria, che discorrono del re e [...]
[...] teneva là, a portata di mano, sotto il mortaio di cristallo, perciò quistionavano tutto il giorno con don Giammaria, il vicario, per passare il tempo, e [...]
[...] Franco spingevasi sino ad accendere mezz’ora, ed anche un’ora di candela, a rischio di farsi sgridare dalla moglie, onde spiattellare le sue idee, e [...]
[...] non andare a letto a mo’ dei bruti, come compare Cipolla, o compare Malavoglia. L’estate poi non c’era neppur bisogno della candela, giacchè si [...]
[...] pareva un piccolo Parlamento, e andava a piantarsi dietro il banco, pettinandosi colle dita la barbona, con un certo sorriso furbo che pareva si [...]
[...] volesse mangiare qualcuno a colezione, e alle volte si lasciava scappare sottovoce delle mezze parole dinanzi alla gente, rizzandosi sulle gambette, e si [...]
[...] parole latine. Don Silvestro, lui, si divertiva a vedere come si guastavano il sangue per raddrizzare le gambe ai cani, senza guadagnarci un centesimo [...]
[...] scarpe ai piedi – aggiungeva Piedipapera. Ei li aizzava l’un contro l’altro, e rideva a crepapancia con degli Ah! ah! ah! che sembrava una gallina [...]
[...] padron Malavoglia. Piedipapera allora ribattè che se don Silvestro si fosse contentato di stare coi suoi pari a quest’ora ci avrebbe la zappa in mano [...]
[...] invece della penna. – Che ce la dareste voi vostra nipote Mena? disse alfine padron Cipolla volgendosi a padron ’Ntoni. – «Ognuno all’arte sua, e il [...]
[...] lupo alle pecore». Padron cipolla continuava a dir di sì col capo, tanto più che fra lui e padron ’Ntoni c’era stata qualche parola di maritar [...]
[...] in paese che la Longa aveva saputo educarla la figliuola, e ognuno che passava per la stradicciuola a quell’ora, udendo il colpettare del telaio di [...]
[...] Sant’Agata diceva che l’olio della candela non lo perdeva, comare Maruzza. La Longa, com’era tornata a casa, aveva acceso il lume, e s’era messa [...]
[...] coll’arcolaio sul ballatoio, a riempire certi cannelli che le servivano per l’ordito della settimana. – Comare Mena non si vede, ma si sente, e sta [...]
[...] al telaio notte e giorno, come Sant’Agata, dicevano le vicine. – Le ragazze devono avvezzarsi a quel modo, rispondeva Maruzza, invece di stare alla [...]
[...] finestra «A donna alla finestra non far festa». – Certune però collo stare alla finestra un marito se lo pescano, fra tanti che passano; osservò la [...]
[...] acchiappare i topi, e andrebbero a scovarli in una cruna di ago. – Ai gatti non conveniva aprire l’uscio di notte, perchè una vecchia di Aci [...]
[...] Sant’Antonio l’avevano ammazzata così, che i ladri le avevano rubato il gatto tre giorni avanti, e poi glielo avevano riportato mezzo morto di fame a [...]
[...] miagolare dietro l’uscio; e la povera donna non sentendosi il cuore di lasciar la bestiola sulla strada a quell’ora, aveva aperto l’uscio, e così [...]
[...] s’era ficcati i ladri in casa. Al giorno d’oggi i mariuoli ne inventano di ogni specie per fare i loro tiri; e a Trezza si vedevano delle facce che [...]
[...] non si erano mai viste sugli scogli, col pretesto d’andare a pescare, e arruffavano la biancheria messa ad asciugare, se capitava. Alla povera [...]
[...] Nunziata le avevano rubato in quel modo un lenzuolo nuovo. Povera ragazza! rubare a lei che lavorava per dar pane a tutti quei fratellini che suo [...]
[...] padre le aveva lasciato sulle spalle, quando l’aveva piantata per andare a cercar fortuna ad Alessandria d’Egitto! – Nunziata era come la cugina [...]
[...] . Poi alla cugina Anna le era toccato di tirar su quel fannullone per vederselo rubare dalla Mangiacarrubbe. In mezzo a quel chiacchierio saltò su la [...]
[...] diavolo nella litania, chè nessuno s’accorgeva di dove fosse sbucata. – Del resto, venne a brontolare, vostro figlio Rocco non vi ha aiutata [...]
[...] neppur lui, chè se si è buscato un soldo è andato subito a berlo all’osteria. La Zuppidda sapeva tutto quello che succedeva in paese e per questo [...]
[...] raccontavano che andava tutto il giorno in giro a piedi scalzi, a far la spia, col pretesto del suo fuso, che lo teneva sempre in aria perchè non [...]
[...] . – Bel pezzo, la Mangiacarrubbe, seguitava, una sfacciata che si è fatto passare tutto il paese sotto la finestra «A donna alla finestra non far festa [...]
[...] », e Vanni Pizzuto le portava in regalo i fichidindia rubati a massaro Filippo l’ortolano, e se li mangiavano insieme nella vigna, sotto il [...]
[...] mandorlo, li aveva visti lei. – E Peppi Naso, il beccaio, dopo che gli spuntò la gelosia di compare Mariano Cinghialenta, il carrettiere, andava a [...]
[...] buttarle dietro l’uscio tutte le corna delle bestie che macellava, sicchè dicevano che andava a pettinarsi sotto la finestra della Mangiacarrubbe. Quel [...]
[...] cuor contento della cugina Anna invece la prendeva allegra. – Don Giammaria dice che fate peccato mortale a sparlar del prossimo! – Don Giammaria [...]
[...] dovrebbe piuttosto far la predica a sua sorella donna Rosolina, rispose la Zuppidda, e non lasciarle far la ragazzetta con don Silvestro, quando [...]
[...] minori di lui. Forse che mi son perduta d’animo per questo? Ai guai ci si fa il callo, e poi ci aiutan a lavorare. Le mie figliuole faranno come ho [...]
[...] a tirar su quei piccini che pare li abbia fatti lei. – E dove è la Nunziata che non si vede ancora? domandò la Longa a un mucchio di monelli [...]
[...] cenciosi, messi a piagnucolare sulla soglia della casuccia lì di faccia, i quali al sentir parlare della sorella alzarono gli strilli in coro [...]
[...] . – L’ho vista che andava sulla sciara a fare due fasci di ginestre, e c’era pure vostro figlio Alessi che l’accompagnava, rispose la cugina Anna. I [...]
[...] bambini stettero a sentire, e poi si rimisero a pigolare tutti in una volta, e il più grandicello, appollaiato su di un gran sasso, rispose dopo un [...]
[...] . – Che non ci pensate a maritar la vostra Mena? chiedeva sottovoce la Zuppidda a comare Maruzza. Oramai deve compire diciotto anni a Pasqua, lo so [...]
[...] perchè è nata l’anno del terremoto, come mia figlia Barbara. Chi vuol pigliarsi mia figlia Barbara, prima deve piacere a me. In questo momento si udì [...]
[...] Nunziata! esclamarono le vicine. Che non avevi paura a quest’ora nella sciara? – C’era anch’io, rispose Alessi. – Ho fatto tardi con comare Anna al [...]
[...] stava a guardare dall’uscio, serio serio, e colle mani nelle tasche. – O Nunziata! le gridò Mena dal ballatoio; quando avrai messo la pentola a [...]
[...] bollire, vieni un po’ qua. Nunziata lasciò Alessi a custodire il focolare, e corse ad appollaiarsi sul ballatoio, accanto alla Sant’Agata, per godersi [...]
[...] mano; – Adesso, diceva, va a prender la legna; ora sta governando il suo asino – e si vedeva il lume nel cortile, e sotto la tettoia. Sant’Agata [...]
[...] rideva, e la Nunziata diceva che per essere preciso come una donna a compare Alfio gli mancava soltanto la gonnella. – Così, conchiudeva Mena, quando [...]
[...] nessuno al mondo, e tutto a un tratto disse a Mena – Se fossi grande io me lo piglierei, se me lo dessero. La Mena stava per dire anche lei qualche cosa [...]
[...] andremo, se il negozio dei lupini va bene; l’ha detto il nonno. Poi ci pensò su, e soggiunse: – Compar Alfio ci suole andare anche lui, a vendere le [...]
[...] sue noci. E tacquero entrambe, pensando alla festa dei Morti, dove compar Alfio andava a vendere le sue noci. – Lo zio Crocifisso, con quell’aria [...]
[...] denari a palate, chè la Zuppidda, un giorno che il vecchio era malato, aveva vista una cassa grande così sotto il letto. La Longa si sentiva sullo [...]
[...] ne aveva mai avuta, e la lasciava agli asini e a quelli che non volevano fare la rivoluzione un’altra volta. – Già, voi non ne avete mai avuta [...]
[...] si sentivano da un capo all’altro della piazza, allo scuro. Campana di legno, duro come un sasso, si stringeva nelle spalle, e badava a ripetere [...]
[...] che a lui non gliene importava, e attendeva ai fatti suoi. – Come se non fossero fatti vostri quelli della Confraternità della Buona Morte, che [...]
[...] sghignazzava alle loro spalle a voce alta, cercando d’imitare la risata di don Silvestro che faceva andare in bestia la gente. Ma lo speziale era [...]
[...] Silvestro il segretario, il quale si beccava anche quel po’ di stipendio di maestro elementare: – A me non me ne importa – ripeteva – Ma ai miei tempi non [...]
[...] c’erano tanti lampioni, nè tante scuole; non si faceva bere l’asino per forza, e si stava meglio. – A scuola non ci siete stato voi; eppure i [...]
[...] , sebbene non si vedessero in faccia, e don Giammaria, come li passava a rassegna ad uno ad uno diceva: – Costui è un ladro – quello è un birbante [...]
[...] tornava a ripetere che egli era un galantuomo, e non voleva entrarci. – Padron Cipolla, un altro sciocco, un pallone di vento colui! che si [...]
[...] sentenze: – Sentite a me; prima della rivoluzione era tutt’altra cosa. Adesso i pesci sono maliziati, ve lo dico io! – No; le acciughe sentono il [...]
[...] figlio della Locca stava ad ascoltare a bocca aperta, e si grattava il capo. – Bravo! disse poi. Così pesci non se ne troverebbero più nemmeno a [...]
[...] Siracusa nè a Messina, dove vanno i vapori. Invece li portano di là a quintali colla ferrovia. – Insomma sbrigatevela voi! esclamò allora padron [...]
[...] parocchia. Don Giammaria, passando lì vicino per andare a casa, salutò anche Piedipapera, perchè ai tempi che corrono bisogna tenersi amici quelle buone [...]
[...] ! – e incontrandosi naso a naso con don Michele, il brigadiere delle guardie doganali, il quale andava attorno colla pistola sullo stomaco, e i calzoni [...]
[...] dentro gli stivali, in cerca di contrabbandieri: – A questi altri non glielo fanno il conto di quel che mangiano. – Questi qui mi piacciono [...]
[...] ! rispondeva Campana di legno: questi qui che stanno a guardia della roba dei galantuomini mi piacciono! – Se gli dessero l’imbeccata sarebbe della setta [...]
[...] anche lui! diceva fra di sè don Giammaria picchiando all’uscio di casa. Tutti una manica di ladri! e continuò a borbottare, col picchiatoio in mano [...]
[...] , seguendo con occhio sospettoso i passi del brigadiere che si dileguavano nel buio, verso l’osteria, e rimuginando perchè andasse a guardarli [...]
[...] dalla parte dell’osteria gl’interessi dei galantuomini colui! Però compare Tino lo sapeva perchè don Michele andasse a guardare gl’interessi dei [...]
[...] galantuomini dalla parte dell’osteria, chè ci aveva perso delle notti a stare in agguato dietro l’olmo lì vicino per scoprirlo; e soleva dire: – Ci va per [...]
[...] fatti di ognuno a Trezza e dapertutto, e lo zio Santoro, così cieco com’è, che sembra un pipistrello al sole, sulla porta dell’osteria, sa tutto quello [...]
[...] che succede in paese, e potrebbe chiamarci per nome ad uno ad uno soltanto a sentirci camminare. Ei non ci sente solo quando massaro Filippo va a [...]
[...] udendo suonare un’ora di notte era rientrata in casa lesta lesta, per stendere la tovaglia sul deschetto; le comari a poco a poco si erano diradate, e [...]
[...] qua, comare Mena; sto qua a mangiarmi la minestra; perchè quando vi vedo tutti a tavola, col lume, mi pare di non esser tanto solo, che va via [...]
[...] dirimpetto. – Che è vero? domandò Mena. – Eh, comare Mena, se non dovessi far altro, al mio paese ce n’è delle ragazze come dico io, senza andare a [...]
[...] , ditelo a me, che ci giuocherò la camicia, e allora potrò pensarci a prender moglie... – Buona sera! rispose Mena. Le stelle ammiccavano più forte [...]
[...] , adagio adagio, e a lunghi intervalli si udiva il rumore di qualche carro che passava nel buio, sobbalzando sui sassi, e andava pel mondo il [...]
[...] mondo a quell’ora, e non sapeva nulla di compar Alfio, nè della Provvidenza che era in mare, nè della festa dei Morti; – così pensava Mena sul [...]
[...] ballatoio aspettando il nonno. Il nonno s’affacciò ancora due o tre volte sul ballatoio, prima di chiudere l’uscio, a guardare le stelle che luccicavano [...]
[...] sempre canta» conchiuse padron ’Ntoni. 43 III Dopo la mezzanotte il vento s’era messo a fare il diavolo, come se sul tetto ci fossero tutti i [...]
[...] gatti del paese, e a scuotere le imposte. Il mare si udiva muggire attorno ai fariglioni che pareva ci fossero riuniti i buoi della fiera di [...]
[...] ammarrate alle grosse pietre sotto il lavatoio; perciò i monelli si divertivano a vociare e fischiare quando si vedeva passare in lontananza qualche vela [...]
[...] Pizzuto, o sotto la tettoia del beccaio, a veder piovere, col naso in aria. Sulla riva c’era soltanto padron ’Ntoni, per quel carico di lupini [...]
[...] sul ventre, quasi dovesse andare a caccia di contrabbandieri con quel tempaccio, e compare Mariano Cinghialenta. Quell’elefante di mastro Turi [...]
[...] calafato, e allora compare Cinghialenta si metteva a gridare e bestemmiare, per far vedere che era uomo di fegato e carrettiere. Lo zio Santoro [...]
[...] . – Bastianazzo Malavoglia sta peggio di lui, a quest’ora, rispose Piedipapera, e mastro Cirino ha un bel suonare la messa; ma i Malavoglia non ci [...]
[...] secche, sicchè Vanni Pizzuto col rasoio in aria, teneva pel naso quelli a cui faceva la barba, per voltarsi a guardare chi passava, e si metteva il [...]
[...] , all’ultimo tocco di campana, aveva affidata l’osteria a suo padre, e se n’era andata in chiesa, tirandosi dietro gli avventori. Lo zio Santoro [...]
[...] , poveretto, era cieco, e non faceva peccato se non andava a messa; così non perdevano tempo all’osteria, e dall’uscio poteva tener d’occhio il banco [...]
[...] , sebbene non ci vedesse, chè gli avventori li conosceva tutti ad uno ad uno soltanto al sentirli camminare, quando venivano a bere un bicchiere [...]
[...] occhiataccie di qua e di là, che pareva ce l’avesse con tutto il paese, e a quelli che volevano sentirla ripeteva: – Comare la Longa non ci viene in chiesa [...]
[...] , eppure ci ha il marito in mare con questo tempaccio! Poi non bisogna stare a cercare perchè il Signore ci castiga! – Persino la madre di Menico [...]
[...] giovanotti! La Santuzza scuoteva il capo, e diceva che mentre si è in chiesa non bisogna sparlare del prossimo. – «Chi fa l’oste deve far buon viso a tutti [...]
[...] », rispose la Zuppidda, e poi all’orecchio della Vespa: – La Santuzza non vorrebbe si dicesse che vende l’acqua per vino; ma farebbe meglio a non [...]
[...] tenere in peccato mortale massaro Filippo l’ortolano, che ha moglie e figliuoli. – Per me, rispose la Vespa, gliel’ho detto a don Giammaria, che non [...]
[...] era il cucco delle mamme e delle ragazze, perchè possedeva vigne ed oliveti. – Va a vedere se la paranza è bene ammarrata; gli disse suo padre [...]
[...] facendosi la croce. Ciascuno non poteva a meno di pensare che quell’acqua e quel vento erano tutt’oro per i Cipolla; così vanno le cose di questo [...]
[...] bianchi e si strappavano i capelli, per quel carico di lupini che avevano preso a credenza dallo zio Crocifisso Campana di legno. – Volete che ve la [...]
[...] dica? saltò su la Vespa; la vera disgrazia è toccata allo zio Crocifisso che ha dato i lupini a credenza. «Chi fa credenza senza pegno, perde l’amico [...]
[...] la roba e l’ingegno». Lo zio Crocifisso se ne stava ginocchioni a piè dell’altare dell’Addolorata, con tanto di rosario in mano, e intuonava le [...]
[...] strofette con una voce di naso che avrebbe toccato il cuore a satanasso in persona. Fra un’avemaria e l’altra si parlava del negozio dei lupini, e della [...]
[...] , nessuno è contento del suo stato e vuol pigliare il cielo a pugni. – Il fatto è, conchiuse compare Zuppiddu, che sarà una brutta giornata pei [...]
[...] sicuro, colla pancia all’asciutto sulla sabbia, si gode a vedersi fumare la pentola dinanzi, col marmocchio fra le gambe, e sentire le ciabatte della [...]
[...] tirato un po’ in qua, per scaldarsi la schiena anche lui. – E’ sta meglio di compare Bastianazzo, a quest’ora! ripeteva Rocco Spatu, accendendo la pipa [...]
[...] sull’uscio. E senza pensarci altro mise mano al taschino, e si lasciò andare a fare due centesimi di limosina. – Tu ci perdi la tua limosina a [...]
[...] ringraziare Dio che sei al sicuro, gli disse Piedipapera; per te non c’è pericolo che abbi a fare la fine di compare Bastianazzo. Tutti si misero a [...]
[...] ridere della barzelletta, e poi stettero a guardare dall’uscio il mare nero come la sciara, senza dir altro. – Padron ’Ntoni è andato tutto il [...]
[...] giorno di qua e di là, come avesse il male della tarantola, e lo speziale gli domandava se faceva la cura del ferro, o andasse a spasso con quel [...]
[...] , che era lì fuori colle mani in tasca perchè non ci aveva un soldo, disse anche lui: – Lo zio Crocifisso è andato a cercare padron ’Ntoni con [...]
[...] Piedipapera, per fargli confessare davanti a testimoni che i lupini glieli aveva dati a credenza. – Vuol dire che anche lui li vede in pericolo colla [...]
[...] Provvidenza. – Colla Provvidenza c’è andato anche mio fratello Menico, insieme a compare Bastianazzo. – Bravo! questo dicevamo, che se non torna tuo [...]
[...] fratello Menico tu resti il barone della casa. – C’è andato perchè lo zio Crocifisso voleva pagargli la mezza giornata anche a lui, quando lo [...]
[...] rimase a bocca aperta. Sull’imbrunire comare Maruzza coi suoi figliuoletti era andata ad aspettare sulla sciara, d’onde si scopriva un bel pezzo [...]
[...] di mare, e udendolo urlare a quel modo trasaliva e si grattava il capo senza dir nulla. La piccina piangeva, e quei poveretti, dimenticati sulla [...]
[...] sciara, a quell’ora, parevano le anime del purgatorio. Il piangere della bambina le faceva male allo stomaco, alla povera donna, le sembrava quasi [...]
[...] comari, mentre tornavano dall’osteria, coll’orciolino dell’olio, o col fiaschetto del vino, si fermavano a barattare qualche parola con la Longa [...]
[...] per dare un’occhiata verso il mare, e vedere di che umore si addormentasse il vecchio brontolone, andavano a domandare a comare la Longa di suo [...]
[...] marito, e stavano un tantino a farle compagnia, fumandole in silenzio la pipa sotto il naso, o parlando sottovoce fra di loro. La poveretta, sgomenta [...]
[...] duro o il più compassionevole la prese per un braccio e la condusse a casa. Ella si lasciava condurre, e badava a ripetere: – Oh! Vergine Maria! Oh [...]
[...] ! Vergine Maria! – I figliuoli la seguivano aggrappandosi alla gonnella, quasi avessero paura che rubassero qualcosa anche a loro. Mentre passavano [...]
[...] ballatoio della sua casa c’era un gruppo di vicine che l’aspettavano, e cicalavano a voce bassa fra di loro. Come la videro da lontano, comare [...]
[...] disperato e corse a rintanarsi in casa. – Che disgrazia! dicevano sulla via. E la barca era carica! Più di quarant’onze di lupini! IV Il [...]
[...] peggio era che i lupini li avevano presi a credenza, e lo zio Crocifisso non si contentava di «buone parole e mele fradicie», per questo lo chiamavano [...]
[...] ne volevano, e se qualcheduno andava a chiedergli dodici tarì glieli prestava subito, col pegno, perchè «chi fa credenza senza pegno, perde [...]
[...] l’amico, la roba e l’ingegno» a patto di averli restituiti la domenica, d’argento e con le colonne, che ci era un carlino dippiù, com’era giusto, perchè [...]
[...] denaro anticipato, e un rotolo di pane a testa, e mezzo quartuccio di vino, e non voleva altro, chè era cristiano e di quel che faceva in questo mondo [...]
[...] avrebbe dovuto dar conto a Dio. Insomma era la provvidenza per quelli che erano in angustie, e aveva anche inventato cento modi di render servigio [...]
[...] ci andasse lui a rischiare la pelle come tutti gli altri, che si pappava il meglio della pesca senza pericolo, rispondeva: – Bravo! e se in mare [...]
[...] la camicia; ma poi voleva esser pagato, senza tanti cristi; ed era inutile stargli a contare ragioni, perchè era sordo, e per di più era scarso di [...]
[...] suoi nemici gli ridevano sotto il naso, a motivo di quei lupini che se l’era mangiati il diavolo; e gli toccava anche recitare il deprofundis per [...]
[...] suoi lupini al collo, che lo zio Crocifisso gli aveva dati a credenza, perchè aveva sempre conosciuto padron ’Ntoni per galantuomo; ma se volevano [...]
[...] truffargli la sua roba, col pretesto che Bastianazzo s’era annegato, la truffavano a Cristo, com’è vero Dio! chè quello era un credito sacrosanto [...]
[...] galera! La legge c’era anche a Trezza! Intanto don Giammaria buttava in fretta quattro colpi d’aspersorio sul cataletto, e mastro Cirino [...]
[...] cominciava ad andare attorno per spegnere i lumi colla canna. I confratelli si affrettavano a scavalcare i banchi colle braccia in aria, per cavarsi il [...]
[...] cappuccio, e lo zio Crocifisso andò a dare una presa di tabacco bacco a padron ’Ntoni, per fargli animo, che infine quando uno è galantuomo lascia [...]
[...] buon nome e si guadagna il paradiso, – questo aveva detto a coloro che gli domandavano dei suoi lupini: – Coi Malavoglia sto tranquillo perchè son [...]
[...] galantuomini e non vorranno lasciar compare Bastianazzo a casa del diavolo; padron ’Ntoni poteva vedere coi suoi propri occhi se si erano fatte le [...]
[...] ficcate nei guanti di cotone, e i ragazzi guardavano a bocca aperta tutte quelle cose che costavano caro, ed erano lì pel babbo: il cataletto, i ceri, i [...]
[...] fiori di carta; e la bambina, vedendo la luminaria, e udendo suonar l’organo, si mise a galloriare. La casa del nespolo era piena di gente; e il [...]
[...] . Almeno non avrei fatto danno a nessuno, e nessuno avrebbe pianto. La Mena, appoggiata alla porta della cucina, colla faccia nel grembiule, si [...]
[...] colla Provvidenza, e quelli che erano a visita nella casa del nespolo, pensavano che lo zio Crocifisso ci avrebbe messo le unghie addosso. Alcuni se [...]
[...] come fontane. Compare Cipolla raccontava che sulle acciughe c’era un aumento di due tarì per barile, questo poteva interessargli a padron ’Ntoni, se [...]
[...] ci aveva ancora delle acciughe da vendere; lui a buon conto se n’era riserbati un centinaio di barili; e parlavano pure di compare Bastianazzo [...]
[...] Callà «Baco da seta» detto anche Giufà, col segretario don Silvestro, e se ne stava col naso in aria, talchè la gente diceva che stava a fiutare il [...]
[...] spiegata bene, che non mancava di farla cascare nel discorso ogniqualvolta si trovava a visita da morto. – Almeno avete il piacere di essere parenti [...]
[...] di Vittorio Emanuele, giacchè dovete dar la sua parte anche a lui! E tutti si tenevano la pancia dalle risate, chè il proverbio dice «Nè visita di [...]
[...] morto senza riso, nè sposalizio senza pianto». La moglie dello speziale torceva il muso a quegli schiamazzi, e stava coi guanti sulla pancia, e la [...]
[...] faccia lunga, come si usa in città per quelle circostanze, che solo a guardarla la gente ammutoliva, quasi ci fosse il morto lì davanti, e per [...]
[...] se avesse mangiato dei limoni, e glielo diceva in faccia a don Silvestro, quasi ei fosse quello delle tasse. – Ella lo sapeva benissimo quello che [...]
[...] la figliuola: «Bella, non voglio te, voglio i tuoi soldi». Per questo aveva lasciata a casa sua figlia Barbara. – Quelle facce lì non mi piacciono [...]
[...] . – A chi lo dite! esclamò padron Cipolla; a me mi scorticano vivo come San Bartolomeo. – Benedetto Dio! esclamò mastro Turi Zuppiddo, minacciando col [...]
[...] pugno che pareva la malabestia del suo mestiere. Va a finire brutta, va a finire, con questi italiani! – Voi state zitto! gli diede sulla voce [...]
[...] mogio. Allora Piedipapera, per tagliar corto, disse piano a padron Cipolla: – Dovreste pigliarvela voi, comare Barbara, per consolarvi; così la [...]
[...] nessuno si maritava più. – O a donna Rosolina cosa gliene importa oramai? susurrava Piedipapera. Donna Rosolina intanto raccontava a don Silvestro [...]
[...] donna bisognava che avesse il giudizio nelle mani, come s’intendeva lei; e non fosse di quelle fraschette che pensano a lisciarsi e nient’altro [...]
[...] del paradiso. «A chi vuol bene Dio manda pene». Egli era un bravo uomo, di quelli che badano ai fatti loro, e non a dir male di questo e di quello [...]
[...] , che pareva la Madonna Addolorata, si metteva a piangere più forte, col viso nel guanciale, e padron ’Ntoni, piegato in due, più vecchio di [...]
[...] fare melato della Santuzza, che persino la Signora si voltava a discorrere con lei, colla bocca stretta, senza badare agli altri, con que’ guanti che [...]
[...] , gabbando il prossimo, e vendendo l’acqua sporca a peso d’oro, e se ne infischiavano delle tasse coloro! – Metteranno pure la tassa sul sale! aggiunse [...]
[...] tira tutta la pioggia, e se la porta via. – Compare Mangiacarrubbe allora, e Tino Piedipapera rimasero a bocca aperta, perchè giusto sulla strada [...]
[...] di Trezza c’erano i pali del telegrafo; ma siccome don Silvestro cominciava a ridere, e a fare ah! ah! ah! come una gallina, padron Cipolla si alzò [...]
[...] modo si tirava la pioggia dalle nuvole, e se la portava lontano, dove ce n’era più di bisogno; potevano andare a domandarlo allo speziale che [...]
[...] dire, e si mise la lingua in tasca. – Santi del Paradiso! si avrebbero a tagliarli tutti quei pali del telegrafo, e buttarli nel fuoco! incominciò [...]
[...] ; quando è ben coltivato dà la minestra per tutto l’anno. La casa dei Malavoglia era sempre stata una delle prime a Trezza; ma adesso colla morte di [...]
[...] cosa poteva valere la casa? Ognuno allungava il collo sul muro dell’orto, e ci dava una occhiata, per stimarla così a colpo. Don Silvestro sapeva [...]
[...] cinque tarì all’anno. Allora si misero a fare il conto sulle dita di quel che avrebbe potuto vendersi la casa, coll’orto, e tutto. – Nè la casa nè la [...]
[...] dove stavano a piangere il morto. – Sicuro! lasciò andare alfine don Silvestro come una bomba; c’è l’ipoteca dotale. Padron Cipolla, il quale aveva [...]
[...] era venuto anche lui, per politica, e stava zitto, in un cantuccio, a veder quello che dicevano, colla bocca aperta e il naso in aria, che sembrava [...]
[...] si ammiccavano l’un l’altro per mostrarselo a vicenda. – E’ pare l’usciere che fa il pignoramento! sghignazzavano. Le comari che sapevano delle [...]
[...] chiacchiere fra padron ’Ntoni e compare cipolla, dicevano che adesso bisognava farle passare la doglia, a comare Maruzza, e conchiudere quel matrimonio [...]
[...] non ne sa nulla. A quelle parole, prima Maruzza, e poi tutti gli altri tornarono a piangere di nuovo, e i ragazzi, vedendo piangere i grandi, si [...]
[...] misero a piangere anche loro, sebbene il babbo fosse morto da tre giorni. Il vecchio andava di qua e di là, senza sapere che facesse; Maruzza invece [...]
[...] Fortunato, che stringevano il cuore; e si udiva mastro Turi Zuppiddo il quale cantava a squarciagola, con quei suoi polmoni di bue, mentre [...]
[...] Mena a piangere cheta cheta in cucina. – Poveretta! mormorava il nonno, anche a te è crollata la casa sul capo, e compare Fortunato se ne è andato [...]
[...] , quando verrai a lavorare; perchè adesso bisogna aiutarci tutti per pagare il debito dei lupini. Maruzza si tappava le orecchie colle mani per non [...]
[...] ce l’ha con tutti loro per quell’affare dei lupini, e non vuol darle più nulla. Ora vo a portarle qualche cosa, e allora se ne andrà. La [...]
[...] cugina Anna, poveretta, aveva lasciato la sua tela e le sue ragazze per venire a dare una mano a comare Maruzza, la quale era come se fosse malata, e [...]
[...] se l’avessero lasciata sola non avrebbe pensato più ad accendere il fuoco, e a mettere la pentola, che sarebbero tutti morti di fame. «I vicini [...]
[...] devono fare come le tegole del tetto, a darsi l’acqua l’un l’altro». Intanto quei ragazzi avevano le labbra pallide dalla fame. La Nunziata aiutava [...]
[...] anche lei, e Alessi, col viso sudicio dal gran piangere che aveva fatto vedendo piangere la mamma, teneva a bada i piccini, perchè non le stessero [...]
[...] all’improvviso lo piantò con un bel saluto, e se ne entrò nell’orto. Alfio, tutto infuriato, corse a lagnarsi colla Vespa che gli dava a bere di tali bugie [...]
[...] , per farlo litigare colla gente. – A me l’ha detto lo zio Crocifisso; rispose la Vespa. Io non ne dico bugie! – Bugie! bugie! borbottò lo zio [...]
[...] di una pasta, e non c’è da fidarsi. Lo zio Crocifisso alle volte non ci sentiva, e invece di abboccar l’esca seguitò a saltar di palo in frasca, e a [...]
[...] parlare dei Malavoglia che badavano a maritarsi, ma a quel discorso delle quarant’onze non ci pensavano neppure. – Eh! saltò su infine la Vespa [...]
[...] , perdendo la pazienza, se dessero retta a voi, a maritarsi non ci penserebbe più nessuno! – A me non me ne importa che si maritino. Io voglio la roba [...]
[...] mia. Ma del resto non me ne importa. – Se non ve ne importa a voi, c’è a chi gliene importa! sentite? Che non tutti pensano come voi, a rimandare [...]
[...] le cose da oggi a domani! – E tu che fretta hai? – Pur troppo. Voi ci avete tempo, voi; ma se credete che gli altri vogliano far venire gli anni [...]
[...] di San Giuseppe per maritarsi!... – L’annata è scarsa, diceva Campana di legno, e non è tempo di pensare a queste cose. La Vespa allora si [...]
[...] grazie a Dio non sono in istato di dover mendicare un marito. O che credete? E se non fosse che mi avevate messo quella pulce nell’orecchio, col- le [...]
[...] andar soldato, e non mi lasciava legare una calza. Tutti che friggevano d’impazienza, e non mi avrebbero menato tanto tempo pel naso, da Pasqua a [...]
[...] Natale, come avete fatto voi! Lo zio Crocifisso stavolta si mise la mano dietro l’orecchio, per sentirci, e cominciò a lisciarla con buone parole [...]
[...] , che poi se la mangerebbero all’osteria della Santuzza. – Non è vero che mi volete bene, seguitava ella respingendolo a gomitate, se fosse vero lo [...]
[...] stuzzicandolo coll’omero. – Ma di me a voi non ve ne importa! Lo zio si offese di quel sospetto ingiurioso. – Questo lo dici per farmi far peccato [...]
[...] ! cominciò a lamentarsi. Non gliene importava del sangue suo? perchè infine ella era sangue suo, come la chiusa, che era stata sempre della famiglia [...]
[...] , e ci sarebbe rimasta, se suo fratello, buon’anima, non avesse pensato a maritarsi e a mettere al mondo la Vespa; e perciò ei l’aveva tenuta come [...]
[...] che sono quarant’onze, e colle spese e i frutti potrebbero arrivare a cinquanta, e c’è da papparsi la casa del nespolo, che per te ti giova meglio [...]
[...] vene anche lui! – Sta a vedere che ora mi fate il geloso! esclamò la Vespa. – Sicuro che son geloso! esclamò lo zio Crocifisso, geloso come una [...]
[...] aveva un bel passare e ripassare davanti la casa dei Malavoglia, che perfino la gente si metteva a ridere, e diceva che ei faceva il viaggio alla [...]
[...] casa del nespolo come quelli che hanno fatto il voto alla Madonna dell’Ognina. I Malavoglia lo pagavano a furia di sberrettate; e i ragazzi, appena [...]
[...] lupini, e i Morti eran lì che venivano, mentre padron ’Ntoni pensava a maritare la nipote. Egli andava a sfogarsi con Piedipapera, il quale [...]
[...] . Volete succhiargli il sangue a padron ’Ntoni? Già non avete perso nulla, perchè i lupini erano tutti fradici, lo sapete! Ei non sapeva nulla [...]
[...] del suo grugno di porco, a quella brutta strega di mia nipote, per amor della roba. E quando non aveva altro da fare andava a piantarsi davanti [...]
[...] metteva a guaiolare come lo zio Santoro, tale quale come se chiedesse la limosina anch’esso; e gli diceva: – Sentite, compare Santoro, se vedete da [...]
[...] queste parti mia nipote la Vespa, quando Alfio Mosca viene a portare il carico del vino a vostra figlia la Santuzza, state a vedere cosa fanno fra [...]
[...] una mosca che ei non lo sapesse; tanto che sua figlia Mariangela gli diceva: – A voi cosa ve ne importa? perchè state a mischiarvi nei fatti di [...]
[...] ballatoio, o allorchè andava a governare le bestie nel pollaio, e se udiva chiocchiare le due galline che le aveva regalato si sentiva una certa cosa [...]
[...] , avrebbe voluto chiedere in moglie la Sant’Agata, e portarsela via nel carro dell’asino. Come pensava a tutto ciò si sentiva in testa tante cose [...]
[...] Alfio sorrideva come se gliele facessero a lui quelle carezze. – Ah! se il mio asino fosse vostro, comare Mena! – Mena crollava il capo e il seno le [...]
[...] si gonfiava pensando che sarebbe stato meglio se i Malavoglia avessero fatto i carrettieri, chè il babbo non sarebbe morto a quel modo. – «Il mare [...]
[...] è amaro, ripeteva, ed il marinaro muore in mare». Alfio che aveva fretta d’andare a scaricare il vino della Santuzza, non sapeva risolversi a [...]
[...] partire, e rimaneva a chiacchierare della bella cosa che era il fare l’oste, un mestiere col quale si ha sempre il suo guadagno, e se aumenta il prezzo [...]
[...] . Questa povera bestia se lo guadagna il pane. Quando ci avrò messi da parte un po’ di soldi comprerò un mulo, e potrò tirarmi su a fare il [...]
[...] carrettiere davvero, come compare Cinghialenta. La ragazza era tutta intenta a quello che diceva compare Alfio, e intanto l’ulivo grigio stormiva come se [...]
[...] nuovo un bel partito. Alfio non rispose, perchè la Zuppidda lo guardava fiso, co’ suoi occhietti gialli, e disse che aveva fretta di andare a [...]
[...] consegnare il vino alla Santuzza. – A me non vuole dir nulla! borbottò la Zuppidda. Come se non li avessi visti co’ miei occhi. Vogliono nascondere il [...]
[...] sole colla rete. La Provvidenza l’avevano rimorchiata a riva tutta sconquassata, così come l’avevano trovata di là dal Capo dei Mulini, col naso fra [...]
[...] di camicia, e col cappellaccio in testa, a dare un’occhiata anche lui, fumando la sua pipa. – Questa ora è buona da ardere, conchiuse padron [...]
[...] Crocifisso ch’era lì anche lui a vedere, colle mani dietro la schiena. Siamo cristiani, e bisogna godere del bene altrui; il proverbio dice: «Augura bene [...]
[...] fare e sbuffavano e si affannavano a tirare e a spingere anche loro la barca davanti alla porta di mastro Zuppiddo il calafato, dove c’erano i sassi [...]
[...] coi ragazzi che avrebbero voluto montare nella barca, e aiutare a soffiare nel fuoco sotto la caldaia della pece anche loro, e quando le buscava [...]
[...] congedo, sebbene don Silvestro il segretario avesse assicurato che se ci stava altri sei mesi a fare il soldato, avrebbe liberato suo fratello Luca [...]
[...] di superiori. – Per me, disse Luca, ci vado volentieri a fare il soldato, in cambio di ’Ntoni. Così, come tornerà lui, potrete mettere in mare la [...]
[...] , padron ’Ntoni arrivò in casa trafelato, e disse: – C’è qui la lettera; me l’ha data or ora compare Cirino, mentre andavo a portare le nasse in casa dei [...]
[...] Pappafave. – La Longa si fece bianca come un fazzoletto, dalla contentezza, e corsero tutti in cucina a veder la lettera. ’Ntoni arrivò col [...]
[...] berretto sull’orecchio, e la camicia colle stelle, che la mamma non sapeva saziarsi di toccargliela, e gli andava dietro in mezzo a tutti i parenti e gli [...]
[...] addietro, che nessuno ci pensava più. A certe cose ci pensano sempre soltanto i vecchi, quasi fosse stato ieri – tanto che la Locca era sempre lì [...]
[...] sentiva. VI ’Ntoni era arrivato in giorno di festa, e andava di porta in porta a salutare i vicini e i conoscenti, sicchè tutti stavano a [...]
[...] come un maiale. Si è maritata che non era compiuto il mese dacchè a Menico Trinca gli era morta la prima moglie, e il letto era ancora caldo, Dio [...]
[...] liberi! – Uno che è vedovo è come uno che vada soldato, aggiunse la Zuppidda. «Amore di soldato poco dura, a tocco di tamburo addio signora». E poi [...]
[...] Tudda fosse andata a salutarlo, chè li aveva visti parlare dal muro della vigna, voleva godersi la faccia che avrebbe fatto ’Ntoni a quella notizia [...]
[...] perchè non c’era altri. – A me non mi piacciono quelle fraschette che fanno all’amore con due o tre per volta, disse la Mangiacarrubbe tirandosi [...]
[...] Garibaldi, vedete! – Lo so a chi volete bene! disse ’Ntoni col pugno sul fianco. – No che non lo sapete, compare ’Ntoni, e vi hanno detto delle [...]
[...] chiacchiere. Se qualche volta poi passate dalla mia porta, vi racconterò ogni cosa. – Ora che la Mangiacarrubbe ha messo gli occhi addosso a ’Ntoni di [...]
[...] un codazzo di amici, e avrebbe voluto che tutti i giorni fosse domenica, per menare a spasso la sua camicia colle stelle; quel dopopranzo si [...]
[...] divertirono a prendersi a pugni con compare Pizzuto, il quale non aveva paura nemmeno di Dio, sebbene non avesse fatto il soldato, e andò a rotolare per [...]
[...] quelli che stavano a vedere. Quel Rocco è forte come mastro Turi Zuppiddo. Se volesse lavorare se lo buscherebbe il pane! – Io le mie devozioni so [...]
[...] stavano attorno al desco a chiacchierare, e la mamma gli domandava di questo e di quello, e i ragazzi, mezzo addormentati, lo stavano a guardare con [...]
[...] d’andare a giornata nella paranza di compar Cipolla, con una bella paga. – Li ho presi per carità, diceva padron Fortunato a chi voleva sentirlo [...]
[...] , seduto davanti alla bottega del barbiere. Li ho presi per non dir di no, quando padron ’Ntoni è venuto a dirmi, sotto l’olmo, se ci avessi bisogno [...]
[...] bisogno d’andare a giornata; diceva padron ’Ntoni. La mattina, quando egli andò a svegliare il nipote, ci volevano due ore per l’alba, e ’Ntoni [...]
[...] tornare a casa! – Sta zitto, chè il nonno è lì a mettere in ordine gli attrezzi, e si è alzato un’ora prima di noi, gli rispose Alessi. Ma Alessi [...]
[...] era un ragazzo che somigliava tutto a suo padre Bastianazzo, buon’anima. Il nonno colla lanterna andava e veniva pel cortile; fuori si udiva passare [...]
[...] la gente che andava al mare, e passava a picchiare di porta in porta, per chiamare i compagni. Però, come giunsero sul lido, davanti al mare [...]
[...] allargare il cuore. – Ah! esclamò stirandosi le braccia. È una bella cosa tornare a casa sua. Questa marina qui mi conosce. – Già padron ’Ntoni diceva [...]
[...] cristiano»; aggiunse lo zio Cola. – Delle innamorate ne ho quante ne voglio, rispose ’Ntoni; a Napoli mi correvano dietro come i cagnolini. – A [...]
[...] Napoli ci avevi il vestito di panno, e il berretto collo scritto, e le scarpe ai piedi, disse Barabba. – Che vi son delle belle ragazze come qui, a [...]
[...] Napoli? – Le belle ragazze di qui non sono degne di portargli le scarpe, a quelle di Napoli. Io ne avevo una colla veste di seta, e nastri [...]
[...] rossi nei capelli, il corsetto ricamato, e le spalline d’oro come quelle del comandante. Un bel pezzo di ragazza così, che portava a spasso i bambini [...]
[...] dei padroni, e non faceva altro. – Bello stare deve essere da quelle parti! osservò Barabba. – A voi di sinistra! fermi i remi! gridò padron ’Ntoni [...]
[...] . – Sangue di Giuda! che mi fate andare la paranza sulle reti! cominciò a strillare lo zio Cola dal timone. La volete finire colle chiacchiere [...]
[...] ; stiamo qui a grattarci la pancia, o a fare il mestiere? – È la maretta che ci accula; disse ’Ntoni. – Staglia da quella parte, figlio di porco, gli [...]
[...] prudenza» disse padron ’Ntoni. ’Ntoni continuò a remare brontolando, perchè non poteva andarsene a piedi, e compare Mangiacarrubbe, per metter la [...]
[...] . Allora quei ragazzi si misero a lavorare di mascelle, col fiasco fra le gambe, mentre la paranza mareggiava adagio adagio fra il largo cerchio dei [...]
[...] sugheri. – Una pedata per di dietro a chi parla per il primo! disse lo zio Cola. Per non buscarsi la pedata tutti si misero a masticare come buoi [...]
[...] primo; e poi rispose: – Intanto ora che siamo qui, aspettiamo a tirare le reti. – La maretta viene dal largo, e a noi ci giova; aggiunse padron [...]
[...] ’Ntoni. – Ahi! borbottava intanto lo zio Cola. Ora che il silenzio era rotto, Barabba chiese a ’Ntoni Malavoglia: – Me lo dai un mozzicone di sigaro [...]
[...] . – Essi non hanno nulla da fare, diceva ’Ntoni, e si divertono a saltare. – Buono questo sigaro! rispose Barabba, ne fumavi a Napoli, di questi [...]
[...] marinaro muore in mare; rispose ’Ntoni. Barabba gli passò il suo fiasco, e dopo si misero a brontolare sottovoce dello zio Cola, il quale era un cane per [...]
[...] gli uomini della paranza, quasi padron Cipolla fosse là presente, a vedere quel che facevano e quel che non facevano. – Tutto per fargli credere [...]
[...] maretta ce le strappa di mano. – Ohi! oohi! cominciarono a vociare gli uomini della ciurma passandosi la fune. – San Francesco! esclamava lo zio [...]
[...] Cola, ei non par vero che abbiamo preso tutta questa grazia di Dio, colla maretta. Le reti formicolavano e scintillavano al sole a misura che [...]
[...] e sudato, e non ci rinfaccerà quei tre carlini che ci dà per la giornata. – Questo ci tocca a noi! aggiunse ’Ntoni, a romperci la schiena per gli [...]
[...] tessere, e andava anche al lavatoio per conto degli altri; padron ’Ntoni coi nipoti s’erano messi a giornata, s’aiutavano come potevano, e se la [...]
[...] sciatica piegava il vecchio come un uncino, rimaneva nel cortile a rifar le maglie alle reti, o raccomodar nasse, e mettere in ordine degli [...]
[...] attrezzi, chè era pratico di ogni cosa del mestiere. Luca andava a lavorare nel ponte della ferrovia, per cinquanta centesimi al giorno, sebbene suo [...]
[...] fratello ’Ntoni dicesse che non bastavano per le camicie che sciupava a trasportar sassi nel corbello; ma Luca non badava che si sciupava anche le [...]
[...] spalle, e Alessi andava a raccattar dei gamberi lungo gli scogli, o dei vermiciattoli per l’esca, che si vendevano a dieci soldi il rotolo, e alle volte [...]
[...] rabberciare la Provvidenza, e ce ne volevano delle nasse da acconciare, dei sassi della ferrovia, dell’esca a dieci soldi, e della tela da imbiancare [...]
[...] per la straduccia, colle mani dietro la schiena, che pareva il basilisco. – Questa è storia che va a finire coll’usciere! andava dicendo lo zio [...]
[...] venne a sapere quello che andava dicendo Campana di legno. I Malavoglia sono stati sempre galantuomini, e non hanno avuto bisogno d’usciere. – A [...]
[...] non so altro che devo esser pagato. Finalmente, per intromissione del vicario, Campana di legno si contentò di aspettare a Natale ad esser pagato [...]
[...] , prendendosi per frutti quelle settantacinque lire che Maruzza aveva raccolto soldo a soldo in fondo alla calza nascosta sotto il materasso [...]
[...] prende Campana di legno. Il nonno, colla Maruzza, si consolavano a far castelli in aria per l’estate, quando ci sarebbero state le acciughe da [...]
[...] salare, e i fichidindia a dieci un grano, e facevano dei grandi progetti d’andare alla tonnara, e per la pesca del pesce spada, dove si buscava una [...]
[...] buona giornata, e intanto mastro Turi avrebbe messo in ordine la Provvidenza. I ragazzi stavano attenti, col mento in mano, a quei discorsi che si [...]
[...] facevano sul ballatoio, o dopo cena; ma ’Ntoni che veniva da lontano, e il mondo lo conosceva meglio degli altri, si annoiava a sentir quelle [...]
[...] chiacchiere, e preferiva andarsene a girandolare attorno all’osteria, dove c’era tanta gente che non faceva nulla, e anche lo zio Santoro, il quale era [...]
[...] il peggio che ci potesse essere, faceva quel mestiere leggiero di stendere la mano a chi passava, e biascicare avemarie; o se ne andava da [...]
[...] compare Zuppiddo, col pretesto di vedere a che stato fosse la Provvidenza, per far quattro chiacchiere con Barbara, la quale veniva a metter frasche [...]
[...] ’Ntoni. La mamma è a filare nel cortile, e sta a sentirci. – Dicevo per quelle frasche che sono verdi, e non vogliono accendere. Lasciate fare a me [...]
[...] vengo per vedere a che stato è la Provvidenza. – È a buon stato, e il babbo ha detto che per la vigilia di Natale la metterete in mare. Come [...]
[...] andava a suonare davanti alle cappellette colla luminaria, accanto agli usci. Solo in casa dei Malavoglia la statua del Buon Pastore rimaneva [...]
[...] all’oscuro, mentre ’Ntoni di padron ’Ntoni correva a fare il gallo di qua e di là, e Barbara Zuppidda gli diceva: – Almeno ci penserete che ho [...]
[...] ancora non li ho visti. Padron ’Ntoni tornava a cercarlo in piazza, o sotto la tettoia, e gli diceva: – Cosa volete che si faccia se non ho danari [...]
[...] ? Spremete il sasso per cavarne sangue! Aspettatemi sino a giugno, se volete farmi questo favore, o prendetevi la Provvidenza e la casa del nespolo. Io [...]
[...] poteva nemmeno sfogarsi col dire che quella storia andava a finire coll’usciere, perchè subito padron ’Ntoni mandava don Giammaria o il segretario [...]
[...] , a domandar pietà, e non lo lasciavano più venire in piazza, per gli affari suoi, senza metterglisi alle calcagna, sicchè tutti nel paese dicevano [...]
[...] il sensale. – Ma quel servizio lì potrebbe farmelo! disse a un tratto fra di sè – e non dormì più quella notte, tanto gli piacque la trovata – e [...]
[...] andò a trovare Piedipapera appena fatto giorno, che ancora si stirava le braccia e sbadigliava sull’uscio. – Voi dovreste fingere che mi comprate il [...]
[...] venuto a dirvi pure per quei sarmenti; se li volete potete venire a pigliarveli. – Allora potete mandare per l’usciere, rispose Piedipapera; ma le [...]
[...] spese le fate voi. Quella buona donna di comare Grazia s’era affacciata apposta in camicia per dire a suo marito: – Cosa è venuto a confabulare con [...]
[...] voi lo zio Crocifisso? Lasciateli stare quei poveri Malavoglia, che ne hanno tanti dei guai! – Tu va a filare! rispondeva compare Tino. Le donne [...]
[...] hanno i capelli lunghi ed il giudizio corto. – E se ne andò zoppicando a bere l’erbabianca da compare Pizzuto. – Vogliono dargli il cattivo Natale a [...]
[...] quei poveretti, mormorava comare Grazia colle mani sulla pancia. Davanti a ogni casa c’era la cappelletta adornata di frasche e d’arance, e la [...]
[...] sera vi accendevano le candele, quando veniva a suonare la cornamusa, e cantavano la litania che era una festa per ogni dove. I bambini giocavano ai [...]
[...] nocciuoli, nella strada, e se Alessi si fermava a guardare colle gambe aperte, gli dicevano: – Tu vattene, se non hai nocciuoli per giuocare. – Ora [...]
[...] andò a lasciare un foglio di carta bollata sul canterano, accanto alla statua del Buon Pastore. – L’avete visto l’usciere che è venuto pei [...]
[...] Malavoglia? andava dicendo comare Venera, – Ora stanno freschi! Suo marito, che non gli pareva vero di aver ragione, allora cominciò a gridare e a [...]
[...] strepitare. – Io l’avevo detto, santi del Paradiso! che quel ’Ntoni a bazzicare per la casa non mi piaceva! – Voi state zitto che non sapete nulla [...]
[...] abbaiate sempre a cose fatte, ma un dito, che è un dito, non lo sapete muovere. Infine l’usciere non se la mangia, la gente. L’usciere è vero che [...]
[...] cerchio, a guardarsi in viso, e quel giorno dell’usciere non si misero a tavola, in casa dei Malavoglia. – Sacramento! esclamava ’Ntoni. Siamo sempre [...]
[...] prese in mano la carta bollata e andò a trovare lo zio Crocifisso coi due nipoti più grandicelli, per dirgli di prendersi la Provvidenza, che [...]
[...] , gli rispose Campana di legno. Io non c’entro più. Ho venduto il mio credito a Piedipapera e dovete sbrigarvela con lui. Piedipapera appena li vide [...]
[...] venire in processione cominciò a grattarsi il capo. – Cosa volete che ci faccia? rispose lui; io sono un povero diavolo e ho bisogno di quei danari, e [...]
[...] della Provvidenza non so che farne, perchè non è il mio mestiere; ma se la vuole lo zio Crocifisso vi aiuterò a venderla. Or ora torno. Quei [...]
[...] se ne tornarono a casa colla carta bollata in mano. Pure qualche cosa bisognava fare, perchè quella carta bollata lì, posata sul canterano [...]
[...] avvocato, il dottor Scipioni, il quale stava di casa in via degli Ammalati, di faccia allo stallatico dello zio Crispino, ed era giovane, ma quanto a [...]
[...] aiutare a dire le proprie ragioni, e così perdevano tutti la giornata. Quando poi l’avvocato ebbe letto le carte, e potè capire qualche cosa dalle [...]
[...] risposte ingarbugliate che doveva strappare colle tenaglie a padron ’Ntoni, mentre gli altri se ne stavano appollaiati sulle loro scranne senza [...]
[...] osare di fiatare, si mise a ridere di tutto cuore, e gli altri ridevano con lui, senza sapere perchè, per ripigliar fiato. – Niente, rispose l’avvocato [...]
[...] ; non c’è da far niente; – e siccome padron ’Ntoni tornava a dire che era venuto l’usciere, – L’usciere lasciatelo venire anche una volta al giorno [...]
[...] il reclamo in nome di mastro Turi Zuppiddo. Vostra nuora non c’entra nella compera dei lupini. L’avvocato seguitò a parlare senza sputare, senza [...]
[...] detto l’avvocato. Ma nessuno apriva bocca e stavano a guardarsi l’un l’altro. – Ebbene, domandò infine Maruzza la quale moriva d’impazienza. – Niente [...]
[...] tempo costruendo una gabbia a trappola che voleva regalare ai bambini della Signora. Ei non faceva come l’avvocato e li lasciò chiacchierare e [...]
[...] don Silvestro intanto rideva sotto il naso. Poi mandò a chiamare lo zio Crocifisso, il quale venne ruminando una castagna secca, giacchè aveva finito [...]
[...] le mie ragioni; la mia roba par roba rubata, ma quel che fanno a me lo fanno a Gesù Crocifisso che sta in croce; e seguitava a borbottare e [...]
[...] , cominciano a mandar carta bollata anche loro, e chi s’è visto s’è visto. Infine un po’ di carità bisogna averla, santo diavolone! Volete scommettere che [...]
[...] se continuate a piantare i piedi in terra come un mulo, non avrete niente? E lo zio Crocifisso allora rispondeva: – Quando mi prendono da questo [...]
[...] lato non so più che dire; – e promise di parlarne a Piedipapera. – Per riguardo all’amicizia io farei qualunque sacrificio. – Padron ’Ntoni poteva [...]
[...] . – Don Silvestro conosce il mio debole; io non so dir di no. Stasera parlerò con Piedipapera, e gli dirò di aspettare sino a Pasqua; purchè comare [...]
[...] mandare a prendervi quelle fave che mi avete chiesto per seminarle; – disse poi lo zio Crocifisso a don Silvestro, prima di andarsene. – Va bene [...]
[...] , lui e sua moglie Grazia, dopo che l’avevano persuaso a comprare il debito dei Malavoglia, e quelle erano cinquecento lire l’una meglio dell’altra [...]
[...] leva, un numero basso da povero diavolo, e se ne andò a fare il soldato senza tanti piagnistei, che oramai ci avevano fatto il callo. Stavolta [...]
[...] stazione è lontana. – E stava sull’uscio a veder piovere sul nespolo, col suo fardelletto sotto il braccio. Poi baciò la mano al nonno e alla mamma, e [...]
[...] dimenticò finchè le chiusero gli occhi; e sino a quel giorno si portò fitta nel cuore quell’altra spina che il suo ragazzo non assisteva alla festa che [...]
[...] via i trucioli. – Lo faccio per amor vostro; aveva detto a ’Ntoni di padron ’Ntoni; perchè è la vostra Provvidenza. – Voi colla scopa in mano sembrate [...]
[...] Mangiacarrubbe, che si mette alla finestra quando passate. – La Mangiacarrubbe gliela lascio a Rocco Spatu, chè ci ho altro pel capo. – Chissà quante ce ne [...]
[...] l’anima mia! – O a voi che ve ne importa? – Me ne importa, sì! ma ad esse non gliene importa di me, perchè ci hanno i zerbinotti che passeggiano [...]
[...] scarpe inverniciate son fatte per mangiarci la dote e ogni cosa; e qualche bel giorno vuole uscire fuori sulla strada, colla rocca in mano, a [...]
[...] che mettiamo in mare la Provvidenza. Appena mastro Turi disse che la barca era in ordine, padron ’Ntoni venne a pigliarsela coi suoi ragazzi, e [...]
[...] . – Lasciate fare a me; se no me la piglio in braccio come una bambina, e ve la metto nell’acqua tutta in una volta. – Compare Turi è capace di farlo [...]
[...] , con quelle braccia! dicevano alcuni. – Oppure, – Adesso i Malavoglia si mettono di nuovo a cavallo. – Quel diavolo di compare Zuppiddu ci ha le [...]
[...] gridava più forte degli altri, per la speranza che adesso padron ’Ntoni prendesse a giornata anche lui. Mena si era affacciata sul ballatoio, e piangeva [...]
[...] lo venderete? – Come volete che faccia? Io non son ricco come Vanni Pizzuto; se no, in coscienza, non lo venderei. – Povera bestia! – Se avessi a [...]
[...] dar da mangiare a un’altra bocca prenderei moglie, e non starei solo come un cane! disse Alfio ridendo. Mena non sapeva che dire, ed Alfio aggiunse [...]
[...] tempo. Da ora a quando vi mariterete chi sa quante cose succederanno, e per quali strade andrò col mio carro? Mi hanno detto che alla Piana, di là [...]
[...] far qui. Padron Cipolla invece, malgrado che i Malavoglia si fossero messi di nuovo a cavallo, continuava a scrollare il capo, e andava [...]
[...] ricchezza mobile, a padron ’Ntoni. – Fin l’acqua che si beve ci faranno pagare. Ora dice che metteranno il dazio sulla pece. Per questo padron ’Ntoni [...]
[...] si è affrettato a far allestire la sua barca; contuttochè mastro Turi Zuppiddu avanza ancora cinquanta lire da lui. – Chi ha avuto giudizio è stato [...]
[...] lo zio Crocifisso, che ha venduto a Piedipapera il credito dei lupini. – Ora, se la ruota non gira pei Malavoglia, la casa del nespolo se la piglia [...]
[...] di sè comare Maruzza andando innanzi e indietro davanti all’orditoio, a disporre la trama, che quei regoli e quelle traverse glieli aveva fatti [...]
[...] nero anch’essa, pensando a compare Alfio, il quale se ne andava alla Bicocca, e avrebbe venduto il suo asino, povera bestia! chè i giovani hanno [...]
[...] la memoria corta, e hanno gli occhi per guardare soltanto a levante; e a ponente non ci guardano altro che i vecchi, quelli che hanno visto [...]
[...] abbiamo la nostra barca, e i nostri uomini non dovranno andare a giornata, ci trarremo fuori dalla stoppa anche noi; e se le anime del Purgatorio ci [...]
[...] aiutano a levarci il debito dei lupini, si potrà cominciare a pensare alle altre cose. Tuo nonno non ci dorme, sta tranquilla, e quanto a questo non [...]
[...] , e non gli si vedeva la faccia. – Son venuto a riprenderle dalla paranza, disse, e bisogna rivedere le maglie giacchè domani armeremo la [...]
[...] colle mani sotto le ascelle. Compare Zuppiddu lo pagheremo coi primi denari, ed egli mi ha promesso che allora ci darà a credenza la provvista [...]
[...] , aggiunse, e lunedì, se compare Alfio va a Catania, potete mandare a venderli al mercato. – Sì, anche queste aiutano a levare il debito! disse padron [...]
[...] buttato il colera anche per i pesci! Compare Mangiacarrubbe diceva di sì col capo, e lo zio Cola tornava a parlare del dazio del sale che volevano [...]
[...] mettere, e allora le acciughe potevano starsene tranquille, senza spaventarsi più dalle ruote dei vapori, chè nessuno sarebbe più andato a pescarle [...]
[...] . – E ne hanno inventata un’altra! aggiunse mastro Turi il calafato, di mettere anche il dazio sulla pece. Quelli a cui non gliene importava della [...]
[...] pece non dissero nulla; ma lo Zuppiddu seguitò a strillare che egli avrebbe chiuso bottega, e chi aveva bisogno di calafatare la barca poteva [...]
[...] diavolo in corpo. – Ecco qua! conchiuse padron Fortunato: la ferrovia da una parte e i vapori dall’altra. A Trezza non ci si può più vivere, in fede mia [...]
[...] ballatoio, e si mise a predicare che era un’altra bricconata di don Silvestro, il quale voleva rovinare il paese, perchè non l’avevano voluto per marito [...]
[...] prendere sua figlia pareva che la sposa fosse lei. Mastro Turi avrebbe chiuso bottega, diceva, ma voleva vedere poi come avrebbe fatto la gente a [...]
[...] mano a sbraitare che volevano ammazzarli tutti, quelli delle tasse, e volevano dar fuoco alle loro cartacce, e alla casa dove le tenevano. Gli [...]
[...] uomini, come tornavano dal mare, lasciavano gli arnesi ad asciugare, e stavano a guardare dalla finestra la rivoluzione che facevano le mogli [...]
[...] corna, a don Silvestro. Infine se non lo vogliamo, cosa pretende? Mia figlia è roba mia, e posso darla a chi mi pare e piace. Gli ho detto di no [...]
[...] chiaro e tondo a mastro Callà, quand’è venuto a fare l’ambasciata in persona, l’ha visto anche lo zio Santoro. Don Silvestro gli fa fare quel che vuole [...]
[...] , a quel Giufà del sindaco; ma io me ne infischio del sindaco e del segretario. Ora cercano di farci chiudere bottega perchè non mi lascio [...]
[...] mangia? ma questo non piace a massaro Filippo, per amore della Santuzza, che sono in peccato mortale tutti e due, e lei porta l’abitino di Figlia [...]
[...] è più grasso dei suoi maiali! Belle teste che abbiamo! Ora vogliamo fargli la festa a tutte coteste teste di pesce della malannata. Mastro Turi [...]
[...] , a poco a poco si erano lasciati riscaldare dalle loro donne, e si cercavano l’un l’altro per mettersi in collera; e perdevano la giornata a stare in [...]
[...] il dazio sul vino. – Santo diavolone! stavolta andava a finir male, per la madonna! Il vino buono faceva vociare, e il vociare metteva sete [...]
[...] aveva denari per bere, gridava lì fuori dell’uscio che voleva farsi ammazzare piuttosto, ora che lo zio Crocifisso non lo voleva più nemmeno a [...]
[...] mezza paga, per quel suo fratello Menico che s’era annegato coi lupini. Vanni Pizzuto aveva anche chiuso la bottega, perchè nessuno andava più a farsi [...]
[...] radere, e portava il rasoio in tasca, e vomitava improperi da lontano, e sputava addosso a coloro che se ne andavano pei fatti loro, coi remi in [...]
[...] pipa come se volesse mangiarsela. Gente che non muoverebbe un dito pel suo paese. – Tu lasciali dire! diceva padron ’Ntoni a suo nipote, il quale [...]
[...] voleva rompere il remo sulla testa a chi gli dava della carogna; colle loro chiacchiere non ci danno pane, nè ci levano un soldo di debito dalle [...]
[...] di sè, per paura di peggio, adesso non si faceva più vedere in piazza, addossato al muro del campanile, ma stava rintanato in casa, al buio, a [...]
[...] recitare paternostri e avemarie per digerire la collera contro quelli che strillavano, ed era gente che voleva mettere a sacco e a fuoco il paese, e [...]
[...] andare a svaligiare chi ci aveva quattro soldi in casa. – Lui ha ragione, dicevano in paese, perchè dei soldi deve averne a palate. – Ora ci ha [...]
[...] zio Crocifisso, il quale poteva schiacciarli come formiche, tanto era ricco, ed ella aveva avuto torto a dirgli di no, pei begli occhi di uno il [...]
[...] volesse aprirle l’uscio, per timore che gli entrassero in casa a fare sacco e fuoco. Chi ci aveva da perdere qualcosa, come padron Cipolla o massaro [...]
[...] potente ceffone da suo padre, quando l’aveva trovato sulla porta del cortile a guardare in piazza come un baccalà. I pesci grossi stavano [...]
[...] sott’acqua durante la maretta, e non si facevano vedere, anche quelli che erano teste di pesce, e lasciavano il sindaco col naso in aria a cercare la [...]
[...] nell’impiccio vi voltano le spalle, e vi lasciano solo a sgambettare nel pantano; ecco quel che vuol dire farsi menare pel naso da quell’imbroglione di [...]
[...] Baco da seta stava fra l’incudine e il martello. Adesso poi che era venuta la burrasca, e tutti lo lasciavano a strigliare quella mala bestia della [...]
[...] folla, non sapeva più da che parte voltarsi. – A voi che cosa ve ne importa? gli gridava Betta. Fate anche voi come fanno gli altri; e se non [...]
[...] vogliono il dazio della pece, don Silvestro ci penserà lui a trovare qualche altra cosa. Don Silvestro, invece era più fermo; continuava ad andare [...]
[...] Vanni Pizzuto bestemmiava forte toccando il rasoio dentro la tasca dei calzoni. Don Silvestro senza badarci, andava a far quattro chiacchiere collo [...]
[...] altri di tutti quelli che vengono qui a gridare e a pestare i pugni sulle panche fa un centesimo di limosina per le anime del Purgatorio, e vengono [...]
[...] a dire che vogliono ammazzarli tutti, il sindaco e il segretario; l’hanno detto Vanni Pizzuto, Rocco Spatu, e compare Cinghialenta. Vanni Pizzuto [...]
[...] polvere come quando passano le pecore. – A voi che ve ne importa? gli diceva sua figlia, appena don Silvestro se ne andava. Questi non sono affari [...]
[...] del denaro in casa nostra. Non dico di Pizzuto che vende l’erbabianca e cerca di levarci gli avventori. Don Silvestro poi andava a fermarsi dallo [...]
[...] speziale, il quale gli piantava la barba in faccia, e gli diceva che era tempo di finirla, e buttar tutto a gambe in aria, e far casa nuova [...]
[...] . – Volete scommettere che questa volta va a finir male? ribatteva don Silvestro, mettendo due dita nel taschino del farsetto per cavar fuori il dodici [...]
[...] tarì nuovo. Non c’è tasse che bastano, e un giorno o l’altro bisognerà finirla davvero. S’ha a mutar registro con Baco da seta che si lascia metter la [...]
[...] gonnella dalla figlia, e il sindaco lo fa lei; – a massaro Filippo poi non gliene importa un cavolo, e padron Cipolla, aveva la superbia di non [...]
[...] nero, e l’ultimo che parla ha ragione lui. La gente fa bene a strillare con questo governo che ci succhia il sangue peggio di una mignatta; ma i [...]
[...] denari devono venir fuori per amore o per forza. Qui ci vorrebbe un sindaco di testa e liberale come voi. Lo speziale allora cominciava a dire quel [...]
[...] pensare anche a rinnovare il Consiglio; padron ’Ntoni non ce lo volevano, perchè egli aveva la testa stramba, ed era stato causa della morte di [...]
[...] suo figlio Bastianazzo, – un uomo di giudizio colui, se fosse stato vivo! – poi in quell’affare dei lupini aveva fatto mettere la mano nel debito a [...]
[...] sua nuora, e l’aveva lasciata in camicia. Se gli interessi del Comune li faceva a quel modo!... Ma intanto se la Signora si affacciava alla [...]
[...] finestra, don Franco cambiava discorso, e gridava: – Bel tempo, eh? – ammiccando di nascosto a don Silvestro, per fargli capire quel che ci aveva nello [...]
[...] stomaco da dire. – Andate a fidarvi di quel che vuol fare uno che ha paura della moglie! pensava fra di sè don Silvestro. – Padron ’Ntoni era di [...]
[...] quelli che si stringevano nelle spalle e se ne andavano coi remi in collo; e al nipote, il quale avrebbe voluto correre in piazza anche lui, a [...]
[...] mezzo alla gente che gridava coi pugni in aria. – A voi non ve ne importa se mettono la tassa del pelo? gli domandava Mena, come lo vedeva [...]
[...] aprire se non tornan loro. Voi andrete ancora via domani? – Io andrò a prendere un carico di calce per mastro Croce Callà! – O cosa ci andate a fare [...]
[...] ? non lo sapete che è il sindaco, e vi ammazzeranno anche voi? – Egli dice che non gliene importa a lui; che fa il muratore, e deve allestire [...]
[...] quel muro della vigna per conto di massaro Filippo, e se non vogliono il dazio della pece, don Silvestro ci penserà lui a qualche altra cosa. – Ve [...]
[...] l’aveva detto io ch’è tutta roba di don Silvestro! sclamava la Zuppidda, a quale era sempre lì, a soffiare nel fuoco, colla conocchia in mano. È roba [...]
[...] mare. – La colpa è di don Silvestro, seguitava poscia a sbraitare di qua e di là, per tutto il paese, e di quell’imbroglione di Piedipapera, il quale [...]
[...] non ha barche, e vive alle spalle del prossimo, e tiene il sacco a questo e a quello. – Volete saperne una? Non è vero niente che ha comprato il [...]
[...] occhi cinquecento lire! Don Silvestro, per sentire quello che dicevasi di lui, andava spesso a comprare qualche sigaro all’osteria, e allora Rocco [...]
[...] Spatu, e Vanni Pizzuto, uscivano fuori bestemmiando; o si fermava a chiacchierare collo zio Santoro, tornando dalla vigna, e così venne a sapere [...]
[...] detto che a lui non gliene importava, rispose: – Volete scommettere che ora vi pianto? – e non si fece più vedere in casa del sindaco; così ci [...]
[...] avrebbero pensato loro a cavarsi d’impiccio, e la Betta non avrebbe potuto più dirgli sul mostaccio che voleva rovinare suo padre Callà, e i suoi [...]
[...] consigli erano quelli di Giuda, che aveva venduto Cristo per trenta denari, e così egli voleva riescire a buttar giù il sindaco pei suoi fini, e [...]
[...] fare il gallo in paese. Sicchè la domenica in cui doveva radunarsi il Consiglio, don Silvestro, dopo la santa messa, andò a ficcarsi nello stanzone [...]
[...] del municipio, dove c’era prima il posto della Guardia Nazionale, e si mise tranquillamente a temperare le penne, davanti alla tavola d’abete, per [...]
[...] ingannare il tempo, mentre la Zuppidda e le altre comari vociferavano nella strada, filando al sole, e volevano strappare gli occhi a tutti loro [...]
[...] . Baco da seta, come corsero a chiamarlo dal muro della vigna di massaro Filippo, s’infilò il giubbone nuovo, si lavò le mani, si spolverò dalla calce [...]
[...] prendono? Fateli pagare a chi ne ha, allo zio Crocifisso, a mo’ d’esempio, o a padron Cipolla, o a Peppi Naso. – Brava! se sono loro i consiglieri [...]
[...] sa fare? Tu o io, o padron Cipolla? sebbene sputi sentenze peggio di un filosofo! Allora la Betta non seppe più che dire, e si sfogò a scaricare [...]
[...] spalle del prossimo, e tiene il sacco a questo e a quello per far le birbonate! Razza di ladri e di assassini! Piedipapera, sebbene volesse far [...]
[...] l’indifferente, pel decoro della carica, finì col perdere la pazienza, e si rizzò sulla gamba storta, gridando a mastro Cirino, l’inserviente [...]
[...] linguaccia là. – Eh, a voi vi piacerebbe che nessuno parlasse, eh! compare Tino? – Come se tutti non lo sapessero il mestiere che fate, che poi [...]
[...] chiudete gli occhi quando ’Ntoni di padron ’Ntoni viene a parlare con vostra figlia Barbara. – Gli occhi li chiudete voi, becco che siete! quando [...]
[...] vostra moglie fa il comodino alla Vespa, la quale viene tutti i giorni a mettersi sulla vostra porta per cercare Alfio Mosca, e voi altri tenete il [...]
[...] della lucerna, se la Vespa ve l’ha promesso. – Ora vengo a romperti le corna! minacciò Piedipapera, e cominciò ad arrancare dietro la tavola [...]
[...] d’abete. – Oggi va a finir male! borbottava mastro Croce Giufà. – Ohè! ohè! che maniere son queste, vi par d’essere in piazza! urlava don Silvestro [...]
[...] . – Volete scommettere che vi caccio fuori tutti a calci? Ora l’aggiusto io questa faccenda. La Zuppidda non voleva sentirne affatto d’aggiustarla, e [...]
[...] . – Infine che volete? le disse come furono soli, a voi che ve ne importa se mettono il dazio sulla pece? forse che lo pagate voi o vostro marito [...]
[...] ? o non devono pagarlo piuttosto quelli che hanno bisogno di far accomodare le loro barche? Sentite a me: vostro marito è una bestia ad essere in [...]
[...] collera col municipio, e a far tutto questo chiasso. Ora si devono fare gli assessori nuovi, in cambio di padron Cipolla o di massaro Mariano, che non [...]
[...] immischio negli affari di mio marito. So che si mangia le mani dalla collera – Io non posso far altro che andare a dirglielo, se la cosa è certa [...]
[...] . – Andate a dirglielo, è certo come è certo Dio, vi dico! Siamo galantuomini o no? santissimo diavolo! La Zuppidda partì correndo a prendere suo marito [...]
[...] , il quale stava rincantucciato nel cortile a cardar stoppa, pallido come un morto, e non voleva escire per tutto l’oro del mondo, gridando che [...]
[...] Cipolla, e massaro Filippo l’ortolano, i quali non spuntavano mai, sicchè la gente incominciava ad annoiarsi, tanto che le comari s’erano messe a [...]
[...] filare lungo il muricciuolo della chiusa. Infine mandarono a dire che non venivano perchè avevano da fare; e il dazio, se volevano, avrebbero potuto [...]
[...] ! esclamò don Silvestro. Baco da seta non fiatò più e continuò a masticarsi fra i denti il suo brontolìo. – Ora, disse don Silvestro, vedrete che [...]
[...] i Zuppiddi verranno loro stessi a dire che mi danno la Barbara, ma voglio farmi pregare, io. La seduta fu sciolta senza concludere nulla. Il [...]
[...] ! voleva fargli vedere che era stato soldato, a Piedipapera! Lo incontrò giusto che veniva dalla sciara, vicino alla casa dei Zuppiddi, con quel suo [...]
[...] piede del diavolo, e cominciò a dirgli il fatto suo, che era una carogna, e si guardasse bene dal dir male dei Zuppiddi e di quel che facevano [...]
[...] , che lui non ci aveva nulla a vedere. Piedipapera non aveva la lingua in tasca – O che ti pare che sei venuto da lontano a fare lo spaccamontagne [...]
[...] , qui? – Son venuto a rompervi le corna, se aggiungete altro. – Alle grida la gente si era affacciata sugli usci, e si era radunata una gran folla [...]
[...] ; sicchè si azzuffarono perbene, e Piedipapera, il quale ne sapeva più del diavolo, si lasciò cadere a terra tutto in un fascio con ’Ntoni [...]
[...] Malavoglia, che così non valevano a nulla le gambe buone, e si avvoltolarono nel fango, picchiandosi e mordendosi come i cani di Peppi Naso, tanto che [...]
[...] ’Ntoni di padron ’Ntoni dovette ficcarsi nel cortile dei Zuppiddi, perchè aveva la camicia tutta stracciata, e Piedipapera lo condussero a casa [...]
[...] insanguinato come Lazzaro. – Sta a vedere! strepitava ancora comare Venera, dopo che ebbero chiusa la porta sul naso ai vicini, sta a vedere che in casa [...]
[...] mia non sono padrona di fare quello che mi pare e piace. Mia figlia la do a chi vogl’io. La ragazza, tutta rossa, s’era rifugiata in casa, col [...]
[...] , disse allora davanti a tutto il mondo, per me se non mi piglio vostra figlia non mi marito più. – E la ragazza sentiva dalla camera. – Questi non son [...]
[...] stava zitto e gli dava un pezzo di salvietta per asciugarsi; dimodochè ’Ntoni quella sera se ne andò a casa tutto contento. Ma i poveri [...]
[...] Malavoglia, come avevano saputo della sua rissa con Piedipapera, si aspettavano di momento in momento l’usciere che venisse a scacciarli dalla casa [...]
[...] , giacchè Pasqua era lì vicina, e dei denari del debito, a gran stento, ne avevano raccolto appena una metà. – Vedi quel che vuol dire bazzicare dove ci [...]
[...] son ragazze da marito! diceva a ’Ntoni la Longa. Ora tutta la gente parla dei fatti vostri. E mi dispiace per la Barbara. – Ed io me la piglio [...]
[...] che vedi là, me lo fece dire a me prima. – Allora viveva tua nonna, e venne a parlarmene nell’orto, sotto il fico. Ora non si usano più queste cose [...]
[...] , e i vecchi non servono a nulla. Un tempo si soleva dire «ascolta i vecchi e non la sbagli». Prima deve maritarsi tua sorella Mena; lo sai questo [...]
[...] ? – Maledetta la mia sorte! cominciò a gridare ’Ntoni strappandosi i capelli e pestando i piedi. Tutto il giorno a lavorare! all’osteria non ci [...]
[...] ? – Senti! gli disse il nonno rizzandosi su a stento pei dolori che gli mangiavano la schiena. – Va a dormire che è meglio. Questi discorsi non [...]
[...] dovresti farceli mai davanti a tua madre! – Mio fratello Luca sta meglio di me a fare il soldato! brontolò ’Ntoni nell’andarsene. VIII Luca [...]
[...] , poveretto, non ci stava nè meglio nè peggio; faceva il suo dovere laggiù, come l’aveva fatto a casa sua, e si contentava. Non scriveva spesso, è [...]
[...] nipote. Perciò erano stati qualche volta a chiacchierare sottovoce con padron Fortunato, sulla riva, mentre aspettavano la paranza, o seduti al sole [...]
[...] figlio Brasi gli dava sempre dei grattacapi, a correre dietro le ragazze che non avevano nulla, come un baccalà che era. – «L’uomo per la parola, e [...]
[...] il bue per le corna», tornava a ripetere. Mena aveva spesso il cuore nero mentre tesseva, perchè le ragazze hanno il naso fine, ed ora che il nonno [...]
[...] era sempre a confabulare con compare Fortunato, e in casa parlava spesso dei Cipolla, ci aveva sempre la stessa cosa davanti agli occhi, come [...]
[...] quel cristiano di compar Alfio fosse incollato sui panconi del telaio, colle immagini dei santi. Una sera aspettò sino a tardi per veder tornare [...]
[...] affaccendava nel cortile a staccare l’asino, e ad appendere gli arnesi al piuolo, e portava la lanterna di qua e di là. – Se ve ne andate alla Bicocca [...]
[...] abbiamo la metà, e alla salatura delle acciughe pagheremo anche il resto. Alfio a quel discorso lasciò l’asino in mezzo al cortile, e venne sulla strada [...]
[...] padron Cipolla. – Sarà come vuole Dio! disse poi Mena. A me non m’importava di maritarmi, purchè mi avessero lasciata stare qui. – Che bella cosa [...]
[...] notte, compare Alfio; disse poi Mena, dopo essere stata un altro pezzetto a guardare la lanterna appesa al rastrello, e l’asino che andava [...]
[...] abboccando le ortiche pel muricciolo. Compare Alfio diede la buona notte anche lui, e se ne tornò a mettere l’asino nella stalla. – Quella sfacciata di [...]
[...] Sant’Agata – brontolava la Vespa, la quale era a tutte l’ore dai Piedipapera, col pretesto di farsi prestare dei ferri da calza, o per venire a [...]
[...] regalare qualche pugno di fave che aveva raccolti nella chiusa, – quella sfacciata di Sant’Agata è sempre a stuzzicare compare Mosca. Non gli lascia [...]
[...] lingua. – La Vespa è infuriata come fossimo in luglio! sghignazzava compare Tino. – A lei che gliene importa? chiese comare Grazia. – Gliene importa [...]
[...] perchè ce l’ha con tutti quelli che si maritano, e ora sta covando cogli occhi Alfio Mosca. – Tu dovresti dirglielo, che a me non mi piace di tenere [...]
[...] il candeliere. Come se non si vedesse che sta qui per compare Alfio, e poi la Zuppidda va spargendo che noi ci troviamo il nostro conto a fare [...]
[...] questo mestiere. – La Zuppidda farebbe meglio a grattarsi la sua testa, perchè ci è da grattare! Con quella porcheria di tirarsi in casa ’Ntoni di [...]
[...] padron ’Ntoni, mentre il vecchio e tutti fanno il diavolo, e non ne vogliono sapere. Chiudi la finestra. Oggi sono stato mezz’ora a godermi la [...]
[...] era scappato dalla Provvidenza, col pretesto di andare a pigliare la fiocina grande pei cefali; e le diceva: – Se il nonno non vuole, come faremo [...]
[...] ? – Faremo che scapperemo insieme, e poi quando la cosa è fatta dovranno pensarci loro a maritarci, e saranno costretti a dir di sì per forza [...]
[...] pera matura. Non ci mettere il saliscendi all’uscio, perchè aspetto Rocco Spatu che deve venire a parlarmi. Don Silvestro, per far cascare comare [...]
[...] andava a far la barba a mastro Turi che aveva la sciatica, ed anche don Michele, il quale si annoiava a passeggiare colla pistola appesa alla [...]
[...] principio aveva risposto all’occhietto; ma poi, dopo che sua madre le aveva detto che quelli eran tutti mangiapani a ufo, più birri che altro, e i [...]
[...] il fegato, e per dispetto seguitava a passare e ripassare per la via, attorcigliandosi i baffi, e col berretto sugli occhi. La domenica poi si [...]
[...] metteva il cappello colla piuma, e andava a scaricarle un’occhiataccia dalla bottega di Vanni Pizzuto, mentre la ragazza andava a messa colla mamma [...]
[...] . Don Silvestro prese ad andare a farsi radere anche lui, fra quelli che aspettavano la messa, e a scaldarsi al braciere per l’acqua calda, e [...]
[...] scambiare le barzellette. – Quella Barbara gli lascia addosso gli occhi a ’Ntoni Malavoglia, andava dicendo. Volete scommettere dodici tarì che se [...]
[...] altro da grattarsi, se Piedipapera si piglia la casa del nespolo. Vanni Pizzuto tornò a prendere pel naso don Michele. – Eh? che ne dite, don [...]
[...] . Finalmente una volta don Michele disse: – Santo diavolone! se non fosse pel cappello colla penna, gli farei tenere la candela io, a quel [...]
[...] ragazzaccio di Malavoglia. Don Silvestro ebbe la premura di andare a raccontare ogni cosa a ’Ntoni, e che don Michele il brigadiere, era un uomo il quale [...]
[...] non si lasciava posare le mosche sul naso; e doveva avercela con lui. – Io gli rido sul mostaccio, a don Michele il brigadiere! rispose ’Ntoni [...]
[...] . Lo so perchè ce l’ha con me; ma per stavolta può pulirsi la bocca, e farebbe meglio a non sciuparsi le scarpe per passare e ripassare davanti [...]
[...] berretto in mezzo alla folla. Don Michele continuava a passare dalla straduccia per puntiglio, per non darla vinta a lui, chè se lo sarebbe mangiato [...]
[...] come il pane, se non fosse stato pel cappello colla penna. – Si mangiano! diceva Vanni Pizzuto a tutti coloro che andavano a farsi radere la barba [...]
[...] , o venivano a comprare dei sigari, o delle lenze, e degli ami da pescare, o dei bottoni d’osso di quelli da cinque un grano. – Don Michele e [...]
[...] ’Ntoni Malavoglia un giorno o l’altro si mangiano come il pane! È quel benedetto cappello colla penna che gli lega le mani a don Michele. Egli [...]
[...] pagherebbe qualche cosa a Piedipapera se glielo levasse davanti, quel cetriolo di ’Ntoni. – Tanto che il figlio della Locca, il quale era sempre a [...]
[...] andava a farsi la barba, e sentiva che don Michele gli avrebbe dato qualche cosa per levargli davanti gli occhi ’Ntoni Malavoglia, si gonfiava come [...]
[...] un gallo d’India, chè così lo tenevano da conto nel paese. Vanni Pizzuto tornava a dirgli: – Il brigadiere pagherebbe qualunque cosa per avere in [...]
[...] le spalle e seguitava a scaldarsi le mani sul braciere. Don Silvestro si metteva a ridere e rispondeva per lui: – A mastro Vanni gli piacerebbe [...]
[...] sarebbe levato d’attorno ’Ntoni Malavoglia, resterebbe lui solo a far l’asino alla ragazza. Vanni Pizzuto non disse nulla, ma ci pensò su tutta la [...]
[...] notte. – Non sarebbe poi una cosa sbagliata! ruminava fra di sè; tutto sta a prendere Piedipapera per il collo, e in un giorno buono. Il giorno [...]
[...] buono venne a proposito, che una sera Rocco Spatu non si era fatto vivo, Piedipapera era venuto due o tre volte, ad ora tarda, a chieder di lui [...]
[...] , colla faccia bianca e gli occhi stravolti, e le guardie doganali s’erano viste correre di qua e di là, tutte in faccende, col naso a terra come cani [...]
[...] da caccia, e don Michele insieme a loro colla pistola sulla pancia, e i calzoni infilati negli stivali. – Voi potreste fargli un gran servizio a [...]
[...] don Michele, col levargli davanti ’Ntoni Malavoglia – tornò a dire Pizzuto a compare Tino, mentre costui per comprare un sigaro andava a cacciarsi [...]
[...] pareva la caccia alle quaglie. – Altro che quaglie! mormoravano i pescatori rizzandosi sul letto ad ascoltare. E’ son quaglie a due piedi, di quelle [...]
[...] stivali e la pistola sulla pancia! Piedipapera stava nella bottega di Pizzuto a bere il bicchierino, prima dell’alba, che c’era ancora il [...]
[...] lanternino davanti all’uscio; ma stavolta aveva la faccia di un cane che ha rotta la pentola; non diceva le solite barzellette, e domandava a questo e a [...]
[...] , mescendogliene di quel buono: – Dove siete stato a rischiar la pelle, santo cristiano? Non lo sapete che se chiudete gli occhi voi, vi portate nella [...]
[...] quest’abito benedetto di Maria che ci ho sul petto, indegnamente! Tutte bugie di gente senza coscienza, che si danna l’anima a volere il male del [...]
[...] furbaccio! tanto che ha comprato il debito dei Malavoglia; ed ora lo pagano a bastonate. Don Michele si lasciò tirare a ridere un po’. – Sangue di Giuda [...]
[...] ! esclamò Piedipapera battendo il pugno sul banco, e fingeva di mettersi in collera davvero. A Roma non voglio mandarlo, quel ragazzaccio di [...]
[...] ’Ntoni, a fare penitenza! – Bravo! appoggiò Pizzuto. – Io non me la sarei lasciata passar liscia di certo. Eh? don Michele? Don Michele approvò con un [...]
[...] grugnito. – Ci penserò a ridurre come si deve ’Ntoni e tutta la sua parentela! minacciava Piedipapera. – Non voglio farmi ridere sul naso da tutto [...]
[...] dicendo fra di sè «Conviene tenerseli amici tutti, questi birri qui!»; e ruminando come potesse fare a tenerseli amici andò all’osteria, dove lo zio [...]
[...] sulla porta guardando di qua e di là, colla faccia pallida. Lì davanti incontrò pure la Vespa, la quale veniva a vedere se comare Grazia ci avesse un [...]
[...] che andava a ronzare nella sciara, dietro l’orto della Sant’Agata. «Amare la vicina è un gran vantaggio, si vede spesso e non si fa viaggio [...]
[...] ». – Bella santa da attaccarsi al muro, quella Mena! cominciò a sbraitare la Vespa, la vogliono dare a Brasi Cipolla, e seguita a civettare con questo e con [...]
[...] penso per ora a maritarmi; ma certo che da me si troverebbe quel che ci vuole. A buon conto il mio pezzo di chiusa ce l’ho, e nessuno ci tiene le [...]
[...] scavati i denari. Già nel paese si sapeva quel che possedeva ciascuno, fino all’ultimo centesimo, e quei galantuomini dei Malavoglia, magari a vendersi [...]
[...] l’anima al turco, non avrebbero potuto pagare nemmeno la metà, di lì a Pasqua; e per prendersi la casa del nespolo ce ne voleva della carta [...]
[...] subbuglio il paese che un galantuomo non era più sicuro di starsene in casa sua colla sua roba, e quando erano venuti a domandargli se voleva [...]
[...] fare il sindaco, egli aveva risposto – Bravo! e i miei affari chi me li fa? Io bado ai fatti miei. – Intanto padron ’Ntoni pensava a maritare la [...]
[...] alla Vespa, e serviva di comodino a quello spiantato di Alfio Mosca, il quale voleva arraffarsi la sua chiusa. – Ve lo dico io che ve l’arraffa [...]
[...] per colui, e gli sta sempre alle calcagna. Io non posso mica chiuderle l’uscio sul muso, quando viene a far quattro chiacchiere con mia moglie [...]
[...] mettersi il cuore in pace. – Che se la pigli anche il diavolo! esclamò alfine lo zio Crocifisso stordito dalle chiacchiere di compare Tino. – A me [...]
[...] mio come il sangue di Gesù Cristo che c’è nel calice della messa, e par roba rubata, che tutti fanno a chi piglia piglia, compare Alfio, la Vespa [...]
[...] . Aspettiamo a Pasqua; «l’uomo per la parola e il bue per le corna»; ma voglio esser pagato sino all’ultimo centesimo, e non darò più retta a nessuno per [...]
[...] accordare dilazione. La Pasqua infatti era vicina. Le colline erano tornate a vestirsi di verde, e i fichidindia erano di nuovo in fiore. Le [...]
[...] ragazze avevano seminato il basilico alla finestra, e ci si venivano a posare le farfalle bianche; fin le povere ginestre della sciara avevano il loro [...]
[...] . I vecchi si mettevano sull’uscio verso mezzogiorno, e le ragazze cantavano al lavatoio. I carri tornavano a passare nella notte, e la sera si udiva [...]
[...] faccende a tagliare e cucire della roba, e Mena non domandava nemmeno per chi servisse; e una sera le avevano condotto in casa Brasi Cipolla, con [...]
[...] padron Fortunato suo padre, e tutto il parentado. – Qui ci è compare Cipolla che è venuto a farvi una visita; disse padron ’Ntoni, facendoli entrare [...]
[...] passaggio, rispose padron Cipolla, ed abbiamo detto: andiamo a vedere comare Maruzza. Brasi si riempì le tasche di ceci, guardando la ragazza, e dopo i [...]
[...] vecchi in questo tempo si erano messi a discorrere fra di loro, sotto il nespolo, colle comari che facevano cerchio e cantavano le lodi della [...]
[...] , rispose padron ’Ntoni. – «Matrimonii e vescovadi dal cielo sono destinati» aggiunse comare la Longa. – «A buon cavallo non gli manca sella [...]
[...] fosse un mulo davanti a un sacco d’orzo! Guarda che ti sei lasciato cascare il vino sui calzoni, Giufà! e mi hai rovinato un vestito nuovo! Padron [...]
[...] desiderare, ed ora aggiusteremo tutte le altre nostre cosuccie, e potrete dire «Lasciò detto il povero nonno, il riso con i guai vanno a vicenda [...]
[...] ». Quel sabato, verso sera, la Nunziata venne a prendere un pugno di fave per i suoi bambini e disse: – Compare Alfio se ne va domani. Sta levando [...]
[...] tutta la sua roba. Mena si fece bianca e smise di tessere. Nella casa di compar Alfio c’era il lume, e ogni cosa sottosopra. Egli venne a picchiare [...]
[...] all’uscio poco dopo, e aveva la faccia in un certo modo anche lui, e faceva e disfaceva dei nodi alla frusta che teneva in mano. – Sono venuto a [...]
[...] : – Volete aspettarlo padron ’Ntoni? che avrà piacere di salutarvi. Compar Alfio allora si mise a sedere in punta alla scranna, colla frusta in [...]
[...] stallatico, che chi viene e chi se ne va, e a poco a poco tutti cambiano di posto, e ogni cosa non sembra più quella. – Così dicendo si fregava le [...]
[...] pensieri, e com’entrano nel mondo cominciano a conoscere i guai e i dispiaceri. Compar Alfio, dopo che furono tornati a casa padron ’Ntoni e i ragazzi, e [...]
[...] li ebbe salutati, non sapeva risolversi a partire, e rimaneva sulla soglia, colla frusta sotto l’ascella, a stringere la mano a questo e a quello [...]
[...] , anche a comare Maruzza, e ripeteva, come si suol fare quando uno se ne va lontano, e non si sa bene se ci si rivede più: – Perdonatemi se ho [...]
[...] passeggiavano cantando e tenendosi abbracciate. Mena uscì anche lei a braccetto della Nunziata, chè in casa si sentiva soffocare. – Ora non si [...]
[...] ’ nella giornata. Mena non diceva nulla, e stava appoggiata allo stipite a guardar il carro carico, la casa vuota, il letto mezzo disfatto, e la [...]
[...] . Ella disse di sì col capo, e Nunziata intanto era corsa a schiumare la pentola che riversava, da quella brava massaia che era. – Così son contento [...]
[...] , che posso dirvi addio anche a voi! disse Alfio. – Sono venuta a salutarvi, – disse lei, e ci aveva il pianto nella gola. – Perchè ci andate alla [...]
[...] Bicocca se vi è la malaria? Alfio si mise a ridere, anche questa volta a malincuore, come quando era andato a dirle addio. – O bella! perchè ci [...]
[...] , tanto che potrei andar a governare l’asino di notte, anche al buio; e vi avrei sposata io, comare Mena, chè in cuore vi ci ho da un pezzo, e vi [...]
[...] me ne vado. La poveretta piangeva cheta cheta, colla mano sugli occhi, e se ne andò insieme alla Nunziata a pianger sotto il nespolo, al chiaro di [...]
[...] Pasqua padron ’Ntoni prese quelle cento lire che ci erano nel canterano, e si mise il giubbone nuovo per andare a portarle allo zio Crocifisso [...]
[...] . – Che, son tutte qui? disse costui. – Tutte non ci possono essere, zio Crocifisso; voi lo sapete quel che ci vuole a far cento lire. Ma «meglio poco [...]
[...] che nulla» e «chi dà acconto non è cattivo pagatore». Ora viene l’estate, e coll’aiuto di Dio pagheremo ogni cosa. – A me perchè venite a contarmela [...]
[...] vedo. A voi compare Tino non vi dirà di no, per aspettare sino alla Madonna dell’Ognina. – Queste qui non bastano per le spese! ripeteva Campana di [...]
[...] legno, facendo saltare i denari nella mano. Andate a dirglielo voi se vuole aspettarvi; perchè non è più affar mio. Piedipapera cominciò a [...]
[...] bestemmiare e a buttare il berretto per terra, al solito suo, dicendo che non aveva pane da mangiare, e non poteva aspettare nemmeno sino [...]
[...] all’Ascensione. – Sentite, compare Tino, gli diceva padron ’Ntoni colle mani giunte come dinanzi al Signore Iddio, se non mi volete aspettare sino a San [...]
[...] . Padron ’Ntoni tornò a casa ancora pallido, e disse alla nuora – Ce l’ho tirato, ma ho dovuto pregarlo come Dio, – e tremava ancora il poveretto [...]
[...] Zuppidda a sentir quello che si diceva, e a dir la sua. Oramai come padron ’Ntoni maritava la nipote, e la Provvidenza s’era rimessa in gambe, tutti [...]
[...] tornavano a far buon viso ai Malavoglia, che non sapevano nulla di quel che ci aveva nello stomaco Piedipapera, nemmeno comare Grazia, sua moglie [...]
[...] , la quale chiacchierava con comare Maruzza quasi suo marito non ci avesse niente di male nello stomaco. ’Ntoni andava ogni sera a far quattro [...]
[...] comari; e tutti le facevano festa a Sant’Agata, persino sua madre s’era levata il fazzoletto nero, perchè dove ci sono sposi è di malaugurio [...]
[...] portare il lutto; e avevano scritto anche a Luca, per dargli la notizia che Mena si maritava. Ella sola, poveretta, non sembrava allegra come gli altri [...]
[...] e tanto ha fatto che ha mandato via del paese compar Alfio! Intanto a Sant’Agata le avevano messa la veste nuova, e aspettavano la festa di San [...]
[...] sarebbe mancato nulla, e intanto ella era sempre in faccende a tagliare e cucire. Padron ’Ntoni voleva vedere anche lui, quando tornava a casa la sera [...]
[...] , i ragazzi guadagnavano tutti, chi più chi meno, e la Provvidenza si buscava il pane anch’essa, e facevano il conto che coll’aiuto di Dio a San [...]
[...] Giovanni si sarebbero cavati d’imbarazzo. Padron Cipolla allora stava delle sere intere seduto sugli scalini della chiesa con padron ’Ntoni, a [...]
[...] seppe per tutto il paese che quella domenica comare Grazia Piedipapera andava lei a spartire i capelli della sposa, e a levarle la spadina d’argento [...]
[...] invitato lo zio Crocifisso, e tutto il vicinato, e tutti gli amici e i parenti, senza risparmio. – Io non ci vengo! borbottava lo zio Crocifisso a [...]
[...] . Comare Venera la Zuppidda faceva il diavolo perchè avevano invitato comare Grazia a pettinare la sposa, mentre sarebbe toccato a lei, che stava per [...]
[...] in furia la veste nuova, chè non se lo aspettava quell’affronto. ’Ntoni ebbe un bel pregarla e scongiurarla di non attaccarsi a quel pelo, e [...]
[...] non possiamo starci! I Malavoglia lo sapevano bene di aver preferito comare Grazia per amore di quei denari che dovevano a suo marito. Adesso erano [...]
[...] quell’affare dei pugni. – Gli leccano le scarpe perchè gli devono quei soldi della casa! andava borbottando la Zuppidda. – Anche a mio marito gli [...]
[...] mandato a comare Mena; e ’Ntoni il quale era venuto a prenderle, lo rimandarono mogio mogio, che il giubbone nuovo gli cascava di dosso. Madre e [...]
[...] figlia poi stavano a guardare dal cortile, mentre infornavano il pane, la babilonia che c’era in casa dei Malavoglia, tanto che le voci e le risate [...]
[...] stava preparando le carte, giacchè a mandare l’usciere c’era tempo, aveva detto lo zio Crocifisso; persino padron Cipolla si lasciò andare a dir [...]
[...] , diceva di sì col capo, e rideva tutto solo. – Bada a non dar da bere ai tuoi calzoni, come l’altra volta, che non hanno sete, diceva al figlio [...]
[...] compare Cipolla; e diceva pure che si sentiva in gamba meglio della sposa e voleva ballare la fasola con lei. – Allora io non ho più nulla a far qui, e [...]
[...] gli altri. Allora la cugina Anna finse che le scappasse di mano il boccale, nel quale c’era ancora più di un quartuccio di vino, e cominciò a [...]
[...] anche questa volta! brontolò Brasi, il quale dacchè gli era accaduta quella disgrazia sul vestito stava guardingo. Piedipapera s’era messo a [...]
[...] venuto in coda alla folla, e l’avevano fatto entrare per dare da bere anche a lui. Dalla Santuzza se ci andate senza denari non vi danno niente [...]
[...] faceva. – O perchè non sono venuti il vicario e don Silvestro? domandò Piedipapera. – Gliel’ho detto anche a loro, ma vuol dire che hanno da fare [...]
[...] quando casca un asino sotto il carico, e tutti si affollano a vedere cos’è stato, talchè anche le donnicciuole guardavano da lontano colla bocca aperta [...]
[...] , senza osare d’accostarsi. – Io, per me, vado a vedere cos’è successo; disse Piedipapera, e scese dal muro adagio adagio. In quel crocchio [...]
[...] dal barbiere a farsi dare un bicchierino d’erbabianca. Raccontavano che si era combattuta una gran battaglia di mare, e si erano annegati dei [...]
[...] era anche lui sul Re d’Italia, osservò don Silvestro, il quale si era accostato per sentire. – Ora vado a dirlo a mia moglie! saltò su mastro Turi [...]
[...] con del fegato sotto la camicia. Sentite, quando si è visto quello che hanno veduto questi occhi, e come ci stavano quei ragazzi a fare il loro [...]
[...] donne che avete il busto, e questo busto fosse di ferro, che potrebbero spararvi addosso una cannonata senza farvi nulla. È andato a fondo in un [...]
[...] momento, e non l’abbiamo visto più, in mezzo al fumo, un fumo come se ci fossero state venti fornaci di mattone, lo sapete? – A Catania c’era un [...]
[...] casa del diavolo! aggiunse lo speziale. – La gente si affollava attorno a quelli che leggevano i giornali, che pareva una festa. – I giornali son [...]
[...] . Padron Cipolla era accorso anche lui a vedere cos’era quella folla. – Voi ci credete? sogghignò egli alfine. Son chiacchiere per chiappare il soldo del [...]
[...] padron Cipolla, è come quando il Comune di Aci Trezza litigava pel territorio col Comune di Aci Castello. Cosa ve n’entrava in tasca, a voi e a me [...]
[...] ? – Ve n’entra! esclamò lo speziale tutto rosso. Ve n’entra... che siete tante bestie!... – Il guaio è per tante povere mamme! s’arrischiò a dire [...]
[...] dappertutto dove vedete un po’ di cristiano, in mezzo al fumo. In terra è tutt’altra cosa. Un bersagliere che tornava con noi a Messina ci diceva [...]
[...] che non si può stare al pinf panf delle fucilate senza sentirsi pizzicar le gambe dalla voglia di buttarsi avanti a testa bassa. Ma i bersaglieri [...]
[...] non sono marinari, e non sanno come si fa a stare nel sartiame col piede fermo sulla corda e la mano sicura al grilletto, malgrado il rollìo [...]
[...] del bastimento, e mentre i compagni vi fioccano d’attorno come pere fradicie. – Per la madonna, esclamò Rocco Spatu. Avrei voluto esserci anch’io a [...]
[...] tante, risposero. Poi passò a babordo e non si vide più. – Questa di morire arrostito non mi piacerebbe, conchiuse Spatu; ma pei pugni ci sto. E [...]
[...] vuole un bicchiere di vino schietto. Quel Pizzuto avvelena la gente colla sua erbabianca, e non va a confessarsene. Certuni la coscienza l’hanno dietro [...]
[...] le spalle, poveretti loro! – A me mi sembrano tanti pazzi costoro! diceva padron Cipolla soffiandosi il naso adagio adagio. Che vi fareste [...]
[...] , perchè dietro ogni soldato ci sta un caporale col fucile carico, e non ha a far altro che star a vedere se il soldato vuol scappare, e se il [...]
[...] fave abbrustolite, e alcuni anche canterellavano sottovoce, colle spalle al muro, vennero a raccontare la storia che avevano portato in paese i due [...]
[...] c’entrava più, se n’era lavate le mani. Ora era affare di Piedipapera; ma gli dispiaceva, in coscienza. Il giorno dopo cominciò a correre la voce [...]
[...] era morta molta gente; chi raccontava la cosa in un modo e chi in un altro, a pezzi e bocconi, masticando le parole. Le vicine venivano colle mani [...]
[...] sotto il grembiule a domandare se comare Maruzza ci avesse il suo Luca laggiù, e stavano a guardarla con tanto d’occhi prima d’andarsene. La [...]
[...] povera donna cominciava a star sempre sulla porta, come ogni volta che succedeva una disgrazia, voltando la testa di qua e di là, da un capo all’altro [...]
[...] occhioni sbarrati e lucenti, e diceva sempre di sì, come quando l’avevano mandato a fare il soldato – talchè sentiva anche lei una sete, un’arsura da [...]
[...] non dirsi. – In mezzo a tutte le storie che correvano pel villaggio, ed erano venuti a raccontargliele, le era rimasto in mente di uno di quei [...]
[...] marinari, che l’avevano pescato dopo dodici ore, quando stavano per mangiarselo i pescicani, e in mezzo a tutta quell’acqua moriva di sete. Allora la [...]
[...] Longa, come pensava a quell’uomo che moriva di sete in mezzo a tutta quell’acqua, non poteva stare dall’andare ad attaccarsi alla brocca, quasi ce [...]
[...] in casa; era sempre in giro a chiacchierare di porta in porta, quasi andasse cercando quel che voleva sapere. – Avete visto una gatta quando ha [...]
[...] della nuora come un cagnolino. Alcuni gli dicevano: – Andate a Catania che è paese grosso, e qualcosa sapranno dirvi. Nel paese grosso il povero [...]
[...] andasse dal capitano del porto, giacchè le notizie doveva saperle lui. Colà, dopo averlo rimandato per un pezzo da Erode a Pilato, si misero a [...]
[...] sfogliare certi libracci e a cercare col dito sulla lista dei morti. Allorchè arrivarono ad un nome, la Longa che non aveva ben udito, perchè le [...]
[...] – conchiuse l’impiegato, chiudendo il registro. Fu a Lissa; che non lo sapevate ancora? La Longa la portarono a casa su di un carro, e fu malata per alcuni [...]
[...] tutte quelle spade d’argento che ci aveva la Madonna. Ogni sera le donnicciuole, quando andavano a prendersi la benedizione, e compare Cirino [...]
[...] faceva risuonare le chiavi prima di chiudere, la vedevano sempre lì, a quel posto, accasciata sui ginocchi, e la chiamavano anche lei la madre [...]
[...] addolorata. – Ha ragione – dicevano nel paese. – Luca sarebbe tornato fra breve, e i suoi trenta soldi al giorno se li sarebbe guadagnati. «A nave rotta [...]
[...] moglie. I pasticci non mi piacciono! Andate a lavorare che non sono affari vostri: – e lo mandava fuori dell’uscio colle braccia penzoloni e quella [...]
[...] malabestia di dieci rotoli in mano. Barbara, seduta sul parapetto del terrazzo, a strappare le foglioline secche dei garofani, colla bocca stretta [...]
[...] sarà maritata, rispondeva ’Ntoni, il nonno ci darà la camera di sopra. – Io non ci sono avvezza a star nella camera di sopra, come i colombi [...]
[...] ! tagliava corto la Barbara; tanto che suo padre, ch’era suo padre! diceva a ’Ntoni, guardandosi attorno, mentre se ne andavano per la straduccia [...]
[...] : – Verrà tutta sua madre, la Barbara; pensa a non farti mettere il basto da principio, se no ti succede come a me. Però comare Venera aveva dichiarato [...]
[...] : – Prima che mia figlia vada a dormire nella stanza dei colombi bisogna sapere a chi resta la casa, e voglio stare a vedere dove finisce questo [...]
[...] affare dei lupini. Andava a finire che Piedipapera stavolta voleva essere pagato, santo diavolone! San Giovanni era arrivato, e i Malavoglia tornavano [...]
[...] a parlare di dare degli acconti, perchè non avevano tutti i denari, e speravano di raggranellare la somma alla raccolta delle ulive. Lui se l’era [...]
[...] levati di bocca quei soldi, e non aveva pane da mangiare, com’è vero Dio! non poteva campare di vento sino alla raccolta delle ulive. – A me [...]
[...] quella di tutti gli altri. – Presto compie l’anno! aggiungeva lo zio Crocifisso, quand’era solo a brontolare con compare Tino – e non si è visto un [...]
[...] grano d’interessi – quelle duecento lire basteranno appena per le spese. Vedrete che al tempo delle ulive vi diranno di aspettarli sino a Natale, e [...]
[...] poi sino a Pasqua. Così vanno in rovina le case. Ma io la roba mia l’ho fatta col sudore della fronte. Adesso uno è in paradiso, l’altro vuole la [...]
[...] Zuppidda; non possono menare innanzi quella barca rotta, e cercano di maritare la ragazza. – Costoro non pensano ad altro che a maritarsi; hanno la [...]
[...] conclusione se la prendevano coll’avvocato, il quale non finiva mai di scrivere le sue carte prima di mandare l’usciere. – Ci sarà stato padron ’Ntoni a [...]
[...] coi Malavoglia, perchè la Zuppidda era andata a togliere la roba di comare Grazia dalla sponda del lavatoio, e ci aveva messa la sua: di quelle [...]
[...] messo in fronte. Le carte bollate allora cominciarono a piovere, e Piedipapera diceva che l’avvocato non doveva esser rimasto contento del [...]
[...] avrebbero pagato. Padron ’Ntoni tornò a correre dal segretario e dall’avvocato Scipioni; ma questi gli rideva sul naso, e gli diceva che «chi è [...]
[...] minchione se ne sta a casa», che non doveva lasciarvi mettere la mano alla nuora, e poichè aveva fatto il pasticcio se lo mangiasse. «Guai a chi casca [...]
[...] per chiamare aiuto!». – Sentite a me, gli suggerì don Silvestro, piuttosto dategli la casa, se no se ne va in spese perfino la Provvidenza e i [...]
[...] . Compare Tino non aveva fiele in corpo, e andava a parlare a padron ’Ntoni come se non fosse fatto suo, passandogli il braccio attorno al collo, e gli [...]
[...] diceva – Scusatemi, fratello mio, a me mi dispiace più di voi, di cacciarvi fuori dalla vostra casa, ma che volete? sono un povero diavolo [...]
[...] chiodo, o toglieva da un cantuccio un deschetto che soleva star lì di casa, faceva una scrollatina di capo. Poi si misero a sedere sui pagliericci [...]
[...] chiodi e un bel pezzo di legno. Lo zio Crocifisso era venuto a dare un’occhiata insieme a Piedipapera, e parlavano a voce alta nelle stanze [...]
[...] vuote, dove le parole si udivano come se fossero in chiesa. Compare Tino non aveva potuto durarla a campare d’aria sino a quel giorno, e aveva dovuto [...]
[...] al collo. Lo sapete che sono un povero diavolo, e cinquecento lire mi fanno! Se voi foste stato ricco ve l’avrei venduta a voi. – Ma padron ’Ntoni [...]
[...] , ormai vizze, erano tuttora appese all’uscio e le finestre, come ce le avevano messe a Pasqua delle Rose. La Vespa era venuta a vedere anche lei [...]
[...] il sordo. A me mi sta nel cuore la roba di mio zio, come a lui deve stare a cuore la mia chiusa. Lo zio Crocifisso lasciava dire e non udiva, ora [...]
[...] metterete il cuore in pace, e lo crederete che non penso a lui! diceva la Vespa all’orecchio dello zio Crocifisso. – Io ci ho il cuore in pace [...]
[...] per la messa, e nessuno li salutava più, nemmeno padron Cipolla, il quale andava dicendo: – Questa partaccia a me non la doveva fare padron ’Ntoni [...]
[...] roba, bietolone! gli gridava il babbo, per andarla a buttare con chi non ha niente! Gli avevano ripreso persino il vestito nuovo a Brasi, ed ei si [...]
[...] sfogava ad andare a stanare le lucertole nella sciara, o a mettersi a cavalcioni sul muricciuolo del lavatoio, e giurava di non far più nulla [...]
[...] che avevano presa in affitto, nella strada del Nero, vicino ai Zuppiddi, e se accadeva di vederli da lontano, Brasi correva a nascondersi dietro [...]
[...] il muro, o tra i fichidindia. La cugina Anna che scopriva ogni cosa dal greto dov’era a stendere la tela, diceva con comare Grazia: – Ora quella [...]
[...] stessa, senza dir nulla. Adesso aveva tanto da fare nella casa nuova, dove bisognava mettere ogni cosa a un altro posto, e non si vedeva più il [...]
[...] nespolo e la porta della cugina Anna e della Nunziata. Sua madre la covava cogli occhi, mentre lavorava accanto a lei, e l’accarezzava col tono della [...]
[...] spalle; ma la ragazza cantava come uno stornello, perchè aveva diciotto anni, e a quell’età se il cielo è azzurro vi ride negli occhi, e gli [...]
[...] anche lei doveva badare ai fatti suoi. Così va il mondo. – Ciascuno deve badare ai fatti suoi: quello che diceva a ’Ntoni di padron ’Ntoni comare [...]
[...] Venera. – Ciascuno deve pensare alla sua barba prima di pensare a quella degli altri. Tuo nonno non ti dà nulla; dunque che obbligo hai verso di loro [...]
[...] piatto!» – Bella cosa, rispondeva ’Ntoni. Ora che i miei parenti sono in mezzo alla strada mi dite di piantarli anch’io! Come se la caverà il nonno a [...]
[...] far andare la Provvidenza e a dar da mangiare a tanti, se lo lascio solo? – Allora sbrigatevela tra voi altri! esclamava la Zuppidda voltandogli le [...]
[...] spalle per andare a frugare nei cassetti, o in cucina, buttando in aria ogni cosa per darsi da fare, onde non guardarlo in faccia. Mia figlia io [...]
[...] sulle spalle due famiglie. Barbara nell’altra stanza fingeva di non udire, e seguitava a far girare l’arcolaio lesto lesto. Ma appena ’Ntoni si [...]
[...] non sapeva che fare, perchè Barbara lo teneva invischiato come un passerotto, con quegli occhioni neri, e gli diceva poi: – Vuol dire che a me non [...]
[...] mi volete bene come ai vostri! e si metteva a piangere nel grembiule quando non c’era la mamma. – Sacramento! esclamava ’Ntoni, vorrei tornare a [...]
[...] fare il soldato! – E si strappava i capelli e si dava dei pugni nella testa, ma non sapeva risolversi a pigliare la risoluzione che ci voleva, da [...]
[...] vero cetriolo che era. – Allora, diceva la Zuppidda «’Ntrua, ’ntrua! ciascuno a casa sua!». E suo marito le ripeteva: – Te l’avevo detto che a me i [...]
[...] pasticci non mi piacciono! – Voi andatevene a lavorare! rispondeva lei, che non sapete nulla. ’Ntoni, ogni volta che andava dai Zuppiddi, trovava [...]
[...] tanto di grugno, e la gnà Venera gli rinfacciava ogni volta che i Malavoglia avevano invitato la Piedipapera a pettinare la Mena, bella [...]
[...] pettinatura che le aveva fatto! per leccare le ciabatte a compare Tino, a motivo di quei quattro soldi della casa; che poi la casa se l’era presa egualmente [...]
[...] voleva far l’uomo, e non si lasciava vedere per due o tre giorni. Ma la piccola Lia, che non sapeva tutte quelle chiacchiere, continuava a venire [...]
[...] a giocare nel cortile di comare Venera, come l’avevano avvezzata, quando la Barbara le dava i fichidindia e le castagne, perchè voleva bene a suo [...]
[...] fratello ’Ntoni, ed ora non le davano più nulla; la Zuppidda le diceva: – Che vieni a cercare tuo fratello qui? Tua madre ha paura che vogliono [...]
[...] rubartelo tuo fratello! Comare la Vespa veniva anche lei nel cortile dei Zuppiddi, colla calzetta al collo, a dire roba di fuoco degli uomini, che [...]
[...] : – Tua madre che fa la lavandaia, invece di stare a ciarlare dei fatti altrui al lavatoio, farebbe bene a dare una risciacquata a quei quattro soldi [...]
[...] non ci andò più, e la gnà Venera disse che era meglio, così non venivano in casa a far le spie, che temevano sempre volessero rubarsi quel tesoro [...]
[...] . – Vedrete che arriveranno a metter fuori le scope! diceva la Mangiacarrubbe gongolando. Non mi chiamo la Mangiacarrubbe se non ci arrivano [...]
[...] e potrebbero andare a finire a coltellate; invece le comari, dopo che hanno messo fuori la scopa, e si sono voltate le schiene, e si sono sfogate [...]
[...] a dirsi improperi, e a strapparsi i capelli, si riconciliano subito, e si abbracciano e si baciano, e si mettono sull’uscio a chiacchierare come [...]
[...] prima. ’Ntoni poi, stregato dagli occhi della Barbara, era tornato quatto quatto a piantarsi sotto la finestra, per metter pace, che la gnà Venera [...]
[...] , compare ’Ntoni, «I pesci del mare son destinati a chi se l’ha da mangiare»; mettiamoci il cuore in pace voi ed io, e non ci pensiamo più. – Voi [...]
[...] potete mettervelo il cuore in pace, comare Barbara, ma per me, «Amare e disamare non sta a chi lo vuol fare». – Provate, che ci riescirete anche [...]
[...] voi. A provare non si perde nulla. Io vi auguro ogni bene e ogni fortuna, ma lasciatemi badare ai fatti miei, chè ho già ventidue anni. – Io lo [...]
[...] aveva il cuore grosso, il povero ’Ntoni, e non voleva lasciarla così. Ma ella doveva andare a riempir la brocca alla fontana, e gli disse addio [...]
[...] ci mise una pietra su quel che era stato, e se ne tornò a remare come un galeotto, che già quella era una vera galera, dal lunedì al sabato, ed [...]
[...] egli era stanco di rompersi l’anima per niente, perchè quando non si ha nulla è inutile arrabbattarsi da mattina a sera, e non trovate un cane che [...]
[...] vi voglia, per questo egli ne aveva le tasche piene di quella vita; preferiva piuttosto di non far niente davvero, e starsene in letto a fare il [...]
[...] malato, come quando era seccato del servizio militare, e il nonno poi non stava a cercare il pelo nell’uovo come il dottore della fregata. – Che hai [...]
[...] cade nell’acqua è forza che si bagni». Se suo fratello si metteva a cantare, mentre stavano alla vela, – Sì, sì, canta pure. Quando sarai vecchio [...]
[...] ! – Bella o no, non l’abbiamo fatta noi così com’è, conchiudeva il nonno. La sera mangiava ingrugnato la sua minestra, e la domenica andava a gironzare [...]
[...] attorno all’osteria, dove la gente non aveva altro da fare che ridere e spassarsi, senza pensare che il giorno dopo si tornava a fare quel che si [...]
[...] era fatto in tutta la settimana; oppure stava delle ore intere seduto sugli scalini della chiesa, col mento in mano, a veder passare la gente [...]
[...] colle mani sotto le ascelle a non far nulla, e allora gli seccava anche quella fatica di pensare al suo stato, di desiderare quelle cose che aveva [...]
[...] , secondo il costume dei vecchi: – Vorrei farlo io quello che fate voi, sorella mia! le diceva per confortarla. Alla fin fine è come andare a [...]
[...] spasso. X ’Ntoni andava a spasso sul mare tutti i santi giorni, e gli toccava camminare coi remi, logorandosi la schiena. Però quando il mare [...]
[...] , e ognuno diceva che quelli di padron ’Ntoni andavano a cercarsi i guai col candeliere. Padron ’Ntoni rispondeva che andava a cercarsi il pane, e [...]
[...] , tanto erano lontane, e intorno a loro non c’era che acqua, si metteva a chiacchierare coi nipoti dalla contentezza, che poi alla sera la Longa e [...]
[...] tutti gli altri li avrebbero aspettati sulla riva, quando vedevano la vela far capolino tra i fariglioni, e sarebbero stati a guardare anche loro la [...]
[...] donne pestavano il sale fra i ciottoli, e quando contavano i barilotti ad uno ad uno, e lo zio Crocifisso veniva a vedere quel che avevano fatto [...]
[...] , per gettare la sua offerta a occhi chiusi, e Piedipapera gridava e bestemmiava per dire il prezzo giusto, chè allora facevano piacere le grida di [...]
[...] Piedipapera, già a questo mondo non bisogna restare in collera colla gente, e la Longa poi si contava a soldo a soldo davanti al suocero i denari [...]
[...] che portava Piedipapera nel fazzoletto, e diceva: – Questi sono per la casa! Questi altri sono per la spesa. La Mena aiutava anch’essa a pestare il [...]
[...] sale, e a mettere in ordine i barilotti, e ci aveva un’altra volta la veste turchina e la collana di corallo che avevano dovuto dare in pegno allo [...]
[...] , mentre il nonno pensava a tutte quelle cose: – per me desidero questo soltanto, che quella carogna della Barbara s’abbia a mangiare i gomiti quando [...]
[...] ci avremo il fatto nostro anche noi, e s’abbia a pentire d’avermi chiusa la porta in faccia. – «Il buon pilota si conosce alle burrasche [...]
[...] ». Per questo il Signore le aiuta, costoro, con tutte quelle bocche che hanno in casa. – Quando la Nunziata va a far legna nella sciara, o il fagotto [...]
[...] della tela è troppo pesante per lei, l’aiuto anch’io, poveretta, disse Alessi. – Adesso aiuta a tirare da questa parte, chè San Francesco stavolta [...]
[...] pedagna e colle braccia sotto il capo, a veder volare i gabbiani bianchi sul cielo turchino che non finiva mai, e la Provvidenza si dondolava [...]
[...] rovesciava sino a sera sulle loro spalle che non ci erano cappotti che bastassero, e il mare friggeva tutto intorno come il pesce nella padella [...]
[...] non si finiva più, e il nonno badava a ripetere «Mare bianco, scirocco in campo» o «mare crespo, vento fresco» come se fossero là per imparare i [...]
[...] proverbi; e con quei benedetti proverbi, mentre la sera stava a guardare il tempo dalla finestra col naso in aria, diceva pure «Quando la luna è [...]
[...] l’anima al diavolo, coll’acqua a mezza gamba. – Stasera, gli diceva il nonno, la Maruzza ci farà trovare una bella fiammata e ci asciugheremo tutti [...]
[...] . E la sera, sull’imbrunire, come la Provvidenza, colla pancia piena di grazia di Dio, tornava a casa, che la vela si gonfiava come la gonnella di [...]
[...] quando dovevano riportarsele indietro vuote non avevano voglia di ciarlare, ma invece se le ceste non bastavano, e Alessi doveva correre a casa a [...]
[...] davanti alla fiammata stavano a chiacchierare sino a tardi della grazia di Dio che aveva mandato San Francesco, e quel che si sarebbe fatto dei [...]
[...] denari. Ma a quel giuoco da disperati si arrischiava la vita per qualche rotolo di pesce, e una volta i Malavoglia furono a un pelo di rimettercela [...]
[...] vedeva più neppur l’Etna, e il vento soffiava a ondate che pareva avesse la parola. – Brutto tempo! diceva padron ’Ntoni. Il vento oggi gira [...]
[...] essere tutti a dormire; osservò Alessi. – A quest’ora avrebbero dovuto accendere il faro di Catania, disse ’Ntoni, ma non si vede niente. – Tieni [...]
[...] sempre la sbarra a greco, Alessi, ordinò il nonno, fra mezz’ora non ci si vedrà più peggio di essere in un forno. – Con questa brutta sera e [...]
[...] ’ sarebbe meglio trovarsi all’osteria della Santuzza. – O coricato nel tuo letto a dormire, non è vero? rispose il nonno; allora dovevi fare il segretario [...]
[...] . Tutt’a un tratto si era fatto oscuro che non ci si vedeva più neanche a bestemmiare. Soltanto le onde, quando passavano vicino alla Provvidenza [...]
[...] . – Ho in testa, disse a un tratto ’Ntoni, che stasera dovremo dare al diavolo la pesca che abbiamo fatta. – Taci! gli disse il nonno, e la sua [...]
[...] che suonava come una corda di chitarra. All’improvviso il vento si mise a fischiare al pari della macchina della ferrovia, quando esce dal buco del [...]
[...] ! Alessi s’era aggrappato al timone, e all’udire quelle parole del nonno cominciò a strillare – Mamma! mamma mia! – Taci! gli gridò il fratello [...]
[...] , gli disse il nonno, e sei Malavoglia anche tu. La barca si raddrizzò e fece prima un gran salto; poi seguitò a far capriole sulle onde. – Dà qua [...]
[...] certe ondate che facevano sbattere il petto contro la manovella a tutt’e due. – Il remo! gridò ’Ntoni, forza nel tuo remo, Alessi! che a mangiare [...]
[...] nonno per lui. Soltanto raccomandiamoci a Dio. – Santo diavolone! esclamò ’Ntoni col petto ansante, qui ci vorrebbero le braccia di ferro come [...]
[...] la macchina del vapore. Il mare ci vince. Il nonno si tacque e stettero ad ascoltare la burrasca. – La mamma adesso dev’essere sulla riva a vedere [...]
[...] non ne poteva più. E si mise a strillare e a chiamare la mamma ad alta voce, in mezzo al rumore del vento e del mare; nè alcuno osò sgridarlo più [...]
[...] poi alla volontà di Dio. Il vento contrastava forte alla manovra, ma in cinque minuti la vela fu spiegata, e la Provvidenza cominciò a balzare [...]
[...] nessuno fiatava, perchè quando il mare parla in quel modo non si ha coraggio di aprir bocca. Padron ’Ntoni disse soltanto: – A quest’ora laggiù [...]
[...] . – Il fanale del molo, – gridò ’Ntoni, – lo vedete? – A dritta! gridò padron ’Ntoni, a dritta! Non è il fanale del molo. Andiamo sugli scogli. Serra [...]
[...] che gridava: – Ahi! come di uno che stesse per morire. – Chi è? chi è che grida? domandava ’Ntoni, aiutandosi coi denti e col coltello a tagliare le [...]
[...] padron ’Ntoni non si raddrizzò, lui, e non rispondeva più a ’Ntoni che lo chiamava. Ora, quando il mare e il vento gridano insieme, non c’è cosa che [...]
[...] spaccarsi come un guscio di noce sullo scoglio dei colombi, sotto la guardiola della dogana. La barca saltò come un puledro sullo scoglio, e venne a [...]
[...] cadere in secco, col naso in giù – Coraggio, coraggio! gridavano loro le guardie dalla riva, e correvano qua e là colle lanterne a gettare delle [...]
[...] corde. – Siam qui noi! fatevi animo! – Finalmente una delle corde venne a cadere a traverso della Provvidenza, la quale tremava come una foglia, e [...]
[...] battè giusto sulla faccia a ’Ntoni peggio di un colpo di frusta, ma in quel momento gli parve meglio di una carezza. – A me! a me! gridò [...]
[...] avvolgerla due o tre volte alla sbarra del timone, e le guardie doganali li tirarono a riva. Padron ’Ntoni però non dava più segno di vita, e [...]
[...] per arrivare a Trezza, disse che lo portassero a casa su di una scala. Maruzza, Mena, e le vicine, che strillavano sulla piazza e si battevano il [...]
[...] stradicciuola davanti alla casa dei Malavoglia, come se ci fosse il morto, tanto che la cugina Anna dovette chiuder l’uscio sul mostaccio a tutti [...]
[...] Zuppidda, un giorno o l’altro se la vede tornare a casa vedova, e cogli orfani per giunta, chè se non fosse stato per don Michele, dei Malavoglia [...]
[...] don Michele, a mo’ d’esempio, il quale era grasso e grosso meglio di un canonico, e andava sempre vestito di panno, e si mangiava mezzo paese, e [...]
[...] , venne a dire don Franco; gli abbiamo fatta la fasciatura; ma se non viene la febbre, se ne va. Piedipapera volle andare a vedere anche lui, perchè [...]
[...] era di casa, e padron Fortunato, e chi d’altri potè entrare, a furia di gomitate. – La faccia non mi piace niente affatto! sentenziava padron Cipolla [...]
[...] Madonna, e dicevano il rosario davanti al letto del malato, il quale non fiatava più e non voleva nemmeno dell’acqua, e nessuno andò a dormire, tanto [...]
[...] strada facevano ballare i bicchieri sulla tavola, e trasalire coloro che stavano a vegliare il malato; così passò anche tutta la giornata, e le [...]
[...] vicine stavano sulla porta, cianciando a voce bassa fra di loro, e guardando pel vano dell’uscio cosa succedeva. Verso sera padron ’Ntoni volle veder [...]
[...] ci hai tutti gli altri sulle spalle, e fa come ho fatto io. Le donne si mettevano a gridare colle mani nei capelli, udendolo discorrere a quel modo [...]
[...] sarete costretti ad andare a giornata, e non sapete com’è dura, quando padron Cipolla o lo zio Cola vi dicono: – Non ho bisogno di nessuno per [...]
[...] lunedì. – E quest’altra cosa voglio dire a te, ’Ntoni, che quando avrete messo insieme qualche soldo, dovete maritare prima la Mena, e darle uno del [...]
[...] cominciavano ad udirsi i pescatori che si chiamavano da un uscio all’altro, e i carri cominciavano a passare di nuovo per la via. – Fra due ore sarà giorno [...]
[...] , disse padron ’Ntoni, e potrete andare a chiamare don Giammaria. Quei poveretti aspettavano il giorno come il Messia, e andavano ad ogni momento a [...]
[...] socchiudere la finestra per veder se spuntasse l’alba. Finalmente la stanzuccia cominciò a farsi bianca, e padron ’Ntoni tornò a dire: – Ora [...]
[...] stradicciuola del Nero, accorrevano a vedere il viatico che andava dai Malavoglia, ed entravano tutte, perchè dove va il Signore non si può chiudere [...]
[...] , tanto che voleva voltare la briglia dell’asinello e tornarsene indietro. – Chi vi ha detto che c’era bisogno del prete? Chi è andato a chiamare [...]
[...] li ammazzo! Le comari aspettavano sulla porta per veder passare il morto, che dovevano venirselo a prendere da un momento all’altro. – Poveretto [...]
[...] ! brontolavano anch’esse. – Quel vecchio ha il cuoio duro; se non batte il naso per terra come i gatti, non muore. State attenti a quel che vi dico [...]
[...] . – Le altre ridevano, perchè la Vespa non ci aveva che lei stessa da maritare, e non ci arrivava anche. – Quanto a questo, padron ’Ntoni fa più [...]
[...] ! largo! chè aspettano l’acqua da comare Maruzza. E i miei ragazzi se si mettono a giocare mi lasciano la roba in mezzo alla strada. Lia s’era [...]
[...] messa sulla porta, tutta pettoruta a dire alle comari: – Il nonno sta meglio. Ha detto don Ciccio che il nonno per adesso non muore; e non le [...]
[...] vado a vedere che n’è della Provvidenza. – Questo qui ha più giudizio del grande! diceva la cugina Anna. – A don Michele gli daranno la medaglia [...]
[...] difendere don Michele andava dicendo che se l’era meritata, la medaglia e la pensione, per questo si era buttato all’acqua sino a mezza gamba, con [...]
[...] tutti gli stivaloni, per salvare la vita ai Malavoglia, vi par poco? tre persone! ed era stato a un pelo di lasciarci il cuoio anche lui, tanto che [...]
[...] avesse la medaglia. – Barbara Zuppidda, ora che si è levato di mente quel ragazzaccio dei Malavoglia, non gli volterà più le spalle a don Michele [...]
[...] , andava dicendo Piedipapera. L’ho vista io col naso fra le imposte quando egli passa per la strada. E don Silvestro, sentendo questo, diceva a Vanni [...]
[...] Pizzuto: – Bel guadagno che ci avete fatto, a levarvi d’addosso ’Ntoni di padron ’Ntoni, ora che la Barbara ha messo gli occhi addosso a don Michele [...]
[...] anni, e se si mette in testa che ad aspettare ancora il marito comincia a far la muffa, se lo piglia, colle buone o colle cattive. Volete [...]
[...] stringendosi nelle spalle. A me non me ne importa un corno. Quelli che stavano a sentire, Piedipapera e Rocco Spatu, si scompisciavano dalle risa [...]
[...] . – Ve lo faccio per niente – aggiunse don Silvestro, messo di buon umore; e se ne andò cogli altri a chiacchierare con lo zio Santoro, davanti [...]
[...] Vanni Pizzuto vuol scommettere dodici tarì che ora don Michele il brigadiere va a parlare colla Barbara Zuppidda, la sera. Volete buscarveli voi quei [...]
[...] ’. Egli conosceva tutti quelli che passavano, al rumore dei loro passi, fossero colle scarpe o a piedi nudi, e diceva – Voi siete compare Tino, oppure [...]
[...] : siete compare Cinghialenta. E siccome era sempre là, a dir delle barzellette con questo e con quello, sapeva ciò che accadeva in tutto il paese [...]
[...] , e allora per buscarsi quei dodici tarì, come i ragazzi andavano a prendere il vino per la cena, li chiamava – Alessi, o Nunziata, o Lia, – e [...]
[...] andava all’osteria a far quattro chiacchiere, giacchè non ci aveva un soldo in tasca, e raccontava a questo e a quello come avevano visto la morte [...]
[...] , che gli aveva rubata l’innamorata e andava ogni sera a parlare colla Barbara, li aveva visti lo zio Santoro, che aveva domandato alla Nunziata se [...]
[...] Giuda! La gente ci si divertiva a vedergli mangiare l’anima, e perciò gli pagavano da bere. La Santuzza, mentre risciacquava i bicchieri, si voltava [...]
[...] mandare a prendere il vino e berselo nella bottega di Pizzuto, solo col suo fiasco, per amor della pace. Massaro Filippo, invece di esser contento che [...]
[...] Iddio! No! non voglio sentirne parlar più, dovessi chiuder l’osteria, e mettermi a far calzetta! Massaro Filippo allora si faceva la bocca amara [...]
[...] dalla collera, e andava a pregare don Michele come un santo, nel posto delle guardie, o nella bottega di Pizzuto, perchè la finisse quella lite con la [...]
[...] appuntava i piedi in terra come un mulo, e diceva di no. E chi era là presente, a godersi la scena, osservava che massaro Filippo faceva una bella [...]
[...] Santuzza allora un bel giorno si mise la mantellina e andò a confessarsi, sebbene fosse lunedì, e l’osteria fosse piena di gente. La Santuzza [...]
[...] andava a confessarsi ogni domenica, e ci stava un’ora col naso alla graticola del confessionario, a risciacquarsi la coscienza, che amava tenerla [...]
[...] osservò che suo fratello il vicario si soffiò il naso più di cinque volte. – Cosa aveva oggi la Santuzza che non finiva più? domandò perciò a don [...]
[...] Giammaria quando furono a tavola. – Niente, niente, – rispondeva suo fratello stendendo la mano verso il piatto. Ma ella che gli conosceva il debole [...]
[...] lasciava il coperchio sulla zuppiera e lo tormentava a furia di domande, sicchè infine il poveretto dovette dire che c’era il sigillo della [...]
[...] confessione, e sinchè fu a tavola rimase col naso sul piatto, e ingozzava i maccheroni come se non avesse visto grazia di Dio da due giorni, tanto che [...]
[...] gli andarono in veleno, e borbottava fra di sè perchè non lo lasciavano mai quieto. Dopo pranzo prese il cappello e il ferraiuolo, e andò a fare una [...]
[...] Venera. La Zuppidda saltò su tutte le furie all’udire quello che le mandava a dire suor Mariangela con don Giammaria, e si mise sul ballatoio a gridare [...]
[...] di nessuno, e sua figlia non l’avrebbe data a uno che si mangiava il pane del re e faceva lo sbirro, ed era nel peccato mortale colla Santuzza [...]
[...] voce comare Venera; non avete inteso che massaro Filippo non c’entra più colla Santuzza? Gli altri invece continuavano a dire che la Santuzza ci [...]
[...] aveva massaro Filippo per aiutarla a dire le orazioni, l’aveva visto Piedipapera. – Bravo! Massaro Filippo ha bisogno d’aiuto anche lui! ripeteva [...]
[...] Pizzuto. Non l’avete visto che è venuto a pregare e strapregare don Michele per aiutarlo? Nella spezieria don Franco chiamava la gente apposta per [...]
[...] volta, per fare il paio! Ora che gli danno la medaglia a don Michele, l’appenderanno insieme a quella di Figlia di Maria che ci ha la Santuzza. – E [...]
[...] lavata di capo a suo fratello, appena venne a sapere che si era messo in quel pasticcio, perchè quelli della sciabola bisogna tenerseli amici [...]
[...] , a tutte le comari e i vicini che venivano a ronzarle attorno per sapere come s’era venuto a scoprire quell’imbroglio. Piedipapera, dacchè aveva [...]
[...] sentito dire a don Silvestro che voleva far cadere la Barbara coi suoi piedi, come una pera matura, andava sussurrando – Questa è tutta una manovra [...]
[...] conserva dei pomidoro, colle maniche rimboccate, e si sbracciava a difender don Michele davanti alla gente, perchè si sapesse che, loro come loro [...]
[...] , non gli volevano male a don Michele, sebbene ei fosse di quei del governo; e diceva che l’uomo è cacciatore, e la Zuppidda doveva pensarci lei a [...]
[...] Silvestro, che vuole la Zuppidda, e ha scommesso dodici tarì che la farà cascare coi suoi piedi; – venne a dirle comare la Vespa, mentre aiutava donna [...]
[...] Rosolina a fare la conserva dei pomidoro; ella ci veniva a pregare don Giammaria che facesse entrare gli scrupoli in testa a quel birbante dello zio [...]
[...] scrupolo sulla coscienza? Ma all’udire la storia di don Silvestro donna Rosolina di botto cambiò registro, e si mise a predicare col mestolo in aria [...]
[...] uomo di proposito, e nessuno si sarebbe aspettato da lui un tradimento simile; invece poi andava a cercarsi i guai con la Zuppidda e con don Michele [...]
[...] . Però don Silvestro si faceva vedere a braccetto con don Michele, e nessuno osava dir parola in faccia a loro di quei discorsi che correvano. Ora [...]
[...] donna Rosolina gli sbatteva la finestra sul naso, allorchè il segretario stava a guardare in aria dalla porta dello speziale, e non voltava nemmeno [...]
[...] il capo quando metteva al sole sul terrazzino la conserva dei pomidoro; una volta poi volle andare a confessarsi ad Aci Castello, perchè ci aveva [...]
[...] un peccato che non poteva dire a suo fratello, e tanto fece che incontrò per caso don Silvestro, giusto mentre tornava dalla vigna. – Oh! beato [...]
[...] chi vi vede! cominciò a dirgli, fermandosi a prender fiato, perch’era tutta rossa e scalmanata. Ci avete gran roba pel capo, che non vi ricordate [...]
[...] più degli amici antichi. – Io non ci ho nulla pel capo, donna Rosolina. – A me mi hanno detto che ce l’avete, ma è una bestialità, che vi farebbe [...]
[...] a me; e se ci avrò la testa pesante ci ho da pensar io. – Buon prò vi faccia, – rispose donna Rosolina col viso rosso. – Vuol dire che cominciate [...]
[...] cambia la vecchia per la nuova, peggio trova», e «chi piglia bellezze piglia corna». Godetevi la Zuppidda in santa pace, perchè a me non me ne importa [...]
[...] le avete rubate le vostre venticinque onze, e non andrò a dirglielo a vostro fratello don Giammaria. A me non me ne importa di sapere se gliele [...]
[...] avete rubate sulla spesa o no; so che non ve le devo io. Mi avevate detto di metterle a frutto, per farvi la dote, se qualcuno vi avesse voluta, ed [...]
[...] io li aveva messi in una Banca per conto vostro, sotto il mio nome, per non far scoprire la cosa a vostro fratello il quale vi avrebbe domandato di [...]
[...] alla bocca. Truffatore! Io non vi aveva dato quei denari per andare a metterli in una Banca che falliva. Io ve li avevo dati per tenerci gli [...]
[...] , tanto che donna Rosolina gli voltò le spalle per non crepare dalla rabbia, e se ne tornò a Trezza sudata come una spugna, nell’ora calda, collo [...]
[...] scialle sulla schiena. Don Silvestro rimase lì fermo a sogghignare, davanti al muro dell’orto di massaro Filippo, finchè ella non ebbe scantonato, e [...]
[...] si strinse nelle spalle, borbottando fra di sè: – A me non me ne importa nulla di quel che dicono. Ed aveva ragione di non curarsi di quel che [...]
[...] egli era! Però gli facevano di berretto, e gli amici gli accennavano col capo, sogghignando, quando andava a chiacchierare nella spezieria. – Siete [...]
[...] quattro e quattr’otto che bisogna fare il bucato alla vecchia società. – E allorchè veniva ’Ntoni a prendere il medicamento pel nonno: – Tu sei il [...]
[...] , tanto che la gente andava a vederlo per curiosità; ed il poveraccio chinava il capo a questo e a quello, come un pappagallo, e sorrideva, tutto contento [...]
[...] galline che razzolavano nella strada. Ora che non aveva altro da fare aveva imparato a conoscere le galline ad una ad una, e stava a vedere quello [...]
[...] cugina Anna che torna dal lavatoio. Poi se ne stava a vedere l’ombra delle case che si allungava; e quando non c’era più il sole sulla porta lo [...]
[...] mettevano contro il muro dirimpetto, ch’egli somigliava al cane di mastro Turi, il quale cercava il sole, per sdraiarsi. Infine, cominciò a stare sulle [...]
[...] diceva che l’odore dell’acqua salata gli faceva bene allo stomaco; e si divertiva a vedere le barche, e sentire com’era andata la giornata per questo e [...]
[...] la godeva a vederseli vicini, e li guardava in faccia ad uno ad uno, e guardava i muri della casa, e il cassettone colla statuetta del Buon [...]
[...] sino a quel giorno le eran rimasti come due spine dentro il petto, tanto che era andata a confessarsene con don Giammaria. Però il confessore le [...]
[...] riescita a pagare il medico e lo speziale, e non doveva più niente a nessuno. A poco a poco il nonno era arrivato a dire: – Datemi da fare qualche cosa [...]
[...] mastro Turi, a vedere la Provvidenza, e stava lì a godersi il sole. Infine era tornato a imbarcarsi coi ragazzi. – Tale e quale come i gatti! diceva [...]
[...] , ova sode ed ulive nere. – State a vedere che a poco a poco arrivano a vendere anche il vino! diceva la Santuzza. Io ci ho piacere, perchè son gente [...]
[...] , mandava da comare Maruzza a prendere le ulive, quando c’erano dei bevitori che non avevano sete. Così a soldo a soldo avevano pagato mastro Turi [...]
[...] , e messo un po’ di denaro nel canterano. – Facciamo come le formiche, diceva padron ’Ntoni; e ogni giorno contava i denari, e andava a [...]
[...] girondolare davanti la casa del nespolo, a guardare in alto, colle mani dietro la schiena. La porta era chiusa, i passeri cinguettavano sul tetto, e la vite [...]
[...] un mare di pennacchi bianchi, e poi correva dietro allo zio Crocifisso, per dirgli cento volte, – Sapete, zio Crocifisso, se giungiamo a metterli [...]
[...] insieme, quei denari della casa, dovete venderla a noi, perchè è stata sempre dei Malavoglia; «ad ogni uccello il suo nido è bello» e desidero [...]
[...] dubitate, non dubitate. La casa è là che non scappa. Basta tenerci gli occhi addosso. Ognuno tiene gli occhi addosso a quel che gli preme. – E una volta [...]
[...] ! anche voi! cominciò a gridare Campana di legno. Chi lo dice? Son tutte chiacchiere! Vuol papparle la chiusa a mia nipote, ecco cosa vuole! Bella [...]
[...] cosa, eh? Che direste voi se la vostra casa la vendessi a un altro? Piedipapera il quale era sempre lì per la piazza, appena c’erano due che [...]
[...] discorrevano, a cercare di buscarsi la senseria, si ficcò nel discorso anche lui. – La Vespa ora ci ha per le mani Brasi Cipolla, dopo che andò in aria il [...]
[...] matrimonio della Sant’Agata, li ho visti con questi occhi, che andavano insieme per la viottola del torrente; io ci ero andato a cercare due [...]
[...] di sì per forza. Già non ha altri figliuoli, e la roba non sa a chi lasciarla. – Che gente, eh! cominciò a strillare lo zio Crocifisso [...]
[...] dirlo a padron Fortunato, bisognerà! Siamo galantuomini o no! Se padron Fortunato non sta in guardia, quella strega di mia nipote gli fa il tiro [...]
[...] andandogli dietro. Non voglio mettermi in bocca a quella vipera di vostra nipote. Lo zio Crocifisso in un attimo mise sottosopra tutto il paese, che voleva [...]
[...] mandare perfino le guardie e don Michele a mettere sotto custodia la Vespa; la quale, infine, era sua nipote, e doveva pensarci lui; e don [...]
[...] Michele era pagato per questo, per guardare gli interessi dei galantuomini. La gente si divertiva a veder padron Cipolla correre di qua e di là anche [...]
[...] lui con tanto di lingua fuori, e ci aveva gusto che quel bietolone di suo figlio Brasi fosse andato a cascare nella Vespa, mentre pareva che per lui [...]
[...] fazzoletto nero, quando Brasi l’aveva piantata; anzi ora tornava a cantare mentre stava al telaio, o aiutava a salare le acciughe, nelle belle [...]
[...] aspettavano coi bambini in collo. I rigattieri venivano in folla dalla città, a piedi, a cavallo, sui carri, e Piedipapera non aveva tempo di [...]
[...] acceso sino a mezzanotte, che pareva una festa. Le ragazze cantavano, e venivano anche le vicine ad aiutare, le figlie della cugina Anna e la [...]
[...] . – Adesso vorrei qui la Zuppidda! esclamava ’Ntoni, seduto sui sassi a far peso anche lui, colle mani sotto le ascelle. – Adesso lo vedrebbe che abbiamo [...]
[...] il fatto nostro anche noi, e ce ne infischiamo di don Michele e di don Silvestro! I rigattieri correvano dietro a padron ’Ntoni coi denari in [...]
[...] mano. Piedipapera lo tirava per la manica dicendogli: – Questo è il tempo d’approfittare. Ma padron ’Ntoni teneva duro a rispondere: – Ne parleremo [...]
[...] , l’olio; e avevano data la caparra a massaro Filippo per quel po’ di vino della domenica. Ora erano tranquilli; suocero e nuora tornavano a contare i [...]
[...] l’un l’altro? rispondeva padron ’Ntoni. – Oramai pochi ce ne mancano. E allora si mettevano in un cantuccio a confabulare colla Longa, e guardavano [...]
[...] Sant’Agata, la quale se lo meritava, poveretta, che parlassero di lei «perchè non aveva nè bocca nè volontà» e badava a lavorare, cantando fra di [...]
[...] donne sedute sulla soglia a pestare i mattoni; e davanti a ogni porta c’era una fila di barilotti, che un cristiano si ricreava il naso a passare per [...]
[...] sardelle e di salamoia, perfino nella spezieria dove aggiustavano il mondo a modo loro; e don Franco voleva insegnare una maniera nuova di salare le [...]
[...] acciughe, che l’aveva letta nei libri. Come gli ridevano in faccia, si metteva a gridare: – Bestie che siete! e volete il progresso! e volete la [...]
[...] repubblica! – La gente gli voltava le spalle, e lo piantava lì a strepitare come un pazzo. Da che il mondo è mondo le acciughe si son fatte col [...]
[...] sale e coi mattoni pesti. – Il solito discorso! Così faceva mio nonno! seguitava a gridare loro dietro lo speziale. – Siete asini che vi manca [...]
[...] di dirci che non vogliono la repubblica perchè non l’hanno mai vista! – Questi discorsi poi li ripeteva a don Silvestro, a proposito di certo [...]
[...] ragionamento che avevano fatto a quattr’occhi, sebbene don Silvestro non avesse aperto bocca, è vero, ma era stato zitto ad ascoltare. Si sapeva poi [...]
[...] insegnato a dire sua figlia, la quale appuntava i pugni sui fianchi parlando con don Silvestro, e gli rinfacciava: – Vi pare che vi lasceranno menar [...]
[...] sempre pel naso quel buon uomo di mio padre, per fare gli affari vostri e mangiare a doppio palmento? che perfino donna Rosolina va predicando che vi [...]
[...] predicava che senza uomini nuovi non si faceva nulla, ed era inutile andare a cercare i pezzi grossi, come padron Cipolla, il quale vi diceva che per [...]
[...] retrobottega. – Ci vorrebbe gente come noi! E dopo aver soffiato loro quel segreto nel buco dell’orecchio, correva in punta di piedi a piantarsi [...]
[...] Giammaria. – A Favignana, o nelle altre galere, ne trovate quanti ne volete, senza mandare dal fornaciaio. Andate a dirlo a compare Tino Piedipapera, o [...]
[...] a quell’ubbriacone di Rocco Spatu, che loro ci stanno colle idee del vostro tempo! Io so che mi hanno rubato venticinque onze di casa mia, e in [...]
[...] galera, a Favignana, non ci è andato nessuno! Questi sono i tempi e gli uomini nuovi! In quel momento entrò nella bottega la Signora, colla calza in [...]
[...] mano, e lo speziale mandò giù in fretta quello che stava per dire, seguitando a borbottare nella barba, mentre fingeva di guardare la gente che [...]
[...] Signora a suo marito; questi sono affari che non ti riguardano. – Io non sto parlando; – rispose don Franco lisciandosi la barba. E il [...]
[...] vicario, ora che aveva il disopra, e la moglie di don Franco era là, che ei poteva tirare le sassate dietro il muro, si divertiva a fare arrabbiare lo [...]
[...] speziale. – Belli, quei vostri uomini nuovi! Sapete cosa fa Brasi Cipolla, adesso che suo padre va cercandolo per tirargli le orecchie a causa della [...]
[...] Vespa? corre a nascondersi di qua e di là come un ragazzaccio. Stanotte ha dormito nella sagrestia; e ieri mia sorella dovette mandargli un piatto [...]
[...] pretesto, va a girandolare pel paese, e davanti all’osteria, tale e quale come Rocco Spatu. Il sinedrio si sciolse come tutte le altre volte, senza [...]
[...] sfogarsi a modo suo. Don Silvestro rideva come una gallina; e appena si sciolse la conversazione se ne andò anche lui, colle mani dietro la schiena e la [...]
[...] testa carica di pensieri. – Non vedi don Silvestro che ha più giudizio di te? – diceva la Signora a suo marito, mentre egli chiudeva la bottega [...]
[...] venticinque onze a donna Rosolina, ma nessuno va a dirglielo in faccia, a un uomo come quello! Tu poi sarai sempre uno sciocco che non saprai fare gli [...]
[...] la scala col lume in mano. – Lo sapeva lei quel che aveva detto? Ei non si azzardava a dire davanti a lei le sue corbellerie senza capo e senza [...]
[...] Malavoglia là, che va girelloni a quest’ora pel paese! XI Una volta ’Ntoni Malavoglia, andando gironi pel paese, aveva visto due [...]
[...] giovanotti che s’erano imbarcati qualche anno prima a Riposto, a cercar fortuna, e tornavano da Trieste, o da Alessandria d’Egitto, insomma da lontano, e [...]
[...] spendevano e spandevano all’osteria meglio di compare Naso, o di padron Cipolla; si mettevano a cavalcioni sul desco; dicevano delle barzellette [...]
[...] tornava a casa, non trovava altro che le donne, le quali mutavano la salamoia nei barilotti, e cianciavano in crocchio colle vicine, sedute sui sassi; e [...]
[...] intanto ingannavano il tempo a contare storie e indovinelli, buoni pei ragazzi, i quali stavano a sentire con tanto d’occhi intontiti dal sonno [...]
[...] gente passa il tempo a scialarsi tutto il giorno, invece di stare a salare le acciughe; e le donne, vestite di seta e cariche di anelli meglio della [...]
[...] Madonna dell’Ognina, vanno in giro per le vie a rubarsi i bei marinari. Le ragazze sgranavano gli occhi, e padron ’Ntoni stava attento anche lui [...]
[...] Catania; che uno il quale non ci sia avvezzo si perde per le strade; e gli manca il fiato a camminare sempre fra due file di case, senza vedere nè mare [...]
[...] nè campagna. – E’ c’è stato anche il nonno di Cipolla, aggiunse padron ’Ntoni, ed è in quei paesi là che s’è fatto ricco. Ma non è più tornato a [...]
[...] . – Vorrei andarci anch’io, come padron Cipolla, a farmi ricco! aggiunse ’Ntoni. – Lascia stare, lascia stare! gli disse il nonno, contento pei barilotti [...]
[...] , diceva: – E un altro! Questi a Ognissanti son tutti danari. ’Ntoni allora rideva, che pareva padron Fortunato quando gli parlavano della roba degli [...]
[...] altri. – Gran denari! borbottava; e tornava a pensare a quei due forestieri che andavano di qua e di là, e si sdraiavano sulle panche dell’osteria [...]
[...] , il quale camminerà un anno, un mese e un giorno, col suo cavallo bianco; finchè arriverà a una fontana incantata di latte e di miele; dove [...]
[...] giorno, sinchè arriverà a Trezza, e il cavallo bianco lo porterà davanti al lavatoio, dove mia figlia Mara starà sciorinando il bucato; e il figlio [...]
[...] ascoltava a bocca aperta, che pareva vedesse il figlio del re sul cavallo bianco, a portarsi in groppa la Mara della cugina Anna. – E dove se la porterà [...]
[...] vorrei andarci col figlio del re, se non dovessi tornare più. – La vostra figlia non ha un soldo di dote, perciò il figlio del re non verrà a [...]
[...] fatto vostro, a voi altri, è naturale che la Barbara v’avesse a piantare. – Voi vi accomodate a ogni cosa, rispose ’Ntoni imbronciato, e hanno [...]
[...] per farci il nido ci mancherà il panico; e quando arriveremo a ricuperar la casa del nespolo, dovremo continuare a logorarci la vita dal lunedì al [...]
[...] ’Ntoni, e se ne andò a letto di cattivo umore. Ma d’allora in poi non pensava ad altro che a quella vita senza pensieri e senza fatica che facevano [...]
[...] gli altri; e la sera, per non sentire quelle chiacchiere senza sugo, si metteva sull’uscio colle spalle al muro, a guardare la gente che passava [...]
[...] , e digerirsi la sua mala sorte; almeno così si riposava pel giorno dopo, che si tornava da capo a far la stessa cosa, al pari dell’asino di compare [...]
[...] ! Carne da lavoro! E si vedeva chiaro che era stanco di quella vitaccia, e voleva andarsene a far fortuna, come gli altri; tanto che sua madre [...]
[...] dell’uscio, accanto alla cappelletta, per domandargli cosa avesse. – Orsù, che c’è di nuovo? dillo a tuo nonno, dillo! – ’Ntoni si stringeva nelle [...]
[...] dire davanti a tua madre. – Mia madre... Era meglio che non mi avesse partorito, mia madre! – Sì, accennava padron ’Ntoni, sì! meglio che non t’avesse [...]
[...] . – Ricchi! diceva, ricchi! e che faremo quando saremo ricchi? ’Ntoni si grattò il capo, e si mise a cercare anche lui cosa avrebbero fatto. – Faremo quel [...]
[...] che fanno gli altri... Non faremo nulla, non faremo!... Andremo a stare in città, a non far nulla, e a mangiare pasta e carne tutti i giorni [...]
[...] . – Va, va a starci tu in città. Per me io voglio morire dove son nato; – e pensando alla casa dove era nato, e che non era più sua si lasciò cadere [...]
[...] dimenava tristamente il capo: – «Ad ogni uccello, suo nido è bello». Vedi quelle passere? le vedi? Hanno fatto il nido sempre colà, e torneranno a [...]
[...] alla catena, come l’asino di compare Alfio, o come un mulo da bindolo, sempre a girar la ruota; io non voglio morir di fame in un cantuccio, o [...]
[...] finire in bocca ai pescicani. – Ringrazia Dio piuttosto, che t’ha fatto nascer qui; e guardati dall’andare a morire lontano dai sassi che ti conoscono [...]
[...] dovere senza brontolare; e lo faccio ancora; e prego Iddio di aiutarmi a farlo sempre sinchè ci avrò gli occhi aperti, come l’ha fatto tuo padre [...]
[...] , e tuo fratello Luca, benedetto! che non ha avuto paura di andare a fare il suo dovere. Tua madre l’ha fatto anche lei il suo dovere, povera [...]
[...] come uno zingaro. In conclusione ’Ntoni si mise a piangere come un bambino, perchè in fondo quel ragazzo il cuore ce l’aveva buono come il pane; ma [...]
[...] l’asino di compare Alfio! come fa giorno allungo il collo per vedere se vengono a mettermi il basto. – Dopo che avevano buttato le reti, lasciava [...]
[...] Alessi a menare il remo adagio adagio per non fare deviare la barca, e si metteva le mani sotto le ascelle, a guardare lontano, dove finiva il mare [...]
[...] , e c’erano quelle grosse città dove non si faceva altro che spassarsi e non far nulla; o pensava a quei due marinai ch’erano tornati di laggiù, ed [...]
[...] ora se n’erano già andati da un pezzo; ma gli pareva che non avessero a far altro che andar gironi pel mondo, da un’osteria all’altra, a [...]
[...] spendere i denari che avevano in tasca. La sera, i suoi parenti, dopo aver messo a sesto la barca e gli attrezzi, per non vedergli quel muso lungo, lo [...]
[...] lasciavano andare a girandolare come un cagnaccio, senza un soldo in tasca. – Che hai, ’Ntoni? gli diceva la Longa guardandolo timidamente nel viso [...]
[...] , cogli occhi lustri di lagrime; perchè la poveretta indovinava quel che avesse. – Dimmelo a me che son tua madre! Egli non rispondeva; o [...]
[...] andare a cercarsi la fortuna, come tutti gli altri. Sua madre lo ascoltava, e non aveva coraggio di aprir bocca, cogli occhi pieni di lagrime [...]
[...] non potrei reggere a quest’altra angustia. ’Ntoni cercava di rassicurarla, che sarebbe tornato presto, e carico di denari, e sarebbero stati [...]
[...] di tuo padre e di tuo fratello. Se vado al lavatoio, la sera torno a casa stanca che non ne posso più; e prima non era così. No, figlio mio, non [...]
[...] son più quella! Allora, quando fu di tuo padre e di tuo fratello, ero più giovane e forte. – Il cuore si stanca anche lui, vedi; e se ne va a pezzo [...]
[...] a pezzo, come le robe vecchie si disfanno nel bucato. Ora mi manca il coraggio, e ogni cosa mi fa paura; mi pare di bevermi il cuore, come quando [...]
[...] visti. – Così non ti vedrò più! gli diceva. – Ora la casa va vuotandosi a poco a poco; e quando se ne andrà anche quel povero vecchio di tuo nonno [...]
[...] volesse scapparle subito; e l’andava tastando sulle spalle e per la faccia colle mani tremanti. Allora ’Ntoni non ne potè più, e si mise a baciarla e [...]
[...] a parlarle colla bocca nella bocca. – No! no! non partirò se non volete voi! Guardate! Non mi dite così, non mi dite! Bene, seguiterò a fare [...]
[...] come l’asino di compare Mosca, che quando non ne può più di tirar la carretta lo butteranno a crepare in un fosso. Siete contenta ora? Ma non [...]
[...] piangete più così! Lo vedete il nonno come si è arrabattato tutta la vita? ed ora che è vecchio si arrabatta ancora come se fosse il primo giorno, a [...]
[...] e chi l’ha nuovo!» Guarda padron Cipolla che corre dietro il suo Brasi, perchè non vada a buttare il ben di Dio, pel quale ha sudato e lavorato [...]
[...] nuvola che passa! E lo zio Crocifisso che si leva il pan di bocca per mettere da parte i soldi, ed è sempre a litigare con questo e con quello! E tu [...]
[...] ?... E noi, se arriviamo a ricomprare la casa del nespolo, quando ci avremo il grano nel graticcio, e le fave per l’inverno, e avremo maritata Mena [...]
[...] ostinato a voler lasciare la tua casa, eppure si continuava a fare le solite faccende senza dirti nulla! Allora non ti basterà il cuore di lasciare [...]
[...] , stanca, e disfatta, in quel momento in cui non aveva nulla da fare, e si metteva a sedere anche lei, colle mani in mano, e il dorso diggià curvo [...]
[...] cuore, che glielo strappavano a pezzetti, ora l’uno e ora l’altro. A Catania c’era il colèra, sicchè ognuno che potesse scappava di qua e di là, pei [...]
[...] villaggi e le campagne vicine. Allora a Trezza e ad Ognina, era venuta la provvidenza, con tutti quei forestieri che spendevano. Ma i rigattieri [...]
[...] . – Che non ne mangia più acciughe la gente? – diceva loro Piedipapera. Ma a padron ’ntoni, e a chi ne aveva da vendere, per conchiudere il negozio [...]
[...] a mo’ dei gamberi, la Longa andava a portare le ova e il pane fresco di qua e di là per le casine dei forestieri, mentre gli uomini erano in [...]
[...] badare di non mettersi a sedere sui sassi, o lungo i muricciuoli. La Longa una volta, mentre tornava da Aci Castello, col paniere al braccio, si [...]
[...] delle gocce di una certa sudiceria che sembrava olio. Insomma ci cascò anche lei; prese il colèra e tornò a casa che non ne poteva più, gialla [...]
[...] come un voto della Madonna, e colle occhiaie nere; talchè la Mena che era sola in casa, si mise a piangere al solo vederla, e la Lia corse a [...]
[...] morta, col viso giallo e le occhiaie nere, badava a dirle – Non è nulla, non vi spaventate: quando mi sarò messa in letto ogni cosa passerà, – e [...]
[...] cercava di aiutare anche lei, ma ad ogni momento le mancavano le forze, e tornava a sedersi. – Vergine santa! balbettava Mena. Vergine santa! E gli [...]
[...] uomini che sono in mare! – Lia si sfogava a piangere. Mentre padron ’Ntoni tornava a casa coi nipoti, e vide l’uscio socchiuso, e il lume [...]
[...] dalle imposte, si mise le mani nei capelli. Maruzza era già coricata, con certi occhi, che visti così nel buio, a quell’ora, sembravano vuoti come se [...]
[...] le vicine stesse si sprangavano gli usci, per la paura del colèra, e ci incollavano delle immagini di santi a tutte le fessure. Perciò comare [...]
[...] petto quel soldo di cotone coll’olio santo che aveva comperato a Pasqua, e disse pure che lasciassero la candela accesa, come quando stava per morire [...]
[...] l’altro; e si stringevano il petto per non scoppiare a piangere davanti alla moribonda, la quale nondimeno se ne accorgeva bene, sebbene non ci [...]
[...] già non si sentiva più, ’Ntoni! A te che sei il maggiore raccomando questi orfanelli! – E sentendola parlar così, mentre era ancor viva, tutti gli [...]
[...] altri non poterono trattenersi di scoppiare a piangere e singhiozzare. Così passarono tutta la notte davanti al lettuccio, dove Maruzza non si [...]
[...] muoveva più, sin quando la candela cominciò a mancare e si spense anch’essa, e l’alba entrava dalla finestra, pallida come la morta, la quale aveva [...]
[...] i capelli bianchi anche lui. Sul tardi vennero a pigliarsi la Longa in fretta e in furia, e nessuno pensò a fare la visita del morto; che ciascuno [...]
[...] paese volevano fargli la festa allo speziale; ma lui si metteva a ridere come una gallina, preciso come faceva don Silvestro, e diceva – Io che [...]
[...] , davanti a quel lettuccio vuoto. Per un pezzo non aprirono più l’uscio, dopo che n’era uscita la Longa. Fortuna che ci avevano in casa le fave, la legna e [...]
[...] l’olio, perchè padron ’Ntoni aveva fatto come la formica nel buon tempo, se no morivano di fame, e nessuno andava a vedere se erano morti o vivi [...]
[...] . Poi, a poco a poco, cominciarono a mettersi il fazzoletto nero al collo, e ad uscire nella strada, come le lumache dopo il temporale, colla faccia [...]
[...] occhi lustri, e correvano a chiudersi in casa. Nel paese era un gran squallore, e per le strade non si vedevano nemmeno le galline; persino [...]
[...] della strada, dacchè Pizzuto, don Silvestro, e tutti gli altri erano andati a rintanarsi come conigli, e non c’era che lui a passeggiare davanti [...]
[...] stavano a vedere chi passava, seduti sulla soglia, immobili, e col mento in mano. Don Michele per non perdere la sua gita, guardava la Sant’Agata, ora [...]
[...] che tutti gli altri usci erano chiusi; e lo faceva anche per far vedere a quel ragazzaccio di ’Ntoni che lui non aveva paura di nessuno al mondo. E [...]
[...] poi la Mena, così pallida, pareva tutta Sant’Agata davvero; e la sorellina, con quel fazzoletto nero, cominciava a farsi una bella ragazzina [...]
[...] con lei; le pareva di doversela tenere sotto le ali come una chioccia, e di avervi tutta la casa sulle spalle. S’era abituata a rimaner sola colla [...]
[...] sorellina, quando gli uomini andavano in mare, e a stare con quel lettuccio vuoto sempre dinanzi agli occhi. Se non aveva nulla da fare, si metteva [...]
[...] a sedere colle mani in mano, guardando quel lettuccio vuoto, e allora sentiva che la mamma l’aveva lasciata davvero; e quando dicevano nella [...]
[...] viso lungo, senza dir nulla; e si mettevano sulla porta a guardar la strada deserta, colle mani sotto il grembiule. Quelli che tornavano dal mare [...]
[...] Piedipapera, con una faccia di affamato, guardandosi intorno; o lo zio Crocifisso, che ci aveva la sua roba di qua e di là, e andava a toccare il polso ai [...]
[...] di là giorno e notte, era la Locca, coi capelli bianchi e arruffati, che si metteva a sedere davanti alla casa del nespolo, o aspettava le barche [...]
[...] , e li vedeva assottigliare a soldo a soldo. Ma ei non pensava ad altro se non che Maruzza era morta fuori della sua casa, e cotesto non gli poteva [...]
[...] tanto stento ne restarono appena la metà, tornò a dire che così non poteva durare, a quella vita di fare e disfare; che era meglio di tentare un colpo [...]
[...] solo per levarsi dai guai tutti in una volta, e che là, dove era morta sua madre in mezzo a tutta quella porca miseria, non voleva più starci [...]
[...] allo stipite dell’uscio, si fece coraggio per dirgli: – A me non me ne importa dell’aiuto, purchè tu non ci lasci soli. Ora che non c’è più la [...]
[...] piace, gli disse alfine. – Finchè vivrò a quei ragazzi ci penserò io, quando non ci sarò più, il Signore farà il resto. La Mena, poichè ’Ntoni voleva [...]
[...] andarsene a ogni costo, gli metteva in ordine tutta la roba, come avrebbe fatto la mamma, e pensava che laggiù, in paese forestiero, suo fratello [...]
[...] non avrebbe avuto più nessuno che pensasse a lui, come compar Alfio Mosca. E mentre gli cuciva le camicie, e gli rattoppava i panni, la testa correva [...]
[...] lontano lontano, a tante cose passate, che il cuore ne era tutto gonfio. – Dalla casa del nespolo non posso passarci più – diceva quando stava a [...]
[...] se ne è andato mio padre, – disse infine la Nunziata la quale era andata a dirgli addio anche lei, e stava sull’uscio. Nessuno allora parlò più. Le [...]
[...] vicine venivano ad una ad una a salutare compare ’Ntoni, e poi stettero ad aspettarlo sulla strada per vederlo partire. Egli indugiava col fagotto [...]
[...] dietro Alessi facendosi coraggio, come il fratello era già lontano; e allora la Lia cominciò a strillare. – Così se n’è andato mio padre, disse [...]
[...] , e fece un saluto colla mano. Mena allora chiuse l’uscio, e andò a sedersi in un angolo insieme alla Lia, la quale piangeva a voce alta. – Ora ne [...]
[...] quelli che le volevano bene, ella si sentiva davvero un pesce fuori dell’acqua. E la Nunziata, là presente, colle sue piccine in collo, tornava a [...]
[...] a giornata qualcheduno, o compare Nunzio, che era carico di figliuoli, e aveva la moglie malata, o il figlio della Locca, il quale veniva a [...]
[...] scuoteva il capo tristamente. – Adesso ci avremmo da mangiare, io e mia madre e tutto il parentado, se fosse morto. Siamo stati a curarlo due [...]
[...] spesso a pagare lo zio Nunzio, o il figlio della Locca, e si doveva metter mano a quei soldi raccolti con tanta fatica per la casa del nespolo [...]
[...] . Ogni volta che Mena andava a pigliare la calza sotto la materassa, lei e il nonno sospiravano. Il povero figlio della Locca non ci aveva colpa [...]
[...] remi e colla vela allentata, il figlio della Locca diceva a padron ’Ntoni: – Fatemi spaccar della legna, o legar dei sarmenti; io posso lavorare [...]
[...] sino a mezzanotte se credete, come facevo collo zio Crocifisso. Non voglio rubarvela, la giornata. Allora padron ’Ntoni, dopo averci pensato su [...]
[...] un pezzo, col cuore stretto, si decise a parlare colla Mena di quel che doveva farsi oramai. Ella era giudiziosa come sua madre, e non c’era altri [...]
[...] compare Nunzio e del figlio della Locca; se no quei soldi della casa se ne sarebbero andati tutti a poco a poco. La Provvidenza era vecchia e aveva [...]
[...] sempre bisogno che ci spendessero dei denari per metterle delle toppe, e farla stare a galla. Più tardi, se tornava ’Ntoni e spirava un po’ di [...]
[...] Provvidenza. La domenica andò sulla piazza a parlarne a Piedipapera, dopo la messa. Compare Tino scrollava le spalle, dimenava il capo, diceva che [...]
[...] , era come certe donnaccie che sapeva lui, colle rughe sotto il corsetto; e tornava a darci dei calci nella pancia, col piede zoppo. Del resto il [...]
[...] la testa, con quell’ossessa della Vespa che gli faceva dannare l’anima, correndo dietro a tutti gli uomini che c’erano da maritare nel paese [...]
[...] . Infine, per la santa amicizia, sarebbe andato a parlarne allo zio Crocifisso, nel buon momento, se padron ’Ntoni voleva vendere ad ogni costo la [...]
[...] , tirandolo in disparte verso l’abbeveratoio, lo zio crocifisso rispondeva a spallate, e dimenava il capo come Peppinino, e voleva scappargli dalle [...]
[...] mani. Compare Tino, poveraccio, lo afferrava pel giubbone, perchè stesse a sentire per forza; gli dava delle scrollate; lo abbracciava stretto per [...]
[...] perchè non può tirare innanzi, ora che suo nipote l’ha piantato. Ma voi potreste darla in mano a compare Nunzio, o al figlio della Locca, che muoiono di [...]
[...] fame, e verrebbero a lavorare per niente. Tutto quello che buscheranno ve lo papperete voi. Siete una bestia, vi dico! La barca è ben conservata [...]
[...] , come se fosse nuova. Padron ’Ntoni se ne intendeva quando l’aveva fatta fare. Questo è un affare d’oro, come quello dei lupini; sentite a me! Ma [...]
[...] , senza darle salario, e vi prenderete anche la chiusa. Sentite a me, zio Crocifisso, questo è un altro affare come quello dei lupini! Padron ’Ntoni [...]
[...] cercare di indovinare se lo zio Crocifisso diceva di sì. Piedipapera veniva a dirgli quel che aveva potuto ottenere dallo zio Crocifisso, e poi tornava a [...]
[...] parlare con lui; e andava e veniva per la piazza come la spola nel telaio, tirandosi dietro la sua gamba storta, finchè riescì a metterli [...]
[...] d’accordo. – Benone! – diceva a padron ’Ntoni; e allo zio Crocifisso: – Per un pezzo di pane! – così combinò anche la vendita di tutti gli attrezzi, chè i [...]
[...] Malavoglia non sapevano che farsene, ora che non possedevano più una tavola sull’acqua; ma a padron ’Ntoni gli parve che gli strappassero le [...]
[...] budella dallo stomaco, come si portarono via le nasse, le reti, le fiocine, le canne, e ogni cosa. – Ci penserò io a trovarvi d’andare a giornata, voi [...]
[...] abbassa nobiltà». – Va bene, va bene, siamo intesi! conchiuse Piedipapera, e andò davvero a parlarne con padron Cipolla, nella spezieria, dove don [...]
[...] Silvestro era riusci- to a tirarli un’altra volta, lui, massaro Filippo e qualche altro pesce grosso, per discorrere degli affari del Comune, che [...]
[...] siete tanto ricco, potreste dargli del pane a quel poveraccio di padron ’Ntoni, – soggiungeva Piedipapera. – A voi non vi farebbe nulla di prenderlo a [...]
[...] un affar d’oro, sentite a me, padron Fortunato. Padron Fortunato, preso così in quel momento, non seppe dir di no; ma dopo che ebbero tirato e [...]
[...] stiracchiato un po’ sul prezzo; giacchè i tempi erano magri, gli uomini non avevano da lavorare, padron Cipolla faceva proprio un atto di carità a [...]
[...] prendersi padron ’Ntoni. – Sì, lo prendo se viene a dirmelo lui! Lo credereste che mi porta il broncio dacchè mandai in aria quel matrimonio di mio [...]
[...] anche Piedipapera, tutti, s’affretta- vano a dire che padron Fortunato aveva ragione. Brasi non gli lasciava più pace, dopo che gli avevano fatto [...]
[...] venire il pensiero di maritarlo, e correva dietro a tutte le donne come un gatto in gennaio, ch’era una sollecitudine continua pel povero padre. Ora [...]
[...] Cipolla, ora che suo padre se l’era rimorchiato di nuovo in casa pel colèra, e non andava a nascondersi più nella sciara, o per la chiusa, o dallo [...]
[...] scappava in casa com’ei compariva in capo alla straduccia, e andava a nascondersi dietro il basilico ch’era sulla finestra, con quegli occhioni neri che [...]
[...] se lo mangiavano di nascosto. Ma se Brasi si fermava a guardarla come un bietolone, gli voltava le spalle, col mento sul petto, tutta rossa, e gli [...]
[...] occhi bassi, masticandosi la cocca del grembiule, che ognuno se la sarebbe mangiata per pane. Infine, poichè Brasi non sapeva risolversi a [...]
[...] sulla porta ogni volta che vi vede passare, e poi va a dirlo a tutti; ma farebbe meglio a tener d’occhi quella civetta di sua figlia Barbara, che [...]
[...] l’ha ridotta come una piazza questa strada, tanta la gente che ci tira, e non va a dirlo quante volte passa e ripassa don Michele, per vedere la [...]
[...] Barbara alla finestra. Con queste chiacchiere Brasi non si muoveva più dalla straduzza, che non l’avrebbero mandato via neanche a bastonate, ed [...]
[...] era sempre là intorno, a gironzare colle braccia penzoloni, il naso in aria e la bocca aperta, come Giufà. La Mangiacarrubbe dal suo canto stava [...]
[...] , se fosse venuto a prenderlo a scapaccioni. – Questa è la mano di Dio per castigar la superbia di padron Fortunato, – diceva la gente. – Per lui [...]
[...] sarebbe stato cento volte meglio dare a suo figlio la Malavoglia, la quale almeno ci aveva quel po’ di dote, e non la spendeva in fazzoletti e [...]
[...] fazzoletto nero; e poi doveva anche badare a quella piccina, e farle da mamma, e non aveva chi l’aiutasse nelle faccenduole di casa, tanto che doveva [...]
[...] andare anche al lavatoio, e alla fontana, e a portare il pane agli uomini, quando erano a giornata; sicchè non era più come Sant’Agata, quando nessuno [...]
[...] la vedeva, e stava sempre al telaio. Adesso aveva poco tempo da stare al telaio. Don Michele, dal giorno che la Zuppidda s’era messa a predicare [...]
[...] sul ballatoio, colla conocchia in mano, che voleva cavargli gli occhi con quella conocchia, se tornava a bazzicar da quelle parti per la Barbara [...]
[...] grande per loro, e ci si perdevano. Chiudevano l’uscio e mangiavano in santa pace. Poi si mettevano a sedere sulla porta, coi ginocchi fra le braccia [...]
[...] egli forse vi sarebbe morto; ma i denari ricominciavano a raggranellarsi, e i suoi ragazzi ci sarebbero tornati un giorno, ora che Alessi [...]
[...] cominciava a farsi uomo anche lui, ed era un buon figliuolo della pasta dei Malavoglia. Quando poi avrebbero maritato le ragazze e ricomperata la casa, se [...]
[...] potevano metter su anche la barca, non avevano più nulla a desiderare, e padron ’Ntoni avrebbe chiuso gli occhi contento. La Nunziata e la cugina [...]
[...] Anna venivano anche loro a sedersi lì accanto sui sassi, a chiacchierare dopo cena con quei poveretti, che erano rimasti soli e derelitti [...]
[...] anch’essi, talchè sembrava fossero parenti. La Nunziata pareva che fosse a casa sua, e ci conduceva i suoi piccini, come la chioccia. Alessi, seduto [...]
[...] accanto a lei le diceva: – O che l’hai finita oggi la tua tela? – oppure: – Lunedì ci andrai a vendemmiare da massaro Filippo? Ora che viene il tempo [...]
[...] Mena, e la Lia, quando sarà grande anche lei. Lia comincia a volere le vesti lunghe e i fazzoletti colle rose, e tu pure ci hai i tuoi ragazzi da [...]
[...] situare. Bisogna arrivare a comprare la barca; la barca poi ci aiuterà a comprare la casa. Il nonno vorrebbe avere un’altra volta quella del nespolo [...]
[...] , e anche a me mi piacerebbe, chè saprei dove andare a occhi chiusi, o di notte, senza battere il naso; e c’è il cortile grande per gli attrezzi, e in [...]
[...] due salti s’è al mare. Poi, quando le mie sorelle saranno maritate, il nonno verrà a stare con noi, e lo metteremo nella stanza grande del cortile [...]
[...] mano, non è vero? Quando tornerà mio fratello ’Ntoni gliela daremo a lui, e noi andremo a stare sul solaio. Tu non avrai che a scendere la [...]
[...] . – Ora ci hanno messo le cipolle nell’orto, e son venute grosse come arancie. – Che ti piacciono a te le cipolle? – Per forza mi piacciono. Aiutano a [...]
[...] . Allo zio Crocifisso non gliene importa di aver cavoli e lattughe, perchè ci ha l’altro orto di casa sua, e l’ha messo tutto a cipolle. Ma noi ci [...]
[...] anche lei; e poi si mise a cantare, mentre Alessi stava ad ascoltare, tutto intento. Infine disse: – Ma ancora c’è tempo. – Sì, affermò Alessi [...]
[...] un’altra volta ad aver delle barche sull’acqua, e a mettere i nostri letti laggiù, in quella casa, vedrete che bello starsi a riposare su quell’uscio [...]
[...] , la sera quando si torna a casa stanchi, e che la giornata è andata bene; e veder il lume in quella camera dove l’avete visto tante volte, e ci [...]
[...] mentre egli è lontano, non gli parrà vero quando tornerà, disse Mena, e verrà a cercarci qui. Padron ’Ntoni scosse il capo tristamente. – Ma ancora [...]
[...] non rispondeva nulla; ma tutto il paese sapeva che ’Ntoni doveva tornare ricco, dopo tanto tempo ch’era andato a cercar fortuna, e molti già lo [...]
[...] invidiavano, e volevano lasciar ogni cosa e andarsene a caccia della fortuna, come lui. Infine non avevano torto, perchè non lasciavano altro che [...]
[...] delle donnicciuole a piagnucolare; e solo chi non gli bastava l’animo di lasciare la sua donnicciuola, era quella bestia del figlio della Locca, che [...]
[...] tratto, si venne a sapere che era tornato ’Ntoni di padron ’Ntoni, di notte, con un bastimento catanese, e che si vergognava di farsi vedere senza [...]
[...] brontolava: – Adesso posso morire tranquillo, ora che quei ragazzi non rimarranno più soli e in mezzo a una strada. Ma per otto giorni ’Ntoni non ebbe [...]
[...] ricchezze che ha portato ’Ntoni di padron ’Ntoni? – E quelli che ci avevano messo un po’ di tempo a fare il fagotto, colle scarpe e le camicie, prima di [...]
[...] avventurarsi a quella minchioneria di lasciare il paese, si tenevano la pancia dal ridere. Quando uno non riesce ad acchiappare la fortuna è un [...]
[...] quelli che non hanno niente stanno a guardare a bocca aperta i ricchi e i fortunati, e lavorano per loro, come l’asino di compare Mosca, per un [...]
[...] , era di quelli che avevano acchiappato la fortuna, e la teneva negli scarabattoli, e si godeva il ben di Dio stando sulla porta della bottega, a [...]
[...] aveva insegnato suo padre a colui, di fare danari coll’acqua delle cisterne! Ma a ’Ntoni suo nonno gli aveva insegnato il mestiere di rompersi le [...]
[...] ora aveva aperto gli occhi, come i gattini dopo i quaranta giorni che son nati. «La gallina che cammina torna a casa colla pancia piena». Se non [...]
[...] altro egli se l’era riempita di giudizio, la pancia, e andava a raccontare quello che aveva imparato sulla piazza, nella bottega di Pizzuto, ed [...]
[...] tirato le orecchie, alla fin fine; ed egli avrebbe saputo rispondere il fatto suo se gli rimproveravano di andare a cercarsi quel po’ di bene che [...]
[...] presto a fare i denari della casa, – gli cantava sempre la canzone della casa. – Lo zio Crocifisso ha detto che non la darà ad altri. Tua madre [...]
[...] , poveretta, non ha potuto morirci, lei! Sulla casa potremo anche dare la dote a Mena. Poi, coll’aiuto di Dio, metteremo su un’altra barca; perchè, devo [...]
[...] dirtelo, alla mia età l’è dura andare a giornata, e vedersi comandare a bacchetta, quando si è stati padroni. Anche voi altri siete nati padroni [...]
[...] colèra, un altro guaio, e si mangiava la casa e la barca, e si tornava di nuovo a fare come le formiche. Bella cosa! E poi quando si aveva la casa e [...]
[...] sempre in carrozza, ecco quello che faceva. Gente appetto dei quali don Franco ed il segretario lavoravano come tanti asini a sporcar cartacce, e [...]
[...] a pestare l’acqua sporca nel mortaio. Almeno voleva sapere perchè al mondo ci doveva essere della gente che se la gode senza far nulla, e nasce [...]
[...] colla fortuna nei capelli, e degli altri che non hanno niente, e tirano la carretta coi denti per tutta la vita? Poi quella storia d’andare a giornata [...]
[...] non gli andava affatto, a lui ch’era nato padrone, l’aveva detto anche il nonno. Vedersi comandare a bacchetta, da gente che erano venuti su dal [...]
[...] nulla, che tutti lo sapevano, in paese, come avevano fatto i loro denari a soldo a soldo, sudando ed affaticandosi! A giornata ci andava proprio [...]
[...] mani sotto le ascelle nessuno gli diceva nulla. Là veniva anche a stirarsi le braccia Rocco Spatu, e Vanni Pizzuto, quando non aveva che fare, fra [...]
[...] discorreva di ciò che succedeva in paese, di quello che donna Rosolina aveva raccontato a suo fratello, sotto il sigillo della confessione, quando era [...]
[...] rubate a suo fratello il vicario, e si sarebbe saputo il motivo per cui aveva dato in mano a don Silvestro quel denaro, per sua vergogna! – Poi [...]
[...] , osservò Pizzuto, donde l’erano venute le 25 onze a donna Rosolina? «Roba rubata non dura». – Almeno erano sempre nella casa, diceva Spatu; se mia [...]
[...] madre avesse 12 tarì, e glieli prendessi, che passerei per ladro? Di ladro in ladro vennero a parlare dello zio Crocifisso, il quale aveva perso più [...]
[...] quegli anelli e di tutti quegli orecchini rimastigli in pegno, si maritava con la Vespa; la cosa era certa, che l’avevano visto persino andare a [...]
[...] . Gli orecchini e le collane alla fin fine sono d’oro e d’argento colato, e avrebbe potuto andare a venderli alla città; anzi ci avrebbe guadagnato il [...]
[...] Spatu. – A me non me ne importa; perchè chi si fida di quelle canaglie di femmine, è un porco. Per me la mia innamorata è la Santuzza, che mi fa [...]
[...] ! esclamò ’Ntoni. – Brasi Cipolla, da qui a cent’anni che muore suo padre, se Dio vuole, sarà ricco come un maiale, disse Spatu. – Adesso suo padre fa il [...]
[...] ? Qui prese parte al discorso lo speziale, il quale veniva a fumare la sua pipa sulla riva, dopo desinare, e pestava l’acqua nel mortaio che così [...]
[...] avevano insegnato a leggere, perciò andava anche lui sulla porta della spezieria, a sentire quello che diceva il giornale, e a chiacchierare collo [...]
[...] . Don Franco, arrivando sul greto quando gli amici tenevano quei discorsi, ammiccava a ’Ntoni Malavoglia, il quale rimendava le maglie delle reti [...]
[...] certuni abbiano a rompersi la schiena contro i sassi, e degli altri stiano colla pancia al sole, a fumar la pipa, mentre gli uomini dovrebbero essere [...]
[...] ammiccava di soppiatto a ’Ntoni. – Non ha niente da fare, e ogni giorno ha i suoi quattro tarì di soldo. – Quello che dico sempre! ripeteva lo [...]
[...] speziale tirandosi la barba. – Tutto il sistema è così; pagar degli sfaccendati per non far niente, e farci le corna, a noi che li paghiamo! ecco che [...]
[...] cos’è. Della gente che ha quattro tarì al giorno per stare a passeggiare sotto le finestre della Zuppidda; e don Giammaria che si pappa la lira al [...]
[...] giorno per andare a passeg- giare di qua e di là. Io vorrei essere guardia doganale. – Ecco! ecco! esclamò don Franco cogli occhi che gli schizzavano [...]
[...] il nipote gli arrivava a casa ubbriaco, la sera, faceva di tutto per mandarlo a letto senza che gli altri se ne avvedessero, perchè questo non [...]
[...] dormire l’altro; tanto, non sarebbe stato buono a nulla. ’Ntoni da prima se ne vergognava, e andava ad aspettarli sulla riva appena tornavano, colla [...]
[...] testa bassa. Ma poco a poco ci fece il callo, e diceva fra di sè: – Così domani faremo ancora domenica! Il povero vecchio cercò tutti i mezzi di [...]
[...] faremo? ’Ntoni restava a capo chino, o brontolava fra i denti; ma l’indomani tornava da capo, e una volta glielo disse: – Che volete? almeno quando non [...]
[...] per andar lontano. E son vecchio!... Quando il nonno riesciva a toccargli il cuore, ’Ntoni si metteva a piangere. I fratelli, che sapevano [...]
[...] a piangere cheta cheta accanto al focolare; tanto che ’Ntoni disse alla fine: – Non voglio andarci più all’osteria, neanche se m’ammazzano! E tornò [...]
[...] a lavorare di buonavoglia come prima; anzi, si alzava prima degli altri, e andava ad aspettare il nonno alla marina, che ci volevano due ore a far [...]
[...] andare in piazza, per non vedere l’osteria da lontano e gli amici che lo chiamavano. Ma si rompeva le mascelle a sbadigliare tutto quel giorno in [...]
[...] come suo fratello Alessi e la Nunziata, o a spazzare la casa come Mena, e nemmeno un vecchio come il nonno per divertirsi ad accomodare i barilotti [...]
[...] voci e le risate all’osteria. Tanto che andò a dormire per non sapere che fare, e il lunedì tornò a fare il muso lungo. Il nonno gli diceva: – Per [...]
[...] mai la domenica! e gli cascava il cuore per terra a pensare che tutti i giorni fossero dei lunedì. Sicchè, quando tornava dal mare, la sera, non [...]
[...] aveva voglia nemmeno d’andare a dormire, e si sfogava a scorazzare di qua e di là colla sua disgrazia, tanto che infine venne a capitare di nuovo [...]
[...] all’osteria. Prima, allorchè tornava a casa malfermo sulle gambe, si ficcava dentro mogio mogio, facendosi piccino e balbettando delle scuse, o [...]
[...] sottovoce d’entrare dalla cucina che in casa c’era il nonno. – A me non me ne importa! rispondeva. Il giorno dopo si levava stravolto e di cattivo [...]
[...] umore; e cominciava a gridare e bestemmiare dalla mattina alla sera. Una volta successe una brutta scena. Il nonno, non sapendo più che fare per [...]
[...] ragazzo, il povero vecchio: – Oh ’Ntoni! non ti rammenti che qui c’è morta tua madre? Perchè vuoi darle questo dolore a tua madre, di vederti fare la [...]
[...] all’anno zoppica». Non ti rammenti quella notte del colèra che eravamo qui tutti davanti a quel lettuccio, ed ella ti raccomandava Mena e i ragazzi [...]
[...] venire a casa, andava per la via, fermandosi dietro gli usci, colle spalle appoggiate al muro, stanco morto, insieme a Rocco Spatu e Cinghialenta; e [...]
[...] si metteva a cantare con loro, per scacciare la malinconia. Infine il povero padron ’Ntoni non osava più mostrarsi per le strade dalla vergogna [...]
[...] . Il nipote invece, per evitare le prediche, veniva a casa colla faccia scura; così non gli rompevano la devozione con le solite prediche. Già le [...]
[...] prediche se le faceva da sè stesso, a voce bassa, ed era tutta colpa della sua disgrazia che l’aveva fatto nascere in quello stato. E andava a [...]
[...] sfogarsi collo speziale e con altri di quelli che avevano un po’ di tempo per chiacchierare dell’ingiustizia sacrosanta che ci è a questo mondo in [...]
[...] ogni cosa; che se uno va dalla Santuzza, per dimenticare i suoi guai, si chiama ubbriacone; mentre tanti altri che si ubbriacano a casa di vin buono [...]
[...] non hanno guai per la testa, nè nessuno che li rimproveri o faccia loro la predica di andare a lavorare, giacchè non hanno nulla da fare, e son [...]
[...] ! diceva lo speziale a don Silvestro, e a padron Cipolla, e a chi voleva sentirlo. – Vede le cose all’ingrosso, così alla carlona, ma il sugo c’è [...]
[...] Catania. Però ’Ntoni si seccava a leggere; prima di tutto perchè era una fatica, e quand’era soldato gli avevano insegnato a leggere per forza [...]
[...] tutte quelle chiacchiere stampate non gli mettevano un soldo in tasca. Che gliene importava a lui? Don Franco glielo spiegava lui perchè avrebbe [...]
[...] per fare la rivoluzione? Don Franco allora si stringeva nelle spalle, e se ne andava indispettito a pestare l’acqua sporca nel mortaio; giacchè con [...]
[...] strada del Nero, onde far dispetto alla Zuppidda, la quale stava a guardia di sua figlia colla conocchia in mano. Intanto don Michele per non perdere [...]
[...] i suoi passi, aveva gettato gli occhi su di Lia, la quale si era fatta una bella ragazza anche lei, e non aveva nessuno che le stesse a guardia [...]
[...] era vanerella peggio di suo fratello ’Ntoni, e le piaceva starsene sulla porta a far vedere il fazzoletto colle rose, che ognuno le diceva [...]
[...] aspettare il fratello che tornava a casa ubbriaco, si sentiva così stanca ed avvilita che le cascavano le braccia quando voleva tirare in casa la [...]
[...] . Non lo vedi come è andato a finire mio fratello, che non lo vogliono nemmeno i cani! – Se ’Ntoni avesse fegato, andava dicendo Piedipapera, se lo [...]
[...] Michele, aveva preso a ben volere ’Ntoni, per quel modo di portare il berretto sull’orecchio, e di dondolare le spalle camminando che aveva preso [...]
[...] a pugni con quegli avventori della malannata, che cercano il pelo nell’uovo all’ora del conto, e gridano e bestemmiano prima di pagare. Cogli [...]
[...] amici della taverna invece era allegro e chiacchierone, e teneva d’occhio anche il banco, allorchè la Santuzza andava a confessarsi. Sicchè, tutti [...]
[...] colà gli volevano bene come se fosse a casa sua; tranne lo zio Santoro il quale lo guardava di malocchio, e borbottava, fra un’avemaria e l’altra [...]
[...] zio Santoro, quando poteva chiapparla un momento a quattr’occhi. Di don Michele ne hai sempre bisogno. Massaro Filippo m’ha detto dieci volte che è [...]
[...] voleva perdonare a don Michele quella partaccia che gli aveva fatta colla Zuppidda, dopo tanto tempo ch’era stato trattato come un canonico [...]
[...] nell’osteria, per l’amore dei suoi galloni; e ’Ntoni Malavoglia, senza galloni, valeva dieci volte don Michele; a lui, quello che gli dava, glielo dava di [...]
[...] sarebbe che tu morissi di fame, gli diceva il nonno, e che avessimo a morire tutti oggi stesso! – Infine nessuno parlava più, seduti dov’erano, e [...]
[...] voltandosi le spalle. Padron ’Ntoni era ridotto a non aprir bocca, per non litigare col nipote; e ’Ntoni poi, quand’era stanco della predica [...]
[...] , piantava lì tutti della paranza, a piagnucolare, e se ne andava a trovar Rocco o compare Vanni, coi quali si stava allegri e se ne trovava sempre [...]
[...] e gli zufoli di canna, a fare il baccano e un casa del diavolo sino a mezzanotte, talchè la Vespa l’indomani s’alzò più verde del solito, e se la [...]
[...] aveva fatto la Vespa con quel vestito nuovo che costava denari. La Vespa era sempre a spendere e spandere, che se l’avessero lasciata fare [...]
[...] moglie gli piantava le unghie sulla faccia, e gli gridava che voleva aver le chiavi lei, e non voleva star sempre a desiderare un pezzo di pane e un [...]
[...] crepacuore prima del tempo, per scialacquarsi allegramente la roba che egli aveva stentato tanto a raggranellare! Lui pure, se avesse saputo tutto [...]
[...] orecchie di suo figlio nelle mani. Lo zio Crocifisso a quel discorso si cacciava le mani nei capelli anche lui, e diceva che la Mangiacarrubbe [...]
[...] l’aveva rovinato a non rapire Brasi una settimana prima. – Questa è stata la volontà di Dio! andava dicendo picchiandosi il petto; la volontà di Dio [...]
[...] è stata che io m’avessi a pigliare la Vespa per castigo dei miei peccati! – E dei peccati doveva avercene grossi assai, perchè la Vespa gli [...]
[...] ronzavano sempre attorno a tentarla come ci avesse il miele nelle gonnelle. – Se fosse vero andrei a chiamarglielo io stesso colui! borbottava lo [...]
[...] zio Crocifisso; – purchè me la levasse davanti! E diceva pure che avrebbe pagato qualche cosa a Vanni Pizzuto o a ’Ntoni Malavoglia perchè gli [...]
[...] mestiere lo faceva dove era grasso, e ci mangiava e beveva, che era un piacere a vederlo. Ora portava la testa alta, e se la rideva se il nonno gli [...]
[...] diceva qualche parola a bassa voce; adesso era il nonno che si faceva piccino, quasi il torto fosse suo. ’Ntoni diceva che se non lo volevano in casa [...]
[...] sapeva dove andare a dormire, nella stalla della Santuzza; e già non spendevano nulla a casa sua per dargli da mangiare. Padron ’Ntoni, e Alessi, e [...]
[...] quale si sarebbe andati a crepare allegramente di fame! tanto lui un soldo non l’avrebbe voluto; povero diavolo per povero diavolo, preferiva godersi [...]
[...] fresco, e la piazza per passeggiare, e gli scalini della chiesa per stare a chiacchierare, e lo stradone per veder passare la gente e sentir le [...]
[...] notizie, e l’osteria per mangiare e bere cogli amici. Poi quando gli sbadigli vi rompevano le mascelle, si giocava alla mora, o a briscola; e quando [...]
[...] infine si aveva sonno, ci era lì la chiusa dove pascevano i montoni di compare Naso, per sdraiarsi a dormire il giorno, o la stalla di comare suor [...]
[...] Mariangela quand’era notte. – Che non ti vergogni di far questa vita? gli disse alfine il nonno, il quale era venuto apposta a cercarlo colla [...]
[...] la passate forse meglio di me a lavorare, e ad affannarvi per nulla? È la nostra mala sorte infame! ecco cos’è! Vedete come siete ridotto, che [...]
[...] sembrate un arco di violino, e sino a vecchio avete fatto sempre la stessa vita! Ora che ne avete? Voi altri non conoscete il mondo, e siete come i [...]
[...] gattini cogli occhi chiusi. E il pesce che pescate ve lo mangiate voi? Sapete per chi lavorate, dal lunedì al sabato, e vi siete ridotto a quel modo [...]
[...] che non vi vorrebbero neanche all’ospedale? per quelli che non fanno nulla, e che hanno denari a palate lavorate! – Ma tu non ne hai denari, nè io [...]
[...] ne ho! Non ne abbiamo avuti mai, e ci siamo guadagnato il pane come vuol Dio; è per questo che bisogna darsi le mani attorno, a guadagnarli, se no [...]
[...] andare a creparvi. – No! no! esclamò il vecchio tutto giulivo, e gettandogli al collo le braccia rattratte come radiche di vite. I denari per la [...]
[...] colle rose, o insieme alla Nunziata, e alla cugina Anna, quando esse facevano la carità di venire a cianciare un po’; giacchè la cugina Anna ci [...]
[...] padre l’aveva piantata per andarsene a cercare fortuna altrove. Le poverette s’intendevano fra di loro appunto per questo, quando discorrevano a [...]
[...] . Don Michele di tanto in tanto si fermava a salutarle o a dir qualche barzelletta; tanto che le donne si erano addomesticate col berretto gallonato [...]
[...] , e non ne avevano più paura: anzi la Lia s’era lasciata andare a dire anche lei le barzellette, e ci rideva sopra; nè la Mena osava sgridarla, o [...]
[...] Michele con tutto il suo berretto gallonato non sdegnava di fermarsi sulla porta dei Malavoglia a far quattro chiacchiere. E se don Michele trovava [...]
[...] orecchini lunghi; chè allora, in parola d’onore, gli fareste tenere il candeliere a molte signore della città. – La veste di lana e seta non fa per me, don [...]
[...] aggiungeva: – Permettete? – colla mano nel berretto, e si metteva a sedere lì vicino sui sassi, mentre non aveva da fare. Mena credeva che volesse [...]
[...] , sulla santa parola d’onore! Pensava a tutt’altro lui, se non lo sapeva comare Lia!... E si fregava il mento, o si stirava i baffi guardandola come il [...]
[...] sulla porta, e don Michele sui sassi, sminuzzando qualche sterpolino per non sapere che fare, e le domandava: – Che ci verreste a stare nella città [...]
[...] ? – Che verrei a farci nella città? – Quello è il posto per voi! Voi non siete fatta per star qui, fra questi villani, in parola d’onore! Voi [...]
[...] siete una roba fine e di prima qualità, e siete fatta per stare in una bella casetta, e andare a spasso alla Marina e alla Villa, quando c’è la [...]
[...] d’onore! e non vedo l’ora di essere traslocato, che mi hanno promesso di richiamarmi alla città coll’anno nuovo. Lia si metteva a ridere della burla [...]
[...] fuori in gran mistero un bel fazzoletto giallo e rosso, colla sua brava carta, che l’aveva avuto da un contrabbando, e voleva regalarlo a comare Lia [...]
[...] di don Michele, Lia correva a ficcarsi in casa, per paura che volesse darle il fazzoletto. Don Michele aveva un bel passare e ripassare, e far [...]
[...] alla fine si decise ad entrare. Le ragazze, come se lo videro dinanzi, rimasero a bocca aperta, tremando quasi avessero la terzana, e senza [...]
[...] io sono tornato pel bene che voglio a voi altri. Che cosa fa vostro fratello ’Ntoni? Anche Mena si faceva rossa, quando le domandavano che cosa [...]
[...] facesse suo fratello ’Ntoni, perchè non faceva nulla. E don Michele continuò: – Ho paura che vi dia qualche dispiacere, a tutti voi altri, vostro [...]
[...] fratello ’Ntoni. Io vi sono amico e chiudo gli occhi; ma quando verrà qui un altro brigadiere in vece mia, vorrà sapere che cosa va a fare vostro [...]
[...] fratello con Cinghialenta, la sera, verso il Rotolo, e con quell’altro buon arnese di Rocco Spatu, quando vanno a passeggiare nella sciara, come se [...]
[...] avessero delle scarpe da buttar via. Aprite bene gli occhi anche voi a quel che vi dico ora, comare Mena; e ditegli pure che non bazzichi tanto con [...]
[...] bene che vostro nonno non lo facesse andare a passeggiare nella sciara, perchè la sciara non è fatta per andarci a passeggiare, e gli scogli del [...]
[...] l’imbrunire, come se andassero a pescar pipistrelli. Ditegli questo, comare Mena, e ditegli pure che chi gli dà quest’avvertimento è un amico il quale [...]
[...] vi vuol bene. Quanto a compare Cinghialenta e Rocco Spatu, ed anche Vanni Pizzuto, son tenuti d’occhio. Vostro fratello si fida di Piedipapera, e [...]
[...] non sa che le guardie doganali hanno il tanto per cento sui contrabbandi, e per sorprenderli bisogna dar la parte a uno della combriccola e farlo [...]
[...] cantare per chiapparla. Di Piedipapera questo solo rammentategli: – Gli disse Gesù Cristo a San Giovanni, «degli uomini segnati guàrdatene!». Lo [...]
[...] a fare con quelli del berretto gallonato. Don Michele allora la prese per mano onde farle animo, e seguitò: – Se si sapesse che son venuto a [...]
[...] dirvi tutto questo, sarei fritto. Io mi giuo- co il mio berretto gallonato, per il bene che vi voglio a voi altri Malavoglia. Ma non mi piace che [...]
[...] nella notte, aspettando il fratello dietro l’uscio sino a tardi, tremando di freddo e di paura, mentre egli andava cantando per le strade con [...]
[...] che c’era stata la caccia delle quaglie a due piedi. – Tu va a dormire, ripeteva Mena alla sorella. Tu sei troppo giovane, e certe cose non devi [...]
[...] saperle. Al nonno non diceva nulla per non dargli quest’altro crepacuore; ma a ’Ntoni, quando lo vedeva un po’ calmo, che si metteva a sedere [...]
[...] tristamente sulla porta, col mento in mano, si faceva coraggio per chiedergli: – Cosa vai a fare sempre con Rocco Spatu e Cinghialenta? Guardati che ti [...]
[...] hanno visto sulla sciara e verso il Rotolo. Guardati di Piedipapera. Sai il detto dell’antico che gli disse Gesù Cristo a San Giovanni: «degli [...]
[...] . Poi si levava di là frettoloso, e se ne andava all’osteria, a smaltire l’uggia, e se incontrava quelli del berretto gallonato, faceva il giro lungo [...]
[...] per non vederli neanche nel battesimo. Già don Michele non sapeva nulla, e parlava a casaccio, onde fargli paura, per la bizza che ci aveva contro [...]
[...] qualche maniera, così grasso e pasciuto! e non aveva altro da fare che metter le mani addosso a qualche povero diavolo, se si industriava a [...]
[...] volevano; ma gli altri, se cercavano a rischio della pelle di fare come volevano, per sbarcare la loro roba, passavano per ladri, e li cacciavano peggio [...]
[...] . – E di quegli impiegati di Satanasso! – aggiungeva il vicario. A don Giammaria gli cuoceva tuttora delle venticinque onze che gli erano scappate di [...]
[...] casa. Ora donna Rosolina aveva perso anche la testa, colle venticinque onze, e correva dietro a don Michele, per farsi mangiare il resto. Come lo [...]
[...] fate pagare a sangue d’uomo? rimbeccava il vicario colla schiuma alla bocca. Don Franco aveva imparato a ridere come don Silvestro, per far dannare [...]
[...] l’anima a don Giammaria; e continuava senza dargli retta, chè aveva sperimentato il mezzo migliore per fargli perdere la tramontana: – In mezz’ora [...]
[...] si guadagnano la loro giornata, e poi sono a spasso tutto il giorno; tale e quale come don Michele il quale sembra un uccellaccio perdigiorno [...]
[...] , sempre là per i piedi, dacchè non va più a scaldare le panche della Santuzza. – Per questo ce l’ha con me, entrava a dire ’Ntoni; è arrabbiato come un [...]
[...] , chè non voglio pasticci nella mia spezieria. Al Governo non parrebbe vero di tirarmi nell’imbroglio pei capelli; ma a me non mi piace aver che [...]
[...] vino all’osteria! Le diceva che gli avventori cominciavano a diradare come le mosche a Sant’Andrea, dacchè non ci trovavano più il vino di massaro [...]
[...] di ’Ntoni Malavoglia? Non vedi che ti mangia tutta la roba senza frutto? Tu lo ingrassi meglio di un maiale, e poi va a fare il cascamorto colla [...]
[...] sei in collera con don Michele. Una cosa che non è buona nè per l’anima nè pel corpo. La gente comincia perfino a mormorare che a ’Ntoni gli fai la [...]
[...] carità pelosa, giacchè massaro Filippo non ci viene più, e vedrai come andrà a finire! Vedrai che arriverà all’orecchio del vicario, e ti [...]
[...] da riporre in serbo nel piatto, non lo dava più a lui, e gli metteva dell’acqua sporca nei fondi di bicchieri; sicchè ’Ntoni alla fine cominciò a [...]
[...] dovuto far lui, e aiutare un po’ nella casa, a spaccar legna o a soffiare nel fuoco, invece di starsene come un lazzarone a vociare e dormire colla [...]
[...] testa fra le braccia, o a sputacchiare per terra dappertutto, che faceva un mare e non si sapeva più dove mettere i piedi. ’Ntoni un po’ andò a [...]
[...] spaccar legna, brontolando, o a soffiare nel fuoco, per fare meno fatica. Ma gli era duro lavorare tutto il giorno come un cane, peggio di quello che [...]
[...] faceva un tempo a casa sua, per vedersi trattare peggio di un cane a sgarbi e parolacce, in grazia di quei piatti sporchi che gli davano da [...]
[...] don Michele era tornato a girandolare davanti l’osteria, che l’aspettava anche sulla piazza, quando andava a confessarsi, e lo zio Santoro gli [...]
[...] gridava dietro per salutarlo, quando sentiva la sua voce, e andava a cercarlo fin nella bottega di Pizzuto, tastando i muri col bastone per trovar [...]
[...] la strada. La Santuzza allora cominciò a fare il diavolo, e rispondergli che era venuto apposta per farle fare peccati, mentre aveva l’ostia in [...]
[...] quando ho saputo che correte dietro le donnacce come la Vespa e la Mangiacarrubbe, ora che sono malmaritate. Correte a trovarle, che ora ci hanno il [...]
[...] truogolo in casa, e cercano il maiale. – Ma ’Ntoni giurava che non era vero, e a lui non gliene importava di queste cose; alle femmine non ci [...]
[...] Santoro. Non vedi come è attaccato al pane che ti mangia? Bisogna rompere la pentola per aggiustarla. Bisogna farlo mettere fuori a pedate. Massaro [...]
[...] farlo entrare di contrabbando come prima! – E tornava a cercare massaro Filippo nella bottega di Pizzuto, tastando i muri col bastone. Sua figlia [...]
[...] faceva la sdegnosa, protestando che non avrebbe mai piegato il capo a don Michele, dopo la partaccia che colui le aveva fatto. – Lascia fare a me [...]
[...] che l’aggiusto io! assicurava lo zio Santoro. – Farò le cose con giudizio. Non ti lascerei fare la figura di tornare a leccare gli stivali a don [...]
[...] davano all’osteria, giacchè a casa sua non osava comparire, e quei poveretti intanto pensavano a lui quando mangiavano la loro minestra senza appetito [...]
[...] l’ultimo colpo per me che sono vecchio! – ripeteva il nonno; e chi lo vedeva passare colle reti in spalla, per andare a giornata, diceva: – Questa è [...]
[...] prendersi in moglie la sorella di ’Ntoni Malavoglia. ’Ntoni, ora che era in miseria, non aveva più ritegno di mostrarsi insieme a Rocco Spatu e a [...]
[...] Cinghialenta per la sciara e verso il Rotolo, e a discorrere sottovoce fra di loro, colla faccia scura, a guisa di lupi affamati. Don Michele [...]
[...] tornava a dire alla Mena: – Vostro fratello vi darà qualche dispiacere, comare Mena! Mena era ridotta ad andare a cercare il fratello sulla sciara [...]
[...] : – No! È don Michele che mi vuol male, te l’ho detto. Sta sempre a macchinar birbonate contro di me collo zio Santoro. Li ho sentiti io nella bottega [...]
[...] pensa a noi che non abbiamo più nessuno! – Niente! Voglio svergognare lui e la Santuzza davanti a tutto il paese, quando vanno alla messa! Voglio [...]
[...] bel piangere e un bel pregare, egli tornava a dire che non aveva nulla da perdere, e dovevano pensarci gli altri più di lui; che era stanco di [...]
[...] fare quella vita, e voleva finirla – come diceva don Franco. E siccome all’osteria lo vedevano di malocchio, andava a girandolare per la piazza [...]
[...] , specialmente la domenica, e si metteva sugli scalini della chiesa per vedere che faccia facevano quei svergognati che venivano lì a gabbare il mondo, e [...]
[...] rosario in mano, andava a pregare il signore di liberarla di quel castigo di Dio di suo marito; e ’Ntoni sghignazzava loro dietro: – Ora che l’hanno [...]
[...] pescato il marito non hanno più bisogno di nulla. Ci è chi deve pensare a dar loro da mangiare! Lo zio Crocifisso aveva persa anche la devozione [...]
[...] l’anima. – Questo è l’ultimo anno per me! andava piagnucolando; e adesso correva a cercare padron ’Ntoni, e gli altri disgraziati al pari di lui [...]
[...] pure: – Almeno la Mangiacarrubbe non ne compra più collane e fazzoletti di seta, ora che ha acchiappato il marito. La vedete come viene a messa con [...]
[...] una vesticciuola di cotonina! – A me non me ne importa della Mangiacarrubbe, ma avrebbero dovuto bruciarla viva anche lei, con tutte le altre donne [...]
[...] gridando che vuole pigliarsi piuttosto una di mezzo alla strada, piuttosto che lasciar godere la roba sua a quella pezzente la quale gli ha rubato [...]
[...] il figliuolo. Io per me gli regalerei la Vespa, se la volesse! Tutte le stesse! e guai a chi ci capita, per sua disgrazia! che il Signore leva il [...]
[...] lume. Vedete don Michele, che va nella strada del Nero, per far l’occhietto con donna Rosolina; cosa gli manca a costui? Rispettato, ben pagato [...]
[...] terrazzino in mezzo ai suoi pomidoro, a fargli l’occhio di pesce morto. A don Michele non gliene importa nulla dei denari del vicario. Lo so io cosa va [...]
[...] a fare nella strada del Nero! – Dunque cosa pretendete per la casa, tornò a dire padron ’Ntoni. – Ne parleremo, ne parleremo quando saremo dal [...]
[...] per la testa – ripeteva Piedipapera, cacciando fuori tanto di lingua dietro le spalle di padron ’Ntoni, e accennando coll’occhio a suo nipote, il [...]
[...] quale andava ad appollaiarsi sui muri, con un pezzo di giubbone sulle spalle, saettando delle occhiataccie sullo zio Santoro, il quale aveva preso a [...]
[...] chiesa, dicendo all’uno: – Il Signore vi dia la provvidenza! e a quell’altro: – Tanta salute! – e come gli passò accanto don Michele gli disse pure [...]
[...] tornò a bazzicare dalla Santuzza, diceva: – Fecero pace cani e gatti! Vuol dire che ci era sotto qualche cosa per tenersi il broncio. – E come massaro [...]
[...] che della Santuzza. Certuni non sanno star soli neppure in paradiso! Allora ’Ntoni Malavoglia masticava bile, vedendosi scacciato a pedate fuori [...]
[...] della bettola peggio di un cane rognoso, senza un baiocco in tasca per andare a bere sul mostaccio a don Michele, e piantarsi là tutto il giorno [...]
[...] , coi gomiti sul desco, a far loro mangiare il fegato. Invece gli toccava star sulla strada come un cagnaccio, colla coda fra le gambe e il muso a [...]
[...] soldo, gli ridevano sul naso, dalla porta della taverna, facendogli le corna; e venivano a parlargli sottovoce, tirandolo pel braccio verso la [...]
[...] sciara e parlandogli nell’orecchio. Egli tentennava sempre a dir di sì, come un minchione che era. Allora gli rinfacciavano: – Ti sta bene a morir di [...]
[...] fame, lì davanti, e a vederti far le corna sotto agli occhi tuoi stessi da don Michele, carogna che sei! – Sangue di Giuda! non dite così! gridava [...]
[...] , sghignazzando; tanto che infine gli fecero montare la mosca al naso; e andò a piantarsi proprio nel bel mezzo dell’osteria, giallo come un morto [...]
[...] minchione si sentiva cuocere il fegato, e gli rideva e gli sghignazzava sul mostaccio, a lui e alla Santuzza; e sputava sul vino che beveva [...]
[...] , dicendo che era tossico di quello che avevano dato a Gesù sacramentato! – E battezzato per giunta, che la Santuzza ci aveva messa l’acqua, ed era una [...]
[...] vera minchioneria venire a lasciarsi rubare i soldi in quella bettolaccia; per questo ei non ci veniva più! – La Santuzza, toccata nel debole, non [...]
[...] seppe più contenersi, e gli disse che non ci veniva più perchè erano stanchi di mantenerlo per carità, che erano stati costretti a cacciarlo fuori [...]
[...] dell’uscio colla scopa, tanto era affamato. Allora ’Ntoni cominciò a fare il diavolo, gridando e rompendo i bicchieri, che l’avevano messo fuori [...]
[...] ! – intanto che la Santuzza faceva piovere i bicchieri e le mezzette addosso a tutti e due. Così finalmente si azzuffarono, e cominciarono a darsi [...]
[...] dei pugni, e a rotolarsi sotto le panche, che volevano mangiarsi il naso, mentre la gente li prendeva a calci e a pugni per separarli; e ci riescì [...]
[...] infine Peppi Naso colla cinghia di cuoio che s’era levata dai calzoni, e dove arrivava levava il pelo. Don Michele si spolverò la montura, andò a [...]
[...] di pescar merluzzi a mezzanotte, e dove ’Ntoni andava a ronzare, con Rocco Spatu, e Cinghialenta, ed altri malarnesi, colla pipa in bocca, che le [...]
[...] Mena, – aveva detto don Michele un’altra volta passando dalla strada del Nero; – ditegli a vostro fratello di non andarci di notte al Rotolo, con [...]
[...] che si erano rotolati a pugni e a cazzotti sotto le panche all’osteria; inoltre gli aveva promesso di dargli il resto quando l’incontrava, e non [...]
[...] figlio della Locca. Avevano passato la sera all’osteria, a bere e schiamazzare, che la bettola è come un porto di mare, e la Santuzza non avrebbe [...]
[...] potuto mandarlo via, ora che ci aveva dei soldi in tasca e li faceva ballare nella mano. Don Michele era passato a far la ronda, ma Rocco Spatu [...]
[...] . ’Ntoni Malavoglia se la godeva anche a far sbadigliare la Santuzza, la quale dormicchiava dietro i bicchieri, colla testa posata su quei cuscini [...]
[...] vino chiacchierone; mentre Rocco, pieno come una botte, non fiatava più, colle spalle al muro. Lo zio Santoro intanto a tastoni aveva ritirato il [...]
[...] lume e chiudeva la porta. – Ora andatevene che ho sonno; disse la Santuzza. – Io non ho mica sonno io! Massaro Filippo a me mi lascia dormire la [...]
[...] notte. – A me non me ne importa se vi lascia dormire; ma non voglio che mi prendano la multa per amor vostro, se mi trovano l’uscio aperto a quest’ora [...]
[...] , sangue della madonna! La Santuzza intanto lo aveva preso per le spalle e lo spingeva fuori dell’uscio – Andate a dirglielo voi stesso; e andate a [...]
[...] ! Non lo sai quello che abbiamo da fare? Al figlio della Locca allora gli venne una gran voglia di mettersi a piangere, al buio. – È ubbriaco [...]
[...] condurre da compare Cinghialenta, seguitando a sbuffare, mentre sguazzava nelle pozzanghere, e sacramentava che se incontrava don Michele voleva [...]
[...] dargli quello che gli aveva promesso. Tutt’a un tratto si trovò davvero naso a naso con don Michele, il quale ronzava lì intorno anche lui, colla [...]
[...] bottega di Pizzuto. Arrivati dietro l’uscio, adesso che don Michele era ben lontano, ’Ntoni volle a forza che si fermassero per udire quello che diceva [...]
[...] nessuno venga a vedere come mi guadagno il pane, sangue di un cane! Là si misero a cianciare a voce bassa a ridosso del muro, intanto che lo [...]
[...] figlio della Locca. – Bisogna bere qualche cosa, col tempo che fa; rispose Rocco Spatu. Se no ci romperemo il naso nella sciara. Cinghialenta si mise a [...]
[...] brontolare: – Come se andassimo a giuocare! Ora vi farò dare dell’acqua col limone da mastro Vanni. – Io non ho bisogno dell’acqua col limone [...]
[...] ! saltò su ’Ntoni; e vedrete se il fatto mio lo saprò fare meglio di voi altri! Compare Pizzuto non voleva aprire a quell’ora, e rispondeva che era in [...]
[...] letto; ma siccome continuavano a picchiare, e minacciavano di svegliare tutto il paese e di far correre la guardia a mettere il naso nei fatti loro [...]
[...] , si fece dare la voce e venne ad aprire in mutande. – Che siete pazzi a picchiare in questo modo? esclamava. Or ora ho visto passare don Michele [...]
[...] guardandolo negli occhi: ’Ntoni fece una spallata; e Vanni, mentre si faceva da parte per lasciarli entrare, ammiccò a Rocco e a Cinghialenta: – È stato [...]
[...] dalle Malavoglia, soffiò loro nell’orecchio. – L’ho visto escire io! – Buon prò, rispose Cinghialenta; ma bisognerebbe dire a ’Ntoni che raccomandi [...]
[...] a sua sorella di trattenere don Michele tutta la notte, quando abbiamo da fare... – Che cosa volete da me? chiese ’Ntoni colla lingua grossa [...]
[...] detto che per questa sera la roba è là, ma sarà un affare grosso sbarcarla con questo tempo. – Tanto meglio; così nessuno ci vede a sbarcarla [...]
[...] un momento di silenzio, e compare Vanni, per finirla, andò a riempire tre bicchieri di erbabianca. – Me ne impipo delle guardie! esclamò Rocco [...]
[...] Spatu dopo che ebbe bevuto. – Peggio per loro se vengono a mettere il naso nei fatti miei; ho qui il mio temperino che non fa tanto chiasso come le [...]
[...] loro pistole. – Noi ci buschiamo il pane come possiamo, e non vogliamo far male a nessuno! aggiunse Cinghialenta. – O che uno non è più padrone di [...]
[...] farsi sbarcare la roba dove vuole? – Loro stanno a spasso come i ladri, per farsi pagare il dazio di ogni fazzoletto da naso che volete portare a [...]
[...] terra, e nessuno li prende a schioppettate; aggiunse ’Ntoni Malavoglia. – Sapete cos’ha detto don Giammaria? che rubare ai ladri non è peccato. E i [...]
[...] . Ma a quel discorso il figlio della Locca posò il bicchierino senza accostarlo alla bocca, giallo come un morto. – Che sei già ubbriaco? gli [...]
[...] chiese Cinghialenta. – No, rispose lui, non ho bevuto. – Esciamo fuori che l’aria aperta farà bene a tutti. Buona notte a chi resta. – Un momento [...]
[...] corna, e andò a portare la roba in casa di don Silvestro. Don Silvestro non si contenterebbe mai di quel che gli dareste di sua parte, col pretesto [...]
[...] che arrischia di perdere il posto; ma con me non avete questo timore, e mi darete quel ch’è giusto. E sì che a compare Piedipapera non gli ho mai [...]
[...] un’altra volta non voglio passar per minchione, e andrò a contare a don Michele tutte queste bricconate. – No, no! compare Vanni; non c’è bisogno [...]
[...] d’andarle a contare a don Michele! E Piedipapera s’è visto stasera? – Neanche sulla piazza; era lì nella spezieria a fare la repubblica collo [...]
[...] delle guardie non lo coglieranno mai, sebbene sia zoppo come il diavolo. Poi domattina, a cose fatte, verrà a riscuotere la senseria, colla [...]
[...] sarà nessuno al Rotolo, soggiunse il figlio della Locca, ed è meglio tornarsene a casa. ’Ntoni, Cinghialenta e Rocco Spatu, che erano sulla soglia [...]
[...] a sparlare di Piedipapera, e dice che non ha nessuno al mondo. Almeno Piedipapera ci ha la moglie. E ci ho la moglie anch’io! Ma io son di quelli [...]
[...] quale a quell’ora stava dormendo, beata lei. – Chi può starsene fra le lenzuola, con questo tempaccio, non va in giro di certo; conchiuse compare [...]
[...] ubbriachi, a volersi quistionare per delle sciocchezze, mentre andavano a fare quello che sapevano. Mena infatti aspettava il fratello dietro l’uscio [...]
[...] all’uscio. – Chi è a quest’ora, disse Lia, la quale orlava di nascosto un fazzoletto di seta che don Michele infine era riescito a farle prendere [...]
[...] vostro fratello. Ma apritemi, che se mi vedono qui perdo il pane. – Oh vergine Maria! cominciò a dire allora la ragazza. Oh vergine Maria [...]
[...] pancia e i calzoni dentro gli stivali. – Per me stasera non c’è nessuno che stia inquieto, o che si metta a piangere, comare Lia, ma anch’io sono in [...]
[...] Michele! Don Michele se n’andò, ed ella rimase dietro l’uscio a dire il rosario per suo fratello; e pregava il Signore che lo mandasse da quelle parti [...]
[...] , disse Cinghialenta. La pioggia continuava a cadere, e dalla sciara non si udiva altro che il brontolare del mare là sotto. – Non ci si vede [...]
[...] nemmeno a bestemmiare, disse Rocco Spatu. Come faranno ad afferrare lo scoglio dei colombi con questo scuro? – Sono tutti gente pratica, rispose [...]
[...] Cinghialenta. Conoscono le coste, palmo a palmo, ad occhi chiusi. – Ma io non sento nulla! osservò ’Ntoni. – È vero, non si sente nulla! rispose [...]
[...] Cinghialenta. Ma devono essere laggiù da un pezzo. – Allora è meglio tornarsene a casa, aggiunse il figlio della Locca. – Tu ora che hai mangiato e [...]
[...] bevuto non pensi ad altro che a tornartene a casa; ma se non stai zitto ti butto in mare con una pedata! gli disse Cinghialenta. – Il fatto è [...]
[...] , brontolò Rocco, che mi secca passar qui la notte, senza far nulla. – Ora sapremo se ci sono o no; e si misero a fare lo strido della civetta. – Se [...]
[...] pensarono a quel che aveva detto ’Ntoni di padron ’Ntoni. – Che facciamo? tornò a dire il figlio della Locca. – Scendiamo sulla strada, propose [...]
[...] sottovoce: – Vanni Pizzuto a quest’ora è nel suo letto, lui che se la prendeva con Piedipapera perchè si acchiappa la senseria senza far nulla. – Orbè [...]
[...] ! conchiuse Cinghialenta, se non volete rischiar la pelle, dovevate restare a casa a dormire. Nessuno fiatò più, e ’Ntoni andava pensando, mentre [...]
[...] metteva le mani avanti per vedere dove posava i piedi, che compare Cinghialenta avrebbe potuto fare a meno di dir così, perchè a ciascuno in quei [...]
[...] : – La nostra pelle non vale un baiocco. – Chi va là! udirono gridare a un tratto dietro il muro della strada. – Fermi! fermi tutti! – Tradimento [...]
[...] ! tradimento! cominciarono a gridare, mettendosi a fuggire per la sciara, senza badare più dove mettevano i piedi. Ma ’Ntoni che aveva già [...]
[...] scavalcato il muro si trovò naso a naso con don Michele, il quale aveva la pistola in pugno. – Sangue della madonna! gridò Malavoglia tirando fuori il [...]
[...] grandine, e lo gettarono a terra. – Ora come farà mia mamma! piagnucolava il figlio della Locca, mentre lo legavano peggio di Cristo. – Non stringete [...]
[...] è bello e aggiustato! e lo spingevano a boccate di carabina. Mentre lo conducevano in caserma, legato peggio di Cristo anche lui, e gli portavano [...]
[...] fra di sè; non hanno a temere più di niente, come Vanni Pizzuto e Piedipapera che dormono fra le lenzuola a quest’ora. Soltanto a casa mia non [...]
[...] loro il cuore; mentre i vicini, si voltavano dall’altra parte, e tornavano a dormire, sbadigliando: – Domani sapremo cos’è stato. Sul tardi [...]
[...] , appena principiò a rompere l’alba, la gente si affollava davanti alla bottega di Pizzuto, che c’era ancora il lumicino; e lì si faceva un gran [...]
[...] , sua moglie, piangeva davvero, poveretta, vedendo come le disgrazie fioccavano nella casa dei Malavoglia. – Tu che ci viene a fare? gli diceva [...]
[...] sottovoce suo marito, tirandola vicino alla finestra. – Tu non ci entri. Adesso a bazzicare in questa casa si tira addosso gli occhi degli sbirri [...]
[...] grandicello, e raccomandata la sua casa alla vicina, ed era corsa da comare Mena, a piangere con lei, come una che non aveva ancora gli anni del [...]
[...] giudizio. Gli altri stavano a godersi la vista da lontano, sulla strada, o si affollavano come le mosche davanti alla caserma, per vedere come sembrava [...]
[...] ’Ntoni di padron ’Ntoni dietro la grata, dopo che aveva dato la coltellata a don Michele; oppure correvano nella bottega di Pizzuto, il quale [...]
[...] Giammaria andava a dirgli sul mostaccio: – In galera non ci vanno quelli che dovrebbero andarci! – Sicuro! non ci vanno! rispondeva don Silvestro colla [...]
[...] Zuppidda, venendo a filare la sua canapa nel crocchio. – Io te l’ho sempre detto, pace degli angeli! cominciava suo marito. – Voi state zitto, che [...]
[...] ! – La buona gente non ci si mette a quel mestiere! sbraitava la Vespa. – I guai li ha chi li cerca. Vedete chi ci si mette a queste cose? chi non fa [...]
[...] glielo dessero, senza voler sentir ragione; e quando andava a seccare suo fratello Campana di legno, e si piantava sugli scalini del ballatoio per [...]
[...] pretesto di averci chi la mantiene, la metteranno all’Albergo dei poveri, e mangerà pasta e carne tutti i giorni. Se no resta a carico del Comune. E [...]
[...] come tornavano a conchiudere che «il malo ferro se lo mangia la mola», padron Fortunato soggiungeva: – È un buon affare anche per padron ’Ntoni [...]
[...] manterrà il re. Ma padron ’Ntoni invece di pensare a risparmiare quei soldi, adesso che il nipote non glieli mangiava più, seguitava a buttarglieli [...]
[...] andato a vederlo colle mani legate e il fagotto delle camicie sotto il braccio, che glielo aveva portato piangendo Mena, di sera, quando nessuno [...]
[...] poteva vederla. Il nonno era andato a cercare l’avvocato, quello delle chiacchiere, che adesso, dopo aver visto passare anche don Michele, mentre [...]
[...] lo portavano all’ospedale, in carrozza, colla faccia gialla lui pure, e la montura sbottonata, il povero vecchio aveva paura, e non stava a [...]
[...] cercare il pelo nell’uovo colle chiacchiere dell’avvocato, purchè gli sciogliessero le mani a suo nipote e lo lasciassero tornare a casa; giacchè gli [...]
[...] pareva che ’Ntoni dopo quel terremoto dovesse tornare a casa e starsene sempre con loro, come quando era ragazzo. Don Silvestro gli fece la carità [...]
[...] d’andar con lui dall’avvocato, perchè diceva che quando a un cristiano accade una disgrazia come quella dei Malavoglia, bisogna aiutare il prossimo [...]
[...] prigione. – Cosa ha detto l’avvocato? domandò Mena appena vide comparire il nonno con quella faccia; e si mise a piangere prima di udire la [...]
[...] , bianca come la camicia, piantava tanto d’occhi in faccia a ciascuno che parlava, senza potere aprir bocca. Poco dopo arrivò la citazione per [...]
[...] testimonianza a Barbara Zuppidda, e Grazia Piedipapera, e don Franco lo speziale, e a tutti quelli che chiacchieravano nella piazza e nella bottega [...]
[...] , com’è vero Dio! perchè non voleva averci che fare colla giustizia. Accidenti a ’Ntoni e ai Malavoglia che li tiravano pei capelli nei loro imbrogli [...]
[...] sarebbero contenti di acchiappare un pretesto per farmi sparire dalla faccia della terra. La gente si logorava il cervello a sapere che cosa [...]
[...] l’avvocato. Ogni volta che l’avvocato andava a parlare con ’Ntoni Malavoglia, don Silvestro l’accompagnava alla prigione, quando non avea nulla da fare [...]
[...] arrivato davanti a quelle finestre colle inferriate, e i soldati col fucile che le guardavano, e guardavano tutti coloro che entravano, si era sentito [...]
[...] male allo stomaco, ed era rimasto ad aspettare lì davanti, seduto sul marciapiedi, in mezzo a quelli che vendevano castagne e fichidindia, e non [...]
[...] gli pareva vero che il suo ’Ntoni fosse là, dietro a quelle grate, coi soldati a guardia. L’avvocato poi tornava dal chiacchierare con ’Ntoni [...]
[...] , ora che ’Ntoni è carcerato. E tornava a ripetere sempre la stessa cosa, intanto che i danari se ne andavano come l’acqua, e tutti i suoi passavano [...]
[...] allato. Don Franco non ci aveva avuto mai a fare colla giustizia, e gli rompeva le scarabattole dover comparire per la prima volta davanti a [...]
[...] quella manica di giudici e di sbirri che uno ve lo mettono dietro la grata come ’Ntoni Malavoglia in un batter d’occhio. Tutto il paese era andato a [...]
[...] giustizia dove era stato ’Ntoni e dove aveva passata quella sera. – Guardate cosa vanno a domandare alla Santuzza, borbottava la Zuppidda. Son [...]
[...] giustizia bisogna dir sempre di no, e che noi non sappiamo niente. Comare Venera si rincantucciò nella mantellina, ma seguitò a borbottare [...]
[...] il nonno, come aveva visto partire tutto il paese, per andare a sentire condannare ’Ntoni, aveva voluto correre cogli altri, e Lia, coi capelli [...]
[...] ci devi andare! – e non le diceva altro. Il nonno aggiungeva che loro dovevano stare in casa, a pregare la Madonna; e il piagnisteo si udiva per [...]
[...] colle gambe che gli si piegavano ad ogni passo andò a sedersi sulla scala del Tribunale, in mezzo alla gente che saliva e scendeva pei fatti suoi [...]
[...] . Poi al pensare che tutta quella gente andava a sentire condannare suo nipote, là in mezzo ai soldati, davanti ai giudici, gli parve come se [...]
[...] l’avesse abbandonato in mezzo a una piazza, o in un mare in burrasca, e salì anche lui colla folla, levandosi sulla punta dei piedi, per vede- re la [...]
[...] grata in alto, coi cappelli dei carabinieri, e le baionette che luccicavano. ’Ntoni però non si vedeva, in mezzo a tutta quella gente, e il povero [...]
[...] carrucola di un pozzo. Diceva di no, che non era vero che ’Ntoni Malavoglia avesse fatto tutte quelle birbonate. Il presidente era andato a scavarle [...]
[...] senza darsene per inteso lo guardava cogli occhiali, e i gomiti appoggiati sui libracci. Il dottor Scipione tornava a dire che voleva sapere [...]
[...] dov’era il contrabbando! e da quando in qua un galantuomo non potesse andare a spasso all’ora che gli pareva e piaceva, massime se ci aveva un po’ di [...]
[...] tornava a far segno col capo, che se l’avessero fatto giurare davanti al Crocifisso l’avrebbe giurato, e lo sapeva tutto il paese, la storia della [...]
[...] domandarlo un’altra volta alla Zuppidda, e a comare Venera, e a centomila testimoni, che don Michele se la intendeva con la Lia, la sorella di [...]
[...] ! Allora padron ’Ntoni non udì più nulla, perchè le orecchie gli si misero a zufolare, e vide per la prima volta ’Ntoni, il quale s’era alzato [...]
[...] dall’altra porticina anche lui, pallido, in mezzo ai carabinieri, ammanettato come un Cristo. La gnà Grazia si mise a correre verso il paese, e arrivò [...]
[...] l’intendete con don Michele, e a vostro nonno gli è venuto un accidente! Lia non disse nulla, come non avesse udito, o non gliene importasse niente [...]
[...] . Rimase a guardarla cogli occhi sbarrati e la bocca aperta. Infine adagio adagio cadde sulla sedia, e parve che le avessero rotto le gambe in un colpo [...]
[...] . Poi, dopo che fu stata un gran pezzo a quel modo, senza muoversi e senza dire una parola, che comare Grazia le gettava l’acqua sulla faccia [...]
[...] , cominciò a balbettare: – Voglio andarmene! non voglio starci più qui! – e l’andava dicendo al canterano, e alle seggiole, come una pazza, che invano [...]
[...] strada, e se ne andò davvero, e nessuno la vide più. XV La gente diceva che la Lia era andata a stare con don Michele; già i Malavoglia non [...]
[...] , e non faceva altro che andare intorno, rotto in due, e con quella faccia di pipa, a dir proverbi senza capo e senza coda: «Ad albero caduto [...]
[...] accetta! accetta!» – «Chi cade nell’acqua è forza che si bagni» – «A cavallo magro, mosche». – E a chi gli domandava perchè andasse sempre in giro [...]
[...] aspettava d’imprestare dei denari alla gente, seduto a ridosso delle barche tirate in secco, come se ci avesse in mare la paranza di padron Cipolla; e [...]
[...] padron ’Ntoni rispondeva che aspettava la morte, la quale non voleva venire a prenderselo, perchè «lo sfortunato ha i giorni lunghi». Della Lia [...]
[...] nessuno parlava più in casa, nemmeno Sant’Agata, la quale se voleva sfogarsi andava a piangere di nascosto, davanti al lettuccio della mamma, quando [...]
[...] andare a prendere il nonno per mano, verso l’avemaria, come un bambino, perchè di sera non ci vedeva più, peggio di una gallina. Don Silvestro, e gli [...]
[...] altri del paese, dicevano che Alessi avrebbe fatto meglio a mandare il nonno all’Albergo dei poveri, ora che non era più buono a nulla; ma questa [...]
[...] era la sola cosa che facesse paura al poveraccio. Ogni volta che la Mena andava a metterlo al sole, conducendolo per mano, e ci stava per tutta [...]
[...] ! – tanto che certuni andavano a chiedergli ridendo dove fosse arrivata. Alessi tornava a casa il sabato, e gli veniva a contare i denari della [...]
[...] settimana, come se il nonno avesse ancora il giudizio. Egli rispondeva sempre di sì, col capo; e bisognava che andasse a nascondere il gruzzoletto sotto [...]
[...] la materassa, e gli diceva, per farlo contento, che ci voleva poco a mettere insieme un’altra volta i denari della casa del nespolo, e fra un anno o [...]
[...] mani in croce, no! per la Madonna dell’Ognina, non è vero! Egli si mise a tentennare il capo, col mento sul petto. – Allora perchè se n’è fuggita [...]
[...] a sedere al telaio, senza dir nulla. – Lo sai? chiese infine; lo sai dove se n’è andata? – Ma alla Mena non disse nulla. La Nunziata non lo [...]
[...] ! Ora ogni cosa è cambiata, chè «il mondo è tondo, chi nuota e chi va a fondo». – Stavolta non potevano dargli nemmeno un bicchiere di vino, pel ben [...]
[...] tornato. Compar Alfio lo sapeva dov’era Lia; l’aveva vista coi suoi occhi, ed era stato come se avesse visto comare Mena quando stavano a [...]
[...] anche lui senza dire una parola accanto al desco dove non c’era nulla, e nessuno sedeva più a mangiare la sera. – Ora me ne vado, – ripeteva lui [...]
[...] lontano, e anche le faccie con cui lo guardano son mutate, e sembra che sia diventato straniero anche lui. Mena continuava a star zitta. Intanto Alessi [...]
[...] più, e ognuno a questo mondo è fatto per pensare a tirare la carretta che gli ha data Dio, come l’asino di compar Alfio, che adesso faceva chissà [...]
[...] cosa, dopo che era andato in mano altrui. La Nunziata ci aveva la sua dote anche lei, dacchè i suoi fratellini cominciavano a buscarsi qualche [...]
[...] buoni, che quando si metteva a sedere sulla porta, con tutti quei monelli davanti, pareva che pensasse ancora a suo padre nel giorno che li aveva [...]
[...] dai guai, lei e i suoi fratellini, così debole e sottile al pari di un manico di scopa, ognuno la salutava e si fermava volentieri a far quattro [...]
[...] chiacchiere con lei. – I denari ce li abbiamo, disse a compar Alfio, il quale era quasi un parente, da tanto che lo conoscevano. – A Ognissanti mio [...]
[...] i denari li abbiamo. Allora compar Alfio tornò a dire ad Alessi che faceva bene a prendersi la Nunziata, se ci aveva quel po’ di denari [...]
[...] Nunziata ci sarà posto anche per lui. Di Lia non fecero parola; ma ci pensavano tutti e tre, mentre stavano a guardare il lume, colle braccia sui [...]
[...] tornato in paese Alfio Mosca, quello cui voleva far rompere le ossa a bastonate, quand’era geloso della Vespa, andò a pregarlo che [...]
[...] per parlargli di quell’affare, chissà che non si fossero rammentati dell’amore antico, nello stesso tempo, e compare Mosca non riescisse a levargli [...]
[...] capelli. – Mi toccano tutte a me, le disgrazie! – si lamentava lo zio Crocifisso; e andava a sfogarsi con compare Alfio, e si picchiava il petto come [...]
[...] davanti al confessore, di aver pensato a pagare dieci lire per fargli rompere le ossa a bastonate. – Ah! compare Alfio! se sapeste che rovina è [...]
[...] aver sudato tutta la vita ed essermi levato il pan di bocca per raggranellarlo a soldo a soldo. Ora mi tocca vederlo in mano di quella serpe, la [...]
[...] a compare Alfio, – seguitava lo zio Crocifisso vedendo accostarsi padron Cipolla, il quale andava bighellonando per la piazza come un cane di [...]
[...] Fortunato stette un po’ a fregarsi il mento, e poi lasciò andare: – Il matrimonio è come una trappola di topi; quelli che son dentro vorrebbero uscirne [...]
[...] , e gli altri ci girano intorno per entrarvi. – A me mi sembrano pazzi! Vedete don Silvestro, cosa gli manca? e s’è messo in testa di far cascare la [...]
[...] Zuppidda coi suoi piedi, vanno dicendo; e se comare Venera non trova di meglio, bisogna che la lasci cascare. Padron cipolla continuò a fregarsi il [...]
[...] ci hanno quei soldi, che vi regalerò poi da comprarvi le scarpe, per i passi che farete. Compare Alfio tornò a parlare ai Malavoglia; ma padron [...]
[...] : – Cosa ci ho a far qui io? – balbettava; e gli pareva di rubare la minestra che gli davano. Invano Alessi e la Mena cercavano di dissuaderlo. E [...]
[...] ’ rispondeva che rubava loro il tempo e la minestra, e voleva che gli contassero i denari messi sotto la materassa, e se li vedeva squagliare a poco [...]
[...] a poco, borbottava: – Almeno se non ci fossi io non spendereste tanto. Ora non ho più niente da far qui, e potrei andarmene. Don Ciccio, il quale [...]
[...] veniva a tastargli il polso, confermava che era meglio lo portassero all’ospedale, perchè lì dov’era si mangiava la carne sua e quella degli [...]
[...] altri, senza utile. Intanto il poveraccio stava a vedere quello che dicessero gli altri, cogli occhi spenti, e aveva paura che lo mandassero [...]
[...] parte, diceva di no anch’essa, e lo conduceva al sole, nelle belle giornate, e si metteva accanto a lui colla conocchia, a raccontargli delle fiabe [...]
[...] , come ai bambini, e a filare, quando non aveva da andare al lavatoio. Gli parlava pure di quel che avrebbero fatto quando arrivava un po’ di [...]
[...] provvidenza, per fargli allargare il cuore; gli diceva che avrebbero comprato un vitellino a San Sebastiano, ed ella bastava a procurargli l’erba e il [...]
[...] mangime per l’inverno. A maggio si sarebbe venduto con guadagno; e gli faceva vedere pure le nidiate di pulcini che aveva messo, e venivano a [...]
[...] perdere le buccie dei fichidindia, e l’acqua che serviva a cuocere la minestra, e a fin d’anno sarebbe stato come aver messo dei soldi nel salvadanaio [...]
[...] . Il vecchio, colle mani sul bastone, approvava del capo, guardando i pulcini. Ci stava così attento, poveretto, che arrivava fino a dire che se [...]
[...] nespolo c’era pure la stalla pel vitello, e la tettoia pel mangime, e ogni cosa; se ne andava ricordando a poco a poco, cercando qua e là cogli [...]
[...] fa coi bambini, e gli rispondeva: – Perchè pensate a quelle cose? – Egli stava zitto, e ascoltava cheto cheto tutto quello che diceva la ragazza [...]
[...] . Ma poi tornava a ripetere: – Non mi ci mandare all’ospedale, perchè non ci sono avvezzo. Infine non si alzava più dal letto, e don Ciccio disse [...]
[...] anche la Nunziata dovevano perdere le loro giornate a far la guardia; se no se lo sarebbero mangiato i porci, come trovavano l’uscio aperto. Padron [...]
[...] ’Ntoni intendeva benissimo quello che si diceva, perchè guardava tutti in viso ad uno ad uno, con certi occhi che facevano male a vedere; ed [...]
[...] appena il medico se ne fu andato, mentre stava a parlare ancora sull’uscio con Mena che piangeva, e Alessi il quale diceva di no e batteva i piedi, fece [...]
[...] , laggiù all’ospedale. La Nunziata si metteva a piangere anch’essa e diceva di no, tanto che tutto il vicinato sparlava di loro, che volevano fare [...]
[...] poi! E la Santuzza baciava la medaglia che portava sul petto, per ringraziare la Madonna che l’aveva protetta dal pericolo dove era andata a [...]
[...] che muoia, – diceva. Almeno lei non gli faceva mancar nulla a suo padre, adesso che era invalido, e se lo teneva sull’uscio. – E vi aiuta anzi [...]
[...] stare senza l’aiuto di don Michele. Ora la moglie di Cinghialenta veniva di tanto in tanto a fare il diavolo davanti all’osteria, coi pugni sui [...]
[...] fianchi, strillando che la Santuzza le rubava il marito, e perciò quando costui tornava a casa ella si buscava delle frustate colle redini della [...]
[...] dalle grida. – Questo non va bene! diceva don Silvestro, la cavezza è fatta per il mulo. Compare Cinghialenta è un uomo grossolano. – Egli andava a [...]
[...] metto le mani addosso a mio marito, vi rispondo che non sapete un corno, tuttochè sapete di lettera. Del resto ognuno in casa sua fa quel che [...]
[...] gli pare e piace. Il padrone è mio marito. – Tu lasciali dire, – rispondeva suo marito. – Poi lo sanno che se vengono a toccarmi il naso ne faccio [...]
[...] voleva darla a don Silvestro voleva dire che gliela aveva promessa, e aveva chinato il capo; e quando suo marito aveva chinato il capo, era peggio di [...]
[...] . Dacchè era stato al tribunale in mezzo a tutti quegli sbirri, don Franco era più arrabbiato di prima, e giurava che non ci sarebbe tornato più [...]
[...] bocca; e se due quistionavano nella piazza, correva a chiudere l’uscio acciò non lo chiamassero per testimonio. Don Giammaria era trionfante [...]
[...] diceva che se lo merita- vano quel Governo, giacchè avevano fatto la rivoluzione, e ora venivano i forestieri a rapire le donne e i denari [...]
[...] n’era andato don Michele, e s’erano sapute tutte le porcherie di quest’altro. Adesso non faceva che andare a caccia di messe e di confessori, di qua e [...]
[...] di là, sino all’Ognina e ad Aci Castello, e trascurava la conserva dei pomidoro e il tonno sottolio, per darsi a Dio. Don Franco allora si sfogava [...]
[...] mettendosi a ridere come una gallina, all’uso di don Silvestro, rizzandosi sulla punta dei piedi, coll’uscio spalancato a due battenti, che per [...]
[...] . Ora lo speziale non teneva più cattedra; e quando veniva don Silvestro, andava a pestare i suoi unguenti nel mortaio, per non compromettersi. Già [...]
[...] don Ciccio il medico, quando lasciava l’asinello alla spezieria per andare a tastare il polso a padron ’Ntoni, e ricette non ne scriveva, perchè [...]
[...] ? tornavano a dire gli altri, – e perchè se lo tengono in casa a farselo mangiare dalle pulci? Tanto che, pesta e ripesta, il medico ripeteva che andava e [...]
[...] reggendolo per le ascelle, il giorno in cui Alessi era andato a Riposto, e avevano mandato via la Mena con un pretesto, che se no non l’avrebbero [...]
[...] lasciato partire. Sulla strada del Nero, nel passare davanti alla casa del nespolo, e nell’attraversare la piazza, padron ’Ntoni continuava a [...]
[...] guardare di qua e di là per stamparsi in mente ogni cosa. Alfio guidava il mulo da una parte, e Nunziata, la quale aveva lasciato in custodia a Turi il [...]
[...] vitello, i tacchini, e le pollastre, veniva a piedi dall’altro lato, col fagotto delle camicie sotto il braccio. Al vedere passare il carro ognuno [...]
[...] si affacciava sulla porta, e stava a guardare; e don Silvestro disse che avevano fatto bene, per questo il Comune pagava la sua rata all’ospedale [...]
[...] . – Almeno quel povero diavolo va a stare in pace, conchiuse lo zio Crocifisso. – «Necessità abbassa nobiltà», rispose padron Cipolla; e la Santuzza [...]
[...] lentamente sobbalzando sui sassi. Ma compare Tino rimbeccò alla moglie: – O perchè mi fai il piagnisteo? Che son forse morto io? A te che te ne [...]
[...] gli pareva vero a lui stesso che l’avesse vista coi suoi occhi, tanto che la voce gli mancava nella gola, mentre ne parlava per ingannare la noia [...]
[...] , lungo la strada polverosa. – Ah Nunziata! chi l’avrebbe detto, quando stavamo a chiacchierare da un uscio all’altro, e c’era la luna, e i vicini [...]
[...] Longa! Adesso, vedi, che ci ho il mulo, e ogni cosa come desideravo, che se fosse venuto a dirmelo l’angelo del cielo non ci avrei creduto, adesso [...]
[...] penso sempre a quelle sere là, quando udivo la voce di voialtre, mentre governavo l’asino, e vedevo il lume nella casa del nespolo, che ora è [...]
[...] è meglio non ci torni più. Vedi, ora penso pure a quel povero asino che ha lavorato con me tanto tempo, e andava sempre, sole o pioggia, col capo [...]
[...] compare Alfio. L’angustia di ’Ntoni già l’ha sentita, e un giorno o l’altro gli toccherebbe anche di sentire come è andata a finire la Lia. – Me lo [...]
[...] domandava spesso, quando eravamo soli, rispose la Nunziata. – Voleva sapere dove fosse. – È andata dietro a suo fratello. Noi poveretti siamo come le [...]
[...] pecore, e andiamo sempre con gli occhi chiusi dove vanno gli altri. Tu non glielo dire, nè lo dire a nessuno del paese, dove ho visto la Lia, chè [...]
[...] . – I denari per la roba ci sono già; a San Giovanni venderemo anche il vitello. – Bravi! così, quando ci avrete i denari da parte, non c’è [...]
[...] pericolo che vi sfumino in un giorno, come accadrebbe se il vitello venisse a morire, Dio liberi! Ora siamo alle prime case della città, e tu potrai [...]
[...] se la prendeva colla Mena, quasi fosse stata lei a mandarlo via. Ma compar Alfio gli diceva: – Che volete? La casa dei Malavoglia ora è distrutta, e [...]
[...] bisogna che la facciate di nuovo voi altri. Egli voleva tornare a fargli il conto della roba e del vitello, di cui avevano chiacchierato lungo la [...]
[...] , quando stavano a chiacchierare da un uscio all’altro, colla luna, e si udiva tutto il giorno il colpettare del telaio di Sant’Agata, e le galline [...]
[...] faceva vedere nemmeno lui, aspettando che la Zuppidda cascasse coi suoi piedi, e lo zio Crocifisso s’era chiuso in casa a guardarsi la sua roba, o ad [...]
[...] ora andava a rincattucciarsi per leggere il giornale, e si sfogava a pestare nel mortaio tutto il giorno per passare il tempo. Anche padron Cipolla [...]
[...] non ci stava più a schiacciare gli scalini davanti la chiesa, dacchè aveva perso la pace. Un bel giorno corse la notizia che padron Fortunato si [...]
[...] maritava, perchè la sua roba non se la godesse la Mangiacarrubbe, alla barba di lui; per questo non ci stava più a schiacciare gli scalini, e si [...]
[...] pigliava la Zuppidda. – E mi diceva che il matrimonio è come una trappola di topi! andava brontolando allora lo zio Crocifisso. – Ora state a fidarvi [...]
[...] paese. Già i forestieri, frustali! e qui non ci hanno messo mai radici i forestieri. Con padron Cipolla non ardirà mettercisi a tu per tu don [...]
[...] fatta capire a mio marito! Chi è buon cane mangia al trogolo; forestieri non ne vogliamo per la casa. Una volta in paese si stava meglio, quando non [...]
[...] erano venuti quelli di fuori a scrivere sulla carta i bocconi che vi mangiate, come don Silvestro, o a pestare fiori di malva nel mortaio, e [...]
[...] non si lasciava prendere da questo e da quello. Allora la gente non si sbandava di qua e di là, e non andava a morire all’ospedale. Giacchè tutti [...]
[...] , mentre stava accanto a lei, seduto davanti alla casa, colle spalle al muro, a sminuzzare gli sterpolini della siepe per ingannare il tempo. Anche [...]
[...] povera Mena non si fece neppur rossa, sentendo che compare Alfio aveva indovinato che ella lo voleva, quando stavano per darla a Brasi Cipolla [...]
[...] più. – Se voi siete vecchia, anch’io sono vecchio, chè avevo degli anni più di voi, quando stavamo a chiacchierare dalla finestra, e mi pare che [...]
[...] restate in mezzo alla strada. Mena si strinse nelle spalle, perchè era avvezza a fare la volontà di Dio, come la cugina Anna; e compare Alfio [...]
[...] nulla, e ci ho il mulo invece dell’asino al carretto, e i vostri parenti non potrebbero dir di no? – Ora non son più da maritare; tornava a dire Mena [...]
[...] per cui non volete dirmi di sì! ripeteva compar Alfio col viso basso come lei. – Il motivo non volete dirmelo! – E così rimanevano in silenzio a [...]
[...] Nunziata, e aveva riscattata la casa del nespolo. – Io non son da maritare, aveva tornato a dire Mena; – maritati tu che sei da maritare ancora [...]
[...] vedeva passare, e si voltava dall’altra parte, colle spalle grosse. – A me non mi avete creduto degno di quest’onore! le disse alfine quando non ne [...]
[...] mi maritassi, la gente tornerebbe a parlare di mia sorella Lia, giacchè nessuno oserebbe prendersela una Malavoglia, dopo quello che è successo [...]
[...] compare Mosca; – a questo non ci avevo mai pensato. Maledetta la sorte che ha fatto nascere tanti guai! Così compare Alfio si mise il cuore in pace [...]
[...] , e Mena seguitò a portare in braccio i suoi nipoti, quasi ci avesse il cuore in pace anche lei, e a spazzare la soffitta, per quando fossero [...]
[...] chiacchiere morivano di botto, che a tutti pareva d’avere il povero vecchio davanti agli occhi, come l’avevano visto l’ultima volta che erano [...]
[...] andati a trovarlo in quella gran cameraccia coi letti in fila, che bisognava cercarlo per trovarlo, e il nonno li aspettava come un’anima del purgatorio [...]
[...] gli narrarono poi che avevano riscattata la casa del nespolo, e volevano portarselo a Trezza di nuovo, rispose di sì, e di sì, cogli occhi, che gli [...]
[...] tornavano a luccicare, e quasi faceva la bocca a riso, quel riso della gente che non ride più, o che ride per l’ultima volta, e vi rimane fitto [...]
[...] trovarono più. Rammentando tutte queste cose lasciavano il cucchiaio nella scodella, e pensavano e pensavano a tutto quello che era accaduto, che [...]
[...] sembrava scuro scuro, come ci fosse sopra l’ombra del nespolo. Ora quando veniva la cugina Anna a filare un po’ con le comari, aveva i capelli [...]
[...] i giorni bisognava andare a cercare di qua e di là, per le strade e davanti la bettola, e cacciarlo verso casa come un vitello vagabondo. Anche [...]
[...] dei Malavoglia ce n’erano due vagabondi; e Alessi si tormentava il cervello a cercarli dove potevano essere, per le strade arse di sole e bianche di [...]
[...] colla barba lunga. Come fu entrato, e si fu messo a sedere in un cantuccio, non osavano quasi fargli festa. Ei non sembrava più quello, e andava [...]
[...] morsa, e capivano che egli faceva bene a dir così. ’Ntoni continuava a guardare dappertutto, e stava sulla porta, e non sapeva risolversi ad [...]
[...] d’andarsene voleva fare un giro per la casa, onde vedere se ogni cosa fosse al suo posto come prima; ma adesso, a lui che gli era bastato l’animo di [...]
[...] lasciarla, e di dare una coltellata a don Michele, e di starsene nei guai, non gli bastava l’animo di passare da una camera all’altra se non glielo [...]
[...] ... – Ma allora non aggiunse altro, e stette zitto a guardare intorno, cogli occhi lustri. In quel momento passava la Mangiacarrubbe, che andava [...]
[...] sgridando Brasi Cipolla per la strada, e ’Ntoni disse: – Questa qui l’ha trovato il marito; ed ora, quando avranno finito di quistionare, andranno a [...]
[...] chiudeva; e Alessi a quelle parole si fece coraggio per dirgli: – Se volessi anche tu ci hai la tua casa. Di là c’è apposta il letto per te. – No [...]
[...] starci, ma ora che so ogni cosa devo andarmene. In quel momento parlava cogli occhi fissi a terra, e il capo rannicchiato nelle spalle. Allora [...]
[...] a guardare il paese tutto nero, come non gli bastasse il cuore di staccarsene, adesso che sapeva ogni cosa, e sedette sul muricciuolo della vigna [...]
[...] di massaro Filippo. Così stette un gran pezzo pensando a tante cose, guardando il paese nero, e ascoltando il mare che gli brontolava lì sotto. E ci [...]
[...] passi per le strade buie. Sulla riva, in fondo alla piazza, cominciavano a formicolare dei lumi. Egli levò il capo a guardare i Tre Re che [...]
[...] luccicavano, e la Puddara che annunziava l’alba, come l’aveva vista tante volte. Allora tornò a chinare il capo sul petto, e a pensare a tutta la sua [...]
[...] storia. A poco a poco il mare cominciò a farsi bianco, e i Tre Re ad impallidire, e le case spuntavano ad una ad una nelle vie scure, cogli usci chiusi [...]
[...] sputacchiava. – Fra poco lo zio Santoro aprirà la porta, pensò ’Ntoni, e si accoccolerà sull’uscio a cominciare la sua giornata anche lui. – Tornò a [...]
[...] : – Ora è tempo d’andarmene, perchè fra poco comincierà a passar gente. Ma il primo di tutti a cominciar la sua giornata è stato Rocco Spatu. [...]
[...] MASTRO-DON GESUALDO PARTE PRIMA I 5 Suonava la messa dell'alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva ancora della grossa, perchè era [...]
[...] piovuto da tre giorni, e nei seminati ci si affondava fino a mezza gamba. Tutt'a un tratto, nel silenzio, s'udì un rovinìo, la campanella [...]
[...] Magno! Era ancora buio. Lontano, nell'ampia distesa nera dell'Alìa, ammiccava soltanto un lume di carbonai, e più a sinistra la stella del mattino [...]
[...] palazzo dei Trao, al di sopra del cornicione sdentato, si vedevano salire infatti, nell'alba che cominciava a schiarire, globi di fumo denso, a ondate [...]
[...] anch'esso: — Aiuto!... Abbiamo i ladri in casa! Aiuto! — Ma che ladri!... Cosa verrebbero a fare lassù? — sghignazzò uno nella folla. — Bianca! Bianca [...]
[...] in fiamme tutto il quartiere! Ci ho accanto Ia mia casa, perdio! — Si mise a vociare mastro-don Gesualdo Motta. Gli altri intanto, spingendo [...]
[...] , facendo leva al portone, riuscirono a penetrare nel cortile, ad uno ad uno, coll'erba sino a mezza gamba, vociando, schiamazzando, armati di secchie [...]
[...] chiamare all'armi; Pelagatti così com'era corso, al primo allarme, col pistolone arrugginito ch'era andato a scavar di sotto allo strame. Dal [...]
[...] , che si sperdevano dietro il muro a secco del giardinetto, fra i rami dei mandorli in fiore. Sotto la tettoia cadente erano accatastate delle fascine [...]
[...] scendevano dal cornicione sino a terra; le finestre sgangherate e senza vetri; lo stemma logoro, scantonato, appeso ad un uncino arrugginito, al di sopra [...]
[...] Pelagatti il quale stava a guardare sbadigliando, col pistolone in mano. — Santo e santissimo! Contro il mio muro è accatastata!... Volete sentirla [...]
[...] allocco! Cosa siete venuto a fare dunque? Mastro-don Gesualdo si slanciò il primo urlando su per la scala. Gli altri dietro come tanti leoni per [...]
[...] gli stanzoni scuri e vuoti. A ogni passo un esercito di topi che spaventavano la gente. — Badate! badate! Ora sta per rovinare il solaio! — Nanni [...]
[...] l'Orbo che ce l'aveva sempre con quello della finestra, 8 vociando ogni volta: — Eccolo! eccolo! — E nella biblioteca, la quale cascava a pezzi, fu [...]
[...] a un pelo d'ammazzare il sagrestano col pistolone di Pelagatti. Si udiva sempre nel buio la voce chioccia di don Ferdinando il quale chiamava [...]
[...] , capite? Se ne va in fiamme tutto il quartiere! Era un correre a precipizio nel palazzo smantellato; donne che portavano acqua; ragazzi che si [...]
[...] rincorrevano schiamazzando in mezzo a quella confusione, come fosse una festa; curiosi che girandolavano a bocca aperta, strappando i brandelli di stoffa [...]
[...] alla folla che rovistava in ogni cantuccio la miseria della loro casa, continuando a strillare: — Bianca!... Mia sorella!... — Avete il fuoco in [...]
[...] udì una voce dal vicoletto. — Il fuoco è lassù, in cucina... Mastro Nunzio, il padre di Gesualdo, arrampicatosi su di una scala a piuoli, faceva [...]
[...] spirava il vento, entravano a ondate vortici di fumo denso, che facevano tossire don Diego, mentre continuava a chiamare dietro l'uscio: — Bianca [...]
[...] alle campane. La gente in piazza, fitta come le mosche. Dal corridoio riuscì a farsi udire comare Speranza, che era rauca dal gridare, strappando i [...]
[...] corridoio! — 10 Tutti corsero da quella parte, lasciando don Diego che seguitava a chiamare dietro l'uscio della sorella: — Bianca! Bianca [...]
[...] . Nanni l'Orbo tornò a gridare in fondo al corridoio: — Eccolo! eccolo! — E si udì lo scoppio del pistolone di Pelagatti, come una cannonata. — La [...]
[...] ! — L'Avvocato fiscale ordinò di buttare a terra l'uscio. — Don Diego! Donna Bianca! Aprite! Cosa vi è successo? S'affacciò don Diego, invecchiato di [...]
[...] ! zitto, ubbriacone! — gli diede sulla voce l'Avvocato fiscale. — Piuttosto andiamo a vedere il fuoco. Adesso dal corridoio, dalla scala dell'orto [...]
[...] fumava, tegole, sassi, cocci di stoviglie. Burgio, sulla scala a piuoli, sparandovi schioppettate sopra, e dall'altro lato Pelagatti, appostato [...]
[...] accanto al fumaiuolo, caricava e scaricava il pistolone senza misericordia. Don Luca che suonava a tutto andare le campane; la folla dalla piazza [...]
[...] vociando e gesticolando; tutti i vicini alla finestra. I Margarone stavano a vedere dalla terrazza al di sopra dei tetti, dirimpetto, le figliuole [...]
[...] ancora coi riccioli incartati, don Filippo che dava consigli da lontano, dirigendo le operazioni di quelli che lavoravano a spegnere l'incendio colla [...]
[...] correndo. — Scusate, don Ferdinando. Vado a chiamare il medico per la sorella di vossignoria. — Il dottor Tavuso! — gli gridò dietro la zia Macrì [...]
[...] attacco terribile; non bastavano in quattro a trattenerla sul lettuccio. Don Diego sconvolto anche lui, pallido come un cadavere, colle mani scarne e [...]
[...] tremanti, cercava di ricacciare indietro tutta quella gente. — No !... non è nulla!... Lasciatela sola!... — Il Capitano si mise infine a far [...]
[...] piovere legnate a diritta e a manca, come veniva, sui vicini che s'affollavano all'uscio curiosi. — Che guardate? Che volete? Via di qua! fannulloni [...]
[...] ! vagabondi! Voi, don Liccio Papa, mettetevi a guardia del portone. 12 Venne più tardi un momento il barone Mendola, per convenienza, e donna [...]
[...] servitore a prender notizie della nipote. Don Diego, reggendosi appena sulle gambe, sporgeva il capo dall'uscio, e rispondeva a ciascheduno: — Sta un [...]
[...] barba dura colla mano pelosa. La zia Cirmena scappò a dire: — Sono pazzi! Pazzi da legare tutti e due! Don Ferdinando già è stato sempre uno [...]
[...] stringendo le labbra sottili. — Sissignore!... Come volete chiamarla? Tutti i parenti si danno la voce per quello che devono mandare a Pasqua e a [...]
[...] un sorrisetto incredulo, andava stuzzicando ora donna Sarina ed ora il barone, il quale chinava il capo, seguitava a grattarsi il mento [...]
[...] discretamente, fingeva di guardare anch'esso di qua e di là, come a dire: — Eh! eh! pare anche a me!... Giunse in quel mentre il dottor Tavuso in fretta, col [...]
[...] ? Adesso si chiamano nervi... malattia di moda... Vi mandano a chiamare per un nulla... quasi potessero pagare le visite del medico! — rispose [...]
[...] Tavuso burbero. Quindi, piantando anche lui gli occhiali in faccia a donna Sarina: — Volete che te la dica? Le ragazze a certa età bisogna maritarle! E [...]
[...] voltò le spalle soffiando gravemente, tossendo, spurgandosi. I parenti si guardarono in faccia. II canonico, per discrezione, prese a tenere a bada [...]
[...] parola a vostra zia!... Piuttosto andate a pigliare un bicchiere d'acqua per Bianca, che le farà bene... Tornò a scendere Santo Motta di lassù [...]
[...] Macrì. — La Cirmena fece ancora alcuni passi nell'anticamera, perchè non udisse don Ferdinando il quale veniva a chiuder l'uscio, e soggiunse [...]
[...] qui a due passi... intabarrato come un ladro... II canonico Lupi attraverso il cortile, rialzando la sottana sugli stivaloni grossi in mezzo alle [...]
[...] , conchiuse: — Avete udito il dottore Tavuso? Possiamo parlare perchè siamo tutti amici intimi e parenti... A certa eta le ragazze bisogna maritarle [...]
[...] fuoco a farvi uscir di casa! — II cugino Zacco voleva anche condurlo al Caffè dei Nobili: — Narrateci, dite come fu... — II poveraccio si schermì [...]
[...] alla meglio; per altro non era socio: poveri sì, ma i Trao non s'erano mai cavato il cappello a nessuno. Fece il giro lungo onde evitare la [...]
[...] stesse a spiarlo. Per fortuna colui s'era fermato a discorrere col canonico Lupi, facendo di gran risate, alle quali il canonico rispondeva [...]
[...] magazzino, in mezzo a una nuvola di pula, con le braccia nude, la gonnella di cotone rialzata sul fianco, i capelli impolverati, malgrado il [...]
[...] fazzoletto che s'era tirato giù sul naso a mo' di tettino. Essa stava litigando con quel ladro del sensale Pirtuso, che le voleva rubare il suo farro [...]
[...] pagandolo due tari meno a salma, accesa in volto, gesticolando con le braccia pelose, il ventre che le ballava: — Non ne avete coscienza, giudeo [...]
[...] cugina... — e don Diego, soffocato dalla polvere, si mise a tossire. — Scostatevi, scostatevi! Via di qua, cugino. Voi non ci siete avvezzo [...]
[...] — interruppe la baronessa. — Vedete cosa mi tocca a fare? Ma che faccia avete, gesummaria! Lo spavento di questa notte, eh?... Dalla botola, in cima alla [...]
[...] Lio? Pirtuso era rimasto accoccolato sul moggio, tranquillamente, come a dire che non gliene importava del farro, guardando sbadatamente qua e là le [...]
[...] vedeva tuttora l'arco dipinto a donne nude e a colonnati come una cappella; il gran palco della famiglia di contro, con dei brandelli di stoffa che [...]
[...] di velluto polverosa, a cavalcioni sul subbio di un telaio; vagli di tutte le grandezze appesi in giro; mucchi di pale e di scope; una portantina [...]
[...] corona. Giacalone, e Vito Orlando, in mezzo a mucchi di frumento alti al pari di montagne, si dimenavano attorno ai vagli immensi, come ossessi, tutti [...]
[...] il fatto suo i Rubiera! E ora vorreste continuare!... Lo pigliate il farro, sì o no? — Ve l'ho detto: a cinque onze e venti. — No, in coscienza [...]
[...] , non posso. Ci perdo già un tari a salma. — Benedicite a vossignoria! — Via, mastro Lio, ora che ha parlato la signora baronessa! — aggiunse [...]
[...] , per gridargli: — A cinque e vent'uno. V'accomoda? — Benedicite, benedicite. Ma essa, colla coda dell'occhio, si accorse che il sensale si era [...]
[...] fermato a 17 discorrere col canonico Lupi, il quale, sbarazzatosi infine del Ciolla, se ne veniva su pel vicoletto. Allora, rassicurata, si rivolse [...]
[...] al cugino Trao, parlando d'altro: — Stavo pensando giusto a voi, cugino. Un po' di quel farro voglio mandarvelo a casa... No, no, senza [...]
[...] quella bella faccia amabile che metteva tutti d'accordo, e dietro a lui il sensale col moggio in mano. — Deo gratias! Deo gratias! Lo combiniamo [...]
[...] , colle labbra strette, affettando di tenersi in disparte anche lui, per discrezione, tutto intento a combinare il negozio del frumento. Si stette [...]
[...] a tirare un altro po'; mastro Lio ora strillava e dibattevasi quasi volessero rubargli i denari di tasca. La baronessa invece coll'aria [...]
[...] Gesualdo non ci ha che fare! — si mise a vociare il sensale. — Quello non è il mestiere di mastro-don Gesualdo! - Ma infine, come s'accordarono sul [...]
[...] . Pirtuso il quale s'era accorto della strizzatina d'occhio di Giacalone, andò a dirgli sotto il naso il fatto suo: — Che non ne vuoi mangiare pane, tu [...]
[...] ? Non sai che si tace nei negozi? — La baronessa, dal canto suo, mentre il 18 sensale le voltava le spalle, ammiccò anch'essa al canonico Lupi, come a [...]
[...] dirgli che riguardo al prezzo non c'era male. — Sì, sì, — rispose questi sottovoce. — Il barone Zacco sta per vendere a minor prezzo. Però [...]
[...] mastro-don Gesualdo ancora non ne sa nulla. — Ah! s'è messo anche a fare il negoziante di grano, mastro-don Gesualdo? Non lo fa più il muratore? — Fa [...]
[...] ; non dico di no. Oggi non si ha più riguardo a nessuno. Dicono che chi ha più denari, quello ha ragione... Allora si rivolse verso don Diego, con [...]
[...] ... Ebbene, non hanno fortuna! Invece uno venuto dal nulla... uno come mastro-don Gesualdo, per esempio!... II canonico riprese a dire come in aria [...]
[...] ricco, ve lo dico io! Sarebbe un marito eccellente per una ragazza a modo... come ce ne son tante che non hanno molta dote. Mastro Lio stavolta se [...]
[...] ne andava davvero. — Dunque, signora baronessa, posso venire a caricare il grano? — La baronessa, tornata di buon umore, rispose: — Sì, ma sapete [...]
[...] come dice l'oste? «Qui si mangia e qui si beve; senza denari non ci venire.» — Pronti e contanti, signora baronessa. Grazie a Dio vedrete che [...]
[...] alla baronessa, e dopo che Pirtuso se ne fu andato, le disse: — Sapete cosa ho pensato? di concorrere pure all'asta vossignoria, insieme a [...]
[...] andata a finire poi alla Salonia. «Adelaide! dove sei?» La scena della Certosa... Bisognava vedere! tutti col fazzoletto agli occhi! Tanto che don [...]
[...] Alessandro Spina per la commozione, si mise a gridare: «Ma diglielo che sei tu!...» e le buttò anche una parolaccia... Ci fu poi la storia della [...]
[...] schioppettata che tirarono al marchese Lima, mentre stava a prendere il fresco, dopo cena; e di don Nicola Margarone che condusse la moglie 'in [...]
[...] famiglie. Se non ci fossi stata io, in casa dei Rubiera!... Lo vedete quel che sarebbe rimasto di tante grandezze! Io non ho fumi, grazie a Dio! Io sono [...]
[...] . — Rosaria! Rosaria! — si mise a gridare di nuovo la baronessa verso la scaletta. Finalmente comparvero dalla botola le scarpaccie e le calze [...]
[...] tranquillamente. — Alessi a ritornato col cane, ma il baronello non c'era. — Oh, Vergine Santa! — cominciò a strillare la padrona, perdendo un 20 [...]
[...] po' del suo colore acceso. — Oh, Maria Santissima! E dove sara mai? Cosa gli sarà accaduto al mio ragazzo? Don Diego a quel discorso si faceva rosso [...]
[...] sottecchi don Diego Trao. — Sarà andato in qualche altro posto... Quando si va a caccia, sapete bene... — Tutti i vizi di suo padre, buon'anima! Caccia [...]
[...] a cercarlo in camera sue e non lo trovo! Mi sentirà!... Oh, mi sentirà!... il canonico cercava di troncare il discorso, col viso inquieto, il [...]
[...] che si marita, capite!... E anche dopo! — Signora baronessa, dove s'hanno a scaricare i muli? — disse Rosaria grattandosi il capo. — Vengo, vengo [...]
[...] . Andiamo per di qua. Voialtri passerete pel cortile quando avrete terminato. Essa chiuse a catenaccio Giacalone e Vito Orlando dentro il magazzino [...]
[...] e s'avviò verso il portone. La casa della baronessa era vastissima, messa insieme a pezzi e bocconi a misura che i genitori di lei andavano [...]
[...] stanando ad uno ad uno i diversi proprietari, sino a cacciarsi poi colla figliuola nel palazzetto dei Rubiera e porre ogni cosa in comune: tetti alti [...]
[...] e bassi; finestre d'ogni grandezza, qua e come capitava; il portone signorile incastrato in mezzo a facciate da catapecchie. Il fabbricato [...]
[...] porticine basse, ferrate a use di prigione, si sentiva di essere in una casa ricca: un tanfo d'olio di formaggio che pigliava alla gola; poi un [...]
[...] riempivano i barili, e il barlume fioco del lumicino posato sulla botte. — Rosaria! Rosaria! — tornò a gridare la baronessa in tono di minaccia. Quindi [...]
[...] rivolta al cugino Trao: — Bisogna darle spesso la voce, a quella benedetta ragazza; perchè quando ci ha degli uomini sottomano è un affare serio [...]
[...] puzzo di concime e di strame abbondante. Due o tre muli, dalla lunga fila sotto la tettoia, allungarono il collo ragliando; dei piccioni calarono a [...]
[...] , dall'oscurita misteriosa della legnaia. E la baronessa, in mezzo a tutto quel ben di Dio, disse al cugino: — Voglio mandarvi un paio di piccioni, per [...]
[...] biancheria, arrivarono nella camera della baronessa, imbiancata a calce, col gran letto nuziale rimasto ancora tale e quale, dopo vent'anni di vedovanza [...]
[...] , dal ramoscello d'ulivo benedetto, a piè del crocifisso, allo schioppo del marito accanto al capezzale. La cugina Rubiera era tornata a lamentarsi [...]
[...] , al vedergli quella faccia, pensò che fosse venuto a chiederle denari in prestito. Sarebbe stata la prima volta, è vero: erano troppo superbi i [...]
[...] cugini Trao: qualche regaluccio, di quelli che aiutano a tirare innanzi, vino, olio, frumento, solevano accettarlo dai parenti ricchi — lei, la cugina [...]
[...] Bianca — era una buona donna infine — don Diego aveva proprio una faccia da far compassione... Accostò la sua seggiola a quella di lui, per fargli [...]
[...] essersi lasciata andare troppo oltre. Nei suoi occhi, che fuggivano quelli lagrimosi del cugino, cominciò a balenare la inquietudine del contadino che [...]
[...] teme per la sua roba. — Cioè!... cioè!... — Vostro figlio è tanto ricco!... Mia sorella no, invece!... A quelle parole la cugina Rubiera tese le [...]
[...] orecchie, colla faccia a un tratto irrigidita nella maschera dei suoi progenitori, improntata della diffidenza arcigna dei contadini che le avevano [...]
[...] dato il sangue delle vene e la casa messa insieme a pezzo a pezzo colle loro mani. Si alzò, andò ad appendere la chiave allo stipite dell'uscio [...]
[...] ... Invece di spiegarsi don Diego scoppiò a piangere come un ragazzo, nascondendo il viso incartapecorito nel fazzoletto di cotone, con la schiena [...]
[...] andava spargendo don Luca il sagrestano; certi sotterfugi del figliuolo. A un tratto si semi la bocca amara come il fiele anch'essa. — Non so [...]
[...] , cugino, — gli rispose secco secco. — Non so come ci entri io in questi discorsi... 23 Don Diego stette un po' a cercare le parole, guardandola fisso [...]
[...] cogli occhi che dicevano tante cose, in mezzo a quelle lagrime di onta e di dolore, e poi nascose di nuovo it viso fra le mani, accompagnando col [...]
[...] capo la voce che stentava a venir fuori: — Sì!... sì!... Vostro figlio Nini!... La baronessa stavolta rimase lei senza trovar parola, con gli [...]
[...] , e spalancò in furia la finestra gridando: — Rosaria! Alessi! venite qua! — Per carità! per carità! — supplicava don Diego a mani giunte [...]
[...] accorrevano a rotta di collo, arruffati, scalmanati, con gli occhi bassi. — Dov'è mio figlio, infine? Cosa t'hanno detto alla Vignazza? Parla, stupido [...]
[...] baronello non era alla Vignazza. Vi aveva lasciato il cane, Marchese, la sera innanzi, ed era partito: — A piedi, sissignora. Così mi ha detto il [...]
[...] fattore. — La serva, rassettandosi di nascosto, a capo chino, soggiunse che il baronello, allorchè andava a caccia di buon'ora, soleva uscire dalla [...]
[...] scarpaccie che scendevano a precipizio, inseguendosi. Don Diego, cadaverico, col fazzoletto sulla bocca per frenare la tosse, continuava a [...]
[...] petto... a me!... le pistole al petto, cugina Rubiera!... La baronessa si asciugava le labbra amare come il fiele col fazzoletto di cotone: — No [...]
[...] rimasuglio del vecchio sangue dei Trao alle guance. — Sì, sì, lasciamola stare! Quanto a mio figlio ci penserò io, non dubitate! Gli farò fare quel [...]
[...] stretta tacita nell'ombra all'uomo il quale veniva a recare così mortale oltraggio al Trao: il suo povero corpo delicato e fragile nelle braccia di [...]
[...] un estraneo!... Le lagrime gli scendevano amare e calde a lui pure lungo il viso scarno che nascondeva fra le mani. La baronessa, infine, si [...]
[...] a noi che abbiamo il peso della casa sulle spalle!... Dio sa se della mia pelle ho fatto scarpe, dalla mattina alla sera! se mi son levato il pan di [...]
[...] bocca per amore della roba!... E poi tutto a un tratto, ci casca addosso un negozio simile!... Ma questa è l'ultima che mi farà il signor [...]
[...] baronello!... L'aggiusterò io, non dubitate! Alla fin fine non è più un ragazzo! Lo mariterò a modo mio... La catena al collo, là! quella ci vuole!... Ma [...]
[...] una ragazza... L'uomo è cacciatore, si sa!... A vostra sorella avreste dovuto pensarci voi... o piuttosto lei stessa... Quasi quasi si direbbe [...]
[...] . — Signora baronessa... siamo poveri... è vero... Ma quanto a nascita... — Eh, caro mio! la nascita... gli antenati... tutte belle cose... non dico [...]
[...] , capite? Non si ammazzarono a lavorare perchè la loro roba poi andasse in mano di questo e di quello... capite?... In quel mentre bussarono al [...]
[...] ! — seguitò a brontolare la cugina Rubiera, tornando a staccare dal chiodo la chiave del magazzino. — Vedete quel che ci vuole a guadagnare un tari a [...]
[...] nuora vi abbia a portare la sua dote anch'essa... Don Diego, sgambettando più lesto che poteva dietro alla cugina Rubie- ra, per gli anditi e gli [...]
[...] Rubiera aveva tanto da fare. Essa allora si voltò come un gallo, coi pugni sui fianchi, in cima alla scala: — A mio figlio ci penso io, tornò a [...]
[...] dirvi! Voi pensate a vostra sorella... L'uomo è cacciatore... Lo manderò lontano! Lo chiudo a chiave! Lo sprofondo! Non tornerà in paese altro che [...]
[...] maritato! colla catena al collo! ve lo dico io! La mia croce! la mia rovina!... Quindi, mossa a compassion dalla disperazione muta del poveraccio, il [...]
[...] nelle spalle, barcollando, lo fermò sull'uscio, cambiando a un tratto viso e maniere: — Sentite, sentite... l'aggiusteremo fra di noi questa faccenda [...]
[...] ... Vi aiuterò 26 anch'io, don Diego... Sono madre... son cristiana... La mariteremo a un galantuomo... Don Diego scosse il capo amaramente, avvilito [...]
[...] sagrificio... Egli a quelle parole si fermò, cogli occhi spalancati, tutto tremante: — Voi!... cugina Rubiera!... No!... no!... Questo non può essere [...]
[...] di don Diego Trao, il quale se ne andava rasente al muro, continuando a scrollare la testa, come fosse stato colto da un accidente, inciampando nei [...]
[...] sassi ogni momento. — Come? — seguitava a sbraitare la baronessa. — Un negozio già conchiuso!... — C'è forse caparra, signora baronessa? — Non c'è [...]
[...] caparra; ma c'è la parola!... — In tal caso, bacio le mani a vossignoria! E tirò via, ostinato come un mulo. La baronessa, furibonda, gli strillò [...]
[...] pentito... Giacalone e Vito Orlando gli correvano dietro anch'essi, scalmanandosi a fargli sentire la ragione. Ma Pirtuso tirava via, senza rispondere [...]
[...] neppure, dicendo a don Diego Trao che non gli dava retta: — La baronessa ha un bel dire... come se al caso non avrebbe fatto lo stesso lei pure [...]
[...] !... Ora che il Barone Zacco ha cominciato a vendere con ribasso... Villano o baronessa la caparra a quella che conta. Dico bene, vossignoria? III [...]
[...] visite. — Mastro-don Gesualdo! — vociò a un tratto, cacciando fra i battenti dorati il testone arruffato. — Devo lasciarlo entrare, signora padrona [...]
[...] faccia e la parrucca del secolo scorso. La signora Sganci, sorpresa in quel bel modo dinanzi a tanta gente, non seppe frenarsi. — Che bestial Sei [...]
[...] frugando gli uomini. In prima fila il cugino don Ferdinando, curioso piu di un ragazzo, che s'era spinto innanzi a gomitate, e allungava il collo [...]
[...] , vestita di lanetta in mezzo a tutto il parentado in gala. La zia Sganci tornò a dire: — Venite qui, don Gesualdo. V'ho serbato il posto per voi. Qui [...]
[...] dinanzi, alzando il capo a ogni razzo che saliva dalla piazza per darsi un contegno meno imbarazzato. — Scusate! scusate! — sbuffò allora donna [...]
[...] crocchio dove era la zia Cirmena colle altre dame, sul balcone grande, in mezzo a un gran mormorio, tutte che si voltavano a guardare verso il balcone [...]
[...] donna Giuseppina Alasi, cogli occhietti che sorridevano in mezzo al viso placido di Luna piena. — Zitto! zitto. Vado a vedere... — disse la Cirmena [...]
[...] , e attraversò la sala — come un mare di Luce nel vestito di raso giallo — per andare a fiutare che cosa si macchinasse nel balcone del vicoletto [...]
[...] badava a godersi la festa, voltando il capo di qua e di là, senza dire una parola. — Vi divertite qui, eh? Tu ti diverti, Bianca? Don Ferdinando volse [...]
[...] il capo infastidito; poi vedendo la cugina Cirmena, borbottò: — Ah... donna Sarina... buona sera! buona sera! — E tornò a voltarsi dall'altra [...]
[...] Giuseppe Barabba, facendo dei segni alla padrona. — No, — rispose lei, — prima deve passare la processione. Il marchese Limali la colse a volo mentre [...]
[...] chiassosa, la parlantina che scappava stridendo a guisa di una carrucola. — Donna Marianninal... Signori miei!... Quanta gente!... Quante bellezze [...]
[...] , colla mano sugli occhi; si fece il segno della croce e scappò in furia verso il balcone grande, cacciandosi a gomitate nella folla, borbottando [...]
[...] , dal quale di tratto in tratto scappavano dei razzi, dinanzi alla statua del santo, con un vocio di folla che montava a guisa di tempesta. — La [...]
[...] Capitana si tirò indietro arricciando il naso. — Che odore di prossimo viene di laggiù! — Capite? — seguitava a sbraitare il barone Zacco, — delle terre [...]
[...] che pago già a tre onze la salma! E gli par poco! Il notaro Neri, che non gli piaceva far sapere alla gente i fatti suoi, si rivolse alla signora [...]
[...] Capitana, scollacciata ch'era un'indecenza, col pretesto che si faceva mandare i vestiti da Palermo, la quale civettava in mezzo a un gruppo di [...]
[...] ! — rispose la Capitana, gongolante. — Vado a mettermi vicino al marchese, che ha più giudizio di voi. — Ahimè! ahimè! signora mia!... II marchese [...]
[...] fin fine!... — E quello? quello Iì? — tornò a chiedere donna Giuseppina col sorriso maligno di prima. La Cirmena accennò di sì, stringendo le [...]
[...] aver saettato un'occhiata eloquente a donna Giuseppina. — Chi volete che la sposi?... senza dote!... — ribattè la Cirmena al cavaliere ch'era già [...]
[...] ascoltare senza dir nulla, fissando in volto a chi parlava quegli occhioni ardenti, scosse la tonaca, quasi avesse temuto d'insudiciarla fra tante [...]
[...] ragazza si era messa in testa non 32 so che cosa... Un disonore per tutto il parentado!... La cugina Sganci ha fatto bene a ripararvi... Non dico di no [...]
[...] !... Ma avrebbe dovuto parlarne a noi pure che siamo parenti di Bianca al par di lei... Piuttosto che fare le cose di nascosto... Scommetto che [...]
[...] neppure don Ferdinando ne sa nulla... — Ma l'altro fratello... don Diego, cosa ne dice?... — Ah, don Diego?... sarà a rovistare fra le sue cartacce [...]
[...] forse si vergogna a farsi vedere dalla gente... Tutti così quei Trao... Degli stupidi!... gente che si troveranno un bel giorno morti di fame in casa [...]
[...] , ai vostri tempi?... che sareste arrivato a vedere la processione del santo Patrono spalla a spalla con mastro-don Gesualdo, in casa Sganci [...]
[...] ! — riprese ii barone Zacco, il quale pensava sempre a una cosa, e non poteva mandarla giù, guardando di qua e di là cogli occhiacci da spiritato [...]
[...] fabbrica dei mulini mastro-don Gesualdo? — entrò a dire il notaro a mezza voce in aria di mistero. — Una bella somma! Ve lo dico io!... Si è tirato su [...]
[...] cuocere il gesso nella sua fornace... Ora ha l'impresa del ponte a Fiumegrande!... Suo figlio ha sborsato la cauzione, tutta in pezzi da dodici [...]
[...] tari, l'un sull'altro... Ha le mani in pasta in 33 tutti gli affari del comune... Dicono che vuol mettersi anche a speculare sulle terre [...]
[...] ... L'appetito viene mangiando... Ha un bell'appetito... e dei buoni denti, ve lo dico io!... Se lo lasciano fare, di qui a un po' si dirà che mastro- don [...]
[...] Gesualdo a il padrone del paese! Il marchese allora levò un istante la sua testolina di scimmia; ma poi fece una spallucciata, e rispose, con quel [...]
[...] , berretti che volavano in aria, e un tale che distribuiva legnate a diritta e a manca per farsi largo. Subito dopo comparve sull'uscio dell'anticamera [...]
[...] ch'è festa? Lasciatelo stare quel povero ragazzo, don Filippo! Don Filippo lasciò stare, limitandosi a lanciare di tanto in tanto qualche [...]
[...] piacere, stasera!... — Perfino don Giuseppe Barabba, a modo suo, sbracciandosi a portar delle altre seggiole e a smoccolare i lumi. Poi dal balcone si [...]
[...] mise a fare il telegrafo con qualcuno ch'era giù in piazza, gridando per farsi udire in mezzo al gran brusìo della folla: — Signor barone! signor [...]
[...] marito a volo, sopraccarica di nastri, di fronzoli e di gale, come un uccello raro. — Fifì vi ha scoperto per la prima in mezzo alla folla!... Che [...]
[...] , vicino al palco della musica... Don Ninì guardava intorno inquieto. A un tratto scoprendo la cugina Bianca rincantucciata in fondo al balcone del [...]
[...] giovani, noi che ne abbiamo viste tante delle feste! E continuava a biasciarle delle barzellette salate nell'orecchio che sembrava arrossire dalla [...]
[...] presto questi confetti pel matrimonio di donna Fifì? Don Filippo tossì forte. Donna Bellonia rispose che sino a quel momento erano chiacchiere [...]
[...] ne deve parlare in pubblico. Don Filippo affermò col capo, e donna Bellonia, vista l'approvazione del marito, s'arrischiò a dire: — è vero [...]
[...] . — Sarà una bella coppia! — soggiunse graziosamente la signora Capitana. Il cavaliere Peperito, onde non stare a bocca chiusa come un allocco, in mezzo [...]
[...] al crocchio dove l'aveva piantato donna Giuseppina per non dar troppo nell'occhio, scappò fuori a dire: — Però la baronessa Rubiera non è venuta [...]
[...] faceva segno di no col capo. Poscia, ficcandosi in mezzo alla gente, a voce piu bassa, col viso acceso: — Ha mandato mastro-don Gesualdo in vece sua [...]
[...] di guardarmi in faccia dopo questo bel tiro che vogliono farmi... Non voglio dire che sia rimasta a casa per non incontrarsi con me... Che diavolo [...]
[...] palla al balzo e si cacciò a capo fitto nella folla dietro la signora Alòsi. La Capitana si levò sulla punta dei piedi; il notaro, galante [...]
[...] , proponeva di sollevarla fra le braccia. Donna Bellonia corse a far la mamma, accanto alle sue creature; e suo marito si contentò di montare su di una [...]
[...] nuvole di fumo, i denti soli rimasti feroci; quasi abbandonandosi, spalla a spalla contro il baronello Rubiera, il quale sembrava pavonazzo a quella [...]
[...] magre. Non diceva nulla, stava a guardare i fuochi, col viso affilato e pallido, come stirato verso l'angolo della bocca, dove erano due pieghe [...]
[...] baronello Rubiera!... Baronello? don Ninì? siete contento?... Vi saluto, don Gesualdo! Bravo! bravo! Siete lì?... — Poi corse di sopra a precipizio [...]
[...] salito in soffitta, per vedere i fuochi dall'abbaino, a rischio di precipitare in piazza. Comparve finalmente, col bicchier d'acqua, tutto impolverato [...]
[...] e coperto di ragnateli, dopo che la padrona e il canonico Lupi si furono sgolati a chiamarlo per ogni stanza. II canonico Lupi, ch'era di casa, gli [...]
[...] contentone di vedervi qui. La signora Sganci mi diceva da un pezzo: l'anno venturo voglio che don Gesualdo venga in casa mia, a vedere la [...]
[...] , raddrizzò la schiena facendo una boccaccia. — Ahi! ahi!... Se Dio vuole a passata anche questal... Chi campa tutto l'anno vede tutte le feste. — Ma di [...]
[...] veder ciò che avete visto stavolta non ve l'aspettate — sogghignava il barone Zacco, accennando a mastro-don Gesualdo. — No! no! Me lo rammento [...]
[...] coi sassi in spalla... e le spalle lacere!... sul ponte delle fabbriche, quest'amicone mio con cui oggi ci troviamo qui, a tu per tu!... Però la [...]
[...] Filippo Margarone anche lui gli lasciava cadere dall'alto del cravattone complimenti simili a questi: — Il nascer grandi è caso, e non virtù [...]
[...] !... — Sì signore, — rispose tranquillamente don Gesualdo. — Non chiudevo occhio, la notte. L'arciprete Bugno, ingelosito dei salamelecchi fatti a un [...]
[...] altro, dopo tutti quegli spari, quelle grida, quel fracasso che gli parevano dedicati un po' anche a lui, come capo della chiesa, era riuscito a [...]
[...] venivano apposta per vederla... Degli inglesi, s'era risaputo poi, l'avrebbero pagata a peso d'oro, onde portarsela fra i loro idoli... II marchese che [...]
[...] stava per iscoppiare, l'interruppe alla fine: — Ma che sciocchezze!... Chi ve le dà a bere, don Calogero? La statua è di cartapesta... una brutta [...]
[...] altre che se ne vedono!... un fantoccio da carnevale!... Eh? Cosa dite?... Sì, un sacrilegio! Il mastro che fece quel santo dev'essere a casa del [...]
[...] ristucco, con la vocetta fessa, voltando le spalle all'arciprete. — Abbiamo qualche affare in aria? II barone Zacco si mise a ridere forte, cogli [...]
[...] occhi che schizzavano fuori dell'orbita; ma I'altro, un po' stordito dalla ressa che gli si faceva attorno, non rispose. — A me potete dirlo, caro [...]
[...] mio, — riprese il vecchietto malizioso. — Non avete a temere che vi faccia la concorrenza, io! Al battibecco si divertivano anche coloro che non [...]
[...] ... — Fate, fate, amico mio. Quanto a me, non ho di che lagnarmene... Don Giuseppe Barabba si avvicinò in punta di piedi alla padrona, e le disse [...]
[...] Giacinto, ed eran già quasi strutti. — Va bene, va bene... Bianca? — Zia... — Fammi il piacere, aiutami un po' tu. Dall'uscio spalancato a due [...]
[...] battenti entrarono poco dopo don Giuseppe e mastro Titta, il barbiere di casa, carichi di due gran vassoi d'argento che sgocciolavano; e cominciarono a [...]
[...] maggior riguardo. II canonico Lupi diede una gomitata al barbiere, il quale passava dinanzi a mastro-don Gesualdo senza fermarsi. — Che so io [...]
[...] lei a servire gli invitati. Dopo il primo movimento generale, un manovrar di seggiole per schivare la pioggia di sciroppo, erano seguiti alcuni [...]
[...] fazzoletti di cotone. Il baronello Rubiera il quale stava discorrendo in un cantuccio del balcone grande naso a naso con donna Fifì, guardandosi negli [...]
[...] l'Addolorata!... 41 Egli allora cominciò a darsi dei pugni nella testa, commosso, col cuore gonfio anch'esso, badando a non far strepito e che [...]
[...] neanche di soffiarmi ii naso!... Capisci? capisci?... Ti pare che non ci pensi a te?... Ti pare che non ci pensi?... La notte... non chiudo occhio [...]
[...] . E domani poi devo tornare a scopare e rimettere le fodere... Don Giuseppe seguitando a brontolare se ne andò coi bicchieri vuoti. Dalla sala [...]
[...] cantando; udivasi un baccano di chiacchiere e di risate nella sala, vicino a Toro, nello schianto di quell'ultimo addio senza parole. Nel vano luminoso [...]
[...] del balcone passò un'ombra magra, e si udì la tosserella del marchese Limòli: — Eh, eh, ragazzi!... benedetti voialtri!... Sono venuto a veder la [...]
[...] soffoca lì dentro. — Pazienza!... Bisogna sempre aver pazienza a questo mondo... Meglio sudare che tossire... Tu, Nino, bada che le signore Margarone [...]
[...] schifiltoso!... Che diavolo gli è saltato in corpo a tua madre, di farti sposare quei denti?... — Ah... zio!... — Sei uno sciocco! Dovresti lasciarle fare [...]
[...] il diavolo a quattro quanto le pare e piace, a tua madre!... Sei figlio unico!... A chi vuoi che lasci la roba dopo la sua morte? — Eh... da qui a [...]
[...] impiccio!... — Calmati! calmati!... Consòlati pensando a chi sta peggio di te. S'affacciò la signora Capitana, svelta, irrequieta, guardando [...]
[...] mantiglie e i cappellini, a capo basso. — Un momento! un momento! — esclamò don Filippo levando il braccio rimastogli libero, mentre coll'altro reggeva [...]
[...] Nicolino addormentato. Si udiva un tafferuglio nella piazza; strilli da lontano; la gente correva verso San Giovanni, e il campanone che suonava a [...]
[...] !... Si picchiano!... E si abbandonò sul canape, cogli occhi chiusi. Le signore si misero a vociare tutte in una volta; la padrona di casa gridava a [...]
[...] Barabba di scendere a dare il catenaccio giù al portone; mentre donna Bellonia spingeva le sue ragazze 45 in Branco nella camera di donna [...]
[...] lui, sbuffò infine: — Sentitelo!... Perchè non ci andate voi? Un altro po' facevano la festa a me pure!... Vostro marito ha torso pericolo della [...]
[...] !... Don Ninì Rubiera cercando il cappello s'imbattè nella cugina, la quale gli andava dietro come una fantasima, stravolta, incespicando a ogni passo [...]
[...] turbato anch'esso che seguitava a cercare il suo cappello lui pure. — Guarda, ce l'ho in testa! Non so nemmeno quello che fo. Si guardò attorno [...]
[...] !... Nessuno ne sa nulla... Tuo fratello non sarà andato a raccontarlo... Ed io neppure... Sai che t'ho voluto bene più dell'anima mia!... Essa non [...]
[...] , giovialona, si voltava a salutare Bianca, la richiamò con la voce stizzosa: — Giovannina! andiamo! andiamo! — Meno male questa qui! — borbottò il [...]
[...] baronello. — Ma sua sorella un castigo di Dio. La zia Sganci, accompagnando le Margarone sino all'uscio, disse a mastro-don Gesualdo che si [...]
[...] sprofondava in inchini sul pianerottolo, a rischio di ruzzolare giù per la scala: — Don Gesualdo, fate il favore... Accompagnate i miei nipoti Trao [...]
[...] ; fingeva di cercare il lampione nelle cassapanche dell'anticamera, per darlo da portare a mastro-don Gesualdo. — Giacchè deve accompagnare donna [...]
[...] Bianca... una dei Trao... Non gli sarebbe passato neppure pel capo di ricevere tanto onore... a mastro-don Gesualdo!... - Però costui non poteva udire [...]
[...] perchè aspettava nella piazza, discorrendo col canonico. Solo don Liccio Papa, il quale chiudeva la marcia colla sciaboletta a tracolla, si mise [...]
[...] a ridere: — Ah! ah! — Che c'è? — chiese il Capitano, che dava il braccio alla moglie infagottata. — Che c'è, insubordinato? — Nulla; — rispose il [...]
[...] marchese. — Il barone Zacco che abbaia alla Luna. Poi, mentre scendeva insieme a Bianca, appoggiandosi al bastoncino, passo passo, le disse in un [...]
[...] , gliela darebbe a mastro-don Gesualdo!... Te lo dico io che son vecchio, e so cos'è la povertà!... — Eh? Che cosa? — volle sapere don Ferdinando, il [...]
[...] perla! una ragazza che non sa altro: casa e chiesa!... Economa... non vi costerà nulla... In casa non è avvezza a spender di certo!... Ma di buona [...]
[...] vostri affari andrebbero a gonfie vele... Anche per quell'affare delle terre comunali... è meglio aver l'appoggio di tutti i pezzi grossi [...]
[...] !... Don Gesualdo non rispose subito, sopra pensieri, a capo chino, seguendo passo passo donna Bianca che s'avviava a casa per la scalinata di Sant'Agata [...]
[...] se ne andava insieme a un'altra, senza voltarsi, senza dirle nulla, senza rispondere a lei che lo chiamava dal fondo del cuore, con un gemito, con [...]
[...] dall'acquazzone dentro il frantoio di Giolio vasto quanto una chiesa facendo alle piastrelle, entrò il ragazzo che stava a guardia sull'uscio [...]
[...] infine la risposta: — Che s'aveva a fare? bagnarci tutti?... la burrasca a cessata or ora... Siamo cristiani o porci?... Se mi coglie qualche [...]
[...] malanno mia madre non lo fa più un altro Agostino, no! — Sì, sì, hai ragione!... la bestia sono io!... Io ho Ia pelle dura!... Ho fatto bene a [...]
[...] mandare qui mio fratello per badare ai miei interessi!... Si vede!... Sta a passare il tempo anche lui giuocando, sia lodato Iddio!... Santo, ch'era [...]
[...] rimasto a bocca aperta, coccoloni dinanzi al pioletto coi quattrini, si rizzò in piedi tutto confuso, grattandosi ii capo. Gesualdo, intanto che gli [...]
[...] altri si davano da fare, mogi mogi, misurava il muro nuovo colla canna; si arrampicava sulla scala a piuoli; pesava i sacchi di gesso [...]
[...] a danno mio!... Ci ho ancora i covoni sull'aia!... Non si poteva metter su la macina intanto che pioveva?... Su! animo! la macina! Vi do una mano [...]
[...] asciugata tanta dell'acqua sulle spalle!... Se fossi stato come te, sarei ancora a trasportare del gesso sulle spalle!... Ti rammenti?... E tu non [...]
[...] saresti qua a giuocare alle piastrelle!... Brontolando, dandosi da fare per preparare la leva, le biette, i puntelli, si voltava indietro per lanciargli [...]
[...] tetto... poi dei cunei sotto... vedete, vossignoria, a far girare i cunei, si sta dai lati e non c'è pericolo... — Bravo! ora mi fate il [...]
[...] capomastro! Datemi la stanga!... Io non ho paura!... Intanto che stiamo a chiacchierare il tempo passa! La giornata corre lo stesso, eh?... Come se li [...]
[...] avessi rubati i miei denari!... Su! da quella parte!... Non badate a me che ho Ia pelle dura... Via!... su!... Viva Gesù!... Viva Maria!... un altro [...]
[...] !... a quest'ora sarei a portar gesso sulle spalle!... Il bisogno... via! via!... il bisogno fa uscire il lupo... ancora!... su!... il lupo dal Bosco [...]
[...] !... Vedete mio 50 fratello Santo che sta a guardare?... Se non ci fossi io egli sarebbe sotto... sotto la macina... al mio posto... invece di [...]
[...] grattarsi... a spingere la macina... e la casa... Tutto sulle mie spalle!... Ah! sia lodato Iddio! Infine, assicurata la macina sulla piattaforma, si [...]
[...] mise a sedere su di un sasso, trafelato, ancora tremante dal batticuore, asciugandosi ii sudore col fazzoletto di cotone. — Vedete come ci si [...]
[...] !... Mastro Cola, voi che siete capomastro!... chi vi ha insegnato a tenere il regolo in mano?... Maledetto voi! Mariano, dammi quassù il regolo, sul ponte [...]
[...] ... Che non ne avete occhi, corpo del diavolo!... L'intonaco che serepola e sbulletta!... Mi toccherà poi sentire l'architetto, malannaggia a [...]
[...] voialtri!... Quando torna quello del gesso ditegli il fatto suo, a quel figlio di mala femmina!... ditegli a Neli che sono del mestiere anch'io!... Che [...]
[...] ne riparleremo poi sabato, al far dei conti!... Badava a ogni cosa, girando di qua e di là, rovistando nei mucchi di tegole e di mattoni [...]
[...] qua la mula... Fagli almeno questo lavoro, a tuo fratello! — Agostino voleva trattenerlo a mangiare un boccone, poichè era quasi mezzogiorno, un [...]
[...] sole che scottava, da prendere un malanno chi andava per la campagna a quell'ora. — No, no, devo passare dal Camemi... ci vogliono due ore... Ho [...]
[...] presenza di Dio! Mi vedrete comparire quando meno ve lo aspettate! Sono del mestiere anch'io, e conosco poi se si a lavorato o no!... Intanto che [...]
[...] se ne andava, Santo gli corse dietro, lisciando il collo alla mula, tenendogli la staffa. Finalmente, come vide che montava a cavallo senza darsene [...]
[...] ? — Sì, sì, ho capito. I denari che avesti lunedì te li sei giuocati. Ho capito! ho capito! eccoti il resto. E divertiti alle piastrelle, che a pagare [...]
[...] , rugginoso, sembrava abbandonato, senza un'ombra, con tutte le finestre spalancate nell'afa, simili a tanti buchi neri, le croci dei campanili [...]
[...] , sfinito, si mise a borbottare: — dove andate vossignoria a quest'ora?... Avete tanti denari, e vi date l'anima al diavolo! Giunse al paese che [...]
[...] suonava mezzogiorno, mentre tutti scappavano a casa come facesse temporale. Dal Rosario veniva il canonico Lupi, accaldato, col nicchio sulla nuca [...]
[...] , soffiando forte: — Ah, ah, don Gesualdo!... andate a mangiare un boccone?... Io no, per mia disgrazia! Sono a bocca asciutta sino a quest'ora... Vado a [...]
[...] pettata!... è caldo, eh! — intanto si asciugava il sudore col fazzoletto. — Ho paura che mi giuochino qualche tiro, riguardo a quell'appalto delle [...]
[...] !... ci sto lavorando... A proposito, che facciamo per quell'altro affare? ci avete pensato? che risposta mi date? 52 Don Gesualdo il quale aveva [...]
[...] importasse neppure a lui: parlò dell'altro affare della gabella, che bisognava venire a una conclusione colla baronessa Rubiera: — C'è altra novità [...]
[...] , mentre andava passo passo insieme al prete, tutto orecchi, a capo chino e col mento in mano. — Temo che mi cambino la baronessa!... Ho visto il [...]
[...] Barone a confabulare con quello sciocco di don Ninì... ieri sera, dietro il Collegio... Finsi d'entrare nella farmacia per non farmi scorgere. Capite [...]
[...] , guardandolo fisso di tanto in tanto, e scrollando il capo di sotto in su, come a dargli dell'asino. — Per questo dicevo!... Ma voi la pigliate su quel [...]
[...] Iddio!... Son venuto apposta a dirvelo... — Vi ringrazio! grazie tante! Ora che volete da me? Io ve l'aveva detto, quando avete voluto prendere quella [...]
[...] : — Vi saluto... Don Luca il sagrestano mi aspetta... digiuno come me sino a quest'ora! — E infilò la scaletta pel quartiere alto. Don Gesualdo allora [...]
[...] infuriato prese a sfogarsi col cognato: — E venite apposta per darmi la bella notizia?... mentre stavo a discorrere dei fatti miei... sul più bello [...]
[...] cognato tornava a ripetere: — Cercando bene... troveremo chi la pigli... La terra è già preparata a maggese per quest'altr'anno... mi costa un occhio [...]
[...] ... Vostra sorella fa un casa del diavolo... non mi dà pace!... Sapete che castigo di Dio, vostra sorella! — Vi costa, vi costa!... Io lo so a chi [...]
[...] costa! — brontolò Gesualdo senza voltarsi. — Sulle mie spalle ricadono tutte queste belle imprese!... Burgio s'offese a quelle parole: — Che volete [...]
[...] dire? Spiegatevi, cognato!... Io già lavoro per conto mio! Non sto alle spalle di nessuno, io! — Sì, sì, va bene; sta a vedere ora che devo anche [...]
[...] pregarvi? Come se non l'avessi sulle spalle la vostra chiusa... come se il garante non fossi io... Così brontolando tutti e due andarono a cercare [...]
[...] Gesualdo. Benedicite a vossignoria! Ne comandate? volete restar servito? — Poi come udì parlare della chiusa che Burgio avrebbe voluto appioppare a [...]
[...] neanche per pascolo. Burgio s'affannava a lodarla, terre di pianura, terre profonde, che gli avevano dato trenta salme di fave quell'anno soltanto [...]
[...] , preparate a maggese per l'anno nuovo!... Il cognato tagliò corto, come uno che ha molta altra carne al fuoco, e non ha tempo da perdere [...]
[...] di peli sudici. Sulla strada soleggiata e deserta a quell'ora stava aspettando un contadino, con un fazzoletto legato sotto il mento, le mani in [...]
[...] avete messo il carro innanzi ai buoi?... Quando non potete... Tutti vi mettereste sulle spalle un feudo, a lasciarvi fare... Vedremo... Non dico di no [...]
[...] pezzetto a lamentarsi, correndogli dietro, chiamando in testimonio Dio e i santi, piagnucolando, bestemmiando, e finì per accettare, racconsolato tutto a [...]
[...] ! Quanto a me, è come se fossimo andati dal notaio! — E se ne tornò indietro, colle mani in tasca. — Sentite qua, mastro Lio, — disse Gesualdo [...]
[...] giorni prima... Va bene, restiamo intesi... Me ne torno a casa ora. Ho quelle quattro fave che m'aspettano. Burgio non si reggeva in piedi [...]
[...] dall'appetito, e si mise a brontolare come il cognato voile passare dalla posta. — Sempre misteri... maneggi sottomano! Don Gesualdo tornò tutto contento [...]
[...] buona notizia, e bisogna che torni da mastro Lio. — Io non so nulla... Mio padre non m'ha insegnato a fare queste rose!... — rispose Burgio [...]
[...] brontolando. — Io fo come fece mio padre..: piuttosto, se volete venire a prendere un boccone a casa... Non mi reggo in piedi, com'è vero Dio! — No, non [...]
[...] dormendo... Son venuto io a portarvela!... Intanto la giornata se ne va!... Quante canne ne avete fatto di massicciata oggi, vediamo?... Neppure tre [...]
[...] a dormire e riposare!... Corpo di!... sangue di!... Vedendolo con quella faccia accesa e riarsa, bianca di polvere soltanto nel cavo degli occhi [...]
[...] nell'ampia vallata silenziosa, nel polverio che si levava sulle carpi abbronzate, sui cenci svolazzanti, insieme a un ansare secco che accompagnava [...]
[...] ogni colpo. I corvi ripassarono gracidando, nel cielo implacabile. Il vecchio allora alzo il viso impolverato a guardarli, con gli occhi infuocati [...]
[...] ?... aspettavi qualcheduno?... Brasi Camauro oppure Nanni l'Orbo?... La ragazza ricevette la sfuriata a capo chino, e intanto accendeva lesta lesta il fuoco [...]
[...] , mentre il suo padrone continuava a sfogarsi, li fuori, all'oscuro, e passava in rivista i buoi legati ai pioli intorno all'aia. II camparo mogio [...]
[...] qualcheduno che portava il malocchio!... Ho seminato perfino i pani di San Giovanni nel pascolo... Le pecore stanno bene, grazie a Dio... e il [...]
[...] raccolto pure... Nanni l'Orbo? Laggiù a Passanitello, dietro le gonnelle di quella strega... Un giorno o l'altro se ne torna a casa colle gambe rotte [...]
[...] comandarmi, vossignoria, vado a buttarmi giù un momento... Come Dio volle finalmente, dopo un digiuno di ventiquattr'ore, don Gesualdo potè mettersi a [...]
[...] fresche, e due pomidori ch'era andata a cogliere tastoni dietro la casa. Le ova friggevano nel tegame, il fiasco pieno davanti; dall'uscio entrava [...]
[...] un barile, e le passò negli occhi, a quelle parole, un sorriso di cane accarezzato. — Devi aver fame anche tu. Mangia! mangia! 58 Essa mise la [...]
[...] scodella sulle ginocchia, e si fece il segno della croce prima di cominciare, poi disse: — Benedicite a vossignoria! Mangiava adagio adagio, colla [...]
[...] gente ricca, e degli occhi castagni, al pari dei capelli, timidi e dolci: de' begli occhi di cane carezzevoli e pazienti, che si ostinavano a farsi [...]
[...] ancora giovani, in fondo a quelle occhiaie livide. Così raggomitolata sembrava proprio una ragazzetta, al busto esile e svelto, alla nuca che [...]
[...] all'indietro. II vino, generoso e caldo, le si vedeva scendere quasi a ogni sorso nella gola color d'ambra; il seno ancora giovane e fermo sembrava [...]
[...] gonfiarsi. II padrone allora si mise a ridere. — Brava, brava! Come suoni bene la trombetta!... Sorrise anch'essa, pulendosi la bocca un'altra volta col [...]
[...] dorso della mano, tutta rossa. — Tanta salute a vossignoria! Egli uscì fuori a prendere il fresco. Si mise a sedere su di un covone, accanto [...]
[...] di Passanitello, allo sbocco della valle, era illuminata da un chiarore d'alba. A poco a poco, al dilagar di quel chiarore, anche nella costa [...]
[...] cominciarono a spuntare i covoni raccolti in mucchi, come tanti sassi posti in fila. Degli altri punti neri si movevano per la china, e a seconda del [...]
[...] — Eh? Diodata? Dormi, marmotta?... — Nossignore, no!... Essa comparve tutta arruffata e spalancando a forza gli occhi assonnati. Si mise a scopare [...]
[...] portava il gesso dalla fornace di suo padre, a Donferrante! Quante volte l'aveva fatta quella strada di Licodia, dietro gli asinelli che cascavano per [...]
[...] ! — Carico di famiglia! Santo che gli faceva mangiare i gomiti sin d'allora; Speranza che cominciava a voler marito; la mamma con le febbri, tredici [...]
[...] mesi dell'anno!... — Più colpi di funicella che pane! — Poi quando il Mascalise, suo zio, lo condusse seco manovale, a cercar fortuna... Il padre [...]
[...] comando altrui. — Ci vollero sette anni prima che gli perdonasse, e fu quando finalmente Gesualdo arrivò a pigliare il primo appalto per conto suo [...]
[...] Speranza anche, perchè la ragazza non poteva più stare in casa... — E le dispute allorche cominciò a speculare sulla campagnal... — Mastro Nunzio [...]
[...] non voleva saperne... Diceva che non era il mestiere in cui erano nati. «Fa l'arte che sai!» - Ma poi, quando il figliuolo lo condusse a veder le [...]
[...] terre che aveva comprato, lì proprio, alla Canziria, non finiva di misurarle in lungo e in largo, povero vecchio, a gran passi, come avesse nelle [...]
[...] aver la testa più fine della sua. — La madre non ci arrivò a provare quella consolazione, poveretta. Morì racco- mandando a tutti Santo, che era [...]
[...] senza chiuder occhio! Vent'anni che non andava a letto una sola volta senza prima guardare il cielo per vedere come si mettesse. — Quante avemarie, e [...]
[...] basto della mula, all'ombra di un ulivo, lungo il margine di un fosso, nella malaria, in mezzo a un nugolo di zanzare. — Non feste, non domeniche [...]
[...] fratello Santo regalavasi in barba sua all'osteria! — trovando a casa poi ogni volta il viso arcigno di Speranza, o le querimonie del cognato, il [...]
[...] piagnucolio dei ragazzi — le liti fra tutti loro, quando gli affari non andavano bene. — Costretto a difendere la sua roba contro tutti, per fare il suo [...]
[...] stette un momento a guardarla cosi, sorridendo anch'esso, e le diede un altro scapaccione affettuoso. — Questa non e roba per quel briccone di Brasi, o [...]
[...] ha dato il pane, — rispose essa semplicemente. — Sarei una birbona... — Lo so! lo so!... poveretta!... per questo t'ho voluto bene! A poco a poco [...]
[...] tu!... Ne abbiamo passati dei brutti giorni!... Sempre all'erta, come il tuo padrone! Sempre colle mani attorno... a far qualche cosa! Sempre [...]
[...] l'occhio attento sulla mia roba!... Fedele come un cane!... Ce n'è voluto, sì, a far questa roba! Tacque un momento intenerito. Poi riprese, dopo un [...]
[...] tono di voce che andò a rimescolargli il sangue a lui pure: — Vossignoria siete il padrone... — Lo so, lo so... Ne discorro adesso per chiacchierare [...]
[...] ... perchè mi sei affezionata... Ancora non ci penso... ma un giorno o l'altro bisogna pure andarci a cascare... Per chi ho lavorato infine [...]
[...] ?... Non ho figliuoli... Allora le vide il viso, rivolto a terra, pallido pallido e tutto bagnato. — Perchè piangi, bestia? — Niente, vossignoria!... Così [...]
[...] !... Non ci badate... 62 — Cosa t'eri messa in capo, di'? — Niente, niente, don Gesualdo... — Santo e santissimo! Santo e santissimo! — prese a [...]
[...] che, se mai, ti lascerei in mezzo a una strada... senza soccorsi?... — Nossignore... non è per me... Pensavo a quei poveri innocenti... — Anche [...]
[...] quest'altra?... Che ci vuoi fare! Così va il mondo!... Poichè v'è il comune che ci pensa!... Deve mantenerli ii comune a spese sue... coi denari di [...]
[...] forse? Non mi son fatto da me quello che sono? Ciascuno porta il suo destino!... Io ho il fatto mio, grazie a Dio, e mio fratello non ha nulla... In [...]
[...] tal modo seguitava a brontolare, passeggiando per l'aia, su e giù dinanzi la porta. Poscia vedendo che la ragazza piangeva ancora, cheta cheta [...]
[...] per non infastidirlo, le tornò a sedere allato di nuovo, rabbonito. — Che vuoi? Non si può far sempre quel che si desidera. Non sono più padrone [...]
[...] ... come quando ero un povero diavolo senza nulla... Ora ci ho tanta roba da lasciare... Non posso andare a cercar gli eredi di qua e di là, per la [...]
[...] siete il padrone... Egli ci pensò un po' su, perchè quel discorso lo punzecchiava ancora peggio di una vespa, e tornò a dire: — Anche tu... non [...]
[...] hai avuto nè padre nè madre... Eppure cosa t'è mancato, di'? — Nulla, grazie a Dio! — Il Signore c'è per tutti... Non ti lascerei in mezzo a una [...]
[...] strada, ti dico!... La coscienza mi dice di no... Ti cercherei un marito... 63 — Oh... quanto a me... don Gesualdo! — Sì, sì, bisogna maritarti [...]
[...] darei la dote... — Il Signore ve lo renda... — Son cristiano! son galantuomo! Poi te lo meriti. Dove andresti a finire altrimenti?... Penserò a [...]
[...] ... Sì, sì, bella!... lascia dire a me che lo so! Roba fine!... sangue di barone sei, di certo!... Ora la pigliava su di un altro tono, col risolino [...]
[...] furbo e le mani che gli pizzicavano. Le stringeva con due dita il ganascino. Le sollevava a forza il capo, che ella si ostinava a tener basso per [...]
[...] nascondere le lagrime. — Già per ora son discorsi in aria... Il bene che voglio a te non lo voglio a nessuno, guarda!... Su quel capo adesso, sciocca [...]
[...] !... sciocca che sei!... Come vide che seguitava a piangere, testarda, scappò a bestemmiare di nuovo, simile a un vitello infuriato. — Santo e [...]
[...] santissimo! Sorte maledettal... Sempre guai e piagnistei!... V Masi, il garzone, corse a svegliare don Gesualdo prima dell'alba, con una voce che [...]
[...] ?... a quest'ora?... — Mastro-don Gesualdo andava raccattando i panni tastoni, al buio, ancora assonnato, con un guazzabuglio nella testa. Tutt'a un [...]
[...] pioggia, che faceva asciugare i quattro cenci a una fiammata di strame. Appena vide giungere il padrone, cominciò a piagnucolare di nuovo: — II [...]
[...] : Speranza, la sorella, che scendeva a precipizio, intanto che suo marito s'infilava le brache; Santo, ancora mezzo ubbriaco, ruzzoloni per la [...]
[...] scaletta della botola, urlando quasi l'accoppasse- ro. II manovale, a ciascuno che capitava, tornava a dire: — Il ponte!... l'armatura!... Mastro Nunzio [...]
[...] , aspettando che gl'insellassero la mula, la quale spaventata anch'essa sparava calci, e Masi dalla confusione non riusciva a mettergli il basto. A un [...]
[...] tale e quale! Massaro Fortunato, più calmo, approvava la moglie, con un cenno del capo, silenzioso, seduto sulla panchetta, simile a una macina [...]
[...] ponte della malora! Gesualdo da principio si voltò verso di lei inviperito, colla schiuma alla bocca. Poscia mandò giù la bile, e si mise a [...]
[...] ; infine di lassù, a cavallo, che toccava quasi il tetto col capo, sputa fuori ii fatto suo, prima d'andarsene: — Avete ragione! M'ha fatto fare dei [...]
[...] bei negozi, tuo marito! La semenza che abbiamo buttato via a Donninga! La vigna che m'ha fatto piantare dove non nasce neppure erba da pascolo [...]
[...] della stalla, finchè si udirono i ferri della cavalcatura sui ciottoli della stradicciuola, nel buio. II manovale si mise a correre, affannato [...]
[...] ; lasciamo stare ancora sino a domani... — Disse mastro Nunzio: — tu parli così per papparti un'altra giornata di paga... — Io intanto facevo [...]
[...] raggomitolata sotto un carrubbio si mise a gridare: — Non potete passare, no!... Il fiume!... badate!... In fondo, nella nebbia del fiume e della pioggia [...]
[...] , vossignoria? Egli non rispondeva, nel fango sine a mezza gamba, andando su e giù per la riva corrosa, coi capelli che gli svolazzavano al vento. Mastro [...]
[...] adesso lassù?... State a piangere il morto? Lasciate... lasciate andare! — gli rispose Gesualdo dalla riva. Ii rumore delle acque si mangiò — anche [...]
[...] , sotto gli ombrelloni d'incerata, senza potere farsi intendere, indicando verso il punto dove gli uomini tiravano in salvo delle travi. A seconda del [...]
[...] rauco. Gesualdo, curvo sotto l'acquazzone, sfangando sulla riva, aiutava a tirare in salvo i legnami dell'armatura che la corrente furiosa seguitava [...]
[...] a scuotere e a sfasciare. — A me!... santo Dio!... non vedete che si porta anche quelli?... — A un certo punto barcollò e stava per affondare [...]
[...] bocca, rispondeva: — Lasciatemi crepare! A voi non ve ne importa!... Dite così perchè voi non ci avete il sangue vostro in mezzo a quell'acqua [...]
[...] !... Lasciatemi crepare! 67 Mastro Nunzio, vedendo smaniare a quel modo il suo figliuolo, voleva buttarsi a capo fitto giù nella corrente addirittura [...]
[...] : — Per non stare a sentir lui!... Adesso mi dirà ch'è tutta colpa mia!... vedrete!... Non son padrone di muovere un dito in casa mia... Sono padrone [...]
[...] andata a finire!... E bisogna tornare da capo, se non voglio perdere la cauzione... Potevate star- vene quieto e tranquillo a casa... Che vi facevo [...]
[...] rinfacciato... a tuo padre!... Già non conto più nulla io! Non so far più nulla!... Ti ho fatto quel che sei!... Come se non fossi il capo di casa [...]
[...] , agitando le labbra senza peter profferire altre parole, strabuzzando gli occhi per tornare a cercare il posto migliore da annegarsi, e infine [...]
[...] brontolò: — E allora perchè mi trattieni?... Perchè non vuoi che mi butti nel fiume? perchè? Gesualdo cominciò a strapparsi i capelli, a mordersi le [...]
[...] braccia, a sputare in cielo. Poscia gli si piantò in faccia disperato, scuotendogli le mani giunte dinanzi al vise. — Per l'amor di Dio!... per [...]
[...] si intromise per calmarli. — Infine quel ch'è stato è stato. Il morto non torna più. Colle chiacchiere non si rimedia a nulla. Piuttosto venite ad [...]
[...] che s'era rotta la gamba, sudando e spasimando. Volle mettere anch'egli una buona parola nel malumore fra padre e figlio: — II peggio è toccato a [...]
[...] color di terra, seduto su di un sasso, le mani fra le cosce, penzoloni. Quindi prese a sfogarsi col manovale. — Guarda quella carogna! Mi lascia [...]
[...] voglio più sapere di questo ponte 69 della disgrazia! Piuttosto faremo un mulino, coi materiali che riesciremo a mettere in salvo... Un affare [...]
[...] sicuro quello... — Un'altra adesso! — saltò su Gesualdo. — Siete ammattito davvero? E la cauzione? Volete che ci perda anche quella? Se lasciassi fare a [...]
[...] voi!... Quando presi a fabbricare dei mulini, mi toccava sentire che era la rovina... Ora che vi siete persuaso, non vorreste far altro... come se [...]
[...] paese grigio e triste nella pioggia anch'esso, lassù in cima al monte, col suono del mezzogiorno che passava a ondate, trasportato dal vento, e si [...]
[...] suoi, a quell'ora, vedendolo così fradicio, piovendo acqua come un ombrello, gli disse: — Eh, don Gesualdo?... che disgrazia!... Lui duro come un [...]
[...] sasso, col sorriso amaro sulle labbra sottili e pallide, rispondeva: — Eh, cose che accadono. Chi va all'acqua si bagna, e chi va a cavallo cade. Ma [...]
[...] sinchè non v'è uomini morti, a tutto si rimedia. 70 I più tiravano di lungo, voltandosi per curiosità dopo ch'erano passati. II canonico comparve [...]
[...] sotto la cassa della confraternita, come una tiara da morto, nella quale erano i pegni dei denari dati a prestito; delle immagini di santi qua e !a [...]
[...] , appiccicate colle ostie, insudiciate dagli uccelli, e un puzzo da morire, fra tutte quelle bestie. Don Gesualdo cominciò subito a sfogarsi narrando [...]
[...] i suoi guai: il padre che si ostinava a fare di testa sua, per mostrare ch'era sempre lui il capo, dopo aver dato fondo al patrimonio... Gli era [...]
[...] toccato ricomprargliela due volte la fornace del gesso! E continuava a metterlo in quegli impicci!... E se lui diceva ahi! quando era costretto a [...]
[...] farsi aprire la vena e a lasciarsi cavar dell'altro sangue per pagare, allora il padre gridava che gli si mancava di rispetto. La sorella ed il [...]
[...] fratello Santo che mangiava e beveva alle sue spalle, senza far nulla, da mattina a sera: — Col mio denaro, capite, vossignoria? col sangue mio! So io [...]
[...] quel che mi costa! Quando ho lasciato mio padre nella 71 fornace del gesso in rovina, che non si sapeva come dar da mangiare a quei quattro asini [...]
[...] , sissignore. La prima cazzuola per incominciare a fare il muratore dovette prestarmela mio zio il Mascalise... E mio padre che strepitava perchè lasciavo [...]
[...] il mestiere in cui ero nato... E poi, quando presi il primo lavoro a cottimo... gridava ch'era un precipizio! Ne ho avuto del coraggio, signor [...]
[...] canonico! Lo so io quel che mi costa! Tutto frutto dei miei sudori, quello che ho... E quando lo vedo a buttarmelo via, chi da una parte e chi [...]
[...] boccone di pane, quando torno a casa stanco... Ma ora non ne posso più! Anche l'asino quando è stanco si corica in mezzo alla via e non va più avanti [...]
[...] poi un sant'Agostino a capire quel che volete!... In conclusion si tratta di salvare la cauzione, non è così? di avere qualche aiuto dal comune [...]
[...] anche lui i suoi occhi da uomo che non si lascia mettere nel sacco. — Sentite, don Gesualdo... questo non è discorso che venite a farmi adesso, a [...]
[...] dalla vostra i giurati e tutti quanti. Anche per l'altra faccenda della gabella, poi, se volete entrarci insieme a noi... — Sissignore, — rispose [...]
[...] ! Eccomi con voi. Pensiamo a quest'affare del ponte prima... a salvare la cauzione... con un sussidio del comune. Andremo adesso dal capitano... e [...]
[...] affare, quello della gabella. Non vorrei che giuocassimo a scarica barile fra di noi, caro don Gesualdo! Costui voleva allungare la mano di nuovo [...]
[...] aprire lo studio, e fece il viso di condoglianza a don Gesualdo. — Brutto affare, eh? Mi dispiace! — Sotto si vedeva che gongolava. Il canonico [...]
[...] , a tagliar corto, rispose lui: — Cosa da nulla... II diavolo poi non e cosi brutto... Rimedieremo... Abbiamo salvato i materiali... — Dopo, quando [...]
[...] furono lontani, e il notaio con la chiave nella toppa li guardava ancora ridendo, il canonico gli soffiò nell'orecchio, a mastro-don Gesualdo: — E [...]
[...] per camminarvi!... Con quella faccia non si va a chiedere un favore... Aspettatemi qui; salgo un momento dal cavalier Peperito. E una bestia; ma [...]
[...] asinello macilento, con una bisaccia piena di fave dietro. Don Gesualdo per ingraziarselo lo aiutò a scaricar le fave, e a legar l'asino alla [...]
[...] avercela con voi... Bisogna trovare la persona. Ciolla? ohi? Ciolla? A voi dico, Ciolla! Sapete s'è in casa don Filippo? L'avete visto uscire? Ciolla [...]
[...] , la ceraiuola, sapete bene? E la loro passeggiata, dopopranzo... a trastullarsi con lei, dietro lo scaffale... Che c'è di nuovo, don Gesualdo [...]
[...] ? Andate a benedire il ponte, insieme al canonico? Don Gesualdo si sfogò infine con lui, appuntandogli contro le coma, con tutt'e due le mani. — Vi stava [...]
[...] chiudere la bocca a tutti gli sfaccendati? Nel salire per la stradicciuola dei Margarone incontrarono il marchese Limòli, che andava a fare la sua [...]
[...] passeggiatina solita della sera, dal Rosario a Santa Maria di Gesù, sempre solo e con l'ombrello rosso sotto il braccio. 74 canonico, rispondendo alla [...]
[...] scappellata cerimoniosa del marchese, ebbe un' ispirazione. — Aspettate, aspettate un momento! Di lì a un po' a raggiungere don Gesualdo con [...]
[...] tutt'altro viso. — Un gran diavolo quel marchese! Povero come Giobbe, ma a uno che ha voce in capitolo! S'aiutano fra di loro, tutti in un gruppo [...]
[...] era ancora in casa, occupato a rigar la carta per le aste di Nicolino: — Che buon vento? che buon vento?... — Poscia vedendo entrare anche don [...]
[...] Gesualdo, dietro il canonico, calò di nuovo gli occhiali sul naso. — Ho tanto da fare!... Ah, sì!... la cauzione?... Volete che il comune vi aiuti a [...]
[...] di soffiarmi il naso... Vedremo... sentiremo... In quella entrò Canali, il quale veniva a cercare Margarone, sorpreso di non vederlo all'ora solita [...]
[...] . Anch'esso sapeva del ponte, e sembrava che si divertisse mezzo mondo a prolungare le condoglianze — il veleno che gli scorreva sotto il facccione [...]
[...] !... — Don Filippo, ora che aveva l'appoggio, si rivoltò anche lui: — Bisogna fare il passo secondo la gamba, mio caro!... Volevate pigliare il cielo a [...]
[...] pugni... Il posto a chi tocca, caro amico!... Non bisogna mettersi in testa di dare il gambetto a un paese intero!... Don Gesualdo allora perse la [...]
[...] dire a me! Sentite qua, don Filippo! Lo tirò per la falda nell'anticamera. Di lì a un po' rientrarono a braccetto, don Filippo tomato un pezzo di [...]
[...] zucchero con mastro-don Gesualdo, spalancandogli addosso gli occhioni di bue, quasi lo vedesse allora per la prima volta: — Vedremo!... Quanto a me [...]
[...] dovrei averli tutti contro?... Non fo male a nessuno... Fo gli affari miei... — Eh, caro don Gesualdo! — scappò a dire infine il canonico. — Gli [...]
[...] affari vostri fanno a pugni con gli affari degli altri, che diavolo!... Apposta 75 bisogna tirarli dalla vostra... Fra di loro si danno la mano... son [...]
[...] come due spilli, il viso a lama di coltello che sfuggiva da ogni parte: — Vedete?... quando sarete entrato nel campo anche voi... Quella è la [...]
[...] dote che vi porterebbe donna Bianca!... E denaro sonante per voi che avete le mani in tanti affari. Mastro-don Gesualdo tornò a lisciarsi il mento [...]
[...] , come quando stava a combinare qualche negozio con uno piu furbo di lui; guardò il palazzo; guardò poi il canonico, e rispose: — Però caparra in [...]
[...] mano, eh? signor canonico? Prima voglio vedere come la pigliano i parenti di lei. — A braccia aperte la pigliano!... ve lo dico io! Fate conto che il [...]
[...] fiume tornò a rifarvi il ponte meglio di prima, e andate a dormirci su. Nel vicoletto lì accanto, vicino a casa sua, trovò Diodata che stava [...]
[...] tolleravano soltanto in campagna, pei servigi grossi. Appena la ragazza vide il suo padrone ricominciò a piangere e a lamentarsi, quasi fosse caduto [...]
[...] addosso a lei il ponte: — Don Gesualdo, che disgrazia! Mi sarei contentata d'annegarmi io piuttosto!... Son venuta a vedervi, vossignoria... con [...]
[...] fin qui a piedi!... apposta per farmi il piagnisteo... Come non ne avessi abbastanza dei miei guai!... Ora dove vai a quest' ora? La fece entrare [...]
[...] ossa rotte. Per giunta, sua sorella l'accolse come un cane. — Siete tornato dalla festa? Avete visto che bel guadagno? Poi si rivolse inviperita a [...]
[...] ?... A voi non bolle il sangue?... Burgio, piu pacifico, cercava di svignarsela, facendo le spalle grosse, chinando il testone di bue. 76 — Ecco [...]
[...] può piu si corica, e buona notte a chi resta! E se ne andò nella stalla, mentre Speranza gli strillava dietro: — Scappate anche? per andare a trovare [...]
[...] mangiare, digiuno com'era da ventiquattr'ore, con tutti quei dispiaceri che gli empivano lo stomaco. Diodata andò a comprargli del pane e del salame [...]
[...] , bagnata sino alle ossa al par di lui, colla gola secca. Li, sulla panchetta della stalla, dinanzi a una fiammata di strame, almeno si inghiottiva [...]
[...] in pace un po' di grazia di Dio. — Ti piace, eh, questa bella vita? Ti piace a te? — domandava egli masticando a due palmenti, ancora imbroncito [...]
[...] . Essa stava a vederlo mangiare, col viso arrossato dalla fiamma, e diceva di sì, come voleva lui, con un sorriso contento adesso. II giorno [...]
[...] vogliono farmi sposare? — disse lui. — Una Trao!... e buona massaia anche!... m'hanno detto la verità... E rimase a guardare, pensieroso, masticando [...]
[...] quasi deserta in quell'ora calda, inseguiti a male parole dal sagrestano. Donna Bianca Trao, inginocchiata dinanzi al confessionario, chinava il [...]
[...] capo umile; abbandonavasi in un accasciamento desolato; biascicando delle parole sommesse che somigliavano a dei sospiri. Dal confessionario [...]
[...] rispondeva pacatamente una voce che insinuavasi come una carezza, a lenire le angosce, a calmare gli scrupoli, a perdonare gli errori, a schiudere [...]
[...] dal luogo e dall'ora. Una vecchia aspettava accoccolata sui gradini dell'altare, simile a una mantellina bisunta posata su di un fagotto di [...]
[...] colla canna. — Ehi? ehi? zia Filomena?... E tardi oggi, a tardi. Sta per suonare mezzogiorno, e il confessore deve andarsene a desinare. La vecchia [...]
[...] andarvene, madre mia. Oggi?... neppure!... ci ha la trebbia al Passo di Cava padre Angelino. Giorni di lavoro, cara mia! — Bel bello riescì a [...]
[...] mandarla via, borbottando, trascinando le ciabatte. Poi, mentre il prete infilava l'uscio della sagrestia, don Luca dovette anche dar la caccia a quei [...]
[...] monelli, rovesciando banchi e sedie, facendo atto di tirare l'incensiere: — Fuori! fuori! Andate a giuocare in piazza! — Nello stesso tempo passava [...]
[...] e ripassava vicino a donna Bianca che si era inginocchiata a pregare dinanzi alla cappella del Sacramento, sfolgorante d'oro e di colori lucenti [...]
[...] da accecare, tossendo, spurgandosi, fermandosi a soffiarsi il naso, brontolando: — Neppure in chiesa!... non si può raccogliersi a far le orazioni [...]
[...] consiglio... meglio di vostro fratello don Ferdinando... ed anche di don Diego, sì!... Guardò intorno cogli occhi di gatto avvezzi a vederci al buio [...]
[...] a don Gesualdo Motta? Aveva 80 mandato a fare la domanda formale di matrimonio, Teri dopo pranzo, col canonico Lupi... Bianca arrossì senza [...]
[...] Ferdinando, ch'è peggio di un ragazzo, poveretto!... Egli era riuscito a fermare donna Bianca, piantandosele dinanzi, cogli occhi lucenti, il viso acceso [...]
[...] malattia, com'è vero Iddio!... Sono andato a trovarlo alla Canziria... Faceva trebbiare il grano... — Don Gesualdo, ch'è questa la maniera di [...]
[...] Luca alza la voce di botto, quasi parlasse a un sordo: — Oggi padre Angelino ci ha la trebbia al Passo di Cava. Se avete qualche altro peccato [...]
[...] loro, inchinandosi a ogni altare, colla destra stillante d'acqua benedetta, il nicchio pendente dall'altra mano: — Benedicite, signor canonico [...]
[...] ! Come va da queste parti?... II canonico, invece di rispondergli, si rivolse a donna Bianca con un sorriso sciocco sul muso aguzzo di furetto color di [...]
[...] Motta, e ho detto: Ecco donna Bianca che fa la sua visita alle Quarant'ore, e da il buon esempio a me, indegno sacerdote... 81 — Giusto... qui [...]
[...] dicendo a donna Biancal....— conferma don Luca, ripreso animo, cogli occhietti di nuovo petulanti. — Basta! Basta! Ciascuno dispone a suo modo in casa [...]
[...] sua! Ora vi lascio pei fatti vostri. Tanti saluti a don Diego e a don Ferdinando! Donna Bianca imbarazzata voleva andarsene anche lei; ma il [...]
[...] sagrestano la trattenne: — Un momento! Cosa devo dire a padre Angelino, se volete mettervi in grazia di Dio prima della festa di san Giovanni Battista [...]
[...] , uscendo, don Luca ammiccò — E così? che devo dire a don Gesualdo, se mai lo vedo... per caso?... Essa sembrava esitante. Seguitava ad avviarsi verso la [...]
[...] Giuseppe padre della provvidenza!... Sono pazzi a dir di no i vostri fratelli!... pazzi da legare!... Le terre della Contea se le piglierà tutte lui [...]
[...] , fabbriche, strade carreggiabili!... il mondo sottosopra mette quel diavolo! Fra poco si andrà in carrozza sino a Militello, prima Dio e don Gesualdo [...]
[...] senza sangue rispose infine sottovoce: — I miei fratelli sono padroni... tocca a loro decidere... Don Luca a corto d'argomenti rimase un istante [...]
[...] quasi sbalordito, piantandosi dinanzi a lei per non lasciarla scappare, soffocato da tante buone ragioni che aveva in gola, balbettando, annaspando [...]
[...] , grattandosi rabbiosamente il capo, con gli occhietti scintillanti che andavano come frugandola tutta da capo a piedi per trovare il punto debole [...]
[...] , scuotendole dinanzi le mani giunte, minaccioso e supplichevole. Alla fine proruppe: — Ma è giustizia, santo Dio? a giustizia far tribolare in tal [...]
[...] calcio alla fortuna!... si chiama esser ingrati colla divina Provvidenza. Essa seguitava ad andare verso la porta, irresoluta, a capo chino. Don [...]
[...] Luca alle calcagna di lei, accalorandosi, toccando tutti i tasti, mutando tono a ogni registro: — E certe giornate, donna Bianca!... certe giornate che [...]
[...] spuntano a casa vostra!... Basta, scusatemi, io ne parlo perchè ci bazzico sempre ad aiutarvi, insieme a mia moglie... E quando i vostri parenti [...]
[...] Bianca s'era fermata su due piedi, a testa alta, con una fiamma improvvisa che parve buttarle in viso la portiera sollevata in quel momento da [...]
[...] tondi su di una faccia a punta, gialla e incartapecorita, e un fazzoletto lacero da malata, legato sotto il mento; nient'altro sulle spalle, da [...]
[...] persona ch'è di casa in casa del Buon Dio. Essa dalla soglia si mise a gemere, quasi avesse le doglie: — Don Luca?... che non lo suonate mezzogiorno [...]
[...] ?... la pentola sta per bollire... — Perchè l'hai messa a bollire così presto? Il sole è ancora qui, sul limitare... L'arciprete fa un casa del [...]
[...] l'orologio lì, nella pancia!... Pensi solo a mangiare!... Ci vuol la grazia di Dio!... I vicini sono ancora tutti fuori... Ecco lì i ragazzi di [...]
[...] avanti. — I nipoti di don Gesualdo! — riprese il sagrestano ammiccando in mo- do significativo a donna Bianca nel tornare indietro. — Stanno lì a [...]
[...] fuoco. — è innamorato, che volete farci? Innamorato come un pazzo. Dovreste tornare a parlargliene coi vostri fratelli. Mandargli qualche buona parola [...]
[...] ... una risposta più da cristiani... Verrò io stesso a prenderla, dopo mezzogiorno, quando don Diego e don Ferdinando sono in letto... col [...]
[...] ... Ho pensato meglio di mandare mia moglie, a prendere la risposta di vossignoria. Non vorrei che i vostri fratelli, vedendomi bazzicare per casa [...]
[...] ... Non ho sempre il vento in tasca per trebbiare a comodo mio!... L'aia era vasta quanto una piazza. Dieci muli trottavano in giro, continuamente [...]
[...] Carmine, in cima alla bica, nero di sole, continuava a far piovere altri covoni dall'alto. DeIle tregge arrivavano ogni momento dai seminati intorno [...]
[...] affamati nella paglia, coll'occhio spento; altre bestie da soma erano sparse qua e là; e dei barili di vino passavano di mano in mano, quasi a [...]
[...] perdere adesso!... Vino, qua! Date da bere a don Luca!... Sì, sì, verrò; ma quando potrò... Per ora non posso muovermi, cascasse il mondo [...]
[...] ... Venite qua, accostatevi, ch'è inutile far sapere alla gente i fatti nostri!... Ciascuno la pensa a modo suo... Poi è lei che deve risolvere... Se lei [...]
[...] fatta apposta per consegnarle sottomano a donna Bianca, senza destar sospetti. Una bella letterina, con due o tre parole che fanno colpo sulle [...]
[...] ragazze! Capite, vossignoria? Ciolla ci ha la mano... Ne parlerei io stesso a Ciolla in segretezza, senza stare a rompervi il capo, vossignoria; e vi fa [...]
[...] vino; ma che storie mi andate contando? Se a lei l'affare gli va, allora che bisogno c'è di tante chiacchiere. — Basta! Basta! — conchiuse don Luca [...]
[...] prudenza mandò la moglie a fare l'imbasciata, sotto un pretesto: 86 — Circa a quel discorso che siete intesi con mio marito, vossignoria, dice che il [...]
[...] confessore verrà dopodomani a prendere la risposta!... II confessore domenica aspetta la risposta!... — Don Ferdinando che aveva udito aprire il [...]
[...] portone, comparve in quel momento come un fantasma. — Il confessore!... — riprese a dire la gna Grazia senza che nessuno le domandasse nulla [...]
[...] , cercava le parole. Poscia, vedendo che l'altro stava zitto e non si moveva, allampanato, tacque anch'essa, e si mise a guardare in aria, a bocca aperta [...]
[...] , colle mani sul ventre. Bianca, a tagliar corto, la condusse nella dispensa, per darle una grembiata di fave. Don Ferdinando, sempre dietro [...]
[...] , si mise a brontolare: — Troppe!... Ne hai date troppe!... Stanno per terminare!... La zia non ne manda altre prima di Natale!... La sorella [...]
[...] voleva andarsene; ma lui seguitava a cercare, a frugare, a passare in rivista la roba della dispensa: due salsicciotti magri appesi a un gran cerchio [...]
[...] venti cafisi; un sacco di farina in fondo a una cassapanca grande quanto un granaio; il cestone di vimini che aspettava ancora il grano della [...]
[...] ... Non mi piace da qualche tempo!... Hai visto la faccia che ha? Lo stesso viso della buon'anima, ti rammenti?... quando si mise a letto per non [...]
[...] , chinandosi a raccattar per terra le fave cadute dal grembiule di Grazia. Poscia, come svegliandosi da un sogno, domandò: 87 — Tu perchè non vai [...]
[...] brace in viso, e chinò gli occhi. Don Ferdinando aspettò un momento la risposta a bocca aperta, battendo le palpebre. Indi tornò nella dispensa a [...]
[...] dinanzi a lui, quel giorno in cui don Ferdinando le aveva detto che il fratello stava peggio, nella cameretta sudicia, sdraiato su quel lettuccio che [...]
[...] Dio... Del resto mi sento meglio... Parve migliorare realmente, di lì a qualche giorno: del buon brodo, un po' di vino vecchio che mandava la [...]
[...] zia Sganci, I'aiutarono ad alzarsi da letto, ancora sconquassato, col fiato ai denti. Venne pure donna Marianna in persona a fargli visita [...]
[...] nulla!... E sfilò quest'altro rosario: Erano pazzi, o cos'erano, a rifiutare una domanda simile a quella?... Uno sulla strada di farsi riccone come [...]
[...] , crollando il capo. Gli altri non fiatavano: Bianca a capo chino; don Ferdinando aspettando che parlasse suo fratello, cogli occhi di barbagianni [...]
[...] alzò da letto come si trovava, in camiciuola di flanella, col fazzoletto in testa, le gambe stecchite che gli tremavano a verga dentro le mutande [...]
[...] logore: un ecceomo! Andava errando per la stanza, stralunato, facendo gesti e discorsi incoerenti, tossendo, tirando il fiato a stento, soffiandosi [...]
[...] il naso, quasi suonasse una tromba. — Mastro-don Gesualdo!... Saremmo arrivati a questo, che una Trao sposerebbe mastro-don Gesualdo! Tu [...]
[...] riuscisse a persuader Bianca. — Cosa volete che dica? — esclamò la zia. — Vi pare un bell'avvenire quello d'invecchiare come voialtri... fra tante [...]
[...] ... Ed ora che vi si offre la fortuna, risponderle con un calcio... Scusatemi, io la direi una porcheria! Tutt'a un tratto don Diego si mise a ridere [...]
[...] . — Vieni qua... Non ti dico altro!... Anche voi, zial... Venite a vedere!... S'arrampicò tutto tremante su di una seggiola per aprire un armadietto 90 [...]
[...] polverosi, che lo facevano tossire a ogni voltar di pagina. Sul letto era pure sciorinato un grand'albero genealogico, come un lenzuolo: l'albero [...]
[...] medesimo, e il motto che glorificava il fallo della prima autrice: Virtutem a sanguine traho. S'era messi gli occhiali, appoggiando i gomiti sulla sponda [...]
[...] somma!... Uscirete d'ogni guaio una volta per sempre!... Bianca era cresciuta in mezzo a simili discorsi che aiutavano a passare i giorni tristi [...]
[...] verso di lei, con un sorriso bonario e malinconico. — Parlo per voialtri... per te e per Ferdinando... Ne godrete voialtri almeno... Quanto a me [...]
[...] ... io sono arrivato... Te'!... te' la chiave!... serbala tu! La zia Sganci, a quei discorsi, da prima scattò come una molla: — Caro nipote, mi [...]
[...] sembrate un bambino! — Ma subito si calmò, col sorriso indulgente di chi vuol far capire la ragione proprio a un ragazzo. — Va bene!... va benone [...]
[...] capo in silenzio. — E va bene!... Giacchè tu lo vuoi... giacchè non hai il coraggio di aspettare... Donna Mariannina seguitava a perorare la causa [...]
[...] dalla finestra, cogli occhi lucenti di lagrime; rivolgendosi financo a don Ferdinando che guardava tutti quanti ad uno ad uno, sbalordito; battendo [...]
[...] sulle spalle di don Diego il quale 91 sembrava che non udisse, cogli occhi inchiodati sulla sorella e un tremito per tutta la persona. A un [...]
[...] sbigottita, faccia a faccia col fratello che sembrava un cadavere, dopo che la zia e don Ferdinando furono usciti. Il pover'uomo esitò ancora prima di [...]
[...] aggiungere quel che gli restava a dire, fissando la sorella con un dolore più pungente e profondo. Poscia le afferrò le mani, agitando il capo [...]
[...] , movendo le labbra senza arrivare a profferir parola. — Dimmi la verita, Biancal... Perchè vuoi andartene dalla tua casa?... Perchè vuoi lasciare i [...]
[...] tuoi fratelli?... Lo so! lo so!... Per quell'altro!... Ti vergogni a stare con noi, dopo la disgrazia che t'è capitata!... Continuava ad accennare [...]
[...] , s'aspettavano gli sposi. Davanti alla porta c'era un crocchio di monelli, che il ragazzo di Burgio, in qualità di parente, s'affannava a tener [...]
[...] discosti, minacciandoli con una bacchettina; la scala sparsa di foglie d'arancio; un lume a quattro becchi posato sulla ringhiera del pianerottolo; e [...]
[...] fresco. A ogni momento succedeva un falso allarme. I ragazzi gridavano: — Eccoli! eccoli! - Camauro lasciava la scopa, e della gente si affacciava [...]
[...] disse: — Bravo! - Ma nel salire le scale, stava per rompersi l'osso del collo, e allora scappò anche a bestemmiare: — Che bestie!... Han fatto un [...]
[...] troppo colla scopa, piuttosto... Si sente l'odor di stalla. Udendo delle voci, Santo Motta che aspettava di sopra, vestito di nuovo, coi pantaloni a [...]
[...] staffe e un panciotto di raso a fiori, si affacciò nel pianerottolo, infilandosi la giamberga. — Eccomi! eccomi!... Sono qui!... Ah, signor [...]
[...] le strappavano le orecchie, seccata di aspettare da un gran pezzo in un bagno di sudore, e si mise a strillare di — Ma che fanno? C'è qualche altra [...]
[...] parenti... Son venuto a dare un'occhiata. Don Gesualdo aveva fatto delle spese: mobili nuovi, fatti venire apposta da Catania, specchi con le cornici [...]
[...] signora Capitana aveva mandato a dire che ci volevano dei fiori; quanti candelieri si erano potuti avere in prestito, a Sant'Agata e nell'altre chiese [...]
[...] Ma appena aprì l'uscio della cucina, si videro fuggire delle donne che stavano a guardare dal buco della serratura. — Ho visto, ho visto, caro [...]
[...] carrozza degli sposi. Nanni l'Orbo, a cassetta, col cappello sino alle orecchie, faceva scoppiettare la frusta come un carrettiere, e vociava [...]
[...] : — Largo!... A voi!... Guardatevi!... — Le mule, tolte allora dall'armento, ricalcitravano e sbuffavano, tanto che il canonico Lupi propose di smontare [...]
[...] portone a precipizio. — Morte subitanea! — esclamò il canonico, ricadendo col naso sui ginocchi della sposa. Salivano a braccetto. Don Gesualdo con [...]
[...] alle tempie e fermati a sommo del capo dal pettine alto di tartaruga: una cosa che fece schioccare la lingua al canonico, mentre la sposa andava [...]
[...] salutando col capo a destra e a sinistra, palliduccia, timida, quasi sbigottita, tutte quelle nudità che arrossivano di mostrarsi per la prima volta [...]
[...] dinanzi a tanti occhi e a tanti lumi. — Evviva gli sposi! evviva gli sposi! — si mise a gridare il canonico, messo in allegria, sventolando il [...]
[...] canonico si affrettò a risponder lui. — Sissignora. Poca brigata, vita beata! Dietro di loro saliva Alessi, colla berretta in mano, intimidito da [...]
[...] quei lumi e da quell'apparato. Sin dall'uscio si mise a balbettare: — Mi manda la signora baronessa Rubiera... Dice che non può venire perchè le [...]
[...] duole il capo... Manda a salutare la nipote, e don Gesualdo anche... — Vai in cucina, da questa parte — gli rispose il marchese. — Di' che ti diano [...]
[...] da bere. Don Gesualdo approfittò di quel momento per raccomandare sottovoce a suo fratello: — Stai attento, dinanzi a tutta questa gente!... Ti [...]
[...] metti a sedere, e non ti muovi più. Come vedi fare a me, fai tu pure. — Ho capito. Lascia fare a me! La zia Cirmena si era impadronita della sposa [...]
[...] il ghiaccio: — Don Santo, sedetevi qua. Avvicinatevi; non abbiate timore. — A me? — rispose Santo che si sentiva dar del don lui pure. — Questo è [...]
[...] tuo cognato, — disse il marchese a Bianca. II notaro ripigliò di lì a un momento: — Guardate! guardate! Sembra lo sbarco di Cristoforo Colombo [...]
[...] ; e il canonico, sempre sorridendo, disse: - Che diavoletto!... tutto sua madre... Il marchese, sdraiato sulla sedia a bracciuoli, accanto alla [...]
[...] casa!... Ci starai da principessal... Non hai che a dire una parola... mostrare un desiderio... — Allora ditegli che vi comperi delle altre mule [...]
[...] dall'armento... non ci sono avvezze... Ora usano dei cavalli per la carrozza — disse il canonico. — Certamente! certamente! — si affrettò a [...]
[...] sembrava un'estranea, in mezzo a tutto quel lusso. E suo marito imbarazzato anche lui, fra tanta gente, la sposa, gli amici, i servitori, dinanzi a [...]
[...] quegli specchi nei quali si vedeva tutto, vestito di nuovo, ridotto a guardare come facevano gli altri se voleva soffiarsi il naso. — II raccolto è [...]
[...] andato bene! — disse il marchese a voce più alta, perchè gli altri lo seguissero dove voleva arrivare. — Io ne parlo per sentita dire. Eh? eh [...]
[...] ? massaro Fortunato?... — Sissignore, grazie a Dio!... Sono i prezzi che non dicono!... — Ci sarà tanto da fare in campagna! Nel paese non c'è più nessuno [...]
[...] Fortunato?... — Sissignore, se vuol Dio!... — Saranno tutti a prepararsi per la vendemmia. Noi soli no, donna Sarina! Noi beviamo il vino senza pregare [...]
[...] Dio per l'acqua!... Bisogna condurre la sposa a Giolio per la vendemmia, don Gesualdo!... Vedrai che vigne, Bianca! — Certo!... è la padrona [...]
[...] . — No!... Son villani che tornano in paese. Oggi è sabato e arriva gente sino a tardi. — Io l'avevo indovinato! — rispose la Cirmena. — Ho [...]
[...] ... si lasciò scappare il marchese, perdendo la pazienza. Santo, che s'era gia alzato, tornò a sedere mogio mogio. — Con permesso! con permesso [...]
[...] ... dal Capitano!... II marchese che stava coll'orecchio teso fingeva d'ammirare ancora i mobili e le stanze, e tornò a dire: — Belli! Belli!... Una [...]
[...] luogo!... Mi rammento... pel battesimo dell'ultimo La Gurna... Corradino... Adesso sono andati a stare a Siracusa, tutta la famiglia, dopo aver [...]
[...] dato fondo a quel po' che rimaneva!... Mors tua vita mea!... Qui starete da principi!... Eh! eh!... son vecchio e la so lunga!... Ci staremmo bene [...]
[...] anche noi, eh, donna Sarina?... eh? Donna Sarina si dimenava sulla seggiola per tener la lingua in freno: — Quanto a me!... — disse poi — grazie a [...]
[...] star seduti in una bella sedia soffice come questa, che andare a buscarsi il pane di qua e di là, come i La Gurna!... quando si può buscarselo anche [...]
[...] arricciano più il naso!... Se torno a nascere, voglio chiamarmi mastro Alfonso Limòli, ed esser ricco come voi, nipote mio... Per godermi i miei denari [...]
[...] state a predicare... Però era un tintinnio sommesso di gente povera. Santo corse ad aprire, e si trovò faccia a faccia col sagrestano, seguito dalla [...]
[...] imbarazzato, vedendo il fratello di Speranza che gli aveva mandato a dire mille improperi con suo marito Burgio; ma non si perse d'animo per [...]
[...] il canonico Lupi, rosso in viso, sbuffando, asciugandosi il sudore. E a prevenire ogni domanda si rivolse subito al padrone di casa, sorridendo [...]
[...] , prima d'andare in campagna. — Vado? — saltò a dire subito Santo. — Mettiamo mano? Si alzò in piedi la sposa; si alzarono dopo di lei tutti gli altri [...]
[...] , e rimasero fermi ai loro posti, aspettando a chi toccasse aprire la marcia. Il canonico si sbracciava a far dei segni a compare Santo, e vedendo [...]
[...] che non capiva, gli soffiò colla voce di petto, come in chiesa, allorchè sbagliavasi la funzione: — A voi!... Date braccio alla cognata!... Ma il [...]
[...] cognato non si sentiva di fare quella parte. Infine glielo spinsero dietro a forza. Lo zio Limòli intanto era passato avanti colla sposa, e il [...]
[...] la sdegnosa anch'essa! Come se non si sapesse donde viene quella gran dama!... No! no! che fate?... — esclamò a un tratto slanciandosi verso [...]
[...] non se ne accorse. II marchese, dal canto suo, era distratto, cercando di evitare Giacalone e Pelagatti che volevano servirlo a ogni costo [...]
[...] . — Faranno nascere qualche guaio quei due ragazzi! — borbottò infine. Anche Bianca abbozzò un sorriso a quell'uscita, e si scostarono dalla tavola tutti [...]
[...] , per me, gliel'ho offerto!... — Neanche un bicchierino di perfetto amore? — entre a dire il canonico con galanteria. La zia Cirmena si mise a ridere [...]
[...] , zio? — Grazie, grazie, cara Bianca... Non ho piu denti nè stomaco... Sono invalido... Sto a vedere soltanto... non posso fare altro... Il canonico [...]
[...] !... — rispose l'altro agitando la mano dinanzi alla fronte, come a dire che coloro non ci avevano più la testa a segno. Poi si guardò intorno [...]
[...] , abbassando la voce: — Sembrava che piangessero il morto, quando siamo andati a prendere la sposa!... due gufi, tale e quale!... Si rintanavano di [...]
[...] !... Infine se si è indotta a questo passo... Fece un altro segno, coll'indice e il pollice in croce sulla bocca. E sbirciando colla coda dell'occhio che [...]
[...] vetri della finestra, al buio, a guardare in piazza dove non c'è nessuno!... come due mummie addirittura!... Donna Bianca, nel passare, udì quelle [...]
[...] parole. — Tanta salute! — interruppe il sagrestano vedendo la signora. — Sarà una festa per quei ragazzi, quando arriveremo a casa!... Cinque [...]
[...] , e s'arrabbattava a calci e pugni anche lui, strillando come un ossesso; gli altri monelli carponi sotto. Don Gesualdo, infuriato, voleva correre [...]
[...] col bastone a far cessare quella baraonda; ma lo zio marchese lo fermò pel braccio!... — Lasciateli fare... tanto!... La zia Cirmena che si era [...]
[...] divertita almeno un po', si piantò nel bel mezzo della stanza, guardando in faccia la gente, come a dire ch'era ora d'andarsene. In quel frattempo [...]
[...] tornò di corsa il sagrestano, ansante, con un'aria di gran mistero: — C'è qui tutto il paese!... giù in istrada, che stanno a vedere!... Il Barone [...]
[...] , curioso, voile andare a vedere. Di rimpetto, alla cantonata di San Sebastiano, c'era un crocchio di gente; si vedevano biancheggiare dei vestiti chiari [...]
[...] !... Son qui per far da mamma a Bianca... giacchè non c'è altra parente prossima. Non possiamo piantar la sposa quasi fosse una trovatella... pel decoro [...]
[...] della famiglia almeno!... — Ah? ah?... — sogghignava intanto il marchese. Donna Sarina gli ribattè sul muso, frenando a stento la voce: — Non mi [...]
[...] fate lo gnorri, don Alfonso!... Lo sapete meglio di me!... Deve premere anche a voi che siete della famiglia... Bisogna farlo per la gente... se non [...]
[...] per lei!... — E infilò l'uscio della camera nuziale, continuando a sbraitare. — Va bene, va bene! Non andate in collera... Vuol dire che ce ne [...]
[...] anche lui. — Pazzi da legare! Se torno a nascere, lo dirò anche a loro, voglio chiamarmi mastro Alfonso Limòli!... — Bravo! — sghignazzò il [...]
[...] vorrei che la signora baronessa Rubiera avesse a vergognarsi d'avermi per compagno... diteglielo pure! — Ha ragione! — aggiunse il marchese [...]
[...] fermandosi a metà della scala. — Ha l'amor proprio dei suoi denari, che diavolo!... La cugina Rubiera avrebbe potuto degnarsi... Non si sarebbe guastato il [...]
[...] dato a tutti quanti! — Sapete cosa ho da dirvi? — si mise a strillare allora il marchese levando il capo in su. — Che se non avessi il vitalizio [...]
[...] della mia commenda di Malta per non crepare di fame, sarei costretto a dare uno schiaffo anch'io a tutta la nobile parentela... Sarei costretto a [...]
[...] simili a un branco di pecore; poscia, dopo Nanni l'Orbo, sfilarono dietro tutti gli altri, col sorriso goffo, il berretto in mano, le donne salutando [...]
[...] sino a terra come in chiesa, imbacuccate nelle mantelline. 103 — Questa è Diodata, — disse Nanni l'Orbo. — Una povera orfanella che il padrone [...]
[...] , guardando con tenerezza Diodata. — Contentoni!... può dirlo anche lei!... — è un pezzo che compare Nanni teneva d'occhio a quei baiocchi, per [...]
[...] marito con lui. II camparo aggiunse altre informazioni, ridendo: — Si correvano dietro! Bisognava far la guardia a loro pure!... Il padrone mi [...]
[...] l'Orbo pel primo, che si teneva i fianchi. Solo Diodata, rossa come il fuoco, colle lagrime agli occhi, s'affannava a ripetere: — Nossignore [...]
[...] un calpestio pesante di bestiame grosso. Appena fuori cominciarono a ridere e scherzare fra di loro; Brasi Camauro e Pelagatti dandosi degli [...]
[...] ! — No! no! — gridò Nanni dalla strada. — Ce ne andiamo a casa. Nessuno la tocca. — Senti? Nessuno ti tocca. Vattene... Che fai adesso? Essa, stando [...]
[...] !... — Ora ricomincia il piagnisteo! — sbuffò lui. — Non ho un momento di pace, questa sera!... — Nossignore... senza piagnisteo... Tanta salute a [...]
[...] gli leggessero anche a lui il cruccio segreto in cuore, cominciò a gridare per non pensarci, quasi fosse in collera. — E senza cercare il pelo [...]
[...] nell'uovo!... senza pensare a questo e a quell'altro... 105 Il Signore c'è per tutti... Anche tu sei una povera trovatella, e il Signore ti ha aiutato [...]
[...] scuotevano dalla testa ai piedi. Allora il suo padrone scappò a bestemmiare: — Santo e santissimo!... santo e santissimo! In quel momento comparve la [...]
[...] retta... Sono ubbriachi!... canaglia che crepano d'invidia! Andate a trovare vostra moglie piuttosto! Ve la raccomando... non va presa come le [...]
[...] ... non ho mai provato una cosa simile!... Mi sento tutta sconvolta!... No! no! Non badate a me!... mi calmerò... Voi, don Camillo, andate avanti [...]
[...] . — Ah! se Dio vuole, è finita! Ce n'è voluto... ma è finita, se Dio vuole!... Non lo fo più, com'è vero Iddio, se si ha a ricominciare da capo [...]
[...] prima, e i lineamenti delicati parvero affilarlesi a un tratto maggiormente. 106 Proprio quello che aveva detto la zia Cirmena! Una ragazza che vi [...]
[...] a dormire su di una sedia, com'è vero Dio!... Essa balbettò qualche parola inintelligibile, un gorgoglio di suoni timidi e confusi, e chinò il capo [...]
[...] ubbidiente, per cominciare a togliersi il pettine di tartaruga, colle mani gracili e un po' sciupacchiate alle estremità di ragazza povera [...]
[...] avvezza a far di tutto in casa. — Brava! brava! Così mi piaci!... Se andiamo d'accordo come dico io, la nostra casa andrà avanti... avanti assai! Te lo [...]
[...] mangiavo il fegato e ridevo?... Riderà meglio chi ride l'ultimo!... Via, via, perchè ti tremano cosi le mani?... non sono tuo marito adesso?... a [...]
[...] dispetto degli invidiosi!... Che paura hai?... Senti!... quel Ciolla!... mi farà fare uno sproposito!... Essa tornò a balbettare qualche parola [...]
[...] , riprese: — Lascialo cantare. Non me ne importa adesso di Ciolla... di lui e di tutti gli altri!... Crepano d'invidia perchè i miei affari vanno a [...]
[...] gonfie vele, grazie a Dio! Non tr ne pentirai, no, di quello che hai fatto!... Sei buona!... non hai la superbia di tutti i tuoi... In cuore gli si [...]
[...] gonfiava un'insolita tenerezza, mentre l'aiutava a pettinarsi. Proprio le sue grosse mani che aiutavano una Trao, e si sentivano divenir leggere [...]
[...] suoi occhi, quella nuca china che impallidiva e arrossiva, tutti quei segni umili di privazioni che l'avvicinavano a lui. — Voglio che tu sia [...]
[...] nelle spalle, simile a una colomba trepidante che stia per esser ghermita. — Ora ti voglio bene davvero, sai!... Ho paura di toccarti colle mani [...]
[...] ... Ho he mani grosse perchè ho tanto lavorato... non mi vergogno a dirlo... Ho lavorato per arrivare a questo punto... Chi me l'avrebbe detto?... Non [...]
[...] essa aveva l'orecchio altrove. Pareva guardasse nello specchio, lontano, lontano. — A che pensi? ancora al Ciolla?... Vo a finire in prigione, la [...]
[...] cominciava a fargli girare il capo, balbettando e anfanando, in maniche di camicia, stringendosi sul cuore che gli batteva fino in gola quel corpo [...]
[...] tocca! Neanche il giorno delle nozze, santo e santissimo!... Dimmi almeno che hai!... — Non badate a me... Sono troppo agitata... — Ah! quel Ciolla [...]
[...] !... ancora!... Com'è vero Dio, gli tiro addosso un vaso di fiori adesso!... Voglio far la festa anche a lui, la prima notte di matrimonio!PARTE [...]
[...] pigliasse un accidente. Annaspa alquanto per cercare il cappello, e fece per andarsene. Ma giunto sulla soglia tornò indietro a precipizio, colla [...]
[...] parlarono all'orecchio fra di loro. Don Gesualdo tirò su una presa, seguitando a fare tranquillamente i suoi conti nel taccuino che teneva aperto sulle [...]
[...] ginocchia. Indi alzò il capo, e ribattè con voce calma: — Cinque onze! II barone diventò a un tratto come un cencio lavato. Si soffiò il naso [...]
[...] ; calcò il cappello in testa, e poi infilò l'uscio, sbraitando: — Ah!... quand'e così!... giacch'è un puntiglio!... una personalità!... Buon giorno a [...]
[...] chi resta! I giurati si agitavano sulle loro sedie quasi avessero la colica. II canonico Lupi si alzò di botto, e corse a dire una parola [...]
[...] Gesualdo!... Qui non stiamo per scherzare!... Avrete denari... non dico di no... ma è una bella somma... per uno che sino a ieri I'altro portava i sassi [...]
[...] soddisfazione, essere arrivato sin qui, faccia a faccia con vossignoria e con tutti questi altri padroni miei, a dire ciascuno le sue ragioni, e [...]
[...] fare il suo interesse! Don Filippo posò gli occhiali sullo scartafaccio; volse un'occhiata stupefatta ai suoi colleghi a destra e a sinistra, e [...]
[...] tacque rimminchionito. Nella folla che pigiavasi all'uscio nacque un tafferuglio. Mastro Nunzio Motta voleva entrare a ogni costo, e andare a mettere [...]
[...] le mani addosso al suo figliuolo che buttava così i denari. Burgio stentava a frenarlo. Margarone suonò il campanello per intimar silenzio. — Va [...]
[...] bene!... va benissimo!... Ma intanto la legge dice... Come seguitava a tartagliare, quella faccia gialla di Canali gli suggerì la risposta [...]
[...] scrivania un sacco di doppie che cave fuori dalla cacciatora. A quel suono tutti spalancarono gli occhi. Don Filippo ammutolì. — Signori miei [...]
[...] !... — strillò il barone Zacco rientrando infuriato. — Signori miei!... guardate un po'!... a che siam giunti!... — Cinque e quindici! — replica don Gesualdo [...]
[...] tirando un'altra pressa. — Offro cinque onze e quindici tarì a salma per la gabella delle terre comunali. Continuate l'asta, signor don Filippo. Il [...]
[...] baronello Rubiera scattò su come una molla, con tutto il sangue al viso. Non l'avrebbero tenuto neppure le catene. 113 — A sei onze! — balbettò [...]
[...] fuori di sè. — Fo l'offerta di sei onze salma. — Portatelo fuori! Portatelo via! — strillò don Filippo alzandosi a metà. Alcuni battevano le mani [...]
[...] . Ma don Ninì ostinavasi, pallido come la sua camicia adesso. — Sissignore! a sei onze la salma! Scrivete la mia offerta, segretario! — Alto [...]
[...] s'accapigliassero. Lì, nel vano del balcone, faccia a faccia, cogli occhi fuori dell'orbita, soffiandogli in viso l'alito infuocato: — Signor barone [...]
[...] !... quando volete buttare il denaro dalla finestra!.. andate a giuocare a carte!... giuocatevi il denaro di tasca vostra soltanto!... Don Ninì sbuffava [...]
[...] peggio di un toro infuriato. Peperito aveva chiamato con un cenno il canonico Lupi, e s'erano messi a confabulare sottovoce, chinati sulla [...]
[...] scartafacci. Il cavaliere lo prese per un braccio e andarono a raggiungere il notaro e il baronello che disputavano animatissimi in un canto della sala. Don [...]
[...] Ninì cominciava a cedere, col viso floscio e le gambe molli. II canonico allora fece segno a don Gesualdo d'accostarsi lui pure. — No, — ammiccò [...]
[...] questi senza muoversi. — Sentite!... C'è quell'affare della cauzione... Il ponte se n'è andato salute a noi!... C'è modo d'accomodare quell'affare [...]
[...] ! testa di corno! — ricominciò ad inveire il barone sottovoce. Don Filippo, dopo il primo momento d'agitazione, era tornato a sedere asciugandosi il [...]
[...] sudore gravemente. Intanto che il canonico parlava sottovoce a mastro-don Gesualdo, il notaro da lontano cominciò a far dei segni. Don Filippo si [...]
[...] chinò all'orecchio di Canali. Sottomano, in voce di falsetto, banditore replica: — L'ultima offerta per le terre del comune! A sei onze la salma [...]
[...] !... Uno!... due!... — Un momento, signori miei! — interruppe don Gesualdo. — Chi garantisce quest'ultima offerta? A quell'uscita rimasero tutti a [...]
[...] schiaffeggiato. Lo stesso canonico allibì. Margarone balbettava stralunato. — Chi garantisce pel barone Rubiera?... chi garantisce?... — A un tratto [...]
[...] i fianchi dalle risate. — Sissignore, — replica don Gesualdo imperturbabile. — Chi garantisce per lui? La roba è di sua madre. A quelle parole [...]
[...] cessarono le risate, e don Filippo ricominciò a tartagliare. La gente si affollava sull'uscio come ad un teatro. II canonico, che sembrava più [...]
[...] pallido sotto la barba di quattro giorni, tirava il suo compagno pel vestito. II notaro era riuscito a cacciare il baronello contro il muro, mentre [...]
[...] di sua madre!... — Benone! — aggiunse don Gesualdo. — Quand'è cosi scrivete pure che offro sei onze e quindici a salma. — Pazzo! assassino [...]
[...] , accanto al sacchetto di doppie. A un certo punto, dalla baraonda ch'era nell'altra stanza, irruppe nella sala mastro Nunzio Motta, stralunato [...]
[...] rovinarci tutti!... c'è la forza, signor don Filippo!... Mandate a chiamare don Liccio Papa!... - Speranza, dall'uscio, col lattante al petto, che si [...]
[...] denari del ponte!... Vuole la mia rovina!... Nemico di suo padre stesso! — urlava mastro Nunzio. — Erano forse denari vostri? — scappò infine a [...]
[...] sulla nuca. Il notaro era sceso a precipizio, facendo gli scalini a quattro a quattro, onde correre dalla baronessa. Per le scale era un via vai di [...]
[...] , vociando a chi non voleva saperle le prodezze del fratello. S'era affacciata perfino donna Marianna Sganci, coll'ombrellino, mettendosi la mano [...]
[...] folla. Giungeva don Giuseppe Barabba, agitando un biglietto in aria. — Canonico! canonico Lupi!... — Questi si spinse avanti a gomitate. — Va bene [...]
[...] - disse, dopo di aver letto. — Dite alla signora Sganci che va bene, e la servo subito. Barabba corse a fare la stessa imbasciata nell'altra sala [...]
[...] . Canali, Barabba e don Ninì litigavano fra di loro. Poscia Canali ricominciò a gridare: — Largo! largo! — E s'avanzò verso don Gesualdo sorridente [...]
[...] !... Oramai siete parenti!... E tirando pel vestito il baronello li strinse entrambi in un amplesso, costringendoli quasi a baciarsi. Il barone [...]
[...] Zacco corse a gettarsi lui pure nelle loro braccia, coi lucciconi agli occhi. — Maledetto il diavolo!... Non sono di bronzo!... Che sciocchezzal [...]
[...] ... II notaro sopraggiunse in quel punto. Andò prima a dare un'occhiata allo scartafaccio del segretario, e poi si mise a battere le mani. — Viva la [...]
[...] , porgendo la lettera aperta a don Gesualdo. E fattosi al balcone agitò il foglio in aria, come una bandiera bianca; mentre la signora Sganci dal [...]
[...] balcone rispondeva coi cenni del capo. 116 — Pace! pace!... Siete tutti una famiglia!... Canali corse a prendere per forza mastro Nunzio, Burgio [...]
[...] . Non ho i fumi di mio figlio. — E perchè poi? A vantaggio di chi vi fate la guerra?... Chi ne gode di tanto denaro buttato via?... — conchiuse [...]
[...] finito! Andiamo via! Non facciamo ridere il paese!... — E il notaro cercava di condurli a spasso tutti quanti. — Un momento! — interruppe don [...]
[...] : — Sissignore, siamo parenti. Ma qui siamo venuti per la gabella delle terre comunali. Io ho fatta l'offerta di sei onze e quindici tarì a salma [...]
[...] . — Villano! testa di corno! Don Filippo, in mezzo a quel trambusto, fu costretto a sedere di nuovo sul seggiolone, sbuffando. Vuotò di un fiato il [...]
[...] bicchiere d'acqua, e suonò il campanello. — Signori miei! — vociava il segretario, — l'ultima offerta... a sei onze e quindici! — Tutti se n'erano [...]
[...] andati a discutere strepitando nell'altra sala, lasciando solo don Gesualdo dinanzi alla scrivania. Invano il canonico, inquieto, gli soffiava [...]
[...] all'orecchio: — Non la spuntate, no!... Si son dati l'intesa fra di loro!... — A sei onze e quindici la salma!.. ultima offerta!... — Don Gesualdo! don [...]
[...] ; il canonico e Canali ragionando fra loro due a bassa voce; don Nini, più restio, in coda agli altri. II notaro con le braccia fece un gesto [...]
[...] circolare per radunarli tutti intorno a se: — Don Gesualdo!... sentite qua! Volse in giro un'occhiata da cospiratore e abbassò la voce: 117 — Una [...]
[...] ; vuol fare le sue speculazioni sugli affitti... Benissimo! Dividete le terre, fra voi tre... senza liti, senza puntigli, senza farvi la guerra a [...]
[...] vantaggio altrui... A vantaggio di chi, poi?... del comune! Vuol dire di nessuno! Mandiamo a monte l'asta... II pretesto lo trovo io!... Fra otto [...]
[...] trionfante che il notaro tornava a volgere intorno, quella risposta cadde come una secchia d'acqua. Il notaro per primo rimase sbalordito; indi fece una [...]
[...] perdesse la testa in quella baraonda. — Siete una bestia! — gli disse sempre ridendo. Il canonico spalancò gli occhi e tornò docile a vedere [...]
[...] sulle labbra e la tabacchiera in mano lui pure. — Dunque?... le volete tutte? — Eh... eh... Cosa stiamo a farci qui dunque! — rispose l'altro [...]
[...] . Neri gli offrì la tabacchiera aperta, e riprese a voce bassa, in tono di confidenza cordiale: — Che diavolo volete farne?... circa cinquecento salme [...]
[...] , don Gesualdo, state a sentire... discorriamola fra di noi... Il puntiglio non conta... e nemmeno l'amicizia... Badiamo agli interessi... A ogni frase [...]
[...] piegava il capo ora a destra e ora a sinistra, con un fare cadenzato che doveva essere molto persuasivo. — Se le volete tutte, ve le faremo pagare [...]
[...] la bocca... Abbiamo denti, e sappiamo mordere! Andremo a rotta di collo noialtri e voi pure!... Don Gesualdo scrollava il capo, sogghignando, come [...]
[...] a dire: — Nossignore! Andrete a rotta di collo voialtri soltanto! — Seguitava a ripetere: — Forse che io voglio cacciare il naso nei vostri [...]
[...] ? Allora comando ai prezzi all'annata, capite?... Ve lo dico perche siete un amico, e perchè a far quel che dico io ci vogliono molti capitali in mano, e [...]
[...] un cuore grande quanto il piano di Santamargherita, caro notaro. Perciò spingerò l'asta sin dove voialtri non potrete arrivare. Ma badate! a un [...]
[...] ? Vi piace? II notaro si volse di qua e di la, come cercasse per terra, si calcò il cappello in capo definitivamente, e volse le spalle: — Salute a [...]
[...] chi rimane!... Ce ne andiamo... Non abbiamo più nulla da fare. II canonico, ch'era stato ad ascoltare a bocca aperta, si strinse al socio con [...]
[...] canonico con un cenno del capo, e disse a Margarone: — Signor don Filippo, andiamo avanti... — Io non vo niente affatto! — rispose finalmente [...]
[...] Margarone adirato. — La Legge dice... Non c'é piu concorrenza!... Non trovo garanzia!... Devo consultare i miei colleghi. — E si mise a raccogliere gli [...]
[...] Filippo... Un memoriale a Sua Maestà!... — II canonico col mantello sul braccio come un oratore romano, perorava la causa dell'amico, minaccioso. Don [...]
[...] l'asta. — Signori miei!... guardate un po'... a che siam giunti! — brontolava Margarone. Per la scala del Palazzo di Città, e per tutto il paese era [...]
[...] famiglia, e il prezzo a cui erano salite. La gente si affacciava sugli usci, per veder passare ma- stro-don Gesualdo. — Guardate un po', signori miei, a [...]
[...] che s'era arrivati!... — Fresco come un bicchier d'acqua, quel mastro-don Gesualdo che se ne andava a casa, colle mani in tasca... In tasca aveva [...]
[...] don Gesualdo, c'è di la la mia padrona a farvi visita... sissignore! — Donna Mariannina in gala era seduta sul canapè di seta, sotto lo specchio [...]
[...] Zacco e venuta a farmi vedere i lividori!... Sembra ammattito il barone!... Prende a sfogarsi con chi gli capita... Ed anche la cugina Rubiera [...]
[...] apposta a discorrerne con Bianca... Vediamo, Bianca, aiutami tu. Cerchiamo d'accomodarla. Voi, don Gesualdo, le farete questo regalo, a vostra moglie [...]
[...] Mariannina, la quale continuava a sollecitarla: — Eh? che ne dici? Adesso sono anche affari tuoi. Bianca tornò a guardare il marito, e tacque [...]
[...] imbarazzata. Ma egli la tolse d'impiccio . — ti dico di no, — rispose semplicemente. — Ah? ah? Dite così?... 120 Donna Mariannina rimase a bocca aperta [...]
[...] lei pure un istante. Poscia divenne rossa come un gallo: — Ah! dite di no?... Scusatemi... Io non c'entro. Ero venuta a parlarne con mia nipote [...]
[...] avessi saputo... Non parlo per la moglie che ho presa, no! Non me ne pento!... Buona, interessata, ubbidiente... Glielo dico qui, in faccia a lei [...]
[...] ... Ma quanto al resto... lasciamo andare! — Dite bene, lasciamo andare. Apposta son venuta a parlare con Bianca, perchè so che le volete bene [...]
[...] contrappelo anche? Un povero diavolo che s'arrabatta da mattina a sera!... — Si discorreva della gabella delle terre... — disse don Gesualdo [...]
[...] tranquillamente, tirando su una presa, — così, per discorrere... — Ah! ah! — rispose il canonico; e si mise a guardare in aria. La zia Sganci osservava [...]
[...] ?... — Donna Mariannina s'interruppe. — Ma abbiamo detto di non parlarne più. Lui però si duole di non poter venire a fare il suo dovere... Dissidi ce n'è [...]
[...] ! lo sappiamo! L'abbiamo capita oggi, al Municipio!... — Infine non seppe più frenarsi, quasi bruciasse a lui la ferita. — La baronessa Rubiera ha [...]
[...] cercato di dare il gambetto a me pure!... a me che le avevo proposto l'affare!... Si è messa d'accordo cogli avversari! Tutti contrari!... I parenti [...]
[...] la cauzione a questo disgraziato! Tutte le angherie!... Per la costruzione delle nuove strade fanno venire i concorrenti sin da Caltagirone e da [...]
[...] , sdraiato sul suo bel canape soffice, e a un certo punto gli chiuse anche la bocca colla mano, al canonico. — Lasciate stare!... Queste son [...]
[...] chiacchiere che non vanno al mulino. Ciascuno fa il suo interesse. — Dico per rispondere a donna Mariannina. Volete sentirne un'altra, eh? la più bella [...]
[...] ? Si sono pure messi d'accordo per vendere il grano a rotta 122 di collo, e far cascare i prezzi. Una camorra! Il baronello Rubiera ha detto che [...]
[...] non gliene importa di perdervi cent'onze, pur di fame perdere mille a don Gesualdo che ha i magazzini pieni... Al marito di sua cugina! Vergogna! Ce [...]
[...] n'ho venti salme anch'io, capite, vossignoria! Una birbonata! Il canonico andava scaldandosi maggiormente di mano in mano, rivolto a mastro-don [...]
[...] Gesualdo: — Bel guadagno avete fatto a imparentarvi con Toro. Chi l'avrebbe detto... eh? L'avete sbagliata!... Scusate, donna Bianca! non parlo per [...]
[...] non lo lascerai finire, tu? — Bianca tornò a farsi rossa. — Evviva! Mi congratulo. Ora che avete questa bella casa dovete fare un bel battesimo [...]
[...] stessi, sempre con quel bel risultato! Poi, quando la zia Sganci se ne fu andata, prese a brontolare contro di Bianca, che non si era messo il [...]
[...] vestito buono per ricevere la zia: — Allora a che serve aver la roba? Diranno che ti tengo come una serva. Bel gusto spendere i denari, per non [...]
[...] cogli occhi, per affamare la gente... 123 Quella bestia di Ciolla va predicando per conto loro... Vogliono scatenarci contro anche i villani... a [...]
[...] voi e a me, caro mio! Dicono che io tengo i sacco... Non posso uscir di casa... Don Gesualdo scrollava le spalle. — Ah, i villani? Ne riparleremo [...]
[...] poi quando verra l'inverno. Voi che paura avete? — Che paura ho, per... mio!... Non sapete che a Palermo hanno fatto la rivoluzione. Andò a [...]
[...] coloro che avevano comandato sino a quel giorno. — Una setta, capite? Tavuso, mettiamo, al posto di Margarone; e tutti quanti colle mani in pasta [...]
[...] di Calabria. Don Gesualdo, ch'era stato ad ascoltare con tanto d'occhi aperti, scappò a dire: — S'è così... ci sto anch'io! non cerco altro [...]
[...] !... E me lo dite con quella faccia? Mi avete fatto una bella paura, santo Dio! L'altro rimase a bocca aperta: — Che scherzate? O non sapete che voglio [...]
[...] . — Me ne importa a me: Rivoluzione vuol dire rivoltare il cesto, e quelli ch'erano sotto salire a galla: gli affamati, i nullatenenti!... — Ebbene [...]
[...] andare in fondo al cesto, caro canonico! Bisogna tenersi a galla, se non vogliamo che i villani si servano colle sue mani. Li conosco... so fare, non [...]
[...] d'acchiappare anche il mestolo un quarto d'ora, e di dare il gambetto a tutti quei pezzi grossi che non era riescito ad ingraziarsi neppure sposando una di [...]
[...] stata colpa tua. Tutti i negozi non riescono a un modo. Poi se capita di fare il bene, nel tempo stesso... II canonico cominciava a capacitarsi [...]
[...] , cogli occhi e la bocca di traverso, pensieroso, e appoggiava anche lui il discorso del socio: — Non si voleva torcere un pelo a nessuno... se si [...]
[...] tagliano la testa! Già, se è come avete detto, dovrebbero tagliarla a un paese intero. Credete che non abbia fatto i miei conti, in questo tempo [...]
[...] ?... Quando saremo lì, a veder quel che bolle in pentola... Bisogna mettersi vicino al mestolo... con un po' di giudizio... col denaro... So io quello [...]
[...] che dico. Bianca cominciò allora a balbettare: — Oh Signore Iddio!... Cosa pensate di fare?... Un padre di famiglial... — Il canonico, indeciso, la [...]
[...] , come in punto di morte? Mi sono ammazzato a lavorare... Mi sono ammazzato a far la roba... Ora arrischio anche la pelle, a sentir voi!... E che ne [...]
[...] aveva le mani troppo lunghe... Se avevano fatto salire le terre a quel prezzo voleva dire che c'era ancora da guadagnarci su!... Tutto sangue della [...]
[...] cella, e pigliarsi una tenuta a Passaneto, e la figliuola di Margarone in moglie, la più giovane. Il notaro ch'era venuto a levar dallo studio certe [...]
[...] carte interessanti, dovette far di cappello a fra Girolamo per entrare: — Con permesso!... signori miei!... — Poi andò a raggiungere don Filippo [...]
[...] a discorrere sottovoce. Don Filippo 127 allibbiva ad ogni gesto che il notaro trinciava in aria; ma si ostinava a dir di no, giallo dalla paura [...]
[...] oggi? Lo sapete? — Vogliono le terre del comune, signor marchese. Dicono che sinora ve le siete godute voialtri signori, e che adesso tocca a noi [...]
[...] , perchè siamo tutti eguali. — Padroni! padronissimi! Quanto a me non dico di no! Tutti eguali!... Portatemi un bicchier d'acqua, don Anselmo. Di [...]
[...] baleno. Santo Motta allora usciva dall'osteria di Pecu-Pecu, e si metteva a vociare, colla mano sulla guancia: — Le terre del comune!... Chi vuole le [...]
[...] la faccia gialla di don Filippo. A mezzogiorno, 128 appena suono la messa grande, ciascuno se ne andò pei fatti suoi; e rimase solo a vociare Santo [...]
[...] Motta, nella piazza deserta. — Avete visto com'è andata a finire? — Ciolla corse a desinare lui pure. Don Liccio Papa, adesso che non c'era più [...]
[...] posero a tavola con compare Santo. — Avete visto com'è andata a finire? — Ciolla soleva desinare in fretta e in furia col cappello in testa e il [...]
[...] bastone fra le gambe, per tornar subito in piazza a mangiar I'ultimo boccone, portandosi in tasca una manciata di lupini o di ceci abbrustoliti [...]
[...] , d'inverno anche con lo scaldino sotto il tabarro, bighellonando, dicendo a ciascuno la sua, sputacchiando di qua e di la, seminando il terreno di bucce [...]
[...] . — Avete visto com'è andata a finire? — Faceva la prima tappa dal calzolaio, poi dal caffettiere, appena apriva, senza prendere mai nulla, girava a [...]
[...] piu piccolo rumore. Ma del resto ogni cosa aveva ripreso l'aspetto solito delle domeniche. L'arciprete Bugno che stava un'ora a leccare il sorbetto [...]
[...] madre di lui, sorda come una talpa, dal Rosario a Santa Maria di Gesù: le orecchie pelose e stracche delle mule che ciondolavano fra la folla, il [...]
[...] cocchiere rannicchiato a cassetta, colla frusta fra le gambe, accanto al cacciatore gallonato, colle calze di bucato che sembravano imbottite di noci [...]
[...] capitano l'incitava da lontano, brandendo la canna d'India: — Ferma! ferma!... la giustizia! Ma Santo si liberò con uno spintone, e prese a correre [...]
[...] Bastiano! — E si misero a discorrere sottovoce, tirandosi in disparte. Dalla Maddalena scendeva lemme lemme il notaro, col bastone dietro la [...]
[...] schiena. Bomma cominciò a fargli dei segni da lontano; ma il notaro finse di non accorgersene; accennò al Capitano che s'avviava verso il Collegio, ed [...]
[...] , rivolto al principale: — Badate che avete moglie e figliuoli!... — Sangue di!... corpo di!... — voleva mettersi a sbraitare il farmacista. In quel [...]
[...] sottecchi di qua e di là. Ciolla tentò di unirsi a loro, ma essi lo piantarono lì. Bomma, da lontano, non li perdeva di vista, dimenando il capo [...]
[...] . — Badate a quel che fate!... Pensate alla vostra pelle!... — gli disse il Capitano passandogli di nuovo accanto. — Becco!... — voleva gridargli dietro [...]
[...] il farmacista. — Badate a voi piuttosto!... — Ma il dottore lo spinse dentro a forza. Ciolla era corso dietro al canonico e al notaro Neri per la [...]
[...] , gesticolando. Appena s'accorsero del Ciolla se la svignarono in fretta, l'uno di qua e l'altro di là. Il notaro continuò a saltare per la [...]
[...] stradicciuola sassosa, e il canonico scese apposta a rompicollo verso San Sebastiano, fermando il Ciolla come a caso. — Quel notaro... me ne ha fatta una [...]
[...] !... Aveva il consenso di massaro Sbrendola... un contratto bell'è buono... e ora dice che non si rammenta! — Va la, va la, che non me la dai a bere [...]
[...] aperta sulla bocca, fulminato dall'occhiata severa che gli saettò iI dottore. Verso due ore di notte, don Gesualdo stava per mettersi a cenare [...]
[...] , quando venne a cercarlo in gran mistero il canonico, travestito da pecoraio. Bianca fin lì lì per abortitire dallo spavento. 130 — Don Gesualdo [...]
[...] se siete un uomo!... Sono contento, vedi, Bianca! Sono contento d'andare magari verso il precipizio, per vedere che cominci ad affezionarti a me e [...]
[...] in fondo c'era uno stanzone buio dove si capiva che stava molta gente a confabulare insieme dal sussurrio che si udiva dietro l'uscio. Il canonico [...]
[...] allegramente. Narrava che a Palermo avevano fatto il pasticcio; avevano ammazzato il principe di Aci e s'erano impadroniti di Castellammare: — Chi [...]
[...] ?... a chi deve prima attaccare il campanello al gatto! E ogni galantuomo non vorrebbe mettere il piede in trappola. Ma se siamo in tanti... C'è [...]
[...] anche il barone Zacco stasera. — Che aspettiamo ad entrare, signori miei? — interruppe don Gesualdo a quella notizia, coraggioso come un leone [...]
[...] , cugino, ho da parlarvi. — E seguitarono ad andare a braccetto in silenzio. — Ssst!... un fischio!... verso i Cappuccini!... — II barone mise mano [...]
[...] forte il braccio di don Gesualdo senza dir nulla. Poi lascio andare ciascuno per la sua strada, Bomma in su, verso la Piazza Grande, il canonico a [...]
[...] pie della scalinata che saliva a San Sebastiano. — Da questa parte, don Gesualdo... venite con me. — E gli fece fare il giro lungo pei Cappuccini [...]
[...] , risalendo poi verso Santa Maria di Gesù per certe stradicciuole Buie che non si sapeva dove mettere i piedi. A un tratto si fermò guardando [...]
[...] faccia a faccia il suo amico novello con certi occhi che luccicavano al buio. — Don Gesualdo, avete sentito quante belle chiacchiere? Adesso siamo [...]
[...] farci venire voi, caspita! Io non fo misteri. Giuochiamo a tagliarci l'erba sotto i piedi fra di noi che abbiamo qualcosa da perdere, ed ecco il [...]
[...] tanti altri... Parenti! parentissimi! quanto a me volentieri... Allora mettiamoci d'accordo piuttosto fra di noi... — Ebbene? che volete fare? — Ah [...]
[...] ! Faremo la rivoluzione! metteremo il mondo a soqquadro anche!... Io non ho paura!... — Nel calore della disputa il Barone si era addossato all'uscio [...]
[...] di un cortile. Un cane si mise a latrare furiosamente. Zacco spaventato se la diede a gambe colla pistola in pugno, e don Gesualdo dietro di lui [...]
[...] !... dove andate?... c'è la giustizia a casa vostra! Quello che temeva il canonico! quello che temeva Bianca! Egli correva al buio, senza saper dove [...]
[...] , vossignoria? Donna Bianca mi ha mandato a svegliare di notte. E narrava com'era arrivata la Compagnia d'Arme, all'improvviso, a quattr'ore di [...]
[...] Gesualdo si fermò a riflettere: — Dove andiamo, vossignoria? — chiese Nardo. — Ci ho pensato. Non far rumore. Ah! Madonna Santissima del Pericolo! Va [...]
[...] a chiamare Nanni l'Orbo. Lo conosci? il marito di Diodata? 133 Cominciava ad albeggiare. Ma nelle viottole fuori mano che avevano preso non [...]
[...] . Diodata al vedersi comparire dinanzi il suo antico padrone ansante e trafelato si mise a tremare come una foglia. — Che volete da me a quest'ora [...]
[...] Diodata, colle braccia in croce, giurava e spergiurava. — Padron mio! — esclamo Nanni, — a che giuoco giuochiamo? Questa non è la maniera [...]
[...] !... — Bestia! — gridò infine don Gesualdo, scappandogli la pazienza. - Ho la forca dinanzi agli occhi, e tu vieni a parlarmi di gelosia! Allo strepito [...]
[...] accorsero i vicini. — Lo vedete? — ripigliò Nanni infuriato. — Che figura fo dinanzi a loro, padron mio? In coscienza, quel po' che avete dato a [...]
[...] quello che vuoi!... — Voglio l'onor mio, don Gesualdo! L'onor mio che non si compra a denari! Cominciarono ad abbaiare anche i cani del vicinato [...]
[...] . — Vuoi la chiusa del Carmine?... un pezzo che ti fa gola! Infine compare Nardo riusci a metterli d'accordo sulla chiusa del Carmine. — Corpo di [...]
[...] prossimo, vossignoria! La moglie da mantenere... I figli che nasceranno... Se mi tornano a casa anche gli altri... quelli che son venuti prima [...]
[...] t'ho detto di si per la chiusa! — Parola di galantuomo? Davanti a questi testimoni? Quand'è cosi... giacchè mi dite che siete venuto soltanto per [...]
[...] , completamente rabbonito, propose anche di andare a vedere quel che accadeva fuori: — Voi fate liberamente come se foste in casa vostra, don Gesualdo [...]
[...] dei trabanti governavano i cavalli, e il Comandante fumava al balcone, in pantofole, come in casa sua. Nanni l'Orbo tornò ridendo a crepapelle [...]
[...] . Prima di entrare però bussò al modo che aveva detto, tossì, si soffiò il naso, pure si trattenne un può a discorrere ad alta voce con una vicina che [...]
[...] . — Prosit! prosit, don Gesualdo! A casa vostra ci ho trovato dei forestieri, tale e quale come voi qui da me. Il baron Zacco corre ancora!... L'hanno [...]
[...] visto prima dell'alba più in là di Passaneto, figuratevi! a casa del diavolo!... dietro una siepe, più morto che vivo!... Sua moglie fa come una pazza [...]
[...] ... Sono stato anche a cercare del notaro Neri, se s'ha a scrivere due parole della chiusa del Carmine che date a mia moglie pei servizi prestati [...]
[...] Sembrava che si divertisse a fare agghiacciare il sangue nelle vene al prossimo suo, quel briccone! Udivasi infatti un vocio di comari, un correre di [...]
[...] scarponi grossi, strilli di ragazzi. Diodata s'arrampicò sino all'abbaino del granaio per vedere. Poi Nanni venne a dire: — E il viatico, Dio [...]
[...] liberi!... Va in su verso Sant'Agata. Ho visto il canonico Lupi che portava il Signore... cogli occhi a terra!... una faccia da santo, com'è vero [...]
[...] Iddio! — Stasera, appena a scuro, mi farai trovare una cavalcatura laggiù alla Masera, e mi darai qualche cosa da travestirmi; — disse don Gesualdo [...]
[...] , no... Mi pare mill'anni d'esser lontano... — Qui però non avete da temere... Gli sbirri non vengono a cercarvi qui! A casa vostra piuttosto [...]
[...] ! Guardatevi!... Infatti Bianca la sera innanzi s'era visto capitare a tre ore di notte il Capitan d'Arme, un bell'uomo colla barba a collana e i baffi [...]
[...] alla militare, che recava il biglietto d'alloggio. Bianca, giù inquieta per suo marito, non sapendo che fare, aveva mandato a chiamare lo zio Limòli [...]
[...] , quando si faceva delle scappatelle insieme a vostro padre... Allora il voto mi dava noia come vi dà noia adesso quella stadera che portate appesa al [...]
[...] !... una delle prime famiglie della Contea! Peccato che siate in tanti! L'avete indovinata a farvi nominare Capitan d'Arme!... Quattrocent'onze all'anno [...]
[...] , per rispondere dei furti campestri... E una bella somma... Vi rimane in tasca tale e quale... poichè il territorio a tranquillo!... Una bagattella [...]
[...] marchese Limòli, e ho ancora degli amici a Napoli per farvi scapitanare e tagliare i baffi novelli, sapete! Capita in quel momento il ragazzetto [...]
[...] del sagrestano che veniva a fare un'imbasciata di gran premura, balbettando, imbrogliandosi, tornando sempre a ripetere la stessa cosa, rosso dalla [...]
[...] suggezione. II marchese, che cominciava a farsi un po' sordo, tendeva l'orecchio, gli faceva dei versacci, lo intimidiva maggiormente strillando [...]
[...] : — Eh? che diavolo vuoi? Ma Bianca mise un grido straziante, un grido che fece rimanere lo zio a bocca aperta, e scappò per la casa cercando il [...]
[...] pomidoro posta ad asciugare sul terrazzo, l'arciprete Bugno nell'appendere al fresco la gabbia del canerino, fin coloro che stavano a sbadigliare [...]
[...] dopo l'altro, che facevano capolino a una finestra, guardinghi, volgevano poi un'occhiata a destra, un'altra a sinistra, guardavano in aria, e [...]
[...] ritiravano il capo come la lumaca. Dopo qualche minuto infine aprivasi il balcone grande, stridendo, tentennando, a spinte e a riprese, e compariva [...]
[...] Bianca; si chinava a raccattare i seccumi e le foglie vizze; rimescolava la terra con un coccio; passava in rivista i bocciuoli nuovi, e li covava [...]
[...] cogli occhi. Don Ferdinando lo seguiva passo passo, attentissimo; accostava anche lui it viso scialbo a ciascuna pianta, aguzzando il muso [...]
[...] ora di qua e ora di la, a seconda che giungeva la mula di massaro Fortunato Burgio carica di grano, o saliva dal Rosario la ragazza che vendeva [...]
[...] ova, oppure la moglie del sagrestano attraversava la piazzetta per andare a suonare l'avemaria. Don Ferdinando stava intento a contare quante persone [...]
[...] 138 si vedevano passare attraverso quel pezzetto di strada che intravvedevasi laggiù fra i tetti delle case che scendevano a frotte per la china [...]
[...] Lauro, e rallegravasi al vederlo scintillare improvvisamente sulle finestre delle casipole che si perdevano già fra i campi, simili a macchie [...]
[...] insieme col cugino Limòli!... Per un po' di giorni, verso i primi d'agosto, era venuto soltanto don Ferdinando ad annaffiare i fiori, strascinandosi a [...]
[...] stento, coi capelli grigi svolazzanti, sbrodolandosi tutto a ogni passo. Allorchè ricomparve anche don Diego, parve di vedere Lazzaro risuscitato [...]
[...] : tutto naso, colle occhiaie nere, seppellito vivo in una vecchia palandrana, tossendo l'anima a ogni passo: una tosse fioca che non si udiva quasi [...]
[...] piu, e scuoteva dalla testa ai piedi lui e il fratello che gli dava il braccio, come andasse facendo la riverenza a ogni vaso di fiori. E fu [...]
[...] : — Vedrete quant'è miracolosa quell'immagine! Tanta salute e provvidenza a tutti, in casa vostra! E gli affidò anche il bastone d'argento del santo, da [...]
[...] prima dell'alba, o tornando a notte fatta, vedevano sempre il lume alla finestra di don Diego. E il cane nero dei Motta uggiolava per la piazza, come [...]
[...] Giuseppe Barabba, con un piatto coperto dal tovagliuolo, il servitore del Fiscale che recava un fiasco di vino. A poco a poco diradarono anche quelle [...]
[...] Fortunato avesse potuto vederlo al buio. — Solo come un cane!... me lo lasciano sulle spalle!... Ho mandato Grazia pel dottore... a quest'ora [...]
[...] . Sono stato sempre un povero diavolo!... Bacio la mano di chi mi dà pane... — Il dottore!... quello sì!... deve avere la tremarella addosso a [...]
[...] furia. — Li sbirri!... la Compagnia d'Arme!... Quando gli dissero che era la moglie del sagrestano, invece, la quale veniva a cercarlo per don Diego [...]
[...] moribondo, montò in furia come una bestia. — E ancora vivo?... Mandatelo al diavolo!... Vengono a spaventarmi!... a quest'ora!... di questi tempi [...]
[...] !... Un padre di famiglia!... Andate a chiamare i suoi parenti piuttosto... il viatico, ch'è meglio!... La zia Sganci non volle neppure aprire [...]
[...] , se Dio vuole, chi campa si rivede. Per fortuna, Grazia non aveva di che temere; e suo marito l'avrebbe mandata senza sospetto in mezzo a un [...]
[...] , quasi il suo fidanzato corresse a buttarsi in un precipizio. — Non temere... no! — rispose lui con la voce grossa. All'udir gente nella piazzetta, dal [...]
[...] se ne andò frettoloso, a capo chino, portandosi seco negli occhi i ricordi di quella finestra chiusa e senza lume. — Bella porcheria!... Me lo [...]
[...] lasciano sulle spalle!... a me solo! — brontolò don Luca tornando nella camera del moribondo. Don Ferdinando stava seduto a più del letto, senza dir [...]
[...] nulla, simile a una a mummia. Di tanto in tanto andava a guardare in viso suo fratello; guardava poi don Luca, stralunato, e tornava a chinare il [...]
[...] assonnata di uno che parli in sogno: — Dorme? — Sì, dorme!... Andate a dormire voi pure, se volete!... Ma l'altro non si mosse. II malato da prima voleva [...]
[...] orecchie. Grazia, di ritorno, aveva accostato l'uscio, messo il lume accanto, sul tavolino, ed era andata a dare un'occhiata a casa sua. II marito si [...]
[...] accomodò alla meglio su due sedie. Don Ferdinando, di tratto in tratto, si alzava di nuovo, in punta di piedi, si chinava sul letto, simile a un [...]
[...] uccello di malaugurio, e tornava a domandare piano, all'orecchio di don Luca: — Che fa? dorme? — Sì! sì!... Andate a dormire voi pure!... andate! E [...]
[...] riconosceva più. Come don Ferdinando lo chiamò prima pian piano, e tornò a chiamarlo e a scuoterlo inutilmente, gli si rizzarono quei pochi capelli in capo [...]
[...] !... Fermatevi!... Non aprite adesso!... Era giorno chiaro. Donna Bellonia in sottana stava a spiare dalla terrazza verso la Piazza Grande per incarico del [...]
[...] lasciano sulle spalle a me solo!... Corro dal dottore... almeno per la ricetta del viatico, che diavolo!... Signori miei! deve andarsene cosi un [...]
[...] ! Ci vorrebbe quest'altra!... — Poi si diedero a strologare i numeri del lotto insieme a donna Bellonia, ch'era corsa a prendere it libro di [...]
[...] Rutilio Benincasa. Donna Giovannina s'affacciò asciugandosi ii viso; ma non si vide altro che il sagrestano, il quale correva a chiamare Tavuso, lì a [...]
[...] due passi, una porticina verde, colla fune del campanello legata alta perchè non andassero a seccarlo di notte. Picchiò e ripicchiò, infine la [...]
[...] , lui! Bomma, giallo al par del zafferano, stava pestando cremor di tartaro in fondo alla farmacia, solo come un appestato. Don Luca entrò a [...]
[...] ?... La cassa da morto fategli, accidenti a voi! M'avete spaventato! Non è questa la maniera... oggi che ogni galantuomo sta coll'anima 142 sulle [...]
[...] labbra!... Andate a chiamargli il prete piuttosto... lì, al Collegio, c'è il canonico Lupi che s'arrabatta a dir messe e mattutino fin dall'alba, per [...]
[...] cacciavano innanzi a spintoni; don Liccio Papa di scorta colla sciabola sguainata, gridando: — Largo! largo alla giustizia!... — II Capitano Giustiziere [...]
[...] , dall'alto del marciapiede del Caffe dei Nobili, sentenziò: — Bisogna dare un esempio! Ci pigliavano a calci dove sapete, un altro po [...]
[...] a Dio si tornava a respirare. I ben pensanti sul tardi cominciarono a farsi vedere di nuovo per le strade; l'arciprete dinanzi al caffè; Peperito [...]
[...] su e giù pel Rosario; Canali a braccetto con don Filippo verso la casa della ceraiuola; don Giuseppe Barabba portando a spasso un'altra volta il [...]
[...] , tutti i colleghi di suo marito, il quale se ne stava a guardare da vero babbeo, colla canna d'India dietro la schiena, mentre i suoi colleghi [...]
[...] passeggiavano con sua moglie, spaccandosi come compassi, ridendo a voce alta, guardando fieramente le donne che osavano mostrarsi alle finestre [...]
[...] : — Una Battaglia c'è stata!... dei condannati a morte!... — Uno di quell che portavano il lanternone dietro il baldacchino disse che il viatico [...]
[...] so! lo so! giuramenti da marinaio!... II Capitan d'Arme ammiccò a donna Bianca la quale passava in quel momento, con un'aria che voleva dire [...]
[...] Limòlì che non poteva tenerle dietro. Dinanzi al portone, spalancato a due battenti, si affollavano i ragazzi di Burgio e di don Luca. La moglie del [...]
[...] sagrestano ne usciva in quel momento, arruffata, gialla, senza ventre, e si mise a distribuire scappellotti a diritta e a manca: — Via! via di qual [...]
[...] vide altro, in mezzo a tutti quei parenti che le si affollavano intorno, sbarrandole il passo: — No!... lasciatemi entrare! Apparve un momento [...]
[...] affacciò di nuovo all'uscio, venne a dire: — C'è il viatico... l'estrema unzione... Ma non sente... — Voglio vederlo!... Lasciatemi andare! — Bianca [...]
[...] del viatico passarono come una visione. Il marchese, inchinandosi sino a terra, borbottò: — Domine, salva me... — Amen! — rispose il sagrestano [...]
[...] ! Lo zio marchese si affrettò a cavare il fazzoletto, per asciugarle tutta l'acqua che si era versata addosso. II barone Mendola e la zia Macrì [...]
[...] in giudizio!... una citazione nera come la pece!... — Don Luca! don Luca! — si udì gridare. L'uscio si spalancò a un tratto, e comparve don [...]
[...] Ferdinando, agitando le braccia in aria. Don Luca corse a precipizio. Successe un momento di confusione: delle strida, delle voci concitate, un [...]
[...] correre all'impazzata, donna Agrippina che cercava l'aceto dei sette ladri, gli altri che stentavano a trattenere Bianca, la quale faceva come una pazza [...]
[...] mio!... — Non fate a quel modo, donna Bianca! — disse piano don Luca. — Se ci sente ancora, il poveretto, figuratevi che spavento!... Essa si [...]
[...] arrestò tutta tremante, atterrita, colle mani nei capelli, guardandosi intorno trasognata. A un tratto fissò gli occhi asciutti ed arsi su don [...]
[...] , piagnucolò: — Io non ci reggo a queste scene!... Sono tutta sottosopra!... — E siccome continuava a interrogare cogli occhi or questo e or quello, donna [...]
[...] : — Ecco!... Il falegname è avvertito. Il barone Mendola s'alzò per andare a sentire cosa volesse. — Va bene, va bene, — disse Mendola. — Or ora si [...]
[...] pensa a tutto. Don Luca? ehi? don Luca? Appena il sagrestano affacciò il capo all'uscio, si udirono delle strida che laceravano il cuore [...]
[...] . — Povera Bianca!... sentite? — Fa come una pazza! — confermò don Luca. — Si strappa i capelli!... II barone Mendola lo interrogò dinanzi a tutti quanti [...]
[...] : — Avete pensato a ogni cosa, eh, don Luca? — Sissignore. Il catafalco, le bandiere, tante messe quanti preti ci sono. Ma chi paga? — Andate [...]
[...] ! — osservò la zia Macrì alzandosi per vedere dov'era arrivato il sole. — Mi dispiace che si fa tardi, e a casa mia non c'e nessuno per preparare un [...]
[...] imbottite di noci. La vecchia, senza bisogno di udir altro, diritta e stecchita come un fuso, andò a prendere il suo posto fra i parenti che al suo [...]
[...] apparire s'erano taciuti, seduti intorno sui seggioloni 146 antichi, col viso lungo e le mani sul ventre. La baronessa guardava intorno, gridando a [...]
[...] pianerottolo per dire a Barabba di correre a casa Sganci. — Ci vogliono denari, — disse piano tornando indietro. — Avete sentito il sagrestano? Le [...]
[...] sapete?... — Sette... devono esser sette... Insomma un affar serio!... II marchese Limòli, che discuteva insieme a Mendola e a Barabba sui [...]
[...] intanto il contrasto fra la moglie del sagrestano, che voleva fame uscire don Ferdinando, e lui che si ostinava a rimanere: come un guaiolare di [...]
[...] mostrando a tutti quanti: — Ecco il privilegio!... Il diploma del Re Martino... Bisogna metterlo nell'iscrizione mortuaria... Bisogna far sapere che [...]
[...] marchese Limòli. — Non ci pensate. II barone Mendola, che era stato a confabulare con della gente, fuori sul pianerottolo, rientrò gesticolando [...]
[...] rumore delle seggiole smosse, la zia Macrì tornò a gridare: — Presto! un medico! presto! IV «Se agglomerate cerimonie terra non forman delle [...]
[...] mie verghe non ne traligna l'ossequio. Si che sorgenti men fallaci e piu stabili le sole preci ne reputo. Il favor di un vostro sguardo a quel che [...]
[...] per guardar giù in platea; dei ragazzi che si spenzolavano quasi fuori della ringhiera, come stessero a rimondar degli ulivi; una folla tale che la [...]
[...] slacciare dal Capitan d'Arme? — disse Canali che aveva di tali uscite. Il barone Mendola, il quale stava facendo visita a donna Giuseppina Alòsi nel [...]
[...] mamma spinse Canali fuori dell'uscio. Poi disse a Fifì: — Bada! La Capitana ti guarda col cannocchiale!... — No! Non guarda me! — rispose lei facendo [...]
[...] una spallata. — Ne volete sentire una nuova? — seguitò Canali ostinandosi a cacciare il capo nel vano dell'uscio. — C'è un casa del diavolo, dalla [...]
[...] belle!... — II Capitan d'Arme, seccato, fu costretto a rimbeccargli: — Perchè non badate a quel che succede in casa vostra, caro collega? — Ehm! ehm [...]
[...] , chiusi tutti e due a quattr'occhi col baronello nella retrobottega di Giacinto. Don Filippo tornò a domandare: — Ma che c'è? Si può sapere [...]
[...] l'aveva pettinata mastro Titta, faceva accapponar la pelle a quanti stavano a sentirla. Alcuni, dall'ansia, s'erano anche alzati in piedi [...]
[...] lei si sarebbe messo in tasca, indietreggiava a passi misurati, con una mano sul giustacuore di velluto, e l'altra, in atto di orrore, fra i [...]
[...] talento? — esclamò don Filippo smanacciando lui pure. — Peste!... maleducato!... Nicolino impaurito sgambettava e cacciavasi verso l'uscio a testa in giù [...]
[...] , dimenando i fianchi, saettando il collo a destra e a sinistra al pari di una testuggine, mandando baci e sorrisi a tutti quanti sulla Punta delle [...]
[...] Fifì, scoppiando a piangere addosso al genitore. — Se mi volete bene, papà mio, fatemi bastonare a dovere quella sgualdrina!... — Eh?... — balbettò [...]
[...] don Filippo rimasto a bocca aperta e con le mani in aria. — Che ti piglia adesso? Donna Bellonia, Mita, Giovannina, tutte insieme si alzarono per [...]
[...] in prima fila, insieme a Nicolino, appoggiandosi al parapetto, salutando le signore col sorriso a fior di labbra, mentre borbottava sottovoce [...]
[...] fanciullo, pallido, con grandi occhi intelligenti e timidi, guardava ancora la scena a sipario calato. Donna Giuseppina, dopo che il nipotino si fu [...]
[...] riavuto alquanto, offrì per cortesia la sua boccetta d'odore ai Margarone. Don Filippo seguitò a brontolare sottovoce: — Tale e quale come il ragazzo La [...]
[...] Gurna che ha sett'anni!... Vergogna!... Non mi ci pescate piu, parola d'onore! Ma tacque vedendo entrare Mendola che veniva a far visita, vestito [...]
[...] Peperito!... Non mi piace giuocare a tressetti!... — E ammiccò chiudendo un occhio. Nessuno gli rispose. Allora, vedendo quei musi lunghi [...]
[...] di seguito a Caltagirone... Ohi! ohi!... cos'è adesso? II Capitan d'Arme, dal palco dirimpetto, credendo di non esser visto, dietro le spalle [...]
[...] capitata da queste parti! La prima donna specialmente!... Sta lì, di faccia a casa 153 mia, nella locanda di Nanni Ninnaro. Bisogna vedere ogni sera [...]
[...] sera sul palcoscenico... Ma poi, a casa, bisogna vedere!... Non vi dico altro! Ho fatto un buco apposta nell'impannata del granaio che guarda [...]
[...] appunto in camera sua. Però ci sono gli avventizi, i devoti spiccioli, capite? quelli che vanno a portare la loro offerta... il figlio del notaro Neri [...]
[...] ventaglio in mano, e il marito, pacifico, che guardava e taceva. Mendola diede una gomitata a Margarone, e tutti e due si misero a guardare in aria [...]
[...] , grattandosi il mento. Canali osservò dal palco accanto: — Un po' per uno, non fa male a nessuno!... — Badate a voi piuttosto!... badate [...]
[...] platea per vederlo di laggiù. — Allegramente, donna Fifì! — disse poi Mendola. — Non vi sono ne morti nè feriti!... Se non arriviamo a farvi [...]
[...] riccioluta e sorridente. — No, no, non vi scomodate. Son passata un momento a salutarvi. Un'indecenza questa produzione... Io me ne vo per non [...]
[...] che gli era rimasta da quell'affare della Carboneria. Ma poi si fece animo, per non destar sospetti, e andò a stringere la mano a tutti quanti [...]
[...] proprio a casa sua!... Io non ne sapevo nulla, giacchè sono stato in campagna per badare ai miei interessi. — Ma che aspettano a battezzare cotesta [...]
[...] , — aggiunse la signora Capitana. — Ci andai per far visita a donna Bianca. Ho visto anche la bambina... un bel visetto. — Benissimo! — conchiuse [...]
[...] tasche piene di bruciate, volle che gliela ripetessero. — Buona sera! buona sera! Non voglio stare a sentire altro! — esclamò la Capitana tutta [...]
[...] sorriso fra i denti gialli; Nicolino dietro a Canali il quale distribuiva delle bruciate; anche donna Giuseppina Alòsi aveva aperto l'uscio del suo [...]
[...] per far la corte a donna Giuseppina, dicendo che aveva un'aria distinta, tutta l'aria dei Trao, la Capitana aggiunse, colla vocina melata: — E [...]
[...] sorprendente l'aria di famiglia che c'è fra di loro. Avete visto come somiglia a don Ninì la bambina di donna Bianca? — Che diavolo! — le borbottò [...]
[...] annunziò che stava per cominciare l'ultimo atto. Ci fu uno scambio di baci e di sorrisi pungenti fra le signore; e donna Fifì si lasciò andare anche a [...]
[...] baronello. — Vi metterete in fondo al palco, insieme a Fifì, giacchè siete in lutto. Nessuno vi vedrà. Levati di lì, Giovannina. — Sempre così [...]
[...] ! — borbottò costei ch'era furiosa contro la sorella. — Mi tocca sempre cedere il posto, a me!... — Mamma... lascialo andare... s'è in lutto!... La [...]
[...] altri, per veder la scena che aveva detto lui, e faceva la spiegazione a ogni parola. — State attenti!... Ora si scopre che la sorella di latte è [...]
[...] ... volete andarvene?... — Ecco!... — interruppe Mendola trionfante. — Ecco!... capite? — Son maritato!... — tornò a dire Canali. — Son padre di famiglia [...]
[...] barone Mendola. — Io non saprei come fare... a tu per tu!... Don Filippo tagliò corto. — E un'artistona... una prima donna di cartello... Allora si [...]
[...] capisce... — Sicuro, — si lasciò scappare incautamente don Ninì per dire qualche cosa. — Ah!... Piace anche a voi?... — Certamente... cioè [...]
[...] ... dal Fato...» si trovò a guardare nel palco dei Margarone. Donna Fifì allora non seppe più frenarsi: — Già, lo sappiamo! Le agglomerate cerimonie [...]
[...] tosta!... Sissignore! la lettera con le melenzose!... eccola qua!... — e gliela fregò sotto il naso, scoppiando a piangere di rabbia. Don Ninì da [...]
[...] uno stupido!... un imbecille!... La bella educazione che avete saputo dare a vostra figlia!... Grazie a Dio, non ci metterò più i piedi a casa [...]
[...] vostra! 157 E partì infuriato sbatacchiando l'uscio. Don Filippo che era rimasto a bocca aperta, appena il baronello se ne fu andato, si cacciò nel [...]
[...] teatro. Poco mancò che la produzione non terminasse a fischi. Il capocomico se la prese colla prima donna, che lo guastava con le prime famiglie del [...]
[...] falegname e quanti erano sul palcoscenico. Don Ninì furibondo andò subito il giorno dopo a cercare Ciolla, il quale se ne stava pei fatti suoi, dopo [...]
[...] quelle ventiquattr'ore passate in castello sottochiave. — Bella figura m'avete fatto fare colle vostre melenzose!... La sa a memoria tutto il paese [...]
[...] la vostra lettera!... — Ebbene? cosa vuol dire? Segno ch'è piaciuta, se la sanno tutti a memoria! — E piaciuta un corno! Lei dice che gliene [...]
[...] faccia?... con due baiocchi di carta rasata?... Giacchè a me non mi avete dato nulla, veh!... Invano gli amici e i parenti tentarono d'intromettersi [...]
[...] voleva spuntarla ad ogni costo, ed avere la prima donna, non fosse altro per dispetto. — Ah! gliela faro vedere a quella strega! La polvere spinge [...]
[...] la palla!... 158 E mandò a regalare salsicciotti, caciocavallo, un bottiglione di vino. Empirono la tavola della locanda. Non si parlava d'altro in [...]
[...] dovette nascondere la chiave della dispensa. Mastro Titta venne a dire infine a don Ninì: — Non resiste piu, vossignoria! Ha perso la testa, la prima [...]
[...] donna. Ogni sera, mentre sto a pettinarla, non mi parla d'altro. — Se mi fa avere la soddisfazione che dico io!... Sotto gli occhi medesimi di [...]
[...] , e lo presentò a un omaccione, il quale stava frugando dentro il cassone, in maniche di camicia, e non si volto neppure. — Il barone Rubiera [...]
[...] , distinto cultore... Il signor Pallante, celebre artista. Poi volse un'occhiata alla schiena del celebre artista che continuava a rovistare [...]
[...] brontolando, un'altra più lunga a don Ninì, e soggiunse a mezza voce: — Lo conoscevo di già!... Lo vedo ogni sera... in platea!... Egli invece stava per [...]
[...] scusarsi che in teatro non era venuto a causa del lutto; ma in quella si voltò il signor Pallante colle mani sporche di polvere, il viso [...]
[...] occhiaie nere; andò a chiudere l'uscio in punta di piedi, e poscia si voltò verso il giovane, con una mano sul petto, un sorriso pallido all'angolo della [...]
[...] alla fiamma del lume a olio che fumava. Sopraggiunse un'altra visita, Mommino Neri, il quale trovando Il Rubiera diventò subito di cattivo umore [...]
[...] muovervi qui dentro... Siamo in troppi... Don Ninì lo accompagnò con un sogghigno, continuando a suonare la gran cassa sul baule colle calcagna. Ella se [...]
[...] cassone. — Badate! — esclamò lei a bassa voce, rapidamente. — Badate!... Aveva le mani tremanti, che stese istintivamente verso di lui, quasi a [...]
[...] sorriso malizioso le balenò negli occhi. Quel seccatore di Mommino Neri era ancor lì, appoggiato a una quinta, che discorreva col signor Pallante, già [...]
[...] vestito da re, colla zimarra di pelliccia e la corona di carta in testa. Stavolta toccò a don Ninì di farsi scuro in viso. Ella, come lo sapesse [...]
[...] Bianca gli s'era abbandonata fra le braccia, trepidante; nè quando una Margarone aveva chinato il capo superbo, mostrandosi insieme a lui, in mezzo [...]
[...] l'avevano a far con lei. — Ah!... ah!... vedranno! Mio figlio non ha nulla. Io non pago di certo!... C'erano state scene violenti fra madre e figlio [...]
[...] !... Ed aveva confessato tutto, a capo chino, con la bella voce sonora soffocata dall'emozione. Egli, un gran signore diseredato dal genitore a causa [...]
[...] di quella passione sventurata, l'aveva amata a lungo, pazzamente, disperatamente: uno di quegli amori che si leggono nei romanzi; si era dato [...]
[...] lì a un... pentolaccia! Si pappano insieme la roba che mandate voi e il figlio di Neri. Infatti aveva incontrato spesso Mommino sul palcoscenico [...]
[...] , un manto di damasco rabescato sul letto, dei garofani e un lume da notte acceso sul canterano, dinanzi a un quadrettino della Vergine, e un profumo [...]
[...] neri che illuminavano la stanza, mise un dito sulle labbra, e fece segno a Rubiera d'accostarsi. «Insomma l'ha stregato!» scriveva il canonico [...]
[...] Lupi a mastro-don Gesualdo proponendogli di fare un grosso mutuo al baronello Rubiera. «Don Ninì è pieno di debiti sino al collo, e non sa più dove [...]
[...] denari. II barone è un galantuomo... e il tempo è più galantuomo di lui. Dice bene il proverbio che la donna a causa di tutti i mali! Commediante [...]
[...] Limòli era arrivato a indicarle la signora Aglae che scutrettolava tutta in fronzoli. — La vedete? è quella lì. Che ve ne sembra, eh, di vostra nuora [...]
[...] per venire a por- tarvi la cattiva nuova. Una mattina la baronessa stava seduta all'ombra della stoia sul balcone, imbastendo alcuni sacchi di [...]
[...] manacce ruvide, voltandosi di tanto in tanto a guardare giu nella stradicciuola deserta. — E tre! — si lasciò scappare Rosaria vedendo Ciolla che [...]
[...] ripassava con quella faccia da usciere, sbirciando la casa della baronessa da cima a fondo, o fermandosi ogni due passi, tornando a voltarsi quasi ad [...]
[...] aspettare che lo chiamassero. La Rubiera che seguiva da un pezzetto quel va e vieni, di sotto 163 gli occhiali, si chinò infine a fissare il Ciolla [...]
[...] !... — Io no! — Tornò a dire piu forte, vedendo che lei s'era rimessa a cucire. Allora la Rubiera si chinò di nuovo verso la stradicciuola, cogli [...]
[...] occhiali lucenti, ed entrambi rimasero a guardarsi un momento così, come due basilischi. — Se volete dirmi qualche coca, salite pure. — Nulla, nulla [...]
[...] , — rispose Ciolla; e intanto s'avviava verso il portone. Rosaria tirò la funicella e si mise a borbottare: — Che vuole adesso quel cristiano? A [...]
[...] nascono piu delle padrone di casa come voi, signora baronessa! Ecco! ecco! siete sempre lì, a sciuparvi la vista sul lavoro. Ne hanno fatta della roba [...]
[...] sbarazzato una seggiola del canovaccio che vi era ammucchiato sopra, e stava ad ascoltare, grattandosi il capo. — Va a vedere se la gallina ha fatto [...]
[...] l'uovo, — disse la padrona. E tornò a discorrere col Ciolla, più affabile del consueto, per cavargli di bocca quel che aveva da dire. Ma Ciolla non [...]
[...] si apriva ancora. Parlava del tempo, dell'annata, del fermento che aveva lasciato in paese la Compagnia d'Arme, dei guai che erano toccati a lui [...]
[...] . — I cenci vanno all'aria, signora mia, e chi ha fatto il danno invece se la passa liscia. Benedetta voi che ve ne state in casa, a badare ai [...]
[...] . Ciolla seguitava a guardare intorno cogli occhi da usciere, accennando del capo, disegnando colla canna d'India: — Per l'appunto! quelle cinque [...]
[...] come questa... una vera reggia! vasta quanto un convento! Sarebbe un peccato mortale, se riuscissero a smembrarvela i vostri nemici... che ne [...]
[...] abbiamo tutti, nemici!... Essa, che si sentiva impallidire, finse di mettersi a ridere: una risata da fargli montar la mosca al naso, a quell'altro [...]
[...] si è messo in testa di ficcarvisi in casa... a poco a poco... da qui a cent'anni... come fa il riccio... La baronessa era tornata sul balcone a [...]
[...] per darvi una lisciatina, cercando la canna d'India che aveva in mano, scusandosi delle chiacchiere colle quali le aveva empito la testa sino a [...]
[...] Trao!... Vedete dove va a ficcarsi il diavolo, che la bambina di mastro-don Gesualdo va proprio a nascere in casa Trao!... Ci saranno tutti i [...]
[...] parenti... una pace generale... Siete parente anche voi... La baronessa continuava a ridere, e Ciolla le teneva dietro, tutti e due guardandosi in [...]
[...] viso, cogli occhi soli rimasti serii. 165 — No? Non ci andate? Avete ragione! Guardatevi da quell'uomo! Non vi dico altro! Vostro figlio a una [...]
[...] Gesualdo crede d'essere furbo. Ma stavolta, se mai, ha trovato uno piu furbo di lui. Sarebbe bella che gli mantenesse I'amante a don Ninì!... Gli [...]
[...] , indispettito che se la prendesse cosi allegramente. Ma Rosaria, mentre veniva a pigliar la tela, vide la sua padrona cosi pallida che stava per chiamare [...]
[...] a brontolare colla serva: — Com'è allegra la tua padrona! Ho piacere, sì! L'allegria fa buon sangue e fa vivere lungamente. Meglio! meglio [...]
[...] , piantandosi i pugni sui fianchi, e si metteva a sbraitare contro quella bambina che le rubava l'eredita del fratello: — Sarà un battesimo strepitoso [...]
[...] , allorchè Gesualdo era andato a pregarlo di mettere l'acquasanta alla nipotina. Seduto a tavola — stava mangiando un boccone — gli disse di no [...]
[...] battesimo della tua figliuola. E affar tuo! Io non son nato per stare fra i signoroni... Voialtri venite a cercarmi soltanto quando avete bisogno di [...]
[...] me... per chiudere la bocca alla gente... No, no... quando c'è da guadagnare qualcosa non vieni a cercarmi, tu!... Lo sai? L'appalto della strada [...]
[...] gli rompeva le tasche chiedendogli i confetti a pie della scala, si sfogò: —Va a vedere!... Va a vedere come s'è storta fin la trave del tetto [...]
[...] , ora ch'è nata una bambina in questa casa! Barabba e il cacciatore della baronessa Mendola avevano dato una mano a scopare, a spolverare, a rimettere [...]
[...] in gambe l'altare sconquassato, chiuso 167 da tant'anni nell'armadio a muro della sala grande che serviva di cappella. La sala stessa era ancora [...]
[...] parata a lutto, qual'era rimasta dopo la morte di don Diego, coi ritratti velati e gli alveari coperti di drappo nero torno torno per i parenti [...]
[...] , domandando a ciascuno: — Che c'è? Cosa volete fare? — Ecco vostro cognato, — gli disse la zia Sganci entrando nella sala insieme a don Gesualdo Motta [...]
[...] , — borbottò don Ferdinando; e gli voltò le spalle. Ma gli altri parenti che avevano più giudizio, facevano buon viso a don Gesualdo: Mendola, i cugini Zacco [...]
[...] , cercava di abbozzare qualche sorriso, balbettando. Suo marito invece faceva la sua parte in mezzo a tutti quegli amici e parenti e mirallegro, col [...]
[...] viso aperto e giulivo, le spalle grosse e bonarie, l'orecchio teso a raccogliere i discorsi che si tenevano intorno a lui e dietro le 168 sue [...]
[...] spalle. La zia Cirmena, infatuata, rispondeva a coloro che auguravano la nascita di un bel maschiotto, pin tardi, che gin le femmine sono come la [...]
[...] gramigna, e vi scopano poi la casa del Bello e del Buono per andare a maritarsi... — Eh... i figliuoli bisogna pigliarseli come Dio li manda, maschi o [...]
[...] femmine... Se si potesse andare a sceglierli al mercato... A don Gesualdo non gli mancherebbero i denari per comprare il maschio. — Non me ne [...]
[...] parlate! — interruppe alla fine la zia Rubiera. — Non sapete quel che costino i maschi!... Quanti dispiaceri!... Lo so io!... E continuo a sfogarsi [...]
[...] , amoroso, ubbidiente... Adesso si rivolterebbe anche a sua madre, per quella donnaccia forestiera... una commediante, la conosci? Dicono che ha i [...]
[...] sangue al viso. — Che vuoi farci? è la mia croce! Se sapevo tanto piuttosto... Don Gesualdo badava a chiacchierare col cugino Zacco, tutti e due col [...]
[...] pigliarseli come vengono. Zacco a conferma mostrò le sue ragazze, schierate in fila come tante canne d'organo, modeste e prosperose. — Ecco! io ho cinque [...]
[...] figliuole, e voglio bene a tutte egualmente! 169 — Sicuro! — rispose Lima. — è per questo che non volete maritarle. Donna Lavinia, la maggiore, volse [...]
[...] doveva essere il padrino, si era messa la croce di Malta. Don Luca venne a dire che il canonico era pronto, e le signore passarono in sala, con un [...]
[...] la Macrì, col naso contro il muro, si alzò per calmarla. — Zitta... Non ti far scorgere!... Dinanzi a coloro bisogna far buon viso... Tutt'a un [...]
[...] corsero al balcone coi ceri in mano. Persino il canonico in cotta e stola. Era Santo, il fratello di don Gesualdo, il quale festeggiava a quel modo il [...]
[...] , dissero tutte di no, una dopo l'altra, mangiandosi ii vassoio cogli occhi. Don Luca incoraggiava a prendere dicendo: - è roba fresca. Sono stato io [...]
[...] stesso ad ordinarla a Santa Maria e al Collegio. Non s'è guardato a spesa. — Diavolo! — disse Zacco, che cercava l'occasione di mostrarsi amabile [...]
[...] voluto nascere nella casa materna. Il canonico Lupi arrivò anche a congratularsi col marchese Limòli il quale aveva pensato al mezzo di non [...]
[...] ... Quando ho detto una parola... 171 E andò a deporre la figliuola fra le braccia della moglie che le zie si rubavano a vicenda. La baronessa [...]
[...] Mendola voleva sapere cosa dicessero. Zacco, premuroso, venne a chiedere dei confetti per don Ferdinando a cui nessuno aveva pensato. — Sicuro, sicuro [...]
[...] . è il padrone di casa. — Vedete? — osservò la zia Rubiera. — A quest'ora c'è già pel mondo chi deve portarvi via la figliuola e la roba [...]
[...] . Scoppiarono delle risate. Donna Agrippina torse la bocca e chinò a terra gli occhioni che dicevano tante cose, quasi avesse udito un'indecenza. Don [...]
[...] Gesualdo rideva anche Iui, faceva buon viso a tutti. Alla fine arrischiò anche una barzelletta: — E quando si marita vi lascia anche il nome dei Trao... La [...]
[...] dote, no, non ve la lascia!... La Rubiera che stimò il momento propizio, e non voleva perdere l'occasione, lo tirò a quattr'occhi vicino al letto [...]
[...] , mentre si udivano in fondo al corridoio Mendola e don Ferdinando i quali litigavano ad alta voce, e tutti corsero a vedere. — Sentite, don [...]
[...] insegnato i genitori pei negozi spinosi. Don Gesualdo stava a sentire tranquillamente. Bianca, imbarazzata da quell'esordio, colla figliuoletta in [...]
[...] di mezzo i birboni, i cattivi compagni... Senti, Bianca, io, la mia figliuola, non l'avrei data da battezzare a quel canonico Bianca, sbigottita [...]
[...] , muoveva le labbra smorte senza arrivare a trovar parole. Don Gesualdo invece aveva fatto la bocca a riso, come la baronessa scappò in [...]
[...] ... Se mai... Perchè non lo domandate a lui?... Questa è bella!... Io non sono il confessore di vostro figlio... Mendola irruppe nella camera narrando [...]
[...] fra le risate la scena che aveva avuta con quell'orso di don Ferdinando il quale non voleva venire a far la pace col cognato. La Rubiera, senza dir [...]
[...] una parola d'elogio sul modo in cui erano andate le cose. Donna Marianna diceva alla Rubiera sottovoce che aveva fatto bene a venire anche lei, per [...]
[...] pure dell'altra gente che faceva capolino ogni momento. La Rubiera cominciò a salutare da lontano, col ventaglio, col fazzoletto, mentre [...]
[...] vediamo... Infine non è un motivo per romperla con dei vecchi amici... una ragazzata... Voi siete un uomo ammodo... e alle volte... una parola a [...]
[...] sembrava sul punto di scoppiare a piangere. — Ci sarà gente di là, credo; ma io non ne so nulla. — Povera bambina! povera bambina! — II marchese [...]
[...] dirle sottovoce: — Che vuoi farci? Pazienza! Chi primo nasce primo pasce. Ci sara donna 174 Fifì, colla mamma, a ricevere le visite, eh? Don [...]
[...] . — Siete ancora qui? Bene! bene! Ed incominciò a discorrere col capitano, intanto che le signore chiacchieravano tutte in una volta, domandandogli [...]
[...] rivolti a donna Fifì, la quale fingeva di guardare fuori dal balcone cogli occhi pieni di poesia, e chinava il capo arrossendo a ciascuno di quei [...]
[...] complimenti, quasi fossero a lei dedicati. II marchese domandò a un tratto che n'era di don Filippo, e gli risposero che era uscito per condurre [...]
[...] a spasso Nicolino. - Ah, bene! bene! La Rubiera si morsicava le labbra aspettando che il cugino Limòli avviasse il discorso sul tema che sapeva [...]
[...] pigliasse un grande interesse ai discorsi del capitano, quasi non fosse fatto suo. Poi, sbirciando il viso rosso di donna Giovannina che stava a spiare [...]
[...] dall'uscio socchiuso, la chiamò a voce alta. — Avanti, avanti, bella figliuola. Vogliamo vedere quella bella faccia. Siamo qui noi soli, in famiglia [...]
[...] sotto il grembiule, vergognosa di esser stata scoperta a quel modo, vestita di casa. Limòli, senza accorgersi di nulla, domandava sottovoce a donna [...]
[...] suoi fiori sul balcone. Colse un bel garofano, l'odorò a lungo socchiudendo gli occhi, e glielo porse. — Vedo, vedo, — ripete il vecchietto. La [...]
[...] che si fu voltata indietro a salutare colla mano dalla strada tutti i Margarone schierati sul terrazzino prese a borbottare: — Avete capito, eh [...]
[...] ! Scomunicato! Nemico di sua madre stessa!... Lì a due passi si imbatterono in Canali, che andava dai Margarone, e aveva visto da lontano i baciamani fra [...]
[...] ... sciocchezze di gioventù!... — No, no, perdonate! — ribattè Canali. — Vorrei veder voi stessa!... Un padre deve aprire gli occhi per sapere a chi dà la [...]
[...] ... Non c'è motivo poi di mettersi in quello stato per una cosa simile... Avete una faccia che non mi piace. Rosaria, ch'era a ripulire il pollaio [...]
[...] quando la sua padrona era tornata a casa, udì a un tratto dal cortile un urlo spaventoso, come stessero sgozzando un animale grosso di sopra, una [...]
[...] cosa che le fece perdere le ciabatte correndo a precipizio. La baronessa era ancora lì, dove aveva cominciato a spogliarsi, appoggiata al [...]
[...] cari. Al veder giungere Alessi che veniva a chiamarlo, parlando di notaro e di donazione, si fece pallido a un tratto. Invano la prima donna gli [...]
[...] sulle calze, per correre a casa senza cappello. Colà ci fu una scena terribile fra madre e figlio. Lui da prima cercava di negare; poi montò su [...]
[...] in persona dal notaro, per disporre della sua roba, così com'era, in sottana, a quell'ora stessa, se non volevano mandarlo a chiamare. Don Ninì [...]
[...] allora scese a dar tanto di chiavistello al portone, e si mise la chiave in tasca, minacciando di rompere le ossa al garzone, se fiatava. — Ah! questa [...]
[...] è la ricompensa! — borbottò Alessi. — Un'altra volta ci vò davvero dal notaio. Finalmente, per amore o per forza, riescirono a mettere in letto la [...]
[...] gli si accalcava addosso e gli empiva la casa, una gran folla. Rosaria venne a bussargli all'uscio di buon mattino: — Don Ninì! signor Barone [...]
[...] ! venite a vedere... La padrona ha perso la parola!... Io ho paura, se vedeste... La baronessa stava lunga distesa sul letto, simile a un bue colpito [...]
[...] al balcone e disperandosi mentre i vicini bussavano e tempestavano che il portone era chiuso a chiave. Da lì a un po', medico, barbiere, parenti [...]
[...] , curiosi, la casa si riempi di gente. Proprio il sogno di quella notte. Don Ninì narrava a tutti la stessa cosa, asciugandosi gli occhi e [...]
[...] . Tant'è vero che i guai insegnano a metter giudizio. Sua madre stessa glielo avrebbe detto, se avesse potuto parlare. Si vedeva dal modo in cui gli [...]
[...] guardava le mani, col sangue agli occhi, ogni volta che veniva a prendere le chiavi appese allo stipite dell'uscio. E anche lui, adesso che la roba [...]
[...] pazienza, colle cure amorevoli, standole sempre intorno, sorvegliando l'inferma e la gente che veniva a farle visita, impallidendo ogni volta che la [...]
[...] vederla!... Sono infine il sangue suo... Morirebbe d'accidente lei per la prima, se dovesse lasciare la sua roba a questo e a quello... PARTE [...]
[...] , e marciava da pari a pari coi meglio del paese, così voleva che marciasse la sua figliuola: imparare le belle maniere, leggere e scrivere [...]
[...] , ricamare, il latino dell'uffizio anche, e ogni cosa come la figlia di un baron; tanto più che, grazie a Dio, la dote non le sarebbe mancata, perchè [...]
[...] l'aiuto del parentado, e neppure ciò che gli dava prima Diodata, un momento di svago, un'ora di buonumore, come il bicchiere di vino a un [...]
[...] che aspettava, Isabella almeno doveva possedere tutto ciò che mancava a lui, essere signora di nome e di fatto. Bianca, quasi indovinasse d'aver [...]
[...] poco da vivere, non avrebbe voluto separarsi dalla sua figliuoletta. Ma il padrone era lui, don Gesualdo. Egli era buono, amorevole, a modo suo [...]
[...] , quell'uomo! Gli stessi parenti di lei glielo dicevano: — Tu non hai parole per ringraziare Dio e tuo marito. Lascia fare a lui ch'è il padrone, e [...]
[...] dei suoi peccati. Don Gesualdo, che aveva tante altre cose per la testa, tanti interessi grossi sulle spalle, ed era abituato a vederla sempre così [...]
[...] aggrappava al collo e non voleva lasciarla. Don Gesualdo non guardò a spesa per far stare contenta Isabellina in collegio: dolci, libri colle figure [...]
[...] seconda mano, le quali dovevano contentarsi delle cipolle e delle olive nere che passava il convento a merenda, si rifacevano parlando delle ricchezze [...]
[...] che possedevano a casa e nei loro poderi. Quelle che non avevano nè casa nè poderi, tiravano in ballo il parentado nobile, il Capitano Giustiziere [...]
[...] d'argento, un rosario coi gloriapatri d'oro, un libro da messa rilegato in tartaruga per imparare a leggere, nascevano altre guerricciuole, altri [...]
[...] dispettucci, delle alleanze fatte e disfatte a seconda di un dolce e di un'immagine data o rifiutata. Si vedevano degli occhietti già lucenti [...]
[...] d'alterigia e di gelosia, dei visetti accesi, dei piagnistei, che andavano poi a sfogarsi nell'orecchio delle mamme, in parlatorio. 186 Fra tutte quelle [...]
[...] chi poteva spendere e chi no. Una gara fra i parenti a buttare il denaro in frascherie, e una confusion generale fra chi era stato sempre in prima [...]
[...] fila, e chi veniva dopo. Quelli che non potevano, proprio, o si seccavano a spendere l'osso del collo pel buon piacere di mastro-don Gesualdo, si [...]
[...] -don Gesualdo. — Sai cosa succede a casa tua? che hanno dovuto vendere una coppia di buoi per seminare le terre. — Tua zia Speranza fila stoppa per [...]
[...] conto di chi la paga, e i suoi figliuoli vanno scalzi. — A casa tua c'è stato l'usciere per fare il pignoramento. - La piccola Alimena arrivò a [...]
[...] aveva attossicato sempre ogni cosa giorno per giorno; la stessa guerra implacabile ch'era stato obbligato a combattere sempre contro tutto e contro [...]
[...] superbia nel cuore della ragazzina, il nome stesso che le aveva dato maritandosi a una Trao — bel guadagno che ci aveva fatto! — La piccina diceva [...]
[...] graziosamente ad ascoltare le confidenze e gli sfoghi gelosi, minacciando il cavaliere col ventaglio, come a dirgli ch'era stato un gran discolaccio lui, e [...]
[...] fuori della grazia di Dio. — Nè prima nè 188 poi! Questo potete andare a dirglielo a donna Giuseppina! Se non ho potuto comandare da padrone non [...]
[...] ! Adesso sciorinava in piazza tutte le porcherie dell'Alòsi, che se vi mandava a regalare per miracolo un paniere d'uva voleva restituito il paniere; e [...]
[...] ... per strappargli ciò che faceva comodo a lei... Ma lui, no!... Insomma, andava raccontandone di cotte e di crude. Corsero anche delle sante legnate [...]
[...] festa per lui, quando si vide arrivare in paese la signora Aglae che veniva insieme al signor Pallante a fare uno scandalo contro il barone Rubiera, a [...]
[...] dovevano essere interessi gravi. Chi spiegava la cosa in un modo e chi in un altro. Il baronello, quelli che s'affrettarono a fargli i mirallegro [...]
[...] quali andavano apposta a farle visita. Don Gesualdo ne sapeva forse piu degli altri, ma stringevasi nelle spalle e se la cavava con simili risposte [...]
[...] : — Che volete? Ciascuno fa il suo interesse. Vuol dire che il barone Rubiera ci ha trovato il suo vantaggio a sposare la signora Alòsi. La verità [...]
[...] di prima. E attaccata alla sua roba come un'ostrica, ostinandosi a vivere per non pagare. Il debito intanto ingrossava d'anno in anno: una cosa [...]
[...] una bella somma. Il canonico Lupi, che andò in nome del baronello a chiedere dilazione al pagamento, trovò don Gesualdo peggio di un muro: — A [...]
[...] . Don Ninì pel bisogno scese anche all'umiliazione d'andare a pregare la cugina Bianca, dopo tanto tempo. La prese appunto da lontano. — Tanto tempo [...]
[...] , balbettava, sudava freddo, aveva una convulsione nelle mani che cercava di dissimulare, stirando macchinalmente le due cocche del grembiule. A un [...]
[...] . L'aveva anche don Diego, ti rammenti? Non è nulla. — Bene, bene. Intanto fammi questo piacere; parlane a tuo marito. In questo momento proprio non [...]
[...] posso... Ma son galantuomo, mi pare!... Mia madre, da qui a cent'anni, non ha a chi lasciare tutto il suo. Bianca cercava di scusarsi. — Suo [...]
[...] importa di sapere se sei morta o viva. Lascia fare a me che la risposta gliela mando coll'usciere, a tuo cugino... Così era venuto quel matrimonio, chè [...]
[...] per la dote d'Isabella. Che te ne pare? Non è da ridere? Lo zio Rubiera che pensa a mettere insieme la dote della tua figliuola!... Egli aveva [...]
[...] di queste uscite buffe alle volte, da solo a solo con sua moglie, quando era contento della sua giornata, prima di coricarsi, mettendosi il [...]
[...] berretto da notte, in maniche di camicia. A quattr'occhi con lei mostravasi proprio quel che era, bonaccione, colla risata larga che mostrava i denti [...]
[...] giorno non penserà neppure a noi. Così va il mondo. Anzi devi metterti in testa che tua figlia non puoi averla sempre vicina. Quando si marita anderà [...]
[...] via dal paese. Qui non ce n'è uno che possa sposarla, colla dote che le darò. Se ho fatto tanto per lei, voglio almeno sapere a chi lo dò il sangue [...]
[...] , poveraccio, e se sfogavasi a quattr'occhi colla moglie alle volte, per discorrere, non si rifiutava però a fare ciò ch'era debito suo. Andava a [...]
[...] trovare la sua ragazza a Palermo, quando poteva, quando i suoi affari lo permettevano, anche una volta all'anno. Isabella s'era fatta una bella [...]
[...] dei Trao; un fiore di un'altra pianta, in poche parole; roba fine di signori che suo padre stesso quando andava a trovarla provava una certa [...]
[...] suggezione dinanzi alla ragazza la quale aveva preso l'aria delle compagne in mezzo a cui era stata educata, tutte delle prime famiglie, ciascuna che [...]
[...] perchè, Isabella si fece rossa. La stessa storia del Collegio di Maria anche lì. E la sua figliuola aveva dovuto soffrire le stesse umiliazioni a [...]
[...] motivo del parentado. Per fortuna la signorina di Leyra, che Isabella s'era affezionata coi regalucci, aveva preso a difenderla a spada tratta. Essa [...]
[...] lui, e farsi chiamare così, per amore della figliuola, quando andava a trovarla. — Vedrai come si è fatta bella la tua figliuola! — tornava poi a [...]
[...] dire alla moglie che era sempre malaticcia. Essa la rivide finalmente all'uscire del collegio, nel 1837, quando in Palermo cominciavano già a [...]
[...] correre le prime voci di colèra, e don Gesualdo era corso subito a prenderla. Fu come un urto al petto per la povera madre, dopo tanto tempo, quando udì [...]
[...] saliva correndo, colle braccia aperte anche lei. - Mamma! mamma! — E poi avvinghiate I'una al collo dell'altra, la madre sballottando ancora a [...]
[...] destra e a sinistra la sua creatura come quand'era piccina. 192 Indi vennero le visite ai parenti. Bianca era tornata in forze per portare in trionfo [...]
[...] cameretta dello zio, sordida, affumicata, col soffitto sconnesso e cadente, e l'ombra di don Ferdinando che andava e veniva silenzioso, simile a un [...]
[...] . L'avvolse in fretta, insieme a un fagotto d'altri cenci, e la cacciò nel cassettone. — Ah!... sei tu, Bianca?... che vuoi?... Indi accorgendosi che [...]
[...] sorella con un tremito nella voce. — Isabella... vi rammentate?... è stata in collegio a Palermo... 193 Egli fissò sulla ragazza quegli occhi azzurri e [...]
[...] subito a nasconderli. Poi si mise a sedere sulla sponda del lettuccio, fissando l'uscio. Mentre Bianca parlava, col cuore stretto, egli seguitava a [...]
[...] volgere intorno gli occhi sospettosi, pensando a tutt'altro. A un tratto andò a chiudere a chiave il cassetto della scrivania. — Ah!... mia [...]
[...] nipote, dici?... Fissò di nuovo sulla giovinetta lo stesso sguardo esitante, e chinò gli occhi a terra. — Somiglia a te... tale e quale... quand'eri qui [...]
[...] coperta sudicia: — Ah, sei venuto a vedermi? Credevi che fossi morto? No, no, non son morto questa la tua ragazza? Me I'hai portata qui per farmela [...]
[...] voci di colèra. A Catania c'era stata una sommossa. Giunse da Lentini don Bastiano Stangafame insieme a donna Fifì la quale pareva avesse già il [...]
[...] male addosso, verde, impresciuttita, narrando cose che dovevano averle fatto incanutire i capelli in ventiquattr'ore. A Siracusa una giovinetta [...]
[...] bella come la Madonna, la quale ballava sui cavalli ammaestrati in teatro, e andava spargendo il colèra con quel pretesto, era stata uccisa a furor [...]
[...] di popolo. La gente insospettita stava a vedere, facendo le provviste per svignarsela dal paese, al primo allarme, e spiando ogni viso nuovo che [...]
[...] passasse. In quel tempo erano capitati due merciai che portavano nastri e fazzoletti di seta. Andavano di casa in casa a vendere la roba, e [...]
[...] ; anzi non 195 trovandosi denari spiccioli, quei galantuomini dissero che sarebbero ripassati a prenderli il giorno dopo. Invece spuntò il giorno [...]
[...] del Giudizio Universale. Ciolla era andato a ricorrere dal giudice che gli avevano avvelenate le galline: le portava a prova in mano, ancora [...]
[...] manette, sedici anni prima, si armarono sino ai denti, e si misero a perlustrare il paese, se mai gli tornava il ghiribizzo di voler pescare nel [...]
[...] torbido. La parola d'ordine era, sparargli addosso senza misericordia al primo allarme. I due merciai non si videro piu. Prima di sera cominciarono a [...]
[...] scappare la baronessa Rubiera, paralitica, su di una sedia a bracciuoli, poichè nella portantina non entrava neppure, tanto era enorme, portata a [...]
[...] fatica da quattr'uomini, colla testa pendente da un lato, il faccione livido, la lingua pavonazza che usciva a meta dalle labbra bavose, gli occhi [...]
[...] era costretta a rimanere in paese stava a guardare atterrita. Nelle chiese avevano esposto il Sacramento. Tacquero allora vecchi rancori, e si [...]
[...] campagna alla Canziria e alla Salonia. A Mangalavite, dove aveva pure dei casamenti vastissimi, parlò di riunire tutta la famiglia. — Ora corro da mio [...]
[...] padre per cercare d'indurlo a venire con noi. Tu intanto va da tuo fratello, — disse a Bianca. — Fagli capire che adesso son tempi da mettere una [...]
[...] incollare delle striscie di carta a tutte le fessure delle imposte, con un pentolino appeso al collo, arrampicato su di una scala a piuoli. — Non [...]
[...] tornava a pregare e scongiurare. — Non mi lasciate questo rimorso, don Ferdinando!... Come volete che chiuda occhio la notte, sapendovi solo in [...]
[...] a ribattere: — Non posso lasciar la casa sola... Ho da custodire le carte di famiglia... La moglie del sagrestano, che vide uscire donna Bianca [...]
[...] mastro Nunzio s'era rifiutato ad andare col figliuolo. — Io mangio colle mani, figliuol mio. Arrossiresti di tuo padre a tavola... Sono uno zotico [...]
[...] sapete quello che ci vuole a mantenere una famiglia intera, col marito confinato in letto!... — Ma non t'ho sempre detto che sarai la padrona [...]
[...] ... grazie a Dio!... Poichè ci fate la carità, andremo alla Canziria... Non temete! Così la gente non potra dire che avete abbandonato vostro padre [...]
[...] in mezzo al colèra!... Voi pensate a mandarci le provviste... Non possiamo pascerci d'erba come le bestie!... Sentite... Se avete pure qualche [...]
[...] Sganci, se la condusse a Passaneto, e ci prese le febbri, povera vecchia. Zacco e il notaro Neri partirono per Donferrante. Era uno squallore pel [...]
[...] paese. A ventitrè ore non si vedeva altri lungo la via di San Sebastiano che il marchese Limòli, per la sua solita passeggiatina del dopopranzo. E gli [...]
[...] ? Ci avete a pensar voialtri, che vi tocca pagar le spese. Io fo quello che ho fatto sempre, se no crepo egualmente. E alla nipote che lo scongiurava [...]
[...] di andar con lei a Mangalavite: — Hai paura di non trovarmi più?... No, no, non temere; il colèra non sa che farsene di me. Mentre Bianca e la [...]
[...] cascato addosso anche quel povero orfanello di Corrado La Gurna... Una tragedia a casa sua!... Padre e madre in una notte... fulminati dal colèra [...]
[...] laggiù a Mangalavite, vicino alla vostra casina!... le camere del palmento... Siete il solo parente a cui ricorrere, voi, don Gesualdo!... — Sì, sì [...]
[...] , — rispose lui — ma non lo dite agli altri... — Glielo dire anzi!... Voglio rinfacciarlo a tutti quanti, se campo! II Quella che chiamavano la [...]
[...] casina, a Mangalavite, era un gran casamento annidato in fondo alla valletta. Isabella dalla sua finestra vedeva il largo viale alpestre [...]
[...] venivano a raccontare il giorno dopo di aver sorpreso delle ombre che s'aggiravano furtive sui precipizi; la zia Cirmena giurava di aver visto dei razzi [...]
[...] di colèra il resto a nulla. — Lì egli era al sicuro dal colèra, come un re nel suo regno, guardato di notte e di giorno — a ogni contadino aveva [...]
[...] procurato il suo bravo schioppo, dei vecchi fucili a pietra nascosti sotto terra fin dal 12 o dal 21 e teneva dei mastini capaci di divorare un uomo [...]
[...] . Faceva del bene a tutti; tutti che si sarebbero fatti ammazzare per guardargli la pelle in quella circostanza. Grano, fave, una botte di vino [...]
[...] Provvidenza. Aveva dato ricovero a mezzo paese, nei fienili, nelle stalle, nelle capanne dei guardiani, nelle grotte lassù a Budarturo. Un giorno era [...]
[...] c'è anche roba vostra. Guardate Nunzio e Gesualdo come vi somigliano! Quattro tumoli di pane al mese si mangiano, prosit a loro! Non potete chiudere [...]
[...] trovare a Mangalavite tante belle cose come alla Favorita di Palermo, sedili di marmo, statue, fiori da per tutto, dei grandi alberi, dei viali [...]
[...] scarpette, delle vigne polverose, delle stoppie riarse che l'accecavano, delle rocce a picco sparse di sommacchi che sembravano della ruggine a [...]
[...] umida in permanenza dinanzi al cancello per affumicare tutto ciò che veniva di fuori, — le rare lettere ricevute in cima a una canna, attraverso il [...]
[...] al braccio. Suo nipote l'accompagnava raramente; preferiva rimanersene in casa, a far l'orso e a pensare ai casi suoi o ai suoi morti, chissa... La [...]
[...] zia Cirmena per scusarlo parlava del gran talento che aveva quel ragazzo, tutto il santo giorno chiuso nella sua stanzetta, col capo in mano, a [...]
[...] riempire degli scartafacci, più grossi di un basto, di poesie che avrebbero fatto piangere i sassi. Don Gesualdo ci 201 s'addormentava sopra a quei [...]
[...] interrogava, chiedeva in ricambio le sue confidenze, sembrava a ogni lettera che le capitasse lì dinanzi, coi suoi occhioni superbi, colle belle [...]
[...] labbra carnose, a dirle in un orecchio delle cose che le facevano avvampare il viso, che le facevano battere il cuore, quasi ci avesse nascosto il [...]
[...] suo segreto da confidarle anche lei. S'erano regalato a vicenda un libriccino di memorie, colla promessa di scrivervi sopra tutti i loro pensieri più [...]
[...] che l'attraevano a poco a poco, e la facevano guardare attenta per delle ore intere una fila di formiche che si seguivano, una lucertolina che [...]
[...] affacciavasi timida a un crepaccio, una rosa 202 canina che dondolava al disopra del muricciuolo, la luce e le ombre che si alternavano e si [...]
[...] , che le stringeva il cuore a volte, un desiderio vago di cose ignote. Di giorno in giorno era un senso nuovo che sorgeva in lei, dai versi che leggeva [...]
[...] di nascondere a tutti. Spesso, la sera, scendeva adagio adagio dal lettuccio perchè la mamma non udisse, senza accendere la candela, e si metteva [...]
[...] cugino La Gurna. Penetrava in lei il senso delle cose, la tristezza della sorgente, che stillava a goccia a goccia attraverso le foglie del capelvenere [...]
[...] festa delle rocce che s'orlavano d'argento, lassù a Budarturo, disegnandosi nettamente nel gran chiarore, come castelli incantati, lassù, nella luce [...]
[...] versi che facevano piangere, come quelli che fiorivano in cuore al cugino La Gurna. Allora ripensava a quel giovinetto che non si vedeva quasi mai [...]
[...] , che stava chiuso nella sua stanzetta, a fantasticare, a sognare come lei. Laggiù, dietro quel monticello, la stessa luna doveva scintillare sui [...]
[...] . Poscia ricadeva stanca da quell'altezza, con la mente inerte, scossa dal russare del babbo che riempiva la casa. La mamma vicino a lui non osava [...]
[...] uscito a passeggiare. E ritroso, quel benedetto figliuolo. Così timido! uno che ha bisogno d'aiuto, col talento che ha, peccato! — E le suggeriva [...]
[...] , col vestito rimboccato alla cintola, a far cuocere un buon brodo di ossa per sua nipote Bianca, a preparare qualche intingolo per Isabella che non [...]
[...] mangiava nulla. — Lasciate fare a me. So quel che ci vuole per lei. Voialtri Trao siete tanti pulcini colla Luna. — Un braccio di mare quella zia [...]
[...] Cirmena. Una donna che se le si faceva del bene, non ci si perdeva interamente. Spesso costringeva Corrado a venire anche lui la sera per tenere [...]
[...] del suo nipote Corrado e gli rubava gli scartafacci, e andava a sciorinarli lei stessa in mezzo al crocchio dei cugini Motta, compitando [...]
[...] , accalorandosi come un sensale che fa valere la merce, mentre don Gesualdo andava appisolandosi a poco a poco, e diceva di sì col capo, sbadigliando, e [...]
[...] Bianca guardava Isabella la quale teneva i grand'occhi sbarrati nell'ombra, assorta, e le si mutava a ogni momento l'espressione del viso delicato [...]
[...] , fareste! Don Gesualdo non diceva nè sì nè no, prudente, da uomo avvezzo a muovere sette volte la lingua in bocca prima di lasciarsi scappare una [...]
[...] così giovane, così inesperta, senza sapere ancora cosa volesse dire esser povero ricco, s'avesse a scaldare il capo per tutte quelle frascherie [...]
[...] ciò che insegnavano a scuola, perchè era ricca, e un giorno o l'altro avrebbe fatto un matrimonio vantaggioso. 206 Ma appunto perch'era ricca [...]
[...] tanta gente ci avrebbe fatti su dei disegni. Insomma a lui non piacevano quei discorsi della zia e il fare del nipote che le teneva il sacco con [...]
[...] quell'aria ritrosa di chi si fa pregare per mettersi a tavola, di chi vuol vender cara la sua mercanzia. E le occhiate lunghe della cuginetta, i [...]
[...] ragazza che avrebbe dovuto pensare a ridere e a divertirsi piuttosto... Finora erano ragazzate; sciocchezze da riderci sopra, o prenderli a [...]
[...] scappellotti tutt'e due, la signorina che mettevasi alla finestra per veder volare le mosche, e il ragazzo che stava a strologare da lontano, di cui [...]
[...] nuvole che pigliavano parte al duetto — a un miglio di distanza, — ma sapeva leggere nelle pedate fresche, nelle rose canine che trovava sfogliate [...]
[...] sul sentiero, nell'aria ingenua d'Isabella che scendeva a cercare le forbici o il ditale quando per combinazione c'era in sala il cugino, nella [...]
[...] sommacchi, mettendosi la mano sugli occhi, per guardar laggiù, nel viale, o si cacciava carponi fra i fichi d'India, o veniva a portargli dei pezzi di [...]
[...] tutti i suoi senza dar campo di parlare alle male lingue, rimbeccando la zia Cirmena che s'era messa a far la sapiente anche lei, a parlare col [...]
[...] squinci e linci, tagliando corto a quelle chiacchiere sconclusionate che vi tiravano gli sbadigli dalle calcagna. Un giorno, presenti tutti quanti [...]
[...] , sputa fuori il fatto suo. — Ah... le canzonette? Roba che non empie pancia, cari miei! — La zia Cirmena si risentì alfine: — Voi pigliate tutto a [...]
[...] peso e a misura, don Gesualdo! Non sapete quel che vuol dire... Vorrei vedervici!... — Egli allora, col suo fare canzonatorio, raccolse in mucchio [...]
[...] libri e giornali ch'erano sul tavolino e glieli caccia in grembo, a donna Sarina, ridendo ad alta voce, spingendola per le spalle quasi volesse [...]
[...] !... — borbottò don Gesualdo. — Ah!... Ma visto che non era il momento, cacciò indietro la bile e voltò la cosa in scherzo: — Anche a lei... le piaccìono le [...]
[...] vento, capite?... E se ha la testa dura dei Trao, anche i Motta non scherzano, quanto a ciò... — Bene, — interruppe la zia, — questo è un altro [...]
[...] discorso. — Ah, vi sembra un altro discorso? — Ecco! — saltò su donna Sarina, pìgliandosela a un tratto col nipote. — Tuo zio parla pel tuo bene. Non [...]
[...] . 208 La Cirmena allora si mise a dimostrare che un ragazzo di talento poteva arrivare dove voleva, segretario, fattore, amministratore di una gran [...]
[...] casa. Le protezioni già non gli mancavano. — Certo, certo, — continuava a ripetere don Gesualdo. Ma non si impegnava più oltre. Si dava da fare a [...]
[...] rimettere le seggiole a posto, a chiudere le finestre, come a dire: — Adesso andate via. — Però siccome il giovane voltava le spalle senza [...]
[...] me ne lavo le mani... come Pilato... Ciascuno a casa sua... — Ecco la parola giusta, donna Sarina. Ciascuno a casa sua. Aspettate, che vi [...]
[...] corte, a un correre a precipizio. Poi si udì una voce sconosciuta in mezzo al chiacchierìo della sua gente. Dal cancello s'affacciò il camparo [...]
[...] all'indietro, asciugandosi il sudore. Donna Sarina voleva sapere a ogni costo cosa fosse avvenuto, fingendo d'aver paura. — Nulla... Le stoppìe [...]
[...] in furia la mula Baia di don Gesualdo. Dinanzi al rastrello del giardino Nanni l'Orbo e parecchi altri ascoltavano a bocca aperta un contadino di [...]
[...] . — V'accompagno a casa vostra. Non c'è premura. — Si vedeva però ch'era turbato, balbettava, grossi goccioloni gli colavano dalla fronte. Donna Sarina [...]
[...] s'ostinava ad aver paura, piantandosi su due piedi, frugando di qua e di là cogli occhi curiosi, fissandoli in viso a lui per scovar quel che c'era [...]
[...] , guardandola fissamente nel bianco 209 degli occhi: — Donna Sarina, a che giuoco giochiamo? Lasciatemi badare agli affari di casa mia! canto e [...]
[...] , mastro Nardo, andate avanti colla mula. Vi raggiungerò per via. Lì, da quella parte, pel sentiero. Non c'è bisogno di far sapere a tutto il vicinato se [...]
[...] . Temeva che i sorci ballassero mentre non c'era il gatto. Mentre la moglie l'aiutava a infilarsi gli stivali, andava facendole certe raccomandazioni [...]
[...] Ferdinando sei! Tua figlia ha la testa sopra il cappello, te ne sei accorta? Abbiamo fatto un bel negozio a metterle in capo tanti grilli! Chissà [...]
[...] e obbediente, tutta per la casa... Non me ne pento. Dico solo acciò ti serva d'ammaestramento, adesso. Le ragazze per maritarsi non guardano a [...]
[...] ne sei accorta anche tu! E non mi dicevi nulla!... Tutte così voialtre donne... a tenervi il sacco l'una coll'altra!... congiurate contro chi [...]
[...] messo ch'era venuto a chiamarlo dalla Salonia l'aspettava in cima al sentiero, insieme a mastro Nardo che tirava la mula zoppicando. Come lo vide [...]
[...] da lontano si mise a gridare: — Spicciatevi, vossignoria. Se arriviamo tardi, per disgrazia, la colpa è tutta mia. Cammin facendo raccontava cose [...]
[...] da far drizzare i capelli in testa. A Marineo avevano assassinato un viandante che andava ronzando attorno all'abbeveratoio, nell'ora calda, lacero [...]
[...] , scalzo, bianco di polvere, acceso in volto, con l'occhio bieco, cercando di farla in barba ai cristiani che stavano a guardia da lontano [...]
[...] , sospettosi. A Callari s'era trovato un cadavere dietro una siepe, gonfio come un otre: l'aveva scoperto il puzzo. La sera, dovunque, si vedevano dei [...]
[...] , figuratevi! C'è chi l'ha visto a sedere, stanco morto, sul muricciuolo vicino alla fattoria. Poi tutta la notte rumori sul tetto e dietro gli usci [...]
[...] ... E le macchie d'unto che si son trovate qua e là a giorno fatto!... Come della bava di lumaca... Sissignore!... Quella bestia 211 dello speziale [...]
[...] continua a predicare di scopar le case, di pigliarsela coi maiali e colle galline, per tener lontano il colèra! Adesso il veleno ce lo portano le [...]
[...] dall'altare: — Figliuoli miei, so che ce l'avete con me, a causa del colèra. Ma io sono innocente. Ve lo giuro su quest'ostia consacrata! — Io non so [...]
[...] vicino, si sgolava a gridare: — Bestie! s'e una perniciosa!... se ha una febbre da cavallo! Non si muore di colèra con la febbre! — Non me ne [...]
[...] sprofondava gli occhi e la bocca sdentata in fondo a dei buchi neri, gli velava la faccia terrea e sporca di peli grigi. Aprì quegli occhi a stento [...]
[...] , udendo suo figlio Gesualdo che gli stava dinanzi al letto, e disse colla voce cavernosa: — Ah! sei venuto a vedere la festa, finalmente? Santo [...]
[...] , come un allocco, stava seduto sullo scalino dell'uscio, senza dir nulla, coi lucciconi agli occhi. Burgio e sua moglie si affrettavano a insaccare [...]
[...] può fare, per mio padre... tutto quello che ho!... Non guardate a spesa... — Eh! avrete poco da spendere... Non c'è nulla da fare... Sono venuto [...]
[...] fanno costoro! 213 Il vecchio stava a sentire, cogli occhi inquieti e sospettosi in fondo alle orbite nere. Guardava Gesualdo che si affannava [...]
[...] infine andò a consegnare le chiavi a suo fratello, seguitando a brontolare: — Ecco! Mi piace che siete venuto... Così non direte che vogliamo fare [...]
[...] parlasse a un bambino: — Anzi è per vostro amore che vogliamo farvi confessare e comunicare prima di chiudere gli occhi. — Ah!... ah!... Non vi par [...]
[...] l'ora!... Lasciatemi in pace... lasciatemi!... Giunse la sera e passò la notte a quel modo. Mastro Nunzio nell'ombra 214 stava zitto e immobile [...]
[...] , come un pezzo di legno; soltanto ogni volta che gli facevano inghiottire a forza la medicina, gemeva, sputava, e lamentavasi ch'era amara come il [...]
[...] malato in punta di piedi, lo toccava, lo chiamava adagio adagio; ma lui zitto. Poi tornava a discorrere sottovoce col marito che aspettava [...]
[...] dava segno di vita. Poi, tre volte, si udì cantare la civetta. Quando Dio volle, a giorno fatto, dopo un pezzo che il giorno trapelava dalle [...]
[...] gialla in quella luce scialba, preparavasi a strillare. Infine Burgio, dopo un momento, azzardò la sua opinione: — Signori miei, a me sembra morto [...]
[...] di cent'anni. Scoppiò allora la tragedia. Speranza cominciò a urlare e a graffiarsi la faccia. Santo, svegliato di soprassalto, si dava dei pugni [...]
[...] Speranza. — è morto, ora, mio padre! Non c'è nessuno che pensi a noi! Gesualdo che l'aveva lasciata sfogare un pezzo tentennando il capo, cogli [...]
[...] , — interruppe Burgio. — No! Parole che scappano nel brucio, cognato. Intanto bisognava pensare a seppellire il morto, senza un cane che aiutasse, a [...]
[...] pagarlo tant'oro! Un falegname, lì al Camemi, mise insieme alla meglio quattro asserelle a mo' di bara, e mastro Nardo scavò la buca dietro la casa [...]
[...] . Poi Santo e don Gesualdo dovettero fare il resto colle loro mani. Burgio però stava a vedere da lontano, timoroso del contagio, e sua moglie [...]
[...] restiamo intesi? Tutti quanti si guardarono in faccia a quell'esordio. Massaro Fortunato tormentava la nappa della berretta, e Santo sgranò gli occhi [...]
[...] ... Non dico... Allora tiratelo fuori, e si vedrà. Don Gesualdo, che era don Gesualdo, rimase a bocca aperta a quel discorso. Stupefatto, cercava le [...]
[...] pezzetto lì 217 fuori a tenersi il broncio. Poi don Gesualdo propose di condurseli tutti a Mangalavite. Il cognato Burgio serrava l'uscio a chiave, e [...]
[...] accingersi alla partenza, guardando di qua e di là, cogli occhi torvi. Infine spiattelle quel che aveva sullo stomaco: — A Mangalavite?... No [...]
[...] , grazie tante!... Cosa ci verrei a fare... se dite che è roba vostra?... Sarebbe anche un disturbo per vostra moglie e la figliuola... due signore [...]
[...] avvezze a stare coi loro comodi... Noi poveretti ci accomodiamo alla meglio... Andremo alla Canziria. Andremo piuttosto alla fornace del gesso che [...]
[...] ha lasciato mio padre, buon'anima... Quella sì!... Colà almeno saremo a casa nostra. Non direte d'averla comperata coi vostri guadagni la fornace [...]
[...] della cavalcatura, colla schiena curva, e il vento che le gonfiava lo scialle dietro. Don Gesualdo montò a cavallo lui pure, e se ne andò [...]
[...] dall'altra parte, col cuore grosso dell'ingratitudine che raccoglieva sempre, voltandosi indietro, di tanto in tanto, a guardare la fattoria rimasta chiusa [...]
[...] lavorato tanto... per tirare su i figliuoli... per lasciarli ricchi... Ora è sotto terra! Vi rammentate, vossignoria, quando è rovinato il 218 ponte, a [...]
[...] Fiumegrande, e voleva annegarsi?... Ecco cos'è il mondo! Oggi a te, domani a me. II padrone gli rivolse un'occhiata brusca, e tagliò corto [...]
[...] tutto che sembrava formicolare attorno a Budarturo, sulla distesa dei piani e dei monti che s'accennava confusamente. La mula, sentendo la stalla [...]
[...] vicina, si mise a ragliare. Allora abbaiarono dei cani; laggiù in fondo comparvero dei lumi in mezzo all'ombra più fitta degli alberi che [...]
[...] fruscìo di foglie secche, dei sassi che precipitarono rimbalzando, quasi alcuno s'inerpicasse cautamente. Poi silenzio. A un tratto, dal buio, sul [...]
[...] limite del boschetto, partì una voce: — Ehi, don Gesualdo? — Ehi, Nanni, che c'è? Compare Nanni non rispose, mettendosi a camminare accanto alla mula [...]
[...] . Dopo un momento masticò sottovoce, quasi a malincuore: — C'è che son qui per guardarvi le spalle! Don Gesualdo non chiese altro. Scendevano per [...]
[...] la viottola in fila. Nanni l'Orbo aggiunse soltanto, di lì a un po': — Si fece la festa, eh? — E come il padrone continuava a tacere, conchiuse [...]
[...] volte. Andavano in silenzio, lungo il muro, quasi ci vedessero al buio. A un certo punto l'Orbo accennò delle pietre sparse per terra, una specie di [...]
[...] Nanni con quel fare misterioso. — Se non ero io, che ho l'orecchio fino... Dicevo a Diodata: Finchè manca il padrone bisogna stare coll'orecchio [...]
[...] il padrone. Ciascuno sa i fatti di casa sua. Soltanto, se permettete, vado prima a salutare mia nipote. Non so cosa potrebbero pensare se me ne [...]
[...] andassi zitta zitta... Le male lingue, sapete!... Bianca non arrivava a capacitarsi: — Come? andarsene via? nel fitto del colèra? Perchè? Cos'era [...]
[...] una lettera urgentissima. — Gli rincresce anche a lui, poveretto. Gli a arrivata fra capo e collo. S'era tanto affezionato a questi luoghi [...]
[...] ... Anche poco fa mi diceva: — Zia, oggi a l'ultima passeggiata che andrà a fare alla sorgente... — Don Gesualdo, fuori dei gangheri, tagliò corto a quei [...]
[...] discorsi sciocchi. 220 — Scusate, donna Sarina. Mia moglie non capisce piu niente... Diventano tutti così nella sua famiglia... Doveva toccare a [...]
[...] . Ricambiava anche gli abbracci e i saluti affettuosi della zia, sforzandosi di sorridere, con una ruga sottile fra le ciglia. Poi, quando fu sola, a un [...]
[...] agli occhi, una fitta, uno spasimo acuto che la fece vacillare, annaspando, fuori di sè. Voleva vederlo, l'ultima volta, a qualunque costo, quando [...]
[...] tutti sarebbero stati a riposare, dopo mezzogiorno, e che alla casina non si moveva anima viva. La Madonna l'avrebbe aiutata: — La Madonna!... la [...]
[...] abbruciavano, una vampa nel cuore che la mordeva, che le saliva alla testa, che l'accecava, che la faceva delirare: — Vederlo! a qualunque costo [...]
[...] !... Domani non lo vedrò — Non sentiva le spine; non sentiva i sassi del sentiero fuori mano che aveva preso per arrivare di nascosto sino a lui. Ansante [...]
[...] , premendosi il petto colle mani, trasalendo a ogni passo, spiando il cammino con l'occhio ansioso. Un uccelletto spaventato fuggì con uno strido acuto [...]
[...] balzava alla gola, le batteva nelle tempie, le toglieva it respiro. C'erano lì, fra le foglie secche, accanto al muricciuolo dove lui s'era messo a [...]
[...] ancora, aspettava sempre. — Signor don Gesualdo... Venite qua, se permettete... Ho da parlarvi. — Nanni l'Orbo, continuando a chiamarlo, dall'aia [...]
[...] , affettava di non poter mettere il piede nel cortile, coll'aria misteriosa, finchè il padrone andò a sentire quel che diavolo volesse, dandogli una [...]
[...] ... — Nossignore. Appunto, vi ho chiamato qui fuori. Dobbiamo parlare da solo a solo, per quel che ho da dirvi... Qui nel giardino. Siamo aspettati. C'erano [...]
[...] . — II sangue a sangue. Avete da ridirci? Tutti e due... hanno voluto portare il lutto alla buon'anima di vostro padre... per rispetto, senza secondi [...]
[...] fini... Soltanto, vossignoria potete aiutarli senza mettere mano alla tasca... Ecco, loro vorrebbero a mezzadria quel pezzo di terra ch'è sotto la [...]
[...] malgrado, a quella certa voce interna che gli andava ripicchiando dentro tutti gli argomenti messi fuori da compare Nanni per persuaderlo. — Infine cosa [...]
[...] domandavano?... del lavoro... Lui che poteva tanto!... Un affare di coscienza!... Avrebbe fatto un buon negozio anche... — A un certo punto l'Orbo [...]
[...] propose di mandare a chiamare Diodata perchè dicesse la sua. Don Gesualdo allora, per levarsi quella noia, per sgravio di coscienza, come diceva [...]
[...] ! — saltò su compare Nanni pigliandolo subito in parola. — Quello solo! Mezza salma di terra in tutto. Possiamo andare a vedere. E qui vicino. Vi [...]
[...] ... La signorina, lassù, sotto il gran voce... Don Gesualdo guardò dove diceva l'Orbo, e si sbiancò subito in viso. A un tratto, mutò cera e maniera, e [...]
[...] andatevene! I due giovani sgattaiolarono mogi mogi a quella sfuriata, mentre Nanni si cacciava fra le macchie per godersi la scena da lontano. Don [...]
[...] quasi la fece tramortire dallo spavento. Egli non le disse nulla. Se la prese per mano, come una bambina, e se la portò a casa. Lei si lasciava [...]
[...] sentisse lì un gran smarrimento, un gran dolore. Bianca al vederli arrivare a quel modo si mise a tremare come una foglia. Il marito le consegnò la [...]
[...] figliuola con un'occhiata terribile, tentennando il capo. Ma non disse nulla. Si mise a passeggiare per la stanza, asciugandosi tratto tratto col [...]
[...] buio! Cosa diavolo fate? Che casa, appena volto le spalle io!... Che succedera se io chiudo gli occhi?... 223 Dopo un po' di tempo tornò a bussare [...]
[...] all'uscio delle donne, e siccome non aprivano subito lo sfondò con un calcio. Bianca allora si rivoltò inferocita, simile a una chioccia che [...]
[...] lavoro... Se m'ammazzo a lavorare è per voialtri, capite? A me basterebbe un pezzo di pane e formaggio... Vuol dire che ho lavorato per buttare [...]
[...] del lettuccio, col viso gonfio, le trecce allentate; allora lasciò cadere le braccia e si mise a passeggiare innanzi e indietro per la camera [...]
[...] , picchiando le mani una sull'altra, soffiando e sbuffando, cogli occhi a terra, quasi cercasse le parole, cercando le maniere che ci volevano per far [...]
[...] capire la ragione a quelle teste dure. — Via via, Isabella!... è una sciocchezza, capisci!... è una sciocchezza guastarsi il sangue... Non voglio [...]
[...] guastarmi il sangue... Ho tanti altri guai! Ci ho il cuore grosso!... Vorrei che tu vedessi un po' quanti guai ci ho in testa!... Ti metteresti a [...]
[...] ridere, com'è vero Dio!... Vedresti che sciocchezza tutto il recto!... Ancora sei giovane... Certe cose non le capisci... Il mondo, vedi, a una [...]
[...] guadagni della società, di cui era a capo mastro Nunzio; e che adesso voleva appropriarsi tutto lui, Gesualdo, — lui che li aveva avuti tutti quanti [...]
[...] sulle spalle, sino a quel giorno! che aveva dovuto chinare il capo alle speculazioni sbagliate del padre! ch'era stato la provvidenza del cognato [...]
[...] , tanti altri affari che ne andavano di mezzo, i suoi nemici che c'ingrassavano — nei caffè e nelle spezierie non si parlava d'altro — tutti addosso a [...]
[...] ricorrerà sino a Palermo, sino al re, se c'è giustizia a questo mondo!... — II barone Zacco, siccome allora aveva in testa di combinare certo negozio con [...]
[...] don Gesualdo, s'intromise a farla da paciere. Una domenica riuni in casa sua tutti i Motta, compreso il marito di comare Speranza ch'era una [...]
[...] bestia, e non sapeva dire le sue ragioni. Santo, costretto a trovarsi faccia a faccia con suo fratello don Gesualdo, cominciò dallo scusarsi: — Che [...]
[...] . II bene che aveva potuto fare ai suoi parenti l'aveva sempre fatto, e voleva continuare a farlo. Lì un battibecco di prove e controprove che non [...]
[...] quali non sapevano difendersi. Anche Santo stava zitto, come un ragazzo che ne ha fatta una grossa. Fortuna che c'era lei, a dire il fatto suo: — Che [...]
[...] volete darci, la limosina? Qualche salma di grano a comodo vostro, di tanto in tanto? qualche salma di vino, quello che non potete vendere? — Cosa [...]
[...] vuoi che ti dia, l'Alia o Donninga? Vuoi che mi spogli io per empire il gozzo a voialtri che non avete fatto nulla? Ho figli. La roba non posso [...]
[...] a questi innocenti, c'è già chi se lo mangia alla vostra barba! Andate a vedere, la sera, sotto le vostre finestre, che passeggio!... 227 Finì [...]
[...] in parapiglia. II barone dovette mettersi a gridare e a fare il diavolo perchè non si accapigliassero seduta stante, invece di rappacificarsi [...]
[...] gli aveva messo nell'orecchio. Adesso, in mezzo a tanti guai e grattacapi, gli toccava pure dover sorvegliare la figliuola e quell'assassino di [...]
[...] Corrado La Gurna che la Cirmena per dispetto gli metteva fra i piedi, lì in paese, a spese sue. Doveva tenere gli occhi aperti su ciascuno che [...]
[...] sorprese alla finestra, con un tempo da lupi. — Ah!... Continua la musical... Che fai qui... a quest'ora?... A prendere il fresco per l'estate [...]
[...] ? T'insegno io a contar le stelle! Non m'hai visto ancora uscir dai gangheri! Gliel'insegno io a passeggiar di sera sotto le mie finestre, a certi [...]
[...] dicevano una parola, negli occhi grigi e ostinati dei Trao che dicevano invece — Sì, sì, a costo di morirne! — Non osava ribellarsi apertamente. Non [...]
[...] per giunta. — II pover'uomo era ridotto a fare da sè l'esame di coscienza. — Dei genitori quella ragazza aveva preso i soli difetti. Ma l'amore alla [...]
[...] vi manca di giorno in giorno? — L'avrebbe aiutata, sottomano, anche a fare uno sproposito, anche a rompersi il collo. Avrebbe tradito il marito [...]
[...] per la sua creatura. Gli diceva: — Me ne vo a stare da mio fratello! Io e la mia figliuola! Che vi pare? — Cogli occhi di brace. Non l'aveva mai [...]
[...] vista a quella maniera. Una volta, dietro al medico il quale veniva per la ragazza, egli vide capitare una faccia che non gli piacque: una vecchia [...]
[...] amorose. Era ridotto a passare in rivista le ricette del medico e la carta delle pillole che mandava Bomma. In un mese mutarono cinque donne di servizio [...]
[...] aiutare a fargli ii tradimento. Era un cane alla catena anche lui, pover'uomo. Infine per togliersi da quell'inferno si decise a mettere Isabella in [...]
[...] ! — Sentite, — gli disse Bianca colle mani giunte, — io ho poco da penare. Ma lasciatemi la mia figliuola, fino a quando avrò chiuso gli occhi. — No [...]
[...] , Giacalone che veniva a 229 portare i regali della zia Cirmena e faceva passare i bigliettini dalla ruota, Bomma che teneva conversazione aperta [...]
[...] nella spezieria per far comodo a don Corrado La Gurna, il quale mettevasi subito a telegrafare, appena la ragazza saliva apposta sul campanile. Lo [...]
[...] alla festa, perchè non pioveva dall'ottobre. Don Gesualdo era andato in chiesa anche lui, a pregare Iddio che gli togliesse quella croce d'addosso [...]
[...] , quel birbante! farlo squartare dal boia! fargli lasciare le ossa in fondo a un carcere! — Quell'assassino! quel briccone! In galera voglio farlo [...]
[...] morire!... tutti e due!... In mezzo a quelle furie capita la zia Cirmena, col libro da messa in mano, il sorriso placido, vestita di seta [...]
[...] pare stia per rendere l'anima a Dio, poveretta! Lei è madre! Non possiamo sapere quello che ci ha nel cuore in questo momento! Sono venuta apposta [...]
[...] , rossa al pari di un gallo: — Parlate da quello che siete! Almeno dovevate tacere per riguardo a vostra moglie, villano! mastro-don Gesualdo! Siete [...]
[...] la vergogna di tutto il parentado!... — Ah! ah! la vergogna. Andate là che avete ragione a parlare di vergogna, voi!... mezzana! Ci avete tenuto [...]
[...] mano anche voi! Siete la complice di quel ladro!... Bel mestiere alla vostra età! Vi faro arrestare insieme a lui, donna Sarina dei miei stivali [...]
[...] la salute... Non giova a nulla... Don Gesualdo partì subito a rompicollo per Caltagirone. Voleva l'ordine d'arresto, voleva la Compagnia d'Arme [...]
[...] . Lo zio marchese dal canto suo provvide a quello che c'era di meglio da fare, con prudenza ed accorgimento. Prima di tutto andò a prendere subito la [...]
[...] nipote, e l'accompagnò al monastero di Santa Teresa, raccomandandola a una sua parente. La gente di casa, un po' colle minacce, un po' col denaro [...]
[...] , furono messi a tacere. Poco dopo giunse come un fulmine da Caltagirone l'ordine d'arresto per Corrado La Gurna. Donna Sarina Cirmena, impaurita [...]
[...] , tenne la lingua a casa anche lei. Intanto il marchese lavorava sottomano a cercare un marito per Isabella. Era figlia unica; don Gesualdo, per [...]
[...] debiti, ma di gran famiglia, che avrebbe dato un bel nome alla discendenza di mastro-don Gesualdo. Quando si venne poi a discorrere della dote con [...]
[...] della fronte, la vita intera. Non gli piaceva di lasciarsi aprir le vene per uno che doveva venire da Palermo a bersi il sangue suo. — Di dove [...]
[...] volete che venga dunque, dalla Luna? Caro mio, queste son parole al vento. Sapete com'è? Vi porto un paragone a modo vostro, per farvi intendere [...]
[...] farla una signorona!... II marchese nel tempo istesso andava a far visita alla nipotina. La pigliava colle buone, col giudizio che ci vuole per [...]
[...] , quando vorrai... Non qui, in questo buco... Qui mi sembra di soffocare anche a me. Sono stato giovane; me li son goduti anch'io negli anni... Appunto [...]
[...] ... Tuo padre ha preso la via storta... Ma se lui si ostina a non darti nulla, neanche quel giovane, poveretto, ne ha... E allora... se ti tocca [...]
[...] ha le braccia lunghe adesso... Nemmeno a chi vuoi bene gioveresti, se ti ostini. Tuo cugino ha bisogno d'aver la testa quieta, di lavorare in [...]
[...] di tali! Carrozze, cavalli, palco a teatro tutte le sere, gioielli e vestiti quanti ne vuoi... Con quel bel visetto so io quante teste farai [...]
[...] ?... — E si sente rispondere: la duchessa tale o la principessa talaltra!... — Via, vieni a veder tua madre ch'è ancora ammalata, poveretta! L'ha [...]
[...] finita quel colpo! Sai ch'è di poca salute!... Anche tuo padre t'aspetta a braccia aperte. E un buon uomo, poveraccio! Un cuor d'oro, uno che s'è [...]
[...] ammazzato a lavorare per farti ricca!... Adesso torna a casa... Poi si vedrà... Quando finalmente lo zio marchese condusse dai genitori la pecorella [...]
[...] visto che non era bastata nemmeno la fuga a cavare i denari della dote dalle mani di don Gesualdo, s'era stretta nelle spalle: — Che vuoi, mia cara? Io [...]
[...] ho fatto il possibile. Ma senza denari non si canta Messa. Corrado non ha nulla; tu non hai nulla neppure, se tuo padre si ostina a dir di no [...]
[...] ... Fareste un bel matrimonio! Vedi com'è andata a finire? Che quel povero giovane ci ha rimesso anche la liberta, pel capriccio di tuo padre [...]
[...] mia!... Anche Corrado è della costola d'Adamo. Ma i baiocchi li tiene tuo padre! Se non vuol darvene, andrete a scopar le strade tutti e due, e [...]
[...] discorsi: Quel che aveva detto; quel che era venuto a fare; quanto tempo si sarebbe fermato lì; quanti anni aveva. Le signore asserivano che non [...]
[...] ! — osservò la Capitana. Sul più bello, mentre la statua dell'Evangelista correva balzelloni da Gesù a Maria, e il popolo gridava: viva Dio resuscitato [...]
[...] apposta da Palermo. La folla si apriva per lasciarli passare, senza bisogno di spintoni. Dei curiosi guardavano a bocca aperta. Lo stesso duca [...]
[...] , con un cenno del capo, e lo presentò alla nipote. Il duca e il balì di Leyra fecero un gruppo a parte, sul marciapiede del Cafè dei Nobili, colla [...]
[...] bastone appoggiato alla spalla, si morsicava le labbra dal dispetto, pensando a quel che era toccato a lui invece, donna Giuseppina Alòsi in moglie [...]
[...] vederlo così stralunato, cogli occhi fissi addosso a sua cugina, gli piantò una gomitata aguzza nelle costole. — Quando volete finirla?... è uno [...]
[...] due cugini. Però invidiavano mastro-don Gesualdo il quale era arrivato a quel posto, e donna Bianca che aveva fatto quel gran matrimonione. La sua [...]
[...] bastoncino sottile che aveva il pomo d'oro. La signora Capitana fece osservare a don Mommino Neri, il quale era diventato un rompicollo, dopo la [...]
[...] è il modo in cui le dice!... Ogni parola come se ve la mettesse in un vassoio... Il signor duca andò poi a presentare i suoi omaggi in casa Motta [...]
[...] . Don Gesualdo si fece trovare nel salotto buono. Avevano lavorato tutto il giorno a dar aria e spolverare, le serve, lui, mastro Nardo. Il signor [...]
[...] marchese Limòli. Egli aveva sulla punta delle dita tutto l'almanacco delle famiglie nobili dell'isola. Arrivò anche a confidare che la sua era [...]
[...] a Palermo la corte, la regina Carolina, gli un mondo di chiacchiere, come una lanterna magica nella quale passavano delle gran dame, del lusso e [...]
[...] delle feste. Nell'andarsene badò la mano a donna Bianca. Per le scale, dal pollaio, sull'uscio della legnaia, tutta la gente di casa s'affollava [...]
[...] di Leyra e il marchese Limòli poi avevano intavolato un altro discorso, così, a fior di labbra, tenendosi sulle generali. Il giorno dopo intervenne [...]
[...] il negozio faccia a faccia col genero, da galantuomini. — No, no, caro suocero. Non è la mia partita. Non me ne intendo. Quello che farete voi [...]
[...] altri sarà ben fatto. Quanto a me, il tesoro che vi domando a vostra figlia. Però le trattative tiravano in lungo. Mastro-don Gesualdo cercava [...]
[...] tutto oro colato. Il duca aveva dei gran possessi, a vero, mezza contea; ma dicevasi pure che ci fossero dei gran pasticci, delle liti, delle [...]
[...] voglio abusare... — Tutti miravano alla sua roba. Ci furono dei tira e molla, delle difficoltà che sorgevano a ogni passo, delle vecchie carte in cui [...]
[...] sacrificarla. Andava a piangere dai parenti, e a supplicare che l'aiutassero: — Non posso! non posso! — Ai piedi del confessore aprì il suo cuore [...]
[...] , tutto! il peccato mortale in cui era!... — Quel servo di Dio non capiva nulla. Badava solo a raccomandarle di non cascarci più e le metteva il cuore [...]
[...] in pace coll'assoluzione. La poveretta arrivò a scappare in casa dello zio Trao, onde buttarsi nelle sue braccia. 239 — Zio, tenetemi qui [...]
[...] madre s'è maritata per forza... Diego non voleva... Vattene, ora... se no viene tuo padre a condurti via di qua!... Vattene, vattene... Lo zio [...]
[...] marchese, uomo di mondo, che ne sapeva piu di tutti sulle chiacchiere raccolte a casaccio, prese a quattr'occhi don Gesualdo: — Insomma, volete [...]
[...] capirla? Vostra figlia dovete maritarla subito. Datela a chi vi piace; ma non c'è tempo da perdere. Avete capito? — Eh?... Come?... — balbettò il povero [...]
[...] Palermo giunsero dei regali magnifici, dei gioielli e dei vestiti che asciugarono a poco a poco le lagrime della sposa, uno sfoggio di grandezze che la [...]
[...] . Solo don Gesualdo borbottava di nascosto. Si aspettavano gran cose per quello sposalizio. La Capitana mandò un espresso a Catania dal primo sarto [...]
[...] . Le Zacco stettero otto giorni in casa a cucire. Pero alle nozze non fu invitato nessuno: gli sposi vestiti da viaggio, i genitori, i testimoni [...]
[...] pregava inginocchiata dinanzi a quell'altare, coi gomiti sulla seggiola e il viso fra le mani! Fuori aspettava la lettiga che doveva portarsi via [...]
[...] intorno a quel matrimonio fatto come di nascosto. Della gente era andata a far visita ai Margarone e in casa Alòsi, per vedere se la sposa era rossa o [...]
[...] che a quel modo non le pareva nemmeno un sagramento, povera Isabella!... La Cirmena masticava altre cose fra i denti: — Come sua madre [...]
[...] !... Vedrete che sarà fortunata perchè è figlia di sua madre!... Ciolla che vide passare dalla piazza la lettiga si mise a gridare: — Gli sposi! Ecco la [...]
[...] lettiga degli sposi che partono! — Poi andò a confidare di porta in porta, al Caffe, nella spezieria di Bomma — è partita anche una lettera per don [...]
[...] il cuginetto che si disperava e penava lontano. «Addio! addio! Se ti ricordi di me, se pensi ancora a me, dovunque sarai, eccoti l'ultima parola [...]
[...] di Isabella che amasti tanto! Ho resistito, ho lottato a lungo, ho sofferto... Ho pianto tanto! ho pianto tanto!... Addio! Partirò, andrò lontano da [...]
[...] I Erano appena trascorsi sei mesi, quando sopravvennero altri guai a don Gesualdo. Isabella minacciava di suicidarsi; il genero aveva preso a [...]
[...] segreto sino al povero padre, il quale corse a rotta di collo alla villa di Carini, dov'era confinata la duchessa per motivi di salute. Ritornò poi [...]
[...] soltanto bocconi amari, costretto a correr dietro al notaio per accomodare la faccenda e placare il signor genero a furia di denari. Fu un gran colpo [...]
[...] lo segnasse a dito; sentivasi montare il sangue al viso quando ci pensava, da solo, o anche se incontrava quell'infame della Cirmena. Lui era un [...]
[...] villano; non c'era avvezzo a simili vergogne! Intanto la figlia duchessa gli costava un occhio. Prima di tutto le terre della Canziria, d'Alla e [...]
[...] Donninga che le aveva assegnato in dote, e gli facevano piangere il cuore ogni qualvolta tornava a vederle, date in affitto a questo e a quello [...]
[...] , divise a pezzi e bocconi dopo tanti stenti durati a metterle insieme, mal tenute, mal coltivate, lontane dall'occhio del padrone, quasi fossero di [...]
[...] ; dicevasi in paese che il signor duca vi seminasse a due mani debiti fitti al pari della 244 grandine, la medesima gramigna che devastava i suoi possessi [...]
[...] e si propagava ai beni della moglie peggio delle cavallette. Quella povera Canziria che era costata tante fatiche a don Gesualdo, tante privazioni [...]
[...] Isabella aveva potuto stringere la penna colle sue mani, e firmare tanti debiti? Maledetto il giorno in cui le aveva fatto imparare a scrivere [...]
[...] primaverile, che brucia il gran in erba. Due o tre volte, in circostanze gravi, era stato costretto a lasciarsi cavar dell'altro sangue. Tutti i suoi [...]
[...] , sbuffando, recalcitrando, gli fece dire: — Si vede che mio suocero, poveretto, non sa quel che ci vuole a mantenere la figliuola col decoro del nome che [...]
[...] , con tanti pensieri e tanti guai per la testa, si lusingava di farla guarire appena avrebbe potuto condursela a Mangalavite, in quell'aria balsamica [...]
[...] avesse giurato di non metterci più i piedi in quel paese maledetto, e se lo fosse tolto dal cuore interamente. A misura che le mancavano le forze [...]
[...] , Bianca sentiva dileguare anche quella speranza, come la vita che le sfuggiva, e sfogavasi a ruminare dei progetti futuri, vaneggiando, accendendosi [...]
[...] ; la febbre la consumava a fuoco lento. Adesso, quand'era presa dalla tosse, si metteva ad ansare, sfinita, colla bocca aperta, gli occhi smaniosi in [...]
[...] suoi libracci; c'era un conto spaventoso aperto dal farmacista. — Almeno giovassero a qualche cosa! — brontolava don Gesualdo. — Io non guardo ai [...]
[...] all'ospedale!... Ora che si sono messi in testa ch'io sia ricco, ciascuno se ne giova pei suoi fini... La prima volta però che s'arrischiò a fare [...]
[...] rispose burbero: — Allora perchè mi chiamate? Dovette anche pregarlo e scongiurarlo di continuare a fare il comodo suo, quantunque non giovasse a [...]
[...] nulla. La vigilia dell'Immacolata parve proprio che la povera Bianca volesse rendere l'anima a Dio. Il marito ch'era andato ad aspettare il medico [...]
[...] sulla scala gli disse subito: — Non mi piace, dottore! Stasera mia moglie non mi piace! 246 — Eh! ve ne accorgete soltanto adesso? A me è un pezzo [...]
[...] che non mi piace. Credevo che l'aveste capita. — Ma che non c'è rimedio, vossignoria? Fate tutto ciò che potete. Non guardate a spesa... I denari [...]
[...] solite porcherie che non giovavano a nulla, e se ne andò lasciando nei guai marito e moglie. La casa era diventata una spelonca. Tutti che vogavano [...]
[...] società per l'appalto dello stradone, tornati amici con don Gesualdo. Egli veniva ogni giorno insieme a tutta la famiglia, la baronessa [...]
[...] più presto del solito. — Per distrarre un po' don Gesualdo lo tirò nel vano del balcone, e cominciò a parlargli dei loro negozi. — Volete ridere [...]
[...] ha potuto pagarvi ancora i denari della prima donna?... C'è l'inferno a causa vostra con la moglie che non vuol pagare del suo!... I figliuoli sì [...]
[...] . Indi si alzò e andò a vedere se Bianca avesse bisogno di qualche cosa. Essa non aveva bisogno di nulla, guardando fisso con quegli occhi 247 [...]
[...] ' più calma... da che siam qui noi... Le figliuole a quelle parole guardarono tutte insieme, e approvarono col capo. Il barone s'accostò al letto lui [...]
[...] capisce!... udendo discorrere intorno a lei... Bisogna distrarla, tenerle un po' di conversazione... Per fortuna siete in buone mani. II dottore [...]
[...] figlio a togliersi dal collo il debito e don Gesualdo... Eh? Ho parlato or ora con vostro marito dei gran progetti che ha don Ninì pel capo [...]
[...] strinse nelle spalle. Sembrava che davvero non gliene importasse nulla di nulla adesso. Il barone a poco a poco andà calmandosi, in mezzo al coro dei [...]
[...] rivoluzione adesso l'ho in casa!... — Capisco, capisco... Ma infine, non mi pare... La baronessa, che parlava al bisogno, si rivolse a don Gesualdo [...]
[...] fino degli ammalati gravi. — No! no! Non c'è premura! — interruppe Zacco. Intanto donna Lavinia si era alzata per andare a prendere un bicchier [...]
[...] d'acqua. Come 249 si udì suonare il campanello dell'uscio voleva anche correre a vedere chi fosse. — Una Spada a due mani! — esclamò sottovoce il [...]
[...] viene a parlarvi di ciò che v'ho detto! Non ci avete un'altra uscita?... per non vederlo in faccia, quella bestia!... La sua famiglia toglieva [...]
[...] a mano armata nella camera. La povera inferma, smarrita in quel parapiglia, si lasciò sfuggire con un filo di voce: — Per l'amor di Dio... Non ne [...]
[...] posso più! — No... Non potete fame a meno, cugina mia!... Sono parenti anch'essi!... Vedrete che vengono apposta, onde approfittare dell'occasione [...]
[...] il barone. — Vuol dire che desidera parlarvi a quattr'occhi, don Ninì!... Allora noi non ci moviamo. Restiamo a far compagnia alla cugina [...]
[...] , intanto che voi fate gli affari vostri... Sentiremo poi cosa è venuto a dirvi quello sciocco! La serva aveva portato un lumicino nel salotto, e in quella [...]
[...] non tagliava sino a maggio. Donna Giuseppina invece s'era aggobbita, aveva il viso floscio e grinzoso nel cappuccio rotondo, i capelli di un [...]
[...] sorriso umile di chi viene a sollecitare un favore, mentre don Ninì cercava le parole, girando il cappellaccio fra le mani, con quella sciarpa sino al [...]
[...] don Gesualdo. Perchè dobbiamo farci la guerra fra di noi, dico io? a vantaggio altrui?... giacchè infine siamo parenti!... — Sicuro! — interruppe la [...]
[...] pensare agli affari adesso... — No, no, non voglio che ci pensiate... Appunto dicevo... dovreste rimettervene a una persona di fiducia... Salvo [...]
[...] l'interesse, ben inteso... Don Ninì a un tratto si fece scuro in viso, cacciandosi all'indietro, appuntandogli in faccia gli occhi sospettosi [...]
[...] : — Ditemi un po' vi fidate voi di Zacco? Eh? vi fidate? Don Gesualdo, malgrado il malumore che aveva in corpo, mosse la bocca a riso, come a dire che non [...]
[...] , lasciamo andare! Chiacchiera non macina al mulino... è parente anche lui!... Dunque torniamo a noi. Perchè ci facciamo la guerra? Perchè facciamo [...]
[...] suocera, la baronessa, finchè viveva lei... 251 — Scusate... Non c'entra... E che i denari servono, sapete... I miei denari li ho dati a vostro [...]
[...] marito. Don Ninì prese a scusarsi, dinanzi alla moglie. Certo... i denari se li era fatti prestare... in un momento che aveva persa la testa... Quando [...]
[...] ! — interruppe donna Giuseppina con un sorriso agro. — Le terre non si danno più in affitto! II comune le dà a censo... ai più poveri... Un bocconcino per [...]
[...] ciascuno... Saremo tutti possidenti nel paese, da qui a un po'!... Non lo sapete? Don Gesualdo drizzò le orecchie, mettendo da parte un momento i [...]
[...] appena don Gesualdo entrò nella stanza dell'inferma. — Son io che ho mandato a chiamarvi, — disse il barone col sorriso furbo. Ma lui non rispose [...]
[...] un momento come questo è vangelo, don Gesualdo! Ricordatevi bene! lo mi farei scrupolo a non darle retta, in parola d'onore!... — E donna [...]
[...] Giuseppina? Finta, maligna!... — aggiunse la Zacco. — Ha abbreviato i giorni della suocera! Non vede l'ora di levarsela dagli occhi! — Andate, andate a [...]
[...] sentire il resto. Qui ci siamo noi. Andateci pure, se no vi restano lì fino a domani! Don Ninì stava ancora seduto sul canapè, sbuffando dal caldo [...]
[...] , appuntando in faccia a questo e a quello gli occhi come due spilli, masticando un sorriso con la bocca nera. Caccia indietro del tutto il marito, e si [...]
[...] prese tutto per sè il cugino Motta. — Sì, il rimedio c'è!... c'è! — E stette un po' a guardarlo fisso per fare più colpo. Poscia, tenendo [...]
[...] stretta la borsa fra le mani gli si accostò con una mossa dei fianchi, in confidenza: — Si tratta di far prendere le terre a gente nostra... sottomano [...]
[...] ... — disse il barone. — No! no!... Lasciate che gli spieghi io... Le terre del comune devono darsi a censo, eh? a pezzi e a bocconi perchè ogni [...]
[...] ' di giudizio, anticipando a questo e a quello una piccola somma... Loro falliscono in capo all'anno, e noi ci pigliamo la terra in compenso del [...]
[...] di terra. Ci lasciano le ossa piuttosto! Don Gesualdo si alzò di botto, colle narici aperte, la faccia rianimata a un tratto, e si mise a [...]
[...] so di dove viene! — Ah! oh! capite? vedete?... — rispose il barone trionfante. — Prima di tutto bisogna tappare la bocca a Nanni l'Orbo... Col [...]
[...] giudizio... con un po' di denaro... senza far torto a nessuno, ben inteso!... La giustizia... — Voi che ci avete mano... Quello è un imbroglione, un [...]
[...] arruffapopolo... capace di aizzarci contro tutto il paese. Voi che ci avete mano dovreste chiudergli la bocca. Don Gesualdo tornò a sedersi [...]
[...] frenarsi. — Scusate, scusate, signori miei! — disse entrando. — Se disturbo... se avete da parlare in segreto... Me ne vo... — E si mise a sedere [...]
[...] predica: Giuseppina mia, dobbiamo andare a vedere come sta mia cugina... Gl'interessi sono una cosa, ma la parentela poi un'altra... — Dunque [...]
[...] Giuseppina tornò a discorrere del fermento che c'era in paese, della rivoluzione che minacciavano. II barone Zacco si agitò, facendo segno col capo a [...]
[...] ciascuno, che non fa male a nessuno!... Essa rideva così che le ballava il ventre dalla bile. — Ah??? — esclamò il barone pavonazzo in viso, e cogli [...]
[...] vuol dire che il mio non è più mio, e ciascuno 255 vuole la sua parte!... — Don Gesualdo, duro, scrollava il capo; badava a ripetere: — No! no! non [...]
[...] moglie, col sorriso amabile lei pure, tolse commiato. — Tanti saluti a donna Bianca... Non vogliamo disturbarla... Speriamo che la Madonna abbia a [...]
[...] Zacco. — E fingendo di cercare il cappello e la canna d'India s'accostò a don Gesualdo nel buio dell'anticamera. — Sentite... Fate male, in parola [...]
[...] d'onore! Quella a una proposta seria!... Fate male a non intendervi col barone Rubiera!... — No, non voglio impicci!... Ho tanti altri fastidi pel capo [...]
[...] , sollevandosi a stento sui gomiti tremanti, cogli omeri appuntati 256 che sembravano forare la camiciuola da notte. Poscia, appena le Zacco se ne [...]
[...] donne... Si son messe in testa di darvi moglie... come se fossi già morta. E col capo seguitava a far segno di sì, di sì, che non s'ingannava, col [...]
[...] mento aguzzo nell'ombra della gola infossata, mentr'egli, chino su di lei, le parlava come a una bimba, sorridendo, con gli occhi gonfi però. — Vi [...]
[...] mancava, quella voce che sembrava venire da lontano, gli occhi che si velavano a quando a quando di un'ombra. Aveva fatto anche uno sforzo per [...]
[...] voce mutata: — Più tardi... Vi dirò poi... Ora non posso... II Adesso tutto andava a rotta di collo per don Gesualdo; la casa in disordine; la [...]
[...] sapendo dove dar di capo, pensò agli amici antichi, quelli che si ricordano nel bisogno, e mandò a chiamare Diodata per dare una mano. Venne invece [...]
[...] il marito di lei, sospettoso, guardandosi intorno, badando do- ve metteva i piedi, sputacchiando di qua e di là: — Quanto a me... anche la mia pelle [...]
[...] compenso. Gli toccava chiudere gli occhi e chinare il capo. Nanni l'Orbo, tutto contento del negozio che aveva fatto, conchiuse: — Quanto a noi siete [...]
[...] padrone anche della nostra pelle, don Gesualdo. Comandateci pure, di notte e di giorno. Vo a pigliare mia moglie e ve la porto. Ma Bianca soffriva [...]
[...] adesso di un altro male. Non voleva vedersi Diodata per casa. Non pigliava nulla dalle sue mani. — No!... tu, no!... Vattene via! Che sei venuta a [...]
[...] fare, tu? — Irritavasi contro quegli affamati che venivano a mangiare alle sue spalle. Come s'affezionasse anche alla roba, in quel punto; come si [...]
[...] risvegliasse in lei un rancore antico, una gelosia del marito che volevano rubarle, quella cattiva gente venuta apposta a chiuderle gli occhi, a [...]
[...] un papa in casa di don Gesualdo. Mangiava e beveva. Veniva ogni giorno a empirsi la pancia. Diodata badava a quel che c'era da fare, e lui [...]
[...] correva in piazza a spassarsela, a confabulare cogli amici, a dir che ci voleva questo e si doveva far quell'altro, a difendere la causa della povera [...]
[...] attaccò una gran discussione su quest'argomento con Canali, e andò a finire a pugni, adesso che non era piu il tempo delle prepotenze e ognuno diceva [...]
[...] le sue ragioni. II giorno dopo mastro Titta era andato da Canali a radergli la Barba, allorchè 260 suonarono il campanello e Canali andò a vedere [...]
[...] nell'anticamera con Gerbido, una faccia tutti e due da far tendere l'orecchio a chiunque. Canali diceva a Gerbido: — Ma ti fidi poi? — E Gerbido rispose [...]
[...] : — Oh!!! — Nient'altro. Canali tornò a farsi la barba, tranquillo come nulla fosse, e mastro Titta non ci pensò più. Soltanto la sera, non sapeva [...]
[...] affrettata a casa prima che suonasse l'avemaria. Più in là incontrando Nanni l'Orbo, che stava da quelle parti, il cuore gli disse che Gerbido [...]
[...] aspettasse appunto lui. — Che fate a quest'ora fuori, compare Nanni? — gli disse mastro Titta. — Venitevene a casa piuttosto, che faremo la strada [...]
[...] insieme... — No, mastro Titta, devo passare qui dal tabaccaio, e poi vo un momento a vedere Diodata, che è ad assistere la moglie di don Gesualdo [...]
[...] . — Fatemi questo piacere, compare Nanni! Venite a casa piuttosto! Il tabacco ve lo darò io, e da vostra moglie ci andrete domani. Non son tempi [...]
[...] d'andare per le strade a quest'ora!... Credete a me!... L'altro la voltava in burla; diceva di non aver paura lui, che gli rubassero i denari che non [...]
[...] requie da anni ed anni, e gli avevano fatto incanutire i capelli con quella lite. Anche Speranza ci si era ridotta simile a una strega; ci s'era [...]
[...] buono soltanto per portarsi la pancia a spasso nel paese, lui — e lo stesso Santo, allorchè aveva bisogno di denari, voltava casacca e si metteva [...]
[...] dalla parte di Gesualdo, a sputare contro di lei gli stessi improperi che aveva diretto al fratello: una banderuola che girava a seconda del vento [...]
[...] che ciascuno gli diceva la sua, e chi poteva gli tirava la sassata. Come sapevasi che sua moglie stava peggio, il marchese Limòli era venuto a [...]
[...] visitare la nipote, e ci aveva condotto pure don Ferdinando, tutti e due a braccetto, sorreggendosi a vicenda. — La morte e l'ignorante [...]
[...] , — osservavano quanti li incontravano a quell'ora per le strade, col fermento che c'era nel paese; e si facevano la croce vedendo ancora al mondo don [...]
[...] Ferdinando, con quella palandrana che non teneva piu insieme. I due vecchi s'erano messi a sedere dinanzi al letto, col mento sul bastone, mentre don [...]
[...] ora quell'altro, poveretta, con quegli occhi che volevano far festa a tutti quanti, allorchè s'udì un vocìo per la strada, gente che correva [...]
[...] , aprite! Correte, subito! Andate a vedere, che vostro marito si è presa una schioppettata!... lì, nella farmacia!... 262 Diodata corse così come si [...]
[...] trovava, a testa scoperta, urlando per le strade. In un momento la casa di don Gesualdo fu tutta sottosopra. Venne anche il barone Zacco, sospettoso [...]
[...] ... Intanto sopraggiungeva dell'altra gente. Zacco allora andava a vedere chi fosse, socchiudendo I'uscio dell'anticamera. Ogni momento si udiva sbattere [...]
[...] il portone, tanti scossoni per la povera ammalata. A un certo punto Zacco venne a dire, tutto stravolto: — A Palermo c'è un casa del diavolo... La [...]
[...] rivoluzione... Vogliono farla anche qui... Quel briccone di Nanni l'Orbo doveva farsi ammazzare giusto adesso!... Don Gesualdo continuava a [...]
[...] baronessa andava a parlare ogni momento sottovoce col marito. Donna Lavinia s'impadroni delle chiavi. A quella vista don Gesualdo si sbiancò in viso. Non [...]
[...] sonno, stavano zitte, sedute nella stanza accanto a quella dov'era l'ammalata. Verso mezzanotte, come la poveretta s'era chetata a poco a poco, don [...]
[...] Gesualdo voleva mandarli a riposare. — No, — disse il barone, — non vi lasceremo solo questa notte. Allora don Gesualdo non fiatò più, giacchè non [...]
[...] c'era più speranza. Si mise a passeggiare in lungo e in largo, a capo chino, colle mani dietro la schiena. Di tanto in tanto si chinava sul letto [...]
[...] della moglie. Poi tornava a passeggiare nella stanza vicina, borbottava fra di sè, scrollava il capo, si stringeva nelle spalle. Infine si rivolse a [...]
[...] Zacco, colla voce piena di lagrime: — Io direi di mandare a chiamare i suoi parenti... eh? don Ferdinando... Che ne dite voi? Zacco fece una [...]
[...] smorfia. — I suoi parenti?... Ah, va bene... Come volete... Domani... a giorno fatto... Ma il pover'uomo non seppe più frenarsi, le parole gli cuocevano [...]
[...] cuore. Ci ha rubato la figlia e la dote, quell'assassino! E continua a sfogarsi così per un pezzo colla moglie di Zacco, che era mamma anche lei [...]
[...] , e accennava di sì, sforzandosi di tenere aperti gli occhi 264 che le si chiudevano da soli. Egli, che non sentiva nè il sonno nè nulla, tornava a [...]
[...] di calmarlo. — Prudenza, prudenza! Questi son tempi che ci vuol prudenza, caro amico. Di lì a un po' si udì bussare di nuovo al portone. Don [...]
[...] Gesualdo corse in persona ad aprire, credendo che fosse il medico o qualchedun altro di tutti coloro che aveva mandato a chiamare. Invece si trovò di [...]
[...] faccia il canonico Lupi, vestito di corto, con un cappellaccio a cencio, e il baronello Rubiera che se ne stava in disparte. — Scusate, don [...]
[...] della Carboneria? — saltò su don Gesualdo infuriato. — Vi ringrazio tanto, canonico! Non ne fo più di rivoluzioni! Bel guadagno che ci abbiamo fatto a [...]
[...] ... Allora... va bene... Ma adesso non ho più motivo di fare il comodo di coloro che non hanno e non posseggono... — E allora ve Ia fanno a voi [...]
[...] occhio... Dicono che siete peggio degli altri, ora che avete dei denari. Questo è il tempo di spenderli, i denari, se volete salvar la pelle! A [...]
[...] sapevo nulla. Non credevo che fossimo già a questo punto... Giacchè erano lì non potevano fare a meno di salire un momento a veder donna Bianca, lui [...]
[...] cenno col capo a don Gesualdo, come a dirgli di sì, ch'era ora. — Io me ne vo, — disse don Ninì rimettendosi ii cappello. — Scusatemi tanto, io non ci [...]
[...] confessore. Donna Agrippina allora li mise fuori tutti quanti. Don Gesualdo, dietro a quell'uscio chiuso, si sentiva un gruppo alla gola, quasi gli [...]
[...] ogni giorno alla commedia, eh, don Ferdinando!... Anche la morte s'è scordata che ci siamo al mondo noi!... Don Ferdinando stava a sentire, istupidito [...]
[...] il barone Mèndola, col fiato ai denti, cominciando dallo scusarsi a voce alta: 267 — Mi dispiace... Non ne sapevo nulla... Non credevo... — Poi [...]
[...] , vedendosi intorno quei visi e quel silenzio, abbassò la voce e andò a finire il discorso in un angolo, all'orecchio del barone Zacco. Costui tornava [...]
[...] a parlare della nottata che avevano persa: le sue ragazze senza chiudere occhio, Lavinia che non si reggeva in piedi. Don Gesualdo guardava è [...]
[...] comò, con la tovaglia damascata e i candelieri d'argento. A che gli giovava adesso avere i candelieri d'argento? Don Ferdinando andava toccando [...]
[...] quel momento, e si mise a piangere e a singhiozzare. Piangevano tutti quanti. In quell'istante fece capolino dall'uscio donna Sarina Cirmena [...]
[...] , scalmanata, col manto alla rovescia, esitante, guardando intorno per vedere come l'avrebbero accolta, cominciando diggià a fregarsi gli occhi col [...]
[...] cessato, e arrivò a balbettare qualche parola. Ma aveva una voce che s'udiva appena. 268 — Vedete? — disse donna Agrippina. — Vedete, ora che si è [...]
[...] non sia venuta... duchessa o no!... Mamme ne abbiamo una sola!... Se bisognava fare tante storie per arrivare a questo bel risultato... un porco [...]
[...] !... un infame!... un assassino! — seguitò a brontolarare don Gesualdo, stralunato, colle labbra strette, gli occhi accesi che pareva lui pazzo. — Eh [...]
[...] cosa. L'altro scosse il testone arruffato e gonfio due o tre volte. La baronessa approfittò del buon momento per indurre don Gesualdo a pigliare un [...]
[...] dimostrazione. Il procaccia delle lettere ha portato la notizia che a Palermo l'hanno già fatta... e anche in tutti i paesi lungo la strada [...]
[...] . Sicchè sarebbe una porcheria a non farla anche qui da noi... Infine cosa può costare? La banda, quattro palmi di mussolina... Guardate!... guardate [...]
[...] !... Dalla via del Rosario spuntava una bandiera tricolore in cima a una canna, e dietro una fiumana di gente che vociava e agitava braccia e cappelli [...]
[...] c'era! Don Gesualdo rimase colla chicchera in mano. S'udì in quel punto una forte scampanellata all'uscio, e Zacco corse a vedere. Dopo un momento [...]
[...] sporse il capo dall'uscio dell'anticamera, e chiamò a voce alta: — Marchese! Marchese Limòli! Rimasero a discutere sottovoce nell'altra stanza [...]
[...] !... abbasso!... morte!... Don Gesualdo, accasciato sulla seggiola, colla chicchera in mano, seguitava a scrollare il capo, a stringersi nelle [...]
[...] la vostra roba! — esclamò infine il Barone Zacco fuori dei gangheri. Il marchese si mise a ridere dicendo: — Padroni! padronissimi! - In quel [...]
[...] a passeggiare innanzi e indietro, fuori di sè, picchiando le mani l'una sull'altra e ripetendo: — S'è fatta la festa!... s'è fatta! III [...]
[...] , malaticcia com'era anch'essa, giusto alla vigilia di mettersi in viaggio per andare a vedere sua madre!... Terminava chiedendo per lei qualche [...]
[...] dicendo: — Mi pare che il signor duca sia ridotto a cercare la luna nel pozzo, mi pare! La povera morta se n'era andata alla sepoltura in fretta [...]
[...] , fra quattro ceri, 272 nel subbuglio della gente ammutinata che voleva questo, e voleva quell'altro, stando in piazza dalla mattina alla sera, a [...]
[...] grosso alfine, con una penna nera nel cappello e un camiciotto di velluto che sembrava un bambino, a quell'età, passeggiava su e giù per la piazza [...]
[...] , guardando di qua e di là come a dire alla gente: — Ehi! badate a voi adesso! — Don Luca, portando la croce dinanzi alla tiara, ammiccava [...]
[...] che aveva i magazzini pieni di roba, e mandava ancora l'usciere in giro per raccogliere il debito degli altri. — A strillare più forte erano i [...]
[...] debitori che s'erano mangiato il grano in erba prima della messe. Gli rinfacciavano pure di essere il più tenace a non voler che gli altri si [...]
[...] chiamare un medico da Palermo! Una Trao! Una che l'aveva messo all'onore del mondo! A che l'era giovato essere tanto ricca? — II canonico si lasciava [...]
[...] sbigottimento, erano diventati tutti una famiglia. Adesso i signori erano infervorati a difendere la libertà preti e frati col crocifisso sul petto [...]
[...] , nemico del suo paese, adesso che ci s'era ingrassato, lagnandosi continuamente che venivano a pelarlo ogni giorno, la commissione per i poveri, il [...]
[...] Dio arriva, tosto o tardi. Intanto i villani e gli affamati che stavano in piazza dalla mattina alla sera, a bocca aperta, aspettando la manna che [...]
[...] non veniva, si scaldavano il capo a vicenda, discorrendo delle soperchierie patite, delle invernate di stenti, mentre c'era della gente che aveva [...]
[...] voleva fare la pace con tutti quanti, e dei guai ne aveva anche troppi. Giacalone, a cui don Gesualdo aveva fatto pignorar la mula pel debito del [...]
[...] uccidere a tradimento, per tappargli la bocca... Si sapeva da dove era partito il colpo! Mastro Titta aveva riconosciuto Gerbido, l'antico garzone [...]
[...] di don Gesualdo, mentre fuggiva celandosi il viso nel fazzoletto. Cosi tornò a galla la storia di Nanni l'Orbo il quale s'era accollata la ganza di [...]
[...] don Gesualdo coi figliuoli, dei poveri trovatelli che andavano a zappare nei campi del genitore per guadagnarsi il pane, e gli baciavano le mani [...]
[...] per giunta, come quella bestia di Diodata che a chi gli dava un calcio rispondeva grazie. Dai e dai erano arrivati a scatenargli contro anche loro [...]
[...] Gesualdo si vide comparire a quell'ora Nunzio, il più ardito. — Il nome del nonno, sì glielo aveva dato; ma la roba no! — Per poco non [...]
[...] , ubbriaco fradicio, pretendeva il fatto suo lì su due piedi, e gliene disse di tutte le specie, a lei e a lui. Lo zio Santo, che s'era accomodato [...]
[...] col fratello, dopo la morte della cognata, aiutandolo a passar l'angustia, mangiando e bevendo alla sua barba, afferrò la stanga per metter pace [...]
[...] . Il povero don Gesualdo andò a coricarsi più morto che vivo. 275 In mezzo a tanti dispiaceri s'era ammalato davvero. Gli avvelenavano il sangue [...]
[...] figliuoli sulle spalle, cinque bocche da sfamare, e la moglie sei. Mastro Titta, quand'era venuto a cavargli sangue, gli canto il resto, colla lancetta [...]
[...] in aria: — Vedete? Se non mettono giudizio, certuni, va a finir male, stavolta! La gente non ne può più! Sono quarant'anni che levo pelo e cavo [...]
[...] diceva pure che doveva averci il suo interesse a fargli l'amico, qualche disegno in testa. Veniva a trovarlo sera e mattina, gli conduceva la [...]
[...] apposta, per far decotti. — Lavinia è un diavolo, per tener d'occhio una casa. — Lasciate fare a Lavinia che sa dove metter le mani. — Dall'altro [...]
[...] resto, non avete bisogno di nulla, ora che ci abbiamo qui la mia ragazza. 276 Lui stesso si faceva in quattro a disporre e a ordinare nella casa del [...]
[...] cugino don Gesualdo, a ficcare il naso in tutti i suoi affari, a correre su e giù con le chiavi dei magazzini e della cantina. Gli consigliava [...]
[...] pure di mettere a frutto il denaro contante, se ce ne aveva in serbo, caso mai le faccende s'imbrogliassero peggio. - Datelo a mutuo, col suo bravo [...]
[...] atto dinanzi notaio... un po' per uno, a tutti coloro che gridano più forte perchè non hanno nulla da perdere, e minacciano adesso di scassinarvi i [...]
[...] magazzini e bruciarvi la casa. Taceranno, per adesso. Poi, se arrivano a pigliarsi le terre del comune, voi ci mettete subito una bella ipoteca. Le [...]
[...] cose non possono andare sempre a questo modo. I tempi torneranno a cambiare, e voi ci avrete messo sopra le unghie a tempo. Ma lui non voleva [...]
[...] sentir parlare di denaro. Diceva che non ne aveva, che suo genero l'aveva rovinato, che preferiva riceverli a schioppettate, quelli che venivano a [...]
[...] bruciargli la casa o a scassinargli i magazzini. Era diventato una bestia feroce, verde dalla bile, la malattia stessa gli dava alla testa. Minacciava [...]
[...] : — Ah! La mia roba? Voglio vederli! Dopo quarant'anni che ci ho messo a farla... un tarì dopo l'altro!... Piuttosto cavatemi fuori il fegato e [...]
[...] tutto il resto in una volta, chè li ho fradici dai dispiaceri... A schioppettate! Voglio ammazzarne prima una dozzina! A chi ti vuol togliere Ia roba [...]
[...] l'avevano abbandonato, onde non esser visti di cattivo occhio. E Zacco correva davvero un brutto rischio continuando ad andare da lui e a condurgli [...]
[...] non si veniva a una conclusione con quel- l'uomo, lasciò scoppiare la bomba, un giorno che don Gesualdo s'era appisolato sul canapè, giallo come un [...]
[...] morto, e la sua ragazza gli faceva da infermiera, messa a guardia accanto alla finestra. — Scusatemi, cugino! Sono madre, e non posso più tacere [...]
[...] ... e ditemi chiaro la vostra intenzione... Quanto a me ci avrei tanto piacere... ed anche il barone mio marito... Ma bisogna parlarci chiaro... Il [...]
[...] che ci sta a far qui Ia mia Lavinia? Una zitella! Siete vedovo finalmente, e gli anni del giudizio li dovete anche avere, per pigliare una [...]
[...] risoluzione, e sapere quel che volete fare! — Niente. Io non voglio far niente. Voglio stare in pace, se mi ci lasciano stare... — Ah? Cosi? Stateci pure a [...]
[...] galera, quella baracca! La povera cugina Bianca ci aveva lasciato le ossa col mal sottile! - Zacco la sera stessa andò a far visita al barone Rubiera [...]
[...] , invece di annoiarsi con quel villano di mastro-don Gesualdo che passava la sera a lamentarsi, tenendosi la pancia, all'oscuro, per risparmiare il [...]
[...] lume. — Mi volete, eh? cugino Rubiera... donna Giuseppina... Don Ninì era uscito per assistere a certo conciliabolo in cui si trattavano affari [...]
[...] cugino Zacco si mise a piangere di tenerezza, rimbambita: delle lagrime grosse e silenziose che si gonfiavano a poco a poco negli occhi torbidi, e [...]
[...] credere a quello che dice! Ci vuole una pazienza da santi a durarla con lei!... — La suocera adesso spalancava gli occhi, guardandola atterrita [...]
[...] purgatorio in terra, per andarvene diritto in paradiso. Indi giunse don Ninì a prendere le chiavi della cantina. Trovando il cugino fece un certo [...]
[...] accompagnava cogli occhi, senza poter pronunziare una parola, sforzandosi più che potesse di girare il capo a ogni passo che faceva il figliuolo, con [...]
[...] delle chiazze di sangue guasto che le ribollivano a un tratto nel viso cadaverico. Zacco allora cominciò a snocciolare il rosario contro di mastro [...]
[...] ... in mezzo a tutti i suoi nemici... Non fosse altro per carita cristiana... Ma via! è troppo... Neanche i suoi parenti possono tollerarlo [...]
[...] , quell'uomo! Figuratevi! neanche quello stolido di don Ferdinando!... Si contenta di non uscire più di casa pur di non essere costretto a mettere il [...]
[...] vestito nuovo che gli ha mandato a regalare il cognato... Sin che campa, avete inteso? Quello a un uomo di carattere! Infine sono stanco, avete capito [...]
[...] ? — Ah!... ve l'avevo detto io! Vediamo, via, in coscienza! Cosa era mastro-don Gesualdo vent'anni fa?... Ora ci mette i piedi sul collo, a noialtri [...]
[...] che aveva errato, a fin di bene, per impedirgli di far dell'altro male, e cercare di cavarne quel poco di buono che si poteva. Una volta, in vita [...]
[...] : — Lasciatelo parlare. è lui che deve dire ciò che vuole adesso da noi... quel ch'è venuto a fare... — Bene! — conchiuse Zacco con una risata [...]
[...] bonaria. — Son venuto a fare il Figliuol Prodigo, via! Siete contenti? Donna Giuseppina era contenta a bocca stretta. Suo marito guardò prima lei [...]
[...] le strade. Ci avete appunto in mano le chiavi della cantina per tenerli allegri. Badate che non ho peli sulla lingua, se a qualcuno salta in mente [...]
[...] di venire a seccarmi sotto le mie finestre. Ci ho molta roba anch'io nello stomaco, e non voglio aver dei nemici a credenza, come mastro-don [...]
[...] Gesualdo!... Marito e moglie si guardarono negli occhi. — Son padre di famiglia! — tornò a dire il barone. — Devo difendere i miei interessi [...]
[...] ... Scusate... Se giochiamo a darci il gambetto fra di noi!... Donna Giuseppina prese la parola lei, scandolezzata: — Ma che discorsi son questi [...]
[...] moglie: — Venite in teatro questa sera, per la cantata dell'inno. Fatevi vedere insieme a noialtri. Ci sarà anche il canonico. Dice che non fa [...]
[...] in aria le chiavi della cantina. La vecchia, che non aveva perduto una parola di tutto il discorso, sebbene nessuno badasse a lei, si mise a [...]
[...] figliuolo la sgridavano a un tempo; lei cercava di urlar più forte, agitando la testa 280 furibonda. Accorse anche Rosaria, col ventre enorme, le mani [...]
[...] era venuta apposta da Modica, a spese del comune, per declamare l'inno di Pio Nono ed altre poesie d'occasione. Al vederla vestita alla greca, con [...]
[...] tutta quella grazia di Dio addosso, prosit a lei, don Ninì Rubiera, nella commozione generale, si sentiva venire le lagrime agli occhi, e [...]
[...] rimasti fuori, che spingevano senza poter entrare, partirono finalmente a strillare viva e morte per conto proprio; e quanti erano in teatro, al [...]
[...] baccano, uscirono in piazza, lasciando la prima donna e il signor Pallante a sbracciarsi da soli, colle bandiere in mano. In un momento si riunì una [...]
[...] minacciosi. Don Nicolino Margarone, Zacco, Mommino Neri, tutti i bene intenzionati, si sgolavano a chiamare «fuori i lumi!» per vederci chiaro, e che [...]
[...] non nascessero dei guai. La folla durò un pezzo a vociare di qua e di là. Indi si rovescio come un torrente giù per la via di San Giovanni [...]
[...] . Dinanzi alI'osteria di Pecu-Pecu c'era un panchettino con dei tegami di roba fritta che andò a catafascio — petronciani e pomidoro sotto i piedi. Santo [...]
[...] Motta, che stava li di casa e bottega, strillava come un ossesso, vedendo andare a male tutta quella roba. — Bestie! animali! Che non ne mangiate [...]
[...] sul campanile e suonava a distesa. Le grida e lo scampanlo giungevano sino all'Alia, sino a Monte Lauro, come delle folate di uragano. Dei lumi si [...]
[...] vedevano correre nel paese alto, — un finimondo. A un tratto, quasi fosse corsa una parola d'ordine, la folla s'avviò tumultuando verso il Fosso [...]
[...] , dietro coloro che sembravano i caporioni. Mèndola, don Nicolino, lo stesso canonico Lupi che s'era cacciato nella baraonda a fin di bene [...]
[...] , strillavano inutilmente: — Ferma! ferma! — II barone Zacco, non avendo più le gambe di prima, faceva piovere delle legnate, a chi piglia piglia, per far [...]
[...] intender ragione agli orbi. — Ehi? Che facciamo?... Adagio, signori miei!... Non cominciamo a far porcherie! In queste cose si sa dove si comincia [...]
[...] e non si sa... Come molti avevano messo orecchio al discorso di sfondar usci e far la festa a tutti i santi, la marmaglia ora pigiavasi dinanzi ai [...]
[...] accapponare la pelle. Santo Motta malconcio e insanguinato, rotolandosi per terra, riescì a far fare un po' di largo dinanzi all'uscio del [...]
[...] i due bastardi di Diodata ch'erano nella calca, schiamazzando: — ... don Gesualdo!... se c'è giustizia!... abbandonati in mezzo a una strada [...]
[...] !... se ne lagna anche Domeneddio!... andare a fare i conti con lui!... Dalla piazza di Santa Maria di Gesù, dalle prime case di San Sebastiano, i vicini [...]
[...] - cese e stravolte che apparivano confusamente al lume delle torce a vento. Usci e finestre si chiudevano con fracasso. Si udivano da lontano [...]
[...] corsa a prevenirlo: Badate, don Gesualdo! Ce l'hanno con voi perchè siete borbonico. Chiudetevi in casa! — Lui, che aveva tanti altri guai, s'era [...]
[...] stomaco, infilandosi i calzoni a casaccio, mettendo da parte i suoi malanni, a quella voce che gli gridava: — Don Gesualdo!... presto!... scappate [...]
[...] !... Una voce che non l'avrebbe dimenticata in mille anni! Arruffato, scamiciato, cogli occhi che luccicavano, simili a quelli di un gatto [...]
[...] inferocito, nella faccia verde di bile, andava e veniva per la stanza, cercando pistole e coltellacci, risoluto a vender cara la pelle almeno. Mastro [...]
[...] Nardo e quei pochi di casa che gli erano rimasti affezionati pel bisogno si raccomandavano l'anima a Dio. Finalmente il barone Mèndola riesci a farsi [...]
[...] . — Tirate ad ammazzarmi, per giunta? Questa è la ricompensa? L'altro non voleva sentir ragione. Tremava tutto dalla collera. — Ah! così? A [...]
[...] , sudavano a persuaderlo, vociando tutti insieme: — Che volete fare? Contro un paese intero? Siete impazzito? Bruceranno ogni cosa! Cominciano di qua la [...]
[...] le mani in tasca per forza!... Giacchè mi pagano a questo modo!... Ho fatto del bene... Ho dato da campare a tutto il paese... Ora gli fo mangiar [...]
[...] buttò addosso senza badare al rischio, spingendolo e sbatacchiandolo di qua e di là, finchè arrivò a strappargli di mano lo schioppo. — Che diavolo [...]
[...] meritate! Volete far mettere il paese intero a sacco e fuoco? Non m'importa di voi, 285 bestia che siete! Ma certe cose non bisogna lasciarle [...]
[...] incominciare neppure per ischerzo, capite? Neppure a un nemico mortale! Se coloro che sinora si sfogano a gridare, pigliano gusto anche a metter mano [...]
[...] l'ingratitudine; lo stordivano. II barone Zacco arrivò a passargli un braccio al collo, in confidenza, confessandogli all'orecchio ch'era con lui [...]
[...] barone Rubiera, don Nicolino, il figlio di Neri, si sbracciavano a calmare i più riottosi. — Signori miei... Avete ragione... Si farà tutto quello [...]
[...] a una donna la quale strillava e supplicava: — Nunzio! Gesualdo! Figliuoli miei!... Che vi fanno fare?... Nunzio... Ah Madonna Santa!... Era [...]
[...] Diodata, la quale aveva sentito dire che i suoi ragazzi erano nella baraonda, a gridare viva e morte contro don Gesualdo anche loro, ed era corsa [...]
[...] colle mani nei capelli. — Madonna santa! che vi fanno fare!... — Zacco e mastro Nardo portarono giù intanto dei barili pieni, e aiutavano a metter [...]
[...] pace mescendo da bere a chi ne voleva, mentre il canonico di lassù precava: — Domani! Tornate domani, chi ha bisogno... Adesso non c'è nessuno in casa [...]
[...] ... Don Gesualdo a fuori, in campagna... ma col cuore a anch'esso qui, con noialtri... per aiutarvi... Sicuro... Ciascuno ha da avere il suo pezzo [...]
[...] vossignoria aggiustate ogni cosa a spese mie, canonico! — Volete star zitto! Volete farmi fare la figura di bugiardo?... Se ho detto che non ci [...]
[...] siete, per salvarvi la pelle... Don Gesualdo tornò a ribellarsi: — Perchè? Che ho fatto? Io sono in casa mia!... — Avete fatto che siete ricco come un [...]
[...] piangere gli lasciavano. Finchè lo indussero a scappare dalla parte del vicoletto. Mèndola corse a bussare all'uscio dello zio Limòli. Al baccano, il [...]
[...] marchese, oramai sordo come una talpa, s'era buttato un ferraiuolo sulle spalle, e stava a vedere dietro l'invetriata del balcone, in camicia, collo [...]
[...] scaldino in mano e i piedi nudi nelle ciabatte, quando gli capita quella nespola fra capo e collo. Ci volle del bello e del Buono a fargli capire [...]
[...] ciò che volevano da lui a quell'ora, mastro-don Gesualdo più morto che vivo, gli altri che gli urlavano nell'orecchio, uno dopo l'altro: — Vogliono [...]
[...] fargli la festa... a vostro nipote don Gesualdo... Bisogna nasconderlo... Egli ammiccava, colle palpebre floscie e cascanti, accennando di sì [...]
[...] , mentre abbozzava un sorriso malizioso. — Ah?... la festa?... a don Gesualdo?... è giusto! è venuto il vostro tempo, caro mio... Siete il campione [...]
[...] denarosi; ma lì non sarebbero venuti a cercarne dei denari. Il vecchio accennava di no anche lui, guardando intorno, con quel sorrisetto agro sulla [...]
[...] dove soleva accendere il lume. E in quel sudiciume il marchese ci stava come un principe, sputando in faccia a tutti quanti le sue miserie [...]
[...] piedi, mentre il marchese continuava a brontolare: — Guardate cosa ci capita! Ne ho viste tante! Ma questa qui non me l'aspettavo... Pure gli offrì [...]
[...] di dividere con lui la scodella di latte in cui aveva messo a inzuppare delle croste di pane. — Son tornato a balia, vedete. Non ho altro da [...]
[...] offrirvi a cena. La carne non è più pei miei denti, nè per la mia borsa... Voi sarete avvezzo a ben altro, amico mio... Che volete farci? II mondo gira [...]
[...] ! e vogliono stanarvi anche di qua per costringervi a mantenere ciò che ha promesso il canonico... Ciolla in persona... l'ho visto laggiù a far [...]
[...] sbuffando, gridando ch'era meglio finirla, che correva giu a dargliela lui, la promessa, al Ciolla! E giacchè lo cercavano, era lì, pronto a [...]
[...] riceverli!... — Certo, certo, — ripeteva il marchese. — Se vi cercano vuol dire che 288 hanno bisogno di voi. Di me non vengono a cercare sicuro! Vogliono [...]
[...] farvi gridare viva e morte insieme a loro? E voi andateci! Viva voi che avete da farli gridare! — No! So io quello che vogliono! — ribattè don [...]
[...] aspettare la manna dal cielo: — M'avete messo in un bell'imbroglio, voi, don Gesualdo! A quell'uscita del canonico successe un altro battibecco fra [...]
[...] , dinanzi a quelle facce scomunicate! II marchese si divertiva: — Senti senti! Guarda guarda! — Insomma, — conchiuse Mendola, — queste son chiacchiere [...]
[...] , e bisogna pigliar tempo. Intanto voi levatevi di mezzo, causa causarum! In fondo a una cisterna, in un buco, dove diavolo volete, ma non è la [...]
[...] maniera di compromettere tanti padri di famiglia, per causa vostra! — In casa Trao! — suggeri il canonico. — Vostro cognato vi accoglierà a braccia [...]
[...] aperte. Nessuno sa che c'è ancora lui al mondo, e non verranno a cercarvi sin lì. — Il marchese approve anch'esso: — Benissimo. è una bella [...]
[...] vado a chiamarvi Ciolla e tutti quanti, se volete!... Don Gesualdo era ridotto in uno stato che di lui ne facevano quel che volevano. A due ore di [...]
[...] notte, per certe stradicciuole fuori mano, andarono a svegliare Grazia che aveva la chiave del portone, e al buio, tentoni, arrivarono sino [...]
[...] rispose. Poi si udì frugare nel buio. E a un tratto don Ferdinando si chiuse dentro col paletto, e si mise ad ammonticchiare sedie e tavolini [...]
[...] dietro continuando a strillare spaventato: 289 - Grazia! Grazia! — Corpo del diavolo! — esclamò Mendola. — Qui si fa peggio! Quella bestia farà [...]
[...] più in piedi, pallido e disfatto, proruppe in tono disperato: — Io voglio tornarmene a casa mia!... a qualunque costo... Sono risoluto [...]
[...] per tutto. Andava a cacciare il naso nell'andito oscuro, dietro l'usciolino. Trovava belle barzellette, ricordando le vecchie storie. Quanti casi [...]
[...] agli amici, per divertirli. Si buttò a giacere sul letto, e rimase solo al buio coi suoi malanni, soffocando i lamenti, mandando giù le amarezze [...]
[...] stia! A giorno tornò Grazia per aiutare un po', sfinita, ansando se smuoveva una seggiola, fermandosi ogni momento per piantarsi dinanzi a lui colle [...]
[...] che mettevano ogni cosa a soqquadro. Poi sopraggiunse Speranza strepitando che voleva vedere suo fratello, quasi egli stesse per rendere l'anima a [...]
[...] a rumore tutto il vicinato. Don Gesualdo lasciò il letto sbuffando. Non lo avrebbero tenuto le catene. — Voglio tornare a casa mia! Che ci sto a [...]
[...] fare qui? Tanto, lo sanno tutti!... A gran stento lo indussero ad aspettare la sera. E dopo l'avemaria, quatti quatti, burgio e tutti i parenti [...]
[...] l'accompagnarono a casa. Speranza volle restare a guardia del fratello, giacchè trovavasi tanto malato, e per miracolo quella notte non gli avevano [...]
[...] messo ogni cosa a sacco e ruba. — Non vuol dire se siamo in lite. Al bisogno si vede il cuore della gente. Gli interessi sono una cosa, e l'amore [...]
[...] a un'altra. Abbiamo litigato, litigheremo sino al giorno del Giudizio, ma siamo figli dello stesso sangue! — Protestò che l'avrebbe tenuto meglio [...]
[...] : — Questo è il sangue vostro! Questi non vi tradiscono! — Lui, combattuto, stanco, avvilito, non ebbe neanche la forza di ribellarsi. Così, a poco [...]
[...] a poco, gli si misero tutti quanti alle costole. I nipoti scorazzando per la casa e pei poderi, spadroneggiando, cacciando le mani da per tutto [...]
[...] . La sorella, colle chiavi alla cintola, frugando, rovistando, mandando 291 il marito di qua e di là, pei rimedi, e a coglier erbe medicinali. Come [...]
[...] massalo Fortunato si lagnava di non aver più le gambe di vent'anni per affacchinarsi a quel modo, essa lo sgridava: — Che volete? Non lo fate per [...]
[...] risma. Una volta che Vito Orlando pretese di venire a fare una sbravazzata, colla pistola in tasca, per liquidare certi conti con don Gesualdo, essa [...]
[...] non era tornato a fare il generoso colla roba altrui, ora che Ciolla e i più facinorosi erano partiti a cercar fortuna in città, con bandiere e [...]
[...] ! — sbraitava comare Speranza. — E questo va bene. Ma se torna a fare il camorrista, qui da noi, lo ricevo come va... tal quale Vito Orlando [...]
[...] ! Intanto la casa di don Gesualdo era messa a sacco e ruba egualmente. Vino, olio, formaggio, pezze di tela anche, sparivano in un batter d'occhio [...]
[...] . Dalla Canziria e da Mangalavite giungevano fattori e mezzadri a reclamare contro i figliuoli di massaro Fortunato Burgio che comandavano a bacchetta [...]
[...] Luca volle provare colle sue mani. Non giovava nulla. L'infermo badava a ripetere: — Non ha niente... un po' di colica. Ho avuto dei dispiaceri [...]
[...] marito però va al sodo! Don Gesualdo non rispose. Ma di nascosto, rivolto verso il muro, si mise a piangere cheto cheto. Sembrava diventato un [...]
[...] bambino. Non si riconosceva più. Allorchè Diodata, sentendo ch'era tanto malato, volle andare a visitarlo e a chiedergli perdono per la mancanza che [...]
[...] gli avevano fatto i suoi ragazzi, la notte della sommossa, rimase di stucco al vederlo cosi disfatto, che puzzava di sepoltura, e gli occhi che a [...]
[...] ogni faccia nuova diventavano lustri lustri. — Signor don Gesualdo... son venuta a vedervi perchè mi hanno detto che siete in questo stato [...]
[...] ... Dovete perdonare... a quegli screanzati che vi hanno offeso... Ragazzi senza giudizio... Si son lasciati prendere in mezzo, senza sapere quello che [...]
[...] nasconderle, le lagrime che a ogni parola le tornavano agli occhi, cercando di pigliargli Ia mano per baciargliela. Egli faceva un gesto vago, e [...]
[...] scuoteva il capo, come a dire che non gliene importava, oramai. In quella sopravvenne Speranza, e fece una partaccia a quella sfacciata che veniva a [...]
[...] come al sopraggiungere di un'altra colica. Talchè Diodata se ne andò senza poterlo salutare, a capo chino, stringendosi nella mantellina. Speranza [...]
[...] scandalo in casa! Lei lo assisteva meglio di una serva, e lo curava con amore, senza guardare a spesa nè a fatiche. Vedendo che nulla giovava, arrive [...]
[...] a chiamare il figlio di Tavuso, il quale tornava fresco fresco da Napoli, laureato in medicina, — un ragazzotto che non aveva ancora peli al [...]
[...] imposture: — Don Margheritino, io vi ho visto nascere! A me scrivete la ricetta? Per chi mi pigliate, amico caro! — Allora, — ribattè il dottorino [...]
[...] di avarizia, dovettero chinare il capo a codesto, chinare il capo a medici e medicamenti. Il figlio di Tavuso, Bomma, quanti barbassori c'erano [...]
[...] , non diceva nulla, cercava di cogliere le parole a volo; guardava sospettoso le mani che scrivevano. Soltanto, per non buttare via il denaro [...]
[...] malamente, prima di spedire la ricetta, prese a parte don Margheritino, e gli fece osservare che aveva un armadio pieno di vasetti e boccettine [...]
[...] , comperati per la buon'anima di sua moglie. — Non ho guardato a spesa, signor dottore. Li ho ancora li, tali e quali. Se vi pare che possano giovare adesso [...]
[...] ... 294 Non gli davano retta neppure quando tornava a balbettare, spaventato da quelle facce serie: — Mi sento meglio. Domani mi alzo. Mandatemi in [...]
[...] campagna che guarirò in ventiquattr'ore. — Gli dicevano di sì, per contentarlo, come a un bambino. — Domani, doman l'altro. — Ma lo tenevano lì [...]
[...] dire che non c'è piu rimedio. — Il denaro a fiumi, un va e vieni, una baraonda per la casa, tavola imbandita da mattina a sera. Burgio, che non [...]
[...] c'era avvezzo, correva a mostrare la lingua ai medici, come venivano pel cognato; Santo non usciva più nemmeno per andare all'osteria; e i nipoti [...]
[...] , quando tornavano dai poderi, si pigliavano pei capelli: liti e quistioni fra di Toro che facevano a chi più arraffa, degli strepiti che arrivavano [...]
[...] fin nella camera dell'infermo, il quale tendeva l'orecchio, smanioso di sapere quello che facevano della sua roba, e anche lui si metteva a [...]
[...] strillare dal letto: — Lasciatemi andare a Mangalavite. Ci ho tutti i miei interessi alla malora. Qui mi mangio il fegato. Lasciatemi andare, se no crepo [...]
[...] , i bocconi piu rani, senza chiedere quel che costassero, gli si mutavano in veleno; tornava a rigettarli come roba scomunicata, più nera [...]
[...] sopra, una volta disse: - Qui c'è roba. 295 — Che volete dire, vossignoria? — balbettò don Gesualdo, balzando a sedere sul letto, coi sudori [...]
[...] ... Non siete più un ragazzo, eh? — Sissignore, — rispose lui con voce ferma, calmatosi a un tratto, col coraggio che aveva sempre avuto al bisogno [...]
[...] Vincenzo Capra, il dottor Muscio di Caltagirone, chi volete... Denari non ve ne mancano... A quelle parole don Gesualdo montò in furia: — I denari [...]
[...] !... Vi stanno a tutti sugli occhi i denari che ho guadagnato!... A che mi servono... se non posso comprare neanche la salute?... Tanti bocconi [...]
[...] amari m'hanno dato... sempre!... Ma però volle stare a sentire la conclusion del discorso di Bomma. Alle volte non si sa mai... Lo lasciò finire [...]
[...] , col sorriso furbo sulle labbra smorte, il farmacista mise da banda ogni riguardo. — Morto siete, don minchione! A voi dico! Allora don Gesualdo [...]
[...] volse un'occhiata lenta e tenace in giro, si soffiò il naso, e si lasciò andar giù sul letto supino. Di lì a un po', guardando il soffitto [...]
[...] Muscio e don Vincenzo Capra si sentì slargare il cuore tanto fatto. Si tirò su svelto a sedere sul letto come uno che si senta proprio meglio [...]
[...] tornarono a palpare e a interrogare il malato, scrollando il capo, con certo ammiccare sentenzioso, certe occhiate fra di loro che vi mozzavano il [...]
[...] fiato addirittura. Ce n'era uno specialmente, dei forestieri, che stava accigliato e pensieroso, e faceva a ogni momento uhm! uhm! senza aprir bocca [...]
[...] . I parenti, la gente di casa, dei vicini anche, per curiosità, si affollavano all'uscio, aspettando la sentenza, mentre i dottori confabulavano a [...]
[...] bassa voce fra di loro in un canto. A un cenno dello speziale, Burgio e sua moglie andarono a sentire anch'essi, in punta di piedi. 297 — Parlate [...]
[...] , signori miei! — esclamo allora il pover'uomo pallido come un morto. — Sono io il malato, infine! Voglio sapere a che punto sono. Il Muscio [...]
[...] abbozzò un sorriso che lo fete più brutto. E don Vincenzo Capra, in bel modo, cominciò a spiegare la diagnosi della malattia: Pylori cancer, il pyrosis [...]
[...] potesse tentare: l'estirpazione del tumore, un bel caso, un'operazione chirurgica che avrebbe fatto onore a chiunque. Dimostrava il modo e la maniera [...]
[...] ; e le donne, atterrite, scapparono a gemere e a singhiozzare. — Madonna del Pericolo! — cominciò a strillare Speranza. — Vogliono ammazzarmi il [...]
[...] altri medici tacevano e approvavano più o meno la proposta del dottor Muscio per cortesia. Don Gesualdo, visto che nessuno fiatava, ripigliò a dire [...]
[...] ... Una cosa sola... Voglio sapere prima se mi garantite la pelle... Siamo galantuomini... Mi fido di voi... Non è un negozio da farsi a occhi chiusi [...]
[...] , amico mio. Io fo il mio mestiere, e non m'impiccio a far scommesse da ciarlatano! Credete di trattare col Zanni, alla fiera? — Allora non ne facciamo [...]
[...] l'ora di rivolgersi ai santi, e si diede le mani attorno a procurar reliquie e immagini benedette. Neri pensò che si doveva avvertire subito la [...]
[...] mali passi. Coraggio ne aveva, e aveva il cuoio duro anche. Mangiava e beveva; si ostinava a star meglio; si alzava dal letto due o tre ore al [...]
[...] giorno; si trascinava per le stanze, da un mobile all'altro. Infine si fece portare a Mangalavite, col fiato ai denti, mastro Nardo da un lato e Masi [...]
[...] velo nero. La stessa casina, colle finestre chiuse, la terrazza dove Bianca e la figliuola solevano mettersi a lavorare, il viale deserto, fin la [...]
[...] cosa gli diceva: Che fai? che vuoi? La sua stessa roba, lì, i piccioni che roteavano a stormi sul suo capo, le oche e i tacchini che schiamazzavano [...]
[...] dinanzi a lui... Si udivano delle voci e delle cantilene di villani che lavoravano. Per la viottola di Licodia, in fondo, passava della gente a [...]
[...] piedi e a cavallo. II mondo andava ancora pel suo verso, mentre non c'era più speranza per lui, roso dal baco al pari di una mela fradicia che deve [...]
[...] mise a bastonare anatre e tacchini, a strappar gemme e sementi. Avrebbe voluto distruggere d'un colpo tutto quel ben di Dio che aveva accumulato a [...]
[...] poco a poco. Voleva che la sua roba se ne andasse con lui, disperata come lui. Mastro Nardo e il garzone dovettero portarlo di nuovo in paese, pie [...]
[...] morto che vivo. Di lì a qualche giorno arrive il duca di Leyra, chiamato per espresso, e s'impadroni del suocero e della casa, dicendo che voleva [...]
[...] condurselo a Palermo e farlo curare dai migliori medici. II poveretto, ch'era ormai l'ombra di se stesso, lasciava fare; riapriva anzi il cuore alla [...]
[...] speranza; intenerivasi alle premure del genero e della figliuola che l'aspettava a braccia aperte. Gli pareva che gli tornassero già le forze [...]
[...] pesavano invece adesso sulle spalle. II genero intanto occupavasi col suo procuratore a mettere in sesto gli affari. Appena don Gesualdo fu in [...]
[...] voltavano appena, sfilavano attraverso gli sportelli della lettiga. Speranza, e tutti i suoi, in collera dacchè era venuto il duca a spadroneggiare, non [...]
[...] : - Fermate! fermate! — E apparve Diodata, che voleva salutare don Gesualdo l'ultima volta, lì, davanti il suo uscio. Pere, giunta vicino a lui, non seppe [...]
[...] trovare le parole, e rimaneva colle mani allo sportello, accennando col capo. — Ah, Diodata... Sei venuta a darmi il buon viaggio?... — disse lui [...]
[...] pioggia... a capo scoperto!... è il tuo vizio antico! Ti rammenti, eh, ti rammenti? — Sissignore, — rispose lei semplicemente, e continuava ad [...]
[...] accompagnare 300 le parole coi cenni del capo. — Sissignore, fate buon viaggio, vossignoria. Si staccò pian piano dalla lettiga, quasi a malincuore, e [...]
[...] tornò a casa, fermandosi sull'uscio, umile e triste. Don Gesualdo s'accorse allora di mastro Nardo che l'aveva seguito sin lì, e mise mano alla [...]
[...] tasca per regalargli qualche baiocco. — Scusate, mastro Nardo... non ne ho... sarà per un'altra volta, se torniamo a vederci, eh?... se torniamo a [...]
[...] tante volte, il campanile perduto nella nebbia, i fichi d'India rigati dalla pioggia che sfilavano di qua e di là della lettiga. V Parve a don [...]
[...] dal suo gabbione: — C'è lo stoino per pulirsi le scarpe! — Un esercito di mangiapane, staffieri e camerieri, che sbadigliavano a bocca chiusa [...]
[...] cosa regolata a suon di campanello, con un cerimoniale di messa cantata — per avere un bicchier d'acqua, o per entrare nelle stanze della figliuola [...]
[...] . Lo stesso duca, all'ora di pranzo, si vestiva come se andasse a nozze. Il povero don Gesualdo, nei primi giorni, s'era fatto animo per contentare [...]
[...] la figliuola, e s'era messo in gala anche lui per venire a tavola, legato e impastoiato, con un ronzio nelle orecchie, le mani esitanti, l'occhio [...]
[...] guanto di cotone allungarsi a tradimento e togliervi la roba dinanzi. L'intimidiva pure la cravatta 302 bianca del genero, le credenze alte e [...]
[...] scintillanti come altari, e la tovaglia finissima, che s'aveva sempre paura di lasciarvi cadere qualche cosa. Tanto che macchinava di prendere a [...]
[...] dirvelo... Sarei più contento anch'io... Non voglio essere d'incomodo... — No. Non dico per questo. Voi ci fate a ogni modo piacere, caro mio. Egli si [...]
[...] mostrava proprio un buon figliuolo col suocero. Gli riempiva il bicchierino; lo incoraggiava a fumare un sigaro; lo assicurava infine che gli [...]
[...] trovava miglior cera, da che era arrivato a Palermo, e il cambiamento d'aria e una buona cura l'avrebbero guarito del tutto. Poi gli toccò anche il [...]
[...] gli affari di lui andassero a rotta di collo... Una procura generale... una specie d'alter ego... Don Gesualdo si sentì morire il sorriso in [...]
[...] qualcosa che vi respingeva indietro, e vi faceva cascar le braccia, uno che avesse voluto buttargliele al collo, proprio come a un figlio, e [...]
[...] sentiva a disagio col signor genero; temeva sempre che ripigliasse l'antifona dell'alter ego. Gli mancava l'aria lì fra tutti quei ninnoli. Gli [...]
[...] qualche visita. L'avevano collocato in un quartierino al pian di sopra, poche stanze che chiamavano la foresteria, dove Isabella andava a vederlo [...]
[...] ogni mattina, in veste da camera, spesso senza neppure mettersi a sedere, amorevole e premurosa, è vero, ma in certo modo che al pover'uomo sembrava [...]
[...] ciglia, qualcosa negli occhi, che a lui, vecchio e pratico del mondo, non andavan punto a genio. Avrebbe voluto pigliarsi anche lei fra le braccia [...]
[...] , stretta stretta, e chiederle piano in un orecchio: — Cos'hai?... dimmelo!... Confidati a me che dei guai ne ho passati tanti, e non posso tradirti [...]
[...] l'invetriata, a veder strigliare i cavalli e lavare 304 le carrozze, nella corte vasta quanto una piazza. Degli stallieri, in manica di camicia e coi [...]
[...] grossi, stavano a guardare, col sigaro in bocca e le mani nelle tasche delle giacchette attillate, discorrendo di tanto in tanto col guardaportone [...]
[...] che veniva dal suo casotto a fare una fumatina, accennando con dei segni e dei versacci alle cameriere che si vedevano passare dietro le invetriate [...]
[...] dei balconi, oppure facevano capolino provocanti, sfacciate, a buttar giù delle parolacce e delle risate di male femmine con certi visi da [...]
[...] misurato col desiderio, e sognato la notte, e acquistato palmo a palmo, giorno per giorno, togliendosi il pane di bocca: le povere terre nude che [...]
[...] roba! Chi sapeva quel che era costata? II signor duca, lui, quando usciva di casa, a testa alta, col sigaro in bocca e il pomo del bastoncino [...]
[...] nella tasca del pastrano, fermavasi appena a dare un'occhiata ai suoi cavalli, ossequiato come il Santissimo Sagramento, le finestre si chiudevano in [...]
[...] fretta, ciascuno correva al suo posto, tutti a capo scoperto, il guardaportone col berretto gallonato in mano, ritto dinanzi alla sua vetrina, gli [...]
[...] a passare la rivista e prendere gli ordini: una commedia che durava cinque minuti. Dopo, appena lui voltava le spalle, ricominciava il chiasso e [...]
[...] sguatteri vestiti di bianco, quasi 305 il palazzo fosse abbandonato in mano a un'orda famelica, pagata apposta per scialarsela sino al tocco della [...]
[...] sotto l'alto vestibolo, e dopo dieci minuti tornavano ad uscire per correre altrove a rompicollo; proprio della gente che sembrava presa a giornata [...]
[...] per questo. Lui invece passava il tempo a contare le tegole dirimpetto, a calcolare, con l'amore e la sollecitudine del suo antico mestiere, quel [...]
[...] però affamati, sempre più divoranti, simili a quel male che gli consumava le viscere. Quante cose si sarebbero potute fare con quel denaro! Quanti [...]
[...] , a perdita di vista... E un esercito di mietitori a giugno, del grano da raccogliere a montagne, del denaro a fiumi da intascare!... Allora gli si [...]
[...] martellava sul capo, consumato lentamente dalla febbre, roso dai dolori che gli facevano mordere il guanciale, a volte, per non seccare il [...]
[...] avevano saputo trovar rimedio a quella malattia scomunicata! tal quale come i medici ignoranti del suo paese, e costavano di più, per giunta [...]
[...] alla fiera il gallo con le coma, oppure la pecora con due code, facendo la spiegazione con parole misteriose. Rispondevano appena, a fior di labbra [...]
[...] fatto comperare anch'essi un'intera farmacia: dei rimedi che si contavano a gocce, come l'oro, degli unguenti che si spalmavano con un pennello [...]
[...] lasciavano sfinito, senza forza di muovere il capo, vedendo già l'ombra della morte da per tutto. — Signori miei, a che giuoco giuochiamo [...]
[...] suggezione anche del genero che veniva ad accompagnare i pezzi grossi chiamati a consulto. Parlavano sottovoce fra di loro, voltandogli le spalle [...]
[...] , senza curarsi di lui che aspettava a bocca aperta una parola di vita o di morte. Oppure gli facevano l'elemosina di una risposta che non diceva [...]
[...] signori tornavano a ripetere la stessa pantomima, ne afferrò uno per la falda, prima d'andarsene. — Signor dottore, parlate con me! Sono io il malato [...]
[...] , infine! Non sono un ragazzo. Voglio sapere di che si tratta, giacchè si giuoca sulla mia pelle! Colui invece cominciò a fare una scenata col duca [...]
[...] ; il duca passava quasi sempre una mezz'oretta nel salottino della moglie dopo pranzo; andava a darle il buon giorno ogni mattina, prima della [...]
[...] colazione; per i Morti, a Natale, per la festa di Santa Rosalia, e nella ricorrenza del suo onomastico o dell'anniversario del loro matrimonio, le [...]
[...] ansietà mortale, che non la lasciava neppure quand'era vicino a lui, che le dava dei sussulti, allorchè udiva un passo all'improvviso, o suonava ad [...]
[...] , Isabella con la buona grazia che le aveva fatto insegnare in collegio. Le tende e i tappeti soffocavano ogni cosa. Però, quando se li vedeva dinanzi a [...]
[...] dietro l'uscio a contargli i sospiri, insino al cuoco che gli preparava certe brode insipide che non riesciva a mandar giù, ogni cosa l'attossicava [...]
[...] ... Rimandatemi a casa mia. Voglio chiuder gli occhi dove son nato! L'idea della morte ora non lo lasciava più; si tradiva nelle domande insidiose, nelle [...]
[...] pensi a tutto, se no c'è la rovina!... Poi spiegava di dove gli era venuto quel male: — Sono stati i dispiaceri!... i bocconi amari!... ne ho avuti [...]
[...] risparmiar la spesa e impadronirsi del fatto suo. Cercava di rassicurar tutti quanti, col sorriso affabile: — Non guardate a spesa... Posso pagare [...]
[...] pensava a voce alta: — A che mi serve?.., a che giova tutto ciò... Neppure a tua madre ha giovato! Un giorno venne a fargli visita l'amministratore del [...]
[...] duca, officioso, tutto gentilezze come il suo padrone quando apparecchiavasi a dare la botta. S'informò della salute; gli fece le condoglianze per [...]
[...] ... alla signora duchessa... Del signor duca era buon servo da tanti anni... Sicchè prendeva a cuore anche gli interessi di don Gesualdo. Proponeva [...]
[...] d'alleggerirlo d'ogni carico... finchè si sarebbe guarito... se credeva... investendolo per procura... A misura che colui sputava fuori il veleno [...]
[...] . A un tratto si mise a urlare e ad agitarsi quasi fosse colto di nuovo dalla colica, quasi fosse giunta l'ultima sua ora, e non udisse e non [...]
[...] altro. Si chiuse in se stesso a pensare come uscire dal malo passo, torvo, diffidente, voltandosi in là per non lasciarsi scappare qualche occhiata [...]
[...] che lo tradisse. Soltanto ne piantò una lunga lunga addosso a quel galantuomo che se ne andava rimminchionito. Infine, a poco a poco, finse di [...]
[...] calmarsi. Bisognava giuocar d'astuzia per uscire da quelle grinfie. Cominciò a far segno di sì e di sì col capo, fissando gli occhi amorevoli in volto [...]
[...] ... Mi farete piacere anzi... nello stato in cui sono... Voglio spogliarmi di tutto... Già ho poco da vivere... Rimandatemi a casa mia per fare la [...]
[...] procura... la donazione... tutto ciò che vorrete... Lì conosco il notaro... so dove metter le mani... Ma prima rimandatemi a casa mia... Tutto quello [...]
[...] leggervi la sua sentenza, costretto a ricorrere agli artifizii per sapere qualcosa di quel che gli premeva. — Chiamatemi quell'uomo dell'altra [...]
[...] adesso coloro non avevano fretta; gli promettevano sempre, dall'oggi al domani. Lo stesso duca si strinse nelle spalle: come a dire che non serviva più [...]
[...] . Un terrore piu grande, piu vicino, della morte lo colse a quell'indifferenza. Insisteva, voleva disporre della sua roba, come per attaccarsi alla [...]
[...] vita, per far atto d'energia e di volonta. Voleva far testamento, per dimostrare a se stesso ch'era tuttora il padrone. Il duca finalmente, per [...]
[...] figlia E tornò a ricoricarsi, lugubre. Avrebbe voluto rispondergli che ce n'erano ancora, degli eredi nati prima di lei, sangue suo stesso. Gli [...]
[...] migliori medici. Ci dovevano essere dei medici pel suo male, a saperli trovare, a pagarli bene. II denaro l'aveva guadagnato apposta, lui! Al suo [...]
[...] paese gli avevano fatto credere che rassegnandosi a lasciarsi aprire il ventre... Ebbene, sì, sì! Aspettava il consulto, il giorno fissato, sin dalla [...]
[...] 312 tra i capelli. Ma era pronto a tutto; quasi scoprivasi il ventre, perchè si servissero pure. Se un albero ha la cancrena addosso, cos'è infine? Si [...]
[...] che vi faceva morire prima del tempo, com'è vero Dio, s'era messo già a confortare la famiglia, dicendo che sarebbe stato inutile anche prima, con [...]
[...] un male di quella sorta... — Ah... — rispose don Gesualdo, fattosi rauco a un tratto. — Ah... Ho inteso... E si lasciò scivolare pian piano già [...]
[...] disteso nel letto, trafelato. Non aggiunse altro, per allora. Stette zitto a lasciarli finire di discorrere. Soltanto voleva sapere s'era venuto [...]
[...] rivolto alla figliuola che gli piangeva allato. Colla faccia cadaverica, cogli occhi simili a due chiodi in fondo alle orbite livide, aspettava la [...]
[...] ... premunirsi... sistemare gli affari a tempo... non sarebbe male... — Ho inteso, — ripetè don Gesualdo col naso fra le coperte. — Vi ringrazio, signori miei [...]
[...] socchiusi. Fece segno al genero di fermarsi; lo chiamò dinanzi al letto, a quattr'occhi, da solo a solo. — Finalmente... questo notaro... verrà, sì o [...]
[...] ?... Isabella andò a buttarsi ginocchioni ai piedi del letto, col viso fra le materasse, singhiozzando e disperandosi. II genero lo chetava dall'altra [...]
[...] !... 313 — Va bene! — seguitò a borbottare lui. - Va bene! Ho capito! E volse le spalle, tal quale suo padre, buon'anima. Appena fu solo cominciò a [...]
[...] . Pensava ad allungarseli piuttosto, a guadagnare almeno quelli, uno dopo l'altro, cosi come venivano, pazienza! Finchè c'è fiato c'è vita. A misura [...]
[...] che il fiato gli andava mancando, a poco a poco, acconciavasi pure ai suoi guai; ci faceva il callo. Lui aveva le spalle grosse, e avrebbe tirato in [...]
[...] , 314 mentre suo padre stava colla morte sul capo. Si rodeva dentro, a misura che peggiorava; il sangue era diventato tutto un veleno; ostinavasi [...]
[...] s'apparecchiò a morire da buon cristiano. Isabella era venuta subito a tenergli compagnia. Egli fece forza coi gomiti, e si rizzò a sedere sul letto [...]
[...] prese la mano e scoppiò a singhiozzare. — Taci, — riprese, — finiscila. Se cominciamo cosi non si fa nulla. Ansimava perchè aveva il fiato corto, ed [...]
[...] l'uscio gli occhi pieni di lagrime. Don Gesualdo alzò la mano scarna, e trinciò una croce in aria, per significare ch'era finita, e perdonava a tutti [...]
[...] no, colle mani erranti che l'accarezzavano. L'accarezzò anche lui sui capelli, lentamente, senza dire una parola. Di lì a un po' riprese: — Ti [...]
[...] dico di sì. Non sono un ragazzo... Non perdiamo tempo inutilmente. — Poi gli venne una tenerezza. — Ti dispiace, eh?... ti dispiace a te 315 La [...]
[...] ... quanto ho potuto... come ho potuto... Quando uno fa quello che può. - Allora l'attirò a se lentamente, quasi esitando, guardandola fissa per [...]
[...] che non te ne importa nulla... come a tuo marito... Vedendola poi rassegnata ad ascoltare, seduta a capo chino accanto al letto, cominciò a [...]
[...] difenderla: — Piuttosto farti tagliare la mano, vedi!... quando tuo marito torna a proporti di firmare delle carte!... Lui non sa cosa vuol dire! — Spiegava [...]
[...] quel che gli erano costati, quei poderi, l'Alia, la Canziria, li passava tutti in rassegna amorosamente; rammentava come erano venuti a lui, uno [...]
[...] dopo l'altro, a poco a poco, le terre seminative, i pascoli, le vigne; li descriveva minutamente, zolla per zolla, colle quanta buone o cattive [...]
[...] seminati d'oro... della terra che fa miracoli... benedetto sia tuo nonno che vi lasciò le ossa!... Infine, per la tenerezza, si mise a piangere come un [...]
[...] scrupoli di coscienza... Vorrei lasciare qualche legato a delle persone verso cui ho degli obblighi... Poca cosa... Non sarà molto per te che sei [...]
[...] mentre la guardava, a quel modo, gli parve di scorgere anche lui quell'altro segreto, quell'altro cruccio nascosto, in fondo agli occhi della [...]
[...] altro giorno così, fra alternative di meglio e di peggio. Sembrava anzi che cominciasse a riaversi un poco, quando a un tratto, una notte, peggiorò [...]
[...] rapidamente. Il servitore che gli avevano messo a dormire nella stanza accanto l'udì agitarsi e smaniare prima dell'alba. Ma siccome era avvezzo a [...]
[...] quei capricci, si voltò dall'altra parte, fingendo di non udire. Infine, seccato da quella canzone che non finiva più, andò sonnacchioso a vedere [...]
[...] che c'era. — Mia figlia! — borbottò don Gesualdo con una voce che non sembrava più la sua. — Chiamatemi mia figlia! — Ah, sissignore. Ora vado a [...]
[...] chiamarla, — rispose il domestico, e tornò a coricarsi. Ma non lo lasciava dormire quell'accidente! Un po' erano sibili, e un po' faceva peggio di [...]
[...] rispondeva; continuava a sbuffare supino. II servitore tolse il paralume, per vederlo in faccia. Allora si fregò bene gli occhi, e la voglia di [...]
[...] tornare a dormire gli andò via a un tratto. — Ohi! ohi! Che facciamo adesso? — balbettò grattandosi il capo. Stette un momento a guardarlo cosi, col [...]
[...] lume in mano, pensando se era meglio aspettare un po', o scendere subito a svegliare la padrona e mettere la casa sottosopra. Don Gesualdo intanto [...]
[...] spalancati. A un tratto s'irrigidi e si chetò del tutto. La finestra cominciava a imbiancare. Suonavano le prime campane. Nella corte udivasi scalpitare [...]
[...] dei cavalli, e picchiare di striglie sul selciato. II domestico andò a vestirsi, e poi tornò a rassettare la camera. Tirò le 318 cortine del [...]
[...] letto, spalancò le vetrate, e s'affacciò a prendere una boccata d'aria, fumando. Lo stalliere, che faceva passeggiare un cavallo malato, alzò il capo [...]
[...] verso la finestra. — Mattinata, eh, don Leopoldo? — E nottata pure! — rispose il cameriere sbadigliando. — M'è toccato a me questo regalo [...]
[...] ! L'altro scosse il capo, come a chiedere che c'era di nuovo, e don Leopoldo fece segno che il vecchio se n'era andato, grazie a Dio. — Ah... così... alla [...]
[...] vollero andare a vedere. Di lì a un po' la camera del morto si riempì di gente in manica di camicia e colla pipa in bocca. La guardarobiera vedendo [...]
[...] tutti quegli uomini alla finestra dirimpetto venne anche lei a far capolino nella stanza accanto. — Quanto onore, donna Carmelina! Entrate pure [...]
[...] la pappa!... Vedete cos'è nascer fortunati... Intanto vi muore nella battista come un principe!... — Allora, — disse il portinaio, — devo andare a [...]
[...] CENTO RACCONTI POPOLARI LUCCHESI IDELFONSO NIERI DEL PONTE A MORIANO Cento racconti popolari lucchesi Seconda Edizione LIVORNO RAFFAELLO [...]
[...] tutti mando il ringraziamento a voce e l'attestato della mia interna riconoscenza. II. Certi di questi Racconti son novelle di meraviglie; altri [...]
[...] in altri tempi, che molti le guardano ancora con sospetto. Ma per questo capo va franco, lettore, tu puoi leggere e dare a leggere il volumetto a [...]
[...] chiunque ti parrà, inoffenso pede, benchè il sale, il pepe e l'italo aceto non vi manchi, anzi vi sia buttato a piene mani. IV. Intitolo questo [...]
[...] campagnuoli, contadini; e contadini specialmente, che ormai sono tra; i pochi rimasti a parlare un briciolo d'italiano che garbo abbia. Dormi pure [...]
[...] certanza e te ne sto pagatore a qualunque prezzo tu vuoi. V. Forse a qualcuno, lucchese come sono lucchese io, parrà duro il credermi, quando [...]
[...] , mentre chi te l'ha detta oggi, seguiterà a ripeterla dieci e quindici volte la settimana infino a che campa. A questo proposito recherò qui alcuni [...]
[...] molti, e da donne e fanciulli usati, a molti sono stati nuovi, in modo che non è gran fatto che anco a voi ce ne sia alcuno nuovo; ma per essere [...]
[...] nuovo a voi e non lo avere voi più sentito, non è egli però nuovo alla lingua nostra, nè per questo lo debbo io tralasciare ....... E per non essere [...]
[...] ellino tanto frequenti ho io a lasciarli indietro che non li noti? E perchè un dica: «io non l'ho più sentito» «io non lo so» resta per questo [...]
[...] maravigliereste, che sono comuni e per altri si sanno ........... Non vi potrei dire quanto la cosa mi doventi grande..... » E la persona a cui si scrive [...]
[...] questo è l'autore dell'Ercolano, che tanto aveva studiato il parlar vivo della sua Firenze! Quanto a me posso dire che non sono uscito una volta di [...]
[...] , avendo cominciato a descrivere, per suo diletto, certe mosche le quali venivano a una sua pianticella di fravole, ed avendo seguitato mano mano che ne [...]
[...] la sua capacità a disferenziarle coi colori della parola. Così è il gran mare delle lingue parlate. VI. Veramente molti credono che per imitare il [...]
[...] senz'altro, sarebbe simile a chi versasse un suo beverone in boccie fatte appunto appunto come quelle dei Certosini e si desse a credere che il suo [...]
[...] abbia popolarmente due o tre maniere per lo meno e quasi sempre è in uso, nell'uso vivo, anche la forma pulita, cioè grammaticale o una a quella [...]
[...] cosi un numero sterminato di forme che non basterebbe un tino d'inchiostro a tutte riportarle, chi volesse esaminare tutte le categorie grammaticali [...]
[...] miei campagnuoli a cruscheggiare come tanti accademici. VIII. Per ciò non ti maravigliare se troverai: lui e lei in caso retto; gli dat. sing. e [...]
[...] plur. maschile e femminile; suo sua suoi e sue invece di loro; con seco invece di con lui o con lei; A me mi pare, a te ti ci vorrebbe un bel [...]
[...] precedente, com'è quel luogo di Dante Inf. XXV, 136: « Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto » ; l'oratio historica che tutto a un tratto [...]
[...] gli altri Italiani. A me naturalmente pare che non dicano bene; ma, essendo qui ora io giudice e parte, non sentenzio; chiedo solo che mi scusino [...]
[...] , se cerco di piacere a quegli altri. Gli sono avversi anche i grammatici puri, che spiritano ad un terminònno per terminarono, benchè dantesco; a [...]
[...] un fussin per fossero, benchè del Petrarca; a un arò per avrò, benchè del Machiavelli; a un volse per xiv. volle: benchè di tutti questi, non che [...]
[...] , perchè, mutandole, svanirebbe il colorito locale. Ma quando so o temo che non abbiano a essere intese dagli estranei, soggiungo l'equivalente [...]
[...] ~ perchè muove da animo troppo spesso non sereno, ma bellicoso, appassionato e parziale, che a me non pare arte, o almeno non la tengo in conto d'arte [...]
[...] minuto e specialmente in mezzo ai contadini, che, come ho già detto, sono oramai fra i pochi rimasti a parlare un briciolo d'Italiano che sia [...]
[...] peggio parla; se pure il pane, ripeto, s'ha da giudicare col gusto e non colla vista. Senza le altre moltissime autorità che io potrei cercare a [...]
[...] nel popolo venuta meno, anzi vive ancora, o tutta; o in grandissima parte, sebbene guasta e insozzata. Capitato qui (a Lucca) tempo fa un [...]
[...] assassinarti lo stomaco con salacche, cicerbite, pecoraccia stantia, nè molto meno con intrugli e brodolumi forestieri. I. NIERI DEL PONTE A MORIANO [...]
[...] ...... Un fascio di legna a poco . XII ...... Ho detto: doman vedrem chi èglie XIII .. .. Le tre domande . XIV ..... Secondo in che dà... . . XV [...]
[...] ...~ ...... Padron, bandiera! . XXI.. ... La passione per il rumme . XXII... Una sbornia a ferma là! XXIII. Pecchino XXIV.. O che bel canzonare il prossimo [...]
[...] ! xviii. XXV......... Astuzia per avere le galline a poco prezzo........................Pag. 74 XXVI........ Chi fa, fa a sè.....................76 [...]
[...] XXVI.....O un lupo, o un ciocco!...» 78 XXVIII.... Un ladro scoperto................80 XXLX....... Hai bene a dir così !..........82 XXX [...]
[...] XXXIV... Burla a un cacciatore....91 XXXV...... Tistino » 96 XXXVI. ... Com'erano avvezzate le vacche di Chiocchetta....» 98 XXXVII ... Noè. » 101 [...]
[...] ......... Chi ce la vuole e chi 'un ce la vuole .. . io non ce la voglio!... 194 LXXXI.. ..... Il cuore è il primo a vivere e l'ultimo a morire .195 LXXXII [...]
[...] si spiombetta 229 XCIII... Un'anima levata dal Purgatorio 231 XCIV .... Chi dice quello che non deve, si sente rispondere a quello che non vuole 234 [...]
[...] ridete, ma io dico che ce n'è anco di più buffi. Menicone di Moriano, che era un genere particolare in verità, una volta andava in Corsica a passar [...]
[...] l'invernata: sopra un bastimento a vela; com'usava a que' tempi. Quando furono là in alto mare, si levò una tempesta, bimbi miei! che da un momento [...]
[...] , chi urlava, chi pregava, chi bestemmiava. Menicone, con un gran tòcco di pane in mano, se ne stava giù a 2 sedere attaccato a un albero colle [...]
[...] di mangiare!?» - « Sor capitano, dov'entra questo (e mostrò il pane) non c'entra acqua! ». Eppure colla morte a due dita bisognò ridere! II [...]
[...] . Il poeta estemporaneo Una volta uno di questi improvvisatori che vanno per il mondo alla ventura, ma meglio sarebbe dire alla sventura, era ito a [...]
[...] undici e mezzogiorno, e l'appetito non lo doveva stare neanche a aspettare, perchè l'aveva pronto sempre da un 3 anno all'altro. S'infilò dunque [...]
[...] t'inventa? Prima di sedere a tavola stillò tanto e girò e rigirò tanto e poi tanto il discorso, che fece un patto coll'oste che, se avesse cantato [...]
[...] dire: mi piace o non mi piace. E il poeta pianta le ginocchia sotto la tavola, e lì ordina che ti ordino! mangia e beve come un papa, si sciala a [...]
[...] a poeta che neanco il Tasso; svenò la vena, messe mano alle ottave, e sguainò le più belle che avesse in bottega, e quando era in fondo, diceva [...]
[...] lodato il suo vino, la sua cucina, il suo parentato, lui, la moglie, le figliuole; ma l'oste duro! non si lasciava smovere; a ogni ottava una [...]
[...] sgrollatina di testa e un bellissimo noe. Allora il poeta vedendo che non ci era scampi, e che era rimasto alla sua stessa trappola, non sapendo a che [...]
[...] Una volta S. Pietro volse fare una visita a casa sua per vedere i suoi, che non aveva più visti da tanto tempo. Avuto il permesso, venne giù e [...]
[...] posto a fare da portinaio al paradiso. Va dal Padrone: « Son tornato». - « Sta bene, e come vanno laggiù quella gente? » - « Come vanno!? A [...]
[...] restò lì, e non se ne parla più. Eccoti passa una man di tempo, e Domineddio dice a S. Pietro: «O Pietro, o che non ci vai a far ceppo coi tuoi [...]
[...] ?» - « Magari, se mi date licenza» - « Anzi, vai pure, ci ho piacere che tu ti diverta; stai sempre qui legato; vai pure». E S. Pietro viene a far ceppo [...]
[...] coi suoi. Va a casa, e li trova poveri mendichi, nudi bruchi, affamati, rifiniti, magri che tralucevano; e tutto il giorno a raccomandarsi a Dio [...]
[...] per le case e per le chiese. Dopo un giorno o due se ne rivenne per la stessa strada che aveva fatto. Ci doveva restare a morir di fame? Ritorna in [...]
[...] ho trovati poveri, scannati, affamati, nudi, con tutte le necessità addosso, che mi facevan friggere a vederli. Le campagne son tutte bruciate; non [...]
[...] c'è più una rametta verde; tutte le case vuote, senza un pizzicotto di grano, senza una palettata di farina, senza nulla di nulla. Vanno là là a [...]
[...] aveva delle ragionacce spallate. Sùbito che la su' donna fu grossa, lui gli cominciò a dire: « M' hai a far Vittorio, m'hai a fare il nostro re, e vo [...]
[...] ' Vittorio! e m'hai a fare un Vittorino! » e non la finiva mai con questo re e con questo Vittorio. Ma venne l'ora del parto, e fu una donna. Come [...]
[...] ci restò brutto! Vi basti che seguitò a maltrattare e a rimbrontolar la moglie per un mese, povera donna! come se ci avesse colpa lei. « Be', per [...]
[...] lui tutti i momenti a soccannarla e a tribolarla « E m'hai a far Vittorio, e vo' Vittorio, e se mi fai un'altra pisciona, son bòtte e ti rimando con [...]
[...] tu' madre »; e lì a farla star male e anco piangere con queste belle pretensioni. Ora viene che partorisce e fa due gemelli, due bellissimi [...]
[...] po' anco Garibaldi! » 8 V. Se queste en le parole, figuriamoci fatti! Un uomo andando a caccia col suo schioppo in sulle spalle [...]
[...] ragione, e non iscappo. Ma, vedi, ci siamo incontrati qui per non volere, e siamo tutti e due a sangue freddo; mi parerebbe a me che, prima di far [...]
[...] dunque a parole»; e così principia a urlare e a trattare l'uomo di tutti i vituperi. L'uomo gli rispondeva, e intanto imbraccia lo schioppo e, pun [...]
[...] ! un'impallinata nel didietro. Il lupo a quel gran colpo e a quella popò di grandinata nelle natiche, si dette alla fuga dicendo: « Se questo en le [...]
[...] incontrò Marzo per la via. Dice Marzo: «Buon giorno, pastore, dove le meni oggi le pecore a pascere? » « Eh, Marzo, oggi vado al monte ». « Bravo [...]
[...] pastore! fai bene. Buon viaggio! » E fra sè disse: « Lascia fare a me, chè oggi ti rosolo io! » E quel giorno al monte giù acqua a rovesci, un vero [...]
[...] tornare a casa rincontra Marzo: « E be', pastore, come è ita oggi?» « È ita benone. Sono stato al piano; una bellissima giornata, un sole che [...]
[...] scottava! » « Sì eh? Ci ho gusto (e intanto si morse un labbro) E domani dove vai?» 10 «Domani torno al piano. Con questo bel tempo, matto sarei a [...]
[...] , come va?» «Va bene; ormai è finito Marzo, e sono a cavallo. Non c'è più paure, e posso cominciare a dormire fra due guanciali». «Dici bene. E [...]
[...] prata, comincia una ventipiova da fare spavento, acqua a ciel rotto, vento e neve e grandine; una tempesta che il pastore ci ebbe da fare e da dire a [...]
[...] riportar dentro le pecore. La sera Marzo va a trovare il pastor e che era là nel canto del fuoco senza parole e tutto malinconioso, e gli dice: «O [...]
[...] di così neanche a mezzo gennaro! Le ha fatte tutte e sette; si sono scatenati per aria tutti i diavoli dell'inferno. Oggi solamente ne ho avuto [...]
[...] li doveva star più a aspettare, e era a letto ammalato d'uno di quei tre c che fan paura ai vecchi. Non c'è da dire che il su' pane non l'avesse [...]
[...] è la ricetta del Redi?» «Non la sa? O senta che l'è bellina. Una volta lo vennero a chiamare, il Redi, perchè andasse da una, signora che non [...]
[...] addosso il male peggio di tutti, il mal della vecchiaia. Si fa al letto, la saluta, e comincia a dirle che cos'aveva e che si sentiva; insomma a [...]
[...] andarsene. Tutto a un tratto alla signora e' gli venne in mente che il dottore non gli ha lasciato nessuna ricetta da pigliare; chiama gente: «Andate [...]
[...] io; avrebbero a finir tutti nella mi cassarola!» 15 E lui, per grattarmi la pancia e farmi cantare: « Com'a uso?!» - « Come a uso che se avessi [...]
[...] una civetta così capace a far gl'inchini e a strisciar le riverenze come il signor Bòbbola, quando l'avessi posata sulla cròccia, tutti i pettirossi [...]
[...] , per via di questo. Fino a pochi anni fa andava alla cerca per la chiesa di S. Ansano. Col su' bravo sacco in sulle spalle andava su per i monti [...]
[...] complimenti. Salutava tutti a diritta e a mancina, lodava tutti e tutto: «O bello! oh bene! Ma come vi trovo bene! Meglio d'or è l'anno. Ma come [...]
[...] siete cresciuta da 16 un anno a questa parte! Ma che bella ragazza fresca e vegeta che vi siete fatta! Dio vi mantenga sana, che bella siete [...]
[...] talli di rosa, il Signore e Sant' Ansano benedetto ve li conservi! » E poi metteva mano a dare il tabacco prima di entrare in discorso: «S' ha a [...]
[...] batteva dentro per ispolverizzarlo bene, e l'offriva a tutti chiamando tutti per nome: «Una presina alla nostra Beppa! Un'altra al nostro Giovannino [...]
[...] giù farina! dai castagne, vino, olio, soldi, di tutto! Così lui se ne tornava a casa co' sacchi, co' barilozzi pieni e colle tasche allegre; ma S [...]
[...] . Ansano poteva strinare! non aveva nè una goccia nè una brancatina, di nulla! Al sole ci ha fior di casa e fior d'orto, e là da mezzogiorno a [...]
[...] a chiedere, ma di tasca sua non ci voleva rimetter nulla!» Più di quello che costava l'olio, figlio e po' d'un tètte! ... Il Custode fece presto a [...]
[...] dargli lo sfratto di sagrestia, e quella cuccagna gli finì. Ora è invecchiato, e va per le chiese a strizzare i gallonzoli e a picchiarsi il petto [...]
[...] cominciava a entrare in materia; spiegava il giornale, trovava que' punti che sapeva lui: « Ma eh! Signor Rettore, ma eh! Signor Agostino, a quel [...]
[...] povero Pio Nono quello che gli fanno! Ma eh?! proibire 18 il Corpus Domini nella tale città?! Ma eh!, ha veduto? una bomba in chiesa a Livorno [...]
[...] sabato sera, ma quando paga dà moneta intera! Tira avanti e segna a conto mio! e in fondo poi si contano i gambi!» E lì frignava sul mondo presente e [...]
[...] ! e poi, sempre leggendo, adagio adagio se ne tornava a casa colle tasche piene! Pensava la notte chi poteva infrecciare di giorno. Una volta [...]
[...] ? Principiamo a essere in là cogli annetti, e lo schizzino nel caffè la mattina non fa male, spurga la vista e rinforza i nervi ! » - «Anzi! » Pesa [...]
[...] parte. E cosi ogni due o tre giorni veniva a prendere il rumme e durò un bel pezzo. Un giorno invece di trovarci la padrona, ci trovò il marito [...]
[...] . Mette sul banco venti centesimi e la boccetta perchè gliel'empia. Il padrone dà un'occhiata e dice: - «Eppure mi pare che ne abbia a tenere più di [...]
[...] ' poino più grossa dell'altra, a scaletta, e dopo la seconda e terza volta che ci avevano fatto l'occhio, mutava e aveva già raddoppiato dose per lo [...]
[...] restare a bocca aperta in verità. Che contatore qnel Drea! A essere stati 21 in quell'altra stanza bisognava dire: «Ma Drea legge!» da tanto [...]
[...] , e trovar persone che si credono le più sfortunate di tutte, e si lamentano della sorte dicendo che piglia a perseguitare solamente loro! «Figliuoli [...]
[...] ' ne abbiamo tutti. E però si dice che se si portasse in piazza ognuno la sua per far baratto, torneremmo a casa tutti colla nostra, perchè chi non [...]
[...] pare spesso l'ha più grossa di noi. Volete vedere se dico bene? Statemi a sentire e vedrete. Vi conto una novella, ma in fondo è verità schietta. A [...]
[...] straordinario, dove si camminava a mesi a mesi senza arrivare al confine del suo tenitorio. Era un paese ricchissimo e strabondante d'ogni cosa, perchè li [...]
[...] , tutto a lustro da potersi specchiare uno anco nelle porte. E la cucina! figuratevi quello che ci doveva essere! Dice che non c'è sapore al mondo, nè [...]
[...] tutti, così che ogni po' po' s'andavano a far delle visite; e i suoi sudditi di lui gli volevano tanto di quel bene, che si sarebbero buttati nel fuoco [...]
[...] felice? Se si domanda ancora centomila, tutti risponderebbero di sì. O state a sentire che bella felicità! In primis si può dire che di famiglia [...]
[...] propriamente sua era solo, rimasto senza padre e senza madre fin da piccino; e poi figliuoli non ne aveva, e a un caso di lui, lo stato cascava in mani [...]
[...] forastiere. Figliuoli non ne aveva e non ne poteva avere, perchè state a sentire. Questo re aveva moglie, e che moglie! un occhio di sole: alta [...]
[...] che un pittore non arriverà mai e poi mai a farli così; ridevan prima della bocca, e si vedevan brillare anco di notte; la su' voce era una musica [...]
[...] dell'altro, ma non si potevano accostare. Io per me dico che un martirio, uno strazio di cuore così non deve mai essere toccato a nessuno: avere una [...]
[...] smagravano a vista d'occhio. Ci erano stati tutti i dottori del regno, e quelli di fuorivia, ma non ci avevan potuto far nulla; ogni prova era [...]
[...] nel più meschino sguattolo della sua cucina; si sarebbe ridotto a spaccare i sassi nelle strade come il più omo miserabile dell'universo. Le aveva [...]
[...] dunque tentate tutte, senza che gli riuscisse guadagnar nulla. Una volta poi mandò un bando nel suo regno, e per tutti i regni vicinanti, e anche a [...]
[...] , incantesimi, malie, con tante parole turchine, con segni di croce per diritto e per traverso, di notte e di giorno, a tutte l'ore e in tutti i punti di [...]
[...] l'aveva frustato a studiarlo lo doveva saper tutto a mente. Anco lui andò, esaminò, sperimentò, fece le sue domandite; la guardò in bocca, gli tastò il [...]
[...] >>. Questo era un rimedio facile a dire, ma nelle spezierie non ce lo tengono. Pure il re, che ne aveva provate tante, e tante anche di veramente [...]
[...] . Principiò dunque a interrogare se ci fosse nessuno di felici lì nella sua città e nel suo vicinato; ma fra tutti i suoi conoscenti non ci fu da [...]
[...] di 27 quiete. Io mi rodo l'anima, m'appezzo dentro a dovermela vedere innanzi mattina e sera, ma il mi' figliuolo ha la benda agli occhi, e mi [...]
[...] tocca a tacere per non far peggio». - «Noi, eccoci qui, dicevan quegli altri, potremmo essere cul di tordi e nuotare nell'abbondanza; ma nostro padre [...]
[...] ha quel male benedetto che ogni tanto gli piglia senza che se ne accorga, e se anche è in cima a un precipizio, casca giù tutto in un fascio, così [...]
[...] succede, non direbbe così. Vede quella casa là dirimpetto? l'hanno con noi a morte, ci voglion morti, e senza un perchè al mondo; ma per puro astio e [...]
[...] , resta nudo; loro fan fiamme e fuoco per darcela tra capo e collo e spolverizzarci. Ci va un pozzo di quattrini; ma non vòl dire! s'ha a vedere chi [...]
[...] ha la testa più dura; s' ha a vedere sino in fondo; e quand'anco ci dovessimo mangiare infino all'ultimo sasso, s'hanno a finir e le quistioni; così [...]
[...] guercio, chi cieco. Povero re! cominciò a perderci le speranze; ma tanto non si dava per vinto. Alla fine cammina, cammina, cammina, arrivano a un [...]
[...] certo vicinato, dove senton dire di una donna, che tutti a voce popolo, dicevano che era felice. Figuratevi come fece il cuore al nostro re, che aveva [...]
[...] ; fate conto che ci sia avvezzato. Ero venuto per sapere un a cosa .... Vi vedo molto allegra e contenta eh? » - « Che vuole, Altezza? Che ci abbia dei [...]
[...] , mi vengon proprio dal cuore ! Dice il dettaggio: non si canta bene se dal cuor non viene. O che gli ho a dire? mi par d'ingrassarci a dare due [...]
[...] vociate!» - « Dunque voi siete contenta, eh sposa? » - « Contentissima; se mi lamentassi sarei ingrata inverso chi comanda. Che mi manca a me? Ho un [...]
[...] . Il più grande è con suo padre a lavoricchiare qualcosa tanto per assuefarsi; gli altri due, c'è su qui una buona donnetta che ci ha gusto a vederli [...]
[...] mangiare, e ogni tanto se li fa andare a casa, e gli fa la polenta, o i matuffi e oggi gli ha menati a mangiare i necci colla ricotta. 31 E [...]
[...] assollecito. Il più cicchino poi è su nel diecolo che dorme, povero angelino! e non lo vorrei svegliare. Il mi' omo va a opre, e qualcosa busca; e [...]
[...] meritato. Ma vi tocca lavorare! O come si passerebbe il tempo a non far nulla? Lo vedo le domeniche; senza quei figlioletti sarei una donna spersa [...]
[...] . La sera il mi' omo torna allegro in viso, e quando entra in casa, gli pare cento anni che non mi ha vjsto, e a me mille che non ho visto lui. Ci [...]
[...] diciamo tante cose, si mangia quel boccone in santa pace e poi si va a letto tranquilli e contenti. Saran lettacci duri, ma a noi , gua', ci pare [...]
[...] di dormir sulle piume; 32 come ci addormentiamo ci facciamo tutto un sonno fino alla mattina». Il re stava a bocca aperta estatico e intenerito a [...]
[...] sentir ragionare quella povera donna, e gli pareva già d'essere a cavallo. - «Dunque voi siete felice, via ? ... » - «Ha sentito? io davvero non [...]
[...] me la volete forse dare? Avete paura di non avere la vostra ricompensa? Io sono il re, e tanto m'è cento che mille». Lei stava sempre a capo basso [...]
[...] . E poi se si vuol sincerare .... E si sbottonò 33 un poco il vestito da collo, e non ci aveva nulla sotto ». Il re s'ebbe a svenire dal gran [...]
[...] viaggio per tornare a casa, chè tanto oramai non isperava trovarne più. Da principio non se ne poteva dar pace; poi a poco per volta cominciò a [...]
[...] addosso; la fortuna l'ha con me ; non me ne va una per il suo verso; a chi sorte a chi sporte; se mi metto a fare i cappelli io, nascono gli uomini [...]
[...] senza testa: Getto una foglia in mare e mi va a fondo Agli altri vedo lo piombo notare; è proprio inutile. Avete visto? Ce n'è per tutti, se [...]
[...] mondo Questo Drea era anche lui uno di quelli che o per burla o per da vero, dicono che il mondo è fatto male, e che non c'è giustizia: a chi [...]
[...] troppo, a chi poco, a chi nulla: chi nuota nell'oro, bello pari in mezzo a tutti i comodi, e chi frigge nella miseria e pate di tutti gli stenti ; e [...]
[...] che bisogna rifar le parti, e che ognuno abbia la sua. Un giorno dunque del Quarantotto, che a Lucca c'erano state di gran feste e allegrie e [...]
[...] Drea bracco bracco; e Zipolo, che a farlo dire c'ingrassava, in più che l'ebbe scorto, fa: «O Drea, ma le sai le cose?» - «No; che novità e' èglie [...]
[...] siam venuti! Te lo dicevo?» - «Hanno rispartito ogni cosa e ora ognuno ha la su' parte; e a te lo sai che t'è toccato?» - «Che m'è tocco?» - «T'è [...]
[...] toccata la punta delle Panie». - « E a te le saette che ci passan di sopra, perdondedio e non sagrato!». XI. Un fascio di legna a poco [...]
[...] t'incontra Lustrone che anco lui quando poteva far dire Drea, andava a nozze. - «O Drea, quanto chiedete delle legna?» - «Una lira, venti soldi [...]
[...] detto: doman vedrem chi èglie Èglie, per chi non lo sapesse, vuol dire: è. E questo è un motto usato al mio paese, benchè a a poco poco [...]
[...] diritto per la sua strada a ogni costo, nè gli preme un corno dell'ultima riuscita, quand'anche ci avesse a rimettere il nodo del collo, ma la vuol di [...]
[...] facevano quare me ripulisti di quello che ci aveva, come a dire cipolle, cavoli, insalata. Una mattina trovò che gli avevano fatto piazza pulita [...]
[...] , quando ci ho qualcosa a tiro, ci faccio la pòsta collo stioppo, e se ce l'ausco, gli tiro come tirà 'n un ciocco, fosse anco Napoleone!» 37 Due [...]
[...] loro trattennero Drea in cucina a discorrere de' tempi di Leopoldo, e gli altri intanto giù nell'orto accomodano quell'uomo in una porca giù chinato [...]
[...] quelli che erano su in cucina, dice: «Mi pare, o sento rumore giù nell'orto?» Dice Drea : «Mi pare anco a me; lasciami un po' vedere; se c'è [...]
[...] , l'aggiusto io! » E piano piano a burlm.ne si fa alla finestra, e ti scorge quell'omo giù chinato. Non fa mica tanti discorsi; da un vetro rotto spiana lo [...]
[...] schioppo e gonfia! e quello giù a gamb'all'aria. - «L'hai uta!? O tornaci a rirubbammi le cipolle!» - «O Dio! zio, che avete fatto!? l'avete [...]
[...] ammazzato!» - «Me le rubbava le cipolle?!» - «Ma almeno andiamo a veder chi è; se ci si potesse far qualcosa?» - « Doman vedrem chi èglie!» - «Ma [...]
[...] : doman vedrem chi èglie!» E non si mosse, e anelò a letto tran• quillo e lìllare comE: se avesse preso un'indulgenza, e diceva: «Doman vedrem chi èglie [...]
[...] !» Così era Drea: cocciuto come un mulo, e bisognava pigliarlo così, perchè tanto non si piegava davanti a nessuno. Un giorno là di Marzo, che [...]
[...] 38 era nel luogo a potare, venne uno a dirgli da parte del padrone: «Ha detto il signor Federigo che oggi in giornata capitiate in su, chè vi vuol [...]
[...] seguitò a potare come se non dicessero a lui. E poi volete vedere che omo era ? Una domenica di Quaresima era in chiesa alla predica proprio di [...]
[...] quello che il predicatore diceva. Al predicatore invece gli parve che quell'uomo dormisse, e (poca prudenza!) tutto a un tratto lasciò in tronco il [...]
[...] discorso e cominciò a dire che alla parola di Dio bisogna va starci attenti, e chi aveva sonno restasse a casa e non facesse «come quell'uomo laggiù [...]
[...] , il primo della panca tale, che dormiva!» Drea che era tutto orecchi, a sentirsi accennare così preciso, alzò il capo e a ghigna tosta disse bello [...]
[...] forte: «Dormo i corbelli ! » Ma lui lo disse a parole chiare e a sillabe spiccate! Risero anche la pilette dell'acqua santa! A me come a me, del [...]
[...] resto, di Drea mi par bella una parola che disse una volta discorrendo col Rettore vecchio di San Gemignano, che da un ci presso a un pioppo era [...]
[...] della stessa età. A Drea parlando non so di che gli venne detto: «Eh bel mi' Signor Rettore, s'invecchia a tutt'andare». 39 - «E a che ve ne [...]
[...] accorgete? A me mi pare d'esser sempre quello di vent'anni fa!» - «Anca a me, alle gambe, mi pare; ma s'invecchia! E lo sa a che me ne accorgo? me ne [...]
[...] accorgo a questo, che quelli che eran vecchi, quando ero ragazzo io, dicevan male di noi giovanotti, e anch'io ho cominciato a dir male della [...]
[...] levare una sodisfazione, e come è vero l'aria, me la leverei ! Ecco quello che vorrei fare: Vorrei dire a tutti quelli che sono nel mondo «O gente [...]
[...] pregare per certe cose, che piglie rebbe la tentazione c'andar là e schiaffeggiarla ben bene. Ma state a sentire questa novella qui com'è bella, e [...]
[...] come spiega bene quello che dico io. Una volta c'erano due vecchietti, marito e moglie, due vecchiettini salcigni, due veri noccioli di quercia a [...]
[...] salute; ma del resto eran poveri, poveri veri, scenti, bruchi che facevan tremare a vederli. Una, sera, là di mezzo gennaro, se ne stavano nel canto [...]
[...] del fuoco, uno di qua e uno di là. Il giorno la moglie era ita per legna, e ne aveva fatto un bel fascetta. Se ne stavano dunque lì a quel calduccio [...]
[...] senza mezzi, senza neanche un soldo; ci tocca a campare giorno per giorno, con quel po' che s'accatta, e bisogna rovinarsi e frustarsi la vita, ogni [...]
[...] mattina che Dio manda in terra, a anelare su per questi colletti per un tozzo di pane; e è grasso che cola quando se ne appiccia tanto che basti [...]
[...] . Quante volte bisogna sentirci dire: « Siete sempre vivi? Siete sempre al mondo, vecchiettini? Non v'è anche venuto a fastidio? E pare che una fetta [...]
[...] di pane gli abbia a mandar la casa in perdizione. Una malattia che ci coglia, eccoci in un letto a patire di tutti gli stenti, o in un fondo di [...]
[...] spedale a man di gente pagata. Poveri poveri! Disgraziati i poveri! Che vita è la nostra! Sarebbe centomila volte meglio morir di fasce, che [...]
[...] invecchiare così, per avere a tribolar tanto nel mondo. Avessimo avuto mai una mezza fortuna ai giorni nostri! Eh! noi in sul libro dei fortunati non ci [...]
[...] vecchi, vecchini!» Gesummio Signore! che spaventi! Ebbero a stramortire; tremavano come foglie. - «Non abbiate paura, vecchiettini, chè io sono uno [...]
[...] due vecchietti si sentirono ritornare il fiato in corpo, e principiarono a ringraziarlo. - « O mago, buon mago, siate 42 il ben venuto e il [...]
[...] solita voce disse: - « Ebbene, fate attenzione, il mio aiuto è questo: pensate a quello che vi ci vuole, fate tre domande, e qualunque cosa con queste [...]
[...] tre domande chiederete, vi sarà concesso » e sparì. Immaginatevi quei due vecchietti come restarono a quella parola! Erano sbalorditi e quasi fuori [...]
[...] di sè dalla grande allegrezza, e non si potevan capacitare che fosse vera una fortuna simile. Poi dopo comincian subito a pensare che cosa potevan [...]
[...] chiedere. Quelle due teste doventarono due mulini a vento; ci frullavan dentro centomila idee, e non si contentavan mai, e mai si trovavan [...]
[...] d'accordo. Pensane una, non piaceva a lei; stillane un'altra, non garbava a lui. - « S'ha a chiedere tanti e poi tanti poderi da viaggiarci un giorno in [...]
[...] carrozza, sempre in sul nostro? » - «No, no. Come si fa a badare a tanta roba sparsa, che siamo due ignoranti che non sappiamo nemmeno leggere [...]
[...] ? Bisognerebbe tenerci un fattore, e allora addio roba di dote!» - « S'ha a chiedere tante e poi tante pietre preziose, diamanti, perle ... ? » - « Ohe [...]
[...] se ne fa? Che se ne fa? Oramai siam vecchi; son messe dette e vespri cantati! E poi come si farebbe per venderle?» 43 - «Allora s' ha a chiedere [...]
[...] carrozze e cavalli?» - «O se non ci sappiamo neanche stare! io ci sono stato una volta e tu mai». - «O allora che s' ha a chiedere? villa in [...]
[...] campagna e palazzo in città?» - «Ohe città e non città? In città, se ci fossi dipinta, mi ci anderei a sgraffiar e! non ci son mai potuta stare in [...]
[...] quell'aria affogata». Intanto che stavano tutti attenti, colla testa fissa lì a pensare, il fuoco era calato, e il marito per ravvivarlo prese le molle [...]
[...] , lo sbraciò, e venne una bella bracina sprillente che faceva allegria, solamente a guardarla. Distratto, senza ripensarci, gli scappò detto [...]
[...] braciuola sul treppiede e tutto. La moglie, a vedere una domanda di quella fatta sciupata a quella maniera, andò su tutte le furie, e accecata dalla gran [...]
[...] male al marito, e d'avere sciupato un'altra grazia. Pure cominciò a dire: «Marito mio, ci resta un'altra grazia sola. È vero che tu sei senza una [...]
[...] tesori d'oro e di quattrini, e così ci faremo servire di tutto punto a vestirci, mangiare e bere, e a passeggiare, con carrozze e cavalli. Coi [...]
[...] quattrini si fa ogni cosa, e vedrai che una mano di meno non ti darà poi tanta noia». - « Che mi fanno a me le tu' ricchezze così monco? Che mi fanno i [...]
[...] tu' quattrini? Tu discorri bene, perchè hai tutte e due le tu' mani. Io monco non ci vo' essere! Che mi fanno a me i tuoi servitori? O Dio! lo vedi [...]
[...] come sto con una mano sola? Son nato sano e sano voglio morire. Ho fatto tanti anni povero, farò anche di qui avanti; ma io rivò la mia mano a [...]
[...] tutti i patti, e a tutti i costi la rivoglio, la rivoglio, la rivoglio ! » La moglie rispondeva, cercava tutte le vie per persuaderlo, ma chè! era [...]
[...] stati poco bene, di lì avanti non ebber più pace nè riposo, a pensare come avevano mandato a male quella bella fortuna. XIV. Secondo in che dà [...]
[...] dentro; restate a mangiare un boccone con esso noi» In questo mentre al contadino di sulla porta gli venne fatto di vedere che quell'altro aveva [...]
[...] , con rispetto, la goccia al naso, che nel rumare 46 dondolava, e pare,a che dovesse cascare da un momento all'altro; e si dava da fare a [...]
[...] ...» In quel momento la goccia si staccò, e andò per appunto nel paiuolo. «Dunque faccio mettere un piatto anco per voi?» «No, no, non vi state a [...]
[...] incomodare; ho detto a casa che tornavo in tutte le maniere a desinare. Grazie, sarà per un'altra volta. Ci ravvediamo a tutti, e buon appetito!» xv [...]
[...] . La mosca e il bove Si dà certi imbecilli nel mondo che vengon cento miglia dopo il nulla, e si pensano d'esser tutto. A starli a sentire, son [...]
[...] manda va fuori un grido dei suoi: cu cu! cu cu! Intanto più là, a poca distanza, eccoti un rusignolo che principia a cantare con quei be' trilli, con [...]
[...] quei be' gorgheggi, con quelle bellissime rifioriture, una sempre differente dall'altra. Il cucco stava a sentire, senza però smettere il suo [...]
[...] pensarono di farla fare in quello. Lo pigliano, 49 lo riquadrano, lo portano in città a un intagliatore, e neanche dopo un mese la statua era [...]
[...] già in canonica, bella e finita, con un viso dipinto con certi colori latte e sangue che era una bellezza a vederlo. Lo rivestono con un bel camice e [...]
[...] ; avevano sparato mortaletti mattina e sera, e ci avevan chiamato a fare il panegirico un frate predicatore il più famoso che si conoscesse. La [...]
[...] chiesa era tutta parata di damaschi a strisce d'oro e d'argento; per aria ci erano tante e poi tante lumiere, e il pavimento era tutto sparso di timo e [...]
[...] di mortella, l'altare era una selva di ceri, e un giardino di fiori; e il santo se ne stava lassù in cima, in mezzo a quei lumi, sotto un [...]
[...] bellissimo baldacchino di seta. Tutta la gente lo venivano a vedere stupefatti, tutti lo pregavano, tutti ci pigliavano il perdono, e, nel passargli davanti [...]
[...] , ci s'inginocchiavan tutti. Ma un certo vecchietto, quando gli fu di contro, gli dette una sbirciata in tralice e tirò a diritto dicendo: « T'ho [...]
[...] lo spiego. Bennardone era un ragazzo senza numeri, capiva poco, e non teneva a mente nulla; e tanto su' padre ne voleva fare un prete, o un dottore [...]
[...] . Sette anni lo mantenne agli studi, e all'ultimo tornò più rapa di quando era partito. Un giorno, mentre erano a desinare, venne in tavola un [...]
[...] vecchiumi 52 smessi, e roba dell'uno avanti il mille, e son cose d'oggi vive e verdi, che tanti e tanti ci credono come angeli, ci stanno a bocca [...]
[...] aperta a sentirne ragionare; e poi la sera sfilan dalla paura a uscir di qui lì, e a passar soli di notte da un camposanto, anche uomini con tanto di [...]
[...] un bonissimo ragazzo lì vicino, voleva bene a quello, pensava a quello e non dava retta a nessuno. Quante domande venivano d'amore, erano [...]
[...] per bene. Ora eccoti, succede che a questa ragazza gli cominciarono a cascare i capelli. Non si sa perchè, ogni volta che si pettina va gli [...]
[...] venivano via a manate, giù come nevicare, tanto che in pochissimo tempo rimase quasi pelata. Figuratevi il dolore di quella povera figliola, e la su [...]
[...] . Piangevano perfino a pensarci. E non sapevano che rimedio metterci. Avevan frustato la via dello speziale, avevan provato mille ricette e mille intrugli [...]
[...] , ma i capelli seguitavano a piovere senza che però lei stesse peggio di salute. Ora per caso avvenne che andò a lavorare in quel paese un muratore [...]
[...] , un capo sventato, un arnese d'omo strambo che spesso si divertiva a fare delle burle a questo e a quello; e delle volte ne faceva di quelle che [...]
[...] passanno le parti, fino a mettersi a di brutti rischi. Stando lì aveva fatto amicizia col damo di quella ragazza, e una sera quel giovanotto, di [...]
[...] discorso in discorso, gli entrò a parlare della sua dama, com'usa, e della gran disgrazia che perdeva i capelli: « Si son provate tutte, ma non s'è [...]
[...] ». - «Dio santo! abbi pazienza, perdonami, scusami; se me lo fossi immaginato ... mi dispiace proprio.... Ora come si fa a tornare addietro [...]
[...] ? » - «Perchè? perchè? Che dici? Perchè t'ho a perdonare? Di che cosa? spiegati ... » - «La malìa ha preso da vero.... Se mi fossi potuto credere neanche [...]
[...] ... (impromettimi di non dirlo a nessuno) perchè sono stato io quello che gli ho dato la malìa. Venne da me uno che non conoscevo; mi portò una ciocca, un [...]
[...] ciuffetto di capelli e per le buone e per le cattive, a forza di promesse e di minacce, volse che gli facessi una malìa a una ragazza, perchè non l'aveva [...]
[...] cominciarono a tremare le gambe sotto, e aveva quasi paura a essere solo con quell'altro. Ma poi 55 si fece animo e disse: - «Il rimedio c'è [...]
[...] ?» - «Andiamo a vederla. Il rimedio forse c'è, ma bisogna che mi danni l'anima, bisogna che l'anima mia vagghi dannata. Ma che non lo sappia nessuno per [...]
[...] l'amor di Dio!» - «Alle donne però, anco a sua madre, bisogna pur dirglielo!» - Quello s'intende, ma a loro due sole; se no, addio!» - «Non aver paura [...]
[...] , io son mutolo». Vanno dunque alla casa e trovan per appunto la madre e la figliuola sole. Dice il damo : - «A vévamo ragione che una malattia non [...]
[...] forsi il rimedio c'è». Allora il muratore ricontò anche a loro com'era ita, e disse: - «Abbiate pazienza e perdonatemi; se mi credevo che fossete [...]
[...] croci, e su ognuna di queste croci mi ci tocca sputare tre volte! E poi ci ho un libbrone che a mala pena si puol portare sotto il braccio, e a [...]
[...] ! E poi, se mai, pregheremo anco noi per la vostra anima ; a sfare il male non deve miga essere peccato. - « Vedrò, guarderò ... » - « E quando ci [...]
[...] una sera sola? Non basterebbe tutto stanotte e tutto domani a leggere quel libro ... E poi se sapéssete quando viene la Controparte! ... » - «E [...]
[...] camera di diavoli infuriati, chi va e chi viene, e ognuno dice la sua, e mi tocca rispondere a tutti, perchè loro, incattiviti, non vogliono, e io, più [...]
[...] fine impromettergli l'anima. Allora a poco a poco se ne vanno, e quello che si chiede, qualunque cosa sia, succede come si è chiesto ». E quelle [...]
[...] capelli tutta in un colpo?» - «Ragazza mia, quello poi è impossibile; come sono andati via a poco per volta, a poco per volta vi torneranno, quando avrò [...]
[...] si sa». - «State sicura che la faccio». - «E poi domandate pure, faremo anco più della nostra possibilità». - « Chè! a quello non ci pensate, e [...]
[...] non vo' nulla». Così si lasciano; ma passa un giorno, passa due, passa tre, passa un mese, e i capelli seguitavano a cascare, e il muratore non si [...]
[...] presentava più. Allora un giorno la madre della ragazza si parte risoluta, e va alla casa del muratore a discorrere con su' madre. - «Io sarei venuta [...]
[...] .... Quel più grande in casa ce l'avete? » - «No, è a lavorare; che volete da Silvio?» - Lei allora si rifece dal principio, raccontò tutto e [...]
[...] , la vendo apposta, e vado a Lucca, cerco d'un ebreo e gli faccio fare il giuoco dello staccio, e allora chi ha fatto la malìa deve camminare e [...]
[...] pregando, e parte minacciando l'ebreo e il giuoco dello staccio. Tornato il figliuolo a casa, la madre gli fece una grossa rinfrusta degli scherzi [...]
[...] che si metteva a fare. Ma lui cominciò a ridere. - «Lasciatemi fare a me; mi sono informato da un dottore; m'ha eletto che è una malatia che si [...]
[...] .... » - « Aibò! non è gente quella lì. Lasciatemi fare. 59 Ho pensato a tutto, e vo' ridere fino in fondo, e chi è minchione stia a casa». E così [...]
[...] fece. Tornò a parlare con quelle donne; e ora inventava che s'era sentito poco bene; ora che gli era stato sciupato l'incantesimo per aver saltato [...]
[...] un foglio; quando per avere sputato o una volta di più o una volta di meno ; insomma a suon di bugie te le portò al punto giusto che credette lui [...]
[...] raccontò per la minuta tutta la storia, e la gran fatica che aveva fatto a combattere la Controparte. - «Mi saran venuti in camera più di cento [...]
[...] lo voleva ficcare negli occhi ; un altro voleva acciuffarmi per i ca pelli e scaraventarmi nell'inferno; ma io duro! a tutti rispondevo sillaba [...]
[...] per sillaba, e stavo a repentaglio senza scrollarmi e senza paura, e li maltrattavo come porci, perchè sapevo che tanto non mi potevan toccare, e [...]
[...] , o buttati a sedere sopra una seggiola, o sternacchiati per terra 60 come briachi, e si mordevan le mani, si sgraffiavan la faccia e si pelavan [...]
[...] , il più nero, ha detto: « Sono io, che cosa comandi? » « Io comando che a Beppina « Ritornino i capelli meglio di prima. « Io comando che quella [...]
[...] ragazza bella « Torni a rilucere come una stella. « Che sulla sua testa di nuovo i capelli « Principino a crescere più folti e più belli». E il capo [...]
[...] bella del sole; « Per virtù dei tuoi scongiuri arditi « Gli nasceranno i capelli più belli e gremiti ». E poi a uno a uno scaciati, colla coda tra le [...]
[...] gambe, come tanti cani frustati, se ne sono iti. Però io ho seguitato la lettura fino a dopo mezzogiorno, e ora son venuto a darvi la notizia che [...]
[...] presto presto i capelli devono cominciare a rispuntarvi. Ora voi altre vedete in che stato è l'anima mia: pregate il Signore per me; se no, io sono [...]
[...] dannato» A questo racconto le donne tremavano come foglie, bianche in viso come un cencio lavato e 61 senza voce; ma cominciarono a ripigliare [...]
[...] come il dottore aveva detto: dopo poco tempo i capelli cominciarono a rivenire. Allora sì che credettero in verità all'incantesimo e alla [...]
[...] durarono a portarne. E nessuno potrà mai levare da quelle teste che Silvio non sia un incantatore, e che colle parole, e colle croci, e cogli [...]
[...] con chi, e poi s'hanno di bei matrimoni! Io almeno mi son messo con una che si può pigliare a occhi chiusi!» E Guido lì botta e risposta: « Dici [...]
[...] bene, perchè a occhi aperti la tua non la potrebbe pigliare altro che il porco!» xx . Padron, bandiera! Ecco qui il perchè quando i [...]
[...] sarti cinquinano della roba, pezzi e striscie della roba che gli portano a cucire, si dice che fan bandiera. C'era una volta un sarto in un paese, che [...]
[...] : «Sapete, la roba non arriva; abbiate pazienza, non è assai». E sempre faceva così. Ora eccoti che questo sarto si mise a letto, e andò all'olio [...]
[...] che il sarto aveva preso agli altri. Si spaventò l'omo che capì subito la faccenda, e cominciò a tremare come una vergola. Richiamò il prete e gli [...]
[...] cominciò a rivedere le pezzate della stoffa, si sentiva consumar dentro dalla bramosia di farci il solito strappo. Però se ne asteneva; anzi per [...]
[...] ricordarsene meglio disse a un ragazzetto, che teneva lì a imparare: «Senti, bimbo, se qualche volta tu mi vedessi lì lì per tagliare qualche striscia [...]
[...] zìcchete! ne stacca un bellissimo pezzo e lo mette in cantera. «Tanto all'inferno ci ho a ir per altro!» avrà detto fra sè. Dice pur bene il [...]
[...] fosse acqua fr esca. 66 Da principio quando gli cominciarono a tremicchiare i polsi, se ne lamentava col dottore, e lui l'avvisò: - «Smetti cli [...]
[...] promesse! Una mattina che il dottore a caso entrò in bottega del Tosco, ti chiappa Manfròllo che si era fatto mescere il solito mezzo bicchiere di [...]
[...] ferma». Risponde Manfròllo: «Quand'anco avessi a frullà come un ritrécino!.... » e giù tutto in una gran gozzata. Quando la passione ha acciuffato, eh [...]
[...] ?! XXII. Una sbornia a ferma là! Topo la vera ciucca la piglia di rado, perchè si tien ritto cogli stecchi, povero cristianaccio, scannato [...]
[...] miserabile che fa venire i brividi a vederlo; ma se gli riesce alle spalle degli altri, non 67 si perde per corto. Quando va a qualche spaglio, la [...]
[...] ), allora sono quattrini storti, non ne fa fallita una. Una volta era nato il primo maschio a un suo fratello, e naturalmente fu invitato anco lui [...]
[...] di quello che fa strizzar l'occhio! Ti puoi figurare se l'angelo era fatto o no! Se ne venne via a notte chiusa e per istrada, per mettere il colmo [...]
[...] all'opera, entrò da un certo Trivellino a bere il bicchierin di rumme. È anco lui di quell'idea, sai? che il rumme sul vino lega bene e fa passare [...]
[...] e lo persuasero a anelare a casa. Noi èramo lì fuori a sedere dopo cena a prendere il fresco, quando, eccoti che si sente nella redola fuori del [...]
[...] alla voce : - «O padron Paolo, buona sera!» e lì cominciò a sberciare e dov'era stato e che aveva 68 fatto e quanto aveva mangiato: «Padron Paolo [...]
[...] , ho la bocca secca, bigna riribere (ci avrà messo un'ora a dire riribere) ho la gola asciutta come l'esca; m'ha a da' da ribere, padron Paolo [...]
[...] del Signore! Ecce ancilla del Signore!» cominciò a gridare dalla contentezza, e fece per attaccarsela alla bocca; ma perse l'equilibrio e giù [...]
[...] davanti puntate in terra gattone e cominciò a dire: «Uuh ! come si monta! Che montagna, padron Paolo! Ohi ce l'ha messa questa montagna qui? Uuh [...]
[...] portava. Ci sarà stato di lì là una sassata, neanche, a mala pena, ma gli s'andava dietro dietro, per vedere un po' quello che sapeva fare. E lui là [...]
[...] là, un passo avanti e due addietro, ora sopra un ciglio e ora sopra quell'altro, era lì per isboccare nell'aia, quando tutto a un tratto traboccò da [...]
[...] un lato, ma non cascò, perchè rimase appoggiato a una pendana. Allora sì che si cominciò a tapinare!: « O Trivellino, me l'hai fatta bella! Mi [...]
[...] avevi detto che la via per andare a casa era bella pulita e invece ci è un muro, c'è un muraglione e non si passa! » e lì 69 dài con questo [...]
[...] Trivellino birbante che l'aveva messo di mezzo. Allora noi a suon di spingere e di tirare lo rimettemmo su e l'accompagnammo alla porta di casa. La moglie [...]
[...] lume, cominciò a gridare: « Che volti, padron Paolo, che volti! Che volti la mi' moglie, padron Paolo! » Io dalle risa mi reggevo la pancia. Su [...]
[...] s'appoggiò come un ciocco e seguitò a russare fino alle dieci della mattina dopo. Bellina fu anche una mossetta che gli sentii fare una volta [...]
[...] ! Entrai in un caffè e c'era Topo briaco come un otro che ciacciava a voce alta e smanaccava come uno spiritato e l'aveva contro certi carabinieri [...]
[...] prendere un omo per il petto e strapponarlo a quel modo kome se fosse un cane, si puol patire? Quella è una barbarìa! Che facciano il su' dover e di [...]
[...] agguantarlo e ammanettarlo, se se lo merita. è giusta, e l'hanno a fare. Adempiute ai vostri doveri adempiute, ma le abusioni è troppo! Dice che si [...]
[...] progredisce! E io diko che si aggredisce. Non si usavano neanco a tempo dei tiranni d'una 70 volta barbarità così.... » - Intanto entra nel caffè [...]
[...] non poteva conquistare altro che questo qui; Napoleone Primo vegliava a nottate sane pensando come fare per doventar padrone di tutta l'Europa, e [...]
[...] una sbornia che cantava, e le feste per lo più bisognava portarlo a letto in quattro a birabara. Mai da Dio che tornasse una sera a casa con un [...]
[...] era stato tutta la sera a far baracca. Quando non si trovò più una palanca, andò a letto e non dormiva. Vòltati di qua, vòltati di là; méttiti [...]
[...] rilevarsi ! » Salta il letto e comincia a rivestirsi, e nell'infilarsi il panciotto sentì qualcosa di tondo; cerca nel taschino e non trova nulla; tasta [...]
[...] più carico di cognacche cla venti centesimi. Poi tranquillo come una pasqua tornò a letto; s'appioppò issofatto e russò come nn ghiro fino a sole [...]
[...] : «Buon per loro! diceva; loro sì che son felici colle spalle appoggiate a un campanile! Chi vuol esser felice in questo mondo, S'appoggi a un campanile [...]
[...] o a un sasso tondo. Sulla loro giornata non ci piove e non ci grandina, nè c'è bisogno di sarchiarla nè di zolfanarla. Sbrigata quella po' di [...]
[...] «Come!? gli rispose il prete, e avresti il coraggio di paragonare il tuo stato col mio? E non ti vergogni?! Da me a te ci corre più che da me al papa [...]
[...] , e frigni tanto! Vuoi vedere? Tu, là fra le undici e mezzo giorno, te ne vai a casa con un appetito signorile che roderesti anco i chiodi; trovi [...]
[...] preparato il tuo bravo desinare che me n'impipo, o un bel tombolo di polenta incaciata, o la zuppa coi suoi cavolini teneri teneri ch'è un desio a [...]
[...] vederla fumante a quel modo. Poi vengono que' be' fagiuoli rossi di Sant'Anna, che anche senza condire vanno giù da loro; oppure un bellissimo [...]
[...] pretendi? le chiavi? Io invece, il più delle volte, ci avrò, a far ben bene, una minestraccia fatta in casa, una gallinaccia vecchia, cotta in un [...]
[...] calci dove non batte sole, non avrebbe fatto un'opera meritoria davanti a Dio e davanti agli uomini? xxv. Astuzia per avere le galline a poco [...]
[...] prezzo Una volta un muratore contava che astuzia avevano inventato per aver le galline a poco, quand'erano a lavorare in Sardegna. «Ci erano [...]
[...] andare in terra questi maccheroni aescati dalla sacca dei calzoni rotta. Non èramo miga matti a farci veder buttarli colle mani! Cascavan giù per la [...]
[...] ! Morivano, e quelle povere donne le venivano a vendere, a 75 noi con pochi centesimi le pigliavamo! Che pappate! Che brodi! Bel mi' tempo! Be' mi' anni [...]
[...] qua e là a sedere per terra o inginocchioni, col sedere sulle calcagna. Eccoti che viene che scoprono il Bambino, e tutti allora cominciano a dare in [...]
[...] scoprono il canestro o aprono il fagotto, che sono tutte robe da mangiare, pane, cacio, ciccia, salame, vino e lì le profèrgono a Gesù bambino: Tene [...]
[...] , pizzino! tene, pizzino! Manduca, core meo! tene! manduca, core meo! e lì gli vogliono dare di tutto. E poi tutto a un colpo cominciano a ridere e [...]
[...] a stare allegri, cantano, urlano, e sotto a mangiare! Lì in un momento ripuliscon tutto quello che avevan portato, e lì bevi che ti bevo e trinca [...]
[...] tutta la notte fuori, e lì grida e urla, canta e schiamazza; passeggiano a su e a giù per il paese fino a giorno per isvaporare il gran vino che [...]
[...] hanno imbottato». XXVI. Chi fa, fa a sè Questo era il proverbio dello zi' Paolo, e raccontava la storiellina. C'era una volta un romito [...]
[...] se arrivava a tempo, lo facevano stare a desinar con loro. Ora successe che questo romito (quella greppia, si vede, gli piaceva) cominciò a [...]
[...] spesseggiare colle visite: una settimana sì e l'altra sì era col battente di quella porta in mano. Dagli! dagli! le cipolle diventan agli: a quella gente [...]
[...] gli venne a fastidio d'avere ogni momento quel negozio a favola, perchè un po' un po' s'intende, ma il troppo stroppia. Gli tiravano dei bottoni [...]
[...] , ma era come se non dicessero a lui: da un orecchio non ci sento e da quell'altro mi ci tira vento. Ce lo volevano sdegnare, e fargli una [...]
[...] mancava poco ad arrivarci, quando trovò lì a sedere sopra un ciglio, ad asciugarsi il sudore, il figliuolo più grande di quella famiglia che gli [...]
[...] piglia, e con quella popo' di sguscia che si rimpastava, ci comincia a dare san notti da lupo. Il romito lo saluta e parte; e il ragazzo si avvia [...]
[...] no, quando cominciò a sentire gran pene di pancia che crescevano e crescevano sempre più. Non resisteva; dovè buttarsi per terra, e lì si [...]
[...] possono stare, per dargli a divedere che non ci si crede, si dice: «O un lupo o un ciocco ...» e il dettaggio è nato così: Uno di quelli che quando apron [...]
[...] bocca lasciano parlare lo spirito e gonfiano ogni cosa, raccontava 79 qualmente una mattina di buon'ora, passando per un bosco, era avuto a [...]
[...] punto lì di passo, dove c'è sempre gente che va e viene?! A chi ti credi di venirle a raccontare? Sarà stato un ciocco». - «O un lupo o un ciocco era [...]
[...] . Quello s'intende veder doppio!! Annacqualo un'altra volta! » XXVIII. Un ladro scoperto Questa qui di Luicchio è bellina. Luicchio a [...]
[...] ' suoi tempi è stato il più grosso birbante di tutto questo vicinato. A quello che dice la gente, e che si sa di positivo, ce ne ha tante sulla coscienza [...]
[...] che neanche il papa basterebbe a sgrumargli l'anima: ha tenuto mano ai ladri, ha tenuto mano ai figliuoli di famiglia perchè portassero via in [...]
[...] bocca per tirar giù resie ... e i giuramenti falsi li pigliava come bere un uovo. E ora che è vecchio, e casca a pezzi, brutto animale! sta per le [...]
[...] chiese a giornate sane a biasciucar paternostri, e a nizzirsi lo stomaco a forza di pugni! Com'ho detto dunque è stato sempre ladro più di Cacco, e se [...]
[...] ha potuto ha rubato anco la pisside di sull'altare. Una volta era un inverno freddo che gelava l'acqua in camera, e la mattina presto a sputare [...]
[...] per aria, arrivava in terra una pallottola di 81 ghiaccio. Luicchio era a lavorar e lassù all'Angelo dai frati, in coppaio; non so che lavoro [...]
[...] com'erano, e lo cominciarono a posteggiare; gli stavano all'anima per chiapparcelo, ma non s'eran mai potuti accertar bene. Però una volta a uno di [...]
[...] que' più giovani gli parve d'averlo visto trafficare dintorno a una tinozza, o a un coppo che fosse, e gli parve di capire come stava l'alfabeto. La [...]
[...] sera Luicchio cenava lì in convento, e poi tornava sempre in coppaio a pigliare certi suoi arnesi che ce li lasciava apposta, e se ne veniva via [...]
[...] . Anco quella sera andò al solito e ripassò a dare la buona notte, ma siccome l'avevan pedinato due dei più fini, quando ritornò cli là, lo chiamarono [...]
[...] che passasse in un'altra stanza dove c'era il caminetto acceso; e lui a scusarsi, a dire che era tardi, che non poteva, che a casa l'aspettavano [...]
[...] ; e i frati lì dintorno, tre o quattro, a volerlo trattenere; e lui pur no, e loro pur sì, lo misero in mezzo, e a forza lo portarono a sedere al [...]
[...] caminetto, e butta su legna e fai gran fiamma. Luicchio era sulle punte d'ago. Dopo un momentino che era a quel vampone, gli cominciò a sudare la [...]
[...] Panattoni; a farla a un frate ehehéi ! ce ne vuole! Ho paura che lassù in convento ridan sempre. Lui dette in bestia, ma c'era poco da imbestiare con [...]
[...] scossarella di pattoni se la leccò. XXIX. Hai bene a dir così! ... Se tu vai a scuola di rubare, prima di tutto badati dal maestro. Un contadino [...]
[...] una volta ammazzò il porco. Quando è là da una cert'ora, va a trovare un suo amico che era un boia, ma oo! da farci proprio l'aceto dei sette [...]
[...] ladri, e gli comincia il discorso: «Oggi ho ammazzo il porco, e mi tocca darlo mezzo al padrone; non miga nulla, mezzo! capisci?, a quel birbante. Lui [...]
[...] non fa un accidente; se ne sta a sedere bello e riposato in barba di gatto; mangia e ingrassa e canzona il prossimo; 83 io sempre pesto e macolo [...]
[...] potrebbe inventare, per fargli la barba di stoppa, a quel birbante. Che mi consiglieresti?» - « Che ti consiglierei? Una cosa di nulla, e tutto è [...]
[...] accomodato. È tempo sciloccoso; stasera metti fuori il porco, attaccato sotto la tettoia del forno, colla cosa che non ti vada a male; stanotte, là da [...]
[...] : - «Precisamente così! hai a dir così». - «Ma me l'han porto via da vero». - «Hai bene a dir così! Però al padrone l'hai a dire, a dirlo a me è [...]
[...] inutile». - «Ma il porco non c'è più in verità». - «Hai bene a dir così! La parte l'hai imparata bene; ripetila così al padrone, e vedrai, ci crede [...]
[...] alla prima» . E così rimase alla su' tagliòla, e gli stette come il ciuffino ai bimbi. xxx. Menicotto Successe a questo contadino quasi lo [...]
[...] stesso di quello che successe anni sono a Menicotto. Questo Menicotto era un uomo che qualche volta lavorava di giorno e la notte dormiva; ma spesso [...]
[...] 85 altri. Ladro da sfondi o da chiavi false veramente non era; forse se ne sarebbe fatto scrupolo, ma se gli capitava a tiro roba manesca, come [...]
[...] a dire secchiette, giubbe, tela, galline, era fatto l'angelo! Di limoni, erbaggi, cocomeri, canapa ammannellata non se ne parla neanche: visti e [...]
[...] pedinandolo alla lontana. Menicotto via, e l'altro via; Menicotto gira a destra, volta a sinistra, e quell'altro dietro! Finalmente Menicotto entrò [...]
[...] in una vigna, e l'amico si rimpiattò dopo un buscione e guardava. Menicotto cominciò a svelger pali, e mano mano che li svelgeva, a due o tre per [...]
[...] volta li portava fuori della vigna, li posava lì sul viottolo, ritti appoggiati al ciglio della brania e così a belle bracciatelle il mucchio era [...]
[...] suo; arriva al posto, e non 86 vede più nulla! Restò lì come un mammalucco e disse: «Accidenti a tanti ladri!» XXXI. Un miracolino Ohe s'ha [...]
[...] a morire è un fatto, e sarei un gran fagiano se venissi a darvi questa bella notizia: homo natus de muliere, l'omo nato de' morire, come traduceva [...]
[...] Brogin di Coppori, che stette chierico sei anni e poi tornò a casa, perchè il collare gli segava la gola, diceva lui. S'ha a morire, sì, ma non si [...]
[...] addietro, e si sta meglio di prima. Non c'è specie di malattia, almeno a detta dei medici più esperienzati, che qualcuno non ci abbia rilevato la [...]
[...] pelle, e non c'è pericolo, per quanto grosso si voglia, di dove qualcuno non sia scampato. State a sentire questo bel casetta che è vero; me lo [...]
[...] poi la polvere non lavorava; a mezzo tiro si stroncolavano, seminavan le budella, magari, ma andavan via collo stoppaccio in corpo. - Che s'ha a [...]
[...] accordarono; lasciammo ire; voltammo, e ci mettemmo per tornare a casa. Uno prese da un'altra parte, e Fégato, quell'altro e io seguitammo sull'argine [...]
[...] della fossa grande. Sarà stato là tra le dieci e le undici. Quando fummo a un certo punto, ci dette nell'orecchio un lamento che pareva lontano [...]
[...] lamentino, ma un lamento fino, sottile che strappava il cuore. Ora pareva che venisse di per aria, ora di sottoterra; e noi lì balocchi a stillare [...]
[...] passarono per la mente lì in quel poco di tempo! Guarda, occhia per avanti e per addietro, di sopra, di sotto, nella fossa... tutto a un tratto ti [...]
[...] scorgo da quell'altra parte della fossa, a piè d'un ontanello, mezzo avviticchiato al fusto, un serpente tanto fatto, più grosso del mio polso [...]
[...] ! a quattro o cinque metri, lo spezzai per il mezzo, di netto, a taglio netto. Sto un po' a vedere che sapeva fare; e nel mentre che la parte di [...]
[...] sotto si dibisciava a quella maniera, eccoti che fa capino e sbuca fuori dalla pancia un ranocchietto. Stette lì un momentino con certi occhi [...]
[...] stralunati, tutto spaurito; ma a mala pena gli venne scòrta l'acqua lì accanto, spicca un saltino e, pùnfete! giù a forane. Come rimanemmo tutti i tre! Se [...]
[...] non l'avessi visto io con questi due occhi qui, e un altro me lo contasse, non ci crederei, neanche se sputasse Crocifissi a boccate. Povero [...]
[...] così) e poi dopo, con quella po' po' di schioppettata 89 lì, non avere neanche un pallino addosso, e il serpente essere spezzato a fil di [...]
[...] una? per il suo verso, e come apri va bocca erano spropositi che fioccavano. Dopo un po' di tempo il prete va là anco 90 a lui, e per fargli una [...]
[...] domanda facile, gli dice: «Quando morì Nostro Signor Gesù Cristo?» E quello restò lì melenso a bocca aperta senza risponder nulla. Allora il prete [...]
[...] confuso, e borbottò a mezza bocca: «O Dio! non sapevo neanche che fosse malato!» Ne hanno di curiose i ragazzi. Il rettore vecchio del mio paese [...]
[...] raccontava che una volta s'andò a confessare da lui un ragazzetto di otto o nove anni. Si accusò di tre o quattro ineziole da bimbo e poi stava zitto [...]
[...] nella pancia. XXXIV. Burla a un cacciatore Una volta ero in un caffè, e lì a un tavolino dicontro al mio una brigata di giovanotti [...]
[...] snellezza; snellezza ci vuole! Non s'hanno anche a esser mossi, che devono a vere la carica addosso. 92 Come mi fanno scappar le risa certiduni [...]
[...] che per andare a caccia si veston di moda: cappellone a brigante colla piuma da una parte a tutta cuglia, giacchetta di velluto attillata, il [...]
[...] manichini duri, stirati a lucido, ai polsi!... Sciolti bisogna essere, e non portare neanche la pippa; sbottonati davanti e braccio libero e scalzi [...]
[...] , potendo, a voler fare da un fulmine. Han l'ali, ve', gli uccelli! Loro invece per apparir bellini e figurare van legati come salami. Scia bigotti! Ma [...]
[...] per loro è sempre vigilia; o se ne portano a casa, li chiappano co' pallini d'argento!» - «Già, dice un altro, li compran da questo o da quel [...]
[...] ... ! ne sfaloppan tante delle bugie, chi li credesse!» Allora cominciò un altro: - « .Mi torna a mente una bella burletta che inventarono certi fèuti [...]
[...] di giovanotti a uno di questi pappazzucchi, che ogni momento andava in padule e tornava sempre colla catana zeppa. Tornava colla catana zeppa e a [...]
[...] mala pena sapeva tirare a fermo ! a volo poi non coglieva in un pagliaio; anco lui come il potestà: mira qui e coglie là; eppure tutte le volte eran [...]
[...] beccaccini, bozzoli, forciglioni, pappardelle, gallinelle, seneppini .... - «Giurammio Bacco!, cominciarono a dire, che storia è questa? 93 [...]
[...] Gatta ci deve covare! O qui c'è l'aiuto dei Buon vicini, o qui lavora lo dio Palanca!» - Uno di loro si mise a pedinarlo; scoprì paese e scovò che [...]
[...] quando andava in padule, spediva un bigliettino due o tre giorni prima a uno di quelle parti, cacciatore di mestiere, e lui zitto zitto gli preparava [...]
[...] barroccino e via a orecchi ritti da quel cacciatore! Gli unsero per bene la mano, perchè lasciasse fare, e tesero il trabocchetto. La mattina dunque [...]
[...] : - «Com'è ita?» - E lui tutto glorioso e trionfante: - «Una giornata d'oro! C'eran come le mosche. E che polvere! Ogni botta sonava a morto: pun [...]
[...] lasciamo ai novizi! Guardate qua!» - e cominciò a levare di catana beccaccini, gambetti, pivieri, pappardelle ... - «Acciderba! quanti! O dove l'hai [...]
[...] della pappardella ci è scritto: - Birindèndere birindèndere Ai minchion tu l'hai a dare ad intendere!» - Poveraccio! Dalla vergogna non trovava più [...]
[...] neanche la via per tornare a casa! A volo dunque era sempre inizium santi Vangeli secundum nullam ! A fermo qualche volta ci pigliava, ma anche [...]
[...] lì ci era arrivato a furia di moccoli, sciupar polvere e buttar via piombo. E poi volete sentire nei primi tempi, cacciatore che era? Un giorno era [...]
[...] ito alla lepre: ne aveva levate due, ma sìe! gli potevan fare anche la manferina sulla mira: tirava a sesta e coglieva a nona! Benchè passassero [...]
[...] tutte e due a mezzo tiro dalla sua posta, bisognò si cont entasse di vederle scappare. Lo portava via il diavolo dalla sipia; resie da fare scurir [...]
[...] l'aria! Tornare a casa a vuoto, mai! Era vergogna, e non sapeva a che santo votarsi. Per buona fortuna sentì dire che certi ragazzi là di lì ne [...]
[...] a me, e mi potrò anco giurare che l'ho ammazzata io». - La lepre era legata per il collo con una funetta. Agguanta la funetta e va un pezzo in là [...]
[...] : e lì urla e lì gnattisci ! L'hanno levata e lei a salti via per il colle! Trova uno scepone e non può traversare, e lei via! gronda gronda, viene [...]
[...] a sfondare dalla mia parte, e i cani dietro! Quando m'è stata quasi a tiro che stavo per fischiargli la botta, mi fa una fiancata, e io borda! La [...]
[...] colgo un po' in fallo e scappa, e io dietro senza perderla d'occhio! Alla fine, quand'è a saltare una fossa, vedo che non aveva potuto. Corro là e [...]
[...] ». - Intanto arriva in un punto che gli parve adattato; lega la funetta colla lepre e tutto lì a piè d'un palo, si scosta pochi passi e gli mira nella [...]
[...] testa per fare l'effetto immaginato; parte la botta e la lepre via! a lanci e a schizzi che pareva nn tappo di saetta. Pover'omo ! invece di coglier la [...]
[...] anni, e pure fece compassione a tutti a sapere di che male gli convenne morire. La su' casa era in mezzo a una selva di castagni, be' castagnotti [...]
[...] nuovi, gente nata signora, che certe idee non le hanno, stettero a q nello che diceva il fa ttore e gli dettero carta bianca, e lui che non vedeva [...]
[...] l'ora, messe subito mano a tirar giù la selva. Povero Tistino! come ci restò! Fu una vera stilettata! Perse il mangiare, perse il bere, perse la voglia [...]
[...] a vedere un bel caso cli nostalgia!» Entrammo in quella cameruccia stretta stretta che a mala pena ci si poteva uno rimuginare, e bassa bassa che [...]
[...] i travicelli del soffitto quasi si toccavano col cappello; lui era a sedere sopra una seggiola e col gomito appoggiato al davanzale della finestra [...]
[...] zitto, signor Dottore, stia zitto per l'amor cli Dio ! Non me lo dica neanche, non me lo elica, che mi fa male dentro anche a sentirne discorrere [...]
[...] mi' fratelli! E ora eccoli laggiù! stesi per terra! Ci avevo fatto le mattie sotto cogli altri ragazzi, e ora non ci enno più! Ci montavo su a [...]
[...] ! Poverini! Poverini!» E gli tremava la voce, e tremava tutto da capo a piedi come avesse la febbre! Povero vecchio! Quelli di casa le tentarono tutte, ma [...]
[...] padre a un figliuolo perchè aveva schiacciato un moccolo: « Non si dice così!. .. (e qui il ceffone) Dio! ... (e qui il moccolo). Se te lo sento dire [...]
[...] portino più di certi altri. Pochi anni fa a uno dei nostri conventi di frati situato assai in alto furono fatte le campane nuove. Quando si dovettero [...]
[...] salita e le vacche principiano a montare; la salita specialmente da primo è molto a petto. Le campane erano accompagnate da due frati; Chiocchetta, il [...]
[...] , mancina! Su, forza, bianchina!» Così durò un pezzo, ma le campane non andavano. Tutto a un tratto l'omo si stacca dal carro e va risoluto davanti al [...]
[...] montata». I due frati allungano il passo e cominciano a correre per non sentire; e Chiocchetta si fa alle vacche e giù moccoli e bacchiate «Dio qui [...]
[...] ! su, mancina! Dio là! su bianchina ! Dio! ... forza, avanti, mucca, Dio ... " e le vacche a quegli urli e a quelle botte e a quei sagrati, via [...]
[...] , arranca, pigia, a forza di Cristi e di Madonne le campane in un momento furono sul piazzale. Quando furono in cima, Chiocchetta va là ai frati [...]
[...] miglioramenti lui non ne goderà? Non par vero, e pure ce n'è di quella sterpaccia lì che tira a finire e dice: «ultimo barbone ultimo boccone», «reggi [...]
[...] , i castagni, le quercie? Chi gl'incanalerebbe certi fiumi? Fortuna però che i più sono all'incontrario! se no, poverini a quelli che venissero [...]
[...] dopo! E il buon esempio ce lo dette Noè. Noè aveva là sopra settecento anni e non era mai stato un'ora in ozio, ma sempre a fare, sempre a trafficare [...]
[...] qualcosa in casa o fuori. 102 Un giorno dopo desinare che era là in uno scasso nuovo a piantare delle viti, gli apparve il Signore e gli disse [...]
[...] : - «Noè, oramai la tua ora è sonata: preparati, chè stasera a sotto di sole devi morire!» Noè chinò il capo e disse: - «Sia fatta la vostra volontà [...]
[...] li pianto al sicuro, e sarà tutta fatica risparmiata a quei ragazzi» e lì assiduo al lavoro. Il Signore stimò tanto il pensiero di Noè, che per [...]
[...] ! (A un popol matto un prete spiritato). Questa qui è una veritella, e mi dispiace di non sapervela ricontare come la sentii raccontare io; proprio [...]
[...] aveva nel cuore l'aveva sulla lingua, e le diceva chiare e tonde in grinta a chiunque si fosse. Questo prete dunque, come ho detto, le aveva tentate [...]
[...] tutte per addomesticarli e ridurli persone per bene a modo e verso; ma sie! peggio che predicare ai porri. Dall'altare, dal pulpito s'era fatto [...]
[...] sentire; in confessionale, a quei pochi che ci anelavano; per le case, dove s'era potuto introdurre: lo lascia van cantare e imbirbantivano un giorno [...]
[...] gli davano retta, la colpa era loro, e che a lui gli pareva di potere star tranquillo in coscienza. Poi a poco per volta menò bellamente il discorso [...]
[...] in sul giudizio universale e cominciò a dire che ognuno sarà giudicato non solamente come uomo, ma anco secondo l'ufficio che aveva nel mondo e che [...]
[...] il Signore chiederà ragione anco a tutti i parroci e rettori e curati del modo come avran custodito il gregge che gli era affidato. «Il giorno del [...]
[...] Giosaffatte, eccoti che verrà Nostro Signor Gesù Cristo. Si spalancherà il cielo e in mezzo a raggi di sole verrà il gran Giudice a giudicare i vivi e i [...]
[...] morti. Sarà accompagnato da migliaia e migliaia d'angeli, colla Madonna al fianco; e su di sopra a tutti Iddio Padre l'illuminerà co' lampi del suo [...]
[...] chiarore. Tutti staranno mutoli e tremanti, e Gesù Cristo comincerà a chiamare a uno a uno, tutti i papi, i cardinali, i vescovi, i re, i principi e [...]
[...] gl'imperatori, e a ognuno chiederà conto di quello che avran fatto nel loro grado come governatori di popoli. Poi chiamerà anche i curati e dopo [...]
[...] , zitto! - «Signor don 105 Tognon!» - E mi, zitto! Allora m'accennerà con un dito, e griderà più forte: - «Signor don Tognon! a te dico!» E mi [...]
[...] li scordano più, e li durano a piangere una mezz'annata; e c'è di quelli invece che qualunque danno abbian sofferto, sia pur grosso quanto gli pare [...]
[...] boccone, un picchio per le terre! C'era lì uno stecco, uno zingoncello ritto; gli entra in un occhio e glielo cava. Si rialza e comincia a gridare [...]
[...] «Che fortuna! Che fortuna!» La gente che era nel vicinato corre a vedere che era mai 106 stato, e ti trovano quest'uomo con un occhio pendoloni [...]
[...] , e gridava - «Che fortuna!». Si sentiron friggere dal ribrezzo. - «Pover uomo! altro che fortuna! Che disgrazia! avete a dire». - «Io dico che [...]
[...] fortuna a non esser forcelluto! (e accennava il broncone) se era forcelluto, me li cavava tutti e due!» XL. Tognino Un pastore tutti gli anni [...]
[...] , là fra 'l settembre e l'ottobre, dai monti della Garfagnana se ne scendeva passo passo col su' branco delle pecore giù alla pianura, e andava a [...]
[...] cene, vestito di fustagnaccio verde, e sgolandosi dalla mattina alla sera dietro alle pecore. 107 Certamente, se avesse saputo a che altro [...]
[...] , avea raccapezzato fior di denari e se la passava da un principe. Sentilo ora sentilo or ora, il pastore cominciò a fissarci il chiodo, e a furia di [...]
[...] pensarci gli venne la fantasia di voler tentare la fortuna anco lui. - «Eh, per mio! non sarà mica una qnaderna al lotto! Ha detto bene a tanti [...]
[...] , ho a esser per appunto io lo sciagurato? Ci ho a esser proprio solamente io nato così male che non abbi a ayere una fortuna mai nel mi' mondo? La vo [...]
[...] ' vedere come è fatta quella befana della mi' stella!» E senza stare a scrutignarla tanto, va e vende tutte quelle bestiole che erano state il suo [...]
[...] pastore mercante seduto a prua sopra una pancaccia faceva i suoi castelli per aria, che era 108 una bellezza a entrare in quella testa, e gli [...]
[...] pareva già d'avere le tasche piene zeppe di maranghini. Arrivato a Napoli il suo noce gli andava via come il pepe; faceva un affarone d'oro, e lì [...]
[...] , ite e venite, guadagnava il quarantacinque o cinquanta per cento sulla compra fatta. A Napoli (sempre nel suo cervello) ricaricava la paranza di [...]
[...] frutta secche e fresche, e le portava sul mercato di Genova, e i soldi crescevano; a Genova ricarica va grano e lo portava a Livorno e i quattrini [...]
[...] aumentavano; così in poco tempo il suo capitale era raddoppiato Dio lo sa quante volte. In quattro e quattr'otto doventava un signore; maranghini a [...]
[...] almeno sarò un galantuomo!» Intanto, senza che nemmeno se ne fosse accorto, eccoti che il cielo si rannuvola, il vento comincia a tirar forte, fa [...]
[...] maretta, poi mare grosso, poi una tempesta e un fortunale così spaventoso che da un momento all'altro sono lì per andare a fondo. Ohimè! non c'è [...]
[...] altro rimedio che alleggerire la barca! «Presto! in mare tutto quello che si può!» Povero pastore! a una a una tutte le sue tavole di noce furon [...]
[...] buttate via, e lui stesso, anco lui! a sudare per far più presto. Così la 109 paranza alleggerita alla peggio e alla meglio la scampò. Ed eccoti il [...]
[...] cercando un tozzo di porta in porta e dormendo per le capanne e per i metati. Lassù rimettendosi sotto a lavorar e come una bestia, aiutato da [...]
[...] ' insaccati, i presciutti e tutto il resto, e poi metteva tutto in cantina serrato a due mandate. Ci aveva un figliuolo che avrebbe dato sotto [...]
[...] ; poi prese un gatto, gli legò una corda a una zampa di dietro e lo mandò dentro. Il gatto come sentì l'odorino, saltò sopra un salame e co' denti e [...]
[...] colle granfie lo teneva stretto. Il ragazzo, visto che l'aveva augnato sodo, cominciò a ritirare la fune e il gatto veniva a culo addietro per forza [...]
[...] . - «Il più che mi faceva dolore, era quando mi toccava mettere i figliuoli a letto senza cena, senza un boccon di cena; q nelle eran passioni!» - «Io [...]
[...] poi a quello non mi ci son mai ritrova». - «Va! allora 'un hai provato nulla!» - «A stentare di companatico, e 'un averne anco nulla, sì, ma il pane [...]
[...] , avrei scritto al papa Carissimo fratello! Ma una volta andammo 112 tredici sere di seguito a letto senza cena, tredici sere! senza tocca' nulla con [...]
[...] calza; e la mattina cantavo come una serena. Delle volte gli avevo messi a letto e poi veniva la provvidenza! Allora li risvegliavo se avevan [...]
[...] cena? E io che gli avevo a rispondere? - «Sì!» - E lui tornava via e dopo un popo' riveniva colla farina. Perchè, Mannarone sarà stato sversato e di [...]
[...] subbito que ragazzetti tutti d'intorno: «Che mangiate, mamma? Che mangiate mamma? Datecene nn popo' anco a noi!» - Si credevan che ciancicassi [...]
[...] qualcosa, poverini! ... Mi convense smettere di dire il Rosario, per non vederli patire! » XLIII. Zizzania Zizzania all'ultimo dovè finire a [...]
[...] volte, ma, quando più presto quando più tardi, era rinsavito a modo e a verso, o almeno pareva; alla fine però la malattia vinse e lo sbrigò anche in [...]
[...] legittima. Una mattina 114 dunque eccoti Zizzania scappa fuori a dire che il rimedio contro la peronospora l'aveva trovato lui. - «Vedete quante [...]
[...] vacche, manzi, buoi, vitelli e vitelle s'ammazzano per la città in capo all'anno? A migliaia a migliaia. Ora le budella di tutte queste bestie si tiran [...]
[...] per le fogne e vanno a male. Invece bisognerebbe pigliarle, pulirle puntualmente, lavarle, e poi con bel paio di forbici tagliarle di cima in fondo [...]
[...] col Comune, perchè non sapevano fare il bene del popolo mandando a male tante budella! Quando dunque fu voluto portare al Manicomio questa volta [...]
[...] , mentre stavano per rinchiuderlo in una stanza, dette nei birilli, doventò una bestia: calci, spintoni, pugni, morsi, sgraffiotti! ma a forza lo [...]
[...] spinsero dentro e serraron la porta a chiave; e lui a urlare: - «Canaglia! Ladroni! Vigliacconacci! avete ragione voialtri, brutti sùdici! I savì [...]
[...] d'anni, che morì senza confessarsi e senz'olio santo lì per lì, tun tun, ite e venite, d'un accidente a campana. Figuratevi! andò all'inferno diritto [...]
[...] e sgranava cert'occhi! ... Intanto gli capitan lì vicini due diavoletti che cominciavano a spuntare allora le cornina e avevan voglia di far le [...]
[...] mattie, e si davano addosso per ischerzo e facevano a buttarsi in terra, e ogni momentino agguantavano un tizzone e se lo tiravano. Uno una volta [...]
[...] sbagliò il colpo, e se il povero anchianino 116 non era lesto a far civetta, lo cuccava nella testa. Lui allora si risentì e disse: «State fermi [...]
[...] guardava, e difatti cominciò a vedere che gli occhi s'inumidivano e la piaga gocciolava. Papa Sisto era un certo tòmo! ... Era stato porciaro e [...]
[...] fare per sincerarsi, tutto a un tratto gli viene un'idea: agguanta uno stocco (a que tempi portavano l'arme anco i Papi!) e con tutta la forza lo [...]
[...] rinchiuso uno che con certe spugne faceva quella burletta! E di qui è venuto anco quell'altro dettaggio: «Papa Sisto non la perdonò neanco a Cristo [...]
[...] prove. Dice dunque che una volta comandarono a questo novizio che piantasse un chiodo nel muro e per martello gli diedero un fiasco nudo. Al primo [...]
[...] colpo una svetrinata e giù per terra in picini! Allora gliene diedero un altro, e anca quello via in bricioli! Quando vide che seguitavano a dargli dei [...]
[...] calzolaio e dice: «Non l'avete miga anca fatte?» - «Gna'! eccole qui belle e informate: domandasera l'hai a casa» - «Lo sapete perchè ero venuto [...]
[...] ?» - «No». - « Ero venuto per dirvi che me l'avete a fare che cantino». - «Le vuoi col cicio, via?» - «Sì; son più a signore». - «Sta bene, ma allora mi [...]
[...] ci vuole un po' di polpa di tamarindo; se no, non cantano». - «Du' soldi bastano?» - «Direi di sì». E lui via correndo dallo speziale a comprare [...]
[...] due soldi di tamarindo per far cigolare le scarpe! XLVII. Un giovanastro La domenica mattina lo trovavi a servir la messa, e stava lì colle [...]
[...] mani accoppiate e cogli occhi bassi come un Sanluigi; la sera a cantare il Vespro e a dar le torcie per la Benedizione; più tardi per l'osterie a [...]
[...] bere e a far cagnara o nella stanza di dietro a giocare a zecchinetta o alla mora, e lì filze di moccoli. Faceva all'amore con una ragazza due o tre [...]
[...] le faccia tutte come me non si può dare!» E infatti, salvo di rubare e d'ammazzare, era il primo a tutto. E i chiodi come ci aveva gusto a [...]
[...] capitava il fagiano, e lui lo pelava. Lui diceva: «A' mi' debiti c'è sempre chi ci pensa: io ci penso fino alla sera; e chi l'ha da avere, ci pensa fino [...]
[...] alla mattina!» E 120 così campava da un anno all'altro matto e spensierato e diceva che faceva così, perchè se mori,a. la su' morte doveva [...]
[...] !? Ti credevi di non averle a tirare le calze tu, perchè avevi il borsotto allegro?! ma Chiarina 'un guarda in bocca a nessuno! - Chi deve eredare [...]
[...] , dispiace a tutti e tutti ne ragionano, e i credi tori poi non se lo scordan più»• Una volta gli venne quell'idea d'andare in America; non mica per [...]
[...] , e per mettere insieme il viaggio ecco quello che stillò; me lo disse lui stesso colla su' bocca: - «Ora, vedi, io mi son messo a fare il buon [...]
[...] ragazzo, sto ammodo, e non faccio più l'ignorante, così mi' padre mi piglia a voler bene; e quando vedo che è il momento, dico a mi' padre che vorrei [...]
[...] casa. Mi' padre mi darà di certo la guida, e i quattrini li maneggio io; io comincio bel bello a far sacchetto, e quando saranno al punto, faccio una [...]
[...] ripulita generale e scappo a San Paolo nel Brasile». 121 Ma non fu a tempo, perchè invece gli convenne andare a Sant'Anna nel Camposanto, e per [...]
[...] colpa sua suissima e non di nessuno altro. L'anno dopo là verso gli ultimi di Carnevale si travestì e andò a fare il matto su da Marlia e da S [...]
[...] . Piero a Vico. Bevi di qua, trinca di là, vino, ponci, zozza, cognacchini, chiappò una scimmia che non s'agguantava ritto. Per far più presto a tornare [...]
[...] rizzarsi e ci restò addormito. Intanto cominciò a nevicare. La mattina ci fu trovato che dormiva sempre; la neve gli era strutta intorno intorno alla [...]
[...] canterale e bisognò portar via le gambe. Una delle ultime parole che disse: «Perdonàtemi, mi' padre; se vi avevo dato retta a voi, a questo non ci ero [...]
[...] trimpellina, alla spaccona, alla sbornia da muro a muro, se restan lì; e le famiglie piangan pure! Anco a Biccio, benchè fosse un briaco di que' pacifici [...]
[...] e quando aveva alzato il gomito, non desse noia a una mosca, la ciucca una volta gli costò salata. Ecco come andò: quando morì il Francese, quel [...]
[...] vecchietto arzillo che stava in Aquilea, fu portato a seppellire nel camposanto di Sesto. L'avevan vestito cli nero, com'usa, puntualmente e bene [...]
[...] . Lo chiama: - «O Biccio, mi dài una mano a far la fossa al Fra ncese, e poi si beve?» - «Già!... se n'è ito anco lui con tutti i su' napoleoni [...]
[...] ! Volentieri! Anco lui mi pagaya lo zozzino quando mi trovava dal Tosco. Volentieri, povero monsiù ! Indove s'ha a mettere?» - «Qui» e gl' insegnò il [...]
[...] punto. Cava cava, in due, eccoti la fossa bella e fatta. Dice Ceccarino: - «Ora ricoprilo tu; io 'rivo a casa per la boccia del rumme, e rison qui in [...]
[...] un lampo». - «Lassa fare a me; te l'a ccomodo come nel letto, che non è stato mai così bene!» Ceccarino va via e Biccio mette il Fran cese duro [...]
[...] stecchito a quel mo', colle gambe avanti sull'orlo della fossa, e lui ci salta dentro per iscenderlo meglio che poteva senza sgarbi. Nell'agguantarlo [...]
[...] per le gambe gli viene un'idea: lo cala giù e l'appoggia ritto a nno dei lati corti della buca e con una mano lo teneva che non cascasse: - «O [...]
[...] ! Vedi, monsiù? ho i frati alle finestre; mi posso mutar le calze senza levarmi le scarpe di piedi! A te in vece vedi che be' bordocchèi che t'hanno [...]
[...] messo! Me li dài a me ? Tanto tu oramai le tu' figure le hai fatte; me li dài?» E lo rilascia va andare e il Francese si china va e diceva di sì [...]
[...] cominciò a ricoprirlo. «Il battilacche te lo lascio; tanto mi sarebbe stretto! Mersù, monsiù, salute a me, finchè non torni tu a ripigliarmele [...]
[...] !» Intanto rieccoti Ceccarino col rumme, e Biccio agguanta la boccia e giù a garganella, come se fosse acqua, e rintosta una balla più soda che di prima [...]
[...] contro ci sei tu! » e si strinse nelle spalle: come dire : «Chi l'ha a mangiar, la lavi, e chi l'ha a cavalcar la 125 ferri! Io me ne lavo le [...]
[...] alloggiò; ma poi da una part e ci fu chi la riconobbe, dall'altra Ceccarino non resse a martello e qualcosa si soffiò, insomma si scoperse l'alfabeto [...]
[...] , la famiglia si risentì, fu fatto il processo, Biccio fu costretto a cantare e si cuccò due o tre mesi di S. Giorgio, e gli disse bene, perchè lo [...]
[...] passarono per briaco. XLIX. Pulizia per forza C'era una volta a Lucca un giovanotto che faceva all'amore con una ragazza. Questa ragazza nel [...]
[...] lei l'aveva: era sciattona e aveva a schifo l'acqua come il fumo negli occhi. Certe volte usciva fuori con un viso tanto sudicio e col taccolino alto [...]
[...] un mezzo dito sul collo, che avrebbe fatto vergogna 126 a un baroccione di strada. Taccolino, se mai, vuol dir sudiciume. A lui dunque gli [...]
[...] lavata, e che era anche troppo pulita. Che gnocchi ci pigliava! E delle volte ci era stato in collera a settimane sane: lei prometteva, e forse [...]
[...] anche di cuore, ma non usciva dal suo passo. Ora eccoti che si accosta la Tabernella, e lui e gli promise di menarla a Monsanquilici a comprare le [...]
[...] nocelle o nocciòle che vogliam dire. Quand'è l'ora, passa a prenderla e si avviano; mentre anelavano, la guarda: un viso che pareva un carbonaro! S'era [...]
[...] andò in bestia! Gliene disse e gliene ridisse poi! - «E ringrazia Dio che siamo in mezzo alla strada! se no, te lo laverei io il mostaccio a suon di [...]
[...] ciaffoni! E maladetto sia quando mi misi con una lerciona come te! E accidenti a me, se rimetto mai più i piedi in casa tua!» E te la pianta lì e [...]
[...] va via bestemmiando come un turco. E lei rossa dalla vergogna dovè tornare a casa sgomenta, perchè aveva paura che questa volta dicesse da vero. Il [...]
[...] sua idea, e lo pregò che l'aiutasse. L'amico, figuratevi, era uno di quelli che a fare un bischinco ci mangiano maccheroni; non gli pareva vero [...]
[...] ! l'invitavano al su' giuoco. «Eccomi qua! Che s'ha a fare? Ordina! » Vanno e preparano una pertica bella lunga, e in cima ci legano bello sodo un [...]
[...] dove qualche volta lei veniva a discorrere col damo, quando sentiva un certo fischio. La ragazza, com'è facile immaginare, non aveva bene di sè per il [...]
[...] cominciò a strefinare e strusciare per il viso e per il collo; e tutti e due dicevano: 128 «Lavati il grugno, lerciona, lavati, e poi schiaccerai [...]
[...] fatto perchè si dice così? Eccovelo. Una volta a quei tempi, sapete pure, a quei tempi di una volta, ci era in un paese lontan lontano una donna [...]
[...] tempo, certi forestieri dissero a quelli di questa casa che in un monte lontano, c'era il corpo di un Santo così potente che a pigliare un pezzetto [...]
[...] benedetto. Lui va via, e cammina, cammina, cammina, arriva a quella festa in su quel monte. C'era tanta ma tanta gente, com'usa per le solennità su [...]
[...] si trincava di bravo vino. Ora quest'uomo, o che si perdesse a stare a vedere, o che si mettesse anche lui in com briccola a ballare e far baldoria [...]
[...] pensiero come potersi scusare. Intanto arriva a un'acqua che bisognava traversare in barca. Monta su e comincia a passare. A vedere quel legno mezzo [...]
[...] bella fetta, come fosse polenta, se la mette in catana, e via. A casa tutti l'aspettavano in gloria, e più che tutti quella povera donna, perchè eran [...]
[...] ?» - «A voialtri, eccolo qui!» Lo pigliano, e via di correndo, lo portano a quella donna che aspettava in ginocchioni, e tosto che ebbe veduto quel [...]
[...] pezzo di legno fu subito liberata, e si sentì una vociaccia che disse: La buona fé mi caccia, Ma il legno è di barcaccia. E ora si seguita a dire [...]
[...] volentieri senza. - Così era Ghita. Sua madre la faceva filare, e quando era verno, 131 a quelle giornate di stridore, Ghita s'avvoltolava le mani [...]
[...] nel grembiale, e se ne stava lì rimbozzolita a covare il freddo. Allora su' madre, che tutti i giorni doveva mettere la pentola al fuoco, gli [...]
[...] diceva: - «Fila, Ghita!» - «Mi secca le dita Non posso filà; Filerò questa state A quelle belle giornate», E s'ammicciava giù peggio di prima, e per [...]
[...] accoccolata per terra, colla rocca al lato e il fuso vuoto, o appoggiata a un muricciolo, sornaca, a che era un desio; oppure se ne stava come una melensa a [...]
[...] A quel bel focherello», A questo mo', rimandandosela dalla state al verno e dal verno alla state, non filava mai. - 132 Perchè su' madre era [...]
[...] la parola bellino e civilino, e poi va a finire a bastonate e a sgraffiotti. Vi sentissi un po' mai dir buono! Sei anco tu come quella sciapitina [...]
[...] bello. I suoi di lei non volevano a patti nati, e qualche volta volarono anche gli schiaffi, perchè era uno scannato, senz'arte nè parte e pien di [...]
[...] , gli toccò andare al servizio, e poi si trovò malissimo nel mondo, e finì a Marsiglia in uno spedale. Si fa presto, bimba, a dir di sì e a baciare il [...]
[...] Cristo: Marito e moglie si fanno in una sera, Ma dura un pezzo la tiritera! Senti anco questa, senti, che ti può far comodo a saperla. Una volta [...]
[...] una ragazza s'andò a confessare. «Padre confessore, io ragiono con un uomo, perchè ci vogliam bene; i suoi di lui sarebbero contenti, ma i miei no [...]
[...] ; com'ho a fare? » 135 «Ragazza mia, se voi mi volete ascoltare, è bene che lasciate correre e diate retta ai vostri genitori, che cercano [...]
[...] , pessimo; la maltrattava, la picchiava, gli faceva patir la fame, e lui a sguazzare per le bettole dalla mattina alla sera; giocatore e briacone [...]
[...] . Dopo un po' che l'ebbe preso, si tornò a confessare dallo stesso prete, e gli raccontò tutte le su' miserie, la vita che faceva col marito e [...]
[...] quante ce ne passava. «Povera a me meschina! mi picchia, mi bastona, mi tratta peggio d'un cane». Il prete cercava di consolarla e 136 di confortarla [...]
[...] a aver pazienza, che oramai non si poteva più tornare indietro. Tutto a un tratto sonò quel campanello dell'altra volta, e il prete: «Sentite come [...]
[...] dice il campanello? Tientelo tientelo, tientelo tientelo!» Povera testina! Tu ti credi che il marito duri sempre a starti cucito alle gonnelle e [...]
[...] tempi vanno a braccetto strinti strinti e tenendosi per la mano; poi a braccetto, ma più lenti; poi uno accanto all'altro, ma senza stare a [...]
[...] braccetto; poi uno di qua e uno di là dalla strada; poi uno a vanti e uno addietro, e all'ultimo si finisce, la donna in casa e l'uomo fuori a divertirsi [...]
[...] lui. Quando qui c'era la fabbrica del ferro, dove anche lui ci lavorava, a uno di quegli uomini gli entrò una bolletta in un piede. Figuratevi che [...]
[...] calcagno» -- «Ragazzo mio, chi le perde e chi le trova!» LV. Un'altra di Brigliòlo Questo Brigliòlo un anno, là fra Natale e Befanìa, s'andò a [...]
[...] confessare: era quindici anni e più 138 che non ci si era affacciato, e tutto questo tempo l'aveva passato a Marsiglia e per l'America: figuratevi [...]
[...] ; sbuffava come un toro; un pezzo lo stette a sentire e lo sgridava, lo contendeva; e lui: «Sor curato, ha ragione pur troppo; ma che vole? la miseria [...]
[...] . LVI. Chi mi cerca, mi trova! E quest'altra è poco bella!? State a sentire, ve'! Una mattina entrava in Lucca per la porta di Borgo una donna [...]
[...] : sapevo anco il nome, ma quello non verte. Era scalza e aveva le sottane tirate su 139 quasi fino a mezzo polpaccio, perchè aveva sguazzignato [...]
[...] . Quando fu lì all' incancellata, uno di que' gabellotti la cominciò a guardare nelle gambe: « Gua'! quante vacche ha nelle gambe quella donna là [...]
[...] ! Uuh ! quante vacche!» (Sapete pure, quelle macchie che vengono nelle gambe a tenerle troppo al fuoco). E tutti gli altri un dopo l'altro: « Uuh! che [...]
[...] vacche! Uuh ! quante vacche!» Lei stava zitta e gonfiava; e loro: «Uuh! quante vacche! Uuh! quante vacche!» E lei tutto a un colpo si rivolta, si [...]
[...] necessità gran cose insegna. Ci avvezziamo a tante cose per non poterne fare di meno! ... Vo' avvezzare il mi' somarello a star senza mangiare; vo [...]
[...] ' 140 un po' vedere se mi riesce ». E cominciò a calare la biada: oggi un po' meno di ieri, domani un po' meno d'oggi, e così ogni giorno sempre [...]
[...] terra a gambe steccolite, morto e duro, e lui disse: «Maladetta la fortuna! ora che mi ci s'era avvezzo, è morto! » LVIII. La voglia di ciccia [...]
[...] ' levare, tanto me la levo». Eccoti che s'avvicina Santa Croce, e lui disse: «Oh! il giorno di S. Croce vado a Lucca, e mi vo' cavare la voglia di [...]
[...] ciccia; apposta ci vado; anco dovessi spendere uno scudo: colla voglia cli ciccia in corpo non ci vo' rimanere». 141 Viene qnel giorno, e lui via a [...]
[...] sulla seconda. Gliela portano: risotto alla milanese. Lo principia a mangiare e gli piaceva, ma gli cominciò a dispiacere di ingombrare il posto alla [...]
[...] ? ». - « E ora? » Mise il dito assai più basso: capellini fatti a uso pasta asciutta! Cominciava a esser pieno. «Per mio! o la ciccia non viene?» -«Ora [...]
[...] fiasco, secondo, vuol dire arrivare a tavola e trovare tutto finito e ripulito; non esserci insomma più nulla da mangiare o da bere. Ecco come dicono [...]
[...] che è nata questa frase. C'era una volta un di quei soliti falsi romiti tutti gola e tutti pancia, che spesso spesso andava a far visita a un suo [...]
[...] conoscente. Era una buona posta, perchè a qualunque ora capitasse, gli dava da mangiare; e per bere poi gli empiva una bella lucia, di quelle che [...]
[...] Jesu, quando te videbo! » E non c'era pericolo che passass e una volta senza che vedesse il fondo. Dàgli oggi dàgli domani, a quell'altro gli venne a [...]
[...] te videbo! O bone Jesu, quando te videbo!» quando tutto a un tratto, invece di scoprire il Gesù, scoperse il diavolo! Dice: «Al buon Gesù un po [...]
[...] ' gliene lasciavo, ma a te nulla! neanche un goccio!» E l'asciugò come se uscisse allora di fornace. Ci fece un bel guadagno quell'altro a mutar lucia [...]
[...] , insegnava la dottrina ai ragazzi. Va là a uno, e gli domanda: «Quanti Iddii ci sono?» E il ragazzo: «Tre». «Come, tre?» «Quattro». «Come quattro [...]
[...] ?! Oibò di te! A dodici anni non sapere anche quanti Iddii ci sono! Piglia questo! (e mena giù una frustata!) e anca questa (e rizòmbane un'altra [...]
[...] )». Allora quel povero figliuolo sgomento: «Ce ne son nove!» Non l'avesse mai detto! ... Il prete dà in bestia, perde il lume dagli occhi e a suon di [...]
[...] nerbate lo manda via di chiesa. Quel poveraccio si mette a vedere lì fuori sul piazzale sopra una panchina piangendo, a grattarsi le briscole che [...]
[...] contento nemmeno così, e mi ha dato due frustate. Allora io gli ho detto « nove » e lui s'è arrabbiato e m'ha mandato fuori a colpi ». « Gli avevi a [...]
[...] manigoldo, per risparmiare un giorno! 146 Era usuraro poi, che libbera nos mille volte domine! Arebbe messo il laccio al collo anche a su' padre [...]
[...] . E non faceva miga le cose a sciabigotto: voleva il pegno in mano e l'omo in prigione. Una domenica mattina alla spiegazione del Vangelo predicava [...]
[...] per cento. «C'è di coscienza, diceva, ne va di coscienza, e non si può onestamente. È una ladreria a pigliare più del quattro o, tutt'al più, al [...]
[...] la predica, lo va a trovare e gli dice che ha un buon affare alle mani, ma era al corto di moneta per tirarlo in fondo; gli ci sarebbero voluti un [...]
[...] li sapete maneggiare e il vostro patrimonio è pulito». - «Allora, dice quell'altro, può preparare la scritta, e domani vengo a pigliarli [...]
[...] discorrendo; ma una vendita, vi dico, uno spaccio così nemmeno in città, perchè tutto il dintorno anche a gran distanza bisognava cascar lì. Fiori va [...]
[...] ragazzino, attento proprio e di cervello; a mettersi lì colla penna non si sarebbe potuto fare a parole un figliuolo meglio di quello lì per tutti i versi [...]
[...] aiutava suo padre lì in bottega puntualmente e serio come un vecchina. Figuratevi a quell'uomo che cosa gli pareva d'avere avendo quel ragazzo lì [...]
[...] assai bene, ce lo mandò a imparare; e veramente tutto quello che il rettore via via gl' insegnava, l' i{nparava a modo 149 e verso. Ora viene che [...]
[...] Gigi, il ragazzo, cresce, e arriva a diciannove o venti anni. Arriva a questi diciannove o venti anni e s' innamora, ma oh ! bimbi miei, uno di [...]
[...] partito, ma i suoi di lui non eran contenti, non volevano a pattinati, nè per Iddio nè per i Santi. Non che non avesse a prender moglie, anzi [...]
[...] l'avrebbero avuto caro, ma con quella lì non ci aveva a andare. Assolutamente non ci doveva andare, e ci si misero per le cattive: prima perchè fra quei [...]
[...] due parentati, fra i vecchi via, si potevan patir poco a causa d'una certa ruggine antica, che ora sarebbe una storia troppo lunga a rifarsi da [...]
[...] che a dimenare le mascelle, avvezzata infingarda e con mille cricchi e ceci, tutta mode e vestiti, che non fosse di tanta salute, con cento altri [...]
[...] figliole s' hanno a maritare con meno che sia possibile, e i figliuoli moglie senza dote non l'hanno a pigliare!). Il padre poi sul figliuolo [...]
[...] dar retta a nissuno. Pur no, pur sì, il padre dice: «In casa mia non ci si mena». - «E io la menerò fuori»• Non bastarono nè amici, nè parenti [...]
[...] , nè il parroco, nè nessuno (oramai s'eran piccati; e l'amore la varava a buono): non ci fu verso di accomodarli. Ve la faccio corta; a mala pena [...]
[...] buono, e ti mette su una bottega di salumi compagna a suo padre, anzi a poco per volta la fornì anche meglio, e di tante altre robette che il padre [...]
[...] che Gigi, e tutti andavano da Gigi. E poi, se s'ha a dire la verità, i più parteggiavano per lui, perchè credevano che la ragione fosse dalla sua [...]
[...] : di quello che prima faceva, puta, dieci ora non faceva più neanche cinque. Come ci rimase quell'uomo! non si dice a parole. Perse il mangiare, perse [...]
[...] voluto! Questa è la ricompensa delle gran pene, e dei grandi pensieri che mi son dato per lui. Ecco il bel guadagno che ho fatto a tirarlo su [...]
[...] dànno! C'è lo spedale per i vecchi; c'è lo speciale! Un figliuolo a suo padre! ... Un figliuolo a suo padre! » E lì con questi pensieri immalinconì va [...]
[...] ogni giorno più, così che cominciò a non volere uscir più di casa; prima di rado, poi quattro passi fuori della porta, e poi più nulla affatto [...]
[...] . Non aveva più parole fatte, e anco a interrogarlo non rispondeva, lì seduto sopra una seggiola come uno scemo senza più il pensiero a nulla; nulla [...]
[...] gli faceva più stato; cogli occhi fissi, fermo come una statua. Per mangiare bisognava che lo imboccassero, e la sera lo spogliassero per metterlo a [...]
[...] letto, e la mattina lo rivestissero. Come doventò quella casa da quello che era! Ma ora state a sentire la fine dove va a riuscire, chè uno non se [...]
[...] l'aspetterebbe neanche a centomila miglioni di miglia. Gigi dunque seguitava il suo negozio; s'era allargato e guadagnava bene. Ora accadde che in [...]
[...] paese ci fu la ricorrenza di una gran festa. Il rettore l'aveva invitato a desinare, e poi dopo, al vespro, sonava l'organo come aveva fatto la [...]
[...] dopo vespro Gigi si trattenne dell'altro in canonica a ricintellare un bicchieretto, tanto che si fece buio. Quando vide che scuri va, si licenziò [...]
[...] china e tasta per vedere che è, e sente che è una testa di morto, e così a quell'ora, colla fantasia già accesa da quelle idee e da quel mezzo [...]
[...] bicchiere di più, a quel buiore gli parve di riconoscere quella testa di chi era. Fu così grosso il colpo dello spavento che gli si troncarono le gambe [...]
[...] sotto, e cascò in terra fuori cli sè. A casa, aspetta aspetta, quando videro che non veniva, qualcuno andò alla chiesa per saperne 154 nuove e lì [...]
[...] . Alla bella meglio fanno una barella e lo portano a casa. Viene il dottore, e trova che non è morto. Gli fanno tutte le cure, e dopo un gran pezzo [...]
[...] finalmente comincia a ripigliare. Ma pareva matto, non si raccapezzava di nulla, discorreva scialinguato e a strattoni, e stava sempre coll'occhio [...]
[...] svelto, e tutto a un tratto ritorna quello che era un anno prima; va là, si lava, si pulisc e, si muta e scende giù tranquillo, e comincia a ridar [...]
[...] , in piazza a Lucca, sano e vegeto meglio di me. Capite che cose si dà! ... Come?! Non ci credete? Segno santo di croce se non è vero! LXIII. Una [...]
[...] quattrini a cappellate e passava da signore e tutti gli davan del signore. Era pien di superbia e d'angherie, che quando guardava la gente, pareva che la [...]
[...] brinati, belli, proprio una bellezza. Drea era là da un lato, e subbito che l'ebbe scorto 156 a una distanza di qui là, fece una gran riverenza e [...]
[...] una scappellata che parve un'adorazione. Meino lo vide e dice: « A chi te lo sei levo il cappello? A chi l'hai fatta la riverenza? A quel Indro lì [...]
[...] ? A quel mangia prossimo lì? » - « Chè ! neanco per idea ». « O allora? » - « L'ho fatta ai cavalli; chè se non ci eran loro, tocca va a noi a [...]
[...] tirargli la carrozza a quel maialone! » LXIV. Drea che mena un cavallo Una volta Drea passava giù per il Ponte con un cavallo, non so se per [...]
[...] Drea, quanto la fate la tonnina?» E Drea subito gli alza la coda e risponde: « Entrate in dogana e ci accorderemo! » A stuzzicar Drea, già, era come [...]
[...] stuzzicare un nidio di bofonchi ! LXV. Basta una volta C'era a quei tempi, è già tant'anni, un fratonzoletto che stava a una cappella sopra [...]
[...] venuto a fastidio a stare nel mondo; e tutti i giorni, mattina e sera, prega va Gesù perchè lo chiamasse con seco. in paradiso. Prega va con fervore [...]
[...] , lo senti vano. Ora bisogna sapere che questo buon fraticello, un po' colla cerca alle case, un po' colle limosine in chiesa, facendo a bricino di [...]
[...] tutto, a be' soldarelli, aveva appicciato qualche quindici o venti scudi e li teneva rimbucati sotto un quadrone smosso in camera sua dentro un [...]
[...] sacchettino. Come s'andasse o come non s'anelasse, fatto sta che certi giovanastri lo vennero a sapere, e che ti stillarono per piluccarglieli [...]
[...] poi, là sulla sera, quando il romito fu rimasto solo a pregare, secondo il solito, Gesù che lo chiamasse con sè in paradiso, spendolarono giù un [...]
[...] , nè domani, nè fra un mese, nè fra due. Bisognò il pover'uomo che si rassegnasse a rimanere nel mondo, finchè fosse piaciuto al Signore. Colla su [...]
[...] ' santa pazienza ci si riaccomodò e ricominciò a fare come di prima, e così a poco a poco rimise anche insieme un bel mucchietto di scudi, e li [...]
[...] teneva nel solito posto. Dopo una certa man di tempo a quelle birbettaccie gli venne in mente di ripetere il giochetto. Vanno su, fanno il buco; e [...]
[...] : «Mi ci ha cuccato una volta, Non mi ci cucca più!» LXVI. Beata innocenza! Una sera in una veglia di discorso in discorso vennero a parlare [...]
[...] !? ...» - «Àbbicene quanto ti pare, all'ultimo t'hai a trovare sul cimigliolo. Avete voglia di fare e di brigare, di qui a cent'anni non ci sarà più [...]
[...] nessuno di quelli che siamo qui .... Di quelli che siamo qui?! diciam pure di quelli che siamo nel mondo!» - «O a mettercisi proprio per le cattive [...]
[...] stato sempre attento a questi discorsi; tutto a un tratto fa: «Ma anch'io, mamma, bisognerà che moia?» - «Pur troppo, bimbo mio! Chi ha fratelli ha [...]
[...] presero: e, come usa, da una parola all'altra, da una parola all'altra, vennero alle brutte. Escon fuori, e lì al buio si cominciarono a scambiare [...]
[...] fior di pugni: colpi come venire dal mulino. Per un po' di tempo fu un dare e un avere; finalmente uno sfibbia a quell'altro un pappagnone tanto sodo [...]
[...] cascare; pure all'ultimo, come Dio volle, rimase ritto. Intanto si fa gente, chi sbuca da una parte, chi corre da quell'altra, a vedere quello che era [...]
[...] stato; e quello che ne aveva 162 toccate, così a cieconi cominciò a raspare per terra se trovava il cappello. Gli dicono: «Che fai?» - «Cerco il [...]
[...] (dicono anche: della vergogna) è quel molto o poco o pochissimo che si lascia nel piatto, quand'uno è a mangiare a casa degli altri, perchè non è [...]
[...] a casa di certi contadini, quand'erano lì per andare a desinare, un amico che non avevan visto da un pezzo. - «Oh! ben venuto! Bene arrivato! Come [...]
[...] state? Sete stato sempre bene? Bravo! avete fatto bene a venire! 163 Restate qui con noi. Per appunto anelavamo a desinare ora. Mangerete di [...]
[...] quello che passa il convento! Farete penitenza! » L'omo aveva una fame che s'affettava col filo; a sentirsi invitare gli si alzò il cuore un palmo [...]
[...] : che cerca il cieco altro che la vista? Prima però fece du' smorfie per non parere. - «Ma dove volete andare a quest'ora bruciata? Chiama e rispondi [...]
[...] di qui all'osteria! ci avreste da allungare il collo! Rimanete qui. La schiocca, la polenta, è quasi a tiro; cacio e ricotta e buon cuore non ne [...]
[...] le ginocchia sotto la tavola, che non gli parve vero! Eccoti la polenta: un bel tombolotto, per Dindo bacco! fumante che faceva voglia solamente a [...]
[...] quella popo' di sguscia che si rimpastava, non ve ne prego dire che boccate faceva! E gli altri non istavano a mondar nespole! Il tombolo era bello [...]
[...] e fatto a crescenza, ma quella stenderia di fette, che erano un'occhiata, con tante mani che andavano e venivano e cou una bocca di più fuori del [...]
[...] non sapeva come fare a salvare la capra e i cavoli. Tutt'a un tratto gli spunta un'idea. Avevan discorso di tante cose e specialmente di quello che [...]
[...] tanto grossa che tutti fecero un urlo e una risata per mostrare che non ci credevano. E lui a star garoso e proffidiare, anzi a crescer la dose e a [...]
[...] a pezzi!» - «Neanche in ginocchioni!» - «Neanche se sputassete Crocifissi». - «È vero! e se non è vero (agguantò la fetta della polenta, e [...]
[...] cominciò a divorarla) se non è vero, mi sia arsenico!» LXIX. Troppa grazia Sant'Antonio! C'era una volta un ometto piuttosto attempatuccio che [...]
[...] voleva montare a cavallo e non gli riusciva, perchè pigliava poco impeto; restava a mezza strada, e ricascava giù. Provò due o tre volte: peggio che [...]
[...] uomo, là sulla fine di Maggio, aveva menato il miccia a pascere, e l'aveva lasciato 166 bello libero, perchè si scialasse meglio, e intanto lui [...]
[...] attendeva a altro. Dopo un po' gli vien fatto di voltarsi e non vede più il su' miccio; guarda di qua, cerca di là, il miccio era sparito. Va un [...]
[...] po' più su e non c'è, va più giù e non lo trova. Allora pensò di montare sopra una quercia, che era lì accanto a uno scepone, per arrivare [...]
[...] coll'occhio più alla lontana. Ci montò, e di lassù alluciava da tutte le parti. Mentre stava così a stralocchiare, eccoti, che vede comparire da una redola [...]
[...] miccio e si mette a guardare che idee avevano. Erano due che facevano all'amore segreto, e credevano positivo che nessuno se ne fosse accorto. Siccome [...]
[...] erano corrucciati, lei aveva fatto sapere a lui che così non ci poteva più stare, e che ci voleva discorrere in tutti i modi, e che ci aveva una [...]
[...] cosina da fargli vedere, e gli dava l'appuntamento lì per quell'ora precisa. A lui, che era innamorato morto e si consumava dalla passione più di lei [...]
[...] , non gli parse vero e fu puntuale come un campanello. Si messero sotto la quercia dove si credevano di essere più addoppati, e cominciarono a [...]
[...] ragionare per la fine, e a scrutignare il perchè e il per come del malinteso, e in un àmme la pace fu fatta. Quel giovanotto era fuori di sè, era beato [...]
[...] , pareva la figliuola di un principe. Lui rimase stupito; l'agguantò e se lo strinse alle la bbra e cominciò a dir forte: - «Ho visto tutto il mondo [...]
[...] non è una fola nè una burletta; e pure, se non vi rincresce di leggere, mi pare che non v'abbia a dispiacere. È un racconto che sentii una volta da [...]
[...] gli occhi lustrenti; e quando poi comincio - Cara mamma - allora giù lagrime a fontana, che mi fa piangere anco me. - «Signora maestra, indove è la [...]
[...] almeno lui sa fare a scrivere! O Gesù, vi ringrazio che lo mandavo a scuola e ora può seri vere alla su' mamma!» E vuole che vada adagio per [...]
[...] ; e me la fa rileggere tante volte, che quando esce di lì, l'ha quasi imparata a mente, e va a ridire a tutti quello che gli ha scritto il suo [...]
[...] rinchiuso in quella lettera lì, al mi' Checco! E poi gli ha a dir questo e questo, e poi questo, e che io l'ho sempre in mente giorno e notte; e che noi si [...]
[...] mettano il su' 169 nome». Io scrivo e glielo leggo: - «Sta bene?» - «Sì, così, brava signora maestra!» - «E poi gli ho a dire altro?» - «E poi gli ha [...]
[...] a dire che io penso sempre a lui e che prego per lui a tutte le ore, e che me lo sogno tutte le notti; e poi gli deve dire che l'altro giorno si [...]
[...] fece affari della botte grossa a trenta franchi la soma, che sono i prezzi correnti dei nostri vini di qui, perchè tanto, a aspettare, c'era il caso [...]
[...] questa lettera.... Aah! e poi gli ha a dire che l'altro giorno venne Pirolino a portarmi le su' notizie, che l'aveva visto in quella piazza a Napoli [...]
[...] pacco, che gli mandai per Pasqua colle uova benedette con quella torta che avevo fatto a posta per lui chè gli piace tanto, lui in sulla sua lettera [...]
[...] non me ne dice nulla; forse non l'abbia avuto? Bisognerebbe domandarglielo, perchè mi dispiacerebbe troppo». E io a scrivere delle uova e della [...]
[...] ! Avessi un po' l'ali ! Ma guardi le rondini ... fossi un po' una rondine anch'io per andare a rivedere il mi' Checco!» E lì si consuma e lì sta [...]
[...] appassionata. Ci ha poi un suo nipotino, un bimbo d'un altro suo figliuolo: se lo fa venire in grembio, o se lo mette a ca vallicchio sulle ginocchia e [...]
[...] alla meglio la faceva, e a dottrina basta lì; ma di cervello non era tondo; era stato in America, aveva del viaggiato addosso, aveva bazzicato con [...]
[...] cento razze di persone e sapeva quello che si diceva. Io lo riporto per amor di varietà; chi vuol solamente il fattarello per ridere salti a piè [...]
[...] pregarvi un'orazione a Sant'Ansano benedetto e a Maria Santissima, che vi mantenga la salute e la vista degli occhi! Quale sarà quell'anima [...]
[...] benedetta che mi lascia una piccola elemosina fra tanti, che io sarò pronto a dirgli la devota orazione? O fratellini e sorelline, Dio v'accompagni e vi [...]
[...] . (Uno gli lascia un soldo.) Queste sono le vere carità fiorite! Vi dico subito la devota orazione a S. Ansano benedetto, e che il Signore ve ne [...]
[...] renda il merito di qua e di là in paradiso per sempre: Ave Mariam grazia piena Dorninusteco ec. Quest'orazione la offerisco a S. Ansano a pro e a [...]
[...] vantaggio di quella buona anima che mi ha lasciato quella benedetta elemosina». 173 Quel mio conoscente, che ho detto, si fermò a sentirlo e gli [...]
[...] ballare il mento. Ma io dirò sempre, e quando moio lo lascerò detto, che a lasciar per le strade tutti questi disgraziati, monchi, stroppì, sciancati [...]
[...] fanno paura e ribrezzo. Ma insomma, vada per questi disgraziati, che alla fin delle fini 'un son molti, e forse patirebbero di più a star [...]
[...] l'inzòzzano e se l'intabaccano, e ci mantengono i vizì alle spalle dei minchioni. Se tu fai tanto di dare la limosina a un accattone due settimane di [...]
[...] seguito lo stesso giorno, gli pare già di averci acquistato un diritto su, e la terza ti vien davanti a muso tosto a pretendere il suo avere! E se per [...]
[...] un caso qualunque salti una settimana, quell'altra vogliono anche gli addietrati. Se tu fai la limosina a tutti quelli che ti vengono alla porta [...]
[...] , allora te ne sono anco meno grati, perchè credono che gli si provenga d'obbligo e non tu possa dire di no. Pròvati a far la limosina a un accattone [...]
[...] di mestiere in un posto dove, senza che tu te ne sii accorto, si trovi là di lì un altro: eccotelo subbito a orecchi ritti, non miga a chiederti la [...]
[...] carità, ma a volere e a pretendere anco lui la su' parte; e pover' a te! se tn non puoi o non credi di doverla fare anche a lui! Hai fatto quella [...]
[...] cento lire (povera donna! lei le dette a fin di bene e va sempre lodata) ma con cento lire messe tanta zizzania per il mondo, che il diavolo in [...]
[...] nessuno era stata fatta giustizia, e tutti a gridarci la croce addosso! E sì che in quattro c'èramo radunati tre volte; avévamo domandato; èramo [...]
[...] iti a vedere co' nostri occhi; avévamo esaminato casa per casa chi c'era e chi non e' era e come stavano a salute e a guadagni, per fare le cose più [...]
[...] niente affatto: e tutti a lagnarsi e a frignare e a trovar da ridire su quello che era stato fatto: - «Il tale ha i figliuoli che gli lavorano» - «La [...]
[...] tale ha il marito che è un mascalzone e un sùdicio e quanti ne nasce tanti ne muore» -- «La tal'altra ha la casa di suo e dà anche una stanza a [...]
[...] galantuomo, schiànti!» --- «Caio è piovuto Dio lo 176 sa di dove e viene a portar via il pane a quelli del paese! Vada a casa sua, vada, e n'esca di [...]
[...] qui a dar noia ai paesani!» - «Dopo la vita che Euticchia ha sempre menato, ora che non gli abbaia più un cane alla gonnella, s'è data a Dio e ha [...]
[...] portato alla Madonna gli avanzi del peccato!. .. a lei sì cinque lire, e io che mi arrandello dalla mattina alla sera e faccio della mia vita [...]
[...] torchio per mangiare una boccata col mi' onore, senza far dire la gente dei fatti miei, io nulla! a me nulla! Muori, cane!» - «Se non sono povera io [...]
[...] mano? Ho le dita cotte spellate dall'acqua bollente della filanda, che mi cascano a pezzi per poter buscare du' paoli, un porco franco e dodici [...]
[...] strada a sbraitare e a rilevare le fedi di battesimo a quelli che hanno fatto le partizioni: «Gli han dati alla tale, i porconi! e non han fatto a [...]
[...] conosciamo l'omo che è! ... Dice e dice per amore dei poveri, e poi è anco lui da quanto la civetta: Tutto mio! Tutto mio!» E lì a lavarsi la bocca di [...]
[...] quei poveracci che han diviso i quattrini. E è una donna che ha sempre guadagnato lei e il suo marito e non han mai speso un centesimo; a vari [...]
[...] tirchi che spaccherebbero la léndina per a vere il pidocchio, e hanno fior di roba al sole, e tanto era così sfacciata da volere la su' parte anco lei [...]
[...] ! Disse un altro: «Ho rinvenuto che a me mi dan du' lire! pfu! du' lire! pfu! Che son du' lire? Neanco una sbornia ci si piglia quest'anno con du [...]
[...] ' lire! Meglio nulla! Già non mi faccio trovare neanche a casa, quando li portano per non trattarli cli quel che si meritano» E infatti fu bella in [...]
[...] rimanesse contenta non c1 fu altro che Mennetta, che credo sia sempre là, 178 povera donna, a pregare per noi. In più che ci vide entrare, cominciò a [...]
[...] piangere dalla consolazione: «Uh! queste en carità fiorite! Tutti a me questi franchi qui? Tutta robba mia questa qui?! E me li sete venuti a [...]
[...] portare a casa! anco scomodavvi, poveracci! a venir fin quassù! Dio ve ne renda il merito, il Signore e la Madonna! Pregherò sempre per voialtri [...]
[...] , sempre!» e lì lagrimava certi luccioloni, che faceva tenerezza a vederla. Insino a cento franchi si può fare forse un lavoro così e pigliarsi una gatta [...]
[...] simile a pelare, ma di più, no. Chi avesse dovuto spartire solamente mille franchi, le spalle sane non ce le rilevava, o si sarebbe tirato addosso [...]
[...] di gran inimicizie da non aver più bene in paese. LXXIII. Una considerazione infantile Se tu, lettore, sei tagliato a meditare, leggi [...]
[...] e briacone, e bestemmia poi, bestemmia peggio d'un turco rinnegato; e quando ha giocato, se ha vinto, viene a casa coi sacchini del panciotto pi [...]
[...] eni di lire e mezze lire e le scatena e le fa sonare per ispacconata. L'altro giorno arriva a casa nero come un tizzone, e per una parola della [...]
[...] moglie, elette in tutte: filze di sagrati di qui là! sbriciolò due o tre seggiole, spezzò piatti e bicchieri, poi agguantò l'uscio e andò a desinare [...]
[...] . Ora successe che a questo miccetto gli venne 180 a noia di fare e rifare tutti i santissimi giorni la stessa via, e di fermarsi a tutti gli [...]
[...] brace, ricominciò a pregare il Signore perchè lo liberasse da quella vita e gli desse qualche altro padrone un po' più cristiano. Il Signore non [...]
[...] l'ascoltava, ma l'asino si raccomandò tanto e si raccomandò tanto, che alla fine per contentarlo lo fece prendere a un rivenditore di pelli. Quando [...]
[...] l'asino seppe che mutava, comin ciò a ballare dall'allegrezza; ma visto che mestiere faceva, si tenne per morto e gli spuntarono due lagrimoni in [...]
[...] sugli occhi: «Povero a me! Ora sì che son cascato nelle mani dell'ultimo padrone! Pagliaccia e bastonate in vita, e dopo la morte non mi sarà lasciata [...]
[...] spine dove credevano tutto rose, sono costretti a confessare che si erano lamentati di gamba sana, e che stavano meglio quando stavano peggio [...]
[...] come ora a pigliar marito non ci avrebbe dovuto pensare; ogni acqua la bagna, e quel che è peggio ha coraggio quanto n' ha un rnoscino. Affoga in uno [...]
[...] volta un asino si scontrò con un leone in mezzo a una foresta. Era un bel leone alto, grosso, forte; faceva maestà a vederlo. L'asino prima si fermò [...]
[...] lì a bocca aperta a ammirarlo; poi si fece avanti e lo salutò e lo cominciò a lodare e a dirgli : - «Ma come sei bello! Come sei grosso! Come sei [...]
[...] di Ponte fra tutto quel volume di popolo a vedere lo stradone acceso. Eccoti, a forza di gomitate, arrivan lì sul crociale due luccheselli e restano [...]
[...] a bocca aperta. Dice uno «Come vero dDiòsse! 'un ti pare un corridoino del Paradiso?» Lo contai il giorno dopo dove c'era anco Manfrollo e lui fa [...]
[...] buoni, meno male! Oh! ma patti e condizioni! Lassù in cima una cantina co' vini di tutte le razze e due a servire chi ne volesse; quaggiù in fondo un [...]
[...] ! le sbornie a comunione non mi garbano!» Fu bella anche quella che disse un anno, d'imbottatura; fu precisamente nel settantacinque. Ti ricordi [...]
[...] all'altro come i ranocchi, arriverei fino al letto e lì ci schiaccerei una bella dormita! E la mattina, lo stesso, da un tino a quell'altro ritornerei a [...]
[...] predicava si scalmanava tanto, che faceva sudare solamente a vederlo: e tutti que' poveracci a starlo a sentire senza capire un'acca. La festa dunque era [...]
[...] e comincia 186 la sua predica, e a poco per volta, secondo il suo solito, cominciò a riscaldarsi, arroventarsi e darci dentro con tutti e cinque [...]
[...] i sentimenti del corpo: urlava come un lupo mannaro. Tutto a un tratto, quand'era proprio sul momento più bello e sbraita va più forte e si [...]
[...] , è un muratore del mi' paese che è sempre sano e vivo: - «Quando ero a lassù io, venticinque o trenta anni fa, ci avevo fra gli altri un manovale [...]
[...] dei birbanti. 187 Una volta in quel paese c'era un certo lavoro da fare a cottimo, e lo volevo pigliare io, perchè ci vedevo dell'utile assai; ma [...]
[...] do cinque lire, se stasera me lo bastoni ben bene da tenermelo a letto due o tre giorni». - Non gli parve vero: - «Sì sì, eccomi qua, state pure [...]
[...] tranquillo che domattina di casa non ci esce; so le strade che fa quando torna dal teatro; m'apposto dopo un canto; lasciate fare a me!» - «E [...]
[...] domattina avrai le cinque lire». - «Sta bene». E si parte tranquillo e lillare, come se anelasse a prendere un'indulgenza. Io stavo già sicuro del fatto [...]
[...] mio, quando tutto a nn tratto si rivolta e mi fa: - «Sapete? ci ho pensato meglio; a bastonarlo non mi ci provo; 'un vo' rapini ! porta il rivolvere [...]
[...] : se non lo fermo al primo colpo, mi spiana una rivolverata e per le péste ci rimango io. Se l'ho a ammazzare per lo stesso prezzo ...» - «Che [...]
[...] diavolo! ammazzare no! Ti pare? ammazzare un uomo! ...» - «State a sentire, io a bastonarlo non mi ci metto, non me ne raffi.do; mi tocca avvicinarmi [...]
[...] mi fate torto!» E in questura e su per i tribunali tante volte arzigògolano e si vuotano il cervello a capire come mai uno abbia ammazzato un [...]
[...] ; galantuomo quanto ce n'entra con tutti in casa e fuori sino a un centesimo, quello sì, ma ne aveva di certe da dire: a Maggiano ce n'è di più savì. Una [...]
[...] letto a sentire quello sconqua ssio dell'universo. Se poi la tempesta non veniva avanti, lui ci rimaneva brutto, come se l'avessero canzonato e non [...]
[...] contarsi a veglia? Una volta questo Iacopino aveva un credito con un legnaiolo. Gli aveva prestato su da venti lire, e non gli riusciva riaverle. Gli [...]
[...] . Spese per tribunale non ne faccio, ma me l'avete a rendere, chè non sono in istato da perdere venti lire». - «O Iacopino, avete ragione e non ve li [...]
[...] nego; ma non posso, ci credete? non posso. Mi hanno fatto fallita due o tre poste che mi tenevano a bocca dolce, e non ho un centesimo. Ma guardate un [...]
[...] ». Va a casa e racconta la cosa sì e sì. Dice lei: - «Che ti vuoi fare? C'è di tutto. E poi non c'è più posto per nulla: lo vedi non ci buzzichiamo [...]
[...] fare? mi dovete fare una cassa da morto». - «E chi è morto?» - «Nessuno». - «O allora per chi l'ho a fare?» - « Per me». - «Per voi?!. .. o se siete [...]
[...] sano e vegeto!...» - «Sì, ringraziando Dio; ma io 'un m'ho a ammalar mai? Sono eterno io?» - «Ma Iacopino! ... » - «O Iacopino o Iacopone il mio lo [...]
[...] tardi mi ci vuole!» Domenico si ristrinse nelle spalle: - «Contento voi ... E l'ho a fare a occhio?» - «Che occhio e non occhio?! Maestro occhi [...]
[...] ?, maestro porco! I lavori van fatti a regola d'arte, e quando spendo il mio, lo vo' spendere giustificato. Se fossi morto, me le pigliereste le misure [...]
[...] ? dunque me le avete a prendere anche vivo». - «Allora venite qui». Cava fuori il metro e gli prende le misure per lungo e per largo; e così si [...]
[...] lasciano. A Iacopino colla moglie non gli venne più fatto di parlarne. Dopo quindici o diciotto giorni, una sera Iacopino era a cena. Sentono bussare, e [...]
[...] Iacopino va a aprir lui. Era il legnaiolo colla cassa da morto sulle spalle. - «O! bravo Domenico, l'avete già fatta? Passate, passate». La moglie [...]
[...] sai quello che ti biasci ! Da cattivo pagatore vin cercone ! Non ve ne abbiate a male ve', Domenico. Come facevo, citrulla, a ricattarmi, 192 [...]
[...] un rotolo di palanche - «Sono sessanta soldi; li conterete a comodo». La moglie bianca come un cencio lavato si sarà fatta dugento segni di Croce [...]
[...] . - «Ma mi dici che hai ordinato? Ma mi dici che t'ha preso, povero a te!? Sei ammattito per da vero?» - «Sta zitta, pogo cervello! Non lo vedi che [...]
[...] così ho riavuto il mio? se no: addio Nerin Neron fra le due grotte! (Non ve ne abbiate in per male, ve' Domenico). A suo tempo vedrai che sarà una [...]
[...] che ci va ci vuole. Se la fece fare anche lo Zappino che sonava a messa cogli embrici, non me la farò io che ho casa di mio e pago le tasse al Comune [...]
[...] un po' vedere se, a levarla di casa, fra cento anni saresti sempre qui a soffiare il naso ai pitori! Portatela in soffitta, Domenico; per ora ci [...]
[...] terremo dentro le mela o le patate alla barba dei topi. O che intanto non deve giovare a nulla?» Domenico porta la cassa su e Iacopino resta lì tutto [...]
[...] tranquillo e dice: - «Oo! ecco un altro credito riscosso, e un pensiero di meno a suo tempo». Domenico torna giù: - «Bravo Domenico, venite [...]
[...] in mente a un ladracchiolo di rubarla, e che ti stilla? Nel tempo che c' era una gran piena di popolo a pregare, questo furbone si fa avanti e [...]
[...] comincia a traffichicchiare qualche cosa intorno all'altare come se lo rassettasse, per far credere di essere un sagrestano, e intanto via via da varì [...]
[...] punti dava delle occhiate alla lampada e sgrolla,a la testa come se ne fosse poco persuaso; alla fine la prende in mano borbottando a voce [...]
[...] primo a vivere e l'ultimo a morire «Suona a morto; chi è morto?» - «Ghitona». «Chi Ghitona? quella vecchia che stava lassù nelle case del [...]
[...] Fattore?» - «Quella». - «E non è morta neanche di lattime; aveva su da novantaquattro anni!» - «Pure è morta malvolentieri; gli sapeva agro a morir [...]
[...] ?» - «Perchè ci raccontava che stamani Ghitona era quasi in agonia, e a mala pena si vedeva rifiatare, e stava lì a occhi serrati, e non si moveva [...]
[...] . Il prete gli s'è accostato e la chiamava per nome 196 e lei non rispondeva. Allora gli ha messo la bocca vicino a un orecchio e gli ha detto [...]
[...] ragazze, ha detto Cleofe che ce lo contava, facciam presto a prender marito, perchè, se no, anco a cento anni si muore coll'amore in bocca [...]
[...] l'uomo; e per farlo a modo e verso con tutti i timpani e che fosse degno di lui, si mise lì con tutto il suo studio e ammannì un grandissimo caldaione [...]
[...] nuovo a quel lavorìo che non finiva mai, di rifare la vera pasta del cervello, non se la sentì, con tante cose che ci aveya da badare; e Lui che ti [...]
[...] serve anco di quello; a qualcuni, pochi, dà tutto cervello; alla maggior parte mescola mezzo e mezzo, o più o meno; e a tanti pancotto solo! E [...]
[...] , aveva fatto della sua vita torchio per montare uno scalino; ma quanto 198 più s'ingegnava e più sprofondava nella bigongia: se si metteva a fare [...]
[...] sopra l'altro belli pari; io te gl'impresto senz'un centesimo d'interesse, purchè fra un anno in punto in questo giorno e a quest'ora precisa tu me li [...]
[...] sa tutto, non se lo fece ripetere dne volte: « Sta bene! Sta l)enone ! Accetto! » Consegna i cinquecento scudi a quell'uomo e dice: « Ohe ! fratelli [...]
[...] , ricordiamoci bene i patti! Io la memoria l'ho buona; fra un anno preciso a quest'ora sono qui; occhio alla penna! » e sparisce. A quel [...]
[...] !» Cinquecento monete! Cinquecento scudi lustrenti che acciecavano! Gli pareva che non avessero a finir mai. Ma una parte se ne dovette andar subito nel [...]
[...] tappare i buchi più grossi, vo' dire nel pagare i debiti più pressanti, perchè a qne' tempi sgusciavano in gatta ferrata come nulla anche i debitori [...]
[...] rimasero comincio a trafficare e a voler ingegnarsi; le studiava tutte, ma aveva la sperpetua nell'ossa: quando gli diceva bene ce li perdeva mezzi [...]
[...] ; tanto più ora che il diavolo ci si era messo di piccia a mandargli tutto a trottoloni e a rovesciargli addosso il corbello delle disgrazie; di [...]
[...] , hai sbagliato uscio!» - «Come a dire?» - «Come a dire che in sacca mi ci ha tirato vento!» - «Ma io rivoglio i miei cinquecento scudi!» - «O leva [...]
[...] sangue a una rapa! Quando non ce n'è, quare conturbas me?»- «Dunque l'anima tua è mia!» - «Adagio! disse Biagio; l'hai a mente i patti? Prima devi [...]
[...] ritrovi tutto fino a un pippolino». Vanno; l'uomo rovescia nella corrente il sacco e dice: «Ritrovami tutti i granellini fino a uno!» E il diavolo [...]
[...] si butta giù a forane e in un àmme lo ripesca tutto e lo riporta a quell'uomo. Torna dalla moglie: - «Ragazza mia, la vedo incornata male! Eccolo [...]
[...] il diavolo via a volo come un tappo 201 di saetta! corri di qua, scappa di là, vòltati da una parte, prìllati da quell'altra, torna indietro [...]
[...] , schizza in avanti, gira, frulla e rigira, in un lampo le ripiglia tutte e rimette il corbello pieno in mano a quel poveraccio. Torna dalla moglie co [...]
[...] soffiò una cosina in una ciocca, d'orecchio. Lui c'impiegò un po' di tempo a bella posta e quando gli parve d'essere al punto giusto, dice al [...]
[...] diavolo: «A noi». - «Che ho a fare?» - «Trovare la terza cosa». - «Lo sapevo; ma si deve camminar molto? È un pezzo che aspetto e io ho il tempo contato [...]
[...] a ogni rimedio estremo e gioca di tutto, anco dell'animaccia sua?! E non vedi che siamo in balìa della sorte e che ci sono i fortunati e i [...]
[...] disgraziati, che se si mettono a fare i cappelli, nascono gli uomini senza testa? « Dunque, dirai, tu ammetti la fortuna? Ma chi ammette la fortuna, nega [...]
[...] nato con tutti e due i piedi o con uno solo, in città o in campagna, se .... Una volta in una strada c'era un carro fermato davanti a una porta [...]
[...] quell'altra a mala pena ci si capiva fra il mòzzo e il muro; quando fu precisamente contro la porta, pùnfete! un mattonaccio nella testa! e giù in terra [...]
[...] disgraziato è lui, che non poteva scegliersi da chi nascere! Eccoti lì un ceppo di terra giglia o argilla, to'! è tutta terra a un modo, spolverizzata [...]
[...] altare, una parte per un salotto, una per un pavimento di stabbiolo e una anche per peggio. Ma giacchè tracchè, dicono a Camaiore, questa novella [...]
[...] dei profumi non ci si può stare. O senti! C'era un uomo al mio paese che in verità era sfortunatissimo. Un giorno fra gli altri aveva giocato a [...]
[...] tutti i giuochi che conosceva e aveva perso a tutti. All'ultimo, non sapendo che tentare, fece con uno, che ho conosciuto anch'io, a chi sputava più [...]
[...] aveva giocato al giuoco del pidocchio e aveva perso anche a quello. Era un divertimentino che aveva imparato in S. Giorgio una volta che ci era [...]
[...] là no. Alle sue prediche ci era sempre pieno zeppo che non ci sarebbe capito più un pippolo di panico; scasava; correvano tutti da tutte le parti a [...]
[...] furia, 206 e a sentirlo ci stavano a bocca aperta come incantati, perchè metteva le cose sotto l'occhio, e le faceva toccare colle mani, e poi [...]
[...] Calvario, e lo crocifisse in croce; e tanto disse coi chiodi, coll'aceto, e colla lancia di Longino, e cogli strazi, e coi patimenti, che tutta la gente a [...]
[...] strana, che non si poteva riavere dallo stupore. Poi gli cominciò a saper male di vederli così tapinarsi, e sgomentarsi così in quel pianto disperato, e [...]
[...] cominciò a dire: «Su, riveriti uditori! Fatevi animo, fatevi coraggio; non è poi necessario di pianger tanto. Smettete, via, tranquillizzatevi [...]
[...] quattro vigilie di seguito (di certo la Pasqua). Fece la prima puntualmente, e anche la seconda assai bene. Alla terza però gli cominciò a venire a [...]
[...] collo a una gallina, e mi farai un buon brodo». - «Ma, sor padrone, è vigilia anche domani». 208 - «Non vuol dire; a me con un po' d'acqua e un po [...]
[...] pappagallo che scappa Anche questa mi par bellina. La contava uno del mio paese che era stato vent'anni e più là per le Mèriche, e a volergli far [...]
[...] raccontato, c'è stato sempre qualcuno che non ci ha voluto credere. «Per chi m'hai preso? A chi ti pensi di darle a bevere? Contale a quelli di Ciciorana [...]
[...] ! Perchè siete stati in America, vi figurate che noi siamo tanti barbagianni? Se tu ti credi di vendermi delle fandonie a me, hai sbagliato uscio [...]
[...] e istruiti a parlare. Ce ne aveva di quelli che dicevan tutto come noi. Là i pappagalli ci sono come qui le passere, a branchi, non si vede altro [...]
[...] litanie specialmente. Il pappagallo a forza di sentirle dire, aveva imparato ogni cosa a modo e verso, e te le ripeteva di cima in fondo senza sgarrare [...]
[...] certe volte.) Se ne vola dunque via, e va in una macchia con tutti gli altri pappagalli; e tutte le sere alla solit'ora, così a sotto di sole [...]
[...] , posato sopra un ramo, in cima a un albero di quegli alberi altissimi che fanno là, ti cominciava a sfilzare le su' brave litani e per filo e per segno e [...]
[...] ci metteva in fondo la su' Salveregina, proprio in su quel tono come la dicevano in quella casa. 210 Dintorno a lui ci se ne radunava sempre una [...]
[...] grande sturma, che ripetevano le parole di quello; e dille stasera e dille domani sera, alla fine cominciarono a cantare le litanie come se fosse [...]
[...] una compagnia. Furon sentiti; la cosa si sparse alla lontana, e principiò a andare la voce che nella foresta tale, nel punto tale, c'era apparso [...]
[...] erano vestiti, e com'erano nel viso, e sapevano infino a quanti erano, perchè tanti dicevano che l'avevano visti scendere dal cielo, e posarsi in [...]
[...] a vederla, un po' per sapere meglio il fatto, un po' per portare qualcosa a quella povera donna di sua madre, che è veramente miserabile con que [...]
[...] ' figlioletti tutti piccini e col marito in America che se ne ricorda ogni cento anni. Ci credete? mi faceva, più pena a veder quegli altri che lei [...]
[...] mani; un altro dintorno al diecolo che piangeva e strillava: «No! 'un ha a morire! No! 'un ha a morire!» E uno che s'avvoltolava per terra e strillava [...]
[...] dunque morì fra le braccia di sua madre che aveva resistito fino allora; ma dopo cascò svenuta e anche al dottore gli ci volle del buono e del bello a [...]
[...] una figliuola così vegeta, dalla mattina alla sera! Cercava la su' bimba; la chiama va; la voleva in tutti i modi e la chiedeva a tutti. - «O Maria [...]
[...] , pòrtamela tu la bimba, via! vammela a pigliare e pòrtamela ! Gua'? ! quanti ce n'è dintorno al letto? non me la vuol portar nessuno! O che vi [...]
[...] sarebbe a portarmela? Vedi, Maria, questa cuccina qui? l'ho riscaldata per la bimba» (E intanto teneva le braccia larghe, su alte per sollevar le [...]
[...] , via, qualcheduno .... Scenderei io da me e ci anderei io a pigliarla .... ma non posso, ho le gambe 213 fiaccate e le braccia non le posso [...]
[...] muovere .... O Maria, via, muoviti a compassione, pòrtamela, via!» - «Ma come devo fare, poverina? Non c'è più qui; è andata in Paradiso». - «Sie! è [...]
[...] posti era venuto a Roma; e lì a forza di sentir dire e di sentirsi ripetere e predicare, si convertì. Mutò religione e si fece cristiano [...]
[...] da apponergli nulla. Ora accadde che si ammalò; si mise a letto d'una malattia mortale e in pochi giorni venne in fin di vita. Stava lì nel letto a [...]
[...] altri pezzi grossi, cominciarono a dire fra loro: «Ma si sarà convertito ammodo? Sarà di ventato cristiano proprio per da vero?» - «Chi lo sa? Son [...]
[...] tanto tenaci questi ebrei!» - «Bisognerebbe provare» - «S'ha a provare» -- «Come si fa? Come non si fa?» Dice uno: - «Lascia te fare a me». Esce, e [...]
[...] dà ordine positivo che tutte le campane di tutte le chiese di Roma, a una certa ora fissata, ci diano dentro e facciano un grandissimo 215 [...]
[...] moribondo, quando sentì quel frastuono di campane, aprì gli occhi e domandò che c'era di nuovo, e perchè si sanava così a allegria. Allora quel [...]
[...] fare e di dire, tutta tutta non si scuote mai più da dosso; e però bisogna pensar bene a quello che s'insegna ai bimbi quando sono piccini, e come si [...]
[...] . Bartolomeo lo 216 scorticaron vivo. Anzi s. Lorenzo dice che fu arrostito a gusci di noci, perchè morisse a fuoco lento, e patisse di più. Per [...]
[...] questo il noce è dedicato a s. Lorenzo; e però chi vuole che i noci vengano bene, li pianta e li trapianta in quel giorno, che è il dieci d'Agosto [...]
[...] . La sera questi giovanottelli vanno a qualche noce, ne sciancano un bel ramo, e là dalla mezza notte lo mettono alle porte delle loro patite [...]
[...] mandare l' invito che si chiama per appunto: l'invito per s. Lorenzo. Per lo più è una letterina in versi, dove s' invita uno o una a scuoter le noci [...]
[...] sono adattati a montare, e quelli grossi e meggioni, non sono buoni ad altro che a star giù e insaccare le noci scosse. L'invito più comune dice così [...]
[...] , Resto un po' dispettosetta. Mi son messa nella testa Di volerti canzonare, Ma se vieni a quella festa Ti farò ben disperare. Ma già vedo che [...]
[...] se vuoi saper chi è, Domandalo a tutti fuori che a me. E poi ce ne sono anche degli altri che se li copiano da uno a un altro, e li mutano, e li [...]
[...] ; perchè i padroni fanno ai sottoposti un desinare, o una merenda, per esempio una smaccheronata, o una mangiata di pollo fritto e vino a cascare. Il [...]
[...] più delle volte però il padrone dà un tanto, e ci pensino un po' loro a tutto il reto. Per avere quel quid la mattina vanno là (scelgono sempre il [...]
[...] polli e fra i bicchieri. 220 Ci volgiam dunque a Vostra Signoria Per far noi pure un poco d'allegria. All'osteria non ci vorremmo andare, Perchè di [...]
[...] e coltelletto; E se il pan solo s'annoda al gargozzo, Non ci resta altro che correre al pozzo. L'acqua è buona, ma a spenger la calcina; L'acqua [...]
[...] è buona, ma a mandar la turbina. Ma per bevere?! ... Chi sempre acqua beve Avrà una vita tribolata e breve. Per passar dunque un'ora in allegria [...]
[...] Ci rivolgiamo a Vostra Signoria. Poi quando il mosto avremo nei polmoni, Lavoreremo giù come leoni. Certi del suo buon cuor la ringraziamo, E cento [...]
[...] , benchè questo cappello ci abbia che fare quanto Pilato nel Credo o quanto i cavoli a merenda, ce lo lascio, e chi lo vuol saltare lo salti; tanto in [...]
[...] tasca gli ci vien la stessa moneta. 221 Fu una burla propio da vero artista che Biroldo fece a Giovannin di Bùrico; io l'accorcio, ma lui [...]
[...] boia, che tutte le cose dovevano andare a su' modo; non era mai contento di nulla, e tutto quello che facevan gli altri era sbag liato e fatto male [...]
[...] facevan caso; gli avevan tirato tanti motti che a uno meno testardo e meno ignorante e svergognato, la metà bastava per farlo rimpiattare in un [...]
[...] guscio di ghianda: ma lui chè! ... come dire all'asino; faceva l'indiano, o le scoteva come i cani le frustate. 222 Una volta a uno di quelli [...]
[...] dovrebbe fare una mangiata domani». Figuratevi, Biroldo certe ditte le andava a cercare col moccolino: «Per zio per zio! Sì sì, anzi! per appunto! Bravo [...]
[...] , per zio! ben pensata! Sì sì, domani che è Fieragosto»• E lì cominciano a almanaccare che e come e dove; e in un àmme fissan tutto. «Facciamo [...]
[...] ordini del da fare; intanto ammanniteii pelati». Più tardi infatti viene Biroldo, ordina ogni cosa, e che piatti, e come, e quando, e va via. A [...]
[...] Giovannin di Bùrico non gli avevan detto nulla; l'avevano a noia come il fumo negli occhi; ma lo rinvenne subito anco lui; e siccome anche senz'invito [...]
[...] si credeva di poterci entrare sempre a tutte l'oro, scende giù da casa sua a orecchi ritti come un leprone, e va difilato dal Cieco, e fa: « Dunque [...]
[...] ? Che lesso? Il brodo è da malati; e chi è che mangia più il lesso? il lesso l'hai a dare ai contadini. Io non vo' minestrine! I capponi li devi [...]
[...] fare tutti i due arrosto, o in forno, e per minestra de,i fare i maccheroni. Quelli en mangiari!» - «Ma a me m'ha detto Biroldo ....» - «Te l'avesse [...]
[...] persuaso. Manda a chiamare Biroldo: «Questo e questo mi succede; è venuto Giovannino, e ha mutato gli ordini ...» e gli conta la cosa come stava [...]
[...] schiacciò un altro anco più granito) a mutar gli ordini e a volere i maccheroni?! Lasciami fare a me, e gli do i maccheroni io. Tu intanto fa come ti [...]
[...] . Hai inteso? E lui avrà i maccheroni che si merita». E corre a prepararglieli. 221 Dopo poco riviene Giovannino, e il Cieco gli dice che stava [...]
[...] pronti per mettersi a sedere, ed ecco uno che dice di voler parlare con Giovannino; Giovannino esce e va in un'altra stanza a discorrere. (Tutto [...]
[...] ; e gli altri si scodellano la loro brava minestrina col brodo, e principiano a mangiare. Dopo un momento viene quell'altro correndo per la paura [...]
[...] zuppierata di paglia tritata, calciuli d'erba lupina e rape! Resta di sasso ; doventa bianco, giallo, rosso, di tutti i colori. Poi comincia a voler [...]
[...] anco da rugare? Quelli enno i tu' principì, la ricisa! Paglia e rape come ai somari che non sei altro, brutto peruginaro! Chi t'ha insegnato a [...]
[...] entrare dove non sei chiamato, e a comandare dove non ti spetta? 225 Che maccheroni e non maccheroni, quando noi s'era ordinata la minestra? Quelli lì [...]
[...] sette a otto some; e qualche volta fra giorno, scendeva giù guatto guatto, e si puppava bellamente qualche lucia di questo vino. Cercava però di farla [...]
[...] , quando capitava il bello, infilavano alla botte, e: «Beppe be'? vo' bere anch'io!» Ci avevano poi i muratori giusto a fare un'apertura nei muri di [...]
[...] cantina, e una volta andò che sentiron la sposa dir così e intanto beeva. Loro mangiarono un punto, e subito anco loro scappa a stuzzicare lo zipolo [...]
[...] ), aveva sempre questa parola: «A sapienza siàn lì lì; a quattrini n'ho più io, e a questi (mostrando i pugni chiusi) vi piglio tutti». Era peggio [...]
[...] di papa Sisto che non la perdonò neanche a Cristo. Una volta, quando era rettore nel terzo o quarto paese (perchè ogni po' po' doveva mutare, da [...]
[...] , e bofonchiavano; certi giovanotti fumini, prima gli allentarono qualche legnata sorda; poi, si vede non era bastato, una sera che tornava a casa [...]
[...] dopo il tocco gli sfruconarono una trombonata a veccioni dietro, che gli conciarono una groppa come un'or'di notte; dove poi gli funno ricavate le [...]
[...] satire: Al chiaror della luna e delle stelle Forata a casa riportò la pelle. Allora, visto che non si faceva più di noccioli; prese le su [...]
[...] . Lo chiamavano Don Trinca, o Prete Scimmia, perchè eran più le sere che andava a letto colla. scimmia che in cervello. Quando poi aveva alzato la [...]
[...] aeternam e sarebbe corso di dietro a mnmen. Figuratevi che una volta che l'acqua l'aveva rinchiuso in un paesetto dove non c'era macello, si fece fare [...]
[...] bene, è una vergogna, a una persona che riveste il vostro carattere e deve servir d'esempio e di modello agli altri». E poi tante e tante altre [...]
[...] cose, tutte per le buone sì, una un esordio severo che un altro non avrebbe più trovato neanche la porta per tornar fuori. Don Cei lo stette a sentire [...]
[...] pacificam ente senza scomponersi; lasciò parlare il vescovo fino a che gli parve, e quando ebbe finito, con quella sua faccia fresca rispose [...]
[...] solamente: «Eccellenza, a lei gli han detto che bevo molto; ma non gli hanno mica eletto la sete che ho!». XCII. Alla fine si spiombetta Alla [...]
[...] cosa che finirà poco beve. Spiombettare poi è una parola dei muratori, e vuol dire cercare il piombo coll'archipendolo; 230 e a questo [...]
[...] proverbio ci va il suo fattarello attaccato. C'era una volta un muratore che murava una casa, e tirava a far presto, mettendo sasso sopra sasso, a occhio e [...]
[...] croce, pur di arrivare in cima. Ma si sa: mastro occhio, mastro porco; e il muro veni,a su una vendetta. Passava di lì spesso un suo conoscente [...]
[...] disse: «Alla fine si spiombetta, eh maestro! ma se si fa a tempo». E io dico che bisogna spiombettar prima, chi non si vuol trovare a strapparsi i [...]
[...] Purgatorio Ora, se non vi siete straccati o noiati a leggere e a starmi a sentire , vi conto quella che una povera donnetta fece a un bighellonaccio di [...]
[...] bisognava rigarci. Lui, lì sull'uscio, comincia a fare un discorso lungo 1 ungo sulla religione, e sulla carità, e sulla sua gran miseria, e finiva [...]
[...] sempre col ritornello: «Ogni elemosina che si fa a un povero frate, si leva un' anima dal purgatorio». Per appunto pochi giorni avanti era morta una [...]
[...] , devota; di certo è in purgatorio: si sa, una strinatina tocca a tutti». «Fatemi la elemosina, e la mandate in paradiso volando, perchè chi fa la [...]
[...] elemosina a un povero frate, leva un'anima dal purgatorio». « Povera Menichina! se tant'è, per me non ci deve stare neanche un minuto a soffrire!» Va [...]
[...] , apre l'arcone che era pieno di farina, e il romito mette giù il sacco e para, e lei a belle palettate ci tirava dentro la farina. Quando ce ne fu così [...]
[...] ?» «Ce ne manca sempre»• E la vecchietta seguita a versar giù tanto che fece il colmo al sacco. «Ci sarà, ora?» «Ora poi c'è da vero». «Me [...]
[...] l'assicura?» «State a me, fidatevi pur di me che ora c'è proprio». «Allora se c'è (agguanta il sacco per i pedicini e lo ricapovolge nell'arcone ), se c'è [...]
[...] fame, picchiate pure, chè un boccon da mangiare, grazie a Dio, non ci è mancato mai per nessuno, e ci sarà anco per voi; ma colla bisaccia e col [...]
[...] passere? XCIV. Chi dice quello che non deve, si sente rispondere quello che non vuole «Ogna tempus abente, diceva Drea e anche a fare il bene ci [...]
[...] vuole occhio, se no il bene doventa male, e si fa peggio». La risposta che dètte Bùrico a prete Nòccolo sarà un po' troppo ardita, ma se la meritò e [...]
[...] , si sa, com' usa a diciannove o vent'anni, ma poi in fondo non è peggio di tanti altri. Prete Nòccolo dunque gli cominciò a parlare di tante cose [...]
[...] ; e poi, a poco alla volta gli prillò il discorso come parve a lui e gli cominciò 235 a fare una rinfrusta da portargli via il pelo «e che [...]
[...] croce! A Bùrico gli giravano gli stivali come macine di mulino, a sentirsi fare di que' discorsi lì a voce alta in mezzo alla via maestra, ma però non [...]
[...] sei con un piede nell'inferno!» E Bùrico subito, tun tnn. «Basta che mi rimanga. fuori quell'altro per dar dei calci nel deretano a lei la prima [...]
[...] volta che mi ritorna a fare certi discorsi in mezzo alla strada!» Come sculettò via, povero prete Nòccolo! Gli sbattevan le lèmbe per le lacche [...]
[...] , scusatemi, volevo dire a quel bel calduccio del sole colle spalle appoggiate a un muro di mezzogiorno aspettando l'ora del votapentole. C'era [...]
[...] co' suoi di casa, col padrone, col fattore, per certe spartizioni; col prete poi ce l'aveva a morte, perchè s'era rimessa in lui e gliel'aveva [...]
[...] data fra capo e collo. Non sapeva come ricattarsi, e a entrargli in quel tasto lì diceva spropositi da cani; ci si fissò tanto che pareva ammattito, e [...]
[...] cominciò a dire che nel mondo non ci voleva star più, e che bisognava finirla, e che eran tutti una massa di birbaccioni, e che l'avevano [...]
[...] imbrogliato tutti, e che faceva la pelle a qualcheduno, o se la faceva per sè. Infatti un giorno che il diavolo l'aveva acciuffato peggio del solito per [...]
[...] una lavataccia di capo avuta dal fattore, va all'appalto come se non fossero fatti suoi, compra una gavetta di cordino di quelle doppie, e torna a [...]
[...] la testa dentro e con questo laccio al collo comincia a scendere giù per la scala, una scala di legno ripida come sono per le case dei contadini [...]
[...] . Scendeva adagio adagio, uno scalino dopo l'altro attaccato sodo al bracciale, chè non gli avesse a scrullare un piede, e quando arrivò al punto che [...]
[...] il laccio diceva da vero, pronto rimontò lo scalino e se l'allentò e cominciò a gridare : «La vo' finire! La vo' far finita! Vo' andare [...]
[...] all'inferno!» e riscendeva con tutti i riguardi; ma quando si sentiva mozzare il fiato, risaltava subito su e dava negli urli! La moglie, che era a governare [...]
[...] intanto scendeva per la scala. Lei, lì su quel subito, si spaventò da vero; chiappa una falce e taglia la fune; e lui a sbraitare che voleva andare [...]
[...] famiglia. La moglie, a sentir dare addosso ai suoi, comincia a dire e a spiegare come faceva per appiccarsi, e a dargli del mattacchiano. Allora tutti [...]
[...] .... nero! ... E io volsi un po' provare come mi faceva a morire a pogo per volta!» Disse allora Giannotto: - «O dagli un po' del billo via! La [...]
[...] morire! Dirébbi! disse Bombino. A neo Brogio di Còppori si voleva buttar giù dalla finestra negli ultimi tempi che era malato; e ogni momento lo [...]
[...] ripeteva. Ma quando Pecchìno gliela spalancò da vero e gli disse: «Su, Brogio! la finestra è aperta; coraggio! v'aiuto io a montà sul davanzale!» e ci [...]
[...] tira vento?!» E però anco tu, Luvigino, la pensi bene a volerla vedere fino in fondo. Di che te la pigli? Perchè t'ha lasciato la dama? O che il [...]
[...] mondo finisce colla tu' dama? Morto un papa, si fa un papa e un cardinale. Ti sgomenti a donne? Eppure lo sai che se si venisse a una spartizione [...]
[...] gusto. Non è stata mai pettegola, bada a sè e non c'è pericolo di sentirla mormorare cli questa e di quella. Su' madre non aveva anca finito di [...]
[...] parlare, che l'aveva già bella e obbedita, e le cose le chiappa a volo, per ammicchi intende. Tutti la portano in pianta di mano, e non fanno altro [...]
[...] che levarla a cielo. Il Piccucci, per povera, una meglio non la poteva trovare. La mattina è la prima a levarsi; alla punta del giorno è già su [...]
[...] al su' lavoro lì fitta e ribadita sino a mezzogiorno, perchè il desinare lo fa la suocera. In somma si fa voler bene da tutti. Anche colle cognate [...]
[...] vanno ora non ci erano mai andate». «Proprio il ritratto di Bettaccia nato e sputato! Lei, se la mattina nessuno la va a svegliare, a mezzogiorno [...]
[...] ronfa sempre come un ghiro; ci mette un'ora a vestirsi, istupidita così dal gran dormire, e poi si pianta lì accovacciata sopra una seggiola colle [...]
[...] mani una sopra l'altra, e non fa mai nulla. È sempre arrabbiata e fastidiosa, che nessuno la puol patire. A mala pena sa infilar l'ago, ma per [...]
[...] votato dentro la cenere e non ci man cava altro che versarci su la lisciva bollente. Tutto a un tratto gli chiappa la voglia del vino, e non aveva [...]
[...] neanche un soldo 242 alla mano. E lei che ti fa? Ti rivuota il ceneraccio e va a vendere la cenere per cinque soldi e ci compra tanto vino e lì [...]
[...] se lo sgarganella seduta stante; poi va a casa, sconca i panni, li asciuga così belli sùdici, e te li rimette nel banco! D'ogni cosa era trincona [...]
[...] , ma di rumme specialmente. Morì bruciata dai bicchierini. Si levava la mattina di buon'ora e andava a una bottega, e anco ci fosse pieno di gente, si [...]
[...] metteva lì e si cominciava a attastare la gola, e poi tossicchiava e spurghicchia va adagio adagio e diceva: «Ho un gruppo di vermi qui alla gola [...]
[...] bicchierino! Dopo pochi momenti andava a un'altra bottega e faceva lo stesso discorso e bevi un altro zozzìno! e così le girava tutte, tutte le mattine [...]
[...] , grosso, nerboruto e prepotente, che a forza di riffe s'era fatto nn mucchio di nemici; ma lui pareva che se la ridesse, perchè aveva un braccio che [...]
[...] , botto botto, metteva nn uomo a giacere, e ne aveva già segnati parecchi. Ma si sa, è scritto che alla fin del salmo ne buscano sempre i più bravi [...]
[...] . Infatti due di quelli che ce l'avevano di più, si messero d'accordo, s'appostarono dopo un prunaio accanto a un viottolo, di dove sapevano che quel [...]
[...] a tempo a accorgersi dell'assalto e poi bòtte con un pilloro per uno in mano e lì botte dove còglie, còglie! Lo frollarono, lo macinarono come il [...]
[...] 244 pepe e lo lasciarono lì per morto. Poco dopo fu trovato in quello stato, che a mala pena dava segno di vita e fu portato a casa in barella; e [...]
[...] confessarlo, e lui non si tirava addietro. Prima però di dargli l'assoluzione il prete gli disse che bisognava perdonare a quelli che l'avevano picchiato: e [...]
[...] muore deve perdonare; ma se campo, ci rivedremo nella macchia!» Allora il prete che se la vedeva a male, ci si mise con più impegno; e Io cominciò a [...]
[...] esortare in tutte le maniere, e lo scongiura va a perdonare per amor dell'anima sua, chè il perdono è un obbligo espresso, chi non vuole andar [...]
[...] dannato: «e badate, è Gesù in persona quello che ce lo comanda; e non solamente ce lo comanda a parole, ma ce ne ha dato anco l'esempio, chè in sulla [...]
[...] croce lui perdonò a quelli che l'avevano crocifisso!« E il malato rispose: «È vero, ma lui morì!» XCVIII. Ognun vuol dir la sua La bocca alla [...]
[...] anni, chè gliel'aveva promesso da tanto tempo. La mattina dunque alla punta dell'alba, si mettono in viaggio col loro asinello, il padre a cavalcioni [...]
[...] sul basto e il figliolo dietro in sulla groppa, e si atteneva alla vita di suo padre. Van su su, chianna chianna, e cominciano a scontrar gente [...]
[...] sotto?» - «Lo so io a chi starebbe bene il basto come il giubbetto alle scimmie.... 246 Già chi non vuol bene alle bestie non vuol bene neanche [...]
[...] ai cristiani!» Ho inteso, disse il padre, e, per fare smettere la gente, saltò giù, mise il figliuolo sul basto ammodo, e lui andava a piedi. Avran [...]
[...] fatto a mala pena dugento passi, ed eccoti dell'altra gente: «Gua' gua' ! il ragazzo sull'asino bello e impacciato, e il vecchio a piedi! » «Ci [...]
[...] di gente che trovano, principiano a sentir dire: - «Mi garba, per mio santo!, mi garba in verità! Chi è il primo prossimo? sè stesso. O dategli un [...]
[...] po' del minchione, via!» - «Almeno un po' di riguardo all'età, non foss'altro!» - «Lasciateli piuttosto a casa i ragazzi prima di trattarli così [...]
[...] . Io dico già che ...! Vi pensate che sia d'acciaro il vostro figliuolo?» - «Insomma non vi va neanche a questo mo', diceva fra sè quel poveraccio [...]
[...] . O come si stilla qui? Tentiamo anco quest'altra». Scende giù anco lui, e vanno tutti e due a piedi.... O va là che colsero proprio nel fioretto [...]
[...] ! - «Guarda guarda! hanno l'asino e vanno a piedi! Bravi per lo zio!» - «Mi rallegro, miccetto ! Con que' padroni lì campi cent' anni bello grasso e [...]
[...] ». - « Chè! è robaccia l'asino, gli ci vorrebbe una carrozza a tiro a quattro!» - « O amico, fate per acquistare appetito, che avete l'asino e andate a [...]
[...] piedi?» - Allora poi fu quasi per andare in bestia a modo e verso, e trattarli come si meritavano; ma poi ci ripensò e disse: - «L'ho provate tutte [...]
[...] sarebbe finita, e si potrebbe passare a quell'altra; ma io ci voglio appiccicare un po' di strascico, per provare sempre più che la novella è vera e [...]
[...] stravera, anzi tutta verità sagrosanta. Tutti dunque voglion dire, e ciacciare, appuntare e tassare il prossimo, sentenziare a diritto e a traverso [...]
[...] , fare i maestri a casa degli altri e rivedere agli altri le buccie e le costure. Ma il più buffo si è che quanto più una persona avrebbe da badare a [...]
[...] voglia di dire, di fare e di brigare; se date retta 248 alla gente, è tutto male, tutto a traverso, tutto sbagliato; e mai una volta da Dio che [...]
[...] interpetrino una cosa a fine buono. Non si sa se si deve star ritti o a sedere, se s'ha a andare a piedi o a cavallo: su è male, giù è male, qua è [...]
[...] male, e là è peggio. Se per un esempio state a voi e non v'intruppate colle combriccole per le bettole e per l'osterie: - «Orso! Bufalo! Ha paura di [...]
[...] levarvi ogni tanto due pensieri dal capo con un bicchiere di vino: - «Bella guida di casa! Bel padre di famiglia! I figliuoli e la moglie a casa a fare [...]
[...] dei crocioui e delle sequenze santi evangeli, e lui a scialare e sguazzare per le taverne. Bell'esempio per i figliuoli!» Se tu sei attento e [...]
[...] assiduo al lavoro, e cerchi di non mandare a male del tempo, ti senti dire dietro dietro : - «Quello lì non conosce nè festa nè lavoro, nè Santi nè [...]
[...] , il bighellone. L'arte di Michelaccio sì che gli piace, mangiare e bere e anelare a spasso; ma Duralla era un gran santo. Ci ha la polla in casa [...]
[...] trovarci da ridire. Vai alla messa e alle funzioni: - «Attenti che passa il paolotto, il baciasanti e il biasciarosarì ! Va a baciar Cristo, ma è il [...]
[...] prossimo, va per le chiese a strizzare i gallonzoli. Hai voglia di arrotarti le ginocchia, hai voglia di spipitar paternostri e avemmarie .... Ti [...]
[...] conosco, mascherina!» .Non ti aneleranno tanto a fagiolo i preti, e bazzicherai di rado per le chiese; allora ti dànno subito del protestante e del [...]
[...] specchio, chi deve guardare in faccia! E dire che si pensa che tutte le donne gli muoiano dietro! Povero pane, a chi ti lasci mangiare!» Un altro [...]
[...] a nettar l'insalata. Va a lavare i piatti e a rifare i letti. O zucca piccina, a fasciare i figliuoli e a pulirli bisogna imparare, e non il [...]
[...] disegno. Per avere sfogliato due o tre libri, chi lo sa quello che si pensa di essere!» Un'altra, poverina, non ha voglia d'andare a scuola, e non apre [...]
[...] non la chiamano Pancotto. E chi l'ha a pigliar di suo pari un'ignorante a quella maniera, che non sa neppure quanto fa due via due? Che gli deve [...]
[...] maligne come i matrimoni, quando se ne comincia a parlare sul serio: - «Chi!? Ghita piglia il tale? Già fai per ridere! Povera ragazza, ma non ha [...]
[...] Ghita! Quella lì se ne va al macello addirittura. Gli mancavano corde in casa per appiccarla, che la danno nelle mani a quello lì? Quello lì è un boia [...]
[...] non è tutto, ma anche l'occhio ne vuol la parte sua. Io non mi ci saprei adattare a dovermi vedere sempre accanto quel còso brutto e fatto male [...]
[...] conoscere; e s'arrisica a pigliar moglie con quella salute lì? Quelli en coraggi da leoni. Però è struito! Il libro delle quaranta facciate come lo [...]
[...] sa sfogliare! lo sa tutto a mente! Per tirare le orecchie al diavolo non se ne trova di più capaci. Ci fa di giorno notte è di notte 252 giorno [...]
[...] ; e quando poi l'hanno scolato, la su' anima la metterebbe di contro a un mezzo franco per poter rifar razza. In galera ce n'è di meglio mille volte [...]
[...] ; ogni strada ci ha un ripesco. Questo però ha di buono, che il vino non gli piace... quando è cattivo. Che è che non è, lo riportano a casa in due [...]
[...] : sbornie a comunione! il maiale! Almeno non alzasse le mani, e non bestemmiasse! ... Gesù Maria! bisogna tapparsi gli orecchi e scappare! Quelli en [...]
[...] moccoli! Quelli lì en sagrati. E guai a dirgli una mezza parola, allora sì! filze di qui là! fa tremar l'aria, e chi si può badar si badi. Se [...]
[...] . Vita dulcedo per quindici giorni, a te sospiriamo infin che campiamo, e lagrimar non vale! Povera Ghita mi par di vedere la vacca che va al [...]
[...] macello infiorata e infioccata!» Ma quello che dicono degli uomini non è nulla a quello che dicon sempre delle donne, specialmente le vecchie fanciulle [...]
[...] ? quella brutta lì? quella cisposa lì? quella giallona lì? quella marciona lì? A pungerla con una spilla, schizza. Che naso! Quanto più n'avea e più [...]
[...] n'apparia! che bocca! Eran tre cani che andavano a caccia, era Bocchino, Boccone e Boccaccia! Che viso! Fa spavento alla paura. «Ora poi son diventata [...]
[...] . Potrebbe dire qualcheduno: Ma è buona. Sì! scelta proprio nel mazzo, proprio da seme! Toccagli la punta del naso, e sentirai a che ora fa giorno [...]
[...] birbanti de' su' fratelli, han frustato la via dei tribunali; e su' madre a quei tempi marcia va alla grande, perchè gli costavan poca fatica [...]
[...] pigliare un po' di gallo, e vedrai a che usanza te l'accomoda. Colpa sua, mammalucco! l'ha voluta bella, e bella l'ha presa. Poi metterà in tavola le [...]
[...] d' inverno. Bella moglie mezzo paradiso ... e mezzo pane. Oo! per questo quella lì è una di quelle che a un bisogno lo guadagnano anco tutto il [...]
[...] sangue. S'ha a pentire tante volte povero sciagurato! E poi la porta in casa? Con quella povera donna cli sua madre?! Povera 255 Giovanna! si [...]
[...] quella brutta arpia lì. Se io l'avessi attaccata a una gamba, me la mozzerei. - Già se un mio figliuolo avesse voluto pigliare una donna come quella [...]
[...] specchio? La volete alla finestra a civettare con questo e con quello, o sull'uscio di casa a strizzar l'occhio ai giovinotti? ... non ha mai saputo fare [...]
[...] dozzina per gamba, più che meno. A me mi passano, poi! a lei non lo so; ma è un bel pezzo che la conosco Ghita, se un si sghita! ... E poi l'ho pur [...]
[...] piantavano a tanti del mese; succedeva anche a lei come alla signora Camilla, che tutti la vogliono e nessuno la piglia! Anco di cervello corto è [...]
[...] : mostra a tutti le lettere di dichiarazione che ha ricevuto! Lei lo fa per grandezzata, e non s'accorge che si appunzisce la pertica sulle ginocchia [...]
[...] per sentire gli ha da sé; io non ci metto su nè sal nè pepe. Arrosto che non tocca bruci pure! Chi l'ha a mangiar la lavi e chi l'ha a cavalcar la [...]
[...] regina. Ora accadde che s'ammalò e venne a un caso di morte, ma lei non ci aveva neanco un pelo che ci pensasse. Subito fu fatto venire il prete [...]
[...] che l'assistesse, l'avvisasse del pericolo e a poco per volta ce la preparasse. Una sera, fra gli altri discorsi, per tastarla un po' gli disse: - «E [...]
[...] se il Signore l'avesse disposto ne' suoi consigli, morireste volentieri?» - «Ha a morire il Sargentin, che non ha quattrini!» Il Sargentino [...]
[...] infatti era un pover'uomo tribolato in canna e più in terra della porcacchia. Allora il prete la cominciò a prendere per le buone, la fece lunga, ma la [...]
[...] qui». - «Ma andate lassù in paradiso, fra tutti i santi, fra tutti 258 gli angeli!» - «Bel gusto a sta' fra persone che non le conosco neanche [...]
[...] di vista!» - «E poi mettersi a sedere su quelle belle poltrone di velluto, a molla!...» - «Io mi son servita sempre di seggiole di paglia: i [...]
[...] guanciali mi fan male, mi riscaldano il sedere». - «A sentire quelle sinfonie, quella bella musica .... » - «O catto! la musica l'ho avuta sempre su [...]
[...] anni in America, a Nuovajorche, e precisamente a Broccolino, diceva lui; e l'aveva imparata da un prete inglese d'Inghilterra, che spesso andava a [...]
[...] a leggere e a scrivere, e gli avevan fatto venire per infino delle balie forestiere, e dei maestri in casa per istruirlo sempre meglio. Ma come gli [...]
[...] pareva duro a lui di dover lasciare i suoi ninnoli e i suoi trastulli, per andare a far le aste e gli oncini colla penna! Quando sentiva la voce [...]
[...] di quelli che lo chiamavano, o della mamma, o di chi altri si fosse, diceva: «Se sapessi un po' già fare a leggere e a scrivere! Ecco qui, ora [...]
[...] volte, e lui non si sapeva risolvere a staccarsi da un bel cavallino di legno, e rimuginava fra sè e sè di quei pensieri lì: quando a un tratto gli [...]
[...] : «Bambino, io sono il tuo genio; ho sentito i tuoi lamenti, e vedo i tuoi pensieri, e conosco i tuoi desiderì, e perciò sono venuto a trovarti. Ti [...]
[...] , stammi a sentire, e fai bene attenzione. Guarda (e intanto gli mostrò un gomitolo di filo) questo è il filo della tua vita. Se tu lo sdipani, se tu tiri [...]
[...] e sfai il gomitolo, la tua vita passa e tu arrivi subito a tutti i punti che tu vuoi. Se ti viene a fastidio lo stato presente, e tu tira il filo [...]
[...] lì ammirato, con certi occhioni spalancati a vedere quel bellissimo angelo, ma non aveva avuto paura niente. Quello che gli aveva eletto il suo [...]
[...] subito. Restò lì pensieroso un pezzo, poi andò a rimpiattare il gomitolo, e corse dove l'avevano chiamato. Il giorno dopo eccoci alle solite [...]
[...] capitolo; i servitori lo chiamavano il signorino, e principiavano a rigarci diritti. Però il padre e la madre pensavano che leggere e scrivere [...]
[...] questo mondo! oggi siamo in cima alla ruota, e di qui a nn anno si può essere in fondo. Perciò lo vollero mandare alle scuole pubbliche. Quella fu [...]
[...] d'intorno come tanti bottoncini di rosa! Non vedeva altro, non sentiva altro, non pensava a nessuna altra cosa fuori che a loro. Se avesse potuto fare [...]
[...] trovò vicino a lei, e si parlarono d'amore le prime volte! Che occhiatine tenere! Che parole dolci! Se l'avesse potuta sposare li sull'atto, gli [...]
[...] sua cara amante. La contentezza, la beatitudine di quell'uomo non si dice a parole! I due sposi si adoravano; non potevano stare una mezz'ora lontani [...]
[...] l'uno dall'altro, e sempre facevano dei castelli in aria sulla loro vita, e sulla loro casa, e sulla loro famiglia; e subito cominciarono a dire [...]
[...] gioia! vedere un nostro bimbino che ride nella culla!» Una tirata di filo, ed ecco si trova a essere padre del più bel bambolino che si potesse [...]
[...] , la vita e la morte sono nelle mani di Dio. A un caso di noi, poveri i nostri figliuoli! Specialmente quelle ragazze. Le ragazze sole per il mondo è [...]
[...] specchio, e si vide tutta la barba e tutti i capelli bianchi. A mala pena si era accorto di averci qualche filo brinato. Torna a vedere il gomitolo, e era [...]
[...] mezz'ora là, un giorno qui, e un altro mezzo giorno più giù, e se ne fa tutta una somma, si verrà giusto a formare una trentina di giorni, e neanche [...]
[...] tanti. Ecco quello che si gode! Da un desiderio passiamo a un altro, senz'essere mai contenti del tutto, e così da uno ad un altro, da uno a un altro [...]
[...] nostrali toscane, ho messo il puro valore del punto dove sono usate. Assai più a lungo n'è parlato nel mio Vocabolario Lucchese, ed ito dalla R [...]
[...] . Mordace, Pungente. Assollicitarsi. Affrettarsi, Stradare il lavoro. Attrottoloni. A trottoloni, A rotoloni. Auscare. Scorgère; Cogliere, Sorprendere [...]
[...] contro l'altro, anticamente in discordia. Baroccione. Becerone: Ragazzaccio male educato. Battilacche. Abito a falde lunghe di dietro: per es.: Marsina [...]
[...] . Billo. Citrullo, Stupido, Minchione. Eufemismo. Birabara (A). Portare una persona o una cosa di soppeso uno da piedi e uno da capo. Biroldo [...]
[...] . Mallegato. Anche a Pistoia e altrove. Da noi ha l'ò largo. Bischinco. Sgarbo, Dispetto. Il Fanf. ha Bischenca. Bòbbola. Coccola di cipresso; ma qui è [...]
[...] venditore quanto l'avventore o cliente. Dicono così anche a Livorno. Bracco bracco. Mogio mogio; Lento lento; Grondon grondone. Brània. Il Fanf [...]
[...] . l'ha in senso di Porca da seminare. Da noi le branie sono i ripiani a scaletta dei colli scassati e seminati o piantati a vite, che si chiamano anche [...]
[...] cupamente, Borbottare. Bugnata. Lungo bugnare. Burlume (A). Senza lume; al buio, allo scuro. Al barlume. Buscione. Macchia cespugliosa, Cespuglio [...]
[...] ). Barbina, Meschina. Anche a Livorno e a Pisa. Calcinio. La parte di fondo degli steli, dei gambi ecc. Calletti. Parte del tonno dai lati del collo [...]
[...] . Anche a Livorno e nel Pisano. Catàna. Giacchetta da cacciatore. Veramente è l'apertura di dietro fra la roba e la fodera, ed è in questo senso [...]
[...] sbornia si suol dire, ha cinque gradi: Chiacchierina, trimpellina, spaccona, da muro a muro e ferma là. Le parole spiegano la cosa. Chianna chianna [...]
[...] . Piano piano, Adagio adagio. Chiarina senza denti. La morte. Ciaffone. Ceffone, Schiaffo solenne. Anche a Livorno. Ciancicare. Masticare. Ciancico [...]
[...] , Frustino, Vanesio. 273 Comunione. Comunione (a). Sbornie mortali, quasi da metter uno in fin di vita e fargli fare la Comunione a letto. Dibisciarsi [...]
[...] . Sorso, Sorsata. Comune anche a Pisa e a Livorno. Grimìto. Fitto, Denso, Folto, Gremito. Grinta. Viso, Faccia, Muso, Grugno. Anche Fanf. Gronde [...]
[...] Luneddiana. Luneddiare, cioè non far nulla il lunedì. Maggiano. Paese a quattro circa miglia verso il ponente di Lucca, dov'è il Manicomio [...]
[...] . Specie di gnocco di farina di granturco. Metato. Seccatoio delle castagne. Mezzi. Vie traverse per i campi, da un punto a un altro non andando per le [...]
[...] discorrere, nel levarsi il sole. Nentrare. Entrare come Nescire per uscire. Nizzire. Macolare. Ammaccare. Far livido. Non Ve ne prego dire; o a dire. Non [...]
[...] potrei dirlo a parole. Frase molto usata nell'enfasi e nella meraviglia. Olocco. Allòcco. Mammalucco. Nel Pisano, Lacco. Palanca. Moneta da cinque [...]
[...] . Pattone. Botta, Colpo a mano aperta. V. Fanf. Anche a Livorno. Pattumaro. Spazzaturaio. Pécchia. Peluia delle castagne. Anche nel Pisano e a Livorno [...]
[...] . Pomidori facendo tutta una parola anche della preposiz. Comune anche a Pisa e a Livorno. Porcivile. Chi pretende parlare bene e poi casca in gravi [...]
[...] . Grazie a Dio, cioè Ringraziando o Lodato prima Dio. Comune. Approvato dal Tommaseo. V. Fornaciari. Lett. 18G, poscr. 277 Profèrgono. Profferiscono [...]
[...] . La ramina è quello strumento da attingere acqua dalla secchia, che a Firenze e altrove dicono Ramino. Raspanti. Polli in generale. Gergo [...]
[...] . Razzaio. Punto di un fiume dove l'acqua scende da una piana a un'altra piana. Ravvediamo (Ci). A rivederci, cioè: io dico: Ci ravvediamo a tutti . Reato [...]
[...] . Diventar v,ecchieggiante prima del tempo. Ritrécino. Ritrécine. Quella specie di mulini a acqua a cui allude Dante, lnf. '23, 46-48; cioè Ruota a pale [...]
[...] prigioni a Lucca. Sannotto. Morsotto. Sant' Anna. Paese presso Lucca dov'è il Cimitero urbano. Sbilurciare. Sbirciare. Guardare con occhi attenti e [...]
[...] mobili. Sborniare. Sbirciare. Scorgere da lontano. Comune anche nelle Colline Pisane. Scaciato. Scorbacchiato, Mortificato. Anche a Livorno. Scento [...]
[...] . Sbricio . Misero a vestimenti. Scepe. Siepe. Schiezza. Scheggia. Schiocca. Polenta. Dictio ludicra. Dal suono che fa nel bollire. Sciabà. Festa [...]
[...] , Scialo, Divertimento, Scianto. Comunissimo anche a Livorno. Sciabigotto. Grullo, Melenso, Sciocco. Ineptus. Parola lucchese per eccellenza [...]
[...] . Sciancare. Scoscendere, Staccare un ramo a forza. Scimmia. Sbornia. A Pist. Lùcia. Anche in Spagn. Pillar una mona. Sciograre o Sciovrare. Scegliere [...]
[...] . Sfilzar bugie. Da faloppa che è il bozzolo falso, cioè non duro, rimasto a mezzo. Sgargiare. Millantarsi, Sbravazzonarsi. Sgovorato. Che ha una [...]
[...] colpo ecc. Smostacciata. Uscitaccia a muso brutto; Voltata dispettosa di faccia. Soccannare. Aizzare, Metter su, Insipillare .. Sornacare. Russare [...]
[...] . Comune anche nella Maremma toscana. Spipitare; onomatopeico. Dal pi pi che pare esca di bocca a quelli che pregan piano. Tritar paternostri ecc [...]
[...] in fuori la trippa. Anche in Lat. Paries facit venfrem. Strizzone. Dolori fortissimi e intermittenti, quasi ci strizzassero i visceri. Anche a [...]
[...] concorso a. Monte San Quirico presso Lucca. Taccolìno. Loia, Sudiciume. Tarullo. Trullo, Melenso. Anche Fanf. Tralla tralla. Adagio adagio, come chi [...]
[...] arcana. Vagghi. Vada. Veccioni. Pallini da schioppo grossi come veccia. Anche nel Pisano e nel Livornese. Ventipiova e anche Ventibuia. A Pist [...]
[...] antichi, i lanzi del principe appendevano le alabarde, quando s'udì e crebbe rapidamente il rumore d'una carrozza arrivante a tutta carriera; e [...]
[...] . - Don Salvatore?... Che c'è?... Che novità?... Ma quegli fece col braccio un gesto disperato e salì le scale a quattro a quattro. Giuseppe, col [...]
[...] , era malata; però, così a un tratto?... Ma una vociata, dall'alto dello scalone, interruppe subitamente il cicaleccio: - Pasquale!... Pasquale [...]
[...] !... - Ehi, Baldassarre? - Un cavallo fresco, in un salto!... - Subito, corro.... Intanto che cocchieri e famigli lavoravano a staccare il cavallo [...]
[...] alla moglie il piccolino e cominciava a capire qualcosa, guardava in giro i compagni: - Ho da chiudere?... E don Baldassarre? - Sst!... Sst [...]
[...] , intanto che dava sottovoce ordini a Baldassarre, il quale chinava il capo nudo e lucente ad ogni parola del padrone: «Eccellenza sì! Eccellenza [...]
[...] ; l'ebanista, il fornaio, il bettoliere e l'orologiaio che tenevano in affitto le botteghe di levante, venivano anch'essi a dare una capatina, a sentir la [...]
[...] notizia della gran disgrazia, a commentare la repentina partenza del principe: - E poi dicevano che il padrone non voleva bene alla madre [...]
[...] , il cocchiere maggiore, verde in viso come un aglio, si stringeva nelle spalle: - Tutto a rovescio, qui dentro. Ma Pasqualino Riso, il secondo [...]
[...] , ammonì: - Che è questa vergogna? Ma don Gaspare a cui la certezza di perdere il posto toglieva il lume degli occhi, continuava: - Quale vergogna [...]
[...] argomenti convalidavano la supposizione: il principe non sarebbe partito così a rotta di collo, se fosse morta, perchè non avrebbe avuto nulla da fare [...]
[...] lassù.... E il dubbio cominciava a divenire per alcuni certezza: doveva esserci un malinteso, 9 la principessa era soltanto in agonia, quando [...]
[...] signora marchesa e ai Benedettini.... ma da' la notizia ai signor marchese e a Padre don Blasco, hai capito?... non al Priore!.. A te, Filippo [...]
[...] . Natale, tu anderai da donna Graziella e dalla duchessa. 10 Agostino, questi dispacci al telegrafo.... e passa dal sarto.... A misura che [...]
[...] stata in lutto, tutti i portoni dei palazzi signorili, a quell'ora, si chiudevano o si socchiudevano, secondo il grado della parentela. E [...]
[...] .... Ogni volta che lo sportello si schiudeva per dar passaggio a qualche servo, i curiosi cercavano di guardare dentro il cortile; Giuseppe, spazientito [...]
[...] figlio.... No, è partito da un'ora.» L'ebanista frattanto, in mezzo a un cerchio di gente, attenta come alla storia dei Reali di Francia [...]
[...] , continuava a enumerare il resto della parentela: il duca don Mario 11 Radalì, il pazzo, che aveva due figli maschi, Michele e Giovannino, da donna [...]
[...] la parentela; e poi i parenti più lontani, gli affini, quasi tutta la nobiltà paesana: i Costante i Raimonti, i Cùrcuma, i Cugnò.... A un tratto [...]
[...] di botto: - Santa fede!... Buon Dio d'amore!... E a un tratto affrettarono il passo, entrarono interrogando costernati il portinaio che dava le [...]
[...] prime notizie: «Non mi sembra vero!... Un fulmine a ciel sereno!....» Poi salirono per lo scalone con Baldassarre che risaliva anch'egli in quel [...]
[...] . Traversando la fila delle anticamere dagli usci dorati ma quasi nude di mobili, don Giacomo esclamava a bassa voce, come in chiesa: - È una gran [...]
[...] ritmicamente, guardando per aria a bocca aperta; discosta, in un angolo di divano, Lucrezia stava ingrottata, con gli occhi asciutti. - Ma com'è [...]
[...] avvenuto, così a un tratto? - insisteva don Mariano. E la principessa, aprendo le braccia: - Non so.... non capisco.... È arrivato Salvatore dal [...]
[...] Belvedere, con un biglietto del signor Marco.... Lì, su quella tavola, guardate.... Giacomo è partito subito. - A bassa voce, rivolta a don [...]
[...] frase. Don Mariano tirò un sospiro doloroso e andò a mettersi vicino alla signorina. - Povera Lucrezia! Che disgrazia!... Avete ragione!... Ma fatevi [...]
[...] animo!... Coraggio!... Ella che se ne stava a guardare per terra, battendo 13 un piede, levò la testa con aria di stupore, quasi non [...]
[...] comprendendo. Ma, come udivasi un frastuono di carrozze che entravano nel cortile, don Mariano e don Giacomo tornarono ad esclamare, a due: - Che [...]
[...] entrò la zia Ferdinanda, a cui le donne baciarono le mani, mormorando: - Eccellenza!... Ha sentito?... La zitellona, asciutta asciutta, scrollava il [...]
[...] potuto arrivare a chiuderle gli occhi!... Che dolore, non aver tempo di rivederla!... - Udendo Chiara singhiozzare in seno alla sorella Lucrezia [...]
[...] ?... Vuoi che ti dia una mano?... Come sta la mia figlioccia?... Che ha lasciato detto il cugino?... - Non so.... Ha ordinato a Baldassarre il da [...]
[...] parenti, oramai, erano avvertiti: soltanto il famiglio mandato ai Benedettini veniva a dire che Padre don Lodovico stava per arrivare, ma che [...]
[...] Padre don Blasco non era nel convento. - Va' dalla Sigaraia... a quest'ora sarà da lei.... Corri, digli che è morta sua cognata.... 14 Don [...]
[...] l'ha chiamata a sè.... Chiniamo la fronte ai decreti della Provvidenza divina.... - e poichè Chiara voleva baciargli la mano, egli si schermì: - No [...]
[...] , prendendo per mano le cugine, costringendole amorosamente a sedere; mentre il marchese baciava sua moglie in fronte, le asciugava gli occhi, le parlava [...]
[...] . - Giacomo manderà certo a dire qualcosa.... 15 L'arrivo di un'altra carrozza fece infatti supporre che venisse qualcuno dal Belvedere. Era [...]
[...] invece la duchessa Radalì. Poichè ella aveva il marito impazzato e non faceva visite a nessuno, il suo pronto accorrere intenerì più che mai la [...]
[...] cugina s'offerse d'accompagnarla; ma poi, visto che la principessa non sapeva dove dar del capo: - Resto piuttosto ad aiutar Margherita - disse a [...]
[...] Chiara; e questa s'alzò, mentre le raccomandavano: - Baciala per me.... e per me.... Dille che domani andrò a trovarla - E don Giacomo chiamava [...]
[...] !... Non gli risposero. Il Priore, anzi, chinò gli occhi a terra quasi cercando qualcosa; donna Ferdinanda, per suo conto, pareva non essersi [...]
[...] neppure accorta dell'arrivo del fratello. Il monaco si mise a passeggiare da un capo all'altro della sala, asciugandosi il sudore del collo e [...]
[...] continuando a parlar solo: - Che testa!... Che testa!... Fin all'ultimo!... Andare a crepare in mano di quell'imbroglione!... Io l'avevo 16 profetato [...]
[...] !... L'affezione!...» altre parole incomprensibili. Nel crocchio dei parenti, ciascuno adesso diceva la sua: il Priore, a bassa voce, accanto alla [...]
[...] 17 principessa, imbarazzata, confusa, non sapendo che fare, osservò all'orecchio della cugina: - Non so... forse può dispiacere a Giacomo.... E [...]
[...] donna Graziella intervenne: - Aspettiamo un altro poco; forse il cugino tornerà egli stesso. Il Priore e la duchessa tornarono a domandare [...]
[...] : - Ferdinando? Non viene più? I lavapiatti corsero a interrogar Baldassarre; il maestro di casa rispose: - Non ho mandato nessuno dal cavaliere, perchè [...]
[...] il signor principe m'ha detto che passava lui dalla Pietra dell'Ovo.... - Sarà andato anch'egli al Belvedere.... Se no a quest'ora sarebbe qui [...]
[...] . Per arrivare dalla Pietra dell'Ovo ci voleva a ogni modo del tempo; tornò infatti prima dalla badia la marchesa, alla quale la sorella monaca aveva [...]
[...] consegnato un abitino della Madonna perchè lo mettessero indosso alla morta. - Toccante tratto di pietà filiale! - sussurrò don Cono a don [...]
[...] principessa: - Io vorrei profittare di questo momento per indurre lo zio Blasco a far pace con la zia Ferdinanda e con Lodovico. Che ne dici, Margherita [...]
[...] lo trascinò nella Galleria dei ritratti: - Che stai a far qui?... Perchè non parti?... Quell'altro è scappato... - Per far che cosa, Eccellenza [...]
[...] ? - E sarai sempre minchione?.... Quell'altro è scappato! A quest'ora fa scomparire ogni cosa!... - Eccellenza!... - protestò il nipote [...]
[...] , tonando: - Ah, no? E andate un poco a farvi friggere, tutti quanti!... Finito di dar ordini alla servitù, Baldassarre aveva adesso un altro gran [...]
[...] da fare, poichè cominciavano a venire ambasciate dei parenti più lontani, degli amici, dei conoscenti che mandavano ad esprimere le loro [...]
[...] condoglianze e a prender notizie dei superstiti. Il maestro di casa riceveva nell'anticamera dell'amministrazione le persone di riguardo, lasciando al [...]
[...] lavoravano come domestici protestassero: «Lasciate fare a noi;» egli vuotava i vassoi da restituire, trasportava la roba nella sala da pranzo e [...]
[...] tratto tratto si ficcava in tasca una manata di dolci. Per la duchessa Radalì che era andata via, non potendo lasciare a lungo il marito solo [...]
[...] . A misura che la giornata s'inoltrava, lettere e biglietti di condoglianza piovevano da tutte le parti: l'Intendente mandava a esprimere il suo [...]
[...] Marco: udendo che ancora non era sceso dal Belvedere, alcuni andavano via per tornare più tardi; altri si mettevano a passeggiare su e giù [...]
[...] vivamente la principessa nuora: «Povera signora! A quest'ora dev'essere sulle spine!...» Infatti, ella soffriva d'una specie di malattia nervosa per [...]
[...] fatto ad opporsi a quel matrimonio, poichè i due antichi innamorati s'eran messo il cuore in pace. «Gran donna, la principessa! Basta dire che [...]
[...] rifece la casa già fallita!» E tutti domandavano: «A chi lascerà?...» ma come saperne nulla, quando la principessa non si confidava neppure coi figli [...]
[...] morta e rammentava i tempi del noviziato di Padre Lodovico, quando, conducendo a casa il ragazzo in permesso, le portava regalucci di nocciole, di [...]
[...] donne esclamarono: - Figuriamoci! Un santo come lui!... E Frà Carmelo: - Un vero santo! Non c'è monaci che gli possano stare a paragone. Non per [...]
[...] nulla l'han fatto Priore a trent'anni! - Suo zio don Blasco non gli somiglia?... - disse improvvisamente il cocchiere maggiore, con una [...]
[...] strizzatina d'occhi. - È un'altra cosa. Tutti gli uomini possono esser formati a un modo?... Ma bravo anche lui!... Signore anche lui!... E giusto il [...]
[...] discorso era a quel punto, quando un lontano rumore di carrozza con le sonagliere fece tacer tutti. Giuseppe, guardato dallo sportello, spalancò il [...]
[...] portone: il carrozzino della mattina entrò a rotta di collo e ne scesero il principe e il signor Marco che teneva una valigia in mano, mentre [...]
[...] nuova commozione: sospiri, singhiozzi, mute strette di mano. Il principe era sempre pallido e parlava a stento, con gesti larghi di sconforto [...]
[...] : - Troppo tardi!... Più nulla da fare!... Fino a iersera stava benissimo, mangiò anzi con appetito due uova e bevve una tazza di latte.... All'alba di [...]
[...] ella erasi confessata due giorni innanzi, che il vicario Ragusa era arrivato in tempo a darle l'assoluzione; mentre il principe da canto suo [...]
[...] Chiara. - Non è venuto?... Ah! - Egli si battè a un tratto la fronte. - Dovevo passar io ad avvertirlo!... Me ne sono scordato!... Baldassarre [...]
[...] credete, l'arrivo di Raimondo e dello zio duca.... Frattanto, abbiamo suggellato tutto quel che s'è trovato, per renderne stretto conto, a suo [...]
[...] tempo, a chi di ragione.... Il signor Marco possiede però un documento che riguarda i funerali.... Credo che di questo si debba dar subito [...]
[...] lettura.... E il signor Marco, tratto di tasca un foglio, lesse in mezzo a un profondo silenzio: «In questo giorno, 19 maggio 1855, trovandomi sana di [...]
[...] mente e non di corpo, io sottoscritta, Teresa Uzeda principessa di Francalanza, raccomando l'anima a Dio e dispongo quanto appresso. Il giorno [...]
[...] necropoli dei Cappuccini ordino che si costruisca una cassa a cristalli, dentro alla quale sarà posto il mio corpo nel modo di cui sopra; essa avrà [...]
[...] una serratura con tre chiavi delle quali una rimarrà a mio figlio Raimondo conte di Lumera, la seconda, in segno di speciale benevolenza pei [...]
[...] , nelle stanze dell'amministrazione contigue al suo quartierino, per dare ai dipendenti gli ordini opportuni, che le persone venute a cercarlo si [...]
[...] presentarono a lui. Il ceraiolo di San Francesco veniva a offrire cera di prima qualità, lavorata all'uso di Venezia, a sei tarì; il maestro [...]
[...] la messa funebre di suo figlio; saputo che Mascione aveva ottenuto una lettera di Spedalotti, era corso a sollecitare la raccomandazione più [...]
[...] Baldassarre, dal cortile, tornava a chiamare: - Signor Marco! signor Marco!... Il principe.... - il signor Marco si sbarazzò bruscamente dei postulanti [...]
[...] Giovedì Santo tanta gente traeva a visitarvi il sepolcro. Tutta la notte era venuto dalla chiesa un frastuono di martelli, d'ascie e di seghe, e le [...]
[...] finestre erano state abbrunate fin dal giorno precedente. A buon'ora, dinanzi alla folla curiosa che gremiva la terrazza e le scalinate, avevano [...]
[...] inchiodato sulla porta maggiore il drappellone di velluto nero con frange d'argento, sul quale leggevasi a caratteri d'oro: PER [...]
[...] postate di piedi, le esclamazioni dei curiosi non gli consentivano di filare il discorso; la gente sbucava a torrenti da tutte le parti, sospingevasi [...]
[...] in chiesa, calpestava i mendicanti venuti a mettersi accosto alle porte ed ai cancelli per far baiocchi. - Sol esso il nome.... onde i concetti [...]
[...] mortella, portavano nel mezzo, disegnati a fiori freschi, quattro grandi scudi della casa di Francalanza. Al sommo della piramide, due angeli [...]
[...] confitte quattro torce grosse quanto le stanghe con uno scudo di cartone legato a mezz'asta; sei valletti con le livree del secolo XVIII, rosse, nere [...]
[...] d'arrivare a quell'apparato, intorno al quale una folla d'operai, di servi, di donnicciuole stava estatica ad ammirare, in attesa del corteo, il finto [...]
[...] !... Una cosa mai vista!.... Per questo sono signoroni!... Lasciate fare a loro!... E dodici piangenti!... Neanche pel funerale del papa!... Ma il [...]
[...] cadavere è già posto al colatoio per l'imbalsamazione.» E Vito Rosa, il barbiere del principe, spiegava: «Appena sceso dal Belvedere fu portato a [...]
[...] palazzo e gli fecero girare gli appartamenti per l'ultima volta, come usano.... Il cataletto era portato a spalla, senza stanghe.... e tutta la [...]
[...] , verso la cappella della Beata Uzeda, tutta splendente di lampade votive; e si fermavano, una volta fuor della ressa, a guardarne l'altare scavato [...]
[...] un'occhiata all'apparato, aveva tentato tre o quattro volte, per conto suo, d'avvicinarsi a qualcuno degli epitaffii, ma non era riuscito a [...]
[...] , tangheggiava come una barca in mezzo alla tempesta. Con belle maniere, dicendo: «Di grazia!... La prego!... Mi scusi!...» arrivò finalmente a tiro della [...]
[...] DEGNA DELLA MAGNANIMA STIRPE CHE LA FÉ SUA. - Onninamente?... - disse il barone Carcaretta che si trovava a fianco di don Cono. - Che cosa [...]
[...] non capisco perchè si divertano a pescar le parole difficili! 28 - Veda.... - spiegò allora don Cono, insinuante: - lo stile epigrafico tiene [...]
[...] andare nè avanti nè indietro nè a veder altro fuorchè la cima della piramide, ingannava l'impazienza dell'attesa chiacchierando, dicendo vita [...]
[...] ?.... Costrinse don Lodovico, il secondogenito, a farsi monaco mentre gli toccava il titolo di duca; la primogenita fu chiusa alla badia?... Se campava ancora [...]
[...] riconoscevano che, se non fosse stata lei, a quell'ora non avrebbero avuto più niente. Ignorante, sì; ma accorta, calcolatrice! - È vero che non [...]
[...] sapeva leggere nè scrivere? - Sapeva leggere soltanto nel libro delle devozioni e in quello dei conti! Frattanto don Cono avvicinavasi, a passo di [...]
[...] ancora di scorgere i caratteri, don Cono che la sapeva a memoria, recitò l'epigrafe al barone, fermandosi un poco a ciascuna parola, più a lungo [...]
[...] ragunata nei due cortili, uno sciame di servi con le livree nere che andavano e venivano, il maestro di casa senza cappello che s'affannava a dar [...]
[...] ordini, la carrozza di gala a quattro cavalli che sarebbe servita da carro funebre. Quando finalmente le due pesanti imposte girarono sui [...]
[...] l'Ospizio Uzeda dei vecchi indigenti, tutti a testa nuda; poi le ragazze dell'Orfanotrofio coi veli azzurri pendenti fino a terra; poi tutte le carrozze [...]
[...] di famiglia: altri due tiri a quattro, cinque tiri a due, e poi ancora un altro gruppo di gente: una quarantina d'uomini, la più parte barbuti [...]
[...] a posta da Caltanissetta per l'accompagnamento della padrona: quest'ultimo accessorio finiva di sbalordire tutti quanti: ancora non s'era visto [...]
[...] una cosa simile! Ma gli equipaggi che s'avanzavano da ogni parte per mettersi 30 in fila sbaragliavano la calca: tiri a quattro che venivano [...]
[...] a prendere i primi posti, tiri a due che rinculavano scalpitando tra un fitto scioccar di fruste; e i curiosi, a rischio di lasciarsi pestare [...]
[...] Roccasciano.... Il barone Grazzeri... i Cùrcuma... i Costante... non manca nessuno!... Di repente tutti si volsero a un lontano vocìo: - Che è?... Che [...]
[...] rispettare le precedenze, s'avanzava per dar ragione al cocchiere, aprendosi a stento il varco tra la folla, allungando ceffoni ai monelli che gli [...]
[...] le chiese della città chiamava gente da ogni parte sul suo passaggio; ma specialmente il campanone della cattedrale sospingeva a frotte i [...]
[...] curiosi. Sonava a morto solo pei nobili e i dottori, e il suo nton-nton grave e solenne costava quattr'onze di moneta; talchè la gente, udendo la gran [...]
[...] strumenti, i frati accendevano con le canne lunghe i ceri dell'altar maggiore. E i curiosi stipati nella chiesa, continuando a parlar della morta [...]
[...] volevano sapere che direbbe il testamento, come se la morta avesse potuto lasciar qualcosa a tutti i suoi concittadini. Aspettavano, a palazzo [...]
[...] !... Un bambino, mezzo soffocato tra la calca, si mise a strillare; un mendicante, riuscito ad entrare, inciampò contro un gradino d'altare e cadde [...]
[...] per terra. BENEFICENTE COI DERELITTI L'OBOLO DELLA CARITÀ TI FIA RESO CENTUPLICATO CON L'ESPIATORIE PRECI. 32 Don Cono declamava, a [...]
[...] gente entrava a furia, la ressa era terribile. I fiati, l'odor di moccolaia, il caldo della giornata facevano della piccola chiesa una bolgia [...]
[...] famiglia, ne commentavano le stravaganze: - La cassa con tre chiavi!... Sarà tanto più difficile tornare a questo mondo!... E la tonaca e il rosario [...]
[...] !... Tanta penitenza con un funerale da regina! A voce più bassa le male lingue aggiungevano: - Dopo l'allegra vita! Accanto alla pila dell'acqua [...]
[...] santa, in mezzo a un crocchio di nobilastri invidiosi e a corto di quattrini, don Casimiro Scaglisi annunziava: - E il principe? Non sapete che ha [...]
[...] tempo di maneggiarsi, di far sparire carte e denari! 33 Tutt'intorno scrollavano il capo: don Casimiro parlava così per astio, giacchè fin a [...]
[...] osservò: - Non parlate male di Ferdinando; con le sue manie non fa male a nessuno; è il migliore di tutta la casata. - Tanto che non parrebbe dello [...]
[...] morirono, tutte le teste si volsero verso i sonatori. In mezzo all'attenzione generale don Casimiro urtò a un tratto col gomito i vicini, esclamando [...]
[...] per la chiesa, e le piangenti ripresero a lacrimare, mentre i monaci, dinanzi all'altare, cominciavano le genuflessioni. Molti capi si chinarono [...]
[...] , al sordo vocìo sottentrò un raccoglimento profondo. - Guardate!... - ripetè don Casimiro, nel gruppo accanto alla pila. - È venuto a dirle l'ultimo [...]
[...] addio! Tutti avevano gli occhi fissi sul vecchio: il lavapiatti a spasso continuò, interrompendosi quando l'orchestra taceva: - Ed io che me lo [...]
[...] !... Adesso lei è a marcire al colatoio.... Lui camperà vent'anni ancora: una salute di ferro... - A voce più bassa, mentre le trombe tratto tratto [...]
[...] pagherà! Era furente, dopo che il signor Marco aveva preferito la messa di Mascione a quella di suo figlio; ma si consolava sparlando della casata [...]
[...] : non c'era l'eguale per la stitichezza nel pagare; e Titta Caruso, il bollettinaio del teatro, ne sapeva qualcosa, costretto com'era ogni anno a [...]
[...] intonavano il Tuba mirum rubato al Palestrina!... Come lui, erano venuti in chiesa quanti eran corsi nei primi momenti a palazzo por offrire i loro [...]
[...] servigi; ma i rimasti a mani vuote tiravano adesso in ballo le storie d'avarizia e d'intima spilorceria di quella famiglia il cui lusso ora solo [...]
[...] Benedetto Giulente?... Il barone Carcaretta, unitosi ai maldicenti protestò: - Non daranno mai un'Uzeda a un Giulente! E don Casimiro: - Per questo [...]
[...] celebre liberale lavapiatti del duca. - E così? - domandò don Casimiro - quando la farete questa rivoluzione? - Non lo diremmo a voi, in ogni [...]
[...] l'aspettano, e non parte subito? Che sta macchinando? - A voi che importa? - A me? Un fico secco! Io non faccio il lavapiatti a nessuno! - I [...]
[...] operavasi un rimescolamento nella folla: alcuni tentavano uscire, la più parte mutavan di posto, giravano intorno al catafalco, andavano a leggere le [...]
[...] iscrizioni. Restava a don Cono da verificar l'ultima; don Casimiro gli si pose alle costole, seguito da parecchi della comitiva. AHI DURA [...]
[...] MORTE IL PIANTO D'UNA ILLUSTRE PROSAPIA D'UN POPOLO INTERO A DISARMARE IL TUO BRACCIO NON VALSE. - Benissimo! - fece don Casimiro. - La prosapia [...]
[...] l'addobbo funebre. - Piangono anche le ragazze dell'Orfanotrofio.... pensando che andranno a finir cameriere dell'illustre principe.... - Parmi [...]
[...] che sfilavano una dopo l'altra, andandosene. Il principe di Roccasciano, affacciato dalla terrazza, le veniva numerando: - Sette tiri a quattro [...]
[...] , sessantatre carrozze padronali, dodici di rimessa - disse, quando passò l' ultima. E fece il conto: - A dodici tarì l'una, tolte quelle di [...]
[...] famiglia, sono trentaquattr'onze!... Allora l'onda degli spettatori cominciò a disperdersi. I poveri rimasti accoccolati lungo i muri poterono finalmente [...]
[...] conte s'avviò per lo scalone senza curarsi della moglie nè del bagaglio. Baldassarre, a capo chino, offerse il gomito alla signora contessa, ma [...]
[...] e i sacchi da notte, e rispondeva al: «Benvenuta, Eccellenza!» dei servi, informandosi della loro salute, domandando a Giuseppe se il suo [...]
[...] bambino stava bene e a donna Mena se la sua figliuola s'era maritata! .... Su, nelle anticamere, il principe e Lucrezia vennero incontro al fratello ed [...]
[...] amici venivano in processione a condolersi della gran disgrazia. Tutti, all'apparire della contessa Matilde, si levarono, ad eccezione di don Blasco [...]
[...] e di donna Ferdinanda. Quest'ultima, quando la nipote le baciò la mano, borbottò un: «Ti saluto» freddo freddo; quanto a don Blasco, non le [...]
[...] !... L' incontro del Priore con Raimondo fu osservato da tutti: il Priore che stava seduto accanto a monsignor 40 Vescovo col Vicario e [...]
[...] pezzi grossi dove c'erano, fra gli altri, il presidente della Gran Corte, il generale e alcuni senatori municipali, don Blasco continuava a fiottare [...]
[...] saccheggio, e mezza popolazione piangeva i morti, i condannati all'ergastolo, gli esiliati. Il Priore, tornato a sedere accanto a Monsignore, nel gruppo [...]
[...] delle tonache nere, dolorava anch'egli, a bassa voce, l'iniquità dei tempi per via della legge piemontese contro le corporazioni religiose; e don [...]
[...] di nascosto del marito. Le ragazze Mortara e Costante, amiche di Lucrezia, parlavano d'abiti a quest'ultima, per divagarla, quantunque ella non [...]
[...] desse loro ascolto e rispondesse a sproposito, com'era sua abitudine; ma la cugina Graziella teneva da sola animata la conversazione, rivolgendosi [...]
[...] a tutti ed a ciascuno, passando da una sala all'altra, chiacchierando d'abiti, di sarte, della Crimea, del Piemonte, della guerra, del colera [...]
[...] . Stanca del viaggio, la contessa Matilde parlava poco, aspettando di ritirarsi nelle sue camere; don Cono, venuto a mettersele ricino, le recitava [...]
[...] giudicava povertà il lusso dei moderni funerali a paragone di quello di un tempo: «Nel 1692 fu perfino emanato un bando, in via di prammatica, per [...]
[...] , schivandosi, presentò: - Mia cognata Matilde.... Donna Isabella strinse forte la mano alla contessa e le si mise a sedere a fianco, sospirando [...]
[...] : - Che grande disgrazia! Ma bisogna fare la volontà di Dio!... Siete stati a Firenze?... Anche noi ci fummo l'anno scorso; ma voialtri allora [...]
[...] eravate a Milazzo.... Una sola bambina finora?... Il conte aspetta un maschietto, naturalmente. Felice voi che avete una bambina: v'invidio, contessa [...]
[...] , sapete.... Padre Gerbini faceva intanto il giro delle signore, discorrendo a lungo con le più giovani e belle, dicendo 42 loro cose galanti [...]
[...] , la più bella dama del regno.... - Non gli creda, dice a tutte così.... - esclamò ella sorridendo. - Sono dolente di conoscerla - riprese, con [...]
[...] arrivate da Firenze.... - Direttamente. Ci siamo fermati appena a Messina. - Per lasciar la bambina a vostro suocero. Avete fatto bene! Com'è questo [...]
[...] Milazzo? - Non me ne parli. Per fortuna, egli ci stava il meno che poteva, sempre attirato a Firenze, dove aveva tante amicizie. Come egli [...]
[...] estranei. Forse, se Raimondo fosse venuto a tempo, quando sua madre lo aveva insistentemente chiamato, egli avrebbe saputo qualcosa; ma il conte [...]
[...] , divertendosi a Firenze, aveva fatto orecchio da mercante, quasi non si trattasse dei suoi propri interessi. Possibile, allora, che la principessa non [...]
[...] si fosse confidata proprio a nessuno? a qualcuno dei cognati? a un uomo d'affari, al- meno? Di botto don Blasco, lasciando in pace Cavour e la [...]
[...] !... Nessuno doveva saper niente! tutto si doveva fare a loro capriccio; sempre chiusi, sempre misteriosi, come se fabbricassero moneta falsa [...]
[...] impartiva l'assoluzione! Alcuni sorridevano a quelle sparate, e le supposizioni avevano libero corso. Il presidente era sicuro, checchè si dicesse in [...]
[...] opinione, secondo la quale l'erede sarebbe stato Raimondo. Forse il contegno di lui durante la malattia della madre, il costante rifiuto di venire a [...]
[...] vederla, potevano avergli un poco nociuto; ma la preferenza dimostrata dalla principessa a quel figliuolo era stata troppo grande perchè in un [...]
[...] chiedere l'istituzione del maiorasco appunto per esser libera di fare a modo suo.» Dunque si sarebbe proprio visto questa enormità? il capo della casa [...]
[...] torto a nessuno. «E gli altri figli? Ferdinando? Le donne?...» La curiosità, benchè contenuta ed espressa sotto voce, era generale. Il confessore [...]
[...] , questo famoso Padre Camillo, non aveva parlato? «Non c'è, è a Roma da parecchi mesi; e anche ci fosse, non parlerebbe: è volpe fina....» E tutti [...]
[...] riceveva con espressioni di gratitudine le reiterate condoglianze delle persone che si congedavano. Alcune di queste però non riuscivano a trovarlo [...]
[...] , attribuiva a una gran quantità d'individui il funesto potere; stava sulle spine in loro presenza, evitava di salutarli, con le mani in tasca. Ma [...]
[...] conto a tanti.... - E poichè suo fratello il Priore se ne andava anche lui, insieme col Vescovo, li avvertì entrambi, essendo Monsignore un altro [...]
[...] avesse dato l'esempio, restò ancora un poco a cicalare con le signore; poi se n'andò anche lui. Restò, sbraitando contro i rivoluzionari e la [...]
[...] diveniva intollerabile nella sala. La contessa si sentiva mancare e non vedeva più il marito che aveva seguito donna Isabella nella Sala Rossa a [...]
[...] discorrere di Parigi. Ancora una volta ella aveva accanto lo zio Eugenio e don Cono, i quali continuavano a sviscerare le antiche cronache cittadine e [...]
[...] citavano con linguaggio fiorito roba latina. - I funerali di Carlo V furono celebrati a presenza del Vicerè Uzeda.... - La real cappella tolse [...]
[...] barbarico anzichè no. Il nobil corsiere rigava di sangue la via finchè cadeva spirando l'ultimo fia.... A un tratto don Cono esclamò: - Contessa, gran [...]
[...] ! Fu così stabilita la lettura pel domani, a mezzogiorno, o il signor Marco ebbe ordine d'avvertire il notaio, il giudice e i testimonia perchè si [...]
[...] s'era neppur riposato del viaggio. Venivano a cercarlo 47 una quantità di persone che non si sapeva chi fossero: donna Ferdinanda, a udire i [...]
[...] vogliono scroccar quattrini a quell'animale di mio fratello!» Mentre il duca dava udienza agli amici, l'Intendente Ramondino venne a far la sua [...]
[...] a San Nicola stavano per serrare i portoni, fece una terribile sfuriata contro l'agitazione dei quarantottisti; ma il rappresentante del governo [...]
[...] , stringendosi nelle spalle, pareva non desse importanza ai sintomi di cui si buccinava: in verità, a Palermo avevano arrestato qualche facinoroso [...]
[...] . - Sarà aperto domani.... Entrò a un tratto il duca che strinse la mano all'Intendente e gli si mise a sedere a fianco. Allora don Blasco s'alzò [...]
[...] in qualunque tempo avvenuta, e finalmente da quelle persone che appartengono a famiglie di conosciuta NOBILITÀ nel Regno delle Due Sicilie [...]
[...] chiuso dal 1813 - annunziò don Eugenio col tono di chi dà una notizia grave. Lucrezia era rimasta a capo chino, guardando per terra. Quando la zia potè [...]
[...] : - Gli asini credono che la nobiltà di toga sia paragonabile a quella di spada!... Che differenza passava tra i sei giudici del Real Patrimonio, don [...]
[...] ragazza s'alzò e andò via. Donna Ferdinanda continuava a sorridere finemente, guardando la contessa Matilde. Frattanto il signor Marco faceva [...]
[...] dodici seggioloni a bracciuoli aspettavano i testimoni e gl'interessati: quello del principe, più alto, volgeva la spalliera al grande ritratto [...]
[...] centrale del vicerè Lopez Ximenes de Uzeda, a cavallo e in atto di frenare la bestia con la sinistra e d'appuntar l'indice destro al suolo come [...]
[...] e d'ogni altro parente, spuntò don Blasco, rodendosi le unghie. Entrato che fu, si mise a girare per la casa ficcando gli occhi dappertutto, con [...]
[...] le orecchie erte come un gatto, con le narici aperte quasi a fiutare la preda. Subito dopo apparve donna Ferdinanda; e la servitù, giù nella [...]
[...] , come caduto dalle nuvole, fu uno scandalo: mentre perfino la servitù era già vestita di nero, egli portava ancora l'abito di colore, e a don [...]
[...] finestra centrale, dominava l'adunanza come uno spettatore diffidente dinanzi a una prova di prestigio. 52 - Vostra Eccellenza permette? - domandò [...]
[...] , questi, in mezzo a un religioso silenzio, cominciò finalmente la lettura: «Io, Tereza Uzeda nata Risà, principessa di Francalanza, e Mirabella [...]
[...] giorno 19 di marzo dell'anno di grazia 1854, sentendomi sana di mente ma non di corpo, raccomando l'anima mia a Nostro Signore Gesù Cristo, alla [...]
[...] Beata Vergine Maria ed a tutti i gloriosi Santi del Paradiso e dispongo quanto segue: «I miei amati figli non ignorano che nel giorno in cui [...]
[...] materno che mi spronava a sacrificarmi pel bene dei miei figli amatissimi, io mi accinsi fin da quel giorno all'opera del riscatto, la quale è [...]
[...] dice così: «Sul punto di rendere a Dio l'anima mia, non avendo nulla da lasciare ai miei figli, perchè, come essi un giorno sapranno, il nostro [...]
[...] patrimonio avito fu distrutto in seguito a disgrazie di famiglia, lascio ad essi un prezioso consiglio: di obbedir sempre alla loro madre e mia [...]
[...] l'avvenire a non avere altra mira fuorchè quella di assicurare, col lustro della famiglia, l'avvenire dei nostri figli benamati. Faccia il Signore che [...]
[...] fermarono sul lettore, don Blasco chinossi ancora un poco per meglio vedere lo scritto «eredi universali....» e le labbra del principe ebbero a un [...]
[...] , con le labbra cucite, passava a rassegna i progenitori pendenti dalle pareti. «Intendo però,» riprese il lettore, «che nella divisione tra i due [...]
[...] fratelli suddetti restino assegnati al principe Giacomo i feudi della famiglia Uzeda da me riscattati, e spettino a Raimondo conte di Lumera le [...]
[...] successivamente del mio dritto di fare la divisione agli altri miei figli legittimarii, o volendo dare a ciascuno di essi una prova della mia particolare [...]
[...] affezione, assegno a ciascuno di essi, in compenso dei diritti 55 di legittima, altrettanti legati superiori alla quota che loro spetterebbe per [...]
[...] debbano da lei percepire, a titolo di livello, vitaliziamente. Cessando di vivere essa mia figlia, ordino che l'amministrazione resti affidata [...]
[...] che era stato a seguire il volo delle mosche, si voltò finalmente verso il lettore, «la piena ed assoluta proprietà del latifondo denominato le [...]
[...] 56 Ghiande, situato in contrada Pietra dell'Ovo, territorio di Catania, perchè conosco l'affezione particolare che egli porta a questa terra da [...]
[...] siano condonati, come infatti gli condono, tutti gli arretrati della rendita da lui dovutami su detto latifondo in virtù dell'atto sopracitato, a [...]
[...] parole, esprimevano una sempre crescente ammirazione. «Restano così le mie due care figlie Chiara, marchesa di Villardita, e Lucrezia; a [...]
[...] ciascuna delle quali, affinchè esse lascino la proprietà immobiliare ai loro fratelli e miei eredi, voglio che sia pagata, sempre a titolo di legittima [...]
[...] contratte con mio genero il marchese Federico Riolo di Villardita, le lascio tutte le gioie da me portate in casa Uzeda che si troveranno a parte [...]
[...] diletta figlia Lucrezia, a quest'ultima; ma poichè essa ben conosce che lo stato maritale non è confacente nè alla salute nè al carattere di lei [...]
[...] , voglio che ella ne goda a titolo di semplice depositaria, e che alla sua morte vengano divise in eguali porzioni tra il principe Giacomo e il conte [...]
[...] seguenti elemosine e legati pii da pagarsi dai miei eredi summentovati, e cioè: «A Monsignor Reverendissimo il vescovo Patti, onze cinquecento, una [...]
[...] volta tanto, perchè le distribuisca ai poveri della città o perchè ne faccia celebrare altrettante messe a sacerdoti bisognosi della diocesi [...]
[...] , secondo stimerà conveniente nella sua alta prudenza....» Monsignore si mise a scrollare il capo, a dimostrazione di gratitudine, di ammirazione, di [...]
[...] amministratore e procuratore generale signor Marco Roscitano, i cui eccellenti servigi non potendo essere paragonati a quelli d'un servo, non sono da [...]
[...] . «Lascio a lui pertanto gli oggetti d'oro, le tabacchiere, spille ed orologi pervenutimi dall'eredità di mio zio materno il cavaliere Risà, il cui [...]
[...] carabina del fu mio suocero a don Giacomo Costantino; il bastone col pomo d'oro cesellato a don Cono Canalà; i tre anelli di smeraldo a ciascuno [...]
[...] dei tre testimonii del presente testamento solenne, escluso il principe di Roccasciano suddetto. «Indistintamente poi a tutti i miei congiunti [...]
[...] , così profondo che si sarebbe sentito volare una mosca. A un tratto il principe, spinta indietro la sua seggiola: - Grazie a voi, signori ed amici [...]
[...] ; grazie di cuore... - cominciò, ma non finì; chè i testimonii, alzatisi anch'essi, lo circondarono, stringendogli le mani, stringendo le mani a [...]
[...] del verbale. Ma don Blasco, che appena finita la lettura aveva ripreso a rodersi le unghie con più fame di prima, gironzolando intorno intorno [...]
[...] dipinti; poi, voltato le spalle a quel pezzo di babbeo, corse dietro al marchese: - Rovinàti, spogliàti, messi nel sacco! - gli spiattellava [...]
[...] .... - Che veramente e falsamente mi vai...? O credi che a me ne entri qualche cosa?... Io dico pel vostro interesse, bestia che sei! - Parlerò a mia [...]
[...] moglie.... - rispose il marchese; 60 ma allora il monaco, guardatolo un momento fisso, lo mandò a carte quarantotto come quell'altro babbaccio [...]
[...] , e si diresse verso la marchesa. Questa era con tutte le altre signore che facevano cerchio a donna Ferdinanda: la zitellona non esprimeva il [...]
[...] Graziella alla principessa: «Le male lingue volevano dire che la zia avrebbe diseredato tuo marito! Come se il bene che voleva a Raimondo potesse [...]
[...] a don Mariano: «Non l'avrei mai creduto! Eredi tutti e due? E allora la primogenitura dove se ne va? Le case hanno proprio da finire?...» Ma la [...]
[...] ripetere; «che saggezza! che previdenza!» dichiarava con voce grave: «Ciò che ha fatto nostra madre è ben fatto...» mentre il Priore ripeteva a [...]
[...] gramolate e di paste e di biscotti. Il principe cominciò a servire i testimonii; il maestro di casa si diresse dalla parte delle signore [...]
[...] quello scapestrato che neppur si diede la pena di venirla a vedere prima crepasse! E quell'altra villana ch'è venuta a ficcarsi qui dentro! — Il [...]
[...] rifiutate il testamento, che domandate quel che vi viene.... — Io non so, zio.... — Come non sai? — Parlerò a Federico.... Allora il monaco [...]
[...] uscì fuori dei gangheri: — E andate un poco a farvi più che benedire, tu, Federico, tutti quanti siete, compreso io, più bestia di tutti che me ne [...]
[...] prendo!... Qui ! — ordinò a Baldassarre che andava a servire la contessa, e preso una gramolata, la bevve d'un sorso, per temperar la bile che gli [...]
[...] saliva alla gola. Suo fratello don Eugenio, zitto zitto, si ficcava a pugni nelle tasche paste e biscotti, ne masticava a due palmenti, ci [...]
[...] scrollate di capo Monsignor Vescovo, il quale, vedendo che il Priore don Lodovico rifiutava di rinfrescarsi a motivo che era vigilia, dichiarava al [...]
[...] !... — Dev'esser contenta la Palmi! — diceva ora la cugina Graziella alla duchessa. — Suo marito coerede!... Il povero Giacomo costretto a dividere col [...]
[...] fratello!... A 62 me dispiace per quest'intrusa, che metterà ancora un altro poco di superbia.... Pesavano sulla contessa Matilde gli sguardi [...]
[...] irosi o severi di don Blasco, della cugina, del principe. Tutte le volte che Baldassarre s'era diretto a lei per servirla, qualcuno aveva fatto [...]
[...] , se lo mise a sedere sulle ginocchia e chiamò: — Qui, Baldassarre.... III. Da quel giorno, don Blasco non ebbe più pace. A lui come a lui [...]
[...] giorno fu messo al noviziato di San Nicola e poi costretto a pronunziare i voti. Tutte quelle ricchezze erano del fratello primogenito: a lui non [...]
[...] toccava altro che la dotazione di trentasei onze l'anno indispensabile per entrare nella ricca e nobile badia!... Si scialava, veramente, a San [...]
[...] Nicola, forse meglio che in casa Francalanza. Il convento, immenso, sontuoso, era agguagliato ai palazzi 63 reali; a segno che c'eran le [...]
[...] catene dinanzi al portone; e le rendite di cui esso godeva, circa settantamila onze l'anno, servivano a mantenere una cinquantina tra monaci [...]
[...] , restavano al secolo, con pochi quattrini, in verità, ma con la possibilità di procacciarsene; liberi del tutto, a ogni modo, e padroni di vestirsi [...]
[...] secondo la moda, non costretti portar la tonaca che pesava a don Blasco più che a un servo la livrea. L'acrimonia del Benedettino, il suo dolore [...]
[...] tempo la fortuna del padre, il principino Consalvo VII fu ammogliato a quella Teresa Risà che entrò a far da padrona in casa Uzeda. Secondo le [...]
[...] sconquassate finanze con una grossa dote, Consalvo fu accasato a diciannove anni, quando don Blasco non aveva ancora pronunziato i voti; ma fin da quel [...]
[...] momento il novizio concepì contro la cognata una particolare avversione che cominciò a manifestarsi più tardi, ad ogni momento, per tutto ciò che [...]
[...] ella fece e che non fece. Il barone Risà di Niscemi, padre della sposa, era venuto a Catania dall'interno dell'isola per dar marito alle due [...]
[...] dei Vicerè. Tanto il barone che la ragazza riconobbero che questo era giusto; però, dando il padre quattrocentomila onze, cioè quasi tutto a [...]
[...] , d'accordo con la figliuola, che il matrimonio fosse contratto col regime della comunione dei beni e che a lei toccasse dirigere la baracca. Aveva [...]
[...] principe Giacomo XIII dovette piegarsi a quelle dure condizioni per evitare il fallimento e la liquidazione; e così tanto suo figlio quanto egli [...]
[...] stesso furono costretti a lasciar le redini in mano alla moglie e nuora. Donna Teresa salvò infatti la casa, ma vi esercitò un potere tirannico al [...]
[...] della sua più violenta opposizione. Se ella restrinse certe spese, la accusò di disonorar la famiglia con la sua tirchieria; se continuò a spendere [...]
[...] di principessa. La sua nobiltà era della quinta bussola, non 65 solo incapace di stare a paragone con quella sublime degli Uzeda, ma neppur [...]
[...] adesso era ridotto a vivere dell'elemosina della nuora, non il fratello che aveva lasciato portare i calzoni alla moglie, mentre egli portava invece [...]
[...] conveniva a costei quando, morti i due principi padre e figlio nello stesso anno, la principessa restò sola, e molto più libera di prima, che era [...]
[...] tutti gli altri, al capo della casa: adesso, per puro capriccio, per una pazzia furiosa, toccava a quel Raimondo che era stato educato come un [...]
[...] «porco!» E il secondogenito, a cui neppure il re avrebbe potuto togliere il suo titolo vitalizio di duca d'Oragua, era invece chiuso a San Nicola [...]
[...] !... La storia di don Lodovico rassomigliava molto a quella di don Blasco, con questa differenza, tuttavia: 66 che mentre don Blasco era cadetto [...]
[...] del cadetto, Lodovico aveva dinanzi a sè soltanto il principe, e come duca d'Oragua avrebbe potuto sperare, se non dalla madre, almeno da [...]
[...] qualche zio i quattrini occorrenti a portar con decoro quel titolo. Poichè era inteso che un altro Uzeda, in questa generazione, doveva entrare a San [...]
[...] umane e divine, invertì l'ordine naturale, e avendo preso a proteggere Raimondo sopra gli altri fratelli, lo lasciò al secolo facendolo conte, e [...]
[...] cominciò invece a lavorare perchè il duchino Lodovico sentisse la vocazione. Nessuno, quindi, potè dare al ragazzo, in presenza di lei, il titolo che [...]
[...] aspersorii e ogni altra sorta di oggetti sacri. Quando la madre gli domandava: «Tu che vuoi divenire?» il bambino fu avvezzo a rispondere: «Monaco di [...]
[...] San Nicola.» A questa risposta gli toccavano carezze e promesse di carlini, di svaghi, di passeggiate in carrozza; se talvolta egli osava rispondere [...]
[...] di lei, frattanto, il domenicano Padre Camillo, lavorava a quel risultato educando il ragazzo alla cieca obbedienza clericale, mortificandone in [...]
[...] creditori affollati nelle stanze dell'amministrazione, dei debiti estinti a poco a poco; talchè, dove don Blasco aveva udito parlare continuamente dei [...]
[...] , l'eterno ritornello della madre esagerante 67 a bello studio quelle strettezze: «Siamo rovinati! Non c'è come fare! Non ci resterà più nulla!» E [...]
[...] , raccogliendo fiammiferi spenti per riaccenderli dall' altro capo, rivendendo le sue vesti smesse prima di farsene una nuova; ella poi descriveva a [...]
[...] lauti conviti, sontuose cerimonie, gaie conversazioni e scampagnate gioconde. E quando finalmente Lodovico entrò novizio a San Nicola potè [...]
[...] , e che il posto a cui lo avevano costretto a rinunziare toccava al fratello Raimondo. Ma non era più tempo di tornare indietro: lo scapolare e la [...]
[...] di quelli provati dallo zio, quanto meno egli era capace, per il 68 lungo abito della finzione e della mortificazione, di sfogarsi a parole [...]
[...] , prodigò dimostrazioni d'affetto veramente fraterno a quel Raimondo che godeva del posto usurpato; confermò, con una vita esemplare, la vocazione per [...]
[...] pervenire a quel posto nel più breve tempo possibile; compreso qual era la via da tenere, non se ne discostò d'una linea: nessuno potè mai [...]
[...] osservanza della Regola, con la fama di dottrina in brev'ora acquistata. Così era stato eletto decano a ventisette anni; ma, portato in palma di mano [...]
[...] l'appagamento di quell'ambizione, tanto che non prima di quarant'anni era stato decano; veder dunque a quel posto il nipote «col guscio ancora [...]
[...] : sul nipote aveva il solo vantaggio dell'età, ma questo non era tale da compensare tutti i suoi enormi difetti. A maggioranza strabocchevole fu [...]
[...] nipoti che il monaco adesso difendeva in odio alla morta, provocandoli a rifiutare il testamento, avevano goduto mai le sue buone grazie. Bastava già [...]
[...] che fossero figli di colei ch'egli considerava come sua personale nemica; ma poi, ai suoi occhi, avevano torti particolari tutti quanti, a [...]
[...] bene a Chiara nonostante l'avversione dimostratagli dalla ragazza; anzi per questo appunto don Blasco ci aveva sguazzato, potendo scagliarsi a un [...]
[...] maschi: le femmine non sapevano far altro che mangiare a ufo e portar via parte della roba di casa, se andavano a marito. Questa idea salica [...]
[...] non avrebbe dovuto aver nulla. Degli altri due, Lodovico era stato quasi soppresso per dar posto a Raimondo, mentre Ferdinando aveva potuto [...]
[...] vivere fin ad un certo punto libero e a modo suo. Verso le donne, invece, ella aveva nutrito un più profondo ed eguale sentimento di repulsione e [...]
[...] quasi di sprezzo, lavorando a impedire che «rubassero» i fratelli. Angiolina, la maggiore, era stata condannata alla vita claustrale fin dalla [...]
[...] nascita, per una colpa imperdonabile commessa nel venire al inondo. Dopo un anno di matrimonio, donna Teresa era vicina a partorire: aspettava un [...]
[...] che fu portata ogni giorno alla badia di San Placido; a sei anni fu chiusa lì dentro «per educazione,» a sedici la mite e semplice creatura [...]
[...] , ignara del mondo, soggiogata dalla volontà materna e dagli stessi impenetrabili muri del monastero, si sentì realmente chiamata a Dio: in tal modo [...]
[...] , naturalmente!» E che s'era visto, infatti? S'era visto che fin a quando la madre l'aveva tenuta in un pugno di ferro, questa figliuola 72 aveva sempre [...]
[...] di sposare la ragazza per niente, s'era persuasa a maritarla, ella aveva detto di no, di no, di no: cose veramente dell'altro mondo!... Il [...]
[...] una pazzia a sposar per forza chi non lo voleva, egli si sarebbe ritirato in buon ordine, se donna Teresa, che quando pigliava partito neppure [...]
[...] il diavolo la faceva andar indietro, non gli avesse ingiunto di rimanere al suo posto. Così, quand'egli rivedeva la ragazza, seduta in un angolo, a [...]
[...] capo chino, col fazzoletto in mano, aveva voglia di mettersi a piangere anche Lui, «quel vitello,» diceva don Blasco «tanto tenero di cuore da [...]
[...] chiusa a chiave in un camerino buio, senza vesti, con poco cibo; poi l'aveva cominciata a picchiare con le mani nocchiute che facevano male [...]
[...] , giurando di lasciarla morir etica, se non si piegava. E al marchese il quale, preso dagli scrupoli, veniva a restituirle la sua parola: «Nossignore [...]
[...] quegli Uzeda; quando s'incaponivano in un'idea, neanche a spaccargli la testa li potevan rimuovere; erano dei Vicerè, la loro volontà doveva far [...]
[...] mutato: dinanzi all'altare, con due campieri a fianco, due facce brigantesche scavate apposta dalla madre per incuterle spavento, era svenuta, e [...]
[...] solo il prete di buona volontà aveva udito il sì; ma il domani delle nozze, quando la famiglia andò a far visita agli sposi, o non li trovarono [...]
[...] marito, fino al punto che egli non potè tardare un quarto d'ora a rincasare senza che ella gli mandasse dietro tutta la servitù, fino ad esser [...]
[...] tutto le era nata, dopo i quattro maschi, una terza figlia, quindi ella aveva ragionato o «sragionato» a giudizio di don Blasco, così: delle tre [...]
[...] , la prima monaca, la seconda a marito, l'ultima in casa. Ora il marchese, innamorato della ragazza, prometteva non solo di prenderla senza dote [...]
[...] estremo ad entrambi della finzione a cui s'eran prestati per obbedir quella pazza da legare della cognata. Un altro torto più grosso, forse più [...]
[...] 75 tempi peggiori, bisognava che la principessa ne desse conto, potendo dare a bere solo ai gonzi che esse fossero servite alle spese del [...]
[...] mantenimento quotidiano. Avevano aiutato, invece, a pagare i debiti e a salvar le proprietà; erano quindi confuse nel patrimonio ricostrutto e andavano [...]
[...] imbecilli del padre, dovevano chiedere i conti, fino all'ultimo tornese. Il monaco era per questo andato assiduamente dietro ai nipoti, fuorchè a [...]
[...] Raimondo, al quale non rivolgeva la parola da anni ed anni per la ragione che era stato il beniamino della madre, incitandoli a farsi valere; ma [...]
[...] nessuno, vivendo la principessa, aveva osato fiatare; ed egli li aveva a malincorpo scusati, attesa la soggezione a cui erano stati avvezzi da [...]
[...] , fu per don Blasco l'ultimo dei minchioni non risolvendosi a parlar forte; e perchè poi? di grazia, perchè? Perchè dichiarava d'aver sposato [...]
[...] testamento, il furioso Cassinese dimenticava adesso le bestialità di Federico e di Chiara per dar loro un nuovo assalto, per deciderli a muoversi [...]
[...] . La morta, invece di dichiarare «onestamente» quant'era la parte del marito e dividerla «equamente» a tutti i figli, disponeva invece dell'intero [...]
[...] Chiara e indurla al matrimonio col marchese, ella aveva ricorso a quello dei quattrini e, per non sciogliere i cordoni della propria borsa [...]
[...] , tirato in ballo un suo zio, il canonico Risa di Caltagirone, il quale prometteva un legato di cinquemila onze a favore della pronipote quando la [...]
[...] ragazza avrebbe sposato il marchese di Villardita. Nell'atto era intervenuta donna Teresa per garantire l'assegno, a condizione che la somma si [...]
[...] trovasse realmente nel patrimonio del canonico, il quale prometteva di lasciare ogni cosa a lei. Invece, due anni avanti il canonico era morto [...]
[...] doveva intanto conferire come se le avesse prese, andava tutti i giorni dal marchese per istigarlo contro la morta e gli eredi, incitandolo a [...]
[...] reclamare: 1° la divisione legale; 2° l'assegno matrimoniale con tutti gl'interessi arretrati; 3° la parte che veniva a Chiara dal padre; 4° il [...]
[...] , per lo meno. Il marchese, pure ascoltandolo, chinando il capo a tutto quel che diceva il monaco, perchè con quel Benedettino benedetto la [...]
[...] , non vuol dire che rinunzieremo ai nostri diritti. Lasciamo prima fare a Lucrezia e a Ferdinando; io non voglio essere il primo a intentare una [...]
[...] una volta Chiara, presolo a parte, protestò: — Vostra Eccellenza mi dica quel che le piace, ma non tocchi Federico. Non tollero che se ne parli male [...]
[...] ; questi mandò a farsi friggere la nipote e non mise più piede in casa di lei, dandosi ad altissima voce del triplice minchione per lo stupido [...]
[...] interesse portato verso quel paio di animali. Ma erano giuramenti da marinaio; egli non poteva rassegnarsi a star zitto, gli coceva troppo che la [...]
[...] volontà della morta si compisse; e allora, aspettando un'occasione per tornare alla carica contro quelle bestie, cominciò a prendersela con [...]
[...] Ferdinando. A qualunque ora andasse a cercarlo, lassù, alla Pietra dell'Ovo, lo trovava, sempre solo, con la pialla o con la sega o con la zappa in [...]
[...] mano, intento a lavorar da stipettaio o da giardiniere, in manica di camicia, come un operaio o un contadino. Da bambino era stato così, Ferdinando [...]
[...] : taciturno, timido, mezzo selvaggio per la mala grazia con cui lo aveva trattato sua madre, costretto a svagarsi da solo, come meglio poteva [...]
[...] , poichè non gli toccava il regalo del più povero balocco. Era cresciuto quasi da sè, ingegnandosi a procacciarsi quel che gli bisognava, a cavarsi [...]
[...] d'impiccio. Quando gli altri andavano a spasso, egli restava in casa, a sfasciar vecchie scatole di legno o di cartone per farne teatrini o [...]
[...] altarini o casucce che regalava poi a chi glie li chiedeva, a Lucrezia specialmente, per la quale, come per una compagna di destino, sentiva molta [...]
[...] nessuno riusciva a trovarlo, o si rifugiava nella bottega dell'orologiaio, suo grande amico, dal quale facevasi insegnar l'arte. Un giorno, per [...]
[...] San Ferdinando, don Cono Canalà gli regalò il Robinson Crosué; egli lo divorò da cima a fondo e restò sbalordito dalla lettura come da una [...]
[...] provveder da sè al proprio sostentamento. Cominciò allora a fare esperimenti di cultura nel giardino e nella terrazza del palazzo, e gli venne il [...]
[...] , maturando il suo piano della generale spogliazione a favore del primogenito e di Raimondo, tutto il podere, stipulando però un contratto in piena [...]
[...] regola, col quale il figliuolo obbligavisi di pagarle cinquecent'onze l'anno sui frutti del fondo, restando a lui tutto il di più. Il contratto per [...]
[...] donna Teresa fu un affare: innanzi tutto ella risparmiò le trentasei onze all'anno del fattore, giacchè Ferdinando andò subito subito a stabilirsi [...]
[...] bonifiche per pagare le cinquecent'onze alla madre o restar padrone dell'avanzo; infatti, appena entrato in possesso, cominciò a dissodare, a [...]
[...] scavar pozzi, a strappar mandorli per piantar limoni, a sbarbicar la vigna per ripiantarci i mandorli, a sbizzarrirsi in una parola come aveva [...]
[...] sognato. Il suo piacere, veramente, sarebbe stato più grande se avesse potuto far tutto da solo; ma, costretto a chiamar zappatori e giardinieri [...]
[...] , egli stesso lavorava con loro, a strappar erbacce, a portar via corbelli di sassi, a rimondar alberi, facendo anche da falegname, da muratore e da [...]
[...] la vita dell'eroe che gli aveva acceso la fantasia, come se veramente fosse in un'isola deserta, a mille miglia dal mondo. Dormiva sopra una [...]
[...] pagare interamente la rendita promessa alla madre; restò a dargliene una buona metà che la principessa notò regolarmente a suo debito. Poi, a [...]
[...] scombussolamento delle stagioni; ma la madre lo canzonava, a posta, per incaponirlo in quella sua manìa, e vi riesciva a meraviglia. E il frutto delle [...]
[...] spendesse nulla per sè e mangiasse frugalmente i prodotti dell'orto e della caccia e le rare volte che compariva a palazzo scandalizzasse perfino i servi [...]
[...] più d'una volta lo aveva minacciato di questo. Il colpo maestro di costei, nel testamento, fu dunque l'assegnazione delle Ghiande a Ferdinando [...]
[...] . Per lui quella proprietà valeva più d'un feudo; a scambiarla per tutta l'eredità dei fratelli maggiori temeva di rimetterci. Come se questo non [...]
[...] bastasse, c'era il condono degli arretrati che sommavano ormai a mille e cinquecento onze; talchè, al colmo della soddisfazione, egli si credette [...]
[...] trattato benissimo, oltre 81 ogni speranza, e a don Blasco, il quale gli si metteva alle costole per indurlo a ribellarsi: - Come? — diceva [...]
[...] Giacomo non ti mandò neppure a chiamare, il giorno della morte di tua madre? — Non è possibile! — rispondeva Ferdinando, scandalizzato. — E perchè [...]
[...] , poi? — Per far sparire carte e valori! Scappò lassù, si mise a rovistolare tutta la villa: le cose si risanno! E poi ha fatto la commedia dei [...]
[...] pareva non avesse fretta di conoscere quel che c'era in casa, non parlava d'affari a nessuno dei fratelli e delle sorelle, neppure al coerede [...]
[...] Raimondo, il quale, da parte sua, pensava a tutto fuorchè a chiedergliene conto. Nonostante il lutto, stava sempre fuori casa, al Casino dei Nobili, a [...]
[...] ragionar di Firenze coi vecchi amici, a far la sua partita o a giudicare gli equipaggi che sfilavano nell'ora del passeggio. E don Blasco [...]
[...] di quello scapestrato che badava unicamente a spassarsi, che non era venuto a «chiuder gli occhi alla madre,» neppure per amor dei quattrini che [...]
[...] visto? Hai visto? E quand'io dicevo? Cinque onze! Tua madre non ne teneva mai 82 meno di mille! E la rendita, la rendita! Fino a cinque mila [...]
[...] dannata» della defunta, avrebbe dovuto esser preso «a calci nel preterito» appena la sua protettrice aveva chiuso gli occhi; invece perchè mai, dopo [...]
[...] aveva consegnato ogni cosa, gli aveva lasciato «rubare» i valori che andavano «a tutti» o per lo meno «al coerede!...» E quella bestia di [...]
[...] Ferdinando che faceva l'ingenuo, che non voleva credere a tante porcherie e si dichiarava grato alla madre pel condono delle mille e cinquecent'onze [...]
[...] ! Quasi che quello strozzato contratto tra madre e figlio non fosse stato immorale, quasi che la principessa non avesse a bella posta stabilito un [...]
[...] canone superiore al frutto del podere per meglio impaniar quell'allocco!... Tuttavia, a furia di predicargli che gli toccava di più, che egli [...]
[...] avrebbe potuto esser ricco più del doppio, più del triplo, il monaco sarebbe forse riuscito a scuotere il nipote se, come parlando male del marito a [...]
[...] monaco. — Una terra che si chiama le Ghiande? Buona veramente a buttarci una mandra di maiali? E che ci vengono, fuorchè le ghiande? Ora [...]
[...] specialmente che hai finito di rovinarla con le tue speculazioni pazzesche? Ferdinando, a sentirsi così buttar giù la terra e l'opera propria, ammutolì e [...]
[...] si ridusse a porre l'assedio intorno a Lucrezia. L'aveva serbata per l'ultima, giacchè se nutriva un'antipatia istintiva contro tutti i nipoti, era [...]
[...] , trattata con particolare durezza per esser nata quando costei non aspettava più altri figli, considerata come un'intrusa venuta a rubare parte della roba [...]
[...] questo ella dimostrava assiduamente, quotidianamente a Lucrezia che il matrimonio non era fatto per lei; prima di tutto per la cattiva salute - e [...]
[...] quattrini, ella diceva a Lucrezia: «Vedi questi? Sono tutti dei maschi....» e se la ragazza alzava gli occhi alle mappe dei feudi appese nelle [...]
[...] ammoniva: «Di che parlate dinanzi alle ragazze?» e a quattr'occhi le diceva che pensare al matrimonio era peccato mortale, da confessarsene: e il [...]
[...] , devi restare in casa per forza: chi ti vorrà sposare senza denari?» Quanto a Chiara, era stata un'altra cosa: si era trovato uno che la prendeva [...]
[...] da Ferdinando, col carattere del quale s'accordava molto il suo. Il Babbeo aveva già da badare a sè stesso, non godendo troppe grazie in famiglia [...]
[...] ; ma dimostrava come poteva a Lucrezia il bene che le voleva. Maggiore appena d'un anno, egli giocò con lei, le diede i balocchi da lui stesso [...]
[...] costrutti; più tardi, quando egli ebbe qualche nozione di lettere, quando apprese da sè a disegnare, a far minuti lavorucci, comunicò la sua scienza [...]
[...] che correva da questa parte. La servitù, in casa Francalanza, era pagata poco e avvezza a tremare dinanzi alla padrona; nondimeno raramente [...]
[...] questo v'erano altrettanti partiti, nel cortile, quante, teste presumevano, su nel palazzo, di fare a modo proprio. Donna Vanna era dunque del [...]
[...] partito dello «signorine:» come dapprima aveva incoraggiato la disperata resistenza di Chiara al matrimonio impostole, così più tardi venne narrando a [...]
[...] : perciò questa parte si chiama legittima....» E Lucrezia l'ascoltava a bocca aperta, cercando di comprendere. Ella comprendeva più facilmente [...]
[...] accadde che, quando i Giulente vennero a star di casa dirimpetto al palazzo dei Francalanza, donna Vanna disse alla signorina: «Vostra Eccellenza [...]
[...] ha visto il signorino Benedetto? Guardi che bel ragazzo!» Ella si mise a osservarlo dalla finestra, e fu del parere della cameriera. «Vostra [...]
[...] beniamino, stava a Firenze e gli altri figliuoli erano qual più qual meno tutti aborriti, allora, più libera, donna Vanna favorì meglio l'amore della [...]
[...] , e tutti si scatenarono contro Lucrezia. I Giulente, venuti circa un secolo addietro a Catania da Siracusa, appartenevano a una casta equivoca [...]
[...] riuscivano a trasfondere negli altri. Da parecchie generazioni s'erano venuti imparentando 87 con famiglie della vera «mastra antica», ma avevano [...]
[...] dovuto scegliere quelle ridotte a corto di quattrini, perchè una ragazza nobile e ricca ad un tempo non avrebbe mai sposato un Giulente. Per [...]
[...] giocare a pari coi baroni autentici avevano adottato tutti gli usi baronali: uno solo tra loro, il primogenito, poteva prender moglie; gli altri [...]
[...] a lui; e con chi? con un Giulente, un liberale, un avvocato! Ora, dopo la lettura del testamento, dopo le difficoltà opposte da Chiara, dal [...]
[...] marchese e da Ferdinando alle sue sobillazioni, il monaco si rivolse a Lucrezia. Aveva maggiore speranza di riuscire con lei poichè, per l'amore di [...]
[...] Giulente, ella aveva interesse a ribellarsi alla famiglia; è, vero che gli toccava pel momento secondare o per lo meno fingere d'ignorare l'amoretto [...]
[...] della nipote; ma pur di complottare e di metter zeppe e di farsi valere, don Blasco passava sopra a maggiori difficoltà. Egli cominciò dunque a [...]
[...] dimostrare a Lucrezia il torto ricevuto, le ragioni da addurre, il furto di Giacomo appena morta la madre; e le rifece i conti e la stimolò a [...]
[...] all'opposizione dei parenti s'era impennata, come ogni Uzeda dinanzi alla contraddizione, ed aveva giurato a donna Vanna che avrebbe sposato Giulente a [...]
[...] qualunque costo; udendo adesso il monaco parlarle dei suoi diritti, dimostrarle che ella era più ricca di quanto credeva, istigarla a far valere la [...]
[...] Vanna la confortava a seguire il monaco, ella riconosceva, sì, che sua madre l'aveva messa in mezzo, come tutti gli altri, a profitto di due soli, e [...]
[...] chinava il capo agli argomenti che don Blasco le ripeteva; ma sul punto d'impegnarsi a dire il fatto suo a Giacomo, la paura l'arretrava. Era [...]
[...] primogenito toccava del voi; e il principe che l'aveva sempre tenuta a distanza, guardandola, d'alto in basso, adesso, dopo la lettura del testamento [...]
[...] , mostravasi ancora più chiuso con tutti, ma specialmente con lei. Preparata a sostener la lotta per amore di Giulente, ella voleva riserbare le sue [...]
[...] quant'è buono? Vuol bene a Vostra Eccellenza, non ai quattrini! Un altro che avesse uccellato alla dote, che cosa avrebbe risposto? - Facciamo la [...]
[...] insistente, ella rispose: - Perchè non parla Vostra Eccellenza con Giacomo? Il monaco, a quest'uscita, diventò paonazzo e parve sul punto di soffocare [...]
[...] , oh?... Parlare a Giacomo, prendere le parti di quei nipoti centro quell'altro, era veramente impossibile a don Blasco. Egli si sarebbe così [...]
[...] impegnato definitivamente, avrebbe preso realmente un partito, non avrebbe potuto più dar torto a chi prima aveva dato ragione, e viceversa; o [...]
[...] questo. Quasi non potesse perdonargli di non esser venuto a tempo, quand'ella l'aspettava e lo voleva, 90 la principessa, non aveva fatto festa [...]
[...] lei, o che eran pazzi altrimenti, avevano dato a Giacomo l'idea che egli fosse da più di tutti come primogenito, come erede del titolo, la [...]
[...] efficace di quella del padre e degli zii; perchè, mentre costoro davano a Giacomo, avido di quattrini, ingordo d'autorità, soltanto vane parole [...]
[...] lasciavano i lividi dove cadevano. Il ragazzo s'ostinò un pezzo, fino a mutare la freddezza della madre in odio deciso; poi, accortosi di [...]
[...] sbagliar via, mutò tattica, divenne infinto, fece da spia a don Blasco, gustò il piacere della vendetta nel vedere Raimondo picchiato dal monaco in odio [...]
[...] alla cognata. Ma furono soddisfazioni mediocri e di corta durata: con gli anni la principessa chiuse a San Nicola il secondogenito, diede a [...]
[...] Raimondo il titolo di conte; avara, anzi spilorcia, largheggiò soltanto col beniamino; Giacomo non ebbe mai un baiocco, e i suoi abiti cadevano a [...]
[...] disporre di nulla. Uno dei suoi più lunghi desiderii era stato quello di far atto di padrone, in casa, riadattando a modo suo il palazzo: la madre [...]
[...] non gli permise di 91 rimuovere una seggiola. Ella stessa aveva lavorato a mutar l'architettura dell' edificio il quale pareva composto di [...]
[...] quattro o cinque diversi pezzi di fabbrica messi insieme, poichè ognuno degli antenati s'era sbizzarrito a chiuder qui finestre per forare più là [...]
[...] balconi, a innalzar piani da una parte per smantellarli dall'altra, a mutare, a pezzo a pezzo, la tinta dell'intonaco e il disegno del [...]
[...] cornicione. Dentro, il disordine era maggiore: porte murate, scale che non portavano a nessuna parte, stanze divise in due da tramezzi, muri buttati a [...]
[...] terra per fare di due stanze una: i «pazzi» come don Blasco chiamava anche i suoi maggiori, avevano uno dopo l'altro fatto e disfatto a modo loro [...]
[...] quattrini; e quella «testa di zucca» di donna Teresa, invece di pensare all'economia, non s'era divertita a sciuparne degli altri in altre bislacche [...]
[...] lontani c'era quella mescolanza di forza e di grazia che formava la bellezza del contino; a poco a poco, col passare dei secoli, i lineamenti [...]
[...] un bacino, le vesti abbondanti che chiudevano il corpo come scaglie di testuggine, non riuscivano a nascondere la sveltezza elegante delle forme nè [...]
[...] più puro tipo antico. Ridevano gli occhi alla principessa, quando lo vedeva, grazioso ed elegante, guidare, montare a cavallo, tirare di scherma [...]
[...] il lungo naso; il Nano, per la corta statura. Così l'astio di Giacomo contro la madre e il fratello si manteneva sempre vivo; esso crebbe a [...]
[...] dismisura quando donna Teresa colmò lo staio, dando moglie a Raimondo. La tradizione di famiglia, mantenuta fino al 1812 dall'istituzione del [...]
[...] accasati; ma la principessa, come sempre, s'infischiò delle regole e pensò di trovare un partito a Raimondo prima ancora che a Giacomo. Morendo lei [...]
[...] sarebbe vissuta notte e giorno a fianco, una sorda gelosia la struggeva. Per questo, il giorno che finalmente si decise, non soffrì di dargli nessuna [...]
[...] delle ragazze della città e neppure nella provincia; ma cominciò invece a cercargli un partito a Messina, a Palermo, più lontano ancora, nel [...]
[...] , cugina del Cassinese. Tuttavia, parendo troppo a lei stessa che Raimondo prendesse moglie prima di Giacomo, il quale a venticinque anni era ancora [...]
[...] l'aveva 94 sempre tenuta lontana da sè, e soprattutto pel gusto di contrariare l'inclinazione del figliuolo, lo sforzò invece a sposar la [...]
[...] contro i denti; «non avrai neppure un grano!...» e la poca simpatia dimostrata a quel figliuolo e la passione per Raimondo e il matrimonio [...]
[...] imminente di quest'ultimo confermavano la minaccia, facevano sospettare che ella l'avrebbe compiuta. Il principe che fino a quel punto non era riuscito [...]
[...] principe l'addestrò ad obbedirgli a un semplice muover di sguardi; quando ella ebbe bisogno di comperare una matassa di cotone o un palmo di nastro [...]
[...] , le convenne chiedere a lui i baiocchi occorrenti — e in dote gli aveva portato centomila onze. La sua missione fu quella di dare un erede al [...]
[...] , cera molle che il principe plasmò a suo talento. In odio al figlio, 95 non per amore che le portasse, la principessa suocera pigliò più [...]
[...] privilegi, straordinarii a paragone della soggezione in cui erano tenuti gli altri figli, bastavano a Raimondo: svegliavano invece le sue voglie [...]
[...] senza arrivare a soddisfarle. A lui solo, per esempio, toccavano quattrini da buttar via a suo capriccio; ma la principessa donava per lambicco; e [...]
[...] madre gli dava in un anno. Solo a lui, anche, era stato consentito di arrivare sino a Firenze, ma quella rapida corsa, mettendo in corpo al [...]
[...] Milano e Torino, vivere a Firenze o a Parigi. Al primo annunzio del matrimonio egli si ribellò 96 dunque apertamente alla madre, poichè solo [...]
[...] fra tutti poteva dirle in faccia: «Non voglio!» Il matrimonio era la catena al collo, la schiavitù, la rinunzia alla vita che egli sognava: a [...]
[...] estreme, tenne a lui il linguaggio della persuasione. Voleva egli divertirsi, aver molti quattrini da spendere, far quello che gli piaceva? La dote [...]
[...] gli avrebbe subito permesso ogni cosa! Quella gelosa che si adattava a dargli moglie per necessità, e non voleva la nuora del paese e gli andava [...]
[...] invece a cercare un partito lontano, non poteva ammettere che suo figlio amasse quest'altra donna, che le fosse fedele, che le si credesse legato [...]
[...] argomenti indussero il giovane a dir di sì, persuadendolo che a quel modo egli sarebbe stato subito ricco e si sarebbe nello stesso tempo sottratto [...]
[...] Grazzeri! Ma a coronar l'opera mancava proprio il matrimonio di Raimondo!... Ammogliare un altro figliuolo? Creare una seconda famiglia? Venir [...]
[...] priorato, sostenne Lodovico Uzeda, mentre don Blasco in persona aspirava a quell'ufficio! Sceglier dunque per Raimondo la moglie proposta dal Dilenna [...]
[...] , anzi la sua propria cugina, era veramente un po' troppo forte. Quel che don Blasco fece e disse, a palazzo; le seggiole che rovesciò, i pugni che [...]
[...] quattordici paia di...? Ma andate un poco a farvi più che.... tutti quanti siete, e maledetti siano i piedi d'asino e di porco che mi ci portarono!» Egli [...]
[...] andò poi a dir cose, contro la cognata, fra i monaci amici, da far cascare il monastero, e non mise piede per più di un anno a palazzo [...]
[...] ricominciare, dopo un breve periodo di calma apparente, a gridar peggio di prima. 98 La principessa aveva dunque sostenuto, per accasar Raimondo [...]
[...] , ma ne dimostrava cinquanta; nè in età più fresca aveva mai posseduto le grazie del suo sesso. Destinata a restar nubile per non portar via [...]
[...] e quanti ceppi formano un cafisso d'olio.... A quel modo che, fisicamente, gli Uzeda si dividevano in due grandi categorie di belli e di brutti [...]
[...] diretti a tradurre in atto il suo sogno. Appena in possesso di quelle miserabili sessant'onze annuali, ella cominciò a negoziarle, a darle in [...]
[...] : ogni sorta d'operazioni bancarie da ghetto, poichè l'esiguità della sua rendita l'obbligava a contrattare con poveri diavoli, minuti [...]
[...] riavere i suoi quattrini e gli interessi, che pretendeva fin all'ultimo grano, sorda a preghiere ed a pianti di donne e di fanciulli; e più esperta [...]
[...] cameruccia al terzo piano, sotto i tetti, che aveva occupata da bambina, e per vestirsi ricomprava le robe smesse dalla cognata. Così, a poco a poco [...]
[...] e di don Blasco contro la cognata e la sorella. Con metodi diversi, donna Ferdinanda lavorava al conseguimento d'uno scopo simile a quello di [...]
[...] principessa, i sarcasmi coi quali punzecchiava l'avarizia della cognata; giacchè la propria era naturalmente legittima ed ammirabile. Quanto a [...]
[...] : nell'aver saputo cogliere la magnifica occasione. Era noto a tutti che possedeva un capitaletto, nessuno immaginava che in dieci anni avesse [...]
[...] più: ella lasciò dire, continuando a speculare con le quattrocent'onze di rendita che adesso possedeva. Le faceva fruttare quanto più poteva, non [...]
[...] ne perdeva un grano, e quando le cambiali scadevano, il notaio, il sensale o il patrocinatore venivano a portarle il suo avere in tanti bei [...]
[...] ella sceglieva, per tirarseli a fianco, i più accorti, i più prudenti, quelli che avevano come lei l'intelligenza e la passione degli affari, dai [...]
[...] Calasaro, il cui figliuolo, complicato nella rivoluzione, era stato costretto a prendere le vie dell'esilio. Il padre, spogliatosi ed esaurito [...]
[...] pagata subito subito, e minacciò la espropriazione e lanciò la prima citazione. Il debitore venne a gettarlesi ai piedi, con le mani in testa, perchè [...]
[...] , senza metter fuori un carlino di più, mentre il proprietario la stimava duemila onze, per lo meno, e pretendeva il resto. La cosa andò a monte [...]
[...] dal governo per motivo del giovane bandito, chinò finalmente il capo. «Almeno faccia lei le spese dell'atto,» le mandò a dire; ma donna Ferdinanda [...]
[...] de Zuellos, que fue senor de Esterel,» e venne di Spagna col re Pietro d'Aragona a «fondarsi» in Sicilia; quando enumerava tutti i suoi antenati [...]
[...] di nuovo conio, le sue guance magre e scialbe s'accendevano. Indifferente a tutto fuorchè ai suoi quattrini, incapace di commoversi per qualunque [...]
[...] bella libreria; ma, quando il principe Giacomo XIII cominciò a navigare in cattive acque, fu venduta prima di tutto; ella salvò una copia del [...]
[...] suo romanzo, il vangelo che le serviva a riconoscere gli eletti tra la turba, i veri nobili tra la plebe degli ignobili e la «gramigna» dei nobili [...]
[...] , sapere di lettere, ella aveva appreso a legger da sè, pei bisogni dello sue speculazioni. Ora, con questo infatuamento della zitellona per la [...]
[...] propria eccelsa origine e per l'istituzione della nobiltà in generale, la principessa pensò di dar per moglie a Raimondo, chi? Una Palmi di [...]
[...] principessa, a cui la nobiltà stava a cuore, se non quanto a donna Ferdinanda, certo moltissimo, aveva giudicato invece sufficienti e fors'anche [...]
[...] Calasaro, era andata via dal palazzo Francalanza e aveva messo casa, continuando a squartar lo zero ma pagandosi il lusso della carrozza. I legni [...]
[...] erano due vecchi trespoli compiuti per pochi ducati ma decorati dello stemma di casa Uzeda; i cavalli, due magre bestie a cui ella dava in pasto [...]
[...] giudice infallibile; la zitellona, viceversa, gli disse il fatto suo per la vita scandalosa che conduceva; e un giorno, a proposito d'una certa [...]
[...] balia da prendere per il principino, siccome a donna Ferdinanda il latte di costei pareva sospetto, mentre don Blasco lo dichiarava di prima qualità [...]
[...] — le male lingue dicevano che aveva ragione di conoscerlo — fratello e sorella vennero quasi alle mani: chetati a fatica dal nipote Giacomo, non [...]
[...] si parlarono mai più. Il più strano era che, non parlandosi mai, evitandosi come la peste, essi soli, in quella casa, vedevano le cose a un [...]
[...] esser villosi, da quei contadini che erano. Le due cognate, a furia di sarcasmi e di liti, per poco non si strapparono i capelli; come don Blasco [...]
[...] , la zitellona non mise più piede in casa Francalanza; ma, come il fratello, non soffrendo di starne a lungo lontana, ci tornò alla prima [...]
[...] occasione. E solamente gli altri duo cognati, il duca Gaspare e il cavaliere don Eugenio, non avevano dato tanti fastidii a donna Teresa. Il [...]
[...] al Noviziato di San Nicola per educazione fin quasi a diciott'anni, se ne andò a Napoli all'uscir dal monastero, e fu ascritto alla nobile [...]
[...] all'invidia ed all'ingiustizia, risolse un bel giorno di dar le dimissioni. Restò tuttavia a Napoli, donde annunziava che le case più ricche e nobili gli [...]
[...] , continuamente dati come certi, e sicuri, si combinava mai. Frattanto, abbruciato quattrini, egli aveva chiesto un impiego a Corte; e, nonostante [...]
[...] Gentiluomo di Camera, con esercizio. Nel 1852, inaspettato ospite, tornò a casa. Diceva d'esser passato dal servizio attivo all'onorario perchè [...]
[...] la principessa non volle saperne di riammetterlo in casa — e cominciò a far commercio d'antichità. Giacomo era ammogliato da due anni, ed aveva [...]
[...] già l'aspettato primogenito; Raimondo stava a Firenze con la moglie, dove era loro nata una bambina. Neppure il duca Gaspare s'era trovato in casa [...]
[...] , colpito da una condanna capitale, s'era rifugiato a Malta, e senza specialissime protezioni e solenni impegni di non cominciar da capo [...]
[...] , quell'esilio, invece di pochi mesi, sarebbe durato quanto la sua vita. Nondimeno, graziato ed ammonito, egli ricominciò a dirigere nel suo paese e in quasi [...]
[...] altro dal far la consueta 108 corte all'Intendente, a fine di prepararsi un paracadute nel caso di possibili rovesci; associossi al Gabinetto [...]
[...] , destinato immancabilmente a fallire, mentre la gente s'armava e si batteva, egli se la battè in campagna, e fece sapere ai capi del partito regio [...]
[...] che desiderava. Egli stette ancora a vedere, tirò in lungo, consigliò prudenza, allegò il bene del paese, le insidie, i possibili pericoli, dando [...]
[...] popolare, quando un bel giorno il principe di Satriano sbarcò a Messina con dodicimila uomini per rimettere le cose al posto di prima. Il duca si [...]
[...] stimò perduto, e la nuova, più grande tremarella gli fe' commettere uno sproposito di cui più tardi ebbe a pentirsi: mentre la città s'apparecchiava [...]
[...] legittimo. Ai primi d'aprile, le compagnie della milizia siciliana che presidiavano Taormina sgombrarono all'apparire dei regii e rientrarono a Catania [...]
[...] , decimate a colpi di coltello, nell'ora triste del crepuscolo, da quel manipolo che si sentiva perduto, inferocivano e distruggevano fin all'ultimo [...]
[...] quei mille uomini o sfogavano l'ira sulla inerme città.... Amico di Satriano, protetto dalla firma posta a quell'atto di sommissione che tra i [...]
[...] fermento si destò contro di lui nel partito dei vinti. Gli apponevano quella firma odiosa, ma più le accoglienze fatte a Satriano alla Pietra [...]
[...] ; ciascuno v'aggiunse un po' di frangia, arrivarono a narrare che mentre la città agonizzava, il duca guardava lo spettacolo col cannocchiale di [...]
[...] dei conti, egli non aveva preso nè gradi, nè stipendi, nè appalti dalla rivoluzione: era stato a vedere, aspettandone la riuscita; mentre tanti [...]
[...] altri, dopo aver fatto gazzarra e il mangia-mangia, si buttavano ai piedi dell'Intendente e salutavano col cappello fino a terra nominando Sua Maestà [...]
[...] si vedeva segnato a dito, bollato col nome di traditore, insultato e fin minacciato da lettere anonime. Un giorno l'amico don Lorenzo gli [...]
[...] consigliò di partire: solo la lontananza e il tempo potevano avere virtù di far sbollire quell'odio. Il duca non se lo fece dire due volte, e andò a [...]
[...] Palermo. Lì, il partito d'azione, vinto egualmente, era tuttavia meno depresso: le speranze non eran morte o cominciavano a risorgere. Passata la [...]
[...] , con più prudenza, al giuoco di prima, arrivò tuttavia a Catania la voce che egli era nei comitati agitatori e in corrispondenza cogli emigrati, e [...]
[...] aveva conosciuto il barone a Palermo, per mezzo degli agitatori che questi veniva a trovare da Milazzo, in barba alle autorità e col pretesto [...]
[...] liberale non poteva se non favorirlo, aiutarlo a riacquistar credito presso la parte che aveva tradito. Quanto alla principessa, borbonica come [...]
[...] dell'adesione al matrimonio di Raimondo. Mentre don Blasco e donna Ferdinanda, in guerra a morte con la principessa, se la prendevano anche con lui [...]
[...] 112 duca ripartì, se ne tornò a Palermo, non solo perchè aveva preso gusto a starci, ma anche per confermare i suoi concittadini in quelle [...]
[...] buone disposizioni. Tornato in patria, adesso, per la morte della cognata, egli era accolto quasi in trionfo, la gente traeva a lui in processione [...]
[...] discorsi di citazioni erudite di seconda e di terza mano, riesponeva a modo suo, quasi pensate da lui, le teorie economiche e politiche di cui aveva [...]
[...] avuto qualche sentore nelle conversazioni di Palermo: e la gente i li stava dinanzi a bocca aperta. Il patriotta, è vero, riceveva visite [...]
[...] dall'Intendente e le restituiva, e non aveva scrupolo di mostrarsi in compagnia dei più ferventi borbonici; ma questo non gli era posto più a debito [...]
[...] : bisognava fingere con l'autorità per non destarne i sospetti, per comprenderne il giuoco. Egli dava quattrini, non lasciava andare a mani vuote chi [...]
[...] lasciava cantare, seguitava a giocare sulla carta della libertà come il monaco sopra i numeri del lotto e la zitellona sul credito della gente [...]
[...] pel «tradimento» che gli aveva fatto la madre: perciò stava al bivio, dava ragione un po' a tutti: al principe che gli offriva ospitalità e lo [...]
[...] trattava con deferenza, a Lucrezia 113 che amando e sposando il nipote del cospiratore Giulente, lo avrebbe aiutato ad entrar meglio nelle grazie [...]
[...] eccezioni aveva fatto il principe: una a favore di Baldassarre e l'altra del signor Marco. Baldassarre, figliuolo d'un'antica cameriera, allevato al [...]
[...] ?... Che fate?... Voglio vedere!... Perchè non allestite?... A me! In cucina, tolto di mano a Luciano, il credenziere, un coltello che questi stava [...]
[...] Francalanza, era divenuto più importante di prima. Giacomo dava punti alla madre quanto a diffidenza e a vigilanza: teneva tutte le provviste sotto [...]
[...] era diventato ricco della dote della moglie, la principessa, facendosi dare dal figlio la sua parte di spesa, aveva continuato a ordinare a modo [...]
[...] guatteri, occupati ad affettar patate e a sbatter uova, scambiavano fra loro osservazioni su quei lavori: — Levano la scala dell'amministrazione per [...]
[...] guadagnare spazio.... — Io non avrei chiuso un pozzo della terrazza. — Il padrone però deve dar conto a suo fratello, essendo eredi tutt'e due [...]
[...] — senza tante ciarle.... — Ah, non vuoi dirmelo? — Ma che cosa, Eccellenza, se parlano così, a vanvera? 116 — Ah, non vuoi dirmelo? — Signorino [...]
[...] !... Eccellenza!... Per l'amor di Dio!... A un tratto, udendo una carrozza che entrava nel cortile, Consalvo scappò a vedere. Tornavano finalmente [...]
[...] le zie Lucrezia e Matilde andate alla badia di San Placido. Il ragazzo, dimenticato la cucina e il cuoco, corse a raggiungerle di sopra, nelle [...]
[...] tacere, per riguardo del ragazzo. — Mamma, oggi non si mangia più?... - domandò questi. — Se tuo padre non è ancora venuto!... Va', va' a vedere se [...]
[...] arriva.... Il principino comprese che lo mandavano via. A sei anni, era curioso più di don Blasco. I maneggi dello zio monaco, il continuo [...]
[...] scappellotti, la zia Lucrezia giocava anche lei a pizzicargli il braccio, specialmente quando egli andava 117 a rovistarle la camera; ma [...]
[...] , solo la principessa riusciva ad ottenere qualche cosa da Consalvo con le buone, per amore. — Va', va' a vedere se il babbo è tornato.... Il principe [...]
[...] domandò se il duca era rincasato, e udendo che no, diede ordine che dessero in tavola appena arrivato lo zio. Poi se ne andò a chiudersi nel [...]
[...] , visto che la zia Lucrezia riprendeva a parlare con la mamma, salì nella camera di lei. Gli aveva proibito di entrarci perchè adesso ella studiava [...]
[...] pezzi di colore, i piattelli da stemperare, i pennelli, la gomma, facevano gola al ragazzo. E nessuna raccomandazione o minaccia serviva a Lucrezia [...]
[...] , quando carpiva l'occasione, faceva man bassa in camera della zia. Salito dunque lassù, a quell'ora che era sicuro di non essere sorpreso, il [...]
[...] principino 118 cominciò a rovistare sul tavolino, in mezzo ai disegni, nella cartiera, nel comodino. Dov'erano nascoste le cose del disegno [...]
[...] continuò a guardarsi intorno, a cercare febbrilmente sotto il letto, sotto l'armadio, nella specchiera. Questa era una piccola tavola ricoperta di [...]
[...] tela ricamata: sollevatone un lembo, apparve la cassetta. Lì dentro, in mezzo a vecchi pettini, a scatolette vuote di pasta di mandorle, c'era [...]
[...] mano e disse, lentamente, guardandola bene in viso: - Un'altra volta, se t'arrischi di toccare mio figlio, ti piglio a schiaffi; hai capito? Ella [...]
[...] rimase un momento come stordita. Visto uscire il fratello, corse a un tratto alla porta, la chiuse sbattendola violentemente e non rispose più a [...]
[...] nessuno dei servi che venivano a chiamarla pel desinare. Dovè salire il duca a scongiurarla di aprirgli; alle raccomandazioni, alle ammonizioni [...]
[...] .... - il duca tornava a raccomandarsi, per amor della pace. - Basta!... Vieni a desinare, per ora.... Ti prometto che poi gli parlerò io [...]
[...] .... Raimondo non era ancora rientrato quando tutta la famiglia, con l'assistenza di don Mariano, prese posto a tavola. Lucrezia aveva gli occhi ancora [...]
[...] Matilde, egli smetteva a tavola la ciera accigliata, per corteggiar lo zio. Non era la prima volta che il desinare cominciava senza Raimondo, e al [...]
[...] punzecchiavano assiduamente, se la trattavano senza riguardi; ma ella perdonava le mancanze di riguardo e gli sgarbi fatti a lei; non soffriva quelli che [...]
[...] toccavano a suo marito. Forse era questa la sua grande colpa: l'amore che portava a Raimondo!... Lo amava fin da quando lo aveva visto, da prima [...]
[...] ancora; fin da quando, fidanzata per lettera a quel conte di Lumera del quale 120 suo padre, superbo d'imparentarsi coi Vicerè, le faceva lodi [...]
[...] senza fine, ella aveva lavorato con la fantasia a rappresentarselo bello, nobile, generoso, cavalleresco come un eroe del Tasso o dell'Ariosto. E la [...]
[...] voltava ogni tratto a guardar l'uscio della sala con l'ansiosa aspettativa dell'arrivo di Raimondo, la scena che aveva dinanzi le rammentava, con [...]
[...] stanza da pranzo della casa paterna, a Milazzo: la mamma, la sorella, ella stessa intente ai racconti del padre, sorridenti con lui, con lui tristi [...]
[...] marito; il ragazzo tremante a un'occhiata del padre, ma superbo dell'umiliazione inflitta alla zia; Lucrezia e il fratello ancora freddi e sospettosi [...]
[...] suo dolore, nel 121 vedere di che sordo astio la ripagavano. Giudicavano, certo, che fosse indegna di Raimondo perchè a lui inferiore: e [...]
[...] nessuno quanto lei stessa lo metteva tanto alto; ma non le aveva giovato sentirsi e farsi umile dinanzi a lui e ad essi: l'astio non s'era placato [...]
[...] . Allora ella aveva cominciato a comprendere le particolari passioni che, oltre all'orgoglio, animavano ciascuno di quegli Uzeda duri e violenti [...]
[...] , l'aveva resa implacabile. Il fratello maggiore, non perdonando a Raimondo i suoi privilegi, non potendo rassegnarsi alla concorrenza che la [...]
[...] principessa che l'aveva voluta in quella casa o in odio a Raimondo che la madre proteggeva. Così ella s'era vista bersaglio di quei parenti ai [...]
[...] momento che il principe pareva non veder la cognata o, se volgevasi dalla sua parte, smessa a un tratto la ciera gioconda, le mostrava un viso [...]
[...] chino sul desco, la principessa badava a suo figlio, il principe parlava dello stato delle 122 campagne, dei prezzi delle derrate, dei [...]
[...] giunto a Milazzo dove erano andati per affari, per vedere il padre e la sorella di lei, egli aveva dichiarato di non aver preso moglie per vivere in [...]
[...] intorno a cose e persone care al cuor suo le aveva procurato un senso d'angustia indimenticabile. Egli voleva lasciare per sempre la Sicilia, andarsene [...]
[...] a vivere a Firenze; nè la contraria volontà della madre gli era d'ostacolo; alla moglie che per non discostarsi troppo dai suoi glie la rammentava [...]
[...] esortandolo ad obbedirla, rispondeva bruscamente: «Lasciami fare a modo mio». Ed ella, sì, aveva riconosciuto le sue ragioni. La Sicilia, la [...]
[...] avere maggior peso per lei del desiderio del marito? E quel desiderio non era forse 123 legittimo; il suo Raimondo non era chiamato a figurare [...]
[...] essersi imparentato coi Francalanza; ma Raimondo aveva risposto a tante prevenzioni zelanti, a tante cure affettuose mostrandosi malcontento di [...]
[...] tutto, in quella casa; ripetendo ogni quarto d'ora: «Come si fa a vivere qui?...» Il barone aveva da lui la procura per amministrare le proprietà [...]
[...] suocero dei suoi provvedimenti, per biasimarli, per suggerir quelli che, a suo giudizio, bisognava adottare. In questa materia, egli dimostrava [...]
[...] un'assoluta ignoranza degli affari, una stravaganza di concetti molto simile a quella del fratello Ferdinando: il barone ne rideva, egli se l'aveva [...]
[...] a male. Le parti s'invertivano quando il barone gli chiedeva conto dell'impiego dei capitali dotali: allora egli biasimava certe operazioni [...]
[...] voleva vederle in pace, le conveniva evitare che stessero a lungo insieme. Decisa così a secondare il desiderio del marito, ella lo aveva seguito [...]
[...] a Firenze, ma quest'ultima risoluzione di Raimondo era stata causa della più viva opposizione del barone che voleva vicina la figlia e, giudicando [...]
[...] caro a lei stessa e pregarlo di farla contenta.... - Quattrini e vite sprecate!... La guerra a tanta distanza!... Mentre il duca continuava a [...]
[...] sviscerare la quistione d'Oriente ed a proporre combinazioni diplomatiche, tutti si volsero verso l'uscio d'entrata. La contessa sussultò, sperando [...]
[...] che fosse suo marito; s'avanzava invece cerimoniosamente don Cono Canalà: «Sia pro a ciascuno!... Ma non veggio il contino?...» Così, così a Firenze [...]
[...] dalla sua ferrea tutela, aspirava unicamente ai liberi piaceri mondani. E per questo, dicendo a sè stessa che egli aveva diritto di divertirsi [...]
[...] gioia; felice con lei, il barone dimenticò interamente le piccole liti avute col genero, tornò a volergli bene come ai primi tempi.... Tutti [...]
[...] della suocera e della parentela? Quell'angioletto venuto a ristringere il nodo che la univa a Raimondo, a dissipare le nubi che minacciavano il suo [...]
[...] quando erano venuti a Firenze, la suocera non le aveva più scritto, nè risposto alle sue lettere, nè accennato a lei nelle lettere che mandava al [...]
[...] ricominciò a piangere allora.... Donna Teresa Uzeda, non potendo prendersela con Raimondo per la dimora da questi stabilita a Firenze, ne aveva [...]
[...] dimostrare a quella spietata il suo torto? Come persuaderla che suo figlio, contro il piacere di tutti, aveva voluto a forza fare quel che si [...]
[...] era proposto? Ingenuamente, il barone non aveva detto che Raimondo era andato in Toscana per far piacere a Matilde?... Ella aveva così apprestato [...]
[...] per tutto saluto disse: «Ancora a tavola?» e non parve neppure accorgersi di Matilde.... Che era mai, pensava ella, la ostentata trascuranza di [...]
[...] costoro, a paragone della guerra mossale, anni addietro, dalla principessa? Non era bastato farsi da parte, non esprimer mai volontà, nè desiderii [...]
[...] d'appartenere al sesso disprezzato e d'esser nata da quella madre; e poichè rassegnata personalmente a quei trattamenti, la madre sanguinava agli [...]
[...] sgarbi fatti alla sua creatura, la principessa s'era messa a perseguitare con speciale accanimento la nipotina. Raimondo pareva non accorgersi di [...]
[...] nulla, l'abbandonava più a lungo che a Firenze, non credendo di lasciarla sola poichè ella restava «in famiglia;» e il tormento di quella vita era [...]
[...] essere Raimondo; tutti lo compresero, rispondendo che non s'era ancor visto, che forse era rimasto a desinare da qualche amico. - Avrebbe potuto [...]
[...] Matilde, un'altra voce ora le diceva: «È vero! Ha ragione!...» Ella stessa, tornata a Firenze, in quell'asilo che le era parso di pace e di felicità, non [...]
[...] rifugio della madre, non solo pareva non dir nulla al cuore di Raimondo, ma non bastava neppure a confortare lei stessa, poichè ella non poteva più [...]
[...] questa scoperta le faceva a un tratto sentire il coltello della gelosia.... Ancora una volta, le passate sofferenze le erano parse nulla, paragonate [...]
[...] a queste altre. Ella lo amava più che mai d'amore, per gli stessi difetti che gli aveva perdonati, per tutto quel che le costava; e le nuove [...]
[...] colpa dell'amor suo, la stringevano a lui sempre più. No, sua figlia non le bastava, la creaturina non poteva consolarla, nessuno al mondo poteva [...]
[...] consolarla, ella doveva perfino nascondere le proprie torture al padre, scrivergli che era contenta e felice, perchè egli non venisse a chieder [...]
[...] conto a Raimondo di quella condotta, perchè tra quei due uomini non scoppiasse la guerra!... E ancora una volta ella s'era messa a sperare nel [...]
[...] . Quando da Catania scrissero a Raimondo di venir presto a casa, quando la stessa madre moribonda lo chiamò, ella fece di tutto per indurlo a [...]
[...] partire; ma vedendolo, sordo alla voce della morente, sordo alle stesse ragioni dell'interesse, restare a Firenze, l'angoscia di lei s'era [...]
[...] fremito; ella era madre un'altra volta - fredda, cattiva madre, se non tripudiava a quella scoperta; ma come avrebbe potuto gioirne, quando il [...]
[...] spaventevolmente presto! Nei paesi civili non si va a tavola prima dell'ave! Il principe non gli rispose. Alzandosi da tavola mentre il fratello [...]
[...] sull'intonato, come se dovesse stipulare un trattato. Chiuso a chiave l'uscio della stanza precedente, offerta una poltrona allo zio, rimasto egli [...]
[...] un sigaro. - Vostra Eccellenza può vedere ogni giorno - riprese il principe - che vita fa Raimondo, e come, invece di darmi una mano a sistemar [...]
[...] gli affari della successione, pensi a divertirsi lasciando tutto sulle mie spalle. Parlargli d'interessi è inutile: o non mi dà retta, o non [...]
[...] non avrebbe dovuto esser poi tanto scontento se il fratello non s'impacciava nelle questioni dell'eredità e lo lasciava libero di fare a sua posta [...]
[...] coerede ed ai legatarii? Non era forse quella la prima volta che egli teneva a qualcuno della famiglia un discorso di quel genere? 130 - Ora [...]
[...] amarissimo. E dopo una breve pausa, quasi a preparar l'animo dello zio alla dolorosa notizia: - L'eredità di nostra madre è piena di debiti.... Il duca [...]
[...] vittima, con tutti gli altri, d'una truffa spaventevole, d'aver a fare con un'associazione di falsarii. Ho dovuto ricredermi: le firme sono lì [...]
[...] , autentiche. Debbo dunque supporre che il sistema di ricorrere al credito, di cui la felice memoria faceva una colpa tanto grave a nostro nonno, non [...]
[...] sentito tante lodi.... Ma dice che dei morti non si dove parlare.... e basta!... Ora io ho voluto dir questo a Vostra Eccellenza, prima di tutto [...]
[...] perchè era mio dovere informarla, secondariamente perchè Vostra Eccellenza ne tenga parola a Raimondo. Se questi debiti hanno da pagarsi, e pur [...]
[...] troppo c'è poca speranza del contrario, a ciascuno bisogna imputarne la sua parte. Io vorrei anche pregare Vostra Eccellenza di avvisare gli [...]
[...] altri, perchè sappiano che i loro legati saranno anch'essi gravati in proporzione.... Il duca ricominciò a scrollare il capo, ma con espressione [...]
[...] primo di tutti; la volontà di nostra madre sarà legge! Invece, che cosa s'è visto? Mutrie a destra e a sinistra, Raimondo che non vuole occuparsi [...]
[...] vengono a dire le loro ragioni? Lucrezia ha parlato oggi con Vostra Eccellenza; sentiamo: che ha detto?... Quantunque deciso a non mantenere la [...]
[...] ? - M'intentino una lite! Facciamo ciarlare il paese, diamo questo bell'esempio d'amor fraterno! Raimondo s'unisca a loro; mi accusino di aver carpito [...]
[...] , degli esempii che hanno dato, della diffidenza e del gesuitismo eretti a sistema.... Era veramente concitato, parlava violentemente, aveva [...]
[...] perduto la solenne compostezza dell'esordio. Il duca, buttato via il sigaro spento, riprendeva a scrollare il capo, quasi riconoscendo che alla fin [...]
[...] a darli.... - Ora, all'istante!... - E dunque l'accordo è immancabile. Farete questi conti, vedrete se la divisione di vostra madre è giusta o no [...]
[...] con Raimondo, poi con gli altri; la roba è lì; vedrete che non ci saranno 134 quistioni.... A proposito - esclamò, giunto sull'uscio e [...]
[...] lungo e in largo, non udiva neppure quel che dicevano intorno a lui. Era arrivata la cugina Graziella, la quale cicalava con la principessa, con [...]
[...] tempo parole tènere, ella aveva continuato a fare all'amore, se non con lui, con la sua casa. C'era venuta assiduamente, aveva stretto amicizia con [...]
[...] la principessa Margherita e indotto il marito a fare anche lui la corte agli Uzeda, e tenuto a battesimo Teresina e dimostrato in ogni modo e in [...]
[...] dopo la morte di donna Teresa, specialmente, donna Graziella era quasi diventata una persona della famiglia; tutti i giorni e tutte le sere a [...]
[...] prender notizie, a prodigar conforti, a suggerir consigli, a rendersi utile con le parole e con le opere. La principessa non solo non aveva ragione [...]
[...] indolenza e il bisogno d'isolamento e la soggezione in cui la teneva il marito la rendevano indifferente a tutto ed a tutti fuorchè ai proprii [...]
[...] figli. Quel pomeriggio appunto, dopo tavola, la balia era venuta a dirle che la bambina tossicchiava un poco; cosa da nulla, certo; ma ella se [...]
[...] , tutta riconfortata, dimenticata a un tratto la tristezza d'un'ora innanzi, lo seguiva con lo sguardo ridente. Era così fatta che una parola, un [...]
[...] azzeccata; ma cominciando a confondersi, ad imbrogliarsi: - E non lo tormentare più, povero bambino!... - 136 esclamò donna Ferdinanda. - Qui, con [...]
[...] Fernanda era scoppiata in una risata che non finiva più, che si risolveva in spruzzi di saliva tutt'in giro. Il cavaliere rimase a bocca aperta [...]
[...] , don Cono non sapeva che viso fare. - Aaah!... Aaah!... - continuava a ridere donna Ferdinarda. - Don Ferrante! Aaah!... Don Ferrante sai che fece [...]
[...] ?... - disse finalmente rivolta al nipotino. - Teneva quattro mastri di penna, pagati a ragione di due tarì il giorno, i quali lavoravano per lui; poi [...]
[...] dubbii!... Allora s'impegnò una gran discussione. Don Cono e il cavaliere sostenevano, a vicenda, che se l'antenato non aveva scritto materialmente [...]
[...] stati il forte dell'antica nobiltà. - Il forte? - esclamava la zitellona. - Ma fino ai miei tempi era vergogna imparare a leggere e scrivere [...]
[...] mastro notaio! Ai miei tempi, i giovanotti imparavano la scherma, andavano a cavallo e a caccia, come avevano fatto i loro padri e i loro nonni [...]
[...] !... E mentre don Mariano approvava, con un cenno del capo, la zitellona si mise a tesser l'elogio di suo nonno, il principe Consalvo VI, il più [...]
[...] signori, a quei tempi.... non come ora, che dànno ragione agli scalzacani!... La botta era tirata al duca che rientrava in quel momento nella Sala [...]
[...] vedeva confermata. Poi, lasciata la principessa, prese a parte Matilde, ricominciò a dirle: - La levatrice n'è certa! Tu che cosa provi?... Com'è [...]
[...] coda dell'occhio, e la principessa, Chiara, tutte le altre, giudicavano a una voce elegantissimo. - Manifattura di Firenze, è vero, donn'Isabella [...]
[...] ? - domandò Raimondo. - Si vede che vostro marito se ne intende, contessa! - rispose ella, indirettamente, volgendosi a Matilde. Don Mariano parlava [...]
[...] : - Questa è l'impresa di Crimea! Il regalo dei fratelli piemontesi, capite?... Il duca, quasi non comprendesse che l'allusione era diretta a lui [...]
[...] , ripigliava il discorso della guerra interrotto a tavola, diceva che Cavour l'aveva sbagliata. La 139 via era un'altra: raccogliersi [...]
[...] , restarsene tranquilli, curare le piaghe del '48. Con lo Stato indebitato fin agli occhi, come poteva pensare a fare nuovi debiti? «È un principio [...]
[...] d'economia politica....» e qui, col tono d'autorità, portato da Palermo, un discorsone che faceva inghiottire botti di veleno a don Blasco, lardellato [...]
[...] colera, scrollava il capo: - Se a Napoli hanno ordinato di spargerlo un'altra volta.... Come credeva alla jettatura, era incrollabile [...]
[...] nell'opinione che il colera fosse un malefizio, un espediente di governo inteso a sfollare le popolazioni, a incutere un salutare timore nei superstiti [...]
[...] prudentemente; ma con Fersa si sbottonava, derideva le quarantene e tutti gli altri amminnicoli fatti per darla a bere ai gonzi. - Non date retta a queste [...]
[...] malinconie! - diceva frattanto Raimondo a donn'Isabella, a fianco della quale s'era seduto. - Andrete alla serata di gala? - Sì, conte; abbiamo [...]
[...] dura un altro anno? altri due, altri tre anni? Bisognerà mandar nuove truppe, far nuove spese, accrescere il deficit.... - A Messina aspettano [...]
[...] l'arciduca Massimiliano. - Verrà anche da noi? Raimondo, a quella domanda di Don Mariano, saltò su come morso da una vespa: - E che volete che [...]
[...] venga a fare? Per vedere l'elefante di piazza del Duomo? Voialtri vi siete fitto in capo che questa sia una città, e non volete capire che invece è [...]
[...] !... Ella agitava con moto graziosamente indolente il ventaglio di madreperla e merletti, dando ragione a Raimondo contro il paese nativo; e la [...]
[...] non si moveva più, pareva non volesse più andar fuori, non aspettar più nessuno?... Ingolfato nel suo tema prediletto, egli parlava adesso a vapore [...]
[...] , enumerando tutti i vantaggi della vita nelle grandi città, interrompendosi tratto tratto per domandare a donn'Isabella: «È vero o no?» oppure [...]
[...] : «Parlate voi che ci siete stata!...» ripigliando a descrivere la grande società, gli spettacoli sontuosi, i piaceri ricchi e signorili. E donna [...]
[...] Isabella a chinare il capo, ad aggiungere argomenti: - Quando vedremo, per esempio, lo corse fra noi? 141 Giusto in quel momento, don Giacomo [...]
[...] ? - Che cosa?... Parlate!... - Il colera è scoppiato a Siracusa!... Tutti lo circondarono: - Come? Chi ve l'ha detto? - Adesso adesso, alla farmacia [...]
[...] braccio; don Blasco vociava, in mezzo alla scala, sotto il naso del duca che andava a verificar la cosa: - Il regalo dei fratelli!... Ah [...]
[...] salute pubblica, giacchè della notizia portata da don Giacomo, sulle prime smentita, poi confermata, non fu possibile più dubitare quando, di lì a [...]
[...] qualche giorno, non si parlò più di casi sospetti a Siracusa, ma del divampare del morbo a Noto. Il duca, deliberato di tornarsene a Palermo prima [...]
[...] che le cose incalzassero e la via fosse chiusa, resistè ostinatamente agli inviti del principe, il quale s'apparecchiava a partire pel [...]
[...] poichè il colera non arrivava mai lassù, erano certi di liberarsene. Il principe, smesso a un tratto l'acredine, 142 riparlava d'accordo e [...]
[...] al nipote d'aver preso a cuore i suoi interessi, il duca, prima di partire, riferì a Raimondo il discorso delle cambiali e lo esortò a mettersi [...]
[...] s'era mutato, ma al contrario di Giacomo, in peggio; era diventato nervoso, irascibile, verboso e di buon umore solo quando donna Isabella veniva a [...]
[...] vicini; e a donna Isabella sorrideva quel partito, nonostante che sua suocera preferisse rifugiarsi a Leonforte, come l'altr'anno. - Voi dove [...]
[...] andrete? - domandava a Raimondo; e il giovane che le si trovava sempre a fianco: - Dove andrete voi stessa! Ella chinava gli occhi, con una severa [...]
[...] chiamare gelosia il sentimento che le ispirava: se Raimondo, galante con tutte, stava attorno a costei che tutti gli uomini accerchiavano, non era già [...]
[...] e la baciava, ella doveva farsi forza per non sottrarsi a quelle dimostrazioni d'affetto. Non sapeva bene rendersi conto della repulsione quasi [...]
[...] istintiva che provava ogni giorno più forte; quando tentava di spiegarla a sè stessa, l'attribuiva più che ad altro alla radicale diversità del [...]
[...] lagnarsi, a mezze parole, con allusioni velate, dei parenti del marito e dello stesso marito; mentre ella vedeva bene, quasi invidiandola, la devozione [...]
[...] portatale da Fersa, e udiva ripetere che la suocera la trattava meglio d'una figliuola? Andata a farle visita in compagnia della principessa [...]
[...] ; ma molto accorta, e semplice, alla mano come una buona massaia. Aveva sperato d'ammogliare il figliuolo a modo suo; ma questi, andato una volta a [...]
[...] tutta da ridere; - ma possedevano gran quantità di quattrini. Donna Mara, sulle prime, aveva tentato di opporsi a quel matrimonio; ma poichè suo [...]
[...] nobile, venne a mettere nella sua casa una rivoluzione, che ella sopportò con molta buona grazia, per amore del figlio, comprendendo di non potersi [...]
[...] antipatico alla contessa. Per altro, questa era sicura di non dover sopportare troppo a lungo la compagnia di lei. La necessità di sistemar gl'interessi [...]
[...] Milazzo di raggiungerlo lassù, poichè il colera veniva dal mezzogiorno, e di far presto a lasciar Catania, di non dar tempo alla gente [...]
[...] spaventata di sbarrar tutte le strade. Così, a misura che le notizie incalzavano, che le lettere del padre le facevano maggior premura, che il pericolo di [...]
[...] di perdere per sempre i suoi cari; allora esortava più caldamente Raimondo a prendere una decisione qualunque, ad andar subito via: - Andiamo via [...]
[...] !... Andiamo per adesso a casa mia!... Non voglio lasciar sola Teresina... Saremo anche più lontani dal focolare della peste.... - Ho da chiudermi [...]
[...] in un paesuccio di mare, in tempo di colera? Per crepare come un cane? Bisognerebbe che fossi impazzito! Scrivi piuttosto a tuo padre e a tua [...]
[...] al Belvedere; il duca aveva continuato a rifiutare, adducendo gli affari che lo chiamavano alla capitale, la maggior sicurezza che c'era lì [...]
[...] . - Non pensate a me, - disse ai nipoti; - io non correrò pericolo; mettetevi piuttosto in sicuro voialtri... - Vostra Eccellenza stia tranquillo anche [...]
[...] rispose, seccato: 146 - Non so ancora che cosa farò. A Milazzo non vado di sicuro. - Lasceremo dunque sola quella creatura? Se [...]
[...] impediranno il transito, se non potremo più vederla? - Prima di tutto tua figlia non è abbandonata in mezzo a una via, ma con suo nonno e sua zia. Poi, se [...]
[...] quella testa dura di tuo padre m'avesse ascoltato, a quest'ora l'avrebbe portata qui, e saremmo pronti ad andarcene tutti insieme al Belvedere [...]
[...] , dove non c'è neppur l'ombra del pericolo.... Insomma a Milazzo non vengo; già si parla di casi sospetti a Messina. Vattene sola, se vuoi. E [...]
[...] principe venne a dire che il primo caso s'era manifestato in città, che le strade si chiudevano, che bisognava subito partire pel Belvedere - dove [...]
[...] 147 Priore don Lodovico erano già scappati, con tutti i monaci di San Nicola, a Nicolosi. La villa degli Uzeda era tanto grande da capire un [...]
[...] reggimento di soldati, non che gl'invitati del principe; ma, come il palazzo in città, a furia di modificazioni e di successivi riadattamenti [...]
[...] , pareva composta di parecchie fette di fabbriche accozzate a casaccio: non c'erano due finestre dello stesso disegno nè due facciate dello stesso [...]
[...] delle tante spese folli che erano stato causa della sua rovina: aveva fatto scavare un pozzo, per trovare l'acqua, a traverso le secolari lave [...]
[...] fiori essendo «roba che non si mangia» rose e gelsomini furono divelti, i pilastri ridotti a mattoni, la serra trasformata in istalla pei muli; e [...]
[...] appena quattro palmi di giardino, tra il cancello e la casa, e tanti piedi d'agrumi quanti bastavano a far la limonata in tempo d'estate. Così tutte [...]
[...] ospiti ci stava a suo costo. Ma il più contento di tutti era il principino; mattina e sera nella vigna, nel giardinetto, a zappare, a trasportar terra [...]
[...] , a costrurre case di creta; poi, quand'era stanco di queste occupazioni, su a cavallo d'un asino o d'una mula a scorrazzare di qua e di là, e se [...]
[...] bestia. Solamente la vista del padre l'infrenava, perchè il principe lo aveva educato a tremare a un'occhiata; ma tutti gli altri parenti lo [...]
[...] lasciavano fare. La principessa lo contentava ad un cenno; la zia Ferdinanda contribuiva anche a viziarlo, come erede del principato; 149 ma don [...]
[...] voleva andare nè all'uno nè all'altro posto, e la minaccia era tale che egli si decideva a fare asteggiature e a recitare le declinazioni; in [...]
[...] premio, don Eugenio lo conduceva con sè per le campagne di Mompileri, dove, pochi giorni dopo il suo arrivo al Belvedere, aveva cominciato a fare certe [...]
[...] concepito, pensando sempre a un gran colpo capace d'arricchirlo, il disegno d'iniziare una serie di scavi come quelli visti ad Ercolano e a [...]
[...] , affinchè altri non gli portasse via l'idea; perciò, solo o accompagnato dal ragazzo, che andava per conto suo a caccia di lucertole e di farfalle [...]
[...] di Nicolosi e di Torre del Grifo, studiando la posizione, pigliando misure, a rischio di farsi accoppare come untore dai mulattieri e dai pecorai [...]
[...] qualche pezzo di rame? Bisognerebbe esser pazzi!... Indirettamente, il principe dava del pazzo a lui stesso, con quella risposta che non si [...]
[...] sarebbe mai sognato di rivolgere al duca o a donna Ferdinanda. Ma don Eugenio, in famiglia, godeva poca considerazione per le stramberie commesse a [...]
[...] Governo perchè facesse gli scavi a spese dell'erario e con la speranza che affidassero a lui la direzione. Il principino respirò liberamente, perchè [...]
[...] le lezioni furono interrotte: appena finito di desinare, don Eugenio si chiudeva in camera sua, a lavorare alla memoria, e non si vedeva più per [...]
[...] tutta la sera, mentre gli altri chiacchieravano o giocavano. A poco a poco una società numerosa s'era venuta raccogliendo in casa del principe [...]
[...] che si facevano dare del «cavaliere» e che zitellona chiamava: «cavalieri a piedi», i Mongiolino che, discendendo da fornaciai arricchiti, dovevano [...]
[...] entrambi, ma le sue preferenze erano pel duchino Michele: non contenta dell'istituzione del maiorasco, lavorava a migliorare le proprietà [...]
[...] , faceva una vita d'economie e di sacrifizii per lasciarlo ancora più ricco. Ella non dava ombra a nessuno degli Uzeda; la stessa donna Ferdinanda, che [...]
[...] prepotente, capriccioso, sgraziato, non le faceva nulla: ella non voleva che fesse d'altri! A Firenze, la gelosia di lei non aveva avuto oggetto [...]
[...] determinato, o aveva continuamente mutato d'oggetto, poichè egli faceva la corte a quante donne vedeva; ella stessa poi s'era fino ad un certo [...]
[...] punto assicurata, giacchè, galante a parole con le signore, la mutabilità e l'impazienza dei suoi desiderii gli facevano preferire quell'altre, le [...]
[...] vicino! Poi il il suo cruccio cresceva, misurando la rapidità con la quale egli progrediva nella via del tradimento. A Firenze aveva messo un [...]
[...] certo pudore nelle sue tresche; s'era quasi studiato, a momenti, di farselo perdonare, tornando ad ora ad ora buono con lei; adesso sfrenavasi fino [...]
[...] a costringerla d'essere spettatrice dell'infamia! Questo, sopra tutto, la feriva: che potessero essere così tristi da darsi un simile convegno [...]
[...] arroventate dal sole, in mezzo a nugoli di polvere calda e soffocante! Ella era nella stessa carrozza con Chiara, Lucrezia e il marchese, e la vista delle [...]
[...] nulla sul suo cammino? Ella vedeva, con gli occhi della mente, Raimondo sorridente e felice a fianco di quella donna, come l'aveva visto in [...]
[...] , buttargli in faccia il tradimento, scongiurarlo di non condurla vicino a quella donna, di non farla morire, di salvare la creatura che [...]
[...] ordite da tutti a suo danno. Aveva trovato, sì, la forza incredibile di nascondere i suoi sentimenti per non insospettire il marito, per non dare [...]
[...] buon giuoco ai nemici; ma il silenzio imposto a sè stessa, rendendo più acuto il suo tormento, le aveva tolto il mezzo di 156 saper nulla [...]
[...] . Perchè nessuno nominava quella donna? Perchè non veniva alla villa, con tutti gli altri visitatori del principe? Dov'era andata a star di casa [...]
[...] ?... E intenta a vagliare le mille supposizioni paurose che l'inquieta fantasia le suggeriva, ella dimenticava il colera, quasi non pensava alla [...]
[...] addebitato, da tutti, conio capriccio colpevole? Non era ella una di quelle creature disgraziate che non riuscivano a nulla di bene, destinate [...]
[...] a spiacere ad ognuno? Però non piangeva: non pianse neppure quando, invece del padre, le scrisse la sorella Carlotta, per dirle che Teresina [...]
[...] stava bene e che erano tutti al sicuro. Non pianse, ma si sentì vinta da una cupa tristezza che non riuscì a nascondere. Raimondo stesso se ne accorse [...]
[...] cominciò a venir gente, ella andò a chiudersi nella sua camera. Stava male, non solo di spirito ma anche fisicamente; la lunga agitazione [...]
[...] venuta! In quel momento Raimondo le stava al fianco! La chiamavano per farla assistere a quello spettacolo e per goderne!... Ella guardò [...]
[...] affittata a donna Isabella... - Un guscio di noce! - rispose un altro. - I Mongiolino ci stanno come le acciughe in un barile. Ella non comprendeva [...]
[...] ; donna Mara ha preferito.... Ella comprese a un tratto; la gola le si strinse convulsamente. Andata via senza dir nulla, traversò la casa con [...]
[...] gioia, di gratitudine, di rimorso anche: poichè ella aveva sospettato degli innocenti.... Le parve di tornare da morte a vita; coi sospetti [...]
[...] lasciarvi la borsa; la principessa di Roccasciano, invece, non chiedeva di meglio, molte volte restava sola col conte a far la bazzica 158 [...]
[...] lasciavano sorprendere intenti a una scopa innocente. Raimondo ci si spassava, incitava la principessa al giuoco forte, la tirava in una stanza fuori mano [...]
[...] dove restavano più a lungo a contendersi i quattrini, mettendo poi in mezzo, con l'aiuto di tutta la società, il principe sospettoso. Matilde [...]
[...] , sorridendo anche lei di quelle scene da commedia, giudicava tuttavia che suo marito facesse male a fomentare così il vizio della principessa; ma [...]
[...] domandava dolcemente che avesse: - Ho che mi secco, non lo sai? - egli rispondeva. - Che voi farci!... Quando il colera cesserà, torneremo a Firenze [...]
[...] .... Perchè non vai al casino? 159 Egli non se lo faceva ripetere. A poco a poco, il giuoco diveniva indiavolato; nel giro di poche ore [...]
[...] facevano differenze di centinaia d'onze. Nessuno, in casa, diceva nulla a Raimondo; il principe, già più alla mano con tutti, pareva studiarsi di non [...]
[...] pesare per nulla al fratello. Un giorno questi, poichè da Milazzo, per via del colera, tardavano a mandargli denari, gli chiese, in conto delle [...]
[...] rendite ereditate, qualche centinaio d'onze: il principe mise la propria cassa a sua disposizione; egli tornò ad attingervi a più riprese [...]
[...] fratello, gli comunicava i proprii disegni. «Avevano dato a intendere ai legatarii che erano stati trattati male dalla madre, ma la [...]
[...] convinta del proprio torto. Perciò, per amore della pace, per mettere in chiaro ogni cosa, quantunque avessero ancora tanto tempo a pagar le [...]
[...] occorrenti, giacchè se Lucrezia doveva averne dieci mila, a Chiara ne toccavano soltanto sei, dovendosi sottrarre le quattro da lei «avute» nel [...]
[...] due, per la divisione. E a nessuno di quei ragionamenti del fratello, Raimondo trovava nulla da obbiettare: «Va bene, va bene,» era la sua [...]
[...] risposta. In mezzo a questa pace, piombò un bel giorno don Blasco da Nicolosi, a cavallo a un gigantesco asino della Pantelleria. Scappato con tutto il [...]
[...] dell'abito, lo trasse in disparte e gli domandò a bruciapelo: - È vero che tuo fratello si giuoca la camicia che ha indosso? Com'è che puoi permettere una [...]
[...] Eccellenza a dissuaderlo.... - Io? Ah, io? A me importa un mazzo di cavoli di lui e degli altri! Questo è il frutto dell'educazione che gli hanno [...]
[...] data! E quell'altra buona a nulla di sua moglie? Tutto il giorno a grattarsi la pancia piena? E tua sorella? E quei pazzi? E tuo figlio?... Non [...]
[...] nel pomeriggio, quando cominciarono a venire le prime visite. Subito dopo il bollettino del colera si leggeva in quel foglio: «La generosità dei [...]
[...] a mare, quasi che quella bestia avesse molto da scialare! A furia. di largizioni un bel giorno avrebbe battuto il... capo sul lastrone, come [...]
[...] una goccia d'acqua: egli riferì d'aver disposto un triduo, a Nicolosi, e una processione per impetrare la pioggia; altrettanto consigliò che [...]
[...] facessero al Belvedere. - Non bisogna stancarsi di pregare l'Altissimo. Solo la preghiera e la penitenza potranno indurre la Divina Clemenza a [...]
[...] entrambi i figliuoli. Il principe disse che anch'egli forse avrebbe fatto altrettanto per Consalvo. La principessa chinò gli sguardi a terra, non [...]
[...] osando replicare al marito, ma non potendo soffrire d'esser divisa dal suo bambino. Così zio e nipote tornarono a venire, soli, in giorni [...]
[...] quale venne anch'egli a far visita alla principessa od a portarle le primo nocciuole e le prime castagne. Non voleva parlare della nimistà tra zio [...]
[...] e nipote per amore della buona fama del convento, per rispetto ai Padri che, a suo giudizio, erano tutti buoni e bravi egualmente; ma in modo [...]
[...] tanti degli Uzeda, a San Nicola! Ma Vostra Eccellenza non l'avremo! Vostra Eccellenza è figliuolo unico, e non lo metteranno certamente al [...]
[...] ne faceva ogni volta la descrizione, perciò la mandasse a memoria : - Inquartato, al primo e al quarto partito, d'oro all'aquila nera, linguata e [...]
[...] quello dei re aragonesi; gli Uzeda lo avevano ottenuto a poco a poco, non tutto in una volta: il primo palo al tempo di don Blasco II. - «Sentendo [...]
[...] carriaggi gli tolse i denari e qvanto di sopra portauano, mandando a dire al Re ch'era lvi obbligato di pagar prima i seruiggi personali, e doppo [...]
[...] più bella? «Ah, non date niente. a me che ho combattuto per voi, e pensate invece a mandar regali alla regina? Aspettate che v'accomodo io [...]
[...] dal Re Carlo di andare a caccia nei boschi svoi il qvale inuito, fv dal Gonzalo accettato, e mentre ognvno si procacciava e'l Re medesmo di [...]
[...] soccorrerlo, et al primo incontro vccise il Cignale, e scendendo poi da cauallo, l'aivtò poi a sorgere e'l fè montar sopra il svo cauallo, e tvtta uia il [...]
[...] , assisteva alla lettura del Mugnòs, citava altri storici della famiglia. Allora fratello e sorella passavano a rassegna il lungo ordine di avi [...]
[...] si discostò di bel nuovo della Regia obbedienza, e preso e condennato a morte ebbe per Grazia sovrana salva la testa;» don Filippo fu celebrato [...]
[...] d'omicidio, fu liberato e venne in Grazia del suo Re;» Giacomo V, «perchè aveva venduto suoi feudi a Errico di Chiaramonte, pretese poi ricuperargli da [...]
[...] stessi: don Giuseppe, nel 1684, «si casò con donna Aldonza Alcarosso, colla quale procreò a don Giovanni e a don Errico, che per la morte dei [...]
[...] severità lo condennò a morte, sentenzia che 167 si sarebbe eseguita, se il Re don Ferdinando, che ritrovavasi in Sicilia, non avesse ordinato che [...]
[...] vicerè, sfidato a duello da un barone ribelle, «non puose prudentemente orecchio all'invito che questo sconsigliato giovane avevagli fatto;» la [...]
[...] . Ed a proposito di duelli, dove lasciare il famoso decreto di Lopez Ximenes? - Aveva mandato bandi sopra bandi - narrava la zitellona al [...]
[...] nipotino, - per proibire le sfide; ma a chi diceva, al muro? Non gli davano retta! Ah, no? Allora fece un pensata; aspettò il primo duello, che fu tra [...]
[...] castello della Roccella, per ottener perdono.... A furia di simili pensate, il Vicerè venne però in uggia a tutto il mondo, tanto che il [...]
[...] Parlamento mandò deputazioni in Ispagna perchè il sovrano lo rimovesse dal posto: opera dei baroni invidiosi e birbanti - a giudizio della zitellona [...]
[...] oltrepassassero la rendita di onze 200 castigliane, nè somme di denaro superiori a 2 mila fiorini di Firenze; era loro egualmente proibito di [...]
[...] diceva il rescritto: «emanar leggi durature a suo piacere, condonare la pena di morte, conferire dignità, far tutto ciò che avrebbe fatto lo stesso [...]
[...] SPECIALISSIMO....» Chi poteva dunque star loro a fronte? Che avevano da invidiare alle famiglie più nobili di Napoli e di Spagna? Si gloriavano perfino d'una [...]
[...] posti di guardia. Un giorno, saputosi che a Màscali c'era gente ammalata di colera, i carri e le carrozze provenienti di lì non furon lasciati [...]
[...] , mostrando certificati, pregando, minacciando, gridando, Raimondo che se la godeva s'udì a un tratto chiamare: «Don Raimondo!... Contino! Contino!...» e [...]
[...] ottenere un rifugio al Belvedere. Grazie a lui le lasciarono entrare; ma le difficoltà ricominciarono subito dopo, giacchè, avendo i fuggiaschi [...]
[...] mano, ma con un piccolo giardinetto. Appena stabilite, ridussero una di quelle scatole a salottino da ricevere, e cominciò subito l'andirivieni di [...]
[...] tutta la colonia cittadina messa in rivoluzione da quell'arrivo. Donna Clorinda che non s'arrendeva ancora, dava udienza a tutti; ma il posto [...]
[...] accanto alla figliuola fu serbato a Raimondo. Per la libertà che regnava in quella casa, pel buon umore delle due donne, anche i rimasti a bocca [...]
[...] asciutta ci venivano a passare la sera meglio che al casino, giocando, ciarlando, cantando. E Raimondo, smessa la noia, smessa la mutria, non [...]
[...] contro Raimondo e lei stessa ordisse l'accusa maligna?... Bruscamente ritolta alla pace, ella tornava a struggersi, a lottare contro sè stessa [...]
[...] , contro i sospetti che la riassalivano non appena scacciati, a passar le lunghe notti autunnali tremando nell'attesa del ritorno di lui, a piangere [...]
[...] ?...» Ed era vero: la sua gelosia era tanto più umiliata, quanto più ella riconosceva di non piacere a suo marito, ora specialmente che la [...]
[...] piena di dolore e di vergogna e di spavento?... Egli rincasò a mezzanotte, fracido intinto, con gli abiti talmente fangosi come se si fosse [...]
[...] discussione coi gridi.... Appoggiata la fronte a un vetro sul quale la nuova pioggia fine fine tirava umide righe, ella si mise a piangere [...]
[...] strappò all'alba di lì. S'era messo a letto, il ribrezzo della febbre gli faceva battere i denti. Allora ella asciugò le lacrime, corse ad [...]
[...] . - Fallo per noi! - scongiurò Matilde, a mani giunte; - per nostra figlia! Non t'esporre a un altro malanno!... Non gli aveva detto nulla dei [...]
[...] vuoi bene.... me sola!... e che non pensi ad altri.... - A chi dovrei pensare?... - esclamò Raimondo, con un sorriso fatuo di compiacenza. - A [...]
[...] nessuna?... A nessuna?... A colei? - Ma a chi? - Alla Galano?... - quel nome le bruciava le labbra. - Io? - rispose, con tono di protesta. - Ma neanche [...]
[...] affari della divisione con Giacomo, ce ne torneremo a Firenze. Ma per ora, se vuoi, faremo una corsa a Milazzo. Partorirai a casa tua; ti piace [...]
[...] pareti decorate di grandi quadri a mezzo rilievo di stucco bianco sopra fondo azzurrognolo: San Nicola da Bari, il martirio di San Placido, il [...]
[...] principe; poi, al ragazzo: - Consalvo, tu sei contento di stare con noi, che?... - Rispondi!... Rispondi a Sua Paternità... Il ragazzo disse [...]
[...] simmetriche, con un padiglione in centro, di stile gotico, a quattro archi, la cui volta di lastre lucide faceva specchietto al sole. Il ragazzo [...]
[...] curiosava ancora quando suo padre lo chiamò: la comitiva dirigevasi al quartiere dell'Abate, posto accanto a quello del re, nel corridoio di [...]
[...] delle lezioni dov'erano riuniti tutti i novizii, Giovannino Radalì fra gli altri, da sei mesi a San Nicola. 176 - Questo è il nostro nuovo [...]
[...] una gran voglia di piangere; nondimeno guardava tutti in viso, quasi in atto di sfida, per non darla vinta a suo padre che aveva per forza voluto [...]
[...] viene a baciar la mano alla Paternità Vostra. - Ah, sei qui? - esclamò il monaco, nettandosi le labbra col rovescio d'una mano. - Va bene, tanto [...]
[...] piacere! - aggiunse, senza fargli neppure una carezza; poi, rivolgendosi al Fratello: - Conducetelo a spasso nella Flora. Dopo tante grida [...]
[...] contro l'ignoranza e la mala educazione del pronipote, il monaco era montato in bestia quando il principe aveva deciso di metterlo a San Nicola. Ce lo [...]
[...] begli esempii? Ma Giacomo voleva mettere il figlio a San Nicola anche per gli studii: come se gli Uzeda avessero mai saputo fare più della loro [...]
[...] firma! E poi ci voleva molto a dargli qualche maestro, se avevano la fregola di farne un letterato? I maestri, però, poco o molto, bisognava [...]
[...] pigolìo assordante di passeri svegliava i novizii prima ancora che Frà Carmelo venisse a chiamarli per le divozioni che andavano a dire nella [...]
[...] cappella. Finito di pregare tornavano tutti nelle loro camere, facevano una colazione frugale perchè il pranzo era a mezzogiorno, e ripassavano le [...]
[...] corale, le domeniche. A terza, dopo le lezioni, c'era la messa, che scendevano ad ascoltare in chiesa: la più grande di Sicilia, tutta marmo e [...]
[...] mettevano a giocare a rimpiattino, alle bocce, ai castelletti, oppure zappavano o coltivavano ciascuno i proprii alberi, oppure mandavano per aria [...]
[...] diporto dei monaci, dove i ragazzi andavano di tanto in tanto, a rincorrersi pei grandi viali - e il principino, che aveva subito preso le [...]
[...] portano via con loro.... - Li hai visti tu, questi Spiriti? - domandò una volta Consalvo a Giovannino Radalì. - Io, no; ci vanno la notte, dicono [...]
[...] Santo 179 Chiodo; la rivoluzione del Quarantotto, quando San Nicola era servito di quartier generale a Mieroslawski; la venuta del re Ferdinando [...]
[...] meno a disagio, cominciarono ad andare anche parte dei monaci sani. A San Leo, intanto, oltre il freddo c'era un altro spavento, quando la [...]
[...] a ballar la tarantella, chi poteva più riconcentrarsi e pregare? La penitenza stava ancora meglio; ma bisognava pure evitare che, a furia di [...]
[...] di stabilirsi definitivamente a San Nicola, intorno al quale venne crescendo un paesetto che, dal Santo, si chiamò Nicolosi per l'appunto. Lì [...]
[...] ,» ma re, regine, vicerè e baroni avevano cominciato a donar roba al convento; e a furia di raccoglier legati i Padri si trovavano possessori di [...]
[...] glorioso fondatore dell'Ordine lo preservò dal fuoco del vulcano: la lava dei Monti Rossi, discesa fino a Catania, preciso in direzione del convento [...]
[...] , giunta dinanzi ad esso girò dalla parte di ponente e andò a gettarsi in mare senza fargli alcun danno. È vero che nel 1693 il terremoto rovinò [...]
[...] l'edificio dalle fondamenta; però il castigo, se mai, non fu inflitto ai soli Padri, ma a mezza Sicilia che se ne cascò come un castello di [...]
[...] portarne a compimento una metà, i lavori durarono fino al 1735. La ricchezza dei Padri era pervenuta al sommo: settantamila onze l'anno, e certi [...]
[...] raccolto, tutti ricorrevano a lui. Il principino era adesso la sua più grande affezione: egli se lo teneva vicino più che poteva, gli regalava [...]
[...] dolci e balocchi, lo vantava all'Abate, al Maestro dei novizii, agli zii ed a tutti. Il ragazzo, veramente, era troppo vivace, faceva il prepotente [...]
[...] raccomandava prudenza agli altri Fratelli se di queste monellate essi scontavan la pena. — Bisogna lasciarli fare, i ragazzi; e poi sono signori, e a noi [...]
[...] , e Frà Carmelo, fanatico di quelle cose quanto donna Ferdinanda, celebrava la nobiltà riunita a San Nicola. Vi si trovavano infatti i [...]
[...] , a Palermo, e così inferiore in grandezza, ricchezza ed importanza, che mandavano li da Catania i monaci stravaganti, per punizione. L'Abate era [...]
[...] seduti, alzarsi in piedi per salutare. V'era uno di questi Fratelli, Frà Liberato, vecchissimo, quasi centenario, non più buono a nulla, il quale [...]
[...] usciva dalla sua camera per tremare al sole sopra una sedia a bracciuoli: un giorno il principino gli passò dinanzi e il vecchio non s'alzò. Allora [...]
[...] soccorso e a Frà Carmelo toccava comporre la lite. Ma ricominciava con gli altri, attaccava brighe sopra brighe. Quasi tutte quelle famiglie baronali [...]
[...] perchè tutti con le teste calve come palle di bigliardo; i Salvo Mangia saliva, altri peggio ancora. Il principino, a corto di argomenti, gridava ai [...]
[...] , veniva a trovare qualche volta il nipote al Noviziato, portandogli regali di dolci e di libri sacri; don Blasco, al refettorio, gli dava qualche [...]
[...] scappellotto, a modo di carezza; ma la prima volta che Frà Carmelo lo condusse a palazzo, in permesso, per mezza giornata, tutta la famiglia, riunita [...]
[...] . Don Eugenio fece una predica intorno ai benefizii dell'istruzione; perfino lo zio Ferdinando scese dalle 184 Ghiande per assistere a [...]
[...] . — E la zia Matilde? — Sta poco bene.... Ma donna Ferdinanda troncò quegli stupidi discorsi, e prese a interrogare il nipotino intorno ai compagni [...]
[...] ? — gli domandò il principe, per chiasso. — Ci staresti sempre, al convento? — Sì, — risposo egli, per non dargliela vinta. — È bello stare a San [...]
[...] Nicola!... I monaci infatti facevano l'arte di Michelasso: mangiare, bere e andare a spasso. Levatisi, la mattina, scendevano a dire ciascuno la sua [...]
[...] messa, giù nella chiesa, spesso a porte chiuse, per non esser disturbati dai fedeli; poi se ne andavano in camera, a prendere qualcosa, in [...]
[...] attesa del pranzo, a cui lavoravano, nelle cucine spaziose come una caserma, non meno di otto cuochi, oltre gli sguatteri. Ogni giorno i cuochi [...]
[...] ; sulla grattugia, due sguatteri, agguantata ciascuno mezza ruota di formaggio, stavano un'ora a spiallarvela; il ceppo era un tronco di quercia [...]
[...] . PP. si sentivano male o si seccavano di scendere al refettorio. Lì il servizio toccava ai Fratelli: a mezzogiorno, quando tutti erano raccolti [...]
[...] nell'immenso salone dalla volta dipinta a fresco, rischiarato da ventiquattro finestre grandi come portoni, il Lettore settimanario saliva sul [...]
[...] pulpito e alla prima forchettata di maccheroni, dopo il Benedicite, si metteva a biascicare. Il giro della lettura cominciava dai più piccoli [...]
[...] del gran ferro di cavallo, aveva una tavola per sè. I Fratelli portavano intanto attorno i piatti, a otto per volta, sopra un'asse chiamata [...]
[...] portiera che reggevano 186 a spalla. Distinguevansi i pranzi e i pranzetti, questi composti di cinque portate, quelli di sette, nelle [...]
[...] di pane; «se hanno poi da cenare, il Cellerario serbi la terza parte di detta libbra per darla loro a cena;» ma questa era una dello tante [...]
[...] Iddio dà la grazia di astenersene, sappiano d'averne a ricevere 187 propria e particolare mercede.» Le cantine di San Nicola erano però ben [...]
[...] che venivano un poco più tardi, o a cui doleva il capo, se ne salivano direttamente in camera; e non già per dormire, chè la sera, fino a tre ore di [...]
[...] a infrenare i peggiori; ma poi, coll'andar del tempo, zitti zitti, a poco a poco, questi erano tornati alle abitudini di prima; 188 gioco [...]
[...] correre, sebbene fosse uno scandalo che tutte quelle mogli e quei figliuoli della mano manca, anzi di nessuna mano, venissero a udir la santa messa [...]
[...] rotolo di questa cernia e portalo a donna Lucia!» E l'Abate lasciava correre. Ma un giorno finalmente i nodi vennero al pettine, per causa di [...]
[...] e una quantità di case terrene tutt'intorno alle mura. Da queste fabbriche ricavava una magra rendita, perchè parte erano affittate a prezzi di [...]
[...] favore a vecchi fornitori o sagrestani ritirati, parte erano addirittura concesse come elemosina a povera gente, a famiglie nobili cadute in bassa [...]
[...] fortuna. Ora don Blasco, messa una particolare affezione a donna Lucia Garino, la Sigaraia, le aveva fatto concedere un bel quartierino di [...]
[...] bottega, oppure che sgomberasse. Don Blasco, 189 a cui già il fare da moralista del nuovo Abate aveva dato ai nervi, tanto che non aspettava [...]
[...] se non l'occasione per aprire il fuoco, a questa intimazione riferitagli dall'amica piangente, diventò una bestia, salvo il santo battesimo, e [...]
[...] dar lo sfratto o pretendere un baiocco dalla Sigaraia, l'avrebbe avuto a far con lui. E disciplinata l'opposizione ancora incerta e tentennante [...]
[...] , raccolto intorno a sè la schiuma del convento, i monaci che non potevano digerire le austere ammonizioni del superiore e la fine del giuoco e di [...]
[...] liti, non diede tregua al suo «nemico.» Giusto, l'Abate, ammirato dei severi costumi e della scienza di don Lodovico, s'era messo a proteggerlo [...]
[...] , fino a sostenerne poi l'elezione al Priorato; perciò don Blasco, il quale voleva aver egli quel posto, accomunò il nipote e il superiore nell'odio [...]
[...] feroce e inestinguibile. C'erano stati sempre numerosi partiti, a San Nicola; perchè, trattandosi d'amministrare un patrimonio grandissimo, e di [...]
[...] maneggiare grossi sacchi di denaro, e di distribuire larghe elemosine, e di dar lavoro a tanta gente, e d'accordar case gratuite e posti non meno [...]
[...] tutti i buoni monaci erano per lui, non garbando a qualcuno che il supremo potere fosse in mano d'un forestiere. Don Blasco col suo codazzo cercava [...]
[...] d'attirar costoro, gridando che bisognava mandare a casa sua quel «mangiamaccheroni napoletano» ma, benchè d'accordo in 190 questo [...]
[...] prediceva, protestava: — L'Abate per ora è Sua Paternità ed a me tocca obbedirlo prima d'ogni altro. L'Abate in persona, stanco di quella [...]
[...] galera, gli confidava di volersi ritirare per cedergli il posto: quando pure non avesse pensato a mettersi da canto, presto o tardi la morte non ci [...]
[...] Reverendissimo. Il vecchio lo prendeva allora a suo confidente, si lagnava del poco rispetto dei monaci, dello scandalo che molti continuavano [...]
[...] a dare con la loro vita libertina. Il Priore scrollava il capo, in atto dolente: — Il glorioso nostro fondatore, Padre dei monaci, c'insegna [...]
[...] .... Per questo egli non riprendeva nessuno, non dava corso ai richiami che spesso venivano a fargli, lasciava che ognuno cocesse nel proprio brodo. Fra [...]
[...] . Quindi, se spesso s'udivano le voci dei Padri che dicevano male parole ai Fratelli e mandavano a quel paese i camerieri, gli strepiti salivano al [...]
[...] alle mani, a proposito della fine della guerra di Crimea, del Congresso di Parigi, della parte che vi sosteneva il Piemonte. Don Blasco era [...]
[...] sarebbe scoppiato a furia di gonfiarsi come una vescica. Era più terribile ancora contro il sistema costituzionale di cui i liberali avevano l'uzzolo [...]
[...] : esclamava che il miglior atto compiuto da Ferdinando II era stato il 15 maggio, quando aveva fatto prendere a baionettate «i buffoni e i ruffiani [...]
[...] forze quasi eguali, qui i liberali erano in maggioranza. — Sono tutti i morti di fame, — spiegava don Blasco al principino; — quelli che a casa [...]
[...] carta tricolore, egli stava alle vedette e interrogava i più ingenui, e poi andava a ripetere le notizie allo zio, perchè li denunziasse all'Abate [...]
[...] , — approvava, lodando lo spionaggio di Consalvo; — ascolta quel che dicono e poi vieni a riferirmelo. Anche tra i Fratelli la politica metteva [...]
[...] dissidii e nimistà; i più furbi, veramente, non s'impacciavano nè di Cavour nè di Del Carretto, e badavano a ingrassare le loro famiglie con le [...]
[...] serviva, a tavola, quando versava in giro l'acqua ghiacciata dal gran boccale di cristallo che reggeva con la destra, faceva di nascosto, con [...]
[...] l'indice e il medio della sinistra, il segno d'una forbice che taglia. Il principino domandò un giorno a Giovannino Radalì che volesse dire; il cugino [...]
[...] quotidiane; ma spesso ne recitavano una sola all'intenzione di tutti quanti: il ristoro dei morti era lo stesso, e i vivi non stavano a perder tempo [...]
[...] . In generale, i Padri avevano fretta di sbrigarsi, e intendevano fare il comodo loro. Per non scendere giù in chiesa, a mattutino, quando faceva [...]
[...] costato parecchie migliaia d'onze, tutto di noce scolpito; ma adesso i Padri non si levavano neppure per andar lì, a due passi; restavano a covar [...]
[...] le lenzuola fin a giorno chiaro, e il mattutino lo 194 facevano recitare per loro conto ai Cappuccini, dietro pagamento. Viceversa poi, nelle [...]
[...] grandi solennità religiose, a Natale, a Pasqua, per la festa del Santo Chiodo, tutti prendevano parte alle cerimonie la cui magnificenza [...]
[...] sbalordiva la città. Le prime a cui assistette il principino furono quelle della Settimana Santa. Durante un mese la chiesa fu sossopra, per la [...]
[...] rappresentanti la Sacra Famiglia e gli Apostoli, era veramente irriconoscibile. Il giovedì, a terza, tutto il monastero scese in chiesa, pel Pontificale [...]
[...] , con l'Abate alla testa, a cui i novizii portavano il bacolo, la mitra e l'anello e i caudatarii reggevano lo strascico. L'apparato era quello [...]
[...] della Regina Bianca, tutto di drappo rosso ricamato d'oro, e sull'organo maestoso di Donato del Piano, tenori, bassi e baritoni scritturati a posta [...]
[...] , cantavano il Passio che la folla pigiata stava a sentire come al teatro. Dirimpetto al soglio dell'Abate, nei posti migliori, c'erano tutti gli [...]
[...] , sua madre e la zitellona specialmente, ammirando la sua cotta candida e insaldata a mille piegoline, lavoro speciale delle Suore di San [...]
[...] ; Raimondo, raggiuntala, le diede il braccio e la condusse, in mezzo a una doppia ala di curiosi, alla propria seggiola, accanto a quella di sua [...]
[...] a farla parere ancora più pallida. Poi, giusto in quel punto Gesù moriva: la chiesa oscuravasi repentinamente, i Fratelli rovesciavano i [...]
[...] Salvatore del mondo; e i monaci, a due a due, con l'Abate a capo, scendevano dall'abside, giravano per l'immensa chiesa tra due file di soldati che [...]
[...] contenevano la folla e presentavano le armi capovolte; andavano a deporre l'Ostia al sepolcro. Inginocchiata, col capo sulla seggiola e il viso [...]
[...] occhi un po' arrossati, ma quando il conte le ridiede il braccio per condurla in sagrestia, s'appoggiò a lui languidamente. — Per legge, non [...]
[...] il pan di Spagna. Consalvo, in mezzo alla mamma e a donna Isabella, riceveva carezze e complimenti pel modo esemplare col quale aveva preso parte [...]
[...] il venerdì gli Uzeda arrivarono coi Fersa; il conte dava il braccio a donna Isabella, che portava un altro abito nero, più galante del primo. I [...]
[...] l'organo accompagnava il canto lugubre delle Tre Ore d'agonia, il silenzio era profondo; solo Raimondo, seduto accanto a donna Isabella, le diceva [...]
[...] ne andavano via, il Sepolcro restava un momento vuoto; a un tratto, mentre l'organo riprendeva più triste le sue lamentazioni, tutti riuscirono [...]
[...] dalla sacrestia, in processione, a due a due, col Superiore alla testa; erano senza scarpe, coi piedi nelle calze di seta nera, per l'Adorazione [...]
[...] della Croce. Inginocchiandosi a ogni passo, in mezzo alla siepe dei soldati, scendevano fino alla porta maggiore, risalivano fino all'altare, lì ad [...]
[...] vegliava fino a tardi. A notte alta serravano i portoni e nella casa addormentata non s'udiva più alcun rumore; solo dallo stanzino attiguo veniva [...]
[...] quando erano andati a Milazzo, secondo la promessa fattale al Belvedere dopo il colera, egli aveva ricominciato a smaniare, a mostrarsi infastidito e [...]
[...] crucciato, a dichiarare che non poteva restare a lungo lontano da casa sua per gli affari della divisione. Ed ella s'era appena sgravata, stava [...]
[...] giovò certamente a darle forza per vincer presto il male; ma un dolore più grande l'aspettava e i suoi presagi dovevano tutti avverarsi, poichè [...]
[...] paterna e il capezzale della bambina: durante quell'anno Raimondo era andato e venuto, partito e ritornato parecchie volte, ed ella aveva a poco [...]
[...] a poco fatta l'abitudine a quelle assenze, non potendo seguirlo nè opporsi alle ragioni d'affari che egli adduceva. Quando i medici ordinarono [...]
[...] il mutamento d'aria alla creaturina convalescente, egli volle condurre tutti a Catania. Anche il barone lasciava Milazzo, andava a Palermo con [...]
[...] l'altra figlia Carlotta; perciò Teresina, non potendo restar sola, venne col babbo. Non era parso vero a Matilde di vedere Raimondo premuroso [...]
[...] , ella aveva visto ricadere la figliuolina e Raimondo trascurarla, lasciarla sola in mezzo a quei «parenti» che la guardavano come prima di [...]
[...] , benchè riconoscesse che avevano ragione, soffriva di questa disparità di trattamento. Teresina sua, a sei anni, era vana come una donnina: si [...]
[...] guardava a lungo allo specchio, assisteva all'acconciarsi della mamma sgranando tanto d'occhi, andava matta pei nastri, per gli spilloni, per le [...]
[...] contessa a quella specie di malìa operata contro l'innocente. Incrudelivano su lei per un'altra ragione, adesso; perchè il viaggio del barone a [...]
[...] disegni del padre, alla felicità della sorella, affinchè tutta la sostanza paterna restasse un giorno a lei! E poichè simili calcoli non capivano [...]
[...] verità, non mostravasi per nulla crucciato dei disegni di matrimonio; ma ricominciava a trascurarla, scappava via subito dopo colazione, tornava al [...]
[...] finire del desinare per andar fuori un'altra volta fino a notte tarda. A veder maltrattate le sue figlie, Matilde sentiva le lacrime salirle agli [...]
[...] occhi; si chiudeva in camera con Teresina, la scongiurava di star buona, si studiava di trattenerla quanto più a lungo era possibile perchè non [...]
[...] tornasse di là; nè quando Raimondo rincasava ella accusava i parenti di lui, per evitarli un dispiacere, perchè non dicessero che veniva a seminar [...]
[...] rivolti alle sue bambine, tutto le sarebbe parso nulla, se la gelosia non fosse tornata a roderla. Egli aveva ripreso a corteggiare la Fersa, andava a [...]
[...] pareva un continuo, enorme sacrilegio. E a San Nicola, per le cerimonie della Passione, era venuta con abiti di gala, come ad un allegro spettacolo [...]
[...] gente un'assiduità che già dava argomento a mormorazioni?... Il giorno di Pasqua, piangendo di dolore e di tenerezza, ella s'era confessata con [...]
[...] soffrire....» Ed egli le aveva domandato: «Che ti faccio? Di che m'accusi?...» — «Mi lasci, trascuri le tue figlie, non pensi a noi, non ci vuoi più [...]
[...] coincidenza tutta fortuita, quando essi venivano a far visita alla principessa. Il tema del suo discorso era continuamente Firenze, la vita delle [...]
[...] grandi città, l'eleganza e la ricchezza degli altri paesi; egli si metteva vicino a donna Isabella, esclamando: «Voi sola mi capite!» quando se [...]
[...] piedi. «Ma che proprio ho da lasciar qui l'ossa? Non credo! Non è possibile!...» E udendolo parlare a quel modo, Matilde chiedeva a se stessa perchè [...]
[...] fratello, erano state ragioni per le quali il principe non aveva parlato della divisione. Adesso quel nuovo lusso costava a Raimondo; egli [...]
[...] chiedeva continuamente a Giacomo somministrazioni in denaro, e questi non gli faceva ripetere le richieste, dimostrando tuttavia che era ormai tempo [...]
[...] di procedere alla sistemazione definitiva dell'eredità; ma a Raimondo tornava comodo prendere i quattrini senza stare a far conti, a citare i [...]
[...] avuto molte spese però, se vuoi, posso anticiparti quel che ti bisogna...» ed egli prendeva i quattrini a titolo d'anticipo o di prestito. Non [...]
[...] tra le carte e rimesse a nuovo per la circostanza! Ma poichè quell'altre bestie di Chiara, del marchese, di Ferdinando, di Lucrezia facevano [...]
[...] per Raimondo e di andare a svelargli le magagne del coerede e fratello, a gridargli: «Apri gli occhi, se no ti metterà nel sacco e ti mangerà [...]
[...] !...» Vedendo ora che erano tutt'una cosa, si rodeva il fegato notte e giorno, e un ultimo fatto l'aveva inviperito e indotto a strepitare contro [...]
[...] lite. Raimondo, a cui l'apposizione d'una semplice firma in coda alle ricevute ed ai contratti già pesava, mostrò in quell'occasione al signor [...]
[...] propose: «Vostra Eccellenza perchè non fa una procura al signor principe? Così risparmierà tante noie e le cose anderanno anche più spedite, fin a [...]
[...] quale il principe ebbe mandato d'amministrare l'eredità in nome anche del coerede. Ora Matilde, sapendo questo, aveva dovuto chiedere a sè stessa [...]
[...] perchè mai Raimondo restava ancora in Sicilia? Se non s'occupava più degli affari, qual altro interesse ve lo tratteneva? Ed ella ricominciava a [...]
[...] struggersi 204 di gelosia, vedendolo ancora una volta accanto a quella donna, non potendo soffrire di doverla trattare da amica mentre una [...]
[...] principe lasciasse libero Raimondo di fare quel che più gli piaceva e quasi secondasse i suoi vizii, e lo incitasse a giocare e gli procurasse le [...]
[...] pel capo quando ella credeva tutti buoni e sinceri; adesso, spaventata degli altri e di sè stessa, non riusciva a combatterlo.... Come respingerlo [...]
[...] , cominciava a mostrare una specie di diffidenza per quelle relazioni divenute troppo intime?... Donna Mara Fersa aveva tollerato molte cose alla [...]
[...] quella di lei, in chiesa, al teatro ed al passeggio, forse usava a Firenze ed era una cosa elegante, di quelle che ella, educata al vecchio modo [...]
[...] provincia, ella scrollava il capo, approvava, ma soggiungendo che si poteva star bene anche in una campagna o in un deserto, a patto di sentirsi [...]
[...] , vedendo che niente riusciva, cercando un mezzo più energico per metter fine a quella «commedia.» Fersa, per conto suo, continuava a non [...]
[...] accorgersi di nulla, perchè avrebbe negato la luce del giorno prima di sospettar della moglie e di Raimondo col quale faceva vita insieme a stava tutto [...]
[...] il giorno e 206 tutte le sere a chiacchierare o a giocare al Casino o nella barcaccia del Comunale. Egli era più che mai orgoglioso [...]
[...] cascava poi dalle nuvole quando la madre gli veniva a dire, bruscamente: «Andiamo via, che è tardi!...» Ora un bel giorno, Raimondo, andato a far [...]
[...] rimase; a un tratto fu per dare uno spintone alla porta ed entrare a viva forza; ma riuscito a stento a contenersi, scese le scale ed uscì nella [...]
[...] all'idea della contrarietà e dell'ostacolo, il sangue gli ribolliva nelle vene, gli saliva alla testa, gli faceva veder fosco.... Fin a quel [...]
[...] cagionare la rovina di lei, non l'amicizia del marito gli avevano impedito di pensare a questo; Fersa anzi, con la sua adorazione per la moglie e la [...]
[...] cieca fiducia che dimostrava a lei ed a lui, gli pareva destinato alla solita disgrazia; e donna Isabella, con quel suo contegno da vittima [...]
[...] indotto a non spingere troppo avanti le cose. Al Belvedere, pel colera, dove donna Isabella 207 doveva venire e non era poi venuta, egli s'era quasi [...]
[...] .... Appena arrivato a casa, scrisse all'amica per dirle che aveva compreso «gl'ingiusti sospetti» dei suoi parenti, per lagnarsi che «in quell'odioso [...]
[...] » sentimenti, «dell'amicizia» di cui le dava prova e che ella ricambiava «di tutto cuore;» scongiurandolo però di «rinunziare a rivederla» per non urtare [...]
[...] tornarono a vedersi tutti i giorni, a riferire ambasciate verbali: Pasqualino, di piantone all'angolo di casa Fersa, correva 208 al Casino dei [...]
[...] a scusarsi della condotta della madre, e veniva assiduamente a palazzo. Tutti gli Uzeda pareva si fossero data la voce per proteggere e [...]
[...] secondare quei due. Mentre essi parlavano fra loro, in un angolo, il principe o donna Ferdinanda stavano a chiacchiera con Fersa; lo conducevano in [...]
[...] l'amica; meglio, la invitava più spesso a casa e Raimondo non tardava a sopravvenire. Si vedevano anche dagli altri parenti dei Francalanza, dalla [...]
[...] pace. Ella sapeva che, a contrariarlo, Raimondo s'incaponiva peggio nei suoi capricci; che, se v'era un mezzo di ridurlo, questo consisteva nel [...]
[...] lasciarlo fare di suo capo; ma come rassegnarsi a saperlo pieno di un'altra, a sentirsi un'altra volta guardata con occhio tra curioso e [...]
[...] scongiurava di non farla soffrire se era vero che egli non pensava a quella donna.... — Maledetto paese! — esclamava con voce concitata suo marito. — Chi [...]
[...] avesse voluto vendicarsi?... A un tratto, ella vedeva suo marito freddato, in mezzo a una strada, con una palla in fronte, con un colpo di pugnale [...]
[...] al fianco: tutte le volte che egli tardava a rincasare, giungeva le mani, si premeva il cuore, quasi udendo le grida delle persone di servizio [...]
[...] Uzeda tenevano il sacco a quell'altra; chi non spingeva fino a tanto il rancore contro l'intrusa, restava neutrale, non s'accorgeva neppure di lei [...]
[...] . Don Eugenio aveva già finito e spedito a Napoli la memoria su Massa Annunziata. Portava per titolo: «Intorno la convenienza — di essere [...]
[...] appiacevolirono alquanto i tremuoti.... A quale opera tuttosì in Pompei intentando si viene.... Non mi s'impunti in superbia alle conghietture [...]
[...] dovesse scriversi con una o con due elle; tutti gli altri voltavano le spalle a quella bestia che dopo aver perduto per la sua bestialità due [...]
[...] marchese e Chiara, venendo tutti i giorni a palazzo, era preciso come se non ci fossero; perchè, mentre la gente parlava d'una cosa e d'un'altra [...]
[...] facevano, o rispondeva a vanvera; poi traeva in disparte tutte le signore, una dopo l'altra, e sottoponeva loro all'orecchio certi suoi quesiti [...]
[...] . Per questo, quando don Blasco andava a casa di lei, incitandola nuovamente contro il principe e Raimondo, non gli dava retta, con la testa [...]
[...] padrone delle Ghiande, vi s'era sbizzarrito a modo suo; a poco a poco però il podere era caduto in rovina, ed egli se n'era accorto. Tutte le [...]
[...] , s'era messo a sperimentar la verità, schiantando gli aranci alti e rigogliosi per ripiantarli capovolti: ad uno ad uno tutti gli alberi erano [...]
[...] morti. Nondimeno egli non si sarebbe deciso a smettere quelle sue speculazioni, se non ne avesse pensato altre di diverso genere. Fra i molti [...]
[...] un fattore per lasciargli in balìa il podere, e s'era messo a fabbricare ruote ed ingranaggi. Perchè mai l'acqua nelle pompe aspiranti non andava [...]
[...] lavorar di manubrio, l'acqua, non che a cinque canne, non saliva neppure ad un pollice. La colpa fu tutta degli operai che non avevano capito i [...]
[...] altri non s'impacciava, diradava sempre più le sue visite a palazzo; se non fosse stato per Lucrezia, non ci sarebbe andato mai. Sua sorella, però [...]
[...] , se era occupata a far segnali a Benedetto Giulente, non scendeva giù in sala. L'amoreggiamento continuava più forte di prima; in ogni sua lettera [...]
[...] , quantunque non ci fosse più quel diavolo di Consalvo, pure, perchè non le frugassero in mezzo alle sue cose, chiudeva a chiave la sua camera quando [...]
[...] quanto a Raimondo, egli era più che mai intento alla bella vita e ad inseguire donna Isabella in terra, in cielo e in ogni luogo. Pasqualino Riso [...]
[...] non faceva quasi più servizio, occupato com'era a spiar le mosse della signora, a portar lettere ed ambasciate: adesso egli pareva un signore, con [...]
[...] ne erano perfino gelosi: il sotto-cocchiere, specialmente, a cui toccava tutta la fatica e Matteo il cameriere. Essi parlavano a denti stretti [...]
[...] della fortuna capitata al 212 compagno, non capivano come il principe lo pagasse senza averne poi nessun servizio, lasciandolo a disposizione [...]
[...] specialmente sulle figlie, perchè i mali tratti usati a queste addoloravano la contessa più che quelli diretti personalmente a lei. V'erano giorni [...]
[...] terribili, quando donna Ferdinanda alzava la mano su Teresina, che ella passava a piangere come una bambina, a bere le sue lacrime perchè non cadessero [...]
[...] sulle lettere che scriveva al padre, per nascondergli il proprio dolore, per dargli a intendere che era felice... Ai primi di settembre [...]
[...] promesso di Carlotta: il matrimonio si sarebbe celebrate fra un anno. Il principe lo volle ospite, a palazzo, anche gli altri che erano tanto duri [...]
[...] , all'arrivo del padre, all'annunzio che egli veniva per condurli via tutti, ricominciò a tremare per un'altra ragione, per l'antica paura che tra [...]
[...] poteva rassicurarla, giacchè in città nessuno sarebbe rimasto, in quella stagione, e la Fersa andava come gli altri anni a Leonforte; pure [...]
[...] , nell'angustia a cui era ridotta, l'idea di andar via dalla casa degli Uzeda, di tornar da suo padre, per 213 consenso e in compagnia di Raimondo, le [...]
[...] faceva trarre liberamente il respiro. Il principe invitò tutti al Belvedere. Lì però le cose non andarono molto bene, e i primi a provocare i [...]
[...] dissensi furono Chiara e il marchese Federico. Cominciando a perdere la speranza di quel figlio tanto aspettato, quasi vergognosi di aver [...]
[...] annunziato ogni momento una gravidanza che non si confermava mai, marito e moglie erano ormai pieni d'una malinconia che a poco a poco diventava una [...]
[...] conversazione, quando qualcuno raccontava un fatto o manifestava un'idea, ella leggeva negli occhi al marito se la cosa non gli andava a verso, e [...]
[...] , fu l'affare del legato alla badìa di San Placido. Ostinandosi Giacomo a considerarlo nullo per la mancanza dell'approvazione regia, la Madre [...]
[...] Badessa aveva confidato al marchese ed a Chiara un'altra birbonata del principe: donna Teresa, felice memoria, prima di partire pel Belvedere [...]
[...] darla a Raimondo, una cassetta piena di monete d'oro e d'oggetti preziosi: appena spirata la madre, Giacomo s'era presentato per ritirare il [...]
[...] delle birbonate del fratello. Il marchese chinava il capo alle ragioni della moglie, e a poco a poco dalla fondazione delle messe e dal carpito [...]
[...] finta apoca dell'assegno facesse fede dell'avvenuto pagamento, a tutte le ragioni di don Blasco, il quale scendeva apposta da Nicolosi per soffiar [...]
[...] da dire anch'io la mia!...» Non confidava alla sorella di voler bene a Benedetto Giulente, nè avrebbe dato retta alle istigazioni di lei, come [...]
[...] non ne aveva dato a quelle dello zio monaco, se il principe, accortosi di quei secreti conciliaboli, di quei tentativi di congiura fatti nella sua [...]
[...] propria casa, mentre godevano della sua ospitalità, non avesse trattato più freddamente le sorelle e tolto il saluto a Giulente. Lucrezia [...]
[...] l'orecchio alle ragioni di Chiara. La sorda ostilità tra fratello e sorelle si inasprì al ritorno dal Belvedere, quando Lucrezia cominciò a [...]
[...] «quel ladro» di Giacomo non lo aveva preso «a calci nel preterito.» Ma Padre Camillo, tutto Gesù e Madonna, 216 neppure udiva le diatribe del [...]
[...] Cassinese; e presa un giorno a parte Lucrezia, le cominciò un lungo discorso per dirle che dichiararsi malcontenta del testamento materno era un [...]
[...] peccato eguale a quello di disobbedire alla madre in vita. La principessa, da madre saggia e giusta, aveva ripartita la sua sostanza «con la [...]
[...] famiglia da mantenere con lustro. Per gli altri, la sant'anima aveva fatto le parti eguali «fino all' ultimo baiocco.» Le davano a intendere che [...]
[...] , con vocazione «esemplare», aveva rinunziato agli adescamenti del mondo per professarsi. La primogenita s'era chiusa a San Placido, nè il duca e [...]
[...] di Raimondo il matrimonio era necessario, quindi gli aveva dato moglie, senza badare a sacrifizii. Per Chiara, una propizia occasione erasi [...]
[...] presentata, ed a fine di assicurare la felicità di quella figlia la principessa le aveva perfino forzato la mano: adesso il tempo dimostrava da qual [...]
[...] parte fosse stata la ragionevolezza! Quanto a lei, Lucrezia, Dio aveva permesso che sua madre morisse prima del tempo in cui avrebbe dovuto [...]
[...] pensare all'avvenire di lei; ma, se questa era stata una grande disgrazia, non voleva dire che l'avvenire di lei non stesse a cuore al fratello [...]
[...] maggiore. Era strano parlare a una ragazza di certe cose, ma la necessità lo stringeva. Certo il desiderio della santa memoria, desiderio [...]
[...] proprio meglio di fare altrimenti; le davano forse a intendere che, volendo ella maritarsi, il principe le si sarebbe opposto? Quando si fosse [...]
[...] .... Mentre il confessore teneva questo discorso a Lucrezia, il principe ne teneva un altro un poco diverso a donna Ferdinanda. La zitellona, pure [...]
[...] vituperando i Giulente, s'era col tempo assicurata sulle loro pretese; quella bestia del duca non essendo più lì a secondarle, ella credeva che [...]
[...] prendersi chi meglio le 218 piaceva, tanto più che una scelta ella doveva averla già fatta.... La zitellona, a questo, si rivoltò come un aspide [...]
[...] mettiamo qualcosa in capo, è difficile indurci a mutar sentimento.... — Ah, è difficile? Le farò veder io se è difficile o è facile!... Da quel [...]
[...] del vecchio Giulente aveva accumulato i primi quattrini facendo il bottinaio a Siracusa, suo figlio aveva rubato il municipio, suo nipote il governo [...]
[...] pensava a lui, che ogni discorso diretto a distoglierla dal suo proposito glie lo ribadiva in capo più saldo. «Sposerò Benedetto, o nessuno», diceva [...]
[...] . Lucrezia invece, sfogandosi con Vanna, rammentava le smanie, i pianti, gli svenimenti di Chiara quando l'avevano costretta a sposare il marchese [...]
[...] vento! Ora è tutt'una cosa col marito che prima non poteva sentir nominare; domani cambierà un'altra volta: vedrai!...» In mezzo a quella guerra [...]
[...] . Aveva detto a sua moglie che sarebbe rimasto lontano una settimana, per affari, ma dopo due mesi non le annunziava ancora il ritorno. Alle lettere [...]
[...] , scagliando fiori e confetti per un quarto d'ora ogni volta contro i suoi balconi; il sabato, a una festa a contribuzione data nelle sale del municipio [...]
[...] , ballò tutta la sera con lei; il lunedì ricominciò, al veglione 220 del Comunale. E Matilde, lasciata sola dal padre che era andato a [...]
[...] ?» Per assistere a questo!... Egli dunque continuava a fingere, a mentire, ad ingannarla; anzi, neppure se n'era data la pena! Appena arrivato a [...]
[...] quotidiano, con un malumore di tutti i momenti, finchè non era riuscito a scappare. Ma ingiustizie, mala grazia, ella gli avrebbe perdonate ogni torto [...]
[...] mio posto è al tuo fianco, e perchè nemmeno tu devi lasciarmi! — E chi ti lascia? Se volessi lasciarti, ti pare che sarebbe troppo difficile? A [...]
[...] quest'ora avrei fatto le valigie, e me ne sarei andato a Firenze, a Parigi, o a casa del.... — Andiamo via insieme! Perchè non torniamo a Firenze [...]
[...] ? Abbiamo lì la nostra casa.... — Perchè in questo momento ho qui da fare! — Se hai dato la procura a tuo fratello.... — Ho dato la procura per gli [...]
[...] , al teatro, le si piantava dirimpetto, senza più lasciarla con gli occhi. Un giorno, la cugina Graziella, venuta a palazzo a chieder del [...]
[...] dispiace.... Un tempo, s'incontravano spesso in casa mia, ed io li ricevevo a braccia aperte. Potevo sospettar niente di male? Altrimenti non mi [...]
[...] guerra scatenata tra suocera e nuora: bisognerebbe persuadere il cugino a farla finita, una buona volta. — E perchè lo dite a me? — rispose Giacomo [...]
[...] il capo della casa, e potete.... — Sbagliate. Io non posso nulla: qui ciascuno fa a modo suo. Altro che capo! Persuadetevi che per poco non sono [...]
[...] la coda!... La cugina tornava a invocare l'autorità del cugino, il principe a lagnarsi della mancanza d'accordo che ci era in quella famiglia [...]
[...] , mentr'egli invece avrebbe voluto che tutti fossero uniti, affezionati l'uno con l'altro, disposti ad aiutarsi, a consigliarsi vicendevolmente [...]
[...] . — Volete che io parli a mio fratello? È capace di rispondermi: «Di che cosa ti mescoli?» E non sarebbe la prima risposta di questo genere.... Cara [...]
[...] cugina, voi sapete che teste quadre sono le nostre!... No, no, credete a me: sarebbe inutile, se non peggio. La cugina, a cui non pareva vero di [...]
[...] Isabella. Per me, non avrei difficoltà di dirglielo a viso aperto: non ho già paura che mi mangi! Ma sai bene: è vero che siamo cugini; ma che si [...]
[...] proprii, sotto pena di averla a far con lui?... E la cugina Graziella cominciò ad armeggiare intorno a Matilde, deliberata di dire ogni cosa a [...]
[...] lei stessa. Non era la moglie? Chi più di lei poteva aver diritto di parlare a Raimondo e interesse a distoglierlo da quella tresca?... Riuscita una [...]
[...] sera a capitarla sola nella Sala Rossa, cominciò a chiederle notizie del barone, e del matrimonio della sorella, e della salute delle bambine [...]
[...] . — Verranno qui, o andrete voi a raggiungerle? — Non so, — rispose Matilde, imbarazzata. — Non so che deciderà Raimondo. — Capisco! — rispose la [...]
[...] dei suoi figli.... Potete parlar alto.... obbligarlo a finirla, una buona volta!... Con tutto il sangue alla fronte, la contessa aveva chiuso gli [...]
[...] occhi; poi s'era sentita agghiacciare e impallidire; a un tratto portò le mani al viso e ruppe in singhiozzi. — Signore!... Cugina!... Che [...]
[...] rimproverandole abbandono delle figlie, accusandola di voler più bene al marito che a quelle creature, chiamandola a casa per assistere al [...]
[...] matrimonio della sorella. Ella tentò ancora nascondergli la tempesta scatenatasi su lei, la tortura a cui la poneva con quelle accuse; ma nell'autunno [...]
[...] egli venne a trovarla, improvvisamente, solo. — Che cosa succede? Sei ammalata? Che cos'ha tuo marito? Perchè non m'hai scritto? Perchè non sei [...]
[...] , tornava con ciera più rannuvolata, non rivolgeva la parola a Raimondo. Una sera si chiuse in camera con lei e le disse: — Mi vuoi dire finalmente [...]
[...] lettera anonima; sono venuto per questo.... La buona gente non manca!... Ma poichè tu non parli... poichè non ti confidi a tuo padre!... Adesso [...]
[...] meglio!... Tanto meglio!... Ma qui bisogna finirla con questo andirivieni continuo! Bisogna decidersi a stare in un posto qualunque, ma [...]
[...] stabilmente, a casa propria, coi figli, come tutti gli altri cristiani.... — È quello che diciamo anche noi.... Credi forse che non ne siamo persuasi [...]
[...] ?... Raimondo vuol tornare a Firenze; ci saremmo già se non fossero gli affari della divisione, il pagamento delle mie cognate.... — E sorridendo [...]
[...] soggiunse: — Ti pesano forse, le bambine? — Non far la stupida. Con me, sai, non ci riesci... Ella sentiva in ogni parola del padre, in quell'impeto a [...]
[...] chiudeva, le si chiudeva, come in una morsa, e le forze l'abbandonavano, e un brivido ricominciava a correrle per tutta la persona. Trasalì a un [...]
[...] , — ripetè il barone. — Si parlava della decisione che dovete prendere.... Vuoi continuare a star senza casa, a pagar quella di Firenze per tenerla [...]
[...] chiusa? — Io? — rispose Raimondo, con tono stupito, come cascando dalle nuvole. — Io, se potessi — proruppe, — a quest'ora sarei scappato anche a [...]
[...] piedi da questo fetido paese. Ah, vi pare forse che ci stia per mio gusto, in mezzo a questi sciocchi, presuntuosi, ignoranti, pezzenti [...]
[...] , disse a Matilde di tenersi pronta, risoluto com'era a condurla con sè, anche sola, per costringere poi il genero a raggiungerla. Ella chinò il capo [...]
[...] fare a modo suo? O che io abbia sposato lui?... Agli affari di casa mia voglio pensare da me, capisci; e andare dove mi pare e piace, quando mi [...]
[...] ad entrambi.... Andarono a Milazzo pel matrimonio di Carlotta; poi, partiti gli sposi e il barone per Palermo, tornarono a Catania, anzi al [...]
[...] scriveva un po' da Palermo, un po' da Milazzo, un po' da Messina; andò poi anche a Napoli; finalmente tornò nell'aprile, insieme col duca d'Oragua [...]
[...] diavolo m'andate...? — Leggete i giornali, se non sapete! — fecero gli altri, a coro. Allora egli impallidì come per un'ingiuria mortale [...]
[...] scala; dalla terrazza affacciossi Padre Pedantoni per guardare giù nel portico dove s'accendeva la lite. — Questo non si chiama rispondere!... A voi [...]
[...] dunque chi dà le notizie?... Avete un servizio d'informazioni particolare, se non leggete i giornali? — Così!... — continuava a gestire don Blasco [...]
[...] , fuori della grazia di Dio. — A me parlate della vostra carta sporca? A me che vi farei legare tutti quanti, voi e chi l'introduce qui dentro [...]
[...] ? 229 — Andate a denunziarci!... Ne sareste capace!... — Farei il mio dovere! — Fareste la spia! — A me?... Padre Massei, che se la godeva [...]
[...] seduto sopra un sedile, esclamò a un tratto, vedendo il gesto con cui don Blasco sfibbiava la sua cintola di cuoio: — Sst!... Sst!... Viene l'Abate [...]
[...] .... — ma don Blasco tonò: — Me n'infondo dell'Abate, del Priore e del Capitolo! Avanti, chi si sente da più! A me spia, manetta di carognuoli [...]
[...] ?... Vedendo che diceva sul serio, Padre Dilenna gli si fece incontro, rabbuiato in viso. Allora Pedantoni fu costretto a mettersi in mezzo, per [...]
[...] scagliava contro Napoleone III, contro quel «figlio di non so chi» al quale non bastava la propria tigna e veniva a grattare quella degli altri: poi [...]
[...] convento e infilare quello del palazzotto; allora gli andava incontro, fino a mezza scala, con le figlie e il marito. Le ragazze che adesso [...]
[...] avevano da dieci a dodici anni, erano tal e quale don Blasco: grasse e grosse come mezze botti; e gli baciavano la mano e gli davano del Vostra [...]
[...] monaco a spese di San Nicola. Quella era la visita pubblica che don Blasco faceva all'amica, perchè poi ce n'era una seconda, quando Garino [...]
[...] portava a spasso le ragazze, e i due restavano soli. Certe volte ce n'era una terza, nella tabaccheria. Oltre che il tabaccaio, Garino faceva il [...]
[...] , giacchè egli esercitava una terza professione, quella dell'orecchiante. Così, in mezzo a quel pubblico di fedeli, don Blasco si nettava la bocca [...]
[...] , Garino protestava un gran rispetto pel duca d'Oragua, zio del principe di Francalanza, appartenente ad una delle prime famiglie del regno; e a [...]
[...] sentire i vituperii di don Blasco scrollava un poco il capo; ma, voltando pagina, Sua Paternità aveva poi tutti i torti? Il duca faceva male a [...]
[...] , — la polizia 231 sapeva ogni cosa! — faceva venire giornali, proclami e altra roba proibita; a don Lorenzo, anzi, avean fatto una visita [...]
[...] Intendente glie l'aveva detto a faccia a faccia!... Allora, udendo che suo fratello andava dal rappresentante del Governo, don Blasco sfogava a [...]
[...] ! Non ho nessuno: com'ho da dirvelo?... Si dava al diavolo, perchè niente andava a modo suo, a palazzo. L'anno innanzi, al momento della scadenza [...]
[...] propiziarselo. Ferdinando, intento a mettere insieme un museo di storia naturale alle Ghiande, non s'era neppure informato di quel che avveniva; così [...]
[...] , specialmente, non davano più retta a nessuno, al settimo cielo per la speranza d'un figliuolo — come se dalla pancia di Chiara dovesse venir fuori [...]
[...] il Messia! — e quel babbeo di Ferdinando riduceva il giardino un pestilente carnaio, preso a un tratto dalla smania d'imbalsamare animali — senza [...]
[...] questione impegnata tra Raimondo che non voleva muoversi, e sua moglie che voleva andar via: in odio all'intrusa don Blasco si schierava a favore del [...]
[...] nipote abborrito. — Partire? Per andar dove? A Firenze c'è il terremoto! Questi non son tempi da lasciare il proprio paese! Raimondo adduceva [...]
[...] Ferdinanda si divertivano a predire che un giorno o l'altro l'avrebbero buttato in galera, poichè quella predizione faceva piangere l'intrusa. Il [...]
[...] duca, invece, parlava molto bene del barone, s'intratteneva a lungo con lui quando passava da Catania: adesso esaltava il genio di Cavour, i [...]
[...] inquietare i patriotti, perchè Napoleone aveva parlato chiaro: l'Italia doveva esser libera dall'Alpi all'Adriatico.... A don Blasco veniva di [...]
[...] NABBOLEONE! Napoleone aveva confidato proprio a lui quel che voleva fare! Credevano d'esserselo posto in tasca, Napoleone!... — O non l'avevate con [...]
[...] figlio di suo padre!... Se avessero fatto lui re, non avrebbe messo più boria, non avvrebbe guardato la gente da tant'alto. E si sgolava anche a [...]
[...] Priore, invece, non s'occupava di tutte queste cose: nessuno sapeva in qual modo egli la pensasse. Se gli parlavano di politica, stava a udire [...]
[...] , scrollava il capo, rispondeva: «Non sono affari che mi riguardano.... Date a Cesare quel che è di Cesare....» Al Noviziato la lotta fra i due [...]
[...] partiti s'era attizzata; il principino, a cui don Blasco dava l'imbeccata, prendeva anche lui l'aria di un trionfatore, dileggiava Giovannino Radalì [...]
[...] voleva bene, sopportava un poco i suoi dileggi; ma, a volte, infuriava in malo modo: il sangue gli montava alla testa, gli occhi gli s'accendevano [...]
[...] questo?... Non potete star cheti? Pensate a divertirvi! Composte le liti, i ragazzi si divertivano, infatti. I due cugini morivano dalla voglia di [...]
[...] ; cresceva rigogliosa, e presto ne avrebbero fatto sigari. Frattanto giocavano da mattina a sera, con pochi momenti di studio svogliato, con qualche [...]
[...] ora di funzioni religiose. Per la festa di Sant'Agata, in agosto, andarono a spasso tutti i giorni, assistettero alla processione del carro [...]
[...] città, nella berlina di gala grande quarto una casa, preceduta da mazzieri e gonfalonieri e catapani che sonavano i tamburi, andava a prendere [...]
[...] ulteriori, s'era tracciata per terra una riga di marmo che nessuno poteva varcare. Finita la festa di Sant'Agata, a San Nicola novizii e [...]
[...] arrivavano in carrozza dalla Trinità e dai Crociferi, e venivano ad assistere alla processione. Questa usciva, a suon di banda e di campane, tra due file [...]
[...] nell'aria scura.... Il principino, accanto ai suoi parenti, non aveva tempo di dar retta a tutti, facendo gli onori di casa, giacchè nella piazza e [...]
[...] , stavano dalla parte opposta degli Uzeda; don Mario era in campagna. Adesso appena si salutavano, per l'occhio del mondo; a donna Isabella era stato [...]
[...] proibito di andare più in casa di donna Ferdinanda o di altri parenti del conte; la gente, a poco a poco, aveva finito di chiacchierare su quel [...]
[...] suocera, nè s'atteggiava a vittima come un tempo. Quella sera aveva un abito veramente sfarzoso, e tante gioie addosso, che tutti gli occhi si [...]
[...] volgevano su lei. Quando la folla cominciò a diradarsi, Padre Gerbini, sempre galante, l'accompagnò alla carrozza; e come, giusto per combinazione [...]
[...] possibile!... Se la sera innanzi erano state insieme a San Nicola?... E come? Perchè? Quando tutto pareva finito?...» Ma i bene informati dicevano che [...]
[...] della nuora all'albergo ed esser tornata a casa ed aver preso sonno, aveva udito rumore nella camera di donna Isabella: entrata da lei, l'aveva [...]
[...] l'avrebbe mandata? E don Mario, il marito?....» Don Mario arrivò all'alba, a rotta di collo, mandato 238 a chiamare con un espresso: il piangere [...]
[...] mandati a spasso. E quel giorno stesso tutti videro il contino Raimondo al Casino dei Nobili dove giocò e chiacchierò del più e del meno, come di [...]
[...] consueto. Possibile che sfidasse fino a questo punto l'opinione pubblica? O non era piuttosto da sospettare della stima che si narrava?... Già [...]
[...] correvano le versioni favorevoli a donna Isabella. Era levata, a mezzanotte? Non aveva sonno! La finestra aperta? Per il gran caldo. Il cappello [...]
[...] per terra? Un vecchio cappello del cocchiere, il quale s'era divertito, nel pomeriggio, a buttarlo per aria!... Se tutte queste cose non s'erano [...]
[...] ! Chi parlava del conte? Che c'entrava il conte? Chi l'aveva visto? Era a casa sua, si era raccolto subito dopo la processione del Santo Chiodo [...]
[...] quel paese, di prendersela con la malignità dei proprii concittadini?... E a poco a poco quelle voci acquistavano credito: dicevasi perfino che [...]
[...] lui non si sarebbe messo a disturbare un'altra famiglia; chi lo giudicava capace di questo e d'altro, per soddisfare un capriccio. Scapolo, non [...]
[...] suo padre, a Milazzo. Giusto, tre giorni dopo, i difensori di Raimondo trionfarono: egli partiva per Milazzo, raggiungeva la moglie e le figlie [...]
[...] ad andarsene al Belvedere; Fersa con la madre era già a Leonforte. Durante la villeggiatura quei fatti furono il tema di ogni discorso. A [...]
[...] Nicolosi, tra i Padri Benedettini, se ne fece un gran parlare: Padre Gerbini, fra gli altri, sostenne a spada tratta l'innocenza di donna Isabella [...]
[...] , forte del fatto che Raimondo, da Milazzo, era partito definitivamente per Firenze, dove tornava a domiciliarsi con la 240 famiglia. Don Blasco [...]
[...] novamente discussioni tempestose che minacciavano di non finir bene, a proposito del ritorno di Cavour al ministero, dei plebisciti dell'Italia centrale [...]
[...] , di tutti i sintomi d'un mutamento radicale. Ma, alla cessione di Nizza e della Savoia alla Francia, gongolò come se le avessero date a lui [...]
[...] ; dopo l'abortito tentativo di sommossa del 4 aprile a Palermo, cantò vittoria, gridando: — Ah, non vogliono capirla ah! Fermi con le mani! Giuoco di [...]
[...] servizio! Bell'aiuto!... Garibaldi? Chi è Garibaldi? Non lo conosco!... Imparò a conoscerlo il 13 maggio, quando scoppiò come una bomba la notizia [...]
[...] Padre Rocca, dopo lo scontro di Calatafimi. Allora egli scoppiò: — Ma razza di mangia a ufo che siete, dovete 241 dirmi un poco perchè vi [...]
[...] fregate le mani? Avete vinto un terno al lotto? O credete che Garibaldi venga a crearvi papi tutti quanti? Non capite, teste di corno, che avete [...]
[...] lanciere, dava del traditore a tutte le autorità perchè, invece di reprimere il movimento, aspettavano di vedere, grattandosi la pancia, se Garibaldi [...]
[...] sarebbe entrato o no a Palermo. — A Palermo? Lanza lo schiaccerà! C'è ventimila uomini a Palermo! Ma bisogna dare esempii! Rizzar la forca in [...]
[...] piazza del Fortino! Invece, le squadre dei rivoltosi si riunivano tutt'intorno alla città, i liberali parlavano a voce alta, gli sbirri fingevano di [...]
[...] non udire, i «benpensanti» erano costretti a nascondersi! E quella bestia del generale Clary, con tre mila uomini sotto i suoi ordini, non usciva [...]
[...] tripudio dei rivoluzionarii, arrivò la notizia dell'entrata di Garibaldi a Palermo; le squadre minacciavano di scendere in città per attaccare le [...]
[...] , sotto ogni indugio, le squadre stavano per scendere in città, il principe andò a San Nicola per raccomandare il bambino all'Abate, al Priore e [...]
[...] a don Blasco, e fatto attaccar le carrozze, partì con tutti i suoi, da Ferdinando in fuori, il quale nè per pestilenze nè per rivoluzioni lasciava [...]
[...] camarilla, vociferò: — L'eroe! l'eroe! L'eroe! quel grande eroe!... Quel fulmine di guerra!... S'è ficcato qui per la paura! Finta che a casa [...]
[...] non c'è più nessuno! Gli treman le chiappe, invece!... Il convento infatti cominciava a popolarsi di paurosi, di preti fuggiaschi, di spie [...]
[...] ragazzi liberali avean formato anch'essi la loro squadra, a similitudine di quelle accampate fuori la città: Giovannino Radalì la capitanava [...]
[...] apparare un altarino mandarono il cameriere a comprar carta variamente colorata. Il cameriere, con la bianca e la rossa, ne portò dell'azzurra [...]
[...] , nascosti insieme in un angolo del giardino perchè, tolta la politica, erano amici, dettero fuoco ai fiammiferi e cominciarono a tirare le prime boccate [...]
[...] . Usciva un fumo acre, amaro, pestifero, che bruciava gli occhi e la gola; Giovannino, pallidissimo, respirava a stento, ma continuava a tirare [...]
[...] .... Improvvisamente si fece bianco come la carta, gli si rovesciarono gli occhi e cominciò a vaneggiare: — Il Maestro.... acqua.... le bandiere.... Consalvo [...]
[...] . — Ma di che complotto parli?... Che hai? — Giovan.... la ri.... Stese le mani e cadde per terra come morto. Quando riacquistò i sensi si trovò a [...]
[...] . Pallido e tremante, cominciò a protestare: — Maria Santissima!... Il Maestro?... Non sono stato.... Ma il cerchio gli si strinse intorno [...]
[...] sulle spalle. Tutti gli furono addosso, ed egli cominciò a gridare; ma nessuno poteva udir le sue grida, perchè, a un tratto, a quell'ora [...]
[...] insolita, tutte le campane di San Nicola si misero a stormeggiare formando un concerto 245 così strano, che i ragazzi smisero di picchiare il [...]
[...] delatore, guardandosi turbati. A un tratto Giovannino esclamò: — La rivoluzione!... — e rientrò di corsa. Le squadre erano finalmente scese in città [...]
[...] spaventata s'era venuta a rifugiare nel convento. Solo il campanile era rimasto aperto ai rivoltosi, i quali continuavano a sonare a stormo mentre [...]
[...] paura, era venuto a rifugiarsi, insieme coi borbonici più sospettati, al Noviziato, come in un cantone più sicuro, dove, per via dei bambini [...]
[...] complottando ancora con quell'altro «porco» di don Lorenzo Giulente. — Perchè non scende in piazza? Perchè non va a battersi? Gli apro io stesso [...]
[...] e prudente ultimatum del generale Clary: — Clary mi disse ieri: «Aspettiamo quel che fa Garibaldi: se resta a Palermo, m'imbarco coi miei soldati [...]
[...] , esterrefatte, andavano ficcandosi nelle celle dei Fratelli; Garino, venuto dei primi a chiudersi a San Nicola, s'attaccava alla tonaca di don Blasco e [...]
[...] !... Prima di sera cessò lo scampanìo e il cannoneggiamento; don Blasco, andato a interrogare i passanti dai muri della Flora, tornò agitando le [...]
[...] durata: il domani, avuti gli ordini da Napoli, Clary si preparò alla partenza; e consegnata la città a una Giunta provvisoria, s'imbarcò il giorno [...]
[...] appresso con tutti suoi soldati. Don Lorenzo Giulente col nipote, saliti a San Nicola, invitarono il duca al municipio, dove i migliori cittadini [...]
[...] attendevano a disciplinare la rivoluzione. Già, partita la truppa, nella prima ebbrezza della liberazione, nel primo impeto della vendetta, torme [...]
[...] popolarità riacquistata tra i liberali, temeva che qualcuno non gli rimproverasse il suo rimpiattamento a San Nicola, nel giorno dell'azione; che i [...]
[...] la corte piena di gente, nel salir su dove deliberavano; ma a poco a poco il sorriso gli spuntava sulle labbra pallide e chiuse, il sangue tornava [...]
[...] a circolargli liberamente nelle vene, poichè da tutte le parti lo salutavano rispettosamente o cordialmente: i popolani s'inchinavano, gli amici [...]
[...] riaccompagnarono don Gaspare a San Nicola. Il domani mattina egli aggiunse altre cent'onze per l'acquisto delle munizioni. Il favore universale gli crebbe [...]
[...] intorno. Mancava lavoro, poichè la città era tuttavia un deserto: egli non lasciò andare a mani vuote nessuno di quelli che gli si rivolsero per [...]
[...] rivoluzione; si mise a capo delle dimostrazioni che andavano a prendere la musica dell'Ospizio di Beneficenza e al suono dell'inno garibaldino giravano [...]
[...] per la città. A poco a poco, sempre più rassicurato, quasi domiciliossi al municipio dove chiedevano i suoi consigli. 248 Mentre tutti [...]
[...] parlavano di libertà e d'eguaglianza, nessuno pensava a prendere un provvedimento che dimostrasse al popolo come i tempi fossero cangiati e i [...]
[...] , quanto per sapere suo fratello considerato a un tratto come uno degli eroi della libertà: il Governatore non faceva nulla senza del duca, lo metteva [...]
[...] frequente quanto: 249 «Viva Garibaldi!» o «Vittorio Emanuele!...» Queste enormità ridussero don Blasco a un cupo silenzio, più terribile [...]
[...] ? A San Nicola!... All'annunzio che la colonna di Nino Bixio e di Menotti Garibaldi sarebbe giunta a Catania, il Governatore aveva mandato un [...]
[...] nazionale andò incontro, fuori le porte, alla colonna che entrò in città fra un uragano d'applausi; e i volontarii s'acquartierarono a San [...]
[...] , già nei cortili esterni, essi eseguivano esercizii; Bixio stava a invigilare con un frustino in mano, accarezzando tratto tratto le spalle dei più [...]
[...] restii. «In nome della libertà! In odio all'antica tirannide!...» facevano osservare i Padri sorci, a don Blasco; ma questi neanche rispondeva [...]
[...] , pareva non interessarsi più a nulla, come alla vigilia del finimondo. Bixio o Menotti erano alloggiati alla foresteria; l'Abate evitava, ma il Priore [...]
[...] , per prudenza — diceva — usava agli ospiti tutti i riguardi, s'informava premurosamente se avevano bisogno di nulla, metteva la Flora a [...]
[...] accarezzava. Ma, nel giardino, Giovannino corse a cogliere la più bella rosa e glie l'offerse, chiamandolo: «Generale!...» Consalvo se ne stette in [...]
[...] andò via. — Hai paura che ti taglino la coda? Egli non rispose. Sue padre, rassicurato sull'andamento della cosa pubblica, scese un giorno a [...]
[...] insegnato a dire voglio?... Per ora hai da star qui. E il duca, non solo approvò quella decisione, ma indusse il nipote a tornarsene [...]
[...] Sicilia. Nei primi giorni aveva aiutato lo zio Lorenzo e il duca a ordinare la rivoluzione, arringando il popolo, parlando nei circoli con una [...]
[...] città, Lucrezia trovò una lettera del giovane, il quale le annunziava che andava a raggiungere Garibaldi per compiere il proprio dovere verso la [...]
[...] patria e le raccomandava di non piangerlo se la sorte gli avrebbe concesso di morire per l'Italia. Ella cominciò a leggere tutti i giornali e tutti [...]
[...] meridionale. Don Blasco, all'arrivo dei parenti, eruttò finalmente la bile accumulata in tre mesi. Ogni giorno, venendo a palazzo, vomitava improperii [...]
[...] anche lui, la sua persona e la sua casa. Però dava un colpo al cerchio e uno alla botte; parlava contro il duca a don Blasco, contro don Blasco al [...]
[...] duca, sicuro di non essere scoperto, poichè quei due s'evitavano come la peste. Gli toccava poi tenere a bada anche donna Ferdinanda, la quale [...]
[...] era diventata una versiera, dopo la caduta del governo legittimo, e ne invocava il ritorno e andava fino a promettere una lampada a Santa Barbara [...]
[...] ; ingiungeva al nipotino, quando costui veniva a casa in permesso: «Non t'arrischiar di parlare con quei nemici di Dio! o non ti guarderò più in [...]
[...] . Del resto, con tutta la rivoluzione e la libertà e Vittorio Emanuele e l'abolizione del pane sopraffino a San Nicola non si scherzava, articolo [...]
[...] privilegi. Giusto in quei giorni i Giulente avevano raccomandato all'Abate un giovanetto, loro lontano parente, rimasto orfano a Siracusa e venuto a [...]
[...] timor di Dio, una grande vocazione per lo stato monastico. E l'Abate, ritenendo provata la nobiltà della famiglia, l'aveva preso a proteggere e fatto [...]
[...] d'Italia!...» Questo consiglio, mentre accresceva a mille doppii la sua popolarità gli scatenava addosso più violento l'odio di don Blasco e di donna [...]
[...] tradimento! Ma se tornano i Napoletani, colui andrà a baciar loro il preterito!... Vedrete, quando torneranno!... Ma non tornavano. Arrivavano invece [...]
[...] : lo zio Lorenzo, il duca d'Oragua, il Governatore e la Guardia nazionale andarono loro incontro. Il giovane s'appoggiava a un bastone e sventolava [...]
[...] cascato un grano di miglio, poi levò la sinistra. La sua fama d'oratore era già stabilita: tacquero a quel gesto. — Cittadini! — cominciò, con voce [...]
[...] alle nostre persone, ma all'idea generosa e sublime che guidò il Dittatore da Quarto a Marsala. — Scoppiò un uragano d'applausi in mezzo al quale la [...]
[...] che mi desti ecco ti rendo....» Onore ai forti che caddero!... A voi toccò ufficio non meno superbo: dare all'Europa ammirata l'esempio d'un popolo [...]
[...] , maestoso e marziale nella divisa di maggiore. Ma questi, all'idea di dover rispondere, si sentì a un tratto serrar la gola, vide a un tratto la [...]
[...] agli eroismi di questi rifiuti di galera? o dei bardassa sguaiati e ciarloni? La botta era tirata a Giulente; Lucrezia s'alzò e andò via sbattendo [...]
[...] novizii Benedettini, che venivano da Nicolosi a cavallo agli asini, tutti con gran sì ai tricorni. Cominciò a gridare così forte contro quel [...]
[...] stretti, quasi per mordere. — Anche i ragazzi! Anche Consalvo! — E come il principino salì un momento a salutare i suoi, ella gli strappò quel [...]
[...] scarpette: avete pensato a tutto! La cugina Graziella esaminava, capo per capo, sotto gli occhi di Chiara e del marchese, il corredo del nascituro [...]
[...] : sei grandi ceste piene di tanta roba da bastare a un intero ospizio di lattanti; e trovava parole d'ammirazione per tutte le fasce, per tutte le [...]
[...] qualche cosa che voleva dire, ma che nè il marchese nè Chiara si decidevano a domandarle. - E le vesticciuole, non l'avete viste ancora? Guardate [...]
[...] mistero: — Giulente l'ha chiesta allo zio duca! Ma Chiara continuò a piegare la biancheria sulle ginocchia, quasi non avesse udito o non [...]
[...] l'avvocato Bernardelli, perchè è stato in galera: non par vero, a che siamo ridotti!... Ma Giulente si batte come un leone.... pel futuro zio.... mi [...]
[...] duca, mi dispiace, ha perduta la testa, dacchè s'è messo nella politica; hanno ragione i suoi fratelli!... Voi che cosa ne dite? Chiara continuava a [...]
[...] maneggiare la bella roba, bianca, fine e odorosa, del nascituro; e il marchese, temendo che quei movimenti, a lungo andare, potessero affaticarla [...]
[...] , le disse: — Basta, adesso.... lascia fare a me.... Che cosa ne dico, cugina? Non dico niente: sono cose che non mi riguardano. Mio cognato è [...]
[...] padrone di dare sua sorella a chi gli piace.... Io non mi mescolo degli affari altrui. — Se Lucrezia lo vuole — rincarò Chiara — se lo prenda! In [...]
[...] fin dei conti, dobbiamo sposarlo noi? — domandò ridendo a Federico. — Sicuro!... Io, cara cugina, sapete se ho sempre rispettato la famiglia di [...]
[...] . Ella si fermò, sorridendo a don Lorenzo e a Benedetto, facendo loro segno con la mano per chiamarli. — Che fate, in tanti rivoluzionarii? Volete [...]
[...] a donna Graziella, avvertì: — Nossignori!... Favoriscano da questa parte.... Il principe, infatti, approvando il liberalismo dello zio e godendo [...]
[...] delle Sale Rossa e Gialla: aveva quindi destinato due stanze dell'amministrazione, a destra dell'entrata, perchè il duca vi ricevesse anche i [...]
[...] lustrastivali, se così gli era a grado. Mentre i delegati giravano dunque dalla parte delle stalle, donna Graziella saliva pomposamente il sontuoso [...]
[...] dicevo anche a mia moglie.... — E voltati i tacchi, stava per andarsene, quando la voce di donna Ferdinanda, che sopravveniva, lo fece fermare. La [...]
[...] zitellona, più gialla del solito, sudava fiele, con una ciera arcigna e dura da mettere spavento. — Dunque è vero? — domandò a denti stretti [...]
[...] Lucrezia non avesse dato retta a quel bardassa, crede Vostra Eccellenza che le cose sarebbero arrivate a tanto? I Giulente sono stati sempre [...]
[...] presuntuosi, hanno avuto sempre la smania di giocare a pari con tutti; ma un'idea simile non sarebbe loro passata pel capo, senza la stramberia di mia [...]
[...] dischiuse. — Se mia sorella non fosse stravagante — continuava il principe, — non penserebbe a maritarsi, con quella salute; non darebbe retta a [...]
[...] darebbe motivo di dispiacere a noi, non si preparerebbe tanti guai.... Perchè, speriamo pure che si ravveda e lo zio muti opinione; ma se questo [...]
[...] potranno andare d'accordo, con tanta diversità d'educazione e di.... A un tratto comparve Lucrezia. Il principe tacque come per incanto; la [...]
[...] , cominciò a dimenarsi sulla sua seggiola. Sarebbe andata ad origliare, se avesse potuto, se avesse osato farne proposta; invece le toccava [...]
[...] donna Ferdinanda; subito dopo la voce si spense; la cugina riprese: — Lucrezia dovrebbe pensare.... dare ascolto a chi parla pel suo.... «Non vuoi [...]
[...] ricomparve sola e venne a sedersi tranquillamente vicino alla nipote, stirandosi la palma della mano arrossita. Parlò del più e del meno, volle [...]
[...] sapere che cosa avevano a desinare e domandò notizie di Teresina, che giusto quel giorno era a San Placido, dalla zia Crocifissa. Poi si alzò per [...]
[...] questi invitati a sedersi in giro; Giulente nipote, preso a parlare in qualità d'oratore, diceva: — Signor duca, in nome dei sodalizii patriottici il [...]
[...] .... veniamo a compiere il mandato affidatoci, di pregarla affinchè ella accetti la candidatura al Parlamento Italiano. Il paese ben conosce di chiederle [...]
[...] permettere che il suo sacrificio vada troppo oltre. Ma se l'unica obbiezione consiste nella sua incapacità, ci permetta di dirle che non tocca a lei [...]
[...] riconoscere se è capace o pur no! Tacendo Giulente, il sarto Bellia, dei Figli della Nazione, disse: — Duca, l'operaio vuole a Vostra Eccellenza [...]
[...] risultato non poteva ottenersi se non per mezzo dell'accettazione del duca; dinanzi a lui tutti gli altri si sarebbero ritirati; il suo rifiuto [...]
[...] avrebbe fatto pullulare altre ambizioncelle di patriotti dell'ultim'ora. A quell'insistenza, il duca esclamava: — Signori miei!... mi confondete [...]
[...] sedere tra i rappresentanti del Parlamento!... — Signori miei, — fece a un tratto Giulente zio, mettendo fine al cortese contrasto. — Sapete che vi [...]
[...] desiderata.... — Ecco! Grazie, così... — rispose il duca. — Benissimo; vi prometto che ci penserò, che farò il possibile.... Ma intanto grazie a tutti [...]
[...] ! Ringraziate per me le società; verrò poi io stesso a fare il mio dovere!... Egli li trattenne ancora, discorrendo delle notizie del giorno [...]
[...] , e ne fece larga distribuzione, stringendo la mano a tutti, ma più forte ai due Giulente. Il domani, l'Italia Risorta portava un articolo di fondo [...]
[...] erano tutti borbonici fin sopra i capelli? Tanto maggior merito da parte del duca nell'aver abbracciato a dispetto della parentela la fede [...]
[...] risorgevano a un tratto più insistenti. Fin dall'estate, fin da quando i Napoletani erano andati via, di tanto in tanto si trovavano attaccati alle [...]
[...] roba era divenuta più rara, ma adesso ricominciava a circolare e conteneva, oltre che funesti pronostici sull'avvenire della rivoluzione [...]
[...] trovavasi sempre qualcuno che le spiegava. Che cosa aveva fatto il Patriotta nella giornata del 31 maggio? S'era nascosto a San Nicola, diceva il [...]
[...] all'Intendente? Per trovarsi dalla parte del manico, se alla rivoluzione toccavano colpi di granata.... Il duca, a cui i Giulente avevano tenuto [...]
[...] , cominciò a chiederne notizie, insistette per leggerli. Impallidì un poco vedendo il suo nome, percorrendo rapidamente le frasi in cui si parlava [...]
[...] di lui; ma non disse nulla. 266 — E non poter sapere da qual mano vengono! — esclamava Benedetto. — Non poter dare una buona lezione a [...]
[...] corregge sè stessa.... Non ve ne date pensiero.... Però, appena quei due andarono via, egli si mise il cappello in capo e salì difilato a San [...]
[...] Nicola, dove chiese del Priore don Lodovico. — Guarda che tuo zio, — gli disse tranquillamente — giuoca a un brutto giuoco. I cartelli anonimi vengono [...]
[...] da lui e dalla sua comarca. Che egli se la prenda con me, non m'importa; mi giova, anzi, procurandomi maggiori simpatie; ma se continua a [...]
[...] prendersela con tutti, a sparger sospetti e notizie bugiarde, potrà toccargli qualche dispiacere. Te l'avverto, perchè tu che gli stai vicino glie lo [...]
[...] faccia sapere. A lungo andare tutto si scopre.... Badi! Il Priore non ne fiatò con don Blasco, ma riferì ogni cosa all'Abate perchè questi ne [...]
[...] verde come l'aglio. — Dite a me?— esclamò. — Siete impazziti, voi e chi vi manda. Dovete sapere che se io ho da dire ciò che sento, lo dico sul muso [...]
[...] a chi si sia, occorrendo anche a Francesco II, che Dio sempre feliciti! — e fece un inchino profondo. — Figuratevi un po' se ho paura di questa [...]
[...] manetta di briganti e carognuoli e.... — e qui ricominciò a sfilare una litania più terribile delle solite. Ma i cartelli anonimi divennero da quel [...]
[...] giorno, più rari, e a poco a poco cessarono. Il monaco, a cui la bile quasi schizzava dagli occhi, sfogavasi in casa del principe — quando il [...]
[...] duca non c'era — dicendo cose enormi contro il fratello, insultandolo, infamandolo, rovesciandogli addosso epiteti di novissimo conio, a petto [...]
[...] più diretto nella nipote Lucrezia. Questa vipera osava ancora pensare a quella carogna! L'avevano allevata perchè li mordesse tutti quanti [...]
[...] fosse fatta di marmo. Non si confidava a nessuno, non chiedeva aiuto allo zio duca che sapeva amico di Benedetto e fautore del matrimonio, non [...]
[...] diceva una parola dei suoi tormenti a Ferdinando che veniva a palazzo unicamente per lei, lasciando in asso le sue bestie imbalsamate e da [...]
[...] imbalsamare. Soltanto quando si chiudeva in camera con Vanna, per avere le lettere del giovane, le diceva, con un sorriso freddo, a fior di labbro: — È [...]
[...] inutile! Lo sposerò!... Egli, frattanto, continuava a propugnare l'elezione del duca, con la parola in mezzo alle società, con gli scritti [...]
[...] schierossi contro il Governo del Re Bomba, tanto maggiore il suo merito in quanto egli non aveva da 268 rimproverargli torti fatti a lui [...]
[...] od ai suoi, ma al popolo intero.... Nel lungo periodo di preparazione noi lo vediamo a Palermo, intrinseco dei più chiari patriotti portare il [...]
[...] perseguitati soffrono nell'indigenza. Ritirati gli sgherri di Francesco, accorre tra i primi a regolare il governo della città, si ascrive tra [...]
[...] le fila della nazionale milizia, palladio di libertà; acquista per essa divise, munizioni e non pochi brandi. Apre la sua casa avita a Bixio ed a [...]
[...] Menotti, rende ai liberatori gli onori della città. Sollecitato a rappresentare il primo collegio al Parlamento, modestamente declina l'offerta [...]
[...] ha detto questo? Dice che si contentano di quello che ha.... — Sono affari che non mi riguardano. Sarebbe curioso che io impedissi a mia sorella [...]
[...] gli cascavano di bocca, troncava a mezzo il discorso, come se avesse dell'altro da dire, e tacesse poi per prudenza, per convenienza, per non [...]
[...] parere ostinato. Tanto che il duca un giorno gli domandò: — Ma parla chiaro! Sei contrario a questo matrimonio? — Io?... Quando è approvato da [...]
[...] Vostra Eccellenza!.... — Giulente non ti piace? — Ha da piacere a me?... È un buon giovane; basta saperlo amico di Vostra Eccellenza.... Discretamente [...]
[...] cercartela?... — Perchè?... Perchè?... Vostra Eccellenza non sa nulla, era a Palermo in quel tempo!... — E allora gli confidò i dispiaceri che la [...]
[...] sorella gli aveva dati, complottando con Chiara, col marchese, con Ferdinando, accampando diritti, interpretando a modo suo la legge, accusandolo [...]
[...] perfino di volerla spogliare con tutti gli altri. — Adesso, se va a marito, bisognerà finirla con tutta questa storia.... E Vostra Eccellenza vedrà [...]
[...] . Già Padre Camillo aveva tenuto un simile discorso alla ragazza. Aveva cominciato a dirle che quell'unione era avversata da tutti, in famiglia, non [...]
[...] nemici dell'ordine sociale, del potere legittimo, della Santa Chiesa; e non si contentava di far ciò a parole, ma veniva agli atti. E una Uzeda [...]
[...] nello scrittoio, venne fuori a chiedere, anche a nome del fratello coerede, che fosse presa come base la divisione fatta dalla madre [...]
[...] legato: a conti fatti, non le toccavano più di ottomila onze. Lucrezia accettò questa somma. Il testamento materno prescriveva poi che il principe [...]
[...] situazione degli altri legittimarii. Avevano tutti ragione, o hanno torto tutti: non pare a Vostra Eccellenza logico e giusto? Giacchè dobbiamo [...]
[...] che li disponeva a passar sopra ad ogni altro interesse. Perciò quando il duca riferì loro che Lucrezia si maritava ed aveva concluso la [...]
[...] .... ma ormai bisogna uscirne! A voi, per ora, qualche migliaio d'onze non fa niente; io le compenserò, a suo tempo, al mio figlioccio!... Così fu [...]
[...] . Sull'animo del Babbeo Lucrezia sola poteva; ella però, invece di parlare col fratello, si mise a letto, rifiutando di veder gente, accusando [...]
[...] sofferenze misteriose. Il Babbeo, saputa la malattia della sorella, venne a trovarla, tutti i giorni; ma Lucrezia pareva l'avesse specialmente con lui [...]
[...] sopra a ben altro. Adesso ella sentiva il male che preparava al fratello minore, il solo che le volesse bene, inducendolo a spogliarsi d'un poco [...]
[...] a lei, che non le domandava che cosa avesse, che non rimoveva l'ultimo ostacolo alla conclusione del matrimonio. Ferdinando invece non sapeva [...]
[...] nulla di nulla, e restò a bocca aperta quando il duca, per cavare una buona volta i piedi da quel negozio, gli riferì ogni cosa. — È venuto un buon [...]
[...] partito a tua sorella.... Benedetto Giulente, sai, quel giovane tanto intelligente, che si è fatto tanto onore.... — Ah, sì? Va bene, ci ho [...]
[...] a trovare il duca per dichiarargli che avrebbero votato per lui: i due Giulente non mancavano mai. La vigilia della votazione, mentre appunto il [...]
[...] candidato dava udienza ai suoi fautori, il cameriere del marchese venne di corsa a chiamare il principe e la 274 principessa, perchè Chiara [...]
[...] , non potendo assistere la sofferente, chiamando però a ogni tratto la cameriera, la cugina Graziella o una delle tre levatrici che si davano il [...]
[...] conseguito! I dolori s'attutivano, a quest'idea; ella non soffriva quasi più pensando all'ambascia del marito.... Quando la principessa tornò in camera [...]
[...] all'ultima crisi. — Non so.... Coraggio, signora marchesa.... Che è?... A un tratto le levatrici impallidirono, vedendo disperse le speranze di [...]
[...] .... Il principe, entrato a vedere l'aborto il cui unico occhio erasi spento, tentò impedire al cognato smaniante l'entrata nella camera della moglie [...]
[...] spiccicò. — Sst!... Sst!... — ingiunsero a una voce le donne, mettendosi dinanzi all'aborto perchè ella non lo scorgesse. — Non le dite nulla per [...]
[...] dissuaderla da quel proposito: giacchè era morta! perchè angustiarsi a quella vista? bisognava che ella s'avesse riguardo; l'importante adesso era [...]
[...] duca, verso sera, a fare i suoi convenevoli; ma restò poco, giacchè i Giulente lo aspettavano giù, per riferirgli le ultime notizie intorno alle [...]
[...] disposizioni del collegio: Benedetto pareva Garibaldi quando disse a Bixio: «Nino, domani a Palermo!...» Il domani infatti egli corse su e giù per [...]
[...] le sezioni, per le case dei votanti, sollecitando la formazione dei seggi, interpetrando la legge che riusciva nuova a tutti, incitando la [...]
[...] gente a deporre nell'urna il nome del duca. Frattanto in casa di Chiara, quasi in segno di protesta contro quell'ultima pazzia del duca, s'erano [...]
[...] rassegnazione la sua disgrazia; il marchese non lasciava il capezzale della puerpera e si chinava a parlarle all'orecchio: nessuno dei due ascoltava i [...]
[...] motti feroci di donna Ferdinanda contro il fratello, i ragionamenti storico-critici che il cavaliere teneva al principino, venuto anche lui a far [...]
[...] visita alla zia col Priore e Frà Carmelo. Chiara aveva mandato a chiamare Ferdinando, e lo aspettava con viva impazienza: quando egli apparve se [...]
[...] bene.... Ma bene, mi raccomando! Se c'è acqua calda è meglio. Pronta che fu la boccia, Ferdinando andò a vederla. — Va bene, — disse; — adesso ci [...]
[...] vuole lo spirito. La marchesa ordinò che andassero a comprarlo; e allora in mezzo al cerchio dei parenti stupefatti, fu recato il feto, giallo [...]
[...] di grasso diguazzante nello spirito; a un tratto disse a don Lodovico: — Zio, non pare la capra del Museo? Al Museo dei Benedettini c'era infatti [...]
[...] Lodovico non rispose; fatta una breve visita alla sorella, andò via. Anche gli altri a poco a 278 poco se ne andarono, lasciando Chiara sola col [...]
[...] marito a guardar soddisfatta quel pezzo anatomico, il prodotto più fresco della razza dei Vicerè. Premeva al principe di tornare dallo zio duca [...]
[...] arrivata a palazzo, che s'udirono di lontano suoni confusi: battimani, grida, squilli di tromba e colpi di gran cassa. Una dimostrazione di cittadini [...]
[...] salire a complimentare l'eletto del popolo; poichè il duca si trovava su, nella Sala Gialla, il maestro di casa ve li accompagnò: Benedetto Giulente [...]
[...] , appena entrato, vide Lucrezia accanto alla principessa, ancora col cappellino in capo. Il duca, fattosi incontro ai cittadini, strinse la mano a [...]
[...] jettatore, impallidiva mormorando: «Salute a noi! Salute a noi!» Fu il nuovo eletto, pertanto, quello che presentò Giulente alle nipoti. Il giovane [...]
[...] , aprire finalmente il becco, dire qualcosa. Afferratosi a Benedetto, balbettava: — Che cosa?... Che debbo dire?... Aiutami tu, mi confondo [...]
[...] la folla cominciò a rimescolarsi. Una seconda volta, con voce strozzata, senza un gesto, senza un moto, il duca aveva cominciato: «Cittadini [...]
[...] , stringendo la mano a tutti, ma più forte a Benedetto, quasi volesse spezzargliela. — Grazie!... Grazie!... Non dimenticherò mai questo giorno [...]
[...] , liberato anche lui dall'incubo della jettatura, ricominciò a complimentarlo, additandolo come esempio al figliuolo: — Vedi? Vedi quanto rispettano lo [...]
[...] padre — sono quelli che fanno le leggi nel Parlamento. — Non le fa il re? — Il re e i deputati insieme. Il re può badare a tutto? E vedi lo zio [...]
[...] abbandonato la moglie per separarsene definitivamente. I bene informati sapevano che donna Isabella Fersa, da Palermo, se n'era andata a Firenze [...]
[...] , dopo la rivoluzione. Questo solo fatto non bastava a spiegar tante cose? Era dubbio soltanto se l'amica avesse raggiunto il contino di sua [...]
[...] padrone in carne ed ossa, Pasqualino Riso non si toccava neppure il berretto, da sotto l'arco del secondo cortile dove stava a prendere il sole, e a [...]
[...] della padroncina, rimandava i famigli alla stalla e gli sguatteri a cucina. «È forse tua sorella, animale?» Che cosa avevano essi da vedere se donna [...]
[...] Ferdinanda e don Blasco, sempre d'accordo quantunque non si potessero tollerare, non venivano più a palazzo, disapprovando il matrimonio? Faceva [...]
[...] veramente un certo effetto anche a lui, Baldassarre, che una degli Uzeda dovesse sposare un avvocato: ma il giovanotto aveva 283 studiato [...]
[...] Raimondo non fosse venuto per affari, come certuni volevano dare a intendere, era certo e sicuro agli occhi della servitù: se fosse venuto per [...]
[...] diceva chiaro a tutti la sua opinione; allo stato delle cose, attesa l'incompatibilità dei caratteri tra marito e moglie, non c'era da far altro che [...]
[...] lasciata la lingua a casa o, se diceva qualcosa, parlava del più e del meno, con aria distratta, impacciandosi meno che mai di quel che avveniva in [...]
[...] trionfava: Benedetto veniva tutte le sere a farle la corte; fra sei mesi sarebbe stato suo marito. Della transazione strozzata, del sacrifizio fatto per [...]
[...] voleva lei e non la dote, poichè a quel patto s'era ottenuto il consenso del principe. Tuttavia questo consenso era così freddo che pareva [...]
[...] strappato per forza; senza contare che don Blasco e donna Ferdinanda non venivano più a palazzo, che lo stesso don Eugenio faceva il viso dell'arme al [...]
[...] futuro nipote. Ma più i parenti si mostravano contrarii al matrimonio, maggiori dimostrazioni d'affetto ella faceva a Benedetto. «Non dar loro [...]
[...] dai futuri parenti, sapendo che, se avrebbe potuto fare un matrimonio migliore quanto a interesse, non ne avrebbe potuto fare uno migliore quanto [...]
[...] a nobiltà. E i Giulente avevano la mania d'essere nobili o per lo meno nobilitati dalla lunga serie di magistrati avuti in casa: loro più grande [...]
[...] gente che non andava troppo pel sottile, erano considerati come nobili; come a nobili senza titolo davano loro del cavaliere; ma i puri li tenevano [...]
[...] a una certa distanza. In queste condizioni il matrimonio di Benedetto con la sorella del principe di Francalanza era una fortuna, e come tale [...]
[...] la consideravano don Paolo e donna Eleonora sua moglie. Dall'orgoglio d'essere riusciti a combinarlo, essi neppure s'accorgevano della freddezza e [...]
[...] a vincerla. S'era subito accaparrata la simpatia della principessa, evitando di darle la mano e lodandole la bellezza e il talento di Teresina [...]
[...] si mise a parlare di cose storiche e artistiche, dei Vicerè Uzeda, ascoltando a bocca aperta le sentenze del cavaliere; poi lo pregò di fargli [...]
[...] vedere le sue collezioni d'arte e si profuse in elogi alla vista di tutti i cocci e di tutte le tele imbrattate, pasteggiando a superlativi dinanzi [...]
[...] ai Tiziano ed ai Tintoretto, che dichiarò superiori a tutti i quadri degli stessi autori conservati nel Museo di Napoli. Venuto Raimondo, però [...]
[...] capito, testa dura? — disse allora don Eugenio trionfante a don Cono. — V'arrendete finalmente?... Il Principe, da canto suo, giovavasi del futuro [...]
[...] di questo e di quello, il principe induceva il giovanotto a istituire confronti tra i due testi, a indicarne le differenze e le concordanze [...]
[...] padre e infatuamento liberale dello zio si davano la mano in lui; talchè, gloriandosi di discendere dal Mastro Razionale Giolenti, sosteneva, a [...]
[...] , d'intendere e di soddisfare i bisogni della nazione...» Ma, a quelle uscite, egli perdeva il cammino fatto: il principe e il cavaliere non [...]
[...] stessa Lucrezia, a quel subito gelo diffuso per l'aria, mostrava una ciera costernata, 287 mentre approvava con un gesto del capo, ma senza dir [...]
[...] ecclesiastico, specialmente pel grande trattato Del Matrimonio. Raimondo, presente, pareva interessarsi a quel discorso. — Nuova è la trattazione [...]
[...] , che la «dizione» era sbagliata, nè tacque se non quando Raimondo esclamò, seccato: — Ma zio, lo vada a dire ai canonisti! Se questa è [...]
[...] l'espressione legale! E i dirimenti, — domandò a Giulente, — quali sono? — Gli impedimenti dirimenti sono quelli che annullano il matrimonio quando è già [...]
[...] , invece che a palazzo, come le altre volte, scese all'albergo. La cosa 289 parve molto grave. Voleva dunque dire che tutto era rotto fra il [...]
[...] rivoluzione, e le visite cominciarono a piovere al palazzo: prima di tutti don Lorenzo Giulente col nipote, poi alcune autorità, le rappresentanze [...]
[...] di parecchie società politiche; poi una quantità di cittadini d'ogni classe, pezzi grossi, antichi amici e nuovi patrioti che venivano a salutare [...]
[...] l'Onorevole, a ringraziarlo delle grandi cose fatte a Torino e, mentre c'erano, a chieder notizia degli affaretti particolari che gli avevano [...]
[...] modestia; ma, alle domande degli ammiratori, descriveva le sedute del Parlamento, la visita fatta a Vittorio Emanuele e al «povero» Cavour, la vita [...]
[...] politica della capitale; e tutti stavano intenti a udirlo. Non aveva aperto bocca, in Parlamento, neppure per dir sì o no; ma in sala l'uditorio non lo [...]
[...] morto! Ma il governo era egualmente ben disposto verso la Sicilia: presto avrebbe messo mano a ferrovie, a porti, a grandi opere pubbliche. Per [...]
[...] a sera; quelli che volevano parlargli da solo a solo non si movevano, parevano decisi di restare a dormire con lui. Quando ne ebbe abbastanza [...]
[...] , egli fece un segno a don Lorenzo, e questi condusse via tutti. 290 Ma l'Onorevole non andò a letto. Raimondo, avvertito da Baldassarre che lo [...]
[...] zio voleva parlargli, lo aspettava impaziente, smanioso, nella sua camera. — Che cosa vuoi fare? — cominciò il duca, senza tanti preamboli. — A [...]
[...] proposito di che? — rispose il nipote, quasi non comprendesse. — A proposito di tua moglie e della tua famiglia!... Tuo suocero è qui, non sai [...]
[...] , guardava per terra, come un ragazzo intimidito dalla minaccia d'una lavata di capo. — Che hai da dire contro tua moglie? — domandò a un tratto don [...]
[...] Raimondo, alzandosi. Lo zio restò un momento a guardarlo, quasi non fosse sicuro d'aver udito bene, poi ripetè: — Sei pronto a riprenderla [...]
[...] ? — Sono pronto a tutto, purchè smettano questa commedia. — Meglio ancora!... Vuol dire che esageravano, che m'hanno informato male... Tanto meglio [...]
[...] pulcinella — Egli parlava adesso duramente, a denti stretti, con gli occhi rossi; e il duca, cambiato tono anche lui, esclamava, secondando il nipote [...]
[...] : — Questo è vero.... tu hai ragione.... L'ho messo in croce per dissuaderlo!... Ma quel santo cristiano è fatto a un certo modo.... Del resto non [...]
[...] importa: diremo che non voleva dare impaccio a Giacomo.... si troverà una ragione.... E tu, comprendi che bisogna pigliare gli uomini come sono [...]
[...] a prendere, piovve donna Ferdinanda. Erano più di sei mesi che non saliva più le scale del palazzo, dal giorno che c'era entrato Giulente. Fin [...]
[...] finalmente andata via facendo sbattere tutti gli usci, gridando. «Riderà bene chi riderà l'ultimo!» e appena giunta a casa, chiamato la cameriera, il [...]
[...] era andato egli stesso a trovarla, a prendersi addosso, umile e muto, la pioggia di improperii rovesciata dalla zitellona. E a poco a poco, pel [...]
[...] bisogno di sentirsi far la corte, per non poter rinunziare a ingerirsi nelle faccende dei nipoti, ella s'era venuta placando, ma senza andar da loro [...]
[...] Giulente, avvocato, AVVOCATO! Neppur l'arrivo di Raimondo l'aveva rimossa dal suo proposito; del resto il nipote era venuto da lei assiduamente a [...]
[...] naturale che quel matrimonio tanto male assortito fosse finito peggio; se avessero dato la Pinto a Raimondo, allora sì!.. A un tratto, una sopra [...]
[...] s'era fatto vivo; l'avvenimento stava per compiersi ad insaputa di lei! Allora, il tempo di far attaccare, e subito a palazzo.... Quando ella entrò [...]
[...] mobili sparsi per la sala; non rispose al saluto di nessuno tranne a quello di Raimondo che trasse in disparte verso una finestra. — Vecchia pazza [...]
[...] coppia, quasi a compensarla della sgarberìa della sorella. — Il barone dovrebbe esser qui, — disse guardando l'orologio. — Sarei andato io stesso a [...]
[...] prenderlo se non avessi temuto di dare troppa importanza a una cosa che non dovrebbe averne nessuna.... — Vostra Eccellenza ha fatto benissimo [...]
[...] l'Onorevole. 294 Raimondo aveva finito intanto di parlare con la zia. e ricominciava a passeggiare su e giù: era verde in viso e si [...]
[...] ogni opinione di femminucce, aveva finalmente mutato sistema di punto in bianco, facendo a modo suo in tutto e per tutto, andando fuori in carrozza [...]
[...] e a piedi, salendo e scendendo scale, trangugiando tutte le miscele che si persuadeva dovessero giovarle. Ella dichiarava alla cognata di non [...]
[...] , donn'Anna? La presi per le spalle e le dissi: «Cara donn'Anna, tre mesi dopo che sarò partorita se volete venire a trovarmi mi farete tanto piacere; ma per [...]
[...] la cugina Graziella. — Come sta Vostra Eccellenza? Ho saputo del suo arrivo ed ho detto: andiamo subito a baciar le mani allo zio. Mio marito [...]
[...] voleva venire anche lui; ma l'hanno chiamato di fretta al tribunale per una causa seccantissima. Verrà più tardi a fare il suo dovere.... Raimondo [...]
[...] , vedendola spuntare, soffiò più forte, e andò a dire concitato allo zio: — Quest'altra pettegola, adesso? Ha da esserci tutta la città?... Non vede [...]
[...] : — Anche domani. — Matilde però la vogliamo un poco qui, — soggiunse lo zio, guardando gli altri parenti, quasi a chiedere il loro assenso; ma [...]
[...] nessuno disse nulla. — Allora, — continuò, — potreste fare così: tu andrai a prenderla e poi ve ne verrete tutti insieme. Che ne dite, barone [...]
[...] ? — Come credete, — rispose Palmi. A un tratto s'udì per la terza volta una carrozza che entrava nel cortile e tutti gli occhi si volsero verso 296 [...]
[...] l'uscio d' entrata. Chi poteva essere? Ferdinando? La duchessa?... Spuntò don Blasco. Il monaco, come la sorella, non metteva piede a palazzo [...]
[...] poter occuparsi degli affari della parentela, costretto a udirne le notizie di seconda o di terza mano, per mezzo del marchese Federico o degli [...]
[...] estranei, il monaco s'era visto perso. Le brighe del convento l'occupavano fino a un certo punto; le grida e le bestemmie contro i liberali [...]
[...] , quantunque raddoppiate dopo la sistemazione del nuovo ordine di cose, non gli bastavano, non avevano gusto se egli non le proferiva a palazzo, nello [...]
[...] , sbuffante e smaniante, più di una volta era stato sul punto d'andarsene dal principe; ma, giunto a mezza via, s'era pentito, non aveva voluto dare [...]
[...] genero, non era stato più alle mosse. Il principe gli andò incontro a baciargli la mano. Lucrezia e Giulente, seduti accanto, erano i più vicini [...]
[...] della sala. Al secondo affronto, Lucrezia si fece più rossa, e costretto il promesso a sedere: — La pagheranno, sai! — disse, — la pagheranno [...]
[...] . 297 Per animare la conversazione languente, e vincere la freddezza da cui tutti erano impacciati, e rendersi utile, la cugina aveva cominciato a [...]
[...] chiedergli notizie del suo viaggio attraverso l'Italia; e il deputato parlava a vapore: — La baraonda di Napoli, eh? Che paesone! Pareva che [...]
[...] condiscendenza, come per non restare in silenzio. — È vero che somiglia a Catania? — domandò il marchese. Raimondo sciolse lo scilinguagnolo per dire, con [...]
[...] , — disse Benedetto, conciliante. Donna Ferdinanda alzò lentamente gli sguardi per volgerli dalla parte donde veniva la voce; ma, giunta a mezza [...]
[...] , restate!... Un momento, e torno subito..... — Ho qualche cosa da sbrigare anch'io; grazie! — Verrete almeno a pranzo con noi? — Grazie; parto oggi [...]
[...] accompagnato dal duca che scendeva giù a ricevere i suoi elettori, mentre Raimondo s'avviava da parte sua alle proprie stanze. E i tre non erano [...]
[...] a ciò che quegli diceva, tra di scusa per l'insistenza del duca. 299 — Pareva concedesse una grazia speciale, onorandoci della sua presenza [...]
[...] faccia, badava a chinare il capo con un gesto continuo ed eguale, come un automa, e poichè la cugina cicalava piano con Chiara, e don Blasco [...]
[...] condizione che venivano a fargli atto di omaggio. La stessa scena della sera prima, ma più grandiosa; a poco a poco tutta la città sfilava [...]
[...] neppure, parlavano a nome dei compagni, affermavano in risposta alle sue espressioni di modestia che il paese non avrebbe mai dimenticato ciò che [...]
[...] doveva al duca d'Oragua. Tutti gli altri stavano in silenzio, a raccogliere religiosamente le parole dell'Onorevole; il quale, cessati i [...]
[...] l'isola, giacchè bisognava pensare a tutto: dall'educazione della gioventù al lavoro per gli operai. A poco alla volta, con la concordia e la pace, la [...]
[...] mortale. — Povera Matilde! Sei stata male? — le domandò la principessa, a dispetto delle ingiunzioni del marito, il quale le proibiva di esprimere [...]
[...] un senso di rammarico al tempo degli antichi dolori; li aveva giudicati intollerabili e non sapeva di quanto sarebbero cresciuti, a poco a poco [...]
[...] , ma costantemente, fino a contenderle la stessa speranza d'un qualunque ritorno alla pace. Come le si era chiuso il cuore ai primi disinganni, nel [...]
[...] vedere che l'amor suo non bastava a Raimondo, che egli pensava diversamente da lei, che faceva consistere la felicità in cose senza valore per lei [...]
[...] dinanzi al pericolo più grave, alla minaccia terribile? Lasciarlo? Egli stesso l'aveva abbandonata!... Quando ella ripensava a quei due anni [...]
[...] trascorsi in Toscana, a tutto ciò che aveva sofferto vedendo prepararsi e non potendo impedire l'ultima rovina, ella provava veramente come un [...]
[...] cuore di Raimondo il ricordo di quell'altra? Ma colei doveva aver giurato di rubarglielo, ad ogni costo, se lo aveva raggiunto a Firenze, se [...]
[...] erasi mostrata a lui da lontano, da vicino, per le vie, in società, tentandolo ovunque, dinanzi a lei stessa! Ella non accusava più Raimondo, non [...]
[...] cadevano su quella donna soltanto; a Raimondo ella non rivolgeva se non preghiere indulgenti, l'umile scongiuro di evitarle nuovi dolori. Egli [...]
[...] !» Ella non sapeva ancora fino a qual punto fosse sincero.... Il capriccio di Raimondo per donna Isabella, in verità, s'era sedato appena [...]
[...] dei suoi desiderii. A Firenze, dove s'eran dato convegno, aveva deliberato di spezzare in un modo qualunque la catena da cui si sentiva avvincere [...]
[...] signora autentica come la Fersa gli procurava i sorrisi di compiacenza un po' invidiosi dei rompicolli che prendeva a modello. E donna Isabella [...]
[...] 304 a Torino, doveva passare da Firenze. Il terrore di spingere l'uno contro l'altro quei due uomini l'aveva [...]
[...] costretta a tacere; e poichè suo padre, ricominciato a sospettare di Raimondo, aveva mutato a un tratto, con la violenza abituale, l'antica affezione [...]
[...] , invocando dal Signore tanta forza da poter continuare a fingere, a illudersi, a credere che nessun serio pericolo la minacciava. Ma era già troppo [...]
[...] a buttarmi ai piedi di mio marito; forse mi perdonerà....» Allora, di risposta, egli s'ostinava a far cose che ella stessa non avrebbe volute [...]
[...] amici, non rispondeva al saluto di sua moglie, quando s'incontravano: mentre la contessa lacrimava in fondo alla sua carrozza, egli andava a [...]
[...] piantarsi allo sportello di quella di donna Isabella. 305 A Livorno, in principio dell'estate, lo scandalo era cresciuto talmente, che alcuni [...]
[...] aggravarsi del male, aspettando ansiosamente il ritorno di Raimondo. A giorno, egli rincasò. Doveva esser ebbro. Solo perchè, rotta dal dolore e dalla [...]
[...] struggere, non potendo corrergli dietro, non potendo lasciare la sua poveretta agonizzante; d'aver mandato Stefana a Firenze, credendo che egli se ne [...]
[...] che la straziavano. Il rancore di suo padre contro il genero scoppiò a un tratto, terribile. «È andato via? Meglio così!» aveva detto nel primo [...]
[...] proruppe: «Ah, il suo amor paterno?... Il bene che ha voluto alle sue creature?... Il sangue avvelenato a quell'innocente?...» e con un fiotto di [...]
[...] vada a chiedergli scusa per te, per me, per quelle innocenti?... Non ti basta, sciocca che sei, l'esperienza di dieci anni?... Vuoi ricominciare a [...]
[...] e lo scoppio di legittimo sdegno del padre, ella pensava di non poter vivere lontana da Raimondo, di non poterlo lasciare a quell'altra [...]
[...] l'inesauribile bontà del suo cuore non gli permetteva, alla lunga, di mantenere. Scrisse così al duca, andò insieme con lui a raggiungere [...]
[...] Raimondo dopo averla accompagnata a Milazzo, e glie lo ricondusse. Non v'era stato, tra lei e suo marito, neppure una parola relativa al passato [...]
[...] s'era a poco a poco, di giorno in giorno, dileguato; adesso, rassegnata alle tristezze della realtà, ella non chiedeva che la quiete. Purchè [...]
[...] Raimondo volesse bene alle sue creature, purchè non le abbandonasse un'altra volta, ella era disposta a sopportare ogni cosa.... In casa del [...]
[...] principe, adesso, dov'eran venuti pel matrimonio di Lucrezia, lasciando a Milazzo le bambine, 308 i parenti di lui la trattavano meglio. La sposa [...]
[...] simpatia; quanto a don Blasco e a donna Ferdinanda, che avevano ripreso a venire tutti i giorni a palazzo, parevano anch'essi un poco placati [...]
[...] !... La compagnia della nipotina Teresa glie la rendeva più tollerabile. Come somigliava a Teresa sua, la figlia del principe! La stessa bellezza [...]
[...] l'educava a mortificare i suoi desiderii, a reprimere le sue volontà; la faceva restare intere giornate tra le monache di San Placido perchè [...]
[...] malcontento della Badessa a della sorella Crocifissa, persuadeva la figlia a star buona, a non temere, e la piccina diceva di sì, di sì, mandando baci [...]
[...] sposi, un quartiere accanto a quello di don Paolo Giulente ma del tutto segregato, finivano di dare l'ultima mano alla sistemazione dei mobili [...]
[...] , invece di ottomila, poichè il principe gli diceva di non aver pronta tutta la somma. A poco a poco, dal primo incontro col monaco e con la [...]
[...] zitellona, egli era riuscito a farsi badare ogni giorno più da quei due, continuando a chinare il capo come un burattino a tutto ciò che dicevano [...]
[...] guardavano dall'alto delle pareti! Basta: a lui toccava eseguire gli ordini dei padroni! Giusto la cugina Graziella, appartata in un crocchio con la [...]
[...] ottenuto il permesso di restar fuori la sera: — Questo qui lo mariteremo noi, a suo tempo! Avremo da pensar noi chi dovrà sposare!. Non sapeva [...]
[...] ai quali, specialmente a Luerezia, leggevasi la gioia del trionfo. Del resto, se donna Ferdinanda e la cugina le facevano il viso dell'arme, la [...]
[...] principessa le usava molte cortesie, la contessa Matilde prendeva parte alla sua felicità di madre; la stessa Chiara veniva a gettarsi nuovamente [...]
[...] accanto a lei. — Siete stanca, marchesa? — Io? No! Sto benissimo. — Le trafitture spesseggiano, quasi le toglievano il respiro: ella sarebbe stata [...]
[...] fontana. «Una cosa commovente,» diceva piano il duca al prefetto che gli stava a fianco. A un tratto vi fu un rimescolìo: Chiara, non potendone più [...]
[...] finalmente gli sposi si misero in carrozza e se ne andarono al Belvedere. Il domani mattina andarono lassù a trovarli, uno dopo l'altro, i Giulente [...]
[...] marito e moglie, don Lorenzo e il duca, la principessa e perfino Chiara, fresca come una rosa; i dolori erano svaniti, ella aveva voluto a forza [...]
[...] fossero maritati da dieci anni, diede la mano da baciare alla nipote, e appena sedutasi disse a Benedetto: — Bell'affare m'hai proposto! Gli [...]
[...] con lui dicendo: — Non c'è modo di accordarli? — I creditori?... Sicuro.... si possono accordare.... — E frenando a stento un sorriso, esclamò [...]
[...] : — Vostra Eccellenza non se ne inquieti. Il credito di Vostra Eccellenza era privilegiato. Li faremo stare a dovere, non dubiti! Il domani, donna [...]
[...] , per farla contenta, egli stesso riscese con la moglie in città a dipanare in persona la matassa. Dovevano passare 314 un mesetto al Belvedere [...]
[...] in campagna, venne mattina e sera a trovarli in città. Arrivava per tempo, quando i Giulente padre e madre non erano ancora passati dalla nuora [...]
[...] , la quale restava a letto fino a tardi. Benedetto, in piedi col sole, dava gli ordini alle persone di servizio per la colezione e il desinare [...]
[...] a fare le sue osservazioni sulle faccende dei nipoti: se desinavano troppo tardi per seguire la moda italiana portata da quella bestia del duca [...]
[...] trattamento invece della sola minestra come usava lei stessa in casa propria. E a poco a poco ficcava il naso in tutte le cose più minute, più [...]
[...] la settimana a desinare e un'altra a colazione; ma la zitellona, che non si faceva molto pregare e che sfruttava in ogni modo i nipoti, esercitava [...]
[...] stava dinanzi come un servitore, punzecchiava la nipote perchè si levava tardi, perchè fino a mezzogiorno restava discinta, coi capelli sulle [...]
[...] spalle e i piedi nelle pantofole; tanto che finalmente questa disse a suo marito: — Mi comincia a seccare, sai! 316 Allora, per farle piacere [...]
[...] , non importandole il broncio della zia, egli diradò gli inviti; ma quando credeva di mettersi a tavola solo con sua moglie, vedeva spuntare la [...]
[...] anche il suocero e la suocera: la covavano con gli occhi come una cosa preziosa, la contentavano a un cenno, la servivano all'occorrenza. Così [...]
[...] talvolta dalla sorella Chiara, che non era ancora partorita, avendo sbagliato i conti d'un mese; ma più spesso a palazzo, dove aveva giurato di non [...]
[...] metter più piede, ma restava invece tanto che spesso suo marito doveva passare a prenderla, all'ora del desinare. Ci tornava anche la sera per [...]
[...] Giulente, del resto, giudicavano naturale che ella cercasse dei suoi parenti, nè Benedetto pensava a rammentarle gli antichi propositi; quando, un [...]
[...] bel giorno, offertole come al solito di accompagnarla a palazzo, si udì rispondere: — M'hanno da tagliare tutt'e due le mani, se vado più in [...]
[...] delle ultime tremila onze; adesso finalmente mandava, per mezzo del signor Marco, in piego suggellato diretto a Benedetto, un nuovo conto. Lucrezia [...]
[...] pagate a Baldassare e persino quindici tarì di piatti 316 rotti. Quando Giulente lesse quella nota, si mise a ridere di cuore, tanto gli parve [...]
[...] buffa la grettezza spinta a tal segno; ma Lucrezia era furibonda contro il fratello, in modo straordinario: — Che trovi da ridere? È una [...]
[...] rose che mandò a cogliere al Belvedere? E i piatti rotti?... Quantunque suo marito cercasse di calmarla, dimostrandole che in fin dei conti il [...]
[...] principe non era obbligato a spendere del proprio, ella non intendeva ragione, spiattellava il resto, ciò che prima aveva negato a sè stessa: — Non [...]
[...] ?... E la transazione a cui m'obbligò, prendendomi per il collo, per consentire al nostro matrimonio? E Ferdinando spogliato con me?... Se lo guardo [...]
[...] più in faccia, non sono più io!... Non andò più infatti a palazzo; ma il principe, da canto suo, non venne più da lei; alla moglie, che voleva [...]
[...] far qualche visita alla cognata, ordinò rigorosamente di astenersene. La cugina Graziella, che a stento aveva fatta una visita agli sposi, seguì [...]
[...] l'esempio del capo della casa; talchè Lucrezia cominciò a dire il fatto suo anche a quest'altra pettegola: — Non vuol venire a casa mia? L'onore [...]
[...] di farmi dispiacere non venendo a casa mia? Non sanno che non cerco di meglio? Che non voglio veder più nessuno? Don Blasco, da canto suo, non [...]
[...] . Ella l'aveva anche con la sorella 317 Chiara, senza che questa le avesse fatto nulla, e la derideva per l'eterna gravidanza che non veniva a [...]
[...] fine, quantunque giunta al decimo mese. Se la prendeva insomma con tutti, e alla contessa Matilde che la veniva a trovare come prima: - Dillo [...]
[...] , quando egli andava dietro? Impallidendo, poi arrossendo a quei discorsi, Matilde tentava nondimeno metter buone parole; ma l'altra rincarava [...]
[...] , rincasando, Benedetto, che per secondare la moglie, non già per sentimento proprio, aveva chinato il capo a quelle sfuriate, la trovò seduta accanto a [...]
[...] don Blasco, al quale serviva biscotti e rosolio.... Il monaco, non vedendo più Lucrezia a palazzo, saputo della rottura tra fratello e sorella, era [...]
[...] sta Vostra Eccellenza?... Mio marito è andato fuori.... Se Vostra Eccellenza si ferma un poco, non tarderà a venire....» E mentre lo aspettavano [...]
[...] potè più levar di torno. Veniva continuamente, a ore diverse, quando meno se l'aspettavano; una strappata di campanello lo annunziava, brusca [...]
[...] , forte, padronale; e una volta entrato, cominciava a girondolare come un trottolone, parlando di cento mila cose, guardando in tutti gli angoli [...]
[...] tutto ciò che avveniva a palazzo, sfogava con lo zio Blasco contro il fratello, lo accusava di averla rubata, di aver rubato Chiara, di voler [...]
[...] rubare adesso Raimondo: - Lo spinge lui contro la moglie! Dicono che gli ha detto: «Che ci stai a fare qui?» Per metter legna sul fuoco! Deve avere [...]
[...] matrimonio?... Io gli ho detto di non mescolarsi in questi pasticci!... Ella non diceva che Benedetto, mandato a chiamare da donna Ferdinanda, in casa [...]
[...] coscienza, s'era a poco a poco lasciato vincere dall'onore che la zitellona gli faceva, mettendolo a parte d'un secreto di famiglia, sollecitando i [...]
[...] confidava di riuscire a metter pace fra marito e moglie; fino all'ultimo momento ce ne sarebbe stato il tempo. Poi, gli ostacoli enormi da superare [...]
[...] del suo antenato, che il cavaliere don Eugenio, Gentiluomo di Camera, aveva elogiato?... Nondimeno, una secreta soggezione lo impacciava dinanzi a [...]
[...] suo arrivo in casa Uzeda; a poco a poco ella s'era lasciata vincere dalla speranza, vedendo che Raimondo non parlava più di tornare in Toscana [...]
[...] , che le prometteva di condurla, subito dopo il parto di Chiara, a Milazzo per raggiungere le bambine e poi a Torino, dove il padre di lei [...]
[...] dolori e le trafitture erano continui, oramai; ma, col coraggio dei maniaci, non ne diceva niente a nessuno, ostinata a voler sgravarsi senza aiuto [...]
[...] ma, al marito, ai parenti che la incitavano a chiamare qualcuno: - Non voglio nessuno! - rispondeva, cocciuta, per partorire da sola. - Questa [...]
[...] poteva più, che si sentiva morire e non riusciva a nascondere le proprie doglie, suo marito, spazientito per la prima volta dopo otto anni di [...]
[...] marchese aspettava ansioso nel salotto, coi parenti. Udendo che il chirurgo schiudeva l'uscio e chiamava, corse a domandargli, trepidante [...]
[...] poco, ed era spacciata!... III. A San Nicola, dopo la sistemazione del governo italiano, si faceva la stessa vita di prima, come al tempo [...]
[...] continuamente all'ombra dei chiostri. - Avete visto? A darvi ascolto doveva succedere il finimondo, dovevano mandare all'aria il convento, e invece [...]
[...] è sempre ritto.... 321 - Ritto un cavolo! - tonava don Blasco. - Aspettate e vedrete!... Pel momento i monaci seguitavano a far l'arte di [...]
[...] : nel giardino, durante la ricreazione, non potendo far altro, tirava sassate agli uccelli, a costo di spaccar la testa a qualche compagno, o [...]
[...] s'arrampicava sui muri per distruggere i nidi dei passeri a rischio di fiaccarsi il collo egli stesso. E quando i camerieri non lo contentavano, non [...]
[...] gli procuravano le reti, il vischio, la polvere, li strapazzava, li denunziava al Maestro per colpe inventate di pianta, li metteva a più dure [...]
[...] terribile della prima. Scoperto anche questa volta, il Maestro si decise a dargli un gran castigo, vietandogli di uscire per una settimana; ma poi [...]
[...] la settimana fu ridotta a tre giorni, grazie all'avvicinarsi del Natale. Ogni anno, per questa ricorrenza, ciascuno dei novizii doveva recitare [...]
[...] . La predica di Natale toccava quell'anno '61 a Consalvo Uzeda: l'aveva scritta il Padre bibliotecario, che era letterato, perchè invece che [...]
[...] nelle poche paginette degli altri anni, 322 consisteva in un bel quadernetto. Egli che aveva una memoria di ferro e una faccia tosta a tutta [...]
[...] poco, prima di cominciare. Sotto lo stallo dell'Abate, in mezzo al principe, al duca d'Oragua, a Benedetto Giulente, don Eugenio diceva [...]
[...] : «Guardate che padronanza! Se non pare un predicatore consumato!» Ma la stupefazione crebbe a dismisura quando il ragazzo, aperto il quaderno e datavi [...]
[...] un'occhiata, lo abbassò, recitando a memoria: «Reverendi Padri e Fratelli dilettissimi, era una notte del più rigido verno, allorquando in una [...]
[...] ci stava per ricevere l'educazione conveniente alla sua nascita; poi sarebbe andato a casa sua a fare il principe di Francalanza! E questo era il [...]
[...] soppresso i conventi. Restavano soltanto quelli che le famiglie destinavano a professarsi, Giovannino Radalì, fra gli altri, il «figlio del pazzo [...]
[...] .» Morto suo padre, la duchessa, per amore del primogenito, destinava il secondo a farsi monaco. Ma Consalvo, che non doveva professarsi, voleva [...]
[...] andar via, al più presto, subito; e invece suo padre, tutte le volte che gli domandava: «Quando tornerò a casa?» rispondeva col solito suo fare secco [...]
[...] , del quale non rammentava una buona parola, gli aveva ispirato. Quando andava a casa in permesso, egli stava un momento con la mamma, poi se ne [...]
[...] , perchè non gli permetteva di salire a cassetta e d'imparare a guidare. Aveva tempo di spassarsi, gli diceva Orazio, il nuovo cocchiere, poichè [...]
[...] Vanna, Salvatore, che era entrato in casa Uzeda come mozzo di stalla, e passava tutto il santo giorno a cassetta, scarrozzando per la città [...]
[...] . Consalvo lo invidiava a lo ammirava per le tante cose che sapeva, per le male parole che diceva liberamente; e Frà Carmelo, sonata l'ora di ricondurlo [...]
[...] : - La notte se n'escono per andare a trovar le amiche, e certe volte le conducono con loro, nello stesso convento, avvolte nei ferraioli: il [...]
[...] cose secrete con Giovannino, gli diceva quel che avrebbe fatto appena fuori del convento; e Giovannino stava a sentire con aria stralunata, quasi [...]
[...] , e dava, a giorni, in ismanie terribili; ma poi si persuadeva dei ragionamenti della duchessa sua madre, che i quattrini di casa erano tutti del [...]
[...] fratello Michele, che a San Nicola sarebbe stato da signore, fra tanti altri signori, e si chetava, non pensava più a scapparsene, non invidiava la [...]
[...] previsione di quell'avvenimento. A San Nicola s'era sempre spesa allegramente tutta la rendita del convento, nella certezza che la cuccagna sarebbe [...]
[...] Priore. Padre don Lodovico, modestamente, non aveva voluto pronunziarsi: «Che posse dire a Vostra Paternità? L'avvenire è nelle mani di Dio. Dalla [...]
[...] politica, mentre egli doveva pensare a una nuova via da battere, a un altro scopo verso il quale dirigere la propria attività? E quell'Abate [...]
[...] , scaraventandosi a un tempo contro gli uni e gli altri. Combattere il sistema delle economie con la speranza che il governo non commetterebbe la [...]
[...] dal nipote Priore e da tutti quelli del Capitolo, faceva che egli si scagliasse contro di loro, chiamandoli «lerci straccioni,» gridando: «Vadano a [...]
[...] fare i locandieri o i bottegai! Si mettano a vender l'olio, il vino e il caciocavallo! A questo son buoni! Per questo mestiere sono nati [...]
[...] !» Udendo dall'altro canto i patriotti cullarsi nella certezza che il governo, in ogni caso, avrebbe pensato a loro, s'evacuava: «Il governo vi butterà [...]
[...] fuori a pedate e vi porgerà il sedere da baciare! Giuda vendè Cristo, ma n'ebbe almeno trenta denari! A voialtri toccheranno calci nel preterito [...]
[...] combattendole. Del resto a San Nicola la spesa era grande non tanto per il valore delle cose acquistate, quanto pel modo regale di sperperare i quattrini [...]
[...] di carbone, una salma di vino, tutta roba che andava a finire dalle amiche. Ora i risparmii stavano bene; ma ciascuno pretendeva il suo. L'Abate [...]
[...] che il Capitolo rinnovasse lo scrutinio. L'Abate, quantunque sicuro del fatto suo, pure trattava tutti con le molle d'oro, s'affidava a don [...]
[...] Lodovico, gli esponeva le nuove ragioni che dovevano indurre i monaci a dire di sì. Dopo un primo voto favorevole era mai possibile darne uno contrario [...]
[...] bene, anzi, nelle tristizie dei tempi, far vedere ai persecutori della Chiesa che lo stato monastico rispondeva a un bisogno della società se, col [...]
[...] sarebbe andato a seconda, dormiva tra due guanciali. Arrivato il giorno della votazione e posta ai Padri la quistione se volevano fra loro il [...]
[...] , «il bestiame da non confondere,» come diceva don Blasco; se il giovane era orfano e povero, gli si sarebbe dato da dormire e da mangiare, come a [...]
[...] . Così l'Abate dovette assegnargli una camera fuori mano, in fondo a un corridoio deserto; e Giulente, lasciato l'abito di San Benedetto per [...]
[...] veste del prete, se ne stava tutto il giorno a studiare sui libri che il suo protettore gli faceva mandare dalla biblioteca. Al refettorio, nè i Padri [...]
[...] a votare il sì, per dimostrare al Superiore la propria fedeltà, sicuro frattanto dell'unanime opposizione dei monaci. Dopo l'esito dello [...]
[...] frateria fu messa a rumore da un avvenimento straordinario, come al tempo della rivoluzione. Garibaldi era già in Sicilia a far gente, non si [...]
[...] città e le campagne, mentre le autorità si barcamenavano non sapendo a qual santo votarsi, e un po' fingevano d'osteggiarlo, un po' gli cedevano il [...]
[...] passo. Quando egli si presentò dinanzi a Catania, la guarnigione che doveva arrestarlo aveva già sgomberata la città, il prefetto scese al porto [...]
[...] freneticamente, in mezzo a un delirio d'entusiasmo dinanzi al quale le stesse dimostrazioni del Sessanta parevano tiepide e scolorite. Da un balcone [...]
[...] dolce il grido della nuova guerra: «O Roma, o morte!...» Poi, dove andò egli a porre il suo quartiere generale? A San Nicola! Le grida, il [...]
[...] orecchie a un saracino. E la sua più viva speranza, la fede che lo sorreggeva, era quest'ultima: che i due partiti si sterminassero [...]
[...] nuove bande! E dimenavano i fianchi ingrassati a spese di San Nicola, e si fregavano le mani che la beata cuccagna permetteva loro di mantener [...]
[...] bianche e lisce come quelle delle dame! - Manetta di mangia a ufo che siete, avete forse vinto un terno al lotto? Non capite che più presto [...]
[...] l'eresia trionferà, più presto vi butteranno in mezzo a una strada? Di che vi rallegrate, traditori più di Giuda? Non volete capire che avete tutto da [...]
[...] ? - articolava. - Vi manca la libertà?.... Siete chiusi in fondo a un carcere, poveri disgraziati?... Che libertà vi manca, d'ubbriacarvi come [...]
[...] minacciavano di finire a cinghiate, il povero Abate pareva un pulcino nella stoppa, non sapendo come fare, non volendo dar mano ad affrettar lo scempio [...]
[...] cantine e i riposti. Quando arrivò il Generale, gli andò incontro fino a piè dello scalone per dargli il benvenuto, lo guidò fino alle sue [...]
[...] stanze, accompagnò ai loro alloggi gli aiutanti e presiedè il pranzo delle camicie rosse, scusando l'Abate che una piccola indisposizione costringeva a [...]
[...] incertezza e l'inquietudine, le speranze e i timori intorno a quel che sarebbe seguito erano generali. Quali progetti aveva Garibaldi? Quali ordini i [...]
[...] rappresentanti dell'autorità? Il conflitto, se mai, sarebbe scoppiato a Catania? Che cosa avrebbe fatto la Guardia nazionale?... Non si sapeva [...]
[...] lettere pregandolo di tornare in Sicilia, poichè la presenza di lui poteva divenire necessaria, lo induceva a confermarvisi. Aveva pertanto [...]
[...] prima d'aprire. Rinchiuso l'uscio sul muso del fratello: - Sei dunque impazzito anche tu, pezzo di bestione? - disse a Benedetto. Questi aveva [...]
[...] nostra, dove i danni sarebbero incalcolabili, dove ne andrebber di mezzo le donne, i vecchi, i bambini, i galant.... Vadano via a scannarsi dove gli [...]
[...] ? E poi, quand'anche, ragione di più! Se il paese è per lui, se c'è entrato da trionfatore, che resta a farci? Fosse una piazza forte, capirei; ma [...]
[...] , a poco a poco, s'era venuto placando, e aveva detto le ultime parole quasi col tono di voce di ogni altro cristiano; ma appena Benedetto osservò [...]
[...] , buon cittadino, il diavolo che ti porta via? 335 Tocca a voialtri parlar chiaro e tondo, dopo che i tuoi conigli Piemontesi se la sono [...]
[...] a tender l'orecchio; poi, cessato il rumore, dichiarò: - Se vuoi capirla, tanto meglio; se no, mettiti bene in testa che a me, come a me [...]
[...] , importa un solennissimo cavolo di te, di Garibaldi, di Vittorio Emanuele, e di quanti siete.... Giulente tornò a casa inquieto e sopra pensiero. Appena [...]
[...] entrato in camera di sua moglie, vide Lucrezia seduta in un angolo, con gli sguardi a terra e gli occhi rossi. - Che hai?... Che è stato [...]
[...] ostinatamente cucita, e se non era Vanna che sopravveniva, Benedetto non sarebbe riuscito a saper niente. - La padrona non vuol restare in città, - dichiarò [...]
[...] pericolo?... Lucrezia, è per questo? Ma se non c'è pericolo di niente? Che temi? Non sono qua io? A me non faranno nulla, in nessun caso! Se ci [...]
[...] piemontesi rimasti all'infermeria se ne andavano a raggiunger la truppa. Al Fortino, i Garibaldini li vogliono fare prigionieri. Allora, Gesù e Maria, il [...]
[...] proposito. Ma, trionfato delle opposizioni, ella aveva cominciato a rimuginare, nelle lunghe ore d'ozio e d'inerzia, gli antichi argomenti della zia [...]
[...] col fratello, il cruccio di non poter più entrare nella casa dei Vicerè, di sentirsi quasi posta al bando dai parenti, l'aveva occupata a poco a [...]
[...] poco, mentre ella continuava a prendersela con loro. Al principio delle inquietudini pubbliche, la fuga generale dei nobili e dei ricchi, aveva [...]
[...] voleva trovarsi fra i proprii concittadini, ciò era per avvertirli di non lasciarsi trascinare da Garibaldi. «Lo dice dunque a te che puoi farlo [...]
[...] comprendere alle teste riscaldate, dove più insistente si cammina a nome del principio utopista, si corre sicuro al naufragio. Altronde il Governo è [...]
[...] deciso opporsi in tutti i modi a simile aberrato. Ed io, credo, che fa benissimo; anzi che ha perduto troppo tempo. Garibaldi dev'essere [...]
[...] arrestato a forza; non si può permettere che una nazione di ventisette milioni è messa in orgasmo da un uomo che ha meriti distinti, ma pare avere [...]
[...] . Il duca scriveva, escandescenze a parte, come don Blasco parlava; il monaco borbonico era, in fondo, d'accordo col deputato liberale; e sua moglie [...]
[...] al Generale, nè la coscienza gli permetteva di dare ragione a quelli che volevano schierarsi contro il liberatore della Sicilia; ma bisognava [...]
[...] piuttosto dimostrargli, col dovuto rispetto, il pericolo a cui era esposta la città. Delle due l'una: o agiva d'accordo col Governo, e allora non [...]
[...] aveva nessun interesse di restare a Catania; o il Governo gli si opponeva, e allora bisognava chiedere al suo cuore di evitare gli orrori della [...]
[...] scandalizzò i suoi antichi amici; ma, prendendoli a parte uno dopo l'altro quando l'assemblea fu sciolta senza nulla deliberare, egli li esortò a [...]
[...] piegarsi, esponendo la verità nuda e cruda, le notizie dategli dal duca. «Perchè non viene egli stesso, allora?» gli domandavano; «che cosa sta a [...]
[...] fare a Torino, mentre qui si balla?» ed egli lo giustificava, annunziando che appena avrebbe potuto si sarebbe messo in viaggio; ma che intanto [...]
[...] bisognava mandare una commissione al Generale per indurlo a sgomberare.... La sua propaganda ottenne l'effetto desiderato. Sul partito ostile a [...]
[...] andare in persona dal Generale ad esporgli la sua nuova opinione; lasciò che andassero gli altri. Costretto a condurre sua moglie al Belvedere, se ne [...]
[...] tornò solo in città, aspettando gli avvenimenti, scrivendo e telegrafando al duca per invitarlo a venire. Passarono alcuni giorni senza che la [...]
[...] , curvo sulle carte, studiava i suoi piani, o riceveva la gente e le commissioni che venivano a trovarlo. Finalmente s'imbarcò con tutti i [...]
[...] che le persone influenti e la stessa Guardia nazionale non riuscivano a sedare. Il movimento era adesso contro i signori, contro i ricchi; Giulente [...]
[...] dell'aristocrazia. Il monaco, manco a dirlo, tornò a sbarrarsi al convento, e non lo lasciò più se non quando la truppa regolare rioccupò la città [...]
[...] Belvedere, e Giulente tornava a pregare il duca di farsi vivo, di venire a metter la pace nel paese. Il duca non venne; rispose ancora che i [...]
[...] mi dici di Catania, ma anche perciò che è avvenuto a Firenze....» Benedetto non sapeva a che cosa alludesse; lì per lì non pensò neppure che [...]
[...] fuggiti di casa per forzar la mano alle famiglie! E la contessa? E il barone? Com'era successo il pasticcio? E come sarebbe andato a finire [...]
[...] , nelle stalle, nei caffè dei cocchieri, nelle anticamere della parentela, diede tutte le spiegazioni desiderate. «Che il contino non potesse durarla a [...]
[...] scappato lontano da quella donna che gli amareggiava l'esistenza. Lo sapevano tutti che egli voleva bene a donna Isabella; dunque la contessa, se [...]
[...] contino, pure egli aveva ceduto - tant'era vero che il torto non stava dalla sua parte! - dimenticando il passato, rassegnandosi a tornar con lei [...]
[...] ? peggio di prima! Suo marito non poteva pigliare un po' d'aria che lei non gli facesse una scenata: se andava al Glubbo a trovar gli amici, a [...]
[...] far quattro passi, subito i sospetti, i pianti ed i rimproveri. E gli strepiti per la passeggiata alle Cassine? Il contino, che usciva a cavallo, ci [...]
[...] trovava donna Isabella in carrozza e, naturale! si fermava a salutarla; giusto in quel punto: ciaff-ciaff, chi spuntava? la carrozza della [...]
[...] contino aveva preso appunto per questo!... La sera, poi, a casa, un inferno! E il povero contino: santa pazienza, aiutami tu!... La padrona, quando [...]
[...] di scatenare una guerra tra suocero e genero!... Bisognava che fosse ammattita! Lei, fino a un certo punto, poteva mescolarsi nelle faccende del [...]
[...] tutto gli mancava l'educazione: uno che aveva imparato alle figlie a dargli del tu! Istigato poi dalla contessa, era diventato una bestia, salvo [...]
[...] . Chi poteva più consigliargli di tornare a perdonare? Le figlie, pazienza, sarebbero andate in collegio, o, se la padrona voleva tenerle con sè, il [...]
[...] prendere; e a poco a poco, senza che si sapesse donde, da certe informazioni venute da Firenze e da Milazzo, da certe parole sfuggite allo stesso [...]
[...] Pasqualino quando si trovava a quattr'occhi con gl'intimi, dopo aver bevuto, la verità cominciava a venire a galla. Raimondo aveva giurato di [...]
[...] romperla con sua moglie nel punto stesso che lo zio duca lo costringeva a riprenderla. Come tutte le volte che cercavano dissuaderlo da un proposito [...]
[...] , egli s'era maggiormente incaponito. Lontano da Matilde e da donna Isabella aveva goduto l'illusione di quella libertà che gli stava a cuore sopra [...]
[...] ogni cosa; costretto a rinunziarvi, s'era promesso di 343 riguadagnarla a qualunque costo, e la sua facile sottomissione ai consigli del [...]
[...] dell'amica. Tuttavia, impegnato a vincere le sue resistenze, anch'egli le aveva ripetuto: «Come saremmo stati felici!» e giurato che l'unico suo [...]
[...] , non intendeva che le sfuggisse. Per ricondurre a sè quel tiepido amante, del quale aveva imparato a conoscere a proprie spese la conformazione [...]
[...] sprone nei fianchi del giovane; impegnato a dimostrarle che era libero di fare ciò che voleva egli faceva ciò che non voleva.... E il martirio [...]
[...] perchè ella credesse all'abbandono di cui l'aveva minacciato, ma per una specie d'impegno contratto dinanzi a sè stessa di 344 non confessare [...]
[...] , rispondeva il barone, della pace di sua figlia che gli stava a cuore sopra ogni cosa, che voleva garantita a qualunque costo, a costo di portarsela [...]
[...] via e di romperla per sempre.... «E chi vi trattiene? Andatevene pure!» Era appiattato nella stalla, Pasqualino, lì a costo, e se udiva i [...]
[...] padroni non poteva vederli; ma a quella risposta del contino, al breve silenzio da cui era stata seguita, aveva sentito un certo senso di freddo in [...]
[...] agguantato il genero; ma, senza il cocchiere gettatosi in mezzo, era bastato a Raimondo dire una sola parola: «Facchino!...» perchè tutt'a un tratto [...]
[...] l'effetto prodotto sul barone! Quel pezzo d'uomo che con un soffio avrebbe buttato a terra il genero piccolo e delicato, che lo avrebbe spezzato [...]
[...] definite a pugni: e con quella parola appunto il conte rammentava al suocero l'onore fattogli sposando sua figlia; e se il barone restava immobile [...]
[...] solo a quattr'occhi. «Io facchino....sì....» aveva balbettato il barone; «ma tu?....» E ad un tratto gli aveva buttato in faccia una parola che il [...]
[...] cocchiere ripeteva, piano, all'orecchio delle persone... Raimondo lasciò allora immediatamente la sua casa, corse dall'amica, la costrinse a far [...]
[...] l'eccitazione dei contrasti sofferti e l'impeto dell'odio provocato dalla tempestosa 346 spiegazione determinavano l'amico suo a quel passo [...]
[...] eccitare maggiormente Raimondo, non le restando per trarlo a sè che fare assegnamento su queste eccitazioni, ella era venuta. Gli Uzeda, a ogni modo [...]
[...] sua causa contro certi debitori morosi, venne a trovarli all'albergo, s'informò dell'accaduto, approvò la determinazione di Raimondo con una sola [...]
[...] parola, ma molto espressiva: «Finalmente!...» C'erano in città anche Benedetto e Lucrezia che s'era poi fatto coraggio: Raimondo andò a trovarli il [...]
[...] male nell'andare a trovare il proprio fratello: era forse obbligato a sapere che «accompagnava» una signora? E andarono all'albergo, dove [...]
[...] Raimondo li ricevette solo; ma dopo un poco che discorrevano del viaggio e del tempo, egli andò a picchiare all'uscio della camera accanto, e donna [...]
[...] Isabella comparve, la quale strinse la mano a Giulente e baciò Lucrezia. Nè presentazioni, nè spiegazioni, nè nulla. Benedetto, sulle prime, era [...]
[...] che avete paura! Parliamo chiaro: vi saranno molti che faranno gli schifiltosi, - donna Isabella chinò gli occhi; - se cominciate voialtri a [...]
[...] adesso la villeggiatura; tornerò a novembre...» e gli aveva voltato le spalle. Raimondo, alla narrazione della scena, si morse le labbra; donna [...]
[...] gente in città, pure quegli umori si manifestavano in certi freddi saluti rivolti a Raimondo, in certi ambigui discorsi di servitori. In [...]
[...] modo col quale si sarebbe comportata la famiglia. Ora l'improvvisa fredda accoglienza del principe a Pasqualino significava chiaro che egli [...]
[...] ritirava loro a un tratto il suo appoggio. Dinanzi all'ostacolo Raimondo s'impennava, prendeva l'impegno di vincere; ma come donna Ferdinanda gli [...]
[...] suggerì di andare personalmente da Giacomo, egli entrò in una sorda agitazione: era disposto a far tutto fuorchè a pregare quel birbante che, dopo [...]
[...] avergli dato mano, gli si schierava contro chi sa per qual fine, fuorchè ad umiliarsi dinanzi a quel fratello del quale per tanti anni, ai tempi [...]
[...] della madre, s'era sentito odiato. Poi il pensiero delle dimostrazioni ostili che si preparavano a lui ed all'amica sua lo arrovellava, gli metteva [...]
[...] lisciò la barba. La principessa che si teneva accanto Teresina intenta a ricamare, rispose a monosillabi alle domande del cognato, sentendo pesarsi [...]
[...] addosso lo sguardo del marito. - Resterete ancora un pezzo? - domandò Raimondo, rosso come un papavero. - Sì, fino a novembre. Te lo mandai a dire [...]
[...] , credo. E lasciò di nuovo cadere il discorso. La bambina volgeva tratto tratto lo sguardo a quello zio di cui non rammentava bene le fattezze, che [...]
[...] dichiarava guerra! Non lo voleva vicino!... Il principe, infatti, aveva dichiarato a tutta la parentela ed a tutte le conoscenze che non trovava [...]
[...] si vuol fare una di queste pazzie, bisogna nascondersi dove più lontano è possibile, dove non si è conosciuti, dove si può dare a intendere ciò [...]
[...] che si vuole!» E alla zia donna Ferdinanda che salì un giorno a posta al Belvedere per intromettersi, per indurlo a far come lei: - La nostra [...]
[...] avendo da render conto a nessuno. Io ho mia moglie e mia figlia alle quali non posso metter sotto gli occhi un simile scandalo. Diceva queste [...]
[...] falso, che in cuor suo malediceva l'ora e il punto in cui aveva posto mente a quella donna della quale era già stufo, per la quale aveva sofferto [...]
[...] l'affronto di rinchinarsi al fratello, si stringeva più a lei, per puntiglio, le si dava mani e piedi legati. Non la volevano ricevere? Egli le [...]
[...] dalla sua, andò a cercare dello zio Eugenio. Il povero cavaliere era molto giù, il commercio dei vecchi cocci non rendeva più niente; e Vittorio [...]
[...] cui era presidente, segretario, economo e tutto, e nominava a destra e a manca socii promotori, fondatori, protettori, effettivi, benemeriti [...]
[...] sovente la posta, invece del vaglia, gli portava indietro l'involto rifiutato. I parenti lo tenevano un poco a distanza, temendo richieste di quattrini [...]
[...] ; ma vedendosi cercato da Raimondo, egli fiutò a un tratto il buon vento. Andò subito a trovare donna Isabella, si dichiarò per lei contro il [...]
[...] principe, s'invitò tutti i giorni a colazione e a desinare. Aveva certi abiti che gli piangevano addosso e certe scarpe che, viceversa, gli ridevano [...]
[...] Lucrezia, a dispetto del marito, si faceva vedere per le strade con lei, la sosteneva, si scagliava con violenza contro il fratello maggiore [...]
[...] per sposarti? È storia che tutti sanno! Adesso viene la tua volta, - e si volgeva a Raimondo. - Vedrete se sbaglio! Aveva ragione lo zio don [...]
[...] Blasco, quando diceva.... A proposito, perchè non vai a fargli una visita? E a Lodovico? Quanti più saranno dalla tua, tanto meno varranno gli [...]
[...] scrupoli di Giacomo. Andiamo insieme, v'accompagno io.... E Raimondo rifece la via del Bosco, andò con la sorella e col cognato a Nicolosi, dove i [...]
[...] Benedettini villeggiavano, a mendicar l'appoggio del fratello e dello zio monaci. Don Blasco era a giorno di tutto, e dimenticato a un tratto [...]
[...] Lucrezia e Benedetto, Raimondo gli baciò la mano. Egli lasciò fare, borbottando: - Che c'è? A quest'ora? Con questo sole? 352 - Siamo venuti [...]
[...] a fare una visita a Vostra Eccellenza, - spiegò Lucrezia per tutti. - La giornata non è tanto calda. Vostra Eccellenza sta bene? Sono due anni [...]
[...] dacchè non venivo più qui.... E Lodovico? Frà Carmelo, costernato, venne a dire che Sua Paternità il Priore era in conferenza con l'Abate e che non [...]
[...] spingere l'uno contro l'altro i due fratelli, da dar mano a disfare un'altra opera della principessa defunta, il matrimonio di Raimondo: egli si [...]
[...] ? Per la villeggiatura, va bene, fino a novembre; ma la casa in città bisogna prepararla! Avete paura della gente? Allora perchè siete venuti [...]
[...] ? Questa è logica, mi pare! Il suo consiglio era di chieder subito i conti a Giacomo, di togliergli la procura e di iniziare la divisione: a quelle [...]
[...] minaccie il principe sarebbe subito venuto a più miti consigli. Ma giusto il domani della visita del monaco, sceso il signor Marco dal Belvedere per [...]
[...] mandò via l'amministratore con un violento: «Ho capito; va bene!...» e un malumore terribile lo tenne a bocca chiusa per tutto un giorno. Donna [...]
[...] buon effetto. Tutti approvarono la proposta. Nè Raimondo era ancora andato a trovar quel fratello, nè Ferdinando sapeva che Raimondo era tornato [...]
[...] che aveva lasciato la Palmi, che era con la Fersa. Ferdinando stette ad ascoltarla guardando a destra ed a sinistra, quasi avesse smarrito qualcosa [...]
[...] ogni attrattiva, senza di che non avrebbe consentito a prendere altra gente in casa. Il fattore era adesso il vero padrone delle Ghiande, vi [...]
[...] faceva quel che voleva, le coltivava a modo suo, ne intascava le rendite mostrando al cavaliere le bucce. Se talvolta, preso da uno scrupolo, gli [...]
[...] .... Potete prepararmi il cataletto....» La cosa era andata a questo modo: che il libraio, dal quale aveva comperate le opere d'agricoltura, di meccanica [...]
[...] farmaceutici, fascicoli spaiti di enciclopedie anonime, tutta cartaccia che non si poteva vendere altrimenti che a peso, glie ne propose un giorno [...]
[...] l'acquisto dandogli a intendere che c'era dentro il for fiore della dottrina. Egli la pagò salata, e si mise a leggere tutto. Allora la sua mente [...]
[...] cominciò a turbarsi. La descrizione dei morbi, l'enumerazione dei sintomi, la difficoltà delle cure lo atterì: chiuso nella sua camera, col libro in [...]
[...] , gli incordamenti, le dislogazioni di cui parlavano i medici. 355 A poco a poco, per un colpo di tosse, per una digestione difficile, per un [...]
[...] cervello di di dover morire solo, il bisogno di vedersi dinanzi un viso amico lo aveva persuaso a prendere con sè il fratello. Quando questi vide [...]
[...] che non mangiava quasi nulla, che stava chiuso in camera, che certi giorni neppur si levava, cominciò a chiedergli che aveva, se si sentiva male [...]
[...] ? E non ci fu verso di persuaderlo. Allora entrò in iscena donna Isabella. Invece di contrariare il maniaco, prese a secondarlo: riconobbe [...]
[...] sanguinolento. Ferdinando si mise a mangiare come Cristo all'ultima cena: non aveva 356 fiducia nel risultato, era sicuro che quella roba avrebbe [...]
[...] condusse a spasso pel giardino. Non parve vero al malato, il domani, di svegliarsi vivo e con un certo appetito. L'insalata e l'arrosto, in poco [...]
[...] cominciava a parlar di lei con tanta ammirazione, come fosse la donna più saggia e virtuosa, un angelo sceso dal cielo. Presa l'abitudine di [...]
[...] muoversi, se ne andava dalla sorella Lucrezia, faceva visita alle poche persone che conosceva, e non ristava dal parlar di lei. - Quanto bene vuole a [...]
[...] Raimondo! Che cura ha della casa! Quel che ha fatto per me non si può ridire! Se non era lei, a quest'ora sarei morto e sepolto! Un giorno [...]
[...] Raimondo, - rispose sua sorella, decidendosi di metterlo a parte del secreto. - Non può durare a lungo così. Bisogna pensare a legittimarla [...]
[...] , sciogliendo i matrimonii. Ella annunziava quel partito con la stessa semplicità con cui Raimondo e donna Ferdinanda lo avevano partecipato a lei [...]
[...] Palmi; ma sua moglie insisteva a dimostrargli che gli scrupoli erano sciocchi, che anzi l'opera sarebbe stata meritoria. - Se domani nasce un figlio [...]
[...] ? Sarà condannato a restare bastardo? Raimondo non riprende più sua moglie, certo com'è certa la morte. Allora? Meglio mettersi in regola con la [...]
[...] tentava dimostrare che non ragionavano loro invece; che i figli nati c'erano e che bisognava pensare a questi prima che ai nascituri, ma Lucrezia e [...]
[...] incaponito a persistervi: l'opposizione del fratello, l'ostinazione degli estranei, il biasimo quasi universale lo spingevano a vincer la partita in un [...]
[...] il doppio scioglimento non si sarebbe mai ottenuto, che donna Isabella era condannata a restare in una falsa posizione, bandita dalla società [...]
[...] , dalla stessa casa del principe? Egli metteva i piedi al muro, deciso a spuntarla a qualunque costo, contro tutto e tutti. E Lucrezia, Ferdinando [...]
[...] , donna Ferdinanda, don Blasco lo aiutavano ciascuno per conto e a modo proprio, congiuravano per vincere le ultime resistenze di Benedetto, che [...]
[...] all'idea di contentare sua moglie, di cattivarsi la fiducia, la stima e la gratitudine dei parenti sentiva ammorzarsi a poco a poco i rimorsi [...]
[...] signor Marco a notificargli che rinunziava la procura e voleva subito subito dargli i conti e venire alla divisione. Quella trombetta della cugina [...]
[...] Graziella annunziava a tutti queste cose, e dovunque 359 si trovava, tra parenti od amici o semplici conoscenze, approvava il cugino Giacomo [...]
[...] , esprimeva il grande dispiacere che «a noi della famiglia» cagionava l'ostinazione di Raimondo. Come mai poteva egli del resto sperare di ottener [...]
[...] l'intento? Dicevano che donna Isabella chiedesse lo scioglimento del matrimonio perchè non era stato consumato! Ma a chi volevano darla a bere [...]
[...] dicevano certi altri, che donna Isabella era stata forzata a sposar Fersa, senza volerlo? Questa doveva essere fatica particolare dei Giulente [...]
[...] ! «Guardate un po' che immoralità! sostenere una causa condannata da tutti, che fa tanto dispiacere alla famiglia! È venuto a ficcarsi tra noi per metter [...]
[...] , sapendo i torti di Raimondo e della Fersa, non potendo metter mano a sanzionare uno scandalo di quella fatta!... Dall'altra parte i fautori del [...]
[...] precisamente un vulcano, come uomo; ma lo zio di lei l'avea costretta a prenderselo mettendole il coltello 360 alla gola: altro che la storia [...]
[...] adducendo infinite testimonianze contrarie: da Palermo sarebbero venuti tutti i servi di casa Pinto, proti a giurar sul Vangelo che l'orfanella era [...]
[...] sevizie usatele, i rifiuti costanti da lei opposti. Che più? lo stesso zio sarebbe venuto a confermare la violenza esercitata!... «E poi?» esclamava [...]
[...] da suo canto la cugina. «Dopo che avranno sciolto questo matrimonio? Credono di poter riuscire a sciogliere quell'altro? Non sanno che cosa ha [...]
[...] del matrimonio di sua figlia, testimoniando d'averla forzata a prendersi il conte Uzeda. Per amore della verità, spiegava che Giulente s'era [...]
[...] sì! il duca aveva altro pel capo! Se ne stava a Torino, badando ai suoi affari, non voleva tornare in Sicilia per paura che la sua lontananza [...]
[...] voleva mescolarvisi. Giulente, dunque, per contentar la moglie, il cognato e gli zii, aveva dovuto rassegnarsi a rivolgersi lui al barone. «Sapete [...]
[...] quanto tempo ha impiegato a scrivere la lettera?» aggiungeva la cugina, informata di tutti i più piccoli particolari. «Una settimana! Ha stracciato [...]
[...] una risma di carta! Sfido io! Come dire a un cristiano: consentite che il matrimonio di vostra figlia si sciolga, che le vostre nipoti restino [...]
[...] !... L'avrebbe aspettata un pezzo! Chè per mezzo di certe persone di Messina, la cugina sapeva quel che aveva detto il barone a un amico, stringendo il [...]
[...] pugno: «Voglio piuttosto veder morire tutti quanti!...» Perchè infatti la «povera Matilde» moribonda dai tanti dispiaceri, indifferente a tutto [...]
[...] giuramenti tremendi per dire che mai, mai, lui vivente, suo genero sarebbe riuscito a rompere il matrimonio:sapeva bene che era spezzato di fatto, ma [...]
[...] ' per volta!» rispondeva. «Lasciate che si finisca la prima causa!... Quando la padrona sarà libera, penseremo a liberare anche il padrone [...]
[...] !... Adesso non hanno a decidere i canonici, ma 362 i giudici civili. Con la legge di Vittorio Emanuele, il matrimonio dinanzi alla chiesa vale un [...]
[...] Raimondo non si contentavano di una sentenza civile; volevano legittimare la situazione di Raimondo e di donna Isabella dinanzi agli uomini e a Dio [...]
[...] parlava tutti i giorni a favore de fratello, e don Blasco andava tutti i giorni dal vicario Coco, intronandolo con le clamorose dimostrazioni della [...]
[...] , l'eccellenza della sua posizione, a cavaliere di tutti i partiti, lo avevano reso indispensabile in molte circostanze delicate, quando bisognava [...]
[...] parola a favore di Raimondo, il matrimonio di donna Isabella sarebbe stato annullato; ma a donna Ferdinanda che gli si metteva alle costole per [...]
[...] guadagnarlo alla causa della sua protetta, il Priore rispondeva l'eccellenza della sua posizione, a cavaliere di tutti ambiguamente, adducendo le [...]
[...] giustamente 363 contraria a pronunziare sentenze di questo genere, come vada coi calzari di piombo. Essa non può contentarsi di certe prove e [...]
[...] miei doveri da compiere... la mia coscienza... - Coscienza?... Coscienza?... - Donna Ferdinanda che stava a sentirlo a bocca chiusa e a denti [...]
[...] ... Dica questo a Raimondo; mi fornisca l'occasione di darne la prova.... Donna Ferdinanda andò pertanto da Raimondo per dirgli di recarsi [...]
[...] personalmente dal fratello e di raccomandarglisi. Un momento, il giovane si ribellò. Era stanco di pregare e di umiliarsi, di far la corte a Ferdinando e [...]
[...] a Giulente per guadagnarli alla sua causa, di imbeccare Pasqualino e gli altri portavoce. S'era già umiliato una volta anche dinanzi a Giacomo e [...]
[...] non gli era valso nulla; s'era umiliato anche dinanzi a Lodovico, quando era andato a Nicolosi, e il fratello non s'era lasciato vedere. Adesso [...]
[...] avrebbero essi fatto un processo per falsa testimonianza a chi sarebbe venuto a deporre pel mancato consenso; figuriamoci poi la causa ecclesiastica! E [...]
[...] , quasi bruscamente, quasi pronto a sfogare contro di lei, causa prima di tutto quello che gli accadeva. - Nulla... nulla.... - e piangeva [...]
[...] egli salì a S. Nicola, cercando del Priore. Lodovico lo ricevette a braccia aperte, lo ascoltò con attenzione benevola. Raimondo gli disse, un po [...]
[...] potente e nuova ragione che nessuno ancora sapeva, che confidava a lui prima che ad ogni altro: donna Isabella era incinta.... Con gli occhi [...]
[...] astratta, quanto di prudenza mondana. Sicuramente, noi dobbiamo render conto solo a Dio delle nostre azioni, ma perchè la nostra coscienza [...]
[...] della mia.... E questa era la dimostrazione a cui voleva arrivare attraverso tante parole. L'affare di Raimondo, tutto quel pasticcio di [...]
[...] sostenere una cattiva causa, il trionfo della quale, del resto, non gli avrebbe menomamente giovato... Raimondo, tornando alle Ghiande, mandò a [...]
[...] chiamare il signor Marco. Chiusi in camera tutt'e due, restarono pochi minuti a confabulare. L'amministratore tornò il domani e poi il giorno dopo [...]
[...] , restando sempre più a lungo. Un pomeriggio Ferdinando era buttato sul letto 366 a dormire, quando l'abbaiare dei cani lo destò di rapente; il [...]
[...] .... - Come, Eccellenza?... Se i suoi fratelli stanno parlando insieme?... C'è anche la principessa... Sceso giù a precipizio per evitare qualche guaio [...]
[...] allo zio duca perchè prestasse la sua autorità di deputato per ottenere lo scioglimento dei matrimonii, perchè persuadesse il suo amico Palmi a [...]
[...] !... Tutte queste notizie figuratevi che effetto le fanno!... Ma sua padre giura più terribilmente di prima che non acconsentirà mai a fare il comodo [...]
[...] loro.... Sua figlia lo scongiura di desistere perchè anche a lui, quando arrivano di queste notizie, è come se pigliasse un colpo apoplettico [...]
[...] sopravveniva, stringeva la mano a Raimondo, dicendo: - Cognata e cugina, resterete a colazione con noi?... V. «Il duca d'Oragua!... Il [...]
[...] !.... Eccellenza!...» E qui saluti ed inchini a destra e a sinistra, certuni che si tiravan da canto una decina di passi prima d'incontrarlo, e si scoprivano come [...]
[...] al passaggio del Santissimo Sacramento: tutti che si voltavano a seguirlo un pezzo con gli occhi quand'era già passato. Pochi godevano il [...]
[...] teneva il centro della strada, quasi ne fosse il padrone, ascoltato 368 devotamente da quanti gli stavano a fianco, aspettato da tutta una corte [...]
[...] intenta a tessere e a ritessere la sue lodi quando, per un piccolo bisogno imperioso, egli s'accostava a un cantone. A palazzo, lo stesso [...]
[...] andirivieni d'un tempo: elettori, sollecitatori, delegazioni di società politiche che tornavano a ringraziarlo a voce, dopo averlo ringraziato per [...]
[...] iscritto, del bene che aveva fatto al paese ed ai concittadini: grazie a lui, la prima ferrovia a cui s'era messo mano in Sicilia era quella da [...]
[...] Catania a Messina, e il porto aveva numerosi approdi di piroscafi e la città era stata dotata di numerose scuole, d'una ispezione forestale, d'un [...]
[...] pubbliche, di aiutare il municipio e la provincia; e i buoni liberali, i figli della rivoluzione, ottenevano a poco a poco quel che chiedevano [...]
[...] a spada tratta la politica moderata, «ora che abbiamo fatto la rivoluzione e raggiunto lo scopo;» e celebrava l'azione prudente del Governo [...]
[...] decidesse anche lui a chiedere l'annullamento del matrimonio della figlia, asserendo di averla forzata a contrarlo; ma il barone, «testa di villan [...]
[...] , comprendendo che un po' prima un po' dopo, il conte sarebbe rimasto libero, s'era persuasa a pregare il padre di consentire allo scioglimento del [...]
[...] aveva costretto a prendersi quella moglie! Sapevano tutti che donna era stata la principessa, con quanta prepotenza s'era imposta ai figli. Non aveva [...]
[...] campai armati, i quali, se egli avesse risposto no, dovevano legarlo, buttarlo in fondo a una carrozza che stava ad aspettare vicino alla chiesa e [...]
[...] portarlo in campagna per usargli le maggiori sevizie. Dai feudi di Mirabella erano venuti i due campai a confermare la testimonianza, e il [...]
[...] i giudici fossero gente da accettare deposizioni non vere! Altri volevano dare a intendere che, come uomo, il contino non poteva spaventarsi [...]
[...] barone? Forse che a sentire sciolto il matrimonio, la signora Matilde sarebbe guarita dalla contentezza? Era morta, invece - salut'a noi [...]
[...] , specialmente, s'era messa a difenderli con maggior calore dello stesso Pasqualino, dimostrando che la passione è «cieca,» che gli uomini «sono fatti [...]
[...] . Tuttavia, buona parte della nobiltà restava a fare il viso dell'arme a Raimondo ed all'amica; ma la cugina assicurava che a poco a poco tutti si [...]
[...] , ringraziato Ferdinando dell'ospitalità che gli aveva accordata, Raimondo s'era preso in affitto un quartiere nel palazzo Roccasciano e v'era andato a [...]
[...] Pietra dell'Ovo fino al giorno che avrebbero potuto maritarsi, e poi andar via, a Napoli, a Milano, a Torino, in mezzo a gente nuova. Ma donna Isabella [...]
[...] , a cui le schifiltose avevano fatto troppi affronti, voleva prendere la rivincita ed assaporare il trionfo. Raimondo, impegnato a spuntarla contro [...]
[...] nativo; poche parole dell'amica bastarono a dissuaderlo. I suoi parenti non consigliavano forse quel partito perchè, nonostante la pace, avevano [...]
[...] parlarle?... Ed egli cominciò a far spese pazze per metter su una casa, volle che il matrimonio si celebrasse con la massima pompa, quasi sfidando [...]
[...] Graziella, la quale aveva tanto contributo a quest'effetto, nn potesse goderne anche lei, poichè suo marito, pochi giorni prima, aveva preso un [...]
[...] dolore della cugina. Ella pareva veramente inconsolabile, raccontava a tutti piangendo la gran bontà del povero marito suo, il grande amore che [...]
[...] prima visita fu al palazzo del principe, dove, a poco a poco, riprese l'abitudine di venire spesso a confortarsi. Si prendeva in braccio Teresina [...]
[...] impressionabile, si metteva a piangere anche lei. Col tempo, nondimeno, quel grande dolore si calmò, divenne più compost, tale da consentirle di occuparsi [...]
[...] veniva adesso tutti i giorni a palazzo, certi giorni più d'una volta; ma, quantunque non avesse affari, andava pure spesso da Lucrezia, dalla «zia [...]
[...] » Ferdinanda e dalla «cugina» Isabella. In casa di costei tuttavia, a causa dl lutto, non compariva il lunedì, giorno nel quale la contessa [...]
[...] trionfo d'una sola sera e voleva piegare le ultime ostinate oppositrici, l'aveva introdotto, riuscendo così a dare al suo salone un tono speciale [...]
[...] Lumera, fra una corte di ammiratori. - Grazie! Grazie!... - diceva a Raimondo, gettandogli le braccia al collo e stringendolo a sè. - Tu l'hai [...]
[...] , poichè non poteva convenire di esser stato tanto cieco, sentiva d'aver lavorato a ribadirsi al collo una nuova e più pesante ed infrangibile [...]
[...] stornava a furia di sommessione, secondando sempre e comunque l'umore del marito. Adesso, l'incosciente rancore di cui Raimondo era animato contro di [...]
[...] dava da parlare a tutta la città per le cose vergognose che tollerava in casa sua. Con l'utero fradicio dopo l'estirpazione della ciste, non poteva [...]
[...] sordamente? Nossignore: il suo gran dolore era di non poter servire a Federico! E comprendendo che questi, il quale non aveva niente di fradicio, anzi era [...]
[...] bella dell'altra, e gliele metteva nel letto, e le trattava a zuccherini, quasi le serviva lei stessa invece di farsene servire!... «Son cose [...]
[...] vergognose?... È pazza?...» esclamava donna Isabella, rammentando a Raimondo la storia del matrimonio di Chiara con quel marchese aborrito, la [...]
[...] andata tutt'al rovescio: dopo aver fatto cose dell'altro mondo per sposare Giulente, adesso, a poco a poco, era arrivata quasi a disprezzarlo, gli dava [...]
[...] dell'asino a tutto pasto, non poteva soffrire la sua politica che prima l'aveva accesa, gli diceva sul muso: «Ha pur da tornare Francesco II che [...]
[...] esperimenti agricoli e meccanici e se n'era venuto a stare in città. Non mancava ai lunedì della cognata, andava tutte le sere al teatro, frequentava le [...]
[...] donne, e per non metter più piede nel podere che gli era stato tanto a cuore, lasciava che il suo fattore gli rubasse gli occhi. «È pazzo?... Son [...]
[...] momenti in cui era impegnato a spuntarla contro tutti, a trionfare degli immensi ostacoli di cui era irta l'impresa dello scioglimento dei [...]
[...] forse consentito a cedere tutto ciò che aveva. Adesso che faceva il conto e tirava le somme, vedeva che Giacomo gli aveva preso un buon terzo del [...]
[...] suo. Come a Lucrezia, aveva presentato a lui la nota dell'ospitalità accordatagli, una nota molto lunga perchè comprendeva le spese fatte per la [...]
[...] incerta riscossione, e non contento di tutto questo gli aveva anche imposto di rinunziare all'uso del quartiere nel palazzo avito, a quella [...]
[...] contro di lui; ma donna Isabella, parlandogli male del fratello, non rammentava già queste cose, comprendendo che l'argomento era a due tagli e si [...]
[...] che le dava buono in mano. «Hai visto?... Hai visto?...» diceva al marito tutte le volte che tornavano a casa dopo essere stati a palazzo. «E [...]
[...] principessa, infatti, non pareva notasse che da un pezzo la vedova cugina veniva a consolarsi «in famiglia» tutte le sante mattine che il Signore mandava e [...]
[...] tutte le sante sere. Il principe s'occupava di metterle in ordine l'eredità, e per ciò, avendo bisogno di parlarle, l'andava spesso a trovare per [...]
[...] suo conto; certe volte la riconduceva con sè a palazzo. La sera ella restava fino all'ultimo nella Sala Gialla, dove la solita società si riuniva [...]
[...] pontificava, aggiustava l'Europa in quattro e quattr'otto, le finanze italiane in men che non si dice, e Giulente stava a udirlo come il Messia [...]
[...] detto: «Quando sarò stanco, lascerò a te il collegio;» e questa era la secreta brama di Benedetto: esser deputato, mettersi nella grande politica [...]
[...] introdurvi. Quantunque il Parlamento fosse in piena sessione, egli non parlava d'andar via, occupato a sbrigare i suoi affari. Il patriottismo [...]
[...] accordare a Giulente zio; ma quei guadagni, quantunque grossi, non potevano bastare alle grandi operazioni che disegnava. Fondata la Banca Meridionale [...]
[...] tempo egli parlava d'una grande compagnia di navigazione a vapore, d'una società per la lavorazione degli zolfi, di un'altra pel taglio dei boschi [...]
[...] comperato una villa al Belvedere, per stare a casa propria durante la villeggiatura, e gli era rimasta tuttavia una sommetta della quale non sapeva che [...]
[...] fare. Era troppo esigua per comprare una proprietà; darla a mutuo non voleva; che cosa bisognava farne? «Acquistane rendita 378 pubblica [...]
[...] comprendere che ci aveva speculato su durante i cinque anni passati a Torino, col comodo delle notizie appurate nelle anticamere dei ministeri, aveva [...]
[...] capitale, con l'idea che l'Italia fosse sempre sul punto non che di fallire, ma di andre a rotoli; finalmente un giorno, incontrato il duca che [...]
[...] veniva a riscuotere le cedole del semestre scaduto, vistolo venir via con un bel rotolo di monete, si decise. E la sera che annunziò a palazzo [...]
[...] rispondere il marchese. - Al sessantasei, il capitale frutta il sette e mezzo per cento.... Il monaco stava a sentirlo, spalancando tanto d'occhi, come [...]
[...] cedole!... Andrai a riscuoterle al luogo comodo, pezzo d'asino!... - E rivolto a Chiara, con le mani in capo: - Fallo interdire!... Ti vuol [...]
[...] impercettibilmente, scrollando le spalle, alla sfuriata del fratello; Chiara, preso in disparte suo marito, gli disse: - Non dar retta a quel pazzo!... Tu [...]
[...] che si sapesse la ragione della sua gran fretta di tornare a casa. La ragione era questa: che Rosa Schirano, la nuova cameriera da lei presa a [...]
[...] non capiva in sè dal contento. Questa era anzi la secreta speranza che aveva indotta a metter tante fresche ragazze a fianco del marito: poichè [...]
[...] rimasta, giacchè la padrona, invece di buttarla giù dalle scale, le aveva detto: «Non t'inquietare; ponserò io a tuo figlio!...» Da quel giorno [...]
[...] Chiara non aveva avuto pensieri se non per la cameriera. Un certo senso di rispetto umano le aveva impedito di continuare a tenerla nelle [...]
[...] proprie camere col ventre sempre più gonfio; ma giù nel cortile, nelle stanze che la moglie del cocchiere era stata costretta a cederle, la visitava [...]
[...] , specialmente i fiutoni, don Blasco e donna Ferdinanda, cominciarono a fare un diavolìo, gridandole che dovesse cacciare a pedate quella ciarpa [...]
[...] buttarla in mezzo a una strada....» Ma il più bello era che il marchese si seccava e si vergognava anche un poco di quella paternità clandestina. Col [...]
[...] marito, Chiara non aveva avuto nessun discorso in proposito; ma quando la cugina Graziella si mise anche lei della partita, venendo a dirle di [...]
[...] mandar via quella sgualdrina, ella si fece rossa, non sapendo lì per lì che rispondere; ma appena l'altra se ne andò, proruppe, rivolta a Federico [...]
[...] non so che cosa! Dopo che ruba Giacomo a sua moglie! Ci vuole la sciocchezza di mia cognata, per non accorgersi di nulla!... Veramente, più d'uno [...]
[...] ne cominciava ora a mormorare, e tra la servitù delle due case correvano già certe occhiate d'intelligenza, si scambiavano certi commenti che [...]
[...] facevano inghiottire a Baldassarre botti di veleno. Il signor principe non poteva dunque fare un atto di carità, sorvegliando l'amministrazione [...]
[...] intricata della cugina che già le lingue di vipera ci trovavano a ridire? Forse perchè s'era parlato di matrimonio, tanti anni addietro? Ma il [...]
[...] diavolaccio del cavalier Carvano non era tipo da metter paura! Non vedevano del resto la principessa? Era la più interessata di tutti a sapere [...]
[...] a poco per volta quasi domiciliavasi a palazzo, dava ordini alle persone di servizio quasi le pagasse lei, esprimeva su tutti gli affari della [...]
[...] le cose non riuscivano poi com'ei voleva. Pertanto, se qualche giorno la vedova non veniva, ella la mandava a chiamare prima che il principe [...]
[...] , la metteva sossopra, al punto che in sua assenza non si trovava più nulla e bisognava mandare qualcuno a chiamarla. - Almeno, levassero via la [...]
[...] bambina! - diceva donna Isabella, scandalizzata, a Raimondo. - La fanno assistere a un bello spettacolo. E don Blasco e donna Ferdinanda già [...]
[...] cominciavano a fare anch'essi i loro commenti; ma quando Rosa Schirano partorì al marchese un bel figlio maschio, bianco e rosso, grosso e grasso, la [...]
[...] nuova guerra tra gli Uzeda divenne generale. Chiara, fuori dei panni dal piacere, riprese vicino a sè la cameriera, le cercò una balia, diede al [...]
[...] piccolino tutto il corredo preparato un tempo pei suoi proprii figli. Lo teneva mattina e sera in braccio, lo dava a baciare al marito dicendogli [...]
[...] di Rosa, al quale aveva persino messo in nome Federico.... Ma il principe diede della pazza alla sorella; Chiara, sentendosi pungere, si mise a [...]
[...] contro la contessa; e tutti e tutte, giovani e vecchi, fratelli e sorelle, zii e nipoti, ricominciavano a buttarsi addosso, volta per volta, l'accusa di [...]
[...] aver fatto la corte a Monsignore e brigato col coadiutore, col vicario e coi canonici; Ferdinando, elegantissimo, non parlava più d'altro che di [...]
[...] abiti e di sarti forestieri; il duca, udendo tutti senza rispondere a nessuno, scambiava telegrammi coi sensali che giocavano alla borsa per conto [...]
[...] suo, e badava a ordinare le sue banche e società; il cavaliere don Eugenio, lasciata in asso l'Academia dei quattro Poeti, si occupava [...]
[...] quella bambina; lo stesso principe, che a giorni pareva cercasse col lanternino i pretesti per andare in collera, non la coglieva mai in fallo [...]
[...] . Bastava che le dicessero una volta: «Teresina, ciò dispiace a tuo padre,» oppure: «Tuo padre vuole così», perchè ella chinasse il capo senza fiatare. Per [...]
[...] per farla passare tra le monache, a San Placido, ma la conducevano spesso al parlatorio della Badia. Ella che aveva frenato, piccolina, la paura [...]
[...] ancora più forti. La vigilia dei Defunti, tutti gli anni, la famiglia recavasi nelle catacombe dei Cappuccini, a visitare gli avanzi della principessa [...]
[...] da capo a piedi. Che spavento, tutti quei morti pendenti dalle pareti, chiusi nelle casse, vestiti come in vita, con le scarpe ai piedi e i guanti [...]
[...] , nella bara di vetro, vestita da monaca, con la testa sopra una tegola e le mani aggrappate disperatamente a un crocefisso d'avorio!... Tremava [...]
[...] che fra dodici anni, nel 1876, sarebbe capitato il terzo centenario. Ma poichè faceva sempre forza a sè stessa e niente traspariva delle sue [...]
[...] principessa, scusandolo, lo esortava ad essere buono. Le esortazioni della mamma non avevano molto frutto. Sperato invano di tornare a casa pei [...]
[...] . Tutte le volte che era venuto a palazzo, il ragazzo l'aveva rammentata al principe; ma questi rispondeva invariabilmente: «Più tardi.... in [...]
[...] primavera, in autunno.... non tocca a te pensarci!...» Così rodeva il freno, aspettando la primavera e l'autunno che lo ritrovavano ancora in quella [...]
[...] prigione, smaniante, irrequieto, buttato a un tratto col partito dei 385 liberali, nella speranza della soppressione dei conventi. Giovannino Radalì [...]
[...] , continuamente irritato dall'ostinazione del padre, pieno d'invidia per quei compagni che ad uno ad uno se ne tornavano in famiglia a godersi la [...]
[...] bella libertà, egli diventava il tormento dei maestri, dei Fratelli, dei camerieri, di tutto il convento, e rifiutava anche di andare a casa, o, se [...]
[...] vi andava, non salutava nessuno, non parlava, stava tutto il tempo della visita con tanto di muso. Ora che a palazzo non si rimoveva una [...]
[...] , con tono d'affetto materno, mentr'egli fremeva d'odio contro quest'altra: - Non dubitare; verrai via a suo tempo; per ora bisogna studiare [...]
[...] stato il principe.... No, la cugina.... La principessa piange da mattina a sera....» Ciascuno diceva la sua, qualcuno soffiava che forse la decisione [...]
[...] famiglie di Palermo e di Napoli, al giorno d'oggi, stilano di mettere le signorine in collegio, nei collegi a chic, dove imparano la lingua italiana e [...]
[...] uno di questi collage. Il signor duca conosceva che quello dell'Annunziata, a Firenze, era il più a chic di tutti, perchè infatti costava più caro [...]
[...] ; e anche il signor don Raimondo e la contessa donna Isabella, che a Firenze c'erano stati di casa, dicevano altrettanto e approvavano che la [...]
[...] principessina ricevesse l'educazione conveniente!... Egli non diceva che donna Ferdinanda, alla notizia della decisione presa a sua insaputa, s'era [...]
[...] scagliata con più violenza contro il principe e aveva perdonato a Chiara l'allevamento del bastardo per andare a sfogarsi con lei contro queste [...]
[...] stupide novità dei collegi fiorentini, quado ai suoi tempi le ragazze nobili imparavano in famiglia a filar seta e non s'impinzavano di sciocchezze [...]
[...] italiane e forestiere; non diceva che don Blasco girava per le case dei nipoti predicando la crociata contro le porcherie che si commettevano a [...]
[...] casata. E negava i piccoli dissidii, scemava importanza ai grandi, imponeva silenzio al basso personale sempre con l'orecchie tese per acchiappare a [...]
[...] non dovevano a nessun costo arrivare al padrone; se questi domandava perchè il tale o tal altro guattero era stato congedato, egli trovava un buon [...]
[...] tutto, alcuni dei parenti andarono via e perciò i motivi di lite scemarono. Il contino Raimondo un bel giorno, senza aver detto niente a nessuno [...]
[...] , 387 fece i bauli e se ne partì con la moglie per Palermo, lasciando a Pasqualino l'incarico di vendere la mobilia comperata un anno prima [...]
[...] . Poi partì il duca diretto a Firenze e conducendo via anche la principessina Teresa, per metterla al collegio, com'erasi stabilito. La bambina, nel [...]
[...] , neppur dietro a una grata, come a San Placido, avrebbe potuto vedere la sua cara mamma. La comare però le diceva: «Non piangere così; non vedi [...]
[...] che fai male a tua madre?...» e allora ella inghiottiva le sue lacrime, si ricomponeva. Il giorno della partenza, la principessa ebbe una [...]
[...] convulsione di pianto, abbracciando furiosamente la figlia; e la stessa cugina aveva gli occhi rossi, ma faceva coraggio a tutti: «Teresina tornerà fra [...]
[...] qualche anno; e poi ogni autunno l'andremo a trovare, è vero, Giacomo?... Verrò anch'io; sei contenta così?... Vedrai poi, quando tornerai istruita [...]
[...] , che non tacciono mai, volevano dare a intendere che egli era scappato perchè, mangiatisi i quattrini degli zolfi presi a credenza, contro [...]
[...] queste persone, 388 la pace tornò a regnare in famiglia. La cugina, affezionatissima, veniva giorno, sera e notte a tenere compagnia e a dare [...]
[...] ; gridavano, è vero, ogni tanto, don Blasco per esempio a motivo della soppressione dei conventi annunziata nel programma della nuova legislatura, o la [...]
[...] .... - Va bene; metterai dunque il biglietto sul suo tavolino. E voi, notaro, mi farete il piacere d'aspettare un poco.... Tu va a prendere un cartellino [...]
[...] , nonostante la sua abituale passività nell'obbedienza, restò un momento a guardar per aria. - Il si loca nel balcone della sala: hai capito? - ripetè [...]
[...] il padrone che non amava dire due volte le cose. - Subito, Eccellenza. Corso a prendere il cartellino, il mastro di casa salì a quattro a quattro [...]
[...] mentre finiva di legare la tavoletta, apparve, giù nella via, il signor Marco. Si fermò, un istante a guardare in alto, poi cominciò a gesticolare [...]
[...] aveva voluto così. A un tratto il signor Marco si mise quasi a correre, e dopo pochi minuti gli arrivò dinanzi pallido e col fiato ai denti [...]
[...] poco indietro, pronto a chiamare soccorso; quando, strappato malamente il foglio, l'altro gridò, con voce rotta: - A me?... Il congedo?.... Come a [...]
[...] un guattero? L'ultimo del mese? Ladro schifoso? Principe porco? - Don Marco!... - balbettò Baldassarre, atterrito. - A me il congedo?... E il [...]
[...] disperati di preghiera e di paura non erano valsi a frenare. E il signor Marco lo guardò, stralunato, quasi accorgendosi in quel punto della sua [...]
[...] quartiere del principe: - Signor Marco.... - ma l'altro non lasciò dire: - Venite per la consegna, eh? - riprese a tonare. - che cosa volete che vi [...]
[...] consegni? le carte false del vostro padrone? gli atti carpiti? le transazioni strozzate?... Ecco qui, prendete!... - e cominciò a buttare all'aria [...]
[...] quell'altra pazza per consentire al suo matrimonio, e il Babbeo perchè è babbeo e il contino per dargli mano a quegli altri pasticci!... Voi lo [...]
[...] principi.... Forse temevano che io li rubassi, eh? Che io m'arricchissi a spese loro?... Lo disse una volta, quel maiale del monaco: vi pare [...]
[...] !... Venite a guardare sotto il letto, se c'è il cantero!... Frugatemi addosso, se gli porto via qualche cosa.... A voi, chiappate: sono le chiavi [...]
[...] delle casse e degli armadii; ditegli che se le.... - E le lasciò correre per terra. A un tratto, vide, nell'armadio spalancato, appesa a un uncino di [...]
[...] !... Eran più di dieci anni che vivevamo tranquilli!... 392 Assassini del governo!...» La povera gente seguiva a piedi i carrettelli carichi di due [...]
[...] avevano dato a intendere che non ci sarebbe stato più colera, perchè Vittorio non era nemico dei popoli come Ferdinando; e adesso, invece, si [...]
[...] scontenti, i più furiosi, esclamavano «Bene han fatto i Palermitani, a prendere i fucili!...» Ma la rivolta di Palermo era stata vinta, anzi la [...]
[...] pestilenza, secondo i pochi che non credevano al veleno, veniva di lì, importata dai soldati accorsi a sedare l'insorta città... E sui monticelli [...]
[...] questi, i più poveri, avevano caricata tutta la loro casa, sopra un asinello, o uomini, donne e bambini seguivano a piedi, con fagotti di cenci in [...]
[...] monaci buttati in mezzo a una via? I luoghi santi sconsacrati? Non c'è più dove arrivare!...» Queste erano sciocchezze, giudicavano invece gli [...]
[...] uomini. «I monaci avevano assai scialato senza far nulla! Mangiavano a ufo! E i muri dei conventi, se avessero potuto parlare, ne avrebbero detto di [...]
[...] belle. Era tempo che finisse la cuccagna! L'unica cosa fatta bene dal governo!...» Però, tanti santi Padri, che ce n'erano, costretti a vivere con [...]
[...] negli ultimi anni, nella previsione della legge, erano state distribuite a tanto per uno: ogni monaco aveva preso nientemeno che quattromila onze di [...]
[...] perchè non poteva andar sola alla Zaffarana, e il principino Consalvo a cassetta, che brandiva trionfalmente la frusta, quantunque portasse ancora [...]
[...] la tonaca benedettina perchè suo padre s'era deciso a riprenderlo in casa proprio all'ultimo momento, quando i monaci s'eran dispersi e don [...]
[...] Blasco e il Priore avevano anch'essi chiesto ospitalità a palazzo. Nella seconda carrozza stava la principessa, senza nessuno a fianco nè dirimpetto e [...]
[...] in città, al vescovato, dove Monsignore lo aveva accolto a braccia aperte: tutte le preghiere e gli inviti dei parenti non erano valsi a farlo [...]
[...] fuggire; il suo posto, diceva, era al capezzale degli infermi, accanto a Monsignore. Le maggiori insistenze gli 395 erano venute dal principe [...]
[...] in mezzo al pericolo qualcuno dei suoi. Che cosa si sarebbe detto? Che egli pensava solamente a sè stesso?... Ma, come non era riuscito a rimuovere [...]
[...] alle Ghiande. Lucrezia era già partita nella mattina pel Belvedere col marito, il suocero e la suocera. Quanto allo zio duca, era a Firenze, vicino [...]
[...] fosse tranquilla. Al cavaliere don Eugenio, che se ne stava ancora a Palermo, nessuno pensava. Ricominciò al Belvedere la vita allegra della [...]
[...] caso sospetto di tanto in tanto. Il principino, lasciata finalmente la tonaca per gli abiti di tutti gli altri cristiani, cominciò a prendersi [...]
[...] quegli spassi che aveva sognati. Prima di tutto, con uno schioppo vero, se ne andava a caccia sui monti dell'Ilice o dell'Urna, a sterminar conigli [...]
[...] , lepri, pernici ed anche passeri, se non trovava altro; poi faceva attaccare ogni giorno, per imparare a guidare, e il suo calessino divenne in [...]
[...] breve il terrore di chi girava per le vie di campagna; sempre addosso ai carri ed alle carrozze, lanciato a tutta corsa per lasciare indietro ogni [...]
[...] altro veicolo, a costo di ribaltare, di fracassarsi, d'ammazzare qualcuno. Quando non guidava, se ne stava nella scuderia a veder governare le [...]
[...] bestie, a imparare il linguaggio speciale dei cocchieri, dei cozzoni e dei maniscalchi, a criticare gli animali degli altri signori rifugiati al [...]
[...] competenza intorno a tali nobili argomenti, 396 s'inorgogliva ammirando: «Queste son le cose che devi imparare!...» Anche la principessa, sebbene [...]
[...] difficoltà di digestione. E felice di poter evitare la folla, le vicinanze infette, le strette di mano contagiose, se ne andava a letto, mentre nel [...]
[...] direzione delle faccende domestiche. Lei che in casa propria non metteva un dito nell'acqua fresca, veniva a darsi un gran da fare per la vanagloria di [...]
[...] riprendere il proprio posto nella casa del fratello principe. Chiara tirava su a zuccherini il bastardello, lo vezzeggiava molto più del marchese [...]
[...] , il quale provava sempre un certo disagio e una certa vergogna a riconoscere pubblicamente quella paternità, mentre sua moglie quasi se ne [...]
[...] non metter piede per una settimana alla villa se le passava pel capo che qualcuno incominciasse a criticare quella specie di adozione. Viceversa [...]
[...] che sopprimeva i conventi, durante gli ultimi tempi della vita claustrale e nei primi passati a casa del nipote, aveva fatto cose, cose dell'altro [...]
[...] governo, a San Nicola, a palazzo, dalla Sigaraia, nelle farmacie borboniche ed anche sulla pubblica via, non si poterono neppur noverare; i [...]
[...] toccate a ciascun Padre. Allora ricominciava a tonare: «Spartite sette paia di corna! Toccate quattromila teste di cavolo!... C'era un cavolo da [...]
[...] gli intimi, confessava la spartizione, ma riduceva la sua quota a poche centinaia d'onze, a due posate, a un paio di lenzuola, tanto da non restar [...]
[...] .... adesso le pagano anticipatamente, per l'affare dell'aggio.... A mandarle a Parigi si prenderebbero altrettanti pezzi di napoleoni.... Io ho [...]
[...] ordinato un'altra partita di cartelle.... le divideremo con parecchi amici.... perchè oggi non ci è come impiegare il denaro.... Voleva insistere a [...]
[...] . - Potresti cedermene diecimila lire? Il marchese, sulle prime, credè d'aver udito male. - Cederne?... Come?... A Vostra Eccellenza?... - Dico se puoi [...]
[...] che ti stupisci? Non sai che i miei parenti sono tutti pazzi?... Sottovoce, l'uno all'orecchio dell'altro, gli Uzeda riprendevano a darsi del [...]
[...] servizio gli parlavano di di lei. Questo era però l'unico sentimento che egli manifestava; del resto, stava in casa il meno possibile, montava a [...]
[...] finestra della cucina, da cui si scorgeva il podere fino alla chiusa degli olivi, 400 lo vedeva rincorrere le donne, che venivano a cercare i [...]
[...] saper nulla: pareva si fosse proposto di lasciarlo sbizzarrire, quasi a compensarlo degli ultimi anni che lo aveva tenuto a San Nicola. - E Frà [...]
[...] curavasi di sapere che fosse avvenuto del suo antico protettore. A San Nicola, quando aveva roso il freno, aspettando la legge di soppressione come [...]
[...] l'unica via di salvezza, egli s'era divertito a tormentare il Fratello predicendogli lo sbando dei monaci, la chiusura del convento; ma l'altro [...]
[...] , scrollando il capo, sorrideva d'incredulità, non comprendeva come gli stessi Padri potessero credere a una cosa simile. Mandarli via? Vendere le [...]
[...] potenze cattoliche? la rivoluzione di tutta la cristianità?... E nulla era riuscito a scuotere la sua sicurezza, nè le notizie dei giornali, nè i [...]
[...] cacciato!... - e guardava tutti i signori, tutte le signore, quasi a provocare la dimostrazione del loro sdegno contro quella mostruosità [...]
[...] .... - Bel terno!... - fece il principino; e come Baldassarre venne a dirgli che il calesse era attaccato, si alzò, esclamando sotto il naso del [...]
[...] confortarlo, con belle parole; il principe gli offrì da bere; ma egli rifiutò, riprese a narrare le stesse storie imbrogliandosi più di prima; poi se ne [...]
[...] ?... Monsignor Vescovo?... Perchè non scrivono a Roma?... Ha da finir così?... Don Blasco, al quale il giorno prima era arrivata la rendita, tonò [...]
[...] : - Come vuoi che finisca ?... Quando io gridavo a quei ruffiani: «Badate ai fatti vostri! Non scherzate col fuoco! Ci rimetterete il pane!...» mi [...]
[...] ? Quell'altro collotorto di mio nipote che faceva salamelecchi a Bixio e a Garibaldi? Quell'asino con diciotto piedi dell'Abate che si grattava la [...]
[...] suo mestiere di ladro: che meraviglia? La colpa è di quelle testacce di cavolo che lo aiutarono, che gli proposero: «Venite a rubarmi!...» e gli [...]
[...] duca a Benedetto annunziò che la Camera sarebbe stata sciolta fra poco. Egli non si dava questa volta neppur la pena di venire, incaricava 403 [...]
[...] elettori che i suoi proprii. I suffragi dovevano quindi andare a lui, come al naturale, al legittimo rappresentante del paese; era assurdo [...]
[...] supporre che qualcuno pensasse a contrastarglieli. Quanto a render conto del modo col quale aveva esercitato l'ufficio ed a spiegare le proprie [...]
[...] convinzioni politiche ed a studiare i bisogni o ad ascoltare i voti del collegio, uno scambio di lettere con Giulente zio e nipote, con qualcuno dei [...]
[...] pezzi grossi, bastò. I soliti malcontenti tornavano a fargli stupide accuse, tentavano un'altra volta di rivangare le vecchie storie; i repubblicani [...]
[...] resistenza, erano costretti a battere in ritirata. Un giornaletto satirico settimanale, il Ficcanaso, faceva ridere la gente, dicendo che [...]
[...] , raccomandava alla gente che veniva a prender quattrini l'elezione del duca. «C'è bisogno di rammentarcelo?...» Ma, considerando le velleità [...]
[...] più requie: «Cavaliere!... Senti, cavaliere!... Che fai, cavaliere?... Cavaliere, vogliamo andar fuori?...» gli diceva a quattr'occhi e in [...]
[...] presenza d'estranei, a proposito e a sproposito. E se c'erano altre persone, aggiungeva invariabilmente: «Perchè adesso, non sapete? mio marito è [...]
[...] finalmente radicatasi nel suo cervello che egli non fosse abbastanza nobile per lei. A poco a poco, giorno per giorno, aveva riconosciuto che i suoi [...]
[...] qualche cosa a suo marito, un grande onore o molti quattrini, meno male; ma quei principii da straccione professati senza costrutto dimostravano [...]
[...] scalzacani, bisognava sapersi discendenti da mastri notari! Benedetto ci rideva un poco, ma a malincuore, e una volta, anzi, da solo a sola, le disse [...]
[...] suo rigorismo, non contenta d'aver messo in ridicolo quella nomina, andava a dire dinanzi a donna Ferdinanda o a don Blasco: 405 - Del resto [...]
[...] parteggiava a viso aperto per Benedetto, il quale le serviva in quella stagione, per via della famosa legge sul corso forzoso. Con gli anni, quanto più [...]
[...] saperne, non riconosceva altra moneta dai colonnati e dai dodici tarì in fuori; se i suoi debitori, alle scadenze, venivano a pagarle gl'interessi in [...]
[...] avvocato il modo d'eludere la legge e d'obbligare la gente a pagare in argento sonante.... Quanto a don Blasco, anch'egli aveva altre cose per capo, e i [...]
[...] Giulente cominciavano a entrare nelle sue grazie. Tornato dalla villeggiatura, s'era preso in affitto un quartierino verso la Trinità, per esser [...]
[...] libero e restar vicino alla Sigaraia, come quand'era a San Nicola, ma gli bisognava frattanto ammobiliar la casetta. E vomitando maledizioni contro [...]
[...] i «Piemontesi» che lo avevano buttato in mezzo ad una via, con l'elemosina d'una lira e mezza il giorno, chiedeva qualcosa a ciascuno dei parenti [...]
[...] : un divano al principe, un paio di poltrone al marchese, un armadio a Benedetto. Comprata un po' di biancheria, la distribuì alle parenti perchè [...]
[...] avrebbero raddoppiato e migliorato i loro prodotti «a vantaggio dell'agricoltura, industria e commercio; sorgente percipua di ricchezza sociale [...]
[...] stesso frutto della terra; finalmente il governo, con l'utile della vendita, avrebbe scemato le tasse «a sollievo della finanza pubblica e [...]
[...] della cuccagna. Egli frattanto si preparava a comperar qualche lotto - dicevano anzi che fosse venuto proprio per questo - e consigliava al [...]
[...] principe, a Benedetto, al marchese di fare altrettanto. Quando don Blasco riseppe questo, fece cose da pazzo: - I beni della Chiesa, razza di [...]
[...] cavarlo dal fuoco eterno! Ma voialtri? Guai a tutti! Fuoco dall'aria sui vostri capi! Arse l'anime!... Donna Ferdinanda, da canto suo, era [...]
[...] peggio in salute, appoggiava la zia; e un giorno venne il Priore a palazzo, a posta per distogliere i parenti dall'acquisto col linguaggio della [...]
[...] principe stava a sentire le due campane senza esprimere la propria opinione; il marchese però giudicava eccessivi gli scrupoli; e Chiara, per [...]
[...] seguire il marito, non dava ascolto alle ammonizioni del confessore. Lucrezia, da canto suo, spingeva Benedetto a comprare, ad arricchirsi, poichè [...]
[...] n'erano sedici!... Frattanto il Parlamento discuteva un'altra legge «a vantaggio dell'incremento pubblico e privato,» come spiegava il duca, sebbene [...]
[...] non andasse alla capitale: quella, cioè, relativa allo svincolo delle cappellanie e dei beneficii laicali; e il principe, zitto zitto, cominciava a [...]
[...] , specialmente della cappellania del Sacro Lume; quando un bel giorno don Blasco, che da un certo tempo non metteva piede a palazzo, vi piovve [...]
[...] tribunale! Il principe, vistosi scoperto, in un momento che la bile gli tornava a gola, esclamò: - O Vostra Eccellenza non aveva vietato di toccare [...]
[...] sera d'agosto, mentre a palazzo una folla d'invitati assisteva alla processione del carro di Sant'Agata, arrivò il duca giallo come un morto [...]
[...] villa si mise a letto. Un po' per questo, un po' per la tristezza generale prodotta dal sapere le stragi che faceva in città la pestilenza, non più [...]
[...] marchese, si teneva prudentemente nella propria camera, e non andava neppure a litigare con Giacomo, anche per evitare la compagnia di quel «farabutto [...]
[...] Baldassarre; gli altri restarono a preparare i carri della roba, giacchè questa volta, non andando in casa propria, bisognava portare letti [...]
[...] principe di Francalanza: nondimeno, era una catapecchia consistente in tre cameracce e due stanzini a pian terreno, povera abitazione d'un [...]
[...] da un luogo infetto; ma, una volta dentro, il principe, il duca, don Blasco si misero a gridare che non bisognava lasciar passare nessun'altro [...]
[...] , se non si voleva la rovina della Viagrande. Infatti l'epidemia decimava non solamente la popolazione rimasta in città, dove si contavano fino a [...]
[...] volta con violenza straordinaria nel Bosco scampato a tutte le altre invasioni coleriche: era al Belvedere, a San Gregorio, a Gravina, alla Punta [...]
[...] facoltose, i signori che s'avevano ogni sorta di riguardi; talchè la gente atterrita fuggiva da un paesuccio all'altro, come poteva, sui carri, a [...]
[...] cavallo, a piedi; ma chi portava addosso il germe del male cadeva lungo gli stradali, si torceva nella polvere e moriva come un cane: i cadaveri [...]
[...] ai luoghi ancora immuni erano accolti a schioppettate dai terrazzani atterriti; o, se riuscivano a trovare un rifugio, comunicavano ai sani in [...]
[...] pestilenza. La siccità aggiungevasi a render disperate quelle tristi condizioni; tutte le cisterne erano asciutte, non si poteva far pulizia [...]
[...] brividi; tra per la sete che la divorava. I dolori di viscere non la lasciavano più; a momenti pareva che ella avesse i crampi del colera; tanto [...]
[...] momento all'altro alla Viagrande, anzi qualche allarme c'era già stato. - Andiamo via !... - insisteva; - andiamo più lontano, al Milo, a Cassone [...]
[...] .... - egli aveva la cacajola, dalla paura. Questa volta le difficoltà per trovare una casa erano ancora più grandi. Il duca andò a cercarla dalle parti [...]
[...] del Milo. Il principe si preparò a partire per Cassone. - Vuoi venire anche tu? - ripetè alla moglie. Ella aveva passato una notte orribile, senza [...]
[...] sonno, tormentata dalla nausea e dal vomito; s'era levata a stento, pallida e disfatta così, che Chiara disse: - No, lasciala.... verrà quando [...]
[...] egli stesso decidesse. - Vuoi o non vuoi venire? - le domandò egli, con voce breve, col tono che prendeva quando le discussioni cominciavano a [...]
[...] carrozza accanto a suo marito tenendo un pezzo di canfora alle nari; Baldassarre montò in serpe e la carrozza partì. Fino a sera, non s'ebbe più [...]
[...] notizia di loro. A un'ora di notte arrivò un espresso mandato dal duca dal Milo, il quale avvertiva d'aver trovato lassù uno stambugio dove c'era [...]
[...] contagiosamente. Già accusavano Giacomo d'essersi scordato di loro come quell'egoista del duca; già don Blasco parlava di mettersi a cavallo a un asino e [...]
[...] quella terribile epidemia, che non piangesse qualche persona cara. Benedetto Giulente aveva perduto in un giorno il padre e la madre, a [...]
[...] : l'usufrutto alla duchessa, la proprietà a Giovannino che aveva tenuto 414 a battesimo. Doleva piuttosto alla madre che la eredità non fosse andata [...]
[...] , non potendo Giovannino professarsi più, e tornando al secolo; adesso l'eredità veniva a pareggiare la condizione dei due fratelli, cioè a [...]
[...] piani di lei, bisognava che Giovannino non prendesse moglie: ella lavorava a questo scopo, lasciandolo padrone di spendere e di sbizzarrirsi a suo [...]
[...] questi ripetevano dovunque i particolari delle lettere scambiate tra la sposa e la principessina. La ragazza aveva saputo a Firenze la morte della [...]
[...] , con quelle lettere, la padroncina si venne calmando a poco a poco: «Hai 415 ragione, mia buona madrina; dimenticavo il dolore del povero [...]
[...] grazia del Signore, un giorno la raggiungeremo....» cosa veramente da strabiliare che una ragazza di quattordici anni scrivesse a questo modo!... E [...]
[...] tutti i parenti che lo persuadevano a riammogliarsi: sposava quindi la cugina che gli aveva dato tante prove d'affezione nella circostanza della [...]
[...] «grande disgrazia», ed era la più adatta, nella sua qualità di parente, a compiere la delicata missione di seconda madre. La cugina, da suo canto [...]
[...] mancanza della nostra santa, non di fartela dimenticare, che sarà sempre impossibile non solo a te ma a noi tutti. Stringendo ancora più i vincoli [...]
[...] che già ci uniscono, io ti starò sempre a fianco per vegliare su te e tuo fratello, come quella benedetta raccomandò al letto di morte. Sono [...]
[...] impaziente di stringarti al mio cuore: se i tuoi studii non ti permetteranno di tornare per ora a casa, verremo noi a trovarti al più presto [...]
[...] ....» Passarono però molti giorni, senza che a questa lettera venisse risposta. Che cosa succedeva? La posta ne aveva fatta qualcuna della sue? O la [...]
[...] veniva più a palazzo, adesso che non c'era più nessuna signora che la ricevesse; ma il principe andava da lei e voleva che il figliuolo le facesse [...]
[...] salutava appena, rispondeva con una freddezza mortificante alle effusioni di lei che gli dava del «figlio mio» a tutto andare, o addirittura le [...]
[...] quasi avesse mutato carattere, quasi volesse ingraziarsi anche lui il figliuolo, largheggiava a quattrini, gli lasciava fare quel che voleva, gli [...]
[...] comperava carrozzini e cavalli inglesi; ma Consalvo era freddo anche col padre, lo evitava, stava settimane intere lontano, in campagna, a [...]
[...] caccia, tanto che a poco a poco si vedeva il principe gonfiare, gonfiare, gonfiare. Il maestro di casa, tanto amante della pace, se n'accorava, e [...]
[...] lavorava a rabbonire il padroncino. Consalvo lo lasciava dire; a un certo punto, gli rispondeva, freddo freddo: «Non mi seccare. Bada al tuo servizio [...]
[...] . Non mi seccare....» Giovanotti! Giovanotti! Bisogna aver pazienza con essi, lasciarli fare a modo loro perchè mettano giudizio !... Ma la [...]
[...] v'ho scritto più presto perchè sono stata poco bene; una cosa da nulla, non v'inquietate; ora, grazie a Dio, posso dirvi con quanta 417 [...]
[...] Radalì ed altri amici, a caccia, dicendo che sarebbe rimasto fuori ventiquattr'ore; invece il giorno degli sponsali, quando il padre e la [...]
[...] : «Ma Consalvo? Perchè non lo mandate a chiamare?...» nonostante le avessero spiegato parecchie volte che il giovanotto era in campagna, alla [...]
[...] ancora tornato, e la duchessa Radalì e il duca Michele suo figlio mandavano ogni mezz'ora a casa, inquieti per il loro Giovannino. La barca [...]
[...] Giacomo, quella di dar a intendere che s'ammogliava per non lasciar senza madre i proprii figli! I suoi figli non erano più bambini, da doverli [...]
[...] di Chiara e di Lucrezia, le quali le ripetevano al marchese, 418 a don Blasco; e tutti riconoscevano che Giacomo sposava Graziella [...]
[...] riconosciuto, alla Curia, che il dotto e santo Cassinese doveva andare avanti in altro modo. Gli era stato offerto un vescovato, a sua scelta; ma egli [...]
[...] che mirava più alto, aveva chiesto di andare a Propaganda. E giusto in quei giorni, con la nomina di vescovo in partibus, era stato chiamato [...]
[...] ? A Roma egli era preceduto da una fama così chiara, da raccomandazioni tanto efficaci, che in poco tempo era sicuro di raggiungere, con la [...]
[...] propria accortezza, i più alti gradi della gerarchia.... Come a lui, lo scioglimento delle corporazioni religiose aveva dato a don Blasco 419 [...]
[...] mai avuto peli sulla lingua, s'era messo a cantare che la faccenda della morte della principessa non era tanto liscia, e che aver costretto la [...]
[...] «povera Margherita» a scappare a Cassone mentre stava così male ed aveva anzi i primi sintomi del colera, era stato un voler sbarazzarsi di lei, dopo [...]
[...] nominare, dalla paura; non lo chiamava altrimenti che «Salut'a noi!», tenendo nel pugno un amuleto, un ignobile pezzo di ferro a foggia di mano che [...]
[...] successione tra estranei! Ma se fossimo estranei non erediteremmo! I beni vengono a noi appunto perchè i fondatori furono nostri antenati! Il duca [...]
[...] svincolati, egli era rimasto aggiudicatario del Carrubo e di Fontana Rossa, due feudi della Badia di San Giuliano, dei quali a giorni sarebbe entrato [...]
[...] in possesso, e incitava il nipote a fare altrettanto, a scegliere qualche bel tenimento di terre da pagare a tanto l'anno con gli stessi frutti e [...]
[...] ; poi uscì nella stessa obbiezione che il principe aveva rivolta a don Blasco: - O allora perchè rivendichi i beni delle Cappellanie? Non sono della [...]
[...] fondatori. Le sole rendite debbono essere convertite a scopi sacri, e di questo siamo responsabili tutti.... Mentre essi tenevano questi discorsi [...]
[...] , l'assenza del principino continuava a far ciarlare gli altri parenti, di nascosto della nuova principessa, la quale si mostrava sovrappensieri [...]
[...] . Nonostante l'inquietudine, ella badava al servizio, dava ordini sottovoce a Baldassarre, insisteva perchè gl'invitati riprendessero dolci e gelati [...]
[...] , esercitando così per la prima volta l'ufficio di padrona di casa. Don Blasco non si facea pregar molto: adesso che a San Nicola c'era tanto di [...]
[...] catenaccio, egli poteva far tardi quanto gli piaceva; e mentre masticava a due palmenti, utilizzava il suo tempo chiedendo informazioni alla gente sulle [...]
[...] firme giacchè anch'egli s'era messo a dar quattrini in piazza. Di tanto in tanto s'avvicinava anche al crocchio d'uomini in mezzo al quale il [...]
[...] presso lo zio, gli ripeteva l'invito a nome del consiglio comunale, adducendo la mancanza di persone capaci. - Non mi darai a intendere, - rispose il [...]
[...] quindici giorni avrai la nomina. Benedetto continuava a schermirsi, sorridendo, fingendo di non credere alla serietà dell'offerta; in cuor suo [...]
[...] che venivano a cercar di lui nella sua qualità di consigliere comunale o di presidente del Circolo Nazionale; di lacerare, prima che egli le [...]
[...] leggesse, le carte indirizzate a suo marito. Se gli moveva tanta guerra per così poco, che avrebbe fatto sapendolo sindaco? E Benedetto, soggiogato [...]
[...] affollavano intorno, cominciò a narrare la storia d'un accidente complicatissimo, il suo smarrimento nel Biviere, la fame sofferta per dodici ore, il [...]
[...] zio e il proprio rifiuto. Lucrezia si voltò a guardarlo in faccia e gli disse sul muso: - Sempre bestia sarai? Le era parso che quel titolo di [...]
[...] fossero studiate e nascondessero un ironico dileggio. Ella non diede più quartiere a Benedetto; dopo averlo spinto ad accettar l'ufficio, glie ne [...]
[...] rinfacciò l'inutilità, le noie, i pericoli; se per la moltitudine degli affari egli tornava a casa più tardi del consueto, stanco, affamato [...]
[...] , l'accoglieva con tanto di muso, gli faceva trovare la tavola mezzo sparecchiata e il 424 desinare freddo; se veniva gente a chieder del sindaco [...]
[...] se ne andava dalle parenti, o dalle amiche, e cominciava a sfogarsi: - Non ci posso più reggere! Mi par d'impazzire! Che vita d'inferno! Se [...]
[...] avessi saputo!... A misura che le dimostravano il suo torto, l'affezione e il rispetto di cui Benedetto la circondava, la sua avversione cresceva [...]
[...] giudicava miserabile; ma non potendo ragionevolmente dare a intender questo, l'accusava d'avarizia. Egli la lasciava libera di spendere ciò che [...]
[...] cameriera. Suo marito non riusciva a strapparle la spiegazione di quella sciatteria; ma a palazzo ella si nettava la bocca contro di lui, e se il [...]
[...] sapevo! Toccava a voialtri avvertirmi! - Oh! Oh! Hai dunque dimenticato tutto quello che facesti? - Che ne sapevo! Colpa vostra che non [...]
[...] v'ostinaste a impedirmi di commettere una pazzia! E questa nuova idea le s'inchiodava talmente in testa, che sfogandosi coi primi venuti, lagnandosi della [...]
[...] propria infelicità con gente a cui aveva parlato appena una volta, ella l'adduceva a propria discolpa: 425 - La mia famiglia m'ha fatto un [...]
[...] nelle spalle: «Io? A che pro? Per qual Santo? Non vado più a nessuna parte; non conosco più nessuno della mia società! Risparmia, risparmia i tuoi [...]
[...] per rifarsi di quel che gli costava la rivoluzione. E con l'aria di consigliare Giulente, lo persuadeva a fare ciò che voleva. Ufficialmente, il [...]
[...] in cambio, non dava quartiere a quelli del partito avverso, qualunque titolo possedessero, da qualunque parte glie li raccomandassero. Aveva [...]
[...] l'abilità di fingersi assolutamente disinteressato, di spingere il nipote a fare ciò che egli stesso voleva come se invece non gl'importasse nulla di [...]
[...] nulla, e il Municipio diventava così, a costo di patenti ingiustizie, di manifeste violazioni della legge, un'agenzia elettorale, una fabbrica di [...]
[...] politica, o impegnandosi a riparare più tardi, o facendogli semplicemente comprendere che, in fin dei conti, a quel posto l'aveva messo lui, perciò [...]
[...] conveniva che facesse ciò che a lui piaceva. Per compenso, gli garantiva l'appoggio del governo e della prefettura, lo sosteneva in consiglio, tesseva i [...]
[...] suoi elogi perfino in famiglia, tenendo fronte a Lucrezia, 427 che lo vilipendeva dinanzi a tutti. Questa, per far la corte allo zio [...]
[...] , rispondeva che un po' di bene suo marito lo faceva solo quando seguiva i consigli di lui; viceversa, da sola a solo con Benedetto, gli rinfacciava la [...]
[...] , metteva a rischio la sua bella riputazione di liberale disinteressato, di «ferito del Volturno.» Ma l'ambizione lo accecava, egli voleva [...]
[...] persona, adesso desinava solo, dichiarando che le ore di suo padre non gli convenivano. E il principe si piegava anche a questo, con grande [...]
[...] amicizia solo a quelli che lo servivano, che lo ammiravano, che gli facevano la corte. Come al Noviziato, anche adesso derideva i meno nobili e meno [...]
[...] arricchiti, e mentre a palazzo i mobili di cinquant'anni addietro cadevano a pezzi e le livree del secolo passato servivano al pasto delle tignole [...]
[...] , c'era gente che spendeva un occhio del capo a metter su case ed equipaggi col gusto moderno. Ma agli occhi del principe, la vecchiaia dei mobili e [...]
[...] solo quello di Casa Uzeda, chi aveva nel vestibolo la rastrelliera?... Del resto, Consalvo lavorava per suo conto a distruggere gli effetti della [...]
[...] cocchiere un tiro a quattro, fermandosi per far salire gli amici che incontrava lungo la via, avanzando poi tutti gli altri equipaggi, frustando come [...]
[...] i suoi antenati i cocchieri che osavano contrastargli il passo, la gente si fermava ad ammirare, a ripetere il suo nome e il suo titolo con un [...]
[...] generalmente a lode, spiegata com'era col rispetto da lui portato alla memoria della madre; tutti avevano interesse e premura di dargli moglie, e di tanto in [...]
[...] tanto la voce d'un possibile matrimonio circolava per ogni dove, finchè, ripetuta dinanzi a lui, lo faceva scoppiare in una risata. Per ora egli [...]
[...] voleva divertirsi; ci sarebbe poi stato tempo ad incatenarsi. E le sue visite assidue a questa od a quella signora, i vistosi regali che faceva [...]
[...] combinato una compagnia che era, la notte, il terrore di mezza città. Armati di stocchi, di revolver o anche di semplici coltelli, portavano a spasso [...]
[...] le ciarpe d'infima classe, cantando a squarciagola, spegnendo i fanali del gas, attaccando briga coi passanti, facendo aprire per forza, a furia di [...]
[...] schiamazzi e di sassate ai vetri, le taverne e le case pubbliche, giocando 430 al tocco o a briscola coi bertoni, ordinando cene che finivano [...]
[...] , o lo pagava a legnate; e mentre profondeva i quattrini con le donne, era capace di portar via a certe povere diavole, per spasso, i pochi soldi [...]
[...] che avevano in tasca - salvo a compensarle un'altra volta - lasciandole intanto piangenti o vomitanti un sacco di sozzure che lo facevano ridere [...]
[...] a crepapelle. Spesso scendeva con la sua comarca al porto, andava a far baccano nelle taverne dove i marinai inglesi s'ubbriacavano come bruti [...]
[...] visto Frà Carmelo? Il Fratello appariva di tanto in tanto a palazzo, sempre più magro e stralunato, per ricantare il consueto: «Me n'hanno [...]
[...] San Nicola, lo incontrava immancabilmente, errante per le vie del quartiere come un'anima in pena, o fermo a considerare la massa scura del [...]
[...] , donde nessuno riusciva a scovarlo, se egli stesso, mutata fantasia, non si decideva a tornare. Allora Consalvo lo trascinava ai bagordi. Una [...]
[...] , parlavano di loro col massimo rispetto. In carnevale, la mascherata favorita dei monelli, dei facchini, era quella del Barone: sui calzoni a [...]
[...] sbrendoli e sulle camicie rattoppate, un vecchio abito a coda di rondine, un enorme colletto di carta, una tuba di cartone alta quanto una canna di [...]
[...] camino: andavano così a crocchi chiamandosi scambievolmente, ad alta voce, fra le risa dei passanti, col nome dei baroni per davvero: «Addio [...]
[...] lire il mese; ma Consalvo, alle volte, perdeva in una notte la pensione dell'anno intero; e il domani ricorreva a tutti gli usurai 432 della [...]
[...] città, i quali, contro la firma d'una cambialina, gli davano quel che voleva. Quanto ai parenti, essi o lo incoraggiavano a scialare, o non si [...]
[...] bastava a questi dargli del salvatore del paese, del grande statista, o profetargli un posto al ministero, perchè il deputato si chetasse. Più [...]
[...] l'ottima ciera... Quanto a don Blasco, da un pezzo non si faceva più vedere a palazzo. Dacchè stava per casa sua, amministrando i proprii capitali, la [...]
[...] parte; ma egli li sfuggiva tutti, e se li udiva alludere, sorridendo, alla sua ricchezza, ripigliava a vociare come un tempo: «Che ricchezze e [...]
[...] : - Garino? Questo è lo zio don Blasco che l'ha comprato!... Infatti di lì a poco la verità si seppe; Garino era il prestanome di don Blasco; questi [...]
[...] della Curia, i monaci a spasso, i borbonici un tempo amicissimi di don Blaco gli si misero contro; ma a chi gli riferiva le voci malevole egli [...]
[...] , è come se fosse ancora di San Nicola; a segno che ho fatto restaurare la cappella, e ci dico la messa tutti i giorni, quando salgo lassù: che se [...]
[...] andava in mano d'altri, a quest'ora l'avrebbero ridotta a uso di porcile!... La messa, veramente, egli la diceva di tanto in tanto, perchè aveva [...]
[...] , spostava il muro di cinta arrotondando a modo suo i confini; doveva quindi stare con tanto d'occhi aperti sugli zappatori e sui muratori perchè [...]
[...] stivaloni fino a mezza gamba; tornato in città, smise la tonaca e lo scapolare, ma si compose un abito nero, da ministro protestante, col panciotto [...]
[...] Gerbini se n'era andato a Parigi, dov'era stato fatto rettore della Maddalena; altri, rimasti in città, facevano la vita dei preti; ma don Blasco [...]
[...] proponeva a tutti sè stesso come modello. Frà Carmelo che, come dal principe, veniva spesso anche da lui, pareva non si fosse accorto del mutamento [...]
[...] qualche soldo e gli offriva da bere, confortandolo con belle parole; ma il maniaco, dopo bevuto, ragionava meno, cominciava a prendersela con gli [...]
[...] , declamando, con gran gesti di croce: - In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Vi scongiuro per parte di Dio !... Restituite il maltolto a [...]
[...] sbattutogli l'uscio sul muso mentre sopravveniva donna Lucia: - Comincia a rompermi la divozione, questo vecchio pazzo!... Se torna un'altra volta [...]
[...] , buttatelo giù dalle scale, avete capito?... VIII. Una notte, mentre Lucrezia, a letto, russava profondamente, e Benedetto studiava a tavolino [...]
[...] , e il sangue gocciolava, macchiando l'abito e la camicia. - Non potevo andare a casa, conciato in questo modo.... - spiegava il giovinotto [...]
[...] , cominciò a tremare, con la fronte madida di sudor freddo, girando intorno lo sguardo stravolto, dove Giulente leggeva adesso lo sbigottimento [...]
[...] ragazza che si tirava su per pettinatrice e, quantunque girasse sempre per le vie, non dava retta a nessuno, con una gran paura dei fratelli [...]
[...] poco disposti, articolo onore, a scherzare. Ma il principino, quando concepiva un capriccio, non si chetava se non dopo averlo soddisfatto; e [...]
[...] ale grida di Radalì.... Il principe non disse nulla quando vide il figliuolo conciato a quel modo; mostrò di credere alla storia della vetrata [...]
[...] rotta e si mise a vegliarlo insieme con la principessa, la quale stette al capezzale di Consalvo premurosa ed inquieta come una vera madre. Il giovane [...]
[...] dissimulava male il suo fastidio per quelle cure antipatiche e accoglieva come altrettanti liberatori gli amici che venivano a fargli visita [...]
[...] il naso fuori dell'uscio. I Marotta avevano fatto sapere che erano pronti a ricominciare appena lo avrebbero rivisto, di notte o di giorno, e che [...]
[...] che non era nel suo carattere. - Bene gli sta! Queste sono le conseguenze della sua vitaccia! E voi altri che non lo chiudete a chiave! Che vi [...]
[...] patriotta, eh? di quanto disinteresse, di quanto amor patrio non dava prova? Quando aveva avuto da imbrogliare a Torino e a Firenze, se n'era stato [...]
[...] sempre lontano, col pretesto degli affari pubblici, anche se la Camera era chiusa a catenaccio e il ministero disperso di qua e di là; pei fatti [...]
[...] della città e della provincia, lasciavano dettar sentenze intorno a ogni sorte di quistioni: d'istruzione pubblica, di ingegneria, di musica, di [...]
[...] comunità religiose! A dargli retta, i beni tolti alla Chiesa dovevano permettere di alleggerir le tasse, e far divenire tutti proprietarii. Invece, le [...]
[...] erano dalla parte del mestolo!... L'opposizione al deputato si confondeva coì, a poco a poco, nel generale malcontento, nel disinganno succeduto [...]
[...] idee che facevansi strada e che nocevano anche a lui, Giulente le attribuiva all'invidia degli inetti, alla mala fede dei nemici, sopra tutto alla [...]
[...] sulla punta delle dita. Fedeli, anche; e sordi a quelle accuse, e tanto più ligi al deputato quanto che la sua caduta li avrebbe rovinati.... Ora, in [...]
[...] queste condizioni dell'opinione pubblica, il pasticcio del nipote seccava moltissimo don Gaspare. Non già che gl'importasse del pericolo a cui il [...]
[...] temesse veramente di rimaner nella tromba a un prossimo scioglimento della Camera, di non poter continuare a spadroneggiare in paese; ma non voleva [...]
[...] ; mentre la rinunzia a difendere il nipote sarebbe stata attribuita appunto alla paura di attirarsi nuove opposizioni. Dopo avere esitato un poco fra i [...]
[...] due partiti, facendo sentire a Consalvo il peso del proprio sdegno ma difendendolo dinanzi agli estranei, egli si apprese al più audace. Il più [...]
[...] 442 persuadevano a desistere, ad accomodarsi con le buone; il principino, quantunque le migliori testimonianze lo sollevassero da ogni [...]
[...] responsabilità, pure, per evitar altre noie, era pronto a sborsare tre mila lire per la bottega di modista. Ora un bel giorno, mentre s'aspettava da un [...]
[...] pomodoro, spiegazzando un foglio di carta: - A te!... Che significa questa lettera? Era per un debito di seimila lire che il principino aveva [...]
[...] ferita e macchiava la fasciatura, a poco a poco s'era svegliato in lui ed era cresciuto e s'era fatto irresistibile lo stesso senso di ribrezzo che era [...]
[...] a un tratto gli occhi negli occhi del padre, guardandolo fisso, con un'espressione dura, come di sfida, e lasciato improvvisamente il lei: - Che [...]
[...] non mi seccate... - Ah, ti secco?... Ti secco?... E di repente, come uno che riesce a vomitare dopo vani conati, cominciò a sfogarsi. Gonfiava da [...]
[...] del destino della famiglia; egli che aveva martoriato tutti i suoi, fatto di loro ciò che gli era piaciuto, s'era piegato a lasciar la briglia [...]
[...] riuscito a frenarsi; ora invece Consalvo lo feriva nel sentimento più forte di tutti gli altri, attentava non più alla sua autorità morale ma alla [...]
[...] , ecco suo figlio cominciare a disporre di quella fortuna come di cosa propria! Se Consalvo gli avesse chieste le seimila lire, forse egli le [...]
[...] non avesse fatto se non esercitare un proprio diritto! E non voleva esser seccato per giunta! E rispondeva con quel tono a suo padre! - Ah, ti [...]
[...] forse che non sappia le tue sporche prodezze? Come non arrossisci dalla vergogna? Come non vai a nasconderti lontano dalle persone a modo? La [...]
[...] !... Fin a quando starai in casa mia, hai da fare quel che piace a me, comportarti come tra la gente civile!... Questa non è una locanda, da [...]
[...] il rispetto che devi a tua madre.... Consalvo non aveva detto una sola parola, non aveva fatto un gesto durante la sfuriata del principe. Questi [...]
[...] piedi presso la finestra, il giovanotto guardava nel cortile di servizio le carrozze tirate fuori delle rimesse e i famigli intenti a ripulirle: se [...]
[...] ?... Mia madre è morta. Lei lo sa meglio di tutti. Il principe tacque, guardandolo. A un tratto s'udì 446 un fruscìo di gonne, e la principessa [...]
[...] in cui l'aveva messo, sosteneva il principe, l'incitava a non cedere, a lasciar protestare la cambiale; Giulente anche lui giudicava necessario [...]
[...] dare un po' di paura al giovinotto, perchè niente avrebbe poi potuto arrestarlo nella via dei debiti, se il principe decidevasi a pagare il primo [...]
[...] ; ma Lucrezia, pel gusto di contraddire al marito, per dare una lezione di munificenza a quel pezzente che giudicava tutti alla sua stregua [...]
[...] Uzeda per nessuna ragione al mondo poteva darsi lo scandalo d'un protesto. Donna Ferdinanda, manco a dirlo, se la prendeva con l'avarizia del [...]
[...] principe, che non dando abbastanza al figliuolo lo costringeva a ricorrere al credito, e Chiara dava un poco ragione agli uni e un poco agli altri [...]
[...] , secondo l'amore di Federico. Quanto a don Blasco, che da un pezzo era diventato invisibile, un bel giorno, venuto a palazzo, cominciò a [...]
[...] !... - E senza nominarla, si scagliò contro donna Ferdinanda, dandole della bestia a tutto spiano, perchè 447 coi vezzi che gli aveva fatti ella [...]
[...] hanno nessun obbligo; ma lui? che se non l'avessero fatto monaco sarebbe morto di fame? che s'è ingrassato a spese della comunità?... - O non era [...]
[...] scomunicati e ridare la roba loro al Papa ed a Francesco II? Ma a don Blasco importava adesso un fico secco se il re chiamavasi Francesco o [...]
[...] Vittorio; chè, entrato nella casa di San Nicola, ci stava da papa: le botteghe le aveva affittate a buoni patti, ed il primo piano anche, a un [...]
[...] diede addosso con maggior vivacità del solito, don Blasco fece un gesto molto espressivo, gridò un: Andate a farvi...! e andò via per non metter [...]
[...] più piede dallo speziale. Il pomeriggio, passando dinanzi alla bottega, affrettava il passo, guardando dritto dinanzi a sè, e se c'era gente [...]
[...] seduta sul limitare, traversava la strada, per passare dal marciapiedi opposto. Egli non metteva neppur piede a palazzo, dove quell'usuraia della [...]
[...] Giacomo gli faceva la corte, adesso che lo sapeva ricco, ma non dava torto alla zia. - Vorrebbe che lasciassi a lui il Cavaliere! - gridava in casa [...]
[...] alla Sigaraia, a Garino e alle figliuole. - A prenderlo da me, di seconda mano, non avrebbe scrupoli! Ma gli vorrò lasciare trentasette mazzi di [...]
[...] cavoli, a cotesto gesuita e ladro! 449 La Sigaraia, Garino e le ragazze approvavano, rincaravano la dose, parlavan male al monaco di tutta la [...]
[...] quand'egli riposava, gli tenevano compagnia fino a tarda notte se non aveva sonno, lo accompagnavano al Cavaliere, gli lodavano le sue culture, le [...]
[...] levante, a un altro fondo del demanio ancora invenduto, e la linea del confine, consistente in un'antica siepe di fichi d'India, in molti punti aveva [...]
[...] molti ritagli di terra; a un certo angolo, dove non restavano più tracce della siepe, aveva annesso al Cavaliere un bel tratto dell'altro fondo [...]
[...] . Ora la cosa, venuta in chiaro all'Intendenza di Finanza, gli aveva fatto piovere in casa certa carta bollata, per cui il monaco s'era messo a [...]
[...] sbraitare come ai bei tempi contro i ladri Italiani, e quasi quasi voleva riconciliarsi coi reazionarii della farmacia. - A me l'accusa [...]
[...] d'usurpazione? Se la proprietà di San Nicola arrivava fino alle vigne? Vogliono insegnare a me qual era la proprietà del convento, cotesti ladri che hanno [...]
[...] dice una parola a suo fratello il deputato? Don Blasco non rispose. Era già stato dal duca. Da anni ed anni non rivolgeva più la parola al fratello [...]
[...] entrò nello scrittoio del fratello col cappello in testa, come a casa propria; gli disse: «Ti saluto,» col tono di chi vede una persona lasciata [...]
[...] il giorno innanzi, e si mise a sedere. Il duca, passato il primo momento di stupore, sorrise finemente, dicendogli con lo stesso tono: «Che [...]
[...] un muro. Per questo il Demanio m'accusa d'usurpazione!... Il duca continuava a sorridere in pelle in pelle, godendosela, e poichè il monaco taceva [...]
[...] aveva mosso tanta guerra, fece: - E...? - Non si potrebbe parlare a qualcuno? Non era precisamente quel che s'aspettava; ma il duca, in fondo, era [...]
[...] !» diceva Garino, il quale adesso esaltava il duca, i suoi talenti, la potenza a cui aveva saputo arrivare: ma quei ciarlatani della farmacia [...]
[...] maltolto. Il monaco li lasciava cuocere nel loro brodo e non passava più nel tratto di strada dov'era la farmacia, chè solo a vederli da lontano gli [...]
[...] inquilino, lo invitò a venirlo a trovare. Il professore diceva d'essere stato garibaldino, narrava il fatto d'Aspromonte, non parlava d'altro che di [...]
[...] cospirazioni e minacciava anche lui il finimondo, ma solo nel caso che l'Italia non andasse a Roma. - Voi dunque dite che questo governo durerà [...]
[...] passare qualche brivido per la schiena, piaceva moltissimo a don Blasco, e un giorno anzi, mentre passava dalla farmacia Cardarella, antico ritrovo [...]
[...] dei liberali, il professore che era lì dentro a 452 discutere calorosamente, lo chiamò. Parlavano delle soppresse corporazioni religiose, e il [...]
[...] romana. Gli rinfacciavano Aspromonte e Mentana; ma Roma doveva essere italiana a dispetto di tutti, o sarebbero scesi in piazza a ricominciar le [...]
[...] schioppettate. «O Roma o morte!» vociferava il professore, il quale aveva sempre notizie di guerre e di moti rivoluzionarii pronti a scoppiare, e [...]
[...] Don Blasco, tra le grida generali, sentenziava: - Il Santo Padre dovrebbe pensarci a tempo, con le buone, e rammentarsi del Quarantotto; chè se [...]
[...] di casa Uzeda. Il principe mandava a chieder notizie dello zio e nello stesso tempo l'avvertiva che Ferdinando stava molto male, e che era bene [...]
[...] fargli una visita. Don Blasco, a cui premeva sopra ogni cosa udire il verbo del suo nuovo amico, rispose: - Va bene, va bene; domani ci andrò [...]
[...] parola al principe il giorno che questi gli consigliò d'andarsene un poco alle Ghiande a respirare l'aria sana della campagna. Non voleva più [...]
[...] s'arrugginivano e si rompevano; solo il podere prosperava, adesso che egli non sperimentava più novità. Incaponitosi a negare le sue sofferenze, i dolori [...]
[...] di stomaco, i disturbi viscerali, le attribuiva a cause fantastiche: alla poca cottura del pane, allo spirare dello scirocco, al fresco della [...]
[...] : chiuso nella sua camera, buttato sul letto, se ne stava immobile a seguire il volo delle mosche; quando la crisi passava, faceva grandi 454 [...]
[...] figliuolo al palazzo, per avvertir la famiglia. All'arrivo del principe e alla proposta di mandare a chiamare un medico, l'infermo gridò che non [...]
[...] . Ma il suo polso scottava dalla febbre. Per vincere quell'ostinazione, dovettero ricorrere a un artifizio, come con un fanciullo o con un pazzo [...]
[...] condizione dell'ammalato era molto più grave che non credessero. A trentanove anni egli se ne moriva: il sangue vecchio e impoverito dei Vicerè si [...]
[...] lontano, s'era messo a fare qualche debituccio. Senza stupirsene, senza indagarne 455 la ragione, si vedeva attorno gente che gli offriva [...]
[...] denaro, dentro una certa misura, beninteso. Ed egli firmava, firmava cambialine, e le cambialine andavano a finire in mano del principe, il quale [...]
[...] , adocchiando le Ghiande e comprendendo che quel matto non avrebbe fatto testamento, se le accaparrava a quel modo. Il maniaco, incapace di calcolare a [...]
[...] tutti attribuivano a donna Ferdinanda la largizione. Ma la zitellona non aveva dato un soldo. Sarebbe crepata d'accidente se avesse dovuto [...]
[...] protestata? Lei vivente, questo non sarebbe accaduto; piuttosto, se Giacomo si fosse ostinato a dir di no, avrebbe pagato lei del suo! Per Consalvo [...]
[...] ella aveva indotto il principe a pagar la cambiale, ma aveva pure trovato l'espediente di far credere alla generosità della zitellona, perchè [...]
[...] a visitare il nipote, discuteva anche lui con passione intorno a quel soggetto, ripetendo gli argomenti del professore; ma il duca assicurava a [...]
[...] deputato ripresero a sbertarlo con maggior lena. Quella bestia con la prosopopea d'un Cavour redivivo non era neppur buono di capire le cose più [...]
[...] dello potenze!... Ferdinando, dal fondo della poltrona che adesso non lasciava più perchè le gambe non lo reggevano, stava a udire quei discorsi [...]
[...] cervello esangue: quella delle vittorie napoleoniche che egli voleva a qualunque costo. Comprata una carta del Reno, passava le sue giornate a [...]
[...] eserciti, mutava di posto i segni secondo i mutamenti reali, e a misura che le spille s'avanzavano e gli spilloni retrocedevano, la sua malattia [...]
[...] strategici, 457 disegnava ogni giorno parecchi teatri della guerra, disponeva a modo suo delle divisioni e dei reggimenti esclamando: «Questo di [...]
[...] diversi ordini sociali procedeva da diversi motivi e tendeva ad opposti scopi, s'accordava pel momento nel chiedere a una voce Roma. Come più la [...]
[...] parevano dovessero tradursi in fatto da un momento all'altro. Ora, mentre quasi tutti i soddisfatti tenevano a bada i malcontenti e consigliavano [...]
[...] erano generose, potevano far male al paese. Oggi però i tempi erano maturi, qualunque indugio sarebbe stato una colpa inescusabile. Se a Firenze non [...]
[...] !...» esclamavano nel campo avversario; ma, a dispetto dei suoi denigratori, 458 quelle opinioni francamente professate e ripetute ogni giorno a chi [...]
[...] voleva e a chi non voleva udirle, sostenevano il pericolante credito del duca. Benedetto Giulente era rimasto, udendole; poichè, prevedendo che lo [...]
[...] zio avrebbe seguito fino all'ultimo la politica dei temporeggiatori, s'era messo con quelli. Rimase ancora peggio, quando il duca venne a trovarlo [...]
[...] , dicendogli che bisognava ricominciare a pubblicare l'Italia Risorta, per spingere il governo sulla via di Roma: i tempi erano maturi e a non [...]
[...] Roma, adesso, «quasi potesse mettersela in tasca o portarla a vendere alla fiera!» ma gl'infiammati articoli di Benedetto, il quale diceva che il [...]
[...] duca era col popolo, pronto a partire per Firenze se i governanti non volevano udire la voce del paese, procuravano all'Onorevole una nuova aura di [...]
[...] fortuna che oramai era avviata. In poco più di tre anni era già segretario a Propaganda ed arcivescovo di Nicea; Pio Nono aveva molta stima di lui. Al [...]
[...] mi scrivete appena che sta poco bene? Se non fosse stato per Monsignor Vescovo, non avrei saputo la verità! E andò a mettersi al capezzale del [...]
[...] : adesso, mandava a comprare ogni giorno dozzine e dozzine di scatolini di spilloni e risme di carta e pacchi di matite. Quella roba avrebbe dovuto [...]
[...] spargendo che egli era tornato in Sicilia non per amore del Babbeo al quale non aveva mai pensato, ma per evitare di trovarsi a Roma in quei [...]
[...] d'avanzarsi nello Stato romano. L'attesa delle notizie era febbrile; il duca, domiciliato alla Prefettura, apriva i telegrammi del prefetto e andava poi a [...]
[...] , e la principessa Graziella si faceva il segno della croce, intanto che Monsignor don Lodovico mormorava, con gli occhi a terra: - Bisogna [...]
[...] le farmacie: - Io l'ho sempre detto. Pio Nono, - non gli dava più del Santo Padre, - doveva pensarci a tempo e a 460 luogo, quando era [...]
[...] tiepidi, sosteneva a spada tratta il fratello, leggeva ad alta voce gli articoli di fuoco di Giulente, approvandoli, ammirandoli: - Eh? Come [...]
[...] , Monsignore, - rispose Lodovico, sospirando di tristezza. - Abbiamo persino dovuto dispacciare a nostro fratello Raimondo... - Ma non ci ha da esser proprio [...]
[...] Babbeo, da lasciarsi rubar da tutti, si rivelava a un tratto dei Vicerè con quel sospetto buffo e pazzo, adesso che non aveva nulla da lasciare [...]
[...] era stata irriconoscibile la Palmi. In quei cinque anni che erano stati fuori, a Palermo, a Milano, a Parigi, come il capriccio del marito aveva [...]
[...] postasi al collo, avesse ricominciato a correre in cavallina molto peggio di prima, a portar le ganze fresche nel mutato letto coniugale, a [...]
[...] vero harem internazionale. Aveva una camera separata da quella della moglie e quando i parenti andarono a 462 fargli visita udirono che dava a [...]
[...] costei del voi, lessero in viso a donna Isabella le sofferenze espiatorie. Ella era mutata oltre che nelle fattezze anche nei modi: parlava [...]
[...] verso di lei: quel voi era già molto eloquente, ma egli affettava di non rivolgerle la parola, di non udire quel che ella diceva: quando andò a [...]
[...] fratello ebbe un assalto di mania furiosa. Con gli occhi stravolti, coi capelli arruffati sul viso scarno e pauroso, si mise a gridare [...]
[...] fargli prendere un boccone, per prolungargli di qualche giorno la vita, perchè non morisse di fame, ricominciava a urlare: - Assassino!... Aiuto [...]
[...] !... Assassino!... Una sera, mentre don Blasco stava per uscir di casa insieme col professore, il cocchiere del principe venne a dirgli, col [...]
[...] aveva una gran fretta di andare al Gabinetto per sapere che c'era di nuovo. Le ultime notizie dicevano che le truppe italiane erano dinanzi a Roma [...]
[...] ; e se la curiosità generale era vivamente eccitata, don Blasco smaniava addirittura. Nondimeno, a quell'annunzio di morte, stava per rispondere che [...]
[...] sarebbe subito andato, quando arrivò a precipizio un altro messo da parte del duca. - Sua Eccellenza l'aspetta subito a casa.... È affare [...]
[...] mise a passeggiare su e giù. Dopo due o tre minuti riapparve don Blasco, pallido in viso, correndo e agitando un pezzo di carta: - È nostra!... È [...]
[...] aveva riadattato il telegramma arrivato al Prefetto togliendogli il carattere ufficiale, mutando l'indirizzo per far credere che fosse venuto a lui [...]
[...] la notizia, ma don Blasco non dava a nessuno il dispaccio che nella ressa correva pericolo d'essere stracciato in mille pezzi. - Leggete [...]
[...] deputato, al duca d'Oragua!... Quando la banda dell'Ospizio, riunita in fretta e in furia, cominciò a sonare, il clamore divenne assordante. E [...]
[...] deputato che in persona rispondeva salutando col fazzoletto alle grida: - Viva Roma capitale!... Viva Oracqua!... Viva il deputato!... A un tratto [...]
[...] , giacchè Giulente non lo poteva aiutare essendo con la moglie al letto dell'agonizzante Ferdinando, egli scendeva incontro ai dimostranti, venne a [...]
[...] mescolarsi tra la folla. - Evviva!... Evviva!... Alla Prefettura!... E la marcia ricominciò. Don Blasco, con la bandiera a spall'arme, la tuba un poco [...]
[...] di traverso, il colletto monacale madido di sudore, andava in mezzo alla dimostrazione a braccio del professore che lo aveva ripescato e non lo [...]
[...] lasciava più. - Fuori i lumi!... - gridavano i suoi seguaci a ogni passo, e applausi e fischi s'alternavano secondo che le finestre illuminavansi o [...]
[...] restavano serrate e buie com'erano. Dinanzi a una bottega di merciaio, la fiumana dei manifestanti s'arrestò un momento: «Le torcie!... Le [...]
[...] torcie a vento!...» E tutte quelle che ci erano furono distribuite e accese immediatamente. La luce fosca, fumosa, si rifletteva contro le case [...]
[...] l'entusiasmo sonando a tutto andare la marcia reale e l'inno di Garibaldi; e le grida echeggiavano più forte, più alto, più spesse intorno all'Onorevole [...]
[...] : - Viva Roma!... Viva l'Italia!... Viva Oracqua!... A un tratto la dimostrazione s'arrestò nuovamente come se qualcuno le contrastasse il passo, e un [...]
[...] , riconobbe Frà Carmelo, un altro degli Uzeda ammattito, il bastardo che a dispetto della fede di battesimo si rivelava anch'egli della famiglia [...]
[...] pensiero laico!... Abbasso l'ultramontanismo!... Il pazzo, alla luce fantastica delle torce, continuava a gestire scompostamente, a gridare: «Eh [...]
[...] da sezzo, in quella vece che tuttosì dagli esteri ammirando si viene. Da ricapo narrarla, dopocchè il Mugnos, il Villabianca ed altri famosi a sè [...]
[...] la rarezza di quell'oper'insigni, cui non a tutt'è dat'acquistare. Quind'è perciò, all'oggettocchè tra le mani dell'universale una nuov'opera messa [...]
[...] in giornata ne gisse, abbiam divisato dettarla. E attalchè non ci s'imputi in superbia a tant'impres'azzardarci, non vogliamo far senza di porre [...]
[...] d'ogni dispensa: lire due. Associazione all'opera completa, lire cinquanta. - NB. Chi procura sei soscrizioni avrà diritto a pubblicare il [...]
[...] proprio albero genealogico. Chi ne procura dodici avrà tuttosì lo stemma colorato.» 469 Questa circolare, diffusa a centinaia e centinaia di [...]
[...] smesso. Che cosa avesse fatto tanto tempo, dove fosse stato, non seppe nessuno. Nessuno di quelli che andavano a Palermo lo vide mai, nessuno udì [...]
[...] essersi allungato, come una tromba, una proboscide, un'appendice flessibile atta a frugare in mezzo al letame; la caduta dei denti, affossando la [...]
[...] bocca, aveva contribuito anch'essa a quell'apparente crescenza che dava a tutto il viso un aspetto basso, ignobile e quasi animalesco. Indosso [...]
[...] , la sordidezza della camicia e dell'abito a coda, troppo lungo e troppo largo, con un panciotto che era stato bianco e l'untume del cappello che [...]
[...] a conoscere - giacchè nessuno lo riconosceva - egli disse che non aveva trovato camere disponibili al Grand Hôtel e che, partito improvvisamente [...]
[...] dinanzi al portone di palazzo, vide con stupore 470 che era chiuso, col solo sportello aperto. Datosi a conoscere come zio del padrone al [...]
[...] portinaio che lo squadrava da capo a piedi, sentì rispondersi che non c'era nessuno: nè il principe, nè la principessa, nè Consalvo: partiti tutti: il [...]
[...] uno avvezzo ad esser mandato via, il cavaliere alzava gli occhi alle finestre, pareva voler guardare a traverso i muri, quando s'udì salutare [...]
[...] , s'accomodò sulla seggiola senza spalliera che il portinaio teneva dinanzi all'uscio del suo stanzino, domandando: - Perchè? Che c'è di nuovo? E a [...]
[...] poco a poco, Pasqualino rivelò la verità. Il signorino non poteva più stare in casa, almeno per un certo tempo, a cagione dell'urto continuo col [...]
[...] padre. Dai tanti dispiaceri, il signor principe era caduto ammalato. Quanto a don Consalvo, non si poteva dire che s'affliggesse così da farne una [...]
[...] malattia, ma neanche lui doveva ingrassare a furia di dissapori e di diverbii; il meglio perciò era che se ne stesse un pezzo lontano... Così [...]
[...] preso la sua dote e buona notte; dunque, pel figlio! Allora, perchè tenerlo a corto di quattrini? Un giovanotto come il principino di Mirabella aveva [...]
[...] prolungava: padrone e servo discorrevano intimamente, da pari a pari, mescolando il fumo della pipa e del sigaro; anzi, quantunque Pasqualino non fosse [...]
[...] mento si confondeva con la massa gelatinosa del collo. Non poteva muoversi, per l'enormezza della persona, per la fiacchezza delle gambe; e accanto a [...]
[...] lui donna Lucia, la moglie di Garino, sembrava svelta e leggiera. - Perchè sei tornato? - disse al fratello, appena lo vide entrare ed a modo di [...]
[...] all'opera di cui ti ho mandato il manifesto... 473 E cominciò a enumerare gl'insigni sottoscrittori: Sua Altezza il Bey di Tunisi, i vizir [...]
[...] monaco, quasi a dire: «Perchè vieni a contarmi queste storie?» senza neppur domandare al fratello: «Sei stato a Tunisi? Che sei stato a farci?» - Ho [...]
[...] pure le firme di venti municipii, di trenta società, di otto biblioteche. L'affare è magnifico. A conti fatti, dedotte le spese di stampa, carta [...]
[...] arriveremo a trecento, resteranno diecimila lire nette. - E?... - Io ti vorrei proporre di stampare insieme il libro. Il monaco lo guardò fisso nel [...]
[...] bell'insistere, col tono persuasivo e insinuante d'un sensale o d'un mezzano, e un bel sgolarsi per dimostrare a luce meridiana l'eccellenza della [...]
[...] sua proposta; don Blasco continuava a rifiutare, dapprima seccamente, poi alzando la voce, poi gridando perchè quel seccatore gli si togliesse dai [...]
[...] . 474 Il cavaliere non si scoraggiava neppure adesso. Ridusse la domanda da mille a ottocento e poi a cinquecento lire; e poichè il monaco [...]
[...] continuava a rispondere, cantilenando dall'impazienza; «Non le ho, non - ho - de - na - ri.... come debbo dirtelo?...» don Eugenio. concluse [...]
[...] , pacatamente: - Allora aspetterò finchè sarai comodo.... Non ho, fretta: prima debbo compire la soscrizione... poi ti porterò a veder le schede, le [...]
[...] domande, i manifesti... Sperando di riuscir meglio con la sorella, il cavaliere andò a rinnovare il tentativo con donna Ferdinanda. Asciutta e verde [...]
[...] più di cinquanta. Solo le mani le si coprivano di rughe e si spolpavano e s'irruvidivano a contar denari, come a lavorare il ferro od a zappar la [...]
[...] terra. Anche lei aveva ricevuto la circolare dell'Araldo Sicolo: ma, vedendo il fratello, cominciò a chiedergli notizie della sua salute, di [...]
[...] disposizioni, nominava un mondo di persone colle quali era come «fratello,» ne narrava i casi con tanto interesse come se fossero occorsi a lui [...]
[...] migliore...» E poi, quella ragazza ha un certo fare... Basta; io non ho parlato, tanto più che giusto quando si combinava la cosa, ero a Tunisi [...]
[...] ... - Ah, sei stato a Tunisi? E per far che cosa? - Che cosa?... Niente!... Per diporto... - egli tossicchiava un poco, tuttavia, imbarazzato, quasi [...]
[...] confuso. E poichè donna Ferdinanda continuava a fargli domande, per sapere se Tunisi era una bella città, quanto tempo c'era stato e via [...]
[...] la propria dignità di cui donna Ferdinanda faceva ludibrio con quelle risa indecenti. - Non sono forse buono a scriverla, come tanti altri [...]
[...] avrebbe comprato un libro di lui? Si sarebbero messi a ridere, come rideva lei! Le firme? Le avevano poste per levarselo di torno! Bisognava vedere [...]
[...] inutile. Andato a ripetere il tentativo dalla nipote Chiara, don Eugenio non potè neppure vederla: la cameriera gli disse che il marchese era fuori [...]
[...] , insegnargli educazione, obbligarlo a studiare; e invece la nipote di Vostra Eccellenza se la prende col padrone perchè gli maltratta il ragazzo.... Ieri [...]
[...] insistesse, don Eugenio non potè persuadere 477 la cameriera ad affrontare i1 malumore della padrona portandole l'ambasciata. Allora egli andò a [...]
[...] rassomigliante a quello del principe. E il primo discorso che tenne allo zio, rivedendolo dopo tanti anni, fu giusto contro Benedetto. - Non c'è; non sta [...]
[...] a modo suo, - un altro che non fosse tanto bestia, avrebbe capito l'inutilità di fare il servitore a questo e a quello. Invece, pare l'uovo al [...]
[...] fuoco: più sta e più indurisce! Vuol essere deputato; per che cosa, domando io? Dopo che sarà deputato, che cosa avrà buscato? A fare il sindaco ha [...]
[...] cominciava a criticare ed a malignare: - Hanno fatto bene a prender essi stessi Teresina dal collegio, e a farla viaggiare.... Mia cognata è un'altra [...]
[...] che è a Parigi. È stato a Berlino, a Londra, a Vienna.... Il cavaliere non l'udiva, rimuginando il discorso da tenerle. Appena la nipote fece una [...]
[...] . Michele, a venticinque anni, perdeva i capelLi e pareva vecchio del doppio; Giovannino era invece più grazioso di prima, fine, elegante. Udita [...]
[...] la richiesta del parente, entrambi risposero che solo la madre gli avrebbe potuto dare risposta. Il giorno dopo il cavaliere tornò a parlare [...]
[...] che incontrava per istrada e che fermava col pretesto di rivederle e salutarle. Cominciava a riferire, come se le avesse avute direttamente, le [...]
[...] , che diceva d'aver visto a Firenze: «una bellezza da sbalordire!...» e poi parlava del suo soggiorno di Palermo, descriveva l'appartamento di dieci [...]
[...] promiscuità; riferiva ancora il viaggio di Tunisi, l'onorificenza beilicale, ma senza spiegare a qual titolo l'avesse ottenuta, che cosa avesse [...]
[...] precisamente fatto alla corte di Sua Altezza; e quando aveva bene intontito la gente con tutti questi discorsi, domandava a bruciapelo: - Avete [...]
[...] dei privati salivano da duecento a trecento, a quattro, a cinquecento; quelle dei municipii sommavano a cinquanta, a settanta, a novanta; le [...]
[...] schede, delle quali faceva nuove distribuzioni, ficcandole in tasca a chi rifiutava col gesto, raccomandando di diffonderle, di riempirle al più [...]
[...] ?... Ero venuto a trovarla; mi dispiacque tanto, ieri, di non essere in casa... Un poco imbarazzato, don Eugenio lo invitò a salir 480 su in [...]
[...] camera. Una camera col pavimento affossato, due strisce di tela bianca a guisa di tendine dinanzi alla finestra, una catinella sopra una seggiola e [...]
[...] una brocca per terra. - Ho dovuto venir qui perchè al Grand Hôtel era tutto pieno. Come si sta male in questa città! A Palermo avevo un [...]
[...] da ora... Per ventimila lire non la cederei a nessuno... Ma non ho quattrini da cominciare la stampa. Vogliamo farla insieme? Spartiremo i [...]
[...] , potremmo fare a meno del suo consenso!... Benedetto esitò un poco, poi disse: - Nossignore, è necessario... perchè adesso i denari li tiene lei [...]
[...] a lei l'amministrazione... II. Il ritorno del principe, con lo zio duca, la moglie e la figlia, al principio dell'inverno, diede nuovo [...]
[...] mescolatasi nel corso dei secoli con gli elementi isolani, mezzo greci, mezzo saracini, era venuta a poco a poco perdendo di purezza e di nobiltà [...]
[...] del tutto liberata dall'impaccio della collegiale, fino a qualche mese addietro costretta nella goffa uniforme. Nei primi giorni, quando ella [...]
[...] figgerle gli occhi addosso, a bocca aperta: ella pareva non accorgersi di quella curiosità indiscreta, non guardare anzi nessuno. In casa [...]
[...] , naturalmente, erano venute a trovarla prima di tutte le zie, e Lucrezia s'era quasi attaccata alle gonne della nipote, l'accompagnava 482 per ogni [...]
[...] dove, le dava consigli, non parendole vero di poter esercitare su qualcuno la sua smania d'autorità. La principessa la lasciava fare; ma a Chiara [...]
[...] c'erano di quei pasticci? Ella diceva a tutti, cameriere, parenti e conoscenze, con grandi gesti e torcimenti di sguardo: «Posso permettere che mia [...]
[...] , oramai, per amore del figlio della cameriera, il quale, guastato dai tanti vizii, la comandava a bacchetta, le dava del tu, all'occorrenza le alzava [...]
[...] -cugina, si nettò la bocca contro di lei, tanto più che per ordine di Giacomo, donna Graziella condusse Teresa a baciar la mano allo zio don Blasco [...]
[...] ordinare la sua cameretta o a badare alle sue cosucce. Non era soltanto bella da far strabiliare, ma piena d'ingegno, istruita da dar punti a tanti [...]
[...] tutto suo di portare gli abitini più semplici che la faceva parer vestita come per andare a un ballo. Quando andavano dalla modista o dalla sarta [...]
[...] , afferrandosi sempre a quel che c'era di più disgraziato, ed imbronciandosi se non lodavano la sua scelta. Invece la principessa lasciava che la figliastra [...]
[...] facesse a modo suo e scegliesse quel che le piaceva; anzi, si rimetteva a lei per le cose sue proprie. «Che gusto, quello della mia figliuola [...]
[...] dinanzi a tutti, anche in conversazione; vegliava su lei come una vera mamma. Era gelosa e scrupolosissima; non permetteva che oltre i libri di [...]
[...] coniugali, di nascite illegittime. Cominciava allora a tossire per dar sulla voce a quella stravagante malaccorta; e se la tosse non bastava, mutava [...]
[...] non si accorgeva di nulla, e anzi non commetteva la sconvenienza di dire spesso alla nipotina, a proposito ed a sproposito, ma più spesso quando [...]
[...] si lagnava di Benedetto: «Bada a chi piglierai per marito!...» oppure: «Apri gli occhi, quando sarai maritata?...» La principessa diventava di [...]
[...] mille colori, alzava gli occhi al soffitto, facendo sforzi straordinarii per contenersi, per non dire il fatto suo a quella pazza a cui il Signore [...]
[...] penserà suo padre, non dubitare: a me non piace la moda d'oggi, di parlar di queste cose alle ragazze.... Teresa, con gli occhi bassi e le mani in [...]
[...] te lo impedisce; ma io non ho denari da buttar via in queste imprese.» Don Eugenio accettava a capo chino il predicozzo, come riconoscendo di [...]
[...] meritarlo, ossequente ed umile dinanzi a quell'imbroglione che sputava sentenze, e come s'era arricchito? a spese delle casse pubbliche, manipolando [...]
[...] gli appalti, facendo ogni sorta d'imbrogli!... «Almeno,» don Eugenio insisteva, «farai comprare il libro alle biblioteche dello Stato? A te non [...]
[...] costa nulla, sei tanto influente!... Basterà che tu dica una parola....» Il deputato ascoltava la lode a occhi socchiusi, beatamente. Infatti i bei [...]
[...] difficile insistere in un rifiuto crudo, poichè egli non avea tanta confidenza con lo zio da mandarlo a spasso, e nemmeno poteva addurre ragionevolmente [...]
[...] la mancanza di quattrini; perciò s'era lasciata strappar la promessa d'un'anticipazione d'un par di migliaia di lire, aspettando a sborsarle che [...]
[...] la sottoscrizione fosse a buon punto. Frattanto don Eugenio, allettato dalla promessa, veniva a palazzo quasi ogni sera, con grande [...]
[...] ardenti, come un'anima del Purgatorio, quando egli cominciava a raccontare tutti i fatti della 486 società palermitana: «Sasà marita le sue figlie [...]
[...] persona «come fratello....» Tutte le volte che descriveva il suo appartamento il numero delle stanze cresceva: adesso era arrivato a quindici, e non [...]
[...] l'attenzione prestatagli e la promessa dei quattrini, giovandosi di lui come di un servo, mandandolo di qua e di là a portar lettere od ambasciate, che [...]
[...] gli affidava dandogli tuttavia, per un certo rispetto umano, dell'Eccellenza. Neppure lo metteva a giorno dei proprii affari, nè gli faceva [...]
[...] non riusciva a saper nulla, specialmente riguardo al principino, il quale non scriveva se non a donna Ferdinanda. Le notizie del giovane, a [...]
[...] . Quelle lettere facevano fare schiette risate a Teresina, scritte com'erano in una lingua fantastica, di particolare composizione del maestro di casa [...]
[...] per Fontana Bu, vedere il palazzo reale....» ma donna Ferdinanda aspettava la narrazione d'una visita ben altrimenti importante: quella a Sua [...]
[...] », 487 e appena saputo il nipote nella capitale francese, gli aveva rammentato di mantener subito la promessa. Padre Gerbini che a Parigi era [...]
[...] aveva detto che voleva rivederlo prima della sua partenza!... Venne anche la lettera di Baldassarre che riferiva la visita «a So Maistà Francisco [...]
[...] secundo, inseme con So Paternità don Placito Gerbini. So Maistà abbia parlato a So Eccellenza della Siggilia e dei signori sigiliani che abbia [...]
[...] un'altra volta, per appresentarlo a So Maistà la Reggina.» Infatti prima che padrone e servo partissero da Parigi, tutt'e due annunziarono la [...]
[...] zia. «So Maistà abbia fatto una grande festa a So Eccellenza, e quando ci abbia stretto la mano ci ha addomandato chi sa quando ci arrivedremo; e [...]
[...] Parigi, il giovanotto tornò finalmente in Italia, e restato un poco a Torino ed a Milano passò a Roma, 488 che era l'ultima tappa del suo [...]
[...] stazione da donna Ferdinanda e da Teresa - perchè il principe era rimasto ed aveva ordinato alla moglie di rimanere a palazzo, - Consalvo fece una [...]
[...] ciera del signorino, e gli davano il bentornato e si facevano in quattro per aiutare Baldassarre a scaricare la gran quantità di bauli, valige [...]
[...] nella Sala Rossa e gli dette la mano a baciare; altrettanto fece la principessa, ma con maggiori dimostrazioni d'affettuosa premura: «Ti sei [...]
[...] una volta, anzi, a Vienna, aveva corso rischio di dormire al posto di guardia. Il giorno dopo continuò il discorso del viaggio, specialmente su [...]
[...] Parigi; ma a poco a poco, e secondo che quell'argomento si esauriva, il giovanotto non prendeva più parte alla conversazione. Se la principessa narrava [...]
[...] qualche 489 cosa, o se il principe discorreva degli affari di casa, si contentava di stare a sentire e rispondeva qualche Eccellenza sì o [...]
[...] qualche Eccellenza no di tanto in tanto. A tavola, col muso sul piatto, non guardava nessuno e spesso non pronunziava due parole una dopo l'altra [...]
[...] . Il principe cominciava a soffiare a ammutoliva anche lui, facendo però certi versacci che non annunziavano niente di buono; la principessa alzava [...]
[...] figlio andava via: - Cominciamo da capo! - sfogavasi il principe. - State a vedere che cominciamo da capo! Che gli hanno fatto, a cotesta bestia? S'è [...]
[...] divertito più d'un anno a viaggiare, non gli è mancato niente, e mi ringrazia così, tenendomi il broncio, avvelenandomi tutti i giorni il desinare [...]
[...] italiani e francesi, e il libraio, ogni settimana, gli mandava grossi pacchi di libri che egli stesso andava a scegliere e ad ordinare. - Qual altra [...]
[...] non veniva a tavola; al cameriere che andava a chiamarlo, rispondeva, dietro l'uscio, che aveva da fare; e allora il principe buttava via il [...]
[...] tovagliolo, stringeva i denti, quasi scoppiava dinanzi ai lavapiatti che assistevano al pranzo. Teresa, a un segno della principessa, andava a cercare [...]
[...] ?... - infatti la scrivania era piena di carte e di libri aperti. E quando finalmente veniva a tavola, il principe gonfiava, gonfiava, gonfiava [...]
[...] l'amore, per le cure di cui la circondò... - Taci! Taci!... - esclamò Teresa. - Ho da tacere?... Lo sai dunque quel che fecero soffrire a quella [...]
[...] poveretta?... Ma tu eri a Firenze, tu non puoi saper niente... - Taci, Consalvo! - Allora, che vuoi? Dimmi tu che debbo fare per contentarlo [...]
[...] ! Quando stavo tutto il giorno fuori casa, a divertirmi a modo mio, spendendo quattrini: nossignore, bisognava cambiar vita! Adesso che sto sempre [...]
[...] dentro, a studiare, continua a rompermi la testa? Consalvo studiava economia politica, diritto costituzionale, scienza dell'amministrazione. La [...]
[...] , quantunque non potesse sbizzarrirsi a modo suo, era nondimeno un pezzo grosso, il pezzo più grosso del sue paese, dove tutta la gente, in alto [...]
[...] e in basso, gli faceva di cappello e s'occupava di lui e delle cose sue; a un tratto egli si svegliava uno qualunque in mezzo alla folla che non [...]
[...] gli badava. E se neppur egli avesse visto nessuno, meno male: ma le lettere di presentazione di cui era provvisto lo avevano messo in rapporto, a [...]
[...] Napoli, a Roma, a Firenze, a Torino, con altra gente, coi signori di lassù; e allora aveva visto che c'erano pezzi grossi più grossi di lui. Il [...]
[...] nome di principino di Mirabella aveva perduto la sua virtù, era diventato quello di un signore come ce n'erano a migliaia. Il lusso vero, e non [...]
[...] mondo, dov'egli era vissuto, lo costringeva a riconoscere la propria inferiorità. Al club di Catania erano quasi in famiglia ed egli troneggiava; a [...]
[...] Napoli e a Firenze otteneva per favore un biglietto per pochi giorni; se fosse rimasto a lungo avrebbe dovuto esporsi ad una votazione, farsi [...]
[...] vanità di «Vicerè» quando andava a fare qualche visita in certi palazzi grandi quattro volte l'avito, nei quali invece di botteghe da affittare [...]
[...] c'erano gallerie grandi quanto musei, con dentro tesori d'arte, egli smise di frequentare le sue conoscenze, rinunziò a farne di nuove. Per [...]
[...] affermare in qualche modo la propria ricchezza, buttava via i quattrini a carrozze di rimessa, o 493 nei caffè, nei teatri, nei negozii dove [...]
[...] meno male ancora a Napoli, dove le tradizioni d'uno spagnolismo in tutto eguale al siciliano gli facevano dare dell'Eccellenza dagli sconosciuti che [...]
[...] gli si professavano servi; ma a Firenze, a Milano, gli toccava il semplice signore; e invano Baldassarre, che gli stava sempre a fianco, prodigava [...]
[...] il Sua Eccellenza e il Voscenza paesano: la gente sorrideva o restava a bocca aperta alle espressioni stravaganti del maestro di casa. Così, per [...]
[...] fuor del mondo a Vienna, a Berlino, a Londra: a Parigi fece sorridere come in Italia Baldassarre. Ma frattanto la Sicilia, il suo paese nativo, la [...]
[...] sua casa dove la considerazione ed il primato d'un tempo lo aspettavano, erano divenute per lui sempre più piccoli e meschini. Come rassegnarsi a [...]
[...] primo tra i primi!... E una volta entratagli in testa quest'idea, Consalvo si mise a considerare in qual modo attuarla. Suo padre avrebbe [...]
[...] consentito a lasciarlo andar via per sempre? La cosa era dubbia, ma il certo era che, articolo quattrini, ne avrebbe assegnati il meno possibile; e con [...]
[...] duro, se il vecchio sangue non si scomponeva prima del tempo... E Consalvo che, ragionando freddamente, mettendo a calcolo tutto, faceva i suoi conti [...]
[...] : l'insufficienza di tutta la fortuna paterna, il giorno in cui egli ne sarebbe stato unico padrone, a dargli le soddisfazioni che andava cercando [...]
[...] la mediocrità, a Roma. La morte del padre era dunque inutile; egli doveva cercare un altro mezzo. E lì, alla capitale, quando vi passò di ritorno [...]
[...] . Di ritorno, Consalvo pensava a tutti fuorchè a costui, pel quale sentiva un profondo disprezzo di razza, quando una sera si vide accostato per [...]
[...] via dall'Onorevole. «Di nuovo a Roma, principino? Di ritorno, naturalmente? Ma perchè non m'avete avvertito del vostro arrivo? Sarei venuto a [...]
[...] trovarvi, m'avreste fatto tanto piacere! E vi siete divertito certamente, non c'è bisogno di domandarlo!» Colui parlava a vapore, gestendo, dandogli [...]
[...] trattenne un pezzo; prima di lasciarlo gli disse: «Ci vedremo domani; verrò a trovarvi all'albergo...» Consalvo fu tanto stupito che non ebbe [...]
[...] tempo di levarselo dai piedi. Ed il domani Mazzarini, venuto a prenderlo, lo invitò a desinare con lui, trascinandolo al Morteo. V'erano molti [...]
[...] altri deputati, una quantità di clienti li circondava; Mazzarini stesso, prima di potersi sedere a tavola, dovette sbarazzarsi di quattro o 495 [...]
[...] , degli affari pubblici; un fattorino del telegrafo gli portò due dispacci, dei quali egli firmò la ricevuta masticando a due palmenti, macchiando [...]
[...] Roma, di quel che bisognava fare per renderla degna dei suoi destini, per affermarne l'italianità, per tenere a segno il Vaticano. Finito il pranzo [...]
[...] , un po' allegro, prese a braccio Consalvo il quale fremè a quel contatto; ma il deputato, con un sorriso che voleva esser discreto ed era beato [...]
[...] soddisfazione!... E voi, principino, non pensate di mettervi nella vita pubblica?... Parole dette così, sbadatamente, per continuare a parlare; ma [...]
[...] tormentato per tutta la vita accrescendo la sua miseria intellettuale, Consalvo le possedeva: a San Nicola, dinanzi ai monaci che s'empivano il [...]
[...] . Che altro occorreva? Aveva promesso alla zia di baciare, oltrechè le mani a Francesco II, anche i piedi al Santo Padre: egli soppresse questa [...]
[...] seconda visita, poichè gli conveniva mutare non solo le abitudini ma anche le idee. Fin a quel momento era stato borbonico nell'anima e clericale per [...]
[...] conseguenza, quantunque non credente, anzi scettico sulle cose della religione al punto di non andare a sentire la messa: altro capo d'accusa [...]
[...] . Andò tuttavia a visitare lo zio Lodovico. Monsignore l'accolse con l'untuosità consueta, con le fredde espressioni d'un sentimento preso ad [...]
[...] , modestamente: - No, pel momento. E i miei nuovi doveri mi tratterranno ancora più a Roma... - Che doveri, zio? 497 Egli abbassò le ciglia [...]
[...] , dicendo: - Il Beatissimo Padre vuole, senza merito mio, destinarmi alla sacra porpora... Furbo, quello lì: arrivato a furia di furberia!... Consalvo [...]
[...] qualche altra cosa per salire più alto. Per questo, tornato a casa, nessuno lo riconosceva. Persuaso che gli conveniva studiare, cominciò a comprare [...]
[...] libri su libri, d'ogni genere e d'ogni grossezza: li divorava da cima a fondo o li spilluzzicava prendendo note, pieno di buoni propositi, sul [...]
[...] principio, disposto a fare sul serio. Tutte quelle materie erano tali che non occorreva l'opera del maestro: bastava la preparazione superficiale [...]
[...] che egli possedeva e la naturale intelligenza. Il latino dei monaci, quello studio detestato, adesso gli giovava a qualche cosa. Più tardi, col [...]
[...] amici, gli stessi servi, dissero che stava tutto il giorno a tavolino. Associatosi al Gabinetto di lettura, lui, il fondatore del Club [...]
[...] aristocratico, vi andava a discutere di politica e d'amministrazione, a criticare o lodare uomini e cose, a nominare autori e citar opere. Una sera che [...]
[...] Giulente e il duca, in casa di quest'ultimo, discutevano a proposito dei dazii di consumo, se convenisse meglio al municipio appaltarli o riscuoterli [...]
[...] difficoltà. Era degli Uzeda liberali o dei retrivi? Più d'uno assicurò che era borbonico come la zia Ferdinanda; che anzi, a Parigi, era andato a [...]
[...] far visita a Francesco II. Ma Giulente si portò garante dei liberi sensi del nipote: all'ex-re aveva fatto, era vero, una visita, ma costretto dai [...]
[...] parenti; una visita di pura forma, del resto, che non lo impegnava a niente. Fino a quel momento era stato un ragazzo irresponsabile delle idee [...]
[...] che correva questa voce, protestò con tutte le sue forze che era una menzogna sfacciata, della quale non capiva l'origine. Ma, preso a quattr'occhi [...]
[...] il maestro di casa, che solo poteva averla messa in giro, gli gridò sul muso: - Tu, bestione, hai scritto che io ho detto a Francesco II che [...]
[...] voglio rivederlo a Napoli e il diavolo che ti porti? Imbarazzato e confuso, Baldassarre rispose: - Eccellenza, sì... - E chi t'ha detto una simile [...]
[...] bestialità? - Me lo disse padre Gerbini, che l'udì dire a Vostra Eccellenza... Alzato il braccio in atto di minaccia, Consalvo ingiunse [...]
[...] : - Un'altra volta che ripeterai simili corbellerie, ti piglierò a scapaccioni, hai capito? 499 E fu ammesso al Circolo a pieni voti. Allora bisognò [...]
[...] hanno dato a intendere a Vostra Eccellenza?» Ma Lucrezia le andò un bel giorno a portar la notizia dell'ammissione del nipote al Circolo. Schiumava [...]
[...] anche lei dall'indignazione; ma in fondo andava a denunziare Consalvo alla zia per farglielo cader dal cuore, glie ne parlava male per entrar [...]
[...] ella nelle sue buone grazie, per vendicarsi della principessa. - Ah, mala razza!... Ah, gesuiti!... Ed a me diceva che non era vero!... La vecchia [...]
[...] ' vederli crepare, tutti quanti!... E andata a prendere, come dieci anni addietro, pel matrimonio di Lucrezia, la solita carta che teneva [...]
[...] nell'armadio, la lacerò in mille pezzi dinanzi alla nipote. - Neanche un soldo! Così! Anche Chiara, poichè suo marito s'era venuto a poco a poco [...]
[...] la sua fuori della fila, distruggendone l'ordine; e mordendosi i baffetti, stava a sentire con aria di grave attenzione. Ma quando il presidente [...]
[...] vedendomi, ultimo arrivato fra voi, osare di prender la parola intorno a una grave materia, oggetto di così accurato esame da parte di socii ai quali [...]
[...] giovanotto conosciuto fino a quel momento solo per le sue prodigalità ed i suoi vizii, che molti mormorarono: «Bravo!... Bene!...» Egli continuò. Disse [...]
[...] nostri tempi;» della quale «non si può mai abusare,» perchè essa «è correttivo a sè stessa.» I vantaggi del libero regime erano infiniti, perchè [...]
[...] , ricomposta ad unità di nazione libera e forte per virtù di popolo e Re!... III. Una notte, mentre a palazzo tutti dormivano tranne Consalvo [...]
[...] curvo sui volumi di Spencer, fu picchiato con grande fracasso al portone: Garino, il marito della Sigaraia, chiamava il principe a rotta di collo [...]
[...] perchè a don Blasco era venuto un accidente. Il monaco, floscio come un otre sgonfiato, rantolava. La vigilia aveva fatto una solenne scorpacciata e [...]
[...] cioncato largamente: spogliato e messo a letto da donna Lucia, s'era addormito di botto; ma nel mezzo della notte un sordo tonfo aveva fatto [...]
[...] non la finivano di raccontar la disgrazia; ma Garino, che lasciata l'ambasciata al principe e chiamato un dottore, era tornato di corsa a casa [...]
[...] ricominciavano a contristarsi, e ad invocare la Bella Madre Maria e tutti i santi del paradiso, Garino prese per un braccio il principe appena [...]
[...] Vostra Eccellenza... Ma potevo credere a una cosa simile? Dopo che Sua Paternità aveva promesso dodici tarì al giorno alle ragazze? È un [...]
[...] amicizia a noi... gli rispose brusco che il testamento l'avrebbe fatto da sè e chiuso nella sua cassa!... Ma non c'è niente in tutta la casa... Se [...]
[...] intenzioni... per darglielo a firmare... La firma ce l'avrebbe messa in mezzo minuto... Potevo anche... Ma in quel punto chiamarono di là. Il dottore [...]
[...] scappò per eseguire gli ordini del dottore, e il principe si mise a girare per la casa. Faceva giorno quando venne il salassatore. L'operazione non [...]
[...] giovò quasi a nulla; solo gli occhi del moribondo s'aprirono un momento; ma nè un muscolo si scosse, nè una parola uscì dalla bocca serrata. Col [...]
[...] momento nella camera del moribondo e poi passavano nella stanza attigua, girellonando, cercando il momento di prendere a parte il principe, per [...]
[...] dirgli in un orecchio: - C'è testamento? - Non so... non credo... - rispondeva il principe. - Chi pensa a queste cose, per ora? 503 Invece non [...]
[...] , perchè chiamassero suo figlio. Ma il principino dapprima aveva risposto che era a letto, poi che dovevano dargli il tempo di vestirsi, poi che [...]
[...] , due candele sul comodino. Le ragazze piangevano come due fontane e Lucrezia pareva avesse perduto il suo secondo padre; ma i pianti e le preci a [...]
[...] poco a poco cessarono; e allora, asciugatisi gli occhi, Lucrezia disse, tranquillamente: - Adesso che lo zio è in paradiso, potremmo vedere se c'è [...]
[...] candele, si voltò e disse: - C'è testamento, Eccellenza. La sant'anima, per sua bontà, me lo diede a serbare. Vado a prenderlo subito. Si potevano [...]
[...] occhiata al foglio dove c'erano poche righe di scritto, e senza leggere, annunziando il contenuto dei brevi periodi a mano a mano che li scorreva [...]
[...] , disse: - Erede universale Giacomo... esecutore testamentario... un legato di duecent'onze l'anno a don Matteo Garino... - Nient'altro?... E [...]
[...] nient'altro?... - domandarono tutt'intorno. - Non c'è altro. Donna Ferdinanda s'alzò e si mise a leggere il foglio prendendolo dalle mani del [...]
[...] principe a cui il duca l'aveva passato; ma Lucrezia, venendo a metterglisi al fianco, le disse: - Vostra Eccellenza mi lasci vedere. Il principe [...]
[...] se ne stava nel vano d'un uscio. - Ho detto che è falso, - ripetè Lucrezia, dando uno spintone a suo marito che voleva leggere anche lui il [...]
[...] ... - Io ne fui avvertito - affermò il principe. - Ma a noi dicesti che non credevi ci fosse testamento... - Fui avvertito che si sentiva poco bene, non [...]
[...] spintone a Benedetto, il quale le faceva qualche osservazione prudente all'orecchio: - È un testamento falso, si vede dalla freschezza della scrittura e [...]
[...] dinanzi a tutta la parentela. - Vostra Eccellenza è la padrona... - continuava nondimeno il Sigaraio, con aria dignitosa, - ma non può offendere un [...]
[...] galantuomo. Allora l'ho fatto io, il testamento falso? E a un tratto la Sigaraia scoppiò in pianto. - Quest'affronto!... Maria Santissima!... Il [...]
[...] la zia. A poco a poco tutto l'amor suo pel marito s'era rivolto al bastardo; e poichè Federico era sempre vergognoso della paternità clandestina [...]
[...] giorno soltanto, aveva calcato la mano, mentre c'era, portando il legato a 200 onze l'anno! Nè il principe poteva fiatare, perchè altrimenti si [...]
[...] non aveva mai potuto andare d'accordo. A chi volevano dunque che la buon'anima lasciasse? Alla sorella ed ai fratelli, che aveva amato come il [...]
[...] si strinse nelle spalle, ricevendola. Per lui, niente era più doloroso delle liti in famiglia; e a tutte le persone che incontrava esprimeva il [...]
[...] ! Perderà l'eredità, per andare a dir buffonate al circolo e al quadrato! E mi fa piovere una lite sulle spalle! Io domando e dico se mi poteva capitare [...]
[...] infervorato nelle sue nuove idee, deciso colla cocciutaggine di famiglia a percorrere la strada prefissa, Consalvo spendeva adesso a libri un occhio del [...]
[...] faceva comperare i bastoni a dozzine e le cravatte a casse. Era umanamente impossibile, non che studiare, ma neppur leggere tutta quella carta [...]
[...] stampata che pioveva a palazzo, le opere in associazione, le voluminose enciclopedie, i dizionarii universali; e ad ogni nuovo arrivo il principe [...]
[...] montava peggio in bestia. - Vedi?... - rispondeva Consalvo a Teresa, quando la sorella andava a parlargli il linguaggio della pace e dell'amore [...]
[...] impormi le sue idee... E se spendo qualche cosa a libri, domando altro?... Ogni domenica c'era un'altra lite per la messa. Consalvo si seccava di [...]
[...] andare a sentirla, sorrideva d'un ambiguo sorriso allo zelo religioso del padre: costretto a confessarsi, recitava al vecchio domenicano una [...]
[...] pretesto addotto dal figlio, il principe lo guardava fisso; poi si lasciava condurre via dalla moglie, la quale lavorava a metter pace, ad evitar [...]
[...] in viso, gli domandò: - Mi spiegherai una volta che diamine vuoi fare? Consalvo, dopo averlo guardato anche lui: - Quel che mi pare, - rispose. A [...]
[...] , gridando: - Così rispondi, facchino? Se la principessa e Teresa non si fossero slanciate a trattenerlo, e se Consalvo non fosse andato subito via [...]
[...] , sarebbe finita male. Da quel momento la rottura fu 510 assoluta. Per ordine del principe, il giovanotto non venne più a prender i pasti con la [...]
[...] famiglia: cosa che se dispiacque alla principessa, e più alla sorella, fece a lui grandissimo piacere. Egli vide il padre un momento ogni giorno [...]
[...] ? Rivangando nella propria memoria, il principe trovava altre ragioni di credere a quel funesto potere: una vendita andatagli male quando il figliuolo [...]
[...] possibile, scappava appena poteva. L'unico mezzo di rimetter la pace in famiglia era che il giovane prendesse moglie e andasse a far casa da sè [...]
[...] , tanti altri avevano figliuole straricche in età d'andare a marito; per Teresa la cosa era più difficile. Giovani a un tempo ricchi e nobili tanto [...]
[...] fratello maggiore, ma tra loro due c'erano differenze che andavano considerate. Michele non era di fisico molto vantaggioso, a ventisei anni [...]
[...] marito, - anzi a causa di ciò, - le voci d'un possibile matrimonio trovavano credito; ma il principe, se gli domandavano che cosa ci fosse di vero [...]
[...] i romanzi che la principessa le consentiva di leggere, dipingeva quadretti dove si vedevano castelli merlati sorgenti in mezzo a laghi di cobalto [...]
[...] Consalvo, il quale, benchè s'occupasse solo di studii positivi, pure comprava anche la roba amena per far vedere che era a giorno di tutto; e allora [...]
[...] sarebbe bastato a Teresa farsi prestare il volume dal fratello per leggerlo di nascosto; ma quest'idea non le passava neppure pel capo, per la [...]
[...] stessa ragione che, in collegio, aveva rifiutato di leggere i libri che qualche sua compagna era riuscita a procurarsi, e non aveva dato ascolto ai [...]
[...] la fama d'essere una delle migliori d'Italia. Teresa si schermì; la principessa, tra il piacere di far conoscere a tutti il talento di «mia [...]
[...] ; ma don Cono, incaponito nella sua idea, venne un giorno a dire che aveva già parlato al capobanda. Il maestro venne a palazzo, in compagnia del [...]
[...] , appena lo vide, cominciò a torcere il muso e a far segni a don Cono per dirgli che non s'aspettava da lui quella parte: condurle in casa un tipo [...]
[...] figliuole! - aveva detto donna Graziella al vecchio lavapiatti, non riuscendo a darsi pace; ma ella esagerava, come in ogni cosa: la principessina di [...]
[...] corno inglese dolce come una voce umana, e certi effetti d'organo da far credere alla gente d'essere a San Nicola, dinanzi allo strumento di [...]
[...] Donato del Piano. Teresa, in carrozza chiusa, sotto i platani, stava a udire, col cuore che le batteva come se volesse schiantarsi, con un nodo di [...]
[...] pianto alla gola e pallida in viso come una rosa bianca, e poi a un tratto di porpora quando, al finire del pezzo, s'udì uno scroscio d'applausi [...]
[...] giovane, per divieto della principessa, non tornò più a palazzo, ella non pensò più a lui. Don Cono, incaponito nella sua idea, incoraggiato dal [...]
[...] impedire che il giovane assessore mettesse, da lontano, gli occhi addosso a Teresa! Al teatro la guardava fiso, senza lasciarla un istante; al [...]
[...] cominciò a lavorare. Un Biancavilla pretendere alla principessina di Francalanza? Forsè perchè una Uzeda aveva sposato un Giulente? Poveretto [...]
[...] , credeva d'avere a fare con un'altra Lucrezia, quell'assessore!... Nobili, sissignori: i Biancavilla erano nobili, ricchi anche; ma la loro ricchezza e [...]
[...] darsi pace. Egli voleva naturalmente che la principessina sposasse uno fatto per lei, un barone, a dir poco, ricco da mantenerla come una regina; e [...]
[...] guardava, di tanto tanto, senza vederlo bene, dal turbamento; ma tornava a casa felice e ridente quando lo aveva scorto anche da lontano, e si [...]
[...] metteva a improvvisare al pianoforte, tremando da capo a piedi, come se egli potesse udire tutti i pensieri d'amore che ella confidava allo [...]
[...] delle amiche: voleva adesso scriverne per lui, metterli in musica unicamente per lui... Se fossi il pallido raggio di luna che a notte bruna [...]
[...] ti posa in fronte; se fossi il zeffiro, la lieve brezza che t'accarezza... Non riuscì ad andare più innanzi, ma si pose a comporre una [...]
[...] dei Cùrcuma, veramente, poteva passare; e poi il principe volle che tutta la famiglia vi andasse. Ma il cuore le parlava, a donna Graziella [...]
[...] parola: «È stanca?... Grazie!...» ma pareva a lei d'essere in cielo, mentre la principessa 517 stava sulle spine e faceva segni al marito per [...]
[...] dimostrargli il pericolo. Ma il principe era in istretto colloquio col padrone di casa; e a un tratto quel petulante si ripresentò per chiedere alla [...]
[...] stretta al cuore Teresa s'accorse dell'opposizione della madre. Infiammato per averla tenuta un momento fra le braccia, Biancavilla si mise a [...]
[...] , esclamò piano, ma in in modo che i vicini potessero udirla: «Che seccatore!...» Teresa pianse a lungo, nascondendo le proprie lacrime [...]
[...] consentito a quel matrimonio; ma il giovane, che era ben cotto, insisteva giorno e notte presso la madre e il padre perchè facessero la domanda: tanto [...]
[...] che un giorno Biancavilla padre prese il suo coraggio a due mani e andò a parlare col duca. Questi, con grande consumo di «molto onorati» e di [...]
[...] moglie, con una piccola variante: «Sono pazzi, poveretti!» Quindi il duca rispose a don Antonio, con molte belle parole, che non se ne poteva far [...]
[...] casa loro per combinare il matrimonio della baronessina col figlio. Il partito era stato accettato a occhi chiusi, e l'assiduità di Consalvo ai [...]
[...] ora in società per 518 parlare di politica e di filosofia. Tutto l'oro del mondo non lo avrebbe piegato a fare un giro di valzer: egli [...]
[...] perorava nel cerchio degli uomini, e se avvicinava le signore o le signorine, le metteva a parte del bilancio comunale, del regolamento scolastico e [...]
[...] anche a lui; e allora egli scoppiò in una risata cordiale, dicendo, più laconico del padre: - Sono pazzi! Prender moglie, sposare una bambola [...]
[...] carica d'oro come quella baronessina, legarsi ancora più strettamente a quel paese dal quale voleva andar via, crearsi gli avvincenti doveri della [...]
[...] , Giuliano Biancavilla partì. Chi diceva che sarebbe andato a Roma, chi a Parigi, chi aggiungeva che non sarebbe mai più tornato a casa, senza riguardo [...]
[...] al dolore dei suoi. Il duca, per incarico del principe che aveva paura di parlare direttamente col figliuolo, annunziò a Consalvo che era tempo [...]
[...] , tocca a me manifestare la mia volontà. Io non la voglio. Quando il duca riferì al principe questa risposta, Giacomo era già fuori della grazia [...]
[...] cupa. - Santo Dio d'amore!... - diceva la principessa a Teresa. - Che dispiacere, questa guerra; che scandalo! E chi sa come e quando finirà... Per [...]
[...] questo benedetta sii tu, figlia mia, che non hai mai dato a nessuno il più piccolo motivo di dolore! Benedetta!... Sempre santa così!... Teresa [...]
[...] cosa che più le stava a cuore... Ella non vedeva più il giovane, non aveva notizia della domanda e del rifiuto; sapeva nondimeno che i suoi non [...]
[...] niente a nessuno, quattro grandi scaffali per disporvi i suoi libri; quando il principe vide arrivare quei mobili, fece chiamare Consalvo e gli [...]
[...] ti butterò via a pedate, bestione! facchino! animale!... - Tanto meglio, - soggiunse il principino freddo come la neve. - Mi farete piacere... A [...]
[...] principe. Ella andò a cadere dinanzi all'imagine di Maria Santissima. Un rimorso, dopo la scena disgustosa, dopo le terribili parole del fratello [...]
[...] parlate più di cotesto jettatore! Non lo nominate più! O mando via tutti... La rottura fu definitiva. Il duca, messo a giorno dell'accaduto, venne [...]
[...] a prendersi Consalvo e lo condusse per alcune settimane in campagna. Di ritorno, fu deciso che il principino sarebbe andato ed abitare la casa [...]
[...] che il 522 padre possedeva alla Marina. Il giovane non chiedeva di meglio. Arredò il quartiere a modo suo, ed andò a starci, contento come una [...]
[...] pasqua. Faceva adesso da padrone, non andava più alla messa, riceveva chi voleva, invitava a casa sua i pezzi grossi del Circolo, ai quali [...]
[...] mostrava due stanzoni tutti pieni di carta stampata. I vantaggi erano infiniti. A palazzo, non aveva ancora potuto mostrar bene i suoi sentimenti [...]
[...] nel suo studio quanto voleva, e prendeva i suoi pasti nelle ore più stravaganti. Studiava l'Enciclopedia popolare, ne mandava a memoria gli articoli [...]
[...] , Caio, Sempronio, Martino, etc., etc.» Come un tempo aveva gettato sulla folla il suo tiro a quattro, così la schiacciava adesso col peso della sua [...]
[...] lo stava a udire, intronata della sua loquela, dicendo: «Quante cose sa!» La nativa spagnolesca albagia della razza ignorante e prepotente, e la [...]
[...] necessità d'adattarsi ai tempi democratici contemperavano così in lui, a sua insaputa. Pur d'arrivare all'intento, niente lo arrestava, le imprese [...]
[...] bella mattina, tra le stampe che la posta gli portava a cataste, ricevette da Palermo il primo fascicolo dell'Araldo Sicolo, opera istorico [...]
[...] famiglia del principe s'accrebbe naturalmente, poichè la stampa di quelle «porcherie» era stata possibile per l'anticipazione fatta dal principe a [...]
[...] . Dopo una lunga serie di trattative, il principe sborsò altre due mila lire, mediante le quali don Eugenio rinunziò con apposito atto a tutto [...]
[...] successivi, dove s'iniziava la storia delle singole famiglie, andavano a ruba. Don Eugenio, in verità, si limitava a trascrivere il Mugnòs e il [...]
[...] parentado, potevano credere che la storia della sola autenticamente nobile fosse anche la propria. A Palermo, a Messina, in tutta la Sicilia, egli [...]
[...] . Sentiva di dover fare in politica come aveva visto fare a suo padre, in casa, quando si teneva bene con tutti e secondava le pazzie di tutti i [...]
[...] parenti, salvo a dare un calcio a chi non poteva più nuocergli. Adesso adoperava quel metodo in grande, piaggiando tutti i partiti. Quello dello zio [...]
[...] aveva a poco a poco ricominciato ad abbandonare il deputato, poichè questi, dimentico del pericolo corso, persuaso d'aver consolidato stabilmente [...]
[...] la propria posizione, non temendo più sommosse e rivolgimenti, aveva ripreso a mostrarsi partigiano, a badare agli affari proprii e degli amici [...]
[...] piuttosto che a quelli del paese, a trattare il collegio come un feudo; ma, se la gente spicciola ricominciava a mormorare, i pezzi grossi, invece [...]
[...] »; ma trovandosi dinanzi a qualcuno degli avversarii, affermava la necessità del progresso, la convenienza che anche la Sinistra facesse la prova del [...]
[...] modo contrario, taceva o dava ragione ad entrambi e torto a nessuno. Tranne che nel grande principio aristocratico, nel profondo sentimento di [...]
[...] avevano comandato i suoi maggiori, egli era disposto a concedere tutto. Non aveva neppure scrupolo di sostenere a parole il contrario di quel [...]
[...] certuni: senza Mazzini il fuoco sacro si sarebbe spento; e senza Garibaldi, chi sa, Francesco II sarebbe ancora a Napoli.» Nè credeva alla sincerità [...]
[...] . Al Noviziato aveva avuto l'esempio della sfrenata licenza dei monaci che avevano fatto voto dinanzi al loro Dio di rinunziare a tutto; in casa [...]
[...] , nel mondo, aveva visto che ciascuno tirava a fare il proprio comodo sopra ogni cosa. Non v'era dunque nient'altro fuorchè l'interesse individuale [...]
[...] ; per soddisfare il suo proprio egli era disposto a giovarsi di tutto. Del resto, il sentimento ereditario della propria superiorità non gli [...]
[...] famiglie; il duca d'Oragua s'era arricchito a spese del pubblico, il principe Giacomo spogliando i proprii parenti; le donne avevano fatto [...]
[...] faceva meno male di tutti costoro. IV. Il principe Giacomo tardò molto a riaversi interamente dal colpo che l'ultima spiegazione col [...]
[...] figlio gli aveva procurato. Minacciato di una congestione cerebrale, si condannò da sè stesso, pel terrore di morire di subito, a una dieta magra che [...]
[...] alludeva al principino, egli esclamava, afferrando l'ignobile amuleto, tenendolo stretto come in procinto di naufragare: «Salute a noi!... Salute a [...]
[...] fratello non poteva più venire a palazzo, ella stessa andava a trovarlo, in compagnia della principessa, per la quale Consalvo era tornato [...]
[...] roba che i fattori portavano dalla campagna, e quantunque ella stessa disponesse di pochi quattrini, pure metteva a disposizione del figliastro [...]
[...] quel figliuolo: costretto a parlare di lui, non lo chiamava più «mio figlio,» nè «Consalvo,» ne «il principino,» ma «Salut'a noi!...» Diceva [...]
[...] , per esempio, a Baldassarre: «Porta la mesata a Salut'a noi....» oppure domandava alla principessa, in qualche raro momento di buon umore: «Che [...]
[...] dice quella bestia di Salut'a noi?...» E Teresa non pensava più a Giuliano, dimenticava il proprio dolore, atterrita da quell'odio scellerato. Ella [...]
[...] , gli destava l'abilità con la quale ella faceva figurare come un abito di lusso la più modesta vesticciuola, la punzecchiava assiduamente a [...]
[...] principessa e Teresa andavano fuori in carrozza per prendere il gelato e fermarsi poi dinanzi al cancello del Giardino pubblico, a veder la folla pedestre [...]
[...] che v'entrava borghesemente a udirvi la musica. Ma, usciti appena dal portone, donna Graziella, che s'abbottonava ancora i guanti, disse a [...]
[...] Teresa: 529 - Andiamo a fare una visita alla zia Radalì. Oggi è il suo onomastico. Da un pezzo non la conducevano più lì; ma la principessa e la [...]
[...] figurava moltissimo. Salutando la cugina, mettendosi vicino a lei, parlandole, egli faceva mostra di molta grazia, d'una viva premura; il [...]
[...] di doppiette. Teresa, cortese ed amabile con tutt'e due, sentiva risorgere e a poco a poco farsi più forte l'ammirazione per la bellezza del [...]
[...] si facevano quattro salti, egli stava sopra una poltrona a sonnecchiare; Giovannino ballava con Teresa. Una delle cose che più facevano piacere [...]
[...] monellate commesse a San Nicola, profetava a Consalvo il più lieto avvenire, andava apposta a fargli visita per riferire a Teresa d'averlo trovato [...]
[...] tante volte che, ritirandosi dalla politica militante, avrebbe ceduto a lui, Benedetto, il proprio posto; e questo ritiro, attesa l'età [...]
[...] quand'egli si batteva sul Volturno, ma fino a due anni addietro non aveva nascosto a nessuno l'affezione e il rimpianto per l'antico regime [...]
[...] . Giulente credeva che la conversione del nipote fosse in gran parte merito proprio, e ne andava naturalmente altero, e si credeva destinato a [...]
[...] angolo, per evitar vicinanze, cominciò a sfogliare, con mani inguantate, il volume del bilancio e a prendere appunti, facendo correre l'usciere [...]
[...] per spedir biglietti a destra e a manca, come aveva visto che usava a Montecitorio. Appena si presentò l'occasione di parlare, l'acchiappò a [...]
[...] consiglio.» Nondimeno, per dimostrare la convenienza di aver delle pompe, enumerò quante case s'incendiavano a Costantinopoli, in media, ogni anno [...]
[...] «istruito.» Egli continuò a parlare ogni giorno: per la discussione del bilancio pronunziò una trentina di concioni una più sbalorditiva dell'altra [...]
[...] piccolo torso di clinica distinguendo tutte le malattie per le quali bisognava poter disporre d'altrettante sale; a proposito della pescheria [...]
[...] loro proposito, gl'indifferenti erano costretti a prendere un partito, e le cose minacciavano di guastarsi. Il consiglio fu chiamato a decidere [...]
[...] ne speravano; giornalisti improvvisati badavano a stendere precise relazioni del dibattimento e divulgarle. I campioni liberali facevano grandi [...]
[...] non parlava, come non aveva mai parlato, ma si sapeva che avrebbe votato a favore; Giulente, in cuor suo, era contrario, ma per far la corte [...]
[...] parlò, una folla tripla del consueto si stipava nell'angusta sala e tendeva le orecchie dalle contigue. Egli cominciò a parlare in mezzo a un silenzio [...]
[...] egregi preopinanti.» Poi: «ma, signori del consiglio, consentitemi di lasciare per un momento la quistione che sta sul tappeto e di rivolgere a me [...]
[...] : i rappresentanti del paese vengono a sedere nell'aula consiliare per sostenere le idee che passano loro pel capo, e siano pure provvide e [...]
[...] , sarebbe, vano nasconderlo: il paese, o per lo meno la più gran parte di esso, vuole la festa!» Il silenzio religioso mantenuto fino a quel punto fu [...]
[...] altro obbligo avremo se non quello di tradurla in atto? E mi scusino i miei colleghi che siedono a quei posti (additando i liberali più avanzati [...]
[...] ) io comprenderei che a questo concetto si ribellassero tutti gli altri, non mai essi, i quali fanno consistere nell'imperativo categorico uno dei [...]
[...] punti più salienti del loro programma!...» Nel silenzio che tornò a regnare tutt'intorno, egli cominciò allora una lezione sul libero arbitrio [...]
[...] duca «i quali, votando la festa, non intendono per nulla cancellare tutto un passato che la storia ha scritto a lettere d'oro nei suoi annali [...]
[...] scrosciavano come gragnuola, e quando egli cominciò a dimostrare per quali interessi «legittimi, rispettabili, onesti» tutte le classi 536 [...]
[...] della popolazione volevano la festa, l'ovazione si mutò in trionfo: i festaiuoli per poco non lo portarono a braccia per le vie; gli stessi [...]
[...] oppositori dovettero riconoscere la sua abilità. Per la festa i suoi balconi furono illuminati a giorno; e poichè la processione della Santa passava [...]
[...] sotto casa sua, egli fece dar fuoco a un considerevole numero di bombe e mortaretti. Il Consiglio, il giorno prima, lo aveva eletto assessore [...]
[...] . Giusto per la testa, in casa del principe, ci fu grande ricevimento: la duchessa coi figliuoli arrivò tra i primi, e Giovannino, presa a parte [...]
[...] anch'io, a quest'ora in sentenza direbbe tutto il rovescio....» Teresa aiutava la madre a servire gl'invitati; il duca Radalì non si faceva pregare [...]
[...] , sempre pronto a bere ed a mangiare; ma Giovannino aspettava che Teresa avesse finito per servirla egli stesso. Ella assaggiò appena il gelato che [...]
[...] mia, spero? - Che dite mai!... Venite a veder la Santa. Ella troncava così ogni volta i colloquii che minacciavano di prendere una piega pericolosa [...]
[...] ridere tutti, togliendo a lei il modo di dolersene; ma i tentativi timidi e secreti di Giovannino la turbavano, come qualcosa di proibito, un [...]
[...] fazzoletti come sciami di colombe impazzate. Teresa piangeva a calde lagrime, dalla commozione, pregando la Martire gloriosa di ricondurre la [...]
[...] pace in famiglia, di comporre tutti i dissensi, di far felici il padre, il fratello, la 538 madrigna, le zie, tutti, tutti.... E a un tratto [...]
[...] stretta: le pareva che Sant'Agata, benedicesse a quell'unione, elle le promettesse il suo aiuto. E il crepitìo delle bombe e dei mortaretti, il [...]
[...] clamore delle campane e delle grida umane diveniva più assordante; e in mezzo a quel frastuono le parve d'udire parole soavi, la voce sua che [...]
[...] mormorava: «Teresa.... Teresa, mi vuoi bene?» I fuochi cessarono a un tratto e l'urlo degli evviva, salì al cielo. Allora, dolcemente, lentamente, dopo [...]
[...] aver risposto alla stretta di Giovannino, ella liberò la propria mano... E nel silenzio rifattosi a poco a poco, s'udì una voce che gridava: - Ma [...]
[...] ! - Grazie tanto della rinunzia! Dice che il testamento è falso: avete capito? Andate a riscuotere la vostra parte, andate!... 539 I denari [...]
[...] fascicoli si prendeva, di riffe o di raffe, una buona metà: certuni poi se l'eran battuta col valsente. Provato a far da sè, i guadagni se n'erano [...]
[...] andati a spese di viaggio. Il cartaio, l'incisore e il tipografo avevano avuto da parte loro solo qualche acconto; quindi s'erano accordati per [...]
[...] contentarsi di guadagnarci qualche lira. I premii pagati dai «branchi» delle «blasonate famiglie» gli eran serviti a fare qualche giorno di buona vita [...]
[...] antichi amici, a favore dei nuovi trionfatori; ma la profezia non s'avverò. Il duca, che non andava più da tanto tempo alla capitale, e non sapeva [...]
[...] «imminenti,» non che di redde rationem. I fautori del duca si strinsero intorno a lui sentendosi con lui minacciati. Per rispondere alla «sfida» del [...]
[...] duecento e tanti voti; Molara potè raggruzzarne a stento un centinaio. Uno dei nuovi ministri della Riparazione, passando da Catania, fu accolto a [...]
[...] . Tenendo la gente a distanza, per non contagiarsi, cominciò a dichiarare d'esser «democratico.» E lo zio don Eugenio veniva appunto in quel [...]
[...] frangente a proporgli l'affare del Nuovo Araldo! Egli lasciò che quello straccione facesse anticamera un bel pezzo; poi, udita la sua domanda, alzò le [...]
[...] dagli impiegati, ripetuta in tutti gli ufficii, gli valse il plauso generale dei democratici. Il cavaliere andò subito a riferirla al principe, per [...]
[...] pretendeva i quattrini anticipati, l'accusava di sciocchezza, soprammercato, a motivo del sequestro che s'era lasciato porre dallo stampatore. Il [...]
[...] zitellona per ottenere un piccolo prestito che a lei non sarebbe costato nulla ed a lui avrebbe assicurato un pane: la vecchia rispose che [...]
[...] neppure a vederlo crepar di fame gli avrebbe dato un soldo per stampare quelle «schifezze.» Chiusa quest'altra via, don Eugenio andò dalla nipote [...]
[...] narrare i proprii, tutto ciò che quella pazza gli aveva fatto soffrire; talchè il povero Gentiluomo di Camera se ne andò via ancora una volta a mani [...]
[...] vuote. Allora, non sapendo più a qual santo votarsi, si rivolse a Giovannino Radalì. Col fiuto d'un bracco affamato, s'era accorto [...]
[...] naturalmente aspettare che la lite finisse del tutto perchè egli si decidesse a maritar la figliuola. Sciogliendo il riserbo che egli manteneva [...]
[...] certamente combinato. Il cavaliere pertanto cominciò a strizzar l'occhio a Giovannino, a parlar bene di lui dinanzi a Teresa, la quale si faceva di [...]
[...] !...» Egli li incoraggiava, dava all'uno notizie dell'altra, riferiva saluti e ambasciate, finchè chiese a Giovannino un piccolo prestito di mille lire [...]
[...] . Il giovane le diede subito, e allora don Eugenio prese il volo. V. «Un sindaco a ventisei anni?... Dove s'è visto?... Bisognerà dargli [...]
[...] giornata allo specchio, al par di lui!» mormoravano i rimproverati, dandogli dell'aristocratico, del superbo e dell'infinto, poichè, a sentirlo [...]
[...] pratica; e a Giulente, il quale faceva il suo giuoco con sempre maggiore ingenuità, aveva confidato che temeva di fare un capitombolo e di [...]
[...] dichiarava che il peso era troppo forte per le sue spalle. Continuava a nicchiare, sapendo che c'era una corrente contraria, gl'immancabili brontoloni [...]
[...] una mezza promessa, «se il prefetto proporrà la mia nomina...» La 545 dimostrazione andò a gridare: «Viva il sindaco Mirabella!» sotto i [...]
[...] balconi della prefettura. E quando il decreto di nomina fu pronto, egli mise un altro patto: che a comporre la Giunta entrassero tutte le frazioni del [...]
[...] Benedetto Giulente. Questi ebbe un bel protestare; Consalvo gli disse: - Se non accettate, tutto va a monte. Io sarò il sindaco di nome, di fatto [...]
[...] s'è fatto infinocchiare da quel gesuitello! Per servirgli da comodino! per fargli da servitore! che è buono soltanto a questo! Ella se n'andava a [...]
[...] , scappò di casa come disperato. Il principe, invece, che negli ultimi tempi era tornato a star male, guarì come per incanto, e manifestò il proprio [...]
[...] della stagione, la principessa andò attorno con la figliuola, facendo grandi acquisti di biancheria; poi chiamò delle donne che si misero a cucire e [...]
[...] a ricamare servizii d'ogni 546 sorta. «Lavoriamo per la principessina!» dicevano esse con tono d'affermazione che voleva tuttavia provocare [...]
[...] regolare gl'interessi? Poteva esser quistione di settimane e tutto il parentado avrebbe avuto comunicazione del lieto avvenimento. Infatti, un giorno, a [...]
[...] proposito di certe coperte da letto tra le quali non riusciva a scegliere, Teresa disse alla madrigna: - Faccia Vostra Eccellenza, per me sono [...]
[...] matrimonio... È venuto il momento di farti felice... Credevi che tuo padre non pensasse a te? Tanti affari, tante cure!... ma adesso faremo tutto [...]
[...] l'altra la mano della madre. - Mamma, no... io non credevo... - Che cosa?... Figlia mia! Confidati a me!... Non credevi?... Ma io invece ero sicura [...]
[...] ... Veniva qui quasi ogni giorno!... Ebbene, lo sai adesso!... No?... dici di no?... E perchè? Con qual motivo?... Tuo padre non bada a sacrifizii [...]
[...] no?... O perchè?... - Perchè credevo.... non credevo.... che fosse lui.... - Chi dunque?... Un altro?... - E la principessa parve cercare; a un [...]
[...] deliberato di darla al primogenito, ella doveva a qualunque costo accettarlo; e le melate parole della madrigna che le diceva, giungendo le mani: «Se [...]
[...] , facevano raddoppiare il suo pianto.... Parlare? A chi, ed a che scopo? Se in quella casa non non c'era confidenza, se tutti stavano in guerra [...]
[...] , unicamente curanti del proprio tornaconto? Se l'avevano prima abituata a cedere in tutto e poi cullata nella fiducia che l'avrebbero fatta contenta [...]
[...] ? Poteva ella supporre che avrebbero scelto da loro, senza consultarla, e che 548 un giorno sarebbero venuti a dirle: «Sai, bisogna che tu sposi [...]
[...] sposare un oscuro secondogenito, come una qualunque!... Che le importava di ciò! Se ella aveva dato il suo cuore a Giovannino? Se non aveva mai [...]
[...] , Giovannino non avrebbe neppur pensato a inquietare una ragazza come te, sapendo di non poterla sposare! - No, no!... - proruppe allora Teresa fra le [...]
[...] ; - fantasie di ragazzi, cose che passano!... No...? - riprese con un altro tono, vedendo che il muto pianto di Teresa ricominciava. - Ti ostini a dare [...]
[...] un dispiacere a tuo padre? Come se glie ne mancassero?... E allora diglielo, che non lo vuoi! - Io, mamma?... - Vuoi dunque che tocchi a me dargli [...]
[...] questa grata notizia?... E sia! Anche a me dispiace il tuo rifiuto, sai.... ma, ma, ma.... non sono tua madre!... È giusto che a te come a tuo [...]
[...] sole parole per tutto conforto: - E sia; dirò tutto a tuo padre! In fin del conti, ci avrà da pensar lui!... La principessa non riparlò più a [...]
[...] , riprese a montare in bestia per niente. La notizia cominciò a trapelare fra i parenti: i più giudicavano sciocca Teresa, che preferiva il barone al [...]
[...] duca; alcuni la sostenevano, Consalvo tra questi. A lui non importava un fico secco della sorella, ma per dar prova di sapere e di democrazia [...]
[...] : «Vedete la forza del pregiudizio?» esclamava. «Vogliono dare mia sorella a un cugino,» e giù una lezione sui matrimonii tra consanguinei; «ma tra i [...]
[...] a questi titoli la ducea o la baronia!» L'avversione della zia Ferdinanda e di Lucrezia ebbe nuovo alimento; quella sciocca preferiva il [...]
[...] secondogenito al primo! Si opponeva alla volontà del padre! E il padre che non aveva saputo educarla a un'obbedienza più cieca!... Lo zio duca, coi piedi [...]
[...] . Dopo aver sacrificato tutta la sua vita per amore di quel primogenito, per assicurare una grande ricchezza a lui ed alla sua discendenza, dopo [...]
[...] aver tanto aspettato a dargli moglie perchè nessuna, a suo giudizio, lo meritava; ora che gli aveva trovato la cugina Teresa, che era alla vigilia [...]
[...] di coronar l'opera di trenta lunghi anni, l'amoretto di Giovannino distruggeva a un tratto tutti i suoi piani. Ella non aveva sospettato una cosa [...]
[...] lei che non lo aveva avvertito del matrimonio disegnato. La colpa era anche di Michele. Indifferente a tutto, incapace di riscaldarsi per niente [...]
[...] prenderla; adesso che gli proponeva la cugina Teresa, si disponeva a sposarla, senza volontà, senza desiderio, come avrebbe fatto una cosa qualunque [...]
[...] padroncina? Se la signorina non lo voleva! Se egli stesso, Baldassarre, 551 aveva annunziato a tutti che il promesso era il barone Giovannino [...]
[...] piace.... Certo, oggidì la volontà dei parenti non ha pei figli forza di legge. Se lo vuoi a qualunque costo, puoi anche scappartene di casa, come [...]
[...] il suo guanciale, tutte le notti! Guardava dinanzi a sè, fiso, senza veder nulla, con un moto nervoso della guancia, con una piega senza fine [...]
[...] amara del labbro.... E la principessa, smessa la severità, ricominciava a persuaderla con le buone, amorosamente, dicendole che i migliori giudici [...]
[...] voluto a qualunque costo sposare Giulente, e adesso come ne parlava? Certo i casi erano diversi, perchè tra Michele e Giovannino non passava tanta [...]
[...] differenza da rendere l'uno degno di lei e l'altro no; ma c'era una grave ragione che li consigliava a darle il maggiore, una ragione che [...]
[...] disperda la profezia, ma se un giorno anche a lui voltasse il cervello?... Avresti fatto un bell'affare!... Vedi che tuo padre adduce dunque [...]
[...] rifiutar di sposarlo, dopo ch'egli le aveva detto di voler bene a lei sola?... No, ella non diceva questo, non diceva nulla di ciò che pensava [...]
[...] fingeva quell'affetto per indurla a fare ciò 553 che voleva il marito; avrebbe dovuto dire che in nessun'altra famiglia la malattia del padre è [...]
[...] , l'abnegazione, tutte le virtù cristiane, di cui in famiglia ella aveva luminosi esempii: Suor Crocifissa, che da bambina era a San Placido, che aveva [...]
[...] , proprio mentre Ella la guardava dal paradiso con più amore e fervore?... E le stesse cose le ripeteva la zia Badessa, a San Placido, dove ora la [...]
[...] aiutava a ornar di fiori gli altari, ad accendere i ceri dinanzi al Crocefisso: «Monachella santa! Monachella santa!...» E l'istinto del sacrifizio, i [...]
[...] apertamente a sua madre.... Era falso; Giovannino non faceva nulla di tutto questo; aveva perduto soltanto la sua gaiezza, all'annunzio del [...]
[...] disegnato fidanzamento del fratello. E Baldassarre, sempre più incaponito a combinare il matrimonio del secondogenito, non capiva più niente di quanto [...]
[...] principe, cocciuto come tutti gli Uzeda... - ma Baldassarre, a un certo punto, si turava la bocca per non ripetere i giudizii della gente su quella [...]
[...] straordinaria. Per il triduo la chiesa dei Cappuccini, tutta rosse drapperie e frange donate e tappeti fioriti, fu illuminata a giorno; le campane sonavano [...]
[...] a festa, le messe che si seguivano a tutti gli altari chiamavano una folla sterminata di fedeli d'ogni stato. I discendenti della santa vi [...]
[...] dalla gloriosa parente la guarigione del principe Giacomo, da due settimane inchiodato a letto da misteriose sofferenze. Ma la solennità più grande [...]
[...] era serbata pel terzo giorno, quando, dopo il Pontificale, il popolo sarebbe stato ammesso a contemplare il corpo della santa. Già, per cura [...]
[...] udito ripetere, a brani, in diverso modo, era in quel libricino narrata per filo e per segno. «Ximena, della illustre prosapia degli Uzeda,» così [...]
[...] dedicar la sua vita allo Sposo Celeste, pure le ragioni della politica persuasero il padre suo a farla sposa del conte di Motta-Reale, potente [...]
[...] apparse a Ximena, il quale le disse: Il Signore t'ha eletta per redimere un'anima obbedisci.» Allora la fanciulla aveva accettato il partito. Il [...]
[...] secondo capitolo descriveva il castello del conte, posto sopra un luogo eminente, «a cavaliere di più strade battute dai mercatanti,» e narrava le [...]
[...] li spegneva tra spasimi crudeli.» La sua vita era un'orgia; «egli faceva oltraggio alle donne, gozzovigliava da mane a sera, bestemmiava Dio e i [...]
[...] sue pratiche devote, costretta a udire gl'impuri parlari di 556 quel malvagio e dei suoi accoliti, a vedere le loro scelleraggini, ad [...]
[...] unghie di lui, mise Ximena a tal prova, che la stessa penna arrossisce in narrandola. Una sera, ebro per la gran quantità di vino tracannato, lasciò [...]
[...] cerchio impedisca loro appressarsi alla donna: e tornati a un tratto alla ragione, allontanansi facendo il segno della croce dinanzi alla [...]
[...] Imagine.» Partito un bel giorno il conte pei suoi possedimenti di Spagna, e restata sola in Sicilia la sposa, tutto s'era a un tratto mutato nel [...]
[...] croci s'alzarono, ad espiazione degli antichi delitti, a conversione dei miscredenti. Tutte le sostanze di Ximena furono spartite alle chiese; essa [...]
[...] viveva vita frugale, dicendo: «Il poco mi soverchia, il molto mi spaventa.» Non contentavasi che i poveri venissero a lei, ma sì andava ai poveri [...]
[...] riconosciuto. E ristoratolo di cibo e di bevande, medicate le sue piaghe, lavati i suoi piedi, Ximena lo mise a riposare nel proprio letto... E il [...]
[...] miserabile che insino a qualche ora indietro avea blasfemato e disperato, sentì per la prima volta una dolcezza soave allargargli le vene, e un [...]
[...] agonìa. Ma la sua agonia non aveva nulla di terribile; anzi pareva a lui d'esser risanato del tutto, e udire musiche ineffabili, e respirare [...]
[...] sprigionossi, come incenso, dal suo corpo; e un gran numero d'infermi che trassero a contemplarla l'ultima volta sul lotto ferale, guarirono [...]
[...] provato dinanzi ai Sacri Tribunali di Roma. A tal uopo pubblichiamo qui per la prima volta il processo della Sua canonizzazione, che abbiamo [...]
[...] Lodovico alla suprema dignità ecclesiastica avvenuta in quei giorni, tutto concorse a piegare, come cera, il cuore di Teresa... La costringevano forse [...]
[...] a sposare un mostro, come avevano costretto, nei tempi, la santa? Michele non era un mostro, era un buon giovane; e i parenti non la [...]
[...] famiglie, per la salute di suo padre, ammalato - dicevano - dai tanti dispiaceri. La incitavano a non seguire il tristo esempio di Consalvo; le [...]
[...] imbalsamavano l'aria, e le campane squillavano a festa, e l'organo cantava, grave e potente. Quante fronti umiliate, quante preghiere mormorate dinanzi [...]
[...] alla santa, a cui ella era stata paragonata! Ma un infinito terrore la stringeva, da lungo tempo, da tanti anni, all'idea di dover vedere la morta [...]
[...] non veder quell'orrore, ella rispose con gli occhi serrati: - Sì... E passò dell'altro tempo. Il principe migliorò e ricadde, la duchessa venne a [...]
[...] palazzo col solo primogenito; la trama dei consigli, delle persuasioni, degli incitamenti si strinse intorno a Teresa. La madrigna le disse che [...]
[...] quel che vorrete, purchè il babbo mi prometta una cosa. Che faccia pace con mio fratello e consenta almeno a rivederlo, se non vuole che torni a [...]
[...] vivere qui. Che finisca la lite con le zie e venga a un accordo. Non sarà difficile concluderlo, purchè ciascuno ceda in qualche cosa. Se volete [...]
[...] ! Vedremo così la pace tornare fra tutti!... Parlerò subito a tuo padre, ed otterremo ciò che tu vuoi. Il domani, infatti, le annunziò: - Tuo [...]
[...] venga all'accordo. 561 Tre mesi dopo, la duchessa venne a presentare il duca in casa della fidanzata. Già Consalvo era arrivato a palazzo [...]
[...] , e Teresa, presolo per mano, lo aveva guidato nella camera del padre. - Babbo, - gli aveva detto; - c'è qui suo figlio che viene a baciarle la [...]
[...] mano. Il principe, tenendo la sinistra in tasca, gli porse la destra a baciare, e alla domanda del figliuolo: «Come sta Vostra Eccellenza [...]
[...] abito elegantissimo: seta color d'albicocco con guarnizioni pistacchio. Ella aveva fatto sapere a tutti che la lite col fratello s'avviava ad un [...]
[...] , acconsentissero. Quindi se n'era andato ad Augusta; lì si sarebbe persuaso del proprio torto. Pertanto la duchessa era trionfante: l'opera a cui aveva [...]
[...] atteso per tutta la vita si compiva lietamente: il primogenito accasavasi, continuava la razza; il cadetto, dopo ed a causa di quell'amore [...]
[...] figliuolo e le tracce della recente malattia. La transazione per l'eredità di don Blasco era stata discreta: la casa a donna Ferdinanda, la rendita al [...]
[...] duca, il quale aveva fatto due grossi regali a Lucrezia ed a Chiara: centovent'onze l'anno a Garino; il Cavaliere col nuovo podere - il più [...]
[...] grosso e bel boccone - a lui. Così la pace era generale, e solamente donna Ferdinanda guardava in cagnesco Consalvo per l'apostasia della quale s'era [...]
[...] , - Consalvo le vuol baciare la mano. Egli si chinò subito a prender la zampa rugosa per nascondere il riso che gli solleticava la gola. Quella vecchia [...]
[...] egli, a parole soltanto, aveva mutato politica!... E mentre faceva uno sforzo straordinario sopra sè stesso per avvicinarsi alle labbra la mano di [...]
[...] pace tra gente che il domani avrebbe ricominciato ad azzuffarsi, per dar prova d'obbedienza a quei birbanti del padre e della madrigna, perchè si [...]
[...] fare a meno di domandarle, a quattr'occhi. - Sì, - ella rispose; e la tristezza del sacrifizio che le velava la fronte si diradò per dar luogo [...]
[...] all'ultimo momento egli non aveva creduto a quel che gli diceva tutta la città: «Il duca! Sposa il duca!» No, rispondeva egli a tutti con un [...]
[...] padroncina, la padroncina che riceveva i complimenti di tutti, la testa cominciava a girargli. Il sangue degli Uzeda si risvegliava in lui. Dopo [...]
[...] aveva persuaso a crederlo immancabile; quando il principe si era opposto, egli aveva fatto assegnamento sulla volontà dei giovani. Invece, il [...]
[...] . - Me ne vado via. Chiedo licenza a Vostra Eccellenza. Il padrone lo guardò un poco, credendo d'aver frainteso. - Licenza? Perchè? - Per niente [...]
[...] . In fondo al salone una specie di alto e vasto pulpito comprendeva: a destra, in basso, i posti della Giunta, in alto quello degli scrutinatori e la [...]
[...] poltrona destinata al prefetto; a sinistra, l'ufficio di segreteria; nel mezzo di tutta la baracca, sopra un'alta predella, il seggiolone [...]
[...] sindacale dorato e scolpito, con un cuscino che l'usciere toglieva e chiudeva a chiave quando il principino scioglieva l'adunanza e se ne andava. Nel [...]
[...] Parlamento in miniatura!» dicevano quelli che erano stati a Roma; e le adunanze del consiglio, sotto la presidenza di Consalvo, prendevano ora un [...]
[...] vero carattere parlamentare. L'ordine del giorno che prima attaccavano manoscritto dietro un uscio, si distribuiva, stampato, a tutti i [...]
[...] spettacolo a cui, grazie alla «tribuna» pubblica, la gente accorreva come alla commedia o al giuoco dei bussolotti; i socii del Club, gli ex-compagni di [...]
[...] lo insuperbiva, la sua forza quasi lo stupiva; ma ormai non era sicuro di poter arrivare dove avrebbe voluto? «Sarà deputato, lo manderemo a [...]
[...] Roma quando avrà gli anni; in lui c'è 567 la stoffa d'un ministro!» cominciavano a dire in città; ma se udiva queste cose, egli scrollava le [...]
[...] spalle, con un sorriso mezzo di compiacimento, mezzo di modestia quasi a significare: «Grazie della buona opinione che avete di me; ma ci vuol altro [...]
[...] spadroneggiatori. Il principino, fiutando il vento, sfoggiava coi democratici le sue idee di democrazia. A udirlo, la libertà, l'eguaglianza scritte nelle [...]
[...] diritto? Bisognava dunque farne un'altra, «legale e morale,» per estenderlo a tutti. La parola «rivoluzione» gli scottava le labbra e gli faceva [...]
[...] , perchè avrebbe voluto esser egli stesso padrone degli altri. Il duca e i suoi malvacei amici, ostinandosi a giurar sulla Destra, aspettando il [...]
[...] richiedevano tutto il resto della sua attività. Deciso veramente a ritirarsi dalla vita pubblica, aveva un'ultima ambizione: quella d'essere nominato [...]
[...] Settantasei, s'era legato ancora più stretto, non gli conveniva neppure mover guerra troppo aperta a quella Sinistra da cui aspettava la seggiola a [...]
[...] Palazzo Madama. Quindi aveva dato a Benedetto Giulente la presidenza della Costituzionale, contentandosi del posto di semplice gregario. Frattanto [...]
[...] socio della Progressista, 569 egli dichiarava a questi ultimi che la Sinistra non aveva ancora «un finanziere della forza del Sella» nè [...]
[...] «oratori eleganti come Minghetti.» Ma a quelli che non nascondevano i disinganni prodotti dal regime costituzionale, egli non aveva nessuna difficoltà a [...]
[...] cani di guardia.» Egli dava ragione perfino a quei pochi che rimpiangevano l'autonomia della Sicilia: «Diciamolo francamente tra noi: forse oggi [...]
[...] staremmo meno peggio!» Non avrebbe fatto nessuna difficoltà a concedere alla zia Ferdinanda che il governo borbonico era il solo amabile; ma poichè [...]
[...] non è democratico !... - Mio nipote? - rispose Benedetto Giulente. - L'aristocrazia incarnata?... Costretto a rispondere, egli sorrise, si lisciò [...]
[...] lasciavano posto a nessun altro sentimento nè d'odio nè d'amore. Quanto al principe, le visite del figliuolo gli mettevano i brividi addosso, ed appena [...]
[...] tasca e non la traeva, se non per spianarla, aperta col segno delle corna, dietro al figliuolo, quando costui si decideva a sgomberare. I loro [...]
[...] dimostrava, a modo suo, un po' alla grossa, un affetto vivo e sincero. La duchessa madre anche lei, dalla soddisfazione di vedere riusciti i proprii [...]
[...] disegni, le faceva gran festa e la metteva perfino a parte del governo della casa. Il barone se n'era andato ad Augusta, badava 571 agli [...]
[...] ella stessa - poichè, tra le giovani signore, aveva occupato subito il primo posto - facevano fiorire sulle sue labbra sorrisi a grado a grado [...]
[...] più schietti. Veramente, ella non sentiva più l'anima disposta a comporre musiche o poesie, ma sedeva ancora spesso al pianoforte per esercitarsi [...]
[...] a tutti la duchessa nuora come modello di domestiche o cristiane virtù. Presto la gravidanza le fece dimenticare del tutto i sogni del passato [...]
[...] , e l'affezionò meglio alla realtà del presente. Soffrì pochissimo durante la gestazione; il tempo volò rapido in mezzo a tante cure ed a tanti [...]
[...] beata indolenza che per necessità, disse che naturalmente la scelta non poteva essere migliore. Giovannino tardò a rispondere, ma sollecitato dal [...]
[...] duca anche a nome della madre e della moglie, arrivò la vigilia della cerimonia. Pareva un altr'uomo: s'era fatto più forte, il sole lo 572 [...]
[...] invitati tutti i parenti stretti e larghi, tutte le conoscenze, mezza città, Giovannino annunziò che ripartiva. Fecero a gara per trattenerlo, ma [...]
[...] egli dichiarò che c'era molto da fare in campagna, e andò via promettendo ad ogni modo di tornar presto a rivedere il figlioccio. Molti degli [...]
[...] aveva attribuito titoli di nobiltà e stemmi e corone a quanti lo avevano pagato: speziali, calzolai, barbieri sfoggiavano dentro le botteghe [...]
[...] arrestato: a chi si chiamava Panettiere aveva dato per arme un forno fiammante in campo d'oro, a chi portava il nome di Rapicavoli un bel mazzo di [...]
[...] lagnava d'essere stato defraudato, d'esser rimasto con un pugno di mosche, quando l'eredità di don Blasco doveva toccare tutta a lui. Il [...]
[...] malumore, l'inappetenza, la debolezza di cui aveva sofferto, tornavano a tormentarlo: sordamente irritato, incapace di confessarsi ammalato pel [...]
[...] stato spogliato come in un bosco. Appena visto tornare lo zio, e udito che aveva qualche soldo, andò a chiedergli la restituzione del prestito. E [...]
[...] sono la mia sola risorsa! Se tu me le togli dove vado a sbattere? Che t'importa di un po' di carta sporca?... Tu che sei tanto ricco? Per me è il [...]
[...] pane!... Le venderò a poco a poco, avrò tanto da campucchiare... Il principe, inflessibile, volle presso di sè tutta l'edizione dell'Araldo [...]
[...] Sicolo e del Supplimento, come garanzia del proprio credito. Quantunque mezza Sicilia fosse inondata di quella pubblicazione, pure riusciva spesso a [...]
[...] don Eugenio di collocarne qualche copia; e allora andava a prenderla dal 574 principe promettendo di portare i quattrini per poi dividerli [...]
[...] a lungo; d'ora in poi, se vorrete altri esemplari, li pagherete anticipatamente. Allora, finiti i soldi che aveva portato da Palermo [...]
[...] , trascinandosi penosamente, per offrire il suo Araldo, per mostrarne una dispensa di saggio, e quando arrivava a scovare un compratore correva a [...]
[...] tempo la piazza molto più dura di prima: da gente a cui egli non aveva mai proposto l'Araldo, sentivasi rispondere: «Un'altra volta? L'ho già [...]
[...] !» Dicevano così per mandarlo via?... Un giorno, per sincerarsene, egli domandò a uno di costoro come l'avesse: «Oh, bella! l'ho comprato! È venuta una [...]
[...] l'anticipazione del prezzo, adesso vendeva le copie per proprio conto! «Ah, ladro! Ah, ladro!...» Ma composta la fisonomia all'abituale bonarietà, corse a [...]
[...] nuvole. - Hai venduto il libro! A quest'ora il mio debito sarà estinto. - Ci vuol altro - I conti li faremo quando avrò tempo.... Don Eugenio [...]
[...] perdeva la pazienza; tornava ogni giorno, a rammentargli la promessa; anzi una brutta mattina gli disse, cascando sopra una seggiola: - Senti, i [...]
[...] di casa confessò: «Io mi vergognavo, ogni volta che lo dovevo annunziare al padrone...» Tutti i tentativi del vecchio per salire a palazzo [...]
[...] afferrarono e lo spinsero fuori: «Eccellenza, con le brusche?... Questi non son modi da Eccellenza pari vostra!...» Un giorno, si mise a sedere in [...]
[...] con un portinaio! Non si vergogna?...» Ma il vecchio non si moveva, non rispondeva, cupo, affamato come un lupo; e il portinaio cominciò a perdere [...]
[...] la pazienza, smise a un tratto l'Eccellenza: «Se ne vuole andare, sì o no?...» e come don Eugenio restava inchiodato sulla seggiola [...]
[...] Benedetto Giulente, il quale lo aveva anche egli sovvenuto, ne parlò a Consalvo. - Che posto volete dargli? - rispose il principino. 577 [...]
[...] si potè trovare. Ma quando ne diedero comunicazione all'interessato, il cavaliere diventò rosso come un pomodoro. - A me un posto di scrivano? Per [...]
[...] in età... le amministrazioni pubbliche sono esigenti... - E mi proponi di fare il copista? - gridò il cavaliere: - A me, Eugenio Uzeda di [...]
[...] Francalanza, Gentiluomo di Camera di Ferdinando II, autore dell'Araldo Sicolo?... Perchè non lo fai tu, pezzo d'asino che sei? Il vecchio ricominciò a [...]
[...] nuora che giunse le mani vedendolo in quello stato, cominciò a querelarsi: - Vedi come m'ha ridotto tuo padre? Quel birbante che m'ha rubato il [...]
[...] vista dei quattrini. Egli si ripresentò altre volte al palazzo ducale, ma la duchessa madre, per evitare lo scandalo tra la servitù, dichiarò a [...]
[...] , fermava per istrada le persone di sua conoscenza, narrava a modo suo i casi: - M'hanno spogliato, m'hanno ridotto alla miseria! Mio fratello il [...]
[...] grand'opera dell'Araldo Sicolo!... Mi chiudono la porta in faccia! A me, Eugenio di Francalanza! Gentiluomo di Camera! Presidente dell'Accademia dei [...]
[...] Quattro Poeti!... Sanno forse chi sono io? Se veniste a casa mia, vi farei vedere quante medaglie e diplomi: uno scaffalo intero!... La sua [...]
[...] megalomania, con la miseria, gli stenti, le umiliazioni, cresceva di giorno in giorno; egli annunziava: - Il governo m'ha invitato a Roma per una [...]
[...] dimenticato il portafogli a casa... Glie ne davano due, una o anche mezza; egli metteva in tasca ogni cosa. I parenti, avvertiti di quello scandalo, si [...]
[...] pareva naturalissimo; e poi un 579 secreto senso di rappresaglia contro i parenti lo spingeva a continuare per far loro onta. E un giorno si [...]
[...] un sigaro? Acchiappava la moneta come una preda, la cacciava in tasca; s'avvicinava a un altro: - Un soldo, per favore? Teresa, accompagnata dal [...]
[...] marito, andò a trovarlo nello stambugio dove s'era ridotto, gli si gettò ai piedi: - Zio, noi le daremo tutto quel che vorrà, purchè non faccia [...]
[...] era un'idea fissa; la malattia che tornava a tormentarlo finiva di scombuiare la sua debole testa d'Uzeda. Lacero come un vero accattone, con la [...]
[...] barba bianco-sporca spelazzata sul viso smunto, i piedi in grosse scarpe di panno, andava attorno, appoggiandosi a un bastone, chiedendo: - Un [...]
[...] . Grattandosi un giorno sotto la nuca, in mezzo alle spalle, per un forte prurito, il principe aveva calcato le ugne fino a farsi un po' di sangue. Lì per [...]
[...] lì non ci aveva badato, ma dopo qualche tempo gli si formò, nel punto maltrattato, una specie di bottone che crebbe fino a impacciarlo nei [...]
[...] ancora, dandogli tanto fastidio che egli aveva consentito a lasciarselo tagliare. L'operazioncella durò più che non si credesse e il principe [...]
[...] , una bella contadina bianca, rossa e prosperosa, per via della quale rifiutava di stare a lungo a Catania. La duchessa madre ne era contentissima [...]
[...] , come della più sicura garanzia contro il matrimonio. Il duca godeva nel sentire che suo fratello si divertiva; e quanto a Teresa, nonostante che [...]
[...] domandava come mai quel giovane tanto elegante, così avido di piaceri, delle cose belle e ricche, aveva potuto rassegnarsi a far la dura vita di [...]
[...] campagna, a vivere con una contadina, in mezzo a contadini?... Non era però lei stessa, la causa di quella trasformazione? Ma subito, quasi a [...]
[...] divenire una macchina da far figliuoli?... Ed ella dava guerra a quei pensieri che lo spirito della tentazione doveva certo suggerirle [...]
[...] .... Biancavilla, tornato dal suo viaggio, dimenticava anche lui, prendeva moglie: un giorno ella lo incontrò a faccia 582 a faccia; trasalì un momento [...]
[...] , ma un'ora dopo l'incontro non pensò più a lui. Giovannino era suo cognato; più nulla restava così dei sogni antichi. Si doleva di questo? No [...]
[...] sorgere a un tratto una specie di nebbia che offuscava il suo bel cielo, e le davano un senso di sgominante tristezza e il rancore d'un bene [...]
[...] ella aveva un'anima retta e una mente sana e una coscienza purissima?... E poi, e poi, ella aveva rinunziato a tante cose; se avesse rinunziato [...]
[...] anche a vivere con la fantasia, che le sarebbe rimasto? Anche Giovannino leggeva molto; tutte le volte che veniva da Augusta, le domandava: «Cognata [...]
[...] , avete libri da prestarmi?» e ne portava via a casse, in mezzo alla roba di cui veniva a rifornirsi. In qual modo ammazzare il tempo quando non [...]
[...] il solfato di chinino. A Costantina, nei poderi della Balata e della Favarotta regnava la malaria; egli, veramente, nella stagione del pericolo se [...]
[...] ne andava a Melilli, sui colli Iblei, dove l'aria era balsamica; ma, 583 ad ogni buon fine, per sè come pei lavoratori, era bene che il [...]
[...] sovrano rimedio non mancasse mai. Una bella sera d'estate, Teresa e la duchessa madre, lasciato a casa, in custodia della cameriera, il duchino, e [...]
[...] , dormiva in mezzo a una nube di garza sulle ginocchia della nutrice. Teresa portava per la prima volta un abito molto ricco arririvatole da qualche [...]
[...] tornato a rimugginar l'idea di dar moglie a Consalvo. Quantunque non parlasse e paresse non occuparsi di quel jettatore, rodevasi al pensiero della [...]
[...] fine della sua razza, se quel jettatore non prendeva moglie. E gli aveva cercato un nuovo partito, a Palermo, un partito che tutti assicuravano [...]
[...] straordinario; ma Consalvo aveva detto ancora di no, e il principe aveva rotto un'altra volta più violentemente con lui.... Teresa pregò più a [...]
[...] cocchiere di andare a fermarsi al Caffè di Sicilia. Lì, il cameriere non aveva ancora portato i gelati, che una voce alterata esclamò dietro la carrozza [...]
[...] domandavano sgomente: - Che c'è?... Che hai?... - Torna a casa! - ordinava egli. - Torna subito.... E aprì lo sportello, salì, si gettò a sedere [...]
[...] , smaniava adesso e parlava di partire, di correre a chiamare altri dottori, ella sentì che toccava a lei a ragionare. Letto il telegramma del [...]
[...] fattore, la sua fiducia s'affermò. Il telegramma diceva: «Fratello Vostra Eccellenza trovasi a letto con febbre 585 alta, somministrato subito [...]
[...] dall'annunzio; ella diede coraggio a tutti, s'offerse di accompagnarli; ma la duchessa che esclamava ogni due minuti: «Figlio mio!... Figlio mio!...» volle [...]
[...] . All'una della notte, Michele e la duchessa partirono. Restata sola in casa, la sua fiducia cominciò a mancare. Se non si fosse trattato d'una cosa [...]
[...] l'amico, il parente, colui che aveva tenuto al fonte della redenzione la creaturina sua!... E le notizie mancavano ancora. Veniva gente a chiederne [...]
[...] stato a dormire 586 parecchie notti nelle terre della Balata, nel fitto della malaria: «Ho paura che sia di quella buona: sarebbe peggio d'una [...]
[...] schioppettata.» La principessa Graziella protestava: «Ma che! Le male nuove le porta il vento!... Se gli hanno dato il chinino a tempo, non c'è [...]
[...] pericolo!» Fino a mezzogiorno non venne nulla. Ella stessa voleva fare un dispaccio per sollecitar la risposta; ma, comunicata l'idea alla madrigna [...]
[...] parente la salute del poveretto, e ordinò al sagrestano d'accendere una lampada perpetua. Tornata a casa, non trovò nulla, ma uno squillo di [...]
[...] non le dava la notizia funesta a riguardo del suo stato. E a un tratto, il passato le tornò tutto alla memoria: ella lo rivide come lo aveva [...]
[...] strozzata, ella riconobbe: «Sì, l'ho ucciso io!... Per me ha mutato vita... è andato a seppellirsi laggiù ... ha trovato la morte!...» Sorse in [...]
[...] , inesorabile, tutti quelli che avevano impedito d'esser felice a lui ed a lei stessa. Perchè ella non era stata felice, no, mai! E le davan lode per [...]
[...] corse a lui. Nella penombra, anche l'argento del Crocefisso, il vetro del quadro della Madonna lucevano. Perchè dunque Essi permettevano queste cose [...]
[...] aveva tentato buttarsi giù dal balcone; quattro uomini a stento erano riusciti a trattenerlo. Un vero miracolo l'aveva salvato. Appena in grado di [...]
[...] viaggiare, lo avrebbero riportato a casa per assicurare la guarigione col cambiamento d aria. Infatti, pochi giorni dopo, la duchessa madre [...]
[...] , restata 588 al suo capezzale, scrisse chiamando il duca per aiutarla a trasportare il sofferente. Quando Teresa lo vide arrivare, curvo [...]
[...] , senza volontà, senza memoria. Il terribile colpo l'aveva stordito, la fibra si rinsanguava a poco a poco, ma le facoltà della mente erano più [...]
[...] tarde a ripristinarsi. Le fortissime dosi di chinino gli avevano quasi tolto l'udito; spesso, egli credeva d'essere ancora ad Augusta, chiamava [...]
[...] la gente che aveva intorno laggiù. La parola era rara sulle sue labbra; lo sguardo stanco, fisso, a momenti parea cieco. Dopo un mese, i dottori [...]
[...] contraddizione, a un'osservazione senza importanza della madre o del fratello, si spazientiva, rispondeva sgarbatamente; alle volte gridava con le [...]
[...] movimento delle labbra. Ed a poco a poco, per quel benefico influsso, egli migliorò, guarì, riprese le abitudini d'un tempo, ricominciò a vestirsi [...]
[...] con cura, a prendere interesse alle cose che vedeva e udiva. Un giorno si fece radere la barba: fu una specie di trasformazione come quelle che si [...]
[...] vedono al teatro: ringiovanì in un momento, il bel ragazzo di un tempo riapparve. - Coì va bene! - disse Consalvo, che veniva spesso a trovarlo [...]
[...] lui al sistema politico. Doleva sopra ogni cosa a lei che il fratello non avesse una fede salda e desse ragione a tutti, e si ridesse di tutto. Egli [...]
[...] opera. Per Sant'Agata, alla festa della Giunta, con l'abito nero e le decorazioni, egli assisteva alla messa pontificale, dinanzi a migliaia di [...]
[...] a casa, se credi che sia una mascherata. - È meglio... - confermava Giovannino. - Se resto a casa, perdo l'appoggio dei sagrestani e dei [...]
[...] a trovare la giovane duchessa le facevano anch'essi molti elogi del fratello. Scrollavano un poco il capo, veramente, a motivo dello scetticismo [...]
[...] perchè mai il Papa ostinavasi a pretendere il dominio temporale, se Gesù aveva detto: «Il mio regno non è di questo mondo...?» Ma simili opinioni [...]
[...] o certi vecchi a quello di mendicità o certi ammalati agli ospedali; se bisognava sostenere le Suore di carità che gli atei volevano mandar via [...]
[...] , oppure ottenere a prezzi di favore il terreno per gli asili cattolici; se sorgevano contestazioni tra il Municipio e la Curia, Teresa serviva da [...]
[...] concedere quelle cose per ottenere il ricambio a suo tempo, le facevano male. Una volta che ella gli rimproverò la mancanza di carattere, ei [...]
[...] rispose sorridendo: - Mia cara, non sai la storia di quello che vedeva una festuca negli occhi altrui e non la trave nei proprii? Pensa un po' a ciò [...]
[...] per seguire il tuo esempio. Io dirò invece che l'hai fatto perchè t'è convenuto! Il carattere, tienlo bene a mente, è ciò che torna conto [...]
[...] .... Ella continuò a tacere. Era la prima volta che il fratello le parlava di quelle cose intime. Ma, quasi per correggere ciò che vi potea esser [...]
[...] , dopo la malattia, non ha più la testa a posto.... - Perchè?...- domandò ella. - Come dici questo? A me non pare.... - Non parrà a te, pare a tutti [...]
[...] , mi fa ripetere due e tre volte le cose prima che capisca.... Parlane a tuo marito, fatelo curare, state attenti prima che succeda una disgrazia [...]
[...] , che con lei ragionava benissimo, egli si lasciò scappare, con aria di galanteria: - Credo che stia bene.... con te. A quelle parole, repentinamente [...]
[...] sconveniente e indegno, che quelle parole contenevano un sospetto ingiurioso ed infame, chiedergli di spiegarlo meglio, costringerlo a disdirle.... ma tutte [...]
[...] del fratello... Quando si trovò sola provò a ragionare. Che aveva voluto dire Consalvo? Era possibile che egli sospettasse? E se anche avesse [...]
[...] accolto un sospetto di quel genere, sarebbe venuto ad esprimerlo dinanzi a lei?... No, era uno scherzo, un'allusione sconsiderata ma innocente a [...]
[...] ella credeva morto e sepolto? Come mai?... Perchè?... E vedendo rincasar Giovannino, udendolo discorrere seduto accanto a lei alla tavola comune [...]
[...] ella lo ritrovava in casa del padre, delle zie, da per tutto dove andava.... No, non s'era accorta ancora che la loro intimità fosse giunta a tal [...]
[...] segno, o 594 piuttosto non aveva compreso che quell'intimità potesse far nascere un sospetto orribile: ma adesso la sua mente cominciava a [...]
[...] egli soffriva, era stata buona a sedare lo spirito inquieto? Perchè si amavano!... S'amavano, voleva dire che erano infami! Tanto più degni [...]
[...] s'era stretta. Michele, la suocera, cominciavano 595 a notare anch'essi il mutato amore di lei e non sapevano a che attribuirlo, o lo mettevano [...]
[...] , non potevano essere gli unici indizii denunziatori? E a poco a poco, sforzandosi a ragionare, quetossi. Egli sarebbe andato via, il tempo [...]
[...] avrebbe ancora una volta spento il fuoco divampante a tratti nel suo cuore, come gl'incendi vulcanici.... Un improvviso aggravamento del padre la [...]
[...] aiutò a dimenticare. Il tumore, scomparso da un pezzo nel punto dov'era passato il ferro del chirurgo, riappariva nuovamente tra le spalle, sotto la [...]
[...] le pene della madrigna. I dottori, al momento opportuno, s'apprestavano a tagliare, a bruciare; anche questa volta l'infermo urlò che non voleva [...]
[...] . «Vogliono ammazzarmi!... Non sono dottori, sono macellai!... Li pagate per ammazzarmi, per liberarvi di me!...» E nel delirio, buttata via a un [...]
[...] di qua!...» La crisi finì con un pianto dirotto. Egli promise messe alle anime del Purgatorio, ceri e lampade a tutte le Madonne e a tutti i [...]
[...] Crocefissi, chiese perdono ai suoi, scongiurando che non lo abbandonassero. Teresa, inginocchiata al suo capezzale, lo indusse a lasciarsi operare [...]
[...] , poi si quetò, impallidì, parve morto, le gelò il sangue nelle vene; ma ella fece forza a sè stessa per non essere di impaccio ai dottori; e con [...]
[...] esalazioni dell'anestetico, un senso di freddo le salì al cuore, un moto di nausea le passò per la gola, e a un tratto le parve che tutte le cose [...]
[...] sala lontana. Il dottore venne a dire, con tono d'autorità: - Volete sì o no andarvene a casa, adesso?... Andate a riposarvi: qui non c'è più [...]
[...] momento, in cuor suo - non a parole, Signore, col solo pensiero; 598 ma con un pensiero ugualmente colpevole - contro quella povera ella vita [...]
[...] a lei giudicarlo? Egli non aveva posto opera a farla felice: poteva giudicarlo per questo?... E dov'era la felicità? Sarebbe ella stata felice [...]
[...] che incideva la viva carne le stava dinanzi agli occhi... Pensava suo padre a queste cose? Riconosceva d'essersi ingannato?... Ella non doveva [...]
[...] giudicarlo; ma perchè dunque le tornavano a mente tutte le accuse che aveva udito ripetere contro di lui: che era stato duro, falso, violento [...]
[...] , fanciulla, s'era sentita opprimere, come ad un sicuro rifugio, a un porto riparato dalle tempeste.... Beata, sì, la zia monaca che passava i [...]
[...] adesso che la verità era lì, in quel silenzio, in quella solitudine, in quella rinunzia. «Vi entrerei ora?» chiedeva a sè stessa; e rispondeva: «Ora [...]
[...] silenzio della vita claustrale, se ella sentivasi sola, spaventosamente sola, se ella aveva rinunziato a tante cose che le erano state a cuore, se [...]
[...] , Teresa... Sentitemi... ditemi... Michele non è venuto con voi?... Ella rispondeva a cenni del capo. Voleva dirgli di tacere, perchè quella voce dolce [...]
[...] angioletti, non v'ammalate anche voi... E la mamma che non c'è!... Volete vostro fratello? Volete che lo mandi a chiamare?... Dite quel che volete; sono [...]
[...] della debolezza, a quella forza, a quella simpatia. Egli le asciugava gli occhi, le divideva sulla fronte i capelli scomposti. La sua mano tremava [...]
[...] pensava più a suo padre che se ne moriva, non ai suoi figli. Alla tentazione, soltanto, sempre. Andò a gettarsi dinanzi alla Beata: la lampada [...]
[...] ? Ella non aveva visto nulla: stupivasi come non si fossero accorti ancora dello smarrimento suo proprio. - Non parla, non ride, pare che ricominci a [...]
[...] tormentarlo qualche fissazione... Che possiamo fare? Cho potevano fare? Un giorno, a tavola, Giovannino annunziò: - Parto per Augusta. 601 [...]
[...] spalancati, fiammanti, terribili, gli occhi del folle, ripetevano a lei: «Volete dunque farmi impazzire?» E rimase. Ma divenne un selvaggio. Ella [...]
[...] Giacomo era agli estremi; il sangue avvelenato incancreniva a poco a poco tutto il suo corpo. La mattina prima, con grande stupore di tutti, egli [...]
[...] aveva mandato a chiamare Consalvo. Voleva fare un ultimo tentativo per indurlo a prender moglie; la paura della jettatura cedeva dinanzi ella suprema [...]
[...] principe disse: - T'ho fatto chiamare per dirti una cosa... È tempo che tu prenda moglie. 602 - Pensi Vostra Eccellenza a guarire! - esclamò [...]
[...] acquistato una larga esperienza, essere nella pienezza della vita prima di dar la vita ad altri. Forse sbaglierò; ma a prender moglie ora, le assicuro [...]
[...] l'obbedienza al suo desiderio non portasse conseguenze troppo gravi a me e ad altri.... Finchè il figlio parlò, sfoggiando la sua eloquenza, il principe [...]
[...] il notaro. E allora diseredò il figlio. Solamente nell'impeto dell'ira, per vendicarsi, aveva potuto indursi a dettare le sue ultime volontà. E [...]
[...] tutta la discendenza, sino alla fine... - Eccellenza... - Scrivete!... Lascio a mia moglie Graziella principessa di Francalanza il mio palazzo [...]
[...] !... - E continuò a dettare i legati alle persone di servizio, ai parenti per il corrotto, alle chiese per le messe, ai preti per le elemosine; e [...]
[...] non una sola parola, non un accenno a quel figlio. Ordinò che i funerali fossero celebrati col decoro competente al suo nome, che il suo corpo [...]
[...] fosse imbalsamato; ma a mano a mano che esprimeva queste intenzioni, la sua voce s'arrochiva, gli spiriti vitali lo abbandonavano: quando finì [...]
[...] . Quando le ultime formalità furono compite, quando il testamento fu chiuso, l'eccitazione dell'infermo venne meno a un tratto. Egli aveva [...]
[...] tredicesima legislatura era stata chiusa, i comizii convocati per il 26 maggio. Deciso a ritirarsi se lo avessero nominato senatore, egli [...]
[...] ottenere il posto, tornava a battersi per lo zio. Nonostante le sue occupazioni, udite le notizie portategli dal notaro, il duca accorse a palazzo [...]
[...] , nella sala della Giunta, una riunione d'ingegneri per una nuova opera che aveva divisata: la costruzione di grandi acquedotti destinati a dotar [...]
[...] d'acqua la città. Udendo che suo zio lo chiamava, chiese permesso agli astanti e andò a riceverlo nel suo gabinetto. - Non sai che succede [...]
[...] ?... Ma va a gettarti ai suoi piedi!... Chiedigli perdono!... Arrenditi una buona volta... - Io?... Perchè?... - E con un sorriso ambiguo, soggiunse [...]
[...] : - Può togliermi quel che mi dà la legge? No?... Faccia del resto ciò che gli piace! Lo zio restò a guardarlo, interdetto, non comprendendo [...]
[...] . 605 Era dunque vero? Quell'Uzeda non somigliava a tutti gli altri? Quando gli altri litigavano, s'azzuffavano, passavano sopra a tutti gli [...]
[...] scrupoli e a tutte le leggi pur di far quattrini, quello lì restava indifferente, sorrideva udendo che era diseredato? - Ma tu non pensi a ciò che perdi [...]
[...] !.... Il palazzo lasciato a sua moglie per cacciartene via?... Non capisci questo?... Non te ne duole?... Consalvo lasciò che lo zio dicesse; poi [...]
[...] per la città. Ad una voce, in alto e in basso, il principe fu biasimato. Antipatia e odio contro il figliuolo, sia pure; ma fino a questo punto [...]
[...] ?... L'anima a Dio e la roba a chi spetta!... Egli non si rammentava dunque che anche la vecchia principessa sua madre lo aveva odiato, ma che [...]
[...] persona durava fatica a nascondere la propria gioia: la duchessa Radalì madre. La fortuna che si riuniva nelle mani del suo primogenito era dunque [...]
[...] fortuna del futuro duca avrebbe dato le vertigini!... Ella quasi le provava, non comprendeva come Michele restasse indifferente a quell'annunzio [...]
[...] , come le dicesse: - Mamma, non penso a questo... Penso a Giovannino... Non lo vedete? Cupo, taciturno, certi giorni mi fa spavento... Ella non [...]
[...] allusioni della gente. Aveva un fuoco ardente nel petto, un chiuso fuoco che la consumava a poco a poco... Perchè non lo aveva lasciato andar via [...]
[...] comprendere nulla, sotto il peso della tragica fatalità che sentiva aggravarsi tutt'intorno. A momenti pregava che l'agonia del padre durasse, perchè [...]
[...] l'atroce supplizio del principe, s'incolpava di quella preghiera inumana... Il principe moriva a pezzo a pezzo, tra bestemmie e preghiere [...]
[...] : bisognava, per accontentarlo, che egli stesso avviasse un discorso. Più spesso, la sua porta era chiusa: nessuno poteva penetrare fino a lui. E [...]
[...] fratello che dormiva con la moglie. - E come si fa?... Come si fa?... - balbettava egli. Pareva in preda a una confusione straordinaria. Andò [...]
[...] finalmente a chiamare la madre. La duchessa corse nella camera maritale; all'improvvisa apparizione Teresa, che non dormiva più da tanto tempo, sentì [...]
[...] destarlo dal sonno greve, e corse a cercare dei cordiali. La cameriera e la balia accorsero anch'esse. Nella stanza attigua il barone pareva [...]
[...] . - Giovannino! - gridò a un tratto il duca. Egli entrò. Era distesa sul letto, con le braccia nude, il seno nudo, i capelli d'oro diffusi sul guanciale, le [...]
[...] labbra dischiuse, gli occhi rovesciati. - Aiutami a sollevarla... Era rigida come una morta. Egli la sollevò per le ascelle. Come se le mani gli [...]
[...] scottassero, si mise a scuoterle. Tremava. Tremavano tutti, perchè la notte era glaciale. - Riprende i sensi, - annunziò la duchessa. Allora [...]
[...] egli s'allontanò, andò a mettersi dietro la finestra dell'altra stanza. Mezz'ora dopo uscirono tutti e tre: la suocera e il marito reggevano Teresa [...]
[...] ; Michele disse al fratello: - Tu va a letto.... fa freddo..... tornerò appena potrò. In casa del principe c'era tutta la parentela. Consalvo [...]
[...] stava nella Sala Gialla con gli zii; al capezzale del morente c'era solo la principessa e lo zio duca. Teresa andò a mettersi accanto alla madrigna [...]
[...] . 608 - È meglio che finisca, - dicevano nella Sala Gialla - soffre troppo... Consalvo non diceva nulla. Pensava, con paura, a quel male [...]
[...] , domani principe di Francalanza. A quello storico nome, a quei titoli sonori egli sentiva di dovere il posto guadagnato nel mondo, la facilità [...]
[...] oscuro plebeo, egli avrebbe dato tutto per un solo giorno di gloria suprema, a costo d'ogni male... «Anche a costo della ragione?» Solo [...]
[...] quello scandalo? Non poteva fargli anzi torto?... E adesso sentivasi quasi disposto a chieder perdono al morente, a mutar politica... Recitavano le [...]
[...] Benedetto Giulente davano disposizioni per la circostanza, mentre i servi sbarravano tutte le finestre, tutti i portoni. Michele, fattosi vicino a [...]
[...] tristezza del momento, giudicava un poco buffa. - Eccellenza! - esclamò a un tratto, quando furono soli, con voce di terrore che diede un senso di [...]
[...] ... Per avvertir prima Vostra Eccellenza... Bisogna mandare qualcuno... Un sospiro di terrore e d'ambascia sfuggì dal petto a Consalvo. Il [...]
[...] «figlio del pazzo,» la pazzia, la morte violenta!... Ad un tratto si scosse, strinse il braccio al servo: - Non una parola a nessuno, capisci [...]
[...] occhi al padre ed era quindi sotto il peso d'un dolore più grande. Solamente Consalvo non riusciva a comprendere come la nuova sciagura che [...]
[...] cadavere del giovane, ella solo li indusse a lasciar la casa e a ricoverarsi coi bambini dai Francalanza. Vegliò tutta la notte, senza piangere [...]
[...] delle tre inferme, perchè anche la principessa dovè mettersi a letto. Consalvo stava spesso accanto alla sorella, teneva compagnia a Michele; la [...]
[...] passava sotto il portone del palazzo. Dopo il funerale, celebrato con pompa straordinaria, egli cominciò a ricevere. Dalle due alle sei di giorno [...]
[...] dopo le due morti, andò al municipio: non sapeva ormai vivere fuori di lì, temeva che le cose andassero a soqquadro senza di lui, in mano di Giulente [...]
[...] che, come assessore anziano, aveva preso la firma. Ingolfato di nuovo nel mare degli affari pubblici, quando tornava a palazzo, quando desinava [...]
[...] , quando andava a letto, non pensava ad altro. Del resto, nessuno lo disturbava, le inferme si rimettevano lentamente, assistite dalla principessa [...]
[...] suocera cominciò prima a levarsi; aveva poco più di cinquant'anni, e parve una vecchia decrepita. Teresa dava maggiormente da pensare ai [...]
[...] dottori; il suo male, 614 ostinato, ribelle, come alimentato da un veleno misterioso, si prolungava esaurendo le sue forze. A poco a poco, andò [...]
[...] meglio anche lei, ma il giorno che tentò di levarsi, cadde senza sentimento. Poi tornò a riaversi. Consalvo, una mattina, prima d'uscire, passato a [...]
[...] : abbiamo parlato d'una cosa che ti riguarda.... Nostro padre.... tu sai che nostro padre, in un momento di collera.... volle preferirmi a te.... Io [...]
[...] non credo che questa potesse essere la sua volontà vera.... Se il Signore non ce lo avesse tolto, egli l'avrebbe certo modificata.... Io ho detto a [...]
[...] mondo l'avrebbe indotta a sfrattar dal palazzo. - È giusto.... Va bene.... - disse Consalvo. - Grazie!... C'intenderemo. Da quel giorno Teresa [...]
[...] indotto tutti gli altri ad accettare, si levò da ogni parte. Il vescovo in persona venne a trovarla, appena ella fu in grado di riceverlo; e [...]
[...] , mormorando: «Che è questo!...» poi, anche a nome della suocera e del marito, lo pregò di distribuire diecimila lire di elemosine. Già gli altri [...]
[...] , entrando nell'anticamera, fu costretta a sedere, a fiutar dell'etere. Riavutasi, compì quel che aveva da fare con la fermezza antica. Le stanze del [...]
[...] desinavano a ore diverse, ciascuno aveva le proprie persone di servizio e la propria carrozza. Si vedevano di tanto in tanto per le necessità [...]
[...] dell'amministrazione. Consalvo non sapeva nulla dello stato della casa, mentre la principessa ne era a giorno; quindi, se l'amministratore chiedeva ordini [...]
[...] argomento di 618 tutti i loro discorsi. I disciolti frati Cappuccini, tornati a riunirsi in barba alla legge, avevano comprato una casa con le [...]
[...] oblazioni dei fedeli: Consalvo seppe che sua sorella aveva contribuito a quell'acquisto. Non aveva ella, prima, giudicata provvida la legge che [...]
[...] disperdeva quelle comunità? Come poteva mai andare ogni venerdì a pregare nella cappella della Beata Ximena, dove ardeva la lampada accesa per la [...]
[...] ? Consalvo inclinava a quest'ultima ipotesi, anche perchè egli non aveva fede alcuna; ma non un atto, non una parola rivolavano quel che c'era nel cuore [...]
[...] della sorella. Quando egli arrischiò le sue prime allusioni ironiche, ella gli disse: - Senti, Consalvo: ognuno ha da rispondere a Dio delle [...]
[...] proprie azioni. Io posso soffrire del tuo scetticismo, ma non vengo a rimproverartelo. Così vorrei che tu rispettassi le mie credenze, e se ti [...]
[...] sicura come gli era sembrata il primo giorno, a Roma, durante la sua conversazione con l'onorevole Mazzarini e poi nei principii della [...]
[...] pensando mattina e sera a queste cose, lasciava ancora le redini della casa alla moglie, la quale, finendo d'imbrogliare ogni cosa, aspettava [...]
[...] anche lei adesso, senza dirne nulla, anzi continuando a deriderlo, l'elezione, per non dargli i conti, perchè egli potesse far quattrini come lo zio [...]
[...] mutasse in danno irreparabile. Infatti, la baracca cominciava a scricchiolare. Le spese pazze da lui fatte avevano vuotate le casse, l'ultimo [...]
[...] bilancio s'era chiuso con un deficit considerevole, che egli aveva potuto dissimulare a furia d'artificii; ma la situazione non era più sostenibile [...]
[...] maggioranza deliberò di mutar sistema. La sera stessa, andato a casa, egli scrisse due lettere: una al Prefetto, con la quale rassegnava le sue [...]
[...] dimissioni; l'altra, collettiva, a tutti gli assessori, annunziando loro che «per ragioni di delicatezza» aveva già mandato la rinunzia alla [...]
[...] Prefettura. Fu come un fulmine a ciel sereno. «Delicatezza?...» esclamò Giulente, a cui tutti gli altri chiedevano spiegazioni; «che delicatezza? Io non [...]
[...] capisco!...» E la Giunta in corpo andò a trovarlo, mentre la notizia si diffondeva rapidamente per gli ufficii. - Ci spiegherai, - gli disse [...]
[...] esercitare nessuna costrizione, e siccome il vostro modo di vedere è contrario al mio, così, per lasciarvi liberi, me ne vado. - Ma a proposito di che [...]
[...] ?... Forse dei dazii?... - Dei dazii, come di altre cose... Comprendendo che quella gente veniva per indurlo a ritirare le dimissioni, egli tagliava la [...]
[...] dato credito alla voce che li diceva altrettanti burattini mossi dai fili che il sindaco tirava a suo talento? - È un tradimento! - vociferavano [...]
[...] tante volte promesso di lasciare a lui, ritirandosi, l'eredità politica?... Il duca, dal quale egli corse, gli disse: - È vero, t'avevo promesso [...]
[...] rivoluzione? Chi può dire che cosa uscirà dalle urne a cui hanno chiamato la plebe? Un vero salto nel buio!... E del resto, a che potrà mai [...]
[...] sentiva il bisogno di sfogare, di dire il fatto suo a quel birbante. 623 - Tu hai fatto questo.... hai fatto questo pei tuoi fini, per lasciar [...]
[...] preso il posto, a tradimento? Il sorriso scomparve dal viso di Consalvo. - Vi faccio osservare che siete riscaldato e che non riflettete a quel che [...]
[...] ! - gridò improvvisamente; - tutte birbe matricolate... Consalvo lo guardò un momento nel bianco degli occhi. A un tratto gli sparò una risata sul muso [...]
[...] ho serviti tutt'e due!... Gli augurii a Francesco II!... Adesso è di Sinistra!... Buffone!... Sono stato sempre buffone!» Cocente, insoffribile [...]
[...] , destavasi a un tratto in lui la coscienza della situazione secondaria in cui era stato tenuto, del mal garbo con cui lo avevano trattato. «La [...]
[...] vecchia, il principe, Raimondo... «Chi sono dunque?... Una mala razza di predoni spagnuoli, arricchiti con le ladrerie!... A me?... Io me li [...]
[...] , incoraggiare le loro pazzie, approvare le loro birbonate? «Buffone! buffone! Sono sempre stato buffone!... » Arrivò a casa senza sapere da che parte c'era [...]
[...] nel pieno della guancia e tonò come una schioppettata. A un tratto la lasciò e andò a chiudersi in camera. I servi che avevano visto entrare il [...]
[...] padrone a quel modo inusitato, erano rimasti in ascolto: nessuno di loro fiatava. La cameriera, finita la scena, sogguardava tratto tratto [...]
[...] , restava sempre nella stessa posizione. Subitamente si mise a passeggiare guardando per aria come per acchiappar mosche, guardando per terra come [...]
[...] inseguendo qualcuno. Ai servi che le chiedevano ordini rispondeva brevemente, ma non in collera. La guancia le si sgonfiava e sbiancava a poco a poco [...]
[...] ; tratto tratto ella vi portava la nano. - Eccellenza, - vennero a domandarle, - è ora d'apparecchiare? - Aspettate, - rispose; e andò a picchiare [...]
[...] allestissero. Poi tornò nella camera del marito. - Perchè resti a letto? Hai nulla? - No, nulla. Benedetto s'alzò per andare a buttarsi sopra una [...]
[...] presentavano, non sapeva a quale appigliarsi. - Che avete deciso al municipio? - domandò ancora Lucrezia. - Non so niente!... - proruppe egli [...]
[...] . - Hai ragione, - rispose sua moglie. Dietro l'uscio, il giorno innanzi, aveva compreso dai discorsi degli assessori il tiro giocato da Consalvo a [...]
[...] avrebbe parlato un giorno intero senza riuscire a nulla. Il ceffone la convertì. Quasi che il suo torbido cervello avesse bisogno d'una scossa [...]
[...] materiale per funzionare regolarmente, ella disse subito tra sè: «Ha ragione!» Durante le due ore passate in camera, a guardar nella via senza vedere [...]
[...] , a passeggiare come una bertuccia in gabbia, aveva ripetuto mentalmente: «Ha ragione!... È Consalvo!... È lo zio!... Mi vogliono schiacciare [...]
[...] ?... Vuoi andare a letto?...» Ella gli prodigava ogni sorta d'attenzioni, lasciava di mangiare quando il marito non mangiava più. A un punto [...]
[...] , Benedetto si alzò. Si sentiva realmente male, tutto sossopra, e andò a letto. Ella l'aiutò a spogliarsi, gli sprimacciò i guanciali, gli preparò il [...]
[...] caffè. - Vuoi restar solo? Vuoi riposare? - Sì. Ella se n'andò. Aveva appena chiuso l'uscio, che lo riaprì: - Non t'angustiare, - tornò a dire al [...]
[...] quale poter scendere in 628 lizza. Mentre, tra la classe borghese, gli antichi moderati, gli ammiratori di Lanza e di Sella erano costretti a [...]
[...] politica; c'erano società operaie, circoli agricoli, casini democratici ordinati e disciplinati, coi quali bisognava venire a patti. I nobili, i [...]
[...] da povera gente dalle mani callose, cominciava il suo tormento. Egli stringeva quelle mani, senza guanti; si mescolava a quegli umili, sedeva [...]
[...] gravezza delle imposte, e prometteva leggi intese a proteggere l'agricoltura, assicurava lenimenti di tasse, premii, agevolezze di ogni genere. La sua [...]
[...] «liberale» senza indicazione di partito parlamentare; il professor Lisi, ex-presidente della Progressista, a perciò con idee di Sinistra [...]
[...] dichiarazioni esplicite: egli s'impegnò a dare il suo voto a tutte le riforme chieste dal partito e sopra tutto alle riforme sociali. Andò a dire in [...]
[...] mezzo a loro: «Io sono socialista. Dopo che ho studiato Proudhon, mi sono convinto che la proprietà è un furto. Se i miei antenati non avessero [...]
[...] avevano articoli esaltanti «il giovane patrizio democratico a fatti, non a parole.» Stretto il patto con Giardona, restava da scegliere tra il Lisi [...]
[...] e il Vazza per formare la triade. Egli voleva mettersi con quest'ultimo, perchè era il più forte; ma Giardona minacciò di mandare tutto a monte [...]
[...] Salone degli specchi, la Galleria dei ritratti. Tutti erano animati dal più vivo entusiasmo; la gente minuta che veniva per la prima volta a palazzo [...]
[...] , che sedeva sulle poltrone di raso sotto gli sguardi dei Vicerè, si sarebbe fatta tagliare a pezzi per quel candidato che prometteva mari e monti [...]
[...] Francalanza, brevi cenni biografici, e glie lo presentò. Egli lo fece stampare a migliaia di copie e diffondere per tutto il collegio. Il [...]
[...] riso, cento avrebbero creduto a tutto come ad articoli di fede. Un infinito disprezzo di quel gregge lo animava, e un rancore violento contro chi [...]
[...] , foglietti e bollettini elettorali, sorti per sostenere questa o quella candidatura, o per speculare sulla curiosità che induceva la gente a buttar via [...]
[...] s'arrovellava: potendo, avrebbe messo il bavaglio a quei libellisti, li avrebbe banditi, imprigionati. Ma l'accusa che più lo feriva, che lo faceva [...]
[...] veramente sanguinare, era quella che cominciavano a lanciare: «Elettori, il candidato che noi vi presentiamo 632 non ha feudi nè blasoni, non oro da [...]
[...] vedendolo aggredito a quel modo: «Hanno ragione!» rispondeva, sorridendo: «il mio più grande titolo all'elezione è quello di principe!» Ciò che [...]
[...] sciocche lusinghe: egli era sicuro che prendendo a quattr'occhi uno di quelli che più vociavano: «libertà ed eguaglianza» e dicendogli: «Se foste al mio [...]
[...] soggiogare il debole! Nondimeno piegavasi, concedeva tutto, a parole, allo spirito dei nuovi tempi. I giornaletti arrabbiati lo mordevano [...]
[...] tenacemente con l'accusa di muffosità «spagnolesca,» di orgoglio «organico»; egli diceva agli elettori che gli davano del «signor principe» a tutto [...]
[...] d'altrettante macchie, d'altrettanti attestati d'indegnità. Ma egli faceva questo a tempo e luogo, dinanzi ai radicali sinceri, ai repubblicani [...]
[...] partecipare in qualche modo al suo lustro. Lavorava come un cane, a far visite, a scriver lettere, a dirigere i suoi galoppini, a presiedere le adunanze [...]
[...] del comitato. La notte stentava a prender sonno, con la mano scottata dal contatto di tante mani sudicie, sudate, ruvide, incallite, infette; con la [...]
[...] mente infiammata dall'ansietà della riuscita. Sarebbe riuscito? A momenti ne aveva l'intima e salda certezza; il governo era per lui: Mazzarini [...]
[...] causa, lavoravano per lui, sott'acqua, ma con efficacia grandissima. Era stato un vero sbaglio rinunziare a quest'alleanza e preferir Lisi; per [...]
[...] grazia dei Monsignori. Andò dunque da lei. Sul punto d'entrare nel salotto di Teresa, use una voce squillante che diceva: - L'ho detto a tutti, non [...]
[...] , - rispondeva dolcemente Teresa, - ma parlare così contro suo nipote.... - Mio nipote?... Che nipote?... - vociferava l'altra. - A lui dunque fu [...]
[...] solo al mondo!... Capisci che gli hanno procurato una malattia di fegato! Tirano a ucciderlo, cogestì assassini! Ma riderà bene chi riderà l'ultimo [...]
[...] mise a ridere. - Quella pazza l'ha con me!... Che diavolo pretendeva? Che le hanno fatto? - Poveretta, non ne dir male, - rispose Teresa, con [...]
[...] Consalvo, la duchessa chiuse gli occhi un momento, quasi ad attinger forza per affrontare le contraddizioni, quasi a pregare pel miscredente [...]
[...] costato la figura del giglio.... - A voce più bassa aggiunse: - Monsignore andrà a visitarla. - Vedrà anche il costato? Ella si trasse indietro, i [...]
[...] credi sul serio.... - Credo, - rispose brevemente. Egli la considerò un poco. Voleva dirle: «A chi la dài a intendere?... Sei ammattita come tutti i [...]
[...] partecipa a queste lotte. - Nè eletti nè elettori, eh? Eppure i tuoi Padri spirituali si danno un gran da fare per un certo avvocato.... 637 [...]
[...] , chi più s'accosta a loro. - Cioè? - Chi crede. Quelle parole significavano: «Tu non sei fra questi; ecco perchè io non posso far nulla per te [...]
[...] .» Ma Consalvo, che faceva l'ingenuo, replicò: - Chi crede, a che cosa? - Prima di tutto agli eterni principii di verità. - E poi? - Al trionfo [...]
[...] della Chiesa! - Anche tu?... - cominciò Consalvo, sul punto di protestare, di dire il fatto suo a quell'altra sciocca. Ma si contenne ancora una [...]
[...] mondo? Sentiamo, spieghiamoci una buona volta, per saperci regolare, per vedere fino a qual punto potremo intenderci..... Ella disse, seriamente [...]
[...] Carlo. Egli farà dell'Europa sette regni, e rimetterà il Santo Padre sulla cattedra di Pietro.... Questa volta Consalvo non riuscì a frenare le risa [...]
[...] tutte le usurpazioni e tutte le eresie. Eco dei Profeti e dei SS. Padri....» A un tratto volse il capo, udendo il cameriere che annunziava, dalla [...]
[...] capo a piedi. Un altro, adesso! Quella casa diventava una sacrestia! - Il Padre, - aggiunse Teresa, rivolta al fratello, - ha la bontà di dirigere [...]
[...] Consalvo. - Che bisogna fare per aver l'appoggio della signora duchessa? - Ma io non valgo a nulla!... - protestò Teresa, con un discreto sorriso [...]
[...] . - Bisogna giurare fedeltà a Carlo, al Gran Monarca?... Non c'è altro scampo?... Ma se ancora ha da venire?... Basta, arrivederci!... E [...]
[...] cavar nulla da quegli Uzeda! I migliori, quelli che parevano i più saggi, a un tratto si rivelavano pazzi, come gli altri. Questa qui, adesso, si [...]
[...] sulla Gazzetta ufficiale il decreto che chiudeva la sessione, egli si buttò a capo fitto nella lotta. Giorno e notte la sua casa parve trasformata [...]
[...] , rimorchiavano lassù, adescati dal marsala e dai sigari, dalla curiosità di entrare nel palazzo dei Vicerè, gonfii dell'importanza a cui erano [...]
[...] tuttavia... a chi?... A Baldassarre, il suo antico maestro di casa! Ma i favoriti erano scomparsi, e invece sulle labbra già sbarbate dell'ex [...]
[...] -servo s'avvicinò a Consalvo: - Signor principe, - non gli dava più, per democrazia, dell'Eccellenza, - la nostra società ha fatto iscrivere una [...]
[...] quattro per assicurare il trionfo del principino, divenne in breve uno dei suoi luogotenenti. Egli faceva i suoi rapporti a Consalvo, ne riceveva le [...]
[...] istruzioni, gli dava a sua volta consigli; e il padrone e il servo erano scomparsi, sedevano a fianco alla stessa tavola, il principe passava la [...]
[...] eretta a sistema. La sua lunga aspirazione all'eredità politica dello zio, la stessa malattia di fegato erano un po' ridicole: sua moglie finiva [...]
[...] di rovinarlo vantando il suo patriottismo dopo averlo deriso: «Al Volturno stava per lasciare una gamba!...» domandando a tutte le persone, ai [...]
[...] commessi di negozio, ai venditori ambulanti: «Non siete elettore?... Allora andate a farvi iscrivere...» Ed ella gli aveva finalmente consegnato i conti [...]
[...] pericolanti si ostinavano peggio, ricorrevano a tutti i mezzi, contrattavano i voti, lanciavano accuse violente ai rivali fortunati, specialmente al [...]
[...] di Baldassarre, da canto loro, predicavano nelle osterie la democrazia del principe, pagavano da bere a quanti gli promettevano il voto. Una sera [...]
[...] comitato: un presidente, vecchio magistrato a riposo, ben visto da tutti i partiti e perciò messo a quel posto da Consalvo; poi sei vice-presidenti [...]
[...] grandezza dell'avvenimento. E poi Consalvo, da cui veniva la scelta, aveva una sua idea. Egli andò a dirigere personalmente l'addobbo. Ma intanto che [...]
[...] i tappezzi lavoravano a disporre trofei di bandiere e festoni d'ellera e tende e ritratti, il principe si guardava intorno con un senso di stupore [...]
[...] , sorpreso a un tratto dalle memorie della fanciullezza. L'enorme e nobile monastero, la signorile dimora dei Padri gaudenti, l'aristocratico [...]
[...] collegio della gioventù era irriconoscibile. Scomparsi i corridoi che s'allungavano a perdita d'occhio, chiusi da muri e da cancelli, convertiti in [...]
[...] fionde pel corruccio delle bocciature o per la gioia delle promozioni avevano stampato da per tutto larghe chiazze d'inchiostro. Dinanzi a quella [...]
[...] sarebbe tornato un giorno a San Nicola per discorrervi dell'eguaglianza sociale e del pensiero laico!... No, egli non poteva assuefarsi a quest'ideale [...]
[...] democratico contro il quale protestava la sua educazione ed il suo stesso sangue. Lì, a San Nicola, forse era più che a casa propria, egli era [...]
[...] stato imbevuto di superbia signorile, era stato avvezzo a considerarsi d'una pasta diversa dalla comune.... Dove era la sua camera? Egli la cercava, al [...]
[...] di quel remotissimo passato?... Bah! Chi si rammentava delle monellate d'un ragazzo! Giovannino era morto, non poteva tornar dall'altro mondo a [...]
[...] bandiere abbracciavano le colonne, ed in mezzo a ciascun trofeo spiccava un ritratto: a destra e a sinistra della balaustrata da cui avrebbe parlato il [...]
[...] dieci, la folla cominciò a far ressa, ma le porte erano custodite da buon nerbo di membri del comitato, riconoscibili a una gran coccarda tricolore [...]
[...] autunnale; pennacchi e bandiere ondeggiavano al vento; i cartelloni multicolori vestivano a festa i muri del monastero. Baldassarre, in redingote [...]
[...] interveniva a un metingo democratico, che prestava il suo appoggio al principe non per quattrini ma per un'idea. Alla folla che voleva entrare ad ogni [...]
[...] , lasciò aprire la terrazza e l'arena. In un attimo l'onda umana vi si rovesciò. Era ancora la folla anonima, il popolo minuto; ma a poco per volta [...]
[...] cominciavano a venire le persone di riguardo, signori e signore eleganti, dinanzi alle cui carrozze s'apriva l'altra folla rimasta nel cortile esterno [...]
[...] essersi sgolato un'ora; tanto che dovè correre egli stesso a chiamarle: «Che fate qui? Non è il vostro posto! Venite dentro!...» Egli non era più [...]
[...] , battibecchi politici, ma specialmente esclamazioni d'impazienza, tentativi d'applausi di chiamata, come al teatro, che facevano voltare il capo a tutti [...]
[...] levata in piedi, i colli erano tesi, gli sguardi fissi all'arco d'ingresso. Squillarono a un tratto, intonate dalle tre musiche, le prime note [...]
[...] ai colli rossi e sudati. «Basta... basta...» diceva Consalvo, a bassa voce, con un senso di vera paura dinanzi a quel mare urlante, e Baldassarre [...]
[...] garibaldino, un nuovo fremito corse per la folla, il delirio ricominciò... Ora Consalvo, vinta la commozione paurosa, ringraziava più francamente a [...]
[...] destra e a sinistra, e sorrideva, sicuro di sè, gonfio il cuore di fiducia superba. La musica cessò nuovamente, la folla si chetò, le bandiere [...]
[...] dei miei amici vi ha indotto a credere che io possegga le doti dell'oratore, 649 e vi ha qui adunati con la promessa che udrete un vero e [...]
[...] infiamma il mio cuore, che ritorna a voi altrettanto viva e gagliarda e sincera quale viene dai vostri cuori a me. (Applausi prolungati). Ma [...]
[...] questa restituzione è troppo poca cosa e non vale a sdebitarmi: tutta la mia vita dedicata al vostro servigio sarà bastevole appena. (Applausi [...]
[...] ). Concittadini!... Voi chiedete un programma a chi sollecita l'onore dei vostri suffragi; il mio programma, in mancanza d'altri meriti, avrà quello [...]
[...] paghi a sospirarla da lungi.... (Risa generali). La mia fede data dall'alba della mia vita, quando i pregiudizii di casta che io conobbi, ma che [...]
[...] m'additarono l'Eroe dei due mondi. Allora io vidi quel biondo Arcangelo della libertà intento, sapete voi a qual opera? A coltivare le rose del nostro [...]
[...] applausi) di quell'uomo che, conquistato un regno, doveva, come Cincinnato, ridursi a coltivare il sacro scoglio, dove oggi aleggia il magnanimo [...]
[...] spirito di Lui, che fu a ragione chiamato il Cavaliere dell'umanità....» Gli stenografi smisero di scrivere, tale uragano d'applausi e grida si [...]
[...] spettacolo nulla dice, o ben poco; all'alpinista che è partito dalla pianura, che ha conquistato a grado a grado l'ardua vetta sublime, s'allarga di [...]
[...] solennità di questa adunanza portando dinanzi a voi le piccole gare in cui si affannano le anime piccole; ma voi sapete che un'accusa mi fu [...]
[...] rinunziare a questa fede; essa mi è tanto più cara e preziosa, quanto più mi costa.... (Scoppio di battimani fragoroso e prolungato. Grida di: Viva [...]
[...] Francalanza!... Viva la Democrazia!... Viva la Libertà!... L'oratore è costretto a tacere per qualche minuto). Il piacere, l'ammirazione erano da per tutto [...]
[...] generali a questo passaggio, e qualche colpo di tosse partito da un angolo fece voltare molte teste. - Voi mi direte, - proseguiva però [...]
[...] , sarebbe in verità troppa grazia: me ne appello a tutti i mariti. (Scoppio d'ilarità clamorosa, battimani vivi e replicati.) Bisogna prendere dalla [...]
[...] botte quel tanto di vino che basti a saziar la sete, a letificare lo spirito. Dicono i francesi: Si jeunesse savait! Si vieillesse pouvait [...]
[...] perfette, bensì perfettibili, e a tal opera di continuo miglioramento io dedicherò tutte le mie forze, scevro come sono e da paure e da feticismi. Lo [...]
[...] essere scopo preciso dei legislatori, sarà impossibile raggiungerlo se non verrano a sedere alla Camera i più legittimi, i più diretti rappresentanti [...]
[...] che suona: the right man in the right place. Ma essi dimenticano che questa citazione è una spada a due tagli, e che allorquando il Parlamento [...]
[...] s'impancò a critico, e il celebre Voltaire, seccato da tanta presunzione, gli disse: «Mastro Andrea, fate piuttosto parrucche.» (Ilarità). Ma se [...]
[...] Caino ed Abele, galoppava per la Babilonia, l'Egitto, la Grecia e Roma, saltava a pie' pari il medio-evo, piombava nell'Ottantanove, si arrestava [...]
[...] al principe di Bismarck ed al socialismo della cattedra. L'attenzione del pubblico cominciava a diminuire, tuttavia molti si sforzavano di seguirlo [...]
[...] ; l'oratore chiedeva a sè stesso: «Qual è la missione storica dell'Inghilterra?... Però la Spagna, se udisse la voce del sangue?...» Tutto questo, pel [...]
[...] tradimento di Tunisi! «No, non è stata la Francia di Magenta a Solferino; è stata la Francia di Brenno e di Carlo VIII!...» L'uditorio si scosse un [...]
[...] se ne andavano: «Bellissimo discorso, ma dura troppo....» Gli uscenti costringevano la folla a tirarsi da canto, i fedeli ingiungevano: «Silenzio [...]
[...] , perchè si dicesse che egli aveva parlato due ore difilato. A un tratto alcune seggiole rovesciate dalla gente che scappava fecero un gran fracasso [...]
[...] . Tutti si voltarono, temendo un incidente spiacevole, una rissa; l'oratore fu costretto a tacere un momento. Riprendendo a parlare, la voce gli [...]
[...] profeta (Si ride) accoglierò pertanto con lieto animo, anzi sollecito fin da ora i miei concittadini a suggerirmi quelle idee, quelle proposte [...]
[...] di Dante divinò, e che i nostri padri ci diedero a costo di sangue (Vivissimi applausi). La nostra patria è anche quest'isola benedetta dal sole [...]
[...] studio dei grandi problemi della politica generale, credo di potervi promettere che avrò a cuore come i miei proprii gli affari più specialmente [...]
[...] riguardanti la Sicilia, questo collegio, la mia città natale e tutti i singoli miei concittadini (Grande acclamazione). Grato a voi tutti [...]
[...] dell'indulgenza con la quale m'avete ascoltato, io finisco invitandovi a sciogliere un triplice evviva. Viva l'Italia! (Scroscio d'applausi, grida di: Viva [...]
[...] . Erano venuti i rappresentanti di Giardona e Lisi, per concretare la lista degli uffici elettorali; frattanto si preparavano a partire coloro cui [...]
[...] toccava andare a vigilare nelle sezioni rurali. A mezzanotte arrivò il principe. L'adunanza si protrasse fino alle due, quando partirono le prime [...]
[...] !...» rispondevano i suoi fautori nel tripudio della vittoria già assicurata. A palazzo, verso il tramonto, arrivarono i primi telegrammi delle sezioni [...]
[...] ; poi Giardona con 4914; il radicale Marcenò restava fuori con 3309; Lisi precipitava con meno di 3000 voti; gli altri erano tutti a distanza di [...]
[...] migliaia di voti, con 2000, con 1000 appena. Giulente non ne aveva più di 700! Era notte alta, ma il palazzo Francalanza, illuminato a giorno [...]
[...] , risplendeva, da tutte le finestre. Una folla sterminata traeva a congratularsi col «primo eletto del popolo»; per le scale era un brusìo incessante [...]
[...] ; nelle sale non si respirava. Consalvo, raggiante, circolava a stento in mezzo alla folla compatta, afferrava tutte le mani, si stringeva [...]
[...] addosso a tutte le persone, guarito interamente, come per incanto, dalla manìa dell'isolamento e dei contagi, nella pazza gioia del magnifico trionfo [...]
[...] , furoreggiava: Evviva il principino Che paga a tutti il vino; Evviva Francalanza Che a tutti empie la panza. Gruppi di ubbriachi gridavano [...]
[...] gente che veniva a congratularsi: una processione incessante dalle dieci del mattino a 661 mezzanotte, con appena due ore di sosta per la [...]
[...] spalle. - È contenta Vostra Eccellenza dei risultati? - gli domandò Consalvo. Ma il vecchio, quantunque avesse raccomandato a tutti il nipote perchè [...]
[...] .... Egli piaggiava un poco lo zio, del quale aspettava adesso l'eredità. A Roma avrebbe avuto bisogno di denari, di molti denari; quanto più ricco [...]
[...] : a chi avrebbe dovuto lasciare la sua sostanza, se non all'erede del nome degli Uzeda? Ai figli di Teresa, forse? Lasciata la casa dello zio [...]
[...] , egli andò dalla sorella. Se doveva esser grato a costei per la generosità con la 662 quale ella lo aveva trattato al tempo della morte del [...]
[...] tuttavia, e trovò la vecchia duchessa con Padre Gentile. - Teresa è andata a Belpasso a visitare la Serva di Dio.... sai bene, quella contadinella [...]
[...] dei miracoli.... Monsignor Vescovo non ha permesso a nessuno questo genere di visite; ha fatto un'eccezione solo per tua sorella.... - La santità [...]
[...] atto di ringraziamento, come per una cortesia detta a stesso. - E quando tornerà? - Stasera, certo. - Monsignore, - continuava a spiegare il [...]
[...] giovane signora la distinguono fra tutte.... La conversazione, sempre sullo stesso soggetto, continuava fra il gesuita a la duchessa. Consalvo, visto sul [...]
[...] représentés, et devant notre vénéré «pasteur père et chef spirituel, moi, délégué a cet effet, «je déclare formée la province chrétienne du.... sous [...]
[...] coeur de l'homme....» Contenendo a fatica il sorriso, Consalvo sorse in piedi. - Non sai che Ferdinanda sta male? - gli disse la duchessa. - Che ha [...]
[...] ? - Un'infreddatura. Ma alla sua età tutto può esser grave.... Perchè non vai a trovarla? Egli ascoltò il consiglio. Anche da quella parte poteva [...]
[...] venirgli qualcosa, un mezzo milioncino. Se egli fosse stato più accorto, avrebbe preso con le buone la vecchia, senza rinunziare, beninteso, a [...]
[...] bambino, a veder gli stemmi, a udire le storie dei Vicerè, ad abbeverarsi d'albagia aristocratica, un muto sorriso gli spuntò sulle labbra. Se [...]
[...] dell'infermità temperava i suoi bollori. E Consalvo veniva a trovarla; dunque s'umiliava, le dava questa soddisfazione negatale per tanto tempo. Poi [...]
[...] stava poco bene a momenti, in casa Radalì.... Sa che mia sorella è andata oggi a vedere la Serva di Dio, quella di cui si narrano tante cose? È [...]
[...] andata col Vicario, lei solamente ha avuto il permesso. Pare che sia un favore insigne.... Vostra Eccellenza crede a tutto ciò che si narra? 665 [...]
[...] Non ebbe risposta. Pure continuò a parlare, comprendendo che alla vecchia doveva far piacere udir chiacchiere e notizie, vedersi qualcuno vicino [...]
[...] !... Razza degenere! La botta era diretta anche a lui. Consalvo tacque un poco, a capo chino, ma con un sorriso di beffa sulle labbra, poichè la vecchia [...]
[...] nuovamente alla testa del paese... Forse le duole il mezzo col quale questo risultato si è raggiunto.... Creda che duole a me prima che a lei.... Ma noi [...]
[...] più apparente che reale. Anche i Vicerè d'un tempo dovevano propiziarsi la folla; se no, erano ambasciatori che andavano a reclamare in Spagna, che [...]
[...] che Augusto, nei giorni dei comizii, distribuiva mille sesterzii a testa alle tribù di cui faceva parte, perchè non prendessero nulla dai [...]
[...] per più di cento anni.... Di qui a ottant'anni, Vostra Eccellenza riconoscerebbe dunque come legittimi anche i Savoia.... Certo, la monarchia [...]
[...] del Mugnòs?... - continuava Consalvo. - Orbene, imaginiamo che quello storico sia ancora in vita, e voglia mettere a giorno il suo Teatro [...]
[...] di Roma et in prosieguo....» - Egli tacque un poco, chiudendo gli occhi: si vedeva già al banco dei ministri, a Montecitorio; poi riprese: - Questo [...]
[...] ? La vecchia non rispose. - Fisicamente, sì; il nostro sangue è impoverito; eppure ciò non impedisce a molti dei nostri di arrivare sani e vegeti [...]
[...] condannare a morte.... Vostra Eccellenza vede che per qualche riguardo è bene che i tempi siano mutati!... E rammenti la fellonia dei figli di Artale III [...]
[...] disprezzò come un servo e adesso è tutta una cosa con lui, fino al punto di far la guerra a me e da spingerlo al ridicolo del fiasco elettorale! Guardiamo [...]
[...] piante cresciute a modo loro; tanto che ormai non si distingueva nè pure più l'antico disegno delle aiuole. I cespugli de' rosai, sviluppati come [...]
[...] rachitici e nani: le cicorie spigate ombravano i cespugli, formati rasente il suolo dalle fogliuzze a cuore delle viole, qualche stelo di vainiglia [...]
[...] vegetazione dei nostri paesi. Sul muro dirimpetto abbarbicavasi un gran velo d'edera, pittoresca tappezzeria dal fondo oscuro, in mezzo a cui dei tralci [...]
[...] nuovi, chiari fino alla sfumatura più tenera del verde, spiccavano come fregi. Dietro quel muro a pena alto due metri, era una fila d'altri [...]
[...] piccoli orti, da' quali facevan capolino i mazzetti rosei di qualche oleandro, e la chioma a fini frastagli d'una acacia: breve sfondo circoscritto [...]
[...] melanconica visione. 3 La stanza mobiliata a pianterreno, che guardava su questo giardinetto, somigliava a una delle tante che le [...]
[...] affittacamere sogliono offrire ai loro inquilini; col letto di ferro a un posto senza baldacchino, un vecchio canapè dalla tinta incerta, l'armadio di noce [...]
[...] a specchio eguale al cassettone, un tavolino, delle sedie e un'unica poltrona: tutta roba senza carattere, senza valore, senza ricordi, dove la [...]
[...] impressione su suor Istituta, la prima volta ch'ella vi penetrò: forse perchè la suora di San Vincenzo di Paola era avvezza a luoghi ancora [...]
[...] dato l'indirizzo d'una strada e d'una casa, 4 senza nominar nessuno. C'era da far delle nottate a un infermo: ecco tutto quel che sapeva suor [...]
[...] Istituta; né la malattia, nè il sesso di quest'infermo; non toccava a lei l'ingerirsene. A lei doveva bastare il pensiero che una creatura di Dio [...]
[...] la chiamava il dovere. A pena mise piede nell'ingresso della casa mobiliata, una zaffata d'acido fenico le riempì le nari e la gola; ma era un [...]
[...] come a bordo, per non far rumore, aprì la porta alla monaca e la fece entrare, senza profferir parola. La stanza era immersa in una mezz'ombra [...]
[...] fantastica: da che la lampada da notte, posata a terra in un angolo, concentrava tutta la sua luce in quell'unico punto, dove un fascio d'armi [...]
[...] , con medicine e 6 cordiali, e si sparpagliavano cartine di polveri biancastre mezzo aperte. Osservò tutto attentamente, e più a lungo d'ogni [...]
[...] l'ordinanza, raffrenando la propria voce, come chi osi toccare a pena uno strumento troppo sonoro. In quel punto l'infermo si mosse con un 7 mugolío [...]
[...] doloroso, quasi infantile; tentò invano di rivoltarsi, e con uno scoppio di voce soffocata, gridò: - Pronti a virare! - poi di lì a un poco [...]
[...] - Contro braccia a prora! - e ancora: - Ammaina le gabbie! - Delirava sognando certo una burrasca; e cominciò a smaniare. A questo rumore accorse la [...]
[...] delle mani, la sua loquacità d'una straordinaria espansione. 8 In pochi minuti la grossa femmina rovesciò a mo' di confidenze, più sottovoce che [...]
[...] agl'inquilini, ma perchè le case ristrette non sono adatte a certe malattie. Questo povero figliuolo si capiva subito che covava qualcosa di brutto [...]
[...] .... Arrivò bianco come un cencio di bucato, con gli occhi 9 stralunati. Che cosa avesse, Dio lo sa. Basta; la disgrazia è toccata a me, e da una [...]
[...] preme più del mangiare. - Senza lasciare che suor Istituta mettesse una parola nel discorso, la padrona seguitò a chiacchierar fitto fitto [...]
[...] affari, poveretto, perchè subito era ritornato via, promettendo di venire a pena poteva, e raccomandava che avesse avuto cura del malato lei [...]
[...] , la signora Carmela. Ma, intanto, come far così sola? Come poteva rimediare a ogni cosa? - 10 E concluse: - Non ostante quest'apparenza grassa, in [...]
[...] - viene due volte al giorno - mi son determinata a far chiamare lei che mi levi da questo gran pensiero; tanto più che questo povero signore mi passa [...]
[...] invitò la suora a passar di là, se aveva bisogno di cenare, e a non far complimenti, se non voleva proprio che se ne avesse a male, come d'una [...]
[...] certa insistenza nella voce umile, soggiunse: - Lei, signora, vada, vada pure a letto, e non abbia alcuna pena: col malato ci sto io, ora [...]
[...] responsabilità; e fino a tanto che non guarisca... o non muoia, mi appartiene. - Dopo un'ultima scarica di frasi, d'occhiate, di gesti, la padrona di [...]
[...] casa si ritirò finalmente. L'infermo, che in quel frattempo erasi assopito, tornò di nuovo a lamentarsi. Allora suor Istituta, guardato un oriolino [...]
[...] . Cominciava la veglia. 13 Seduta sur una poltroncina bassa, in disparte, d'onde alzavasi a quando a quando per apprestar qualche farmaco o dare un [...]
[...] piccole dita, gli acini della Corona di fruttiglia che le pendeva a fianco. Pregava per una pia abitudine, come chi ha sempre le stesse parole in [...]
[...] con la mano destra che agitava blandemente, in misura, una fogliona ovale di palmizio, a mo' di ventaglio, su 'l viso cocente del malato; e dalla [...]
[...] finestra socchiusa s'udiva soltanto venire a tratti un lievissimo fruscio d'aria mossa o d'insetti tra le fronde inselvatichite 14 del piccolo [...]
[...] giardino; ma subito tornava a regnare più che mai grave il silenzio. — Il mare è d'argento! — balbettò l'infermo — Incantevole!... Un quarto [...]
[...] mio! Qui, qui — e stendeva le braccia tremanti come a chiamar qualcuno su 'l suo petto. Suor Istituta rimase a mezzo d'un'avemaria, che quasi [...]
[...] subito riprese a recitare. - Oh, guarda.... gli albatri.... su l'acqua.... Par che dormano.... E sospirò: - Dormire!... — quasi che l'idea del sonno [...]
[...] gli apparisse come un bene supremo, forse l'unico rimedio per non più pensare, per non più patire. La suora seguitava a sgranar lento il [...]
[...] rosario; 15 il marinaro seguitava a sventolare: tutti e due dolcemente, tacitamente, errando chi sa dove col pensiero. Il malato a momenti s'assopiva [...]
[...] , a momenti vaneggiava, ricordando con frasi incoerenti e tronche qualcuno de' paesi da lui visitati ne' lontani viaggi, e un suo amore, che [...]
[...] di dolore, passò molta parte della notte. A un tratto, l'infermo, allontanando con 16 violenza le coltri di su 'l petto, prese a dire [...]
[...] , dove le ombre erano scomparse, e la lampada s'affievoliva, 17 gettando a pena a canto a sè un riflesso giallastro su le lame delle lance e [...]
[...] cera del malato: il quale tornò anche questa volta a richiuder subito gli occhi, come sotto un'impressione di pena. Forse quella pietosa mano [...]
[...] meno, era quasi sempre oltre i quaranta gradi, non ostante i rimedi del medico curante e d'altri dottori chiamati ogni giorno a consulto: così [...]
[...] gonfie e scure, dentro cui appariva tutta nera la sega dei denti: un sudor gommoso gli attaccava a ciocche compatte i capelli scomposti su la [...]
[...] a quella povera bocca arsa di moribondo, per assicurarsi ch'ei respirava ancora... Con un muto segno di gioia, subito dopo, volgendosi verso [...]
[...] la suora, accennava di sì; ed ella rispondeva 19 a quel cenno con un pallido sorriso, come per dire: - Non morrà, non dubitare; lo salvo io. II [...]
[...] . Erano ormai parecchi giorni da che suor Istituta vegliava a quel capezzale, udendo a tratto a tratto la bella voce vibrata e profonda [...]
[...] dell'ufficiale favellar di cose a lei affatto sconosciute: certe cose che le mettevano strani fremiti nelle membra verginali e abbarbaglianti miraggi [...]
[...] pendeva a un tempo estatica e sgomenta. Egli ricordava dèi d'oro e d'argento con lunghe corna e innumerevoli braccia; giardini 20 dove le piante [...]
[...] spaventevoli idoli s'agitavano minacciose nel vuoto; e femmine vestite di bianco e di scarlatto, e sacerdoti gialli, con abiti disegnati a draghi, con [...]
[...] di superstiziosa paura, affrettandosi a balbettar avemarie, quasi scongiuri contro il demonio, che parea la tentasse; e si raccomandava, si [...]
[...] raccomandava a tutti i santi più potenti del paradiso cristiano, a fine d'esser liberata dalle immagini mostruose e curiose che ormai le [...]
[...] consacrata a Dio! Rivolta in disparte, per non farsi vedere, si faceva ogni momento de' piccoli e rapidi segni di croce, per cacciare via le [...]
[...] specchio dell'armadio, su la stessa poltrona bassa e nascosta dov'ella pregava e sognava, dovunque; ma, più che in ogni altro luogo, a quel [...]
[...] , impossibile a eliminarsi, a scacciarsi: come la fatalità. Una notte la febbre ascese a quarantun grado. Il medico, se n'era andato scrollando [...]
[...] il capo, come chi ormai si rassegna a non più lottare con una forza invincibile; e uscendo aveva pronunziata la solita frase sacramentale, il più [...]
[...] oscuro de' responsi sfingeschi della 23 scienza: - Fin che c'è fiato, c'è speranza - la qual cosa vale a significare, per le persone assistenti [...]
[...] , gli colava da un angolo della bocca su la guancia, e andava giù a bagnar il cuscino. Ritta in mezzo alla camera, con le mani giunte e le dita [...]
[...] intrecciate, suor Istituta era rimasta come pietrificata. Dal piccolo giardino veniva per la finestra socchiusa un'aria afosa e snervante; s'udiva a [...]
[...] la fissò con l'incertezza d'un fanciullo che non sa s'ei faccia bene o male a dir di sì. Ella riprese: - Forse si potrà. salvarlo. Allora tutti [...]
[...] e due corsero di là dalla signora Carmela, a prendere una grande tinozza di zinco, in disuso da un pezzo, e la trascinarono nella stanza del [...]
[...] secchie, in brocche, in pentole, in quanti recipienti, anche più piccoli, venivan loro sotto le mani. Per quanto suor Istituta abbadasse a [...]
[...] versarsi a dosso meno acqua che poteva, a poco a poco la sua gonnelluccia azzurro cupa fu intrisa, e le s'appiccicava dinanzi modellandole le [...]
[...] nella sua piena vigoria giovenile, s'erano a punti smarrite, per lo smagrimento cagionato dalle sofferenze; le clavicole, le costole, i fianchi [...]
[...] tanto un ordine breve, un consiglio sottovoce, a deporre l'infermo nell'acqua; e soltanto quando gli ebbe adagiata la testa cadente sur un cuscino [...]
[...] appeso da capo alla tinozza, pensò a tirare a sè un asciugamano 27 buttato lì accosto sopra una sedia e, pudicamente, come una delle tre donne [...]
[...] del Calvario, l'appuntò sui fianchi del giovane; poi s'inginocchiò vicino a lui, e tenendo la propria mano nel bagno, ne regolava i gradi del [...]
[...] anche un po' di forza sembrava tornar nelle membra all'infermo, avvivato da sempre più frequenti sorsi di marsala. Quando di lì a due ore il [...]
[...] strumento, poi il vetro degli occhiali, perchè il brav'uomo non credeva a sè stesso. Allora suor Istituta, con la sua vocina da preghiera [...]
[...] della scienza tornò a esaminare l'epidermide dell'ufficiale; ascoltò la respirazione di lui, un po' grossa, ma regolare; e dopo ch'ebbe scritta [...]
[...] qualche altra ricetta, che l'ordinanza corse subito a spedire in farmacia, sentenziò: - L'avevo detto... Fin che c'è fiato c'è speranza. Non sarà [...]
[...] d'atonia per ore e ore, con le pupille vitree fisse dinanzi a sè nel vuoto, con le braccia abbandonate lungo il corpo su le coltri, mentre le mani [...]
[...] magre e ceree a tratto a tratto gli si contraevano con brevi moti convulsi. In queste ore egli prendeva macchinalmente qualunque cosa gli si [...]
[...] volontà di far quattro chiacchiere. La cornetta candida s'agitava negando indulgentemente: ci vuol pazienza, si sa; bisogna offrire a nostro [...]
[...] queste frasi d'umiltà e di rassegnazione un po' rapidamente, a mezza voce, come ripetendo a sé stessa una giaculatoria, che fosse il ritornello [...]
[...] disse: - Ma che lei pretenda di schiaffarmi in paradiso per forza, è troppo! - A mano a mano che la convalescenza progrediva, il giovane [...]
[...] mostravasi più nervoso e irascibile; a segno che in certi momenti trattava quasi con egual severità il suo soldato e l'infermiera. In vece, certe sere [...]
[...] , quando aveva molto dormito in giornata, di quel sonno riparatore delle forze ch'è tanto necessario a chi esce da una grave e penosa malattia [...]
[...] , egli si sedeva su 'l letto, con una pila di cuscini dietro le spalle, e raccontava lentamente qualche episodio marinaresco occorsi a lui o a [...]
[...] suora, a poco a poco si delineavano nitide e si fissavano nella mente di lei, ormai avida di novità, formate, colorite e chi sa quanto abbellite [...]
[...] chiamata e bramata nella crisi del male. A suor Istituta, che sedeva, immota, accanto al suo letto, egli non parlava d'idoli orrendi; ma ora soleva [...]
[...] descrivere un lume di luna sotto l'equatore, somigliante a un meriggio mitemente roseo, nella cui luce diafana disegnavasi qualche pagoda dalle [...]
[...] , lampade d'oro massiccio in forma d'uccelli e di pesci; in fondo s'ergevano schiere d'idoli circondati di simboli ignoti, a' cui piedi era sparsa [...]
[...] scolpito a bassorilievo. Là giù, le fronde a mazzi cresputi s'alzano come pennacchi o si piegano ondulando con languido ritmo alla brezza marina. E [...]
[...] cabina di bordo. Si sarebbe detto che tutta la pioggia, la quale da tre mesi non cadeva, si fosse rovesciata a torrenti straripanti su'l piccolo [...]
[...] , e mugghiò un tuono che parve una cannonata sparata lì accosto... Con un piccolo grido e un involontario balzo a dietro, suor Istituta, colta di [...]
[...] soggiunse continuando a ridere: - Ha paura che il diavolo si presenti da vero? - Ella ebbe un brivido per tutto il corpo; un brivido che le [...]
[...] stesso un segno di croce, svincolando la sua mano dalla mano virile che la premeva, corse a riaccender la candela e a chiudere le invetriate [...]
[...] piedi e correndo a buttarsi al collo della signora. - Come stai? Come ti senti? - chiese ella con un sorriso più leggiadro che commosso. 42 Ei la [...]
[...] a capo basso, in silenzio; e, quando furono fuori della stanza, i loro sguardi pieni d'una tristezza indicibile, s'incontrarono, come forse [...]
[...] architettonico - fosse molto grande e soleggiato, la portineria, situata su 'l cortile, era angusta e quasi buia: un'unica stanza, il cui uscio a vetri [...]
[...] rimaneva sempre aperto, lasciando intravedere un tavolinuccio dov'era posata una macchinetta da cucire, di quelle a mano, le meno costose, e [...]
[...] . Dietro un paravento vecchio, ormai incolore, stava il letto matrimoniale a panchette, che aveva a capo un'immagine della Madonna Addolorata [...]
[...] subito su l'uscio a vetri la portinaia, levando la testa a domandare che cosa volesse da lei chi l'aveva chiamata. Tutti gl'inquilini la [...]
[...] buscarsi qualche soldo, bastandole a pena le quindici lire mensili che le passava il padrone dello stabile, a comprare il pane per sè e per i [...]
[...] suoi bimbi, tutti e tre piccini come le dita. 47 A rivestire quegli innocenti ci pensavano le famiglie del secondo e del terzo piano, che di [...]
[...] gran drogheria, i cui numerosi clienti all'ingrosso non lesinavan la mancia a chi portava loro il genere; e di sera ei s'industriava anche a sonar [...]
[...] il clarino in un teatro di quart'ordine, dove gli spettacoli si succedevano senza interruzione. Ma fu, a punto, nell'uscire accaldato dal teatro [...]
[...] , che una bella notte il poveraccio prese il 48 malanno destinato a portarlo sotto terra. Gli venne la tosse, avvertimento a cui non diede [...]
[...] retta: quella certa tosse secca, ostinata, la quale fa poco rumore, ma rintrona, a ogni colpo, nel petto, come una martellata sorda, sgretolante [...]
[...] quell'inutile consiglio era dato senza convinzione; e a punto perchè c'eran di mezzo tre creature, si strapazzava seguitando il doppio mestiere, con [...]
[...] panno scuro, liso, è vero, al colletto e a' gomiti, a forza d'aver servito, ma ancora decente, e se non altro da galantuomo libero, diceva il [...]
[...] facchino, a lui sembrava di doventare a dirittura un altro. A pena entrato nell'atmosfera tepida del teatro, nella luce viva delle lampade a gaz [...]
[...] scintillanti in circolo come globi d'oro, dal suo modesto posto d'orchestra, prima di sedersi, egli volgeva intorno uno sguardo soddisfatto, a [...]
[...] osservare i filari della platea, che si popolavano a mano a mano di visi aspettanti, tutti rivolti verso la parte dov'era lui, e i palchi che [...]
[...] lì per assistere a uno spettacolo dove egli avea parte; poi sfogliava, su 'l leggio che gli stava davanti, le pagine manoscritte della musica, in [...]
[...] quelle ore egli era un artista. La prima sera che rimase a casa, in portineria, passeggiò su e giù, giù e su, un pezzo, dal paravento al camino [...]
[...] sostituito era, secondo lui, un buono a nulla, senza sentimento, senza passione... Bella figura ci avrebbe fatta! Maledetta la tosse! E la tosse [...]
[...] intanto lo straziava, inacerbita da un nodo alla gola, che il malato 51 manco a sè stesso confessava ch'era di lacrime. Così il disgraziato disse [...]
[...] addio all'arte; e trascinò per dell'altro tempo la fatica della drogheria. Ma le gambe gli tremavano sotto; ansimava a far le scale; soffriva dei [...]
[...] te lo aver a male, Peppe, ma tu hai bisogno di riguardi, e il servizio del mio negozio non fa più per te. - Il facchino si levava il berretto e [...]
[...] si grattava la testa, non osando rispondere, a fin di trattenere un colpo di tosse che avrebbe annientata ogni sua denegazione: e faceva uno 52 [...]
[...] , s'era buttato a sedere su la bilancia, sfinito, il principale, nel passargli accanto, si fermò a parlar con lui della sua salute. Si vedeva [...]
[...] ch'era determinato di non più tenerlo. Quel tisico, oltre a non servirlo ora come prima, gli faceva pena e disgusto insieme; gli metteva il [...]
[...] malumore a dosso con quella faccia pallida dal naso affilato, gli orecchi cerei, come allungati, e le occhiaie livide; con quell'avanzo di voce rauca [...]
[...] e cavernosa, a scatti. - Mi rincresce, Peppe - disse il droghiere - ma così la non può durare. Più qua, col tempo, non dico di no, se tu starai [...]
[...] meglio, ti potrò ripigliare; ma, ora com'ora, tu lo vedi da te, mio caro. O perchè non te ne stai un 53 po' nella tua portineria, tranquillo, a [...]
[...] poderose nelle tasche, dinanzi a lui, scheletro affannato; e una semplice domanda d'una logica crudele e stringente fu la risposta: - Bastano [...]
[...] licenziato, aveva rivolta l'identica interrogazione a sè medesimo. Il principale si strinse nelle spalle, dondolandosi come uno cui non riesca di [...]
[...] - c'è poco da star a tavola; ma con qualche mezzo servizio che faccia tua moglie nel casamento, con qualche commissione fuori che potrai far tu [...]
[...] capì che l'insistere era inutile. Anche lì era finito; pazienza. Ebbe la visione netta, inesorabile della morte che gli si avvicinava a passi [...]
[...] regalía, tanto per farlo andare a casa contento; questo voleva darsi a credere il droghiere, per isgombrar dalla propria coscienza qualche [...]
[...] del negozio, dopo essersi ancora voltato a salutare e a guardar tutti e tutto, impiegati, banco e merci accatastate, presago che quelle persone [...]
[...] fu in casa, alla moglie paurosamente meravigliata di vederlo tornare a quell'ora insolita, consegnò il biglietto da cento lire. - Che vuol dire [...]
[...] gli occhi. Che cosa gli frullasse per il capo in quelle giornate eterne, nelle quali soltanto la tosse, a colpi più duri e sconquassanti, gli [...]
[...] faceva compagnia, nessuno de' suoi pensava certo a domandarglielo. La Lucia, che non poteva ormai nè pure metter due punti a macchina, perchè [...]
[...] quel rumore, come di telegrafo, urtava i nervi all'ammalato, stava fuori quasi tutta la giornata, o a sfaccendare presso gl'inquilini o a comprar [...]
[...] loro della roba qua e là nelle botteghe vicine, o anche in cortile a lavar bucati. Non cantava più la Lucia, s'intende. Non si udiva altro che [...]
[...] , ridevano, si bisticciavano fra loro. Alla Marietta, che aveva sei anni, petulante e pronta a piagnucolare, come tutte le femmine, per un nonnulla [...]
[...] , bastava che Checco, l'ultimo di que' bambini, il quale contava poco più di quattro anni, s'ostinasse a ottener da lei un sasso, una scatola da [...]
[...] maggiore, Santino, che con la sua vocina d'angelo serio, faceva intender ragione a tutti e due, e spiegava loro come dovessero star zitti e [...]
[...] domanda inutile, come son soliti farne i piccini, la moglie che battesse un po' più forte i panni su 'l lavatoio, bastavano a mettergli un diavolo [...]
[...] donne popolane dabbene, sollevava il pensiero a quell'Addolorata, la cui immagine stava presente nel suo tugurio, e la pregava in cuor suo di [...]
[...] tutto. Soltanto quando uno è proprio morto e seppellito, non c'è più rimedio. Badava, dunque, a chiedere la grazia, una grazia vaga. e [...]
[...] mitezza, a mezza voce, non già per iscusarsi col malato, ma per dargli ragione, per dirgli che ci voleva pazienza, e altre buone parole [...]
[...] consimili, considerando, nel suo strazio, che a lui la materassa pareva più dura di prima, perchè il corpo gli si era scarnito; ch'ei sentiva troppo [...]
[...] , Madonna Santa! Il peggio fu quando il tisico, giunto proprio agli estremi, si mise a letto per non più rialzarsi. Essendo insofferente d'ogni [...]
[...] fastidio, i bimbi dovettero essere coricati, la notte, chi su la cassapanca, chi sur una sedia, pure di non farli stare vicini a lui. - Lèvameli di [...]
[...] lì - diceva egli alla moglie - tanto, devo avvezzarmi a non li veder più! Quanto a denari, il foglio delle cento lire era finito da un pezzo [...]
[...] . Allora la Lucia, facendo, come si suol dire, un passo avanti e due a dietro, fu costretta a ricorrere parecchie volte al droghiere, per [...]
[...] principale di suo marito insediato dietro il casotto a cristalli spoliti dove teneva la cassa. Il grosso industriale, intento com'era ad allinear cifre [...]
[...] , a monosillabi più che altro, a grugniti, i quali avrebbero dovuto significare il rincrescimento del padrone, che riconosceva d'aver perduto un [...]
[...] via a scoppiare in singhiozzi su la strada; si mise a camminare rasente i muri per non cadere e si coprì il viso con la pezzuola colorata, già [...]
[...] contro un bicchiere, per chiamar Santino, che si gingillava davanti all'uscio, non andando più a scuola, a fine di assistere il padre quando la [...]
[...] , sollevando a pena una mano. Santino gli porse il bicchiere; il padre voltò il viso dalla parte opposta, dispettosamente. — No.. no.... dammi [...]
[...] .... - ripeteva inquietandosi. 65 Santino corse al camino, a prendervi la tazza del brodo, che stava lì in caldo. Chi sa, forse il babbo si sentiva bisogno [...]
[...] ; e verso l'alba spirò, senza aver pronunciato altre parole. Dopo che Peppe fu andato a riposar sotto terra, nel campo comune, la sua famigliuola [...]
[...] ebbe come un inconscio sollievo. Il padrone dello stabile aveva fatto ripulire la portineria, 67 e dare a dirittura tre mani di bianco alla [...]
[...] materassa del letto era stata ribattuta; rifoderato il coltrone, ch'era tutto macchiato di unto e di medicinali; e la Lucia aveva ripreso a [...]
[...] baccano: massime quando scendevan pure i ragazzi del secondo e del terzo piano, che a tempo del malato avevano avuto la proibizione di metterci [...]
[...] corda stessa e nella destra una canna a cui era annodato un nastro simulante la frusta, guidava; e lì, trottate, scalmanate a più non posso, fra [...]
[...] grida e incitamenti del cocchiere e urlacci de' cavalli scappanti. In tanto un gruppo di maschietti più piccoli giocava a palla, con la [...]
[...] smania di raggiungere i vetri del primo piano: per quel desiderio innato nei fanciulli d'esser nocivi a qualcuno, di distruggere qualcosa. In un [...]
[...] quasi tutti noi ricordiamo con maggior compiacimento via via che gli anni trascorrono. Ci voleva, dopo, del buono e del bello a far rincasare [...]
[...] metteva poco a strillar più forte di tutte: - Vienite o non vienite su, figli di cani? - Di dentro casa, i padroni ridevano, senza aversi a [...]
[...] male del curioso appellativo che l'ottima ragazza affibbiava a tutti indistintamente. Santino, se bene vispo anche lui a suo tempo, era l'unico che [...]
[...] alla tavola dove sua madre cuciva a macchina, egli, con davanti il quaderno a righe azzurrognole, faceva da bravo il suo còmpito, ripetendo [...]
[...] . Sembrava che in quei momenti il fanciullo non udisse lo schiamazzo de' compagni in torno a lui; e quando quella pettegola della Marietta entrava [...]
[...] come un fulmine in portineria a cercarvi qualcosa, o pure Checco, andato a gambe all'aria a un urto de' più grandicelli, ricorreva alla mamma con [...]
[...] campi! - soleva dir la Lucia se parlava della saviezza del suo bimbo maggiore, seguendo quella curiosa credenza popolare, la quale tenderebbe a [...]
[...] persuaderci, che le creature buone e intelligenti non sono destinate al nostro mondo tristo. Oltre a essere ubbidiente, Santino era anche di una [...]
[...] certa utilità a sua madre. Parecchie spesucce correva già a farle lui; e bisognava vedere come gli tornavano sempre i conti. 71 Poi sapeva [...]
[...] spazzar bene la stanza, cansando pianino il paravento; sapeva accendere il fuoco e mettere a scaldar l'acqua in pentola. Ma quel che più consolava la [...]
[...] 'l labbruccio inferiore, poi chiedeva sottovoce: - Le vorrai sempre bene a mamma, così?... - Il bimbo non fiatava: una piccola capata in su [...]
[...] , verso il viso materno era la tacita risposta. A volte si mettevano a ricordare insieme il povero babbo morto, tanto affezionato, tanto faticatore [...]
[...] , mente era sano; e Santino, serio, prometteva a sua madre di lavorare anche più del babbo, quando sarebbe stato grande; voleva scegliere un [...]
[...] mestiere che gli facesse portare a casa tanti soldi, tanti da comprar sempre il pane, il carbone, l'olio... Dopo ciò, madre e figlio andavano [...]
[...] anch'essi a letto: lei dalla parte della Marietta, lui da quella del fratellino, quieti. Un giorno il bimbo tornò a casa sbiancato; intanto che faceva [...]
[...] inghiottirne che due cucchiaiate, a forza. - Che hai? Che ti senti? - chiese Lucia. - Nulla, non ho fame. - Così dicendo il bimbo s'appoggiava su [...]
[...] , corsero in cortile a ruzzare, e il fratello maggiore andò a sedersi su le ginocchia della mamma. - Tu ti senti male, bambino! - esclamò la vedova [...]
[...] andare a letto. - 74 Quando si fu tutto raggomitolato sotto le coperte, chiese che gli si mettesse a dosso dell'altra roba: lo scialle vecchio della [...]
[...] tappeto che stava su la tavola da lavoro. Batteva i denti come uno nudo di gennaio, e tremava a vetta. Poi, di lì a un'ora, cominciò a buttar [...]
[...] madre, a ogni istante, gli posava la palma della mano su la fronte, tirandogli su i ricci, che dovevan dargli troppo caldo; poi stendeva il [...]
[...] braccio sotto le coltri e gli tastava il ventre e i piedi: scottavano... - Madonna! Madonna cara, che nottata! - badava a ripetere la vedova. Il [...]
[...] , colpito da un malaccio improvviso, violento; e piangeva a cald'occhi, pronta, magari, a sorridere fra le lacrime, se qualcuno, per farle coraggio [...]
[...] poveretta, scusandosi - lo so da me; ma bisogna considerare che io a' figliuoli darei l'anima; Santino poi, da che è morto suo padre, è stato tutta [...]
[...] 76 la mia consolazione... - e si rasciugava gli occhi, singhiozzando convulsamente. - Se vo' fate a coresto mo', ve lo dico io, vo' campate [...]
[...] alla Lucia, aumentò ancora. Il poverino era giunto a non pronunziar più parola; inconscio, mandava dei lievi gemiti inarticolati, quando la [...]
[...] madre, per levarlo dal sudore che gl'inzuppava la camicia e i lenzuoli, lo sollevava a pena a pena, con ogni precauzione, passandogli sotto il corpo [...]
[...] vedendo più nulla, avesse potuto anche non più pensare. - Per quanto vo' vi stilliate i 'ccervello, e' vi ci vor pazienza - le tornava a dir [...]
[...] l'Adele cercando di persuaderla. - Cor i' ddestino glien'è un cattio combattere! - E anche le altre donne del vicinato badavano a ripeterglielo: ci [...]
[...] in croce dalle disgrazie più tremende? Se le fosse mancato anche l'ultimo boccon di pane, non le sarebbe importato: si va a parar mano per la [...]
[...] gli occhi bassi, dondolò un po' la persona elegante dinanzi a quella disperata; poi rispose in tono cortese: - Fate come vi pare; per me, però [...]
[...] , il quale avrebbe voluto a ogni costo veder il figliuolo consacrarsi alla carriera militare; l'unica, gridava il vecchio caparbio, fatta per [...]
[...] in pianterreni bui come sotterranei o su in vetta a squallide soffitte riarse dal sole, anzi che trattenersi in salotti fioriti, pieni di [...]
[...] signore ridenti, evitava quanto più poteva il suo malinconico dovere. Ciò non ostante, nella condotta affidata a lui, pochi ammalati se ne lagnavano [...]
[...] . Era buono con tutti; educato a segno di levarsi il cappello su la soglia di qualunque 81 tugurio, e dimostrava una certa simpatia per i [...]
[...] all'occhiello: a' suoi occhi i clienti non potevano esiger di più da lui. Lucia passò la notte più angosciata che mai; le pareva d'aver [...]
[...] conficcate nel cuore le sette spade della Madonna che stava a capo al suo letto. Cominciata a pena un'avemaria, la lasciava a mezzo, per tornar a [...]
[...] l'avemaria; ma un lamento del malato la faceva di nuovo correre a lui, pur troppo, a non far nulla per sollevarlo; e l'avemaria, sempre ricominciata [...]
[...] , non aveva mai fine. Così i minuti passavano lunghi come ore, e le ore come giornate; tanto che a' rintocchi 82 dell'orologio di Santa Caterina [...]
[...] ' le tenebre. Dopo le otto, principiò ad affacciarsi qualcuno a chieder notizie di Santino. Le notizie erano le solite: un febbrone da cavalli, e [...]
[...] lire; oltre di ciò per tenere il bambino coperto di ghiaccio da capo a' piedi, affinché l'eruzione sfoghi ben tutta, quando anche avrete [...]
[...] di suo marito, fingendo di non ravvisarla, le aveva mostrato chiaramente di non gradirla intorno a sè, Lucia non gli s'era più rivolta. Meglio [...]
[...] patir la fame, pensava, che andare a umiliarsi a certa gente; e giurava che sarebbe morta anzi che rimetter piede nella drogheria. Codesto [...]
[...] biancheria le restavano appena due paia di lenzuoli per cambiare 85 il letto: un paio a dosso, uno al fosso, come si suol dire; l'anello [...]
[...] soccorrerla in quei frangenti? Gl'inquilini facevano troppo a mandarle mattina e sera del brodo, carichi di figliuoli e non ricchi, com'erano. E [...]
[...] l'Adele, che aveva temuto qualcosa di peggio. E scese. 87 Allora Lucia, buttandosi a dosso lo scialle nero, prese la strada quasi di corsa [...]
[...] , senza nè anche veder la gente alla quale passava in mezzo. Quando fu a pochi passi dalla drogheria, le entrò la tremarella nelle gambe. Era più [...]
[...] d'un anno, ormai, ch'ella evitava anche di traversar quella via: e la grande insegna color di rame, a lettere cubitali gialle su l'alto della [...]
[...] bimbo maggiore, Santino, col vaiolo. Sta male... creda, male!... - - Mi dispiace - brontolò il droghiere, rimettendosi a vergar numeri. - Scusi [...]
[...] giorno. - L'uomo parve ancora più attento a' suoi registri; Lucia riprese: - Allora sono scappata da lei a pregarla per amor di Dio... - - A [...]
[...] - che lei si sacrifichi, sor Luigi, glie l'assicuro... Ma se mi facesse la carità di prestarmi qualcosa... glie la renderei... - - Già, a porta [...]
[...] famiglie degli altri. Ho le mie faccende, io, e a quelle devo pensare. - Così dicendo, fece con la destra un gesto risoluto di congedo; e tornò [...]
[...] a piegar la fronte rannuvolata su' suoi libri. La vedova lo guardava trasognata: un torpore del sangue, come un formicolío, le invase il corpo [...]
[...] , stizzito da quella noiosa insistenza; e soggiunse, come parlando tra sè: - Maledetto il buon cuore! Se a questa gentaglia si fa tanto di dare un [...]
[...] dito, vi piglia il braccio, vi piglia! - Lucia uscì. Come le gambe la ressero, camminò fino a casa, e si buttò su la sedia accosto al [...]
[...] la serva - tanto, la morte la ci ha a trovar vivi! - 92 Ma la vedova aveva un'espressione così angosciata e stralunata, che alla buona fiorentina [...]
[...] venne meno il coraggio di farle altre chiacchiere, fossero pure a fin di bene e per distrarla. L'aiutò, invece, a ripulire qualcosa - dove [...]
[...] 93 ancora più minacciosi, scrisse la domanda d'ammissione a San Francesco de' Poverelli. - Debbo avvisarvi - fece egli alla donna la quale [...]
[...] io che sono sua madre, posso andare a trovarlo?... - - Nessuno: è la regola. - Ella piegò più giù la testa su 'l petto, ammutolita, vinta. Più [...]
[...] , e se lo portò in braccio nella carrozzella che l'Adele era corsa a prendere. 94 Giunta alla porta dello spedale, mise in mano al vetturino le [...]
[...] d'ora per farsi trascinare fin là in carrozza, e poco men che due ore per andarci a piedi, anche camminando di buon passo. Ora, il maggior [...]
[...] dolore che lacerava il cuore di Lucia, da che non aveva più davanti a sè lo spettacolo del suo fanciullo in lotta con la morte, era di non potersi [...]
[...] recar tutti i giorni, a tutte l'ore, là dove egli stava rinserrato fra gente estranea, alla quale il poverino doveva pur essere indifferente come [...]
[...] chi 97 sa quante altre creature che soffrivano al par di lui, intorno a lui. - Come starà, in questo momento, Santino mio? - era la domanda [...]
[...] unica, insistente, fissa simile a un chiodo piantatosegli nel cervello, che la madre si rivolgeva, certe volte persino a voce alta, mentre, pallida [...]
[...] come un cadavere, con un tremor nello stomaco, invecchiata, consumata, tornava a lavorar come prima per gl'inquilini del casamento, correva a [...]
[...] comprar loro della roba, faceva de' bucati, in fine disbrigava tutte le solite faccende, tranne quella di cucire a macchina, che l'avrebbe tenuta [...]
[...] male, quando gli mutan la camicia! Chi sa se badano che il lenzuolo non gli s'aggrinzi sotto! Ci vuol così poco a impiagarsi! Brodo, ghiaccio, ne [...]
[...] avrà quanto n'ha di bisogno? Oh, Dio! oh, Dio mio! - Ma l'idea più orrenda di tutte, una vera follia che s'impossessava di lei a poco a poco a [...]
[...] abbandonata. Veniva il portalettere, veniva gente a chieder di questo o di quell'altro inquilino, e non c'era alcuno per rispondere. Lei si figurava il [...]
[...] brontolío dei casigliani, il malumore del padrone, se fosse giunto a saper la faccenda, e correva verso San Francesco de' Poverelli, correva col [...]
[...] si struggeva lì una mezz'ora, avvolgendosi e svolgendosi macchinalmente una punta del fazzoletto intorno a due o tre dita della mano. Il tempo [...]
[...] , si raccomandava a Gesù, alla Vergine, a tutti i santi e martiri benedetti... Stava su' carboni ardenti... Finalmente, qualcuno le si avvicinava a [...]
[...] volta, dissero a sua madre che il medico lo aveva messo a un quarto di vitto, poi a metà. Un'altra volta seppe che gli era stato permesso [...]
[...] d'alzarsi, e allora ebbe due terzi di vitto, non ostante che, a dar retta a lui, avrebbe mangiato anche il desinare del personale di servizio; tanto [...]
[...] era l'appetito che gli tornava con le forze. Lucia sorrideva, con gli occhi inondati di lagrime, a sentir tante cose consolanti, e se le [...]
[...] tardato a uscire. Quel giorno, prima di tornare a casa, la Lucia non seppe resistere al desiderio di fermarsi da 102 un merciaio che conosceva, a [...]
[...] pigliarsi quattro metri di frustagno marrone, per farne un vestitino nuovo a Santino. Fissò di pagarlo un tanto il mese. Ora che non aveva più [...]
[...] quartierino del palazzo una giovane sposa incinta, moglie d'un tenente, la quale voleva la Lucia a mezzo servizio, non facendo ella quasi niente da sè [...]
[...] Naldi, invitandoli a ritirare il fanciullo dallo spedale di San Francesco de' Poverelli. Era guarito. La vigilia del ritorno di lui, la madre [...]
[...] non 104 trovava il verso d'andare a letto: un'altra ferrata alla camicina con l'amido dal goletto lustro e interito; un'altra stiratina alle calze [...]
[...] a costole d'un color marrone scuro, compagne al vestito. A un tratto, fu bussato all'uscio: potevano esser le dodici. - Chi è? - fece la [...]
[...] Lucia, che non aspettava gente a quell'ora. - Son io, Trevisani: apri. - Era il tenente: l'inquilino nuovo. La portinaia gli aperse. Un bel giovane [...]
[...] accaduta qualche giorno avanti, Lucia non avrebbe saputo come fare a aiutarli, a incoraggiarli, perchè aveva ella medesima troppe pene sue. Ma [...]
[...] adesso, era tutt'altra cosa. L'idea d'abbracciare fra poche ore il suo Santino, il suo tesoro, le metteva a dosso un'energia singolare: vedeva ogni [...]
[...] dalla mezz'ombra in cui trovavasi l'ampio letto matrimoniale, e che pareva dare a quel viso pallido qualcosa di fantastico, sbarrava, spauriti [...]
[...] , gli occhi turchini, sforzandosi a sorridere, forse inconsciamente. - Ora rivedo Santino mio! Fra poco Santino mio è qui! - pensava la Lucia [...]
[...] , affaccendata in torno a quella povera giovane; e mentre le porgeva una tazza di brodo, fatto li per lì con dell'estratto di carne d'un vasetto dal [...]
[...] , bisognava che la Lucia ripensasse al dispiacere di que' poveri signori Trevisani, perchè lei, la madre felice, non si mettesse a canterellare [...]
[...] come a' suoi bei tempi, quando ancora non conosceva tribolazioni. Se Santino fosse rimasto in portineria, certo sarebbe morto come il padre. Povero [...]
[...] , povero Peppe! Poveri tutti, i morti, anime sante del Purgatorio! E la Lucia si commoveva d'una commozione indefinita, piena di dolcezza. A [...]
[...] giorno, appena vide aperta la finestra di cucina dei Lantoni, corse dall'Adele. - Abbiate pazienza - le disse: - il tenente m'è stato a tormentar [...]
[...] , figuratevi! ma, poveretta, è novellina, e sa ch'io me ne intendo. M'avreste dunque a fare un piacere, Adele. Andatemi a San Francesco de' Poverelli a [...]
[...] riprender Santino. Tanto, lui sta bene, grazie a Dio, e non ha bisogno di me. Anzi, me lo rivedo a casa tutt'a un tratto... - - Volentieri [...]
[...] , con l'àncora d'oro sui nastri che pendevano dietro. Svelta, la fiorentina camminò fino a piazza San Carlo, dove prese l'omnibus per via [...]
[...] ci voleva a pigliarsi quella creatura e a portarsela via? Se avevano scritto che Santino era ormai in piena salute, che allo spedale non poteva [...]
[...] che cosa era accaduto? Questo le stava a cuore. Poi, poi era accaduto che all'Adele avevan 111 presentato un bambino di circa cinque anni, che [...]
[...] ? - chiese il direttore, ch'era sopraggiunto in mezzo a questa discussione. - Io no, ecco! - dichiarò l'Adele - o come ho a fare a portar via uno [...]
[...] . - Ma la mattina di poi, a punto mentre ella si preparava a recarsi allo spedale, s'affacciò 113 alla portineria una femmina che teneva per mano [...]
[...] un ragazzino; e chiese di Lucia Naldi, quella che aveva un malato a San Francesco de' Poverelli. Il bimbo indossava il vestito color marrone [...]
[...] cucito a macchina, di sera, quando le fatiche diurne erano finite; portava le calzette a costola, il berretto con l'àncora. Ma il vestitino gli [...]
[...] malattia che cambia tutti. Gli è come se uno si mettesse una maschera, credete a me. - - Non può cambiare il sangue, la malattia! Questo bambino [...]
[...] nè anche mi conosce. Vieni qua, dimmi come ti chiami - fece la Lucia, attirando verso di sè il fanciullo, intento a fissar la stanza dove si [...]
[...] trovava con occhi attoniti, lustri fra la carne lustra, tuttora chiazzati 115 di rosso, e occupato, quando non fissava la stanza, a osservare [...]
[...] bambino alzò lo sguardo un po' selvaggio; poi lo tornò subito a chinare, e rimase muto. Allora la Lucia lo respinse dolcemente: - Non è il mio [...]
[...] ! - Non è il mio! - esclamò sicura - Riportatevelo pur via, chè oggi stesso vengo a pigliar Santino. - E siccome, a punto la Marietta e Checco [...]
[...] , facendo segno di no, col capo. 116 - Vedete? Vedete bene che non è il mio! - tornò a protestare la Lucia. L'infermiera insistè un altro poco [...]
[...] : - Arrivederci. - Lucia aveva la febbre a dosso. Saper guarito il suo Santino, saper di poterlo riabbracciare, e in tanto non averlo in casa! Lasciò [...]
[...] andar tutto, servizio, bucato: salì soltanto a scusarsi con la Trevisani: e partì. All'ospedale, le dissero che il direttore non c'era. Bisognava [...]
[...] sola, in una vasta camera dalle pareti nude, dipinte a stampino e scolorate. Di mobili, non altro che una vecchia scrivania di noce, ormai senza [...]
[...] macchie d'inchiostro. Davanti alla scrivania, dalla parte del muro, una poltrona, egualmente di noce, a guanciale di cuoio nero, fiancheggiata d'una [...]
[...] fila di sedie impagliate. A sinistra, uno scaffale ingombro di registri luridi, per gli anni e per la polvere. Non osando passeggiare, per il [...]
[...] timore di fare strepito e parer troppo ardita, la Lucia stava lì immobile. Non si metteva neanche a sedere per l'agitazione, per l'impazienza che [...]
[...] aveva 118 a dosso; quasi che lo star lì in piedi avesse sollecitato l'arrivo del direttore. Ogni rumore più lieve, venuto di fuori, la faceva [...]
[...] sgretolata, da cui sperava, a ogni istante, di veder comparire il suo bambino. Ma il tempo passava: nulla, nulla! Dopo un gran pezzo, che a lei [...]
[...] parve incalcolabile, l'uscio s'aperse a un signore di una cinquantina d'anni, alto, con in testa un cappello a cilindro, e tutt'insieme un [...]
[...] i gomiti su la tavola, mentre badava a stropicciarsi le mani all'altezza del viso, cominciò: - Mi rincresce di dovervi dare una cattiva notizia [...]
[...] . - Lucia lo fissava. D'un tratto, ebbe l'impressione d'una corrente fredda che l'avvolgesse tutta, e inghiottì a forza la saliva, che non le [...]
[...] ripulirle, e questo ha cagionato l'equivoco. Han posta la tabella d'un ammalato a capo al letto d'un altro... e... - Ella lo fissava sempre [...]
[...] con le labbra il movimento di chi parla, quasi avesse ripetuto a sè, in silenzio, ogni parola di lui, per meglio intenderla, per crederla [...]
[...] quarantott'ore per rimetter le cose a posto, e farvi avere un certificato di morte in regola. - 121 La donna pareva fulminata. Rimasta ritta [...]
[...] andarsene. Che cosa ci stava ormai a fare? Chi aspettava? 122 E s'avviò verso l'uscio, col desiderio intenso di ritrovarsi in casa sua, nel suo [...]
[...] , non volete esser de' nostri? - diss'ella, piegando sempre la testolina a mo' d'invito, con un bel sorriso che le scopriva una fila unita di denti [...]
[...] a smalto bianco. E allora, addio! - - Ma, benedetta figliuola, - ribatteva Giulio Sermanni - non capisci che abbiamo finito proprio in questo [...]
[...] , desiderosi di star tranquilli. Nel gabinetto a canto era già cominciato un baccano di voci e di risa da frastornare una caserma: baccano caratteristico [...]
[...] , in atto confidenziale, scrollò leggermente il capo. - Povera Matilde! - susurrò quasi a sè stesso. E voltandosi a' suoi commensali: - Chi [...]
[...] d'entrar nel campo del sentimento, non lo abbandonava a quel modo senza un po' di sfogo, e specialmente dopo aver sorbito qualche bicchierino di [...]
[...] vecchio palazzo a Porta Genova, e a traverso l'assito che ci separava ella poteva, osservando dalla mia parte, godersi lo spettacolo d'una [...]
[...] confusione di tele, di cartoni, di gessi, in mezzo ai quali io badavo a tirar giù alla brava pennellate e freghi di matita. Ma aveva altro da pensare [...]
[...] barlume fioco fioco da stanza mortuaria, indossava un vestito a quadrelli che nella notte le aveva servito da coperta, e, ancor tutt'assonnata [...]
[...] , bellissimi, ma che una volta acconciati non facevano più nessuna figura, perchè se li spartiva lisci lisci a sommo del capo, e se li fermava di dietro [...]
[...] , come stretti da una morsa, con un brutto pettihaccio sdentato. Terminata quest'acconciatura, ella si metteva a spazzar la camera, a spolverare i [...]
[...] specie di canile; poi, aperta la cassetta 130 del tavolino, prendeva da un foglio mezzo lacero un cucchiaio di caffè di ghiande, e lo metteva a [...]
[...] ragazza trottava lesta lesta verso il suo magazzino e fino a un'ora di notte era tutta una tirata di lavoro. Spesso, al suo ritorno [...]
[...] ! Bisognava sentir che teorie strampalate, che sublimi paradossi difesi a forza di pugni su' tavolini!... Basta, so che adesso darei molte opere [...]
[...] piano intirizzita dal freddo, e ravvolta in uno scialletto a maglia che a pena le copriva le braccia; ma era un amore con quel visino livido sotto [...]
[...] per le punture dell'ago e pe' geloni; era un amore tutta impacciata a dissimular sotto le gonnelle troppo corte i tronchi di certi stivaletti [...]
[...] larghi e sformati 132 dove il pieduccio le ballava; sìcche ci avevo preso gusto a fermarla. - Buona sera, come sta? Ha fatto tardi, eh? O non ha [...]
[...] paura a girar sola a quest'ora? - Quasi sempre le stesse domande e sempre le stesse risposte: - Grazie, sì, stava bene. No, paura no, perchè [...]
[...] sceglieva le strade con molti lampioni. Nel carnevale, si sa, c'era il lavoro a monti in magazzino, e non si poteva finir prima. Ma non era mica [...]
[...] stanca! Quando si fatica si dorme meglio, nevvero? Buona notte, grazie. - - Buona notte! - E, sorridendo, correva su tutta contenta di appendere a [...]
[...] un arpione lo scialletto a maglia e il cappello di paglia, e di mangiar finalmente quel po' di minestra su l'acqua che la mamma avea preparata [...]
[...] . Qualche sera, quando la porta di Matilde s'era già richiusa, io rientravo dietro a lei 133 zitto e cheto nella mia stanza, e mi godevo un [...]
[...] tavola, cenavano le due donne: la vecchia, faccia caratteristica della popolana dalle fattezze ruvide, accentuate, con una pezzuola di cotone a [...]
[...] fiorami gialli in testa, legata sotto il mento, e una a fiorami rossi incrociata su 'l seno, piegava il naso fin quasi al piatto, biasciando [...]
[...] di qualche tizzo acceso dentro un fornello di terra; a una parete era un'asse con 134 sopra un boccale e de' piatti sbocconcellati ma lucidi [...]
[...] , puliti; più là il letto, con a capo un gran ramo d'ulivo ombreggiante una Madonna di carta colorata e un quadretto nero con una medaglia al valor [...]
[...] diventata più stucca, più rigorosa che mai. E certe volte si metteva a descriver minutamente un abito che avea finito in giornata; era d'una [...]
[...] sospiro e l'altro la madre, scrollando la faccia ossuta. La ragazza terminava a dire: - Bisogna veder che vestito!... - E l'idea di quei monti [...]
[...] forte, l'antitesi più potente che si potesse opporre a quell'interno miserabile. Un giorno, il proprietario del nostro palazzo fece sloggiar le [...]
[...] ragazza, quando caricavan la roba sur un carretto a mano, stava lì ferma al portone con gli occhi rossi, più muta e più sbiancata d'una statua [...]
[...] .... Ma, Dio mio, certe cose si sanno senza imparar l'abbaco! O che forse credevan di stare in casa gratis? Quanto a mance, non c'era pericolo [...]
[...] strizzatina d'occhi: - Quando si è giovani si trova sempre da far bene. - - Dove mai sarà andata a finire la povera Matilde? - mi domandavo io con un [...]
[...] ; ma di tanto in tanto quella sua figura patita ed ingenua mi tornava nella memoria; massime poi da quando nella sua camera era venuta a star [...]
[...] una famiglia d'operai carica di bambini che vociavano e piagnucolavano in tutte l'ore del giorno e della notte; a segno che una bella volta [...]
[...] mezzo al 137 così detto cenacolo, viene una coppia, maschio e femmina, a sedersi al tavolino dirimpetto, Il maschio mostrava una cinquantina [...]
[...] lontra: un vestito da signora autentica. Ma in pari tempo erano in lei delle stonature da non isfuggir a un occhio pratico di donne: per [...]
[...] tornava allora da Vienna o da Parigi dov'era andata a scuola; portava una parrucchina fulva come il granturco e s'era ingrassata a furia di [...]
[...] ruota. Le mie tele cominciavano a vendersi bene; nel mio studio era già una profusione alla Makart di ninnoli eleganti e d'oggetti d'arte, e più [...]
[...] or ora qui; toccava tutto, curiosava dovunque, poi sedendosi a canto a me mentre lavoravo, si metteva a narrarmi - chi sa perchè - le sue tante [...]
[...] d'esser lei la mia piccola vicina della 140 soffitta a Porta Genova. Quando io, talvolta, gliene ho parlato, massime ne' tempi a dietro [...]
[...] conosciuta, e al fine indispettita, nervosa, mi piantava lì senza salutarmi. Sostiene d'esser nata a Torino e di non saper nulla de' propri [...]
[...] genitori. Un giorno, mi ricordo che a questo proposito fui crudele con lei; guardandola fisso fisso le chiesi a bruciapelo: - O della medaglia al [...]
[...] valore ch'era a capo del tuo letto, che cosa n'hai fatto? - Ella impallidì, e mi rispose soltanto con una occhiata: un'occhiata che non dimenticherò [...]
[...] più. Fu la sua sola vendetta, povera Matilde! - Il fragore delle voci e delle risa misto a un tintinnio di posate e di cristalli cresceva 141 [...]
[...] nel gabinetto a costo, simile alla marea. Sermanni ascoltava astrattamente; non parlava più. - Andiamo! - disse Bertino Fragni, voltandosi agli [...]
[...] comitiva e al silenzio improvviso del narratore; quindi soggiunse a mo' di morale: - Matilde, però, nel suo genere, è una buona diavola. - - Dieci [...]
[...] sigari; s'infilarono i soprabiti e uscirono. Ma il pittore si fermò di botto. - Scusatemi se non vengo con voi - disse a' due giovanotti [...]
[...] . Che c'era di nuovo? Qualche convegno amoroso, si capisce. Ma per quella volta la sua bella poteva aspettare!... E a troncare il battibecco [...]
[...] dalle finestre ermeticamente chiuse al caldo, mentre il vento stracco e afoso incanalavasi a sbuffi cocenti nel vasto androne del Monte di [...]
[...] come un vecchio fazzoletto che il bucato abbia stinto a chiose, col naso violaceo per le frequenti libazioni, rotondo e lucido per il lieve [...]
[...] scheletriti, coperti a pena d'uno strato di pelle che ha perso ogni morbidezza, o posavano su masse di carne disfatta, cascante massime al petto [...]
[...] e ai fianchi sotto i cenci delle sottane di cotone increspate e delle vite luride e scolorite. Le sensale, o non badavano affatto a quelle [...]
[...] plebee, sapendo che le più volte, per risparmiar soldi, costoro non si valgono dei loro servizi, o le guardavan di sfuggita, interrogandole a fior [...]
[...] caratteristico viso sbarbato, portando un lungo involto nelle mani, che si riconosceva a prima vista per un astuccio d'argenteria; forse depositato al [...]
[...] Monte per sicurezza in caso di partenza del proprietario, forse per urgenza improvvisa di danaro a causa d'un banco di zecchinette fatalmente [...]
[...] e lisi mezzo nascosti in un giornale; passavan operai con la giacca buttata a traverso su la camicia a quadrelli, un tempo turchiniccia; e [...]
[...] giovani popolane sorridenti all'idea che gli orecchini di perle si mutassero in una «scampagnata» domenicale col «ragazzo.» A quando a quando, di [...]
[...] a fatto nuovo del sito. Da una carrozzella, fermatasi di fronte al portone, scese, agile, una donna, con un'acconciatura estiva chiara [...]
[...] , vistosa, con un cappello 150 dalla tesa ampia, guarnito di una ghirlanda di fiori. A un suo cenno, una sensala le corse incontro e n'ebbe in [...]
[...] consegna un grosso involto dal quale usciva fuori un lembo di sottana a falpalà di seta color di rosa, ornato con trine d'un bianco d'avorio così [...]
[...] delicato da rivelarne subito il molto valore. La sensala trottò verso le scale; l'altra rimontò di slancio nella carrozzella dove si stese a mezzo [...]
[...] tutti coloro che s'ingolfavano dall'androne nella stanza d'ingresso e su per le scale, andavano a sedersi in fila su le lunghe panche di legno [...]
[...] scuro destinate a chi aspetta il suo turno per accostarsi allo sportello donde scaturiscono i soldi presi a usura. 151 Quasi in fondo a una di [...]
[...] queste dure panche dalla spalliera diritta, stava una donna nè sudicia nè sciatta, ma vestita di cenci rattoppati di cotonetta nera a pallini [...]
[...] l'ampia camera, dove era un odor vago di panni muffiti e di polvere, ascoltando macchinalmente gridare dei nomi ignoti in mezzo a quella folla [...]
[...] bande, con la classica semplicità delle Madonne. Quando il piccino, su'l punto di piangere, cominciava a stropicciarsi le palpebre inarcando [...]
[...] la boccuccia biancastra, ella se lo cullava su le ginocchia, non ostante i tre anni di lui, come se avesse avuti a pena pochi mesi, e mettendo [...]
[...] qualche sospiro represso, che usciva dalla metà in là come l'eco d'un singhiozzo, seguitava a stringere il bimbo al proprio seno, la cui curva nè [...]
[...] pure appariva sotto le pieghe della cotonetta nera. Su 'l sedile, accosto a sè, teneva un fagottino che ogni poco tornava a palpare con le dita [...]
[...] contentò di rispondere la donna in lutto. E l'altra, seccata, riprincipiò a sbuffare. Qualche uomo, che passeggiava su e giù, con le mani nelle [...]
[...] all'altra, lungo le panche, correvan come fili elettrici domande e confidenze; il bambino si lamentava a intervalli, fioco. Quando venne il suo [...]
[...] turno, la vedova si alzò di scatto, e afferrato l'involto fu a deporlo 154 a un finestrino dove facevan ressa drappelli luridi e petulanti [...]
[...] berrettino, svolse con piglio d'indifferente superiorità. - Son due camiciucce.... - fece ella a mezza voce, quasi volendo scusar la pochezza del [...]
[...] pegno - ma sono ancora buone.... - - Buone a che? - chiese in tono fra rude e canzonatorio l'uomo; ed esaminava quei pochi cenci, enumerandone le [...]
[...] un gesto di improvvisa risoluzione, si levò l'anello, il quale stentava assai a uscire dal suo solco, e glielo porse dicendo: - Prenda questo [...]
[...] del pettuccio convulso, l'orribile parola: Fame! fa-a-me! Finalmente, dopo qualche minuto, che alla poveretta parve un secolo, l'impiegato [...]
[...] s'affacciò 157 di nuovo al finestrino e le consegnò una polizza insieme a quattro lire.... - Fa-a-mee! - ripeteva la creatura. Ma già la madre correva [...]
[...] fino a un'altezza che pareva smisurata. La luna, nelle ultime notti autunnali vi batteva sopra con quel chiaror ghiaccio che par d'argento [...]
[...] brillato, vigile occhio sanguigno, nella vaporosità notturna. 162 Ma a pena l'alba s'affacciava, delineando, prima vagamente, poi con ispiccata [...]
[...] nitidezza i contorni di Castel Sant'Angelo là giù a manca, ecco, con branchi d'operai, un confuso brusío di voci a poco a poco crescente; chi [...]
[...] chiama, chi intona la prima frase d'una canzone popolare, per troncarla e far qualche domanda a un compagno; chi fischietta; ciascuno mugola [...]
[...] regolarmente uno su l'altro o uno accanto all'altro, fermandoli 163 a mano a mano con una mestolata di calcina. Questo rozzo mosaico era molto [...]
[...] tempo ch'egli lo andava facendo. A forza di maneggiar mattoni e calce, le mani gli eran diventate più dure e più ruvide d'un muraccio sgretolato [...]
[...] ; a forza di veder levarsi e tramontare il sole su fabbricati nuovi gli si eran fatti bigi i capelli, bigia la barba, bige le sopracciglia folte [...]
[...] , finito il suo còmpito cotidiano, raddrizzando a fatica, con una strizzatina delle labbra, le reni indolite, l'operaio sorrideva, sereno e [...]
[...] soddisfatto, quando la sera, 164 su 'l vespero, osservava il lavoro a grado a grado fornito. Par nulla, eh? E pure, mattone su mattone, mestolata su [...]
[...] mestolata, pietra su pietra, si arriva a fare tutto quel che si fa. Quelle, prima - se ne ricordava bene - erano estensioni di terreno incolto [...]
[...] ; ci cresceva l'erba, che a pena era buona per il pascolo delle bestie; e scava, scava, s'eran gettate le fondamenta di una casa, poi di due, di [...]
[...] strade create di fresco, ancora sterrate e senza numeri alla porta, c'eran venuti i bambini a far il chiasso fra' monticelli di terra e di sassi che [...]
[...] nuovo, lo avevan fatto loro, i muratori, lo aveva fatto lui, Nanni; e sorrideva nel girar lo sguardo, accennando di sì con la testa bigia, come a [...]
[...] risponder a sè stesso ch'era contento e che tutto andava bene. Oltre al suo lavoro, da quando gli era morta la moglie, nel fior degli anni, questo [...]
[...] lassù i ricordi lo facevan troppo tribolare, 166 tanto che ogni mattina s'alzava con la bocca più amara del veleno, egli era venuto a Roma [...]
[...] insieme alla Rachele. A Roma, la Rachele, d'una bambinuccia tutta ossi e tutt'occhi, s'era fatta un tocco di ragazzona. Non era, è vero, una bellezza [...]
[...] , ma pareva creata apposta per piacere a certi maschi: era la donna nelle sue forme più spiccatamente carnali. Aveva larghi i fianchi e il petto [...]
[...] , stremenziti in grossissime trecce i lunghi capelli d'un castagno caldo a ciocche chiare, quasi bionde, come se il sole, cui esponeva la [...]
[...] poteva andar a 167 comprare un gingillo per il desinare, senza che garzoni e padroni, tutti i bottegai, non le dicessero qualche paroletta [...]
[...] aver rifatto qualche pezzo di calzetta o mésse delle toppe a dei panni, la Rachele si partiva dalla stanzuccia che abitava col padre ai Prati di [...]
[...] questo ora quello dei lavoranti, ch'ella conosceva per la maggior parte, e si fermava qualche momento con le femmine venute, come lei, a portar da [...]
[...] mangiare ai loro uomini. A pena inteso lo sparo del cannone di Sant'Angelo, annunziante il mezzogiorno, levava dal canestro la roba; il pentolo [...]
[...] della minestra, per lo più di cavolo, la grossa pagnotta scura, a volte un pezzetto di cacio pecorino, a volte qualche fetta di salame; posava [...]
[...] l'assito o sur un pezzo di muro, rideva e mangiava. - Volete favorire? - era uso a domandar Nanni a chi gli capitava vicino. I compagni lo [...]
[...] ringraziavano, correndo ciascun per conto proprio a buttar giù in fretta un boccone lì su 'l luogo, se c'era chi glie lo portasse; o pure scendevano [...]
[...] , sparpagliandosi per l'osterie vicine, d'onde, passate le dodici, a ritornelli sempre più clamorosi, esce, quando qualcuno n'apre la porta bassa e [...]
[...] all'ultimo briciolo tutto quanto la Rachele aveva preparato per il desinare, il vecchio sdraiavasi dove si trovava, tirandosi la falda del cappello a [...]
[...] aperta; mentre la sua figliuola, rimesso il mezzo litro, il pentolo e i due cucchiai nel paniere (il coltello a serramanico se l'era già riposto [...]
[...] Nanni nella tasca de' calzoni), traversava di nuovo parte dello scheletro della fabbrica, scendeva svelta la scala di tavole, e se ne tornava a [...]
[...] casa. Accoccolato in disparte, in tanto che a gruppi gli altri giovanotti divoravano, bevevano, canticchiavano in cori sconnessi e avvinazzati [...]
[...] tozzo di pane e lo sbocconcellava lento, in silenzio, a grossi pezzi, girando di sotto in su gli occhi lustri e selvatici. Aveva, come indicava [...]
[...] dell'epidermide, gli stavan bene e davano alla sua fisonomia un carattere tutto meridionale, che più d'un pittore di tipi popolani avrebbe scelto a modello [...]
[...] di chi parla a sè stesso senza giungere a persuadersi; e i cupi suoni che gli uscivan dal petto, anzi dal cuore, il giovanotto li accompagnava [...]
[...] le fondamenta di quel palazzone a cui lavoravano, egli era stato sotto gli ordini di Nanni, e aveva preso giorno per giorno, senz'avvedersene [...]
[...] , a voler bene alla Rachele. Da prima, le lasciava gli occhi a dosso, senza osar nè meno di darle il buon giorno; 173 ma pensava a lei da quando si [...]
[...] svegliava fino a quando addormentavasi nel rozzo letto non suo d'un dormitorio pubblico, al Campo dei Fiori, dove sogliono capitar parecchi [...]
[...] e, a momenti, buttava via le coperte e si trovava con la fronte abbronzata madida d'un sudor freddo più simile a quello della morte che a quello [...]
[...] quel garbo gentile e inconsciamente canzonatorio, tutto proprio della maggior parte dei toscani. Una volta che, appoggiata a una trave, la [...]
[...] Rachele aspettava di sentir sonare il mezzogiorno, il giovanotto le venne accosto, e senza cominciare come fan gl'innamorati a chiacchiere 174 su 'l [...]
[...] quello che guadagno alla settimana ve lo porterei a casa... - Chini gli occhi ridenti, ella badava a strusciar con l'unghia del pollice l'orlo del [...]
[...] suo grembiule di bordatino a quadrelli. - E chi dice niente? - fece, un po' superba. - Ma se con voi non mi ci voglio mettere? Gli è meglio che [...]
[...] a me non ci pensiate. - - Volesse la Madonna che non ci pensassi! - mormorò il respinto; e senza aggiunger sillaba prese la corsa giù per la [...]
[...] più; e, con le mani sui fianchi, stette lì un po' pensierosa: poi andò a mangiare. Da quel giorno Peppe non aveva più detta una parola alla [...]
[...] s'erano avveduti della faccenda dagli sguardi feroci di lui e dal contegno sostenuto della ragazza, gli davan la baia consigliandolo a non [...]
[...] ' di viso nero, sarebbe stato più che mai un calabrone! Peppe non rispondeva; ma, a volte, sotto la guancia arsa gli si stendeva un pallor livido [...]
[...] , la domenica, andavano a far uno spuntino lui e la Rachele. E ripeteva: - Gli è un fetaccio! - tanto più che quel vederselo sempre dietro [...]
[...] , benchè a distanza, dovunque andavano, glie l'avea fatto pigliar in uggia Dio sa quanto. E una mattina che proprio non ne poteva più di quell'assiduità [...]
[...] buon garbo: - A più tardi. - Il vecchio aveva quietamente terminato il suo pasto con la figliuola; Peppe non s'era visto; e più d'un sorriso [...]
[...] faceva tardi. Allora, di vicino a un ponte su cui la Rachele stava per passare tornandosene via col paniere vuoto, sorse d'improvviso il calabrese [...]
[...] , accostandosi a lei per modo che il suo fiato ardente le sfiorò il viso. 180 - Tiratevi addietro! o che siete matto? - - gridò ella impaurita [...]
[...] . - Sì, vi voglio! - continuava lui senza capir più nulla. - Vi voglio perchè... vi voglio! È tanto tempo che vi guardo, che sospiro dietro a voi [...]
[...] , che mi strazio a ogni vostro sorriso, che mi faccio animo a ogni vostro gesto di sdegno... Perchè tutto, buono o cattivo, date agli altri; mai [...]
[...] nulla a me!... Io non esisto per voi! E pure, vedete, io mi stimo più di qualunque uomo c'è al mondo... So che passione ci ho qui dentro... - e [...]
[...] si dava pugni su 'l petto. - Basta! - ordinò la donna, stanca, seccata. - Come, sarebbe a dire, basta? - interrogò Peppe. - Sarebbe a dire che [...]
[...] - brontolò il calabrese con voce strozzata. La Rachele, riannodatesi più strettamente le cocche del fazzoletto a fiorami gialli, prese la via per [...]
[...] scala esterna, Peppe, a pena ella si fu incamminata su l'assito, le corse dietro, e con una spinta poderosa rimosse dal suo punto d'appoggio la [...]
[...] tavola su cui passava la fanciulla. L'infelice mise uno strillo acuto, terribile, nell'attimo che, al sentirsi sfuggir il suolo di sotto a' piedi [...]
[...] , vide la tavola drizzarsele violentemente in contro nel rovesciarsi con lei; 182 e mise subito un altro grido più tenue, più soffocato, a [...]
[...] mezz'aria, precipitando giù con un tonfo sopra un mucchio di calce, di fondo a cui non estrassero che un cadavere sfracellato, bruciato [...]
[...] , irriconoscibile. LA ROSONA. LA ROSONA I. Ampia, bruna, severa, quella badia medioevale sorgeva a mezzo il colle fiesolano, tutto ammantato di campi e [...]
[...] fiorito di ville, con la solennità malinconica degli antichi monumenti. Ma la fosca badia conveniva a quel pittoresco paesaggio, poi che aveva in [...]
[...] merlato dei Salviati; e a sinistra, in fondo, di là dal Mugnone incassato tra i macigni, che un ponte snello e arcuato attraversa, il Cupolino [...]
[...] Lorenzo di Mugello, o giù da piè dell'erta ripida, angusta e diritta che porta a San Domenico, il villaggio aristocratico limitato in un'unica [...]
[...] qualche terrazzino dall'aerea ringhiera coperta di fiori, appiccicato da poco sotto una finestra a bassorilievi, come un primaverile nido di [...]
[...] demaniale, era stata divisa e suddivisa in tanti quartieri, appigionati a parecchie famiglie della borghesia, che andavano là su a villeggiare; e in [...]
[...] questo modo avea perduto quasi a fatto il proprio carattere. Certi lunghi corridoi, è vero, nonostante che al candor di calce delle loro pareti [...]
[...] si fosse sovrapposto un disegno a stampino a uso carta di Francia, serbavano sempre l'impronta claustrale; abbattuti i tramezzi delle antiche [...]
[...] esterne, fortemente corazzate di grossi chiodi disposti a rombo, ben che verniciate d'una tinta vistosa, s'aprivano ancora con pesante lentezza [...]
[...] , accompagnata da una specie 188 di mugghio sordo somigliante alla nota d'un organo; e il gran cortile con in giro la doppia fila di logge a [...]
[...] a dietro di parecchi secoli. Ma l'illusione durava poco. A un tratto una nidiata di bimbi irrompeva clamorosa dall'antico quartiere del Padre [...]
[...] Abate, e mettendosi a correre sotto i portici bociava a squarciagola per chiamare altri compagni di ricreazione. Quelli s'affacciavano alle [...]
[...] fucili e tamburi si schierava a far gli esercizi militari; 189 parecchie bambine, prendendosi per mano tutte in fila, intonavano il monotono [...]
[...] ritornello: Ecco l'ambasciatore Col tallerarillallera... i più tumultuosi scavallavano correndo dietro il cerchio, che bacchettavano; facevano a [...]
[...] , urli, tutto echeggiava confusamente e formava una sinfonia nuova, allegra, innocente sotto a' solenni archi fatti per vedere sfilare i monaci come [...]
[...] una processione di fantasmi salmeggianti. A canto al pozzo, in altri momenti, era un fitto cicaleccio di serve; e la carrucola affidata agli [...]
[...] alti ferri ricurvi congiungentisi sotto un gran giglio a trafori, strideva aspra al saliscendi delle mezzine, immerse nell'acqua con un tonfo cupo [...]
[...] e profondo, in quell'acqua usa 190 un tempo a riflettere là giù nel suo specchio verdognolo la figura ascetica di qualche antico servo di Cristo [...]
[...] . Ma dove la badia appariva più profanata che altrove era nel refettorio. Poi che l'immensa stanza non si prestava a pigione per un solo [...]
[...] , consacrata al mantenimento de' lumi a petrolio e al nolo di qualche divano coperto di tela d'America, non che d'un pianoforte verticale. Questa [...]
[...] gli uomini passavano volentieri nel refettorio qualche 191 oretta del dopopranzo, chiacchierando bonariamente degli affari trattati a Firenze in [...]
[...] giornata, e animandosi poi in discussioni municipali e governative. A volte le loro signore ve li raggiungevano, provvedute d'un lavoro [...]
[...] all'uncinetto o d'un ricamo in lana, il quale però andava poco innanzi, lasciando libera l'attenzione a qualche pettegolezzo tutto locale e femminile [...]
[...] . Dopo di che ogni famiglia se ne tornava in pace nel rispettivo quartiere, e andava a cena. Le riunioni grandi, quelle cioè in cui la colonia era [...]
[...] , dove le donne, massime le ragazze, sfoggiavano vestiti chiari, inamidati a nuovo con molta arte, e larghe fusciacche di seta in colore, a cui [...]
[...] quatto quatto la scaletta interna del grazioso pulpito, e s'affacciava a un tratto di là su con una sonora risata da monello: allora la Madonna di [...]
[...] dalla cappella della Madonna, regnava sempre in quella chiesa la solitudine più completa; e il sole a traverso 194 gli alti finestroni, vi faceva [...]
[...] cavalieri effigiati a bassorilievo, lunghi distesi su'l suolo; proiettando diffusi chiarori su qualche quadro dello Spagnoletto, e su qualche [...]
[...] chiesa, un recinto interno con un portico rozzo e basso da un unico lato: l'antico camposanto dei frati. Qui, a punto come esige la regola [...]
[...] da sembrar un verde rilievo architettonico. Ora mucchi di piante parassite lo ingombravano; la gramigna serpeggiante vi stendeva a fior di terra [...]
[...] stamberga, nessuno s'è mai raccapezzato a qual uso potesse servire a tempo dei frati. Chi la riteneva una stanza mortuaria, chi una stalla, chi [...]
[...] un forno. In tanto, le sue pareti, a forza di sovrapporvisi strati di sudicio, s'eran ridotte d'un nero giallognolo uniforme, levigandosi in [...]
[...] certi punti fino a lustrare, direi 197 quasi fino a sembrar pulite, tanta era l'intensità della loro nerezza. E poi che con la Rosona non c'era [...]
[...] braccia giovani e virili, era venuta col suo piccolo gruzzolo a ritirarsi in quel singolare alloggio, il quale, perchè accosto al camposanto e [...]
[...] copriva la testa pelata. Allora il chiavistello dell'usciolino sciancato, che dal camposanto metteva su l'erta a fianco della badia, strideva; la [...]
[...] Rosona veniva fuori, e con dietro tutto il branco delle sue galline, s'avviava verso Fontelucente, a farvi legna. Il bosco era piuttosto lontano [...]
[...] . Su i sassi di quel sentiero che, girando a mezzo il colle fiesolano, serpeggia a traverso i campi, i vecchi 200 piedi della Rosona, enfiati e [...]
[...] senza calze dentro un antico paio di scarpe da uomo, andavano innanzi difficilmente e con lentezza. Ma a lei poco importava il passar del tempo [...]
[...] passo, animata da un odio feroce contro le belle sposotte fresche e rubiconde che venivano a strillar su l'uscio per richiamare a casa i bimbi [...]
[...] maledizioni. Certo gli è che parecchia gente sfuggiva la Rosona perchè la sospettava una strega. Ma dietro Fontelucente (così a punto vien [...]
[...] detta la poetica cascatella della Madonna, che zampilla tra 'l capilvenere più limpida del cristallo di ròcca), il bosco, a dolce declivio su 'l [...]
[...] Mugnone, si stendeva ampio e tranquillo, tappezzato di muschi a terra, e nell'alto silenzio della sua solitudine echeggiavano, invisibile compagnia [...]
[...] , le canzoni a note tenute degli scarpellini là dirimpetto su 'l Cupolino; e i colpi de' loro martelli sotto le cave e lungo le rupi avevano [...]
[...] inaridito com'era dall'ignoranza e dagli anni. Posata sur un cespuglio la rocca, ella si metteva curva curva a far legna, mentre le galline, un po [...]
[...] a puntino osservando l'altezza del sole; e quando le ventitrè non eran lontane, ammucchiati tutti i rami raccolti, intorno a cui la Rosona [...]
[...] spallucce il carico delle legna. Al solito, dietro di lei, ogni tanto chiamate con le due note in falsetto, quando la vecchia si fermava a [...]
[...] creava nè affetti né dolori; ma 204 a mano a mano che le sue galline, secondo lei, le avevan dato a bastanza uova fresche e a bastanza pulcini [...]
[...] , prima che diventassero dure, la vecchia se le metteva bravamente in pentola. Queste esecuzioni avevan luogo prima della gita nel bosco; a punto [...]
[...] perchè la bestia avesse tempo a frollarsi per il domani. Con una manciata di becchime, la Rosona si faceva sotto il portico, e chiamava: - Bìri [...]
[...] frettolosa avidità le galline raccoglievano e inghiottivano il granturco, la donna, occhiata quella da sacrificare, a un tratto l'acchiappava d'un [...]
[...] dello strangolamento. E la loro povera compagna, con in gola un lungo 205 e acuto singhiozzo, insistente, a tratti, sotto la mano feroce, un [...]
[...] quell'agonia, tirava a suo comodo il collo sottile, tra le cui penne tiepide e morbide le si affondavano con voluttà crudele le dita scarne e rugose [...]
[...] . Poi quel singhiozzo si faceva più flebile, più raro, e finalmente cessava a fatto con un'ultima scossa del corpicciuolo convulso, con un ultimo [...]
[...] becco socchiuso stillava qualche goccia di sangue. Ma la Rosona, presa la gallina su la palma della mano, la soppesava calcolandone a un bel circa [...]
[...] le libbre, e l'interno compiacimento le si traduceva in un'orribile smorfia ch'era il sorriso rimasto a quelle labbra paonazze. III. Una [...]
[...] volta, da che erano parecchi giorni che nessun più vedeva la strega con dietro le sue galline, a un abitante della badia venne in mente, passando [...]
[...] vicino, diedero uno spintone alla porta, che subito cedè sgangherandosi affatto. Ecco, a precipizio, le galline venir incontro a' nuovi [...]
[...] probabilmente da un malor subitaneo, 207 giaceva a terra supina, con le braccia aperte, come un gufo inchiodato. Nel cadere, la berretta erale [...]
[...] . L'asta pubblica seguiva in una di quelle sale senza un padrone fisso che si sogliono adoperare a un tal uso: luoghi, il cui addobbo muta d'aspetto [...]
[...] vendita, anche il pubblico, che frequenta codesta specie di teatro della vita reale, è misto e mutabile. Nelle prime file di sedie a impagliatino [...]
[...] , presso il banco, stanno intente parecchie facce esotiche, con occhiali d'oro su 'l naso e veli turchini su' cappelli di paglia, a caccia di [...]
[...] , invisibile a chi non è del mestiere, combinano e scambinano un affare; e pittori e scultori, i quali carezzano con gli occhi qualcosa di bello, che [...]
[...] attirerebbero col desiderio ne' loro studi. Emergono anche delle signore entrate lì per curiosità, che poi prendono gusto a quella lotta tra la [...]
[...] , in fondo alla sala, verso la porta d'ingresso. Dietro il banco di legno lucido, su cui a mano a mano si mostrano gli oggetti e si distendono le [...]
[...] canzonatoria, con la rada barbetta, che tende al bigio, tagliata a spazzola: un tipo affabile e insinuante di candidato dinanzi a un gruppo d'elettori, al [...]
[...] quale si direbbe che stia a cuore più l'interesse altrui che il suo proprio. Qualunque oggetto è portato davanti a questo signore da una specie [...]
[...] e lo rigira da tutte le parti con compiacenza paterna; ne tesse l'elogio più esagerato, e finalmente annunia che c'è compratore a una data somma [...]
[...] . Allora l'oggetto circola per la sala, perchè lo si esamini, e il lotto comincia. A canto al perito sta ritto il banditore: un omino secco e [...]
[...] collo, un battito di palpebra, basta a rivelargli anche l'ombra di un pensiero e designargli un compratore. Dietro al banco, appoggiato a un alto [...]
[...] leggio, un giovinotto biondiccio, slavato, con due balletti a pena fioriti e i capelli femminilmente 215 spartiti sulla fronte bassa, ogni volta [...]
[...] sbrigarsi, si andavan liberando rapidamente: il più grosso, quello a cui s'eran vólte le brame più intense della giornata, era toccato a una specie di [...]
[...] Ercole bianco e rosso, il cui nome parve un trofeo di consonanti allo scritturale con la penna su l'orecchio. Era una scrivania Luigi XVI a [...]
[...] intarsi artistici, con borchiette d'argento cesellato a ogni rassettino, e un frontone d'argento massiccio, 216 assai originale, che rappresentava [...]
[...] turno; poi a ventine e a cinquantine di franchi l'aveva contrastato a ogni altro competitore, con l'ostinazione fredda di chi, col denaro, può [...]
[...] sbizzarrirsi a suo bell'agio. Lui contro tutti. Da principio i camorristi si divertirono a far salire le offerte; qualche altro forestiero [...]
[...] , caldato, s'era messo a lottare su 'l serio; venne un momento che quella scherma di cifre tenne gli animi in sospeso; fin che, da tre mila lire [...]
[...] , l'Ercole saltò di botto a quattro mila. Di subito il silenzio si fece nella sala. Il perito atteggiò, fra la barbetta brizzolata, 217 la bocca a una [...]
[...] pure impegnata tra due signore: l'una tedesca, l'altra romana, quest'ultima una collezionista famosa, intorno a un immenso piatto moresco, a [...]
[...] disegni turchini e a riflessi metallici color viola, ben conservato, assai raro. 218 Mentre nella sala lo si stava osservando, il perito, direttore [...]
[...] verisimile, ma molto atta a invogliar più che mai di quella ceramica iridata le due graziose rivali. Il perito lo alzava, lo metteva in buona luce [...]
[...] , Se ne chiedono... mille lire. Il banditore: Mille lire, se ne chiedono. (a mezza voce) C'è compratore a quattrocento. Il perito: Che quattrocento [...]
[...] ? A quattrocentocinquanta lo prendo anch'io (all'usciere). Fatelo esaminare meglio (al pubblico). Osservino, osservino pure, signori. 219 Una [...]
[...] da una persona all'altra; chi annuisce lodando, chi scrolla il capo con gesti negativi. Una giovane signora bruna, la cui casa a Roma è nota [...]
[...] come un museo, s'agita su la sedia, vuol rivedere il piatto per la decima volta e ne mostra gran desiderio. Una signora tedesca che le siede a canto [...]
[...] : Cinquecento cinquanta! Il banditore (a un batter di palpebre de' begli occhi romani): Seicento! Seicento! E si libera! Uno!... Il perito [...]
[...] perito (rapidissimamente): Su, via, facciamo presto! Non si può star qui fino a mezzanotte! Ci sono molti altri lotti... tutti i quadri; e si fa [...]
[...] l'originalità dell'intonazione; una spera di sole rossastra sur un terreno bigio, paludoso, sparso di giunchi, dove un soldato galoppa a [...]
[...] separato da' compagni ingialliti; e sbalzato poi dalla sala d'armi a una soffitta dove s'accatastano gli attrezzi e scorazzano i topi; e dalla [...]
[...] soffitta a una vendita pubblica, va, muto spostato, a tarlarsi Dio sa mai dove. L'effigie, di poco valore come opera d'arte, rappresentava una [...]
[...] leggiadramente ravvolto a mo' di diadema e tempestato di gemme. Il viso, minuto e d'un ovale perfetto, doveva aver perso alquanto del suo diafano color di [...]
[...] gamurra a maniche aperte era di velluto rosso contrattagliato a fondo di broccato d'oro; e ne usciva fuor dello scollo il petto alto e colmo [...]
[...] , scoperto a metà, provocante e superbo; un filo di perle e di smeraldi circondava la gola pura ed ignuda. Al sorriso di quella tela rispose, con [...]
[...] del cinquecento! - prese a dire il perito. - Le tinte sono ben conservate. Non è d'autore illustre, capisco... ma c'è chi ne offre un centinaio di [...]
[...] molto ricco. Un antiquario: Dàgliene sessanta! Il banditore: Sessanta lire! Sessanta.... Un pittore a un altro (sottovoce): A me fa comodo per [...]
[...] il mio quadro della Cena dei Borgia... (forte). Settanta! 226 L'altro pittore (a mezza voce): Ma fammi il piacere! Non vale un soldo! Il [...]
[...] spiritoso): La duchessa Di Gragnano per ottanta lire! A' suoi tempi, Credo ch'ella valesse un po' di più! Il banditore (continuando): Ottanta lire [...]
[...] ): Novanta lire! Novanta lire! E si libera! Uno! due!... Il ritratto, tenuto ritto dal perito, e presentato ora a destra, ora a sinistra, pareva volger [...]
[...] lo sguardo per la sala.... - Cento! - proferì una voce di fondo: una voce così commossa e malcerta che tutti quanti si voltarono a guardare. 227 [...]
[...] lunghe dalle nocche sporgenti gli tremavano. - Non importa che paghi adesso. Basta il suo nome. Le manderemo, se crede, il quadro a casa - disse il [...]
[...] il prezzo, era ella proprietà assoluta del giovanetto, così ch'e' potesse disporne liberamente e a suo capriccio? In una piccola città di [...]
[...] studio assiduo del decoro esteriore glielo permettesse. Questa donna, nata di modesti commercianti, s'era sposata per passione a un nobiluccio [...]
[...] sapersene 230 spiegare il perchè, avea mutato a dirittura carattere. Si sarebbe detto che quelle parole, sempre le medesime, intese per sì lungo tempo [...]
[...] raccolta a riflettere su l'enorme sacrificio fatto da lui, quando l'aveva scelta a compagna; mentr'egli, d'una famiglia tra le più nobili, benchè [...]
[...] decaduta, avrebbe potuto recarsi in una grande città, far valere i suoi titoli e procurarsi un posto ragguardevole, magari a Corte. In vece, il [...]
[...] affaticasse a muovere un dito, s'era 231 logorato corpo e anima tra recriminazioni impotenti e vaniloqui rabbiosi. Di tutto questo la vedova riteneva sè [...]
[...] sentita sorgere vaga e timida l'idea che il figlio, un bambinello nato tardi, potesse un giorno ottenere dal mondo quel che spettava a suo padre [...]
[...] : la considerazione, la ricchezza, 232 gli onori; e fin d'allora quest'idea, a poco a poco cresciuta, come una speranza, poi consolidata come una [...]
[...] fede nel suo cervello di donna incolta e solitaria, aveva finito a mutarsi in fissazione. Sì, certo, a quell'adolescente dal visetto bruno e [...]
[...] mani sue, col suo petto stesso, a costo di qualunque strazio, a costo di qualunque sacrifizio. E questo dovere ch'ella imponevasi, e che così [...]
[...] a tavolino, come bramava la vedova (da che tutti, dal sindaco al curato le avevan ripetuto che oggi giorno non basta essere nobili per ottenere [...]
[...] un posto a Corte, e che senza certi titoli intellettuali cammino non se ne fa) egli preferiva andarsene vagolando per la campagna. A' libri [...]
[...] in versi e componessero a una a una le sue strofe. In primavera, sopratutto, riusciva impossibile di trattenerlo in casa. L'odor tiepido dei [...]
[...] ch'egli ebbe, alla meglio, que' brevi, incompleti studi che si possono fare in fondo 235 a una città di provincia, madre e figlio si separarono [...]
[...] . Oltre la solitudine volontaria alla quale si era condannata, la madre s'impose, come s'è detto, le più austere privazioni, a patto che nulla di [...]
[...] quanto le concedevano le sue povere sostanze mancasse alla sua creatura, per cui sentiva raddoppiarsi ogni giorno l'amore: a punto come le era [...]
[...] accaduto col padre, da quando non ne aveva più avuto a sopportare l'umor fastidioso. A conseguire lo scopo, la coraggiosa donna si era messa a [...]
[...] un segreto. Dio liberi, pensava la poveretta, se in paese si fosse risaputo che la vedova d'un nobile si umiliava a servire il pubblico! Il [...]
[...] sepolto discendente de' crociati sarebbe uscito dalla sua tomba, 236 più iroso e più sprezzante che in vita, a maledire la donna che disonorava a [...]
[...] quel modo il suo casato! Così che, rinchiusa tra le pareti claustrali d'un ampio salotto gelido e nudo, con a' piedi un vecchio bracco bianco e [...]
[...] color marrone, dal muso sonnolento allungato su le zampe davanti, ella, da mattina a sera tarda, piegava su 'l lavoro il viso, non più fresco nè [...]
[...] preparava per sè stessa il corredo. A volte, le dolevano le spalle, a volte gli occhi: ma che importava, se a furia di lavoro ella riusciva a [...]
[...] all'Università, e ne seguiva le lezioni a bastanza regolarmente. Ne' primi tempi egli s'era trovato assai triste e come perduto nel tumultuoso [...]
[...] dall'impiallacciatura scortecciata, nella cameretta del quarto piano. Ma a mano a mano, la stessa indole sua gli aveva risollevato un po' l'animo. A [...]
[...] pena il tempo era sereno, egli se ne andava fuor d'una porta, seguendo, a capriccio, la strada che gli appariva più pittoresca; e camminava [...]
[...] immaginosi desideri del pensiero; così aveva vissuto fino a quell'aureo, stupendo vespro di maggio, quando accadde la vendita. III. Dunque il [...]
[...] mai gli si affollavano alla mente. Com'era bella! Com'era bionda!... Entrato, così, per caso, a quell'asta, egli aveva assistito alla gara di [...]
[...] due o tre oggetti, curioso d'osservar un ambiente tutto nuovo per lui; e stava, a punto, per uscirne, quando la dama del cinquecento si mostrò [...]
[...] rosati che gli si offrivano tacitamente, ma insistentemente, come avessero avuto a sdegno qualunque altra persona, còlto da un irrefrenabile [...]
[...] , il roseo foglio del riscatto era giunto dal paese, - in mezzo a una lettera piena di raccomandazioni, di sgorbi e di baci, - destinato al [...]
[...] quel mese; la vendita di parecchi libri e de' vestiti d'inverno; qualche digiuno.... e si rimediava a tutto. In tanto, e' non sarebbe più solo [...]
[...] , il giovane girò la chiave nell'uscio, badando a non far rumore, ed entrato nella stanza, di nuovo richiuse a chiave. Poi, collocata dirimpetto [...]
[...] fatto d'un velo trasparente e fosforescente. Appoggiato con la schiena al tavolino, il giovane si mise a contemplar fisso il ritratto. 242 Chi [...]
[...] umili strofe di poeti?... Tutte queste domande ch'ei rivolgeva a sè stesso e alla donna, ora con un senso di compiacimento dolce e superbo, ora con [...]
[...] un impeto di geloso rancore, si tramutavano a mano a mano in un'intima, calda improvvisazione, in un'efflorescenza di rime appassionate dov'era [...]
[...] penombra, la cornice d' oro opaco non dava riflessi, come a fatto sparita: e la bella figura emergeva sola nel vapore azzurrino della camera fonda [...]
[...] ; a segno che il volto, il petto e le mani del ritratto si disegnavano fantasticamente tra il nero, come in certe sembianze d'un'apparizione di [...]
[...] sogno. Il giovane continuava a fissarla. La bianca striscia lunare, facendo insensibilmente il suo giro, venne a poco a poco a colpire in pieno [...]
[...] !... Dov'era una donna che somigliasse a colei? Egli voleva saperlo e cercarla; cercarla e farsene amare; cercarla e sentir contro il proprio 245 [...]
[...] tornata nell'ombra; e come attirata nel raggio stesso della luna, lei sempre vólta verso di lui, quasi invitandolo con quel sorriso a ebbrezze 246 [...]
[...] con voci tronche, rapide, singhiozzanti, quella misteriosa aerea creatura che non l'abbandonasse; inconscio pari a un sonnambulo, si protese [...]
[...] silenzio d'una piccola città dormente, nell'austera solitudine della sua casa deserta, una vecchia madre, si preparava a coricarsi; 247 e avviando le [...]
[...] , soleva, dopo fatto il bagno, salir nella barca del forte a farvi una passeggiata in mare prima dell'ora di pranzo. In contro al sole, i [...]
[...] muraglioni giganteschi di quella gran mole oscura ch'è il Castel dell'Ovo, proiettavano una larga ombra nera su l'acque, meno cupe e tragiche a mano [...]
[...] a mano che uno vogava allontanandosi; presso a uscire dalla macchia nera dell'ombra, l'increspatura dell'acque prendeva dei toni metallici 252 [...]
[...] sembrava schiararsi nell'oro. Allora un senso di sollievo e di serenità allietava l'anima. Girando gli occhi a volte su Capri, che, di lontano [...]
[...] , somiglia il letto di qualche oceanina cullato dal mare, a volte su la curva della riva, ornata di palazzi e di ville multicolori, come [...]
[...] o lasciando tuffar giù i remi, a seconda d'un cenno della signora, si sarebbe detto una macchina di bronzo, non 253 altro. Dimostrava dai trenta [...]
[...] ai trentacinque anni. Bruno per propria natura, e annerita anche dal sole, era presso a poco della tinta d'un beduino. Taceva, non osando [...]
[...] del cuore, quel poveraccio, se cantava a quel modo. Sì che quando, nel chiacchierar del bagno, il generale le disse che «il suo barcaiolo [...]
[...] , era un ottimo diavolaccio, Merulla, e d'una intelligenza! Adesso la signora sorprendevasi a fissar il suo barcaiolo come se per quegli occhi [...]
[...] rispose con apparente indifferenza: - Di Monreale: quattro miglia sopra Palermo. - È un pezzo che non siete stato a casa, eh? Egli sollevò la mano con [...]
[...] racconto: ora glie lo racconto. Allora Merulla raccolse i remi, e vogando a lente bracciate, sempre più verso il largo, mentre il ritmo leggero [...]
[...] Santo - Tinuzza la chiamavano - abitava accosto a casa mia. Non aveva altro di bello che i capelli, biondi come il sole. Da noi le bionde son [...]
[...] incontro e rideva; rideva sempre, lei. Ogni tanto, quand'ero nella stalla a governare i muli, mi sentivo far il solletico dietro un orecchio, su 'l [...]
[...] dopo un po' di tempo, quando Tinuzza cominciò a mostrarsi svogliata a lavorare, perchè si sentiva male, entrò in testa alla madre di lei un [...]
[...] battendosi tutte e due le mani aperte su 'l ventre, che le cresceva. Una sera, ero tornato a punto allora da Mezzoiuso, e stavo nella stalla a [...]
[...] ormai era mia, e che portava in sè un'altra creatura più ancora mia? Mai, per Dio! D'un balzo fui fuor della stalla e corsi a bussare alla [...]
[...] di suo marito, il quale teneva ancora Tinuzza per un braccio tutto contorto e arrossato a chiazze. - Che c'è? - tonai, di su la porta [...]
[...] netta della verità, come in un lampo; e abbandonata la figliuola con una stratta che la fece traballare e cadere a terra, venne difilato 261 a me [...]
[...] ansando. - No! no! non è vero! non è vero! - strillava Tinuzza che s'era rialzata e veniva a mettersi tra suo padre e me, intanto che mi faceva de [...]
[...] strega. - Ah, infame! Ah, schifoso! Ma il padre le impose silenzio: - Taci, ora. Infame e schifosa sei tu che non hai saputo insegnar l'onore a tua [...]
[...] il braccio illividito e aveva ricominciato a ridere. - Ricòrdati però una cosa, - soggiunse Lo Santo parlando alla figlia; - tu esci di qui [...]
[...] , ma non c'entri più. Male femmine in casa mia non ci stanno! Di lì a meno d'un mese ci eravamo già sposati. Il male era ch'io non avevo ancora [...]
[...] vent'anni: e mi restava a passar la coscrizione. - Se tiri un numero basso, vengo con te, - mi dichiarava Tinuzza, che non voleva saperne di [...]
[...] a fianco, metteva coraggio anche a me. Qualche soldo, a forza di faticare col carro, me l'ero posto da parte; mio padre m'aveva promesso [...]
[...] un'altra sommetta per quando fossi partito; si che mi lasciavo andar anch'io a non 264 disperarmi per quel mutamento. Chi sa mai? da cosa nasce cosa [...]
[...] ; si fanno fuori conoscenze nuove che posson essere vantaggiose; e sorridevo a quel destino presso a buttar me con la mia famigliuola, quasi tre [...]
[...] dentro un sacco quel po' di biancheria che a mano a mano, di nascosto a tutti, m'era andata preparando: calzette a maglia, camicie e camiciole [...]
[...] , roba ordinaria, si sa, badava a dire brusca brusca, con una voglia di piangere che l'affogava: - Io, vedi? se tu non avessi preso moglie, sarei [...]
[...] ! - Merulla sorrise al ricordo di quelle parole materne, come avrà sorriso a chi sa quanti rimbrottoli della brava donna quando era fanciullo; e [...]
[...] pannocchie del granturco per attaccarmi a lei in quel modo. Quando Tinuzza rideva col solito fare spensierato, mia madre si mordeva le labbra per non [...]
[...] le vociare qualche imprecazione. - Dio voglia che quella donna non ti porti disgrazia! - esclamava a mezza voce, voltandosi a me. - Non mi [...]
[...] rispetta, vedi; e non rispetterà neanche te. Fra loro due la guerra era implacabile, continua; a segno che, da questo lato, la partenza mi fu di [...]
[...] sollievo. Su 'l medesimo piroscafo che mi trasportava da Palermo a Napoli insieme agli altri giovani del mio paese, destinati a un reggimento di [...]
[...] bersaglieri, che pigliava le reclute là giù, s'era imbarcata anche mia moglie col piccino, ch'essa allattava. A Napoli, ci ammucchiarono, noi [...]
[...] soldati, in un convoglio diretto a Roma: 267 era quella la nostra destinazione. Tinuzza viaggiò in un'altra terza classe, ma sempre nel treno che mi [...]
[...] portava. Oh, Dio! che spasimo quella prima notte e quel primo giorno di quartiere, senza saper dove era andata a sbattere la mia donna con la [...]
[...] creatura, in mezzo a una città così grande, senza conoscervi un'anima! A poco a poco ci si acclimatò tutti e due in quella Roma che mette paura [...]
[...] . Lei era andata a alloggiare in una cameretta a pianterreno su la svolta d'una via che s'allungava a destra dietro la caserma. Glie l'affittava [...]
[...] una portinaia vedova, la quale, presso il padrone dello stabile figurava d'aver presa seco, per favore, una sua cugina. Lì capitavo sempre a [...]
[...] trovar Tinuzza, all'ora dell'uscita. - Ma è proprio vostro marito questo ragazzo? - domandava la sora Rosa a Tinuzza mia con un certo sorriso e un [...]
[...] , quanto è vero che questo è un innocente - asserivo io prendendo in collo il mio bambino, che già aveva imparato a conoscermi e mi tendeva le braccia [...]
[...] faccia. Tinuzza, lei, quasi ci si divertiva, perchè il suo carattere non somigliava al mio. - Hai fatto presto da vero a farti l'amorosa! - mi [...]
[...] dicevano i miei compagni, quando invece d'andar con essi a passeggio e poi finire 269 in qualche osteria fino all'ora della ritirata, li [...]
[...] , - o che non la riconosci? - Chi, Tinuzza? - Tinuzza, Agata Lo Santo, quella ragazzetta che stava vicino a casa mia. - Corpo! - bestemmiò [...]
[...] s'era unita a noi, dietro un mio cenno, e rideva di Puddu Cassione, che la guardava mordendosi i baffi e mormorando: - Passa, passa il tempo [...]
[...] ! - Son vecchia, lo so - disse lei, forse per il gusto che provava a farsi ripetere che, crescendo, s'era fatta bella. Lui rise rumorosamente, col [...]
[...] petto da colosso che gli sussultava. - Corpo! ci voleva un bel coraggio a chiamarsi vecchia a quindici o sedici anni: quanti ne poteva avere [...]
[...] offendervi; ma come mai vi trovate?... Io l'interruppi: 271 - A Roma, eh? Ci si trova perchè è mia moglie: ci siamo sposati or son sedici mesi [...]
[...] delle più grosse. S'intende non aver giudizio, ma a quel punto, corpo! E rideva, corrucciandosi di quell'inesperienza da ragazzacci che ci doveva [...]
[...] trascinare a tanti guai. Passeggiammo per circa un paio d'ore tutti e tre in fila, un po' fuori d'una porta, un po' in città; e s'entrò in [...]
[...] un'osteria, dove mangiammo un piatto di fettuccine al sugo. Avvicinatasi l'ora della ritirata, si accompagnò Tinuzza a casa. Io stavo in pena per [...]
[...] il bambino, che quel giorno era stato affidato alla sora Rosa. Tinuzza invece, non ostante che lo allattasse, non sembrava ricordarsene; a segno [...]
[...] campagna insieme alla mia sposa e a mio figlio, ch'ella portava in braccio. Là ci mettevamo in libertà, su qualche prato. Lei 273 posava a terra il [...]
[...] pozzette, per afferrar quel che vedeva anche lontano. Sdraiato accanto a lui, io gli facevo il solletico su le gambe sotto i calzerotti a rigoline [...]
[...] sora Rosa, donna d'esperienza, dichiarò che aveva un febbrone. Dire come rimanessi io a queste notizie, non avrei saputo nè anche allora [...]
[...] ; figuriamoci adesso, che son passati tanti anni... e tante cose! Mi prese un tremito come a un ragazzino che ruba la prima volta, e dopo aver baciato e [...]
[...] stordito d'un ubbriaco. Anche 275 il giorno dopo, in piazza d'armi, barcollavo; toccai appena qualche boccone del rancio e, quando fui libero, corsi a [...]
[...] casa. Il bambino stava peggio. Mi parve che Tinuzza me l'annunziasse con tanta indifferenza, che mi misi a insultarla. - O che forse non è [...]
[...] ? Io stavo intontito a guardare il mio bimbo. Mi ero seduto su la sponda del letto e gli appressavo la bocca su le labbra enfiate da cui usciva [...]
[...] importare a te, che non potrai più mettere il naso fuori. E di Ciccu, chi ti dà notizie, allora? Io, lo sai che in quartiere non ci vengo; già [...]
[...] , neppure mi farebbero passare. In quel momento un urto convulso sollevò 277 il pettuccio del piccolo malato; la tosse che doveva uscire a colpi [...]
[...] bambagia. A momenti la faccia gli diventava livida. Come un pazzo, per lo spavento che mi morisse lì per lì fra le mani, lo posai di nuovo su 'l [...]
[...] s'alzò, rivolse ancora quattro parole al farmacista a proposito del discorso da me interrotto, e mi seguì fino a casa. 278 Visitato il piccino, disse [...]
[...] preoccupata della punizione che doveva aspettarmi. Diedi un altro bacio, un altro sguardo in cui lasciavo l'anima mia a quel povero corpicino [...]
[...] scarlatto per la febbre, e a capo basso, di corsa, tornai al quartiere. Prima che ne varcassi la cancellata, sonava il silenzio. Andai in prigione, si [...]
[...] capisce. La vita militare non conosce riguardi. Il regolamento... non esiste altro al mondo. Allora scrissi due righe a Tinuzza. Ero disperato [...]
[...] sopra tutto mi premeva; badasse a curarlo, a non fargli mancar nulla, a chiamare 279 il medico quante volte al giorno c'era bisogno; magari ci [...]
[...] lettera fu rimessa a mia moglie da un mio compagno informato della faccenda. Il caso volle - dico il caso, vede, signora, non dico la fortuna [...]
[...] - ch'essendo quella la mia prima punizione, mi venisse diminuita da cinque a tre giorni. Avevo un capitano ch'era un cuor d'oro, ecco come fu. Appena [...]
[...] fuori di prigione, all'ora dell'uscita, mi precipitai a casa. Il cuore mi batteva; mi sembrava che i miei piedi si mangiassero la strada. Bella [...]
[...] cercava nascondere la sua alta statura dietro certe gonnelle di lei attaccate a un chiodo su 'l muro. C'erano su la tavola due bicchieri di vino [...]
[...] dell'acque. La signora sollevò la testa; quel dramma semplice e plebeo l'aveva scossa. Perchè, - diss'ella - condannarvi a una così lunga [...]
[...] , come se i polmoni gli si aprissero a un'aria balsamica, nuova. - Sfido io! - diss'egli. - Vado subito a far la pelle a Puddu Cassione. SIC VOS [...]
[...] accento toscano, entrando nel salone dell'«American Boarding-House», la grande pensione che tiene la signora Alford a Chiaia, proprio dove termina la [...]
[...] sognavano quando si venne a Napoli! Tutti escono a godersela, meno tu; tu che alle cinque 286 stai qui solo, sprofondato nella medesima [...]
[...] poltrona, a canto alla medesima terrazza, con gli occhi fissi su 'l medesimo cristallo della finestra, in somma tale e quale come t'ho lasciato [...]
[...] stamattina alle undici! Ma sai che tu faresti scappare la pazienza a un santo? O che diamine hai, si può sapere? L'interrogato non rispose. Era un omino [...]
[...] capo a mo' de' pittori che vogliono giudicar l'effetto d'una brava pennellata, e mise un profondo sospiro. 287 - Dio benedetto! Ma sai che sei più [...]
[...] buffo d'una messa cantata? - ribattè il Bencini. - Siamo giunti a Napoli circa una ventina di giorni or sono; tu hai, grazie a Dio, salute da [...]
[...] tono più grave - a te meno che mai possono venire, perchè, se non mi sbaglio, tu mi 289 sei d'un bel po' più maturo, mio povero Sampieri. Questi [...]
[...] tacque, e tirato fuori un fazzolettone di seta rossa a quadrelli, cancellò, a malincuore, si vedeva, la grossa E poc'anzi tracciata. Ma dopo un [...]
[...] l'amore non ci abbia.... - In questo caso posso risparmiarti la noia - interruppe il conte un po' stizzito. L'avvocato che in tanto s'era messo a [...]
[...] nuovo, rivolto ancora al cristallo confidente, su cui si ripreparava a tracciar l'iniziale misteriosa. - Oh, Bencini mio! - scoppiò finalmente [...]
[...] a dire - se tu avessi un briciolo di cuore, me lo dimostreresti in quest'occasione! - Si, carissimo, te lo dimostrerei se, Dio liberi, ti [...]
[...] vedessi affogare, bruciare, restar sotto un tranvai, e che so io? Vale a dire se ti vedessi correre un pericolo vero e proprio, ma ti confesso [...]
[...] sinceramente che non mi sento capace a stemperarmi in lacrime perchè un vecchio collezionista di flauti s'innamora alla fresca età di sessant'anni, e [...]
[...] spiri dalla voglia di raccontarmelo. Butta fuori! - E a chi dovrei parlarne se non a chi n'è la causa? - sospirò il conte. 291 - Io ne sono la [...]
[...] poveraccio - perchè se non eri tu, non avrei mai messo piede nè a Napoli, nè in questa fatale pensione! - Sì che è proprio una urì di questo paradiso [...]
[...] smorfia a fior di labbra, e consentendo col capo mostrava grande soddisfazione d'esser finalmente giunto a intrattenersi col compagno dell'oggetto [...]
[...] sciolte a uso bambina, e incantato con le romanze slave che la ci bela tutte le sere in un trillo continuato quanto stonato. E lei, eh? Sampieri [...]
[...] colombi? Oh, uomo immorale! Ma che seduzioni hanno mai per te gli occhi tondi, chiari e a fior di testa della signora e il suo naso largo [...]
[...] la corte a quella bambina? - No, caro; intendo semplicemente d'offrirle il titolo di contessa Sampieri. - A quella bimba? - Bimba! Bimba, poi [...]
[...] , non tanto. A sentir te parrebbe che quella figliuola fosse ancora nelle fasce! Miss Emma ha diciassette anni. Io... io ne ho certo parecchi di [...]
[...] combinar le cose da un giorno all'altro, sarebbe troppo pretendere; nè io sono uso a schiccherar dichiarazioni a bruciapelo, come uno studentino [...]
[...] senza cervello; ma a forza di manovre abili e coperte, che so io? d'attenzioni mute e delicate, come dice appunto Emma che le piacciono, a [...]
[...] fatto, e secondo me proprio da grande stratega. Senti: sai di quel romanzo di Paoli, uscito ora, che si titola Lei sola? A te Paoli non piace [...]
[...] conviene perfettamente. Io dunque non a pena questo volume è uscito l'ho comprato; ho posto un nodo di nastro celeste tessuto d'oro fra le pagine, alla [...]
[...] scena - un po' ardita, se vogliamo - in cui l'eroina si leva in presenza dell'amante, lì seduto su 'l tappeto, certe calzette a trafori [...]
[...] ' larga, fatta per ridere e per cantare, guarnita di dentini bianchi e uniti; e Miss Alford passava, a Napoli, per una gran bella ragazza. La [...]
[...] su a dire Emma, 299 non a pena il conte ebbe richiuso l'uscio, eseguendo l'ultimo inchino. - Ahi, si comincia male! - pensava l'avvocato [...]
[...] , tutt'assieme non è poi un vecchio antipatico, soltanto... bisognerebbe consigliarlo a mettersi una parrucchina; con quella zucca pelata fa un certo [...]
[...] senso - (qui ebbe un gesto di ribrezzo, passandosi rapidamente il fazzolettino su la bocca). - De malo in peius... - badava a pensare il [...]
[...] Bencini; pure non volendo darsi subito per vinto, s'arrischiò a dire: - Cara signora Emma, lei è troppo severa. 300 Il mio amico Sampieri non è un [...]
[...] poi... è tanto ricco! - concluse enfaticamente l'avvocato. Queste parole erano destinate a produrre un grande effetto: e lo produssero. - Ah, è [...]
[...] - Sissignore. S'è pubblicato proprio ora. - Lo so. Volevo leggerlo anch'io, ma va a ruba; è difficile averlo. Anzi, lei è stata fortunata.... - Che [...]
[...] perfino un nodo di nastro celeste - il mio colore - alla scena... a una scena che fa venire i brividi.... Il visino roseo le si era fatto rosso come [...]
[...] , signora Emma, - domandò - lei dunque sa presso a poco chi le ha mandato questo romanzo? - Se lo so! È il più bel giovane del mondo, e pieno di [...]
[...] delicatezza, di delicatezza muta.... Oh, se sapesse.... In quel punto il conte Sampieri rientrò nel salone, impaziente, agitato, nervoso, e di li a [...]
[...] dicendoti che le donne vanno prese con garbo, vanno conquistate a furia di delicatezze? E il bravo conte fissava l'amico, piantato dinanzi a lui co [...]
[...] . - Mio povero Sampieri, che posso dirti per farti persuaso che... che quel nodo celeste è proprio un nodo gordiano.... Ma nè anche a farlo a [...]
[...] posta, ecco che la campana annunziante il pranzo a tavola rotonda principiò il suo gaio squillo per l'appunto in quell'istante; e mentre il [...]
[...] Bencini, determinato a salvar a ogni costo dal ridicolo 304 il suo compagno, si preparava a combatterne la follia amorosa, magari ripetendogli parola [...]
[...] per parola tutta la conversazione testè avuta con la ragazza, il conte, infatuato e felice, se lo prese a braccetto e se lo trascinò fuori [...]
[...] di loro due, erano già occupati. A un capo stava l'opulenta signora Alford, dirigendo il servizio del pranzo con maestosa correttezza; al capo [...]
[...] opposto, il tarchiato Borise, capitano di lungo corso, da' forti lineamenti del viso barbuto, arso dal sole, parlava a voce alta e comandava a [...]
[...] ' camerieri come a tanti marinai di bordo. In giro, erano i forestieri della pensione, poco numerosi per il momento. 305 Lo sguardo del conte si [...]
[...] appassionato ora sprezzante. Poteva aver circa ventuno o ventidue anni. Sedeva accanto a Emma, con cui discorreva fitto fitto e piano. - Presento a [...]
[...] posto vuoto, a cui il povero uomo dovette rassegnarsi, pur prevedendo tutte le delizie che avrebbe godute in mezzo a quelle due sninfie [...]
[...] esotiche, determinate l'una a salvarlo a forza di prediche glaciali, l'altra a perderlo a forza di poesie ardenti. - Ecco un piatto di maccheroni che si [...]
[...] pagherebbe sa Dio quanto a Londra o a Parigi, dove roba così non si sogna! - esclamò il capitano Borise, asciugandosi la folta barba col [...]
[...] molti, signori miei, quando non mi riesciva d'aver a bordo un cuoco napoletano, sentivo che mi mancava l'anima.... Allora la signora Alford spiegò [...]
[...] che appunto la sua pensione era la migliore di Napoli per la cucina, perchè aveva un cuoco inglese e uno napoletano. Lei non amava far le cose a [...]
[...] particolari la questione gastronomica, discutendo i pregi e i difetti delle cucine de' vari paesi. A mezzo il pranzo la signora Alford si volse [...]
[...] voltare tutti quanti. - Mannaggia all'anema é màmmete! - gridò tossendo nel tovagliolo, perchè il vino gli era andato a traverso in uno scoppio di [...]
[...] riso. - Innamorato lui! Ah! Ah! Ah! Innamorato lui! A quell'età lì!... Un'onda d'ilarità generale, ma frenata dall'educazione, si propagò ne [...]
[...] , s'accorse d'aver offeso il gentiluomo, e subito si scusò; ma a modo suo e certo con più sentimento che tatto: - Signor conte - disse - mi dispiacerebbe [...]
[...] torto, lo confesso, di permettermi uno scherzo con un signore rispettabile come voi - (il conte, assentendo, s'inchinò di nuovo fino a toccar [...]
[...] traverso da incenerirlo. 310 Senza a fatto curarsi de' vari discorsi degli altri, la signorina Alford e il bruno bersagliere continuavano la loro [...]
[...] conversazione intima, nella quale, riscaldandosi, alzavano un po' più la voce, a segno che qualche frase ne giungeva anche lontano al vecchio [...]
[...] su 'l petto San Teodoro. Lei badava a insistere: - .... nessun altro al mondo... e poi quel nastro... scena inebriante... mi sentivo venir [...]
[...] altro galantuomo in condizioni d'animo diverse da quelle del conte Sampieri avrebbe, a occhio e croce, mangiata la foglia. Il dono anonimo del [...]
[...] 312 del libro, e si disgusti di quel vanesio, di quel farfanicchio sguaiato:Già, quello lì che noia m'ha da dare se dice ch'è distaccato a [...]
[...] Salerno e viene a Napoli a ogni morte di papa? - (E guardava il giovane San Teodoro con un risolino di sprezzo) - Cattivo sistema il farsi bello col [...]
[...] badava a sbirciare di sotto le lenti d'oro il suo rivale e a sorbirsi un dopo l'altro parecchi bicchieri di bordeaux: fin che l'avvocato Bencini [...]
[...] , che l'osservava di lontano, gli venne a canto a proporgli una passeggiata verso Posillipo. Emma, che udì, colse subito la palla al balzo, e [...]
[...] seguiva a Napoli il patrio sistema educativo per le giovanette, tale e quale come se si fosse trovata a Nuova- York. La fanciulla guardò con un [...]
[...] sorriso il conte Sampieri che si sbracciava a ringraziar lei e la madre di tanto onore e di tanto piacere; poi guardò il tenente. - Perdono [...]
[...] riunione d'amiche, e Miss Emma.... - Oh, va benissimo, caro Totò, io ignorava.... Sì, sì, Emma verrà, pur che voi stesso me la riaccompagnate a [...]
[...] casa prima di mezzanotte. 314 - Il diavolo ti porti a Salerno e anche più in là! - imprecò tra' denti il povero deluso, mentre la ragazza si [...]
[...] ! - diceva l'avvocato Bencini all'amico, in tanto che s'avviavano a braccetto verso Posillipo. Ma su le labbra del conte s'affacciava il solito risolino [...]
[...] ; sì che, credi a me, il meglio che tu possa fare gli è di non pensarci più, proprio più a fatto, come se codesta gente non l'avessimo mai [...]
[...] veduta. 315 - Io? - rispose il conte, fermandosi a guardare il compagno negli occhi. - Io non pensar più a lei? Io rinunziare alla mia felicità? E [...]
[...] osato esprimere.... - Che desiderio e non desiderio, se avevan già tutto combinato col suo tenente? Già, a me, ecco, questi usi americani e [...]
[...] fanciulle, vale a dire quando non hanno nè obblighi nè legami, si rivelano le loro vere inclinazioni senza convenzionalismo e senza ipocrisia [...]
[...] : - E vedi, se stasera quell'imbecille non fosse saltato su a strapparmela con quell'invito a bruciapelo: un invito che lei non ha potuto [...]
[...] ricusare, si capisce, perchè ci sarebbe stata poca modestia a far vedere che preferiva la mia compagnia a quella d'altre ragazze, lei, credi [...]
[...] stizzito. Ma il vecchio ostinato non cedeva. - Va bene, va bene, acqua in bocca! Ma vedrai se a forza d'attenzioni discrete e gentili io non [...]
[...] arrivo a far di Emma la mia signora! III. Erano più delle undici quando i due toscani rientrarono alla pensione di Chiaia. In un angolo del salone [...]
[...] , la padrona e il capitano Borise giocavano a scopa; in torno alla tavola del centro, ingombra di giornali esteri, per la maggior parte illustrati [...]
[...] discutendo sottovoce di politica o di musei; seduta sur un canapè a canto al marito, che 318 taceva, la pacifica olandese infilava delle schegge [...]
[...] giuoco fissò l'orologio e poi la signora Alford. 319 - Mi sembra che a quest'ora Emma avrebbe dovuto esser tornata - osservò egli. - Sembrerebbe [...]
[...] anche a me, corpo d'un cane! - pensò con dispetto il conte. Ma la madre si mostrava perfettamente tranquilla. - Non è ancora mezzanotte, e [...]
[...] . Allora, si formò un crocchio in torno a Miss Alford. Tutti volevano sapere s'ella si era divertita, quanti waltzer aveva ballati, s'era stanca [...]
[...] si fece più vivo alla pensione fino all'ora di pranzo: a cui tornò ben rasato, sorridente, e vistoso nell'ampio panciotto più candido della [...]
[...] neve. C'erano ai medesimi posti le medesime persone. - Oggi - lei mangerà, speriamo! - si volse a dire la signora Alford con affettuosa cortesia [...]
[...] avanti. Emma, my darling, àlzati e senti se il signor conte ha la febbre - ordinò alla figliuola; poi si mise a spiegare a' suoi ospiti come Emma [...]
[...] fosse abilissima a conoscere la febbre, da quando lei, sua madre, aveva avuta la perniciosa a Roma; in tanto che la giovanetta, con un sorriso [...]
[...] mobile fatto di fiori. - Io non ho ordinato fiori - rispose la signora; poi si volse alla sua ragazza: - va a vedere di che si tratta, my [...]
[...] darling, perchè dev'esservi uno sbaglio d'indirizzo. Emma era a pena uscita che di nuovo si precipitava nella sala da pranzo, con gli occhi lucenti [...]
[...] generale salutò quel trionfo di fiori che lentamente i camerieri trasportavano nella stanza, in tanto che Emma, a cui s'univano la madre e il capitano [...]
[...] , 325 badava a colmar di dolci rimproveri e di effusioni di gratitudine l'ufficialino: il quale si difendeva, in vano, giurando su tutti i toni e [...]
[...] ín tutti i modi ch'egli non ne intendeva una buccicata. Quando il cicaleccio si fu alquanto acquetato, Emma andò a posar la testa bionda su [...]
[...] assolutamente dimenticato che debbo tornare a Salerno. E a quest'ora mi pare impossibile di fare in 326 tempo al treno, con tanta distanza dalla [...]
[...] stazione! Rapido come un lampo, balzò a riprendere la sciabola che aveva deposta in un canto, e affibbiandosi il cinturino, salutava in fretta e [...]
[...] furia la società; poi volò giù a precipizio per le scale; ma Emma, afferrando una manata dei tralci di rose che figuravano il getto della [...]
[...] fontana, senza udir un grido soffocato d'ira e di dolore del povero conte Sampieri - a cui nessuno, tranne il Bencini, badava - corse al balcone e [...]
[...] capace di commettere qualunque sciocchezza, uscì subito in traccia di lui, percorrendo tutti i luoghi ch'erano 327 usi a frequentare insieme; e [...]
[...] quando ho capito che è proprio quello che piace a Emma. Le dichiarazioni brusche non valgon a nulla, di certo: in vece la delicatezza.... Ora [...]
[...] , però, so io quel che ho da fare. - Come? - domandò con sorpresa l'avvocato. - E intenderesti di corteggiar ancora quella ragazza... a ogni costo [...]
[...] con pazienza i progetti di lui, e gli promise il suo appoggio a conseguirne l'adempimento. Poco dopo l'avvocato tornava solo alla pensione. IV [...]
[...] ci siamo! - pensava il Bencini. - È un uomo, vede, che s'interessa a lei più che alla propria vita, un uomo che l'ama, che l'adora.... 332 Emma [...]
[...] cadde come un cencio, svenuta. L'avvocato si precipitò a raccoglierla, commosso, impaurito; l'adagiò sopra un divano e corse ad attaccarsi al [...]
[...] persone che assistevano la fanciulla, e inginocchiandosi accosto a lei domandò: - Emma! Emma, che avete? 333 La voce amata scosse Emma, che aprì [...]
[...] . - Ma che c'è? Ch'è successo? - chiesero in coro gli astanti, tranne i due signori, toscani. A pena Emma potè parlare, interrotta dai singhiozzi [...]
[...] , si volse di nuovo al suo amore. - O Totò adorato, com'hai avuto cuore d'esporre la tua vita, la tua vita preziosa a quel modo..... per me [...]
[...] , siamo marito e moglie! Non è vero, mammà, non è vero che acconsentite? Se sapeste come siamo innamorati! E scoppiò di nuovo a piangere, mentre [...]
[...] a me: nell'anima d'una donna, con tante delicatezze è difficile entrare... massime alla nostra età. IL NATALE IN FAMIGLIA. IL NATALE IN FAMIGLIA [...]
[...] una poltroncina larga e bassa dinanzi al caminetto acceso, e tutta intenta a rimetter con le molle su gli alari d'acciaio traforato certi tizzi [...]
[...] gli porse la fronte al saluto abituale. L'uomo la baciò a fior di labbra, e uscì. Allora, Leda, posate le molle, abbandonò il fuoco, i cui [...]
[...] bagliori interrotti, ineguali, a quando a quando la illuminavano tutta improvvisamente, per lasciarla poi quasi subito in una mezz'ombra senza tinte [...]
[...] guarnizione, lasciavan come una vaporosità da fantasmagoria. S'era méssa a passeggiare su e giù per il salotto, con le braccia incrociate. 341 [...]
[...] - Finalmente! - esclamò sottovoce, parlando a sè stessa, quando ebbe inteso il tonfo cupo del portone del villino che si richiudeva dietro il barone. E [...]
[...] dato intorno uno sguardo, naturale a chi vuol assicurarsi che nessuno lo spia, si sbottonò un po' la veste sul seno e si tolse di fra' merletti [...]
[...] meglio questo indirizzo: «Alla signora Giovannina Bitossi, ferma in posta.» La giovane donna ruppe il sigillo, e si pose avidamente a leggere [...]
[...] . Quel foglio, listato di rigoline rosse per guidare la mano non a bastanza esperta a scrivere in linea retta, portava poche frasi, tutte semplici [...]
[...] . Io con tuo padre ti mandiamo tanto a ringraziare. Ma ci rincresce se tu avessi a restare senza soldi per farti il necessario in queste feste [...]
[...] , per mandare a noi tutto quel che guadagni con fatiche e sudori, che si sa che costa assai servire in casa d'altri. Ma noi ti ringraziamo, che tuo [...]
[...] lettera, mentre nervosamente continuava a inghiottire, a inghiottire, come chi ha qualcosa che gli serra la gola, accostò vieppiù la poltroncina al [...]
[...] camino, vi si sedette di nuovo, e prona innanzi, per aver più luce dalla fiamma, tornò da capo a leggere: adagio questa volta, quasi avesse [...]
[...] voluto a quel modo allungare il rozzo scritto. 344 Erano parecchie ore che se lo teneva nascosto in petto, pensando ogni poco, con gran desiderio [...]
[...] alcuno all'infuori di lei. Se li andava a ritirare ella sola alla posta, guardandosi dietro, sospettosa, più che se si fosse trattato delle notizie [...]
[...] d'un amante segreto; e per aprirli, aspettava d'essere libera della presenza di chiunque. Per la terza volta si rifece a scorrere la lettera [...]
[...] nel punto dove si alludeva a' suoi «buoni padroni»... Ah, povera vecchia, se avesse saputo!... Se avesse saputo che quella figliuola sua, la più [...]
[...] urlava peggio d'un cane a catena, inchiodato sul letto dai dolori nelle ossa, partitasi per cercar a Roma un servizio che procurasse il pane a lei [...]
[...] alla governante delle sue creature ch'egli era determinato a sposare una sorella della moglie defunta: donna non più giovane e nè anche bella, ma [...]
[...] a cui le bambine volevano un bene dell'anima, perchè passando esse la maggior parte del giorno coi nonni, avean trovato in lei una seconda madre [...]
[...] . Fu poco dopo aver detto addio, non senza lacrime, a codesta sua famiglia d'accatto, d'onde era licenziata, che la ragazza si gettò a capo [...]
[...] , da circa un anno un signore assai ricco e serio si era messo a proteggere Leda. Le aveva preso in affitto un villino al Macao; e lì, quanto [...]
[...] spesso glielo consentivano i suoi affari di banca e la sua parentela aristocratica e numerosa, il barone veniva a visitarla, a tenerle compagnia [...]
[...] , sui quali gli occhi di tutti, intenditori o no, si posavano ammirando; andava a qualunque teatro in seconda fila; le sue acconciature si [...]
[...] citavano come campioni di eleganza. Era felice, dunque. Tanto felice da invidiare le poverette che, la domenica, a passeggio fuori d'una porta [...]
[...] , accompagnano il marito mezzo ubbriaco, ma si trascinano per la manina qualche bambinello sorridente. 349 «... Ci rincresce se tu avessi a restare [...]
[...] cui si eran separate: faticava, soffriva per mandare a' suoi genitori qualche soccorso mensile di denaro: un soccorso venuto egualmente anche [...]
[...] quando il fratello maggiore, terminato il servizio militare, era tornato a casa, a lavorare nel campo con più robustezza di braccia, con più [...]
[...] voglia di prima; anche quando il padre avea riacquistata interamente la salute. «A me non ci dovete pensare» - scriveva la giovane ai suoi, con la [...]
[...] le lagrime, per modo da offuscare il vetro, annebbiandole la stanca vista. Lentamente, con le pupille dilatate, fisse sui tizzi che s'erano a [...]
[...] grado a grado tutti infocati ma non lingueggiavan più in fiamme, non crepitavan più, sembrando, nella loro immobilità, come dipinti, Leda aveva [...]
[...] ripiegata la lettera materna; e si era raggomitolata nella poltrona. Pensava: forse a casa sua, forse a tutt'altro. D'improvviso, nella via [...]
[...] , 351 scendono a sonar in città durante la novena del Natale, lusingati dal guadagno di pochi soldi gettati loro dalle finestre o dati dai [...]
[...] passanti pietosi. Allora, la giovine donna ebbe un sussulto. Tese l'orecchio, e ricordò. Ricordò un camino che non era quello davanti a cui ora [...]
[...] , attenta però al paiuolo dove avea messo a bollire le castagne, in aspettativa che la campana chiamasse la prima volta alla messa di mezzanotte [...]
[...] tramontana soffia tanto forte che a momenti, in quelle notti, mozza il respiro. Intorno, un biancicore uniforme copriva ogni 353 cosa: campi, alberi [...]
[...] , forre, elevazioni di terreno, a perdita d'occhio, per modo che chi non era pratico dei luoghi, non sapeva dove posare i piedi, impacciati [...]
[...] , affondati nella neve. E le zampogne, ora di lontano, ora come avvicinate, a seconda del vento, accompagnavano fide, co' loro ritornelli eguali, con le [...]
[...] tenebre, del freddo, di tutto. Il cammino era lungo; ma a loro non sembrava tale: conoscevano tutti gli alberi, tutte le svolte dell'erta [...]
[...] parrocchia, ch'era sparso in casolari nascosti ne' campi, a mezza costa dei monti, tra i boschi, dovunque giungeva il rintocco pio della campana [...]
[...] squillante a festa. 355 Appena sonava il cenno, la chiesa riempivasi; e subito s'aprivano i baveri de' ferraioli, si calavano di capo gli scialletti [...]
[...] , scoprendo il viso giocondo di tutti que' montanari, che prima parevano mascherati. Un tepor dolce si spandeva di lì a poco tra le pareti [...]
[...] bianche di calce della chiesetta: certe pareti che si sarebbero dette anch'esse composte di neve, tanto eran candide ai lumi delle candele accese a [...]
[...] . Il priore, bravo vecchio che Giovannina avea sempre veduto a quel posto, recitava di sèguito le sue tre messe di rito, e infine benediceva 356 [...]
[...] in ginocchio, a capo chino; e una grande serenità entrava in quei cuori semplici, una grande allegrezza li facea battere, sapendosi che in [...]
[...] giù, per la scesa, sfangando nella neve, per rientrar presto a casa! Uno si sentiva più leggiero, quasi rinato anche lui. I cani abbaiavano di [...]
[...] gorgoglìo del paiuolo. E la povera famiglia, prima d'andare a letto, mangiava le castagne bollenti, beveva qualche buon bicchiere di vino invecchiato [...]
[...] , a lei, invece, sembravano secoli!... In tanto, era proprio sul punto di tornare un'altra volta il Natale. Là su, ne' suoi posti, l'avrebbero [...]
[...] indifferenti, che non soltanto ella non amava, ma a cui nè anche voleva un po' bene?.., Con dolcezza insistente, la zampogna che avea cessato di sonare [...]
[...] andasse affievolendosi, e finisse a dileguare fondendosi in nulla entro i rumori innumerevoli della città enorme. Leda corse alla finestra e la [...]
[...] sempre rosea, certo sempre tanto buona! Voleva starsene a casa, magari per poche ore, per un'ora sola! Poi... sarebbe tornata... si sa. Senza [...]
[...] perdere un minuto, premette un campanello elettrico. Comparve un servo. - Chiamatemi l'Adele! - ordinò la giovane donna. Di lì a poco si [...]
[...] trovassi, non stare in pena. Forse parto per qualche giorno... - La signora non fa il Natale a Roma? - chiese ancora la cameriera. Leda, senza badare [...]
[...] nella sua camera da letto, e aperto un baule chiuso a chiave, che figurava un cofano da corredo del quattrocento, ne tolse un involto ripostovi [...]
[...] in fondo, che ogni tanto tirava fuori quando era triste. Da un pezzo, però, non lo aveva guardato. Erano i panni co' quali ella era venuta a [...]
[...] fazzoletto a rosoni sur un fondo giallo che, da fanciulla, ella soleva portare in testa; corse allo specchio, e lì se lo annodò sui capelli; poi [...]
[...] scoppiò in una risata. Ora che non era più avezza a vedersi a quel modo, le sembrava d'esser buffa. Aveva spiegata la sottana; la scosse, e se [...]
[...] ! Quello poi era quasi intatto: rossigno e bianco, di cotonina a quadrelli. Dio, come aveva freddo! Così leggiera codesta lanetta, massime per lei [...]
[...] faccia avanti a osservarsi dinanzi allo specchio, che la rifletteva tutta; sembrava cercar di riconoscere sè stessa. A un tratto mise un grido [...]
[...] , soldati in congedo, ed altri ordinari compagni di via. Aveva il biglietto fino a Castelnuovo. Di lì al Borgo la portava la diligenza del [...]
[...] procaccia; da Borgo in su avrebbe chiesto qualche calesse, o una bestia da cavalcare: un mezzo qualunque per andare a casa. Tutte quelle ore di [...]
[...] nuova, guardò la femmina. - Dove andate? - le domandò. - Al Borgo, anzi, a Montaguzzo. O non mi riconoscete?... Giovannina... Il procaccia si [...]
[...] lasciò sfuggire una bestemmia a mo' d'interiezione. Poi continuò: - Ah, perdio, perdio! Ma sapete che vi siete fatta bella? E civile, non canzono [...]
[...] accanto sè, Menico, lungo il cammino, le andava rivolgendo diverse domande: - Si sta bene, eh, a Roma? Ella fece con la testa un cenno che il bravo [...]
[...] uomo credette affermativo. 365 - Ah, lo credo! - riprese, convinto - e mi figuro che non siete tornata per restare a Montaguzzo. - Non, so [...]
[...] ... - rispose lei. L'uomo badava a guardarla. - Ma, proprio, a Roma vi siete fatta un'altra! Più bianca, che so? meglio di prima, insomma. Ella ebbe un [...]
[...] leggiero sospiro, inarcò le ciglia e tacque; rispondendo poi soltanto a monosillabi a tutte le chiacchiere di costui. Scesa dalla diligenza, si [...]
[...] mise a cercare per tutto il Borgo un veicolo qualsiasi che la portasse su dai suoi. Nulla. La vigilia del Natale ciascuno se ne stava a casa [...]
[...] ottenerlo. Chi riconduceva poi la bestia al Borgo? Allora, ella si determinò a far la strada a piedi, senz'altra compagnia che il desiderio di [...]
[...] arrivar presto. E si mise coraggiosamente a salire verso Montaguzzo. La campagna, anche con l'andar degli anni, conserva quasi intatto [...]
[...] avvallamenti di terreno; di rado c'è qualche casa colonica fabbricata di fresco: una casa che nulla cambia, però, all'insieme del paesaggio. A [...]
[...] Leda pareva d'essere scesa al Borgo, come era solita fare da fanciulla, a comprarvi qualcosa che non si trovava nel suo casolare. Lo stesso [...]
[...] , cominciò a correre; tale quale nella sua infanzia, quando avea fatto tardi e temeva d'essere sgridata dal babbo. A momenti le mancava il fiato [...]
[...] cancello di legno, tutto tarlato e vacillante sui cardini, che metteva nella viottola, in linea retta, a pochi passi della sua casa, la ragazza era [...]
[...] sfinita di forze. Un cane, fiutando qualche estraneo, le si precipitò incontro, abbaiando a squarciagola. Ella non poteva vederlo. - Fido! Fido [...]
[...] ! cominciò a chiamare con accento amico. 368 Non era Fido; ma un compagno di lui, che appena ebbe riconosciuta l'antica padrona, mutò tono e prese [...]
[...] a fare un baccano infernale per manifestare la sua contentezza. Venne gente su l'uscio. - Chi è? - chiesero diverse voci esili e robuste in [...]
[...] tra le braccia, stringendola quanto quelle povere braccia vecchie potevano stringere. - Tu, Nina mia, tu? - badava a ripeterle. Leda le aveva [...]
[...] , seguitava a pregare ad alta voce Gesù Bambino; gli uomini parlavano famigliarmente. Quando la famiglia si fu aggrupata in chiesa, Leda s'inginocchiò [...]
[...] , mezzo in ginocchio, stette per quanto durarono le tre messe di rito. A momenti pregava; la più parte del tempo fantasticò. E le parve così naturale [...]
[...] . FIRENZE, G. BARBÈRA, EDITORE. - 1889. A ISIDORO DEL LUNGO AUSTERO E FORTE INTELLETTO E CUORE GENTILE ONDE LA PROBITÀ DI DANTE E DI DINO [...]
[...] " Raccontami una novella...." " Allegra o mesta? " Allegra più che puoi.... " " C'era una volta un uomo che abitava vicino a un cimitero. " SHAKESPEARE [...]
[...] Campagnatico, ed eran venuti, sin da' tempi della vecchia repubblica senese, a Poggio Sole, fattoria che fu già dei nobili conti - 2 - Della Pula, e [...]
[...] andava in città, non ne ripartiva senza essersi prima piantato ritto sul prato delle Burella (dove si dice che anticamente fosse la forca) a [...]
[...] chiamare a disfida qualche Fiorentino: perchè quest'odio implacabile contro i Fiorentini e contro Firenze era anch'esso un'altra proprietà, un [...]
[...] sentimento avito, e quindi necessario e quasi religioso, della razza Casamontese. E al primo pugno di Margaritone il Fiorentino gli cadeva disteso a [...]
[...] d'oggi di questi non ne rinasce, diceva Stefano un sessant'anni fa, ma allora a vent'anni non si sapeva quello che fosse donna, e non c'era il mal [...]
[...] venereo. Vicino a morte Margaritone volle che gli aprissero la finestra per riprendere ancora un respiro d'aria mentre il sole passava le macchie [...]
[...] scappare il prete: ma i figliuoli stettero fermi a vedere morire il padre com'era obbligo loro sacrosanto: e infatti morì anche lui, anche [...]
[...] : la casa di que' fratelli, isolata nell'uzza cupa del bosco, pareva un antro di fiere selvagge, o era come certe repubbliche: chi teneva a levante e [...]
[...] chi a ponente, ed essendo tutti forzuti, ognuno avrebbe voluto o comandare a tutti, o esser solo. Quanto a Stefano, stava per lui il diritto [...]
[...] della primogenitura: diritto che valutava e sentiva tanto da negare assolutamente che i suoi fratelli avessero avuto l'altro di venire a - 4 [...]
[...] altrove le proprie masserizie rurali, lasciando Stefano a Poggio Sole. Due o tre di loro però (ed eran quelli che per l'appunto avevano più bisogno [...]
[...] ) restarono pei poderi vicini, e ricorrevano sempre a Giovanna, ora per un fiasco di vino, ora per uno staio di fagioli o di grano che [...]
[...] promettevano di rendere e non rendevano mai; e nonostante Giovanna, quella tenerona, non era mai buona a mandarli in pace, esponendosi ai fieri rabbuffi [...]
[...] fattoria a un negoziante ricco che tutto voleva vedere, tutto voleva sapere; a Stefano incominciò Poggio Sole a venire in uggia, e non aspettava [...]
[...] messo a vendere il vino di fattoria al finestrino del loro vecchio palazzo. Avendo dunque questo Ferdinando preso in affitto un podere vicinissimo [...]
[...] alla città, proprio lì al cimitero, e sapendo quanto Stefano fosse abile contadino, gli propose di venirci a stare con la famiglia. Stefano andò a [...]
[...] visitare il podere, ne calcolò così a un di presso le staiate di terra, il reddito delle piante, esaminò il bestiame, gli piacque la casa [...]
[...] spaziosa e con tutti i comodi: tinaia, buona stalla, forno, e altre stanze a terreno; e vide che alle sue mani avrebbe potuto fruttargli quel podere [...]
[...] assai più che non Poggio Sole. Ma allo stringere del contratto, volle accortamente verificare se la congregazione a cui apparteneva quel fondo [...]
[...] poteva ripromettersi da Ferdinando il pagamento dell'annuo livello almeno per una ventina d'anni, per non trovarsi poi a dover questionare con [...]
[...] in un portafoglio di pelle rossa. Stefano a quella vista pensò alle belle occasioni che la città porge ai guadagni, e sodisfattissimo, e giurando [...]
[...] di mantenere il segreto, il quale importava a tutt' e due, fecero allegramente l'affare, convenendo che Stefano avrebbe coltivato il podere, e [...]
[...] facoltà di nessuno il poter privare il suo servo fedele, Ferdinando Casamonti del fu Margaritone, delle stanze a terreno dove il detto [...]
[...] Ferdinando teneva allora cantina per conto proprio. Atto veramente magnanimo questo, e ben degno di quel nobile gentiluomo a cui natura volle concedere [...]
[...] in sommo grado il genio della magnificenza, come si vide benissimo quando il granduca - 7 - Ferdinando III, nel 1818 (l'anno in cui presso a [...]
[...] poco incomincia questo allegro racconto), onorò la città della sua augusta presenza. Furono giorni memorabili quelli, a detta dei nonni. Il [...]
[...] campanone sonava: le genti maravigliate accorrevano agli sbocchi, alle piazze a vedere il principe, e impetrarne il clementissimo patrocinio: sfilavano i [...]
[...] del conte Francesco Della Pula: egli eclissò la corte. E ch'eran mai quelle livree grigie della corte, semplici calèches a due cavalli, a paragone [...]
[...] del tiro a quattro, coi finimenti d'argento, del conte Pula, che volava via in mezzo al fragore dei cocchi, con la sua tuba torta, e la moglie [...]
[...] maniche di camicia a chiacchiera con le donne, che venivano la sera a frescheggiare sul muricciuolo, mentre una vaga luna d'estate strisciava a [...]
[...] mezzo il nero palagio: e non era più costretto ora a reprimere l'allegria baccante dei bevitori, nè il passeraio delle serve a cui, allungando [...]
[...] taceva, perchè a quell'ora il vinaio giocava alle bocce al podere con gli altri amici e con Stefano, oppure bevevano allegramente il fiasco su nella [...]
[...] se una turba di signori si fosse affrettata a perpetuare sui marmi le sue virtù, o a prendere i primi posti sotto l'erba molle e fiorita. Ma non [...]
[...] si perde deserta fra quelle crete aride quasi vi fosse passato a desolarle uno di quei demoni cornuti dall'ali di pipistrello, come il [...]
[...] - dovunque; apparisce nelle ville severe, ne' castelli, ne' monasteri sparsi, nelle badie dei villaggi solitari, danno a questa campagna un incanto [...]
[...] non lo possano più vedere, simili a polvere o fumo disperso: nondimeno, quelli sotterrati di sopra ove spira l'aria serena, si direbbero meno al [...]
[...] solenne in Toscana! Nè meno taciturna è la porta della città che è lì a due passi, con la sua meridiana scalcinata, lo stemma del Comune, e la [...]
[...] panchina di pietra, - 12 - su cui talora viene a sedersi il gabelliere ozioso. Se non fosse il passeggio de' visitatori del cimitero, quella [...]
[...] dunque la Venerabile Compagnia della Misericordia, preceduta dalla nera bandinella, usciva da quella tacita porta, e a quel suo passo uniforme e [...]
[...] cimitero; Stefano, incappato anche lui, era già corso a aspettarla nell'atrio. Dava una mano a levar di spalla ai fratelli il feretro, a deporlo [...]
[...] in mezzo, e a rialzarlo dopo le preci, le ultime benedizioni e gli ultimi incensamenti del sacerdote, di cui seguiva parola per parola il latino [...]
[...] che meglio non avrebbe fatto altr'uomo di chiesa: ma non per nulla egli a Poggio Sole era stato priore nov'anni della compagnia degli Scalzi. Morto [...]
[...] Drea dunque, Stefano accettò l'incarico di succedergli, a patto però che quando il suo figliuolo Domenico, ossia Filusella, fosse stato più grande [...]
[...] (allora non aveva più di dodici o tredici anni), fosse dato a lui il posto di fossaiuolo effettivo. Avutane formale assicurazione, Stefano volle [...]
[...] sotterraneo a fare una fossa. Quella al ragazzo parve la cosa più terribile che mai potesse accadergli. Il mondo, da quanto ne aveva udito, era [...]
[...] suo padre, parola che per lui equivaleva a grullo. Filusella credeva quelle cose con fede cieca e tenacissima, tanto è vero che nelle menti rozze [...]
[...] . - 15 - Quella mattina, non era ancora giorno e non si sentiva pel buio che cantare il gallo vicino, a cui rispondeva un altro gallo lontano, e [...]
[...] Filusella non si sentiva capace: a ogni modo suo padre lo trattò come un puledro che recalcitri a una barriera, ed egli dovè saltarla la sua paura, ma [...]
[...] portandola sempre in corpo. Attaccato a suo padre, s'avanzò, tutto piagnucoloso, pel sotterraneo, con un lanternino che illuminava appena un po [...]
[...] lieve che pareva il primo grado per cui il suono può essere percepito dal nostro orecchio. Cominciò tutto a tremare, e s'arrestò guardando con gli [...]
[...] occhi sbarrati in quel punto. " Son ossa che vanno in polvere, Tenenosse! " gridò suo padre, a cui Drea, il vecchio becchino, aveva già detto di [...]
[...] solo da chi abbia l'udito fino. Cominciava a riaversi, quando un altro rumore diverso e più forte, come di cosa che cada a un tratto in un luogo [...]
[...] chiuso, gli rimesse addosso tanta paura, che cominciò a tirare a tirare suo padre, non volendo più sapere d'andare avanti. " È stato il coperchio [...]
[...] , incominciano a sentire una sinfonia come di persone che schiacciassero delle noci coi denti, e che anche trapanassero coi succhielli, producendo [...]
[...] un suono fervido, irregolare, incessante, quali operai tutti dati a faticare insieme di lena intorno a uno stesso importante lavoro. L'orrore di [...]
[...] nel buio, e che faceva luccicare a tratti da un pilastrone vicino un'epigrafe a lettere d'oro sul marmo nero. Filusella non ci vedeva più ed era [...]
[...] per tramortire; Stefano pure s'era fermato a una ventina di passi da san Calisto, che sempre immobile e maestoso levava la faccia al cielo e [...]
[...] a zappare con braccia di ferro la dura terra, e già un po' di giorno penetrava laggiù come ladro ch'entri furtivo e velato in casa non propria [...]
[...] di cuoio che gli pendevano dalle mani, Filusella s'apprestava a compiere un ufficio di cui egli intendeva benissimo tutta la serietà: un [...]
[...] paese e rimpiangesse in segreto il podere di Poggio Sole. A Poggio Sole non vedeva che poche case sparse, e la Pieve di San Giovan Battista [...]
[...] nereggiare di boschi, e dietro alle colline, come giganti che sogguardino a tutela del geloso Comune quella valle nascosta, drizzar la punta le due [...]
[...] . Ora quella città metteva addosso una gran tristezza a Giovanna, come que' cipressi e quei marmi del camposanto. Da lontano que' bianchi marmi [...]
[...] convertite in strane paure, quando restava sola, perchè Stefano era con Amerigo in città, alla bettola del fratello, e Filusella a scuola da un [...]
[...] affumicata, ella pareva tutta assorta a metter toppe su i laceri panni di Stefano e de' figliuoli. Ma invece pensava a ciò che sarebbe accaduto di lei [...]
[...] , si sperdeva sulle sue labbra a' primi - 22 - versetti. Peggio poi se sapeva che c'era un cadavere nella stanza mortuaria.... E se le [...]
[...] non una voce d'uomo si sentiva venire da nessun luogo.... Sopraffatta da un infinito terrore, Giovanna si metteva la lucernina ora a destra e ora a [...]
[...] sinistra, e ora l'alzava a guardare in fondo se mai apparissero i bianchi fantasmi dall'uscio chiuso. Così ella passava la sera ne' primi tempi [...]
[...] ch'era venuta al podere del cimitero: ma non andò molto che queste paure fantastiche incominciarono a preoccuparla assai meno quando, per parte [...]
[...] frutta; e per lui, novizio e irascibile, la piazza era un elemento pericoloso. Cominciò infatti, semplice e inesperto com’era, a sbagliare i modi [...]
[...] di prendere quella plebe riottosa e bestemmiatrice, la quale perchè ha le baracche a piè de' maestosi e tristi palazzi degli avi, si crede quasi [...]
[...] la padrona del luogo. Stefano che non bestemmiava, che passando per le vie si levava il cappello a tutti i tabernacoli che santificavano allora [...]
[...] interesse, e credendo di farsene un merito presso Dio. Ma a que' mercatini cominciò a saltare la mosca al naso vedendo quel contadino aggirarsi [...]
[...] per la storica piazza con quell'aria scandalizzata e superba, quasi volesse dire: Vili bestemmiatori, a me non le fate le riffe!... Un tal contegno [...]
[...] parve a que' piazzaiuoli tanto più provocante in quanto essi, imbevuti dell'orgoglio civile, considerano i contadini come una - 24 - classe [...]
[...] un'aria di sfida è come colui il quale allungasse la miccia accesa, stando di contro a una batteria di cannoni già parata a colpirlo; quando invece [...]
[...] mostrandosi tollerante e garbato, come conviene all'ospite che vuol vender la propria merce a sua maestà la piazza, può anche un contadino [...]
[...] a pagare, per un sol pugno e dato di santa ragione, sette pioli di multa, ora allo spedale a farsi applicare i cerotti, ora in prigione a roder [...]
[...] la bile e raccomandarsi a sant'Antonio: anche quando lo mandarono a pancia all'aria dentro la fonte aveva ragione lui, e anche allora tutta la [...]
[...] piazza magnifica lo fischiò, mentre i birri lo conducevano in palazzo a spinte e pedate. Questa non era giustizia, ma era però una scuola che [...]
[...] gl'insegnò a intonare più destramente il proprio contegno alla socievole sinfonia. Oppose l'indifferenza, la calma, un'aria minchiona alle [...]
[...] toscano che spesso s'inurba, e bada, più che altro, a non guastare i fatti suoi, cioè l'interesse. Dall'altro lato poi, siccome i suoi pugni non [...]
[...] erano zuccherini, e quella marmaglia incitosa gli aveva pure gustati, così le due parti cominciarono a trattare i propri affari con una serietà che [...]
[...] superficiale, portò Stefano troppo risolutamente a certe sue conclusioni, le quali venivano, più che dalla verità effettiva delle cose sperimentate, dal modo [...]
[...] risguardi collaterali lo tenessero mai perplesso, aveva forza di renderlo ostinato a seguire un’idea fissa, che prevaleva soltanto perchè unica, a [...]
[...] , così erano riusciti a ispirargli della sua condizione la bassa stima in cui, per ingrandirsi al suo cospetto, mostravano di tenerla i suoi zotici [...]
[...] gli parve dovere d'ottimo padre quello di risparmiare un simile stato almeno al suo figliuolo minore, almeno a Amerigo, che gli pareva il più [...]
[...] sveglio; e giacchè l'occasione c'era nel fratello Ferdinando, senza dubitare un momento, lo mise a bottega da lui. Per vero dire in tale risoluzione [...]
[...] ebbe un po' di parte anche la cupidigia, e anche una certa vanagloria che pure era nell'indole di quell'uomo. Egli, rispetto a quest'ultimo punto [...]
[...] ? Impari a pelarla anche lui quella genia maledetta della città come la pela lo zio, e si faccia ben volere dallo zio che può anche lasciarlo erede [...]
[...] ! Dal che si conosce come, tra que' pensieri - 27 - amorevolmente paterni, tornassero spesso a rilucergli in mente, a Stefano, i danari che già [...]
[...] presa anche Giovanna, la quale del resto si credeva, a paragone di suo marito, una sciocca; e il marito non ne aveva migliore stima. Giovanna [...]
[...] , dopo qualche mese, il fanciullo parve a Giovanna che le si venisse trasformando in un altro a certi segni che comparvero in lui, onde il sogno [...]
[...] materno cominciò a vacillare e interrompersi per dar luogo a un'ascosa trepidazione, e a lunghi periodi d'angoscia. Egli prese a sfoggiare tutta [...]
[...] quella sciocchezza di parole e d'attucci che è la prima forma d'un cattivo spirito comunicato ai ragazzi, e pel quale Amerigo cominciò a [...]
[...] distinguersi tra i mocciconi campagnoli della sua età, come più svelto, più sfacciato, più petulante, più abile a provocare tra loro con le chete malizie [...]
[...] delle sonore risate. Poi s'incominciarono a sentire dalla sua bocca certe oscenità, certe bestemmie così sacrileghe, così nuove e ingegnose [...]
[...] fece presto anche lui a divenire uno de' tanti ragazzacci bruttamente corrotti della città. Si ficcava per tutto: nelle oziose sagrestie a servir [...]
[...] messe e scaldarsi l'inverno al focone, ne' pessimi caffeucci, nelle confraternite oscure a cantar la lezione dell'uffizio de' morti, ne' luridi [...]
[...] biliardi a veder giocare, ne' campanili a attaccarsi con gli abati alle funi, ne' corpi di guardia, e altri luoghi simili; empiva di chiasso, con gli [...]
[...] chi passava, tirando sassate a' cani, dando noia alle serve, e terminando poi tutti in una fuga generale all'apparire di qualcheduno che [...]
[...] corse e sassate tra que' ragazzacci, che poi si mettevano giù a rotta di collo per quelle precipiti - 29 - strade, dandosi a sonar campanelli e [...]
[...] con un'aria da prima comunione, quieto, serio più del dovere, tanto esperto a nascondere i suoi pensieri, quanto facile a sfoggiare a parole una [...]
[...] virtù e un giudizio, che essendosi comunicati a lui dalle labbra autorevoli dello zio vinaio, parevano superiori alla sua età, e n'era lodato e [...]
[...] efficacissima a acquistarsi la stima e l'affetto de' maestri e de' superiori: - 30 - Amerigo n'era abilissimo. Con quali occhi amorevoli egli non [...]
[...] barattarsi il viso volpescamente! " Lo vedete eh, lo vedete se la medicina ha giovato? " disse un giorno Stefano a Giovanna, che scrollò sospirando il [...]
[...] inutilmente il figliuolo all'ira del padre. Ma siccome Amerigo, non temendola punto, a lei non si curava di celare la sua condotta; così lei [...]
[...] glien'aveva trovato uno in saccoccia, e apertolo a caso, le apparve una tale immagine che ella ne restò come fulminata: quasi non credeva a [...]
[...] figure.1 Ma Stefano attribuiva a sua moglie tutti i difetti che non aveva, e specialmente le attribuiva quello di non capir nulla, d'essere in [...]
[...] l'onore. " E come! " lui gridò, " io le ho trovate per tutto dove son ito. " E Giovanna, neanche fossero state sue sorelle, si mise a piangere, e la [...]
[...] mattina aveva ancora le lacrime sulle gote! E ora, a dar retta a lei, avrebbe dovuto levare 1 Il commercio di tali libri sembra rifiorito, o [...]
[...] non così laidi, se ne vende al bel sole della libertà a Roma e a Milano per tutti i chioschi dove, volendo, si possono acquistare anche de [...]
[...] ' giornali d'educazione: e anche ciò dimostra con quanta serietà s'attende a prepararsi degl'Italiani. La Germania proibisce perfino la vendita del [...]
[...] Decamerone tradotto! ma quello è un paese molto ingenuo o primitivo appetto a noi che non possiamo che ridere di simili misure affatto puerili. Dunque [...]
[...] divertitevi, ragazzi: comprate! comprate! - 32 - Amerigo dallo zio, quando già incominciava a guadagnare due crazie al giorno, e a prender [...]
[...] , quando Amerigo, su i sedici anni, accennò di nuovo a trasformarsi in un altro essere positivo molto, e più sodo. Si mescolava volentieri nei [...]
[...] in bottega era ben accetto ad ognuno: era svelto a servire, rendere i resti, rispondere barzellette, di quelle che più gustavano gli avventori [...]
[...] , usi a trovare nel turpiloquio un'innocente distrazione all'oziosaggine quotidiana. Una così grossolana raffineria nell'osceno e nella bestemmia, e [...]
[...] poi una pronunzia così soave, e tanta finezza di leggiadri diminutivi, e tanta esteriore cortesia di maniere, è un contrasto che a taluno può [...]
[...] villana a umanarla un poco, a rintuzzarne gl'istinti ingordamente bestiali e lupeschi: ma la forza della fatica, le abitudini semplici e parche, la [...]
[...] ma accoglie il precetto giustamente autorevole, onde la disciplina, onde l'ossequio a leggi, a doveri, a consuetudini buone; sì, tutto questo [...]
[...] figliuolo, che appetto a lui Filusella, o Tenenosse, teneva un posto affatto secondario in famiglia, egli che per tutta la vita non sarebbe stato che [...]
[...] speranze si potessero realizzare, perchè Amerigo non era solo a correre questo palio della fortuna, ma con lui lo correva pure Gustavo, e col [...]
[...] nel vinaio Gustavo aveva come due babbi: se non che ritirava tanto dal vinaio e nell'indole e nel sembiante, che ci voleva poco a distinguere [...]
[...] tutti e due, prendendo l'uno e l'altro, Amerigo e Gustavo, a bottega; i quali poi, anche loro, come pretendenti posti nel medesimo agone dalle [...]
[...] due parti - 36 - nemiche, s'odiavano a morte. Se non che, avendo imparato a quella scuola anche a essere ipocritamente chiusi e machioni [...]
[...] occhiatine provocanti di tante servette che v'apparivano, que' due pallidi giovincelli sfoggiavano viole e rose all'occhiello, s'atteggiavano a [...]
[...] a qualche donna a cui forse davan nel genio que' suoi occhietti porcini e bassi che parevano sempre attenti a cogliere l'opportunità e [...]
[...] , ella quando saliva un po' stanca su a' mezzanini a riguardare al vinaio la biancheria, faceva gli occhiacci di mamma seria e severa a Amerigo, e [...]
[...] Amerigo, udendo poi come quella severità d'occhiate e virtù parolaia andasse a finire, ne rideva in segreto a crepapelle con gli avventori [...]
[...] ch'era tra loro, quando la sera quegli avventori se ne stavano per le panche a gruppi accecati dal fumo, e già ne avevano in corpo più d'un [...]
[...] incitare e impermalire i due giovinetti rivali. Questi davano ansa a que' celioni avvinati cercando di soverchiarsi nella gara delle offese e delle [...]
[...] divertiva come al teatro, e continuando a soffiar nell'odio e nella vanità di coloro, cercava che la tenzone divenisse sempre più acre, non avesse [...]
[...] nella ventraia, che il poveretto restò lì boccheggiante con gli occhi in fuori a ponzare senza respiro come un rospo impalato. - 38 [...]
[...] ! hai fatto bene a sonarglielo! non dirazzi no! tu sei un Casamonti! " Gli avventori intanto gridavano tutti a una voce contro Amerigo, accusandolo [...]
[...] maraviglia.... Stefano continuava a fumarsela cheto cheto e pareva pensare a tutt'altro, come se non fosse accaduto nulla. Il vinaio finalmente gridò [...]
[...] riprender fiato, e cominciò a gemere come se fosse per morire. Amerigo urlava anche lui difendendosi, e il vinaio, battendo le nocche sul banco, badava a [...]
[...] dandogli uno schiaffo, gli bastò una stratta per travolgerselo giù ai piedi in ginocchio, e là lo lasciò singhiozzante. Si rivolse quindi a coloro [...]
[...] , e disse a bassa e trepida voce: " Ora siete contenti? " Tacevano tutti: smesse di gemere anche Gustavo impaurito, e tutti uscirono dalla taverna [...]
[...] meno facile a lodare e vituperare secondo il vento) si trovò tutta unita a condannare Amerigo, un po' in odio a Stefano che li aveva atterriti, e un [...]
[...] po' per il gusto di sentirsi in molti a dare addosso a uno solo. Il non aver saputo regger la celia era un'ingiuria al diritto - 40 - che hanno [...]
[...] le genti di celiare sempre, e di prendere a godere qualcuno: era enorme. Si vedeva anche da questo come basta un nulla a rivolgervi l'opinione [...]
[...] così d'un piccolo cerchio, come d'un'intiera moltitudine che s'accordi contro di voi in un'accusa, o in un pregiudizio. E in mezzo a questa [...]
[...] politica che si crede tanto più abile quanto più riesce a mentire, e giocar d'astuzia. E a lei non gliene mancavano i mezzi con quel suo corto e [...]
[...] , riserrò con rapida giravolta le cinque dita che teneva levate in aria, stese a ventaglio. " E sapete perchè? sapete perchè? per far de [...]
[...] ' regali a Zaira. " Questo non era provato, ma in bocca di tali accusatori basta la probabilità d'una cosa perchè essi addirittura la diano come certa [...]
[...] . Quando il vinaio udì che proprio il danno era fatto a lui e non a un altro, poer uomo! n'ebbe sì offeso il senso morale, che gli balenò [...]
[...] gridare, quel chiuder l'uscio, quel misterioso agitarsi insomma, che accompagna, precede o segue un insolito evento, obbligava gli avventori a [...]
[...] stringersi insieme anche loro, a domandare, occhieggiare, accostarsi all'uscio come cospiratori, e tacere tutti - 42 - per tendere gli orecchi e [...]
[...] l'onore al nipote, quando una sera gli fecero venire il capriccio di mandarlo, il nipote, a prendere un mazzetto di sigari al solo appalto che [...]
[...] rallegrò di trovare la gran taverna affatto vuota con la candela di sego accesa sul banco: Gustavo era sceso in cantina a infiascare il vino, e [...]
[...] canterellava: Tutti la notte dormono, lo zio infatti su di sopra era per andare a dormire come si capiva dal suo camminare e rumoreggiare e tonare [...]
[...] qua e là, tirar su i pesi del vecchio orologio a pendolo, smuovere il letto sulle rotelle, trascinarvi accanto la sedia, buttar le scarpe [...]
[...] , occhieggiava qua e là come il topo, o come ognuno che sia per commettere un'azione tanto vergognosa quanto pericolosa: Ma tu non pensi a me! Anima [...]
[...] l'avrebbe lasciato se gli potevo arrivare una bastonata! impara, Gustavo, e se continuerai a servirmi bene, tu solo, figliuolo mio, sarai il mio [...]
[...] ci sarà stato? " domandava Giovanna a Carmelinda udendo sonare l'undici al Carmine, e Stefano non tornava. Carmelinda si strinse nelle spalle, e [...]
[...] seguitò tranquilla a canterellare mentre tendeva con Giovanna la biancheria sull'erba e sugli ulivi che circondavano la pace dell'aia. Nel mezzo [...]
[...] silenziosi come se avessero fuggito qualche disastro. Amerigo (che quella mattina aveva detto a sua madre di non andare a bottega perchè si [...]
[...] , Giovanna sospirò, Carmelinda cessò di canterellare, il cane scodinzolò così a mezza coda, più per dovere verso il padrone, che non perchè si [...]
[...] ) quando la bestia si provava a venirgli dietro. E quella mattina, il povero cane s'allontanò a coda attratta, voltando e rivoltando il muso a [...]
[...] guardare con paurosa cautela, e mentre se ne scostava zoppicante, pareva fare delle riverenze a Stefano, piantato là in mezzo all'aia. E a un certo [...]
[...] muto a ciò che voleva dire. Giovanna e Carmelinda lo guardavano esterrefatte, e così Filusella che era tornato allora, con la pala in ispalla [...]
[...] - attraverso a que' cupi pensieri, contrapponeva ad essi la sua ilarità schernitrice, il cachinno, la baldanza del suo trionfo, ed era uno spasimo per [...]
[...] oggetto prezioso, e piacendogli assai una Venere nuda in braccio a Marte che v'era sopra in bella ma consunta cesellatura, l'aveva comprata all'asta [...]
[...] poverini! " gridarono Giovanna e Carmelinda e si slanciarono con Filusella a trattenere Stefano, mentre il cane si premeva tutto al pagliaio e [...]
[...] alle gambe d'Amerigo, quasi volesse consigliarlo a chetarsi o fuggire. Ma Amerigo continuava a gridare con l'ardimento che prestavagli l’innocenza [...]
[...] cosa gli volete fare? ammazzare non lo potete, e bastonarlo è poco: e se le bastonate bastassero, a quest'ora Amerigo dovrebbe essere un santo; e [...]
[...] , babbo, non sentite come bestemmia? che cosa gli volete fare? tutto è poco! chetati, infame! vattene via! e non ti vergogni a bestemmiare in questa [...]
[...] maniera il santo nome di Dio! sì, avete ragione, babbo: ci penserà Dio a punirlo: voi, babbo, avete fatto quel che potevi: venite via, babbo! venite [...]
[...] scaletta a tendere l'orecchio all'uscio di casa, e udì suo padre rompere una volta sola quel silenzio tremendo per domandare dov'egli fosse; e [...]
[...] Filusella, fraternamente bugiardo, rispose timido d'averlo chiuso a dormire in tinaia. " Che non mi venga dinanzi! " gridò Stefano: e non ci [...]
[...] instupidito, fuor dell'uscio in sull'alba. Invano suo padre ne' dì seguenti, sempre con quel pensiero d'avviare la famiglia a divenire civile, cercò [...]
[...] un collocamento. Dovè quindi rimettersi - 50 - a lavorare la terra, e quelle fatiche sotto il sole, la pioggia e la ghigna acerrima, inesorabile [...]
[...] di suo padre, peggio gastigo non poteva toccargli, a lui, garzone vinaio, e già preso dalla stracca negligenza e dalla dondolaggine cittadina [...]
[...] suo e vantaggio della famiglia, le asprezze); suo padre non gli dava respiro finchè era presente al podere. Ora a potare gli ulivi, ora a zappar [...]
[...] di furia con lui, ora a far l'erba e portarne corbelli pieni giù di fondo al poggio fin lassù al bovile, ora a inforcar lo strame e nettar la [...]
[...] stalla, ora a far le fosse per le patate, oppure su per gli alberi a tagliar rami e coglierne frutta, traendone poi le corbe colme a due mani; o [...]
[...] nel camposanto a falciarvi quella rigogliosa ubertà di fieno e di fiori stellanti: fieno grasso che, darlo alle bestie o venderlo, sarebbe parso [...]
[...] un gran sacrilegio, e perciò si bruciava nelle sere estive a cataste fumose nell'aia: insomma bisognava bene piegar l'arco dell'osso: la voce [...]
[...] a tavola con sè, alla mensa comune della famiglia, non - 51 - era più degno di comparire, e pranzava solo fuori di casa, sulla scala, come uno [...]
[...] scomunicato. Ogni serenità era sparita ormai da quella famiglia: tutti gli altri, muti intorno a Stefano fremebondo, erano simili a mansueti [...]
[...] animali costretti a vivere nella tana d'un orso. E chi sa quanto la sarebbe durata questa storia, se un bel giorno non accadeva un caso che valse a [...]
[...] anche lui i felici uccelli viaggianti, le creature più liete del mondo, che Leopardi invidiava. Ma a farlo apposta, c'era per que' luoghi un [...]
[...] poi si levava in aria, o dominava a ali ferme e librate tutto il gioco degli uccellini. Questi si posavano stanchi e famelici sugli archetti, e vi [...]
[...] restavano presi e stritolati per le gambucce: il falco piombava, divorava, e risaliva a misurare a larghe ruote lo spazio. Fin qui siamo in [...]
[...] regola: perchè tutti gli animali essendo governati dal medesimo istinto di conservazione e riproduzione, ha ciascuno da mandare innanzi, a spese [...]
[...] dei suoi bisogni, è obbligato a esser feroce. Nè la tigre, perché ha le zanne e gli artigli, è più feroce della zanzara, che con tanta finezza [...]
[...] intenzionale, qual è soltanto dell'uomo argomentatore, in cui la reità incomincia a convertirsi in proposito deliberato di nuocere! Ma tale intenzione [...]
[...] maligna Stefano l'attribuiva a tutte le bestie infeste all'agricoltura: secondo lui, quelle bestie se lo proponevano di fargli del male. Se lo [...]
[...] proponeva una volpe, per esempio, che scendeva di notte, dai neri sotterranei della città, a mangiargli l'uva nel campo, e dopo, per canzonarlo, gli [...]
[...] veniva sotto la finestra a abbaiare come un cane. Più notti gli fece la sentinella, e finalmente gliela potè sonare una schioppettata! - 53 [...]
[...] - Ma chi l'arrivava lassù a tanta altezza quel falco così maligno! Quel falco con la Beppa e Gustavo compiva la triade del suo odio, e pur d'averlo [...]
[...] si scorrucciava disperato per distrigarne gli artigli, quando comparve Amerigo. Egli lo ghermì giubilando, e lo portò tutto allegro a suo padre [...]
[...] , s'indemoniava), ei lo guardava e sogghignava: pensava che cosa dovesse fargli. Ecco quel che gli fece: prima gli tagliò a sangue gli artigli; poi [...]
[...] andasse pure liberamente dove voleva. Il falco pelato, disartigliato e cieco s'alzò su dritto come getto di fontana in aria, quasi a ricercarvi la [...]
[...] contadini accorsi a vedere il supplizio dell'animale, e mentre egli volava essi lo guardavano beanti e saltanti di gioia. IV. Stefano, bisogna pur [...]
[...] dirlo a sua lode, non mancava d'un certo rozzo e semplice senso di giustizia, per il quale avrebbe voluto, in tutte le cose, che il giusto fosse [...]
[...] salvasse: nell'altro caso invece, cioè quando il danno non era fatto a lui ma al prossimo, allora il reo poteva anche sperare nella clemenza di Stefano [...]
[...] . A dire il vero, parlando delle altrui bricconate, egli non temperava mai questa sua dura giustizia con un po' di misericordia, era un Minosse [...]
[...] inesorabile che travolgeva tutti giù nell'abisso; laddove invece, rivolgendosi a esaminare in sè stesso quelle medesime azioni, esse non gli parevano [...]
[...] poi così - 55 - nere, anzi trovava sempre un motivo che le giustificasse a' suoi occhi. Stefano, quando non era cortigiano degli altri, era [...]
[...] udiva la domenica dal piovano e le opere agricole, a cui non contrasta se non l'ira dei venti, o la grandine o il gelo o la pioggia; egli, fuori [...]
[...] stupide cose viste e patite lo incoraggiasse, in certe occasioni, a lasciarsi andare anche lui a seguitar la corrente. « Tutti fanno così, e se [...]
[...] , come gli altri, da uomo furbo. È facile comprendere dunque la sua vivissima compiacenza che la giustizia, pure a proposito del falco, avesse [...]
[...] avuto il suo corso, e ciò servisse d'esempio a tutti gli altri falchi di que' dintorni. E siccome un tale atto di somma giustizia egli l'aveva potuto [...]
[...] compiere per oculatezza - 56 - e merito del figliuolo, così da quel giorno gli rivolse meno scura la faccia, e cominciò a rallentargli le [...]
[...] briglie; ossia, occupato com'era sempre de' suoi lavori rurali e della vendita in piazza (campo d'inganni e d'arrabbiature), tornò come prima a [...]
[...] badarci poco. Il guaio era però che le nubi s'erano solo un po' allontanate, non sciolte; e quindi bastava un nulla a ridestare in quell'uomo [...]
[...] a questo che v'eran di mezzo gl'interessi del podere a comune, e l'eredità che Stefano metteva sempre tra i casi possibili ad accadere. Ma quando [...]
[...] entrava nella bettola e vi trovava la Beppa a spadroneggiare civettescamente col naso in aria e la faccia tosta, e Gustavo che, pur temendolo [...]
[...] violenza per non dargli le man nel muso a Gustavo; e tornato a casa, allora era facilissimo farlo uscire in una di quelle sfuriate che riportavano [...]
[...] l'ingegno della persona costretta a tutti que' sottilissimi inganni e celati ripieghi, di cui le donne soprattutto e i ragazzi sono maestri [...]
[...] . Così anche Amerigo trovava il modo, schermendosi continuamente con le bugie, i sotterfugi e le scappatoie, di fargliela in barba a suo padre, e di [...]
[...] sguisciargli di mano quand'egli stava per coglierlo ed acciuffarlo. Di giorno non s'azzardava che raramente a allontanarsi dal podere per correre da [...]
[...] Zaira, ma la notte era sua. Quando a una cert'ora in casa dormivan tutti che neanche le cannonate, egli usciva; e non potendo passare dalla porta [...]
[...] della città, vicinissima a casa sua, perchè chiusa nelle ore notturne, andava a trovarne un'altra più lungi, aperta sempre, e che si vede [...]
[...] ; l'acqua a piè di esse mura, giù per le coste ripide dei due colli opposti che si vengono incontro giù nella valle, ciangottava - 58 - ciangottava [...]
[...] , e correva a fiume: intorno era un'oscurità fitta, diluviante, senza il menomo bagliore nè prossimo nè lontano: e tutto taceva, perfino i cani, in [...]
[...] costa a gran passi, e presto entrava nella città buia e, a quell'ora, deserta: nulla poteva arrestare quest'infelice dato in preda a una bufera [...]
[...] , di cui vedeva il campanile con la cupoletta rotonda sopra le mura, perchè a quell'ora suo padre se n'andava in piazza. E appena suo padre aveva [...]
[...] , vedendolo così deperire, raccomandava a Filusella d'aiutarlo, perché Amerigo a quelle fatiche non c'era avvezzo, nè le poteva durare: e Filusella [...]
[...] s'udiva di quando in - 60 - quando un lento brontolare di basse rane dalla peschiera. A un tratto Stefano vide cadere Amerigo come se una [...]
[...] allora in tutta l'umanità del suo affetto paterno. Gettò via la zappa, corse a raccogliere il figlio, e lo portò sotto le piante che coprivano la [...]
[...] braccia, risalì il colle a passi veloci, chiamando Carmelinda, chiamando Filusella e Giovanna. La casa s'empì di gridi, e furono subito [...]
[...] a spogliarlo in fretta e stenderlo sul letto, e per le sue cure, comuni alla medicina domestica delle madri, diminuirono quelle orribili [...]
[...] contrazioni del viso, e riebbe il conoscimento. Ma continuava a star male: diceva di non vedere per la camera buia se non guizzi e strisce di fuoco, e visi [...]
[...] che le cose tutte gli parevano intorno animate, quasi avessero spirito e voce, sentiva fischi e gnaoli nelle orecchie, e a quando a quando l'acuto [...]
[...] po' sollevato incominciò subito a smaniare, a bestemmiare, a ribellarsi a sua madre che voleva ancora tenerlo a letto; e lui invece voleva alzarsi [...]
[...] per tornarsene a lavorare diceva, ma invece era per correre di nuovo in città, dove lo richiamava una seduzione per lui irresistibile. Il medico [...]
[...] , a cui Giovanna si raccomandò per l'amor di Dio, fece intendere a Stefano che Amerigo non poteva affrontare le grosse fatiche campestri, nè la [...]
[...] veemenza del sole estivo, senza esporsi di nuovo, e con effetti più gravi, a una ricaduta. Stefano si strinse nelle spalle, e stupì: quello era un [...]
[...] il caffè col filo (così Stefano chiamava la polenda), Filusella scendeva il colle, e per più ore non udiva intorno a sè che gli uccelli volanti [...]
[...] all'aratro, e ove il solco in pendio era più scabro, affrettava con una placida voce e una lunga mazza, simile a un’asta antica, l'operosa lentezza [...]
[...] sparse lungi pei colli, allora Filusella staccava i buoi dall'aratro per andare a casa a desinare. Una zuppa di fagioli o di cavol nero, un [...]
[...] bicchiere o due di vinello, era tutto quello che passava il convento, ma a lui bastava. - 65 - Mentre la famiglia mangiava con un gagliardo [...]
[...] altrettanti esercizi e sforzi necessari a cui la natura obbliga gl'infanti per farli giungere alla parola. Fra Stefano e Filusella non si facevano [...]
[...] ) s'inginocchiavano devotamente quei villani dopo la messa, a cantar la Salve Regina. Dopo la messa Filusella si metteva a sedere sul muricciuolo della [...]
[...] scaletta lì fuor dell'uscio di casa, e si riposava divertendosi a fare dei bastoncelli col coltellino, sulla cui lama era inciso un cuore [...]
[...] si degnava di giocare; ma puntellando il fianco al grosso bastone o accavallandovi sopra il polpaccio, stava a vedere, sorridendo con l'aria del [...]
[...] bottoni di metallo indorati a fuoco, e in capo la tuba torta come precisamente la portava il conte Pula. Ma il viso plebeo e goffo del vinaio benestante [...]
[...] dava a quel lusso un carattere odioso di trivialità, di soverchieria e di menzogna: era un viso pingue e d'un colore di lardo vieto che [...]
[...] molta familiarità con le botti. - 68 - A quel tempo in Toscana la réclame non si conosceva: quindi, questo ingegnoso vinaio usava agevolare lo [...]
[...] giocatore vinaio si trovava sì dominato da Bacco che, andando a letto, ad ogni momento cangiava polo, e pareva camminar nell'acqua a ritroso [...]
[...] a quarti di luna, aveva anche lui i suoi capricci, le sue ammirazioni, i suoi malumori: era facile entrargli in grazia, ma più facile ancora il [...]
[...] - sempre alla saggezza, o alla vigliaccheria, dell'interesse e del comodo proprio, e che sono indicati nel ricettario comune come occorrenti a [...]
[...] educativa su i minorenni: infatti era sempre a predicare e rimproverare. È pur questa una delle grandi sciagure a cui può andar soggetta la vita [...]
[...] umana, che il fanciullo e l'adolescente possano trovarsi a dover dipendere da cotali, e anche da peggiore e più dissennata genía. Ripeteva egli [...]
[...] anche in ciò Amerigo disubbidiva suo padre, il quale era sempre a raccomandare il rispetto e la deferenza allo zio, il più ricco, il più furbo de [...]
[...] , petulante e simulatore: lui solo era riuscito a mutare quel domestico dispotismo in licenza, e ingannare suo padre, il - 70 - quale di quando in [...]
[...] rimettersi alla fatica. Ma il disordine, il malcontento e l'angoscia andavano crescendo in quella famiglia che già a Poggio Sole aveva atteso sì [...]
[...] un bel giorno non fosse venuto a precipitar la catastrofe. " Ma dimmi un poco, " egli disse al fratello una mattina che era venuto a vedere una [...]
[...] vacca ammalata, e dopo era salito in casa a riposarsi un momento, " a quell'Amerigo tu gli hai proprio lasciato la briglia sul collo eh? lo vedo [...]
[...] sempre al caffeino dell’Arpa d'Oro a bever ponci, e fumare!..." " O chi gli dà i quattrini? " urlò Stefano stupefatto. " Probabilmente li prenderà [...]
[...] da qualche cassetto, perchè l'occasione fa l'uomo ladro. " " Oh pezzo di birbone! " urlò Stefano. " Ma perchè ora, Ferdinando, venite a [...]
[...] ringraziare invece! il padre dev'essere informato di tutto, e invece voi mi davi ad intendere quel che pareva a voi! pezzo d'infame, ci ritornerai a casa [...]
[...] pianta va piegata finchè l'è tenera, se no dopo non s'è più a tempo: ma pare a voi il non informare Stefano de' suoi portamenti! sì brava! fatemi [...]
[...] ora delle spallate! allora io vi dirò che ho fatto invigilare la sua persona, e ho saputo che è tutto dato anima e corpo...." " A chi? " domandò [...]
[...] Stefano con grande curiosità. " To a chi! a Zaira eh! non fa altro dalla mattina alla sera! " - 72 - " Lo sentite, eh? " gridò Stefano [...]
[...] rivolgendosi a Giovanna, " e questo è il malato! aspetta che ti medico io! anzi guarda gli voglio andare incontro, " e col legno in mano, aprì l'uscio [...]
[...] ! " — Dio mio! — ella pensava — che scena ora non seguirebbe tra padre e figliolo! e chi era quella Zaira? e chi gli dava i quattrini a Amerigo [...]
[...] che da loro non riceveva un baiocco? — E mentre, pensando a tali cose, ella tremava come una rosa al vento sinistro, il vinaio riprese a dire con [...]
[...] gravità: " Vedete, Giovanna, io, Amerigo, siccome è - 73 - troppo gracile per la vita del contadino, l'avrei raccomandato a qualche ricco [...]
[...] le colpe dei giovani, a vedere in essi una generazione peggiore alla propria: ed è una piccola sodisfazione anche questa da perdonarsi a quel misto [...]
[...] per la sua festa, e in quella tela pareva a Carmelinda di possedere un tesoro. Il vinaio si fermò un poco a guardarla, e volle vedere se almeno [...]
[...] poteva darle una strizzatina. Cauto cauto dunque, a tacito passo, la sorprese alle spalle, e Carmelinda, sentendosi - 74 - all'improvviso fare [...]
[...] il capo, uscì nella strada: poi, guardandosi la mano graffiata a sangue, fece le sue riflessioni sulla stupida rusticità di certe contadine [...]
[...] , tanto che, pensando ad esse, non pensava più ad Amerigo, quando te lo rintoppa lì vicino alla porta, che allo scocco del mezzogiorno tornava a casa [...]
[...] a mangiare. " Bravo eh? giusto te! tu fai una bella vita, eh, da un pezzo in qua! sempre a zonzo! se io fossi in te mi vergognerei: tu non hai [...]
[...] altro pensiero che quello delle donne, del sigaro e del caffè: o i quattrini chi te li dà? " " Che ve n'importa a voi? " " Sono il tu' zio [...]
[...] , birbaccione, imbecille! va a lavorare, porcone! " " Sentite, benchè siete il mi' zio, io butto giù la grinta anche a voi, se continuate! avete [...]
[...] capito? perchè io già ho sempre in gola la tabacchiera che siete andato a dire che v'ho rubata: ve l'ho rubata io eh la tabacchiera?... Dio...! io [...]
[...] tu vada a casa, che tuo padre l'ha risaputo che vita fai. " " Lo credo! gliel'avete ridetto voi! " " Io?... no davvero! io, da quando uscisti di [...]
[...] ?... Dio...! saremo due allora a picchiare! mi crede ancora un ragazzo? Dio...! Dio...! è meglio già, Dio...! che vada via, che non mi cimenti [...]
[...] ! Dio...! " E voltate le spalle allo zio, a cui lo sdegno e il timore impedirono di soggiungere una parola, rientrò in città, e continuando a [...]
[...] - 76 - a sua madre. Ella l'aspettò invano tutta la notte, e corsero vari giorni prima che ne sapesse qualcosa più di quello che ne venne a riferire [...]
[...] sdegno e il suo dolore erano troppo fieri perchè potessero aprirsi a parole. Una tal condotta era ormai così apertamente, così sacrilegamente [...]
[...] ribelle che eccedeva agli occhi di quel padre ogni punizione consentita dal codice: l'abbandonava quindi a sè stesso quel figliuolo ormai grande, e [...]
[...] i contadini che andavano in piazza, diceva loro dalla finestra di guardare se lo vedevano, e, se mai, di raccomandargli a nome suo di tornare a [...]
[...] casa, che i suoi genitori l'aspettavano a braccia aperte, e tutto gli avrebbero perdonato. Anche Stefano, trovandosi in piazza e per la città, era [...]
[...] tutt'occhi, ma nessuno sapeva dove si fosse cacciato Amerigo, e Stefano ritornava a casa sì nero, che tutti temevano di provocare la collera che [...]
[...] gli vedevano in viso. Perciò Carmelinda ebbe un bel coraggio, dopo quattro giorni che non cantava, a riprendere a un tratto la sua solita cantilena [...]
[...] , mentre rigovernava: non fu a tempo a terminare la prima nota, che Stefano con un urlo la fece rincuccolire. " Che vita è questa! " allora gridò [...]
[...] Giovanna, " non si può parlare, non si può piangere, nè ridere, nè cantare con voi! mio Dio! mi verrebbe voglia anche a me d'andar via, d'andare [...]
[...] a cercare di quel figliolaccio sciagurato! " " Andate!.... meriterebbe proprio un bel conto! o che credete che vi dasse retta? giucca! poro bambino [...]
[...] che s'è perso tra la folla e bisogna andarlo a cercare! giucca! " " Appunto perchè non è più un bambino, " rispose Giovanna, " non torna a casa [...]
[...] perché non vuol essere bastonato. " - 78 - " Io da mi' padre ce n'ho buscate anche dopo preso moglie, non ve n'arricordate? E lui non torna a [...]
[...] casa perchè non vuol piegarsi al lavoro, nè alla soggezione del padre: io se ritorna a casa non gli dico niente: da prima sto a vedere quello [...]
[...] che fa, e se lavora va bene: la vita dell'uomo è così, Dio eterno! troppo s'approfittò di trovare la madia bassa! se non vuol lavorare fa bene a [...]
[...] , siete tutta causa voi! dice bene Ferdinando: voi con tante ciance, con tanti fichi! io a' figliuoli gli ho voluto bene, ma poi il medico pietoso non [...]
[...] aveva Abele, un altro fratello d'Adamo ed Eva, a quella scappata del silenzioso marito non potè tenersi dal ridere, sforzandosi di celarlo. Ella era [...]
[...] troppo giovane e troppo contenta per capire e partecipare a quelle afflizioni, che non riguardavano nè lei nè i suoi figlioli: anzi, meglio se in [...]
[...] avrebbe preferito non saperne più nulla, o morire. Natale, un contadino vicinante a lei, una mattina le disse, con molta segretezza e premura [...]
[...] , d'aver visto Amerigo nella tale strada; e quantunque lui volesse scansarlo, egli l'aveva potuto abbordare e pregarlo e ripregarlo, a - 80 - nome [...]
[...] di sua madre e anche di Stefano, di ritornare a casa. " Ma, " continuò a dire Natale, " lui m'ha risposto che il contadino non lo vuol fare [...]
[...] ' che l'avessi pregato, me la sbatteva sul muso da tanto ch'era stizzito d'avermi trovo!..." Qui Natale si tacque, rimanendo a guardare Giovanna [...]
[...] lampo di sincerità allora balena in viso alla gente! Ma Natale, sentendo di poter dare un buon consiglio a Giovanna, si fece serio subito, e disse [...]
[...] : - 81 - " Non gli dite niente, Giovanna, a Stefano: no, non gli dite niente: è meglio! " e se n'andò sodisfatto del servigio e del consiglio [...]
[...] , lasciando Giovanna come avrebbe lasciato nel campo una pianta dopo averla tagliata. Di lì a qualche ora, tutti i contadini di que' dintorni sapevano [...]
[...] : smessero di piangere, e ne sorrisero anche i bambini.... Filusella raggiunse suo padre al campo, e Carmelinda, messi a dormire Adamo ed Eva nella [...]
[...] camera maritale, uscì, tenendosi in collo Abele, e andò, come soleva, dalla vicina a lavoricchiare, e insieme chiacchierare de' loro uomini, e di [...]
[...] di faccende. Dopo aver domandato più volte di Via dell'Amore, gliel'additarono laggiù sotto un arco riposto, in fondo a una lunga scesa. Ella [...]
[...] divideva dalle altre case un palazzotto cadente, dove ci voleva del coraggio a abitare, tanto pareva rovinato dall'incuria e dal tempo: allora [...]
[...] silenzio cupo, in mezzo a cui quella vespertina allegria che correva intorno, pareva sinistra. Uomini e donne scesero a divertirsi nell'orto [...]
[...] tratto. Il tristo palazzo aveva tutte le finestre grandi murate a mezzo, e l'altra parte era nascosta, come ne' monasteri, da persiane quadre e [...]
[...] sporgenti a cassetta: una mano bianca insinuavasi tra le stecche, e due occhi vi s'accostavano intenti a spiare giù nella via: dall'orto sorgevano [...]
[...] tutta orecchi se mai udisse tra quelle voci allegre la voce d'Amerigo. E ben altro ella ebbe a sentire quando quel baccano si tacque, perchè tutti [...]
[...] stettero ad ascoltare una donna che parlava gridando, e parlava appunto di lui! E diceva a' suoi ascoltatori che il padre, un villanaccio [...]
[...] strada a patire, gli dette ricovero volentieri, perchè era un bel giovane: gli occhi li aveva neri come due schizzi d'inchiostro, e aveva de' bei [...]
[...] guardando fissa e come incantata dinanzi a sè, urtando la gente sino a sdegnarla. " Oh villanaccia, " le disse alcuno, " o non ci vedete? o dove li [...]
[...] , disonorare suo padre e far morire sua madre? E intanto, sentite come ne parlavano di lui dietro le spalle! sentite come lo dicevano a tutti che [...]
[...] cosa a ciò che si dice: non si sarebbero avute le magnifiche e grandi epopee senza questa dote stupenda per cui, nel lievito delle lingue umane [...]
[...] collere del marito, o dalle bestemmie e dalle parole sozze del figlio, restava ora maravigliata a questa nuova per lei e fredda perfidia, quasi fosse [...]
[...] giunta all'uscio di casa cadde svenuta. VI. La donna che aveva dato quelle belle informazioni d'Amerigo a' suoi amici convenuti a divertirsi [...]
[...] zio lo mandava a sollecitare il saldo d'un vecchio conto di vini prelibati da certa signora Olimpia Misei che teneva Zaira per cameriera [...]
[...] fidatissima. Sin d'allora la cameriera e il ragazzo del vinaio cominciarono a sorridersi, nell'anticamera della signora e per le scale, con quella [...]
[...] reciproca e segreta dolcezza che è preludio alle calde espansioni, ed ella, più saggia e maggiore a lui di quattro o cinque anni, ne prese ben presto [...]
[...] a dirigere la condotta. E amoreggiarono un pezzo celatamente: poi la ragione per cui Zaira un bel giorno scomparve - 87 - cheta cheta, è [...]
[...] assai dubbia: ci vorrebbe troppo a chiarirla, nè forse riusciremmo a cavar del pozzo la verità, sicchè mettiamoci sopra una pietra. Lei diceva che le [...]
[...] avevano fatto male i troppi medicamenti, per cui, non senza molte lacrime, dovè licenziarsi dalla signora Olimpia, e andò a viaggiare per le poste [...]
[...] , era poi sì florido da parer proprio che al marzo, ancora un po' frigido, fosse successo a un tratto il luglio infocato. Ma quando si dice il [...]
[...] destino a cui possono andare incontro certe donne obliose che vagano alla ventura! Ella che meritava dicerto la protezione di qualche gran signore, o [...]
[...] di qualche alto funzionario politico o militare del granducato, invece, trattenutasi troppo al luogo natio, ebbe la disgrazia di piacere a un [...]
[...] elegante e vilissimo poliziotto che incominciò a starle dietro, - 88 - coll'intenzione di farsene un'amante gratuita. A tali pretese, Zaira divenne [...]
[...] pavone, la costrinse, per mano della forza, a prendere domicilio fisso in Via dell'Amore. Gettata colà, non so come non morisse d'affanno: scendeva [...]
[...] cento volte al giorno la scala postribolare, ma la porta restava chiusa a' suoi pianti, non ne cedevano i cardini alle sue tenere mani, nè la [...]
[...] portinaia, nè madama Margolfa, la proprietaria, si commovevano punto alle sue suppliche, a' suoi scongiuri. Era più facile impietosire la Sfinge che giace [...]
[...] eterna al limite del deserto, che non quelle due mercantesse d'infamia, ben contente che la libera e vaga sirena, andando a diporto per l'onde [...]
[...] sorte che quel pubblico funzionario le aveva procurata, per troppo zelo, per troppa coscienza del suo dovere. - 89 - A poco a poco imparò [...]
[...] quella sorte a tollerarla senza troppo dolersene, imparò a combatterla col cinismo e con l'orgoglio misero della schiava che getta i veli, e, in una [...]
[...] coloro che poi in lei spregiavano e condannavano la meretrice, tanto bastò ad invanirla ed incitarla, non senza una certa ragione, a un arrogante [...]
[...] divenga la donna quando non sappia, o possa dimenticarsi fino a tal punto, che il cuore ha pure le sue esigenze nobili ed elevate, e queste vogliono [...]
[...] Batacchi legata come un libro da messa. Zaira fu quasi vicina a maravigliarsi che un tal modello di donna pur riverita s'adattasse sì bene al suo [...]
[...] nuovo stato. Con un rilavorio pazientissimo di sè stessa innanzi agli specchi, ella si potè elevare a tal grado imitativo da dire: è lei! tutta [...]
[...] sua signora (così continuava a chiamarla per debito di scolara), che lo spirito di essa pareva tutto riempire di sè quel postribolo, contribuendo [...]
[...] prendeva occasione di lodarla a chiunque la visitava, e ripeterne le sentenze amatorie; le quali - 91 - erano d'un acume e d'una giustezza [...]
[...] degradazione, occorreva a Zaira d'avere un appoggio in taluno, il quale, cedendo al fáscino de' suoi vezzi meretricii, la difendesse contro le [...]
[...] compagne invidiose, contro gli avventizi provocati dalla sua fredda venalità e dal suo orgoglio, contro la Margolfa rapace, a cui non pareva mai [...]
[...] avere attinto abbastanza da sì bel capitale. Quella vecchiaccia nefanda se ne stava tutto il giorno sprofondata, con la sua pinguedine a sfascio [...]
[...] confuso con l'ombra di quell'angolo, accrescendone la massa, che si celava perfettamente a chiunque entrava, il quale non vedeva, in quella [...]
[...] semioscurità delle finestre murate a mezzo e delle persiane chiuse, se non biancheggiare le ragazze qua e là pel divano: ma guai se la Margolfa [...]
[...] minaccia dello sguardo bieco con una tremenda bestemmia, era ben raro che ad essa non seguisse in sala un timoroso silenzio. Certo, che a [...]
[...] , aveva di dolce - 93 - quella nuova esistenza, ed erano i comodi, l'ozio e la libertà, valse a fargliene accettare, a rendergliene tollerabile il [...]
[...] , qualunque ne sia l'indole, la condizione, il costume, sol che sia un po' avvenente, può sempre esercitare sul predisposto a subirlo. Il fáscino di [...]
[...] . In lui a poco a poco s'era formata una nuova maniera di sentire, affatto diversa da quella de' suoi parenti contadini. La vita sobria e [...]
[...] laboriosa, di cui suo padre gli aveva dato l'esempio, la semplice e candida dignità di sua madre, che invano continuava a chiamarlo per bocca d'altri [...]
[...] natura, erano in verità tutte cose che ora l'avrebbero mosso, se egli ci avesse potuto pensare, piuttosto a sorriderne stoltamente, che a [...]
[...] messo il tricorno, la parrucca incipriata, i nei e lo spadino per parer più bello, più seducente a Zaira; come pure avrebbe ambito moltissimo di [...]
[...] s'addiceva a lui che non aveva perso ancora del tutto, quantunque snervato, l'impronta campagnola e maschia dei Casamonti! Ma era Zaira che lo voleva [...]
[...] sue profumate seduzioni. Scioglievasi esausto e sazio dalle sue braccia, e dipoi queste tornavano a serrarlo più forte, ed egli più che mai [...]
[...] posare mai, e riceva da ogni parte terribili eccitamenti e lusinghe, cosicchè sembri che intorno ad esso tutta la vita concorra a raccogliersi [...]
[...] . Tale depravazione e un vile interesse erano soli a tenere uniti questi due amanti che non si amavano, ed erano sempre in guerra tra loro [...]
[...] . Amerigo si disperava a vederla diguazzare in quella gora comune, e lei gli domandava se egli avesse avuto da mantenerla: poi baciandolo e ribaciandolo [...]
[...] , e sommergendolo quasi sotto il profluvio delle sue molli carezze, l'assicurava che, insensibile e fredda con gli altri, a lui solo apparteneva [...]
[...] tutto il suo cuore, a lui solo apriva amorosa le braccia: oppure a quelle smanie rispondeva con una gelida noncuranza, certissima che egli, a ogni [...]
[...] legnate del buon Stefano per rendere la sanità d'una volta a questa susina che la cancrena sociale aveva convertito in un bozzacchione! VII [...]
[...] pane a casa non gli mancava, bastava se lo sudasse, e invece ha trovato a star meglio; ma non s'affacci al mi' uscio perchè non è più il mi [...]
[...] ' figliuolo! e guai a lui, se fa tanto di capitarmi tra' piedi! " " Ognuno è figlio delle proprie azioni, " gli disse con nobile gravità il vinaio: e [...]
[...] non avendola udita mai, la sentenza a Stefano parve bellissima, e la ripeteva tutte le volte che, pur non volendo, si fosse tornati su quel [...]
[...] brutto argomento. - 99 - Del resto anche Filusella veniva a dire lo stesso quando esclamava che l'onore e il disonore è di chi se lo fa: e [...]
[...] , pensandola in questo modo, e incalzati sempre dalle faccende campestri, che non si possono rimandare a altro tempo, seguitavano nelle loro [...]
[...] forti fatiche, e pensavano ben poco a Amerigo. Stefano poi, avvenuta una cosa, sapeva staccarsene intieramente, senza strascicarsela dietro [...]
[...] avrebbe tardato a risorgere onesto come per miracolo. Ma egli era troppo immerso in quella bufera che Dante paragonò allo scompiglio cieco degli [...]
[...] servito, scontentando anche loro, a ladri e usurai, s'era venuto a offrire alla Margolfa, la quale naturalmente gli domandò che cosa sapesse fare. E [...]
[...] fuga ogni gonzo che non vedesse - 101 - in quell'aria smargiassa la maschera del buffone. Ma a procurargli la simpatia di quelle donne, gli [...]
[...] entrava mai l'aria aperta nè il sole. E per un po' l'andò bene, finchè egli cominciò a tentare dei colpi: cominciò cioè a farla da principale [...]
[...] Tognaccio passò in prigione a merleggiare all'oscuro. Ci stette qualche mese, e poi lo rimandarono col precetto di non più accostarsi a quella casa [...]
[...] . Restò per le strade a fare il cinico plebeo, canzonando questo, imbrogliando quell'altro, nè valevan le bastonate a fargli passar la mattana, o [...]
[...] signorile di quella casa, che, quantunque non l'avesse mai visto, cominciò a voler male al suo successore Amerigo: poi - 102 - quando seppe [...]
[...] a dir male d'un terzo: essi facevano a chi ne diceva di più a carico della Margolfa e di Zaira; e provando in ciò molta sodisfazione ambedue [...]
[...] anellino d'oro, donatogli da Zaira, lasciandogli il collo nudo, gli ricadeva a svolazzo sul petto; conferivano ad Amerigo un'aria sfacciatamente [...]
[...] esagerati calzoni a campana o alla polca, come li chiamavano allora, nella camicia sudicia, e nelle scarpe invece molto lustre, strettissime, ma col [...]
[...] chitarra a traverso, magrissimo e svincolato, camminando lentamente, e quasi maestosamente, si dondolava con le mani nelle tasche de' calzonacci, e [...]
[...] buffone e da manigoldo) guizzavano lampi a sghimbescio sulle persone che gli passavano accanto. Era molto facile chiacchierone, e non proferiva [...]
[...] parola senza accompagnarvi un nuovo titolo a Dio, ma con flemma, con lo stesso tono placido ed amorevole con cui chiedeva all'amico una [...]
[...] potuto anche invitarlo a casa: ossia gli fece capire che quelle donne per mezzo suo gli avrebbero dovuto riaprire l'uscio: lui era pentito, moriva [...]
[...] poco in sinistro, e, dondolandosi, se n'andò: ma non s'era allontanato una trentina di passi, che - 105 - incominciò in un chiassuolo a fare il [...]
[...] , bono alle prove: Quarantanove! quarantanove! E questi due ultimi versi li cantava a fretta a fretta fuggendo a rotta di collo, perchè già [...]
[...] Amerigo gli s'era fogato dietro: e corri e corri gli fu addosso a una cantonata, e aveva cominciato a zombarlo, quando Tognaccio, facendosi scudo del [...]
[...] primo che s'abbatteva a passare, glielo mise tra i piedi, e potè di nuovo fuggire. E corri e corri, Amerigo, già trattenuto da colui che [...]
[...] gridava infuriato e da altra gente, a una svolta più non vide l'amico Togno: e per quanto, ansioso di riattaccarla, lo cercasse su e giù per la via e [...]
[...] per le altre vicine, affacciandosi a tutti gli usci, non potè più trovarlo. Gliela serbò per la prima volta che lo avesse incontrato, perchè se [...]
[...] , si fanno. VIII. Di lì a qualche giorno era la sera di Berlingaccio: era una di quelle sere dei primi di marzo, stellate, ventose, quando ti [...]
[...] quali l'occhio s'insacca giù per vicoli, scalee, traghetti, e cavalcavie) morivano fiochi e tremebondi i lampioni a olio, i quali, lontani l'uno [...]
[...] con l’amante; e si davano a schiamazzare e correre tra i muggiti del vento per le strade deserte e paurose. Qualche caffè, ancora aperto, gettava [...]
[...] cinque paoli un baril di vino, e che vino! allora minime le imposte, gl'impiegati tutti onesti; e se a stenterello si permetteva d'esilarare il [...]
[...] molto stracchi e molto sonnolenti a quell'ora. Per questa ragione anche quella sera gli sbirri lasciavan pure che, dopo l'undici, il lume [...]
[...] continuasse ancora a farsi vedere in quella oscura viuzza, dietro alle ben note persiane. Le donne vi stavano ascoltando se si sentiva venire a quella volta [...]
[...] del palazzaccio. La Margolfa, credendosi sicura, continuava a tenere tra le labbra asciutte e grinzose un mozzicone di sigaro, col quale talora [...]
[...] sbraciava lo scaldino. Le donne di dietro le persiane vociferavano, e dicevano sghignazzando a coloro: " Salite! salite! " Ed essi, sentendosi [...]
[...] gatto, chi l'asino e chi il galletto. " Volete la serenata? " gridò uno che vestiva un costume d'arlecchino rubato poche ore prima a un [...]
[...] . Nessuno lo conosceva, ma tutti lo riconobbero per uno dei loro a quella laida canzone; e finchè durò, accordando con la voce chi il trombone e chi [...]
[...] il contrabbasso, le maschere ballarono, girarono a tondo nella buia e ventosa viuzza: le risa, le chiamate delle donne accompagnavano quel - 111 [...]
[...] - bordello; e poi da capo giù colpi al portone, calci, urli, bestemmie. " State boni, verranno gli sbirri: via a letto, biondini, è tardi [...]
[...] lì aggruppate alla persiana, e continuava tranquillamente a fumare, con gli occhi imbambolati. " Non si può aprire: povere monachine, la notte [...]
[...] di Berlingaccio stiamo sole dietro la grata a far penitenza. " " E noi si seguita! " " Ci rispetterete se vi s'apre? " " Altro! sicuro! e come [...]
[...] nonostante una mano tirò la corda, e il portone si spalancò. Le maschere, stringendosi tutte in un gruppo, si cacciarono a mani sporte nell'uscio [...]
[...] , ululando nel largo androne, e le donne con le lucerne in mano vennero incontro per la scala mezzo ruinata, ma tuttavia signorilmente ampia e a [...]
[...] bassi gradini. Esse sgonnellando erano in preda a convulsioni di risa, che poi si cambiarono in acutissimi strilli al primo irrompere - 112 - di [...]
[...] parevano stoppa gialla, e era salito anche lui con le maschere) cominciò a sonare all'arrabbiata una spinetta dai tasti di bossolo sconquassati. Oh [...]
[...] per i nervi di tutti!... Il maestro zazzeruto sonava di lena carnevalesca, e a quel suono quell'osceno viluppo di corpi in lotta si smezzò, s'allargò [...]
[...] , si divise in coppie leggiadre dal piè levato, e si dettero tutti a ballare e saltare come se la tempesta li avesse in un vortice turbinati [...]
[...] - 114 - come di mascelle slegate che masticassero a vuoto, succedendo quindi le note secche, affannose, acutamente tremule, e fioche. Arlecchino [...]
[...] ora stava cupo a guardare, ora girellava come cercando qualcuno; ovvero si slanciava, si rotolava tra le gambe delle donne, faceva il granchio [...]
[...] terremoto, ondeggiava, tremava; e le tre grandi finestre murate a mezzo, a piccoli vetri, saldati insieme col piombo, rombavano, rombavano come se [...]
[...] , torceva l'orrida bocca, aggrottava le foltissime ciglia grige, parlava a fretta a fretta tra sè e così, non potendo in altro modo, esprimeva la sua [...]
[...] tele, alcuni ritratti: quella notte finirono anch'essi per la vendetta d'arlecchino. Con tutto quel che gli veniva tra mano egli incominciò a [...]
[...] ! il che mi fa credere che tu sia il perno a cui si reggono, sospese e trasmutabili in una musica eterna, tutte le cose create: e noi stessi non [...]
[...] illuminata qua e là - 116 - da poche lucerne a olio, che risplendevano opache e come smarrite e sospese nel polverone. Tutti tossivano, tutti [...]
[...] il pasto, e anche un florido melograno che una forte libecciata avesse tutto sconvolto e sbattuto. In quel mentre un signore educato venne a [...]
[...] , errabondi o melensi: più nulla di vivo e di chiaro negli occhi, ma una feroce e stupida ardenza, e la bocca semiaperta a un sorriso - 117 - ebete [...]
[...] , o spalancata a un enorme sbadiglio. Nè il riposo lo trovavano tutti: alcuni pareva che lo cercassero invano, esercitando continuamente e [...]
[...] sguardo e della persona: una fissità che ricordava i cavalli di piazza quando a notte tarda aspettano, come pietrificati, l'ultima corsa. A poco a [...]
[...] poco era succeduto a tanto baccano il silenzio: quel tristo e solenne silenzio che segue al falso tripudio; o se qualche voce sorgeva di quando in [...]
[...] quando, era una bestemmia, un'oscenità, o un vanto di ciò a cui era potuta arrivare, in quei gran giorni, l'erotica potenza del parlatore. Quelle [...]
[...] donne, udendo cose che parevano impossibili ancora a loro, ne sorridevano compiacenti tra la nausea e i sospiri: e dopo il riso, torcendo [...]
[...] ? " disse arlecchino mettendosi in mezzo della sala a sedere in terra, a gambe incrociate. E per vedere di rattizzare un po' il fuoco, attraversò sulle [...]
[...] le donne lo guardavano un po' distratte, e un po' anche come se egli, che vibrava lucide occhiate di sotto la morettina, cominciasse a metterle in [...]
[...] un certo vago sospetto. Gli uomini a quella canzone si buttavano via dalle risa, ammirandone lo spirito come sogliono i buongustai. Quando cessò [...]
[...] silfidi in sull'aurora, che già è vicina! già la lodoletta col suo libero canto ne fece pervenire a' miei orecchi l'annunzio! " e tornò [...]
[...] romanticamente a preludiare su i tasti fiochi. Le coppie, a quell'appello musicale, erano già in procinto di riprendere il ballo, quando Amerigo, rimasto sino [...]
[...] allora a vagare fuori di casa, comparve in sala pallido e truce da far paura. Il non vedervi Zaira lo rincupì maggiormente, - 119 - e guardato [...]
[...] è una faccia codesta da far paura! " Allora, tra le coppie che erano rimaste ferme a guardare, fu detto che in tutta la sera quell'arlecchino non [...]
[...] ! e tombola! " - 120 - " Adagio! " diceva l'altro, curvandosi quasi fino a terra a que' pugni, " o che fai? o perchè? o che t'ho fatto? smetti [...]
[...] fuggirono a gambe levate in un lampo: le donne urlavano al soccorso - 121 - dalle persiane chiuse, la strada oscura mormorava di voci, e gli [...]
[...] uccelli dai nidi, richiamati dall'alba nascente, si slanciavano fischiando a volare per il cielo radioso. IX. Quando Stefano e Giovanna accorsero al [...]
[...] letto del figliuolo ferito, nella sala della clinica chirurgica allo spedale, il sole brillava chiaro, e un raggio mattutino penetrava pure a [...]
[...] quella che Virgilio chiamò arte muta: e per que' due contadini sgomenti, che, costretti a aspettare, di tutto quel linguaggio semigreco non capirono [...]
[...] una parola, fu arte muta davvero. Il clinico, ravvolto nella sua toga, passò oltre con gli scolari a seguitar la dotta lezione, e Giovanna e [...]
[...] Stefano, col maggior rispetto possibile, si diressero ad un pappino: questi, con un piglio da padrone, guardò la tabella a capo del letto dove [...]
[...] - 122 - stordimento, e incominciò a passarsi il fazzoletto sugli occhi con una forza affannosa, per cui pareva volesse cancellare perfino i [...]
[...] , annerito dall'aura secolare, egualmente lontano dall'altissimo palco a carena che dall'oscuro impiantito, pendeva dal muraglione di contro [...]
[...] chinando sugl'infermi la faccia misericordiosa raggiante nell'aureola bizantina. Giovanna rivolse gli occhi piangenti a quel Cristo severo, invocando [...]
[...] di farmachi e d'altre cose, contribuiva pure a rendere increscioso quel camerone: un camerone tutto bianco, salvo - 123 - che qua e là, di [...]
[...] il moribondo a parlare: tese l'orecchio, ma inutilmente. Alla fine, cogliendo sulle labbra d'Amerigo un nome di donna, alzò sodisfatto la penna [...]
[...] d'oca esclamando: " Cherchez la femme! Cherchez la femme!..." Dopo la scienza, dopo la legge, comparve a quel letto la religione a recare i suoi [...]
[...] divini conforti a Amerigo. Intanto una monaca andava sempre su e giù per la desolata corsia, con un monotono sbattimento di chiavi e di paternostri [...]
[...] ammirato il suo spirito forte, nulla arrestava il suo zelo. A una giovane servigiale ripugnava di toccare qualche cadavere, e lei diceva: " Ecco come [...]
[...] valesse a guadagnarle l'amore degl'infermi che l'odiavano a morte! Il sacerdote continuava al letto d'Amerigo le sue preci latine, e Giovanna, caduta [...]
[...] in ginocchio, con la fronte appoggiata al saccone, singhiozzava. Oh come tutto era freddo a paragone del dolore di quella madre!... La sera ella [...]
[...] uscì con Stefano dallo spedale, e tutti e due ritornarono a casa piangendo. Come finiva quel figliuolo nel quale avevano un giorno fondate tante [...]
[...] quei letto, deserto sempre quando non v'appariva sua madre, non l'avevano punto purificato, nè in verun modo disposto a inorridire della vita [...]
[...] dell’esperienza, l'animo suo, non che mutarsi in un giorno, non poteva neppure incominciare a risorgere a poco a poco per un graduale ravvedimento [...]
[...] tirannia, e si ribella a chiunque troppo tardi e in mal modo voglia frenarlo. Più perverso che buono, d'ingegno assai limitato, ma avido della vita [...]
[...] pareva si fosse in quel tempo grandemente allungata, sino al finestrone della corsia per trattenervisi con gli altri convalescenti a respirare [...]
[...] vicinanza, lo lasciarono solo a tossire orribilmente con la testa appoggiata alle sbarre del finestrone: andandosene si dicevano a bassa voce che [...]
[...] anche la monaca che quel giovane moriva vittima de' suoi vizi. Volendo dunque la monaca convertirlo, se lo portava a passeggiare come un bambino per [...]
[...] : proprio come le pillole. Nè si doveva raccomandare a una madonna sola ma a più, come alla madonna del rosario, e a quella della neve, e all'altra [...]
[...] levarsi il bianco berretto dello spedale per salutarla. Agli altri infermi faceva ira a vedere con quali e quanti umili segni d'ossequio quel [...]
[...] tisicone s'inchinava alla monaca odiata. E secondo la monaca que' segni indicavano che finalmente quel giovane, così presso a morire, evasi [...]
[...] ravveduto, e questo era tutto merito suo; tutto merito delle sue esortazioni, e delle pratiche di pietà a cui avevalo abituato: onde se ne compiaceva [...]
[...] orgogliosa, e aveva messo Amerigo tra' suoi protetti, fino a ordinare gli fosse data qualche porzione un po' meno scarsa di carne, e qualche minestrina [...]
[...] sciocca di più. Qual disinganno dunque non ebbe la poveretta quel giorno che Amerigo, tutto umile e rispettoso, venne a domandarle il permesso [...]
[...] vostra parente? " ella esclamò, e le passarono le furie per gli occhi, " come si chiama? come si chiama eh.... la vostra parente? " Dinanzi a [...]
[...] quello sguardo e a quella domanda che esprimevano tanto chiaro la consapevolezza del motivo per cui Amerigo chiedeva il permesso d'uscire, e la [...]
[...] ferma risoluzione di rifiutarlo, Amerigo restò un po' attonito a guardare quella viperella velata: poi battè il piede in terra, e la caricò [...]
[...] dato, non poteva restarci un'ora di più, la meglio dunque era di rimandarlo subito a casa sua. Furono dunque - 130 - resi al giovinastro i [...]
[...] suoi panni, e che andasse a morire altrove: indegno d'aver ricovero in luogo pio. Così gli disse giustamente il direttore nel congedarlo [...]
[...] . Giustamente sta bene; ma quel benigno che vorrà riflettere ai motivi imperiosi che, covati a lungo segretamente, poi, all'occasione, possono premere un [...]
[...] a basse ingiurie contro la monaca, così ora il medesimo cieco impulso lo spingeva, appena uscito dallo spedale, in Via dell'Amore. Rabbrividiva [...]
[...] potuto accostarsi a lui in quello spedale?... Ma quando fu per giungere a quel palazzotto, e lo vide tacere tutto chiuso nella viuzza deserta, sentì [...]
[...] ...." " Cercavo d'una mia parente, una certa Zaira. " " Oh Zaira! l'ho conosciuta, e gli ho fatto anche dei piaceri, a dirvela! era una buona ragazza [...]
[...] , e che bella ragazza! ma aveva sparso tante mai ciarle a carico della sua padrona di Via Monna Lottiera, sapete? la sora Olimpia; gli aveva [...]
[...] proprio vero? " " Altro se è vero! altro!... o che avete? " " E non si può vedere in nessun modo? " " E come volete fare a vederla? neanche a [...]
[...] andare a Roma dal papa: e neanche gli si può scrivere, perchè non ricevono lettere neppure dai genitori: vi dico, via, è come un sepolcro: quelle [...]
[...] reminiscenze, di pene, e di desiderii, così discorde dalla dolce certezza gustata un momento prima, che egli rimase lì appoggiato a quella porta [...]
[...] l'ultimo crollo la sua già crollata esistenza, lo prese quasi un senso patetico che nasceva non tanto dall'estrema fiacchezza a cui era ridotto, quanto [...]
[...] fuoco per cui siffatte nature si gettano avide al primo incontro, e cadono così ciecamente nel laccio. Appoggiato a quella porta egli non pensava alla [...]
[...] notte orribile che n'era uscito infame e già ucciso, ma pensava solo a Zaira, al tempo felice in cui l'aveva vicina. La rivedeva quasi errare, nel [...]
[...] - seducente, più amata, più desiata. Quell'ebbrezza continuava a nascondergli ancora la sua vergognosa follia, e la fossa a cui era vicino. Ormai [...]
[...] dell'animo già sì atroce. Fermandosi più volte per cessare un po' l'affanno del petto, potè, a gran fatica, tornare a casa. Alle accoglienze festose de [...]
[...] soleva lui, gli schioccò in viso due baci. A Giovanna bastò baciarlo una volta con labbra lievi e tremanti, e due grosse lacrime che le [...]
[...] , ti si sarebbe venuti a prendere col baroccio? carità di spedale! a te che se' spedito hanno fatto proprio un bel servizio! " Con quella parola [...]
[...] spedito, ripetuta così cruda cruda come l'avevano detta a lui la monaca ed i pappini, Stefano volle far capire quanto fossero stati inumani que [...]
[...] ' signori dello spedale a rimandargli il figliuolo in uno stato che miracolo se non era morto per via! " Eppure, " ei seguitava a dire, " de' panieri di [...]
[...] detto io! se tu fossi stato di dentro città, allora t'avrebbero trattato in un altro modo, brutti porconi! domani alla monaca glielo voglio dire, a [...]
[...] che quel figliuolo era pessimo, e lo voleva, tornato a casa, rimproverare aspramente. Ma appena lo rivide, colà seduto in una scranna presso il [...]
[...] camino, Stefano pure ammutì, - 135 - nè seppe far altro che mettersi sulla panca a sedere, tutto pensieroso. Giovanna e Carmelinda attendevano alle [...]
[...] fiamma schioccava allegra nel gran camino sotto il paiuolo, e Giovanna o Carmelinda vi restavano ritte dinanzi a rimetter legna, e badare che il [...]
[...] dentro continuava a stillar sangue vivo; e ora lo strazio morale, la certezza della prossima fine, lavoravano lavoravano ad approfondirla la [...]
[...] coltellata, a finir di disfare velocemente la trama di quella misera esistenza. Egli non parlava: ma le commozioni interne gli si vedevano continue in un [...]
[...] fatuo rossore che gli s'effondeva a quando a quando nel viso cadaverico: un rossore come di sangue annacquato che salisse in pelle in pelle a [...]
[...] che più non abbia alcun motivo d'invidia, allora v'ha compassione sincera, e prova gusto a mostrarvela e anche si compiace a sentirla in sè; così [...]
[...] farsi coraggio perchè sarebbe presto guarito. Lui che invece si sentiva morire, rispondeva a' suoi consolatori con delle occhiate lucenti d'odio [...]
[...] : non voleva che lo sentissero tossire, e, strascicandosi, s'allontanava, come una larva, da casa, e andava a celarsi a piè di qualche ulivo dove [...]
[...] sereno! i colli intorno verdeggianti pareva che l'ascoltassero con diletto.... E morire!... In mezzo a questa corrente impetuosa di vita, morire [...]
[...] !... In mezzo a una corrente che premeva, palpitava in ogni essere, e tutto avvolgeva nel suo fulgore, nella sua gioia, nel suo moto inesauribile [...]
[...] , sentirsi struggere, sentirsi annegare, affondare senza rimedio!... Ah! la belva ferita dal cacciatore, e che va a morire lontano, non prova anch'essa [...]
[...] lo stesso strazio? Ma quanto all'uomo, il sentimento della propria morte in mezzo alla vita può recare anch'esso qualche dolcezza a un'anima pura [...]
[...] poi venderli in piazza. Ben faceva la morte a limitargli, ogni giorno più, le forze e lo spazio. Ormai non s'alzava dal letto che per andarsi a [...]
[...] s'accendon sulla montagna, l'infermo fu affrettato più celermente al suo fine. Continuavano tutti a circondarlo di compassione: - 139 - l'unica a non [...]
[...] stecchite, le gambe. La sua testa non aveva più nè carne, nè fibra: pareva diafana; ad ogni momento la voltava e la rivoltava, e agitava a fatica la mano [...]
[...] ossuta a liberarsi dalle mosche atrocemente insistenti: e ansava, ansava: tossiva, tossiva. Intanto finiva per le campagne la festa dell'estate [...]
[...] . Ma dopo la morte d'Amerigo cessò quell'apparente tranquillità di Giovanna: non poteva pensare a quel figliuolo senza che un velo di pianto le [...]
[...] rilucesse negli occhi. Non pensava più ai dolori che le aveva dato, nè a quanto bestialmente fosse vissuto, ma pensava a tutta la cosa in sè [...]
[...] col domandare a Giovanna perchè piangesse; ed era lo stesso che domandare all'abete perchè gema dalla ferita che v'aprì il boscaiuolo, o [...]
[...] d'indagare i segreti che si celano nell'intimo delle cose?... e le cose poi si riportano tutte a que' due grandi arcani principii del male e del [...]
[...] , avvenne in Giovanna. Mentre prima non poteva sull'imbrunire entrar sola nel cimitero senza temere di sentirsi a un tratto soffiare in viso il [...]
[...] sotterrato il figliuolo in quel cimitero verde, là sotto casa sua, in un cantuccio riserbato - 142 - a' più poveri, Giovanna non aveva più [...]
[...] ne ingerisse; e mani grosse e piccine rapidissime andavano e venivano ai marroni rovesciati caldi bollenti sulla bianca tovaglia. A Stefano [...]
[...] gioventù che tante cose spera e tante ne ignora; e quanto a Stefano pareva che gli anni non bastassero a vincere o menomare la sua ferrea salute [...]
[...] , biancheggiare nel podere la camicia di questo villano curvo al lavoro. Col grosso scarpone spingeva giù bene la vanga, nè s'arrestava un momento a [...]
[...] incomincia a imbiancare: insomma non v'era luogo in quello spazio arioso dove non fosse tutto disposto ordinatamente e quasi con eleganza. Ciò [...]
[...] veduto) intorbidato il giudizio anche a suo padre. La passione delle fatiche campestri non gli era punto scemata a suo padre, ma gli era sorta [...]
[...] nell'animo una bassa stima dello stato villesco, fino a riguardarsi - 146 - inferiore ad ognuno che dimorasse in città, fosse pure un ciabattino, o [...]
[...] affetto di padre, il quale fa tutti gli sforzi possibili per incamminare e spingere il figliuolo per quella via che dovrà un giorno portarlo a essere [...]
[...] a quel segno dell'eredità del fratello, anche perchè il fratello tali speranze seguitava, a pro suo, ad alimentarle con quelle paroline che costan [...]
[...] poco, incoraggian molto e tengono a bocca dolce. Ciò, è vero, non sarebbe stato possibile senza quella ingenuità d'uomo primitivo, ammalizzito e [...]
[...] folta macchia di pruni. Ora l'unico mezzo di riuscire a questo erano gli scudi di suo fratello, - 147 - e perciò ci pensava sempre, e pensava anche [...]
[...] a Filusella, " come è andato giù! come è fatto ito! è tutto scallaiato come un gallo che abbia avuto troppe galline nel pollaio: anch'io fui [...]
[...] a dir male o canzonare questo e quell'altro; ma tali insulsaggini oziose erano simili a quei voletti corti e svogliati che in sul finire d'autunno [...]
[...] van facendo le mosche idropiche su pei vetri, quando le rianima un po' di sole. L'uomo in fondo era triste, e andando via a capo basso e [...]
[...] dondolante, con quel suo occhio nero e lubrico fisso a terra, gli accadeva talora di traballare come traballa, sul piano del biliardo, un birillo che fu [...]
[...] vita sua aveva molto goduto, come è dato a - 148 - pochi uomini di godere. Ora gli occorrevano molte cure e anche molte dimostrazioni d'attaccamento [...]
[...] stancandosi mai di ripetere alla Beppa, a Gustavo, a Stefano e a Filusella che la sua eredità l'avrebbe avuta chi l'avesse servito meglio. La [...]
[...] groppone o nel grugno; e pugni, spinte, scapaccioni improvvisi, insulti (tutto per celia) e canti e risa e bestemmie sino a tardi. Ma qual differenza [...]
[...] , ma che del resto stava benone, si sentiva forte e fiero ancora come un leone. Questo diceva a uno, e a un altro poi diceva di non poterne più [...]
[...] raccomandavano con gran premura d'andare ai bagni di Rapolano. " Fanno miracoli! fanno miracoli! " dicevagli una mattina la Beppa. " E a chi lascio [...]
[...] la bottega? " lui gridava sgomento. " A Gustavo. " " Brava! se ci fosse la bottega sola, ma...." Lasciate tutto a me e state tranquillo, nessuno [...]
[...] vi tocca nulla. " " No: e non ne parlare, perchè direbbero che li ho rubati: non te lo dovevo dire già, e neppure lo dovevo dire a quel birbaccione [...]
[...] del mi' fratello: ma...." " Per me ci potreste avere anche l'oro a monti, è sicuro; e dalla mi' bocca non esce nulla: se mai, lo sbaglio fu di [...]
[...] mettere alla confidenza di tutto il vostro fratello, e di mettervelo d'intorno: che mancavan forse contadini per andare a pigliar per l'appunto lui [...]
[...] n'importa a me? " " Ma te l'ho detto tante volte che io lo - 151 - presi il mi' fratello, perchè nessuno era capace come lui e di tanta fatica [...]
[...] n'accorgiate, vi ringarbuglia! " " Me?... me mi ringarburglia? sarà difficile.... anche lui, lo so, lo so, aspetta la mi' morte: l'altro giorno mi venne a [...]
[...] dire, così a mezz'aria, di far testamento: oh! che è sonata l'ora? gli dissi: me ne ricorderò di te nel testamento, non dubitare!... me ne ricorderò [...]
[...] ! ma invece, se batto la capata prima di lui, resterà a denti asciutti il porcone, perchè se mai.... a voler fare le carte giuste, prima di lui c'è [...]
[...] testamento; fatelo e poi andate subito a Rapolano. " " Sì, a Rapolano ci anderò: tenterò anche quella, e dopo, al ritorno, a comodo mio, quando [...]
[...] andò a chiudere l'uscio del mezzanino. Essendo solo là dentro, guardava qui, guardava là; rimaneva con l'occhio fisso in una cupa meditazione [...]
[...] , non voleva dirlo a nessuno, ma si sentiva un gran male addosso, tanto che in certi momenti, anche la grande speranza che gli avevano fatto nascere [...]
[...] intorno a quel portafoglio dove teneva riposta tutta la sua sostanza. Egli ben s'accorgeva che se a lui vecchio ed infermo stavano ancora intorno [...]
[...] , ciò era solo per quel portafoglio spiato, agognato da essi come i cani agognano il pasto che poi si disputeranno a zannate Con aspri ringhi e [...]
[...] affrettar la partenza, ma poi il portafoglio lo ferma, e lo ricaccia di nuovo nell'incertezze. Dove metterlo? a chi affidarlo?... Portarlo con sè no [...]
[...] momento all'altro, fuori di casa sua.... E allora il suo tesoro?... quali mani rapaci non sarebbero state lì pronte a frugarlo e portarglielo via [...]
[...] invaso. Averlo custodito e accresciuto segretamente tutta la vita quel tesoro perchè poi andasse a finire nelle mani d'un ladro ignoto e impunito [...]
[...] , ma, pur troppo! pur troppo! anche a lui. E qui passavano per la mente al vinaio i nomi di quattro o cinque conosciuti assai dalla Beppa: e [...]
[...] inoltre come fidarsene di lei con quella lingua? dunque alla Beppa no! piuttosto il portafoglio l'avrebbe buttato nella cisterna che affidarlo a quella [...]
[...] donnaccia! - 155 - Questo non sapersi risolvere, perché vedeva da ogni parte un pericolo, esponeva la mente debolissima di quell'uomo a seguire [...]
[...] , fra tutti, il partito peggiore.... Appoggiandosi al bastoncello, cominciò a girellare passin passino per le sue quattro stanzette sempre [...]
[...] a trovarlo. Così rimase perplesso e ondeggiante più giorni, nei quali ebbe a patire sempre le spietate vessazioni della Beppa, quando doverle [...]
[...] civettescamente a non parlargli più, a fargli il muso, e cessò pure di raccomandargli la cura di Rapolano. Ma ormai la fiducia in quelle terme, le [...]
[...] amici in bottega, e conclusero che a Rapolano dovevano essere tutti una gran massa di ladri. " E vuol anche la buona grazia! " disse uno. " Non solo [...]
[...] , toccherebbe a lei a darla a me, " rispose Nando con gli occhietti fosforescenti. " Te la darà, te la darà! L'ha data a tanti! " 1 Una lira e 68 [...]
[...] paoli! " sclamò un grosso e pomposo verniciatore; " a pagare tre paoli ogni persona ci può arrivare." " Io, a dirla a voi, ne pagherei anche dieci [...]
[...] de' paoli pur di liberarmi da queste doglie: starei come un dio se non l'avessi, perchè ho tutti i visceri sani, e quello che facevo a [...]
[...] diciott'anni, per grazia di Dio, lo fo ancora:... ma quanto c'è di qui a Rapolano? " " Mah!... una trentina di miglia, credo. " " Trenta miglia! è un po [...]
[...] - " Felicenotte: buon riposo, a rivederci: felicenotte. " " Grazie, grazie: felicenotte, Gano: addio Ghigo, addio Cencio: buona notte, Melchiorre. " E ad [...]
[...] muso arcigno e torbido della Beppa; la quale non sarebbe ricorsa a quel contegno, e insieme a mille capricci e dispettucci e sgarbi civettuoli e [...]
[...] maligni, se non avesse saputo che con tal mezzo riusciva sempre a spuntarla con l'amico, e tenerlo in suggezione. S'udì nella via deserta una lieve [...]
[...] pesta femminile, accompagnata da una timida tosserella. Il vinaio, che stava lì sulle spine a aspettare, aprì piano piano l'uscio, la Beppa entrò [...]
[...] con quella sola, le scacciasse tutto quel tristo - 159 - dispetto dal viso. Poi cominciò a passeggiare su e giù, tutta molleggiante e impettita [...]
[...] , ma essendo contrarie ai desiderii di lei, ella persisteva a tacere o molleggiare: il vinaio le faceva delle moine, ed ella gli voltava dispettosa [...]
[...] fine si buttò stanco a sedere, soffiando, battendo il bastoncello, agitandosi sulla sedia, e sospirando. Ella s'accorse subito d'aver troppo [...]
[...] trascorso con quel silenzio e quel muso, che ormai duravano inutilmente da vari giorni, e che bisognava mutar registro per vedere di condur l'uomo a [...]
[...] sarò tornato, farò tutto quello che tu vorrai: ma ora non posso pensare a niente, ora ho bisogno di quiete: lasciami vivere! e se mi lasci vivere [...]
[...] mi vendicherò! a chi lascerò il mio non lo so! no, non lo so! e ve ne dovrete pentire, infami infami! assassini! " La Beppa, quantunque non [...]
[...] credesse punto a quelle minacce, le parve nondimeno che fosse abbastanza per quella sera, e inutile l'insistere ancora: d'altronde le chiavi della [...]
[...] taverna restavano a Gustavo; tutti e due dunque avrebbero avuto agio di frugare e scoprire durante l'assenza del vinaio, e verificare i vari [...]
[...] certo dubbio natole a un tratto, che il portafoglio l'avesse dato a custodire al fratello. " Sì, abbiamo regolato le partite dell'olio [...]
[...] . " " Per l'appunto oggi v'ha mandato a regalare le frutta; o perchè? " " Perchè me le porti con me a Rapolano. " " Oh! come se a Rapolano non vi fossero [...]
[...] frutta! " rispose la Beppa ridendo: " ho capito via: v'ha mandato il becchino a darvi il buon viaggio. " - 162 - " E io le do a te, " disse [...]
[...] . " " Perchè ricordare il camposanto ora? non mi dar questo dispiacere, Beppina! o sappian di morto o di vivo, son buone: sentile, portale a [...]
[...] levò un certo fiasco dall'armadino. " O voi non bevete? " disse la Beppa, a cui era venuto l'idea di farlo bere, per vedere se fosse riuscita [...]
[...] anche a farlo cantare. " No sai: il medico me l'ha proibito per via delle doglie. " " Bevete bevete! i medici non sanno nulla: sono una massa [...]
[...] d'ignoranti e d'impostori: il vino rigoverna lo stomaco. " " Anche a te, Beppa, ti piace di sentirtelo scorrere...." e fece un certo gesto, e [...]
[...] , bisogna empirli! " e ricolmò il bicchiere al vinaio che rimase esitante e voglioso a guardarlo. " Siete furbo voi eh? vorreste farmi bere eh? ma se [...]
[...] dal bocchino dolce che continuava a fargli l'amica, finì coll'abbracciarla, e ribevvero tutti e due, sbaciucchiandosi, allo stesso bicchiere. Ma [...]
[...] a un certo punto egli s'arrestò cupo: non volle più bere, nè ci fu verso di renderlo più espansivo: egli era divenuto di una cupezza tragica [...]
[...] . La Beppa, non essendo riuscita a strappargli il segreto del portafoglio, se n'andò via col rammarico d'una gatta coscienziosa a cui sfuggì il [...]
[...] taverna, panciuto e tronfio, battendo con vivacità il bastoncello, e ficcando il dito a stimpanarsi forte l'orecchio. Si fece sull'uscio a strolagare [...]
[...] - 165 - che era, volle attendere ancora a qualche faccenda. Accese la lucerna (una di quelle lucerne etrusche d'ottone, sbandite ormai dal [...]
[...] petrolio) e respingendo Gustavo, volle a ogni costo scendere solo in cantina a trombare il vino, e misurare quanto ne lasciava nelle botti avviate [...]
[...] . Puntava il bastoncello, avanzava il piede per iscendere un altro scalino, e la lucerna nella mano paralitica gli tremava, ed egli alzandola a [...]
[...] guardare la scala buia e lunga, pareva, scendendo, avventurare il corpo sopra un abisso. Nella taverna, di sopra, non v'erano, a quell'ora, che Gustavo [...]
[...] mosche, riempiendo a torme nere i sudici tavoloni, e stando immobili per il muro, che vi parevano appiccicate, anch'esse presentivano il turbine [...]
[...] taverna: a un soffio repentino di vento s'udì per la strada mulinare e alzarsi in aria la spazzatura e sbattere ripercossi usci e finestre; e poi giù [...]
[...] goccioloni a martello su i tetti ottenebrati e le vie. - 166 - Il vinaio non ritornava: Gustavo scese in cantina, e, dopo pochi momenti, risalì [...]
[...] con la lucerna, che nella fuga gli s'era spenta, e gridò esterrefatto, pallido, ansante: " È caduto! è caduto! su, presto, venite a darmi una [...]
[...] spalle appoggiate a una botte, in mano la tromba da vino, e la testa giù penzoloni sul petto. Gli rialzarono un poco il mento, v'accostarono la [...]
[...] , l'uno per le braccia e l'altro pei piedi, Gustavo li precedè piangendo con la lucerna, e lo portarono a gran fatica in bottega, ma tanto [...]
[...] strapiombava quella massa pingue e disfatta, che al primo tavolone che trovarono, ve lo caricarono sopra. Gustavo si chinò a baciare quell'orrido e [...]
[...] subito, e correva su e giù per la via, d'uscio in uscio, da finestra a finestra; in bottega accorreva gente curiosa e anche un po' sbigottita, e fuori [...]
[...] morto d'un colpo, Dio ci guardi! — Oh, povero Nando! — Era un gran pezzo che quell'uomo trascicava i frasconi — Se avesse dato retta a me, e fosse [...]
[...] andato a Rapolano otto giorni prima, questo non succedeva. — Povero Nando, era un bonomo — Oh, bonissimo! — Era un usuraio! — Ma che è vero, dite [...]
[...] , Angiolina? — O come mai? — Come si fa presto a fare il ruzzolone, davvero! — Gli vo' dire un rosario, povero Nando — Aveva sempre le buscherate [...]
[...] — Sì ma in questi ultimi tempi andava a baciare tutti gli altari: si confessava al Carmine ogni mese da padre Pio — Si sa nulla se abbia fatto [...]
[...] testamento? — Mah! c'è chi dice di sì, e chi dice di no — Io dico che ha lasciato tutto alla Beppa — Dicono che il capitale l'abbia lasciato a Gustavo [...]
[...] , e la Beppa usufruttuaria — Oh, la Beppa, ieri sera, andati via tutti, venne a trovarlo, ci stette fin dopo la mezzanotte: la vidi io — Era un uomo [...]
[...] , ma dicerto ha lasciato una bella somma — Era un egoista che non avrebbe fatto un piacere neppure a impiccarlo! — Con le donne era molto [...]
[...] confidenzioso — Io dico che rinvivisce a fargli vedere il fiasco o la Beppa! — Gnamo gnamo, porta rispetto! — Oh, povero Nando, chi l'avrebbe detto ieri [...]
[...] sera! — E dove anderemo ora la sera a passare un'ora? dove anderemo? " Queste e altre voci discordanti e assordanti riempivano di tumulto la [...]
[...] taverna e la strada, quando si vide la Beppa farsi largo affannosa in mezzo alla folla. XI. Entrò scalmanata, bagnata, col cappelluccio a [...]
[...] sfarfallavano qua e là, e lo scialletto nero e civettuolo l'era trascorso giù a mezza vita a festone. " Madonnina mia, madonnina mia, madonnina mia, che [...]
[...] raggiungere nella disperazione il massimo effetto. Scena seconda: Passò quindi a una varietà d'atti e d'attucci con la testa e col corpo, dondolandosi [...]
[...] avanti, dondolandosi indietro, appoggiandosi a questo, appoggiandosi a quello per non svenire, con la destra premendo il cuore, e torcendo il capo [...]
[...] come vediamo fare alla gatta quando si lecca. Scena terza: Cominciò a muoversi intorno scongiurando gli astanti a ripeterle il funestissimo caso [...]
[...] , e ricordando a uno a uno i rimedi che si sogliono in tali disgrazie apprestare, per accertarsi se li avessero almeno tentati tutti. Scena quarta [...]
[...] : Rassicurata quanto ai rimedi, s'inginocchiò a' piedi del morto in mezzo alla folla, e vi restò alquanto in tacita orazione e sì fervorosa che [...]
[...] rispose sommessa, " e se mai Stefano apparisce alla cantonata, vienimi a avvertire subito. " Aspettò ancora un poco afflittissima, e quando [...]
[...] vide che nessuno badava a lei, essendosi di nuovo tutti rivolti a guardare il morto e a discorrerne, girò, più rapida d'una biscia che si ripone [...]
[...] inseguita, dietro la scena che copriva l'uscio del mezzanino, e sparì. Intanto Stefano e Filusella, avvisati subito da un amico, a cui avevano dato [...]
[...] quell'incarico in prevenzione di tutti i casi possibili ad accadere, essi pure, sotto quel diluvio d'acqua, correvano alla taverna. A chi gli [...]
[...] domandava a Stefano dove corresse tanto, egli rispondeva: " È morto il mi' fratello: " con quella stessa voce con cui avrebbe annunziata [...]
[...] qualunqu'altra cosa ordinaria. Padre e figliuolo entrarono grondanti e trafelati nella taverna, e tutti rivolsero gli occhi a - 171 - Stefano [...]
[...] . La lucerna etrusca, che gli avevano messa vicino sopra una sedia, ventilava su quel viso immobilissimo un lieve chiarore, e gli comunicava, a [...]
[...] voltò a Filusella che aveva accanto: Filusella non aprì bocca, ma come persona intendente, strinse forte le labbra, e disse tutto con un'occhiata [...]
[...] : quell'occhiata accorta la ripetè per due volte a suo padre, al quale s'inumidirono un poco gli occhi: poi vedendo di striscio la Beppa, diè nel [...]
[...] gomito due o tre volte a Filusella, e gli occhi gli lampeggiarono di furore. La Beppa s'era così sbrigata che pareva non si fosse mossa punto di là [...]
[...] presso il morto, a cui allora, scorrendo a fretta a fretta la corona, bisbigliava il rosario: nessuno, fuorchè Gustavo, l'aveva vista andare e venire [...]
[...] diritto. Stefano a ritrovarsela lì, davanti al fratello morto, con quell'aria ora compunta, e ora sfacciata di pretendente e di spiatrice, quel [...]
[...] che le dava e quelle che riceveva da lei, che pur seguitava a bisbigliare fervidamente il rosario, erano come un irrompere di mute saette: una [...]
[...] tempesta umana era vicina a scoppiare. " Ma che cosa ci siete venuta a fare voi qui? " egli le domandò con calma. " Quello che ci siete venuto a [...]
[...] - " Io lo posso domandare a voi! " rispose Gustavo arrogantemente; " in tasca non gli abbiamo trovato che questi dieci scudi, che gli dovevano servire [...]
[...] . " Voi l'avete rubato! " allora si scatenò a dire la Beppa, con due occhi che parevano due lingue di vipera assalita: " l'avete rubato voi ieri quando [...]
[...] a testa fieramente alta; " io? ah cagna! porca! cignala! " " Ah villanaccio! ah ladro! guitto! schifoso! lebbroso! ora vedrai! " Per quel [...]
[...] sentimento così umano che ci obbliga a riguardare ogni persona morta come sacra al rispetto di tutti, tanto che in faccia ad essa (purchè peraltro sia [...]
[...] vituperio, e osar perfino di venire alle mani!... Quale profanazione! Tutti si trovarono d'accordo a volerla impedire a ogni costo. Gli uni agguantarono [...]
[...] Stefano e Filusella, gli altri saltarono addosso a Gustavo, e tenendo chiusi, e quasi soffocati in mezzo, quei furibondi, i due gruppi [...]
[...] polsi e alla vita, stiravano innanzi il collo, gonfiavano innanzi il petto tentando di rompere tante braccia, e avventarsi a Gustavo: e Gustavo [...]
[...] faceva lo stesso, respinto indietro dall'altro gruppo: se non che, non essendo temuto come Stefano, gli davano a Gustavo, per calmarlo, dei sonorissimi [...]
[...] le buone non bastavano, come disse il capitano nel suo rapporto, gli sbirri cominciarono a far piazza pulita in altra maniera.... Questo si [...]
[...] sentiva prendere un ciuffo dietro e tirar via per la cuticagna, l'altro sbatteva i denti a una ginocchiata appoggiatagli di sotto in su a posteriori [...]
[...] come l'ultimo bugliolo d'acqua sopra un incendio. Tornò a regnare, intorno al povero Nando, un religioso silenzio, non rotto da altro che da [...]
[...] profondi sospiri e da qualche fremito compresso. Gli sbirri, rimesse nella tasca della cacciatora le pistole a pietra focaia, ultimo avanzo dei [...]
[...] dragoni napoleonici, si gettarono qua e là - 176 - a sedere per le panche dell'oscura taverna, e ora guardavano il morto, e ora ghignavano facendo [...]
[...] egli quell'odio contro la Beppa e Gustavo l'aveva troppo a lungo e troppe volte calcato, perchè in quel terribile incontro non esplodesse: ora [...]
[...] , con un po' più di tattica e di pazienza.... E lì in piedi legato, alto, cupo, e giù a capo basso, pareva Polifemo cieco, perchè, immobilissimo [...]
[...] quest' omo venne, lustrissimo, a visitare quel poveromo là.... il povero Nando, che doveva andare a' bagni di Rapolano, e che son certa e sicura [...]
[...] gli dette a tenere quel portafoglio. " - 178 - " Dio, mandami un accidente so questo è vero! " tonò Stefano alzando la testa, e squassando le [...]
[...] asserirlo? " " Me lo disse ieri sera il povero Nando. " A quella menzogna improvvisamente scaricatagli dalla Beppa, gli occhi di Stefano parvero [...]
[...] quelli d'un falco, quando a un'orrenda beccata dell'avversario erge il collo repentino per avventarsi. Alla Beppa invece era parso di dire una [...]
[...] verità, tanto desiderava che Stefano apparisse agli altri, come senza alcun dubbio appariva a lei, il vero ladro del portafoglio. " Posso parlare [...]
[...] mani abbastanza sicure, e questo vuol dire che c'eran delle migliaia: ma ripose male la sua fiducia a riporla in quel...." " Posso parlare [...]
[...] ? " " Parlate. " " Ragionare è un conto, " gridò Stefano, " e voler dire una cosa è un altro! ah dunque il mi' fratello gli disse a lei d'averlo dato a [...]
[...] sbirri, il su' babbo: voleva dire e stava per dire un monte di cose alla volta, e non trovò il verso di dirne una. " Bugiardi! " seguitava a dire [...]
[...] Stefano avventando la testa a denti stretti, e battendo l'erre come un frombolo di saetta: " sor cancelliere, quanto è vero che son cristian battezzato [...]
[...] calunnia, se questa non è un'invenzione di quella donna e del su' figliuolaccio: vada a casa mia, sor cancelliere: vada! è padrone! frughi per [...]
[...] . " Io, sor cancelliere, la politica non l'ho studiata come quella donnaccia! " " E devo ricordare anche a voi, " disse con fredda e severa gravità [...]
[...] lodati per la prontezza con la quale eran corsi a metter fine al disordine, e il nome del morto profanato, del povero Nando, correva per le bocche [...]
[...] di tutti. Non trovavano parole bastanti a condannare la venalità di quel villanaccio che, invece di piangere il fratello, aveva pensato solo [...]
[...] danaro, che certo era una vera compiacenza, una dolce maraviglia l'udirli. Tutto il torto lo davano a Stefano, perchè la Beppa se ne stava lì [...]
[...] zitta zitta accanto al morto a dirgli il rosario, tutta immersa nella preghiera e nell'afflizione, e non avrebbe aperto bocca a ripeter nulla, e [...]
[...] tanto meno poi in quel momento, se non era il primo Stefano a provocarla, incolpando lei ed il figliuolo d'aver rubato il portafoglio. Così diceva [...]
[...] la Beppa stessa, e così - 182 - confermavano i testimoni a una voce. Che poi un portafoglio ci fosse stato, di questo non c'era più alcuno [...]
[...] , - 183 - e vana pure ogni altra ricerca, l'autorità fu costretta a scarcerare i quattro ingabbiati. Allora avendo delusa l'aspettativa del pubblico [...]
[...] , non è a dire a quali censure non rimase esposto il governo; censure che erano tollerate perchè non di natura politica, ma dicevano tutti che i [...]
[...] danari dello Stato erano spesi molto male a pagare degl'impiegati così inetti, così pimmei. Su quei quattro intanto rimase il sospetto del pubblico [...]
[...] serve e le ciscranne della strada, anch'esse indignate contro di lui; fu costretto a ribassare grandemente il prezzo, e allora ci fu tal folla di [...]
[...] vendè a un rigattiere di piazza i mobili del fratello, chè per la sua casa campestre erano troppo di lusso e - 184 - superflui, ne vendè pure la [...]
[...] aveva raccolto intorno a sè tutto il buonumore e tutto il chiacchierio di quella malinconica strada. Tornato al podere, la fatica e l'aria libera e [...]
[...] sottoposti, li tenevano a freno ancora, ma quel non essersi potuti sfogare, quell'odio compresso stabiliva una tensione violenta molto [...]
[...] a mitigargli le pene del purgatorio. Stefano s'era veduto crollare innanzi tutto l'edifizio della sua vita. Non era stato, è vero, che un [...]
[...] fortuna della sua famiglia, quando per la sua condizione non si fosse trovato fuori d'ogni via d'arrivare a ciò, e la via da lui presa era cattiva e [...]
[...] l'acrimonia e la virtù operativa, e l'animo inconsapevolmente e latentemente ambizioso, e che lo spingeva anch'esso, come l'interesse, a cercar [...]
[...] condotto a realizzare il suo sogno, contadino e rozzo e inesperto di troppe cose come egli era, non potevano che traviarlo, e frullargli il tormento [...]
[...] di cure e di sforzi vani e colpevoli. Aveva alla cassa di risparmio seimila lire, messe assieme a poco a poco, d'anno in anno, con la pazienza e [...]
[...] comprare con l'eredità del fratello, e l'eredità gliel'avevano iniquamente rubata; egli, con tali pensieri pel capo, vedeva tutto a traverso, e [...]
[...] sarebbe occorso campare per arrivarci! Il suo Filusella dunque e i suoi nipoti sarebbero rimasti sempre poveri, sempre contadini disprezzati e schiavi a [...]
[...] morte del figliuolo, la calunnia, le ingiurie e la prigionia, riempivalo più che mai d'amarezza e di sdegno, come se l'avessero forzato a [...]
[...] una sorte migliore della sua! una sorte che l'avesse elevato, e posto al sicuro dalle angherie a cui sono sempre esposti i villani: e Amerigo [...]
[...] alla Beppa e a Gustavo di rubargli l'eredità: un’eredità a cui come il primo dei Casamonti, e per la lunghissima servitù prestata al fratello, lui [...]
[...] - alla violazione di esso, cambiavano il suo cuore in una vera fucina d'odio; tanto che se egli fosse stato meno capace di quelle riflessioni a cui lo [...]
[...] portava il pensiero della galera e della sua totale rovina, sarebbesi abbandonato tutto a seguire quegl'impulsi violenti che trascinano sempre al [...]
[...] male, se il timore non li rintuzzi, o la ragione, per nostra disgrazia sempre più tarda di essi, non sorga in tempo a mostrarcene l'ingiustizia, o [...]
[...] da un pezzo), e lui era rimasto solo al camino che si spegneva silenzioso. Pareva incantato colà a sedere, quasi gli paresse fatica ad andare a [...]
[...] a fiorami, che non era fatto certamente per una cucina di contadini, ma per riempire gli spazi, con altri seggioloni compagni, d'una gran sala, o [...]
[...] dimenticato giù al mezzanino del vinaio. Ora, di tutti i mobili del vinaio, Stefano quello solo se l'era portato a casa, e non l'aveva venduto [...]
[...] , fuorchè il babbo, nessuno vi si sedeva. La figura di Stefano acquistava da quella nobile sedia, in faccia a quel vasto camino, l'apparenza maestosa [...]
[...] iracondo! E anche quella sera, con gli occhi fissi in que' tizzoni che si spengevano placidi nel camino, ritornava col pensiero a visitar la casa [...]
[...] che poteva averlo rubato anche taluno dei tanti che in quella circostanza erano corsi a invadere la bottega: — No, rispondeva a sè stesso, l'hanno [...]
[...] rubato loro! — Tanto il vecchio odio contro la Beppa e Gustavo, e l'abitudine di vederseli sempre di fronte a contendergli, con vigilanza e [...]
[...] ostinazione non minore alla sua, l'eredità, lo incitava a creder ladri essi soli di quello che al pari di lui avevano sì agognato; tanto si compiaceva [...]
[...] passione da cui era più tormentato! — L'hanno rubato loro! — E contandoli sulle dita, incominciò quella sera a numerare tutti i mobili che erano [...]
[...] nelle stanzette del vinaio: li contò e li ricontò, e concluse di averli tutti guardati e rivoltati a uno a uno: — L'hanno rubato loro! A un tratto [...]
[...] davanti agli occhi, o come se fosse rimasto sorpreso innanzi a un'improvvisa rivelazione: scattò su in piedi, e andò tentoni cercando il lume per la [...]
[...] cucina.... Come rimuginando e frugando in mezzo a una grande minutaglia di cose, a un tratto ci salta all'occhio un oggetto caro o prezioso che [...]
[...] s'ignorava, o che avevamo dimenticato, così egli, ritornando mentalmente per la millesima volta a rivedere indietro i fatti suoi, finalmente [...]
[...] messo da una parte, e poi, sopraffatto da' suoi cupi pensieri, non s'era più ricordato di sottoporlo come gli altri a un accuratissimo esame [...]
[...] , e curvò la lunga schiena a guardare con attenzione grandissima il seggiolone troneggiante innanzi al basso camino. Di sopra il bel cuoio a [...]
[...] fiorami, a cui l'uso e gli anni avevano dato una lucida tinta morata, appariva intatto, appariva liscio e pulito senza vestigio alcuno: ma palpando [...]
[...] non son altro che le naturali furberie dell'istinto; ovvero sono l'ultimo resultato d'un lungo lavorío della mente, la quale simile a talpa cieca [...]
[...] scava e scava finchè talora trova il modo d'arrivare alla luce, o di scorgere il vero. Gli corsero i rigori da capo a piedi a pensare che anche [...]
[...] Nando, perchè andasse a lui solo e non ad altri l'eredità: col viso raggiante d'un'infinita allegrezza, stette un attimo a bisbigliare sommesso [...]
[...] !... ora addio miseria! son ricco! muoio contento! non ho più nulla a desiderare!... grazie grazie grazie, povero Nando! e, io che t'ho maledetto [...]
[...] tante volte! che tu possa essere benedetto in eterno,... e questa lettera sigillata? dev'essere il suo testamento, e se avesse lasciato tutto a me [...]
[...] beccamorti, ad ottenere il quale aveva dovuto anche lui sottoporsi da ragazzo a quella prima stroppiatura dell'uomo, che è la cattiva scuola. Egli [...]
[...] dimostravano con quella musica discorde, intollerabile a orecchi desti, quanto il loro sonno fosse profondo. " Svégliati! " " O madonna! madonna! " gridò [...]
[...] Carmelinda, alzandosi a sedere sul letto, e sporgendo le mani contro l'ignoto che veniva affannoso di notte a violare il suo talamo. " Zitta: son [...]
[...] io, il babbo! non mi vedete? " " Sì: o che volete? " " Ho bisogno di parlare a Filusella; chiamatelo anche voi: chiamatelo, via presto [...]
[...] , trascicandoselo dietro come un vitello restio, lo portò giù in tinaia per non esser sentiti da Carmelinda, la quale dicerto sarebbe venuta all'uscio a [...]
[...] camicia di rozzo panno, sarebbe ricaduto a dormire in tinaia, se suo padre, prendendogli le due spalle, non gli avesse dato l'ultima scossa [...]
[...] sopra a sedere! " " Non parlarne veh! non parlarne! " sclamò Stefano alzando la mano minacciosa sul figlio, come per mettergli sulle labbra un [...]
[...] figliuoli. " - 196 - " E quanti sono? " " Questo non sono obbligato a dirtelo: leggimi subito questo foglio, ma a bassa voce: ” e s'affacciò [...]
[...] all'uscio a guardar nel campo in cui rideva la luna: " era nel portafoglio; dev'essere il suo testamento. " Filusella, non leggeva troppo spedito [...]
[...] , nè il vinaio aveva una molto chiara calligrafia: nondimeno tanto fecero che arrivarono finalmente a capire l'ultima volontà del defunto [...]
[...] . Capirono che egli nominava suo erede universale Gustavo Cirimbelli figliuolo suo, vincolandolo d'un legato a favore di tre altri figliuoli suoi [...]
[...] naturali, Giovanni, Francesco e Antonio Degl'Innocenti, avuti da una certa Amabilia Santini, ragazza di civil condizione, andata poi a servire a [...]
[...] Firenze, e colà maritatasi a un ombrellaio: e di tutti era indicato dal testatore coscienzioso il domicilio e il mestiere. Quanto poi al proprio [...]
[...] , anima buggerona! " sclamò Stefano a questo punto: — e aveva sempre mostrato in ogni cosa, continuava a dire il testamento, di non ascoltare [...]
[...] maledizione del padre ti colpirebbe!..." " State sicuro: la bocca mia è la bocca d'un morto. " E Filusella tornò a dormire approvando pienamente [...]
[...] ordinarie di quei campagnuoli. Stefano fu veduto sempre con la stessa lacera giubba di mezzalana a vendere in piazza, Carmelinda continuò a [...]
[...] le cigne in mano a attendere zitto zitto la Misericordia col morto, nell'atrio del camposanto. Stefano anzi raddoppiò il lavoro premendogli [...]
[...] - 199 - che le raccolte del podere crescessero e così potesse attribuirsi anche a queste la sua ricchezza, la quale bisognava già che prima o poi [...]
[...] sementa, senza ingegnarsi di farla fruttare più che potesse. Così, per esempio, al confine del cimitero, dove questo gli veniva a baciare, si può [...]
[...] quanto rifluire a benefizio di quella florida piantagione di patate, che Stefano aveva fatta, quasi presago, vicino ai loro tumoli silenziosi. Qual [...]
[...] misterioso e sotterraneo e continuo scorrere di fluidi generosi tutto a vantaggio delle patate! un vero e grande opificio chimico sempre in moto [...]
[...] istituto d'educazione, gustava molto di queste patate. " Le patate, " ella diceva a Stefano, " sono il cibo più sano, più leggiero e più nutritivo [...]
[...] trattabile, più giusto nel peso, più rispettoso, anzi ora era rispettosissimo!... e non stava più tanto a leticare come prima per il soldo e il [...]
[...] quattrino. Carmelinda (a cui Filusella erasi ben guardato di confidare il segreto) faceva ben capire, parlandone sulla porta del podere, che quel [...]
[...] - 201 - cambiamento era lei che l'aveva operato, perchè, a tempo della povera Giovanna, Stefano non era mai stato così pacifico e così umano: non [...]
[...] contro la Beppa e contro Gustavo, cercavano di tirarlo a parlare dell'eredità andata in fumo, ora la smessero, perché lui rispondeva sempre con [...]
[...] morto: tutti s'ha a morire, e che importa dunque essere poveri o ricchi? a me i quattrini non m'hanno fatto mai gola: se li godano pure: io per me [...]
[...] paura dell'inferno; nè gli valevano le messe a placare l'anima del fratello. Prima, la coscienza del male e delle ingiurie sofferte ingiustamente [...]
[...] lo rendeva ringhioso contro tutti, e gli avrebbe fatto guardare a testa alta anche la morte: oggi la paura d'essere derubato o scoperto lo faceva [...]
[...] sempre tremare, lo piegava sempre a cercare d'accaparrarsi con maniere insinuanti e servili la benevolenza e la stima d'ognuno. Ecco perchè dicevano [...]
[...] ) era stato portato a un tratto vicino al pomo non suo ma che aveva tanto desiderato, come coglierlo questo pomo, come riuscire ad assaporarlo [...]
[...] annidano appena i corvi, attraversate le nere casucce d'Acquapendente, e i boschi di querce che fanno ghirlanda cupa a Bolsena, di là s'inoltrava [...]
[...] solo fino alla bella Viterbo, nel tempo che i bufali romani, cacciati dalla verga del vaccaro, corrono a torme intorno alle triste mura di Desiderio [...]
[...] , empiendo di corna lucenti e di muggiti la fiera. E andava pure a Toscanella, a Sutri, a Corneto, ultima città, morta laggiù nello squallore [...]
[...] continuava a ciarlare che Stefano faceva degli affari per vero dire un po' troppo grassi nella maremma romana; quando, dopo qualche anno, si seppe un [...]
[...] persuadere e seguitavano a battere ancora alle bussole degli uffici, e alle case degl'impiegati, - 205 - esigendo che più non avessero fine le [...]
[...] indagini e le ricerche: per cui il vicario, seccato da queste pretese irragionevoli, come definitiva conclusione un giorno disse a Gustavo: " Vi [...]
[...] . Per accondiscendere alle vostre domande e a quelle di vostra madre furono fatte altre perquisizioni al suo domicilio, e non fu rinvenuto nulla [...]
[...] , compra e vendita di bestiame, senserie, e che so io. Io non dovrei scendere con voi a questi particolari, ma lo faccio per non ricorrere a misure più [...]
[...] rigorose: perchè per parte vostra e di vostra madre è proprio una fissazione e anche una malvagità quella di venirci sempre a far perdere il tempo [...]
[...] , quel pasto gonfio (essendo egli grasso) del vicario. Tutte davano un buon consiglio alla Beppa e a Gustavo: consigli maliziosi o anche audaci, ma [...]
[...] tanto poco praticabili che il rimedio era peggiore del male; e non una parola che mirasse piuttosto a calmare e non incitare di più gli spiriti di que [...]
[...] ' due che reclamavano accanitamente l'eredità. Gustavo non la mandava giù, e qualche cosa voleva fare a ogni modo. La domenica seguente dunque per [...]
[...] , ed entrarono nel podere di Stefano. V'entrarono dalla parte di sotto, dove la strada tra campo e campo serpeggia a piè - 207 - de' poggi continui [...]
[...] podere, e si sdraiarono da padroni in mezzo ai solchi, attaccandosi ai fiaschi portati da un vecchietto furfante, e levando grida bestiali. A [...]
[...] orrendi latrati tutta quella estensione quieta e serena di campi e di colli: i contadini seguitavano a tenerlo indietro legato, e stavano fermi, con [...]
[...] occhi intenti a guardare. Gustavo e i suoi amici, vedendoli sì pazienti, raddoppiarono l'urlata, e si gettarono in mezzo a pestare il grano, a [...]
[...] d'avere associato al suo odio contro Stefano degli alleati; e quali alleati! " Bisogna pigliarlo a solo quando non ha il cane! " dissero, e [...]
[...] chiacchiere in piazza, vi passava sull'imbrunire per tornarsene a casa. Vien la domenica, e all'ora stabilita s'appostano a una casetta, la quale ha [...]
[...] stava l'arcidiacono del duomo in quella casetta, ma morto lui, volendoci troppo a restaurarla, - 209 - non ci tornò più nessuno, e rimase [...]
[...] abbandonata a ricordare nella sua gentile e decadente umiltà la bella architettura di certe modeste dimore del cinquecento. Ma il luogo è quasi deserto [...]
[...] , e in mezzo a conventi solennemente taciti e chiusi, in fondo alla città, spira un che di misterioso, come se si fosse in mezzo ai sotterfugi e [...]
[...] se non quando gli furono vicini e l'ebbero circondato. " Questo è partito fatto! " egli disse fra sè riconoscendo Gustavo, e arrestandosi cauto a [...]
[...] di Gasparino: o non ti vergogni, caro Gustavo, a far torto a tu' madre in questa maniera? tu' madre io la conobbi sempre una donna onesta [...]
[...] . " " Non tocca a te a dirlo! e se non mi rendi quello che mi hai rubato, t'ammazzo! " " Smettiamo, ragazzi! non portiamo qui le questioni, se no [...]
[...] ...." " Oh! tu che dai a tutti, a me non mi dai! " gridò un abbaiatorello smilzo come un'anguilla, levando su il dito indice fino a toccare il mento [...]
[...] del vecchio. A quel nuovo insulto egli non si potè più tenere: volendosi aprire il passo, ne prese uno alla vita, e lo rovesciò come l'orso [...]
[...] rovescia a pancia all'aria il mastino, per adoprare le branche contro un altro mastino che l'azzanna da tergo. E così ne caddero altri, mentre tutti [...]
[...] farlo precipitare e liberarsi dai colpi coi quali egli li teneva lontani. Riuscirono finalmente a stringerlo - 211 - e farlo cadere addosso a [...]
[...] rialzarsi ancora da terra; e si rialzò, ma sospinto di nuovo a tergo ricadde con Gustavo che ancora stringeva, e lo coprì con tutto il corpo, e lo [...]
[...] schiacciava e lo mordeva sotto di sè. Tutti gli altri allora furono sopra a Stefano furibondi, e lo finirono a colpi di pietra sul capo. Poi [...]
[...] montagne ridenti. Gustavo, riavuto dopo poco il conoscimento, inorridì a trovarsi Stefano sempre addosso, ma che non si moveva più, e sanguinava [...]
[...] grande sforzo, muoversi tanto da scostare la testa da quella gelida e fracassata del suo nemico. Credendosi vicino a morire, prese a recitare l'atto [...]
[...] l'amor di Dio!... sperando che qualcuno l'udisse in quel buio: ma nessuno gli rispondeva. Eppure qualche passante l'udì, ma s'affrettò a battersela [...]
[...] cheto cheto, temendo pericoli o di andare incontro a citazioni, testimonianze, e anche a fastidi maggiori: non si sa mai! Finalmente alcuni [...]
[...] giovani, abbattendosi pure a passar di là, s'arrestarono e tesero gli orecchi a quel gemito che sonava nella notte buia così cupo, così sinistro! Era [...]
[...] proprio il gemito d'una persona che moriva laggiù sola in fondo al prato, vicino alla casa dell'arcidiacono, e bisognava soccorrerla. Corsero a [...]
[...] di Dio!... Due sbirri che erano a bere all'osteria dei Tre Mori, e s'erano inoltrati pei primi, s'opposero alla folla che già ingrossava, non [...]
[...] - tardò a venire, seguita dai cataletti della Misericordia, e dalle torce che colorivano d'una luce fumosa e rossiccia l'alta muraglia del [...]
[...] formalità che domanda la legge, il Capo-Guardia della Misericordia battè la mano: a quel cenno gl'incappati alzarono su i due cataletti, otto di loro vi [...]
[...] alla perfidia e alla malizia di quel villano, non si rifiniva poi di strabiliare a tanta imbecillità quanta in quell'occasione ne aveva mostrata la [...]
[...] affidato dal vinaio a quel furfante di suo fratello; invece di crederle dunque, trascurarono una tale preziosa dichiarazione, e così era naturale [...]
[...] che venissero a perdere ogni traccia del portafoglio, quando lui invece, il giorno che avvenne quel tafferuglio nella taverna, l'aveva addosso [...]
[...] ! pareva proprio strappato di bocca a una tigre!... Chi ha mai pensato alle vicissitudini, ai cataclismi, ai casi buoni o sinistri che si sviluppano [...]
[...] d'un'influenza atmosferica o tellurica, presero a muoversi in questo senso, concorrendo i giudici nel ritenere Gustavo vittima più che reo, e Stefano un [...]
[...] , e ridondasse tutto a carico del villano, a rappresentare Gustavo quale sarebbe il docile agnello a petto al lupo crudele. Il sospetto che [...]
[...] verità, come sempre, dicevano, era venuta a galla, ma non prima che quel povero diavolo ne avesse molto sofferto nell'onore, nell'interesse e nella [...]
[...] evidenza, quest'uomo, primo a procedere - 218 - a vie di fatto contro Gustavo Cirimbelli di Gasparino, quando Gustavo Cirimbelli di Gasparino non [...]
[...] testamento olografo del defunto), sel tenne invece nascosto e indebitamente se l'appropriò quando il fratello Ferdinando venne in compendio a morire [...]
[...] ? Non fu egli che conseguentemente a ciò fece patire a Gustavo Cirimbelli di Gasparino e alla madre sua Giuseppa la prigionia, obliterandone la [...]
[...] , anche il credito, anche il guadagno, anche il mezzo di procurarsi un onorato pane venne a mancargli? Non fu egli che comperando coi danari [...]
[...] consolante speranza che, dove fosse riuscito a scoprire in lui il vero e unico autore del furto, avrebbe potuto rimuovere da sè l'ingiusto odioso [...]
[...] amici suoi, non dubitò invece (primo a trascendere alla violenza e nell'ira) di provocare in essi il giusto e legittimo diritto della difesa [...]
[...] predetta, quale è esattamente designata nel processo verbale dall'autorità politica redatto sul luogo, non sorge chiarissimo a comprendersi da [...]
[...] ognuno che ha fior di senno il naturalissimo impulso che, come essi confermano ad una voce, trascinò gli amici di Gustavo Cirimbelli a quell'atto [...]
[...] maggiore. Ed essendo essi ora chiamati a rispondere di quell'atto, sia mite, o magistrati, sia mite, se vuol'essere giusto, il vostro giudizio: sì, o [...]
[...] ognora le glorie degli avi nostri (a questo ricordo degli avi un fremito d'orgoglio scorse per l'uditorio), in quest'aula magna della suprema [...]
[...] letterato (giudizio che poi fu ripetuto anche dai non letterati), il quale sentenziò che egli univa a demostenica forza lo splendore di Cicerone [...]
[...] : dopo il qual giudizio quell'oratore, senza far altro, si godè per tutta la vita la nomea di bellissimo ingegno. In mezzo a tante ciarle, a [...]
[...] tanta menzogna, a tanto esagerare fatuo e maligno, chi non parlò, o parlò meno di tutti, fu Filusella. Una volta sola in tribunale s'udì la sua voce [...]
[...] lo sfidarono a produrre i testimoni. E Filusella rispose che ne avrebbe avuti cento dei testimoni! Invece non ne trovò neppur uno. Tra i [...]
[...] loro interessi, non si fossero poi trovati a pagarla cara. Filusella dunque ebbe un bel ricorrere alle casucce de' suoi vicinanti, chiedendo a questo [...]
[...] , chiedendo a quello! nessuno aveva visto, nessuno aveva sentito, nessuno proprio poteva dire che la cosa fosse successa in quel modo; perciò non [...]
[...] nulla che valesse a giustificare suo padre. Dicendo che suo padre una sera il portafoglio l'aveva trovato nell'imbottitura del seggiolone, era [...]
[...] probabilissimo che l'avessero - 224 - creduta una fiaba; o anche prestandogli fede, che forse con questo veniva a scusare suo padre dell'esserselo [...]
[...] affermazione non veniva a denunziare sè stesso d'essere stato complice di suo padre, quando invece poteva dare a credere d'ignorare ogni cosa? e [...]
[...] più prossimo, e questi era Filusella. Ma il tribunale non aveva ancora pronunziato questa sentenza a favore di Filusella, che ecco muovergli [...]
[...] incontro la coorte formidabile de' suoi zii paterni, i quali, da quel giorno che s'eran divisi da Stefano a Poggio Sole, non - 225 - s'erano fatti [...]
[...] l'industria degli ossi e de' vetri rotti, Filippo, detto Rubaciuchi, faceva il negoziante di tube vecchie portandole a spasso ben lustre: insomma [...]
[...] , Pasquale, Pietro, Filippo, Girolamo, Giovanni, Fortunato, Agostino?... — Filusella corse subito a trovare un procuratore, il quale, essendo un [...]
[...] galantuomo incapace d'approfittarsi de' ghiozzi, s'astenne dal servirlo, e lo consigliò a non mettersi in quella lite. E Filusella corri subito da [...]
[...] un altro che, conosciuto con chi aveva che fare, si mostrò con lui tutto cuore, tutto condiscendente, e sempre pascendolo di speranze, a poco a [...]
[...] non senza un pio sorrisetto, " a comprar roba di chiesa! " perché quel podere era appartenuto un tempo ai reverendi padri domenicani. E questo [...]
[...] disse il buon sacerdote tanti anni prima della spaventevole ruina del temporale!... Onde Filusella spesso poi ripeteva a' suoi figliuoli: " Se [...]
[...] venirceli a chiedere? Noi non neghiamo il numero; ma che fa il numero nel campo dell'arte? Tutti sanno che cosa è rimasto della recente fioritura [...]
[...] descrizione di una siepe, se dietro a codesta siepe ci è l'infinito, come in quella del Leopardi; ma all'arte vuota e malata, che conta e [...]
[...] analizza le nappine di un parato da letto, preferiamo la vecchia arte, sana e allegra, di Francesco Berni, che nudo lungo e disteso si divertiva a [...]
[...] contare i travicelli e a osservare S'egli eran pari o callo, e s'eran sodi, Se v'era dentro tarli, o buchi, o chiodi. Il Fucini, di vicino a [...]
[...] democraticamente campagnolo come l'Auerbach, ma ha il tocco descrittivo più macchiajolo, e però più conveniente al bozzetto. Qui si presenterebbe a tentarmi [...]
[...] . Chi sa che l'autore del Marito d'Elena non sia d'accordo con me! Ad ogni modo, fino a codesto trionfo dell'arte nuova, rallegriamoci di [...]
[...] con qualche eccesso di forza e di compiacenza, ma conosce anche l'arte di fermarsi a tempo. Nel ritrarre le cose vedute ha veramente limpidità [...]
[...] non ha idea esatta di quella toscanità vuota e leziosa che si vende, in mancanza di meglio, a certe botteghe letterarie. Anzi, se un rimprovero [...]
[...] chi butta giù queste due righe di prefazione, conoscere cioè tutto l'uomo e frequentarlo, per intendere pienamente, in mezzo a tutta [...]
[...] da bimbettino A studia' sotto' lecci di Dianella Come faceva 'r nidio un cardellino, XI fa più e meglio d'una confessione. Certo, senza immagini [...]
[...] vive e luminose, senza un fraseggiare compendioso e, a così dire, prospettico, non si ha stile da bozzetto; ma non è anche provato che codeste [...]
[...] doti si deducano dai libri. Quando si ha ingegno da ciò, bastano a suscitarle e a perfezionarle l'abito dell'osservazione e l'intensità del [...]
[...] raccoglimento; e il Fucini ha, oltre l'ingegno, abito costante d'osservazione e raccoglimenti forti e vivaci. A persuadersi della spontaneità e [...]
[...] varietà delle sue invenzioni basta sfogliare appena questo libro. Usciti dall'aria plumbea e padulana del Matto delle Giuncaje, respiriamo a [...]
[...] Neri guardia nazionale e giurato. Se il De-Amicis vorrà parlare anche delle Veglie, non avrà che a continuare il bell'articolo che pubblicò nelle [...]
[...] lo stile e gonfia le gote, si sciupa come (ne' paragoni un po' di mitologia non guasta) come Minerva a sonare il flauto. Anzi, a proposito di [...]
[...] flauto, permettimi, amico Fucini, di ricordarti questi versi che il Giusti cantava a sè stesso: Lascia la tromba e il flauto al polmone Di chi [...]
[...] sera non stavo bene di spirito. Alla smodata allegria d'un intiero giorno passato su le praterie in mezzo a cari amici, laggiù convenuti per [...]
[...] l'occhio smarrito su quella immensa superficie d'acqua stagnante e di lunghe cannéggiole, e fantasticando dinanzi a quel malinconico quadro [...]
[...] lievemente 5 fra loro percotendosi, mandavano un rumore come d'una moltitudine che lontana lontana applaudisse gridando e battendo le mani. A mano [...]
[...] a mano che il sole calava dietro le colline dal lato opposto del padule, si stendeva su quello un leggiero velo di nebbia bianchiccia, rendendo [...]
[...] , piano come la superficie dello stagno, lento come le acque del canale, e portò fino a me queste dolenti parole: È morto l'amor mio che amavo [...]
[...] tornai al punto di convegno. "Son tutti a dormire," mi disse una guardia. "Come! così presto?" risposi. "Cascavano a pezzi. O lei non va?" "No." "O [...]
[...] che vòl fare?" 7 "Non lo so nemmen'io; ma qualche cosa inventerò: non ho sonno." "Vòl venire con me? vado a rivedere i bertuelli." "Se mi lasci [...]
[...] subito dopo il ponte; altri sei a quello delli Sparacannelle, e due, quelli meglio, al canale traverso:... che lo sa il canale traverso?" "Non [...]
[...] me ne ricordo, ma ne domanderò." "O a chi ne vòl domandare?" "Ho sentito cantare...." "Ah, sì, ha ragione! c'è quelle donne; eppoi a quest'ora [...]
[...] , verso le Svolte, troverà il Matto di certo." Una mezz'ora dopo, ajutandomi col forcino a 8 sfondare le foglie di copripentole e quei viluppi [...]
[...] per vedere se potevo scorgere anima viva da domandarglielo.... "Che ci ha una pipata di tabacco?" A quella voce che si partiva da un folto [...]
[...] butti, lo butti qui; se va nell'acqua lo ripiglio io." Tirai il sigaro nel suo cappello; lo prese e mi ringraziò di nuovo, mettendosi subito a [...]
[...] Giuseppe." "Senti, senti! del sor Giuseppe! O il sor Federigo come verrebbe a essere di lei?" "Zio. O che lo conosci?" "Se lo conosco! Siamo [...]
[...] mestiere fai?" "Ott'anni sono stato in galera; dopo andai guardia con un signore.... e ora pesco e vo a caccia." "In galera!" "Ah! non abbia paura [...]
[...] . Lo vede questo ragnolo che mi rampica su per le gambe? non l'ammazzerei per tutto l'oro del mondo:... ci hanno a essere anche loro, povere [...]
[...] .... Lì,... guardi.... lì era quel demonio.... e m'impostò lo schioppo, e rideva! e il pinsacchio restò a lui.... ma non lo mangiò!..." "Come! E un [...]
[...] , bisognerebbe.... La faccia l'avrò brutta, ma me l'hanno fatta diventar loro.... E ho voluto 11 tanto bene a tanti! E chi chiedeva un piacere a [...]
[...] quest'assassino, lo veniva a conoscere se dentro a queste costole c'era qualcosa.... E ora mi chiamano il Matto!" "Ah! sei il Matto delle [...]
[...] Giuncaje? "Sissignore. E patisco la fame, capisce? la fame! e non ho fatto mai male a nessuno.... Eh! a lui sì, glielo feci;... ma la volle, la volle [...]
[...] sempre e io passavo le giornate intere acquattato tra i giunchi per starla a sentire. Ma un giorno non potei più reggere e glielo dissi. Lei cominciò [...]
[...] a piangere e scappò via, e io stetti quasi un mese senza rivederla, chè tutti mi domandavano cosa avevo fatto, perchè, dice, che ero diventato [...]
[...] , — state a sentire. Dispiacere non mi dispiacete, perchè de' fatti vostri nessuno m'ha detto nulla di male, ma a mezzi come si sta? Io a quella [...]
[...] ragazza qualche soldarello glielo darò, non gran cosa, ma insomma.... — "Cotesta sera si fissò tutto. Lui mi disse che pensassi a trovare i mezzi di [...]
[...] metter su un po' di casa; lei mi disse che mi voleva bene e la mattina dopo, avanti giorno, ero già per la strada che andavo in Maremma a [...]
[...] lavorare. Abbia pazienza, che ci ha un altro fiammifero?... "Dopo un anno e mezzo tornai.... Arrivo a casa,... picchio, e la mi' povera mamma [...]
[...] bon'anima (non avevo altro che lei) mi viene a aprire. Appena 13 mi vede, senza dirmi nulla, mi si butta al collo e comincia a piangere.... Se non mi [...]
[...] creatura, e forse chi sa!... Ma Dio benedetto, però, ci pensò lui a quel cane di vecchio, perchè il giorno preciso dell'anello, appena esciti di [...]
[...] chiesa, lo prese un accidente a gocciola e crepò nel mezzo di strada com'un rospo!" "O come mai? e allora perchè promettere?..." "L'interesse, capisce [...]
[...] , l'interesse! Gli venne fra' piedi quell'altro infame a fargli vedere una casuccia e qualche cento di scudi, e quell'aguzzino di vecchio.... già [...]
[...] è meglio che mi cheti perchè è morto.... e ai morti c'è chi ci pensa. "A me mi venne una malattia che mi tenne a letto tre mesi. Patii dimolto [...]
[...] volli dare altri dispiaceri." A questo punto tacque; si alzò in piedi, dette un'occhiata in giro al di sopra delle piante palustri e ricadde a [...]
[...] . A che pensavo io? Quale poteva essere la causa di un brivido che mi gelava? Il ribrezzo o la compassione? Non lo so.... L'avrei volentieri [...]
[...] invitato a seguitare, ma non me ne dava il core. Dopo qualche momento però, sempre tenendo gli occhi ficcati al suolo, proseguì: "Doveva finire a [...]
[...] scansavo tutti e due, perchè non lo sapevo dove sarei andato a cascare se mi fossi combinato a faccia a faccia con lui; e per un pezzo mi riescì, ma [...]
[...] poi.... "La prima fu lei, che me la trovai quanto di qui a lì per la processione delle Rogazioni. Non l'avevo nemmeno riconosciuta: povera Stella [...]
[...] non urlare. Chi mi riportasse a casa cotesto giorno non lo so!" A questo punto alzò di nuovo la testa per guardarsi d'intorno; scosse con un [...]
[...] . "Quest'assassino, che avrebbe dovuto attaccare 16 il voto alla Madonna del Rosario, cosa ti fa? Comincia a ridermi dietro e a urlare: — T'avevi a [...]
[...] provare a raccattarlo, pezzo di galeotto, eppoi.... — Io in galera e te all'inferno, urlai, e gli lasciai andare la canna mancina nel core:... gli [...]
[...] avrebbe tirato anche lei, dica la verità, gli avrebbe tirato anche lei!" Così dicendo, cominciò a gesticolare come un ossesso e saltò, per [...]
[...] capo a piedi; mi regalò un bello schioppo, eccolo qui; mi dette anche l'oriolo e mi menava sempre con sè, e quando veniva de' signori di fori [...]
[...] , mi mandava a chiamare perchè ci discorressi. E il giorno che gli ripresi il su' figliolo minore che era cascato nel pollino, cominciò a piangere [...]
[...] mi guardò tanto fisso fisso.... 18 "La mattina dopo, quando m'aspettavo che il padrone m'ordinasse di menarli a caccia, mi sento invece [...]
[...] chiamare dal fattore nello scrittojo e mi dice: — Il padrone ha risaputo tutto; dice che gli dispiace, ma che vi dà licenza subito, sul tamburo! a voi [...]
[...] d'andare dal maresciallo a farmi pigliare, mi dovevo legare un sasso al collo e farla finita." "Ma se tu avessi un bisogno.... nel caso d'una [...]
[...] nell'acqua fino alla pancia, un vecchio Restone quasi non reggendosi in gambe, il quale movendo festosamente la coda, andò con fatica a mettere [...]
[...] ruvidamente tirandogli un orecchio, e siccome il cane sentì male, si mise a guaire. "Zitto, zitto, Moro," disse il Matto;" eppure lo sai che se [...]
[...] secco che sparì, senza toccargli un dente, nella gola del povero Moro, come un sasso buttato nell'acqua. Il cane rimase un momento a guardarlo con [...]
[...] , rispose sospirando: "Per oggi, no." 20 "Gli vuoi bene a cotesta bestia?" domandai. "Più che all'anima mia." "Lo venderesti?" "Piuttosto [...]
[...] certo qualche uffiziale, perchè, lo so, que' signori ci ambiscono a tenere di questi animali buffi. Ma guardi com'è festoso! Io lo terrei magari [...]
[...] sentire, se no, addio la mi' roba. L'avrebbe a pigliar lei, vede. E a lei glielo do volentieri anche per nulla." Così mi diceva una mattina Pasquale [...]
[...] d'Arno, mentre era per buttarsi nell'acqua e traversare il fiume a guado. "Lo prenderei tanto volentieri," risposi, "perchè dopo esser così festoso [...]
[...] un'altra di queste seccature." "Guà! mi rincresce. A lei signoria gliel'avre dato dimolto volentieri." "Ti ringrazio, Pasquale." "O andiamo [...]
[...] . Dunque, mi comanda nulla lei, di lassù?" "Se vedi il sor Luigi e il sor Roberto, salutameli tanto." "Non pensi, sarà servito. A rivederlo signoría [...]
[...] dozzina di carciofi a una famiglia di contadini 27 che stavano lungo la via maestra. Concluso il contratto con la consegna del cane da una parte e dei [...]
[...] . To', Pillacchera, to'." E il canino corse a leccar la mano del nuovo padrone che lo menò in casa. Il povero Pillacchera non dette nel genio al [...]
[...] resto della famiglia, ed anche lo stesso capoccia, dopo il mezzogiorno, aveva già cominciato a lavorare di pedate alla sua usanza, perchè l'aveva [...]
[...] all'anima, diceva che 28 cani a quella maniera non n'aveva ma' visti; ma sopra tutto poi quel pelo lungo che gli nascondeva affatto gli occhi, era per [...]
[...] ?" "Per che farne?" "A voi; e tenetevelo addosso, vecchio grullo, e datene una foglia per uno anche a que' ragazzi." Si misero a tavola seri e molto [...]
[...] adagio e inosservato; e cercando forse di mettere a profitto una delle sue abilità per intenerire i nuovi padroni, si mise in mezzo alla stanza [...]
[...] : «Quattrocento lire di cortesia a chi riporterà al Comando militare una cagnolina maltese di pelame bianco finissimo, che risponde al nome di Perla. Oltre [...]
[...] fiori di mandorlo, si divertiva ad arruffare i folti baffi del Colonnello il quale, tutto buonumore, offrendo a Pasquale mi sigaro d'avana gli [...]
[...] ?" "Perdinci bacco! o che n'hanno a aver fatto?" In un trasporto d'allegrezza il Colonnello abbracciò Pasquale; gli parlò dell'affezione di sua figlia per [...]
[...] 32 dell'indole mite e de' costumi semplici e patriarcali de' nostri contadini. Il cavallo intanto divorava la via a trotto serrato e dopo poco [...]
[...] , di sopra ad una svoltata a secco della strada, dalla quale si dominava la vallata, Pasquale grido: "Eccola laggiù!" "Chi?" domandò con impeto il [...]
[...] avere scambiato fra loro poche parole, la massaja rientrò in casa brontolando e voltandosi indietro a squadrare sospettosa il Colonnello che [...]
[...] immobile e taciturno era rimasto a guardarla con le braccia incrociate sul petto. Pasquale che aveva osservato attento quella scena scacciando le [...]
[...] mosche al cavallo, "Dio del cielo!" gridò a un tratto spaurito, "o che è stato?" "Queste buone creature!...." esclamò il Colonnello 33 con angosciosa [...]
[...] si sente, e nessuno dei dintorni s'azzarderebbe a dormir solo in una certa camera, nemmeno per tutto l'oro del mondo. Eccone le cause. Dopo [...]
[...] capretta, ma la capretta non rispose. "O Dio! chi mi rende la mia Bianchina? chi mi rende la Bianchina mia?," e ponendosi afflitta a sedere, col [...]
[...] , ed è vecchia per gli stenti ed inferma,... se a quest'ora non è già a riposarsi nel cimitero di fianco alla chiesa. E il fratello? Chi sa [...]
[...] , pover'a te!" le ha detto dianzi Rosalba cacciandola a spintoni fuori della stalla. E Lucia lo sa che cosa l'aspetta se la capretta fosse [...]
[...] colpa. Le ho munte stamani alle sei, le ho contate e c'erano tutte.... Dodici lire! e dove le trovo per dire a Rosalba: — Tenete; la capra è [...]
[...] fruscìo che sentì tra le foglie a pochi passi da lei e credè ritrovata la sua capretta. Il ramarro, spaventato dal movimento di Lucia, s'era [...]
[...] lasciato cadere dal ramo del fico salvatico, e, strisciando come una saetta, era corso a refugiarsi nel cavo d'una ceppa di castagno. Raccolse il [...]
[...] fiore e se lo accomodò più forte tra i capelli. A Lucia era caro quel fiore come tutti gli altri che ogni mattina coglieva per adornarsene il capo [...]
[...] e per offrirli la sera alla Madonna che pendeva a capo del suo letticciuolo. Anche quella sera non sarebbe mancato alla Vergine l'omaggio di [...]
[...] disordine.... "Se ti senti male, va' a letto," le disse Rosalba fattasi cortese dopo il ritorno della capra. E Lucia s'avviò stanca alla sua [...]
[...] ; rifece la traversa all'erpice vecchio e fino al tocco dopo la mezzanotte rimase a frescheggiare su l'aja, cantando a gola spiegata. Era uno [...]
[...] movimento rumoroso: 46 i ragazzi cominciarono a strillare, Toppa s'avviò latrando incontro al calesse del padrone e la sora Flaminia corse in cucina a [...]
[...] Pasquale dal mercato di Cutigliano, e attese seriamente a dare l'ultima mano alla sua faccenda prediletta. Cinque minuti dopo la Gigia, che fu [...]
[...] sera a' suoi ragazzi, dette un'ombrellata a Toppa e corse subito in camera col suo misterioso fagotto. La sora Flaminia, che lo aspettava a [...]
[...] stirizzirsi alla fiammata del fritto, restò sorpresa di non vederlo comparire; ma pensando che fosse andato subito a levarsi da dosso i panni fradici [...]
[...] , continuò a soffiare nel fuoco e a tirare avanti la cena, che in quel giorno come in tutti gli altri di mercato diventava un vero e proprio [...]
[...] tutte le volte che aprivo bocca mi dava del bestione per nulla. Io l'ho lasciato sempre dire, perchè tanto lo so che è fatto a quella maniera [...]
[...] ; ma mi c'è voluto tutta la mi' pazienza! Si figurino che m'ha avuto a mangiare 48 perchè gli ho detto che l'oriolo vecchio di cima scala me lo [...]
[...] giocherei con mezzo mondo. "E lui a dirmi che ero un bestione! e io a dirgli che in ventiquattr'anni che sono nella su' casa non l'ho ma' visto nè [...]
[...] dal maniscalco nè fare un minuto.... O non l'ha detto tante volte anche lui? Ma stesera, no! E lì a dire che non era vero nulla; e io a lasciarlo [...]
[...] giorno.... se n'avrebbe a rammentare!... Natale, cotesto povero cane! Ecco! o se gli desse un morso, o che non gli starebbe bene!... Ahi! no, Peppe [...]
[...] , colla frusta poi s'ha a fermare.... ahi, permio!" "Ragazzi! Pasquale!" "Sentono? la padrona li chiama a cena. Via, via, si levino un po' di [...]
[...] torno." "Pasquale! ragazzi! a tavola," ripetè la sora Flaminia. "Accidenti ai ragazzi!" disse Fiore fra i denti, e rimettendo al suo beccatello la [...]
[...] frusta, la fece vedere a Toppa, che, capita l'antifona, corse di galoppo in casa colla coda fra le gambe. 49 Per liberare le tre eterne vittime di [...]
[...] quelle quattro forche di figlioli, non ci voleva altro. Corsero tutti in salotto scapaccionandosi, e si piantarono a tavola tirando su col naso [...]
[...] a petrolio attaccato al palco sul mezzo della tavola quando comparve Fiore nella stanza, e appena entrato: " 'O il padrone?" domandò! "Ma dove [...]
[...] ." "Sissignora; senta! è su che armeggia. Pare che metta delle bullette,... chi lo sa?" "Sì, sì. Andatelo a chiamare e ditegli che io intanto [...]
[...] scendere a mangiare, contemplava attaccato nel suo scrittojo un ordinarissimo oriolo col cuculo che gli era stato appiccicato da un imbroglione [...]
[...] manifestò nei ragazzi alla vista del babbo, che in quel momento significava «mangiare,» un bicchiere schizzò, dopo avere empito di vino la tovaglia, a [...]
[...] slogato il pollice della mano destra a scapaccionare Cecchino per un caso simile. La sora Flaminia allora sempre più si persuase che Pasquale [...]
[...] arrivavano a mezza polpa. "E questa volta? Dio me la mandi bona!" pensò la sora Flaminia, e guardò pietosamente le pillacchere di Pasquale che ingozzava [...]
[...] ," domandò a Pasquale che guardava il suo oriolo da tasca, "o quello delle castagne l'hai veduto?" "Chi?... Ah!! zitta, zitta, via!" rispose [...]
[...] quell'accidente di cane, se no vengo di là e lo stronco. O a chi abbaja?" 54 "C'è il contadino novo...." "Ah! ditegli che stia zitto anche lui." La [...]
[...] signora Flaminia stava zitta e non alzava il capo dalla scodella. "Andate, andate," disse poi anch'essa a Fiore; "con Luc'Antonio ci ho parlato io [...]
[...] come giustificarsi, e ripetè a tutti che stessero zitti mentre nessuno fiatava. L'ora solenne, intanto, s'avvicinava a gran passi. Il sor Pasquale [...]
[...] tocchi la groppa. "Ci manca poco!" "A che? a che?" domandarono tutti strillando, credendosi autorizzati da quella confidenza paterna a fare un [...]
[...] baccano del diavolo. "A che? a che?" "A nulla!" rispose desolatamente Pasquale 56 mortificato da un sospiro della moglie, più sonoro di tutti [...]
[...] gli altri. "A nulla!" disse un'altra volta il sor Pasquale; quando, cavato fuori l'oriolo sotto la tavola, sentì rintuzzarsi il dolore che gli era [...]
[...] signor Pasquale, e il cuculo mandò a breve intervallo tondo e sonoro, il suo secondo cuccù in mezzo al silenzio generale; eppoi mandò il terzo e il [...]
[...] stralunata la faccia, non si potè più contenere, e scoppiò in una così larga risata che per un mezzo minuto almeno, buttatasi indietro a braccia [...]
[...] aperte sulla spalliera della seggiola, rimase con la sua fresca bocca spalancata ripigliando a stento respiro. Il sor Pasquale era rimasto come [...]
[...] fulminato. I ragazzi avrebbero voluto fare allegria, ma un'occhiata della madre, ajutata da un certo senso di paura che, a quel rumore nuovo che [...]
[...] veniva 58 prima a fare il burro, bastò a tenerli al posto. La sora Flaminia, intanto, dopo aver cantato l'inno alla sua vittoria con quella [...]
[...] omerica risata, si trovò a sua volta sconfitta ad un tratto dal dolore del suo Pasquale che cogli occhi ammammolati guardava stupefatto ora i [...]
[...] sulla porta a domandare a bassa voce, tutto spaurito: "Hanno sentito nulla loro? O che è stato?" "Fiore, accendetemi un lume," disse il sor [...]
[...] che Pasquale aveva commesso nella furia rimettendo l'oriolo, il cuculo cantò allegramente le sei. Il sor Pasquale allora dette la via a tutto il [...]
[...] 59 suo buonumore. Mangiò pochissimo; sorrise alla moglie, accarezzò i figli, fece prendere una mezza indigestione a Cecchino che gli stava [...]
[...] sor Pasquale gli dette e gli fece dare, insudiciò nella nottata anche il salotto bono, e stette tutto il giorno di poi nell'orto a mangiare il [...]
[...] cuculi morti, e durò finchè i ragazzi, che avevan cominciato a cascare addormentati per le seggiole e sulla tavola, non furono uno dopo l'altro [...]
[...] raccattati tutti, come feriti sul campo di battaglia, da Fiore e dalla sora Flaminia che li portarono a letto. Allora il sor Pasquale si chetò [...]
[...] cuculo correvano a rimpiattarsi dietro al faggio della burraja tappandosi gli orecchi colle dita! Che carnevale fu quello per lui! Ma quando lo vide [...]
[...] casa che Cecchino, ora giovinotto 62 di ventidue anni, destinato a continuare nell'amministrazione del piccolo patrimonio. E anche il povero Toppa [...]
[...] agli ultimi quando rideva di core, e il sor Pasquale è su a letto malato: oggi sta un po' meglio, ma è malato gravemente. La sua forte costituzione [...]
[...] casa, standosene tutti gli altri, tranne poche ore, ritirato nel suo scrittojo a leggere e a pensare. Alla morte del secondo, poi, si ammalò. Passò [...]
[...] appunto alla morte del primo ed a quella dell'altro figliolo. "Quando si fermerà un'altra volta, tocca a me!" diceva sospirando il povero sor [...]
[...] Pasquale tutte le sere mentre lo caricava prima d'andarsene a letto. "Quest'altra volta tocca a me!" e lo diceva con tanta convinzione che [...]
[...] nessuno fu buono a levargli dal capo quel pregiudizio che a poco a poco diventò una vera fissazione che finì di rovinare affatto la sua già indebolita [...]
[...] , che il medico credè suo debito dire alla sora Flaminia che pensasse a parlarne col parroco; e la sora Flaminia mandò un sospiro e disse che [...]
[...] l'avrebbe fatto. Ma la misura era presso a poco inutile, perchè il taciturno don Silvio, già da un par di settimane, passava quasi intere le [...]
[...] giornate a capo del letto del suo vecchio amico tenendogli affettuosa compagnia quando quelli di casa dovevano allontanarsi per le loro faccende [...]
[...] stato quello! Ha sentito le dieci? guardi a cotesto costì della piletta." "Son le dieci precise," rispose don Silvio. "Ha capito?! Oggi finiscono [...]
[...] scusa si allontanò tutto contento in cerca della sora 65 Flaminia che era scesa a scaldargli una tazza di brodo, per dirle che Pasquale aveva [...]
[...] discorso tanto e che proprio stava veramente benino. E ritornò su dietro a lei che, entrando in camera con la tazza, accennò subito sorridendo al [...]
[...] marito che non parlasse. Lo trovò infatti che stava un po' meglio; se non che un'ora dopo Fiore correva ansante a chiamare il medico per il padrone [...]
[...] rincresce per lei, povero sor dottore, che l'hanno fatto scomodare...." Eppoi, rivolgendosi alla moglie e a Cecchino: "Voi altri badate che non [...]
[...] ?" "Anzi...." rispose il medico. E Cecco e la sora Flaminia corsero subito a spalancare ogni cosa, e alla folata di maestrale che inondò la camera [...]
[...] alla finestra a contemplare silenziosi l'orizzonte che di là si stendeva immenso sulla pianura lontana. Dopo qualche momento, il priore, sentendo [...]
[...] appeso a capo del letto. Corsero là tutti, intesero, staccarono l'oriolo dal muro e glielo mostrarono. Il sor Pasquale si alzò a sedere sul [...]
[...] sonava alle forre della montagna l'avemaria 67 della sera, il sole mandò i suoi ultimi raggi a riflettersi sulle fronti aduste e madide di sudore [...]
[...] all'anima benedetta del povero signor Pasquale. LA FATTA. "E allora," disse furibondo il signor Cavaliere, "quando uno è testardo fino a questo [...]
[...] bandita nella quale si trovavano a caccia, e il sor Alceste, figlio del segretario comunale e promesso sposo alla figlia del signor Cavaliere [...]
[...] , il quale alla 72 improvvisa sfuriata del futuro suocero, rimase allibito a bocca spalancata a guardare ora il Guardia, ora il signor Cavaliere [...]
[...] maniere. O dunque se la fatta a me non mi pareva di beccaccia, dovevo stare zitto e dirgli: gnorsì, sissignore, come vòl lei?... Di beccaccia, Dio [...]
[...] mi mandi un tremoto, non è positivo. E quando farò lo speziale m'ha a venire a dettar leggi su quest'affari; ma ora come ora, a Gianni Cerri no [...]
[...] , per los Deo santissimo benedetto!" Il sor Alceste sospirava. E il Guardia continuò: "Lei signoria ha fatto da omo a non riscaldarsi. Ma quando [...]
[...] m'ha detto che come cacciatore aveva più stima a me che a lui, gli avre' dato un 73 bacio. E come l'ha presa attraverso! Ecco, ora si fa per dire [...]
[...] buchetta fatta dal roncolo del sor Cavaliere e sospirò di nuovo. "Se a me, per esempio, mi dicessero: Cerri, te lo vòi giocare il cane? Mi gioco [...]
[...] anco lo schioppo, risponderei, che la fatta è di pèccola o, a sprofondare, di porciglione; ma di beccaccia no, eppoi no, anche se santa Lucia [...]
[...] andar via anche noi, oppure s'ha a guardare?... Badi! stia attento, perchè 'l mi' cane ha un fiato nel naso. " Difatti l'egregio Burrasca, un [...]
[...] cane che Gianni Cerri diceva che neanche 'n palazzo Pitti di quelle razze lì non n'avevan mai bazzicate, se n'andava a vento, a testa alta [...]
[...] , indicando d'aver nel naso qualche cosa di buono davvero. "Avanti! avanti, sor Alceste, venga via, venga 74 via," diceva il Guardia a mezza voce [...]
[...] seguitando il cane. E il sor Alceste, tutto cascante e sempre pallido come un morto, si avviò dietro al Cerri, che badava a dire: "Non faccia furia [...]
[...] , non faccia furia, perchè tanto, alle mani di Burrasca, si va sul sicuro; punta che pare un masso.... Ora sente a bono davvero! S'accosti [...]
[...] , s'accosti, perchè gli si potrebbe levare anche avanti.... Ma che canino! cento lire m'avrebban dato que' signori di padule! Ma io gli mandai a dire [...]
[...] .... Guardi! Ma lo guardi ora, eppoi mi dica se un cristiano potrebbe andare con più delicatezza sull'animale!... e io gli mandai a dire che se anche [...]
[...] giorno avanti, il Piovano aveva fatto colazione con quel signore forestiero, cambiò colore, corse, s'avventò a Burrasca, e fu in tempo a fargli [...]
[...] trattenere, fai pure il comodo tuo; io arrivo qui dal contadino a bere un bicchier d' acqua e me ne vado." Ma Gianni non poteva intendere, perchè [...]
[...] era già un chilometro distante, sempre a corsa dietro al cane, quando, non potendolo raggiungere, per fargli pagar cara la brutta figura che gli [...]
[...] in una cassettina di truciolo il piallaccio colla fatta, era andato a consegnarla al procaccia insieme con una lettera, raccomandandogli di [...]
[...] depositare il tutto in proprie mani della persona alla quale era diretto, via tale, numero tale, secondo piano a destra; "Procaccia, mi raccomando [...]
[...] sulla corte, all'ortolana; e l'ortolana l'aveva detto, come in confessione, al su' marito, il quale, dopo dieci minuti, l'aveva fatto risapere a [...]
[...] braciere di rame coi capi abbassati su quello a mescolare il fumo e lo sfriggolìo delle loro pipe lerce di gruma. Di lì partì la bomba; e un [...]
[...] cosa. 77 Come capitò a proposito quell'avvenimento per gli sfaccendati del paese! Erano cinque o sei giorni che in verità non sapevano che pesci [...]
[...] dimostravano anche al difuori i capannelli di curiosi che vi passeggiavano davanti, accostandosi il più possibile alla vetrata; e lo dava a [...]
[...] notizie ai passanti. "A me non me la cantate, caro speziale, perchè io l'ho vista!" diceva il Sindaco passeggiando concitato in su e in giù per [...]
[...] anche lei!" Il maestro della banda era di parere contrario; ma non volendo compromettersi, badava a strisciare la groppa al gatto che gli era [...]
[...] saltato sulle ginocchia, e non trovava la via a rispondere. Ma finalmente, per uscirne, disse a fior di labbra: "Eh! sì! lo direi anch'io." "Allora [...]
[...] disgraziato che ammazzò alle Case Rosse, eppoi, sotto sotto, andò a dire che avevo sbagliato la ricetta.... Oeh! non s'accosti al banco, perchè gli [...]
[...] batteva le mani e urlava "bravo!" a squarciagola. E lo speziale, che era corso sull'uscio, gridava da sentirlo a un miglio di distanza: "C'è il [...]
[...] tribunale, però, per la canaglia di cotesta risma! c'è il tribunale! e domani.... stasera.... subito... ! tanto lo vo' dire a tutti, sissignore, a [...]
[...] bottega. Il maestro della banda uscendo, dopo poco, colla coda fra le gambe dietro al Sindaco, si provò a dirgli: "Sa? e' son gente quelle che [...]
[...] accordatami 81 da Sua Maestà saprò farne quell'uso che crederò migliore; intanto non mi occorre nulla da lei: vada pure, chè a casa so andarvi anche [...]
[...] solo." E si allontanò soddisfatto e altamente compreso dal suo dovere, mentre il maestro schizzando bile se n'andò anch'egli a casa, dove [...]
[...] notizie aveva mandato lo Scardigli a prendere un sigaro da cinque e una scatola di fiammiferi, seppe che nella bottega della Biagiotta s'eran [...]
[...] d'aver sette ponci in corpo non andava a letto) avevan fatto una scommessa di cento lire. "Poco giudizio, poco giudizio!" osservò il Piovano. E [...]
[...] , dette un'occhiata al tempo e se n'andò a letto. In casa del Cavaliere non si sa quello che accadesse, perchè dopo tornato lui da consegnare [...]
[...] andò a letto alle nove con un dolor di capo da impazzare, e il povero sor Alceste non trascurò, è vero, per distrarsi, la sua occupazione geniale [...]
[...] di fare fiorellini di carta colorata, ma svogliato e senza ombra d'ispirazione. Nessuno a cena volle mangiare, e lui solo, per non dare, disse [...]
[...] , veh! "O senta; la lettera non c'è, l'ha capita? e smetta di rompermi,... perchè se siamo poveri, non ci hanno mica a mangiare a morsi peggio del [...]
[...] pane.... Sissignore! E quando la lettera ci sarà, accidenti a chi gliel'ha scritta!" Il postino si lasciò andare un po' troppo, lo disse anche [...]
[...] , e gli toccava portargliele fino a casa sua quasi un miglio più su della Madonna del Grilli. "Questi bighelloni mangiapanacci a ufo!" continuò [...]
[...] il postino, fermandosi a dare una cartolina alla Biagiotta. "Che v'hanno fatto, che v'hanno fatto, postino?" domandò la Biagiotta che a sentir [...]
[...] dire male 84 del prossimo ci stava con più devozione che alla messa cantata. "A me? nulla. Ma da una parte gli stanno bene, veh! Intanto quel [...]
[...] prepotente del dottore, se Dio vole, se ne va." "A rotta di collo!" "Brava Biagiotta! a cotesta maniera!" "E più che altro, l'ho caro per quella [...]
[...] strega muffosa della su' moglie. Bella collo spènserre di velluto! eppoi se lo leva e va a rigovernare. L'ho vista io, sapete? con tutta la su [...]
[...] ' superbia che quando passa di qui a naso ritto, par che si puzzi tutti." "O quell'ignorante del maestro, Biagiotta?! Già, quello lì, levato de [...]
[...] carico di legnate, come l'ebbe quello delle Scòle anno di là, vorre' dare una candela d'un paolo al Santissimo Crocifisso, e da cena a tutti. O del [...]
[...] presero a parole ne' prati dell'Arzillo, tirò, dice, una schioppettata al su' cane, e prese invece un contadino che era a far l'erba in una fossa [...]
[...] dal sor Cavaliere?" "Pare!" "Ah! ho capito. Di certo gli porta la risposta di quella famosa roba." "Mah!" "A proposito! e questo matrimonio [...]
[...] si guardavano in cagnesco. Il procaccia s'era fermato davvero a bussare alla porta del Cavaliere, ed era già entrato quando Cencio tabaccajo, che [...]
[...] era sull'uscio a sbirciare, chiamò il Rapalli "Sor Rapalli, sor Rapalli." "Che c'è?" domandò il Rapalli che era occupatissimo a non far nulla [...]
[...] . Vada, vada." 87 "Vado subito. E voi, Cencio, fatemi il piacere: mandate ad avvisare il sor Gustavo che a quest'ora dev'essere in quel posto di [...]
[...] certo." Il Rapalli andò dal Cavaliere; Gostino corse a cercare del sor Gustavo, e Cencio rimase a far gente sulla bottega. La notizia si sparse [...]
[...] gli abitanti del paese, eccetto il Segretario e il sor Alceste che la Biagiotta giura d'aver visti alla finestra a guardare dalle stecche della [...]
[...] persiana, erano fuori per qualche loro faccenda straordinaria che non volevano dire a nessuno. Un gruppo abbastanza importante s'era radunato [...]
[...] della fatta. "Ma abbiate pazienza," badava a dire Cencio, 88 "cotesto è segno che non avete girato, e che del mondo ne conoscete poco. E io avre [...]
[...] ?... insomma un professore come quello che il signor Cavaliere gli ha mandato a deciferare l'oggetto." "O che volete che vi dica? potrà anche [...]
[...] quel professore. E quando a quella gente lì, vedete? gli avete fatto vedere, vo' dir poco, quanto di qui al pozzo, con rispetto parlando, anche [...]
[...] uno sputo, loro vi sanno dire fino a un puntino se il vostro sangue sarebbe come se uno dicesse.... anche se uno è stregato. Mi rammento che [...]
[...] camminando a gran passi verso casa. Aveva la faccia lieta e tanto sicura, sognando la vincita delle cento lire, che Cencio ne prese buon 89 augurio per [...]
[...] bisognava stare zitti, e si mise in disparte a sfogliare un album di fotografie senza aprir bocca. Dopo qualche minuto di silenzio, il Rapalli fece [...]
[...] un inchino al Cavaliere; strinse la mano a Gustavo e se ne andò. Appena fu per le scale, s'ingozzò il cappello fino agli occhi, si rizzò il [...]
[...] , e quando vi fu giunto davanti, Cencio l'abbordò dicendogli: "Ma dunque è deciso sì o no? perchè a me 90 mi preme la beccaccia del Cappellano. Si [...]
[...] scossone che, battendo la nuca nella mensola della cappa, gli cadde la pipa che gli ciondolava dalla bocca, andando a rompersi in cento pezzi sul [...]
[...] piano del focolare. "Eh, maledetto voi altri e la vostra calabresella!" gridò Batone, buttandosi carponi a raccattare i frammenti della pipa; ma [...]
[...] la sua imprecazione restò affogata sotto un nembo di: 94 "Tutte nostre, se buttavi l'asso quando ti ci ho chiamato!" "E della napoletana a cori [...]
[...] dormiva che era un amore, e ora sentite che bella musica! e ninna e ninna e nanna...." E così canterellando si mise a cullare sulle ginocchia [...]
[...] il tempo che vi avevan trovato. "O di che cercate costì nella cenere, babbo?" domandò Cencio che nel voltarsi aveva visto il vecchio razzolare a [...]
[...] seccasse la gola a quanti siete, non sarebbe il vostro avere.... Eh sie! il pezzo più grosso eccolo qui! va' all'inferno 96 anche te." E con un [...]
[...] rispondeva con un movimento della testa e degli occhi che voleva dire: Non ne so nulla nemmen'io; stiamo zitti, se no si fa troppo dispiacere a questo [...]
[...] pover'omo. Tutti tacquero per alcuni altri momenti, e Batone mandò fuori a breve intervallo due lunghi sospiri, dopo i quali, quasi rispondendo [...]
[...] a una domanda del suo pensiero, esclamò con tristezza: "Se ci ero affezionato!" Eppoi rivolgendosi agli amici: "Vedete, giovinotti; se mi fosse [...]
[...] pensiero alla pipa che tutti avevano in bocca, comprendevano abbastanza il suo dolore. "Non vi starò a dire, perchè tutti fumate e ve lo figurerete [...]
[...] ," riprese Batone, "se in una pipa di diciott'anni ci si fuma bene! Ma quello che più di tutto m'addolora è di dover dire addio a un oggetto che mi [...]
[...] mi fate entrare! Noe, noe, via, lasciatemi stare; accidenti alla calabresella, a chi l'ha 'nventata e a' vostri urlacci dannati!" "Giù, giù [...]
[...] raccontare, son vecchio, e non son più bono a nulla. Ma quand'ero ne' mi' cenci.... Un gigante non son mai stato, si vede anc'ora; ma con queste [...]
[...] braccia che ora pajon du' ossi vestiti di pelle, ho fatto qualche cosa anch'io, e a que' giorni, omo per omo, ve lo giuro sul capo di quella [...]
[...] creatura, a Batone non gli ha fatto mai paura nessuno, mai! Prepotenze no; ma mosche sul naso, per grazia di Dio e del mi' fegato, mi ce ne son [...]
[...] lasciate posar sempre poche, ma poche davvero. E dite pure che quando voi altri sarete arrivati a fare la metà di quel che ho fatto io.... Basta [...]
[...] ; ho fatto quel che ho potuto, e quel che ho fatto, Dio mi vede nel core, l'ho fatto sempre a bon fine, e per aver voluto bene a tanti, che poi se [...]
[...] punto nè poco a fermarmi e a stringer la mano, come dicono loro, al vecchio galantomo." I quattro giovani a poco a poco si erano tirati con le [...]
[...] , partecipò all'attenzione degli uomini, adagio adagio si pose a sedere sull'altra panca del camino facendo macchinalmente la calza, e guardò il [...]
[...] visitare, perchè sul più bello, quando se la teneva come una reliquia, perchè cominciava a saper leggere quasi come il sor Annibale e a mettere in [...]
[...] piccina, la quale, senza destarsi, alzò una manina e si percosse dove sentiva pinzare. E siccome la Carlotta si voltò a guardarla riscotendosi [...]
[...] come se una vipera le fosse passata tra i piedi, Batone le disse: "Dio voglia che tutti i su' mali somiglino a quello che gli ha fatto [...]
[...] quell'animale!" "Dio lo voglia!" rispose la Carlotta, e si chinò sulla culla a respirare il fiato della sua creatura. "Dunque, già," riprese Batone, "quella [...]
[...] bimbina gli morì.... gli morì com'essere alle nove e mezzo di stamattina.... Che giornata fu quella, ragazzi miei! voi altri eri a lavorare [...]
[...] foravia e non ve lo potete mai figurare....; gli morì alle nove e mezzo, come dicevo, si messe subito a pulirsela e a vestirsela da sè, chè Dio [...]
[...] guardi avergli detto: lasciate fare a noi; alle due aveva finito d'accomodarla co' su' fiori del su' orto e ogni cosa, e mezzo minuto dopo la [...]
[...] raccattavano giù nel mezzo di strada con la testa fracassata, chè venne di sotto in un ámmenne a capo fitto a sbacchiare sulla breccia 102 stesa [...]
[...] : soltanto si voltarono tutti in un tempo verso la porta contro la quale una folata di scirocco frustava la pioggia che veniva giù a torrenti. Si [...]
[...] dava de' punti alle toppe del mi' pastrano vecchio, e a ogni ventata più forte si scoteva, e mi guardava e mi diceva: — Batone, o che sarà di noi [...]
[...] . — Lascia piovere, lascia — gli dissi — siamo a mezzo novembre, e se non si sfoga ora sarà peggio poi. Piuttosto, guarda, mi viene in mente una cosa [...]
[...] : se invece di rassettare cotesta calía tu volessi ripigliar du' maglie alla bilancia, domattina di levata vorre' andare a far du' cale a bocca di [...]
[...] rio per vedere se mi riesce buscare un par di paoli.... — Allora c'era i paoli. "S'alzò, povera donna, prese la bilancia, si messe a riguardarla [...]
[...] bilancia nova. — E ci avviammo a letto. "La mattina andai. Per la strada mi fermai all'Appalto a comprare una crazia di tabacco e 104 quella pipa [...]
[...] .... Arrivo sul puntone; do un'occhiata, all'Arno: faceva paura! Monto la mi' bilancia, accendo la mi' pipetta e tutto contento mi metto a calare lì [...]
[...] era troppo ghiaccia. Per un momento mi sentii tutto come rattrappito dal granchio e almanaccavo di qua e di là, tanto per tenermi a galla, ma [...]
[...] senza quasi sapere quello che mi facessi; quando a un tratto risento: — Ajuto, ajuto! — e ti vedo forse a un mezzo tiro di schioppo lei, in mezzo a [...]
[...] quattro palate gli fui addosso. Lei che s'accorse d'avermi vicino, ricominciò a urlare più disperata che mai: — Salvatemi, salvatemi! — e si [...]
[...] sempre le braccia libere e alla peggio mi tenevo a galla. "In questo tempo la corrente ci aveva ripresi e ci volava via come fulmini. lo con quanta [...]
[...] barba e me le ficcava nelle gote e ne' capelli.... A un tratto m'avvedo che la corrente ci portava a sbacchiare nella sassaja delle grotte! Dio eterno [...]
[...] giù attraverso alle palafitte...., e quella a stringermi più che mai! nell'abbaruffarci mi s'imbrogliarono anche le gambe fra le sottane e in un [...]
[...] batter d'occhio mi sentii tirare a capo fitto nel fondo, come se m'avessero legato una macina al collo." "Dio del cielo! e voi, babbo?" domandò [...]
[...] , la morsi, mi spellai le mani e la faccia nelle pietre.... A un tratto, eccoci daccapo a galla!... Lasciami! Dio eterno, nulla! ebbi appena tempo [...]
[...] morta?! — e mi scivola via e non me la sento più accanto! Cercai, annaspai colle mani e co' piedi, ma nulla! Allora poi cominciai a sentire che [...]
[...] noti resistevo più; le forze se n'andavano, la 108 memoria m' abbandonava e, Dio mi perdoni, non pensai più a lei; cercai di tornare a galla e mi [...]
[...] riescì, ma rovinato e sfinito com'un moribondo, raccomandandomi l'anima perchè ormai m'ero fatto perso. "A un tratto mi sento strisciar roba sul [...]
[...] petto, l'agguanto, era un vergone di vetrice della ripa. Comincio a tirarmi su con quel po' di fiato che mi dava la disperazione, quando mi vedo [...]
[...] rammulinare d'intorno un ciuffo di capelli. Dio onnipotente! era lei, lì, a fior d'acqua, accanto a me! Agguantarla, rammucchiare quel po' di [...]
[...] !" "Lei; proprio lei! Che bella carità gli feci a 109 salvarla, eh? Ma Dio c'è per tutti e avrà pensato anche a quell'anima sconsolata," disse [...]
[...] Batone, e ritornò a sedere in fondo alla sua panca, brontolando: "Com'è finita male! com'è finita male! e non se lo meritava.... Il destino, il [...]
[...] destino!" E per alcuni minuti rimase immobile col capo alto appoggiato alla mensola a guardare le faville che si perdevano crepitando su per il bujo [...]
[...] sei bicchieri e un fiasco di vino, era ritornata al suo posto. Batone la guardò, e: "Carlotta, accendimi il lume; voglio andare a letto." "No, no [...]
[...] bono a nulla. Lasciatemi stare, lasciatemi stare. giovanotti." "È allegria, Batone, è allegria! alla vostra salute!" e bevvero battendo insieme [...]
[...] , quella sera che m'invitò a cena a mangiare le pappardelle sulla lepre. Il sei di decembre dell'anno passato, te ne ricorderai e se non te ne [...]
[...] ricordi non importa, fece un tempo da diavoli. A guardare la montagna poi, era uno spavento; e anche di quaggiù si sentiva la romba della bufera [...]
[...] che mugolava fra i castagni, mandando fino a noi qualche foglia secca insieme col sinibbio che strepitava sui vetri delle finestre come la grandine [...]
[...] qualche animale. 114 A un mezzo miglio da casa, sulla via maestra, incontrai Maso del Gallo tutto imbacuccato, e lo fermai per sentire se sapeva [...]
[...] marmo." "Insegnami un beccaccino." "Ce n'ho uno nella madia che l'ammazzai l'altra sera all'aspetto. Se vòl quello, lo vada a pigliare, ma altri [...]
[...] malanno. Ma non lo sente che lavoro è questo?" Infatti si durava fatica a star ritti, tanta era la forza del vento gelato che, avendogli voltato [...]
[...] ci passarono d'accanto, domandai a Maso: "O que' disgraziati?" "Son montanini; non li vede? Vanno in Maremma.... 115 Arrivederlo signoria, in [...]
[...] bocca al lupo; ma torni indietro, dia retta a un ignorante.... brèèèè!..." E si allontanò lesto lesto, battendo forte i piedi per riscaldarsi. Io [...]
[...] rimasi un momento a guardare impensierito quei poveri diavoli. Quella era di certo una delle tante famiglie che nell'inverno emigrano dalla [...]
[...] , ne aveva otto appena compiti. Il babbo, un ometto sulla cinquantina, basso, già curvo, con le gambe a roncolo, stava avanti alla piccola [...]
[...] mazza. Col bastone si teneva sulla spalla sinistra un sacchetto di castagne. Dietro a lui subito venivano i due bambini, vestiti presso a poco [...]
[...] un ombrellone a tracolla tenuto da uno spago, se la rideva divertendosi a fare i passi lunghi dietro a quelli del babbo, mentre tirava a [...]
[...] sfondati e senza legacciolo. Questo piccolo disgraziato, a forza di rasciugarsi il moccio e le lacrime con la manica della giacchetta, se l'era ridotta [...]
[...] , fino al gomito, un cartoccio di ghiaccio. Dieci passi addietro veniva la mamma, pallida, smunta, impettita, con gli occhi a terra, camminando [...]
[...] a ondate gravi come tutti gli abitanti delle montagne, la quale, avendo infilato il braccio sinistro nel manico d'un paniere, teneva la mano [...]
[...] , rinfagottata in un lacero giacchettone da uomo che gli toccava terra. Aveva i suoi duri zoccoletti di legno, e le mani rinvoltate dentro a degli [...]
[...] stracci fermati al polso con fili di ginestra. La strada doveva a loro sembrare in quel momento poco faticosa, perchè il vento se li portava quasi in [...]
[...] !" avea detto Maso. "Quando ci arriveranno? Come ci arriveranno?" Questo chiedevo a me stesso, e non sapevo levar gli occhi da dosso a quel [...]
[...] per guardarmi, e dando un inciampicone negli zoccoli di suo padre, andò a battere il naso nel sacchetto delle castagne che il vecchio teneva a [...]
[...] spalla. "Ci menai questo solo l'altr'anno. Fino a Grosseto, come Dio volle, ce la fece; lì però gli si sbuccicò un piede e mi toccò portarmelo a [...]
[...] cavalluccio.... Son poche 119 miglia di lì a Talamone. Ma quest'anno, caro signore, m'è toccato menarli tutti." "È la tua famiglia questa [...]
[...] volgendosi di nuovo a me, "più volentieri li avrei fatti restare tutti a casa; ma non avevo da lasciargli nulla, signore mio, nulla! nemmanco un po' di [...]
[...] farina per isvernare." "Sta bene; ma per la via come la rimedi?" "Si fa alla meglio, a dirlo a voi; si va alla carità di questi contadini e, per [...]
[...] ." Detti un'occhiata al paniere, al sacchetto e a quelle cinque facce sofferenti, e mi sentii correre istintivamente la mano al portafogli. Presi quel [...]
[...] poco che mi parve, perchè, tu lo sai, disgraziatamente ho da pensare troppo a me, e accostatomi al bambino maggiore gli detti con cautela [...]
[...] , perchè non vedesse suo padre, un piccolo foglio. Mi guardò 121 spaurito, guardò quel che aveva nella mano, e chiamando suo padre incominciò a gridare [...]
[...] : "O babbo! o babbo! guardate cosa m'ha dato questo signore! O cos'è? o cos'è?" "Digli: — Dio vi rimeriti — a quel signore, Tonino; digli — Dio [...]
[...] vi rimeriti...." "Non importa, non importa. Addio, monello; buon viaggio e buona fortuna, galantuomo." "Altrettanto a voi, signore, e state fiero [...]
[...] ." Quando la madre, che aveva mantenuto i suoi dieci passi di distanza, mi passò davanti "Dio vi benedica," mi disse. E stetti qualche momento a [...]
[...] Raffaello s'interruppe per dire a Gano che buttasse un altro ciocco sul fuoco; poi, dopo esser rimasto qualche momento col capo basso a pensare [...]
[...] voluttuosa sull'onda delle verdi mèssi e tra i pampani e tra i fiori ondeggianti a un limpido sole, cullando ne' loro aperti calici l'amore di [...]
[...] mille insetti felici; e il polline giallo, commosso da tante ebbrezze, vola col vento a preparare altri profumi, altri fiori alla eterna giovinezza [...]
[...] dei campi. In mezzo a tanto lusso di vita, stanchi nelle membra e freddi nel core, una bianca vecchierella 126 e un magro vecchietto, seduti uno [...]
[...] d'agosto, sotto la finestra della sua Gioconda; e guardando smemorato all'aria, pensa e canta a bassa voce: Se ancor, dolcezza mia, se non [...]
[...] sapete Dove per me s'è aperto il paradiso, Guardatevi allo specchio e lo vedrete Tutto dinanzi a voi nel vostro viso.... Oh! com'era bella, com'era [...]
[...] bella Gioconda a sedici anni! Nella sua bianca casetta accucciata all'ombra d'un noce e di due giovani gelsi, stava 127 sempre la gioja, e [...]
[...] le volevano bene. La stanza del suo telajo situata a terreno dava sulla via; lì era il ritrovo favorito delle sue liete vicine, e fra i discorsi [...]
[...] sulle porte a filare, le quali si beavano in quelle risa e in quei canti come in un ritorno soave alle gioje perdute dei loro giovani anni. I [...]
[...] non volevano allungare; lo Spagnolino buttava i piedi a gallo, e Rocco, povero Rocco! aveva la lisca. E lo strapazzavano e gli facevano il verso [...]
[...] tutte le volte che timido timido si affacciava a 128 tartagliare qualche goffa galanteria; e allora ridi pure, amore mio! ed erano tali risate che [...]
[...] quelle monelle duravano, a volte, a sganasciarsi per una ventina di minuti senza aver tempo nè discrezione di chetarsi neanche per un momento a [...]
[...] colpi del telajo che lo accompagnavano insieme con gli scoppi di risa, finchè, rintanato nel fondo della stalla, si sfogava a dar pedate nella [...]
[...] pancia del su' povero ciuco, e a palpare le cosce delle sue giovenche, orgoglio della casata, invidia dei contadini dei dintorni e ghiottoneria [...]
[...] troppo preziosa per Simone macellaro. Ma quelle risa e quei canti a volte cessavano ad un tratto; e allora le bianche nonne del vicinato, capito [...]
[...] 129 Gioconda, la quale, fatto un languido saluto, arrossendo gli abbassava sulla spola che allora cominciava a correre più agile e più rumorosa [...]
[...] mura di quella bianca casetta! Quante confuse memorie sotto l'ombra di quel noce e di quei gelsi, sempre verdi e frondosi come a quei giorni tanto [...]
[...] fiancheggiano la via che mena alla chiesa pare che aspettino sempre le limpide domeniche di maggio, quando Gioconda, in mezzo a una corona di [...]
[...] giovani amiche che godevano al riflesso della sua bellezza, passava fresca e profumata come una rosa, con gli sguardi a terra fra le occhiate di [...]
[...] quello. E a lui toccava una occhiata e un lieve sorriso che lo spingeva a stendere affettuoso un braccio sul collo dell'amico più vicino, ed a [...]
[...] , che tutta rossa e confusa gliene dava mille pur non volendogliene dare nemmeno una. Dio avrà perdonato a Maso la profanazione, perchè anche il [...]
[...] 131 morte tutto l'affetto della sua Gioconda: a Maso restò sempre l'amore. "E ora è tardi!" pensò Maso, alzando adagio adagio il capo, dal suo [...]
[...] fascio di trifoglio. "È tardi!" e si mise a guardare il viso della sua Gioconda mezzo addormentata col capo tra i fiori di lupinella, per [...]
[...] cercarvi almeno una ultima traccia della perduta bellezza. La pelle floscia e lentigginosa di quel collo la vide a poco a poco ritornar bianca e [...]
[...] dell'erba a mostrare al cielo ridente le loro povere bocche larghe e sdentate. Il vento prese quelle voci, e portandole a volo aggiunse anche [...]
[...] briosa fino dal principio, 136 ma alla quinta bottiglia vi fu un momento di vero entusiasmo a benefizio dell'illustrissimo signor Canonico [...]
[...] voltava sorridendo malinconicamente a Vestro che guardandolo estatico prendeva per emanazioni del cielo le zaffate composte che gli dava nel naso [...]
[...] il buon reverendo, il quale non finiva mai di lodare a gloria il trattamento tanto più gradito, quanto più semplice e spontaneo offertogli dal [...]
[...] cappellani esotici ed indigeni dettero, a quella domanda, in una gran risata, per la quale la dignità del Canonico restò alquanto offesa. Ma il Piovano [...]
[...] fargli dispetto. Ma che crede che ci si faccia poche risate?... Eh? Cappellano." "Ma ci s'è ammattito tanto a ammaestrarlo!" osservò il Cappellano [...]
[...] ; "quante mattinate ci s'è perso di là nell'orto a fischiare perchè imparasse...." E tirato il Canonico in un cantuccio, gli raccontò come Vestro e [...]
[...] lui avevano davvero ammaestrato il merlo a dire a quella maniera, perchè "deve sapere che quel vile ci ha il su' figliolo più piccolo, al quale [...]
[...] il su' figliolo, una creatura di tre 139 anni, signor Canonico ! gli risponde.... gli risponde a quella maniera." Il Canonico fece un atto [...]
[...] d'orrore, al quale corrisposero gli altri preti dando un'occhiata in cagnesco alla bottega di Ciuciante, il quale era dentro a lavorare, e la cui ombra [...]
[...] ? lustrissimo," riprese Vestro, "con le mosche ! Me le porta Stefano droghiere, che le piglia a manate sotto 'l velo de' pasticcini. Guardi che [...]
[...] fogliata me n'ha portate dianzi!" Ne dette una al merlo che venne a prendergliela in mano, e dopo una strizzatine d'occhi al Cappellano: "Ma che gli [...]
[...] birbone ci ha 'l su' ragazzo a letto. Badate che non gli salti il ticchio di farvi qualche bravata." Ma Vestro, un po' pel vinsanto che aveva in 140 [...]
[...] corpo e un po' credendosi inviolabile sotto la protezione del signor Canonico: "Si starà a vedere," disse, "se quel mangia-cristiani m'ammazzerà [...]
[...] . Stasera s'ha a stare allegri." E così dicendo prese la gabbia e dopo averla attaccata fuori a un chiodo di fianco alla porta, rientrò in [...]
[...] , fischiò subito subito, forte forte.... a quella maniera. Nell'istante si sentì aprire e richiudere bruscamente la vetrata di Ciuciante, e nello stesso [...]
[...] mano a guardare tutti con occhi stravolti, dicendo con voce di spasimo lenta e soffocata: "Quell'infame, cosa m'ha fatto!... Cosa m'ha fatto [...]
[...] : agguantò un lume e corse a guardare per terra sotto al chiodo della gabbia.... "Nulla! È volato!... infame!" Chiuse la forma dentro una [...]
[...] quella bestia capitasse alla su' uccelliera.... mi raccomando a lei signoria.... riconoscere lo deve riconoscere di certo anche lei 142 [...]
[...] , buon riposo." "Buona notte." I preti sfilarono chiotti chiotti al bujo rasente al muro, e Vestro corse a dare le intese a tutti i tenditori del [...]
[...] vicinato. Ciuciante, battendo il tempo col martello sopra un tomajo, cantava a gárgana spiegata la vecchia aria: Nè lingua, nè becco, nè gola [...]
[...] non ha.... Povero merlo! come farà a cantà? * ** "Nulla, Filandro, stamattina?" domandava il Piovano entrando groppon gropponi nel capanno [...]
[...] dell'uccelliera. 143 "Non si vede nulla, signor padrone. Du' stipajole uniche, e c'è un merlo impaniato che andavo a pigliarlo ora." "Giurammio [...]
[...] bell'e fatto prendere, che tu sia benedetto! Ma se non gli do almeno un par di tordi e se' uccellini a testa a que' ventri di lupo, son capaci [...]
[...] d'andare a dire che non si son levati la fame." "Mah! faccia lei signoria." "Va' a pigliare il merlo, lesto...." "Signor padrone!" "Che c'è [...]
[...] c'è stato sugo!" Il merlo buttato in un cantuccio del capanno, fece un par di capriole sbatacchiando l'ali, aprì la coda a ventaglio, la torse [...]
[...] oggi ha qualche cosa per la testa, perchè non le serve bene come gli altri giorni. Ha sbagliato un par di volte, e dianzi ha fatto degli ammicchi a [...]
[...] Perzillo, il tenditore del Palazzi, che era laggiù in fondo dalla piletta. Ora fa lo stesso garbo a Tentoni. E il Tentoni ? Ha scosso il capo [...]
[...] Filandro dovete servire a tavola, e lo Scopetani non deve uscire di cucina. L'hai capita, sì o no?" "Sì, signore: l'ho capita. Ma come fa quell'omo [...]
[...] solo a bastare a tutto?" "Non c'è nessuno che gli possa dare una mano?" "Si deve dire a Vestro?" "Dillo anche al diavolo, ma spicciati. La minestra [...]
[...] è cotta?" "Fra cinque minuti li mando a tavola." "Dunque, via!" Questo dialogo accadeva in sagrestia fra la serva e il Piovano, il quale insieme [...]
[...] , dalla quale, ogni volta che l'aprivano, sbucava una nuvolata di fumo di fritto a mescolarsi con quello dell'incenso; e tra la nebbia grassa si [...]
[...] ricomparvero presto nere e intirizzite a turbare l'animo del povero Vestro, il quale.... "Signore Dio," disse, "tenetemi le vostre sante mani in capo; se no [...]
[...] girarrosto fermo e Vestro che non alitava, con tanto d'occhi fuori, abbassato sullo spiede: "E' mi garba davvero cotesto lavoro!" disse a Vestro [...]
[...] ammazzato il merlo?" "A.... ahi!" "Chi me l'ha ammazzato? Dillo, dillo, dillo; se no ti strozzo per la dannazione dell'anima mia!" "Io no [...]
[...] veniva in tavola. I commensali 148 tutti, compreso il benemerito signor Canonico, cominciavano a impensierirsi seriamente per quel famoso [...]
[...] cantuccino dello stomaco lasciato appositamente per il tordo. Per fortuna che a divagarli fu intavolata in tempo una disputa animatissima sulla non ancora [...]
[...] ben definita questione: «Se le anime dei dannati, intervenendo nella valle di Giosafat, continueranno a soffrire, ossivvero avranno, come [...]
[...] certo fracasso in cucina.... "Ma insomma, dico io, che siete cascati morti tutti di costà?" gridò finalmente picchiando a mano aperta una gran [...]
[...] botta sulla tavola. "Giurammio baccaccio! ora passa la parte." Filandro si affacciò tutto arruffato e spaurito a far cenno al Piovano che andasse di [...]
[...] mano quello spadone lungo lungo di lingue di fuoco, ha ceduto il posto a una cattiva litografia di Ugo Bassi, anche quella colorata; e il [...]
[...] palmizio della mostra e le quattro rappe d'olivo benedetto che erano sulla vetrata, allo scaffale 150 de' bottoni, a quello di faccia e sull'uscio che [...]
[...] mette all'interno della casa, sono sparite. Del ritratto di Leone XIII non se n'è saputo più nulla. Quando le campane della pieve suonano a messa [...]
[...] compagnia che cantano a coro, la faccia di Vestro si turba e la sua bocca si atteggia ad un sorriso beffardo e quasi feroce, il quale, qualche volta [...]
[...] , a poco a poco si cangia prendendo una espressione dolorosa di profonda malinconia. Ciuciante, con tre o quattro amici suoi, viene a veglia da [...]
[...] , perchè due volte che s'è provato a farlo gli è costato una spietata amarezza all'anima il vedere Vestro che correva subito a prendere sulle [...]
[...] ginocchia il figliuolo minore 151 di quel birbone, e gli domandava ad alta voce, perchè lo sentisse: — Su, su, Palestro, diglielo a Tato; chi ci sta [...]
[...] entrato, attirarono tutta la mia attenzione a motivo di una certa loro aria d'impazienza e di sgomento, per la quale pareva non potessero trovare [...]
[...] e polverosa davanti alla porta. "Voi vorrete bere, eh giovanotto?" mi domandò 156 la padrona vedendomi sedere in disparte a un tavolino di [...]
[...] contento. Quando deve andar male, vada sempre così. O con chi si discorreva di lei l'altro giorno? Ah! ci passò quello delle strade che viene a [...]
[...] ." E si avviò per andarmele a preparare. Ma quando ebbe fatto quattro passi, tornò indietro per dirmi: "A proposito! ci sarebbe del baccalà che ho [...]
[...] , Verdiana. Piuttosto, a proposito di questi uomini, ditemene qualche cosa: chi sono? di dove vengono? chi deve arrivare? che hanno? chè mi par di [...]
[...] . Proprio, a volte, si dà certi casi che, in verità, anche a esser cristiani, ci sarebbe da dire certe eresie da mettere a risico la salvazione [...]
[...] mi sono arrivati, erano stracchi che non ne potevan più, e m'hanno detto che s'eran partiti 158 a levata di sole. Insomma, per fare il discorso [...]
[...] breve, dice che que' ragazzi si volevano sposare a tutti i costi, e non c'era, dice, neanche tanto da comprare le panchette del letto. Allora lui [...]
[...] di Fiumalbo e se n'andò per le Maremme a tentar la ventura anche lui. Ma ora, aspetti, gli dico che faccia sentire anche a lei l'ultima lettera [...]
[...] scambiati uno sguardo meno desolato degli altri, tornarono a guardare attenti alla via. In quel momento la padrona mi pose in tavola una fetta [...]
[...] di cacio sopra un foglio giallo, un bicchiere e un fiasco di vino, e sedè di nuovo di faccia a me domandandomi dove s'era rimasti. "Alla lettera [...]
[...] , perchè.... Ma, aspetti, gli domando se gliela vòl far legg...." "No, no! v'ho detto di no." "Insomma, una lettera gli dico!... che, a male [...]
[...] agguagliare, dice così: Dice che hanno fatto bene a mandargli a dire della malattia della ragazza; che in quanto a restar butterata nel viso non se ne [...]
[...] dessero pena, chè a lui non gliene importava nulla, purchè la su' ragazza fosse restata sempre 160 della medesima idea di volergli bene; che lui [...]
[...] era fiero; che la Maremma, grazie a Dio, gli era andata bene, e che intanto gli mandava una ventina di lire per le prime spese. Eppoi tant'altre [...]
[...] cose, eppo' da ultimo dice che il dì otto, che sarebbe oggi, ritornava, e che mandava un bacio a tutti e anche alla su' Giuditta. Eppoi, prima [...]
[...] di finire, gli dice che in caso d'una disgrazia gliel'hann'a mandare scritto subito, perchè lui a casa non ci sarebbe più ritornato." I vecchi [...]
[...] s'eran fermati a sedere, e ci guardavano fissi a bocca aperta. "Dite più adagio, Verdiana, perchè vi stanno a sentire." "Eh! povera gente! chi [...]
[...] l'aspettavano a gloria, e che la ragazza era addirittura fuor di pericolo." "Eppoi?" "Eppoi, per fare il discorso breve, la ragazza cominciò a [...]
[...] peggiorare appena andato via il postino; 161 la sera, peggio; la mattina dopo, peggio che mai, e ieri sera, per fare un discorso solo, rese l'anima a [...]
[...] Dio, e a quest'ora è per la strada che la portano al camposanto." "O mio Dio, mio Dio, pigliate anche me, non ne posso più, non ne posso più [...]
[...] dell'amico a lamentarsi: "Dio ci vedeva nel core, non ci doveva gastigare così!" "Che mondo, eh, Verdiana?" dissi sbacchiando il cappello e il pugno [...]
[...] sulla tavola. "Che vòl che gli dica? Ho cinquant'anni sonati e a un affare a questa maniera non mi c'ero ancora ritrovata." Il vecchio, sentendo [...]
[...] mandare per forza 163 incontro a quel ragazzo per vedere di prepararlo, che se ne facesse una ragione...." "Sta tutto bene. Ma che gli devo dire [...]
[...] suo compagno e tutti e due si misero di nuovo a guardare silenziosi in fondo alla via. "Non lo finisce il cacio?" mi domandò la padrona. 164 "Non [...]
[...] ho più fame." "Beve più?" "No; portate via ogni cosa: ho finito." Accesi la pipa e mi misi in fondo alla bottega seduto a guardare di sopra alle [...]
[...] quando: "Il cartello di sull'uscio non l'ho mica fatto mutare ancora, sa?" mi venne a dire a bassa voce la padrona. "Che cartello?" "O non si [...]
[...] dello Scoti, quello che va a scuola dal Piovano, che come lui, dice, per quel che sia la rattenitiva d'imparare le cose, non ce ne pol'esser altri, ci [...]
[...] sbaglio c'era sicuro perchè dice che ci mancava l'i dove ci diceva generi.... Di che ride?" "Io?!" "Credevo.... sa, a volte.... Dunque anche lei [...]
[...] bianco da pastori. I vecchi si alzarono con impeto e si misero a guardar bene facendosi ombra agli occhi con la 166 mano. Ma il cane, dopo aver [...]
[...] dato una nasata all'aria, tornò indietro. "E' ci sono, sapete?" disse la padrona ch'era andata a guardare dalla finestra di cucina. "Non li [...]
[...] correva in su a balzelloni, gesticolando con le mani all'aria come un demente. E dietro a lui subito l'altro vecchio che si affaticava a seguitarlo [...]
[...] ragazza, alla prima scorciatoja che gli avrebbe anticipato d'un par d'ore l'arrivo a casa, aveva lasciato i suoi compagni, e via, come una capra [...]
[...] all'amico, raccomandandosi che l'aspettasse e chiamandolo a nome inutilmente. Passarono le pecore quasi a corsa stimolate dalle grida e dalle [...]
[...] mandando fischi e sassate alle pigre; passarono i somari legati a fila per le cavezze, 168 sballottando fra sacchi e corbelli una donna e due [...]
[...] , celere come l'ombra d'una rondine, attraversa a coda ritta la via; o nel tempo che la bufera arriccia e spolvera all'aria l'acqua delle grondaie [...]
[...] ficcandoti nell'ossa il freddo e la noia, lo spaccapietre è al suo posto. Un mazzo di frasche legate a ventaglio in cima d'un palo lo difende [...]
[...] martello, e perde tempo a riadattarlo; non di rado nell'inverno il maltempo infuria così impetuoso che lo scaccia dal lavoro; spesso, quando il [...]
[...] sole d'agosto è troppo rovente, è costretto a cercare d'un albero e quivi 173 all'ombra riposarsi, perchè sente che le forze gli mancano; qualche [...]
[...] sempre dolorosamente, non di rado fino al sangue. E in quel caso gli tocca a fasciarsi o a correre alla più vicina fontana, se pure non deve [...]
[...] misura, perchè lui a queste piccolezze non ci bada: ha trattato sempre bene chi lavora, e se ne vanta. Io ne conosco uno di questi splendidi esemplari [...]
[...] di carne da lavoro. Ah! ma questo che conosco io 174 è stato sempre un signore, il Creso degli spaccapietre, perchè fino a sessanta anni sonati [...]
[...] di continuo sulle occhiaje infiammate che la notte gli bruciano e non gli danno riposo. Ha le gambe torte e rigide dal lungo starsi a sedere, la [...]
[...] figliola maritata partorì alla macchia dov'era andata a far legna, e fu trovata morta lei e la creatura; il genero, che pareva tanto un buon [...]
[...] sua fine pietosa. Aveva già cominciato a menarlo con sè a spezzare, perchè era un ragazzetto che per la fatica prometteva dimolto, quando un [...]
[...] ciliegio. Sopraggiunse il contadino gridando da lontano; il 176 bambino, per scender presto, cadde; si fece male a una gamba, non potè fuggire e fu [...]
[...] un momento fermo a pensare; poi ripiglia il martello e continua il suo lavoro. La sua donna è cieca da un occhio, e di quella disgrazia la [...]
[...] colpa l'ha tutta lui, perchè se ci avesse badato non sarebbe accaduta. Quando le gambe la reggevano, la mattina andava a chiedere l'elemosina, e, se [...]
[...] aveva fatto qualche tozzo di pane, verso il mezzogiorno glielo portava dove era a spezzare e si fermava lì a tenergli un po' di compagnia, e [...]
[...] qualche volta, in tempo che lui mangiava, si metteva lei a spezzare, tanto per non perder lavoro. Una rnattinaccia, in tempo che la su' donna [...]
[...] svoltava la pezzòla del pane, passò un signore in calesse che buttò via un mozzicone di sigaro acceso il quale andò a cascare vicino al monte de [...]
[...] dottore non gli ha ordinato altro che carne e vino generoso. E ora passa le sue giornate sull'uscio seduta a chiedere la carità ai viandanti; ma [...]
[...] da che hanno fatto la strada ferrata non passa quasi più nessuno, e spesso, dopo essersi accostata, mezza cieca, a chieder l'elemosina a chi le [...]
[...] viene incontro per chiederla a lei, vede andar sotto il sole senza aver fatto nè un centesimo nè un boccone di pane. Allora s'accuccia per [...]
[...] quest'uomo s'ammalerà, il medico, andando a suo comodo dopo la terza chiamata, lo troverà agonizzante; il prete invitato per carità a spicciarsi [...]
[...] : Accidenti a chi ti ci ha portato! FIORELLA. Percorrendo il crinale di quel monte che staccandosi dall'Appennino a Serravalle va a perdersi con [...]
[...] distinguere nulla di definito nel largo e verde orizzonte, finchè quetato il primo stupore, potei scorgere vicina a me una bionda fanciullina di [...]
[...] circa dodici anni, vestita nel suo povero costume di pecoraja, la quale, venendomi incontro con un mazzolino di mammole, si fermò a due passi da me [...]
[...] compagno, lo chiamò con queste parole: "O di che ti vergogni, grullo? Vieni fòri!" Il ragazzetto si accostò a noi adagio adagio, tenendo il [...]
[...] risata più sonora della prima. 184 "Ora t'insegnerò io a ridere in faccia alle persone per bene, pezzo di sbarazzino!" E così dicendo mi misi a [...]
[...] brigdini anche a te, se vorrai farmi un piccolo favore.' L'idea del brigidino l'addomesticò subito, venne correndo. "Sai punte fonti qui vicine [...]
[...] per la fiducia, a salti, a sbalzelloni andò per l'acqua correndo; e fece in seguito parecchi di quei viaggi e molto allegramente, perchè il mastice [...]
[...] d'una fiaschetta che tenevo a tracolla, buttato nell'acqua che diventava turchiniccia, piacque tanto ai miei nuovi e piccoli amici che non [...]
[...] cessarono di chiedermene e di beverne con ghiottoneria fanciullesca sinchè non fu finito. 186 Ci mettemmo insieme a sedere sull'erba e dopo poco ci [...]
[...] fosse vero che era tanto più grande delle padulette del Poggio a Cajano. Mi additarono quindi gli Appennini sui quali Pipetta era nato, e giù in [...]
[...] basso le casucce dove ora abitavano sprofondate nell'ombra d'una stretta forra, presso alle quali un molino lavorava mandando fino a noi il [...]
[...] fresco rumore del suo ritrécine. A Pipetta mi toccò promettere che nel settembre sarei tornato a trovarlo cacciando, e lui mi disse che sapeva tante [...]
[...] campana delle ventiquattro a Bacchereto, i miei amici mi lasciarono in gran fretta correndo giù per le balze del monte, ed io non mi volli [...]
[...] . "Sono felici!" E ripetendomi in mente queste parole me ne tornai passo passo a casa conversando lietamente con l'amico Ciacco, che accortosi del [...]
[...] guardare festoso a me e alle lodole che frullavano trillando dai campi di lupinella lungo la via. Le promesse fatte furono puntualmente mantenute [...]
[...] da ambedue le parti, e presi presto l'abitudine d'andare a caccia in quei luoghi, dove mi attirava la relativa abbondanza di selvaggina e la [...]
[...] starne e me le badava in tempo che le cacciavo, e Fiorella tutta contenta restava presso 188 a qualche fonte a disporre le pietre per sederci a [...]
[...] merenda e a preparare il fuoco per arrostire le castagne. Le mie visite ai giovani amici erano frequenti nell'autunno, ma raramente nelle altre [...]
[...] canti allegri erano cessati; al mio arrivo non mi correvano più incontro festosi, e il più delle volte li sorprendevo seduti a qualche distanza [...]
[...] veder tardare il ritorno del 189 suo amico da un prossimo casolare. Si fece rossa come un fiore di melagrano e corse a cercare un capretto [...]
[...] nelle sue che tremavano, mi confessò che era innamorato di Fiorella, e mi domandò se avrebbe fatto bene a sposarla. "Se ti senti la volontà e la [...]
[...] , quelli di lei m'hanno fatto sapere che se non compro altre venticinque pecore, non me la dànno." "Se il male sta tutto qui," dissi a mezza voce [...]
[...] , "si rimedierà." A queste parole Pipetta parve che mi desse un abbraccio con gli occhi. Stette silenzioso qualche momento, quindi riprese: 190 [...]
[...] in questi giorni mi deve arrivare il foglio della visita. Non so chi sia stato, ma gli hanno anche detto che a primavera ci sarà la guerra di [...]
[...] fu interrotto dalla voce di Fiorella che dal poggio di faccia chiamava: "O Pipettaaa." 191 "Che vòi?" "Corri subito a casa, c'è chi ti vole [...]
[...] parola di conforto; ma di che dovevo io confortarla? La rimproverai dolcemente: non mi dette ascolto. Le sedei accanto e aspettai. A poco a [...]
[...] che vi ho sempre voluto...." Si buttò bocconi per terra, gridando: "O Dio, o Dio! per carità ci soccorra, ci soccorra per carità, mi raccomando a [...]
[...] lei." "Ma che è stato? dimmi qualche cosa." 192 "Me lo rubano, me lo rubano, me lo portano via!" E non disse altro. Restò lì come tramortita a [...]
[...] tremare e a lamentarsi: "Me lo portano via, me lo portano via!" Io non sapevo che mi fare, solo a quel modo, senz'altra compagnia che del cane, il [...]
[...] boscajolo, che da lontano ci gridava: "Ehi di costassù; o che è stato?" "Fiorancino, mi raccomando a te," risposi, "è venuto male a Fiorella. Corri [...]
[...] subito quassù o va' a casa sua che venga qualcuno di corsa; ma corri di volo!" Cinque minuti dopo il povero Fiorancino, tutto ansante, arrivò da [...]
[...] dissi risoluto, "ora è tempo di fare e non di dire. Portiamola a casa e laggiù lo sapremo. Vieni: tu reggila qui sotto e andiamo." 193 [...]
[...] Fiorancino aveva una gran voglia di discorrere, e io punta. Non gli risposi mai e stetti sempre attento a mettere i piedi in sicuro giù per gli scoscesi [...]
[...] tranquilla; ma in ogni modo volli che la mettessero a letto, perchè mi parve che avesse un po' di febbre. Dissi a quella gente che a mandare il [...]
[...] medico ci avrei pensato io, e me ne venni a casa. Tornai il giorno di poi e, con mia grata sorpresa, trovai Fiorella a sedere sulla porta di casa [...]
[...] , che mi dette il buon giorno sorridendo mestamente. Mi raccontò che Pipetta era di leva e che fra quattro giorni sarebbe andato a Samminiato [...]
[...] alla visita e di lì subito a Firenze in Fortezza da Basso, perchè un bel giovinotto come lui, disse, sarebbe stato buono di certo. Tutta quella [...]
[...] giorno non mi sarei fatto rivedere, perchè un affare di molta importanza mi chiamava a Livorno, dove mi sarei trattenuto almeno una settimana. Mi [...]
[...] Credevo di non dovermi trattenere a Livorno più d'una diecina di giorni; ma per le lungaggini afose dei procuratori e degli avvocati dovetti star là [...]
[...] . Ritornato a casa, nessuno di famiglia seppe darmene notizie, perchè non avevo mai parlato ad alcuno di quella avventura. Di modo che sul far della [...]
[...] e mi chiamò. "Oh! dottore; buon giorno." "Buon giorno. Che va lassù?" "Vado lassù." "Non ci vada." "Perchè?" "Dia retta a me, non ci vada." "Ma [...]
[...] in fortezza vestito da recluta. Appena la ragazza ne ebbe sentore, non disse nulla, non si lamentò, non pianse; ma cominciò allora a dar da [...]
[...] , accovacciata a far dei circoli nella polvere con un fuscello, senza chiedere nè da mangiare 197 nè da bere e dando nelle furie tutte le volte che sua [...]
[...] Prefettura.... insomma, dàgli, picchia e mena, oggi a quindici me lo vedo comparire qui più morto che vivo, che veniva da Firenze, e io, per vedere [...]
[...] l'effetto dell'incontro, volli accompagnarlo a casa. "Appena la ragazza ci vide da lontano si messe a guardarci fissa fissa; poi, a un tratto, si [...]
[...] alzò come una molla per dare, ci parve, l'avviso del nostro arrivo; ma ritornò fuori subito con una roncola in mano e cominciò a correrci [...]
[...] contro e s'avventò a Pipetta urlando come una disperata — Ammazzatelo! ammazzatelo! — che se, per combinazione, non c'era lì Fiorancino che mi dette [...]
[...] dietro per fermarmi, corsi alla stalla, saltai in groppa e via come il vento. A mezza strada incontrai Fiorancino che da lontano mi fece cenno di [...]
[...] che non lo sa che quando rasciugarono il bottaccio del mulino?..." "Affogato!" 199 "Sissignore. Perchè pare che invece di tornare a Firenze [...]
[...] , siccome andò via la sera tardi...." Non lo lasciai finire, e mi allontanai spronando rabbiosamente la mia povera bestia. A pochi passi dal molino [...]
[...] . Scesi da cavallo e corsi da lei chiamandola per nome; ma non si mosse nemmeno. Le sedei accanto, presi il suo capo fra le mie braccia e cominciai a [...]
[...] mento, le alzai dolcemente la faccia. Mi fissò in viso i suoi occhi smarriti, si chetò, parve che si provasse a muovere le labbra ed aspettai una [...]
[...] risposta; ma invece mi respinse da sè adagio adagio, e si lasciò ricadere la testa abbandonata sul petto. Mi voltai a sua madre che singhiozzava in [...]
[...] disparte: "Maria, povera donna!" le dissi prendendole una mano. "Ah! caro signore.... guardi a che ci siamo ridotti!" Il ritrécine del molino [...]
[...] . Quintilio, per il solito, a quell'ora aveva già aperto e spazzato la bottega; Graziano era già comparso in maniche di camicia ad attaccare fuor [...]
[...] dell'uscio il solito coscio di vitella al solito gancio, e il barbiere, che viene tutte le mattine a lavarsi il viso in mezzo di strada, aveva già [...]
[...] mandato du' altri accidenti al cane della signora Giuseppa, che appena aprono va abitualmente a pisciargli sull'uscio. Le altre mattine a quell'ora [...]
[...] . Ma jeri, che era domenica, ci entrò finalmente di mezzo il Priore, e le cose furono appianate con soddisfazione di tutti. Pierone dette parola a [...]
[...] ragazzate. Soltanto accettò di trovarsi la sera a cena all'osteria di Giannaccio per bere il bicchiere dell'addio e per fare du' salti di trescone [...]
[...] sognare e fu per loro una giornata di vera baldoria. Polli e vino a cascare, e un viavai continuo d'amici e di conoscenti a rallegrarsi e a bere nel [...]
[...] tempo che le donne eran tutte sottosopra in cucina a friggere di gran padellate di frittelle 206 di riso, che appena portate di là in larghi [...]
[...] vassoj ricolmi sparivano prima d'aver finito il giro della comitiva. La mamma di Chiarastella stette tutto il giorno a ridere, a levar l'olio a [...]
[...] ' fiaschi e a piangere di consolazione. I vecchi babbi poi non si lasciarono mai un momento; e anche al vespro, dove andarono a braccetto, tutti e tre [...]
[...] avvinati che era un desío a vederli, si messero accanto a berciare come calandre per mostrare a San Vitale martire, protettore della cura, la [...]
[...] giovedì passato tirò una pedata, pezzo di figuro, al su' vecchio, perchè quel pover'omo s'era azzardato a dirgli che mettesse giudizio! "Basta. Anche [...]
[...] . Andarono a prender Cecco a casa, e sonando allegramente attraversarono spavaldi il paese, con gran sigaroni accesi e cappelli sbertucciati, per andarsene [...]
[...] delle due comitive: abbracci, evviva, strette di mano cordialissime, e poi tutti a tavola, dove Giannaccio aveva già preparato un catino di [...]
[...] , comparvero le figliole di Giannaccio per salutare la conversazione; alcuni della comitiva andarono a far ragazze nelle case vicine, le tavole furon [...]
[...] sempre nel periodo della tenerezza: e giù, baci a josa e strizzoni e carezze e pizzicotti e risate da strapparsi la pancia. E la festa non era [...]
[...] capogiro, andava giù a rotoloni menando altre coppie nella rovina a fare un monte di vestiti e di ciccia sudata fra le gore del vino versato e [...]
[...] gli ossi delle braciole seminati per la stanza. Da un pajo d'ore si deliziavano in quel baccano, quando una voce propose d'andare a far la [...]
[...] di luna magnifico, a casa della ragazza. 209 Pierone, quando fu alla svoltata che menava a casa sua, voleva andarsene, ma i compagni lo [...]
[...] costrinsero a seguirli. Cecco che era stato tanto allegro alla veglia, per la strada si cambiò a un tratto, non fece più una parola e andò avanti solo [...]
[...] , stanca era andata a letto prestissimo, e quando giunsero i sonatori sotto la finestra della sua camera, dormiva. E forse sognava la sua [...]
[...] finalmente toccò a Cecco a cantare. Rimase qualche momento col capo basso a pensare, alzò dopo gli occhi al vaso di giranio che era sulla [...]
[...] , nessuno fu buono d'afferrarla. Allora accadde una specie di ruffa e si buttarono tutti, fra manate e spintoni, a cercare la foglia che era caduta per [...]
[...] la forza, si avventò carponi fra i piedi de' compagni a mordergli a sangue la mano. La foglia l'ebbe Cecco, ma in quel momento balenò sinistro il [...]
[...] !" L'orologio della torre sonò i tre quarti dell'undici, e Cecco, ormai rassicurato, si fermò a 213 guardare e a rimettere il suo; poi tirò fuori la [...]
[...] staccò di dietro un albero e venne a piantarsi in mezzo di strada a gambe larghe e con le braccia incrociate sul petto. "Non mi far del male [...]
[...] era andato sempre avanti nella fiducia di poter placare il suo nemico; ma 214 quando gli fu a una diecina di passi, Pierone gli si avventò [...]
[...] com'una bestia menando coltellate a morte. Cecco sopraffatto cominciò a dare indietro tenendoselo distante con pedate negli stinchi e colpi nello [...]
[...] furibondo lo poteva arrivare. L'orrore del pericolo dette a Cecco il sangue freddo. Stette un istante con l'occhio alla lama, prese il tempo e si [...]
[...] coltello per continuare a dare con quella; ma se la sentì abboccata da Cecco che in quello stato d'orgasmo disperato gli affondava i denti nella [...]
[...] rimasero lì zitti a contorcersi soffiando e mugolando come bufali al laccio. 215 Erano per cadere spossati, quando Cecco lasciò andare [...]
[...] improvvisamente la presa. Pierone fece altrettanto per avventarsi di nuovo; ma Cecco, agile come un tigrotto, gli scivolò via e si dette a correre [...]
[...] dentro al caseggiato, incominciò allora a gridare ajuto con quella voce squarciata che ti dice tutto e ti ficca il gelo nell'anima, e subito si [...]
[...] alle finestre gridavano: "Assassini! correte! s'ammazzano! s'ammazzano!" A un tratto s'udì un "Aah!" di rabbia disperata, uno dei contendenti cadde [...]
[...] e l'altro si dette alla fuga fra le imprecazioni degli uomini che incominciarono allora a sbucare mezzi nudi dalle porte armati di schioppi e [...]
[...] di vanghe. Ma troppo tardi, perchè Graziano macellaro che fu il 216 primo a correre gridando e scotendo all'aria la mannaja delle vitelle, quasi [...]
[...] all'alto, dopo la levata del sole, s'è messo a nevicare, il vento è rinfrescato e giù pei poggi si rincorrono le ombre delle nuvole ad investire il [...]
[...] è lunga? "Lo mando a prendere col baroccino." Hai fissato di passar la giornata con un amico? "Meni anche lui...." Insomma gli dissi di sì, e [...]
[...] le mani e ci ha perso quasi la testa; ma dopo, vede? lo ridice tutto a mente che a volte non ci si crederebbe nemmeno. Gran bona ragazza, però [...]
[...] Bistino, il su' figliolo maggiore del sor Cosimo; ma ora è a Volterra in Seminario, dove dice che si fa tanto onore che neanche per le vacanze [...]
[...] .... pigliavan più uccelli loro in un giorno che a tutte quest'altre tese in una settimana.... Guardi; lei pigli di qui e su, e ci va' a battere il capo [...]
[...] , facevano a gara a favorirmele, finchè messomi all'imboccatura d'un breve viale che menava alla villa, mi ebbero lasciato salutandomi [...]
[...] , infine, che più spesso siamo costretti a ricevere e qualche 222 volta, pur troppo! anche a dare fra le esigenze della vita di città. Appena [...]
[...] sorridendo. "C'è il signor Cosimo?" "Eh! sissignore. Passi, passi. Lei è quel signore di Firenze che jeri mandò a dire che facilmente sarebbe [...]
[...] ! Ha fatto bene, sa, a venire. Era tanto che lo dicevano e che l'aspettavano! Stanno tutti bene a Firenze? Guardi: passi qui dentro e s'accomodi [...]
[...] . Con permesso." "Andate, andate, giovanotto." Mi messi a sedere sotto la finestra, sfogliando un vecchio album di fotografie, e intanto potei [...]
[...] , poi una gran pedata; s'apre ed entra un bambino di circa sei anni con una mela in mano mezza rosicata, che si mette a guardarmi e con aria [...]
[...] dispettosa mi domanda: "O che è vostro cotesto libro? L'avete a posare, se no lo dico allo zi' prete." Io poso l'album e lui seguita a guardarmi in [...]
[...] cagnesco. "Che siete quel forestiero che doveva venire?" "Sì, piccirillo." Affettando dolcezza per ammansirlo, stesi la mano a prendergli il [...]
[...] ganascino. Lui si tirò indietro due passi e mi accennò di tirarmi la mela nel viso. "V'avete a fermare colle mani, v'avete! O che ci siete venuto [...]
[...] a fare quassù?" Mi seccava e non risposi. "Sie, sie: tanto lo so, 'un pensate, che ve 224 l'aveva detto mi' padre; ma mi' madre nun voleva [...]
[...] , voltosi al ragazzo: "E lei che ci fa qui?" "Cosa mi pare." Con uno scapaccione lo messe fuor dell'uscio e m'invitò a sedere. Mi dettero subito [...]
[...] perchè era andato su in camera a ripulirsi un poco. "Oh! ma le pare.... Dio mio! signor Cosimo." 225 "O bravo, bravo, bravo! Ma che stagione eh? Senta [...]
[...] , lei deve aver bisogno di rinfrescarsi.... Gostinooo! Che ne dicono, che ne dicono a Firenze di questa sementa?... Bravo, bravo, bravo! Lei s'è [...]
[...] portate da rinfrescarsi a questo signore." E al bambino che era ritornato dietro al servitore: "E lei vada subito a lavarsi il muso e si pulisca [...]
[...] mai finita. O quante volte le volete ridire le cose?" "No, vi volevo dire...." "L'avete fatto rinfrescare? " "L'ho detto a Gostino. Ora verrà." "E [...]
[...] un maladetto falco che m'ha rovinato, guardi, mezza questa mano. O a Firenze ne pigliano?" "Per dir la verità, non ne ho domandato." "O il [...]
[...] prior di San Gaggio ne piglia quest'anno, ne piglia? "Che sappia io.... non glielo saprei dire." "Ah! perchè venerdì passato mi mandò a dire che non [...]
[...] torno un momento alla tesa. Il desinare, dite, Cosimo, per che ora?" "Ditegliela voi a quelle donne l'ora che vi fa comodo." 228 "Ah! eccone una [...]
[...] ," disse don Paolo che era sull'uscio per andarsene. "A che ora si mangia, Flavia, a mezzogiorno?" La signora Flavia, moglie del mio ospite [...]
[...] come stavo, mi disse che ci aveva piacere prima che io le rispondessi "bene" e si piantò a sedere a guardarmi. Il sor Cosimo che faceva tutte le [...]
[...] su' sposa?" "Benissimo: grazie." "La saluti." Eppoi, guardando il marito come per domandargli se mi doveva dire altro, si rimise zitta a [...]
[...] allora sul colmo la questione di Tunisi, naturalmente cascò 229 addosso a Tunisi e s'arrabbiò, e s'infiammò, e spiattellò sbuffando tutte le sue [...]
[...] idee sulla politica estera, e concluse che se lui e 'l su' fratello prete fossero stati al ministero, i Francesi a Tunisi non c'erano neanche per [...]
[...] risata, e le risposi a caso di no. "E allora costerà dimolto, eh?" "Sì.... mi pare sette lire il metro." "Ah, fanno a metri loro! Dev'esser roba [...]
[...] bona, però! Vedi, Cosimo, te l'avresti a fare compagno...." "Sie, sie; benedetto vizio di venire a troncare i discorsi in bocca! Se ne parlerà poi [...]
[...] .... poi se ne parlerà." E rivolgendosi di nuovo a me: "Perchè se la Francia...." Ed era per riattaccare su Tunisi quando si vide aprire la porta [...]
[...] con disinvoltura ostentata, e con un inchino a occhi strizzati: "Oh! signore," mi disse, "ella è il benvenuto in questo modesto abituro [...]
[...] ." "Delizioso abituro, signorina, dove non vorrei essere importuno." Strizzò gli occhi di nuovo e mi sorrise. E sculettando meglio che poteva, andò a [...]
[...] pare a lei?" "Eh!... in certo modo.... sì...." "Scusi; non c'è mai un episodio finito. Lei trova Consalvo (quella, già, è rubata dal Tasso [...]
[...] stata te, eppoi venga a ragionare. Tanto, è inutile," disse poi mezzo stizzito, "m'hanno a tirar fòri quanti gli pare; ma come il Metastasio [...]
[...] .... Che dico male?" "Tutt'altro...." "Ma che mi burla! Io scommetto che anche a mettersi in cento.... se son boni di scrivere tanti libri.... neanche [...]
[...] . . . . . . . O le Mie Prigioni!?" Io ero rimasto rintontito. "Bravo! bravo Gostino: posa costì sulla tavola e mesci al signore," disse il sor Cosimo a [...]
[...] fanno appassire loro l'uve?" "Andate, andate, Gostino," gli disse la signora Olimpia. "Lesto, Gostino," continuò il sor Cosimo, "andate a [...]
[...] nuovo a me, "sentirà che quello, non per fargli torto, ma come quello lei non n'ha mai bevuto." "Ma.... mi basta questo, signor Cosimo." " 'Gnamo [...]
[...] quella gentilezza. Resistei un poco; ma finalmente mi toccò a cedere 236 ed ebbi la malaventura di lodarne la qualità e d'osservare che non [...]
[...] Cosimo. M'infilò a braccetto e, lasciate le donne in salotto, con Gostino avanti che ci faceva lume, mi trascinò in cantina, ora dicendomi "c'è un [...]
[...] tutta ragnateli con quattro botti a una parete e due caratelli in un angolo. Bisognò che mi maravigliassi e che lodassi anch'io qualche cosa, e [...]
[...] fece girar tutto: salotto da pranzo, stanza da stirare, cucina, forno, dispensa, armadi a muro.... Eppoi la scala nuova che prima era dove ora è la [...]
[...] piano dove mi fece entrare di sorpresa nella camera della sora Olimpia che era allo specchio a provarsi la mantiglia color pulce. E via, tutte le [...]
[...] stanzone dove fanno i bachi allo stambugio dove il Cappellano mette in chiusa i fringuellotti da accecarsi, si fermò davanti a una porta per la quale [...]
[...] benemerito signor canonico Sinigaglia, che era venuto con lui quando Monsignore lo mandò a fare i saldi alla fattoria delle Monache!!... "Ha capito [...]
[...] dalla tesa, brontolando 239 della furia del Proposto." Che aveva paura di non essere a tempo a desinare? quello strippone! Avviatevi, Cosimo [...]
[...] , fatemi il santo servizio, accidenti a questi lavori! e ditegli che si parino intanto loro e che io fra dieci minuti vengo; se no, se la cantino da [...]
[...] sè e non mi scorcino...." "Vede?" mi disse il sor Cosimo, "lui è sempre a quella maniera. Quando non piglia uccelli diventa una bestia. Venga [...]
[...] a fatica. * ** Attraverso a una caligine grassa di sudore e di moccolaja, osservavo la scena. Nell'emiciclo del coro, i cantori, fra i quali il [...]
[...] sor Cosimo che s'era messo in prima linea a sinistra per non restare 240 invisibile dietro all'altar maggiore; intorno all'altare, i preti [...]
[...] nemmeno pareva che la mia fosse nuova a lui, perchè nell'incontrarci che facevamo passeggiando in su e in giù, mi ficcava gli occhi in viso e [...]
[...] quasi pareva che accennasse a un sorriso amichevole e a rivolgermi la parola. Io facevo altrettanto, quando, passandomi per la terza volta vicino [...]
[...] , pronunziò a bassa voce il mio nome; mi venne allora subito in mente il suo, mi voltai e ci abbracciammo con una stretta e un bacio così [...]
[...] medico di questo Comune. E tu?" "Son qui per diporto." 242 "Verrai a desinare da me." "Sono impegnato." "Da chi?" "Poi se ne parlerà. Ora parliamo di [...]
[...] in pubblica farmacia, quando a proposito di galateo citò monsignor Della Casa e Flavio Gioia." "E chi è questo mostro di sapere?" "La più [...]
[...] ?... Ma ora, no; dopo desinare verrai a trovarmi, mi racconterai tutto e staremo insieme fino alla tua partenza. Ho molte cose da confidarti, ti [...]
[...] corpiciattolo smunto, già più che mezzo canuto! E quel provvidenziale egoismo stillato dalla Natura anche nell'animo dei migliori, venne a soccorrermi; e [...]
[...] mi fa una guerra accanita spargendo nel contado che sono un eretico, perchè mi rifiutai a fargli un certificato falso di malattia. Credo che fra [...]
[...] d'annacquargli i moccoli. A ogni primiera ammazzata, il Proposto, un giuraddio! e il Cappellano un bacco. E così vanno avanti salvando l'apparenza [...]
[...] perdii come chicchi di corona sfilati; e il Cappellano coi suoi — bacco, bacco — ripara a tutto, impassibile alle minacce 246 e pronto al martirio [...]
[...] la messa in dieci minuti, confessa a maniche larghe, e a chi gli fa de' soprusi, legnate da olio santo. "Quel cosino magro dalla parte di qua è [...]
[...] uno de' così detti preti spiccioli; è un buon figliolo, povero in canna che con una salute da far pietà s'arrabatta a tirarsi avanti con una [...]
[...] scolarucci che può raccapezzare a una lira il mese, e campa non si sa come, mantenendosi, nella sua miseria, illibata nel reputazione di cittadino [...]
[...] a capirsi, o non se ne occupano, o lo rammentano con disprezzo. "Quell'altro è il fratello del sor Cosimo, che tu conosci. Ti dirò qualche cosa [...]
[...] , perchè le cose non vanno a modo suo; la canaglia dice che ha paura di dovere interrogare i ragazzi. È un buon diavolo, però, e non ha odio con [...]
[...] mettere nella strada a morire di fame. "Quel vecchietto magro, in capo fila a destra, è uno dei più ricchi possidenti del paese, cavalocchi 249 [...]
[...] fece ridorare a sue spese il ciborio alla cappella de' sette dolori. Braccò il sindacato per far passare un braccio di strada obbligatoria dalla [...]
[...] sua villa; ma poi, non avendola potuta ottenere ed essendogli stata imbiancata la proposta pel cavalierato, si ritirò fremendo e ora si sfoga a [...]
[...] interruppe il nostro colloquio. Il Cappellano delle Siepòle lo annunziò a occhi chiusi, 250 a giugulari iniettate e a gote livide sull'ultimo [...]
[...] desinare fossi andato da lui, che mi avrebbe accompagnato alla stazione e che aveva cose importantissime da dirmi. Il sor Cosimo venne correndo a [...]
[...] villanie per dare a credere che con me ci aveva confidenza. Aspettammo un momento il Cappellano e le donne, e tutti insieme ci avviammo, come [...]
[...] disse il sor 251 Cosimo e ripetè la signora Flavia, a far penitenza. * ** Al momento d'andare a tavola il sor Cosimo mi disse, dandomi uno [...]
[...] gingilli come il solito e s'è finito." Si segnò e recitò il benedicite. 252 Il bambino che appena entrato in salotto era rimasto a bocca aperta [...]
[...] , non potè più reggere, e rivolgendosi a me urlò battendo le mani sulla tavola: "Oh Dio, bene! Guardate, oggi che ci siete voi, quanta bella roba [...]
[...] un silenzio glaciale. Le donne sospirarono; gli uomini rimasero a guardare il bambino con due occhi da incenerirlo, e io mi voltai al signor [...]
[...] Cosimo, a domandargli che cosa il bambino aveva detto. Il mio strattagemma riuscì perfettamente e tutte le fisonomie erano già rasserenate quando [...]
[...] comparve Gostino in maniche di camicia a mettere in tavola la zuppiera. La signora Flavia lo chiamò subito e gli disse qualche cosa all'orecchio [...]
[...] a rallegrare la comitiva e più che altri il sor Cosimo. Un contadino venne a dire che al paretajo del signor Cappellano avevano fatto un tiro di [...]
[...] cotesta buona gente. Gostino messe a sdrucciolo il piatto del pollo sul mio, e giù una frana di ciccia da sfamare un can da pagliajo, fatta rovinare [...]
[...] impossibile." "Dunque è segno che il pollo non gli piace!" E giù, anche una targa di manzo. E bisognò che mangiassi ogni cosa, tormentato a doppio dal [...]
[...] pensiero che ancora non s'era a nulla! Infatti cominciò subito la succulenta dinastia degli umidi. Sette ne comparvero! Due di pollo; uno di [...]
[...] sudore che mi colava a gore giù per le gote!... E il sor Cosimo sempre più feroce m'assaliva con una cucchiajata d'erba perchè era roba leggiera [...]
[...] , e il prete, con una stiappa di ciccia 255 che mi buttava nel piatto da lontano; e in quel tempo Gostino badava a predicarmi di dietro che non [...]
[...] mangiavo nulla, e la signora Flavia a lamentarsi che non mi fosse piaciuto il desinare! "Ecco l'arrosto! ora siamo in fondo; coraggio!" Ma [...]
[...] !" esclama, "qua, qua, mi ricordo dell'altra volta. Guardi," volgendosi a me, "guardi che chiosa nel soffitto. Ora sentirà che lavoro è questo [...]
[...] e si tappavan gli orecchi con le dita; a destra, il prete e la credenza bona.... 256 "Alla finestra, sor padrone," gli gridò Gostino. "Bravo [...]
[...] Gostino!" E andò alla finestra dove, dopo che ebbe lavorato un pezzo, adagio, adagio e colla massima precauzione, si sentì a un tratto un gran [...]
[...] : "Giurammio! o come mai?..." E per assicurarsi meglio continuò a mandare in su col dito pollice il tappo che finalmente cascò giù a piombo ai piedi [...]
[...] dell'ultima bottiglia. Mi trovai il piatto pieno a cupola di uccelli che mi piovevan da tutte le parti; e uno me ne tirò nel viso il bambino fra le risate [...]
[...] dei parenti che restarono sorpresi dello spirito di quel ragazzo. E anche quelli mi toccò mangiarli!... "Senza pane!" "Sissignore; accidenti a [...]
[...] grassi così lei a Firenze non li trova; o, se li trova, per meno di quattro palanche l'uno non glieli dànno." Me li posò nel piatto e rimase a [...]
[...] guardarmi con gli occhi stralunati da un accesso di simpatia avvantaggiata dall'ultimo bicchiere d'aleatico che, secondo me, cominciava a lavorare [...]
[...] a vele gonfie. Poi venne l'insalata coll'ova sode, poi le frutte, poi i dolci, poi altre bottiglie, eppoi.... perdio! fu finita. Ma credo che [...]
[...] minacciava; e la vidi atteggiata a una espressione che mi fece pena. La signora Flavia mi destò lo stesso sentimento, e perfino nella faccia del [...]
[...] che dice il medico; il medico ride; e quando si mandò a chiamare la seconda volta per una di queste solite mancanze, dopo che gli ho fatto avere [...]
[...] io la condotta, io, capisce! gliel'ho fatta avere! ebbe l'audacità di dire a quel pover'omo — Cappellano, un'altra volta l'annacqui. — Ha capito [...]
[...] 261 cosa dice il medico?! Ma in casa mia non ci ha messo più piede, e spero bene.... eh, Flavia?" Gostino venne a dire qualche cosa nell'orecchio [...]
[...] subito io, desideroso d'uscire da quelle strette e di godermi una boccata d'aria autunnale, tanto più che, a maggior contrasto col mio [...]
[...] . Il signor Cosimo si allontanò dicendomi che tornava subito. La signora Flavia corse dietro a Gostino che era venuto a chiedergli le chiavi della [...]
[...] legnaja; il ragazzo s'era addormentato attraverso 262 a due seggiole, e la signora Olimpia pure mi lasciò frettolosamente dicendomi che una forte [...]
[...] . "Vengo, vengo subito," dissi quasi in sogno; e mi mossi automaticamente dietro a' miei ospiti. Gostino s'avviò di corsa ad aprire, e vidi venire [...]
[...] tra i ferri, 263 a guardare a bocca aperta quello che si faceva dentro. Il sor Cosimo mi prese per un braccio e portandomi avanti, mi presentò al [...]
[...] condotti sotto la pergola dove i contadini avevan disposto delle sedie intorno a una tavola di pietra, e dopo poco arrivò Gostino, colle maniche [...]
[...] rimboccate perchè aveva già principiato a rigovernare, a portarci il caffè. Pareva che la conversazione avesse dovuto continuare animatissima [...]
[...] ; ma, invece, si raffreddò per una certa soggezione, credo, che io forestiero davo a quei signori; e fu uno stento di domande brevi e di risposte a [...]
[...] sor Cosimo, il quale chiese subito a Gostino il calamajo. Firmò mettendosi gravemente gli occhiali e dopo rimase qualche momento a guardare di [...]
[...] traverso la propria firma con quell'aria dell'uomo 264 soddisfatto che dice a chi lo sta a vedere: — ma che ne sistemo uno, io, degli affari in capo [...]
[...] lo Stelloni, tirando in su col naso e accavallando le gambe. E qui il colloquio cominciò a farsi animato. E quasi che lo Stelloni con quel [...]
[...] — promulghi — avesse gettato la prima pietra d'un grande edifizio, il Proposto delle Siepòle cominciò a parlare de' suoi fiori estatici, che lui gli [...]
[...] tenuti; e lo Stelloni mi fece anche sapere che qualche anno fa andava molto a caccia; ma ora s'era fatto astemio, un po' perchè le gambe non gli [...]
[...] . Riguardo a scuole miste mi osservò che eran molto economiche; ma lui quel misticismo di maschi e femmine 265 tutti insieme non gli garbava nè [...]
[...] sonno, che spalancava tutte le volte che veniva più forte il rumore de' cocci dalla cucina dov'era Gostino a rigovernare. E la signora Olimpia [...]
[...] a una rosa d'ogni mese, tra le cui foglie due api si abbaruffavano dolcissimamente: "Cari insetti!" esclamò. E ruggendo un breve istante Ora [...]
[...] Paracleto. "Ah! perdio!..." "Bacco!" Il Proposto delle Siepòle dette un'occhiata in tralice al Cappellano; e la signora Olimpia si preparava a [...]
[...] dire il sospirato sonetto quando s'affacciò sull'uscio di casa don Paolo con gli abiti, le braccia, la bocca, gli occhi, i capelli e ogni cosa a [...]
[...] grondaja, che si fermò sulla soglia a guardare fisso in terra. Tutti gli andammo incontro a congratularci e a domandargli come stava.... "Core [...]
[...] , signori miei, core." E si portava le 267 mani alla parte sinistra del petto strizzando gli occhi e accennando a bocca stravolta come una puntura [...]
[...] arrivati a quindici oggi?!" gridò don Paolo rianimandosi come per incanto. "Gostino, la mazza e il cappello." Il sor Cosimo ci fece d'occhio per [...]
[...] dirci che bisognava andare alla tesa anche noi. Un'attenzione che sarebbe stata graditissima a suo fratello. Ma i tre preti, adducendo che fra [...]
[...] poco sarebbe sonato a vespro, si disimpegnarono bravamente e andammo noi quattro: il sor Cosimo, il Segretario, l'assessore Stelloni e io, con gran [...]
[...] compiacenza di don Paolo che, precedendoci a sbalzelloni, mi raccontava che aveva fatto serbare un bel frusone maschio pel Priore di San Gaggio [...]
[...] un po' troppo a passare la parte. "Io.... signor Cosimo, mi scusi, ma ho necessità d'arrivare in paese." "Le occorre qualche cosa?" "Sì.... Non [...]
[...] ho più sigari." "Eccogliene mezzo!" mi disse a bruciapelo l'assessore Stelloni. "Ma.... avrei anche da scrivere una cartolina...." "Badi [...]
[...] ," osservò il Segretario, "che ora l'appalto lo troverebbe chiuso." "Gliela do io, e la scrive ora quando si torna a casa," mi disse il sor Cosimo. Era [...]
[...] dispiacesse a questi signori, vorrei far presto." 269 "In una mezz'ora si va, si sta e si torna," disse don Paolo. E su, come pecore dietro a lui [...]
[...] che, rimettendosi a vista d'occhio dell'insulto di core, animato dalla sua passione, ci faceva sfiatare su per una viottola tutta sassi e ripida [...]
[...] in tempo che don Paolo, senza mai levar gli occhi dal finestrino e dicendo ogni tanto — zitti, ecco roba — non si chetò mai a raccontarci sotto [...]
[...] tornammo diritti a casa, perchè il sor Cosimo volle farmi vedere la coltivazione nuova, eppoi il bosco disfatto: e di lì don Paolo volle passare dal [...]
[...] per farmi vedere di lassù la sua casa; e chi sa dove diavolo m'avrebbero menato se le campane 270 benedette non cominciavano a sonare a vespro [...]
[...] fitte, fitte. E allora tutti giù a gran furia, perchè senza il sor Cosimo e senza lo Stelloni, in coro non avrebbero neanche principiato. A casa [...]
[...] bisognò ribere; le donne ci aspettavano già preparate; Gostino domandò per che ora doveva esser pronta la cavalla, e andammo al vespro a passo [...]
[...] rinforzato, perchè s'era fatto tardi. Nell'attraversare la piazza, in mezzo al gruppo dei miei ricattatori, avendo a braccetto la signora Olimpia [...]
[...] piantarono nel posto d'onore in mezzo al gruppo dei cantori, e lì sbercia che ti sbercio e zaffate d'aglio stantio, e urli a bruciapelo che parevan [...]
[...] legnate nelle tempie. E anch'io, 271 in mezzo a quegli energumeni, cominciai a boccheggiare dietro ai cantori, tanto per dare un po' di soddisfazione [...]
[...] ai contadini che a occhi sgranati, in giro in giro al leggío, stavano a guardarmi senza batter ciglio, aspettandosi di certo da me qualche cosa [...]
[...] , stando sempre a guardarmi dopo che era finito ogni cosa, mi videro sfilare con gli altri in canonica dove il Piovano volle per forza, se no se [...]
[...] movemmo per venircene.... "A meno che," mi disse il sor Cosimo, piantandomisi di faccia a squadrarmi con occhi supplichevoli, "a meno che, per [...]
[...] una nottata, lei non voglia...." 272 "È impossibile!" E lo dissi con tanta forza che dopo me ne rincrebbe, perchè a questo mio rifiuto che gli [...]
[...] ragione. Gli feci due carezze scherzevoli, e mi ci volle poco a rimettergli l'animo in pace. Infatti, appena usciti sul cimitero, si fermò al primo [...]
[...] banco di brigidinai e volle per forza empirmi le tasche ficcandoceli da sè a manate. L'ora si faceva tarda. Attraversando di nuovo la piazza [...]
[...] , il dottore mi salutò accennandomi che ormai ci saremmo riveduti a Firenze, e tirai avanti come un reo d'alto tradimento che di mezzo alla forza [...]
[...] sempre. Mi voltai indietro e vidi da lontano l'amico che mi diceva: "Addio, addio." Gostino aveva già attaccato; e a quella vista mandai un [...]
[...] capisce; la testa mi bruciava e me la sentivo come impiombata. Oh! casa mia, casa mia!... Ma il sospiro m'ebbe a restare attraverso quando, nel [...]
[...] tempo che m'accomodavo sul calesse, la signora Flavia mi si accostò tranquilla tranquilla, e cominciò a dirmi, stando gli altri di casa immobili a [...]
[...] sentire: "Ecco, giacchè lei è tanto garbato, vorrà farci un piacere. Guardi, qui gli ho fatto anche la noticina perchè non s'abbia a scordare di [...]
[...] che mi mandi a dire che cosa fanno a quelle tese laggiù. 275 "E qui," disse la signora Flavia, accennandomi un fagotto voluminoso, legato dietro [...]
[...] al calesse, "qui gli ci ho messo un po' d'insalata di campo, che lei ha detto dianzi che anche a casa sua gli piaceva tanto." "Ma io.... veramente [...]
[...] serata!" "Il tempo è bono, sissignore." Appena fuori del paese, detti una occhiata al ricordo della signora Olimpia, e lasciai libero il petto a [...]
[...] una di quelle risate capaci di rimettere a nuovo un cristiano. Era l'autografo del sonetto di quando vestirono abate il figliolo del Calamai [...]
[...] subito qualche trasformazione. A momenti non riconosceva più Marianna, l'ortolana che occupava il dorso della muraglia scrostata tra l'osteria e [...]
[...] gironzolava intorno con le mani sulla schiena e la stuzzicava a sfogarsi. Sapeva della fuga della sua ragazza. Ma il Casone era pieno di queste [...]
[...] storie. Le ragazze andavano e venivano come le passere senza destare meraviglia in alcuno. Marianna rimaneva distratta e rispondeva a mala pena [...]
[...] , rivedeva la figliuola con le belle braccia nude che andavano da una parte all'altra a rinfrescare gli erbaggi e le si riempiva la gola di commozione [...]
[...] spalancata e sempre nauseabonda. La parte più rumorosa del cortilone era quella ombreggiata a destra, la quale serviva di lavorerio nelle giornate [...]
[...] s'ostinava a credere che il progresso di quarant'anni aveva alterato anche le abitudini del portone del Terraggio, egli s'arrabbiava e numerava gli usci [...]
[...] certa gente rimane refrattaria a qualsiasi mutamento sociale. È nata così e così deve morire. Potrete farle mangiare più companatico, ma non potrete [...]
[...] mai convincerla dell'utilità della forchetta e del tovagliolo. La Giacinta Brunetti del terzo piano, blocco A, ha lavorato e lavora come una [...]
[...] lungo come chi sa di essere a tu per tu col testardo. Parlare di tovagliolo dove si mangia pane e coltello era imitare il medico di Santa Corona [...]
[...] , quando consigliava gli ammalati a tenersi su lo stomaco con delle ale di pollo e dei bicchieri di vino sostanzioso. Lui, che non era meno [...]
[...] con la tazzina della cena per salvarsi dagli sfoghi puzzolenti della poveraglia fuori per le ringhiere a mangiare la minestra. In allora le scarpe [...]
[...] . Adesso non ci sono più piedi nudi, tranne quelli della minutaglia tribolata. — Credi tu che sia stato il progresso che abbia insegnato loro a [...]
[...] donne e non riesce sempre in fine di settimana a dare a tutti un po' di biancheria pulita. Il bucato costa e, quando la gente lo paga, vuol dire che [...]
[...] la testa dicendo che non voleva occuparsi delle inezie. La vita non doveva essere studiata a individui o a gruppi, ma a moltitudini. Perchè [...]
[...] . Bastava guardarsi a torno. A quattro passi da loro, rasente il muro, sotto la ringhiera, dove di solito asciugavano le lenzuola sulla corda, si [...]
[...] esaurita. Nessuno riuscirebbe mai a fargli credere che gli inquilini della sua gioventù si lavavano la faccia tutte le mattine come quelli della sua [...]
[...] mezzo la sua esperienza. Egli era candido come l'anima sua. I suoi genitori erano poveracci che non gli avevano insegnato nè a leggere, nè a [...]
[...] scrivere. — Bestia! gli disse Martino spazientito. Che cosa volevi che ti insegnassero quello che non sapevano? Luraschi non se l'aveva a male. Non [...]
[...] avesse veduto a zonzo o che potesse dire ch'egli avesse dei vizii. Sua moglie era sua moglie e non cercava altro. E tuttavia non poteva dire di [...]
[...] la scarsezza lo obbligava a trovare delle scuse. — Credetelo; quando un operaio lavora come lavoro io e conduce la vita modesta che conduco io [...]
[...] , il progresso non può essere progresso. Paolino se la cavava con delle spallate. A parlare con gli ignoranti non c'era sugo. Anche un orbo poteva [...]
[...] vedere il perchè questo inchiodatore di casse da morto non riusciva a saldare le partite domestiche. Perchè era un senza testa che prolificava [...]
[...] colle bestie, io! Giorgio era il figlio del padrone di casa. Egli era in giro col lutto al braccio a farsi riconoscere. Non aveva che [...]
[...] venticinque anni e sembrava vecchio. La sua testa rotonda coperta a mala pena dai capelli lunghi, faceva pensare a una calvizie precoce. La carne [...]
[...] fruttivendolo del Verziere, diceva a tutti ch'egli era figlio della piazza. La sua fortuna era dovuta alla sua operosità, al suo occhio che andava [...]
[...] chiamato, egli aveva soppresso la concorrenza bestiale tra la gente che si affannava per giungere prima a impadronirsi di un carretto di frutta in [...]
[...] al suo, s'era levata in piedi come una vipera e gli era andata coi pugni sul naso a dirgli che non era la maniera di mettere il coltello alla gola [...]
[...] barabba, gli si era piantato nella bottega con le braccia imbracciate, deciso a rompergli la faccia. Ci dovevano essere delle leggi per i birboni, e [...]
[...] di speculatori che aveva tanto disprezzo per la gente che li aveva ingrassati. L'Introzzi era venuto in tempo a frenare la loro ingordigia e la [...]
[...] loro boria che faceva male. A mano a mano che si andava innanzi non si sapeva più come trattarli, questi villanacci venuti su dal niente. Durante [...]
[...] la vendita i fruttivendoli al minuto erano obbligati a girare intorno alle corbe con l'aria dei mendicanti per non farlo andare in furia. Sbattevano [...]
[...] sulla faccia delle ingiurie atroci se appena qualcuno si arrischiava a mettere le mani nel fogliame secco per adocchiare il primo "corso" e [...]
[...] ingiungevano di andare all'inferno a chi aveva da dire sul prezzo. Coloro che trovavano la frutta degli ultimi "corsi" marcia, non avevano altro rimedio [...]
[...] voleva. Pasquale, a poco a poco, aveva finito per farsi voler bene. Era ragionevole con tutti. Non appena gli si facevano vedere gli strati andati [...]
[...] a male, ne faceva fare la cernita e il cambio della fracida. — È giusto, diceva, che chi compera non debba essere imbrogliato da chi vende [...]
[...] combinato l'interesse del fruttivendolo con quello del negoziante. Perché il suo ideale era quello di ridurre i suoi guadagni a dei centesimi [...]
[...] venuta su a vista d'occhio, il Verziere gli si era prostrato e aveva finito per abituarsi a pensare col cervello di Pasquale Introzzi. Egli aveva [...]
[...] , svoltava verso la chiesa di Santo Stefano e le ombrelle continuavano a venir su dal ponte di porta Vittoria a frotte. Si andava via pigiati, con [...]
[...] messi tutti a piangere. La Gigiona, lassù, tra la folla del balcone a ventre, sopra il tabaccaio Saporiti, si teneva il fazzoletto alla bocca per [...]
[...] ADDORMENTATOSI NELLA FEDE DEL SIGNORE A 74 ANNI AMICI E FRUTTIVENDOLI COLLACRIMANTI. Quando i necrofori incominciarono a sparecchiare la cassa sepolta [...]
[...] disopra della moltitudine delle ombrelle e dava fuori in una risata strepitosa. — Che c'è? gli domandavano i dolenti. Ma Agostino continuava a [...]
[...] inquilini. Sono case alle quali non bisogna pensare che per la demolizione — una cosa sconsigliabile fino a quando producono. Anche il signor [...]
[...] . — Tirate innanzi come faccio io, e verrà il giorno che rifaremo tutto dalla base al tetto. Provatevi, signor Giorgio, a concedere a uno il muratore e [...]
[...] all'altro l'imbianchino, e vedrete che tutto il vicinato avrà bisogno di imbiancare la stanza, di tappare i buchi o di mettere a posto qualche [...]
[...] mattone del suolo. Date retta a me e lasciate correre. L'idea di Giorgio di proclamare un indulto per tutti gli inquilini in arretrato era buona e [...]
[...] regolarmente l'affitto è un uomo destinato a naufragare nella miseria tutta la vita. A lasciarlo affondare piuttosto oggi che domani la società non [...]
[...] del blocco C, per esempio, rimaneva vuoto perchè la gente s'ostinava a considerarla una stanza indiavolata dal giorno in cui quel matto di [...]
[...] . Ghiringhelli continuava a scorrere le note e a salire i gradini. Giunto al primo piano del blocco A, si fermò al 26, bussando. — Ehi, Tognazzo? Siete [...]
[...] squinternate. Ghiringhelli, cercandolo sul libriccino, parlava come a sè stesso e si riconvinceva della sua convinzione che la grappa era la [...]
[...] impietosire, diceva rivolto a Giorgio, le loro disgrazie diventeranno le vostre. Lo prese per il pugno e lo scosse con qualche violenza [...]
[...] conducono questi pezzenti. Invece di tenere da conto, consumano tutto dall'acquavitaio e all'osteria. La donnicciuola del 27 uscì a dirgli che poteva [...]
[...] darsi che dormisse della quarta, perchè la notte passata lo aveva sentito a lamentarsi e a fare del fracasso fino alle tre del mattino. Non era [...]
[...] andata a vederlo perchè da un po' di tempo si guardavano in cagnesco. Bevendo, era diventato permaloso e ipocondriaco e bestemmiava. — Sugli arretrati [...]
[...] , andò verso i piedi, guardando e non guardando per paura di trovarsi a faccia a faccia col cadavere. I morti le mettevano addosso la terzana e [...]
[...] andavano a turbarla di notte con sogni che le davano i brividi. La Lucia dell'anno scorso, morta col sangue alla bocca, non le era ancora uscita dalla [...]
[...] occhiaie completavano una figura spaventevole. Margherita non seppe trattenere un grido che andò giù dalla ringhiera a chiamare disopra le donne [...]
[...] nel cortilone a pettinarsi. — Che c'è? Che cosa c'è? Le si pigiarono intorno come sbigottite esse stesse di trovarsi dinanzi il 28 lungo e disteso [...]
[...] . — Povero diavolo! Ciascuna di esse se lo avesse saputo sarebbe andata a portargli almeno una goccia d'acqua. Erano tutte cristiane e in un momento [...]
[...] gli si diceva buona sera, rispondeva con una spallata e voltava via la faccia come se gli si avesse detto una porcheria. A chi gli domandava se [...]
[...] di fame. E questo pensiero faceva spuntare i lacrimoni a Luigia. — Io metto 22, 55 e 61. — Fate come volete, ma non venite poi a lamentarvi da [...]
[...] me. Io vi ho dato tre numeri che in coscienza sono buoni. Adesso tocca a voi. È venerdì e io corro per paura di dimenticarmene. I numeri scelti [...]
[...] in uno stato deplorevolissimo. Una volta che vi era stato col padre andò a rischio di rompersi l'osso del collo. C'erano gradini sdrusciti [...]
[...] capitare una disgrazia al medico o a uno della Congregazione di carità e il nome degli Introzzi andare in pubblico come quello di quei padroni di [...]
[...] casa che hanno per ideale la proprietà senza doveri. Lui amava il denaro come suo padre, forse più di suo padre, ma ci teneva a non essere inumano [...]
[...] America, coi loro cortili erbosi per i figli che hanno bisogno di aria pura, con gli appartamenti a due, a tre e a quattro stanze alte [...]
[...] , arieggiate, con le latrine inodore, con le pompe a ogni piano, con gli acquai in ogni abitazione, con il lavatoio comune a tettoia e con la buca delle [...]
[...] occhi striati dal vino a buon mercato, si levava in piedi, incalzato dalle grida delle donne che dicevano che sarebbero andati a chiamare i [...]
[...] calzolaio incanagliva piangendo. Si toglieva il grembiale a petto e lo sbatteva sul desco dei ferri dicendo che la sua era una vita da cane. Un [...]
[...] stracciona che non aveva un soldo di pane quando l'aveva sposata e che ora gli faceva fare di quelle figuracce. A questo mondo si è proprio [...]
[...] ricompensati bene. Con tanto lavoro e con tanti figli sulle spalle era obbligato a farsi passare la rabbia dabbasso con del vetriolo. E se ne andava [...]
[...] che si era presa in braccio e a dire alle donne che avevano voluto difenderla di occuparsi delle loro case che n'avevano tanto bisogno. Il suo [...]
[...] marito era padrone lui in casa sua e poteva fare quello che voleva della sua donna, senza che loro andassero a dargli dello sporcaccione [...]
[...] l'immondizia del vocabolario plebeo non voleva mica dire, per loro, andare in collera. Mezz'ora dopo potevano trovarsi insieme a gozzovigliare e a [...]
[...] mangiare senza neppure ricordarsi dei morelli sulla faccia e delle morsicature al collo. — Dite a vostro marito, disse tranquillamente [...]
[...] e di bersi fuori la camicia, se vuole. Purchè non dimentichi di pagare l'affitto. Siamo intesi. A Giorgio sembrava che fosse stato un po' duro [...]
[...] che quello che aveva detto avveniva. Valeva di più lasciare una bella somma a qualche istituzione per i poveri, che sperperare una fortuna in [...]
[...] piccoli perdoni che giovano solo a far perdere completamente al popolo il senso della responsabilità individuale. Ora si trattava di un caso più [...]
[...] diceva al ragioniere: Ghiringhelli, registri il semestre della 49, al primo piano del blocco A, che mi ha mandato i denari. — Va bene, gli rispondeva [...]
[...] leticona che si sottraeva a tutti i mezzi pacifici. Le si mandavano delle sollecitatorie e delle sollecitatorie con minaccia di sgombrare, senza [...]
[...] riuscire a rimetterla sul binario del pagamento a data fissa. All'incaricato Fioravanti che andava a riscuotere, rispondeva sbattendogli l'uscio in [...]
[...] faccia: — Dite al padrone che venga lui a prendere l'affitto! La 49 era una di quelle ragazzotte che crescono e si sviluppano superbamente tra gli [...]
[...] scapaccioni e i patimenti. A dieci anni correva per il cortile a piedi nudi e svegliava negli uomini che la vedevano il desiderio acre di [...]
[...] palpeggiarla o di sentirsela fresca tra le braccia. A tredici, cogli occhioni neri circondati di macchioline fulgide, con i capelli nerissimi giù [...]
[...] tazzina in mano della cena. La madre, una donna che faticava maledettamente a tenerla in piedi con del pane e della minestra, la cacciava in casa [...]
[...] a pugni e le diceva che era una vergogna marcia che una ragazza della sua età fosse sempre fra le gambe degli uomini. Annunciata lasciava dire e [...]
[...] gonna come a una proprietà individuale. Morta la madre, la gente matura che aveva del lusso aveva tentato di farsene una mantenuta. Le aveva [...]
[...] giorno ritornava a mettere le ginocchia nella cassetta del lavatoio, a sbattere la biancheria sulla pietra e a partecipare alle canzoni delle [...]
[...] . Essa scompariva per qualche settimana e ricompariva a riassumere il servizio di lavandaia che lavora per proprio conto come se nulla fosse [...]
[...] di casa, se la portava negli occhi ogni sabato in cui andava in giro lui stesso, di uscio in uscio, a raccogliere i settimanali e gli affitti [...]
[...] immergere le labbra nel suo seno turgido e di suggere ai capezzoli fino all'ubbriachezza. E per rinsensare doveva scuotersi la testa a più riprese [...]
[...] . A lei portava sempre qualche dolce che le regalava con una mezz'oncia. Se sua moglie fosse stata una donna più ragionevole, egli non avrebbe [...]
[...] esitato a mettersela in casa come una della famiglia. Perchè in certi momenti gli pareva che fosse dovere del padrone di casa di dare una mano [...]
[...] correre in cerca di lei per naufragare nelle sue braccia. Ammalata o indisposta, si metteva a disposizione di lei come un padre affettuoso. La [...]
[...] faceva visitare da un medico a pagamento, le mandava dei corbelli di frutta e dei sacchetti di dolci che comperava in Santa Margherita, e alla sera [...]
[...] andava a tenerle compagnia con qualche bottiglia di vino stravecchio della sua cantina. Furono queste gentilezze che permisero a Pasquale di [...]
[...] la convinzione che la donna, quando non è inferma, deve bastare a sè stessa, respingeva l'offerta negandogli i baci ch'egli con grazia voleva [...]
[...] cosa. I miei figli ne hanno anche troppo. Ho incominciato anch'io a guadagnarmi il pane con la carriuola del fruttivendolo. Se non ne hanno [...]
[...] legge mette a disposizione dei galantuomini. Con la 49 bisognava andare adagio per evitare lo scandalo di far sapere al pubblico, che lo aveva [...]
[...] accompagnato al cimitero come cittadino virtuoso, che Pasquale, in fatto di morale, non era proprio superiore al suo tempo. A lui, ragioniere, non [...]
[...] principale si occupasse della miseria di due stanze per dimenticare quella degli altri 483 inquilini. Ribussò più forte e fece segno a Giorgio [...]
[...] sudiceria. Ghiringhelli, che voleva entrare con un'aria d'amministratore deciso a farla finita, pur vedendola con le maniche rimboccate fino alla spalla [...]
[...] affatto. Stiracchiava delle lenzuola per una vicina che stava per mettersi a letto coi dolori di parto. Si sa, le povere famiglie hanno la [...]
[...] biancheria contata. Non appena capitano loro di queste disgrazie la lavandaia deve correre al fosso anche se è stanca morta. Ghiringhelli rimaneva lì a [...]
[...] calza a quadrettoni scozzesi. — Ecco, io sono l'amministratore del signor Giorgio Introzzi e prima lo ero di suo padre buon'anima. Intanto che si [...]
[...] ordine. Annunciata tirava via a stiracchiare e a piegare biancheria come donna che non aveva tempo da sprecare. Lei non era mica una sporcacciona [...]
[...] . Abituata a lavarsi continuamente al fosso, le piaceva la casa pulita. Quando c'era qualche riparazione da fare non incomodava nessuno. La faceva [...]
[...] fare a proprie spese. Potevano vedere la calcina fresca intorno all'acquaio fuori dell'uscio. Col signor Pasquale era un'altra cosa. Lui ci veniva [...]
[...] due o tre volte la settimana e gli inquilini, abituati a vederlo, non avevano paura di aspettarlo sulla scala e di dirgli quello che mancava in [...]
[...] . Capitavano addosso a ogni momento, senza fare tanti complimenti. Lui stesso, che non aveva che venticinque anni, aveva preso dei dolori reumatici per [...]
[...] riparare al malfatto. — Mi mandava il suo medico e alla sera stava qui a farmi compagnia, seduto nella poltrona rossa che vedono là in fondo. Era un [...]
[...] fuori a frustarsi le ossa. Un poveraccio di fabbro con una e ottanta al giorno doveva nutrire sei persone; col pane a quaranta centesimi il chilo [...]
[...] , non aveva altra alternativa che patire la fame o fare dei debiti. Il 39, della seconda ringhiera del blocco A, conveniva anche lui che non si [...]
[...] poteva più vivere. Una volta al sabato c'era modo di berne un mezzo e passare un'ora cogli amici. Adesso era molto se si riusciva a comperarsi un [...]
[...] nel Secolo che l'aumento era una trama dei signori, i quali volevano punire così gli operai che davano ascolto a certi caporioni con certe [...]
[...] testa. Era però certo che prima di loro non si andava tanto a cercare il pelo nell'uovo. Per conto suo..... — Cacone! Tutti si erano voltati [...]
[...] nei pasticci. Caconi voialtri che dite sempre di voler fare la rivoluzione e non la fate mai! — Cacone! Dall'ultimo capannello a sinistra si [...]
[...] a perdita d'occhio, le ringhiere si andavano popolando di fanciulle che uscivano con la cena in mano, di madri con dei bimbi tra le braccia e tra [...]
[...] Casone erano lungo la ringhiera del primo piano del blocco A, a sinistra, in fondo alla quale abitava l'Annunciata. Vi si vedevano dei grembiali [...]
[...] candidi, delle sottane insaldate, dei corpettini bianchi e allacciati dalla gala rossa puntata al petto e delle vesti di percallo colorato giù a [...]
[...] che l'altra lo cambiasse, passavano via inseguite dalle sue frasi a doppio senso che facevano scompisciare dalle risa. Le descriveva parlando [...]
[...] all'orecchio e concludeva dicendo che quelle due si volevano bene come marito e moglie. Andavano sempre a spasso assieme, si alzavano alla stessa ora [...]
[...] , quello che mangiava l'una mangiava anche l'altra, il desiderio della Proserpina era il desiderio di Elvira e sovente salivano le scale a braccetto [...]
[...] s'infarina. Ma almeno lei non si copriva di ipocrisia e lo manteneva a balia colla fatica delle sue braccia. Loro potevano ridere e anche tossire se [...]
[...] dorsi sui prati dal primo maschio che le faceva l'asino, pure, in quell'attimo, ebbero tutte della compassione. Dopo gli scotimenti per buttarsi a [...]
[...] capelli per vedere meglio. Ripresero il combattimento come due lottatrici decise a lasciarvi la vita. L'una abbracciata all'altra in una stretta [...]
[...] suprema, si contorcevano e si piegavano con la bocca aperta per addentarsi la carne, fino a quando l'Annunciata, con uno sforzo sovrumano, la levava [...]
[...] l'altra si dibatteva nell'acqua vociando a bocca piena. — Chi credete che l'abbia salvata? — Lei! — Proprio, lei! Intanto che noi restavamo lì [...]
[...] vi compariva a sgarbugliarsi gli occhi sull'uscio per dar a intendere che aveva dormito fino a ora tardi. Ma nessuno credeva alla fintona. Le [...]
[...] uomini si sbottonavano e uscivano con la camicia spalancata a protendere la testa dalla ringhiera per sentirsi alitare un po' di aria sulla faccia [...]
[...] . Il vecchio tintore, dalle mani piene di crene azzurrate, raccontava al pubblico del quarto piano del blocco A, che questo non era ancora nulla [...]
[...] si salvavano in campagna come ai tempi del colera. Ci furono delle giornate in cui si poteva andare a torno nudi senza paura d'incontrare anima [...]
[...] vero castigo di Dio, di quella del '58, quando gli strilloni andavano per le porte a vendere le predizioni che spaventavano tutti gli ignoranti che [...]
[...] in alto diventava di brace. Sembrava che salissero i fiati ardenti dei crocchi giù al buio a raccontarsi l'eterna storia della loro esistenza [...]
[...] ancora a lavare i piatti dal farmacista sull'angolo per tre lire al mese, si era appoggiato al muro con gli occhi smarriti e la faccia tanto bianca [...]
[...] da spaventare le donne. Giuseppa, che sapeva del suo male, incominciò a palpeggiarlo e a domandargli se stava male. — Oh Dio, mi pare che [...]
[...] svenga! Andate a chiamare la sua mamma, che gli viene la bava alla bocca. Antonio stralunava gli occhi. E tu, Giuliana, va in casa che non sta bene una [...]
[...] donna incinta intorno a queste disgrazie. Il tintore gli teneva le mani per impedirgli di menare pugni alla cieca. — Portate dell'acqua con uno [...]
[...] , a momenti mi fracassava la mano! Antonio si era risollevato con un urlo che faceva rabbrividire, cercando di liberarsi dalle mani che lo [...]
[...] . Una volta, una povera donna che metteva regolarmente i suoi 25 centesimi, era sicura, una settimana o l'altra, di rifarsi con un ambo, a dir poco [...]
[...] il popolo, bestione, perde. Si continua a giocare gli stessi numeri per dei mesi e si è obbligati a cambiarli dalla disperazione. La Giovanna, la [...]
[...] si ostinavano da sei mesi a giocare 36, 69 e 82, non avevano più nulla da portare al monte. Non rimaneva più loro che la sottana che avevano [...]
[...] indosso. E i loro mariti facevano benone a cacciarle fuori dall'uscio a pedate. Quando tre numeri non vengono, le donne di giudizio cambiano strada e [...]
[...] sragionava come il Luigione, l'operaio cacone che sparlava dell'operaio. Gli faceva male di sentire a buttar giù una classe che lavorava tanto [...]
[...] via a piè pari il periodo scolastico. Correvano a bottega quando gli altri fanciulli andavano a scuola. Se non ci fosse di mezzo la miseria, si [...]
[...] i pitocchi che facevano nulla. I senzacasa gli rimescolavano il sangue. Diceva che era inumano di lasciarli a torno per le strade in quella [...]
[...] , pianse come un ragazzo. Era uno dei migliori lavoranti e un uomo a cui tutti volevano del bene. Gli sanguinava il cuore di vedere un povero padre [...]
[...] deliziava a sentire un giovine che parlava con una semplicità che innamorava. Era il solito Giovanni che si era ubbriacato. Al sabato non andava a [...]
[...] dormire se non faceva delle pagliacciate, che chiamavano sulla ringhiera anche gli inquilini che stavano per andare a letto. Non appena metteva [...]
[...] , accidenti! Se aveva del vino fino alla gola, allora incominciava a sacramentare coi pugni sul tavolo e finiva col trascinarle giù dal letto come [...]
[...] stavano, per inseguirle a calci. La madre si lasciava martirizzare sovente senza dire una parola. Era inutile prendersela con un uomo che non sapeva [...]
[...] zoccolo in mano, si mise tra lui e la madre. — Provati a batterla, vigliaccone, se sei buono! Giovanni, aizzato, le si rovesciò addosso col manone [...]
[...] neanche in letto. Crepa! E tu, madre, guarda bene di dargli una mano. Lascialo lì a morire come un cane. I vicini le davano ragione. L'ubbriachezza [...]
[...] del padre era divenuta cronica. Sciupava parte della settimana e poi andava disopra a maltrattarle. L'inquilina di faccia, al loro posto, sarebbe [...]
[...] andata alla questura. Un po' di prigione per certi sbevazzoni non fa male. Le amiche accarezzavano Luciana e le dicevano di ritornare a letto, che [...]
[...] la gente non avrebbe mancato di sparlare e di dar ragione a chi non ne aveva. — Facciano! dicano! rispondeva lei, accomodandosi il cappello di [...]
[...] il padre della sua morosa era di sopra a fare il prepotente, entrò nella stanza con la faccia spaurita. Era un tocco di vergogna che un uomo di 40 [...]
[...] collo di Andrea e l'inquilina di faccia lavava con una pezzuola inzuppata la fronte dell'ubbriaco perchè a questo mondo bisognava essere cristiani [...]
[...] sporca e si tiravano l'uno su l'altra come matrimoniati. Peppina, la locandaia, quando usciva a votare il baslotto dell'acqua dei piatti, non poteva [...]
[...] trattenersi dal dire la sua. Se quella sfacciatona di Virginia fosse stata sua figlia, l'avrebbe presa a sculacciate. Ai suoi tempi si cresceva [...]
[...] prima, e non si dava scandalo a nessuno. Si vedevano in chiesa, alla domenica, e poi si sposavano col consenso dei genitori. Adesso questi orrori [...]
[...] occhi neri, che non avevano perduto nulla della vivezza antica, davano a tutta quella carcassa dei bagliori di vita. Suo padre era un affittaletti [...]
[...] , morto dopo la cacciata dei tedeschi. Peppina, a furia di risparmi e di buona amministrazione, era riuscita a compiere il sogno del genitore, che [...]
[...] ne ebbe mai uno vuoto. I suoi avventori stavano bene e potevano considerarsi in casa propria. Se un giorno si trovavano a corto di quattrini la [...]
[...] veduto dimagrire senza mai domandare una minestra a credito e correre delle giornate intiere in cerca di un lavoro che non trovava mai. Nei cenci [...]
[...] condanna si è continuato a considerarlo pericoloso e a ricondannarlo come vagabondo recidivo fino al giorno in cui il magistrato si credette in [...]
[...] tanti, diventava un paradiso senza entrata. Nessuna casa pulita, che non fosse stata una locanda come la sua, dava un letto a un precettato che [...]
[...] affezionato a Peppina in un modo da ingraziarsi anche i vicini che lo guardavano di malocchio per quei suoi giorni di miseria fino al collo [...]
[...] . Passavano via e gli auguravano la buona sera o il buon giorno, magari con l'aggiunta dello state bene, Andrea. L'azienda, a poco a poco, se l'era fatta [...]
[...] che si era messo a pulirli, scintillavano come cristalli e il rame della cucina ricordava la vigilia di Natale, quando le donne preparano tutto che [...]
[...] stanchezza, dava un bacione alla moglie, prendeva una scranna liscata e andava col virginia in bocca a sedere tra l'entrata ed il cortile, dove godeva [...]
[...] a correre dietro al sogno di diventar padre. Egli era stato troppo sventurato negli anni più belli della vita per rinunciare alla consolazione di [...]
[...] un piattone di frittura, si misero a dargli del lasagnone e a dirgli che non doveva far tanto il superbioso perchè lo conoscevano bene. — Quei [...]
[...] fiori che hai sul braccio te li sei fatti nel camerotto con noi, te ne ricordi? La moglie che gli era vicina a far su delle somme, diede una strappata [...]
[...] d'insultare un uomo che attendeva ai fatti suoi. Se non se ne andavano con le buone, sarebbe andata a chiamare la questura, che era lì fuori a due passi [...]
[...] . — Per lasciarvi sola col vostro mantenuto! Venga qui lui a mandarci via! Andrea si sentiva il sangue alla testa. Erano loro che provocavano e che [...]
[...] andavano proprio a prenderlo per i capelli. Armato di un randello che teneva dietro il banco per precauzione, andò loro a intimare l'uscita [...]
[...] . — Uscite tutti o vi faccio uscir io a randellate! Il più giovane degli accattabrighe prese il bicchiere, buttò il vino in faccia a Andrea e con la [...]
[...] vicini che stavano di fuori all'uscio a dire loro di smetterla di massacrarsi in quel modo. Andrea, bianco come un cadavere, con la testa che faceva [...]
[...] chitarra di Gaetanino che veniva a casa con Alfredo, il violinista, e con lo Strambo, il quale completava la compagnia dei tre suonatori ambulanti con [...]
[...] alture al primo piano o al pianterreno a intenerirsi delle canzoni che andavano per l'aria accompagnate dagli strumenti dei tre soci con garbo [...]
[...] squisito. Il canto e la musica trascinavano la moltitudine a partecipare con le ondulazioni del corpo e con il susurro alle espressioni appassionate [...]
[...] acquose, ai piedi del bestiame, tra vacca e vacca, come nelle serate memorabili in cui sono radunati a sentire la lettera di qualche Giacomino a [...]
[...] e tutti i buoi. Poi, con la mandola ricomponeva l'assemblea che ascoltava i notturni popolari a bocca aperta, dondolando la testa di tanto in [...]
[...] tanto come per dire: pare impossibile! Terminata la rappresentazione, i tre soci salivano in cascina a nascondersi nel fieno caldo fino all'alba [...]
[...] . Denari ne facevano a cappellate. Tranne le stagioni perverse e le giornatacce, non rincasavano mai senza una ventina di lire in saccoccia. Non appena a [...]
[...] beveva anche se gli altri ne erano sazii. Gaetanino, per esempio, aveva un debole per lo stufato a pancia piena. Finita la cena, che veniva [...]
[...] regolarmente inaffiata di tre o quattro litri di barberone, domandava a Gianmaria se aveva ancora di quella miscela nella casseruola. Lo Strambo, che alla [...]
[...] amici che entravano. Gli andava a genio di far sapere alla gente la loro indipendenza e il loro benessere. Alfredo, trascinato al sentimentalismo [...]
[...] zizzania e si finisce per prendersi a coltellate. Tutto il Terraggio ne era un esempio. Non vi si trovava una famiglia che non finisse la [...]
[...] odiano l'altro sesso! — Odiano le donne perchè si amano tra loro. Sono degli uomini schifosi che il padrone di casa dovrebbe cacciar via a pedate. Non [...]
[...] andare sul marciapiede dalla parte opposta. Se sostavano a bere la staffa in una delle tante osterie suburbane, lui tirava innanzi con la testa sulle [...]
[...] scarpe e si fermava a guardare attorno come un'oca. Gaetanino e lo Strambo, che lo amavano come artista e che gli volevano del bene fraterno, se [...]
[...] l'avevano a male di vederlo imbronciato dalla mattina alla sera. Gaetanino si studiava di cavargli il segreto per consolarlo. Ma Alfredo si [...]
[...] gli passava la mano al dorso, e riusciva a sbronciarlo. — Così va bene! Se lo stringeva al fianco con la mano in mano e chiamava lo Strambo per [...]
[...] inguaribile. L'aveva sentito più di una volta alzarsi e andare sulla ringhiera nelle ore in cui i galantuomini dormono e l'aveva sorpreso a piangere una [...]
[...] mattina in cui lui e Gaetanino erano andati a sgarbugliarsi gli occhi col grappino. Che cosa è che poteva martoriarlo se non una donna? Non sono [...]
[...] gli increspava il sangue e lo metteva davanti al corpo della donna nuda con le braccia avviticchiate a un uomo che le suggeva i baci. Nell'attimo [...]
[...] passionale, se la cingeva alla persona e nel delirio dell'abbraccio sensuale si deliziava a sentirsi tra le mani la morbidezza della sua pelle di [...]
[...] . A momenti si gettava carponi coll'orecchio sulla fessura, trepidante di sorprenderla nella colluttazione carnale. Perchè Annunciata doveva essere [...]
[...] l'inquilino raggiungesse la scala. Alfredo rincasava tardi. Era stato a stordirsi in parecchie osterie dove aveva degli amici. Fumava, senza sentire che [...]
[...] il pilastro più volte col cappello e risvegliando il vecchio Siliprandi che si era scelto per domicilio lo spazio a fianco della scala dal giorno [...]
[...] . Siliprandi, con delle frasi incoerenti, si raggomitolava sempre più sotto il marsinone stracciato e si rimetteva a russare. Alfredo, che lo aveva veduto [...]
[...] scendere lentamente negli squallori della vecchiaia che va di porta in porta a mendicare un boccone di pane, lo riprese per il braccio e con uno [...]
[...] d'ora in cui aveva perduto la testa dietro una felicità impossibile. Ora era guarito. Aveva giurato a sè stesso di passarle d'accanto come si passa [...]
[...] fatta crepare d'invidia. Le sarebbe passato sotto il naso, a braccio dell'Adalgisa, la figlia dell'ortolana, bella, forse più bella di Annunciata [...]
[...] scarlatta, con il galone alla schiena, con dei modi da grande signora. Salutava i vicini cogli inchini, andava a spasso calzandosi dei guanti a [...]
[...] quattro bottoni e dava dei buffetti ai bimbi nelle braccia delle amiche che era un amore. A letto Alfredo si voltava e si rivoltava sempre più [...]
[...] terrorizzavano. Si tirava la coltre sui capelli e vi si rannicchiava sotto cogli occhi chiusi per addormentarsi subito. L'Annunciata, sbattuta via a calci [...]
[...] , riprendeva il suo posto appesa al suo collo, pelle contro pelle, con la bocca sulla bocca, a suggergli dolcemente l'anima. Allora si brutalizzava [...]
[...] diventato di brace. Dovette alzarsi. Di fuori la neve veniva giù a precipizio. Tutto era scomparso. Non esistevano più che giganteschi blocchi [...]
[...] dall'altra parte e si inteneriva coi gomiti appoggiati alla ringhiera, lasciandosi seppellire dalla neve che infittiva e s'azzuffava. A volte gli [...]
[...] sembrava una vigliaccheria la sua di sfondare un uscio e gettarsi su una donna nuda, addormentata, senza difesa. E a volte le sue esitazioni lo [...]
[...] lenzuola erano di ghiaccio, la donna era a gozzovigliare in un altro letto. — Bagascia! Adalgisa era tornata dalla campagna sul Terraggio più [...]
[...] piace tanto agli uomini. Che cosa doveva rispondere? Si era annoiata, ecco tutto. Abituata a levarsi con l'aurora, non sapeva poltrire nel letto [...]
[...] scicconeria, le costavano della giovinezza. Diveniva inquieta e si trovava impacciata a muoversi, a parlare, a ridere. Più di una volta [...]
[...] come per frenarla di dire sciocchezze. A spasso, la seccava. Le diceva e le ridiceva a ogni momento che una signorina per bene non guarda mai [...]
[...] indietro. Le correggeva il linguaggio a tutte le ore e in qualunque luogo e dava della bestia al maestro che stava lottando per farle entrare [...]
[...] nella testolina qualche frase italiana. Guai se le scappava una parola del Casone! Era capace di tenerle il muso fino a pranzo e di punirla andando [...]
[...] a dormire nell'altra stanza. Dinanzi le chiese, Adalgisa non sapeva trattenersi dal fare il cenno con la testa e dal piegarsi uno zinzino sulle [...]
[...] santocchiona, come se fosse stato un delitto avere un po' di religione! La vita agiata le era diventata, a poco a poco, un supplizio. Se invitava [...]
[...] qualcuno a pranzo, lui continuava a raccomandarle di non bere quando aveva il boccone in bocca, di non far sentire il romorio delle mascelle come i [...]
[...] ruminanti e di non prendere i pezzi di pollo con le mani. Andava a tavola confusa, svogliata, incapace di dire due parole. Se rovesciava il [...]
[...] andavano a prendere l'assenzio nell'offelleria in Galleria Vittorio Emanuele. Ieri la Maria metteva nelle tasche degli amici dei pasticci che [...]
[...] ? Guardati nello specchio. I tuoi capelli cominciano a ingrigiare. Io ho diciott'anni, io! E se ne andava in cucina battendosi la chiappa come [...]
[...] ella stava consultando su qualche piatto, si sgridava subito. — Giù la mano, che non sta bene a prendersi certe confidenze con la donna di casa [...]
[...] della sua classe. Portata via giovine dal Terraggio, egli credeva di riuscire a farne fuori un'amante docile, devota, capace di sentire con la [...]
[...] — al suo posto — se ne sarebbe andato. E per dimenticare di essere lì sugli aghi, correva dal pasticciere a comperare delle brioches calde che le [...]
[...] , stava benissimo. Inquieto, assisteva la cameriera a mettere tavola. — Mancano i bicchieri per lo Chablis, Laura. — Non lo aveva mica detto [...]
[...] acerbe e le villanie che un gentiluomo non diceva mai a una signorina. Perchè contraddirle di portare il cappellino in un modo piuttosto che nell'altro [...]
[...] , se lei era abituata a piantarselo sui capelli alla birichina? — Pensa che hai vent'anni più di lei e che alla sua età tu eri uno scapestrato [...]
[...] premevano dolcemente le labbra sulle labbra. — M'ami? — T'amo! Edoardo le cingeva il vitino con una sfuriata di baci che lo eccitavano a premersela [...]
[...] fino a quando si convinceva che la separazione era necessaria. Non andavano d'accordo. Il temperamento dell'uno non era fatto per il temperamento [...]
[...] dell'altra. Meglio oggi che domani. E si voltava e rimaneva con la schiena al davanzale a dirle delle asinerie. — Usciamo? — Per fare delle [...]
[...] continuava a distruggere, irritata di vederselo là, inchiodato alla finestra, con le braccia imbracciate, assistere al disastro come al disastro di [...]
[...] rispettasse. Vile, vile, vile! Era andato a sollevarla quand'essa stava benissimo e per ringraziamento la martirizzava e le avvelenava [...]
[...] d'uscita, voleva trattenerla. Era troppo tardi. Domani, avrebbe potuto andarsene con le cose sue senza dare scandalo. — Fatemi largo, o guai a voi [...]
[...] farabutto con uno schiaffo e con un urto lo rovesciò a terra come un corpo morto. — Miserabile! Aperse l'uscio, lo guardò un'altra volta come se [...]
[...] avesse voluto rimalmenarlo, e con un'occhiata di disprezzo scese le scale a precipizio. Adalgisa nel cortilone non ritrovava più il suo ambiente. Le [...]
[...] offriva. Le pozzanghere e le cacherie la obbligavano, con la smorfia dello stomaco rivoltato, a tirar su le gonne e a rasentarle in punta di [...]
[...] andava sul ballatoio a dir male del padrone di casa che non pensava ai camini. Dopo i pasti le toccava risciacquarsi la bocca e pulirsi i denti [...]
[...] l'aveva accolta a braccia aperte col bacione affettuoso senza punto domandarle dove era stata e che cosa aveva fatto in tutto il tempo, si doleva di [...]
[...] , col suo grembiale largo di percallo a fondo chiaro che le accarezzava i fianchi e le andava su per le eminenze girato dall'arricciatura a colori [...]
[...] piccini piccini. La scarola bionda e l'insalata col radicchio a fittone facevano venire l'acquolina in bocca al Guglielmotti, il negoziante di seta di [...]
[...] via Rovello, rimasto con la faccia del fanciullone a cinquant'anni. Taluni vi andavano semplicemente per fare l'asino. Si contentavano di un po [...]
[...] ' di maggiorana o di sesamo per dare dell'aroma a certi piatti della loro tavola. Nei pomeriggi freschi i signori che pranzano bene vi si [...]
[...] fermavano a chiacchierare ordinando delle mezze bottiglie di Montevecchia secco o di Capri bianco coi bicchieri per la Marianna e l'Adalgisa. Adalgisa [...]
[...] beveva come un uccellino, intingendovi le labbra e sorridendo con una curva incipiente a chi glielo offriva. Bevendo, il Pinellone faceva [...]
[...] porcini, i funghi a cappelli olivacei; ora le parlava di fagiuoli a fiori rossi, a fiori gialli, coll'occhio bianco cinto di bruno e ora le [...]
[...] descriveva tutto un orto col frutteto a spalliera per goderne i muri, e coi quadrati con la bordatura coltivata di fragole. Il più chiassoso dei [...]
[...] andava alla mattina in calesse col Giovannino in cravatta bianca a fianco, discendeva stringendo la mano alla tosa e dando il buongiorno a Marianna [...]
[...] Gianmaria con l'Adalgisa a bere un bicchierino di grappa della bottiglia che vi mandava lui stesso per berla di quella spremuta dai graspi e [...]
[...] mentre il cavallo voltava il vicolo, le raccomandava di tenergli un garofano giallo macchiettato che sarebbe venuto a farsi inocchiellare alle [...]
[...] cinque. Prima di scomparire dal corso si voltava a gettarle un bacio che qualche volta gli veniva ricambiato. Il Bentoni era un tutt'assieme [...]
[...] , con un solino a larghi risvolti sul panciotto di velluto come la giacca, con una cravatta fuoco annodata con le gale lunghe che svolazzavano, e [...]
[...] , alterava i servizi, andava nelle cantine, metteva le mani nelle guardarobe, ordinava dei pranzi fantastici o dei pranzi da impiegati a mille e due, e [...]
[...] nessuno osava mai discutere i suoi ordini. Talvolta Massimo, specialmente negli ultimi anni, lo prendeva sottobraccio e lo conduceva a spasso [...]
[...] l'affollamento dei salici nell'angolo a destra del giardino, non era uscito dal sogno che dopo che Bentoni ne aveva approvato le spese e i progetti [...]
[...] . Era un chiosco di mogano rossiccio con una fronte di vetrate lungo il porticato a colonne di bronzo istoriate, dinanzi alla quale correvano [...]
[...] , il maggiordomo vi radunava i suoi amici a deliziarsi il ventre con dei pranzi che incominciavano con lo Chablis e le ostriche, passavano [...]
[...] rassomigliavano a Massimo erano il fondo religioso e l'avversione profonda per il matrimonio. Non era un chiesaiuolo che sginocchiasse su per i [...]
[...] voleva selvaggio. Ma, come Massimo, dissentiva completamente dalla tattica clericale. Egli non riusciva a mettersi nel concetto spettacoloso della [...]
[...] fuori dei Consigli e del Parlamento che il mondo si nauseasse delle Camere legislative e delle pubbliche amministrazioni. Fino a quando i nemici [...]
[...] affaccendato del quarto collegio. Passava di porta in porta a convincere gli elettori di andare all'urna a votare per i candidati della buona causa [...]
[...] riunioni pubbliche con la voce calda dell'oratore di folla, firmava manifesti fraseologicamente vibrati e nella giornata solenne metteva a [...]
[...] disposizione dei comitati cattolici tutte le carrozze e tutti i tiri a due e a quattro dei conti Vittone. Il giorno in cui il quarto collegio elesse un [...]
[...] repubblicano, non ne volle più sapere. Egli si era convinto che il suo partito si era condannato a morte da sè stesso e che tutti i suoi sforzi e [...]
[...] gli sforzi dei suoi pochi amici non sarebbero mai riusciti a prolungargli la vita di un giorno. Non era un transfuga. Rimaneva cattolico per [...]
[...] aveva stomacato. Era un legame ch'egli aveva creduto santo fino al giorno in cui venne a smagarlo la tragedia domestica del padrone. Tra il conte [...]
[...] mai sospettato il minimo dissapore. Li aveva sorpresi a scambiarsi dei baci dietro le colonne marmoree del salone rosso, come se non avessero [...]
[...] avuto una fuga di stanze a loro disposizione, e li aveva veduti sui sedili chiusi nel fogliame, dietro l'aranciera, guancia contro guancia [...]
[...] raccontando i nataloni dei loro avi, le cui preparazioni incominciavano un mese prima e la cui chiusura avveniva un mese dopo. A mezzanotte il conte [...]
[...] tradizione di conservare il casato mondo dai peccati plebei non era mai stata interrotta. C'era voluto una Elena a contaminarla. Una donna uscita da una [...]
[...] gli si era appoggiato al braccio, asciugandosi la fronte madida di sudore freddo. Gli disse che a mezzanotte bisognava che tutto il personale di [...]
[...] il conte che andava in su e in giù a passi concitati e con le mani nelle tasche dei calzoni, mentre donna Elena, premendo il bottoncino del [...]
[...] imperiosa il conte. Venite che vi aiuterò io a spogliarvi, questa sera! Non appena donna Elena fu nella stanza il conte si lanciò sulla contessa [...]
[...] con tale violenza da obbligare Bentoni a chiudersi in bocca il grido con la mano. La percosse a destra e a sinistra delle guance, le strappò il [...]
[...] la mia quiete, venite a domandarmi il castigo che meritate, per ricominciare domani la vostra orgia di seduzione! È troppo tardi. Il vostro [...]
[...] ingarbugliata. — Vi lascio la scelta, disse gravemente il conte, tra una morte violenta e una morte più atroce, lunga, lenta, che vi ricordi a ogni [...]
[...] singhiozzava, il conte Vittone era divenuto calmo. — Non vi torcerò un capello. Deploro di essermi sporcate le mani. Voi mi avete obbligato a [...]
[...] dimenticare che sono un gentiluomo. D'ora innanzi non sarò più vostro sposo che per i domestici e per la gente che saremo costretti a vedere insieme [...]
[...] nelle quali passerete la maggior parte del vostro tempo. Le lettere che scriverete le darete a Bentoni, il solo testimonio di questa nostra [...]
[...] leggendo. Divorava un romanzo dopo l'altro senza mai stancarsi. Di notte non spegneva il lume che tardi, quando la sua vista incominciava a [...]
[...] intorbidirsi. Il più delle volte mandava a dire che i suoi malanni non le permettevano di scendere a colazione. E il conte se la cavava con qualche [...]
[...] parola di rincrescimento per le persone a tavola e saltava in un altro argomento senza scolorire. A pranzo non mancava che di rado. Ma era quasi [...]
[...] senza famiglia. Diceva a Bentoni che questo cambiamento gli serviva di distrazione. Se rincasava presto, si compiaceva di passare una mezz'ora col [...]
[...] ciò che aveva sottomano o deposto in qualche parte un minuto prima. Se si metteva a scrivere domandava cento volte quanti se n'aveva del mese [...]
[...] . Rideva come una scimunita e dava fuori in pianti chiassosi senza ragione alcuna. Parenti, amici e domestici credettero seriamente a una malattia [...]
[...] rimase il confidente intimo dei suoi pensieri fino all'ultimo. Nelle ore sconsolate, gli ripeteva che il suo posto sarebbe stato a vita, a [...]
[...] scioglieva, lasciando alla società il compito dei bastardi, anzichè il matrimonio che costringeva il marito a sentirsi chiamare padre dei figli [...]
[...] degli altri. Bentoni incominciava a lasciarsi impallidire la donna che gli aveva fatto su Massimo, nei momenti in cui gli ripeteva che non era che [...]
[...] . Adalgisa, con la sua indifferenza e coi suoi trasporti, lo costringeva a mendicare dei minuti anche quando essa pestava i piedi dalla fretta. I [...]
[...] le ruote, per aver modo di morsicarle le belle labbra che si aprivano come un frutto vivente. I tiri a quattro che filavano l'uno dietro [...]
[...] fosforescenza che obbligava a chiudere gli occhi. La favorita dell'aristocrazia era Lara, montata dal fantino in maglia nera, con croce rossa sul petto. Il [...]
[...] alle corse di Epsom e seconda a quelle di Chantilly. Arcuava la testa altezzosa con dei nitriti repressi dalla mano che l'accarezzava e raspava il [...]
[...] più che due contro uno. Gli altri cavalli erano sconosciuti, tranne Lord Endel, il morello chiazzato di bianco alle culatte, che era stato a un [...]
[...] nere, continuava a girare su sè stesso con dei caracollamenti per liberarsi del peso che gli stava sulla groppa. Al segnale di partire i [...]
[...] concorrenti voltarono tutti dalla parte opposta, salvo Lara che si avventò per la pista con tale impeto da indurre i book-makers a non tenere più che uno [...]
[...] cinerognolo, sotto il parasole rosso di una signorina tutta scicche che si tirava su, flemmaticamente, il guanto alla moschettiera giù a calza sul [...]
[...] signore sedute gli incidenti della corsa. Il secondo giro era incominciato. Lara aveva lasciato prendere il suo posto a Lady Flower, ma nessuno vi [...]
[...] entusiasmo. Bentoni invece, il quale alle corse aveva la mania di tenere per gli ignoti, vi arrischiò due biglietti da cento. Al terzo giro, a cento [...]
[...] che non aveva voluto puntare su Lara. A un tratto l'attenzione fu per un'altra. Emma si era rimessa in cammino con una velocità fulminea [...]
[...] materassaio ambulante, senza dolersi di avere voltato il dorso alla bottega che lo aveva ridotto un cencio a diciotto anni per quattro lire la settimana [...]
[...] prendere fiato. Arrivava a casa con le ossa rotte e lo stomaco in terra, senza voglia di mangiare la minestra che fumava sul tavolo ogni volta [...]
[...] che rientrava. Quello dell'orario era il chiodo che egli ribadiva a martellate tutte le volte che si trovava al circolo coi compagni. — Va bene [...]
[...] raffreddati. Ci avrebbe dovuto essere una legge che obbligasse i padroni a rendere le stanze di lavoro più attraenti. Gli pareva impossibile che dei [...]
[...] giovanotti grandi e grossi stessero laddentro tutto il giorno a nutrirsi di polvere di capecchio e di stoppa per meno di 2 lire. Non pochi [...]
[...] tappezzieri si guastavano i polmoni e morivano lentamente, sputacchiando nero come gli spazzacamini. Adesso lui non c'era più e gl'importava fino a un [...]
[...] i materassi e i cuscini gli aveva fatto salire la settimana fino a venti lire nette, dedotte le sei che dava al garzone. Perchè lui non voleva [...]
[...] . Scardassava la lana fino a quando poteva mettere nelle fodere delle matasse candide come la bambagia e la batteva con le bacchette che fremevano e si [...]
[...] alle proprie faccende con giubilo. E lui era riuscito a dare materassi che non ritenevano l'impronta dei corpi che dopo mesi e mesi. Un'altra virtù che [...]
[...] influiva a tenergli incatenate le famiglie era che nessuna donna aveva mai potuto rimproverargli una manata di lana. Era una cosa che non gli [...]
[...] che i suoi di casa andassero a bubbolare di freddo e a mendicare sul lastrico il boccone della vita. Sua madre, che ne aveva cinquantotto, non era [...]
[...] , un bambolone a tredici anni e mezzo grosso come una donna, era la sola che portava a casa due lire la settimana, guadagnate come piccinina alla [...]
[...] sapere se le piaceva fare la guantaia, ma non riusciva che a cavarle dei dubbi. Era una ragazza che non aveva volontà propria. — Ti piace? Pareva [...]
[...] perdeva mai. Qualche volta veniva a casa allegra a raccontare alle sorelle tutto ciò che aveva fatto nella giornata. Diceva che, mentre le ragazze [...]
[...] della scuola facevano colazione di fuori sul portone in faccia al giardino pubblico, essa si era provata a fare dei punti in un guanto sotto la [...]
[...] guanti da cucire. Durante la giornata scuoteva le massette di seta di tutti i colori e coll'arcolaio ne preparava i rocchetti, ammattendo spesso a [...]
[...] d'operaie sane e allegre in tutti gli stabilimenti. Poi si slacciava di un grande sospiro e ricadeva nel mondo vecchio a ripensare all'avvenire di [...]
[...] anno, fino a che era divenuta un corpo malfatto e sfiancato che doveva mettersi in bocca dei crostini di pane per sedare la tosse canaglia che [...]
[...] lontano e la povera ragazza doveva consumare gli ultimi tocchi di polmoni a gippare i guanti che la mantenevano con la mamma. Da Candida passava [...]
[...] mandata a intisichire in mezzo ai guanti. E cercava, tra una boccata di fumo e l'altra, un mestiere meno assassino. Quello di pulitora era peggio di [...]
[...] cariavano nella gengiva e i loro capelli andavano a manciate nella buca della spazzatura. Ne conosceva di quelle che a vent'anni parevano ditte [...]
[...] desiderii del lusso, doveva avere una giornata superiore a quella della piegatrice di fogli di stamperia. Gli pareva che l'onesta dovesse essere [...]
[...] nel sangue e manda a delirare sullo sdraio dell'ospedale. Al banco della fiorista si aspiravano i fluidi letali che distruggono i denti come [...]
[...] una di quelle coloritrici di fiori in mezzo a un piazzale di donne. Non c'era che da guardare agli occhi. La cianina irrita gli occhi e ne [...]
[...] cui non si deperiva e non si perdeva così facilmente l'anima per salvare il corpo. Pur troppo, bisognava pensare anche a questo. Annunciata era [...]
[...] andata di sopra con un po' di castagne arrosto a trovarli, erano come lei. Ne aveva viste delle lavandaie andare a male e delle stiratrici che [...]
[...] domeniche e nelle giornatacce, Giuliano si dimenticava sulla seggiola vicino alla finestra o al focolare, a leggere il libro che gli avevano prestato o [...]
[...] accese, come se fosse giunto trafelato da un lungo viaggio a piedi. Era il soggetto che lo aveva commosso, che lo aveva fatto palpitare, che lo [...]
[...] aveva uncinato e obbligato, a poco a poco, a partecipare alla storia che gli si svolgeva sotto gli occhi come spettatore. Certi personaggi, che [...]
[...] subivano gli strazii della vita senza nome, gli facevano salire le lacrime dalle viscere e lo trattenevano lì, col libro in mano, a pensare alle sue [...]
[...] riforme, che allargava con la esperienza che andava facendo. Sovente, con la fantasia che gli si svegliava a mano a mano che il libro lo [...]
[...] delle figure eterne. Le pene dei tribolati dalla fortuna divenivano le sue pene e lo incitavano a dire parole maiuscole contro i persecutori. La [...]
[...] storia commovente di una povera ragazza di campagna, andata in fondo a un pozzo asciutto a nascondere la vergogna di aver partorito il figlio dei suoi [...]
[...] , perchè le famiglie lo volevano sempre di buon mattino a lavorare i materassi ancora tepidi. Ma non vi mancava mai se capitavano in sabato. Perchè [...]
[...] trovava che erano istruttive. In mezzo a loro si sentiva bene, si trovava come in casa propria, tra gente che la pensava, su per giù, come lui, e che [...]
[...] come di una persona che ha poco fiato da buttar via. Il povero cristo era tormentato da un'angina cronica che si era buscata in fabbrica a lavorare [...]
[...] condizione di tante poverette con una semplicità evangelica. Facevano male a prendere il posto dei loro amici, dove la mercede dei sessi non era uguale [...]
[...] . Lo sapeva. Ma le sgraziate non avevano diritto di scelta. Bisognava pur mangiare a questo mondo, anche a costo di togliere il boccone dalla bocca [...]
[...] frustati dal bisogno. E, dicendolo, faceva fare al braccio un taglio che traduceva un po' della sua disperazione. Lui, del resto, non era lì a [...]
[...] fabbriche di zolfanelli sono sbandate, alla mercè del salario della fame e del fosforo che le istremenzisce, che sguernisce loro le gengive a [...]
[...] figliuole. — Sì, unitevi, uniamoci. Non c'è che questa lega che aiuti i poveri del lavoro a riconquistare un po' del perduto benessere, per vivere [...]
[...] onoratamente come deve vivere la gente che lavora tanto, e tanto onestamente. E a poco a poco diveniva afono e continuava il discorso coi gesti e con [...]
[...] della famiglia. — Candida, va giù a vedere se Annunciata è uscita. Annunciata evitava di andare a trovarli di sera, specialmente se c'era in casa [...]
[...] prostituzione. Tutti sapevano delle sue relazioni con Giorgro, il padrone del Casone. Lo si vedeva venire avanti e indietro a tutte le ore, e coloro [...]
[...] che andavano a letto tardi lo incontravano che discendeva in punta di piedi le scale, col cappello sugli occhi per paura di essere riconosciuto [...]
[...] . Era uno scandalo che andava di blocco in blocco a ingrossare il pettegolezzo del ballatoio. Si sapeva che Annunciata era audace e che sfidava il [...]
[...] sottovoce con una noncuranza che faceva stupire la gente. Di notte veniva a casa a tutte le ore, smontando dalla vettura senza vergogna e dicendo [...]
[...] addio, dal buio dell'andito, ad alta voce, che chiunque la poteva udire, all'uomo che la salutava. Ma non ci veniva sempre, a casa. C'era Alfredo [...]
[...] che raccontava, anche a chi non lo voleva sapere, che alle tre del mattino di una notte che fioccava, e si sprofondava nella neve fino al [...]
[...] ginocchio, egli aveva trovato il suo uscio spalancato e le sue stanze vuote. Egli era andato a cercarla per il letto con il cuore tremante senza trovarvi [...]
[...] musicaiuolo della strada le sembrava assolutamente inutile. Chi voleva della musica andava in chiesa o a teatro. E Giuliano non le dava tutti i torti [...]
[...] ritornava a ragionare sulla diceria che correva per il Casone. Non era possibile che una donna con tanta esuberanza d'affetti potesse dimenticare i [...]
[...] mangiava con dei baciozzi che entusiasmavano anche coloro che di affetti di famiglia non s'intendevano. Se andava a spasso, pregava Enrichetta di [...]
[...] degli uomini della strada. Enrichetta sapeva che Giuliano non vedeva Annunciata che a malincuore e che perciò le raccomandava di non accettare nulla [...]
[...] cartoccio di dolci per le ragazze, pregò la madre di invitarla a pranzo per cancellare l'obbligazione. Tre o quattro lire più o meno non lo [...]
[...] avrebbero ruinato, ma ci teneva a togliersi il peso dallo stomaco. L'Annunciata si sentiva commossa, ma non voleva accettare. Perchè lei quello che [...]
[...] faceva era per pura soddisfazione di cuore. Le piacevano le ragazze e, se loro non avevano qualcosa in contrario, avrebbe continuato a voler loro [...]
[...] il marito. Giuliano e Annunciata erano faccia a faccia e le ragazze occupavano il resto del tavolo, lasciando alla mamma il posto vicino al fuoco [...]
[...] all'Annunciata, tagliando il pane, che ci sarebbe voluto un po' di scuola per la cucina delle nostre donne, che cocevano i piatti tutti a un modo [...]
[...] . Era una delle ragioni per cui gli uomini preferivano, spesso, un piatto all'osteria. Lo stufato, a metterlo in tavola come un boccone da far [...]
[...] versargli sopra, a mezza cottura, qualche altro bicchiere di vino rosso del Gianmaria per dargli del gusto, e di mantenergli un fuoco coperto di cenere [...]
[...] piaceva vedere gli altri a bere. Annunciata beveva. Era il suo mestiere che lo esigeva. Senza qualche bicchiere di vino non avrebbe potuto resistere [...]
[...] biancheria che le mandavano dava da lavorare a cinque o sei donne. Ma, se voleva che le cose andassero bene, non poteva voltar via un minuto. Le sue [...]
[...] avventizie erano buone donne che obbligavano la padrona a essere sempre presente. Lei sapeva che, via la gatta, ballano i ratti. Sol ch'essa [...]
[...] la torcevano senza lavarla. Al sabato bisognava pagarle, le poste si lamentavano e qualche volta mandavano la lavandaia a quel paese. Lo [...]
[...] . Stracciava il pane a bocconi, lo immergeva nel succo del tondo premendovelo e voltandovelo con la forchetta e se lo metteva in bocca con voluttà da [...]
[...] pacchiona. Mangiava forte perchè era forte. A ventott'anni non sapeva ancora che cosa fosse l'impedimento di stomaco. Mentre Giorgio, con tutti i suoi [...]
[...] signori era nella mancanza di moto e nell'abbondanza. Avevano di tutto, provavano di tutto, e non facevano due passi a piedi. Al loro posto sarebbe già [...]
[...] crepata. Se ne poteva vedere la differenza del sistema di vita guardando a loro. Erano a tavola in nove e neanche Enrichetta, che aveva fatto sette [...]
[...] benessere. I poveri invece soffrono del contrario. Non ne hanno mai abbastanza. In tutto il casamento che conteneva, a dir poco, mille e cinquecento [...]
[...] avuto ripugnanza per il legame a vita, si sarebbe maritata tante volte dalla paura. Il fatto che stava per raccontare era vero, come era vero che [...]
[...] c'era la Madonna di Caravaggio che faceva tanti miracoli. Era capitato a lei, che non sapeva cosa fosse la bugia. Alla vigilia di Natale ella [...]
[...] . Si chiacchierava del mestiere e si diceva che si sarebbe potuti star meglio se non ci fossero state le lavanderie a vapore che lavoravano per [...]
[...] trova sempre modo di mangiare. Dopo una pausa ricominciò la storia degli spiriti. A mezzanotte diede loro il loro dovuto con le buone feste e un [...]
[...] bicchierino di rosolio che si trovava sul tavolo tale e quale glielo aveva regalato il liquorista. Se n'erano andate tutte. A pensarci le [...]
[...] ritornavano i brividi. Se n'erano andate tutte. Giuliano le versava da bere e le diceva che non bisognava credere a tutte le fandonie, perchè alcune volte [...]
[...] narrava era vero come era vero che c'era la beata Vergine. Se n'erano andate tutte e stava pensando di andarsene a letto senza muoversi mai dalla [...]
[...] verso l'armadio. Tese l'orecchio con una paura del diavolo. Credeva che qualcheduno si fosse nascosto sotto il letto. Nessuno! A poco a poco si [...]
[...] dell'ospizio di maternità andava a portarle la notizia che il suo Andreino di tre anni era morto del male del gruppo. — Crediate o non crediate, questo è [...]
[...] volare in cielo. Ci fu un attimo di sosta. Il vento ruggiva per la gola del camino e il fumo imperversava a buffate per la stanza. Tutti erano [...]
[...] terrorizzati. Le ragazze si rannicchiavano l'una nella spalla dell'altra, Enrichetta, violacea, si faceva piccina sotto lo scialle a quadrettoni [...]
[...] lui non sarebbe più sola e avrebbe la consolazione di vederselo alto come un ometto di dodici anni, pronto a difendere la sua mammuccia se ce ne [...]
[...] fosse stato bisogno. E dicendo queste parole, nascondeva il viso irrorato in quello di Attuccia per non farsi vedere a piangere come una disperata [...]
[...] sugli altri e si contorcevano seguendo la furia dell'aria che passava a volumi. Il cielo si sopraccaricava di nubi e, tramezzo a esse, tralucevano [...]
[...] i bimbi che mi avevano obbligata per tanti mesi a curvare la fronte dinanzi la gente sfacciata che mi guardava il ventre grosso. Prima ancora che [...]
[...] nascessero non avevo che un pensiero. Disfarmene, disfarmene a ogni costo. La donna che li mise nella ruota doveva essere più spietata di me [...]
[...] . Non si curò di guardare nè se erano vivi, nè se erano morti. Li adagiò su dei cenci, li ravvolse in un giornale, girò la ruota e andò a bere le [...]
[...] due lire che le avevo date. Sono stata più di una volta a cercare di loro. Ho tentato di leggere negli occhi di tanti piccini, ho baciato dei [...]
[...] del sangue e non sono riuscita che a calmare il tumulto del cuore, col dubbio che mi invadeva la persona. Quali erano i miei due o le mie due, se [...]
[...] accarezzava la lunga capigliatura di Altaverde coi sospiri di una donna che soffre e si fermava a baciare la nuca della ragazza che la lasciava fare. — Se [...]
[...] sarai buona, ti terrò a cresima. Essa non aveva nessuno al mondo e disperava che il Signore volesse concederle la grazia di avere un altro bimbo [...]
[...] . — Nevvero che me la lascerete tenere a cresima? La madre interrogava cogli occhi gli occhi del figlio e assentiva con la testa. — Sarebbe una [...]
[...] fortuna, disse Giuliano, che Altaverde fosse tenuta a cresima da lei: ringraziala. Annunciata la ribaciò con effusione. Voleva vestirla come una [...]
[...] schiena, con un "ricordami" d'oro al collo, con dei guanti bianchi come il latte, con un sottanino dalla balzana insaldata, con la camicia a grandi [...]
[...] fiorami, con le calze lunghe fino al ginocchio e con gli stivaletti dal fiocchetto dinanzi che le dovevano stare a meraviglia. Il corridoio [...]
[...] momenti terribili. Il padre, che non sapeva lavorare di lunedì, aveva finito per essere a spasso tutto l'anno, salvo le giornate in cui lo si chiamava [...]
[...] a sostituire qualche ammalato o a lavorare in una domenica straordinaria in una delle tante botteghe all'estremità dei sobborghi. Ultimamente [...]
[...] . Sua moglie, di patimento in patimento, non era ormai che una carcassa che mangiava irregolarmente e trovava a stento qualche servizio di cucina e [...]
[...] picchiava senza pietà per le sue ossa in disordine. La moglie dello straccivendolo in faccia usciva con lo zoccolo in mano per rompere la testa a [...]
[...] quel porcone che trattava la madre a schiaffi. Gli diceva che Iddio lo avrebbe punito a maltrattare i genitori in quel modo. Ma lui le [...]
[...] tessitura erano quelle che tenevano in piedi la casa, e, senza di lei, sarebbero tutti sulla strada a soffiarsi sulle dita e alla sera, andrebbero [...]
[...] a letto senza cena. E se ne andava dove voleva, sbattendo l'uscio con violenza e dicendo che un giorno o l'altro li avrebbe piantati, perchè ne [...]
[...] , sedeva sul focolare spento per delle ore, e così, al buio, andava a sdraiarsi sul saccone lurido in terra da parecchi anni. Di fronte al barbiere [...]
[...] Casone era ancora addormentato, e usciva col suo sacco oleoso e il suo chiodo a uncino per non ritornare che a sera fatta. Raccoglieva brandelli d'abiti [...]
[...] lucernetta a olio e in una vecchia cogoma di latta per il fondo di caffè che la moglie faceva bollire e ribollire senza mai trovarlo cattivo. La [...]
[...] spettacolosi e delle braccia che sollevavano ancora il vespaio in un cervello di tacchino. Lavorava in giornata nella cucina del Gianmaria a pulire [...]
[...] piatti e a tenere le posate sempre d'argento e il rame sempre d'oro come voleva il padrone. I suoi parti la infastidivano solo perchè giurava [...]
[...] tutti gli anni che non voleva più figli. Si sgravava a mezzanotte, dopo che aveva sgobbato tutto il giorno, e alla mattina, alle sei, era in piedi [...]
[...] che stavano in letto a consumare le lenzuola per far sapere al vicinato che avevano avuto dei bimbi. Se fosse toccato loro mantenere tanti [...]
[...] sottane o sbottonava i calzoni e faceva loro venir le culatte rosse. Amava il marito a suo modo. A volte veniva a casa con un piatto di carne [...]
[...] avanzaticcia e un boccale di vino che le aveva dato di nascosto il garzone di cantina e sedeva a tavola col suo uomo, dando ai figli dei pezzi di [...]
[...] pane con le fibrille del loro piatto. E a volte, al sabato, quando egli veniva a casa coi soli spiccioli della settimana, gli assestava dei pugni [...]
[...] sodi sulla faccia o gli rompeva la scranna sulla testa con una sola mano. Gli diceva ch'era una canagliata andare a zonzo a sbevazzare con una [...]
[...] andare a romperle le scatole. Ch'essa di uomini ne avevo fin che ne voleva. Il brutto venne quando il Maddaloni le andò a casa ciuco come un [...]
[...] animale, licenziato dal padrone. La moglie gli andò incontro con dei ceffoni che echeggiavano e riecheggiavano lungo le altre abitazioni del budello. A [...]
[...] più niente. Si sbarazzava dei fanciulli, rovesciando gli uni addosso agli altri, e continuava a menare manrovesci sul faccione del marito. I vicini [...]
[...] delle birbanterie la moglie aveva il diritto di rompergli i connotati. E finiva invece per rompergli la testa con un colpo di sgabello. A poco [...]
[...] a poco discesero sull'ultimo gradino della fame senza soccorso. Il Gianmaria, stufo di avere in casa una riottosa che tirava nella schiena i [...]
[...] piatti alla gente di cucina, la mandò a spasso con le belle maniere, dandole a intendere che era una buona donna, ma che non faceva più per la sua [...]
[...] osteria. Con undici figli tutti vivi il quadro divenne straziante. In una settimana furono obbligati a vendere il superfluo e il necessario. Non [...]
[...] avevano potuto tenersi in casa neppure la lampaduccia a olio che non valeva due soldi. Alle volte i vicini davano alle fanciulle e ai ragazzi qualche [...]
[...] lire, ripetendo che ce le metteva della sua saccoccia. Dovevano pensare a trovarsi del lavoro, perchè di poveri ce n'erano degli altri. Il marito [...]
[...] aveva bussato a tutti gli usci. Ma era così stracciato che faceva paura. Lo si vedeva e lo si mandava via con dei no! secchi secchi. Disperato e [...]
[...] scalcagnato andava alla sera in piazza Castello a prendere la scopa dello spazzino a ottanta centesimi per notte. La moglie, raccomandata [...]
[...] la madre di tanti figli non sapeva più dove dare la testa. E nei momenti lugubri Agata pensava a una catastrofe che chiamasse gente intorno alla [...]
[...] sua famiglia, che non mangiava più se non a sbalzi delle fette di polenta o del pane nero che comperava dinanzi la caserma dei soldati. Pensava a [...]
[...] all'altro, un pensiero diabolico la istigava a buttarne uno dalla ringhiera per far sapere con una tragedia, che i suoi figli morivano di fame. Mezza [...]
[...] ? E il senso materno le saliva alla gola e le riempiva gli occhi e la obbligava a tirarseli intorno per dir loro di aver pazienza, che sarebbe andata [...]
[...] a prendere il pane. Da vendere non c'era più nulla. Non dormivano più che su un mucchio di cenci e non si coprivano più che con le loro vesti [...]
[...] . Tornò a casa con tre libbre di pane e un po' di ritagli della tafferia del salumaio. La masturbazione esercitata dalla madre aveva impedito ai [...]
[...] a quarant'anni, con una pensione di venticinque lire al mese e dei baffi chiari, che cominciavano a ingrigiare alle punte. Ritornato alla vita [...]
[...] riallacciarono l'amicizia. Lui era a spasso, pieno della speranza che il primo impiego ministeriale vacante sarebbe stato suo. Lei era figlia della [...]
[...] , dopo che le macchine avevano distrutto l'amore per i lavori a mano. Le sue cifre sui fazzoletti di batista dell'aristocrazia erano dei [...]
[...] capolavori. Con delle sigle leggerissime che sentivano dell'altezzosità della classe per la quale erano fatte, sotto la corona di conte o di marchese, a [...]
[...] le vesti che le andavano giù a piombo sopra le sottane floscie, e si teneva il busto chiuso fino alla fossetta della gola. Col corpo ben fatto [...]
[...] che facevano assieme un fuoco luminoso. Alla magistrale aveva imparato a parlare con qualche eleganza e a infarcire il linguaggio di qualche parola [...]
[...] di barolino al ghiaccio, quando i signori non erano a Milano e la madre, con tutte le vesti che le portavano dabbasso le cameriere, non aveva [...]
[...] sapeva dove passasse le sue ore fuori di portineria e perchè nessuno l'aveva potuta intrattenere a fare dei pettegolezzi. Se le cameriere incominciavano [...]
[...] pensar male a tutta la servitù dei piani superiori. Andavano giù a cercarla l'una dopo l'altra e la madre non sapeva rispondere altro alle sguaiate [...]
[...] se non che non poteva star molto a arrivare. E quando arrivava le maligne notavano che era tutta agitata, che aveva la faccia accesa, che aveva [...]
[...] la mamma a più riprese, rispondeva a tutti con grazia e le rideva nel pensiero un avvenire bugiardo che le mise due rughettine sulla fronte. Un [...]
[...] prime rose del primo abbraccio. A ventisette anni, con un romanzetto volgare che le aveva dato il disgusto della vita, la sua bellezza si era [...]
[...] faccia, pur restando fine come quella di una madonna colorita, aveva perduto della freschezza, e alla mattina era obbligata a strapparsi i capelli [...]
[...] aveva in orrore la montura dei sottufficiali. Le parve di avere incontrato il suo giovine povero. Si commosse, si lasciò corteggiare e indurre a [...]
[...] divenire sua moglie, malgrado i consigli dei genitori che le seguitavano a dire che i soldati, fuori di caserma, sono dei buoni a nulla che fanno [...]
[...] la sventura delle donne che cadono nelle lora braccia. Andò all'altare con settemila lire in contanti, oltre a un mucchio di biancheria, a una [...]
[...] quantità di abiti e a una farraggine di regali che incominciavano coi gioielli e andavano via attraverso i pizzi, i merletti, i guanti, le gale, i [...]
[...] fazzoletti di batista, le calze di seta e le camicie ricamate con una maestria che tendeva a uguagliare la sua. Lo sposo non le aveva regalato che [...]
[...] a fare una passeggiata col sigaro in bocca, fino dall'acquavitaio Ramassotti, in Santa Margherita, per offrirsi un cicchetto e fare quattro [...]
[...] chiacchiere con gli amici. Ritornava a casa per l'ora della colazione che trovava in tavola, coloriva un po' di vita di caserma per darsi [...]
[...] dell'importanza e andava a spasso fino all'ora del pranzo. Senza mestiere, col solo bagaglio di una bella calligrafia e un'istruzione amministrativa che si [...]
[...] fermava alla moltiplica o alla divisione, continuava a vivere dietro la chimera dell'impiego. Gli avevano detto che gli ex ufficiali e sottufficiali [...]
[...] prima o dopo sarebbero riusciti, con le sue protezioni, a mettere piede in Roma, la città dei Cesari, ove gli impiegati fanno carriera perchè sono [...]
[...] sue mani che incominciavano a tremare, stavano per farle perdere il resto. Il padre di Arturo, di Annibale e di Bice, in parecchi anni, non aveva [...]
[...] saputo snidare che delle occupazioni momentanee di due o tre mesi, per delle mesate che non bastavano a pagare i suoi vizi personali. Nel '70 [...]
[...] , quando egli diceva a tutti che se avesse avuto vent'anni di meno sarebbe andato in Francia a difendere la causa dell'ordine contro i petrolieri e le [...]
[...] naso rosso come quello di un beone, una bocca smisuratamente larga e una voce che segava i nervi. Il padre era qualche volta obbligato a dirgli [...]
[...] di tacere se non lo si voleva costringere a uscire prima di fare la sua pipata nella radica che gli avevano regalato i suoi commilitoni. Annibale [...]
[...] a dieci anni era gracile, aveva degli occhietti che parevano infossati e una fronte bassa bassa, come se appena nato gli avessero messo sulla [...]
[...] calotta cranica un pietrone per impedirne lo sviluppo. Bice a nove anni aveva la faccia di dodici e un corpo che pareva un barilotto di carne. Non [...]
[...] era in lei promessa alcuna di diventare una donna seducente. Aveva gli occhi che guardavano l'uno a destra e l'altro a sinistra, dei capelli [...]
[...] . Non li lasciò andare a bottega che proprio quando la casa non poteva più tirare innanzi. Ammalata, col marito che non aveva coraggio di voltarsi [...]
[...] su le maniche, lasciò andare Bice con sul braccio lo scatolone della modista Bertelli della Galleria Vittorio Emanuele, Arturo a lavorare da un [...]
[...] liquorista all'ingrosso e Annibale a correre per le vie coi pacchi da portare a domicilio della ditta di moda Altazzi. Tutti e tre [...]
[...] raggranellavano cinque lire la settimana. Il fitto di centoventi lire per la stanza a due finestre, veniva pagato con grande fatica e le buone abitudini di [...]
[...] vivere bene erano state perdute a una a una. Era difficile che al loro desco domenicale si vedessero un po' di carne e un bicchiere di vino. La [...]
[...] stanza che veniva dopo la loro era occupata da una curiosa famiglia venuta da Cremona, la quale stava discendendo, a oncia a oncia, nel sottosuolo [...]
[...] delle famiglie che mancano di tutto. Non erano dei decaduti come Achille Vaselloni, ma a Cremona avevano vissuto agiatamente. Il padre era un cuor [...]
[...] conosciuto come l'erba bettonica. Bastava domandare di Alessandrino, il pancione, perchè tutti vi mandassero in piazza, sotto i portici a destra, ove erano [...]
[...] cavaturaccioli col manico d'avorio e di ferro bianco, di elastici a striscia larga e piccina e di altre cianfrusaglie che completano il negozio del [...]
[...] venditore a prezzi varii. Due volte la settimana lasciava sotto i portici la moglie e la figliuola e lui, con l'asino e il figliuolo, andava nei [...]
[...] dintorni dell'alto e del basso Cremonese, carico di mercanzie, a servire i fittabili e i mercantelli di campagna, che lo aspettavano invariabilmente [...]
[...] ragliava fino a quando andava il padrone a accarezzargli le nari che palpitavano di collera e a dirgli parole dolci come a un bimbo. — Brutto [...]
[...] sul muso. Tonino, contento, riprendeva il viaggio con maggior lena, dondolando il collo a destra e a sinistra per far sentire col dlin, dlan [...]
[...] col carniere gonfio di carta e cordicella per fare i pacchi della vendita, e seguiva, a piedi, dalla parte opposta alla polvere, il carrettone col [...]
[...] coperchio a schiena alta, sommerso nel gran sole, sotto il cappellone di paglia a cono che gli ombreggiava i piedi, portando sull'orecchio, come [...]
[...] delle matasse di cotone e di lana per fare le calze, dei fusi col cappelletto a colori vivaci, dei fazzoletti di shirting, dei cashmirs [...]
[...] in chiesa le contadine come tante madonne, dei grembiali azzurri o a bollicine chiassose sul fondo chiaro, che illeggiadrivano le ragazze in [...]
[...] domenica, degli anelli d'argento col Cristo spirante sul cerchio a crocifisso, dei foulards da collo, delle borse di tabacco per gli uomini e dei [...]
[...] . Vendeva chiacchierando come un mercante che dà via senza contrattare, non badando che a tener da conto la clientela. La vecchia, che stiracchiava sul [...]
[...] prezzo, la lasciava senza risposta. Lui si contentava di vivere, ma non poteva dar via la merce sotto il costo con una famiglia da mantenere. A [...]
[...] tempo per niente. Le giornate diventavano bige anche col sole rutilante, se il raccolto era andato a male. Se la tempesta aveva rovesciato il [...]
[...] o comperava a credito, lesinando i centesimi. In tempi grami, Alessandrino rifaceva la strada di sera, dicendo uh! al ronzino, che andava via [...]
[...] il Signore Iddio in ginocchio, nel luogo sacro, con la fronte umiliata al suolo e le mani unite. La coltura a irrigazione, nell'alto e nel basso [...]
[...] campagna a coltura intensiva, c'erano gli uragani e la siccità che devastavano i campi e indebitavano migliaia di famiglie abituate alla prosperità [...]
[...] senza quattrini anche nelle stagioni perverse. Alessandrino, il pancione, ritornava dai suoi giri come un cane frustato a più riprese dalla crudeltà [...]
[...] rincasava contento come una pasqua. Invece, da un pezzo, ritornava a Cremona col temporale nella testa. L'ultimo viaggio fu, quando gli cadde l'asino [...]
[...] per tanti secoli i loro genitori. I nuovi venuti preferivano la bottega, a costo di pagare il doppio di quello che si pagava al suo banco. E se si [...]
[...] andava da lui era per farlo impazzire. Un temperino a due lame, che una volta pagavano due lire con dei grazie, ora lo trovavano caro a ottanta [...]
[...] centesimi. Le famiglie cospicue, che mandavano di solito a prendere il lucido, si erano stancate, perchè le serve dicevano che il suo lucido [...]
[...] mandava a grosse a tutti i tabaccai, e a scatole alle case signorili, erano diventati, per i suoi avventori, zolfini che parevano stati nell'acqua [...]
[...] . Dicevano che ce ne voleva un cavagno per accendere il fuoco. E tuttavia erano della stessa ditta Medici, che inviava fiammiferi a mezzo mondo. Il [...]
[...] bazar del tutto a una lira, il quale occupava otto botteghe illuminate a gas, aveva finito per rovinarlo. Chi andava da lui sceglieva e sbatteva [...]
[...] di bloccargli la via all'esistenza alterò il suo carattere di bonario e gli mise in capo l'idea che a Cremona, dove era nato e ove aveva fatto [...]
[...] scottavano i piedi. Lo salutavano, e scorgeva nel saluto la gioia di vederlo avviato alla casa dei pitocchi. Andava a quintinare per farsi passare [...]
[...] il crepacuore e per dimenticare che a Cremona c'era tanta gente perversa, e leggeva su tutte le facce la delizia della gente che indovinava che [...]
[...] aveva poco da bere. Alla sera, a cena, batteva i pugni sul tavolo e giurava che un giorno o l'altro avrebbe venduto tutto e dato un addio alla [...]
[...] famiglia. A Milano c'era posto per tutti coloro che avevano voglia di lavorare. E un bel giorno mise tutto all'asta, pagò a tutti fin l'ultimo [...]
[...] capitale lombarda, ove vanno a finire tutti i battuti degli altri siti. Gli rincresceva di avere venduto l'Antonino, proprio quando l'aveva guarito [...]
[...] dai pedicelli che gli avevano tormentato i piedi e lo avevano fatto cadere sullo stradone durante l'ultimo viaggio. Ma non poteva tirarsi a Milano [...]
[...] una bocca inutile che bisognava nutrire. Lo aveva però venduto a condizione che potesse ricomperarlo se gli affari gli fossero andati bene. Messo [...]
[...] a Milano che a Cremona. Intorno, alla ricerca di un posto, trovava mucchi di disoccupati. Bussava e si sentiva rispondere di non seccare, che [...]
[...] città come una guida. Dopo due mesi di ciabattamento riuscì ad allogarsi in una liquoreria che lo mandava in giro col carretto a portare a [...]
[...] domicilio le ordinazioni per venticinque lire il mese, a patto che pagasse i vetri che avrebbe rotto. Le donne costano meno e trovano più facilmente [...]
[...] . Dava un occhio a tutto ciò che si lasciava sulla tavola e rivedeva gli avanzi allo stesso posto con l'occhio sospettoso di chi non ha dimenticato le [...]
[...] domani. La moglie di Alessandrino, il pancione, che non aveva mai servito e che in casa sua, a Cremona, non si lasciava andar via nessuno senza [...]
[...] vuotare il boccone, passava di meraviglia in meraviglia e diceva a sè stessa che i milanesi non erano tanto generosi come si diceva. Il marito [...]
[...] , e dovevano fare il tirocinio come in tutti i mestieri. Il ragazzo intanto guadagnava più che a Cremona, dove guadagnava niente. Con cinque lire [...]
[...] di capitale portava a casa una e cinquanta al giorno. Comperava tanti giornali e non smetteva di strillare fino a quando li aveva venduti tutti [...]
[...] letto dell'Ospedale maggiore, ove era andato a cercare il rifacimento dello stomaco sgretolato che non digeriva più neppure il pane bianco. A casa [...]
[...] oppressioni che lo soffocavano e che lo facevano correre sulla ringhiera a tirare il fiato. Provava delle vertigini che lo obbligavano a prendersi nelle [...]
[...] languido che riscaldavano la sua esistenza angustiata. Pensava che non era nato per la vita cittadina. Abituato al moto, a respirare a pieni polmoni in [...]
[...] piena campagna, a mangiare il cibo sano dei piccoli centri, a bere il nostranello che trepidava nel bicchiere, la vitaccia degli alveari umani [...]
[...] gli diventava una prigione. Proprio quando incominciava a uscire dalla monotonia rabbiosa che lo rendeva insopportabile, la diabete ricominciava a [...]
[...] limargli lo stomaco e a smagrarlo con dei digiuni interminabili. Allora era una pena. Vedeva voltare sulla tagliola il culo di polenta fumante e [...]
[...] Corona, abituato a trovare sulla ringhiera di questi infelici che avevano in isfacelo le vie digerenti, non perdeva tempo a battere le loro costole [...]
[...] che andavano da lui quando era troppo tardi o quando, a volerli aiutare, bisognava ordinar loro di cambiare aria e di nutrirsi con dei brodi [...]
[...] medicine, se non volevano infiacchirsi l'organismo. Alessandrino, che non voleva rassegnarsi a morire e che sognava ancora di ricostruire la sua [...]
[...] famiglia col benessere, andò due volte all'ospedale. Ma tanto la prima che la seconda ritornò a casa più debole. Le lavature di stomaco lo [...]
[...] . Incadaveriva a vista d'occhi e lo si vedeva con dei brividi. La testa gli si era come rimpicciolita e schiacciata alle pareti e i pochi capelli bianchi [...]
[...] , egli era morente. Rantolava della mattina e non apriva gli occhi che quando le sofferenze lo obbligavano a tentare di sollevarsi dal lenzuolo con [...]
[...] degli "Oh Signore, fatemi morire". Il pranzo era finito e Giuliano era uscito con Candida, Altaverde e Annunciata a fare una passeggiata fino al [...]
[...] parrocchia e ai suoi parrocchiani, i quali non mancavano mai di ricorrere a lui quando avevano dei dispiaceri di famiglia. Lo si poteva mandare [...]
[...] a chiamare a tutte le ore, di giorno e di notte, quando era a pranzo e quando era in letto, senza irritarlo mai. Sabato aveva dovuto farsi in [...]
[...] quattro. Gli era toccato di correre al Casone del Terraggio tre volte. A dare un'occhiata a una sua penitente, a portare il santissimo sacramento [...]
[...] alla locandiera Peppina, ch'era andata all'altro mondo senza dire addio al marito in galera, a confessare Alessandrino, che stava male e che il [...]
[...] dicendogli che il sommo Iddio non abbandonava gli afflitti. Alessandrino girava gli occhi senza comprendere. Aveva già incominciato a perdere la [...]
[...] conoscenza. — Raccontami i tuoi peccati, ricordati che sei sul punto di rendere l'anima a Dio. Ma non ci fu verso. Sulla sua faccia passavano [...]
[...] settimana intera per dei soldi. Non ne aveva dunque che per sè. Egli dormiva sulla locanda e non pensava oramai che a sè stesso. Agostina, la figlia [...]
[...] , pregando, coi singhiozzi che rompevano il cuore, di non lasciarla in terra sola. — Oh, Signore, fate la carità a una povera donna! Don Paolo entrò [...]
[...] , disse il sacerdote, a questa casa! Si avvicinò al letto del moribondo, gli aprì l'occhio coll'indice e il pollice, come per vedere se fosse ancor [...]
[...] inferiore, come se si fosse addormentato in quel momento. Il prete si fece dare un po' d'acqua e gliene versò sopra una goccia per aiutarlo a [...]
[...] trangugiare il Signore, senza farlo toccare i denti. L'ostia, che si era appiccicata alla lingua, si sciolse in una poltiglia bianchiccia e a poco a poco [...]
[...] . Don Paolo ritornò poco dopo con la calotta a tre angoli e con la stola a dargli l'estrema unzione. Respirava con dei rantoli che impaurivano [...]
[...] discordia la disturbi. Signore, mostra a noi la grandezza del tuo nome, della tua bontà, della tua misericordia, liberaci da ogni colpa, da [...]
[...] ogni timore e dona a noi la salute. Le donne assentivano a tutto ciò che diceva il prete, ricominciando febbrilmente le preci e battendosi [...]
[...] mie opere. Fa il bene, o Signore, a quelli che ho danneggiati. Perdona, o Signore, quelli che mi hanno fatto del male. Il polso pareva alle [...]
[...] , dei bastoni di ferro. Le dita si attaccavano alle carni delle sue vittime come tentacoli che stritolavano. A ventidue anni, con dei baffetti [...]
[...] nerissimi, le cui punte attorcigliava con orgoglio, correva dietro a un'orlatrice di scarpe che rivaleggiava con lui in bruttezza. Era bassotta [...]
[...] . Chiunque poteva darle un pizzicotto o palpeggiarla dove voleva. Alla sera, col boccone in bocca della cena, andava sul bastione a giocare coi [...]
[...] così ripulsiva che nessuno, neppure la madre che la tirava grande a schiaffi e a pedate, sentiva il bisogno di proteggere la sua verginità dagli [...]
[...] Vittoria. Pietro sentiva per lei una passione brutale di abbatterla in terra e saziarsi sul suo corpo. Più ella si ostinava a voltar via gli occhi e [...]
[...] che le cascavano giù dai fianchi che non aveva, a piedi nudi, col seno incipiente, ridendo a tutti, tranne che a Pietro, che odiava perchè era [...]
[...] nessuno e continuava a pedinarla, determinato a carpirsela come una preda, a farsela sua per diritto di conquista, a contenderla agli altri col suo [...]
[...] di fuori che gridava aiuto, egli si mise a sfogarsi contro i vetri, scaraventando i bicchieri nelle finestre e adoperando un doppio litro per [...]
[...] . Vittoria era sul bastione, in mezzo a una frotta di giovani operai che passavano dalla luce nelle ombre del fogliame degli alberi, che la cingevano alla [...]
[...] temperatura e, incalzato dalla gelosia, andò difilato, di corsa, verso il capannello, che si sciolse a gambe levate, a si gettò sulla donna come un cane [...]
[...] testa, le passò il braccio sotto il braccio e si avviarono verso casa senza scambiarsi una parola. Sull'angolo, Pietro, entrò dall'acquavitaio a [...]
[...] bere un grappino, lasciando la ragazza sul marciapiede come una sbalordita che non aveva più volontà propria. Alla porta si separarono. — A domani [...]
[...] . — A domani. Non mancò mai agli appuntamenti. Col succedersi delle settimane i desiderii di Pietro diventavano per Vittoria degli ordini [...]
[...] mani che l'avrebbero strangolata come una gallina. La sera in cui le disse: domani andremo coi testimoni a prendere il consenso, la ragazza si limitò [...]
[...] a rispondere che non aveva scarpe e che la settimana doveva darla alla mamma perchè l'aveva mantenuta. Il vicinato, vedendoli passare, faceva [...]
[...] non riuscivano a convincersi che ci fosse una legge divina che permettesse a un mostro come il gobbo e a una infelice come Vittoria di unirsi in [...]
[...] bisogno di denunciarlo. Chiunque sapeva che erano due sgorbi umani che facevano vomitare a guardarli. Pietro poi era un gobbo pericoloso che si [...]
[...] sapevano che era lui che l'aveva fatta crepare a botte e a spaventi. Una volta il bilanciere Antonio gliela strappò di mano tutta sanguinolenta. E per [...]
[...] piene di ditate del colore del caffè sporco. Dal soffitto a travicelli penzolavano le ragnatele che infittivano e si allungavano giù, di anno in [...]
[...] giornatone di sole fiorivano di salute. Alcune vicine si conciliavano coi genitori, che consideravano orribili, per avere l'opportunità di dare a [...]
[...] alcuna meraviglia sulle ringhiere e sulle scale popolate di inquilini. Nel Casone si era abituati a dire che i ragazzi più belli uscivano dalle [...]
[...] coppie più mostruose. Ma questa opinione per i figli dei Cristaboni non durò molto. La gente incominciava a vedere che era di loro come di quelle mele [...]
[...] le manate di palta per snegrarsi la faccia e gridare a perdita di fiato. I bimbi dei due Cristaboni non sapevano stare in piedi e le gambe di [...]
[...] rachitico in fasce che lacerava i capezzoli della madre che gli dava il latte. A cinque anni era un demonio che percoteva i fratelli e le sorelle e [...]
[...] deformava senza addolorarla. L'altra, l'ultima, aveva la testa piena di croste, la faccia piena di croste, con un'apertura ombilicale a sei anni, un [...]
[...] piede contorto e uno stomaco che buttava su quasi tutto quello che mangiava. Pietro, in mezzo a questo spettacolo tragico, rimaneva l'uomo di prima [...]
[...] . Indifferente, crapulone, bestiale. Se aveva della grappa in corpo più del solito, prendeva la sua donna per le spalle a la calcava sulla parete [...]
[...] solferino che le fasciava il collo dalla pelle brunastra, facendole spiccare tutto il nero della toeletta. Coi suoi guanti a quattro bottoni in mano [...]
[...] . — A me piacciono, sai, le ragazze pulite, con le orecchie lavate fino in fondo, dove si forma la poltiglia giallognola. E passandole la salvietta [...]
[...] mettere le mani sulla veste bianca. Lascia fare a me, che non voglio che abbia delle pieghe. Avete sentito, Enrichetta, che Alessandrino è morto [...]
[...] ? E poi ci si chiama stupide se crediamo a queste cose che fanno gelare il sangue! Qui non ci sono fandonie, non ci sono. Noi non sapevamo neppure [...]
[...] è vero che c'è la Madonna. Basta, pensiamo un po' a te, carina. Così mi pare che tu sembri un angelo. Vedrai che ti invidieranno. Adesso lascia [...]
[...] denari non li butto via, perchè so che cosa costano a guadagnarli. Ma non faccio economia sai, quando ci metto del mio cuore. Mi fa schifo, sapete [...]
[...] , Enrichetta, di passare davanti l'uscio del gobbo, un uomo che deve essere tutto ulceroso. Sono obbligata a turarmi il naso. Mi pare di sentire [...]
[...] un odore di marcia e di sentirmi in bocca l'aria putrida del luogo comodo. Lo dirò a Giorgio che non sta bene che ci sia un ospedale tra mezzo [...]
[...] possono infettare il corridoio. Il dottore, venuto a trovarmi l'altra mattina, mi diceva che sono pericolosi perchè perdono noduletti dovunque passano [...]
[...] . Mi spiegò che i noduletti sono bestioline che si trovano nel loro sangue e nei loro polmoni a bizeffe. È una famiglia di tubercolotici [...]
[...] . Proprio così, ha detto così il medico che ne era anche lui tutto spaventato. Non ci voleva che un padrone senza cervello per dare alloggio a creature [...]
[...] che portano indosso tante malattie da ammazzare tutto il Casone. Ma non abbiate paura, Enrichetta, che ne parlo io a Giorgio. Lui è così occupato [...]
[...] deve avere un po' di buon senso. Giorgio lascia fare a Ghiringhelli, un buon uomo, senza dubbio. Sa fare gli interessi del padrone, ma pensa troppo [...]
[...] che non ne ho che ventotto. Egli insiste. Bisogna accasarsi. Si sta male soli, lo so, non ditelo a me che è un pezzo che meno questa vita. Può [...]
[...] leggiadre come la mia Altaverde. To' un bel bacione. Aspetta a metterti il velo in testa, che voglio puntarti tra i capelli questa camelia candida [...]
[...] pagine filettate d'oro. Ti piace? Brava! Addio, Enrichetta. Ricordatevi che stasera mangiamo assieme. Dite a Giuliano che andremo all'osteria e che [...]
[...] raccomanda perchè il padrone non la mandi via. Santo cielo, non sono io la padrona di casa! Se tutti facessero a questo modo i padroni andrebbero in [...]
[...] peccato. Ecco delle ragazze che s'avviano alla cresima. Vedi quella là che è già grande come una donna. È ora di maritarla e va a cresima. Dovevano [...]
[...] aspettare un po' ancora a mandarvela. Ce ne sono di quelle che senza gli stivalini sembrerebbero dei pilastri di neve in moto. Don Paolo è [...]
[...] leggermente la guancia sinistra con le due dita. Addio, cara Nina, salutami la mamma. È la figlia del 187 del terzo piano a sinistra. Aspetta che apro [...]
[...] di villani. Entrano in processione. Guarda quanta gente. Si sente l'odore di stalla. Mettiti, come me, il fazzolettino al naso. Vengono a vedere [...]
[...] della polenta. Se fosse mia la prenderei a sculacciate, e gliene darei tante da farle venir su le vesciche. Prendiamo il posto. Come sta, signora [...]
[...] tanto la Carmela. Verrò a trovarla, lasci fare. Inginocchiati e sta raccolta che ho visto il vescovo entrare in sagristia. Vedrai che esce con la [...]
[...] mitra e il pastorale. Recita le orazioni che ti hanno insegnato a dottrinetta. Te le ricordi? Che stupida! Mettiti questo fazzoletto sotto le [...]
[...] fondo. Dice a ciascuno le stesse cose. "Io ti confermo col crisma della salute nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo affinchè sii [...]
[...] braccio sotto il mio, che non abbiamo che mezz'ora. Giorgio ci aspetta al numero cinque, in piazza Fontana, a far colazione. Ci sono stata delle [...]
[...] male, non ti pare? Prendi. Non volevo dartelo che a casa. Mettilo in saccoccia e dallo alla mamma. È un portamonete coi denari per comperarti un altro [...]
[...] . Mi faccia su un bel cartoccio di dolci. Ti piacciono i marrons glacés? A me sì. Uh, come sono buoni! Quando arrivavo al tavolo mi piaceva la [...]
[...] piazza Fontana. Non è che a due passi. To' che ci siamo. Ecco Giorgio. Mi aspettavi da un quarto d'ora? Pago il brumista e sono da te, caro. No [...]
[...] messo cattivo cuore. È proprio una dimenticanza. Ma la giornata non è ancora finita, e ho tempo a rimediarci. Non mi dispero, tu vedi, che non ho [...]
[...] , Altaverde. Lo dico sempre che all'osteria si sta assai meglio che in casa. In casa dopo l'allegria bisogna incominciare a lavorare. Qui si lascia tutto [...]
[...] . Gli uomini sono tutti fatti a un modo. Vorrebbero tutto in un giorno, e poi dopo lo sappiamo noi, povere donne. Chi si è veduto, si è veduto. No [...]
[...] mi è testimone che io ho fatto di tutto per il tuo bene. Se ti preme tanto, è detto. La mia parola è sacra. Ma tu sei a tempo a disdirti anche [...]
[...] domani. Ne ho proprio abbastanza. Un altro bicchiere mi farebbe male. Andiamo a fare una passeggiata. C'è voluto a farmela dire la parola, ma una [...]
[...] che passavano di uscio in uscio, coi nomi degli intingoli che cuocevano e disperdevano un odore che faceva mettere il dito in bocca a chi doveva [...]
[...] mangiarli. Da una parte e dall'altra c'erano vicini che uscivano con la chicchera a far vedere a tutti che prendevano il caffè come i signori [...]
[...] le mani e dicendo alla mamma di dargli la giacca, che voleva scendere a scaldarsi lo stomaco con un bicchierino d'erba ruta. Il vecchio tintore [...]
[...] il salsamentario e con del buon vino da cinquanta al litro. Giuditta, del terzo piano, blocco B, andava giù a portare una fetta di panettone al [...]
[...] povero Siliprandi, il quale si ostinava a credersi inquilino del Casone, sdraiandosi tutte le notti nel cavo disotto la scala. Il povero uomo le [...]
[...] marrone illustrato da miriadi di piselli, con la farfalla d'oro dall'ali ingemmate sul nastro del collo, andava agli usci delle amiche a dare le [...]
[...] buone feste e a offrire un bicchierino di alchermes che le aveva regalato un amico di casa. — Bevilo, Carolina, che è buono. L'ho bevuto anch'io [...]
[...] erano sempre un po' ruvide, perchè continuava a tuffarle nell'acqua, ma bianche come se le strofinasse col cold-cream e le tenesse inguantate [...]
[...] bene, grazie. Se pranzo con lei, oggi? Può darsi. Ieri è stata qui a invitarmi. Ma a me rincresce sempre di andare in mezzo ai signori. Si sa [...]
[...] , loro parlano in un altro modo. Bentoni vuole assolutamente che io passi le feste con loro. Adalgisa verrà a prendermi in carrozza. — A che ora [...]
[...] perchè mi ha raccomandato il silenzio. Anche a me pare impossibile che un padrone di casa, per quanto brutto come Giorgio, possa sposarsi una [...]
[...] lavandaia del fosso, che si è data a tutti coloro che l'hanno voluta e che ha fatto tanti figli che nessuno sa più contare. È bella? Come cento mila [...]
[...] fossero tante serve. Per me, già, me ne andrei all'indomani. Figuratevi se vorrei vedermi in casa una donna come lei a domandarmi l'affitto [...]
[...] ! Rispetto troppo me stessa. A Marianna importava poco. Gli uomini sono matti. Nella sua vita ne aveva viste parecchie di queste combinazioni. Fanno bene [...]
[...] capiva che ci fossero dei libertini capaci di godere a voltolarsi in mezzo a tanta carne. — Vengo! vengo! Non si può stare tranquilla neppure nel [...]
[...] . — Potevate prendervela, buona donna. Non ci conosciamo da oggi. Anche a me piace essere onesta. Ma non si è disoneste quando si prende e lo si dice [...]
[...] alla prossima volta. Il prezzemolo poi non lo faccio mai pagare alle mie avventore. Martino, con la gola della camicia a punte inamidate, col [...]
[...] Battistino sul ponte, l'omone che buttava fuori gli ubbriachi a due a due. — Buone feste, Paolino. — Buone feste, Martino. — Buone feste, Luraschi [...]
[...] cappellone nero fresco ancora dell'anno scorso, era già stato in Duomo a sentire le tre messe con la moglie e i figli e aveva già bevuto il rum caldo [...]
[...] marziale, col pettine lungo e chiaro piantato nei capelli folti al disopra della spartizione a destra, con la salvietta frangiata sul braccio [...]
[...] , aspettando che Martino precedesse gli invitati. Se nascesse un'altra volta non farebbe certamente il barbiere, un mestiere birbone che lo obbligava a [...]
[...] stare in gamba quando tutti gli altri, compresi i prestinai, facevano baldoria! Un pubblico come il suo non lo si trovava a farlo apposta. Un [...]
[...] pubblico che lo lasciava lì magari tutta settimana ad acchiappare le mosche e a guardare il soffitto, e che poi, in domenica, nell'ora in cui si ama [...]
[...] di andare fuori delle porte a fare una partita alle bocce, andava in massa a farsi radere la barba per due miserabili soldi. Se non fosse stato [...]
[...] la faccia pulita in domenica, non andava mica a trovare il parrucchiere in giovedì. — Alla vostra salute. — Tanti augurii. — Buone feste [...]
[...] erano le facce rosse e gli occhi alcoolizzati degli individui che cantavano a perdita di fiato: Ciao, ciao, ciao — Morettina bella, ciao — prima [...]
[...] , obbligando i nuovi venuti a passare davanti o dietro loro, come se fossero stati i padroni del sito. Lungo il banco, tra coloro che vuotavano il bicchiere [...]
[...] Battista non voleva dargli. Bere lecito e onesto era permesso a tutti. Ma non di ubbriacarsi in casa sua. La gente sparlava anche troppo, senza andare [...]
[...] a cercarsi degli altri grattacapi. — Ci vorrebbero qui quei signori che dicono che noi abbiamo il pelo sullo stomaco, lasciando sciupare ai [...]
[...] acceso sul naso, insiste per volerne ancora! Giovanni, andate a casa a dormire! Alcuni, mezzo brilli, volevano prendere la difesa [...]
[...] non aveva altro da fare che da servire la gente che pagava. — Un'altra zaina con sei bicchierini! Se lo avesse fatto a loro avrebbe trovato carne [...]
[...] per i suoi denti. Non si era mai visto un padrone che insultava gli avventori che andavano a dargli del denaro. Era troppo grasso, quello sì [...]
[...] coi piedi. Se non gli andava di vendere le acquaviti, poteva chiudere negozio. Nessuno glielo impediva. Ma fino a tanto che teneva aperto, si [...]
[...] sulle gambe. Si piegava come se avesse avuto sulle spalle una testa di bronzo che lo tirasse a terra. Non capiva più quello che gli si diceva [...]
[...] che io proteggo l'ubbriachezza. E, uscito dal banco, lo prendeva per il collo del palto peloso e a urti lo metteva alla porta, tra la gente che [...]
[...] scene scandalose. Quando Paolino gli parlava del progresso fatto in quarant'anni, non aveva che da dare un'occhiata a Giovanni divenuto un bevitore [...]
[...] quelle che si scambiavano il servigio della pettinatura. Erano sedute sulle scranne gregge, in sottane colorate con la balzana a sbrendoli che [...]
[...] non giungeva loro ai polpacci, in corpetti di percallo a fiorami e ravvolti negli scialli di lana a maglia, coi capelli sciolti per il collo o giù [...]
[...] il cammino con dei passi precipitati, come se il corpo tendesse a rotolarsi sul suolo, e andando spesso ai muri ove tentava di accendere il [...]
[...] paura che non vomitasse loro addosso, e i birichini della porta gli tenevano dietro, perseguitandolo col gajnna! che lo costringeva a volgersi [...]
[...] trasudava di liquori. Era un'indecenza che ci fossero al mondo dei malcreati come lui. Il calzolaio si lasciava battere, continuando a ridere e a [...]
[...] ringhiera, discese le scale a balzelloni, saltò in mezzo alla mischia femminile voltando su le maniche e sfidando le vigliaccone a fare altrettanto. Cento [...]
[...] donne contro un uomo che non poteva stare in piedi! Vergogna! Se avevano del coraggio potevano farsi innanzi, che la Pina era pronta a mandar [...]
[...] sbaiaffona che credeva di essere Sansone. Non aveva paura la Teresa. Non era la prima volta che rompeva gli occhi a delle facce di peto come la [...]
[...] sua. Arrovesciandosi le maniche per il gomito, mostrava a tutti la muscolatura delle braccia pelose come quelle di un uomo e diceva che era pronta [...]
[...] a mangiarle via un orecchio. — Con un pugno, sacradio, ti finisco! Ne voleva venti delle donne come lei da mettersi sotto i piedi. Dare della [...]
[...] vigliaccona a loro per quel suo straccio di marito catarroso che non avrebbero voluto neppure arrostito con le cipolle! — Avanti! Il primo [...]
[...] spettatori e le spettatrici, che si erano assiepati intorno alle barruffone, incominciarono a stringersi nelle spalle. La Pina si era impadronita di una [...]
[...] manata di capelli che impediva a Teresa di vedere la pioggia degli schiaffi e dei pugni che le insanguinavano la faccia, quantunque non [...]
[...] sentivano a disagio dinanzi a questo sbracciamento di femmine che s'insanguinavano. Col raccapriccio dipinto sulla faccia dicevano che non stava bene [...]
[...] , borbottava e faceva capir loro che avrebbero fatto meglio a mettere il naso negli affari propri. Che ne sapevano loro del perchè e del come? La Pina, che [...]
[...] le aveva insultate tutte, si buscava quello che si meritava. Era giusto che le si desse una lezione. Un'altra volta imparerebbe a avere la lingua [...]
[...] meno lunga. Il proverbio parlava chiaro. La lingua senza ossa, fa rompere le ossa. Teresa era riuscita a piantare le unghie nella veste della [...]
[...] toccata a lei questa croce da portare e la portava con rassegnazione per amore dei figli. — A te, Pina. — A te, Teresa. Gli spettatori si [...]
[...] . Nessuno aveva mai messo la testa nel suo abbaino che portava il numero 194, blocco C, perchè puzzava come una latrina e annunciava l'ambiente a [...]
[...] parecchi metri di distanza, come quello del 38 che niuno puliva per paura di trovarsi a tu per tu col diavolo. Era una tana di pochi passi, nella [...]
[...] vomitato, che si scuciva e crepava da tutte le parti, un panciotto scolorato e a pezze su una camicia negra e sfilacciata, e un paio di calzoni che [...]
[...] locandiera che dava a tutti gli avventori un piattone di risotto infiorato di salsiccia, con mezzo litro di vino di quel buono, coll'aggiunta [...]
[...] incorreggibile, alla Carolina e alla Ginevra, le camiciaie del 97, del piano superiore, blocco A, le quali ammiravano la giacca verdone che le [...]
[...] . Andava a pranzo da sua sorella che aveva sposato un impiegato postale che stava bene. A dire la verità, non vi andava volontieri, perchè le piaceva [...]
[...] passare le feste natalizie in casa con gli amici che fanno stare allegre. Ma ormai l'idea vecchia di stare ciascheduno a casa sua non esisteva [...]
[...] , si poteva andare a torno nudi. Non c'era una persona per la strada e le botteghe rimanevano tutte chiuse, ad eccezione di quelle dei fornai che [...]
[...] a pennello. Il suo era un capriccio. E in giornata sono poche quelle che possono appagarselo. S'intende, lei non era mica di quelle che si [...]
[...] una vetrina del Bocconi e che alla vigilia non aveva fatto tempo a comperare perchè i padroni l'avevano tenuta alla macchina fino a ora tarda per [...]
[...] finire delle camicie di batista col plastron a grandi sbuffi. Parlava con una del mestiere e non aveva bisogno di spiegare che cosa erano gli sbuffi [...]
[...] . Carolina, con la sua camicetta di flanella stampata, col davanti a pieghettine e il suo giro di velluto oliva scuro intorno al collo, non era [...]
[...] riuscita a togliersi quella volgarità della faccia che le impediva d'avere degli amanti, come si diceva. Con loro avrebbe potuto pagarsi un corsetto [...]
[...] zoccole, ha sempre avuto al fosso più di quattro o cinque donne che lavoravano per suo conto, e non è riuscita a tenersi a casa la gamba ammalata [...]
[...] di sciatica che poche settimane. Adesso la povera diavola era all'ospedale e domenica sarebbe andata a trovarla appunto perchè era una donna che [...]
[...] volante arricciato e sormontato da un ricco bordo, con un mantello oliva chiaro giù a piombo, ovattato e foderato di seta gialla come l'oro, con un [...]
[...] d'alchermes con Marianna di sopra a vestirsi, e pizzicottava ora il braccio di Carolina e ora quello di Ginevra, per attirare la loro attenzione sullo [...]
[...] con degli oh! di meraviglia e delle risatine a fior di labbro. Notavano tutte ch'essa si era fatta più donna dal giorno che l'avevano riveduta al [...]
[...] potuto. Non andava mai a casa a mani vuote. Vi andava con dei fiori, con delle frutta, con una scatola di guanti, con un gingillo, con dei dolci o [...]
[...] dell'Edoardo puntiglioso che non viveva che di etichetta e per l'etichetta. Bentoni non era meno educato di lui, perchè era stato a scuola coi [...]
[...] signori e sapeva il francese da poter assistere alle rappresentazioni teatrali a Parigi senza perdere una parola. Ella aveva assai più imparato con [...]
[...] insisteva per il matrimonio. Da un po' di mesi si intestardiva a volerla sposare. Pochi anni sono, Adalgisa non capiva la donna senza marito. A [...]
[...] erano? Che cosa mancava loro? E voltava l'argomento dicendo che oggi avrebbe pranzato con la mamma. Era Bentoni che ve l'aveva mandata a bella [...]
[...] , ricco di pieghe, era di stoffa grigia che le andava fino ai tacchi bassi delle scarpe inglesi. Nelle orecchie aveva due stellette d'oro chiuse a [...]
[...] gente, perchè era andata a dire alle ragazze ch'ella era l'amante del Guercio dell'estrazione del lotto. Se non l'era stata, si era data a degli [...]
[...] dappertutto. Adesso la metteva giù dura perchè aveva trovato una grinta disgustosa che si faceva perdonare l'orrore della ciera a furia di biglietti di [...]
[...] banca. Non era ancora venuto il giorno di fargliela scontare. Ma non era lontano. Guai a lei se si fosse permessa una sola smorfia. Avrebbe fatto uno [...]
[...] buona di farsi fuori le sue ragioni, a suo tempo, senza gli altri. Carolina la calmava dicendole che bisognava dimenticare. Oramai era una cosa [...]
[...] gli occhi sui fianchi spettacolosi, terminando di abbottonarsi i guanti e fermandosi a dare un bacio a Candida e ad Altaverde che andavano di [...]
[...] sopra. — Buone feste, signora Annunciata! Si sentiva nell'aria che il vicinato incominciava a considerarla qualche cosa nel Casone. Invece di [...]
[...] evitarla o di passare via senza vederla, uomini e donne facevano a gara nel salutarla e augurarle le buone feste. Ella accettava con dei segni di [...]
[...] illividivano il viso. A mano a mano che si avanzava, la collera le si sbrigliava per il cervello e il sangue le infuriava per le vene, come se tutto [...]
[...] tendesse a precipitarla sulla nemica. Carolina la guardava con delle strizzatine d'occhi e Ginevra le pizzicava il braccio per distrarla. Annunciata [...]
[...] passava accanto a loro salutando dall'altra parte Giuseppe, il tintore del blocco A, che si era tolto il cappello per augurarle le buone feste [...]
[...] . — Buone feste, Giuseppe! Si era fermata a pochi passi da loro, togliendosi dal taschino l'orologio d'oro per guardare le ore; rispondendo ai saluti [...]
[...] spingevano a correrle con le mani alla gola e farle pagare, con la strangolatura, l'insulto di averla battuta in mezzo a tutti. Era il sedimento della [...]
[...] atroce di Adalgisa, seguita dalle approvazioni clamorose delle altre. Annunciata si sentì il cuore passato a parte a parte dal coltello della [...]
[...] impertinente. Ma trattenne l'irruzione per non dare dispiaceri a Giorgio che non ne sapeva niente. Senza scomporsi discese tranquillamente dalla [...]
[...] . — Sei tu che hai detto che sono una prostituta? Le lasciò andare due manrovesci secchi, da vera lavandaia, e si voltò verso le altre a dire che se [...]
[...] perdevano lacrime, le quali le andavano giù, serpeggiando per il rosso delle guance, fino al collo, come una tenerezza che l'invitava a sciogliersi e a [...]
[...] scena per rappresentare la sua parte mancata. Ripresa dal demone della vendetta, mentre si sentivano ancora le ruote strepitare sui sassi, si mise a [...]
[...] correre verso l'uscita, senza badare se sprofondava i piedini nei guazzi, e a gridare: — Sì, prostituta! prostituta! La pivelleria, che si era [...]
[...] andata ingrossando a pochi passi dalla bottega socchiusa di Gianmaria, ove taluni davano, di tanto in tanto, una capatina per un bicchiere bianco [...]
[...] risate sonore. — Cossa gh'è, i mascher? La conoscevano tutti la pelandòla del Terraggio. A chi dava della prostituta? A sè stessa? Sacco di [...]
[...] sugna! Perchè non stava via con i suoi scicconi che le facevano fare tanto di ventre? Che cosa veniva a fare fra i pitocchi che non la potevano più [...]
[...] permesse di rientrare nell'edificio abitato dai loro genitori. Vi ritornavano per suscitare l'invidia nelle altre che non si sentivano attratte a fare la [...]
[...] materia purulenta dalla vita intima dei Casoni! Annibale, maggiore di qualche anno, che lavorava con lui alla stessa sartoria, godeva mezzo mondo a [...]
[...] sentirlo parlare con una virulenza che faceva smascellare dalle risa anche gli altri più serii di lui, e gli dava del matto a braccio di panno [...]
[...] conto. Ma aveva sempre sentito dire che Marianna era stata una linguaccia spietata, che per vent'anni non aveva fatto altro che tagliare i panni a [...]
[...] sentirsi strangolare dal boccone in gola. Madre di gesso! Con una banca di ortolana che poteva dare da mangiare a una famiglia numerosa, la si è [...]
[...] veduta snanerottolare intorno al drudo della figlia!.... Puah! Madre di gesso, vattene all'inferno! Se a lui fosse toccata la disgrazia di averne una [...]
[...] Angiolino. — Salite, mamma, perchè l'ora del pranzo si avvicina e dobbiamo passare da Santa Margherita a prendere dei dolci. Tu, Adalgisa, passa [...]
[...] dall'altra parte, che così io resterò tra voi due. — Addio, buone feste! — Buone feste a tutte! Il cavallo, che raspava il suolo dall'impazienza di [...]
[...] lui, dopo avere lavorato tutta notte e tutta mattina, aveva diritto a un po' di riposo e al tacchino in tavola come gli altri. Ma non aveva cuore [...]
[...] di respingerle. Certe poste lo conoscevano da quando, da ragazzo, andava di uscio in uscio col gerlo in ispalla a portare il pane alle famiglie [...]
[...] in margine alla sua. Se il capo di casa rimaneva sul lastrico o vittima di qualche accidente, Taschini continuava a registrare sul libretto [...]
[...] senza brontolare al sabato, dicendo anzi che era giusto che toccasse un po' anche a lui della sua disgrazia. Ascoltava le miserie che le donne gli [...]
[...] raccontavano, come un padre burbero che impensieriva a mano a mano che il disastro intetrava, e concludeva che a ogni modo bisognava pensarci e [...]
[...] necessario a periodi, e nereggiando gli spazi nei quali erano gli straccioni della fame cronica, ammucchiati nelle stanze dove si moriva di morte [...]
[...] sapeva a chi ricorrere per non lasciarsi gabbare dalla popolazione più o meno sulle braccia della Congregazione di Carità, andava da lui, il quale [...]
[...] avuto una occupazione fissa, che non sapevano alzarsi alla campana di un orario, o attendere a un lavoro costante, e che erano assolutamente [...]
[...] incapaci di sgiogarsi dagli acciacchi della vita che li obbligavano a immiserire nella neghittosità inconsolata. Era difficile dire come vivevano i [...]
[...] pomeriggio. Molte volte si sdraiavano sul giaciglio a ventre vuoto o andavano da lui, a piagnucolare, per una misturina che non negava loro mai [...]
[...] . Raccontava sovente a don Paolo, il suo vecchio amico che non sapeva passare dalla bottega senza entrare a stringergli la mano, che aveva dei casi [...]
[...] o con la morte del padre, passavano da una vita senza fame a una fame perenne. C'erano delle madri, circondate di marmaglia non ancora alta come [...]
[...] parte del marciapiede a salutare dei debitori che arrossivano come i bargigli del gallo se lo vedevano sul limitare della bottega. Taschini, che [...]
[...] conosceva la sua popolazione e che sapeva da che scrupoli era dominata quando non poteva pagare le settimane d'arretrato, andava difilato a casa [...]
[...] dei disgraziati, si informava della loro sventura, li incoraggiava o li pregava a continuare a mandare a prendere il pane, e, magari, se ne [...]
[...] riusciti, senza accorgersene, a creargli un patrimonio, e a mettere lui e la sua famiglia al disopra degli uragani sociali. Don Paolo lo ascoltava con [...]
[...] regalava anche all'avventizia che non si faceva viva se non nell'ora che c'era qualche cosa da prendere. Era una giornata in cui si stava male solo a [...]
[...] , fino alle tre pomeridiane, quando dava il chiodo alla bottega, aveva diritto di mettere il padellotto nel suo forno. A un'ora si poteva dire che [...]
[...] ermeticamente le ultime botteghe dei padroni che si tappavano in casa per impedire ai seccatori di andare a disturbarli. Il tabaccaio, che era sempre [...]
[...] mezzo a questo silenzio esterno che dava l'idea di essere in una città morta, pareva di sentire il sordo fragore di dentiere di ferro che [...]
[...] stritolassero le ossa e maciullassero la carne con quattro colpi di mascella. A mano a mano che lo stomaco delle abitazioni lungo le ringhiere si [...]
[...] sulla sua carcassa. Aveva girovagato tutta mattina senza avere trovato un uncino che lo avesse trascinato dietro un uscio a mangiare un baslotto [...]
[...] di minestra e andava rifinito a sedere sui gradini della scala degli epuloni che voltavano via un piatto dopo l'altro accanto a un buon fuoco [...]
[...] intirizzite sotto le ascelle e coi piedi gelati sulla pietra gelata. Col sole che impallidiva si sentivano uscire le ventosità dei pranzi a [...]
[...] bevande o insudiciato dei nerazzi dei cibi, con in bocca il virginia o la pipa colma e infocata, a chiamare degli altri vicini per domandar loro se il [...]
[...] Natale l'avevano passato bene o se volevano venire a bere un dito di quello di bottiglia, comperato al Cantinone di piazza Sant'Ambrogio. — Ho [...]
[...] dalla tenerezza o dalla gioia. Ciao, ciao, ciao, Morettina bella, ciao, cantata da un centinaio di bocche si diffondeva per l'aria e andava a [...]
[...] adagiarsi nelle viscere della gente come una dolcezza. Il Cortilone incominciava a ripopolarsi e Lorenzo, il parrucchiere, che occupava le stanze a [...]
[...] pianterreno vicino alla bottega, usciva con la bottiglia in una mano e il bicchiere nell'altra a dare della voce a Martino che gli stava sulla [...]
[...] testa. — Venite giù a berne un bicchiere, che ho qui degli amici. Lorenzo era un cuor d'oro che godeva la vita. Tanti ne guadagnava e tanti ne [...]
[...] spendeva. Amava la partita alle bocce d'estate e d'inverno, la giocata a tarocchi di sera, il bicchiere della staffa prima del desinare e un po' di [...]
[...] si aveva bisogno senza mai domandare alla moglie come spendeva i denari. Due figli andavano a scuola dalle Orsoline e la maggiore guadagnava già [...]
[...] pubbliche e specialmente a quelle del Monte di Pietà per conto della Lega dei centottantacinque, associatisi nel 1862 con tre semplici biglietti da [...]
[...] arciricca, perchè dopo avere restituito al socio la quota d'entrata, era riuscita a avere un fondo, fatto su con gli avanzi delle subaste, che andava [...]
[...] il Lorenzo, a rappresentare la parte di compratori e dare all'asta un'apparenza di gara con degli aumenti di cinquanta centesimi o di una lira fino [...]
[...] a quando la roba in vendita veniva deliberata a un incaricato dai leghisti. — Supponete, diceva Lorenzo spiegandone il metodo agli amici, che [...]
[...] centocinquanta lire. Se gli oggetti valgono assai più del prezzo d'asta, uno di noi incomincia a farli salire di cinque centesimi, un altro di dieci e un [...]
[...] lire sottomano e s'intestardiscono di volerli portar via a qualunque prezzo, credendo di farla al competitore, il quale continua [...]
[...] imperturbabilmente a farli rincarire con degli aumenti di un marengo per volta. La roba in vendita sale spesso a cifre favolose, perchè i leghisti hanno bisogno [...]
[...] quello che poteva valere nuova alla bottega. A asta finita, metà della roba è già venduta e metà viene mandata ai magazzini di deposito lungo la [...]
[...] hanno mandato uno dei loro facchini a ordinare un pranzo coi fiocchi. Giunti, si mettono a tavola e mangiano con appetito, vendendosi, tra un [...]
[...] cinquecento lire. I leghisti se li contendono facendoli salire a mille e più lire. Il leghista, al quale sono stati aggiudicati, mette il di più nella [...]
[...] per acclamazione, si mette a contare i biglietti nella zuppiera, deduce dal totale il dieci per cento per la cassa collettiva che è, come si [...]
[...] , dopo avere sottratta la somma per la nostra giornata, la quale varia a seconda dei guadagni. Alle volte ci danno dieci lire, alle volte non ce ne [...]
[...] lato generoso che dall'altra parte. Angeluccia? Portaci da bere. È un'ora che siamo qui a aspettare! Non vedi che Martino e Paolino rimuovono la [...]
[...] lingua a stento! Guarda che il fiasco è in cucina. Sii buona e fa presto. Che cosa si dividono i leghisti? Somme da far venire l'acquolina in bocca [...]
[...] . In certe giornate si mettono via cinquecento, seicento, mille lire a testa. Parecchi di loro non hanno fatto nulla. Nè esibito, nè comperato. Si [...]
[...] commedia e impediva alla gente di comperare e riscattare la roba a prezzi onesti. Era della camorra bella e buona a danno della povera gente. Una donna [...]
[...] tabaccaio, non capite, nè capirete mai un accidente di queste cose. I leghisti non sono mica lì in agguato a aspettare la donnicciuola che corre [...]
[...] trafelata per salvare il suo scialle o le sue boccole di sposa o le lenzuola del suo letto. Anzi se la vedono, l'aiutano a riprendere le cose [...]
[...] si crede. Esso tende a regolarizzar la vendita moralizzandone i prezzi. Le persone vanno là a esibire senza cognizione alcuna, rincarando [...]
[...] l'asta una estrazione del lotto. Può darsi che a qualcuno capiti il terno, ma la folla di coloro, che esibiscono a caso, ci rimette sempre di saccoccia [...]
[...] , senza intromettervi nell'asta, e vedrete che vi costerà meno, molto meno di quello che spendereste a mettervi tra loro e il banditore. E adesso [...]
[...] usciti a scambiarsi le compiacenze dei piatti divorati con gusto e dei bicchieri di vino vuotati con piacere e a dirsi che la vita sarebbe troppo [...]
[...] bella se i giorni della settimana fossero tutti come il Natale. Si mangerebbe a crepapelle e si diventerebbe tanti Michelacci. Qualcuno rideva [...]
[...] buttando in aria folate di fumo. Erano buaggini che si potevano dire a pancia piena. E chi tirerebbe innanzi la baracca se tutti facessero la vita [...]
[...] animalesca d'andare a zonzo a stomaco carico o di sdraiarsi nel sole come le lucertole? — Bella domanda, si rispondeva scherzando. — Gli altri che [...]
[...] fanno niente. Non sarebbe un gran male se toccasse lavorare anche a coloro che vivono di riposo. Non si guasterebbero le mani, accidempoli! Non [...]
[...] delle sbornie, come faccio io. Fatemi il piacere! Senza i ricchi che spendono e spandono, i poveri morirebbero di fame. Non siamo noi che andiamo a [...]
[...] . Angelino voleva bene a Baldino prima perchè aveva sculacciato con lui per il cortilone, poi perchè era cresciuto, si può dire, insieme. Anche dopo [...]
[...] un po' di galera lo credeva un ragazzo di cuore. La sfortuna aveva aiutato a gettarlo in mezzo a dei compagni che lo avevano perduto, ecco tutto [...]
[...] . Ma di chi era la colpa? Sempre della società ch'egli odiava di un odio inestinguibile. Se qualcuno avesse pensato a lui e gli avesse dato un [...]
[...] davanti al focolare e invitandolo con delle carezze sulle spalle a raccontare loro un po' della vita di prigione che non conoscevano che così [...]
[...] all'ingrosso. Stavano lì quieti e silenziosi e davano sulla voce a Vittorina tutte le volte che si muoveva e distraeva la loro attenzione. Il figlio della [...]
[...] 74 si lasciava pregare, senza trovar modo di incominciare a metter fuori un po' della sua autobiografia. Era una vitaccia la sua che preferiva [...]
[...] Alessandria durante la sua ultima condanna. Un cappello a cencio, disorlato e spaccato alla punta in modo che gli lasciava sbucare i capelli castagni, una [...]
[...] ritrosie si mise a parlare senza preparazione e senza orgoglio, anche quando narrava i suoi trionfi di spazzacasa o raccontava, con indifferenza [...]
[...] , delle giornate in cui indossava la casacca del recluso. Gli amici lo ascoltavano a bocca aperta, trattenendo il respiro per non perdere una [...]
[...] tra una cinquantina di detenuti riuniti sotto il porticato del Cellulare ed era andata al tribunale a assicurare i giudici che lui era proprio [...]
[...] per pochi soldi e per dei furti che lo obbligano a essere continuamente al lavoro per vivere. A quattordici anni iniziava la carriera con un [...]
[...] serva che andava a letto prima delle nove. — Tranne il novizio, i miei quattro compagni eran vecchi del mestiere. Il novizio, che ci aveva dato [...]
[...] era un uomo coraggioso, che non indietreggiava dinanzi il pericolo e che aveva già portata la catena a parecchi magli nel bagno penale di [...]
[...] discutesse i suoi ordini o che mettesse in dubbio la capacità di servirsi di qualsiasi mezzo per salvare gli associati. Il primo a entrare in casa [...]
[...] mio lanternino cieco, tesi l'orecchio per alcuni secondi e poi, a piedi nudi, andai difilato nell'anticamera, ove dovevo trovare appese le chiavi [...]
[...] dell'uscio e della porta di strada. Con le chiavi in mano origliai a tutti gli usci per essere sicuro che non potevamo venire sorpresi che dalla [...]
[...] vecchia. Finita questa operazione in minor tempo di quello che abbia impiegato a raccontarla, passai coll'orecchio alla toppa della stanza della [...]
[...] un numero infinito di spilli. Con la mano sul coltello a serramanico stavo lì quatto, quasi senza respirare, in attesa di riudire la [...]
[...] con indosso gli stessi tremiti e mi misi all'uscio della vecchia a ascoltare se pisolava sempre. Dalla quiete mi pareva che dormisse profondamente [...]
[...] panciotto e, dopo avere dato un'occhiata alla cassa, si mise senza indugio a trapanarla. Intanto che il trapano lavorava, un altro gli stava sopra [...]
[...] con un piccolo recipiente di latta per lasciar cadere sul buco, che si andava facendo, una goccia di olio a tempo di soffocare lo stridore che [...]
[...] allargarlo con le seghette e tirarne in giù con la mano le spranghe a tre mandate. Intanto che si trapanava, io ebbi ordine di mettermi all'uscio della [...]
[...] veccnia e di impedirle, a qualunque costo, di disturbare il loro lavoro. Ero al buco da un quarto d'ora e a ogni momento che le seghe gemevano mi [...]
[...] pareva di trovarmi a faccia a faccia con la vecchia in sottana e cuffia bianca che vociasse e gridasse come una disperata: ai ladri! ai ladri! Si [...]
[...] udivano dei tonfi e dei movimenti di ferri che mi facevano correre il gelo alla testa. Al momento in cui erano riusciti a cacciare la mano nel [...]
[...] udivo i piedi nudi che correvano per il tappeto e le mani che cercavano a tentoni. Poi intesi lo zolfanello strofinato sulla scatoletta. Un altro [...]
[...] fiatare. La lasciai alzare, la rimandai a letto e prima di andarmene le dissi di guardarsi bene di uscire dalla stanza fino a giorno fatto. I miei [...]
[...] Annibale, l'amico inseparabile che non sapeva stare due minuti senza vederlo. S'incontravano andando a bottega, si trovavano sulla strada al ritorno e [...]
[...] si rivedevano, dopo cena, con le ultime boccate di pane che la fretta non permetteva loro di finire a casa. Da un pezzo, tutti e due, si [...]
[...] l'asino a qualche ragazza. — Vieni con noi? Baldino, gli rincresceva. Egli era stracciato da far paura e aveva quella maledetta sorveglianza che lo [...]
[...] della sua famiglia. Al largo invece la vita era più irregolare e più straziata. Se non andava a casa della mamma, faceva della fame, e se si metteva [...]
[...] fosse dato a un mestiere, sarebbe riuscito all'onore del mondo, nessuno lo tribolerebbe e lei non avrebbe vergogna di confessare che suo figlio era [...]
[...] avrebbe cambiato professione col più abile degli operai a cinque lire e mezza al giorno. La sua era una professione ladra e piena di pericoli. Ma [...]
[...] fosse stato un vero scavezzacollo che spendeva e spandeva, a quest'ora sarebbe padrone di casa e potrebbe pranzare coi piedi sotto la tavola. Nella [...]
[...] trasportare dalla bibita che scioglie lo scilinguagnolo. Con questo piccolo drappello a sua disposizione, gli sarebbe stato facilissimo organizzare delle [...]
[...] autori. Certo che non bisognava evitare di servirsi dell'arma da taglio o da fuoco dove il pericolo era maggiore a lasciare in vita qualche [...]
[...] , il quale gli aveva suggerite tutte queste idee, era riuscito, in pochi anni, coi furti, a farsi una posizione invidiabile e a sposare una contessa [...]
[...] , gli agenti andavano a informare il padrone del suo stato di servizio. Andava a letto? Gli incaricati della polizia andavano a visitarlo tutte le [...]
[...] faceva scappare le donne a rintanarsi con degli scotimenti nelle spalle e delle parole freddolose che accapponavano la pelle. Nel Cortilone si [...]
[...] Baldino, una donnina pulita, con la testa nello scialletto a scacchi colorati, con dei capelli pepe e sale ondeggiati per la fronte, mandava di sopra [...]
[...] il figlio con una serqua di improperii, facendo sapere a tutti che un sorvegliato all'ora che suonava doveva essere in letto. Sapeva per [...]
[...] esperienza che non si facevano complimenti. Se voleva farsi arrestare, poteva andare difilato alla questura che non era che a pochi passi. Giurava con [...]
[...] avere mangiato un boccone, amavano fare due passi. Era una canaglieria obbligare un povero diavolo a stare immurato in casa quando gli altri [...]
[...] uscivano e andavano a spasso senza seccature. Nei suoi panni avrebbe già fatto il diavolo a quattro. Avrebbe voluto vedere la faccia tosta che [...]
[...] avrebbe potuto tenerla in casa. Pasqualino, che andava via a ventate, a seconda che il vino lo buttava a destra o a sinistra, era d'accordo con la [...]
[...] vicina scomparsa per le scale, che non c'era barba di Giove che potesse mandarlo a dormire se non avesse avuto sonno. Lui, ora, andava di sopra [...]
[...] perchè aveva ancora della pollanca da finire con del vino da settanta buono. Ma se qualcuno fosse andato a comandargli di andare a dormire, gli [...]
[...] visibile. Fumacchiava come sospeso sur un immenso letamaio ed era attraversato da una fitta di spruzzi che andavano a umettare il selciato e a rendere [...]
[...] Cortilone e s'avviavano a bere l'ultimo mezzo, di nascosto dalle donne, dal Gianmaria, il quale aveva lasciata socchiusa l'entrata di dietro [...]
[...] alle finestre di carta delle abitazioni a pianterreno in un atteggiamento di precipitarsi su esse e sfondarle, infuriando per dei tratti col [...]
[...] bastone che inseguiva il vuoto, parlando tra sè come un matto, tenendo in alto la faccia come se fosse stato a colloquio con Dio. I barcollamenti [...]
[...] gli davano dei capogiri che lo obbligavano a fermarsi sui due piedi e a tenersi puntato sul bastone per non cadere. La pioggerella minuta minuta [...]
[...] . Quando gli dicevano porco! si voltava dalla parte della voce con la mano in alto, pronta a farla a pugni. Si dava addosso a un povero vecchio [...]
[...] ha fatto peso un po' di risotto! Era una cosa che poteva capitare a chiunque. Vergogna! Il cortile incominciava a girargli intorno e il [...]
[...] asciugandosi la bocca con la manica slabbrata del zimarrone e poi ricominciava a percorrere il terreno ineguale, mettendo i piedi in tutte le pozzanghere e [...]
[...] tutte le ringhiere, mandandolo in bestia e obbligandolo a sbracciarsi contro la nebbia che era diventata grigia e densa da ridurre i bagliori alle [...]
[...] finestre simili a lucignoli lontani che stanno per spegnersi. Era un'ingiustizia che si togliesse l'onore a un povero diavolo cui aveva fatto male un [...]
[...] po' di risotto in un giorno d'allegria generale. Non erano morti e la stessa disgrazia poteva capitare anche a loro, poteva. Ah, allora avrebbe [...]
[...] strappato la lingua! E a tentoni, col bastone innanzi, tentava di infilare il vuoto, dando continuamente nelle muraglie, perdendosi [...]
[...] Cristaboni invecchiando peggiorava. La sua faccia a poco a poco aveva assunto, con la maschera del beone inveterato, un aspetto completamente [...]
[...] , pipando a larghe nuvole che andavano su per la cappa nera del camino. Quando i ragazzini, che incominciavano a sentirsi lavorati dal sangue [...]
[...] che erano ammalati, scattava con gli occhi corruscati dalla vendetta e si metteva a pestarla a sangue. I vicini avevano pregato il padrone di [...]
[...] masserizie e con la sua famiglia che aveva intisichita a pugni sullo stomaco e a calci nel ventre, ma Pietro Cristaboni si era impuntito di non [...]
[...] andarsene, dicendo a sè stesso che nessuno poteva metterlo in piazza quando pagava l'affitto. Sapeva da che parte gli era stato giocato il tiro e [...]
[...] ripeteva di cambiargli il nome se non avrebbe rotto il didietro a quella troia di Annunciata che aveva fatto fuoco per farlo scacciare. Era una spudorata [...]
[...] che ogni sporcaccione poteva rovesciare sulla sponda di qualunque sentiero. Il padrone, che se la godeva, per ingraziarsela faceva benone a [...]
[...] l'usciere a notificargli lo sfratto o a impastarglielo sull'uscio se avesse tenuto duro a non aprire, come quando si andava a bussare e a dargli [...]
[...] piangere sentire un boia come lui sbattere i figli e la moglie sul muro, senza poter entrare a fracassargli la testa. Anche il Natale non [...]
[...] , strappare i capelli a manate, piantare il calcagno nel sedere senza mai dire una parola. Ci si era abituata e lo lasciava fare senza versare una [...]
[...] terra bocconi come morto, apriva l'uscio e lo sfidava a passare se fosse stato buono. Sarebbe andata in galera, ma l'avrebbe finito con un colpo [...]
[...] non c'era sulla madre terra. Si faceva tutto quello che si poteva, si viveva a pane secco per lasciargli i buoni bocconi, e lui si tappava in [...]
[...] arrischiava a mettere fuori i piedi per paura di trovarsi a tu per tu con un omaccio capace di servirsi del coltello. Gli Altieri non l'avevano neppure [...]
[...] avviso. Traccagnotto, di una forza erculea, prendeva gusto a trovare dei buli che aspettavano la mano che li piegasse in due. Lui poi, che era [...]
[...] schiena, raccomandava alla donna di non darsi del male, che c'era lui a difenderla se mai ci fosse stato qualche mascalzone che avesse osato [...]
[...] toccarle un capello. E, dicendo questo, entrava a raccogliere il bimbo che fiatava ancora, e, con delle maledizioni per il padre che avrebbero dovuto [...]
[...] dargli tempo di prendere fiato, gli andò addosso con una filata di calci a ammaccarlo dappertutto. Le donne e i fanciulli alternavano il pianto alle [...]
[...] discendeva a precipizio, e irrompeva nella nebbia grigiastra che lo inghiottiva e lo salvava dalla gente che voleva farlo a pezzi. A mezzanotte [...]
[...] la pioggia scrosciava. Non si sentivano più che le voci che manifestavano il godimento di andare a mettersi sotto le coltri e il pan! pan! degli [...]
[...] rivolgevano su sè stesse a fasci, in un altro si stracciavano flemmaticamente lasciando per dei secondi lembi snuvolati e in un altro ancora [...]
[...] passavano a montagne che diventavano incandescenti ogni qualvolta le attraversava la folgore. C'erano degli attimi in cui l'acqua piovana, che [...]
[...] , l'acqua si riversava a secchie e dai tubi sporgenti delle tettoie precipitava a colonne col fracasso delle cascate d'acqua fra le gole delle montagne [...]
[...] il collo del soprabito in piedi, trascinandosi da una parte e dall'altra, cantando a perdita di gola come sotto una volta serena, soffermandosi [...]
[...] lavandaia del pianterreno. La si ricordava d'estate, quando usciva in camicia con un semplice fazzoletto a fondo rosa puntato al collo a distendere [...]
[...] piedi nudi sullo sgabellino, strasudava stiracchiando e spiegazzando la biancheria asciutta che divideva per capi e gettava nelle corbe a fagotti [...]
[...] bambina, la veste marrone spruzzata di pupille infocate e le zoccole con le pattine di pelle verniciata, sormontate dal laccio a gala del bindello [...]
[...] verde. Se uscivano o andavano a spasso con la loccheria dai calzoni a campana, si cingevano il collo di un mezzo foulard magenta che le colorava e [...]
[...] , sempre pronte a godersi le compagne che confidavano loro i crepacuori, sempre disposte a buttare dall'altra parte del marciapiede una frase birichina [...]
[...] lasciar credere che la loro primavera fosse tramontata. Continuavano a bere alla tazza del vinaio e dell'amore con la stessa voluttà degli anni [...]
[...] le dava trasporti e di sognare la tranquillità dolce della famiglia. Fu così che rimase attaccata a un paio di calzoni con amore intenso. Alle [...]
[...] quattro amiche era spiaciuto, ma non le avevano serbato rancore. Dopo alcune settimane di matrimonio andavano ogni lunedì a strascinarla via dal [...]
[...] un minuto per una lacrima di mistrà o una marena annegata nello spirito. Il mistrà era più forte di lei. Si lasciava sedurre e si ostinava dopo a [...]
[...] mica state tanti anni allo stesso lavatoio per nulla. Facevano, si può dire, a gara. La Morettona s'avviava verso porta Ticinese e la Bislunga [...]
[...] . Lui si attorcigliava i baffoni e non dava ascolto a nessuno dei piangioni che non vedevano che cadaveri. Un ammalato per loro era bello e morto [...]
[...] era incominciata da sabato. Aveva fatto più di diciotto chilometri a piedi, zoccolando per la mota dello stradone per arrivare in tempo a vederlo [...]
[...] bravi del mondo, si servivano e si curavano assai meglio dei signori, si nutrivano a quarti di pollo che non mangiavano alle loro case neppure sani [...]
[...] . Se avesse avuto voce in capitolo, avrebbe ridotte le visite a due al mese e imposto una tassa di entrata, magari di una semplice lira, a ciascun [...]
[...] all'ospedale come si va a far pancia in villeggiatura. E i villani! Non erano che dei pivioni, degli intrusi, degli scrocconi e dei furbi che si adagiavano [...]
[...] nel letto della carità pubblica per mettersi in sesto il corpo a spese dei milanesi. Invece di lasciarli passare prima degli altri, godeva a [...]
[...] lasciarli sull'acciottolato a trepidare dal freddo. In certe giornate di umor nero i paesani diventavano il suo materasso. Andava loro idealmente [...]
[...] sullo stomaco coi piedi. Se i Comuni non volevano pensare ai loro ammalati e ai loro cronici, tanto peggio per loro. A lui non importava proprio [...]
[...] nulla. Quello che a lui importava era che i testatori avevano lasciate le loro sostanze all'ospedale dei milanesi. Con l'ammissione dei contadini [...]
[...] non si faceva tempo a scaricare un cadavere nella stanza mortuaria, che ci era già là una folla che aspettava di prendere il suo posto. Prima di [...]
[...] letto vuoto. Staccato il campanello a un cadavere, lo si attaccava a un altro per ricominciare da capo. E perchè poi questa operazione? I morti [...]
[...] erano sestuplicati senza riuscire a ammetterli tutti. C'erano poi dei medici sbadati che non sapevano mai dire di no. Ah, se avesse comandato lui [...]
[...] sciupare dell'altro denaro. Erano dei veri pitocchi che vi andavano a spidocchiarsi e a rifocillarsi lo stomaco. E l'ospedale non era mica un [...]
[...] di ammalati e di vittime degli accidenti della vita. Venivano tirati fuori a braccia dagli infermieri che conversavano fra di loro, deponendoli [...]
[...] sulla barella, magari senza guardarli in faccia e senza udire i lamenti che vagolavano per le colonne come voci di morenti. Erano abituati a [...]
[...] ambulanti, a pochi passi dai paracarri esterni, c'era una moltitudine che si decomponeva e si rifaceva più larga di minuto in minuto. Uomini e donne non [...]
[...] vecchio rimbambito che diceva che bisognava lasciar fare il mestiere a chi lo sapeva e che facevano male a dare agli ammalati quello che i medici [...]
[...] , parlava ad alta voce, come a sè stesso, dicendo a tutti sulla faccia che facevano benone a comperare la morte dei loro ammalati. Nessuno lo avrebbe [...]
[...] monache e gli infermieri a frugarli, gli ammalati sarebbero morti tutti come le mosche. Le donne gli voltavano le spalle con orrore. Non potevano [...]
[...] credere che ci potesse essere un uomo alla porta dell'ospedale con il suo cuore di piombo. Lui era grasso e faceva bene a ridere della povera gente [...]
[...] buone. Si faceva male, sicuro che si faceva male, ma i signori a buon conto si facevano guarire a casa, nei loro letti. E guarivano perchè si [...]
[...] . Una volta c'era più misericordia. Non tagliavano giù la povera gente a fette come ora. Si aveva un po' più di rispetto per il corpo umano. E si [...]
[...] dolori della terra per venire a questo bel risultato. Lasciateli almeno morire come vuole il Signore, senza tante torture. E la donna che diceva [...]
[...] questo si infagottava le braccia nello scialle e si voltava dall'altra parte per non essere obbligata a vedere Marco che faceva il gradasso [...]
[...] perchè era sano. Era meglio parlare d'altro. Perchè a pensarci sopra si drizzavano i capelli sulla testa. Bastava semplicemente ricordarsi dei vecchi [...]
[...] capire che i ferri erano i ferri. Ora, che santa Lucia conservi a tutti la vista, era meglio morire che farseli curare. Ci andavano dentro coi [...]
[...] loro strumenti maledetti a scavare come in una buca. C'era lì una vecchia che poteva fare da testimonio. Anni sono le avevano tirata via una [...]
[...] anch'ella un sacro orrore per le operazioni chirurgiche. Una mattina le era venuto il cattivo pensiero di andare all'ambulanza medica a farsi [...]
[...] netta un pisciatoio. Se lo avesse ascoltato, a quest'ora sarebbe forse morta. Ginevra voltava via la faccia perchè le facevano male i discorsi [...]
[...] . Stamattina andava nella crocera delle ammalate per stare con le amiche e per portare quattro amaretti a quella povera Luigia che le lavava tanto [...]
[...] bene la biancheria di colore. Ella aveva in saccoccia una fetta di panettone eccellente, messa via nella giornata di Natale a bella posta. E Gigia [...]
[...] stava comperando due aranci e due ossi di morto, che la venditrice diceva miracolosi. Molte ammalate erano guarite a mangiarne una mezza dozzina [...]
[...] lasciava scannare i pitocchi per tenere in vita i ricchi. Marco rideva e dava a tutti della bestia. Se c'era qualcuno che era curato proprio bene, era [...]
[...] . Meritereste proprio che vi si facesse a fette! Zaccaria andava innanzi con la punta del virginia di brace che gli accendeva ancora di più il faccione di [...]
[...] brentatore, con le mani nel paltò cannella, il cappello nocciuola sull'occhio, e una cravatta a colori fatta in quattro. Gli avevano mandato una [...]
[...] donna. Ma a un giovanotto robusto come lui non poteva mancare. Non aveva che da mettere in terra il cappello per trovarsi imbarazzato nella scelta [...]
[...] . Al fosso le donne non avevano nessuna cura e continuavano a lavare sotto uno straccio di ombrello sfondato dalle bacche anche quando diluviava [...]
[...] . Ci volevano dei lavatoi pubblici, protetti dalle vetrate, riparati dall'aria da alte muraglie come li aveva veduti un suo compagno di lavoro a [...]
[...] coperti dalle gonne giù a piombo, impillaccherate dalla fanghiglia in cui avevano dovuto zoccolare lungo gli stradoni dei paesi circonvicini, ancora [...]
[...] lo sparato candido della loro camicia a pieghettine, stirato a forza di braccia, non lasciava dubbio ch'essi appartevano alla grande famiglia che [...]
[...] ritirava sull'alto che fiancheggia l'entrata a sinistra e la gente pigiata si muoveva tutta assieme, gli uni calcando gli altri [...]
[...] domeniche. Egli doveva frenarsi per non buttarsi sulla moltitudine a risospingerla, a ricacciarla di nuovo nella strada e obbligarla a rientrare [...]
[...] cadaveri rimasti sotto i piedi dei violenti, l'amministrazione si sarebbe decisa a mettere la barra ch'egli andava raccomandando di anno in anno. Con [...]
[...] due barre in croce, i visitatori sarebbero obbligati a passare a due per volta, uno a destra e uno a sinistra. Ma l'amministrazione era cieca [...]
[...] , cocciuta e lo trattava da pazzo. La sua esperienza non valeva niente per tutti quei signori che stavano al tavolino a fare delle cifre. Si vedeva [...]
[...] disastro. La sua coscienza era tranquilla. E finiva dicendo, come al solito: così va il mondo, bimba mia. Gigia si ostinava a dire che la Luigia [...]
[...] doveva essere al pianterreno, perchè la Ventura del cortilone, che era stata a trovarla la domenica scorsa, le aveva detto che si trovava al [...]
[...] braccia nude come d'estate, col grembiale a petto che gli lambiva le scarpe, tirava innanzi per i fatti suoi, col gesto della persona affaccendata che [...]
[...] non ha tempo da sprecare. Egli non ascoltava nessuno e neppure quelli che piangevano e gli domandavano se potevano andare a vederli nella sala [...]
[...] mortuaria. I due infermieri, alla base dello scalone a sinistra, chiacchieravano tra loro, lasciavano passare senza seccarsi. Avrebbero avuto un bel [...]
[...] , nè che cosa volevano. A momenti bisognava dir loro anche il sesso delle persone che cercavano. Ci sono i compartimenti, i letti numerizzati, le [...]
[...] farli entrare a poco per volta. Vorrebbero entrare tutti assieme. E una volta o l'altra gli ascensori precipiterebbero carichi pieni. Dopo si [...]
[...] quell'altra sposina, con la testa che pareva un sole di spadine, piangeva a lasciare nelle mani delle suore il cestino con le uova fresche tolte [...]
[...] andava mica a rubare per buttar via i quattrini in quel modo. Ci voleva un po' di buonsenso, ci voleva. — Di grazia, l'ammalata Luigia Ponticelli [...]
[...] ? La sala a colonne si andava popolando; qua e là i gruppi si rompevano intorno ai letti e alcuni letti scomparivano dietro una siepe di gente [...]
[...] faceva impallidire e venire il mal di capo a più di una visitatrice. Carolina tossicchiava e col fazzoletto bianco alla bocca domandava scusa [...]
[...] degli assalti di tosse perchè non era abituata a girellare per le sale degli ospedali. Molti uomini e molte donne entravano come in casa propria e [...]
[...] secche come due bastoni e le occhiaie bluastre, faceva paura, e obbligava la Gigia a fare uno sforzo per tenersi in gola il vomito che le veniva a [...]
[...] che non avesse gran cuore. Parecchi infilavano il vano tra i due letti e si curvavano sulle ammalate con dei baci a fior di pelle. C'erano delle [...]
[...] . Pareva che lo facesse a posta. Un accidente poteva capitare a tutti. Ma tutte le volte, tutte le volte che c'era in giro il pubblico era una [...]
[...] cosa insoffribile. I parenti che erano lì a trovarla s'erano voltati dalla vergogna, dicendo anch'essi ch'ella avrebbe potuto scegliersi un'ora più [...]
[...] rotonde e seminude che andavano per la coperta a manifestare la tortura del ventre. Non c'era nessuno al suo letto e l'infermiera non aveva fretta [...]
[...] enteroclisma, perchè dopo l'operazione, la poverina, aveva continuato a dormire come se fosse stata ancora sotto l'azione del cloroformio, tirando su a [...]
[...] Bentoni. Lui e lei erano ravvolti in una grande pelliccia che faceva ritirare in disparte le persone sul loro cammino, come per far largo a dei signori [...]
[...] per le sopracciglia nerissime elevate a virgola sulla fronte. Marianna aggiungeva che tirava più all'uomo che alla donna. I suoi occhi gatteschi e [...]
[...] il porro con tre peli sul mento erano indimenticabili. Bentoni, con la tuba e coi guanti in mano, diceva che senza annoiarsi a passare di letto [...]
[...] . — Grazie tante. Adalgisa, guardando, si era fermata ai piedi della 45 e non ne sarebbe venuta via se Bentoni non fosse ritornato indietro a [...]
[...] prenderla per il braccio. Le aveva fatto impressione l'ammalata. Poveretta, non doveva avere più di 30 anni. Faceva pietà a vederla, col viso così [...]
[...] faceva di tutto per padroneggiare la commozione che lo avrebbe fatto piangere come un ragazzo. La 76 non la conoscevano. Ma parlava e diceva a [...]
[...] consultata con la Scavalcatetti, la povera donna non si troverebbe in quello stato. A Cassano! a Cassano! le avrebbe gridato. E a Cassano si guarisce [...]
[...] ricordava perchè era stata là lei a aiutarla, a resistere fino allo svenimento. Il corpo le gocciolava come un gran pezzo d'arrosto allo spiedo e i [...]
[...] capelli le cadevano bruciati. Dovevano scusarla se le ritornavano i brividi a pensarci. Rinvenuta, i dolori le ritornavano più acuti di prima [...]
[...] ospedali, se volevano guarire. Non c'era uno solo tra loro che non avesse avuto un amico o un'amica a Cassano. Era una cura facile e poco [...]
[...] della gamba addolorata, ve lo lasciava trentasei o quarantotto ore a lavorarglielo e a squarciarne la pelle, lo tirava via medicandone la ferita [...]
[...] venti giorni rimetteva in piedi la persona sana come una quercia. Si raccontava che degli uomini e delle donne ch'eran stati portati di sopra a [...]
[...] che stavano più bene, aggiungeva la Gigia. Lei non avesse i capelli grigi, grazie a Dio. Ma aveva sempre sentito dire che nei tempi andati si [...]
[...] , morivano via come le mosche. Non c'erano più vecchi. Era molto se si riusciva a toccare i quarant'anni, l'età in cui si dovrebbe incominciare a far [...]
[...] loro parlantina. Si voltavano a destra e a sinistra, e si fermavano con la faccia sulla faccia dell'ammalata. Pareva che il silenzio li mettesse [...]
[...] tutti d'accordo che il caso della mamma di Zaccaria fosse dei più disperati. Dirimpetto a lei c'era una donna lunga con le spalle larghe e la testa [...]
[...] cappellina bianca dalle ali che agitavano l'aria, passava da un letto all'altro con una parola di consolazione, incoraggiando l'ammalata a sperare in [...]
[...] era tutta cogli occhi dietro le inservienti e le suore che andavano a corsa verso un letto in fondo. Che c'era? Che cosa avveniva? Nulla. Si [...]
[...] pensava a fare qualche cosa, i medici, che non lavorano sulla propria pelle, avrebbero continuata la strage. La 76 riprese la storia. Il giorno dopo [...]
[...] era stata veduta a mangiare un pantrito che riversò sulle lenzuola mezz'ora dopo. Rimase assopita per delle ore e poi incominciò a delirare e a [...]
[...] mandato a chiamare d'urgenza perchè erano obbligate a far il loro dovere. Ma gli si ripeteva di avere fiducia in Dio. Dio non abbandona gli [...]
[...] incominciano a star meglio, e altre operate prendono il loro posto di gridare e dar fuori come matte. Alla vista di stamane i medici si erano [...]
[...] foglia e le infermiere non sono mai riuscite ad aprirle la bocca per costringerla a bere una goccia di marsala, il vino che spaventa tutte le ammalate [...]
[...] . Quando si vede la superiora andare a qualche letto con la bottiglia di marsala, si incomincia a dire delle avemmarie sotto voce. È segno che la [...]
[...] riprendeva. Negli ultimi mesi era stato bene. Non ci pensava più alle femmine. Aveva potuto sfollare per la folla delle gonnelle come in mezzo a [...]
[...] una folla di uomini, senza essere obbligato a scappare e perdere di vista la donna che gli pareva lo bevesse su con gli occhi. Agitato, senza dir [...]
[...] , si mise a correre verso l'uscita senza voltarsi indietro. — Zaccaria! Nessuno aveva capito il dramma che si era svolto tra lui e la 56 [...]
[...] viso bianco come il lino che glielo incorniciava. Il suo pensiero era tutto votato a consolare gli infelici. Talvolta passava da un letto all'altro [...]
[...] come una sognatrice letificata dal bene fatto. Non era mai in riposo. Discendeva prima che l'alba si snebbiasse, andava al letto delle aggravate a [...]
[...] domandar loro come avevano passata la notte, dava degli ordini alle infermiere, si inginocchiava ai piedi del Cristo in fondo a dire le orazioni a [...]
[...] . Ma non avere paura che all'ospedale non si muore. I ricchi che si curano a casa muoiono assai più che i poveri. Lo dice sempre il nostro primario [...]
[...] amici vorrebbero farti morire come i signori che si curano a casa. A casa c'è sempre qualche anima pietosa che dia loro qualche cosa. Prova questo [...]
[...] dolce che ti farà bene! Assaggia questa ala di pollo! Bevi questo vino di bottiglia! E a furia di star bene l'ammalato crepa. Il cuore dei tuoi [...]
[...] amici ti farebbe capitare la stessa disgrazia. Fortuna che io voglio che tu guarisca. Quando potrai mangiarli, sarò io la prima a portarteli. E le [...]
[...] legge. Guai a chi si lasciava imbarazzare lo stomaco. Era quello che diceva nell'offelleria all'Adalgisa che avrebbe voluto portarle qui una [...]
[...] non aveva assaggiato una goccia di brodo che non le fosse stato ordinato dal medico. Le premeva troppo di ritornare a casa, per imitare la 35, la [...]
[...] quale aveva mangiato, di nascosto, il pane della sua vicina nella sera dell'operazione. Adalgisa si era messa a parlare sottovoce, in fretta [...]
[...] , nel crocchio delle amiche, con le spalle voltate alla ammalata che pareva imbecillita. Aveva qualcosa nel gozzo che la obbligava a sfogarsi. La [...]
[...] . Non si sarebbe lasciata sorprendere, come il Natale, in mezzo al Cortilone, quando pensava a tutt'altro che a farla fuori a pugni. Ella non era [...]
[...] , fra non molto, avrebbe fatto ingiallire dalla bile tutte le maledonne del Terraggio con una bella bottega a pochi passi sul corso [...]
[...] . Senz'accorgersi le si erano riempiti gli occhi e le lacrime le scorrevano in bocca a farla singhiozzare. Bentoni, commosso, l'accarezzava e se la stringeva al [...]
[...] fianco, dicendole di essere buona che avrebbe pensato lui alla mamma. Aveva impegnata la sua parola d'onore e la ripeteva in faccia a tutti [...]
[...] , diavolo. Gigia aiutava a calmarla, consigliandola a non sporcarsi le mani con una donna di quella fatta. C'erano poi la Scavalcatetti, la Senzanaso [...]
[...] , la Morettona e le altre che la conoscevano bene fino da quando andava al fosso a piedi nudi e si sdraiava col primo che le capitava. Era una [...]
[...] grande sprezzo per tutte le donne. Ah, sì! Come se non si fosse saputo che egli andava di notte a dormire con quel pitale comune della maladonna del [...]
[...] primo piano! Lo si sentiva, a ora tarda, passare in punta di piedi verso il suo uscio e lo si risentiva ripassare verso mattina come un ladro [...]
[...] . L'altro giorno le era venuto voglia di dirne quattro a quella smortona di sua madre che fa la madonna e parla come una devota alla Maria [...]
[...] pronto a sposarla! La campana suonava e le infermiere incominciavano a battere le mani per mettere in cammino la gente che non finisce mai di [...]
[...] modo da far piangere. Lei era una ragazza di cuore che le si inumidivano gli occhi ogni volta che andava a teatro. Le infermiere ribattevano le [...]
[...] folla, lemme lemme, discorrendo di Candida che la mamma del materassaio aveva messa al banco a vendere le carote e le verze per tirare i merli nella [...]
[...] bottega ci sarebbe stata anche lei, almeno fino a quando l'avesse veduta bene avviata. Bentoni conosceva tutti e nessuno dei suoi amici gli avrebbe [...]
[...] fagiuoli secchi, perchè andava di sopra a mangiare la minestra dalla 79. Ma per quanto stava in lei, l'Altieri non avrebbe visto il becco d'un [...]
[...] neanche a fare quattro passi. Era lì nella stessa casa, ma nessuno sapeva dove andava quando usciva alla sera. Andava a donne? Era voce comune che [...]
[...] aveva disseminato dovunque la desolazione. La gioia era così generale che coloro, i quali sapevano leggere, leggevano l'avviso a alta voce [...]
[...] d'ora innanzi dovrete pagare gli affitti al signor Giuliano Altieri del 49, al primo piano, blocco A, mio solo incaricato per tutto ciò che [...]
[...] tra quelle dinanzi il blocco A a ricordare tutto il male che aveva fatto al Tognazzo, un uomo che sarebbe stato incapace di ammazzare una mosca. Gli [...]
[...] . C'erano stati momenti in cui aveva dovuto correre dal pignoratario Invernizzi, sul corso, a impegnare le scarpe non ancora finite per toglierselo [...]
[...] di casa, nei momenti in cui non voleva andarsene via senza la pigione. Suo marito beveva, e questo non le faceva piacere, ma non toccava a lui [...]
[...] poveri che aveva angariato per tanti anni. Anche quelli che gli avevano fatto l'amico fino a ieri lo evitavano come un cane rabbioso. Il collettore se [...]
[...] d'olio nei lumini per le scale, la scopata all'anno per il Casone e un po' di fiato a chi era caduto in qualche miseria. Siliprandi era troppo [...]
[...] alzarsi a fare il rodomonte. Ma, spossato com'era e senza voce, diceva che ora poteva morire contento perchè Iddio lo aveva esaudito. Era stato [...]
[...] lui a pregarlo ogni giorno di punire il suo carnefice. — Sono stato io che ho supplicato il Signore di castigarti. Adesso muoio contento. E [...]
[...] assumeva il colore della collera verde. Gli passava per la mente la frase che gli diceva sempre il Ghiringhelli, quando andava a portargli i denari [...]
[...] e si trovava soddisfatto a fare del bene, ma qualche volta doveva convenire che si era obbligati a pentirsene. Ai tempi in cui il materassaio [...]
[...] stentava a pagare l'affitto, invece di dargli del respiro doveva chiuderlo fuori dell'uscio senza remissione. Ora non sarebbe stato disonorato e non [...]
[...] . E a questo mondo non bisogna essere sinceri, se si vuole vivere in pace. Se si fosse tenuto in bocca quello che pensava della 49, sarebbe morto [...]
[...] cascati ai piedi. Più guardava gli inquilini sparsi per il cortile e più sentiva il ribrezzo di trovarsi in mezzo a una gentaglia che non sapeva [...]
[...] il suo tempo a insegnare l'elevatezza dei costumi e la gratitudine alla feccia umana. Volgendo il passo verso la parte più rumorosa del cortilone [...]
[...] che serviva di lavorerio, dava ragione a Martino. Le moltitudini che non superavano la linea dell'anastesia morale, nascevano e morivano senza [...]
[...] ne divenisse il padrone e aveva veduto nascere gli inquilini sparpagliati per i numeri delle ringhiere a nidiate. E poteva dire con sicurezza che [...]
[...] commuovere dalla manata di un villanaccio che non gli era mai andato ai versi. Adesso che lo vedevano tutti come il fumo negli occhi andava a [...]
[...] domandargli un po' della sua amicizia. Grazie tante, un'altra volta. E senza badare a quello che gli diceva, tirava via a imbiancare la gelosia [...]
[...] voluto far capire a Fioravanti che la sua voce, che usciva malamente da un naso ingorgato alla radice, lo infastidiva. Tra loro non c'era mai stata [...]
[...] riscaldava e era obbligato a smettere e andare altrove per paura di dirgli una villania. — Martino, vado dal Battista. — Aspetta che vengo anch'io [...]
[...] . — Avrei capito, riprese Fioravanti con la parola melata, che il signor Giorgio avesse dato la preferenza a voi, Martino. Siete qui da tanti anni [...]
[...] . Egli è proprio l'uomo che ci voleva per questo alveare e non ho scrupolo a dirvelo sulla faccia. Io sono sempre convinto che i poveri non possono [...]
[...] elevarsi, perchè la lotta per l'esistenza è più forte di loro. Ma non sono mica qui a approvare i vostri maltrattamenti. Scusate se sono [...]
[...] schietto e lasciatemi in pace. — Ho parlato bene? domandò l'inverniciatore a Paolino, mettendogli il braccio sotto il braccio. — Hai parlato da galantuomo [...]
[...] il caffè prima di andare in Verziere, discendeva col sapone e coll'asciugatoio alla pompa, si lavava e si rinfrescava fino al busto con l'acqua a [...]
[...] ondate e risaliva a sorseggiare il caffè, al suo tavolino di lavoro, rischiarato dalla lampada posta sull'alzata di legno, fino alle sei e tre [...]
[...] vent'anni che aveva studiato a Bologna e che aveva letto molti libri senza laurearsi, si era innamorato della semplicità e della bontà di Giuliano [...]
[...] che avrebbe dovuto percorrere da ragazzo, si mise a secondare e quasi a spronare la sua determinazione di volere uscire a ogni costo dalla [...]
[...] , affaticava più del bisogno, ingarbugliava una cosa con l'altra, riduceva alla confusione e sconfortava a ogni minuto che si incespicava nelle [...]
[...] da capo. Paragonava la lingua a una immensa mole alla quale ciascuna generazione aveva portato il suo materiale. Non si poteva mettere in piedi [...]
[...] conoscenza coi grandiosi magazzini intellettuali. Prendi il vocabolario che hai sul tavolo. A guardarlo spaventa, non è vero? Pare che la vita di un [...]
[...] uomo non basti a mandarlo a memoria. Tu l'apri e t'accorgi che un ragazzo lo imparerebbe in pochi mesi. Scartabellalo e vedrai che non c'è pagina [...]
[...] con una cinquantina di mila parole, mio caro, si può affrontare la perversione del mondo. Si ha a propria disposizione una miniera. Si è resa più [...]
[...] introdurranno nella fraseologia, preparandoti così alla stilistica senza accorgertene. Leggendoli, imparerai a distinguere le finezze del senso tra [...]
[...] che arde. Scoppiettare è un po' più forte. Perciò farai scoppiettare le dita, la frusta, e anche la legna e il carbone. Ma terrai a mente che il [...]
[...] , cibati dei sinonimi. Vi troverai un cibo delicato che ti farà rinascere. Ti metterà in grado, a tua insaputa, di eliminare le frasi perplesse, i [...]
[...] , rimase lì come fulminato. Non s'aspettava un'interrogazione a bruciapelo di quella fatta. Ma a poco a poco si riebbe e si mandò su per il naso una [...]
[...] larga presata di tabacco, aspirandosela a più riprese col suo sorriso di gran bonaccione. — Non hai mica intenzione di rubarmi il mestiere [...]
[...] stradoni e le stradicciuole della campagna, ove sono dipinte le madonne, gli angeli e le anime del purgatorio, non esiterei a dare la preferenza a [...]
[...] cappella o a cappellina. — Grazie, don Paolo. — Di che, figliuolo mio? La signora Annunciata Introzzi era nervosa. Aveva paura di passare [...]
[...] . Le indolenzivano il corpo e la facevano voltare da destra a sinistra senza trovare requie come se avesse avuto l'argento vivo nella pelle. Sui [...]
[...] . Chi voleva essere sicuri doveva andare dal negoziante, farsi pesare la lana sotto gli occhi, assistere a insaccarla e tener dietro agli uomini [...]
[...] che la portano a casa. Da che era nato il vapore c'era troppo smania di arricchire. Il materassaio che andava in giro era forse l'unica persona [...]
[...] andarle a cercare. Ma la scampanellata la mise di buon umore. Era lui. Le relazioni tra Giuliano e Annunciata non erano mai andate oltre [...]
[...] , per dire che si dava troppa importanza a una funzione naturale. C'erano persone che non avevano altra preoccupazione se non del loro romanzo. Si [...]
[...] sospiri. A questo mondo ci doveva essere qualcosa di più importante da fare che ridurre l'amore a un mestiere. Loro capivano l'unione dei sessi come [...]
[...] indipendente, senza debiti, senza obbligazioni con chicchessia, con la fronte vergine dei baci a pagamento. Gli è che c'è qualcuno che veglia su noi [...]
[...] lottare, cessa di vivere. Il volere è potere, era una fiaba dei filosofi. Tutto il Casone era là a dimostrare l'inutilità dello sforzo personale [...]
[...] volontà di aggiungere un po' di benessere e di ammansare la lotta che li svigoriva. Ma non erano riuscite che a inasprirla. Perchè le loro [...]
[...] potevano essere buone, giuste e grandiose, ma desse non uscivano dalla persona che le aveva concepite se non a condizione di saperle sviluppare [...]
[...] superfluo a coloro che non avevano mai avuto abbastanza del necessario. Nel superfluo egli vedeva la gioia di vivere. E Giuliano voleva vivere [...]
[...] di ferro. Il custode non apriva che alle persone che si potevano ricevere. Alle altre diceva che non c'erano in casa e richiudeva l'usciolino a [...]
[...] lascia le tracce dove passa. E a lui piaceva la casa pulita. Bastava dare una capatina nella sua abitazione a fianco del cancello, completamente [...]
[...] staccata dall'edificio signorile. I cristalli fiammeggiavano, il pavimento di marmo faceva sdrucciolare chi non era abituato a camminare sul levigato e [...]
[...] dappertutto, dabbasso, in cucina, nel salotto, a pianterreno, nelle stanze di sopra si sentiva che si era in casa di un uomo che aveva per [...]
[...] nuziale accettò il fatto compiuto. Non c'era alcuno più devoto di lui. La riveriva coll'inchino corretto e aveva abituato la servitù a chiamarla donna [...]
[...] illustrativo. Fisicamente Gustavo era proprio il custode della casa di lusso. Faceva piacere a vederlo coi capelli spartiti con precisione da una leggiera [...]
[...] benessere. — Come stai, Giuliano? Sai che ti fai aspettare? Donna Annunciata ha mandato qui tre volte a domandare di te. Corri, che io ti preparo un [...]
[...] della notte inquieta e si strappò gli ultimi due papillons per non fargli vedere i segreti delle donne. — Bravo, ha fatto bene a venire, Giuliano [...]
[...] essere benissimo un galantuomo, ma poteva anche essere un fior di birbone. Sul conto dei tappezzieri ne sapeva di cotte e di crude. Erano fatti a [...]
[...] ripurgata, rimane pericolosa. Giorgio si era già alzato e lui poteva andare nella loro stanza senza riguardi a prendere i materassi e i cuscini [...]
[...] notte infernale. Piuttosto sarebbe andata a dormire sul tavolo lungo e largo in cucina. E vedendo che rimaneva incantato, cogli occhi fissi nella [...]
[...] metterla sottosopra per vedere nel sole il polverone che faceva tossire e tirar su i polmoni. Con dei clienti che pagano i conti a occhi chiusi, si [...]
[...] industriale. Gli esempi delle fortune venute su a vista d'occhi rigurgitavano in ogni angolo cittadino. Non si poteva passare da un quartiere senza [...]
[...] trovare a ogni passo un padrone di sè stesso divenuto rapidamente padrone degli altri. In pochi anni i padroni di sè stessi che andavano per le vie [...]
[...] Milano c'erano, a dir poco, sei mila fra tappezzieri, fabbricatori di mobili e materassai. Ogni operaio di questi mestieri affini si associava e [...]
[...] si obbligava a pagare una lira la settimana, per tre anni. Era un sagrificio enorme, lo sapeva. Ma bisognava farlo se si voleva abbandonare [...]
[...] sarebbe fatto chiamare due volte. Si sarebbe anzi presentato col cappello in mano. Il milione poteva duplicarsi, triplicarsi, quadruplicarsi a piacere [...]
[...] senza operai, il capitale poteva andare a dormire. Poi, con un'altra sfuriata che portava in alto la lana divenuta leggera e candida, vide [...]
[...] dato le vertigini a tante generazioni per tanti secoli! Non c'era fretta. Non ci voleva tanto a precipitare la cooperazione dove l'avevano [...]
[...] basta, bisogna vedere di raddoppiarla a ogni costo. Ma è necessario evitare di cadere in bocca al lupo. Da un pezzo il custode vociava che il [...]
[...] rigenerazione umana. Il suo progetto lo assorbiva completamente. Avrebbe voluto che ci fosse stato Buondelmonti a farlo passare fra gli scogli che [...]
[...] gli si drizzavano in piedi minacciosi. Dove i cooperatori andrebbero a prendere il materiale di lavorazione? La sua mente non trovava uscita. La [...]
[...] era così. L'importante, per loro, era di comperare tutto a contanti e tutto di prima mano. Il legname alla segheria, le stoffe alla fabbrica, la [...]
[...] rispetto al contratto, dare a ciascuno il suo, all'operaio una mercede che inchiuda il superfluo e al compratore del lavoro che non senta della [...]
[...] speculazione. — Se non vieni a bere il punch te lo porto qui e te lo butto in faccia, parola d'onore! Non è così che si fa con chi ti usa delle [...]
[...] altri. Tu non sei mai stato a servire nelle case. Provati e vedrai se ci vuole dello stomaco. Non parlo di questa. Sarei una canaglia se dicessi [...]
[...] una signora che mi ha fatto fare di tutto. Non mi piace dir male dei morti. Ma, a nominarla come viva, era una porca, una porcona. Ricca come era [...]
[...] , non aveva vergogna di farmi alzare di notte a tutte le ore per andare in cerca del suo uomo, il quale era sempre l'uomo del momento. Perchè [...]
[...] l'individuo del momento frequentava o per i suoi ritrovi o andare a casa sua a dirgli che la signora stava male e aveva bisogno assoluto di [...]
[...] vederlo subito, subito. Oh che porca! a nominarla come viva. Senti se non mi sono guadagnata la pensione. Una volta mi è toccato di farne alzare uno [...]
[...] che era a letto con un'altra. Quando aveva dei capricci, si contentava anche degli avanzi. Se rincasavo senza il maschio che si era ficcata nella [...]
[...] . Dammi il nome del servitore a della cameriera che non lo abbia fatto. Non si può fare diversamente che cambiando professione. Sono tutti impastati [...]
[...] puttanaccia a lei, e lei dava del mantenuto a lui, magari alla presenza del servidorame vile. Nelle giornate della furia si buttavano alla testa [...]
[...] quello che loro capitava nelle mani. A tavola soli non finivano mai il pranzo senza avvelenarselo con degli insulti atroci. Farabutto! carogna [...]
[...] il buco della serratura, adagiata sull'uomo o in braccio all'uomo o sotto l'uomo. Tu sei occupato ed io ho qualcosa da fare. Ma se vieni a [...]
[...] trovarmi di sera ne parleremo ancora. Fammi una visita quando i signori sono a spasso o al mare o in campagna. T'invito a pranzo. Qui è come la mia [...]
[...] reggia. Posso dire di essere in casa mia. Non c'è che donna Annunciata che venga a darci un'occhiata per puro capriccio. Le piace di vedere questo [...]
[...] . E lo credo. L'immoralità è un lusso. Bisogna avere del tempo e del denaro per essere immorali. Io ho sempre vissuto coi ricchi. A dodici anni [...]
[...] ero groom della casa Vittone e me ne andai a diciassette che non avevo più nulla da imparare. Donna Elena mi ha licenziato professore. Ti dicevo [...]
[...] padrone, non può essere migliorata che colla fantasia. Mi si dia pure del pazzo. Ma io nego a chiunque di parlare della virtù delle nostre signore [...]
[...] , senz'essere stato domestico. Indossate, o signori increduli, la nostra livrea, passate degli anni sotto il tetto dell'abbondanza e poi venite a [...]
[...] si era rimesso al lavoro. Continuava a parlare tra sè e a dire che, dopo tutto, non aveva torto neppure il materassaio. Certe cose non si potevano [...]
[...] era morta. Ma avrebbe voluto vedere Giuliano in casa del marchese Stangoni, padre di Elena, quando c'era lui a diciotto anni. Tutta la casa era [...]
[...] raffinati. La donna dei suoi trasporti era una paesanotta di ventidue anni, in casa a fare i mestieri di grosso. La marchesa, sdraiata nuda sul [...]
[...] lire al giorno. Ah, se volesse parlare Frustavino! Il mondo, a un certo momento, sarebbe obbligato a tapparsi le orecchie. Una sera che era brillo [...]
[...] , e che era appena tornato da Parigi, ove andava sovente col padrone, gliene raccontò una che era più ridicola che sconcia. Il padrone andava a [...]
[...] Parigi a scaricarsi della impurità una volta al mese. Partiva il ventisette ed era di ritorno al trentuno a al primo. Non vi si fermava che una [...]
[...] notte o due. A Parigi alloggiavano in casa di una di quelle alte mezzane che vivono benone sulla depravazione dei gusti. Era la sola cosa che [...]
[...] spiaceva a Frustavino. Gli rincresceva di mangiare e di dormire in una casa del carnimonio. Il marchese non aveva però la stessa ripugnanza. Tutte le [...]
[...] potrei dirti altro. Mi si sono chiusi gli occhi. Non ho voluto più vedere per non impazzire io stesso. Annunciata discese a salutare Giuliano [...]
[...] . Avrebbe valuto tenerlo a colazione, ma c'era Giorgio che stava poco bene. Quel suo stomaco di carta dava da fare a tutti come non si poteva [...]
[...] essa parlava di paure, ma lei non poteva a meno di esserne impensierita. Se era permesso fare un paragone con un suo vecchio orologio che non sapeva [...]
[...] più dove era andato a finire, doveva confessare che il povero Giorgio stava più male di quello che si sospettava. L'orologio che aveva fatto [...]
[...] aggiustare centinaia di volte, le era venuto a costare più che nuovo. Aveva un bel dirle l'orologiaio che si trattava di un remontoir che valeva il [...]
[...] senso intimo, il senso di un'anima che si rivela a un'altra anima. Il disastro dello stomaco di Giorgio gli diventava un dramma. Racchiudeva il [...]
[...] incominciato a mezzanotte, in mezzo a una caldura soffocante. Antonio, che non aveva potuto dormire dalla paura di rimanere addormentato, era in giro con [...]
[...] la lucerna a svegliare coloro che dovevano andare con lui a Caravaggio. La stazione era lontana e il treno non aspettava nessuno. — Su, che è [...]
[...] tardi! A certi usci doveva spaventarli a colpi di calcagno. — Giuditta? Oh, Giuditta? Levatevi una buona volta! Luraschi, che abitava il 126 e [...]
[...] il 127 del blocco C e che aveva detto a tutti che sarebbe stato in piedi prima degli altri, era ancora in letto che dormiva della quarta. — Su [...]
[...] bastone. La povera donna, tormentata da due fistole, dormiva di rado, ma quando ci si metteva ci volevano i savi e i matti a farle spalancare gli [...]
[...] Caravaggio, le aveva fatto imparare la preghiera a memoria, e lei, l'anemica, che voleva guarire, che diceva che aveva assolutamente bisogno di [...]
[...] vergine Maria, aiutatemi a riavere il sangue della mia salute! Abbiate pietà di una povera derelitta che sarà buona, che verrà ogni anno a [...]
[...] baciarvi i piedi, a bagnarvi i piedi con le lagrime dei suoi occhi! Ascoltate, Maria, madre mia dolcissima, ascoltate le parole di una peccatrice che [...]
[...] la comitiva al santuario era Leopoldo Gioberti, il facchino 335 di piazza Mercanti, il quale occupava, da due anni, il 27 e il 28 del blocco A [...]
[...] baracconi di piazza Castello a tener testa contro i lottatori di mestiere. La sua faccia bionda e rossa di salute pareva avesse conosciuto il freddo [...]
[...] della tomba, tanto era diventata giallastra. Vi si vedeva diffusa la luce dell'altro mondo, la quale dava a tutta la sua figura un'aria di [...]
[...] gli sforzi riuscissero a mandarglielo su dalla gola. A udirlo tossire si diceva che aveva in fondo un serbatoio di marcia. E nei momenti desolati [...]
[...] neanche del diavolo. Ma dopo che la tisi polmonare lo saccheggiava di giorno in giorno e la moglie era riuscita a fargli credere che Dio lo [...]
[...] guarire e senza perdere la fede. Era stato a quello di Locarno, di Varallo, di Como, di Somasca, di Gravedona e di Nobiallo e ora andava a quello [...]
[...] non era mica un impostore. — Entra come ci sono entrato io, gli disse, e rimarrai a bocca aperta. Vedrai tutte le pareti coperte di quadri [...]
[...] io credo nell'unione del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo. — Ed è quello che io, Gioberti, dico a voialtri. Se non avete fede state a [...]
[...] può andare a piedi. Chi vuol venire deve darmi due lire e centesimi venti per il biglietto di terza classe. A Treviglio, se avremo tempo, faremo una [...]
[...] visita al santuario della Madonna delle lagrime: e poi, un passo dietro l'altro, ci avvieremo a quello di Caravaggio. Maledetta tosse! Pazienza [...]
[...] andranno a piedi, perchè così, strada facendo, reciteremo le litanie e prepareremo l'animo alla commozione della grazia. A proposito, Antonio, tu [...]
[...] divorano i polmoni! Un uomo come me che vuotava due litri a colazione è ridotto a tossire tutta la vita! Ti domando scusa, Madonna, se [...]
[...] di stravaccare. Parlavo con te, Antonio. Tu che sei il più sano quando non ti piglia il tuo malaccio, pensa a Cristoforo, il maniscalco al terzo [...]
[...] , del blocco C. Egli è ormai cieco fatto. Non ci vede a due passi. Aiutarci l'un l'altro e agire da cristiano. Va tu a prenderlo, perchè può darsi [...]
[...] volete che vadano a male. Guarda, come tossisco! Sono i tuoi ultimi momenti, se la Madonna mi aiuta! Fanne una pelle, va là! Credevo di crepare [...]
[...] ! Si fa presto a dire ai padri di stare attenti. La gente che lavora ha altro per il capo che pensare alle proprie figliuole. Tu, Tencia, che non sei [...]
[...] bestia che non fa complimenti. È meglio lo aspettate che farvi aspettare. Date ascolto a coloro che ne sanno più di voi. Noi vi prenderemo sulla [...]
[...] strada. Andate, fate a modo mio. Tu, Eugenio, che vai con le grucce, mettiti con quelli della prima spedizione. Ricordatevi che bisogna avere [...]
[...] qualche cosa da mangiare o per lo meno dei soldi in saccoccia. E dalli con la tosse! La vuoi finire? A momenti mi strangolava! Perchè non possiamo [...]
[...] ricordo della ferita e del sangue del nostro Signore mi vengono i sudori freddi. Se quel cane di sgherro fosse qui lo farei a pezzi. Questa tosse mi [...]
[...] plena.... O dunque, pensiamo a noi. Avrete capito che fino al ritorno dobbiamo essere tutti di una famiglia. Una mano deve aiutare l'altra. I [...]
[...] all'anno. Pensate ai patimenti di altri dodici mesi! Che cosa vuoi venire a fare tu, Giovanni? La tua malattia è nella gola. Smetti di bere e [...]
[...] di perdere l'anima. Salvo poi a purgarla, sapete dove. Ah, dopo, state sicuri che la remissione dei peccati è a Melegnano. Ve lo dico io, ve lo [...]
[...] dico. E si mise a tossire con dei colpi convulsionarii che gli facevano agitare le braccia dalla disperazione, mentre gli si gonfiavano il collo e le [...]
[...] di quello che si cantava. Ma tutti sapevano a memoria la cantilena chiesastica che avevano intuonata tante volte e tante e tutti ci mettevano [...]
[...] della passione a credere nella bontà divina. — Sancta Trinitas... Le litanie vennero interrotte dalla comparsa del fornaio Taschini col ragazzotto [...]
[...] digiuni. — Prendete, la gerla è a vostra disposizione. Servitevi di quello che vi occorre. In viaggio viene fame e gli ammalati non devono patirla [...]
[...] disilludeva alcuno, perchè diceva che la fede era capace di guarire gli inguaribili. Un uomo o una donna ammalati di nervi potevano benissimo tornare a [...]
[...] casa sani. Era noto a tutti che una scossa fortissima o una agitazione eccessiva poteva rimettere in azione i muscoli carichi di pinguedine o [...]
[...] senz'appetito e non aveva più potuto mangiare. L'atonia dei nervi resisteva a tutte le cure. Il trentatreesimo un amico gli si è precipitato nel salotto come [...]
[...] un disperato a comunicargli il suo disonore. — Sei perduto, sei scoperto! Ormai tutti sanno che tu sei un falsario! L'accusato si alzò, si agitò [...]
[...] , gridò, volle provare con le grandi frasi la sua innocenza. Pochi minuti dopo, mentre si metteva la tuba per andare a smentire i suoi accusatori, si [...]
[...] religione. Dov'è Dio, in questo momento? Non vado innanzi per non perdere il rispetto a don Paolo e per non diventare ciò che non voglio: un ateo. Io [...]
[...] Dio! Dal terzo piano del blocco C veniva giù Ersilia coll'indolenza di un avanzo di crociera. Ravvolta nello scialle a chiazze smunte, con il suo [...]
[...] usciva dalla pelle straccia a fargli sanguinare le carni. Preferiva la morte al brachiere che gli dava tanta molestia! — Me lo faccia cambiare [...]
[...] ! diceva sovente al medico. — Se non posso! Fra tre anni potrai averne un altro. — Ma se soffro! — Si soffre un po' tutti a questo mondo! Pazienza [...]
[...] , ci vuole della pazienza, guai a chi perde la pazienza! E Costanzo Maddaloni piantava i pugni sul cielo, mandando accidenti ai medici e dicendo [...]
[...] con rassegnazione che l'Ospedale era nelle mani dei ladri. I benefattori continuavano a lasciare le loro fortune per gli ammalati poveri e i poveri [...]
[...] avesse pensato avrebbe potuto andarvi l'anno scorso. E a quest'ora il suo quadro commemorativo si sarebbe trovato sulla muraglia cogli altri [...]
[...] blocco, intisichita a cucire i guanti, avrebbe voluto andare cogli altri a Caravaggio. Ma non ne aveva più le forze. Era divenuta diafana e ogni [...]
[...] di flanella che mi metterò sullo stomaco! E si mise a tossire lentamente, dicendo che ci sarebbe voluto un triduo per guarire, ma che costava [...]
[...] bisogno che Antonio abbia le mani libere, ho bisogno. Guardate le donne che discendono a frotte! Giuseppa non era ammalata, ma voleva premunirsi [...]
[...] contro le infermità della vita. Si casca ammalati da un giorno all'altro senza sapere chi ringraziare. E diede a Santina tre caramelle per [...]
[...] , blocco A, era divenuto piccino piccino e quasi trasparente. Gli anni gli avevano fatto perdere il lavoro senza dargli il diritto all'esistenza, e [...]
[...] pellegrini. Nessuno la voleva vicino e tutti avevano uno spavento indicibile del suo male contagioso che ammazzava a poco per volta. Ogni donna [...]
[...] badare all'orrore che aveva suscitato la sua presenza, s'era messa a sbocconcellarne una per soffocare le insurrezioni a colpi secchi del suo [...]
[...] stomaco appestato, dando sovente un po' di pane biascicato a Martina, l'ultima dei suoi otto figli, dal collo tagliuzzato dalla lancetta del chirurgo [...]
[...] coloro che volevano guarire e credevano nella Madonna. E pensando a questo suo diritto si commuoveva intimamente e diceva che bisognava essere di [...]
[...] poteva avere della pietà per le vittime del gobbo che accoppava i suoi a pugni. Ma ora si era divenuti insensibili per una donna che correva [...]
[...] dietro a quello sgorbio umano non appena minacciava di abbandonarla. La gente si era abituata a dire che l'una valeva l'altro. E forse forse non si [...]
[...] aveva torto. Basta dei Cristaboni! L'antipatia poi degli inquilini del blocco A era diventato odio. Odio nero, odio giallo, odio senza fine. Si [...]
[...] vociferava che era grazie a quella famiglia di ulcere e di sputi sanguigni che il male terribile s'era infiltrato nelle abitazioni. Bastava dare [...]
[...] Casone e non potete venire con noi. La strada che conduce a Caravaggio è libera e voi potete andarvi quando vi piace e con chi vi piace. Ella taceva [...]
[...] e continuava a mangiare, accarezzando ora l'uno e ora l'altra dei suoi figli, lasciando parlare come se si fosse trattata di un'altra. C'era [...]
[...] a sè stesso che sarebbe bastato lui solo per quell'omone che faceva il bulazzo con le donne. Ma non voleva sporcarsi le mani con un sacco di merda [...]
[...] che tossiva come un ospedale. Bastava suo padre. E andò a chiamarlo dal Battista, ove era andato a cicchettare. Pietro e Franceschino giunsero [...]
[...] demonia con le grida delle femmine ferite, acciuffandola per i capelli, piantandole le unghie nelle gavine in suppurazione, rotolando a terra [...]
[...] , s'era messo col suo testone di fronte a Gioberti, sputacchiandogli in faccia uno scaracchio. — Prendi, vigliacco! gli disse senza scostarsi [...]
[...] agguantavano quello che potevano agguantare e diventavano una cosa con la cosa agguantata. Gioberti, non essendo riuscito a strappargli il collo [...]
[...] , si sentì le dita d'acciaio del nemico salire per il gilè verso la gola. Impaurito, fece uno sforzo supremo per liberarsene, buttandolo a qualche [...]
[...] occhi alla superficie. — Vigliacco! urlò Cristaboni. Il vicinato era in piedi e discendeva a frotte coi pugni chiusi, coi bastoni in aria, con le [...]
[...] ! Cristaboni non sentiva più nulla. Lo si poteva fare a pezzi senza fargli abbandonare la preda. — Aiuto! aiuto! Quando giunse Giuliano in maniche [...]
[...] poi estendere il suo studio di sociologo alle classi della città intera. Ma, a mano a mano che procedeva, la zona del suo lavoro si affollava di [...]
[...] accusare del delitto sociale? Dinanzi a quale tribunale si doveva svolgere il vecchio drammone dei pitocchi invecchiati nell'indigenza? E si [...]
[...] , si ostinava a non escludere dai rimedii la carità pubblica e privata. — È vero, diceva a Buondelmonti, dessa degrada, abbrutisce, sconcia la [...]
[...] figura dell'uomo, ma i Siliprandi non possono assurgere a concetti così alti nei momenti delle convulsioni fameliche. Per la gente senza redenzione [...]
[...] e ti ingiunge, a tua insaputa, di lasciare che la mano ricca soccorra il povero. Se tu tiri via su questa strada diventerai filantropo, va [...]
[...] a spese dei ricchi. La paura della miseria è la caratteristica della tua classe. Marat, caro mio, è uno dei tuoi avi. Senti, come lui, il [...]
[...] tormento momentaneo. Marat non era un avvenirista. Egli studiava il pauperismo nelle cantine, dove si nascondeva a scrivere l'Amico del Popolo, e laggiù [...]
[...] nella minestra? Che cosa dobbiamo fare quando ci si viene a dire che una famiglia intera ha divorato gli ultimi morselli di pane da qualche giorno [...]
[...] ? Abbiamo noi tempo di pensare all'abolizione di questo sistema ignobile di dar da mangiare a chi ha fame? Rifletti, si può essere rigidi, ma in [...]
[...] mezzo alla vita, tu sei costretto dall'urgenza dei bisogni a rimandare i tuoi progetti di rivoluzione sociale di giorno in giorno. Tu, teorista [...]
[...] a mettere in salvo le anime in un luogo più igienico. Moltiplicate le stanze, moltiplicate i letti e forse impedirete che l'istinto bestiale agiti [...]
[...] di altre spiegazioni. Tutta quell'accumulazione di ore rappresenta la sua ricchezza. È così che lui va in carrozza e noi a piedi. Che lui abita il [...]
[...] palazzo signorile e noi la stanza angusta, appestata dal nostro alito e dai nostri acciacchi. I figli del padrone crescono, vanno a scuola, e a [...]
[...] vent'anni non sanno neanche cosa siano la fatica e la penuria. I nostri.... Guarda giù nel cortilone. È il lavoro non pagato che ci fa assistere a [...]
[...] è occupata da un pollivendolo a dividere le penne bianche dalle nere e le morbide dalle dure per quattro lire la settimana. Elisa è nella stanza [...]
[...] lettuccio sotto la finestra e la maggiore dormiva nel letto matrimoniale, con la testa sul cuscino, ai piedi dei genitori. La moglie è venuta a pregarmi [...]
[...] è di impedire che si ricominci". Io l'ho contentata subito. Ho fatto sloggiare il 18 a mie spese mettendolo al 22. La caduta di certe famiglie [...]
[...] impensierisce. Ce ne erano due o tre che potevano essere citate a modello. Non facevano del lusso, perchè qui non è il sito di farne. Ma mangiavano [...]
[...] carne al giovedì e alla domenica, bevevano a cena, vestivano decentemente, e chi lavorava portava a casa il settimanale, contentandosi di spendere [...]
[...] loro figli andavano regolarmente a scuola col grembiule pulito e le scarpe che non lasciavano nulla a desiderare. Occupavano due stanze nel blocco [...]
[...] A, il migliore, tenute pulite dalle donne che le scopavano tutti i giorni e cambiavano le tendine alle finestre ogni tanto. Al pranzo della [...]
[...] femmine hanno dovuto smettere d'andare a scuola, e la madre è invecchiata di quindici anni. Luigione, durante la convalescenza, andava dal [...]
[...] Battista a passare qualche ora. Non so se sia stata l'abitudine di bere che gli abbia fatto perdere la voglia del lavoro regolare o se sia stato [...]
[...] obbligato a metterlo sul lastrico. Non vi andava che due o tre volte la settimana, e, spesso, al secondo pasto, rientrava mezzo ubbriaco. Ora il [...]
[...] suo gusto è di rimanere delle ore coi politicanti al tavolino del cicchettaio a buttar fuori parolone rivoluzionarie. La sua immaginazione si è [...]
[...] come incendiata. Divenuto radicale condanna i suoi amici politici di una volta a castighi atroci. Dal giorno della sua disgrazia ha come acquistato [...]
[...] la voluttà delle pene spaventevoli. A Depretis, ch'egli chiama un democratico di cartone, vorrebbe che gli si fendesse la lingua con un coltello [...]
[...] morire. Fanno paura. Danno a quello che dicono un senso profetico e assumono il fare degli antiveggenti. Ogni domenica che vado da Bernardino a [...]
[...] orecchie e alza le mani come se temesse qualche sventura. L'impressione del suo viso pare quella di un uomo che vada giù a leggermi nel cuore. E [...]
[...] quando ode la mia voce che gli dà il buon giorno, le sue larghe occhiaie con in fondo la gelatina schiacciata e lucida si atteggiano a una immobilità [...]
[...] . Felicita, pagagli l'affitto! Mentre la moglie va a cercare i danari, io deploro che non ci sia una legge che sopprima tutti questi errori della vita [...]
[...] dargli un asilo che non sia un reclusorio, che non lo mantenga come un pezzente, che non lo costringa a invocare la morte come un beneficio. E [...]
[...] vero mestiere. Tutta la sua gioventù è stata spesa a lavare bottiglie d'estate dal birraio Damia, fuori di porta Magenta, e a cucire sacchi [...]
[...] d'inverno, negli studii dei piccoli negozianti di seta del Broletto. Non ha mai superata la giornata di una lira e non è mai discesa fino a quella di [...]
[...] ventre, non si dolse e non domandò mai nulla a nessuno. Venuta la maturanza, andò, come la prima volta, a sgravarsi nella pia Casa delle [...]
[...] nelle grazie. — Vattene dove sei stato fino adesso! I fanciulli curati, allattati, tirati grandi a carezze e a dolci, quando poteva comperarne [...]
[...] madre buona che si era consacrata al bene dei figli come poche donne. A casa faceva le mutande che le dava un'altra vicina che lavorava per una [...]
[...] ditta d'abiti fatti. La vicina che andava a prenderli e a riportarli si contentava d'un centesimo di guadagno. E Annita riusciva a cucirne [...]
[...] dodici paia in due notti e a guadagnare cento e otto centesimi in dodici ore consumate al lume della lucerna. Alla mattina preparava tutto per i ragazzi [...]
[...] che ella mandava a scuola, e poi correva alla fabbrica, raccomandando alla vicina di vedere che il suo Attilio e il suo Romeo non mancassero di [...]
[...] qualche cosa. A sera rincasava e se li godeva a vederseli d'intorno coi loro libri di lettura ch'essa non poteva capire. L'uno e l'altro crescevano [...]
[...] sani, bellocci, forti come torelli. Mise Attilio, il maggiore che amava sopra ogni cosa il disegno, a fare il meccanico, convinta che sarebbe [...]
[...] divenuto uno dei primi operai, e Romeo a fare il tessitore, perchè aveva una speciale predilezione per i lavori del telaio. I figli ricambiavano [...]
[...] l'affezione materna con lo stesso affetto. Uscivano dagli stabilimenti e correvano a casa a baciare la mamma, come fanno i figli dei signori. Il giorno in [...]
[...] lacrimosi, degli abbracci stretti stretti, delle promesse infinite di non dimenticarsi, di continuare a volersi bene e di scriversi sempre, sempre [...]
[...] . Romeo divenne taciturno. La madre, che non poteva vivere senza la sua affezione, era obbligata a sgridarlo per farlo smettere di piangere. — Farai [...]
[...] volta a prendere il suo Attilio. È divenuta cupa, malinconica, lavora a sbalzi, è indifferente al bene e al male e non sa più concepire che un [...]
[...] cessato di pregarlo in ginocchio! È un pezzo che non prendo la penna in mano. Il colera non me ne ha dato tempo. Che giornate! Sudo a pensarci. Ci [...]
[...] . Abbiamo fatto il nostro dovere senza chiasso, gareggiando l'un l'altro a nostra insaputa. La fortuna dei nostri ammalati è stata di avere il [...]
[...] Buondelmonti, il quale pareva una illustrazione medica stata in India a studiare il morbo. Conosceva tutto, indovinava tutto, ordinava tutto. I due [...]
[...] medici mandati dalle autorità sanitarie facevano anch'essi il loro dovere, ma da salariati. Il denaro rende burocratici. Si può dire che venivano a [...]
[...] meloni e tutti i legumi che potessero disturbare il ventre, abituava le donne a bere il thè olandese caldo senza zucchero, con delle semplici gocce [...]
[...] . Ogni mattina giungeva il carro del macellaio con due chilogrammi di carne per ogni famiglia, vale a dire per ogni stanza. L'individuo solo [...]
[...] metteva i suoi due chilogrammi nella caldaia comune appesa al bastone di ferro col braccio a uncino che avevano piantato in un angolo pulito del [...]
[...] vomito o qualche movimento che potesse lasciar credere a una colica. Era instancabile. L'abbiamo veduta in ginocchio, con le maniche rimboccate a [...]
[...] alle scariche diarroiche senza impallidire. Guai a dirle di andare via. Pestava i piedi e andava in furia. Perchè non voleva che le si [...]
[...] inaffiata della stessa soluzione acquosa e aiutava l'infermo a riaccomodarsi nel letto, coprendolo bene e facendogli trangugiare due o tre pillole [...]
[...] oppiate. Era la prima a entrare dove c'erano dei cadaveri. Il giallo degli occhi e il paonazzo delle labbra dei morti non la facevano tornare [...]
[...] destino. Le mogli non facevano che accendere candele alle madonne per le scale e abbandonarsi a quell'accasciamento che lascia lì paralizzati o [...]
[...] , costretti a rimanere nel Casone perchè all'ingresso le guardie ne impedivano l'uscita, restavano nel mezzo del cortile, intorno ai bracieri che vi [...]
[...] sarebbero messi a piangere. C'erano di quelli che si facevano pregare a bere il bicchierino per il quale, in altri momenti, si sarebbero fatti in [...]
[...] quattro. La morte del pettinaio Andreoli diffuse l'avvilimento. Lo avevano veduto andare e venire con la pipa in bocca a canzonare tutti quelli che [...]
[...] svenivano a parlare dell'epidemia entrata nel Casone, e in poco meno di due ore era già nel cataletto, con la faccia stravolta dalle contorsioni [...]
[...] che poteva narrare a qualcuno la voce divina che aveva udito nel momento in cui pregava con l'anima estasiata la Madonna miracolosa di ridargli la [...]
[...] salute. "Alzati, Antonio, gli disse la madre di Dio, e va a casa contento. Il Signore Iddio ha accolto la tua preghiera". E dopo essere stato [...]
[...] Dio, che è in ogni luogo, assiste alla strage dei poveri, che lo adorano in ginocchio, con tanta indifferenza? So la vostra risposta a memoria [...]
[...] , completamente sgiogato da una religione impotente come gli uomini a salvare le moltitudini dai disastri della vita. Annunciata mi mise la mano sulla bocca [...]
[...] , a una morte così orribile. Ella taceva, spingendomi dolcemente da una parte per inaffiare la stanza col disinfettante. — No, no, tu non passerai [...]
[...] meravigli? — Che tu sia stato a Caravaggio coi tuoi del Casone? Io che ti spingo a essere più ambientista che filosofo, mi meraviglierei del [...]
[...] del Casone. Vi sarei andato volontieri una seconda volta. Dovevi farmelo sapere. C'è sempre da imparare in mezzo a una moltitudine che si riversa [...]
[...] con tutte le sue malattie in una chiesa per genuflettersi e aspettare la grazia da una Madonna che continua a guarire da più di tre secoli [...]
[...] della nubile, davano alla sua testa un non so che di superbo. Giunta ai gradini del tempio la ragazza incominciò a impuntarsi con delle grida che [...]
[...] passavano per le orecchie come saettate. La folla le fece largo e s'inginocchiò a invocare la grazia dello Spirito Santo col Veni creator spiritus [...]
[...] fianchi ed elevando sulla moltitudine il seno scoperto, il quale mostrava, a quelli giù dai gradini, i due piccioli rossi piantati nella carne [...]
[...] poveretta che si dimenava e infuriava andavano a rompersi sulle muraglie come schiaffi sonori che rimbalzavano e si perdevano nelle orecchie come onde [...]
[...] demente. Fu così fino ai gradini che dividono una navata dall'altra. Discendendo la scala a curva che conduce alla cappella sotto l'altare maggiore [...]
[...] , di trentadue anni, la quale stava falciando l'erba in un campo incolto chiamato Mazzolengo, l'invasata era riuscita a sciogliersi le mani dai [...]
[...] lacci e a buttarsi sulle teste degli uomini che l'avevano ancora per le gambe come una tempesta. Percuoteva e graffiava alla cieca, acciuffando or [...]
[...] pellegrini avevano sospese le litanie e si tenevano il fiato. Rimanevano lì trasecolati a vedere la potenza dello spirito infernale in una donna [...]
[...] dalle forme così poderose. Giunsero due altri uomini che le riafferarono le mani e la forsennata fu ridotta a una immobilità relativa. La calca non [...]
[...] rotonda di ferro a scacchi delle elemosine, la parola che tutti aspettavano: miracolo! miracolo! miracolo! Il miracolo era compiuto. La donnona si [...]
[...] vita con un parossismo religioso che la martirizzava. Durante le sue smanie epilettiche i suoi atti erano troppo sinceri per pensare a una [...]
[...] lavorato il cervello di una ragazza probabilmente isterica, probabilmente disposta alla esaltazione. Provati a dire a una di queste idiote: tu sei [...]
[...] stregata! E ti potrà capitare di pentirtene. A poco a poco l'idea di essere stregata le si arroventa al fuoco dei pregiudizii e dell'ignoranza e [...]
[...] morire, molti hanno la viltà di prosternarsi ai santi sconosciuti a implorare miracoli che nessuno, ohimè! è in grado di compiere. — Anche a me [...]
[...] hanno fatto una grande impressione gli indiavolati che non si lasciavano trascinare in chiesa che violentati o portati a viva forza. Confesso che non [...]
[...] epilettici. Era la follia in azione. Ho veduto un giovanotto spalluto, con una volta cranica a punta e le arcate dentali che si scoprivano come una [...]
[...] ghignata che metteva freddo, impazzire in un arrabattamento che traduceva il disordine mentale in eruzione. Con uno sforzo erculeo riuscì a sbattere i [...]
[...] suoi carcerieri sulla muraglia e a cadere lui stesso, senza alcun tentativo di salvarsi la faccia tutta sottosopra. Ripreso con la fronte [...]
[...] . L'impressione maggiore è pure nell'ambiente esterno. Mi pare di essere passato attraverso scene medioevali. Non ne avevo idea. Sullo stradone da Treviglio a [...]
[...] canzone era monotona e stucchevole come la campagna a pianura che mi circondava. I carrettoni delle donne superavano quelli degli uomini. Le giovani [...]
[...] con una spinta a girare su sè stesso. La maggioranza delle prime aveva la testa scoperta, con la capigliatura unta di olio pettinata alla [...]
[...] fascetta a colori sorgente dalle vesti come un armatura di bacchette di balena a sorreggere il seno pieno di latte che tremolava e traboccava. Prima [...]
[...] di arrivare sulla vasta piazza girata a nordest da un portico di mattoni che la fabbriceria avrebbe dovuto continuare fino a Caravaggio, si [...]
[...] vedevano ai due lati dello stradone, i baracconi che vanno a tutte le fiere. Il baraccone degli animali feroci, il baraccone della donna mostro, della [...]
[...] maledettamente i piedi! Per il largo della piazza c'erano le rivelatrici dell'avvenire, le donne che dall'alto delle scranne invitano la gente a farsi predire [...]
[...] andavano a interrogarle. Ti adocchiavano malandato di salute? Ti dicevano che nel passato la tua vita era stata tribolata, molto tribolata, ma [...]
[...] avrebbe potuto essere graziosa e fresca se la vitaccia grama e randagia del baraccone non gualcisse e avvizzisse a vapore. — C'è però della poesia [...]
[...] essere più alta. L'abitudine corregge tutto. Il corpo nudo in mezzo a loro non destava desideri. — Non volevo disonorarli. Volevo semplicemente [...]
[...] metri quadrati a dir tanto. In una atmosfera carica di tutte le respirazioni, di tutte le trasudazioni e di tutti gli odori pestilenziali di una [...]
[...] miracolose che si svolgono ai margini della Fontana benedetta, a pochi passi dall'altro fianco della chiesa, tra le così dette osterie all'aria [...]
[...] aperta, dove il contadiname va a mangiare per due o tre soldi il risotto giallo come la buccia del limone, la minestra dura come la mota e i pezzacci [...]
[...] di formaggio impolverati che hanno servito di pasto a legioni di mosche e di mosconi scappati dai letamai. Tu vi arrivi uscendo dal piazzale e [...]
[...] del marito con pazienza e rassegnazione. Nel momento dell'apparizione ella si trovava in ginocchio a pregarla di prestarle soccorso a caricarsi [...]
[...] cielo. Poi la Madonna, circonfusa nell'aureola della gloria celeste, le ordinò di propalare la sua venuta in terra e di dire a tutti che l'iniquità [...]
[...] diffusero tutt'intorno un profumo soavissimo. — Questa è storia. — Come l'ho letta nella descrizione del santuario. A me pare crudele che si [...]
[...] di allegrezza mistica ch'essi scambiano, sovente, per della grazia divina. Ammetto la libertà di uscire dal mondo a chi è stanco della vita, ma non [...]
[...] ammetto, non posso ammettere che si spinga la menzogna fino a burlarsi di tutte queste turbe di insensati e di esasperati alla ricerca di una [...]
[...] della testa, lavare i tagli marciosi del collo e bere a sorsi l'acqua che riceveva il pus delle fistole, le gocce sanguigne delle parti malate [...]
[...] . — Hai veduto dei miracoli? — Nessuno! Ho veduto uno storpio che teneva la gamba nell'acqua sorridendo come un ebete e dicendo, a intervalli [...]
[...] che aveva perduto un occhio si curvava, si levava dalla Fontana con il cavo della mano pieno d'acqua, e lasciava cadere nell'occhio sgraziato, a [...]
[...] goccia a goccia, il liquido, pregando a alta voce la Madonna di guarirle il suo Nicoletto. — Oh Madonna di Caravaggio, fatemi la grazia! E questa [...]
[...] impostura dura da secoli! Le generazioni si cambiano, le rivoluzioni scientifiche squarciano il velame dei misteri e le moltitudini continuano a [...]
[...] religiosa. E per riuscirne devo violentare me stesso e prendermi idealmente a pedate per cacciarmi fuori dalle paure di un al di là che mi hanno [...]
[...] . Sacramento e le litanie. I devoti entrano in uno stanzone a pianterreno, ove è un banco che va da una parete all'altra, vicino alla parete in [...]
[...] fondo. Al centro del banco era il custode sacerdote o un sagrestano in cotta che non faceva tempo a registrare. Egli era alle prese con una [...]
[...] : — Lasciate fare che verrà anche la vostra volta. Domandava a tutti, con grazia, il nome e il cognome, il numero delle messe e quali messe. E a [...]
[...] benedizione che costa nove e cinquanta. Ogni persona, oltre le proprie, faceva registrare quelle dei devoti assenti o impossibilitati a andare al [...]
[...] maggio, l'anniversario della apparizione, è, per il Santuario, una giornata coi fiocchi, una giornatona feconda di parecchi biglietti da mille. A [...]
[...] sinistra, a poca distanza dal custode sacerdote, era il frate occupato con la gente che voleva accendere candele e lampade nel Santuario. Anche lui [...]
[...] mai. L'impazienza e le interrogazioni del pubblico lo lasciavano indisturbato. A coloro che volevano sapere se era meglio accendere una candela o [...]
[...] evitare di rispondere quando lo si interrogava sui prezzi. — Che cosa costa una candela? gli domandavano a ogni quarto di minuto. — Una lira [...]
[...] d'olio. Gli altri, il grosso dei fedeli, volevano l'olio per delle novene, e tante candele per tante giornate. A nessuno di quei fanatici è forse mai [...]
[...] piuttosto che far dire delle messe a pagamento per degli sconosciuti invisibili e impalpabili. Ho pregato anch'io e posso capire i credenti in [...]
[...] ginocchio, con la fronte atterrata, a recitare le orazioni. Ma le messe, le benedizioni e le litanie a prezzi di tariffa sono superiori al mio [...]
[...] comprendonio. Basterebbero esse sole a fare di me un rivoltoso. La vendita dei pani benedetti e dei pezzetti del velo che ha coperto la Madonna di sasso mi [...]
[...] credere a un impazzimento generale e si commettono tutte le stranezze delle masse terrorizzate dal demonio. Io ho potuto penetrarvi lasciandomi [...]
[...] ricominciava a sentirsi pigiati, premuti, oppressi fino alla mancanza di respiro, costretti più di una volta a proteggersi lo stomaco con le braccia. I [...]
[...] uomo, con un piede tormentato dalla gotta, aveva potuto uscire dalla chiesa a corsa, che Crenzi Costantina di Vicobellignano, diciottenne, da due [...]
[...] Madonna, sono guarita!, che Luigi Cremonesi, giovine lodigiano, affetto da un tumor freddo al ginocchio, nel settembre del 1881 ritornò a casa [...]
[...] in perfetta salute. Bada che non invento. Quando sei preso dal dubbio va a Caravaggio e divertiti a leggere le iscrizioni dei quadretti votivi [...]
[...] che si fermano di botto per dar tempo a una ragazzina di attraversare il binario, mentre una madre lontana agita le mani come un'ossessa e grida: Oh [...]
[...] a capello, dirò così, del treno che passa senza neppure scorticargli un dito, per la semplicissima ragione che aveva avuto il buon senso di gridare [...]
[...] : Oh Madonna di Caravaggio! I rachitici faranno bene a non dimenticare Caravaggio. Tutti quelli che vi sono stati se ne sono trovati contenti [...]
[...] avevano saputo accomodare loro le membra deformi. Ah sì, chirurghi ciarlatani, andate al Santuario a parlare di ernie guaribili in pochi giorni [...]
[...] sono diventate inservibili! Non occorre che la fede. Credete e sarete guariti. Qui faccio dell'ironia, ma là, in mezzo a tutti quei mendicanti di [...]
[...] bocca, venivo sorpreso dalla desolazione. In certi momenti mi sentivo così commosso da dover fare degli sforzi per non mettermi a piangere coi piangenti [...]
[...] , diceva che avrebbe regalato alla Madonna una veste di seta azzurra senza badare a spese, se l'avesse guarita. E un'altra donna che le stava [...]
[...] fece più volte il segno della croce, e dopo essersi nascosto il viso nelle mani, innalzò il ringraziamento col canto delle litanie. A sentirli [...]
[...] . Migliaia e migliaia di persone erano là pronte a giurare che la grazia della guarigione si era compiuta sotto i loro occhi. Mi lasciai trascinare, vi [...]
[...] taumaturga e rimasi inchiodato nell'angolo fino a un altro grido convulsionario. Grazia! grazia! grazia! I due sacerdoti all'entrata della cappella [...]
[...] scarpe quando gli affamati di miracoli non venivano trattenuti dai due segrestani di dietro che li sollecitavano a uscire, per lasciar posto agli [...]
[...] altri, risospinti e trattenuti a stento dai due segrestani in alto, al principio della scala. La seconda grazia... Che cosa vuoi che ti dica? Era una [...]
[...] volgare come l'ultima delle femmine. Con lui poi che non aveva pensato che a lei. Che non le aveva domandato nulla. Che se l'era presa così, come era [...]
[...] . Signori che parlate di riabilitazione, andate a studiare quest'Annunciata che sa baciare il marito con la passione della moglie innamorata, calda [...]
[...] ; bugiarda col marito, bugiarda coll'amante! Elevate la donna dal basso fondo fino a voi, circondatela del lusso, sopprimetele ogni occasione di [...]
[...] tradimento! — E di chi è la colpa? Tu mi dici d'andarmene, e io non ti obbligherò a chiamare il custode per mettermi alla cancellata. Ma di chi è la colpa [...]
[...] prostituta per il semplice fatto di essermi data a un altr'uomo. No, no, tu non mi convincerai mai d'esser stata infedele. Io sono troppo sana per [...]
[...] . Nessun medico poteva guarirmi, Giorgio. Te lo dissi, te lo ridissi. Ma tu non capivi o fingevi di non capire. E io son rimasta sola a sciogliere il [...]
[...] problema. Ci fu una pausa. Annunciata, a pochi mesi dal parto, aveva della dea. Vestita di foulard acceso che coloriva l'ombra nella quale andava [...]
[...] e più grandi se lasciassero passare la vita senza simulare una virtù che non esiste! Giorgio rimaneva lì a bocca aperta. Non aveva mai saputo [...]
[...] qualche cosa di più a mio favore. Forse io dovrei essere il tuo giudice. Ma mi metto al tuo livello. Siamo tutti e due immorali. Ah, sì, tutti e due [...]
[...] ! E allora? Incrociò le braccia a gli si mise in faccia come un punto interrogativo. — Io ho scelto. Io, Giorgio Introzzi, non metterò mai la firma [...]
[...] amorazzi di mia moglie.... Mai, mai, mai! Tuo figlio è tuo e dev'essere tuo. — E sarà mio. E a mio figlio darò il mio nome, non avere paura. Uomini [...]
[...] non sarà mio. Ma tu non sei stato nè saggio, nè generoso, e ti compiango. — Non ho bisogno del tuo compianto! diss'egli mettendosi a passeggiare [...]
[...] con le mani al dorso. — Magari! Te lo auguro. Perchè il tuo scioglimento è tutto a tuo danno, povero Giorgio. Tu, egoista, tu geloso, non vedi la [...]
[...] vita negra del malmaritato costretto a portare la catena dei ricordi e a consumare nell'inedia, tra una mantenuta e l'altra. — La vedo. Pagherò il [...]
[...] della mia esistenza. Eccoti i tuoi gioielli, sono tuoi. Non so che farmene. Non mi servirebbero più che a farmi chiamare prostituta. Ma ricordati che [...]
[...] . Passata la commozione, i dubbi risorgerebbero a contenderti la felicità che abbiamo distrutta con la nostra bocca. E poi? Tu sai che io son donna, e [...]
[...] che al mio diritto di donna non rinuncerei mai. Tu sai che io sono madre e che non potrei rinunciare a mio figlio. In casa tua diventerebbe il tuo [...]
[...] compagna a dimenticarmi. Voi sapete che il destino non è nelle nostre mani. Porto la mia croce con rassegnazione. Ve lo dico piangendo. Non si spezza la [...]
[...] . Perchè a voi non manca nulla per essere felici. Non abbiate paura. Non verrò a vedervi. Non turberò la vostra pace con la mia presenza. Mi [...]
[...] . Egli verrà a trovarvi per consegnarvi l'atto di procura che vi autorizza a riscuotere alla mia banca tutto ciò che vi occorrerà per la ricostruzione [...]
[...] pagare. Con la notifica di licenziamento momentaneo saranno condonati a tutti loro gli arretrati e gli affitti in corso e verranno avvertiti che il mio [...]
[...] EDIZIONE NAZIONALE DELLE OPERE DI GIOVANNI VERGA NOVELLE RUSTICANE edizione critica a cura di Giorgio Forni FONDAZIONE VERGA INTERLINEA [...]
[...] scapolare di zoccolante, ora che si faceva radere ogni domenica, e andava a spasso colla sua bella sottana di panno fine, e il tabarro colle rivolte [...]
[...] colla mano sinistra. Ma se non gli avessero insegnato a dir messa, e a leggere e a scrivere per carità, non sarebbe riescito a ficcarsi nelle [...]
[...] sapevano, chè sua madre gli scopava tuttora la casa. Il Reverendo non aveva la boria di famiglia, no; e quando andava a fare il tresette dalla [...]
[...] nella bella stanza coi vetri alla finestra, e il letto a cortinaggio, e non la teneva per lavorare, o per sciuparsi le mani in alcun ufficio [...]
[...] grossolano. Talchè parve a tutti un vero castigo di Dio, allorquando la poveraccia fu presa dagli scrupoli, come accade alle donne che non hanno altro da [...]
[...] fare, e passano i giorni in chiesa a picchiarsi il petto pel peccato mortale – ma non quando c’era lo zio, ch’ei non era di quei preti i quali [...]
[...] si portava, col vento in poppa; dapprincipio un po’ a sghembo per quella benedetta tonaca che gli dava noia, tanto che per buttarla nell’orto del [...]
[...] convento aveva fatta la causa al Tribunale della Monarchia, e i confratelli l’avevano aiutato a vincerla per levarselo di torno, perchè sin quando [...]
[...] padre Giammaria che era stato lui a ficcarsi quello scorpione nella manica, ognuno diceva: – Ben gli sta! 5 Ma il padre Giammaria, buon uomo [...]
[...] camicia e senza un soldo in tasca, a confessare per l’amor di Dio, e cuocere la minestra per i poveri. Il Reverendo, da ragazzo, come vedeva suo [...]
[...] fratello, quello del lanternone, rompersi la schiena a zappare, e le sorelle che non trovavano marito neanche a regalarle, e la mamma la quale [...]
[...] filava al buio per risparmiar l’olio della lucerna, aveva detto: – Io voglio esser prete! – Avevano venduto la mula e il campicello, per mandarlo a [...]
[...] seminario! Allora il ragazzo si mise a ronzare attorno al convento perchè lo pigliassero novizio; e un giorno che si 6 aspettava il provinciale [...]
[...] stacci. – E fra Carmelo, il portinaio, nelle lunghe ore d’ozio, che s’annoiava seduto sul muricciuolo del chiostro a sbattere i sandali l’un contro [...]
[...] l’altro, gli mise insieme un po’ di scapolare coi pezzi di saio buttati sul fico a spauracchio delle passere. La mamma, il fratello e la sorella [...]
[...] che era frate nel sangue, si stringeva nelle spalle, e rispondeva: – Sta a vedere che uno non può seguire la vocazione a cui Dio l’ha chiamato [...]
[...] ! Il padre Giammaria l’aveva preso a ben volere perchè era lesto come un gatto in cucina, e in tutti gli uffici vili, persino nel servir la messa [...]
[...] mandava i capponi a Pasqua e a Natale per disobbligarsi, dicevasi; e gli aveva mandato anche il contravveleno, caso mai succedesse una disgrazia [...]
[...] . Una vecchia zia che aveva dovuto tirarsi in casa, per non fare mormorare il prossimo, e non era più buona che a mangiare il pane a tradimento [...]
[...] mandato sotto suggello di confessione, e non poteva darlo a nessuno. Il giudice in persona era andato a chiederglielo ginocchioni per sua moglie che [...]
[...] era storia che tutti la sapevano, e siccome sapevano che a furia di intrighi e d’abilità era arrivato ad essere l’amico intrinseco del re, del [...]
[...] giudice 8 e del capitan d’armi, che aveva la polizia come l’Intendente, e i suoi rapporti arrivavano a Napoli senza passar per le mani del Luogotenente [...]
[...] all’asta, gli stessi pezzi grossi del paese, se s’arrischiavano a disputarglielo, la facevano coi salamelecchi, e offrendogli una presa di tabacco [...]
[...] . Una volta, col barone istesso, durarono una mezza giornata a tira e molla. Il barone faceva l’amabile, e il Reverendo seduto in faccia a lui, col [...]
[...] . Qui è caduto l’asino, e tocca a noi tirarlo su. – Finchè si pappò l’aggiudicazione, e il barone tirò su la presa, verde dalla bile. Cotesto [...]
[...] figliuolo al seminario. – Quando uno si dà alla campagna, bisogna che ci si dia tutto, diceva il Reverendo, onde scusarsi se non usava riguardi a [...]
[...] al tre tarì della messa. Lui non ne aveva bisogno. Tanto che Monsignor Vescovo, nella visita pastorale, arrivando a casa sua, e trovandogli il [...]
[...] breviario coperto di polvere, vi scrisse su col dito «Deo gratias!» Ma il Reverendo aveva altro in testa che perdere il tempo a leggere il breviario [...]
[...] quelle buone, senza spendere un soldo, e le regalava ai suoi contadini. Ma alla raccolta, giungeva a cavallo, insieme a suo fratello, il quale gli [...]
[...] neanche a Cristo. Quei poveri diavoli, che nella bella stagione avevano dimenticato i giorni duri dell’inverno, rimanevano a bocca aperta sentendosi [...]
[...] sciorinare la litania dei loro debiti. – Tanti rotoli di fave che tua moglie è venuta a prendere al tempo della neve. – Tanti fasci di sarmenti [...]
[...] consegnati al tuo figliuolo. – Tanti tumoli di grano anticipati per le sementi – coi frutti – a tanto il mese. – Fa il conto. – Un conto [...]
[...] l’asino, alla messe, per saldare il debito, e se ne 11 andava a mani vuote, bestemmiando delle parolacce da far tremare cielo e terra. Il [...]
[...] dava del ladro al Governo il quale non rilascia gratis la roba dei beneficii a chi tocca. Su questa storia del Governo egli aveva dovuto inghiottir [...]
[...] di pagare, e il solo pensarci gli mutava in tossico il vino a tavola. Ora davano addosso al Santo Padre, e volevano spogliarlo del temporale. Ma [...]
[...] : – Che c’entra il Papa nella roba mia? Questo non ci ha a far nulla col temporale. – E seguitò a dir la santa messa meglio di prima. 12 I [...]
[...] gli confessavano i peccati, non potevano fare a meno di spifferargli sul mostaccio: – Padre, mi accuso di avere sparlato di voi che siete un servo [...]
[...] di Dio, perchè quest’inverno siamo rimasti senza fave e senza grano a causa vostra. – A causa mia! Che li faccio io il bel tempo o la malannata [...]
[...] venite allora a confessarvi? Questo è il diavolo che vi tenta per farvi perdere il sacramento della penitenza. Quando vi mettete a fare tutti quei [...]
[...] confusione fra il prete che alzava la mano a benedire in nome di Dio, e il padrone che arruffava i conti, e li mandava via dal podere col sacco vuoto [...]
[...] a tutti col dire: – La legge è così e così. – Ed era sempre come giovava a lui. Nel buon tempo passato se ne rideva dei nemici, degli invidiosi [...]
[...] rispettato come quelli che in paese portano la battuta; egli era di casa della baronessa, e più facevano del chiasso intorno a lui, peggio era lo [...]
[...] trionfata la eresia, colla rivoluzione, a che gli serviva tutto ciò? I villani che imparavano a leggere e a scrivere, e vi facevano il conto meglio di [...]
[...] buono che a dir messa, e confessare, come un servitore del pubblico. Il giudice aveva paura dei giornali, dell’opinione pubblica, di quel che [...]
[...] gli avevano fatto il malocchio e la iettatura; quel po’ di grazia di Dio che mangiava a tavola, gli dava gran travaglio, la notte; mentre suo [...]
[...] fratello, il quale faceva una vita dura, e mangiava pane e cipolla, digeriva meglio di uno struzzo, e sapeva che di lì a cent’anni, morto lui, sarebbe [...]
[...] stato il suo erede, e si sarebbe trovato ricco senza muovere un dito. La mamma, poveretta, non era più buona a nulla, e campava per penare e far [...]
[...] , che mi ci metto io! – Chi non ha altro da fare viene a cercarvi le pulci in casa. I preti vorrebbero ridurli a sagrestani, dir messa e scopare [...]
[...] delle viottole di Grammichele, dal gran piovere che aveva fatto, e poi era andato a mettersi sulla porta dello stallatico, colle mani in tasca, a [...]
[...] rubassero. Giusto in quel momento vennero a dirgli che il Re voleva parlargli. Veramente non era il Re che voleva parlargli, perchè il Re non [...]
[...] lettiga, l’indomani all’alba, 17 per andare a Catania, e non voleva restare obbligato nè al vescovo, nè al sottointendente, ma preferiva pagar di sua [...]
[...] stava aspettando che venisse qualcuno a noleggiare la sua lettiga, e il Re non è di quelli che stanno a lesinare per un tarì dippiù o di meno, come [...]
[...] tanti altri. Ma avrebbe preferito tornarsene a Grammichele colla lettiga vuota, tanto gli faceva specie il dovervi portare il Re nella lettiga, che [...]
[...] la festa gli si cambiò tutta in veleno soltanto a pensarci, e non si godette più la luminaria, nè la banda che suonava in piazza, nè il carro [...]
[...] occhio tutta la notte, che la passò a visitare i ferri della baia, a strigliar le mule e a rimpinzarle d’orzo sino alla gola, per metterle in [...]
[...] se li levavano neppure per buttarsi a dormire sulle panchette, e a tutti i chiodi dei pilastri erano appese sciabole e pistole che al povero zio [...]
[...] Cosimo pareva gli dovessero tagliare 18 la testa con quelle, se per disgrazia una mula avesse a scivolare sui ciottoli umidi della viottola mentre [...]
[...] viaggio sino a Caltagirone con quel tempaccio. Per conto suo, com’è vero Dio, in quel momento avrebbe preferito trovarsi nella sua casuccia, dove [...]
[...] le mule ci stavano strette nella stalla, ma si sentivano a rosicar l’orzo dal capezzale del letto, e avrebbe pagato quelle due onze che doveva [...]
[...] buscarsi dal Re per trovarsi nel suo letto, coll’uscio chiuso, e stare a vedere col naso sotto le coperte, sua moglie affacendarsi col lume in mano, a [...]
[...] si affacciava dal fienile tutta sonnacchiosa, grattandosi la testa. Ancora era buio come a mezzanotte, ma la gente andava e veniva per le strade [...]
[...] spegnevano mai quei lumi? e che aveva il braccio di ferro quel sagrestano per suonare a distesa notte e giorno? Intanto nel piano di San Giacomo [...]
[...] pezzo; a quell’ora forse si infilava i calzoni, o beveva il suo bicchierino d’acquavite, per risciacquarsi la gola, che compare Cosimo non ci aveva [...]
[...] rosso dal freddo; e accorrevano persino i trecconi, colle panchette in testa, a piantar bottega per cercar di vendere un altro po’ di torrone [...]
[...] cavalleria a far fare largo, e per giunta la cavalleria portava un nugolo di mosche cavalline, di quelle che fanno imbizzarrire le mule di una [...]
[...] lettiga, talchè compare Cosimo si raccomandava a Dio e alle anime del Purgatorio ad ognuna che ne acchiappava sotto la pancia delle sue bestie [...]
[...] , e ricominciarono a sparare i mortaletti, che le mule, Dio liberi, volevano romper i finimenti e ogni cosa sparando calci; i soldati tirarono [...]
[...] fuori le sciabole, giacchè le avevano messe nel fodero un’altra volta, e la folla gridava: – La regina, la regina! È quella piccolina lì, accanto a [...]
[...] , prima di montare a cavallo, mentre sua moglie entrava nella lettiga, parlava con questo e con quello come se non fosse stato fatto suo, e accostandosi [...]
[...] a compare Cosimo gli battè anche colla mano sulla spalla, e gli disse tale e quale, col suo parlare napoletano: – Bada che porti la tua regina [...]
[...] dovettero portarla via svenuta dalla consolazione. 22 Vuol dire che il Re con una sua parola poteva far tagliare la testa a chi gli fosse [...]
[...] piaciuto, anche a compare Cosimo se una mula della lettiga metteva un piede in fallo, e gli buttava giù la moglie, così piccina com’era. Il povero [...]
[...] si raccomandava a Dio, come fosse in punto di morte, mentre tutta la carovana, col Re, la Regina e i soldati, si era messa in viaggio in mezzo [...]
[...] al monte si vedeva ancora la folla nera brulicare al sole come se ci fosse stata la fiera del bestiame nel piano di San Giacomo. A che gli [...]
[...] giovava il sole e la bella giornata a compare Cosimo? se ci aveva il cuore più nero del nuvolo, e non si arrischiava di levare gli occhi dai ciottoli su [...]
[...] cui le mule posavano le zampe come se camminassero sulle uova; nè stava a guardare come venissero i seminati, nè a rallegrarsi nel veder pendere [...]
[...] come un martello soltanto al pensare che il torrente poteva essere ingrossato, e dovevano passarlo a guado! Non si arrischiava a mettersi a [...]
[...] cavalcioni sulle stanghe, come soleva fare quando non portava la sua regina, e lasciarsi cadere la testa sul petto a schiacciare un sonnellino, sotto quel [...]
[...] per poco non si mettevano a trottare, e compare Cosimo si sentiva saltare lo stomaco alla gola dalla paura soltanto al vedere mettere in brio le [...]
[...] sue bestie, senza un pensiero al mondo nè della Regina, nè di nulla. La Regina, lei, badava a chiacchierare con un’altra signora che le avevano [...]
[...] tentazione di mettersi a saltare e ballare per la strada, e di far tagliare la testa a compare Cosimo. Sicchè il poveraccio per tutta la strada non fece [...]
[...] arrivarono alla Zia Lisa, che era accorsa una gran folla a vedere il Re, e davanti ad ogni bettola c’era il suo pezzo di maiale appeso e scuoiato per la [...]
[...] festa. Come arrivò a casa sua, dopo aver consegnata la regina sana e salva, non gli pareva vero, e baciò la sponda della mangiatoia legandovi le [...]
[...] giubbone chissà quanto tempo, se non fosse stato per sua moglie che andò a metterli in fondo alla calza sotto il pagliericcio. 25 Gli amici e i [...]
[...] conoscenti, che erano curiosi di sapere come erano fatti il Re e la Regina, venivano a domandargli del viaggio, col pretesto d’informarsi se aveva [...]
[...] acchiappato la malaria. Egli non voleva dir nulla, che gli tornava la febbre soltanto a parlarne, e il medico veniva mattina e sera, e si prese [...]
[...] circa la metà di quei danari della regina. Solamente molti anni dopo, quando vennero a pignorargli le mule in nome del Re, perchè non aveva potuto [...]
[...] campavano i lettighieri, e compare Cosimo avrebbe potuto pagare il debito, e non gli avrebbero pignorato le mule, se non veniva il Re e la Regina a far [...]
[...] quella povera vecchia di sua moglie piangeva come una fontana, gli tornò in mente quella ragazza ch’era venuta a buttarsi a’ piedi del Re gridando [...]
[...] alla gente, e mandare puranco a pignorare le mule, se uno non pagava il debito, e pigliarsi i figliuoli per soldati, come gli piaceva. 27 DON [...]
[...] 14 tarì a 29 San Giovanni, e la tengo come la pupilla degli occhi miei! Lasciatemi la maialina, zio Masi, per l’anima dei vostri morti! Che [...]
[...] all’anno nuovo, coll’aiuto di Dio, vale due onze! Lo zio Masi, zitto, a capo chino, col cuore più duro di un sasso, badava solo dove metteva i piedi [...]
[...] massaro Vito. – Se avessi ancora la mula baia, spazzerei la strada colle mie mani. Anche qui c’entrava don Licciu Papa. Egli era venuto a pignorare la [...]
[...] era lui, se era tornato dalla mèsse a mani vuote, e massaro Venerando aveva ragione di voler esser pagato, senza tante chiacchiere e tante dilazioni [...]
[...] che si soffiava il naso, prima di passare a un altro affare. Don Licciu Papa si svegliò di soprassalto sulla panchetta, e gridò: – Silenzio! – Se [...]
[...] più lavorare la chiusa, e all’anno nuovo si sarebbe trovato di nuovo col debito sulle spalle. Ei si mise a gridare come un disperato sul naso a [...]
[...] non fosse stato per don Licciu Papa lì presente, collo sciabolotto e il berretto gallonato, il quale si mise a gridare tirandosi indietro: – Fermo [...]
[...] alla Giustizia! Fermo alla Giustizia! – Che Giustizia! strillava compare Vito tornando a casa colla cavezza in mano. – La Giustizia è fatta per [...]
[...] Reverendo voleva comprargliela per forza, tutti gli dicevano: – Che siete matto a pigliarvela col Reverendo? È la storia della brocca contro il [...]
[...] ostinava a pretendere di voler morire nella casa dove era nato. Tanto, non ci veniva che una volta al sabato; ma quei sassi lo conoscevano, e se [...]
[...] porcile. Se curatolo Arcangelo gridava, il Reverendo si metteva a gridare sul tetto, più forte di lui. – Che non poteva più tenerci un vaso di [...]
[...] Giustizia. Vennero il giudice, il cancelliere, e don Licciu Papa, a vedere 34 se il Reverendo era padrone d’inaffiare i suoi fiori, che quel giorno non [...]
[...] appena voltava le spalle. Il giudice stesso non poteva passare il tempo a far la guardia al tetto di curatolo Arcangelo, o ad andare e venire [...]
[...] tetto. Ei ci perse il sonno della notte e il riso della bocca; si dissanguava a spese, e doveva lasciare la mandra in custodia del ragazzo per correre [...]
[...] avanzava il danaro da comprarsi la corda per impiccarsi a un travicello. Voleva mettersi in collo la sua bisaccia e andarsene colla figliola a [...]
[...] di piangere, quasi ci avesse avuto il cuore 36 attaccato a quei muri e a quei chiodi delle pareti. Suo padre, poveraccio, tentava di consolarla [...]
[...] , che sapevano tutta la storia, si strizzavano l’occhio fra di loro borbottando: – Al Carramone il signorino non potrà più andarla a trovare, di sera [...]
[...] , quando compare Arcangelo è colle sue pecore. Per questo la Nina piange come una fontana. Come lo seppe compare Arcangelo cominciò a bestemmiare [...]
[...] e a gridare: – Scellerata! adesso con chi vuoi che ti mariti? Ma la Nina non pensava a maritarsi. Voleva soltanto continuare a stare dov’era il [...]
[...] signorino, che lo vedeva tutti i giorni alla finestra, appena si alzava, e gli faceva segno se poteva andare a trovarla la sera. In tal modo la Nina [...]
[...] vicine schiattavano d’invidia. Poscia a poco a poco era venuto l’amore, talchè adesso la ragazza non ci vedeva più dagli occhi, e aveva detto chiaro [...]
[...] e tondo a suo padre: – Voi andatevene dove volete, che io me ne sto qui dove sono. – E il signorino le aveva promesso che la campava lui. 37 [...]
[...] Curatolo Arcangelo di quel pane non ne mangiava, e voleva chiamare don Licciu Papa per condur via a forza la figliuola. – Almeno quando saremo via di [...]
[...] costa nulla; – diceva compare Arcangelo. E fu meglio per lui. L’avvocato riuscì a provare come quattro e quattro fanno otto, che curatolo Arcangelo [...]
[...] darlo sulle corna ai montoni quando non volevano intender ragione. Così fu condannato soltanto a 5 anni, la Nina rimase col signorino, il barone [...]
[...] IL MISTERO Questa, ogni volta che tornava a contarla, gli venivano i lucciconi allo zio Giovanni, che non pareva vero, su quella faccia di [...]
[...] nessuno si era rifiutato a lasciar pigliare la sua roba pel Sacro Mistero. Lo zio Memmu, al vedere nella sua chiusa il sagrestano a stroncare e [...]
[...] . Don Angelino, il pievano, aveva lavorato otto giorni come un facchino, col sagrestano, a scavar buche, rincalzar pali, appendere lampioncini di carta [...]
[...] lampioni davanti. Il Mistero rappresentava la Fuga in Egitto, e la parte di Maria Santissima l’avevano data a compare Nanni, che era piccolo di [...]
[...] ladri: «Ecco il mio sangue!» la gente si picchiava il petto coi sassi, e si mettevano a gridare tutti in una volta: – Miseremini mei, Vergine Santa [...]
[...] , badava a ripetere dietro il tendone di massaro Nunzio: 40 «Vano, o donna, è il pregar; pietà non sento! – Pietà non sento!» Tocca a voi, compare Janu [...]
[...] nella folla borbottavano: – Compare Nanni fa il minchione perchè è vestito da Maria Santissima. Se no li infilerebbe tutti e due col coltello a [...]
[...] marito in galera per avere ammazzato a colpi di zappa il vicino della vigna, quello che gli rubava i fichidindia, piangeva come una fontana, al [...]
[...] vedere San Giuseppe inseguìto dai ladri peggio di un coniglio, e pensava a suo marito, quando gli era arrivato alla capannuccia della vigna tutto [...]
[...] l’erano portato via per mare, che non ci era mai stato, il poveretto, colla sporta in spalla, e legato coi compagni di galera, a resta come le [...]
[...] cipolle, egli si era voltato a guardarla per l’ultima volta con quella faccia, finchè non la vide più, chè dal mare non torna nessuno, e non se ne [...]
[...] , in quel momento che i ladri erano lì lì per agguantare San Giuseppe pel mantello. – Ora state a vedere l’incontro del patriarca San Giuseppe coi [...]
[...] ! – per far capire che i ladri si accapigliavano con San Giuseppe. Le comari si misero a strillare, e gli altri raccattavano dei sassi, per rompere [...]
[...] il grugno a quei due birbanti di Janu e di compare Cola, gridando: – Lasciate stare il patriarca San Giuseppe! sbirri che siete! – E massaro [...]
[...] lunga di otto giorni, affannandosi a calmarli colle mani e colle parole: – Lasciateli fare! lasciateli fare! Così è scritto nella parte. Bella parte [...]
[...] spillargli nulla? – là, sotto la pietra della chiesa, di sera, al buio, che non ci si vedeva a calarlo giù nella sepoltura, per l’eternità. – E allo zio [...]
[...] zio Menico non era riescito a pagar mai? Allorchè aveva fabbricato la casuccia, tutto contento, trasportando i sassi colle sue mani, non gli [...]
[...] pane» diceva lui. Adesso s’era appeso alla fune del campanile e suonava a tutto andare, mentre Trippa batteva sulla gran cassa, e le donne [...]
[...] non era vero, giurava per l’anima di suo marito, e chiamava a testimonii il Signore e la Madonna appesi a capo del letto, e baciava colle mani in [...]
[...] croce quella medesima sottana di cotonina celeste che aveva imprestato a compare Nanni per fare la Maria. – Pensaci! pensaci bene a quello che mi [...]
[...] dici! – Egli non sapeva che la Venera s’era incapricciata di mastro Cola quando l’aveva visto a fare il ladro del Mistero colla barba di pelle [...]
[...] comare Venera disse che dormiva. Soltanto la madre, all’udir la schioppettata, si sentì colpita nelle viscere, e corse come si trovava, a raccattare [...]
[...] pregare Dio per la buona annata, e lasciava solo Don Angelino a battersi le spalle colla disciplina; anzi quando il sagrestano era andato a far [...]
[...] legna col pretesto del Mistero, l’avevano minacciato di rompergli le gambe a sassate, se non andava via lesto. – Nella sua casa solo si piangeva! ora [...]
[...] che tutti erano contenti! Nella sua casa sola! Buttata lì davanti a quel lettuccio come un sacco di cenci, disfatta, diventata decrepita tutta in [...]
[...] , tutte belle cose quando si ha la fede. – La povera madre ne aveva tanta della fede, che parlava a tu per tu coi Santi e la Madonna, e diceva alla [...]
[...] impazzì a strologare i numeri di quel fatto: ma chi ci 47 vinse l’ambo fu solo la gnà Venera. Anzi ci avrebbe preso il terno se ci metteva anche il [...]
[...] sangue che si era trovato nella piazzetta, poichè mastro Cola annaspando e barcollando era andato a cascare giusto nel punto dove l’anno prima [...]
[...] chiamavano «la scomunicata». Compare Nanni, anche lui durò un pezzo a scappare di qua e di là, per le sciare e le chiuse, ma alla prima fame dell’inverno [...]
[...] alle montagne che la chiudono, da Agnone al Mongibello incappucciato di neve – stagnante nella pianura, a guisa dell’afa pesante di luglio. Vi [...]
[...] domenica corre per la messa alle chiesuole solitarie, circondate dalle siepi di fichidindia, a dieci miglia in giro, sin dove si ode squillare la [...]
[...] il basto dell’asino, o su di una scala, come si può, con un sacco sulla faccia, e si va a deporlo alla chiesuola solitaria, sotto i fichidindia [...]
[...] spinosi di cui nessuno perciò mangia i frutti. Le donne piangono in crocchio, e gli uomini stanno a guardare, fumando. Così s’erano portato il [...]
[...] perchè gli erano diventati gli occhi smorti e a fior di testa. Egli diceva sempre prima di morire: – Non temete, che pei miei figli il padrone ci [...]
[...] mezzo. Qualcuno aggiungeva pure: 52 – Adesso se ne impipa! chè s’è ingrassato e fatto ricco a spese del padrone, e i suoi figli non hanno bisogno [...]
[...] tutti gli intingoli di pesce che sapeva, onde stuzzicare l’appetito al malato. Andava apposta colla barca a pescare la mattina, tornava carico di [...]
[...] lo pigliava Nanni, il carrettiere per andare a venderlo in città. – Il lago vi dà e il lago vi piglia! – Gli diceva Nanni, vedendo piangere di [...]
[...] nascosto compare Carmine. – Che volete farci, fratel mio? – Il lago gli aveva dato dei bei guadagni. E a Natale, quando le anguille si vendono bene [...]
[...] un lupo che abbia fame e freddo. In tal modo coloro 53 che restavano si consolavano dei morti. Ma a poco a poco andavano assottigliandosi così [...]
[...] lo coglieva la febbre, e persino andò a buttarsi nel lago dalla paura della morte. Ma il padre che sapeva nuotare lo ripescò, e lo sgridava che [...]
[...] speranza! per me non c’è più speranza! – Tutto sua sorella Agata, che non voleva morire perchè era sposa! – osservava compare Carmine di faccia a [...]
[...] sua moglie, seduta accanto al letto; e lei, che non piangeva più da un pezzo, confermava col capo, curva al pari di un gancio. Lei, ridotta a [...]
[...] quel modo, e suo marito grasso e grosso avevano il cuoio duro, e rimasero soli a guardar la casa. La malaria non ce l’ha contro di tutti. Alle volte [...]
[...] pane da mangiare, e tutti lo conoscevano a quaranta miglia intorno, siccome andava da una fattoria all’altra, aiutando a governare i buoi, a [...]
[...] trasportare il concime, a scorticare le bestie morte, a fare gli uffici vili; e 54 pigliava delle pedate e un tozzo di pane; dormiva nei fossati, sul [...]
[...] ciglione dei campi, a ridosso delle siepi, sotto le tettoie degli stallazzi; e viveva di carità, errando come un cane senza padrone, scamiciato e [...]
[...] scalzo, con due lembi di mutande tenuti insieme da una funicella sulle gambe magre e nere; e andava cantando a squarciagola sotto il sole che gli [...]
[...] pasqua, a cantare al sole meglio di un grillo. Di preferenza lo scimunito soleva stare dinanzi lo stallatico di Valsavoja, perchè ci passava della [...]
[...] teneva a dormire sotto la tettoia, sullo strame dei cavalli, che quando si tiravano dei calci, Cirino correva a svegliare il padrone gridando uuh [...]
[...] dinanzi, gettandogli contro la faccia il fumo e lo strepito, egli si dava a corrergli dietro, colle braccia in aria, urlando in tuono di collera e di [...]
[...] preso quattro mogli, l’una dopo l’altra, tanto che lo chiamavano «Ammazzamogli» e dicevano che ci aveva fatto il callo, e tirava a pigliarsi la [...]
[...] avesse anche lui il suo bravo omicidio sulle spalle, quantunque tirasse a prendere la quarta moglie. Pure la moglie ogni volta la cercava giovane e [...]
[...] cantoniere della ferrovia lì vicino, un uomo che non parlava mai, e veniva a bere il suo bicchiere fra un treno e l’altro, mettendosi a sedere [...]
[...] , provavano un momento di contentezza, anche se 57 nel lettuccio ci avevano qualcuno che se ne andava a poco a poco, o se la febbre li abbatteva [...]
[...] tanto di non lasciarci la pelle e di tornare a casa, ci torna con dei denari in tasca. – Ma lui no! lui non aspettava nè la raccolta nè altro, e non [...]
[...] aveva animo di cantare. La sera calava tanto triste, nello stallazzo vuoto e nell’osteria buia. A quell’ora il treno passava da lontano fischiando [...]
[...] , e «Ammazzamogli» si ridusse a cercare impiego nella ferrovia anche lui, e a tenere in mano la bandieruola quando passava il treno. Allora stanco [...]
[...] carrozzoni stipati di gente; le allegre brigate di cacciatori che si sparpagliavano per la pianura; alle volte un contadinello che suonava l’organetto a [...]
[...] , attorcigliando fra le dita la cocca del grembiale, e disse: – Sono qua. Poi, come nessuno badava a lei, si mise a guardare peritosa ad una ad una le [...]
[...] , dal bugigattolo del forno. Aspetta chè ti farò una bella focaccia. – Vuol dire che a comare Nunzia stanno per portarle il Viatico, se hanno [...]
[...] mandato via la bambina. Osservò la Licodiana. Una delle comari che aiutavano ad impastare il pane, volse il capo, seguitando a lavorare di pugni nella [...]
[...] grandi occhi spalancati, e poscia tornando a chinare il capo, e a lavorar in furia colle cocche del grembiale, biascicò sottovoce: – È a letto [...]
[...] . – Non sentite che c’è il Signore? rispose la Licodiana. Ora le vicine si son messe a strillare sulla porta. – Quando avrò finito d’infornare il [...]
[...] pane, disse comare Sidora, corro anch’io un momento a vedere se hanno bisogno di niente. Compare Meno perde il braccio destro, se gli muore [...]
[...] roba di curatolo Nino. – Ma cotesta bambina è figlia di comare Nunzia, oppure della prima moglie? – È figlia della prima. A quest’altra le voleva [...]
[...] bene come fosse sua mamma davvero, perchè l’orfanella era anche sua nipote. La piccina, udendo che parlavano di lei, si mise a piangere cheta cheta in [...]
[...] un cantuccio, per sfogarsi il cuor grosso, che aveva tenuto a bada giocherellando col grembiale. – Vien qua, vien qua, riprese comare Sidora. La [...]
[...] comare Sidora dava mano a scoperchiare il forno. – Povera comare Nunzia! venne a dire una vicina affacciandosi sull’uscio. Adesso ci vanno i [...]
[...] sopra. – Dove vai? Le gridò dietro comare Sidora. Resta dove sei. A casa c’è il ba-bau colla faccia nera, che si porta via la gente. L’orfanella [...]
[...] ascoltò seria seria, sgranando gli occhi. Poi riprese colla stessa cantilena cocciuta: – Vo a portarla alla mamma. – La mamma non c’è più. Statti [...]
[...] pezzo di pane in bocca dal crepacuore. Guardava le comari come a dire: Poveretto me! Le donne, al vedergli il fazzoletto nero al collo, gli fecero [...]
[...] ieri, che stava tanto male, s’era levata di letto per andare a governare il puledro slattato adesso. E non voleva che chiamassi il medico per non [...]
[...] a scrollare il capo, e a gonfiare le spalle, quasi la sua disgrazia gli pesasse assai. – Quanto a trovarvi un’altra moglie – aggiunse la Licodiana [...]
[...] per fargli animo – non avete che a cercarla. – No! no! badava a ripetere compare Meno colla testa bassa come un mulo. – Un’altra moglie come [...]
[...] moglie dovete cercarvela, se non altro per rispetto di questa orfanella, altrimenti chi baderà a lei, quando andrete in campagna! volete [...]
[...] coll’acqua benedetta. E come le voleva bene a quella piccina, che le rammentava la sua povera sorella! Un’altra, che non fosse sua zia, me la guarda [...]
[...] formaggio di pecora, e il fiasco del vino. E il poveraccio cominciò a mangiucchiare adagio adagio, seguitando a borbottare col viso lungo. – Il [...]
[...] preparava una minestra da leccarvene le dita. Ora mi toccherà comprare il pane a bottega, da quel ladro di mastro Puddo; e di minestre calde non ne [...]
[...] troverò più, ogni volta che torno a casa bagnato come un pulcino. E bisognerà andarmene a letto collo stomaco freddo. Anche l’altra notte, mentre [...]
[...] la vegliavo, che avevo zappato tutto il giorno a dissodare sulla costa, e mi sentivo russare io stesso, seduto accanto al letto, tanto ero stanco [...]
[...] , la buona anima mi diceva: – Va a mangiarne due cucchiaiate. Ho lasciato apposta la minestra al caldo nel focolare. – E pensava sempre a me, alla [...]
[...] casa, al da fare che ci era, a questo e a quell’altro, che non finiva più di parlare, e di farmi le ultime raccomandazioni, come uno quando parte [...]
[...] ! Esclamò la vicina. – Anche a comare Angela, qui vicino, sta per morire l’asino, dalla doglia. – I guai miei son più grossi! Finì compare Meno [...]
[...] bimba, intenerita, sporgeva di nuovo il labbro, e si metteva i pugni sugli occhi. – No, non potete farne a meno – ripeteva comare Sidora. – Bisogna [...]
[...] cercarvi un’altra moglie, per riguardo di questa povera orfanella che resta in mezzo a una strada. – Ed io, come rimango? e il mio puledro? e la [...]
[...] mia casa? e alle galline chi ci abbaderà? Lasciatemi piangere, comare Sidora! Avrei fatto meglio a morir io stesso, in scambio della buon’anima [...]
[...] chiuso a chiave; e poi lì di faccia ci sta la cugina Alfia, per tenerla d’occhio. L’asino della vicina Angela era disteso in mezzo al cortile, col [...]
[...] mantice. La vedova, seduta lì davanti, sui sassi, colle mani fra i capelli grigi, e gli occhi asciutti e disperati, stava a guardare, pallida come [...]
[...] una morta. Compare Meno si diede a girare intorno alla bestia, toccandole le orecchie, guardandola negli occhi spenti, e come vide che il sangue [...]
[...] gli colava ancora dalla cinghiaia, nero, a goccia a goccia, aggrumandosi in cima ai peli irsuti, domandò: – L’hanno anche salassato? La vedova gli [...]
[...] fissò in volto gli occhi foschi, senza parlare, e disse di sì col capo. 67 – Allora non c’è più che fare, conchiuse compare Meno; e stette a [...]
[...] per confortarla. Siamo rovinati tutti e due. Egli s’era messo a sedere sui sassi, accanto alla vedova, colla figliuoletta fra le ginocchia, e [...]
[...] rimasero entrambi a guardare la povera bestia che batteva l’aria colle zampe, di tanto in tanto, tale e quale come un moribondo. Comare Sidora [...]
[...] testa, per far quattro chiacchiere; e disse a compare Meno, tirandolo in disparte: – Curatolo Nino, non ve la darà più l’altra figliuola, ora che con [...]
[...] . – Se fossero maschi pazienza! Ma c’è anche a temere che vengano delle femmine. Sono tanto disgraziato! – Ci sarebbe la cugina Alfia. Quella non è [...]
[...] – Pensate a coloro che sono più disgraziati di voi, pensate! – Non ce ne sono, ve lo dico io! Non la trovo un’altra moglie come quella! Non potrò [...]
[...] scordarmela mai più, se torno a maritarmi dieci volte! E neppure questa povera orfanella se la scorderà. – Calmatevi, chè ve la scorderete. E anche la [...]
[...] aveva molta. Allora compare Meno, intenerito, si volse alla vicina Angela, la quale non si muoveva, come fosse di sasso. – Ora che ci aspettate a fare [...]
[...] passando vicino a una fattoria grande quanto un paese, coi magazzini che sembrano chiese, e le galline a stormi accoccolate all’ombra del pozzo, e le [...]
[...] a marzo. Erano gli ulivi di Mazzarò. E verso sera, allorchè il sole tramontava rosso come il fuoco, e la campagna si velava di tristezza, si [...]
[...] . – Tutta roba di Mazzarò. Pareva che fosse di Mazzarò perfino il sole che tramontava, e le cicale che ronzavano, e gli uccelli che andavano a [...]
[...] terra, e che gli si camminasse sulla pancia. – Invece egli era un omiciattolo, diceva il lettighiere, che non gli avreste dato un baiocco, a [...]
[...] vederlo; e di grasso non aveva altro che la pancia, e non si sapeva come facesse 72 a riempirla, perchè non mangiava altro che due soldi di pane; e sì [...]
[...] roba, dove prima veniva da mattina a sera a zappare, a potare, a mietere; col sole, coll’acqua, col vento; senza scarpe ai piedi, e senza uno [...]
[...] , e da ultimo era anche arrivato a mettere il cappello di feltro, perchè costava meno del berretto di seta. Della roba ne possedeva fin dove [...]
[...] arrivava la vista, ed egli aveva la vista lunga – dappertutto, a destra e a sinistra, davanti e di dietro, nel monte e nella pianura. Più di cinquemila [...]
[...] magazzino grande come una chiesa, in mezzo alla polvere del grano, che non ci 73 si vedeva, mentre i contadini scaricavano i sacchi, o a ridosso di [...]
[...] come un fanciullo, di quelle che si vendevano a 95 lire. Non aveva il vizio del giuoco, nè quello delle donne. Di donne non aveva mai avuto sulle [...]
[...] ripensato tanto a quel che vuol dire la roba, quando andava senza scarpe a lavorare nella terra che adesso era sua, ed aveva provato quel che ci vuole a [...]
[...] fare i tre tarì della giornata, nel mese di luglio, a star colla schiena curva 14 ore, col soprastante a cavallo dietro, che vi piglia a nerbate se [...]
[...] fate di rizzarvi un momento. Per questo non aveva lasciato passare un minuto della sua vita che non fosse stato impiegato a fare della roba; e [...]
[...] sementi; le donne che stavano accoccolate nel fango, da ottobre a marzo, per raccogliere le sue olive, non si potevano contare, come non si possono [...]
[...] contare le gazze che vengono a rubarle; e al tempo della vendemmia accorrevano dei villaggi interi alle sue vigne, e fin dove sentivasi cantare [...]
[...] tutta quella gente, col biscotto alla mattina e il pane e l’arancia amara a colazione, e la merenda, e le lasagne alla sera, ci volevano dei denari a [...]
[...] manate, e le lasagne si scodellavano nelle madie larghe come tinozze. Perciò adesso, quando andava a cavallo dietro la fila dei suoi mietitori [...]
[...] , col nerbo in mano, non ne perdeva d’occhio uno solo, e badava a ripetere: – Curviamoci, ragazzi! – Egli era tutto l’anno colle mani in tasca a [...]
[...] spendere, e per la sola fondiaria il re si pigliava tanto che a Mazzarò gli veniva la febbre, ogni volta. Però ciascun anno tutti quei magazzini grandi [...]
[...] voleva più di un giorno per contare il denaro, tutto di 12 tarì d’argento, chè lui non ne voleva di carta sudicia per la sua roba, e andava a [...]
[...] , 75 coll’affaticarsi dall’alba a sera, e andare in giro, sotto il sole e sotto la pioggia, col logorare i suoi stivali e le sue mule – egli solo [...]
[...] armenti, che quando veniva nelle sue terre a cavallo coi campieri dietro, pareva il re, e gli preparavano anche l’alloggio e il pranzo, al [...]
[...] , borbottando: «Chi è minchione se ne stia a casa», – «la roba non è di chi l’ha, ma di chi la sa fare». Invece egli, dopo che ebbe fatta la sua roba, non [...]
[...] mandava certo a dire se veniva a sorvegliare la mèsse, o la vendemmia, e quando, e come; ma capitava all’improvviso, a piedi o a cavallo alla mula [...]
[...] , 76 senza campieri, con un pezzo di pane in tasca; e dormiva accanto ai suoi covoni, cogli occhi aperti, e lo schioppo fra le gambe. In tal modo a [...]
[...] poco a poco Mazzarò divenne il padrone di tutta la roba del barone; e costui uscì prima dall’uliveto, e poi dalle vigne, e poi dai pascoli, e poi [...]
[...] brava croce. Al barone non rimase altro che lo scudo di pietra ch’era prima sul portone, ed era la sola cosa che non avesse voluto vendere, dicendo a [...]
[...] proprietario di una chiusa limitrofa si ostinava a non cedergliela, e voleva prendere pel collo Mazzarò, dover trovare uno stratagemma per [...]
[...] costringerlo a vendere, e 77 farcelo cascare, malgrado la diffidenza contadinesca. Ei gli andava a vantare, per esempio, la fertilità di una tenuta la [...]
[...] quale non produceva nemmeno lupini, e arrivava a fargliela credere una terra promessa, sinchè il povero diavolo si lasciava indurre a prenderla in [...]
[...] seccature Mazzarò doveva sopportare! – I mezzadri che venivano a lagnarsi delle malannate, i debitori che mandavano in processione le loro donne a [...]
[...] teneva mai 12 tarì, tanti ce ne volevano per far fruttare tutta quella roba, e il denaro entrava ed usciva come un fiume dalla sua casa. Del resto a [...]
[...] sola gli doleva, che cominciasse a farsi vecchio, e la terra doveva lasciarla là dov’era. Questa è una ingiustizia di Dio, che dopo di essersi [...]
[...] , col mento nelle mani, a guardare le sue vigne che gli verdeggiavano sotto gli occhi, e i campi che ondeggiavano di spighe come un mare, e gli [...]
[...] era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le [...]
[...] Buccheri ch’era ancor puledro, e appena vedeva una ciuca, andava a frugarle le poppe; per questo si buscava testate e botte da orbi sul groppone [...]
[...] , e avevano un bel gridargli: «Arriccà!». Compare Neli, come lo vide vispo e cocciuto a quel modo, che si leccava il muso alle legnate, mettendoci [...]
[...] tiene le orecchie! Un asino che tiene le orecchie ritte a quel modo lo potete mettere sotto il carro o sotto l’aratro come volete, e fargli [...]
[...] l’asino di san Giuseppe! Le bestie di quel colore sono tutte vigliacche, e quando passate a cavallo pel paese, la gente vi ride in faccia. Cosa [...]
[...] lo lasciò a bestemmiare, e se ne andò con suo fratello, il quale lo tirava per la manica del giubbone, e gli diceva che se voleva buttare i denari [...]
[...] per quella brutta bestia, l’avrebbe preso a pedate. 82 Però di sottecchi non perdevano di vista l’asino di san Giuseppe, e il suo padrone che [...]
[...] cavalli, e si fermava a guardare, e contrattava ora questa ed ora quella delle bestie migliori, senza aprire il pugno che teneva in tasca colle [...]
[...] : – Quello è il fatto nostro. La padrona dell’asino di tanto in tanto correva a vedere cosa s’era fatto, e al trovare suo marito colla cavezza in mano [...]
[...] , gli diceva: – Che non lo manda oggi la Madonna uno che compri il puledro? E il marito rispondeva ogni volta: – Ancora niente! C’è stato uno a [...]
[...] pecore. Però sinora non ha comperato nulla, e vuol dire che tornerà. 83 La donna avrebbe voluto mettersi a sedere su due sassi, là vicino al suo [...]
[...] asino, per vedere se si vendeva. Ma il marito le disse: – Vattene! Se vedono che aspetti, non conchiudono il negozio. Il puledro intanto badava a [...]
[...] tacere a bastonate, perchè non l’avevano voluto. – È ancora là! – diceva compare Neli all’orecchio del fratello, fingendo di tornare a passare per [...]
[...] , come non ci fosse più nessuno; e allora la padrona dell’asino tornava a dire a suo marito: – Non ti ostinare per cinque lire di più o di meno; che [...]
[...] all’asino di san Giuseppe si fermava a guardarlo; e sì che il padrone aveva scelto il posto più umile, accanto alle bestie di poco prezzo, onde non [...]
[...] farlo sfigurare col suo pelame di gazza accanto alle belle mule baie ed ai cavalli lucenti! Ci voleva uno come compare Neli per andare a contrattare [...]
[...] l’asino di san Giuseppe, che tutta la fiera si metteva a ridere al vederlo. Il puledro, dal tanto aspettare al sole, lasciava ciondolare il capo e [...]
[...] le orecchie, e il suo padrone s’era messo a sedere tristamente sui sassi, colle mani penzoloni anch’esso fra le ginocchia e la cavezza nelle mani [...]
[...] , guardando di qua e di là le ombre lunghe che cominciavano a fare nel piano, al sole che tramontava, le gambe di tutte quelle bestie che non [...]
[...] avevano trovato un compratore. Compare Neli allora e suo fratello, e un altro amico che avevano raccattato per la circostanza, vennero a passare di là [...]
[...] disse così, stralunato, come l’idea fosse venuta a lui: – O guarda l’asino di san Giuseppe! Perchè non comprate questo qui, compare Neli? – L’ho [...]
[...] . – Non me ne parlate! – cominciò a gridare compare Neli, scappando per il piano. – Non me ne parlate che non ne voglio sentir parlare! – Se non lo [...]
[...] compare Neli pel giubbone; poi tornava a parlare all’orecchio del padrone dell’asino, il quale voleva tornarsene a casa per forza coll’asinello, e gli [...]
[...] quaranta lire è un minchione, in coscienza! Ci costa di più a noi! 86 – Stamattina era pazzo ad offrire trentacinque lire! – ripicchiava compare Neli [...]
[...] far la spesa, e a Turiddu gli è tornata la febbre; ci vuole il solfato. – Santo diavolone! – strillava suo marito. – Se non te ne vai, ti faccio [...]
[...] dava senza guardarle, come gli strappassero il fegato. L’amico si tirò in disparte colla padrona dell’asino, a contare i denari su di un sasso [...]
[...] di vostro. E se volete, andremo a berle alla salute dell’asino. Adesso al puledro gli toccava di aver la salute per guadagnarsi le trentadue [...]
[...] lire e cinquanta che era costato, e la paglia che si mangiava. Intanto badava a saltellare dietro a compare Neli, cercando di addentargli il giubbone [...]
[...] , accanto alla madre, a fregarsi il muso sulla sponda della mangiatoia, o a fare a testate e a capriole col montone, e andare a stuzzicare il maiale [...]
[...] questo qui – diceva compare Neli – vedrete che mi porta quattro tumoli di farro meglio di un mulo. E alla messe lo metto a trebbiare. Alla [...]
[...] trebbiatura il puledro, legato in fila per il collo colle altre bestie, muli vecchi e cavalli sciancati, trotterellava sui covoni da mattina a sera, tanto [...]
[...] che si riduceva stanco e senza voglia di abboccare nel mucchio della paglia, dove lo mettevano a riposare all’ombra, come si levava il venticello [...]
[...] seguitava a pungerlo nel garrese, lungo le siepi del sentiero che parevano vive dal cinguettìo delle cingallegre e dall’odor di nepitella e di [...]
[...] , quando il garzone del maniscalco veniva a cambiare i ferri rossi qual fuoco, e la pelle fumava e friggeva come il pesce nella padella. Ma compare Neli [...]
[...] mulo, che è meglio. I ragazzi certe cose non le capiscono, e dopo che vendettero il puledro a massaro Cirino il Licodiano, il figlio di compare Neli [...]
[...] andava a fargli visita nella stalla e ad accarezzarlo nel muso e sul collo, chè l’asino si voltava a fiutarlo come se gli fosse rimasto attaccato [...]
[...] il cuore a lui, mentre gli asini son fatti per essere legati dove vuole il padrone, e mutano di sorte come cambiano di stalla. Massaro Cirino il [...]
[...] andava come una pietra d’anello, e tirava via il suo bravo solco tutto il giorno per miglia e miglia, dacchè le lodole cominciano a trillare nel [...]
[...] cielo bianco dell’alba, sino a quando i pettirossi correvano a rannicchiarsi dietro gli sterpi nudi che tremavano di freddo, col volo breve e il [...]
[...] di strame sul basto, sotto il giogo, e stentava di più a strappare le zolle indurite dal gelo, a furia di spallate: «Questo mi risparmia la cavalla [...]
[...] a sua moglie, la quale gli veniva dietro raggomitolata nella mantellina, a spargere la semente con parsimonia: – Se gli accadesse una disgrazia [...]
[...] occhi: – L’asino non fa nulla. A compare Neli gli ha portato la buon’annata. Ma noi siamo sfortunati. Così l’asino di san Giuseppe cambiò di [...]
[...] bestemmiando massaro Cirino di faccia a quelle spighe tutte ritte come pennacchi, che non ne voleva neppur l’asino; e sputava in aria verso quel [...]
[...] rovinato; ma l’asino non val tanto, che non tira avanti ancora più di sei mesi. Vedete com’è ridotto? – Avreste potuto chieder di più! – si mise a [...]
[...] brontolare la moglie di massaro Cirino dopo che il negozio fu conchiuso. – A compare Luciano gli è morta la mula, e non ha denari da comprarne [...]
[...] ricchezza! L’asino imparò anche a tirare il carro, che era troppo alto di stanghe per lui, e gli pesava tutto sulle spalle, sicchè non avrebbe durato [...]
[...] quelle povere gambe rose dal fuoco, che la gente vedendolo si metteva a ridere, e quando cascava ci 94 volevano tutti gli angeli del paradiso a farlo [...]
[...] rialzare. Ma compare Luciano sapeva che gli portava tre quintali di roba meglio di un mulo, e il carico glielo pagavano a cinque tarì il quintale [...]
[...] . – Ogni giorno che campa l’asino di san Giuseppe son quindici tarì guadagnati, diceva, e quanto a mangiare mi costa meno d’un mulo. – Alle volte [...]
[...] la gente che saliva a piedi lemme lemme dietro il carro, vedendo quella povera bestia che puntava le zampe senza forza, e inarcava la schiena, col [...]
[...] fiato spesso e l’occhio scoraggiato, suggeriva: – Metteteci un sasso sotto le ruote, e lasciategli ripigliar lena a quella povera bestia. – Ma [...]
[...] del tutto lo venderò a quello del gesso, che la bestia è buona e fa per lui; e non è mica vero che gli asini di san Giuseppe sieno vigliacchi [...]
[...] . Gliel’ho preso per un pezzo di pane a massaro Cirino, ora che è impoverito. In tal modo l’asino di san Giuseppe capitò in mano di quello del gesso, il [...]
[...] vi servirà a riconoscere i vostri asini da lontano. – E ribassò ancora due tarì sulle sette lire che aveva domandato, per conchiudere il negozio [...]
[...] . Ma l’asino di san Giuseppe non l’avrebbe riconosciuto più nemmeno la padrona che l’aveva visto nascere, tanto era mutato, quando andava col muso a [...]
[...] terra e le orecchie a paracqua sotto i saccarelli del gesso, torcendo il groppone alle legnate del ragazzo che guidava il branco. Pure anche la [...]
[...] padrona stessa era mutata a quell’ora, colla malannata che c’era stata, e la fame che aveva avuta, e le febbri che avevano preso tutti alla pianura [...]
[...] da parte a parte, malgrado il loro cuoio duro, e tutti quei guidaleschi rabbrividivano e tremavano al freddo come avessero la parola. Pure c’è [...]
[...] magro mestiere, chè la gente i suoi stracci se li lava da sè, quando li lava, ed ora che gli era cresciuto il suo ragazzo campava andando a vendere [...]
[...] che andava a racimolarla di qua e di là, a rischio di buscarsi una schioppettata dai campieri. 97 – Se aveste un asino – gli diceva quello del gesso [...]
[...] , in grazia di quei soldi che gli era costato, e gli andava a buscare della paglia e del fieno di notte, e lo teneva nel casolare accanto al letto [...]
[...] , che scaldava come un focherello anche lui, e a questo mondo una mano lava l’altra. La donna spingendosi innanzi 98 l’asino carico di legna come [...]
[...] limite del bosco per ammassare il carico, che madre e figlio credevano farsi ricchi a quel mestiere, tanto che finalmente il campiere del barone colse [...]
[...] il ragazzo sul fatto a rubar frasche, e lo conciò per le feste dalle legnate. Il medico per curare il ragazzo si mangiò i soldi del fazzoletto, la [...]
[...] , e andò a scavezzare un mandorlo lì vicino, che non pareva vero come ci fosse arrivata, e all’alba lo caricò sull’asino per andare a venderlo. Ma [...]
[...] ci era ancora il prete colla stola, scoppiò subito la guerra tra i figliuoli, a chi toccasse pagare la spesa del mortorio, chè il reverendo lo [...]
[...] aria pietosa, e biascicava: – Almeno, vossignoria, scrivetela corta, per carità! Il medico faceva il suo mestiere. Tutti a questo mondo fanno il [...]
[...] , se voleva mangiar del pane, bisognava che andasse a buscarselo fuori di casa, e trovarsi un padrone. La mamma poi, vecchia e malaticcia, non si [...]
[...] sapeva a chi toccasse mantenerla, di tutti e tre che non avevano niente. L’è che è una bella cosa quando si può piangere i morti, senza pensare ad [...]
[...] stare insieme alla cognata, minacciava che sarebbe andata a servizio piuttosto. – No! – diceva Santo. – Non si dirà che mia sorella abbia a far la [...]
[...] gli era sempre alle costole, al Castelluccio, se zappava, se mieteva, a raccogliergli le spighe, o a levargli colle mani i sassi di sotto ai piedi [...]
[...] nessuno la voleva. Essa, poveretta, per questo motivo faceva festa a ogni cane che passasse, e si levava il pan di bocca per regalare a compare Santo [...]
[...] la berretta di seta nera, ogni anno a santa Agrippina, e per fargli trovare un fiasco di vino, o un pezzo di 102 formaggio, allorchè arrivava al [...]
[...] , levarvelo di bocca voi, per darlo a me. – Io son più contenta se l’avete voi. Poi, ogni sabato sera, come Santo andava a casa, la buon’anima tornava a [...]
[...] . – No, no, compare Santo. Lo so che non son bella, e che non mi vuol nessuno. – Guardate! – disse lui a un tratto, chè gli veniva quell’idea [...]
[...] Rossa non sapeva come fare, e la volontà di Dio era quella. – Ci hai a pensar tu, se ti senti di campare la moglie. Già sai che non posso darti [...]
[...] nulla. Una cosa sola abbiamo a dirti, io e tua madre qui presente: pensaci prima di maritarti, che il pane è scarso, e i figliuoli vengono presto. La [...]
[...] sciancata. E poi ci sarebbe stato l’altro guaio, di vedersi nascere i nipoti zoppi. – Tu ci hai a pensare – ripeteva al suo ragazzo. – Pensa che il [...]
[...] pane è scarso, e che i figliuoli vengono presto. Poi, il giorno di Santa Brigida, verso sera, Santo aveva incontrato a caso la Rossa, la quale [...]
[...] anche lui, e senza dir nulla. Infine si mise a ciarlare che aveva terminata la settimana, e se ne andava a casa. – Non avete a dirmi nulla pel paese [...]
[...] , comare Nena? Comandate. – Se andassi a vendere gli asparagi verrei con voi, e si farebbe la strada insieme – disse la Rossa. E come egli [...]
[...] . – Io vi porterei sulle braccia, comare Nena, vi porterei. Allora comare Nena si mise a masticare la cocca del fazzoletto rosso che aveva in testa [...]
[...] era per lui, stavolta col viso scuro ed imbronciato. Allora compare Santo scoraggiato si assettò la bisaccia sulle spalle e si mosse per andarsene a [...]
[...] festa a compare Santo, che gli giuocava quel tradimento. – No! non ne faccio di queste cose! – rispondeva Santo colle mani in croce. – Vostra figlia [...]
[...] , col naso rosso, saltellava dentro gli stivaloni, e voleva baciare tutti quanti ad uno ad uno. – A me no! – diceva Lucia, imbronciata pel filato [...]
[...] Castelluccio. Quel mariuolo del camparo aveva fatto il suo interesse a maritare la figliuola senza dote, e doveva pensarci compare Santo a mantenerla [...]
[...] fronte. 107 Mentre andavano a Licciardo, colle bisacce in ispalla, asciugandosi il sudore colla manica della camicia, avevano sempre nella testa e [...]
[...] cuore, quel seminato: prima giallo, ammelmato dal gran piovere; poi, quando ricominciava a pigliar fiato, le erbacce, che Nena ci si era ridotte le [...]
[...] netteva la zappa sull’erba del ciglione – Tanta era stata la semente; tanto avrebbe dato se la spiga veniva a 12, o a 10, od anche a 7; il gambo non era [...]
[...] calavano cantando sulle zolle, come punti neri. La primavera cominciava a spuntare dappertutto, nelle siepi di fichidindia, nelle macchie della [...]
[...] rotta dalla salita, di quel che si avrebbe fatto, se il Signore benediceva i seminati fino all’ultimo. Ora non avevano più a discorrere dei [...]
[...] capelli rossi, s’erano belli o brutti, e di altre sciocchezze. E quando il maggio traditore venne a rubare tutte le fatiche e le speranze dell’annata [...]
[...] , colle sue nebbie, marito e moglie, seduti un’altra volta sul ciglione a guardare il campo che ingialliva a vista d’occhio, come un malato che se ne [...]
[...] tornava a casa tardi, o se non c’era legna per l’inverno, o se la moglie diventava lenta e pigra per la gravidanza: musi lunghi, parolacce ed anche [...]
[...] andava portando sulle braccia la bambina, come se avesse fatto una principessa, e correva a mostrarla ai parenti e agli amici, dalla contentezza. Alla [...]
[...] altrui. La suocera, poveretta, cercava di metter pace in quei litigi, e ripeteva: – La colpa è mia che non son più buona a nulla. Io vi mangio il [...]
[...] pane a tradimento. Ella non era più buona che a sentire tutti quei guai, e a covarseli dentro di sè: le angustie di Santo, i piagnistei di sua [...]
[...] all’ombra, rispondeva, alzando le spalle: – Cosa volete che ci venga a fare! Per far vedere il vestito di seta che non ho? Nel crocchio delle [...]
[...] tasca, sputacchiando di qua e di là. Nessuno sapeva cosa ci stesse a fare; ma quando s’affacciava all’uscio comare Lucia, Pino la guardava di [...]
[...] soppiatto, fingendo di voltarsi per sputacchiare. La sera poi, come gli usci erano tutti chiusi, s’arrischiava sino a cantarle le canzonette dietro la [...]
[...] porta, facendosi il basso da sè – huum! huum! huum! – Alle volte i giovinastri che tornavano a casa tardi, lo conoscevano alla voce, e gli rifacevano [...]
[...] vedessero in faccia. Ma se la cognata brontolava: – Ora comincia la musica! – si voltava come una vipera a rimbeccare: – Anche la musica vi dà noia? Già [...]
[...] , diceva che a lei invece quella musica gli metteva allegria dentro. Lucia fingeva di non saper nulla. Però ogni giorno nell’ora in cui passava [...]
[...] straduccie potessero comperare dei pesci-cantanti. – E’ devono essere buoni pei malati! – diceva la Lucia che si struggeva di mettersi a contrattare col [...]
[...] passo dinanzi all’uscio, e la domenica si faceva animo ad accostarsi un poco più, sino a mettersi a sedere sullo scalino del ballatoio accanto [...]
[...] , colle mani penzoloni fra le cosce; e raccontava nel crocchio come si facesse a pescare le rane, che ci voleva una malizia del diavolo. Egli era [...]
[...] seminati! – oppure: – Le olive saranno scarse quest’anno. – A voi cosa ve ne importa? che campate sulle rane – gli diceva Lucia. – Sentite, sorella mia [...]
[...] vedeva altro che la finestra di rimpetto, nera dalla pioggia, o qualche vicino che tornava a casa, sotto il cappotto fradicio. Ma Pino il Tomo non [...]
[...] si faceva 112 più vivo, che se un povero malato aveva bisogno di un po’ di brodo di rane, diceva la Lucia, non sapeva come fare. – Sarà andato a [...]
[...] aveva inteso la chiacchiera, per amor della sorella, le faceva il predicozzo: – A me non mi piace questa storia del Tomo. Bel partito che sarebbe [...]
[...] fatto della stessa pasta tua. Lucia stava zitta, a capo basso e colle ciglia aggrottate, e alle volte si mordeva le labbra per non spiattellare [...]
[...] : – Dove lo trovo il campagnuolo? – Come se stesse a lei a trovare! Quello solo che aveva trovato, ora non si faceva più vivo, forse perchè la Rossa [...]
[...] cinque. – A voi che ve ne importa se quello delle rane ha un mestiere o no? Quando fosse mio marito, ci avrebbe a pensar lui a mantenermi. La mamma [...]
[...] . E alla sorella che strillava e si strappava i capelli, Santo per rabbonirla tornava a dire: – Cosa vuoi che ci faccia, ora ch’è mia moglie? Ma ti [...]
[...] vuol bene e parla pel tuo meglio. Lo vedi che bel guadagno ci abbiamo fatto noi due a maritarci? Lucia si lagnava colla mamma. – Io voglio farci [...]
[...] il guadagno che ci han fatto loro! Piuttosto voglio andare a servire! Qui se si fa vedere un cristiano, ve lo scacciano via. – E pensava a quello [...]
[...] delle rane che non si lasciava più vedere. Dopo si venne a conoscere che era andato a stare colla vedova di massaro Mariano; anzi volevano [...]
[...] contento, potete vivere 114 colle mani sulla pancia, e non avrete più bisogno di stare a mezza gamba nel pantano per acchiappar le rane. – Per me [...]
[...] sciancata, che si dimenavano come quelli delle rane, mentre andava di qua e di là per la casa, a fargli vedere tutta quella roba. Però una volta che [...]
[...] non aveva potuto buscarsi un grano da tre giorni, e gli era toccato stare in casa della vedova, a mangiare e bere, e a veder piovere dall’uscio, si [...]
[...] persuase a dir di sì, per amor del pane. – È stato per amor del pane, vi giuro! – diceva egli colle mani in croce, quando tornò a cercare comare [...]
[...] Lucia dinanzi all’uscio. – Se non fosse stato per la malannata, non sposavo la sciancata, comare Lucia! – Andate a contarglielo alla sciancata [...]
[...] ! – gli rispondeva la ragazza, verde dalla bile. – Questo solo voglio dirvi: che qui non ci avete a metter più piede. E la sciancata gli diceva anche [...]
[...] lei che non ci mettesse più piede, se no lo scacciava di casa sua, nudo e affamato come l’aveva preso. – Non sai che, prima a Dio, mi hai obbligo [...]
[...] del pane che ti mangi? A suo marito non gli mancava nulla: lui ben vestito, ben pasciuto, colle scarpe ai piedi, senza aver altro da fare che [...]
[...] bighellonare in piazza tutto il giorno, dall’ortolano, dal beccaio, dal pescatore, colle mani dietro la schiena, e il ventre pieno, a vedere contrattare [...]
[...] alla Rossa se si dovesse tornare a fare quel che abbiamo fatto!... La Rossa, accoccolata sulla soglia, approvava col capo, mentre i suoi marmocchi [...]
[...] , sulla schiena, e la più grandicella per mano. Ma gli altri tre però era costretta lasciarli a casa, a far disperare la cognata. Quella della bisaccia [...]
[...] dal sacco la lattante per darle la poppa, seguitando a camminare. Suo marito andava innanzi, curvo sotto il carico, e si voltava appena per darle [...]
[...] non serve ad altro che a dar latte, tale e quale come una giumenta. – Una vera bestia da lavoro – quanto a ciò non poteva lagnarsi 116 suo marito [...]
[...] – a zappare, a mietere e a seminare, meglio di un uomo, quando tirava su le gonnelle, colle gambe nere sino a metà, nel seminato. Ora ella aveva [...]
[...] danno. Ma se no, mi mettono in mezzo a una strada. La mamma, poveretta, non sapeva che rispondere, e stava a sentirla, seduta accanto al letto [...]
[...] cui il tramonto impallidiva sui tetti nerastri dirimpetto, e le comari chiamavano a raccolta le galline. Soltanto, quando veniva il dottore a [...]
[...] nel suo cantuccio tornando a casa. Poi ha lavorato anch’essa la sua parte, quand’era tempo; e allorchè saremo vecchi, i nostri figli faranno [...]
[...] ossa rotte dalla febbre, e si lasciò vincere dal sonno a ridosso di un pietrone che stampava l’ombra nera sulla viottola polverosa, mentre i mosconi [...]
[...] ? – E Carmenio si svegliò alle busse ed ai calci dello zio Cheli, il quale 118 si mise a correre come un pazzo dietro le pecore sbandate, piangendo [...]
[...] citazione, fu come un colpo d’accidente per lui e sua moglie. – Ah! quel birbante di Carmenio ci ha rovinati del tutto! Andate a far del bene, che [...]
[...] ve lo rendono in tal maniera! Potevo forse stare nella malaria a guardare le pecore? Ora lo zio Cheli finisce di farci impoverire a spese! – Il [...]
[...] , e ad ogni pedata e ad ogni sorgozzone che assestava a Carmenio, balbettava ansante: – Tu ci hai ridotti sulla paglia! Tu ci hai rovinato [...]
[...] ? Mi colse a tradimento, là, sotto il pietrone! – Ma tant’è dovette far fagotto su due piedi, dir addio al credito di due onze che ci aveva con 119 [...]
[...] curatolo Vito, e lasciar la mandra. Che curatolo Vito si contentava di pigliar lui le febbri un’altra volta, tante erano le sue disgrazie. A casa [...]
[...] lo prese per la sua mandra di Santa Margherita, dove il curatolo lo rubava a man salva, e gli faceva più danno delle pecore nel seminato. – Ti [...]
[...] darò io le medicine; così non avrai il pretesto di metterti a dormire, e di lasciarmi scorazzare le pecore dove vogliono. Don Venerando aveva preso a [...]
[...] ragazza gli dò sei tarì al mese. – E diceva pure che Carmenio avrebbe 120 potuto andarsene colla madre a Santa Margherita, perchè la vecchia [...]
[...] andarsene a servire in casa di don Venerando. Misero la vecchiarella sul somaro, Santo da un lato e Carmenio dall’altro, colla roba in groppa; e la [...]
[...] campagna quando bisognava. Il padrone s’era arricchito allo stesso modo, stando al servizio del barone, ed ora aveva il don, e poderi e bestiami a [...]
[...] bizzeffe. A Lucia, perchè veniva da una famiglia benestante caduta in bassa fortuna, e si sapeva che era onesta, le avevano assegnate le faccende meno [...]
[...] cassettone e ogni cosa; talchè Lucia voleva lasciarli soltanto dopo che era morta. In quel mentre faceva l’occhietto a Brasi, e gli confidava che fra due [...]
[...] piaceva la Lucia, coi suoi occhi di carbone, e la grazia di Dio che ci aveva addosso. A lei pure le piaceva Brasi, piccolo, ricciuto, col muso fino [...]
[...] fatta». – Io no! – rispondeva Lucia. A me non mi piacciono questi scherzi. Brasi fingeva di restare mortificato. Raccattava la foglia d’indivia che gli [...]
[...] qui. Se volete mettervi della roba mia allo stesso posto, a voi! – E faceva atto di strapparsi una manciata di capelli per offrirglieli, cacciando [...]
[...] lui. Lo pigliava pei capelli, come un cagnuolo, e sentiva un certo piacere a ficcare le dita in quella lana morbida e ricciuta. – Sfogatevi [...]
[...] giuochetti e fece una casa del diavolo. Tresche non ne voleva in casa sua; se no li scacciava fuori a pedate tutt’e due. Piuttosto quando trovava la [...]
[...] ragazza sola in cucina, le pigliava il ganascino, e voleva accarezzarla con due dita. – No! no! – replicava Lucia. – A me questi scherzi non mi [...]
[...] ; per questo suo marito scendeva in cucina a dir le barzellette colle ragazze. Poi ci veniva per guardarsi i suoi interessi, quanta legna ardeva e [...]
[...] quanta carne mettevano al fuoco. Era ricco, sì, ma sapeva quel che ci vuole a far la roba, e litigava tutto il giorno con sua moglie, la quale aveva [...]
[...] ! – rispondeva il padrone. – Vedrai che bella dote! e quanti verranno a cercartela la tua onestà! Se i maccheroni erano troppo cotti, se Lucia portava [...]
[...] strillando in falsetto: – Vattene in cucina; levati di qua, sciamannona! paneperso! Lucia andava a piangere nel cantuccio del forno, ma Brasi la consolava [...]
[...] incapriccito a vagabondare per le fiere, dietro il carretto del merciaiuolo: con lui aveva imparato a cucinare e a governar le bestie. Lucia ricominciava la [...]
[...] nella cisterna con un sasso al collo. Lucia mandò giù tutto quell’amaro senza dir motto, e se voleva piangere andava a nascondersi nel [...]
[...] sottoscala, o nel cantuccio del forno, quando non c’era Brasi. Ormai a quel cristiano gli voleva bene, collo stare insieme davanti al fuoco tutto il giorno [...]
[...] . I rabbuffi, le sgridate del padrone, li pigliava per sè, e lasciava a lui il miglior piatto, il bicchier di vino più colmo, andava in corte a [...]
[...] spaccare la legna per lui, e aveva imparato a rivoltare le ova e a scodellare i maccheroni in punto. Brasi, come la vedeva fare la croce, colla [...]
[...] scodella sulle ginocchia, prima d’accingersi a mangiare, le diceva: – Che non avete visto mai grazia di Dio? Egli si lamentava sempre e di ogni cosa: che [...]
[...] era una galera, e che aveva soltanto tre ore alla sera da andare a spasso o all’osteria; e se Lucia qualche volta arrivava a dirgli, col capo [...]
[...] dico per vostro bene. Vi spendete i soldi, e poi c’è sempre il caso d’attaccar lite con qualcheduno. Brasi si sentì molle a quelle parole e a quegli [...]
[...] occhi che evitavano di guardarlo. E si godeva il solluchero: – O a voi cosa ve ne importa? – Nulla me ne importa. Lo dico per voi. – O voi non vi [...]
[...] seccate a star qui in casa tutto il giorno? – No, ringrazio Iddio del come sto, e vorrei che i miei parenti fossero come me, che non mi manca nulla [...]
[...] . Ella stava spillando il vino, accoccolata colla mezzina fra le gambe, e Brasi era sceso con lei in cantina a farle lume. Come la cantina era [...]
[...] povera me! che ho fatto? Il vino del padrone!... – Eh! lasciate correre; chè ne ha tanto il padrone. Date retta a me piuttosto. Che non mi volete bene [...]
[...] lo sapeva com’erano fatti gli uomini. Tutti bugiardi e traditori. Non voleva sentirne più parlare. Voleva buttarsi nella cisterna piuttosto a capo [...]
[...] in 127 giù; voleva farsi Figlia di Maria; voleva prendere il suo buon nome e gettarlo dalla finestra! A che le serviva, senza dote? Voleva [...]
[...] , mandava via Brasi a comprargli un soldo di tabacco, e cercava di pigliare Lucia pel ganascino, correndole dietro per la cucina, in punta di piedi [...]
[...] perchè sua moglie non udisse, rimproverando la ragazza che gli mancava di rispetto, col farlo correre a quel modo! – No! no! – ella pareva una gatta [...]
[...] , di Pino il Tomo che l’aveva piantata per andare a mangiare il pane della vedova! La lasciava colla tentazione degli orecchini e delle 20 onze [...]
[...] , si sbracciava a mostrarsi servizievole e premuroso quasi ella fosse diventata un’altra padrona. Le lasciava il piatto più colmo, e il posto [...]
[...] migliore accanto al fuoco. Con lei si sfogava a cuore aperto, chè erano poverelli tutti e due, e faceva bene all’anima confidare i guai a una persona [...]
[...] che si vuol bene. Se appena appena fosse arrivato a possedere 20 onze, egli metteva su una piccola bettola e prendeva moglie. Lui in cucina, e lei [...]
[...] erano come una presa di tabacco. E Brasi non sarebbe stato schizzinoso, no! Una mano lava l’altra a questo mondo. E non era sua colpa se cercava [...]
[...] nascondeva il volto nel grembiale. Dopo qualche tempo non si lasciò più vedere nemmeno fuori di casa, nè a messa, nè a confessare, nè a Pasqua, nè a [...]
[...] quando gli occhi son belli come quelli di comare Lucia. La poveretta si faceva animo a fissarglieli in viso, ancora sbigottita, e balbettava [...]
[...] per sposarvi? Se aveste 20 onze di dote vi sposerei ad occhi chiusi. Don Venerando adesso aveva preso a ben volere anche lui, e gli regalava i [...]
[...] anch’essa, e corse dalla cognata tutta sottosopra, che non poteva spiccicar parola. Ma quando tornò a casa da suo marito, era tutt’altra, serena e colle [...]
[...] la dote. Una vera provvidenza di Dio! – Non monta! – Tornava a dire di tanto in tanto il fratello, il quale non sapeva capacitarsene. – Almeno [...]
[...] , carica di nuvoloni di malaugurio, che i buoi si voltavano indietro sospettosi, e muggivano, la gente si affacciava dinanzi ai casolari, a guardar [...]
[...] , e sul poggio del Castello c’era un gran brulichìo di comari, nere sull’orizzonte pallido, a vedere in cielo la coda del drago, una striscia color [...]
[...] . Carmenio al principio dell’inverno era andato colla mandra a Santa Margherita. La mamma quella sera non istava bene, e si affannava pel lettuccio, cogli [...]
[...] dall’altra parte. Carmenio un po’ era corso di qua e di là, a darle retta, e cercare di fare qualche cosa. Poi si era piantato dinanzi al letto [...]
[...] arrampicavano sul tetto. Di faccia, la costa, ritta in piedi, cominciava a scomparire nel buio che saliva dal vallone, brulla e nera di sassi, fra i quali si [...]
[...] perdeva la striscia biancastra del viottolo. Al calar del sole erano venuti i vicini della mandra dei fichidindia, a vedere se occorreva nulla [...]
[...] mettersi a gridare, di strapparsi i capelli – non sapeva che cosa. – Se mai – gli gridò curatolo Decu da lontano – corri fino alla mandra dei [...]
[...] !... auuuh!... che arrivava appena sin là, e metteva freddo nelle ossa. Le pecore allora si spingevano a scorazzare in frotta pel chiuso, prese da un [...]
[...] terrore pazzo, quasi sentissero il lupo nelle vicinanze, e a quello squillare brusco di campanacci sembrava che le tenebre si accendessero di tanti [...]
[...] occhi infuocati, tutto in giro. Poi le pecore si arrestavano immobili, strette fra di loro, col muso a terra, e il cane finiva d’abbaiare in un [...]
[...] uggiolato lungo e lamentevole, seduto sulla coda. – Se sapevo! – pensava Carmenio – era meglio dire a curatolo Decu di non lasciarmi solo. Di fuori [...]
[...] fondo, che pareva si vedesse soltanto il rumore del torrente, laggiù, a montare verso il casolare, gonfio e minaccioso. Se sapeva, anche questa [...]
[...] ! prima che annottasse correva al paese a chiamare il fratello; e certo a quell’ora sarebbe qui con lui, ed anche Lucia e la cognata. Allora la mamma [...]
[...] cominciò a parlare, ma non si capiva quello che dicesse, e brancolava pel letto colle mani scarne. – Mamma! mamma! cosa volete? – domandava Carmenio [...]
[...] – ditelo a me che son qui con voi! Ma la mamma non rispondeva. Dimenava il capo anzi, come volesse dir no! no! non voleva. Il ragazzo le mise la [...]
[...] candela sotto il naso, e scoppiò a piangere dalla paura. – O mamma! mamma mia! – piagnucolava Carmenio – O che sono solo e non posso darvi aiuto [...]
[...] fichidindia, aiuto! O santi cristiani, aiuto! Aiuto, santi cristiani! – si mise a gridare. Infine lassù, in cima al monte dei fichidindia, si udì una [...]
[...] ... rincorrile le pecoreee!... rincorrileeee!... – No! no! non son le pecore... non sono! In quella passò una civetta, e si mise a stridere sul [...]
[...] casolare. – Ecco! – mormorò Carmenio facendosi la croce – Ora la civetta ha sentito l’odore dei morti! Ora la mamma sta per morire! A star solo nel [...]
[...] non fiatava, colla faccia scura. Accese il fuoco, fra i due sassi del focolare, e si mise a vedere come ardevano le frasche, che facevano una [...]
[...] fiammata, e poi soffiavano come se ci dicessero su delle parole. Quando erano nelle mandre di Resecone, quello di Francofonte, a veglia, aveva narrato [...]
[...] certe storie di streghe che montano a cavallo delle scope, e fanno degli scongiuri sulla fiamma del focolare. Carmenio si rammentava tuttora la [...]
[...] gente della fattoria, raccolta ad ascoltare con tanto d’occhi, dinanzi al lumicino appeso al pilastro del gran palmento buio, che a nessuno gli bastava [...]
[...] l’animo di andarsene a dormire nel suo cantuccio, quella sera. Giusto ci aveva l’abitino della Madonna sotto la camicia, e la fettuccia di santa [...]
[...] , e le lodole calano trillando a rannicchiarsi dietro le zolle col tramonto, e si sveglia l’odore della nepitella e del ramerino. – Juh! juh [...]
[...] ! Bambino Gesù! – A Natale, quando era andato al paese, suonavano così per la novena, davanti all’altarino illuminato e colle frasche d’arancio, e in ogni [...]
[...] gonfiassero; e il diavolo del San Michele Arcangelo, nella immagine appiccicata a capo del lettuccio, digrignava i denti bianchi, colle mani nei [...]
[...] quell’angustia non pensava a nascondere il suo stato. Attorno al lettuccio della morta si strappavano i capelli, e si davano dei pugni in testa, senza [...]
[...] pensare ad altro. Poi come Santo si accorse della sorella con tanto di pancia, ch’era una vergogna, si mise a dire in mezzo al piagnisteo: 136 [...]
[...] – Almeno avesse lasciato chiudere gli occhi a quella vecchierella, almeno!... E Lucia dal canto suo: – L’avessi saputo, l’avessi! Non le facevo mancare [...]
[...] , e il sollione della messe, se li pigliano come tutti gli altri poveri diavoli, giacchè son fatti di carne e d’ossa come il prossimo, per andare a [...]
[...] sorvegliare che il prossimo non rubi loro il tempo e il denaro della giornata. Ma se avete a far con essi, vi uncinano nome e cognome, e chi vi [...]
[...] ho dato il sangue mio alla vostra terra! – Per questo ti pago, birbante! Ti pago a sangue d’uomo! Io mi dissanguo 139 in spese di cultura, e poi se [...]
[...] buttavano addosso a secchi l’acqua verdastra del guazzatoio. – Santo diavolone! gridava don Piddu. – Poichè non giova nemmeno far la limosina a [...]
[...] c’era un peccatore o una mala femmina, od anche gente allegra, andavano a predicargli dietro l’uscio, in processione e colla disciplina al collo [...]
[...] bocca per condurre la figliuola al festino colla veste di seta aperta a cuore sul petto. Chissà mai! In quella i missionari predicavano contro le [...]
[...] gente dalla strada rompeva a sassate tutti i vetri. Donna Saridda se ne tornò a casa tutta contenta, come se ci avesse in tasca il terno al lotto; e [...]
[...] non dormì quella notte, pensando a don Giovannino, senza sapere che fra Giuseppe avesse a dirgli: – Siete pazzo, vossignoria, ad entrare nella [...]
[...] di maniche! La gente si affollava dinanzi al portone di don Piddu, a vedergli portar via gli armadi e i cassettoni, che lasciavano il segno bianco [...]
[...] nel muro dove erano stati tanto tempo, e le figliuole, pallide come cera, avevano un gran da fare per nascondere alla mamma, in fondo a un letto [...]
[...] , quel che succedeva. Lei, poveretta, fingeva di non accorgersene. Prima era andata col marito a pregare, a scongiurare, dal notaio, dal giudice [...]
[...] : 143 – Pagheremo domani – pagheremo doman l’altro. – E tornavano a casa rasente al muro, lei colla faccia nascosta dentro il manto – ed era sangue di [...]
[...] baroni! Il dì del pignoramento donna Saridda, colle lagrime agli occhi, era andata a chiudere tutte le finestre, perchè quelli che son nati col [...]
[...] , mettevano da parte il don, e lo trattavano a tu per tu. Almeno un povero diavolo, sinchè ha le braccia e la salute, trova da buscarsi il pane. – Quello [...]
[...] Marcantonio, quando stavano a ventre vuoto tutto un giorno, non dicevano nulla, ed il più grandicello, se il babbo lo mandava a comprare un pane a [...]
[...] credenza, o un fascio di lattughe, ci andava di sera, a viso basso, nascondendolo sotto il mantello rattoppato. 144 Il papà si dava le mani attorno [...]
[...] per buscare qualche cosa, pigliando un pezzo di terra in affitto, o a mezzeria. Tornava a piedi dalla campagna, più tardi di ogni altro, con quello [...]
[...] nessuno. Poi la domenica andava a fare il galantuomo insieme agli altri nel casino di conversazione, ciaramellando in crocchio fra di loro, colle [...]
[...] mani in tasca e il naso dentro il bavero del cappotto; o giuocavano a tressette colla mazza fra le gambe e il cappello in testa. Al tocco di [...]
[...] mezzogiorno sgattaiolavano in furia chi di qua e chi di là, ed egli se ne andava a casa, come se ci avesse sempre pronto il desinare anche lui. – Che [...]
[...] posso farci? diceva. – A giornata non posso andarci coi miei figli! – Anche i ragazzi, allorchè il padre li mandava a chiedere in prestito mezza [...]
[...] ogni cosa. La gente che non ci aveva interesse andava a vedere il fuoco fuori del paese, colle mani in tasca. – Oggi aveva preso la vigna del tale [...]
[...] , domani sarebbe entrato nel campo del tal 145 altro; ora minacciava il ponte della strada, più tardi circondava la casetta a mano destra. Chi non [...]
[...] stava a guardare si affacendava a levar tegole, imposte, mobili, a sgombrar le camere, e salvar quello che si poteva, perdendo la testa nella [...]
[...] fretta e nella disperazione, come un formicaio in scompiglio. A don Marco gli portarono la notizia mentre era a tavola colla famiglia, dinanzi al piatto [...]
[...] salvare, e sua moglie andava a piantare al limite della vigna le cannuccie colle immagini dei santi che dovevano proteggerla, biascicando avemarie [...]
[...] sostituendo più in qua le cannuccie colle immagini benedette, man mano che s’accendevano come fiammiferi; e piangeva, spaventata, davanti a quella [...]
[...] cercavano di dormire col naso contro il muro, andò a trovare dietro il pagliaio il ragazzo, il quale si faceva rosso e balbettava ogni volta che [...]
[...] la miseria, non avrebbe creduto di poter cascare più giù. La povera madre lo seppe nel comunicarsi a Pasqua. Una santa, colei! Don Piddu era [...]
[...] chiuso, insieme a tutti gli altri galantuomini, nel convento dei cappuccini per fare gli esercizi spirituali. I galantuomini si riunivano coi loro [...]
[...] contadini a confessarsi e sentir le prediche; anzi, facevano loro le spese del mantenimento, nella speranza che i garzoni si convertissero, se [...]
[...] Adamo ed Eva; e i padroni per umiltà servivano a tavola i garzoni colle loro mani, chè a costoro quella grazia di 148 Dio andava giù di traverso [...]
[...] potevano rubargli più nulla i suoi garzoni. Ma lo fece chiamare il giudice, e lo mandò a farsi santo per forza, onde non desse il cattivo esempio [...]
[...] campagna a guastar la festa. La porta del convento era chiusa per tutti, ma i giovanotti che avevano da spendere, appena era notte, sgusciavano fuori e [...]
[...] notte sgattaiolò fuori di nascosto, come se avesse avuto vent’anni, o l’innamorata che l’aspettasse, e non si sa quel che andò a sorprendere a casa [...]
[...] sorpreso, e come i donnaiuoli tornavano in convento, trovavano il padre missionario inginocchiato dietro l’uscio, a pregare pei peccati che gli [...]
[...] altri erano andati a fare. Don Piddu si buttò ginocchioni 149 anche lui, per confessarsi all’orecchio del missionario, piangendo tutte le lagrime che [...]
[...] ci aveva negli occhi. Ah! quel che aveva trovato! lì, a casa sua! in quel camerino di sua figlia che nemmeno c’entrava il sole!... Il ragazzo di [...]
[...] come se gli leggesse in faccia il parricidio. Allora egli fuggì via colle mani nei capelli. Ma il confessore che gli consigliava di offrire a Dio [...]
[...] fazzoletto a tre colori, suonarono le campane a stormo, e cominciarono a gridare in piazza: «Viva la libertà!». Come il mare in tempesta. La folla [...]
[...] le falci che luccicavano. Poi irruppe in una stradicciuola. – A te prima, barone! che hai fatto nerbare la gente dai tuoi campieri! – Innanzi a [...]
[...] tutti gli altri una strega, coi vecchi capelli irti sul capo, armata soltanto delle unghie. – A te, prete del diavolo! che ci hai succhiato l’anima [...]
[...] ! – A te, ricco epulone, che non puoi scappare nemmeno, tanto sei grasso del sangue del povero! – A te, sbirro! che hai fatto la giustizia solo per [...]
[...] chi non aveva niente! – A te, guardaboschi! che hai venduto la tua carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno! E il sangue che fumava [...]
[...] ! 151 Don Antonio sgattaiolava a casa per le scorciatoie. Il primo colpo lo fece cascare colla faccia insanguinata contro il marciapiede. – Perchè [...]
[...] pancione. – Non mi ammazzate, chè sono in peccato mortale! – La gnà Lucia, il peccato mortale; la gnà Lucia che il padre gli aveva venduta a 14 anni [...]
[...] , l’inverno della fame, e riempiva la Ruota e le strade di monelli affamati. Se quella carne di cane fosse valsa a qualche cosa, ora avrebbero potuto [...]
[...] satollarsi, mentre la sbrandellavano sugli usci delle case e sui ciottoli della strada a colpi di scure. Anche il lupo allorchè capita affamato in [...]
[...] una mandra, non pensa a riempirsi il ventre, e sgozza dalla rabbia. – Il figliuolo della Signora, che era accorso per vedere cosa fosse – lo [...]
[...] speziale, nel mentre chiudeva in fretta e in furia – don Paolo, il quale tornava dalla vigna a cavallo del somarello, colle bisacce magre in groppa [...]
[...] , travolto nella folla. Suo padre si era rialzato due o tre volte prima di strascinarsi a finire nel mondezzaio, gridandogli: – Neddu! Neddu! – Neddu fuggiva [...]
[...] ancora, agitando le braccia scarne, strillando d’ira in falsetto, colle carni tenere sotto i brindelli delle vesti. – Tu che venivi a pregare il buon [...]
[...] Dio colla veste di seta! – Tu che avevi a schifo d’inginocchiarti accanto alla povera gente! – Te’! Te’! – Nelle case, su per le scale, dentro le [...]
[...] . L’altro fratello non vide niente; non vedeva altro che nero e rosso. Lo calpestavano, gli macinavano le ossa a colpi di tacchi ferrati; egli aveva [...]
[...] carnevale furibondo del mese di luglio, in mezzo agli urli briachi della folla digiuna, continuava a suonare a stormo la campana di Dio, fino a sera [...]
[...] , senza mezzogiorno, senza avemaria, come in paese di turchi. Cominciavano a sbandarsi, stanchi della carneficina, mogi mogi, ciascuno fuggendo il [...]
[...] trovavano più. I primi che cominciarono a far capannello sul sagrato si guardavano in faccia sospettosi; ciascuno ripensando a quel che doveva avere [...]
[...] sulla coscienza il vicino. Poi, quando furono in molti, si diedero a mormorare. – Senza messa non potevano starci, un giorno di domenica, come i [...]
[...] cani! – Il casino dei galantuomini era sbarrato, e non si sapeva dove andare a prendere gli ordini dei padroni per la settimana. Dal campanile [...]
[...] ammassava tutta in un canto. Fra due casucce della piazza, in fondo ad una stradicciola che scendeva a precipizio, si vedevano i campi giallastri nella [...]
[...] metterla sulla carta, ognuno avrebbe fatto a riffa e a raffa! – E se tu ti mangi la tua parte all’osteria, dopo bisogna tornare a spartire da capo [...]
[...] taglialegna brandiva in aria la mano quasi ci avesse ancora la scure. Il giorno dopo si udì che veniva a far giustizia il generale, quello che faceva [...]
[...] lunghe, stavano sul monte, colle mani fra le cosce, a vedere arrivare quei giovanetti stanchi, curvi sotto il fucile arrugginito, e quel generale [...]
[...] piccino sopra il suo gran cavallo nero, innanzi a tutti, solo. Il generale fece portare della paglia nella chiesa, e mise a dormire i suoi ragazzi [...]
[...] come un padre. La mattina, prima dell’alba, se non si levavano al suono della tromba, egli entrava nella chiesa a cavallo, sacramentando come 157 un [...]
[...] fianco sulla scranna, e dicendo ahi! ogni volta che mutavano lato. Un processo lungo che non finiva più. I colpevoli li condussero in città, a piedi [...]
[...] , incatenati a coppia, fra due file di soldati col moschetto pronto. Le loro donne li seguivano correndo per le lunghe strade di campagna, in mezzo [...]
[...] ai solchi, in mezzo ai fichidindia, in mezzo alle vigne, in mezzo alle biade color d’oro, trafelate, zoppicando, chiamandoli a nome ogni volta che [...]
[...] pane bianco si mangiava in un boccone e non riempiva lo stomaco; se si accoccolavano a passare una notte sull’uscio di una chiesa, le guardie le [...]
[...] arrestavano. A poco a poco rimpatriarono, prima le mogli, poi le mamme. Un bel pezzo di giovinetta si perdette nella città e non se ne seppe più [...]
[...] nulla. Tutti gli altri in paese erano tornati a fare quello che facevano prima. I galantuomini non potevano lavorare le loro terre colle proprie mani [...]
[...] , e la povera gente non poteva vivere senza i galantuomini. Fecero la pace. L’orfano dello speziale rubò la moglie a Neli Pirru, e gli parve una [...]
[...] , come a una festa, per vedere i compaesani, dopo tanto tempo, stipati nella capponaia – chè capponi davvero si diventava là dentro! e Neli Pirru [...]
[...] doveva vedersi sul mostaccio quello dello speziale, che s’era imparentato a tradimento con lui! Li facevano alzare in piedi ad uno ad uno. – Voi come [...]
[...] galantuomini, stanchi, annoiati, che sbadigliavano, si grattavano la barba, o ciangottavano fra di loro. Certo si dicevano che l’avevano scappata bella a [...]
[...] se ne andarono a confabulare fra di loro, e gli imputati aspettavano pallidi, e cogli occhi fissi su quell’uscio chiuso. Come rientrarono, il [...]
[...] !... Il carbonaio, mentre tornavano a mettergli le manette, balbettava: – Dove mi conducete? – In galera? – O perchè? Non mi è toccato neppure un palmo [...]
[...] alla cabina, fissando i grandi occhi pensosi nelle ombre vaganti del mare. Le stelle scintillavano sul loro capo, e attorno a loro non si udiva [...]
[...] altro che il sordo rumore della macchina, e il muggito delle onde che si perdevano verso orizzonti sconfinati. A poppa, dietro le loro spalle, una [...]
[...] , chissà? povere gioie e poveri dolori, simili a quelli da lui narrati. – La donna ci pensava vagamente colle labbra strette, gli occhi fissi nel buio [...]
[...] , rifinito dalla fatica, dormiva accoccolato sulla scala, sognando forse la sua casetta di Genova. A poppa il lume della bussola rischiarava appena [...]
[...] la figura membruta dell’uomo che era al timone, immobile, cogli occhi fissi sul quadrante, e la mente chissà dove. A prua si udiva sempre la mesta [...]
[...] cantilena siciliana, che narrava a modo suo di gioie, di dolori, o di speranze umili, in mezzo al muggito uniforme del mare, e al va e vieni [...]
[...] regolare e impassibile dello stantuffo. Sembrava che la donna non sapesse risolversi a lasciare la mano di lui. Infine alzò gli occhi e gli sorrise [...]
[...] bianchiccia si squarciò qua e là in seni e promontorii oscuri. A bordo cominciava l’affaccendarsi del primo servizio mattutino. I passeggieri [...]
[...] salivano ad uno ad uno sul ponte, pallidi, stralunati, imbacuccati diversamente, masticando un sigaro e barcollando. La grù cominciava a stridere, e la [...]
[...] passavano a poppa, dondolando i vasti scafi che sembravano vuoti, con i pochi uomini a bordo che si mettevano la mano sugli occhi per vedere passare il [...]
[...] vapore superbo. In fondo, delle altre barchette più piccole ancora, come punti neri, e le coste che si coronavano di spuma; a sinistra la Calabria [...]
[...] , a destra la Punta del Faro sabbiosa, Cariddi che allungava le braccia bianche verso Scilla rocciosa e altera. All’improvviso, nella lunga linea [...]
[...] poteva andarla a trovare. «In una casetta isolata, in mezzo alle vigne – ci sarà una croce segnata col gesso sull’uscio. Io verrò dal sentiero fra [...]
[...] l’uscio, ansioso, col cuore che gli martellava, spiava avidamente se le righe di pioggia che solcavano lo spiraglio cominciassero a diradarsi. Le [...]
[...] comparso il suo ombrellino bianco, di là, o al disopra del muricciuolo a destra. Una vespa ronzava nel raggio dorato che penetrava dalle commessure, e [...]
[...] urtava contro le imposte, dicendo: Viene! viene! – Tutt’a un tratto qualcuno spinse bruscamente la 167 porticina a sinistra. – Come un tuffo nel [...]
[...] . Quante ore passarono in quella povera stanzuccia affumicata? Quante cose si dissero? Il tarlo impassibile e monotono continuava a rodere i vecchi [...]
[...] delle foglie che si agitavano, e alternavano ombre e luce verde come in fondo a un lago. Così la vita. – Ad un tratto ella siccome stralunata [...]
[...] lascio più. A piedi, tenendosi a braccetto, andarono a raggiungere la piccola stazione vicina, perduta nella pianura deserta. Non lasciarsi più! Che [...]
[...] lontano, lontano, in mezzo a quelle montagne misteriose di cui egli le aveva parlato, che a lei sembrava di conoscere. Per sempre! Per sempre [...]
[...] cui le foglie bianche fremevano senza vento, felici di sentirsi soli, nel gran silenzio. Indugiavano a tarda sera, per veder morire il giorno sulle [...]
[...] vette dei monti, quando i vetri si accendevano a un tratto e scoprivano casupole lontane. L’ombra saliva lungo le viottole della valle che assumevano [...]
[...] vittime avevano fatto pace cogli strumenti ciechi e sanguinarii della libertà; curatolo Arcangelo strascinava la tarda vecchiaia a spese del [...]
[...] faceva smorto anch’esso a poco a poco, e l’assiolo si metteva a cantare nel bosco lontano. 170 Addio, tramonti del paese lontano! Addio abeti [...]
[...] accaduto a Pino il Tomu, nè il coltellaccio del geloso che li divideva. Era qualcosa di più sottile e di più forte che li separava. Era la vita [...]
[...] come di sangue, e glie la aveva messa nei capelli. Addio, tramonti lontani del paese lontano! Anche lui, allorchè levava il capo stanco a fissare [...]
[...] della magnolia. Come batteva forte il cuore a lui! come era squisita e trepidante la gioia di quel momento! Ma allorchè si rividero l’indomani non [...]
[...] della parola scambiati di nascosto in mezzo a duecento persone, di una promessa che val più della realtà, perchè è mormorata dietro il ventaglio e in [...]
[...] treno si mosse. Prima scomparve la città, le vie formicolanti di lumi, il sobborgo festante di brigatelle allegre. Poi cominciò a passare come un lampo [...]
[...] dinanzi a un uscio. Sul muricciuolo di una piccola stazione, dove il convoglio si era arrestato un momento sbuffante, due innamorati avevano lasciato [...]
[...] scritto a gran lettere di carbone i loro nomi oscuri. Egli pensava che anch’essa era passata di là il mattino, e aveva visto quei nomi. Lontano [...]
[...] mestizia di quelle memorie, egli ripensava agli umili attori degli umili drammi con un’aspirazione vaga e incosciente di pace e d’obblio, a quella data [...]
[...] e a quelle due parole – per sempre – che ella gli aveva lasciato in un momento d’angoscia, rimasto vivo più d’ogni gioia febbrile nella sua [...]
[...] (piazza Carignano) 1886 PROPRIETÀ LETTERARIA a senso del testo unico delle leggi 25 giugno 1865, 18 maggio 1875, 10 agosto 1882, approvato con R [...]
[...] . Decreto e Regolamento 19 settembre 1882 Tip. ROUX E FAVALE A GIOVANNI CAMERANA CARISSIMO AMICO, Ti dedico queste novelle che mi incoraggiasti a [...]
[...] attestare la verità. Ma se il lettore non ve la riconoscerà a nulla gioveranno le attestazioni mie e le tue. Non è dunque per chiamartene testimone [...]
[...] il sacco dell'avena ed impugnate le redini alzava il piede per salire a cassetta, le quattro brenne braveggiavano e s'inalberavano come cavalli [...]
[...] stalliere. Poi si arrampicava a cassetta e durava un gran pezzo, dando le spalle ai cavalli, le redini 2 fra le ginocchia, a frugacchiare fra le [...]
[...] che svegliati a mezzo la notte, borbottavano e si dimenavano nella tenebra calda dell'imperiale. Aveva la più cattiva tappa dello stradale, tutta [...]
[...] vibrata che rendeva a pennello la sua indole irrequieta e risoluta. Egli aveva per vezzo di fare eco al propio nome con una sillaba consonante, 3 e a [...]
[...] donne e le abbracciava di sorpresa senza farsi scorgere; traversando i villaggi, a quante stavano alla finestra rivolgeva una certa mossa [...]
[...] appena dava loro il tempo di vederlo, non di adombrarsene. Scherzava a tono con ogni condizione di persone e dava ad ognuno la notizia che lo poteva [...]
[...] interessare. Come faceva, stando sempre per strada, a conoscere tutte le conoscenze de' suoi conoscenti? Fatto sta che le conosceva e le [...]
[...] arte sopraffina adescare i pedoni a salirvi. Prima di raggiungerli allentava la corsa, li accostava di passo, poi li richiedeva di qualche minuto [...]
[...] faccio a metà prezzo, ma che il padrone non lo sappia. Il padrone lo sapeva e toccava i quattrini. Quel tratto di strada fruttava ora, un buon [...]
[...] ; l'estate, discorreva coi cavalli, con quelli di punta specialmente. Quelli del timone, diceva, non hanno tempo di starmi a sentire. A questi le [...]
[...] carezze, a quelli le frustate chioccanti. Metteva di volata una cavalla bianca chiamata Forca, e un cavallone rosso, chiamato Rancio. — Rancio, cosa [...]
[...] , piccoli occhi vivissimi, bocca larga, labbra carnose e ridenti, dentatura stupenda. Badava a tutto, compresi i cavalli, era sempre dappertutto, ma [...]
[...] più in scuderia, quando sapeva di trovarci Giac. Una volta che a Giac era toccato un potentissimo calcio da una mula, essa gli aveva fasciato [...]
[...] , questi ebbe da soura Gin otto giorni di paga ed il congedo immediato. Barba Gris attribuiva quelle cortesie a saggezza amministrativa: Giac [...]
[...] rocacciarsele; giovialone con tutte le donne, a tu per tu diventava un sultano freddo e non curante e faceva grazia a lasciarsi adorare. Un giorno il [...]
[...] caffettiere e tabaccaio del luogo, venne dall'oste a confidargli come qualmente una sua nipote ed erede, si fosse innamorata di Giac, e lo [...]
[...] andò a cena, poi a dormire sul fienile. Verso la mezzanotte Gin fu a svegliarlo. — Vieni con me. Lo condusse in cucina, lo fece sedere, sturò una [...]
[...] da una persona che ti protegge. Parti subito. Fra otto giorni piombi qui coll'omnibus verniciato a nuovo: lo chiamerai «l'America» e ci [...]
[...] , pensato, furbo, dove non era altra parola che d'affari, vibrava una passione ardente, disposta egualmente a concessioni immediate ed a lunghe [...]
[...] assentimento che la facesse trionfare come di una vittoria insperata. Il danaro era sulla tavola. — Essa seguitava: Un cavallo, lo trovi a Donnas, che [...]
[...] smette il negozio per la morte del figlio; ce n'è un altro da vendere a Verres dal fornaio, quell'alto alto, colle barbette lunghe: per trecento [...]
[...] vigorosamente in una stretta dove raccolse tutto il fuoco della sua impaziente verginità, e tutta la tenerezza dell'animo. E il giovane seguitava a [...]
[...] ; ma i cavalli che mi ha detto lei non li voglio. A vedermeli comperare farebbero troppi discorsi per la valle; bisogna piombare qui d'un colpo [...]
[...] , scarnate e spellate che giungevano svogliate perfin della stalla e duravano un'ora a gonfiare la cinghiaia soffiando come mantici e tossendo, il muso [...]
[...] a terra. Giac le aveva comprate per la pelle, tanto per sbarcare la stagione morta di primavera e stupire poi la gente e più l'oste colla muta [...]
[...] rifornita di fresco, in principio d'estate. Gli stallieri ne ridevano; Barba Gris, trionfante, 12 badava a vantarli per migliori che non [...]
[...] paressero, e lodava Giac d'essersi una buona volta messo da sè, che a servire un padrone c'è da lasciarci le costole. E Giac rispondeva modestamente [...]
[...] delle sue corse. — Lo faccio per te, diceva a Giac, per non rovinarti affatto. La prima rozza crepò sul principio di giugno, stramazzando morta [...]
[...] intanto aveva pubblicato il cartellone colle tariffe estive, affiggendolo a tutti i caffè e gli alberghi del circondario. 13 Fu il giorno 23 [...]
[...] filetti verdi sui razzi. E la parola concorrenza trombonata da un cartellone sull'alto dov'era scritta a lettere bianche sul fondo nero, e il [...]
[...] ; l'estate precoce aveva anticipato l'affluenza dei forestieri, un monello improvvisato a fattorino, strillava dallo sportello: Val d'Aosta, si [...]
[...] parte subito; un facchino raccoglieva intorno gli scontrini del bagaglio. Giac a cassetta, stimolava e ratteneva tre cavalloni morelli che [...]
[...] empivano i finimenti colla polpa rifatta in quindici giorni di scuderia a razione di fatica. L'omnibus empitosi in un momento partì rumoreggiando a [...]
[...] scambiò per una carrozza signorile. Si vestì, scese colla fretta lenta cui era costretto, e trovò la figliuola già affaccendata a servire il [...]
[...] rosso agonizzante, si avviò diritto alle poste dei cavalli forestieri; li sentì soffiare, ne misurò a occhio la statura, una palmata sulla [...]
[...] carezzarle a palmate come donne sfacciate, zufolando allegro una fanfara dei bersaglieri. Come riebbe il fiato, urlò traverso l'uscio. — Dove li hai [...]
[...] , andò gemendo a fermarsi dirimpetto la sala da pranzo. Ne scesero un carabiniere e il cuoco venuto da un albergo di San Remo a far la campagna [...]
[...] consegnare a Gin il conto di quella prima corsa, datata dal 24 giugno, giorno di San Giovanni, onomastico della ragazza. 16 * ** La [...]
[...] concorrenza fu tosto accanita e rabbiosa. Adesso anche la diligenza postale andava alla stazione a far gente, strillando il ribasso dei prezzi; ma [...]
[...] a imballare i sacchi delle lettere ne andava sempre una mezz'ora e Giac via subito. La postale cambiava i cavalli a mezza strada, mentre Giac [...]
[...] filava d'un fiato; è vero che il tempo perduto nel cambio tornava nella forza dei cavalli freschi, ma questo non bastava a ricomprare il primo [...]
[...] quattro appaiati. Le discese poi finivano sempre per darla vinta a Giac, il cui polso di ferro, reggeva le bestie sospese alle redini, mentre [...]
[...] , aveva mutato stanza, allogandosi nella più remota della casa per non udire nè questo, nè quella; la figliuola lo aveva persuaso a non guastarsi [...]
[...] buttati a sacca pure di spuntarla. Pensò perfino di impiantare un servizio alla svizzera, ma non era impresa da pochi giorni. La salute ne [...]
[...] verso di farlo salire in stanza. Gin pallidissima avrebbe voluto lanciarsi di corsa per lo stradale a sincerare la notizia, ma l'aspetto [...]
[...] sfinito del padre la tratteneva; il cortile era pieno di gente e ne veniva sempre. A quell'ora tutte e due le carrozze erano in grande ritardo. La [...]
[...] in cerchio paurosa di pazzie, e si pose a ballare, dimenando alte le braccia, una danza pesante e dolorosamente scomposta. La cornetta [...]
[...] vide, allargò le braccia, mutò l'ah! della risata in un oh! di maraviglia angosciosa, e stramazzò a terra sul colpo come un sacco. Giac fece [...]
[...] in tempo a trattenere i tre cavalli che quasi gli erano addosso. L'America incolume aveva raccolto parte del carico e il postiglione mal concio [...]
[...] foreste a cercarvi i novelli, volgendo a profitto della propria industria l'autorità di cui erano rivestiti e seguitando, s'intende, a far la [...]
[...] alte solitudini non tutte le schioppettate miravano agli stambecchi, nè tutti i lamenti di feriti erano urli di fiera. Qualche volta, a sera, un [...]
[...] , masticando cicche e bestemmie e in paese lo dicevano sceso a qualche fiera del Piemonte e tutti conoscevano l'accaduto e nessuno fiatava. Poi il [...]
[...] feritore ed il ferito andavano insieme alla bettola, si puntellavano a vicenda tornandone briachi e sapevano tutti e due che alla prima salita in [...]
[...] montagna guai trovarsi a tiro. Morto il Re, nei primi mesi fu una cuccagna generale di cacciatori ed uno sterminio di stambecchi e camosci. Un giorno [...]
[...] ed alle foreste della valle. Tali anfiteatri si incontrano spesso nelle Alpi, ma sogliono per lo più aprirsi a valle in un basso orizzonte di [...]
[...] giornate grigie, la conca di Cogne ha un dolce aspetto di tranquillità pastorale. Si direbbe che tutta la pace del mondo sia venuta a rifugiarvisi [...]
[...] piegando a diritta seguivano nel suo più basso lembo il nevato che volge verso Lavina. La giornata splendida e la montagna pulita come un vetro [...]
[...] avvertiti e poco discosto a diritta, giusto nella direzione delle peste, il pianoro era bruscamente troncato da un burrone che scendeva a picco [...]
[...] gagliardo ed impaurito stambecco e le sue pareti liscie ed incrostate di ghiaccio non davano presa a discenderlo. I due camminavano in silenzio, lo [...]
[...] dirupo, e gli altri fuggirono a salti verso il ghiacciaio. Neanche la pena di portarli a spalle fino alla piana; i camosci c'erano caduti da sè; una [...]
[...] , armati com'essi, fermi a guardarli. — Il colpo è fatto, — rispose il Rosso, — scendiamo. Diffatti le guardie non potevano, per la distanza [...]
[...] , averli ravvisati e di cacciatori in paese ce n'era tanti, che vàlli a scoprire. Al più occorreva, per non perdere la preda, avanzare le guardie [...]
[...] nella discesa; una volta padroni dei camosci, a nasconderli ci pensavano essi. Il Balmet non perdeva d'occhio il nemico. — Hanno un cannocchiale [...]
[...] . — Si? A me! E senza pure un secondo di esitanza, il Rosso si pose a ricaricare il fucile dopo di aver minacciato con un gesto le guardie. — Giù [...]
[...] , tentò un passo verso il compagno e rotolò a terra. Le guardie, fatto il colpo, erano scomparse. Balmet si precipitò verso il Rosso. Era vivo ed in [...]
[...] sensi; con uno sforzo violentissimo s'era raccolto a sedere e stava tastandosi colla destra 28 il braccio e la gamba sinistra gridando: I porci [...]
[...] stancare otto braccia. — Aspettami. — Aiutami a levarmi di qui, posami là, — e indicava una macchia verde di erba nuova in basso del nevato [...]
[...] lanaccia, gliela pose sulle spalle, gli promise che sarebbe tornato al più presto con aiuti, e via a precipizio per la più diritta. Era forse [...]
[...] l’una pomeridiana. Il sole batteva 29 a perpendicolo e l'aria tremava e fumava. Il nevato sudava e si squagliava in rigagnoletti, i quali [...]
[...] , come lieti di ritrovarsi dopo tanto silenzio di prigionia, acceleravano la corsa fino a precipitare in cascata di spruzzi argentini giù per [...]
[...] , contava il tempo che gli rimaneva d'attesa prima che tornasse il compagno. A quest'ora è giunto all'abetaia; avrà preso per il Clapey, il terreno è [...]
[...] , richiamandosi in mente tutti i particolari della via. Come la sapeva a memoria la sua montagna; non si era mai avveduto di conoscerla tanto! Chi [...]
[...] conti larghi; la gente ha da fare, non si trovano subito tre o quattro disposti alla prima chiamata. E allora si metteva a capo fitto negli [...]
[...] ostacoli, si lambiccava il cervello a cercarne; e forse alle prime case della gente non ce n'era; pazienza saranno un'ora, due ore di più, che [...]
[...] e là; ad uno aveva dato mano a levare la vacca da un burrato; un altro quando egli saliva ai camosci lo pregava di sterrargli la tura per dar [...]
[...] stato un bel pezzo di giovinotto dieci anni addietro e le donne non gli dicevano di no, e a quel marito era stata somma grazia tacere perchè lo [...]
[...] ne compiacesse; era l'idea che stava lì ferma a martellarlo, picchiando sempre colle stesse parole, e le più testarde erano le cattive. A volte [...]
[...] cammino che doveva seguire il Balmet, battendo mentalmente a tutti gli usci dei casolari, discutendo fra il timore e la speranza tutte le probabilità [...]
[...] di soccorsi, era giunto a dimenticare il suo stato presente ed il dolore delle piaghe, e gli pareva di essere egli sano e disposto, che 34 [...]
[...] roccia, o sotto la neve, e di venir poi la notte caricarli sul ciuco ed a tirarne e serbarne tutto il profitto? Anche respingendola, quell'idea lo [...]
[...] lo mutò in certezza. In un attimo si vide perduto e la disperazione gli diede una forza immensa. Reggendosi col braccio sano, puntando a forza [...]
[...] la gamba sana, si trascinò in mezzo a dolori laceranti fino all'orlo del burrone, e si affacciò all'abisso ghignando di terrore. I camosci erano [...]
[...] voci ed i passi dei giungenti, guardava 35 intensamente qua e là tremando per l'imminenza della gran gioia. Che grido avrebbe mandato a vederli [...]
[...] certo, stava curvo sull'ultimo per caricarselo a spalle. Non lo ravvisò per l'ombra e la distanza, ma non poteva essere che lui. All'urlo ruggente [...]
[...] ch'egli mandò a quella vista, l'uomo levò la testa, guardò in alto, poi riprese l'opera frettoloso. Dopo un istante la valanca fu tutta deserta [...]
[...] cominciò a singhiozzare come un fanciullo, poi, furente, si diede ad urlare con voce di dannato. Chiamava, imprecava, pregava, mandava suoni [...]
[...] gemiti spossati e sommessi. Poi la voce gli mancò anche a quelli. Allora si mise a guardare nell'ombra dinanzi a sè, immobile, istupidito. La [...]
[...] ; ma le guardie fatto il colpo erano forse discese a denunziarlo e l'autorità sarebbe certo salita a cercare di lui. Volendo serbarsi in vita per [...]
[...] quell'attesa, tornò a trascinarsi fino al luogo dove il Balmet lo aveva deposto e dove egli la sera prima aveva lasciato quel po' di provviste [...]
[...] . Le piaghe non davano sangue ma cuocevano gonfiando, la coscia specialmente era divenuta grossa e tirava la pelle fino a crepolarla. 37 Gran [...]
[...] senza che alcuno giungesse. Un branco di camosci scese placidamente dal ghiacciaio, saltellò sul nevato. Alcuni dei più arditi si accostarono a [...]
[...] del braccio sano li impaurì e li mise in fuga. Erano forse gli scampati del giorno addietro. A poco a poco una stanchezza molle, quasi dolce lo [...]
[...] tutta la neve che gli stava a portata; ma nulla al mondo gli avrebbe fatto tentare un movimento che lo disadagiasse. Prese un sassolino e lo tenne [...]
[...] in bocca per promuovere la saliva e intanto seguitava a guardare diritto dinanzi a sè nell'aria e per la valle dove il verde dei prati 38 gli [...]
[...] riposava la vista. Non sperava più, non si lagnava più, non pensava più. Era in uno stato delizioso di morbidezza e se fosse venuta gente a [...]
[...] avvertite e poi correvano a congiungersi alla gran fiumana grigia che oscurava il cielo sulla valle. Nei seni, delle nebbiuzze sottili filavano su [...]
[...] ardente. Il Rosso fissava quel solo punto luminoso con una intensità da maniaco. Gli pareva che tutto quell'accumularsi di nembi fosse inteso a suo [...]
[...] velato ed il Rosso chiuse gli occhi; morto. Il cielo s'abbassò fino a toccarlo! nella valle pioveva fitto e lassù sulle alture della Nouva [...]
[...] , intorno al cadavere cominciò una battaglia di neve rabbiosa e cristallina che si risolvette poi in larghe falde, fioccanti silenziose a perpendicolo [...]
[...] , e volevo recarmi in Val d'Ajaz all'albergo 42 del Fiery dove avevo dato la posta a parecchi amici. Per il Colle delle Cime Bianche, che è il [...]
[...] ritorno, quando venne il padrone a dirmi di aver trovato il mio uomo. — L'avete mandato a cercare? — È qui. — Quando è arrivato? — Ora. — Viene dal [...]
[...] crollò le spalle e mi disse subito: — Lei vuole andare al Fiery e salire prima sul piccolo Cervino? — Al piccolo Cervino ci ho rinunziato, a meno [...]
[...] lire? E si mise a ridere con un'aria acerba. — Basta, il nome glie lo dico gratis. Mi chiamo Giacomo Balma. Le accomoda? Visto che il suo ghigno [...]
[...] . L'indomani partimmo alle tre della mattina. La mia valigia a soffietto, piena zeppa gli parve un fuscello: la portava legata con corde al dorso [...]
[...] , sembrava sfiorare la terra. Appena avviato s'era messo a discorrere, ma fosse il sonno o il senso di disagio che mi dava la sua compagnia, non gli [...]
[...] risposi. Tentò due o tre argomenti, poi smesse e prese a zufolare affrettando il passo. Per salire al piccolo Cervino, si passa il colle del Saint [...]
[...] Theodule, un colle di ghiacciaio, la cui altezza rimane impressa a memoria per i quattro 3 che ne formano la cifra. È alto 3333 metri. Di solito [...]
[...] rocca viva, scabrosissimo e nudo come una lavagna; lo imboccò senza interrogarmi, e vi si inerpicava lesto come uno scoiattolo. Certo a quel [...]
[...] forze avevo respinto l'aiuto, orgoglioso di cimentarmi colla dura montagna. Allora l'amico s'era messo a camminare per suo conto, abbandonandomi al [...]
[...] mi avrebbe affidato ad un cattivo soggetto, ma questa sicurezza non bastava a tranquillarmi. Seguitavo a salire e quando levavo di nuovo la [...]
[...] testa, eccolo un'altra volta a suo posto, ma lontano lontano e sempre incurante di me. In principio avevo pensato che in certi punti il canale [...]
[...] vento. Se non era della valigia, credo che me ne sarei tornato senz'altro. Finalmente lo vidi seduto a terra, aspettarmi. Lo raggiunsi di malo [...]
[...] pistola corta a due canne e me la diede avvertendomi che era carica. Fui tentato di serbarla: in montagna da noi nessuno 48 cammina armato, le [...]
[...] spiando, corrugò la fronte e accese lo sguardo, ma lo spianò e lo spense in un minuto. — Sono andato a pigliare questo pane e questa crosta di [...]
[...] . Cominciavo a sentirmi vivamente inquieto. Egli se ne accorse e diventò subito gioviale e verboso; mi conosceva, aveva domandato di me all'oste [...]
[...] , sapeva che ero uno scrittore, come 49 a dire un giornalista, che dev'essere un gran bel mestiere da guadagnare sacchi di quattrini. Lui [...]
[...] qualche acerrimo nemico che governava misteriosamente tutti gli atti della sua vita; tutti i suoi discorsi mettevano capo a quello e precipitavano [...]
[...] ghiacciaio. Mi condusse per mano nel labirinto finchè giungemmo ad una specie di grotta formata da due massi che contrastavano puntellandosi a [...]
[...] . Era un contrabbandiere. Scendendo di Svizzera, disseminava la sua mercanzia in tanti nascondigli diversi, perchè, se mai, non avesse a cadere [...]
[...] tutta nelle mani delle guardie. Come ebbe rifatto l'involto, lo ripose nel fondo e tornò a me col viso rischiarato e fidente. Ora che il suo [...]
[...] secreto era stato lui a dirmelo, non temeva più di me. — Questo è il più alto magazzino; le guardie non salgono mai sin qui, sanno che a queste [...]
[...] disonesti, ma non può concepire per disonesto il comprare un oggetto là dove lo si trova a miglior mercato, e lo smerciarlo dove lo pagano caro. La [...]
[...] qui un odio violentissimo contro le guardie e il fermo proposito e la fredda capacità di fare a schioppettate se occorre. Le guardie lo sanno e [...]
[...] mercanzia frodata un valore eccezionale, fanno le mostre di non avvertirlo e passano guardando dall'altra. Un colpo è presto tirato e a quelle [...]
[...] a comodo degli avvocati difensori. La mia guida s'era trovata una volta, inerme, sotto il tiro di due doganieri e n'era scampata per miracolo [...]
[...] . Un'altra volta aveva fatto smottare dall'alto, non visto, una frana di sassi addosso a due guardie che salivano la ripa e una di esse, scappando [...]
[...] assalivano, lo flagellavano a sangue, e lo tenevano immobile, rannicchiato sotto un antro di rupe, pauroso di soccombere al sonno traditore della [...]
[...] montagna, il sonno gelido, invincibile avanguardia della morte. Oh egli li conosceva quei valichi, passo a passo, ne aveva contate tutte le roccie e [...]
[...] il monte, frantumato dai fulmini e roso dalle acque, 53 cede al minimo peso e precipita in lavine micidiali. Nessuna guida poteva stargli a [...]
[...] paro. A lui non occorrevano corde per traversare il ghiacciaio, nè bastone ferrato per reggervisi. Misurava i salti e li spiccava coll'occhio e il [...]
[...] piede sicuri del camoscio. — E sa perchè ho voluto accompagnarlo? Se lei non mi ci voleva, ci salivo lo stesso, oggi, a questi piani. Oh non [...]
[...] tema, che non faccio contrabbandi in sua compagnia, non lo metto a nessun rischio. Ma un mio parente, che s'industria con me allo stesso traffico [...]
[...] , manca di casa da otto giorni. L'avevo lasciato a Zermatt, otto giorni or sono, e doveva tornare l'indomani. Io lo seppi solo ieri sera che non [...]
[...] supplichevole c'era in quelle parole: Vuole, signore? Sicuro che volevo, anche a costo di passarci due giornate volevo; al piccolo Cervino ci sarei [...]
[...] delle peste. 54 — Sono le sue, — disse Jacques; — sono peste di cinque o sei giorni e di un uomo solo; combinano. Speravo che fosse rimasto a [...]
[...] d'Aventina; 55 oggi salirono coi pastori a pigliarlo. Domani verrà il pretore per l'atto. Era seduto sulla neve, i piedi neri per la cancrena [...]
[...] rimboccò fino a scoprire la testa del morto, lo baciò sulla bocca gli fece un segno di croce col pollice, sulla fronte, poi richiuse il sacco e disse [...]
[...] paesuccio di dieci o dodici case miserissime piantate una a ridosso dell'altra in salita, di modo che le finestre della seconda guardano sulla prima e [...]
[...] così via. Il villaggio si allunga nel senso della valle e questa è così stretta che non dà spazio a due case di fronte; un torrentello rabbioso [...]
[...] rumoreggia incassato in una gola profonda e dirupata. L'unica 58 via del paese e le case corrono sul fianco della montagna a sinistra del torrente [...]
[...] scende talora in quel baratro e vi fa fumare le pozzanghere dei letamai, ma dura poco; i raggi non vi giungono che a perpendicolo, appena [...]
[...] che a quel punto, in dicembre a quell'altro, gennaio lo attira più in basso, febbraio più basso ancora, finchè giugno lo reca in paese e [...]
[...] via si vedono le donne salire su per le scale di legno e passare lungo i ballatoi senza rendere il menomo suono. Un forestiere che vi giungesse a [...]
[...] sera, lo crederebbe un paese maledetto e disabitato. Siccome le stalle non guardano verso la via, non c'è lume a nessuna finestra; solo pei [...]
[...] aperta a fior di terra. Di là, col poco raggio giungono suoni che non 60 hanno nome, voci sommesse che sembrano provenire dalle viscere della [...]
[...] terra, senza intervalli, simili a preghiere bisbigliate in una cripta intorno ad un sepolcro. Gli abitanti vestono di nero, le donne portano in [...]
[...] valichi difficili ed ignorati; gente che giunge a notte, si rimpiatta sui fienili e parte prima che aggiorni. La chiesa è servita da un cappellano [...]
[...] o tre stanze a terreno, la vecchia padrona disseminò i pochi mobili nei più vasti ambienti della casa, cosicchè dalla sala da pranzo, per [...]
[...] chiamar gente non basta levare la voce, bisogna percorrere a tastoni un lungo andito, dove le assi fradicie cedono sotto i passi, affacciarsi alla [...]
[...] scala e picchiare col bastone sugli scalini di legno che suonano a vuoto. 61 Nella camera a dormire, sopra un cassettone zoppo da un piede, una [...]
[...] era così rigido e severo, e così asciutta la sua voce e così brusco l'accento e l'occhio 62 così immobile a fissare lontano le cose che non si [...]
[...] , quarant'anni addietro accusata di infanticidio e tradotta dinnanzi il tribunale, questo l'aveva assolta, essendo accorso tutto il paese a giurare che [...]
[...] del quale egli non sapeva dare altra notizia. Ma oltre che, come ebbe a dire in francese l'avvocato difensore, oltre che la nuit tous les chats [...]
[...] padrona mi corse incontro a festeggiarmi, poco mancò non tornassi indietro sul momento. Nessuna delle sue fattezze poteva dirsi particolarmente [...]
[...] spiacente ma insieme componevano una figura indimenticabile a cagione del ribrezzo che ne derivava. Io domandai più tardi a me stesso se la sua [...]
[...] somiglianza, col busto di cera avesse contribuito a tale effetto. Lo somigliava infatti, se non che i suoi capelli erano neri e quelli del busto di [...]
[...] nell'irrigidire leggermente la gamba appena fatto il passo, locchè dà una scioltezza saltellante a tutta la persona. I suoi modi, l'atteggiarsi [...]
[...] corrucciati dallo sforzo. In casa attendeva a tutte le faccende, non avendo domestica. Mentre cenava era un continuo salire e scendere dalla cucina [...]
[...] appariva improvvisa come un fantasma. In fin di cena avendo io avanzato mezzo il vino della bottiglia, essa, venuta a sedermisi accanto, ne [...]
[...] ; solo saliva dal basso un mormorìo sordo e continuo, che sulle prime attribuii al torrente vicino. Ma a mano a mano che tendevo l'orecchio per [...]
[...] fiumi delle pianure; a volte leva la voce, a volte l'affievolisce, di quando in quando sembra mutare di letto e precipitando per nuovi dirupi [...]
[...] racconti di cui mi ero compiaciuto in passato, tutti gli errori vinti, tutti i terrori fantastici che torturano la mente in seguito a qualche lutto [...]
[...] bensì: Perchè tremo tutto e sudo freddo? e cercando di proporzionare i fatti alle sensazioni anzichè queste a quelli, aggravavo sempre di più lo [...]
[...] fardello fino all'angolo più discosto della camera vuota. Con quante cautele lo deposi a terra! Se la campana, l'unico e fragile ostacolo che mi [...]
[...] difendeva da quel cadavere mutilato, 68 si fosse infranta, sarei morto di paura. Poi tornai rinculoni alla mia stanza, chiusi l'uscio a chiave e [...]
[...] dell'acqua corrente, tornò a parermi per un momento la sola causa delle mie paure. Ma quando il freddo m'ebbe fatto rinchiudere i vetri, ecco di [...]
[...] mia candela gettava sprazzi di luce sui mobili e improvvisava forme fantastiche. Di quando in quando sostavo per avvertire il mormorìo, a volte [...]
[...] lo perdevo, ma fatti pochi passi tornava a colpirmi insistente, monotono come prima. Giunsi al piano terreno. Nella cucina biancheggiava un [...]
[...] . Il mormorìo invece era vicinissimo ma la sua causa durava misteriosa, anzi era accresciuta di mistero. Risoluto a scoprirla, spensi il lume a fine [...]
[...] atletiche, questi abbandonato su di un inginocchiatoio in atto di grande sfinimento, quella ritta in piedi daccanto a lui, con un libro in mano [...]
[...] Madonna che apparivano dedicate a qualche determinata persona, poichè il ritornello ribatteva sempre: ora 70 pro eo, ora pro eo. — A volte, la [...]
[...] voce del vecchio raggomitolato nell'inginocchiatoio accennando a spegnersi, la donna levava la sua, dandole non so quale accento autoritario [...]
[...] ; ma oramai era sola a pregare; l'altro, briaco fradicio, pareva dovesse abbisciarsi e ruzzolare in terra ad ogni momento. La vecchia lo scoteva [...]
[...] soggiogato, balbettava parole latine informi e slabbrate, ed appena essa metteva gli occhi sul libro, si accasciava e taceva un'altra volta. A un punto [...]
[...] mano verso una bottiglia (certo una bottiglia d'acquavite) posata lì presso su di un tavolino a mezza luna, ma la vecchia fu più lesta a ghermirla [...]
[...] e gli disse: — Prega prima, dopo berrai. Egli le si rivolse supplichevole, giungendo a stento le mani colle mosse esagerate e violenti degli [...]
[...] dell'assentire che l'altro faceva col capo e del grugnito che mandava frettoloso alla fine di ogni versetto, per non essere colto a tacere. Terminato il [...]
[...] Miserere la donna gli versò mezzo bicchiere d'acquavite e glie lo porse: — A domani, ricordati, ce ne sarà dell'altra. Egli tracannò d'un getto [...]
[...] o stagnano le altre industrie paesane, la miniera di 74 Cogne, che sarà un giorno la prima ricchezza di quei luoghi, è ora il segno a cui [...]
[...] Paradiso e le ghiacciaie della Tribolazione, a sinistra la scogliera color di rame della Nouva, a destra la Grivola curva e tagliente come una [...]
[...] miniera di Cogne non spinge gallerie nel monte e non vi affonda pozzi; non è oscura nè afosa. La vena essendo a fior di roccia questa è scavata a [...]
[...] , ogni operaio attacca la roccia a capriccio 75 dove le asperità e le screpolature prodotte dagli scoppi del giorno innanzi, danno più facile presa [...]
[...] al piccone o agevolano l'azione dello scalpello, dove non batte il sole o cala il vento o sporgono scaglioni o non stagnano acque. A misura che [...]
[...] ; mentre altrove la disciplina li assimila a macchine, qui la libera elezione del punto dove percotere fa apparire l'opera di ognuno quale essa è [...]
[...] viscere e quivi infuriano a mazzate che li fanno gemere, che fendono l'aria sibilando, e ad ogni colpo, lo scalpello respinto dalla durezza del [...]
[...] li fa parere pigri come di persona intirizzita. A quell'ora il lavoro sa di pena, una pena lunga ed oscura che sconti qualche grave colpa [...]
[...] tenebrosa. Martellano in silenzio: questi solitari a colpi di piccone, quelli appaiati reggendo uno colle due mani il ferro da mina e l'altro [...]
[...] affondandolo a mazzate. A vederli dalla bocca della grotta, i loro movimenti hanno una rigidità automatica. A ogni colpo di mazza, quegli che regge il [...]
[...] quanta sia l'opera compiuta, scrive quasi sulle pareti il compito della giornata. E via a picconate sulle creste sporgenti; le scaglie volano per [...]
[...] tarantelle napoletane che vanno a morire nelle gravi nenie di una complainte valdostana. La mandria è tornata al pascolo vicino. Di 79 quando in [...]
[...] quando una mucca domestica viene a piantarsi sulla bocca dell'antro e guarda cogli occhioni giudiziosi la dura opera dei minatori. Guarda [...]
[...] ai barbari che struggono la montagna un muggito di rimprovero, come a dire: vergogna! vergogna! — Poi torna nella sua saviezza al pasto odoroso [...]
[...] pareti e salgono fino a mezza la vôlta, grandi ombre mobili che hanno atteggiamenti e movimenti di gigante. Questa volta la montagna è alle prese [...]
[...] gli occhi accesi di una collera cieca. Il lavoro non sa più di pena, la lotta inferocita è premio a se stessa. L'inerte nemica deve cadere [...]
[...] ai campi ed al mare i tesori che trafugò, avara, sulla vetta aspra e lontana. A un punto tutti fuggono a precipizio, come sbaragliati e riparano [...]
[...] spaventevole e vomita, come un cratere, vortici di fumo. — Gli operai accorrono contenti a considerare le squarciature della mina, e dal nuovo [...]
[...] aspetto della grotta ricavano l'oroscopo di un agevole od ingrato còmpito per l'indomani. A sole caduto, la Creia è muta come un deserto [...]
[...] sulle sbarre di una slitta. Un peso enorme, ma la strada si avvalla così scoscesa, che a mettere la slitta al sommo del pendio, la gola aperta ne [...]
[...] più breve che possa correre fra due punti, essa sdegna gli addolcimenti dei rigiri e si avventa a valle diritta come una frecciata. Se non che di [...]
[...] quando in quando la costa rompe in precipizi smisurati e allora la strada che piombò a perpendicolo fino sul margine dell'abisso, fa una [...]
[...] svoltata improvvisa ad angolo retto, orla il sommo del dirupo e risvolta verso il basso appena trova una pendenza che basti a starci ritto un uomo [...]
[...] delle reni; perciò vi attaccano uomini che per bestie da soma sono meno costosi. A ogni 82 mulo morto, corrono marenghi, ad ogni uomo morto [...]
[...] menano le gambe rigide come stantufi. — A mano a mano che scendono, la corsa invelocisce; il peso gravissimo, che al piano non smoverebbero in [...]
[...] piomberanno un giorno, forse oggi stesso, forse fra pochi istanti. Così la massa informe rovina a valle, e quando vi giunge, l'uomo par moribondo [...]
[...] carica di quattro uomini, pareva un fuscello a quell'Ercole avvezzo a reggerla carica di ferro), ma c'è l'esagerata apparenza del pericolo [...]
[...] , un'officina da falegname e le camere dei domestici; dall'altra le camere da letto ed un salone a terreno, dove il padrone l'estate riceve i [...]
[...] conoscenti intorno ad una delle due tavole bislunghe che vi stanno disposte parallele come nelle osterie. La famiglia vive a terreno nella stalla o nel [...]
[...] combinino simmetricamente. Dei regolini sagomati a cornice scompartiscono le pareti ed il soffitto in larghi quadri eguali all'uso svizzero e [...]
[...] . Quella gente industriosa e calma nella lunga stagione d'inverno lavora sempre a migliorarsi il nido con minutezza infantile. Ogni nuovo bisogno [...]
[...] s'abbassa a volontà e si richiude senza più apparire, qualche braccio di legno che si allunga per sostenere matasse di filo, pezzuole, panni [...]
[...] Baviera, al quale, mentre attendeva a compirla internamente, erano capitati dei rovesci di fortuna che lo avevano fermato a mezz'opera. La casetta [...]
[...] a destra verso il torrente ed il corpo di mezzo, cioè la scala, essendo ultimate, il Lysbak era venuto a dimorarvi colla moglie e la figliuola [...]
[...] , lasciando l'altra casetta così com'era, le muraglie ritte, le finestre senza telai, sbarrate soltanto quelle a terreno. Cresciute le strettezze [...]
[...] caporale di artiglieria a Pisa. 89 Fra il Lysbak ed il padre Rhedy non si era però, malgrado la vicinanza, stretta nessuna sorta di amicizia [...]
[...] rideva mai delle sue grosse facezie; questi aveva finito per aversene a male e aveva smesso di parlargli tenendolo per superbo. Di più in paese [...]
[...] , congedata la domestica, e si era dato al mestiere di falegname l'inverno, a quello di guida l'estate. Teresa, la figlia del Lysbak, aveva allora [...]
[...] , pieno nel petto, passava lenta fra la gente che si apriva a guardarla. In casa attendeva a cucire, a spazzare, a lustrare i vetri, al poco orto [...]
[...] del piano l'avrebbe tolta per una signora. A Gressoney se ne incontrano molte: ragazze con cento mila lire di dote, istrutte come tante maestre [...]
[...] non rivolgono in se stessi il loro sapere, non s'interrogano, non deducono, non anelano a maggiori conoscenze. Lasciano le cognizioni [...]
[...] facilmente, contemplano assai, hanno desideri moderati e vicini, ma ardenti e tenacissimi, sono lenti a sperare, ma sperano intensamente, si [...]
[...] chiudono in pochi affetti, ma in questi spiegano tenerezze infinite, si abbandonano a malinconie, a tristezze ombrose e senza ragione. Tutti, uomini e [...]
[...] steccato Guglielmo aveva cominciato 92 a scambiare con Teresa e sua madre dei discorsi pratici e piani da buon vicino. Il Lysbak presso a [...]
[...] morte aveva intavolate con un ricchissimo signore di Gressoney St-Jean delle trattative per vendergli quello che gli rimaneva della casa, a fine di [...]
[...] lasciare alle due donne un gruzzolo che le facesse vivere meno a disagio. La vedova aveva chiuso il contratto e la casa era stata venduta con la [...]
[...] clausola del riscatto a due anni di scadenza e con facoltà alle donne di rimanervi fino allo spirare della clausola. Un fratello del Lysbak [...]
[...] e deliziosissimo, faceva all'amore anche alla parte del Rhedy, della quale aveva già offerto a Guglielmo somme favolose. Guglielmo non aveva [...]
[...] toccasse loro rialzarlo; il vero padrone trovava inutile levarne uno nuovo per poi riatterrarlo appena avveratasi la sua speranza ed a [...]
[...] Guglielmo 93 non pareva vero che rimanesse a terra, anzi, perchè era brutto a vedersi, una notte lo raccolse, lo fece in pezzi e portò i pezzi nel [...]
[...] ridere Teresa e raccontava maraviglie alla madre. L'estate quando andava a far la guida su pel Monte Rosa, affidava loro la chiave di casa, e [...]
[...] tornando a pigliarla, bisognava bene dire dove era andato, ed i pericoli superati e descrivere le nuove pazzie degli alpinisti. Qualche volta Teresa [...]
[...] faceva da interprete agli Inglesi, e passava presso di loro per moglie o sorella di Guglielmo. Finalmente questi s'era avveduto che a stare senza [...]
[...] padrone, di quando in quando, tornava all'assalto di Rhedy per comprargli il suo 94 pezzo di casa, e tenendolo questi a bada, aveva finito per ideare [...]
[...] un piano d'assedio di infallibile riuscita. Cominciò a comprargli dei terreni all'intorno, e Guglielmo vendeva. Vendeva prima poche tavole [...]
[...] vendere non ne aveva, che lo faceva per cortesia, perchè sapeva a che mirasse il compratore. E intascati i quattrini il giovane li impiegava in [...]
[...] stava nell'aia a guardare il padrone che se ne partiva soddisfatto. Era sul finire d'ottobre, una giornata serena e fredda, meno trista però che al [...]
[...] piano, perchè gli abeti durano verdi tutto l'anno. Guglielmo s'accostò a Teresa che pareva di cattivo umore: — Che avete Teresa? — Guardo [...]
[...] fu costretto a mettercene due, ma vedo bene che non durerà. — Lo spero — rispose Guglielmo. — Lo sperate? Vi pesa star qui? — Spero che la casa [...]
[...] tornerà ad un solo padrone. Ma resta a vedere chi sarà quel padrone. E perchè Teresa non rispondeva, il giovine aggiunse: — E se fossi io [...]
[...] . Allora il giovane cominciò a dirle il suo amore, e che le voleva bene da un pezzo, che se n'era accorto quel dato giorno, in quelle date [...]
[...] , piena di grazia. Guglielmo l'aveva tirata a sedere su di un trave, sotto il ballatoio della casa; imbruniva, l'aria del ghiacciaio soffiava [...]
[...] a sè con una forza lenta e crescente; essa lasciava fare, sicura, sentiva il fiato caldo di lui passarle sulla faccia e la mano cedere alla [...]
[...] . Pensiamo se questa ne fu contenta! Cenarono insieme e Guglielmo espose tutti i suoi propositi, il suo piano di vita. A Gressoney-la-Trinitè mancava un [...]
[...] albergo; quella casa posta sul luogo dove riuscivano due importanti valichi alpini, pareva fatta apposta a comodo dei touristes; egli aveva [...]
[...] venduto i prati all'intorno per raggranellar quattrini, perchè la casa bisognava finirla a modo, ed anche al pezzo abitato dai Lysbak occorrevano [...]
[...] poi tutti e due accaniti piallavano, segavano, connettevano le tavole, senza posare un minuto. La sera il cugino scappava a dormire e Guglielmo [...]
[...] infilavano punti a cucire ed orlare. Guglielmo aveva messe le due vacche nella loro stalla, un gioiello di stalla, e ci faceva un caldo [...]
[...] allegra, la colla cuocendo a bagno maria faceva delle bolle grosse come un ovo che rompevano in un sospiro, e Guglielmo si sbracciava e sudava [...]
[...] . Poi egli e il cugino andavano a desinare nella stalla 100 colle vicine e bisognava sentire che chiacchere festose, che risate schiette intorno [...]
[...] alla polenta. Ma il maggior lavoro era il notturno. Dopo cena, partito il cugino, fatto un po' l'amore a bassa voce colla fidanzata, Guglielmo [...]
[...] dava la buona notte alle donne accusando un sonno da non si reggere. Le donne sapevano bene che andava a lavorare di nuovo, anzi una volta Teresa [...]
[...] cheto a contare i passi della fidanzata su per la scala, la sentiva entrare in camera, andare e venire via per il tavolato sonoro con quei cento [...]
[...] all'officina, vi accendeva una grossa lampada a petrolio appesa al soffitto, empiva la stufa e poi via per delle ore. Che bella luce dava quella [...]
[...] , spirali, crespi, che si ficcavano su per la buca della pialla e fioccavano a terra silenziosi e vi si ammonticchiavano. Ah! non cantava più allora [...]
[...] , non cantava più, aveva ben altro che fare, e poi a udirlo cantare Teresa avrebbe potuto credere ch'egli volesse farsi sentire, ed al solo [...]
[...] , del loro avvenire, il canto a quell'ora sarebbe stato una vanteria grossolana. * ** A inverno finito la casa fu lesta. Guglielmo il giorno [...]
[...] di Pasqua condusse le due donne a visitare il nuovo quartiere, tutto olezzante di resina. La sera invito a desinare il sindaco, il 102 parroco [...]
[...] per Zermatt. L'accompagnarono tutte le guide del paese, per far onore a Guglielmo. Presero per la più lunga, valicando la Betta-Forca, poi le [...]
[...] un viaggio di due giorni, e la sera del secondo si giunse a Zermatt. Là Teresa era aspettata per un impiego di guardarobiera. Il padrone [...]
[...] . E Guglielmo tornò a Gressoney colla tristezza nell'animo. Quante volte dalla sua casa rifatta guardava le vette del Mon Rosa con gli occhi [...]
[...] andato a Zermatt. La più corta era valicare il Lysjoch e scendere diritto per il ghiacciaio del Gorner: un otto o dieci ore di cammino. Ma il passo [...]
[...] è difficile, Guglielmo, solo, mettersi a rischi non voleva. Un'altra volta, in circostanze diverse, non ci avrebbe manco pensato, ma ora, così [...]
[...] incantevole. Guglielmo, partito alle due della mattina, fu a Fiery in valle d'Ajaz, alle sette. Vi fece un boccone d'asciolvere, e si ripose in [...]
[...] cammino per le Cime Bianche; alle undici era al lago, a mezz'ora dal colle. Di là, la strada solita, sale fino al colle, traversa il ghiacciaio del [...]
[...] San Teodulo, dopo tre ore di cammino giunge alle capanne, donde in tre ore di discesa arriva 104 a Zermatt. Altre sei ore e mezzo di strada [...]
[...] ansioso giù per le chine della Svizzera, prima di vedere le acque che scendono a Zermatt. Che eternità! Ma dal lago dov'era, inerpicandosi su per [...]
[...] le rupi a picco, i contrabbandieri ascendono al ghiacciaio dell'Aventina in meno di quaranta minuti; tutta la strada è accorciata di tre ore [...]
[...] là, certo gli avrebbe fatto pigliar la più lunga, ma le donne si sgomentano per nulla. D'altronde, quasi a tentarlo, in quel momento, un soffio [...]
[...] aderenza vischiosa, dall'altra lacerate a brandelli dal vento. Oh! oh! non c'era tempo da perdere, e la più corta via diventava subito la migliore, e [...]
[...] spicciarsi senza più guardare il cielo. Eccolo per le rupi: vi s'arrampicava come un gatto, a quattro gambe, silenzioso e vigilante. Come saliva [...]
[...] panni addosso. A' suoi piedi, da quel versante svizzero tanto sospirato, saliva verso di lui un cielo tempestoso. Era la maggiore bufera che [...]
[...] dello scampo, si sentiva morire. * ** La bufera durò a lungo, poi svanì in un soffio e tornò il sole. Guglielmo, riavutosi dal mortale stupimento [...]
[...] , volle riporsi in cammino. Era stato fino allora appoggiato a forza di braccia sul bastone ferrato, curvo per salvare il viso dalla tempesta [...]
[...] . Ma sollevatosi appena, i piedi non lo ressero e cadde. Ogni sforzo per rialzarsi fu vano; riusciva a mettersi ginocchioni, ma i piedi erano [...]
[...] rammolliti: una cancrena rapidissima li aveva anneriti: erano morti. Allora si vide perduto. A due passi un crepaccio apriva la gola verde. Vi si [...]
[...] le pinete che scendono a Zermatt. Guglielmo volle aver quella vista presente fino all'ultimo sospiro. Guardava laggiù, frugava per la oscurità [...]
[...] pensava a lui e lo faceva a Gressoney nella casa che doveva accoglierli sposi; che dolore avrebbe provato all'annunzio della sua morte! — Dov'e [...]
[...] Guglielmo? Perchè non iscrive più — Ma è partito per 108 Zermatt, apposta per andarti a trovare. — Partito! E non è giunto, e sono passati molti [...]
[...] scarmigliata e disperata. Poi scrisse colla matita sul libretto da guida il suo testamento. Fu presto scritto: Lascio tutto il mio a Teresa Lysbak [...]
[...] scendono a Zermatt si confondevano colla tinta azzurra delle montagne lontane, sui viventi delle valli e della pianura cadeva la grande ombra [...]
[...] notturna ed intorno a quel morto rideva un ultimo raggio di sole rosato, dolcissimo. L'ESTATE Parlando della montagna, l'aggettivo che meglio [...]
[...] classici non mi pare possa salire oltre i cinquecento metri d'altezza, nè convenire a luoghi angusti e nettamente limitati. Arsa l'Alpe non è quasi [...]
[...] , scroscia frequentissima la valanga di sassi la quale smotta serrata dapprima in qualche canaletto, poi s'allarga a ventaglio e moltiplica nella [...]
[...] crepacci aperti da più anni e scavati a grotte verdognole affascinanti, gronda talora dal sommo del ghiacciaio qualche rigagnoletto che battendo [...]
[...] di risate giovanili, che a sentirle di lontano sembrano un concerto col sordino di cui vada smarrito il motivo e solo si avverta l'accordo [...]
[...] innonda l'aria, così continua che a volte non l'avvertite; se non che al menomo soffio di vento che ne alteri l'armonia, ne avete subitamente [...]
[...] regioni. Qui, la vista non è sola a darvi l'accorgimento della realtà. Cercate pure il più solitario rifugio, chiudetevi nella stanza più [...]
[...] interna della 112 casa e respingetene ogni filo di luce; una voce potente e persistente echeggiata da ostacoli vicini, verrà senza tregua a dirvi: tu [...]
[...] dalla quale procede la varia fertilità della pianura. A questi della terra, aggiungete ora tutti i suoni diversi delle opere e degli animali [...]
[...] al lavoro e ne ritorna solo. Manca il ritorno dai campi a frotte, pieno di chiacchiere e di risate, dove i piccoli aiuti vicendevoli fanno [...]
[...] giudicano la loro vita pigra e beata. A vedere quegli omaccioni vestiti di larghi e grossi panni che furono bianchi in origine e presero coll'uso la [...]
[...] tinta grigiastra e l'unto dei formaggi slabbrati, a vederli durare delle ore immobili, sdraiati al sole o ritti sui promontorî, chi non la conosce [...]
[...] avvia al precipizio, giungervi prima di essa e piantarsi magari sull'orlo e ricacciarnela. Spesso sono lotte a viva forza, l'uomo abbrancato alle [...]
[...] quando scende la notte il cane ed il pastore lo rintracciano e lo raccolgono entro un recinto chiuso da una rete allacciata a piuoli che si chiama [...]
[...] raggiungerle, ne vada anche della vita, e industriarsi a scamparle. Le Alpi ne hanno parecchie di croci che segnano il luogo dove è morto un pastore [...]
[...] per zelo di custodia. Io intesi più volte raccontare di fanciulli o di giovinette raccolti a pezzi nel fondo di un burrato. Rammento una gita [...]
[...] il ragazzo è un servitorello preso, a mantenerlo, per la sola stagione estiva. Una volta trovato il corpo, il pretore, il medico e il cancelliere [...]
[...] saliranno da un villaggio lontano quindici o venti ore di cammino (quante ne occorrono per andare da Torino a Roma) e soccorrerà al morticino la [...]
[...] tutela sociale che lo scordò da vivo. Ma a volte 118 non lo si rintraccia più; la montagna serba il vispo suonatore di buccina. Il ghiacciaio [...]
[...] stritola i macigni che lo fiancheggiano e li rovina a valle e se questa frana perenne s'imbatte nel cadavere Lo volta per le ripe e per lo [...]
[...] li raccoglieva una delle consuete conferenze primaverili, il curato di X m'invitò a tener loro compagnia a pranzo. È difficile incontrare un [...]
[...] bruttezza del corpo. A capo di tavola sedette il vicario con me a destra ed il curato d'X a mancina; dopo di questi veniva un grosso prevosto [...]
[...] quattro tonsurati. A sentirli, il vicario saliva sulla torre della chiesa vicarile donde dominava le quattro soggette parrocchie; ma quella torre ne [...]
[...] , giunto in cima, tirava a sè la scala a piuoli che mette all'ultimo ripiano, dove pendono sospese le campane, e al campanaro toccava spesso ritardare [...]
[...] un'agonia a profitto dei sani. Una volta nominate le campane, fu affar finito e non se ne uscì più. Ogni parte di esse fu specificata, ogni [...]
[...] loro funzione descritta a suono di enormi risate, a sentire le quali chi aveva parlato, ristava un momento, guardava in giro in atto 122 di [...]
[...] furba maraviglia, e poi diceva: Che cosa ho detto? e ripeteva la frase, e quando gli altri tornavano a sbellicarsi dalle risa, volgeva gli occhi al [...]
[...] cielo con aria scandolezzata, giungeva le mani e sclamava: Che gente! Che gente! Così durò il pranzo, suonando ciascuno a distesa il grande inno [...]
[...] un fanciullo, rideva tutto quanto, da capo a piedi, fino alle lacrime, senza sforzo, contento di ridere, tornando a scoppiare fresco come prima [...]
[...] volta s'era oscurita. Quando ci levammo di tavola il vento cominciò a far ballare i vetri, quando ebbimo bevuto il caffè cominciò a nevischiare [...]
[...] , sollevandole in spire vorticose. Per certo, a vedere quel tempaccio, le serve dei curati rimaste in casa si partivano o mandavano il campanaro [...]
[...] , una delizia di cortiletto chiuso da alte muraglie, lasciava a mala pena entrare un barlume di giorno, un chiarore da chiostro, da sagrestia, o [...]
[...] da stalla. Due dei curati, con una padronanza tutta pretina, ebbero ben presto sparecchiato e rimessa ogni cosa a suo posto, senza dir verbo [...]
[...] comando: Pontificemus. Il vicario dormiva in una larga sedia a braccioli, la testa rovesciata sul muro, coll'aria tranquilla di un santo. Il [...]
[...] come per rinfrescarla, poi prese il cappello ed il bastone e con un: Buona sera risoluto, piantò la compagnia. Benché a tavola e dopo non avessi [...]
[...] risoluta, scrutandomi se gli prestavo fede: convien dire che le mie parole valsero a tranquillarlo, perchè lo vidi rasserenarsi e rifarsi tosto [...]
[...] cordiale. Seguitava a rigirare per l'aria un nevischio rado ed asciutto a piccoli grani rabbiosi, che sembravano voler forare là dove picchiavano [...]
[...] l'incuria propria dei solitari e dei pensatori. Io avevo cominciato a domandarlo della vita e dei costumi alpestri, ma non era che un rigiro per [...]
[...] giungere a quello che più mi premeva e che da lui solo potevo conoscere, la sua propria 127 vita, e come si acconciasse alla solitudine cui era [...]
[...] nostre sensazioni ed i nostri giudizi, mi stimolava a verificarne alla prova dei fatti la giustezza o l'errore. Certo nella compagnia dei [...]
[...] in poco l'avrei ridotto al suo essere vero di pretoccolo egoista e beato. E come dava a capofitto nelle mie grosse reti, come mi mostrava [...]
[...] molte nozioni determinate e sicure e, devo pure confessarlo, provavo una certa compiacenza artistica a sentirlo discorrere. Non che fosse eloquente [...]
[...] prete pulito che sa di cera, d'incenso, di tabacco da naso e di vecchia pergamena, avrebbe invogliato a dimorarvi in solitudine il più ostinato [...]
[...] fannullone cittadino. Le finestre guardavano a picco la gran valle silenziosa sotto la neve fresca, coi paesi bruni riparati a ridosso delle [...]
[...] risposto che no e fu inteso che sarei rimasto a cena ed a dormire, scomparve per avvertirne scusandosene la vecchia domestica, della quale udivo [...]
[...] posto in casa e tutto facesse capo a lei ed il prete si fosse creduto in obbligo di 131 dirle il mio nome, il mio stato, donde venivo, dove mi [...]
[...] aveva incontrato e perchè fossi con lui, non mi venne fatto di vederla pure un momento. A cena, una cenetta saporita, io ero così svogliato che al [...]
[...] concetto che mi ero formato dell'essere suo. Oltre a ciò, sentivo di non essere più padrone del discorso, di non poterlo più girare per il mio [...]
[...] , intento com'ero a darmi ragione di quell'occulta volontà che mi pareva la dominasse! Che malessere ho provato a quella giostra. Se davvero egli mi [...]
[...] . Per levarmi di dubbio, gli domandai perchè egli a sua volta non cercasse di informarsi alquanto dei fatti miei. — Che profitto me ne verrebbe? e [...]
[...] domande che ci sono rivolte. A questo esercizio ho imparato in qual misero concetto siamo tenuti, non dico noi preti, ma noi solitari. Ma ho fatto di [...]
[...] si incontra di rado o in seguito a misteriosi disinganni, mentre ora la considerano quale uno stato imperfetto, e quel che è peggio, ce la [...]
[...] imputano quasi a colpa come se con essa intendessimo di sottrarci agli obblighi sociali. Or bene, signor mio, essi avevano torto allora e lo hanno 134 [...]
[...] filosoficamente le dure condizioni della vita. Il saper poco di molte cose giova a chi vive fra gli uomini che si dicono colti, ai quali basta di potersi [...]
[...] ingannare a vicenda colle apparenze; noi non conosciamo che le curiosità utili, quelle cioè che hanno una ragione determinata e che siamo in [...]
[...] conoscerci, ci troveranno qui pronti a fornir loro quante nozioni saremo venuti via via e studiatamente raccogliendo. Avremo così spianata la [...]
[...] viso buono alquanto pallido. Com'ebbe finito si gettò a sedere e stemmo in silenzio un gran pezzo. 135 Poi lo richiesi della sua storia e delle [...]
[...] spiaceva, tanto che finita la ferma quando stava per aprirsi la campagna del 48, mi arruolai volontario, fui ferito a Goito e fatto prigioniero [...]
[...] tornato a casa, a riprendere l'antico mestiere e per fortuna mia, l'antico padrone. Ora deve sapere che fino dalle prime scuole dove mi mandava [...]
[...] mio padre e nella cucina dell'albergo ed al reggimento, io facevo dei versi, sissignore, dei versi nel gergo valdostano a ritmi semplici ed a [...]
[...] quello che più importa, fu smentita per me la sentenza: carmina non dant panem. Una mia canzonetta a ritornelli 136 venne a conoscenza di [...]
[...] Monsignore, il quale, gran giovialone, buono come il pane e santo uomo per giunta, mi fece chiamare mentre stava a tavola, mi pose un bicchiere in mano [...]
[...] levò uno scartafaccio e venne a sedermisi di rimpetto. — Intende il gergo valdostano? — Sicuro. — Allora stia a sentire. Creda il lettore che non [...]
[...] ne sparnazzavano 137 intorno mille piccoli fatti ignorati, giusti, di quelli che si sentono veri anche a non averli mai prima osservati. Una [...]
[...] , con dei oue (oui) e degli ah! fortemente sospirati, che facevano da basso accompagnamento continuo a tutte le parole. Un'altra raccontava una [...]
[...] di figurine diverse, raccolte in diversi gruppi, intento ogni gruppo a diverse faccende, senza curarsi uno dell’altro, chi ballando, chi cenando [...]
[...] , distribuito qua e là a seconda della gaia filosofia corrente, che fa 138 quasi il commento del quadro e tradisce le simpatie dell'artista? Or bene [...]
[...] grave, pieno di pensiero. Cominciava all'ora dell'imbrunire e giungeva fino alla mezzanotte. Prima viene la vecchia a mungere il latte nella [...]
[...] bambini vanno a letto nelle mangiatoie vuote e comincia la veglia e l'arcolaio comincia i suoi giri da trottola con un gemito ad ogni mezzo giro come [...]
[...] fanno le ruote dei pozzi e certe tabacchiere a vite. Vengono i discorsi degli uomini, nascosti dietro il fumo acre della pipa catarrosa, e le [...]
[...] ardente che dà la buona sera a tutto il mondo e va dritto a serrarsi 139 daccanto la sua bella. La stalla è grande e vi convengono i vicini poveri [...]
[...] che li ha fatti sedere uno d'accosto all'altra e li ha avviati per i discorsetti a bassa voce, il prete non si cura altro di loro e solo li fa [...]
[...] , accennando a disgrazie seguite o temute, ma non vi si dilunga volentieri, la sua commozione non è mai verbosa. Nella gioconda pace dell'insieme, quei [...]
[...] rumori vari della stalla, si sentono tutti. Le vacche stropicciano la catena nell'anello che le assicura alla mangiatoia. A volta rompono il [...]
[...] , e brutale: corrono per tutta l'assemblea delle risate improvvise che fanno volger tutti gli occhi a qualche vecchia, la quale confessa [...]
[...] ridendone anch'essa, l'istantaneo involontario peccatuzzo. Finalmente la fisarmonica invita a ballare e le coppie nel cerchio stretto, sulla terra [...]
[...] battuta, sotto la luce della lucerna a due becchi, saltano senza muover di posto come i martelli meccanici dei ramai. Che larga vena comica da capo a [...]
[...] , poco più che un rigagnolo, il quale precipita dalle cime a furia di cascate e di sprazzi col piglio di un rodomonte che voglia recare al basso [...]
[...] . Nelle maggiori piene l'acqua, benchè si tinga di un colore rossastro per darsi l'aria rabbiosa, arriva appena a lambire le tavole di un basso [...]
[...] esclusivamente al suo servizio. Ne era padrone un tal Vincenzo Bionaz, il quale l'aveva comprata ed era venuto a dimorarvi colla moglie e due amori di [...]
[...] bimbi, lo stesso anno che il nostro prete, da vice curato, era stato promosso a curato della parrocchia. Vincenzo, robusto ed intelligente [...]
[...] tornandone, parve rifuggire dalla presenza della moglie e questa del marito. La donna era incinta di due mesi; il curato venuto a confortarli fu [...]
[...] , e cominciassero a riconoscere le loro sembianze, e significassero l'interno misterioso e rapido svegliarsi dell'intelletto. Ma quei segni non [...]
[...] ragionamenti cocciuti che volevano dar torto alle impazienze, tormentata dai dolorosi confronti che la memoria suggeriva, prolungata a termini che si [...]
[...] parenti faceva all'altro, a cui nessuno credeva, finchè venne il giorno dell'orribile certezza. Il nuovo nato era un cretino. Da quel giorno la [...]
[...] voti a tutti i santi del paradiso, promettevano quadri e candele alla Madonna dell'Oropa, la Madonna Nera, il gran taumaturgo dei montanari. Ma [...]
[...] , perdendosi in una assoluta dimenticanza delle cose passate e delle future, creando a se stessa una certezza di felicità che le dava dei godimenti [...]
[...] , quanto l'aiutavano a mettersi in tale visione! Come si levavano vivi e vispi dalla bara, per entrare nelle carni del fratellino dormente e [...]
[...] confondere insieme le diverse sembianze! C'era però una sensazione che bastava da sola a rendere atroce la dolcezza di quello inganno, una sensazione [...]
[...] sempre presente, sempre vivissima, che le lacerava il cuore, ed era la paura che il fanciullo si svegliasse. Giungeva fino a dimenticare il [...]
[...] perchè di tale paura, ma non la paura istessa; a volte le pareva evidente e naturalissimo che al primo aprir gli occhi il figliuolo sarebbe morto, e [...]
[...] . Bastava un filo di luce ad impedirle o a soffocarle. Ma la sera qualche volta il pover'uomo spariva furtivamente dalla stalla. Saliva scalzo ed [...]
[...] appena la messa, la chiesa era ancor piena di gente, essa si gettò ai piedi del marito piangendo e disperandosi a domandargli perdono. Fu una scena [...]
[...] braccio, la levò di ginocchio e respingendola con uno sguardo nemico, la buttò là come un sacco. Anna andò a battere la faccia contro la pila [...]
[...] sputava guardandosi attorno pallida, con occhi stralunati, come se fosse per impazzire; finchè Vincenzo, pentito e rabbioso, la menò a casa in [...]
[...] agi che li facevano invidiare da tutti. Giunsero fino a prendere in casa una 150 giovane domestica che attendeva ai più grossi lavori [...]
[...] desolata intorno a sè. La domestica pensava a dargli il mangiare all'ora dei pasti, e a metterlo in letto. Di sette anni, egli andava lentamente a [...]
[...] prati, un essere informe e lento si strascina verso le case che fumano per la cena. Chi ha insultato l'uomo dando a costui delle membra che [...]
[...] ; se la notte avesse mani da soffocarlo, e la terra si aprisse a seppellirlo, domani nessun vivente 152 piangerebbe la sua sorte, non vi sarebbe [...]
[...] d'Aosta ma non riescono a mandare ad effetto a cagione delle impazienze, della soverchia pretesa e dei falsi metodi seguiti. A lui, prete, ignorante [...]
[...] dove la gran miseria incute un riguardoso rispetto per la roba, aveva ottenuto che i monelli non lo zaffardassero più gittandogli addosso a [...]
[...] levava di botto con aria ridicolmente ossequiosa, non appena apparisse la sua obesa e gozzuta persona. I giovani lo chiamavano le monsieur e a [...]
[...] sicuro di trovare apparecchiato il sollazzo del seguente discorso: Qui es tu? domandava a Gian-Paolo, quello dei giovinotti che faceva gli onori [...]
[...] di casa. Ed il cretino, spremendo fino a gonfiarsi le vene del gozzo, e masticando i suoni e l'abbondante saliva, veniva finalmente a capo di [...]
[...] la mazza della gran cassa, pronto a cederla al primo cenno del suonatore. Ma pulirlo ed addomesticarlo non basta, quel disgraziato, bisogna [...]
[...] lunghissima serie di essi genera qualche cosa che può somigliare l'abitudine. Ecco il solo filo a cui attaccarsi; occorre rinnovare a sazietà le [...]
[...] impresa a cui si è messo, pretende che la prima nozione da darsi al cretino, sia quella di Dio. Dal momento che gli risplende un barlume di [...]
[...] ragione, egli è soggetto a peccare, e nostra prima cura dev'essere di salvarlo per l’eternità. Non domandate 156 al grasso vicario, come vorrebbe [...]
[...] creare un Dio a profitto di quegli esseri abbandonati, ma conobbe ben presto non bastare a tanto risultato le forze di un uomo. D'altronde del Dio [...]
[...] benefico e datore di vita era troppo astratto il concetto. Come mostrare a quell'ingegno chiuso, che il sole, i prodotti della terra, la terra [...]
[...] causa a quel terrore, questa, sarebbe stata un'opera buona? Non era egli abbastanza disgraziato ed inerme? Non gli era abbastanza avversa la [...]
[...] poterlo risuscitare. Ma il fanciullo, non era viziato, poverino, e chissà che una volta svegliato in lui l'amore figliale, questo non riuscisse a [...]
[...] scuotere l'apatia d'Anna e di Vincenzo. Eccolo dunque porre ogni studio perchè derivassero visibilmente da loro tutti i benefizi ch'egli faceva a [...]
[...] Gian-Paolo. Non è più la domestica che gli dà il mangiare, o che lo mette a letto; il curato assiste a tutti i pasti della famiglia ed impone [...]
[...] porta ogni domenica le ciambelle alla casa dei Bionaz, ma non se ne fa mai il visibile distributore. Certe volte induce i parenti a ritardare [...]
[...] l'ora del pranzo, perchè si svegli nel cretino una fame stimolante e fino a che l'ora non sia venuta padre e madre non devono farsi vedere, ed [...]
[...] di essere a mezzo dell'impresa. Poi vennero cento cognizioni elementari, tutte derivate e coordinate a sensazioni da cercarsi o 158 da [...]
[...] mai anima viva. Il giorno innanzi era piovuto a catinelle dodici ore filate, ma il cielo s'era rifatto di quel sereno che dura e non era seguita [...]
[...] coraggiosi si avventurano fino alla chiesa, il campanaro suona a martello, mille voci disperate di bambini e di donne strillano, le vacche dalle [...]
[...] inquieti che girano per le vie, segno che lo scroscio minaccioso è giunto fino a loro. S'è rotto un sacco di montagna, il rigagnolo che [...]
[...] rasenta la casa dei Bionaz è diventato torrente. La cosa segue a questo modo. Nel letto del torrentello, all'imbocco che serra uno dei soliti larghi [...]
[...] stagnanti si forma per tronchi caduti e terra franata una chiusa, che impedisce il corso dell'acqua, fino a che questa col peso non l'abbia [...]
[...] alla pila di un ponte e l'assaliva con travi e tronchi d'alberi a colpi d'ariete che la scotevano dalle fondamenta. — Sul tetto, presto, urlò [...]
[...] che già strillava aggirandosi per la tenebra, li seguì singhiozzando preghiere, salirono al fienile a prendervi la scala a piuoli [...]
[...] tegole fino a scavalcare il comignolo. Lassù il lume si spense. — Siete lì? Siete lì? Coraggio. L'acqua cala. — Tenetevi saldi. Non può durare [...]
[...] vero, ma non ardiva manifestarlo pauroso quasi di affrettarne colle parole l'evento. Le donne sbigottite 162 non connettevano. A un tratto, la [...]
[...] enormi di fieno nero e facendosene riparo, lottava solo con una avvedutezza istintiva e disperata contro il fuoco che lo avvolgeva. Puntando a [...]
[...] terra i piedi, sollevandosi, a salti, allungando le braccia, allargandosi per prendere più tese di fieno, spingendole col petto e colla fronte [...]
[...] , acciecato dal fumo, scottato da mille lingue di fiamma che andavano a cercarlo rovesciandosi su di lui come 163 serpi aizzate, egli precipitava [...]
[...] crescevano terrore. Certo qualche spettrale apparizione, qualche segno miracoloso tirava a sè gli animi e gli occhi della gente. Qualche fatto [...]
[...] , quelli raccomandati dai libri inglesi, arrivano fino alle cinquecento, fino alle seicento; ma bisognò proprio aver tentato la Provvidenza, e se a [...]
[...] , e ruba loro cinquant'anni di salute. Se si mostra e minaccia, li trova lottatori imperterriti e prudenti; avvezzi a considerarla come un [...]
[...] il più delle volte essa li coglie a tradimento e li stramazza fulminati: perciò molti sogliono fare il segno della croce prima di avventurarsi a [...]
[...] di qualche picco di secondo o di terz'ordine, dove il peggior rischio è di farcisi tirare a braccia o di lasciarci un polmone, ma lo fanno senza [...]
[...] , essi sembrano patire l'afa e la noia estive, e camminare e respirare a disagio; il loro volto non si rischiara, il loro ingegno non s'apre. Amano [...]
[...] gente colta e dotata spesso di certe qualità artistiche, li ha educati ad esercitare la facoltà ammirativa ed a collocare degnamente la propria [...]
[...] frasario ammirativo mandato a memoria. E sopratutto non hanno la supina e stucchevole servilità. Questo se vogliamo è pregio di tutti i montanari [...]
[...] , ma certo la coscienza della miseria umana comune a tutti gli uomini e con questa una filosofia incurante e quasi disperata. I movimenti tardi e [...]
[...] salire nè spiegarsi in quei luoghi disagevoli e la vita dura che essi menano costa loro così caro che non arrivano a persuadersi ve ne siano di [...]
[...] di un museo, nè sono in tale numero da disputarsi a furia di profferte il cliente, nè la paga che ne tirano è così sproporzionata al servizio [...]
[...] difficoltà e dai pericoli dell'impresa. Troppo spesso l'uomo vi è ricondotto a quello stato primitivo nel quale la suprema nobiltà consiste nella [...]
[...] tacitamente al viaggiatore quante maggiori comodità il luogo può fornire, non serbando a se stessi che il pretto necessario, cioè tanto spazio di [...]
[...] sosta e mezze all'aperto. Seduti sul limitare nella notte glaciale e solenne, discorrono fra di loro a bassa voce fumando e ridendo per arguzie [...]
[...] il forestiero ne li ringrazia, negano allegri disagio e fatica, se trova che gli dettero il suo e nulla più, sono disposti a convenirne [...]
[...] . Sono generosi come tutti i forti, perchè non sostengono la vista della debolezza. Ma se a suo tempo concedono, a suo tempo vogliono e sanno [...]
[...] da pigliarsi delle male parole, e da esser rimenato a forza. Qualcheduno riuscì a piegarli deridendoli per vigliacchi, ma allora l'escursione [...]
[...] precipitò quasi sempre in tragedia e ci rimasero, di buon giusto, il viaggiatore e, a torto, la guida. Ricordo che una sera a Gressoney capitarono [...]
[...] dell'Ollen lontano cinque ore, a recarvi l'esito infruttuoso dell'inchiesta e ad ordinare una battuta esplorativa per i ghiacciai e le giogaie [...]
[...] pauraccia l'hanno avuta di certo e non hanno dormito sulle piume. E dopo un momento aggiunse a mezza voce, ammiccandomi: — Ci ho gusto. I due [...]
[...] intesero e lo strapazzarono contenti di sfogare la smania che li travagliava, e lui calmo calmo a replicare: — Morti non sono, conosco i luoghi e quella [...]
[...] lunga consuetudine. A un punto il viaggiatore, ora smarrito, disse: A destra. Maquiguaz si voltò, rilesse la carta, si guardò attorno e rispose [...]
[...] : «A destra», e Maquignaz: «Avanti». Ma l'altro si piantò fermo, agitato da una collera inquieta. Egli di là c'era passato un'altra volta e, solo [...]
[...] , padrone, ma egli, la sua guida e i suoi compagni volgevano a destra senza più esitare. I compagni, ben inteso, tacevano seccati ed inquieti del [...]
[...] voltò di netto a mano diritta, tirandosi dietro i compagni. Allora la guida, pallido per volontà contenuta, gli disse: «Lei comanderà al piano, qui [...]
[...] stavano 176 cogli altri due. Un'occhiata li mise d'accordo, presero ognuno a braccetto il proprio cliente, e li strapparono mezzo sbalorditi [...]
[...] alla vana giostra di ciancie. — Mi lasciate? — Badate a voi, urlò l'altro ai compagni. —Non sono essi che lo lasciano, sono io Maquignaz che li [...]
[...] costringo a seguirmi. Lei se vuole seguirà le nostre peste, vedrà che sono le buone, ma lo avverto che se tarda ancora, proverà che sapore hanno [...]
[...] le notti nuvolose sul ghiacciaio. Quello prese a diritta colla sua guida, invano scongiurato ed ammonito. I quattro giunsero all'albergo [...]
[...] dell'Ollen sul far della sera, vi aspettarono in preda ad un'ansietà angosciosa i dissidenti, tutta la notte e il giorno seguente, indi scesero a [...]
[...] . Tuttavia riuscirono a lasciare il ghiacciaio, ma la notte li colse per roccie scoscese, 177 meno disagevoli, ma più pericolose che non fosse il gran [...]
[...] letto nevoso. Buono che fu nebbia e non tempesta e che a quelle alture la notte dura meno che al piano. Arrivarono a Gressoney sfiniti ed [...]
[...] affamati. Il buon Maquignaz non osò andarli ad incontrare per non parere vanitoso del trionfo, ma l'alpinista, chiamatolo a sè, lo volle abbracciare e [...]
[...] egli mi accompagnava per rupi e ghiacciaie e ci rimanevano, prima di giungere a Gressoney, due 180 giornate di cammino. Quando lo invitavo a [...]
[...] sedere alla mia tavola per desinare insieme, accettava semplicemente senza aver l'aria di pretenderlo e nemmeno di ricevere una grazia; a tavola [...]
[...] . La penultima giornata del nostro viaggio si valicava il colle delle Cime Bianche, ancora coperto di neve, per giungere a Fiery in valle d'Ajaz [...]
[...] , donde il domani, pel colle della Betta Forca, dovevamo scendere a Gressoney, termine delle mie escursioni. Siccome non ero mai stato a Gressoney [...]
[...] a quel modo. — È vero, signore. È naturale. S'era oscurito in viso e non aggiunse parola tanto che, temendo di averlo offeso con mettere in [...]
[...] ginocchia ed un passo falso ci avrebbe mandati ruzzolone fino in basso del nevato e costretti a rifar da capo due ore di salita. La sera [...]
[...] , all'albergo di Fiery, fu servito a cena un vinetto sottile e fratellevole. — Lysbak, domani ci lascieremo, dopo cinque giorni di convivenza. Sono [...]
[...] grazia signorile. — È inutile, non bevo, non voglio bere. Si levò turbato e andò diritto a dormire. La mattina del domani era di buon umore più [...]
[...] batter d'occhio il cielo s'era oscurato: la nebbia invadeva invadeva, serrata, uniforme finchè andò a posarsi all'ingiro sui fianchi delle montagne [...]
[...] sospeso a pochi palmi sopra di noi. Che tempaccio orribile! Non era la burrasca sfrenata che arresta i più coraggiosi, li costringe a cercare [...]
[...] forma, il volume ed il colore e che si manifesta contemporaneamente a tutti i sensi; al tatto, cui pure cede senza resistenza; all'olfatto ed al [...]
[...] gusto, che non riescono a dar nome nè al suo odore, nè al suo sapore; all'udito, che in essa perde suoni vicinissimi e ne percepisce nettamente e [...]
[...] capricciosamente dei lontani; ed alla vista, che vi riposa in una luce fievole e diffusa. Ma fu breve compiacenza; a poco a poco sentii i panni [...]
[...] che mi vestivano diventar leggieri e mi parve di essere nudo nella tempesta. La mia guida mi incorava colla voce a salire; ma l'ascesa, divenuta [...]
[...] più erta mi toglieva il respiro; poi venne un soffio di vento 185 a scompigliare, senza diradarlo, l'enorme viluppo grigio che mi avvolgeva; un [...]
[...] , in preda ad uno smarrimento simile a quello del sonno a lungo sospirato, di cui la coscienza assopita ma non sorda, avverte la venuta e pregusta [...]
[...] la dolcezza. Allora Lysbak mi levò di peso e rimessomi sulle gambe e presomi a braccetto, si diede a salire correndo, trascinandomi dietro a [...]
[...] . — Siamo sul colle; se non vi strapazzavo a quel modo, vi coglieva il male della montagna; il sonno gelido. Come vi sentite ora? Mi guardava con [...]
[...] pericolo di rigirare dell'ore sulle nostre peste senza avanzare di un palmo; e tenerci per mano, che non ci s'abbia a perdere; e giù di corsa. 186 [...]
[...] Scendevamo da venti minuti, quando si fermò d'un tratto: — Abbiamo sbagliato strada, siamo troppo a sinistra, indietro. Indietro!? Non ne potevo [...]
[...] più; meglio scendere purchessia; una volta nella valle, ci saremmo raccapezzati; ma, a sentirlo, egli conosceva il luogo e a pochi passi da noi [...]
[...] la china rompeva in un dirupo altissimo, precipitando a picco fino al torrente. Lo richiesi se non sapesse di qualche cascinale vicino dove [...]
[...] riposare; la mia viltà gli fece passare negli occhi un lampo di collera e mi rispose brusco: — Non c’è cascinale, venite. In quel punto, a [...]
[...] soffio caldo delle vacche e riposare al chiuso; perchè mi torturava a quel modo? A Gressoney ci saremmo giunti il domani, gli avrei pagata una [...]
[...] giornata di più, anche a doppio prezzo se lo voleva; e m'incollerivo anch'io e dimenticando gli affettuosi riguardi di poc'anzi, ribattevo sul [...]
[...] postutto, facesse a suo piacere, io cercavo della casa e vi entravo ad ogni costo. — Bene, signore. La casa è a mano destra, a venti passi, conosco [...]
[...] donne che sedevano accanto al fuoco, la più giovane mi venne incontro senza parlare e andò frettolosamente a serrar fuori la nebbia. Oh il [...]
[...] d'oro alle dita e polsini di lana finissima. Tutte e due si affaccendarono a servirmi. La madre andava e veniva dalla stanza vicina, stendeva la [...]
[...] intestarsi a non salire? La ragazza aveva raccolte e chiuse fra le ginocchia le pieghe della sottana, che non le giungesse il fuoco, cosicchè il [...]
[...] visibilmente e pareva volesse uscire dal busto aperto sul petto a forma di cuore. Le guancie arrossite dalla fiammata, prendevano uno splendore [...]
[...] ristoro ricevuto e benché le due donne mi invitassero a rimanere, uscii pieno di coraggio. Il tempo non era mutato; lo stesso fumo rassegato di [...]
[...] poc'anzi: pareva il tardo crepuscolo di un giorno di gennaio. E Lysbak? Dov'è Lysbak? Guardandomi intorno intensamente mi parve di scorgerlo a [...]
[...] . — Grazie. La ragazza fece per tornarsene; Lysbak, rapidissimo le prese una mano, poi l'altra, la tenne ferma un istante dirimpetto a sè, la [...]
[...] silenzio: — Le poverette non possono vivere con me perchè io sono un briacone. Due ore dopo giungevamo a Gressoney la Trinitè. * ** La [...]
[...] i notari. Verso il 1830, quando Daniele Lysbak venne in possesso dell’eredità paterna, il suo avere era computato a cento mila lire, locchè a [...]
[...] quelle alture dove la terra è carissima e frutta poco equivale a due mila lire di rendita. Con due mila lire l'anno lassù si vive da gran signore [...]
[...] 192 purchè le donne vadano, ben inteso, l'estate a menar le mandrie sulle alpi e attendano in persona alle cure della pastorizia e gli uomini [...]
[...] l'inverno provvedano colle proprie mani a raccomodare la mobilia e le pareti delle stanze lavorando da falegname. A tal patto quella rendita [...]
[...] per scendere a Ponte San Martino in Valle d'Aosta, di mangiare ogni giorno due piatti di carne, uno fresco e l'altro salato, di ber vino ad ogni [...]
[...] pasto, di darne a bere agli amici e parenti, e nei giorni solenni di mettere sulla testa grave e serena della madre di famiglia una specie [...]
[...] volte milionario. L'ultima volta che egli fu in Svizzera a vendere le pecore, invece delle quattro giovenche che aveva in animo di comprarvi, ne [...]
[...] riportò un bel cronometro d'oro, il primo che si vedesse in Gressoney e quel cronometro lo regalò l'anno appresso a Jose il capraro, allorchè [...]
[...] felicemente e Maria Craut la sarta del villaggio e levatrice a ore perdute gli annunziò che il nuovo venuto era un maschio, egli aperse l'uscio [...]
[...] due fucili da caccia e dalle pistole che ricaricò altrettante volte a rischio di farsele scoppiare fra le mani. Annunziato al paese con tale [...]
[...] del villaggio lo seguivano e gli obbedivano; più tardi, sua madre avrebbe voluto mandarlo alle scuole d'Ivrea, e forse chissà? anche a Torino, ma [...]
[...] Daniele non voleva saperne di separarsi dal figlio, e poi che farne di tante scuole per vivere a Gressoney colle rendite che aveva? Veramente [...]
[...] 194 le rendite erano un po' calate e a fare i conti ne sarebbe risultato roso qua e là anche il capitale; ma Daniele i conti non li faceva e [...]
[...] c'era luogo disastroso dove Natale, forte come un torello e svelto come un cavriolo, non seguisse Daniele a caccia di camosci e dopo le lunghe [...]
[...] , a guardarlo dormire ed a cacciargli le mosche dal viso. Natale aveva 12 anni quando un giorno il padre si partì per la Svizzera con un branco [...]
[...] battuti e di passare le ghiacciaie la notte. L'aveva fatto cento volte e sapeva i valichi a memoria. Natale lo accompagnò fino al limite dei [...]
[...] primi nevati e poi se ne tornò solo a casa. Verso la mezzanotte, Daniele con un suo pastore traversava il ghiacciaio dell'Aventina 195 quando gli [...]
[...] mancò sotto la neve e cadde in un crepaccio, rimanendo però ritto ed incolume su di uno scaglione di ghiaccio a pochi metri dalla bocca. Senza [...]
[...] smarrirsi, gridò da quel fondo al pastore che scendesse correndo al più vicino cascinale, a cinque o sei ore di cammino, dove dimorava un tale [...]
[...] aveva ceduto al peso e s'era inabissato. Quando la notizia giunse a Gressoney, partirono in battuta una ventina dei più gagliardi uomini del [...]
[...] , voleva essere legato sotto le ascelle e sceso nel crepaccio, minacciando di gettarvisi a capo fitto se non gli obbedivano. Due uomini fecero [...]
[...] per afferrarlo e costringerlo a starsene cheto, egli scappò loro di mano e si diede a correre solo per il ghiacciaio con 196 grave pericolo di [...]
[...] affondare alla sua volta: impossibile raggiungerlo. Si lasciava accostare a dieci passi e gridava: Volete? pronto sempre a riscappare, tanto che [...]
[...] , padre! colla sua dolce voce infantile; poi piantando l'ascia nel ghiaccio e reggendovisi, levava la testa e comandava a quelli di sopra, con voce [...]
[...] . Quella battuta costò alla famiglia un migliaio di lire, e Natale, tornato a casa, fu quindici giorni in punto di morte, durò malaticcio tutto [...]
[...] l'inverno e non si riebbe del tutto che a tarda primavera. Allora cominciò una vita di grandi corse solitarie ed avventurose; la madre avvilita [...]
[...] dalla morte del marito non osava contrastarlo; d'altronde le prime gite gli avevano ridato i colori della salute. Così Natale venne a conoscere [...]
[...] palmo palmo le montagne vicine e le ghiacciaie dove era sepolto suo padre, temprando a quell'esercizio ed accrescendo la robustezza nativa. Quando [...]
[...] dal Consiglio di leva dovettero rimandarlo a casa perchè figlio unico di vedova, gli ufficiali ebbero a dire che mai più bello e robusto [...]
[...] andata domestica in Aosta, una bella ragazza sana come un pesce ed allegra. L'estate essa venne in paese a trovare la mamma e, di ragione, dimorò [...]
[...] diritto. Le donne del villaggio andavano blaterando che Natale aveva fatto bene a sposare una serva, che così a sua moglie non sarebbe venuto [...]
[...] marito e vi aggiunse di suo: Dicono che tuo padre aveva le mani bucate, che ha consumato ogni cosa: se bisogna lavorare io sono pronta. — Dirai a [...]
[...] quelle donne che mio padre sapeva quel che si faceva, che finora in saccoccia mia non ci hanno a vedere altri, che la moglie di Natale Lysbak può [...]
[...] il fazzoletto di foulard fatto venire apposta da Lione, e la domenica, a messa, un abito di seta e magari i guanti neri se occorre, i guanti [...]
[...] rinsolcato il campo delle patate, se appena avesse gli scarponi inzaccherati, quegli sguaiati scarponi che rigano le tavole, non doveva pensare a [...]
[...] riposarsi o a far vaporare il sudore gelato alla fiamma del camino, se prima non s'era calzato di fresco e mutata la grossa giacca sudicia con una [...]
[...] di una casa. All'amico, al parente che viene a trovarvi, bisogna poter offrire una buona tazza di caffè o un bicchierino di liquore o anche un [...]
[...] ' suoi nuovi doveri, del bilancio della famiglia, del pericolo che c’è a lasciarsi andare per la china delle spese improduttive [...]
[...] ; raccomandandogli nel nome di quell'essere che doveva venire al mondo, che non toccasse il capitale per carità, che bastasse coi redditi anche a costo di [...]
[...] del povero Daniele il giorno delle nozze, che egli lo regalasse alla nuora; tanto alla sua età quei gingilli non convenivano più. Ma non dire a [...]
[...] tua moglie quello che ti ho detto delle economie, che non avesse a credere che io disapprovo la sua condotta. 201 E Natale promise. Ma Maria [...]
[...] capitale non va toccato, lo predico sempre anch'io. Otto giorni dopo era a cena dai Lysbak un cugino di Maria Maddalena tornato di fresco dalla [...]
[...] ? — interruppe la moglie. — Mia madre? — Sì, il sermone che ti ha fatto l'altro giorno. — Oh, Maria! Mia madre andrebbe a piedi fino ad Ivrea a vendere [...]
[...] l'anello per far festa al bambino. — No, credi a me: delle spese ne occorreranno di molte e gravi in questi giorni; teniamoci alle necessarie [...]
[...] . Nessuna festa Natale diventava rosso e la guardava aggrottato. — Nessuna festa, Maria, nessuna festa! Nessuna festa a mio figlio? 202 — I [...]
[...] . - Se vi occorre nulla, disponete. — Piuttosto Natale, piuttosto, ma che non nascano guai. — E con cento lire fu accomodata ogni cosa. A suo [...]
[...] festa era di assistere alla toeletta di Lena; aveva imparato a fasciarla, e come le si sollevasse la testina reggendola sotto la nuca, ma non [...]
[...] l'avrebbe fasciata per un impero. Stava fermo a guardarla poppare inghiottendo la saliva come se il latte scendesse in gola a lui e quando [...]
[...] volta, attristatosi al pensiero della prosperità perduta 203 (prima non gli veniva mai quel pensiero), andava a sedere presso la culla e metteva [...]
[...] entrate e delle uscite e queste non combinavano mai; ne entrava sempre più che non si spendesse. La Lena a sette anni era un fiore rosso di [...]
[...] dette sul muso le sue ragioni che non era una vita questa. A Natale ci volle di tutto per ammansarla. — Abbi pazienza, hai ragione, vedo anch'io che [...]
[...] sapresti celarle il tuo rancore. Tu non fosti mai a Torino, io ho bisogno di un po' di svago, andiamoci insieme e ci porteremo la Lena. — Ecco [...]
[...] come sei tu. Così pensi alle economie! — Lascia, andrò poi a giornata se occorre, l'estate farò la guida cogli Inglesi, ma ora mi sento stanco, ho [...]
[...] indicibile scoramento che la propria indole buona, affettuosa e larga gli avrebbe sempre impedito di contrastare alla corrente. Poi si mise a [...]
[...] confutare se stesso: egli calunniava la moglie; che ragione aveva di giudicarla a quel modo? E metteva insieme tutti i piccoli fatti che potevano [...]
[...] quell'anno passava l'inverno a Gressoney, invitò mezzo il paese alla cena del ceppo, e dopo cena a fare i giovani, due salti al suono [...]
[...] dell'organetto. Perchè le famiglie meno agiate non avessero a scomparire, fu inteso che le donne vestirebbero alla foggia del luogo, la veste di panno [...]
[...] rosso col giubbino scuro. Otto giorni prima della festa Natale una sera domandò alla moglie ed alla figliuola come stessero a vestiti. Maria [...]
[...] timidamente Natale senza quasi guardarli. — Fatene dei nuovi, — suggerì la vecchia. — Con sessanta lire si compera a Pont San Martino tanto panno [...]
[...] tre marenghi — Oh, nonna! Sessanta lire! Tanto vale mettere questi. Tutti vedranno che sono usati e per usati passano, ma a farli nuovi questa [...]
[...] lanaccia non serve; si avrebbe l'aria di volere e non potere. — Brava Lena, teniamo quelli, dá retta a tua madre. — No, no, che figura ci fareste [...]
[...] ? Vediamo, Lena, figlia mia, quanto ci vorrebbe a farti contenta? — Padre, lo scarlatto fino costa almeno un terzo di più. Poi ci vuole il giubbino [...]
[...] che accompagni. Il doppio a dir poco. — È troppo, — affermò coraggiosamente Natale, e guardava la vecchia. Maria Maddalena prese gli abiti [...]
[...] ripresenta: se non fosse proprio il doppio, se cento lire bastassero... — Senza contare, — interruppe Maria Maddalena, — senza contare che a [...]
[...] Pont San Martino lo scarlatto bello non si trova: bisogna mandare a Biella, locchè fa alla misera dieci lire di più. — Per questo il padre ci [...]
[...] colla neve su per le scogliere della Mologna! — Il padre conosce la montagna e l'inverno. A Natale non pareva vero di uscirne a così buon mercato [...]
[...] quattro della mattina. Quando giunse a mezza salita, la neve in terra era tanta che colmava i burroni. — Buono che è sereno, diceva Natale, e [...]
[...] ammucchiava pesante; le scarpe ad ogni passo ne levavano degli strati larghi come una grossa focaccia e gli toccava staccarsela pestando a forza [...]
[...] la terra. I fiocchi fitti, il sudore, l'arsura lo acciecavano, mentre egli precipitava a salti furibondo ed atterrito. A un punto dovè fermarsi e [...]
[...] temette di non poterla durare; si pose a sedere sulla neve ansando come un moribondo. Allora gli venne un cattivo pensiero: — È la Lena che mi [...]
[...] ha mandato a questa morte. Pure di levarsi un capriccio, la Lena non esitò un momento ad esporre la vita di suo padre! Oh che pensiero doloroso [...]
[...] tormentosa la disputa orrenda che gli lacerava l'anima. Erano due in lui, due avversari accaniti, uno a difendere con tenerezza lacrimosa la sua Lena [...]
[...] , l'altro ad accusarla con logica inesorabile. Chi gli aveva messo quello inferno nel cuore? Quell'inferno lo salvò: frustato a sangue da tanto [...]
[...] delirio dell'agonia la propria figliuola. Giunse a Biella sull'imbrunire, corse difilato a comprare il panno, poi riprese la strada dei monti per [...]
[...] la famiglia. La notte della festa seguì un incidente spiacevole. Intorno a Lena, che era la più bella, si affollavano tutti i giovani del paese [...]
[...] invitarla risoluto di rompere il cerchio delle preferenze. Essa rispose ridendo aver promesso a Necio il geometra e lo chiamò ad alta voce da un [...]
[...] capo all'altro della sala. Lo sfregio era patente. Il cugino aspettò ritto in piedi che finisse 211 il giro, poi si accostò a Necio e gli diede [...]
[...] dolcezza per le due mani, la tenne ferma dirimpetto a sè e le disse: — Lena, perchè hai fatto a quel modo? — Andiamo, andiamo, non è ora di scene [...]
[...] , già lo vedevo per strada che masticavi amaro; mandatela a letto che casca dal sonno. — Tacete, Maria, e tu, Lena, rispondi. — Che rispondi? Che [...]
[...] ha da dire? Perchè ha fatto a quel modo? Perchè ha fatto bene, ecco; mia figlia non balla cogli straccioni. Voi pensate ai fatti vostri; ad [...]
[...] salto fu di contro le donne e le attanagliò colle mani di acciaio fino a farle urlare dal dolore. Era la prima volta che montava in collera ed [...]
[...] apparve 212 terribile. Scagliò sulla moglie tutto il sacco de' suoi rancori, martellava a colpi di parole rapide ed incisive; la moglie e la [...]
[...] paurosa sorpresa. — Non voglio fare la vitaccia che ha fatto mia madre. Natale sentì come una mazzata sulla testa, ma fu presente a se stesso e [...]
[...] dell'ingratitudine di sua figlia. — Oh, Lena, mi rispondi così! Ho veduto la morte sai, Lena? per saperti contenta. Là, sulla montagna, quando andavo a [...]
[...] a nessuno per non guastarvi la festa. Lo sai, Lena? — Tutti i giorni passa gente sulla Mologna — esclamò Lena scrollando le spalle. Ed entrò [...]
[...] fretta e andò diritto a dormire. 214 La sera appresso fece notte tarda discorrendo e bevendo alla bettola cogli amici e così seguitò di poi [...]
[...] tutte le sere. Ma avvezzo alla sobrietà propria degli uomini attivi, il vino tracannato a quell'ora non gli dava gusto e lo ammalava senza [...]
[...] ubriacarlo; perciò si volse ai liquori e una mattina fu trovato dormire sulla neve briaco fradicio. Svegliato e ricondotto a casa, si imbattè sull'uscio [...]
[...] bere, ma il male era fatto; la moglie era andata piagnucolando per tutto il paese a raccontare gli stravizi del marito e tutti dicevano: — Peccato [...]
[...] indietro a recare la gran notizia alla famiglia; ed ecco tutta Gressoney in subbuglio e Natale risalire un'altra volta su quelle pianure [...]
[...] , colle mani sul petto, a fissarlo senza lacrime nè singhiozzi. Quando lo scossero, perchè occorreva discendere, disse: — Povero padre, ti ho voluto [...]
[...] carico al villaggio. Come furono in vista di Gressoney, le campane rintoccarono a morto; come vi giunsero, 216 tutte le donne ed i pochi uomini [...]
[...] gli animi discordi, e lo disse; e le donne a commuoversi e ad abbracciarlo. L'indomani scese ad Ivrea e vi ordinò una bella colonna di serpentino [...]
[...] acquistò il nome di guida insuperabile ed in fin di stagione ebbe raccolto un gruzzolo di cinquecento lire. — Questi andranno a fare pazientare tuo [...]
[...] quel denaro guadagnato in due mesi avendogli fatto intravvedere possibile un assetto del patrimonio, egli era fermamente risoluto a conseguirlo [...]
[...] mortuaria del povero Daniele, dopo che l'ebbe collocata a suo posto e arrotonditovi ai piedi un bel cuscino di zolle fitte, Natale andò in casa a [...]
[...] ragazza, come se avesse da un pezzo meditata la domanda. — Sessanta lire. — La mia croce l'avreste avuta a miglior mercato, — replicò questa con [...]
[...] secreti perchè in casa rubacchiava a man salva. Ma già tutti i Lysbak sono sregolati; io m'aspetto ogni giorno che scoppi qualche grosso [...]
[...] piangeva e si 220 dimenava e correva da una casa all'altra a raccontare le dissennatezze del marito. Poi volle si radunasse una specie di consiglio [...]
[...] intervenissero a consulta, perchè tanto essa quanto Natale riposavano nel loro senno. Bisognava pensare a mettere al sicuro quel poco che sarebbe [...]
[...] rimasto a debito saldato, perchè quello era l'avere di Lena, di questa povera Lena così docile e riguardosa! Oh, se non avesse avuto quella figliola [...]
[...] , essa avrebbe sostenuto senza pure un lamento, il rovescio; essa era avvezza alla miseria perchè, non arrossiva a confessarlo, era nata povera e [...]
[...] cresciuta guadagnandosi il pane. Ed eccola raccontare la propria vita dal giorno che era entrata nella casa dei Lysbak. Chi era stato a levar [...]
[...] silenzio misurando a gran passi la sala, si fermò a un tratto e disse, accennando la Lena: — Mandatela di là almeno quella figliuola! Questi [...]
[...] discorsi non fanno per lei. — Non fanno per lei? O state a sentire! Di chi si tratta, del Lucio forse? Già non udirà cosa che non conosca per veduta [...]
[...] , l'eleganza del piccolo corredo, lo scampanare a festa per il battesimo, e due torcie, una non bastava! Tutto questo, essa lo predicava sempre al vento [...]
[...] . Non è vero, Natale? Poi la casa rifornita più del bisogno e il vino di Barolo e di Caluso e il viaggio a Torino, al quale il marito l'aveva [...]
[...] piccina a rischio di ammalarla davvero! Che non aveva fatto e detto essa per svogliarlo da quel viaggio! Non è vero Natale? Mi smentisca, mi [...]
[...] tristo peccato; egli, Maria Maddalena, egli dovrebbe accusarvi di falsità e di tradimento, perchè eravate voi a metterlo sul passo delle spese [...]
[...] , foste voi ad avviarlo ai debiti, voi solleticavate la sua vanità per la casata fino a farvi adornare come una madonna: ma Lena non abbisogna di [...]
[...] chetava. Era bianco come un cencio e andava asciugandosi il sudore. Compiva camminando cento piccoli atti abituali, riponeva a suo posto delle cose [...]
[...] selvatico che perfora i tronchi beccando sempre nel piccolo cerchio, seguitava a trapassargli il cuore a colpi di ingratitudine. Era venuta la [...]
[...] fortuna; e Natale taceva sempre, finchè si giunse a conchiudere, sulla proposta di Maria Maddalena, approvando i vecchi, e col muto e disperato [...]
[...] giorni dopo la firma dell'atto, Maria Maddalena vendeva al cugino tutto il patrimonio dei Lysbak, valutato a sessanta mile lire, per le venti [...]
[...] mila a cui sommava il debito. Fu ben inteso una finta vendita: il cugino s'impegnava secretamente di lasciare a Maria Maddalena ed alla figliuola [...]
[...] volle sapere; si mise a giornata da questo e da quello a portar carichi di legna e a far commissioni. Il denaro che ne tirava lo metteva in casa e [...]
[...] Forca. A Natale rimanevano alcuni lavoretti da sbrigare nella valle, sicchè le raggiunse più tardi. Il terzo giorno che stava con loro, la [...]
[...] carità del cugino il quale consentiva per la sua 225 bontà a lasciarle godere quei pochi stabili; ma che il cugino aveva espressamente dichiarato [...]
[...] non voler fare a lui Natale nessuna sorta di carità. Natale Ia lasciò dire senza nemmeno maravigliarsi. La Lena seduta a due passi divorava [...]
[...] ! Poi prese a cantare una nenia tedesca dolce dolce con che addormiva la sua Lena piccina: Guten Abend, gut' Nacht, ecc. Quella nenia gli [...]
[...] dai padroni, due misere stanzette. Vi entrò come in casa propria e seguitò a dimorarvi quieto e solitario, procacciandosi da vivere con far la [...]
[...] casa. * ** L'anno appresso, risalito a Gressoney, cercai di Natale Lysbak e lo tolsi meco per guida volendo ascendere a parecchie punte del [...]
[...] in causa delle sue temerarie imprudenze. Ora, sono passati tre anni da che lo conobbi, ora Natale seguita a dimorare nel tugurio mezzo rovinato [...]
[...] sollazzevole e mansueto. Appena la valle è rinverdita, si mette a tracolla la corda ed il cannocchiale, si arma della picca e via per le montagne. Passa [...]
[...] intere giornate sdraiato nell'erba, 227 magari sull'orlo di un precipizio, dura delle ore a contemplare estatico la valle e le ghiacciaie [...]
[...] torna a casa col passo marziale di una guida che ha valicato Dio sa quali vette, e giunto sull'uscio si dà un'allegra fregatina alle mani, persuaso [...]
[...] paziente desiderio di intraprenderne lo studio, ed una maravigliosa attitudine a profittarne. Perciò lo aveva allogato a bottega di mastro Lapo [...]
[...] eccellente musico, tanto che, avendo la Sua Santità inviato monsignor Calafimi in Aosta a comporvi non so quale dissidio fra quel Vescovo e l'abate di S [...]
[...] . Bernardo, questi lo volle compagno nel viaggio, contando, com'egli diceva, sul mansueto influsso delle sacre armonie per disporre a [...]
[...] conciliazione l'animo dei litiganti. — Benchè in altro modo che non quello sperato da Monsignore, tuttavia a mio padre fu dovuta la pace, perchè il [...]
[...] Vescovo di Aosta, come l'ebbe inteso sugli organi, mise a patto della propria arrendevolezza che esso gli fosse ceduto, e rimanesse in Aosta organista [...]
[...] della cattedrale; al che Monsignore, dopo molte dispute, a malincuore accondiscese e questa forse fu la cagione della sua morte. Fatto sta che [...]
[...] tre giorni, con gran crepacuore di mio padre che intesa la funesta notizia per poco non lo seguì nella tomba. La sua morte diede a mio padre [...]
[...] notaro che lo conobbe in quei tempi, mi raccontava come non si combinasse merenda o cena di cui egli non fosse, e dove non facessero lecito a [...]
[...] lui quanto in ogni altro nessuno avrebbe saputo tollerare. Le donne specialmente ne impazzivano: era bello, vivacissimo e pronto a volgere in [...]
[...] venticinque anni, sana e padrona dispotica di tre buone montagne, gli fece scrivere una lettera, alla quale indugiando egli a rispondere, il [...]
[...] Vescovo in persona gli domandò se la voleva sposare. Questo fu il principio dei suoi guai, perchè Monsignore, impermalitosi del rifiuto, cominciò a [...]
[...] in Aosta, fu richiesto dal curato di Gignod perchè salisse in Ollomont a stimarvi una spinetta che egli voleva comperare da una tale Marianna [...]
[...] fu venduta e mio padre, dopo tre giorni, ridiscese in Aosta e andò diretto dal Vescovo a partecipargli il fermo proposito in cui era venuto di [...]
[...] a tollerare ogni cosa, pure di non perdere l'impiego; ma il Vescovo, intesa la notizia, gli disse asciutto asciutto che non se ne maravigliava [...]
[...] perchè la vedovella soleva dare la caparra del matrimonio a quanti capitavano in Ollomont. L'accusa era assurda, il vecchio Lautou essendo morto [...]
[...] giorni per toccare il fitto della miniera; ma mio padre non ebbe cuore di trangugiarla in pace, levò la voce, rimbeccò a dovere la calunnia ed il [...]
[...] , rischiarato da una lucerna a beccucci colle ventole verdi che oscuravano intorno l'ambiente, mentre la candela del cembalo mandava dalla persona [...]
[...] sfreddò mai cogli anni. A mio padre prendevano spesso degli accessi di allegria fragorosa ed irrompente che empivano la casa di risate; amava di [...]
[...] trastullarsi 234 come un fanciullo, faceva a rimpiattino colla mamma, mutando nascondiglio, tenendo tutte le stanze, vispo, snello come uno [...]
[...] babbo ci raccontava degli Abruzzi e di Roma, io a cavalluccio sulle sue ginocchia, la mamma seduta presso la finestra a godere quel poco barlume [...]
[...] per le sue rimendature. A mezzo discorso il babbo cominciava a dire: smetti, Marianna, che ti cavi gli occhi, ed essa faceva il viso [...]
[...] affaccendato, esagerando a parole il gran da fare che le davano quegli omaccioni (ero un omaccione anch'io) tanto per sentirsi ripetere l'invito. Ma il [...]
[...] babbo dopo avermi ammiccato, fingeva di seguitare il discorso con me solo a bassa voce, bisbigliandomi dei suoni che parevano parole e scattando [...]
[...] che avevamo buon tempo, che una povera astuzia era la nostra, si levava di scatto e veniva diretta a sedere su uno dei ginocchi del babbo ed [...]
[...] io sull'altro. Quelli nella festa continua della mia vita erano i momenti nei quali avvertivo il piacere. Che spasso quando il babbo prendeva a [...]
[...] lagnarsi del gran peso, a contorcersi come non potendone più, a distendere d'un tratto le gambe come per farci cadere, tenendoci saldi perchè non [...]
[...] s'incamminava per la miniera lo accompagnavano fino allo svolto del muricciolo e lo aspettavano verso l'imbrunire, quando 236 tornava a casa [...]
[...] ebbe a patire del nostro rovescio, ma a noi non rimasero che le braccia ed il coraggio. Per fortuna io ero stato messo giovanissimo allo [...]
[...] studio della musica e suonavo il mandolino ed il violino con gran dolcezza, leggendo a prima vista e superando felicemente ogni difficoltà. Mio padre [...]
[...] lasciarcela abitare mediante una modesta pigione da pagarsi in fin d'anno. Eravamo allora a primavera avanzata; le famiglie patrizie valdostane [...]
[...] m'incoraggiavano a non mutare registro, mi sentivo naturalmente trascinato a mostrarmele confidente dall'espressione languida e appassionata che avevo [...]
[...] più volte sorpreso nel suo sguardo, simile in tutto a quella che leggevo ogni giorno negli occhi di mia madre. Le contessa di Challant aveva fin [...]
[...] , tutto ciò combinava ad accorciarmi la via e a rendermi il cammino delizioso. Ma sopratutto mi accompagnava e cresceva ad ogni passo una [...]
[...] trepidanza continua, che a volte mi stringeva il cuore e che avvertendola mi faceva arrossire e vergognarmi del mio rossore. Nei due anni passati [...]
[...] assaliti da subitanei ricordi; a mezzo un discorso, quando mi pareva di essere lontanissimo dal pensiero di lei, i capelli delle tempia mi davano [...]
[...] a capo. 240 A un punto mio padre mi disse: — Tí rammenti della contessa? — Diventai di bragia fino alle orecchie, e risposi un — no — asciutto [...]
[...] tornò doloroso. Quando giungemmo ad Issogne la contessa era uscita a diporto. Fummo tosto condotti al conte il quale ci accolse cortesemente, con [...]
[...] d'impietosirsi al racconto delle nostre sciagure e con poche e gravi parole promise al babbo di aiutarlo a rifarsi uno stato. Fu inteso che saremmo [...]
[...] rimasti ad Issogne finchè non giungesse risposta alle diverse lettere che ella si proponeva di scrivere quel giorno medesimo a' suoi parenti ed [...]
[...] ; l'immagine reale dissipava ben presto la fantastica e questa non lasciava traccia. 243 La mattina verso le dieci, veniva in persona a levarmi dallo [...]
[...] studio cui attendevo col babbo e non mi lasciava più fino a tarda notte, mostrandomi sempre una premura materna così sollecita e carezzevole [...]
[...] , così continuamente uguale da non lasciar luogo a sospetti intorno alla tranquillità dell'animo suo. Dopo cena, ridottosi il conte nel suo quarto [...]
[...] , d'onde non sbucava che all'ora dei pasti, e mio padre in libreria a comporre o a copiare partiture, essa mi chiamava seco nella sua grande e [...]
[...] prettamente macchinale, all'agitazione repentina che m'assaliva ed a certe note, che, uscite quasi inconsciamente 244 sotto le scosse della mia penna [...]
[...] commozioni, la sua immobilità quasi sonnolenta fiaccava d'un tratto l'impeto delle mie voglie, lasciandomi affranto come per lunga fatica; e se a volte [...]
[...] sollevarli, somiglianti a lei in tutto ciò che poteva quetarli, perciò, mentre la visione signoreggiante 245 i miei solitari accendimenti, attingeva [...]
[...] momento di riceverli, mi facevano sovvenire di quelli che a casa ogni sera scambiavo colla mamma, ma giunto nella mia stanza, ma spento il lume [...]
[...] la guardavo stupito, e lasciavo di sonare per seguitarne gli atti ed i moti, ed essa, così sollecita le altre sere a farmi riprendere, se mai [...]
[...] , guardando la notte placida nella gran valle dormiente. A un punto aprì gli sportelli. Il suono grave della Dora entrò nella stanza recandovi una [...]
[...] 249 animarsi di una vita agitata e disordinata, come invaso da una folla furente. Chiusi la finestra; a quell'atto la contessa, come se allora [...]
[...] s'era scordata di me e ancora ripeteva: — Vattene, vattene. — A me pareva che un peso immenso mi saldasse alla terra. L'uragano crebbe, il [...]
[...] della casa, m'indirizzai sicuro alla mia stanza. Chi era levato a quell'ora nel castello? Chi vi camminava? Chi saliva le scale? Tutti gli usci [...]
[...] e le finestre erano ben chiusi, solendo il conte ogni sera prima di andare a letto fare il giro della casa in compagnia di due domestici ed [...]
[...] traballavano come sotto il peso di passi e gli usci martellavano a rapidi colpi contro gli stipiti come se alcuno li tentasse. Negli intervalli di [...]
[...] andava a morire aggirandosi in piccoli turbini negli angoli. La bufera entrava nella casa come persona viva, o irrompente come un forte nemico [...]
[...] vicino. Come fui sulla scala, precipitai al piano disotto, e mi chiusi a chiave nella mia cella. L'indomani la contessa non si mostrò che all'ora [...]
[...] del pranzo. A tavola, guardandola, mi maravigliavo di che il conte e mio padre non avvertissero il mutamento seguito nelle sue fattezze. Era [...]
[...] della faccia. Il domestico tornò a riferire che il solaio non aveva traccia di umidità. — A che ora avete notato la macchia? — Stamane appena [...]
[...] orribile. Senza esitare mi avvicinai al conte e gli dissi: — Sono stato io! 254 — Tu? A che ora? — Tardi, dopo la mezzanotte. La signora contessa [...]
[...] mi trattiene la sera a suonare il mandolino. — Lo so, ma uscendo dalle sue stanze..... — Non potevo stillare pioggia naturalmente, ma, nel più [...]
[...] forte dell'uragano, alla signora contessa ed a me parve di udire un uscio sbattere al vento. La signora contessa voleva mandarmi ad avvertirne il [...]
[...] insidia della domanda? Come ho fatto a misurarne con una rapidità fulminea tutta la portata? E a scegliere la risposta trionfante? Certo non [...]
[...] conte premiò degnamente la trionfante menzogna. La contessa ruppe in una risata spasmodica invincibile e più il marito si adoperava a farsi [...]
[...] ebbe una visita: il cavaliere di Valesa, venuto a cavallo dalla sua terra di Montaldo presso Ivrea. Al primo vederlo, giovane sui ventotto anni [...]
[...] , dimorato un pezzo a Parigi, era poco familiare colla nobiltà piemontese; la contessa lo conosceva appena; il conte dovette rammentarle fatti e [...]
[...] sul canapè, gli occhi chiusi, attentissima. Io tremavo m'avesse a ringraziare della mia bugia locchè m'avrebbe messo in imbarazzo; ma non ne [...]
[...] sofferto? — mi disse. — Di che? — La notte passata, traversare il cortile con quel tempaccio! La guardai trasognato. Come poteva fingere 257 a [...]
[...] mentito. Ebbe il coraggio di aggiungere: — Un'altra volta, se anche te ne prego, non badare alle mie paure, ma non ti mettere a rischio di [...]
[...] pigliarti un malanno. Uscii, il cuore grosso di rancore e in luogo di andare a letto, mi appostai nella stanza attigua, risoluto di smascherare questa [...]
[...] concerti che non ci permise pure una visita alla mamma, sempre dietro a quel poco guadagno, che fu poco davvero e l'autunno ne inaridì la sorgente [...]
[...] nostro timore ed oltre, ahimè, le nostre risorse. Con queste mancò a mio padre la forza di simularsi allegro, e la morte trovò una casa e degli [...]
[...] animi degni di lei. A segno che venne due volte in un mese. Mia madre morì la vigilia di Natale, mio padre il 18 gennaio. Eravamo scesi insieme [...]
[...] in Aosta per suonare ad un ballo: appena terminata la festa alle sei della mattina c'eravamo incamminati a piedi verso Ollomont; a Porossan il [...]
[...] babbo cominciò a battere la febbre, ma si trascinò fino a casa, dove morì l'indomani di polmonite. Come vissi quell'inverno non lo so dire; certo [...]
[...] scroscio mi colse nella via della Doragrossa; in un minuto ebbi i rigagnoli alla pelle e nel mezzo della via l'acqua spumeggiò a mulinelli come un [...]
[...] , dal cassetto di un carrozzone sudava a frenare due cavalli imbizzarriti, mentre dall'altra parte della via sulla soglia di una bottega di [...]
[...] mercante, una donna superbamente vestita, badava a fargli cenno che traversasse per accostarsele; ma le bestie, spaventate dalla zanella gonfia [...]
[...] , s'inalberavano e rinculavano. E la gente a ridere, e la dama a crucciarsi quasi disposta al guado, se non che il mercante con grandi premure ne la [...]
[...] , e via carrozze e portantine quante non ne apparivano in un anno in valle d'Aosta, e gente affaccendata, e signori a diporto. La casa gialla era [...]
[...] raggiante e appena risalita in carrozza mi prese la testa fra le mani con tenerezza giuliva e mi diede due baci sulle guancie. — A noi [...]
[...] , piccino, tu sei di buon augurio. Ignorava le mie disgrazie, ne pianse, mi rincorò, mi promise di farmi uno stato; il domani andava a Corte al castello [...]
[...] undici della mattina ecco arrivare una carrozza con un biglietto per me. Il biglietto diceva: Vieni subito. Quella sera c'era ballo a Corte [...]
[...] vestimento. Dalle prove uscii trionfante; a vestirmi pensarono la mia protettrice e le sue cameriere sicchè all'ora del ballo ero lindo, attillato [...]
[...] ori, gli specchi, le lumiere, le statue, i fiori, tutto ciò mi dava una sorta di sgomento, una vertigine, mi rapiva a me stesso, mi toglieva la [...]
[...] nel cervello un vento di tempesta, e a chiudere gli occhi mi prendeva il capogiro. Perchè ero lì? Che ci facevo? Mi balenavano alla mente sprazzi [...]
[...] fra le colonne a mezza altezza, erano già pieni di una folla ricca e grave, venuta senza che io l'avvertissi silenziosamente. Tutte le porte in [...]
[...] fissando, già pronto l'inchino, la porta chiusa. Il maestro levò la bacchetta. Puntai i piedi a terra, come in carrozza quando i cavalli [...]
[...] tradita; troppo, troppo gli ardevano gli occhi d'amore. Il Re si 264 volse a parlare con un'altra donna. Ora la contessa discorreva col cavaliere di [...]
[...] Valesa; lo riconobbi e mi rinaquero i primi sospetti; ma ridevano insieme sinceramente senz'ombra di turbamento e fu il cavaliere a chiamarle [...]
[...] : rovina, mi echeggiava ancora nell'anima quando già m'ero rimesso a suonare e aveva finito per sposarsi da sè a certe cadenze musicali che [...]
[...] , ricantandomela a sazietà, l'avevano quasi privata di senso. Ma perchè la sentii risonare più forte e minacciosa quando il maestro ci diede l'attenti [...]
[...] conoscevo a menadito, perchè dunque quello sgomento? Nel mormorio confuso che saliva dalla sala era impossibile distinguere una sola parola [...]
[...] lui inchinarla e porgerle la mano mi dissi: Ci sei questa volta! e la parola rovina tornò a ronzarmi negli orecchi. — Non importa, ci sei, ci sei [...]
[...] pareva che in quel minuetto dovessi entrarci ancor io a fare il terzo fra di loro; mi dicevo: a me! come se mi accingessi ad agire e intanto la [...]
[...] di sguardi e movenze, e a me tornava il sottile affinamento delle facoltà artistiche già 266 provato nelle morbose sere d'Issogne. Durante la [...]
[...] moto della coppia amante, come il mio arco reggesse le fila dei loro destini e come incrudelissi ad affinare loro la delizia di quel momento fino a [...]
[...] che fuggiva, estatici, deliranti, impallidivano visibilmente come oppressi da una stanchezza mortale. A una nota strappata aspramente dalla quarta [...]
[...] Cappella Regia di Sua Maestà il Re di Sardegna. IL RE VITTORIO EMANUELE in Valle d'Aosta Il Re Vittorio Emanuele piantava le tende per la caccia a [...]
[...] pochi passi dalle ghiacciaie del Gran Paradiso. A Valsavaranche ed a Noaschetta l'accampamento sorgeva sovra un altissimo ripiano erboso oltre la [...]
[...] regione degli alberi e dei cespugli; a Cogne era in mezzo alla valle in un luogo delizioso chiamato Vallontéj, un prato ingombro qua e là di [...]
[...] scambio dei cavalli, i pubblici ufficiali davano l'annua lustrata al cappello a staio e le famiglie borghesi levavano dall'armadio la bandiera del [...]
[...] scambio dei cavalli seguiva in dieci minuti, perchè il Re amava di non perdere tempo ed era impaziente di giungere ai luoghi freschi. A mano a mano [...]
[...] che saliva, le conoscenze si facevano più frequenti e famigliari; a Cogne ed a Valsavaranche non c'era un viso nuovo per lui, egli era al fatto [...]
[...] un burrone un giorno di nebbia e del figliolo che Rosa aveva fatto a Tonio, il quale, briccone, stava ora sui lavori in Francia, senza pensiero [...]
[...] quella circostanza amava di fare una piccola mostra di sovranità, per rendere il dovuto omaggio ad un Sovrano maggiore di lui: a Domine Iddio [...]
[...] di legno che a volte in distrazione faceva girellare e l'altra nella tasca dei larghi calzoni di frustagno. Finita la messa, portava egli stesso [...]
[...] saccoccie ed era chiaro che aveva pensato a provvedersene prima di lasciare il campo. Le ragazze più vistose avevano tutte un nomignolo di sua [...]
[...] invenzione corrispondente o a qualità fisiche o ad accidenti 272 biografici. E a questa lanciava un'arguzia, a quella un nome che lo chiariva al [...]
[...] fatto dei di lei piccanti secreti, a quest'altra pizzicava le gote, e honni soit qui mal y pense. La risposta valeva la botta; poichè l'arguzia [...]
[...] a salutare; ma una Domenica che una famiglia codina di nobili torinesi, alloggiata per villeggiarvi all'albergo di Cogne, uscì di chiesa mentre [...]
[...] all'onore di partecipare alla caccia, e rarissime volte poste a tiro dello stambecco. Lo stambecco era riserbato, per lo più, agli ospiti di [...]
[...] affrettava a farla imbandire sulla mensa comune, con gran giubilo dei touristes inglesi i quali notavano sul taccuino delle memorie la data del giorno [...]
[...] artista, era salito a Cogne e vi dimorava per certi suoi studi scientifici che alternava con ricreazioni artistiche da pittore. S'era combinato [...]
[...] che nella seconda meta d'agosto saremmo andati a raggiungerlo, suo padre, parecchi amici artisti ed io, per tentare con lui alcune escursioni [...]
[...] sulle ghiacciaie del Gran Paradiso. Un giorno degli ultimi di luglio, egli andò per diporto fino all'accampamento del Re a Vallontéj, e poichè il [...]
[...] farvi alcuni disegni che intendeva mandare e mandò infatti, al Graphic di Londra. Il generale accondiscese, e, a disegni finiti, avendo mostrato [...]
[...] desiderio di averne uno per memoria, gli fu dato a scegliere quello che più gli tornava. Passano cinque o sei giorni, quando una bella mattina [...]
[...] tanto che egli corre in camicia ad aprire la finestra per dare il fatto suo al notturno disturbatore. Pensate come rimase trovandosi di fronte a Sua [...]
[...] , che a queste arie gelate c'è da pigliarsi un malanno e poi si riaffacci che le voglio parlare. Come fu vestito e tornato alla finestra, il Re [...]
[...] gli disse: — Senta, ho veduto il disegno che lei ha fatto per Bertolè, e vorrei averne uno che raffiguri 276 tutto il mio campo. Io vado ora a [...]
[...] Torino a ricevere lo Scià di Persia; starò al caldo cinque o sei giorni, poi tornerò non più a Cogne ma a Valsavaranche. La prego dunque di farmi [...]
[...] quel disegno e di portarmelo colà fra una settimana. Ho dato ordine che non smontino il campo finchè lei non vi sia salito. È inteso? L'altro a [...]
[...] scusarsi di non saper fare cosa degna del Re e il Re a lodargli il disegno che aveva veduto; breve: si rimase che il lunedì venturo lo studente [...]
[...] sarebbe andato ospite della Maestà Sua a Valsavaranche. Vi andò, valicando in dieci ore il colle del Lauzon, uno dei più alti dell'Alpi e giunse [...]
[...] discorso sulle caccie in montagna, prese celiando a canzonare quei signori del suo seguito sempre impensieriti del freddo. — Guardi, sono quasi tutti [...]
[...] più giovani di me ed eccoli imbottiti di maglie e flanelle come se fossimo a caccia di foche nei mari polari, mentre io, guardi, e si sbottonava [...]
[...] , una camicia di tela e ce n'è d'avanzo. Era infatti d'una robustezza a tutta prova; dormiva per lo più sotto una tenda soldatesca in un [...]
[...] cielo nero scintillante di stelle, e salire dai gioghi nostrani il chiaro cielo diurno, egli si levava e usciva a passeggiare fumando in mezzo al [...]
[...] silenzio del campo e a trarre l'oroscopo della giornata dall'aria nitida sulle ghiacciaie bianchissime, o dai brandelli delle nuvole lacerate [...]
[...] alle vette. Poi quell'uomo vissuto per agire, stava gran tempo lo sigaro in bocca, seduto su di uno sgabello pieghevole a guardare intorno sorgere [...]
[...] sfolgoreggiare di poi tutti i vasti piani delle ghiacciaie. 278 Lo studente fu avvertito che non avesse a parlare di partenza. Aveva portato con sè i [...]
[...] colori, e la giornata gli passava a far studi dal vero. Il secondo giorno, venutigli a mancare i cartoncini, ebbe da un domestico per dipingervi [...]
[...] , il coperchio di una scatola di sigari d'Avana, e discorrendone a tavola capitò a dire come tali tavolette si prestino mirabilmente agli studi [...]
[...] dimensione; il Re aveva egli stesso telegrafato a Torino perchè gli fossero spedite, e la cosa era seguita con una sollecitudine veramente regale [...]
[...] dei grandi fenomeni alpini. Il giovane, incoraggito, lo interrogava alla sua volta intorno a questo o a quel Sovrano o personaggio della storia [...]
[...] , doveva giungere a Cogne, dove ci s'era data la posta. 279 La sera dell'ottavo giorno il giovane avvertì il generale Bertolè che l'indomani gli [...]
[...] sono congedati. — Ma mio padre e gli amici miei non sapendomi qui e non trovandomi a Cogne, staranno in pensiero di qualche disgrazia [...]
[...] . Dica a suo padre che oggi andrò ad ammazzare lo stambecco e che glielo manderò domani. Ho dato ordine che le sia preparata una cavalcatura. E mi [...]
[...] venga a trovare quest'altr'anno; capiti qui quando saprà che ci sono e mi farà piacere. 280 Il cavallo era sellato e aspettava. Il Re aggiunse [...]
[...] piglia, specialmente ai giorni nostri. E gli tenne un gran discorso paterno, buono e fortificante; poi, dopo una pausa: — Glielo dirà non è vero, a [...]
[...] suo padre che le ho parlato così? In quest'aggiunta c'è intero Vittorio Emanuele. Quella sera a Cogne, l'amico nostro ci raccontava ogni [...]
[...] . L'avventura andò poi a finire così: Per ringraziare la Sua Maestà del grazioso dono, la nostra brigata si raccolse a consiglio e deliberò di mandare al [...]
[...] campo un gran foglio, illustrato a modo di pergamena gotica, dove il Teja disegnò il ritratto di ognuno di noi, e io postillai ogni ritratto con [...]
[...] due versi dichiarativi. Il Re ne fu contentissimo e ci mandò ad invitare tutti a pranzo per il giovedì venturo, tempo permettendolo. Ma dopo due [...]
[...] Teja ed il Pittara, i quali giunsero a Valsavaranche più morti che vivi. Il Teja raccontò questa sua visita nel Pasquino ed il Pittara ne ricavò [...]
[...] stampati, furono inzeppate, ingentilite, ammodernate, moralizzate e tirate a forme simmetriche. Dal popolo passarono ai libri; da questi per via [...]
[...] giovani menano le vacche a pascolare nei castelli diroccati, scovano le nidiate fra le merlature, si baciano nei vani delle finestre, si calano per [...]
[...] padroni 285 di alcuni castelli disabitati od inabitabili dovettero rifarne la porta e sbarrarla e acciecare le finestre a pian terreno, perchè a [...]
[...] notte chiusa proprio nell'ora degli spettri, saliva gente del paese a far man bassa su quel pochissimo durato in piedi, a rubare i colonnini [...]
[...] avessero generato storie fantastiche di geni amici o avversi all'uomo; ma durai fatica a farmi intendere e passai, credo, per insensato. Nemmeno [...]
[...] pratico più affinato che altri. A chi raccontasse loro con garbo qualche storiaccia inverosimile darebbero forse, o almeno non negherebbero fede [...]
[...] venne fatto di trovarla: leggende e tradizioni inedite, ben inteso, perchè delle altre ce n'è a migliaia, ma oramai neanche a raccoglierle dalla [...]
[...] fonte popolare non si trovano sincere e per tondarle e mondarle occorrerebbe un lunghissimo studio comparativo. Una volta stavo a Fenis in Val [...]
[...] . Ecco la storia. Non molti anni addietro, sulla strada che sale a Fenis di qua dal ponte, c'era un vecchio uomo che faceva giorno e notte la [...]
[...] guardia ad un grosso serpe. Il serpe non dava fastidio ad anima viva, stava tutto il giorno a crogiolarsi al sole sul muricciolo che fiancheggia ]a [...]
[...] al rispetto delle genti. Un giorno ero salito al villaggio d'Ussel dirimpetto a Châtillon, e visitata la rocca, sonnecchiavo nell'ora calda, sulla [...]
[...] voce, che ne rimasi colpito. Mi scusai alla meglio ed egli allora, sedutomi vicino, cominciò a ragionare degli animali, che bisogna rispettarli [...]
[...] versanti della Val Tournanche: uno cinge la costa del monte verso Aosta; l'altro piega verso Ivrea. Il primo menava le acque a Nus, il secondo al [...]
[...] villaggio di Saint-Vincent. — Vedete, — mi disse il vecchio — quel ruscello là in alto? (Chiamava ruisseaux gli acquedotti ed accennava a quello [...]
[...] che volge verso 290 Nus). Quel ruscello doveva portare l'acqua di una fonte saluberrima a molti paesi della vallata. Occorsero a costruirlo [...]
[...] molte opere costose e difficili: bisognò in parecchi luoghi forare il monte, in altri appoggiare muraglie a pareti liscie e precipitose di macigno [...]
[...] , portava i maggiori pesi, durava le maggiori fatiche, non dava pace a nessuno, tanto aveva a cuore il compimento dell'opera. Erano già superati i [...]
[...] nel nuovo letto, gli operai che ne seguivano il corso videro una biscia nera e sottile precedere l'acqua come a mostrarle il cammino. Un [...]
[...] altri 291 paesi del Piemonte, i villani credono (non so se a torto od a ragione) che le anguille aiutino a tenere sgombre le vie occulte delle [...]
[...] sicuro. Dall'anguilla al serpe, presso i villani, poco ci corre, e non è a stupire se una volta attribuito il potere di rintracciare le [...]
[...] desistere, quando le donne proposero di volgere in messe a pro delle anime loro, tutto il filato dell'inverno. E fila, e fila, gli uomini tutto il [...]
[...] quale fu dato a custodire ad un savio e pio uomo, dei maggiori del paese. Ma costui era un birbo mascherato da santo. Come l'acqua fu messa nel [...]
[...] bellissimo tipo di leggenda. Vissuto in citta, i pittori accademici lo avrebbero tirato a mille esemplari di santi e patriarchi; lassù faceva [...]
[...] lo spaccalegna, mestiere caro a molti riputati stregoni e negromanti. Era alto, ben fatto, portava una zazzera unta e liscia, un moncone di [...]
[...] , delle vere e proprie burrasche. A volte, in seguito a troppo rapidi mutamenti di fisonomia, le vibrazioni si intralciavano come fanno i cerchi [...]
[...] non ristavo di fissarla; ma egli era certo avvezzo a passare per fenomeno vivente, perchè la mia maraviglia non lo marivigliò punto, si lasciò [...]
[...] guardare e riguardare senza averne imbarazzo, nè vergognoso nè superbo della propria singolarità. 294 Parlava a sentenze, in torso misurato, ma [...]
[...] che andava a mano a mano accendendosi. Aveva una voce bassa ma limpidissima e vibrante, e raccontava con molta evidenza, mettendo nei punti [...]
[...] del maggiore interesse certe soste ansiose piene di mistero. Durante il racconto, vigilava cogli occhi, se gli prestavo fede. A un certo punto [...]
[...] queste parole con un riso così sdegnoso, le profferì con accento di tale superiorità, mi guardò con tanta commiserazione, che mi affrettai a [...]
[...] evidente; i fatti che narrava gli risultavano forse da troppo sicura testimonianza, perchè potesse temere a lungo che altri ne dubitasse. Quando gli [...]
[...] quali miracoli gli saranno attribuiti, che potenza verrà via via acquistando il suo nome! A mano a mano che la sua lunga carcassa andrà [...]
[...] disfacendosi sotterra, la sua memoria ingrosserà fra i viventi; egli vivrà una seconda vita, impensata, inattesa, piena di vicende strane, una vita a [...]
[...] rovescio della reale, che si farà sempre più vigorosa invecchiando. Quel paese che forse non lo elesse nemmeno a consigliere comunale, tremerà [...]
[...] di lui, invocherà nei supremi pericoli la sua memoria, lo collocherà a mezza altezza sulla scala degli esseri sovrumani, fra i 296 santi ed il [...]
[...] domando. E seguitava a guardare me ed il taccuino, coll'aria di un uomo pentito d'avere attaccato discorso, nè mi valsero i ragionamenti coi [...]
[...] l'estate, la terra tutta calda di vita germinativa la respinge; i fiocchi radi e leggieri svolazzano a lungo per l'aria aggirati dal vento e [...]
[...] sfiorato appena il sommo delle erbe, si squagliano e svaniscono, come le monachine quando vanno a letto. Tuttavia la gente del luogo li guarda con [...]
[...] trasfigura la terra e di giardino la rimuta in deserto. Mancano a quelle alture le cangianti trasparenze primaverili e i languori autunnali; la [...]
[...] giornata della partenza è festosa. Il popolo migrante serpeggia a frotte per le chine, si nasconde nei seni, riappare sulle spianate, prima la [...]
[...] da principio d'ogni parte della montagna, finchè vanno i diversi accordi ingrossando in uno solo a mano a mano che le frotte diverse si [...]
[...] ; la media annua della temperatura vi è inferiore a quella del formidabile Capo Nord, vi sono frequenti gli inverni di nove mesi, durante i quali [...]
[...] il termometro oltrepassa spesso i 30 gradi R. sotto lo zero. La neve non vi scende a falde fuorchè in estate; l'inverno è un tempestare [...]
[...] scientifiche, governo della casa, ispezione dei valichi. Nessuno, sia pur magro fatterello della giornata, passa inosservato a quei solitari. I [...]
[...] quegli animi più che non facciano di noi le grosse vicende della politica o della borsa. Dove sono in quattro a tavola, si discorre. Quella gente [...]
[...] , cosicchè al primo giungere dell'estate egli dura fatica a discorrere. Là non convento, non regola, non confratelli e non novizi. L'ospizio appartiene [...]
[...] scientifico. Venne giovanissimo a reggere l'ospizio e non volle più dipartirsene, malgrado le vistose offerte che gli rinnova spesso il vescovo 305 [...]
[...] magrissimo stipendio, del quale non camperebbe a Roma lo spazzino di un ministero. Durante alcuni anni, salì l'inverno all'Ospizio uno strano tipo di [...]
[...] vecchio cospiratore e vi rimase un mesetto a legarvi libri e giornali. Era un piemontese, già guardia doganale, poi nel 1831 congiurato [...]
[...] repubblicano e come tale condannato a morte e costretto a fuggire di patria. In esilio, imparò l'arte del legatore, ma o difetto di metodo o di costanza [...]
[...] repubblicana. Il nostro prete andò a stanarlo in qualche buco di vallata dove l'inverno le strade hanno un metro di neve, e vistolo affamato e [...]
[...] pare le raccontasse a tratti vigorosi ed efficaci. Il prete, troppo colto per compiacersi di conversare coi domestici, trovava in lui un [...]
[...] andato a morire in qualche stalla giù nelle valli Savoiarde, fra gente ignota, o forse sul margine stesso della strada al cadere di una notte [...]
[...] rifugio mi aveva colto la neve e il cantoniere voleva persuadermi a passarvi come che sia la notte, minacciandomi se partivo, Dio sa che pericoli. Ma [...]
[...] le fanno traditrici. Dopo mezz'ora ero seriamente pentito, ma tardi; benchè non fossi che a un terzo di cammino (tanto la neve mi contrastava il [...]
[...] procacciò forse a quel villaggio il nome rablesiano che non si merita. Dopo cena passammo nel suo studiolo e seduti tutti due a cavallo della stufa [...]
[...] cominciammo a discorrere. Seguitava a nevicare serrato e dalle gole savoiarde soffiava un vento feroce che rompeva ululando alla casa e [...]
[...] invernali. A volte si odono degli a-solo che farino raccapricciare: sibili lunghi e trillati e gemiti che sembrano di moribondi s'innalzano sulla [...]
[...] averne le traveggole. Mentre discorreva, lo vedevo tendere l'orecchio come a suoni lontani, poi scattò in piedi e disse: — Che diavolo succede [...]
[...] mostruosamente grande che si avvicinasse lentamente, a cui rispondeva un non so quale allegro accordo di suoni metallici che stringeva il cuore d'angoscia [...]
[...] , vengono dalla fiera; hanno voluto passare a dispetto del tempo, quei muli di Savoiardi! Modesto, aprite le stalle e spalancate bene la porta [...]
[...] che non s'ammazzino a cornate nella furia d'entrare; lumi, lumi, lumi all'uscio della stalla, e voi Giacomo al fieno, aspettate che ci vengo [...]
[...] nella neve e fummo alle stalle ed al fienile, donde a grandi bracciate levammo quanto foraggio capivano le mangiatoie. Bisognava fornirle prima [...]
[...] che capitasse la mandra che poi nella confusione non c'era verso, e spicciarsi a battersela, che le povere bestie spaventate ed affamate non ci [...]
[...] cogliessero sul loro passaggio, che ne andava forse della vita. Dio sa come sarebbero entrate a precipizio là dentro! Oh, non entrarono a [...]
[...] precipizio povere bestione 312 moribonde. A dugento passi dalla casa, malgrado il vento ed il frastuono, le si sentivano soffiare per la immane fatica [...]
[...] che facevano a rompere col petto la muraglia di neve che le contrastava. Perchè erano venute man mano affondandosi e le zampe toccavano il suolo [...]
[...] intanto ne venivano, ne venivano serrate le une sulle altre, a cinque a sei di fronte, ammantellate di neve, grondanti acqua e sudore, pazienti [...]
[...] giunte. Le prime s'erano avviate alla stalla e già vi riposavano, ma la stalla poteva capirne una trentina, facciamo quaranta a pigiarle, e già [...]
[...] 313 innanzi l'Ospizio? Il prete diceva un dugento a dir poco e ne dovevano giungere almeno altrettante. Che farne? Dove metterle? Già [...]
[...] cominciavano a tempestare; quelle che stavano vicino alla stalla e odoravano il fieno non volevano saperne di tirare innanzi, e l'onda crescente [...]
[...] spingeva quelle di mezzo. Si sentiva lo scalpitìo disordinato che fanno le vacche quando si saltano addosso, e a certi larghi aperti improvvisamente [...]
[...] coperto erano assalite a colpi di cornate furiose e dalla stalla chiusa usciva un rombo sordo di muggiti, indizio di terribili massacri. E poi [...]
[...] , singhiozzando, tutti ad una volta con gesti larghi e rapidi che contrastavano colla pesantezza montanara. Ma il Rettore era impotente a [...]
[...] soccorrerli, non c'era posto, non c'era posto, la volevano capire che non c'era posto a pagarlo tesori? E allora quei forsennati si facevano minacciosi [...]
[...] : 314 erano cinquecento capi di bestiame, cinquecento, ha inteso, Rettore, e s'avranno a perdere tutti, mentre l'Ospizio è vuoto? — Eh [...]
[...] lasciava fare che non c'era altro verso di quetarli. Legata una giovine giovenca ad una grossa fune si diedero a tirarla ed a spingerla su per la [...]
[...] costrinse a rincasare e a rifocillarsi nel tinello; la stufa di pietra biancheggiava arroventata e fu scodellata la cena. Intanto la mandra [...]
[...] dall'istinto, andarono dopo sei o sette ore di cammino, a picchiare agli usci delle stalle savoiarde; altre giunte alle basse regioni dove non [...]
[...] Chiusella. Invisibile, perchè le case sparse lungo la valle sono così discoste l'una dall'altra che a nessuno viene in mente di raccoglierle alla [...]
[...] immerso nello studio, il pappagallo, gli diceva imperiosamente: — Provost 'ndoma a deurme? - (Prevosto andiamo a dormire?) e il padrone obbediva [...]
[...] aveva serbato fino allora per sè solo, godendosi la dimestichezza di fare a nomignoli colla montagna; ma venutogli il destro di registrarlo e di [...]
[...] mole ossuta del Monte Bianco, che scende per dorsi e gradi in Savoia e piomba a picco in questa primissima valle d'Italia. Le cime che da Chamonix [...]
[...] all'asse del monte che le sbarra, cosicchè di questo non appare a chi le risale se non lo spazio compreso fra le due chine che le fiancheggiano [...]
[...] adoperate a significarne gli accidenti: e, come l'Alpe si chiama Graja dalla voce celtica Grau (grigio biancastro) e la catena che vi s'allaccia verso [...]
[...] Graja) si capisce come i Romani affacciandosi la prima volta a questo robustissimo nodo alpino e vedendo già domata dall'uomo la selvatichezza [...]
[...] , scavati un giorno a caso in qualche gola alpina, non faranno testimonianza del vero. La cosa non assolutamente impossibile, nè improbabile, perchè [...]
[...] dovunque, sta il fatto dell'agevole strada e la affermazione di L. Celio, il quale, a soli cinque anni dalla discesa di Annibale, scrive che [...]
[...] schiere Puniche, i cavalieri Numidi e le nuove moli degli elefanti. E, ad Annibale, se vi passò, e a Cesare, il quale vi passò di certo, apparve [...]
[...] primavere, le nevi di cento inverni, non valsero, non che a colmare, a far meno profondi i fossatelli incisi intorno quelle fragili dimore di [...]
[...] Mentone. A mille anni d'intervallo, la previdenza civile di Roma e la pietà religiosa di un monaco, riuscirono qui all'opera istessa: all'Ospizio [...]
[...] seppellisce intera, poi la rende intatta al sole. Seguendo la leggenda, più Dei eterni le diedero nome e morirono. Dal culto di Penn passò a quello di [...]
[...] a quali altri simboli è destinata, chissà in che diverse lingue sarà chiamata, nelle quali rintracceranno i curiosi gli elementi delle nostre [...]
[...] Bernardo. Vi correva la grande strada militare, che da Milano, metteva a Vienna nel Delfinato. Vi passò Gondicaro a capo dei Burgundi; vi passò forse [...]
[...] solo, povero ed esule, Adalberto, figlio virtuoso (se non gli fu attribuito a virtù il non essere salito al trono) del turbolento Berengario [...]
[...] , dalla quale mosse a snidarli nel 942, re Ugo di Provenza, e certo che essi tennero il passo che congiungeva le due Provincie, e, se Bernardo [...]
[...] Piccolo San Bernardo 328 ebbe normali abitatori, se non che ne venne a poco a poco scemando il numero, sicchè la casa eretta per convento, finì [...]
[...] consueta, le fastose e gioconde cavalcate dei Conti di Savoia che si recavano in gran pompa di Ciamberì in Aosta a tenervi le corti di giustizia [...]
[...] nobiltà della valle, radunata a fargli omaggio. Se giungeva per altra via, non gli era dovuto alcun solenne ricevimento. Quella era la via [...]
[...] giudiziaria, e a quella sola i signori Valdostani concedevano la totale rinunzia delle proprie forze. Nel 1600, Carlo Emanuele I guidò per l'Alpe [...]
[...] comandato dal marchese De la Huguette, scese per quel valico in Valle d'Aosta, arse quanti villaggi trovò per strada, devastò e pose a sacco [...]
[...] , raggiungono a Bard il Vendome, occupano tutti i castelli, tengono per due anni la valle sotto il retto ma doloroso governo del marchese di Kercado, e [...]
[...] pochi soldati, sbarrarono loro il passo. 331 Il luogo è tale da non potersi a forza superare senza grandissima strage; il Mouroy, fallitogli il [...]
[...] delle bufere, o lo stagnare delle gelide nebbie invernali; tende di tela o baracche di assi mal connesse, erano tetto e casa a soldati mal [...]
[...] il campo, il duca di Monferrato vi traeva seco un seguito di cinquanta domestici, due dei quali specialmente destinati a preparare il caffè [...]
[...] della Sua Altezza Reale. Qui finisce la triste storia del Piccolo San Bernardo. Il frequente scorrazzare di eserciti nostrani e stranieri fu a [...]
[...] ; le sorti delle guerre non si decidevano fra queste gole selvaggie: nessuno di questi luoghi ebbe il gramo compenso di dar nome a giornate [...]
[...] nell'Alpe la grande fortezza italica, e forse, quando un nuovo esercito straniero salisse a tentarlo, il valico sarebbe ora, per la prima volta [...]
[...] agiati, anzi non hanno di villaggio che il nome e il campanile, tanto le case si sparpagliano qua e là volte a quel poco sole di cui tutte [...]
[...] vogliono la sua parte. Il centro, la parrocchia, raccoglie appena intorno a sè tre o quattro fuochi: quello del parroco, la casa comunale, la scuola [...]
[...] pastorizi (chiamati Meire, Grangie o Alpi); ma a 337 questi salgono per lo più i mandriani della pianura e non vi soggiornano che i tre mesi [...]
[...] rivestita la parete, un piano che faccia da tavolino e rialzarlo senza che ne appaia la mostra, si lambiccano il cervello a perfezionare le [...]
[...] morsette di legno destinate ad assicurare contro il vento i panni sciorinati al sole, o a trovare un nuovo congegno per l'aspo o una nuova zangola [...]
[...] il pericolo diventa consuetudinario, l'uomo industrioso ne scampa o se ne giova; il solco squarciato dalla valanga serve l'estate a guidare in [...]
[...] basso le abbattute d'alberi. Ma questa placida zona che pare una Tempe ha poco spessore. A un tratto, la valle, in luogo di rompersi in branche e [...]
[...] ultimi pini e le prime querce e i primi noci. E via la valle precipita a rigiri rapidi e brevi, sempre serrata e sempre echeggiante per le acque [...]
[...] sbattute, e via la strada si sviluppa, tagliata quasi sempre a mezza costa, dominante dall'alto il torrente, attraversante gruppi di case cui [...]
[...] , la gora si apre al largo dove a mala pena capisce un borguccio tutto pigiato intorno la chiesa, vi pare di affacciarvi al gran padre Oceano e di [...]
[...] perduto la crudezza micidiale di poc'anzi. Anche miserrimo, qui l'uomo può durare in uno stato che somiglia la vita e questo basta a tanti infelici i [...]
[...] inospiti che si credono disabitati. La chiesa valligiana serve per lo più a una ventina di villaggetti aggrappati a sporgenze rocciose quasi [...]
[...] impercettibili, sospesi a mezza costa 342 con un abisso sul capo ed uno ai piedi, terribilmente pittoreschi, dei quali l'estate nasconde il miserrimo [...]
[...] dell'abitato. Tutto ciò che attesta la vita umana era scomparso o si era 344 trasformato, l'uomo sembrava così estraneo a quella terra verginale [...]
[...] ; anzi le parole linea e colore applicate a quello che io vidi e ripenso mi sembrano dure e povere: non era una linea quella che la montagna [...]
[...] diffuso, eguale, misto di bianco, di rosa e di trasparenze azzurrine che saliva dalla terra e si diffondeva per l'aria. Ho tardato a scrivere [...]
[...] ; è quasi passato un anno e richiamandolo in mente lo rivedo tal quale e ne riprovo la stessa maraviglia, mista a non so quale sgomento come di [...]
[...] fatto soprannaturale. Era una bella giornata di Febbraio. Andavo da Pont Canavese a Ronco in Val Soana, dove mi avevano detto essere caduta la più [...]
[...] la strada che da una borgatella vicina mette a quel capo-luogo ne era stata interrotta per qualche centinaio di metri e vi si era sovrapposta una [...]
[...] una mezz'ora di cammino, se n'era improvvisamente scostato di quattro o cinque ore disagevoli e pericolose. Partii da Pont sul mezzogiorno, a [...]
[...] piedi ben inteso, contando di giungere a Ronco verso le cinque e di pernottarvi. La Val Soana, da Pont dove la Soana si getta nell'Orco, corre fino [...]
[...] a Ronco per una stretta profondissima e là si allarga diramandosi in due branche, detta una Val di Forzo e l'altra Val Prato. Da Pont fino [...]
[...] quasi a Ronco, i fianchi ripidissimi delle montagne intercettano alla strada la vista delle punte scoscese dove la neve non regge. Tutto quanto [...]
[...] e allora erano guanciali morbidissimi che sembravano dover cedere al minimo peso. La Soana così rumorosa e spumeggiante trascinava a stento [...]
[...] sotto quella spessa crosta le acque invisibili e silenziose. La neve indurita a cristalli sfavillava al sole come un corpo metallico; pareva che [...]
[...] sovrastassi al suolo; ora correva sulla terra nuda fra due muri di neve alti come la mia persona e tanto stretti da costringermi spesso a passare di [...]
[...] ed io lo scavalcai. In certi luoghi i muri salivano d'un tratto fino a tre o quattro metri d'altezza e l'andito si oscurava sinistramente: il [...]
[...] apparivano sezioni d'alberi che un uomo non avrebbe abbracciato. A volte la spaccatura cadeva nel punto preciso dove era seguito lo schianto, il [...]
[...] imaginativa, creavo a me stesso visioni di una realtà ingannatrice, passavo d'una in altra rapidamente, m'internavo in ognuna di esse fino a [...]
[...] fatiche senza stanchezza. Ma quella esaltazione era deliziosa oltre ogni dire, e ancora mi godo a rammentarla benchè me ne sfuggano gli elementi [...]
[...] . Il tetto delle case a valle copre due terzi della strada ed è a sua volta mezzo coperto dal tetto delle case a monte, sicchè la strada non [...]
[...] l'estate i soli giorni che durano i lavori ed i raccolti nelle terre circostanti, servono l'inverno a deposito di fieno, foglie, legnami ed attrezzi [...]
[...] agricoli. La loro estrema bassezza li fa parere inginocchiati e l'oscurità della via li impicciolisce ancora, sicchè fanno pensare a gente [...]
[...] rannicchiata che ci viva carponi. Sembrano balocchi di giganti o tane di pigmei, a nessuno viene in mente che siano destinati alla razza umana. Tale [...]
[...] nella viuzza dormente 350 era un tepore di stalla, come vi soffiasse l'alito di un gregge invisibile. Uscito dal]a lucentezza brunita e fredda [...]
[...] ! Avevo da un'ora oltrepassato i tuguri e non potevo levarmela dagli orecchi. Chi ha la mala abitudine di scrivere la notte, conosce certo a prova il [...]
[...] queste cose, sento di non bastare a rendere anche lontanamente l'effetto di quelle strane e continue allucinazioni. Chi non vide lo spettacolo [...]
[...] , chi conosce, chi immagina con giustezza lo squallore di certe invernate alpine? Le maggiori nevicate da Firenze in giù, anche a giudicarne [...]
[...] misura a centimetri. La sua bianchezza è più immacolata, più lucente, più metallica, non c'è potenza germinativa che vinca e dissodi ls sua compagine [...]
[...] profili non sono più quelli. E quella immensa pace bianca a chi conosce la montagna racconta un convulso disordine di cose. Sotto quei [...]
[...] 354 grandi sconvolgimenti delle cose c'è un'esuberanza di vita. L'uomo è trascinato a combattere e soccombe lottando, il pericolo determinato [...]
[...] attira a sè tutte le facoltà della mente; tutte le attività vitali sono intese a superarlo; non c'è tempo nè modo di abbandonarsi e di disperare [...]
[...] più allontanandosi e staccandosi da voi e vi assale uno stanco tedio della vita e un anelare incosciente a quella pace che vi circonda e vi [...]
[...] . E mille dubbi minacciosi si affacciano ingrossandosi a vicenda. Se si aprisse il suolo, se smottasse il monte, se vi travolgesse la valanga, se [...]
[...] vi assiderasse il freddo, se smarriste la strada, se, se, se, quanti ne può mettere la mente sviata, che fare? dove cercare aiuto? a che [...]
[...] morta di ogni cosa. Vi pare che la notte fitta farebbe dileguare quei fantasimi. Come tarda a giungere la piena notte! il sole è sotto da gran [...]
[...] tempo, a quest'ora già al piano è buio pesto, perchè non qui? La piena notte è già venuta, e di più non raffittisce, il cielo è nerissimo, ma [...]
[...] . Camminavo da cinque ore, e la mattina di quel giorno istesso avevo già fatto, pure a piedi, tre altre ore di strada per visitare in Val di [...]
[...] Ribordone una borgatella seppellita intera dalla valanga. A Ronco 356 c'è un albergo: ero sicuro di trovarci buon pranzo e discreto alloggio; ma appena [...]
[...] valle silenziosa e spettrale. Giunsi a Pont verso le nove di sera, presi tosto una carrozza e non ebbi pace finchè non ebbi veduto da Cuorgnè il [...]
[...] LA BIONDINA ROMANZO DI MARCO PRAGA MILANO FRATELLI TREVES, EDITORI 1910 I Il sole entrava dall'ampio finestrone a inondare di luce lo [...]
[...] spazio racchiuso dall'angolo a destra del finestrone, dove era un divano; e due poltroncine di tela russa con un'alta bordatura di azzurro [...]
[...] fissata da borchiette d'oro: e, steso dinanzi ad essi, un rosso tappeto a fiorami oscuri; e, sulla parete, a coprire il bianco della muraglia, una stoffa [...]
[...] non ricco ma civettuolo, introdottosi quasi furtivo in quel tempio severo del lavoro, era Adelina che l'aveva voluto, che l'aveva imposto a suo marito [...]
[...] porticina dello studio, ch'era all'angolo opposto a quello da lei trasformato, lo chiamò: — James! James! corri, adesso, vieni, vieni presto. — Oh! il [...]
[...] . — Chi? — Un'amica mia di collegio; non la conosci, tu. Già, non ne conosci nessuna, — aggiunse, ridendo sempre. Poi fattasi seria, a un tratto: — Sei [...]
[...] se vengo a farti una visitina. Almeno avrai il mio ritratto dinanzi agli occhi. Credevo ti dovesse far piacere! Invece!... — Sì, tanto piacere [...]
[...] , e s'era rimesso al lavoro. Allora, Adelina, quel giorno, s'era accoccolata sul divano, ed era rimasta più a lungo. Ah! così! Adesso, quando [...]
[...] verrò a trovarti qui, avrò un cantuccio simpatico dove mettermi, avrò un sedile decente sul quale non arrischierò di rovinarmi le vesti come sulle tue [...]
[...] sedie di paglia inzuppate di acidi. Sei contento? Ma anche a questo ò dovuto pensar io. Sei un orso, tu! E poi, via, quando vien qui qualche [...]
[...] persona per bene, potrai riceverla a modo. Un orrore, proprio un orrore: tu eri capace di far sedere sul trespolo un commendatore, o di tenere in piedi un [...]
[...] deputato, per mancanza di sedili. Ma la tua mogliettina pensa a tutto. Nevvero? Anzi, sai che cosa ò pensato, adesso che 4 c'è il salottino, qui [...]
[...] ? Io verrò ogni giorno, porterò con me il mio lavoro ed un libro, e rimarrò a lungo, a tenerti compagnia. Eh? — Ti annoierai, piccina. — E quando [...]
[...] . E Adelina, nei primi tre anni di matrimonio, s'era acconciata facilmente a questa vita. Tutto il giorno era libera: l'officina lontana, fuori [...]
[...] dazio; e poiché aveva sposato l'inglese (glie ne avevano parlato chiamandolo così, la prima volta) senza amore, per convenienza, perchè disperava, a [...]
[...] 24 anni, di trovare di meglio, non si crucciava di questa gran libertà che suo marito era obbligato a concederle: anzi, forse, ne gioiva e se ne [...]
[...] valeva. Ma da un anno, un gran cambiamento s'era fatto in lei. Quasi ogni giorno, essa veniva a trovarlo in istudio. Saliva in tram in piazza del [...]
[...] Duomo, e scendeva al dazio. Poi aveva ancora buon tratto di strada a percorrere, sino alla gran porta di un lungo fabbricato di mattoni rossicci, sulla [...]
[...] quale ad alte lettere nere, era scritto: «Società internazionale dei tramway a vapore». Era una società inglese che aveva costrutto ed esercitava [...]
[...] molte linee di tram nell'Alta Italia, e aveva la sua sede principale a Milano, e quivi il suo direttore tecnico, James Burton. Un valore [...]
[...] d'industria, avrebbe debellato in modo assoluto il sistema della trazione a vapore e a cavalli, e avrebbe fatta la fortuna di lui. Così, egli rubava al sonno [...]
[...] nato a Glasgow. Papà Burton, commerciante, aveva allevato i suoi cinque maschi con idee pratiche e sane seguendone le attitudini ed avviandoli alla [...]
[...] carriera a ciascuno più adatta. «Soltanto. — aveva detto loro — badate che non sono ricco, che non ò nessuna probabilità di diventarlo; la vita costa [...]
[...] , e pensare a voi stessi. Quindi, se è possibile, sceglietevi una professione nella quale si guadagni presto, senza un troppo lungo tirocinio [...]
[...] razza; aveva subito ispirato delle vivissime simpatie. Gli era capitata la fortuna, sin dai primordi del suo soggiorno a Milano, di trovar l'amicizia [...]
[...] : la moglie, una vecchietta miserina di persona e d'intelletto, intontita nell'agiatezza che le era nata d'attorno a poco a poco, durante vent'anni [...]
[...] maschi erano a capo degli affari e dirigevano la fabbrica: il marito della figlia maggiore, anche lui, già commesso nell'azienda, era adesso il [...]
[...] Consiglio d'amministrazione, di ricevere all'arrivo il nuovo direttore, lo aveva subito, lo stesso giorno, invitato a pranzo. E come il giovanotto [...]
[...] , calmo, ma un po' stupito, un po' impacciato nella novità del paese e delle persone, si schermiva: — Ecco: siamo in diciotto a tavola, ogni giorno — gli [...]
[...] dire una parola di francese e quell'italiano spropositato che conosceva non avrebbe servito a nulla: non aveva fatto, quindi, che una sequela [...]
[...] Bourget e del Maupassant. Tutti avevano avuta una parola gentile, una espressione forse un poco volgare ma piena di cordialità. A tavola, il vecchio [...]
[...] , s'era convinto di essere capitato tra gente buona ed onesta. Dinanzi a lui stavano sedute le mamme, la figlia maggiore di Galli e le due nuore: e [...]
[...] nonno li voleva tutti a tavola, anch'essi, non appena dal latte della balia passavano alla pappa. I bambini avevano 6 avuto un momento di vergogna [...]
[...] , di stupore attento e scrutatore negli occhi fissi sul nuovo commensale. Poi s'erano fatti coraggio, a poco a poco, incoraggiandosi l'un l'altro [...]
[...] permetteva, e delle quali anzi gioiva e si gloriava. James l'aveva di contro a sè quella fila allegra di puppattoli rosei e biondi: li guardava [...]
[...] , sorridendo; e anch'essi, i bimbi, avevano cooperato a infondergli coraggio, a metterlo a suo agio, a renderlo contento, a dargli mille speranze liete [...]
[...] di telegrafare a casa sua. E aveva telegrafato: «Sto bene. Gli italiani sono brava gente». L'Adelina l'aveva conosciuta nella casa dei Galli [...]
[...] . — Potrei condurle in società — diceva sovente a Giacomo che aveva preso a suo confidente e al quale questo discorso lo faceva volontieri. — Potrei condurle [...]
[...] a teatro, al Corso; sono belline: ànno fama di possedere quattro soldi; un marito glie lo troverei facilmente. Ma mi ripugna l'idea di un marito [...]
[...] volte, a quest'ora. Ogni tanto mia moglie à un gran discorso da farmi: «Sai? la tale mi à proposto il tale. Sai? la tale mi à parlato di un bravo [...]
[...] sono due le ragazze, che abbiano voglia di lavorare. E se anche non ànno sostanza e un lavoro avviato, niente paura. Qui a fabbricar saponi e candele [...]
[...] ; osservo con chi ballano di preferenza, spio le confidenze che si fanno tra loro. Se, una volta o l'altra arrivo a coglierle in fallo, vale a dire che [...]
[...] buon bicchiere di barolo. Questo discorso, con poche varianti, il vecchio Galli l'aveva fatto per tutto il carnevale, a Giacomo, regolarmente [...]
[...] del discorso l'avrebbe ripetuta a lui, a Giacomo: — La vuoi? Ti piace? Sei un bravo ragazzo. Pigliala! — Soltanto, gli avrebbe chiesto quale delle [...]
[...] due volesse: l'una o l'altra, per lui sarebbe indifferente: a scelta; e centomila lire di dote. Ma Giacomo Burton non guardava nessuna delle due [...]
[...] : — L'inglese ti guarda. — Sì, ma non si decide! — aveva replicata Adelina, ridendo. Perchè Giacomo non si era indotto a ballare, neppure con lei, e le aveva [...]
[...] ! — aveva detto Clara, l'ultimo sabato del carnovale. — Perchè no! Vuoi che provi? Tu sta a vedere, e ci divertiremo. E aveva attesa la «poule des dames [...]
[...] », un ballo fatto apposta per le dichiarazioni della femmina al maschio, dichiarazioni a rovescia, negative, ma forse più espressive, se non più [...]
[...] . La signora non lo fa a bella posta, per dirgli tacitamente, o per fargli credere: — ò paura d'invitarti. Arrossirei, mi tradirei. Al vecchio Galli [...]
[...] questa innovazione della «poule des dames», a tutta prima, era dispiaciuta: non l'avrebbe voluta in casa sua: a' suoi tempi non si usava; e gli [...]
[...] pareva immorale. Poi, ripensandoci, aveva trovato che potrebbe servire a meraviglia al suo scopo quello di rivelargli le simpatie delle figliole. E [...]
[...] aveva finito per essere lui, ogni sera, l'organizzatore del ballo. A una cert'ora, se ancora non si era fatto, girava di crocchio in crocchio, o si [...]
[...] vedetta, e stava ad osservare, a notare accuratamente chi erano i ballerini scelti da Clara e Virginia. Ma, l'ingenuo, non aveva mai scoperto nulla: anzi [...]
[...] se veniva a delle conclusioni, erano sbagliate certamente. Adelina, quella sera, aveva attesa la «poule des dames». E, subito, era corsa dinanzi a [...]
[...] mesi aveva imparato, a forza di studio e di pratica coi suoi impiegati e cogli operai, a parlare abbastanza spedito, e non l'italiano soltanto ma [...]
[...] , s'era indugiata vicino a Giacomo, a lungo, nel vano della finestra, dov'egli, ritto, cogli occhi fissi su di lei, rispondendo poche parole, a tono [...]
[...] basso, come era suo costume, si era lasciato trascinare, suo malgrado, a dirle delle cose gentili, con voce un poco commossa, — Ma io la trattengo [...]
[...] . Il buon vecchio s'era mostrato contrariato in volto dalle parole di Giacomo. Però questi, a tutta prima, non ci aveva fatto caso. In quella [...]
[...] avrebbe continuato per un pezzo. Ma James, fattosi serio, lo aveva interrotto: — E voi, signor Galli, la ricevete in casa vostra? 9 La domanda, a [...]
[...] bruciapelo, aveva sconcertato un poco il buon vecchio. Infatti, perchè la riceveva a casa sua? Perchè, se aveva così poca fiducia nei sentimenti, nei [...]
[...] principî di Adelina, aveva permesso che diventasse l'amica intima delle sue figliole? — Ecco, caro il mio Burton — aveva ripreso a dire il vecchio [...]
[...] , dopo un momento di esitazione — a questo mondo bisogna essere molto rigidi verso sè stessi, e molto indulgenti verso gli altri. Se si volesse [...]
[...] cominciai a dare queste festicciole, mia figlia espresse il desiderio di avervi la sua amica. Come rifiutare questo invito? Con che scusa? Potevo dirle [...]
[...] leggiera, allevata senza giusti principî, abituata a menar vita da ricchi, senza indagare, — o sapendolo, che sarebbe peggio, — da che parte vengano i [...]
[...] tanto più il bisogno qui, dove vivo solo e senza parenti. La signorina Olivieri mi piace e spero di non dispiacere a lei. Quello che mi avete detto del [...]
[...] conquistato questo alito caldo di vita, che spira dalla donna italiana, questa festività, questa confidente affettuosità che venivano a circondarlo nella [...]
[...] egli aveva previste, in quella misura e con quella continuità che bastavano a dargli il benessere dello spirito e del cuore. Nella sua officina, nel [...]
[...] suo grande laboratorio, egli passava l'intera giornata, dimenticandovisi. Rincasando, alle sette, trovava sua moglie a riceverlo e la tavola [...]
[...] eleganza da Adelina, che aveva un gran merito per Giacomo, insieme a tutti gli altri: di essere un'eccellente massaia. Con un nonnulla essa rendeva [...]
[...] elegante e, talvolta, nei particolari, persino ricca la casa, e sè stessa. Quattromila lire era quanto Giacomo poteva darle per provvedere a tutto [...]
[...] fantesca. La zia abitava a due passi, e aveva sempre qualcuno la sera. Oppure essa portava la nipote a teatro, al Manzoni o al Filodrammatico. A [...]
[...] mi facessero un gran favore a ricevermi. Non ci sono andata più, e non ci andrò più. Scusa, ò ragione? — concluse, buttandogli le braccia al collo [...]
[...] perchè non ci dovevano essere misteri tra lui e sua moglie, non ci dovevano essere punti oscuri nella loro vita. A patto di una completa confidenza [...]
[...] quel poco che era necessario a causa della carica che occupava, e non più. — Senti — aveva concluso lei — mi convinco ogni giorno più che al mondo ci [...]
[...] colore. Mi convinco ogni giorno più che la vera felicità, il vero benessere, non lo si trova che nella propria casetta. Qui, noi due.... Oh! a [...]
[...] ! eh! mio caro, se ne vedono e se ne imparano tante! Ed anzi, credo che sia bene: servono a metterci in guardia e ad evitare il male, anche solo le [...]
[...] , e non se ne addoloravano, nè lui, nè Adelina. Certamente, essi non potevano, a questo proposito, nutrir dei rimorsi. Era, anzi questa una delle [...]
[...] circostanze che avevano valso a infondere in Giacomo una illimitata fiducia per sua moglie: lo slancio, l'entusiasmo con cui essa si dava. E, senza [...]
[...] nè avrebbe immaginato si potessero dire da donna a uomo o da uomo a donna), pure il sovrano e completo e non mai stanco abbandono dei sensi ch'egli [...]
[...] , dal primo giorno, senza interruzione aveva trovato in lei, gli avevano data la lusinga e, a poco a poco, la convinzione d'essere amato da Adelina [...]
[...] Giacomo, togliendosi ogni mattino dalla sua casa per recarsi all'officina, fiero, soddisfatto, percorreva la via respirando a pieni polmoni, e si [...]
[...] la tranquillità dello spirito; e, in fondo, forse più essa, che non tutta le doti e le virtù che aveva riconosciute a sua moglie. Da un anno in qua [...]
[...] , poi, un maggiore attaccamento, una maggiore tenerezza essa gli prodigava. Ora Adelina aveva preso l'abitudine di venir quasi ogni giorno a trovarlo [...]
[...] sdraiata, a tenergli compagnia, a vederlo lavorare. — Mi sono stancata di girar tanto pei salotti delle amiche — gli aveva detto. — In fondo in fondo, non [...]
[...] ; se è bel tempo, se non fa troppo caldo o troppo freddo, vengo a piedi.... Ti vedo, ti dò un bacio, e me ne vado contenta di averti veduto a [...]
[...] ; era stata molto disgraziata nel suo matrimonio; aveva dovuto dividersi presto dal marito, un poco di buono. L'aveva presentata a Giacomo dicendogli [...]
[...] . — Spesso l'invitava a pranzo — era sola, essa — e la sera l'accompagnava a casa e rimaneva qualche ora con lei. Oramai, da un anno, non trattava [...]
[...] che, vari mesi addietro, questa non avea potuto rifiutarsi di accompagnare l'amica a Napoli dove era stata obbligata a recarsi per assistere una [...]
[...] trovare, arrivando laggiù, una morta. Adelina aveva chiesto a Giacomo il permesso di partire: e questi l'aveva accordato, non senza rammarico. Ed era [...]
[...] rimasta assente due mesi, poichè tanto si era prolungata la grave malattia della sorella di Bianca. Tuttavia James, non ebbe a rammaricarsi di tale [...]
[...] accrescersi della loro intimità, questo semplificarsi delle abitudini di lei, gli avevano causato una intensa soddisfazione. E ne aveva dato merito a Bianca [...]
[...] a Londra della Banca Dumenville e C. di Parigi. Nei frequenti viaggi che il principale faceva alla capitale inglese, John gli aveva parlato di [...]
[...] , si era interessato a quei discorsi. L'esperimentata serietà e bravura in affari di John gli erano di garanzia e lo avevano favorevolmente prevenuto [...]
[...] dimentichiamo mai l'orgoglio di razza. Ma per il naturale attaccamento che vi debbo, signore, io potrò indurre mio fratello a far sì che voi, insieme con dei [...]
[...] capitalisti inglesi, abbiate a concorrere all'affare che, se la scoperta si compie, avrà dei risultamenti meravigliosi». Oscar Dumenville aveva [...]
[...] , più che promesso, chiesto il permesso al suo procuratore di Londra, di fermarsi a Milano, in uno dei suoi frequenti viaggi in Italia, e di parlare a [...]
[...] troppo, e senza rivelare il proprio segreto a Dumenville, autorizzarlo a fare le prime pratiche a Londra per la costituzione di una società che [...]
[...] fornisse i capitali per le prove definitive e mandasse in Italia degli ingegneri a controllare e a verificarne i risultamenti. Oppure, se ciò fosse [...]
[...] conveniente, James avrebbe chiesto un congedo alla Società dei Trams e si sarebbe recato a Londra per il periodo necessario a quelle esperienze [...]
[...] . Adelina, vedendolo uscire, quel mattino, più di buon'ora, glie ne chiese il perché. Ma egli lo tacque. Voleva, con una improvvisata, rivelare a sua [...]
[...] moglie il grande avvenimento quando fosse una cosa compiuta. E uscì, e camminò lesto, allegro, e si mise a lavorare di lena. Aprì le ampie vetrate [...]
[...] grondaie era un cinguettare allegro di rondini ritornate il giorno innanzi come annunziatrici della lieta novella. Tutto sorrideva dinanzi a lui. Ed [...]
[...] un'idea, ma confortato da una grande speranza. Ricordava il suo primo arrivo a Milano, e la conoscenza fatta col buon Galli, e il suo primo [...]
[...] caro, legato a lui indissolubilmente. Non aveva lavorato più, soltanto, per la ricchezza e per la gloria; aveva lavorato per la felicità della sua [...]
[...] donna, per dedicare a lei, a lei sola ormai, la ricchezza e la gloria. Per questo, forse, era riuscito; per questo, certo, era riuscito più presto [...]
[...] , come era arrivato in Italia. E la conquista era fatta, e l'annuncio festoso da darsi era pronto. A chi darla? Al mondo, alla folla, nella volgarità [...]
[...] , soltanto, in cui si fosse trattato di piangere; allora avrebbe preferita sua madre. Egli era ben certo che, quella sera, non sarebbe uscito a passeggio [...]
[...] se la figurava gaja e felice, mentre lavorava intento, in attesa del banchiere. L'entusiasmo lo invadeva poco a poco. L'arrivo di Dumenville non [...]
[...] che un nuovo compagno veniva adesso a tenergli compagnia, a prestargli ajuto se ne abbisognasse. Perchè dubitare ancora? Perchè frenare più oltre [...]
[...] la gioia? Perchè non dar la grande notizia, almeno a lei, a lei sola, che ne avrebbe tanto gioito, che l'aspettava da quattro anni, che aveva [...]
[...] diritto di riceverla poichè era stata la sua buona fata ispiratrice? Perchè? No, no, quel giorno, rincasando, direbbe tutto a sua moglie. Le ore [...]
[...] , e avrebbe scelto una bella toletta, ricca, di moda, un poco civettuola, come le amava Adelina. E l'avrebbe recata a casa lui stesso in una [...]
[...] miracoli di pazienza, di bravura e di buon gusto, per riuscire ad essere sempre elegante, sempre distinta a malgrado dei pochi mezzi di cui poteva [...]
[...] disporre. Sagrifici e miracoli certo a lui sconosciuti. Ora, ora soltanto ci ripensava, ora soltanto apprezzava questa grande qualità di sua [...]
[...] moglie! Aveva mai chiesto, lui, come Adelina riuscisse a tanto? Con cento lire sapeva procurarsi una veste che non valeva, certo, ma che figurava per [...]
[...] che veniva a lavorare a giornata, e che essa aiutava e dirigeva. E sembrava, poi, abbigliata, da una sarta di Parigi. Che ne sapeva lui, di quei [...]
[...] sagrificio e quella bravura. 15 Era dunque finita, adesso! Povera e cara Adelina, avrebbe fatto a meno, d'ora innanzi, di almanaccare su un abito frusto [...]
[...] per rimetterlo a nuovo. Avrebbe potuto evitare, d'ora innanzi, di stancare gli occhi e di pungersi le dita. Andasse dalla Ventura, dalla Magugliani [...]
[...] invidia, senza desiderio. Sarebbe andata da chi voleva: egli avrebbe pensato soltanto a riempirle il borsellino. E la casa? Lei ricamava per lunghe ore [...]
[...] che andava a scoprire per pochi soldi chissà come e chissà dove. Ogni tanto egli trovava qualcosa di nuovo, — — Oh? Che? Come ài fatto? — E lei [...]
[...] , ridendo; — Io! — Sempre lei, che pensava e provvedeva a tutto, senza chiedere un soldo di più. E la cucina? — Poveretta, non usciva, spesso, il [...]
[...] mattino per tempo, per andar con la serva a far le compere? Ed ecco come si spiegavano i lussi, i veri lussi del suo desco. Ma ci aveva mai pensato [...]
[...] , biondo, alto, nerboruto. Vestiva il doppio petto nero, dei calzoni bigi. Portava le scarpe a vernice, e i guanti bianchi colle cuciture ricamate in [...]
[...] nero. In una mano aveva il cappello a cilindro caratteristico di tutti i francesi, coll'ampia tesa diritta. Probabilmente aveva lasciato il soprabito [...]
[...] rendersene conto, Giacomo aveva subìta una sgradevole impressione dal 16 fatto che il barone gli aveva rivolto la parola in francese, mentre a lui [...]
[...] , e che poteva essere errata, bastavano a mettergli in cuore tutto un cumulo di dubbi e di timori. Chissà? stupidaggini, paure da bimbi! Ma perchè [...]
[...] in inglese, Giacomo dubitava adesso che quello non sarebbe l'uomo che gli abbisognava.... E pazienza questo: ma cominciava a dubitare che la prima [...]
[...] , giovialmente, a voce alta, con parola calda e immaginosa; mentre gli parlava di John suo fratello; della sua patria; del desiderio vivissimo che da [...]
[...] preda ad un pensiero fisso, penoso, ingiustificabile forse, ma altrettanto invincibile. Aveva trascinata l'altra poltroncina di contro a quella sulla [...]
[...] credesse necessario di metterlo a suo agio. E Giacomo si preoccupava del momento in cui avrebbe dovuto prendere la parola, e rispondergli. Era una [...]
[...] fanciullaggine, certo, una stupida preoccupazione che nulla giustificava. Ma sentiva che non riuscirebbe a vincerla: che una mano di ferro gli [...]
[...] avrebbe chiusa la bocca, o permesso a mala pena di balbettare. Dumenville parlava ancora, quando si udì socchiudersi la porticina del vasto laboratorio, e [...]
[...] riaprì la porta, rimanendo a guardare curioso al di fuori. Giacomo, senza rendersi esatto conto del sentimento — se di curiosità o di vanità — che [...]
[...] aveva spinto il barone a quell'atto, si alzò anche lui e, calmo, si diresse all'uscita. Stava per dire: — «Badate, è mia moglie, perdonate se è [...]
[...] fuggita, ma è così vergognosa....» — quando Dumenville si rivolse a lui, e, con un grido di allegro sbalordimento, esclamò: — La mia biondina! Giacomo [...]
[...] sentì mancare. Si appoggiò colle due mani ad una delle grandi tavole da disegno, sorreggendosi a stento. Dumenville era uscito sulla soglia, e [...]
[...] due passi fuori, nella corte, cercò ancora. Inutilmente. Allora rientrò. E porgendo le due mani a Giacomo, e trascinandolo ancora verso il divano [...]
[...] piccola avventura della quale non ò che a gloriarmi; ma infine.... Giacomo allora ebbe un impeto di rabbia feroce. Fu lì lì per afferrare al collo il [...]
[...] aspettavo nessuna visita, e che non conosco nessuna bionda a Milano. — Tanto meglio, allora! — rispose Dumenville. Poi, ancora in tono dimesso: — Vi prego [...]
[...] momento di tregua, di respirare un po' d'aria. Poi avrebbe ascoltato il resto. Ah! sì, l'avrebbe obbligato a parlare, a dir tutto. Oh! ma non ci sarebbe [...]
[...] . Eppure!... Possibile?... non si era ingannato? Che bestia! Presto fatto a saperlo. Si fregò gli occhi colle dita, lungamente, come per abituarli [...]
[...] alla luce del sole. Si ricompose, respirò due o tre volte a pieni polmoni come per immagazzinare della calma insieme coll'aria pura di quella tiepida [...]
[...] giornata d'aprile, e sì diresse al piccolo fabbricato della portineria. — Gasparino, — chiamò a bassa voce. Gasparino si fece avanti. — È stata [...]
[...] necessario, indispensabile. Saper tutto. E lo saprebbe. — Eccomi a voi, barone, colla viva curiosità di udire l'avventura che à rallegrato il vostro [...]
[...] arrivo a Milano. — Se vi dico, non ne vale la pena. — No, scusate. Parliamoci franco. Non mi aspettavo nessuna donna qui. E una donna è venuta. Non [...]
[...] cadere, forse, nelle mani di una sirena che viene a cercarvi fin qui, nel vostro santuario.... Io debbo mettervi in guardia... — E gli batteva [...]
[...] previsto, una mezz'ora prima, incontrandosi per la prima volta. — A proposito, e fin che mi ricordo riprese il barone — oggi pranzate con me, non è [...]
[...] , vi racconterò la storiella a pranzo — No, vi prego — disse Giacomo mettendogli una mano sulla spalla, confidenzialmente. — Levatemi la curiosità [...]
[...] Dumenville gli porgeva. — Non so se voi sappiate che io alloggio al «Grand Hôtel des Etrangers» in via Manzoni. Non è la prima volta che scendo a [...]
[...] l'avventura: un'avventura che capita, del resto io suppongo, a tutti i forestieri di alto bordo.... Ed ò la fortuna o la disgrazia di essere [...]
[...] gentleman a cameriere — va a finire che César vi offre i suoi servigi.... in tutto quello che può. Io, di solito, mentre termino la mia toilette, parlo [...]
[...] di sottintesi: — E se il signor barone non sapesse oggi come far passare un paio d'ore.... Io, pratico della cosa, capii a volo, e risposi: — Sì: ma [...]
[...] portafogli, dicendo: — Naturalmente! Conosco e so distinguere le persone. — Poi soggiunse: — Il signor barone si trattiene molti giorni a Milano? La [...]
[...] necessario, acciocchè non abbia a lamentarsi dei miei servigi. — Sta bene. E lo congedai. Di prezzo, naturalmente (questo ve lo dico — aggiunse [...]
[...] capito dopo la ragione della domanda di César: «Il signor barone si trattiene molto a Milano?» e mi trovai contento di aver risposto «due giorni al [...]
[...] parlino dell'avventura a qualcuno della città e dieno i connotati...: nessun timore insomma di essere compromesse. E si.... conoscono, così, delle donnine [...]
[...] , durante le nostre.... trattative, che chiamandola «la Biondina». Perchè il nome, naturalmente, non si viene a sapere.... Ma non è quello che [...]
[...] , cui premeva assicurarsi di ben altro, e presto: perchè sentiva che non avrebbe resistito a lungo. — Vi basti questo particolare, — disse il [...]
[...] banchiere: — Essa conserva i ritratti delle sue clienti in tre cartelle. La prima, a un visitatore presentato con una busta chiusa di César, non la mostra [...]
[...] specialmente a chi non abbia l'aria di possedere un borsellino discretamente fornito, non l'aprirebbe. Però a un forestiero del genere mio comincia da quella [...]
[...] quelle tali che vogliono far conoscenza soltanto coi forestieri dei grandi hótels, che si trattengono poche ore a Milano. Oh! Dio! —aggiunse con aria [...]
[...] di lasciarsi mistificare un pochino. Ed è certo, ad ogni modo, che a qualche abitatore della città, se potesse ficcar gli occhi in quella cartella [...]
[...] occhi si fanno imbambolati per lo stupore (voi uomo di lavoro non le supponevate possibili queste cose) vi posso accertare che a Parigi, come a Londra [...]
[...] , come a Berlino, come a Roma, come a Milano, casi di questo genere non bastano le dita delle mani a contarli. — E voi avete scelto la biondina [...]
[...] di guerra), potrebbe averci ripensato stanotte, ed essere venuta a più pratico consiglio. Giacomo fece un ultimo sforzo, sovrumano, per resistere [...]
[...] , scrive a un indirizzo convenuto. Mi à detto così. Non mi interessava poi di indagare di più. Cioè: non mi interessava jeri; oggi, ve lo confesso [...]
[...] tardi e.... senza concludere nulla. Voi mi obbligherete — aggiunse ridendo — a trattenermi un giorno di più a Milano. E si volse per raccogliere il [...]
[...] è mia moglie! Ma la tensione dei nervi e dello spirito era stata troppo lunga. E cadde a terra, svenuto. Il giorno appresso scendeva dall'omnibus [...]
[...] forestieri scrisse il suo nome: Marchese C. A. di Morecambe, Inghilterra. Chiese una camera e un salotto. Gli furono assegnati i n. 17 e 18 al primo piano [...]
[...] . Così, James Burton iniziava la sua inchiesta e preparava la sua vendetta. 22 II. Lo svenimento era durato a lungo. Dumenville non aveva osato [...]
[...] chiamare al soccorso per timore che James, colle prime parole ritornando in sè, o in una crisi che gli fosse sopravvenuta, rivelasse a qualcun altro [...]
[...] catena d'argento che lo circondava alla vita, sotto il panciotto, e della quale i due capi andavano a cadere nelle tasche dei pantaloni. Tutto ciò [...]
[...] aveva fatto senza affrettarsi troppo. Il prolungarsi dello svenimento non poteva avere nessuna conseguenza grave, e serviva, invece, a lui, per [...]
[...] rimettersi, per ripensare a quanto era avvenuto di terribile e di strano, per considerare la propria bizzarra situazione in quel momento, e per decidere [...]
[...] lucroso affare, lui, il cacciatore di denari!), non avesse mai intrapreso quel viaggio in Italia, nè pensato mai a far la conoscenza di Burton [...]
[...] non sapeva bene, esattamente, quanti milioni possedesse, ma ne avrebbe immolato uno, certamente, per trovarsi a mille miglia lontano. Giacomo [...]
[...] , raccapezzando le idee. In fine Dumenville, comprendendo che toccava a lui di parlare, e senza saper bene che avrebbe detto, aveva cominciato: — Signor Burton [...]
[...] , aveva continuato, a voce bassa: — Mia moglie.... una cortigiana!... E, dopo una piccola pausa, amaramente, mentre una lagrima gli spuntava sulle [...]
[...] per togliersi a delle meditazioni troppo angosciose, quasi impaziente di effettuare il disegno, di mettere in attuazione il programma, che già [...]
[...] — in un attimo — si era prefisso. Ma bisognava togliere di mezzo il barone. E, fissandolo in volto, avea ripreso a dire: — Voi vorrete sapere [...]
[...] , di non parlare a nessuno di tutto ciò.... Sì, lo so, è un giuramento inutile che chiedo a un gentiluomo come voi. Ma perdonatemi.... e non [...]
[...] barone per un paio di giorni, quanti gli basterebbero a compiere l'affare. — Ò la carrozza fuori; se vi può servire.... — aveva detto Dumenville [...]
[...] , stupito di quella calma e di quella freddezza, ma lieto, insieme, malgrado tutto, di cavarsi d'impaccio a così buon mercato, e desideroso di togliersi [...]
[...] da quel luogo nel quale gli era capitata la più strana avventura della sua vita. — Grazie. Voi certamente andate all'Hôtel. Io mi reco a Porta [...]
[...] avuto cura di indicargli il suo indirizzo a Roma, per ogni evenienza: Hôtel Bristol. Giacomo, rimasto solo, aspettò che la carrozza del banchiere [...]
[...] fosse lontana, poi prese il cappello e il soprabito, ed uscì. A Gasparino, che lo salutava alla porta, disse: 24 — Badate che per tre giorni non [...]
[...] , rivolgersi al signor Galli. Percorse a grandi passi l'ampia via suburbana che conduce al dazio, e quivi salì in una vettura dando l'indirizzo di [...]
[...] , senza la possibilità di negare. Se arrivato a casa, adesso, avesse affrontata Adelina, e le avesse detto: — So tutto.... — Ah! ah! lei! sarebbe [...]
[...] si era comportata bene ai suoi occhi, come lo aveva ingannato, lui, che non era uno scemo! Sino a jeri, avrebbe dubitato di sè stesso, non di lei [...]
[...] la testimonianza di Dumenville: ebbene: Adelina sarebbe capace di affrontare il barone e di dirgli, a fronte alta, senza arrossire: «Voi mentite [...]
[...] che neppure la Bianchi sapesse chi era la sua cliente. Si dànno queste cose, a Parigi, a Londra, a Milano. Lo aveva detto Dumenville, e se ne [...]
[...] a suo marito. Entrata nello studio, vi aveva scorto un forestiero, uno sconosciuto.... Avrebbe disturbato.... Pardon! Ed era scappata via. Non era [...]
[...] quali circostanze era precipitata così, sino a diventare una di quelle che si pagano? Perchè la era diventata: aveva sposato una vergine, lui. Il [...]
[...] supposto e temuto che il banchiere a sua volta avesse riconosciuta lei. Poi, c'era il suo ritratto in istudio che Dumenville avrebbe potuto osservare [...]
[...] ? O aveva, almeno, preparata la sua difesa? La troverebbe a casa? E in che condizioni la troverebbe?... E dato che ve la trovasse, e che tradisse [...]
[...] così bene, così naturalmente, con tanta calma, da toglierle ogni dubbio, ogni sospetto, in modo che avesse a cadere poi nella trappola che le [...]
[...] .... Un'altra difficile prova stava dunque per subire, più difficile di quanto non avesse pensato a tutta prima, quando gli era balenato alla mente il suo [...]
[...] , prepotente! Poter sputare in faccia, finalmente, a colui che ci à offeso tante volte, impunito; potere, per improvviso mutamento di forze, ribellarsi a chi [...]
[...] ci à martoriato e torturato a lungo senza possibilità di rivolta; poter conficcare un pugnale nel petto a chi vi à tenuto per tanto tempo un piede [...]
[...] sul collo. Dio, che gioia! Oh! se la troverebbe la calma! E poi, non sarebbe che lo sforzo di un'ora. Avrebbe annunziata a sua moglie una [...]
[...] quell'annuncio: con naturalezza, con affettuosità.... Allora, a un tratto, ricordò quel che aveva pensano il mattino. Sporse la testa della portiera e [...]
[...] chiamò il cocchiere: — Di'! Vai sul Corso, e fermati alla bottega del Ventura; sai, quella gran bottega nuova, prima di arrivare a San Pietro [...]
[...] all'Orto. Ah! ah! che idea! E nella soddisfazione di vedersi così calmo, così presente a sè stesso, così previdente; nella gioia furibonda colla quale [...]
[...] propria sventura. Aveva più che trecento lire in tasca, una mesata di stipendio incassata al mattino, e che avrebbe dovuto dare a sua moglie la sera [...]
[...] stessa; lui, poveretto, non si teneva un centesimo, non aveva mai bisogno di nulla. Scese da Ventura. Comperò una bizzarra toilette di primavera a [...]
[...] ragazza alta, bruna, dagli occhi furbi, aveva finito per sorridere in cuor suo, pensando di trovarsi dinanzi a un innamorato che faceva, un sagrificio [...]
[...] carrozza. E via, colla gran scátola di cartone a cassetta. Ma se non la trovasse, l'Adelina, in casa? Se, paurosa che Giacomo sapesse già tutto, fosse [...]
[...] fuggita? Ebbene, manderebbe Carolina, la fantesca, a chiamarla, o ne anderebbe in cerca lui stesso. Saprebbe dove trovarla: dalla zia, o dalla Bianca [...]
[...] provvederebbe a tutto. Ma che il suo disegno si effettuasse! Il cavalluccio sfiancato trotterellava verso via Principe Umberto. Adelina aspettava, in casa, più [...]
[...] a partire per un viaggetto di piacere: ma aveva parlato pochissimo di sè stesso: quel tanto che gli era sembrato utile a ispirare fiducia; e le [...]
[...] preso. Negare. Negare tutto, accanitamente, insistentemente, in faccia a Giacomo, in faccia al francese. Negare i fatti, le circostanze. Negare persino [...]
[...] , rivelarsi a lui, Niniche, la moglie di Burton. Ma non sarebbe meglio, adesso, essere in balìa del francese che non di suo marito? La verità saputa dal [...]
[...] biondo d'ieri.... ebbene? Una disgrazia, sì, ma non una disgrazia senza rimedio, come sarebbe se la verità fosse nota a Giacomo. Dio! l'incertezza [...]
[...] imparerebbe a memoria.... Ma no, invece, non poteva neppur prepararsi: non sapeva, non poteva immaginare che fosse veramente avvenuto. L'aveva riconosciuta [...]
[...] , quello scettico conquistatore di donne a suon di marenghi? Ebbene, sia pure: ma vedendola entrare là dentro, non gli era passato per la testa che [...]
[...] dovuto sembrare stranamente bizzarra a quell'uomo. Di passaggio a Milano, per due giorni (n'era ben certa, la Bianchi non l'aveva ingannata mai!), s'era [...]
[...] incontrato due volte nella stessa donna e in condizioni così diverse. La sua sorpresa doveva essere stata enorme. Era riuscito a dominarla? Aveva [...]
[...] , dall'immaginare chi era l'uomo col quale parlava, non si era lasciato trascinare a delle confidenze per averne altre in cambio, d'interessanti?... Oh! come [...]
[...] impedivano di accettare le sue offerte, di seguirlo nel suo viaggio in Italia, e poi forse a Parigi, dove le aveva lasciato intravvedere una vita color di [...]
[...] ? non vuoi proprio? non vuoi proprio? non vuoi neppure che ti riveda domani, prima che io parta? assolutamente? a qualunque.... prezzo?... Ebbene [...]
[...] campanello elettrico le diede un sussulto. Non poteva essere che Giacomo. Chi verrebbe a quell'ora, fuorchè lui? Però, di solito, non giungeva che alla [...]
[...] seguisse subito, il francese le direbbe che era successo.... e lei prometterebbe tutto, salvo a non mantener nulla.... E quando giungesse suo marito [...]
[...] è? — susurrò Adelina senza muoversi. — Il signore. À mandato su il portinaio con questa scatola per lei. Passava il padrone di casa e si è fermato a [...]
[...] prese, febbrilmente, e lo lesse. Era una carta da visita di suo marito, e v'era scritto a lapis: «Alla mia cara Adelina, per annunciarle la nostra [...]
[...] accaduto, nulla? non aveva saputo nulla? La sua mente non riusciva ancora a concretare nettamente un pensiero: era ancora, nella sua testa, un [...]
[...] . — Ringraziami dunque. — Sì.... ma non capisco. — Ora ti dirò tutto. Poi volgendosi a Carolina, — Bisogna togliere subito dal solaio il baule e [...]
[...] alle 7.55, pel Gottardo. E a Carolina, ancora: — Presto, presto. Preparate il baule; poi verrò io. — E non pranzi, prima? — No, pranzo al buffet [...]
[...] mani di lei, e sollevò per un lembo la veste posata sul letto: — Nevvero? — Ma dunque? — chiese Adelina che cominciava a rassicurarsi e che la [...]
[...] a lavarsi. Da quando era uscito dalla sua fabbrica, con passo franco, calmo, deciso, non aveva più avuto un momento di titubanza, nè di paura [...]
[...] incontro, doveva parlare, raccontare. Avrebbe cercato di rimanere il meno possibile dinanzi a sua moglie, per non esigere troppo dalle proprie forze. E [...]
[...] cominciò la sua toletta: era del tempo guadagnato, e ciò gli permetteva di parlare a sbalzi, senza guardare Adelina. Così, mentre s'insaponava le [...]
[...] bambina, sempre. Ài vista una persona che non conoscevi, e via, come fosse il diavolo. Se tu fossi entrata, ti avrei presentata: a quel signore, il [...]
[...] sistema provato stamane: tutto va a perfezione. Adelina tacque. Non era quella che le premeva di più, la scoperta scientifica di suo marito: ma un'altra [...]
[...] obbligato a partire stasera per Ginevra. Approfitto della circostanza, e parto con lui. Adesso Giacomo toglieva una camicia dal cassettone, e introduceva [...]
[...] ò detto: se tu fossi entrata, ti avrai presentata al barone. Una simpaticissima persona. Egli era intento a parlare quando tu sei venuta. Udì, come [...]
[...] davvero! Salva? Tutto un altro cumulo di idee le venne d'un tratto a turbinar nella testa. Dumenville in rapporti con suo marito! Per tutta la vita [...]
[...] ? Come spiegargli...? Niniche, la moglie di Burton? No, no, no. Non voleva pensare a codesto, adesso. C'era tempo a pensarci. Stasera, intanto, quel [...]
[...] marito, che si curvava per abbottonarsi le scarpe; e gli stampò un grosso bacio sulla nuca. Giacomo fremette. Poi, si mise a salterellar per la [...]
[...] labbra, senza preoccuparsi troppo, però, di quello che aveva detto, perchè saprebbe rimediare (aveva rimediato a ben altro), non insistette. — Ebbene [...]
[...] , lo provo ugualmente. Era, in sottana, senza busto, bellissima. La camicia fine di tela, a fiorellini azzurri, scollata, cadente sulle spalle [...]
[...] nude, e, rudemente, la respinse. — Ahi! mi fai male. Giacomo si riprese subito. E si mise a ridere. — Ecco come si fa colle bambine viziate. Colle [...]
[...] , susurrò: — Due minuti.... Giacomo tornò a ridere, forte, nervosamente, e scese alla volgarità, ubbriacandosi per trovar la forza di vincere la [...]
[...] in ferrovia bisogna coprirsi: chissà che freddo sul Gottardo. Lui rispondeva a monosillabi. Lasciava fare. Quasi, ci prendeva gusto a quella commedia [...]
[...] , canzonami, forse, in cuor tuo, fino a domani, fino a doman l'altro al più tardi. E vienci al convegno, sai? Vienci! Perchè può darsi che la butti in [...]
[...] proprio la volta che si tratta, di venderti a me.... se non me la dài questa soddisfazione, ah! perdio! ti abbranco qui in casa e ti faccio a pezzettini [...]
[...] del tuo itinerario, perchè sappia dove debbo dirigere le lettere.... Oh! a proposito: sono senza quattrini.... — Dirò al Galli che te ne mandi [...]
[...] spalle, Adelina aveva salutato suo marito, freddamente, imbronciata, senza chiedergli un bacio. — Sai, me la lego a un dito. E alludeva, cogli occhi [...]
[...] susurrava: — Cattivo! cattivo! torna indietro subito.... E, sottovoce: — Un bacino, cattivone! Ma, Giacomo avea scesi i gradini quattro a quattro [...]
[...] , era salito in vettura, e s'era fatto portare dal Galli. Il Galli pranzava. Lo fece chiamare in anticamera. — Oh! che buon vento? A quest'ora [...]
[...] biglietto per Como. Dieci minuti dopo partiva; e il giorno appresso, a mezzodì, arrivava a Milano il marchese di Morecambe. La notte, a Como, all'Hótel [...]
[...] disegno che andava studiando in tutti i particolari, ed il timore di non vederlo compiuto. A Como, prima di partire, aveva fatto un acquisto: una [...]
[...] un'intiera bottiglia di piccolo bordeaux. In camera era venuta, dapprima, una cameriera, poi un cameriere. A questi aveva chiesto: — Siete César, voi [...]
[...] «Cercle de la Rue Vivienne» mi à parlato di voi, giovinotto. Si discorreva di viaggi, l'altra sera. E mi disse a Milano scendete all'«Hótel des [...]
[...] interesso alle pinacoteche. 33 — Il signor marchese potrà impiegar bene il pomeriggio d'oggi, e benissimo quello di domani, se si trattiene a [...]
[...] Milano. — Non so. Tutt'al più sino a domani sera. Ricordava la raccomandazione di Dumenville. E aggiunse, con viva curiosità: — E perchè non «benissimo [...]
[...] cameriere di una grande locanda. — Il signor marchese vuol fare da sè la propria scelta, o si affida a me? — No, no, sceglierò io. — E aggiunse [...]
[...] busta che César gli consegnò dopo averci messo un cartoncino sul quale aveva scritte poche parole, a lapis. César fece un inchino e stava per [...]
[...] serviva di lui — la bella occasione! — per ricordare il proprio credito. Quale? Quello che si riferiva a Dumenville, evidentemente. Gli spettava [...]
[...] la provvigione? Ma perbacco: Dumenville aveva pagato 500 lire. La mediazione alla Bianchi, la provvigione a César — (si chiamava Filippo, quel César [...]
[...] : via Speronari 53. Finora, ogni cosa camminava a dovere. Giacomo ormai non aveva altra preoccupazione: riuscire. Che si trattava di una sconcia [...]
[...] commedia la quale avrebbe potuto tramutarsi in un dramma terribile; che si trattava di lui, di sua moglie, sua moglie, una cortigiana che andava a [...]
[...] fallita. Il vecchio Sinigallia, l'antiquario del primo piano, lo trovava quasi sempre come perito o come banditore quando si recava a dar la caccia a [...]
[...] fama e di una gran fiducia, tra le clienti vecchie e nuove, e le giovani sartine che si raccomandavano a lei per averne lavoro. Così, era un [...]
[...] consolazione sul seno della portinaia: — A chi lo dite?! una santa donna, ecco. Non ci fosse il paradiso, bisognerebbe inventarlo per mettercela lei [...]
[...] immaginarselo, perchè ci venivano. — E su questo, a dir la verità, era meglio chiudere un occhio, — osservava la portinaia: — ma, dopo tutto [...]
[...] , quando il bene è fatto a fin di bene, nessuno à diritto di metterci il naso. Poi, la signora Zaira aveva un'altra virtù. E non ne faceva mistero, perchè [...]
[...] andate a chiederlo alle imbroglione, che vi daranno i filtri e le diavolerie. Ma non serviranno a niente. Io vi dirò invece se quello che amate vi [...]
[...] scrupolo d'onestà — che ce l'indovini sempre neppur io. Alle volte si presentano certe combinazioni di carte che a leggervi giusto ci vorrebbe [...]
[...] — a causa del bene che faceva e, anche più, di quella carrozze stemmate che si fermavano alla porta. Perchè alla Bianchi occorreva, appunto, di [...]
[...] , che le servivano perfettamente a giustificare l'andirivieni di tante persone d'ogni età, d'ogni ceto e d'ogni sesso. E ci teneva alla sua [...]
[...] commerci, soleva dire, e i gusti variano quante sono le persone. Fior di signoroni, talvolta, preferiscono una birichina di sedici anni colle vesti a [...]
[...] rimpannucciate la Bianchi! Quante, per merito suo, erano salite di grado, poco a poco, passando dalla cartella n. 1 alla cartella n. 2, e, qualche volta [...]
[...] riusciti mai. «Già — era il suo assioma — a 'sto mondo è tutta quistione di denaro. Venisse Rothschild domani da me, e mi dicesse: «Credito aperto [...]
[...] , quando occorreva. Allora, bene inteso, tanto di mediazione e tanto d'affitto. «Perchè l'indoratore (il padrone di colà) a Pasqua e a San Michele [...]
[...] pretende la sua pigione». Jamès Burton, scese di carrozza, e chiese alla portinaia: — La signora Bianchi? — Secondo piano: la porta a destra. Salì [...]
[...] , così, come aveva immaginato in un attimo, ferocemente. La sua mente non s'era arrestata a pensare, a indagare, a vagliare. Ma adesso ripensava a tutto [...]
[...] , una di quelle, che si comperano a prezzo fisso, una di quelle che si posseggono il giorno stesso che se ne fa la conoscenza? Ma non era assurdo [...]
[...] , tutto ciò? Ma non c'era uno sbaglio di mezzo, provocato forse da una rassomiglianza strana, bizzarra, per quanto assoluta? A tutto questo non [...]
[...] accertarsene; e s'indugiava sui pianerottoli: temeva di perdere, lassù, l'ultima illusione. Correva, e poi si fermava. Doveva affrettarsi a conquistare la [...]
[...] felicità, a raggiungere la fine di un brutto, di un orribile sogno? O doveva indugiarsi, per ritardare, fosse pur d'un minuto, l'esecuzione di una [...]
[...] era stata una colpa, in lui, un delitto, di credere, ciecamente così, a quel fanfarone di Dumenville? Non avrebbe dovuto pigliarlo alla gola, e [...]
[...] rimaneva a tenergli compagnia. S'era comperato un pianoforte, trovando modo di pagarne il prezzo a piccole rate, come aveva fatto per la macchina a cucire [...]
[...] : e passava le ore a suonare, per divertirlo, per distrarlo. E, ogni giorno, quasi ogni giorno, da un anno, non veniva a vederlo in istudio, e non [...]
[...] ci rimaneva delle ore, con un libro in mano, o col ricamo, o senza far nulla, a guardarlo lavorare, sorridendogli? Egli conosceva dunque la vita di [...]
[...] ! Era assurdo! Giacomo s'era fermato, a mezza scala, reggendosi a stento, colle mani abbrancate alla ringhiera. Che azione da galera stava per [...]
[...] , nascondendo a tutti il lurido disegno che aveva concepito, e nell'attuazione del quale, per fortuna, era ancora in tempo a ritrarsi? Perchè? E ieri [...]
[...] l'unico difettuccio che aveva sempre riconosciuto in Adelina? Era dunque una cosa strana di vederla ridere, saltarellare, entusiasmarsi dinanzi a un [...]
[...] ricevere l'invito per un concerto o l'offerta di un palco a teatro? E lui, che non aveva mai saputo toccare quel lato debole del sentimento, che non [...]
[...] , sulla scala: «Me la lego a un dito, sai? — dovrai pregarmi in ginocchio!» Oh! se l'avrebbe pregata in ginocchio! Com'era dolce il pensare a tutto ciò [...]
[...] rodeva ancora, lo teneva inchiodato lì, non gli permetteva di rifare a precipizio le scale, di fuggire da quella casa maledetta? Non erano giuste [...]
[...] , ragionevoli, sensate, tutte le supposizioni fatte adesso, in un minuto? Non gli venivano a risultare chiaramente come assurde, tutte quelle fatte [...]
[...] alla comunione una volta al mese. Sarebbe dunque possibile che una donna così pia, così.... Avrebbe ricominciato a fantasticare, e a torturarsi nel [...]
[...] dubbio, se l'uscio non si fosse aperto. — Madama Bianchi? — chiese ad una ragazzona fiorente, un tipo volgare di contadinotta abbigliata a festa [...]
[...] sintomi della corruzione; inutilmente cercò di scoprirle i ferri del mestiere. Non una sola fotografia di donna. Una scarabattola a vetri [...]
[...] dalla bassa borghesia i confetti di sposa; c'era anche una piccola gondola nera di stagno, e un duomo di Milano in legno a traforo: c'era persino una [...]
[...] con un inchino e con un «monsieur» pronunciato male, ma pieno di grazia. A furia di trattare con dei forastieri, essa riusciva adesso a farsi [...]
[...] capire un poco in tutte le lingue, e specialmente in francese. E l'occhio molto avvezzo, a conoscere la gente, le rivelava subito, prima ancora che un [...]
[...] bon motif», una di quelle otto o dieci frasi caratteristiche che aveva imparate e che, pronunciate più o meno a proposito, le davano l'aria di una [...]
[...] accento, avrebbe voluto potersi truccare anche il viso, rendersi irriconoscibile persino a sè stesso, nello specchio che gli stava dinanzi, sul [...]
[...] venirgli dinanzi agli occhi non ci avesse travato il ritratto di Adelina — (perchè era ben deciso a veder tutto, fosse pure ricorrendo alla violenza!) — o [...]
[...] delle cose! Oh! come avrebbe pianto e implorato!... E tutta una vita di devozione, di adorazione, di rispetto, non avrebbe bastato a cancellar [...]
[...] quell'affronto, a farlo dimenticare a lei, buona e santa Adelina, a rigenerarlo, e a risollevarlo agli occhi di lei e di sè stesso! Sarebbe vissuto [...]
[...] conoscerla, mi à avvertito, pochi giorni or sono, a Parigi dove mi trovavo, che ella à diverse categorie.... La prego quindi.... — Ò già capito [...]
[...] scátola, come a custodire un tesoro, gli fissò in volto gli occhietti scrutatori. — Ma lei parla bene l'italiano. Viene spesso in Italia? — Una [...]
[...] . Allora capì che abbisognava un ultimo sforzo di volontà. Poichè era arrivato fin là, poichè non era più in tempo a ritrarsi, tanto valeva andar fino in [...]
[...] assicurare la Bianchi. — Sa.... l'italiano l'ò imparato un pochino perchè, vari anni or sono, ò dimorato qui per alcuni mesi. — A Milano? — No [...]
[...] .... a Roma e a Napoli.... Fu il mio viaggio di nozze. Ecco un'idea che gli era venuta, chiacchierando, e che gli era sembrata buona. — Ah! il signore [...]
[...] , subito, per ribattere il chiodo: — Anzi, tante volte sono stato in Italia, e non mi ero mai fermato neppure un giorno a Milano. Mi avevano detto che [...]
[...] seguitando a fumare: — Dunque, cara signora, l'amico mio mi à detto un mondo di bene di lei.... e di una certa biondina che ella conosce.... — Ah [...]
[...] qualcos'altro. La Biondina, sta bene ma ò dell'altra roba prelibata: chissà che a gusto suo, non possa trovare anche di meglio. E ad ogni modo — aggiunse [...]
[...] quando si dà uno strappo alla fedeltà coniugale, bisogna che valga la pena di darlo, quello strappo! 41 — Oh! a questo penso io, — disse la [...]
[...] subito e disse a sè stesso, ancora una volta: «Coraggio, siamo alla fine!» La vecchia, allora, mise da parte il primo plico, e levò dalla cassetta il [...]
[...] ancora la raffinatezza del godimento procurato; e questa la sapienza della donna vissuta, preferibile forse all'inesperienza nella giovinetta a [...]
[...] ritrosìa di una quasi verginità, «non osate e non chiedete troppo a Lucilla»; qualcuna, era chiamata, soltanto, una «buona figliola»: ma che poema di [...]
[...] d'abbonamento». Ma Giacomo non si entusiasmava punto. — Ò capito: non è il suo genere questo. A lei la molta roba non piace. Ò da dirgliela? L'approvo [...]
[...] dell'ammirazione. Come se le gambe fossero tutto!... Ebbene, ecco qui un generino di quelli che piacerebbero a me, io che, sarei per giurarlo, piacerà [...]
[...] anche a lei. To'! ricorda un poco la Biondina. Giacomo afferrò il ritratto, istintivamente, e lo fissò a, lungo. La Bianchi credette di scorgere in [...]
[...] , tal quale la vede, e giovane com'è, e tutta poesia come pare, ne insegna a me ed a lei. Chi ci va, ci ritorna. Giacomo ebbe un impeto di furore [...]
[...] possano, incontrandole, fermare per via, invitarle a cena, andarci in casa senza essere stati presentati prima. Ebbene s'inganna. Capirà, non è che mi [...]
[...] presento soltanto a chi non la comprometterebbe. E come l'Antonietta tutte le altre di questa cartella. Vede? Ai miei clienti milanesi, crede lei [...]
[...] quanti l'ànno avuta, a Milano? Neppur uno. E tutti la credono vergine. Ma à una mamma come dovrebbero averle tutte queste ragazze: una donna che à la [...]
[...] testa sulle spalle, e che ripete sempre a sua figlia: «Vedi? Sin che ti credono vergine, tutti ti stanno d'attorno, e ti fanno la corte, e ti [...]
[...] gli altri, e servitor suo. Denari ce ne vogliono, d'accordo, per tirar avanti la barca. Ma non ci sono soltanto i milanesi a questo mondo». Non le [...]
[...] bastano i denari per assaggiarla. Giacomo fremeva. E come la vecchia non accennava a smettere, la interruppe: — Insomma, vuol farmi andar via senza [...]
[...] : perchè uno è inutile che glie lo mostri. Il nodo del cordoncino era tanto stretto che non riusciva a scioglierlo. E intanto chiacchierava; quei [...]
[...] a cantare a Roma. La conservo qui perchè à promesso di tornare. — Senta, anche le altre — disse Burton — è inutile che me le mostri. Mi dia la [...]
[...] ?... — chiese la vecchia. — Carina! — disse Burton, con voce ferma, indifferente. Era Adelina. Nessun dubbio. C'era persino, a togliere qualunque timore di [...]
[...] stato lì lì per ritrarsene. E, per giustificare questa paura e questa fuga, la sua mente — per la prima volta — avea preso a considerare con più [...]
[...] . Entrato là, cominciato il colloquio colla Bianchi, quell'orgasmo, quell'agitazione erano diventati febbre divoratrice. Ora, a un tratto [...]
[...] sceso a quella porta di via Speronari, là dove veniva a tendere il laccio che doveva procurargli la frenetica voluttà della vendetta. Così, fissi [...]
[...] gli occhi sul ritratto, rimaneva in una contemplazione dolorosa ma calma, che durò a lungo, e che la Bianchi, credendola ammirazione ed esame [...]
[...] convegno con sua moglie. Dio! che gioia, di trovarsi faccia a faccia con lei, laggiù alla palazzina, per dirle: — Cortigiana! — sputandole sul viso [...]
[...] Ora invece la ripeteva a sè stesso coll'acuto desiderio di sapere, di conoscere, gradino per gradino, tutta la scala di colpe, di abbiezioni, di [...]
[...] avrebbe avuto tempo di architettare una difesa basata sulla menzogna. In quell'istante di paura, di terrore anzi, trovandosi di faccia a lui, a suo [...]
[...] doloroso, o terribile, che l'aveva trascinata in quel fango. Un avvenimento a lui sconosciuto, che lo riguardava anche lui — forse — nel quale era [...]
[...] tanto affetto e tanta stima? Il ritratto sorrideva. Adelina sorrideva a suo marito, lì, nella casa di quella donna. C'era qualche cosa di epicamente [...]
[...] terribile in quel sorriso. — Guardi anche questo, — disse la Bianchi per toglierlo a quella contemplazione che diventava persino inquietante. E gli [...]
[...] porse un altro dei quattro ritratti che formavano l'incarto n. 3. Burton lo prese, macchinalmente: e come ne teneva già tre, aperti a ventaglio [...]
[...] , quest'ultimo fu lì lì per scivolargli di mano. Allora, nel movimento rapido delle dita e degli occhi per trattenerlo, fu trascinato suo malgrado a [...]
[...] , l'intima amica di Adelina. A Giacomo parve si aprisse uno spiraglio di luce. La Caradelli? Anche lei? Arrivava dunque a questo punto la loro [...]
[...] indegno, dal quale aveva dovuto separarsi. Ed era tornata a Milano ingannando tutti, sorprendendo la buona fede dei vecchi amici. Ed era stata [...]
[...] Caradelli. Avrebbe chiesto ragione, laggiù, nella palazzina, anche a lei, della sua vita. Le avrebbe chiesto ragione della sua azione scellerata [...]
[...] gli veniva a suggerire. Pensò di interrogare la Bianchi. Erano amiche, queste due? Certo essa lo saprebbe. L'una, senza dubbio, era stata [...]
[...] l'introduttrice dell'altra presso di lei. E quale era, stata per prima, fra le due, sua cliente? Quanta luce farebbero a' suoi occhi le risposte a tali [...]
[...] filosoficamente la vecchia, — i bisogni delle donne sono tanti! Giacomo tacque un momento, ripetendo, a sè stesso questa frase, così nuova, così curiosa [...]
[...] . È già tardi. — Mandata per la posta, no: ma recapitata a mano. La vecchia ebbe un risolino furbo: — Se sapessi dove abita, ci andrei io. — Appunto [...]
[...] . — Ma non lo so. Non so neppure come si chiami. — Oh! possibile? — chiese Burton, incredulo. — In parola d'onore. Scrivo alla posta, a un [...]
[...] ? Burton non insistette. Ciò che gli premeva era di riuscir nel suo intento. — Allora, domani. — Domani. Ella vada, alle due, a questo indirizzo [...]
[...] buttò sulla tavola. Lo pungeva il desiderio di tentare, se era possibile, di spendere meno: tanto per sapere a che prezzo minimo si comperavano i [...]
[...] seguitava a ringraziarlo, inchinandosi. Egli infilò la porta e scese le scale a precipizio. Quando fu di nuovo nella carrozza che lo riportava alla [...]
[...] verso il Mediterraneo. Bianca Caradelli, vestita a bruno, raggomitolata in un angolo dello scomparto, immobile, gli occhi pieni di lagrime, riandava [...]
[...] distrutta poco a poco in quei cinque anni di vita parigina, piena di orgie forzate e di dolori immeritati. Ritornava in patria, adesso, vinta. Il [...]
[...] , ricevute regolarmente a periodi quasi sempre uguali e brevissimi durante quei cinque anni in cui era rimasta lontana dall'amica intima d'infanzia [...]
[...] sua esistenza non era poi tanto indegna di accoppiarsi e di unirsi a quella di lei? Mercoledì, 3 maggio 1884. Cara Bianca adorata, Sei partita da [...]
[...] otto giorni e mi paiono otto secoli! E perchè ài aspettato tanto a scrivermi e a darmi il tuo indirizzo? Così per otto giorni, ò provato, oltre al [...]
[...] pensi a me.... Che mi pensi!... Come sei stata cattiva! Sei partita martedì scorso. Giovedì mattina devi essere giunta a Parigi, ed oggi, oggi [...]
[...] .... ricordi?..: firmandoti «Ugo». Così, ti punisco, e smetto. Volevo scriverti a lungo, dirti tante cose. Aspetterò a farlo quando vi sarò [...]
[...] cosa vuoi che capisca, cosa vuoi che sappia, io, povera bietolona di diciannove anni, vissuta sino a due anni or sono in un collegio, e poi qui, in [...]
[...] superbia, adesso, perchè sei a Parigi. Che tu abbia a formare la mia educazione, a darmi il la insieme coll'ultimo figurino della moda, sta bene. Ma un [...]
[...] tentata di mettermi a piangere, e di buttar giù otto o dieci pagine piene di lagrime e di baci, quali ci scrivevamo in collegio. Ma allora, tempi [...]
[...] scambiavamo appena uscite di classe, quando suonava la campana della ricreazione; e, ricordi? correvamo a nasconderci in fondo al giardino, dietro la [...]
[...] fontana, e là le leggevamo.... Senti; in questi due anni passati insieme qui a Milano, dopo il collegio, non ò mai rimpianto quella vita; anzi! Ma [...]
[...] pochino misteriosa. Perchè la tua mamma, un bel giorno, un brutto giorno, ti à detto: «Andiamo a Parigi?» E, detto fatto, avete preso il treno, e [...]
[...] via? Perchè? Lo zio? Che zio? Chi ne aveva parlato mai dello zio?... Delle conoscenze, delle amiche a Parigi, si sapeva che ne avesse tua madre. Ma [...]
[...] verità. A quest'ora devi aver capito tutto. Tra noi non ci possono essere misteri. Scrivimi subito. Ti bacio. ADEL.... 49 Domenica, 14 maggio 1884 [...]
[...] . Dio, che gioia mi à data la tua lettera, Bianca mia! A proposito, e finchè me ne ricordo: non scrivermi più qui, all'indirizzo della zia. Per dir [...]
[...] , — cioè quasi tutte, bada! — dirigile ferme in posta. Ò già trovato il mezzo di andarle a prendere. Ò durata una fatica, iersera, per non mostrare la tua [...]
[...] allegra, a causa della tua lettera buona. Bellissimo il figurino di quella capotine che mi ài mandato. Stamane sono uscita colla cameriera, e sono [...]
[...] andata a comperare un fusto: poi, con del tulle bianco, con dei crisantemi d'ogni colore che avevo in casa, mi son messa a lavorarci attorno; e ò [...]
[...] agucchiato per due ore; credo di essere riuscita a copiare il modello per bene. E mi sta che è un amore. La sfoggierò stasera, chè zio Totò mi conduce [...]
[...] al Dal Verme. Adesso mi son messa a chiamarlo zio, tanto per fare 'na cosa, come diceva quell'istitutrice napoletana. La zia, la prima volta, si è [...]
[...] abuso. Una volta ogni tanto; nei momenti d'espansione! Perchè non si sposano, poi, non sono ancora riuscita a capirlo. Ti ò nominata la cameriera. È [...]
[...] , no la se scomoda.... » Ma dev'essere, in fondo, una tale stoffa!... Basta, io, a buoni conti, me la sono attirata dalla mia; le ò fatto capire che [...]
[...] chiuderò un occhio se essa li chiuderà tutti e due. E sarà lei che mi condurrà alla posta a ritirare le tue lettere. È strano, sai, che a questo [...]
[...] mamme. E chi non si era accorto che veniva a vedere l'Enrichetta proprio nell'istessa mezz'ora che veniva il papà della Sangalli? — Uscite di [...]
[...] , ma insomma zia Ermelinda e Totò si vogliono bene. Possono dirlo alla gente? Nossignori. Debbono nasconderlo a tutti, altrimenti la gente [...]
[...] risponderebbe corna, e la zia sarebbe messa al bando dalla società. Io e te, per finirla di filosofare (chissà perchè, poi, oggi mi sono messa a filosofare [...]
[...] ), io e te saremo costrette a scriverci di nascosto, perchè il mondo non permette che due ragazze si amino come ci amiamo noi e si dicano 50 quello [...]
[...] , dimenticato in fondo a un cassetto: «Tous quatre» di Paul Margueritte. Se ti riesce di procurartelo, leggilo. Anzi te lo manderò io se potrò [...]
[...] .... colla scusa che abitiamo vicino al teatro. 28 settembre 1884. Auff! Finalmente, Bianca mia, eccomi di ritorno a Milano. Che noia, che noia questi [...]
[...] le tue, che mi avrebbero rimontata un poco. A proposito, qualcuna, certo, sarà rimasta in qualche alberguccio di montagna, giuntavi dopo la mia [...]
[...] partenza. E tu che m'invidiavi! Sì! Fossi stata a Saint-Moritz o ad Alagna, o al Maloja, in un grande hôtel pieno di gente, pazienza! Mi ci sarei forse [...]
[...] inventate! Una volta, per forza, si dovette pernottare in un grande hôtel, sai, di quelli dove ci si mette in decolleté per andare a pranzo. Desinare [...]
[...] e pernottare, soltanto, veh! ma impossibile farne a meno: partendo da dove eravamo per andare dove si voleva andare, nessun altro luogo che quello [...]
[...] per passar la notte. Che si fa? Io e la zia in una carrozza, Totò in un'altra, a mezz'ora di distanza. Tu capisci? Si fosse, per avventura, trovato [...]
[...] un amante, a patto che sia uno solo: anzi, glie lo concede volentieri; ma vuol essere lui a concederlo: non vuole che la donna glie lo imponga. Guai [...]
[...] trovo a dover dividere soltanto le noie di quaste pruderies e di queste finzioni, capirai che gusto! Naturalmente essa non si illude mica di darla [...]
[...] ad intendere anche a me: ma di me si fida. Io poi mi diverto a tormentarla un pochino, ogni tanto. A metà delle nostre peregrinazioni, un giorno [...]
[...] adattarsi alle esigenze e ai pregiudizi della folla. Anzi, tornando a Milano, non converrà neppure di dire che siamo state coll'Orlandi; per evitare [...]
[...] sia qualcosa tra me e quella botticella impagliata di zio Totò. — Oh, Adelina! Sono scappata a cogliere degli edelweiss. L'avevo detta grossa: ma [...]
[...] salvato le apparenze: e potremo andare ancora a testa alta nei salotti della A., della B., della C.; potremo ricevere la D., la E., e la F.; e [...]
[...] quando e non so come; non so se verrò io a raggiungerti allorchè proprio avessi perduta ogni speranza di un tuo ritorno; non so in che modo e per [...]
[...] quali circostanze strane riescirei a far questo: ma so che dobbiamo rivederci. Ci apparteniamo troppo, mia Bianca! Quando ti ò accennato, altra volta [...]
[...] , in una mia lettera, a questi miei dubbi e a questi proponimenti, mi ài risposto di non fare delle pazzie e di non pensarle neppure. No, no! sta [...]
[...] ragionevole. Che succede? ADELINA. Bianca sentì, a questa frase, le lagrime scorrere a un tratto più calde e copiose sulle sue gote. «Che succede?» chiedeva [...]
[...] importanza di racconti o d'impressioni, che seguivano nel plico, cercando di astrarsi, di non dar retta, di non porgere attenzione a tutto quel fracasso e [...]
[...] a tutta quella fantasmagoria di persone 52 che riempievano la stazione, e che la richiamavano alla dura e dolorosa realtà della sua vita presente [...]
[...] perdonerai, non è vero? se ti dirò che oggi ò provato un dolore più forte di quello che provai quando mi lasciasti per recarti a Parigi, e anche quando [...]
[...] ? Oppure, nella foga irrompente del dire, offesa, indignata, umiliata, a volta a volta implorante e imprecante, si è dimenticata di me? Fatto sta [...]
[...] delle vacanze imminenti. Dove si passerebbero i due mesi dalla metà di luglio alla metà di settembre? Sino a quando rimasi in collegio tu sai che [...]
[...] . Zia Ermelinda ribatteva: Non la si dà ad intendere a nessuno. 53 — Ebbene, — replicava lui, — poichè non la si dà ad intendere a nessuno, non [...]
[...] curiamoci della gente e facciamo i nostri comodi! La discussione era press'a poco a questo punto, e durava già da un pezzo e si era di già raggiunto un [...]
[...] diapason abbastanza alto, quando la zia ebbe come un attacco di nervi. — Dio! Dio! che vita d'inferno! non si può durarla così! Si mise a piangere e [...]
[...] , quasi, a strapparsi i capelli! — Ah! non si può durarla così? — sbofonchiò allora l'Orlandi. — Non si può durarla così? Ma possiamo smetterla [...]
[...] , ed anzi propensa, a non stupirmi di nulla: cioè sì, a stupirmi quando trovo il bene ed il buono assoluti, in qualcuno e in qualcosa: a stupirmi [...]
[...] ) da tre anni soltanto, io so già a ventun'anno, à quoi l'on doit s'en tenir. Nè ti deve stupire. Di questi tre anni, due li abbiamo passati insieme [...]
[...] : abbiamo osservato e ragionato assieme sugli uomini e sulle cose: ci siamo aiutate reciprocamente a formarci un giudizio nostro, sulla società e [...]
[...] sulle sue leggi. E quel giudizio non è sbagliato: ogni giorno che passa me ne convinco di più: e altrettanto, certamente, è accaduto a te. E mi [...]
[...] folla che vuole gli individui eguali a sè stessa, e che è più facile loro perdoni d'essere ad essa inferiori che non li esalti e li onori [...]
[...] sentimenti da quando sei partita. Ò voluto ripeterti tutto questo per dirti poi che, quantunque così — come dire? — così corazzata, e disposta a non [...]
[...] pensò bene di liberarsi di me e delle noie che avrei potuto darle, affidandomi ad un collegio, dove rimasi dieci anni, e dove essa veniva a vedermi [...]
[...] a togliermene, mi à condotta in questa casa 54 dove non ò trovato certo nè amorevoli cure (se non nelle apparenze), nè onestà d'esempi (se non [...]
[...] sorella di mia madre! Bianca, parlo con te, ed è come parlassi a me stessa. E, forse, viedi? non parlerei neppure a te di tutto questo, se non ci [...]
[...] fossi costretta più ancora che da un irresistibile bisogno di espansione, dalla necessità in cui mi trovo di chiedere consiglio, e aiuto forse, a chi [...]
[...] amicizia dell'Orlandi, ma colla speranza, colla convinzione anzi, che sarebbe riuscita a farsi sposare. Ne' suoi calcoli, quell'amicizia accordata [...]
[...] suoi futuri doveri. Ma molti anni sono passati senza che l'Orlandi si sia deciso a realizzare il sogno della zia. Egoista e calcolatore, egli non à [...]
[...] angosciosi della zia, non smentiti, anzi confermati cinicamente dall'Orlandi. Capisci? Ed io che credevo di dover tutto a lei, ò saputo costì che non le [...]
[...] devo nulla o quasi nulla. Un signore che non conoscevo sino a ieri, posso dire, che non è nulla per me, e che odio adesso, è quello che à fatto le [...]
[...] nata! Che amarezza! Bianca: sino a ieri mi gloriavo in cuor mio di non essere una fanciullona; di sapere, di aver indovinate tante cose; e ridevo [...]
[...] dunque scettica come credevo di essere; non sono dunque, ancora, così cattiva come, sino a ieri, quasi quasi mi faceva piacere di trovarmi. Rimane [...]
[...] dunque ancora qualcosa di ingenuo, di candido, di tenero, di buono, di.... onesto in fondo al cuore. Rimane? No, no: rimaneva sino a stamane. Ora [...]
[...] mezz'ora, io che credevo di saper tutto! Comincio a vivere, oggi, a ventun anno: comincio oggi a camminare sulla mia strada, sola, colla coscienza di [...]
[...] quello che sono, di quello che valgo, di quello che posso sperare. Tu vedi che non è bello il punto di partenza. Come sarà quello d'arrivo? Seguiterò a [...]
[...] discendere, o troverò mezzo di risalire? 55 Che fare adesso? Andarmene? Fuggire da questa casa? E dove? A far che? Capisci? Mia zia aveva dei [...]
[...] denari da spendere, e mi à fatta educare in un collegio di signorine. A fin di bene, naturalmente. Io dovevo essere la nipote della signora Orlandi [...]
[...] so nulla e non so far nulla. Mi avessero messa, tredici anni fa, allorchè è morto mio padre, all'orfanotrofio, laggiù a Porta Magenta, nelle [...]
[...] . Così, che posso fare? Dove posso andare? A chi chiedere aiuto, consiglio, ospitalità? Oh! Bianca, dimmi tu, dimmi tu, una parola buona, una parola [...]
[...] sensata, che valga a rincorarmi, a rischiarare questo buio che mi circonda. Vedi: al principio di questa lunga lettera ti ò detto: prenderò una [...]
[...] risoluzione energica, anzi l'ò già presa. Era quella di fuggire. Per andar dove, non so. A far la cameriera, in qualche casa: non potrei far altro.... a [...]
[...] sono per colpa mia. C'è contraddizione, forse, tra quel disgusto e questa mancanza di coraggio: ma non saprei spiegarla. È così. A te sola posso [...]
[...] confessarmi qual sono, a te sola che puoi comprendermi. E mi pare di non avere il diritto di disporre liberamente di me...., del mio corpo, per parlare [...]
[...] trovo. Non è un residuo d'onestà e di pudore. Te l'ò detto: a ventun anno, non ne ò già più. E non è colpa mia. Non è onestà, malgrado lo schifo per [...]
[...] : mi pare di non averne il diritto: cioè, che io non posso, non posso — capisci? — concedere questo diritto a me stessa. Fossi amata ed amassi, ah [...]
[...] ! questo sì, lo sento, non ti avrei neppur scritto, e a quest'ora mi sarei già buttata tra le braccia dell'uomo amato, senza chiedere nulla, senza [...]
[...] strada qualunque: quella del Municipio.... od un'altra. Perchè non ci si decide da sè. Bianca: spunta il sole. Ò trascorsa la notte a scriverti, ad [...]
[...] , pieni di angoscie e di sincerità. A buon conto, non rileggo, per non pentirmi, per non arrossire, forse, di quello che ò scritto. E scendo io stessa [...]
[...] naviglio. Ecco forse un'idea! A te, Bianca mia. ADELINA Sabato mattina, 13 luglio 1885. 56 Vorrei, mia Bianca, che queste poche righe ti [...]
[...] casa di mia zia. Se questo basta al mondo, che ci fa di cappello, deve bastare anche a me. Ài ragione. Si vive di transazioni. Sta bene. L'altro [...]
[...] giorno, scrivendoti, ti giuro che ero sincera. Non era uno sfogo a freddo, non era un'esaltazione di progetto. Del resto, ne sei convinta, poichè mi [...]
[...] avrebbe tardato ad impormi. È forse vero: anche senza i tuoi consigli, anche senza le tue parole amorose, sarei giunta, a questa conclusione. Ad ogni [...]
[...] un rimasuglio d'inesperienza? Non so. E così ci si forma, Bianca mia. E anche questa crisi avrà servito a qualcosa. Vedo la mia strada, diritta [...]
[...] , dinanzi a me. Non so dove conduca. Ma la strada la vedo. Quando il momento verrà, incomincierò risolutamente il mio cammino. E a seconda del compagno [...]
[...] auguro. È sempre meglio non trovarne: ci si logora meno. Grazie, mia cara Bianca. Ma s'invecchia, sai? Che differenza dalle lettere del collegio a queste [...]
[...] come l'anno scorso, o per fermarci in qualche paesello. Anderemo innanzi io e la zia e ci fermeremo a Chambéry, dove Orlandi ci raggiungerà per [...]
[...] proseguire insieme. Perchè da qui a Chambéry c'è pericolo di trovare qualcuno che si conosce. Dopo, è più difficile. Non mi divertirò, certamente. Ma [...]
[...] provato (lo ricordava, adesso) uno schianto. Doveva fingere un marito. Che irrisione! Riprese a leggere. Ti mariti?! Bianca, ti mariti?! Ebbene [...]
[...] disperato! E le scenate che ti facevo se ti coglievo a sorridere a qualcuna, a guardarla — soltanto — un po' a lungo! E quel giorno che mi avventai sopra [...]
[...] poco a poco. E solo oggi me ne avverti, con un cenno così affrettato. Via, Bianca, c'è del mistero. E poichè ò toccato questo tasto, colgo [...]
[...] Italia? Perchè farai certamente un viaggio di nozze. (Credo che, sposandosi, si possa rinunciare a tutto fuorchè a quello: dev'essere l'unica cosa [...]
[...] , marzo 1886. Mia Bianca, Dunque, malgrado il tuo matrimonio, io debbo seguitare a scriverti al vecchio indirizzo e al tuo nome di famiglia: Bianca [...]
[...] . Anche io ti ò pregata di scrivermi fermo in posta. Le stesse ragioni, forse, ti ànno consigliata a non ricevere le mie lettere nella tua nuova casa [...]
[...] .... maritale. Anzi, ti ringrazio: avrò minori riguardi e potrò continuare a scriverti tutto quello che mi accade e che.... mi passa per la testa [...]
[...] incontrano altri nomi in tutti i romanzi. Scrivimi a lungo. Dimmi che mi vuoi un po' di bene anche dopo e malgrado il tuo matrimonio. Gontran mi ti à [...]
[...] fatta dimenticare, completamente? ADELINA. È vero che si torna alle crinolines? La mia sarta dice che ci si arriva poco a poco: ma io mi fido sino [...]
[...] è lieto, oggi: ài qualcosa di dolce e di caro che ti attacca alla vita, che te la rende beata, forse. Natale, a differenza di tre giorni soltanto [...]
[...] una indigestione di paté de fois-gras. Zia Ermelinda è uscita: mi à detto che starà fuori tutto il giorno, a girar le chiese. È da Totò, a tenergli [...]
[...] grande bruna, figlie di quel Galli fabbricatore di candele, tutto pancia e tutto anelli e catenelle, che veniva a vederle regolarmente ogni [...]
[...] propria sorte. Infine, nella sua mente è passata un'idea luminosa: — Che, Totò non si decida, a sposarmi, più ancora che per il timore di diventare [...]
[...] !). L'idea l'à colpita. E, povera donna, cerca in tutti i modi — nei migliori modi — di allogarmi, e di mandarmi a far benedire.... dal Sindaco. Quanto a [...]
[...] tiene a regolarizzare una posizione equivoca; ci tiene a diventare la signora Orlandi, unicamente per il proprio decoro, per la propria tranquillità [...]
[...] d'animo e di coscienza. Vorrebbe poter dare a sè stessa un attestato d'onestà al quale il mondo à già posto la firma, ma che essa, in coscienza [...]
[...] dalla morte dello zio) — essa avrebbe potuto da molti anni (e sarebbe sempre a tempo di farlo), scontare quel fallo o quella debolezza; ritrarsi [...]
[...] , dare un addio a Totò e.... Ma non si vive con due o tremila lire di pensione.... E certi eroismi non si possono pretendere da tutti. Tanto meno a [...]
[...] . Ed a me, lo scriverti tutto quello che mi passa per la testa, serva di passatempo e di svago. E chiudo la lunghissima parentesi. Zia Ermelinda à [...]
[...] ricetta tolta dal «Re dei cuochi». Prendi vari giovinotti ed eguale quantità di fanciulle. Avvolgi queste nella mussolina o nel crèpe a 95 centesimi [...]
[...] della sala da ballo; falli ben bene rimescolare a furia di polke, di galoppi e di mazurke; aggiungi un po' di limonata (ci sta, anche il doppio [...]
[...] : se riuscissi a maritarla questa mia zia, mi parrebbe di vincere un terno al lotto. Senza arrière-pensée.... te lo giuro. Bacioni da ADELINA tua [...]
[...] prendere gusto? Ora: io non cerco marito 61 (me lo cerca la zia, e basta: lascio fare a lei!); io non amo e non è certamente in casa Galli che mi [...]
[...] borghese, melenso e volgare che noi a Milano caratterizziamo così bene col nome di spazzabaslott); io non mi metto in mostra e non faccio nessun [...]
[...] le cui punte giungono sino alla spalla: le falde lunghe, che arrivano al polpaccio: il panciotto aperto a cuore perfetto, mette in mostra uno [...]
[...] sparato di camicia a ricamini, fiorellini, bucherellini, ultimo lavoro di sua sorella, allieva alla professionale: lo sparato fa delle pieghe sino da [...]
[...] volta sta.... cioè dovrebbe stare, dentro la manica: perchè sono a doppio uso. Scarpe a vernice, a forma di barchetta: la punta, curiosona, guarda in [...]
[...] su, verso la testa del proprietario, come a chiedere: mi farai gironzolare ancora per un pezzo? Cravattina di raso bianco-burro, a nodo fatto, con [...]
[...] una spilla conficcata a traverso. Nelle spille, varietà enorme: dalla scheggia di brillante al ferro di cavallo d'acciaio brunito; dal piccolo [...]
[...] rispondi in italiano, e allora lui si trova in obbligo di continuare la conversazione in lingua: — Si comincia a sentire il caldo, minga vero? — Il [...]
[...] ballare l'è bello, non dico di no: ma se non si sudasse, sarebbe una gran bella cosa. — E a lei signorina ci piace di ballare? — L'è stata al Dal Verme a [...]
[...] zia non la balla mica? La si è proprio già messa far da tappezzeria? (una risata). — Ohi! Signorina, a momenti tocca a noi! Piccoli incidenti [...]
[...] graziosissimi: 62 Quando sei alla queue, il signor Anselmo si accorge di un piccolo vano tra due coppie un po' dinanzi a noi. Allora ti trascina piano [...]
[...] piano, con furberia; s'insinua, violento, ad un tratto, in quel vano, schiacciando un piede a una delle ballerine, dando una gomitata al cavaliere che [...]
[...] all'occhiello. Allora ti stringe un poco il braccio per richiamare la tua attenzione, dà una strizzatina d'occhi, furbescamente, come a dire: — sta [...]
[...] a vedere adesso! — e poi, piano piano, passando il proprio braccio sopra la spalla dell'amico, gli ruba il fiore. Risatte, rimproveri, proteste [...]
[...] trovano nei figli una grande riluttanza ad ingentilirsi, ci tengono assai e mettono ogni cura a rendere la più completa e raffinata l'educazione [...]
[...] che non è un sogno tanto difficile a realizzare. Quanti marchesi spiantati non ànno introdotto nel loro stemma avito il porchetto ingrassato che [...]
[...] intellettuali, odiose in casa loro, ma che — prese a piccole dosi, ad un ballo o in conversazione — sono, nel loro ceto, meno antipatiche e [...]
[...] , che à sofferto, che i casi della vita spingono a ridere di tutto e di tutti, perchè dopo aver pianto molto à compreso che non val la pena di [...]
[...] con entusiasmo, non tanto per me quanto per liberare la zia! Ebbene, quel giorno me ne andrei, non so dove e non so a far che cosa. Me ne anderei [...]
[...] che nel primo caso la società mi metterebbe al bando.... Quella società che invece onora e rispetta.... qualcuno che m'intendo io! E dopo ciò, a [...]
[...] per l'altro. 23 marzo 1887. Stanotte, Bianca mia, pensando che avrei dovuto — appena alzata questa mattina — mettermi a tavolino per darti la [...]
[...] sottintesi e colle allusioni? La notte è passata insonne, ma non sono giunta a nessuna conclusione. Ed ora? Ed ora.... Ebbene, eccola qui, in due parole [...]
[...] avvenire. E questi è il signor James Burton, 64 direttore tecnico della Società Internazionale dei Tramway a vapore che à sede a Milano. Mio [...]
[...] primo amore, à saputo che Adelina era fidanzata, à pensato che chi la sposava era o un meschinuccio impiegatuccio borghesuccio a mille e due che si [...]
[...] scrivere altro, spedisco, intanto, questa, che reca semplicemente l'annunzio: «Adelina, Olivieri — James Burton, oggi fidanzati». A più tardi, o a [...]
[...] ; almeno trentasei fazzoletti; almeno sei toilettes; almeno otto cappellini! Ed io, per contro, a dir di no; a dire che basta quello che ò; a convincere [...]
[...] che troppo lusso sarebbe fuor di luogo, che non piacerebbe neppure a James. Dio! come sono onesta.... in fondo! E, ti dico, è stata una lotta [...]
[...] acconciarmi ad accettare qualcosa: della tela, la stoffa di una vesta di seta, qualche altra piccola cianfrusaglia: ciò che, a mio giudizio, potevo [...]
[...] supporre stesse nei limiti delle rendite proprie e assolute e personali della zia. E lavorerò io, durante il mese che mi separa dalle nozze, a [...]
[...] debbo parlare. T'interessa forse, anzi certamente, anche questo, a causa dell'affetto che mi porti. Ma oggi ò il dovere di soddisfare anzitutto la tua [...]
[...] so. A proposito: è la seconda volta che uso questa parola innamorato: la prima per ischerzo, la seconda sul serio. Potresti credere che fosse [...]
[...] per, ridiventare cattiva, e non voglio! Ma è proprio innamorato. A modo suo, s'intende, cioè in un modo inglese. Mi guardava, balbettava [...]
[...] può far gola a molti. — Quello è per me — aveva certamente detto in cuor suo. Non che gli premesse; ma il Galli papà glie lo aveva fatto capire [...]
[...] stoffa di un grand'uomo. Quanto a Clara, come gusti, in fondo, avrebbe preferito, io suppongo, il primo Gerli o il primo Buttarelli venuto. Perchè il [...]
[...] , a dire: — Non farti illusioni però! Se lo aspetti, lo aspetterai per un pezzo! Io, zitta. Ma l'approccio era difficile. Lui non ballava, lui non si [...]
[...] avevo una gran paura che, conosciute le condizioni mie finanziarie.... Ma non ricordavo che avevo a che fare con un inglese: prima di decidersi al [...]
[...] tutto ciò. A me pare un sogno. Ed è appunto, perchè mi pare un sogno che mi convinco che debbo accontentarmene ed esserne felice. Come vedi, mi [...]
[...] rendo felice a furia di ragionamento; non lo sono per spontaneità di sentimento; non sono, mi rendo felice: c'è una gran differenza. Ma se la si [...]
[...] ? Scrivimi senza indugio, a lungo. ADELINA tua. Mi piace tanto anche il nome del mio fidanzato: Giacomo: un nome comune, ma forte, rude, da uomo. E [...]
[...] recheremo per una quindicina di giorni in Isvizzera il mese venturo. Percui, posdomani, uscendo dal municipio, ci recheremo a casa nostra (nostra [...]
[...] !...; mi fa un certo effetto!) direttamente, senza cerimonie, senza pranzi di nozze. Francamente, zio Totò a tavola mi avrebbe seccato. Insomma, il mio [...]
[...] matrimonio si compirà nel modo più semplice. A proposito: neppure in chiesa; si anderà, perchè James — non so se te l'ò detto ancora — è di [...]
[...] , quaranta sterline, da 67 gente pratica come sono, perchè mi comperassi quello che desideravo. Le ò cedute a James e ànno servito anch'esse [...]
[...] buon diavolo dopo tutto, à regalato a James una spilla: il pensiero è gentile, tanto più se si pensa che, proprio, non aveva nessun obbligo di [...]
[...] farlo. E le ragazze ànno regalato a me un monumento di frastaglio e ricamo, che vorrebbe essere un portacarte, e che io appenderò in anticamera. Del [...]
[...] transizione. Da doman l'altro tutto tornerà a camminare regolarmente, e anche la mia corrispondenza non soffrirà interruzioni. Gli è che in questi [...]
[...] giorni ò avuto tante cose da fare, e tanti pensieri, tanti sopraccapi. Ma, quando sarò la moglie di James avrò tutta la giornata a mia disposizione [...]
[...] . Come sai, mio marito deve stare all'officina tutto il giorno. Che potrò far di meglio, per occupare il mio tempo, che di scriverti, a lungo, come [...]
[...] per il passato, quando non avevo nulla da fare? Ma in questo mese! Il mattino l'occupavo tutto a lavorare: e il pomeriggio, zia Ermelinda mi [...]
[...] trascinava di qua e di là, in visita dal tocco alle sei. A chi, a chi, Dio benedetto, non abbiamo fatto visita? Persino le vecchie conoscenze quasi [...]
[...] dimenticate essa è andata a scovar fuori; persino delle sue antiche compagne di scuola che non vedeva più da molti anni. E tutto ciò a quale scopo? Per [...]
[...] annunciare il mio matrimonio! Questo avvenimento l'à resa tanto felice, che à sentito il prepotente bisogno di comunicarlo a mezzo mondo. Persino [...]
[...] zia Ermelinda. Si direbbe che il mio matrimonio le paja un augurio e debba preludere al suo. E Dio lo volesse! La sera, poi, James è sempre venuto a [...]
[...] che era la nipotina. E quanto a me, te lo confesso in gran segreto, ò tentato anche di incoraggiarlo qualche volta: non fosse che per entrare un po [...]
[...] diventa a poco a poco. Invece, con James, questa graduale, progressiva intimità non c'è mezzo di ottenerla. Siamo, oggi ancora, come due buoni [...]
[...] Avvenne così anche a te? Mi sei sempre stata avara di particolari, tu, sulle tue nozze e su tutte le circostanze che le ànno accompagnate. Io, dal [...]
[...] , che mi pareva, in certi momenti, di non essere più io. E allora sai a chi pensavo? A te. E mi chiedevo: Perchè Bianca non mi à mai parlato di [...]
[...] lasciar entrare il bel sole tepido di maggio, appoggiandomi al davanzale e rimanendo a guardare giù nella via, il mondo mi è parso meno brutto, e ò [...]
[...] dei carri che vanno e vengono dalla stazione. Più al largo, verso piazza Cavour, era tutta una passata e un raggrupparsi a crocchi, un incrociarsi e [...]
[...] rimasta a lungo, a guardare senza vedere, pensando, cercando di leggermi dentro l'anima mia. Ò fatti dei proponimenti buoni. Ò pensato che se la [...]
[...] sventura non ci colpirà, sarà una vita dolce, gaia, tranquilla la nostra. Ò detto a me stessa che eviterò tutto quello che possa portarci sventura. E [...]
[...] ò desiderato di aver presto un bambolino, anch'io, da condurre ai giardini, il mattino. James, ieri, è venuto a casa anche a far colazione: ciò in [...]
[...] siamo usciti a passeggio. Alle nove eravamo a casa di nuovo, e alle dieci a letto, come due bravi figliuoli giudiziosi. La zia mi à ceduta Bettina [...]
[...] nuova via che i pensieri necessariamente ànno presa? Non so. Ma, mi pare di essere un'altra. Per esempio ò riletto a questo punto i foglietti della [...]
[...] mia lettera: non mi ci riconobbi. Sino a ieri l'altro, mi pareva, avrei giurato che la mia prima lettera a te, da donna maritata; sarebbe stata ben [...]
[...] diversa. Più gaia, più ridanciona, più leggiera, più.... particolareggiata. Ancora adesso, vedi, tento di essere Adelina che scrive a Bianca, e [...]
[...] .... ADELINA. Bianca interruppe ancora — a questo punto — la lettura. Rimase col foglietto tra le mani, pensierosa, fissando, senza vedere, il [...]
[...] — perduto come s'era, oramai, nei laberinti della memoria — lo riannodava a quanto Adelina le aveva scritto di poi, e che, più recente e più [...]
[...] vita, e la paragonava a quella dell'amica. Chi più degna — tra loro — di compianto e d'aiuto? Il treno correva velocissimo. Le Alpi biancheggiavano [...]
[...] , e lavorato un'altra ora, e gironzolato per la città per altre due, il meglio che mi resta a fare è di mettermi a tavolino per scriverti. Pazienza [...]
[...] . In una parola, per spiegarmi: tutte le tue lettere io potrei mostrarle a mio marito. Mentre invece, tra due amiche come noi siamo, ci si dovrebbe [...]
[...] , furbona, mi ài ingiunto di scriverti al vecchio indirizzo di casa tua, anche dopo maritata. Anch'io ò fatto così. Ti ò detto subito: continua a [...]
[...] scrivere «Adelina, Olivieri, fermo in posta»: Bettina ci à fatta l'abitudine di andarle a prendere. Oh sì! Fatica inutile, e strade sprecate. Le tue [...]
[...] lettere potresti dirigerle a casa mia che non sono punto compromettenti. Già, mio marito è fuori tutto il giorno, ed è più facile che io riceva e [...]
[...] molta mutata, e, sopratutto, ragiono molto. E se penso alla mia vita di ragazza, quella che meno adesso mi pare una vita di paradiso! È un mese, a [...]
[...] debito di coscienza per me il permettere che se ne vada a letto. Io lo seguo poco appresso. Se volessi, uscirebbe a passeggio con me, dopo pranzo [...]
[...] : ma mi fa pena il chiederglielo. Dunque, vado a letto prestissimo anch'io. Ne viene di conseguenza naturale che mi alzi presto; alle otto, alle nove [...]
[...] , anche l'illeggibile. Ò messo a contribuzione la zia (che mi à aperta — finalmente — la sua biblioteca, e ci ò trovata della roba più.... onesta di [...]
[...] 71 quella che avevo già letto di straforo prima di sposarmi); ò messe a contribuzione le amiche (che mi diedero i libri più interessanti); mio [...]
[...] . Ogni tanto, per passatempo, come a sollievo dello spirito, mi piace un po' di roba mondana: e mi attacco a Droz; a Gyp a Halévy. Ai romantici poi, non [...]
[...] che il rispondere sinceramente a quella domanda, può voler dire tradirsi, scoprirsi completamente, mettere a nudo il carattere suo. E la donna non [...]
[...] à nessun interesse a non conservarsi enigma. E sai perchè quella sincerità le sarebbe fatale? Perchè ogni donna ama i libri nei quali vede [...]
[...] amori (per gli uomini a per le cose) che l'autore à dati e fatti provare ai protagonisti dei suoi romanzi. Ed è questa la vera ragione per cui il libro [...]
[...] a questi individui l'opera d'arte non à più nulla da insegnare. Io, che sono sincera — non fosse che con te — ti ò detto i miei gusti: e ti ò [...]
[...] agire o a pensare o a condurmi diversamente da quello cha avrei fatto anche se non lo avessi letto? Credi tu che quei romanzi mi abbiano resa più o [...]
[...] ? Credi tu che quelle letture mi incoraggeranno a correre più presto sulla mia via, o mi daranno maggiori titubanze a percorrerla?... Ma no! Io amo quei [...]
[...] poltrona a dondolo, con gli occhi al soffitto, pensando e cercando di trovare quali occupazioni potrei procurarmi, quali mezzi potrei tentare 72 per [...]
[...] migliore soluzione di questo problema che comincia a impaurirmi. Ma sono maritata da sei mesi. Aspettiamo e.... con coraggio. Te beata! Il desiderio [...]
[...] matrimonio in poi ero dimagrata e diminuita di peso. Ti giuro, non avrei potuto durarla più a lungo nella vita che mi ero imposta per un eccesso di riguardo [...]
[...] completamente a' suoi bisogni, ah! perbacco, no e poi no. L'ò durata nove mesi e mi pare anche troppo. Un altro poco e sarei diventata idrofoba! Così [...]
[...] , ò preso il mio coraggio a due mani e mi sono emancipata. Da quindici giorni esco quasi ogni sera: vado in casa della zia, o della Clelia, o della [...]
[...] Rossi. Qualche volta a teatro; e con ciò rendo un servizio a zia Ermelinda, la quale, da quando mi sono sposata, non aveva più potuto mettere piede [...]
[...] al Manzoni o ai Filodrammatici, perchè sola con Totò: non ci voleva andare. James, dopo pranzo, mi accompagna. E qualcuno mi riconduce a casa. Non [...]
[...] esistenza, avevano finito per rendermi a volte malinconica, a volte dispettosa, irascibile, quasi sempre immusonita. E lui, innamorato (a modo suo [...]
[...] gente; chiacchiero, qualche volta mi diverto: torno a casa allegra, eccitata.... Lo sveglio, gli racconto che cosa ò fatto; chi ò visto, cosa si è [...]
[...] soltanto che io preferisco le piccoli riunioni della Clelia, ti dimostra che sono una donnina di giudizio. E tu che fai? Ti diverti? Scrivimi a lungo [...]
[...] risposta che dò a me stessa, non è una risposta assoluta: è soltanto relativa, non mi soddisfa abbastanza, ma mi tranquillizza. Io mi rispondo [...]
[...] cioè, che non so precisamente che cosa sia un amore colpevole: ma che il mio non è tale. Non parrà strano, a te che mi conosci e che dividi le mie idee [...]
[...] sciabola e degli speroni; il conte A, o il marchese B colla lustra delle loro corone; o il milionario C che può spendere profumatamente in tutto ciò che [...]
[...] serve a far la corte a una donna, senza, naturalmente, che questa donna ne abbia il minimo lucro o vantaggio materiale; uno insomma di codesti [...]
[...] .... punto innamorata, ma semplicemente curiosa, di.... fallare. Novantanove volte su cento, si accorge, a cose compiute, che non ne valeva la pena [...]
[...] . Ma l'irreparabile si è messo di mezzo: e, tanto per giustificare, in faccia a sè stessa ed al mondo, la propria colpa, ci ricasca e la rinnova [...]
[...] , donna che si è data così, per curiosità, è una creatura indegna: il suo è un amore colpevole. Ma il mio amore è ben altro. Mio marito va a letto [...]
[...] alle nove, ogni sera. Per otto mesi di matrimonio io mi acconcio a una vita da monastero. Ma alla fin fine me ne stanco: sento il bisogno di vivere [...]
[...] , sento di essere qualcuno, sento di essere donna. E lui non mi à corteggiato mai; non à fissati più a lungo, fosse pure una volta sola in tre mesi che [...]
[...] . Riaccompagnandomi la sera, nel breve tratto di via, si è mostrato nulla più che un gentiluomo: à spinto la sua riservatezza sino a non offrirmi il braccio, sino a [...]
[...] mostrarsi evidentemente lieto, e meglio a suo agio, se qualcun altro si univa a lui per accompagnarmi. Ed io, a lui, non ò mostrato che [...]
[...] averlo pensato, quasi senza accorgercene, ci troviamo, lui ad offrirmi il suo braccio, io a cercarlo. E procediamo, adagio, senza parlare; e passiamo [...]
[...] dinanzi alla porta di casa mia senza vederla: e andiamo avanti, senza rendercene conto, sino a che un fanale sfacciato di luce elettrica ci impone di [...]
[...] ritornare sui nostri passi. E giunti alla mia abitazione, ci tratteniamo, la mano nella mano, a lungo, senza guardarci, paurosi di guardarci. E [...]
[...] mia vita sino a quel momento non sia stata che un sogno. E a mio marito che si sveglia, racconto allegra, chiacchierina, quanto ò udito, di che [...]
[...] pensiero e vecchia frase, ma in cui si nasconde — e a ragione — la scusa prima e più convincente ad ogni colpa degli uomini), à diritto di vivere [...]
[...] , senza sorrisi, senza affetto d'intorno a me; perchè ò toccati i venticinque anni maledicendo il giorno che venni al mondo; perchè il cuore mi si [...]
[...] stupidamente o paurosamente molti rinunciano; oggi, io dovrei rinunciare a tutto ciò? Ah! no! 75 — Innamórati di tuo marito! — ti dicono i rétori e i [...]
[...] legislatori. Cretini! Come se il cuore fosse un orologio che si carica a epoca fissa!... come se i legislatori amassero tutti la moglie loro e [...]
[...] di rivelare a qualcuno la propria felicità: una rivelazione dalla quale la felicità viene centuplicata. Se ti giungeranno, non accoglierli come [...]
[...] occhi scuri profondi. Mi stese le mani, mi fissò a lungo, senza, parlare. Poi, alla fine, commosso, a bassa voce, come è suo costume, smorzando [...]
[...] conquistarla: nessun eroismo e nessuna bassezza. Perchè di sì. Eccomi! Ma egli ricominciò a parlare. — Perchè, Dély?... Vi amo.... con tanto [...]
[...] , adesso, e il ricordo di esse, poi, un giorno, basterebbero a lenirlo. Mi aveva fatto sedere di contro a lui, e mi susurrava queste parole, a fior [...]
[...] — insistentemente, quasi dovessi impararlo a memoria, come se a furia di ripeterlo potessi appropriarmelo, farne qualcosa di mio. — Non vi ò cercata, lo sapete [...]
[...] e di pensiero che potrai. Non sarò esigente, non imporrò nulla, non sarò neppure gelosa. Mi acconcierò a tutto, a saperti di un'altra, persino! Ma [...]
[...] ti amo, ma non posso rinunciare a te.... Martedì. Anche oggi ò passate tre ore con lui, in casa sua, nella sua bella casa severa, che pare il [...]
[...] sereno! È un amore intellettuale il nostro. È una fusione delle anime.... Giovedì. Non siamo gelosi. Mi à detto che vuol bene a quell'altra. Che [...]
[...] egli le deve voler bene, per rispetto al passato. Gli ò detto che voglio bene a mio marito. Che gli devo voler bene, perchè mi à tratto dal nulla. E [...]
[...] , se conoscesse il nostro segreto, ci condannerebbe, forse. Ma ci basterebbe il rispetto di pochi eletti a compensarci della condanna. I pochi eletti [...]
[...] solo, ma, ciò che più importa ed è più difficile a spiegarsi, nei nostri sentimenti. Oh! sì, come è difficile a spiegarsi! Un uomo od una donna [...]
[...] : e ritornavo a mio marito allegra e devota, quale mi voleva. Adesso (tu mi comprendi, sai che non faccio dell'accademia, sai — sopratutto — che non [...]
[...] amore, poi, è così alto, così nobile, così sereno, starei per dire così ideale, che non tocca a tutto ciò che è della terra, e non corrompe l'anima [...]
[...] , mi innalza. Poi, perchè è a prezzo di adempiere ai miei doveri, che questo amore — che è la mia vita spirituale — mi sarà conservato. Mio marito [...]
[...] che è il gran problema della sua esistenza; mio marito non chiede a me che di essere una massaja, una buona, un'attenta, una devota massaja. Ed io [...]
[...] vedi, Bianca, che non ài nulla a temere, che non corro nessun pericolo. ADELINA tua. 17 luglio 1888. Due righe sole, di furia, oggi, mia Bianca cara [...]
[...] , e 78 credo che mi ammalerei se non godessi di un po' d'aria pura per una ventina di giorni. Ò detta a James, oggi, la prima bugia: che la zia mi à [...]
[...] Totò mi à fruttato ottocento lire. Ne ò di troppo per la mia cura. Ò decisa zia Ermelinda a lasciare gli scrupoli, e a scegliere il soggiorno di [...]
[...] malignità della gente. Ò durata, un po' di fatica, ma sono riuscita a convincerla. Immagini, certo, perchè volevo Saint-Moritz. Ci va Eugenio con [...]
[...] troppi affari a Milano. Stamane è arrivato Totò, e le presentazioni, così, per mezzo suo, avvennero prima che Eugenio — come avrei preveduto — le [...]
[...] tempore, a Eugenio. Immagino la sorpresa di questi, domattina, quando saprà che abbiamo già fatta la reciproca conoscenza. Poveretto! passerà una [...]
[...] (che arriva fino alla spudoratezza) con lui, e di eleganza e di lusso per tenerselo avviticchiato. Non temere, Bianca. Sono calma: ò giurato a me [...]
[...] stessa ed a lui di non compromettermi e di non comprometterlo. La lascio al suo lusso (figúrati, in quindici giorni non à messo due volte la stessa [...]
[...] quello di Jeanne! Che m'importa? Eugenio m'ama: ed è ben diverso il tono della sua voce quando, anche in mezzo alla gente, si rivolge a lei dicendole [...]
[...] durare tutt'al più sino al 12 corrente. Ma à udito che il 20 ci sarà un gran ballo: à telegrafato a Milano perchè le inviassero una toilette nuova [...]
[...] mia lotta personale. E, sopratutto non dovevo perdere di vista mio marito. Allora ò fatta una corsa a Milano, ieri l'altro, dicendo a zia [...]
[...] Ermelinda che era meglio andassi a salutare James e a chiedergli il permesso di prolungare la mia assenza. James fu commosso da questo mio pensiero gentile [...]
[...] amore: non solo non mi chiede che le paghi il conto e mi presta un fido illimitato: ma à spinto la sua cortesia e la sua fiducia sino a farmi un [...]
[...] debitucci che ò dovuto fare, troverò modo di pagarli in seguito. Già, questa cura di Saint-Moritz è l'unico lusso che mi concedo. Dopo, tornata a Milano [...]
[...] , mi rimetterò in carreggiata. E, proprio, a mio marito non avevo cuore di cercar denaro. Prima di tutto so che non ne avrebbe da darmene, o, per [...]
[...] che lei ed Eugenio, rimarranno qui ancora due giorni, loro due soli! 80 Mi consolo un pochino pensando che tra quattro giorni lo rivedrò a Milano: e [...]
[...] lei non ci sarà, se Dio vuole! Perchè è obbligata a recarsi nella sua villa sul lago, dove, per quanto essa sfidi l'opinione pubblica, non può [...]
[...] tenersi con sè Eugenio. Egli anderà due o tre volte a trovarla, durante il settembre e l'ottobre. Non di più, me lo à promesso. Rimangono qui sino a [...]
[...] lunedì, e verranno a Milano assieme. Quella spudorata non si gena di nulla. À avuto il coraggio di pregarnelo — commedie, naturalmente — in pieno [...]
[...] circolo, ieri l'altro sera — «Giovenzani, sarete il mio cavaliere, sino a Como?» Dio! l'avrei strozzata! E quel babbeo di marito?... Veramente c'è [...]
[...] una relazione di tal natura sia nota a tutti, a tutta la città, fuorchè al marito? Eppure di questi casi se ne vedono tanti! Decisamente, c'è un [...]
[...] divertito ancora meno di me. Era sulle spine. Tra due fuochi, pensa! Scrivimi a Milano, fermo in posta, come sempre. 6 gennaio 1889. Bianca [...]
[...] , Bianca mia, che angoscia! Oh! perchè non sei qui, accanto a me? Perchè non mi sei vicina, in questo momento terribile della mia vita? Da te sola potrei [...]
[...] sorpresi, ieri l'altro, in casa di Eugenio. A avuto il coraggio di venir là, sapendo che io vi ero. E ci veniva per la prima volta, perchè in casa di [...]
[...] ; ma, purtroppo, nella triste realtà. Si chiacchierava, in salotto, come facevamo, per delle ore, ogni giorno. A un tratto, udiamo un susurrar [...]
[...] allibita nello stupore di quella apparizione. Eugenio si alza, di scatto, e fa un passo verso di lei. Ma essa lo ferma col gesto, come a dire: «Non temete [...]
[...] quella donna verso la quale, nella sua onestà, aveva — egli dice — assunti obblighi e doveri sacrosanti per tutta la vita, a cui era venuto meno non [...]
[...] di progetto, non per leggerezza, ma spinto dalla fatalità che aveva fatto di noi due innamorati, non gli rimaneva che rinunciare a me, a questa [...]
[...] felicità che era un insulto a quella donna. Io mi ero sacrificata, come lei: io avevo arrischiato ciò che aveva arrischiato lei: tutte e due avevamo [...]
[...] , innamorati più ancora del giorno che, trascinati da una forza sovrumana, ci siamo buttati l'uno nelle braccia dell'altro. E finita! A che vivere, ancora? a [...]
[...] gita a Milano. Dammi questa prova di amicizia e di affetto. Potessi venire io da te! ma non posso, non posso! ADELINA. 8 febbraio 1889. .....E [...]
[...] , che lo richiami? Che! Pensa a divertirsi, a sfoggiare un lusso sfrenato. È alla Scala, ogni sera, e non manca ad un ballo, ed è citata sui giornali [...]
[...] e affettuose ma non riescono a calmarmi. Forse le tue parole ci riuscirebbero. Ma non puoi venire! non puoi! Non temere per me. Mio marito è un [...]
[...] . E mi lascio abbracciare: e chiudo gli occhi, e penso a tutt'altri che a lui. È un'ubbriacatura. Speriamo che passi, altrimenti ci lascio la vita [...]
[...] la sua sciabola, che si dice innamorato morto di me. Poi trascino la zia a teatro. Persino alla Scala, con dei palchi che mi offro da me e che la [...]
[...] delle cambiali. Chi diavolo finirà per pagarle quelle cambiali, Dio solo lo sa. Non importa! quello che preme è di riuscire a stordirmi. Se raggiungerò [...]
[...] lo scopo, un bel giorno farò la confessione generale a mio marito (confessione finanziaria, intendiamoci!), e, pentita, sottomessa, tornerò alla [...]
[...] fatalità che mi persegue. Finora, la cura pare che un po' di bene mi faccia. Mi ubbriaco, ogni sera, moralmente. E torno a casa eccitata, sovreccitata [...]
[...] . Ciò piace molto a mio marito che comincia a rassicurarsi sulla mia salute. E tu, te ne prego, Bianca, non seccarmi colle tue lettere che, da un [...]
[...] po' di tempo cominciano a diventare noiose. Lasciami fare quello che voglio. Alla peggio, c'è sempre un revolver appeso accanto al letto di James [...]
[...] . A questo son giunta! E se mi volgo a guardarmi indietro, mi accorgo che ho fatto molto presto: e che sono andata più in là e più in fretta di quello [...]
[...] giustificarmi. Riconosco che la gente cosidetta per bene à tutto il diritto di condannarmi. Ma non me ne importa niente. Ò spinto l'apatismo sino a [...]
[...] disperazione che mi assale, una forza sovrumana, e che non tento neppure di combattere perchè la so invincibile, mi spinge a vestirmi, a correre fuori [...]
[...] rimorso. Persino i miei gusti raffinati e aristocratici, vado smarrendo poco a poco. Una volta, cercavo nell'uomo la distinzione. Ma una distinzione [...]
[...] vivisezionarmi così dinanzi a te. Purchè anche questo coraggio non sia che mancanza di pudore! E l'unico senso di onestà che mi rimane è di non [...]
[...] .... a costo di farmi dire borghese. Voleva offrirmi dei palchi a teatro. Li ò rifiutati sempre. La mattina, sovente, quando la notte è stata più [...]
[...] ostacoli. Centomonti mi offrì di mandarmi lui la carrozza. Ò rifiutato, e me la pago da me. Mio marito crede che, io esca colla serva a sorvegliare la [...]
[...] spesa. Tutto ciò: le scarrozzate, i palchi a teatro, le toilettes, aumentano i miei debiti. E questa, è un'altra distrazione che mi procuro. Ò [...]
[...] numeri del lotto.... .....Frammezzo a tutto ciò, due novità. L'una, che ò lâché, completamente e definitivamente, i Galli. Avevo conservata questa [...]
[...] relazione per riguardo a James e, in fondo, anche un poco per riconoscenza, ricordando che in casa loro avevo trovato un marito. Ma da qualche [...]
[...] tempo si mostravano freddi con me. Restituivano a lunghissimi intervalli le mie visite; avevano un'aria sostenuta; la madre non si fidava più a [...]
[...] miglior partito il riderne di gusto. Viene sovente a vedermi in casa, scegliendo le ore che non c'è nessuno. E ogni volta mi fa questo discorso: — Non [...]
[...] dite a vostra zia che sono stato qui, oggi. Io ci vengo come da una cara amica che ò conosciuta bambina e alla quale porto un grande affetto.... Mi [...]
[...] faccia una confessione? — Fatemela. — Quando eravate ragazza, in casa della zia, ò pensato tante volte a chiedervi in moglie. Ma non ò osato [...]
[...] .... — Avete fatto bene, perchè vi avrei rifiutato. Queste sono le cortesie che mi dice, e sono quelle che gli dico io, a lui. Quando penso al primo [...]
[...] giorno dopo le mie nozze, a quella mattina, che mi affacciai al balcone, irraggiata dal sole di maggio, e vi rimasi ad osservare i bimbi e le balie che [...]
[...] no, sinceramente del pari. E non ci tengo, oramai, a' trovarmi delle scuse o delle attenuanti, te l'ò detto.... ADELINA Era questa l'ultima [...]
[...] lettera. Poi c'era un dispaccio, quello che aveva indotta Bianca Caradelli a lasciare Parigi: Parigi-Milano, 12 aprile (89) ore 10,50 ant. Bianca [...]
[...] rivelava tutta la sua vita, dal giorno che — fanciulla — aveva lasciato Milano e si era fissata a Parigi, condottavi dalla madre. La rivelava in [...]
[...] condotta a Parigi con la scusa di rivedere un vecchio zio sconosciuto a Bianca. Poi, la verità, a poco a poco, si era fatta strada, attraverso una serie [...]
[...] poco puliti, avea dovuto abbandonare Milano, e aveva deciso di cercar fortuna a Parigi, il gran centro a cui affluiscono i fuggitivi di tutto il [...]
[...] potuto essere scacciata dalla soglia coll'oro che qualche decadente dell'amore aveva offerto a quella beltà sul declino. La casa di lei era [...]
[...] burrasca della sua vita. Quel legame non si era rotto mai completamente, a causa della corrispondenza che — talvolta nolente e disgustandosene [...]
[...] era venuta a rammentarle il passato: ed ogni giorno, imprecava a quelle lettere che le riaprivano nel cuore una acerba ferita; ma le benediceva poi [...]
[...] , perchè le pareva che le impedissero di precipitare del tutto. Erano una pugnalata, ogni mattina, ma le sembravano la tavola di salvezza sempre a [...]
[...] rispondere a quelle lettere, ingannando la cara amica d'infanzia, parlandole di una mamma che era moralmente morta anche prima di scendere nella tomba, di [...]
[...] , un grande sollievo di mettersi al tavolino 86 per scrivere all'amica: come un raggio di sole che, per un istante, veniva a rischiarare il buio [...]
[...] apostolo a quest'opera rigeneratrice, essa, la cocotte parigina! E sinceramente parlavano in lei l'affetto immutato per l'amica, e un residuo di pudore e [...]
[...] proprio nome. Adelina le rispondeva: «Non farmi la morale, tu! È facile essere oneste, quando tutto sorride d'attorno, e tutto va a seconda, e si à la [...]
[...] desiderio insoddisfatto...» E Bianca rimaneva, a lungo, con quelle lettere tra mano, mentre il labbro inconsapevolmente ghignava, e gli occhi [...]
[...] era risvegliata in Bianca, e non aveva più cure e baci e sorrisi che per la bambinetta inferma si trovò poco a poco la casa vuota. Non era l'amore [...]
[...] materno che gli amici venivano a cercare in casa sua. E quando la piccina morì, la povera mamma dovette vendere dei gioielli per ricoprire di fiori [...]
[...] di me. Bianca, arrivando a Milano, contava trattenervisi un po' di giorni solamente, nascosta in una locanda dove Adelina verrebbe a passare molte [...]
[...] dettagliata, non aveva avuto il tempo e il coraggio di narrare. E Adelina l'avrebbe consolata. Anzi, pareva a Bianca che avrebbe trovato un conforto [...]
[...] , avrebbe dovuto e potuto — senza arrossire — ricominciare la facile lotta per l'esistenza. Perchè Bianca non era nata a quella vita. Trascinatavi suo [...]
[...] professione, non era riuscita mai a proporsi uno scopo, una meta da raggiungere: la ricchezza. Non aveva ammassato mai, per quante occasioni le si [...]
[...] fossero presentate. Molte volte, nei momenti di più sconsolato abbandono, aveva sacrificato nelle spese più vane e più pazze o a sollievo di improvvise [...]
[...] miserie, il denaro che si era trovata a possedere quasi suo malgrado, quasi senza avvedersene. Voleva vivere giorno per giorno, bene o male, a [...]
[...] servire al di là dell'oggi, senza ammassare una fortuna che le servisse — come a tante sue simili — per ricomperare la propria onestà e per [...]
[...] , ricordantele ad ogni istante il modo com'era stato acquisito, l'avrebbe umiliata più che il tu con cui la trattavano gli amici. Tornerebbe dunque a [...]
[...] Parigi, a ricominciar la sua vita, più sconfortata, più nauseata di prima. Finora, qualcosa di dolce, di buono, di casto, aveva allietata la casa: la [...]
[...] sua bimba. Per molte ore della giornata, per tutta la giornata talvolta, quando la necessità, o il diritto accordato per forza a qualcuno — non [...]
[...] l'obbligavano a mettersi in fronzoli e a ricevere, ma poteva concedersi il lusso e la gioia di chiudere la porta a tutti, essa si rincantucciava in [...]
[...] beatitudine dell'oggi: e dedicava tanto più affetto a quella piccola che le pareva tanto più sua, poichè non era di nessun altri che sua. Ma la [...]
[...] Adelina: a Bianca. — Perchè torneresti a Parigi? A far che? Non ti ripugna di ritornare là dove ài provato il più gran dolore della tua vita [...]
[...] , quindici giorni or sono? Rimani qui, accanto a me. Faremo vita assieme, come una volta. Rimani, Bianca mia. Bianca la guardava trasognata. — Perchè [...]
[...] tornerebbe a Parigi? — E avrebbe voluto rispondere: «E che cosa resterei a far qui?» Ma non osava. Infatti: che rimarrebbe a fare, qui? Ciò, che farebbe [...]
[...] a Parigi? — E allora? E Adelina? E tentava di farglielo capire. E le diceva: — Qui no: mi conoscono, mi ànno conosciuta per quella che ero: non [...]
[...] bisogna che sappiano quella che sono. Ma Adelina, della irriflessione a cui si abbandonava di progetto, pur di stordirsi, pur di evitarsi la pena e [...]
[...] ancora, più di me, donna onesta». Ed ora che Bianca era qui, essa, nell'affannosa ricerca di tutto ciò che valesse a stordirla, a procurare una nuova [...]
[...] via ai suoi pensieri, a darle un pretesto purchessia di occupazione; in quel bisogno irresistibile che è nelle nature espansive di possedere e di [...]
[...] col mondo. — Sei innamorata? Ài qualcuno che ti preme a Parigi? — No. — Ebbene: allora rimani qui. E non pensava, e non voleva pensare, Adelina, al [...]
[...] : essa l'avrebbe risolto qui come lo aveva risolto a Parigi. Purchè non si sapesse da nessuno: purchè di Bianca ella potesse farsi l'amica intima e [...]
[...] , aveva fatto realizzare a Parigi, da un amico, tutto quanto vi possedeva in abiti, in mobili, in gioielli. Ne aveva ricavata una diecina di mille lire [...]
[...] . Allora Adelina l'aveva indotta a prendersi una casa a Milano e ad ammobiliarla. Era necessaria una casa, acciocchè essa potesse ripresentare [...]
[...] l'amica alle vecchie conoscenze. E Bianca fu creduta, da tutti, separata dal marito. Essa si era lasciata convincere così, a mentire, per affetto verso [...]
[...] si concedeva, trascinatavi dall'amica, convinta che non durerebbe a lungo, tutt'al più sino alla consumazione del suo peculio. Poi sarebbe ripartita [...]
[...] sarebbe sempre tanto di guadagnato: sarebbero sempre delle ore tolte e rubate a quella vita che l'indignava, che le ripugnava, di cui il solo pensiero la [...]
[...] grande sconforto la coglieva a certe ore del giorno: quando rincasava o quando rimaneva sola in casa sua, dopo che le visite delle riannodate [...]
[...] intima e dolce, dopo una confessione di sè stessa a sè stessa, che finiva, ed era così giusto finisse, in una assoluzione, Bianca andava formando [...]
[...] : diventare commessa di magazzino, sarta, stiratrice, serva magari; per non rinunciare mai più a questo grande godimento che ora, per la prima [...]
[...] . Era il «Corriere di Napoli ». Un piccolo brano era segnato a lapis, rosso. Quel brano diceva: «Eugenio Giovenzani è tra noi. Questo nome non [...]
[...] ? Poichè lo scrittore lombardo era scomparso dal mondo dell'arte e dagli aristocratici salotti che lo avevano eletto a loro beniamino. «Per un anno e [...]
[...] — a sua dimora. Ora, finalmente, Eugenio Giovenzani è tornato. Ma, purtroppo, non bene. Delle febbri malariche lo colsero in Egitto, dopo una [...]
[...] ? — Adelina.... — Poche parole. Si può inventare una sorella, mi pare; una sorella malata a Napoli, gravemente. Tu accorri per curarla, ma non ài cuore [...]
[...] a pregarlo. — Ma.... — Ricusi? Temi di perdere il tuo denaro? — Oh! Adelina! — E allora? — Ma dimmi, dimmi: pensa a quell'altro.... — A chi [...]
[...] ? — A Centomonti. — Che me ne importa? — Dovrai avvertirlo. — Neppur per sogno. Che diritti à? — Quelli che gli ài dati tu. — Io? Non glie ne ò dato [...]
[...] certamente di più Kattie, la sua cavalla. Anzi, non gli parrà vero di liberarsi di me così a buon mercato.... — Ma, Adelina, è di te che parli [...]
[...] ? — Naturalmente. Ti stupisce? Stupisci piuttosto che, a quest'ora, io non abbia avuto cento amanti invece d'uno solo. — Invece di due. — Di uno [...]
[...] visse al letto di Eugenio, tentando, a furia di cure, di baci e di carezze, di contenderlo alla morte che poco a poco s'impadroniva del suo corpo [...]
[...] il cadavere, strappandolo a viva forza agli abbracci di lei, essa rimase, come istupidita, sorretta da Bianca, gli occhi fissi, immobili, trasognati [...]
[...] . Aveva vissuta tutta la sua vita, in quei due mesi. Ora, tornerebbe a Milano: riprenderebbe la sua esistenza calma, regolata, d'un tempo. Il suo [...]
[...] organismo sano e forte resisterebbe, funzionerebbe ancora, regolarmente, insensibile a tutto. Sarebbe la moglie di James Burton, null'altro. Aveva [...]
[...] fatto? E Centomonti? Si era data a lui? Come? Perchè? Che era avvenuto? Possibile che il dispetto, la noia, una sovraeccitazione morbosa [...]
[...] amava, ma l'anima sua, sarebbe bastata la corrispondenza delle anime a tenerla in vita, a darle una ragione di vivere, e a far sì che non perdesse [...]
[...] cosparsa di fiori. Le era penetrata nell'anima, durante tutto quel tempo che era rimasta là, inginocchiata, sino all'ora della partenza, sino a che [...]
[...] Bianca era venuta a prenderla, colle valigie nella carrozzella, per condurla alla stazione. Le era penetrata nell'anima: ne avrebbe per tutta la [...]
[...] pignorataria, da sovventrice di denaro, da avallante, da mediatrice, nell'affannoso e nascosto rammendo, che durava da un anno, di quella maglia cadente a [...]
[...] . E corse da Bianca. Ma Bianca non potè aiutarla che in minima parte. Il peculio, ultimo frutto della vergogna a cui si era tolta, e in cui si [...]
[...] pagarti. Perdonami, perdonami, sono una disgraziata. E tu, che farai? — Tornerò a Parigi. E il mio destino, Adelina. Allora, da Parigi, potrò aiutarti [...]
[...] , ve lo confesso, Adelina, — aggiunse, — aspettavo la vostra visita. A chi, in un pasticcetto simile, vi sareste rivolta prima che al vecchio amico [...]
[...] di non infrangere la promessa fatta a sè stessa e ad Eugenio. Suo marito, al quale voleva bene, e pel quale sentiva del rispetto, non diventava [...]
[...] un anno a darsi regolarmente ad ogni chiamata della Bianchi, senza sgomento dapprima, senza titubanze e senza ripugnanze poi. Il recarsi a quella [...]
[...] spesa giornaliera, come il tagliarsi e il cucirsi una veste: necessità imposte dal bisogno di fare economia per pagare i suoi debiti. Poco a poco [...]
[...] : sarò quella che a te preme io sia. Ò amato e fui amata: e l'amore è morto. Una nuova êra è cominciata per me: non rimpiango quella che si è chiusa, e [...]
[...] — ad ogni modo — erano una crudele necessità a cui essa si sottometteva per evitare un dolore a suo marito e una grave preoccupazione finanziaria [...]
[...] pensiero che anche quest'ultimo strappo alla fedeltà coniugale non durerebbe sempre, ma un anno, due anni al più, quanto occorreva a pagare il suo [...]
[...] debito. E se le passava per la testa l'idea di confessare quel debito a suo marito, la scacciava subito, senza fermarcisi sopra. La confessione avrebbe [...]
[...] arrecato un gran dolore a James: e pazienza questo: ma avrebbe potuto toglierlo dalla credulità, dalla fiducia che aveva sempre avute per lei: e [...]
[...] ogni cura nel soddisfare a questi desideri di lui, così legittimi, così giusti, così discreti. Quanto a Bianca, fu Adelina a convincerla che, anche [...]
[...] andato presto a tener compagnia a quello della Biondina. Le due amiche vivevano così della medesima vita. Erano i due ubbriachi, nei quali il vino è [...]
[...] le gambe li reggono a stento; e si sostengono a vicenda, e procedono a sbalzi, disegnando la biscia, appoggiandosi al muro, cadendo ogni tanto nel [...]
[...] fango, risollevandosi con pena per ripigliare la via: cantando sempre, per scacciar le preoccupazioni, e per darla ad intendere a sè stessi ed a [...]
[...] nella impossibilità di adempire ai propri impegni. — Vale a dire? — chiese James, spaventato. — Vale a dire, signor marchese, che la signora da lei [...]
[...] inganno. Questa è una truffa! — Perdoni, signor marchese.... — Questo è un sorprendere la buona fede di un gentiluomo.... E si mise a passeggiare a [...]
[...] arrischierebbe — oh! jamais de la vie! — ad assumere un obbligo che non fosse ben sicura di poter soddisfare. Le donne, le signore, che ricorrono a lei come [...]
[...] marchese, permetterà che aggiunga le mie. — E adesso?... — Ecco. S'ella parte, se è assolutamente obbligato a partire stasera, madama Bianchi si farà [...]
[...] un dovere di restituirle il denaro che.... — Non è ciò che importa!... — A meno che il signor, marchese non volesse accettare una sostituzione [...]
[...] continuò: — Che se poi il signor marchese può trattenersi qualche giorno a Milano, non è impossibile, anzi oserei dire non è improbabile che la [...]
[...] adirata per il rifiuto di oggi, che la obbligava a fare una cattiva figura verso un signore della sua distinzione, si sfogava con me, poc'anzi, e mi [...]
[...] diceva: Birichina! Crederebbe mai di emanciparsi costei? Vedrà con chi à a che fare! E ò un certo mezzo sicuro di costringerla ad adempiere ai suoi [...]
[...] restituzione della somma sborsata ieri, se proprio Ella non avesse.... Ma se vuol spingere la sua cortesia fino a tornare da madame Bianchi, io credo [...]
[...] che riuscirà meglio e direttamente a mettersi d'accordo, e.... James lo interruppe — Chiamatemi una carrozza. César s'inchinò ed uscì, pensando in [...]
[...] sua. Non aveva egli — senza riflettere alle conseguenze — detto a sua moglie: «Siamo ricchi»? Non le aveva inventato che un lucroso affare era stato [...]
[...] storie! figurarsi se voi non sapete come farla recapitare direttamente. — Ma.... — Sentite: queste fanfaluche raccontatele a qualcuno meno furbo e meno [...]
[...] pratico di me, e quando vi possono servire a dar colorito ai.... vostri affari. Ma ormai che l'affare è fatto.... via!... D'altronde, cosa temete [...]
[...] d'insinuare ancora la Bianchi. James prese il cappello e accennò a congedarsi. — Come volete! Stasera debbo partire per affari urgenti. Non posso [...]
[...] .... — Sta bene, sta bene. Veda, sono così sicuro che lei riuscirà a farle avere questo biglietto e che esso, senz'altro, deciderà la Biondina a non [...]
[...] righe otterrebbero certamente l'effetto desiderato. A bella posta le aveva scritte in modo sibillino. Esse farebbero comprendere ad Adelina, non [...]
[...] , adesso, che Oscar era Dumenville, avrebbe compresa l'utilità di incontrarsi con lui, non fosse che per chiedergli la complicità del segreto; a prezzo [...]
[...] aprirgli: e dietro presentazione del biglietto che la Bianchi gli aveva dato a mo' di passaporto, gli fece cenno d'entrare. Attraversarono [...]
[...] vecchietta aprì la porta di essa e fece cenno a James di entrare e di attendere. James si guardò d'attorno. Era una camera abbastanza grande, bassa di [...]
[...] spiccava un gran letto matrimoniale a cortinaggi azzurri, che si spingeva fin verso la metà della camera. Di contro al letto, un divano azzurro del [...]
[...] , tutt'attorno; all'orecchio di James, non arrivava che il báttito cadenzato di una zappa, e, a tratti, l'armonia dolce, malinconica, di una canzone susurrata [...]
[...] a fior di labbro da qualche contadina nascosta tra la verzura. Una gran pace era là dentro. James, un poco affranto e spossato dalle fatiche di [...]
[...] ci si avvicinava a questa ch'egli prevedeva sarebbe l'ultima fase e la catastrofe del gran dramma scoppiato nella sua esistenza; dopo essersi [...]
[...] guardato attorno per ogni lato, dopo aver esaminato palmo palmo il luogo dove si trovava; si lasciò cadere, involontariamente, a sedere sul letto. Ma il [...]
[...] !... D'altra parte, come prevedere tutto, come pensare a tutto, là per là, in quegli orribili istanti, dopo la rivelazione dell'infamia di lei e [...]
[...] trovar un argomento di discorso impensato, che potesse dare luogo a molte parole, a uno svolgersi di pensieri nuovi, in cui la mente e le labbra [...]
[...] , non si accorgesse dell'orgasmo, della sovraeccitazione di lui: ed egli, occupato ad ascoltarla, a risponderle, e secondarla, potesse riuscire [...]
[...] — in quei brevi istanti che avrebbe passati accanto a lei — se non a dimenticare tutto quanto era avvenuto e stava per accadere, a renderne il ricordo [...]
[...] e la preoccupazione meno intensi e dolorosi. Adesso, però, gli pareva di aver rimediato per bene a quell'errore. E non dubitava dell'arrivo di [...]
[...] ! come avrebbe voluto vederseli rivivere lì, tutti quanti, tutti assieme, tutti in fila, dinanzi a sè non per ucciderli, non per chiedere loro [...]
[...] rivelare quel numero? Uno o cento, non era lo stesso? E seguitava a guardarsi d'attorno, ad osservare ogni angolo della stanza, ogni mobile, ogni [...]
[...] , meno grave di quanto gli era parsa, a tutta prima? Volere o volare, una delle circostanze che rendono più dolorosa, più... seccante, la scoperta [...]
[...] poteva trascurare: non entrava a far parte del mondo, che osserva, che giudica, che ride. Era dunque un uomo tradito, lui? Restavano a conoscersi [...]
[...] le ragioni e le cause per le quali Adelina era giunta a quella degradazione; più o meno bizzarre, più o meno dolorose, più o meno.... scusabili [...]
[...] fatto un amante, non gli aveva preferito nessun uomo sulla terra.... E James rimase, così, a lungo, gli occhi fissi, meditando. Nell'uomo onesto [...]
[...] sommesso di parole. Corse a spiare dietro le persiane. Una donnina, tutta vestita in nero, con un fitto velo sugli occhi si avanzava, preceduta dalla [...]
[...] , dopo un silenzio, James si mosse: venne a lei, tenendole gli occhi fissi sul volto ricoperto dal velo: la prese per un braccio, come in una morsa, la [...]
[...] scostò dalla porta, che rinchiuse a chiave, e la attirò verso il mezzo della stanza. Attese ancora un istante, indeciso: poi, tenendola sempre [...]
[...] sogni crollava! Suo marito era lì: suo marito le aveva dato convegno, sapendo di darlo a lei, per vendicarsi certamente, per ucciderla, forse. Ma non [...]
[...] obbligava a ringraziare: la forma che le concedeva — nel mistero che circondava il mercato — di camminare a testa alta, di non temere la malignità o [...]
[...] corsa dalla Caradelli, poi dalla zia, a raccontare la grande novella. Alla Bianca, nell'entusiasmo della contentezza e dell'affetto, aveva detto [...]
[...] riconosciuta? La sua comparsa, all'officina, nello studio di James, era stata d'un attimo!... Oppure, Oscar nulla sapeva, ed era questo un mezzuccio a [...]
[...] comparsa all'officina e il ritorno a casa, mentre aveva aspettato, là, nel vano della finestra, l'arrivo di suo marito. Ed ora le si offriva il mezzo [...]
[...] di prima, che non le lascerebbe più pace, che la spingerebbe a tradirsi, forse, al primo incontro con suo marito. Si era abbigliata [...]
[...] , macchinalmente, come spinta da una forza superiore, senza sapere bene che facesse, perchè lo facesse, se era la salvezza o la rovina, a cui andava incontro [...]
[...] . Qualcosa di fatale la spingeva a quel convegno: era l'ultima carta che restava a giuocarsi: su quella carta era puntata la vita. Ora! piangeva di [...]
[...] riconosciuta: e fosse pure in balìa di lui! E dato che egli fosse l'ultimo dei miserabili, e avesse rivelata la cosa a tutti, a suo marito anche; ebbene [...]
[...] , orgogliosamente, gridando all'infamia, alla menzogna, al tradimento. Ora no. Era qui. Era qui, nella palazzina, dinanzi a suo marito. Non si poteva tentare [...]
[...] una difesa. Non si poteva inventar nulla, invocare più nulla a propria scusa. Era finita, per sempre, senza remissione! James era rimasto in piedi [...]
[...] , di contro a lei, gli occhi fissi su di lei. La tavola li separava, soltanto. E attese che finisse quello sfogo di pianto, che l'impeto dei [...]
[...] umiliarsi a tal punto. Implorare? Invocare? Che cosa? Non aveva nulla da implorare. La vita? Era inutile ormai. Il perdono? Sentiva che non aveva [...]
[...] esce di qui! — disse James. E come Adelina giunta alla porta, accennava a girar la chiave e ad aprire, egli le fu sopra, d'un salto, la ripigliò [...]
[...] ad un braccio, la attirò a sè, violento, e la ributtò verso il letto. Essa ci cadde quasi, ma si rizzò subito, e rimase, appoggiandosi con una mano [...]
[...] fatalità l'aveva trascinata; adesso che, soddisfatte le aspirazioni dell'anima, fatti cessare per sempre da una morte i moti del cuore, si preparava a [...]
[...] tasca dei pantaloni un revolver, posandolo sulla tavola e tenendovi sopra una mano; come un argomento per indurla a questa confessione che tanto gli [...]
[...] lei mano mano. E la vista di quell'arma, che le faceva paura, le dava adesso il coraggio temerario di chi si sa vicino a morire, inevitabilmente [...]
[...] ! Non puoi comprenderle! Se non vuoi ammazzarmi, lasciami andare! — E accennò a muoversi di nuovo. James, questa volta, non ebbe bisogno di imporsi [...]
[...] lei, e sarebbe stata capace di sparare per la prima; a costo di un delitto si sarebbe tolta a quella umiliazione. — Vuoi che parli, di', vuoi che [...]
[...] ricaverò io? Se non ti chiedo perdono! Se ti chiedo soltanto d'ammazzarmi!... Vuoi che parli! Perchè ti pare impossibile che si giunga a questo [...]
[...] ! Perchè è questo che ti stupisce! Se tu mi avessi scoperto un amante, uno solo, non ti saresti stupito, nevvero? Cápita a tanti, codesto!... Ebbene: mi [...]
[...] tuo letto! Mi concedevi tanta libertà! Purchè il pranzo fosse pronto, quando rincasavi, e ben cucinato; non chiedevi di più a tua moglie. Ed io [...]
[...] modista? ài mai chiesto chi pagava i palchi alla Scala o il soggiorno a Saint-Moritz? Li pagavo io! Io, perchè ero così onesta da non lasciarmeli [...]
[...] esistenza, di distruggere il tuo avvenire. Ò chiesto aiuto, soccorso, a chi onestamente poteva concedermeli. Ò trovato degli infami più infami della [...]
[...] Bianchi. Un uomo, che dopo essere stato per vent'anni l'amante di mia zia, avrebbe voluto essere il mio amante, e, a prezzo del mio amore, avrebbe [...]
[...] reso ridicolo. Ò preferito averne cento. Uno non lo si nasconde, cento sì. A uno solo avrei dovuto legarmi per tutta la vita: a questi mi legavo [...]
[...] riuscita!... Ammazzami, adesso, se vuoi: ma non andar attorno a dire il perchè mi ài ammazzata: non ti presteranno fede! Mi credevano la più [...]
[...] straordinario, che una avventura strana e dolorosa fosse nella vita di sua moglie che la giustificasse, che la scusasse. No: aveva dinanzi a sè una [...]
[...] ò tradito, sì.... ò amato un altro uomo.... ò avuto un amante.... James sparò ancora, a bruciapelo; il corpo di lei rigirò su sè stesso, e cadde a [...]
[...] terra, vicinissimo al letto. Burton buttò l'arma, e attese un momento. Poi scosse quel corpo col piede. Era immobile. Allora uscì, è andò a [...]
[...] sempre putredine. GAETANO CARLO CHELLI Roma, luglio 1883. I. Da Piazza di Ponte a Campo di Fiori, padron Gregorio Ferramonti godeva la notorietà e [...]
[...] di grazia. Setoli n'era morto mandando a Ferramonti mille maledizioni, predicendogli che nella nuova bottega appunto avrebbe trovato il suo [...]
[...] di lui; ma geniale, ridanciana, appetitosa e scaltra. Un altro pasticcio. La moglie, già vedova del cameriere di un monsignore, aveva portato a [...]
[...] sbizzarriti, il fornaio aveva avuto ben altro pel capo a cui pensare! Gli piovevano le protezioni; si slanciava nella grande industria, approvvigionando [...]
[...] nel fiore della salute, lo aveva preso il disgusto di un'opera destinata a morire con lui. Eransi a poco a poco dileguate certe sue [...]
[...] sfrenato, capace di ogni porcheria. Era stato il primo ad uscir di casa, nel Sessantotto, a ventidue anni, dopo una scena ignobile. Padron [...]
[...] bottegaio, che spingono una famiglia ben provveduta a privarsi del necessario per accumulare. Fin da principio, quando Mario s'era imbrancato coi [...]
[...] rammentava un passato non confessabile. E non era bastato loro che la povera donna ne morisse di vergogna: dopo aver spinto essi stessi il padre a [...]
[...] cacciar via Mario come un cane, il loro odio s'era inasprito alla scoperta che il vecchio continuava a pagare i debiti del reietto. L'onore della [...]
[...] famiglia!... Questa eterna scusa, facendoli andare in bestia, suggeriva loro risposte ciniche. Sarebbe stato curioso sapere a puntino che cosa ci avesse [...]
[...] che fare la famiglia con quel furfante! Ciò che premeva, erano i suoi continuati ladrocini. Si facevano dei calcoli a memoria: mica Mario ci si [...]
[...] era messo per scherzo! Si contavano a migliaia gli scudi carpiti da lui. E Pippo risparmiavasi il pudore delle perifrasi: c'era dunque un patto [...]
[...] andare in galera un maledetto figlio di prete? Infine, padron Gregorio si vide costretto a levarsi di fra i piedi anche il secondo rampollo. Gli [...]
[...] appunto dispetto al padre, ebbe la matta idea d'impiegare i tremila scudi nell'acquisto di un negozio di ferrarecce a S. Eustacchio. Il fornaio fu [...]
[...] proprio per impazzirne. A inventarlo apposta, non ne sarebbe venuto fuori un affare più sgangherato. Per compier l'opera, Pippo sposava anche la [...]
[...] figlia del trafficante che lo aveva messo nel sacco, una smorfiosa che faceva la contessina, forse per dare a bere agli imbecilli che la sua [...]
[...] , seguendo un gretto regime di vita, a malgrado delle sue ricchezze. I confidenti che si sceglieva pei suoi sfoghi di padre indignato, sogghignavano [...]
[...] patrimonio convertito in capitali mobili, che si prestano a farne quello che si vuole con un semplice giuoco di mano, al momento opportuno. Ebbene, per [...]
[...] continuava a dargli la figlia. La definiva della stessa razza dei fratelli. Anch'ella, in un'età in cui le ragazze hanno almeno la pudicizia del [...]
[...] . Poi, non si riusciva a capirla: era tirchia, gretta, interessata fino all'esagerazione, e aveva certe stravaganze cocciute di cervello guasto [...]
[...] concerti di Piazza Colonna, e, qualche volta, a teatro, con mille smorfie, con mille incoraggiamenti. Ebbene, quantunque egli fosse pure un [...]
[...] rimuoverla. Preparava al padre una bella sorpresa: due mesi dopo si fece rapire da un impiegato a duecento lire al mese. Ferramonti ebbe a morirne d'un [...]
[...] , minacciandolo di pigliarlo a calci nel sedere se si tratteneva un minuto di più. Paolo Furlin, lo sposo, si ritirò per tentare delle vie più lunghe [...]
[...] lite di tal genere, quantunque non ne fosse dubbio per lui l'esito. Cedette le armi; assegnò a Teta i tremila scudi che aveva assegnato a Pippo, e [...]
[...] padre, s'era figurato che il traffico delle ferrarecce fosse preferibile a tutti: un pezzo di ferro è un pezzo di ferro, che ha il suo prezzo [...]
[...] determinato, e che i compratori acquistano quando ne hanno bisogno, senza che occorra allettarli con malizie speciali. Gli pareva sufficiente a cavarsene [...]
[...] allo sfratto intimatogli dal padre; ma certi istinti d'uomo brutale lo portavano spesso a fantasticare sinistre rivolte, che lo avrebbero rivelato [...]
[...] terribile. Ebbene! ci provasse padron Gregorio a vedere il figlio suo ridotto agli estremi! ne sarebbero nate delle belle!... Tuttavia egli non [...]
[...] voleva arrivare fino al punto di farsi derubare a man salva e burlare dai compratori. Più in confuso, almanaccava che un uomo accorto può trovare la [...]
[...] sedia. Dicevano, in fondo, la verità; offrivano a Pippo un bello spettacolo!... Padron Giovanni allampanato, afflitto da una tosse cavernosa [...]
[...] tutti. Era la prima frase che Irene, la figlia dei Carelli, metteva nel colloquio, al quale aveva assistito in disparte, a cucire. — Dio mio, sì [...]
[...] della stessa casa, era il male di portarsi giù, qualche ora del giorno, i loro lavori donneschi, per una diecina di giorni. In capo a questo periodo [...]
[...] istintivo. Non aveva nè le procacie di una ragazza atta a servire da richiamo ad una clientela di maschi viziosi, nè la dura e fredda energia di una [...]
[...] bottegaia d'istinto, che si dimenticherà d'esser donna per diventare una macchina da far quattrini. A sentirla profferirsi per istradarlo nelle [...]
[...] . Riusciva ben più utile a Pippo, coll'iniziarlo metodicamente alla conoscenza intima del suo nuovo mestiere. Gl'indicava come si distinguono le qualità [...]
[...] sfuggire; ma ve n'erano altre a cui bisognava invece necessariamente assoggettarsi. Per esempio, il commercio del ferro in verghe e della ghisa [...]
[...] fuori... Sfuggiva a Pippo la confessione dei suoi rancori di fratello e di figlio, tutto il dramma di cupidigie in lotta che aveva sgominato la [...]
[...] del fratello Mario. Meritava ben peggio, il vecchio esoso: a girare il mondo non si sarebbe trovato un ugual mostro traditore del sangue suo. Faceva [...]
[...] migliaia! No, per tutti i santi: non poteva andare a finir bene. Pippo sarebbe ammattito se avesse dovuto rinunciare alla speranza di una vendetta [...]
[...] di lui, ed a sua volta tremava soprafatto dal disprezzo di se stesso. Avrebbe voluto almeno ch'ella agisse diversamente; lo ritenesse degno della [...]
[...] collera sua; esigesse da lui promesse di pentimento. Si sarebbe sentito capace di qualunque umiliazione, a patto di non vederla più in quello stato [...]
[...] . E riducevasi a non aver neppure il coraggio di scusarsi. Allontanavasi pallido, sfatto, giurando a se stesso che non le avrebbe dato più tale [...]
[...] intervalli, riacquistava la coscienza della propria superiorità d'uomo forte, positivo e brutale dinnanzi a quell'indole dolce e riguardosa di ragazza [...]
[...] ; ma una specie di allettamento ignoto, acuto, magnetico, lo portava a bamboleggiare lui pure in cose tenere, come un effeminato od un imbecille [...]
[...] sposato Irene Carelli?... Tutto gli consigliava un tal passo. A ventisette anni, padrone di negozio, egli non poteva restar celibe. Una moglie [...]
[...] aspira a cose straordinarie. Per quanto modesta e buona, la giovinetta non era certo così malaccorta da ignorare che poteva pretendere una [...]
[...] posizione ben superiore a quella di mercantessa di ferrarecce. E d'altra parte, la sua educazione, i suoi gusti e l'indole sua dovevano necessariamente [...]
[...] schiacciava. Ma che! era una sciocchezza pensare soltanto a tal sogno! Invece Pippo continuò a pensarci tre o quattro giorni, interminabili. Alla fine [...]
[...] collo. Ma questo eccesso gli dette il coraggio che gli mancava. Una domenica mattina, all'improvviso, salì dai vecchi Carelli a far loro sapere che [...]
[...] piacere, e l'idea di non rinunciare a certi progetti cui alludevano con frasi indefinite. In ogni modo, doveva pensarci bene Irene, e decidere lei [...]
[...] necessario per ben riflettere, ringraziando in ogni modo il signor Ferramonti. La condussero per le lunghe altri sei giorni. Il povero Pippo dimagriva a [...]
[...] vista d'occhio, ed offriva robinetti a chi gli domandava toppe inglesi, e chiodi a chi voleva raspe. Se avessero aspettato ancora di più, sarebbe [...]
[...] successo qualche grosso guaio. Ma il sabato successivo dissero di sì, dopo avere ottenuto da Pippo le più formali rinuncie a qualunque [...]
[...] nato decisamente sotto una cattiva stella? Sta a vedere che l'essersi lui messo a negoziare di ferrami faceva venir di moda i cardini ed i [...]
[...] catenacci di ricotta! Irene doveva affaticarsi a calmarlo. Lo rimproverava sorridendo di lamentarsi a torto. I loro guadagni non erano forse in [...]
[...] che s'innalzano a poco a poco cogli scudi sudati che producono gli scudi e li moltiplicano. Quelle altre, messe insieme dal mattino alla sera, sono [...]
[...] , liberò i due coniugi dalle cure della vendita minuta, e permise a Pippo di assumere sopra di sè maggior parte della direzione suprema. Allora Irene non [...]
[...] acre e mortale questo antico veleno: la chiusura del forno a via del Pellegrino; le vendite di stabili che rivelavano nel vecchio Ferramonti il [...]
[...] progetto di una spogliazione; le notizie che arrivavano fino a S. Eustacchio, portatevi dagli oziosi e dagli inframmettenti, sui propositi manifestati [...]
[...] da padron Gregorio riguardo ai figli. Spesso Pippo faceva di tutto per distogliersi da tali pensieri, pauroso d'esserne spinto a qualche delitto [...]
[...] nei suoi sentimenti di dignità, di pudore e di morale. Era una cosa da ammattirne: la sua famiglia voleva assaggiare tutti gli scandali! A lui, Pippo [...]
[...] , non si risolvesse a prendersi sulle spalle una calìa della forza di Teta, per tirare ai quattrini del vecchio fornaio. Ed il giovine trafficante di [...]
[...] lite mossa da Furlin al suocero per la dote di Teta non rassicurò certo Pippo. Dunque l'impiegato non voleva perdere un giorno di tempo? Ci teneva a [...]
[...] Furlin. Il trafficante di ferrarecce ghignò, sollevato: infine, anche per questa volta, il diavolo non era così brutto come si dipingeva. Sta a vedere [...]
[...] cognato sono gente per bene. Si amano; vivono decorosamente e modestamente, non domandano niente a nessuno. — Si sa, tu ci hai della simpatia [...]
[...] , e tu hai torto a serbarle rancore. Siete stati sempre i più affezionati della famiglia, gl'interessi dell'uno rimangono ancora quelli dell'altro [...]
[...] . Bisognerebbe che tu ci riflettessi un pochino di più... Andò assai per le lunghe. In una espansione del cuore si tradì: ella non parlava a caso [...]
[...] l'ultima frase col parlar lento e misterioso che usava, quando voleva decidere il marito a secondarla ciecamente. Infatti egli non seppe resistere [...]
[...] , fantasticando ancora disegni nascosti nella condotta della moglie. Giacchè lei ci teneva tanto, perchè si sarebbe ostinato a farci la figura di [...]
[...] non ebbi il coraggio di dare un dispiacere a mia madre. Che volete, la va sempre così: un niente decide del vostro avvenire. Cose del mondo [...]
[...] Pippo sentiva rinascere le sue sorde diffidenze: vedeva in Paolo Furlin un uomo a lui superiore nella nascita, nell'educazione, in un cert'ordine di [...]
[...] contegno della sorella. Lei stava intorno al marito cogli atti di una cagna domata che guaisce d'amore ed è pronta a saltare alla gola di chi le minaccia [...]
[...] il padrone. Le aveva dunque dato a bere qualche filtro, il furbo impiegato?... Nondimeno, Furlin era in buonissima vista, già segretario al [...]
[...] Ministero dell'interno, a malgrado de' suoi ventisette anni. Gli pronosticavano una brillante carriera, e si aspettava di saperlo nominato cavaliere tra [...]
[...] cercato di conoscere l'eroina dell'avventura, di avvicinarla; le si attribuivano attrattive e pregi nascosti. Nondimeno Paolo introduceva la moglie a [...]
[...] poco a poco nelle conversazioni e nei ritrovi del mondo burocratico, rendendo così più sicura e più completa l'accettazione di lei, ed educandola [...]
[...] , frattanto, con una cura minuziosa, ai modi, al linguaggio ed alle abitudini di cui non poteva ormai fare più a meno. Per conto proprio, egli era [...]
[...] barzelletta, fornito di una copiosa raccolta di rivelazioni, di fattarelli piccanti, di maldicenze, di piccoli scandali, che fanno protestare a fior di [...]
[...] fra parenti, Paolo cercò di porsi naturalmente sotto un punto di vista favorevole; fors'anche di colpire l'imaginazione dei cognati. In realtà, a poco [...]
[...] a poco, crebbe nel concetto di Pippo. Costui cominciava a sentire come un solletico dolce: il germogliare, nel proprio cervello di bottegaio, di [...]
[...] una vanità di villan rifatto. Infine, doveva confessare a se stesso che fa un certo effetto potersi dire parente di un personaggio di conto che [...]
[...] Ferramonti non andavano a mangiar quattro risi dai parenti? Non dovevano dir di no. Si sarebbero rivisti dunque domenica, a tavola. Un piatto di buon viso [...]
[...] più importanti. I grandi lavori per l'assetto della capitale avrebbero dato occasione a metter meglio le mani in pasta. Allora Pippo, nella sua [...]
[...] logica d'uomo interessato, rammaricò il tempo perso a fare il sostenuto. Quante vantaggiose combinazioni erano probabilmente andate a monte nel [...]
[...] frattempo! E dire che, senza Irene, egli non avrebbe mai consentito a riaccomodarsi con Teta ed a stringer la mano a Paolo. Oh, gli uomini! che [...]
[...] cominciò ad esser utile a qualche cosa, empiendosi di un fruscìo di gonne, echeggiando di certe risa perlate, fremendo al mormorìo misterioso di [...]
[...] , molto nell'ombra. Gonfiava a scoppiarne nel ricevere certe strette di mano che gli si accordavano, quando non se ne poteva fare proprio a meno. In [...]
[...] ch'egli attendesse personalmente alla bottega a S. Eustacchio. E si coglieva il primo pretesto per piantarlo, mandandolo centomila volte a casa del [...]
[...] lo era per la sorella. Ne rideva a perdifiato, il bestione. Era dunque possibile ridursi così? Una serva non sarebbe stata più sottomessa, non [...]
[...] sa come si sarebbe sbizzarrito! I Ferramonti presero a frequentare i martedì della signora Minelli, la moglie di un mediatore d'affari. Era [...]
[...] e sperduti, in mezzo ad una folla assopita nei facili contentamenti di uno stipendio mensile. Ritornavano a poco a poco nel loro ambiente, a [...]
[...] appunto di casa Minelli, Pippo lasciò trapelare alla moglie il suo malumore, mostrandosi rabbuiato ed astratto. Lei non parve disposta a volere [...]
[...] accorgersene ed a provocare una spiegazione; ma ci si venne alla fine, sotto le coltri, spenta la candela. Non c'era voluto meno per dar coraggio a Pippo [...]
[...] importa a noi? — Non le hai detto che Mario è mio fratello? — rimproverò Pippo ruvidamente. — Sei stata brava davvero! — E poi? — fece la giovine [...]
[...] seppellite come in fondo ad un sepolcro. Diranno che ci riaccostiamo a quella birba, che accarezziamo le amanti da cui si fa mantenere. Ma sì [...]
[...] sorriso angelico. E dette delle spiegazioni al marito rimastole davanti a bocca aperta. In primo luogo era falso che Mario facesse torto alla famiglia [...]
[...] col fratello, la pena che le costava il rassegnarsi a quella crudele scissura di famiglia. — Vedi bene — riprese riscotendosi: — la parentela di [...]
[...] , di guerre combattute, ritrovandoci il tipo cercato dal suo cervellino amante dello straordinario. E si doveva appunto a queste medesime [...]
[...] ventitre anni, la sua indole allegra e libera, quella sua geniale bellezza di bruna grassotta, esposta a mille insidie. Non cessava di amare il [...]
[...] i torti che a lei volevansi attribuire, esagerandoli. In quanto a Mario, si capiva che Flaviana lo avesse conosciuto nell'occasione di qualche [...]
[...] piena di sottintesi, come s'ella volesse serbare ad una parente stretta dell'amante le carezze manifeste che non poteva fare a lui. Frattanto Pippo era [...]
[...] simile, acquistando il merito di farlo spontaneamente? Bisognava risolversi; parlarne a Teta; indurre lei pure ad accettare il progetto. La cosa [...]
[...] nostro tornaconto a rendercelo favorevole. E allora si rimane intesi: Paolo condurrà Mario in casa tua. Si sarà tutti contenti. Tu ed io specialmente [...]
[...] . Subito. Le farà molto piacere. V. Quella sera, in casa Ferramonti passarono ore deliziose. Pippo anticipò la chiusura della bottega; andò a casa [...]
[...] , dissimulando a se stesso le sue smaniose impazienze. Trovò la sorella e la moglie insieme. I Furlin s'erano affrettati a pranzo per uscir subito, e [...]
[...] mentre Teta veniva dai parenti, Paolo era andato a prender Mario. Si sarebbe aspettato ancora pochi minuti. Aspettarono invece più d'un'ora [...]
[...] di Teta, intenta a spiare la cognata; ma un sorriso d'indefinibile ironia vi succedeva; e le due cognate si colmavano di amabilità, con [...]
[...] di sciocchi ad aspettare tanto tempo. Certe cose fanno bene all'anima. Non è vero, Irene? Ella era in estasi. Restava a sedere sul sofà, muta, colle [...]
[...] . — Impariamo dunque a conoscerci, cognatina, — soggiunse, sedendosi accanto ad Irene. — Non sarai punto edificata sul conto mio. Lo sai già; passo per un [...]
[...] ; dipingeva il viso fatto da Mario al sentire che si andava a casa di suo fratello. Del resto, era appunto bastato dirgli di venire. Oh, Mario si era mostrato [...]
[...] . Nondimeno il suo viso appassito ed il suo sorriso freddo e scettico accusavano una stanchezza di libertino. Non somigliava certo a padron Gregorio [...]
[...] voleva neppure, i suoi acuti appetiti di avventuriero. S'indovinavano in lui le audacie dell'uomo pronto a slanciarsi sulla preda in qualunque modo [...]
[...] un tratto Mario non badò più a questa scena. Lo colpiva l'espressione della cognata: un lampo di disprezzo e di collera negli occhi di lei anneriti [...]
[...] avrebbe sostenuto la parte principale. In ogni modo, là, ella era la sola che avrebbe potuto dominare e volgere a proprio vantaggio le cupidigie che si [...]
[...] agitavano intorno a lei. Da quel momento non perdette più di vista la cognata. La esaminava collo sguardo del conoscitore che giudica. Si sentiva [...]
[...] , dopo tutto! il suo fascino era pieno di mistero. Dove intendeva dunque di arrivare? A mezzanotte stavano ancora insieme, un po' in cimberli. Mario [...]
[...] si alzò, rimproverando scherzosamente ai parenti di fargli dimenticare i suoi impegni altrove, e si affrettò a salutare in giro. Ma nello [...]
[...] stringere la mano ad Irene, si trattenne più a lungo con lei. — Vedrai, cognatina: c'intenderemo fra noi. Dobbiamo stringere un patto di alleanza. — Sei un [...]
[...] che si trovava da per tutto: nei corridoi del Ministero, alla tribuna parlamentare, sempre in mezzo a personaggi influenti, vestita come una [...]
[...] mostrare attitudine ed amor proprio. Che importava il merito? il miglior sistema era quello di farsi mandare innanzi a scapaccioni, a forza di [...]
[...] trattenne. Lo persuase che se c'erano delle novità in giro, le avrebbero sapute. Pel momento, bisognava pensare soltanto ad andarsene a letto [...]
[...] stesso, tornando in casa della cognata, dove la famiglia s'era di nuovo riunita. Dette a Furlin, a voce alta, una buona notizia: — Sai? la tua parte [...]
[...] lire ad Irene e diecimila lire a Paolo. Serbava il resto per sè. Non era un bravo ragazzo? La sua figura giganteggiava in mezzo agli appetiti della [...]
[...] . Mario spiegò loro il meccanismo dell'affare, minutamente, facendoli fremere, inchiodandoli muti ad ascoltarlo, a ricevere dalle sue parole [...]
[...] lire, per arrivare almeno a cento. Ma una bella giornata, favorevole all'accorrenza dei compratori; una buona notizia; un nulla, potevano [...]
[...] averne per mezzo milione. — Come? — domandò Pippo: — darai aria a tutto? Mario lo guardò, stringendosi nelle spalle, con un sorriso inesprimibile [...]
[...] vana di maggiori spiegazioni. Si volse ad Irene ed a Furlin: — Sapete che le vostre diecimila lire sono nominali, non è vero? In realtà, si [...]
[...] ridurranno a molto meno. Bisogna contentarsi dell'onesto. Per compenso, non vi domando le mille lire che ciascuno di voi mi dovrebbe pel versamento del [...]
[...] primo decimo. Semplicizzeremo. Ritirerò a credito, per poche ore, i titoli miei e vostri; escirò; venderò; rientrerò per pagare il nostro debito, e [...]
[...] dello sguardo. Lo aveva appena ringraziato; non faceva nulla perchè egli badasse a lei. Forse ne aveva paura. Al momento di salutarsi lo trattenne un [...]
[...] giovine donna. Era la mattina del 23 maggio. I due cognati si trovavano soli per la prima volta. Irene accennò a Mario una sedia, vicino al tavolinetto [...]
[...] tutto il suo viso. Lei non avrebbe imaginato tanta bontà d'anima, tanta generosità. Come avrebbe potuto dimostrare a Mario, che non era un'ingrata [...]
[...] ... Cioè!... A quale scopo? — soggiunse con una ingenuità simulata, mentre scrutava il cognato. Egli non rispose subito. Guardò a sua volta la [...]
[...] scopo. Farò i tuoi piccoli affari; sarò il tuo banchiere privato. Lasciami una parte del danaro che ti ho fatto guadagnare. M'impegno a costituirti [...]
[...] un capitaletto, per le tue spese personali. — Insomma, vuoi ancora obbligarmi. Ma allora debbo domandartelo un'altra volta: a quale scopo [...]
[...] pare che tu aspiri a cose troppo difficili; e mi sgomenta l'idea d'essere associata al tuo destino, nel dubbio... sì! nel dubbio di una caduta [...]
[...] ? Tu non vuoi capirmi. — Senti, — diss'ella nervosamente: — mi giudichi forse a rovescio. Ti capirei se tu fossi un altro, oppure se tu fossi in [...]
[...] bada alla scelta, perchè potresti andare a picco quando meno lo credi. Egli la lasciava parlare, ritrovando il proprio sorriso d'uomo sicuro, in un [...]
[...] affatichi... — Non sei esatta — osservò Mario. — Cioè? — Non pensavo affatto a cercare. Ho trovato, ed ecco tutto. — Sì? Vuol dire che sei ancor più [...]
[...] della stoffa di mio fratello ti sposava, senza dote, dopo aver speso l'ultimo soldo a comprare la bottega di tuo padre. Poi hai trasformato Pippo [...]
[...] ; gli hai fatto accettare le abitudini, i dispendi della tua casa; l'hai riconciliato coi Furlin, ed essi sono venuti qui, a farti la corte. Ed io [...]
[...] . Sull'onor mio, comincio a credere che tu valga meno di quel che pare, solo perchè ti ostini a finger con me. Ella lo aveva ascoltato pallidissima [...]
[...] , fremente. All'ultima frase trasalì. — Pensa a quello che dici — balbettò con voce sorda. — In ogni caso sarebbe troppo tardi, — ribattè Mario [...]
[...] . Irene lo guardò come se non lo avesse compreso, o come decisa a vedere fin dove egli si sarebbe spinto. Mario alzò leggermente le spalle e sedette di [...]
[...] nuovo, a sua volta, in faccia a lei. — Hai un progetto ed uno scopo. Ma se vuoi fare degli altri i tuoi strumenti, questa parte a me non conviene [...]
[...] che il non averti meco mi spingerebbe verso di te a tutti gli eccessi, a tutte le crudeltà. Pensaci. Aspettò che la giovine donna gli rispondesse [...]
[...] tua condizione attuale: ti vedo salire dominatrice, farti ricca e potente. Io sono un affamato a caccia della fortuna, non è vero? Ebbene! son certo [...]
[...] io sono degno di te. Spinse innanzi la sedia; giunse a toccare con le ginocchia le ginocchia d'Irene; s'impadronì delle due mani ch'ella gli [...]
[...] — proseguì balbettando: — non ti verrebbe da me nessun ostacolo, mai. Se diffidi di me, ti metterò a parte di tali segreti, che potrai [...]
[...] la mano. La voce e i modi di lei erano tutta una strana provocazione. Peraltro Mario, diffidando forse di lei e di se stesso, si vinse. — A [...]
[...] appresso, invitarlo a tornare di là. Ah, egli cominciava col dare un saggio famoso di smemorataggine! ... — Che cosa è successo? — interrogò lui, non [...]
[...] provocatore, godendosi la sua confusione. Poi, quando vide ch'egli a sua volta abbracciava il partito di riderne, gli lanciò un'ultima frecciata: — Hai [...]
[...] mese per mese. Se le operazioni andranno a male... — Non è possibile. — Tutto è possibile, caro mio. Se andranno a male, ti permetto fin d'ora di [...]
[...] perderci fino a mille lire. Eccole. Le tolse dalla busta lasciata sul tavolinetto da lavoro, e le porse al cognato. — Vuoi un'obbligazione [...]
[...] felice. — Quasi? Come sarebbe a dire? — Lascia andare. Non ho fretta. Bisognerà pure arrivarci... — Mi fai grazia di spiegarti? Non capisco proprio [...]
[...] una parola. Però ella aveva negli occhi e nel viso il desiderio dell'uomo votatosi a lei. Mario le si avvicinò tanto, che parve volesse riscaldarla [...]
[...] col suo alito ardente. — Tu invece hai pure capito, che, un momento fa, scappavo come un vigliacco — le disse a bassa voce; poi correggendosi [...]
[...] così crudele? Chi lo avrebbe saputo?... Credeva davvero possibile vivere insieme tutti i giorni, come due pezzi di ghiaccio? Poi egli scese a delle [...]
[...] fatto soltanto un'eccezione pei Barbati, che trattavano come di casa e che si erano avvezzati a vedere immancabili. Del resto, non poteva essere [...]
[...] a forza di mezze parole sfuggitegli dalle labbra nei momenti di abbandono e di oblio. Allora, trovata una via di uscita, il suo veleno schizzò fuori [...]
[...] destituzione. Pretendeva di non parlare per sè. Posava da filantropo, e da uomo disinteressato, superiore a certe miserie. Ridevasi di uno straccio di [...]
[...] croce, che non si era mai dato il pensiero di sollecitare. Ma costretto a controgenio di vivere nella baraonda burocratica, non ne poteva più. Gli [...]
[...] saltava troppo agli occhi il marcio che v'era dentro; lo indignavano troppo le prepotenze, le ingiustizie e le miserie che si succedevano intorno a [...]
[...] lui. Perorava la causa della moltitudine affamata: gli straordinari a settantacinque ed a novanta lire al mese; gli ufficiali d'ordine saliti a [...]
[...] superiori. Ripeteva i cancans di cui erano piene le pensioni a sessanta lire al mese e le trattoriacce che dànno la zuppa a tre soldi ed il lesso [...]
[...] guarnito a sei. I suoi pudori e le sue intolleranze d'uomo morale n'erano urtati fino all'esagerazione. Perdio! se ne vedevano proprio d'ogni colore [...]
[...] argomenti di cui la parte maschile si occupava a preferenza. Non passava una serata senza che scoppiassero interminabili discussioni politiche, nelle [...]
[...] presto o tardi, inevitabilmente. Oh, se ne sarebbero viste delle belle! Pippo ammiccava a sua volta. Chi poteva dubitarne? Che cosa c'era dunque di [...]
[...] , rovinando tutti gli interessi, facendo a chi le commette più marchiane. Ma l'accordo fra Pippo e Barbati non andava oltre il presentimento e l'augurio [...]
[...] che pensa all'utile proprio, e vuol tenere il capo a partito. Del resto, alle sfuriate dei due amici, egli opponeva la calma mordace e cocciuta [...]
[...] Mario ciaramellava con Flaviana, con Irene e con Teta. Laggiù non pensavano affatto a vuotarsi la testa colla politica. Scherzavano, mettendo la [...]
[...] fratelli d'Italia, ed il patatrac. L'altro aveva appurato da fonte certa che le agitazioni rosse in Francia decidevano i Governi a farla finita coi [...]
[...] , non è vero, Barbati? Ebbene, non riesco a capire neppure che cosa vogliano i vostri amici. Siete un mucchio di esaltati, e non ce n'è uno in buona [...]
[...] rispondere? Aspettò. Barbati, un po' sconcertato, cercava le parole. Un gran ridere a due, i timbri di voce incrociati di Flaviana e di Mario, riempì il [...]
[...] abbandonava disarmata all'ilarità, cogli occhi sfavillanti e colle gote in fuoco. Ma proibiva a Mario di continuare, dandogli del birbante e del [...]
[...] tempi; perchè doveva esser necessariamente così? — tonò Furlin. Adesso indirizzavasi a Pippo. Affannavasi a dimostrargli, che il peggior nemico del [...]
[...] chiese e ricorrere a Dio coll'osservanza sincera del culto, dopo avere voluta e conquistata la sua libertà! Di chi la colpa, se il Papa voleva [...]
[...] di scongiuro affettuoso. — Pròvati ancora a negarlo! T'assicuro: stasera hai qualche cosa pel capo! Perchè non ti scuoti e non ti confidi con noi [...]
[...] quelli là, che mi stordiscono. — Vuoi sostenerlo a me? — fece l'altra. — Ci credi, Teta? ci credi, Mario? — Ma sì, cognatina — disse Mario: — hai [...]
[...] proprio i nervi. Ti fa male il caldo? Bisogna che tu ti scuota. Vogliamo andate a prendere il gelato? Flaviana accettò la proposta con un grido di gioia [...]
[...] . Che idea felice! si sarebbero lasciati i tre chiacchieroni alla loro politica! si sarebbe andati a fare un giro pel Corso! Era stabilito. — Che [...]
[...] di non star bene? — domandò Teta, con un lungo sguardo scrutatore. Irene parve risolversi a non resister più. — Dio mio! è per tuo padre. Ho avuto [...]
[...] che la cognata loro accennava. Ma, come s'ella stimasse inutile discendere a' particolari del fatto, li abbandonò. Un antico rammarico rivelavasi [...]
[...] grado di vendicarsi fieramente. Non gli sarebbe mancata la donna che cercava, per aiutarlo a spogliare i propri figli, per impadronirsi di una [...]
[...] fortuna ch'egli liquidava grado a grado, sottraendola agli attacchi possibili di successioni naturali e legittime. — Il vecchio infame! — ghignò Teta [...]
[...] sangue, erano dimenticati, respinti, perseguitati, resi impotenti a raccogliere il più lieve vantaggio, mentre i beniamini gavazzavano pasciuti [...]
[...] sopra al tavolo. Barbati, avvezzo a simili interruzioni, crollò le spalle, volse un'occhiata al giovanotto, e tentò di proseguire. — Ti ripeto di [...]
[...] smetterla! — insistette Mario. — Tanto è lo stesso: sappiamo a memoria quel che vuoi dire. C'è da occuparci di cose più serie. S'era rivolto a Pippo [...]
[...] ed a Furlin. Teta sopraggiunse, mettendosegli accanto. — Che significa? — domandò Pippo. Mario andò per le lunghe: s'erano riscaldati tanto, nei [...]
[...] ? Com'era possibile... — Tira via! — ribattè la Barbati. — Bisogna che tu ti decida a far quello che avresti desiderato da tanto tempo, e che non hai [...]
[...] tra i figli di padron Gregorio poteva pensare a tentar l'impresa; non si facevano illusioni. Ma in quel preciso concetto della loro posizione [...]
[...] gli sforzi della loro attenzione e della loro eloquenza convergevano sopra Irene. Insistevano a deciderla: lei sola poteva ripromettersi di [...]
[...] dargli una prova di sincerità e di disinteresse. Si voleva evitare ch'egli abbandonasse la propria sostanza a gente indegna e cupida, che, per [...]
[...] arrivarci più presto, avrebbe fors'anche potuto attentare alla sicurezza di lui. Ma sarebbe stato odioso mirare a questa sostanza per conto proprio. Irene [...]
[...] taciuto che da qualche tempo mirava a papà? Voleva, per caso, agir sola? — Sei tanto ingrato, che perdi assolutamente la testa! — rispose lei con [...]
[...] all'esterno di perdere il suo sangue freddo; senza farsi conoscere; valendosi delle armi che avrebbe avuto a portata di mano. Non aveva disegni prestabiliti [...]
[...] . Stava in agguato delle occasioni, pronta ad acciuffarle, ed a condursi a seconda di esse. Escludeva un mezzo soltanto: il mercimonio della propria [...]
[...] debolezze della carne, con certi orrori di borghese intollerante, che restringe a questa sola forma di corruttela l'idea della colpa. E quando osava [...]
[...] figurarsi nell'avvenire un giorno in cui la loro relazione sarebbe cessata. Irene gli empiva la testa di fantasie, parlandogli della vittoria a cui [...]
[...] era una cosa da perderci la ragione com'ella continuava a condursi. Cadeva nelle braccia come un uccelletto cadrebbe nella bocca del serpente che [...]
[...] amore. Ma aveva fisso il chiodo d'essere una donna onesta, e di non saper mancare senza raccapriccio ai doveri inerenti a tale mestiere! Così Mario, a [...]
[...] poco a poco, per un sordo ribrezzo di quelle scene impossibili, aveva cessato dal provocarne la ripetizione. I due cognati si acconciavano ad una [...]
[...] era disposto a vedervi anche un lampo di genio femminile. Ma non gli conveniva affatto l'aver scoperto dal contegno d'Irene ch'ella doveva aver [...]
[...] preparato di lunga mano il terreno a totale insaputa sua. Gli piacque anche meno la risposta pronta ed evasiva della giovine donna. — Ti prego [...]
[...] rimproverata? Aveva forse alzato un dito prima di mettere a parte della cosa il cognato? Ella aveva voluto risparmiargli le noie e le imprudenze [...]
[...] disegno. Dirgli: sai, ho vinto e la vittoria è tua. Dimmi come dobbiamo goderne insieme. — Ahimè! Bisogna rinunciare appunto a quello che si [...]
[...] non mi accuserai di mistero, te lo assicuro. Ne vuoi una prova? Domani mattina, alle dieci, parlerò a tuo padre. — Come? — esclamò sbalordito [...]
[...] interessarla a procurare un incontro fra padron Gregorio ed Irene. Per maggior fortuna, il marito della signora Lalla, un curiale molto stimato dalla [...]
[...] idea — esclamò Mario: — non c'è in Roma una donna che ti valga! Nessun malumore turbava più la loro buona armonia. Presero a dirsi delle cose [...]
[...] ch'ella non frenava. Al contrario, cogli occhi scintillanti e con un sorriso pieno di fremiti, diceva a Mario la propria esaltazione. Gli faceva delle [...]
[...] promesse liriche. — Vedrai! Se resteremo d'accordo, si arriverà. A malgrado della tua audacia, hai delle idee ristrette, mio caro. Tu ti limiti a [...]
[...] voler accumulare il danaro ed a goderne, per gettarlo dalla finestra. Ebbene! a me, questo non basta. Voglio per te una posizione sicura; la stima e [...]
[...] la riverenza del mondo, e la potenza. Voglio che ti abbiano a parere nani, quelli che ti sembrano giganti. Lascia fare a me. Erano frasi da [...]
[...] cerretana; ma bisognava udirne l'accento, vedere com'ella le sottolineava con lo sguardo, col sorriso e col gesto. Dinanzi a lei, Mario provava [...]
[...] fratello lo schiavo d'Irene, non lo avrebbe trovato gran fatto dissimile a quello che si andava svolgendo in lui stesso. In ogni modo, l'amore [...]
[...] raddoppiano quando la coscienza non ha nulla da rimproverarsi. Oltre a ciò, il premio che si ottiene è più completo... S'interruppe da sè, nello [...]
[...] Spirito. Aveva la sua piccola corte di ricco bottegaio in ritiro: tre o quattro vecchioni, che occupavano con lui le ore d'ozio a rimpiangere il [...]
[...] passato, ed a rivedere le bucce al prossimo. Erano i padroni del tavolino scelto pei loro conciliaboli: non vi soffrivano invasioni. Certe sere, sul [...]
[...] compariva a prenderne possesso. I quattro o cinque amici sdegnavano il resto della clientela sparsa intorno agli altri tavolini: dei gruppi allegri [...]
[...] e chiassosi di bassi ufficiali, e poche coppie di borghesi capitate a prendere il gelato od il caffè, per caso. La vita fervida del quartiere [...]
[...] uomini, non li stimava, e soprattutto ne diffidava: tre motivi per indurlo a negare l'onore ed il piacere della sua relazione a chi avesse potuto [...]
[...] borsa col domandargli dei prestiti di favore. Quando s'è al verde, si trova danaro, come si trova una libbra di pane, rivolgendosi a chi lo [...]
[...] consiglio è gettarsi a fiume con una pietra al collo. Per conto suo, egli non avrebbe prestato dieci lire all'amichevole ad un morente di fame. Prestava [...]
[...] voleva mettersi completamente al coperto, appunto perchè acconsentiva a metter fuori il suo danaro per solo tratto di condiscendenza e di buon cuore [...]
[...] vecchio sornione. A poco a poco, i rancori contro i figli che lo avevano abbandonato ed offeso, eransi calmati, trasformandosi in una specie di [...]
[...] di Pippo, sfoderando una litania di epigrammi atroci. Quei bravi ragazzi! Volevano mostrare che avevano sangue nobile nelle vene; prepararsi a [...]
[...] una ingordigia di avaro. Esclusa come assurda la idea che egli potesse farne qualche donazione a privati bisognosi, a chiese, ad ospedali, o che [...]
[...] intorno al tavolino del Caffè delle Alpi sapeva di far piacere a Ferramonti, col tagliare i panni addosso alla sua discendenza. C'erano certe irruzioni [...]
[...] di fredde malignità, nelle quali ognuno faceva a chi le dicesse più grosse. In genere, Teta e Pippo si dipingevano come due idioti, lasciatisi [...]
[...] esisteva già più un centesimo dei tremila scudi strappati a padron Gregorio in un modo indegno. E Pippo, lui sì, doveva essere stato conciato per le [...]
[...] incontrare, lo rendeva furioso. Prima di sporcarsi a guardare soltanto quei due scalzacani birbaccioni, lui si sarebbe gettato a fiume. Ma non [...]
[...] c'era da pensarci: lo scritturale e la ferrivecchi si badavano bene dall'arrivargli a tiro. Senza dubbio, dovevano essere stati avvertiti che una tale [...]
[...] cortigiani. Lo lasciava capire, lanciando delle frasi misteriose e terribili sulla sorte birbona che espone un galantuomo a non esser sicuro di nessuno. Gli [...]
[...] , incoraggiandosi l'un l'altro, tirarono l'antico fornaio a dare delle spiegazioni. Ma perchè restava così strano? Che cosa poteva essergli accaduto? Aveva forse [...]
[...] dei miei affari particolari. Potrebbe darsi che gli armeggioni se ne avessero a pentire! Non rispose direttamente. Ritornava a divagare colle frasi [...]
[...] . Curiosa! un galantuomo non può vivere come gli pare! Ce ne sono dei cervelli balzani e dei rompiscatole, al mondo! Però, a poco a poco, attraverso [...]
[...] tenersi in guardia. C'era da aspettarsi tutto dalla combriccola di Torre Argentina... — Allora dite a vostra moglie che non ci si mescoli! — esclamò [...]
[...] padron Gregorio, interrompendo vivamente il curiale. — Capite? è lei, che vien fuori a parlarmi di mia nuora come di un angelo sceso dal cielo [...]
[...] , nientemeno! E bastasse! pare ch'io faccia la figura dell'orco, a trattare come tratto quell'anima santa. Un monte di minchionerie! — Mia moglie mi [...]
[...] . Avete capito? Va bene? Mutiamo discorso. Parlarono di grani, che accennavano a sensibili ribassi sul mercato. Ma il curiale Frati non si [...]
[...] trattenne, preso da uno zelo impaziente di andare a redarguire la moglie. Padron Gregorio poteva viver tranquillo: quella scema avrebbe messo giudizio, una [...]
[...] segreto che gli attribuiva. E finì col mostrarsi piena d'ansietà, incapace di tener la lingua a casa. Era proprio vero? Padron Gregorio aveva [...]
[...] , per Cristo, di far passare da vecchio rimbambito un uomo che aveva sempre il cervello a posto, e che soprattutto teneva a mostrare di avercelo [...]
[...] sapeva più come regolarsi: non lo credevano, sia che negasse mandando la cosa in burletta, sia che ci si arrabbiasse fino a far delle scene. Era tentato [...]
[...] rabbia e di bile. Ma allora trovò nella signora Lalla Frati il conforto di un'amicizia discreta e consigliatrice. Era costretto a riconoscere in [...]
[...] credere facilmente a tutte le fole inventate per annunciare un cambiamento. A poco a poco, tali discorsi presero una piega particolare. Ferramonti [...]
[...] incidentali della signora Lalla. Sicuro, il rimedio sarebbe stato là, pronto: mostrare al mondo, che si vuol bene a qualcuno. Il vecchione non [...]
[...] . Buon Dio! ci voleva ben altro! n'era piena mezza Roma! Non si aveva più neppure la magra soddisfazione di sperare, che i nomi diversi citati a [...]
[...] principio servissero essi stessi, colla loro molteplicità, a screditare le dicerie. N'era rimasto uno solo, quello di una ragazza venticinquenne: Mimma [...]
[...] Scozzi. Era la figlia di un erborista a Borgo Pio. Il ridicolo cresceva. Mimma Scozzi, bellissima, non s'era maritata ancora, per certe storie [...]
[...] compromettenti. Non aveva un soldo, e suo padre, il semplicista, era gobbo. Si diceva fissato il matrimonio a settembre, aggiungendosi che padron [...]
[...] gli andò in casa per invitarlo a far cessare i pettegolezzi. Dipendevano da lui. Aveva certo desiderato Mimma, ne aveva parlato e si era poi [...]
[...] d'attorno, minacciandolo di pigliarlo a pedate e di fargli fare le scale a ruzzoloni. Ma l'antico fornaio non ne poteva più: sarebbe schiattato; ci [...]
[...] si mise a letto. Sentiva che il ricordo di quell'incidente grottesco non gli avrebbe lasciato più pace. Si rifugiò più che mai nell'amicizia della [...]
[...] trovare; poi un altro; poi un altro ancora. Ebbene! quelle assenze erano un pretesto; non erano vere. Una quarta volta, Ferramonti, andando a casa [...]
[...] l'incontro colla domestica lo avrebbero mandato a spasso di nuovo. Lo fecero aspettare come un salame, nello stanzino d'ingresso, quasi tre minuti [...]
[...] Gregorio, anche lui, avesse consentito a placarsi. Qualunque altra al suo posto avrebbe creduto di poter fare a meno delle delicatezze e degli [...]
[...] scrupoli che l'arrestavano: l'idea, cioè, che si potesse trovare un secondo fine al suo sogno di presentarsi al suocero per supplicarlo a volerle un [...]
[...] sarebbero mancati certamente a dozzine i partiti cento volte migliori. Aveva consentito a Pippo per condiscendenza d'animo ben fatto; soprattutto [...]
[...] , per risparmiargli di andare a picco nel traffico delle ferrarecce, in cui quella testa quadra si era gettato ad occhi chiusi. L'aveva fatta, la bella [...]
[...] andare colle gambe all'aria insieme alla bottega, dopo sei mesi. Non la conoscevano ancora. Invece, lei aveva preso a dirigere il negozio e ad [...]
[...] istradare il marito, facendone a un tratto un commerciante avveduto. Padron Gregorio poteva prendere delle informazioni: adesso, per lei, la firma di [...]
[...] Filippo Ferramonti valeva quattrini sonanti, e la bottega a Sant'Eustacchio era un capitale da levarcisi tanto di cappello. Ecco che cosa Irene era [...]
[...] trovava che delle stupide malignità; dei chiacchiericci da oziosi, campati in aria. Le parole della Frati diventavano verità sacrosante, appoggiate a [...]
[...] che andava al cuore! Quando Ferramonti parlava della nuora, ridotto a riconoscerne i meriti, vibrava nella sua voce la tentazione di un vecchio che [...]
[...] pensa a giovani carezze. Fino allora egli aveva trattato le donne col disprezzo di un cacciatore arrabbiato della fortuna; le voluttà molli [...]
[...] ? — disse improvvisamente, una volta. La signora Lalla lo indovinò a volo. — Sicuro, che si fa vedere! Vien qui, almeno due volte per settimana, di [...]
[...] perdeva qualche cosa? L'occasione, certamente, sarebbe venuta da sè, a tempo sempre. Egli però non cessava dall'andare ogni giorno in casa del [...]
[...] fare accendere i lumi a mezzodì; sbavate di vento caldo, da togliere il respiro; un balenìo sinistro, un ruggire profondo di tuoni. La tempesta [...]
[...] saliva dai punti bassi dell'orizzonte; le bufere s'indovinavano scatenate in giro, incalzanti a stringere un cerchio, attratte a confondersi, a [...]
[...] diventare tutt'insieme un solo terribilio. Sotto le raffiche ardenti che spazzavano la strada e sbattevano porte e finestre, la gente s'affrettava a [...]
[...] scarica di cannoni ripercossa cento volte dall'eco scosse la casa tutta quanta. Padron Gregorio s'affrettò a salire; tirò violentemente il campanello [...]
[...] crescente fremito; adesso veniva giù a torrenti impetuosi. All'aprirsi dell'uscio, l'antico fornaio si precipitò dentro, pallidissimo. Andò innanzi [...]
[...] : entrando volle scherzare: — Che razza di risciacquata! Roma fa il primo ba... Non finì. Nel bagliore di un altro lampo, scorse ritta dinnanzi a sè [...]
[...] , sorridente e pallida, Irene. Una vera apparizione. La giovine donna lo guardava rispettosa ed amorevole come tentata a gettarsegli fra le braccia [...]
[...] risolverci prima! — disse padron Gregorio. — Vedi: i miei figli m'hanno ridotto a viver solo come un lebbroso. Avevo bisogno... Scoppiò una saetta. Irene [...]
[...] del di fuori, i gemiti fischianti del vento furioso. La giovine donna fu la prima a riaversi. Tornò al suo posto sorridendo: — Sono una sciocca [...]
[...] ringalluzziva tutto. Provava egli pure il fascino esercitato da Irene su tutti coloro ch'ella aveva voluto attrarre a sè. Forse qualche cosa di più [...]
[...] complesso: un viluppo strano di sentimenti paterni, e di sorde sensualità di vecchio. Egli non si era trovato certamente a trattare con delle duchesse [...]
[...] . — Avevo bisogno di voler bene a qualcuno, e che qualcuno mi volesse bene — diss'egli, ritornando sulla frase troncata dalla folgore. La pronunciò con una [...]
[...] . Padron Gregorio parve improvvisamente affaticarsi a darsi animo. Sorrideva. — Se si potesse... Certo, allora andrebbe bene! Vuoi pigliarti tu [...]
[...] l'incarico di consolare un vecchiaccio brontolone? — Perchè non posso mostrarvi a nudo il mio cuore? — diss'ella ineffabilmente commossa. Ma, con uno [...]
[...] suocero, e di farlo ridere, come per proposito deliberato a non ricascare nel sentimentale. Doveva senza dubbio costarle uno sforzo; ma il vecchione [...]
[...] ben altro!... Oh, se avesse potuto dire quel che provava dentro di sè! Irene doveva possedere certamente qualche filtro magico. Egli durava fatica a [...]
[...] guardò lungamente, afflitto; rimase alcuni minuti sopra pensiero. Poi si scosse. — Dammi retta: pensiamo a cose allegre. Guarda: il tempo s'è fatto [...]
[...] un'angoscia che doveva lacerarle il cuore. Aveva fatto una passeggiata a piedi. Nell'uscir di casa, non aveva previsto la pioggia. Ed era là, col [...]
[...] suo ombrellino da sole. Ma si faceva tardi; lei doveva pensare a tornarsene via. Avrebbe preso una carrozzella, a Piazza Farnese. Aspettava che [...]
[...] minuta, lasciava una frescura vivificante. Irene aprì la finestra. Di fuori, a ponente, uno strappo di nubi mostrava un lembo di cielo [...]
[...] carrozzelle correvano in ogni direzione. Suocero e nuora non seppero uscir più dal tema del tempo. Tuttavia il loro imbarazzo svaniva, a poco a poco [...]
[...] ; ricominciavano a sorridersi. La signora Lalla ricomparve; Irene si alzò per accommiatarsi. Allora Ferramonti la trattenne: — Non correre; non [...]
[...] Irene, prima che il suocero potesse indicarle un altro appuntamento. Padron Gregorio parve colpito. Infine si risolse. — Sia pure: qui! A rivederci [...]
[...] , nuoruccia. — A rivederci, papà! Ebbene, il vedersi in casa d'estranei acquistava un sapore piccante; un'idea come di appuntamento amoroso e [...]
[...] restava appena pochi minuti. A due o tre appuntamenti mancò del tutto. E queste furono per padron Gregorio giornate terribili. Insomma, la giovine [...]
[...] frasi piene di amari significati. Ma ciò si connetteva a tutto uno stato di cose ch'ella doveva subire, ed al quale erasi in realtà rassegnata. In [...]
[...] quelli degli altri, perchè non si formava una nuova famiglia? Erano vere esplosioni, che sbalordivano Ferramonti. Egli non riusciva a ribatterle [...]
[...] privilegiata e depositi assortiti? E continuava a rispondere umoristicamente, aspettando da un giorno all'altro che Irene pure mettesse fuori [...]
[...] turbamenti nervosi. Ci arrivarono infatti. Irene provò al suocero ch'egli non poteva fare a meno di una moglie, affettuosa ed intelligente. D'altra [...]
[...] punto di vista la convenienza di un secondo matrimonio, e che si montasse a dovere la testa nel credersi lei capace di pescare la donna per la quale [...]
[...] , rifiutandosi a dirgli di più. Un giorno comparve coll'aria trionfante di una donna che ha trovato. — Siete sempre risoluto, papà? — Si capisce [...]
[...] e d'impegnarmi a nome vostro? — Come? come? Tu corri un po' troppo, carina! Se mi cucini, fammi sapere almeno in che salsa. — Salsa matrimoniale [...]
[...] ! — esclamò Ferramonti, colpito dalla frase e dal modo ond'era stata pronunciata. Guardò a lungo, stranamente, la nuora. Era violentemente commosso, e [...]
[...] potè a fatica frenarsi. — Allora — disse infine, con un tremito della voce, — sono disposto a secondarti. Hai fatto le cose a dovere? Suvvia, dimmi [...]
[...] miracolosamente dal naufragio commerciale di lui. Era tuttavia piacente; assennata, religiosa, di fondo docilissimo. Insomma, quella che occorreva appunto a [...]
[...] padron Gregorio. Le avevano dunque parlato di lui, in termini molto generali, chiedendole se, al caso, avrebbe avuto contrarietà a rimaritarsi con [...]
[...] dirò che ce n'è d'avanzo. — Manco male! Allora si combina? — E via a correre! Mi sembri il barbero vincitore! — Non vi capisco... — Mi capirai. La [...]
[...] tua vedova Remedi, la conosco, presso a poco. Suo marito faceva il cartolaio a via Frattina, non è vero? Bene! ebbero la fortuna attraverso; ma [...]
[...] . C'è una difficoltà. Io ho voluto soltanto metterti in prova. Nè più, nè meno, capisci? Penso tanto a riammogliarmi, come a farmi vescovo, io! Sai che [...]
[...] ? vi ringraziamo. Adesso si cambiano le parti. Ci farete sempre un piacere, venendo qualche volta a trovarci. XI. A Torre Argentina si seguivano [...]
[...] sistema audace di equivoci, che poteva comprometterla colla più futile circostanza, ma che teneva egregiamente sospesi gli animi. Tirava innanzi a [...]
[...] risoluzioni precipitate; ma non sperava di durarla più a lungo. No: la fatica superava le sue povere forze. D'altra parte, bisognava esser giusti [...]
[...] ladrocinio simile. Parlavasi di andare a cavar fuori il cuore di quel vecchio birbaccione che trattava così il sangue suo. Furlin, sempre [...]
[...] interdire e chiudere in una casa di salute. Bastava far agire influenze valide, allargando a tempo e generosamente i cordoni della borsa. Poi [...]
[...] nel salotto ebbero un carattere artificioso: la banda indagava se la giovine donna si fosse per avventura permesso di darle a bere qualche fandonia [...]
[...] a contraporre i proprî scopi disinteressati alle loro cupidigie; ma parlava considerando anche le cose dal loro stesso punto di vista. Non si [...]
[...] trattava più d'impedire a padron Gregorio il matrimonio; si trattava di mettergli a fianco un'amica della famiglia. I Furlin ebbero un'ultima velleità [...]
[...] propri interessi da quelli della famiglia. E si rassegnarono ad abbassare le armi. Allora la banda si sguinzagliò a cercare la donna che occorreva [...]
[...] , proposta timidamente da Flaviana Barbati. A principio non la presero neppure sul serio; ma la difesa d'Irene, che raccomandò la vedova come una antica [...]
[...] esasperavano, la sera, intorno a lei. Dubitava ancora della riuscita! Il suocero continuava a non volerla vedere che dalla Frati, in casa di estranei [...]
[...] salotto di via Torre Argentina fremette il sospiro della vittoria. Irene annunziò che il suocero l'aveva autorizzata a cercare. Oh, egli era l'uomo [...]
[...] stupiti fra loro, quasi dubbiosi che le desse di volta il cervello. Ma non si veniva a capo di nulla. Era la settimana in cui padron Gregorio credeva [...]
[...] Irene occupata a cercargli la sposa. Si cominciava a veder buio nell'indugio; a ritentare delle osservazioni, che tradivano rinascenti sospetti [...]
[...] . Tutto ciò svanì nella sorpresa suscitata dall'avvenimento che mandava a monte il matrimonio, e che faceva entrare Irene in casa del suocero. Tornando [...]
[...] dal Pellegrino, lei non volle aspettar la sera per spargere la gran novità. Passò dal marito, a bottega, fece correre lui dai Furlin. E la sera [...]
[...] pensato a se stessa? se avesse dato a padron Gregorio un'altra nidiata di figli? Erano tanti i casi! Infine, Irene era stata davvero la provvidenza [...]
[...] tutti siamo a tua discrezione. Ho idea che, adesso, tu pensi a farne veder delle belle a qualcuno... — Sei un ingrato ed un infame! — esclamò lei [...]
[...] si parla di un padre il cui pensiero rinverdisce antiche affezioni e mette nel cuore una folla di pentimenti. Avevano avuto torto: erano pronti a [...]
[...] risparmiarsi in parte la fatica delle proprie dissimulazioni, e cominciava ad affermare una superiorità, a prendere un'aria di alterigia e di [...]
[...] terreno falso ed infido. In quello stato di cose una circostanza venne ad aumentare le difficoltà, lasciando la famiglia a se stessa: i Barbati [...]
[...] sparirono. Rinaldo doveva attendere a troppi affari, e si tuffava in un mare di segrete macchinazioni politiche. Dal canto suo, Flaviana si vedeva [...]
[...] , e il domani Irene stimò necessario scrivergli un bigliettino per invitarlo a passare un momento da lei. Quando egli arrivò, trovò la cognata già [...]
[...] tempo da perdere. Perchè non sei venuto ieri sera? — Sono stato a teatro. — E prima? — Ho veduto degli amici... — No! sei stato da Flaviana [...]
[...] la cognata. In realtà la comprendeva. Alla fine si risolse a risponderle. — Allora, se vedi così da lontano, devi sapere che io sono estraneo al [...]
[...] cambiamento di Flaviana a tuo riguardo. Non mi puoi rimproverare nè una indiscrezione, nè un'imprudenza. Mi pare anche di condurmi con quella povera [...]
[...] sopraffarla un'amarezza infinita. Tacque, aspettando che Mario parlasse a sua volta. Egli era agitatissimo. Pronunciava delle frasi incoerenti, ridicole per [...]
[...] costringermi a dirti ciò che avrei voluto risparmiarti? Lo sai, che la pazienza non è la mia virtù predominante. Irene rialzò vivamente il capo [...]
[...] uomini. Ed io rifletto se davvero tu abbia un interesse vero, positivo, a serbarmi una sorte diversa. Sono un Ferramonti, della famiglia la cui [...]
[...] fortuna dovrà appartenerti. A mio favore ci sarebbe soltanto il tuo capriccio, la tua debolezza, la tua passione per me. Ma non c'è dubbio, che invece [...]
[...] dinnanzi così, fremente e sconvolta. — Che m'importa? Va dunque a dire a Pippo che mi hai avuta! È il solo mezzo di scuoterlo: è il solo mezzo di [...]
[...] colpirmi a morte, togliendomi la mia fama di donna onesta. Tu ci guadagneresti un tanto: faresti la figura di un uomo caduto nelle reti di una sirena. Ti [...]
[...] raccolti intorno a me per sorvegliarvi e per raggirarvi meglio. Avrei voluto incontrare qualche difficoltà, che lusingasse il mio amor proprio. Invece [...]
[...] intensità dello sguardo. Allora Mario, spinto a sua volta da una specie di delirio, le si avvicinò; volle afferrarle le mani. Fu una scena muta [...]
[...] tale scena doveva cessare a qualunque costo; egli non poteva restare un minuto di più. — Rassicurati — diss'egli, con un filo di voce, — non hai [...]
[...] più nulla da temere da me. Addio. S'incamminò verso la porta, risoluto. Lo trattenne un grido angoscioso. Irene barcollava presso a cadere. Egli si [...]
[...] slanciò a sorreggerla; la raccolse nelle braccia. Lei gli si abbandonò. La fralezza femminea, che aveva superato e vinto fino allora, si vendicava [...]
[...] toccato ad Irene ridurlo al punto a cui si trovava. — Oh, parole! — balbettò la giovine donna singhiozzando, coll'amarezza ineffabile del suo [...]
[...] sottoponesse ad una prova, felice di vederla rianimarsi a poco a poco. — Non mi tentare, — diss'ella improvvisamente, raddrizzandosi sotto l'impressione [...]
[...] di un'idea subitanea. — No! È meglio restare così. Amici, se vuoi. Noi ci scaviamo un abisso sotto i piedi. — A che pensi, adesso? — domandò Mario [...]
[...] . Si allontanò, coll'ubbidienza passiva della quale, in un caso simile, avrebbe dato spettacolo suo fratello. XII. A casa Barbati finivano di [...]
[...] desinare. S'erano messi a tavola assai tardi, pei soliti impicci che non permettevano più a Rinaldo d'esser padrone del suo tempo. Era un dicembre [...]
[...] intorno a sè uomini abbastanza risoluti per spingere le cose agli estremi. Perchè aspettavano ancora? Non vedevano che al popolo prudevan le mani? Erano [...]
[...] azioni di quell'Istituto. Barbati, per ingordigia, aveva troppo indugiato a disfarsi di una partita di tali titoli, che gli era rimasta per [...]
[...] l'odore. Si sarebbe dato volentieri dei pugni nel capo. L'aveva a morte con quei furfanti degli amministratori della Italica. Dire che lo [...]
[...] , e l'arredamento completo di un monastero in formazione. I maligni potevano sogghignare a piacere: non era agente d'affari in genere, lui? Del [...]
[...] maravigliarsi che un galantuomo cerchi di guadagnar quattro soldi in un modo, piuttosto che in un altro. Quella sera i Barbati si affrettavano a finire [...]
[...] alle provocazioni di lui, continuando a preoccuparsi unicamente di mangiar molto e presto. Egli ne fu quasi indispettito; lanciò un altro epigramma [...]
[...] che gli conduceva a teatro la moglie. Sicuro: Federico ci avrebbe troppo patito a non trovarsi all'alzar del sipario. Era già incredibile che si [...]
[...] conducesse una donna. Che tipi, la gioventù benvista in Vaticano! Un mucchio d'animali, degni, per Cristo, d'essere fatti vedere a pagamento [...]
[...] sa: sono uomini, al pari degli altri. Anzi, salvo le loro stupide idee, valgono spesso più degli altri. Ho forse avuto delle difficoltà a prendermi [...]
[...] d'essergli andata a pescar Federico per nuovo socio, dopo l'allontanamento di Mario Ferramonti. Usavano così, loro. Al Banco di Rinaldo, sotto la [...]
[...] ditta commerciale “Barbati e Compagno”, il compagno si cambiava a periodi più o meno lunghi, secondo gli umori e l'influenza di Flaviana. Un [...]
[...] l'apparenza di nascere a caso, fra un complimento ed una frase frivola. Poi si maturava rapidamente; l'affare concludevasi. Flaviana, continuando a [...]
[...] , come era libera nell'esercizio delle sue pratiche religiose. Rinaldo non le aveva domandato nulla, superiore a tali miserie; ma lei doveva aver [...]
[...] metter le mani in ogni genere d'affari, come un ebreo. Non badava, per ciò, a tenersi in relazione cogli usurpatori. D'altra parte, sicuri di lui [...]
[...] . Allora, perchè non salisse la senapa al naso a nessuno, e perchè le apparenze fossero salve, si era stabilito di non mettere in piazza il contratto [...]
[...] facendogli luccicare gli occhi. Perchè dunque Flaviana non si divertiva a far chiacchierare ed a far disperare il suo galante e cattolico [...]
[...] motteggiatrici, che riassumono tutti i rimproveri, e rifiutano anticipatamente tutte le scuse: — Si sa quanti selci ci sono da Piazza Colonna a [...]
[...] qui? — Contarli, non ci avrebbe fatto arrivare a teatro più tardi, — rispose Federico sorridendo. Portava dinnanzi alla bianchezza della mensa un po [...]
[...] ancora a tavola, era colpa sua. La povera Flaviana aveva inghebbiato il cibo come un pollastro da ingrasso. Del resto, anche Federico era [...]
[...] arrivato con tutti i suoi comodi, come un vero canonico. Allora Vettoni scese a maggiori particolari. Sorseggiò, con un raccoglimento di ghiottone [...]
[...] discorsi sulla convulsione finanziaria che la città attraversava. Correva una voce: a Como avevano scoperto il Gerente della Banca dell'Agro romano [...]
[...] sul punto di guadagnare il confine, e lo avevano tratto in arresto. — E tu hai tanto aspettato a dirmelo! — esclamò Barbati. Egli aveva quella [...]
[...] notizia più cara di un guadagno di mille lire! Ma che mille lire! Non gl'importava più delle diecimila perdute, a condizione di vedere in galera i [...]
[...] nulla di buono a Federico. Ma questi capì alla fine che doveva abbonirla. Allora le si pose attorno con una maniera insinuante di faceto monsignore [...]
[...] che addomestica e sollecita una penitente gustosa. Vinse. Flaviana cominciò a sorridergli, mentre la domestica recava il caffè. E riebbero tutti [...]
[...] fretta. Si scottavano le labbra e la lingua, arrischiando troppo grosse sorsate del caffè fumigante. Anche Rinaldo, diventato a sua volta impaziente [...]
[...] di uscire, incitava la giovine donna a sbrigarsi. Ella li lasciò per andare a finire di abbigliarsi. Allora i discorsi interrotti fra i due uomini [...]
[...] si riallacciarono. Per una rapida associazione d'idee, presero a parlare della Banca Italica. Calcolavano che il cancan del rialzo si sarebbe [...]
[...] tradivano la rabbia di Barbati. Federico ebbe un ricordo subitaneo: — A proposito! Sai quanto ha guadagnato Ferramonti? — Quanto? — Trentacinquemila [...]
[...] senza che gli altri due se ne fossero accorti. Non volle sentire le scuse del marito; non ce n'erano! La gente onesta non deve sporcarsi a [...]
[...] parlare di simili birbaccioni! Poi, furiosa, invitò Federico a portarla via, senza perdere un minuto di più. Quell'incidente da nulla l'aveva [...]
[...] completa, sotto tutti gli aspetti. Essi pure avevano intuito l'abilità ed i segreti disegni d'Irene, e Flaviana, volontariamente, le si era profferta a [...]
[...] cacciatrice. Trattavasi, insomma, di servire abilmente la Ferramonti per sfruttarla più tardi. A questo patto Flaviana aveva potuto fingere [...]
[...] conobbe interamente Irene alla notizia che il matrimonio di padron Gregorio andava a monte, e ch'ella restava incaricata di tener compagnia al [...]
[...] fondo, una pigra natura, rifuggente dal crearsi dei crucci nella esistenza. Non era neppure orgogliosa al punto di mentire a se stessa. Che serve [...]
[...] ? Ella aveva paura della Ferramonti. Bisogna ben rassegnarsi, quando non c'è a far meglio. Bastava rammentare ed aspettare. Poteva offrirsi l'occasione [...]
[...] mezzo per prolungarne l'abitudine. Appunto come due seccatori ostinati, il funzionario e sua moglie continuarono a presentarsi seralmente dalla [...]
[...] che ha un diavolo per capello. Li salutava appena, invitandoli a sedere, giacchè erano venuti, con quel fare brusco e sgarbato che accompagna le [...]
[...] cortesie forzate. Poi si eclissava, lasciandoli delle ore a guardarsi reciprocamente, comparendo e scomparendo ad intervalli rapidi, riuscendo a [...]
[...] punto di andarsene a letto all'ora dei polli, incapace di tener dietro a qualunque discorso. Alla fine, ella ritardò la sua rientrata in casa; non si [...]
[...] chiesero spiegazione, con delle domande a doppio senso. Ma come seppe risponder, lei! di Mario non sapeva nulla: forse egli aveva qualche intriguccio [...]
[...] segreto. In quanto a Pippo, si divertiva. Andava al caffè; aveva preso il gusto del teatro. Povero Pippo! era ben giusto che si divertisse un pochino [...]
[...] guardingo; un contegno di cani bastonati che leccano la mano a chi li percuote. Ne sapevano di belle! La decadenza ed il disonore piombavano sulla casa [...]
[...] ch'ella non aveva più voluto dormire col marito e che lo aveva mandato a letto, solo, in una stanzuccia la più lontana nell'appartamento dalla camera [...]
[...] diventava schifoso d'abbiezione; tremava dinnanzi alla moglie come un ragazzino scemo dinnanzi all'orco, ed avrebbe tenuto il candeliere a quella tal [...]
[...] cosa, senza batter ciglio, solo che a lei fosse saltato il capriccio di comandarglielo. All'infuori di tali sfrenate maldicenze, Pippo subiva in [...]
[...] assolutamente per abitudine il tornare a casa, ogni sera, briaco come un vero maiale. Frattanto Irene mostravasi interamente assorbita nelle cure del suocero [...]
[...] . Dapprima gli era entrata in casa coll'aria di una parente alla buona, in visita di confidenza, affrettandosi ostentatamente a tornarsene via [...]
[...] , come timorosa di rendersi indiscreta. Poi, a poco a poco, le visite si erano prolungate. Non era più necessario che il vecchio Ferramonti fosse ad [...]
[...] ; e se padron Gregorio non c'era, lo aspettava, facendo il proprio comodo. Egli a sua volta usciva, rientrava, la lasciava, la ritrovava, come se [...]
[...] fosse di casa, assolutamente. Una stanza dopo l'altra, ella penetrava in tutti i cantucci; cominciava a mettere le mani sugli oggetti per pulirli, o [...]
[...] per cambiarli di posto. Arrischiava delle osservazioni, sempre più precise, alla serva di casa, che si abituava a trovarsela ogni momento fra i piedi [...]
[...] inevitabili. Una domenica, suocero e nuora pranzarono insieme. Padron Gregorio, abituato da lungo tempo a mangiar solo come un cane, non rammentava una [...]
[...] serio. D'altra parte, che era quel continuo sgambettare tutta la giornata da Torre Argentina al Pellegrino, e dal Pellegrino a Torre Argentina? Non [...]
[...] assenze cessarono definitivamente, a cominciare dalla domenica successiva. Irene fu la regina della casa; prese a governarla a suo talento [...]
[...] una stanza esclusivamente sua; un letto di ferro vuoto, pel caso che se ne dovesse servire; belle cortine a ricami, un tappeto, un comò di [...]
[...] scrittoio. Un lusso da camera mobiliata, che Ferramonti non sarebbe arrivato mai a mettere insieme da sè. Erasi affidato al tappezziere, ordinando che [...]
[...] non si badasse a spese. Era il presente a sorpresa che il suocero volle fare alla nuora; e quella galanteria di camera, tappezzata pure a nuovo da [...]
[...] . Dunque lei ci si trovava bene, là dentro, eh? Ci si acquartierava, ci accomodava le cosucce sue! Manco male! egli era riescito una volta a [...]
[...] , rivelavano quali fantasmi agitassero la sua imaginazione; cose davvero dell'altro mondo! Per fortuna, Irene era pronta a redarguirlo ed a scuoterlo. Non [...]
[...] gli faceva trovare ogni giorno, mettendosi tante volte lei stessa a cucinare, gli rammentavano i beveroni ripugnanti e le pietanze inqualificabili [...]
[...] di cui s'era avvelenato per tutta la vita; e gli pareva di sentirsi male quando non riusciva a cacciar via subito tali ricordi. Che differenza [...]
[...] bambina, spingevasi fino a sedere sulle ginocchia del suocero, per accarezzarlo colle mani gentili, per tenere il suo viso acceso di vecchio [...]
[...] , vicinissimo al proprio, splendido di gioventù e di bellezza. E sempre, ella odorava di quell'odore inebbriante di verbena! Rideva a sentire il suocero [...]
[...] muri, e profondamente egoista. L'imagine degli altri Ferramonti veniva a turbarla, di tanto in tanto. Erano delle circostanze lievi, delle [...]
[...] insidiose associazioni d'idee; specialmente il pensiero fisso che Irene aveva un'altra casa dalla quale veniva ogni mattina, e dove era obbligata a [...]
[...] ritornare ogni sera. Allora suocero e nuora si sorprendevano a parlare di Pippo, di Mario, dei Furlin. Per un pezzo ella sostenne ammirabilmente la sua [...]
[...] parte d'angelo della pace, moderando i trasporti appassionati del suocero, ingegnandosi a trovare pel marito e pei cognati delle attenuanti [...]
[...] ; mostrando di cullarsi in una vaga speranza di pentimenti e di perdoni. Ma, a poco a poco, padron Gregorio sospettò che tale contegno mascherasse in lei [...]
[...] ; s'imbestialiva, come per ricattarsi di aver qualche tempo vissuto da uomo per bene in mezzo a gente per bene. Era una disperazione! E i Furlin [...]
[...] . Credevano ch'ella volesse derubarli e proclamavano che glie lo avrebbero impedito, a qualunque costo. In tali espansioni Irene trasaliva, presa [...]
[...] da angosciosi smarrimenti; qualunque cosa sapesse dirle il suocero, ella non riusciva a frenare i propri raccapricci, e li dissimulava soltanto per [...]
[...] fargli piacere. Lei sapeva quello che sapeva. Aspettava; era preparata a tutto; non si sarebbe maravigliata di nulla. Gli amici di Ferramonti si [...]
[...] guardavano bene dal riferirgli i pettegolezzi poco edificanti che cominciavano a circolare pel quartiere sul conto della sua diletta nuoruccia. Ma [...]
[...] Mario l'accompagnava? Egli volle delle spiegazioni. Le ottenne, complete. In realtà, spessissimo, Irene si faceva accompagnare a casa dal cognato [...]
[...] Argentina, e di venirle incontro fino a Campo di Fiori, se non era ancora rientrata in casa. Non aveva altro mezzo per evitare di trovarsi sola, di [...]
[...] valse per riprendere coraggiosamente la difesa del cognato. Bisognava almeno rendere a Mario questa giustizia: che egli era pieno di gentilezza e di [...]
[...] riguardo. Nessun altro si sarebbe preso un incarico uguale, una vera seccatura, che lo esponeva, quando i loro incontri mancavano, a restare delle [...]
[...] ore in sentinella su e giù per Campo dei Fiori, a sorvegliare lo scarico dei broccoli e delle rape. D'altra parte, Mario la metteva di buon umore [...]
[...] una sola creatura, uomo o donna, che possa dirsi perfetta? Così un tacito consenso l'autorizzò a valersi apertamente della cortesia del cognato [...]
[...] . Gli oziosi potevano sbizzarrirsi a piacere: Irene riabbandonavasi alle sue audacie di donna che sfida il mondo, dopo averlo voluto ingannare [...]
[...] sfaccendati un uomo giovane ed una donna giovane, stretti insieme a braccetto, come due sposi nella luna di miele, diventava un'ostentazione. Potevano [...]
[...] seguirli dal Pellegrino a Torre Argentina; vederli perdersi dentro un portone donde non uscivano più, nessuno dei due. C'era da farci dei giudizi [...]
[...] temerari anche a non averlo voluto. E le storie più stravaganti si diffondevano, accreditandosi nella folla che aveva visto nascere e crescere la [...]
[...] formavansi negli angoli scuri dei vicoli e sulle soglie dei portoni; dei bottegai dimenticavano la clientela per correre sull'uscio a spiare. Il momento [...]
[...] dal lerciume degli anditi, trovava un'ebbrezza acre ed inconsueta a sfrenarsi colle intemperanze ciniche dell'epigramma da postribolo, su quelle [...]
[...] pensato, una volta, che la sporca condotta di Pippo l'obbligava a mostrare in qualche modo di non averci colpa col far vedere che non era mutata, lei [...]
[...] avrebbe ben preferito che Irene restasse con lui; ma capiva che, in fondo, gli sarebbe stata gratissima di trovarsi costretta a fare il contrario [...]
[...] discorsi venivano in campo. Egli non doveva pensare solamente a se stesso, per riuscir poi a far languire di noia e di tristezza quel vago fiore [...]
[...] ubbidito a controgenio. Egli avrebbe potuto rivelarle il perchè vero delle proprie insistenze, e soggiungere che s'era in tempo ancora di non farne [...]
[...] dubitato. Era saltato in testa a lui stesso il capriccio di veder Irene riapparire nel mondo, in mezzo alle feste carnevalesche, ed egli stesso aveva [...]
[...] imposto alla giovine donna di trovarne il modo. Fu una fantasia subitanea ed imperiosa di amante, che Irene non riuscì a sventare, punta forse a [...]
[...] partita, inducendo Irene a lasciare in pace il suocero ed il suo danaro, per prendere il largo con lui. Non sarebbe mancato il mezzo di utilizzare [...]
[...] altrove due intelligenze e due energie risolute e pratiche, che la comunanza dell'opera avrebbe reso onnipotenti. E però egli affrontava a cuor [...]
[...] l'amante in acconciatura di visita, inguantata, col cappellino, quando non avevano da fare altro che starsene insieme; di condurla a cena quando avevano [...]
[...] lo stomaco pieno; di correre a notte alta, col freddo e colla pioggia, le strade della città, nel fondo protettore e discreto di un legno chiuso [...]
[...] potuto farle guadagnare dieci volte di più che non gli fosse riuscito; ma, a questo proposito, ella era inflessibile nelle idee. Ella destinava [...]
[...] una parte meschinissima dei suoi profitti ad aumentare le prime mille lire affidate a Mario. Accumulava il resto, senza impieghi, nascondendolo alla [...]
[...] rifiniva dal ridere al sentirla negarglielo a lui stesso, a faccia tosta, quando ne capitava l'occasione. Ma egli intuiva nella giovine donna [...]
[...] saccoccia. Mario non sapeva, che una gran parte delle somme da lui consegnate alla giovine donna sfumava misteriosamente a rattoppare le falle della [...]
[...] barca a Sant'Eustacchio. Però sapeva che Irene occupavasi di nuovo, ad intermittenze, della bottega. Alcune sere, uscendo da casa del suocero, ella [...]
[...] andava a sorprendere i commessi, trattenendosi delle mezz'ore ad interrogare, ad informarsi, a verificare lo stock, a consultare i libri ed a [...]
[...] disporre. Altre volte i commessi andavano a casa da lei, invitati a farlo. Succedevano lunghi colloqui, ai quali Mario non era mai chiamato ad assistere [...]
[...] compiacente e più liberale. Alla sola condizione che lo lasciassero vivere a modo suo, risparmiandogli prediche inutili, non si opponeva affatto che [...]
[...] l'ammirazione di un fratello verso il fratello da cui la famiglia riceve lustro ed onore. Lo diceva un uomo destinato a far vedere di che cosa fossero capaci [...]
[...] avevano abbandonato, mentre sentiva tanto il bisogno di vedersi intorno facce amiche e cuori affezionati pronti a soccorrerlo. Che serve? Sapeva ben lui [...]
[...] , quello che voleva dire. Se si pigliava qualche distrazione, era per mandar via i cattivi pensieri. Non avrebbe dimenticato mai quel che doveva a [...]
[...] sua moglie ed a suo fratello. Aveva delle cupe inflessioni e delle occhiate livide, che mettevano addosso sordi brividi. Ma la sicurezza [...]
[...] avevano riguardo alcuno; arrischiavano vicini a lui, quasi in sua presenza, audacie incredibili. E risolvendo di prender parte ai divertimenti degli [...]
[...] ultimi giorni di carnevale, non si curarono affatto di renderlo avvertito. A quale scopo? La riapparizione d'Irene nel mondo, fu una sorpresa, un [...]
[...] . Ella irritava intorno a sè le invidie profonde delle donne oneste, che non potevano imitarla nell'audacia insultante della colpa di cui dava [...]
[...] spettacolo e che sarebbero state incapaci di meditare i progetti attribuitile. Degli uomini a dozzine avrebbero commesso pazzie per soppiantar Mario, fosse [...]
[...] . Corsero rischio di disgustarsi sul serio. Irene resisteva coll'energia dei suoi pregiudizi allarmati. Com'era possibile scendere a tali indecenze degne [...]
[...] festa di un Circolo dov'erano invitati, fino alle undici; poi sarebbero tornati a casa perchè Irene potesse indossare il suo costume da maschera, e [...]
[...] mezzodì. Ma le ore da lei occupate altrove, erano state messe molto bene a profitto. Veramente, Mario sapeva a perfezione il modo di far fare dei [...]
[...] coraggio di vestirsi a quel modo, ed una intollerante impazienza di farne la prova. Che male ci sarebbe stato a lasciar la festa del Circolo? Per [...]
[...] ringagliardendosi come un ruggito a brevi intervalli. Mario servì lui stesso da cameriera alla giovine donna, con un amore orgoglioso d'artista. Fu [...]
[...] un lavoro lungo e strano, interrotto sovente da chiassose ammirazioni e da pazzi trasporti. Poi, quando Irene, completamente abbigliata, prese a [...]
[...] scarpette di raso, allora fu un'esplosione: era un prodigio! non s'era visto mai nulla di simile! E dire ch'ella a principio aveva voluto rifiutarsi [...]
[...] !... — Mi pare che possiamo andare, — diss'ella. — Perchè non scendi a ordinare il legno? Mario si alzò da sedere. La vide presso il letto, occupata [...]
[...] profonda della voce. — Perchè resti laggiù? Non ti ho vista ancor bene... vieni qua. Ella scosse il capo, superiore a quella nuova ragazzata; ma non [...]
[...] maggiormente a sè. Ebbe un sorriso provocante. — Ebbene?... Mario alzò le braccia verso di lei. — Sei tanto bella... Soffocarono ambedue, nello stesso [...]
[...] , dove pareva aver messo radice. I suoi occhi vagabondi andavano dal fratello, a destra, alla moglie, a sinistra, e da questa a quello, di continuo [...]
[...] , atterriti, aspettavano di udirlo rimproverare l'adulterio. S'ingannavano. A poco a poco Irene assorbì l'attenzione di lui, invadendolo di una [...]
[...] un corpo da dea Venere, che faceva venir voglia di morderla a baci. C'era forse in tutta Roma un'altra donnina così appetitosa? Avvertì senza [...]
[...] venire a darvi un'occhiata... Si volse di nuovo alla moglie. Ma vedendo ch'ella s'era gettata sulle spalle il mantello, gettò quasi un grido. — Che [...]
[...] sopprimere con tal mezzo un ostacolo dalla parte del cognato, senza pensare alle conseguenze peggiori cui era andata incontro. Avrebbe potuto farne a [...]
[...] . — Perchè sei tornato? Egli non rispose. Guardava intorno, frugando gli angoli, deluso. Alla fine, a propria volta, interrogò: — Dov'è? — Chi [...]
[...] ? Ebbene! Mario torna a momenti. Coraggio! fagli trovare tua moglie sgozzata. Con un gesto teatrale, gettò lontano il mantello che la copriva. Rimase [...]
[...] di carnevale. — Non so se potrò tornare a casa stasera, — annunciò lei: — papà è ammalato. E mi preme parlarti. Egli l'aveva indovinata di già. Si [...]
[...] al quale hai ridotta la tua bottega. Pippo rialzò vivamente la testa. Lo stupore lo fece restare a bocca aperta davanti alla moglie. — Te ne sei [...]
[...] della bottega e della casa e le spese della famiglia. Da questo lato non dovevano un centesimo a nessuno. — Ma come hai potuto fare di questi [...]
[...] , io. Puoi risparmiarti dunque la gratitudine verso di me. — Chi è stato allora? — Tuo fratello. Adesso, continua, se vuoi, a far l'imbecille ed [...]
[...] aveva voluto lavare col sangue, preso dal lato delle sue cupidigie. Una cinica filosofia spazzava le sue ribellioni. Che cosa avrebbe guadagnato a [...]
[...] suo partito gl'illuminò la fronte. — Invece, dirai a Mario che mi scusi se ho commesso delle bricconate, in uno stato da non poterlo sapere. Non [...]
[...] Banco Torlonia, ed anche se lo volesse, non potrebbe mettere a tua disposizione le migliaia di lire ogni mese. Bisogna scegliere: vuoi correggerti? E [...]
[...] allora troverai intorno a te chi ti darà una mano; non vuoi? E allora, affògati! — Dici sul serio? — balbettò Pippo sordamente. — Altro, se dico [...]
[...] sul serio! Ma credi proprio che ci sia del gusto a soccorrere un uomo che si conduce a tuo modo? Siamo già arrivati al punto, che i tuoi parenti [...]
[...] un istante, Cambiò tono proseguendo: — Io, per me, sono stanca. Non so perchè rimango sempre appresso a tuo padre. Non posso arrischiar più una [...]
[...] parola a tuo favore, senza vederlo imbestialire, senza correre il pericolo di disgustarmi per sempre con lui. Vuoi proprio saper tutto? Ebbene! non mi [...]
[...] disperato. Ma la rialzò quasi subito, sorpreso, udendo la giovine donna parlargli con voce affatto mutata, e con parole che a lui sembravano un [...]
[...] mai, ella era pronta a rincarare la dose, quando il bisogno lo avesse voluto. Il suo fascino durava intero; aveva mezzi diversi per esercitarlo; e [...]
[...] già cominciato da Mario, la notte stessa del martedì grasso, obbligandolo a ricondurla a casa pochi momenti dopo la loro comparsa al veglione, ed [...]
[...] intendeva di rallentare a poco a poco quella compromettente assiduità. Aveva ancora delle idee molto confuse in proposito: si proponeva di allontanare [...]
[...] parte i Furlin. Egli è che non sapeva bene quale azione svolgere a loro riguardo, mentre un istinto di donna scaltra l'avvertiva che le maggiori [...]
[...] di non vedere e di non sentire, per lasciar modo ad una infame di spogliarla a man salva? Furlin avea dovuto durare fatiche eroiche per frenare [...]
[...] volte le deduzioni del suo criterio sottile, offrendosi a spettacolo di una calma suprema, e di una sicurezza che nulla, ormai, poteva più scuotere [...]
[...] moglie: una perdita di tempo assolutamente inutile. Essi, i Furlin, potevano senza timore alcuno darsi il lusso di trarsi da parte e di pensare a cose [...]
[...] più divertenti. Pippo, Mario ed Irene erano ormai fatalmente condannati a sbranarsi fra loro. Bisognava lasciarli fare e tenersi pronti a [...]
[...] proibisco di parlarmene, e di tornare a ciarlare come una pescivendola. — La intendi così? — balbettò lei, colla voce rotta da un tremito convulso [...]
[...] ! L'imbecille sono io! Si vede a darci soltanto un'occhiata! — Tira via! — disse Paolo, parlandole con voce amica; — che cosa avverrebbe, se anche [...]
[...] noi cominciassimo a pigliarci pei capelli? E ricominciò la solita storia; ma questa volta fu riveduta ed ampliata. Forse che Irene smascherava alla [...]
[...] fine le sue batterie e mostrava risolutamente l'idea di tirare a tutto? Ma se era quello che si desiderava! Supposta in lei la discrezione, ci [...]
[...] Mario, Pippo ed Irene; il cozzo nel quale i due fratelli, secondo ogni possibile previsione umana, erano destinati a soccombere; poi l'entrata in [...]
[...] non siedono più per rendere la dovuta giustizia? XVI. Nel marzo, Irene aveva dovuto passare alcune notti in casa del suocero. A cominciare dal mese [...]
[...] successivo, questo bisogno divenne anche più frequente. L'antico fornaio, pasciuto, felice, scoppiante salute da tutti i pori, cominciava a provare [...]
[...] lo consigliava ad aversi riguardo ed a sentir qualche medico. Lui commettere di simili spropositi? Che! Voleva accompagnare a Campo Verano mezza [...]
[...] di struzzo. Oltre a ciò, ella aveva scoperto che la volpe vecchia si serviva appunto dei suoi fumi al cervello, per indurla con quel mezzo ad [...]
[...] viso d'agonia. Ma chi non avrebbe recitato la stessa commedia, al posto suo? C'erano troppi guadagni: la nuoruccia non si limitava a stargli [...]
[...] nessuna di quelle leccornìe di cui egli s'era abituato a inghebbiarsi; resistergli in certe tenerezze di vecchio riscaldato, forse un po' troppo [...]
[...] col padre. A sentirla, la nuoruccia, il ravvedimento di Pippo era qualche cosa di prodigioso, uno spettacolo veramente edificante. Ed ella ne [...]
[...] attribuiva tutto il merito a Mario, si mostrava più che mai affezionata al cognato, portando nella casa del suocero il fremito ineffabile della sua [...]
[...] grande consolazione. Ma dunque padron Gregorio non si sarebbe deciso mai a prender lui pure la risoluzione che le circostanze gl'indicavano quasi come un [...]
[...] dovere di padre? Non voleva proprio mai lasciarsi intenerire il cuore? Egli aveva cessato completamente di opporsi a tali discorsi, ripugnando [...]
[...] cedevolezza bonaria da uomo che ha le migliori intenzioni; ed era orgoglioso come di una brillante vittoria, allo scorgere che riusciva in realtà a [...]
[...] guadagnar tempo. Ma, dagli ultimi giorni di marzo, Irene aveva piantato il chiodo ch'egli cominciasse a buon conto col permettere a Mario di [...]
[...] presentarsi a lui. Una ricaduta nei soliti incomodi che il vecchio soffriva, dette pretesto alla giovine donna di condurgli appunto in casa il figlio [...]
[...] rammentargli pettegolezzi antichi. Nondimeno era affabile. Sviò a tempo il discorso, facendolo cadere sopra argomenti neutri ed innocui. Non pronunciò [...]
[...] una parola che potesse comprometterlo od impegnarlo, dimenticò fino di dire al figlio che poteva tornare a suo piacere. Ma l'arrivederci cordiale [...]
[...] . Anzi, quantunque fosse già stabilito che quella sera la giovine sarebbe tornata a casa sua, dovette rimaner là, per forza. Di Mario non si parlò più [...]
[...] ; ma cinque o sei giorni appresso, improvvisamente, fu lo stesso padron Gregorio a domandarne. Che ne era diventato di lui? Perchè non si faceva più [...]
[...] più efficace e potesse estendersi anche a quest'ultimo. Ebbe bisogno di tutta la sua presenza di spirito per non compromettersi. Sentivasi minacciata [...]
[...] di vedersi sfuggire colle imprudenze la fortuna di padron Gregorio. Che glie ne importava a lui, ora, del danaro? Per frenarlo, essa doveva [...]
[...] rinunciare a lei. In tal modo soltanto aveva potuto renderlo docile al punto di fare a meno, pel momento, del possesso di lei, serbando un compenso ad [...]
[...] comprendeva di non poter andare innanzi così. Un bisogno pazzo di rivolta contro l'amante la spingeva a fantasie tragiche. Infatti, la sua schiavitù [...]
[...] rispetto a Mario dipendeva dall'esistenza del suocero, presso il quale l'altro avrebbe potuto vendicarsi dell'abbandono di lei, coll'usare le sole [...]
[...] , non era donna da ripugnare a qualunque mezzo necessario per ottenerla. Per disgrazia, il tempo che passava senza costrutto le facea smarrir la [...]
[...] quello del danaro. Dopo un interminabile aspettare, l'Irene era giunta appena a rendersi conto preciso della fortuna del suocero. Egli possedeva ancora [...]
[...] in Trastevere, valutata altre quindicimila lire; e si dovevano aggiungere a questi possessi ventiduemilacinquecento lire di crediti ipotecari [...]
[...] . Era l'osso che i suoi figli potevano ancora rodere con certezza, s'egli moriva prima di risolversi a fare con tale rimasuglio di sostanza il giuoco [...]
[...] ritenere certa del fatto suo, fin che il capitale restava alla Banca. Dibattevasi nella penosa ricerca di un mezzo per indurre il suocero a ritirarlo ed a [...]
[...] risolversi a qualche cosa di positivo. L'idea di tenersi in casa più di mezzo milione parevagli enorme. All'udirla accennare una volta, cautamente [...]
[...] . Però il vecchio non parlava a caso; voleva avvertirla che il capitale sarebbe stato suo. E nel vederla smarrita, egli si abbandonò ad un'ilarità [...]
[...] gambe, ella poteva presentarsi alla Banca per ritirare quei quattro soldi che vi stavano a sua disposizione. Abbracciò la nuora, con una tenerezza [...]
[...] termini ed alle perifrasi del vivere civile, lasciava chiaramente intendere al figlio, che gli avrebbe fatto un gran piacere a restarsene altrove. In [...]
[...] domandarne il perchè. Al vederla, il vecchio, con atto tragico, le pose in mano una lettera col timbro postale della città, e la invitò a leggerla ad [...]
[...] potuto condurla in Corte d'assise. Ella aveva cominciato a leggere con un fremito di leonessa inferocita; poi uno sgomento strano la invase, la [...]
[...] occhi spaventati, nel raccapriccio, come a cercare un aiuto in quell'istante terribile. Poi, con un singhiozzo, si coprì il viso. — Dimmi che non è [...]
[...] a mentire con lui e lo abbandonava. Ma fu invece l'atto che la salvò. Ferramonti intuì appunto che la giovine donna stava per voltargli le spalle [...]
[...] inimicizie che la povera Irene, per causa sua, aveva dovuto vedersi crescere intorno. Che mondo maledetto! A poco a poco, Irene riacquistava la [...]
[...] impallidire. — Guarda un po' — riprese: — non riesco a capire perchè non ci ho pensato mai, nè iersera, nè stanotte, nè stamani. Eppure è semplice! a [...]
[...] , a Roma, i birbaccioni. Tirava innanzi eccitandosi, sorpreso che la nuora non interrompesse. Ella era ricaduta nei suoi cupi pensieri. Ad un tratto [...]
[...] non poteva dire al suocero perchè non credesse autori della lettera i Furlin. Certo l'idea poteva esser saltata in testa a Teta; ma per mandarla ad [...]
[...] scaltro, e dotato di tutte le qualità che ci vogliono per render capace un uomo di aspettare il momento giusto e l'occasione favorevole, per agire a [...]
[...] altri al pericolo che il vecchio Ferramonti, disgustato e disilluso, si risolvesse a disperdere la propria fortuna per sottrarla definitivamente ai [...]
[...] meno astuti; ma certamente più al riparo da certe conseguenze. Irene pensò un momento anche a Flaviana Barbati; ma non volle dare un soverchio peso [...]
[...] neppure a questa nuova impressione. Non c'era da escludere l'ipotesi che si trattasse pure di un semplice atto di vigliacca malvagità. Sono tanti i [...]
[...] casi! E per pagare a dovere chi avanzava, il precipitare le cose non era il sistema più conveniente. XVII. Ferramonti non istette più bene [...]
[...] . Dimenticava tutte le sue abitudini, e pareva che volesse cimentare la pazienza d'Irene, variando a capriccio le ore dei pasti, rintanandosi in casa [...]
[...] delle settimane quasi intere, e poi prendendo a scorrazzare per altre settimane dall'alba a notte inoltrata senza che si sapesse dove andasse a [...]
[...] frenava tali irruenze. L'agitazione forsennata del vecchio restava come la sua garanzia ultima. Sapeva perfettamente che il suocero tornava a lei [...]
[...] avrebbe fuso il cuore di qualunque altra donna al posto suo. Nonostante le dissensioni della nuora, Ferramonti aveva voluto occuparsi a cercare l'autore [...]
[...] , Ferramonti, sentiva che ci sarebbe schiattato. Poi, nell'angoscia mortale dei suoi dubbi, volle sottoporre la nuora ad una prova decisiva. Badò a [...]
[...] coglierla di sorpresa, in uno di quei momenti di espansione che si riducevano ormai a faticose menzogne. — Vogliamo dar proprio una mentita solenne alle [...]
[...] fracasso della strada m'urta i nervi. Quand'ella ebbe chiuso, le accennò di andare a sedere accanto a lui, e prese a spiegarsi. — Ci mordono perchè ho [...]
[...] per allontanarsi da lui e per andare altrove a respirare liberamente. Aveva potuto conservarsi impassibile, per una subitanea intuizione [...]
[...] furfanti che si sbranano a vicenda e che si ravvoltano nella sozzura di tutte le infamie possibili! Perchè non veniva un altro diluvio universale? Che [...]
[...] ci stava più a fare Quello lassù, che aveva una volta distrutto colla pioggia di fuoco Sodoma e Gomorra? Poi gli parve stupido e crudele sostenere [...]
[...] milione, non le aveva proprio fatto venire l'acquolina in bocca? Che ne avrebbe fatto, se si fosse trovata a disporre di quel po' di quattrini? Ella [...]
[...] improvvisamente, e prese a spiattellare ogni cosa. — Devi perdonarmi. Ho voluto assicurarmi di te; mettermi in grado di chiudere la bocca con uno [...]
[...] sgrugnone sul muso a quanti birbaccioni osassero ancora dubitare dei tuoi sentimenti. Vorrei poterti dire quanto ho sofferto! La prova era necessaria! Se [...]
[...] camera mia. Ella ritenne che il suocero volesse condurla di là per consegnarle una carta che l'autorizzasse a ritirare i titoli deposti alla Banca [...]
[...] proprio destino colle codarde rassegnazioni di una vittima domata. Ferramonti interpretò a suo modo la cosa. Ricondusse la giovine donna sostenendola [...]
[...] padron Gregorio cominciava a temere lui stesso sul serio della propria salute. Accusava una pesantezza di testa, una confusione d'idee; le vertigini [...]
[...] , che lo avevano infastidito dal principio della primavera, si facevano più frequenti. Il peggio era ch'egli si ostinava sempre a non voler sentir [...]
[...] un cattolico fervente ed epicureo, più scrupoloso di lui nell'osservare a tavola le infinite solennità religiose. Tali ricorrenze portavano nella [...]
[...] disprezzavano i prodotti di stagione ed a buon prezzo, unicamente perchè non erano rarità e non costavano cari; non bastavano le semplicità della cucina [...]
[...] si dovessero rimettere dei quattrini fra quelli custoditi alla Banca? Poi, egli consentì a transigere: si sarebbe fatto punto a San Pietro [...]
[...] . Bisognerebbe aver visto quello che seppe mettere insieme il giorno del Corpus Domini. Alle tre — l'ora di andare a tavola — la stanza da pranzo, nella [...]
[...] mezzo ed una ricchezza di sopratavola. Da un lato, alla parete, ma a portata di mano, una credenza carica di bottiglie, di pietanze fredde e di [...]
[...] pile di piatti, aspettava la festa che avrebbe fatto piazza pulita sui suoi ripiani. Ferramonti era andato a fare una lunga camminata ed a bere il [...]
[...] il fritto; ma Irene, al vederlo scalmanato, lo mandò in camera a cambiarsi ed a riposarsi, disponendo che s'indugiasse qualche altro minuto [...]
[...] passione gonfiava i suoi occhi ridenti, passava con un lieve fremito sulle sue narici dilatate a fiutare intorno. Nondimeno il pranzo non cominciò [...]
[...] stanza troppo vasta come un freddo di solitudine. I ferri si riscaldavano successivamente, a poco a poco, per la virtù elettrizzante del mangiare [...]
[...] domestica che cambiava i piatti: — qui si soffoca, per Dio! Respirava a fatica. Trovò che c'entrava a meraviglia un piccolissimo riposo. Ma poichè veniva [...]
[...] la volta di attaccare un pasticcio, egli, preparandosi a tagliarlo da sè, volle che la domestica lo levasse subito di sopra la credenziera e glie lo [...]
[...] suocero come immerso in effetti a contemplare la crosta del pasticcio. Egli rise. Pensava che l'esterno prometteva bene, e che un po' d'appetito ci [...]
[...] , nei suoi vecchi giorni! L'osservazione lo condusse a rivolgere dei complimenti alla giovine donna. Vi si diffuse, sotto una inconscia ripugnanza di [...]
[...] po' d'aria. Che ne diceva Irene, di una scarrozzata a San Pietro in Montorio? — Non c'è nulla che lo impedisca, — disse ella assentendo. Benissimo [...]
[...] . S'alzò, urtando il tavolo e rovesciando una bottiglia piena, che andò a spezzarsi accanto alla testa del vecchio, sul pavimento. Chiamò aiuto nello [...]
[...] slanciarsi a soccorrere il caduto. Ma non perdeva la testa; doveva aver già compreso di che si trattasse. All'apparire delle due donne e di un [...]
[...] il suocero: — Rosa, corri a cercare il medico. Voi altri allontanate la tavola, avvicinate il sofà. Subito! Ferramonti era caduto bocconi; poi [...]
[...] , coll'ultimo suo movimento, si era rigirato sopra un fianco. Si sarebbe detto già morto, senza un rantolo soffocato che gli sollevava il petto a [...]
[...] striscia di sangue scendeva lenta e densa da una ferita della fronte, a destra. — Ci vuol coraggio, — bisbigliò la giovine donna agli orecchi del suocero [...]
[...] ? Ella mostravasi piena di confidenza, come se avesse voluto dissimulare a se stessa la gravità somma del caso. S'era trasformata in una infermiera [...]
[...] dal colpo d'occhio sicuro, pronta a tutte le cure, presente a tutti i bisogni. Aveva slacciato l'infermo; gli collocava sul capo dei panni bagnati [...]
[...] , — osservò, indirizzandosi al garzone. — Bisogna che tu vada subito a comprarne. Il medico la udì nell'entrare. Fece un cenno vivace di assentimento. Egli [...]
[...] cose più minute. Sull'imbrunire, un baleno di amor proprio soddisfatto gli spianò la fronte. E, per la prima volta, andò a sedere lontano dal letto [...]
[...] figli, senza perder tempo. Irene capì ch'egli conosceva la famiglia, e si sentì maggiormente a disagio. Arrischiò nondimeno un'obbiezione. — Ma [...]
[...] subito per andare a dare delle disposizioni. Quando rientrò, il medico, dal capezzale dell'ammalato, la invitò vivamente ad avvicinarsi. Ferramonti [...]
[...] , — consigliò il medico. — Non c'è niente di meglio a fare, per ora. Anche la mia presenza è inutile. Tornerò verso mezzanotte. Irene rimase un quarto [...]
[...] d'ora a guardare l'infermo. Lo vide assopirsi, a poco a poco, profondamente. Allora ordinò alle due donne rimaste in casa di andare a sparecchiare [...]
[...] ed a rimettere ogni cosa in ordine nella stanza da pranzo. Certa di non essere pel momento disturbata, aprì il primo cassetto del comò, prese la [...]
[...] . Fu un'ardua impresa. Durante quasi un quarto d'ora, la giovine donna non seppe venirne a capo. Poi, quando meno se lo aspettava, lo sportello del [...]
[...] conservava un'immobilità di cadavere. Uno sciapìto odore di sangue diffondevasi a poco a poco, saturava l'ambiente. Il dramma accaduto metteva la sua [...]
[...] , affacciandosi sulla porta. — C'è bisogno di nulla, qui? Irene sussultò. Rammentavasi di non aver più neppure pensato, da quasi mezz'ora, a [...]
[...] ricambiare le borse da ghiaccio sulla testa dell'infermo, ed i panni applicati a raccogliere lo spurgo delle sanguisughe che lo svenavano. XVIII. La [...]
[...] posizione per sorvegliarsi reciprocamente da vicino. Egli si limitava a comparire in certe ore fisse di giorno e di notte per informarsi; poi se ne [...]
[...] a confermare le notizie disperate già date dal medico curante. Insomma, le qualità d'infermiera d'Irene non si potevano mettere a confronto con [...]
[...] quelle di Teta. Quest'ultima era continuamente al letto del padre, di giorno e di notte; non pensava più a se stessa; dormiva sonni brevi, vestita [...]
[...] ; mangiava a caso, quando un momento di tranquillità assoluta lo permetteva. E, gradatamente, spiegava un'intenzione soverchiatrice di fronte alla [...]
[...] di servizio. Forse anche spingevasi tanto innanzi, perchè trovava una imprevista debolezza. Irene cedeva terreno palmo a palmo, disarmata anche [...]
[...] intiere; abdicava non solo a Teta, ma agli altri pure. Doveva cercare apposta d'esser sempre occupata del suocero od altrimenti, quando la famiglia [...]
[...] raccoglievasi nella stanza da pranzo a mangiare un boccone in comune, forse per non mescolarsi ai discorsi, che, appunto in tali occasioni [...]
[...] le mani sul gruzzolo del vecchio, poteva loro venire l'idea di lesinare? Però restava sempre a vedersi, se la parte migliore dell'eredità sarebbe [...]
[...] improvvisamente, alle undici. Aggiravasi per le stanze cogli occhi melensi, senza avvicinarsi a nessuno, e tenendosi lontano dalla camera dell'agonizzante [...]
[...] il povero Ferramonti; era stato il suo ultimo, il suo più intimo amico! Fra un gemito e l'altro, costringendosi a calme subitanee, dopo essersi [...]
[...] impercettibilmente a lei; forse finì di tradirla. — Bisogna pensar subito a questo affare, — disse Pippo. Guardava la moglie, fiutando la [...]
[...] qualche cosa di più, tu! — E se lo sapessi? — diss'ella, squadrando il marito con un'occhiata terribile. — Ti pare il momento di mettere a campo certi [...]
[...] altera, fredda, già ostile. Egli cercava d'illudere se stesso, argomentando che certo Irene non poteva avere la testa a segno, dinnanzi ad un fatto [...]
[...] presente. Per Dio! forse la morte del vecchio Gregorio non era destinata a rimanere l'avvenimento più tragico nella storia della famiglia [...]
[...] Ferramonti in quel giro di tempo! Egli camminò a caso. I parenti che se lo videro comparire dinnanzi, ne restarono colpiti e n'ebbero pietà. Si trovò [...]
[...] andarono molto per le lunghe, e conclusero col rimettersi interamente a quello che avrebbero disposto il legale Frati ed il cavaliere Furlin. Ogni [...]
[...] discussione d'interessi fu rimandata all'indomani della cerimonia funebre. — Abbiamo pensato anche a questo, pur troppo! — concluse Frati. Poi, nel [...]
[...] appresso ciascuno avrebbe avuto bisogno di trovarsi in forze. — Allora, — disse Irene, — io andrò a casa. — Meglio! meglio! — esclamò Frati, senza [...]
[...] accorgersi dello stupore degli altri. — Ed è inutile tornar domani, signora Irene. Vi manderò mia moglie a tenervi compagnia. — Vuoi che t'accompagni [...]
[...] ammetteva repliche. Irene pregò Frati di condurla fino a Piazza Farnese, a trovare una carrozzella. E salutò subito i parenti, trovando superfluo [...]
[...] ritornare a farlo, dopo essersi preparata per uscire. — Ma perchè se n'è andata? — balbettò Pippo, quando ella non fu più presente. — Ha fatto [...]
[...] benissimo! — dichiarò Furlin. — Era inutile restare in mezzo a questa desolazione... Si rivolse a Mario, che non aveva aperto bocca: — E tu, non pensi di [...]
[...] andate a riposarti tu pure? — Non so, — rispose Mario coll'aria di chi si sveglia da un sogno. — Se fossi in te, andrei. Si vede che non ti senti [...]
[...] bene. — Sì, sì! Vedrò... — Fa' a modo mio! S'intende che domani, a buon'ora, tornerai. — Ma lasciami stare! — interruppe Mario impazientito. Si [...]
[...] e dieci preti. Intorno alla bara dodici torce; sopra la coltre, a nome della famiglia, una corona di fiori freschi: un'idea di Furlin. Insomma [...]
[...] ? — Per un riguardo a Teta. Capisci bene: lei deve per forza pigliarci parte. Non si voleva... — Capisco! Allora andremo insieme? — Vieni anche tu [...]
[...] seccatura. Perchè, infine, a non esserci direttamente interessati, queste cose sono delle vere seccature... — Bene, bene! Ne parleremo domani. Ma [...]
[...] andare dai suoi parenti a Sant'Eustacchio, due poveri vecchi che ormai non potevano più uscir di casa, per nessun motivo. Aveva lasciato detto [...]
[...] , che non era sicura di rientrare in tempo, per andare insieme col marito alla riunione. Non importava ch'egli l'aspettasse: si sarebbero visti a casa [...]
[...] di Paolo. Pippo, senza sapersene rendere esatto conto, si sentì turbato da quella sparizione. Non ebbe però affatto l'idea di andare a raggiunger la [...]
[...] moglie a Sant'Eustacchio. Al contrario, gli parve utile intendersi coi Furlin, innanzi ch'ella comparisse, e si presentò dal cognato mezz'ora [...]
[...] piazza i suoi crucci segreti. Lui non intendeva, per Cristo! che Irene riuscisse a derubare la famiglia. Che gliene importava s'era sua moglie, e [...]
[...] aveva chi sa quali idee per la testa. Non voleva i quattrini soltanto per esser lei la padrona e disporne a proprio talento; ma era certo che una [...]
[...] nessuno ormai poteva toccarlo più, fino a ragion veduta; tutte le misure erano già state prese. Ma nessuno della famiglia doveva, a priori, neppur [...]
[...] lontanamente dubitare una lesione di diritti evidenti e sacrosanti. E sopratutto, a certe infamie che disonorano la natura umana, non si può e non [...]
[...] , lasciando alla sorte il deciderne l'assegnazione rispettiva. Libero ciascun erede di alienare la propria parte; ma vincolato a preferire, a parità di [...]
[...] Trastevere: quindicimila. Quota parte di ciascuno: ventisettemila lire circa, non calcolate le frazioni di migliaia. Ma non c'era convenienza a [...]
[...] sedicimilacinquecento lire al possessore della casa in Trastevere, e millecinquecento lire a quello della vigna. Restavano crediti per settemilacinquecento lire [...]
[...] di lontana o dubbia riscossione. La sorte avrebbe deciso anche a questo riguardo dell'assegnazione delle tre parti uguali che se ne sarebbero fatte [...]
[...] d'ore. Propongo la vendita del mobilio di papà. Servirà pel notaio. — Pensi a tutto, — sorrise Mario. — Ed occupiamoci dei capitali deposti alla [...]
[...] immischi. Penso io a risolvere la quistione, domani. — Ma siamo certi che quel danaro ci appartenga veramente? — domandò Mario. Gli altri sussultarono [...]
[...] , guardandolo con occhi sospettosi ed accesi. Pippo fu il primo a rompere il silenzio. — Che cosa ti bestemmii? — domandò: — che ne sai tu, per [...]
[...] capitali, diciamolo pure. Io non mi ci oppongo. Si consultarono cogli occhi; parvero tutti risoluti a fare gl'indiani, e Furlin, riprendendo a [...]
[...] tanto a cuore i nostri interessi, e di agire con tanta onestà, che sarebbe un'ingratitudine impedirti di fare quello che tu saprai, per condurre a [...]
[...] quel momento. Ella era già in lutto rigoroso: il suo viso mostravasi di un pallore marmoreo. Non andò a baciare la cognata; ma, con un saluto lieve [...]
[...] un'occhiata sugli appunti sparsi davanti a Furlin. — Scusatemi d'essere arrivata in ritardo. — Dovevi intervenire tu pure? — domandò Mario, mentre [...]
[...] : — Non l'hai detto? Perchè? — A quale scopo? — diss'egli balbettando. — Nessuno te lo impediva; ma non era necessario... — Era necessario, invece [...]
[...] . Ella indovinava i sordi fremiti ond'erano agitati Pippo ed i Furlin. A sua volta lei pure tremava; ma non era scossa per ciò la risoluzione che l'aveva [...]
[...] condotta a provocare un incidente di cui tutti sentivano l'importanza suprema. — Vediamo un po', — disse Furlin, frenando con un gesto Pippo e [...]
[...] capisco a quale scopo e per quale motivo. In ogni modo, siedi e discorriamo da buoni parenti. Ella sorrise beffardamente. Restò in piedi. Riprese a [...]
[...] papà liberamente, e nella pienezza della sua intelligenza. — Vuol dire che tu sei riuscita a spogliarci, non è vero? — domandò Pippo col viso [...]
[...] funzionario titolato; calmava gli animi con un gesto solenne delle mani e della testa. Poi si volse ad Irene, come per invitarla a spiegar meglio il proprio [...]
[...] risposta che gli negava, la dava a tutta la famiglia. Gl'interessi di lei non erano forse quelli di suo marito? Lei non si faceva illusione: figuravasi [...]
[...] non poteva spingere l'eroismo fino a rinunciare ad una fortuna, che d'altra parte non aveva cercato. — Ti ringrazio davvero! — fece Pippo con un [...]
[...] bene che tu ti appoggi a qualche atto che non conosciamo ancora. A buon conto, un testamento non è. Ebbene, noi abbiamo il diritto d'esser molto [...]
[...] ch'egli decidesse se sarebbero usciti insieme. Egli rispose sgarbatamente. — Ragioneremo a casa. Io resto. La giovine donna non si trattenne un minuto [...]
[...] aveva mirato a sopraffarli con un colpo di scena, il suo scopo era stato completamente raggiunto. Lasciava dietro di sè cresciuto il concetto della [...]
[...] prendere il largo, evitando fin'anche di pronunciarsi sulle precauzioni che il cognato aveva preparato già, e che si sfiatava a spiegare, perchè i [...]
[...] prevenuta. Lui, Furlin, agiva per conto esclusivo della moglie. Lasciava liberi i cognati di associarsi a lui, quando lo avessero stimato conveniente [...]
[...] altrimenti? — rispose Paolo, stringendosi nelle spalle. — Lascia pur fare a me. Ti garantisco la fortuna di tuo padre fino alle ultime cinque lire [...]
[...] bonario. D'altra parte Mario non si ostinò nelle sue velleità generose e cavalleresche a favore della cognata. Come se avesse meglio pensato lui [...]
[...] seguito a debiti di varia natura contratti con lei. La dichiarazione, di forma privata ed autografa, aveva avuto la legalizzazione della firma per [...]
[...] patrocinatori delle due parti garantivano a ciascuna l'esito favorevole, ma la causa prese subito una fisonomia di litigio imbrogliatissimo ed interminabile [...]
[...] della propria onestà. Irene aveva ripreso il sapiente lavorìo di donna che si crea una fama di bontà, e si provava di nuovo a sedurre i cuori. Intorno [...]
[...] a lei stringevansi le amicizie vecchie e nuove, occupate ad ammirare il sacrificio ch'ella aveva compiuto nel consacrarsi interamente alle cure [...]
[...] , ammessa l'ipotesi assurda che Irene dovesse soccombere, si poteva con molta facilità prevedere come sarebbero andati a finire almeno una parte dei [...]
[...] danari sudati dal padron Gregorio, quelli cioè, che sarebbero toccati a Mario. Oh, gli amici della giovine donna erano veramente scandalizzati! In [...]
[...] effetti, Mario, com'era toccato una volta a suo fratello, ricominciava a dare di sè uno spettacolo pochissimo edificante. Riprendeva le abitudini di [...]
[...] lasciato al cavaliere Furlin la tutela dei propri interessi. Non si udì parlar più di lui, sino a settembre inoltrato. A quest'epoca ricomparve [...]
[...] avanti in tal modo. Si accreditava la voce ch'egli avesse trovato il mezzo di mangiarsi in erba l'eredità paterna grazie a qualche anticipatore, o [...]
[...] tentati gli andavano, uno dopo l'altro, alla peggio. Le vecchie volpi del mestiere lo vedevano sopra una china disastrosa. Egli poteva, a piacere [...]
[...] quella lotta formidabile, destinata a rendere più chiassosa la catastrofe verso la quale camminava velocemente. Ma era un fenomeno che non riusciva [...]
[...] a turbargli il pensiero. Un dramma segreto, intimo, occupava tutto il suo essere, sfatando l'importanza di questa rovina fatale, ch'egli prevedeva [...]
[...] distrazioni di una corsa a Monaco, a Parigi, a Londra, nelle sorprese dell'azzardo, gettandosi nell'avventura colla borsa troppo sfornita; nelle acri [...]
[...] sbiadito ricordo, come di piaceri incompleti, di noie, di stanchezze e di nausee. A Parigi, la donna che aveva preferito le stravaganze di lui ai [...]
[...] , assumendo il carattere di un progetto definito. Ritornava a Roma perchè subiva l'attrazione misteriosa degli sciagurati che vanno a cadere sulla stessa [...]
[...] scena dove si è svolto il dramma che li uccide. Giustificava a se stesso la ricomparsa con mille pretesti assurdi, che lo avrebbero fatto ridere [...]
[...] stordimenti di una esistenza febbrile non riuscivano a placare certamente il suo dolore; ma gli risparmiavano almeno certe crisi di viltà, in [...]
[...] braccio alle quali le sue solitudini lo gettavano, immancabilmente. Allora l'uomo forte e scettico si sorprendeva a piangere come un bambino. Al ricordo [...]
[...] razionale, in un intervallo di tempo più o meno breve, poteva forse guarirlo. Forse, andando innanzi di quel passo, ed arrivando a non poter più dissimulare [...]
[...] a questo punto coi capelli ritti sulla fronte, col raccapriccio dello spavento nelle ossa. Batteva i denti figurandosi di vedersi trascinato a viva [...]
[...] straziargli il cuore, per farlo morire, oncia ad oncia, forsennato! No, non era possibile durarla più a lungo! Indugiava proprio, per dare alla gente [...]
[...] : il tribunale aveva pronunciato una sentenza incidentale, che ammetteva Irene a produrre la prova testimoniale sulla circostanza che il debito, od [...]
[...] cognato, ridendosi di lui. Quali suggerimenti? Che sapeva egli d'imbrogli forensi? Aveva detto una volta per tutte, che si rimetteva a quello che [...]
[...] combinare una cena da scapoli, una piccola orgia colle relative ragazze di attitudini provate a simili passatempi. Fu un progetto maturato [...]
[...] rapidamente e tumultuariamente, fra le facezie, le risate e i motti di spirito dell'allegra brigata. La scelta delle signore dovette rispondere a tutte le [...]
[...] piacere di una passeggiata a piedi, occhieggiando le signore che incontrava e salutando qualche conoscente. Era passato dalla Rotonda. Nell'entrare [...]
[...] faccia a faccia col fratello. Ebbero ambedue un leggero sussulto, fissandosi come due persone che non si aspettavano l'incontro. Poi Pippo volse [...]
[...] altrove il capo, deciso a fare l'astratto, cercando di tornare indietro. — Ebbene, — disse Mario ridendo; — si tratta la gente così? L'altro [...]
[...] e diffidente, continuava a balbettare, accennando confusamente ch'egli, a sua volta, trovava in buona salute Mario. Allora questi lo assalì di [...]
[...] ci cucinino come loro parrà, e che tua moglie mi sfugga come la peste. Si capisce che, a questi lumi di luna, non può scegliermi per suo cavalier [...]
[...] . Che vuoi! mi affatico a persuaderti della mia sincerità. — Ma s'è inutile! — dichiarò Pippo, diventando ad un tratto cordiale. — Ho io qualche [...]
[...] non resistere alle profferte del fratello, curioso di vedere dove in realtà sarebbero andate a parare. Dentro di sè rifletteva, che se Mario era [...]
[...] d'imbarazzo e di disagio. Mario cercò di uscirne: — Hai proprio ragione: è appunto come dici. D'altra parte, a malgrado della nostra buona [...]
[...] volontà, non continueremo gran tempo a vederci. — Cioè? — Medito un viaggio. — Come quello della scorsa estate? Ne ho sentito parlare, buonalana! — No [...]
[...] accaduto. È proprio vero quello che dicono presso a poco le sacre carte: le vie del Signore sono infinite e misteriose! Però Mario, nonostante il [...]
[...] tempo perduto col fratello, invece di fermarsi subito da Fosca, tirò di lungo fino a Ponte Sisto, coll'aria profondamente assorta. Rifletteva. Egli non [...]
[...] dell'incontro: era stato Pippo a farsi accompagnare dal fratello, incontrandolo al Corso per caso, e dimenticando che sua moglie doveva stare dai parenti [...]
[...] . Ella trovò Mario, nell'entrare per dire qualche cosa al marito, prima di tornare a casa. Tuttavia Mario ed Irene si rividero senza commozione [...]
[...] minuti, colla sua espressione calma ed un po' grave. Pippo spiava la moglie ed il fratello, con un vago sogghigno d'uomo a cui non potrebbe [...]
[...] sfuggire alcun segno compromettente. Ma l'esperimento dovette rassicurarlo: appena uscita la giovine donna, domandò a Mario: — Come la trovi? — Trovo [...]
[...] invecchiare, ringiovanisce. — Lo dicono tutti, e pare a me pure. — E ci trovi tornaconto, eh? briccone! Bada però di aver giudizio con lei! Io, per [...]
[...] proposta singolare: — Perchè non vieni qualche volta a trovarmi a casa? Hai forse paura che Irene ti mangi? — Non ne ha l'aria davvero! — disse [...]
[...] presi pei capelli, mi pare. Questo è l'importante! Ai discorsi degli scioperati, chi ci dà retta? — Vuoi esser sincero? — domandò Mario. — A [...]
[...] proposito di che? — Di tua moglie. È forse lei che ti ha suggerito di invitarmi? — T'assicuro di no. Ti voglio io proprio. Ho forse delle ragioni a [...]
[...] volerti. Ti basta? — Allora sentiamo queste ragioni. Pippo gli rise sul viso. Com'era pronto, Mario, a montarsi la testa! Le ragioni erano che in [...]
[...] appena per un istinto di momentanea curiosità. Ciò che importava a lui, era che i disegni reconditi di suo fratello agevolassero quelli della sua [...]
[...] . Vedeva degli uomini da lui deliberatamente mistificati, prepararsi a metterlo colle spalle al muro ed a fargli scontare spietatamente la mistificazione [...]
[...] . Non gli sfuggivano le occhiate lunghe ed equivoche di coloro che fiutavano in lui il galeotto od il cadavere. Molti si domandavano certamente a [...]
[...] trionfo, che lo rendeva orgoglioso. Si burlava pure di Pippo: che scherzo atroce stava per toccargli nel momento in cui si preparava a servirsi del [...]
[...] . Che serve? Era fatto così, lui! E gli pareva d'essere anche troppo leale e galantuomo a proclamarlo a viso aperto. Nella sua vita di avventuriero [...]
[...] , Mario non aveva imparato mai a disistimare gli uomini, come lo imparava al contatto del fratello in quegli ultimi istanti terribili della propria [...]
[...] esistenza. Fantasticava di andare a morir lontano, in alto mare, unicamente per evitare che Pippo potesse concorrere alle spese del suo funerale, od [...]
[...] . Finalmente, con uno sforzo di volontà, riuscì a tirare il cordone del campanello. Ormai non gli era più possibile allontanarsi. — Avvisa Pippo che [...]
[...] , — mi dispiace piuttosto per te, ed il torto è proprio mio. Ho anticipato. — Aspetteremo. Bisogna pure abituarci a stare di nuovo insieme, giacchè [...]
[...] Pippo ti vuole. — Credi dunque che avremo il tempo di abituarci, come tu dici, a star di nuovo insieme? — domandò Mario con una strana e sottile [...]
[...] partito preso di non permettere a lui alcuna allusione alle sue condizioni disperate. Erasi seduto ignorando quale contegno avrebbe assunto. Adesso lo [...]
[...] Pippo? Egli è ben padrone di fare a suo modo, in casa sua. — Oh! ti scuopro anche dei sentimenti molto lodevoli di moglie sommessa! Me ne [...]
[...] , perchè a momenti Pippo sarà qui, e non è affatto necessario metterlo a parte delle nostre piccole confidenze... — Ti proibisco assolutamente di [...]
[...] un istante solo. Aveva fatto un movimento come per alzarsi; ricadde a sedere soggiogata e fremente. — Abbi pazienza, — disse Mario: — non è [...]
[...] abusarne. Mario alzò le spalle, disprezzando di rilevare il sarcasmo velenoso. Riprese a parlare colla sua calma spaventevole. — Ti ripeto che non si [...]
[...] rovinato, — diss'ella, — e pensi a mettere i confini fra te ed i tuoi creditori. Ecco tutto. — Sbagli. Sicuro! per causa tua, sono rovinato. Ma non mi [...]
[...] darò il disturbo inutile di viaggiare. Io mi uccido, mia cara! — Avrai tempo a riflettere che commetteresti una pazzia. Te lo impediranno tutti [...]
[...] quelli a cui confiderai il tuo progetto. Tacquero un'altra volta, ed un'altra volta Mario sorrise, come affatto insensibile alle mortali derisioni [...]
[...] delicatezza di lasciar credere a te stessa, che non entravi affatto nelle cause della mia morte. Adesso, basta che lo credano gli oziosi. Può darsi che i [...]
[...] , convulsa. Perdeva la testa in un parossismo di furore, che la spingeva a slanciarsi sul cognato ed a strozzarlo colle sue proprie mani, se le fosse stato [...]
[...] possibile. Ad un tratto anche Mario, imitandola, si alzò. Rimase dinnanzi a lei, immobile, colle braccia incrociate sul petto, sogghignando. Ella [...]
[...] Pippo ti sorprenda in cotesto stato. Irene respirò forte. Vinceva il terrore di un istante, e sentiva rinascere la propria audacia in faccia a [...]
[...] ' inclinata verso la spalla destra, colla mano penzoloni, stringente ancora il revolver. Il sangue gli scorreva a fiotti dal naso, imbrattandogli la [...]
[...] l'altra dallo stesso raccapriccio. Pippo comparve in quel momento; fu il primo a precipitarsi dentro. Aveva solo inteso, fra l'agitazione della gente [...]
[...] testa, chiamandolo a nome, invitando disperatamente i presenti a soccorrerlo. Frattanto, circondavano Irene. Rigida, livida, fremente, cogli occhi [...]
[...] una resistenza passiva a coloro che cercavano di trascinarla altrove. Un sorriso sinistro disegnavasi a poco a poco nella contrazione delle sue [...]
[...] labbra. Ed intorno a lei era una febbre spasmodica di curiosità, la manìa sfrenata di apprendere i particolari della tragedia. La scongiuravano di [...]
[...] quel suicidio; comprendeva i motivi di vendetta che avevano indotto Mario a commetterlo là, dinnanzi a lei, come risposta alle sue ingiurie [...]
[...] tempi s'erano riassembrati a corteggiarla, le si scagliavano contro con maggiore veemenza. Era uno scoppio di reazione: il rancore di averle creduto [...]
[...] Irene non fosse capace di tutto. N'ebbero la loro parte anche la polizia, i tribunali, il Governo: che ci stavano a fare per Dio? Quando s'era mai [...]
[...] . Fu la sola risposta che dette al suo procuratore, recatosi a riferirle la cattiva notizia. Rifiutò nettamente di conoscere i termini della [...]
[...] sentenza. Non era forse inutile? Dovevasi ricominciare da capo; si sarebbe ricominciato, e si sarebbe arrivati fino in fondo, a costo di rimetterci [...]
[...] sarebbe stato possibile. Nel dividersi da Pippo, ella aveva preso un quartiere in via Gregoriana, ed aveva obbligato i genitori a seguirla lassù [...]
[...] in gabbia, resa impotente ad azzannare i nemici; ma non domata. Non si faceva illusioni sulla rovina dei suoi vecchi disegni. Non riusciva neppure a [...]
[...] quale poteva sicuramente contare. Ma la lite contro gli eredi di Gregorio Ferramonti, costosissima, avrebbe fatto a questo meschino peculio delle [...]
[...] sottrazioni spaventevoli. La giovine donna non se ne commosse, inselvatichita dalla solitudine, ostinata a non rinunciare ai mezzi di vendetta [...]
[...] volgare e perfida che le rimanevano. Gli uomini di legge che era obbligata a consultare si affaticavano invano a proporle il tentativo di una transazione [...]
[...] rassicurava; le sue folli paure svanivano, a poco a poco, e le inesorabili esigenze della sua vendetta crescevano più che mai imperiose. Lei non viveva [...]
[...] una gioia nella quale non aveva sperato: uno almeno dei Ferramonti non sarebbe riuscito mai a cantar l'inno della vittoria! E la notizia che [...]
[...] bisogno di agire. Che stupida era stata a fossilizzarsi nella solitudine, ed a temere che per lei non ci fossero più soddisfazioni possibili [...]
[...] ! L'esistenza è una lotta dell'individuo con la società, piena di varie vicissitudini. Chi perde, è un imbecille se non si prepara a vincere in un assalto [...]
[...] sfrenata a narrare le prodezze della donna infame, che aveva portata la sciagura in casa Ferramonti, allo scopo di svaligiarla. Egli arrischiava dei [...]
[...] interessi commerciali, ma diventava inoltre un tipo d'uomo bizzarro, che si andava a sentire per farne una scorpacciata di risa. Pareva che [...]
[...] smemorato; cadeva in certe astrazioni curiosissime a vedersi, cogli occhi spauriti e torbidi, ove la vivacità dell'intelligenza svaniva. Per fortuna, i [...]
[...] , lo rendeva inadatto a condurre più oltre il negozio di ferrarecce. Allora i garzoni di bottega poterono levarsi il gusto di vedere anche il [...]
[...] fatto allontanare i pericoli che li minacciavano. Si presentava però un buon espediente: la vendita della bottega avrebbe potuto eseguirsi a [...]
[...] germogliato sorda ed indefinita nel suo cervello sconvolto. Per qualche tempo divertì il pubblico vaneggiando intorno a Paolo ed a Teta, più ancora che lo [...]
[...] avesse divertito vaneggiando intorno ad Irene. Quelli erano due furbi! Tiravano a farlo passare per un imbecille, incapace di negoziare una libbra di [...]
[...] , indovinava a volo i loro pensieri. Non lo avrebbero turlupinato quand'anche si fossero fatti aiutare da una legione di diavoli! La sua ribellione durò un [...]
[...] , trattandolo come si tratterebbe un bambino riottoso. Voleva fare a modo suo? Padrone! Ma restava inteso, che lo avrebbero lasciato morire sulla paglia [...]
[...] che l'ostinarvisi lo avrebbe rovinato? Insomma, egli era libero, a condizione che non si facesse più rivedere, neppur da lontano. Egli piegò [...]
[...] , grazie a Paolo che aveva saputo a tempo pescare l'acquirente ben disposto. In un lucido intervallo d'intelligenza, Pippo riconobbe che il cognato [...]
[...] gli aveva reso un servizio da buon parente. Giurò che non lo avrebbe dimenticato mai. Avrebbero visto, Teta e Paolo, come si sarebbe ingegnato a [...]
[...] dimostrar loro la sua gratitudine! Bastava che avessero avuto un po' di pazienza, il tempo necessario a lui per rimettersi un po' in salute e per [...]
[...] nonnulla, dava degli spettacoli gratuiti agli oziosi ed ai monelli della strada, riducendosi a casa inseguito dai lazzi della folla, o ricondottovi [...]
[...] , quando da una guardia municipale, quando da qualche amico pietoso. Una mattina, svoltando l'angolo fra il Corso e via Condotti, s'incontrò faccia a [...]
[...] loro. Quella convulsione rimase. Egli riprese a camminare, tardo, rasentando i muri, senza guardare, senza vedere, senza pensare. Dagli occhi fisi [...]
[...] scuoterlo e di interrogarlo; ma non le udiva: continuava a tremare con un tremito orribile che faceva ballare i suoi muscoli tesi; a piangere, con un [...]
[...] pianto muto senza singhiozzi. Si assise quando lo piegarono a forza sopra un canapè; fissò un punto immaginario dinnanzi a sè, e proseguì a [...]
[...] tremare, a piangere ed a sbattere i denti. N'ebbero per tutta la giornata e per tutta la notte seguente. Le crisi ripetevansi lunghe, raccapriccianti, a [...]
[...] presentava dei caratteri somiglianti a quelli del delirio alcoolico. Due medici chiamati a prestare la loro assistenza avvertirono la famiglia [...]
[...] , diventava un problema insolubile. Risolsero di collocarlo nella casa di salute a Sant'Onofrio. Ve lo condussero dieci giorni dopo. Fino alla vigilia [...]
[...] causa. Pippo ricominciò a tremare ed a piangere lungamente, accasciato sopra una sedia. Ma, questa volta, il suo dolore ebbe degli spasimi, dei [...]
[...] . Invece, iniziò soltanto un'altra fase della malattia. Nella cella che gli avevano assegnato a Sant'Onofrio, attraverso i viali del giardino dove lo [...]
[...] conducevano a passeggiare, Pippo continuò a piangere ed a chiamare la moglie, spaventato dal fantasma di lei, od invocandone l'apparizione con [...]
[...] lamentosi balbettamenti di tenerezza. Lo svanire della sua intelligenza incalzava, prendendo, a poco a poco, le forme di una insensibilità assoluta. Un [...]
[...] giorno non pianse più, non vide, non sentì più nulla; disimparò anche a pronunciare parole, eccetto il nome di sua moglie, che ripeteva giorno e [...]
[...] aspettava appunto la sua morte, e si occupava a ricostruire la propria fortuna. Che importava se il nome di lei era stato trascinato nel fango di [...]
[...] angelo sceso dal cielo, e la stessa esagerazione delle colpe attribuitele concorse a salvarla. Povera martire! ella aveva provato davvero tutti i [...]
[...] . Mostravasi piena di pio fervore, e a poco a poco, con sottili accorgimenti, metteva dalla sua la turba delle pinzochere, il mondo misterioso e potente [...]
[...] Ferramonti, colla scusa di prender lei in moglie, era andato a rimpannucciarsi. Ma sì! proprio lei, era stata il demonio in gonnella!... quell'altro, il [...]
[...] forestiero scritturale, sceso a Roma colle scarpe che ridevano e coi gomiti al sicuro dalle soffocazioni, quello era il galantuomo! Se ritornava [...]
[...] salotto da pranzo e da ricevere tutt'insieme, nel quartierino occupato a un terzo piano in via Gregoriana. Oltre i tetti di via Due Macelli, la città si [...]
[...] offriva agli occhi della giovine donna, stendendosi a ventaglio, troncato dalle alture di Monte Mario. Dal Quirinale a San Pietro, un grigio mare [...]
[...] strepiti di cui la città intera fremeva negli abissi inesplorabili delle strade e delle piazze, dovevano salire fino a lei con espressioni strane [...]
[...] , mentre l'amico si metteva coraggiosamente in salvo. L'ha ferita. Lo hanno arrestato. Ma sai: mi ci è voluta tutta per portare le cose fino a [...]
[...] . — Io pure ho una notizia da dirti: Pippo è morto stamani. Desiderio gettò un grido. Ella potè misurare fino a qual punto quell'uomo fosse [...]
[...] dominato e fatto agire a proprio talento. Aveva potuto giuocare con tutti gli spasimi ed i desideri della passione di lui, senza appagarne, senza [...]
[...] disillusa. Aveva promesso a Pennucci di sposarlo tre mesi dopo la morte di Pippo, semprechè egli avesse accettato tutte le sue condizioni. Pennucci [...]
[...] sventure. Voglio tutto il tuo amore, tutta la tua fiducia e la tua devozione intera. Tu mi fai mancare al giuramento che avevo fatto a me stessa, di [...]
[...] romperla per sempre con un mondo scellerato. Bada a non farmene pentir mai. Sarei capace di tutto! per finirla presto, ti ucciderei! Nello [...]
[...] RENATO FUCINI (NERI TANFUCIO) NAPOLI A OCCHIO NUDO LETTERE AD UN AMICO. FIRENZE SUCCESSORI LE MONNIER. 1878. INDICE. Lettera I. Dove si [...]
[...] d'una gita a Capri 106 » VIII. Dove si parla di una gita notturna al Vesuvio 121 » IX. Spigolature 139 ALLA MEMORIA DI RAFFAELLO FORESI [...]
[...] . LETTERA I. Dove si parla della città. Napoli, 5 maggio 1877. Eccomi a Napoli; eccomi finalmente in questa terra promessa ad incarnare il sogno dorato [...]
[...] non permettermi di farlo. Ora però che ho ripreso fiato e che ho cominciato a riordinarmi le idee fino ad oggi sparpagliate e frullate in tondo come [...]
[...] subito, per non perder tempo, senza pensare a valige, a stanchezza, a nulla, una corsa attraverso alla immensa città. ? Vetturino, a Mergellina! ? e [...]
[...] giù, a trotto serrato per Toledo, Chiaja e la Villa Reale, trasportato come in sogno fra la romba e il brulichìo vertiginoso d'una folla compatta [...]
[...] che si apriva a stento al nostro passaggio e si richiudeva subito dietro alla carrozzella come una massa liquida, su la quale galleggiassero [...]
[...] piccolo arrivato! Mi parve a un tratto d'esser diventato invisibile, e mi sentii là dentro come un grano di miglio turbinato nei vortici d'una enorme [...]
[...] pentola a bollore! Ma ero troppo stanco da potermela godere. Mi doleva il capo, mi frizzavano gli occhi ed avevo tanto bisogno di riposo, che nulla [...]
[...] potei intendere nè gustare del troppo lauto banchetto così improvvisamente offerto a' miei sensi. Di questa prima corsa per le vie di Napoli ne ho un [...]
[...] dal vento ha vagato per tre giorni su le cupole di Santa Sofia, chiederesti con lo stesso profitto le sue impressioni a proposito di Moschee. I [...]
[...] , affaticandosi invano a galvanizzare un cadavere, che resta immobile sotto i suoi sforzi impotenti. Che posso io dirti di Roma? Dio assista i [...]
[...] Spagna altro che dalle descrizioni dei viaggiatori, dai libri letti, dai dipinti e dalle fotografie; ma se questo può servire, come io credo, a dare [...]
[...] porto della Valenza o della Catalogna. Vie strette, fiancheggiate da case generalmente altissime con facciate sopraccariche di balconi e che vanno a [...]
[...] : ? Sembra spagnolo anche a voi l'aspetto di questa città? ? Mi rispose: ? Bendate un mio compatriotta, toglietegli la benda dopo averlo condotto in [...]
[...] qualcuno dei vichi o delle rue di questo paese, e griderà: sono a casa mia. ? Più sopra ho rammentato anche l'Oriente nè credo d'essermi ingannato. I [...]
[...] strade nel modo che più ti piace: in carrozzella, in omnibus, in tramway, in curricolo, a piedi.... ingolfiamoci in questo laberinto, in questo [...]
[...] strepito, quella turba di veicoli e di pedoni che si affollano per le vie, ti sembra, a prima vista, che debba essere cosa transitoria, un fatto [...]
[...] assordano; la luce ti abbaglia; il tuo cervello comincia a provare i sintomi della vertigine, i tuoi polmoni si allargano; ti senti portato a [...]
[...] prender parte alla entusiastica dimostrazione, ad applaudire, a gridare ? evviva! ? ma a chi? La scena che si svolge davanti ai tuoi occhi non ha nulla di [...]
[...] ed abbagliante varietà di tutto quello che dà nell'occhio a chi è nuovo di questo paese è tale da far credere che tutti si siano dati le intese, per [...]
[...] lì stanno a chiacchierare, a grattarsi, a lavorare, a dormire, a mangiare, a digerire, a..., e così dal fare del giorno al calare della notte [...]
[...] vedersi finalmente puliti davanti alla luce del sole. In altre vie la circolazione è qualche volta preclusa da ogni sorta d'ingombri, eppure a forza [...]
[...] maliziosa compiacenza, quando arrivi ad accorgerti che in fine dei conti tutti gli estremi si toccano. Per carità non dire a nessuno di questa [...]
[...] eresia, se no m'impalano. Ed anche tu siimi indulgente e compatisci questo povero diavolo che diventa barbaro provvisoriamente, per eccessivo amore a [...]
[...] un ideale d'incivilimento, il quale forse non ha altro difetto che d'essere un po' troppo a modo suo. Pur troppo verrà anche per questi aridi [...]
[...] dell'abbrutimento e della miseria; ma ora lasciami caracollare a modo mio, lasciami respirare a larghi polmoni la voluttà di quest'aura marina che mi [...]
[...] fanciullesca, ma schietta, ti ponga davanti la falsificazione di una serietà che ho perduta tra la folla e che inutilmente andrei ora a ricercare. Chi [...]
[...] prova dispetto o non si eccita piacevolmente dinanzi a un tale spettacolo, invochi e presto i soccorsi dell'arte salutare, perchè il suo sangue è [...]
[...] moltitudine di figli d'Adamo; ma il riflesso della gajezza che predomina su tale scena ti abbarbaglia per modo che le particolarità sfuggono a' tuoi [...]
[...] personaggi della commedia di Napoli, la via di Toledo è, fra tutte le strade della città, quella che più si presta a tale scopo. La linea retta che [...]
[...] dell'Imbrecciata ai profumi del Pizzo Falcone. Percorrendo questa bellissima via e voltandosi ora a destra ed ora a sinistra ad osservare le [...]
[...] reggie, meglio paragonabili a robusti fortilizi che a principesche dimore; degli Spagnoli molte chiese goffissime e pochi obelischi oscenamente [...]
[...] Pietro nelle ali, non giunge ad altro che a rammentarti, con la scialba sua faccia e con la fredda monotonia delle sue linee, il goffo bigottismo di [...]
[...] gli risciacquava l'anima più citrulla che sporca. Ho rammentato a preferenza questo edifizio come quello che scrocca una fama troppo superiore al [...]
[...] qualcuno ne avesse. Non parlo dei Palazzi reali che a giustificare il loro titolo altro non hanno che la mole, poichè tanto nell'esterno quanto [...]
[...] godimento tranquillo della preda. Fughe vergognose, guerre fratricide e sanguinosi ritorni si alternarono a brevi intervalli sotto il loro infausto dominio [...]
[...] . Ed intanto che faceva il povero orso dalle cinquecento mila teste tartassato in mezzo alla barbara tempesta? Si esauriva applaudendo a colui che [...]
[...] baldanzoso arrivava; riceveva i colpi di colui che si tratteneva; fischiava dietro a quello che rabbiosamente fuggiva, e così, o sotto la livrea o [...]
[...] Pittura e la Scultura napoletana sono già salite a tanta altezza, da non temer confronti in Europa. Fabbriche modernissime ne ho vedute qualcuna di fuori [...]
[...] troverai passeggiando in un giorno sereno lungo le magiche rive del Golfo, quando ti sentirai forzato ad esclamare con l'animo commosso: «E a che [...]
[...] e pensa. Mentre, ieri sera, mi perdevo dietro a tali fantasticherie, osservando dal parapetto della Via del Gigante la bruna mole del vulcano che [...]
[...] mandra di dodici vacche in carne e ossa, sciolte e guidate da un solo guardiano, che tranquillamente scendevano a Santa Lucia, mescolate alla folla [...]
[...] strisciano e s'incrociano continuamente in ogni verso. Ora si ficcano a trotto serrato giù per le più ripide chine ed ora si arrampicano come tarantole [...]
[...] a rotta di collo di sdrucciolone in sdrucciolone.... ? Ci siamo! ? dici subito fra te ? San Venanzio miracolosissimo, eccomi nelle vostre braccia [...]
[...] , assistetemi voi.... Ehi! vetturino.... ma che lavoro è questo? vetturino! ? Il vetturino ti guarda e non risponde. ? Bà.... bada! bada a quella [...]
[...] signora, a quel ciuco, a quel ragazzo, a quel ragazzo!... ? Chiudi gli occhi per non vedere un eccidio e ti volti in dietro, ma in quel momento [...]
[...] risponde, e a forza di tirate di briglia, di iaaah!, e di pizzicotti sotto la pancia, lo rallegra, lo tien ritto prodigiosamente e ti trovi arrivato in [...]
[...] cima a certe pettate, dove se i cavalli avessero un po' di religione dovrebbero inginocchiarsi e nitrire un Teddeum a Sant'Antonio miracoloso. San [...]
[...] dell'Homo sapiens di questi paraggi. Su per una delle gradinate che conducono a Sant'Elmo, vidi una capra bardata di tutto punto con sella all'inglese [...]
[...] dell'avvenire; calate, calate a sfamarvi, o titani dell'arte, ai quali manca un soggetto; qui c'è pane per tutti i denti, perchè senza escire dalla [...]
[...] chi può tener dietro a questa fantasmagoria? Il numero di tutti questi urloni che, dal levar del sole a tarda notte, girano continuamente colla loro [...]
[...] giornali, di numeri del lotto, di stampe, di libri, di chincaglierie, di mazze, di burattini.... ma chi è buono a contarli? E tutti urlano e [...]
[...] del settimo piano. Allora solamente si chetano, ma non per stare zitti, veh! Dio ne guardi! ma per contrattare la vendita a venticinque o trenta [...]
[...] metri di distanza. È tale l'abuso che si fa di questo sistema, che assolutamente non mi avrebbe fatto maraviglia l'incontrare un chirurgo a tagliar [...]
[...] vetturino passa schioccando e se non ha persone sul legno, non cessa mai di sibilare e gridare a destra e a sinistra: ? Scì, scì, scì, scì! a vulite, a [...]
[...] se a tutto questo si aggiungano: campanacci che tintinnano al collo di capre e pecore in truppe numerose; e belati, e ragli, e nitriti, e muggiti [...]
[...] loro, e quell'altre più che mai; e così tutta Napoli è costretta a strillare con un crescendo tale che qualche volta, arrivandomi alle orecchie [...]
[...] Sant'Elmo scaricato a mezzogiorno negli orecchi di Napoli, ho mandato un pensiero e un sospiro alla languida signora dell'Adriatico, ai suoi vuoti [...]
[...] i colori del camaleonte o disegnarti le forme di Proteo, in verità mi sentirei meno imbrogliato che a darti una netta definizione di quello che mi [...]
[...] l'ho appena osservata a Chiaja nell'ora del passeggio, e non ne conosco altro che lo sfarzo vistoso degli abiti e degli equipaggi. Di quello che si [...]
[...] sembrano ospitalmente tollerati gli altri ceti, mi ha dato nell'occhio ed ho preso diletto ad osservarla, come ora mi divertirò a dirtene quello che [...]
[...] braccia, di mani e di dita come allievi perfetti del più accreditato istituto di sordomuti. Siamo a Santa Lucia davanti al banco di Salvadore Capezzuto [...]
[...] fili, ciondolanti e spenerati da tante parti, da volerci un archeologo per capire approssimativamente a che tempo rimontino ed un matematico che [...]
[...] risolva un problema di statica, per arrivare a comprendere come facciano a reggerseli addosso. Abbondano poi nelle giovinette i vestiarii alla Belle [...]
[...] Hélène, voglio dire: una sottana sola aperta da cima a fondo su i fianchi da due strappi, dentro i quali l'occhio del curioso ha libero accesso in [...]
[...] del vestiario e la perdita del pudore, per modo che io credo che la puntura del freddo potrebbe persuadere quelle giovinette a nascondere la loro [...]
[...] pescivendoli, e le tasche dei passanti, dove la piccola destra troverà quasi sempre un oggetto qualunque da ghermire, mentre la sinistra si stenderà a [...]
[...] si presenti facile l'occasione; ma dove ci sia da mettere a repentaglio la pelle, Pulcinella difficilmente si espone. Scamotta colla massima [...]
[...] , brontolando e ostentando di mordere il freno, ma in fondo contenti come pasque d'essersela cavata a quella maniera. Se vengono alle mani, però, son cattivi [...]
[...] . Alla paura succede la reazione, ed a non scompartirli a tempo, facilmente verranno al sangue. Ferocemente gelosi, sfregiano in volto la donna del [...]
[...] , ma per non perdermi in lungaggini, te ne dirò uno solo che mi sembra abbastanza eloquente. Una signora napoletana di mia relazione prese a [...]
[...] soccorrere, facendogli settimanalmente la elemosina, un piccolo orfano di circa nove anni, il quale in mezzo a privazioni di ogni genere durante la [...]
[...] giornata andava la sera a dormire in un forno se d'inverno, ed al sereno se d'estate. Questa signora seguitò per qualche tempo ad usargli in tal modo la [...]
[...] dentro; gli dipinse a colori seducenti il suo avvenire e fissò il giorno nel quale lo avrebbe aspettato, per condurlo all'asilo. Il guaglioncello [...]
[...] loro botteghe, passando per le vie, ed ho visto che lavorano; sono stato a visitare opificj e ne sono uscito con le mie convinzioni più radicate che [...]
[...] s'incontrano specialmente nelle città di secondo ordine delle altre provincie, fra le quali non ultima la nostra leggiadra Toscanina, a Napoli non le [...]
[...] troverà certamente; e giri, e cerchi, e osservi pure a suo piacere, assolutamente non le troverà. Il temperamento di questa gente è troppo [...]
[...] nervoso, è troppo adusto da poter la linfa concorrere efficacemente insieme col clima a spossarli del tutto, per cui quando hanno da lavorare lavorano [...]
[...] passo in Toscana, e come ci accadeva incontrare tanto spesso a Milano, a Venezia e su i laghi, ma tutte le illusioni presto ti spariranno. Non ti [...]
[...] parrà d'affacciarti a una vasca per sentir cantare i pesci, ma poco meno. Qualche truppa di suonatori e cantatori la incontrerai verso le locande o [...]
[...] poetiche ariette che questi maestri di musica compongono a tavolino e non il popolo lungo la marina, come generalmente si crede, non lo incontrerai mai [...]
[...] armonia, a mio parere, non può nè deve avere quello squisito sentimento musicale che da tutti, e senza rendersi conto del perchè, le si è voluto [...]
[...] diversamente. Avrò preso un granchio anche questa volta? Speriamo di sì. Tutte le volte che ripenso a questa specie di disinganno procuratami da un [...]
[...] leggenda del cigno. Tutti i poeti hanno esaltato a cielo le dolcissime note e il canto melodioso di questo taciturno abitatore dei laghi, senza [...]
[...] voglio rammentare, sebbene appaiano buone, perchè figlie troppo spontanee di quel fango morale, in cui sono tenute sommerse queste misere scimmie a due [...]
[...] per il giuoco in genere ed in specie per il Lotto giunge fino alla frenesia, e forse il desiderio di soddisfare a questa sfrenata libidine, se si [...]
[...] volessero ricercare le cause di ciò che asserivo poco fa, è quello che gli agita, che gli accapiglia e li porta a lavorare rabbiosamente, per poi più [...]
[...] rabbiosamente che mai correre a gettare i loro miseri guadagni in quel baratro d'immoralità, che insieme colla usura concorre a spolpare questi [...]
[...] iloti e a mantenerli nel puzzo delle loro tane, dove come porci s'imbragano e gavazzano. Dissimulatori esimii, scaltri come volpi, timidi come lepri [...]
[...] le portano alla bocca, basterebbe a travagliare uno stomaco che non fosse d'acciaro. Pròvati a far loro qualche osservazione, e vedrai. Ti guardano [...]
[...] vestite che, sedute su panche disposte intorno ad un piccolo pozzo senza spallette e scoperto, stavano a bere, frescheggiando, bicchieri d'acqua [...]
[...] quale mezza Napoli si abbevera ai mille tabernacoli d'acquajoli posti su quasi tutte le cantonate delle vie. Assistei a questo attingimento e con me [...]
[...] giungono ad avere l'acqua a mezza gamba, tuffano allora l'anfora ficcandola sotto con le relative mani e dopo escono fuori a dispensare in giro 'u [...]
[...] refrisch (il rinfresco). Il concorso degli attingitori è giornalmente di qualche centinaio ed il sistema è sempre il medesimo. A te, come a me, correrà [...]
[...] renderebbe l'operazione e l'acqua più pulite, anzi meno ributtantemente laide? Io direi di sì, ma va' a dirlo a loro. Ne ricusai un bicchiere che mi [...]
[...] venne offerto e dissi le mie ragioni, ma fu lo stesso che pestar l'acqua nel mortaio. ? Si nun facimmo accussì, comm'avimmo a fà, neh, signurì? ? Ecco [...]
[...] sconforto, quando siamo arrivati a convincerci che il sentimento della dignità umana è lettera morta per costoro. Per arrivare a levarti un soldo di tasca [...]
[...] , son capaci perfino di scendere a leccarti le scarpe, senza mostrare di sentirsi minimamente umiliati da questo atto di ultima degradazione. Un [...]
[...] . ? Io che conoscevo un poco l'insistenza degli accattoni, mi proposi, non avendo altro da fare, di metterla a prova con questo disgraziato. Gli dissi [...]
[...] , in modo da lasciarlo sperare, la sacramentale parola vattènn! ? e seguitai a leggere. Allora lui, per muovermi al riso o alla compassione, cominciò [...]
[...] a far capriole, a gonfiare il torace e ad imitare voci d'animali, eppoi: ? Signurì, u soldo ? Ed io: ? Vattènn! ? e lui daccapo alla mozione degli [...]
[...] affetti. Tirò fuori la lingua che lasciava ciondolare fuori della bocca come un cane trafelato, si arrovesciò le palpebre degli occhi, si mise a [...]
[...] ventina di passi, rinforzando la dose delle capriole e delle smorfie; e io: no! A che cosa ricorse questo miserabile, quando vide esaurito ogni mezzo per [...]
[...] muovermi a tenerezza? Mi si buttò inginocchiato ai piedi, mi spolverò le scarpe col suo berretto e cominciò a baciarmele ed a leccarmele [...]
[...] principiò a dimostrarmi la sua gratitudine perchè nel fondo questi manierosi erbivori la stoffa del cuore non l'avrebbero cattiva, mi fece quasi [...]
[...] sono pronto a fare per voi i più sporchi servigi. ? Hai capito? I padroni, a forza di frustate e di dieta morale, hanno saputo addomesticarsi il cane [...]
[...] profano non è dato conoscere! La loro scienza è la superstizione; la loro fede l'idolatria. Il ridurre il culto della divinità a idolatria non è un [...]
[...] privilegio di costoro, ma appartiene alla intera umanità. Però fra questa gente ha le sue manifestazioni più spiccate. Ho assistito a qualche [...]
[...] funzione religiosa ed ho potuto notare come siano stati ammaestrati anche intorno a questo soggetto. L'idea di materializzare la divinità e di figurarsi [...]
[...] aspirazioni che il godimento tranquillo della loro miseria. Lasciateli svoltolarsi nel loro fango e date loro chiocciole e maccheroni a poco prezzo [...]
[...] , non chiederanno mai qual forma di Governo regga il loro paese. Amanti all'eccesso degli ornamenti baroccamente sfarzosi, adornano a profusione e [...]
[...] dai pidocchi, intirizziti dall'umido, molestati dalle talpe e mezzi asfittici dal tanfo respirato; eppure a vederli, quando sbucano dai loro vichi [...]
[...] adorarlo. Non per questo tutta l'ammirazione che potessero concepire per un tal pennuto corifeo, varrebbe a sradicare dalle loro convinzioni che Governo [...]
[...] a ricorrere se non son più nè giovine nè bella?» Così mi disse una povera donna che sosteneva d'aver sofferto angheria non so da quale autorità. E [...]
[...] tende sgualcite e ritrovando in parte la quiete e la salute perduta, si trattenne beato fra gli amplessi del più brutale e pauroso tiranno, a cui [...]
[...] mano, si dettero a spargere, ciascuno pel proprio utile, terrore, ignoranza e la più abbietta corruzione, senza neanche l'ombra di quel ritegno [...]
[...] , energia; il pregiudizio, fede. La frode, il furto, la truffa furono incoraggiati ed anche legalizzati, se a questa frode, a questo furto, a questa [...]
[...] come un nemico, disposto a tendergli l'agguato, ogni uomo diventò una macchina per conto proprio; la simulazione, la malafede e l'inganno sotto tutte [...]
[...] rare ed eroiche individualità sorgevano sdegnose a fare intendere il loro grido di ribellione fra le torture, le galere e gli esilii, la gran massa [...]
[...] grandezza. Tanti hanno detto di questa terribile associazione e con profonda conoscenza di causa, che io non m'impancherò ora a parlartene. Ti dirò [...]
[...] alla giustizia, fino a quando non avrà appreso per esperienza e palpato con mano che i tempi e le cose sono cambiati in meglio anche per lei [...]
[...] camorristi, ed avranno fatto bene e ci crederò. Dopo un certo tempo sarà anche annunziato a grandi lettere: ? La camorra è estirpata. ? Nossignori [...]
[...] funzioni in Napoli, nei dintorni, a bordo dei bastimenti; gli ho guardati, ho parlato con loro, gli ho perfino toccati, gli ho perfino veduti giocare [...]
[...] a briscola con chi aveva il dovere d'intimar loro l'arresto, ma la camorra non l'ho veduta mai. Mi è parso vedere qualcuna delle sue mille cause [...]
[...] e mi basta di averle accennate a te come meglio ho saputo; al resto ci pensi chi vi vorrà pensare. Proposte di rimedj non te ne faccio per la [...]
[...] modesto fraticello di Camaldoli. ? Vedete, signore, ? mi disse, ? son cinquant'anni che tutte le mattine vengo su questa terrazza a dare un'occhiata [...]
[...] gole d'inferno che vomitan fiamme e minacciano distruzione da ogni parte, ma, per il suo scopo, ha fatto peggio che a lasciar correre. ? Ormai lo [...]
[...] ridono, ridono e ridono come nelle ore del chilo devon ridere i beati a pancia all'aria, per le viottole del paradiso. Il treno strisciando turbinoso [...]
[...] vecchia pipa, e sopra a' suoi fianchi gli sterminati campi di lava che a distanza sembrano, in mezzo al verde smagliante della campagna che li contorna [...]
[...] raggruppate intorno a goffe chiesuole, alle quali mancavano soltanto i minaretti, per aspettare da un momento all'altro che la voce del Muezzin si [...]
[...] d'intendere tutto il linguaggio di quella natura divina. Migliori compagni non avrei potuto desiderare. Arrivammo a Castellammare. La patria dei più [...]
[...] nulla più, ma le montagne che le stanno a ridosso e il panorama del Golfo che si gode di là, è stupendo. Conservo uno spiacevole ricordo di quella [...]
[...] aver più addosso il portafogli. Non volevo mettere gli amici a parte del mio disturbo, ma non avendo potuto nasconder loro l'imbarazzo, nel quale mi [...]
[...] quando? ? Ora, ora nel momento; due minuti fa l'ho tirato fuori per dare qualche cosa a quel vecchio.... ? E ci avevi molto? ? Ci avevo tutto ? Ma ti [...]
[...] fissava, il dolce rimprovero di Cristo a Pietro: amice, quare dubitasti? Per questa volta avevo avuto torto. La giornata non era riuscita degna della [...]
[...] , mai alla lettera, di offrirci i suoi disinteressati servigi, e che ci avrebbe seguiti indubitatamente fino a Sorrento, invitandoci nella sua vettura [...]
[...] , se ci fosse piaciuto di far la gita a piedi, insaccammo finalmente nella sua carrozza che, del resto, era comoda e bella, e ci mettemmo in cammino [...]
[...] l'aspetto d'un castello da burattini, collocato in cima a un rozzo muraglione ciclopico. Il Sorrento dei poeti non è Sorrento, ma la strada che conduce a [...]
[...] tratto di via di un orrido pittoresco, irto di scogliere maestose e di precipizj, in un momento ci troviamo in fondo a graziose vallicelle, in una [...]
[...] in balcone, e correndo lungo le facciate delle case, vanno a nasconderle sotto una coltre di verdura e di fiori; agave colossali, fichi d'india [...]
[...] vista del mare e del paese divino che li circonda. Che sogno fantastico, che gioja dell'anima era quella! Io me la bevvi a larghi sorsi e mi trovai [...]
[...] securi voli, Cantando se ne gìano i rosignoli. I rosignoli mancavano; il resto c'era tutto. A quando a quando s'incontrano gruppi festosi di [...]
[...] giovanetti che vi salutano strillando e gesticolando, invitandovi quasi istintivamente coi loro u bì! u bì! (guardate! guardate!) a contemplare la [...]
[...] scena incantevole che vi sta davanti. Pare che tutto brilli, che tutto si muova, che tutto intuoni una dolcissima armonia intorno a noi; pare che il [...]
[...] cielo e la terra siano impazzati e che sorridano delle nostre faccie melense perdute in un oceano di estasi contemplativa. A brevi intervalli, una [...]
[...] che contorna loro la fronte fermandola con un nodo alla nuca, sono costrette dai raggi cocenti di un sole mezzo africano a tener gli occhi bassi ed [...]
[...] accigliati, ed a guardare di sotto in su in un modo che dà alla loro espressione qualche cosa di bestiale e di feroce. Ah! una bella figlia degli [...]
[...] la costiera d'Amalfi vi farà lo stesso effetto che a guardar fissi nel disco del Sole; vi troverete abbagliati e per qualche tempo non sarete capaci [...]
[...] s'incontrano deserte rovine di castelli Normanni che abbandonati all'opera del tempo cadono a pezzi, e qua e là, accucciate fra gli scogli in mezzo a piccole [...]
[...] ineffabile, una pace serena, un tal senso di beatitudine che posandosi sul core lo stringe, e lo stringe con tanta dolcezza che a poco a poco ci [...]
[...] niente più. Povero Adamo! All'accesso di estasi contemplativa davanti a tanto lusso di quella splendida natura, tenne dietro un altro accesso [...]
[...] . ? Mio padrone, gli risposi, purchè non si tenga offeso se per godermi questo sole, scendo subito e vado a cassetta. Non me lo permise. Era un [...]
[...] potevo io pretender da lui? ? Ma non pare anche a lei impossibile che questo sole abbia il coraggio di tramontare dopo essersi veduto tanto bello nello [...]
[...] l'ali; ma si serva degli occhi, Dio lo benedica, davanti a quel gruppo di giovinette che ci vengono incontro coi busti dai colori orientali e coi [...]
[...] un'occhiata tenera al mantice calato. ? Ebbi pietà del suo cervello; il mantice fu tirato su ed io me n'andai a cassetta. Non ne ho l'ombra del dubbio, io [...]
[...] devo esser sembrato a lui un grande imbecille, ma non mai quanto egli sembrò felice a me. Ma dove avrà rimpiattato colui i suoi charmant, i suoi [...]
[...] avvenimento. Tutti si affollano intorno ai nuovi arrivati; li guardano, li osservano, ma stando però a distanza e mantenendo un contegno semplice e [...]
[...] dalla consolazione. «Signurì, u soldo» Dio eternamente misericordioso! Amalfi, nella sua solitudine, è gaia. In mezzo a tanta profusione di caldo, di [...]
[...] soffocate, anche esse son costrette a sorridere sotto un profluvio di carezze, di baci e d'allegria. L'unica strada di Amalfi che possa veramente [...]
[...] fabbricati, dando origine ad altre scalinate secondarie, finchè non fanno capo a qualche scosceso viottolo che serpeggiando si perde su per i dirupi [...]
[...] umane, la bussola, e serbato attraverso al bujo di secolare ignoranza i codici di Giustiniano, la più ricca eredità che sia giunta a noi dell'antico [...]
[...] impressioni d'Amalfi, perchè eravamo già arrivati a Sorrento. Ti saluto, bellissima Sorrento; ti saluto, o patria, per caso, del sublime e languido cantore [...]
[...] regno beato! e scendendo dalla carrozza segnai sul mio taccuino: arrivato a Sorrento il dì 10 maggio 1877 a ore 11 antimeridiane precise. Mentre [...]
[...] , ? gli risposi ? e tu le tue prigioni quando le scriverai? ? «Ah! eccellenza, nun saccio a scrittura.» ? E questa risposta me la fece con tanto [...]
[...] , non mi burlate! ? Davvero, signorino, ? e mi presentò una rosa. Povere creature! abituati a non vedersi guardare altro che in cagnesco da tutti [...]
[...] pratico nel riconoscere di che provincia erano gl'Italiani che gli capitavano sotto, che non sbagliava mai. Allora io lo invitai a dirmi di dove [...]
[...] ' a pensare e non gli venendo detto altro, gli dissi che ero Toscano; e deridendo la sua presunzione, gli domandai come mai non mi aveva riconosciuto [...]
[...] mie solitarie campagne le intonano a gola spiegata, facendo la foglia su la cima dei pioppi. Il nemo prophæta in patria sua a nessuno è meglio [...]
[...] quasi totalità dei passeggeri per una tal gita, aveva impedito al capitano di trovarvi il suo tornaconto, facendola presso a poco a vuoto, onde se [...]
[...] si muove. Che si fa? Andiamo a Pompei! Fu accolta con acclamazione la mia proposta, e dopo aver girellato qualche altro poco intorno a Sorrento [...]
[...] , raggiungemmo la nostra vettura e partimmo per la morta città. Eccoci a Pompei! ecco portato alla realtà un altro de' miei sogni dorati. Tutto quello [...]
[...] fuori delle mura; e l'illusione qualche volta giunge a tal segno, che si sarebbe tentati di credere che domandandogli de' suoi concittadini ci [...]
[...] la massima parte fatti a mosaico, sono tutti al loro posto perfettamente conservati; gl'intonachi delle pareti e i loro dipinti sono così freschi da [...]
[...] colorito. Molte case sono tanto compiutamente conservate, che perfino alcune sottili e delicatissime cornici di stucco a scagliola, lavorate a minute [...]
[...] ritorna invece a viver con loro; ne vediamo le gioie intime, le pubbliche feste e par di intendere ancora le voci allegre dei crocchi domestici, lo [...]
[...] presa per il perfetto mantenimento di tante maraviglie, dispiace soltanto il vedere come a nessuno ancora sia venuta la felice idea di ripristinare [...]
[...] una casa, una sola basterebbe, corredandola di tutti i suoi mobili, che nessuno scapito verrebbe a risentirne il già troppo ricco Museo, preparando [...]
[...] quarto d'ora, durante il quale ci fu strappata malamente ogni poetica illusione, partimmo, ed ora eccomi qui in Napoli a scriverti questa lettera [...]
[...] che non voglio chiudere senza raccontarti, giacchè mi capita la palla al balzo, un aneddoto originale a proposito di questi pellegrini, che sono [...]
[...] stati il mio incubo dalla partenza da Firenze fino ad oggi. Ne ebbi sei, maschi e femmine, per compagni di viaggio da Chiusi a Roma; e con quanto [...]
[...] San Pietro spuntò da vero svelta e maestosa sull'orizzonte sereno. La guardarono fissi per qualche tempo; stettero un pezzo a disputare [...]
[...] mogi mogi a sedere, senza dar segni di vita. ? L'avevan presa per un pagliajo. LETTERA IV. Dove si parla dei quartieri de' poveri. Napoli, 14 [...]
[...] quello del terreno, dentro al quale si svoltolano e che a migliaja sbucano alla sera dai loro tenebrosi vicoli, aggruppandosi agli sbocchi di [...]
[...] Belli: O come fa a magnà tutta 'sta ggente? A questa domanda avevo già trovata la risposta nell'osservare come un buon figlio della vecchia [...]
[...] formulandola per imitazione in un endecasillabo romanesco, chiedendomi: O dove va a dormi' tutta 'sta ggente? Non potendomi risponder subito, mi [...]
[...] , avresti pensato che io andassi per lo meno a scovare una masnada di briganti nel fondo di una foresta. Il vestito serrato dal primo all'ultimo bottone [...]
[...] sull'impugnatura della rivoltella che mi pendeva dalla cintola, parevo addirittura una corazzata di casimirra inglese che si preparasse a toccarne [...]
[...] . Guàrdati, m'era stato detto prima che venissi a Napoli, son luoghi pericolosi. Ed io mi guardai. Ora poi sono in grado di assicurarti che un pane [...]
[...] persone, il qual numero equivale presso a poco alla popolazione di una grossa città di second'ordine. Le case che li fiancheggiano sono alte; la luce [...]
[...] , zucche, staggi da bilance, cappotti attaccati a chiodi o spenzolati ai balconi, ingombrando le pareti da terra all'ultimo piano; l'aria non vi ha [...]
[...] assistere ad una scena diabolica del Macbeth o della Notte di Valpurga. Una folla di spettri cominciò a sbucare da ogni parte come di sotto terra, e [...]
[...] loro occhi infossati, si misero in disparte sbigottiti e confusi a guardarmi con stupida curiosità. Allora potei osservare tutta l'orrida realtà di [...]
[...] smanioso a una mammella vuota e cascante. Soddisfatta la prima curiosità, fissai gli occhi addosso alla più oscena di quelle miserabili, la quale [...]
[...] , venite a vedere la mia. ? Venite con me, venite con me. ? Io io: la mia, la mia. ? Ora, ora, ? badavo a dire io, ? ora, ora; se darete tempo verrò da [...]
[...] per tutto, ma non v'accostate tanto, per Dio! ? E in quel mentre cercavo di schermirmi meglio che potevo, ma non bastò. Arrivato a casa potei [...]
[...] un'apertura tenebrosa, di cui l'affisso ed i pietrami cascavano a pezzi, e accennandola mi disse: ? Servitevi, eccellenza. ? Mi voltai a lei facendo [...]
[...] dentro non saprei dire di che fosse; era puzzo d'ogni cosa, e tanto acuto e tanto grave che durai fatica a vincere la nausea che mi buttava [...]
[...] non intesi. ? Chi è? ? domandai a quella donna che mi accompagnava. ? Vavama (la mia nonna) ? mi rispose ? che vi dice che gli avete scacciato [...]
[...] , aspettando che quest'importuno avesse loro levato l'incomodo. M'impostai per dare una pedata a quella che m'era più vicina, ma la vecchia mandò un [...]
[...] loro. ? Ma come! E saresti proprio affezionata a quelle bestie? ? Son trent'anni che ci ajutiamo fra noi, signorino. Date un soldo a questa povera [...]
[...] vecchia, ? e stese verso di me un braccio mummificato. In tempo che mettevo mano a tasca, la volli osservare. Era cieca da un occhio; la carne del [...]
[...] suo viso e delle sue braccia era a squamme color del tabacco per una malattia della pelle; aveva una larga piaga in una gamba, che non le permetteva [...]
[...] Grecia, ma la mia, lo sai per prova, non è ? græca fides. ? Su quel pagliericcio ammuffito veniva a dormire la sera il resto della famiglia [...]
[...] , composta di otto persone. Due le avevo conosciute, le altre sei, quando io mi trovavo là dentro, erano per le vie di Napoli a guadagnare la giornata [...]
[...] su la porta, per voler qualche cosa anch'esse. Uscii fuori inorridito, presi una larga boccata d'aria meno peggio e promettendo soldi a condizione [...]
[...] , seguitai con le altre megere il disgustoso pellegrinaggio. Non starò a farti una descrizione particolareggiata di quello che vidi in appresso, per [...]
[...] repugnanza, mi chinai e con una mano mi misi a pulirgli le gote. La madre, che fino allora io non aveva saputo qual fosse, in mezzo all'orrida tregenda [...]
[...] intorno a noi, cercando persuaderla, ma su le prime non fu possibile farle intender ragione; seguitò a guardarmi inferocita ed a gridare che non [...]
[...] toccassi la sua creatura. Allora nacque un bisbiglio diabolicamente animato. Chi la riprendeva per me, chi per lei. Io pure m'adopravo a dire le mie [...]
[...] ragioni, ma predicavo al deserto, perchè non ero inteso; ma finalmente le vidi ammansire la collera e, dopo poco, accostossi a me raumiliata, quasi [...]
[...] a chiedermi scusa, pregandomi però di non toccare il suo figlio, perchè aveva la febbre e appena desto, si sarebbe messo a strillare. Io cedei [...]
[...] volentieri alle sue preghiere, e feci le viste di credere a quanto mi diceva, ma dalla scena violenta che aveva avuto luogo senza un motivo plausibile [...]
[...] e dalla paurosa diffidenza, con la quale seguitò a guardarmi, non mi ci volle molto per capire che il timore della jettatura avea suscitato quel [...]
[...] e restò un pezzo a darmi risposte evasive, squadrandomi sospettosa da capo a piedi. Ma finalmente, persuasa dalle mie dolci compagne, mi fece segno [...]
[...] , ricordandomi della nostra comune amica signora X, la quale stette tre notti intere senza chiuder occhio, perchè il tappezziere tardò a riportarle [...]
[...] lungo di compiacenza. Quando fu scesa mi disse che provassi a sdraiarmivi anch'io, ripetendomi che non vi si stava poi tanto male, quanto pareva che io [...]
[...] che per lo meno nell'estate doveva essere una fortuna l'avere un letto così ventilato e salubre. E a lei non balenò neanche l'idea che io scherzassi [...]
[...] , perchè indicandomi un spazio libero in terra, in mezzo a due letti che erano in fondo alla stanza, mi disse: ? Guardate, signorino, chi starà [...]
[...] lastrico per la morte del marito, sarebbe venuta per qualche tempo a dormire lì sul terreno nudo coi suoi cinque figlioli, il maggiore dei quali aveva [...]
[...] dodici anni. Non rifiatai; la vecchia aveva ragione. Eh, Dio mio! Ma se volessi seguitare a raccontarti di questi graziosi episodj non la finirei più [...]
[...] minori a lei. Questo desinare si componeva di ventidue chiocciole che bollivano in una pentola sbocconcellata, e di altrettante castagne secche che [...]
[...] aveva date a rinvenire ad una sua vicina, perchè a lei mancava un recipiente qualunque per fare quella operazione. I sette fratelli e sorelle [...]
[...] entrare rannicchiandosi. Come avranno fatto a entrarvi tutti? Non lo so. E le conseguenze di questo guazzabuglio mascolino e femminino? Maestro [...]
[...] Raffaele, non te ne incaricà. Eh! ma n'ho viste anche delle peggio, e di queste ti parlerò a voce al mio ritorno. Ho visitato anche la famosa grotta alle [...]
[...] le tenebre rotte soltanto qua e là da due o tre aperture, mi pare, e non più, tra 'l puzzo de' cessi aperti a capo dei letti, e l'umidità che cola [...]
[...] modo a vedere quella ch'ei chiamava la sua galleria, cioè il ramo di caverna, dove aveva il suo letto, e seguitò a scherzare chiedendomi scusa se non [...]
[...] , anche arrivando o col lavoro o con la camorra a conseguire i mezzi per liberarsene, non lo fanno. Jeri visitai anche i centri del Pendino e del Porto [...]
[...] quartiere, ma mi pare di certo nel Vico Grotta a Santa Lucia, mi fu raccontato che circa quattro anni fa una madre, dopo aver lasciato solo per [...]
[...] qualche ora un suo figliolino in fasce, lo trovò ammazzato da queste stesse talpe, che gli avevan rosicato il naso e le labbra. A te farà ribrezzo e [...]
[...] maraviglia il sentir dire di queste cose; a me, sì, fa ribrezzo, ma in quanto a maraviglia, neanche per ombra. La maraviglia dopo aver visto di che si [...]
[...] infettare anche i pipistrelli, che a mezzo giorno svolazzano là dentro ingannati come in pieno crepuscolo. Ma dunque, tu mi domanderai, non ci [...]
[...] tali da invogliar troppo i miserabili, e come alcune poi non valgano da vero la libertà che rimane a questi disgraziati, di potere almeno sguazzare nel [...]
[...] sudiciume natìo senza rimanere obbligati a nessuno, o crepare di stento a loro comodo, per andarsene dopo a battere in pace l'ultima capata nelle [...]
[...] ; so che si profondono candelabri a gas dove non ve n'era assolutamente bisogno; e allora vedrai che qualche cosa scapperà fuori, giacchè quando si [...]
[...] botta d'arme da fuoco esplosa a pochi passi dalla mia casa. Mi alzai sul letto; stetti un po' in orecchi.... silenzio perfetto. Un suicidio! pensai, e [...]
[...] finestra? corro nella via? e intanto rimanevo inchiodato sul letto a pensare. Chi sa? qualche amore sfortunato.... qualche cambiale in scadenza [...]
[...] lamento.... Un altro scoppio più forte dei primi! Oh! tre omicidj poi a quest'ora mi cominciavano a parere un po' troppi! Ma pure tante esplosioni in [...]
[...] così breve spazio di tempo, a quest'ora.... Mi parve sentire qualche leggiero rumore nella camera accanto, dove dormiva la mia padrona, e chiamai [...]
[...] , sentendomi romicciare per la camera. ? Vado a Montevergine, Donna Maria. ? Fate bene; Dio v'accompagni. ? V'occorre nulla di lassù? ? Dite una Salve [...]
[...] Regina anche per me a quella bella Madonna. ? Fate conto d'avergliela già detta da voi. ? Dio ve ne renda merito. ? Addio, Donna Maria. ? Stateve buono [...]
[...] . ? E mi sbacchiai dietro l'uscio di casa. Posta a guisa di sella su la groppa di una montagna a sei chilometri circa da Avellino è la pittoresca [...]
[...] ufficiali napoletani Morelli e Silvati, i quali, essendo corsi con la loro truppa a dar man forte ai Carbonari colà riuniti, furono presi dopo un [...]
[...] , perchè se la godessero poi le persone per bene! ma lasciamo correre e diciamo piuttosto che la Badia di Montevergine, la quale sta sopra a [...]
[...] pagani sorgeva un tempio a Cibele ridotto poi a chiesa cristiana, fu nell'anno 1497 portato in Napoli il corpo di San Gennaro, che dal cardinale [...]
[...] Caraffa venne poi proclamato protettore della città, facendolo succedere così con la sua boccetta di sangue a Virgilio mago, ed all'altra boccetta di [...]
[...] Porta Capuana tenuta fino a quel tempo come il palladio della città. Nella chiesa di Montevergine trovansi ora esposti all'adorazione: una [...]
[...] seguiva a passo a passo come la mia ombra: ? a Mercogliano! ? D'Avellino non posso dirti quasi nulla, perchè ebbi appena il tempo di girarla a corsa per [...]
[...] Automedonte si slanciò a trotto precipitoso per arrivare, se era possibile, a Mercogliano prima della burrasca che verso sera ci rincorreva brontolante [...]
[...] tratto d'avergli domandato: ? Siete voi cristiano? ? perchè a bruciapelo mi rispose un ? Per grazia di Dio ? da buttarmi in terra. Ah! è inutile: se hai [...]
[...] ? ? ? Lo vedrete. ? Ma a te piace, vi staresti volentieri? ? Io! ? Ma quell'io lo disse con un movimento tanto energico di tutta la persona, che la [...]
[...] cuspide del campanile gli deve aver battuto di certo nel palato. Così seguitammo un pezzetto a parlare di varie cose e stetti con grande attenzione [...]
[...] , fu dai Mercoglianesi rubato a quelli d'Avellino per gelosia de' gran miracoli che faceva. Ma l'onesto taumaturgo, per mostrare il suo sdegno a [...]
[...] ! Ah! come me la godo, come me la godo! o di dove diavolo è scaturito questo Lucrezio a cassetta? Ma un ateo tutto d'un pezzo con la frusta in mano mi [...]
[...] cominciò a serpeggiarci su la testa e d'intorno, la magagna la trovai, facendogli confessare che per San Modestino, quel santo medesimo che fu [...]
[...] santissima di Montevergine! ? Che è stato? ? Una saetta aveva picchiato proprio in un albero alla distanza d'una ventina di passi davanti a noi. Il [...]
[...] cavallo s'era fermato a secco, il mio egregio ateo era sceso da cassetta con un gran lancio ed era venuto a rifugiarsi sotto il mantice accanto a me [...]
[...] , tutto tremante dalla paura e masticando giaculatorie precipitosamente. ? E ora seguiterai sempre a non credere in nulla? neanche in quest'acqua [...]
[...] che novantanove per cento la causa di quell'uragano era qualche birbante che aveva portato seco della carne a Montevergine. ? Come, come! a portar [...]
[...] carne a Montevergine...? ? Sì signore, a portar carne lassù, viene la tempesta. ? E ci credi? ? Signore, è la verità! ? Sei un eroe! e giacchè è [...]
[...] smesso di piover forte, torna al tuo posto e andiamo, chè non voglio far notte per la strada; animo! ? E il buon Lucrezio tornò mogio mogio a cassetta [...]
[...] , tutto tremante, seminando i frasconi fradici come uno zimbello cascato nel beriòlo. Arrivammo sani e salvi a Mercogliano che il cielo s'era [...]
[...] andare, essendo già vicina la notte. Mostrai allora desiderio di scendere in paese ed infatti accompagnato da' miei buoni ospiti, me n'andai a dare una [...]
[...] preparava umanamente allo spirituale viaggio. Il trambusto che regnava allora nell'unica via lunga, storta e scoscesa, era spaventoso. A molte finestre [...]
[...] alternativamente e senza riposo. E in mezzo a tutto quel frastuono, non un suono piacevole, non una voce simpatica, un'armonia di strumento gradito che [...]
[...] rallegrasse gli echi della pittoresca montagna! Rumore, rumore, eppoi rumore, e in mezzo a questo rumore: insegne di venditori, cartelloni di [...]
[...] festeggiata e dei quali ogni fedele faceva acquisto, per ascendere alla sacra montagna e per riportarli poi a Napoli come ricordi del compiuto [...]
[...] spazio circolava a stento la folla compatta ed ululante. Eppure ad ogni momento un veicolo tirato da focosi cavalli carichi di penne, di campanelli [...]
[...] essere il gran talismano che li preserva dai pericoli. Ognuno pensa tanto alla propria salute e tanto poco a quella degli altri, che ne resultano [...]
[...] problema è impostato male, accettiamolo e cantiamo le Lodi della Provvidenza. Portato in collo piuttosto che camminando, mi trovai in fondo al paese a [...]
[...] meglio di tutti e più riccamente compariva addobbato, o al guidatore che faceva il suo ingresso nel paese, percorrendo a carriera la lunga e [...]
[...] dolcissimamente quelli che l'ascoltarono. In fondo a questa piazza si trova la chiesa parrocchiale, un edifizio qualunque che non richiamò la mia [...]
[...] trovarmi in mezzo ad una radunata di popolo che si preparava a festeggiare una solennità sacra, fui contentissimo di quella vista e m'incamminai pieno [...]
[...] di curiosità verso quella parte. A rischio di farmi stroncare le costole, potei penetrarvi. Se hai visto far la ruffa ai ragazzi, quando qualche [...]
[...] vigliacca creatura si diverte a buttar loro soldi nella via, ti sarà meno difficile farti una idea della pietosa gazzarra che si faceva là dentro dai [...]
[...] fedeli lottatori. Dico lottatori, perchè una vera lotta sostenuta a suon di gomitate, pettate e spallate, si faceva presso un piccolo getto d'acqua [...]
[...] che scaturiva da una cannella posta in un pilastro della navata a sinistra di chi entra. La montagna rocciosa che sta a ridosso di Mercogliano fa sì [...]
[...] calmare l'arsura agli assetati, ma quella lì aveva tali pregi particolari, da giustificare tutto il fracasso che si faceva intorno a lei, per [...]
[...] non va dispersa giù per i fossati del monte, a benefizio dei ranocchi e delle bucataje, entra negli stomachi dei fedeli e mescolandosi ai polli [...]
[...] del paese, io per andare a bere e dopo a riposarmi fra i profumi di giaggiolo esalati dalle lenzuola di bucato, che i buoni ospiti miei avevano [...]
[...] fatto distendere sul morbido letto che m'aspettava. Ma per gran parte della nottata non mi fu possibile chiudere occhio, a causa del frastuono diabolico [...]
[...] presentata tanto minacciosa, era andata a sfogarsi attraverso alle gole di altre montagne; i nuvoli sul far del giorno si erano diradati, ed ogni tanto il [...]
[...] sole di primavera si affacciava giallo e sorridente a sferzare le nostre groppe irrigidite dalla sizza umida della notte. ? Il cicaleggio della [...]
[...] folla era piacevole; alcuni gruppi di insaziabili s'erano già accoccolati all'ombra degli ultimi castagni o a ridosso delle rupi ed arruotavano il [...]
[...] dente su gli avanzi delle loro provviste, mentre altri, affollandosi intorno a capanne erette provvisoriamente dai pastori lungo la via, bevevano [...]
[...] gonfiava minaccioso; alla tepida brezza tenne dietro un vento frigido e impetuoso; una batteria di fulmini accompagnata da scoppi formidabili, cominciò a [...]
[...] commoventi intorno a quel derisorio riparo e tra la fradicia moltitudine che vi si affolla, fanno senso di pietà alcune povere donne, che coi loro [...]
[...] . Ma pure non mancarono le scene comiche in mezzo a questa alpina tragedia. Un gruppo di persone credendo d'essersi poste al sicuro in una cavità [...]
[...] del terreno, senza pensare che appunto era stata scavata dalle acque d'un rigagnolo che andavano a sbacchiarvi in tempo di pioggia, si smascellavano [...]
[...] dalle risa canzonando quelli rimasti di fuori, quando il rigagnolo, gonfiato a un tratto, scaricò addosso a que' disgraziati una cateratta di broda [...]
[...] riparo, erano rimasti fino allora a supplicare smaniosi inutilmente. Un individuo che a pochi passi da me s'era riparato sotto il ventre del suo cavallo [...]
[...] delle Ninfe si compiacque somministrargli sapientissimamente. Le cadute poi di quelli che fuggivano, e le inzaccherature in mezzo a quel motriglio [...]
[...] quasi nero, a volte erano tali da fare slogar le mascelle al fradicio spettatore. Fra queste fu prodigiosa quella di una donna che scivolando, cadde [...]
[...] supina e rimase impaniata con le spalle nella mota della via; incominciò a strillare sgambettando e berciando, mentre il vento indiscreto le portò [...]
[...] cammino in silenzio. A mano a mano che ci andavamo accostando alla cima, le file dei pellegrinanti si diradavano. Molti trattenuti dalla stanchezza si [...]
[...] adipose, prese dallo sgomento o dal tremito della febbre, si lasciavan cadere su gli arginelli della via e intorno a loro i parenti e gli amici si [...]
[...] miserabili, erano messe allo scoperto e quasi buttate in faccia ai passanti, a dispetto del rigore del freddo. Muti o finti muti stralunando gli [...]
[...] bavosa; gobbi con la groppa nuda che stando a bocconi sopra un canile di paglia si contorcevano e strepitavano accennando la loro deformità; storpi [...]
[...] , monchi, ciechi che si buttavano a baciare il terreno sacro o i piedi dei passanti, attraversavano la via recitando preghiere, o esaltando le [...]
[...] e scuotendo all'aria i loro luridi cenci verso la sacrosanta Abbazia, che già si cominciava a scorgere attraverso ai fiocchi della neve: e ognuno di [...]
[...] sopra un teschio umano annerito, mezzo nascosto fra i soldi di rame e la neve; e molti si avventavano a baciare quel teschio e a deporre il loro [...]
[...] dietro a bandiere o a crocifissi, cantando salmi, lamentandosi e presentando le solite scene desolanti di vecchi spedati, donne scapigliate portanti [...]
[...] in collo bambini lattanti che strepitavano, e ammalati sostenuti a braccia ed altri quadri ugualmente pietosi, nauseanti e compassionevoli. Quando [...]
[...] fummo a poche centinaja di passi dall'Abbazìa, il cielo si rasserenò ad un tratto; il sole tornò a sfavillare ed a posarsi tepido e sorridente su [...]
[...] a muover guerra da belve all'umanità che come belve li caccia; volli figurarmelo montato sul suo puledro, carico d'armi e di vesti fantastiche [...]
[...] lire a un suo sventurato compagno di pena. L'orizzonte si richiuse fra la nebbia, la neve cominciò a cadere più folta, ed io ripresi il cammino [...]
[...] , giungendo dopo pochi minuti nel cortile dell'Abbazia. Mi parve d'entrare in mezzo ad un campo militare dopo una sconfitta. Non starò a descriverti le [...]
[...] scene che mi accadde vedere là dentro e sotto i porticati che circondano il piazzale, essendo presso a poco dello stesso genere di quelle che ti ho [...]
[...] presso a poco le medesime scene, alle quali mi ero trovato assistendo al miracolo di San Gennaro. Dopo essersi trovati ad una di queste funzioni [...]
[...] le strida, con cui si raccomandano a loro. Quante volte sentendomi fare una vociaccia negli orecchi, mi veniva voglia di persuadere il mio devoto [...]
[...] vicino a dire più adagio e a fargli capire che in casa degli altri e specialmente in quella di Dio, quelle non eran le maniere; ma poi sentendo che [...]
[...] là in liquide e solide occupazioni in mezzo a un continuo strillare, che mi faceva credere d'esser capitato nel Limbo. Il terreno era ingombro d'una [...]
[...] . Arrivavano alla porta della chiesa cantando salmi, e appena giunti alla soglia vi si buttavano inginocchiati, piegando fino a terra la testa. Un [...]
[...] poco, pensando che quella festa insieme con un'altra dello stesso genere, che vi si ripete nel corso dell'anno, assicurano a que' poveri monaci [...]
[...] Mercogliano. In mezzo al profluvio di laida prosa, sotto al quale erano rimaste soffocate le mie dolci illusioni accorrendo a quella festa, una cosa [...]
[...] sarà avvenuto delle coppie che non erano tornate a scioglierli? Mi feci questa domanda e seguitai la discesa tutto occupato da pensieri malinconici [...]
[...] grottesco. Ad una certa ora, i pellegrini, che tornando si son riuniti fuori di Porta Capuana, credo, a spolverarsi, a strigliarsi e a rammagare tutte [...]
[...] le avarìe dei legni, dei cavalli e delle persone, fanno il loro ingresso in città in una lunga fila, percorrendo a trotto serrato le vie della [...]
[...] bardature da un certo aspetto sono belle da vero e degne d'essere osservate. Questi focosi animali che a due e spesso a quattro compariscono [...]
[...] scalpitando furiosamente, attaccati a stupende carrozze, sono quasi nascosti sotto i loro fantastici ornamenti. Ciuffi di penne, mazzi di fiori e trofei [...]
[...] fiori e lembi di vesti delle odalische che le occupano, le quali lasciano a bella posta sventolare alla mostra scialli variopinti e nastri e penne [...]
[...] colorate, mentre sono occupate a sostenere in alto i forcuti trofei che hanno riportato da Montevergine, sopraccarichi su la cima dei noti secchioli [...]
[...] indietro e s'incrociano e s'arruffano, dura fino a calata di sole, andando sempre ad assottigliarsi, finchè tutti spariscono, per spingersi: i più agiati [...]
[...] fino allo scoglio di Frisio a ribere e a rimangiare impippiandosi fino al gorguzzule; gli altri per fermarsi al Gran Caffè o a Santa Lucia ad [...]
[...] ingozzare vistosamente ostriche e gelati, e per andarsene poi tutti a digerire l'indigestione o a meditare sopra i sacrifizj che costerà loro per tutta [...]
[...] Capuana, attaccai questo colloquio col mio Automedonte. ? Dimmi, compare; che cos'è quel gruppo di fabbricati lassù in alto a mezza collina...? ? Il [...]
[...] Camposanto nuovo, eccellenza. ? No, no; quello lo conosco. Domandavo di quell'altro più in basso a sinistra.... ? Ah! ho capito quale volete dire. È [...]
[...] il Camposanto vecchio, il Camposanto dei poveri, dove sotterrano a macchina.... ? Svolta, e conducimi lassù. ? Io vi conduco dove volete [...]
[...] del prete ed altre stanze destinate a varj usi; un largo piazzale lastricato di forma presso a poco quadrata, con un lampione nel centro sormontato [...]
[...] Municipio di Napoli manda ogni anno circa 7000 capi di bestiame umano a putrefare in combutta. Un uomo di piacevole aspetto, ma coperto di abiti [...]
[...] alcuni meditabondi straccioni che erravano là dentro, mi fece sapere che senza alcuna cerimonia l'ingresso era libero a tutti in quel recinto [...]
[...] una tale scena di desolazione da mettere i brividi addosso al cinico più ributtante. ? Io ti racconto quello che vidi e nulla più. ? Due vecchi, a [...]
[...] capo scoperto sotto la sferza di un sole infuocato, percorrevano il piazzale in su e in giù lungo le file di sepolture, recitando salmi a bassa voce [...]
[...] intervalli pregavano e piangevano in silenzio dirottamente. Avrei fatto volentieri qualche interrogazione a quei disgraziati, ma mi guardai bene dal [...]
[...] coi calzoni a mezza gamba, il quale portava qualche cosa su la testa che da lontano non potei subito riconoscere. Entrò canterellando, con una mano [...]
[...] , erano corsi pizzicottandosi, e saltavano intorno a noi distratti e sorridenti. Preparata in un momento la cassa di deposito, il piccolo cadavere [...]
[...] dalle narici a solcare le gote di quella misera creatura. ? I monelli si strapparono fra loro le frasche e la rosa, ed intanto l'industrioso [...]
[...] Treonce, finita di schiodare a suon di pedate la cassa, si allontanò coi pezzi sotto il braccio, fischiando allegramente l'aria della Palumbella [...]
[...] . Così vidi arrivare altre casse con cadaveri di adulti, o su barrocci o portate a mano o sul cielo di carrozze, ed a tutti ho visto dare presso a poco [...]
[...] satrapi sono a pranzo, e questo piccolo rumore non arriverà certo a disturbare il loro placido chilo. Superato il primo ribrezzo, però, mi sentii sempre [...]
[...] là dentro, in poco tempo mi sarei ridotto a prenderla in chiasso e a ballare e ridere come loro. Chiamato da parte il custode, gli domandai: ? A [...]
[...] che ora il seppellimento? ? Principiamo alle 6½, ve l'ho detto dianzi. Verrete a vedere, eccellenza? ? Non è difficile. ? Appena uscito, il cocchiere [...]
[...] sesso od età, e seppi anche che alcuni dotti esercitano là dentro la nobile industria di studiare e spiegare i casi più difficili a chi [...]
[...] accanto alla sepoltura che doveva scoprirsi fra poco, e nove cadaveri dentro casse scoperte si vedevano collocati a raggio intorno alla lapide Nº 145 [...]
[...] ad osservare. Accostandomi a quel gruppo, mi dètte nell'occhio una giovine donna di bella figura, ma della quale non potei distinguere i lineamenti [...]
[...] avanti, nascosto affatto sotto una folta pioggia di capelli arruffati. Tremava a foglia a foglia e si contorceva, mentre le compagne le asciugavano [...]
[...] ; soltanto a lunghi intervalli giungeva fino a noi la romba della città, portata dalla brezza della sera, e quel rumore confuso mi pareva come un respiro [...]
[...] cavernoso, mandato dalle migliaja di polmoni che disfatti tacevano sotto a' miei piedi. Vi sono impressioni che non si raccontano, ma si pensa e si [...]
[...] cominciò subito dopo la funebre operazione. Il sinistro ordigno fece cigolare le sue ruote e la cassa metallica sospesa alle sue catene venne a [...]
[...] all'uomo giovine a dare il funesto spettacolo. Due facchini, prendendolo uno per le gambe e l'altro sotto le ascelle, lo depositarono nella cassa [...]
[...] della macchina. L'aspetto del cadavere di un uomo giovine, che si disponeva a fare la lugubre discesa, aveva impressionato anche i più stupidi. Nessuno [...]
[...] , eccellenza... ? Basta. ? Un cupo mormorio di compassione e di paura si levò a quella scena, ed alcuni di noi ci muovemmo per soccorrere quell'infelice [...]
[...] , per veder meglio, s'era ficcato attraverso alla macchina cominciò a gridare: ? Ahi! Ahi! la mano, la mano! ? (gli era rimasto un dito fra [...]
[...] dentro inorridito, nè valse a mitigare la mia tristezza paurosa la pazza allegria dei nuovi giardini alla Marinella, dove corsi affannato per divagarmi [...]
[...] . Qualche anno fa, il figlio d'un potentato d'Europa, dopo aver sentito parlare di questo cimitero, osservava non so a quale Autorità napoletana [...]
[...] dopo l'altra a capo fitto, a stroncarsi le costole contro le ossa di chi le aveva precedute nell'immonda voragine. LETTERA VII. Dove si parla [...]
[...] d'una gita a Capri. Napoli, 25 maggio 1877. Quante serate ho passato, con gli occhi fissi e l'ansia degl'innamorati nel core, a contemplare [...]
[...] quell'isola incantatrice! Appoggiato alla spalletta lungo la marina al Chiatamone, posavo i miei sguardi desiderosi su le sue balze romite, e data la via a [...]
[...] ? ? Capri non mi rispondeva ed io, voltandomi indietro ogni tanto a darle un'altra occhiata, mi allontanavo adagio adagio, finchè, dopo aver destato [...]
[...] con un caldo addio gli Echi del Castel dell'Ovo, correvo a spegnere i miei bollori romantici intorno alla mole parallelepipeda d'un gelato [...]
[...] partenopeo. Sono stato finalmente a Capri, dove ho passato due giorni di delizia, ed ora voglio dartene qualche ragguaglio. La traversata fu abbastanza [...]
[...] vi rassegnai. Me ne corsi a prua, mi accavalciai sull'albero di bompresso, lontano dalle armonie e dai conati, e lì sognando di cavalcare un mostro [...]
[...] marino, padrone dei venti e dell'Oceano che mi brontolava timido ai piedi, bevvi a sorso a sorso il fascino di quell'isola agognata, che mi rivelò ad [...]
[...] , ed ingrandendo a' miei occhi ad ogni passo la sua mole tranquilla. Avevo trovato la pace, ma per un momento fu seriamente minacciata. Un vecchio [...]
[...] delle mie stravaganti illusioni. Ma Dio non paga il sabato. C'incontrammo lo stesso giorno alla locanda a tavola rotonda, e me lo trovai proprio [...]
[...] sempre nuove cause d'entusiasmo e di stupore! La Grotta Azzurra deve essere un inganno per le anime volgari che la vedono la prima volta. Avvezzi tutti a [...]
[...] sentirla cantata ed a vederla dipinta come uno scenario a festoni imbevuti nel turchinetto, lunga lunga e azzurra azzurra, devono trovarsi [...]
[...] mare metallico a riflessi d'argento lucentissimi, e più bella e più poetica di quello che fantasia umana possa immaginare. Io pure ho provato questa [...]
[...] prima impressione, e ne sarei escito malcontento, se trattenendomi là dentro non mi fossi sentito, a poco a poco, trasportare in uno stato di [...]
[...] danzando fantasmi d'argento alati, e dissolversi e ricomporsi rapidamente in mille forme bizzarre. Le mie idee cominciarono a smarrirsi, e non sapendo [...]
[...] strappato a' miei sogni strillandomi: Signurì, Signurino, abbasciate 'a capa! ed uscii meditabondo e confuso dalla fatata caverna. Sbarcati alla marina [...]
[...] di Capri, i miei compagni si allontanarono presto, chi a piedi, chi facendo dama su un branchetto di somarelli che aspettavano presso lo scalo, e [...]
[...] rimasi finalmente solo. Che quiete beata mi contornò allora! Pochi pescatori stavano a sedere su la rena, rassettando reti, i quali cantando sotto [...]
[...] Napoli con una sottilissima striscia biancastra segnava il limite fra i due campi sterminati d'azzurro, del cielo e del mare. Messomi a sedere [...]
[...] ripetere domandavo spesso a quella buona gente: ? E quelle rovine? ? Il castello di Temberio. ? E quella casa? ? Hôtel Temberio. ? Lo strapazzo che si [...]
[...] , è ora una bianca casetta, e presso a questa casetta un fresco pergolato, all'ombra del quale vidi due brune e spensierate figlie dell'isola [...]
[...] stanzette. Le comarelle che stanno a filar seta su la porta di strada, si porgono fra loro le bionde matasse e si dicono negli orecchi i loro [...]
[...] soffrivo realmente non potendomi espandere con nessuno. Quando andai a visitare la piccola cattedrale, fermò la mia attenzione un chiodo piantato nel [...]
[...] s'ha da far altro che andare dopo un dato tempo a quel chiodo, dove certamente ritroveremo l'oggetto, che sarà andato ad appendervi colui che l'avrà [...]
[...] aggrappato, nessuno lo porterà via. ? Tutto ho veduto di questa pittoresca isoletta. Assistito dalle mie gambe di ferro, perchè là grazie a Dio non [...]
[...] ammettendo al mistico bacio anche il sospettoso Peppino, il quale, abbandonato dopo poco ogni ritegno, si slanciò fino a cantare con me quel soave [...]
[...] trovato da far meglio in altre regioni, a Capri è difficile vederne. E questo non incontrare là nessun mio compatriotta, tanto più mi rincresceva [...]
[...] luce. Non trovai altre immagini che mi contentassero. Degli abitanti d'Ana-Capri vidi una sola donna dalle forme egizie e non bella, ed ebbi a [...]
[...] rimanere estatico davanti alla bellezza strana del quadro che quella figura compose davanti ai miei occhi. Era sull'astrico della sua casetta a tender [...]
[...] di così detti discoli relegati nell'isola, i quali stavano occupati su quell'altura a costruire un fortino di terra. Anche quest'isola può essere [...]
[...] fiore, e dal mezzo di queste ginestre, aprendole davanti a sè con le delicate manine, escì venendo verso noi la piccola Narella, la sorellina di Peppino [...]
[...] non vedeva, perchè Peppino sta a Capri e Narella ad Ana-Capri; lo salutò amorosamente coi suoi occhiolini lustri, eppoi rimase timida a guardarmi [...]
[...] di Pietroburgo. Mi fu indicato il padre d'una di queste fortunate isolane e lo invidiai, perchè quando lo vidi era a sedere al sole sopra uno [...]
[...] negli ultimi tratti è una vera e precipitosa scala intagliata nel masso a larghi gradini, giungemmo alla chiesetta dell'Eremita posta sull'orlo d'un [...]
[...] Anselmo. La chiesuola, nella quale egli uffizia e presso alla quale ha poche stanzucce, dove abita solo solo, si chiama Santa Maria a Cedrella, e [...]
[...] , d'assenzio, di rosmarino e di mortella, si gode in pianta il panorama intero dell'isola, e tutto il vasto orizzonte fino a perdita d'occhio, dal Monte [...]
[...] profondo burrone dalla parte del golfo. A quella vista rimasi come incantato, e senza pronunziare una parola stetti per qualche momento a guardare [...]
[...] libreria, un cane ed un fucile per dar dietro alle quaglie di questi masseti, un buon cavallo da sella, una barca, un.... ? Credetti a un tratto che [...]
[...] dire tutto quello che un volume non direbbe, finchè non cambiò aspetto, quando di parola in parola venimmo a parlare dell'eruzione del 72. La [...]
[...] già sparito dietro alla chiesuola che campeggiava in un'aureola di luce dorata, quando m'alzai a malincuore per dire addio a quel romantico [...]
[...] sere vado a passare un'ora su la marina al Chiatamone, e guardando l'isola illuminata dagli ultimi raggi del tramonto, penso al mio Peppino, alla [...]
[...] Zeffirina, la quale, quando seppe che venivo a Napoli, mi parlò tanto di questa montagna da farmela prendere a noja, se fosse stato possibile. Togliete a [...]
[...] manda i suoi sospiri di fuoco a riflettersi in una lucida striscia sul mare silenzioso; nei giorni sereni, allorchè gli ultimi ciuffi della sua chioma [...]
[...] così sature di altissima poesia che, ammaliato davanti al sublime spettacolo, l'animo vostro a poco a poco si confonde, e va a perdersi in un mare [...]
[...] , posata voluttuosamente a' suoi piedi, è qualche cosa di strano, qualche cosa d'irresistibile. Scendete alla riva di Santa Lucia, o a Mergellina [...]
[...] ; salite alla ròcca di Sant'Elmo, al Vomero, a Posilippo, a Capodimonte, od in qualunque altro luogo, donde si scorga la sua mole fantastica, e [...]
[...] . L'agricoltore vede dalle nubi che si affollano intorno ai suoi fianchi se una pioggia benefica scenderà presto a rinfrescare i suoi campi; il dotto [...]
[...] ultima corsa giornaliera da Napoli a Portici. D'una ventina d'amici, dei quali doveva comporsi la comitiva, il cielo torbo e minaccioso all'ora [...]
[...] della partenza ci aveva ridotti a sei soli, accompagnati da un certo malumore, ma pieni di speranza in quella fortuna che ajuta gli audaci, provvisti [...]
[...] di buone gambe e di buoni polmoni, ed animati dalla più ferma volontà d'inerpicarci ad ogni costo a salutare il nuovo giorno dall'orlo [...]
[...] dell'infuocato cratere. Il Lacrimacristi per le libazioni di rito lo avremmo trovato lassù. Cominciammo a piedi la nostra salita abbastanza taciturni, perchè [...]
[...] a contemplare attoniti e silenziosi. Sotto ai nostri passi risuonavano le lave d'Ercolano, echeggiando su le brune pareti delle casupole che a [...]
[...] lunghi intervalli fiancheggiano la via, entro le quali, in mezzo a tanta desolazione e a tanto pericolo, i poveri abitanti riposavano tranquilli. San [...]
[...] eruzione distruggerà ogni cosa, che importa? Si ricostruirà il tabernacolo, si riaccenderà la solita lampada e si tornerà a dormire sotto i ruggiti del [...]
[...] vulcano, più tranquilli di prima. San Gennaro, o prima o poi, la grazia la farà. Il vigore lussureggiante della vegetazione, in mezzo a tanta [...]
[...] mi guardai dintorno spaurito. Membra di colossi umani intatte o schiacciate pareva sbucassero di sotto a masse enormi di macerie; torsi, cosce e [...]
[...] dopo, ci avrebbe annunziata la catastrofe, mi dava tanta tranquillità che ripreso il mio buon umore cominciai a pensare a cose allegre, e mi tornò [...]
[...] roncole correvano verso il pollajo un trenta passi discosto dalla loro abitazione. Non erano anche arrivati a mezza strada, che una terribile [...]
[...] impressionati dal racconto si lasciarono andare a così strane argomentazioni, che ne restai dolorosamente maravigliato. Si giunse perfino a sostenere che [...]
[...] salutarono invitandoci a prender posto intorno al fuoco. Accettammo con piacere, poichè la sizza notturna a quell'altezza era piuttosto pungente. Ivi [...]
[...] attraverso alle lave. La guida avanti e noi in fila dietro a lui, dopo un'ora di faticosissimo cammino fra grossi detriti di lava scabrosa e tagliente [...]
[...] , traballando ad ogni passo e scorticandoci i piedi e le mani ogni volta che eravamo costretti a valerci anche di quelle per ritrovare l'equilibrio [...]
[...] all'azzurro del mare, schiene di enormi ittiosauri, che si affollassero verso di quello per andarvisi a tuffare. Noi eravamo entrati sotto l'ombra [...]
[...] lontane; la massa biancastra della città addormentata in mezzo a migliaja di fiammelle; la luna che nascosta ai nostri sguardi ci si mostrava coi suoi [...]
[...] riflessi d'argento nello specchio della marina; le isole del golfo illuminate e visibili come in pieno meriggio, e dietro a quelle lo sterminato [...]
[...] trasparenza cristallina, che io credo insufficiente qualunque mezzo umano a darne anche una pallida idea. Il silenzio che ci contornava era spaventoso [...]
[...] , e in mezzo a questo silenzio il vulcano mandava a larghi intervalli i suoi rantoli profondi. In quel punto la nostra guida c'indicò un ammasso di [...]
[...] spensierati, partiti allegramente dall'Osservatorio, s'erano inoltrati fino a quel punto per osservare più da vicino il torrente di lava che correva a [...]
[...] aspettammo che alquanto rinfrancato riprendesse il cammino. Dopo qualche momento si rialzò, riprese la via, ma ricadde di nuovo a sedere, insistendo perchè [...]
[...] si andasse avanti senza pensare a lui. Cedemmo alle sue preghiere, ma rimasero presso di lui due compagni e la guida che aveva addosso alcune [...]
[...] cominciava a scottare i piedi, ed in mezzo a fumaroli che ci soffiavano intorno da ogni parte, era cosa che cominciava a darmi sgomento, onde rimasi [...]
[...] cima del monte. ? Quando egli si accorse della mia oscitanza e capì quale poteva, molto probabilmente, esserne la cagione, cominciò a gridare [...]
[...] dalla prima brezza dell'alba cominciava a sparpagliarsi su i fianchi del monte, più che qualunque altra cosa, mi dava sospetto. ? Potremo respirare [...]
[...] avviluppati in quella cappa di vapori sulfurei? ? badavo a domandarmi. ? Siamo veramente sicuri che quel vapore, jeri innocuo, non abbia cambiato [...]
[...] esistono, la parola coraggio è una parola che non arrivo a comprendere altro che in bocca dei vanagloriosi e degli sciocchi. In pochi istanti mi vi [...]
[...] trovai avviluppato interamente; gli occhi mi cominciarono a lacrimare; qualche starnuto, qualche colpo di tosse...; ah! ma si respira! Cambiò subito [...]
[...] scena nel disordine momentaneo delle mie idee. Cominciai a gridare, a cantare ed a chiamare gli amici che non vedeva più attraverso alla grossa [...]
[...] si azzardino tanto da cotesta parte.... ? Dio, Dio! che soddisfazione, che maraviglioso spettacolo era quello! ? Gridai salute ai miei parenti, a [...]
[...] ' miei amici, anche ai miei nemici, perchè in quelle condizioni d'animo non mi pareva d'averne, e avrei voluto tutti con me a partecipare delle [...]
[...] piacevoli, ma troppo violente impressioni di quel momento, ed a lasciarsi stringere ed abbracciare, perchè avrei stretto ed abbracciato anche Lucifero [...]
[...] stesso, se fosse apparso a deriderci avviluppato nel suo mantello di fiamme. Il fumo rabbuffato e sbatacchiato dal vento al di sopra dell'enorme [...]
[...] una romba ottusa a quando a quando interrotta da sordi ruggiti e urli rauchi ed altri rumori così potenti e così strani, da non trovare raffronto [...]
[...] crogiuolo che vedevamo gorgogliare a pochi metri sotto di noi e lì ci fermammo, perchè era assolutamente impossibile andare più innanzi. Quale scena [...]
[...] non essere il mio corpo più grosso di un grano di arena. I miei compagni poi non mi parevano più loro, ma ombre fantastiche attraverso a un sogno di [...]
[...] febbre. Pensai a Dante, a Shakespeare, a tutti i grandi della terra, e tutti mi passarono attraverso al pensiero come pimmei, tanto era gigantesco [...]
[...] , una muraglia a picco tutta screpolata e fumante da larghe fenditure orlate da cristallizzazioni di altri colori vivacissimi andava a nascondere la [...]
[...] portate dai nembi di fumo che sbucavano vorticosamente dal fondo. E intanto noi, mentre in mezzo a quella scena orridamente selvaggia, il Globo [...]
[...] pareva che un branco di leoni spirassero urlando tra le fiamme di una mostruosa fornace. ? Il fluido che si agitava nel gorgo, abbassando e rialzando a [...]
[...] brevi intervalli la sua massa vorticosa, gorgogliava e brontolava cupamente, finchè gonfiandosi nel centro si sollevava a poco a poco rompendo in [...]
[...] elettrica che andava a riflettersi brillando sul pennacchio e ad infuocarne la base. Non so quanto tempo ci trattenessimo laggiù; ma so che mai non ce [...]
[...] ubriacata dallo spettacolo di poc'anzi, ebbi un momento, nel quale mi parve d'essere impazzato davvero. Badavo a tastarmi le membra, a passarmi le mani [...]
[...] potesse turbare quel diafano incanto. Non credo a spettacolo più sublime. Quando dalla cima di un vulcano che freme, gettando la sua ombra sul mare [...]
[...] , che stende al mare, come una Ninfa innamorata, le sue bianche braccia da Posilippo a Resìna, la fantasia si smarrisce, l'animo si riempie di [...]
[...] costretto, deve abbandonarla. Ed io mi cheto e guardando il mucchietto de' miei pochi bagagli lì in un canto che fra poco verranno con me a bordo del [...]
[...] fino a Genova e di rientrare nella nostra poetica Toscana dalla via dell'Appennino. Avrei molte altre cose da dirti di questo paese, ma ormai lo [...]
[...] farò a voce; ed intanto ti faccio grazia d'una descrizione che doveva chiamarsi l'Imbrecciata, non disgustandoti così col racconto delle più oscene [...]
[...] racconto di altre gite che ho fatte a Pozzuoli, a Camaldoli, a Caserta ed in altri luoghi incantevoli, e ti lascio anche desiderare qualche parola [...]
[...] che potevo averti scritta del San Carlino e del suo Pulcinella, riserbandomi a farti sentire tutto il meglio che sia stato detto di questo arguto e [...]
[...] compiacenza. Ti risparmio tante e tante altre cose, e ti stringo la mano e ti saluto. Sono già a bordo. Il battello che secondo l'orario doveva salpare [...]
[...] alle quattro, partirà invece verso le sette a causa della enorme quantità di mercanzie che vi sono ancora da caricare. La stiva è già piena fino ai [...]
[...] boccaporti, ed otto barconi stracarichi di botti e di balle son qui intorno per consegnarcele. Dove vorranno cacciare tutta questa roba e a che ora [...]
[...] s'anderà via, non lo so, nè me ne dispiace. Riapro la lettera che consegnerò poi, perchè te la imposti, al nostro Enrico che è qui a bordo tutto [...]
[...] in quelle che parrebbero sue meditazioni dolorose. La prima volta che dà nell'occhio uno di questi esseri, muove quasi a pietà, perchè vi desta [...]
[...] caso magagnate a vostra insaputa, e peggio poi se avessero una di quelle screpolature che fino ad ora avete nascoste tanto gelosamente a furia [...]
[...] d'inchiostro, e che non sono rimediabili altre che con la così detta sardina o con la famosa dentiera di spago.... Succede lo sdegno, dicevo, perchè a [...]
[...] sono uno dei vostri più curati segreti, a lui non sfuggiranno, come se i vostri piedi si muovessero sopra ad uno specchio, ed inesorabilmente ve le [...]
[...] rotte e benefizj vacanti. IL MIRACOLO DI SAN GENNARO. Il famoso miracolo di San Gennaro si è ripetuto quest'anno otto volte, a benefizio dei [...]
[...] pellegrini stranieri. L'occasione era bellissima, ed io non potevo perderla a costo di qualunque sacrifizio. Quando v'è un Santo che per amore del suo [...]
[...] pasticcini, preghiere e polpe d'arance. A me era riuscito d'intrudermi fra costoro, ma più prudente della cornacchia della favola seppi tanto bene [...]
[...] incominciando subito a girarsela tra le mani, esclama con voce stentorea: ? È duro! ? A quel fatale annunzio il popolo dà in uno scoppio di strida [...]
[...] pellegrine minacciano uno svenimento, una accenna di cadermi fra le braccia, ma poi non vi cade ed io taccio, osservo e me la godo. Il Santo tarda a fare il [...]
[...] serio pericolo d'intenerirmi. Vedevo intorno a me certe fisonomie e certe fronti, su le quali posava tanta pace soave e tanta serenità di fede, che [...]
[...] speranze di prossimo bollore. Dopo 29 minuti finalmente vedemmo il sacerdote, il cherico e gli spettatori più vicini a loro, ficcare attentissimi gli occhi [...]
[...] all'aria, serrando le palme; il cherico sventolò, in segno di gioja, un panno bianco, e come scoppio d'uragano, gli organi dettero nelle loro armonie a [...]
[...] pieni mantici, le campane suonarono a distesa, e le vôlte del tempio, investite da una nuvola d'incensi, risposero rombando all'urlo poderoso delle [...]
[...] , qualche altro tutto rosso, altri tutti gialli, ed altri di molti altri colori, che io badava a guardare in viso per vedere se mi riusciva persuadermi che [...]
[...] non erano pazzi. Finalmente, non essendo riuscito a raccapezzarmi, ne domandai e seppi che erano devoti, i quali avendo attraversata qualche grave [...]
[...] malattia, avevan fatto promessa ai loro santi di vestirsi a quella maniera per un certo dato tempo, ed ora, guariti, scioglievano il voto. Ho [...]
[...] poeti di noi. Per mezzo dello stesso filo d'Arianna sono arrivato anche a spogliarmi della pietà che mi destava la vista di alcune monache occupate [...]
[...] , finchè le ho credute vittime di quella legge; ma avendo trovata la ragione di tali goffe consuetudini, sono giunto poi a ridere amaramente anche del [...]
[...] della semplicità fanatica dei più gonzi di loro, la sfruttano impunemente a loro vantaggio, in un modo che sembra innocente, ma che, se è meno cinico [...]
[...] allegramente alla barba dei citrulli, senza altra pena che d'andare di quando in quando a rivedere la tesa, la quale raramente è sprovvista di selvaggina [...]
[...] Carmine per tagliare i capelli ad un Crocifisso, e che questi capelli ricrescevano poi a poco a poco nel corso dell'anno, perchè ritornassero in taglio [...]
[...] sentimento che ci spinge a cantare all'Europa in tutti i toni che siamo tanto avanzati nelle vie dell'incivilimento. Grazie a Dio, da qualche tempo [...]
[...] , il capo scoperto, e siede sopra una seggiola impagliata in fondo al circolo degli uditori, ove impostandosi a Giove Tonante, sorride olimpicamente [...]
[...] , e girando intorno l'injettato occhio porcino, pare che dica a sè ed agli altri: ? Come son bello! ? L'anfiteatro, dentro al quale egli declama, è [...]
[...] terra; dietro a loro viene subito l'ordine nobile, ossia una panca in giro, su la quale, pagando un soldo, seggono i Cresi del Porto e i protettori [...]
[...] delle lettere, col diritto di grattarsi finchè rimanga loro cotenna sotto i capelli, e dietro a questi sta in piedi la folla dei diseredati [...]
[...] grattano. A proposito di questo grattarsi, perchè non sembri che io esageri, non mi pare inutile rammentare qui la sentenza di quel gran filosofo, il [...]
[...] s'è preparato a dare l'oracolo, ha squadrato per la decima volta il brillante uditorio, e dopo avere accennato con la mano di non poter più [...]
[...] reggere il verbo, che è vicino a traboccargli dalle labbra, tutto agitato incomincia: Canto d'Erminia che infra le sue ombrose biande.... Misericordia [...]
[...] decentemente sotto il braccio; ha un libro manoscritto nella sinistra e nella destra una bacchetta sbucciata a spirale. I suoi occhi, se non sembrassero [...]
[...] la palpebra superiore, dove a volte le tiene qualche secondo, imitando maravigliosamente lo sguardo del dentice lesso. Deve sentir tanto quell'uomo [...]
[...] ! Sputa continuamente, cambia alternativamente il posto alla mazza, al libro e alla giacchetta; fa due passi avanti a sinistra, due indietro a [...]
[...] risputa con tanta simmetria e con un tal metodo, che in verità stupisce il vedere come in mezzo a tanta complicanza di faccende non s'imbrogli mai. La [...]
[...] statura sua è piuttosto bassa; ha il torace peloso, le braccia pelose, il berretto di pelo e la barba a corona. Non si può dire veramente un [...]
[...] bell'uomo, ma senza dubbio è qualche cosa fra il sagrestano smesso e il gorilla addomesticato. Incomincia a declamare; ascoltiamo. Anche a lui gli [...]
[...] sue mani diventa tutt'un'altra cosa, un po' più oscuro è vero, ma con le sue illustrazioni in lingua Greco-Arabo-Italo-Cofta rimedia a tutto e [...]
[...] serio, perchè ora è il vero momento; il nume s'è impossessato di lui, lui s'è impossessato del senso comune e se le dànno a morte. Ma nol farà [...]
[...] , scorcia, taglia, stronca, sdruce, insomma accomoda e rimedia a tutto, con tanto garbo che è un amore. ? Ma no, non lo farà (se ne vene a di' chillo [...]
[...] sfelenze i Saladine), non lo farà: prevenirò me tutti chisti embj. E li disegni di loro, e sfogherommi, abbieno. (Se vuleva sfogà a raggia ill'anema [...]
[...] tembj. (Pecchè nun ce restasse cchiù nè a magnà nè a durmì pi Cristiani, abbruciava i taverne, i lucanne, i lupanare e nsine a casa i nostro Signore [...]
[...] . ? A te, guaglio'! Uhe! t'aggio ritto; abbascia a scazzetta a u nomme du Signore, o te caccio l'anema.... Bravi, accussì! spaccatele a capa a chillo [...]
[...] , è tre volte giustificata, perchè il rituale porta che tutto l'uditorio a quella parola si scopra, anche trattandosi del Signore di Montalbano, al [...]
[...] cui nome il Rinaldo è primo sempre a togliersi il berretto ed a fare una breve pausa ed un inchino in segno di reverenza.) ? Ed io arderò li [...]
[...] diebbiti in coppa alli roghi (pe nun paga' a nisciuno, avite capito!), e alli morti fieno (le vuleva da' u fieno! tratta' i morte comme a' ciucce!) E in [...]
[...] quel loro sandissimo Sepolcro in miezzo alli voti, Vittime prima farò di tutti li sacerdoti. (Doppe accise a tutti, vo' accidere primma li prievete [...]
[...] ! Che figli i 'nfame avevane a essere a gente a chilli tiembi. E chisto era lu Re! Figurammece chilli vajassune i suddete!) ? Così l'iniquo.... Oh [...]
[...] ! un'altra ottava, poi, no. Quando il pane della sapienza viene spezzato a tòcchi così grossi, uno solo basta, anzi qualche volta n'avanza per il [...]
[...] di calzoni rimboccati fin sopra al ginocchio, una camicia e niente altro. Di dove esca, di dove sbuchi, dove vada a compiere la sua metamorfosi [...]
[...] il Maruzzaro a fare intendere alla notte la sua mesta cantilena. Ha una cesta di giunco in capo e su questa cesta sono disposte tre marmitte di [...]
[...] . La mano destra mantiene in equilibrio il luminoso trofeo, la sinistra sul fianco, e via in cerca di buongustaj dalla Lanterna a Sant'Elmo, da [...]
[...] d'interesse. ? Le voci dei venditori di Napoli messe insieme in mezzo al tumulto e mescolate al frastuono della folla concorrono a dare allegrezza e [...]
[...] notte mi racconta al core tante confuse leggende di sospiri e di lacrime. SUL MOLO. Di sul casseretto di poppa, dove sono a scriverti in furia [...]
[...] queste ultime righe, osservo ed appunto. In cielo ed in mare è calma perfetta; in terra imperversa la tempesta umana. Fra centinaja di legni a vela [...]
[...] , diciotto grossi piroscafi sono nel porto. Contemplando questi mostri natanti che uno dopo l'altro si avventeranno sull'Oceano a sventolare la [...]
[...] bandiera italiana per tutti i mari della terra, a me, piccolo acaro del globo, par d'avere il globo tra le mani. Uno di questi ansa, fuma, fischia e sbuffa [...]
[...] prima di slanciarsi nella sua rotta a Palermo, e pare come un formidabile cetaceo che tirato in terra dal rampone del baleniere sospiri smanioso [...]
[...] fischiando, ed una smotta di piccole barche gli si affollano incontro come gabbiani addosso a una balenottera morente. Il disordine intorno a lui si [...]
[...] dei bastimenti vicini, empiono l'aria d'un'armonìa diabolica; altre barche accorrono; altre vengono a riva; trilli e suono di campanelle annunziano [...]
[...] , e suono di catene, e centinaja di altri rumori e tutti diversi e insieme confusi si partono intanto dalla piccola città galleggiante. ? A terra il [...]
[...] mezzo a questa babele, sberci di chi chiama il compagno lontano, di chi impreca al santo Diavolo, di chi invoca la Madonna, di chi chiama San [...]
[...] incominciano a suonar trombe, ognuno per conto proprio, in modo che la presa di Gerico sarebbe sembrata uno scherzo a chi si fosse ritrovato in mezzo a questa [...]
[...] un legno da guerra ha incominciato a tuonare in lontananza il suo saluto, al quale risponde subito la romba delle artiglierie dal porto militare [...]
[...] tristissimi e soavi, alla memoria ed al core dell'amico lontano; addio, addio! ? Il bastimento ha cominciato a fremere al gorgoglìo della caldaja che ribolle [...]
[...] quali il nostro Enrico che sarà l'ultimo ad allontanarsi. ? Si parte! addio, mio buon amico, e addio, addio a te dal profondo del core, o Napoli [...]
[...] LYDIA. NEERA - LYDIA MILANO GIUSEPPE GALLI, LIBRAIO-EDITORE Galleria Vittorio Emanuele e, 17 e 80 LIPSIA e VIENNA | MONTEVIDEO. F. A [...]
[...] conosciuto Giovanni Colombo, commesso in un negozio di telerie; poi il figlio Giuseppe Colombo a capo d'una grande casa di commercio; finchè un [...]
[...] bel giorno Giuseppe Colombo, diventato il signor - 2 - Colombo, abbandonò i negozi e si diede a fare la vita in grande. Commercio, attività [...]
[...] e di una finezza a tutta prova, aveva saputo ormeggiare così bene, da non offendere alcuna suscettibilità. Buon ragazzo coi signori, ai quali [...]
[...] appoggi anche nei più alti strati sociali. Divenne una potenza, e molti discendenti dei crociati trattavano con lui da pari a pari, accettando [...]
[...] fanciulla senza dote, e penetrato così nel cuore dell'alta società, divenuto parente di conti autentici, vide aprirsi tutte le porte davanti a [...]
[...] ironica, ripetendo a bassa voce le storielle scandalose del suo passato. Lei, forte del posto acquistato, sapendo la potenza del marito [...]
[...] del vuoto fatto intorno a lei; sedeva, sciorinando i suoi abiti di velluto, e aspettava. C'era sempre un'altra donna trascurata o spostata che [...]
[...] veniva a raggiungerla: c'era una ingenua che la salutava, e tutti gli uomini seri e rispettosi si affrettavano a presentare i loro omaggi alla [...]
[...] a farsi una nicchia in quella società; dava lo sue battaglie di volta in volta, e le vinceva, accontentandosi di poco. Negli ultimi anni s'era [...]
[...] fatto. — No, si sposano in chiesa domani. — Partono subito. — Vanno a Parigi. — Vanno in campagna. I commenti o le supposizioni uscivano da [...]
[...] momento si vide come una nube di trine sopra uno scintillio di gemme, una visione che sparve subito. E tutte quelle ragazze a precipitarsi in sala [...]
[...] scintilla di vanità fatua in fondo agli occhi; mormorando tra loro mezze parole côlte a volo, più indovinate che intese. Ma quelle parole [...]
[...] . - 8 - Che cosa si aspettava? Per un malinteso, a un'altra coppia di sposi si aveva fissata l'ora istessa, e la coppia era giunta, lagnandosi di [...]
[...] fortuna, non volle assolutamente godere la preferenza, ma la cedette ai poverelli, e insediato coi parenti e cogli amici nella sala attigua a [...]
[...] mazzolino di fiori d'arancio, e corse a rifugiarsi presso la madre. — Che c'è? — fece la contessa, rizzandosi sulla vita, guardando co' suoi occhi [...]
[...] , arrossirono lievemente. Ma non parlò. I parenti, gli uomini in piedi, le signore appena appoggiate sulle sedie burocratiche, ciarlavano a bassa [...]
[...] sempre uno appeso al braccialetto. Lo sposo, un tedesco, bel giovane biondo, tutto d'un pezzo, che si trovava un po' disorientato in mezzo a [...]
[...] furono due o tre sorrisi, discreti, repressi dietro le pezzuole di battista. — A momenti... Questa parola, pronunciata a bassa voce dal sindaco [...]
[...] , continuavano a correre mezze frasi distratte, sorrisi forzati di persone che pensano ad una cosa, volendo mostrare di interessarsi ad un'altra. Gli [...]
[...] guerra che si - 12 - fanno uomini e donne, questi nemici che si amano qualche volta per poter tornare a odiarsi con maggior furore, fremeva [...]
[...] ; Costanza, un po' fredda, nella regolarità del volto aristocratico, nel severo abito grigio, le stava al fianco, preoccupata a guisa di persona che [...]
[...] Eva a voce bassa — ho un motto: Essere amata. Costanza riflettè un istante, scosse il capo, e disse rapidamente, con sicurezza: — Non basta. Eva [...]
[...] tacque. Si era mossa per parlare coll'amica: tornò ad appoggiare la testa alla parete, fissando davanti a sè, nel vuoto, gli occhioni umidi e [...]
[...] molli. Quantunque l'attenzione generale fosse rivolta alla sposa, due o tre uomini si distrassero a guardarla. Sembrava, così immobile a ridosso [...]
[...] di rosa, esclamarono insieme: Lydia! E di sotto la tesa, audacemente rialzata di quel cappello, rispose a loro un sorriso biricchino. - 17 [...]
[...] : — Pensare che tu potevi stare a casa, e che io invece dovetti venire, come parente. — La gran penitenza! — esclamò Lydia ridendo, cacciandosi [...]
[...] preferisci? Il sorriso biricchino tornò a spuntare sotto il cappello color di rosa, la tesa del quale ondeggiò lievemente dall'alto al basso [...]
[...] mossero, ma ricascarono nella folla che stava aspettandoli, schierata nel cortile. Costanza andò a raggiungere la madre, sedendole a fianco in un [...]
[...] landeau chiuso. — Sei venuta in carrozza tu? — chiese Eva a Lydia. — No. — Allora sali nella mia? Noi non facciamo parte del corteggio, non [...]
[...] abbiam l'obbligo della parentela come quella povera Costanza. N'è vero, babbo? Ricondurremo Lydia a casa, se lo permetti. Il baronetto Seymour era [...]
[...] molto innanzi cogli anni, tale che sembrava il nonno di sua figlia, ma a vederli insieme si completavano stupendamente; egli, colla bellezza [...]
[...] di razza latina, retaggio di sua madre. A trentanove anni sir Eduardo Seymour non avea ancora amato. I viaggi più arrischiati, le conquiste [...]
[...] della scienza, le emozioni della natura vergine studiata nei paesi più belli del mondo, erano bastati a riempire tutta quanta la sua giovinezza [...]
[...] , nelle notti stellate del tropico, il baronetto non aveva mai sognata la donna. Fu un inverno, a Napoli, che si innamorò di una povera [...]
[...] seduceva. - 22 - Aleggiava intorno a loro come un'aria d'altri mondi; lo spirito della povera istitutrice, così teneramente amata, così a lungo [...]
[...] pigra o indolente, stancandosi presto in compagnia del suo diavoletto, la lascia scorrazzare sola, col pretesto della campagna. A don Leopoldo non [...]
[...] pastorella arcadica, se ne va per monti e per valli. Nessuno le darebbe sedici anni a vederla, e fino ad un certo punto si capisce come l'anno [...]
[...] piccolo seno dove vanno le donne del paese a lavare. Una appunto di queste donne, una vecchietta, vi si trovava allora con un nipotino di tre anni [...]
[...] . Chi sa come, non è per altro difficile a immaginare, il bimbo cadde nell'acqua, andò a fondo e ritornò a galla qualche metro lontano. La [...]
[...] vecchietta gridava, desolata e impotente; alcuni pescatori, sull'altra riva, non riuscivano a comprendere di che cosa si trattasse; ed ecco che [...]
[...] non ti so dire quel che vi fabbrica sopra la maldicenza, che cosa dicono a Belgirate, quante insulsaggini, quanto spirito di cattiva lega. Don [...]
[...] , obbligate a vivere insieme e così mal legate. Fra sua madre e suo zio, Lydia è sballottata come una povera barchetta senza timone. Don Leopoldo [...]
[...] vede molte cose, ma il farle conoscere sarebbe un mancare di rispetto a sua cognata, che non si occupa affatto di sua figlia. Egli - 26 - fa [...]
[...] quel che può. La conduce a trovare le sue amiche; le racconta pudicamente, e condite di frizzi archeologici, le memorie della sua gioventù [...]
[...] rappresentante di un gran nome che si spegne. Oh! come cadono tutte, intorno a noi, le stirpi gloriose che ci hanno fatto un privilegio della nobiltà [...]
[...] dirai che troppi esempi contrari vennero a sfatare questa pretesa superiorità. È vero; ma quando i devoti si fanno atei solamente perchè i [...]
[...] sacerdoti sono cattivi, di' pure che a quei devoti mancava la fede. . . . . . . Vuoi che ti parli di me? Sono triste, ecco tutto. Perchè poi sono triste [...]
[...] , è assai più difficile a dirsi. Questi buoni contadini che mi chiamano la marchesina, che mi vedono giovane, sana, ricca, credono senza dubbio [...]
[...] rende tutti cattivi. Dicono che il sole si raffreddi a poco a poco e che la terra morirà il giorno che non sarà più riscaldata; così parmi di noi [...]
[...] , tutto nero, era squarciato da striscie di fuoco; un soffio bruciante correva nell'aria, fatta densa dalla polvere. A un tratto larghe goccie [...]
[...] cadono sulle foglie tormentate, e continuano a cadere, fitte, lucenti, fresche. Io mi sentii invasa allora da una dolcissima calma; guardavo la [...]
[...] simili vivrei molto bene... Egli è che non somiglio a nessuno; o piuttosto, sì, somiglio a una quantità di persone morte, a tutta una [...]
[...] allontano, non so dove anderò a finire — purchè non sia più costretta ad abbracciare delle contesse Colombo!. . . . . . La vuoi sapere la [...]
[...] storia della mia antenata? Sulla fine del seicento, una Jeronima - 31 - dei marchesi Arimonti si trovava a vent'anni bella, ricchissima e sola [...]
[...] . La madre era stata una donna galante, l'avola anche; e la cronaca parla di una Arimonti maritata a un gentiluomo francese che tentò, sotto il [...]
[...] , suonava l'arpa, e andava a caccia con un vecchio scudiero; era benefica, era buona. Si innamorò di lei il figlio di una famiglia nobile e [...]
[...] influente, ed ella corrispose a un amore che sembrava dovesse avere il più lieto fine. Però, quando il giovane ebbe espresso il desiderio di tali [...]
[...] tollerata o cacciata da una casa dove avrebbe dovuto entrare a fronte alta. La separazione dei due infelici fu straziante. Da quel giorno Jeronima [...]
[...] leggermente, e credo che la causa segreta della mia malinconia sia appunto la mancanza di serietà che trovo in fondo a tutte le cose. Ho letto in [...]
[...] tranquilla. La sua condizione desta pietà; ma che dire di noi, a cui fin dalla culla l'educazione, l'esempio, le letture, la società affinano lo [...]
[...] capelli grigi divisi a sinistra, tagliati corti, semplice e modesta cornice al suo volto di vecchio gentiluomo. La figura alta - 37 - ed asciutta [...]
[...] calma, non lasciava trapelare alcuna impazienza. Da molti anni avvezzo a vivere per gli altri, essendosi fatto un dovere di accompagnare [...]
[...] dappertutto la vedova cognata, si preparava adesso a estendere la sua missione di perfetto cavaliere anche su Lydia; ma dovendo quella sera condurre la [...]
[...] bontà comoda e una mezza virtù a cui non erano mai occorsi serii assalti. Viveva sulla sua poltrona, leggendo romanzi e baciando sua figlia ogni [...]
[...] volta che se la trovava a portata; motivo per cui dicevano di lei: Che madre amorosa! La poltrona, lasciata vuota da donna Clara, allargava [...]
[...] pianoforte a coda, tutto aperto, colla tastiera biancheggiante nell'angolo buio, attrasse la sua attenzione. Si mosse con lentezza e andò a chiuderlo [...]
[...] in monastero: che le suore disegnavano a matita i camicioli per gli amorini, svolazzanti sui frontispizi di certe musiche. — Come tutto cambia [...]
[...] a metà del salotto. — Guardami, zio. Ella disse queste parole con aria trionfante, sicura del suo effetto; e siccome don Leopoldo, strappato [...]
[...] mani, solamente le mani, tenendo il corpo rigido nell'alto busto, equilibrata a stento sui talloncini delle scarpe. Non era veramente bella, come [...]
[...] statura, snella, con piedi e mani inverosimili, con una quantità di bellezzine minute che si perdevano nel colpo d'occhio generale. Camminava a [...]
[...] passettini, a salterelli; un incedere da bestiolina graziosa, senza dignità, ma con una certa eleganza. La testa, piuttosto stretta sui polsi e [...]
[...] origine, a furia di arricciature, di polvere di riso, di bagni profumati e d'olio di nocciuole, avevano preso una gradazione chiara, tra il [...]
[...] e come gettato a caso intorno al suo corpicino; ma sotto, una corazza di raso la imprigionava strettamente, esagerando i contorni, lasciando [...]
[...] gradazione precisa dell'abito, si confondevano colla pelle, così che sembrava tutta un bocciuolo di rosa. — Epperò sta bene, — mormorò a parte don [...]
[...] pochi centimetri di raso rosa che coprivano il suo piedino. A questo modo il trionfo era completo, o per lo meno la prova del trionfo, poichè [...]
[...] nell'adorazione del lusso o della bellezza. Fin da piccina, quando sepolta negli alti ricami degli abitini bianchi, andava a spasso, colla bambinaia [...]
[...] la circondasse, la ricerca continua del bello l'aveva abituata a mettere questo pregio al di sopra di tutti gli altri. Sballottata dalla [...]
[...] la mano con civetteria sotto il mento del vecchio gentiluomo. — Allegro! Egli non aveva nessuna ragione per esserlo; a sessant'anni una festa [...]
[...] da ballo è un sacrificio. Ma le ipocrisie della gentilezza erano famigliari a don Leopoldo, che rispose: — Molto allegro. Per tal modo Lydia non [...]
[...] ebbe nemmeno il più lontano rimorso: al contrario, credendo che suo zio dovesse interessarsi a tutto quanto interessava lei stessa, continuò [...]
[...] di bellezza. Che genere pare a te? — La bellezza della signorina Arimonti? Ma... mi pare un genere serio, con una intonazione di dolcezza nello [...]
[...] portata dal vento. Ella aveva scorto, sopra un tavolino, un mazzetto di viole mammole. - 48 - — A momenti le dimenticavo. Si pose davanti allo [...]
[...] specchio, cercando un posticino, sulla sua persona, per le viole. Provò a metterlo nel mezzo del seno, poi da una parte, poi sulla spalla [...]
[...] . — Alla cintura forse... — suggerì timidamente don Leopoldo. Ella si voltò a guardarlo: — Che bravo zio! Ma te ne intendi tu di queste cose? Lo [...]
[...] guardava fisso, coi begli occhi ridenti, dove brillava una punta di malizia. Egli ne fu turbato, e per darsi un contegno incominciò a infilare i [...]
[...] guanti. Entrò donna Clara, tutta avvolta nel mantello bianco foderato di pelliccia. — Oh! mamma, ci hai sorpresi. Stavo confessando lo zio. A [...]
[...] non ebbe cuore di conturbarla. — A un'altra volta — pensò. IV. Lydia fece la sua entrata nella gran sala abbagliante di lumi, senza il menomo [...]
[...] distribuiva passando a braccio teso e scuotendo forte il pugno. Faceva un senso di meraviglia e di pena insieme a vederla con quel viso di bambina [...]
[...] , quel corpo appena formato, e tanta arte mondana; o veramente avrebbe fatto meraviglia, se intorno a lei non fossero state tutte così; ma la sala [...]
[...] , eleganti, sopratutto disinvolte; conoscevano a fondo la teoria delle braccia nude; strette alla vita quelle magre; sollevate, sempre in cerca di [...]
[...] parte di società che non conosceva; parte minuscola, poichè erano quasi tutte persone note o viste a teatro o incontrate in casa d'amici. Con [...]
[...] piegandosi in due, e che aveva l'aria di dire a tutto il mondo: " io guardo nelle anime vostre come in una casa di vetro; nulla mi sfugge del [...]
[...] emozione: — è egli veramente Gigi? Ma io lo abbraccio. Le fanciulle si posero a ridere. Quella Lydia era proprio singolare, per quanto avesse [...]
[...] alzarono pudicamente, nascondendo sorrisi maliziosi. - 54 - Quanto a Lydia, ella non ci vedeva malizia alcuna. Le era sempre piaciuto molto a [...]
[...] giocare, a divertirsi, a ridere, a sfogare infine come poteva la vivacità grandissima del suo temperamento. Gigi le rammentava una quantità di [...]
[...] , ignorante ancora del male che fanno queste freccie invisibili, e continuò a guardare il cadetto di marina, finchè questi se ne accorse, e [...]
[...] riconoscendo lui pure la compagna de' suoi giuochi, venne a salutarla. Lydia, tutta ridente, gli tese la mano, e stava per dirgli: — Come ti sei [...]
[...] , ma finse di dimenticarli, perchè voleva uscire dal crocchio delle amiche a braccio di Rambaldi. — Non avrei creduto che dovesse prender fuoco [...]
[...] Seymour che avesse quella voce. Ella si era avvicinata in compagnia di Costanza Arimonti. — Ecco le inseparabili e impeccabili che vengono a [...]
[...] formava, in quel suo irradiamento tutto spirituale, un felice contrasto colla bellezza di Eva voluttuosamente terrena. — Torna ancora a Bombay? — Oh [...]
[...] guancetta tonda di Lydia; ed a lei era venuta una tentazione matta di baciarlo rumorosamente, alla francese, col ganascino fra le dita. Ma [...]
[...] lui era molto serio; sembrava anche distratto, e allora non parlava. Lydia invece aveva voglia di parlare. — Si ricorda, a Belgirate, quante corse [...]
[...] , come queste... Prese il mazzolino che teneva alla cintura, e lo mostrò al giovinotto. Egli si affrettò a dire: — Bellissimo! Lo violette sono [...]
[...] delitto per dare alcuni fiori ad un amico d'infanzia. Fece — 59 — spalluccie, e continuò a parlare con Gigi il quale intanto sbirciava per la [...]
[...] sala, mordendosi i baffi. — Non vede, in fila, davanti a noi, la contessa Colombo? Chi mai la fa ballare? — Un mio compagno di collegio, il duca [...]
[...] contessa Colombo davanti a lei, facendo coda per una polka: — Ma si balla dunque fino a novant'anni! Le spalle ossute e brune della celebre [...]
[...] da morto, illuminata dagli occhi che sembravano torcie a vento; quei capelli nerissimi di un lucido di pece, tinti, senza dubbio; le orecchie [...]
[...] tutta orecchi quando l'avvocato Calmi, passando a braccio di Benelli, mormorò, additando la contessa e il suo imberbe cavaliere: — È la torre [...]
[...] diroccata a cui resta un merlo solo. - 61 - Ma che avrebbe detto Lydia, se avesse potuto seguire lo scettico avvocato alcuni passi più avanti [...]
[...] così generosa coi pescatori di Belgirate... Nella sala dei rinfreschi, don Leopoldo che aveva fatto tutta sera da cavaliere a sua cognata, la [...]
[...] , accanto a loro, prendeva un gelato, lo prendeva macchinalmente, senza gusto, assorbita com'era nella contemplazione di uno specchio. - 62 - Una [...]
[...] sedici anni. Donna Clara, sbadigliando, sentenziò che gli specchi sono una cosa noiosa, perché costringono gli occhi a volgersi dalla loro parte [...]
[...] movimento in avanti. La signora, sbadatamente, tirò a sè lo strascico dell'abito; cosi erano vicinissimi. Egli si tormentava i baffi, sprofondando fin [...]
[...] dove poteva uno sguardo ardente. Ella restava calma, avvezza a quei fochi, sorridendo sempre ed agitando a larghe ondate il ventaglio. La mano [...]
[...] , mormoravano: Forse. — Fa piacere a vedere come si divertono tutte queste ragazze. È la loro età! Questa riflessione di don Leopoldo cadde, come un [...]
[...] sassolino in uno stagno, producendo un rumore sordo. Donna Clara si accontentò di affermare con un moto della testa. Lydia continuava a guardare [...]
[...] sala si riempiva di ballerine assetate e di cavalieri affamati. Le coppe dello sciampagna incominciarono a spumeggiare in mezzo ai pasticci di [...]
[...] selvaggina. Molti tavolini erano sparsi dovunque, così ognuno si collocava a piacer suo. Una dolce ebbrezza, un abbandono di buon genere animò [...]
[...] solo, e, col braccio appoggiato sulla spalliera della poltrona, ascoltavano sorridendo, mettendo a posto i braccialetti. Erano tutte circondate [...]
[...] quelle dame, da quei gentiluomini, avvezzi a mentire sempre - 67 - colla maschera delle convenienze sul viso, sprigionavasi a loro insaputa [...]
[...] - — Date a me — disse Lydia, e ne vuotò un intero calice, delicatamente, con mossettine da uccello che si tuffa nel beverino. — Eccomi battezzata. Poi [...]
[...] riprese a girare, lentamente, tenendosi al braccio una di quelle fanciulle, provando i sorrisi con lei per ripeterli, sicura, agli uomini [...]
[...] . Aveva visto la Capitelli quando passeggiava a braccio di Rambaldi, con incantevole mollezza; si provò, ma in questo non riuscì. La Capitelli aveva [...]
[...] un fascino particolare, segreto: si moveva a ondate; parlava senza emettere la voce; i suoi sguardi erano carezze; intorno a lei c'era un profumo [...]
[...] caldo che attirava. Qualcuno diceva: — Non è bella, è peggio. — Come fa? — pensava Lydia. Lasciando il divano s'era andata a mettere con [...]
[...] Rambaldi a un tavolino; e Lydia la vedeva mordere con grazia un'ala di pernice, - 69 - mostrando le gengive rosee, con qualche cosa in fondo [...]
[...] uomini. Si fermò, mordendosi le labbra a guisa di persona che la sa lunga ma che vuol conservare un segreto; dopo pochi passi tuttavia scoppiò [...]
[...] proprio conto. Lydia pensava a quelle altre. Una bella bionda rideva davanti a loro, palpitando colle carni rosee, che sembravano voler uscire [...]
[...] . — Come la Capitelli! — pensò Lydia con amarezza. La contemplarono a lungo con una curiosità minuziosa che saliva, lungo il bel braccio nudo, a [...]
[...] , prepotente che le teneva - 73 - inchiodate a quel posto, colle narici dilatate, avide, i petti oppressi, non sentendo i brividi dell'alba che [...]
[...] luglio, a Livorno. Sulla rotonda dello stabilimento i bagnanti procuravano di ingannare, ciarlando, lavorando o leggendo, le lunghe ore del pomeriggio [...]
[...] membra libere nella caldura; qualcuno, sepolto a mezza vita dentro la ghiaia, ergeva il busto immobile, pari ad una sfinge. - 75 - Dall'acqua [...]
[...] salivano voci confuse, domande che si perdevano sotto a un'ondata, piccoli strilli, grida giulive, esclamazioni di trionfo, richiami, segni di [...]
[...] sciolte nella lotta radevano la superficie dell'acqua, mentre un bel corpo impavido filava dolcemente alla luce, supino, facendo il morto. A tratti [...]
[...] sono smaliziati; non si lasceranno prendere. Il dialogo seguiva a fior d'acqua fra un giovane Ercole in maglia color ferro e un altro giovane che [...]
[...] intorno acqua come un tritone. — Non c'è che dire, è alla moda. Veste deliziosamente, parla di tutto con disinvoltura ammirabile; fuma, va a [...]
[...] colore, a furia di averli presi tutti. — Chi sa anche se ha vent'anni! Fabbricano adesso uno smalto che ringiovanisce per miracolo. Una barca [...]
[...] veniva verso loro, colla vela bianca saettata da sole. - 78 - — Eccola! Forza, ci faremo prendere a bordo. Dalla barca s'erano scôrti i due [...]
[...] nuotatori, e un fazzolettino agitato con vivacità li incoraggiava a proseguire. Era il fazzolettino di Lydia, la quale, ritta sulla prua, posava [...]
[...] testa, posto alla sgherra, un Cappello a tese dritte, decorato dell'àncora tradizionale, non nascondeva - 79 - la lussureggiante capigliatura [...]
[...] contribuiva a renderla allegra; era la faccia estasiata del duca di Castel Gabbiano, quasi in ginocchio davanti a lei. Quell'infelice aborto [...]
[...] , rachitico e vizioso, visto là nell'ampiezza del mare, formava un contrasto piccante, e Lydia, che non pretendeva a nessun sentimentalismo, nè di [...]
[...] un arancio, come già fece un poeta, concludeva in sè stessa, e le accadeva allora di mormorare a fior di labbro, trattenendo le risa: — Elle [...]
[...] était jaune comme une orange! - e il duchino, che non aveva letto Musset, continuava a guardarla in estasi. Ma a poco a poco, alla leggerezza [...]
[...] a lei, invidioso e geloso, il duca di Castel Gabbiano nascondeva il cranietto pelato. Quando i giovinotti saltarono nella barca, il fragile [...]
[...] braccio alto come per sfida. Tutta la giocondità del sole pioveva sul suo corpo pastoso e lucente a guisa di un bel bronzo antico. Lydia, senza [...]
[...] ogni puerilità; non avrebbe arrossito a nessun costo; e poi non voleva guardare i loro piedi, oh! i piedi no; sono così brutti i piedi degli [...]
[...] , dell'uomo che la società le mostrava sempre ossequioso e pieno di delicati riguardi. — Oh! no, no — si affrettò a ribattere con audacia [...]
[...] veramente rabbia colla sua faccia da cretino; ma nessun segno della lotta interna apparve a turbare il suo visetto roseo, ch'ella rinfrescava agitando [...]
[...] persuase che il suo giuoco riusciva. — Sono imbecilli tutti e tre — pensò; e tale convinzione valse a rasserenarla. Una barca passava. Era carica di [...]
[...] giovinotti i quali conducevano a spasso la sposina più alla moda in quell'anno: una bellezza di serva ben pasciuta, cogli abiti di chi ha molti [...]
[...] accappattoio ondeggiante alla brezza, restava coi più preziosi de' suoi doni. I compagni di Lydia si voltarono a guardarla, ed ella stessa, nella [...]
[...] - — Vuol serbarsi una pera per la sete. Il dialogo continuò, rotto, a frecciate, a monosillabi, a sottintesi, salato come l'acqua scottante come il sole [...]
[...] coll'occhio l'avvicinarsi della barca. Donna Clara, stesa in poltrona, dava alcuni punti ad un ricamo. — Davvero — si decise a dire il vecchio gentiluomo [...]
[...] cose. — Mettiamo niente, mia cara; restano tuttavia - 89 - quei due giovinotti, a cui si dovrebbe pur mettere almeno un accappatoio... Donna [...]
[...] Lydia incominciasse a cambiare il terreno de' suoi atti di virtù. La storiella di Belgirate l'ha già compromessa abbastanza, e la società è [...]
[...] venisti a stabilirti con noi, non si disse forse che eri il mio amante? Il Signore sa se questo è vero. — Ed io! — mormorò don Leopoldo [...]
[...] , chinando il capo. Finiva, come al solito, per cedere a sua cognata, la quale si drappeggiava nel trionfo, avendo sempre nel suo sangue borghese [...]
[...] . Dopo tutto, sarei una duchessina da mangiare a baci! Cinque fiori di brillanti intorno a una corona, e sotto questi occhi... Ma miope, calvo [...]
[...] dopo questo discorsetto fatto a sè stessa davanti allo specchio, Lydia rise come una matta, scandalizzando lo zio e mettendo sua madre di [...]
[...] , per metter pace, disse che Lydia alla fine aveva ragione di non sposarsi senza amore. Ma Lydia, tornando a scombussolare le idee di suo zio [...]
[...] macchinava nel suo cervellino un progetto per passare gli ultimi - 94 - giorni d'agosto. Fino a settembre, Belgirate non avrebbe accolto i [...]
[...] . Fece rilegare il volume sotto una bella copertina color perla, col suo nome inciso in oro, accanto a quello di Carducci, e lo pose in fondo al [...]
[...] molta intelligenza, perchè non si dedica a qualche ramo delle lettere o delle arti? Quel giorno, dopo pranzo, intanto che Lydia, abbandonata [...]
[...] , pieni di cuore e di fantasia... Non osò proseguire; ma Lydia guardandolo co' suoi grand'occhi canzonatori lo interruppe: — Zio, vuoi rimandarmi a [...]
[...] dolcemente umani, lo stava guardando. — I miei figli sono a caccia, — disse la vecchia marchesa con un gesto vago, che sembrava scusare gli assenti e [...]
[...] , smovendo le sedie senza far rumore, parlando a bassa voce. C'era tutto intorno nella tappezzeria medioevale, nei mobili di quercia scolpiti e neri [...]
[...] bronzo; c'era nell'aria, c'era nelle alte pareti a vòlta, compenetrata nel cemento - 99 - dei muri e fra le pieghe delle stoffe, una [...]
[...] cerchiavano i polsi, e guardò la sua amica. Mai Costanza lo parve cosi a posto come in quell'ambiente solenne, benchè osservasse che le sue guancie si [...]
[...] fratelli giuocano a scacchi, noi si fa musica fino alle dieci, e poi la giornata è finita. — Non esci mai? — chiese Lydia trattenendo un sospiro [...]
[...] . — Tutte le mattine vado a visitare i miei - 100 - poveri, e poi ho l'asilo che mi porta via qualche ora. Non puoi credere come il tempo mi passa [...]
[...] ' qui, un po' là, finché trovammo una società discretamente piacevole a Livorno; quest'anno c'era la moda dell'Ardenza; li abbiamo incontrati [...]
[...] daranno la relazione di uno spettacolo nuovo, non mancheranno di scrivere il mio nome a fianco degli astri più brillanti. Enfoncée la Capitelli [...]
[...] preso sui ginocchi il fanciulletto biondo, sembrava tutta occupata a narrargli una favola. Le giovani spose erano uscite silenziosamente. Per [...]
[...] a un certo punto le capisco, quantunque non le invidii; ma tu, dimmi, che ci fai? Una nube lievissima attraversò la fronte di Costanza. — Vi [...]
[...] ancora, tu sei fatta così; non c'è niente a dire. Ma io a che cosa dovrei attaccarmi? Tu credi, e puoi esser felice; io vedo. Questa del vedere, te [...]
[...] , mettendo colla sua testina una aureola sul vecchio cordovano della sedia a bracciuoli. — Come è bello! — esclamò Lydia. La marchesa si pose un [...]
[...] una crosta lattea in mezzo a quei capelli biondi, e mi vedrai fuggire inorridita. La sua voce suonò stridente sulla soglia di quella casa austera [...]
[...] la tua menzogna è spontanea, affatto aliena da ipocrisia. — Come sarebbe a dire? — Ma sì. Tu hai la chimera di un mondo passato, credi che [...]
[...] perché rido. Costanza la lasciava dire, rigida, avvezza a frenarsi; ma il sollevamento del suo petto tradiva l'emozione. Quell'abbandono [...]
[...] cattivo nella natura umana; se ne sentiva umiliata. La sua purezza di sensitiva la consigliava a rifugiarsi in sè stessa davanti a simili attacchi [...]
[...] . Andò a chiudersi in camera, dalla finestra della quale vedeva gli alberi del parco, minacciosi giganti nella chiarezza della notte, e udiva il [...]
[...] alcuni versi cancellati, dei quali non si arriva a decifrare che i due primi: Oui, je suis coquette, Vous le saviez pourtant... Poi una [...]
[...] costata a Lydia una fatica grandissima. 1° Andare dalla sarta per vedere se tiene ancora di quella péluche celeste rigata in color muschio — una [...]
[...] sottana. 2° Domandare ad Eva se, a Londra, è più accreditata la casa di profumeria Atkison o Rimmel — provvedere due boccette di estratto peau [...]
[...] Colombin, sì. Diversamente, a quoi bon? 6° Ricordarmi di fare un complimento all'antipatica signora Moriani sui suoi ricevimenti del martedì. Une [...]
[...] che il naso non potrebbe suggerirci un pensiero, tuttavia mi pare che non avrei difficoltà a scrivere un bozzetto, una novellina, un romanzo [...]
[...] ... Positivamente, non ho voglia di andare a letto: l'argomento lo troverei subito pensando allo spettacolo di questa sera. Che bozzetto verista [...]
[...] proprio non arriverò mai a capire sono le smanie del tenore e i sospiri della prima donna. Che gente sono, da che mondo vengono, dove le hanno [...]
[...] quella del pubblico; un palco sì e l'altro no chiudevano Riccardo Renato ed Amelia; ma a nessuna di quelle Amelie sarebbe venuta in mente la [...]
[...] funebre passeggiata e, per verità, a ben pochi Renati quel funesto ballo in maschera. Gli amanti poi! Chi mi dà un amante come Riccardo? Gherardi [...]
[...] forse? il gentlemen jokey che dichiara di preferire le stalle ai boudoirs? Calmi, che vedrebbe una donna morir d'amore a' suoi piedi senza [...]
[...] quella carnagione a bitorzoletti, col nodo dell'ugola grosso come una noce, le unghie lunghe e un cerchietto d'oro ai polsi? Ah! nessuno mi farà [...]
[...] dei suoi milioni, della sua villa, della sua pariglia e de' suoi capelli che cadono. Per quanto io guardi intorno a me gli uomini sono tutti, più [...]
[...] o meno, così; e le donne anche. Ma dove dunque vanno a pescarli questi drammi d'amore? E se esistettero veramente in qualche plaga del mondo [...]
[...] vieux rose tutto sparso di perline iridate, o per un surah celeste fondant, a fascio color d'argento? 3 gennaio. Sono contenta di me stessa; è [...]
[...] molto talento. È bello, ma troppo serio. 8 gennaio. Vi sono dello giornate uggiose, veramente insopportabili. Incominciò Giustina a pettinarmi [...]
[...] madama Leoty in raso duchesse d'ogni colore: crème, rosa thè, fleur de lys, - 117 - hèliotrope, ecc., a lire 40; laccetto assortito al colore [...]
[...] altri, mi domandò se conoscevo il costume indossato dalla signora Capitelli: Certamente, risposi, non vede che rappresenta la Carità? — a furia di [...]
[...] e mi parve molto brutta; veramente, quale donna è bella in quello stato? È una mostruosità. Se mi marito voglio mettere nel contratto: " a [...]
[...] della buona società... ce lo giuocheremo a sorte. 19 febbraio. Il parait qu'il y a des femmes... impossible à écrire. Ma sarà vero? 19 [...]
[...] febbraio (sera). Vorrei per ventiquattro ore essere un uomo. Solamente ventiquattro ore, per sapere; a patto di ritornare donna... Non potrei rinunciare [...]
[...] alle mie mani ed a' miei piedi. 3 marzo. Stavo preparandomi per andare al corso delle maschere. Castel Gabbiano, i due Strutti, Carlino [...]
[...] Beolchi, Giulio Lante, perfino quel grosso rusticone di un marchese Gherardi, mi avevano promesso dolci e fiori a valanghe. (Credo che Castel [...]
[...] , quantunque stia a letto buona parte del giorno. Purchè non mi vengano le pesche agli occhi, all right! 7 marzo (quaresima). 1.° Mandare dalla sarta [...]
[...] ? - 124 - 3.° Mandare a prendere Les Caresses di Jean Richepin; mi hanno assicurata che è molto interessante e un po' scabroso, ma non occorre [...]
[...] bianca ben tesa e l'abito nero non riusciva a rendere snella la sua vita che diventa ogni giorno più massiccia. È strana quella specie di densità [...]
[...] , quella pasta opaca che inviluppa una donna quando non è più giovane; si direbbe un velario che scende a commedia finita... 14 marzo. In un [...]
[...] - 126 - l'ispirazione del mio costume. C'era la Tuffolina del Tabacchi, e Lante pretendeva che io le assomigliassi tutta, quando mi vide a [...]
[...] Livorno a prendere i bagni. Par exemple! I miei calzoni non erano così corti. VIII. A Napoli. Fumavano un manilla sul terrazzo, davanti al [...]
[...] golfo incantevole, Lydia e l'avvocato Calmi, intanto che i vecchi dormicchiavano nel salotto dell'albergo. S'erano incontrati a diporto in [...]
[...] di vista, sì: tuttavia, distinguo: vi sono le ingannate e le ingannatrici. — Ah! ah! — esclamò Lydia buttando via la sigaretta e ridendo a gola [...]
[...] la verità? — E perchè fu ingannato a proposito del cielo, ora non crede più a nulla in terra? — Credo alle dimostrazioni matematiche — rispose [...]
[...] l'avvocato accendendo un'altra sigaretta. — Del resto — esclamò Lydia a un tratto - 132 - col suo farino malizioso — so bene qual'è l'ideale [...]
[...] della donna per ognuno di voi. Ella deve nascer bella, sotto pena di non venire neppur guardata; deve essere forte e fredda per resistere a [...]
[...] tutti... gli altri; sensibile e ardente per cedere a voi solo; deve praticare la virtù del sacrificio per lasciare a voi tutto il piacere [...]
[...] . A farlo apposta, era bella, quella sera, nella vestaglia bianca che le sfumava intorno al collo, mettendo una cornice di cigno alla sua [...]
[...] allacciava le sue linguette provocanti sopra una calza nera. — Dia un'altra sigaretta anche a me. Grazie. Io non credo all'amore, per esempio (si fermò [...]
[...] dente, - 135 - e nemmeno una treccia, che si rimettono, ella rinunzierebbe a perdere per l'amica più cara. Dopo un istante di silenzio [...]
[...] riprese: — L'amico quello a cui si ricorre quando si ha bisogno di cento lire; viceversa, saremmo molto contrariati, se nella stessa occasione [...]
[...] l'amico ricorresse a noi. Ma ella non deve credere neppure a me. Nessuno deve credere a nessuno. — In amore sì, in amore sì, la penso come lei [...]
[...] sentiva donna. Il fiore sbocciato della sua giovinezza mandava acuti profumi; non amava, ma un uomo era vicino a lei; un uomo che il suo cuore e [...]
[...] a baciarle la mano? La teneva apposta appoggiata sulla balaustra, tutta bianca nel raggio lunare, col palmo disteso, i ditini affusolati, un po [...]
[...] sul parapetto del terrazzo, Lydia tornò a guardare la luna, mormorando: — Nulla, nulla, non c'è nulla. Il resto della notte lo passò in [...]
[...] ginocchio, davanti a un'ottomana dell'albergo, dove donna Clara si era sentita male improvvisamente. Lydia non aveva mai visto un ammalato, ella [...]
[...] stessa non era mai stata ammalata seriamente, il suo pensiero non si era mai posato a contemplare una infermità, ignorava perfino il nome delle [...]
[...] avere interrogato inutilmente don Leopoldo, ella si rivolgeva a Calmi. — Or ora verrà il medico; sentiremo da lui. I due uomini, però, si [...]
[...] possibilità per lei di spargere lagrime. Essere bella, divertirsi: questa cara e incessante occupazione, la sola a cui era avvezza fin da bambina [...]
[...] scena, pur vera e reale anch'essa, intimamente legata al suo modo di sentire, questa irritava il mondo. Non le perdonavano di aver messo a lutto [...]
[...] il salotto, con dei veli neri distesi sui lampadari a dei mazzi di fiori sotto il ritratto della madre defunta. Non le perdonavano la sua posa [...]
[...] nero, ed ella stessa chiusa da capo a piedi in un lungo velo funebre, sotto il quale traluceva appena l'oro, l'argento e il rame dei suoi capelli [...]
[...] . Al club, tra uomini, si dilaniava - 147 - la sua riputazione con parole che erano lame di pugnale. Calmi, a cui bruciava ancora la scena del [...]
[...] più; si ripescarono le vecchie storie; si disse che ai bagni Lydia andava, nuda, in un canotto insieme a due o tre giovinotti, e dopo avere [...]
[...] per la madre morta. E però trovava un grande vuoto intorno a sè. Nessuno più l'interessava; gli uomini che le avevano fatto la corte erano tutti [...]
[...] l'apparenza della maggior leggerezza. - 150 - Eva non faceva confidenze. Più riservata, più fredda, ascoltava sorridendo a fior di labbra. In [...]
[...] fondo a' suoi occhi neri, nel raggio vellutato dello sguardo che sembrava, talvolta, nascondersi all'ombra delle palpebre, ella proteggeva il [...]
[...] , con tante virtù e tanti meriti, è impossibile che rinunci a formare la felicità di un uomo; sarebbe un delitto. A tali insinuazioni miss [...]
[...] frequentava pochissimo la società, non si vedeva che a quelle riunioni dove c'era Eva. A un teatro, a un ballo, a un concerto, dovunque miss [...]
[...] quasi due anni erano trascorsi, nè egli usciva dalla sua taciturnità, nè Eva aveva mai fatto allusione a lui. Una volta, in occasione di un premio [...]
[...] corruzioni della fantasia; non avendo mai concesso un bacio, eppure vituperata dalla fama. Sentiva che tutto vacillava intorno a lei, che le mancava [...]
[...] raffinatezze dell'arte, alle letture seducenti, a tutto quanto la sensualità ideale può suggerire ad una donna nata e cresciuta in mezzo ai [...]
[...] satura di omaggi, non sapeva più che cosa chiedere a sè stessa ed agli altri. Il dolore della madre morta l'occupò per molto tempo; ma un giorno [...]
[...] quello che aveva provato per la morte della madre. Adesso era lei che moriva. Che fare? Dove aggrapparsi? A chi o a che cosa chiedere un'emozione [...]
[...] ? Da tanti anni si guardava nello specchio, da tanti anni riceveva visite e le rendeva, andava a teatro o a passeggio, vedeva sfilare davanti a sè [...]
[...] le meraviglie dell'arte e dell'industria; da tanti anni strofinava la sua carne e la sua immaginazione a tutti gli eccitamenti di un godere [...]
[...] rachitici; sentì i lamenti degli infermi e il rantolo dei moribondi. I suoi sensi delicati si urtarono a tutte le nausee. - 157 - Le piaghe [...]
[...] materia; quel dissolversi spasmodico, mostruoso, di una persona fatta a sua imagine e somiglianza, a lei nata per la gioia, fu soverchia prova [...]
[...] . Ammalò. Stette cinque o sei giorni a letto, sofferente di tutte le malattie che aveva viste; sognando, la notte, i lunghi dormitorii [...]
[...] dell'ospedale, coi muri squallidi, i lettini allineati e il grande crocifisso di legno dalle braccia allargate; imagine del dolore eterno in mezzo a quei [...]
[...] del povero, penetrò nelle stanze dell'operaio, e vide le donne a trent'anni invecchiate dagli stenti, gli uomini abbrutiti, i fanciulli [...]
[...] . Parlò a quelle donne, e non fu compresa. Gli uomini la guardarono o sospettosi o indifferenti. Che cosa poteva fare per essi? Lo spirito della [...]
[...] veramente al beneficato che siamo fratelli. Le mancava la conoscenza del dolore fatta su sè stessa, acquistata a prezzo del proprio sangue, il [...]
[...] solo dono caritatevole e santo che si possa fare a quelli che soffrono. Lydia si trovò più sola di prima, con un gran freddo nell'anima. Era [...]
[...] solo momento di soddisfazione. Rinunciò a visitare i poveri. X. Due anni precisi dopo la morte di sua madre, Lydia tornò a mostrarsi in [...]
[...] delicata forma greca, un po' gracile, di una attrattiva finamente aristocratica. Parve bella anche a coloro che ne avevano tante volte discussi [...]
[...] ben modellate, quantunque esili per il gusto moderno; sapeva che il suo collo lungo e sottile sarebbe da un poeta paragonato a quello del cigno [...]
[...] cadere molti vetri dalle finestre, Don Leopoldo stava guardando il cielo. Dietro a lui la punta di due scarpine di pelle dorata, alzandosi e [...]
[...] spesso; non avevano nulla a dirsi. Il frasario del vecchio gentiluomo era così noto a Lydia, ed era così antico, ch'ella non si dava nemmeno più [...]
[...] Seymour si crucciava di più; sapeva di essere tutta la sua forza, tutta la sua fede. E fino a quando? — fino a quando potrebbe ella lavorare [...]
[...] ? A questo pensiero di dover lavorare Lydia tornò a essere invasa da un'immensa compassione; riprese l'attacco, supplicandola, se non voleva [...]
[...] accettar nulla, di venire a vivere con lei, da sorella. Vedendola implorare con tanto ardore, avviticchiata al collo di miss Seymour, si sarebbe [...]
[...] creduto che fosse Lydia l'infelice colpita dalla sventura. - 169 - Eva penò molto a svincolarsi da quelle tenerezze, e partì recando con sè una [...]
[...] dolcezza ineffabile. Il giorno seguente e gli altri ancora Lydia non visse che per Eva. Andava a trovarla, mettendosi in tasca del danaro [...]
[...] sentiva sempre più impotente. — Quanto sono disgraziata — pensava — se non posso nemmeno esercitare il bene! E cresceva intorno a lei quel terribile [...]
[...] vuoto, quella inutilità delle sue ricchezze. Si confrontava con Eva, trovandosi a mille doppi più infelice. Miss Seymour aveva presa una [...]
[...] raggiunta una posizione e poteva ormai aspirare alle nozze di miss Seymour, senza che nessuno potesse rimproverargli una mira interessata. A [...]
[...] avessero portato via un gran bene, che l'avessero spogliata e lasciata nuda nel mezzo della strada. Pensando a Mario Avella sentiva una puntura nel [...]
[...] senza recarle nessuna gioia; era l'istinto naturale che spinge tutti gli uccelli di una voliera a correre, col beccuccio aperto, quando si [...]
[...] non hai mai amato — rispose sorridendo miss Seymour. Lydia, arrossì; ma un momento dopo tornava - 172 - a piangere, colla fronte sulla spalla [...]
[...] marchesato. — Potrei maritarmi insieme a te — disse ancora Lydia a miss Seymour, e lo disse con tale accento di ironia, che Eva la guardò in faccia [...]
[...] - 174 - a questo mondo bisogna essere o una bestia o un Dio. Non sono abbastanza bestia... Prendi nota che il mio dolore è questo. Miss Seymour [...]
[...] voglia di mostrare al mondo la loro felicità. Dovevano passare la luna di miele in Sicilia. Eva venne a salutare Lydia tutta raggiante e bella [...]
[...] intorno a' suoi bei capelli tizianeschi tutto quell'oro sembrava fondersi in un'armonia pastosa. Essa riluceva, splendeva nel duplice accordo della [...]
[...] bellezza e dell'eleganza; faceva bene a vederla, e solamente a passarle vicino si provava l'impressione di una carezza. Si separarono con molti [...]
[...] detto, diede principio a un nuovo periodo di vita. S'era all'apertura dell'estate; chiusi i teatri, - 177 - finite le feste. Nelle piccole [...]
[...] tanto più ch'ella sembrava sfidare la società, co' suoi modi liberi e decisi nell'ostentazione del male. Saltando a piè pari l'analisi [...]
[...] sperimentale della vita, ne aveva preso come sintesi il concetto pessimista, trovandosi per tal modo a guisa di una bimba negli abiti di una nonna. Ma [...]
[...] che monta? La gente pensava ch'ella avesse già attraversati i periodi fisiologici che conducono le bimbe a diventare nonne. Amiche non ne [...]
[...] contava più. Venivano in casa sua in qualità di amici Calmi, Lante, due o tre ufficiali superiori, un deputato povero a cui la dote di Lydia sarebbe [...]
[...] ardito, passa incolume e quasi sempre tocca. Sotto la scintilla istantanea prodotta da quegli attriti ella aveva già appartenuto a centinaia di [...]
[...] ; quella inconscia distrazione per cui qualunque discorso si rivolga ad una fanciulla, ove non parli anche lontanamente d'amore, non riesce a [...]
[...] , canzonatrice. Interrogava gli uomini sullo scandalo del giorno, sul processo celebre, sulle abitudini - 180 - delle donnine galanti, a guisa di donna [...]
[...] pratica della vita, che sa tutto. Essi, naturalmente, prendevano coraggio, e capitava qualche volta a Lydia di trovarsi imbarazzata; ma tutto [...]
[...] anche a piedi, di buon mattino, seguita da un grosso cane danese che faceva voltare indietro i passanti. Questo cane fu, - 181 - per parecchi [...]
[...] mesi, la passione di Lydia. Era di una bellezza rara, ed ella si immaginava che dovesse comprendere tutto. Diceva a' suoi amici che se non [...]
[...] tirolese, colla manopola alta, gonnella corta di panno bigio, a pieghe, e stivalini di capretto con quattordici bottoni. Don Leopoldo non reagiva [...]
[...] stazione balnearia; era ristucca di mare, di monti, di tables d'hôte. Passò i mesi più caldi a Belgirate, coricata dentro un'amaca, sotto gli alberi [...]
[...] , chiese a sè stessa se, per caso, non avesse trovata la consolazione della sua vita, e volle affermare queste sensazioni, tentando la via alata del [...]
[...] fascino particolare sulla sua immaginazione. Restava immobile per delle ore a contemplare i rabeschi dei castagni, i cui rami fronzuti si stendevano [...]
[...] , a guisa di vôlta frastagliata da fantastiche ogive. Le sembrava di essere la sacerdotessa di un tempio meraviglioso, esaltandosi al punto da [...]
[...] , non tenendo a nulla, non avendo bisogno di nessuno, nè altri di lei, priva di passato e scettica sull'avvenire. Non andò molto che Lydia fu [...]
[...] bizzarre, e assistendo a tutti i raut, a tutti i pik-nik della stagione, con una febbre di movimento che era una maschera di quell'altra [...]
[...] febbre che la minava. In fondo, ella chiedeva a sè stessa che cosa fosse venuta al mondo a fare. In ottobre fu presa dalla mania dell'equitazione [...]
[...] suo viso. Quando doveva trovarsi colla gente, si preparava prima, si aizzava da sè stessa, con uno scetticismo crudele che andava poi a ricadere [...]
[...] sugli altri; e per questo dicevano che era senza cuore, una testa vuota, una civetta rotta a tutte le arti. La sfida ch'ella gettava [...]
[...] , tutto ciò che si vieta alla seconda. Credette che il suo ingegno e la sua ricchezza bastassero a darle l'indipendenza, reputandosi assai [...]
[...] forte per vincere pregiudizii secolari. Incominciava a comprendere, troppo tardi, l'errore in cui era caduta, trovandosi fuori di posto tanto colle [...]
[...] frizzi, lo invitava a raggiungerla alla corsa, promettendogli il fiore che teneva in petto. Faceva, insomma, quello che aveva sempre - 189 [...]
[...] un cuore femminile, avvezzo a tutt'altre donne, credette fosse il caso di arrischiare tutto per tutto, e la prese d'assalto violentemente, una [...]
[...] , inseguendolo per il viale fino a che lo ebbe cacciato a guisa di un cane. Rientrò in casa eccitatissima, urlando per la rabbia, furiosa che un uomo [...]
[...] avesse osato trattarla a quel modo. La sua ira contro gli uomini crebbe; rincarò la dose dei motti pungenti, delle sfide audaci. Avrebbe voluto che [...]
[...] tutti insieme avessero una faccia sola, per frustarla di nuovo. Ma in mezzo a tanto furore non poteva stare senza uomini. Era per lei un [...]
[...] tenori singolarmente stuzzicanti. Raggomitolata sulla poltroncina, nel suo circolo d'uomini, sembrava qualche volta distratta o indifferente; ma a [...]
[...] traverso il fumo degli sigari una fina ebbrezza giungeva fino a lei, ebbrezza che le sue nari respiravano avidamente, come si respira [...]
[...] l'ossigeno nell'aria; e dopo, quando erano partiti, rimaneva a lungo immobile, quasi temesse di smuovere, colle particelle d'aria, l'onda sottile che la [...]
[...] grigio sorgeva dalla terra e dal lago, manto pietoso, lenzuolo funebre a quella suprema agonia. Lydia gustò per quindici giorni questa profonda [...]
[...] voluttà: la malinconia dell'anima e delle cose. Le sue ultime gite a cavallo, sui sentieri desolati, le procurarono indicibili istanti di [...]
[...] , — - 194 - modesto — si affrettò a soggiungere la signora Avella, per definire subito la sua nuova posizione nel mondo. E Lydia sentì un [...]
[...] riso maligno — so quel che mi resta a fare. Metterò in un cappello il nome de' miei spasimanti e sposerò il primo che esce, poichè è il [...]
[...] . La coperta le fece sorgere l'idea di rifare da cima a fondo la sua camera, anzi di cambiarla addirittura, prendendo la camera che era stata di [...]
[...] eguali, coperte di velluto verde; il tappeto a mazzi di rose su fondo bianco; la tappezzeria di carta bigia con fiorami dorati; la psiche [...]
[...] del Murillo, che assomigliava un pochino a lei negli occhi. - 196 - Quando si trovò padrona dello spazio, padrona di plasmare a suo [...]
[...] capriccio quel piccolo mondo, di creare qualche cosa dal nulla, tornò a provare la gioia intensa, l'infantile orgoglio che già l'avevano animata e di [...]
[...] per attraversare i pentolini delle vernici, posati a terra: e guardava tutto; si interessava di tutti i particolari, del cordone, della bulletta [...]
[...] da canne di bambù, riducendo il letto stesso a un mucchio di guanciali. La stranezza di questo - 197 - progetto la tentava assai, vedendo [...]
[...] - — Ma ti perderai in quel letto! — osservò don Leopoldo a sua nipote. — No — disse Lydia semplicemente — starò comoda. — Mi pare sfacciato [...]
[...] — osservò ancora titubando, don Leopoldo. — E perchè? Il perchè era difficile a dirsi; nè i grandi occhi di Lydia aperti e sereni mostravano di [...]
[...] indovinarlo menomamente. Dopo una breve pausa, impiegata a riflettere, ella soggiunse con una crollatina di spalle: — Del resto, non mi vedrà [...]
[...] nessuno quando sono a letto. Riempì l'altra parte della camera di mobilucci eleganti e strani, di piccole poltrone, di divanini dove la sua minuscola [...]
[...] tende di velluto viola, sovrapposte a una leggera sfumatura di seta color perla, costringevano la luce ad assumere gradazioni misteriose e [...]
[...] simpatiche. Stendendo un paravento presso una delle finestre, improvvisò una specie di studiolo, un gabinettino a parte; e quello divenne subito il [...]
[...] testine incipriate, si sentivano volare i baci. Parve a Lydia che in quel cantuccio intimo dovesse pure trovar posto un panierino da lavoro; ne [...]
[...] aveva visti parecchi in casa delle sue amiche, e si affrettò a provvederlo tutto - 200 - elegante, tutto a fiocchi azzurri, imbottito di raso [...]
[...] cesellate, intarsiate, a trafori, inservibili; quattro matassine di seta lilla, dei confetti e delle sigarette. — Nei giorni piovosi, — pensò Lydia [...]
[...] fra le pieghe della tappezzeria, e un enorme ventaglio giapponese, sospeso a mezz'aria come un uccellaccio, terminava di mobiliare il cantuccio [...]
[...] da cortigiana. - 202 - I suoi ricevimenti suscitarono scandalo nell'alta società. Una vecchia marchesa, che s'era data a Dio dopo di avere [...]
[...] appartenuto al diavolo, venne in pompa magna e a nome delle signore oneste a tentare di convertire Lydia, mostrandole che non era questo il [...]
[...] vide a poco a poco evitata; salutata forzatamente, poi lasciata sola affatto. Non vi era persona al mondo che potesse difenderla, poichè don [...]
[...] accusatori, sdegnava una riforma che umiliava troppo il suo orgoglio. — Non faccio niente di male — era la sua scusa a tutto, la sua risposta a tutti [...]
[...] affatto, abbandonata sulla poltrona, senza desideri, senza curiosità, senza affetti, in preda a una noia che la divorava. A una lotteria di [...]
[...] mostrandolo con orgoglio a' suoi amici, i quali, per celia, si affrettarono a regalarle dei pugnali, dei fioretti arabescati, ch'ella appese [...]
[...] accanto al ventaglio, cercando il nuovo ad ogni costo. Ma il nuovo dell'oggi era vecchio domani. Incominciava a provare lo scoraggiamento dei [...]
[...] principio d'inverno si era messa a far visite frequenti alla signora Avella. Le voleva bene davvero; dopo l'esiglio volontario di Costanza, era [...]
[...] discorsi erano scuciti; dicevano una cosa pensando ad un'altra. Era capitato molte volte a Lydia di trovarsi con Mario Avella, e quando sorprendeva [...]
[...] , passando davanti a suo marito che si trovava in ginocchio sul tappeto. Lydia rimase immobile, colpita dall'espressione di quel volto che non aveva [...]
[...] intorno a sè; come persona destata improvvisamente da un sogno. Mario Avella, serio, si ritirò dopo d'avere salutata Lydia e baciata la mano a sua [...]
[...] disordine della stanza; e quando Lydia si decise a risponderle, era Eva che non ascoltava più; distratta, preoccupata, tendendo l'orecchio a un rumore [...]
[...] di passi nella camera attigua. Si baciarono sull'orecchio. — A rivederci. — A rivederci; vieni a trovarmi. — Sì, vieni anche tu. Non si videro [...]
[...] della manina aristocratica. — Sul serio? — fece; e la noia, l'implacabile compagna della sua vita, le schiuse le labbra a un leggero sbadiglio [...]
[...] sospettosamente , entrambi scettici e orgogliosi. Lydia aveva accolto senza inventario tutto quanto si diceva a proposito di lui. Lui si era [...]
[...] sempre mischiato a quelli che sparlavano di Lydia. Eppure avvenne che, conoscendosi, tutto quel materiale di sprezzo ammucchiato a furia di sarcasmi [...]
[...] , cedesse lentamente e, quasi specchiandosi a vicenda, si compatissero. — Lei, Calmi, è scettico; deve dunque credermi quando le assicuro che non [...]
[...] ? — No. — Come me. Non ho mai amato. — Io neppure. Il silenzio li riprese: un silenzio calmo, senza imbarazzo, di persone avvezze a star insieme [...]
[...] scintillare gli smalti del tagliacarte. L'avvocato pizzicava una sigaretta spenta, errando cogli occhi sulle pareti della camera. — Sono stata a veglione [...]
[...] , sa? - 213 - — A veglione? — Egli fece un brusco movimento colle spalle. — Quando? — Mercoledì. — Ah! E s'è divertita? — Molto. Ella disse [...]
[...] amabilissima. Non la vedevo da parecchi anni; è stata tutto questo tempo a Vienna... — Assomiglia a sua madre? — Sì, e no. È più distinta, più [...]
[...] che una signorina è andata a veglione. — Ma si figuri! A che cosa non ci hanno abituati le signorine? Le giuro che non mi meraviglio mai di [...]
[...] , non lo nego, mi piace a conoscere le acque in cui navigo. Capirà che è una sciocchezza continuare a credere questo, questo e questo, quando [...]
[...] in realtà è quello, quello e quello! — E s'è divertita a veglione? — Ma sì, gliel'ho già detto, moltissimo. Mi pareva di essere in un pandemonio [...]
[...] sfuggire lo sguardo di Calmi. - 215 - — ...le donne, sopratutto, mi hanno interessata. L'avvocato continuava a tacere. Lydia lo interrogò [...]
[...] - chiamata la regina vergine, come Elisabetta d'Inghilterra. A questo punto dei suoi pensieri un maligno sorriso gli increspò le labbra. Lydia se [...]
[...] ne accorse e gli domandò: — Che pensa? — Nulla. — Non è vero. Egli non persistette a negare. — Forse riflette alla bizzarria della nostra [...]
[...] grave, ma dolce. Si accarezzava la barba, in piedi, fissando nel vuoto que' suoi occhi acuti e freddi. A un tratto si avvicinò alla parete dove [...]
[...] mai venire a quell'uomo il pensiero di confrontarmi con un'altra. Ma giungere in frotta, mettermi in fila, numerizzarmi, essere la quinta, la [...]
[...] sarà nuovamente offerto... ah! Calmi, non arriverò mai a spiegare quello che io sento qui. Si pose una mano sul cuore; e apparve nel volto così [...]
[...] prostrata, così improvvisamente disfatta che le si disegnò lungo la guancia, accanto alla bocca, una contrazione dolorosa somigliante a una ruga [...]
[...] minuto il silenzio li dominò entrambi, palpitante di memorie. — È sicuro — mormorò Lydia, tenendo sempre gli occhi sul tappeto — che a lei [...]
[...] intermittente, di fiamma a cui l'olio manchi. Nel breve cerchio di quella luce, le fotografie delle bellissime donne sorridevano, vittoriose, sbucando [...]
[...] dalla parete col candore dei seni, colla grazia delle testino avvezze a dominare. Una celebre mima in costume di dea della guerra, gambe nude [...]
[...] , e gli porse la mano; ma la stretta fu così energica che ruppe il filo delle perline legate a' suoi polsi, sparpagliandole sul tappeto [...]
[...] Calmi, sulla soglia dell'uscio. — Sempre felici le mie notti! Dormo come un ghiro. Lasciò ricadere la portiera, e tornò a passi lenti nel suo [...]
[...] . Quanto amore intorno a lei, nei libri, negli oggetti d'arte, nei pensieri, nei sottintesi! Che lungo, insistente invito al godere! Tutte le sere [...]
[...] Jeronima, rimasta orfana, ed entrata come sorella nella Croce Rossa, prima di partire per una lontana spedizione, venne a salutare Lydia. Le due [...]
[...] chiusa in camera a ripassare i vecchi quaderni pieni di memorie e il giornaletto sul quale, per un intero inverno, aveva scritte le proprie [...]
[...] sommità dell'orecchio, e ripetè a mezza voce: " .... una verde china dove spuntavano i fiori. " Sì, è cosi. In quei giorni aveva stabilita una [...]
[...] baronessa. Quindici anni trascorsi a Vienna, nella società più allegra e più corrotta, avevano conferito alla baronessa von Stern la seduzione piccante [...]
[...] ostacoli alla propria volontà. Non parve vero a Lydia di potersi gettare nelle braccia di questa nuova amica; per cui si vedevano tutti i [...]
[...] giorni, si scrivevano dei bigliettini, andavano insieme a passeggio, a teatro, ai concerti. Se Lydia capitava dalla baronessa intanto che quella [...]
[...] stava vestendosi, - 229 - era subito invitata ad entrare in camera; Lydia, alla prima occasione faceva altrettanto. In capo a quindici giorni [...]
[...] : Thèa, per quanto avesse il piede piccolo, non potè entrare nelle scarpine di Lydia; Lydia, a sua volta, trovò che la cintura di Thèa misurava un [...]
[...] , esaltandone lo spirito, la disinvoltura, l'eleganza piccante. Facevano dei progetti grandiosi. Quando Thèa sarebbe tornata a Vienna doveva condurre [...]
[...] mostrava con orgoglio le lettere. A Vienna, narrava, era amata da tutti, corteggiata fino alla sazietà, ricercata nei migliori salotti. Parlava [...]
[...] avanzasse ancora per Dio. Buona razza non fallisce mai. Lydia si arrabbiava un pochino a sentir parlare così. Per Calmi non c'era nulla di sacro; e [...]
[...] essendovi riuscita, le due antiche amiche si strinsero la mano. — Non vieni mai a trovarmi — disse Lydia. — Sono molto occupata. — A farti adorare [...]
[...] indolenza la baronessa — non è l'amore... Si interruppe, indecisa, continuando a guardare Lydia attraverso gli occhi socchiusi. — Tuttavia — chiese la [...]
[...] ragazza - mi consigli a maritarmi, sì o no? — Mi stupisco che non l'abbi ancora fatto. Vediamo, se sposassi Calmi? Egli è di famiglia nobile [...]
[...] una certa alterigia — che il mio caso non è quello di una povera ragazza, obbligata a maritarsi per forza, per non restare a carico dei parenti [...]
[...] assioma. Detto ciò, con molto filosofica pacatezza, Thèa soggiunse: — Te lo cercheremo a Vienna. Mio marito ha una quantità di cugini, e i cugini [...]
[...] felicità? — No — interruppe prontamente la baronessa; e tornò a fissare sulla ragazza i suoi occhi penetranti. — È di Vienna anche lui ? Lydia si [...]
[...] sentiva trascinata a parlare di quell'ignoto, trascinata in modo da non accorgersi - 236 - che la sua amica le rispondeva con un accento secco [...]
[...] , aggrinzata come un papiro, secca e nera, con nastri rossi sull'abito, giocava una partita di poker insieme a' suoi fidi e gridava agitandosi sulla [...]
[...] , facevano passare delle fotografie viennesi, commentandole, ricamandovi sopra l'aneddotino. — A me piacciono le donne — disse Lydia mettendo da [...]
[...] solo aggettivo, perde troppo a esser visto sulla carta. — Ecco l'imperatrice. — Stupenda creatura! — E le arciduchesse, Stefania, Giselda [...]
[...] annunciandomi che questo volto da semidio appartiene a un impiegato delle finanze o ad un banchiere. È conte, almeno? — È mio cugino Keptsky [...]
[...] - 239 - con una specie di trasporto, cogli occhi che le scintillavano. — Ma è veramente così bello? — si arrischiò a domandare Lydia. — Più bello [...]
[...] , scandendo le sillabe. Lydia posò la fotografia a malincuore, e quelle che restavano guardò distratta e svogliata. Prima di lasciare il divano [...]
[...] , tornò a prendere il ritratto di Keptshy e gli diede un'ultima occhiata. Intanto la baronessa, seguendo lo sguardo di Lydia, mormorava colla [...]
[...] . In agosto voleva trovarsi a Vienna, perchè suo figlio usciva dal collegio imperiale. Prese con sè anche Lydia. La villa era vicinissima alla [...]
[...] farsi, che provavano ad ogni istante il bisogno di stringersi la mano, di scambiare un bacio, di dichiararsi a vicenda che si volevano tanto [...]
[...] confidenze, non fece interrogazioni. Prima di coricarsi chiese a Thèa: — Ti senti male? Rispose di no. — Posso esserti utile? Rispose ancora di [...]
[...] vero benessere, si sentiva più giovane. Dopo i tentativi infruttuosi fatti in seguito alla lettura di Coppée, ella non aveva più pensato a collegare [...]
[...] busto; forse mi confondo, sono le messicane che non lo portano; ma fa lo stesso, vorrei vederle a quarant'anni... Ne cherche pas quels doigts [...]
[...] - 247 - e la sottana, e attraverso il quale si vedevano le caviglie. Questo particolare fece a Lydia una impressione buffa. Si pose a [...]
[...] la pezzuola in testa. Dove diamine vanno? — pensò — ma non seppe vincere una certa ripugnanza a rivolgere loro la parola; finchè allo svoltare [...]
[...] del sentiero le apparve chiara la meta di quel pellegrinaggio in una chiesuola parata a festa, sulla cui porta si accalcavano altre donne tutte [...]
[...] compunte e nello stesso tempo ilari. È forse domenica oggi? — tornò a pensare Lydia, — e fatta persuasa, da un breve calcolo, che non poteva [...]
[...] essere domenica, si sentì trascinata a entrare nella chiesuola. Era, dopo tutto, una cosa nuova per lei. La religione non teneva nessun posto [...]
[...] abituata a considerare la messa della domenica come uno dei tanti riti sociali, come il saluto alle persone che si conoscono, come il cedere la [...]
[...] destra, non sedersi a mensa prima dei superiori, mandare un biglietto di congratulazione, fare una visita di condoglianza, assistere a una conferenza [...]
[...] la più grande indifferenza, se l'indifferenza per tutto ciò che esce dal benessere sensuale, Lydia non l'avesse già respirata in sè e attorno a sè [...]
[...] bocche, accompagnando il canto del sacerdote. — Che cosa è questo? — chiese Lydia, quasi a sè stessa, involontariamente. Una le rispose: — Le [...]
[...] , radiosamente calma, la linea del cielo. E il canto continuava lento, disteso. A tratti una invocazione più alta, quasi fatta con maggior fervore [...]
[...] sola. Un minuto ancora ch'ella restasse nella chiesuola, e piangeva; sì, avrebbe pianto in mezzo a quelle donne, invidiandole, morsa al cuore [...]
[...] all'apparire di una visione. — Keptsky! — mormorò. — Siete vecchi amici, lo vedo bene; — si pose a dire ridendo la baronessa — le fotografie sono [...]
[...] aggiungeva altro, muta e immobile, allungata sul divano, dove la sua vestaglia biancheggiava nel crepuscolo. Il silenzio venne a mettersi fra [...]
[...] della poltrona, Lydia teneva gli - 259 - occhi ostinatamente fissi sul divano, dove anche il bianco dell'abito a poco a poco scompariva nelle [...]
[...] tenebre, e solo, punteggiato dal raggio di una stella, il ventaglio chinese della baronessa, a fiori rossi, si agitava lentamente, dolcemente [...]
[...] , come sotto l'impulso di un languore voluttuoso. Ma a furia di guardare, le palpebre di Lydia si abbassarono. Un torpore l'invadeva nel benessere [...]
[...] mondo dei sogni. Le sembrava di vivere due vite ben distinte, ben definite: la materia abbandonata a sè stessa, nell'oblio di un soffice guanciale [...]
[...] , e la fantasia, seguendo l'istinto alato, ridiventata anima ideale, tuffarsi nell'infinito. Due sensazioni, due godimenti. A poco a poco però [...]
[...] sognava invece? Od era forse morta, e assisteva in ispirito alla trasformazione di sè stessa? A un tratto l'oblio la invase tutta. L'ultima [...]
[...] brezza corrente tra gli alberi del giardino. Musica, profumo, freschezza di rugiada, tutto ciò veniva a lei nella calma della notte, misto a [...]
[...] lembi di sogno, a battiti d'ali invisibili, a un vanire dolce di fantasmi sotto il primo agitarsi dei nervi che tornavano alla vita. Dal mondo delle [...]
[...] dissolventi, finchè ripresa a gradi la coscienza del proprio essere aperse gli occhi, nel buio, e ascoltò. - 262 - Quei suoni erano dolci [...]
[...] attesi, come baci d'amore scoccati da labbro a labbro. Erano note vellutate, larghe, limpide, tratte dai tasti con mano vigorosa, eppure soave [...]
[...] , che faceva pensare a una passione repressa. Lydia si sollevò a mezzo sulla poltrona magneticamente attratta verso quei suoni, collo spirito [...]
[...] eccitato dalle recenti fantasticherie e con una disposizione alla mestizia simile a quella che si prova dopo una ubbriacatura. Chiamò: Théa! Mosse [...]
[...] . Guardando quel lievissimo spiraglio Lydia comprese che anche la musica veniva di là, - 263 - e vi si diresse, sempre a guisa di sonnambula, a [...]
[...] guisa di chi, avendo fatto un lungo viaggio di mare, non riesce a star saldo alla terra. Seduto al piano, di cui una sola candela era accesa [...]
[...] , davanti alla fiamma della candela, mostrava il sorriso fino, spirituale, a cui la freschezza vermiglia delle labbra dava appena una sfumatura di [...]
[...] sensualità delicata. Accanto a lui, dalla parte dove la candela era spenta, biancheggiava un mucchio di trine sul tappeto. Era la baronessa [...]
[...] , ed ella sollevò il capo, gettandogli un' occhiata lunga. Egli prese dalle sue mani il ventaglio chinese, a fiori rossi, e glie lo spiegò sopra [...]
[...] stipite dell'uscio, fino a terra, mordendosi le mani per non gridare. - 265 - Nella dolcezza del mattino, nella squisita infantile dolcezza del [...]
[...] erano passate, quali sfumature fatte da un abile pittore a un ritratto un po' duro, le abitudini del lusso, dell'eleganza, e una certa mondanità [...]
[...] di buon genere piena di sapore e di grazia. — È vero ch'ella ci vuol lasciare? — disse a un tratto, scostando premuroso un ramo d'acacia che [...]
[...] , — non conviene abusare dell'ospitalità. Che frase sciocca, volgare! E lei, avvezza a dirigere le più brillanti conversazioni, non aveva [...]
[...] trovato altro per rispondere a Keptsky! Egli la guardò con un sorriso indulgente, mormorando: — Quando l'ospitalità è amicizia schietta... Non rispose [...]
[...] . Avrebbe voluto dire troppe, troppe cose, e la quantità la incagliava nella scelta. Si sentiva trascinata a spiegare a quello - 267 [...]
[...] - sconosciuto tutte le sue teorie sulla vita, sugli affetti; le sembrava naturale e necessario di aprire il suo cuore a Keptsky, ma avrebbe voluto [...]
[...] ... Una puntura di invidia la morse, pensando che egli era cugino di Théa, e tornò a passarle davanti agli occhi la scena della sera prima, con un [...]
[...] entusiasmava; ma Lydia vedeva sempre un ventaglio chinese a fiori rossi, disteso sopra una testina bruna. Improvvisamente chiese: — Ci starebbe, in Italia [...]
[...] , per tutta la vita? — Secondo... Girando il capo, Lydia incontrò lo sguardo di lui, profondo, perduto dietro a una visione; e nello stesso [...]
[...] tempo il suo cuore, come se - 268 - Avesse messo l'ali, prese a battere, seguendo quello sguardo, incontro alla visione ignota. Per alcuni [...]
[...] istanti non parlarono, continuando a camminare adagio sulla ghiaia del viale, all'ombra tenera e fresca delle acacie. Le sembrava, a Lydia, che non [...]
[...] stata imminente l'ora dell'asciolvere, avrebbe incominciato a discorrere per davvero. Intanto pensava alla infinita varietà di temperamenti [...]
[...] , classificandoli a norma di alcune sue particolari osservazioni, per cui era venuta a distinguere cinque categorie ben distinte di persone: i [...]
[...] campionario scelto. Don Leopoldo, per esempio, era, secondo lei, - 269 - morbido e freddo: Théa morbida e calda; Calmi freddo e pungente. A quale [...]
[...] diede il primo rintocco. Lo sapevo — disse Lydia fra sè, senza affrettare il passo, fermandosi a cogliere un ramo di geranio. Keptsky pure si [...]
[...] coloro che non la intendono così. La campana tornò a suonare. — Hanno fame! — esclamò Lydia allegramente, mettendosi a correre; e correva [...]
[...] comune, sembrava - 272 - avere, come i pianeti, un giro di rotazione propria, un interesse particolare, enigmatico. A certe ore Théa [...]
[...] scompariva, Keptsky andava a tirare di ?oretto nella sala del bersaglio, la contessa Colombo si appisolava sui divani, Lydia fantatiscava. Ritrovandosi [...]
[...] era pallida; molte volte Théa si era accorta che Lydia prendeva sempre più un'aria preoccupata, pensierosa. Studiandosi cosi a vicenda [...]
[...] , dimenticavano di parlare. C'era Keptsky però, sempre sveglio, galante, brioso, col suo spirito elastico e pieghevole, che si adattava a qualsiasi ambiente [...]
[...] verde. L'ammirazione di Lydia per questo giovane - 273 - cresceva di giorno in giorno. Ella provava vicino a lui un sentimento tale [...]
[...] d'entusiasmo o di piacere, che non riusciva a frenare. Del resto, come lo avrebbe potuto? Non era ella avvezza ad abbandonarsi sempre e tuttaquanta a ciò [...]
[...] che l'attirava? E se non c'era più nulla al mondo cho l'interessasse, fuorché Keptsky, perchè non doveva interessarsi a Keptsky? Avevano poi tanti [...]
[...] e lo colpì a volo. Ma le partite belle le facevano di soppiatto, - 274 - con tutta l'emozione di una congiura, mettendoci la droga del [...]
[...] chiamata altrove per dare o per sorvegliare un ordine, Keptsky si avvicinava a Lydia, misurando certi passi comicamente tragici che la mettevano [...]
[...] subito di buon umore, e a voce bassa, solenne, le mormorava: — Domani? Per solito, la risposta di Lydia era uno scoppio di risa dentro le trine del [...]
[...] , l'intera natura le apparivano con forme e colori nuovi, più umanamente vivi. Non avendo ancora rivelato a se stessa il suo amore, non chiedeva neppure [...]
[...] sensazione, che egli attribuiva a forza magnetica. Per convalidare il suo asserto, le diceva che egli non aveva mai potuto pensare all'Italia senza [...]
[...] provare una ?tta al cuore, e che questo era certamente più che un presentimento, era un ?uido lontano, ma potente, che agiva a sua insaputa. — Siete [...]
[...] domini sempre. - 279 - Parlando spesso francese, erano venuti a darsi del voi, naturalmente, quasi senza accorgersene; ma il contegno corretto [...]
[...] di Keptsky, l'ardore ingenuo di Lydia, toglievano ogni idea, volgare a questa famigliarità. Quello poi che piaceva immensamente a Lydia era la [...]
[...] uomini sanno trovare a una indifferenza grossolana. Sotto questo rapporto somigliava un po' a Calmi; ma quanto, quanto più simpatico! Tutto in lui [...]
[...] che l'aria stessa mossa da lui diventasse morbida e tiepida. E voleva che a sua volta le raccontasse le memorie dell'infanzia; tantanni passati [...]
[...] ! — pensava ancora Lydia, guardanclolo alla sfuggita. — Una così assoluta bellezza, unita a tanta grazia! Gli domandava qualche cosa, nient'altro che [...]
[...] meglio, le donne di cui si parlava in quelle pagine, mi schiusero la via a immaginare un essere fantastico, sovrumano, al quale io prestavo tutte le [...]
[...] amavo quelle donne, schiave, regine o fate. Errando poi solo nelle foreste, speravo sempre che mi apparisse il dolce volto de' miei sogni. Non a [...]
[...] bisogno di respirare l'aria a pieni polmoni. Keptsky la lasciava correre per un po' di tempo. Quando si decideva a raggiungerla, nessuno dei due parlava [...]
[...] ; continuavano al trotto serrato, cogli occhi fissi sulla lunghezza della strada. A poco a poco rallentavano il passo, le redini cadevano, gli [...]
[...] di vederlo e di ascoltarlo! Una mattina volle provare a uscir sola, senza avvertirlo. Rifece i medesimi sentieri che faceva con lui, passando [...]
[...] spinse il cavallo a galoppo, ?nchè giunse a un gruppo di salici, dove il giorno prima egli si era impigliato colla faccia; ne strappò due o tre [...]
[...] ramoscelli, vi immerse le guancia e la bocca, deliziosamente; indi riprese a geloppare come una disperata, gridando nell'aria: Riccardo, Riccardo. Don [...]
[...] Leopoldo non stava troppo bene; aveva i suoi reumi, aveva una coriza; desiderava abbracciare la nipotina. — Tornerai — diceva Théa a Lydia [...]
[...] ? — Perchè sì. Una voce me lo dice. — Non la voce del cuore. Essa parla a me, in questo momento, e mi dice tutto il contrario. La guardava [...]
[...] , occupandosi di lei sola. Una volta appena, avendogli Théa rivolta - 286 - la parola in un dialetto tedesco ignoto a Lydia, egli si alzò e andò a [...]
[...] parlare a bassa voce con sua cugina. Je vous espliquerai ça plus tard; le disse per ultimo, sorridendo, e venne a riprendere il suo posto accanto [...]
[...] a Lydia. - Dunque a rivederci? - Sì, fermamente. - Théa mi ha fatto credere che partirete presto... - S'inganna. Nessun spirito mi chiama [...]
[...] ; il suo nascente amore la rendeva buona. Sentendosi ricca, faceva elemosina d'affetto. Passò due giornate intere presso la poltrona dello zio, a [...]
[...] leggergli la Revue, a cullarlo, a baciucchiarlo. Spesso il suo pensiero era assente, ma la parola le veniva sempre dolce sulle labbra, e se qualche [...]
[...] volta le gentilezze - 288 - prodigate a don Leopoldo avevano nella sua mente un'altra destinazione, c'era anche lo slancio spontaneo che le [...]
[...] impediva a Lydia di continuare, poichè l'attenzione di don Leopoldo era un coefficiente di poca importanza, in confronto alla necessità che ella aveva [...]
[...] . Si era in agosto, la città spopolata, il caldo insopportabile, e tutte queste noie ella incolpava alla mancanza di Keptsky. Pensava a lui di [...]
[...] strada fuori della porta che conduceva alla Villa: le sembrava così di avvicinarsi a lui, di respirare un po' dell'aria sua, e, senza saperlo, una [...]
[...] speranza le folleggiava nel cuore. Fu mediocremente sorpresa — forse la sorpresa era sorpassata dal piacere — un mattino, incontrando Keptsky a cento [...]
[...] vous - soggiunse Keptsky, e tornò a sorridere per la seconda volta. Senza aggiungere altro, ella continuò a camminare nella via solitaria, a passi [...]
[...] lesti, portando la leggerezza aerea della sua felicità. — Vi presenterò a mio zio. — Ci conto. — Ma prima camminiamo, camminiamo... vorrei [...]
[...] la cacciò via subito. La realtà era lì, bella, a?hscinante. Parlarono delle loro gite a cavallo. Lydia gli chiese se avesse cavalcato ancora negli [...]
[...] scorsi giorni. — No, mi avrebbe fatto troppa malinconia. Come a lei. Ah! che tentazione di gettargli le braccia al collo! Per non tradirsi si [...]
[...] pose a ridere, facendo risuonare i braccialetti, tirando i guanti che le scivolavano giù dalle braccia, e dopo un po' di tempo, disse: - Che caldo [...]
[...] canterete la serenata di Gounod: Quand tu dors... Si pose a gorgheggiare sottovoce, mollemente. — Più distacco nei toni, così: Quand tu dors, ton [...]
[...] c'era nessuno intorno a loro. Davanti la campagna, a tergo le mura della città; ed era come se fra essi e l'universo ci fosse di mezzo un abisso. ll [...]
[...] , che l'Italia era stata per lui una rivelazione. — Se mi promettete di non ridere, vi confesserò che io torno a vedere qui il dolce fantasma [...]
[...] braccio di lui. — Avete ragione — fece egli sorridendo, stringendola a sè — meglio che nulla... — Vi ricordate di aver visto una incisione [...]
[...] suo braccio, delicata, coperta di pelliccia? L'uomo, con una mazzettina, tenta l'erba del sentiero; la donna a mezzo voltata verso un amorino di [...]
[...] gambe come un cavatappi. — Non posso più correre — disse Lydia a un tratto. — Perchè? — M'è entrata l'acqua nelle scarpe, sono fradicie [...]
[...] , portandola, quasi - 297 - di peso, cercando per lei i posti più asciutti, essendo lui pure intriso d'acqua, ma badando solamentea lei. A uno [...]
[...] pallida, dove sfolgorava tuttavia la gioia di trovarsi vicina a lui. — Siete cosi delicata che ho paura abbiate a prendere qualche male... Lydia si [...]
[...] , col capo. — Appoggiatevi a me; sarete più comoda che a ridosso del muro. Lyzìia accondiscese, essendosi prima levati - 299 - i guanti che [...]
[...] avvinghiate. Un uomo usciva dalla casa; si fermò un istante accanto a loro, li guardò con indifferenza, aperse l'ombrello e si allontanò. — Non [...]
[...] . Senza parlare uscirono dalla casa che li aveva riparati. A metà via incontrarono una carrozza vuota. _ — La fermo? — chiese Keptsky. — Sì. Le [...]
[...] ; ma Lydia tornò ad aprirlo. - 301 - - A rivederci. Presto. La carrozza si era già mossa, Keptsky le sorrise, da lungi. Il ritorno fu [...]
[...] tutto un sogno. Lydía si trovò a casa, cambiata, asciugata, rivestita, coi piedi entro due pianelline di raso éliotrope e seduta accanto allo zio [...]
[...] , senza poter dire a sè stessa come tutto ciò fosse avvenuto. Don Leopoldo teneva la Revue des deux mondes aperta sui ginocchi, avendo tra i ginocchi e [...]
[...] la Revue uno sciallo di ?anella a scacchi bianchi e neri. La sua povera mente af?evolita era divisa fra due pensieri: il temporale che aveva côlto [...]
[...] si pbse a rimproverarla dolcemente per le sue scappate, accumulando la pioggia, i suoi reumi, il riserbo di una fanciulla, e i parafulmini che [...]
[...] nei dettagli, nella dolcezza di trovarsi tutta molle d'acqua sotto l'arco di una porta... - È un piacere da lavandaia — interruppe don Leopoldo, a [...]
[...] i capelli castagni tagliati corti, che aveva un profumo forte di giovinezza, il profumo di un prato di fresco. — La Morte — tornò a dire don [...]
[...] , zio, sto bene. _ Allora... Si fermò, colla bocca. aperta, l'occhio imbambolato, non ricordandosi più quello che voleva dire. A poco a poco chiuse le [...]
[...] a trovarla, ella gli disse subito cogli occhi che lampeggiavano: — Mi marito. — Da senno? — Di passione. Sono innamorata. del conte Keptsky, il [...]
[...] . — Eppure non mi è nuovo. Forse ne sentii parlare al Circolo, appunto da amici miei che tornavano da Vienna. Alcuni giorni dopo, Calmi diceva a Lydia [...]
[...] responsabilità delle sue parole; ma senza uscire dalla abituale freddezza soggiunse: — Non ritiro quello che ho detto a proposito del tenente Riccardo [...]
[...] Keptsky, obbligato a dare le sue dimissioni di ussero della Guardia per malafede e debiti di giuoco. Resta a stabilire l'identità del suo ?danzato, ed [...]
[...] è quello che io farò, se me lo permette in nome della vecchia amicizia. Un tremito nervoso contraeva a Lydia gli angoli della bocca, mentre [...]
[...] visto morire mia madre... le giuro, non l'vrei lasciata ?nire. — Ed io le giuro che, l'interesse che le porto, non basterebbe a farmi uscire da una [...]
[...] a trovare Théa, raccontarle tutto e chiederle consiglio. Giunse alla Villa in uno stato da far pietà. Ogni viale, ogni albero, ogni sentiero [...]
[...] , gridando che c'era una luce da acciecare; poi abbracciò Lydia con grande espansione, con un entusiasmo esagerato; e incominciò a parlare a parlare [...]
[...] stessa lo aveva spronato a dichiararsi, e nulla la colmava di maggior gioia che un simile matrimonio. - 310 - Tornò ad abbracciarla [...]
[...] ciarlo di club, per un pettegolezzo volgare. Arrossiva, adesso. Per nulla al mondo avrebbe osato ripetere a Théa quelle calunnie. Le disse appena [...]
[...] a Vienna, ma dietro insistenza di Lydia promise di fermarsi per farle da madrina. — Sacri?co l'amor materno all'amicizía — soggiunse con enfasi [...]
[...] notizia. Ella riprincipiò a tremare, ma si chetò subito, quando seppe che si trattava di una perdita di denaro. — Se non è che questo! — Mi [...]
[...] mani della sua ?danzata, continuando a voce bassa e fervente, la voce di un fanciullo che si confessa per la prima volta. — Temo di non essere degno [...]
[...] . Avrebbe voluto esser regina, per innalzarlo ?uo a lei. Quelle con?denze accrescevano il suo amore, mettendogli accanto una compassione, un [...]
[...] - Egli le parlò a lungo dei suoi dissesti ?nanziari, dell'avere abbandonato il reggimento per un puntiglio d'onore; e de' suoi progetti per l'avvenire [...]
[...] e del desiderio di vivere il loro primo anno di matrimonio in Podolia, nell'antica casa de' suoi avi. Lydia acconsentiva a tutto, in silenzio [...]
[...] , sdegnoso. Piccole lagrime le colavauo dagli occhi lungo le guance. I vili! I vili! Mesceva la sua vita a quella di Keptsky; rinnovava i suoi dolori [...]
[...] al mondo. " Calmi non replicò, nè per lettera nè a voce. Evidentemente la sua intenzione non era quella di ingolfarsi in un delicato affare di [...]
[...] - 315 - di avversa fortuna, ed eccoti un uomo a terra; gli si contesta perfino il titolo di nobiltà. Senza fatica, le tornavano alla mente le numerose [...]
[...] quand'anche? la nobiltà l'aveva scritta in viso, più di chiunque era degno di portarne i distintivi. A voler rivedere le buccie a tutti quelli che [...]
[...] dell'amore il perdono? Non ha detto Gesù: Chi è senza colpa getti la prima pietra? - 316 - Caccíato dal reggimento: Queste parole tornavano a [...]
[...] condannarlo! E dopo avere accolto Keptsky colpevole, sentiva di amarlo ancora di più. Una specie di furore appassionato la attaccava a quest'uomo [...]
[...] che ella difendeva in faccia al mondo e in faccia a sè stessa. Keplzsky senza macchia apparteneva ancora alla società; così era - 317 [...]
[...] passioni in ritardo. Il tempo perduto la incalzva; la minaccia dei capelli bianchi le diceva: affrettati a godere. E Keptsky era ai suoi piedi [...]
[...] impazienza quasi eguale a quella di Lydia. Siete un charmeur, diceva Lydia a Keptsky. Sui miei libri di bambina mi ricordo di aver visto un incantatore [...]
[...] e sua nipote ne parlavano, esaltandosi a vicenda, seoprendogli ogni giorno nuove attrattive. Dalla Villa poi giungevano un dì sì e l'altro no [...]
[...] ? passati, se non che l'enumerazione non era facile, e certe bizzarrie che a vent'anni erano state coronate dal successo, come le avrebbe [...]
[...] arrischiate a trentatrè? Il rimpianto di una giovinezza perduta, perduta così inutilmente, si mesceva alla gioia di questi preparativi. Come era stata [...]
[...] fresca, viva! Come erano stati folti i suoi capelli! e bianchi i suoi denti! e il suo collo rotondo! Oh! se ella potesse dare a Keptsky, oltre il cuore [...]
[...] , quasi una rivincita sul maritarsi così tardi. Si avvicinò a Calmi, sorridendo dall'alto della sua felicità, agitando un ventaglio di velo nero [...]
[...] propria fermezza. — Vediamo, cattivo scettico, perchè mi vuol turbare queste ore di gioia? Sedette accanto a lui, dolce, carezzevole, coll'intenzione [...]
[...] - — Calmi, sia ragionevole; le pare ch'io possa dare molto peso a quistioni di titoli, di debiti, di follie giovanili, quando il colpevole [...]
[...] queste cose; del resto, non mi ascolterebbe, non è vero? Quand'anche le dicessi che egli è... Si frenò a tempo. Un pallore livido invadeva le [...]
[...] passò la notte, venne l'indomani, le parole gravi di Calmi le tornavano alla memoria. Avesse avuto una madre, un fratello a cui affidarsi... Ad ogni [...]
[...] modo, volle togliersi la spina. Lo mandò a chiamare, pregandolo, per quanto stimava di più al mondo, di dirle tutto quello che sapeva a proposito [...]
[...] di Keptsky. - 326 - L'avvocato vide che non era più il caso di indietreggiare nè di mascherarsi dietro mezze parole. Si trovava davanti a un [...]
[...] dovere di galantuomo; egli era in obbligo di chiarire la verità a quella fanciulla che gliela domandava, sul punto di ?rmare il suo avvenire [...]
[...] l'accetto. Se avessi una sorella, se questa sorella stesse per isposare Riccardo Keptsky, io le direi, come dico a lei, Lydia Valdera: Kepbsky è un [...]
[...] ipocrita. Era preparato a vedere Lydia in deliquio, ma non ne fu nulla. Statte ritta nella sua poltroncina, le dita aggrappate a' bracciuoli, le labbra [...]
[...] . — Obbligato in?ne a dare le dimissioni di uf?ciale, disperato, senza un soldo, rovinato nella riputazione, venne in Italia, dalla sua amante [...]
[...] venivano dinanzi agli occhi scene passate, dettagli che prima le erano parsi insignificanti, occhiate, parole a voce bassa, segni di convenzione [...]
[...] viso stravolto, tutta palpitante e contratta a guisa di naufrago che tenta afferrare l'ultima tavola di salvezza. — Non importa, non mi dica più [...]
[...] . - 329 - Ora è mio, capisce, Calmi? è mio, lo amo, lo voglio. Che importa a me quello che è stato? Che importano a me i giudizi del mondo? Io lo [...]
[...] amo. Parlava convulsamente, a voce rotta e supplichevole, con gli occhi velati di lagrime. Colmi si sentiva a disagio, in quella parte di carne [...]
[...] persuadendo che non giovava illudersi, Keptsky essendo legato più che mai alla baronessa sua complice. — E allora — si pose a gridare Lydia, sotto il [...]
[...] ? perchè non si è presentata lealmente, apertamente, in faccia a tutti, sostenendo la sua accusa? È dunque lei l'ipoorita che non ha il coraggio [...]
[...] delle proprie - 330 - opinioni, è lei che ferisce a tergo come i vili! Due macchiette vermiglie colorirono momentaneamente le guancie di [...]
[...] nessun diritto per insistere. Allora poi conoscevo solamente la metà di questa accuse. Sulla fede di amici che hanno vissuto a Vienna nella [...]
[...] medesima società di Keptsky, le dissi che egli era un cavaliere d'industria, o giù di lì. Da pochi giorni una circostanza, che a lei premerà poco di [...]
[...] sapere, mi pose tra le mani tutto il nodo dell'intrigo. Lydia, che aveva ripreso un apparente dominio di sè stessa, lo pregò a spiegarsi [...]
[...] lecit non andrebbero a dibatterli in una camera d'af?tto? Perdoni se non metto veli; non mi sembrano del caso. — Voglio vedere! — esclamò Lydia a [...]
[...] reticenza, ebbe un sogghigno pieno di sarcasmo: - Oh! non ho falsi pudori. Dovrebbe conoscermi e sapere che non indietreggio davanti a nulla. Mi [...]
[...] . Aveva visto dal fondo della via venire Théa, a passi lenti e molli, facendo ciondolare l'ombrellino sull'indice. La sua maglia di lustri neri [...]
[...] , a lei nota, disse a un tratto con accento spiccato: Patience ma cheríe. — Basta, nevvero? — mormorò Calmi, sentendo le unghie di Lydia che gli [...]
[...] realtà che si credeva al sicuro e che aveva gettato ogni velo. A un tratto Lydia si stacoò dalla parete girando su sè stessa, e cadde nella [...]
[...] delle parole davanti a quella disperazione terribilmente muta. A intervalli, dopo un silenzio penoso, tentava le parole: rassegnazione, coraggio [...]
[...] ... Ma Lydia lo interrompeva con un gesto; ?nalmente, quasi rispondendo a tutto ciò che egli non aveva potuto dire, mormorò piano, interrompendosi [...]
[...] sovente per respirare: — Vede il vantaggio di coloro che sono abituati a soffrire?... io non posso, non posso! E il vantaggio di quelli che credono [...]
[...] incominciano... Parve a lui un rimprovero l'amarezza di quella frase? O vide in essa la condanna di quello scetticismo che atterra, e non riedi?ca? Egli [...]
[...] . Calni stava per uscire. Lydia lo richiamò, gli pose le mani sulle spalle e, così, a un palmo dal suo viso, gli disse, tenendogli gli occhi negli [...]
[...] sollevò un lembo della coperta, mostrando a Calmi una chiazza di sangue al posto del cuore e, sul tavolino, il piccolo revolver, che sembrava [...]
[...] pensano l'aria ed il sole a provvedere cibo per tutti, ove, come disse il Byron, «i campi d'oro perenne, solcati soltanto dai raggi del sole [...]
[...] , la passione politica assorbì le anime e le menti più elette: creare una patria, cacciare lo straniero. E riescì loro fatto, a cagione dell'indole [...]
[...] stava peggio!» Ma questa più che cristiana pazienza non può durare a lungo. Le idee del diritto dei cittadini s'infiltrano nelle moltitudini a poco a [...]
[...] piccoli. Ma difficilmente avverrà una battaglia per le scale; perchè tutto è già tacitamente combinato e convenuto a priori. Qui, invece, appena si [...]
[...] , opprimevano questo popolo, fu nella campagna del 1867, quando fermandoci fra Monte Rotondo e Roma per piantare un'ambulanza, ci trovammo a [...]
[...] contorni), a bere acqua cattiva ed in certe stagioni putrida. Eppure, come disse nel 1872 l'onorevole Bertani esponendo la necessità di un'inchiesta [...]
[...] agraria, questa gente sta bene in confronto dei 13,000 individui ricoverati nelle grotte dell'Agro Romano. A rinforzare le impressioni del 1867 [...]
[...] tutti insieme, che morire a uno a uno di fame, di stenti, o di tifo». Eppure a vedere gli uomini lavorare e faticare, ed arrischiare perfino la [...]
[...] propria vita per trarre a salvamento la roba dei padroni, era cosa da destar meraviglia. Ed il contadino lombardo sa il suo conto meglio del [...]
[...] possibile rotta, disse: «Peggio per loro, questa volta; sono di loro le viti e le raccolte; le braccia rimangono a noi.» Un po' più di questa logica ed i [...]
[...] ricchi proprietarii ed affittuarii lombardi, veneti e mantovani, sarebbero costretti a migliorare per interesse, se non per giustizia, lo stato dei [...]
[...] isoletta – Sottomarina – che ho visitata, ove gli uomini fumano, mangiano, bevono, dormono e vestono panni, e le donne, oltre a tutte le faccende di casa [...]
[...] , accusa al partito, di cui lo scrittore fu uno dei più incliti membri. Andai a Napoli, e per mezzo di lettere del Ministero dell'Interno alle [...]
[...] trovai a Napoli moltissimi individui che, nel solo riconoscermi infermiera del Sessanta, mi prodigarono lumi e aiuto. E le mie lettere private [...]
[...] meglio tenermi imparziale ho voluto vedere ogni cosa da me stessa prima di leggere i molti e bei libri scritti intorno a Napoli da patriotti e uomini [...]
[...] di aver visto troppo poco, e la paura mi assalse che, se cominciassi a scrivere anche quel poco, mi si risponderebbe: medico, cura te stesso [...]
[...] Lettere Meridionali. Nessuna notizia può essermi più grata di questa. Solo vedendo e discutendo, si può sperare di giungere una volta a qualche [...]
[...] risultato. Ho ragione di credere che altri ancora s'apparecchiano a fare simili escursioni. Lo stato vero delle cose sarà noto fra poco a tutti, e non [...]
[...] Lettere Meridionali, andò a visitare i tugurii, dove si trova la popolazione più povera di Londra. Io sono da molti anni lontana dall'Inghilterra, e [...]
[...] quindi vorrei sapere da Lei se ha trovato a Londra miserie simili o peggiori di quelle vedute a Napoli. – »Perchè io possa convenientemente [...]
[...] . Si disse che non conoscevo la grande miseria di Londra, peggiore assai di quella di Napoli, ec., ec. Io che a Londra ero stato, e negli ultimi anni [...]
[...] 9 avevo molte e molte volte riveduto Napoli, presi nonostante nota di tutte le critiche, per potere a tempo opportuno, con nuovi fatti, tornare [...]
[...] sull' argomento. Forse questo tempo verrà. Per ora mi limito solo a rispondere alla sua domanda; ma non posso resistere al bisogno di raccontare una [...]
[...] le Lettere Meridionali, dovetti tornare a Napoli. Mi recai a visitare i fondaci, e nel primo giorno ne vidi tre a Porto. Andavo con due amici, i [...]
[...] scala si sale a diversi terrazzini o balconi, che girano intorno alle quattro mura, e dànno adito a molte camere, che sono per lo più senza finestre [...]
[...] . Altre donne erano intorno a guardarla, e più di tutto deploravano che fosse stato necessario tagliarle i bellissimi capelli! Se avesse visto [...]
[...] , – fecero sì che andai via per quel giorno a cercar l'aria libera. »Ma io non debbo continuare questo racconto, tanto più che Ella deve aver visto cose [...]
[...] peggiori; se, come sento dalla sua lettera, è andata per tutto. »Rispondo dunque alla sua domanda. Due mesi dopo la mia visita a Napoli, cioè nello [...]
[...] scorso ottobre, andai a Londra. Mi presentai con una lettera ad uno dei capi della Polizia, e fu fissato che il giorno dopo alle 7 pomeridiane [...]
[...] le abitazioni della gente più misera e disgraziata. – 10 »Fare qui, in una lettera, la descrizione di tutto ciò che vidi a Londra nel mese di [...]
[...] orribile, erano i lodging houses di Londra, dove andavano e vanno a dormire con pochi pennies i più miseri, che non hanno tetto. Questi lodging [...]
[...] houses, una volta abbandonati a se stessi, furono a poco a poco sottoposti a tante e così rigorose formalità, che, quantunque mantenuti da privati a loro [...]
[...] paragone alcuno, peggio di quelli di Londra. Che se a Londra qualche volta si muore di fame ed a Napoli no, oltre che questi casi non sono sì [...]
[...] frequenti come si pretende, ciò dipende dal clima peggiore, non dalla maggiore miseria. Se a Napoli ci fosse il clima di Londra, un numero assai grande [...]
[...] vuol ricevere. – A Napoli quando entrai nei fondaci, trovai insieme colla miseria un avvilimento, un abbattimento straordinario. Si entrava con [...]
[...] un'aria di comando, quasi minaccioso, e si era obbediti. Qui, con questa gente, non si può fare a meno di usare questi modi, mi dicevano sempre. »I miei [...]
[...] , che ella ha sempre militato sotto la bandiera di un partito politico che non è il mio; allora io non risponderci nulla a chi mostrasse d'ignorare [...]
[...] individui ordinati in società e dal Governo che coll'istituzione del sistema del governo locale arroga a sè il diritto di provvedere all'igiene [...]
[...] , all'istruzione e alle necessità della vita per tutti i suoi sudditi, non sono rimasti infruttiferi; e d'altra parte m'incoraggiò a narrare ciò che vidi [...]
[...] assoluto di quella di Napoli, e che, giunta a quel grado, il peso di un sol grano di sabbia di più significhi la morte. Accettai dunque l'offerta del [...]
[...] signora Scwhabe aveva messo a mia disposizione un appartamento nell'ex-Collegio medico, ove essa ha stabilito lo stupendo Giardino d'Infanzia, di [...]
[...] . Il lettore si ricorderà che l'autore descrive queste grotte, ove vivevano o morivano venti o trenta famiglie, e da dove la Scwhabe ha sottratto a [...]
[...] dalle maestre di quella scuola descrivere, quali testimoni oculari, lo stato in cui esse furono trasportate a quell'ospitale asilo (trasportate [...]
[...] a spese del Municipio in più salubre quartiere. Difatti, giunti alle falde del Monte d'Echia, abbiamo trovate per la più parte queste grotte [...]
[...] a cagione dell'aria e della luce abbondanti. Ma penetrandovi e spartendo questa lunga grotta in trenta quartieri, appena può idearsi la [...]
[...] , lavorando ciascheduno 18 ore al giorno, pervengono a torcere 50 matasse di spago per guadagnare 15 grani; dai quali deducendone sette di spesa [...]
[...] fanciulli affamati girano lunghe ore il perno fissato nell'asse della ruota. Però, uscita una volta dalle orribili caverne e fermatami a parlare colle [...]
[...] spagare, non potetti a meno di rallegrarmi dell'aria purissima e della stupenda vista del mare e della città stesa sulle sue sponde e dell'ampio [...]
[...] ricchissima milady Inglese aveva provveduto a molte e che alle altre aveva pensato il Municipio. «Siamo noi le infelici, – soggiunsero, – qui rimaste; e [...]
[...] Monte Calvario!» «E pare a voi, – proruppe un vecchio, con la fisonomia beffarda, ma non cattiva, – che siano andati a stare in Paradiso quegli altri [...]
[...] nuova strada detta Corso Vittorio Emanuele. Ivi le case fabbricate sono belle, e anche le camere a pianterreno abitabili. Ma rientrando nel vecchio [...]
[...] centrale si diramano a destra altri scalini, ed io seguivo sempre la guida. Scesi o piuttosto scivolai. Egli fermandosi ad una apertura fece «Ecco [...]
[...] soffitto a vôlta grondava umidità. Ivi contai quindici esseri fra donne e bimbi che chiacchieravano intorno ad un mucchio di paglia, ove giaceva col tifo [...]
[...] allora, il quale rispose che un Napoletano con tanti titoli aveva 13 il diritto di conservarsi sporco a suo piacimento. Il vice-sindaco rappresentava [...]
[...] al sindaco che la sua autorità sarebbe compromessa, e che non oserebbe forzare gli altri a fare ciò che costui rifiutava. Il sindaco volle [...]
[...] principiava a vedere di fuori, anche dentro le abitazioni. Io credo che una qualunque Commissione sanitaria ordinerebbe la distruzione di moltissimi dei [...]
[...] , una media di sette stanze per piano, e la media di abitanti di varie famiglie era di otto. La pigione mensuale di ogni stanza variava da otto a [...]
[...] , a cotal punto che lo credetti un nido di formiche. Ma – erano ben altri insetti! – come mi capacitò la mia cameriera, con infinita nausea, al mio [...]
[...] ammalata. Io soffriva a vederle, e a non poter nulla per esse. In tanta miseria parmi crudeltà fare distinzioni fra i miseri. In un'altra stanza c'era [...]
[...] gradino della scala che lo condurrà per facile salita a Sant'Efremo, ove avrà lavoro provveduto e pagato, ed ove con la sua industria si ciberà di [...]
[...] qualche madre napolitana conducesse le sue figlie, non a Porto, sarebbe forse troppo pretendere, ma al Vico Nuovo a San Biagio, numero 4, Sezione [...]
[...] basso sotterraneo, al quale si scende per cinque scalini, è difeso da un'enorme porta a grandi catenacci; non vi ha altra apertura, nè io capisco come [...]
[...] battista, anabattista o metodista, avrebbe avvertito le signore della rispettiva congregazione, affinchè provvedessero. Ma io in tutti i giri che feci a [...]
[...] Napoli, non trovai mai nè prete nè frate in questi tugurii: al contrario li vidi a centinaia alla festa di Portici, alle corse di cavalli fuori di [...]
[...] faccia, al numero 4, o ad altro dei vicini, che molto hanno a cuore cotesti derelitti. Volendo poi esplorare il quartiere di Pendino in lungo ed in [...]
[...] largo, ricorra al delegato di Pubblica Sicurezza del quartiere, uomo intelligentissimo e di buon cuore, e si faccia dare a guida una guardia [...]
[...] San Lorenzo nel 1866 e ci dica i progressi compiuti in questa Sezione. Le ore proprie di passare, in rivista la popolazione dei bassi, che somma a [...]
[...] caminetto per cucinare, 15 nè cesso nè altro, sicchè tutte le funzioni della vita si esercitano in istrada. Uomini e donne, presso a poco in istato [...]
[...] di natura; nessun pensa a lavarsi, ma le donne s'ingegnano di pettinarsi scambievolmente e di estirpare almeno porzione della famiglia che abita [...]
[...] nelle loro teste, e mentre la pettinatrice sta in piedi e la pettinata seduta in terra, questa si occupa a sbucciare piselli e fagiuoli per il vicino [...]
[...] mercato, e credo che colui, il quale ha assistito a questa operazione, preferisca di sbucciare da sè i proprii legumi. La pigione di tutti questi [...]
[...] , s'inganna a partito. Deve invece girare di notte, vedere le così dette locande, da grana due a grana sei per letto. Nel libro intitolato: Notizie e [...]
[...] . Parlando della Sezione di Porto egli scrive: «In queste locande spesso un solo letto si affitta, a parte, a due e tre individui, e nello stesso [...]
[...] media letti cinque e mezzo per camera: ora io, visitando le locande di quella Sezione, vidi sette, otto, fino a nove letti nell'istessa stanza. In un [...]
[...] costrette a dormire in questi luridi alloggiamenti, vi si riducono perchè senza letti proprii e senza danaro da pagare una pigione mensuale anticipata [...]
[...] . A udire i locandieri, gli uomini stanno da una parte, le donne da un'altra, ma ciò non è vero, come tante volte ha verificato la Polizia [...]
[...] un'altra locanda mi s'è indicato il ricovero prediletto dei fanciulli da sette a dodici anni, orfani, o abbandonati dalle loro famiglie, che non [...]
[...] di vigilanza. E chi non sa, o sa poco, del vizio o del delitto, impara dai più grandi. Quando eglino non riescono a guadagnarsi il grano per pagare [...]
[...] , sotto i portoni aperti o nel portico vicino alla chiesa di Monserrato. CAPITOLO TERZO. La prostituzione. Giunti a questo capitolo, è facile che [...]
[...] molti, e se son donne moltissime, chiudano il libro, dicendo che certi argomenti non devonsi trattare pubblicamente. Ma a male pubblico, pubblico [...]
[...] rimedio; nè rimedio può applicarsi a questa tremenda piaga sociale, se le donne stesse, che sono in gran parte causa della piaga, non portano allo [...]
[...] , che per combinazioni favorevoli si sottrassero a cotanta ignominia, non alzano la voce, protestando contro tale soperchieria dell'uomo, e non [...]
[...] , le quali sono additate e accettate come modelli di moralità e di purità, per venire in soccorso delle cadute? La loro condotta somiglia a quella del [...]
[...] la prima volta, se non per amore, o a cagione della suprema miseria e della fame. Prendete il mesto registro di qualunque Ufficio di Sanità e vi [...]
[...] riputazione di libertini non basta per escluderli dalle loro sale. Se poi a tale riputazione aggiugnesi la nobiltà del casato, lo splendore del grado e la [...]
[...] sana ed innocente creatura, promettendo agl'infami genitori una somma sufficiente per ingannare altr'uomo o per indurlo a tòrsela in isposa ad ogni [...]
[...] Inghilterra non si restringono a una semplice agitazione contro le leggi; ma in molte città si stabiliscono Comitati di salvamento (Rescue [...]
[...] senza speranze di riabilitazione, vengono volontarie ai membri del Comitato per aiuto e protezione. A Devonport, ove, il sîgnor Marshall e sua moglie [...]
[...] vittime presentaronsi ad esso, varianti in età da' tredici a' quarantasei anni. Leggendo il giornale tenuto da coteste persone, c'è da piangere su [...]
[...] . E. P., risoluta di tòrsi la vita a diciott'anni, piuttosto che farsi prostituta. E. N., di sedici anni, orfana, sulla strada per quattro notti [...]
[...] , senza cibo per ventiquattro ore. E. A. B., di tredici anni, venne dalla provincia a Londra con altre due compagne. Elleno vendettero i loro abiti [...]
[...] dalla tenera età della A. B., la condussero all'asilo. E. C., di diciotto anni, orfana, perseguitata dalla Polizia speciale, si presentò all'asilo [...]
[...] con queste parole: «Non ho tetto, non ho cibo, non vorrei gettarmi al male, salvatemi.» A. A. M., figlia d'un avvocato, orfana, morente di fame [...]
[...] schierai sotto la bandiera dei primi: indottavi da considerazioni a priori, confermate da fatti che mi accadde di vedere. Il right honorable James [...]
[...] al vizioso si rieccita la tentazione e si moltiplica il numero dei viziosi. Ma se avessi mai titubato su questa materia, prima della mia visita a [...]
[...] gli iniziali addetti, a visitare il Sifilicomio e le case delle tre categorie, in cui sono relegate queste infelici. Or la penosa investigazione da [...]
[...] questa desolante materia di verificare uno stato di cose derivato dall'impero della legge, eseguita a puntino; e dall'altra parte, lo spettacolo non [...]
[...] meno ributtante delle città marittime d'Inghilterra, posteriormente alla legge sulla prostituzione. A Napoli vi ha la prostituzione legale, che [...]
[...] frutta larga somma al Governo; e finchè governava il Ministero ultimo, non un soldo distraevasi per rendere abitabile un solo asilo a favore di quelle [...]
[...] seguito una severa inchiesta. Quando, per esempio, una di loro esprimeva il desiderio di voler ritirarsi o tornare a' suoi parenti o ridursi in [...]
[...] lo stesso speculum serve per sani e per infetti? Passando al Sifilicomio, nulla c'è a dire intorno alla cura, alla mondizia, alla disciplina; le [...]
[...] costo di più d'un milione all'anno, si fondarono i Sifilicomii. Vuolsi con essi impedire il contagio: se non che i figli nati di donne, mandato a [...]
[...] . Ella vòltasi con fiero piglio: «Io che altro posso fare? Non son costretta a prendere il libretto nell'istante, in cui mi licenziate? Non debbo [...]
[...] quel luogo. Non dimostrava quattordici anni. La fermai e le parlai. Mi disse che cominciò a undici anni ad esercitare il mestiere, ch'era malata, e [...]
[...] veniva di propria volontà ad esservi curata, non avendo ancora l'età che autorizza la Polizia a spingervela. Io le domandai se fosse orfana, e [...]
[...] a quel commercio, che procura loro cibo e comparativo agio. Fino a sedici anni la Polizia non può intromettersi, non può registrare una ragazza [...]
[...] ; sicchè elleno vivono a casa o nelle strade, d'onde le sfrenate oscenità che ad ogni passo s'incontrano. Nè solamente queste fanno spettacolo [...]
[...] . L'Ispettore più d'una volta si dolse con certi giovani, richiamando la loro attenzione sulle malattie fisiche, a cui essi espongonsi. Costoro risposero [...]
[...] innalzavano voti a San Gennaro per ottenere certi favori, cioè la guarigione di una malattia o certi guadagni, per isposare una trovatella o una [...]
[...] pessima influenza sulle povere. Alludo a povere, operaie oneste, e non lazzarone, le quali guadagnano a stento la vita, lavorando quanto le [...]
[...] visitano fino in casa. E con esse i nostri mariti sciupano la nostra sostanza, ed esse ce ne alienano i cuori. Dobbiamo provvedere noi e sopperire a ogni [...]
[...] micidiale alle nostre figliole. E le padrone di quelle case adoperano ogni arte per indurle a imitarne l'esempio.» Che rispondere a tali lamenti? Come [...]
[...] categoria, a cui lo Stato deve pensare e provvedere, senza che una legge particolare la contempli. CAPITOLO QUARTO. Condizione speciale di Napoli [...]
[...] componevansi di lazzaroni. Il solo Garibaldi riuscì a produrre una momentanea fusione, ma anch'egli fu avvertito che, se non assistesse al miracolo [...]
[...] classi mi si rendeva sensibile ogni di più, nel continuare le mie ricerche nel sottosuolo. E domandando spiegazioni a due intelligentissime persone [...]
[...] equivoci, richiedono poco studio, poca intelligenza, poca attività, se non della gola per urlare lungo le strade, – a guisa di fedecommesso [...]
[...] fabbricanti di pipe debbono dare pipe compìte quattro per un soldo; i facchini che sbarcano il carbone guadagnano da settanta a settantacinque [...]
[...] resto della convivenza cittadina, e le costringe a menar vita e dà loro costume e abitudini e gusto a parte. La prostituzione nelle infime classi è [...]
[...] . – Per verità alcuni lazzaroni vivono nei quartieri alti, specialmente a Montecavallo e San Giuseppe, e diversi mercanti galantuomini tengono [...]
[...] Materazzari; e molti poveri dei galantuomini, a causa delle pigioni e con immensa ripugnanza, abitano anche le strade più brutte dei quartieri bassi, ma [...]
[...] Municipii non pensarono, o ci pensarono poco, a migliorare la condizione dei poveri in genere; e il poco operato si ristrinse a favore dei poveri o [...]
[...] degli operai della classe dei galantuomini, che somiglia a tutti gli altri operai d'Italia. E codesti operai guadagnano discretamente, vivono [...]
[...] signora Ravaschieri ebbero buon esito, credo, a Montecavallo e a Chiaia, quartieri nobili non però al Pendino e alla Vicaria, perchè nella scelta [...]
[...] dei cibi non si tenne conto del gusto della bassa gente. Tutto dunque rimane a fare, nè si tornerà, speriamo, all'eterna disputa, se si debba [...]
[...] evitare convulsioni morali paragonabili a quelle del Vesuvio. «Che volete, – domanda il Villari, – che faccia dell'alfabeto colui, a cui manca l'aria [...]
[...] . »E se un giorno vi riuscisse d'insegnare a leggere ed a scrivere a quelle moltitudini, lasciandole nella condizione in cui si trovano, voi [...]
[...] darsi la mano per rinvenire la risposta fruttuosa. E in quanto a Napoli, il primo passo è di trovare il modo di fare scomparire il fenomeno delle due [...]
[...] profonda impressione la seguente statistica. Esistono in tutta la Penisola 20,123 di queste istituzioni. Il patrimonio di tutte insieme somma a [...]
[...] lire 1,190,932,603, e la rendita complessiva a lire 84,585,240. Il dottor Pietro Castiglioni, l'autore di quel capitolo, dimostrando l'origine e [...]
[...] l'importanza della statistica, così a suon di trombetta, loda la legge del 1862 promulgata dal Parlamento dell'Italia unita. Una legislazione nuova [...]
[...] subentrò d'un tratto, nelle diverse regioni italiane, a un sistema di tutela governativa, che vincolava le locali Amministrazioni, e qualche volta [...]
[...] reggimento sia affidato a persone ecclesiastiche sì regolari come secolari, obbligando queste a tenere l'amministrazione distinta, separati i redditi e il [...]
[...] fondazione di amministrazioni, meramente private, a favore di una o più famiglie determinate e specificatamente indicate dal fondatore; perocchè le [...]
[...] amministrazione statutaria o regolamentare, vi provvede col Decreto reale, udito il voto della Deputazione provinciale. E quando venisse a mancar [...]
[...] della sua esistenza indipendenti le une dalle altre, – continueranno a dedurre conseguenze politiche da fatti transitorii, senza tener nota della [...]
[...] lungo tempo a contemplare il continuo e lento sviluppo, attraverso al quale cause remote producono tardi risultati. »È difficile di apprezzare al [...]
[...] conducono alle conseguenti. Giudicando del bene e del male politico, il legislatore volgare pensa presso a poco come la madre intorno al figlio perverso [...]
[...] magistrati su questi turbatori della pace pubblica, ed essi obbligarono servi, lavoranti e mendicanti a star fermi nelle loro località rispettive, e [...]
[...] non valevano a reprimerla, gli stessi provvedimenti, riconfermati con certe modificazioni, obbligarono gli abitanti di ogni parrocchia a [...]
[...] assumerebbero tali proporzioni da incoraggiarlo e premiarlo. Nè legislatori nè altri prevedevano che la tassa per i poveri accresciuta a 175 milioni [...]
[...] – che egli crede non giustificata, quando anche fosse provveduto che la malattia ne viene diminuita, a causa dei mali morali che si legalizzano e [...]
[...] immaginava che le così dette Case di lavoro diverrebbero case d'ozio, luoghi ove le coppie maritate si divertono a sfogare le loro affinità elettive.3 [...]
[...] aiutare gli oziosi indegni a moltiplicarsi, a spese degli onesti e laboriosi, sono i risultati dei provvedimenti presi secoli fa per mitigare certi mali [...]
[...] con altre serie, le quali contribuirono a produrre quelle conseguenze, che si vogliono attribuire a una sola e data causa. Ma vi ha certe [...]
[...] esempio, il capitolo delle Opere pie, e troviamo che nei cinque compartimenti riuniti delle Provincie napoletane gli abitanti sommavano a 6,787,289 [...]
[...] , deve in verità bastare a soccorrere gl'infermi e gl'inabili al lavoro, e ad allevare, educare, istruire le nuove generazioni a guadagnarsi la vita e [...]
[...] a conservarla sana e robusta, in modo che nella giovinezza e nella virilità si possa mettere da parte quanto basta per sostenere con decoro la [...]
[...] giorno, dovendo essi la sera rientrare nelle rispettive famiglie; per curare donne inferme a cagione di mali acuti; per educare fanciulle di natali [...]
[...] accogliere, educare ed istruire sino a 25 anni fanciulle e giovinette oneste e povere dell'età dai sette ai 15 anni, e avviarlo ad un'arte o mestiere [...]
[...] gratuitamente i poveri della città di Napoli, ovvero che in essa si trovino, affetti da malattie acute e, permettendolo i mezzi, per dar ricetto anche a [...]
[...] col testamento, dando quello che non poterono portar seco nella tomba, ai poveri e infelici. Senza qui sofisticare intorno a ogni dono o lascito [...]
[...] patrimonio in Napoli, del come e a chi si distribuisce questa ricchezza, è veridica, benchè incompiuta. Veridica, perchè ogni fatto è stato riscontrato [...]
[...] patirono la più lieve smentita, nè tampoco soggiacquero a un solo contrasto. È incompiuta, perchè delle 333 istituzioni ho potuto visitarne pochissime; ma [...]
[...] suoi pregi e dei suoi difetti, come istituzione di beneficenza. Carlo III l'ha fondato col proponimento di riparare a «quei disordini che [...]
[...] fatica, ad essere soccorsi; ma nota che la maggior parte dei mendici, 27 vagabondi e robusti si determina a professare la mendicità per menare [...]
[...] vino ogni giorno, e con carne due volte la settimana. La rendita di allora sommava a lire 1,062,139. C'erano poi scuola di leggere e scrivere [...]
[...] , e dei caratteri a stampa, ove più di cento individui lavoravano. Una fabbrica di spilli con cento operai, che fabbricavano per dodicimila lire di [...]
[...] scuole a poco a poco vengono sopprimendosi. Poveri. Spesa. 1862............4,518 994,927 1870............3,024 1,452,407 1871 [...]
[...] annessi il 28 aprile 1876 ascendono a 2545. Di questi ne sono mantenuti a carico delle Provincie, dei congiunti, o di pubbliche Autorità, o del [...]
[...] nove persone, cioè 107 grammi ciascuna; nella domenica a desinare si dànno 121 grammi di maccheroni e 74 grammi di semola la sera, con una porzione [...]
[...] insufficiente, diviso in tre parti: la mattina 1/3 con sola acqua; a mezzogiorno 1/3 con sola minestra, e la sera colla semola o una meschina porzione di [...]
[...] buona qualità il trattamento dei Sordo-muti. In quanto alla mondizia lo Stabilimento lascia molto a desiderare; i dormitorii, segnatamente dei [...]
[...] . I letti quasi si toccano; le latrine sono schifose, e a pian terreno; e sale tal puzzo da indurre nella supposizione che il sottosuolo sia una [...]
[...] vasta cloaca. Nella mia prima visita allo Stabilimento rimasi attonita nel vedere pochissimi ragazzi, e mi fa detto che nella maggior parte erano a [...]
[...] casa a cagione delle feste di Pasqua. Eppure io sapeva che, eccettuati i posti a pagamento, nessuno non assolutamente miserabile deve essere ammesso [...]
[...] nello Stabilimento. E qui invece più che la metà della famiglia erasene ita a casa propria. Visitai allora le camere delle scuole vuote, e trovai [...]
[...] Sordo-mute eccettuata – incompiutissima, ma i lavori femminili perfezionati. Le camere pulite, la tavola servita, la cucina fatta dalle ragazze a [...]
[...] . C'è la tipografia, ove un direttore ha il quartiere gratuito coll'obbligo d'insegnare a 20 alunni, i quali per otto mesi non ricevono mercede, e [...]
[...] vecchio, al quale bastava l'animo di sottomettersi all'operazione. Nella fabbrica d'istrumenti musicali c'era un bravo vecchio che insegnava a tre [...]
[...] rigorosi, e a uno dei 40 professori in medicina di proibire assolutamente che 150 ragazzi piccini (li abbiamo contati) stieno rinchiusi in una [...]
[...] che un solo maestro insegna a 150 fanciulli, molto dubbio. Finalmente, eccoci nella sala delle belle arti. E qui almeno si può dire che gli allievi [...]
[...] sono bene istruiti, e notabili i progressi tanto nel disegno, quanto nella scultura. Un ragazzo, a cui una vaporiera troncò le due gambe, diventò [...]
[...] classe separata per ogni istrumento. Nondimeno l'istruzione impartita nell'Albergo dei Poveri sottostà a quella delle scuole industriali ed [...]
[...] , deve il saluto al Superiore di qualunque colonna della tabella A, ed al Superiore di qualunque corpo dell'Esercito. Il saluto è dovuto in ogni tempo [...]
[...] saluto dai loro subalterni, sono tenuti a restituirlo. Nei luoghi pubblici e nelle passeggiate, ed in altre simili circostanze di andirivieni, si [...]
[...] saluta una sola volta. Art. 41. – Gl'individui che incontrano il SS. Sacramento mettono il ginocchio a terra e si scoprono il capo. Art. 42. – In [...]
[...] tutte le altre circostanze si saluta colla mano nel modo prescritto dal Regolamento di esercizio. Art. 43. – Gl'individui a capo scoperto salutano [...]
[...] , arrestandosi di fronte a venti passi prima d'incontrarle, finchè siano oltrepassate di altrettanti. I sergenti, caporali ed alunni salutano in [...]
[...] simile modo, a sei passi di distanza, i Ministri di Stato in divisa, le Insegne nazionali, ed il Sopraintendente ed i Governatori. Art. 45. – In ogni [...]
[...] che parla ad un superiore deve stare nella posizione del saluto sino a che il superiore accenni di cessarlo, rimanendo quindi nella posizione di [...]
[...] invitati. Art. 49. – Allorchè gli alunni escono a diporto formati in compagnia, quegli che li comanda darà la voce di attenzione all'approssimarsi di un [...]
[...] prossimità del SS. Sacramento fa scoprire il capo agli alunni, comandando: Ginocchio a terra. E come se questo capitolo non bastasse, è replicato [...]
[...] che può farne nell'avvenire cittadini onesti, atti a guadagnarsi di che vivere. Così non assisteremmo allo sconcio spettacolo degli allievi usciti [...]
[...] non vi odano. Non solamente risposero a tutte le domande della maestra sulla nascita, sui nomi del padre e della madre, sull'età, il numero e il [...]
[...] nome dei sensi a loro mancanti; non solamente ci diedero una lezione compiuta di geografa, l'una correggendo l'altra del più piccolo errore; ma [...]
[...] uguali, se non superiori a quelli delle altre ragazze dell'istessa età. La smania di apprendere, la curiosità di tutto sapere, l'emulazione fra loro [...]
[...] sistema, onde aveva ottenuto così stupendi risultati. Allora mise tutte le ragazze di fronte a sè, e cominciò la ginnastica di lingua, di gola e di [...]
[...] polmoni e di braccia. C'era da rimanere sordo, nè io capisco come quella gracile donnina resista a tale fatica. Le ragazze sono trattate diversamente [...]
[...] uscii occupata da molto pensiero, non potendo capacitarmi di tanta enormità. Domandavo a tutti informazioni, e tutti vagamente mi ripetevano che la [...]
[...] Collegio detto del Stivatore, annesso all'Università, e che questa scuola fu oggetto dell'ammirazione degli stranieri che vennero a visitarla, e [...]
[...] di Napoli, Fascio n. 2310, Scuola dei Sordo-muti, trovansi due grossi volumi contenenti le carte legali ed amministrative riferentisi a detta [...]
[...] a questa istituzione, adattata subito per ricevere in convitto cinquanta Sordo-muti, i quali dovevano avere l'età non minore di anni sette, e non [...]
[...] favella non si può con organi troppo deboli o indurati. Il Cazzolini, direttore, riuscì in modo straordinario a dare la parola ai Sordo-muti, e per [...]
[...] che fosse stata un dono governativo, un atto di carità verso i poveretti, e non si trattasse invece di una dotazione risalente a molti anni addietro [...]
[...] zelo del Mordini sarebbe riuscito a dipanare la matassa. L'Abignente rispose: «Temere che il povero Ministro 34 credesse di esser vivo essendo [...]
[...] morto.» Nè oggi ripeteremmo lo scherzo, se non a cagione della sua verità pel Ministero d'allora e ancora più pel successore. In quella stessa [...]
[...] educare quei disgraziati. I maestri, mandati a Milano per sostenervi la prova degli esami, tornarono con gli attestati più lusinghieri di quell'Istituto [...]
[...] reputato primario in Italia. E pure, per compiacere all'Amministrazione dell'Albergo de' Poveri, vidersi obbligati a domandare la disponibilità [...]
[...] ___________ TOTALE....L. 157,295 E per spiegare questo notevole aumento, leggesi a pagina 183 della Situazione del Tesoro 1871: «Si ritiene [...]
[...] cinque anni accumularonsi presso a poco 90 mila lire nella Cassa forte del Ministero per questi infelici. Speriamo che vi si trovino intatte al pari [...]
[...] Bonghi, il suo Segretario generale Belli si dichiarò incompetente a rispondere e l'onorevole Abignente cortesemente acconsentì a differirle fino alla [...]
[...] Governo riparatore, riparerà anche a questo sconcio. Parmi però che la stampa, quel quarto potere, in Inghilterra così potente da essere più temuto [...]
[...] Sordomuti di tutte le sedici Provincie napolitane. A questo Albergo, che porta sullo scudo la seguente iscrizione: Regium totius regni pauperum [...]
[...] , Santa Maria Maddalena ai Cristallini. Gli ospiti degli Stabilimenti riuniti al giorno 20 aprile 1876 sommavano a 2545 persone, di cui 449 a carico [...]
[...] , che deve dipendere dal Ministro dell'Istruzione Pubblica. Le 80 o 90,000 lire accumulate, anche senza interesse, servirebbero a fornire la scuola [...]
[...] nel 1860, che confesso di avere esitato prima di decidermi a ritornarvi. Esso pareva un pandemonio. C'erano vecchie che sembravano le Streghe di [...]
[...] di 80 e fin di 90 anni, e bimbi neonati, che erano affidati a balie luride e cagionevoli, e femmine di età mezzana; appena riesci fatto di sapere [...]
[...] . Eppure dopo lungo e minuto esame, dopo le cortesi risposte a tutti i quesiti mossi al Direttore, alle Suore, alle ragazze e ad altri inquilini [...]
[...] miracolo a Napoli, l'abbondanza di acqua; chi osserva la pulizia delle balie, la decenza degl'indumenti, il decoroso contegno di questo donne, tutte [...]
[...] alle grandiose sale, ove, floride e vispe, sono raccolte le ragazze intorno al telaio, eseguendo trine che sarebbero premiate a Genova, ricami in oro [...]
[...] , in seta e in cotone insuperabili, o intendendo a tagliare e cucire biancheria di casa, non si può che rimanere ammirati. Le scuole poi sono [...]
[...] modelli per aria, comodità e nettezza. Le cucine e il refettorio destano appetito a chi ha, già mangiato, la qualità del cibo è buona e la quantità non [...]
[...] iscarseggia. In nessuna parte della Casa un cattivo odore! C'imbattemmo in alcune delle antiche Parche e Streghe ridotte a sembianze umane; e, lode [...]
[...] donna che, esausta di forze, malgrado dell'abbondante nutrimento, non può far bastare a tutti ciò che è appena sufficiente per uno! Debbo rammentare [...]
[...] che il Direttore e le Suore mi avvertirono d'un numero stragrande di bambini a cagione delle feste, e mi soggiunsero di dover tenere a mente che [...]
[...] rispondesi che precisamente per questa ragione alle infelici che rimangono, devesi dare una balia a testa. Presto detto, ma non si trovano balie sufficienti [...]
[...] a causa della grande ricerca che ne fanno le signore, nè i fondi dello Stabilimento possono sopperire alla spesa; di più, mi soggiunse la Suora [...]
[...] addetta a queste sale: – Se oggi prendessimo 150 balie, domani un terzo rimarrebbe senza poppanti. – Quanti ne muoiono? – domandai. – Una buona metà [...]
[...] , ma c'era un tempo, in cui ne morivano 80, 85, fino a 90 per cento! – Di fatto, consultato quel libro stupendo intitolato I Brefotrofi e la [...]
[...] può tracciare il minimum ed il maximum al numero più o meno dei bambini allattati nell'interno dello Stabilimento o dati a balia fuori. Il minimum [...]
[...] avvenne nel 1849, quando sopra 2226 ne uscirono a balia 1038 e non ne morirono che 567; mentre il maximum si toccò nel 1811, quando ammessi ne [...]
[...] furono 2424 e ne morirono 2121: più del 95: precisamente quando il sistema dell'allattamento interno diventò la moda o la necessità. E che a questa [...]
[...] dicevole delle balie, spaziose sale, acqua a sufficienza, letti separati per le balie, e caloriferi nell'interno invece di quelle malsane bragiere di [...]
[...] nel 1867 fino al 64. Perchè dunque persistere nel sistema? si domanda: e ci si risponde, come a gran numero di quesiti, in questo modo: Perchè i [...]
[...] fondi dello Stabilimento non bastano ad assicurare a tutti l'allattamento fuori; perchè quando l'Ospizio era in quello stato deplorevole, in cui [...]
[...] capitale, si ridusse quella somma a 20, a 15 e fino a 12,000 lire. E la mortalità cresceva e quasi raddoppiava. Questo fatto che risulta chiaro dai [...]
[...] registri, a onore di chi ha impiantato l'Ufficio e di chi tiene il Segretariato, assottiglia di non poco la soddisfazione che si sente per le riforme [...]
[...] popolo napoletano. Nelle altre città, la Ruota aprivasi solamente la notte per facilitare l'ammissione segreta dei così detti figli del peccato. A [...]
[...] fino a dieci anni furono messe nella Ruota. Insomma si calcolano due terzi degl'inquilini figli legittimi! Messa in disparte la superstizione [...]
[...] , pensando alla miseria che imperversa a Napoli, non mi meraviglio che una madre, la quale non ha nulla da dare alla propria creatura, profitti della [...]
[...] tutte quelle che deponevano nella Ruota i bambini, entravano poi nell'ufficio per farsene staccare la ricevuta. A Napoli inoltre quasi tutti i figli [...]
[...] vicine a sgravarsi, e immediatamente le creature sono denunciate al Comune dalle levatrici o dall'Ufficio stesso: questo in virtù dell'articolo [...]
[...] 373 del Codice Civile, che impone alla levatrice o a chiunque abbia assistito al parto di fare la dichiarazione di nascita. Ora tra il fare tale [...]
[...] l'Ospizio accoglieva 463 bambini, cioè 42 legittimi (ricevuti a pagamento), 17 naturali riconosciuti dalla madre: 366 di genitori ignoti, 36 [...]
[...] restituiti dalle allevatrici, e due richiamati in Ospizio. Di questi 194 furono dati ad allevare gratuitamente: a pagamento 182. Ebbene, fra quelli [...]
[...] oblate, alunne e vecchie mantenute a nulla fare, le alunne giovani, a cui s'insegna il canto e 39 il disegno e alle quali si dànno abiti di [...]
[...] alla balia, e per conseguenza agli altri poppanti, facilmente intende la gravità del fatto che si potrebbe così senza difficoltà evitare. A tutta [...]
[...] bisogna arrendersi alle loro asserzioni disinteressate. Sicchè resta a speculare il modo di risolvere l'arduo problema del come assicurare a tutti i nati [...]
[...] di genitori ignoti il diritto di vivere, uguale a quello di tutti gli altri membri della società. Questo, e questo solo è lo scopo del Brefotrofio [...]
[...] tolti dall'Ospizio, o gratuitamente o dati a paga, non sono maltrattati. Qui fin la superstizione trova un aiuto, e l'idea che sono i «figli della [...]
[...] balie esterne, e per le femmine come per i maschi anche trovare il modo d'indurre la famiglia adottiva a tenere seco sempre le femmine come tiene i [...]
[...] nome, non per ciò questi Istituti devono servire a creare una classe d'oziosi e per conseguenza di viziosi a spese della società. A ciò appunto ha [...]
[...] della sua impotenza a ottenere lo scopo prefissogli. I maschi, che ieri si deponevano nella Ruota e oggi si consegnano all'Ufficio di presentazione [...]
[...] , sono quasi tutti dati fuori a balia, e divenendo poscia utili a questa o alla sua famiglia sono raramente restituiti. Se restituiti, l'Annunziata [...]
[...] caduti in mano di gente cattiva ed inetta trovansi abbandonati a se stessi e divengono vagabondi o perversi. L'Istituto che li ha paternamente [...]
[...] raccolti deve almeno sorvegliarli fino ad una certa età, obbligando la famiglia che li adottò a mandarli a scuola, finchè abbiano percorse le classi [...]
[...] elementari e ad insegnar loro il mestiere del padre di detta famiglia, salvo a profittare del loro lavoro per un dato numero di anni in compenso del [...]
[...] reciproci dei giovanetti e dei loro padri adottivi, quando siavi una legge speciale simile a quella che regola gli apprendisti. E così si creerebbe una [...]
[...] diritti da diventare ingiusta ed assurda. Fino all'altro giorno tutte le femmine messe nella Ruota avevano diritto a vivere mantenute e morire [...]
[...] nell'Ospizio. Quelle date fuori nelle famiglie, gratuitamente allevatevi od a pagamento, poteano essere restituite o tornarvi a propria volontà, per poi [...]
[...] perchè vuole acquistare la dote concessa alle figlie che trovansi nell'intorno dello Stabilimento e non a quelle che si maritano mentre son fuori [...]
[...] doveri di cittadine. E queste oblate vivevano padrone dello Stabilimento, ognuna avea stanza propria e da 50 centesimi a una lira al giorno, mentre le [...]
[...] e insegnano, come abbiamo detto, a lavorare all'ago, a far guanti, ricami, fiori, e oltre alle classi elementari, il canto corale, il disegno di [...]
[...] nel lavoro, quando hanno come rifugio, a cui tornare, la Casa della Madonna col suo lusso e comparativo ozio? O ritornano peggiorate, o aumentano [...]
[...] quella tremenda categoria delle meretrici che esiste dappertutto, e a Napoli sovrabbonda. Sono allevate al lusso e così solamente possono ottenerlo [...]
[...] mettete alla porta. Ora a quell'età la donna nè trova marito agevolmente, nè si adatta a vita nuova. Bisogna dalla nascita della bambina prefìnire il [...]
[...] allevano le bambine a continuare le loro cure fino a che esse divengano donne. Questo ci pare facilissimo nelle Provincie napolitane quanto [...]
[...] di queste per dare a ogni esposto una possibilità di vivere. E che la nutrice si affezioni al poppante è una verità così notoria, che non abbisogna [...]
[...] mantenute nell'Ospizio fino a ventun'anno costano 7350 lire ciascheduna. S'imagini con quanto meno un'onesta contadina o artigiana manterrebbe la sua [...]
[...] . Per certe ragazze, di cui, a cagione di disgrazia o morte della madre adottiva, o di difficoltà di collocamento, la Casa dell'Annunziata deve [...]
[...] genitori conosciuti. E qui ci viene a taglio di ripetere una proposta spesse volte fatta a chi ci dice che non vi sono carriere aperte alle ragazze [...]
[...] balia delle religiose? Perchè non istabilire una Scuola normale a tale uopo? Ospedali, case di ricovero, case di lavoro, case di reclusione [...]
[...] pensare che oggi, con tante donne che non sanno guadagnarsi il pane, a cui l'ozio pesa e il tedio della vita diviene malattia, ogni volta che ci [...]
[...] grande, a procurarsi proselite, a creare nuove generazioni di femmine che mettano il confessore prima del marito, la contemplazione celeste prima dei [...]
[...] mantenute in Napoli da una parte, e dall'altra parte delle ragazze, oggi oneste e atte a divenire capaci infermiere, matrone, sopraintendenti e [...]
[...] intelligenti direttrici da qui a quattro anni. Vedrà che troverà con poche spese il modo di mettere al posto tutte quelle alunne dei numerosi Stabilimenti che [...]
[...] oggi sono imbarazzo e causa di perplessità agli amministratori. E a queste figlie di nessuno, e per le quali la Madonna finora si è mostrata madre [...]
[...] nemmeno continuino a formare una casta a parte, inutile, oziosa, infelice. In quanto alla Casa di Maternità, che il De Crescenzio vorrebbe vedere [...]
[...] una Casa di Maternità per «le sole illegittimamente incinte,» e annetterla a un Brefotrofio che pagherebbe la madre per il latte che dà al proprio [...]
[...] figlio, sarebbe un premio offerto alle fanciulle madri a preferenza che alle madri spose. Temiamo che molti uomini che oggi fanno sacrifizii, che si [...]
[...] figli dalla loro madre – amante e non sposa di lui – a spese dello Stato. Non bisogna mai dimenticare il fatto sopra ricordato, che in Napoli già [...]
[...] tutti i figli naturali vengono esposti: i non esposti stanno come 1 a 100, mentre in Milano come 1 a 40, in Bologna come 1 a 30. – Si vede dunque [...]
[...] pescatori del Tevere, ha contribuito in Napoli a rendere, snaturate le madri. – Ora se tale Istituto premia tali madri, avremo un accrescimento di [...]
[...] , si crede necessaria l'esistenza dei Brefotrofii, questi debbono servire al solo scopo di dare alimento e mezzi di procacciarselo a quei figli, di [...]
[...] altro ordine di idee e in un'altra categoria di fatti. Confondere questi con quelle sarebbe una nuova ingiustizia aggiunta a quella tremenda già [...]
[...] di San Vincenzo Ferreri. Le riflessioni suggeriteci dall'Alunnato dell'Annunziata confermò pienamente la visita fatta a questi due Stabilimenti [...]
[...] , che come il Brefotrofio soggiacquero a quelle riforme che un'intelligente filantropia ha consigliate, guidate e praticate; nè più in là esse [...]
[...] , sana e amena, tanto che ci nasce il desiderio di saperlo dedicato a quei poveri tisici condannati a languire e a spegnersi in quell'orrenda grotta [...]
[...] , in quel luogo di dolore che si chiama l'Ospedale degl'Incurabili. Oggi invece serve di ricovero a oblate, a vecchi, a vecchie, a donzelle e a [...]
[...] «di tutti gli elementi vecchi destinati a perire, e che costituiscono l'anacronismo dell'epoca presente, da quelli giovani e capaci di essere [...]
[...] , e intanto separare le giovani generazioni dal loro deleterio contatto. – Abolì i luridi dormitorii, e costrinse i vecchi, ancor abili al lavoro, a [...]
[...] pulirsi alquanto e tenere nette le stanze, in cui non ci son più di due letti; obbligò ognuno che avea un mestiere di esercitarlo a pro [...]
[...] ospiti. – Nè troviamo a ridire contro quel bizzarro costume delle associazioni funebri. È un gusto come un altro, volersi seguito alla tomba da [...]
[...] vecchi decrepiti pagati un tanto a testa secondo che eglino portano o no la bandiera. Non è più assurdo che il costume inglese di fare seguire il [...]
[...] feretro da uomini vestiti a lutto, con passo lento e fisonomie atteggiate a dolore, benchè questi «desolati pagati» non conoscano nemmeno l'estinto [...]
[...] . Meno assurdo degl'Irlandesi che pagano più chi più urla e piange, e poi finiscono a gozzovigliare e ubbriacarsi in casa del morto. – Per i poveri [...]
[...] a 175,000 lire. – Parmi veramente notevole che con sì poca somma si mantenga una famiglia di 800 persone con decoro e sufficiente nutrimento [...]
[...] , permettendo a ciascheduno di aggiungere qualche cosa alla parca mensa col guadagno del proprio lavoro. Ben inteso, non vi s'incontra un battaglione [...]
[...] l'Oblatismo, mentre l'assistenza dovuta a' vecchi e alle vecchie inferme diventò decorosa, qui come altrove si crea o si alimenta una nuova piaga [...]
[...] coll'Alunnato. Qui si ricevono alunne gratuite e a pagamento le prime, orfane di entrambi i genitori, o di un solo, o di padre inabile al lavoro; e [...]
[...] evvi lezione di canto corale. L'Alunnato di San Gennaro, guardato nell'insieme, non ha difetti come scuola-convitto per ragazze povere fino a 15 o 16 [...]
[...] debba esser limitato a un solo scopo: od ospedale per i poveri infermi, o casa di ricovero per i poveri vecchi inabili al lavoro, compresevi le [...]
[...] dell'Oblatismo non solo, ma per quello dei resultati, a cui conduce il sistema di tenere in ozio le donne, dette alunne, dopo una certa età. A tal [...]
[...] che ricevevano dal luogo, lucravano sul lavoro delle fanciulle obbligate di cucire guanti dalla mattina alla sera, ed a cui nemmeno si permetteva di [...]
[...] frequentare le due classi elementari aperte nel 1862. Il Commissario cominciò a separare le fanciulle dalle vecchie, ad aprire scuole di lettere [...]
[...] , che contrariamente al consiglio del Commissario regio, si decise che le alunne escano dal Collegio a 21 anno al più tardi. – Visto che ogni allieva [...]
[...] potrebbe trasformarsi in eccellente convitto per le fanciulle abbandonate fino a 16 anni; sempre però riducendo il numero a quelle, alle quali non [...]
[...] invece di spegnersi. Nel 1865 le oblate erano 1446, e all'ultimo censimento sommavano a 1688. – Meno male se rinchiuse in una diecina di ritiri: invece [...]
[...] , a dieci, a dodici, a venti, a cento, elleno occuparono i migliori luoghi di Napoli. Rimasi attonita udendo dall'egregio Delegato, addetto [...]
[...] riammetterle nel suo seno, le provveda almeno di mezzi per procacciarsi onestamente la vita, senza l'obbligo di farsi oblate, o sottoporsi a stenti e [...]
[...] disagi, che fan troppo distacco dalla vita fin allora menata. Guardai il libro delle Opere pie della Provincia, e ne trovai undici destinate a questo [...]
[...] . Domandai della Direttrice. Una rispose: «Malata;» un'altra: «Andata a spasso;» una terza: «Col confessore.» – Si può vedere lo Stabilimento [...]
[...] , ove c'intrattenne a discorrere di antichità e di storia, e malgrado della nostra impazienza ci disse che era affatto senza importanza il visitare lo [...]
[...] cortile, con queste parole: «Ecco, ora avete visto!» «No, – dicemmo, – vogliamo vedere le inquiline.» Batti, ribatti, chiamò un'oblata, a cui diè [...]
[...] cose che ne derivano, scappammo a tempo per non isvenire. Discesi, ritrovammo il prete, che presiedeva alla tavola coperta di rame. «Avete visto [...]
[...] Orsola Benincasa, con 100,000 lire, per 30 oblate, 7 educande e 6 converse; Rosario a Portamedina, con 28,000 lire, per una famiglia di 23 persone, di [...]
[...] , bassezza d'animo. «Venite d'ora innanzi a domandarmi la polenta. La guadagnerete, se vi piace, e sappiate che sotto nessun altro patto ne avrete [...]
[...] . Davanti alla terra, al cielo e a Dio creatore, io dichiaro che è uno scandalo di vedere tale vita mantenuta in voi col sudore e col sangue dei [...]
[...] cambiare gli uomini, senza cambiare il sistema dalla base alla cima, tornerà cosa vana. Non mi propongo di parlare a lungo dell'Ospedale [...]
[...] difficilmente in Europa oggidì esiste un luogo così infelice e disadatto ad alleviare le sofferenze e a curar le malattie dell'umanità, quanto il [...]
[...] vestibolo: «Lasciate ogni speranza, o voi che entrate.» Eppure nel libro: Le Istituzioni Pie, lavoro statistico pubblicato a spese del Consiglio [...]
[...] provinciale, si legge: «Venuto il Pio Luogo a celebrità di beneficenza, divenne tosto la riunione dei primi luminari delle scienze medico-chirurgiche [...]
[...] disgraziati, che si ripromisero un onesto guadagno come appaltatori della biancheria, e vi diranno che lenzuola e camicie scomparvero a centinaia alla volta [...]
[...] aveva interesse a fare scomparire il pietoso, aveva messo la nuova pasta ad ammuffire in cantina. La razza degl'infermieri negli Ospedali è in genere [...]
[...] fu possibile far assistere i feriti dai proprii camerati. Per quanto fossero lauti gli ordini alimentarii dei medici, per quanto questi ubbiditi a [...]
[...] pennello, venuto il momento del rancio, il cibo era scarso e cattivo. Un giorno il Garibaldi, durante una sua visita, prometteva a tutti che [...]
[...] di pollo. Scesi in cucina, e conobbi che i polli erano in numero bastevole alla richiesta; ma a pranzo non un sol petto di pollo figurò tra le [...]
[...] dirò altrove, parmi l'unica applicabile a tutte le Opere pie. Per fermo, di tutti gl'Istituti di beneficenza, quelli dedicati agli ammalati poveri [...]
[...] , che concede assistenza medica a quanti non possono procurarsela per sè; ma a che servono i devoti servizii dei medici? E devoti lo sono per la maggior [...]
[...] . Ma a che serve, ripetiamo, tutta la loro abnegazione e devozione, quando gl'infermi non hanno letti, nei quali ricoverarsi, nè biancheria, nè [...]
[...] , di cui 11 per bambini, e in un anno ha ricevuto in essi 38,382 persone, e dato soccorso medico a 830 persone; inoltre 43 farmacie, ove si [...]
[...] dispensano medicine gratuite, ed il costo è presso a poco di un milione di sterline, e questo senza includervi un gran numero d'istituti privati, per aiutare [...]
[...] delle Opere pie nella città ascende a 7 milioni e 154,859 lire, di cui 717,942 lire spendonsi in culto. Nei 68 Comuni della Provincia otto soli [...]
[...] pagati per i prestiti bastavano appena a coprire le spese del servizio; Perugia fu la prima; Orvieto, Viterbo, Savona, Bologna presto seguirono [...]
[...] un capitale di 30,000,000, somma uguale a quella posseduta dai 300 Monti della sola Londra. Ma nessun Istituto di beneficenza è più deteriorato dallo [...]
[...] proprietarii del di più ottenuto dalla vendita forzata; che ogni specie di abuso fu commesso, e che ora non si permette a un sensale come quelli di [...]
[...] . Difficilmente, portati a una bottega, avrebbero essi ottenuto tal somma. Il sistema che obbliga lo stimatore ad essere responsabile per le somme [...]
[...] date su certi oggetti, fa sì che non troppo ragguardevoli siano le somme prestate, ciò che stimola il proprietario a ritirare l'oggetto, per non [...]
[...] , non ha altro da impegnare, e gli tocca intanto dormire in terra.» La stessa osservazione si applica a' così detti metalli rozzi, che sono, per la più [...]
[...] esercitano anche le feste: a Natale e a Pasqua, per lo meno, il povero vuol mangiar bene, e benchè sia facile, per chi si siede regolarmente due [...]
[...] volte al dì a lauta mensa, di criticarlo, sembrami cosa assai naturale. La media del danaro prestato su questi utensili è di 13 mila lire al mese per [...]
[...] volte, e fu obbligata a rimetterli, e ogni volta le toccò di 51 pagare l'uno per cento di nuovo, sicchè ammesso che la pentola o il paiuolo siano [...]
[...] di Napoli, da cui tutti dipendono, ascendono a più di 20 milioni, tra cui le sole pannine figurano per quasi due milioni. La nuova regola poi che [...]
[...] dopo un certo tempo bisogna spegnare per rimpegnare, riesce ad una forzata vendita per moltissimi. A Roma bisogna farlo ogni anno, a Napoli ogni 10 [...]
[...] Monti per soccorsi a domicilio, e per scarceramento di debitori, ec. ec.? Primo Monte per suffragi a defunti, non che per doti a donzelle povere e [...]
[...] soccorsi a mendici. Secondo Monte per suffragi a defunti, per doti a donzelle povere, soccorsi a poveri ed all'Ospizio di collocamento. Monte di [...]
[...] dotazioni a povere civili donzelle e ceti determinati. Primo Monte per dotazioni a povere fanciulle del popolo. Secondo Monte per doti a povere e per [...]
[...] prestiti senza pegno alle infime classi del popolo, Monte per culto. Monte speciale per doti a povere donzelle e per scuola popolare. Ormai il [...]
[...] carceramento dei debitori accade di rado a cagione dell'obbligo dei creditori di mantenerli in prigione. In quanto al Monte per suffragi ai defunti, la [...]
[...] cosa in sè è un vero anacronismo; a questo speciale Monte poi, con 122 mila lire annue di rendita, si permette ancora la questua. Quello del [...]
[...] Purgatorio ad Arco per rendersi più plausibile fa mostra di dar dote ai poveri e soccorsi ai mendici; di dote a donzelle povere si dànno 1400 lire, di [...]
[...] ; anche a questa si permette la questua. La rendita inscritta depurata da ricchezza mobile somma a lire 131 mila, di cui 35 vanno per ispese di [...]
[...] culto, escluse le Messe. L'Istituto dà 34 mila lire per elemosina; si parla di patrimonii per preti e cappellanìe; ma come, a chi, o con che diritto [...]
[...] , s'ignora. Le doti a donzelle si dànno a capriccio qui come altrove. Mi narrò un Professore napoletano, ora residente a Firenze, che nella famiglia [...]
[...] a messe mattutine, a ufficii vespertini, Marta e Maria novelle. A Maria, il Monte detto di Beneficenza dava un sussidio mensuale, a Marta tutto [...]
[...] diretti, sarebbero provvidenziali, ma in quelli esistenti va via il 60 per cento in amministrazione. In quanto a mantenere un Monte speciale per [...]
[...] nuovi mali, e servono ad accrescere la miseria. Nè ci vengano a parlare del rispetto dovuto alla volontà dei testatori. Lord Bacone definisce questi [...]
[...] . Portate davanti a questa pietra di paragone, tutte le Fondazioni dette di Carità, ond'è coperta l'Inghilterra, sono viziose in teoria e in pratica.» 52 [...]
[...] Lord Brougham dice, «che a nessuno deve esser permesso di far legati che possano danneggiare la società.» Egli concederebbe la massima autorità [...]
[...] alle Corti giudiziarie per sentenziare su tutti i legati di beneficenza. A me pare che accettando come principio che tutti i legati di beneficenza [...]
[...] testatori, senza prender nota dell'oggetto speciale, a cui tali intenzioni caritatevoli furon dirette. È stato detto e ridetto che Corpi morali non [...]
[...] speranze. Questa spaventosa apparizione della miseria popolare, che mai non si dilegua di mezzo agli uomini, sembra posarsi davanti a lui pure: essa [...]
[...] lo guida a raffrontare il passato al presente; lo invita a dipingere con incantevole sorriso la semplicità degli antichi costumi, lo infiamma d'ira [...]
[...] generosa contro l'avidità dei contemporanei; ed anche in mezzo a tenebre che potranno esser diradate soltanto da tardi studii e da lontane [...]
[...] guadagni. In questa grande emancipazione ch'egli vede compiersi sotto a' suoi sguardi e che, colla divinazione dell'ingegno, presente più gagliarda [...]
[...] danaro. Dante si arresta egli pure davanti a questa colpa del suo secolo; ed accettando, come tutti i suoi contemporanei, la preponderanza della [...]
[...] persona che ha mezzi di assicurarsi della verità, mi fa a questo paragrafo le seguenti osservazioni: «Quando ella parla del Monte di pietà, assicura [...]
[...] ha tempo da perdere in aspettare il comodo del lento ed affaccendato impiegato, è sempre costretto moralmente a ricorrere ai sensali. E tanta è [...]
[...] questa difficoltà d'impegnare al Monte, che a Napoli brulica un lombricaio d'impegnatori clandestini non autorizzati dalla Questura, oltre gli [...]
[...] autorizzati che prestano a pegno coll'interesse di un soldo per lira alla settimana, e stipulano un mondo di negozii. Ed io ci ho conosciuto (ora è morto [...]
[...] inaugurato un sistema uniforme per principio e adattato ai bisogni delle singole e diverse provincie.» E ce lo dicono a ciò deliberato e vogliamo [...]
[...] prestar fede al fausto detto. Ma le stesse cose ci vennero udite durante sedici anni. E intanto stampiamo due articoli trovati a caso: quello del Pungolo [...]
[...] nelle seguenti parole: Taluni tra i più zelanti collettori di elemosine che già appartennero ad una pia Associazione detta di Santa Maria a Sicula, poi [...]
[...] si mantenne modesta ed oscura fino a che le vicende della peste nell'anno 1657 non fecero accreditare tale istituzione, essendosi in quel tempo [...]
[...] facilità con cui si largheggiava nel profondere denari, fino a sconfinare dal bilancio positivo fra le entrate e le spese, e far sorgere necessità [...]
[...] trovato nella Segreteria un personale abusivo sì per numero di persone che per misura di stipendii; e conchiuse dichiarando che, a rialzare la [...]
[...] amministratori; sorveglianza derisoria; destinazione di una parte dei redditi a fini contrarii al bene pubblico, o in aperta opposizione colle necessità e [...]
[...] delle secolari usurpazioni ecclesiastiche, Opere Pie. «Si vogliono fatti? Eccoli: scegliamo a caso, nelle Statistiche pubblicate dal Ministero [...]
[...] , di archivii; 4429 mancavano perfino di qualsiasi inventario! – È il disordine eretto a sistema. «Nella capitale del Regno, sotto gli occhi del [...]
[...] onorevoli avvocati A. S. De Kiriati, E. Salvagnini. Essi espongono sagaci considerazioni, e suggeriscono riforme utili. «Ma si tratta di ben altro. «È [...]
[...] necessario anzitutto penetrare a fondo in questa «selva selvaggia e aspra, e forte,» che è il patrimonio delle Istituzioni di beneficenza: di [...]
[...] una larga e vigorosa indagine, che penetri in tutti i meati di questa immensa ricchezza, che ora è un arcano sospetto. «A dir breve, è necessario [...]
[...] inquietanti. La teoria del laisser faire, laisser passer non va spinta fino alla tacita complicità dello Stato col disordine mantenuto a sistema. Da [...]
[...] Torino a Palermo l'Opera Pia oggi è essenzialmente in urto colla società, in urto coll'interesse generale, in urto persino col nostro diritto pubblico [...]
[...] edificio; le abili obbligate a guadagnarsi la vita, le altre mantenute con lo stretto necessario. Vorremmo fatto oggi l'inventario di Napoli sull'igiene [...]
[...] risposte categoriche a domande intorno alle locande, alle manifatture, alle arti insalubri, ai depositi di ossa, al baccalà, alle immondizie, alle [...]
[...] . Però le fogne che ora si aprono a mare, non hanno il necessario declivio, e così le materie escrementizie rimangono sotto la strada e le abitazioni di [...]
[...] ripulendo la città nelle mura esterne, ma a sanificare le abitazioni non si è mai pensato.... Se intanto si volesse fare un paragone tra Napoli [...]
[...] capriccio degli architetti e degl'imprenditori.... Lo spazzamento lascia molto a desiderare. Certa cosa è che molte delle nefandezze da me notate [...]
[...] quale, a chi osservava che deve fare male alle anguille l'essere spellate vive: «Ci sono abituate,» – rispondeva. Nel capitolo sulle epidemie ed [...]
[...] passate Amministrazioni, del dottor Luigi Romanelli, è libro importante: «E noi fermandoci a preferenza su queste ultime parole che rivelano una verità [...]
[...] che a comporre una buona legislazione sanitaria in armonia con tutto l'organismo civile delle odierne Società richiedesi il concorso intelligente [...]
[...] suo gran pregio deve ravvisarsi in ciò: che ogni Opera Pia è stata dall'Autore visitata, onde il libro in certo modo compie quello compilato a spese [...]
[...] delle ragioni e dei criterii che lo condussero a questo o a quell'altro proponimento; sicchè il lettore, quand'anche non s'accordi colle sue [...]
[...] Calabresi e gli Abruzzesi, di cui egli parlava, nell'atto di lavorare quell'infelice e malsana terra. A questo libro andrebbe bene aggiunto il capitolo [...]
[...] Amministrazione al Consiglio Generale per l'esercizio 1874. 60 1868 Idem Stamperia del Fibreno, Pignatelli a San Giovanni Maggiore Discorso di [...]
[...] tornata del 15 marzo 1868, e pubblicato a spese d'un contribuente [...]
[...] . 1873 Idem Vitale, Strada Pisanelli a Regina Coeli, 23. Relazione del direttore Pietro Rossi sulle [...]
[...] il pauperismo delle generazioni future, a causa della confusione della istruzione elementare al tempo delle mie visite. I miei quesiti erano [...]
[...] il passo. L'ignoranza genera e alimenta la miseria. Non si può dunque parlare dei mezzi di redimere il povero, senza accennare a quell'uno [...]
[...] questione dell'insegnamento professionale d'arti e mestieri, aggiungendo che, se egli riuscirà a risolvere una parte sola del problema [...]
[...] società non esita a dar loro, una volta che hanno commesso contravvenzione alle sue leggi; e qui, pregando il lettore di studiare l'ultimo Rapporto del [...]
[...] lire al mese, un altro, mandato al Goliath, perchè troppo turbolento, per essere domato nelle scuole di terraferma, ora si distingue a bordo del [...]
[...] brulicano a migliaia per le strade, che domandai a parecchie persone se esisteva una legge locale; la quale permettesse ai maestri ed alle maestre di [...]
[...] che altrove; ma a Milano ed anche a Roma dobbiamo riconoscere i grandi sforzi fatti per togliere i bambini indigenti al vizio e all'ignoranza. E [...]
[...] con mano munificente i volontarii e specialmente i feriti, ed ora all'Italia libera dedica la vita e le sostanze a migliorare la condizione sociale [...]
[...] dimostrare l'opposizione accanita diretta e indiretta che i Clericali oppongono a qualunque tentativo di migliorare la sorte del popolo, e come gli [...]
[...] potente aiuto, e so da buona fonte che il presente Ministro d'Istruzione Pubblica adoprerà ogni potestà sua per dare a quella scuola parte dei [...]
[...] , ove nessuno può penetrare, essa apresi a tutti. Vi è allo stesso tempo convitto e scuola diurna. Un'Amministratrice dirige con molta intelligenza [...]
[...] , sua moglie tedesca educata nell'Istituto fröbelliano di Germania ed altre due maestre, torinese e lombarda, educate pur esse in Germania. A questa [...]
[...] a questa specialità, possono essere istruite e far pratica di sistema fröbelliano o nel convitto o frequentando la scuola Schwabe dalla mattina [...]
[...] chi paga poco e chi paga di più, ma vi ha parità di trattamento, e se non guardate le scarpe, non distinguereste il figlio del deputato A, del [...]
[...] giungere a tale risultato, quanta abnegazione, quanta devozione e quanta insistenza! Le porte delle scuole apronsi alle otto, le maestre sono già al posto [...]
[...] , e ad uno ad uno i bambini si sottopongono a ispezione. Se sporchi, lavati e rasi; poi tutti vestiti col grembiale netto, nè la Direttrice permette [...]
[...] le maestre patentate dànno istruzione fino alla quarta classe elementare. In una classe le ragazze grandi apprendono a cucire a mano ed a macchina [...]
[...] , e soprattutto a rammendare; e quindi si fa e si rassetta tutta la biancheria dello Stabilimento. I piccini e le piccine spartonsi in varie classi [...]
[...] , e avendo per iscopo di avviare i bambini a formarsi e produrre da sè, la ginnastica occupa il maggior tempo. Gli esercizii fisici alternàtivi [...]
[...] poi la gradita ora del pranzo, e tutti i bambini del Giardino raccolti in una sala da ciò mangiano una buona minestra. Curioso a dirsi! la gran [...]
[...] molte di costoro ivi raccolte abusivamente, le quali ad ogni modo potrebbersi alloggiare altrove, lasciando a quelle ragazze, che secondo me lavorano [...]
[...] Pietro Rossi sulle Scuole normali di Napoli, leggonsi le seguenti osservazioni degne di meditazione, perchè appropriabili a quasi tutte le ragazze [...]
[...] grandi educatorii detti di San Marcellino e dei Miracoli, ed alcuni privati Istituti. Per le fanciulle appartenenti a famiglie di scarsa fortuna vi [...]
[...] sono molte Pie Case o Conservatorii, come si chiamano. In quelle Case di educazione vi s'insegnavano molte fra le discipline che a bennate giovani [...]
[...] proprii doveri ed aiuto ad adempirli. In molte famiglie poi a qualche monaca di casa era commessa la cura d'insegnare: la quale, oltrechè ignorante [...]
[...] dicevano, massime contrarie alla dottrina cattolica. A tutto questo deve aggiungersi la triste condizione della scuola per il luogo angusto e tanto [...]
[...] persone, senza che potesse osservarsi la vigilanza necessaria per una Scuola femminile. Ora la Scuola normale, a cui annettesi una Scuola [...]
[...] elementare per il tirocinio, è frequentatissima. Ho assistito a tutta una lezione, e le composizioni erano eccellenti. Le istitutrici e le amministratrici [...]
[...] goffe acconciature, quanto danaro quegli abiti, mettendoli a riscontro col miserabile salario che riceveranno come maestre, sarebbe molto utile che [...]
[...] quelle buone istitutrici cercassero di far seguire il proprio esempio. Le lezioni, a cui assistetti date da un prete, che conobbi all'asilo, erano [...]
[...] più di 300 maestre, e l'istituto continua a vigilare la loro carriera. Molte insegnano nelle Scuole comunali di Napoli, altre nei Comuni della [...]
[...] Provincia, altre nei reali Educatorii, negli Asili d'Infanzia e negli Istituti privati. Altre sono andate a Salerno, ad Avellino, a Bari, a Lecce, a [...]
[...] . Quando queste povere fanciulle, con infiniti sacrificii dei genitori e gran fatica propria, si presentano a chi di ragione per avere un posto come [...]
[...] maestre, così profonda radice ha preso la camorra, che in moltissimi casi esse debbono pagare, e largamente, sul loro salario la mancia a chi le [...]
[...] nomina; e ciò quando non sono obbligate a pagare col più prezioso tesoro della donna. Nè ciò asserisco con leggerezza. Queste ragazze, temendo [...]
[...] ulteriori vendette, vi pregano di non denunciare i loro nomi. Ma ci sono persone pronte a garantire i fatti. E per onor del vero devesi dire che nè questi [...]
[...] dei tentativi fatti per aiutare i poveri di Napoli senza parlare di quell'opera veramente pia ed efficace, iniziata e condotta da Leopoldo Rodinò a [...]
[...] magistrati devono punire i malvagi, i pubblici Ospizii ricoverare coloro che vi hanno diritto, l'Opera per la mendicità provvedere a' casi speciali: visto [...]
[...] Deposito dei mendicanti, affinchè questi, appena raccolti dalle strade, avessero vitto ed alloggio per tre giorni, quanti bastassero a liberarli dalla [...]
[...] rimasero in gran parte delusi. La Questura arrestava gli accattoni. I non Napoletani erano mandati nelle loro Provincie a spese dell'Opera, o scortati [...]
[...] Poveri e l'Ospedale degli Incurabili li accettavano il meno possibile; restò a carico del Rodinò e de' suoi amici gran parte dei raccolti, e queglino [...]
[...] Salsa, fondarono un Convitto e una Scuola per le fanciulle cieche, mendicanti, od appartenenti a famiglie di mendicanti. 67 A loro toccò di [...]
[...] provvedere per infermi cronici incurabili, non accettati a Santa Maria del Popolo, per inetti al lavoro non Napoletani che non possono rimandarsi nelle [...]
[...] d'ignota provenienza che servono di speculazione a uomini apparentemente ciechi o storpi, e finalmente per famiglie intere, alle quali o per [...]
[...] mantenuto a spese dell'Opera. Per duemila si provvide lavoro sufficiente alla sussistenza, seimila si spedirono nelle loro Provincie, più di 10 mila si [...]
[...] denunciarono al Potere giudiziario. Sua mercè si chiusero le botteghe, ove davansi a prezzo i fanciulli sani per 5 soldi al giorno, per 10 gli storpi [...]
[...] crescevano i bisogni e scemavano le entrate. Interrogai molte persone intorno a quest'Opera. Tutte mi assicurarono che essa fu condotta con intelligenza [...]
[...] , con abnegazione, con zelo veramente filantropico; che a nessun falso sentimentalismo, a nessuna raccomandazione di potenti, a nessuna influenza [...]
[...] privata riescì fatto di ottenere, a favore dei rei o di oziosi, aiuto, e di farlo mancare ai veri miserabili. Il bilancio è veramente lodevole [...]
[...] .............................................................» 5,800 Per soccorsi a domicilio e provvedimenti temporanei........................» 8,800 All'Ospizio dei vecchi [...]
[...] patria, o che si scoprissero i genitori, o che l'Ospedale o l'Albergo si decidesse a dare un posto. Poi provvedere a quelli, di cui la Questura non [...]
[...] voleva occuparsi, e talvolta a famiglie intere di padre condotto in carcere. Con tutto ciò i capi dell'Opera non domandarono che 12 mila lire di [...]
[...] istituto, che forse a quest'ora avrebbe annientato del tutto lo 68 sconcio dell'accattonaggio. Fatto sta che alla fine del 1868 l'Opera per la [...]
[...] nel gran convento dei Domenicani in San Domenico Maggiore. Lì, proprio lì, proprio vicino a tanti luoghi di progresso, di civiltà e di dottrina [...]
[...] del tutto e render necessario il ricominciamento ab ovo? Non m'intertenni alquanto a lungo di un istituto morto per mero debito di giustizia verso [...]
[...] l'operoso iniziatore a me personalmente ignoto, ma perchè riconosco nella sua compagine il germe del futuro ordinamento del pauperismo in Napoli, di [...]
[...] carceri, le visite lunghe e particolareggiate a queste carceri mi han fatto quasi meravigliare che il numero de' rei non fosse ancor più grande; tale è [...]
[...] dolore inflitto, di efficacia sicura nella loro corruttela, colpendo gl'innocenti con un senso di disperazione, provocando il colpevole a delitti [...]
[...] società ha il diritto di proteggersi, non di vendicarsi, che lo scopo della punizione del reo deve ristringersi a protestare energicamente contro il [...]
[...] male e prevenire il crimine, a dissuadere coll'esempio la consumazione di altri delitti. Al principio di questo secolo, una donna quacchera contribuì [...]
[...] potentemente a migliorare la condizione dei carcerati. Elisabetta Fry nel 1813 scosse l'Inghilterra da capo a fondo col narrare le condizioni [...]
[...] natura umana a procedere per azione e per reazione. La filantropia degenerava in sentimentalismo, ed i sentimentali ragionavano così: «La colpa [...]
[...] dell'individuo è il risultato della colpa della società, della disuguaglianza, dell'ingordigia dei capitalisti, delle guerre fatte a pro di un potente [...]
[...] , dell'ignoranza inculcata dai preti e permessa dallo Stato. Dunque si compensi il delinquente per il male che la società l'ha condotto a fare.» Ed [...]
[...] ecco subito Prigioni-modello, i migliori uomini per mente e per cuore scelti a dirigerle, lavoro leggiero e piacevole provveduto e compensato [...]
[...] gareggiavano coi loro sistemi. Sembrava che l'unico problema del secolo fosse quello di raddolcire le pene di chi aveva infrante le leggi. Primo a [...]
[...] poi sempre più rare le condanne di galera a vita, o se avvengano, le pene sono commutate. L'idea di vendetta, l'idea unica che in altri tempi [...]
[...] orrore, cosicchè ritornato alla società, 70 o per vera penitenza, o per paura delle conseguenze del male, egli non abbia a ricommetterlo. Ma per [...]
[...] questo scopo sia ottenuto quanto le statistiche dei recidivi. A noi non pare che in Italia generalmente, e in Napoli specialmente, questo scopo [...]
[...] sia ottenuto. Esistevano nelle Carceri giudiziarie di Napoli alla fine del 1875, 1417 maschi e 159 femmine. Nel Napoletano, tutto compreso, presso a [...]
[...] Progressisti se ne impensierirono, e avvennero molti traslocamenti di alti funzionarii. Le guardie di Pubblica Sicurezza soggiacquero a rigori eccessivi [...]
[...] , fino a vedersi vietata l'uscita dalla loro sezione non accompagnati, nelle poche ore di libertà. Si sono quindi proibiti rigorosamente il volpino [...]
[...] .» L'Autorità avvedendosi che i mariuoli alzavano la testa, ne mandò molti a domicilio coatto, ciò che il Napoletano teme più di qualunque altra punizione, ma [...]
[...] sempre a mantenere corrispondenza di fuori; spesso se la famiglia di un arrestato paga bene la Polizia, questa disdice il già detto, e confessa di [...]
[...] separare specialmente i camorristi, egli non può riuscire anche per la natura dei locali a separare gl'innocenti dai colpevoli. Lavoro [...]
[...] non farsi luogo a procedere, dopo il lungo tempo di ozio e di convivenza con malvagi ritornano alla società col senso dell'ingiustizia sofferta [...]
[...] ozio forzato e alla fastidiosa disciplina. Il presente Comandante ha proprio trasformato l'Isola: a forza di farvi lavorare i galeotti ci sono strade [...]
[...] facilitare quell'allevamento, ora che i Napoletani cominciano a gustarne la carne nutritiva e saporita, si potrebbe accrescere di molto l'introito dello [...]
[...] banco di rigore, il puntale, cioè un aggravamento di catene, la cella isolata. Le ricompense in uso nei Bagni: il passaggio di classe, la nomina a [...]
[...] tutto; e nessun condannato a cella di rigore con pane, acqua e ferri; un solo a cella e vitto legale da uno a sei mesi. Il lavoro di questi galeotti [...]
[...] Bagni, come a Genova, ad Alghero, a Brindisi, a Cagliari, a Procida, a Civitavecchia, ec., i galeotti lavorano molto per conto del Municipio e dei [...]
[...] privati, a Nisida ciò è impossibile, e le principali difficoltà per le Direzioni si compendiano nella impossibilità di trovar lavoro sufficiente. Ed è [...]
[...] feriscono il personale di custodia a cagione del vitto e del trasporto in altri Stabilimenti, a Nisida si additano tre sole categorie di reclami: 89 [...]
[...] ; mentre lasciava commettere impunemente ogni sorta di abusi dagli Agenti delle tasse sui 72 poveri, impotenti a pagarle; e mentre più di un [...]
[...] galere obbligandone gli ospiti a menare un sol anno di vita del povero, ancora intemerato, o, come direbbe il Carlyle, un anno di vita di coloro [...]
[...] mercede disponibile; e con questi due decimi egli può comperarsi un sopravitto di sua elezione a prezzi combinati fra l'Impresa e la Direzione, le cui [...]
[...] ° ammonizione; 2° isolamento in cella di rigore con pane ordinario e con una minestra sola, da uno a tre giorni; 3° isolamento a pane ed acqua; 4 [...]
[...] ° isolamento in cella da uno a sei mesi, però con vitto legale. E notisi, che anche le celle di punizione sono fornite di un letto da campo. Bisogna [...]
[...] tenere a mente, che le più gravi punizioni non le può infiggere il Direttore da se solo, ma ci vuole una sentenza del Consiglio di disciplina, composto [...]
[...] del Direttore presidente, del Vice-Direttore e di un impiegato. Assistono a questi Consigli il Cappellano, l'Ufficiale sanitario e la Superiora [...]
[...] conferenze scolastiche! Io, già informata delle regole disciplinari delle Case di correzione e di pena, m'immaginava che i detenuti ivi chiamati a sì mite [...]
[...] pena e a sì dolci ricompense avessero commesso «piccole mancanze» o almeno li credeva non macchiati di veri delitti. Fui veramente costernata nel [...]
[...] portava l'impronta dello scellerato. Convinto di stupro sopra una ragazzina di nove anni, che ne morì in conseguenza, fu condannato a soli dieci anni [...]
[...] ammonizioni e delle persuasioni. Egli vanta il proprio delitto e sospira il giorno, in cui potrà tornare a commetterne un altro. Or bene, l'ho trovato in [...]
[...] una cella nitidissima con superba vista di Napoli dalla finestra, con letto comodo, vitto intero! A proposito dell'ineguaglianza delle pene inflitte [...]
[...] insistette. Il figlio in un accesso di sdegno aggredì l'insultatore. Non lo uccise, e fu condannato a dodici anni; e il mostro stupratore a dieci! In [...]
[...] fogli di matricola, spedire il plico al Guardasigilli, a cui spetta di promuovere le sovrane disposizioni. Oltre alle condizioni, che tanto [...]
[...] naturalmente limitano simili proposte a pro dei soli detenuti di esemplare condotta, il Regolamento vuole che il titolo di condanna del candidato alla [...]
[...] . In un anno solo furono concesse a richiesta delle Direzioni: 74 1° Condannati ai Bagni......................161 Agli Stabilimenti penali [...]
[...] questo sistema contribuisca a rinforzare l'autorità della Direzione, ad eccitare i carcerati alla buona condotta, a proteggere la società contro una [...]
[...] contabilità morale. Sicchè nel registro A non si trova punizione, perchè A non ha commesso infrazioni ai Regolamenti disciplinari delle carceri [...]
[...] remissioni, commutazioni, riduzioni di pene. A rimane sfiduciato e scoraggiato: B torna allegramente a riprendere la sua delittuosa carriera [...]
[...] interrotta dal grato soggiorno della carcere! Ha fatto gran senso in Napoli un caso successo a Sant'Eframo in questo anno. Notisi, che dovendo vivere [...]
[...] in mezzo a questi condannati, nessuno dei quali è mai incatenato, e per i quali la camicia di forza riesce un'incognita, è rigorosamente proibito ai [...]
[...] necessità di mestiere, istrumenti taglienti. Or bene, mentre a Sant'Eframo i condannati calzolai stavano pacificamente lavorando, uno di essi si alza e [...]
[...] freddamente ferisce con ripetuti colpi uno dei guardiani, così improvvisamente, che i compagni sono appena arrivati a tempo a strapparglielo dalle mani [...]
[...] 50. Nè è da meravigliarsene. Ci stanno così bene da voler tornarvi e da istigare i compagni di miseria nei fondaci e nei bassi a tentare qualche [...]
[...] mancanza di esse, quanto dell'esecuzione di queste leggi, abbandonate a mani irresponsabili e arbitrarie. I guardiani dei poveri furono eletti dai [...]
[...] raccolte per legge a favore dei poveri amministravano press'a poco come voleva il prete o il più ricco della parrocchia. I più sfacciati e oziosi [...]
[...] lavoro giugneva a tale, che esso sarebbe morto prima di entrarvi. Nondimeno il costo alla Nazione per il mantenimento dei poveri era sì alto [...]
[...] l'individuo ha diritto di essere sostenuto dalla Nazione, cioè la Russia, la Svezia e la Danimarca, e crearono una tassa speciale a beneficio del [...]
[...] soccorsi a ogni persona atta al lavoro, raccogliendo le incapaci nelle Unioni, ove sono rigorosamente registrate. Di più, ai Direttori di quegl'Istituti [...]
[...] e ai pazzi. Il paese fu diviso in 660 distretti con una Commissione in ciascuno, e a ogni membro della Commissione assegnato il proprio distretto [...]
[...] pauperismo. In Austria i Comuni rispondono dei proprii poveri, e ove manca il ricovero speciale, tutti i benestanti devono a turno provvedere tetto e [...]
[...] dell'accentramento, perchè lo Stato riceve e distribuisce tutti i soccorsi. Non c'è tassa dei poveri, lo Stato non guarentisce il mantenimento a chicchessia, ma il [...]
[...] ogni bisognoso, a cui si dava una pensione da 120 a 160 lire all'anno. Per trovare i fondi necessarii a questa assurda istituzione, si [...]
[...] sarebbero bastati a sostentare i così detti poveri. Allora si cercò di ristabilire possibilmente le Opere pie con doni pubblici e privati, e [...]
[...] volontaria, dai Comuni e da una tassa sui biglietti del teatro. In ogni Comune una Commissione gratuita, composta di cinque persone, col Sindaco a [...]
[...] annuale fissa di questi istituti ascende a circa 12,500,000 lire. Le spese interne ed esterne ad un milione; il Municipio di Parigi contribuendo al [...]
[...] distribuiti alle balie in campagna; 9000 apprendisti o famigli presso contadini. Quanto a soccorsi esterni, i 20 distretti municipali hanno ciascuno un [...]
[...] case, fare da infermiere, riconoscere le vaccinazioni, stimolare i bambini a recarsi a scuola. I fatti e dati forniti da esse sono incorporati in un [...]
[...] Suore di carità nutrite, alloggiate e pagate con 500 lire a testa. I Francesi, beninteso, sono innamorati del loro sistema, perchè, secondo loro [...]
[...] , arriva a mitigare qualunque forma di miserie. Il Brefotrofio, l'Orfanotrofio e l'Istituto dei lattanti raccolgono tutti i miserelli; le Scuole di carità [...]
[...] signor L. Hemilton, il console autore del Rapporto sulla Francia, trova il sistema eccellente. Non così sembra a noi. Pensiamo come il signor Harvey che [...]
[...] dice: «L'operazione di questi ufficii è di organizzare un sistema gigantesco di piccole elemosine atte a raffermare il pauperismo, impotenti a [...]
[...] .» Il Belgio ha esagerato i difetti del sistema francese, obbligando ogni Comune a instituire un Ufficio di beneficenza. Sir Henry Baron dice che nel [...]
[...] . Le Leggi europee. – Continuazione. La Relazione del signor Herries erroneamente attribuita nel libro inglese all'ambasciatore Sir A. Paget, e [...]
[...] quella su Venezia di Giovan Battista Ruffini sul pauperismo italiano, sono piuttosto una storia delle Opere pie che una narrazione che ci aiuti a [...]
[...] ne approfittano. Gli amministratori delle Opere pie seguono la dottrina evangelica: «A lui che ha, sarà dato. A lui che non ha, sarà tolto anche [...]
[...] quello che ha.» Le Opere pie dividonsi in ventiquattro categorie, e nel 1861, esclusa la Venezia e Roma, sommavano a 20,123. Il patrimonio [...]
[...] rappresentava la somma di 1,190,932,603 franchi! Di questa ingente somma si spendeva il 14 per cento per culto, stipendii e onorarii pagati a Ministri del [...]
[...] culto, oltre al reddito delle Diocesi, delle Parrocchie, dei Canonicati, dei Conventi, dedicati unicamente a provvedere il pane delle anime del volgo [...]
[...] scortati dai soldati. Ben inteso che tutti pagavano lo scotto ai preti per Messe a suffragio delle anime del Purgatorio. Ci si narra che dopo il 1870 [...]
[...] nous avons changé tout ça. Ma chi vive a Roma sa che la mendicità, lungo il Corso e nelle case, ove persone ben vestite vanno e domandano e trovano [...]
[...] avete ingerenza.» I membri della Commissione hanno innanzi a sè un lavoro difficile in verità; però, volendo semplificare, tutto si riduce alla [...]
[...] semplice regola del tre: se tanti sono i poveri in Italia e tanta la rendita, quanto tocca a ciascheduno? Moltiplicato il secondo e terzo termine [...]
[...] insieme e dividete per il primo. – Ciò fatto, si vedrà se in complesso i fondi delle Opere pie bastino oggi a mantenere chi non ha i mezzi di [...]
[...] abitanti benestanti, di cui ogni anno un dato numero si ritira per essere sostituito da altri. – Questa Commissione o Armenverwaltung sta a capo [...]
[...] annessa, che sono ricercati anzichè schivati. Ogni visitatore prende la sua strada – tutti i bisognosi si dirigono a lui. Se il bisogno è urgente, può [...]
[...] spinto a predicare l'economia, l'industria, ed a cercare lavoro per il petente. Il povero domanda e riceve soccorso; ciò fa sì che questo cesserà [...]
[...] tosto che cessi l'assoluto bisogno: il povero non può dare nulla ad intendere a chi viene a verificare personalmente, e ha mezzi da punirlo. Se [...]
[...] l'aiuto non porgesi in modo da spingere il povero a fare tutto il possibile per non averne più bisogno, diviene un incentivo all'ozio, un premio allo [...]
[...] essere imprigionato per un periodo da sette a trenta giorni: » Chi per ozio o ubbriachezza si è ridotto all'indigenza; » Chi rifiuta lavoro che non [...]
[...] Casa di ricovero per i vecchi e decrepiti senza famiglia in istato di mantenerli; ma l'orgoglio dell'operaio, a cui la mendicità è resa così difficile [...]
[...] , non vi si noverano che 1062 poveri, che costano in complesso 100,000 lire. Quanto è superiore questo sistema a quello del Belgio e della Francia, che [...]
[...] ha per così dire classificato e perpetuato il pauperismo come stato sociale! A Helberfeld la povertà non suona delitto, ma disgrazia; non si [...]
[...] s'abitua a riguardarlo come il medico, a cui tutto deve dire e nulla nascondere, e precisamente perchè l'ingerenza altrui è per se stessa fastidiosa, il [...]
[...] poveri e le Statistiche raccolte è veramente edificante; e quali rivelazioni non ne emersero! A Guilford un mendico riceveva sussidii come pauper [...]
[...] rivoluzione nelle leggi sanitarie inglesi è dovuto per nove decimi al fatto che per un pelo il tifo, preso a cagione di cattiva fognatura, non [...]
[...] potabili, cloache, consumo di fumo da forni e fornaci, fabbriche di alcali, domicilii privati, bagni, forni, lavatoi pubblici, tutto soggiace a questa [...]
[...] rifiuta di prestare aiuto. Citiamo a caso un Regolamento sui lavori di alcali. I proprietarii debbono condensare il 95 per cento del gas. A chi [...]
[...] sanitaria locale, i cui membri possono entrare liberamente a qualunque ora, visitare, criticare, citare quanti disobbediscono ai Regolamenti. I [...]
[...] indicare le riforme, a parer nostro, radicali in questo Compartimento: Riforma prima. – Classificazione dei poveri. Riforma seconda. – Rifiuto di [...]
[...] soccorsi ai poveri a casa propria, toltine casi eccezionali. Riforma terza. – Trattamento e istruzione dei bambini dei poveri. Per capire il [...]
[...] stato di una madre di numerosa famiglia che deve provvedere a differente cibo, vestiario e istruzione per ogni membro. Che cosa succede, quando tutte [...]
[...] economia, che non veggono l'ora di trovare i mezzi di guadagno proprio. Londra, per esempio, ha stabilito la Casa di lavoro a Poplar, per i [...]
[...] lo stesso sistema. Nè si creda ingiusto quest'obbligo ai contribuenti, perchè non bisogna immaginare che con ciò ogni piccolo paese sia chiamato a [...]
[...] seconda riforma sul rifiuto di soccorsi ai poveri a casa propria, fuori dei casi eccezionali, essa ogni giorno matura i suoi frutti benefici, avendo [...]
[...] lo è dalla nuova Legge sull'istruzione pubblica elementare, non può a meno di ridurre il pauperismo delle generazioni future al minimo possibile [...]
[...] dei poveri, alle Istituzioni caritatevoli, o a individui benevoli; cinquemila aiutati con doni o prestiti o mandati agli Ospedali privati, o [...]
[...] presentava all'abitazione del questuante, questi lo respingeva dalla porta, dicendo: «Se veniva a far la spia, egli non avea bisogno della sua [...]
[...] soccorso ai Pompieri. Fu condannato a tre mesi di lavori forzati. Certo Gaultier avea fatto l'impostore per 19 anni e ottenuto molto danaro sotto [...]
[...] donzelle indigenti, si seppe che in tre anni tre sole ragazze erano state alloggiate. E tali casi si ripetono a centinaia. Dopo che i rapporti e i bilanci [...]
[...] d'indurli a contribuire col lavoro volontario o col danaro al più agevole ottenimento degli scopi di carità. Quest'organizzazione presieduta dai primi [...]
[...] governo l'incoraggiare e l'aiutare l'iniziativa privata, dando denaro e casa a quei Comuni, ove si apersero scuole e lasciandone senza quelli, ove [...]
[...] mancò tale iniziativa. 84 Ma gradualmente l'Inghilterra va convincendosi: che l'ignoranza di un solo suo membro torna dannosa a tutta la [...]
[...] , come l'italiano, non può formarsene un concetto. L'anno scorso, mentre a Roma si discuteva se una bella scuola fondata dalla compianta signora Gould [...]
[...] materiali e morali, ottenuti e sperati dalla fondatrice, sorse un settario a domandare: «Che dottrina religiosa s'insegnerà a codesti bambini?» A [...]
[...] cui rispose T. A. Trollope: «Per venticinque anni in Inghilterra si agitò tale questione. E frattanto i figli dei poveri rimasero presso i rigagnoli [...]
[...] delle vie e nell'ignoranza, non avendo nessuno pensato a loro.» In tale risposta l'epitome della situazione. Il Villari, scrivendo nel Sessantasette [...]
[...] cominciamento od alla fine della scuola, e nessun bambino poteva esservi costretto. Si statuì che ogni bambino dovesse essere mandato a scuola, che ciascun [...]
[...] alla scuola scelta dai genitori, sia che essa appartenesse alla Chiesa anglicana, od a qualunque delle varie sètte. Indescrivibile la lotta per le [...]
[...] lotta ricordò, a cagione del fervore suo, l'agitazione avvenuta per il libero commercio. I preti anglicani dissero dal pulpito che, vincendo i [...]
[...] , somministrata dallo Stato per l'istruzione primaria dei bambini. La Commissione scolastica di Manchester dava quasi tutti i 333 sterlini assegnati a [...]
[...] , deve saper suonare l'organo in chiesa, deve condurvi i bimbi e vivere nella casa del prete; altro annunzio dice, che il maestro, oltre a servir da [...]
[...] volontà, viene licenziato e maltrattato. Testè il Vicario di Dudley scrisse in una lettera pubblica, a proposito di un maestro con cui aveva avuto [...]
[...] obbligati a frequentare l'istruzione religiosa, ma il prete ed i suoi servi possono impedire che coloro, i quali non frequentano le dette classi, vengano [...]
[...] , passo passo, fino a che tocchi questa mèta. E dacchè lo Stato ha abbandonato la Chiesa e le Scuole normali, Canon Norris addita (con grande [...]
[...] maestri pervengono a così fatta maturità di pensiero religioso, a spese della geografia, dell'aritmetica e della grammatica. In Lancaster, ove il [...]
[...] o nulla ha fatto per la qualità. A migliorare la qualità bisogna proibire che i maestri impartiscano qualunque istruzione religiosa, o che un [...]
[...] obbligati di nominare Comitati scolastici, che hanno dovere di verificare che tutti i fanciulli vadano a scuola. Questi Comitati possono colla sola [...]
[...] , ottenuto il consenso del Segretario di Stato, e un sussidio in denaro dal Parlamento; e a queste Scuole industriali possono esser mandate bambine [...]
[...] fanciulli di lavorare parte della giornata e andare a scuola l'altra parte. Ma, cominciando dall'anno 1877, nessun fanciullo minore di nove anni [...]
[...] può esser mandato a lavorare; e dopo l'anno 77 nessuno minore di dieci. Durante l'anno 77, ragazzi da 10 a 14 anni possono essere impiegati, se [...]
[...] provvedimento non rimanga lettera morta, come il Comitato d'istruzione locale ha pieni poteri di punire e multare i parenti che non mandano i figli a scuola [...]
[...] eccezioni a favore dei fanciulli dei contadini durante i mesi del raccolto. Anche bambine di otto anni possono lavorare per sei settimane col permesso [...]
[...] autorità sugli ufficiali a tal'uopo delegati. Nei distretti rurali, i Guardiani dei poveri nominano i Comitati locali di educazione e li mettono a parte [...]
[...] scuola pubblica elementare, può esser costretto a frequentare scuole domenicali o chiesa qualunque, o di osservare qualsivoglia rito religioso, o esser [...]
[...] presente alla scuola se si tratta di religione, e nemmeno di provare che riceve istruzione religiosa a casa o altrove. E nelle scuole fondate [...]
[...] facoltà di praticare ispezioni in tutte le scuole e di farne rapporto al Ministero, che provvede immantinente. A prima giunta questa legge pareva un [...]
[...] grande progresso; ma, scrutatala, il guadagnato si residua a poca cosa. Il Clero formerà sempre parte, e gran parte, delle Commissioni, e troverà [...]
[...] e per obbligare gli agiati a pagare per tutti. Così ogni potere sarebbe stato tolto ai Comitati locali di accettare Tizio e di rifiutare sussidio [...]
[...] a Caio. E sopprimendo affatto l'istruzione religiosa nelle Scuole elementari, toglierebbesi il pomo della discordia. Nè ci si favelli [...]
[...] diritto. Ma sembrami aperta violazione della libertà l'obbligare i bambini a inghiottire la pillola religiosa sotto pena di perdere il pane quotidiano [...]
[...] . Mio fratello, a cui scrissi per le ultime notizie intorno all'istruzione elementare in Inghilterra, mi risponde: «Il Governo nulla paga per [...]
[...] l'insegnamento religioso come tale; paga un sussidio di non più di 17 scellini a testa, secondo il progresso degli allievi negli studii secolari. E ciò a [...]
[...] Commissioni locali. » Queste scuole sono oramai stupende e numerosissime a Londra. Possono nelle ore prescritte leggere la Bibbia, non possono insegnare [...]
[...] dottrine speciali, nè obbligare chicchessia a frequentare l'istruzione religiosa. » Birmingham ha respinto totalmente, qualunque insegnamento [...]
[...] nostro turno, e l'istruzione religiosa verrà del tutto esclusa. È il più gran movimento dei nostri tempi. A tutta prima, il popolino non era punto [...]
[...] l'Inghilterra fu divisa in distretti urbani e distretti rurali: c'è una Commissione con dovere e con potere; e le clausole di queste leggi sommano a [...]
[...] 343. I Commissarii o Ispettori hanno il potere di entrare in ogni luogo e a qualunque ora del giorno per esplorare tutti gli Stabilimenti pubblici e [...]
[...] o di buona qualità in un distretto, possono obbligare le Autorità locali a provvederla. Altrettanto dicasi della fognatura e dello scolo [...]
[...] . L'Ispettore deve visitare e approvare ogni locale prima di permetterne l'uso, obbligare il locandiere a registrarlo come tale, e quegli può [...]
[...] coperte e la roba di lana due volte all'anno. I Commissarii locali hanno facoltà di costringere i Comuni a disegnare una mappa degli scoli e [...]
[...] ; di forzare i Comuni a provvedere sufficienti Ospedali, e altresì di provvedere provvisoriamente le medicine per gli ammalati. I mercati, i [...]
[...] macelli, l'amministrazione del gas appartengono alla loro giurisdizione, ed eglino possono autorizzare i Comuni a contrarre prestiti per i lavori [...]
[...] governativi a penetrare nei loro Stabilimenti dal granaio ai sotterranei, a esigere che troppe persone non lavorino nella stessa stanza, che le ruote e [...]
[...] umanitarie sono moleste a questi principi mercanti, come fu odiosa l'abolizione della schiavitù ai tenutari di schiavi. Il grand'uomo di Stato americano [...]
[...] rinvigorisce e rinforza i poteri degli esecutori; nè ci vengano a dire che volendo far bene alle classi povere si riesce a danneggiarle. Quando il Governo [...]
[...] inglese chiude un basso o un sotterraneo, vede e provvede che ci sia una casa a non maggior prezzo, ove il povero inquilino possa ricoverarsi [...]
[...] ; quando costringe il contadino o l'operaio a non approfittare del lavoro del suo piccino, dimostrata l'impossibilità dei parenti di dargli cibo che [...]
[...] . A noi pare inutile che si cerchi di rimediare ai mali esistenti trattandoli empiricamente ad uno ad uno, inutile l'istruzione senza la salute [...]
[...] sudditi, formarsi un concetto complessivo dei provvedimenti necessarii e porvi mano analiticamente. Io opino che facendo l'inventario in Italia a [...]
[...] ; che il ricchissimo sarà costretto a lavorare alquanto, se il povero ha da lavorar meno e goder di più. Ma questo lavoro beneficherà il ricco [...]
[...] pel Brasile più di duemila famiglie. Esse vendono ogni lor masserizia, lasciano ogni persona diletta, vanno via a proprie spese, senza certezza di [...]
[...] lavoro, senza nemmeno la certezza di trovare l'imbarco a Genova! Anzi molte famiglie respinte ritornano. I signori, che non hanno pensato di pagar [...]
[...] loro un equo salario o di metterle almeno a parte dei proprii lauti guadagni applicando il sistema della mezzadria, attenendosi al principio della [...]
[...] protesta dell'uomo, che per secoli ha bagnato il suolo de' suoi sudori a fine di provvedere all'ozio e al lusso altrui; l'ultima protesta di chi [...]
[...] pari, e che a lui restano la terra per seminare e le case per abitare. E l'emigrato o ritornerà, o scriverà in patria, dissuadendo i concittadini dal [...]
[...] seguire il suo esempio, consigliandoli di mettere a profitto la sua triste esperienza. E se ciò accadde? succederà in Italia una rivoluzione tanto [...]
[...] più tremenda, quanto che senza alternativa. 90 Pensi adunque il Governo riparatore a disseppellire quelle montagne di quesiti e risposte fatte [...]
[...] durante l'inchiesta domandata dall'onorevole Bertani nel 72, e a riuscire a qualche pratica conclusione. L'emigrazione bene organizzata come nel [...]
[...] tanta autorità da potere svelare il vero stato del contadino, proponendo rimedii adattati alle regioni. A tal'uopo eglino debbono ascoltare in [...]
[...] , fattami in lettera privata da un ingegnere che per modestia non vuol essere nominato, all'indirizzo di quanti gridano all'esagerazione e a motivi [...]
[...] men che nobili in chi pigliasi l'assunto di lumeggiare il deplorabile stato del povero, ponendolo in antitesi a quello del ricco: «Ho vissuto per [...]
[...] pendenza del canale, che quando l'acqua scarseggia finisca tutta da lui. Con tutto ciò non vuolsi credere, che la povera gente vada a pretendere per [...]
[...] durare ore ed ore a questo supplizio per empire una conca; o tutt'al più avviene che si versi un meno sottile filo d'acqua, quando i servi del [...]
[...] debbono adattarsi a lunghissimi tragitti per trovarne di bevibile. – Avutala, bisogna cucinare qualche cosa; e questo qualche cosa consiste in foglie [...]
[...] indispensabile compagnia del mulo e del maiale. Io non so davvero che cosa stia a fare al mondo certa gente. Forse per patire? o per nutrire chi vive di [...]
[...] stabilita di cereali all'epoca della raccolta; e quando andava a lavorare ad opera era rimunerata con due carlini, che corrisponderebbero a 17 soldi [...]
[...] (senza alcuna somministrazione di cibo). Venne il 1860; il prezzo del denaro decrebbe per equiparare a quello dell'estero; o in altri termini i generi [...]
[...] proprio e contemporaneamente a quello dei contadini. Ma questa non è stata la via seguita, perchè le terre di San Bartolommeo rendono sempre quattro [...]
[...] commiserabile della parola. » Ma tutto questo sarebbe un nonnulla. A San Bartolommeo non ci sono letteralmente strade rotabili, nè mercati di [...]
[...] generi. Quindi il grano non si vende nel luogo, ma a Foggia, e per trasportarvelo ci vogliono robusti e numerosi muli. Pochi proprietarii ne posseggono [...]
[...] quale debba vendere porzione del suo grano, a mettersi alla discrezione dei proprietarii, arbitri del prezzo. » E ciò se l'annata è buona; ma [...]
[...] avara ostentazione. Soleva il Barone del paese nell'inverno, ogni settimana, distribuire due centesimi ad ogni povero che si recasse a questuare alla [...]
[...] , rimangono sempre più soggetti a prendere altre febbri, nonchè agl'ingorghi di milza, e vivono malaticci e deboli. Eppure eglino formano una popolazione di [...]
[...] godette del diritto di jambage, esercitandolo su alcune belle spose di quei villici. A tanto giunge la loro rassegnazione! » Quando leggevo i Misteri [...]
[...] del Popolo di Sue, allorchè l'Autore parla del Medio Evo, mi pareva di stare a San Bartolommeo. Quella pittura non è esagerata, perchè ne vediamo [...]
[...] Comune si unissero a sollevare tutti i poveri oggi esistenti, saremmo daccapo da qui ad un anno, ove detto popolo non pensasse ad ingegnarsi per [...]
[...] parziali e di breve durata, finchè i Pionieri di Rochdale praticarono il principio di cooperazione. Cominciarono con 500 lire, messe insieme a forza di [...]
[...] principio cooperativo è penetrato nelle viscere del mondo operaio. E se i suoi discepoli scansano certi scogli e resistono a certe tentazioni, non [...]
[...] azione. Venti persone mettono insieme una piccola somma. Con essa comprano all'ingrosso le cose di prima necessità. Le vendono tra di loro a chi le [...]
[...] vuol comperare. Ad ogni acquirente con ogni compera si dà un gettone di latta. Non si fa un centesimo di credito a chicchessia; alla fine del [...]
[...] dividere il profitto alla fine del trimestre, con la mira d'indurre molte genti a servirsi da loro, vendono gli oggetti a prezzi minori. Ne [...]
[...] ° Che la Società stessa non può far cattivi affari, perciò col denaro alla mano va al primo mercato, compra i migliori generi e a minor prezzo; 3° Che [...]
[...] botteghe, ove si dà a credito, il bottegaio aggiunge il 20% a questo scopo; e il 20% rappresenta virtualmente una tassa sui buoni pagatori, in [...]
[...] prenda sezione per sezione, e gli dica: «Vedete come A vi fa pagare i maccheroni, e di sì cattiva qualità; come B vende frutta guaste e legumi appassiti [...]
[...] : lavorate un po'più per tre mesi, scegliete quel tale in cui avete fiducia, fatelo cassiere dei piccoli risparmii, poi cominciate a piantar [...]
[...] . I fabbricatori di cornici, per esempio, incominciarono con pochi sterlini; presentemente tale manifattura additasi fra le più fiorenti. A Parigi [...]
[...] dell'anno non ebbero per verità che 450 lire. Ma con questa somma assunsero lavori per loro conto, ed alla fine di otto anni il capitale sommò a lire [...]
[...] , volendo, i ricchi potrebbero assistere i poveri col prestito del primo danaro necessario per la compera del suolo e del materiale. Vicino a Clapham [...]
[...] Junction c'è un pezzo di terra di 40 acri, ove son già costruite 370 case, e ove si ha in animo di costruirne altre 410. A lavoro finito, comparirà una [...]
[...] piccola città di 7000 abitanti. C'è già una gran sala di lettura; ci sono scuole e un bel pezzo di terra riserbato a giardino pubblico. Gli operai [...]
[...] annualmente messo in giro somma a 250 milioni di lire. Non vediamo ragione alcuna, perchè questi mezzi di progresso così efficacemente adoperati in [...]
[...] menti associate rappresentate dallo Stato, dai Comuni e dalla compagine degl'individui, non debbano approdare a buon porto. CAPITOLO SETTIMO. I [...]
[...] , quand'anche ottengano di entrare in queste scuole, sono affamati e quasi tutti malati: e quando nel giorno hanno appreso a leggere e scrivere, tornano al [...]
[...] loro covile, ove, se non sono mandati fuori a rubare la cena, veggono tali cose, odono tali massime, e vivono in mezzo a tali esempi, da disperare [...]
[...] di campanelli apprendono a rubare il fazzoletto, la catena, la borsa, l'orologio. Quando acquistano tanta destrezza da estrarre l'oggetto senza far [...]
[...] Polizia li trova, esercitando il mestiere, li mena alle Carceri giudiziarie, ed è proprio a queste carceri che vorrei si guardasse. Dite dunque che [...]
[...] , a fare degli studii in questi luoghi, ove il reo o supposto reo si ferma a mezza via, fra il reato commesso e la pena che deve espiare. Se la [...]
[...] .» Della popolazione media delle Carceri giudiziarie in Italia, che somma a 43,944, il Napoletano fornisce 17,402! In questa Provincia la proporzione per [...]
[...] 10,000 sulla popolazione libera è di 109; mentre le Romane, che vengono in seconda riga, non giungono che a 88. Non troviamo distinta l'età per le [...]
[...] varie Provincie. Il totale dei maschi al di sotto di 16 anni saliva a 2453, e secondo il Curzio, quelli al di sotto di 21 anno toccano la cifra di [...]
[...] centesimi. A Napoli la Casa di custodia è un vero Reclusorio, e precisamente qui si vede l'indole docile, l'intelligenza svegliata, la volontà di [...]
[...] lavorare del fanciullo napoletano. Io mi meravigliai nel vedere il lavoro fatto da piccoli fabbri-ferrai, e ottonai, e fabbricanti di organi, ed a [...]
[...] due a Napoli, come scuola di mozzi, Training Ships, essi diverrebbero di altrettanta utilità a difesa della patria, quanto il Duilio, corazzata a [...]
[...] del Mare,» e che oggi possa adunque prendere dall'Inghilterra stessa esempio e modello. I fanciulli, quivi educati per mozzi a bordo dei bastimenti [...]
[...] e a 16 anni li pagano come uomini. Uno degl'Ispettori dei Training Ships Chichester e Arethusa, ove erano allevati 400 mozzi, scrive che in un anno [...]
[...] che a Napoli si comincino a raccogliere 400 bambini dai quartieri di Porto, Mercato, Pendino, Montecalvario – dai nove ai sedici anni; che si [...]
[...] si spenda qualche danaro ad adattare i vecchi bastimenti a scuole di mozzi, e poi, quando venga quel giorno, in cui il Ministero metta veramente [...]
[...] , graziosa cittadella lungo l'Adigetto che la divide in due parti, e ove a tutta prima direbbesi l'agiatezza abbastanza diffusa. Difatti, oltre a [...]
[...] botteghe di liquori (detti sampagnin o sgagna). I preti hanno organizzato il Circolo Cattolico, a cui va aggiunto un Sotto-Circolo di artigiani, i [...]
[...] esaurito, eglino e anche altri estranei al Circolo tornano a casa a battere e maltrattare le mogli, esigendo non solamente che esse mantengano loro e i [...]
[...] figli, ma che li provvedano di denaro per giuoco e sampagnino. E le donne, ammaestrate dal prete a dover sottomettersi a tutte le potestà cominciando [...]
[...] supplisca a' suoi bisogni. Da poco tempo in qua si è aperto un Asilo infantile con due maestre, gratuito per i poveri. Chi può, paga due lire al [...]
[...] scoperto per gli esercizii ginnastici. I signori del paese donano vino, paste, riso e fagiuoli, affinchè a mezzogiorno tutti mangino una buona [...]
[...] (varietà della Compagnia di Gesù) di aprire Scuole elementari dette paterne, e costoro sono riusciti a portar via dalle Scuole comunali gran [...]
[...] parte della scolaresca. Però un recente divieto del Ministero obbligolli a chiudere le due classi inferiori, che essi nondimeno riapersero, ma che [...]
[...] ancora più deleteria. Qui i braccianti guadagnano da 60 a 80 cent. al giorno, le donne da 40 a 50 cent. Nei giorni di pioggia, nessun guadagno; nei [...]
[...] , tre feste di seguito. Un uomo che lavora per noi con moglie e tre figli, è venuto di soppiatto a lavorare qualche ora in queste feste e ha ricevuto [...]
[...] consola allo spettacolo della miseria ancor più tragica del prete, che esso prete gli vien tratteggiando con la seguente antitesi: – A vu un bel [...]
[...] sardelon, coto in gradela col so ogio; a mi un caponeto coto ne l'acqua con do grani de sale. – Volli visitare le Opere pie, e per ciò non ebbi [...]
[...] ricovero deriva i proprii fondi da lasciti cittadini, e la rendita somma a 117,383 lire. Ho visitato questa Casa, bella e ariosa. Ivi son raccolti i [...]
[...] vecchi e le vecchie, più o meno inabili al lavoro, e finora bambini e bambine orfani o abbandonati. C'è un Direttore nominato a vita e un [...]
[...] . Non m'assumo di analizzarli tutti. Leggo a caso: Titolo, Spese di campagna: Entrata.........................L. 34 00 Uscita [...]
[...] ..........................» 338 36 Eccone i particolari: TITOLO, Spese di campagna: A Munerato Andrea, per fascine onde costruire [...]
[...] ? Queste ragazze che variano dall'età di cinque a ventidue anni, tutte linfatiche, che vanno alla Messa alla mattina, dicono il Rosario tutto il giorno [...]
[...] , nessuna delle quali ha passato la terza classe, perchè non sono mandate alle Scuole elementari, ove apprenderebbero a stare al mondo trovandosi [...]
[...] al tu per tu con le loro coetanee? O perchè non le fanno lavare, stirare, cucire, apprendere a far le cuoche, affinchè uscendo possano guadagnarsi la [...]
[...] ....................................................................................» 20.60 A suor Alessandrina Martini, per rifusione e spese [...]
[...] ......................................» 7.22 A Munerato Andrea, per rifusione e spese minute.........................................» 23.30 A suor Alessandrina, idem [...]
[...] __________ A riportarsi L.168.37 99 Riporto L. 168.37 [...]
[...] , ma grave, se ragguagliata al costo delle Suore. E anche qui il Direttore è a vita: e tempo fa, durante un'inchiesta, tante e tali rivelazioni [...]
[...] escirono fuori intorno allo sperpero e alla insipiente amministrazione, che un uguale risultamento in azienda privata avrebbe indotto il proprietario a [...]
[...] stimatore, legato da forte cauzione, dà poco e stima poco l'oggetto, perchè, avvenendo che colui che impegna non rinnovi la polizza a tempo, l'oggetto si [...]
[...] avrebbe prestato a questi miseri la sommai necessaria per rifarsi del danno sofferto, qualche persona caritatevole diede una materassa con lenzuolo. Il [...]
[...] eredi possedevano, fu impegnato al Monte. Nessuno le aiutò: queste tre donne debbono vivere sulle proprie braccia, zappando, andando a carriole [...]
[...] andò a rinnovellare la polizza, la vendita era avvenuta. Ora queste donne, che guadagnano in tutte tre lire 1,20 al giorno, quando non è festa e [...]
[...] al loro oggetto. Nè sono questi i soli danni. A Lendinara si prende il 1/2 per cento ad ogni rinnovamento di polizza o di pegno; laonde un povero [...]
[...] costretto ad impegnare e a disimpegnare un istrumento di lavoro o un utensile di cucina mese per mese, finisce per isborsare il 12 per cento. Quando [...]
[...] cenci agglomerati non è nemmeno assicurato contro l'incendio? Assicurato è adunque il capitale dato a mutuo, ma non gli oggetti di pegno. Per il [...]
[...] dell'Adige soprastante a Lendinara, o un'annata di carestia, come risponderanno i Direttori del Monte alla turba accorsa per prestiti? Dovranno pur [...]
[...] ; e che una vera riforma delle Istituzioni pie implica restituzione. A me sembra necessaria una legge che ridia ai poveri tutto 101 il frutto [...]
[...] patrimonio che trovasi entro i limiti di ciascuna Provincia: obbligandole entro un dato tempo e non subito a convertire i beni immobili in rendita [...]
[...] Colonia agraria; costì una Scuola industriale; là un Brefotrofio per raccogliere momentaneamente i neonati e darli a balia fuori (e questo Istituto [...]
[...] allo scopo santo originariamente prefisso a questi ultimi; altrove un Istituto per i ciechi, per i sordo-muti, per i vecchi e vecchie infermi, e via [...]
[...] ; e starà a cuore a tutti che questo denaro non si sprechi dovendovi supplire, se sprecato, con tasse. I conti dapprima sottoposti al Sindaco e alla [...]
[...] come presentemente dal solo Prefetto, il quale raramente legge lo specchio generale, e non mai gli allegati; e di solito firma a occhi chiusi [...]
[...] Stato Maggiore d'Ispettori e di Medici, che a turno e sempre improvvisi visitino tutti questi Istituti e ne riferiscano al capo, il Presidente [...]
[...] rimediarvi con piena potestà e a spese del Comune, cioè dei contribuenti. Così fatto sistema alleggerirebbe la miseria esistente, la quale i [...]
[...] se il patrimonio presente basterebbe a sollievo di tutti i miseri che, per colpa della società, delle guerre e degli sconvolgimenti politici ed [...]
[...] volere, essi sono in mano dei preti, delle Suore e dei loro partigiani. Perchè non s'ha a fondare Scuole normali per istruire le donne italiane così [...]
[...] intelligenti, e pietose, e laboriose, a divenire direttrici e amministratrici? Perchè non una Scuola normale per le infermiere, come ci sono Scuole [...]
[...] , avrebbe una persona che ha cuore e senso d'umanità per tutrice: queste donne penserebbero 102 a migliorare il loro stato, ad addolcire le loro [...]
[...] sofferenze, non a fare proseliti, sudditi di un Principe straniero e nemico della patria italiana in questo mondo, e abitanti di un mondo ignoto [...]
[...] vi si abituarono così da non accorgersene, e soggiungono che le nostre avvertenze sono inopportune e semenza di discordia. A ciò rispondiamo, che [...]
[...] migliore, riduconsi realmente ad un appello a chi sta in alto: al Parlamento per migliorare le leggi oppressive pel povero; al Governo per eseguirle [...]
[...] ; ai possessori del suolo, ai proprietarii delle case, a chi dà lavoro agli operai ed ai contadini. È un appello alla loro umanità, alla loro [...]
[...] giustizia: è anche un avvertimento del pericolo, a cui eglino vanno incontro, non provvedendo tempestivamente. E se riesce fatto di addolcire la spietata [...]
[...] costrinse più d'una generazione a dedicarsi all'emancipazione dell'Italia. E durante quella lotta di tutti gl'Italiani contro il nemico comune, il [...]
[...] esistevano ai suoi tempi. Egli temeva che l'insana ferocia che privò i Comunisti francesi della ragione e del pudore (al punto di spingerli a lacerare [...]
[...] : tutta la forza dell'uomo eminentemente puro e morale per dipingere il male e l'iniquità di quelle dottrine; e, col tatto esercitato dell'uomo uso a [...]
[...] unire con legame di famiglia gl'Italiani di ogni classe e di ogni regione. Lecito a tutti di operare come meglio credono, purchè si operi in armonia [...]
[...] tutti gl'Italiani a rendersi degni dei nuovi destini, affinchè quella divenga fautrice di bene e di progresso nell'umanità. Finchè persevera uno [...]
[...] , l'inginocchiarsi davanti alla sua tomba e non soddisfare ai suoi desiderii, non obbedire a' suoi precetti, non applicare le sue dottrine, sembrami [...]
[...] l'onorevole Ministro a dichiarare se intende che questa interrogazione abbia luogo. COPPINO, ministro per l'Istruzione Pubblica. Sono pronto anche [...]
[...] -muti poveri; e disgraziatamente devo rispondere: non più. Vi ha bensì nell'Albergo dei Poveri di Napoli una scuola, in cui sono educate e istruite 15 a [...]
[...] stanziata già da sette diecine di anni per provvedere appunto a quella Scuola dei Sordo-muti. Se non che le vive istanze fatte dall'onorevole [...]
[...] , o qualche cosa gli mancò per riparare a tanto danno della patria sua. Ora abbiamo approvato il bilancio definitivo per la pubblica istruzione del [...]
[...] dell'Istruzione Pubblica al Consiglio d'amministrazione dell'Albergo dei Poveri di Napoli, con cui s'invita questo a desistere da certe sue pretese, se [...]
[...] di 17,777 lire dal 1871 al 1876, e quella somma non fu spesa per quell'oggetto, dove è andata essa a finire, o dove e quanta se ne asconde? 3a Quali [...]
[...] Scialoia, senza che più si provvedesse a iniziare pratiche per la riapertura; ma ancora e specialmente che io non consenta sopra una frase 106 che, o [...]
[...] dovevano produrre una sorpresa. Comincierò a dire che uno degli ultimi atti, non l'ultimo, dell'Amministrazione, la quale a me è affidata in questo [...]
[...] motivi; solamente dirò che, stando così le cose, come si rivelavano in quella scuola, anche a me sarebbe parso conveniente di chiuderla. Ma a [...]
[...] quale fine, e con quali intendimenti chiuderla? Si voleva abbandonare la istruzione, che doveva essere somministrata a quegl'infelici, oppure la [...]
[...] , obbligo che aveva però il suo compenso in quelle parecchie migliaia di ducati che il Governo si dispose a pagare. Dunque questa scuola, per decreti [...]
[...] egli l'ha indirizzata. Ora, iscritta nel 1872 questa somma, pare che si cominciasse a studiare come la scuola dovesse essere riordinata. DI SAN [...]
[...] bilancio, deve servire a due scopi: a pagare i professori, e a mantenere alunni che si trovavano ospitati nell'Albergo dei Poveri; vale a dire, la [...]
[...] , tuttavia non erano stati messi, nè in disponibilità, nè a riposo; l'altra parte servì a pagare la pensione di quei giovanetti o di quelle [...]
[...] giovanette che seguitarono a restare nell'Albergo dei Poveri. Così, quanto allo stanziamento del 1872, l'impiego appare. Quanto alla restituzione della [...]
[...] scuola, mi rincresce di dire la parola, ma debbo dirla: si studia. Veniamo al 1873: ed è a questo punto che mi parve l'esposizione dell'onorevole nostro [...]
[...] allora si comincia a pensare un po' più vivamente come e dove si debba e si possa riattivarla. E anche qui noi abbiamo una distribuzione del danaro [...]
[...] la legge. Ora, che cosa, si fa per la scuola? S'interroga, si tratta, ma non si viene a conclusione definitiva finchè nel 1875 il Ministro nomina [...]
[...] il De Zerbi) tratta per l'Albergo; e si viene concludendo fra di loro a stabilire come debba essere riaperta la Scuola dei Sordomuti nell'Albergo [...]
[...] dei Poveri. Ma pare che alcune cose là siano mobili; comincia il Commissario a ritirarsi; poi, quando si è sul punto di attuare ciò che è convenuto [...]
[...] nuove correzioni. In questo mentre, in mezzo a tali trattative, il Ministero della Pubblica Istruzione è affidato a me; ed io cerco di venire ad una [...]
[...] adattasse a pagare la somma stanziata, doveva avere in compenso un certo numero di posti gratuiti, tanto per maschi che per femmine; l'Albergo dei Poveri [...]
[...] . L'Albergo dei Poveri diceva: Ma io non voglio una sorveglianza, la quale giunga sino a guardare come gli alunni sono nutriti. Non era questa una [...]
[...] tre. Io non voglio, dice l'Albergo dei Poveri, essere obbligato a nulla; non voglio che la capitolazione che ora si stringe, possa, quando per [...]
[...] Governo ha risposto: Se voi avete dei doveri verso le Provincie, io non entro a giudicarli, io non posso riconoscere la facoltà di esonerarvi da [...]
[...] obblighi, i quali vi possono provenire dalla vostra istituzione; concediamo questo: quanto al resto, c'intenderemo; ma se domandate a noi che vi [...]
[...] Governo assoluto, i quali hanno portato là dentro la scuola stabilendo un contributo; andremo noi a dire che non crediamo all'obbligo dell'Albergo dei [...]
[...] Poveri di dare quest'insegnamento; andremo noi a liberarlo da quest'obbligo, il quale nasce se non dalla sua fondazione, certo dalle vicende della [...]
[...] quando che sia, e non penso che con la grande opera dell'Albergo dei Poveri si abbia a disputare più a lungo intorno al limite che essa voglia [...]
[...] mettere a se stessa, quanto al corrispondere a quelle funzioni che in qualità d'Opera Pia le debbono essere molto accette. Ed ecco come noi abbiamo [...]
[...] fondi che la Camera ha conceduto, non ci mettiamo di mezzo a giudicare la questione che la Pia Opera possa avere con questa o con quell'altra [...]
[...] la miglior disputa sarà intorno al modo di attuarla più presto e meglio. Ora mi resta a dire dei fondi; è una storia che si fa facilmente, e [...]
[...] a quei Sordo-muti che stavano nell'Albergo dei Poveri. Nel 1873 abbiamo il medesimo stanziamento, ma questo fondo non resta libero e disponibile [...]
[...] votato nel bilancio definitivo alcuni giorni sono, e che rimangono a disposizione del Ministero per ristabilire questa scuola. Dunque [...]
[...] indurrà l'Amministrazione a togliere quell'unica difficoltà, la quale ormai rimane, e che io confido sarà superata dal sentimento di rendere un [...]
[...] PUBLICA. Posti gratuiti. BERTANI. Non lo capisco, perchè io penso che gli allievi Sordo-muti erano tolti dall'Albergo dei Poveri, che è obbligato a [...]
[...] Provincie Napoletane che sommano a più di quattromila.... DI SAN DONATO. E quanti ne contiene la città di Napoli. BERTANI. Inoltre osserverò [...]
[...] all'onorevole Ministro che si è allarmato per le mie parole un po' fiere, a suo avviso, che io le mantengo conformi alla mia opinione. MINISTRO PER [...]
[...] L'ISTRUZIONE PUBLICA. No: di fronte all'Albergo dei Poveri. BERTANI. Ed appunto su quest'Albergo dirò fra poco brevi parole. Consta a me che [...]
[...] differenza che esiste tra il Consiglio cessato dell'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri e le recenti proposte e ripulse ministeriali. A me fu [...]
[...] Sentenza di tribunale che dava ragione all'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri), pregava il Ministro a differire ancora per poco ogni risoluzione [...]
[...] , giunga terzo riparatore auspicato a 110 ristabilire, dopo quattro anni dalla sua chiusura, questo Istituto, che tanto onora la carità e [...]
[...] mi ha lasciato a fronte di quell'Istituto, che celebra veramente la carità fraterna napoletana, ma non celebra sicuramente la economia, se [...]
[...] sorgeranno contestazioni, mi riservo a dare, lo dirò con una frase napoletana, ai miei contradittori il resto del carlino. (Si ride.) DI SAN DONATO [...]
[...] d'istruzione congiunto ad un grande interesse di carità e di beneficenza debba stare egualmente a cuore di tutti. Io ho domandato la parola per sciogliere un [...]
[...] l'onorevole Bertani, le pensioni, di cui egli parlava, hanno consumato il fondo del 1872; dappoi tutto rimase a carico dell'Albergo dei Poveri. È [...]
[...] , a parlare di Amministrazione e di Consiglio, mentre so che l'Albergo dei Poveri ha un Commissario. Verissimo; ma bisogna ritenere che il [...]
[...] infruttuosa, che rimandi d'anno in anno la definizione della vertenza. 111 Credo non dovremo aspettare molto tempo a conchiudere. Ed è poi mestieri [...]
[...] in modo da provvedere efficacemente non solo ad un'opera di beneficenza, ma eziandio ai migliori metodi d'istruzione. DI SAN DONATO. A rischio anche [...]
[...] riordinamento della Scuola dei Sordo-muti, che da più tempo avrebbe dovuto essere messa in condizioni di funzionare. Le poche parole che io, a modo [...]
[...] incidentale, mi permetterò di dire, sono dirette a rilevare due inesattezze dette. Un esercito di 700 impiegati in una Amministrazione come l'Albergo [...]
[...] quella sul fabbricato. Chi di loro Signori è stato a Napoli e ha certamente visto l'immensa mole di quel fabbricato, può immaginare la somma che esso [...]
[...] ancora a due ospedali: l'Ospedale di Loreto e l'Ospedale della Vita. Provvedeva anche, rara istituzione, alle povere donne pentite che ricovera nei [...]
[...] Cristallini. Si aggiungano a queste opere l'Ospizio dei ciechi posti alla Riviera di Chiaia, dove di queste misere creature condannate alle tenebre [...]
[...] . Oramai il povero che ivi è ricoverato, non vive più di ozio, e può essere utile a qualche cosa. 112 Dimenticavo ancora una penosa eredità in [...]
[...] quell'Albergo: c'è, per esempio, l'Opera di San Francesco di Sales che conteneva da 450 a 500 donne che, in forza di Decreto regio, avevano diritto di [...]
[...] , e si formerà un criterio esatto delle spese a sostenere e del personale a pagare. Detto questo, chiedo scusa all'onorevole Bertani se mi sono [...]
[...] l'impressione che l'Amministrazione dell'Albergo dei Poveri non siasi migliorata da qualche anno in qua. Ciò non toglie che io mi unisca a lui per [...]
[...] un magazzino di carne umana, certamente un Istituto che lascia troppo a desiderare come magazzino di miserie umane, anche per parte del fabbricato [...]
[...] cifra di 600 lire, come spesa per ogni ricoverato, sia adeguatamente ridotta a quella che il Governo paga per i ricoverati in altri Ospizii, dove sonvi [...]
[...] , e sono condannati a passare la vita in un stato di abbrutimento, che in poco differisce da quello delle bestie. Bisogna pensare poi a ciò che si [...]
[...] fa in Francia, in Inghilterra, negli Stati Uniti d'America per questi disgraziati – bisogna pensare che l'impulso fu dato a quest'ultimo paese da [...]
[...] dell'onorevole Coppino, citato di sopra, si legge: «Quanto alla restituzione della scuola si studia.... Si comincia a pensare un po'più vivamente [...]
[...] prima, indicano la risoluta volontà del Governo di fare il suo dovere.» Il Discorso risale a 17 mesi fa! Che il Governo avrebbe voluto fare il suo [...]
[...] dovere, siamo persuasi; ma perchè non costringere l'Albergo dei Poveri a compire il proprio? E se i reggitori presenti vi si oppongono, perchè non [...]
[...] sono destituiti? Perchè il Governo, che non esita in casi meno urgenti di fare sentire il suo potere, non arroga a se stesso la direzione di tanti [...]
[...] che quel grido non si trasmuti nella interrogazione terribile di Jehova a Caino? Può rispondere il Governo riparatore come Caino? Egli stesso ci dice [...]
[...] avevali orbati. Per quale ragione dunque può il Governo riparatore dell'Italia una privarli più a lungo, o permettere che altri li privino di questo [...]
[...] UNA FAMIGLIA NOBILE NEL CENTRO DELLA SARDEGNA Vol. 1. SASSARI GIUSEPPE DESSÌ 1894 A TITÌ. Perchè i nobili di Mamoiada non credano che [...]
[...] io abbia voluto offenderli scrivendo questo libro, che si occupa dei loro costumi e delle loro usanze, amo dichiarare che ho attribuito a quel [...]
[...] solenne, con una nevicata che lasciò imbiancati per qualche giorno, i tetti e la campagna, e a tutti piaceva stare mezz’ora di più sotto il tepore [...]
[...] , nello sfondo d’argento, di un cielo limpido e stellato, che a mano a mano andavasi tingendo col biancore dell’alba. Lo scalpitare sollecito di un [...]
[...] sembrò che a pochi passi; qualche secondo dopo, alla svolta della strada, apparve un cavallino piccolo e allegro, tutto fumante, montato, senza sella [...]
[...] quella brezza mattutina, troppo frizzante, a mala pena, perchè aveva le mani intirizzite, riuscì a legare il piccolo animale ad una inferriata [...]
[...] cortile, raccattò un sasso, e con quello picchiò parecchie volte, poi si pose a passeggiare sollecito, su e giù, battendo forte i piedi sul [...]
[...] , borbottò il povero diavolo, che tremava verga a verga pel freddo, bisogna essere proprio sordi come quella vecchia strega di donna Clara, per [...]
[...] centesimi mal guadagnati, vogliono succhiare il sangue dei poveri; ma andate là, pregate che la duri a lungo, chè tanto un accidente non mancherà a [...]
[...] di sassi, faceva stare a posto i cani che volevano avventarsi addosso al nuovo arrivato. — Sei tu, Agostì; sei arrivato da molto? — È più di [...]
[...] là fuori a gelarsi, presto, presto, portalo dentro, in istalla, che può prendere un malanno da morirne; e poi vieni in cucina, che faremo il [...]
[...] cataplasmi a quel sordidone del marito, vecchia strega sdentata! Intanto aveva sciolto il cavallino dall’inferriata, e lo aveva condotto sotto una [...]
[...] a quell'immensa cucina, per sentirsi ardere le membra. Agostino entrando si tolse il cappuccio, ed il lungo berretto, e salutò umilmente. Un [...]
[...] fuliggine, lustro come un mobile d’ebano. A quelle pareti stavano attaccati parecchi paiuoli, neri anch’essi, che pareva stessero a metà conficcati nel [...]
[...] muro, a guisa di palle gigantesche lanciate da cannoni smisurati; casseruole lucide e corruscanti, come grandi occhi di gatto; tripodi [...]
[...] giganteschi, mediocri, piccoli, piccolissimi, a guisa di una famiglia intera, emigrante, di ragni, che fossero stati colti dal freddo, e fossero rimasti [...]
[...] là gelati; diecine di spiedi, come grandi vipere attaccate per la testa; graticole, imbuti, coltellacci, vanghe, zappe, un lungo fucile a pietra [...]
[...] , ed una gran conchiglia che serviva per corno da caccia. Il tremolare incerto delle fiamme dava anima, dava vita a tutti quegli oggetti, or [...]
[...] , che volando sia caduto supino, e cerchi di rialzarsi. In un angolo, in fondo, nereggiava una immane bocca spalancata. Dentro a quella bocca c’era [...]
[...] a qualcuno di quegli scheletri viventi. Il forno era l’asilo più sicuro dei fuggitivi; là dentro la testa elegante di Fioravanti non si [...]
[...] Clara, si erano messi a sedere sbadigliando e stirando le braccia, sopra la stuoia, dove avevano passato la notte, accanto al fuoco. Don Taddeo [...]
[...] , accortosi della presenza del servitore, tra uno sbadiglio e l’altro, si rivolse a lui. — Metti il berretto e siedi accanto al fuoco, Agostì, chè [...]
[...] forse ne hai bisogno; sei venuto adesso? — Sì, signore, è una mezz’ora che sono arrivato col cavallo. — Quale cavallo? — Quello che deve servire a [...]
[...] Don Zua, per andare a Nuoro. — Ah già, non mi ricordava più che Zua dovrà partire. E dove l’hai trovato? — Stia zitto per carità, che non ne [...]
[...] , forse starei a corrergli ancora dietro. — Eh... sì, quel ronzino è un pò vispo; poi era già più di un mese al pascolo, si capiva che doveva [...]
[...] essere un pò restio a lasciarsi prendere. — E a che ora dovete partire? — Non lo sò, all’ora che stabilirà don Pantaleo. — Bene; vedremo che cosa [...]
[...] saprà fare a Nuoro questo beniamino; mi pare che saranno danari gettati al fiume, sentenziò con asprezza don Sisinnio, che fino a quel momento era [...]
[...] te? interruppe donna Clara, che in quel momento era intenta a cacciare un pezzo di cencio attortigliato, a mò di lucignolo, attraverso un [...]
[...] quadrello di lardo destinato ad ardere, in una lucerna di ferro a quattro becchi. — Se io sono ignorante la colpa non è punto la mia. Perchè se [...]
[...] , quando io e Taddeo eravamo ragazzi, fossimo stati inviati a Nuoro anche noi, non saremmo certo nella condizione in cui ci troviamo, incapaci di fare [...]
[...] , mungerai la capra, disse donna Clara, rivoltasi al servitore; io intanto preparo una goccia di caffè, che farà passare anche la rabbia a Sisinnio, e [...]
[...] prendendo una caffettiera enorme la riempì di acqua e la pose a riscaldare accanto al fuoco. La caffettiera, dopo alcuni minuti, cominciò a [...]
[...] brontolare sordamente, poi a cantare in toni diversi, finalmente prese a gorgogliare, sprigionando dal becco una piccola colonna di vapore [...]
[...] conciliato con la mamma. Intanto il giorno cominciava a spuntare, e, nella vicina chiesa parrocchiale, una campana stridula suonò la prima messa [...]
[...] Chischè, mi pare che sia già suonato a messa, voi l’avete sentito il tocco? — Sì, comà, anzi ho visto prete Ignazio che è passato momenti fa; però [...]
[...] figliuolo piccolo di don Pantaleo, per andare a Nuoro a farsi dottore. — Dottore? oh ne correrà prima di bell’acqua nei fiumi! e poi, credete voi [...]
[...] che quel moccioso di don Zua riesca a fare qualche cosa di buono? qualche giorno ce ne parleremo. Se don Pantaleo lo avesse mandato a coltivare [...]
[...] piccolo; il beniamino di casa, guai a toccarglielo. — Faccia, faccia, tanto i danari che ha succhiato ai poveri non se li porta certamente [...]
[...] all’altro mondo. Così rivedendo un pò le buccie a don Pantaleo le due vecchie erano arrivate alla parrocchia ed erano scomparse nella oscurità di [...]
[...] un’angusta porticina. III. Don Pantaleo? Chi c’era a Mamoiada che non conoscesse don Pantaleo? Qual era la famiglia che non avesse provato [...]
[...] inumano anche col suo figliuolo prediletto. Egli, messo nel bivio: o la morte di Zua, o la perdita delle ricchezze, oh, è certo avrebbe tenuto a [...]
[...] . Dominare il paese, imporsi a tutti con la ricchezza, bene o male acquistata, spogliare il Comune dei suoi averi! ecco il suo sogno costante, la febbre [...]
[...] , angariando i poveri, ingannando i ricchi, rovinando intere famiglie, seminando la desolazione dove giungeva a metter le mani! Il suo sogno si [...]
[...] supremazia, per la quale egli aveva tanto combattuto, sarebbe stata perduta per sempre dai suoi. IV. Sisinnio si era separato a malincuore [...]
[...] allora comparve don Pantaleo. Era un omone adiposo; un paio di occhiali azzurri a reticella gli nascondevano completamente gli occhi affetti da una [...]
[...] Clara, insaccando la poca biancheria di Zua dentro a una federa di guanciale. — E voi due, poltronacci, che state a far quà? credete che io vi [...]
[...] , ed io non voglio mai ripetere le cose due volte, avete inteso sì o no? o volete che vi spacchi la testa a bastonate, mascalzoni che siete [...]
[...] risuonare sulle loro spalle. Poi rivolgendosi a donna Clara. — Tu questo potevi farlo prima che venissi io; ma sì, bisogna che venga io, a veder tutto [...]
[...] la pelle più dura di quello che voi crediate, e poco a poco vi metterò al passo tutti, dovessi mandarvi via, dal primo all’ultimo, a chiedere [...]
[...] il giorno che perdo la pazienza guai, guai a tutti! Donna Clara capì che non bisognava fiatare; c’era temporale in aria, e don Pantaleo in quei [...]
[...] momenti diventava brutale. Se gli facevano perdere le staffe, stando a contrariarlo, diventava violento, ed era capace di tutto. Donna Clara lo [...]
[...] aveva imparato a conoscere a proprie spese; ma prima che fossero arrivati a mettersi d’accordo, i paiuoli e le casseruole appese lungo le pareti [...]
[...] pativa risposte aspre ed insolenti. E ce n’era voluto del tempo! Lei, nervosa di temperamento, piuttosto pettegola, abituata fin da bambina a [...]
[...] comandare tutti in casa sua, a non vedersi mai disobbedita, sulle prime era stata restìa; s’era impennata ed aveva tentato di ribellarsi; ma [...]
[...] ha mandato il figlio a Cagliari! che te ne pare? se alzasse la testa la buon’anima del padre, che cosa ne direbbe? vedendo il nipote tenuto [...]
[...] avanti però è il forestiere, noi staremo sempre terra, terra; noi, nati nobili, non saremo mai nulla, in confronto a questi, che arrivati in paese [...]
[...] nella miseria, sono venuti ricchi senza saper come. — E sai che cosa ha risposto, Pietro Palitta, giorni fa a Marco Muschittu che gli chiedeva se [...]
[...] ; che se aveva l’ambizione di maritare la figlia con un nobile, coi suoi danari, ne comprerebbe a fasci di questi cavalieri senza cavallo; intanto [...]
[...] però non sanno a chi contarlo, che Mariannica, la figlia maggiore ha sposato un cavaliere. — Fanno finta di disprezzarci, disse donna Clara, e [...]
[...] una delle figlie di Pietro Palitta, non li accoglierebbero a braccia aperte, sebbene ora se ne burlino, perchè zappano le patate, ed arano la [...]
[...] ? sarebbero giunti a un bel punto i Calarighes! ci riderebbero in faccia tutti! ma per San Cosimo, nostro protettore, vivo io, quel giorno non lo [...]
[...] lo farà l’ultimo. Zua ha dell’ingegno, e si farà onore. Oh come sarei felice di vederlo un giorno mettere il piede sul collo anche a cotesti [...]
[...] ed il mio nome. Mentre don Pantaleo dava sfogo a tutta la bile da lungo accumulata, non potendo soddisfare altrimenti l’invidia bassa che lo [...]
[...] fatto a imagine e somiglianza del padre. Aveva una calotta che somigliava ad un zucchettino da prete, troppo piccola per coprire, neanche in parte [...]
[...] di rigatino oscuro a mala pena conteneva il suo corpo, che già dava segni di precoce sviluppo; dai calzoncini anch’essi troppo stretti, aperti [...]
[...] egli teneva ancora slegati, coi legacci a strascico fra il sucidume sparso per terra. Appena entrato in cucina chiamò la madre da un canto e le [...]
[...] il doppio ufficio che era destinata a fare di moccichino e di salvietta; no, li voglio ora, li voglio. — Andiamo, figlio mio, sii buono, te li [...]
[...] darò dopo. — No, ora, ora, li voglio, e si buttò a sedere per terra, dimenando le gambe, come se nuotasse, e ripetendo sempre con tono piagnoloso [...]
[...] .... — Non verrà, non li mangio, disse Zua che s’era accorto che la madre veniva a transazioni. — Va bene, eccoli, e si appressò ad una cassa nera [...]
[...] dopo averne sollevato a stento con le due mani il pesante coperchio, facendo leva con la testa, riuscì ad appoggiarlo al muro; poi scomparve con [...]
[...] che per lo sforzo era diventata pavonazza. — Eccoti i fichi secchi, e buttò a Zua, che era ancora seduto per terra, un centinaio di fichi [...]
[...] infilati in uno spago, a mò di rosario. Egli li prese e se li mise attorno al collo, poi s’alzò tutto lieto d’aver vinto, e rivolgendosi alla madre [...]
[...] congiunti, i pochi impiegati del paese, contadini, e pastori, legati tutti a Don Pantaleo con vincoli di debito, di inscrizioni ipotecarie e di [...]
[...] vendite con patto di riscatto, si credettero obbligati di andare a salutar don Zua prima della partenza; credendo con ciò di fare piacere a [...]
[...] l’estrema leggerezza degli abiti estivi, dava a quegli eleganti poveri paesani certe intonazioni violacee di barbabietola, da far compassione. I [...]
[...] della loro nascita, vestite con l’abito di festa, tutto rosso, passavano a stento fra la popolaglia ammassata nella piazzetta della casa di don [...]
[...] del paese, ed aveva smesso il costume sardo, vestendo abiti signorili, quando, quarant’anni prima aveva fatto il viaggio di nozze fino a [...]
[...] Sassari o fino a Cagliari. Quegli abiti di seta verde o azzurra, a grandi sbuffi, con guarnizioni di velluto, i quali avevano, da lunga pezza, perduto [...]
[...] oleografie a colori abbaglianti, inchiodate al muro, fra mazzolini di semprevivi gialli, foglie secche di palma e ramoscelli d’olivo. In un canto [...]
[...] eravi un canterano in istile d’Aritzo, sopra al quale erano disposte simmetricamente due righe di chicchere bianche, a fiori azzurri, e dentro a [...]
[...] canterano, un divano che poteva anche trasformarsi in lettuccio, ricoperto da una fodera di lana a grandi fiori gialli. Finalmente, in un angolo, un [...]
[...] che lo menava per il naso, con le lagrime, coi lamenti, con le promesse, senza che si venisse a concludere mai nulla: fortuna che possedeva la [...]
[...] casetta, altrimenti si sarebbe trovato con un pugno di mosche. — Tanti saluti a don Pantaleo, disse in quel momento il Sindaco, che assieme agli [...]
[...] , aveva, a furia di parabole e di minacce, stordito ed annoiato il popolo che l’ascoltava senza capirlo. Quando ebbe finito un gran sospiro di [...]
[...] giovani si eccitavano l’un l’altro, nessuno voleva cimentarsi per il primo, nessuno ardiva invitare da solo una ragazza. Poco a poco i più arditi [...]
[...] cominciarono a stringersi in catena, e a dondolare il corpo con la cadenza del canto. La catena a mano a mano si allargò; qualcuno trascinò [...]
[...] , e gli altri nobili e signori del paese, formavano crocchio a parte, sopra un’altura che dominava tutto lo spettacolo. Il Sindaco faceva disegni [...]
[...] bilanciando le somme necessarie; i vecchi che volevano morire lasciando il paese come l’avevano conosciuto, si opponevano a queste innovazioni [...]
[...] Tafana, alla quale già da molto faceva un po’ di corte con infelice risultato, passava accanto a loro sgranando un paio d’occhioni neri [...]
[...] , approvando o negando, a seconda che lo sguardo del Sindaco o di qualche altro padre coscritto si rivolgeva verso di loro per reclamarne l’appoggio [...]
[...] che menava in paese dalla campagna, apparve un contadino a cavallo, che correva a spron battuto. Ad un centinaio di metri dalla piazza rallentò [...]
[...] la bocca e giunse le mani in atto di disperazione, mista a sorpresa. Poi si volse al crocchio dal quale s’era distaccato, esclamando: — Signori [...]
[...] ; ma tutti erano atteggiati a tristezza; signor Vittorio solo, guardava in terra per paura che gli altri gli leggessero negli occhi il sentimento [...]
[...] di signori, che stava a guardare, era divenuto l’oggetto dell’attenzione generale. Attorniati dalla folla era diventato il mozzo di una immensa [...]
[...] . Ognuno la contava a modo suo, ognuno la circondava di episodi, ognuno la dipingeva con le tinte più vivaci di che poteva disporre la sua fantasia [...]
[...] . Luca Zerpedderi, il barbiere, disse che era don Pantaleo che aveva tirato una fucilata a donna Clara. — Non è vero, interruppe Proto Bocco [...]
[...] inventi queste cose? va a sentire ciò che dice il brigadiere; è il toro di don Pantaleo, che gli ha dato una cornata nel ventre e lo ha finito [...]
[...] , si insinuavano tra la folla, chiedendo a tutti, per sapere i particolari del fatto. — Va bene che non si meritava molto, disse zia Stefania [...]
[...] , a zia Veneranda, pure è stata una morte troppo crudele, Dio ne liberi ogni cristiano, e si fece il segno della croce. — Povera famiglia [...]
[...] d’ora innanzi staranno più tranquilli in casa sua. — Credo che abbiate ragione, a ciò che si dice, non era un angelo. — Un angelo? Un diavolo [...]
[...] ! un diavolo sciolto dalle catene, in fede di comare che vi sono. — Basta, Dio vede quel che fa. Tali discorsi, e simili a questi si tenevano in [...]
[...] tutti i capannelli che si erano formati qua e là nella piazzetta. Poco a poco però la gente come sopraggiungeva la notte, cominciò a sparire, e dal [...]
[...] avevano tutto perdonato a don Pantaleo, e non piangevano sopraffatti dall’orribile fine che gli era toccata; ma di alcune donnicciuole del vicinato [...]
[...] cominciò a gremirsi di curiosi. Poco a poco arrivarono tutti i conoscenti ed i congiunti lontani, poi il maestro di scuola, guidando una ventina [...]
[...] cappello a tuba: la moda di entrambi risaliva a parecchi lustri addietro. Don Simone, il più vecchio degli assessori, invidioso del sindaco, aveva [...]
[...] seta in forma di tegame, aveva rivoltato uno sciallino, che portava abitualmente a mo’ di cravatta, e con un po’ di calce, raschiata dal muro [...]
[...] confraternita. Prete Ignazio, poveretto, il quale doveva ancora a don Pantaleo venti franchi, che si aveva fatto prestare, sotto condizione di [...]
[...] riunire molti confratelli; ma tutti s’erano rifiutati: si fosse fatto seppellire dai corvi e dai cani, l’usuraio! Non s’era però scoraggiato, e a furia [...]
[...] di girare aveva reclutato una diecina di pezzenti del paese, e comprandoli con un bicchiere di vino, prossimo a diventare aceto, li aveva [...]
[...] attendere. A quell’ordine silenzioso, la voluminosa cassa coperta di drappo nero, listato d’oro, fu portata fuori. La presero in sei. Pietro [...]
[...] si incamminassero. Il corteo si mosse silenzioso. A quando a quando, per l’aria tepida risuonava in tono nasale ed annoiato un undis, un eam [...]
[...] , cupamente vuote, perchè a loro era niegata anche la sacra pace del sepolcro. Grossi lucertoloni verdi uscivano da quelle occhiaie, spaventati [...]
[...] favore, ne prenda nota. Don Simone si mostrò anch’egli inorridito, e fece un nodo ad un lembo del moccichino a quadri rossi e turchini, e mise un [...]
[...] saper fare dei ricorsi anonimi, contro i brigadieri, che venivano a comandare la stazione, ed ai maestri di scuola, che avevano la sfortuna di non [...]
[...] andargli a genio, aveva la prerogativa di scrivere un discorso funebre per ogni persona che moriva. Anzi le male lingue dicevano che avesse un [...]
[...] zibaldone con un indice, indicante a che pagina si trovasse questo o quel discorso, per la morte, per esempio, di un assessore o di una fanciulla [...]
[...] di 15 anni. Non si poteva dunque supporre che egli, da uomo furbo, qual credeva di essere, si lasciasse scappare questa occasione di portare a [...]
[...] inforcò, dopo aver girato attorno uno sguardo sospettoso, che brillò nei suoi occhietti maligni, più del marengo che teneva a segno lo sciallino. Poi [...]
[...] tasca. Sebbene egli fosse già abituato a far quella parte, l’emozione gli tinse di rosso le guance rase di fresco. Spiegò la carta, e dopo aver [...]
[...] tossito e scaracchiato lesse: — Signori, «Cosa bella e mortal passa e non dura» Liete arridean le speranze.... Uno scoppio generale di riso a [...]
[...] allegramente. Nei primi tempi della sua andata a Nuoro era stato per lunga pezza lo zimbello dei compagni di scuola, i quali molto più piccoli di lui [...]
[...] , ma molto più svelti, si divertivano a tirargli la camicia che gli spuntava eternamente dai calzoni; ad attaccargli code di carta agli abiti, ed [...]
[...] a tirargli pallottole di carta masticata. Quelle lezioni giornaliere, continue ed umilianti, poco a poco lo avevano scosso, ed avevano operato [...]
[...] in lui un certo cambiamento. A mano a mano si era andato dirozzando, tanto almeno da proteggersi contro gli scherzi di mal gusto dei compagni [...]
[...] . Aveva sentito decantare dal figlio della padrona di casa, il quale era stato studente a Cagliari, le bellezze di quella città; egli lo aveva [...]
[...] ascoltato a bocca aperta, non perdendo una parola di quelle descrizioni esagerate, ed ogni giorno si era acceso, un po’ più, dalla voglia di andare [...]
[...] anch’egli a vedere quel mondo nuovo! Questa idea non gli lasciò più pace; ed una volta che don Pantaleo era andato a Nuoro, per visitarlo, gli [...]
[...] seppe strappare la promessa che lo avrebbe mandato a Cagliari, per proseguire gli studi. Don Pantaleo però aveva messo una condizione grave [...]
[...] signore, in città, a Cagliari! C’era bisogno di mandarlo a Cagliari, mentre a Nuoro avrebbe potuto studiare ancora quattro o cinque anni. Per appagare [...]
[...] un capriccio di quel bestione, li spendeva i quattrini, il padre, mentre per loro era tutto lesinato, tutto dato a malincuore. La volta che [...]
[...] Sisinnio aveva speso dieci lire a San Cosimo, il padre per poco non lo mangiava vivo, mentre per Zua altro che venti, e cinquanta, e cento lire [...]
[...] spendeva, inutilmente ogni mese! Queste lamentazioni però erano fatte tra di loro due, perchè conoscevano a che punto arrivasse l’ira del padre [...]
[...] ; specialmente dal giorno che Taddeo per una semplice allusione a quelle parzialità, aveva avuto un occhio violaceo, per più di un mese, in [...]
[...] conseguenza di uno schiaffo di don Pantaleo. Zua a Cagliari, sulle prime rimase sbalordito, poi, abituandosi alla vita di città, fece delle [...]
[...] conoscenze, con altri studenti, che avevano fiutato il merlo da pelare, e correndo da un divertimento all’altro non pensò più a nulla. Quando, alla fine [...]
[...] dell’anno, riportava la dovuta boccia trovava sempre la scusa pronta per persuadere il padre; il quale si era abituato a vedere in lui una [...]
[...] vittima del rigore insensato dei professori. Zua a Cagliari aveva subito l’influenza degli amori dal balcone, ed invagitosi di una ragazza, aveva [...]
[...] cominciato a sentire il bisogno di vestire decentemente, se non elegantemente. Quando tornava a Mamoiada era ammirato come un figurino di Parigi, ed [...]
[...] . Egli, partito precipitosamente da Cagliari, era arrivato a Mamoiada, disperato di non aver potuto abbracciare un’ultima volta il padre, che egli [...]
[...] , poi il tempo aveva finito per arrecargli un pò di conforto. Però passava le giornate chiuso in casa a leggere qualche romanzo, rifiutando [...]
[...] sfogo; non più preferenze, non più parzialità; da quel momento sarebbero stati tutti uguali. Zua, se così gli piaceva, avesse pure continuato a [...]
[...] fare il signore; ma a sue spese, col proprio sudore, non con le fatiche loro. Oh l'avrebbero voluto vedere allora, come si sarebbe potuto [...]
[...] mantenere a Cagliari, vivendo di rendita! Le terre bisognava coltivarle perchè rendessero, e se egli andava via, i suoi beni non gli avrebbero reso [...]
[...] niente, perchè si sapeva come andavano le proprietà affidate a mani estranee; non se ne sarebbe ricavato il tanto per pagare le imposte. La [...]
[...] dichiararono che sarebbero stati inutili tutti i tentativi. Ricorse alle preghiere, dicendo che lo avrebbero rovinato, rifiutando di aiutarlo a proseguire [...]
[...] aveva fatti, e in che corso si trovasse. Zua non seppe che rispondere; la domanda era stata troppo concisa, ed egli non era preparato a [...]
[...] tesoro di don Pantaleo. L’infelice non avrebbe mai potuto pensare di andare a morire in mezzo ad una strada, con la testa schiacciata contro un [...]
[...] sasso, e perciò non aveva mai detto a nessuno il suo segreto. I figli sospettavano che il vicario sapesse dove erano nascosti i danari, perchè [...]
[...] compaesani maligni che gli voltavano le spalle appunto quando la stella dei Calarighes accennava un’altra volta a voler tramontare? Che colpa aveva [...]
[...] casa si abbandonava a simili pensieri, incapace di prendere una determinazione qualsiasi. Rifuggiva dall’idea di doversi adattare egli stesso a [...]
[...] patate, con le zappe ed il picco sulle spalle? Egli destinato a grandi cose! Povero padre suo, se avesse potuto rizzare la testa dal sepolcro e [...]
[...] cose? La fortuna lo avrebbe dunque sempre perseguitato in tal modo? Le settimane ed i mesi intanto passavano, ed egli continuava a fare un [...]
[...] serva, l’unica che gli fosse rimasta fedele, venne a dirgli che non c’era più pane in casa. Zua pose mano alla borsetta che custodiva gelosamente [...]
[...] in seno e ne trasse l’ultimo scudo. Consumato quello non rimaneva più niente. O vendere i suoi terreni, o piegarsi a coltivarli. Molte notti di [...]
[...] seguito vegliò, pensando a quel difficile problema, che la sorte contraria gli proponeva. Un’aspra battaglia si combatteva nell’animo suo; o [...]
[...] terre con le sue mani? Non sarebbe stato peggio il vendere a brano a brano le sue proprietà, e restare poi completamente povero, costretto a [...]
[...] dottore, mi farò contadino; il lavoro non disonora, è vero Margherita? che ne pensi tu? — In quanto a questo, don Zua, lei grazie al cielo, non va [...]
[...] , che solo il rubare fa disonore, all’uomo; il lavoro onesto no. — E.... scusi, che intenzioni ha? — Ecco: ieri, quando tu eri a lavare al fiume [...]
[...] portone, perchè ne uscisse don Zua il quale era già montato a cavallo. I pochi oziosi, che si scaldavano in piazza, al sole primaverile, non furono [...]
[...] meno meravigliati di Margherita, vedendo don Zua andare in campagna, a cavallo. In un momento tutto il paese lo seppe. Signor Vittorio uscendo [...]
[...] l’asino di cui si parlava, e lui vi ha poca differenza; che c’è dunque di nuovo? — È uscito in campagna, a cavallo, con una scure, ed una zappa dentro [...]
[...] : — Perchè? forse crede lei che ciò gli faccia disonore? È meglio lavorare la terra che andare a truffare il prossimo, come fa.... qualche altro. In [...]
[...] se.... — Che colpa ci ha? ed ha il coraggio di parlare a questo modo, dopo che mi ha mangiato uno scudo, che io mi ho tolto dal cuore, rubandolo [...]
[...] ad ascoltare; — Tenete bene a mente come questa donna mi ha ingiuriato, nella pubblica piazza, chè gliela voglio far pagar cara. — Va [...]
[...] , imbroglione, che se mi cerchi ti faccio fare la fossa! — Tenete a mente anche questo, minacce di morte con premeditazione ed agguato; tenete bene a [...]
[...] presenti. Don Ciriaco, non volendo servir da testimonio, si aveva aperto un varco tra la folla, ed era andato a nascondersi nella botteguccia di [...]
[...] rotto! Don Zua, per la prima volta che era uscito in campagna, aveva cominciato a fare qualche cosa. La sera era tornato a casa con due buoi [...]
[...] , che aveva trovato a pascolare abusivamente nel suo orto. Li aveva aggiogati assieme con una cordicella, e poi se li era messi avanti al suo [...]
[...] ronzino. Entrando in paese aveva cercato di giungere a casa sua, passando per i vicoli più solitari; ma questa volta Don Zua aveva proposto ed i [...]
[...] fece forza a sè stesso, e si rassegnò a seguire le due bestie, mandandole avanti con disinvoltura, stimolandole con una verga, come se stesse a [...]
[...] guidare una coppia di cavalli inglesi. Tutto il nobilume di Mamoiada, era riunito nel solito piazzale della maldicenza, a fare la critica a [...]
[...] quanti passavano, ed a pungersi vicendevolmente, con frizzi mordaci; perchè di tutti quanti sebbene ogni sera si riunissero insieme non ve n’erano [...]
[...] due che andassero d’accordo. Guai a chi per un bisogno qualunque, fosse costretto a separarsi, pel primo, dal crocchio; era sicuro che gli altri [...]
[...] tocco dell’avemaria. Don Zua dovette passare proprio dinanzi a quella riunione di maldicenti, e sebbene fosse convinto che nessuno tra quelli [...]
[...] danari, caro don Eusebio, ed io non ne ho; anzi, ora che torna a proposito, la prego di sistemare quella piccola pendenza che esiste ancora; perchè [...]
[...] , mal’anima; in secondo luogo perchè nessuno si lascerà più prendere per la gola. — A costo di vendere il pò del patrimonio, aggiunse don Simone. — Cerca [...]
[...] di sfogare la rabbia con noi, perchè, dai banchi dell’Università, deve tornare a piantar cavoli e patate, fece don Vittorio, il quale era stato [...]
[...] neanche la quarta elementare? interruppe il sindaco con disprezzo. Così continuarono a chi poteva dirne di più, mentre altri due o tre, un pò [...]
[...] . Quando la sera tornava a casa, dopo una lunga giornata di lavoro, sentiva con più dolcezza l’ora del riposo, e provava un’intima soddisfazione di [...]
[...] adattava anche a visitare l’orto, che possedeva là, a due passi dal paese. I primi giorni s’aveva fatto portare la zappa ed un abito vecchio [...]
[...] ad uscire di casa, con l’abito vecchio; il giorno appresso, prese egli stesso la zappa, portandola a bilancia, come soleva portare la mazza, e [...]
[...] così a mano a mano, andò abituando il paese alla sua metamorfosi. Una mattina, dopo averci pensato per molt’ora, prese una risoluzione energica [...]
[...] dissetasse ad una fonte freschissima; parlando alle lattughe, parlando alle indivie, alle rape, alle cipolle; esortandole tutte, a bere, a bere, ad [...]
[...] inesprimibile, nota a lui solo. La sera, dopo che s’era fatto buio, faceva l’ultimo giro nell’orto, dandogli un addio muto ed affettuoso, guardandolo con [...]
[...] patrimoni andati a male; ma poi li tratteneva dal farsi avanti, l’idea della loro nascita. C’era da farsi lapidare dagli altri nobili, se nella [...]
[...] abbia visto, esclamò sinceramente Zua, che la guardava abbagliato da tanta bellezza. — Matto, esclamò sorridente Boella, e buttò addosso a don Zua [...]
[...] bambino, loro Signori non sanno far altro che complimenti. — A chi li merita, aggiunse Zua. — Basta, basta, don Zua, altrimenti finirei per [...]
[...] mezzo, ed io giù, dentro al pozzo. Ho fatto a tempo ad afferrarmi all’altra tavola e allora: Aiuto, aiuto, gridai con tutto il fiato che avevo in [...]
[...] vero, mormorò quasi tra sè don Zua; ma forse tu, qualche volta, avresti pensato a me. — O perchè vuole che pensi a lei? sarei troppo vanitosa se mi [...]
[...] mettessi di simili idee per la testa; io sono una povera popolana, e lei è nobile. I cavalieri non si possono abbassare fino a noi. Bella [...]
[...] le parole della fanciulla; un pensiero dolce accarezzava la sua mente, e un’emozione che fino a quel momento non aveva mai provato gli diede [...]
[...] una stretta al cuore. — Che fa ora? pensa al brigadiere o al pozzo? — Penso a te, a te sola. — Ci sarà sempre tempo, riprese, scherzosamente [...]
[...] , Boella; ora stia ancora a sentire, non ho finito. — C’è qualche altra cosa ancora? — Sicuro, c’è la parte bella; quando mi son vista salva, ho fatto [...]
[...] subito voto di andare a far orazione a San Mauro di Sorgono; non ora; alla fine di maggio, quando vi sarà la festa. Così potrò fare un viaggio, e [...]
[...] , se vogliamo andare son pronto. — Eccomi, vengo; poi rivolta a don Zua: — Dunque siamo intesi, non resta altro che combinare per il viaggio, a [...]
[...] rivederci, e... pensi a S. Mauro. E leggera come una gazzella, correndo fra le fave verdi, scomparve agli occhi di Zua che stette ancora qualche [...]
[...] tempo fissando, con l'occhio immoto, il punto ove era scomparsa la gentile vicina. XVII. La notte, quando Zua tornò a casa, rispose [...]
[...] ortaglie, gliene faceva descrizioni lunghe, fino all’ora di andare a letto, e la vecchia lo ascoltava a bocca aperta, perchè don Zua, diceva ella [...]
[...] soddisfatta delle risposte del padrone, e quando questi, appena ebbe cenato, se ne scappò via per andare a letto, disse tra sè: — Oggi il padroncino non [...]
[...] , fritte col lardo, come piacciono a lui, belline, rosolate in color d’oro, croccanti come lo zucchero. Del resto, la gioventù, si sa, in primavera è [...]
[...] sempre svogliata; me ne ricordo bene io, quando ero in fiore; ma, pazienza; oh mio Dio signore! Zua era andato presto a letto, perchè aveva [...]
[...] bisogno di star solo, di pensare a lei, di rivederla con gli occhi della mente, di parlarle col cuore. Ma perchè gli avevano fatto tanta sensazione le [...]
[...] , quando era fuggita via come una colomba? In vita sua, non ricordava d’aver provato mai tanta emozione per una donna. A Cagliari, una volta, s’era [...]
[...] sentito quel dolce e misterioso palpito, che ora lo faceva pensare costantemente a Boella! Che ne fosse innamorato? Nella vita l’innamorarsi è un [...]
[...] molto superiore a loro, perchè era incapace di far male ad una mosca, e se ne viveva tranquillo, nel suo guscio. Che gli importava a lui, se [...]
[...] glielo potevano dire certamente a Boella; lei non aveva fatto entrare mai nessuno dalla finestra nè aveva nascosto gli innamorati sotto il letto [...]
[...] avrebbe acconsentito a sposarlo? Non si poteva mai sapere come avrebbe preso il suo amore. Le ragazze, certe volte avevano idee stravaganti, si [...]
[...] niente. Quali idee si metteva in testa! Se fosse stata innamorata non gli avrebbe proposto di andare assieme a S. Mauro, e non avrebbe accettato [...]
[...] l’invito che le aveva fatto egli, di portarla in groppa al suo cavallo! E quelle parole che gli aveva detto quando se ne andava: Pensi a.... San [...]
[...] Mauro! Forse volevano dire: Pensi a me. Poteva sapere egli se Boella avesse provato le stesse sensazioni provate da lui mentre si parlavano [...]
[...] nel baratro. La meschina si dibatteva; ma inutilmente. Il brigadiere più forte, riuscì a stringerla fra le braccia, e baciandola in bocca, con le [...]
[...] sogno. — Che c’è stato? e lo domanda a me, che tremo ancora come una foglia, dallo spavento? debbo domandarlo a lei, che gli è successo! si è [...]
[...] messo a gridare: — Aiuto, aiuto, la stanno uccidendo, salvatela, per carità, salvatemi Boella! e un mondo di cose che non ho potuto capire, perchè [...]
[...] Boella che stavano uccidendo, e che lei voleva salvare a tutti i costi? — Ma, va un pò a pescarla! sarà Boella Santoni; mi sarà venuta in mente [...]
[...] , perchè ieri a sera l’ho vista nell’orto e le ho anche parlato, fece don Zua affettando indifferenza, ma tirandosi le coltri fin sopra gli occhi [...]
[...] , per nascondere a Margherita il rossore, che gli copriva la faccia. A Margherita però, che lo aveva ballato in grembo, quando era fanciulletto [...]
[...] vedeva più quelle povere cose terrene; si spingeva su, in alto, nell’azzurro, varcava i campi sconfinati dell’ideale, dietro a un bell’angelo che [...]
[...] ortaglie. Quella passione lo distruggeva lentamente; succhiava a stilla, a stilla tutto il suo sangue; di lui non rimaneva che una larva, come [...]
[...] distruggere, a brano, a brano, da quell'amore segreto, che non ardiva svelare a lei. Ma perchè era diventato tutto in una volta così timido? Perchè [...]
[...] melodia di quella voce armoniosa lo ammaliava, lo legava a quella siepe incantata, irta di spine acute, fra le quali, egli nell’estasi amorosa in cui [...]
[...] lo immergeva la voce di Boella, si lacerava le mani, attaccandosi a quelle spine, che lo separavano dal suo amore. Boella era là, sempre lieta [...]
[...] sventure? Il ricordo del brigadiere, accorso a salvare Boella, non avrebbe potuto far cambiare in amore il sentimento di riconoscenza che era nel [...]
[...] fare breccia, nel cuore vergine di Boella. Egli era costretto a riconoscere la sua inferiorità, non si illudeva. Ma Boella non aveva parlato [...]
[...] sempre con indifferenza del brigadiere? Era proprio un gran matto a crearsi di simili fastidi; faceva tutto il possibile per addolorarsi, per [...]
[...] martoriarsi il cuore! Già, la colpa era la sua, ci voleva tanto poco, a dichiararsi alla fanciulla. L’occasione gli si era presentata tutti i giorni [...]
[...] che vivere in quella dolorosa incertezza? A zio Marco Santoru non gli sarebbe sembrato vero, di dargliela in isposa; perchè una certa [...]
[...] trascorsa lieta, vicino a quella incantevole fanciulla, che sarebbe stata sua, solamente sua; bevendo la voluttà dalle sue labbra sanguigne [...]
[...] notti di maggio, piene di profumi voluttuosi, arso da una febbre amorosa, che a mano a mano degenerava in delirio, in pazzia. XIX. Ad arrestare [...]
[...] . Don Zua aveva pensato con ansia, notte e giorno, a quella partenza affrettandola col pensiero; sognando il felice momento in cui il corpo [...]
[...] gentile e flessuoso di Boella si sarebbe stretto fortemente al suo, quando, sullo stesso cavallo, avrebbero fatto quel lungo viaggio. Pensando a quel [...]
[...] Boella; avrebbe stretto a lungo quella manina bianca, morbida, al suo seno, e l’avrebbe costretta dolcemente a sentire le forti pulsazioni del suo [...]
[...] cuore. In quel viaggio si sarebbe spiegato con lei; le avrebbe detto tutto, tutto. A misura che il giorno della partenza si avvicinava, don Zua [...]
[...] si affaticava nel preparare l’occorrente. Aveva fatto apposta un viaggio, fino a Nuoro, per farsi tagliare i capelli e la barba, e per [...]
[...] acquistare un abito di velluto color uva passa, un cappello bianco a larghe falde, ed un paio di stivaloni alti fino al ginocchio. Quella era la tenuta [...]
[...] che, secondo lui, avrebbe fatto un grande effetto, anche sull’animo di Boella. Tornato a Mamoiada si occupò esclusivamente della pulizia del [...]
[...] avessero chiamato: Don Zua! il gatto rovesciava sul cassone storico d’Aritzo, un setaccio appeso al muro, ed egli correva a vedere se qualcuno bussasse [...]
[...] rivista la sella, la briglia, le staffe, gli speroni; raccomandava a Margherita, per la centesima volta, le stesse cose, non parlandole che di Boella [...]
[...] davvero leggere! scommetterei che ne rimarresti scandolezzata; quella che a te, nel nostro villaggio, sembra leggerezza, in città la si direbbe [...]
[...] proprio a sposar lei, sebbene sia bella e ricca. — E se ce ne fosse uno di cavaliere, che volesse sposarla, che ne diresti tu Margherì? — Meno [...]
[...] qualcuno potesse ascoltarla, esclamò concitata: — Se vuol dare retta a me, che gli voglio bene come una madre, si leva questa idea dal capo [...]
[...] onorate d'essere prescelte da lei; ragazze nobili dico, uguali a lei, e sebbene più povere di Boella, molto più bene educate, e più.... — E più [...]
[...] ! Che importa a me che Boella non sia nobile, quando io l’amo? non hai dunque ancora capito, che io, questi nobili, quasi tutti miei congiunti [...]
[...] , li disprezzo, perchè sono indegni della mia amicizia, perchè hanno goduto delle mie disgrazie, e mi hanno riso in faccia, quando son tornato a [...]
[...] mal umore, perchè aveva capito, con dispiacere, che don Zua sarebbe stato irremovibile; — pensi prima a quello che sta per fare; questo è il [...]
[...] momento non capiva nella pelle per l’allegria, avendo saputo che don Zua s’era offerto di accompagnare, a San Mauro, la sua Boella. Ce ne volle [...]
[...] prima che don Zua riuscisse a fargli rimettere il berretto in testa e a farlo sedere. Il povero vecchio confuso, da tanta buona grazia di don Zua [...]
[...] goffamente disse: — Dunque, se a vossignoria torna comodo, domattina, alle cinque, si potrebbe partire, così disse Boella. — Alle cinque [...]
[...] pensiero della sua futura felicità, il desiderio inquieto di dimostrare tutto il suo amore a Boella, occupò le ore della notte, tanto che quando [...]
[...] cominciò a vestirsi. Quella mattina don Zua fu ricercato nella teletta! Aveva rintracciato una camicia inamidata, residuo della sua vita da [...]
[...] , stando a disagio, col collo imprigionato nell’alto colletto inamidato, che egli aveva smesso già da parecchio. Trovò anche una cravatta verde; ma [...]
[...] frammento di specchio, incollato al muro l’impressione del suo abbigliamento; ma non riusciva a vedersi che un occhio e la metà del naso [...]
[...] meravigliata. — Buon giorno, don Zua, quest’oggi sembra proprio uscito da una scatola, pare che vada a nozze, pare; quest'oggi la figlia di Marco Santoru [...]
[...] volendo evitare una nuova discussione con Margherita, andò a metter la sella al cavallo. Una elegante sella di velluto azzurro, ricamata in oro [...]
[...] quest’ultima operazione don Zua tornò in cucina, prese il caffè per non fare dispiacere a Margherita, non perchè ne avesse voglia, e si fece portare la [...]
[...] , a fiori rossi ed azzurri, con guarnizioni e ricami e fiocchi e cordoni pendenti. Con un salto don Zua fu a cavallo, e, dato di sperone alla [...]
[...] tempo, in lontananza, e quando Margherita non lo sentì più, rinchiuse il portone dicendo a sè stessa: — Chi l’avrebbe detto, che un angelo come [...]
[...] don Zua dovesse andare a finire fra le grinfe di quel demonio in gonnella! Devono averlo stregato per bene, i begli occhi di Boella! oh povero [...]
[...] messo piede in casa dei Calarighes. Toccherà anche a me di tribolare nella vecchiaia, mentre credevo di morire tranquilla in questa casa, dove ho [...]
[...] vissuto sempre; faccia Iddio ciò che vuole; però io non starò certo a servire quella vanagloriosa, perchè un giorno o l’altro la finiremmo male [...]
[...] bustino trapunto ad oro, che finiva con due lingue acute, come due foglie di rosa, che stessero lì a proteggere quei fiori delicati. Un [...]
[...] gonnellino, pure di scarlatto, a pieghette piccolissime, delineava le forme statuarie dei fianchi della fanciulla, e pietosamente scopriva due piedini [...]
[...] brevi, imprigionati dentro piccole scarpette a punta, ricamate di seta. Boella s’accorse della impressione potentissima che aveva fatto sopra [...]
[...] onore, e non sapremo mai ricompensare in nessun modo il disturbo che si ha voluto prendere. Don Zua, che a poco a poco si rimetteva, prese un [...]
[...] , s’arrischiò a dire Marco Santoru, che era in estasi, e dico un disturbo perchè un viaggio da qui a S. Mauro è lungo e disagioso; la festa sarà [...]
[...] bella e santa; ma la fatica della strada è troppa. — Non ne parliamo più, caro zio Marco, fece Zua in tono scherzevole, o comincio a credere che [...]
[...] dopo, al ritorno da S. Mauro, disse Zua rivolgendo a Boella uno sguardo lungo, quasi per farle capire che il favore prima doveva chiederlo a lei [...]
[...] s’isplendore tuo, frisca rosa, « Reina in Mamoiada, de sas bellas? « Pesatinche a nos dare s’abbardente, « Fulgidissima istella risplendente. » (I [...]
[...] della comitiva, fece Boella guardando dalla finestra, e poi sporgendosi fuori: — Un minuto e siamo con voi; o volete smontare e venire su a prendere [...]
[...] un pò di caffè? — Caffè? al diavolo questo decotto femminile, acquavite perdio, e a cavallo; presto, presto, comare Boella, se volete che beva [...]
[...] marmotte, che s’erano già tutte svegliate, e cominciavano a gridare perchè volevano la colazione! sono scappato come un disperato! — Poveretta [...]
[...] , lei deve stare a tribolare mentre voi andate a divertirvi! — A divertirmi? peggio per lei che mi ha fatto fare il voto di andare alla festa [...]
[...] , quando avevo quei maledetti dolori reumatici. — Dovevate condurre anche lei. — Gesummaria! e quella canaglia di bambini a chi si lasciava? Vedrete [...]
[...] prender marito; ho fatto voto di restar zitella. — Voti da marinaio, comà, poi in paese si comincia a dire una certa storiella; non so se mi sono [...]
[...] , e fece mostra di non aver sentito. In quel frattempo, Marco Santoru passava in giro l'acquavite ad una diecina di uomini che erano tutti a [...]
[...] cavallo, vestiti a festa, col fucile a tracolla, quasi tutti con una donna in groppa al proprio cavallo; e Boella correva dall’una all’altra [...]
[...] salutando tutte le sue amiche, che si chinavano per dirle all’orecchio qualche paroletta allusiva a don Zua. Ella le ascoltava sorridente, cercando [...]
[...] di schermirsi; ma contenta intimamente, che si cominciasse a sapere in paese che don Zua era seriamente innamorato di lei. XXII. Dopo pochi [...]
[...] Zua, provò se la porta di casa fosse ben chiusa; e poi salito sopra un sedile di pietra situato vicino alla porta, montò a cavallo con una [...]
[...] immense cortine di liane e d’edera cadevano a sbrendoli, a festoni, a ghirlande, avvolgendo i tronchi giganteschi con ricami fantastici. Il sole [...]
[...] che era spuntato da poco, non penetrava che a sprazzi fra quel verde fogliame, che stormiva cupamente, smosso da una brezza fresca, profumata [...]
[...] , in quella dolce pace, facevano una gran festa: che fischiettìo, che garrire, che gorgheggiare, che svolazzare allegro! Le libellule dorate, a voli [...]
[...] , a nugoli, si inseguivano tra gli ampi macchioni, dileguandosi, ricomparendo, per nascondersi di nuovo, svanendo in lontananza come nebbia [...]
[...] quale si appoggiava con abbandono sulle sue spalle. Il cavallo aveva rallentato il passo, e a quando a quando si fermava, per brucare i ciuffi [...]
[...] Zua, si direbbe che ha lasciato il cuore a Mamoiada, e che ora siasi pentito di essere venuto alla festa con noi; se è così, non faccia [...]
[...] parlarti dell’amor mio, perchè avevo paura d’offenderti, perchè temevo una tua ripulsa; ora tu l’hai voluto, tu mi hai costretto a confessarti ciò [...]
[...] che avrei voluto tener celato a me stesso; Boella, non sii crudele, non uccidermi. Mi ami tu? rispondimi, mi ami? Vuoi esser mia? Boella non [...]
[...] realtà gli innamorati. Era Pietro Barraca che tornava indietro per cercarli. — Che, giovanotti, se si continua di questo passo, arriviamo a S [...]
[...] tagliati a picco. Disturbate nella loro quiete solitaria, dal rumoroso passaggio del piccolo drappello dei viaggiatori, prima fuggivano spaventate [...]
[...] , facendo squillare vivamente i campanacci, e poi, quando si credevano sicure, si fermavano voltandosi indietro, a guardare i passeggeri coi [...]
[...] , giovanotti! alla sua età, in compagnia di Boella, anch’io avrei impiegato qualche giorno, da Mamoiada a S. Mauro; ma ora il burchiello si regge [...]
[...] bella ragazza di Mamoiada, io l’ho ereditata per diritto di primogenitura, ed avevo fatto proponimento di cederla a mio figlio come blasone di [...]
[...] l’enorme zucca nella bisaccia, da qui ad un'ora ne avremo bevuto un bicchiere a Gavoi! Pietro Barraca non aveva calcolato male la distanza, perchè [...]
[...] i festaiuoli dopo un’oretta entrarono a Gavoi. Senza smontare fecero una breve sosta, dinanzi ad una porticina, in cima alla quale era [...]
[...] innastato un cencio rosso a brandelli, accanto ad una tavoletta accartocciata dal sole, sulla quale si leggeva malamente: OSTERIA DELLA CAMPAGNA CON [...]
[...] congiuntivite. Boella accennò di sì. — Chi sa quanti la desiderano, anche in città, l'acqua di Gavoi! riprese l’oste, se l'avessero a Cagliari non [...]
[...] anche a cinque centesimi l’uno. Zio Marco Santoru interruppe le considerazioni dell’ometto sudicio, per pagare il conto, e Pietro Barraca riaprì [...]
[...] la marcia. — A rivederci in buona salute, disse zio Marco, intascando il resto dello scudo che aveva dato, e contandolo in saccoccia, perchè [...]
[...] traversata dentro il paese, non si videro che poche donne, col loro cappuccio rosso, sedute al sole, malgrado il gran caldo, intente a filare, od a [...]
[...] comitiva, ripresa la campagna, parlò un pò di Gavoi, delle sue famose fabbriche di speroni, del secolare campanile, orgoglio dei Gavoesi; ma a [...]
[...] poco a poco la conversazione cadde e il silenzio fu solo interrotto a quando a quando, da qualche sbadiglio rumoroso dei più affaticati dal [...]
[...] più da illudersi; ora che ci penso però parmi che sia effetto di una certa languidezza di stomaco, la quale comincia a farsi sentire; che ne [...]
[...] fossero stati i giovani a proporre la colezione, per paura d’essere canzonato se l'avessi fatto io. — Oh stiamo freschi noi, poveri vecchi, se [...]
[...] aspettiamo che venga l'appetito a questi giovinotti; non vedete che mangiano con gli occhi? non vi accorgete che questa brava gente vive tutta [...]
[...] quel tale matrimonio, presto o tardi sarà cosa vostra. Zio Santoru fece finta di non sentire, e gli altri, per riguardo a don Zua ed a Boella [...]
[...] , lasciarono passare inosservato il frizzo di Pietro Barraca. — Intanto ci perdiamo in chiacchiere, riprese don Zua, ma non si pensa a far colezione [...]
[...] . — Spero che non vorrà fermarsi qui, sotto al sole, rispose Barraca, mentre lassù vi è tutta quella grazia di Dio. A pochi tiri di schioppo al [...]
[...] lo salutarono con un nitrito di gioia, affrettando l’andatura. Di lì a un quarto d’ora la comitiva irrompeva chiassosa nel bosco. Centinaia di [...]
[...] roccia, completamente coperta di musco, a mille colori, gli uomini si adoperavano per liberare i cavalli dalle ampie bisacce, colme di pani, di [...]
[...] tutt’intorno, fecondando con la sua frescura, migliaia di margherite candidissime. Pareva che la natura avesse pensato di far crescere colà, vicino a [...]
[...] soffocando il riso coi grembiali, quando riuscivano a far arrossire don Zua, il quale aveva fatto di tutto per avvicinarsi a Boella, scartandosi dal [...]
[...] , avrebbe voluto mostrarsi disinvolto dissimulando ciò che sentiva in cuore; ma riusciva sempre più a confondersi, in mezzo a tutte quelle [...]
[...] rosato le sue guancie vellutate aggiungendo grazia al suo viso. A quando, a quando posava lo sguardo dolcemente su don Zua, affascinandolo [...]
[...] , e ciascuno si preparò per rimontare a cavallo. Due minuti dopo la comitiva si rimetteva in cammino, in mezzo ad un bosco foltissimo di querce [...]
[...] rossi, doveva nascondersi qualche bel visino. Diede una ravviatina al pizzo che gli copriva a metà il petto, coperto da molte medaglie, di [...]
[...] grasso, e trattenendo il respiro, cercò di obbligare la pancia canonicale a restringersi, imprigionandola dentro la giubba, prima pacificamente [...]
[...] Zua, il quale cominciava a vedere un rivale in ogni carabiniere fu sdegnato del complimento arrischiato del pingue appuntato, e fremette di rabbia [...]
[...] ; ma si limitò a rispondere semplicemente con uno sguardo sprezzante. — Per San Domenico, come lo ha guardato! esclamò un gobbetto, intento a [...]
[...] ! — Eh l’amico dev’essere lo sposo di quella gioia di bambina, povera farfalla in bocca a un rospo! — Che, gli fa gola forse? — Bah, non dico che [...]
[...] sia da disprezzare un bocconcino come quello; però se mi ci metto.... — Oh lei caccia selvaggina migliore in paese, senza che vada a scovarla [...]
[...] ; cose che a noi militari succedono tutti i momenti. — Eh, lo so, lo so, la divisa piace alle donne, e si dice che Chicca, si sia lasciata abbagliare [...]
[...] entrò dentro a riscuotere il prezzo delle sue adulazioni. XXV. Da Ovodda a Tiana la traversata non è lunga, poco più di mezz’ora di strada, e si [...]
[...] giunge a quest’altro paesello, più infelice dei primi, precipitato dentro un fosso, sebbene pittorescamente circondato da boschetti di noci [...]
[...] , nocciuoli e di castagni. A Tiana come in certi altri paesucoli della Sardegna, perduti in un bosco e dimenticati anche dai deputati provinciali [...]
[...] , il passaggio di un forestiere a cavallo, dentro il paese, in ispecie se di ceto signorile, era in quei tempi argomento di mille discorsi, di [...]
[...] cominciò a distinguere il paese. Dai tetti neri come la pece si innalzavano lunghe colonne di fumo, che pareva stessero immobili, perchè non tirava [...]
[...] un alito di vento. Un mormorio confuso di campanacci e di canti pastorali si sentiva in lontananza; ma a misura che i viaggiatori si andarono [...]
[...] . All’ingresso del paese i viaggiatori si fermarono. — È tempo di decidersi, disse Pietro Barraca, si rimane a Tiana, o si va a dormire nel bosco [...]
[...] ? — Si va nel bosco, rispose subito don Zua, il quale, come ogni innamorato, era attirato da un sentimento di poesia, a passare una notte nel bosco [...]
[...] , vicino alla sua amante, per bearsi a contemplarla nel sonno, illuminata dai raggi pallidi della luna. — Nel bosco, nel bosco, aggiunsero alcuni [...]
[...] altri; là non si dà seccatura a nessuno, e domattina si parte all’ora che più ci piace. — Adagio, adagio, giovinetti, obbiettò zio Marco [...]
[...] di vino, una fumata, e via, cadesse anche la neve a palate; ma per queste ragazze la faccenda è diversa; non sono punto abituate, e non vorrei [...]
[...] questi gingilli han da essere custoditi come meritano; a Tiana, a Tiana! Don Zua, paventando per la salute di Boella, lasciò da parte le [...]
[...] sarebbe bene che gli uomini andassimo a dormire in campagna? — Ma vi pare? Si vede che non conoscete Peppe Diego; la sua casa è un convento, e nelle [...]
[...] EDIZIONE NAZIONALE DELLE OPERE DI GIOVANNI VERGA UNA PECCATRICE edizione critica a cura di Daria Motta FONDAZIONE VERGA INTERLINEA [...]
[...] storia, che convenienze particolari mi obbligano a velare sotto la forma del romanzo. Verso la metà di novembre avevamo progettato una partita di [...]
[...] matto della compagnia, gridò al cocchiere: – Dieci lire se passi quel calesse! Il cocchiere frustò a sangue le rozze, che cominciarono a [...]
[...] signorile, in gran lutto, lo seguiva. Quando la carrozza fu a paro della nostra, una testa scoperta si affacciò allo sportello sollevando la [...]
[...] chi era morto ad un domestico in lutto che seguiva, anch'egli a piedi, il convoglio, e ci fu risposto: la contessa di Prato. – Ella! – esclamammo [...]
[...] istintivo ed unanime scendemmo da carrozza, e, a capo scoperto, seguimmo il mortorio sino alla chiesetta. Raimondo Angiolini entrando in chiesa venne a [...]
[...] arrivammo a comprendere come la Prato, questa Margherita dell'aristocrazia, fosse giunta ad amarlo, e, quel ch'è più, a morire d'amore per lui [...]
[...] me, potrà mai arrivare a conoscere per qual concorso straordinario di circostanze questi due esseri (Angiolini nella sua qualità di medico [...]
[...] nelle fibre del cuore umano. – Vogliamo saperlo allora! – saltò su a dire Consoli, – siamo tutti amici di Brusio. Angiolini, malgrado il suo [...]
[...] . – Comprendete benissimo, amici miei, che questo non è il luogo, nè l'ora. Ricondotti a quella triste meditazione tutti fissammo a lungo e in silenzio [...]
[...] quella cassa coperta di raso e velata di nero, su cui il più allegro sole d'inverno, che scintillava sui vetri della modesta chiesuola, mandava a [...]
[...] rigogliosa, fidente, espansiva, con il canto allegro dei pescatori che lavoravano sul lido e il cinguettare dei passeri sul 5 tetto della chiesa, a [...]
[...] . Quando uscimmo di chiesa dissi a Raimondo: – Hai bisogno di noi? – No, grazie. – E Brusio? – domandò Abate. – È là; – rispose Angiolini [...]
[...] additandoci una graziosa casina. A quelle sole parole scorgemmo tutto l'abisso che dovea separare Brusio dalla società, in quel momento in cui lo [...]
[...] forse... – E ci narrerai questa storia? – disse Consoli. – Tu la scriverai? – rispose Raimondo rivolto a me. – Forse. – In tal caso bisogna [...]
[...] preghiera, che Raimondo mi faceva, se mai mi decidessi un giorno a pubblicare questa storia dell'amore onnipotente, di salvare rigorosamente le [...]
[...] a braccetto, passeggiavano pel gran viale del Laberinto che dovea trasmutarsi in Villa Pubblica, con quella oziosità noncurante che forma il [...]
[...] del giovane alto e bruno che stava a diritta, il quale non sembrò accorgersene. – La bella donna! – esclamò il suo compagno, un giovane biondo [...]
[...] per l'istinto della donna, avea volto a metà il viso verso di loro, parlando con l'uomo che l'accompagnava. Il bruno sembrò esaminarla di un lungo [...]
[...] lasciava scoperto sino al basso di una gamba sottile e ben modellata. – Sì, molto bella! – diss'egli, come rispondendo a sè stesso. E malgrado [...]
[...] che tentasse immergersi di nuovo nei pensieri che lo tenevano sì preoccupato un momento innanzi, due o tre volte alzò gli occhi a fissare la veste [...]
[...] dell'osservazione; e ambedue proseguirono a passeggiare in silenzio. All'ingresso del giardino si separano, colla tacita promessa, data nella più tacita [...]
[...] ; uno di quei caratteri che non servono sovente ad altro che a far spiccare una individualità superiore a cui si accompagnano, di cui sentono e [...]
[...] assennato, ed impedisce a Pietro di commettere mille pazzie, poichè Raimondo ha la voce dolce ed insinuante ed il carattere conciliativo; sembra [...]
[...] infine che l'ardente carattere dell'amico suo subisca a sua volta l'influenza della pacata indole di lui. Entrambi appartengono a due buone [...]
[...] questa volta a quella piccina? – Io? – rispose bruscamente Pietro, come destandosi di soprassalto, – e perchè fare? – Bella risposta! che pure non [...]
[...] avrebbe avuto l'opportunità di venir fuori oggi, se tu l'avessi data a te stesso il giorno, o piuttosto la sera, che ti venne in mente di [...]
[...] spessissimo, in quanto a quello che mi vai cantando di accalappiamenti e di poverette... – Pietro... – Lasciami tranquillo, ti dico!... Ci credi sul [...]
[...] serio dunque che a quest'ora Maddalena, la piccina, come la chiami, pianga e si disperi perchè non le scrivo più, perchè la sera, onde [...]
[...] ginocchi come li ha abbracciati a me, per indurti 13 ad andarla a vedere, a scriverle almeno... se tu avessi udito le parole ch'ella mi diceva [...]
[...] . Mi sento troppo superiore a questi altri per seguirne l'esempio. A diciott'anni è permesso credere ancora all'amore, alla fedeltà, alla donna [...]
[...] tipo, eroina, come impastocchiano gli sfaccendati nei romanzi... A ventiquattro (è desolante quello che dico, ma non è men vero) si è [...]
[...] avversario dell'esagerazione della scuola francese, e che ora mi copii si bravamente l'Uomo stufo a ventun'anni, lo Scipione del Martino il [...]
[...] che amai alla follia... Che 14 fece quella giovanetta, per la quale avevo pianto... ne ho vergogna anche a pensarci... pianto dinanzi a te [...]
[...] giorni dopo, a caso, in una festa da ballo, seppi, da uno di quegli amici che s'incontrano dappertutto, che da tre giorni egli era in relazione con [...]
[...] ... Perdio!... – Non è poi quella maraviglia che mi vai cantando... – Non ho parlato di maraviglie. Ti dico semplicemente che a Catania, e in tutta [...]
[...] rasente a quella donna, che questa volta non li vide, o fece le viste di non vederli, e che sorrideva del suo riso incantevole al suo cavaliere [...]
[...] sua bocca alquanto grande, con cui ella sorride sì dolce che sarebbe a desiderarsi di vederla sempre sorridere; che si serve di tutte le ombre, di [...]
[...] ; questa donna mi colpisce mille volte dippiù coll'effetto direi strano, sorprendente, poichè rubato a Dio, della sua beltà... Io non potrei [...]
[...] essere tale a dispetto della natura che l'avea fatta comune; questa figura plastica che non ha di bello che gli elementi, direi, per divenir tale [...]
[...] questi dettagli dell'assieme, insomma, che servirebbero a formarmi l'aureola della donna che dovrei avvicinare colla riverenza e il delirio dei [...]
[...] sua imaginazione. Poscia, come arrossendo del suo trasporto, si mise a ridere fragorosamente, esclamando: – Che ne dici della mia tirata, Pilade [...]
[...] destinato probabilmente a logorare quelle dei tribunali, e di corone non si parla più... fossero anche di cavoli. Se gli uomini sapessero far [...]
[...] mattina a sera le sue tesi, poichè si approssimano gli esami; ed esce assai di rado. La sera di un giovedì Raimondo venne a trovarlo nel suo stanzino [...]
[...] da studio, nella casa che abitava, insieme a sua madre e alle sue due sorelle, in via Vittoria. – Che vuoi? – Domandò Pietro bruscamente [...]
[...] . – Ne ho forse il tempo? Sai bene che gli esami son vicini, e non ho ore da sprecare andando a spasso; sai pure che col professore Crisafulli non [...]
[...] ineffabile d'amore delle madri, alla spalliera della sua seggiola, unì le sue istanze a quelle di Raimondo per indurre suo figlio a prendere un [...]
[...] l'idea che avesse ad ammalare! – Non pensi a queste cose, signora; – interruppe Raimondo – Pietro è forte come un toro, e quest'eccesso di lavoro [...]
[...] non può durare che altri otto o dieci giorni. Terminati gli esami abbiamo stabilito di andare a passare una settimana alla campagna. – Grazie [...]
[...] , stringendo vivamente il braccio dell'amico contro il suo; – è lei!... là!... in mezzo a quei due uomini!... In fondo al viale quasi deserto, perchè [...]
[...] , la signora che aveva recato tale impressione in Pietro Brusio. Vestiva un semplicissimo abito di tarlatane a quadretti bianchi e bleu, tessuto [...]
[...] . Nulla però varrebbe a riprodurre l'eleganza suprema, la molle e quasi ingenua civetteria, con la quale ella rialzava la veste sino a metà [...]
[...] loro di contro. Questa volta uno sguardo della signora, incerto, quasi negligente, si fissò indolentemente, ma a lungo negli occhi ardenti di [...]
[...] , si fissò sul giovane che la guardava a lungo; e ciascuna volta il cuore di Pietro batteva stranamente in 25 modo più forte; e le sue [...]
[...] compagno per giungere a quest'attimo in cui quella silfide dovea passargli dinanzi, in cui quella veste doveva sfiorarlo, in cui quegli occhi dalla [...]
[...] dispettoso di se medesimo. Una volta, l'ultima, in cui gli parve accorgersi che, lui oltrepassato di uno o due passi, ella, parlando all'uomo a [...]
[...] cui dava il braccio, verso di cui si piegava sorridendo con una grazia affascinante, avesse rivolto a metà il viso verso di lui e che un lampo [...]
[...] ... La cercò per tutta la Marina, come se in quella folla elegante ed animatissima avesse dovuto discernere in mezzo a mille colei al solo [...]
[...] un'estranea per lui. Cinque minuti dopo riprese il braccio di Raimondo, dicendogli: – Andiamo via! 26 – Così presto? – Non ti annoi a morte qui [...]
[...] quel viale a sinistra Maddalena. Guardala almeno una volta. – Che m'importa di Maddalena a me!... Guardala tu, se vuoi... Addio! E dopo quella [...]
[...] esitare un momento, e proseguì a camminare sin fuori Porta Garibaldi. La notte era magnifica, Pietro sedette sul sedile di pietra circolare che [...]
[...] limita la gran piazza. – È strano – mormorò egli – come stassera non ho voglia nè d'andare a casa, nè di rimettermi alle mie tesi!... E [...]
[...] facendosi forza; – devono essere le undici, e mia madre a quest'ora mi attende. Guardò il suo orologio e si diresse lentamente verso la sua [...]
[...] rimettersi a studiare, si ritirò, appena giunto, nella sua camera. L'indomani Raimondo, verso le undici, si disponeva ad uscire, quando [...]
[...] aspettava più da un mese; – ci son novità stamattina? – Quali novità vuoi mai che ci sieno? – Per bacco! ti credeva sui digesti a quest'ora; ed [...]
[...] eccoti già a correre le strade come uno sfaccendato. – È che lo sono. Avrò sempre il tempo di finire le mie tesi, ed ero una gran bestia a [...]
[...] , tenendosi, al solito, a braccetto. – A proposito della Villa, sai dove abita quella signora piemontese tanto distinta che abbiamo incontrato [...]
[...] avesse creduto un momento a quel sogno e si fosse poi accorto ch'esso era troppo bello e insieme penoso per lui. – Perchè? – Perchè colei è [...]
[...] quella che è. In tutti questi casi io dovrei dunque essere vile per amarla, o dovrei comprare il suo amore a prezzo di qualche infamia. – Ben [...]
[...] una figura di donna, vestita di bianco, quasi coricata su di una poltroncina con tutto il languente e voluttuoso abbandono di una sultana; a [...]
[...] , tenendo sempre fissi gli occhi sul verone. Ella si toglieva soltanto a lunghi intervalli da quella positura per recarsi agli occhi un binocolo [...]
[...] la testa sulla spalliera, e sembrava assorbirsi in quell'inerzia contemplativa che gli orientali cercano nell'oppio. Un uomo, seduto accanto a [...]
[...] , dopo averla divorata a lungo dello sguardo. – Credi che sieno marito e moglie? – domandò l'altro. – È il mistero che questa donna sa rendere [...]
[...] viceversa. Se lo sono è da poco tempo: a meno che costei non senta ancor ella sì a lungo come deve far sentire a tutti quelli che l'avvicinano [...]
[...] . Parecchie volte, forse a caso, l'occhialetto dell'incognita si rivolse verso il banco di pietra sul quale erano seduti i due amici. – Ti guarda [...]
[...] !... – Diffida sempre di quegli amori di cui ti si parla a lungo e sì leggermente: è segno certo che si vuol ridere alle tue spalle... Io l'amo come [...]
[...] d'andarcene... – Hai ragione; – rispose Brusio ridendo – partiamo. Due o tre volte, prima di uscire dal giardino, si volse a guardare il verone, sul [...]
[...] entriamo!... – Dove andiamo? – domandò qualche minuto dopo, come se cercasse una distrazione. – Dove ti piace. A proposito... potremmo approfittare [...]
[...] dell'invito dei signori A***, che abbiamo per stassera. 33 – Vi si balla? – Sì. – Andiamo, in tal caso. M'immaginerò di ballare colla mia [...]
[...] tuono di scherzevole rimprovero una graziosa giovanetta, figlia del padrone di casa e maritata ad un cugino di Raimondo, appena Pietro andò a [...]
[...] . La signora diede in uno scoppio di risa. – E l'ama, a quanto dice? – Come un pazzo! – Dove l'incontra? – Qualche volta al passeggio, o [...]
[...] alla Marina... E poi so dove trovarla... – Dove? 34 – A casa sua. – Dunque va in casa? – No; dal verone. – Ah! è amore da verone! – esclamò [...]
[...] dell'amante della luna. – Come si chiama? – Si chiama Narcisa Valderi? – Narcisa!... bel nome; si direbbe averlo ricevuto a vent'anni? E la conosce [...]
[...] molto? – Cioè... non molto. Sono stata in sua casa due o tre volte. – Mi parli di lei... a lungo!... – Ella finge di scherzare, signorino, ma [...]
[...] allo specchio, ove impiega da un'ora e mezzo a due ore per l'abbigliamento della mattina, da due a tre per quello della sera, e da tre a tre e [...]
[...] mezzo, e spesso sino a quattro per la toletta da ballo o da teatro... È sorprendente... miracoloso, come una donna possa star tanto ad appuntarsi [...]
[...] marito l'ama alla follia; passa i giorni al suo fianco, scherzando coi suoi capelli, e guardandola coll'occhialetto di faccia a faccia. – Ed ella [...]
[...] ?... – Ella gli sorride... e chiude gli occhi come se temesse di fargli perdere la testa seguitando a guardarlo com'ella fa. – In fede mia [...]
[...] pour la quadrille! fu gridato. Pietro si alzò e prese il cappello. – Se ne va, così presto! – Sì; devo andare a finire le tesi... 36 – O a [...]
[...] suo sorriso che si sforzava di rendere allegro mentre era amaro. Per andare a casa sua prese la strada che a lui parve la più corta, passando [...]
[...] cioè dal Rinazzo. Nella casa della contessa non c'era lume. Pietro si fermò a guardare in silenzio quei veroni oscuri, poscia chinò la testa [...]
[...] vergognandosi di questo monologo, scrollò le spalle con dispetto ed affrettò il passo. – Andiamo a teatro stassera? – disse a Raimondo l'indomani [...]
[...] della Cattedrale incontrarono un amico che si fermò a discorrere con loro. – Andrete a teatro stassera? – domandò egli. – Perchè questa domanda [...]
[...] ; – disse Pietro scherzando. – Ah!... Ah!... la tua bella di numero... Non so più a qual numero sii... buona lana! – Sul serio; sono innamorato [...]
[...] !... A Napoli sembra che sieno stati più d'uno; ciò che diede luogo a molti scandali, che finirono con un duello in cui il marito ruppe, con [...]
[...] suo dito mignolo; e che ha il coraggio di andare a battersi in duello mentre non osa fare la minima rimostranza alla moglie. È la storia di molti [...]
[...] tanto ingenuo da crederlo? 38 – Fatti presentare allora. – Sarebbe inutile. – Chi lo sa! – La mia condizione mi proibisce di averla a prezzo [...]
[...] loro stampo... poichè non saprei amarla in comune, com'essi fanno... – Dimenticala dunque. – Non ci ho mai pensato che come uno scherzo. – A [...]
[...] fumando stavano ad osservare le signore che scendevano dalle carrozze. La recita era cominciata da cinque minuti. I giovanotti erano entrati a [...]
[...] alla porta. La carrozza si fermò infatti alla prima porta, ov'egli si trovava, ed un uomo, nel quale Pietro riconobbe il conte, saltò il primo a [...]
[...] sull'ingresso, dimostrava chiaramente di attendere qualcheduno, mentre tutti erano dentro il teatro, le recò forse sorpresa, poichè, passando dinanzi a [...]
[...] binocolo che aveva l'indiscretezza di guardarla sì a lungo dalla platea. Una volta infine alzò lentamente il suo, e bruscamente, senza quelle [...]
[...] transazioni che sono assai comuni in teatro per mascherare il vero scopo, ella lo fissò di contro a quello del giovane che si abbassò subito. 41 [...]
[...] per uno sguardo di quella donna. Le sue vesti lo toccarono senza che ella mostrasse di avvedersi di lui. Solo il conte si volse a fissarlo con [...]
[...] occhio assai cupo e sospettoso. Il giovane scese le scale quasi insieme a lei; la vide montare in carrozza col conte, dopo aver dato la mano [...]
[...] agli altri, e partire. Egli rimase immobile sul limitare. – Non vai a casa? – gli disse alle spalle la voce di Raimondo. – Sì... ti aspettavo per [...]
[...] dirti addio... – A domani, non vero? – Non lo so... Avrò forse da studiare tutto il giorno... E s'incamminò lentamente per la Marina. A due [...]
[...] ore del mattino Raimondo si disponeva tranquillamente ad andare a letto, quando fu bussato con furia alla sua porta. – Chi può essere a [...]
[...] domestico a cercarlo al teatro, e ritornò dicendo che il teatro era chiuso da un pezzo, ma che sulla porta era avvenuta una rissa fra alcuni [...]
[...] separammo all'ingresso del teatro, e mi disse che andava subito a casa... Ma io non so nulla di risse... – Dio!... Dio mio!... – singhiozzò la [...]
[...] !... Aiutatemi; corriamo all'ufficio di Questura a prendere informazioni... – Non si disperi, signora; spero ricondurle Pietro al più presto [...]
[...] esitante e lo chiamò per nome a voce bassa. 43 – Che vuoi? rispose una voce rauca e ancora tremante, come se inghiottisse delle lagrime, che [...]
[...] Raimondo avrebbe stentato a riconoscere, nel suo accento duro e quasi cupo, se gli fosse stata meno famigliare. Si appressò ancora, e vide il suo [...]
[...] amico seduto sullo scaglione del marciapiede, coi gomiti sui ginocchi e il mento fra le mani. – Tu qui!... a quest'ora! – esclamò Raimondo [...]
[...] sul lume che brillava dietro le tende di seta del verone. Qualche volta, a lunghi intervalli, egli trasaliva, ed una gocciola, come di [...]
[...] posava sugli occhi e sulle labbra, ma lentamente, con quel suo abbandono ch'era irresistibile, come se avesse voluto dare il tempo a tutte le [...]
[...] con tuono di chi prende una risoluzione: – Via, Pietro, è tempo di partire! Tua madre ti attende a casa mia! – Mia madre!... – esclamò il [...]
[...] condurre a capo chino come un ragazzo. 46 IV Quando entrarono nell'Albergo di Francia, dove li aspettava la signora Brusio, questa corse ad [...]
[...] a cercare se ha fatto tardi nel ritornare da scuola... La madre fu dolorosamente colpita da quelle parole, le sole che avesse udite in tal modo [...]
[...] , – spero che le mie tardanze non daranno più luogo a simili scene da teatro... che mi costringerebbero a cercare altrove la pace e la libertà di [...]
[...] lui; appena udì che si avvicinava capì, con l'istinto materno, che suo figlio pentito veniva a vedere se ella dormisse; e l'istinto materno le [...]
[...] temo che tu ne possa abusare, poichè sei figlio di un uomo onesto e manterrai onorato il nome che ti diede. In quanto a me... – e la povera donna [...]
[...] sospirava tentando di sorridere, – in quanto a me cercherò di vincere le mie sciocche paure... – Grazie, grazie, buona madre!... – esclamò Pietro [...]
[...] minuti che suo figlio tardava a venire, aspettava sin alle due, e spesso sino alle tre, che il noto passo le annunziasse da lungi, nel silenzio [...]
[...] della strada, ch'era lui che veniva; e piangeva sovente, quando, invece di mettersi a letto, lo udiva passeggiare per la camera, o farsi al verone [...]
[...] ridente cogli uomini più eleganti e più alla moda, appartenenti alla migliore società, che si contendevano un posto nel suo palchetto; spesso a [...]
[...] poltroncina che la sua mano indolente tirava a se. Era un martirio spaventevole che s'imponeva senza saperlo; che l'attraeva però col fascino [...]
[...] godimenti, coi suoi sogni febbricitanti. Alcune volte, ritirandosi ella dopo la mezzanotte, a piedi, accompagnata da due o tre giovanotti eleganti [...]
[...] che la prima volta avea supposto un mendico; e che il conte si fermava innanzi al portone qualche minuto a guardarlo. Una notte, negli ultimi [...]
[...] apriva a riceverli e si rinchiuse poco dopo; vide che nel salotto ove abitualmente dimorava la contessa, venivano accresciuti i lumi. Poco dopo [...]
[...] . – Mio Dio!... che buio!... Ma dormono tutti in questa casa stassera!... Indi alcuni suoni, tratti così a caso dal pianoforte, quasi le dita [...]
[...] cercassero le note di una fantastica melodia, che si stancarono presto a riprodurre e che diede luogo al terzetto finale d'Ernani, anch'esso poco dopo [...]
[...] estraordinaria facesse, in chi suonava, supplire a tutte le lievi imperfezioni di esecuzione, che venivano dalle difficoltà che incontrava, con [...]
[...] melodramma. Giammai a Pietro parve di avere udito armonia come quella che le mani della donna adorata creavano sui tasti d'avorio, nel silenzio [...]
[...] quell'importuno che sta a farci la spia da mane a sera; che non ci lascia un'ora di pace... e che credo, in fede mia, sia pazzo di voi... La [...]
[...] quello dei suoi denti che battevano gli uni contro gli altri. – Questa donna ha ragione! – mormorò egli quindi colla voce rauca, stentando a [...]
[...] passi che udì le note allegre e cristalline del valtzer che risuonavano di nuovo. Si fermò in mezzo alla strada, a guardare un'ultima volta [...]
[...] tentoni, barcollando come un ubbriaco, fino a quando stramazzò, privo di forze, singhiozzante, su di un sedile di marmo sotto gli alberi del Rinazzo [...]
[...] deserte della città; spesso correndo e singhiozzando disperatamente, spesso lasciandosi cadere a terra, sul canto di una via, quando l'eccitazione [...]
[...] tornava a correre come un pazzo, fin quando la stanchezza fisica lo istupidiva alla lotta terribile delle sue passioni. 54 Cominciava ad [...]
[...] rumori, quella luce che crescendo gli sembrava rischiarasse tutta l'immensità della sua disperazione, gli parvero odiose... a lui che cercava il [...]
[...] fosse rientrato, udì a lungo gemiti, singhiozzi, rantoli soffocati, che si mischiavano alla respirazione affannosa e stentata del dormente, e che [...]
[...] . Pietro passeggiò un pezzo per la camera, strascinandosi o camminando a salti, a seconda delle istantanee trasformazioni che subiva il corso delle [...]
[...] presso il tavolino, colla testa fra le mani; e vi stette a lungo, coll'occhio arido, lucido, di una straordinaria fissazione. Una febbre ardente [...]
[...] ore all'orologio della stanza contigua. – Vediamo! – mormorò egli alzandosi – a ques'ora dev'esser buio... Ho tutta la mia ragione ancora!... Che [...]
[...] parve fargli bene. Per la strada Vittoria scese alla Marina. A misura che l'influenza di quella bella sera s'insinuava nella sua organizzazione [...]
[...] del giovane ben educato non gli permise di mischiarsi senza transazioni a quanto vi avea d'impuro e d'abietto in quella gentaglia, operai d'infima [...]
[...] sorpreso quel giovane che beveva una bottiglia di marsala su di un'insalata. Pietro fu quasi atterrito, quando, riflesse dirimpetto a lui, su di [...]
[...] scomposti; egli stentò un pezzo a riconoscere se stesso, e finalmente un riso amarissimo errò sui suoi labbri violacei. Il cameriere gli recò [...]
[...] quanto avea ordinato; egli cominciò a bere il vino senza toccare l'insalata. Allorchè sentì i polsi battergli più forte, le gote animarsi, i [...]
[...] triste sarcasmo; – forse anch'ella, a quest'ora, è alla sua festa!... E scacciando un'ultima volta quest'imagine, che anche fra i fumi del vino [...]
[...] ove si ballava. Fingendo di dover comprare sigari domandò a colui che stava al banco se l'entrata al ballo era libera per tutti, pagando; colui [...]
[...] lo squadrò dal capo alle piante, come sorpreso che un giovane il quale indossava abiti piuttosto eleganti venisse a cercare una tal festa; poi [...]
[...] movimento della polka una ventina di ballerini e ballerine. La vista del giovane in cappello a cilindro fece impressione certamente, poichè le [...]
[...] danze furono sospese, e tutti si volsero a guardare con curiosità il nuovo venuto; poco dopo incominciò a farsi udire un mormorio di cattivo augurio [...]
[...] contro quell'importuno che veniva a disturbare il loro passatempo. – Egli viene a ridere di noi... il signorino! – esclamò una delle donne, che [...]
[...] si appoggiava alla spalla di un uomo atletico, vestito di velluto e di volto assai caratteristico. – Noi non andiamo a mischiarci alle sue [...]
[...] smorfiose... quando esse si divertono!... – gridò un'altra. – Non vogliamo seccatori quì! non vogliamo spie! – urlò una terza voce. – Ora vado a [...]
[...] quando gli fu faccia a faccia, covrendolo quasi col suo largo petto e la sua alta statura. – Non ho da dirlo a te, nè a nessuno quì! – rispose il [...]
[...] giovane irritato, quantunque avvinazzato, da quella brutale famigliarità, guardandolo fisso negli occhi. – Per Cristo! non hai da dirlo a me [...]
[...] casa tua ci resto! – disse Pietro coll'ostinazione dell'ubbriachezza o del puntiglio giovanile; – in quanto a stritolarmi, provati! E incrocicchiò [...]
[...] superiorità fisica in tali uomini; e mormorò, con voce che cominciava ad esser rauca d'ira, accostandosi sin quasi a toccarlo col petto: – Vattene [...]
[...] di uno dei suonatori, che si erano salvati dietro le panche, e a pararsi il colpo con quello. Allora cominciò un combattimento accanito e [...]
[...] arruffati e si schiacciava il suo cappello a cilindro. Per fortuna Pietro aveva studiato la scherma del bastone con maggiore attenzione di quanta ne [...]
[...] assistettero a quel duello singolare fra i due avversarii degni di starsi a fronte l'un l'altro; essi battevano le mani ai bei colpi, e incoraggiavano con [...]
[...] quest'ultimo stramazzare a terra colle braccia stese: aveva il cranio spaccato. Successe uno straordinario tafferuglio: alcuni gridavano evviva [...]
[...] sin'allora a quanto era avvenuto, dietro il suo banco della prima camera, accorreva dimostrando nel gesto e nella fisonomia l'importanza della [...]
[...] accordo a nascondere in uno stanzino il mal capitato Nicola, cui, quantunque fosse rinvenuto e mandasse lamentevoli gemiti, nessuno avea badato, a [...]
[...] lavare il pavimento lordo di sangue, e a tirare i suonatori da sotto le panche. – La Fasola! la Fasola! – fu gridato da tutti. Venti braccia [...]
[...] , onde stordire tutto quello che sentiva d'ignobile, di ributtante, di vile in quell'accozzaglia alla quale veniva a domandare le sue distrazioni [...]
[...] ; ballando anche lui quella ridda infernale sul sangue versato da poco e ancora tiepido... Egli, a misura che le acri esalazioni di quei cenci e di [...]
[...] , che aveva avuto ribrezzo a toccare la mano di quella femmina, spudorata corifea della festa, ch'era stata la donna di Nicola, cominciò 64 a [...]
[...] saltare più furiosamente degli altri, a stringersi più ebbro quell'abbietta creatura fra le braccia... Due ore dopo mezzanotte egli usciva stordito [...]
[...] , che gli rimproverava come un rimorso la vita che menava, e gli faceva pensare spesso, malgrado la sua disperata volontà, malgrado gli eccessi a [...]
[...] cui ricorreva a quella donna fatale di cui malediva la memoria. Spesso fra le orgie più impure, nell'ubbriachezza più profonda, egli rimaneva [...]
[...] composta di femmine da trivio e di uomini perduti; e in quella sera, tutti mascherati in modo poveramente e orribilmente grottesco, vanno al Teatro a [...]
[...] mischiarsi a quella società elegante che non sentonsi in diritto d'avvicinare coi loro cenci, e per farlo ne cercano il coraggio nella ebbrezza [...]
[...] , casacca e pantaloni di pelle di montone, (vestito che egli avea denominato da orso), si occupava metodicamente a dar fiato ad un enorme corno ad [...]
[...] diafano di velo, col suo sorriso sui labbri, il suo sguardo negli occhi, con quel piccolo grappolo d'uva e quell'unica foglia verde a metà nascosti [...]
[...] avere a dubitare un'altra volta della sua ragione. L'orchestra suonava un valtzer; la folla avea incominciato a ballarlo gesticolando e gridando [...]
[...] delle chiavi. Allora quell'uomo, quel mostro, alzò la testa orribile a vedersi col suo pallore cadaverico sui suoi lineamenti dimagriti, collo [...]
[...] aristocratico per istinto; – abbasso i guanti bianchi! Vogliamo la Fasola! Suonate la Fasola! A quelle parole successe un immenso schiamazzo di urli [...]
[...] nel cercare di calmare l'effervescenza erano in troppo piccol numero per imporre a quella folla resa audace dalla sua stessa insolenza [...]
[...] sui rewolvers, e la Guardia Nazionale entrò nella sala colle baionette in canna. Rinunziamo a descrivere lo stato d'esasperazione di Brusio a [...]
[...] canaglia coi guanti a ballare la Fasola con noi! Vado a prenderveli per le orecchie! 68 E si fece largo in mezzo ala calca. Nessuno, nè carabinieri [...]
[...] , nè Guardie Nazionali badarono a quell'uomo che usciva, a quella jena assetata di vendetta, che spingeva in avanti il collo anelante come un [...]
[...] dal fulmine, coll'occhio smarrito, col volto pallido e convulso: si era trovato faccia a faccia a Narcisa, che partiva dal Teatro, spaventata di [...]
[...] pugno la lama larghissima di un coltello a manico; quella figura informe ed orrenda sotto le pelli che la coprivano, della quale gli occhi soltanto [...]
[...] , correndo a salti, urlando disperatamente, come l'animale che voleva figurare. – Oh! questa donna! questa donna!... questo demonio! – gridava [...]
[...] egli, correndo all'impazzata pel Molo. Si fermò sull'ultimo limite di questo, quando non vide più dinanzi a sè che il mare bruno ed immenso [...]
[...] , su cui scintillavano le stelle. Fissò uno sguardo ebete, smarrito su quella superficie che si stendeva a perdita di vista, luccicante di [...]
[...] suolo umido e spazzato qualche volta dalle onde, prorompendo in lagrime amare, ardenti, ma non più disperate. Egli pianse a lungo: quel [...]
[...] darle la lieta notizia, mescolando le sue lagrime a quelle di gioia di lei, che ritrovava il figlio suo; e dandole la sola spiegazione della [...]
[...] ; quand'egli si sentì più vicino a Narcisa, allora la cercò. La sua casa era deserta e le imposte dei veroni chiuse. La cercò inutilmente otto [...]
[...] giorni pei passeggi e al Teatro; ne domandò agli amici: nessuno l'avea più veduta. Risoluto di trovarla ad ogni costo andò a far visita in casa A [...]
[...] *** e colla signora condusse il discorso sino alla contessa. – A proposito, che n'è di lei? domandò. – Credevo che lo sapeste, voi suo [...]
[...] amante: è partita. – Partita! – Sì, da venti giorni. – E per dove? – Per Napoli. – Anderò a Napoli! disse a sè stesso Brusio. 71 VI [...]
[...] giovanotto ufficiale di cavalleria negli Usseri, che abbiamo incontrato con lei a Catania. Il sottotenente, che apparteneva ad una delle più [...]
[...] , accerchiate da uno stuolo di cortigiani. Il barone di Monterosso venne a complimentare la signora contessa R***, e a dire anche due parole [...]
[...] d'occasione a Narcisa. – Avrò la fortuna, signora contessa, – disse, parlando alla donna matura, – di presentarle stasera un uomo, che, ancora [...]
[...] . – Lo conosce? – No; ne ho udito semplicemente parlare; è un dramma che ha incontrato moltissimo, a quel che pare; e di cui i giornali si sono [...]
[...] replicato quattro volte a richiesta, e domani fu desiderato per la quinta: l'impresario glielo ha pagato come non si sogliono pagare quasi mai le [...]
[...] produzioni letterarie in Italia, e l'ha impegnato a scrivere pei Fiorentini con un appuntamento che lo farà vivere da signore. – Domani andrò ai [...]
[...] l'espressione fredda, altiera e quasi severa era appena temperata dal contegno grazioso che gl'imponeva l'atto che andava a compiere. – Mi [...]
[...] occhiali, dal capo alle piante, e gli faceva i complimenti d'uso. Anche Narcisa esaminava il nuovo arrivato con una curiosità che andò a finire [...]
[...] nella maggior sorpresa. Ella stentò a riconoscere il giovane incognito che a Catania incontrava ad ogni passo, divorando degli occhi il suo [...]
[...] presentava con tutta la grazia di un abituato alle più aristocratiche riunioni. Ciò che più di ogni cosa servì a farglielo riconoscere, meglio [...]
[...] che l'altiero portamento della fronte, ch'egli non avea saputo rendere grazioso in quel momento come il sorriso a cui aveva forzato il suo labbro [...]
[...] sorpreso, arricciandosi le basette. Egli fu freddo, distratto, impacciato tutto il tempo che rimase a discorrere colla donna celebre. Quando questa [...]
[...] passione si possono oprar miracoli che parrebbero impossibili a tentarsi un minuto dopo. Pel bene del suo avvenire voglio augurarmi che tale [...]
[...] con un'espressione che dimostrava più della semplice curiosità. Si ordinavano le coppie per un valtzer; e l'ufficiale venne a presentare il [...]
[...] suo braccio a Narcisa, che vi abbandonò il suo corpo flessibile, splendida di tutta la sua strana bellezza; coi capelli, intrecciati di perle [...]
[...] immedesimandosi al corpo dell'uomo a cui si accompagnava, con un inimitabile movimento del suo collo da cigno, quasi le perle e i fiori che [...]
[...] elegante doveano darle. Nulla varrà a riprodurre, ad accennare soltanto, l'impressione voluttuosamente affascinante di quel corpo leggiero da [...]
[...] silfide, che librava, direi, le ali coll'espressione del suo sguardo, per abbandonarsi a tutto il trasporto di quel ballo. Le coppie [...]
[...] cominciarono a girare; la musica eseguiva il Bacio di Arditi. Dopo il primo giro, quando la contessa si fermò, anelante, come cullandosi al braccio del [...]
[...] che ha fatto furore, a quanto si dice; avrete la compiacenza di accompagnarmivici? – domandò Narcisa al marito. Questi s'inchinò in silenzio [...]
[...] . L'indomani infatti, alle 9 e mezzo, la contessa, che non si ricordava di essere entrata in teatro a tal ora, era in un palchetto di seconda [...]
[...] che si levava gridando il suo nome, in mezzo all'inebbriamento di quell'ovazione quasi delirante: uno sguardo che andò a posarsi su di un [...]
[...] quello sguardo ch'era venuto a cercare sino a Napoli, che avea voluto comprare a prezzo delle ispirazioni del suo genio, e che avea visto [...]
[...] molto a pensare. – Ha però sempre il merito della franchezza! – replicò con tutta flemma Narcisa: – quest'uomo io l'amo... poichè la sua [...]
[...] celebrità è opera mia!... opera di cui posso andare superba!... Partite per la guerra, signore, a farvi uccidere per me o a ritornare generale [...]
[...] dell'occhialetto da recarle, nel momento che suo marito rientrava nel palchetto. Brusio era ritornato a sua casa agitatissimo, e passò la notte senza [...]
[...] appassire a furia di baci!... Ma ella non era sola!... quel giovane, quel soldato, sì giovane, sì bello, sì splendido! che le parlava sì da presso [...]
[...] di quei volgari applausi, uno di quegli splendidi regali con cui si paga l'abilità di un istrione?... Quest'idea lo martellò a lungo; e [...]
[...] l'indomani, ancora sotto questa impressione, scrisse il seguente 80 biglietto a Narcisa – sarcasmo pungente ed amaro velato dalla forma più delicata [...]
[...] presentato. A mezzogiorno suonò, e disse al domestico che comparve, consegnandogli la lettera ed il mazzo: – V'informerete dalla servitù del signor [...]
[...] barone di Monterosso dell'abitazione della contessa di Prato, e andrete a recarle questa lettera insieme ai fiori e all'anello, personalmente [...]
[...] , – aggiunse in ultimo, accentuando la parola. – Ascoltate... – disse quindi, mentre il servitore stava per uscire, esitando tuttavia a proferire [...]
[...] quelle parole, che gli pareva svelassero la sua segreta 81 speranza che cercava dissimulare a sè stesso: – se vi dicono d'esserci risposta [...]
[...] aspettatela. Attese con ansietà febbrile i tre quarti d'ora che il domestico impiegò a ritornare colla risposta. Finalmente l'udì sulle scale e [...]
[...] andò ad incontrarlo nel salotto, dominandosi a pena. Gli venne recato su di un vassoio da lettere un biglietto di visita; al di sotto del [...]
[...] titolo Conte di Prato in litografia, c'era scritto a mano: Prega il sig. Brusio di far trovare alle 8 due suoi amici al Caffè d'Europa. – Un duello [...]
[...] è perchè il signor conte spieghi la personalità sino a sfidarmi per un mazzo rimandato... a meno che... Rimase pensieroso alcuni secondi, senza [...]
[...] , com'è vero che mi chiamo Pietro e che quest'uomo mi ha insultato a Catania... Uscendo per prevenire i testimoni passò dal barone di Monterosso [...]
[...] e vi trovò un altro suo amico. – V'incontro a proposito; – diss'egli stringendo le due mani che gli venivano stese, – ho un affare col conte [...]
[...] di Prato e venivo a pregarvi della vostra assistenza. E raccontò ai due amici il fatto della mattina che avea causato la sfida del conte [...]
[...] non accetterò accomodamenti. Alle dieci i due padrini vennero a trovarlo al Teatro S. Carlo per riferirgli le condizioni stabilite. 82 [...]
[...] – Diavolo! – esclamò il barone, – l'affare sembra più serio che io non mi fossi immaginato. Il conte è furioso, a quanto pare; ed ha proposto [...]
[...] condizioni d'inferno: trenta passi, dieci passi liberi per ciascheduno. C'è da divertirsi con due uomini che possono venire a scaricarsi le pistole sul [...]
[...] petto a dieci passi! – Accetto! – esclamò Pietro col suo accento vivo e brusco. – Caspita! lo sapevamo; giacchè abbiamo accettato per voi [...]
[...] ... Quando c'entra quel demonio di contessa... – La contessa? – Eh, via!... forse che domani andate a cacciarvi una palla in corpo quasi colle [...]
[...] nel far la corte a sua moglie, per cui la seguitaste da Catania a Napoli; e si è servito di questo pretesto per sfidarvi onde evitare il [...]
[...] bene... A domani! A mezzanotte Brusio rientrando trovò una lettera che il cameriere gli disse aver recato due ore avanti una giovane assai [...]
[...] delitto. 83 «A Napoli si è molto parlato del suo scontro di un mese fa con un giornalista il quale ancora guarda il letto; si dice ancora che [...]
[...] ella è un terribile tiratore; il conte anche lui possiede questa sciagurata destrezza... E questi due uomini, che si odiano a morte, andranno [...]
[...] , domani, dopo essersi abbigliati freddamente, come al solito, dopo di aver fatto attaccare la carrozza, dopo di essersi salutati civilmente, a [...]
[...] mettersi a 15 o 20 passi di distanza, colle pistole in mano, mirando col triste sangue freddo che deve dare in mano dell'uno la vita dell'altro... Oh [...]
[...] essere stata causa della sua morte... o invece... «Signore... a Catania conobbi un giovane nobile e generoso... che mostrava di amarmi... Io [...]
[...] semplici scuse, e le basterà di fare il primo passo perchè egli le venga incontro a stringerle la mano. Se ha una madre pensi a questa madre, se ha [...]
[...] lasciava travedere, che accennava anche quella lettera che parlava delle reminiscenze di Catania... poichè a quelle reminiscenze non si era data più [...]
[...] importanza di quanta se ne dà a sentimenti che non si dividono; avea riletto due o tre volte una parola, quell'o invece... che un momento avea [...]
[...] può amare – e questa donna mi chiedesse una viltà – io la negherei a questa donna. – Alla signora contessa di Prato posso assicurare che il [...]
[...] conte, suo sposo, non correrà alcun pericolo». Sì, egli l'amava tanto, colei, malgrado tutto quello che aveva sofferto per lei, e forse a causa di [...]
[...] indovinare; mentre l'assicurava della vita di suo marito, ricusandosi nel tempo istesso a far le sue scuse al conte, ciò che valeva offrirsi come un [...]
[...] a barattare una vita giovane e ricca d'avvenire, acclamata, festeggiata, contro un colpo di pistola, dormì tranquillo tutta la notte, poichè si [...]
[...] sentiva più vicino a Narcisa, la sirena che gli avrebbe fatto adorare l'inferno per mezzo delle sue seduzioni. All'alba era alzato e si [...]
[...] ritrattazione da parte del loro primo? – domandò uno dei testimoni del conte a quelli di Brusio. – No, signore; – rispose breve il barone. Colui [...]
[...] sembrò sorpreso, poichè era forse prevenuto dalla contessa di aspettarsi tutt'altro, e cominciò a misurare il terreno d'accordo cogli altri [...]
[...] . Situati i duellanti, i padrini misero loro in mano le pistole, e si allontanarono. In questa fatta di duello, l'ultimo colpo è scelto a preferenza [...]
[...] dal più coraggioso, o dal più arrabbiato, che approfittando dell'eventuale cattivo esito dell'avversario, può venire a fare il suo colpo a 15 ed [...]
[...] anche a 10 passi di distanza; ciò che dà molte probabilità di riuscita. I padrini di Brusio videro dunque colla massima sorpresa, che questi, n [...]
[...] ramoscello, che sorpassando il muro del giardino, a cui volgeva le spalle il conte, si stendeva sulla testa di quest'ultimo. Il conte (che si era [...]
[...] cattivo esito del colpo di lui, fece tranquillamente i suoi dieci passi, mirando sempre colla calma di un tiratore al bersaglio, e fece fuoco a [...]
[...] 20 passi; la palla andò a scalfire il braccio sinistro di Brusio. 87 – L'onore è salvo! – gridarono i padrini. Il conte, salutò, e andò a [...]
[...] da cinque minuti, e che mostrava aver molta fretta di vederla; – disse il cameriere a Brusio, appena questi fu di ritorno. – Ha detto il suo [...]
[...] involontariamente. – Cui ella ha salvato il marito rischiando la vita. – Io? No! sono stato sfortunato: ecco tutto. 88 – So che a trenta [...]
[...] poco di questi giochetti. Tutto questo mi autorizza a creder poco nelle sue parole, in questo momento, e molto nella sua discrezione e nella sua [...]
[...] modestia. – Signore! – E che!... forse che andiamo in collera perchè vengo a recarle i ringraziamenti della contessa. – La signora [...]
[...] contessa nulla mi deve e nulla ha a ringraziarmi. – Stamattina, molto prima di partire pel Vomero col conte, ho veduto un biglietto così concepito in [...]
[...] cedermi per un quarto d'ora quel biglietto, come io ne l'avea pregata, non avrei avuto la sfortuna, a quest'ora, di esser sì poco creduto. Brusio [...]
[...] son 90 corso a ringraziar lei di cuore, a stringerle la mano per la contessa e per me, essendo sicuro di prevenire il desiderio della signora [...]
[...] , cosa deve importare di me, di uno sconosciuto, a quella signora? E come dovrà accettare che lei vada a dirle: Ho stretto da parte vostra la mano a [...]
[...] quell'uomo che ha avuto la scortesia di rifiutarvi un sommo favore (poichè non è provato ch'io abbia risparmiato il conte) e che è andato a [...]
[...] rendere a lei un servigio... di farle un buon ufficio presso quella signora... io le darei un attestato di quanto ella ha fatto per scongiurare il [...]
[...] Pietro si appressò al tavolino da albums, aprì una cartella che conteneva foglietti da lettere, e scrisse: «Un uomo che ha molto a farsi [...]
[...] contessa! come creperanno d'invidia quegli altri giovanotti, quell'ufficialetto di cavalleria pel primo!... Addio, caro amico. Uscì a ritroso [...]
[...] , inchinandosi; e Pietro, lasciando cadere la portiera dietro di lui, non potè fare a meno di ridere della trista figura che la sciocca presunzione [...]
[...] faceva fare a quel seduttore di 58 anni. A mezzogiorno il conte rientrò in casa e domandò della moglie: – La signora contessa è uscita in carrozza [...]
[...] motivi che mi spingono a tal passo per nasconderlo – Non mi cercate adunque: sarebbe inutile – Vi so troppo ricco e troppo generoso per supporre [...]
[...] che possiate far conto della mia dote: vi prego quindi di passare, su questa, 8 o 9 mila lire all'anno al mio incaricato d'affari a Torino [...]
[...] casa a due piani nella Strada Nuova. Un palafreniere, che serviva anche da portinaio, venne ad aprire alla signora abbigliata con distinzione [...]
[...] , che era discesa dal calesse, e le additò una scala a sinistra, della quale gli scalini di marmo era fiancheggiati di vasi di fiori. In fondo [...]
[...] con cui parlava la bella signora, vinsero le esitazioni del cameriere, che si decise a fare quanto ella diceva. – Si dia l'incomodo di seguirmi [...]
[...] in sala, – diss'egli sollevando la portiera di un uscio; – il signore ci sarà a momenti. Per giungere al salotto si attraversava una piccola [...]
[...] serra a cristalli, che occupava uno dei lati di una terrazza assai vasta, della quale s'era fatto un giardino pensile, sporgente su quella [...]
[...] , vestito del rigoroso abito nero, come se volesse dare a divedere di apprezzare tutto il valore della visita che riceveva; ancora pallido, ma di [...]
[...] . Ella, nella sua positura da sirena, lo fissava sempre senza parlare. 96 Il giovane non pensava neanche a proferire la più semplice formola [...]
[...] sorriso. – Non ha ella rischiata la vita per me, perchè io venga a rischiare quelli che il mondo chiama riguardi per lei?... Gli stese la [...]
[...] destra, dopo essersi tolto il guanto; egli esitò a prendere quella mano, che forse, per fargli provare in tutta l'intensità il brivido del suo [...]
[...] contatto, gli si metteva nuda fra le sue. – Ho ricevuto il suo biglietto dal signor Briolli. Se lei ha molto a farsi perdonare, io ho molto a [...]
[...] ringraziarla... Ho verso di lei uno di quei doveri di gratitudine dinanzi a cui le convenienze sociali scompaiono; e son venuta a ringraziarla, signore [...]
[...] risoluzione di espiarli... E voi? – Io non me ne trovo che uno!... ma sì grande... che io non oso rammentarlo senza arrossire in faccia a voi... 98 [...]
[...] ... – Avete avuto torto nell'ultimo caso, non l'avevate nel primo... – Perchè? – Perchè nel primo caso quello che a voi pare colpa, mi provava [...]
[...] , tenendo sempre le sue mani. – Vi scrissi di aver conosciuto a Catania un giovanetto generoso sino al sacrifizio, nobile sino all'eroismo [...]
[...] ... Perdonatemi, non m'interrompete. Allora non sapevo chi fosse, non conoscevo che un giovane come se ne veggono tanti, inferiore fors'anche a quei [...]
[...] , quando paragonavo il suo stato a quello di coloro che mi amavano come lui ma che potevano dirmelo o almeno provarmelo, aspirare almeno ad un mio [...]
[...] viva commozione a quel pensiero: C'era trionfo ed orgoglio soltanto in quel punto. Oh! io sono schietta, signore, per farmi credere quello che ho [...]
[...] disperato a quelli spasimanti di passione... e si è arrestato anelante, spossato, colle braccia stese, nel punto in cui sentiva sfuggirsi questo [...]
[...] fantasma a cui incatenava la sua esistenza... Oh, in quel momento, signore... s'io avessi veduto dinanzi a me quest'uomo, come l'ho veduto nel suo [...]
[...] inginocchiarsi. – Qualche volta, quando penso a quest'amore sì ardente e sì immenso che non avrei saputo immaginare, se non l'avessi ispirato [...]
[...] che gli uomini più eleganti, più ricchi e nobili si affollano a bruciarmi ai piedi... io ho un movimento d'incerto terrore;... mi pare che debba [...]
[...] essere terribile, divorante questa passione quando è giunta a tal grado;... mi pare ch'essa debba assorbire la vita in un bacio di fuoco... ma [...]
[...] susurrò, quasi sulle labbra, colla sua voce più bella e più carezzevole: – Son venuta a vedere il tuo gabinetto da studio... Pietro... Quel [...]
[...] soffio passò come un vento ghiacciato sul sudore che inondava la fronte di lui, che, impotente a più contenersi, la sollevò, prendendola fra le [...]
[...] stancai a vedere dalla strada, per due mesi intieri, sotto la sua casa, ascoltando il minimo rumore che mi venisse da lei, che mi accennasse la sua [...]
[...] labbra... Oh, no! Narcisa... per credere a ciò bisogna che noi ritorniamo a Catania, che noi abitiamo quella stessa casa, che io guardai con più [...]
[...] venerazione della casa di Dio; che io respiri l'aria istessa di quelle camere; che mi metta a quel verone, con te, al posto che occupavi seduta [...]
[...] sulla poltrona; e che io ti legga, seduto accanto alle tue ginocchia, come quell'uomo... Bisogna che mi metta con te, di notte, a quell'ora, a [...]
[...] ... – Andiamo a Catania! – mormorò Narcisa, dandogli un lungo bacio e bagnandogli la fronte di due lagrime di voluttà. 103 VIII Sig. Raimondo [...]
[...] , 15 mesi fa, quando seguitavamo quella sconosciuta, della quale cominciavo a subire il fascino inenarrabile, tu mi avessi detto: – costei, per [...]
[...] , questa donna mi ama!... me l'ha detto coi suoi labbri posati sui miei!... È mia!... Quel cuore del quale mi spaventavo a scandagliare i misteri [...]
[...] occhi, a leggervi tale amore che mai uomo in terra conoscerà... «Raimondo, sai tu cos'è questa donna?... È l'amore con tutti i suoi palpiti più [...]
[...] a farti immaginare qual fremito di piacere si provi quando quella mano da fata, colle sue unghie rosee, colle sue dita affilate, colla sua pelle [...]
[...] sulla mia spalla, mentre io lavoro; per venire a spargermi il tavolino di fiori ch'ella ha colti per me... per dirmi di quelle parole che ella sola [...]
[...] sa dire. È una vita straordinaria che noi facciamo: una vita che c'invidierebbero molti e che molti compiangerebbero come una pazzia. «A [...]
[...] Napoli noi uscivamo qualche volta, la sera, verso mezzanotte, in carrozza e andavamo a Mergellina per la Riviera di Chiaia. Io non ti potrei esprimere [...]
[...] le sempre nuove sensazioni che costei mi faceva provare, in quell'ora, seduta accanto a me sui cuscini della carrozza. «Noi lasciavamo il [...]
[...] calesse per correre, di notte, come fanciulli, tenendoci per la mano, sedendoci a terra quando eravamo stanchi. 106 «Il sole ci sorprendeva spesso [...]
[...] ancora passeggiando, come nelle prime ore della notte; e allora noi correvamo a casa per levarci poi alle cinque. «Qualche altra volta uscivamo [...]
[...] a cavallo. Narcisa cavalca come un'amazzone, e noi galoppavamo verso Possillipo. Io mi spaventavo nel vedere con quale audacia piena di grazia [...]
[...] quel fragile corpo che sembra soltanto armonizzato per le più delicate carezze, quella giovane nervosa che sembra vivere una vita a metà aerea [...]
[...] ... Ha sorriso del suo caro sorriso a ciascuna rimembranza delle mie follie di giovinezza, e mi ha detto: «– Giammai tu amerai come hai amato me [...]
[...] !... «E come ebbra del suo trionfo mi ha circondato la testa delle sue braccia. «Ora, da quaranta giorni, noi siamo a Catania, dove ad ogni passo io [...]
[...] provo delle emozioni ineffabili. Spesso rimango delle ore intiere a contemplare l'oggetto insignificante che mi ricordo aver veduto quando amavo [...]
[...] ritratto fisico e morale quando avrebbe soltanto veduto la sua camera. «Dappertutto velluti e sete; e, a renderne meno pesante la ricchezza, meno [...]
[...] scoppiò in singhiozzi. «– Oh! è l'eccesso della felicità che mi fa male! – mi disse. «E l'alba ci trovò ancora a quel verone, abbracciati [...]
[...] . «Raimondo!... Ti svelo un gran mistero del mio cuore, che Narcisa non dovrebbe mai conoscere. In mezzo a questi deliranti piaceri, in mezzo a questa [...]
[...] quando penso che a forza d'inebbriarmi a questa coppa fatata i sensi dell'uomo, troppo deboli per la piena di tanta felicità, non si istupidiscano [...]
[...] , infine, (ho terrore di ripeterlo a me stesso!) a forza d'immedesimarmi nella vita di lei, a forza di assorbirne tutte le emanazioni quando me la [...]
[...] stringo fra le braccia, io non giunga a rompere quel velo aereo, direi, di cui Narcisa si circonda, e che comanda quasi la semioscurità [...]
[...] a te, quei miei cari, io son tranquillo sul loro stato. Dirai a mia madre che non oso scriverle; e che qualche giorno correrò sino a Siracusa [...]
[...] per farmi perdonare il mio lungo silenzio fra le sue braccia. Addio, addio! Narcisa mi chiama; domani forse ti scriverò più a lungo. Il tuo [...]
[...] suo nome è per me quello di un amico. È come a fratello che io scrivo, dunque, o signore... come ad un uomo che è l'amico del mio Pietro... E [...]
[...] son sola... e non ho nessuno a cui aprire il mio cuore; per mezzo di cui far pervenire, in queste memorie, i miei ultimi ricordi a lui! «Qual [...]
[...] vita ho fatta!... Dio! Dio mio!... Mi pareva impazzire della felicità; come ora mi pare impazzire del dolore, quando penso a quelle ore trascorse [...]
[...] come baleni nelle sue braccia, a quei suoi baci che sembravano divorarmi, a quelle sue ferventi parole che mi atterrivano quasi colla violenza [...]
[...] della sua passione... a quei sei mesi tutti d'amore di cui noi assorbivamo i giorni con disperato anelito di piacere... 109 «Ed ora... «È [...]
[...] triste quello che ho a dirle, signore!... Oh, è ben triste!... Io ho soltanto la forza di scriverne poichè è il solo conforto che mi rimanga, poichè [...]
[...] un penoso godimento, dopo quello che mi resta soltanto ad aspettarmi... «Se dieci mesi addietro, quando ero a Catania, avessi potuto sognarmi la [...]
[...] disperate parole che scrivo. «A Napoli lo vidi circondato da quell'aureola che dà la rinomanza dell'ingegno; lo vidi festeggiato, messo in moda [...]
[...] . Pensai che quest'uomo, di cui molte duchesse avrebbero fatto il loro amante, aveva passato quattro mesi sotto i miei veroni; pensai a quest'uomo [...]
[...] vita di baci e di carezze. «Noi non uscivamo quasi mai. La sera ci recavamo sulla terrazza che guarda il mare e restavamo là spesso sino a giorno [...]
[...] ; qualche volta soltanto uscivamo in carrozza o a cavallo, ma sempre assieme. «A Catania noi seguitammo ancora due mesi questa vita incantata [...]
[...] , che dovea farsi un avvenire, era impossibile seguitare a vivere così ritirato dal mondo, e che quest'avvenire gli imponeva qualche sacrifizio [...]
[...] faceva piangere d'angoscia. «Nei primi mesi che noi passammo assieme Pietro non avrebbe pensato a ciò. Quel fervente amore di lui cominciava [...]
[...] dunque a dar luogo ai calmi pensieri dell'avvenire... Non osai gettare uno sguardo su quel baratro che si spalancava lentamente ad inghiottire [...]
[...] la mia felicità. «Quando venne a stringermi la mano, quando udii il rumore della sua carrozza che si allontanava non potei frenare le lagrime, e [...]
[...] sino a mezzanotte: non veniva ancora. Ebbi timore di lasciargli scorgere il mio affanno, se mi fossi lasciata trovare aspettandolo, e mi ritirai [...]
[...] nel mio appartamento. Presi un libro a caso, ma non potei leggerlo. «Verso le tre udii finalmente la carrozza che rientrava sotto il portone, e [...]
[...] i passi di lui sulla scala. Ma egli non venne a cercarmi. «Divorata dall'impazienza, suonai per domandare di lui. «– Il signore è ritornato [...]
[...] , – mi rispose la mia cameriera, – ma è rientrato quasi subito nelle sue stanze. «Non era venuto almeno, come faceva ogni sera, a darmi il bacio [...]
[...] venuto. «Egli si alzò soltanto verso le undici, e immediatamente venne a cercare di me. «– Come sei bella, mia Narcisa! – esclamò egli [...]
[...] : «– Vi anderò soltanto a condizione che ci venga anche tu. «– Perchè piuttosto non uscire assieme, a farci una delle nostre passeggiate sì belle [...]
[...] !... che parlavi a quell'uomo, che sorridevi a quell'uomo... che non potevi sapere quel che provava quell'incognito che ti passò d'accanto senza che te [...]
[...] rivolgessi a vedermi... Andavi da S***. Ti aspettai in istrada sino alle tre, ora in cui la tua carrozza venne a prenderti, vedendo passare i [...]
[...] fortunati che andavano a quella festa, che dovevano vederti ed esserti vicini; guardando la luce abbagliante che scaturiva dai veroni aperti, le [...]
[...] provai, per sentire più viva l'ebbrezza della felicità che tu mi dai ora! 113 «E mi abbracciava, e mi baciava frenetico, ardente. «In mezzo a [...]
[...] sol giorno senza tal vita, fremetti di terrore, e corsi a vestirmi per nasconderlo a lui. «Uscimmo a piedi lungo la cinta esterna della città, per [...]
[...] godere di un magnifico lume di luna. Pietro si mostrò sì allegro, sì contento della nostra felicità, che per qualche tempo riuscì a scacciare [...]
[...] ! – esclamò egli, baciandomi sulla bocca. «Rimasi fredda, muta a quel bacio; fissando i miei occhi nella luna per dissimulare ch'erano umidi di pianto [...]
[...] tremante, dominando a stento la sua emozione. Non ti adoro come sei degna di essere adorata?!... Amarti ancora!.. ma ogni giorno che passa è un [...]
[...] parole... come io ne aveva bisogno!... E... e... se qualche giorno... se mai... – ed io stentavo a proferire fra i singhiozzi che mi soffocavano, – tu [...]
[...] servire a calmarti... ebbene!... io te la do. «– Oh! grazie, grazie! – esclamai baciandolo in fronte, con un doloroso trasporto; – grazie!... Io [...]
[...] , quella sera, in mezzo a quella splendida folla, mi era sembrata odiosa. «L'indomani Pietro si rimise a studiare di lena, come non l'avevo mai [...]
[...] con quella grazia che dà diritti a sperare, prodigargli le più obbliganti attenzioni, e l'avevo veduto rimaner freddo e cortese innanzi a quelle [...]
[...] le sue, fissandomi sempre del suo sguardo, che avea tutta l'espressione d'allora... Ma ciò non è durato sempre!... sempre!... a dissetarmi di [...]
[...] mandato a dirmi che, invitato da alcuni amici, avrebbe desinato fuori. La sera non era ancora venuto a vedermi: verso le 9 feci attaccare [...]
[...] , impaziente d'attendere più oltre, e andai a cercarlo dove sapevo trovarsi ogni sera. «Feci fermare il legno dinanzi al Caffè di Sicilia e mandai il [...]
[...] piccolo jokey a cercarlo; egli si alzò subito da un crocchio d'amici, fra i quali era seduto, e venne a mettersi in carrozza con me. «– Ti [...]
[...] le rimembranze erano ancora palpitanti di piacere, e a misura che il mio pensiero le vedeva più vive, che il mio cuore batteva più forte, che [...]
[...] i miei occhi si velavano di lagrime, io mi stringevo al suo braccio come fuori di me, come se avessi voluto con quella stretta attaccarmi a quel [...]
[...] aveva a dirmi, e raddolcire quanto vi poteva essere di amaro; – non si può sempre vivere di questa vita che noi abbiamo fatto, che è la mia [...]
[...] soltanto. Per ciò fare bisogna piegarsi un poco a tutte quelle convenienze che la società esige rigorosamente. Io ho dimenticato tutto per te, sei [...]
[...] disillusione che uccide l'amore... ed io voglio amarti sempre, mia Narcisa! «Soffocai i miei gemiti col fazzoletto, e rimasi muta, pietrificata dinanzi a [...]
[...] viva impazienza, – non son uso a mentire... mi pare... «– Oh no! tu non mentisci... o piuttosto tu vuoi ingannare te stesso, perchè hai [...]
[...] mi ha scritto molte volte le più calde preghiere perchè io vada ad abbracciarla... «Egli aveva esitato a proferire l'ultima frase, e l'avea [...]
[...] piegarmisi sotto. «– È giusto, – mormorai quindi a metà soffocata: – tua madre ha ragione!... «Ebbi il coraggio supremo di non piangere. Egli [...]
[...] continuare a passeggiare, mentre non avevo la forza di strascinarmi. Lo guardavo: era freddo, pensieroso, quasi cupo. 121 «Oh, Pietro [...]
[...] penso a mente più serena, io non risento tutto il pentimento di quelle parole delle quali gli chiesi perdono a mani giunte, colle espressioni più [...]
[...] umili, e che mi parvero aver deciso la mia condanna; se Pietro mi avesse amato ancora, egli non avrebbe dato la significazione letterale a quelle [...]
[...] campanello: volevo illudermi ancora su tutta l'estensione della mia sventura. «– È alzato il signore? – domandai alla cameriera che veniva a [...]
[...] prendere i miei ordini. 123 «– Anzi Giuseppe, il suo cameriere, crede che non sia nemmeno andato a letto; poichè l'ha udito passeggiare tutta [...]
[...] , con triste civetteria; non volevo accrescere il suo dolore colle tracce del mio; volevo attaccarmi a lui con tutte le risorse di quell'eleganza [...]
[...] prova a ritornare sui particolari di dolci malinconiche rimembranze. «I fiori che ornavano ogni mattina la giardiniera, situata a semicerchio [...]
[...] attorno al suo tavolino, quei fiori fra i quali egli s'immergeva, direi, quando si metteva a scrivere, e che avvolgevano i suoi sensi in un [...]
[...] dell'aria per lavorare e per pensare a me, erano appassiti; le tende delle finestre chiuse, sicchè eravi quasi buio nella stanza; attraverso [...]
[...] l'uscio aperto della sua camera da dormire vidi il letto scomposto, colle lenzuola lacerate e cadenti a terra, ed un cuscino sul tappeto accanto ad [...]
[...] . Egli non mi udì avvicinare, e si riscosse bruscamente quando mi vide vicino a lui. Poscia si alzò e venne a stringermi la mano, sorridendo [...]
[...] tristamente. 124 «– Volevo venire a farmi perdonare le mie cattiverie di ieri sera... però non potevo supporti alzata a quest'ora. «– Non ho [...]
[...] bacio commosso non aveva il febbrile trasporto di una volta, che gli avrebbe fatto stringere il mio corpo fra le sue braccia fino a soffocarmi [...]
[...] mia forza. «– Scrivi a tua madre, Pietro... Le hai detto che fra quindici giorni sarai da lei?... «Questa volta egli non rispose e si recò la [...]
[...] uomo di ferro avrebbe avuto pietà di quest'agonia straziante, che mi affascinava però colla forza stessa del dolore, che mi strascinava a [...]
[...] impeto cieco, disperato mi spingeva. «– Son venuta a chiederti una grazia, Pietro, – gli dissi; – questi ultimi quindici giorni che hai avuto la [...]
[...] passeggiata come un compenso, come per ringraziarmi del sacrifizio che gli facevo, ciò che equivaleva a dichiararmela una compiacenza, come avea fatto [...]
[...] in quel momento. «Mi voltai a cogliere un fiore da un vaso di porcellana per recare il fazzoletto alla bocca... Mi sentivo soffocare... Ebbi [...]
[...] pena orribile a vedere gli sforzi che faceva per contenere la sua commozione, per combattere la lotta che ferveva in lui, per mantenersi saldo [...]
[...] , piangendo a calde lagrime; gli avvinchiai le braccia al collo e lo soffocai quasi fra le mie lagrime e i miei baci, come se avessi voluto farmi [...]
[...] cuore, io non potrei arrivare a descrivere tutto lo strazio ineffabile di quest'agonia immensa che è durata 15 giorni; in cui ho dovuto divorare le [...]
[...] !!... «Oh, signore! nessuno!... no! nessuno potrà mai arrivare a comprendere la sublime agonia di quell'istante! «Dio!... Dio mio!... se impazzissi [...]
[...] , e non ritorna che a sera, stanco, spossato, come se avesse voluto nella stanchezza dei sensi addormentare il rimorso del suo amore perduto, e [...]
[...] logorato le sue forze sino alla prostrazione, egli non trova sonno nel letto... egli si stanca ancora a passeggiare per la sua camera [...]
[...] caro anche il dolore di quest'agonia che posso provare vicino a lui. «Nel momento in cui scrivo per parlare di lui, per illudermi con lui... sola [...]
[...] fondamenta del castello. «L'altro giorno volli vedere questo castello a metà distrutto, su cui sembra talvolta vedere ancora passeggiare le scolte [...]
[...] pericolosa per una donna. «– Non sarai tu con me? – gli dissi, come se mi fosse stato impossibile un accidente vicino a lui, o come se [...]
[...] di non guardare il precipizio per non avere la vertigine; all'incontro io provavo un'affascinante sensazione nel mirare quella gola oscura, a [...]
[...] provò anch'egli fors'anche in quel momento, poichè soggiunse, come cedendo ad una generosa risoluzione: «– Vuoi che ritorniamo a Catania? «Non [...]
[...] Capo Passaro che si vedeva distintamente, ove dovea essere il suo paese natale. «– Perchè non mi conduci a Siracusa piuttosto? – gli dissi [...]
[...] mi stendessero le braccia come a prepararmi un letto eterno che dovesse accogliermi assieme all'uomo che adoravo tanto più freneticamente quanto [...]
[...] un modo che nulla sarebbe valso a rapirmelo mai più... «– No! no! gridò il mio cuore gemente: no!... ch'egli viva! ch'egli sia felice!... io [...]
[...] fra le mani, quasi le arterie che battevano di felicità, minacciassero di sconvolgermi la ragione... Egli mi avea proposto di accompagnarmi a [...]
[...] pescatori su quelle onde azzurre come il cielo. «Quand'egli è solo, pensieroso, vicino a me... provo un momento di dubbio, d'incertezza... Mi pare [...]
[...] fummo al largo egli lasciò i remi e venne a prendere la mia mano. «Lo guardai come non l'avevo mai guardato: sentivo che non potevo amarlo di più [...]
[...] guardarle in silenzio, come se avesse temuto di alzare gli occhi nei miei, e per tornare a baciarle... Le sentii umide delle sue lagrime. 133 [...]
[...] di una lusinghiera speranza; – ieri ti pregai di condurmi a Siracusa... con te... «Egli non potè più frenare il pianto, e scosse la testa [...]
[...] nel mio petto: – grazia!... io sono molto vile!!... «Era orribile a vedersi l'angoscia disperata di quel volto energico, l'annichilamento [...]
[...] mi trovo colpevole... no!... che soltanto queste reminiscenze mi restino ora vicino a te... Tu hai il diritto di disporre di me, in tutto... Io [...]
[...] folle per la felicità dell'amor tuo, io provai sino a quel parossismo del godimento che ci annienta, direi, nel godimento istesso, e che ci lascia [...]
[...] , poichè la sete che ne ho è ardente, divoratrice, e che mi fugge sempre dinanzi come un fuoco fatuo... Io avrei paura, rimanendoti più a lungo [...]
[...] la speranza di riamarti un giorno come ti ho amato, m'impedisce che mi bruci le cervella, non avendo 135 più nulla a godere sulla terra [...]
[...] . Bisogna che io mi allontani da te per qualche tempo, ch'io torni a dubitare della felicità che ho goduto... ch'io dubiti della speranza fin anche di [...]
[...] allora; e stendere le braccia, delirante, invocando un altro sorso di questa coppa fatata... a cui fui tanto stolto da bere troppo... «Egli non pot [...]
[...] egli deve partire. Ho numerate minuto per minuto queste ultime ore che io ho passato vicino a lui... cercando illudermi spesso per sentire poi più [...]
[...] ch'ei parta... «Riprenderò questa lettera all'ultimo istante per farla poi mettere alla Posta a Catania... Domani egli aspetta il suo amico, forse [...]
[...] lei stesso, che deve venire a prenderlo... in tal caso sarebbe forse meglio... «L'ora non può essere molto lontana: egli parte dopodomani [...]
[...] alberi... «Sì, ho paura di questa natura, pochi giorni fa ancora tanto ridente, e che sembra fuggirmi con la vita... «Ho pianto molto... sì a [...]
[...] l'amo!... ma io l'adoro... come egli si spaventerebbe a provarlo, se lo potesse, quest'uomo che mi fugge!... che ha il cuore morto per me!... «Che [...]
[...] , accanto a Pietro, nella sua attitudine solita; allacciandogli il collo con le sue belle braccia; figgendo avidamente gli occhi negli occhi di lui [...]
[...] raggiante; la sua parola interrotta a scosse come per delirio; le sue membra tremanti di sovrumano diletto. Egli suggeva avidamente 139 coi [...]
[...] lineamenti di lei, che tradivano qualche lievissima contrazione spasmodica: e che cominciavano a bagnarsi di fredde stille di sudore a fior di [...]
[...] occhi si dilatavano colla pupilla di una spaventevole fissazione; della quale infine le labbra si aprivano anelanti come a bever l'onda di [...]
[...] , chiare, quasi fosforescenti, si fissavano in volto a lui, senza sguardo, come cercandolo; e allorquando sembrò ch'ella non potesse rompere quel velo [...]
[...] che le annebbiava la vista, che le impediva di pascersi nelle sembianze di lui, i suoi lineamenti, che cominciavano a contrarsi, espressero [...]
[...] l'angoscia... un terrore nuovo, incomprensibile. – Oh, Dio! Dio mio! singhiozzò agitando le labbra convulsivamente, come se stentasse a trarre quei [...]
[...] , fissandolo sempre di quella pupilla cerulea, dilatata, senza sguardo. Si udirono dei passi precipitati, e comparve Raimondo, che veniva a [...]
[...] tempo in domande inutili, corse a lei, distesa sul divano, e le prese il polso. 142 Le pulsazioni erano deboli, lente, mancanti; osservò la pelle [...]
[...] arida, picchettata in alcuni punti delle braccia di bollicine incolori; il volto acceso e che cominciava a farsi livido; gli occhi fissi, che [...]
[...] nell'altra stanza; – soggiunse quindi rivolto a Brusio che sembrava di sasso. Narcisa, che udì forse e comprese quelle parole, strinse più vivamente le [...]
[...] mani del giovane, quasi volesse attaccarsi a lui. – No! no! – singhiozzò Pietro cadendo inginocchiato dinanzi al canapè; – no! io non la [...]
[...] lascerò un minuto... Io sarò forte, Raimondo! Il medico si strinse con impazienza nelle spalle, e tentò di far bere a Narcisa il bicchier d'acqua [...]
[...] parlando a sè stesso: – È l'oppio in forti dosi... Ora il delirio... dopo la coma... – Che sete! Dio mio, che sete! – mormorava Narcisa colla voce [...]
[...] secca, stentando a disnodare la lingua, legata da una spaventevole aridità; – acqua! per pietà, Pietro!... acqua!... Raimondo le fece [...]
[...] braccia, perchè le braccia di lei potessero ancora circondare il collo di Pietro che non volevano abbandonare; e disse a Brusio che sembrava [...]
[...] . Pietro cominciò a suonare quel valtzer allegro e brillante, di cui le note acquistavano la più triste inflessione sotto i suoi diti increspati e [...]
[...] trasporto della gioia; – m'ami?!... m'ami tu?!!!... E si rovesciò assieme a lui sul canapè vincendo, con uno sforzo disperato, miracoloso, la [...]
[...] lineamenti, in cui l'occhio soltanto, colla sua larga e lucida fissazione faceva prevedere la morte. Era orribile a vedersi la rapida decomposizione di [...]
[...] avvinchiato a quel corpo per tre quarti cadavere, e che aveva tuttavia i suoi ultimi moti convulsivi, gli estremi sforzi dei suoi rantoli, la disperata [...]
[...] dilatato quasi al pari di quello di lei. – Ma parti, disgraziato! – gli gridò Raimondo tentando strapparlo a quell'amplesso di morte; – non [...]
[...] , orrenda. A pena il medico, colla mano sul petto di lei a numerare i battiti del cuore, potè discernere il punto in cui il sonno del veleno si [...]
[...] ricomparve in società... Chi sa quante volte al giorno pensa a quest'ora a Narcisa, la donna ch'è morta d'amore per lui?!... Le splendide [...]
[...] stendevano davanti alle casette di pietra. Il roteare d'un molino a vapore interrompeva, in lontananza, il silenzio meridiano; e quel rumore ansante e [...]
[...] Sant’Ursula, indugiandosi a guardare i piccoli orti invasi da una vegetazione 6 selvaggia, i cortiletti ombreggiati da qualche caprifico, da qualche [...]
[...] a sinistra, con un gesto sprezzante che gli era abituale, e tornò sereno; una serenità incosciente che tuttavia aveva qualcosa di sarcastico [...]
[...] lunghe file silenziose, rapivano il grano, egli, addormentato a bocca a terra, aveva sognato di sposare la fanciulla. Sabina era graziosa: bianca [...]
[...] sogno, aveva preso tempo per risolversi, e ancora non s'era deciso a dichiararle la sua simpatia... - Chi è questa Sabina? - domandò, guardando il [...]
[...] a te? - Ne sarei contento, ripeto. - E allora, dimmi, che razza di gente è la famiglia Noina? - Tu che sei nuorese lo devi saper meglio d'un [...]
[...] bettoliere prese a chiacchierare come una donnicciuola. - I Noina sono i re del vicinato, lo sai, sebbene siano nuoresi quanto me... - Cosa dici [...]
[...] venuto a Nuoro con suo padre, uno di quei negozianti errabondi che comprano olio da ardere e poi lo rivendono per buono. - Così si fanno le fortune [...]
[...] , per amor proprio, il suo futuro padrone. - Nessun bettoliere, a Nuoro, vi dà il vino schietto come il mio - proseguì l'altro. - Domanda allo [...]
[...] . Hanno una serva? - Niente. Non hanno avuto mai nè servi, nè serve. Fanno tutto da loro. Maria lavora come una bestia: va alla fontana, va a lavare [...]
[...] provviste e il cassetto colmo di monete. È una donna schiacciante. Zio Nicola la chiama Madama reale. Non si degna neppure di uscire a prendere il fresco [...]
[...] bisognoso di denari. È un furbone, caro mio! - E in famiglia vanno d'accordo? - Si capiscono a vicenda come gli uccelli dello stesso nido - disse [...]
[...] trasse una moneta di argento. - Pago. E tua moglie dov'è? - È andata a cogliere fichi d'India - rispose l'altro, sbattendo sul banco la moneta per [...]
[...] andasse poi a riferire le sue domande ai Noina, e si alzò. 12 - Spero rivederci, Pietro. Fa il contratto con zio Nicola, sai: è un buon uomo [...]
[...] fuori, voltò a destra e s'avvicinò alla casa dei Noina. Invero, la casetta, bianca e quieta dietro l'alto muro del cortile, pareva guardasse con [...]
[...] socchiuso ed entrò. A destra del vasto cortile, lastricato di ciottoli, arso dal sole, pulito e ordinato, Pietro vide una tettoia che funzionava da [...]
[...] stalla e da rimessa: a sinistra biancheggiava la casa, con la scala esterna, di granito, rallegrata da ciuffi freschi di campanule attorcigliate alla [...]
[...] uscì nel cortile e salì la scala col suo passo lento e grave. La cucina rassomigliava a tutte le cucine sarde: larga, col pavimento di mattoni, e il [...]
[...] il lavoro di Maria. Dov'era a quell'ora la fanciulla? Forse era andata a lavare, nel torrente della valle, perchè durante il tempo che Pietro [...]
[...] caffettiera dal fuoco, e si rimise a filare, col piccolo fuso sardo gonfio di lana bianca. Così bassa e tonda, quasi solenne nell'antico costume [...]
[...] Pietro, spiegando e ripiegando la sua lunga berretta nera. - Se mi volete, vengo io. Finisco ora a settembre il servizio da Antoni Ghisu, e se volete [...]
[...] l'offesa, disse pacatamente: - E informatevi, allora... - Non offenderti - disse zia Luisa, parlando a denti stretti e quasi senza aprire la bocca [...]
[...] buona maestra! Mi misi a servire, imparai ad obbedire e a lavorare. E ora lavoro: e appena potrò rifare la mia casetta rovinata, e comprarmi un carro [...]
[...] alla porta. Maria accese il lume e versò da bere al nuovo venuto. - Bevi, - gli disse, guardandolo acutamente - Salute a tutti, - rispose Pietro [...]
[...] terreo, bronzino, dal profilo purissimo, allungato dalla linea dei capelli neri dritti sulla fronte e dalla barbetta nera a punta. I grandi occhi [...]
[...] . Anche la giovane padrona era alta, bruna, agile; coi suoi capelli nerissimi e crespi, raccolti a grosse trecce sulla nuca, la carnagione dorata, i [...]
[...] e altre due, più piccole, agli angoli degli occhi: perciò ella rideva spesso. Con tutto questo Maria dispiacque a Pietro, e Pietro dispiacque a lei [...]
[...] sedette in un angolo, dietro la porta, e cominciò a osservare le due donne con curiosità diffidente. - Domani tu andrai nel nostro chiuso della [...]
[...] che abbiamo una vigna! - Lo sappiamo, - rispose il servo, come una eco, ma con voce triste. - Verrò spesso a trovarti, - disse Maria, curvandosi [...]
[...] per deporre una bottiglia vicino a Pietro. Poi gli mise davanti, su uno sgabello, un canestro col pane d'orzo, il formaggio, un piatto con carne e [...]
[...] . Zio Nicola sedette davanti a un piccolo tavolo senza tovaglia; le donne misero un canestro per terra, sedettero e cenarono. La conversazione [...]
[...] insieme formarono il coro del canto nuorese e andarono a cantare davanti alla porta delle loro innamorate. Anche Pietro volle cantare sotto le finestre [...]
[...] della casa dove Sabina serviva: « Furadu m'as su coro, pili brunda...» * * * Nei giorni seguenti Pietro fu mandato a lavorare nel chiuso ed a [...]
[...] guardare l'uva e le frutta che maturavano nella vigne. Come aveva annunziato, Maria scendeva nella valle quasi tutti i giorni, a piedi od a cavallo, e [...]
[...] vigna e dell'oliveto, vagava qua e là a passi svelti, agile e pieghevole; si curvava ad esaminare i grappoli, si allungava per toccare un frutto [...]
[...] maturi che al sole parevano di cera pronti a liquefarsi, - dopodomani coglieremo le pere. 23 Anch'egli guardò verso i peri. - Come volete [...]
[...] metta a parte un mucchio. Ah! avarona, sorniona indiavolata... Ma tutto ad un tratto ella pronunziò tre parole magiche, che lo rallegrarono tutto [...]
[...] . 24 - Farò venir Sabina... - E verrà Sabina, e verrà Sabina - continuò a ripetere Pietro fra sè, anche dopo l'invocata partenza di Maria. Le [...]
[...] ... 26 La luna sorrideva ai sogni di Pietro, come sorrideva ai sogni e buoni e rei di altri sognatori dispersi nei campi, simile a una regina che [...]
[...] sorride a tutti senza veder nessuno. * * * L'indomani Maria non venne al podere. Pietro si inquietò alquanto, sebbene lo confortasse la speranza [...]
[...] podere; ma a misura che le ore passavano, Pietro sentiva una inquietudine insolita. Verranno? Non verranno? Il sole varcò il centro del cielo, le [...]
[...] , coi piccoli occhi rossi rivolti allo stradale. Pietro indovinò, ancora prima di guardare. Maria e Sabina, entrambe a cavallo, scendevano galoppando [...]
[...] Sabina, tirando forte la corda del cavallo. - Da quando non ci vediamo! Egli la guardò fisso e le sorrise. - Dà qui, - disse, aiutandola a legare il [...]
[...] cavallo ed a scaricar la bisaccia gonfia che conteneva due grandi cestini di canne, mentre Maria si arrabbattava a legare l'altro cavallo, che [...]
[...] velava la fronte e talvolta anche gli occhi le dava un'aria infantile. Come ella piaceva a Pietro! Gli occhi di lei, chiari e languidi, un po [...]
[...] accorgeva con piacere; ma ad un tratto Maria, rossa e sudata, si volse e gridò sdegnosamente: - Pietro, sei incantato! Potresti venire a legare [...]
[...] le scarpe e ricominciò a gridare, incitando il servo a sbrigarsi. - Presto, presto. presto. Tu hai del tempo, Pietro Benu, ma noi abbiamo fretta [...]
[...] . Presto, che il diavolo ti comandi. Allora egli s'arrampicò su una pianta, con un cestino al braccio, e cominciò a staccare le pere. Le due cugine [...]
[...] coglievano i frutti dai rami bassi, e ridevano fra loro, ammiccandosi e spingendosi. Qualche volta tendevano il grembiule già a metà colmo e Pietro [...]
[...] lasciava cadere qualche pera meno matura che rimbalzava fra le altre. - A me, ora. - No, a me. - Sempre a te, - disse Maria, tendendo il suo [...]
[...] grembiule. - Pietro, a me, ora: attento! Ecco. - No, a me, - gridò Sabina, spingendo la cugina - Su, quella là, vedi, quella pera che sembra d'oro [...]
[...] . - Sì, a te; attenta, te la butto sul seno! - egli rispose, sorridendo e fissando il viso sollevato dl lei. 29 Infatti il bel frutto maturo le [...]
[...] sfiorò il petto, balzò sul grembiale, ne fece cadere il contenuto. - Ah, - gridò Sabina, infantilmente spaventata, mentre Maria curvavasi giù a [...]
[...] , scivolando agilmente dal pero. Giunto a terra salutò l'albero spoglio facendo un segno di addio. - All'anno venturo, se vivremo! Maria gli tolse il cestino [...]
[...] servo che s'affannava intorno ai cavalli scalpitanti. - Il diavolo vi raggiri, - egli rispose, indispettito. Le ragazze si misero a ridere, e [...]
[...] cascata sotto il noce, si lavò il viso e lo asciugò col lembo della sottana. A un tratto ella guardò in alto, lontano, verso il punto ov'era Pietro, e [...]
[...] sollevò una mano; poi disse qualche cosa a Maria. Entrambe scoppiarono a ridere. « Sì, - pensò Pietro, - devono parlare di me! » Sabina forse [...]
[...] rimase solo nell'ombra della valle. Anche sull'anima sua era caduto un velo d'ombra. - Ho fatto male a indispettirmi, - pensava. - No, ella non [...]
[...] falciuola spiccherò i grappoli ed ella li raccoglierà, ci diremo tante cose. Poi io l'aiuterò a caricarsi il cestino sul capo, e ci guarderemo: forse [...]
[...] bacerei morsicandola. Ecco, vipera: tu non vuoi che gli altri si amino, tu non hai voluto che io baciassi tua 33 cugina. Ecco, a te questi [...]
[...] baci cattivi; a Sabina i baci buoni... perchè tu sei cattiva, e Sabina è buona. - Ecco, qui, forse qui. Qui va bene - disse poi a voce alta [...]
[...] molte cutrettole dalla coda fremente, e piluccavano l'uva prima di andarsene a dormire nei loro nidi di foglie. E Pietro dovette svegliarsi dal suo [...]
[...] vendemmia Sabina non scese alla vigna. - E tua cugina, perchè non è venuta? - chiese Pietro a Maria. La giovane padrona lo guardò con gli occhi [...]
[...] maliziosamente socchiusi, e scosse la testa. - Il padrone non glielo ha permesso. Poi Maria salì alla capanna per cuocere i maccheroni: a mezza china si [...]
[...] delle donne, ecco! - O lavori, o dò una pelata a te e al tuo cestino, - disse rozzamente a Rosa spinosa, che gli andava dietro scherzando e non [...]
[...] raccoglieva i grappoli spiccati da lui. 35 Ella si offese, si allontanò, e dal fondo della vigna cominciò a gridare: - Eccolo là, il puledro che [...]
[...] dà i calci; se sei di malumore, oggi, ebbene appiccati a quel fico come Giuda. Lo vuoi il legaccio della mia scarpa, di', tu, occhi da gatto [...]
[...] selvatico? Egli non rispose, curvo, intento a spiccare i grappoli con la sua falciuola. Gli altri vendemmiatori erano tutti allegri; i giovanotti [...]
[...] coi maschi desiderosi. Solo Pietro taceva, scontento, lontano. E nessuno si curava di lui. Due giovanotti presero a cantare, senza smettere il [...]
[...] . Nessuno gli voleva bene; nessuno gliene aveva mai voluto. Non aveva una sorella, una parente giovane con la quale volersi bene e confortarsi a [...]
[...] chiacchierando dalle vendemmie; qualche vecchio a cavallo si disegnava sul fondo grigiastro della montagna, nella vaga nebbia del crepuscolo. Nell’aria [...]
[...] ? - gli chiese Pietro, arrivati che furono a metà strada. - Hai fame? Anch’io. Mangeremo 38 appena saremo arrivati. E domani, via ancora [...]
[...] , ciascuno a modo suo, e si capivano. Spesso Pietro gli diceva: - Che differenza c'è tra me e te? Nessuna. Soltanto, io sono un cane che parla. Quella [...]
[...] bettoliere toscano, il giorno dopo incontrandola non la guardo neanche in faccia, ed ella fa altrettanto. Cane e servo, servo e cane: è lo stesso. A un [...]
[...] mise a correre in avanti, poi si fermò e tentò leccarsi le ferita. Pietro si fermò, si volse, cogli occhi lucenti d'ira. - Chi è stato? - gridò [...]
[...] cosa hai, Pietro Benu; so a che pensi. Me lo ha detto Maria. - Che sai tu? Che può averti detto quella? - egli mormorò con disprezzo. Allora [...]
[...] ... basta, neanche bisognava pensarci!.. Il suo sogno tormentoso lo riconduceva sempre a 41 Sabina. Ella sola poteva aver divulgato il segreto [...]
[...] del suo cuore, quel segreto che egli non osava quasi neppure confidare a sè stesso. Sciocca, cento volle sciocca! Ah, ella aveva un altro amante [...]
[...] Noina, Pietro provò una sensazione dolorosa, come se un masso gli premesse 43 il cuore. Era avvezzo a svegliarsi pensando a due occhi dolci velati [...]
[...] . Ma ecco un rumore di passi nel cortile silenzioso. Chi è? Zia Luisa che s'alza all'alba, perchè a tal'ora si deve alzare la massaia benestante? La [...]
[...] sempre più nitida dell'alba invase la cucina. Poi Maria si tolse il fazzoletto, si lavò, e a testa nuda, con le maniche della camicia rimboccate [...]
[...] Pietro. Egli intravide i begli occhi di lei, un po' socchiusi e ancora sonnolenti, fissarlo a lungo, e provò un indefinibile senso di benessere. A [...]
[...] poco a poco questo vago piacere si fece intenso, ardente, diventò fascino, desiderio. Pietro sentì il sangue animarsi nella sue vene, caldo e [...]
[...] vorrebbe certo sposarmi, ma amarmi perchè no? Son bello, io; sono forte, io. Sì, mi ricordo, un giorno, laggiù nella vigna, la sorpresi a guardarmi le [...]
[...] labbra. Ella non deve aver mai baciato uomo. Ed ora, anche ora mi guarda. Se mi alzassi e la baciassi? Maria continuava a macinare lentamente il [...]
[...] caffè; la caffettiera brontolava, i carboni accesi scoppiettavano scherzosi. A un tratto ella si alzò e si avvicinò al finestruolo; Pietro aprì gli [...]
[...] occhi e la guardò, ma non osò certo balzare in piedi e correre a baciarla. Nella luce sempre più rosea del finestrino, i capelli di lei sembravano [...]
[...] rasente alla trave del tetto e una mano appoggiata al muro, pestava vigorosamente l'uva. Due donne montavano per una scaletta a piuoli fissata [...]
[...] incitate a lavorare? E cosa fa la padrona? - Che vuoi? Neppure lei sa cosa farsene di me! - sospirava il padrone. Invece di zia Luisa ogni tanto [...]
[...] l'opera, Pietro le parlava beffardo. - Presto, presto: son già le dieci; se a mezzogiorno non è tutto finito m'appicco... - Appiccati pure, ma non tanto [...]
[...] allacciato e la benda intorno al viso impassibile, preparava il desinare per i lavoratori: carne di pecora con patate. ln una pentolina a parte [...]
[...] un laureato ricco, non uno di quelli che cercano un appoggio nella famiglia della sposa. A mezzogiorno la pigiatura era finita; il desinare pronto [...]
[...] Luisa, che neppure per mangiare s'era slacciato il corsetto. - Finiscila, chiacchierone. Appena si furono alquanto sfamati, i giovani ripresero a [...]
[...] con ironia, - meglio sani e ricchi che poveri e malati. - Versa da bere, - le ordinò sua madre. Ella si alzò e versò da bere a Pietro. - Che hai [...]
[...] riusciva a far credere a Maria di essersi innamorato stoltamente di lei? No, ella non lo avrebbe scacciato, era troppo furba per commettere un [...]
[...] . IV. Per due settimane egli rimase in paese, aiutando zio Nicola a rimettere il vino nelle botti, o lavorando in un orto vicino; poi salì sulla [...]
[...] pensava sempre alla giovine padrona. Gli pareva di non esserne innamorato, ma sebbene Maria gli piacesse immensamente, pensando a lei egli non osava [...]
[...] invitare gli uomini allo scherzo amoroso: Pietro arrossiva ricordando d'essersi per un attimo illuso sulle intenzioni di lei a suo riguardo, e divertito [...]
[...] lei ad una spiegazione; ma a poco a poco anche questo desiderio dispettoso svanì. Per due settimane il cuore di Pietro tacque, ma assopito e [...]
[...] gonfio come la terra durante il periodo invernale. Qualche sera il padrone si tratteneva a lungo nella cucina ove già il fuoco ardeva, e invitava [...]
[...] Pietro a bere e cantare. Se le donne non vigilavano, padrone e servo bevevano oltre misura, e zio Nicola narrava, in versi estemporanei, gli episodi più [...]
[...] occhi brillanti. - Sei il diavolo, tu? Come hai fatto a indovinare? - gridò, battendo lievemente il bastone sulla spalle del servo. - Ma è davvero [...]
[...] sei furbo! 56 Pietro non riuscì mai a sapere se zio Nicola avesse o no lanciato la sua scarpa sul muso di qualche ricco proprietario. Del [...]
[...] tutto. Poi, qualche volta, si sorprendeva a pensare che dopo tutto 57 egli, sebbene servo, apparteneva ad una famiglia di razza per lo meno non [...]
[...] Nicola, sposato una donna benestante. Anch'io potrei sposarla... Ma diceva a sè stesso che questa « donna benestante » non sarebbe mai stata Maria [...]
[...] dissodare e seminare era assai lontano dal paese, al di là della vallata di Marreri, quasi vicino a Lollovi, miserabile gruppo di case perduto fra i monti [...]
[...] cane. Ma la solitudine non gli dispiaceva: egli vi era abituato, e d'altronde, in quei giorni, un oscuro 58 istinto lo spingeva a desiderare [...]
[...] moglie? - È andata a lavare. Eh, so perchè la vuoi, - disse l'altro, ammiccando coi suoi occhi infantili. - L'hai incaricata di cercarti moglie, dopo [...]
[...] matrimonio. 59 - E poi... niente! Perchè non sposi Maria? - Ah, tu ti beffi di me? Io non verrò più a bere qui, piccolo forestiere, - disse Pietro [...]
[...] con disprezzo, alzandosi. Ma, non seppe perchè, sentì un'improvvisa gioia per lo scherzo del bettoliere. Rientrò a casa e aggiogò i buoi: zia Luisa [...]
[...] portone. - Bada, va a messa a Lollovi, ma non innamorarti di qualche bella lollovese... In altri tempi Pietro si sarebbe un po' piccato per questo [...]
[...] hai bisogno di qualche 60 cosa, mandalo a dire per qualche viandante Tieni le sementi in luogo ben asciutto e semina al più presto possibile [...]
[...] . Addio. - Come è buono quell'uomo! - pensava Pietro. Gli pareva di voler bene a zio Nicola come ad un padre, e quasi quasi sentiva di voler bene [...]
[...] anche a quella boriosa della padrona. Immerso nei suoi pensieri, di tanto in tanto egli pungeva forte il bue rosso dalla schiena coperta di chiazze [...]
[...] Dio e nei Santi, andava a messa, e si confessava e comunicava per la santa Pasqua, ma non era divoto, non pregava mai, non pensava mai alla morte e [...]
[...] aronzu (1), egli sentì bisogno di pregare, come una donnicciuola. Intorno a lui il paesaggio, sublime di tristezza, taceva sotto il crespuscolo [...]
[...] ; liberami dalle cattive idee. Così sia. E mentre pregava pensava a lei, col desiderio ardente di averla vicina, di vederla in realtà come la [...]
[...] , contribuiva a render più intenso il raccoglimento del giovine lavoratore. La passione smuoveva il suo cuore come il vomere la terra: e come la terra egli [...]
[...] perchè lo liberassero dal desiderio che lo vinceva tutto. 64 * * * Raramente qualche mandriano, qualche paesano a cavallo, qualche donnicciuola [...]
[...] di Lollovi con un canestro colmo di formaggio sul capo e una gallina in mano, attraversavano il sentiero a fianco del terreno lavorato da Pietro [...]
[...] lucido e freddo dissipò le nebbie autunnali. A giorni pioveva, ma per lo più il tempo mantenevasi freddo e asciutto. La tramontana sbatteva le sue [...]
[...] grandi ali ghiacciate, su dai monti d'Orune; Pietro spandeva intorno a sè la semente che il vento portava lontano e la terra accoglieva sempre [...]
[...] . Anche i suoi pensieri si sparpagliavano così, ma cadevano sempre sullo stesso terreno. Da qualche giorno egli si sentiva allegro; aveva ripreso a [...]
[...] avremo finito il lavoro. Verrà Natale; canteremo con zio Nicola e ci prenderemo una sbornia solenne. 66 A voce alta non osava dire altro; ma [...]
[...] siccome non poteva più star zitto, si metteva a cantare. Cantava a voce spiegata, qualche volta cercando di ripetere anche il coro che accompagna i [...]
[...] un giorno sollevare gli occhi fino agli occhi di lei, e spiegarsi con un solo sguardo. Allora cantava, a la sua voce volava lontano, al di là [...]
[...] , l'immagine ardente di lei, che di solito lo accompagnava, migrava lontano, tornava nella cornice della casa paterna. * * * Ma a misura che s'avvicinava il [...]
[...] le sementi e le provviste inviate da zia Luisa. - Zio Nicola non è venuto a trovarti, perchè è stato quindici giorni a letto, con forti dolori [...]
[...] sulla terra arata. I giorni continuavano a pesare freddi e limpidi, o freddi e nuvolosi: ancora una o due notti e Pietro sarebbe ritornato a dormire [...]
[...] neppure. 68 Avrebbe continuato a vivere, a lavorare per gli altri. Così arrivò l'ultima sera. Prima di ritirarsi nella capanna, Pietro sedette [...]
[...] su una pietra in mezzo alla terra seminata, e stette a lungo immobile, quasi piegato in due. Pareva che sentisse finalmente la stanchezza di tutto [...]
[...] il suo lungo lavoro. Intorno a lui anche la terra taceva, addormentata in un riposo fecondo. La sera cadeva; grandi nuvole bluastre macchiavano [...]
[...] il cielo pallido: piegato sulle ginocchia, Pietro stette a lungo immobile, con gli occhi chiusi, formando una macchia stessa, una cosa stessa con la [...]
[...] pietra su cui stava seduto, con le onde brune della terra smossa che lo circondava. Dormiva. Dormì così a lungo, come il granello fra le zolle [...]
[...] , granello anch'egli buttato a caso su una terra misteriosa e selvaggia, germogliato alla ventura, abbandonato al capriccio del tempo e del destino [...]
[...] , Malafede non mancava di abbaiargli contro, forse credendolo l'occhio maligno di un ladro. V. Maria, a quell'ora, dormiva il suo sonno pieno e [...]
[...] piacevole di ragazza sana: avesse anche vegliato, non avrebbe però pensato a Pietro Benu più che al grano ch'egli seminava. Ella lo stimava come servo [...]
[...] Pietro. Sabina aveva lasciato il servizio, e aiutava le sue ricche parenti a fare il pane e i dolci di pasta, sapa e uva passa, che ogni buona [...]
[...] matterello. (1) Uva passa comprate e fichi? Sapa comprate? 72 Ma le due cugine continuavano a ridere: ogni tanto Maria balzava in piedi [...]
[...] . Sabina non osava più parlare, per timore che zio Nicola s'accorgesse del suo turbamento. Sì, ella voleva sempre bene a Pietro, sebbene egli, dopo [...]
[...] vecchio ladro morto venti anni prima in « quei luoghi » tristi, dove gli uomini si riducono a far la calza e lavorare all'uncinetto. 74 - Sì, era [...]
[...] . - Pietro non gode buona fama appunto perchè parente d'un simile avoltoio - osservò zia Luisa, intenta a fare dolci di pasta e di uva passa, ai [...]
[...] forno e gridò: - Venga davanti a me qualcuno che osi parlar male di Pietro Benu; venga avanti, se può; venga avanti, se ha fegato! Venga; gli [...]
[...] risponderò io con questo qui. E brandì il bastone, pronto a colpire i calunniatori del suo servo. 75 Verso il tramonto le donne smisero di lavorare [...]
[...] sempre tirato la mola; la mola ogni giorno sgretolava un quarto di frumento e rendeva così mezza lira: tanto bastava a zia Caderina. Sabina lavorava [...]
[...] giro paziente intorno alla mola. - Andiamo dunque alla Funtanedda, - disse Maria. Andarono. L'una a fianco dell'altra, slanciate ed eleganti [...]
[...] nell'abbeveratoio: fuochi di dissodatori che incendiavano le brughiere cominciavano a rosseggiare nello sfondo azzurrastro dei monti d'Oliena [...]
[...] morbido a striscie nere e gialle come quello dei cinghiali, col musino roseo imbrattato di terra, si rincorrevano, grugnivano, rotolavano; e giunte [...]
[...] presso il rigagnolo annusarono i piedi della piccola serva bruna, poi, invece di bere, continuarono a rincorrersi fra i cespugli. Il guardiano [...]
[...] cominciò a fischiare per richiamarle; il monello cessò di sputare, e così le donne finirono di riempire le anfore, e venne il turno delle due cugine [...]
[...] come un uccello e volare vicino a lui per scrutarne i pensieri! - Se la zia muore, egli tornerà, non è vero? - domandò ad un tratto. - Chi? - Ma [...]
[...] Pietro Benu! - Ah, tu pensi a lui! Chissà se tornerà! Ad ogni modo glielo manderò a dire. Ma credo che quella vecchia sia sempre inferma, e di [...]
[...] solo a lavoro finito. Del resto tu dovresti saperlo meglio di me. - In fede mia, no! - affermò Sabina, timidamente. - lo non so niente. Egli non [...]
[...] . - Perchè taci? - domandò l'altra - Dispiacerebbe a te e agli zii se avvenisse... ciò che io spero? Io sono povera. Che aspetto? - Ma no, anzi! - esclamò [...]
[...] ; - Stanotte dormirò come un sacco. A domani. - Addio. Addio, zia Caderina. - Addio, - rispose la vecchia, mentre l'asinello si fermava ancora per [...]
[...] ascoltare. - Voglio aiutare Sabina; parlerò con Pietro per vedere se veramente le vuol bene, - pensò Maria, allontanandosi a passi tranquilli, nella [...]
[...] arrossito se le avessero detto che in quell'ora medesima, nella melanconia dell'altipiano selvaggio, Pietro Benu pensava a lei, non a Sabina. Le [...]
[...] interminabile, un lontano sogno di gioia? VI. Pietro ritornò a Nuoro dopo circa cinque settimane d'assenza, e precisamente la vigilia di Natale [...]
[...] . Avanti, avanti, per gli aspri sentieri che scendevano in fondo alla vallata e poi risalivano fino a Nuoro, egli pungeva i buoi con crudeltà [...]
[...] servo avrebbe voluto arrivare alla casa dei padroni a notte già fatta. Sentiva un vago timore del primo incontro con Maria; aveva paura che ella gli [...]
[...] impulso di desiderio gli brillò negli occhi; ma subito egli pensò a Maria e per la prima volta in vita sua si vergognò d'aver desiderato una donna di [...]
[...] cominciò a guaire, sollevandosi e cercando di introdurre una zampa in una fessura. Qualcosa di simile all'impazienza e alla gioia del cane fremeva [...]
[...] chiese: - Ebbene, che nuove abbiamo? 84 - Buone, grazie a Dio. Fa freddo, ma la nostra pelle non è fina come quella dei signori... - Qual [...]
[...] i buoi e rimesso a posto il carro, entrò in cucina, dove Malafede fiutava ogni angolo. - Macchè! macchè! Ho avuto un po' di febbre, queste ultime [...]
[...] quale ella rivolge la parola solo per compassione! Ridiventato triste, egli sedette davanti al fuoco, accanto a zia Luisa, e cominciò a [...]
[...] suonavano l'Ave con rintocchi di gioia. Zio Nicola non tardò a rientrare; anch'egli era dimagrito, pallido, insolitamente melanconico; ma appena vide [...]
[...] Luisa, e battendo la mano aperta sul ginocchio di Pietro, - ti aspettavo! Stanotte veglieremo e canteremo a disputa. Se le donne vogliono andare alla [...]
[...] caraffa e il bicchiere. - Tu non andrai alla messa? - domandò Pietro. - Io? Io no, davvero! Me ne vado subito a letto, appena avrò cenato. Io non ho [...]
[...] da incontrare nessuno, alla messa. E anche voi, babbo, fareste bene d'andare a letto... Pietro non udì ciò che il padrone rispose. Maria non aveva [...]
[...] guardò con riconoscenza, e bevette quasi con voluttà il vino offerto da lei. - Le donne vanno a letto; tanto meglio, - riprese il padrone. - Di notte [...]
[...] le donne non devono far altro che andare a letto; questa è la mia opinione. Noi, dunque, Pietro Benu, chiuderemo il portone e non apriremo neanche [...]
[...] se viene il diavolo. Accenderemo un gran fuoco, metteremo accanto a noi una bottiglia di vino, e canteremo... - Ma io non so cantare, - osservò [...]
[...] attraverso la fiamma. Poi guardò così anche il bicchiere, entro il quale al riflesso del fuoco il vino scintillava come rubino; e cominciò a [...]
[...] neve, s'avanzavano dai monti d'Orune: qualche falda di neve cominciava a cadere; nessun rumore, tranne il soffio rabbioso del vento, giungeva fino ai [...]
[...] due cantori. Talvolta zio Nicola, infervorato, si alzava a sedere, e con un cenno della mano indicava a Pietro di non interromperlo: e invece di [...]
[...] cantavano ancora; le bottiglie erano vuote, e il loro splendore era passato negli occhi dei due cantori. Qualche volta Pietro riusciva a comporre [...]
[...] ammirazione, e gli diceva: - Bravo! Così ti voglio. Continuarono a bere, ma cessarono di cantare. Verso mezzanotte gli occhi del padrone, che al [...]
[...] visioni inverosimili. 89 - Pietro, figlio mio, tu canti bene ed io ti voglio bene. A che pensi? Dimmelo, su, tanto lo immagino... Diceva [...]
[...] volermi bene; ma se sapeste che io penso a vostra figlia vi gettereste sopra di me come un cane arrabbiato. - Eh, anch'io... - disse a un tratto [...]
[...] zio Nicola, sollevando la testa. E ricominciò a raccontare in prosa le avventure che aveva già ricordato nelle sue ottave. Oramai Pietro le sapeva [...]
[...] a memoria; quindi cominciò a distrarsi, e in breve le parole del padrone gli arrivarono confuse alle orecchie, come un ronzìo di api. Tuttavia [...]
[...] . Nascose il viso fra le mani, pensò a lungo: ad un tratto staccò le mani dal volto ardente e fissò come un pazzo, attraverso le dita aperte, lo [...]
[...] sarebbe meglio svegliarlo e dirgli che vada a letto?... Ma no, che s'aggiusti da sè... Ancora una scrollatina di capo, poi si sdraiò nuovamente: le [...]
[...] dimostrava. - Che t'importa se io bevo o no? - le disse, sollevando la testa col suo gesto sprezzante. - Bada a te, piuttosto; bada, con tutta la [...]
[...] ! Meglio un bandito che un ubbriacone! - Ebbene, - disse a un tratto il servo, guardandola, - io non mi ubbriacherò mai più, te lo prometto! Queste [...]
[...] bettoliere: stette lì a chiacchierare e a difendere i suoi padroni, dei quali il toscano parlava male. Nei giorni seguenti egli lavorò in un orto [...]
[...] che i Noina possedevano vicino al paese: all'imbrunire rientrava a casa e cenava coi padroni. Nei momenti ch'egli stava a casa, zia Luisa si serviva [...]
[...] ribellato, poichè un servo contadino lavora soltanto la terra, obbediva e si umiliava con gioia, pur di far piacere a Maria. Non sapeva perchè, da [...]
[...] suo sogno, come nella sera di Natale. Ecco, una sera egli rientrava a casa tardi e trovava Maria sola, seduta accanto al fuoco: anch'egli si [...]
[...] non rifiniva di lisciarsi i capelli e la barbetta, guardandosi a lungo gli occhi, le labbra e la fronte. Si trovava bello, e se ne rallegrava [...]
[...] . VII. Di solito i padroni andavano a letto presto; qualche volta, però, se un bel fuoco ardeva nel focolare, zia Luisa e Maria s'indugiavano nella [...]
[...] , Pietro si divertiva a lodare la roba degli altri. - Ho visto oggi il servo di Franziscantoni Careddu: scendeva all'abbeveratoio coi buoi del padrone [...]
[...] . 94 Quelle son bestie! Hanno la schiena lucida come specchio e sono forti come leoni. - Cosa dici? Ma se volevano venderli a me, quei buoi [...]
[...] . Maria glielo strappò di mano e si mise a ridere. A un tratto però vide che Pietro, improvvisamente ammutolito, le guardava il collo con uno sguardo [...]
[...] uomini s'avvicinò premurosa e sorrise a Pietro. - Eh, ti piace questo giovinotto? - chiese zio Nicola, battendo la punta del bastone sulle spalle di [...]
[...] Salvatore Brindis per dirgli che domani lo aspetto a casa, per l'affare delle capre. Và: dopo puoi fare quel che vuoi. Pietro capì: s'alzò e andò via [...]
[...] , ma invece di recarsi da Salvatore Brindis s'avviò verso casa. Gli pareva d'essere ubbriaco; pensava a Maria come nei primi giorni della sua [...]
[...] passione, quando l'istinto incosciente lo spingeva a desiderarla con un desiderio quasi crudele. Rientrò e trovò la giovane padrona sola in cucina [...]
[...] accennava a ritirarsi. - E la padrona? - domandò Pietro, attaccando il suo cappotto al solito chiodo. - Si sentiva stanca, è andata a letto. E il [...]
[...] ; ma ella continuava a cucire, con gli occhi fissi sull'ago e le ciglia abbassate, e non vide lo sguardo lampeggiante di lui. - Senti, Pietro [...]
[...] fissava gli occhi quasi smarriti sulla fiamma che cominciava a lambire il tronco, il cui musco s'era già tutto incendiato come una minuscola brughiera [...]
[...] fiammella del lume, domandò: - Non dici nulla, Pietro? Parla. Pietro aveva anch'egli sollevato gli occhi e la investiva da capo a piedi con uno [...]
[...] nell'ombra: fuori era notte e silenzio, e in quello sfondo di 99 mistero la figura di Maria appariva a Pietro come gli appariva nel sogni, vicina, sua [...]
[...] , solamente sua. Egli non aveva che a stender le braccia per stringerla a sè. - Ma non parli, dunque? Perchè mi guardi così, Pietro? - ella [...]
[...] domandò, cominciando a inquietarsi. - Cosa vuoi che ti dica? Che cosa vuole da me tua cugina? - egli chiese allora con accento sincero. - Io non le dissi [...]
[...] punta del bastone. - Sì, dissi a Sabina che dovevo confidarle una cosa... ebbene, sì, il mio amore... ma non per lei, per un'altra donna. Volevo [...]
[...] chiederle un parere. - A chi? A Sabina? E perchè a lei? - domandò meravigliata Maria. Pietro fece un altro segno di croce sulla cenere: in quel [...]
[...] . Tacquero. Lo sguardo di lei s'oscurò, le sue mani si fermarono. - Una parente... una parente di Sabina? - domandò come a sè stessa, pensierosa [...]
[...] alla donna agognata. Ma a questo istinto si univano anche i sentimenti provati da Pietro nei lunghi giorni della sua solitudine: desiderio e sogno [...]
[...] colpa ne hai? Siamo tutti eguali davanti a Dio. Egli capì che ella parlava così perchè aveva paura d'irritarlo; ma si fece più ardito. - E allora [...]
[...] volerti bene. - Vuoi bene ad un altro? - No, non voglio bene a nessuno; non penso di voler bene a nessuno. - Dici così perchè non sai cosa voglia dire [...]
[...] . Un velo oscurò gli occhi di Pietro. Ella si ritirava; egli non l'avrebbe vista mai più così, sola davanti a lui, nel silenzio e nell'ombra della [...]
[...] notte. Con uno slancio balzò e sedette vicino a lei, e le afferrò una mano. - Resta: ho da parlarti ancora... - Lasciami! - gridò Maria [...]
[...] silenziosa, ove la gran fiamma cigolante del tronco pareva cosa viva, ripetè a voce alta le parole di Maria: - Vile, vile... dirò tutto al babbo [...]
[...] , nella solitudine della valle deserta. Egli la baciava e taceva, e teneva gli occhi chiusi: ella aveva paura, ma a poco a poco le ginocchia le si [...]
[...] stette lungamente a guardare nel cortile silenzioso. Nuvole scure salivano sull'orizzonte e coprivano il cielo freddo e chiaro; un gallo cantava [...]
[...] rifiorirebbe. E Pietro non starebbe più in paese; ritornerebbe in campagna, passerebbe il tempo a mietere e raccogliere il grano: ella, certo, non andrebbe [...]
[...] più a trovarlo! Ella sospirò, ricadendo nel ricordo della scena accaduta la sera prima, e quasi per sfogare il suo dispetto si mise a rifare il letto [...]
[...] e a rimetter in 108 ordine la sua camera, pestando i piedi nervosamente. - Hai i diavoli in corpo, stamattina? - gridò zio Nicola dalla [...]
[...] ... Egli dunque non ha mai dormito fino a poco fa, - pensò Maria, ritta presso il focolare. Egli battè l'acciarino sulla pietra focaia e riaccese il [...]
[...] fuoco, poi balzò in piedi e si scosse tutto. - Maria, - disse. - ti prego di scusarmi se... sono stato pazzo. Non dir niente a tuo padre. Me ne andrò [...]
[...] osò veramente sollevare gli occhi davanti a Maria e non le rivolgeva la parola se non interrogato. Lavorava nella vigna, e spesso non ritornava in [...]
[...] disponevano ad uscire, Maria vestita a festa per andare alla predica.. egli bellissimo in un costume nuovo fiammante. - Dove vai? - ella domandò [...]
[...] , allacciandosi il corsetto che di solito le donne nuoresi, quando stanno a casa, tengono slacciato. - Io vado a veder le maschere. - Faresti meglio [...]
[...] ad ascoltar la predica. Pietro la guardò; i suoi occhi ardevano e la fissarono a lungo, insistenti e avidi. Ella ne arrossì. - Se tu vuoi, vengo [...]
[...] ... Non mi importa niente del carnevale, Maria. Dove non sei tu io non vivo... - Comincia a finirla, Pietro... Egli la guardava sempre con occhi [...]
[...] grande complice degli amanti, sopraggiungeva tiepida, eccitante. 111 Dopo quella domenica di carnevale Pietro continuò a rivolgere qualche frase [...]
[...] ardente alla sua giovine padrona, ogni volta che si trovavano soli; ed ella non si sdegnava più, non fuggiva più. Pareva si fosse abituata a [...]
[...] potesse avere un contatto immediato e pericoloso. Era nota a tutti i ricchi paesani scapoli di Nuoro la superbia della bellissima Maria Noina; tutti [...]
[...] fino a lei, e per i borghesi, per gli avvocati, ella non era abbastanza ricca. Solo un proprietario di buona famiglia, Francesco Rosana, paesano [...]
[...] il giovine fidanzato venne a cercare zio Nicola, e guardandolo bene, Maria provò una strana impressione; le parve che egli si rassomigliasse [...]
[...] 112 a Pietro. Non seppe perchè, ella sospirò, e per tutto il giorno provò una vaga tristezza. Qualche volta anche in lei, non impulsiva nè di [...]
[...] inesprimibili carezze. Quasi sempre sfondo a questi sogni era la vigna silenziosa e verde, lontana dal mondo pieno di pregiudizi, come un'oasi [...]
[...] , immobile accanto a lei. - Son venuto per vederti soltanto. Se vuoi, me ne vado via subito. Ella non seppe che cosa rispondere, ma instintivamente si [...]
[...] dal lume egli la guardò come un pazzo, così vicina a sè, palpitante e quasi smarrita, ma non osò baciarla: anzi la lasciò e disse: - Ora sono [...]
[...] fu nella sua camera cominciò a tremare, senza rendersi ragione del suo turbamento. Passò una notte agitata, sognò, si svegliò che era buio [...]
[...] dargli questa felicità, che procurava anche a lei tanto piacere? All'alba si vestì, si pettinò accuratamente e scese: il cuore le batteva d'ansia [...]
[...] e di un desiderio che ella non voleva confessare a sè stessa. Pietro era già in piedi, pronto a partire, ma pareva l'aspettasse. - Vado, - disse [...]
[...] ; - oggi è davvero una bella giornata. Perchè non vieni più, laggiù, Maria? - Che vengo a farci, ora? - ella rispose, con tanta durezza. - Verrò [...]
[...] Maria si abbandonava al suo amore, od egli... che avrebbe fatto egli?... Non sapeva; ma era deciso a tutto. Ella scese più tardi del solito. Pareva [...]
[...] devono essere dei finocchi e verrò a coglierli. La vigna è presto lavorata, non è vero? Ora stai a potare? - Sì, sto a potare. No, tu non verrai, me [...]
[...] ne accorgo... - Ma cosa vuoi che venga a fare? - Così, per vederti. per... vederci... Perchè anche tu mi vuoi bene, lo so, sì, ora mi vuoi bene [...]
[...] . Cautamente Pietro si avvicinò a Maria e l'abbracciò. - Se tu mi volessi bene... ebbene, ebbene?... - insistè. - Che t'importa degli altri?... Ma tu... tu [...]
[...] fiduciosa. Oh, ella non dubitava di lui, ed anch'egli non era geloso, non diffidava, ma si sentiva sempre un po' timido, sempre un po' servo davanti a [...]
[...] lei. Del resto passavano intere settimane senza che essi potessero rivedersi: e rivedendosi davanti a persone estranee, assumevano un contegno [...]
[...] in mio favore, - egli disse una notte a Maria, nella cucina, ov'ella era scesa cauta e vibrante. - Vedrai, mia zia è tanto vecchia. Ah, se tu [...]
[...] passione, l'aveva trascinata con sè, in un vortice pericoloso, spintovi da una forza fatale; tuttavia qualche volta ella si ribellava a questa [...]
[...] , bisogna finirla. Stanotte glielo dico: « Pietro, smetti ogni speranza, non tormentarti più. » Fra giorni egli va lontano, va a trasportare carbone [...]
[...] mani fino a sentire una pulsazione dolorosa, ma ricordava le carezze di Pietro. - No, vattene, Maria mia; non facciamo del male: vattene per carità [...]
[...] aveva osato innalzare gli occhi fino a lei? Se ora soffrivano entrambi la colpa era tutta di Pietro. Pazzo, spensierato, sciocco! Ebbene, che ricada [...]
[...] ricchi borghesi non si decidevano a domandar la mano di Maria, zia Luisa parlava male di loro e cominciava a lodare i ricchi paesani. - Gli avvocati [...]
[...] della mietitura. Pietro stette lunghe settimane lontano, ma ottenne da 125 Maria la promessa che ella sarebbe andata a trovarlo lassù [...]
[...] dalle campagne di Nuoro al monte Gonare. Le graziose pellegrine notturne si recavano a piedi al santuario che sorge sulla cima del monte Gonare [...]
[...] di ogni paese del circondario sarebbe salita a Gonare; c'era da vedere, da ballare, da divertirsi. Ciascuna delle pellegrine portava seco un [...]
[...] corda per salire fino a lei. - Dio guardi i tuoi capelli, Maria Noina: lascia ch'io li tocchi per evitarti il malocchio... Preghiamo, - propose Rosa [...]
[...] S'ispina, invidiosa delle lodi che le compagne rivolgevano a Maria. Questa guardò una stella che tremolava sopra il santuario del monte Gonare, e [...]
[...] intonò a voce alta il rosario. Ma la prima a ridere scioccamente fu Rosa, e le compagne non poterono proseguire. Allora Maria propose che ciascuna [...]
[...] pentiti del loro capriccio. A un tratto le ragazze si fermarono, ascoltando. Nel profondo silenzio che precedeva l'alba s'udiva il trotto di parecchi [...]
[...] macchia nera che a poco a poco s'avvicina, si divide; ombre di cavalli e di uomini s'allungano sulle stoppie illuminate dalla luna. - È gente che [...]
[...] va alla festa. - disse Maria. Uomini e donne in costume, i primi con l'archibugio ad armacollo, le altre sedute sulla groppa o in sella o a [...]
[...] , vantano una certa nobiltà di sangue, ed anche un po' di coltura. - Salute, le nuoresi, - cominciarono a gridare i sopraggiunti, fermando i cavalli [...]
[...] compra... Maria pensava a Pietro, lontano, solo là nella vigna. E sentiva che era giunto il momento di sacrificarlo, e provava pietà di lui, ma come [...]
[...] stoppie cominciano a scintillare umide di rugiada: la brezza tace, l'allodola canta nascosta fra le macchie. Le fanciulle tacevano, e si fermarono [...]
[...] pensava sempre a Pietro ed a Francesco: il primo s'allontanava dietro di lei, al di là, al di là nello spazio silenzioso; Francesco s'avvicinava [...]
[...] cominciarono a incontrar gente: gruppi d'uomini, donne, fanciulli di Bitti e d'Orune, a piedi o a cavallo, scendevano dopo aver ascoltato la prima messa e [...]
[...] olzaese, pallida e severa come una monaca, raccontava a una deliziosa fanciulla di Gavoi, dal cappuccio rosso, la leggenda di Santa Barbara. - La [...]
[...] incontrate proprio qui, in questo punto. Si guardarono, si strinsero la mano, poi la Madonna disse: Barbaredda de Orzai, Ube nos an a ponner no [...]
[...] . A poco a poco la montagna si popolava; pei sentieri saliva una folla variopinta: i paesani, le donne, i pastori d'Orane, il villaggio più vicino [...]
[...] fra la calca, in mezzo a un gruppo d'uomini che ammirandola oltre il necessario le rivolgevano frasi galanti e scherzavano a proposito dei suoi [...]
[...] le mosche la molestano. - Peccato che non si lasci mettere il freno. - Predu Maria, prova a montare in sella. Maria arrossiva, ma fingeva di pregare [...]
[...] chiesa le fanciulle deposero i loro fardelli e sedettero a piedi d'un albero. Maria guardò se vedeva Francesco, ma fra i numerosi cavalli legati agli [...]
[...] avviarono nuovamente verso la chiesa. Il sentiero s'allargava, aspro, a scalinata, quasi tutto tagliato sulla roccia, fra massi enormi e macchie e [...]
[...] silenzio puro delle cime incoronate d'azzurro. Ma intorno a sè Maria continuava a sentire delle frasi sciocche, qualche volta indecenti; i giovinotti [...]
[...] diavolo - rispose Rosa, seccata e invidiosa. Tutti risero e si misero a gridare: - Viva Nuoro! I mendicanti, fermi presso le croci che sorgevano [...]
[...] Gonare, ecco sciolto il voto che feci quando mio padre cadde da cavallo. Tu lo hai salvato, Maria, ed io sono venuta scalza ed a capelli sciolti, e ti [...]
[...] adolescente con una giubba 139 rossa si mise vicino a Maria, col turibolo acceso che oscillava e fumava. Allora la folla si accalcò fin sui [...]
[...] s'incontravano. Ella pensava sempre a Pietro: nei momenti di distrazione e di sogno vedeva davanti a sè i dolci occhi chiari che l'avevano guardata [...]
[...] . I Nuoresi sono tutti laggiù. Guarderemo la corsa dei cavalli. Maria accettò l'invito, e sorrise quando egli ricominciò a farle la corte. Scesero [...]
[...] assieme fino alle roccie, un po' al di sotto della spianata, e trovarono un gruppo di Nuoresi intenti a guardare i cavalli che correvano nel [...]
[...] assai; vicino a lei parecchie donne d'Orotelli si porgevano di mano in mano una fiala, nella quale introducevano il dito mignolo 142 che poi si [...]
[...] accetterei, bella mia... - Va in pace, allora... - Maria, - disse Francesco, - vuoi che domandi il binoccolo a quel signore? Guarderemo verso Nuoro. - Ma [...]
[...] e cominciarono a scherzare e fare allusioni maliziose. Poi tutta la comitiva dei Nuoresi ridiscese verso il bosco. A metà strada Maria si fermò [...]
[...] . Ma vedendo che anch'egli s'appoggiava vicino a lei, cominciò a ridere e domandò: - Ma insomma, credi o non credi? - Credo in te, Maria, e vado [...]
[...] Ritornati nel bosco, i Nuoresi s'indugiarono alquanto intorno a una comitiva di paesani che ballavano il ballo sardo; poi fecero alcune compre e [...]
[...] s'avviarono al ritorno, proponendosi di fermarsi ancora a metà strada, nella tanca di Francesco Rosana. Come aveva promesso, Maria sedette sulla groppa [...]
[...] . - disse ad un tratto; - meno male che tu mi sostieni... Rosa s'ispina, in groppa a un ronzino montato da un vecchio paesano, guardava ogni tanto [...]
[...] all'ombra di un boschetto di quercie. - Guarda, - disse Rosa a una compagna, additandole Maria e Francesco, - fanno all'amore in modo scandaloso [...]
[...] chiesetta dello Spirito Santo appartenevano a Francesco; era suo il bosco dove la comitiva s'indugiava a meriggiare, suo il ruscello, sue le vacche [...]
[...] pascolanti; e tutto questo formava come una magnifica cornice intorno alla figura non bella del giovine possidente. Il sole cominciava a declinare [...]
[...] prima d'arrivare a Nuoro, dichiarò il suo amore alla fanciulla. - Maria, - disse, - vorrei farti una domanda. Oggi tu sei stata così gentile con me [...]
[...] di tristezza le copriva gli occhi. - Senti, Maria, e scusami se oso tanto. Sei libera? Hai qualche impegno amoroso? Ella pensò a colui che, sebbene [...]
[...] subito arrossì di quest'idea pericolosa. - Sono libera. - rispose. - Vuoi allora diventare mia sposa? Lo dirò subito a tuo padre. 147 - Francesco [...]
[...] i pensieri tristi, e sollevò fieramente il viso. La comitiva rientrò trionfalmente in città, e Francesco propose ai cavalieri di condurre a cavallo [...]
[...] sua casa. - Vedi, - egli disse, additando a Maria una casa bianca con quattro finestre aperte, - tu sai che quella è la mia casa. Dietro c'è l'orto [...]
[...] Rosana? - No, è tardi, - egli rispose, aiutando Maria a smontare. - Verrò un altro giorno. - Ebbene, ti degnerai almeno di attendere un momento [...]
[...] che Maria lo tormentasse così per provare il suo amore, e attese, sempre più impaziente. Già i regali fioccavano, da casa Rosana a casa Noina: quasi [...]
[...] dai Noina per comprare una misura di grano e chiese a Maria: - Zia, quando vi sposate? - Dio solo lo sa. - Come Dio? Voi lo dovete sapere [...]
[...] uccelli lo sanno! Chi non conosce il segreto?... Misurate bene il grano, zia! Ella pensò a Pietro, che in quei giorni si trovava nella vigna. Sapeva [...]
[...] altr'anno. Maria, veramente, aveva cercato di convincere zio Nicola a non rinnovare il contratto, ma egli l'aveva guardata da capo a piedi con disprezzo [...]
[...] voce vaga, sul possibile fidanzamento di Maria, era giunta fino a lui, ma già altre volte egli aveva sentito chiacchiere e notizie false, a proposito [...]
[...] del matrimonio di Francesco con la sua giovine padrona, e non credeva più a nulla. Egli era cieco e sordo; viveva tutto della sua passione, lontano [...]
[...] speranza di veder giungere Maria; Maria 153 invece pensava a lui quasi con odio. Perchè si era fatto amare, quel servo? Perchè si era messo sulla [...]
[...] ricadeva nei suoi sogni ambiziosi. Vennero i giorni della vendemmia. Pietro ritornò in paese, e a mala pena ottenne da Maria un breve colloquio [...]
[...] fermò un momento, poi la pregò di ritirarsi, di mettersi a letto e di curarsi. Ella s'avviò barcollando: quando fu vicina alla porta si volse e disse [...]
[...] chiederle chi era il « grosso partito » rifiutato, ma pensò a Francesco Rosana, e non osò trattenerla più a lungo. Poveretta, aveva la febbre. La seguì [...]
[...] ella fare? Per un attimo ebbe l'idea generosa di rivelare a Pietro tutta la verità: ma il coraggio le mancò. Mentì ancora, mentì sempre. - Ma non [...]
[...] , sentiva una grande sventura pesargli sul capo. - Lascia almeno, Maria! È tanto tempo... Con impeto folle la strinse a sè; la baciò sulle labbra con [...]
[...] novembre, passò di là un giovane contadino nuorese che gli portò un cestino di provviste. 157 Pietro lo invitò ad entrare nella capanna ed a [...]
[...] decisa a fidanzarsi con Francesco Rosana. Il toscano dice ch'è stato lui a convincerla, - rispose l'altro, ridendo. - Cosa mi racconti? - gridò [...]
[...] disse a me. L'altro aveva fretta d'andarsene: nella penombra non aveva veduto il viso sconvolto di Pietro, e quindi rispose tranquillamente: 158 [...]
[...] - Non so. Certo è che tutte le sere Francesco Rosana va a visitare Maria, e quasi ogni giorno manda regali. Tutti dicono che gli è stata concessa [...]
[...] l'entrata (1) in casa Noina. E del resto, cosa c'importa? Addio. Mettiti a bagno (2). Il viandante s'allontanò, ma Pietro fischiò per richiamarlo [...]
[...] . - Senti, tu! Mi dimenticavo. Io volevo stasera ritornare a Nuoro per un mio affare; se zia Luisa t'interrogherà, le dirai che io ero già partito [...]
[...] verminosa va a sbatterla contro una pietra, un tronco, un ostacolo qualunque. Bisognava camminare, vedere, cercare un sollievo peggiore del male [...]
[...] cavalli su una strada rocciosa; vedeva grandi macchie violette volteggiare nell'aria fredda della notte. Ma a poco a poco si riebbe. Guardò il cielo [...]
[...] Giuda tradì Cristo. Dev'essere stata la famiglia a imporle il fidanzamento. Ed ella, timida e paurosa, ha ceduto... Come ella deve soffrire [...]
[...] ! Chissà, forse è stata lei a farmi avere la notizia, ed ora mi aspetta... Più andava, più il dubbio del tradimento si dileguava dalla sua anima smarrita [...]
[...] . - Lo ucciderò... lo strozzerò, lo getterò a terra come un albero schiantato dall'uragano. Lo ucciderò, lo ucciderò!... Per lungo tratto di strada [...]
[...] delle sue tempia, dalla pulsazione violenta del suo cuore e della sua gola. E più s'avviava a Nuoro più sentiva di odiare Francesco, e più Maria [...]
[...] davanti a lui, Nuoro stendeva le sue casette nere e silenziose: qualche fanale rosso brillava nel buio; una campana annunziava il cuoprifoco, l'ora [...]
[...] , - disse Pietro a voce alta: - come si fa ora? Imprecò, fischiò, ma il cane, tutto fremente di gioia e di stanchezza, correva dritto verso il paese [...]
[...] . Allora Pietro pensò che doveva rientrare subito a casa: ma a misura che s'avvicinava, il cuore gli tornava a battere forte, e i pensieri gli si [...]
[...] ! Maria sentì che egli si rivolgeva a lei: ebbe paura; istintivamente spense la candela e si rifugiò in cucina, dietro le spalle di zio Nicola. Me [...]
[...] forse abbandonato del suo rivale... Sentiva un desiderio feroce di urlare, di rompere e devastare tutto intorno a sè; avrebbe voluto prendere un [...]
[...] tizzone ardente dal focolare, scuoterlo in giro, appiccare il fuoco a tutto, a tutti, perire in questo incendio d'odio e di disperazione. E non mosse [...]
[...] febbre. - Anche lei! - disse Pietro, come fra sè. Sollevò gli occhi, si guardò attorno. Nulla era mutato intorno a lui: le figure erano sempre le [...]
[...] aver bevuto Francesco. E respinse con ribrezzo il bicchiere che Maria venne lentamente a porgergli. Ah, il cuore gli si infrangeva: avrebbe dato [...]
[...] tutto il resto della sua vita per trovarsi solo con Maria e domandarle la spiegazione di quello che a lui pareva un abbominevole mistero. Ma ella [...]
[...] pose il bicchiere a zio Nicola, poi s'allontanò ancora, fece lentamente il giro della cucina, uscì e non rientrò più. - Ha paura di me, - pensò il [...]
[...] stesso e se ella mi domandasse perdono... Non sapeva perchè, pensando a lei egli si sentiva debole come un bambino; ma d'improvviso udì nuovamente [...]
[...] tabacco, Pietro Benu? No? Allora, buona notte! Sì, anch'io ho cominciato a prender tabacco: invecchio. E lasciamo andare! Dunque mia figlia Maria [...]
[...] sposa Francesco Rosana. Pietro ascoltava e taceva. Le ultime parole del padrone lo colpirono come bastonate. Ah, ebbene, sì, fino a quel momento egli [...]
[...] riusciva a nascondere una certa soddisfazione vanitosa. - Benissimo, - proseguì, levandosi la berretta e rimettendosela un po' a sbieco sul testone [...]
[...] sparivano, il fuoco si spegneva a poco a poco. E nella penombra rossastra si delineava un gruppo: un uomo e una donna avvinti, con le labbra unite. Erano [...]
[...] testa contro il tetto. Pietro tornò a sedersi per terra e si portò le mani alla testa: sì, gli pareva davvero d'aversela fracassata. Di nuovo udì il [...]
[...] a tante altre fanciulle povere che avrebbero potuto amarlo perdutamente. Perchè impazzire per una che lo tradiva? Ma al pensiero del tradimento di [...]
[...] vedeva quindi che lo splendore. - Ella mi lascia perchè non mi ama più, - pensò. - Mi lascia perchè tutti davanti a lei hanno lodato Francesco Rosana [...]
[...] arrivata! Maria è donna e debole: me l'hanno rubata, me l'hanno ammaliata; mi hanno assassinato. Che siano tutti maledetti! Guai, guai a loro! guai a [...]
[...] Francesco Rosana, falco maledetto, assassino, guai... Mille progetti di vendetta gli attraversarono la mente. - Lo ammazzerò qui, qui, davanti a [...]
[...] questo sacro focolare, - disse a voce alta, stendendo la mano verso il fuoco. - Qui, qui, il giorno delle nozze, prima che ella diventi sua! Sangue [...]
[...] sana. Per via Pietro fu ripreso dalle sue smanie. Dunque Maria si nascondeva: era decisa a non accordargli più un colloquio. Come fare? 172 [...]
[...] dunque? - pensava, disperato. - Come farò, come vivrò? Gli venne in mente di nascondersi in qualche casa vicina, e di là mandare a chiamar Maria [...]
[...] legna sulle spalle, come usava portarlo da bambino, quando per aiutare in qualche modo sua madre andava a raccogliere rami d'elce sulla montagna [...]
[...] sarebbe accaduto dopo. - Mi arresteranno, mi condanneranno; passerò la vita in reclusione. A che servirà la vendetta? Sarà peggiore della sventura [...]
[...] . No, bisogna essere astuti; astuti come le donne. Vedi, - diceva a sè stesso, - vedi come è stata furba e maligna Maria? Mi ha tradito, ha tessuto [...]
[...] la sua tela senza farmi sospettare di niente. Io non riuscirò neppure a chiederle: « perchè hai fatto così? ». Eppure mangio il suo pane e dormo [...]
[...] Pietro: gli venne il desiderio di picchiare forte al portone, d'abbatterlo a colpi di pietra; ma poi pensò: - A che serve? Uno scandalo inutile [...]
[...] illuminata da un fuocherello di sarmenti. Pietro conosceva la casa a menadito: salì cautamente la scaletta esterna ed entrò nella cameretta da letto che [...]
[...] e a momenti, fermandosi dietro qualche macchia, sentiva una bizzarra impressione: gli pareva che il suo rivale dovesse passargli davanti, nel [...]
[...] nell'anima di Pietro regnava una luce vaga, che talvolta si estingueva completamente: e davanti a lui si stendeva, interminabile e misteriosa come nel [...]
[...] parenti a lasciarci sposare, e invece... invece sono stato stupido come un fanciullo... Ma guai, guai! Io ero simile al cane che dorme: voi mi [...]
[...] avete svegliato con una sassata... Ah, tu non hai voluto aprire la tua porta, Maria Noina: è giusto, tu sei la padrona, io sono il servo. Ma bada a te [...]
[...] ancora sotto quel tetto fatale. Riuscirò a parlarle, le dirò tutto ciò che mi rode il cuore... Intanto lavorava. Era una giornata triste, livida e [...]
[...] sua gita a Nuoro, e si avviò verso una capanna di contadini nuoresi che lavoravano un terreno limitrofo al terreno seminato da lui. Voleva [...]
[...] due intere coscie di pecora infilate in lunghi schidioni di legno. Vedendo Pietro si confusero alquanto, ma poi risero e lo invitarono a cena [...]
[...] che si rendesse conto esatto del pericolo a cui voleva sfuggire, si trovò preso. Anche gli altri contadini furono subito arrestati; la carne [...]
[...] ' almeno dai miei padroni: va', per l'anima di tua madre, e racconta come sono andate le cose... Per fortuna giunsero presto a Nuoro, e quasi nessuno [...]
[...] della Giustizia sono intricati come i capelli di Medusa... - Va' al diavolo, con le tue parole difficili. - disse zio Nicola tra sè: e continuò a [...]
[...] carcerato, e lo confortò e gli raccontò storielle allegre. Egli aveva dovuto far surrogare il servo, ma disse a Pietro: - L'anno venturo ti riprenderò al [...]
[...] mio servizio. Pietro non rispose, cupo e triste; pensava a Maria, alle nozze che zio Nicola diceva prossime, e la sola idea di dover rientrare in [...]
[...] . Quindi tutta la roba che c'è nel mondo appartiene a tutti gli uomini: basta sapersela prendere, la roba... - Ma vedi, - osservò Pietro, - poi ci [...]
[...] amico e non mi tradirai! - disse l'Antine. - Gli uomini sono tutti fratelli e devono aiutarsi a vicenda, non tradirsi e offendersi. Pietro non rilevò [...]
[...] suggestionare da lui. Poco dopo il suo arrivo egli cominciò a raccontare storie temibili di banditi, colorandole poeticamente; gli altri carcerati gli [...]
[...] senso d'invidia, e cominciarono anch'essi a vantarsi d'avere relazioni coi banditi. La lettera del Corbeddu passò di mano in mano: qualcuno non sapeva [...]
[...] ostacolo, come il vento spazza la paglia. Mentre io... io sono vile! - Ecco, - disse, restituendo la lettera, - bisogna che anch'io impari a leggere e a [...]
[...] scrivere, perchè se diventerò bandito avrò bisogno di scrivere qualche lettera!... Egli scherzava; ma l'Antine tornò a fissarlo stranamente [...]
[...] . - Se vuoi, - gli disse, - poichè qui ci avanza tempo, ti insegnerò a scrivere e a leggere! Pietro accettò con entusiasmo, e la nuova occupazione, a [...]
[...] monotoni ed incerti; avvezzo a muoversi, a camminare, a lavorare, Pietro perdeva quasi la nozione del tempo; a momenti gli pareva d'essere in carcere da [...]
[...] pochi giorni, a momenti gli pareva d'esser recluso de anni ed anni. Di notte, nel silenzio lugubre del carcere, rotto soltanto dalla voce sonora [...]
[...] pensava a Francesco Rosana con un delirio d'odio: pronunziando il nome del rivale digrignava i denti. Accusava Francesco persino della sua presente [...]
[...] disgrazia, pensando che se non fosse tornato una notte a Nuoro per rubare il revolver della zia, non avrebbe smarrito l'acciarino e non sarebbe [...]
[...] uomini: « Ecco, figli miei, io ho fatto una focaccia: a ciascuno la sua porzione: prendetevela, figli miei ». Gli uomini sono stati in parte astuti ed [...]
[...] in parte stupidi, perchè gli uni si son presa una porzione grossa, gli altri sono rimasti senza. A questi ultimi, poi, quando si lamentano, Dio [...]
[...] posseggono qualche cosa, anche se essi sono brutti, loschi, sciancati... - È vero! - disse Pietro, pensando a Maria. Anche i compagni approvarono, tanto [...]
[...] l'Antine, - perchè non vogliamo capire che siamo tutti eguali e che il mondo appartiene a tutti. Guarda, per esempio, gli uccelli dell'aria; essi sono [...]
[...] astuti, però. - Come si fa? - S'impara. Hei visto come s'impara a leggere ed e scrivere? Così! Tante volte Pietro era tentato di rivelare [...]
[...] però, la giustizia riconobbe il suo errore, e Pietro fu rilasciato libero. 190 - Appena anch'io uscirò dal carcere verrò a cercarti, - gli [...]
[...] brutto sogno, e provò la gioia del convalescente che guarisce dopo esser stato vicino a morire. Coi nervi vibranti e il volto sbiancato dalla [...]
[...] prigionia e dal dolore, egli s'avviò a casa Noina. Maria non c'era; zia Luisa lo accolse un po' freddamente, e gli annunziò che le nozze della figlia [...]
[...] alla casa, ma ella non tornò e l'ombra della sera cadde sulle cose e sull'anima di Pietro. - Ella doveva essere a casa e non mi ha neanche voluto [...]
[...] erano state imbiancate e messe a nuovo. Nella cucina le masserizie splendevano, accuratamente pulite; le casseruole sembravano d'oro e i coperchi [...]
[...] in quei giorni aveva l'obbligo, per lei intollerabile, di non far niente: tutta vestita a nuovo, con una camicia bianca come la neve, un [...]
[...] fazzoletto a fiorami, e un cordoncino nero intorno al collo, ella se ne stava seduta accanto ad un braciere colmo di brage e chiacchierava con le parenti [...]
[...] grano le portavano » poi andavano a bere il caffè. Maria ringraziava con sussiego, dicendo fra sè che non tutti gli auguri erano sinceri; zia Luisa [...]
[...] invece riceveva le donne con affabilità aristocratica, costringendole a servirsi abbondantemente di dolci, caffè e liquori. Maria disapprovava [...]
[...] questo « fare splendido » della madre: anzi a un certo momento attirò zia Luisa nella camera attigua e le disse: - Ma lasciate che prendano quel che [...]
[...] . Maria le andò incontro e le strinse la mano; poi l'accompagnò fino alla scala, la seguì con gli occhi e la vide fermarsi a chiacchierare con [...]
[...] confessare a sè stessa che, dopo il fidanzamento di Maria, la speranza e la pietà avevano di nuovo acceso in lei la fiamma di un amore pronto al perdono [...]
[...] , nel giorno delle nozze di Maria, la inquietava, ma in fondo al cuore le ridestava una vaga speranza. Ella sarebbe stata là, pronta a guardarlo [...]
[...] con occhi pietosi; forse egli sarebbe ritornato a lei. Con questi pensieri per la mente alla continuò fino a tarda sera a raccogliere i presenti; le [...]
[...] rattristava. Che voleva, che veniva a fare il disgraziato? Dopo la sera della sua scarcerazione Pietro non era più tornato. Con sua grande meraviglia [...]
[...] : egli non s'era più lasciato vedere. Che veniva ora a fare? Che voleva? Si era rassegnato, o coltivava progetti di vendetta? - Forse, - pensava [...]
[...] . Forse domani neppure verrà: sarà stato uno scherzo di Tatana a Sabina. Ma intanto aveva paura e suo malgrado un pensiero poco pietoso le [...]
[...] suo cuore, guarito dal terribile male dell'amore, sonnecchiava con dolcezza, come un convalescente. - No, - ella diceva a sè stessa, - non devo [...]
[...] . Francesco finì con l'accettare. La camera di Maria fu rimessa a nuovo, tinta d'azzurro e di rosa; il letto nuziale, fatto venire da Sassari, le sedie, i [...]
[...] le strinsero un po' i piedi, ma glieli resero piccoli ed eleganti. 199 Per qualche momento ella stette a guardarseli con compiacenza [...]
[...] . Sabina spalancò la finestra e si volse pensierosa a guardar la cugina. La luce di una limpida giornata inondò la grande camera rosea; i paesaggi [...]
[...] annuvolò, i suoi occhi diventarono quasi tristi. Sabina la guardò e le chiese con ironia: - Ti fanno male i piedi? 200 - No, ma pensavo... - A che [...]
[...] ovile, in primavera. Resteremo là una quindicina di giorni. Verrai tu a tener compagnia a mia madre? - Vedremo. Levati di lì, che spruzzo d'acqua [...]
[...] ? Grazie a Dio la roba c'è. - Ah, certo, Dio ve la benedica. Rimesse in ordine le camere, Maria e Sabina scesero in cucina, inseguendosi per le [...]
[...] scrivere, tanto sono piccini, - dissero chinandosi per veder meglio. Sabina offrì scherzando a Maria una tazza di caffè e latte. - Non lo vuoi [...]
[...] . Ritornò nella sua camera e cominciò a preparare le vesti da sposa. Intanto zio Nicola e un fratello di zia Luisa erano andati a prendere lo sposo per [...]
[...] condurlo in casa della fidanzata. Le sorelle di Francesco, che dovevano abbigliare Maria, non tardarono a giungere, e benchè fossero vestite da [...]
[...] , ne la persuase lo sposo quando, entrando all'improvviso, si fermò a guardarla con occhi scintillanti. (1) Gonne 202 - Come sei bella [...]
[...] dei baci di Pietro le attraversava la mente. Ma subito altre cure la richiamarono alla realtà, e il sorriso della sposa felice tornò a illuminarle [...]
[...] , pregò, promise a Dio d'essere una buona moglie; disse il sì con voce ferma e forte, e solo quando furono usciti di chiesa osò guardare lo sposo. Sua [...]
[...] , per tutta la vita. Il suo nome non era più Maria Noina, era Maria Rosana. Amen. Quasi felice, camminò a fianco dello sposo che non cessava di [...]
[...] sposi cominciò a piangere, e piangendo li abbracciò e li baciò. Anche lungo la guancia di Maria scese una lagrima; il lembo della benda l'assorbì [...]
[...] svegliò prestissimo e si mise a lavorare con più ardore del solito; ma il suo pensiero volava lontano, penetrava nella casa degli sposi, li [...]
[...] debolezza. Si tastò il polso, s'asciugò il sudore; poi s'avviò. Ma giunto a Nuoro, invece di coricarsi si levò, indossò il costume delle feste e si [...]
[...] . - Guardate chi viene, - disse le donna, entrando nella stanza del banchetto. E tutti lo guardarono. Egli si toccò la berretta, poi s'avvicinò a zio [...]
[...] Nicola e gli mise una mano sulla spalla. Il padrone, già mezzo brillo, si scostò e fece sedere Pietro accanto a lui; poi gli pose un piatto davanti [...]
[...] ignoti, e sentiva solo il battito del suo cuore. Ma a poco a poco si calmò: vide davanti a sè il piatto, lo respinse e poi si guardò attorno. I [...]
[...] convitati erano circa una trentina, fra uomini e donne: sedevano intorno a tavole apparecchiate alla buona, con piatti variopinti e bicchieri di [...]
[...] palpebre e si curvò sul suo piatto. - Egli non pensa più a me: è venuto per farmelo capire. Ve bene, - pensò; ma non seppe perchè aggrottò le [...]
[...] . tutto era passato... Ed egli non reagiva! A momenti sentiva ancora entro le orecchie quel rombo 210 lontano che pareva un galoppo sfrenato di [...]
[...] cavalli, e un velo sanguigno gli cadeva sugli occhi. Ma solo Sabina badava a lui, e s'accorgeva dello sguardo selvaggio che egli rivolgeva agli sposi [...]
[...] all'altro della mensa; qualcuno imprecava. Ritto accanto alla sposa, col volto color rame a metà lumeggiato da un raggio di sole, un pastore alto, dai [...]
[...] capelli rossastri e la barba selvaggia, tagliava destramente a piccoli pezzi un bel porchetto arrostito. Il coltello a serramanico, che il pastore [...]
[...] tovagliuolo, poi sospirò e si guardò attorno soddisfatto. Qualche invitato lo applaudì. Lo sposo si rivolse a guardarlo e gridò, in lingua italiana: - Ma [...]
[...] decoro e Maria per dispetto; sì, ella cominciava a stizzirsi nel veder Francesco bere un po' troppo. Pietro ne avrebbe certamente riso. Il largo piatto [...]
[...] col porchetto fece il giro della tavola; e Francesco, frugandovi a lungo, procurò per Maria i rognoni che tagliò a pezzetti e coprì di sale. La [...]
[...] , appannati dal vino e dal desiderio. A un tratto si sollevò e disse in italiano: - Evviva l'amore! - e baciò prima una vecchia parente sedutagli [...]
[...] avevano colorito persino il viso scialbo di zia Luisa, due spettri convenuti al banchetto per portarvi il malaugurio. Ma i convitati non badavano a loro [...]
[...] ; i piatti delle vivande si seguivano, facevano il giro della tavola, sparivano senza che alcuno pensasse più a servirsi; le parenti di Francesco [...]
[...] liquori; le donne che servivano a tavola si fermarono dietro le sedie degli invitati, e presero parte alla conversazione. Ed ecco, ad un tratto, un [...]
[...] le mano sinistra con la 213 punta dell'indice e quella del pollice unite, e cominciò a declamare una strofa del poema: Su triunfu d'Eleonora [...]
[...] il viso nel tovagliuolo, per non lasciarsi scorgere a ridere. - È ubbriaco. Zio Nicola s'alzò, fece un cenno al giovane istranzu, e questo tacque [...]
[...] . Allora il padre della sposa sedette a cavalcioni sulla sua sedia, battè il bastone sulla tavola, e cominciò la disputa nuziale. Invitò i poeti [...]
[...] presenti a rispondergli, poi fece un brindisi agli sposi e inneggiò al « santo matrimonio e alle sue gioie ». Rispose un giovine poeta estemporaneo [...]
[...] , assai noto per le sue belle improvvisate. Egli cominciò a lodare le bellezze della sposa e le virtù dello sposo; zio Nicola mise una mano [...]
[...] sull'orecchia e stette ad ascoltare, preparandosi a rispondere. Dalla porta spalancata penetrava il sole al declino; si scorgevano sul cielo intensamente [...]
[...] calma soave. A poco a poco i commensali, annoiati dalla disputa dei poeti estemporanei, si alzarono e scesero nel cortile. A tavola rimasero solo i [...]
[...] cantadores, 214 due vecchi contadini e un fanciullo, Pietro e un giovine proprietario. Questi due ultimi parlavano a voce bassa, senza por [...]
[...] . - Diavolo, lo conosco! Ma ora è in carcere. - Oh, per cosa da niente: ha bastonato una guardia daziaria, - disse subito Pietro. - Ma uscirà a giorni [...]
[...] giovane proprietario: poi si unì con lui al circolo dei ballerini, e cominciò a saltellare. Allora Sabina sollevò gli occhi tristi e guardò [...]
[...] senza vita pareva a Sabina la mano di un morto. Tre giovanotti riuniti nel centro del cortile intonarono a voce il motivo del ballo sardo: la nota del [...]
[...] mbài, bimbarambòi. Ma a misura che il sole declinava dietro il portone, e l'ombra invadeva il cortile, gl'invitati diventavano seri e pensierosi [...]
[...] : ognuno ricominciava a pensare ai fatti suoi e pareva svegliarsi dall'ebbrezza di quel giorno di nozze. A poco a poco il ballo, i canti, i suoni [...]
[...] po' affettati. La gente andava e veniva: le giovinette e qualche adolescente si divertivano a stringer patti di fede e d'amicizia (comparia [...]
[...] s'ostinava a tentare ancora qualche verso. - I tempi cambiano, - disse il contadino anziano dal viso roseo e la barba nera. - Un tempo si cantava fino [...]
[...] darmi due scudi d'argento? - Fai le cose a dovere, perdio! - osservò l'altro. - Mi dispiace, però, non ho gli scudi. Ma Pietro ebbe un'idea felice [...]
[...] giovanotti attraversarono il cortile e se ne andarono: Maria mostrava a Francesco la monetina donatale da Pietro; egli sorrideva e diceva scherzando [...]
[...] « forestiere » e la bella Maria Franzisca li inebbriò di vino e di sguardi provocanti. Pol il toscano s'avvicinò e sedette vicino a loro. - Che belle nozze [...]
[...] sgradevole, rassomigliava a Maria. E mentre il toscano e il giovine possidente parlavano male di Francesco, burlandosi delle sue maniere affettate, l'ex [...]
[...] curvato sul banco e quando ella si sollevò le fece un cenno cogli occhi. Ella contava gli spiccioli e fece cenno di sì. Fino a tarda sera Pietro e [...]
[...] il compagno vagarono per le bettole; poi l'ex-servo incontrò altri suoi conoscenti e tutti assieme andarono a cantare davanti alle porte delle [...]
[...] sembrava un urlo di angoscia dispettosa. Tutta la notte egli fece baldoria. Maria Franzisca lo attese a lungo, e quando egli arrivò ed ella lo [...]
[...] diligente; altre donne venivano a lavorare in casa, quando si doveva preparare il pane d'orzo per i servi di Francesco. Nel cassetto del canterano [...]
[...] sulla magnifica cavalla bianca, che già li aveva ricondotti dal monte Gonare a Nuoro, e visitavano l'oliveto, la vigna, l'ovile di Francesco [...]
[...] s'è fatto più vivo; mi ha dimenticata, non pensa più a me. Sia lodato Iddio. Ella ricamava, seduta all'ombra del portone: zia Luisa e la serva [...]
[...] gioia al pensiero di poter presto diventar madre. - Senza figli, Maria Santissima, a che serve la vita, il benessere, il denaro? (1) Colletto per [...]
[...] camicia. 226 Ah, senza confessarlo apertamente, ella finiva con dire a sè stessa che qualche cosa le mancava: la scatola dei biglietti, il [...]
[...] cestino delle monete, le vesti di lusso, i servi, l'invidia delle donne della sua classe, non bastavano dunque a riempire la sua vita. E l'amore [...]
[...] appannati, quasi coperti da un velo di pudore. * * * Una mattina di maggio i due sposi montarono dunque a cavallo e presero la via dell'ovile. Era la [...]
[...] illanguidiva tutta. Eppure la stretta ardente della mano di Francesco non riusciva a far divampare il fuoco del desiderio che le covava entro il cuore [...]
[...] quali, coperto da alti rovi e da quercie selvaggie, insinuavasi un sentiero che pareva un antro. La capanna e le mandrie, fatte con muri a secco e [...]
[...] formaggio e della ricotta; qualche tagliere di legno, qualche spiedo, unghie di pecora ridotte a cucchiai, formavano le masserizie dell'abitazione [...]
[...] Croca aveva maniere garbate ed una voce dolce, quasi femminile. - Lasciate fare a me, - disse, poichè Maria e Francesco si preoccupavano per il [...]
[...] , provviste. Maria mise in ordine ogni cosa; poi i due sposi se ne andarono a veder le vacche e a visitare tutta la tanca. Il sole quasi ardente inondava [...]
[...] nel paradiso terrestre. Quante volte ti ho desiderata, qui, quando ero scapolo. Ah, vedi, mi pare un sogno ora... E la stringeva a sè, quasi pauroso [...]
[...] alla confezione del formaggio, aiutando i pastori a versare il latte ed a preparare i recipienti. Le vacche uscivano una dopo l'altra delle mandrie [...]
[...] averlo lasciato alquanto fermentare, e lo riduceva a caciuole in forma di pera. Ella era molto graziosa quando sbrigava questa faccenda: rimboccava le [...]
[...] brezza e indorate dal sole, sopra un letto di fieno o di margherite, davanti a quegli sfondi così azzurri e luminosi che davano l'illusione di un [...]
[...] addormentata. * * * Così i giorni passavano. Uno dei pastori, il più giovine, un ragazzo malaticcio e silenzioso, recava ogni sera a Nuoro il prodotto [...]
[...] giornaliero delle vacche, e la mattina dopo ritornava con le provviste che zia Luisa mandava agli sposi. Ogni giorno zio Nicola mandava a dire che [...]
[...] sarebbe presto venuto, ma non arrivava mai. Nessuno turbava l'idillio primaverile dei due sposi: solo qualche pastore vicino veniva a visitarli e [...]
[...] 235 sotto un riparo di frasche, a pochi passi dalla capanna, e vigilava come un cane. Una sera, nel ritirare le vacche, Francesco si accorse che [...]
[...] vedeva ai suoi piedi il viottolo assiepato e più in là un angolo del sentiero che attraversava la tanca limitrofa. A un tratto le parve di udire i passi [...]
[...] preparò tutto per la cena, ma ogni piccolo rumore la turbava. Francesco non tardò a ritornare. - Nessuna traccia della vacca, - egli disse, adirato [...]
[...] saremo ritornati in paese vedrai. Ma a notte alta il servo ritornò con la vacca zoppicante, e disse di averla trovata in fondo ad una perca (1 [...]
[...] ). Altri giorni passarono: da tre settimane gli sposi trascorrevano la loro luna di miele nella pace dell'ovile; zio Nicola era venuto un giorno a [...]
[...] al cavallo del servo giovinetto, venne a trovare gli sposi. - Ti faccio sapere che ho un pretendente, - disse a Maria. E accorgendosi subito che [...]
[...] un'ombra passava negli occhi della giovine sposa, si affrettò a soggiungere: - Sì, lo conosci, è un contadino, Giuseppe Pera; non è bello, ma è buono [...]
[...] , fra le distese di grano maturo, nel silenzio dell'altipiano, e fremette. Spezzò col denti uno stelo d'avena, e pensò a Pietro: ella lo amava sempre [...]
[...] , lo amava più che mai; perchè egli non ritornava a lei, ora che Maria dava i suoi baci ad un altro? XVII. Il giorno dopo altre due vacche [...]
[...] più d'una mezz'ora. Seduta davanti alla capanna, ella guardava davanti a sè, al di là della radura, verso il bosco, dal quale Francesco doveva [...]
[...] tornare. Pensava: - Fra due o tre giorni ritorneremo a Nuoro: è tempo. Ora comincia a far caldo: cominciano le 240 raccolte: è tempo di [...]
[...] pensava così, guardava davanti a sè, e dimenticava le vacche smarrite, i sospetti di Francesco, e che la mezz'ora dell'assenza di lui era [...]
[...] rischiarava la cima grigia della roccia sovrastante alla capanna, cominciarono a inquietare Maria. Già le lontananze s'offuscavano, il bosco [...]
[...] diventava sempre più nero sotto il cielo 241 cinereo, e Francesco non tornava. A poco a poco, ai pensieri dolci e vaghi seguì in Maria un sentimento [...]
[...] abbaiò, un altro rispose in lontananza. - Francesco deve essere tornato all'ovile: non ci siamo incontrati. Ho fatto male a muovermi. Ma giacchè era [...]
[...] avviata, proseguì verso l'ovile di Antonio Pera. - Antoni, Antoni, - cominciò a gridare. Il punto rosso per un momento si spense; una figura nera [...]
[...] disgrazia. - Ma no, Maria; che ti salta in mente? Forse Francesco è ritornato, ed ora ti cerca. Allora Maria ritornò nella radura e ricominciò a [...]
[...] gridare: - Francesco? Francesco? Solo i cani rispondevano. Il pastore accese il fuoco nella capanna, poi uscì e disse a Maria: - Se non hai paura [...]
[...] di star sola un momento, vado e guardo se posso trovarlo. - Va, va, per l'anima dei tuoi morti, va! Il pastore s'allontanò a grandi passi. Maria [...]
[...] l'orecchio ai minimi rumori della tanca, ed a misura che l'ora passava la sua tristezza e la sua inquietudine crescevano. La luce del fuoco [...]
[...] sensazione, le pareva d'esser cieca o che la notte dovesse 245 prolungarsi eterna. A chi rivolgersi per implorare soccorso? Le pietre, l'erba, le [...]
[...] l'ovile di Antoni: Maria barcollava e il pastore doveva sostenerla. Nella capanna trovarono un pastore anziano, il quale persuase Maria a riposarsi ed [...]
[...] a stare tranquilla. - Vedrai, - disse, - fra poco Francesco sarà di ritorno. Perchè hai paura? Certo, egli ha fatto male a lasciarti sola; ma [...]
[...] può far del male a Francesco Rosana? 246 Maria sedette sul sacco: il suo viso sembrava di cera. Chi poteva far del male a Francesco Rosana [...]
[...] ucciso... Ed io devo tacere... Questo pensiero non l'abbandonò più; tuttavia ella sperava d'ingannarsi, ed aspettava, aspettava... A momenti le [...]
[...] le aveva dato, la promessa del giovine servo: « Io non ti farò mai del male ». - A me no, ma a lui, a Francesco... Ah, che giorno funesto fu mai [...]
[...] notte dolorosa, - mormorava Maria, quando la figura del pastore appariva sull'apertura della capanna. - Io voglio muovermi, cercare, andare a Nuoro [...]
[...] e tutta la tanca: la luna saliva, saliva e l'oriente diventava chiaro, vitreo. Maria si diresse verso l'altra estremità della tanca, a nord [...]
[...] , dov'era il cancello. Le pareva di udire, a intervalli, una voce lontana; attraversò il letto del ruscello, dove correva un filo d'acqua gialla sotto lo [...]
[...] abbaiare, la tanca si svegliava. Quando Maria arrivò al cancello le voci vibravano più distinte ma ancora lontane, ed a lei parve giungessero dal [...]
[...] sentiero assiepato. 251 Allora si mise a correre, s'inoltrò nel sentiero ed arrivò allo svolto, sotto le roccie dalle quali un giorno aveva creduto [...]
[...] le quercie ed i rovi che tremolavano alla brezza; sulla siepe già i fili dei ragni, sparsi di goccie di rugiada, brillavano simili a fili di perle [...]
[...] velluto nero e di trine d'oro, ardevano otto lunghi ceri; nella camera attigua, dove s'era dato il pranzo nuziale, zio Nicola, col viso terreo a gli [...]
[...] , tragicamente pensierosi, di quegli uomini fieri che non mentivano il loro dolore. 253 Tutti avevano amato Francesco; la sua morte pareva a tutti [...]
[...] nel vuoto e andando a finire in un occhio d'oro sulla parete opposta. In fondo alla cucina, nell'angolo più buio, stava la giovine vedova vestita di [...]
[...] nero, con un costume preso a prestito da una vicina: era pallidissima, aveva gli occhi gonfi; sembrava invecchiata di vent'anni, stordita da un [...]
[...] lo hanno ucciso come un agnello, - rispondeva Maria; e piangeva, e ricominciava a raccontare alla nuova venuta, come già l'aveva dovuta raccontare [...]
[...] dietro la porta due donne commentavano a bassa voce il racconto della giovine vedova. - Com'è stata coraggiosa! Io sarei morta mille volte se mi [...]
[...] donne si misero a piangere con frenesia: due parenti del morto cominciarono sos attitidos, canti funebri improvvisati. Cantavano una per volta, e [...]
[...] , ma accorgendosi che il suo sposo veniva portato via per sempre, cominciò a mandare acute grida. Nel cortile Sabina, col viso bianchissimo circondato [...]
[...] ricomposero la ria e proseguirono i canti funebri, abbandonandosi, ora che la vedova non era più lì, a tutta la foga della loro inspirazione [...]
[...] prefica aveva una bella voce sonora, e godeva fama pei suoi attitidos: finchè Maria aveva assistito alla ria le due donne s'erano limitate a ricordare [...]
[...] Sette dolori, ed i tuoi parenti cammineranno a testa curva per tutto il resto della loro vita. 259 - Perchè sei tu andato nel tuo ovile, conducevi [...]
[...] appena nato; perciò ti hanno sgozzato, ed il tuo sangue colorì i rovi dello Spirito Santo. - Persino i banditi s'inchinavano davanti a te: eri onorato [...]
[...] di pugnale bucarono il tuo cuore come si buca un pezzo di sughero: settanta anni ed altri sette duri la pena di colui che ti ha ucciso a [...]
[...] tradimento. - Dio è buono: egli chiamò a sè il padre tuo e la madre tua prima di questo giorno nefasto; ma chi conforterà la tua sposa, o nipote mio bello [...]
[...] , o fiore mio, o nipote mio, che non rivedrò mai più? * * * Soltanto a mezzogiorno la gente cominciò ad andarsene; anche Sabina, che aveva ottenuto [...]
[...] . Il fuoco non fu quel giorno acceso in casa Noina e nessuno pensò a preparare il pranzo: ma verso mezzogiorno tre donne portarono tre grandi [...]
[...] sgozzato. Da chi? Da chi? La figura misteriosa dell'omicida vagava nel buio; a momenti però i ricordi della vedova si schiarivano: ella rivedeva la [...]
[...] : - Abbi pazienza, fatti coraggio, - ed ella finì col convincersi che bisognava aver pazienza e farsi coraggio. Poi tutto ritornò calmo intorno a lei: il [...]
[...] Luisa e Maria stavano in cucina aspettando che zio Nicola rientrasse, qualcuno picchiò al portone. Siccome la serva, che dormiva a casa sua, era [...]
[...] ?... - Sì, - ella ricominciò a raccontare, ripetendo la triste lezione, della quale oramai non cambiava più una parola, - sì, me lo hanno sgozzato come un [...]
[...] . Ma a misura che ella raccontava lentamente, con voce bassa, ancora un po' rauca per il lungo 265 pianto, e rievocava con particolari [...]
[...] un pajo di buoi. Per combinare l'affare egli venne in compagnia di un giovine istranzu, Zuanne Antine, che presentò come suo socio. A proposito [...]
[...] banditi, sulle montagne della Corsica. - Una volta ho acquistato una vacca, da questo Turulia. Me la vendette a buon prezzo, tanto ch'io dubitai fosse [...]
[...] assalita da scrupoli, da sospetti strani. Come fare per liberarsene? Pietro continuava le sue visite, offriva i suoi servigi a zio Nicola ed alla [...]
[...] . Tuttavia riprese a parlare d'affari: - Senti, Pietro; tu che ora giri, sapresti dirmi dove si potrebbe collocare qualche migliaio di lire, con [...]
[...] ! - rispose scherzando il giovine; ed i suoi occhi corsero a Maria. Ella ascoltava e taceva, coi gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani. Ogni [...]
[...] ?... Zia Luisa, venite, datemi un litro d'olio. Presto, la padrona m'aspetta, e poi devo andare a casa mia, dove m'attende il fidanzato. - Tu [...]
[...] chinò gli occhi. - Pietro, - disse con voce tremante, - devo chiederti un piacere. Da tanto tempo desideravo parlarti a quattr'occhi. Senti. Sono [...]
[...] i grani del rosario premerle la palma, conficcandosi fra la sue e la mano del giovine. - Maria, - egli disse a denti stretti, con voce anelante [...]
[...] , - non ti credevo così cattiva... No, non a questo punto... No... - Appunto perchè sono stata cattiva, ho paura... Egli si tolse rapidamente il [...]
[...] berretta, e proseguì: - Perchè questo pensiero? Se avessi voluto fargli del male avrei potuto farglielo prima. Dopo a che mi serviva? Tanto tu [...]
[...] presunto fidanzato le aveva chiesto. Diceva a sè stessa: - È tempo di pensare ai fatti miei: Giuseppe è un buon giovine, e qualunque ragazza della mia [...]
[...] che egli fosse complice dell'assassinio di Francesco la tormentava ancora; in tutti i casi Pietro non pensava più a lei; perchè dunque ostinarsi [...]
[...] di Antonio Pera, il pastore il 271 cui ovile era vicino all'ovile Rosana. Qualche parola sfuggita a Giuseppe, a proposito di Pietro Benu, aveva [...]
[...] da me? - Che voglio? Lo sai! Sai che devo partire. Ho finito di seminare il grano, e vado a lavorare in una foresta; starò lontano due mesi [...]
[...] parlare così. - No, lo dico solo a te. Anche a me, dopo tutto, non importa nulla e non voglio, come non vuoi tu, come non vuole tuo fratello, come non [...]
[...] ceri, s'inginocchiò a fianco di Sabina e le strinse la mano. - Io giuro che sarò tuo marito. - Io giuro che sarò tua moglie. Null'altro; ma quando [...]
[...] , allorchè tutto vestito a nuovo e con l'orologio e il fazzoletto bianco in tasca, si recava alla messa di mezzogiorno, qualche ragazza benestante [...]
[...] muratori che fabbricavano un muro, venne a cercarlo l'Antine. Il piccolo uomo intraprendente s'era vestito da borghese; aveva i capelli grigi, ma [...]
[...] , ma di buona famiglia, e s'era stabilito a Nuoro, dove fra le altre cose faceva lo strozzino. Da qualche tempo Pietro e l'Antine avevano sciolto la [...]
[...] accetterebbe! - Prova: ad ogni modo, pregala tu, Pietro; forse a te non darà un rifiuto. Se ella vorrà, faremo il battesimo di sera. Sarà una [...]
[...] buona occasione perchè la gente cominci a dire: « quei due si sposano! » - Non amo che la gente dica queste cose: ci sono tanti invidiosi! - disse [...]
[...] Pietro a bassa voce. - Vuoi un bicchiere di vino? - Beviamo pure! Ma perchè fai costruire questo muro? - Voglio fare una tettoja. Entrarono in una [...]
[...] stanzetta sporca e disordinata, e Pietro riuscì a mala pena a trovare due bicchieri e una bottiglia. - Ecco, - disse, curvandosi e sturando una [...]
[...] , un po' del quale si sparse per terra. L'Antine esclamò: - Allegria! Dunque, domanderai a Maria Noina se vuol essere la madrina. Buona fortuna [...]
[...] : puoi prestarmi altri duecento scudi?... - Io volevo chiederli a te! - Lasciamo gli scherzi, - ripetè Pietro. - ho davvero bisogno di denaro. Tu [...]
[...] sai che il mio capitale è ben meschino, mentre la gente crede ch'io stia per diventar ricco... - Tu puoi diventarlo: perchè non ti decidi a [...]
[...] volessi! Basterebbe guardarla, e tante, tante volte io tremo tutto vicino a lei, ma non oso... È presto ancora. - Bene, aspetta allora a quando la [...]
[...] foglia sarà secca! A quando sarete vecchi entrambi!... Vedi, tu mi fai arrabbiare, Pietro, - esclamò l'altro, battendo il bicchiere sul tavolo. - Vedrai [...]
[...] più. Ora faremo questo battesimo: che nome daremo alla bambina? - Maria. Insisto nella preghiera di rivolgerti a Maria Noina... - In tutti i casi [...]
[...] toccherebbe a te: per me, ti ripeto, non amo si facciano chiacchiere. Maria una volta ricevette una lettera anonima, nella quale si diceva [...]
[...] : « Sarebbe molto bene che Pietro non frequentasse la tua casa ». Dopo questo fatto sono stato molto guardingo. Basta, usciamo: andiamo a veder la bambina [...]
[...] . Uscirono. Strada facendo l'Antine fece vedere a Pietro una lettera di un impresario, il quale lo pregava di reclutare scorzini e carriolanti per [...]
[...] marito. Possiamo cercare. La moglie dell'Antine espresse anche lei il desiderio di veder la sua bambina tenuta a battesimo da Maria. Pietro allora [...]
[...] nuovamente bene a Pietro. Non sapeva. O meglio non osava confessarselo: ma la presenza di lui la rendeva triste e ardente. Nessun altro uomo sapeva [...]
[...] davanti a Pietro. La mattina del battesimo, una domenica gaia di sole e di scampanii argentini, l'ex-servo entrò improvvisamente nella cucina dei [...]
[...] . Egli era vestito con lusso; con la mano bianca come la mano d'un borghese, si accomodava la berretta sul capo. 283 Maria s'affrettò a mettere [...]
[...] scosse la testa china. Pietro le mise una mano sulla fronte e la costrinse a sollevare il viso ed a guardarlo. Anch'egli era pallido, con le labbra [...]
[...] s'arrampicavano, su su, uno dopo l'altro, ma arrivati a un certo punto scivolavano e non ritentavano più la scalata. La gente urlava e rideva. Quando [...]
[...] qua e là coi paesani di sua conoscenza. Fra gli altri c'era Giuseppe, il marito di Sabina, vestito a festa, con la barba già un po' grigia, ma [...]
[...] accuratamente pettinata: i contadini e gli artigiani 287 suoi amici lo circondavano e lo invitavano a festeggiare il suo Santo conducendoli a bere [...]
[...] . L'uomo dai piedi fasciati si arrampicava sempre: era giunto quasi a metà del pinnòne (1). Ma ad un tratto un grido risuonò tra la folla: - Ha [...]
[...] due pezzi di falce attaccati ai piedi: ed è perciò che non scivola. Tutti si misero a gridare ed a ridere; i monelli si strinsero intorno all'albero [...]
[...] l'altro continuava a salire; la sua persona magra ma non svelta si ripiegava e s'allungava sul fusto con mosse lente, ma sicure. In alto il bizzarro [...]
[...] . S'avvicinò anche a Giuseppe. - E tu, di', vuoi andare alla lavorazione d'Africa? - È molto lontana dalla costa? - Non tanto. Vuoi condurre anche tua [...]
[...] scomparve; il cerchio si fermò. - Bravo! - gridò l'Antine, agitando il braccio verso il vincitore, che era arrivato a toccare il cerchio e ne aveva [...]
[...] strappato la borsa. Per reazione, allora, tutti applaudirono: l'uomo scivolò giù, tirandosi dietro il cerchio, e arrivato a terra, nonostante le proteste [...]
[...] e se ne andò. L’Antine, seguito da Giuseppe Pera, s'avvicinò a Pietro e lo guardò sorridendo. - Hai veduto? - gli disse con intenzione. - Così si [...]
[...] occhi scintillavano di gioia. 289 Seguì l'amico e con lui e col contadino s'avvicinò a Sabina. La giovine donna aveva perduto la sua [...]
[...] sciupano presto. Dopo il suo matrimonio, le sue relazioni con la famiglia Noina erano quasi cessate; ella non aveva tempo di andare a trovare i [...]
[...] cammina e le sorti umane mutano! Chi va su con le falci attaccate ai piedi, e arriva dove vuole; chi cerca di arrampicarsi a piedi scalzi, e scivola [...]
[...] giovine per restar sola tre mesi a casa. - Ad ogni modo non cercherei te per farmi compagnia! - rispose pronta Sabina. Poi s'informò se per il [...]
[...] tempo della raccolta la lavorazione sarebbe finita. - Tu hai seminato soltanto frumento, - disse a Giuseppe. - Potremmo quindi restar lì fino a [...]
[...] luglio. - Va bene, fino a luglio - accettò l'Antine. E fece un segno sul suo taccuino. * * * I lavoranti partirono pochi giorni dopo; oltre Sabina [...]
[...] i più stretti parenti, neppure le sucide vicine abituate a veder Pietro andar tutti i giorni in casa dei suoi ex-padroni. Da lungo tempo Maria [...]
[...] aveva licenziata la serva, e neppure il bettoliere toscano era riuscito, fino agli ultimi giorni, a sapere le novità di casa Noina. Grandi meraviglie [...]
[...] per questo! - osservò il bettoliere, che già ricominciava a scacciar le mosche col pennacchio di carta. - Un giorno ho sentito zia Luisa e zio [...]
[...] poco non si disse onorato della domanda di Pietro; zia Luisa dimenticò il suo « decoro » fino a piangere con vere lagrime. - Pietro Benu? Il mio [...]
[...] come andrà a finire! Ma poi si rassegnò e pregò che le usassero almeno due favori. Primo: che il matrimonio si facesse nel massimo segreto. Secondo [...]
[...] : che Pietro non stesse a seccare con visite frequenti. D'altronde, fin dalla sua prima visita Pietro parlò chiaro: - Zia Luisa, so che la mia [...]
[...] ! - gridò zio Nicola. Zie Luisa tacque. 294 Maria, che sedeva lontana dal fidanzato e quasi neppure lo guardava, pensò: - Vuol fare degli acquisti a [...]
[...] del Rosario. - Io parto oggi per Cagliari, - annunziò Pietro. - Mi fermerò stasera a Macomer per sbrigare un affare; fra quattro giorni sarò di [...]
[...] ; pensava a lui come mai, neppure durante i primi mesi del suo amore, aveva pensato. Qualche volta il suo antico orgoglio risorgeva: l'idea di dover [...]
[...] primitivo. Le pareva di aver provato tutte le gioie e tutti i dolori, tranne l'amore. Era stata invidiata, adulata; aveva pagato a caro prezzo il [...]
[...] , ella provava ancora un vago malessere; un rimasuglio di rancore le fermentava in fondo all'anima: non poteva perdonare a Pietro la sua origine [...]
[...] giorno egli non ritornò da Cagliari. - Eccolo che comincia a mentire! C'era bisogno di promettere, se non poteva mantenere? Che fa ora laggiù? Si [...]
[...] . Quella sera ricevette infatti una lettera di Pietro. Prima di leggerla, la palpò a lungo, con una specie di voluttà; poi per leggerla si ritirò [...]
[...] imparato!... - esclamò zia Luisa. Ed a Maria, che le domandava consiglio se doveva o no rispondere a Pietro, la vecchia disse con dignità: - Davvero [...]
[...] ! Per serbare un po' di decoro Maria non rispose. Pietro ritornò due giorni dopo: portò alla sposa magnifici doni, ed a zia Luisa un corsetto di [...]
[...] ricchissimo broccato; e questa gentilezza intenerì alquanto la futura suocera. * * * - Ebbene, - ella disse a Pietro, il giorno dopo le [...]
[...] . - Gesù, Maria, che bella cosa! È un broccato antico; un regalo degno di voi e di Pietro Benu. E a quando le nozze? - Ah, non sappiamo [...]
[...] . L'antivigilia dalle nozze Maria lo guardò sorridendo e gli chiese: - Ti sei preparato? - A che? - A confessarti! Egli non rispose subito, e [...]
[...] ! È necessario che tu ti confessi. Non dare quest'ultimo dispiacere a mia madre, Pietro... Egli chinò, poi sollevò e scosse la testa. - Ebbene [...]
[...] portare nella camera dove dormiremo il letto che ho acquistato a Cagliari. Tu capirai... lo desidero... A sua volta Maria si fece pensierosa e [...]
[...] colorì il viso stanco. Verso le due risalì nella sua camera e cominciò a svestirsi, ed a misura che si levava e riponeva nella cassa gli [...]
[...] scosse Maria; sì, un'allodola cantava davvero, al di là della casetta tranquilla, nel cielo che cominciava a schiarirsi: un passo d'uomo risuonò [...]
[...] nel cortile... Ella balzò in piedi e cominciò a indossare il costume da sposa: un costume modesto, dalle tinte smorzate, senza ricami nè fronzoli [...]
[...] lo sposo. - Ecco, rido perchè sembriamo ladri, - ella rispose senza voltarsi. Da quel momento tutti cominciarono a ridere e chiacchierare, e [...]
[...] ? Anche per lei era tempo di risorgere e di godere. Vedeva Pietro senza voltarsi a guardarlo, lo sentiva vicino a lei, giovine, forte, ardente [...]
[...] ardente. 304 Anche al ritorno dalla chiesa il corteo passò inosservato: gli sposi procedevano, silenziosi, commossi, a testa china; soffiava un [...]
[...] augurò senza scomporsi troppo: - Buona fortuna! Buona fortuna! Anche le due donne, che erano venute per aiutarla a servire il caffè e i dolci [...]
[...] , gettarono manate di grano sugli sposi; poi corsero a prendere i vassoi e salirono nella camera di zia Luisa. Il sacerdote, appena entrato, s'affrettò a [...]
[...] ; ritornava 306 ad esser la ninfa ignuda che aspettava il fauno tra l'erba a cui era ignota la falce. Egli arrivava: un velo cadeva intorno a loro [...]
[...] subito Maria pronta a sorridergli ed a guardarlo con passione. La cercava, la chiamava, le domandava se aveva veduto qualcuno durante la sua assenza [...]
[...] . Ella cominciava a credere ch'egli fosse geloso. Ma per lo più egli si mostrava tenero, dolce, quasi rispettoso: pareva non avesse dimenticato la [...]
[...] sua antica condizione di servo. Ed a lei piaceva anche così: le sembrava di rivivere in tempi lontani, quando Pietro non osava dimostrarle tutta la [...]
[...] sua passione. Ma dopo una settimana di ubbriacatura violenta ella cominciò a sentirsi stanca; la nebbia ardente che la circondava cominciò a [...]
[...] a curarsi dei suoi affari, rivedeva le cose intorno, ripensava alle chiacchiere delle sue vicine. Era come convalescente, ancora un po' languida [...]
[...] cucina? S'alzò e andò a vedere. Era il gatto che aveva fatto cadere un coperchio: ella rimise tutto a posto, rincorse il gatto che attraversò di [...]
[...] corsa il cortile, poi sedette nuovamente e guardò fin dove arrivava l'ombra della casa, per indovinare l'ora. - Son le dieci: Pietro rientrerà forse a [...]
[...] ansante; ella si rimise a cucire, ma l'ago le tremava fra le dita. Da questo sogno la scosse un forte colpo picchiato al portone. Ella mise per terra la [...]
[...] camicia, ed andò ad aprire. Era il portalettere, un omone rosso dai grandi baffi gialli, che guardò Maria da capo a piedi, quasi per assicurarsi [...]
[...] , - pregò Maria, porgendo la mano e pensando a Sabina che si trovava ancora laggiù. - Firmi qui, - disse l'altro, porgendole uno scartafaccio [...]
[...] fatto voto di tacere se tu non ti decidevi a sposare il tuo antico servo. « Prego Maria Santissima che questa lettera ti arrivi a tempo: fa [...]
[...] stata in un paese ignoto, dove aveva veduto cose terribili e grandi, e ritornava mutata e vedeva intorno a sè ogni cosa mutata e ne provava terrore [...]
[...] di morte, Maria cominciò a dubitare. E nel suo smarrimento, dimenticandosi di sè stessa e delle sue forze già messe alla prova, ella sentì un [...]
[...] ricordava, sì, ed era superba come una figlia di re. Perchè era poi caduta tanto in basso? Aveva ascoltato il suo servo, ed a poco a poco s'era [...]
[...] abbandonata a lui come l'ultima delle donne. Egli era buono, allora; ella lo aveva creduto docile e mite come un bambino e ne aveva fatto od aveva creduto [...]
[...] suoi occhi. Ricordò l'inquietudine di Pietro, ogni volta che egli rientrava in casa e non la trovava pronta a sorridergli. Particolari minimi le [...]
[...] diventò incosciente. S'alzò, pensò di fuggire, di correre alla vigna per domandare protezione a suo padre; s'avanzò fino al portone, ma la stessa frase [...]
[...] lunga attesa, la sua evidente astuzia, la sua crescente fortuna, il desiderio di tener nascosto il loro matrimonio, la ripugnanza a sentir nominare [...]
[...] l'ucciso, ad abitare dove Francesco aveva abitato, a dormire nel letto dove Francesco aveva dormito... Ma, giurando, egli era parso così sincero [...]
[...] naufrago che riesce a metter la testa fuori delle onde; ma poi ricadeva nel mare paurosa dei dubbi, nella disperazione che la affogava. - Egli ha [...]
[...] nella penombra della camera silenziosa, un impeto di pianto la soffocò. Alla paura e all'istinto di difesa, che fino a quel momento avevano reso [...]
[...] . Voleva che Pietro fosse innocente, o desiderava che le potenze divine l'aiutassero a vendicarsi, a liberarsi di lui? Non sapeva, non sapeva. La [...]
[...] preghiera, però, come avviene spesso nelle anime primitive, riuscì un momento a suggestionarla: si alzò, sollevata, e le parve che tutto fosse un [...]
[...] menzogna. Anche la finzione di chi l'ha scritta, di credermi ancora vedova, è una perfidia... Come sono stata stupida a spaventarmi! Di nuovo ricordò [...]
[...] sentiero; rivide la mano rivolta all'insù, implorante pietà... La paura e l'angoscia la riafferrarono tutta. - I morti risorgono, - disse a voce [...]
[...] prima volta, in quell’ora di verità spaventosa, ella pensò a Francesco con giustizia e con affetto. 317 I versetti delle prefiche, le parole [...]
[...] con lui si diventava buoni e leali. Pietro invece bruciava dove toccava, portando con sè e spandendo intorno a sè la maledizione del suo destino [...]
[...] perduto, mi ha assassinato... - ella disse a voce alta, gettandosi sul letto e affondando disperatamente il viso fra i guanciali. - Ha ragione mia madre [...]
[...] accusatrice cominciava a salire: ma ella 318 si difendeva disperatamente e riusciva a farla tacere. Ella capiva che Pietro aveva seguita la via [...]
[...] del male per lei sola, ma che colpa ne aveva, lei? Era forse stata la prima a guardarlo?... Anche se ella non avesse sposato Francesco, Pietro [...]
[...] . Così le parve di ritornare a poco a poco padrona di sè, della sua volontà, della sua astuzia. Sì, ora le sembrava di veder Pietro nel suo vero [...]
[...] sfogo. - Che fare, ora, che fare? Ed a misura che il male aumentava, la domanda risuonava più forte. L'idea di perdonare neppure le passò per la [...]
[...] o tacere o cercare un aiuto potente e colpire Pietro a tradimento prima che egli potesse difendersi e sottrarsi al castigo. Ma a chi rivolgersi? A [...]
[...] chi domandare consiglio? A sua madre? Per il decoro della famiglia, nonostante il rancore nutrito contro Pietro, zia Luisa sarebbe stata capace di [...]
[...] consigliarle il silenzio. A suo padre? Egli era buono, ma vuoto e leggero: egli forse avrebbe riso di lei, rimproverandole di non aver sposato [...]
[...] Pietro prima di Francesco. A chi dunque rivolgersi? Ella non aveva amici, non parenti di cui fidarsi. Ma aveva molti denari. Aveva un cofanetto [...]
[...] tanca, poteva scavare, trarre la verità della sua profonda sepoltura. Col denaro si arriva a tutto. Ma poi? Che fare, poi? Che fare? Che fare? La [...]
[...] parlare i morti, frugare tra le roccie, squarciare il mistero; egli solo poteva costringere i vivi ed i morti a pronunziare le verità, e punire i [...]
[...] accusasse Pietro, l'uomo che fino a poche ore prima ella aveva amato ciecamente? Ogni oggetto, in quella camera bianca e tranquilla, animata da [...]
[...] implorò ciò che in fondo al cuore sentiva impossibile. - Fate che risulti la sua innocenza. Pietà di me, Maria Santissima. E ripetè a voce alta [...]
[...] alzò, ricominciò a vagare qua e là intorno alla camera, si accostò allo specchio e quasi non riconobbe il suo viso alterato e verdognolo. Sembrava [...]
[...] nuovo, pronta e vigile, decisa a combattere da sola il nemico. Ella è nata per combattere, per lottare, per ferire a tradimento. Ella ha sempre [...]
[...] vita? Ecco, l'essere primordiale risorge in lei; non più per amare, come nei giorni passati, ma per lottare e difendersi. Ed a misura che l'ora [...]
[...] . Ella torna ad essere la donna che ha veduto intorno a sè i fantasmi più misteriosi, le ombre spaventevoli della morte, del delitto, del dolore [...]
[...] ; ed è passata come una figura leggendaria attraverso il bosco nero, nella notte tragica, ed è andata incontro al suo triste destino, pronta a [...]
[...] nello stesso tempo sentiva che qualcuno l'avrebbe difesa come un tempo la difendeva suo padre. Nel vederla a letto Pietro si spaventò. Le si [...]
[...] curvò sopra, le prese una mano. 325 - Maria! Che hai? Che c'è? Perchè sei a letto? La baciò, la guardò. I suoi occhi inquieti parevano gli occhi [...]
[...] : voleva sapere chi era venuto, quella mattina, e se il male era cominciato da molto tempo, e che cosa poteva averlo causato. 326 A un tratto, i [...]
[...] arrivare a lei aveva percorso una via piena di pericoli e di orrori. Curvo su lei Pietro le parlava con dolcezza, insistendo per sapere se ella [...]
[...] con sè, entro di sè, come un male fisico, come un cancro inguaribile! S'alzò a sedere sul letto, si strinse con le mani la fronte coperta dal [...]
[...] fazzoletto bagnato: l'aceto le scorse sulle guancie, le bagnò le labbra, mescolato a lagrime d'ira affannosa. E le parve che qualcuno le desse da bere [...]
[...] il fiele e l'aceto, come a Gesù. Pietro s'era scostato e la guardava sempre: ma il suo sguardo non era più desolato e inquieto. Anch'egli capiva, o [...]
[...] fissi sul pavimento, ella pareva intenta solo al suo terribile male. Pietro non osava più toccarla. - Vado? - ripetè. Ella disse a denti stretti [...]
[...] Francesco, un altro giorno sarebbe arrivata a scoprire gli avanzi dell'altra vittima ed a farli parlare. Sì, anche i morti parlano. Ed anche i vivi [...]
[...] , talvolta. Col denaro e con la volontà si arriva a tutto. Il denaro, ch'ella aveva amato tanto, amato più di sè stessa, le avrebbe dato almeno il [...]
[...] condannarli ad una pena maggiore di quella a cui erano condannati. Ella ricordava appunto di aver veduto, una volta, una fila di condannati diretti [...]
[...] ad una colonia penale. Procedevano a due a due, incatenati assieme. Ella e Pietro erano simili a quei disgraziati; legati da una stessa catena [...]
[...] facesse a lei, il che significa, ragazze , che se la Rosa Spiccorlai non aveva letto il Nuovo Testamento (giacchè leggere non era il suo forte [...]
[...] , misericordiosamente benigno, salvò con queste parole: Va e non peccar più! Ma la Rosa invece tornò a peccare, ecco la differenza. Era una donnona grande e [...]
[...] naso piantato dritto sulla faccia e certi occhi da civetta rilucenti e tondi che parevano sentinelle pronte sempre a presentare le armi. Un [...]
[...] legaccio in mezzo a cinquanta persone, prima che altri si incomodasse a raccoglierlo, ella stessa lo avrebbe risolutamente riallacciato. In [...]
[...] Spiccorlai se ne stava tutto il giorno disteso in un'ampia poltrona di pelle unta e sdruscita, col gomito appoggiato a un tavolino altrettanto unto [...]
[...] , sdrucito e sudicio, e guai a toccarlo! Questo mobile invalido portava ancora dipinta sulla sua superficie una scacchiera da tempo immemorabile [...]
[...] . Con quei frutti, tanto erano meschini, si poteva morir di fame; ma la Rosa li ampliava a suo talento; spendeva, faceva, disfaceva. Purchè non si [...]
[...] alterasse la dieta puritana di lui, gli altri erano padronissimi di trattarsi anche a fagiani — non domandava la provenienza. La Rosa stava [...]
[...] porticine basse, annerite, grumose, sulle quali quattro generazioni avevano deposto a strati e a croste il loro sudiciume e il loro sudore [...]
[...] . Sembrava singolare che la famiglia Spiccorlai, per quanto ristretta di mezzi, potesse adattarsi a vivere in quella tana dell' ultima plebe [...]
[...] . Certo la signora Rosa non vi stava per propria elezione. Ma quando ritta sul ballatoio in pompa magna impiegava un buon quarto d'ora a raccogliere le [...]
[...] degli angoli bui, più vi era intorno a lui di bruttezza e di schifo il vecchio gongolava. Dalla specola della sua finestretta vedeva le macchie [...]
[...] sapeva bene di non potere indurlo a cambiare casa. C'era nella corte una fabbrica di birra, e quando rimovevano le materie fermentate, saliva un [...]
[...] fetore insopportabile; allora il vecchio non mancava mai di aprire la finestra. Litigi ne accadevano di raro. S'erano accomodati a quel genere [...]
[...] d'esistenza; lui si divertiva a vederla imbizzire — lei cercava altrove dei compensi. Durante una piovosa giornata d'ottobre , il portalettere [...]
[...] del quarticre entrando a malincuore in quella stamberga — forse per la prima volta — si guardò attorno con palese ripugnanza, e piantandosi in [...]
[...] : — Spiccorlai! Sulla soprascritta c'era forse signore, ma non credette necessario ripetere quel titolo in mezzo a quella corte. — Non abita in questa [...]
[...] vecchio richiuse la finestra, il portalettere si rifugiò sui primi gradini della scala deciso a non andare avanti. Nè dovette aspettar molto [...]
[...] assicuratasi che dalla vicina camera la signora Rosa non l'udiva, si arrischiò a dire: — Chi sarà mai? * Chi sarà mai! La lettera o ombra [...]
[...] sembrò il virgulto di una timida betulla innestato al tronco di una quercia poderosa. Rimasta senza madre, ebbe a soffrire gli urti di tutte quelle [...]
[...] asciugare sopra un bastone, la florida e paffuta signora Rosa l'aveva presa a bersaglio di tutta la sua malignità, di tutte le sue invidiuzze volgari [...]
[...] , di tutto il suo orgoglio codardo. 18 A lei, bella e piena di salute, riuscì facilissima quella specie di superiorità fisica che impone [...]
[...] portentosa magrezza. Era molto facile a lei, donna e padrona, dare di ogni cosa il peggiore alla malcapitata parente — il pane raffermo, la minestra [...]
[...] mummia, ch'era proprio una Spiccorlai nata e sputata. Ah! ah! ah! (ridendo a squarciagola si metteva le mani sulle anche, dimenandosi come una [...]
[...] , avendole fatto osservare che madonna e sant'Antonio non rimavano affatto, nemmeno per far piacere a una bella ragazza, la Rosa salì in tutte le furie [...]
[...] rari in quella famiglia — curiosa anche, dopo aver pronunciato: chi sarà mai! aspettava in silenzio. Ma il vecchio non aveva fretta. A settanta [...]
[...] , il timbro: la depose, la riprese, era forse commosso anche lui, ma a capirlo bisognava essere bravi. Amarilli gettò un'occhiata inquieta verso [...]
[...] , impassibile, la porse alla sorella, dicendo: — Rispondi: venga. Amarilli lesse a precipizio: « Bruxelles, 14 ottobre. » Signore, » Mia [...]
[...] nome. Posso presentarmi in sua casa? Posso venire a chiederle un asilo per il momento, finchè sarà decisa la mia sorte? 22 » Perdoni a una [...]
[...] povera orfana che non sa quello che si dice in sì tremendo giorno, e che anela a ritrovare un padre nel fratello della sua povera mamma [...]
[...] . Si imaginava il gusto che avrebbe la Rosa nel trovarsi per i piedi una nipotina e rideva come un matto. Amarilli, avvezza a quegli strani modi [...]
[...] dondolandosi a un lungo filo argenteo. Amarilli pensava ch'esso era molto felice, perchè il filo incominciato sulle travi cadenti di quell'antro [...]
[...] poteva finire dentro un cespuglio profumato di glicine o di caprifoglio. Pensava alla povera Editta e a se stessa e sospirava. — Ora voltati; ecco [...]
[...] due centesimi... Il vecchio prese tempo a riflettere. Amarilli si aspettava ch'egli dicesse ancora: «Voltati di là», ma invece disse: — Scendi [...]
[...] a suo nipote Renato, ma per far posto agli altri doveva mettersi i piedi in bocca. Sì, eh? Sì?... Con una mano sul fianco, rossa come un [...]
[...] . Ed egli zitto. Pensava: le deve dispiacere molto la nipotina se si perita a chiamarmi vecchio rimbambito, con rischio e pericolo di non vedere [...]
[...] ottantasette canti, mi cadrebbe bene qui il paragone di una belva furiosa che alle prese con un'altra, se un innocente animale qualunque viene a [...]
[...] altre consimili, ebbe a sostenere la parte del capro. 31 La cognata l'accusò di essere la causa d'ogni suo dispiacere; la sua venuta in casa [...]
[...] lei colle sue belle frasi di poetessa a pagare tutti i mesi il conto del fornaio? Sapeva soltanto come si fa a regolare una famiglia, lei, di [...]
[...] null'altro occupata che a sospirar marito? Marito! — ah ! ah ! — che bella sposina! Divagando così di palo in frasca, allontanandosi affatto dal [...]
[...] della Rosa era un giovinastro di professione commesso, ma di fatto quasi sempre ozioso. Lo avevano sopranominato il Moretto e teneva a fare [...]
[...] signora Rosa d'ottimo umore e la incoraggiava più che mai a rialzare la sua manica. Per giungere nelle grazie della zia non c'era salto mortale [...]
[...] certi bottoni ribelli, di appuntare ed anche di togliere uno spillo. Cattivo soggetto! — sì, sì; 35 egli accorreva a mettere lo scialle sugli [...]
[...] . — Dunque, bella zia, che cosa abbiamo di nuovo? — disse Renato entrando a piedi giunti nella famigliarità di un colloquio che si ripeteva quasi [...]
[...] ogni sera con pochissime varianti. Ma la variante c'era quella sera; nè la signora potè contenere a lungo la bile che la divorava a proposito [...]
[...] persuasa, poichè da quarant'anni non le era ancora apparso che nelle fervide visioni e inutilmente lo aveva cercato intorno a sè. Come punto di [...]
[...] la sua sorte a quella di un povero esule. Amarilli si ricordava le scene violenti che avevano preceduta la scomparsa della sorella, e come dopo [...]
[...] pungente, come se gli Spiccorlai temessero di mostrarsi eccessivamente teneri. Amarilli pensava a' begli occhi fulgenti della sorella, alla sua [...]
[...] fronte superba, alla voce sonora e imperiosa — le sembrava ancora di udirla quando di contro a tutti i fratelli irritati, ella aveva dichiarato di [...]
[...] alle sue esortazioni all'obbedienza. Ogni particolare le tornava in mente a poco a poco, come sfogliando un libro. Sua figlia le somigliera [...]
[...] romanzeschi amori. Bisogna immaginare la vita squallida di Amarilli per comprendere i battiti concitati del suo cuore a quella prospettiva di vita [...]
[...] promessa di migliore avvenire. A due passi da lei Renato e la Rosa sghignazzavano oscenamente. Intanto il vecchio Spiccorlai guardava l'una e [...]
[...] lasciava andare sulla scacchiera, ridendo di un riso strano. * — Qui?... oh mai, mai! Editta era giunta. Bella, superba, fiera come sua madre a [...]
[...] quanto la circondava. Veniva a chiedere un pane in quella casa, lei, vestita come una dama! La Rosa non c'era fortunatamente, ma il sucido vecchio [...]
[...] involontario: — Qui?... oh mai, mai! — Donne... — incominciò il vecchio senza pur salutarla, ma una mano tremante 41 venne a cercare la mano [...]
[...] in un affettuoso amplesso e, trascinandola quasi a forza dentro l'uscio, le veniva dicendo: — Editta, figlia mia, figlia della mia povera [...]
[...] aristocratiche che gli abiti grossolani non valgono a nascondere. Amarilli condusse la nipote nell'oscura camera che doveva ricoverarle entrambe, ch'ella [...]
[...] tanta vergogna nella voce di Amarilli che a sua volta anche Editta arrossì. Sciolse, con un sospiro, il gancio della mantellina e sedette sulla [...]
[...] camera, sul fondo cupo delle 43 pareti, nella mezza luce triste e caliginosa che penetrava a stento dall'angusta finestra, disegnando ombre [...]
[...] di Amarilli una lieve ruga... Il braccio scarno della zitellona si era avanzato fino a cingere la vita flessuosa della fanciulla; i loro cuori [...]
[...] pauroso il brontolio del vecchio, interrotto a quando a quando dalle sue strane esclamazioni. Amarilli si alzò e chiuse l'uscio della cameretta [...]
[...] dispiacere alla sua giovane amica. Tornò a sedere sulla valigia, le prese le manine con impeto grazioso, e disse: — Narrami un po' della tua [...]
[...] belle cose che per lui erano il maggiore dei bisogni; forse qualche volta il pane scarseggiava anche a loro... ma la poesia mai. Le creature [...]
[...] . A qualunque costo sua moglie doveva avere un abito di seta, e sua figlia una bambola che camminasse da sè. Non voleva pensare ai debiti, non [...]
[...] che rifuggono dalle lotte materiali della vita ed hanno bisogno di essere felici per spaziare nelle serene regioni dei loro sogni. 47 A [...]
[...] Editta, vita intima, raccolta, elevata a pensieri nobili e gentili, vita in cui il sentimento predominava, vita da poeti e da innamorati, tra i [...]
[...] Spiccorlai lo si chiamava appena in punto di morte, insieme al prete; qualche volta si faceva a meno di tutti e due; ma Amarilli vegliava, e grazie [...]
[...] rimpianto dei cari esseri che aveva perduti, trascorreva le ore e i giorni muta, come trasognata. Il suo corpo era a Milano, pur troppo, nella immonda [...]
[...] . Si parlavano in lunghe confidenze, si indovinavano, ed i vincoli di un tenace affetto legava sempre più i loro cuori. Se non c'era Amarilli, a [...]
[...] violenti di quelle che l'astiosa bellezza quarantenne avesse mai rivolte contro Amarilli; a mille doppi più 50 acerbe perchè Editta era giovane [...]
[...] e a volte ne restava soprafatta. — Oh Amarilli, come si può vivere qui? — esclamava spesso. E Amarilli rispondeva pacata: — Io ci vivo da [...]
[...] vent' anni. Un altro motivo di disgusto per Editta, di odio per la Rosa fu la corte che Renato incominciò a fare all'amabile cuginetta. Subito, al [...]
[...] missione, raccontò con calore i tentativi di Renato, l'avversione di Editta e l'impossibilità di continuare a quel 53 modo, poichè [...]
[...] l'intraprendente giovinotto non sembrava atterrito per nulla, anzi, quella stessa mattina si era spinto a gettare un bigliettino nel paniere della fanciulla [...]
[...] , bigliettino che Editta aveva raccolto colle molle e messo a bruciare sul fuoco come un ragno. Il vecchio rise molto, rise tanto che Amarilli [...]
[...] lo guardava perplessa. Quella larga bocca senza denti sembrava l'antro di Caco aperto a tutte le stregonerie; un solo dente lungo e giallo vi [...]
[...] sponda del letto e vi si aggrappava così disperatamente colle mani che rimase sul legno l'impronta delle sue unghie. Amarilli assisteva angosciata a [...]
[...] !» G. CARDUCCI. Vi è sempre nel mondo un cantuccio che si preferisce a tutti gli altri; un paese, una collina od una valle, qualche volta un [...]
[...] sasso un alberello e dove dai muri di granito piove l'edera attorcigliata in graziosissimi festoni. Il sole sembra giocare a rimpiattarello dietro [...]
[...] tratto la quiete, e l'eco che non si desta a quei brevi rumori conserva al paesaggio il suo tipo di calma, di serenità, di pace. Un poeta [...]
[...] il paese, fino a Cisano, dove il fraterno amore mutando nome, si uniscono pudicamente in matrimonio sotto l'arco di un ponticello e da quello [...]
[...] basette e colle scarpe lucide offusca l'acqua chiara del torrente. In certi punti, a certi svolti repentini, la valle è cosi ristretta che le opposte [...]
[...] , bianchiccie, rosa, lucide, opache, pelose, trasparenti, frastagliate, rotonde, aguzze, e a guardarci bene se ne scoprono sempre di nuove, con [...]
[...] inumidite dalla filtrazione del torrente; quasi tutte contorte, rovesciate, gibbose, piegate a norma del suolo, del vento o del loro beneplacito [...]
[...] , come sultano viziate in un harem deserto. Vengono su un po' qui, un po' là, sparse, a gruppi, in fila, assediate tutto in giro dai pruni [...]
[...] strappato anche esso e mostra tratto tratto la pietra nuda, di un grigio uniforme, filamentosa, a strati come un libro — e fa venire la tentazione [...]
[...] pasceva a contemplarla, a subirne tutte le voglie, a realizzarne tutti i capricci. Lei, ignorante e pigra in sommo grado, di capricci non ne aveva [...]
[...] , e dopo, quando Editta rimase orfana, egli, che contava rimpatriare, le fece la proposta di venire a stabilirsi con lui, compagna e istitutrice [...]
[...] povera di prima, Editta pensò che poichè il suo destino la condannava a mangiare il duro pane degli altri, meglio era guadagnarselo e acquistare [...]
[...] riccamente, colla gonna a strascico sopracarica di ornamenti, ma aveva due 68 bottoni slacciati alla vita e una cravatta rosa macchiata di [...]
[...] sudicio. Padre e figlia non parlavano, però il padre guardava lei intensamente, e il giornale gli sfuggiva a poco a poco dalle mani cacciato [...]
[...] lucerna col suo scialle da viaggiatrice sul braccio e l'altro braccio pendente a raccogliere il lembo della gonna, la ragazza si staccò dal camino e [...]
[...] ; guardò sua figlia. 69 — Hai tossito, Rachele? — Io no, non ho tossito; è una caramella che m'è andata a traverso. Bruno soffocò un sospiro [...]
[...] . — È un po' raffreddata — disse volgendosi a Editta — non vuole aversi riguardo, benedetta bambina! Ora prende le pasticche d'altea. Ne hai [...]
[...] ebbe bisogno di cercare una frase conveniente per esporre il motivo della sua venuta, nè di doversi umiliare a dire: Sono qui da voi perchè non [...]
[...] , intanto che osservava i capelli di Editta raccolti in un modo graziosissimo sull'estremità della nuca, e promettendo a se stessa di farsi [...]
[...] delle tue lezioni di lingua inglese. Oh! studieremo. — Per l'amor del cielo! — esclamò l'altra. — A questo patto non ti voglio. — No? Allora ti [...]
[...] testa e il lavoro mi fa male le braccia. Noi anderemo a spasso, mia cara, e la sera mi leggerai Il ritorno di Rocambole; è molto interessante [...]
[...] . Bruno si affrettò a soggiungere: — In verità Rachele è un'ottima ragazza, ma ha l'abitudine di metter fuori tutte le fanciullaggini che le passano [...]
[...] Fortunatamente la sua compagna, che si era seduta colle gambe a cavalcioni e che da qualche istante sbadigliava rosicchiandosi le unghie [...]
[...] , esclamò improvvisamente: — Io ho sonno. Andiamo a letto? La proposta fu accettata con piacere. Rachele si ritirò subito nella sua camera, ma [...]
[...] sua età. Come ha fatto bene a venire! È Dio che l'ha ispirata. Le suggerisca, lei come lei, il decotto di catrame; a me non vuol dar retta. La [...]
[...] persuada a stare coperta. Rachele che aspettava la sua amica, mezzo spogliata, sul ballatoio tossì un poco. Bruno soggiunse ancora: — Gliela [...]
[...] sempre perchè le era andato un non so che a 75 traverso; del rossore degli zigomi accusava il fuoco del caminetto; del pallore delle guance, il [...]
[...] , nè di rimedi; Rachele viveva a suo talento senza regola e senza norma; pareva che la tosse fosse un po' assopita; essa giurava di non essere [...]
[...] più intolleranti ancora nei piccoli paesi che nelle città. Bruno dovette unirsi a loro. Così accadeva 77 molte volte che Editta, non [...]
[...] credere al poeta? Che mai doman possa avvenir, non cerca E qualunque la sorte a te conceda Giorno di vita, in tuo profitto il volgi; Nè i [...]
[...] punto di vista, e siccome precipitava i suoi giudizi e difficilmente si decideva a ripudiarli, la verità, quella verità ch'essa tanto amava le [...]
[...] come lei non arrivano facilmente a tale meta, e si accontentano quasi sempre di una mediocrità orgogliosamente sopportata. Mi perdonino gli [...]
[...] , ma qualche cosa di duro, di aspro traspariva a rari intervalli 80 dal suo contegno; pareva alterigia, e forse lo era un poco, ma più assai [...]
[...] , l'angelico cuore di Amarilli; ma siccome la zitellona si adattava a vivere in quell'ambiente e con quelle persone, Editta concluse che era un'anima [...]
[...] piccola, che non avrebbe potuto comprenderla interamente, senza soffermarsi a indagare le cause di quella rassegnazione, e vedere se ciò che a lei [...]
[...] per i suoi affari; sua moglie, povera donna istupidita dal lavoro e dalla miseria, lavava i cenci al torrente, e non voltava nemmeno la faccia a [...]
[...] guardare la forestiera. Editta aveva bensì avuto uno o due impeti di compassione che le suggerivano di fare a quella donna l'elemosina di una [...]
[...] , e passava accanto a quella grande consolazione che si chiama amor del prossimo senza curarla. Credeva che la solitudine sola le potesse far [...]
[...] bene, la cara solitudine che la lasciava a tu per tu co' suoi pensieri. Fantasticando, poetizzando, s'era portata una volta più in su verso la [...]
[...] poteva entrare al mulino. Editta incominciò internamente un piccolo atto di contrizione e promise a sè stessa di fare un'ammenda onorevole della [...]
[...] spalle per decidersi a traversarla a guado. Se fosse stato pieno giorno, si sarebbe tolta l'impresa di discendere fino a Cisano per risalire poi [...]
[...] dall'altra parte; ma l'ora era tarda; Rachele doveva aspettarla senza dubbio, e il signor Bruno che cosa avrebbe pensato? Editta si pose a correre [...]
[...] di qua e di là cercando un passaggio o un'idea. Provò a gettare nell'acqua alcune pietre coll'inten- zione di passarvi sopra, ma le pietre [...]
[...] volle arrischiarsi; ma al primo passo l'acqua le salì fin sopra la caviglia, strappandole un grido di sgomento e di dispetto. 85 A quel [...]
[...] stessa che, a farglielo giurare sulla sua vita, non avrebbe potuto dare un solo connotato, tanto le premeva poco di guardarlo. Lo sconosciuto [...]
[...] pensò se doveva dare una mancia a quell'uomo. A buon conto, dopo avergli detto grazie, si frugò nel taschino dell'abito. Egli vide l'atto e [...]
[...] le coperse la fronte, un tremito, un'agitazione strana le fecero battere il cuore a precipizio. Ritirò la mano dal taschino ed ebbe appena [...]
[...] continuava a batterle forte. Bruno e Rachele l'aspettavano sulla soglia di casa, impazienti, inquieti. Perfino la cuoca, buona vecchiarella affezionata [...]
[...] tutta la sera che almanaccare col signor Giovanni. Chi ebbe diciasette anni se ne ricordi! Non dico a caso chi ebbe diciasette anni, perchè vi sono [...]
[...] tutta la freschezza dell'innocenza che i disinganni non hanno scolorita; era imbevuta di poesia, era afflitta, era sola. Ritiratasi in camera, a [...]
[...] qualche volta a Bruxelles di sentirsi camminare alle calcagna un giovane elegante in guanti color paglia o di ricevere una dichiarazione ottica [...]
[...] , non c'era da preoccuparsene. Tutto a un tratto ella lo guarda... non è più l'uomo di prima. Vede confusamente uno sguardo fulgido, una fronte [...]
[...] il suono della sua voce, i gesti, l'espressione. Parole non ne erano corse molte, ma le sembrava che si fossero dette tante, tante cose. A me [...]
[...] , a voi, ai nostri buoni amici, a tutti coloro insomma che di torrenti ne videro più d'uno, e bene o male li hanno già attraversati, non parrà [...]
[...] incominciava a prendere per proprio conto delle lezioni di esperienza mondana, balzò dal letto molto tempo prima del solito, e parve che [...]
[...] stette un minuto ferma davanti alla buona donna. Sembrava decisa a voler parlare ad ogni costo, ma un no improvviso e risoluto dovette decidere la [...]
[...] Margii; era con Rachele e con Bruno — andavano a messa. — Oggi non è cantata — disse la cuoca facendosi sulla soglia — perchè il signor curato [...]
[...] un largo cappello di feltro e stivali a gambiera, senza guanti, senza gemme, senza occhialetto. Riconobbe Editta e la salutò con un breve [...]
[...] inchino. La fanciulla si sentì infiammare le guance; tutti i suoi rimorsi la ripresero pensando che ella aveva voluto dare quattro soldi a quell'uomo [...]
[...] prosaico per una personcina che sognava Arnoldo, Ugo, Romeo, si persuase fosse una finzione, una maschera destinata a coprire chi sa quale [...]
[...] dei sedici anni. Intanto Editta sotto il portico di casa fece una sosta, e lasciando andare avanti Bruno colla figlia, finse di interessarsi a certe [...]
[...] verbene, per dare agio a Margii di uscire ancora fuori. E Margii non si fece aspettare. Dall' uscio di cucina, dove se ne stava colla tafferia [...]
[...] reali questo dovere imaginario e forse il più simpatico a quelle anime ingenue ed espansive. Margii dunque le rivolse la parola: 95 — Ha [...]
[...] è tornato, e Dio voglia che non ci abbandoni più. Di uomini come lui ce ne dovrebbe essere a staia. Era un bell'elogio quello di Margii, non [...]
[...] si rimpiccioliva, restava l'uomo — un uomo che divertivasi a piantare erba matricaria e a discorrere colle comari... Ah! come Editta rimpianse [...]
[...] domandare a sè stessa: Oh! vecchia Margii, la riconosci quest'aria? Ma un altro avvenimento ruppe il filo alle investigazioni della buona [...]
[...] donna e occupò Editta al punto da farle dimenticare i suoi irosi propositi. Rachele, a pranzo, ebbe un urto violento di tosse, si coricò presto [...]
[...] ; lo sventurato padre era giunto a cercare nella menzogna qualche conforto, un'illusione, se non per sè stesso, per lei. Difatti l'ammalata gli [...]
[...] . Una lagrima gli cadde sulla mano. Buffona! doveva proprio venire lei a rompergli il giuoco — le diede un buffetto e fischiò con maggior lena [...]
[...] . — Ricordati — disse Rachele tossendo — che mi devi far venire da Milano un paio 99 di scarpe, a sandali, con bottoncini d'acciaio brillantato [...]
[...] troppo! A Bruno cadde la testa sul petto e gli occhi, che non potevano più contenere le lagrime, si fissavano ostinati sulla frangia della [...]
[...] coperta. — Fischia ancora, papà. 100 L'infelice fece udire un fischio disarmonico e stuonato. Rachele si pose a canzonarlo; volle ridere, ma [...]
[...] uno sbocco di sangue la interruppe a mezzo. Bruno si slanciò verso sua figlia che continuava a ripetere; non è nulla; e intanto sveniva. Dalla [...]
[...] soldati; quanti fiori, quanti raggi splendidi, quante promesse la speranza seminava davanti a loro! Quanto dispregio della morte e che sicurezza nei [...]
[...] propri incantevoli vent'anni! Bruno fu infastidito da quelle voci. Chiuse le imposte e tornò a sedere presso il letto della figlia, muto [...]
[...] affetto, ritornava costante nel cervello del povero padre. Che importava a lui di tutto il resto? C'è l'amore di patria, è vero, c'è l'amore [...]
[...] della scienza, c'è l'ambizione che è una formula dell'amore di sè stessi e cento e mille altri sentimenti che bastano da soli a riempire una vita [...]
[...] amore geloso e selvaggio. Che fosse goffa e senza ingegno, pazienza, anzi meglio; l'avrebbe amata lui solo; e a lui bastava vederla muoversi [...]
[...] giocondi, sotto il pergolato di una osteria di campagna — e ricordò a puntino tutti i particolari di una chiassosa partita alla morra — la testina [...]
[...] campanello, ma l'ammalata la pregò di scendere ella stessa in cucina. A metà scala Editta vide due uomini che fermi sotto il portico discorrevano a [...]
[...] in cucina, quando il signor Giovanni, levandosi il cappello con tratto cortese, l'obbligò a rendergli il saluto. 104 — E Rachele? — domandò [...]
[...] subito il signor Bruno. — Si è svegliata ora; ha chiesto da mangiare... — Vado io a dare gli ordini a Margii — disse il padre, e lasciò soli i due [...]
[...] giovani. Editta non pensava certamente a fermarsi; ma prima di salire dovette per lo meno fare un cenno di capo a quell'ospite che il padrone di [...]
[...] maschia e intelligente le ritornava con insistenza davanti agli occhi, e per quanto a bello studio ella tentasse contrapporvi i rozzi panni, la [...]
[...] allontanava e risentì quello stesso trabalzo al cuore, quel medesimo tremito per tutta la persona. Che è questo? — domandò fieramente a sè stessa [...]
[...] , paurosa della risposta, ma la risposta non venne. Si pose allora per calmarsi a lavorare, e Rachele la guardava cogli occhi grandi, sbarrati [...]
[...] , sembrandole meravigliosa quell'agilità delle dita, finchè tornò il padre seguito da Margii che portava la zuppa. 106 Bruno si accostò a Editta [...]
[...] , e fissandola in un modo speciale, come se non l'avesse mai veduta prima, esclamò, rispondendo a un pensiero interno: — Sì, è vero, è molto [...]
[...] cambiata. L'egoista ch'io sono! — Che dice, signor Bruno? — Dico, cara ragazza, che non deve continuare a far l'infermiera; è troppo giovane [...]
[...] di previdenza, e consentì che un impeto di tenerezza riconoscente la portasse ancora una volta a pensare al signor Giovanni, unico che si fosse [...]
[...] accorto del suo pallore! 107 * Qualche giorno dopo il signor Bruno incoraggiava la giovane istitutrice a uscire un po' fuori per prendere [...]
[...] una boccata d'aria; Editta rispondeva che non le bastava il cuore di andare a spasso, sola, intanto che la sua amica languiva in letto [...]
[...] valle della Sonna, che la giornata era bella, e che c'era scrupolo di coscienza a lasciare in casa quella poverina. La valle della Sonna era una [...]
[...] gran tentazione per Editta che finalmente accettò, dicendosi a parte che la compagnia della vecchierella non le impedirebbe di fantasticare [...]
[...] , all'usanza bergamasca, e con un bel grembiale nero a fiori rossi, essa diede una occhiata intelligente ai fornelli perchè durante la sua assenza [...]
[...] non accadesse nessun scompiglio, raccomandando un po' d'attenzione a una servettina subalterna che compiva gli uffici più grossolani — e uscì [...]
[...] trovarsi, lei l'aristocratica per eccellenza, in una viuzza di montagna a fianco d'una serva — e quel ch'è più, interessandosi ai suoi discorsi [...]
[...] solamente a quelli che vogliono interrogarla. Per chi passa distratto e sdegnoso una foglia non sarà mai altro che una foglia. Editta [...]
[...] incominciava ad ascoltare un po' meno se stessa, apriva il cuore a sensazioni nuove, intravedeva gioie non mai sognate e mondi degni della sua attenzione [...]
[...] . Passando dal mulino, Margii volse il capo a salutare la mugnaia che, accoccolata per terra, sorreggeva i primi passi del suo bambino. Senza [...]
[...] molte parole, nè difficili, nè sublimi, ma valsero a irradiare il volto della madre. Editta non le aveva mai trovate quelle parole — era pur [...]
[...] vecchia Margii procedeva impassibile a piccoli passi regolari come il movimento di un pendolo, tenendo colle mani fermo e incrociato sul seno [...]
[...] . Continuava uniforme il verde fitto dei noccioli, dei castagni e delle quercie; la Sonna scompariva a intervalli dietro il gomito di una [...]
[...] collinetta, ma si udiva sempre il gaio mormorìo dell'acqua saltellante fra i sassi, mormorìo dalle cadenze soavi, eppure solenni in mezzo a quel [...]
[...] perfetto silenzio. A mezza costa una vaga prospettiva attirò gli sguardi di Editta. Era una casetta piccina, semplice, pulita, elegante, sorgente come [...]
[...] abbracciare i muri. Un'arte rusticana e primitiva, scientemente aliena dalla ricercatezza, aveva creato una specie di lusso naturale intorno a quella [...]
[...] della padroncina. Io sono venuta a portarvi la semente dell'erba matricaria; il signor Giovanni sa che cos'è. Va bene; ma entrate intanto [...]
[...] . Mostrerò alla signorina gli alveari nuovi. Quel benedetto uomo non sta mai tranquillo. Oggi è 113 andato a Bergamo per vedere una macchina che [...]
[...] passare nella timonella di Bortolo e ho pensato subito: Il signor Giovanni va a Bergamo. Questa dichiarazione era necessaria. Editta stava [...]
[...] intense da quel nome pronunziato a caso, ma che ella non poteva più ascoltare con indifferenza. La figura del signor Giovanni le compariva [...]
[...] davanti ad ogni svolta; lo vedeva vivo e vero co' suoi occhi brillanti, col suo sorriso tanto buono e tanto bello. Ricordava a puntino i suoi baffi [...]
[...] che si facesse. Davanti a un uscio chiuso udì Checco che esclamava con rammarico: — Questa è la camera del signor Giovanni; vi sono tante [...]
[...] snervanti la rapivano a sè stessa e a' suoi doveri. Quante volte, ella che sapeva a memoria i poeti, ripetè il verso di Leopardi: Oimè, se quest'è [...]
[...] di nozioni raccolte qua e là e messe a frutto da una memoria tenace e paziente. Che cosa aveva fatto il signor Giovanni prima di ritirarsi a [...]
[...] incompleti. Era dunque un uomo mancato, un'individualità sbiadita; la sua fama popolare non era quella che bastasse a rialzarlo agli occhi di Editta [...]
[...] spesso. Tutti i giorni, a una data ora, passava sotto la finestra; qualche volta entrava a chiedere notizie dell'ammalata. La domenica, in [...]
[...] si sentiva forte. Egli ebbe un mesto sorriso prima di rispondere: — E lei non ci vivrebbe? — Non so; ma mi pare che un uomo dovrebbe anelare a [...]
[...] astri vanno a illuminare una turba di uomini affaccendati, e mi rappresento le ire, le invidie, le calunnie, la miseria, le infamie che rodono [...]
[...] continuamente quell'immenso colosso della società, ebbene, io mi sento superiore a tutti loro, mi sento re nella mia piccola casa in mezzo ai boschi [...]
[...] . — È uno stoico — pensò Editta, e soggiunse a voce alta: — Se tutti la pensassero come lei, noi vestiremmo ancora pelli di capra come san [...]
[...] interrogandola per sorprenderne i segreti, l'uomo avvezzo a parlare nei silenzi dei monti coll'invisibile Creatore e negli umili tuguri della valle [...]
[...] signor Giovanni. Affermò a sè stessa che non avrebbe mai potuto andare d'accordo con quell'uomo, 123 che non si intendevano su nessun punto [...]
[...] padrone tornava a farsi sentire. Sotto il raggio di quelle pupille appassionate, rese ora malinconiche dall'interna preoccupazione, Editta [...]
[...] ben di rado la fanciulla non rifletteva la beatitudine di una simpatia corrisposta; molte volte un'ansietà a stento frenata trapelava dai suoi [...]
[...] e raccolto, varcò la cinta di oleandri 124 senza fermarsi, come soleva, a fiutare il profumo dei fiori, senza ascoltare le voci misteriose [...]
[...] che dai petali color di rosa sussurravano: Editta! Editta! nè volse la testa in su a salutare i suoi colombi, e non udì, tra le foglie del noce [...]
[...] cingeva Editta, il suo nobile cuore non si era smarrito a segno da dimenticare la povera Amarilli. Quella mesta figura d'angelo invecchiato le [...]
[...] l'ammalata, protestando di sentirsene la forza, e Bruno recisamente glielo proibiva, quantunque fosse molto imbarazzato a trovare una infermiera [...]
[...] , nè più adatta a quelle penose funzioni. Bruno accolse l'idea con piacere e pregò la fanciulla di scriverne subito alla zia. Egli vedeva che la [...]
[...] della tisica, Bruno non volle permettere che Editta così giovane si esponesse a tanto rischio. Fu in seguito a questa deliberazione che una [...]
[...] la incoraggiò gentilmente, Editta venne a gettarsi nelle sue braccia. — Vedrai — le disse piano all'orecchio — che bella casa e che care persone [...]
[...] ! Dall'andito che metteva sulla strada e sulla corte, riparato da una gran tenda di cotonina ruggine a liste turchine, si vedeva quasi tutta la [...]
[...] vivace che aveva dieci anni più di lei e che sembrava più giovane; pensò che doveva essere ben felice in mezzo a quel sole, a quella pulizia, a [...]
[...] . Sembrava che fosse sempre stata in quella 129 camera, vicino a quel letto. Le sue scarpe non facevano rumore, si soffiava il naso in [...]
[...] silenzio posava i bicchieri senza urtare il vassoio; sedendosi sulla poltroncina a' piedi del letto ci aveva un'aria così agiata e piena di garbo [...]
[...] sua borsetta cavando fuori questa volta una calza e mettendosi a lavorare zitta zitta. Solo gli occhi, che l'occupazione meccanica non vincolavano [...]
[...] ... come non credeva di farne più. * A poco a poco la buona zitellona diventò di casa. Rachele viziata da lei non poteva 130 starne senza [...]
[...] fiutato la donna di governo, la massaia economa e intelligente. Erano seguiti parecchi colloqui ove le due parti si edificavano a vicenda e tutto [...]
[...] ciò produceva la massima felicità di Amarilli che non avrebbe mai osato chieder tanto al destino. Non era a dir vero una felicità molto [...]
[...] permessa una gita in quell'oasi — a che pro ripensare al deserto? Meglio era godere la fortuna presente ringraziando la Provvidenza e rimettendosi [...]
[...] cucina, in mezzo a un raggio di sole che la tenda indeboliva e dentro il quale volteggiavano i granelli di polvere, le festuche, i moscerini [...]
[...] , mille atomi senza nome; molecole strappate alla natura che andavano a fecondare sotto nuove forme nuovi esseri e roteavano intanto, quasi [...]
[...] alla preda, le mosche che fuggivano a sciami cacciate dalla piccola servetta, il cheto brontolìo della pentola, l'urtarsi dei piatti, lo [...]
[...] , facendo del bene ella si trovava così lieta come di una fortuna propria. Mai impaziente, mai nervosa, la dolcezza che profondeva intorno a sè le [...]
[...] uno scoramento, una paura smaniosa e febbrile, un violento terrore della morte. Piangeva. Si raccomandava a suo padre, al medico, a tutti [...]
[...] , asciutti, sorridendo come potrebbe sorridere una macchina fabbricata a tale scopo, aveva l'aria di voler impazzire da un giorno all'altro. La sola [...]
[...] , per affezionarsi, di trovare un essere superiore; il suo orgoglio non le permetteva di concedersi che a patto di salire. Ora un pensiero la [...]
[...] vendemmie ed ella disse a suo padre che voleva assistervi ad ogni costo. Bruno per mezzo di Amarilli tentò persuaderla a rinunciarvi; il medico [...]
[...] invece non vi pose alcuna difficoltà. Che male poteva venirne 135 da una innocente concessione a quella creatura già segnata per la morte [...]
[...] ? Il signor Giovanni aveva una piccola vigna nella quale i grappoli erano già maturi; la pose a disposizione dell'inferma. Una carrozza doveva [...]
[...] dei panieri, fermo al suo posto, attento, prendendone nota su un piccolo taccuino. Una donna inciampò e cadde. Egli l'aiutò a rialzarsi e le [...]
[...] fanciulla c'era un abisso. Sotto a un pergolato di foglie, coi piedi nell'erba e gli occhi sull'orizzonte Amarilli gustava una gioia placida [...]
[...] buone parole; senza la presenza di Rachele le avrebbe stretta la mano, però la ringraziò con uno sguardo. La povera zitellona, che non mirava a [...]
[...] tanto successo, rimase dolcemente confusa. Intanto la vendemmia era finita. Il signor Giovanni venne a sedersi sotto il pergolato sopra un cesto [...]
[...] capovolto. Editta non sfuggiva 138 il suo sguardo dolce e vivace, un po' triste qualche volta, e proponeva a sè stessa il solito dilemma [...]
[...] . Giunti a casa del signor Bruno, l'ammalata, sorretta dal padre e da Amarilli, andò subito a coricarsi su quel letto che non doveva abbandonare più [...]
[...] viva. Editta, rimasta a chiudere la porta, aspettava che il signor Giovanni la salutasse. 139 Ritti, l'uno di fronte all'altra, tenevano [...]
[...] loro occhi si incontrarono e per fermo l'emozione fu soverchia a quei casti amanti perchè Editta sciolse la sua mano, nè Giovanni la ritenne e solo [...]
[...] un biondo, roseo, coi baffi ingommati, la cravatta alla Ruy Blas, i polsini lucidi, inamidati, lunghi fino alle unghie; e poi le calze a righe [...]
[...] color verde mirto e crema alla rosa, gli scarpini stretti, i guanti di pelle svedese a doppia cucitura. Editta l'interruppe domandandole se aveva [...]
[...] viaggiare ancora; tu verrai con noi; oh! ci divertiremo. Anche il giorno dopo non si alzò, nè i seguenti. La malinconia tornò a riprenderla [...]
[...] , tanto quanto Amarilli ne era riconoscente. Le due zitellone scambiavano uno sguardo doloroso, crollavano la testa e si auguravano a vicenda la [...]
[...] gagliarda. L'indomani articolava a stento le parole; il dolore al petto opprimeva sempre; verso sera ebbe un seguito di svenimenti che pose l'allarme in [...]
[...] certamente sulla disperazione di lui, piegandola a un rassegnato dolore. Quando fu nota la disgrazia, nè Editta, nè Margii, nè alcuno di casa [...]
[...] volle strappare di là a viva forza, ma Amarilli pregò perchè lo si lasciasse stare: — È l'ultimo giorno che passa con sua figlia! Ella si incaricò [...]
[...] accompagnata la morta al cimitero, 144 Editta e Amarilli ritornarono piangenti a quella casa che non doveva più ospitarle. Quale destino le [...]
[...] di riprenderla; ma Editta? La zitellona si crucciava molto più per la nipote che per sè stessa. A Bruno in quei giorni non si poteva domandar [...]
[...] pareti domestiche, 146 corona della intimità di famiglia, che tanto bene parlate a chi vi sa intendere il linguaggio della concordia e [...]
[...] dell'affetto, continuate a rallegrare la casa dell'uomo benefico — io ritorno dove non c'è amore, dove non c'è pace, dove ogni cosa è buia, tetra e [...]
[...] , nè luce. Addio, dunque! Addio, miei giovani amici... io partirò sola. Ella aveva ripetuto a voce alta: — Partirò sola — e una brusca risposta [...]
[...] scoppio di pianto. Amarilli aderì al pio desiderio. Per volere espresso di Bruno donò a Editta la croce di 147 perle e una quantità d'altre [...]
[...] e Bruno passava i giorni interi colla testa appoggiata a quell'armadio, quasi aspettasse di vederne uscire viva la figlia o di udirsi chiamare [...]
[...] cosa avrebbe fatto la povera orfanella? Quali erano, le sue intenzioni? Non lo sapeva. Pur di non ritornare in quella casa era decisa a [...]
[...] di vincolarsi per sempre a un uomo inferiore, di rinunciare a' suoi sogni grandiosi, alle sue poetiche speranze, di fermare a un tratto i voli [...]
[...] della sua imaginazione e mettersi prosaicamente a cucir camicie a fianco di un marito che allevava galline... In una vivida percezione del [...]
[...] futuro le parve di scorgere Giovanni a piedi nudi in un tino d'uva e colta da un pazzo terrore esclamò: — Non siamo fatti l'uno per l'altra! Creda [...]
[...] saremmo felici. No. Egli non disse una sola parola. La guardò intensamente con uno sguardo che dovette passare da parte a parte il cuore di [...]
[...] Editta perchè le forze le mancarono e si lasciò cadere sopra un gradino singhiozzando. II signor Giovanni si allontanò a passi lenti, mal sicuri [...]
[...] sotto il 152 portico; uscì fuori, vista la nipote accasciata su quel gradino colle mani sulla faccia, le si fece accanto chiamandola a bassa [...]
[...] raccontò tutto, piangendo a calde lagrime. Amarilli l'ammonì di essersi condotta troppo leggermente, precipitando una risoluzione che metteva in [...]
[...] avvenuto se non l'amavi? 153 Editta si fece tanto vicina a sua zia da metterle la bocca sull'orecchio; allora Amarilli udì queste parole [...]
[...] e 154 quell'indomito carattere della sua famiglia che l'aveva sempre compresa di sgomento! Una dura esperienza fatta a suo costo le [...]
[...] brillanti; il loro profumo si mesceva a quelle della mente e del sambuco. Un vapore leggero si alzava dalla terra; la valle destandosi rimoveva al pari [...]
[...] addosso; non correva più, volava; il cuore le batteva come una campana a martello. Oltrepassò il mulino senza fermarsi, per evitare le interrogazioni [...]
[...] della mugnaia che doveva rimanere sorpresa certamente nel vederla in giro a quell'ora. Incominciò a salire la collina lungo i noccioli, i cui [...]
[...] ascoltarla come aveva fatto la sera prima e le parve ancora che ripetesse: Giovanni! Colle guance accese e i denti stretti tornò a salire, finchè vide [...]
[...] la casetta bianca, allora le mancò il fiato e si sorresse contro un albero. 158 I colombi tubavano sul cornicione del tetto quasi a darle [...]
[...] poetico e troppo poco ragionato quello che spingeva Editta, ma a chi perdoneremo la poesia e lo sragionamento se non vogliamo perdonarli al divo [...]
[...] , pianse. Le foglie secche dei noccioli, stridendo dietro a lei, le fecero sollevare gli occhi. Giovanni le stava vicino, pallido, immobile. Le [...]
[...] si fermarono per simultaneo impulso a quel posto dove si erano incontrati la prima volta. 162 — Bell'acqua della Sonna — esclamò Editta [...]
[...] abbandonerà fra poco — disse Giovanni alzando gli occhi al cielo; — essa cercherà un'altra rondine, e anderanno insieme a fabbricare il loro nido lontano [...]
[...] dal ripetersi che si volevano bene.PARTE QUARTA Confidenze. «Seder vicini a qualche anima cara E serrarle la mano...» G. PRATI Amarilli [...]
[...] , con a fianco una boccia d'acqua e un crocifisso sul petto. La molla che aveva fatta scattare la sensibilità riposta dei due compari — poichè il [...]
[...] tutte le forze mancavano alla sua carcassa arruginita, chiamò la moglie, e, mostrandole il famoso tavolino a scacchiera, le disse: — Se sei [...]
[...] quando il vecchio si decise a finire la commedia, spegnendo i lampioni. — Moglie mia — disse — va a chiamare il notaio; voglio fare le cose in [...]
[...] anticipatamente da' suoi stivali sdrusciti, ondeggiando col desiderio fra un paio di souwaroff a doppia suola inglese o un paio di scarpette francesi [...]
[...] Rosa ebbe un travaso di bile così potente che in un paio di giorni andò a raggiungere amato consorte — esempio raro di fedeltà coniugale. Ecco [...]
[...] modesta eredità, per lei vistosa poichè le permetteva di bastare a sè stessa, ritornò alla dolce valle, lieta di recare una dote improvvisa [...]
[...] anche questa volta l'incarico di andare a prenderla alla stazione, ed ella, discendendo davanti alla casa del signor Bruno, era tutta commossa. La [...]
[...] : A Rachele. Il povero padre restò colpito; non dubitò più che Amarilli fosse un'anima d'angelo in un corpo di donna. * Oh le belle sere [...]
[...] verso la cappa nera. Aveva degli scoppiettii pieni di malizia benigna; aveva dei guizzi che somigliavano a baci e carezze. Più tardi le brage [...]
[...] improvvisamente. Davanti alle persone si davano sempre del lei — forse, a quattr'occhi... Editta sobbalzò. Domandare se le piacevano i versi! E chi [...]
[...] glielo domandava poi! Dal giorno che aveva promesso di amore Giovanni s'era fatta uno scrupolo di delicatezza 170 a non entrare mai in questo [...]
[...] alla poesia? Avrebbe ella mai creduto di potervi rinunciare? Eppure vi aveva quasi rinunciato e non c'era carità a inasprire così il suo [...]
[...] passava colla sua timonella la fermò davanti la casa di Bruno e consegnò a Margii il libro da darsi alla signorina per parte del signor Giovanni [...]
[...] delle sue sementi e vedendo che era scritto colle linee corte, aveva pensato fosse roba per lei; quanto a lui, non ne aveva letto una sola [...]
[...] parola; era chiaro. Ma, o Amor, come tramuti nostra natura! Editta non fece rimprovero di ciò al diletto del suo cuore, o per lo meno si affaticò a [...]
[...] buono. Sicuro, sicuro. Editta aperse il libro, persuadendo a sè stessa che Giovanni poteva ben essere il Beniamo Franklin della valle. Una [...]
[...] pagina per caso era tagliata. La fanciulla vi lesse dei versi assai belli rivolti a un ideale di donna che il poeta confessava di non aver ancora [...]
[...] liriche robuste alla divina natura, la gran madre universale. Le piacquero tutti, ma tornava con singolare compiacenza a rileggere più spesso i [...]
[...] capace di farsi amare dal poeta, doveva essere una donna sovranamente felice. Con tutto l'amore vero e sincerissimo ch'ella portava a Giovanni, non [...]
[...] attaccato un cordoncino verde. Gli strinse la mano con distrazione, sempre pensando a quei versi, e ripetendo fra sè: Peccato ch'ei non li possa [...]
[...] nei dintorni. — È una cosa ben semplice; non si tratta 174 che di un'estrema pulizia. Noi siamo avvezzi a vedere nel pollaio un angolo buio [...]
[...] a parlare, Giovanni teneva d'occhio Editta e seguiva la tinta mesta che andava vieppiù accentuandole la fisionomia. A poco a poco si fece [...]
[...] anch'egli malinconico e distratto; Amarilli sosteneva a stento i lembi scuciti della conversazione che per tal modo finì più presto del solito. Sul [...]
[...] punto di separarsi, Giovanni fece per dire qualche cosa a Editta, ma non so quale idea lo trattenne: ella abbassò gli occhi e si salutarono un [...]
[...] po' imbarazzati. 175 * Questi piccoli malumori fornirono a Editta il pretesto per uno di quegli sfoghi di lagrime dei quali le donne giovani [...]
[...] provano tanto bisogno; proprio come le giornate di primavera quando sono sature di caldo e di sole e anelano a un bagno rinfrescante. Le [...]
[...] fanciulle, anche le sposine, non possono stare a lungo senza piangere; quattro lagrimuccie sentimentali sono la loro rugiada, poveri fiori! Quando [...]
[...] tanto tanto, gli aveva recitati a memoria i versi di Leonardo Guerra all'ideale, con una grazia, 176 con un sentimento che il povero giovane ne [...]
[...] istante a folleggiare davanti, sì che la calza cadde dalle sue mani oziose e Bruno la raccolse. Ma la voglia di lavorare le era scappata; il fuoco [...]
[...] le scottava le guance, una inquietudine singolare le faceva battere i piedi sulla lastra d'ottone del caminetto — si alzò e andò fuori un poco a [...]
[...] malinconia che avrebbe pianto volentieri. Levò un ferro dalla calza di Amarilli e si pose a fare tanti piccoli buchi nella cenere quanti erano i [...]
[...] fondo, non è forse che una quistione di parole; io spero dimostrarle a poco a poco che sono poeticissimo. — Ooh — fece Editta con una [...]
[...] , noi la sentiamo fremere e palpitare; è a noi ch'essa prodiga le sue tenerezze più segrete, i suoi slanci più appassionati. I poeti vengono a [...]
[...] tenendola così stretta vicino a lui, continuò: — Quando saremo raccolti nel nostro nido e svegliandoci al mattino sotto il padiglione del cielo [...]
[...] leggeremo la sublime poesia della creazione, e tutto intorno a noi dal verme all' uccello, dall'onda al raggio del sole, dai monti, dalla valle [...]
[...] libri è l'uomo che parla alla natura; nei campi è la natura che parla a noi. Sentirai, cara fanciulla, che poesia più grandiosa e più vera [...]
[...] fornelli, e soltanto Amarilli avrebbe potuto dire — perchè Amarilli aveva l'odorato fino — che a certi effluvi sfuggiti dall'uscio chiuso si stava [...]
[...] alla prova il suo amore reprimendo un attuccio di dispetto, e disillusa, sì, ma rassegnata, lesse i versi. Sembravano un seguito a quei priori [...]
[...] sapeva perchè non c'era nessuno a zonzo in quel giorno. Bruno era uscito a far compere, e Amarilli apparecchiava la tavola per lasciare tutto [...]
[...] l'agio a Margii di custodire il suo segreto. La venuta del signor Giovanni in quell'ora insolita era una sorpresa di Bruno che lo aveva invitato [...]
[...] a pranzo. I due giovani si salutarono un po' impacciati. Invece di farlo entrare in sala, Editta continuò a passeggiare verso il giardino e [...]
[...] qualche istante, ponendo a caso la mano in tasca: — Ah! — esclamò — dove li ha presi questi nuovi versi di Leonardo Guerra? Siccome Giovanni [...]
[...] braccia robuste — non hai capito che Leonardo Guerra ed io siamo una sola persona? Egli aveva fatto bene a prenderla nelle sue braccia; sarebbe [...]
[...] caduta infallibilmente 184 perchè proprio non aveva capito, anzi credeva di sognare e ci volle del bello e del buono a persuaderla della verità [...]
[...] stupisce e ci opprime, miseri esuli condannati al pianto! Ora poi ella aveva soggezione. Si era tanto avvezzata a credersi spiritualmente superiore [...]
[...] a lui che l'improvvisa scoperta l'abbarbagliò come il balenare di una luce subitanea in un punto che si è sempre visto buio. Era fiera e [...]
[...] intimorita, era lieta e tremante insieme e vergognosa di non aver saputo indovinare a certi rossori, a certi silenzi, a certi imbarazzi il segreto di [...]
[...] ? — domandò Giovanni col suo dolce sorriso. — Più no, forse; ma con maggior gioia. — Orgogliosa! — E perchè hai aspettato tanto a dirmelo? Avevano [...]
[...] ricolmi, coprendo, è giusto dirlo, di meritati allori la fronte venerabile della cuoca, sparve, non lasciando dietro a se che una grata ricordanza [...]
[...] sul palato dei convitati. 186 Seguirono i brindisi, i lieti discorsi, il caffe fumante; tutto si seguì e tutto passò, fino a che Editta [...]
[...] , andando a sedersi in un angolo remoto del sofà, si condusse vicino Giovanni che le si pose allato. — Finisci le confidenze, raccontami la tua [...]
[...] , credilo. — Eppure la fama aveva gettato a piene mani lauri e corone sulla fronte del giovane poeta! — Che ti dirò, mia cara? Lauri e corone [...]
[...] di Citera. Dai sentieri della Sonna hai mai visto lassù quel bianco paesetto che chiamano Celana? A Celana io feci i miei primi studi, e dalle [...]
[...] nostro e fabbricavamo in esso dei castelli di fata. Uno è morto di tifo a diciannove anni, a Montesuello. L'altro vice-cancelliere in una borgata di [...]
[...] pane... Ma parliamo di me. Io amavo la poesia con ardore, con passione, colla cieca fede dell'ignoranza. Per essa troncai a mezzo le speranze [...]
[...] che mio padre aveva fondate sulla mia carriera; non volli saperne di essere nè avvocato, nè dottore; volli essere poeta. Andai a Milano, il [...]
[...] , abbastanza puro, e mi sentivo fuggire l'ideale... Quand'ebbi pubblicato il mio volume: È tutto qui? esclamai fermandomi a contemplarlo dietro i freddi [...]
[...] , quando il lavorìo nascosto e geloso del mio cervello fu disseccato come un cadavere 189 d'ospedale a beneficio del pubblico dal primo [...]
[...] qualunque, senza conoscermi, senza comprendermi, per ozio, per vaghezza, per lucro, per invidia, per calcolo, mai per amore! venne a stamparmi [...]
[...] antica a custodia del fuoco sacro. Si disse che la mia vena poetica era disseccata, che non avevo più fantasia, che la scioperataggine mi [...]
[...] Guerra. — Dimmi il vero — interruppe Editta pensierosa — da allora fino a questo momento non ti colse mai un dubbio, uno sconforto, un rimpianto [...]
[...] sente ardere qui. .......................................... Il dialogo continuò a bassa voce confondendosi in un mormorio indistinto e senza [...]
[...] maestà dei prati; quella poesia reale, immutabile e pur sempre varia e nuova di cui Giovanni si circondava doveva giungere alla fine a commovere [...]
[...] Editta, a penetrarla. Egli ne era persuaso. Altri cuori più impetuosi del suo sono andati inutilmente a cercare la felicità fuori della semplice natura [...]
[...] innanzi 192 l'ora stabilita; prese da parte Amarilli e le domandò se voleva andare a dare una occhiata al suo nido. Amarilli non si fece [...]
[...] aprendo altri usci, ma non vedendosi seguita ritornò, sui propri passi e trovò Bruno immobile dove l'aveva lasciato. — La sua? — tornò a dire [...]
[...] bisognava andare a prendere la sposa; mancava un'ora alle nozze; il tempo esatto per fare la strada e acconciarle sulla testa il velo bianco [...]
[...] . Amarilli lo guardò inquieta; varcando la soglia fece qualche raccomandazione a Checco, poi mosse frettolosa giù dal sentiero. — Non corra tanto [...]
[...] — le gridò Bruno. Amarilli rallentò il passo; spezzò un ramo 195 di robinia e si pose a strapparne macchinalmente le foglie. — Vuole [...]
[...] scappare. — Senta — esclamò il signor Bruno con un accento che non era affatto il suo — io non posso rassegnarmi a perderla; assolutamente non posso [...]
[...] ultime foglie; dopo che non gli rimase fra le dita altro che il fusto, si decise a stringere la mano della zitella che rispose tremante a [...]
[...] , l'accorta Margii, quella sì colse a volo alcune parole misteriose pronunciate dai due complici dietro il battente di un uscio, e un sorriso [...]
[...] . Ma come si fa? Quando il libro esce fuori a cercar II la ventura di un buon successo, è impossibile restar indifferenti, non tendere un [...]
[...] orecchio a quel che si dice intorno ad esso da amici e avversari. Col suo lavoro, l’artista ha voluto produrre una ripercussione delle sue [...]
[...] calcate sulla falsa riga dello Zola e compagnia bella. No, signori. La vostra accusa è vera fino a un certo punto, ed è un'accusa che ci torna a [...]
[...] lode; possiamo farcene un merito. Prima di metterci a scrivere guardammo attorno, davanti, addietro a noi. Che vedemmo? Vedemmo il romanzo [...]
[...] rizzato da sè aere perennius, vedemmo una schiera di scrittori di primo ordine che ha lavorato a ripulire, a migliorare, a perfezionare la forma [...]
[...] lasciata a mezzo dal maestro: il Flaubert, i De Goncourt, lo Zola, il Daudet, e dicemmo risolutamente: bisogna VI addentellarsi con [...]
[...] costoro! Ci mettemmo subito all’opera. Un’opera infernale. Pel nostro lavoro avevamo bisogno di una prosa viva, efficace, adatta a rendere tutte le [...]
[...] . Noi li guardammo nel bianco degli occhi e facemmo una spallucciata. Fu forza decidersi a cercare qualcosa da noi, a tentare, a ritentare [...]
[...] VII della loro lingua viva, non facevano nulla; covavano Dino Compagni e la Crusca e in questo affare sudavano a goccioloni. Dovevamo [...]
[...] que Molière ne sache pas écrire, e Molière oggi è un classico); ma gli scrittori che verranno dietro a noi ci accenderanno qualche cero, se [...]
[...] le stia a paro, per movimento, per calore, per colorito? Abbiate la bontà di mostrarcela. Con tutti i suoi difetti, con tutte le sue [...]
[...] vera caratteristica presentava una difficoltà quasi insuperabile, almeno a prima vista. Allora, per ripiego, rivolgemmo la nostra attenzione [...]
[...] agli strati più bassi della società dove il livellamento non è ancora arrivato a render sensibili i suoi effetti; e vi demmo il romanzo, la [...]
[...] novella provinciale, (più questa che quello) per farci la mano, per addestrarci a dipinger dal vero, per provarci a rendere il colore, il sapore [...]
[...] accorgervene? XII Continueremo a lavorare, colla certezza che, presto o tardi, ve ne avvedrete. — Ahimè!.. Questo diluvio di novelle dovrà dunque [...]
[...] durare ancora? — Noi strabiliamo! Si è riuniti a far qualcosa di buono — lo riconoscono gli stessi stranieri che se ne intendono, se non per [...]
[...] , mediocre, vi par di aver fatto le dodici fatiche di Ercole e vi riposate, per degli anni; o state a ponzare, a ponzare. Il Carducci ve l'ha [...]
[...] balbettare e, dallo sdegno, ha buttato lì la sua zimarra a foggia classica e ci ha detto: grulli, ecco come dovreste parlare! Egli ha ragione [...]
[...] , dovremmo parlare XVI quasi a quel modo... Ma abbiamo forse avuto il tempo di prender dei bagni di filologia? Abbiamo dovuto contentarci del [...]
[...] poco, del press’ a poco. Eppure, con mezzi insufficientissimi, possiamo francamente gloriarci di aver già fatto qualcosina di discreto. Leggete [...]
[...] di mare, e udendolo urlare a quel modo trasaliva e si grattava il capo senza dir nulla. La piccina piangeva, e quei poveretti, dimenticati sulla [...]
[...] sciara, a quell'ora, parevano le anime del purgatorio. Il piangere della bambina le faceva male allo stomaco alla povera donna, le sembrava [...]
[...] anche essa. Le comari, mentre tornavano dall'osteria coll'orciolino dell'olio, o col fiaschetto del vino, si fermavano a barattare qualche parola [...]
[...] , passando dalla sciara per dare un'occhiata verso il mare, e vedere di che umore si addormentasse il vecchio brontolone, andavano a domandare a [...]
[...] comare la Longa di suo marito e stavano un tantino a farle compagnia, fumandole in silenzio la pipa sotto il naso, o parlando sottovoce fra di [...]
[...] rubargliela. XVIII Finalmente il più duro o il più compassionevole la prese per un braccio e la condusse a casa. Ella si lasciava condurre, e [...]
[...] badava a ripetere: Oh! Vergine Maria! Oh! Vergine Maria! I figli la seguivano aggrappandosi alla gonnella, quasi avessero paura che rubbassero [...]
[...] qualcosa anche a loro. Mentre passavano dinanzi all'osteria, tutti gli aventori si affacciarono sulla porta, in mezzo al gran fumo, e [...]
[...] ! Vergine Maria! Oh! Vergine Maria! Dinanzi al ballatoio della sua casa XIX c'era un gruppo dì vicine che l'aspettavano e cicalavano a voce [...]
[...] . Allora ella si cacciò le unghie nei capelli con uno strido disperato e corse a rintanarsi in casa. — Che disgrazia! dicevano sulla via. E la barca [...]
[...] sentimento, per potenza d’arte. Io, francamente, ve li regalo tutti, in un mazzo, certo di comperare a buon mercato queste pagine di un barbaro [...]
[...] quell'occasione, non giova a nulla. Il virtuoso, che filava così bene le XXI sue melodie, non arriva a prendere l’intonazione giusta con quella [...]
[...] musica che fa dei salti di quinta e di sesta come un diavolo scatenato. Nell’accuratissima interpretazione di lui le note ci son tutte fino a una [...]
[...] , il tempo è marcato bene, ma, ma... manca un che, ddu certu non so chi dell’abate Meli. E i poveri diavoli che stanno a sentirlo, di tratto in [...]
[...] ... — Niente affatto! Se dietro l’esempio, mal compreso, del Verga, una turba di scolaretti si è messa allegramente XXII a proclamare la [...]
[...] . Questa trentina di volumetti stampati a Pisa dal 1748 al 1799, sono XXIII il Parnasso degli italiani viventi. De Rossi, Bondi, Pignotti, Antinori [...]
[...] pretendere che il pubblico lo facesse dietro a noi. Dal romanzo storico-politico, siam sbalzati, di lancio, al romanzo di costumi contemporanei [...]
[...] è messa a strillar per la morale. Chi gliela maculava la sua morale? Avrebbe dovuto esaminare se noi facevamo bene ad assimilarci tutte le [...]
[...] lucidatori di disegni altrui, neppure uno sgorbio di nostro. Avrebbe dovuto incoraggiarci nell’arduissimo tentativo di ridurre a materia d’arte [...]
[...] incominciamo appena ora! Ma se non abbiamo avuto neppure il tempo di apprendere bene il mestiere, di scioglierci la mano! Dei capolavori? Si fa presto a [...]
[...] dirlo. Dovreste piuttosto osservare che vent'anni fa l’Italia non aveva neanche questo pochino che noi, a furia di XXVI sforzi, abbiamo [...]
[...] pubblico, noi siamo lettori; non abbiamo molto tempo da perdere, e già ne perdiamo un buon poco stando a sentire le vostre eterne quistioni di [...]
[...] , attorno a noi, in alto e in basso. Non ci sarà mai nè un romanziere naturalista, nè un novelliere verista il quale, abbia tanto coraggio da [...]
[...] inesplicabili anomalie dell’amore (l'osservazione è del cancelliere o del pretore) aveva costretto il suo amante a sposarla, imponendo però che i [...]
[...] saperlo, era ricca, e il Maugeri era da lei tenuto come figlio di famiglia, tanto da esser costretto a domandarle un soldo. XXX Dessa [...]
[...] più efficace molla pel Puglisi, i beni. E trovandosi a fronte della fresca moglie del suo drudo, ella, dispotica ed impetuosa, fu invasa da [...]
[...] furente gelosia. Ne nacque a poco a poco odio contro la giovane rivale che dessa non cessava di chiamare p... b... dai sette ganzi, ecc. La [...]
[...] gravava di ogni bene (?) la denunciava al marito anche inventando de’ fatti, spingendola a bastonarla e a seviziarla di continuo. « La Greco fu [...]
[...] XXXI bastardo; te lo farò uscire morto: pagherò dieci once a chi toglierà davanti questa b... — « E ingegnavasi a farla bastonare dal marito [...]
[...] ammazzare la Greco. Ma costui non avvezzo al sangue erasi negato. « Il 26 gennaio (1872) la Puglisi finse una malattia, ma stava a letto vestita [...]
[...] per visitarla e si fermava tutto quel giorno a casa. « Venuta la sera, la casa era gremita di gente: Rosa Sciacca, Pino XXXIII Gentile ed [...]
[...] altri. Il Maugeri finge di voler dare a bere agli amici, e manda la moglie a comperare il vino. Si offerse la Sciacca, ma il Maugeri non volle [...]
[...] permetterlo. « La moglie ubbidì, ma vide uscendo un’ombra che si nascose al suo apparire. Comperò il vino, ma ritornando a casa, in sul limitare [...]
[...] è colpita da un nembo di proiettili, e cade a terra profferendo: ahi, mi ammazzaru! « Esce il marito, e gli amici; costoro piangono; ma il [...]
[...] guarita XXXIV avrebbe sofferto, se avesselo accusato, maggiori tormenti. Da lì a poche ore la Greco cessò di vivere. » Cavatemi ora da [...]
[...] questo che molti li abbiano a noia. Anche a me cominciano a dar fastidio, ma per un’altra ragione: essi servon di pretesto a una sciocca accusa [...]
[...] mesi fa, leggendo L'autopsie du Docteur Z***, XXXVII un volume di novelle di Edoardo Rod, pensavo appunto a questo. Quell’autopsia del Dottor [...]
[...] . La novella fa un commento vivo, drammatico, interessantissimo a questi versi un po’ freddini. Il Dottor Z***, un gran fisiologo pel quale il [...]
[...] una specie di fotofono, con cui seguiva a notare i movimenti e le impressioni di quella vita celebrale già in via di spegnersi. Trattato da [...]
[...] ; e così a un tratto, nella novella, la fantasia si confonde talmente colla realtà, che non pare di leggere un’opera d’arte, ma una cosa vera [...]
[...] Vanneau, studio della vita d’uno di quei mezzi artisti che vanno, dalla provincia, a morir d’impotenza a Parigi. E dicevo fra me: chi sa quanti [...]
[...] questo, anche dinanzi a un lavoro dello Zola o del Verga, passi pure. Ma che delle persone colte, le quali dovrebbero sapere che cosa siano [...]
[...] trenta anni fa; che delle persone di talento si lamentino di veder perdere a poco a poco il segreto di costruire l’ossatura di un romanzo come ai [...]
[...] bei tempi di Dumas il vecchio e di Eugenio Sue, e ripetano anch’essi a carico degli scrittori moderni: mancano di fantasia! mancano [...]
[...] io non vorrei vedere il sangue sul coltello e sulle mani dell’operatore, mi diceva un giorno una signora gentile quanto colta, a proposito di [...]
[...] , è il nostro spirito; chi non la prova può dirsi un uomo di parecchi secoli addietro smarritosi per caso in mezzo a noi. Ed è naturale quindi [...]
[...] che dal nostro sangue e dal nostro spirito la riflessione positiva passi a rivelarsi anche nell’opera d’arte, nel modo, s’intende, e colla [...]
[...] un piede sopra un fatto vero, non si crede punto sicuro, e non si avventura a metter l'altro innanzi. Il Verga - parliamo di cose nostre, non [...]
[...] guasta - quando gli vien l’idea di foggiare in forma artistica i suoi contadini, non si limita soltanto a raccogliere delle generalità, ma [...]
[...] ? — Ma importa a lui, alla sua coscienza d’artista moderno: importa a tutti noi che vogliamo esser moderni, del nostro tempo, al pari di lui. — E [...]
[...] fatti; ma egli non saprebbe che XLVIII farsene se non sapesse anche di potere arrivare a cavarle di mano la cosa più importante: il vivo [...]
[...] processo di quei fatti. Allora lo scienziato cerca, tenta di compenetrarsi con quei fatti, si sforza, sto per dire, di diventar Natura; e a furia [...]
[...] , dimezzato. Lo scienziato, appena creato o scoperto un processo (val tutt’una) è più fortunato di quello: può riprodurne il fatto a piacere, quante [...]
[...] ) non può verificare il fatto, non può riprodurlo a suo piacere. È un’inferiorità naturale, invincibile: non sappiamo che farci. Ma voi vi [...]
[...] , se egli L ha rinunziato volontariamente a tutti i mezzucci di effetto della vostra vecchia rettorica? Trovatemi venti righe di [...]
[...] educarli, bisogna abituarli, se si vuole che non rimangano sordi a certe delicate impressioni. Persuadetevene: LII non sono i lettori che fanno [...]
[...] urto, una contraddizione, un vero conflitto. Si va avanti a questo modo, a furia di spinte, di strappi, di gomitate; chi è più forte la vince: e [...]
[...] un’altra ragione. Già, da qualche tempo in qua, sbadigliate molto meno; presto o tardi, non sbadiglierete più. Avrete fatto l’occhio a quel disegno [...]
[...] , a quel colore che ora vi sconvolgono i nervi; avrete fatto l’orecchio a quella combinazione di suoni che ora vi sembra una stonatura di casa [...]
[...] del diavolo; avrete preso gusto a quella tal forma d’arte che ora vi riesce ostica al palato; e un bel giorno, che è che non è, vi troverete [...]
[...] talmente cambiati da non riconoscervi da voi stessi. — A darvi retta, così i grandi scrittori dei secoli passati non dovrebbero oggi trovar più [...]
[...] !... — Lasciamole. Ma smettiamo pure la presente confusione d’idee che non può giovare a nessuno. Quando noi vediamo un uomo del talento e della [...]
[...] dell'azione sua. Ma la letteratura è cosa ancora più grande: in essa l'uomo parla di sè a sè; esplica, innalza, moltiplica sè stesso; ragiona [...]
[...] tutta e la sola spinta al ben fare, anche quando per disperazione li bestemmia; noi rimanghiamo a bocca aperta, stupefatti che un tale [...]
[...] strada a guair nella polvere, venir a conchiudere LIX che se noi non abbiamo nè romanzo, nè teatro, nè pittura, nè scultura, nè musica [...]
[...] fratelli, noi rimanghiamo egualmente a bocca aperta, strabiliati, dubitando non fossimo, per caso, tanto ignoranti da non sapere che Omero abbia [...]
[...] . Il luogo, la disposizione dell’animo mi avevano aiutato a farmeli rileggere senza preconcetti, dimenticando ogni discussione critica, perfino [...]
[...] artistica, avevo dovuto sospendere la lettura, poi avevo continuato, passando di sorpresa in sorpresa, stentando a persuadermi che quel [...]
[...] preconcetti, certe teoriche d’arte sono state messe in fuga; mi son trovato, come l'anno scorso, faccia a faccia colla mirabile creazione [...]
[...] fatte a proposito di essi e alle discussioni più calde e più recenti a proposito di lavori della stessa natura, mi son chiesto, con sorpresa: è [...]
[...] criterio comincia a falsarsi; quando arriviamo a metterle molto più in su di essa, vuol dire che il nostro criterio è completamente falsato. Questo [...]
[...] religiosa.... Ma voi non siete qui chiamato a giudicare il contenuto del libro. Elaborato dall’immaginazione e dal sentimento dell'autore, 4 [...]
[...] quel contenuto, qualunque esso sia, è riuscito a organizzarsi, a prender forma, a diventare qualcosa d’indipendente, di vivo nelle creature che [...]
[...] stato di verità a quello di errore (cosa che accade sovente) il valore dell’opera artistica dovrebbe venir meno. E intanto vediamo che dura e [...]
[...] nulla che risguardi controversie della letteratura italiana. Ripeteva la stessa cosa a Luigi Fratti di Reggio d’Emilia. Le sue teoriche d’arte [...]
[...] , le sue intenzioni politiche e religiose, se vogliamo conoscerle, dobbiamo andare a cercarle altrove. E, precisamente pel romanzo storico, non [...]
[...] diversi; ma sono però due uomini che, facendola da critici, compiono una funzione affatto opposta a quella ch'essi han compiuto o si accingono [...]
[...] a compire da romanzieri. Nei diversi momenti, due loro diverse facoltà vengono poste in azione. Quando il critico parla in essi, l’artista [...]
[...] abbiamo davanti a noi Don Abbondio, Perpetua, Don Rodrigo, Don Ferrante, Padre Cristoforo, il Cardinale, Renata, Lisa, Gervasia, l’Abate [...]
[...] di gente che guarda e 9 non osserva, che vuol ragionare e non riflette. È una pedanteria come un’altra, della quale a questi lumi di luna [...]
[...] . Perciò si è fatto sempre e si continua a fare una maledetta confusione tra il contenuto e la forma; e, trattandosi d’arte, non si dovrebbe parlare [...]
[...] diventano un libro ammirabile, soprattutto presso di noi che, per riannodarci a qualche nostra tradizione, dobbiamo tornare indietro fino al [...]
[...] miracolo del Decamerone. Nè parrebbe assurdo, come son sicuro che parrà a molti, il vederli messi a riscontro dei Rougon-Macquart; se pure non [...]
[...] sarà chiamato una 12 profanazione il porre Padre Cristoforo, Don Abbondio, Perpetua e la signora di Monza accanto al Coupeau, al Lantier, a [...]
[...] Renata, a Gervasia ed a Nanà. Al solito, in queste, come in tant’altre questioni, ci arrestiamo alla buccia; ci lasciamo sopraffare più dalle [...]
[...] e quella tristezza di commiserazione a cui 13 dobbiamo un altro lavoro che la storia letteraria metterà certamente al posto dovuto, intendo [...]
[...] dirsi per tanto che parecchie delle forme germinali nascoste nei Promessi Sposi siano già state svolte ed esaurite; talchè a noi romanzieri non [...]
[...] a Milano e presentatosi in casa del Manzoni, al servitore che gli domandava chi era, rispondesse: — Dite a don Alessandro che l'autore della [...]
[...] prega l’autore della Monaca di Monza a manifestargli il suo nome giacchè non lo conosce. A noi che crediamo così prosuntuosamente di aver [...]
[...] vera catasta di note zeppe di citazioni e di testi greci, per dimostrare che i suoi critici hanno avuto torto ostinandosi a non riconoscere delle [...]
[...] persone greche sotto i nomi greci dei suoi personaggi. A prima vista la prova è, come suol dirsi, schiacciante. Quei personaggi non [...]
[...] raccontare, si metteva a comporre, sul lago di Como, quasi scherzando, questa sua interpretazione artistica della vita ateniese del IV secolo. Non [...]
[...] , a mettersi al posto da loro medesimi, talchè la commedia doveva naturalmente prendere un’aria di scioltezza e di franchezza che in mani diverse [...]
[...] testimonianza di prim'ordine, contro la quale non è possibile presentare obbiezioni. Rare volte uno scrittore, intento a risuscitare con [...]
[...] sentimentale Elèo? È proprio sicuro che questi versi: Te fuggo com’esule che disse l'addio, Ma volge la testa tornando a guardar; E fugge... ma il [...]
[...] sentimento che la parola stenta a rappresentare, non sono sentimenti greci, al modo che ci vengono presentati nella commedia del Cavallotti. Questo non [...]
[...] . Soltanto, a giudicarne dalle testimonianze 21 letterarie che ci restano, le proporzioni di tali sentimenti erano assai diverse presso di [...]
[...] l'opera di due civiltà, la romana e la cristiana (senza voler contare quella delle altre influenze intermedie) sia stata a dirittura o inutile o [...]
[...] inefficace per lo spirito umano: e dovremmo dare una solenne smentita e alla storia e alla scienza. Ora, nella commedia del Cavallotti a me pare [...]
[...] sarebbe tempo di rassegnarsi a credere, come ha ben detto il Taine, che non vi possano essere altre tragedie greche che le tragedie greche, nè [...]
[...] splendori abbaglianti della leggenda, continuino a parlarci serenamente il lor divino linguaggio! 3 dicembre 1882. GABRIELE D’ANNUNZIO (I [...]
[...] ) « Canto novo » è, da cima a fondo, un’ebbrezza di luce e di colori. Il paesaggio meridionale vi celebra i suoi trionfi col selvaggio rigoglio dei [...]
[...] umana apparisce: è una alta, schiusa le nari ferine a l’odor de la selva, violata dal sole bella stornellatrice; o pure ...un fanciullo da [...]
[...] ' neri selvaggi capelli, da’ grandi occhi sognanti, pregni di verdemare, ignudo ne l’ombra d’accanto a la tenda; o pure un pescatore: Curva ha [...]
[...] la grossa testa, gli pendono i magri stinchi su l’acqua; immobile a ’l sole feroce di agosto ei pare fuso nel bronzo antico. E all’ombra dei [...]
[...] corni 29 inglesi, da un capo all'altro dell’orchestra, intrecciandosi, confondendosi, fermandosi ansimanti per islanciarsi, da lì a poco [...]
[...] . La parola non si contenta dei propri mezzi; non si rassegna a darci un’immagine della realtà che entri nell’intelletto per la via dell’orecchio [...]
[...] bella stoffa dei suoi vestiti. 30 Chiedon l'esametro lungo saliente i fantasmi che su da ’l core baldi mi fioriscono; e l’onda armonica a ’l [...]
[...] . Via! Con chi prendersela se oggi poesia, pittura, musica tendono fatalmente a confondere in qualche modo i loro processi? È forse un puro [...]
[...] cromatico, se il poeta si sforza di far sentire l’uno e l’altro con una brutalità di tecnicismo che urta i nervi a molta 31 buona gente? Con chi [...]
[...] sfumature. Per ciò, quando le accade di sentirsi a disagio dentro i limiti di un’arte, ricorre, senza esitazioni, senza scrupoli, all’aiuto di [...]
[...] sole e colle barchette a vela spiegata che si specchiano capovolte; bensì di rendere una data marina, in una data ora, in una data stagione [...]
[...] ; ella sente nel grembo li amor’ verdi de l'alighe. Sente: la sfiorano a torme i queruli gabbiani; simili da lunge passano le paranzelle arance pe [...]
[...] parola e l’abilità della mano; e il suo sentimento non v’interveniva. Il cielo pien di nuvole rosse a levante; di contro un incendio ampio [...]
[...] d’oro tra cui si sollevan superbi co’ verdi ombrelli i pini ; ne ’l fiume tre vele spiegate tutte gialle; a la riva un bel gruppo di giovani donne [...]
[...] fulvo torello; colline glauche in fondo e ne l’aria via rondini a schiere. È l'immediata sensazione dell’organo visivo, senz’ombra d’emozione [...]
[...] , nonchè d’impressione già elevata a sentimento. Nel 36 Canto novo l'emozione c’è, viva, intensa, e lo stile se ne giova, e l’arte del verso [...]
[...] membra agilissime a ’l sole ed a l'acqua liberamente, come un bianco cefalo, nuota, fiutando ne l'aure lascivia di muschio che da’ salci a onde [...]
[...] dirsi, l’intonazione generale), se spesso la sensualità corrispondente della forma lo spinge 37 a ripetersi in certe immagini da lui credute [...]
[...] cosa: infatti qui abbiamo l'angoscia che lo sugge colle sue mille ventose viscide di polipo; più in là i polipi avidi con mille ventose indi a il [...]
[...] pedantesche queste qui; ma servono a spiegare perchè vi s’incontrino, qua e là, forme adattate e non elaborate, reminiscenze dell’orecchio, echi del [...]
[...] pispigliano. Cantano i venti: O voi cui viva pe’ tronchi la linfa, qual per le vene il sangue vivo a li umani sale... ...Ecco e deste le foglie [...]
[...] , sorridono, baciano, abbracciano, dileguano. Una sola volta egli si ferma pensoso a guardar Lalla: ma sapete perchè? Alta ne ’l peplo tu: s’ animi [...]
[...] a ’l bacio fresco del vento la castanea chioma: bianca ne ’l peplo su l’ azzurro cupo fuor de la roccia. Curvo al tuo piede come un tigre dòmo [...]
[...] s’incalzino a la spiaggia... Ridi? Ne l’insueto saffico un’antica larva mi tenta. C'è nel Canto novo il sentimento della Natura, lo so bene, e [...]
[...] . Sarebbe bella che un giorno egli arrivasse a convincersi che in arte la vita è tutto, anche poesia, e che potendo infondere nella semplice [...]
[...] si guardan tra loro forse un po’ sorprese di trovarsi insieme, come ha già notato il loro autore. Ma quando si è dirimpetto a un’opera d’arte [...]
[...] che lo ha spinto a concepire quell’opera e che manifestansi in essa. Così, rileggendo i Medaglioni, il mio interesse non era tutto accaparrato [...]
[...] Lespinasse, Teresa Guiccioli, la Rachel o con altri nomi meno cari. Io badavo più a lui, al Nencioni, che me le evocava lasciando sulla carta la [...]
[...] polvere di ale di farfalle dei suoi pastelli; pensavo a quelle correnti di sentimentalismo e di voluttà sensuale confuse stranamente insieme che [...]
[...] verginale, con lo spandere un’onda 44 redentrice di perdono sulla passione ardente e sincera. Il libro mi spingeva a poco a poco in un'altra [...]
[...] poeti inglesi che mi veniva traducendo a memoria, in frammenti; o discutevamo con calore la storia della letteratura inglese del Taine; o [...]
[...] giornali; così anche gli stessi difetti, o meglio le stesse mancanze, che ora il volume fa più visibili, servivano a rivelarmi perchè in un [...]
[...] . 47 Giacchè intorno a queste gentili maîtresses amate e possedute coll'immaginazione (una raffinatezza di più, direbbe qualcuno) egli ha [...]
[...] meno strana figura dell’imperatore Alessandro di Russia, l'autore della Santa Alleanza, andato poi a morire, per una romanzesca fatalità, quasi [...]
[...] dànno atteggiamento di fatto al pensiero possono 53 essere parecchie...; casi succeduti in realtà e varii possono aver data la prima mossa a [...]
[...] meglio che possa fare: « Traversa i secoli, nella coscienza popolare, un pensiero che il sapere non basti a soddisfare l'animo e possa, quando [...]
[...] eccede, corromperlo. C’è qualcosa, si crede o s’immagina, oltre il sapere, ed esso oltrepassa da parte sua il reale ed il vero. Non basta a [...]
[...] . Cipriano ha trovato un punto dove fermarsi nelle sue corse a traverso il mondo reale e il mondo della scienza di allora. La bellezza di Giustina lo [...]
[...] attrae Fausto perchè in essa gli par di dover trovare un appagamento, un ristoro a quella smaniosa sete dell’ignoto che anche qui si presenta sotto [...]
[...] facesse ricomparire all’ultimo, quando la esistenza terrena di Fausto si compie, o meglio quando continua a svolgersi in una sfera più elevata dove [...]
[...] arida essenza. È abbastanza che ci faccia dare dal coro la sintesi del poema, con quei versi che, me lo perdoni il Bonghi, a me non 58 [...]
[...] vago, l'eterno femminino, che lo attrae su su e lo aiuta a poggiare per lo spazio infinito. Può ora dirsi, guai dando la cosa da questo punto di [...]
[...] nell’altro non è la donna che salva o dà impulso a salvarsi, bensì quello che il Goethe battezzò, con una frase da gran poeta l'eterno femminino, e [...]
[...] la seconde fois, les Latins ont conquis la Gaule », è una piccola malizia... da latino, direbbero a Parigi. Il Daudet ha abituato il pubblico [...]
[...] nell’orecchio dietro un ventaglio, e caldi di scandali mascherati a mala pena dal leggier velo d’un nome un pochino storpiato. Egli usa [...]
[...] sessanta edizioni. Ma è giusto aggiungere che senza un innegabile merito artistico, per la forza del solo scandalo, non sarebbero arrivati neppure a [...]
[...] subito a quel latino dalle larghe spalle e dalla parola possente che tien oggi nel suo pugno d’atleta i destini politici della Francia (I); si pensa [...]
[...] a quella turbinosa atmosfera parigina gravida di scandali finanziarii, di agitazioni comunarde e parlamentari, di avidità non mai sazie e di [...]
[...] grassi godimenti materiali, che freme d’attorno a quella torreggiante figura del caorsino e minaccia d’abbatterla; e (I) Allora il Gambetta era [...]
[...] dinanzi il grande uomo della provincia, Numa Roumestan, che distribuisce a destra e a manca saluti alla buona, strette calorose di mano [...]
[...] , incoraggiamenti e promesse d’ogni sorta, mentre le bande strepitano e i contadini si slanciano in massa a ballar la farandole al suono del piffero e [...]
[...] nera capigliatura che le mangia metà della fronte, quel viso con tutto 65 il sangue a fior di pelle, con quei begli occhi dorati, di ranocchio [...]
[...] ; e, poi, quel processo di stampa del Furet che rivela, più che agli altri, a sè stesso un oratore di prima forza nel giovane avvocato senza [...]
[...] loro piccole 67 furberie, tanto peggio per essa. Infine, son essi così diversi dai parigini da doverne fare una classe a parte? Nel romanzo [...]
[...] indietreggiato dinanzi a quella vigorosa e complessa persona dalla testa capelluta, dalle larghe spalle, dalla voce vibrante e la barba grigiastra [...]
[...] , che ha l'esagerazione nel midollo delle ossa, nel sangue, nei nervi e perciò dà la stessissima importanza a cose affatto disparate; e questa [...]
[...] lavori. Eppure questo nuovo romanzo è riuscito sbiadito, a dispetto di tutto il sole che l'autore vi ha profuso. Quando noi vediamo la rigida [...]
[...] , niente persuasa che tra meridionali, come assicura Roumestan, esse abbiano soltanto un senso relativo. Ed è vero. Ma a Parigi, a Londra, a Roma [...]
[...] , a Pietroburgo, signora mia, in certe occasioni, quando tutte le immaginazioni sono scaldate, quando tutti gl’interessi sono in fermento, non è [...]
[...] più serio, e già egli prepara un’evoluzione verso il partito imperialista. Un giorno, a tavola, Numa si sfoga a canzonare quei di Froshdorf; li [...]
[...] no. Nessun parigino ha mai fatto altrettanto? La cosa è un po’ difficile a esser creduta. E tutto il romanzo va di questo passo intramezzato [...]
[...] illusione duri a Parigi, dopo il ridicolo che colpisce il suonatore nella festa musicale al Ministero e nel suo debutto all’Opèra; ma che [...]
[...] vivace romanziere si sorveglia, si rattiene, anche a costo di riuscire, egli! un po’ grigio e monotono: ed ecco che architetta il suo lavoro [...]
[...] libro è la forma transitoria di una bella evoluzione artistica del Daudet. Qui comincia a mancare l'accento personale, l'emozione intensa dello [...]
[...] Torquemada. Infatti il poeta ha esitato lunghi anni 79 intorno alla sorte di questo lavoro. E rassegnandosi finalmente a metterlo fuori in [...]
[...] volume, pare voglia dirci: — Prendetelo qual è, dramma, lirica, poema, visione...; a me non ne importa nulla. È il mio concetto, la mia emozione [...]
[...] segreto della forza, della personalità, del carattere di essa o quello che a lui è parso tale. È stato un momento! E la terribile figura di quel [...]
[...] blasphême écumant, Senanchérib qui tue et Dalila qui ment! Tous, grands, petits, souillant le signe baptismal, A tâtons, reniant Jésus, faisant le mal [...]
[...] bûcher. Cautériser l'enfer. E le sue viscere si commossero a quella profonda compassione che si trasformava in delirio: Terre, au prix de la [...]
[...] l’audafé suprème, Joyeux, vivant, céleste! — O genre humain, je t’aime * * * Certamente, a questo modo, Torquemada è una nobile creazione, forse [...]
[...] qualunque altro grande poeta. Lo Shakespeare, il gran creatore di uomini, non l'avrebbe concepito altrimenti. Senza dubbio, a tanta forza d’ideale [...]
[...] celeste, lo Shakespeare avrebbe mescolato qualche cosa di umano. Un’ombra di dubbio, un lampo d’esitanza sarebbe venuto di tanto in tanto a turbare [...]
[...] quelle fibre tese, a battere all’uscio di quel cuore così violentemente chiuso ad ogni sentimento di terrena pietà. Lo Shakespeare non ci [...]
[...] storia tremava per la sua vita e non osava fare un passo senz’essere scortato da quaranta famigliari dell’Inquisizione a cavallo e da dugento [...]
[...] dato, insomma, una creatura vivente, non un’astrattezza. — Prendetelo qual è, dramma, lirica, poema, visione; a me non ne importa nulla. È il mio [...]
[...] immagini, nè musiche beethoveniane di verso che possano supplire a quello che rappresenta l’assoluto nell’arte: l’organismo, la forma. E poi, un [...]
[...] la vita; il dramma è qui! Nel mondo del pensiero, può darsi; nel mondo dell’arte, no davvero. È puerile, o senile, (a vostra scelta) il 84 [...]
[...] en toi, comme le Dieu qui crée, Une paternité formidable et sacrée? Et la famille humaine est-ce que ce n’est rien? Mais on a soin d’un boeuf [...]
[...] -ce que ce bandit? e Torquemada risponde: Mon pére, c'est le pape; noi restiamo freddi, diffidenti, come dinanzi a tutto quello che è pura [...]
[...] due poveri amanti Don Sanchez de Solinas e Dona Rosa d’Orthez, ombre preraffaellesche, che per salvarlo dall’in pace a cui egli era stato [...]
[...] trasparire. Non gli preme che quello, soprattutto. Il resto è una concessione che egli ci fa, a malincuore. Perciò tutto gli par buono e sufficiente [...]
[...] labbro a Don Sancio: Oui, j’ai pris la croix, bon levier, certe, Et gràce à cette croix la tombe s’est ouverte, Et vous étes sorti du sépulcre [...]
[...] , vivant. Torquemada (à part). O ciel! Ils sont damnés! Don Sanchez. A nous deux, moi levant La pierre, elle pesant sur la sbarre et penchée, Nous [...]
[...] dramma... se non m’inganno... Ed ecco a quale vacuità di frasche rettoriche egli ha potuto ridurre una concezione nuova, arditissima [...]
[...] s’incapricciano a discutere o a difendere un’assurdità. Oh! uno di quelli che hanno la frase incisiva, l’immagine vigorosa, e l’accento ora [...]
[...] plus durs.... Or, cette Bête n’était autre q’une incarnation nouvelle de la femme, décidée à faire sa revolution à son tour!.... » (Lettre a M [...]
[...] oltre il Reno c’è un uomo 94 « au front dégarni, à la moustache épaisse, aux yeux sombres, profonds, fixes et insondables, a la bouche [...]
[...] homme de genie.... a vaincu et utilisé la Bête!.... » Capite? Non era un dovere per lui, pensatore, artista, cittadino, l'afferrare colla mano [...]
[...] se aveva resistito, se aveva protestato, se a Parigi non 95 s'era lasciato sedurre neppure da quella ammirabile Cesarina che dovette essere [...]
[...] : religione, filosofia, politica, tutto; potrete anche credere, nel caso particolare in cui siamo, che il teatro sia chiamato a cercare la [...]
[...] soluzione dei grandi problemi sociali, se esso non vuol morire di sfinimento a furia di vivere di ripetizioni: ma però ad un solo patto: che esso [...]
[...] rimanga teatro! A questo riflettevo tre sere fa, mentre la signora Duse recitava al Valle la parte di Cesarina, la moglie di Claudio; e, soltanto [...]
[...] Claudio, faceva impressione sul pubblico sin dal suo primo apparire sulla scena; e poi, a poco a poco, se ne impossessava, e lo teneva stretto nel [...]
[...] possente mano del maestro in quel carattere, in quel personaggio a cui la signora Duse prestava tutte le ricchezze del suo talento di artista [...]
[...] rappresentanzione arriva a nascondere la crudezza dei mezzi con cui la catastrofe vien prodotta. C’è là, in un angolo, il fucile che attende [...]
[...] non era arrivato a capire, e che per parecchi altri dubitava di avere ben reso l'originale. Il racconto di Tane Hico è una graziosa storia di [...]
[...] amore che i colti lettori certamente conoscono col titolo Uomini e Paraventi, abbreviato dal vero titolo, un po’ lungo: Sei paraventi proposti a [...]
[...] squisitezza di sentimento che certe quasi incredibili puerilità di mezzi e di forma contribuiscono a rendere più attraenti per noi. La storia [...]
[...] intendo ora dar qualche ragguaglio. Peccato che questa volta non ci troviamo faccia a faccia con un’opera d’arte giapponese quale uscì dalla [...]
[...] penna del suo autore! I traduttori si son creduti in obbligo di facilitarne, a modo loro, l’intendimento ai lettori europei: e per scansare le [...]
[...] note a piè di pagina e una breve introduzione sulla storia dei quarantasette rônini, hanno commesso il sacrilegio artistico di rimaneggiare tutto [...]
[...] quella caratteristica particolare che ne avrebbe formato il maggior pregio. La quale però dev’essere grande davvero se, a dispetto di tante [...]
[...] del Taicum tre inviati della Corte imperiale di Kioto, destinò a riceverli Asano-Takumi- no-Kami (Campomattino) principe d’Ako e il principe [...]
[...] Kira come regalo del loro signore. I due consiglieri stimarono che dare al Kira quel denaro equivaleva a buttarlo in mare; e così, per la loro [...]
[...] calzaretto; annodatemelo. 105 Il principe si rassegnò anche a quest’insolenza, giurando in cor suo di farne vendetta più tardi. — Come [...]
[...] , cavalier Kira! Io non sopporto simili affronti! Il Kira, invece, cominciò a urlare, cercando di scapparsela, già ferito alla testa; e il [...]
[...] gran turbamento del suo cuore. Ella si avanzò verso il marito, si lasciò cadere con abbandono sul pavimento, e, chinata la fronte fino a [...]
[...] verso l’uscio dicendole: « — Belviso, io vi manderò a chiamare più tardi. Mi accorgo che in tutta la notte non avete chiuso occhio. Andate a [...]
[...] nella gran sala con tutti gli onori di rito, essi diedero a leggere al principe la sentenza del Consiglio. Il principe la portò riverentemente [...]
[...] alla fronte e poi la scorse senza mostrare nessuna commozione. 111 « Mi si condanna a darmi la morte — egli disse, — e mi si annuncia la [...]
[...] confisca dei miei beni e l'estinzione del nome della mia famiglia. Mi sottometto, rispettosamente. « — In questo caso siamo pronti a farvi da [...]
[...] grosse stuoie, e fece segno a due samurai del suo seguito di accostarsi. « — Col vostro permesso — disse rivolgendosi ai commissarii — darò le [...]
[...] ultime istruzioni ai miei consiglieri. » « Parlò a bassa voce, poi consegnò ad essi una piccola cassetta di legno bianco di pino insieme con una [...]
[...] principe, in ginocchio, calmo e risoluto: di faccia a lui i commissari, seduti, severi e freddi: dietro a lui i fedeli samurai, prosternati [...]
[...] , pronti a rendere al loro capo gli estremi onori. « Fuori, tutto era tranquillo. Un leggiero strato di neve copriva il suolo. Nella casa regnava un [...]
[...] . « Il principe Campomattino contemplò dai paraventi aperti a metà il magnifico spettacolo che si stendeva fuori sotto i suoi occhi e dato ad esso [...]
[...] un muto addio, portò la mano, con aria calma, al pugnale che aveva a destra.... » Da quel giorno in poi i fedeli samurai, diventati rônini per [...]
[...] la confisca dei beni e l’estinzione del nome del loro signore, non pensarono che a vendicarne la ingiustissima morte. Il consigliere [...]
[...] in un ripostiglio di carbone dove s’era nascosto; e, siccome invitato a darsi la morte quel vile non ne avea il coraggio, egli lo uccise e gli [...]
[...] staccò la testa per portarla, in offerta, alla tomba del suo signore. I quarantasette rônini andarono la mattina dopo a fare un solenne [...]
[...] arrestarli. Quando ebbero comunicata la sentenza che li condannava a compire l'harakiri, cioè il suicidio aprendosi il ventre, essi non domandarono [...]
[...] spogliarono delle loro vesti bianche e le diedero a Sanzouno-Baba. Poi, lanciandosi arditamente nella trista riviera, passarono nel Gokurakou [...]
[...] dell'autententicità del fatto — aggiunge a questo proposito l'autore, — vada nel quartiere della Collina blu; vi troverà l'altare che gli [...]
[...] loro statue abilmente scolpite in legno, colle faccie dipinte, cogli abiti riprodotti benissimo in lacca e l'arma prediletta a ognuno di essi [...]
[...] i lettori italiani leggerebbero certamente con vivissimo interesse la storia dei fedeli rônini tradotta nella loro lingua. E se a questo lavoro [...]
[...] un sacrilego rimaneggiamento simile a questo che il giapponese Shiouiro Saito e il signor Edwar Grecy hanno osato di fare. 20 Maggio 1882 [...]
[...] . FELICE ROMANI (I) È una figura dolce e gentile che comincia a sbiadire. Ce lo dipingono con la carnagione bianca, cogli occhi cerulei, coi [...]
[...] storia in mezzo a quelli venuti dopo. Nella sua villa di Moneglia, dove passò la puerizia e dove andò a morire, conservava tuttavia i primi [...]
[...] carattere, la bontà d’animo quasi eccessiva non gl’impedivano di essere, a tempo e a luogo, dignitosamente forte. Giovane ancora era stato eletto [...]
[...] professore di letteratura greca invece del suo maestro, il Solari, messo sgarbatamente a riposo quando l'università genovese fu riformata; ma [...]
[...] resto.... — Il suocero era corso da Milano a Torino colla buona novella; ma il Romani non avea voluto neppur sentirne parlare: il suo patriottismo [...]
[...] — fatto a me, al mio decoro e al mio paese ». Per la stessa ragione parecchi anni avanti (1816) aveva rifiutato il posto di poeta cesareo [...]
[...] del Metastasio, piuttosto che accettare a quel patto. * * * La sua critica, nelle appendici della Gazzetta ufficiale torinese, era anch’essa [...]
[...] un riflesso del suo carattere, un che di ardito, di sentimentale e di severo, tre qualità che avrebbero dovuto fare a pugni tra loro e in [...]
[...] dove si va e che cosa si va a fare. E gli pareva che allora si andasse, a rotta di collo, in un precipizio. « Uno sbrigliato ardimento di tutto [...]
[...] italiana... Ecco a che estremo vuolsi condurre la nostra letteratura! » Questo scriveva nel 1843, pei romantici; e aggiungeva: « E invano il cielo [...]
[...] d’Italia sorride sereno, invano il sole si compiace di questa terra fiorente, e invano ogni sasso, ogni tomba, ogni tempio parla a noi di antiche [...]
[...] componimento tutto dialogato togliere via il dialogo, suo primo elemento? E poi vi par facile soddisfare a tutte le esigenze della musica; prestarsi [...]
[...] a tutte le convenienze dei cantanti; distribuire i così detti pezzi in maniera che gli uni non nocciano agli altri, sceneggiare senza monotonia [...]
[...] indipendente. Il fatto è che voi potete citare Temistocle la Clemenza di Tito, Artaserse, tutti, 127 fino a uno, i melodrammi del Metastasio [...]
[...] fossero a questo destinati. Potete fare di più. Staccare assolutamente dall’opera del poeta la fioritura musicale, restituire il lavoro drammatico [...]
[...] nessun valore, dei 128 zero, innanzi ai quali bisogna mettere una unità capace di elevarli a numero, cioè: quella nota che è già tutto [...]
[...] non potrà guarire; Vi han cori nati a gemere Com’arpe eolie ai venti; Alme inquiete, ardenti Cui breve spazio è il suol. Forse a te pur sòn [...]
[...] tenebre Di questo sole i rai; La terra è landa sterile Che non verdeggia mai: È grave a te quest’aere E aneli a ciel più bello, Come straniero [...]
[...] astri che consapevoli Ti miran di lassù... Oh! dimmi tu, Oh! dimmi a chi Parli di me così? 130 Sì, nelle odi, nelle anacreontiche, nelle [...]
[...] nulla che accenni a vera e profonda emozione lirica o a splendore di colorito. Talchè io mi compiaccio di ritornare alla mia simpatia, all’uomo [...]
[...] . Dopo la prova generale del Pirata, il Romani lo tira da parte e gli domanda: — È con cotesto vestito da collegiale che tu monterai sullo sgabello a [...]
[...] . — Provati questo — replica il Romani, cavandosi il suo. 131 Il vestito gli stava a pennello. La sera dopo, il Bellini si presentava al pubblico [...]
[...] della Scala dentro i panni del suo amico... Un’altra volta il Romani, pregato e ripregato, erasi indotto ad andare a Parma per assistere alle prove [...]
[...] , domiciliato a Milano, di portare barba e baffi nei suoi ducali stati. 24 Settembre 1882. GIUSEPPE MACHERIONE (I) Come è triste il rovistare dopo [...]
[...] immediato a quella figura indecisa che si moveva fra le nebbie della memoria, ingrandita dalla mancanza di contorno, col fascino della cosa [...]
[...] trasformati con noi? Che desolazione! Che 135 rovine! E come il superbo rigoglio della vita nuova trionfante ci pare un vigliacco insulto a [...]
[...] quanto cadde per via! Leggiamo, commossi, tutti quei fogli che furono gran parte di quell’amata persona, forse la miglior parte, ma stentiamo a [...]
[...] riconoscerla in essi; la pietà si trasforma a poco a poco in un sorriso più doloroso della pietà stessa! Come? Era questo che ci commoveva, ci [...]
[...] scritto del signor Russo intorno a Beppino Macherione, un poeta siciliano morto a ventun’anno del 1861 a Torino. Io conobbi il Macherione [...]
[...] madre e una sorella colpiti da tisi; uno dei suoi fratelli era morto annegato fra gli scogli ove era andato a prendere un bagno. Egli stesso [...]
[...] portava dentro di sè i germi micidiali che dovevano così rapidamente ucciderlo a Torino quattr’anni dopo. 137 * * * Quello che ci avea legati [...]
[...] di Francesco Tenerelli ora deputato al Parlamento. Allora questo era un atto audace, e noi ci sentivamo superiori a noi medesimi nel compirlo [...]
[...] sorveglianza della polizia. Bisognava andar a consegnare quella lettera e il volume delle poesie di Beppino al capitano di un legno mercantile [...]
[...] il volume: era orgoglioso di poter servire a quello scambio di generosi sentimenti. Non capivamo dentro i panni, dalla gioia. Quella cabina ci [...]
[...] scarsa e in gran parte sbagliata; quelli che abbiam voluto, bene o male, continuare, come si dice, a coltivar le lettere, abbiamo dovuto poi [...]
[...] avuto agio di passare oltre i primi principî della filosofia, un rivelatore, un maestro. Questo filosofo che avea combattuto a Curtatone ci [...]
[...] s’interrompeva per dirmi sconsolatamente: — A quoi bon? Io morrò presto, senza aver fatto nulla di bello! Allora egli cercava di vincere l’ossessione di [...]
[...] di Catania, a Cibali. Splendeva un magnifico lume di luna e la campagna attorno era tutta profumata dalla zàgara dei giardini. Verso la [...]
[...] faccia e si era storto il naso a 145 furia di appoggiarvi un dito o il pomo della mazza di una parte. In quel momento i nostri urli naturalmente [...]
[...] raddoppiarono; domandavamo già il bis della lezione parodiata... quando la vecchia contadina che ci aveva aperto venne a pregarci di non far [...]
[...] si riunirono attorno a Messina prima della giornata di Milazzo, poi giornalista serio e coraggioso. Ma la vita nuova lo attraeva al centro, a [...]
[...] l'erta e lo abbattere i macigni piantati nel bel mezzo di essa quasi a impedire d’inoltrarsi. Ma tra tutte queste figure evocate e risuscitate con [...]
[...] più scappare. La mia smania per l'arte, e massime per la verità, diventa follia e, forse, chi sa che dàgli e dàgli non arrivi pur io a fare [...]
[...] della verità come va fatta!... » (Lett. 22 maggio 1861). « Delle pieghe non mi resta a ritoccarne che per una figura sola, quella che si tocca la [...]
[...] barba; sarebbe anch’essa fatta a quest’ora, ma mi manca il modello. Tutte queste pieghe le ho fatte tutte addosso, a modelli diversi secondo i [...]
[...] giugno 1861). Queste notizie e lettere intime sono un vero monumento innalzato dall’amor fraterno a Bernardo Celentano pel ventesimo [...]
[...] rimesso a dipingere, cantando al suo solito ad alta voce. Il canto non gl’impediva di lavorare con intensità di riflessione. Si sentiva pieno [...]
[...] di forza: l'avvenire gli sorrideva. Il giorno innanzi avea scritto al fratello Luigi : « Io lavoro sempre con tutta l'anima mia, con calore a [...]
[...] bene poichè lo voglio.... » Alle undici e mezzo, racconta Luigi, posata a un tratto la tavolozza e i pennelli, s’era posto a sedere restando per [...]
[...] affrettato a rivoltare il Tasso al muro, pur riuscendo a muovere il pesante cavalletto ov’era già situato in cornice; e poi, nell’accostarsi al [...]
[...] sofà, avea chiesto un sorso d’acqua. Quando il modello corse a porgergli il bicchiere, lo trovò già caduto e privo di sensi; e appena 152 [...]
[...] l'ebbe alla meglio disteso, uscì fuori, come si trovava, in costume di Torquato, a gridare al soccorso. Alle due pomeridiane e 10 minuti Bernardo [...]
[...] Bernardo a lui formano un insieme così organico che il volume ne ritrae tutto il fascino e l'interesse di un’opera d’arte. Nulla di più [...]
[...] , completa una serie meravigliosa di lettere per le quali Bernardo Celentano ci apparisce più grande e più simpatico di quel che forse non parve a [...]
[...] artistica, si spronavano, si aizzavano a vicenda, l'uno spesso completava l'altro, quantunque fosse Bernardo soltanto quello che poi faceva [...]
[...] ragione di dire che 154 ho pochi veri amici: ma che pochi? tu solo sei il mio vero amico, tu che palpiti con me, tu che entri a parte delle [...]
[...] tracciò. Quando questa lettera, scritta il 27 luglio e arrivata a Napoli il 28, veniva tirata su col solito panierino ove il postino l'avea riposta [...]
[...] ) Wil’hem Getziier è figlio di un povero pastore protestante nel piccolo villaggio di AErhielsberg. Nato il 29 maggio 1839, ebbe a maestro suo [...]
[...] tasca. La sera lo coglieva spesso a mezza costa di una montagna, o fra i sentieri intricati d’una foresta. Una (I) W. Getziir, Digtervaerker [...]
[...] sull’orizzonte — le loro fantastiche torri — il sole lanciava i suoi fiammanti — raggi, simili a quelli delle glorie — dei quadri degli antichi [...]
[...] lentamente — il latteo vapore della nebbia — che si addensava, si addensava, — come un altro cielo che a poco poco — inghiottisse nel suo abbisso la [...]
[...] se gli atomi di esso dileguassero — disgregati, via per l’infinito! » Aveva cominciato a studiare filosofia e teologia: e componeva già delle [...]
[...] tornare a casa. Passò la notte in una capanna di carbonai, facendosi raccontare antiche leggende e ripetere canti popolari. Il giorno dopo [...]
[...] , trascinato dalla sua curiosità, andò avanti, sempre a piedi, dormendo nei villaggi e nelle fattorie dove lo sopraggiungeva la notte, sentendosi [...]
[...] ricco con quei tre talleri di argento che per caso si trovava nel borsellino. Così un dopopranzo arrivò a Copenhaghen. « Scrissi subito a mio padre [...]
[...] tu ami, o gentile — e che, ripetute della tua bocca, sembrano — deliziose anche a me, nella tranquilla e fida — intimità del focolare, possano, o [...]
[...] cara — far dire alla gente del nostro paese — che il tuo cuore di amante non si è ingannato! » L’augurio del poeta non andò a vuoto. I suoi [...]
[...] colla parola! » Commoventissimo mi sembra il lamento di Maria a piè della croce. « Maria: Figliuolo, mio dolce figliolo — che pendete da [...]
[...] sputo — misto a un po' di polvere — rese agli occhi ottenebrati — il soave riso del sole! « Figliuolo, mio dolce figliuolo! — Ecco perchè [...]
[...] le fronde — a pispigliare cose gentili, — non fatte per orecchio umano. — Ecco: fra i melogranati — l’usignuolo ch'era in attesa — comincia i [...]
[...] suoi gorgheggi — simili a sospiri di amore. « Oh, pari al sorriso — dell’aurora in primavera — già si aprì la finestra — nera come la notte! — Già [...]
[...] , sull’erba fresca. « Tacciono attorno a lui i susurri delle fronde; — i zefiri meridiani non osano agitare le ali; — Diana lo contempla [...]
[...] , sommesso, — cascando nella rosea conchiglia — tra i profumi delle piante fiorite. « Io venni a cercarti lontano, — nella rozza grotta ove la fonte [...]
[...] insulto; — e ti condussi in questo gentile albergo — di marmo prezioso, fra le piante verdi. « Perchè dunque, o zampillo, continuamente — stai a [...]
[...] allegro pesce guizzante — a fior d’acqua... « Avevi la rossa prora incoronata di fiori — e i tuoi sottili remi si piacevano di tuffarsi — per levarsi [...]
[...] Marco e tutti quest’altri che vengono a tener bella compagnia a Jeli il pastore, al Rosso malpelo, alla Lupa, all’amante di Gramigna; ed ecco [...]
[...] Milanesi che faranno un bel riscontro a questi maravigliosi quadretti della vita siciliana: il processo artistico dell’impersonalità conterà senza [...]
[...] scrittore che prende corpo e vita e s’impone. Somiglia a quella gomitata di un amico che vi dice: guarda! guarda! e vi costringe a guardare [...]
[...] strapazzo. Aveva detto: — Io voglio esser prete? — E i suoi poveri parenti avevano venduto la mula e il campicello per mandarlo a scuola [...]
[...] seminario! » Allora il ragazzo si mette a ronzare attorno il convento dei cappuccini e si fa frate. « La mamma, il fratello e la sorella [...]
[...] era forte nel sangue, si stringeva nelle spalle, e rispondeva: — Sta a vedere che uno non può seguire la vocazione a cui Dio l'ha chiamato [...]
[...] dell'orto assai prima dell’abolizione dei conventi, e si era dato all’arbitrio cioè a far 176 l'agricoltore in grande. Per lui, dire la messa [...]
[...] polvere e ci scrive su col dito: Deo gratias. Ma il reverendo aveva altro in testa che perdere il tempo a leggere il breviario, e se ne rideva [...]
[...] la mosca al naso e borbottò: — Che c’entra il papa nella roba mia? Questa non ci ha a far nulla col temporale. — E seguitò a dir la santa messa [...]
[...] da vendere o un lotto di terre comunali da affittare all'asta, « gli stessi pezzi grossi del paese, se si arrischiavano a disputarglielo, lo [...]
[...] facevano coi salamelecchi e offrendogli una presa di tabacco. Una volta, col barone stesso, durarono una mezza giornata a tira e molla. Il barone [...]
[...] faceva l'amabile, e il Reverendo, seduto in faccia a lui, col tabarro raccolto fra le gambe, ad ogni offerta d’aumento, gli presentava la [...]
[...] tabacchiera di argento, sospirando — Che volete farci, signor barone? Qui è caduto l'asino, e tocca a noi tirarlo su. — Finchè si pappò [...]
[...] di facoltà 178 creative che serve a infondere in un’opera d’arte il soffio divino della vita. Quelli che credono la forma qualcosa di [...]
[...] nelle seguenti righe del Verga: Questa, ogni volta che tornava a contarla, gli venivano i lucciconi allo zio Giovanni, che non pareva vero, su [...]
[...] quella faccia di sbirro; il lettore 179 che, incontratosi in queste righe del Verga, può fermarsi a riflettere che non c’è affatto la [...]
[...] grammatica, è un uomo disgraziato a cui la natura ha voluto negare ogni più piccolo senso d’arte. La lingua, la grammatica, il bello stile per loro [...]
[...] la quasi sgrammaticatura gli dà, io m’indurrò a credere che le novelle del Verga potrebbero essere scritte altrimenti. E che il Verga, ove la [...]
[...] così intimamente suo, che bisogna lasciarlo adoperare a lui solo. Ma se tutti noi si tentasse di fare quello che ha fatto lui, cioè di formarci [...]
[...] intenderci. Se non sbaglio, (*) La Fedora di Vittoriano Sardou — A proposito della rappresentazione della Fedora al Valle, pubblicai nel [...]
[...] probabilmente perchè 183 non vi siete mai provato a scrivere pel teatro. Vedete lo stesso Zola, un uomo di ingegno superiore, lo ripeto [...]
[...] , schietto mestiere. Quando scrivevo la mia commedia, arrivando a certi punti, i più scabrosi, i più grossi ad inghiottire, facevo anch’io la [...]
[...] commediografo deve poggiare il piede. Il resto è affare di manipolazione, di fattura, di pratica, di colpo d’occhio. Pare che lo Zola cominci a capirlo [...]
[...] parlava dei Bourgeois de Pont-Arcy. « Fabrice a une explication avec Bérangère, « et, au lieu de tout lui dire, il « se contente de lui jurer qu’il [...]
[...] n’a jamais « été l’amant de Marcelle et de lui de « mander de croire à sa parole, par un « miracle d’amour. L’effet a été très grand. « J’ai cru [...]
[...] , convien deviare, deviare dolcemente; ed io butto il pubblico in un dramma domestico... Un’assurdità, figuratevi! Ho creato una Russia a posta, e dei [...]
[...] me ne rido di queste fisime, quando non servono a nulla pel mio scopo. Questa volta voglio fare un dramma, un vero dramma con pochi personaggi [...]
[...] , con scene larghe, a grandi tratti... Credo di riuscire. La ricetta? Sicuro! Come nella Dora c’è una spia che non è spia, qui ci sarà un [...]
[...] che fa comodo a me. Uno 188 dei personaggi, della Fedora, per esempio, ha un segreto, e se lo lasciassi dire, cioè se egli dovesse parlare [...]
[...] Zola, calculer la dèviation qu'il faut donner au vrai!... Ora mi son messo in testa di afferrare il pubblico pel bavero dell’abito, a questo modo [...]
[...] quello che ammazza un personaggio?... Sara morrà divinamente. 189 Anzi, se io faccio morire la mia Federa, è unicamente a riguardo di lei [...]
[...] : però, ne convengo, la morte è sempre di effetto sul teatro... E torno a quello che vi dicevo in principio: il teatro naturalista? È [...]
[...] m’importa del dopo? direbbe Sardou. E fino a un certo punto io non credo che abbia torto. 15 Aprile 1883. III. (*) Il conte Armando [...]
[...] (*) A. De Pontmartin, Mes mémoires. — Paris, Dentu, 1882. 192 salotto aristocratico da uno di quei facili parlatori, dilettanti d’arte, di [...]
[...] letteratura e di politica, pronti a discorrere a lungo anche delle cose che non sanno, soprattutto di queste. La cultura del Pontmartin è [...]
[...] rimanere, fermo a Luigi XVI. La sincerità della sua convinzione gli risparmia di esser ridicolo. Ed ecco che ora, dopo diciotto anni di [...]
[...] , a somiglianza di certi capitoli di romanzi da appendici di giornali, hanno la chiusa à sensation. Ma gli aneddoti piccanti abbondano e molti [...]
[...] allo Chateaubriand l’esser diventato un liberale, 194 ma non perdona neppure a Luigi XVIII l'averlo congédié comme un valet coupable [...]
[...] : — Nous en ferons un libéral! E il Pontmartin dice tristamente: « Il n’y a réussi que trop bien! » Nella sua qualità di legittimista [...]
[...] M. le Comte, che ama la polemica, è stato l'ultimo a parlare ed ha fatto una delle sue mezze profezie delle quali si compiace, malgrado di tutte [...]
[...] simpatie per l'uomo si complicano facilmente colle simpatie pel poeta: non si riesce a far la parte della vera passione e della passione a freddo che [...]
[...] la malignità del Sainte-Beuve, quando affermava che i due amanti, la Sand e il Musset, avean ragione a pensare tutto il male che dicevano [...]
[...] , vicendevolmente, l'una dell’altro. Ma sarebbe più opportuno ricordarsi che nell’amore non ci sono torti, fino a un certo punto, finchè la passione è [...]
[...] castello di Nohant, indirizzava a Giulio Boncarain allora maestro di Maurizio. Ne citerò un solo passo: Vous me demandez ce que nous devenons [...]
[...] . Je suis, hèlas! comme le lac dont une commotion violente a ridé la surface. Les eaux finissent par reprendre leur première tranquillitè, mais il [...]
[...] Baragiola pubblicò mesi fa a Strasburgo una versione dell’antico alto tedesco intitolata Muspilli ovvero l'Incendio universale. Questo frammento [...]
[...] tomba, a lui tornerà (la sua vita, che egli tutta sua verità dire debba e lui secondo le sue azioni giudicato venga. Quando quegli siede che deve [...]
[...] petto vi è ora un tumulto pari a quello di uno stormo di uccelli schiamazzanti sulla spiaggia o sul greto. Ora sì non vi è altro che tumulto [...]
[...] , come d’uno stormo di uccelli. Verrà il momento che il cuore in calma... ». La indovinate fra mille? È poesia giapponese. Ma state ancora a [...]
[...] antichissima; ed è il professore A. Severini che ce la regala insieme colla graziosa leggenda di Jasogami e Camicoto, dopo averci fatto l’altro non [...]
[...] elegantemente in italiano sulla traduzione francese della figlia del Gautier, andò a domandargli con tutta serietà se veramente quel libro non era una [...]
[...] larghezza — e torniamo al Giappone, o meglio, a quel rivolo d’arte giapponese che il Severini ci appresta, per notare un riscontro curioso [...]
[...] . Quando il Cami Jacci-Hoco giunge alla casa della bella Nunacava Hime e si mette a cantare la sua nagauta, dopo di aver detto il suo nome e i suoi [...]
[...] titoli, aggiunge: « Or dunque per congiungersi a lei ecco egli è qui; per congiungersi a lei, ecco le parla. Ma intanto io non ho ancora slacciato [...]
[...] il cingolo della mia spada, io non ho ancora sgruppato il mio lucco; io son qui ritto, o fanciulla, a spingere la stridente imposta della tua [...]
[...] porta; io son qui ritto a tirarla; e intanto, mentre ancora sul fosco monte l’upupa si lamenta, già chioccia il silvestre fagiano, già 210 [...]
[...] veri poeti, a molta distanza di tempi e di luoghi, s’incontreranno, come qui, quasi nelle stesse parole, allorchè vorranno esprimere fedelmente [...]
[...] la eterna voce del cuore! 29 Ottobre 1882. VII. (*) A proposito dello stile dei De Goncourt, il signor Giulio Lemaitre fa alcune curiose [...]
[...] a dare la prima impressione dei colori, delle linee, del movimento: — Elle se mit à regarder, dans l'obscurité pieuse, des agenouillements de [...]
[...] ragioni per farlo elevare a quel posto dove Edmondo de Goncourt, Emilio Zola e Alfonso Daudet avrebbero dovuto sedere prima di lui. Ma non è di [...]
[...] capables de mettre en lumière ce que la situation de l'homme a de tragique et de contradictoire. » É precisamente quello che un nostro elevatissimo [...]
[...] ingegno — il Bonghi — scriveva a proposito del nuovo romanzo del Verga, Il marito d’Elena. Che può importarci, ha egli detto, di cotesti vostri [...]
[...] istinti o quasi. La morale? Esse ne hanno una a parte, se pure può dirsi che ne abbiano una. Ebbene? Nulla di più ordinario di quello che [...]
[...] accade in questa povera famiglia, dispersa dopo la morte del capo di casa. Lucia va a far la serva e il vecchio padrone la insidia. « Don [...]
[...] olio consumavano per la frittura. Mandava via Brasi a comperargli un soldo di tabacco e cercava di pigliar Lucia pel ganascino correndole [...]
[...] gli occhi. » Infatti Brasi, quando sa che Don Venerando darà anche le vent’onze, non trova più difficoltà a prendere in moglie la Lucia. « Il [...]
[...] tornò a casa da suo marito, era tutt'altra, serena e colle rose in volto. « — Se tu vedessi! Un cassone alto così di roba bianca! Anelli, pendenti [...]
[...] DEI MOTOORI, trad. dal giapponese prof. A. Severini. - Firenze, Successori Le Monnier, 1882. [...]
[...] Lidone, aperi « A s’amicu e Mamojada, « Chi ti battit cambarada « De zente e coro sinzeri: « Pro li dare un’ora e pasu, « Focu, binu e pane e [...]
[...] casu (I). (I) Peppe Lidone, apri la tua porta all’amico di Mamoiada, il quale conduce seco una comitiva di amici leali, venuta a chiederti [...]
[...] venerando vecchio, con la barba bianchissima che gli copriva tutto il petto, venne fuori, tenendo in alto una candela di ferro a quattro becchi [...]
[...] , la quale gli illuminava la simpatica faccia. Senza stare troppo a pensare rispose a Pietro Barraca, cantando con voce vibrata. « A s’amicu e [...]
[...] ospitale. — A tutte le ore, tu lo sai, la mia casa è aperta per gli amici, e per gli amici degli amici. — E voi siate tutti i ben venuti, sebbene io [...]
[...] questi paesi cercandoli. Ma intanto io li trattengo qui, mentre tutte queste belle ragazze saranno stanche, Dio sa come. Mi compatiscano, a [...]
[...] giovanotti, domestici di zio Peppe Diego, vennero fuori a prendere i cavalli dei viaggiatori. Nelle cucine sarde il fuoco non si spegne mai, nè [...]
[...] fuoco delle Vestali. A qualsiasi ora un viandante cerchi rifugio in una cucina sarda, è sicuro di trovarlo, assieme ad un fuoco gigantesco per [...]
[...] anche dei padroni. Là si ricevono gli amici, invitati spesso a prender parte al desco famigliare, là si discutono le questioni di interesse privato [...]
[...] focolare. Il padrone di casa offrì agli ospiti piccole sedie nane, e li invitò a sedersi. Le donne furono affidate alle figlie di zio Peppe, due [...]
[...] fanciulle piene di giovinezza rigogliosa, e agli uomini cominciò a pensare egli stesso, facendo passare in giro un bicchiere capace di un litro [...]
[...] canuta disse: — Bevo alla salute e felicità dei forestieri, che han voluto far onore a me ed alla casa mia, con la speranza di berne uno in casa [...]
[...] loro a Mamojada, per la festa di San Cosimo; e di un fiato vuotò il bicchiere. — Alla vostra salute, e Dio voglia che ci sia dato tanto piacere e [...]
[...] montare a cavallo un servitore, e lo mandò ad un ovile vicino, per uccidere quattro agnelli, i migliori del gregge, mentre Arega, la vecchia [...]
[...] fantesca di casa, faceva il suo ingresso fatale nel pollaio, tirando il collo a parecchi sultani di quell’harem pennuto. A don Zua, il quale godeva il [...]
[...] alla cucina, si dava l’assalto a parecchi giganteschi piatti di maccheroni conditi senza risparmio. Brecce enormi furono fatte da tutti i lati [...]
[...] appetito. Alla carica ci si era andati in silenzio, e direi quasi con religiosa venerazione. Il primo a rompere il silenzio fu Pietro Barraca [...]
[...] l’aiuta, soggiunse don Zua. — Fino a un certo punto io sto con lei, santo Dio; ma anche il cielo si stancherà della intemperanza di mia moglie [...]
[...] parmi che San Mauro, che guarisce gambe e risana teste, farà anche questo miracolo; che ne dite voi, comare Boè? A togliere Boella dall’impiccio [...]
[...] , e parecchi bottiglioni di vino eccellente sparirono, portando una schietta allegria nei commensali. Fu allora che cominciarono a fervere le [...]
[...] , di banditi, di fucilate, di tradimenti e di battaglie. Zio Peppe Diego che aveva combattuto volontario nel 1848, non potè fare a meno di [...]
[...] mostrare la cicatrice di una ferita al petto riportata a Goito, e raccontando il fatto pianse di gioia. — Evviva zio Peppe Diego, gridò don Zua, il [...]
[...] quella sessantina di casette nane (muristenes), le quali vengono abitate dai fedeli che vanno a fare la novena, accoccolate tutte intorno alla [...]
[...] chiesa coi loro tetti oscuri, o pieni d’erbe, contribuivano a dare vieppiù l’aspetto di castello alla chiesa. Fuori del ricinto sacro era sorto un [...]
[...] della festa. I viaggiatori si fermarono a contemplare da lungi quel grandioso paesaggio, e per qualche istante nessuno aprì bocca. La chiesuola [...]
[...] allo sguardo, il più bello, il più grandioso, il più ricco dei quadri, ove il colore fosse stato gettato a grandi pennellate, senza risparmio, con [...]
[...] , si era appoggiata mollemente contro la sua spalla, tanto che i riccioli dei capelli di lei, mossi dalla brezza, andavano a folleggiare sul collo [...]
[...] , disse don Zua, già disperato alla sola idea di perdere Boella in mezzo a quel pandemonio. La fanciulla capì il pensiero di don Zua, e gli [...]
[...] posti in luogo sicuro i propri cavalli, e liberi da ogni pensiero, si decisero a frammischiarsi anche loro in quel mare vivente della festa. Il [...]
[...] primo pensiero fu di andare a ringraziare il Santo, perchè li aveva assistiti nel viaggio. Ci volle del bello e del buono prima di poter [...]
[...] penetrare in chiesa! I fedeli si riversavano dentro la spaziosa chiesa, a torrenti, pigiandosi, urtandosi, stringendosi, senza lamenti, senza brontolii [...]
[...] . Ed egli, il buon frate, vescovo, guardava dall’alto della sua nicchia, tutto quel popolo prostrato dinanzi a lui, col suo eterno sguardo [...]
[...] folla inginocchiata, e a mano, a mano, andava guadagnando terreno. Quando fu vicino all’altare s’inginocchiò con Boella e pregò; pregò caldamente [...]
[...] depose sull’altare. L’uscir dal tempio non fu meno disagevole dell’entrare, perchè l’onda umana continuava, continuava sempre, incessantemente a [...]
[...] , interminabile, di fanciulle bellissime, di spose procaci, di vedove piene di tentazioni, e miste a loro, vecchie dai profili adunchi, di [...]
[...] gomiti per arrivare a baciare l’altare del Santo. Quando don Zua potè mettere, assieme a Boella ed ai compagni, il piede fuori dalla chiesa respirò [...]
[...] accorrevano a sciami, gaie, vezzose, piene di incanti e di seduzioni, rovesciavano tutte le stoffe, discutevano coi venditori, andavano via, poi tornavano [...]
[...] scherzi osceni degli ubbriachi; condannate a stare giorno e notte, sempre sul chi vive, accanto al loro tavolo, senza prendere un’ora di sonno [...]
[...] stuzzicando di tanto in tanto, con parolacce, la povera infelice a gridar più forte. Fuori, dinanzi alla tenda una scimmia incatenata ad un ramo [...]
[...] d’albero, coi suoi lazzi faceva ridere a crepapelle un mondo di ragazzi cenciosi, che si divertivano a tirarle pietruzze di nascosto. Quà e là le [...]
[...] tende dei rivenditori di vernaccia e di dolci. A ogni passo un Gavoese, che assordava i passanti, col tintinnìo dei campanacci e degli speroni [...]
[...] da vendere. Dappertutto un vociare incessante, assordante, che misto al sole caldissimo, alla polvere che si sollevava a nuvoli, al continuo via [...]
[...] , che a centinaia avevano portato colla speranza di smerciarli. Per attirare il pubblico percuotevano sui paiuoli, cosicchè pareva che cento [...]
[...] campane suonassero contemporaneamente. I Milesi, questi nomadi dell’isola colle loro ceste, a cono tronco, piene di muggini arrostiti, incartocciati [...]
[...] soffocante, le capanne venivano prese d’assalto, per godervi un pò d’ombra, ed i frutti dorati sparivano a centinaja. Il laborioso milese non perdeva [...]
[...] cucinava in un canto. Di sotto a quel momentaneo rifugio si godeva lo spettacolo della festa in tutta la sua splendidezza. Le baracche di frasche [...]
[...] sparse a centinaja per la pianura, ove il popolino faceva baldoria, formicolavano di gente piena di allegria; i carri ricoperti con lenzuola [...]
[...] tanto dal campanile echeggiò lo squillo delle campane, e la processione si mosse, partendo dalla chiesa. In testa erano i fedeli a cavallo, con [...]
[...] labari e bandiere, a capo scoperto, tutti ordinati costringendo i focosi animali ad un passo lento e regolare; poi i confratelli col Santo, dietro [...]
[...] a loro il rettore di Sorgono, con una gran cappa di broccato d’oro, modulando le preci, in toni nasali; appresso una infinità di uomini, tutti [...]
[...] furiose di quel popolo fanatico, sarebbero stati sufficienti a pagare anche un posticino di paradiso. I cavalieri fecero ancora tre volte il giro [...]
[...] si vedeva altro che gente a cavallo, partire, partire, dandosi degli addio clamorosi, delle cordiali strette di mano, dei baci lunghi [...]
[...] il vino d’Oliena a due franchi al litro, il motivo di quella commozione. Le tettoie di frasche cadevano, le capanne di stuoie venivano [...]
[...] disfatte, le ricche botteghe scomparivano, ed i carri dormitorî si mettevano in moto lentamente, dondolando, come bastimenti che uscissero dal porto a [...]
[...] della notte, si addormentava di un sonno che doveva durare un anno. XXIX. — E tu attenderai fino a quando io abbia conseguito ciò che brami [...]
[...] era finalmente deciso a spiegare apertamente le sue intenzioni a Boella, la quale ne era già stata preparata dalle poche parole dettele da don [...]
[...] ostacoli a don Zua; gli aveva parlato del ridicolo al quale sarebbe andato incontro, sposando lei, figlia del popolo, mentre avrebbe potuto, col suo [...]
[...] una ragazza di condizione inferiore alla sua, avrebbe perduto le sue tinte più forti; e dinanzi a quella potenza di volontà, la sua sarebbe [...]
[...] la ninna nanna, quando la cullava piccina: « De cavalleris isposa, « T’appo a bider, a manna, « Prus bella de sa rosa « Prus sottile e sa [...]
[...] canna. « Chin bestes de broccau « Asa andare a isposare « Su cavalleri istimau, « A pedes de s’artare. « Asa a esser su tesoro « De sa bezzesa [...]
[...] mia, « Dormi, vida e coro, « E reposa a ninnia. (I) Lei non li aveva sentiti quei versi, dettati dal grande amore della madre; la quale era morta [...]
[...] , poveretta, senza che si fosse avverato il vaticinio; però il padre suo tenne a mente quelle strofe indimenticabili, e glie le aveva insegnate [...]
[...] faceva la casa; quante ne aveva viste lei di ragazze che s’erano maritate, così, per amore, e poi avevano finito a bastonate coi mariti! Lei non era [...]
[...] , più snella di un canna. Tu andrai a nozze vestita con abiti di broccato per sposare, a piedi dell’altare, l’amato cavaliere. Sarai il tesoro della [...]
[...] costringerli a sposarle, quelle zitellone di quarant’anni! Le avrebbe fatte inviperire davvero, quelle anticaglie da museo! — Perdina! esclamò Pietro [...]
[...] Barraca, siamo già a Sorgono, in un’ora! si cammina come il vento, si cammina, e se domani i cavalli avranno questa buona voglia, in sette ore, da [...]
[...] Tiana, saremo a Mamoiada. A due tiri di schioppo, il campanile di Sorgono s’ergeva maestoso sopra i tetti affumicati del paese, circondato [...]
[...] , nuotanti nelle penombre dorate dai riflessi del tramonto. — A Sorgono si passa diritti? chiese don Zua. — S’intende, rispose Barraca, bisogna [...]
[...] , quasi spopolato, perchè tutti erano andati alla festa, e sarebbero tornati la sera, tardi, a piedi. Dalla chiesa usciva qualche vecchierella [...]
[...] sgranando il rosario, e sotto ad una tettoia fabbricata contro il muro della chiesa, parecchi dei vecchi ottimati del paese, a turno mettevano in [...]
[...] meschino, aveva sentito parlare come di un paese pieno di delizie. All’uscita del paese i Mamoiadini scantonarono in una viottola a sinistra, che [...]
[...] corbezzolo vi avevano intessuto sopra una fitta volta verde, tanto che la luce non vi penetrava che a sprazzi. Quella salita che non durò molto, andò a [...]
[...] finire in un altipiano d’onde si dominava tutto il paesello, che cominciava a macchiarsi di grandi ombre, nuotando in un mare di nebbia e di fumo [...]
[...] bianchiccio. Dato un ultimo addio a quelle terre ospitali, i viaggiatori s’internarono nell’oscurità del bosco fittissimo, e dopo un’ora e [...]
[...] mezza entravano in Tiana che era già immerso nel sonno; ma la casa di zio Peppe Lidone era aperta a tutte le ore. Egli, il buon patriarca, questa [...]
[...] volta non si era lasciato cogliere alla sprovveduta, perchè, aspettandoli da un momento all’altro, aveva fatto preparare una cenetta, che, a [...]
[...] via a letto, perchè l'indomani bisognava viaggiare tutto il giorno. Gli altissimi letti di legno, coi cortinaggi bianchi a guisa di baldacchini [...]
[...] e l’eco lusinghiera delle sue promesse, non gli lasciarono prendere riposo. XXX. Che don Zua fosse il fidanzato di Boella, a Mamoiada, lo [...]
[...] notizia, del futuro matrimonio, da Filomena Dringhili, la quale era cuore ed anima con Boella, i giovinetti del paese, a don Zua, gli avevano fatto [...]
[...] , togliendo a Mamoiada il suo più bel fiore. C’era accorso il vicinato, e don Zua aveva invitato tutti, senza risparmio, trovando per ogni persona una [...]
[...] casa di don Zua, riservandosi il diritto di raccontare le cose, a modo suo, infiorandole di quante bellezze le venivano in mente. Quante cose [...]
[...] se era diventato matto rimettesse la testa a partito, che quella ragazza era una.... Ma dite voi, comà, se eran cose da dire, calunniare una [...]
[...] , che avrebbe fatto il piacer suo; che non lo stessero a seccare di più, perchè li avrebbe fatti mettere alla porta come due cani rognosi. — E se [...]
[...] dentro al cortile dicendo: Bastardo! Vi sembran cose da farsi? insultare così la memoria della propria madre? tutto le si poteva dire a donna Clara [...]
[...] , con la superbia che hanno! — Pure, volere o non volere, don Zua farà il suo capriccio, e ben fatto; solo per non darla vinta a quella razza [...]
[...] dame ce ne sarebbe da scrivere un libro più grosso del breviario di prete Ignazio. Ma ora son cose passate, ed a me non interessa punto di [...]
[...] Dorotea se ne andò, sicura di tenere il segreto, fino a che non avesse trovato un’altra conoscente alla quale confidarlo, mentre zia Chischedda [...]
[...] fatto un taglio di noci colossali, e ne aveva ricavato il tanto per poter vivere modestamente a Nuoro, per un anno; e dopo aver affidato ad un [...]
[...] fretta, che la stessa Boella ne restò meravigliata, e per un momento, di fronte a tanta abnegazione, provò qualche palpito d’amore per don Zua [...]
[...] cupola color di piombo, della parrocchia, sentì il gran vuoto che si faceva nel suo cuore. Solo allora s’accorse che dietro a sè lasciava quanto [...]
[...] , e dietro ai quali c’era la casetta bianca di Boella; il suo occhio si posò a lungo su quello sfondo amico, e solo si riscosse quando due lagrime [...]
[...] calde gli caddero sulle mani. — Matto! disse a sè stesso, sono peggio di un ragazzo! non è forse mia? non posso tornare sempre che vorrò [...]
[...] fico, e battendo l’ali con tardo volo s’andò a posare lontano sopra una roccia. Don Zua seguì con l’occhio il volo del sinistro uccello, quasi [...]
[...] i folti boschi di querce, ove si divertiva tanto a spaventare le gazze, quando altre volte, da studente, aveva fatto quella strada; rivide la [...]
[...] foggiata a tettoia, che li aveva riparati, l’ultima volta che il babbo lo aveva accompagnato a Nuoro, e ne ebbe una stretta al cuore. Povero [...]
[...] i campanili della cattedrale di Nuoro, come due grandi braccia alzate al cielo, chiedenti pietà, cominciarono a distinguersi chiaramente [...]
[...] , spiegando maestosi nel fondo verde oscuro delle querce di Ortobene. XXXI. Erano già passati alcuni mesi, dall’arrivo di don Zua a Nuoro. Egli s’era [...]
[...] rinchiuso nella sua cameretta d’onde non usciva che per andare a prender lezione da un professore, il quale lo preparava a dar gli esami di [...]
[...] volontà era ferrea. Quando era stanco di studiare pensava a Boella, quella era la sua ricreazione; ed in quel pensiero costante, prendeva lena [...]
[...] , prendeva forza, per studiare di più. L’amore per la bella fanciulla gli aveva fatto fare in pochi mesi, ciò che non era riuscito a fare in [...]
[...] dell’avversario vinto, ai piedi dell’amata castellana. A Mamojada Boella non faceva certo la stessa vita. L’amore per don Zua era l’ultimo suo [...]
[...] pensiero; se pure qualche volta ci pensava. Continuava a farsi corteggiare, da tutti gli adoratori, e non mancava mai ad un ballo, nella piazzetta [...]
[...] della chiesa. I compaesani tutti i quali sapevano che aveva promesso fede a don Zua, non perdevano l’occasione di criticarla, e di dirne ire di Dio [...]
[...] . Ma era quello un fare da zitella fidanzata? chi si era mai vista andare ai balli, senza che ci fosse lo sposo? A che tempi si era venuti [...]
[...] , l’avrei accompagnata a calci fino a casa; e con la pipa, che aveva tra le mani, fece una gran croce in terra, per attestare che diceva il vero, e [...]
[...] per affermare che l’avrebbe fatto. — Chi glielo avrebbe detto, vent’anni fa, a Marco Santoru, quando andava alla giornata, che avrebbe maritato la [...]
[...] non sarebbe successo. — Avete ragione. — Mi pare però, aggiunse zio Pasquale, che quel don Zua è predestinato a morire incoronato. Diavolo [...]
[...] , avere gli occhi chiusi fino a questo punto, poi! Scommetto che l’avrebbe lasciata anche Bambarru, se l’avesse vista fare questa vita! — A proposito [...]
[...] l’ha visto ha gli occhi buoni, e non ha nessun interesse a dire una cosa, quando non è vera; chi l’ha visto, proseguì zio Taneddu, voltandosi [...]
[...] intorno ed abbassando la voce, è Ciccio Maria, il mio servo. — Ah, brutta strega! — Mala femmina! — E don Zua, quel babbeo, che se ne sta a Nuoro ad [...]
[...] acchiappar le mosche; se avesse continuato a fare il fatto suo qui, a Mamojada, l’avrebbe pensata meglio. Ha tagliato quei noci, che sembravano [...]
[...] zappare la vigna, il brigadiere ha buoni fianchi e non si stanca presto. — Si dice che il mese entrante prenda il congedo, e si stabilisca qui a [...]
[...] Mamojada. — A far che? chiese zio Pasquale. — A far che? ma non sapete che quello lì, adesso, prende belle migliaia di scudi dalla massa, e con [...]
[...] gli scudi farà molte cose a Mamojada! Non lo avete visto sempre, che i forestieri nel nostro paese, trovano il paradiso terrestre, e ci mettono [...]
[...] sparivano chiacchierando e ridendo forte, nelle viuzze strette che andavano a grado, a grado, riempiendosi d’ombra. XXXII. — Spergiura [...]
[...] accolto le proteste d’amore del bel brigadiere, e si era a lui fidanzata. Il brigadiere si era congedato, e fra poco si sarebbero celebrati [...]
[...] gli sponsali. Questa notizia si era sparsa in un momento a Mamoiada; e sebbene sul principio non ci si prestasse fede, nessuno ne ebbe più alcun [...]
[...] a Nuoro, e ne aveva dato la notizia a don Zua, che ne era rimasto schiacciato. Le lagrime, presto, si inaridirono nei suoi occhi, nè più un [...]
[...] lamento gli uscì di bocca. Il dolore lo aveva soprafatto, al punto che non aveva più forza di piangere. — Ed ora parmi inutile che lei continui a [...]
[...] starsene a Nuoro, osò dire Margherita, a me parrebbe bene che se ne tornasse a Mamoiada, ove la sua presenza è necessaria; lei sa meglio di me che [...]
[...] affidate a mani estranee. Don Zua sorrise mestamente. Che gli importava più delle sue terre? non aveva egli perduto tutto, perdendo Boella? sarebbe [...]
[...] potuto vivere a lungo senza di lei? — Non mi risponde niente? insistè Margherita. — Che vuoi che ti risponda? fa tu, disponi tu, per me è [...]
[...] riuscirò a dimenticarla, forse le perdonerò anche tutto il male che mi ha fatto. — Don Zua, il perdono è delle anime grandi, è una azione degna di [...]
[...] avidi di novità, godano l’ultimo atto del dramma. Anche questo era destino. XXXIII. Sebbene don Zua fosse entrato a Mamojada, di notte, pure la [...]
[...] notizia non durò molto a propagarsi, e l’indomani tutto il paese lo sapeva. Lo seppe anche Boella; ma non se ne impensierì. Non ne morrà [...]
[...] imbiancata a nuovo, ed avevano dato la tinta alle finestre ed alle porte. In cucina non si accudiva ad infornare pani dolci, e mille altri [...]
[...] impareggiabile maestria! Centinaia di cuori di pasta, ridotta a fogli sottilissimi, come la carta, ripieni di pasta di mandorle, punteggiati con succo [...]
[...] forse derivante dal francese chateau, appunto perchè a questo genere di dolci, fatti di mandorle cotte col miele e con lo zucchero, si dà la forma [...]
[...] quel lavorio era per lei; oh! non avrebbe certo sfigurato, il babbo lo aveva detto che non voleva badare a spese, perchè di figlie da maritare ne [...]
[...] sigillato con ceralacca, centinaia di bottiglioni e di damigiane. Dentro a quelli c’era il vecchissimo di Oliena, il quale da nero era diventato [...]
[...] . Don Zua, dopo il suo ritorno a Mamojada, s’era rinchiuso nella sua cameretta, e non ne era più uscito. Margherita qualche volta osava entrare da [...]
[...] fischiava lugubre, fra i rami ischeletriti degli alberi, ed un nevischio fino, turbinando copriva a poco a poco i tetti, e le strade del paese. Dagli [...]
[...] , nel mentre che io vado a sellarlo, preparami la bisaccia, con un pò di pane e formaggio, e due bottiglie d’acquavite. — Ma, scusi, è diventato [...]
[...] pò di vento, perchè la neve cade ghiacciata? ma non sai che io brucio, che dentro a me c’è un fuoco che mi divora, un fuoco che mi sosterrà fino [...]
[...] a quando il mio odio, la mia vendetta non sarà soddisfatta; fino a quando non vedrò con questi occhi, morire chi ha distrutto la mia felicità [...]
[...] violenza il portone dietro a don Zua; ed egli con una bestemmia si pose in cammino, colla sola compagnia del suo fido fucile, e della violenta passione [...]
[...] fatalità che perseguitava l’Ebreo errante; cammina! cammina gridava a don Zua, il desiderio della vendetta. E via, per viottole scoscese, per [...]
[...] a Sorgono. La paura che qualcuno lo vedesse, ed un senso di pietà verso il suo povero cavallo, il quale aveva già camminato quasi dieci ore [...]
[...] , senza prender mai respiro, lo spinsero a fermarsi. Il biancore pallido del mattino, penetrando fra i rami spogli di foglie, completamente coperti [...]
[...] di merletti fini, candidissimi, ed accrescevano originalità a quei rami bianchi di alabastro, simili alle stalagmiti di una grotta, ove da [...]
[...] insensibile a quelle bellezze fantastiche della natura! Egli, con l’occhio esercitato dell’uomo della campagna, in breve seppe scoprire un luogo [...]
[...] potuta penetrare. Sotto agli ampi macchioni di corbezzoli, dai frutti vampanti, nel verde lucido delle foglie, era a metà nascosta una specie di [...]
[...] spelonca, formata da parecchie rocce sovrapposte l'una a l’altra, così bene, che ci si poteva stare al sicuro, da qualunque uragano. Don Zua liberò [...]
[...] fabbricato (I) M. Valéry nel suo libro Voyages en Sardaigne parlando di Aliai dice: « A une heure de Fordongianus est le petit village d’Allai, de [...]
[...] accorrevano segretamente a lei, per consultarne gli infallibili responsi. La vecchiarella dispensava ai credenzoni, che andavano a consultarla [...]
[...] del corpo, a seconda del sortilegio. Chi veniva a lei con qualche scudo in tasca, o con un cavallo di provviste, era sicuro di tornarsene indietro [...]
[...] coprendo di certi nuvoloni neri, ed una tramontana frizzante intirizziva le membra. — Coraggio, disse a sè stesso don Zua, sarà questo l’ultimo [...]
[...] sforzo; fra sei ore avrà deciso il destino; e si preparò a riprendere il suo viaggio. Quella fu una notte terribile! In tutto il Sarcidano, e in [...]
[...] tutto il Mandrolisai la ricordano ancora con spavento, e si fanno il segnale della croce quando ne parlano. Nei paesi crollarono le case a [...]
[...] tutto, nella furia delle onde. Come si salvò don Zua? Neanch’egli sarebbe stato buono a raccontarlo! Fu la fatalità! pensò mentre in lontananza [...]
[...] cominciava a distinguere il paesello illuminato, a volte, da un pallido raggio di luna che tratto, tratto, veniva offuscato da certi nuvoloni neri [...]
[...] , era certo di non sbagliare, cercando l’abitazione della maga. Ognuno era informato a puntino sulla località ove era situato l’alloggio [...]
[...] misterioso, il quale aveva fatto correre dei brividi freddi per le ossa a molti, al solo pensiero di dovervi entrare. Tutti la dipingevano allo stesso [...]
[...] di gufi, bianchi, come la faccia della morte, e vi ripetevano per più ore il loro luttuoso singulto. Ogni buon cristiano del paese, obbligato a [...]
[...] ringhio sordo di cane, gli risposero. Di lì a poco, sentì un fruscìo internamente, poi lo scricchiolìo della finestra che si apriva. In quel [...]
[...] momento una freccia di luna forò le nubi, ed andò a illuminare il finestrino. Don Zua, sebbene fosse coraggioso a tutta prova, rabbrividì, ed i [...]
[...] capelli gli si rizzarono sul capo; là davanti a lui, incorniciata dal finestrino circolare, stava la testa della maga; una orribile, ributtante testa [...]
[...] collo; questo è il segnale di riconoscimento che a Nuoro mi ha dato Viperona. Non furono necessarie altre spiegazioni; la maga aveva [...]
[...] diceva che la vecchia, nel suo antro, nascondesse un tesoro; ma che c’era un diavolo incatenato per custodirlo, e guai a chi avesse osato di andarlo [...]
[...] a toccare; però le dicerie si fermavano lì: nessuno aveva mai visto nè il diavolo, nè il tesoro. La maliarda, dopo essersi assicurata che [...]
[...] nessuno la spiasse nei dintorni, chiuse la porta in silenzio, ed offerse a don Zua l’unico sgabello. — Buona donna, ho poco tempo da perdere [...]
[...] queste ultime parole, ed abituata a quelle visite improvvide, a quelle ore, di giovani come don Zua, capì per filo e per segno di ciò che si [...]
[...] vero? disse, brutto tempo per noi, poveretti! Quest’inverno, se continua a questo modo, si muore di fame. Don Zua non poteva star fermo sullo [...]
[...] la Boella del suo cuore sarebbe dovuta morire e poi disse: — Sì, muoiano entrambi, poi toccherà a me. — E sia, mormorò la strega, prima però [...]
[...] giuri che manterrà il segreto, e presentò a don Zua un rosario nero. Egli vi pose sopra la mano destra: — Lo giuro per la memoria della mia povera [...]
[...] madre. — Ed ora, ci pensi bene, è deciso a far tutto? — Sì, tutto! — Mi dia il suo fazzoletto. — Don Zua glielo diede, e con esso si lasciò [...]
[...] di cera, malamente plasmate, raffiguranti un uomo ed una donna; quindi rimise tutto nel primiero stato, e permise a don Zua di togliersi la [...]
[...] una fanciulla sedicenne, morta da due a cinque anni. Don Zua tremava a verga, ed i denti gli battevano per un brivido di freddo, che gli [...]
[...] alla sepoltura della fanciulla. Tornato a casa farà bollire, per un’ora, il teschio nell’acqua presa da un fiume, e quindi andrà a versarla là [...]
[...] ! gridava anche a lui la voce della fatalità. XXXV. Fin dalla mattina, prestissimo, in casa di zio Marco Santoru, c’era un via vai, un gridìo, uno [...]
[...] signor rettore. Egli aveva una risposta per tutti, e la sua opera era, per ogni faccenda, immediata. Attorno a Boella vi erano tutte le amiche [...]
[...] Boella! vorrei essere io, il tuo futuro sposo, ti mangierei a furia di baci! — Adulatrice, rispose la fanciulla, arrossendo di piacere per quel [...]
[...] chiamata col nome generico di Campidano. Don Tottoi discendeva da una famiglia di antica nobiltà, però andata a male, e per questo aveva preso [...]
[...] appoggiarsi a quella sicura antenna, nelle vicende burrascose della vita, ed eravi riuscito, sacrificandone un altro: il povero don Zua! Quel giorno il [...]
[...] anche i cavalieri. — Mia figlia sposa un cavaliere come loro, disse a Pietro Barraca, il quale gli aveva fatto osservare che lo avrebbero [...]
[...] cominciata dalle tignole; tutto il resto era identico; cioè no, prendo errore, don Simone aveva cambiato parrucca, perciò era costretto a tener [...]
[...] continuamente una mano al cilindro, per paura che il crine della parrucca, ancora restio a prender piega, non glielo facesse saltare per terra. Un [...]
[...] di Boella, la quale ne ebbe un sussulto. Si guardò, ancora una volta, nello specchio, e si avviò in mezzo a due sue cugine, vestite anch’esse [...]
[...] corse per la schiena, e non potè trattenersi dal correrle incontro sorridente. La fanciulla chinò il capo ed arrossì ponendoglisi a lato; allora il [...]
[...] , abbandonato la falda del cilindro per soffiarsi il naso, si ebbe una bella manata di grano in testa, ed il preistorico tubo andò a rotolare in mezzo al [...]
[...] ne vedevano più; che pelo! che leggerezza! In casa di Marco Santoru fu un vero assalto ai dolci, ed i vini corsero a rivi. I doni (sos presentes [...]
[...] ) si succedevano senza tregua; per lo più consistevano in un canestro di grano, nel mezzo al quale era a metà sepolta una caraffina di vino bianco [...]
[...] corna dorate, e deponendoli in terra auguravano agli sposi di possederne a migliaia. Qualche orfeonista non mancava, e spasimi di fisarmonica si [...]
[...] pranzo, fece un tentativo di epitalamio; ma fu obbligato a ricacciarlo in gola, appunto perchè lo aveva prevenuto don Ciriaco, il quale dopo [...]
[...] perchè era stato troppo.... eloquente. Ciò produsse un momentaneo disturbo, a tavola, e signor Vittorio perdette il filo delle idee. In piazza, una [...]
[...] di Marco Santoru, e quasi prendendo parte a quell’allegria, a quelle risate clamorose, a quel gridìo lieto, che prorompeva fuori, come un [...]
[...] torrente, ogni volta che si apriva la porta, per recare nuovi cibi, e nuovi vini a quei pantagruelici. Dal cielo azzurro, il sole riversandosi a [...]
[...] vide, a notte, tornare don Zua, bianco più della neve, che copriva il terreno, infangato, stracciato più di un pezzente; — sembra un morto! lei [...]
[...] augurare a Margherita la buona notte. — Sempre la stessa idea, disse a sé stessa Margherita, sempre lo stesso amore di prima, e la stessa [...]
[...] frenesia. Mancava poco alla mezzanotte; il cimitero era là, a due passi dal paese; ma don Zua non volle perdere tempo. Uscì senza far rumore per [...]
[...] anni prima era morta la figlia sedicenne di don Eusebio, e don Zua aveva pensato a quel teschio, per mandare ad effetto la malìa. La tomba era [...]
[...] piantata nel suolo, continuando a fissare irrigidito l’immane fantasma, che si avanzava, si avanzava sempre, aprendosi la via fra le croci, le [...]
[...] l’anima sua fu presa da orrore. L’ombra gli si avvicinava sempre. Quando non fu che a due passi da lui, egli fece uno sforzo supremo per divincolarsi [...]
[...] da quella stretta invisibile, che lo teneva fermo a quel posto; volle gridare, volle fuggire, alzò le mani verso il cielo, chiedendo pietà [...]
[...] Boella in mani a un altro; che matto! Dio ci dà la vita e noi ce la togliamo. Dopo aver coperto il cadavere di don Zua, col manto funebre che si [...]
[...] dava per il seppellimento dei poveri, corse a darne avviso al Sindaco. Questi, finito il pranzo nuziale, eccitato dai fumi dei diversi vini, si [...]
[...] riscaldava in una argomentazione teologica col rettore, il quale sarebbe andato molto volentieri a letto; ma che per salvare le convenienze [...]
[...] , dalla festa nuziale corse al cimitero. — Poveretto! disse Boella guardando dolcemente lo sposo. Egli le prese la testa fra le mani e la baciò a [...]
[...] della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore belle e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a [...]
[...] base di golfo e di colline fiorite, di cui noi 2 abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi [...]
[...] seccata con racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere l'altra parte: il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti [...]
[...] ; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i [...]
[...] il governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso [...]
[...] ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e a tutto provvede, perchè [...]
[...] principali del quartiere Porto, c'è di tutto: botteghe oscure, dove si agitano delle ombre, a vendere di tutto, agenzie di pegni, banchi lotto; e [...]
[...] Mezzocannone è popolata tutta di tintori: in fondo a ogni bottega bruna arde un fuoco vivo sotto una grossa caldaia nera, dove degli uomini seminudi [...]
[...] passarvi più. Vi è un'altra strada, che, dietro l'educandato di San Marcellino, conduce a Portanova, dove i Mercanti finiscono e cominciano i [...]
[...] di un villaggio sudicio. Ivi, a un certo punto, non si può procedere oltre: il terreno è lubrico e lo stomaco spasima. * ** In sezione Vicaria [...]
[...] . Attorno alla piazzétta dei SS. Apostoli vi sono tre o quattro stridette: Grotta della Marra, Santa Maria a Vertecoeli, vicolo della Campana [...]
[...] del tribunale, di questa grande e storica Vicaria, sembrano proprio il suo ambiente, vale a dire un putridume materiale e morale, su cui sorga [...]
[...] fatto la rivoluzione, dove hanno tagliato il capo a Corradino di Svevia: sì, sì, ne hanno parlato drammaturghi e poeti. Se ne traversa un lembo [...]
[...] i cenci luridi della vecchia e povera Napoli: il Lavinaio, che è il grande ruscello dove la sporcizia viene a detergersi, superficialmente [...]
[...] ; vi è il vicolo di Sant'Arcangelo a Baiano. Io sono donna e non posso dirvi che siano queste strade, poichè ivi l'abbiezione diventa così [...]
[...] nell'inverno; dove le scale sono ricettacoli di sudicerie; nei cui pozzi, da cui si attinge l'acqua così penosamente, vanno a cadere tutti i rifiuti [...]
[...] 10 cui sistema di latrine, quando ci sono, resiste a qualunque disinfezione. Voi non potrete lasciare in piedi le case, nelle cui piccole stanze [...]
[...] piedi i cavalcavia che congiungono le case; nè quelle ignobili costruzioni di legno che si sospendono a certe muraglie di case, nè quei [...]
[...] lasciare in piedi certe case dove al primo piano è un'agenzia di pegni, al secondo si affittano camere a studenti, al terzo 11 si fabbricano fuochi [...]
[...] raccolta di poverette, al terzo un deposito di stracci. Per levare la corruzione materiale e quella morale, per rifare la salute e la coscienza a [...]
[...] , che cento Opere Pie non arrivano a debellare, che la carità privata, fluidissima, non arriva a vincere; non la miseria dell'ozioso, badate [...]
[...] appartamentini a meno di trentaquattro lire il mese. Nessun operaio vi andò. Vi andarono degli impiegati con le famiglie, qualche pensionato [...]
[...] lì, a far prova della miseria napoletana: anzi, anzi, gli scrupolosi e presuntuosi borghesi che vi abitano, punti nel loro amor proprio da coloro [...]
[...] che li accusavano di abitare le case operaie, hanno fatto dipingere a grandi caratteri questa scritta, 16 sull'ingresso maggiore: le case della [...]
[...] guadagna in un mese: chi porta una lira di giornata a casa, si stima felice. Le mercedi sono scarsissime, in quasi tutte le professioni, in tutt'i [...]
[...] paesi. Quelli che guadagnano tre lire a Milano, quattro a Roma, ne guadagnano una a Napoli, tanto che in questo benedetto e infelice paese, è dove [...]
[...] vestita d'Italia; che a Napoli si fanno le più belle scarpe e i più bei mobili economici; notate che Napoli produce i più buoni guanti. Altri [...]
[...] mestieri inferiori stabiliscono la mercede a settantacinque centesimi, a dodici, soldi, a dieci soldi. Per questo non possono pagare più di cinque [...]
[...] giornata e alla sera si trascina a casa sua, come un'ombra affranta. Ve ne sono di quelle che pigliano due mezzi servizi, a sei lire l'uno, e corrono [...]
[...] case al giorno, a cinque lire: alla sera era inebetita, non mangiava, morta dalla fatica, talvolta non si svestiva per addormentarsi subito [...]
[...] . Queste serve trovano anche il tempo di dar latte a un bimbo, di far la calza; ma sono, esseri mostruosi, la pietà è uguale alla ripugnanza che [...]
[...] , portano un vestito quattro anni, un grembiule 19 sei mesi, Non si lamentano, non piangono: vanno a morire prima di quarant'anni, all'ospedale, di [...]
[...] , pettinatrici, stiratrici a giornata, venditrici di spassatiempo, rimpagliatrici di seggiole (mpagliaseggie), mestieri che le espongono a tutte le [...]
[...] intemperie, a tutti gli accidenti, a una quantità di malattie, mestieri pesanti o nauseanti, non fanno guadagnare a quelle disgraziate più di [...]
[...] realtà, delle piccole serve e che guadagnano cinque soldi la settimana! Ma, per lo più, queste creature restano a casa o nella strada, tutto il [...]
[...] settori da un soldo, sono affidate a un garzone che le va a vendere in qualche angolo di strada, sovra un banchetto ambulante: e lì resta 24 quasi [...]
[...] di due centesimi, pei bimbi che vanno a scuola; quando la provvigione è finita, il pizzaiuolo la rifornisce sino a notte. Vi sono anche, per la [...]
[...] che sono il fondo del paniere dei pescivendoli; dallo stesso friggitore si hanno, per un soldo, quattro o cinque panzarotti, vale a dire delle 25 [...]
[...] poi messe in una salsa forte di aceto, pepe, origano, aglio e peperoni. L'oste sta sulla porta e grida: addorosa addorosa, a' spiritosa! Come è [...]
[...] pidocchiosi, vi è anche il bacco del maccaronaro. Questi maccheroni si vendono a piattelli di due soldi e di tre soldi; e il popolo napoletano li [...]
[...] compratore, badando bene a che l'unto caldo e bruno non coli per terra, che vada tutto sulla mollica, perchè il compratore ci tiene. Appena ha tre [...]
[...] per comprare i commestibili cotti, pranza a casa sua, per terra, sulla soglia del basso, o sopra una sedia sfiancata. Con quattro soldi si fa una [...]
[...] di frutta: ma non spende mai più di un soldo alla volta. A Napoli, con un soldo, si hanno sei peruzze, un po' bacate, ma non importa; si ha [...]
[...] due fette, di quelli che son riusciti male, vale a dire biancastri. Ha anche qualche altra golosità, il popolo napoletano: lo spassatiempo, vale a [...]
[...] , l'asprino, a quattro soldi il litro, o il maraniello a cinque soldi; questo tinge di azzurro la tovaglia. Acqua? — Sempre: e cattiva. IV. GLI [...]
[...] un modo così miserando, con tanta rassegnazione! — la superstizione di questo popolo ha fatto una dolorosa impressione a tutti. La credevate [...]
[...] quarto giorno non uscì il sole; una nuvola fittissima di cenere copriva Napoli, cominciava a piover cenere, come a Pompei; le popolane, in tutti i [...]
[...] quattro quartieri popolari, fu portata in processione la Madonna dell'Aiuto ai Banchi Nuovi, la Madonna di Portosalvo a Porto, il Gesù alla [...]
[...] colonna, della chiesa nel vicolo della Università. O che memoria labile abbiamo tutti! E la vita quotidiana? Solo a guardarsi attorno, a osservare [...]
[...] , con un paio di ceri innanzi, ce ne sono a ogni angolo di strada, nei quartieri popolari, in certe tali feste. Li fanno i bimbi, è vero: ma le [...]
[...] è malato, lo votano a san Francesco: quando risana, lo vestono da monacello, con una tonaca grossolana, col cordone, coi piedini nudi nei [...]
[...] , così ingenuo, così infantile, crede a tanti altri miracoli! Vi è il piede di sant'Anna che si mette sul ventre delle partorienti che non possono [...]
[...] suoi, si vota a una di queste madonne. Dopo scioglie il voto, portandone il vestito, un abito nuovo, benedetto in chiesa, che non si deve [...]
[...] profano. Per aver marito, bisogna fare la novena a san Giovanni, nove sere, a mezzanotte, fuori un balcone, a pregare con certe antifone speciali. Se [...]
[...] pregarlo, a mezzanotte, in una stanza, stando sola, col balcone aperto 39 e la porta aperta, e dopo gli Ave e i Pater dirgli questa antifona: San [...]
[...] , digiunano prima di andare a letto e hanno le visioni. Vivono alle spalle dei giuocatori: non giuocano. Talvolta i giuocatori delusi bastonano [...]
[...] l'assistito, poi gli cercano perdono. Anche i monaci hanno le 41 visioni. Ce n'era uno famoso a Marano, presso Napoli: ci andava la gente in [...]
[...] , abbondano. Una moglie vuole che suo marito, che va lontano, le resti fedele? La strega vi dà una cordicella a nodi, bisogna cucirla nella fodera [...]
[...] pignattino di erbe velenose, metterle a bollire innanzi alla sua porta, nell'ora di mezzanotte. Si vuol far morire una donna, una rivale? Bisogna [...]
[...] ammaestramenti, quali parole, quali esempi si è pensato di dare a questa gente così espansiva, così facile a conquidere, così naturalmente [...]
[...] altro rifugio che in Dio. V. IL LOTTO. Ebbene, a questo popolo eccezionalmente meridionale, nel cui sangue s'incrociano e si fondono tante [...]
[...] , brucia nell'amore e si consuma nel sogno: a questa gente in cui l'immaginazione è la potenza dell'anima più alta, più alacre, inesauribile, una [...]
[...] innanzi al portoncino, il contagio del lotto si comunica alla povera cucitrice che viene a portargli le scarpe vecchie da risuolare; da costei [...]
[...] passa al suo innamorato, un garzone di cantina; costui lo porta all'oste che lo dà a tutti i suoi avventori, i quali lo seminano nelle case [...]
[...] , nelle officine, nelle altre osterie, fino nelle chiese, anzi specialmente nelle chiese. La serva del quinto piano, a destra, giuoca, 48 sperando di [...]
[...] pianerottoli, se li dicono dalle finestre, se li telegrafano a segni. La venditrice di frutta, che sta sotto il sole e sotto la pioggia, giuoca [...]
[...] . In tutte le officine dove gli operai napoletani sono riuniti a un lavoro lunghissimo così male retribuito, il lotto mette radici profonde; in [...]
[...] tutte le scuole popolari giuocano le maestre e giuocano le alunne grandicelle, in comitiva, riunendo i soldi della colazione. Dove sono riunite, a [...]
[...] tutti i commerci, arriva sino all'aristocrazia. Dove ci è un vero bisogno tenuto segreto, dove ci è uno spostamento che nulla vale a [...]
[...] rappresentano la più grande equità morale, esposti a tentazioni che respingono con una inflessibilità degna di maggior premio, provvisti di molti figli [...]
[...] le cambiali e fanno una lotta quotidiana col fallimento, finiscono per aggrapparsi a questa tavola molto incerta del lotto; i grandi giuocatori [...]
[...] di borsa, che vivono sopra il taglio di un rasoio e son capaci di ballarci sopra un waltzer, a furia di febbre del giuoco, assaggiano volentieri [...]
[...] smorfia ossia la Chiave dei sogni a memoria e ne fanno speditamente l'applicazione a qualunque sogno o a qualunque cosa della vita reale. Avete [...]
[...] poveretta e dovrebbe aiutarla. Salvatore Daniele squarta la Gazzarra: biglietto; il popolo dice: chella è mmorta, mo, almeno ce refrescasse a nnuie [...]
[...] quest'altro, che sono usciti. Questa scienza della smorfia è così profonda, così abituale, che per dare del pazzo a qualcuno si dice: è nu [...]
[...] pugno a un'altra, e le rompe la faccia; davanti al giudice, si scolpa, dicendo: m'ha chiammata sittantotto; il giudice deve prendere la smorfia [...]
[...] e vedere a che corrisponde di oltraggioso quel numero. 58 * ** La cabala esiste più per le classi superiori che per le inferiori: ma essa [...]
[...] corrisponde con quei professori di matematica che abitano al vico Nocelle, dodici, o a San Liborio, quarantaquattro, o vico Zuroli, tre, e che [...]
[...] dànno, nelle quarte pagine, la fortuna a chi paga le dieci lire. Ma qualche cosa vi trapela: il tal signore sa i numeri, lo aspettano nella strada [...]
[...] credere a delle macerazioni crudeli e che vive alle spalle di coloro che lo venerano. Ma, dalla casa borghese, per mezzo della cameriera, del [...]
[...] povero monaco resta afflitto da una popolarità pericolosa. È come l'artista che ha fatto un capolavoro: guai se non continua a farne, egli è [...]
[...] convento; andranno a raccomandarsi a sua madre, a suo fratello, a sua zia; lo assedieranno mattina e sera; lo bastoneranno; lo sequestreranno [...]
[...] per quanto più ha denaro. Per quanto sia povero, trova sempre sei soldi, mezza lira, al sabato, da giuocare; ricorre a tutti gli espedienti [...]
[...] popolari da giuocare, quelli che si giuocano sempre, perchè è una tradizione, perchè è un obbligo, perchè non se ne può fare a meno: l'ambo [...]
[...] due milioni di piccole vincite, di cinque e di dieci lire l'una; e tutta Napoli si è coperta di tavolelle, vale a dire che tutti hanno pranzato o [...]
[...] cenato con la vincita, per ricominciare a giuocare, la settimana dopo, con maggior ardore. E ognuno ha il suo biglietto speciale, che gioca [...]
[...] biglietto cabalistico, quello strappato all'assistito o al monaco. Questi quattro biglietti bisogna giuocarli a ogni modo; rappresentano una [...]
[...] media variabile da cinquanta centesimi a due lire la settimana. Quando il napoletano non ha più che due soldi, li va a giuocare al gioco piccolo o [...]
[...] introiti sono larghi, naturalmente a furia di due soldi si arriva a centinaia e centinaia di lire: i tenitori di gioco piccolo arricchiscono quasi [...]
[...] tutti. Alla Riviera s'incontrano degli equipaggi di 65 ricchi borghesi, arrivati a quello col lotto clandestino; si conoscono perfettamente le [...]
[...] pomeriggio del sabato, se il tenitore ha da pagare molte vincite, si affretta a sparire, con tutti i suoi registri, e non paga nessuno. Che importa [...]
[...] . L'aver messo il biglietto a due soldi, non è valso nulla, pel governo: la frode ha continuato, più fiorente, appoggiata su questa grande [...]
[...] . L'USURA. Una povera donna ha bisogno di cinque lire per pagare il padrone di casa, va a cercarle in prestito da donna Carmela che dà il denaro cu a [...]
[...] , vale a dire con quattro lire e mezzo. Il prestito è fatto per otto giorni, l'interesse è di due soldi per lira, si paga anticipato: quindi sulle [...]
[...] nulla e intasca i dieci soldi. Così passano quattro, cinque, fino a dieci settimane, senza che la povera donna abbia mai potuto riunire le cinque [...]
[...] posto ha da esigere una lira, in un altro due, in un altro cinque: e non osano ribellarsi a lei, non avendo da pagarla, non osano ribellarsi [...]
[...] di officina a 70 cui va a denunciarlo. Ella è astuta e cauta, audace e sboccata: ella resta sempre nella posizione di una benefattrice a cui [...]
[...] dà la robba cu a credenza. Quest'altra usuraia prende a basso prezzo tela e percallo e fazzoletti di cotone dei negozi: e li rivende alla povera [...]
[...] vi sono rischi, a grossi affari che offrono sempre, dei pericoli. Le agenzie private di pegni e spegni rappresentano 72 l'usura organizzata in un [...]
[...] a dire che restituì i quattrini presi: al settimo non ebbe neppure quelle cinque lire e il vestito fu venduto. Accorse, per vedere almeno di [...]
[...] repressi, delle lagrime inghiottite, dei pallori subitanei: l'impegnatrice sembra un idolo indiano, a cui si sacrifichi oro e sangue. Alcune [...]
[...] domanda — la povera gente non si rivolge ai due Banchi dello Spirito Santo e di Donnaregina? Perchè si fa spogliare da queste agenzie? Gli è che a [...]
[...] balconi, un parlare, un discutere a voce alta dalla strada e dalle finestre. Sono le vacche che vanno in giro per un paio d'ore, condotte ognuna [...]
[...] sbattono rabbiosamente le finestre. Queste vacche si fermano innanzi a ogni porta, nel loro giro mattinale: dove le serve dormono ancora, il vaccaro [...]
[...] che scorrazzano 78 per tutte le vie della città, ogni branco guidato da un capraro con un frustino. A ogni portone il branco si ferma, si butta [...]
[...] a terra, per riposarsi, il capraro acchiappa una capra, la trascina dentro il portone per mungerla innanzi agli occhi della serva, che è scesa [...]
[...] giù; talvolta la padrona è diffidente, non crede nè all'onestà del capraro, nè a quella della serva; allora capraio e capra salgono sino al [...]
[...] e le sue capre per farle muovere, fino a che queste prendono una corsa sfuriata, massime quando si avvicina la sera e sanno che ritornano sulle [...]
[...] compra nelle botteghe pulite e bianche di marmi. A Napoli, no: è troppo pittoresco il costume, per abolirlo. Nessun municipio osa farlo. La [...]
[...] , cangiante, che bella e grande festa degli occhi, che descrizione potente e carnosa potrebbero ispirare a uno dei moderni sperimentali, troppo [...]
[...] a 80 dire, due piazze, due lunghi marciapiedi, sino alle otto della mattina è abbandonata ai venditori di frutta, di erbaggi, di legumi, un [...]
[...] , malgrado le premure degli spazzini, non arriva mai a detergersi. Intanto il grande mercato di Monteoliveto, li presso, resta semi-vuoto, con la [...]
[...] malinconia dei grandi fabbricati inutili; quello di San Pasquale a Chiaia è addirittura chiuso; il venditore napoletano non vuole andarci, vuol vendere [...]
[...] mattina il tonno va a ventisei soldi e il pescivendolo grida il prezzo con orgoglio: ma, come la sera arriva, per il declinare dell'ora e della [...]
[...] merce, il tonno scende a ventiquattro, a una lira, a diciotto soldi; quando arriva a dodici soldi, la gran nota sinfonica del puzzo ha raggiunto il [...]
[...] , la partita a carte e la partita alla morra. La strada di Santa Lucia appartiene ai luciani, che fanno il loro comodo. Le quattro viottole cieche [...]
[...] e sbuzzanti, le cordicelle vanno da un balcone all'altro, un lumicino innanzi a una Madonnina nera illumina soltanto la viottola, dove va a [...]
[...] brutali: vi dànno a bere l'acqua per forza, litigano ogni minuto fra loro, rubandosi gli avventori. Sono indomabili: per poterle governare, il [...]
[...] delegato del quartiere deve essere anche un luciano, che le pigli a male parole. 85 Una volta, due di esse bastonarono fino all'estenuazione una [...]
[...] sole! * ** È pittoresco per un amante del colore, veder girare, di sera, per via Roma, un carretto disposto a mensa, su cui, in tanti piattelli [...]
[...] , 86 vedi dei castelletti di fichi d'India, sbucciati: un uomo spinge il carretto, una lampada a petrolio vi fumiga, il carretto si ferma ogni [...]
[...] all'uno e all'altro, che giusto a due passi da via Roma, vi sia il Chiostro di San Tommaso d'Aquino, dove non ci sono più monaci, ma che è un [...]
[...] creatura fiorisce in salute e in bellezza, la madre ne va gloriosa come di opera sua, cerca di mandarla a scuola o almeno da una sarta per imparare [...]
[...] a cucire, poichè certamente, per la sua bellezza, la bimba è figlia di un principe: in nessun caso, di miseria o d'infermità, la madre adottiva [...]
[...] riporta, come potrebbe, la figliuola all'Annunziata. E l'affezione, scambievole, 90 è profonda come se realmente fosse filiale; e a una certa [...]
[...] ; ma la pia madre, portando al collo il fazzoletto nero che è tutto il suo lutto, compie il voto, lagrimando. Così, a poco a poco, la creatura [...]
[...] dell'Annunziata, gli fa baciare l'altare, poi vanno dentro a scegliere la sorellina o il fratellino. E fra i cinque o sei figli legittimi, la [...]
[...] casa, e ci ritorna sempre, come a rifugio e a conforto. * ** Un caso frequente di pietà è questo: una madre troppo debole o infiacchita dal [...]
[...] , che importa? il Signore ci penserà a mandarle il latte sufficiente. Tre volte al giorno la madre dal seno arido porta il suo bimbo in casa della [...]
[...] tono di voce sommesso, umile, riconoscente con cui ella dice, riprendendosi in collo il bimbo: u Signore t'u renne la carità che fai a sto [...]
[...] figlio. E la madre di latte finisce per mettere amore a questo secondo bimbo, e allo svezzamento ci soffre di non vederlo più: e ogni tanto va a [...]
[...] ritrovarlo, a portargli un soldo di frutta o un amuleto della Vergine; il bimbo ha due madri. lo ho visto anche altro: una povera donna andava in [...]
[...] servizio, non poteva tenere presso di sè il suo bimbo, lo lasciava a un'altra povera donna, che orlava gli stivaletti e lavorava in casa, cioè [...]
[...] orlava gli stivaletti, mandava avanti e indietro il piede per cullare i due bimbi nello stesso sportone. A un'altra donna che stava in servizio [...]
[...] , un'amica teneva il bimbo; ma veniva a portarglielo, da molto lontano, per farlo succhiare, sudando sotto il sole, con quel bimbo pesante in collo [...]
[...] la zia, saluta, saluta a mammà. E se ne andava tranquillamente senza mormorare, 94 mentre la madre, dal finestrino della cucina, guardava ancora [...]
[...] , talvolta tutto è destinato a un'altra persona. E gli ammalati degli ospedali, la gente carcerata, trovano sempre una sorella, una zia, una comare [...]
[...] stirata. Bisogna andare a vedere che cosa sono le porte degli ospedali, nei giorni di visita: e che folla femminile vi si accalca, pallida e [...]
[...] ansiosa! lo ho visto una moglie a cui il marito era 96 morto all'ospedale, in un giorno, andare dal direttore, da quanti medici di cui potette avere [...]
[...] , vede fermarsi un bambino a guardare, senza dargli subito di quello che mangia: e quando non ha altro, gli dà del pane. Appena una donna incinta [...]
[...] parte, la obbligano a prenderlo, non vogliono avere lo scrupolo. 97 E i poveri che girano, sono aiutati alla meglio, da quella gente povera: chi [...]
[...] , per fare la carità in qualche modo, lasciava che una mendicante venisse a cuocere sul proprio fuoco, sul focolaretto di tufo, il poco di [...]
[...] commestibile che la mendicante aveva raccattato. Tanto avrebbe dovuto perdersi, quel resto di fuoco, dopo la sua cucina; era meglio adoperarlo a [...]
[...] 98 molli e almeno avevano un certo sapore di maccheroni. * ** Una giovane cucitrice era stata a Gesù e Maria, l'ospedale, con una polmonite [...]
[...] concedeva; ogni mattina, quattro dita di olio di fegato di merluzzo, che ella doveva andare a prendere lassù. Ella capitava ogni mattina, col suo [...]
[...] bicchiere, sino a che fu rimessa completamente in salute: e allora le dissero che non le avrebbero più data la medicina. Ella si confuse, impallidì [...]
[...] elemosina a una povera donna — la 99 quale, per miseria, superato il naturale disgusto, lo adoperava a condire il pane o a friggerci un soldo di [...]
[...] visino; una terza questuò per tutte le case del vicinato; una quarta, serva, si 100 offrì e andò a fare il servizio per la povera puerpera. La [...]
[...] come preghiera. Serva per pregare chi può, per ricordare a chi deve: non abbandonate Napoli, ora che il colera è finito. Non la abbandonate di [...]
[...] siciliano. Epoca attuale. La scena è in un cortile. A sinistra, porta interna della farmacia. A destra, l'ufficio di DON CESARIO LO STORTO. In [...]
[...] fondo, porta e finestra dell'abitazione di MASTRO COSIMO. All'alzarsi del sipario, la GNÀ PAOLA spazza rabbiosamente davanti a la porta della casa [...]
[...] scambiato per un mondezzaio questo cortile? Vi abitano cristiani meglio di voi, sudici che non siete altro!... Parlo con tutti!... (a Mastro Cosimo). E [...]
[...] rompermi le braccia a spazzare! E siamo sempre in mezzo al sudiciume! DON MICIO (entra col camicione di tela grezza, portando una bracciata di radiche [...]
[...] secche che butta per terra, a piè del mortaio di marmo accanto a la porta della farmacia). Buon giorno, Mastro Cosimo! Buon giorno, Gnà Paola! LA [...]
[...] comparire quel bel cesto dello Storto. Apre la sua tana e attende la povera gente che viene a farsi scorticare da lui. Cento per cento, e anche più! La [...]
[...] legge accorda il sette, al massimo. A quest'ora don Cesario lo Storto dovrebbe essere in galera da un pezzo. Invece è rispettato, salutato da ogni [...]
[...] , i ministri, perciò ognuno la stira e l'allunga a modo suo. È inutile ragionarne. Parliamo di cose allegre. (a Mastro Cosimo). Ora andate a [...]
[...] divertirvi con la pesca.... LA GNÀ PAOLA. Va a perdere mezza giornata di tempo. DON MICIO. Ha da vedersela il mio principale con la sua coscienza [...]
[...] ! (additando a Mastro Cosimo la scatola di latta). Lì che c'è? MASTRO COSIMO. I lombrichi per l'esca dell'amo. I pesci abboccano... DON MICIO. Come gli [...]
[...] Cosimo esce. Pausa. A la Gnà Paola): E la vostra signorina? LA GNÀ PAOLA. La ragazza volete dire. Signorina? Sciò!... Noi non siamo di quelli che [...]
[...] vogliono comparire più di quel che sono. È a dormire in casa di sua sorella, per tenerle compagnia nell'assenza del marito che a quest'ora dev'essere [...]
[...] gnà Riricchia. LA GNÀ PAOLA. C'è tempo. E poi... ha da pensarci lei. DON MICIO. A quest'ora, forse.... 224 LA GNÀ PAOLA. Macché! È ancora una [...]
[...] ragazzaccia, una sempliciona. Ride, canta; sembra che abbia l'argento vivo addosso; e bada a crescere. Chi la vede per la prima volta non le dà [...]
[...] DETTO. RIRICCHIA (togliendosi lo scialle). E rientriamo in carcere! (a Celestina). Tu sei nel Paradiso: davanti, il mare; dietro, la campagna! Io [...]
[...] mi sento soffocare in questo cortile! DON MICIO. Avete ragione, Gnà Riricchia! CELESTINA. Salute, don Micio! Sempre in faccende! RIRICCHIA (a don [...]
[...] Micio). E a voi chi vi costringe a star qui? DON MICIO. Non è per divertimento, cara Gnà Riricchia. RIRICCHIA. O cara o per niente... DON MICIO [...]
[...] . Vi siete offesa? RIRICCHIA. Ne avete composte altre canzoni? Lo sai che don Micio è poeta? Gli manca di esser cieco e di andare, col violino, a [...]
[...] PAOLA (di dentro). Vengo! Vengo! RIRICCHIA. Come va che lo Storto non è al suo posto? È venuto a nascondersi qui per imbrogliar meglio la povera gente [...]
[...] ... Mi chiamano. Permettete (esce). RIRICCHIA. Vo' a mettermi in libertà! (esce, canticchiando allegra) Siete come la luna, volta e gira... LA [...]
[...] , provvisoriamente. Se poi entra nelle Guardie di finanza... LA GNÀ PAOLA. Con tua sorella non c'è da fidarsi. Canta, ride... ma poi fa sempre a [...]
[...] modo suo! CELESTINA. Ride, canta, pare col cervello in aria, e non è vero. Lo zio Cosimo? LA GNÀ PAOLA. Non lo sai? A la pesca. È il suo [...]
[...] . Ti accompagno fino alla bottega del fornaio qui vicino. SCENA III. DON CESARIO LO STORTO, TESTACCIA E DETTI. DON CESARIO (a Celestina). Scappate [...]
[...] d'impazzire! CELESTINA. Ve li cercate a posta. DON CESARIO. Proprio! Avete ragione! (a Testaccia dandogli una chiave). Apri. (Testaccia eseguisce [...]
[...] ). LA GNÀ PAOLA. Vorrei averla io, per un'oretta, quella chiave! CESARIO. E perdereste tempo e fatica! (a Celestina). Salutatemi vostro marito [...]
[...] . CELESTINA. Saluto schietto o con qualche sottinteso?... È venuto a farsi prestare soldi? Dovete dirgli sempre di no, di no. Gli servono pel [...]
[...] anch'io così. E poi dovetti sbattere il muso... LA GNÀ PAOLA. (ridendo) Da voi stesso?... Questa è grossa! (a Celestina). Avevi fretta per tuo [...]
[...] , o domattina. DON CESARIO. Le parlasti chiaro? TESTACCIA. Chiarissimo. (Don Cesario esce). (Entra Riricchia, portando due seggiole che mette a [...]
[...] lato della porta. Sul braccio ha il lavoro di cucito, che ripone sul piano della seggiola davanti a cui si siede. Comincia a lavorare, facendo le [...]
[...] . Lo domando a te. RIRICCHIA. Io lavoro, per mutare. TESTACCIA. Deve durare ancora... questa storia di don Micio? RIRICCHIA. Quale don Micio? Il [...]
[...] a terra e si rompe il muso! (ride). TESTACCIA. Si comincia per ridere e si finisce per davvero! Perchè lui è giovane di speziale e io scrivanello [...]
[...] ?... Ma io, in quanto a voler bene con sincerità, mi sento cento volte meglio di lui! RIRICCHIA. E dunque lascialo andare! TESTACCIA. Parlo perchè [...]
[...] arrabbiare. Ed io, per starti vicino, per vederti e parlarti ogni giorno, faccio il servo a questo gran ladro dello Storto!... non ne posso più [...]
[...] ! Senti, Riricchia: se questa storia deve durare più a lungo sarà meglio.... RIRICCHIA. Sentiamo! Sentiamo! TESTACCIA (entra un operaio [...]
[...] più tardi. Dov'è? Che ne so? Tornate più tardi... (La popolana va via). Ah, sì? Sangue di...! RIRICCHIA. Puoi fare a meno d'insaguinarti con me [...]
[...] . Intanto mi hai fatto perdere la pace. Dovevi dirmi di no, fin da principio. RIRICCHIA. C'è stato forse un contratto? E se anche?... Fino a che non han [...]
[...] parlato il Sindaco e il Parroco... Vi sembra di essere padroni e domini a voialtri uomini: e per ciò la moglie del tuo principale gli ha ornato bene [...]
[...] sapete. E quando si vede un uomo senza educazione, che insulta 227 una ragazza a cui non è degno di baciare la suola delle scarpe... SCENA V [...]
[...] . DON CESARIO LO STORTO, LA GNÀ PAOLA CON DUE PANI A CIAMBELLA INFILATI AL BRACCIO, E DETTI. DON CESARIO. Che c'è? DON MICIO. Chi sa che cosa si è [...]
[...] messo in testa questo vostro, così detto, scrivano! LA GNÀ PAOLA (a Riricchia). Tu entra in casa. RIRICCHIA. Sto qui pei fatti miei, davanti a la [...]
[...] bestia.... DON MICIO. Fa il geloso, pare. DON CESARIO. Di chi?... Pensa prima a sfamarti tu! È vero che la moglie può aiutare. Bisogna vedere però [...]
[...] che sorta di moglie uno prende. TESTACCIA (frenandosi a stento). Voi siete pratico. DON CESARIO. Che intendi di dire, mortaccio di fame? TESTACCIA [...]
[...] ti scordare che mangi il suo pane. TESTACCIA. Si provveda d'oggi in poi; non voglio più fare il servo a uno scortica-cristiani. DON MICIO [...]
[...] (interponendosi). Via! Cose da niente. TESTACCIA. Torno a dirvelo: Chi vi ci mescola? DON CESARIO. È un padrone tuo. TESTACCIA. Di padroni ne riconosco uno [...]
[...] collana d'ambra, degli orecchini coi diamanti?... LA GNÀ PAOLA. Che c'entra mia figlia? (A Riricchia) Hai sentito che ha detto? DON MICIO (a la [...]
[...] gnà Paola). Non gli rispondete, pel vostro decoro. (Durante il seguente dialogo, Don Micio parla a bassa voce con Riricchia che sorride e gli [...]
[...] . Me ne vado! Me ne vado! (a Riricchia). Chi sa che un giorno non dobbiate dire, piangendo - scrivetele sulla fronte queste parole - : Ho cangiato [...]
[...] rispondergli! TESTACCIA. Datelo a sua eccellenza! Malannaggio! Devo fare qualche sproposito? (esce). DON CESARIO. Fate del bene a certa gente [...]
[...] ! Ve lo rendono a calci, caro don Micio. DON MICIO. E per ciò voi non fate bene a nessuno, per non sbagliare... Vengo! Vengo! Mi pareva assai che mi [...]
[...] lasciassero in pace un momento! (esce). LA GNÀ PAOLA (a Riricchia). Vieni su: che fai qui? RIRICCHIA. Non posso più cucire davanti a la porta [...]
[...] COSIMO. DON CESARIO. Ecco come siete voi donne? Date retta a uno che non potrebbe farvi neppure una camicia nuova! RIRICCHIA. Daccapo? Ve lo [...]
[...] assai meglio di te? RIRICCHIA. Che devo fare? Dovrò dirlo a mia madre? DON CESARIO. Chi lo sa? Vostra madre potrebbe darvi, forse, un buon [...]
[...] alterate subito! RIRICCHIA. Lasciatemi cucire! (a Mastro Cosimo che entra in quel punto con le canne da pesca in ispalla, e il paniere infilato al [...]
[...] cacciatori, e tornano a casa così con la carniera ripiena, senza aver sparato neppure un colpo. MASTRO COSIMO. Oh, no, non sono di questi! Ma oggi [...]
[...] al peso. Raisi Mommu è mio vecchio amico. DON CESARIO. Vediamo di fare un affaruccio pure noi. MASTRO COSIMO. A proposito. Mi ha fermato [...]
[...] a vostra nipote! C'è chi vuol regalarle una collana d'ambra, un paio d'orecchini con pietre diamanti - posai in terra il paniere, e gli scaricai [...]
[...] d'ambra antica - ora non se ne trova più così chiara e bionda - e la mostrai a la gnà Riricchia che era seduta davanti a la porta, come poco fa, e [...]
[...] . MASTRO COSIMO. E sarebbe assai meglio se cambiaste di posto. DON CESARIO. Anche questo? Andiamo! (chiude a chiave l'uscio del suo ufficio, accende [...]
[...] ? RIRICCHIA (rimettendosi a cucire). Dovrei prendere il paniere, infilarmelo a un braccio e andar per le vie, gridando: Vivo vivo il pesce! Vivo vivo [...]
[...] ! MASTRO COSIMO. Matta! Ne ho promesso un po' a don Micio. I giovani degli speziali è meglio tenerseli amici (a Riricchia). Dimmi: è vero che lo [...]
[...] Storto ti ha mostrato una collana d'ambra?... RIRICCHIA (impermalita). A me? Chi l'ha visto? Sentiamo: c'è qualche novità? MASTRO COSIMO. L'obbligo [...]
[...] tuo sarebbe stato di dir subito a tua madre o a me: quel... ladro di don Cesario... LA GNÀ PAOLA (interrompendolo). Ha fatto bene, se è vero. È [...]
[...] Testaccia perchè s'insanguinava tutto? Se tu (a Riricchia) non gli avessi dato un po' retta... RIRICCHIA (stizzita, quasi col pianto nella gola). Ecco [...]
[...] : ora la colpa è mia! al solito! Devo scontare di essere stata tranquilla due giorni da mia sorella! LA GNÀ PAOLA (a Mastro Cosimo). Che gusto, di [...]
[...] farla piangere! MASTRO COSIMO. Chi vuoi bene fàllo piangere! S'intende per insegnamento. LA GNÀ PAOLA (a Mastro Cosimo). Vieni su: scegliamo il pesce [...]
[...] DON MICIO. Non so chi m'ha trattenuto dal Prendere a calci quell'imbecille che pareva si vantasse... RIRICCHIA (abbassa la testa e non risponde [...]
[...] ). DON MICIO. Che potevano immaginare don Cesario e vostra madre? Sono cose delicate. Lo capite ora fino a che punto vi voglio bene? RIRICCHIA [...]
[...] tra capelli, come chi non sa che risoluzione prendere). Ma che! Ma che! In questo mondo c'è rimedio a tutto! Non vi perdete d'animo! E venite [...]
[...] ! Essere voluta bene fino a questo punto!... E avete creduto, don Micio?... Avete creduto? DON MICIO. Oh, Dio!... Riricchia!... Non è vero niente [...]
[...] ... se posso ricevere l'onore... RIRICCHIA (ridendo) Io... Io gli ho risposto di sì! (Leva il piatto di mano a don Micio e lo porge alla madre [...]
[...] ). LA GNÀ PAOLA (fuori di sè dalla contentezza, dà il piatto a Mastro Cosimo, e abbraccia Riricchia). Che fortuna, figlia mia! MASTRO COSIMO. Ma queste [...]
[...] ragazze del giorno di oggi! Ah, signor don Micio! Si figuri! Si figuri! (Porge di nuovo sbadatamente il piatto a don Micio). DON MICIO. Il vero [...]
[...] TIRATURA DI CENTO COPIE NUMERATE Sono state tirate inoltre 25 copie non numerate delle quali ciascuna porta il nome della persona a cui è stata [...]
[...] .... PERSONAGGI FEDERICO. MARIA. S C E N A Salottino elegante, da scapolo, in casa di Federico. FEDERICO. Ah!.. Che gentile pensiero avete voi [...]
[...] avuto! MARIA. Siete proprio ammalato? FEDERICO. Quasi, se una storta a un piede può dirsi malattia.... Scusate tutta questa confusione.... Non [...]
[...] posso muovermi.... Sedetevi qui, vicino. Se avessi potuto immaginare!.... Per occuparmi m'ero messo a riordinare il mio piccolo archivio [...]
[...] che non c’è nessun pericolo di compromettersi; ed io mi sento tanto forte da tenere il leone a distanza, anche quando egli avesse il suo più fiero [...]
[...] ; fatemi arrabbiare, fatemi ruggire!... Di nuovo quel dente? MARIA. Sì, ritorna a molestarmi. FEDERICO. Dente benedetto, se gli debbo [...]
[...] capriccio o l’amabilità di ripetermelo; io ho sempre il buon senso di non credervi punto. Voi siete così scettico, cosi blasé da non avervi a [...]
[...] può avere gravi conseguenze nè per voi, nè per me; e la vita, por noi buzzurri, è cosi noiosa in Roma, che perfino questa sciocchezza giova a [...]
[...] distrarci tutti e due. Perchè dovremmo privarcene? Ora che io lascio Roma, voi cercherete un altro svago, magari più concreto; non penerete molto a [...]
[...] trovarlo. Io, io.... oh! io potrò farne anche a meno. So 1’arte d’annoiarmi, da un pezzo! FEDERICO. Vi guardo a bocca aperta! MARIA. Potete [...]
[...] chiuderla. Ho detto. FEDERICO. È impossibile che voi siate venuta qui unicamente per spiattellarmi sul viso certe cose somiglianti a delle [...]
[...] . Aiutatemi; siate compiacente. Voi vorreste andare a Napoli.... MARIA. Non son io che voglio andarci, è il ministro che manda colà mio marito; e la moglie [...]
[...] , voi lo sapete, deve seguire il marito: è testuale. FEDERICO. Voi vorreste andare a Napoli. Perchè? MARIA. Giacché volete saperlo....! Corro [...]
[...] dietro a un’avventura, romanticissima. Amo, e mi credo amata; davvero. Un tegolo sul capo! Un fulmine a ciel sereno!.. Il famoso coup de foudre [...]
[...] glicerina, non importa. E siccome egli mi ha detto che la sua famiglia starà sei mesi a Napoli, perchè una sorella di lui è mezza tisica, cosi [...]
[...] . Sragioniamo: sarà meglio. Ammalato, con un piede nell’altro mondo, nel mondo della bambagia, son dispostissimo a dire la verità e nient’altro che la [...]
[...] verità. Non vi sembra che se noi cominciassimo a volerci bene sul serio, o meglio, a persuaderci che ci vogliamo bene sul serio, sarebbe una gran [...]
[...] bella cosa? MARIA. Domandatelo a mio marito. FEDERICO. Scommetto che s’egli sapesse che noi continuiamo da un anno la noiosa storia di dirci sul [...]
[...] genere. A che scopo? Volete che io vi enumeri i vantaggi della nostra condizione? Facendo le viste di amarci, abbiamo tutti i benefizi dell'amore [...]
[...] completamente ridicolo. Ora, colla storta a un piede e dinanzi il piccolo archivio del cuore disperso sul tavolino, siete sublime addirittura!... Dovreste [...]
[...] fargli battere il cuore; o che il presente gli appaia così squallido, così doloroso da spingerlo a voltarsi addietro, verso l’ideale; perchè, se non [...]
[...] lo sapete, l’ideale è addietro o davanti a noi, e noi non facciamo altro, in tutta la vita, che rimpiangerlo o corrergli appresso senza [...]
[...] seria, per non darvi la mortificazione.... Altri otto minuti. Vorreste intanto farmi il piacere di guidarmi a traverso il vostro piccolo archivio del [...]
[...] vena di ridere, ridete dunque a spese delle mie illusioni giovanili, delle ardenti passioni dei miei vent’anni; dei miei amori fragili e fuggitivi [...]
[...] . FEDERICO. La prima signora! MARIA. Autentica? FEDERICO. Autenticissima. Aveva un solo difetto. Si metteva sempre a piangere, dopo. Non sapea [...]
[...] genio epistolare. Già, voialtre donne siete tutte delle Sévigné inedite. Queste lettere, salvate a stento dal terribile naufragio della nostra [...]
[...] qualche frase: “Non posso far a meno di scriverti, di comunicarti le sensazioni che mi turbano ancora..„ Salto, salto.... “Ho aperto la finestra. Che [...]
[...] .„ Due pagine. “In questo momento tu forse dormi. Oh, se sognassi di me!„ Glielo confessai il giorno dopo: a mezzogiorno dormivo ancora. Quando amo in [...]
[...] . FEDERICO. Finalmente!... Oh, finalmente son riuscito a strapparvi la maschera. Ho rappresentato così bene la mia parte.... MARIA. La [...]
[...] difendo. Voglio darvi tutto il tempo di giudicarmi con calma e imparzialità.... MARIA. .... Addio. FEDERICO. Neppure a rivederci? MARIA [...]
[...] . Ci rivedremo senza dircelo. FEDERICO. Sentite, Maria. Non mi fate il torto di dare importanza a uno scherzo fatto piuttosto per mettermi [...]
[...] m’inganno — che si avvia, fatalmente, a diventare... un amore come tutti gli altri!... La credevo più forte. Peccato! CATANIA TIPOGRAFIA [...]